PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro
Novelli |
|
|||||||
|
DOSSIER “CLASS ACTION” |
|
|
|||||
|
||||||||
Crisi
e declino della scuola di Chicago america
( da "Riformista,
Il" del 02-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
e il
comportamento dei soggetti collettivi è il risultato delle azioni individuali.
Ma queste scelte non sono più razionali. Sono irrazionali. In questo caso,
l'intervento del governo ha lo scopo di immettere razionalità nel sistema.
Questa è la tesi di Brad Delong, professore di economia a Berkeley.
Mamme
contro Berlino
Argomenti: Class Action
Abstract:
1 Bambini
contesi Mamme contro Berlino «Rivogliamo i nostri figli» di BENEDETTA
ARGENTIERI «Insieme forse riusciremo a ottenere qualcosa». Marinella Colombo (
nel tondo) assieme ad altri tre genitori si prepara per cercare di riavere i
figli. Tutti in Germania. Non li vedono, non possono parlarci. «Pensiamo a una
class action». A PAGINA
Argomenti: Class Action
Abstract:
Cronaca di
Milano data: 02/06/2009 - pag: 7 Infanzia contesa Parte da Milano la class
action per «assistere i nostri bambini» «Non vediamo i nostri figli da anni»
Mamme contro la giustizia tedesca Altri genitori si sono uniti alla protesta di
Marinella Colombo: «Siamo disperati» Sono quattro genitori. Marinella, Daniela,
Marco e Paolo.
Doveva
essere l'arma dei consumatori, ma con Silvio Berlusconi è diventato un inutile
orpe... ( da "Unita, L'"
del 02-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
È la class
action, l'azione collettiva, quell'istituto giuridico che negli Stati Uniti
consente battaglie leggendarie di semplici cittadini contro le grandi
Corporation fin dagli anni '60. Il testo voluto dal governo ha così depotenziato
la misura che è assai probabile che le cause intentate dai consumatori si
affastelleranno sulle scrivanie dei giudici e resteranno lì.
Tre
denunciati per tentato furto ( da "Sicilia, La"
del 02-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
con la nostra
azione politica in Consiglio comunale". A che cosa fa riferimento Sonia
Migliore? "Mi riferisco - aggiunge - alla grande battaglia sulla questione
della "rotatoria di via Achille Grandi", che ha visto raggiungere il
grande risultato dell'approvazione di un atto condiviso dall'intero Consiglio e
che prevede la riqualificazione urbana dell'
Bonino
occupa la Rai
Argomenti: Class Action
Abstract:
La protesta
contro la rete nazionale è di ordine collettivo, fa sapere la Bonino: «Assieme
a ormai 50 parlamentari, dirigenti e militanti radicali, abbiamo iniziato uno
sciopero della sete per chiedere conto alla Rai del mancato rispetto delle
delibera dell'Autorità garante per le comunicazioni.
Il
liberismo non è un cliché ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 03-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
benessere
collettivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA DOPO REAGAN E THATCHER L'attaccamento a un
paradigma astratto produce un'economia subordinata alla finanza: così crescono
le disuguaglianze invece del benessere collettivo L'AUTOSUFFICIENZA L'economia
ha guardato con sospetto alle relazioni sociali e politiche, considerate solo
come fonte di collusione o di distorsione Neoliberisti anni 80.
IERI
mattina una trentina di attivisti del Collettivo Sottotetto hanno occupato la
casa cantoniera d... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 03-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
9 IERI
mattina una trentina di attivisti del Collettivo Sottotetto hanno occupato la
casa cantoniera d... IERI mattina una trentina di attivisti del Collettivo
Sottotetto hanno occupato la casa cantoniera di via Martiri della Bettola.
Quella che una volta era la residenza provvisioria dei cosiddetti
"stradini", nell'idea degli occupanti dovrebbe diventare un ufficio-
I
consumatorie la loro tutelaincontro e diplomi
( da "Sicilia,
La" del 03-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
introduzione
dell'azione risarcitoria collettiva in Italia: il punto di vista del settore
dell'energia"); Giuseppe Rinaldi, Telecom Italia, ("L'azione
risarcitoria collettiva e le soluzioni extragiudiziali nel settore delle
telecomunicazioni"); Claudio Melchiorre dell'Adoc ("L'azione
risarcitoria collettiva e le aspettative disattese");
Argomenti: Class Action
Abstract:
azione collettiva
dopo l'inchiesta della Finanza. L'avvocato conferma l'obbligo per i negozi
04/06/2009 LE STIME sono da brividi: «Usando molta cautela, sono almeno 30.000,
solo a Genova, i caschi non omologati in circolazione - dice Furio Truzzi,
presidente di Assoutenti - Significa che, a 30 centimetri di larghezza l'uno,
Il
pupazzo e il cittadino ( da "Corriere della Sera"
del 04-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
raccordandosi
con il più recente dibattito filosofico su ciò che rende le azioni «rette» e le
società «giuste». Nella seconda metà del libro Panebianco affronta un nodo
irrisolto nella contemporanea teoria sociale: il passaggio dal livello micro
delle azioni individuali a quello macro delle organizzazioni collettive e delle
istituzioni.
Pubblico
impiego: direttiva sull'utilizzo di internet sul luogo di lavoro
( da "AltaLex"
del 04-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
collettivi di
comparto (che dispongono sanzioni in caso di "negligenza nella cura dei
locali e dei beni mobìli o strumenti a lui affidati o sui quali, in relazione
alle sue responsabilità, debba espletare azione di vigilanza"), anche il
dettato del Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche
amministrazioni di cui al Decreto del Ministro per la funzione pubblica del 28
il
tribunale: no a una nuova discarica a serre
( da "Repubblica,
La" del 05-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
La discarica
aperta da Bertolaso nel territorio di Serre è chiusa per esaurimento dal 23
agosto 2008. «Per Macchia soprana ci sono stati danni incalcolabili. Peccato
che non ci sia la class action, altrimenti avrei sollecitato tutti i cittadini
a fare l´azione legale». (patrizia capua)
No
a dibattito sul G8, facoltà serrate
( da "Manifesto,
Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
collettivi e
laboratori di Roma Tre». Era previsto infatti prima un dibattito con il leader
dei Cobas, Piero Bernocchi, e un rappresentante di Attac Italia poi uno
spettacolo teatrale. In serata i ragazzi avrebbero lasciato la facoltà. Una
delibera interna emanata dieci giorni fa dal Senato accademico (e voluta dal
rettore Guido Fabiani)
VENERDI'
5 Poesia del '900 SALA LAUREE FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA, VIA SANT...
( da "Stampa,
La" del 06-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
installazione
con l'azione collettiva che conduce dalla "cura" - l'assorbimento
delle vitamine del succo degli agrumi - alla "scultura", composizione
etico-estetica di calotte colorate di arance e limoni. Info 011/3182235.
Famiglie PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 15,30 "Aria di festa":
feste di compleanno, feste di carnevale,
Argomenti: Class Action
Abstract:
sui giornali
dei banchetti di Azione Universitaria messi sottosopra al suono di «Fascisti
appesi per i piedi» e «Attenti che vi arrivano le molotov» o delle lettere di
insulti firmate dai collettivi che arrivavano negli uffici di un consigliere
comunale ex An. L'obiettivo, in primavera, diventano le sedi elettorali dei
partiti: alla Lega viene riservata una bottiglia incendiaria,
Orario
di lavoro maternità, asilo... Regole finanziarie e bancarie, norme
sull'immigrazione Ecco cosa deciderà l'Europarlamento che votiamo oggi
( da "Unita,
L'" del 07-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
abuso di
informazioni privilegiate e sulle manipolazioni del mercato, alle remunerazioni
dei manager e alla class action. Se poi venisse ratificato il Trattato di
Lisbona il Parlamento europeo aumenterà di molto i suoi poteri. Sarà così per
la politica agricola comune, che smista il grosso del bilancio comunitario, ma
anche per i Fondi regionali e di coesione.
di
PASQUALE BERGAMASCHI L'AVVOCATO Carlo Antonetti che, con il collega G...
( da "Resto
del Carlino, Il (Ascoli)" del
07-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
è il parere
collettivo (qualche sussurro è uscito pure dall'incontro con il sindaco Gaspari
e il team manager della Samb Calcio, Pierluigi Tassotti), che la prossima mossa
del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pescara, sull'ordinanza
della Procura della Repubblica del Tribunale di Teramo, sarà proprio il
sequestro cautelativo delle azioni della Samb Calcio.
Torneo
dei Bar, eliminazioni eccellenti ( da "Corriere delle Alpi"
del 07-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
applauso ma
tante buone azioni collettive. La maggior parte delle partite si sono chiuse
con uno scarto ridotto, poche le goleade. Il primo match della poule vittoria
per raccogliere l'eredità della Sosta scatterà alle 13. Già da mezzogiorno
comunque il Foro Boario sarà teatro delle sfide per evitare l'ultimo posto, e
il trofeo conseguente: il cesso.
Siamo
un'Italia duale e ci costa caro ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
è stato il passaggio
dal coordinamento alla decisione collettiva: gli ultimi interventi europei,
all'interno dell'Europa o attraverso l'Europa nel G-20, sono stati via via
sempre più mirati verso forme di scelta collettiva. Il passaggio dei
passaggi,dal coordinamento al collettivo, avverrà comunque in modo completo
solo quando l'Europa deciderà di fare una politica comune d'
Le
nuove piazze del sapere ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 10-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
azione
collettiva» che la biblioteca pubblica finisce per occupare anche un ruolo
sociale. Agnoli racconta queste cose con la competenza e la perizia che le
appartengono, animata dalla lusinga che «in un Paese sempre più ignorante, che
rischia di restare ai margini dell'economia della conoscenza, la biblioteca
pubblica deve diventare parte di un progetto di rinascita dell'
libertà
e responsabilità delle fondazioni - gustavo zagrebelsky
( da "Repubblica,
La" del 10-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
appartengono
a una dimensione della vita collettiva che non si lascia ridurre alla «grande
dicotomia» di cui parlava Norberto Bobbio, tra il pubblico, come gestione
autoritativa di interessi collettivi, e il privato, come libero perseguimento
di fini d´interesse individuale. In breve, si tratta (a) di soggetti giuridici
privati, (b) espressione di auto-organizzazione sociale,
L'automa
e lo spirito del nomade Panebianco
( da "Riformista,
Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
«Azioni
individuali, istituzioni, imprese collettive» chiamate a rapporto nel complesso
saggio dell'eclettico intellettuale. Richard Posner, Friedrich von Hayek,
Hernando de Soto di Alberto Mingardi Se gli studiosi si dividono fra stanziali,
che consacrano una vita di lavoro ad un unico tema, e nomadi,
Gheddafi,
una tenda e 3 giorni di proteste ( da "Corriere della Sera"
del 10-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
I Collettivi
autorganizzati e gli studenti dell'Onda hanno affisso lo striscione «Gheddafi,
Monteverde non ti vuole» all'ingresso della stazione ferroviaria in viale dei
Quattro Venti. Annunciate azioni dimostrative, volantinaggi e per domani una
partita di calcio a Villa Pamphili.
Convegno
del Centro Italiano Femminile Emilia - Romagna: la cronaca
( da "Sestopotere.com"
del 11-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
poiché un
processo collettivo di privatizzazione ne ha incrementato la frammentazione, il
disinteresse, le spinte consumistiche e la carenza partecipativa, ha
evidenziato come ci si ritrovi a dover riproporre obiettivi che sembravano
ormai scontati ma che di fatto non sono ancora entrati nella coscienza
collettiva, quali il diritto al lavoro e la cittadinanza politica.
<È Sbagliato fare troppoallarmismo>In
piazza gli operai della Ponticelli
( da "Secolo
XIX, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
A ciò si
aggiunge la preoccupazione sollevata dai sindaci per quel che riguarda il
timore di ricadute per via del maggior costo dei trasporti dei rifiuti a
Collette Ozzotto. L'ha espresso anche paolo Strescino, il nuovo sindaco,
incontrando anch'egli la delegazione dei lavoratori. N. F. .x/12/0906
Libri
online, gli Usa indagano sul colosso Google
( da "Riformista,
Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
in una class
action che ha estorto a Google l'impegno di devolvere il 63% dei proventi della
messa online dei libri ai titolari dei diritti delle opere e 125 milioni di
dollari per chiudere la questione giudiziaria. Ma questo patto (che deve essere
ancora ratificato dalla giustizia americana) non ha azzerato le polemiche su
altri aspetti oscuri della faccenda.
Le
piazze del sapere Biblioteche e libertà
( da "Resto
del Carlino, Il (Pesaro)" del
12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
di azione
collettiva. La biblioteca pubblica, a lungo ignorata dalla politica e oggi
minacciata da internet nel suo ruolo informativo, può diventare un territorio
aperto a gruppi e associazioni, un centro di riflessione e di condivisione dei
saperi, il nodo centrale di una rete con altre istituzioni culturali.
Un
patto europeo contro i debiti ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
In caso
contrario si incorrerebbe nei noti problemi di "azione collettiva"
che hanno già prodotto, negli ultimi sei mesi, impulsi fiscali inferiori al
necessario, da parte di singoli governi che preferiscono attendere che siano
gli altri paesi a indebitarsi e a rilanciare la crescita. Non c'è dubbio che si
tratti di un problema politico, nel metodo e nella sostanza.
Interazione
temporale tra politica e controllo
( da "AltaLex"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Vi è una
difficoltà nella ottimizzazione collettiva delle informazioni, nel combinare
cultura e valori per una nuova ottimizzazione, necessita tempo per creare un
nuovo rapporto di fiducia, una leadership culturale e persuasiva, la fiducia
acquista la valenza di un capitale che permette di accelerare l?
Piazza
Affari negativa (-1%), ma Enel riesce a salire (+1%)
( da "Soldionline"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
di Interesse
Collettivo, ha emesso i provvedimenti autorizzativi necessari per la
realizzazione dell'operazione di fusione per incorporazione di Alleanza
Assicurazioni e Toro Assicurazioni nella stessa Generali. Intanto, secondo
quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il Credit Agricole starebbe studiando un
nuovo patto parasociale che sia accettato dai soci di IntesaSanpaolo e dall?
I
costruttori di Punta Perotti devono essere risarciti
( da "AltaLex"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
on ne peut être
puni pour une action ou une omission constituant une infraction pénale prévue
par la loi si, dans la commission des faits, l'auteur n'avait pas de conscience
et volonté (coscienza e volontà) ». La même règle est établie par l'article 3
de la loi du 25 novembre 1989 no 689 en ce qui concerne les infractions
administratives.
Sulla
condanna di una persona giuridica per illecito amministrativo ex lege 231/01
( da "AltaLex"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
collettivo e
per la produzione dell'evento lesivo del bene giuridico protetto. La
particolare struttura della fattispecie concorsuale comporta infine, quale
essenziale requisito, che il dolo del concorrente esterno investa, nei momenti
della rappresentazione e della volizione, sia tutti gli elementi essenziali
della figura criminosa tipica sia il contributo causale recato dal proprio
Equilibri
tra uomo e ambiente Forme e modi di adattabilità
( da "Stampa,
La" del 13-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
azione
collettiva che si realizzerà durante il workshop tenuto dall'artista il 13 e il
14 giugno. Ad alcuni abitanti del quartiere sono stati chiesti abiti usati che
saranno, nel corso dei lavori, riempiti con il fieno ottenuto dallo spazio
aperto del Pav e che formeranno poi una serie di sedute per il giardino
interno.
Per
la class action disciplina da rivedere
( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
posizioni
soggettive tutelabili e della legittimazione ad agire in giudizio» nell'azione
collettiva. Lo Presti ricorda anche che la disciplina dell'azione collettiva
già esiste e dovrebbe andare in vigore il 30 giugno: quindi, qualora il Ddl
sviluppo dovesse essere approvato successivamente, potrebbero presentarsi
«conseguenze pregiudizievoli sulle esigenze di certezza di diritto».
Azione
legale per lo straordinario ( da "Sicilia, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Azione legale
per lo straordinario Hanno deciso di promuovere una azione legale al fine di
ottenere il pagamento delle loro spettanze economiche i sessanta lavoratori in
forza al "118" nei Comuni di Butera, Gela, Niscemi, Mazzarino,
Mussomeli, Serradifalco, Caltanissetta, Santa Caterina e Resuttano, che
svolgono le mansioni di autista.
Class
action Usa, avanti con calma ( da "ItaliaOggi Sette"
del 15-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
alle cause
contro le banche Parallelamente ai recenti sviluppi italiani in tema di class
action, che vedranno l'azione collettiva risarcitoria applicabile solo agli
illeciti commessi a partire dal 1° luglio di quest'anno, negli Stati Uniti
aumentano i casi di soggetti non Usa che si rivolgono ai tribunali americani
[...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati:
Anche
le formiche, in fondo, rischiano ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 15-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
alta finanza
assolve ad altri due compiti utili al nostro benessere economico collettivo: ci
induce a risparmiare, accumulare e investire promettendoci investimenti sicuri
e liquidi anche in periodi eccezionali, e ci induce a risparmiare e investire
come prerequisito per poter appagare il nostro amore per il gioco d'azzardo e
come sottoprodotto di quest'ultimo.
Tempi
bui per atleti e tifosi ennesi naccio
( da "Sicilia,
La" del 15-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
portare il
dibattito politico e partitico al centro delle attività consiliari e
dell'azione amministrativa, poiché crediamo fortemente che qualsiasi presa di
posizione non possa avvenire su un piano strettamente individuale e personale,
ma deve essere frutto di un'analisi e di una concertazione effettuati
all'interno di un gruppo politico».
Medici
specializzandiuna causa collettivaper i compensi negati
( da "Sicilia,
La" del 15-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
il Codacons
continua la più grande azione giudiziaria collettiva per circa 17.000 medici
siciliani rimasti senza compenso al fine di far avere loro quanto spettante. In
caso di vittoria a ciascuno dei ricorrenti spetterà una somma che oscilla tra
33.000 e 50.000 euro, a seconda del numero di anni previsto per la singola
scuola di specializzazione».
I
nove punti irrinunciabili ( da "Stampa, La"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
La class
action Da evitare anche i ritardi e gli impedimenti nella promozione di cause
collettive dei consumatori. 4. Parafarmacie Non vanno abolite: garantiscono
sconti fino al 22,5% alla loro clientela. 5. Assicurazioni Sarebbe sbagliato
cancellare la clausola annuale che di recesso.
Antitrust
avverte "I consumatori vanno tutelati"
( da "Stampa,
La" del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
voluta dal
governo Berlusconi) di congelare l'entrata in vigore della legge sulla class
action, un istituto che in Italia, «per la resistenza di pochi, stenta a
trovare giusta considerazione», ed è stato anche peggiorato nel percorso
parlamentare. E si conferma la scarsa efficacia della legge Frattini sul
conflitto d'interessi.
antitrust:
liberalizzazioni tradite - luisa grion
( da "Repubblica,
La" del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Class action
Antitrust: liberalizzazioni tradite "Stillicidio di leggi
anti-consumatori, reputazione compromessa per le banche" Catricalà sulle
banche:"Reputazione compromessa" Antitrust: addio alle riforme troppe
leggi anti-consumatori Ci sono continue iniziative parlamentari volte a
restaurare i vecchi equilibri e a svuotare le riforme Le aziende di credito
devono fare di più per
dietrofront
su polizze, credito e farmacie la controrivoluzione che penalizza i cittadini -
luca iezzi ( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
direttamente
per trasformare la Class action in "un´eterna promessa", il
meccanismo che dovrebbe difendere i consumatori dalle ingiustizie e dalle
truffe subite dalle imprese non solo non potrà più essere utilizzata per tutto
quello che è successo negli anni passati, ma dovrà aspettare l´approvazione
definitiva della legge per essere utilizzabile con un ritardo di tre anni dall´
Argomenti: Class Action
Abstract:
Catricalà ha
rivendicato un ruolo più incisivo dell'Antitrust nell'istituto della class
action», uno strumento che in Italia stenta a «trovare la giusta
considerazione». Ma soprattutto il presidente dell'Antitrust ha chiesto al
governo, senza nominarlo, di non staccare la spina alla class action,
rendendola una riforma inoffensiva.
L'Antitrust:
senza liberalizzazioni il Paese non potrà mai crescere
( da "Riformista,
Il" del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
da parte del
capo dell'Antirust, anche al problema irrisolto del conflitto di interessi e ai
peggioramenti apportati alla class action da questo governo. Catricalà ha
chiesto per sé «un ruolo più incisivo nell'istituto della class action che in
Italia, per la resistenza di pochi, stenta a trovare giusta considerazione».
17/06/2009
Class
action, pronta la ciambella ( da "Italia Oggi"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
la versione
attuale non consentirebbe di azionare una azione collettiva per far valere
illeciti plurioffensivi extracontrattuali». Con la proroga, ci sarebbe tutto il
tempo di rivedere la disciplina. L'atteso milleproroghe dovrebbe andare a uno
dei prossimi consigli dei ministri e, secondo indiscrezioni, conterrebbe anche
un altro slittamento importante: si tratta dell'
LA
DESTRA, LE CASTE E LA GRANDE RESTAURAZIONE
( da "Unita,
L'" del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
la class
action, le parafarmacie, la fornitura di energia elettrica e gas, le
comunicazioni, i trasporti. Insomma, approfittando della crisi in corso e della
moda anti-mercatista, seguita oggi anche da qualche riformista smarrito, il
Governo realizza a tappe forzate un altro capitolo del suo programma
fondamentale di sempre.
Antitrust:
non scaricare i costi della crisi sui consumatori
( da "Unita,
L'" del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
resistenza di
pochi ostacola la class action. Basta un paio di parole ad Antonio Catricalà
per fotografare il destino dell'azione collettiva nell'Italia berlusconiana.
Presentando la relazione annuale in Parlamento, il presidente dell'Antitrust
non risparmia critiche alle ultime decisioni del governo su questo nuovo
strumento giuridico che potrebbe dare più forza ai consumatori.
La
resistenza di pochi ostacola la class action. Basta un paio di parole ad
Antonio Catricalà p... ( da "Unita, L'"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
resistenza di
pochi ostacola la class action. Basta un paio di parole ad Antonio Catricalà
per fotografare il destino dell'azione collettiva nell'Italia berlusconiana.
Presentando la relazione annuale in Parlamento, il presidente dell'Antitrust
non risparmia critiche alle ultime decisioni del governo su questo nuovo
strumento giuridico che potrebbe dare più forza ai consumatori.
"luce
e gas, bollette troppo care colpa delle tasse più alte d'europa" - luca
iezzi ( da "Repubblica, La"
del 19-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
entrata in
vigore il 1 luglio prossimo delle misure sulla class action approvate con la
Finanziaria 2008». Il problema è sorto perché le norme che
"depotenziano" la Class action contenute nel ddl sviluppo ora
all´esame della Camera, rischiano di non entrare in vigore entro il 30 giugno
quando scadrà la sospensione della versione del governo Prodi decisa all´inizio
dell´anno.
Class
action verso un nuovo rinvio ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 19-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
ambito
dell'azione collettiva i crac Cirio e Parmalat, e pure il default della vecchia
Alitalia, ma anche per la definizione dei tribunali competenti (11 sedi
regionali) e per la titolarità dell'azione, che riguarderebbe il singolo
rappresentante della "classe", oltre alla tipologia delle
obbligazioni da far valere in giudizio.
Trovata
la
Argomenti: Class Action
Abstract:
un collettivo
combattente necessariamente specializzato e ristretto, che si propone però fin
da subito l'obiettivo della costruzione del partito comunista combattente
rivolgendosi alle punte più avanzate della classe». Seguono riferimenti ad
altri documenti evidentemente corposi, sintomo di una produzione ideologica mai
interrotta,
Servizi
pubblici, riforma a metà ( da "Corriere della Sera"
del 19-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
azione
collettiva », di cui i cittadini avrebbero potuto avvalersi per denunciare gli
inadempimenti delle amministrazioni pubbliche. Dulcis in fundo, una norma
nascosta tra le «finali e transitorie » esenta totalmente l'amministrazione
della presidenza del Consiglio dall'intera nuova disciplina: non sarà vincolata
né al principio della trasparenza totale,
VENERDI'
19 Giornata di studio CENTRO PIER GIORGIO FRASSATI, VIA DELLE ROSINE 15, ORE...
( da "Stampa,
La" del 20-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Hatha Yoga
nel parco PARCO DELLA COLLETTA, LUNGO DORA COLLETTA, ORE 18,30 Introduzione
all'Hatha Yoga nel verde del Parco Colletta. Necessario tappetino o stuoia per
la pratica. Consigliato prenotare entro il giorno precedente 349/8152051.
Essenze floreali ASSOCIAZIONE IBTG -SGT, VIA ANDREA DORIA 27, ORE 20-23 Inizia
un corso di approfondimento sui fiori del dott.
La
vera autonomia dell'Autorità che valuterà i servizi pubblici
( da "Corriere
della Sera" del 20-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
chiarì coram
populo e con dovizia di particolari, che la class action non era stata espunta
dal decreto per una volontà politica di non adempiere a questo punto della
legge delega ma per la necessità tecnica di sentire in una materia tanto
complessa e delicata il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura dello
Stato.
Esposizione
collettiva di Rossella Baccolini, Stefania Malferrari e Maurizio Pilò alla
Galleria comunale d'arte di Faenza
( da "Sestopotere.com"
del 20-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Esposizione
collettiva di Rossella Baccolini, Stefania Malferrari e Maurizio Pilò alla
Galleria comunale d?arte di Faenza (20/6/2009 16:40) | (Sesto Potere) - Faenza
- 20 giugno 2009 - Verrà inaugurata venerdì prossimo 26 giugno, alle ore 19.00,
l?esposizione collettiva degli artisti Rossella Baccolini, Stefania Malferrari
e Maurizio Pilò,
"Rilanciamo
le mense ecologiche" ( da "Stampa, La"
del 21-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Si tratta
quindi da questo punto di vista di una azione poco educativa nei confronti dei
giovanissimi utilizzatori delle mense ai quali arriva un messaggio
contraddittorio in termini di tutela ambientale». Tutto ciò comporta infine
evidenti aumenti di costo di smaltimento a carico della collettività.
ORIZZONTALI:
1. Borsetta rigida ad astuccio; 8. Riceve la Moldava; 11. Lo Stato di Mbabane;
19. Chi ... ( da "Stampa, La"
del 21-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Un famoso
esponente dell'«action painting»; 49. Giunzione articolata tra due pezzi; 51.
Contraddittore per partito preso; 53. Iniz. della Tebaldi; 55. Affluente della
Mosella; 57. Juventino; 58. Licenziamento del colono o del mezzadro; 61.
Maschera protettiva; 63. Dipinse «La persistenza della memoria»;
Manovra
d'estate con scudo fiscale ( da "Unita, L'"
del 21-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
sono in vista
nuove proroghe, come la class action. Proroga anche per la conversione dei bond
Alitalia, il cui termine è al 10 luglio. Il testo dovrebbe prevedere un
innalzamento del rimborso dall'attuale 30% al 70% del valore del titolo.
Provvedimento atteso in settimana. Regalo agli evasori con una aliquota tra il
5 e il 7%.
Loreo,
è il gran giorno della sagra del pane
( da "Resto
del Carlino, Il (Rovigo)" del
21-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
è il gran giorno
della sagra del pane IL COMITATO d'Azione dei Lavoratori prepara un'azione
legale contro le lungaggini, le problematiche amministrative, le incertezze
giuridiche e le opposizioni che da quattro anni continuano a ritardare o,
peggio, a bloccare, la conversione della nuova centrale di Porto Tolle.
Questa
settimana il "Premio Polena" per l'articolo più interessante va a
Pietro Ichino con "Servizi pubblici, riforma a metà" pubblicato sul
Corriere della Sera di venerdì 19 giugn
( da "Riformista,
Il" del 21-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
azione
collettiva» di cui i cittadini avrebbero potuto avvalersi per denunciare gli
inadempimenti delle amministrazioni pubbliche. Conclude Ichino: «Il ministro
Brunetta, sul terreno di questa riforma, aveva preso pubblicamente l'impegno a
dimettersi, piuttosto che accettare un depotenziamento grave del testo
legislativo.
Argomenti: Class Action
Abstract:
1 La zona
della movida assediata dagli spacciatori «Class action» dei residenti contro i
pusher del Ticinese I residenti di Porta Ticinese sono pronti a presentare una
denuncia collettiva in Procura contro vandalismi e spacciatori di droga: «È
sotto gli occhi di tutti il degrado causato da venditori abusivi di birra,
spacciatori e balordi.
Il
Paese che cambia colore ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
automa e lo
spirito- Azioni individuali, istituzioni, imprese collettive, un saggio
tutt'altro che divulgativo, il cui titolo deriva da Blaise Pascal. Si tratta di
un tentativo molto rigoroso di esplorare il percorso che dai «microfenomeni»,
legati all'azione del singolo individuo o di piccoli gruppi con una precisa
base locale,
La
promessa di sconto deve essere mantenuta
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
22-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
azione
necessaria e sufficiente per pretendere l'adempimento dell'obbligazione
promessa. Il venditore, dal canto suo, potrà sottrarsi all'esecuzione di quanto
prospettato al pubblico solo dimostrando che il compimento dell'azione prevista
a carico dell'acquirente è avvenuta oltre il termine indicato, ovvero che tale
azione non è quella richiesta per la validità dell'
Crisi,
venerdì governo esamina decreto legge su imprese
( da "Reuters
Italia" del 22-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
entrata in
vigore della Class action versione Finanziaria 2008, prevista a partire dal
mese di luglio. "Il decreto sarà esaminato questo venerdì", ha detto
la fonte. A differenza di quanto avvenuto solitamente in passato, la manovra di
metà anno che accompagna il Dpef non dovrebbe prevedere forti interventi
restrittivi per il bilancio pubblico.
tasse
sul lavoro, italia prima in europa - roberto petrini
( da "Repubblica,
La" del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
menù anche il
rimborso per gli obbligazionisti Alitalia e il rinvio della class action. Sul
piano più strettamente relativo ai conti pubblici misure dovrebbero essere
prese sui piani di rientro dei deficit sanitari delle cinque regioni in
questione (Lazio, Campania, Abruzzo, Molise e Sicilia). Mentre saranno
assicurati i finanziamenti delle missioni di pace e quelli per l´editoria.
eretici
- nello ajello ( da "Repubblica, La"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Lucio
Colletti, vi ravvisa la speranza che si apra «anche nel Pci il periodo della
lotta politica palese». L´esordio è duro. Natoli parlerà di «mesi di angoscia».
E così li ricorderà Massimo Caprara: «Dell´esperienza del manifesto», si legge
nel suo volume Ritratti in rosso (Rubbettino, 1989), «mi rimarrà il nitore
pacato e costruttivo di certe discussioni dell´
Da
Barack a Silvio, che salto... Quando in tv vedo il presidente Obama, per la
classe ed il fasci... ( da "Unita, L'"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Andrea
Terzano Due leggi, due misure Class action non retroattiva! Legge
anti-intercettazioni retroattiva! Come mai? Massimo, Terni Berlusconi al lavoro
Cara Unità, ma Berlusconi non diceva che lavorava per i suoi impegni politici e
sociali, più di quindici (15!) ore al giorno? Ma dove: ai festini napoletani?
Tremonti:
crisi, fatto tutto il possibile ( da "Corriere della Sera"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Stop alla
class action ROMA Detassazione degli utili reinvestiti dalle imprese, bonus per
quelle che rinunciano ai licenziamenti e alla cassa integrazione, aumento delle
soglie di compensazione dei crediti d'imposta accompagnato da una stretta sui
controlli.
Filtro
alle grandi compensazioni ( da "Italia Oggi"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Non è esclusa
una forma di risarcimento simbolica anche per gli azionisti. È, infine, in
arrivo un nuovo rinvio per l'azione collettiva risarcitoria a tutela dei
consumatori. L'entrata in vigore è attualmente prevista per luglio, ma
l'esecutivo interverrà con un nuovo rinvio per aspettare l'approvazione del ddl
sviluppo che contiene la riforma della disciplina.
Class
action da ritoccare ( da "Italia Oggi"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Andrea
Mascolini parere consiglio di stato Class action da ritoccare Via libera del
Consiglio di Stato alla «azione collettiva» contro le inefficienze di
amministrazioni pubbliche e concessionari di servizi pubblici, anche con la
perdita automatica della retribuzione del dipendente responsabile, ma vengono
suggerite alcune modifiche per evitare problemi anche costituzionali.
E
le imprese avranno la detassazione degli utili
( da "Stampa,
La" del 24-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
class action.
Dopo mesi di polemiche, il governo sembrava intenzionato a modificarla per
farla entrare in vigore il 30 giugno, il sottosegretario allo Sviluppo Stefano
Saglia ha annunciato che se ne dovrà riparlare. Maurizio Sacconi, pronto a
introdurre un pacchetto di «premi all'occupazione», dovrà rinunciare alla norma
per evitare il licenziamento dei lavoratori con incentivi agli
Via
al piano impresa in un giorno Pronto anche il bonus innovazione
( da "Corriere
della Sera" del 24-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
pagamenti
della Pubblica amministrazione e il rinvio della class action (azione
collettiva). «Il decreto ha commentato la presidente di Confindustria, Emma
Marcegaglia conterrebbe una serie di misure che abbiamo chiesto e, se verranno
confermate, saranno utili per non far sentire sole le imprese ». Il
provvedimento «va nella giusta direzione» anche secondo il presidente di
Pirelli,
Si
parte dalla contestazione del conto corrente
( da "Italia
Oggi" del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
dalla class
action e cioè l'azione collettiva risarcitoria, per ottenere l'accertamento del
diritto al risarcimento del danno e alla restituzione delle somme spettanti ai
singoli consumatori o utenti o in conseguenza di atti illeciti
extracontrattuali, di pratiche commerciali scorrette o di comportamenti
anticoncorrenziali.
"manovrina"
d'estate da 5-6 miliardi - roberto petrini
( da "Repubblica,
La" del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
rinvio della
class action e dello sportello unico delle imprese. Vicino al traguardo anche
il Dpef. Il Documento di pro-grammazione economica e finanziaria, presentato
ieri dal mini-stro dell´Economia Tremonti e da Gianni Letta al Capo dello
Sta-to, sarà l´ultimo della serie: ieri infatti il Senato ha approvato la
riforma della contabilità pubblica che lo sostituisce con il Dfp (
Manovra,
Tremonti ci riprova Detassati gli utili reinvestiti
( da "Unita,
L'" del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Rinvii in
vista anche per la class action e per la scadenza per la conversione dei bond
Alitalia. In un decreto legislativo apposito, verrà aggiustata la normativa che
riguarda le offerte pubbliche di acquisto, soprattutto quelle transfrontaliere.
In vista, dunque, favori alle imprese, e l'ennesimo condono fiscale.
Papi
rischia tutto Soldi alle imprese ( da "Manifesto, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
class
action». Il taglio ai cosiddetti «enti inutili») dovrà avvenire «entro il
termine improcrastinabile del 30 giugno 2010». Rinviato al 1 gennaio 2011 anche
l'addio definitivo agli inquinanti sacchetti di plastica. Mentre dai decreti
legislativi (che in generale intervengono sulle norme sul riciclaggio) potrebbe
anche venire una buona cosa come l'
Bonus
e pagamenti più veloci alle imprese
( da "Corriere
della Sera" del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
entrata in
vigore della class action, all'esecuzione degli sfratti nelle grandi città,
all'abolizione degli enti inutili, alla commercializzazione dei sacchetti di
plastica per la spesa. Mario Sensini Il ministro Giulio Tremonti Macchinari
Secondo una bozza del decreto la detassazione dovrebbe riguardare solo gli
utili reinvestiti in macchinari
Nucleare
e niente class action, ddl sviluppo verso l'approvazione
( da "CittadinoLex"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Testo Il
provvedimento è giunto alla quarta lettura dopo numerose modifiche Nucleare e
niente class action, ddl sviluppo verso l'approvazione (Ddl Camera 1441-ter-C)
Si avvia a diventare legge il provvedimento in materia di industria ed energia,
che segna il ritorno del nucleare e abolisce definitivamente la retroattività
per la class action.
Forze
dell'ordine enti e istituzioni unite per difendere i cittadini ferraresi dalle
truffe ( da "Sestopotere.com"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
immaginario
collettivo dei più, continua a mietere vittime e ad intascare euro in maniera
indebita. Nel 2007, nella nostra provincia, sono state registrate 657 truffe di
cui 283 a Ferrara. Alla luce di tali dati, la Prefettura di Ferrara, la
Provincia di Ferrara, la Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri, la Guardia
di Finanza e la Polizia Municipale,
Manovra,
verso decreto da 2 miliardi domani in Cdm
( da "Reuters
Italia" del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
ennesima
sospensione della class action. Dovrebbe essere rinviato per ora il varo dello
scudo fiscale. Tra le varie misure, il decreto aumenterà dal 30-35% circa al
70% la quota di rimborso delle obbligazioni emesse dalla vecchia Alitalia,
oggetto di una offerta pubblica di scambio con titoli di Stato che scade il 10
luglio.
Ok
alla class action e ai contributi ai giornali
( da "Italia
Oggi" del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
azione
risarcitoria collettiva, proposta non accettata da maggioranza e governo. E non
condivisa dall'Idv: «Qui è ora che ognuno si prenda le sue responsabilità», ha
detto in aula Antonio Borghesi. Particolarmente criticata è stata la decisione
di non rendere la norma retroattiva e consentire così di utilizzarla anche ai
risparmiatori colpiti dal crac Parmalat e Cirio.
GLI
EPISODI DI cronaca registrano, ormai quasi quotidianamente, il verificarsi di...
( da "Resto
del Carlino, Il (Ferrara)" del
26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
immaginario
collettivo dei più, continua a mietere vittime e ad intascare euro in maniera
indebita. Nel 2007, infatti, nella nostra provincia sono state registrate 657
truffe di cui 283 a Ferrara. Alla luce di tali dati, Prefettura, Provincia,
Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia
Municipale,
tra
gli indagati di riva ligure l'ingegnere dell'aurelia sbagliata
( da "Repubblica,
La" del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
re della
spazzatura e proprietario della discarica di Collette Ozotto di Arma di Taggia
la cui gestione, con ripetuti ampliamenti, ha spesso visto scendere in campo
l´ingegner Tetamo. Ed è probabilmente questa sua competenza nel settore, che
gli ha permesso di diventare direttore dei lavori del depuratore Secom,
l´impianto che serve i comuni di Arma di Taggia,
Per
uscire dall'angolo il protocollo Brunetta
( da "Riformista,
Il" del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
dalla class
action per la pubblica amministrazione alla detassazione dei buoni pasto.
Brunetta ha dimostrato con la sua azione personale che l'occupazione degli
spazi mediatici è possibile con una tecnica politica di iper-attività. Il
consiglio dei ministri di domani, dove sarà illustrato anche il Dpef e si
daranno le stime del governo sul Pil (
Non
lasciate sola la Bce ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
problema di
azione collettiva in cui la razionalità di ogni banchiere nell'evitare di
esporsi, si traduce in un fallimento collettivo. è proprio in queste circostanze
che un intervento di regolazione politica è indispensabile. Tra le altre, le
autorità francesi lo hanno già capito, hanno raccolto i banchieri attorno a un
tavolo e hanno indotto gli istituti di credito a ricapitalizzarsi,
6
9 ( da "Corriere della Sera"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
imprese che
assumono lavoratori in cassa integrazione o in mobilità: potranno incamerare i
sussidi pubblici non utilizzati dagli stessi lavoratori. 6 9 Nuova proroga di 6
mesi per la class action Secondo quanto trapelato, il decreto fiscale dovrebbe
contenere anche una nuova proroga di altri sei mesi per l'entrata in vigore
della legge sulla class action, prevista per il primo luglio.
Aiuti
alle imprese Ma il ministro prepara il condono
( da "Manifesto,
Il" del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
ennesimo
rinvio della class action, che segue a stretto giro di posta (e non per caso)
quell'altra beffa sui rimborsi ridicoli per ex azionisti e obbligazionisti
Alitalia (che così non potranno rivalersi). Ma non è tutto: siccome le risorse
scarseggiano sembra che Tremonti stia pensando di tornare ad attingere a quel
pozzo senza fondo che sono i capitali illeciti spostati all'
Class
action, da decreto salta rinvio, in vigore da primi luglio
( da "Reuters
Italia" del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
previsto una
revisione delle norme della cosiddetta class action con articoli contenuti nel
ddl sviluppo che però non è stato ancora approvato alla Camera e che dovrà
tornare al Senato. Si era quindi deciso di inserire nel milleproproghe, che è
stato assorbito oggi nel decreto fiscale, un nuovo rinvio dell'entrata in
vigore della class action -- attualmente prevista ai primi di luglio -
Decreto
anticrisi, il comma del rimborso Alitalia
( da "CittadinoLex"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
class action
alle missioni di pace. Detassazione utili - Riedizione della legge Tremonti per
la detassazione degli utili reinvestiti, che diviene più selettiva perché gli
sgravi si limitano agli impianti produttivi al bonus per favorire l'occupazione
per le aziende che decideranno di non ricorrere alla cassa integrazione o che
assumeranno lavoratori già sospesi otterranno incentivi.
Decreto
anticrisi, l'articolo sulle commissioni bancarie
( da "CittadinoLex"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
class action
alle missioni di pace. Detassazione utili - Riedizione della legge Tremonti per
la detassazione degli utili reinvestiti, che diviene più selettiva perché gli
sgravi si limitano agli impianti produttivi al bonus per favorire l'occupazione
per le aziende che decideranno di non ricorrere alla cassa integrazione o che
assumeranno lavoratori già sospesi otterranno incentivi.
L'ok
del Codacons ad alcune misure del decreto anticrisi del Governo
( da "Sestopotere.com"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
ennesimo
rinvio della class action. I rimborsi previsti in favore di obbligazionisti e
azionisti Alitalia rappresentano poco, ma sempre meglio del niente che si
prospettava finora per i possessori di tali titoli - spiega il Presidente
Codacons, Carlo Rienzi - I rimborsi, tuttavia, non devono in nessun caso essere
condizionati alla rinuncia,
Un
giorno sì e uno no escono questi numeri su deficit e calo del Pil Così è un
disastro ( da "Stampa, La"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Passa la
stretta alle compensazioni Iva e la proroga per altri sei mesi dell'entrata in
vigore della class action. Su quest'ultima durante la giornata si è consumato
un giallo: sembrava essere saltata dalla lista delle proroghe. In conferenza
stampa Tremonti chiarirà: l'azione collettiva slitta nuovamente.
Confermate
dal governo tutte le proroghe e gli slittamenti dei termini annunciati alla
vigilia. In p... ( da "Stampa, La"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Piccolo
giallo sulla class action: in un primo momento sembrava che il governo avesse
soprasseduto all'idea di rinviarne nuovamente l'entrata in vigore delle azioni
collettive, ma in conferenza stampa Tremonti ha confermato che il differimento
è nel decreto. In questo caso da luglio 2009 si passa a gennaio 2010.
Misure
per 2 miliardinel decreto anti-crisi
( da "Secolo
XIX, Il" del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
La social
card rimane com'è almeno per ora: il governo non ha ampliato la platea dei
beneficiari (famiglie e pensionati) rimandando la cosa a un atto
amministrativo. E slitta di altri sei mesi la class action, fra le proteste dei
consumatori. Michele Lombardi 27/06/2009
detassati
gli utili, cassintegrati recuperati - luisa grion
( da "Repubblica,
La" del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
è il rinvio
dell´entrata in vigore della class action e lo stop ai ticket per la medicina
specialistica; non c´è l´allargamento delle social card (arriverà per via
amministrativa, assicura il ministro Sacconi). Il decreto estivo del governo
Berlusconi aumenta i rimborsi a bond e azioni Alitalia, e il numero di soldati
nelle strade (1.
Provvedimenti
anti-crisi in una manovrina d'estate dal valore indefinito. Se non un...
( da "Unita,
L'" del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Singolare
anche la risposta del ministro sulla proroga del rinvio della class action. Nei
testi circolati non c'è, Tremonti ha detto «mi pare ci sia». Premesso questo,
nella manovrina brilla l'assenza di misure dirette a favore della famiglia o di
sostegno a redditi da lavoro o pensione, in forma di detassazione, detrazioni o
comunque di un fisco più leggero.
La
manovrina di Tremonti Senza aiuti a famiglie e redditi
( da "Unita,
L'" del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Singolare
anche la risposta del ministro sulla proroga del rinvio della class action. Nei
testi circolati non c'è, Tremonti ha detto «mi pare ci sia». Premesso questo,
nella manovrina brilla l'assenza di misure dirette a favore della famiglia o di
sostegno a redditi da lavoro o pensione, in forma di detassazione, detrazioni o
comunque di un fisco più leggero.
Palazzo
Chigi cala il sipario ( da "Manifesto, Il"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
alza le mano
e chiede con pertinenza: «E' vero che volete rinviare la class action? E quanto
costa il decreto che avete approvato?» Tremonti accetta il gioco democratico ma
risponde che non lo sa. Berlusconi fa per alzarsi. E di fronte alla mano in
sospeso del giornalista risponde: «Per caso lei vuole andare al bagno?
Tremonti
pensa all'impresa ma trascura i lavoratori
( da "Manifesto,
Il" del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
class action
rinviata Tremonti pensa all'impresa ma trascura i lavoratori Sara Farolfi ROMA
ROMA Via libera, ieri, del consiglio dei ministri al decreto legge che contiene
la finanziaria 2010. «Si devono rialzare i consumi», Silvio Berlusconi concorda
con Mario Draghi, ma a differenza del governatore della Banca d'Italia il
premier è convinto che quella in corso ora sia una crisi
Presentato
progetto contro le truffe a Ferrara
( da "Sestopotere.com"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
immaginario
collettivo dei più, continua a mietere vittime e ad intascare euro in maniera
indebita. Nel 2007, nella nostra provincia, sono state registrate 657 truffe di
cui 283 a Ferrara. Alla luce di tali dati, la Prefettura di Ferrara, la
Provincia di Ferrara, la Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri, la Guardia
di Finanza e la Polizia Municipale,
Energia,
ticket sanitari e slittamento degli sfratti nel pacchetto famiglia
( da "Corriere
della Sera" del 28-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
per i quali è
stato previsto il rinvio a fine anno della class action (azione collettiva).
Sul versante dell'energia, si prevede che Eni dovrà cedere alle società che
consumano più gas, 5 miliardi di metri cubi a prezzi medi di mercato e offrire
tariffe calmierate per operatori concorrenti e consorzi anche di consumatori.
I
caratteri più forti della trama ( da "Corriere della Sera"
del 28-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Associates di
New York intenta una colossale class action sostenuta da 5000 persone nei
confronti del potente e spietato uomo d'affari Arthur Frobisher (Ted Danson).
La serie ruota attorno al rapporto tra due donne diversissime, ma al contempo
uguali; lo spietato squalo di tribunale Patty Hewes (Glenn Close), pronta a
tutto pur di vincere una causa,
Responsabilità
in rosaPortopalo. ( da "Sicilia, La"
del 28-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
azione di
maggioranza e opposizione. «La presenza della donna in politica è garanzia di
qualità e in questo caso è un chiaro segnale di crescita di Portopalo. Adesso
mettiamoci a lavorare per dare risposte a tutta la collettività». Giovanni
Chiavaro ha sottolineato l'intento del gruppo di minoranza di essere
propositivi,
Nelle
strade di Baghdad ( da "Manifesto, Il"
del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
ma ora gli
abitanti si sono organizzati con generatori collettivi, che comunque non
reggono i condizionatori d'aria necessari per sopportare la calura, la
temperatura non scende mai sotto i 40 gradi. E poi manca l'acqua, i trasporti
pubblici non esistono più, sono stati sostituiti da pullmini privati.
Sognatore
mazziniano della bella politica ( da "Stampa, La"
del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
Dopo l'8
settembre 1943, Dino e Duccio salgono a Madonna del Colletto sopra Valdieri.
Con loro ci sono Dante Livio Bianco e un pugno di altri ragazzi. Il fine è
comune, idee e modalità d'azione spingono l'intransigente avvocato ad
allontanarsi dal gruppo per entrare nella formazione autonoma Valle Pesio di
Piero Cosa.
Incubo
Caselle Volano solo ritardi e disagi
( da "Stampa,
La" del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
sottoscrivere
a tutti un reclamo con richiesta di risarcimento per danni morali e materiali,
una sorta di class-action in miniatura. La raccolta firme «Ho raccolto tra le
60 e 70 firme - racconta - vogliamo dare un segnale e creare un precedente
perché così non si può andare avanti». Continua: «Paghiamo i biglietti, il mio
costava più di 200 euro, non per ricevere questo trattamento.
"Il
caso Torino è la spia di un intero sistema che stenta a decollare"
( da "Stampa,
La" del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
vero che la
class action è stata dal governo rinviata, ma non mancano le denunce. E se c'è
bisogno di sentire qualcuno «informato sui fatti», basta sfogliare la raccolta
della Stampa degli ultimi mesi: un premio Oscar (Benigni), un segretario di partito
(Franceschini), un procuratore della Repubblica (Caselli), un assessore
regionale (
Alitalia
alza la quota dei rimborsi ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
si interpreta
nel senso che per enti si intendono i soggetti giuridici collettivi, diversi
dallo Stato, che detengono la partecipazione sociale nell'ambito della propria
attività imprenditoriale ovvero per finalità di natura economica o finanziaria.
7. L'articolo 3, comma 12, lettera b) della legge 24 dicembre 2007, n.
Il
testo integrale del decreto anticrisi
( da "CittadinoLex"
del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
proroghe di
termini dalla class action alle missioni di pace. Alitalia - Salgono dal 30% al
70,97% i rimborsi agli obbligazionisti di Alitalia, e verranno parzialmente
rimborsati anche gli azionisti. Le novità cono contenute nell'articolo 19 della
bozza del decreto approvato del Consiglio dei Ministri il 26 giugno.
Ripresa,
sinergie indispensabili ( da "Italia Oggi"
del 30-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
attraverso la
condivisione delle regole sui tempi, sui contenuti e sull'ambito della
contrattazione collettiva. Queste regole hanno appunto guidato la precedente
contrattazione tra Cnai e Cisal che ha introdotto istituti innovativi e
specifici per gli esercenti lavorazioni conto terzi, a façon, per gli edili,
per i contratti a chiamata, e per i co.
Londra
guida il fronte dei duri (aspettando il G8)
( da "Riformista,
Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Class Action
Abstract:
arresto dei
funzionari e minacciando «risposte severe e collettive». «Il governo si gioca
molto, moltissimo in questa partita. Non dico che siamo all'assalto di una
leadership globale nei confronti dell'Iran ma certamente il vuoto politico
seguito in Occidente alle elezioni iraniane andava colmato e Miliband non ha
certo usato il fioretto.
( da "Riformista, Il"
del 02-06-2009)
Argomenti: Class Action
Crisi e declino
della scuola di Chicago america Lo stallo del conservatorismo americano
riguarda soprattutto le sue strutture ideologiche e quindi quella costellazione
di idee, teorie, opinioni che ne hanno rappresentato per 30 anni l'ossatura
dottrinale La crisi che accompagna il lento declino del conservatorismo
americano non si ferma alla sua parte visibile, cioè alle sue espressioni
politiche. Essa riguarda soprattutto le sue strutture ideologiche e quindi
quella costellazione di idee, teorie, opinioni che ne hanno rappresentato
l'ossatura dottrinale. Una di queste è senz'altro la cosiddetta "scuola di
Chicago", che prima ancora di essere un'istituzione è stata un archetipo
del pensiero conservatore in campo economico. Il pilastro intellettuale della
sua proposta economica sono il monetarismo, che sostiene che compito delle
banche centrali è mantenere in equilibrio la domanda e l'offerta di moneta, in
modo da stabilizzare i prezzi e prevenire l'inflazione. La principale
conseguenza di questa assunzione è che se i governi vogliono procedere ad una
politica espansiva, devono operare sulla leva fiscale, e non su quella
monetaria. Insieme al monetarismo, c'è poi la cosiddetta teoria delle scelte
razionali: l'economia è il risultato delle scelte di agenti e attori
individuali; questi si comportano razionalmente, cioè - di fronte ad un set di
alternative - tendono a scegliere l'opzione che massimizza i propri benefici e
diminuisce i relativi costi. Nel caso delle imprese, esse tendono a massimizzare
il profitto. L'egoismo (utilitarismo) che muove l'homo oeconomicus alla fine si
trasforma in un bene pubblico grazie al gioco delle forze contrapposte che si
bilanciano e trovano alla fine una composizione. In altre parole, il sistema
composto dalle azioni individuali trova un suo equilibrio naturale se lasciato
a se stesso. Sì, perché ciò che questo sistema ha bisogno è l'informazione, non
i limiti posti dal governo. L'informazione mette l'individuo nella posizione
migliore per procedere alla migliore delle scelte e contribuisce,
indirettamente, alla costruzione del bene comune; i limiti posti dal governo,
al contrario, distorcono il processo. Questo porta alla conclusione che il
mercato è meglio dello statalismo. O anche che l'economia basta a se stessa, e
non va regolata dalla politica. Il mercato è tanto più perfetto quanto più
l'informazione è completa e il governo latita. Insomma, la scuola di Chicago è
un peana all'individuo, un attestato di stima e fiducia alla sua capacità di
scegliere per il meglio, e quindi alla libertà di cui deve godere, e di cui
nessuno deve aver paura, e limitare. La libertà dell'individuo è buona cosa
perché porta alla costruzione del bene comune. Sembra l'uovo di Colombo: la
sommatoria degli egoismi che si trasforma magicamente nel bene comune. Ora, di
fronte allo scoppio della bolla finanziaria e alla depressione seguita alla
crisi dei subprime, è legittimo porsi la seguente domanda: le assunzioni della
Chicago School sono ancora valide? Richard Posner, uno dei più noti rappresentanti
della Chicago School of Economics, nel suo nuovo libro "A Failure of
Capitalism", risponde di sì. Egli sostiene che questa crisi è la prova
ultima e definitiva che l'egoismo e l'utilitarismo muovono il mondo. Ma se
Posner ha ragione, resta da spiegare perché l'egoismo individuale si sia
trasformato in un disastro collettivo, invece che nel bene comune. Se le
assunzioni della Chicago School restano valide, esse tuttavia non sembrano
portare alle conclusioni teoriche previste. Posner sostiene nel suo libro che
la colpa di questo insuccesso non è della teoria ma del governo. Agli inizi del
presente decennio, la politica avrebbe dovuto intervenire per bloccare le
innovazioni finanziarie che nel lustro successivo avrebbero travolto l'economia
reale. Il problema di Posner, e con lui dell'intera costruzione teorica della
Chicago School, è il seguente: per salvare l'ipotesi che gli individui
procedono razionalmente, deve venire a capo di un dato di realtà: quello della
crisi del mercato finanziario. In altre parole, per salvare la sovranità
dell'individuo, deve poi accettare l'imperfezione del mercato, e quindi la
necessità del governo e del suo intervento regolatore nell'economia. Insomma,
Posner deve ammettere che, lasciato a se stesso, il mercato fallisce.
Ovviamente, Posner aveva un'altra opzione a disposizione. Avrebbe potuto
cercare di salvare la sacralità del mercato, e la sua superiore efficienza
rispetto a quella del governo, ma soltanto al prezzo di dichiarare bancarotta
sulle teorie delle scelte razionali. In questa prospettiva, il mercato è
composto di individui, e il comportamento dei soggetti
collettivi è il risultato delle azioni individuali. Ma queste scelte non sono
più razionali. Sono irrazionali. In questo caso, l'intervento del governo ha lo
scopo di immettere razionalità nel sistema. Questa è la tesi di Brad Delong,
professore di economia a Berkeley. Che la crisi del mercato finanziario
sia da spiegare con una o l'altra delle deficienze della teoria della Chicago
School, il risultato finale è il suo declino, alla conclusione di un
trentennio, quello iniziato con la presidenza Reagan, in cui la essa ha goduto
di un assoluto predominio intellettuale sulla politica economica americana. di
Enrico Beltramini 02/06/2009
( da "Corriere della Sera"
del 02-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: PRIMA PAGINA data: 02/06/2009 - pag: class="hilite">1
Bambini contesi Mamme contro Berlino «Rivogliamo i nostri figli» di BENEDETTA
ARGENTIERI «Insieme forse riusciremo a ottenere qualcosa». Marinella Colombo (
nel tondo) assieme ad altri tre genitori si prepara per cercare di riavere i
figli. Tutti in Germania. Non li vedono, non possono parlarci. «Pensiamo a una class="term">class class="term">action». A PAGINA 7
( da "Corriere della Sera"
del 02-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: class="hilite">Cronaca di Milano
data: 02/06/2009 - pag: 7 Infanzia contesa Parte da Milano la class="term">class class="term">action per «assistere i nostri
bambini» «Non vediamo i nostri figli da anni» Mamme contro la giustizia tedesca
Altri genitori si sono uniti alla protesta di Marinella Colombo: «Siamo
disperati» Sono quattro genitori. Marinella, Daniela, Marco e Paolo. Si sono
cercati e trovati su internet. Quattro destini legati dalla tragedia di non
potere più vedere i propri figli. Perché si sono visti «strappare i bambini
dalla Germania». E ora hanno deciso di lottare insieme per «cercare di far
valere i nostri diritti. Come madri e padri, e come cittadini italiani. Faremo
una class="term">class
class="term">action ». Speranza e
frustrazione. E una consapevolezza: «Quando si sposa un tedesco bisogna essere
preparati. Soprattutto nel caso ci siano di mezzo dei figli. Lo Stato non
permette che vivano all'estero », spiega Marinella Colombo, mamma di Leonardo e
Nicolò sottratti da scuola l'8 maggio scorso su ordine del Tribunale dei
minori. «Non sono neanche riuscita a salutarli. Sto malissimo: sono 25 giorni
che non ho loro notizie. Il telefono del padre (Tobias Ritter ndr) squilla a
vuoto. Mi hanno detto che posso scrivere una mail all'indirizzo di uno studio.
Niente di più». Ma Marinella non si ferma. «Ho presentato un'istanza al
ministero della Giustizia. Vorrei che qualcuno si interessasse veramente al
caso dei miei bambini. Perché io voglio e devo rivederli ». Poi ha scritto una
petizione sul sito www.ceed-europa. eu e ha fondato un gruppo su Facebook, dove
altri genitori si sono fatti avanti per raccontare le loro storie, «le loro
tragedie». È così che ha conosciuto Daniela Limonta. Milanese, sposata in
Germania nel 1998. Anche lei con lo stesso problema. Sono sette anni che lo
Jugendamt (l'ufficio per i minori tedesco) le ha tolto l'affidamento della
figlia. Il suo inferno comincia nel 2002, quando decide di riportare la bambina
a Milano a vivere. «Il 4 ottobre me l'hanno tolta. Da quel giorno l'ho vista
sei volte». L'ultima nel dicembre 2008. «Da quel giorno non sono neanche più
riuscita a parlarle per telefono ». Non sono serviti gli avvocati («Ho buttato
30mila euro in spese legali»), nessuna udienza in tribunale («Non mi ha
ascoltata nessuno»), con Giada non può trascorrere più di due ore all'anno. «E
piuttosto di farla vivere in Italia, stavano per affidarla a un'altra
famiglia». Anche lei sta scrivendo al ministero di Grazia e Giustizia. Ma per
Olivier Karrer, che da dieci anni lotta contro le ingiustizie del Jugendamt,
«sarà tutto inutile. L'unica azione possibile è una class="term">class class="term">action
». Lui, e altri quattro genitori, ha fondato il sito ceedeuropa.eu nel 2002 per
cercare di «aiutare i genitori che si trovano ad affrontare difficoltà
giudiziarie per poter vedere i propri figli». Le statistiche parlano di 250
casi solo in Italia, ma «sono pronto a scommettere che sono molti di più. La
comunità italiana è la seconda più grande in Germania. Si parla di 330mila
persone. E se qualcuno pensa di tornare in Italia con i figli nati e cresciuti
in Germania, allora si scontrerà contro un muro». Lo stesso dei quattro
genitori milanesi. Benedetta Argentieri L'appello Marinella Colombo assieme a
Daniela Limonta. Entrambe combattono per riavere i propri figli «strappati
dalla Germania». Con loro anche altri genitori milanesi rivolgono un appello al
governo tedesco: «Qualcuno ci dia delle risposte»
( da "Unita, L'" del
02-06-2009)
Argomenti: Class Action
Doveva essere l'arma
dei consumatori, ma con Silvio Berlusconi è diventato un inutile orpello. class="hilite">È la class="term">class class="term">action,
l'azione collettiva, quell'istituto giuridico che
negli Stati Uniti consente battaglie leggendarie di semplici cittadini contro
le grandi Corporation fin dagli anni '60. Il testo voluto dal governo ha così
depotenziato la misura che è assai probabile che le cause intentate dai
consumatori si affastelleranno sulle scrivanie dei giudici e resteranno lì. Le associazioni
dei consumatori hanno bollato la proposta come «inapplicabile, dannosa per i
consumatori, avulsa dal Codice del Consumo e contraria alle indicazioni
provenienti dall'Ue». Bocciatura totale. Ma cosa ha fatto esattamente il
governo? Prima manovra: no alla retroattività. Si consente di utilizzare il
nuovo strumento solo per gli illeciti commesi dopo l'entrata in vigore della
legge, e non per tutti quelli ancora non prescritti. In un solo colpo si
salvano i responsabili dei crack Cirio e Parmalat e anche quelli che hanno
lasciato con un mucchio di carte in mano i piccolia zionisti Alitalia. ma la
beffa non finisce qui. Il testo prevede anche pesanti sanzioni per i cittadini
che avessero presentato una domanda giudicata poi inammissibile. Insomma, se
manca il «luogo a procedere i cittadini pagano. Una vera minaccia contro chi
intende ribellarsi per comportamenti fraudeolenti e vessatori. Ancora. la
possibilità di ricorrere è limitata a solo una decina di tribunali in tutto il
territorio. Napoli dovrà coprire gran parte del mezzogiorno, Roma il Lazio,
l'Abruzzo, l'Umbria e le Marche, Venezia anche il Trentino e il Friuli Venezia
Giulia. Insomma, solo provare a far causa è un'impresa ardua. D'altronde si
capì fin da quando fu approvata la prima stesura, con il governo Prodi, l'aria
che tirava. Confindustria parlò di «atto ostile». Non fu così una trentina
d'anni fa in California. La class="term">class class="term">action
più famosa è rimasta quella contro la Pacific Gas and Electric Company, che
portò nelle tasche di 360 cittadini 333 milioni di dollari. L'accusa (provata)
era pesantissima: inquinamento delle falde acquifere e rischio tumore per gli
abitanti. Ci volle una donna coraggiosa, Erin Brockovich, per ottenere
giustizia. In Italia non basterà né il coraggio né la voglia di lottare.
( da "Sicilia, La"
del 02-06-2009)
Argomenti: Class Action
attività delle
«volanti» Tre denunciati per tentato furto Anche i Socialisti, rappresentati in
aula da Sonia Migliore, hanno votato il Bilancio di previsione 2009 al
Consiglio comunale di Ragusa. Ma i Socialisti non facevano parte
dell'opposizione? E' la stessa Migliore a spiegare. "Durante l'analisi del
Bilancio - afferma - i Socialisti hanno ritenuto, e ritengono, che sia più
producente, per i cittadini, votare un atto in Consiglio comunale e poter
incidere su fatti che possono risolvere problemi alla città, anzichè bocciarlo
solo per posizioni di pregiudizio politico e far perdere importanti opportunità
alla collettività. Certo è chiaro ed evidente che alcune cose non le
condividiamo, altre le riteniamo poco condivisibili e altre ancora le riteniamo
valide, ma in questo contesto abbiamo voluto sottolineare il principio che,
dinanzi ad un Bilancio che sarebbe comunque stato approvato a maggioranza, è
più importante poter incidere positivamente almeno in un suo punto, con la nostra azione politica in Consiglio comunale". A che
cosa fa riferimento Sonia Migliore? "Mi riferisco - aggiunge - alla grande
battaglia sulla questione della "rotatoria di via Achille Grandi",
che ha visto raggiungere il grande risultato dell'approvazione di un atto
condiviso dall'intero Consiglio e che prevede la riqualificazione urbana dell'intero
asse viario di via Grandi, nel tratto che va da piazza Croce fino alla
rotatoria che insiste presso il centro commerciale, la cui realizzazione sarà
effettuata entro il 2009 con una nuova progettazione tecnica più organica e
definitiva. L'intera città conosce e sa benissimo quanto sia stato enorme
l'impegno dei Socialisti e mio personale (ricordo solo la petizione popolare di
4.000 firme, le delibere approvate e mai eseguite, interventi della Prefettura,
interrogazioni consiliari e parlamentari, occupazione dell'aula in segno di
protesta ed un'ultima interrogazione presentata qualche giorno fa in cui si
manifesta finalmente la volontà positiva dell'Amministrazione) affinchè si
raggiungesse questo importante risultato che sottolinea come sia stata fatta
giustizia su un vero sopruso ai danni della collettività: la famigerata
"rotatoria Killer" è stata, non solo, la causa di gravissimi
incidenti stradali, ma incarna nella sua sussistenza il principio di come si
possa privare la collettività del giusto uso pubblico di una strada, in favore
dell'uso privato". G. L.
( da "Riformista, Il"
del 03-06-2009)
Argomenti: Class Action
Bonino occupa la Rai
«Nessuna visibilità» radicali ed europee. La vicepresidente del Senato si
"insedia" in uno studio di Saxa Rubra: «Presto azioni penali. Viale
Mazzini viola la delibera del garante». di Daniela Di Iorio «Ho deciso di non
abbandonare gli studi della Rai, mentre ci prepariamo in queste ore a nuove
azioni legali, anche sul versante della giustizia penale»: così Emma Bonino ha
annunciato la sua occupazione dello studio di Saxa Rubra, dove ieri dopo le 13
si era appena conclusa la registrazione dello spazio di comunicazione politica
che l'aveva ospitata. In sciopero totale della fame e della sete dalla
mezzanotte di lunedì, l'esponente radicale ha comunicato al personale Rai
presente la sua decisione di iniziare un'occupazione nonviolenta dello studio.
Insieme alla Bonino, anche Marco Beltrandi, deputato radicale eletto nel Pd,
membro della commissione di Vigilanza Rai. La protesta
contro la rete nazionale è di ordine collettivo, fa sapere la Bonino: «Assieme
a ormai 50 parlamentari, dirigenti e militanti radicali, abbiamo iniziato uno
sciopero della sete per chiedere conto alla Rai del mancato rispetto delle
delibera dell'Autorità garante per le comunicazioni. Nonostante
l'intervento del presidente Zavoli, i vertici della Rai sembrano voler
continuare nella vera e propria truffa compiuta ai danni dei cittadini
italiani, del loro diritto a essere informati. Da nonviolenti gandhiani non
intendiamo restare inerti, né tollerare che sia perfezionato il sequestro di
conoscenza e di legalità in atto, né lasciare la sede di questa azienda fino a
quando non saranno realizzate azioni di immediata riparazione e interruzione
dell'attentato ai diritti civili e politici dei cittadini». La promotrice
dell'iniziativa ha anche voluto sottolineare che non si tratta di «protesta
radicale per la visibilità in tv, visto che è di tutta evidenza che si tratta
di qualcosa di più grave e serio», concludento: «Mi auguro che i grossi leader
politici di questo Paese non vorranno continuare a essere protagonisti e
complici di quanto sta accadendo. Per quanto ci riguarda, continuiamo a dar
corpo a una sete di verità e legalità che è, sempre più, anche quella del
popolo italiano». Viale Mazzini avrebbe fatto notare di aver rispettato le
indicazioni dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Ma la Lista
Bonino-Pannella ha replicato in una nota: «Nessuna ottemperanza è stata data
dalla Rai all'ordine dell'Autorità, che impone ai tg specifiche interviste di
riepilogo informativo per restituire agli italiani la conoscenza negata da 50
giorni di ostracismo nei confronti della Lista. I tg della rete Rai si sono
invece limitati a mandare un estratto di alcuni secondi della registrazione di
Emma Bonino. L'ordine Agcom impone ben altro, ovvero interviste ad hoc, di
alcuni minuti finalizzate a consentire agli italiani di conoscere le proposte
della lista Bonino-Pannella sino ad oggi censurate». 03/06/2009
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 03-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-03 - pag: 2 autore: Il liberismo non è un
cliché Alla base della crisi autoregolamentazione spinta e modelli matematici
di Carlo Trigilia C he ruolo hanno giocato gli economisti nel favorire quelle
modalità di organizzazione delle attività economiche che hanno portato alla
crisi? La domanda può apparire a prima vista provocatoria e non ben fondata.
Dopotutto, gli economisti sono degli studiosi, degli analisti. Perché
dovrebbero aver avuto un ruolo importante nella crisi? In realtà, questo
interrogativo si giustifica se teniamo conto che gran parte delle attività che
caratterizzano la vita collettiva non sono organizzate
in un certo modo semplicemente perché quello è il modo più efficiente di farle,
ma anche perché è considerato il più appropriato dagli esperti dal ramo. In
altre parole, perché è giustificato e legittimato per ottenere certi risultati.
Molti economisti hanno derubricato la questione della crisi a errori tecnici e
a carenze dei regolatori. Ma non c'è bisogno di iscriversi al ristretto club
ideologico di quanti non vedono il ruolo positivo - e da mantenere - della
finanza nell'economia di mercato, per sostenere che questa valutazione è troppo
riduttiva. Gli economisti - quelli appartenenti al grosso della disciplina (il
mainstream), non importa quanto informati di finanza - hanno delle
responsabilità maggiori per quello che è successo negli ultimi decenni. Essi
hanno infatti dato legittimità a una grande trasformazione nell'ambito della
quale concreti interessi economici e politici hanno poi agito in certe
direzioni. Non solo.Nell'ambito di una crescente globalizzazione culturale, si
sono fatti paladini del modello del capitalismo anglosassone, presentandolo
come meta da raggiungere agli anchilosati capitalismi europei e a quello
giapponese. Anche in Italia - e a volte anche da questo giornale - sono spesso
venute convinte e severe prediche in questa direzione. Ma perché tutto questo è
accaduto? La risposta va cercata nell'attaccamento della maggior parte degli
economisti al paradigma centrale e originario della disciplina, per il quale
più ci si avvicina al modello dei mercati autoregolati e maggiori sono i
vantaggi per il benessere collettivo. Com'è noto, il ritorno all'egemonia forte
di questo paradigma risale alla svolta neoliberale di Ronald Reagan e Margaret
Thatcher per far fronte alle gravi difficoltà economiche dei rispettivi Paesi.
Tale svolta era stata sostenuta da alcune correnti affermatesi nel pensiero
economico, ma contribuì poi a rafforzare, a sua volta, l'influenza di tali
correnti più radicalmente "mercatiste" nel complesso delle business
schools, delle università e dei media specializzati. Da qui quel processo di
legittimazione crescente e di incoraggiamento concreto di nuove pratiche
nell'organizzare la finanza e le imprese di produzione. Quanto alla finanza, è
difficile credere che gli economisti non si rendessero conto di una serie di
rischi, molto più elevati del passato, che venivano assunti dalle istituzioni
finanziarie con la crescita della finanza strutturata. Tuttavia, in perfetta
buona fede ritenevano probabilmente che valesse la pena di correrli perché in
tal modo si estendeva la possibilità di accesso al credito a chi ne aveva
bisogno, con conseguenze positive sullo sviluppo e sul benessere collettivo. E
inoltre potevano essere soddisfatte le esigenze di assicurazione contro
l'incertezza sui tassi di interesse e sulle valute dei partecipanti a un
commercio internazionale in crescita. Ma c'è un secondo motivo piùastratto e
forse più importante. Sin da Adam Smith, l'economia ha guardato con sospetto
all'interferenza delle relazioni sociali e politiche, viste solo come fonte di
collusione o di distorsione. Da questo punto di vista i nuovi strumenti
finanziari sono apparsi come un modo di spersonalizzare la valutazione del
rischio di credito, liberandosi dalla valutazione diretta degli agenti come
persone, e quindi dalla componente fiduciaria non meramente calcolabile
probabilisticamente, nella convinzione che i mercati mossi dall'incentivo
dell'interesse potessero calcolare meglio e con più precisione i rischi.
Specie, come ha più volte notato Alan Greenspan, quanto meno fossero
intralciati da regolazioni che rischiavano di essere poco efficienti. Si è poi
visto che non è così, con le conseguenze che ne sono derivate. Nel frattempo,
però, le transazioni finanziarie erano aumentate molto più del commercio
internazionale e del Pil, segno che la finanza aveva creato occasioni di
profitto che drenavano capitali alla ricerca di alte remunerazioni a breve.
Insomma, il tentativo che attrae fatalmente gli economisti di spersonalizzare e
depoliticizzare le transazioni economiche ha mostrato dei chiari effetti
perversi su cui occorrerebbe riflettere. Tanto più che questi effetti si
aggiungono ad altri - non meno perversi - legati all'influenza della finanza
sulla governance delle imprese. Anche in questo caso, l'idea della creazione di
"valore per l'azionista" si giustifica - in astratto - col fatto che
il mercato può valutare meglio di strumenti personalizzati (soggetti a
distorsioni sociali) la performance dei manager. La proprietà delle imprese
deve essere quindi pienamente contendibile sui mercati azionari, in modo che i
manager sentano il fiato sul collo degli azionisti e si sforzino di creare
valore a breve, anche con bonus e stock option legate alla performance
dell'impresa. Diversamente, l'impresa perderà valore, e loro il posto. Il
risultato è che i manager orientano la gestione a breve,trascurano
l'innovazione a più lungo termine, investono di più in acquisizioni e attività
finanziarie, non considerano i lavoratori e la loro qualificazione un asset
centrale delle imprese, si fanno meno problemi a licenziare e incrementano le
disuguaglianze sociali. L'impresa infatti deve essere una "rete di
contratti" e non una "comunità di interessi diversi". Eppure,
questo è apparso - ed è stato presentato - come un modello più evoluto del vituperato
e appesantito capitalismo renano- nipponico, o dei sistemi locali di piccola
impresa italiani, troppo condizionati dalle famiglie e dalle comunità locali. I
risultati dell'industria manifatturiera americana, che vediamo anche in questi
giorni, non sembrano però confermare la sbandierata efficienza del capitalismo
anglosassone. Insomma, forse gli economisti dovrebbero appassionarsi meno al
problema della loro capacità di previsione della crisi e dovrebbero invece
riflettere di più su come l'attaccamento a un paradigma astratto - che vede
l'economia tanto più efficiente quanto più si spersonalizza e si separa dalla
società - rischia di produrre effetti contrastanti: un'economia subordinata
alla finanza in cui crescono le disuguaglianze invece del benessere
collettivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA DOPO REAGAN E THATCHER L'attaccamento a un
paradigma astratto produce un'economia subordinata alla finanza: così crescono
le disuguaglianze invece del benessere collettivo L'AUTOSUFFICIENZA L'economia
ha guardato con sospetto alle relazioni sociali e politiche, considerate solo
come fonte di collusione o di distorsione Neoliberisti anni 80. Il
presidente Usa Ronald Reagan e il primo ministro britannico Margaret Thatcher
alla Casa Bianca nel febbraio 1985 si divertono con Lucy, il cane di Reagan, un
bovaro delle Fiandre CORBIS
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 03-06-2009)
Argomenti: Class Action
REGGIO pag. 9 IERI mattina una trentina di attivisti del Collettivo
Sottotetto hanno occupato la casa cantoniera d... IERI mattina una trentina di
attivisti del Collettivo Sottotetto hanno occupato la casa cantoniera di via
Martiri della Bettola. Quella che una volta era la residenza provvisioria dei
cosiddetti "stradini", nell'idea degli occupanti dovrebbe diventare
un ufficio-sportello aperto alla cittadinanza. La casa, di proprietà
della provincia, è rimasta vuota dal 1994. «Il leit-motiv di questa azione
consiste nel voler togliere spazi alla speculazione edilizia che negli ultimi
15 anni ha condannato la città di Reggio al cemento ed ai palazzinari -
scrivono i giovani disobbedienti - Soprattutto in questo momento di crisi, le
istituzioni politiche e sociali non danno risposte alle persone e alle famiglie
in emergenza abitativa, preferendo lasciare al degrado e all'abbandono un
cospicuo patrimonio immobiliare».
( da "Sicilia, La"
del 03-06-2009)
Argomenti: Class Action
I consumatori e la
loro tutela incontro e diplomi Domani, alle 16 nell'aula magna di Scienze
politiche tavola rotonda sul tema "La tutela del consumatore tra conflitto
e conciliazione", organizzata a chiusura delle attività del master
"Customer care e tutela del consumatore", coordinato dalla prof. Rita
Palidda (foto). Alla fine dell'incontro saranno infatti consegnati i diplomi
agli allievi che hanno superato l'esame finale del corso. Dopo i saluti del
preside della Facoltà Giuseppe Vecchio, interverranno Renata Villa dell'Enel,
("L'introduzione dell'azione risarcitoria collettiva in Italia: il punto di vista
del settore dell'energia"); Giuseppe Rinaldi, Telecom Italia,
("L'azione risarcitoria collettiva e le soluzioni extragiudiziali nel settore delle telecomunicazioni");
Claudio Melchiorre dell'Adoc ("L'azione risarcitoria collettiva e le aspettative
disattese"); chiuderà l'assessore alla Cultura del Comune di
Catania Fabio Fatuzzo su "Una formazione a tutela dei diritti dei
consumatori".
( da "Secolo XIX, Il"
del 04-06-2009)
Argomenti: Class Action
«Caschi non
omologati, rimborsi dai venditori» il caso Assoutenti promuove un'azione collettiva dopo l'inchiesta della Finanza. L'avvocato conferma l'obbligo
per i negozi 04/06/2009 LE STIME sono da brividi: «Usando molta cautela, sono
almeno 30.000, solo a Genova, i caschi non omologati in circolazione - dice
Furio Truzzi, presidente di Assoutenti - Significa che, a 30 centimetri di
larghezza l'uno, mettendoli in fila si raggiungerebbero quasi 90
chilometri: in pratica si arriverebbe alla Spezia». Eppure i codici di
omologazione a rischio sono stati ampiamente pubblicizzati dalla Guardia di
Finanza, che ha avviato l'inchiesta. Perché non sono stati riconsegnati? Lo
spiega Truzzi: «Portando il casco alle forze dell'ordine, o alla nostra
associazione, viene rilasciato un verbale che consente di chiedere il rimborso
ai negozianti che hanno venduto il casco: rispondono in solido anche loro,
rivalendosi semmai sul produttore. Ma spesso i negozianti fanno difficoltà, e
per evitare discussioni c'è chi preferisce conservare il proprio casco, che
magari esteticamente è pure bello». C'è un problema: «Il casco non omologato
non è sicuro - sottolinea Truzzi - Non solo si corrono pericoli di incolumità,
ma le assicurazioni potrebbero rifiutarsi di pagare il rimborso in caso di
incidenti, senza contare che in caso di controlli le forze dell'ordine
potrebbero non solo sequestrare il casco, ma anche fermare la moto, perché
senza protezione non si può guidare, e nei casi degli agenti più zelanti
possono pure elevare una sanzione amministrativi». Insomma, si arriva a
spendere più dei 100-150 euro del costo di un nuovo casco. «L'appello - insiste
il presidente di Assoutenti - è a consegnare i caschi non omologati, perché la
sicurezza viene prima di tutto». Senza contare che i negozianti sono tenuti a
rimborsare i caschi venduti con l'omologazione a rischio: «Certo occorre lo
scontrino - ammette Truzzi - o, quanto meno, una prova idonea: un testimone,
l'estratto conto di un bancomat o della carta di credito. O la fiducia concessa
dal negoziante. In ogni caso, intendiamo promuovere una azione collettiva rivolta nei confronti delle case produttrici; si
possono associare anche i rivenditori che si sentono vittime inconsapevoli, ma
per dimostrare la buona fede devono in primo luogo rimborsare». L'avvocato
Alessandro Monti Bragadin, che insieme ad Alessio Abbene per la parte civile,
cura la pratica, conferma: «È così, ma non posso aggiungere altro perché c'è
un'inchiesta in corso e rischierei di violare il segreto istruttorio». E se un
negoziante si rifiuta? «Lo portiamo in giudizio dal Giudice di Pace - avverte
Truzzi - Già due ingiunzioni sono partite, e altre dieci sono già in procinto
di partire». Giuliano Gnecco gnecco@ilsecoloxix.it 04/06/2009
( da "Corriere della Sera"
del 04-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Cultura data: 04/06/2009 - pag: 45 Proposte Angelo Panebianco affronta
ne «L'automa e lo spirito» un tema classico del pensiero moderno. In difesa della
società aperta Il pupazzo e il cittadino Lo stile dei leader e le regole del
gioco che rendono libero l'individuo di MAURIZIO FERRERA G li individui sono
«automi eterodiretti», pesantemente condizionati dai contesti sociali e
istituzionali in cui operano, oppure sono «spiriti liberi», capaci di
effettuare scelte autonome e originali? In questo secondo caso, che cosa
orienta le loro scelte: le passioni, gli interessi, gli ideali? Intitolato,
appunto, L'automa e lo spirito (Il Mulino), il nuovo libro di Angelo Panebianco
affronta di petto il tema dell'azione individuale: le sue motivazioni,
caratteristiche, conseguenze. Si tratta di un brillante saggio di teoria
sociale, che intrattiene un dialogo serrato con i principali esponenti delle
contemporanee scienze sociali. Il taglio è piuttosto «tecnico», per addetti ai
lavori. Alcune tesi dell'autore sono però di grande interesse anche per la
discussione pubblica allargata e forniscono numerosi spunti a tutti coloro che
hanno a cuore i destini della società aperta e s'interrogano su come estendere,
al suo interno, gli spazi di autonomia e «individualità », per dirla con Stuart
Mill. Attingendo alle riflessioni di una vasta gamma di saperi (dall'economia
alla psicologia, dalla sociologia alla scienza politica) Panebianco guida
innanzitutto il lettore nei labirinti delle varie «teorie dell'azione »,
elaborate per caratterizzare e spiegare l'agire individuale. La teoria più
potente di cui oggi disponiamo è senz'altro quella della «scelta razionale»,
sviluppata nell'ambito dell'economia neo-classica. Gli individui sono attori
calcolanti, i quali cercano di massimizzare la realizzazione delle proprie
preferenze in funzione dei segnali che provengono dall'ambiente: pensiamo, per
tutti, alle scelte di un consumatore in un supermercato. Questa teoria consente
di spiegare molti fenomeni sociali, ma certo non tutti, soprattutto quando essa
assume che la motivazione dell'attore sia la difesa egoistica dei propri
interessi materiali. Come ha sottolineato buona parte della tradizione
sociologica del Novecento, gli individui possono infatti agire in base a molte
altre motivazioni: interessi «ideali», impegni morali, rispetto di norme e
lealtà di gruppo, puro e semplice altruismo. I noti esempi di Max Weber (il
capitano che non vuole abbandonare la sua nave e affonda con essa, Attilio
Regolo che va incontro alla morte per mantenere la parola data) rendono bene
l'idea di una razionalità rispetto al valore (o assiologica) che a volte
prevale sulla razionalità rispetto allo scopo (o strumentale). La psicologia
cognitiva ha dal canto suo osservato che la mente umana ha ridotte capacità di
attenzione e di gestione dell'informazione. La razionalità olimpica dell'homo
economicus è irraggiungibile nel mondo reale: persino quando siamo al supermercato
spesso ci accontentiamo di comprare il primo prodotto che ci sembra
«soddisfacente », senza sforzarci di passare in rassegna tutti gli scaffali.
Una volta riconosciuto che esistono diversi tipi di razionalità, soggetti in
egual misura a limiti di natura cognitiva, è possibile andare al di là di una
semplice lista e di mere caratterizzazioni ex post dell'agire intenzionato? La
proposta di Panebianco è quella di elaborare una prospettiva teorica in chiave
pluralista e soprattutto evoluzionista: gli individui perseguono una
molteplicità di scopi, ordinati in schemi mentali che si formano, si adattano e
si affinano sulla base dell'esperienza, per prove ed errori. Questa esperienza
è sempre situata in contesti sociali e istituzionali che plasmano desideri,
credenze e opportunità individuali. Pur subendo il condizionamento dei
contesti, noi non siamo però «pupazzi istituzionali»: manteniamo al contrario
buoni margini per esercitare una discrezionalità intenzionale basata su
pensiero razionale e passioni, che evolve nel tempo e che ci rende insieme
liberi e responsabili di ciò che facciamo. L'autore si ferma qui: ma è chiaro
che la riflessione potrebbe decollare a questo punto dal piano esplicativo a
quello normativo, raccordandosi con il più recente dibattito
filosofico su ciò che rende le azioni «rette» e le società «giuste». Nella
seconda metà del libro Panebianco affronta un nodo irrisolto nella
contemporanea teoria sociale: il passaggio dal livello micro delle azioni
individuali a quello macro delle organizzazioni collettive e delle istituzioni.
Nella sfera economica la transizione micro-macro non risulta particolarmente
problematica: l'istituzione «mercato» tende a emergere spontaneamente
dall'aggregazione di scelte individuali più o meno indipendenti fra loro. Ma
come spiegare gli ordini sociali «costruiti », assai diversi da quelli
«spontanei », come li chiamava Hayek? Come nascono, come stanno insieme, come
cambiano partiti, movimenti sociali, stati, chiese, gruppi d'interesse? Su
questi temi esistono intere biblioteche, ma pochissimi lavori offrono
spiegazioni capaci di connettere, sistematicamente, le caratteristiche e le
dinamiche del fenomeno in oggetto con le scelte degli individui che lo hanno
originato e lo alimentano giorno dopo giorno con il proprio agire. Alla sfida
della micro-fondazione Panebianco dedica i due capitoli più originali e densi
del libro. La sua proposta teorica è complessa e sofisticata e posso qui darne
solo un'idea sommaria. I «ponti» che collegano l'universo micro a quello macro
sono essenzialmente due: networks e leader. Date certe regole del gioco, sia i
«reticoli» che l'interazione fra leader producono effetti di composizione delle
azioni individuali in campi sociali caratterizzati da interdipendenza. Così, ad
esempio, il conflitto di classe e le organizzazioni politiche e sindacali ad
esso connesse (uno dei macro-fenomeni politici più rilevanti del XX secolo)
possono essere spiegati in base a pre-esistenti reticoli di aggregazione collettiva intorno a specifici interessi materiali e a
diverse visioni del mondo, a strategie di alleanza e confronto tra reticoli, su
iniziativa di broker sociali, nonché a deliberate operazioni di mobilitazione e
politicizzazione orchestrate da leader in cerca di potere. La natura aperta o
chiusa dei reticoli, la qualità e lo stile della leadership, il tipo di regole
del gioco sono aspetti cruciali per le transizioni dal micro al macro. In
questo libro, Panebianco ha intenti esclusivamente analitico-esplicativi. Il
suo ragionamento potrebbe essere però utilmente sviluppato anche in direzione
valutativa. Quali mix di razionalità e logiche d'azione individuale, quali
schemi mentali, quali regole del gioco favoriscono la formazione di networks
aperti, di forme di leadership efficaci ma non oppressive, di contesti
istituzionali capaci di evolvere tramite dinamiche trasparenti e partecipate di
apprendimento? Il tema è quello dei «ponti» verso la società aperta: i ponti
che già ci sono (che vanno identificati e studiati più da vicino) ma anche
quelli nuovi che si potrebbero costruire. Il libro di Panebianco fornisce una
cassetta degli attrezzi preziosissima a chi volesse approfondire questi temi.
Come auspica lo stesso autore alla fine dell'introduzione, c'è solo da sperare
«che a qualcuno venga voglia di provarci». BRUNO BRUDROVIC, «UOMINI SU UN PONTE
DISEGNATO» (CORBIS) Contributi Una prospettiva teorica in chiave pluralista e
soprattutto evoluzionista. Una cassetta degli attrezzi per il dibattito
pubblico
( da "AltaLex" del
04-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pubblico impiego:
direttiva sull'utilizzo di internet sul luogo di lavoro Presidenza del
Consiglio dei Ministri, direttiva 26.05.2009 n° 2 Commenta | Stampa | Segnala |
Condividi Le Pubbliche Amministrazioni, in quanto datori di lavoro, sono tenute
ad assicurare la funzionalità ed il corretto impiego degli strumenti ICT da
parte dei propri dipendenti, definendone le modalità di utilizzo
nell'organizzazione dell'attività lavorativa ed adottando le misure necessarie
a garantire la sicurezza, la disponibilità e l'integrità dei sistemi
informativi. E' quanto illustra la Direttiva 26 maggio 2009, n. 2 con la quale
il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei
Ministri interviene in merito all'utilizzo di internet e della casella di posta
elettronica istituzionale sul luogo di lavoro. In particolare le P.A.
nell'esercizio del potere di controllo devono attenersi alle seguenti regole
generali: innanzitutto deve essere rispettato il principio di proporzionalità,
che si concreta nella pertinenza e non eccedenza delle attività di controllo.
Le limitazioni della libertà e dei diritti individuali devono, infatti, essere
proporzionate allo scopo perseguito; è in ogni caso esclusa l'ammissibilità di
controlli prolungati, costanti e indiscriminati; inoltre, l'introduzione di
tecnologie e di strumenti per il controllo sull'uso della rete e della posta
elettronica deve essere fatto rispettando le procedure di
informazione/consultazione delle rappresentanze dei lavoratori previste dai
contratti collettivi; infine, i lavoratori devono essere preventivamente
informati dell'esistenza di dispositivi di controllo atti a raccogliere i dati
personali. (Altalex, 4 giugno 2009) PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI,
DIRETTIVA N. 2/2009 Oggetto: Utilizzo di internet e della casella di posta
elettronica istituzionale sul luogo di lavoro. PREMESSA Le risorse ICT
costituiscono, ormai da tempo, il principale strumento di lavoro posto a
disposizione dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. L'ampia distribuzione
di tali risorse tra i dipendenti ne favorisce il diffuso utilizzo anche per
finalità diverse da quelle lavorative. La prassi, ancorché ben conosciuta dalle
Amministrazioni, è difficile da monitorare, sia per il costo dell'eventuale
attività di monitoraggio, sia per le implicazioni relative alla tutela della
riservatezza e dei dati personali. D'altronde, tale utilizzo non istituzionale
non provoca, di norma, costi aggiuntivi, tenuto conto della modalità di
pagamento "fìat" (non riferita, pertanto, al consumo) utilizzata
nella generalità dei casi dalle Amministrazioni per l'utilizzo di quasi tutte
le risorse ICT (postazioni di lavoro, connessioni di rete e posta elettronica).
In considerazione della delicatezza della materia, che tocca i diritti
individuali (quale il diritto alla segretezza della corrispondenza) e richiede,
pertanto, un giusto bilanciamento con il potere di controllo
dell'Amministrazione, si ritiene opportuno fornire indicazioni utili a
facilitare, da un lato, il corretto utilizzo degli strumenti ICT da parte dei
dipendenti e, dall'altro, il proporzionato esercizio del potere datoriale di
controllo da parte delle Amministrazioni in indirizzo. 1. Esercizio del potere
di controllo e doveri di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni
Le Pubbliche Amministrazioni, in quanto datori di lavoro, sono tenute ad
assicurare la funzionalità ed il corretto impiego degli strumenti ICT da parte
dei propri dipendenti, definendone le modalità di utilizzo nell'organizzazione
dell'attività lavorativa ed adottando le misure necessarie a garantire la
sicurezza, la disponibilità e l'integrità dei sistemi informativi.
Nell'esercizio del potere di controllo, le Amministrazioni devono attenersi ad
alcune regole e principi generali: innanzitutto deve essere rispettato il
principio di proporzionalità, che si concreta nella pertinenza e non eccedenza
delle attività di controllo. Le limitazioni della libertà e dei diritti
individuali devono, infatti, essere proporzionate allo scopo perseguito; è in
ogni caso esclusa l'ammissibilità di controlli prolungati, costanti e
indiscriminati; inoltre, l'introduzione di tecnologie e di strumenti per il
controllo sull'uso della rete e della posta elettronica deve essere fatto
rispettando le procedure di informazione/consultazione delle rappresentanze dei
lavoratori previste dai contratti collettivi; infine, i lavoratori devono
essere preventivamente informati dell'esistenza di dispositivi di controllo
atti a raccogliere i dati personali. A fronte del potere di controllo
dell'Amministrazione datore di lavoro, esiste in capo ai dipendenti l'obbligo,
sancito da norme di legge (anche di rilevanza penale) e di contratto, di
adottare comportamenti conformi al corretto espletamento della prestazione
lavorativa ed idonei a non causare danni o pericoli ai beni mobili ed agli
strumenti ad essi affidati, tra i quali vi sono le attrezzature ICT ed i
sistemi informativi messi a disposizione dall'Amministrazione. Al riguardo, si
ritiene opportuno ricordare, oltre alle disposizioni del Codice disciplinare
contenuto nei contratti collettivi di comparto (che
dispongono sanzioni in caso di "negligenza nella cura dei locali e dei
beni mobìli o strumenti a lui affidati o sui quali, in relazione alle sue
responsabilità, debba espletare azione di vigilanza"), anche il dettato
del Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni di
cui al Decreto del Ministro per la funzione pubblica del 28 novembre
2000 che, ove richiamato dal Codice disciplinare dei CCNL dei diversi comparti,
costituisce, oltre che norma di valenza etico-comporamentale, anche vero e
proprio obbligo la cui inosservanza da parte dei dipendenti è passibile di
sanzione. In particolare, l'art. 10, comma 3, del Codice di comportamento
dispone che "Il dipendente non utilizza a finì privati materiale o
attrezzature di cui dispone per ragioni di ufficio. " Pertanto, l'utilizzo
delle risorse ICT da parte dei dipendenti, oltre a non dover compromettere la
sicurezza e la riservatezza del Sistema informativo, non deve pregiudicare ed
ostacolare le attività dell'Amministrazione od essere destinato al
perseguimento di interessi privati in contrasto con quelli pubblici. Anche la
giurisprudenza, in particolare quella della Corte dei conti (tra le altre, Sez.
giurisd. Piemonte, sent. 1856/2003, e Sez. giurisd. Basilicata, sent. n.
83/2006), ha sanzionato l'indebito utilizzo della connessione ad internet da
parte di un dipendente, statuendo che essa configura profili di responsabilità
a carico del medesimo per il danno patrimoniale cagionato all'Amministrazione,
consistente nel mancato svolgimento della prestazione lavorativa durante le ore
di connessione. Con riferimento al potere di controllo, la Corte ha, inoltre,
osservato come, a seguito di ripetute e significative anomalie (rilevate, ad
esempio, per la presenza di virus provenienti da siti non istituzionali),
l'Amministrazione possa svolgere verifiche ex post sui dati inerenti l'accesso
alla rete dei propri dipendenti. Per adempiere il proprio dovere di diligenza e
vigilanza nell'utilizzo dei beni e strumenti ad esso affidati, il dipendente
ha, pertanto, anche l'obbligo di impedire ad altri indebiti utilizzi della
propria apparecchiatura informatica, non rilevando, al fine del difetto di
responsabilità, il fatto che altri, in sua assenza, abbia potuto usare la
postazione lavorativa. In difetto, il comportamento del dipendente si configura
come negligente, inescusabile e gravemente colposo. 2.1 principi contenuti
nelle linee guida del Garante della protezione dei dati personali Con
deliberazione del 1° marzo 2007, n. 13 (pubblicato in G.U. n. 58 del 10 marzo
2007), il Garante della protezione dei dati personali ha fornito le linee guida
per l'utilizzo nei luoghi di lavoro della posta elettronica e di internet. Allo
stato, lasciando da parte i profili di illecito penale e/o disciplinare sopra
richiamati, tale deliberazione costituisce, in particolare per quanto attiene
alla disciplina del trattamento dei dati, sicuro punto di riferimento e
regolamentazione delle modalità di utilizzo del Sistema informativo delle
pubbliche amministrazioni da parte dei dipendenti nell'ambito del rapporto di
lavoro. La deliberazione, nel definire, per i datori di lavoro, le regole in
materia di trattamento dei dati personali raccolti in occasione delle attività
di verifica del corretto utilizzo della rete Internet e del sistema di posta
elettronica da parte dei lavoratori, fissa dei principi che non riguardano
esclusivamente la tutela della privacy ma riprendono anche le disposizioni
contenute nel "Codice dell'amministrazione digitale" (decreto
legislativo 7 marzo 2005, n. 82 pubblicato in G.U. del 16 maggio 2005, n. 112 -
S.O. n. 93, aggiornato dal d.lgs. n. 159 del 4 aprile 2006, pubblicato in G.U.
del 29 aprile 2006, n. 99 - S.O. n. 105 recante "Disposizioni integrative
e correttive al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 recante codice
dell'amministrazione digitale"). In particolare, come definito anche dalle
linee guida del Garante, il datore di lavoro (secondo i poteri a lui affidati
dalle norme del codice civile, articoli 2086, 2087 e 2104), può riservarsi di
controllare l'effettivo adempimento della prestazione lavorativa ed il corretto
utilizzo degli strumenti di lavoro. Nell'esercizio di tali prerogative,
tuttavia, deve rispettare la libertà e la dignità dei lavoratori, tenendo
presente, al riguardo, quanto disposto dalle norme poste a tutela del
lavoratore (ci si riferisce, in particolare, al divieto di installare
"apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei
lavoratori" di cui all'art. 4 della legge n. 300 del 1970). Inoltre,
secondo i richiamati principi di pertinenza e non eccedenza, i mezzi e
l'ampiezza del controllo devono essere proporzionati allo scopo: in base a tale
considerazione il datore di lavoro potrebbe, ad esempio, verificare se vi è
stato indebito utilizzo della connessione ad internet da parte del dipendente
attraverso il controllo degli accessi e dei tempi di connessione, senza però
indagare sul contenuto dei siti visitati. I lavoratori devono essere posti in
grado di conoscere quali sono le attività consentite, a quali controlli sono
sottoposti, le modalità del trattamento dei dati e in quali sanzioni possono
incorrere nel caso di abusi. Al riguardo, viene raccomandata l'adozione di un
disciplinare interno adeguatamente pubblicizzato e di idonee misure di tipo
organizzativo. 3. Utilizzo della rete internet In capo all'Amministrazione
datore di lavoro, alla cui proprietà è riconducibile il Sistema informativo
(ivi inclusi le apparecchiature, i programmi ed i dati inviati, ricevuti e
salvati), è posto l'onere di predisporre misure per ridurre il rischio di usi
impropri di internet, consistenti in attività non correlate alla prestazione
lavorativa, quali la visione di siti non pertinenti, l'upload e il download di
files, l'uso di servizi di rete con finalità ludiche o comunque estranee
all'attività lavorativa. A tale proposito, si raccomanda alle Amministrazioni
di dotarsi di software idonei ad impedire l'accesso a siti internet aventi
contenuti e/o finalità vietati dalla legge. Inoltre, T Amministrazione, tenendo
conto delle peculiarità proprie di ciascuna organizzazione produttiva ed,
eventualmente, anche dei diversi profili professionali autorizzati all'uso
della rete, potrà adottare una o più delle misure indicate dalla citata
deliberazione del Garante' della privacy che, a mero titolo riepilogativo, si
riportano di seguito: individuazione di categorie di siti considerati correlati
o meno con la prestazione lavorativa; configurazione di sistemi o utilizzo di
filtri che prevengano determinate operazioni -reputate inconferenti con
l'attività lavorativa- quali Yupload o l'accesso a determinati siti (inseriti
in una sorta di Hack list-) e/o il download di file o software aventi
particolari caratteristiche (dimensionali o di tipologia di dato); trattamento
di dati in forma anonima o tale da precludere l'immediata identificazione di
utenti mediante loro opportune aggregazioni (ad es., con riguardo ai file di
log riferiti al traffico web, su base collettiva o per
gruppi sufficientemente ampi di lavoratori); eventuale conservazione nel tempo
dei dati strettamente limitata al perseguimento di finalità organizzative,
produttive e di sicurezza. Tuttavia, l'utilizzo di internet per svolgere
attività che non rientrano tra i compiti istituzionali potrebbe essere
regolamentato e, quindi, consentito ai dipendenti per assolvere incombenze
amministrative e burocratiche senza allontanarsi dal luogo di lavoro (ad
esempio, per effettuare adempimenti on line nei confronti di pubbliche
amministrazioni e di concessionari di servizi pubblici, ovvero per tenere
rapporti con istituti bancari e assicurativi). Tale modalità, purché contenuta
nei tempi strettamente necessari allo svolgimento delle transazioni, avrebbe,
inoltre, il vantaggio di contribuire a ridurre gli spostamenti delle persone e
gli oneri logistici e di personale per l'amministrazione che eroga il servizio,
favorendo, altresì, la dematerializzazione dei processi produttivi. 4. Utilizzo
della posta elettronica istituzionale Con riferimento all'utilizzo della
casella di posta elettronica istituzionale deve osservarsi che il contenuto dei
messaggi, come pure i file allegati e i dati esteriori delle comunicazioni,
riguardano forme di corrispondenza assistite da garanzie di segretezza tutelate
anche costituzionalmente, la cui ratio risiede nel proteggere il nucleo
essenziale della dignità umana e il pieno sviluppo della personalità nelle
formazioni sociali (qual è anche il luogo di lavoro); un'ulteriore protezione
deriva dalle norme penali a tutela dell'inviolabilità dei segreti (artt. 2 e 15
Cost.; Corte cost. 17 luglio 1998, n. 281 e 11 marzo 1993, n. 81; art. 616,
comma 4, c.p. ; art. 49 Codice dell'amministrazione digitale). * Reato di
violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza: "Agli effetti
delle disposizioni di questa sezione, per "corrispondenza"si intende
quella epistolare, telegrafica, telefonica, informatica o telematica, ovvero
effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza". Al fine di
contemperare le esigenze di corretto ed ordinato svolgimento della vita
lavorativa e di prevenzione di inutili intrusioni nella sfera personale dei
lavoratori e di violazioni della segretezza della corrispondenza, sarebbe,
pertanto, opportuno che le Amministrazioni esplicitassero regole e strumenti
per l'utilizzo della posta elettronica. Ciò consentirebbe, infatti, di evitare,
ovvero almeno limitare, l'insorgere di difficoltà in ordine all'utilizzo della
posta elettronica poiché, per la configurazione stessa dell'indirizzo e-mail,
nei singoli casi, può risultare dubbio se il lavoratore, in qualità di
destinatario o mittente, utilizzi la posta operando quale espressione
dell'Amministrazione o ne faccia, invece, un uso personale pur restando
nell'ambito lavorativo istituzionale. Si invitano, pertanto, le Amministrazioni
in indirizzo, attraverso i dirigenti responsabili, ad attuare tutte le misure
di informazione, controllo e verifica consentite al fine regolamentare la
fruizione delle risorse ICT e responsabilizzare i dipendenti nei confronti di
eventuali utilizzi non coerenti con la prestazione lavorativa e non conformi
alle norme che disciplinano il lavoro alle dipendenze delle pubbliche
amministrazioni. IL MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L'INNOVAZIONE Renato
Brunetta Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |
( da "Repubblica, La"
del 05-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina III - Napoli
L´ordinanza Il Tribunale: no a una nuova discarica a Serre Palmiro Cornetta,
sindaco di Serre, è un emotivo. E quasi si commuove leggendo il dispositivo del
tribunale civile di Salerno che gli dà ragione sulla discarica in località
Valle della Masseria. Lo sversatoio laggiù non s´ha da fare. Il giudice unico,
Antonio Valitutti, ha chiesto che la Corte costituzionale dichiari
l´illegittimità dell´articolo 4, comma 2 e 9, del decreto voluto dal governo
Berlusconi, numero 90 del maggio 2008, convertito in legge nel luglio
successivo, nella parte in cui autorizza la realizzazione della discarica.
Cornetta esulta:«è un atto che ristabilisce i diritti fondamentali dei
cittadini messi in discussione da Berlusconi. Ripristina la legalità e lo stato
di diritto». Il sindaco ricostruisce la vicenda giudiziaria. «Con l´avvocato
Raffaele Falce, abbiamo presentato il ricorso basato sul diritto alla salute
pubblica e all´ambiente salubre. Se Berlusconi dichiara che è finita
l´emergenza rifiuti, non vedo perché dovrebbe venire a Serre visto che abbiamo
già dato con la discarica di Macchia Soprana, che ha inghiottito 700 mila
tonnellate». class="hilite">La discarica
aperta da Bertolaso nel territorio di Serre è chiusa per esaurimento dal 23 agosto
2008. «Per Macchia soprana ci sono stati danni incalcolabili. Peccato che non
ci sia la class="term">class
class="term">action, altrimenti avrei
sollecitato tutti i cittadini a fare l´azione legale». (patrizia capua)
( da "Manifesto, Il"
del 05-06-2009)
Argomenti: Class Action
UNIVERSITA ROMA TRE
No a dibattito sul G8, facoltà serrate (giacomo russo spena) Sorpresa ieri
mattina per gli studenti e i docenti dell'università Roma Tre che si sono
trovati la facoltà di Scienze della Formazione chiusa con una catena. Un'azione
di protesta di qualcuno? Assolutamente no. A dare chiarimenti, il cartello
affisso fuori su cui è scritto nero su bianco: «L'ateneo si scusa per il
disagio procurato da cause di forza maggiore». Ovvero, la sede veniva bloccata
per impedire un'iniziativa su crisi finanziaria e G8 organizzata nel cortile
della sede dai «collettivi e laboratori di Roma Tre». Era
previsto infatti prima un dibattito con il leader dei Cobas, Piero Bernocchi, e
un rappresentante di Attac Italia poi uno spettacolo teatrale. In serata i ragazzi
avrebbero lasciato la facoltà. Una delibera interna emanata dieci giorni fa dal
Senato accademico (e voluta dal rettore Guido Fabiani) ha vietato
qualsiasi iniziativa politica all'interno dell'università. Soprattutto a quelli
di sinistra. «La decisione di Fabiani mina a imbavagliare le nostre attività -
dice Stefano, un attivista di Lettere - Forse ha deciso di accreditarsi agli
occhi del sindaco Alemanno». Sottolineando la diversa condotta del rettore da
quando siede al Campidoglio il nuovo primocittadino. Così gli studenti hanno
deciso di violare il diniego, mantenendo l'iniziativa già da tempo organizzata.
Ma, ieri mattina, tra lo stupore generale si sono trovati il cancello chiuso. E
non solo loro. «Una vergogna - esclama Matteo - avevo un esame. Ora che devo
fare?». «Forse sono impazziti?» si domanda invece Irene. Più composto, ma
altrettanto infuriato, il personale docente. Alla fine saltano undici esami e
molte lezioni. Con i collettivi che decidono di mantenere la giornata di
mobilitazione allestendo dibattito e spettacolo teatrale nello spazio
antistante la facoltà, blindato da tre blindati e la Digos. In serata gli
studenti affiggono anche uno striscione di fronte al rettorato: «I nostri
contenuti, le vostre catene».
( da "Stampa, La" del
06-06-2009)
Argomenti: Class Action
VENERDI' 5 Poesia
del '900 SALA LAUREE FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA, VIA SANT'OTTAVIO 20, ORE
9,30 Il convegno si propone di riprendere alcuni aspetti dell'opera e della
riflessione poetologica di alcuni importanti rappresentanti della cultura
novecentesca, soprattutto concentrata nell'arco degli Anni Sessanta e in
particolare sullo sfondo della Parigi e della Roma di quegli anni. Intervengono
Floriana Calitti, Bernhard Gross, Ricardo Morello, Ugo Perone, Eloisa Perone,
Marco Pistoia, Philippe Roger. Info anna.battaglia@unito.it. Politiche pubbliche
IRES PIEMONTE, VIA NIZZA 18, ORE 9,30 Convegno "Analisi e analisti delle
politiche pubbliche: stato dell'arte e prospettive", organizzato dal
Laboratorio di Politiche - Lapo del Corep, diretto da Luigi Bobbio.
L'iniziativa promuove un confronto tra studiosi, dirigenti pubblici e
professionisti sulle competenze professionali della Pubblica Amministrazione.
Info 011/6702604 o www.lapo.corep.it. Lezioni interattive OSPEDALE REGINA
MARGHERITA, PIAZA POLONIA 94, ORE 14,45 Inaugurazione della prima postazione multimediale
interattiva realizzata tra l'Ospedale Regina Margherita di Torino e l'Istituto
Comprensivo Fiano che consentirà ai piccoli malati di seguire le lezioni
scolastiche interagendo in tempo reale. Promessi Sposi BIBLIOTECA CIVICA TORINO
CENTRO, VIA DELLA CITTADELLA 5, ORE 11-13 Gruppo di lettura sull'opera di
Alessandro Manzoni, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado. Info
011/4429826. Piemonte in cifre CENTRO CONGRESSI LINGOTTO, VIA NIZZA 280, ORE 11
Presentazione dell'edizione 2009 di Piemonte in Cifre, annuario statistico
regionale realizzato in collaborazione con Unionecamere Piemonte, Regione
Piemonte, Istat. Interverranno poi sul tema "Progetti per il Piemonte del
futuro", Giuseppe Berta, Stefano Filipazzi, Andrea Gavosto, Guido Ghisolfi,
Paolo Verri, Mario Virano, modera Francesco Antonioli. Info 011/6604284 o
info@piemonteincifre.it. Memorial Falcone-Borsellino STADIO OLIMPICO, CORSO
AGNELLI, ORE 16,30 Si disputano le partite della finale del 4° Torneo
Calcistico Memorial Falcone-Borsellino, organizzato in collaborazione col
Gruppo Fondiaria Sai nell'ambito delle attività di Responsabilità Sociale di
Impresa, istituito per ricordare le figure dei due magistrati uccisi dalla
criminalità organizzata in Sicilia. In campo poliziotti, carabinieri,
finanzieri, calciatori professionisti e tanti altri amici della giustizia. Il
geometra BIBLIOTECA CIVICA PRIMO LEVI, VIA LEONCAVALLO 17, ORE 16,45-19,45
"Il geometra risponde" servizio di consulenza gratuita al cittadino.
Info e prenotazione www.torinofacile.it/servizi o 011/4431262. Archeoastronomia
MUSEO REGIONALE SCIENZE NATURALI, VIA GIOLITTI 36, ORE 17,45 Nell'ambito delle
iniziative sulla mostra "La scimmia nuda. Storia naturale
dell'umanità", CinemAmbiente e Arnica organizzano la conferenza "Il
cielo degli antichi", interviene Guido Cossard. Ingresso libero. Info
www.mrsntorino.it. Domande della follia SPAZZI, VIA VIRLE 21, ORE 18 Il ciclo
di incontri "Se ti manca un venerdì - Le Domande della Follia" è
organizzato dall'Associazione Arcobaleno onlus e rappresenta un'occasione di
confronto, una serie di incontri in cui la follia pone domande libere a diversi
importanti protagonisti della vita nazionale. Oggi interviene Massimo Rebotti.
Info e prenotazioni 011/3199790 o 011/4470154. In Libia CENTRO PANNUNZIO, VIA
MARIA VITTORIA 35/H, ORE 18 Rosella Boarino terrà una conferenza introduttiva
al viaggio in Libia, introdurrà Anna Ricotti. Info 011/8123023. Fantasmi a
Torino PALAZZO BAROLO, VIA DELLE ORFANE 7, ORE 19,50 Un itinerario alla
scoperta di noti fantasmi. Costo 10 euro. Info e prenotazioni 011/853670 o
www.barburin.com. Notte all'Egizio MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA
DELLE SCIENZE 6, ORE 20,10 Un egittologo esperto nella didattica museale per
l'infanzia accompagna, dopo il tramonto, bambini e genitori in un affascinante
viaggio nel tempo alla scoperta dei segreti più nascosti delle mummie
conservate al Museo. Partenze scaglionate alle 20,10; 20,30; 20,50; 21,10;
21,30 e 21,50. Costo 5 euro. Prenotazione obbligatoria. Info 011/4406903 o
info@museitorino.it. Percorsi piemontesi SALA CONGRESSI GAM, VIA MAGENTA 31,
ORE 20,30 Presentazione del volume "Percorsi piemontesi", in cui sono
stati pubblicati gli atti del convegno "Cambiamo Aria. Pratiche di
montagna terapia a confronto". L'evento, organizzato dall'Associazione
L'Ancora in parternariato al Centro Servizi per il Volontariato Idea Solidale è
un'occasione di confronto e discussione finalizzato a presentare le esperienze
di montagnaterapia, che si sono sviluppate negli ultimi anni sul territorio
piemontese. Info 011/0702110 o www.ideasolidale.org. Genetica CENTRO INCONTRI
REGIONE PIEMONE, CORSO STATI UNITI 23, ORE 21 Convegno "Terapia genica:
nuove prospettive", interviene Luigi Naldini, presentato dal Socio Paolo
Comoglio. Terapia genetica AULA MAGNA ACCADEMIA DI MEDICINA, VIA PO 18, ORE 21
Seduta scientifica dal titolo "Terapia genica: nuove prospettive",
interviene Luigi Naldini, presentato dal Socio Paolo Comoglio. Le sedute sono
pubbliche. Info www.accademiadimedicina.unito.it. Festivando 2009 CORTILI DELLA
CHIESA, VIA GERMONIO 27, ORE 21 Il Comitato Casalpina Col San Giovanni
organizza Festivando 2009: si balla con dj Mirko e il vocalist Andrea Latini.
SABATO 6 Diogene CORSO DUCA DEGLI ABRUZZI ANGOLO CORSO STATI UNITI, ORE 10 "La
Crocetta e le nuove funzioni ed espansioni lungo l'asse della "Spina
1". Progetti completati, progetti abbandonati. Il nuovo Politecnico, le
Officine ferroviarie, il progetto della Biblioteca Civica", accompagna
l'achitetto Maria Teresa Roli e il dottor Roberto Gnavi. Adesione libera e
gratuita. Info www.italianostra.to.it. Il notaio BIBLIOTECA CIVICA VILLA
AMORETTI, CORSO ORBASSANO 200, ORE 10-13 Servizio di consulenza gratuita al
cittadino a cura del Consiglio Notarile di Torino, dei distretti riuniti di Torino
e Pinerolo, in collaborazione con Assessorato al Bilancio e Assessorato alla
Cultura della Città di Torino. Info 011/4438604. Il geometra BIBLIOTECA CIVICA
ITALO CALVINO, LUNGO DORA AGRIGENTO 94, ORE 10-13 "Il geometra
risponde" servizio di consulenza gratuita al cittadino. Info e
prenotazione www.torinofacile.it/servizi. Raccolta differenziata SUPERMERCATO
SELF, VIA GENOVA 197, ORE 10-12 Stands appositamente allestiti dove animatori
coadiuvati da personale Amiat, in modo ludico, spiegheranno le dinamiche per la
gestione della raccolta differenziata integrata, meglio conosciuta come
"porta a porta". Distribuzione di gadgets, giochi e ballons art.
Madama Knit PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 10-12 Ultimo appuntamento
prima della pausa estiva per lavorare a maglia in uno spazio unico come Palazzo
Madama. Gli appuntamenti con Madama Knit riprenderanno il 5 settembre. Info
011/4429911. A casa di Kha MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE
SCIENZE 6, ORE 10,30 Percorso pensato per i più piccoli, che in compagnia dei
genitori verranno accompagnati da esperti egittologi alla scoperta della vita
quotidiana ai tempi dei faraoni. Costo 3,50 euro, è consigliata la
prenotazione. Info 011/4406903 o info@museitorino.it. Intorno alla mostra
PALAZZO BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20, ORE 15,30-18 "Arte bimbo",
atelier concepito con l'intento di far vivere il Museo come uno spazio
divertente ed emozionante dove è possibile scoprire i grandi capolavori
dell'arte attraverso il gioco. La merendina è gentilmente offerta dalla
Centrale del Latte di Torino. Per bambini e ragazzi dai 4 ai 12 anni. Info e
prenotazioni 011/5711820. Incontriamoci BIBLIOTECA CIVICA PRIMO LEVI, VIA
LEONCAVALLO 17, ORE 16 Appuntamenti periodici proposti dal Tavolo ex Ceat:
piccola festa della musica, in occasione dei 90 anni dalla morte di Ruggero
Leoncavallo. Info 011/4431262. Luigi Nervo MAUSOLEO DELLA BELA ROSIN, STRADA
CASTELLO DI MIRAFIORI 148/7, ORE 16 "Essere artisti secondo Luigi
Nervo", attività rivolta a ragazzi e famiglie con l'animazione di una
macchina-fiaba e un esperimento di laboratorio manuale su materiale carta, in
collaborazione con l'associazione Luigi Nervo. Info 011/4429847. Unitre Arte
2009 UNITRE, CORSO FRANCIA 27, ORE 16 Inaugurazione della mostra "Unitre
Arte 2009", allestita dagli allievi dei Corsi di Ceramica, Pittura,
Tecnica dell'Incisione e Tecniche Grafiche. La mostra resterà aperta sino a
venerdì 12 giugno, dal lunedì al venerdì, ore 9-12 e 15-18. Ingresso libero.
Conchiglie GAM, CORSO GALILEO FERRARIS 30, ORE 16 Presentazione
dell'installazione "Le conchiglie crescono: storie intrecciate",
risultato di un progetto realizzato dai Servizi Educativi della Fondazione
Torino Musei. Info 011/4429546. Trompe-l'oeil ACCADEMIA PICTOR, VIA PIETRO
MICCA 4, ORE 16-17,30 Presentazione del corso di Trompe-l'oeil e Aerografo, con
proiezione e dimostrazione pratica di un finto materiale. Ingresso libero. Info
011/5622969 o www.pictor.it. Teosofia SOCIETÀ TEOSOFICA ITALIANA, VIA PINELLI
78/A, ORE 17 Riunione con tema "Il Sutra del Cuore", a cura di Carla
Zocchi. Caramelle LEGOLIBRI, VIA MARIA VITTORIA 31, ORE 17 Presentazione del
romanzo "Caramelle" di Erminio Serniotti, con l'autore intervengono
Giorgio Barberi Squarotti e Claudia Peirone. Info 011/888975 o www.legolibri.it.
Piero Femore FNAC, VIA ROMA 56, ORE 18 La casa editrice Trauben pubblica un
libro intitolato e dedicato a Piero Femore, storico e celebre libraio torinese
scomparso quasi due anni fa. Intervengono a presentarlo Mauro Baudino ed Ettore
Boffano. Ingresso libero. Info 011/5516711. Orsi sotto la Mole ZIBARBA, VIA
SILVIO PELLICO 13/E, ORE 19-23 Serata orsina "Modello per un giorno"
con apericena. Tutti coloro fossero interessati a farsi fotografare e
partecipare al calendario 2010, troveranno a loro disposizione un fotografo che
saprà consigliarli. Fantasmi a Torino PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE
19,15 Un itinerario alla scoperta di noti fantasmi. Costo 10 euro. Info e
prenotazioni 011/853670 o www.barburin.com. Festivando 2009 CORTILI DELLA
CHIESA, VIA GERMONIO 27, ORE 21 Il Comitato Casalpina Col San Giovanni
organizza Festivando 2009: si balla con Luca e Sandro. DOMENICA 7 Astrologia
HOTEL CONCORD, VIA LAGRANGE 47, ORE 9,30-12,30 Seminario di Grazia Mirti
"Plutone in azione tra passato e futuro. Il suo incontro scontro con
Saturno e Urano. Grandi eventi attendono individui e collettività?". Info
011/4376192 o www.graziamirti.com. Mongiovani VIA MONGINEVRO TRA CORSO FERRUCCI
E PIAZZA SABOTINO, ORE 10,30-22,30 "E... state a Mongiovani", con
sfilata e mostra d'auto d'epoca, animazione, acrobazie circensi, spettacoli
musicali gratuiti e giochi per grandi e bambini. Intorno alla mostra PALAZZO
BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20, ORE 11-12,30 "Freud e l'uomo Mosè (parte
II)", secondo di quattro incontri di approfondimento con Franco Quesito e
Stefania Guido. Ingresso libero per i visitatori della mostra. Incontri Colline
Torinesi FNAC TORINO CENTRO, VIA ROMA 56, ORE 12 Incontri legati al Festival
delle Colline Torinesi, curati da Sergio Ariotti e Ave Fontana: Motus e Federico
León. Festivando 2009 CORTILI DELLA CHIESA, VIA GERMONIO 27, ORE 14,30 Il
Comitato Casalpina Col San Giovanni organizza Festivando 2009: pomeriggio di
giochi a premi per bambini, ragazzi e non solo. Alle 17,30 rinfresco
conclusivo. Regate & Canoe INFO POINT, MURAZZI DLE PO, ORE 14-18 Le
associazioni canoistiche consentiranno a tutti di provare il canottaggio e la
canoa e di vivere il fiume su imbarcazioni, adatte a rematori inesperti, a due
e a quattro posti. Sarà inoltre disponibile un "Dragon Boat", che
permetterà di effettuare un'uscita con dieci/quindici ragazzi su
un'imbarcazione di grande effetto scenico. Presso i Murazzi del Po sorgerà un
info point, aperto per tutta la giornata, presso il quale saranno raccolte le
adesioni per le uscite sul fiume, fornite informazioni sulle attività sportive
che si svolgono sul fiume e messe in mostra imbarcazioni per la pratica
agonistica e amatoriale della canoa. Voga sul Po FIUME PO, ZONA MURAZZI, ORE
15-18 Manifestazione remiera ludico-sportiva, con la possibilità, per tutta la
cittadinanza, di sperimentare gratuitamente la voga sulle acque del Po in
compagnia di esperti istruttori. La manifestazione è organizzata
dall'associazione sPOrt, in rappresentanza e con la collaborazione delle nove
società remiere associate. La manifestazione sarà vivacizzata da esibizioni di
contorno quali, tra l'altro, la partecipazione dei vogatori "alla
veneta", che si sfideranno sul tratto di Po antistante i Murazzi.
Giochiamo con Bes MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6,
ORE 15 Laboratorio "Giochiamo con Bes", dedicato alle famiglie:
itinerario tematico seguito da un'attività di laboratorio, ciascuno della
durata di un'ora. Costo 6 euro + biglietto del Museo. Durante il laboratorio
verrà fornito un foglio di rame a testa, con il quale verrà creato un amuleto
con la tecnica dello sbalzo. I manufatti realizzati saranno lasciati in dono ai
partecipanti. Prenotazioni allo 011/4406903 o a info@museitorino.it. Self Bar
PAV, VIA GIORDANO BRUNO 31, ORE 15,30-17,30 A un anno dall'avvio del progetto
Self Bar di Michel Blazy viene rieditata l'installazione
con l'azione collettiva che
conduce dalla "cura" - l'assorbimento delle vitamine del succo degli
agrumi - alla "scultura", composizione etico-estetica di calotte
colorate di arance e limoni. Info 011/3182235. Famiglie PALAZZO MADAMA, PIAZZA
CASTELLO, ORE 15,30 "Aria di festa": feste di compleanno, feste di
carnevale, matrimoni, come venivano organizzate quando a Torino si
viaggiava in carrozza?. Info 011/4429911. Viaggio in Oriente MAO, VIA SAN
DOMENICO 9-11, ORE 16 "Viaggio in Oriente", visita guidata a tutte le
collezioni. È consigliata la prenotazione. Info 011/4436928. Visita guidata
PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 16 "Diciotto secoli d'arte",
visita al Palazzo ad ai capolavori delle collezioni. Info 011/4429911.
ColorLife FLUIDO, VIALE CAGNI 7, ORE 16 Il Fluido ospita per la prima volta
l'originale progetto fotografico Colorlife, che permette alla gente di essere
"vita o bugia": 24 colori scandiscono i mesi dell'anno, ogni colore
racchiude immagini di persone diverse che davanti ad esso potranno liberamente
apparire, camuffarsi, sbeffeggiarsi, raccontarsi ed essere liberi di raccontare
la loro "life" o "lie". Il fotografo sarà spettatore e fermerà
le loro espressioni o atteggiamenti in libertà. Info www.colorlife2009.it.
Intorno alla mostra PALAZZO BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20, ORE 16,30 Visite
fisse per famiglie. La visita non richiede prenotazione, massimo 25 persone.
Info 011/5711820. Julien Temple FNAC, VIA ROMA 56, ORE 18 Julien Temple
presenta "The Filth and the Fury. La vera storia dei Sex Pistols", lo
intervista Alberto Piccinini. Ingresso libero. Info 011/5516711. Templari
CHIESA SANTA CRISTINA, PIAZZA SAN CARLO, ORE 19,45 Tour lungo i misteri degli
antichi Custodi del Tempio, i Templari. Costo 10 euro. Info e prenotazioni
011/853670 o www.barburin.com. LUNEDI' 8 Buyer russi TORINO INCONTRA, VIA NINO
COSTA 8, ORE 9,15-18,30 La Camera di commercio di Torino promuove una giornata,
organizzata dal Centro Estero, per far conoscere alle grandi società russe
Intercos IV e ZMZ l'offerta di aziende piemontesi dei comparti:
stile/engineering, stampi metallo e pressofusione, componenti per motore. Info
011/6700687. Gian Luigi Marianini PALAZZO SORMANI, PIAZZA SOLFERINO 22, ORE
9,30-18 Annullo filatelico dedicato a Gian Luigi Marianini, in occasione della
giornata inaugurale dell'iniziativa culturale Invito in Giardino. Info
011/5757371. Caffè letterari CENTRO CONGRESSI, VIA FANTI 17, ORE 15 Incontro
condotto da Margherita Oggero dedicato al libro "Il vento dell'odio",
con l'intervento dell'autore Roberto Cotroneo. Durante l'incontro sarà
possibile acquistare il libro, posto in vendita alle particolari condizioni dei
Caffè Letterari. Democrazia BIBLIOTECA CIVICA LUIGI CARLUCCIO, VIA MONTE
ORTIGARA 95, ORE 15,30 "La democrazia contro se stessa",
presentazione del libro di Marcel Gauchet, a cura di Alfredo Lupo, in
collaborazione con l'associazione Il girasole. Info 011/4428790. Découpage
CENTRO SERVIZI, VIA TOSELLI 1, ORE 16-17,30 L'associazione Cultura del
Benessere organizza mini corsi gratuiti di Manualità e Decoupage, al fine di
trascorrere momenti di distensione e relax piacevolmente e convivialmente. Info
347/0666662. Luna di latte BIBLIOTECA CIVICA FALCHERA, PIAZZA FALCHERA 9, ORE
17 Gruppo di sostegno per l'allattamento al seno, in collaborazione con l'ASL
TO 2, Dipartimento materno infantile, rivolto a mamme, bambini, future mamme,
papà: svezzamento ed alimentazione del bambino. Info 011/2621659. Diogene
LIBRERIA LA TORRE DI ABELE, VIA PIETRO MICCA 22, ORE 18-19,30 Tavola rotonda
"Diogene e l'architettura urbana". Info www.italianostra.to.it.
Apertura gratuita CENTRO DELLA NORMA, VIA ASSISI 6, ORE 18-19 Centro aperto
gratuitamente per il "Progetto di sostegno, aiuto e di salvaguardia del
benessere di ciascuno". Ingresso gratuito. Sicurezza urbana CIRCOLO DEI
LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Il Centro Pannunzio organizza un incontro sul
tema "Sicurezza urbana. Le nuove frontiere della lotta alla
(micro)criminalità", intervengono Ilda Curti, Giuseppe Borgogno, Vincenzo
Basso, Antonio De Vita, Aldo Faraoni e Mauro Famigli, modera Orlando Perera.
Info 011/8123023 o www.centropannunzio.it. Pilates walk PARCO DELLA COLLETTA,
ORE 18,45 Pilates walk è un programma di Slim Pilates, ma in movimento, prevede
esercizi del Pilates classico prevalentemente in piedi o seduti, con camminata
ritmica ed energy walking. Incontro dimostrativo. Info 346/2412183. MARTEDI' 9
Agroalimentare SALA CERMET, VIA LIVORNO 60, ORE 9-13 E 14-17,15 Modulo "La
certificazione di prodotto per la valorizzazione e differenziazione dei
prodotti agro-alimentari", come ottenere, gestire e utilizzare la
certificazione volontaria, anche per ampliare il portafoglio clienti. A
pagamento, info 011/6700669. Sapere BIBLIOTECA CIVICA CESARE PAVESE, VIA
CANDIOLO 79, ORE 15 "Se non sai non sei", progetto a sostegno della
formazione permanente degli adulti, con laboratori di informatica per la terza
età a cura di Spi-Cgil, Auser. Info 011/6062203. Il notaio BIBLIOTECA CIVICA PRIMO
LEVI, VIA LEONCAVALLO 17, ORE 16,45-19,45 Servizio di consulenza gratuita al
cittadino a cura del Consiglio Notarile di Torino, dei distretti riuniti di
Torino e Pinerolo, in collaborazione con Assessorato al Bilancio e Assessorato
alla Cultura della Città di Torino. Info 011/4431262. Il geometra BIBLIOTECA
CIVICA CESARE PAVESE, VIA CANDIOLO 79, ORE 16,45-19,45 "Il geometra
risponde" servizio di consulenza gratuita al cittadino. Info e
prenotazione www.torinofacile.it/servizi o 011/4437080. Aracoeli BIBLIOTECA
CIVICA VILLA AMORETTI, CORSO ORBASSANO 200, ORE 17 Le "creature" e le
loro voci nella narrazione di Elsa Morante: il rapporto creaturale per
eccellenza, quello con la madre, rivive attraverso la memoria e l'esperienza
del figlio/a, io narrante in tutti e tre i romanzi, a cura di Francesca Pilato,
letture di Rosaria Buonaiuto: "Aracoeli". Info 011/4438604. India
contemporanea EDUCATORIO DELLA PROVVIDENZA, CORSO GENERALE GOVONE 13/A, ORE 17
Presentazione di un progetto di ricerca del Cesmeo di ricerca e formazione
sull'India contemporanea, per universitari e imprenditori. Interviene
l'Ambasciatore dell'India a Roma Shahid Arif Khan, con lui saranno presenti, il
Coordinatore delle attività scientifiche e culturali del Cesmeo Irma Piovano,
il Vicepresidente Giuseppe Pichetto, il Consigliere Delegato per il Progetto di
Ricerca e Formazione sull'India Contemporanea Nicoletta Casiraghi. Alle 18
prende il via il seminario "I diritti fondamentali in India",
condotto da Mahendra Pal Singh, introdotto da Domenico Francavilla. Info
www.cesmeo.it. La tua voce CENTRO CONGRESSI UNIONE INDUSTRIALE, VIA VELA 17,
ORE 17 Ciro Imparato presenta il suo libro "La tua voce può cambiarti la
vita", introduce il presidente Gianfranco Carbonato. Visite guidate PALAZZO
MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 17, 18,30 E 21 Percorso teatrale: "1909-2009
la collezione di Leone Fontana donata alla città di Torino", percorso a
cura di CAST. Info 011/4429911. Immagine interiore BIBLIOTECA CIVICA VILLA
AMORETTI, CORSO ORBASSANO 200, ORE 17,30 Viaggio nella nostra personalità più
profonda: "Dal mito di Morfeo alla morfina: i disturbi del sonno", a
cura di Stefania Marello. Info 011/4438604. Raccontare BIBLIOTECA CIVICA LUIGI
CARLUCCIO, VIA MONTE ORTIGARA 95, ORE 17,30 Gruppo di lettura e scrittura per
esplorare insieme il mondo del racconto. Info 011/4428790. MirafuoriTv
BIBLIOTECA CIVICA CESARE PAVESE, VIA CANDIOLO 79, ORE 17,30-19,30 Mirafuori Tv
si apre al quartiere invitando tutti gli interessati a costituire un gruppo
redazionale e una troupe, con lo scopo di raccontare con piccole news il loro
punto di vista sul territorio. Incontri di redazione. Info 011/4437080.
Nucleare BIBLIOTECA CIVICA ITALO CALVINO, LUNGO DORA AGRIGENTO 94, ORE 18
"Ritorno al nucleare", nell'ambito della mostra allestita nell'atrio
della Biblioteca civica Centrale, un appuntamento per discutere sul futuro
energetico in collaborazione con Greenpeace. Info 011/4420740. Parlando d'Opera
SALA POLIVALENTE MARIO OPERTI, PIAZZA LIVIO BIANCO, ORE 18 Per le conferenze
sulla stagione d'opera del Teatro Regio "Aci, Galatea e Polifemo" di
Georg Friedrich Haendel, interviene Alessandro Mormile. Info 011/501960 o
011/4435237. Musica barocca CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18
Conferenza "Musica barocca e feste a Versailles", con Philippe
Beaussant, musicologo e scrittore francese. Ingresso libero fino a esaurimento
posti. L'indice puntato FNAC, VIA ROMA 56, ORE 18 Un giornalista, un giurista,
uno storico dialogano con Bianca Guidetti Serra e Santina Mobiglia, autrici di
"Bianca la rossa". Ingresso libero. Info 011/5516711. Festa
Portoghese LA CRICCA, VIA CARLO IGNAZIO GIULIO 25/BIS, ORE 19 Si festeggia
l'estate alla maniera portoghese, tra poesia popolare ed i colori
caratteristici di queste feste dedicate ai santi cari ai portoghesi. Info
http://associazionetucatula.wordpress.com. Il femminile MOOD LIBRI E CAFFE' 2,
VIA PO 35/B, ORE 20 Laboratorio interattivo del ciclo "Libera la
sensibilità del tuo femminile. ti dona la forza per essere te stessa":
"Come accettare ciò che non posso cambiare? Dal controllo alla resa; dal
capire al sentire; dalla mente al cuore", conduce Eija Tarkiainen. Info
011/5130820 o info@oasinaturale.org. Referendum SALA VSSP, VIA TOSELLI 1, ORE
20,45 Incontro "Referendum legge elettorale: le ragioni del si e del
no", partecipa Guido Ortona, introduce Gianpaolo Zara. Psicoespressione
SEDE UNITRE, CORSO FRANCIA 27, ORE 21 L'Associazione Esprimersi organizza
l'incontro "Ricerca di ogni partecipante della propria
psicoespressione", interviene Giuseppe A. Campra, coordina Patrizia Donà.
Ingresso libero. Info 011/4343700. Psicoanalisi LEGOLIBRI, VIA MARIA VITTORIA
31, ORE 21 Per il ciclo di conferenze dirette da Luciano Faioni
"Psicoanalisi clinica", appuntamento sul tema "La sessualità
femminile e il potere", interviene Beatrice Dall'Ara. Info 011/888975 o
www.legolibri.it. Glow Up! PAV, VIA GIORDANO BRUNO 31, ORE 22-24 Il percorso
Glow Up!, basato sul progetto ambientale in progress Immigration di Francesco
Mariotti, con la cura scientifica del biologo Giuseppe Camerini, completa la
fase di monitoraggio delle lucciole avvistate in spazi urbani dagli studenti e
dai cittadini di Torino e prosegue con l'organizzazione di gruppi di ricerca
dei coleotteri attraverso un sopralluogo notturno collettivo. Info e
prenotazioni 011/3182235 o lab@parcoartevivente.it. MERCOLEDI' 10 Vendita
internazionale CEIPIEMONTE, CROSO REGIO PARCO 27, ORE 9-13 Incontro "La
vendita internazionale", analisi del rapporto tra le esigenze
tecnico-commerciali e la tutela legale; consigli pratici per redigere e
stipulare di clausole personalizzate. Info 011/6700669. Non solo libri PUNTO
PRESTITO GABRIELE D'ANNUNZIO, VIA SACCARELLI 18, ORE 9,30 Incontri di lettura e
attività creative per adulti. Info 011/4439350. Inaugurazione GIARDINO MARIE
CURIE, VIA SERVAIS 158, ORE 10,30 Inaugurazione del nuovo Giardino dedicato a
Madame Curie, col coro Scuola Kennedy e lettura interpretata di un adattamento
e riduzione de "Il fuoco del Radio", dialoghi con Madame Curie, delle
classi VA e VB della S.E. Dewey e V D e V E della S.E. Kennedy. Il geometra
BIBLIOTECA CIVICA LUIGI CARLUCCIO, VIA MONTE ORTIGARA 95, ORE 16,45-19,45
"Il geometra risponde" servizio di consulenza gratuita al cittadino.
Info e prenotazione www.torinofacile.it/servizi o 011/4428790. Doppiaggio
BIBLIOTECA CIVICA CESARE PAVESE, VIA CANDIOLO 79, ORE 17 "Dubbing about -
pillole di doppiaggio", a cura di Denise Lo Turco: scopriamo come vengono
tradotti i dialoghi dall'inglese all'italiano: "Match point" di Woody
Allen. Info 011/4437080. BTC NH HOTEL SANTO STEFANO, VIA PORTA PALATINA 19, ORE
17 Roadshow "BTC accende i riflettori", occasione per fare il punto
sulle tendenze nella meeting and events industry e per scoprire le importanti
novità che Btc sta preparando. Info www.btc.it. Fiori e aromi BORGO MEDIEVALE,
PARCO DEL VALENTINO, ORE 17,30 Workshop "Fiori e aromi al giardino
medievale", lezione a cura di Edoardo Santoro "Pareti verdi, non solo
rampicanti". Info 011/4431714. Recitazione GRUPPO TEATRALE SCENATTIVA, VIA
PORRI 13, ORE 18 "Personaggi Shakespeariani al Femminile", stage in 4
incontri su alcuni dei principali e più affascinanti ruoli femminili di
Shakespeare, da Ofelia, a Lady Macbeth, da Cleopatra a Giulietta. Prenotazione
necessaria. Info 340/5263010. Sindone FNAC, VIA ROMA 56, ORE 18 Incontro "Sindone.
Destinazione Torino - Viaggio al centro del Mistero" di R.Rossotti, F.
Cordero di Pamparato. Cinque autori partono da diversi punti di vista per
raccontare la storia affascinante di un grande enigma. Ingresso libero. Info
011/6680580 o www.somewhere.it. Giorgio Caproni CENTRO PANNUNZIO, VIA MARIA
VITTORIA 35/H, ORE 18 Andrea Maia terrà una lettura poetica sul tema "Una
disperazione calma. L'opera poetica di Giorgio Caproni", introdurrà Dante
Giordanengo. Info 0118123023. In inglese BIBLIOTECA CIVICA A. PASSERIN
D'ENTRÈVES, VIA G. RENI 102, ORE 18,15 Incontri in lingua inglese, condotti da
Antonella Del Torchio. Info 011/4435290. Balon Mundial CAFFÉ BASAGLIA, VIA
MANTOVA 34, ORE 19 Presentazione della terza edizione del Balon Mundial
(www.balonmundial.it), il mondiale di calcio per migranti di Torino, che vede
al via 28 squadre in rappresentanza di altrettante comunità, con la
partecipazione di oltre 550 giocatori. Psicoaperitivo HAMMAM, VIA FIOCCHETTO
15, ORE 19,45 Psicoaperitivo "Imparare a dire no: come difendersi dalle
manipolazioni psicologiche", a cura di Ivan Bono e Francesca Pantò.
Ingresso a 10 euro. Info e prenotazione necessaria 328/0287813 o 347/0827861.
Meditazione Camminata PARCO FLUVIALE DEL PO, ORE 20,30 La Meditazione
Camminata, propria della tradizione tibetana è un sistema di rilassamento
psico-fisico che utilizza la deambulazione come pratica di concentrazione e
detossinamento. Verranno proposti semplici esercizi, anche per principianti
assoluti. Consigliato prenotare entro il giorno precedente. Info 349/8152051.
Sapori d'Egitto MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6,
ORE 20,30 E 21,30 È un percorso serale in museo a porte chiuse che verte
sull'alimentazione nell'Antico Egitto. In compagnia di un'egittologa, si incontrano
tutti i reperti inerenti al tema. Al termine del percorso, nello Statuario, il
Mastro Birraio del Birrificio Torino offre una degustazione di birra egizia,
ispirata a quella dei faraoni e accompagnata da assaggi a tema. Prenotazioni
allo 011/4406903 o a info@museitorino.it. Grazia divina SOLELUNA ISTITUTO, VIA
ANDORNO 5, ORE 21 Incontro Settimanale "La Grazia Divina", conducono
Pragita Fusco e Chameli Innocenti; si riceverà una speciale energia in grado di
velocizzare il processo di risveglio dalla illusoria percezione di separazione.
Info 011/887950 o www.solelunaistituto.it. Il piacere di ascoltare ACI GALLERY,
CORSO NOVARA 20/F, ORE 21 Il piacere di ascoltare scrittori, poeti e artisti;
Anna Sciarrillo e Ermanno Eandi vi invitano a leggere e presentare i vostri
testi. Info e adesioni 011/2483717. Incontri CENTRO DELLA NORMA, VIA ASSISI 6,
ORE 21 Artisti del laboratorio, con Roberto Bertin, in "A cura
dell'artista". Ingresso gratuito. Leggere le montagne CIRCOLO DEI LETTORI,
VIA BOGINO 9, ORE 21 "Una lunga avventura, il K2", di e con Roberto
Mantovani, voce recitante Cesare Rasini, Coro Edelweiss del Cai Torino, Marta
Pidello all'arpa. Psicoterapia psicoanalitica LEGOLIBRI, VIA MARIA VITTORIA 31,
ORE 21 Presentazione della Scuola dell'Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica
- IPP. Info 011/888975 o www.legolibri.it. Illusione d'amore CAFFE' ROMA, VIA
MAGENTA 49, ORE 21-23,30 Inizia corso di IdS - Ingegneria della Seduzione
tenuto dal dott. Massimo Taramasco che avrà come obiettivo quello di apprendere
tecniche innovative ed estremamente efficaci che vi permetteranno di superare
molte difficoltà della vita, come relazionarsi con l'altro sesso. Costo 20
euro. Info e adesioni centrostudicomunicazione@yahoo.it o 333/1511703. Angolo
dell'avventura SERMIG, VIA BORGO DORA 61, ORE 21,30 Proiezione di
"Sikkim-Bhutan", immagini di Patrizia Cesa. Info
www.angolodellavventuraroma.com/regioni/piemonte/piemonte.htm. GIOVEDI' 11
Diritti e doveri VSSP, VIA TOSELLI 1, ORE 15 Incontro su "Cittadini attivi
per la tutela sociale dei diritti e dei doveri", interviene il
coordinatore Cittadinanza Attiva Lino Scarcella. Ingresso gratuito. Info
339/4566095. Regio dietro le quinte TEATRO REGIO, PIAZZA CASTELLO 215, ORE
15,30 "Il Regio dietro le quinte - itinerari segreti di un grande teatro
d'Opera", visita guidata al teatro. Ingresso 5 euro. Info 011/8815557. Il
geometra BIBLIOTECA CIVICA DIETRICH BONHOEFFER, CORSO CORSICA 55, ORE
16,45-19,45 "Il geometra risponde" servizio di consulenza gratuita al
cittadino. Info e prenotazione www.torinofacile.it/servizi o 011/4435990.
Incontri del giovedì FONDAZIONE ACCORSI, VIA PO 55, ORE 17 Giorgio Dondi
interviene su "Alabarde e partigiane a Corte". Info 011/8376688 int.
3. Arte in movimento EX SCUDERIE LA TESORIERA, CORSO FRANCIA 192, ORE 17 Si
apre la seconda mostra collettiva della rassegna
"Piemonte.Arte in Movimento". Vernissage alle ore 21. Le opere
saranno visibili fino al 18 giugno, con orario 17-19,30 e 20,30-22,30. Info
348/5469658. Arte contemporanea BIBLIOTECA CIVICA VILLA AMORETTI, CORSO
ORBASSANO 200, ORE 17,30 Leggere l'arte contemporanea, in collaborazione con il
Castello di Rivoli Museo d'arte contemporanea incontri condotti da Alessia
Giorda: Arte povera. Info 011/4438604. Hortus Botanicus DIPARTIMENTO BIOLOGIA
VEGETALE, VIALE MATTIOLI 25, ORE 17,30 La Professoressa Rosanna Caramiello,
responsabile scientifico dell'Orto Botanico di Torino, presenterà il DVD
"Hortus Botanicus Taurinensis", recentemente realizzato dall'Orto
Botanico e dal Dipartimento di Biologia Vegetale in collaborazione con
HoldenArt. Interverrà alla presentazione l'Assessore alla Cultura del Comune di
Torino Fiorenzo Alfieri. Ora d'arte PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 18
Appuntamento settimanale per scoprire un'opera di Palazzo Madama raccontata da
chi è a quotidiano contatto con le collezioni: "Una scala verso il cielo:
progettare e realizzare la Torre Panoramica", con Diego Giachello,
architetto. Costo 3 euro. Info e prenotazioni 011/4429911. L'Opera CENTRO
PANNUNZIO, VIA MARIA VITTORIA 35/H, ORE 18 Paolo Gallarati terrà una conferenza
su "Come si ascolta l'Opera. Caratteri musicali e teatrali del
melodramma", introdurrà Anna Ricotti. Info 011/8123023. Inflazione FNAC,
VIA ROMA 56, ORE 18 Andrea De Marchi presenta il suo ultimo libro
"Inflazione malattia primaria", con intervento musicale de Le
Malecorde che presentano il loro nuovo album "Da ora". Interviene
Francesco Antonioli de il Sole 24 Ore. Ingresso libero. Info 011/5516711.
Streghe a Torino CHIESA SAN DOMENICO, VIA SAN DOMENICO, ORE 18,45 Un itinerario
tra Inquisizione, roghi, tribunali e forche. Costo 10 euro. Info e prenotazioni
011/853670 o www.barburin.com. Piramidi e papere MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE,
VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6, ORE 20 E 22 È un percorso teatralizzato serale
in museo che vede un egittologo accompagnato dalla sua pittoresca assistente
guidare i visitatori in un tour fuori dal comune. Tra racconti di leggende e
rivelazioni di falsi miti, che preoccuperanno un turista un po' troppo curioso,
si possono scoprire le piramidi e le papere. Costo 15 euro. Prenotazioni allo
011/4406903 o a info@museitorino.it. Meditazione Camminata PARCO FLUVIALE DEL
PO, ORE 20,30 La Meditazione Camminata, propria della tradizione tibetana è un
sistema di rilassamento psico-fisico che utilizza la deambulazione come pratica
di concentrazione e detossinamento. Verranno proposti semplici esercizi, anche
per principianti assoluti. Consigliato prenotare entro il giorno precedente.
Info 349/8152051. Evoluti per caso MUSEO REGIONALE SCIENZE NATURALI, VIA
GIOLITTI 36, ORE 21 Nell'ambito della mostra "La scimmia nuda" si
terrà una conferenza - spettacolo condotta da Patrizio Roversi, in cui
intervengono Gabriele Gentile e Valerio Sbordoni: "Evoluti per caso. Sulle
tracce di Darwin". Ingresso libero. Info www.mrsntorino.it. Anoressia
LEGOLIBRI, VIA MARIA VITTORIA 31, ORE 21 Presentazione del libro "Il muro
dell'anoressia" di Domenico Cosenza, con l'autore intervengono Cesare
Albasi, Maria Zuccolin, Laura Ciccolini. Info 011/888975 o www.legolibri.it.
Capire la pittura CENTRO CONGRESSI, VIA FANTI 17, ORE 21,15 Incontro conclusivo
del ciclo di primavera con l'esperta Carla Falcone, che ci accompagnerà
"Tra Realismo caravaggesco e Seicento lombardo: Tanzio alla Pinacoteca di
Varallo". Come sempre in omaggio ai partecipanti il volume illustrato
sulle opera trattate nella conferenza. Reiki CENTRO STUDI OLISTICI BRAHMA
VIDYA, VIA VANDALINO 82/28, ORE 21,30 Sereata Reiki, il sistema di guarigione
di Mikao Usui. Serata a perta a tutti. Info 011/4119849, 334/3145040 o
brahmavidya06@yahoo.it. MOSTRE Montagne della frutta MUSEO NAZIONALE DELLA
MONTAGNA, PIAZZALE MONTE DEI CAPPUCCINI 7 La mostra "Le montagne della
frutta. Etichette 1900-1960" presenta una selezione di centosessanta
etichette di cassette per la frutta a tema montano, selezionate tra le duecentocinquanta
conservate tra le molte collezioni del Centro Documentazione del Museo
Nazionale della Montagna di Torino: un'angolazione inedita da cui osservare il
mondo dell'alta quota. La mostra è visitabile fino all'8 novembre, con orario
dalle 9 alle 19, dal martedì alla domenica. Info 011/6604104 o
www.museomontagna.org. Evoluzione dell'auto MUSEO NAZIONALE DELL'AUTOMOBILE,
CORSO MASSIMO D'AZEGLIO 15 La mostra "L'evoluzione dell'automobile",
un nuovo appuntamento dedicato alla storia dell'automobile, sarà visitabile
fino al 13 settembre, con orario, dal martedì alla domenica 10-18. Le domeniche
7 e 14 giugno i visitatori potranno effettuare alle ore 16 la visita guidata
alla mostra al costo di euro 3,50 a persona + il costo del biglietto
d'ingresso. Info 011/6599872. Tutte le mostre MUSEO REGIONALE DI SCIENZE
NATURALI, VIA GIOLITTI 36 La mostra "La scimmia nuda. Storia naturale
dell'umanità" è aperta fino al 10 gennaio; "Cosa sono le
nuvole?", fotografie di Mario Lanzardo, è stata prorogata fino al 29
giugno. Inoltre si possono visitare le mostre permanenti "Museo storico di
zoologia", "Arca" e "Mineralia 2". Orario 10-19 tutti
i giorni, chiuso il martedì. Info 011/4326354 o www.mrsntorino.it. Prova a
volare OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI, CORSO CASTELFIDARDO 18 La mostra
"Prova a volare. La simulazione di volo dai primi aeroplani
all'esplorazione spaziale" è visitabile fino al 14 giugno, con orario
10-19, ingresso a 5 euro, ridotto a 3 euro. Info 011/710049. Donna e Università
BIBLIOTECA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA, VIA PO 17 La mostra evento "La
donna e l'Università. Un viaggio alla scoperta del mondo femminile: inserimento
nel contesto sociale, donne riformatrici, donne all'università, il rapporto tra
gli studenti", è visitabile fino al 19 giugno, con orario 9-17. Info
www.amiciunito.it o 011/6604284. I Piffetti MUSEO ACCORSI, VIA PO 55 Prorogata
fino al 14 giugno la mostra "I Piffetti della camera delle
meraviglie", due mobili inediti del "primo ebanista del Re"
provenienti dalla donazione Laura Volpi Ottolini. Orario da martedì a domenica,
ore 10-13 e 14-18,30; chiuso lunedì e il 2 giugno. Info 011/837688 int. 3.
Feste barocche PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO La mostra "Feste barocche.
Cerimonie e spettacoli alla corte dei Savoia tra Cinque e Settecento",
sarà visitabile fino al 5 luglio, con orario: martedì-sabato 10-18, domenica
10-20, chiuso lunedì. Info 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it e
www.fondazionetorinomusei.it. Costituzione MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA,
CORSO VALDOCCO 4/A La mostra "I giovani e la Costituzione. Disegni,
laboratori, performance e videoinstallazioni" sarà visitabile fino al 21
giugno, con orario martedì - domenica, ore 10-18; giovedì 14-22; lunedì chiuso.
Info www.museodiffusotorino.it. Vulcano di Fogo MUSEO DI VALSALICE, VIALE THOVEZ
37 La mostra tematica sul vulcano di Fogo, Capo Verde, "Conoscere per
convivere con il vulcano", è stata prorogata fino al 28 giugno, con orario
da lunedì a venerdì e sabato mattina, su prenotazione, 9-12,30 e 14,30-18,30;
nei pomeriggi di sabato, domenica e festivi non occorre prenotare. Info
011/6300611. Akhenaton PALAZZO BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20 Fino al 14 giugno
sarà visitabile la mostra "Akhenaton. Faraone del sole". Info
011/5711888 o www.palazzobricherasio.it.
( da "Riformista, Il"
del 06-06-2009)
Argomenti: Class Action
sfide molotov, atti
vandalici, insulti reciproci. i grandi partiti sonnecchiano ma la tensione sale
«Opposti squadrismi» La campagna di Bologna finisce in mano ai violenti
escalation. Scritte sul sacrario dei caduti della Resistenza, attentato
incendiario alla sede di Casapound. A destra e sinistra vince l'estremismo. di
Antonella Cardone L'ultimo, due notti fa: frasi inneggianti al duce e alla P2
sono state trovate sul sacrario dei caduti della Resistenza e della strage alla
stazione, in piazza Maggiore. Il più pericoloso, la notte prima: un attentato
incendiario contro la sede di un'organizzazione di estrema destra, Casapound,
dove dormivano due militanti tra cui una donna incinta rimasta lievemente
intossicata dal fumo. E' da settimane che a Bologna si susseguono episodi di
questo tipo, mentre in contemporanea la campagna elettorale per le
amministrative procede tra fuori programma solo goliardici come quello della
pornostar che al comizio di Dario Franceschini, giovedì sera, si è denudata per
sbeffeggiare il Pd, e spy story caserecce come quella del "corvo" che
vede indagati per violazione della privacy del candidato Pdl Alfredo Cazzola
due esponenti dell'entourage del casiniano Giorgio Guazzaloca. Sottotraccia,
però, la tensione è salita. E pensare che, alla presentazione delle liste, la
presenza di due candidati sindaco di estrema destra (don Giulio Tam per Forza
Nuova, Massimiliano Mazzanti, responsabile culturale di Casapound Bologna, per
La Fiamma Tricolore) nella roccaforte rossa non era stata considerata notizia
degna di nota se non nel mondo dei collettivi di estrema sinistra, i quali alla
partita delle comunali hanno schierato come candidato sindaco il rugbista ex
settantasettino Valerio Monteventi. Silenti anche i gruppi anarcoidi che pure
regolarmente - elezioni o no - emergono dal sottobosco con azioni come
l'imbrattamento delle macellerie o la messa all'indice mediatico, sui loro
siti, degli esponenti delle forze dell'ordine di cui rivelano volti, nomi,
indirizzi privati. La cronistoria dell'escalation comincia a novembre, quando
un commando naziskin, in piazza, picchia a sangue un giovane universitario che,
in uno scontro verbale, aveva difeso i partigiani e la Resistenza. E' l'epoca
delle proteste dell'Onda, e i bolognesi si ritrovano a leggere sui giornali dei banchetti di Azione Universitaria messi sottosopra al suono di «Fascisti appesi per
i piedi» e «Attenti che vi arrivano le molotov» o delle lettere di insulti
firmate dai collettivi che arrivavano negli uffici di un consigliere comunale
ex An. L'obiettivo, in primavera, diventano le sedi elettorali dei partiti: alla
Lega viene riservata una bottiglia incendiaria, a Guazzaloca la scritta
a spray rosso «Merda», alla Lega, di nuovo, letame e vernice rossa. La Fiamma
Tricolore denuncia che anche un luogo di ritrovo dei suoi simpatizzanti è stato
nottetempo preso di mira a sassate. La responsabilità morale dell'accaduto
viene subito ricondotta - è l'accusa di Mazzanti - all'area di Monteventi.
Infine, pochi giorni prima del tentato rogo in stile Primavalle (su cui la
magistratura per ora minimizza, avendo aperto un fascicolo con ipotesi di reato
di danni, incendio e trasporto di materiale infiammabile) la denuncia di un
nuovo episodio: un'aggressione a suon di spintoni e urla contro un'auto su cui
viaggiavano esponenti di Casapound. Sul fronte della sinistra, l'attacco si è
rivolto verso i simboli: in periferia vengono imbrattate e danneggiate due
lapidi in ricordo dei partigiani e tre bacheche del quotidiano l'Unità.
L'episodio più grave viene in assoluto considerato l'imbrattamento avvenuto in
piena piazza Maggiore, nel sacrario più caro ai bolognesi, dopo il comizio di
Franceschini. La Procura, senza aspettare l'informativa delle forze
dell'ordine, ieri ha subito aperto un'inchiesta per vilipendio delle forze
armate della Repubblica (i reparti organizzati dei partigiani, secondo la
legge, vanno considerati esattamente come le forze armate). «Le intimidazioni
alle persone, gli atti vandalici contro le sedi di partito e i simboli della
storia della democrazia, sono tutti episodi da condannare e da non
sottovalutare», avverte il sindaco Sergio Cofferati. «Opposti squadrismi -
valuta l'ex magistrato ora assessore alla Sicurezza, Libero Mancuso - tentano
di creare tensioni nella nostra città. E' necessario che Bologna sappia ancora
una volta isolare questi delinquenti». 06/06/2009
( da "Unita, L'" del
07-06-2009)
Argomenti: Class Action
Orario di lavoro
maternità, asilo... Regole finanziarie e bancarie, norme sull'immigrazione Ecco
cosa deciderà l'Europarlamento che votiamo oggi M. MON. Orario di lavoro
settimanale, congedo di maternità, regole della finanza e politiche
sull'immigrazione. I dossier che attendono i nuovi eurodeputati a Strasburgo
per la prossima legislatura non sono una passerella per veline. Possono
cambiare la via dei cittadini. Anche se per molti l'Unione europea resta un
concetto astratto le conseguenze delle elezioni rischiano di essere
pesantemente concrete. Sicuramente per i lavoratori che, in base ad una
direttiva europea, possono lavorare al massimo per 48 ore a settimana, mentre
in altri Paesi come la Gran Bretagna sono consentite delle eccezioni per
estendere l'orario a 60-65 ore. Ma le abitudini inglesi rischiano di fare
scuola e negli ultimi anni l'Europarlamento è stato impegnato un faticoso
negoziato per porre fine a queste eccezioni: 48 ore per tutti. Toccherà alla
prossima legislatura rincominciare da capo. Come per il congedo di maternità.
In Germania sono 14 settimane, in Gran Bretagna 52; la commissione Donne
dell'Europarlamento ha chiesto un minimo di 20 settimane, e il congedo di
paternità obbligatorio. Troppo per gli eurodeputati del Ppe, e hanno affondato
il negoziato. Sulla finanza poi il dossier è tra i più corposi, vista la crisi.
Entro l'anno prossimo deve essere varata la riforma della supervisione
finanziaria ispirata dall'ex direttore dell'Fmi Jacques de Larosière. Si
metterà mano alle regole dei prestiti bancari e su quelle dei prodotti
derivati, ad ottobre inizierà la revisione della direttiva sull'class="hilite">abuso di informazioni
privilegiate e sulle manipolazioni del mercato, alle remunerazioni dei manager
e alla class="term">class
class="term">action. Se poi venisse
ratificato il Trattato di Lisbona il Parlamento europeo aumenterà di molto i
suoi poteri. Sarà così per la politica agricola comune, che smista il grosso
del bilancio comunitario, ma anche per i Fondi regionali e di coesione. Infine
si inizierà a legiferare su giustizia e sicurezza, in materie delicatissime
come l'immigrazione, l'asilo, la cooperazione giudiziaria e di polizia. La
posta in gioco
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Class Action
SAN BENEDETTO pag.
10 di PASQUALE BERGAMASCHI L'AVVOCATO Carlo Antonetti che, con il collega G...
di PASQUALE BERGAMASCHI L'AVVOCATO Carlo Antonetti che, con il collega
Gianfranco Iadecola, è il legale dei fratelli Franco, Giovanni e Marcello
Tormenti, ha assicurato: «La Sambenedettese Calcio non è assolutamente
coinvolta nella vicenda». Come dire: alla sede della società rossoblù, come è
stato fatto alla Navigo.it', non sono stati apposti i sigilli. Non sono state
neppure sequestrate le quote sociali di proprietà dei Tormenti. Fino ad oggi, poiché
è il parere collettivo (qualche sussurro è uscito pure
dall'incontro con il sindaco Gaspari e il team manager della Samb Calcio,
Pierluigi Tassotti), che la prossima mossa del Nucleo di Polizia Tributaria
della Guardia di Finanza di Pescara, sull'ordinanza della Procura della
Repubblica del Tribunale di Teramo, sarà proprio il sequestro cautelativo delle
azioni della Samb Calcio. Il motivo è semplice e lo ha sottolineato,
chiaramente, il dottor Franco Zazzetta, curatore fallimentare della Samb
Calcio, ai tempi dell'asta pubblica, vinta al secondo appello dai fratelli
Tormenti e custode giudiziario delle quote societarie del Centobuchi Calcio.
Perché il sequestro delle azioni della società rossoblù? «E' un iter
giustificato, poiché seguirà il controllo incrociato degli atti amministrativi
programmati dai fratelli Tormenti, dall'amministratore unico Giovanni a Franco
e Marcello. Inoltre l'analisi fiscale ha come obiettivo la tutela dell'Erario
dello Stato, danneggiato dall'ingente evasione fiscale che, a quanto ho letto,
sarebbe di 77 milioni di euro». Se dovesse essere confermato il sequestro
cautelativo o conservativo delle azioni della Samb Calcio, quale sarebbe la
successiva procedura? «Il giudice del Tribunale di Teramo, dopo il sequestro
cautelativo, nomina il custode giudiziario con il compito di conservare le
azioni fino alle decisioni della Magistratura, a conclusione degli interrogatori
dei Tormenti». Potrebbe agevolare la definizione della cessione acquisto della
Samb Calcio, avallando la firma dell'accordo tra i Tormenti e l'imprenditore
Sergio Spina? «Potrebbe, permettendo la firma della procura al neo vertice
della Samb Calcio per la gestione della società sportiva, ma l'ostacolo è che
l'amministratore unico è in carcere e che la sua firma non è delegabile». Cioè
è impossibile la vendita della Samb Calcio? «No, il giudice dovrà consentire la
firma della procura nella sede carceraria, con avvocati e notaio».
( da "Corriere delle Alpi"
del 07-06-2009)
Argomenti: Class Action
Torneo dei Bar, eliminazioni
eccellenti Mai dire Bar, Torrefazione e Birreria imbattute nel girone OGGI SI
ASSEGNA L'AMBITO TROFEO FELTRE. Torrefazione - Quadrifoglio, Mai dire Bar -
Corrà, Sosta - Tarà Tarà, Birreria Pedavena - Piccolo Diavolo. Sono questi gli
accoppiamenti dei quarti di finale del Torneo dei Bar di rugby a sette
organizzato dal Rugby Feltre al Foro Boario. Le prime due giornate di gara,
funestate per larghi tratti da una pioggia copiosa, hanno proposto numerose
sorprese. Fuori dalla poule vittoria tre delle prime otto della passata
edizione: Buca, Sant'Antonio e Locanda (quest'ultima con tre sconfitte e un
passivo di 2 mete segnate e 19 subite). Ad approfittarne, con pieno merito,
Piccolo Diavolo, Quadrifoglio e Tarà Tarà (squadra che schiera praticamente l'Under
17 granata). Quattro formazioni hanno chiuso imbattute i gironi eliminatori,
tre delle quali cogliendo solo successi (Mai dire Bar, Torrefazione, Birreria
Pedavena). Il sorteggio della fase finale ha posto agli antipodi le due
finaliste della scorsa edizione (Sosta e Mai dire Bar), mentre le due
principali candidate al successo finale (Sosta e Birreria Pedavena) potrebbero
trovarsi di fronte, vincendo il rispettivo quarto, già in semifinale. Tra i
giocatori, in evidenza Faggiotto, Pellizzari, Carayol, Dal Zotto, Marangon. Tra
i non giocatori, applausi in particolare per Nicola Lusa e Maurizio De
Giacometti. Nel complesso si è assistito a un buon livello di rugby, con poche
giocate singole d'applauso ma tante buone azioni
collettive. La maggior parte delle partite si sono chiuse con uno scarto
ridotto, poche le goleade. Il primo match della poule vittoria per raccogliere
l'eredità della Sosta scatterà alle 13. Già da mezzogiorno comunque il Foro
Boario sarà teatro delle sfide per evitare l'ultimo posto, e il trofeo
conseguente: il cesso. Questi gli accoppiamenti dei quarti della parte
bassa del tabellone: Barcelleria - Bar Duomo, La Buca - Lucky Corner,
Sant'Antonio - Principe, Mondo - Locanda. Dalle 15.20 alle 17.40, circa, il
torneo osserverà una pausa per consentire al pubblico di raggiungere il San
Marco di Mugnai, dove alle 15.30 il Rugby Feltre affronterà la Neroniana Anzio
nel ritorno dei playoff. In mattinata, infine, spazio al football americano.
(ip)
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-06-09 - pag: 19 autore: Siamo
un'Italia duale e ci costa caro Cambiamenti veri quando la Ue farà una politica
comune di investimenti pubblici di Giulio Tremonti u Continua da pagina 1 D al
2001 in poi, anche prima di assumere ruoli di governo, ho sostenuto per esempio
che l'allargamento dell'Unione Europea ai paesi dell'Est fosse giusto, ma che
fosse troppo breve il tempo della sua attuazione. Si può legittimamente
sostenere una cosa o l'altra, ma anche sostenere che fare la cosa giusta nel
momento sbagliato può produrre una cosa sbagliata. Quando sostenevo che i tempi
dell'allargamento erano troppo brevi, ero considerato euroscettico. Mi pare che
ora l'abbiano scritto e detto anche autorevolissimi rappresentanti italiani il
cui pensieroazione si esprime nella direzione opposta. La stessa reazione c'è stata
quando sostenevo che alcuni elementi del Patto di Stabilità e di Crescita
fossero discutibili. Allora, il patto era dominante, anche al margine dei
decimali. La mia tesi era considerata un argomento italiano per eludere le
regole europee, poi però e “autorevolmente” è stato detto che il patto era
stupido e per questo andava riscritto. Ed è stato così... Il professor Monti mi
ha contestato tante volte la misurazione chilometrica della Gazzetta ufficiale
europeae la citazione della più stravagante regolamentazione europea. Ma
l'ultima “direttiva” europea sulla quantità di sale consentita nei brÖtchen
tedeschi o nella baguette francese non mi sembra particolarmente intelligente.
Un altro esempio: l'ultimo rapporto di un gruppo di alto livello sul linguaggio
di genere utilizzabile in Europa per cancellare i differenziali di gender dice
che “uomo di Neanderthal” è una forma che si può ammettere, ma “uomo politico”e
“uomo di legge”no. Occupare intelligenze e funzioni in esercizi di questo tipo
non contribuisce certo a migliorare l'immagine dell'Europa, ma io credo –ripeto
–che il bilancio complessivo fatto anche in base alla crisi, sia ora fortemente
positivo. Rispetto a prima, viene fuori un'immagine utile e più umana
dell'Europa, più intelligente, meno rigida.E questa,oggi,è una componente
importante della forza dell'Europa. Ma di quale Europa?Immaginiamo cosa sarebbe
successo, in altri tempi, con una presidenza di semestre come quella della
Repubblica Ceca, con un governo nazionale che cade nel pieno del suo semestre
di presidenza e un presidente della Repubblica che dichiara che il tema di cui
noi stiamo discutendo,l'Unione monetaria, costituisce una forma di
“eurosocialismo”. E tuttavia è stata ed è una buona presidenza. In altri tempi
non sarebbe stato così. Oggi prevale invece l'immagine di un'Europa che è
riuscita a esprimere, di fronte alla crisi, un'immagine positiva piuttosto che
negativa. E la ragione dipende dai cambiamenti intervenuti in parallelo anche a
un altro livello, a livello hard. Qui, il dato più importante è che l'asse del
potere si è spostato dalla Commissione ai governi, dal metodo comunitario al
metodo intergovernativo, con un'accelerazione prodotta dalla crisi. è uno
spostamento che nonè collegato a considerazioni di carattere antropomorfico: la
Commissione “debole”.In realtà, non è la Commissione a essere divenuta più
debole:il punto è che i governi sono diven-tati, per effetto della crisi, più
forti. La sequenza dei vertici tra capi di Stato e di governo è l'espressione
del ritorno dei governi, anzi dello spostamento della forza politica dalla
commissione ai governi. Alcuni dei tanti vertici sono davvero pure sedute di
conoscenza o di autoscienza, altri però sono invece riunioni importanti, che
hanno effetti sostanziali di decisione e di spinta. Sia i primi che i secondi
sono nel complesso molto utili. Lo dimostra la successione dei provvedimenti
presi, sempre su impulso dei governi: a volte sono provvedimenti apparentemente
minori. Per esempio, nell'ultimo vertice europeo di primavera, si è discusso,
per la parte economica, sui criteri contabili. Il governo italiano ha fatto
notare che, dietro la contabilità, c'è l'ideologia e la politica, perché la
contabilità non è una fredda rappresentazione ragionieristica, ma riflette
l'idea che si ha della funzione dell'impresa: se l'impresa deve creare valore
per gli azionisti, o invece per chi sta nell'impresa. A seconda dei criteri
contabili che si applicano, si applica in realtà una certa idea del
capitalismo. Il mutamento che si è avuto sotto l'impulso della crisi
economico-finanziaria non è stato solo quello dal semplice coordinamento a un
coordinamento rafforzato. è stato il passaggio dal
coordinamento alla decisione collettiva: gli ultimi interventi europei, all'interno dell'Europa o
attraverso l'Europa nel G-20, sono stati via via sempre più mirati verso forme
di scelta collettiva. Il
passaggio dei passaggi,dal coordinamento al collettivo, avverrà comunque in
modo completo solo quando l'Europa deciderà di fare una politica comune d'investimenti
pubblici. E qui si apre il discorso di una nuova versione prima, e
dell'applicazione poi, del vecchio e glorioso piano Delors. Credo che una
politica di stimoli sia necessaria, in tempi di declino della domanda.E un vero
stimolo l'Europalo può dare solo se fa una politica industriale d'investimenti
pubblici collettivi:questa politica non è che la versione attuale del piano
Delors. Eppure,continuano a dominare –e si tratta di un limite evidente –
logiche nazionali.Alla richiesta di cominciare a studiare l'emissione di
eurobond, la reazione di parecchi governi europei è stata questa: gli eurobond
ci sono già e si chiamano Bund. è l'espressione di una visione non
particolarmente comunitaria, anche se viene dalla Germania e anche se non
cancella la nostra speranza di progredire verso l'obiettivo di bond europei.
Quanto all'immagine hard del nostro paese, dobbiamo tenere conto, nella realtà
sostanziale, di un primo aspetto: il differenziale italiano relativo al debito
pubblico. L'Italia è ancora un paese che ha un debito pubblico a tre cifre,
mentre gli altri lo hanno a due cifre, pur avendo una velocità di crescita del
debito maggiore della nostra. Questo dato di fatto ha marcato la nostra storia.L'Italia
cresce molto negli anni 60 e negli anni 70, fino a recuperare, negli anni 80,
il suo differenziale di crescita con l'Europa:ma lo fa da ultimo anche con la
spinta del debito pubblico. Quando l'Italia smette di seguire una politica di
spinta economica attraverso il debito pubblico, si apre il differenziale, e gli
altri paesi crescono più rapidamente: forse ci si dovrebbe chiedere se
l'effetto di crescita,negli altri paesi, sia davvero dipeso da riforme
strutturalio non piuttosto dal fatto che questi paesi stavano in realtà
accumulando enormi quantità di debito. Soltanto che in questi casi si trattava
di debiti privati, non pubblici; mentre oggi che i salvataggi pubblici prendono
la forma di un colossale “derivato pubblico”,si spostano i debiti derivati
tossici dal privato al pubblico. Ma alla fine sempre debito è, privato o
pubblico che sia. è per questo che credo sia necessario compiere una
riflessione approfondita sul rapporto tra debito e crescita. L'Italia ha un
grande debito pubblico, ma non ha un grosso indebitamento privato. Considerando
che ormai si tende a consolidare i due debiti, anche perché avvengono passaggi
dal privato al pubblico, il differenziale negativo risulta essere meno forte di
prima. Il secondo aspetto di cui tenere conto è la struttura industriale del
nostro paese: quattro milioni di partite Iva vuol dire quattro milioni di
imprese medio-piccole, di lavoratori autonomi, di persone che comunque lavorano
allo sviluppo economico del paese. è un dato fondamentale, al quale bisogna
aggiungerne un altro. Il nostro paese non ha solo export, ha anche una domanda
interna rilevante. L'Italia è insomma più equilibrata di altri paesi che hanno
una propensione dominante all'export, e probabilmente è anche più ricca. Se
questo non risulta dalle statistiche, e pur tenendo conto dell'evasione
fiscale,è per il peso di un fattore hard spesso trascurato. Molta parte del
sistema industriale italiano è legalmente posseduto attraverso holding estere
basate in Europa. Il che significa che larga parte dell'attività dei gruppi
industriali medi italiani è operata attraverso la struttura estera:per fare gli
investimenti nell'Est o nel Asia orientale, si opera attraverso la struttura
europea, utilizzando una holding europea. Cosa che per la verità non è illegale,
ma perfettamente conforme a un sistema giuridico che, integrandosi, consente di
trasferire la proprietà di un'attività in altri paesi europei, piuttosto che
nel paese di origine. La conseguenza, in ogni caso, è che una quota enorme
della ricchezza italiana non rientra nelle statistiche: non per illegalità,
ripeto, ma per la semplice applicazione di un particolare criterio di
organizzazione della proprietà. E, da Marx in poi, è la proprietà a contare, a
fare la differenza. In sostanza, la mia convinzione è che l'importo dei global
assets posseduti in proprio dall'industria italiana sia enormemente superiore a
quello che risulta dalle statistiche (e pur scontando l'evasione fiscale).
Tutto ciò spiega un elemento ulteriore:l'Italia è un paese duale, e purtroppo
lo è sempre di più. Dire che in base alle statistiche siamo sotto gli standard
di ricerca, di produttività o di altri indicatori è un modo assolutamente
arbitrario di leggere le statistiche. Per essere chiari, il Centro e il Nord
dell'Italia hanno livelli di ricchezza, strutturati da anni, comparabili a
quelli delle grandi aree europee –dalla Baviera all'Île de France
–corrispondenti al grande arco di ricchezza che un tempo veniva definito
“carolingio”. E non è possibile mantenere per tanto tempo questi livelli di
ricchezza senza avere un alto livello di ricerca scientifica, di produttività e
di tutti gli altri indicatori che invece nelle statistiche ci vedono
penalizzati. La verità è diversa da quella che ci raccontano gli esperti. E
consiste nel fatto che siamo un paese unico, sì, ma duale: fondamentale, in
senso negativo, è il divario crescente tra Nord e Sud. Se si considera questo
elemento hard, l'unica conclusione possibile è che la nostra strategia
fondamentale di permanenza in Europa dipende dal rilancio del Sud. Perché la
crescita di quel differenziale, fra Sud e Nord, è il fattore davvero critico
della nostra presenza in Europa. Dobbiamo quindi evitare che questo
differenziale cresca, e agire invece in modo che si riduca. è per questa ragione
che credo fortemente nel federalismo fiscale, espresso in questi termini: no
taxation without representation. Credo anche che questa sia la strategia per
evitare che un pezzo del paese finisca per differenziarsi troppo, e per
tutelare così il senso migliore di una sola parola essenziale: lo stato.
FEDERALISMO FISCALE Una scelta di politica economica che consente di ridurre il
differenziale tra le aree della penisola e di tutelare il senso migliore dello
stato ILLUSTRAZIONE DI UMBERTO GRATI
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 10-06-2009)
Argomenti: Class Action
CULTURA & SPETTACOLI
MARCHE pag. 22 Le nuove piazze del sapere La biblioteca pubblica luogo di
libertà e di creatività per ogni cittadino di PAOLO ANGELETTI PESARO «LA
BIBLIOTECA silenziosa, dove i libri sono lì in attesa dei lettori non esiste
più, e forse non è mai esistita». Lo scrive Antonella Agnoli, direttrice fino
al marzo 2008 della biblioteca San Giovanni di Pesaro (che ha progettato e
avviato), collaboratrice degli Idea Store di Londra, consulente di vari
architetti e di molte amministrazioni locali per la progettazione degli spazi e
dei servizi bibliotecari e per la formazione del personale, coordinatrice
dell'associazione Forum del Libro, collaboratrice di Artelibro a Bologna e
tante altre cose ancora. Un'esperienza trentennale e unica che ora ha sintetizzato
in un libro, Le piazze del sapere, appena uscito per i tipi di Laterza (pp.
176, euro 18). Il volume ovviamente dà una prospettiva alla biblioteca futura
(senza perdere di vista il presente) e ne disegna i contorni sottolineandone i
contenuti. «Oggi la biblioteca afferma la Agnoli è un luogo di molteplici
attività sociali e di scambi culturali, dove i cittadini vengono anche solo per
frequentare un corso di Ikebana, assistere ad una conferenza sulle piante da
terrazza, o vedere una mostra sull'effetto serra. Tutto questo senza sminuire
in nulla l'importanza delle collezioni di libri, giornali, risorse
elettroniche, film, cd musicali e quant'altro. Al contrario, l'unica via per
valorizzare le collezioni consiste nell'accettare la loro ricchezza e la loro complessità:
la letteratura è nata orale e i poeti hanno sempre letto i loro versi a
audience popolari e non elitari». Quella che descrive l'autrice nel suo libro
ricco di cifre, riferimenti e, soprattutto esperienza, è una «biblioteca
attiva», in cui i fruitori sono i veri protagonisti. Il vero patrimonio di una
biblioteca, a ben pensarci, non è la varietà dei libri o dei dvd e dei cd, ma
le persone che la frequentano e la rendono un luogo vivo, dove è possibile
scambiare opinioni e conoscenze: frutto dell'apprendimento accademico o, meglio
ancora, delle proprie esperienze personali. A QUESTA nuova dimensione
culturale' rispetto alla biblioteca di conservazione, dove il lettore ha
accesso solo al catalogo dei libri e per venirne in possesso deve rivolgersi al
personale, corrisponde un rinnovato uso e progettazione degli spazi che fanno
delle public libraries una possibile nuova piazza: non per lettori, ma per
cittadini. La Biblioetca San Giovanni di Pesaro ne è un esempio, come le
biblioteche di oltre 1000 metriquadri costruite in Spagna tra il 2001 e il
2006, o i 210 milioni di euro che Birmingham ha investito per la sua nuova
biblioteca. E' ripensando gli spazi urbani, sottraendoli alla
commercializzazione selvaggia per farne luoghi di incontro, di scambio, di «azione collettiva» che la biblioteca pubblica finisce per occupare anche un ruolo
sociale. Agnoli racconta queste cose con la competenza e la perizia che le
appartengono, animata dalla lusinga che «in un Paese sempre più ignorante, che
rischia di restare ai margini dell'economia della conoscenza, la biblioteca
pubblica deve diventare parte di un progetto di rinascita dell'Italia»
ma anche col disincanto consapevole di chi ha lavorato tra mille difficoltà,
fondi negati e promesse mancate. A proposito del San Giovanni scrive: «le
difficoltà maggiori nel nostro tentativo sono venute, come sempre in Italia,
dalla cultura d'impresa', cioè dal tentativo di coinvolgere il personale in
un'operazione ambiziosa. Se i giovani della cooperativa hanno sempre risposto
con entusiasmo alla promessa implicita' nelle atmosfere del San Giovanni, il
personale in organico, a cominciare dai livelli dirigenziali, non hai mai
veramente condiviso l'audacia del progetto».
( da "Repubblica, La"
del 10-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina 33 - Commenti
LIBERTà E RESPONSABILITà DELLE FONDAZIONI GUSTAVO ZAGREBELSKY A dieci anni
dalla «riforma Ciampi» e a sei dalle sentenze della Corte costituzionale che ne
hanno fissata la natura, si può tentare, se non un bilancio, almeno qualche considerazione
generale circa la corrispondenza tra l´essere e il dover essere delle
fondazioni di origine bancaria: qualche considerazione generale destinata
principalmente a formulare domande, la risposte alle quali è di competenza di
coloro che del modo d´essere e di operare delle fondazioni portano, a qualche
titolo, la responsabilità. Le fondazioni sono il risultato della trasformazione
ope legis degli originari «enti conferenti» che, all´inizio degli anno 90,
hanno operato la trasformazione degli enti creditizi in società per azioni. Esse sono diventate
persone giuridiche private senza fine di lucro, la cui dotazione patrimoniale
consiste nei risultati economici dell´amministrazione dell´originaria
partecipazione azionaria al capitale delle società bancarie e sono chiamate a
perseguire « esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello
sviluppo economico «. Questi scopi sono assorbenti. Nulla residua, al di fuori
di essi. Non solo la destinazione del reddito derivante dagli investimenti del capitale
(le «erogazioni»), ma il capitale stesso è totalmente vincolato, e da questi
scopi sono radicalmente escluse le attività d´impresa o di finanziamento
diretto o indiretto di attività d´impresa, compresa, per esplicita e diretta
sottolineatura, l´attività creditizia. L´origine bancaria dovrebbe dunque oggi
essere solo il ricordo di una vicenda ormai chiusa, appartenente non alla
storia ma alla preistoria delle fondazioni volute dalla legge Ciampi. Le
«dismissioni» delle partecipazioni nel capitale delle società bancarie, imposte
per legge, avrebbero dovuto segnare, per l´appunto, la cesura tra preistoria e
storia attuale. Nel 2003, le fondazioni sono state oggetto di due sentenze
della Corte costituzionale che ne ha precisato il «posto istituzionale» che
compete loro., ascrivendole alla sfera delle «libertà sociali». Esse - è stato
detto - appartengono a una dimensione della vita collettiva che non si lascia ridurre
alla «grande dicotomia» di cui parlava Norberto Bobbio, tra il pubblico, come
gestione autoritativa di interessi collettivi, e il privato, come libero
perseguimento di fini d´interesse individuale. In breve, si tratta (a) di
soggetti giuridici privati, (b) espressione di auto-organizzazione sociale,
(c) dotati di un proprio patrimonio, gestito in modo non speculativo, (d)
operanti per la cura d´interessi non politici ma, ugualmente, generali o
collettivi, delle comunità di riferimento, al di fuori di qualsiasi intento o
scopo di lucro. Né stato né mercato, ma socialità. Così, le fondazioni sono
venute a collocarsi in uno spazio che ha un preciso significato costituzionale
cui si riferiscono gli artt. 2, 18, 41 e 43 della Costituzione, come
ispirazione generale di una «democrazia sociale»: ispirazione che, secondo
l´art. 118, assurge a criterio di organizzazione delle funzioni di rilevanza
pubblica. Le Fondazioni occupano dunque uno spazio che è tipico, ma è anche
precario perché esposto alle pressioni e alle tentazioni che vengono dai due
lati dell´esposizione, l´economia e la politica. Il raggiungimento e la difesa
dell´equilibrio tra l´una e l´altra sono tutt´altro che facili, in un contesto
come il nostro, dominato da stretti legami tra politica e finanza, entro i
quali le fondazioni sono chiamate a destreggiarsi. (...) Presso l´opinione pubblica
avvertita, che è quella che spesso risulta determinante tra i fattori di
pre-comprensione che guidano anche gli atteggiamenti dei giudici in materie
dove dominano fattori tecnici, come quello di cui ci stiamo occupando, non
risultano facilmente giustificabili, alla luce della posizione e dei compiti
che sono attribuiti alle nostre fondazioni - oggi si dice della loro mission -
comportamenti che sembrano pregiudicare negativamente la loro posizione sui due
versanti rispetto ai quali essa si gioca e nei confronti dei quali deve
preservarsi la loro autonomia. Noi non ignoriamo affatto che sempre, e
particolarmente in un momento come è l´attuale di crisi economica dalle pesanti
conseguenze sociali, tutti gli attori istituzionali devono cooperare per non
disperdere le energie e per concentrare le scarse risorse esistenti, in vista
di un interesse comune che li trascende tutti. Ma questo deve avvenire nel
rispetto dell´originalità dei ruoli rispettivi. Così, presso quell´opinione
pubblica avvertita, non giovano le contese politiche che accompagnano la vita
delle fondazione nei momenti di formazione dei loro organi e nei momenti
importanti della loro attività; contese da cui viene talora accreditata
l´impressione ch´esse siano concepite come enti strumentali delle
amministrazioni pubbliche locali, da occupare con i propri uomini. D´altra
parte, non giovano nemmeno i coinvolgimenti con le politiche finanziarie delle
banche da cui, pur al di là del rispetto formale delle norme di legge, sembra
risultare la perduranza di intrecci d´interesse con i quali le fondazioni
dovrebbero ormai avere sciolti i propri legami. Queste impressioni alimentano
l´idea che l´amministrazione dei grandi patrimoni delle fondazioni serva ad
altro che a fornire le rendite migliori per alimentare le proprie attività
erogative a favore della collettività, attività per le quali anche la struttura
organizzativa e funzionale - la governance, si dice oggi - non è adatta, e che
l´autonomia di cui gli enti gestori godono non sia, in pratica, giustificata
dal loro particolare legame di responsabilità sociale nei confronti delle
comunità di cui essi devono essere la rappresentazione, e sia invece uno
schermo per scelte politico-amministrative e imprenditoriali sottratte alla
responsabilità ora della politica, ora del mercato. (...) La strada per
consolidare la posizione delle fondazioni, riempirla di significato conforme
alla democrazia in senso sociale e sottrarla a quello che è stato definito il
pericolo della loro «autoreferenzialità» non può che essere di stabilire nessi
e collegamenti circolari di affidabilità e ricettività con l´ambiente in cui
esse operano, dove circolino informazioni, si esprimano bisogni, si formulino
progetti e domande, entro un sistema di «libertà sociali» accompagnate a «responsabilità
sociali». I due concetti di libertà e responsabilità sono naturalmente
correlati e la loro correlazione è condizione per poter parlare delle
fondazioni come soggetti appartenenti alle comunità territoriali di riferimento
e per far sì che le prime vengano sempre più percepite come elementi portanti
delle seconde. Non sovrappiù, aggiunte, sovrapposizioni, ma parti integranti,
anzi integratrici. L´autonomia delle fondazioni ha questo primario obbiettivo,
di formazione e tenuta del tessuto sociale. In questa direzione, può concorrere
la pubblicità dei loro progetti, alla cui realizzazione siano chiamati a
concorrere tutti i soggetti interessati, la selezione tra quali sia fatta con
criteri di trasparenza, oggettività e imparzialità, secondo procedure che
assicurino forme di partecipazione cooperativa; il diritto degli interessati
alla motivazione delle decisioni di diniego, utile particolarmente nel caso del
concorso di pluralità di domande d´accesso al medesimo finanziamento; procedure
di rimostranza presso organi di garanzia, dotati di autonomia funzionale, da
attivare in caso di decisioni che si ritengano discriminatorie (...); la
pubblicità preventiva dei progetti di finanziamenti di rilevante importo (...);
l´istituzione di una Autorità indipendente, cioè non governativa
eventualmente, in assenza di iniziativa legislativa in proposito, anche per
determinazione autonoma del sistema stesso delle fondazioni -, garante della
legalità, della trasparenza e della "buona gestione" - nell´interesse
dei soggetti terzi -
delle attività istituzionali delle Fondazioni e della destinazione dei loro
patrimoni. (Questo articolo è un ampio stralcio dell´intervento che l´autore
terrà oggi a Siena al congresso delle Fondazioni di origine bancaria)
( da "Riformista, Il"
del 10-06-2009)
Argomenti: Class Action
L'automa e lo
spirito del nomade Panebianco Scienze sociali. «Azioni individuali,
istituzioni, imprese collettive» chiamate a rapporto nel complesso saggio
dell'eclettico intellettuale. Richard Posner, Friedrich von Hayek, Hernando de
Soto di Alberto Mingardi Se gli studiosi si dividono fra stanziali, che
consacrano una vita di lavoro ad un unico tema, e nomadi, che invece
rincorrono prospettive le più diverse, Angelo Panebianco apre il suo ultimo
libro con una felice professione d'appartenenza alla seconda categoria.
Schiatta vieppiù minoritaria, in tempi nei quali le scienze sociali sono
transennate da specialismi, ma certo non ininfluente. Quello di Richard Posner
è solo il primo nome che torna alla mente. Panebianco è uno zingaro di lusso,
avendo dato contributi memorabili in tema di partiti politici, relazioni
internazionali, ed avendo all'attivo un importante libro di filosofia politica,
Il potere, lo stato, la libertà, uscito nel 2004 dal Mulino. Questo L'automa e
lo spirito (Il Mulino, pp.264, 25) è proprio scritto da un
nomade, che assieme tiene fermo l'ancoraggio alla sua disciplina di riferimento, la
scienza politica, ma vi unisce un certo gusto per l'eclettismo intellettuale,
andando a pescare laddove gli serve, con scarso riguardo agli steccati
disciplinari, intuizioni ed idee. Il risultato è un saggio di notevole complessità,
che sin dal sottotitolo programmatico intimorisce («azioni individuali,
istituzioni, imprese collettive»), e che esige anche dai lettori più avvertiti
un'attenzione totale e la flessibilità necessaria a ricorrere a biblioteche che
non hanno frequentato. È in tutta evidenza impossibile, nell'esiguità di
spazio, restituire poco di più di un sentore, della sfida intellettuale che
questo libro rappresenta. La questione fondamentale con cui Panebianco si
confronta è quella delle relazioni micro-macro nelle teorie sociali, del
rapporto fra relazioni, scambi e legami osservabili fra singoli individui, e
invece il comportamento degli attori collettivi - sovente antropomorfizzati,
trattati alla stregua di grandi individui il cui agire è immediatamente osservabile.
Per parlare di istituzioni e organizzazioni, Panebianco sceglie la strada
metodologicamente più corretta ma più difficile: cioè incamminarsi verso le
sorgenti della nostra idea di razionalità. Così come L'automa e lo spirito
offre uno spaccato illuminante dei diversi tipi di istituzionalismo, che non
solo presentati in rassegna ma mettono le teorie delle istituzioni a confronto
con i «dilemmi connessi alla diversità delle fonti di incertezza» (le
istituzioni sono «risposta allo stato di natura», sorgono per alleviare
l'incertezza), nei suoi primi capitoli esamina le diverse teorie dell'azione. A
Panebianco è cara la teoria evoluzionista della razionalità, quella di
Friedrich von Hayek e che dopo Hayek ha prodotto altre elaborazioni
interessanti. Nel saggio, autore molto citato è l'economista tedesco Viktor
Vanberg, che unisce alla prospettiva hayekiana un interesse per le istituzioni
che gli deriva dai suoi studi sulle scelte pubbliche. Questo filone di pensiero
discende da riflessioni di Hayek in un testo solo apparentemente marginale
nella sua bibliografia, L'ordine sensoriale, in cui vede la mente umana «come
un sistema di classificazione che cambia con l'esperienza». Questo sistema,
ricorda Panebianco, «cambia in rapporto ai problemi da affrontare e al successo
o all'insuccesso riportato in precedenti situazioni di fronte a problemi
simili. Ogni nostro comportamento è guidato, esplicitamente o implicitamente,
da convinzioni generali, connesse al nostro preesistente sistema di
classificazione degli eventi sul tipo di comportamento appropriato,ossia di
successo, nelle varie situazioni». Questa visione della mente è in realtà
cruciale per la teoria evoluzionista della razionalità, per cui essa non è un
dato quanto piuttosto un risultato. Ricorda Vanberg, «anziché supporre che i
singoli atti siano razionali o adattati a specifiche circostanze, una teoria
della razionalità plasmata dall'esperienza suppone che le regole di
comportamento delle persone vengano adattate al tipo di mondo in cui esse
vivono». Di qui la razionalità ecologica di Vernon Smith, e alcune delle ultime
suggestioni di Douglass North. Panebianco si inserisce in questo filone di
pensiero con grande autorevolezza, portandovi la sensibilità dello studioso di
scienza politica. Questo è un libro di teoria sociale, ma proprio per questo
pieno di indicazioni utili per comprendere meglio la realtà. Panebianco
discute, ad esempio,di come reti fiduciarie siano avvicinate o piuttosto
protette dalla politica in misura della credibilità delle istituzioni
pubbliche. Un'osservazione che s'incastra con quelle ben note di Hernando de
Soto, sulla formalizzazione o piuttosto sul ribollire nell'economia informale
dei diritti di proprietà, a seconda del contesto istituzionale. O ancora
Panebianco spiega bene la difficoltà dell'innovazione istituzionale, e i motivi
per cui le riforme spesso risultano in bricolage per nulla organico. E
distingue con insuperata chiarezza fra mercati politici e mercati-mercati,
evidenziando come il "knowledge problem" sia diverso nei due.
L'automa e lo spirito è il libro di un grande scienziato sociale. Fosse scritto
in inglese, alimenterebbe vasti dibattiti. Speriamo non gli nuoccia troppo, la
lingua del suo autore. 10/06/2009
( da "Corriere della Sera"
del 10-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Cronaca di Roma data: 10/06/2009 - pag: 6 Traffico Per il leader
libico chiusure mobili in città Gheddafi, una tenda e 3 giorni di proteste
L'Onda contesta, la gente mugugna Nuovi divieti per motivi di sicurezza per la
visita del leader libico Muammar Gheddafi che inizia questa mattina
all'aeroporto di Ciampino, per l'occasione blindato con tiratori scelti e unità
antisabotaggio. Da oggi a sabato, la Prefettura ha vietato manifestazioni,
spettacoli ed eventi nel parco di Villa Pamphili, fra via Aurelia Antica e via
Leone XIII, e ordinato la chiusura della Casa dei Teatri. Nell'area verde,
presidiata dalla polizia, è stata ultimata ieri l'installazione della tenda
beduina del presidente Gheddafi e le altre strutture che ospiteranno i suoi
incontri. Imponenti le misure di sicurezza: oltre mille uomini delle forze
dell'ordine vigileranno sul leader libico: i percorsi del corteo saranno
bonificati in centro, a Monteverde, all'Eur e al Flaminio, quartieri dove
Gheddafi è atteso per gli impegni istituzionali. Sono state disposte chiusure
«a soffietto», ma anche divieti di circolazione e di accesso ad alcune zone.
Non saranno insomma giornate semplici per l'ordine pubblico e per i disagi con
i quali i romani dovranno fare i conti. E anche per le proteste contro la
visita di Gheddafi. I Collettivi autorganizzati e gli
studenti dell'Onda hanno affisso lo striscione «Gheddafi, Monteverde non ti
vuole» all'ingresso della stazione ferroviaria in viale dei Quattro Venti.
Annunciate azioni dimostrative, volantinaggi e per domani una partita di calcio
a Villa Pamphili. «È inaccettabile che un bene pubblico venga
espropriato 'manu militari' per allestire un parco-giochi per potenti», hanno
spiegato i Collettivi. E tensione anche in Campidoglio, dove domani pomeriggio
Gheddafi incontrerà il sindaco Alemanno e pronuncierà un discorso di circa 20
minuti: quattro consiglieri comunali Pdl (Cassone, Aurigemma, Quarzo e Vannini)
hanno minacciato di disertare l'aula Giulio Cesare «se il premier si rifiuterà
di incontrare l'associazione degli italiani rimpatriati in Libia». Il
consigliere Pdl al XV Municipio, Augusto Santori, è andato oltre: «Si scusi con
gli esuli o manifesteremo ». L'incontro, come è stato annunciato ieri, dovrebbe
avvenire in forma privata e non ufficiale solo sabato mattina nella tenda di
Gheddafi. Critico il Pd: «Alemanno faccia una riunione di maggioranza prima di
una pesante gaffe internazionale», ha detto il consigliere Massimiliano
Valeriani. Giardino Uomini della sicurezza di Gheddafi nel giardino del Casino
Algardi Rinaldo Frignani
( da "Sestopotere.com"
del 11-06-2009)
Argomenti: Class Action
Convegno del Centro
Italiano Femminile Emilia - Romagna: la cronaca (11/6/2009 18:58) | (Sesto
Potere) - Bologna - 11 giugno 2009 - Il Cif regionale dellEmilia
Romagna ha organizzato a Bologna il 30 Maggio 2009 un interessante Convegno che
si poneva lobiettivo
di riflettere sulla valorizzazione dei principi ispiratori ed evoluzione
storica dellassociazionismo di ispirazione cristiana con particolare
riferimento al Centro Italiano Femminile. Tra le finalità del progetto
figuravano, infatti: ”far conoscere limpegno civile e politico del CIF a livello
locale, dal momento della fondazione associativa sino ai giorni nostri,
attraverso alcune figure altamente rappresentative” e “far emergere
lazione educativa, svolta dal CIF nel corso degli anni, quale spazio sociale importante per laccessibilità
alleguaglianza, al lavoro, alla cultura e formazione di base ed alla
partecipazione alla comunità”. La Presidente regionale Laura Serantoni ha
svolto una relazione introduttiva di presentazione del convegno ed ha ricordato come “oggi esiste il Forum
delle Associazioni non profit a livello regionale, ma occorre un tavolo di
lavoro di autentico dialogo fra associazioni ed enti per colmare grigie
confusioni di ruoli e di obiettivi e per chiarire il riconoscimento del valore
fondante delle associazioni che, in base alla propria identità, si prendono
cura della comunità per la costruzione di rapporti di coesione sociale o meglio
di un welfare di comunità che se viene meno, in questo momento di crisi
economica e conflitto generazionale rischia di togliere diritti di
cittadinanza, in particolar modo per le persone più fragili della società; Il
Prof. Alessandro Albertazzi – Docente di Storia presso lUniversità
degli Studi di Bologna - il quale ha tracciato le tappe più significative del percorso storico
associativo nel nostro Paese dai primi del secolo XX ad oggi, con particolare
riferimento al CIF bolognese, di cui in passato lo stesso docente ha curato ed
organizzato larchivio storico. Albertazzi, menzionando
alcuni importanti
documenti della Dottrina Sociale della Chiesa(dalla Rerum Novarum di Leone XIII
a Mater e Magistra sino a Deus caritas est e Spe salvi) ha ricordato il
pensiero di figure storiche importanti come Don Mazzolari e Don Luigi Sturzo,
il cui appello “ai liberi e ai forti” presupponeva ideali di giustizia e di
libertà, tesi alla realizzazione del bene comune. Soffermandosi poi sul ruolo
dellassociazionismo il docente bolognese ha considerato come tra
quelle entità che operano per il benessere dei cittadini rientrino, quali soggetti della
politica sociale, anche le famiglie e le associazioni in quanto interagenti con
altre istituzioni. Riconoscendo le difficoltà che lassociazionismo
incontra attualmente, poiché un processo collettivo di privatizzazione ne ha incrementato
la frammentazione, il disinteresse, le spinte consumistiche e la carenza
partecipativa, ha evidenziato come ci si ritrovi a dover riproporre obiettivi
che sembravano ormai scontati ma che di fatto non sono ancora entrati nella
coscienza collettiva, quali
il diritto al lavoro e la cittadinanza politica. LOn.
Aldo Preda (Presidente del Consorzio Servizi Sociali di Ravenna) ha
sottolineato, citando lultimo testo del Card. Dionigi Tettamanzi “Non
cè futuro senza solidarietà”, limportanza per i cattolici di
raccordarsi con le istituzioni in un momento in cui la politica pare non valorizzare il ruolo
socio-culturale e di azione concreta a favore della famiglia svolto dalle
stesse associazioni. Da qui la necessità di “essere presenti” e “fare squadra”
secondo valori condivisi e secondo uno spirito di “umanesimo familiare”, mirato
a riscoprire forme antiche e moderne di solidarietà quali i “gruppi di mutuo
aiuto” per far fronte ai differenziati e complessi bisogni emergenti .La
seconda parte del Convegno è stata contrassegnata dalla lettura scenica, con
accompagnamento musicale sul tema ”Tra passato e presente: un cammino di
impegno delle donne”, con la partecipazione delle carpigiane Maria Giulia
Campioli (attrice), Giulia Annovi (flauto) e Cecilia Annovi (chitarra). Le
giovani amiche hanno raccontato attraverso uno spettacolo la storia del CIF
(nazionale e bolognese) dalla sua fondazione fino ad oggi. La Storia che, si
dice, i giovani conoscono sempre meno ma che si può ravvivare e rievocare
attraverso i ricordi delle lettere conservate nei cassetti, nelle fotografie
sbiadite appese ai muri, nelle biblioteche private, negli archivi che solo
pochi storici vanno a consultare storie dove diventano importanti le singole
persone, i loro ideali, le loro lotte, i luoghi di incontro, le parole
scambiate, limpegno profuso. Una figura significativa del CIF dellEmilia
Romagna, sin dagli anni 50, è quella dellamica benemerita Angiola
Maria Stagni, (detta Malilla), classe 1915, la quale con il proprio impegno
fattivo e con i risultati ottenuti (fondatrice del Servizio accoglienza alla vita e del Centro dascolto
Cif a Bologna), rappresenta un concreto esempio, insieme con altre donne che
operano allinterno dellAssociazione, di azione mirata alla
realizzazione del bene comune. Floriano Roncarati
( da "Secolo XIX, Il"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
«È Sbagliato fare
troppoallarmismo» In piazza gli operai della Ponticelli l'incontro protesta per
la chiusura della discarica Occupati i giardini della Provincia. L'assessore
Bellotti: «Al sicuro il vostro posto di lavoro» nImperia. «Un confronto molto
sereno» viene definito l'incontro con i dipendenti in Provincia. Certo
l'assessore Bellotti e il direttore generale Negro hanno fatto il possibile
perchè lo fosse. «L'impegno dell'amministrazione provinciale - hanno detto - ad
autorizzare nel giro di pochi giorni l'ampliamento della discarica, in modo da
riattivare la gestione della stessa entro circa un mese, è assoluto.
Correttezza e sollecitudine nell'azione sono state caratteristiche innegabili
dell'atteggiamento della Provincia sulla vicenda. Le nostre garanzie ovviamente
sono propedeutiche ad un altrettanto corretto e sollecito atteggiamento da
parte dell'azienda nel mettere a norma l'attività». Anche il presidente Gianni
Giuliano ha commentato l'incontro: «Mi pare che da parte dei lavoratori ci sia
stato un allarmismo ingiustificato. Vorrei sottolineare che se si è arrivati
alla chiusura della discarica, le responsabilità non sono attribuibili
all'amministrazione provinciale. E comunque, qualsiasi imprenditore non può
pensare di poter proseguire un'attività se questa non rispetta la normativa
vigente. Il futuro impianto "separatore" risolverà comunque ogni
dissidio». Nulla è cambiato, insomma, rispetto ad una settimana fa quando venne
annunciata la chiusura. Da una parte la Provincia chiede il rispetto delle
prescrizioni nell'impermeabilizzazione del nuovo lotto. Dall'altra Ponticelli recrimina
persecuzioni e lentezza nelle procedure di autorizzazione nel tentativo di
mettere in atto le operazioni richieste. A ciò si aggiunge
la preoccupazione sollevata dai sindaci per quel che riguarda il timore di
ricadute per via del maggior costo dei trasporti dei rifiuti a Collette
Ozzotto. L'ha espresso anche paolo Strescino, il nuovo sindaco, incontrando
anch'egli la delegazione dei lavoratori. N. F. .x/12/0906
( da "Riformista, Il"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
antitrust monopolio
e diritti d'autore della produzione letteraria su Internet Libri online, gli
Usa indagano sul colosso Google INCHIESTA. Nonostante diversi ex del motore di
ricerca facciano parte dell'amministrazione Obama, il ministero della Giustizia
americano vuole far luce sull'accordo tra l'azienda, editori e scrittori per la
digitalizzazione di 15 milioni di titoli. Tanti i punti oscuri: dal
"giusto uso" del copyright all'acquisizione di volumi di scrittori
stranieri senza consenso. di Antonello Guerrera A volte neanche essere a
stretto contatto con l'uomo più potente della Terra rende la vita più facile.
Il Ministero della Giustizia americano, infatti, ha formalmente avviato
un'indagine sull'accordo tra Google, editori e associazioni di scrittori americani,
stipulato lo scorso anno, per scannerizzare 15 milioni di libri dalle
biblioteche Usa e metterli a disposizione degli utenti su Internet. Una
rivoluzione digitale che, con l'avvento dell'E-Book, sta mettendo piede anche
nel mondo letterario, dopo aver modificato corposamente le strategie di mercato
di cinema e musica. Ma che ha fatto drizzare le orecchie dell'Antitrust Usa. E
gli strettissimi rapporti tra il colosso californiano e la Casa Bianca non sono
bastati per evitare l'inchiesta. Nonostante l'amministratore delegato di Google
Eric Schmidt sia consigliere personale di Barack Obama, nonostante il
Presidente sia stato eletto anche grazie alla risonanza avuta su Youtube
(gruppo Google). E nonostante, proprio in questi giorni, Andrew McLaughlin sia
stato solo l'ultimo dirigente del motore di ricerca più famoso del mondo ad
entrare nello staff della Casa Bianca dopo Katie Jacobs Staunton, Craig Mundie
e, ovviamente, lo stesso Schmidt. Già in maggio, tuttavia, da alcune fonti si
era appreso come il Dipartimento di Giustizia si stesse apprestando ad una
mossa simile. L'amministrazione Obama ha avviato le procedure del cosiddetto
Cid (Civil Investigative Demands) nei confronti di Google, editori ed autori
coinvolti nel patto stipulato che, in queste condizioni, in futuro potrebbe
subire uno stop dall'Antitrust. Il motivo scatenante dell'inchiesta sarebbe il
tentativo del colosso californiano di monopolizzare la digitalizzazione dei
libri. Dal 2004, infatti, Google ha messo gli occhi su saggi, enciclopedie e
romanzi, cominciando a scannerizzare su larga scala dalle biblioteche
americane, appellandosi al principio statunitense dell'"uso giusto" -
un po' come ha fatto l'artista Fairey del ritratto di Obama Hope, ricavato da
una foto dell'Ap. Ma la protesta di autori ed editori per violazione delle
regole di copyright è sfociata, un anno dopo, class="hilite">in
una class="term">class
class="term">action che ha estorto a
Google l'impegno di devolvere il 63% dei proventi della messa online dei libri
ai titolari dei diritti delle opere e 125 milioni di dollari per chiudere la
questione giudiziaria. Ma questo patto (che deve essere ancora ratificato dalla
giustizia americana) non ha azzerato le polemiche su altri aspetti oscuri della
faccenda. Innanzitutto, gli autori coinvolti nella digitalizzazione di Google
Books possono sì richiedere formalmente di rinunciare alla messa online della
propria opera. Ma se non lo faranno entro il 4 settembre - la deadline,
originariamente fissata per il 5 maggio, è stata ritardata dalla Corte Federale
di New York - perderanno i diritti digitali sulla loro opera. E poi c'è il
problema dei libri non protetti da copyright, che verrebbero adottati in massa
da Google Books. In questo modo la società californiana potrebbe porre una pietra
miliare per il monopolio dei libri su Internet. Senza contare che un'importante
quantità di volumi non americani, ma presenti nelle librerie Usa, è stata già
scannerizzata da Google Books senza il previo consenso dei detentori dei
diritti. Di qui le recenti proteste, anche governative e supportate
dall'annuncio di un'inchiesta della Commissione Europea, di Francia, Gran
Bretagna e Germania. Proprio gli autori tedeschi hanno lanciato il cosiddetto
"Appello di Heidelberg", per denunciare il furto di proprietà
intellettuale ai loro danni. Da parte sua Google, tramite il Ceo Schmidt e il
responsabile degli affari legali dell'azienda David Drummond, ha respinto le
accuse e ha semplicemente dichiarato che il gruppo è disposto «ad essere
sottoposto ad ispezioni, quale che sia il governo» e che farà di tutto per fare
luce sulla vicenda. Tuttavia, non è la prima volta che Google viene accusata di
monopolio in diversi ambiti del mercato mondiale. La stessa Microsoft di Bill
Gates, già multata una volta dall'Antitrust Ue, sta ora soffiando sul fuoco per
spingere gli organi di controllo a scrutinare i metodi con cui opera il colosso
della Rete. Senza contare le polemiche sulla supremazia degli annunci
pubblicitari sul Web da parte di Google, ultima quella correlata al "copia-incolla"
dei flash di agenzia che ha fatto infuriare l'Ap. La stessa amministrazione
Bush nel 2008, del resto, aveva già minacciato di bloccare Schmidt e compagni
nel caso in cui Google avesse stretto un accordo con Yahoo per la pubblicità.
La digitalizzazione di milioni di libri per soddisfare la sete di sapere degli
internauti di tutto il mondo avrebbe i suoi indubbi ed eruditi lati positivi.
Ma, ancora una volta, la superpotenza Internet ha messo spalle al muro i
produttori di cultura mondiali di musica, cinema, e ora anche libri. Che spesso
non sanno che pesci prendere, tra censura e libero sapere. Mentre in Francia
l'agognata legge antipirateria (quella della revoca di Internet in caso di
download casalinghi illegali) è stata dichiarata anticostituzionale,
Schwarzenegger in California chiede di digitalizzare in massa i libri
scolastici e in Svezia i pirati informatici hanno appena ottenuto un seggio nel
Parlamento Europeo. Una cosa è chiara: le battaglie legali per una chiara
regolamentazione di Internet e dei suoi prodotti dureranno ancora per molto.
12/06/2009
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
PESARO pag. 9 Le
piazze del sapere Biblioteche e libertà La Agnoli torna a Pesaro con il suo
nuovo libro ANTONELLA Agnoli torna a Pesaro. E torna per parlare di
biblioteche, compresa la sua amata San Giovanni. L'appuntamento è per oggi
pomeriggio alle 18 a Palazzo Gradari quando, in collaborazione con il Circolo
della Stampa, presenterà il suo ultimo libro,Le piazze del sapere. Biblioteche
e libertà (Laterza, pp. 176 ; euro18). Accanto a lei Paolo Fabbri, semiologo,
professore presso il corso di Laurea in Arti Visive e dello Spettacolo della
facoltà di Design e Arti dello Iuav di Venezia; Pippo Ciorra, architetto,
professore presso la facoltà di Architettura dell'Università di Ascoli Piceno e
Paolo Angeletti, giornalista de il Resto del Carlino. Il libro realizzato dalla
Agnoli è un'attenta analisi del ruolo della biblioteca pubblica. «Ripensare gli
spazi urbani si legge nel risvolto di copertina , sottrarli alla
commercializzazione, farne luoghi di incontro, di scambio, di
azione collettiva. La
biblioteca pubblica, a lungo ignorata dalla politica e oggi minacciata da
internet nel suo ruolo informativo, può diventare un territorio aperto a gruppi
e associazioni, un centro di riflessione e di condivisione dei saperi, il nodo
centrale di una rete con altre istituzioni culturali. In un Paese sempre
più ignorante, che rischia di restare ai margini dell'economia della
conoscenza, la biblioteca pubblica deve diventare parte di un progetto di
rinascita dell'Italia, un luogo di libertà e di creatività per ogni cittadino».
LA AGNOLI è convinta che solo se la biblioteca diventa una «piazza del sapere»,
un luogo aperto al confronto e all'incontro e quindi pronta a svolgere anche un
ruolo sociale, ci sarà un futuro. Ma questo dimensione culturale' ha necessità
di una sua architettura, di un suo spazio fisico. Chiunque è passato almeno una
volta al San Giovanni ha chiaro il concetto di «biblioteca aperta» e di quanto
siano importanti anche l'arredo e l'uso degli ambienti. E a proposito del San
Giovanni nel libro ci sono ampi riferimenti alla sua esperienza pesarese
«misteriosamente» finita nella primavera dello scorso anno. Image:
20090612/foto/6262.jpg
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-06-12 - pag: 15 autore: Un patto
europeo contro i debiti Per dare credibilità al rientro dei disavanzi servono
riforme strutturali coordinate di Carlo Bastasin E ntro cinque anni nessun
paese del G-7, Canada escluso, avrà un debito inferiore al 90% del Pil. Entro
il 2014 la media del debito del G-20 potrebbe arrivare al 140 per cento. I
governi saranno ovunque sotto pressione nel gestire economie gravate da un
debito che in Europa, solo tra il 2008 e il 2010, aumenterà di 20 punti di Pil
e nel mondo crescerà del 35-60% entro cinque anni. Il tema della compatibilità
della democrazia con l'emergenza economica si è spostato dalla crisi alla sua
terapia: l'enorme indebitamento degli stati. Per evitare soluzioni traumatiche
nella gestione del debito, con tagli al welfare che distruggano il contratto
sociale o addirittura con chiusure dei confini economici o finanziari, la via
d'uscita sarà aumentare la crescita potenziale delle economie. In Europa questo
porrà il problema di nuove sedi politiche di coordinamento. Ma la soluzione
interessa l'Italia più di qualsiasi altro paese. Nessuno infatti quanto
l'Italia cumula tutti i problemi della gestione politica del debito: alto
livello del debito pubblico, bassa crescita potenziale dell'economia, grande
disparità interna tra creditori e debitori, e infine scarsa efficacia dei
meccanismi di decisione politica. Che il problema del debito tocchi gli
equilibri istituzionali delle democrazie, lo rivelano novità con cui alcuni
paesi stanno cercando di "legare le mani" alla politica. Due
settimane fa il governo tedesco ha integrato una norma costituzionale per
vincolare il Parlamento attraverso i "freni del debito" che dovranno
far scomparire i disavanzi tedeschi entro pochi anni. Berlino vorrebbe
estendere questa "exit strategy" a tutti i paesi Ue. Nei paesi del
Nord Europa si sta guardando invece all'esperienza olandese, che costringe il
Parlamento ad approvare solo manovre di bilancio compatibili con la sostenibilità
del debito ed estese all'intera durata della legislatura. Le piattaforme
elettorali devono specificare le intenzioni dei partiti nei confronti del
bilancio pubblico. In Gran Bretagna si studiano "codici di stabilità"
di almeno otto anni e quindi estesi su più legislature, indipendentemente dalle
preferenze politiche dei futuri Parlamenti eletti. Altri esperimenti sono già
in corso in Svizzera, con freni fiscali che limitano l'aumento della spesa
pubblica all'aumento atteso delle entrate; in Cile, attraverso regole che
disciplinano il bilancio strutturale; in Svezia e in molti altri paesi. Ma il
caso più rilevante è ancora lontano dalla consapevolezza politica: il più
importante meccanismo di disciplina delle finanze pubbliche nel mondo, il Patto
di stabilità europeo, dovrà essere ridisegnato. Ma come? Con più automatismi o
invece con più politica? La sfiducia nella politica è giustificata dal fatto
che tra il 1977 e il 2005, nella media dei paesi Ocse, il rapporto debito/Pil è
raddoppiato senza una vera giustificazione finanziaria. Non c'erano crisi
economiche da gestire ma solo decisioni d'opportunità politica. Solo la
pressione dei mercati finanziari - prima ancora dei meccanismi di regolazione
automatica dei bilanci - ha invertito la tendenza a indebitarsi. In una recente
conferenza sulla politica fiscale svoltasi a Washington all'Fmi, Charles
Wyplosz ha offerto una sintesi della situazione: nei casi d'emergenza le regole
non funzionano, i politici hanno comunque un'inclinazione a indebitarsi e
l'ipotesi di comitati tecnici che regolino la politica di bilancio (come fanno
i banchieri centrali con la moneta) non troverà mai sostegno, quindi bisogna
riuscire a tenere insieme valutazione politica e regole di disciplina. Il
terremoto della crisi ha aperto molte crepe nelle certezze sulla politica
fiscale. Economisti come Robert Barro sono convinti che l'effetto
moltiplicatore della spesa pubblica sulla crescita economica sia pari a zero.
Ma Christina Romer, consigliera della Casa Bianca, recentemente ha parlato di
un moltiplicatore di circa l'1,5%, altri hanno stime addirittura superiori. La
disputa ha riaperto la guerra tra economisti neoclassici e neokeynesiani. I
primi sostengono che l'aumento della spesa pubblica venga mal giudicato da
cittadini che prevedono l'aumento delle tasse, riducono quindi i consumi,
aumentano l'offerta di lavoro e ciò riduce i salari. In tal caso la spesa
pubblica non produce alcuno stimolo. I neokeynesiani, pur con differenze tra
loro, ritengono che la rigidità di prezzi e salari consenta alle imprese di
soddisfare l'aumento della domanda aggregata (derivante dalla spesa pubblica)
vendendo di più e quindi assumendo di più. In una tale incertezza, l'unico
consenso è sul fatto che garantire la sostenibilità di lungo termine del debito
sia indispensabile anche all'eventuale efficacia di breve termine della spesa
pubblica. Regole quindi? Ma che cosa succede se i mercati non dovessero credere
alle regole? Secondo stime della Commissione europea, un aumento di 150 punti
base del premio sul rischio dei titoli pubblici è in grado di annullare gli
effetti di uno stimolo fiscale dell'1% del Pil. L'intero impulso della Ue
potrebbe evaporare se l'indebitamento apparirà insostenibile. In una fase
protratta di caduta del prodotto potenziale dei paesi europei, la spesa
pubblica è indispensabile per fermare la chiusura delle imprese o il taglio
degli investimenti, ma senza un quadro di "coerenza temporale" nel
medio termine la po-litica di bilancio espansiva può essere addirittura
controproducente. Il quadro istituzionale è quindi ancora una volta essenziale
all'efficacia della politica. Le ricette tradizionali per un quadro di coerenza
temporale sono quelle di ridurre la spesa corrente. Secondo una stima
presentata all'Fmi, il valore attualizzato della spesa in pensioni e sanità è
dieci volte maggiore del costo della crisi. Ma è davvero possibile
politicamente convincere i pensionati o i malati che devono avere meno diritti
perché devono pagare le conseguenze di Wall Street? L'alternativa è quella di
aumentare la crescita potenziale delle economie. Su un orizzonte di dieci anni,
l'aumento della crescita dell'1% compenserebbe in buona parte l'aumento del
debito indotto dalla crisi attuale. Ma in Europa riforme simili dovrebbero
avvenire su impulso politico coordinato. In caso contrario
si incorrerebbe nei noti problemi di "azione collettiva" che hanno già prodotto, negli ultimi sei mesi, impulsi
fiscali inferiori al necessario, da parte di singoli governi che preferiscono
attendere che siano gli altri paesi a indebitarsi e a rilanciare la crescita.
Non c'è dubbio che si tratti di un problema politico, nel metodo e nella
sostanza. Non ci sono "regole" che possano indurre da sole i
Parlamenti a trovare la giusta combinazione di riforme strutturali e di
disciplina fiscale. Inoltre lasciare che siano i mercati finanziari, come in
passato, a esercitare la loro disciplina sui governi è troppo pericoloso dato i
rischi d'instabilità con debiti globali così alti. Troppo facile che i paesi
finiscano per scoprirsi insolventi. Troppo alti quindi anche i rischi di
contagio, perché l'azione politica non sia sovranazionale. Non resta dunque che
trasferire più politica a un livello diverso da quello dei Parlamenti nazionali
per garantire che la spesa pubblica ben coordinata faccia crescere l'economia e
sia sostenibile. Anche la necessità di evitare troppa competizione fiscale tra
i governi e di offrire un interlocutore alla Bce, in modo che la politica
monetaria possa accomodare i bilanci pubblici impegnati nelle riforme
strutturali, spinge nella stessa direzione: riformare il Patto di stabilità
europeo verso un organismo più politico in grado di favorire riforme
strutturali coordinate, che aumentino la crescita potenziale e diano
credibilità all'impegno al rientro dei debiti. carlo.bastasin@ilsole24ore.com ©
RIPRODUZIONE RISERVATA IN CONTINUA CRESCITA Si prevede che il rosso dei bilanci
dei paesi Ue aumenterà di 20 punti di Pil tra il 2008 e il 2010. Nel mondo del
35-60% in cinque anni PROBLEMA APERTO Non esistono regole in grado di costringere
i governi a trovare la corretta combinazione tra disciplina dei conti e
politiche di sviluppo L'unione fa la forza. Una performance durante il party
che si è svolto a Berlino per le scorse elezioni del Parlamento europeo AFP
( da "AltaLex" del
12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Interazione
temporale tra politica e controllo Articolo di Sergio Sabetta 12.06.2009
Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Interazione temporale tra politica e
controllo di Sergio Sabetta Il tempo è una struttura della
possibilità (Heidegger) Heidegger configura la prassi politica come anelito alla promozione
del cambiamento, non semplice prescrizione normativa su una possibile
configurazione statica dello Stato, ma come ricognizione dei fondamenti per una
corretta ed effettiva messa in forma dellistituto. Deve perciò esservi la
capacità di comprensione della realtà nel superamento della mera sintassi,
ossia della semplice combinazione delle regole esistenti dove è insito il
rischio del pensare in autentico. La ricerca dellautenticità
normativa dellorganizzare
è propria della sfera intellettuale e conduce a comprendere il senso delle cose
e delle vicende in cui siamo immersi e di cui ne siamo pasta, una ricerca
ontologica del senso dellazione e dellaccaduto, un superamento
della settorialità e della frammentazione dellorganicità originaria del sapere.
Linterpretazione e lazione sono il portato della comprensione la
quale può tuttavia assumere una forma in autentica di cui ne saranno permeati
gli atti successivi, il falso che ne consegue non è altro che la perdita di contatto con laspetto
originario dellente. Deve quindi esservi un impegno non solamente al
miglioramento di situazioni spiacevoli quanto al cambiamento delle situazioni,
il tempo risulta essere un progetto di vita (Pastore). Se il compito della scienza è spiegare le
apparenze, le spiegazioni possono essere varie ognuna fornita di una propria
rigorosa storia, lo stesso accade per gli avvenimenti umani i quali possono
subire varie interpretazioni, gli stessi dati offrono nella loro apparente
univoca lucidità differenti letture, essi sono registrazioni di una delle
possibili configurazioni della storia stessa. Vi è una difficoltà nella
ottimizzazione collettiva delle informazioni, nel
combinare cultura e valori per una nuova ottimizzazione, necessita tempo per
creare un nuovo rapporto di fiducia, una leadership culturale e persuasiva, la
fiducia acquista la valenza di un capitale che permette di accelerare lazione,
di affidarsi alla percezione di ciò che è e sarà, di abbassare la percezione stessa del rischio nellanalisi
delle probabilità dellevento, si crea in altre parole unaspettativa
positiva (Barbour). La distruzione del rapporto di credibilità e quindi di
fiducia nel tessuto sociale è uno degli atti peggiori che la politica può attuare, ma è anche quello che può
venire a mancare nel controllo. Se noi consideriamo le organizzazioni come un organismo,
secondo un approccio sistemico, dobbiamo ammettere che queste
risultano essere aperte verso lambiente, si che appare importante il feedback negativo per una omeostasi
della struttura. Più vi è complessità sociale e tecnica maggiore dovrà essere lapporto
del controllo, sia nellacquisizione dei dati e della loro elaborazione
che nel livello di credibilità da gestire. La complessità strutturale è colta facendo uso dei
modelli interpretativi, se la gerarchia svolge una funzione di contenimento
della complessità riducendo la quantità di informazione necessaria al
funzionamento della struttura, in quanto ogni componente della stessa ha bisogno
di informazioni dettagliate per il suo funzionamento e solo riassuntive per gli
altri sovra sistemi, in una organizzazione articolata e resa flessibile dalle
necessità ambientali aumenta la necessità dellesigenza di
coordinamento al fine di mantenere lequilibrio tra lindipendenza completa
delle parti e la loro integrazione, aumenta quindi la quantità di informazioni
da elaborare. Occorre naturalmente ricercare lequilibrio individuando il
grado di coordinazione e controllo che minimizza i costi, secondo un modello cibernetico basato
sui meccanismi di controllo. Si è a lungo pensata lazione
burocratica in termini deterministici, in realtà si tratta di sistemi complessi
probabilistici, con comportamenti che possono essere descritti e previsti con
procedure statistiche,
più che alle singole unità sono i diagrammi di flusso relativi alle
informazioni, allenergia (capitale e lavoro) e ai materiali
che descrivono il livello operativo dellorganizzazione. Tuttavia in
questo scambio di informazioni tra lambiente e lorganizzazione gli attori
individuali o collettivi, allinterno di vincoli imposti dal sistema,
dispongono di margini di libertà che utilizzano strategicamente nelle loro
interazioni con gli altri trasformandolo in un potere autonomo che sfugge a qualsiasi regolazione e questo
potere è una ulteriore variabile del sistema (Croizier
Friedberg). In questottica può quindi anche leggersi la riforma del
controllo nata dalla L. 244/07, Finanziaria del 2008, con lart. 3 e
proseguita con la recente Legge 15/09, allart. 11, quale necessità di un progetto
possibile per una struttura articolata ma coerente alla complessità
organizzativa ambientale. Può quindi concludersi con laffermazione di
Heidegger per cui lintuizione del divenire è sempre un adesso, un istante presente.
______________ Bibliografia J. Barbour, La fine del tempo, Einaudi 2005; A.
Grandori, Organizzazione e comportamento economico, Il Mulino 1999; M.
Heidegger, Essere e tempo, Longanesi 1978; H. Mintzberg, La progettazione dellorganizzazione aziendale, Il Mulino 1996;
L. Pastore, LEuropa è la filosofia? Considerazioni
sullimpegno filosofico -politico di Martin Heidegger, in Il Giornale
della Filosofia, 28-37, VII, 2/2007. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |
( da "Soldionline"
del 12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Piazza Affari
negativa (-1%), ma Enel riesce a salire (+1%) I diritti relativi all'aumento di
capitale hanno guadagnato il 4,5% nel loro ultimo giorno di quotazione. Prevale
il segno meno per i petroliferi. Indici in territorio negativo a Piazza Affari
nell'ultima seduta della settimana. Le tags: enel Quotazioni: ENEL Commenta
l'articolo Edoardo Fagnani venerdì, 12 giugno 2009 - 17:05 Chiusura in rialzo
per Enel (+1,1% a 3,69 euro), mentre i diritti relativi allaumento
di capitale hanno guadagnato il 4,56% a 0,47 euro nel loro ultimo giorno di
quotazione. Loperazione
di ricapitalizzazione proseguirà, invece, unaltra settimana e
terminerà venerdì 19 giugno. Prevale il segno meno per i petroliferi, dopo che
a New York il prezzo del greggio è tornato sotto i 71 dollari al barile, dopo
un massimo a oltre 73 dollari nella seduta di ieri. Eni ha subito una flessione dell1,69%
a 18,04 euro, alla vigilia del lancio del prestito obbligazionario da un
miliardo di euro destinato al pubblico retail. In ribasso anche Saipem (-1,75%
a 19,09 euro) e Tenaris (-2,06% a 10,93 euro). A due velocità Erg (+0,3% a 10,17 euro) e Saras (-0,71%
a 2,1 euro). Male Terna (-1,81%), mentre Snam Rete Gas è riuscita a salire
(+0,41%). Tra le municipalizzate si segnalano i ribassi di A2A e Acea, che
hanno perso rispettivamente l1,98% e il 2,26%. Iride ha perso lo 0,58% a 1,372
euro. La municipalizzata ha ottenuto un prestito da 100 milioni di euro dalla
Cassa Depositi e Presiti. Il finanziamento avrà una durata di 5 anni e sarà
indicizzato al tasso Euribor. Indici in territorio negativo a Piazza Affari
nellultima seduta della settimana. In generale flessione i bancari e
gli assicurativi. Unicredit finisce nuovamente sotto i due euro. In rosso anche
Fiat, mentre Bulgari e Pirelli hanno beneficiato delle promozioni di Goldman
Sachs e di Deutsche Bank.
Il FTSEMib ha subito un ribasso dello 0,98% a 20.384 punti, mentre il FTSE
Italia AllShare ha perso lo 0,95% a 21.007 punti. Segno meno anche per il FTSE
Italia Mid Cap (-0,68%) e il FTSE Italia Star (-0,78%). Il controvalore degli
scambi nella seduta odierna si è attestato a 2,33 miliardi di euro, contro i
2,51 miliardi di ieri. Su 339 titoli trattati, 223 hanno terminato la giornata
con un ribasso, mentre le performance positive sono state 98. Invariate le
restanti 18 azioni. In frazionale calo anche le principali borse europee. Leuro
scende a quota 1,4 dollari. Prevalgono le vendite sui bancari. Unicredit non ha
resistito sopra quota 2 euro e ha chiuso la giornata con una flessione
dell1,33% a 1,998 euro. Performance peggiore per la Popolare di Milano (-4,24%). Male anche
IntesaSanpaolo (-1,59%). Il Banco Popolare ha subito una flessione dell1,17%
a 5,64 euro. Listituto ha siglato un accordo con la Banca Europea per gli
Investimenti per lo stanziamento di 300 milioni di euro, destinati alle piccole e medie imprese e agli enti
pubblici. Segno più anche per UBI Banca, che ha guadagnato lo 0,66%. Banca
Italease è scesa dello 0,07% a 1,493 euro. La Consob ha comunicato che tra il 4
giugno e il 10 giugno Ubs ha modificato la partecipazione detenuta nellistituto. Al momento la quota dellistituto
svizzero è sotto il 2% del capitale sociale di Banca Italease. In generale calo
anche gli assicurativi. Generali ha subito un ribasso dell1,49% a 15,88
euro. La compagnia assicurativa ha comunicato che l'ISVAP, l'Istituto per la Vigilanza sulle
Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo, ha emesso i provvedimenti
autorizzativi necessari per la realizzazione dell'operazione di fusione per
incorporazione di Alleanza Assicurazioni e Toro Assicurazioni nella stessa
Generali. Intanto, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il Credit
Agricole starebbe studiando un nuovo patto parasociale che sia accettato dai
soci di IntesaSanpaolo e dallAntitrust. Inoltre, il gruppo
francese non sembra intenzionato a cedere la quota detenuta nellistituto guidato da
Corrado Passera. Infine, Ing ha migliorato il giudizio su Generali e ora dice
di acquistarne le azioni. Gli esperti hanno anche incrementato il prezzo
obiettivo, portandolo a 19,5 euro. Performance peggiore per Fondiaria-Sai (-1,93%). Alleanza
(-1,42%) e Unipol (-1,08%) non si sono salvate dalle vendite. Qualche spunto
tra gli editoriali. Mediaset ha ceduto lo 0,24% a 4,135 euro. Il numero uno del
gruppo del Biscione, Fedele Confalonieri, ha dichiarato che nel secondo
trimestre del 2009 la raccolta pubblicitaria ha dato segnali di miglioramento,
anche se il trend del mercato resta incerto. Secondo Confalonieri, i risultati
dovrebbero registrare un miglioramento rispetto alla prima parte dellanno.
Il manager ha confermato
che è allo studio il progetto di creare con Mondadori (-2,27%) un
concessionario unico nel settore della pubblicità on-line. Segno meno anche per
RcsMediaGroup (-0,45%), Seat (-0,97%) e Telecom Italia Media (-3,53%). Gruppo lEspresso
ha ceduto lo 0,72% a
1,241 euro. Gli analisti di Equita sim hanno alzato a 1,32 euro per azione la
valutazione sulla società editoriale e hanno migliorato il giudizio sul titolo,
portandolo da “Reduce” (ridurre) a “Hold” (mantenere). --> Pagina: 1 2
( da "AltaLex" del
12-06-2009)
Argomenti: Class Action
I costruttori di
Punta Perotti devono essere risarciti Corte Europea Diritti dell'Uomo , sez.
XII, sentenza 20.01.2009 Stampa | Segnala | Condividi I costruttori di Punta
Perotti devono essere risarciti, perché la confisca del terreno su cui sorgeva
il bene che fu abbattuto nel 2006 era in contrasto con la Convenzione europea
per i diritti dell'uomo e il diritto di proprietà. E' quanto stabilito dalla
Corte Europea dei diritti dell'uomo con la sentenza depositata il 20 gennaio
scorso intervenendo sulla vicenda dell'ecomostro di Bari. (Altalex, 12 giugno
2009) COUR EUROPENNE DES DROITS DE L'HOMME DEUXIÈME SECTION AFFAIRE SUD FONDI
SRL ET AUTRES c. ITALIE (Requête no 75909/01) ARRÊT STRASBOURG 20 janvier 2009
(Cet arrêt deviendra définitif dans les conditions définies à l'article 44 § 2
de la Convention). En l'affaire Sud Fondi srl et autres c. Italie, La Cour
européenne des droits de l'homme (deuxième section), siégeant en une chambre
composée de : Françoise Tulkens, présidente, Ireneu Cabral Barreto, Vladimiro
Zagrebelsky, Danut Jo ien , Dragoljub Popovi , András Sajó, I_1l Karaka_,
juges, et de Sally Dollé, greffière de section, Après en avoir délibéré en
chambre du conseil le 16 décembre 2008, Rend l'arrêt que voici, adopté à cette
date: PROCÉDURE 1. A l'origine de l'affaire se trouve une requête (no 75909/01)
dirigée contre la République italienne et dont trois sociétés basées dans cet
Etat, Sud Fondi srl, MABAR srl et IEMA srl (« les requérantes »), ont saisi la
Cour le 25 septembre 2001 en vertu de l'article 34 de la Convention de
sauvegarde des droits de l'homme et des libertés fondamentales (« la Convention
»). Il ressort du dossier que la première requérante est en liquidation. 2. Les
requérantes sont représentés par Me A. Giardina, Me Francesca Pietrangeli et Me
Pasquale Medina, avocats à Rome. Le gouvernement italien (« le Gouvernement »)
est représenté par son agent, Mme E. Spatafora, et par son coagent adjoint, M.
N. Lettieri. 3. Les requérantes alléguaient en particulier que la confiscation
dont elles ont fait l'objet est incompatible avec l'article 7 de la Convention
et l'article 1 du Protocole no1. 4. Par une décision du 23 septembre 2004, la
Cour a déclaré la requête partiellement irrecevable. Le 30 août 2007, la Cour a
déclaré recevable le restant de la requête. 5. Tant les requérantes que le
Gouvernement ont déposé des observations écrites sur le fond de l'affaire
(article 59 § 1 du règlement). EN FAIT I. LES CIRCONSTANCES DE L'ESPÈCE 6. Les
requérantes, trois sociétés ayant leur siège à Bari, étaient propriétaires des
constructions et terrains objets de la requête. A. L'adoption des conventions
de lotissement 7. La société Sud Fondi srl (infra « la première requérante »)
était propriétaire d'un terrain sis à Bari, sur la côte de Punta Perotti, classé comme constructible par le plan général d'urbanisme
(piano regolatore generale), et destiné à être utilisé dans le secteur
tertiaire par les dispositions techniques du plan général d'urbanisme. 8. Par
l'arrêté no 1042 du 11 mai 1992, le Conseil municipal de Bari approuva le
projet de lotissement (piano di lottizzazione) présenté par cette société
relativement à une partie de son terrain, dont la surface globale était de 58
410 mètres carrés. Ce projet qui avait été pré-adopté le 20
mars 1990 - prévoyait
la construction d'un complexe multifonctionnel, à savoir d'habitations, bureaux
et magasins. 9. Le 3 novembre 1993, la première requérante et la Mairie de Bari
conclurent une convention de lotissement ayant pour objet la construction d'un
complexe de 199 327 mètres cubes ; en contrepartie la requérante céderait à la
municipalité 36 571 mètres carrés dudit terrain. 10. Le 19 octobre 1995,
l'administration municipale de Bari délivra le permis de construire. 11. Le 14
février 1996, la première requérante entama les travaux de construction, qui
furent en grande partie terminés avant le 17 mars 1997. 12. Par l'arrêté no
1034 du 11 mai 1992, le Conseil municipal de Bari approuva un projet de
lotissement (qui avait été pré-adopté le 20 mars 1990) concernant la construction
d'un complexe multifonctionnel à réaliser sur un terrain de 41 885 mètres
carrés classé comme constructible par le plan général
d'urbanisme et limitrophe à celui de propriété de la société Sud Fondi srl. Les
sociétés MABAR srl et IMCAR srl étaient propriétaires, respectivement, de 13
095 mètres carrés et 2 726 mètres carrés de ce terrain. 13. Le 1er décembre
1993, la société MABAR srl (infra « la deuxième requérante ») conclut avec
l'administration municipale de Bari une convention de lotissement prévoyant la
construction d'habitations et bureaux pour 45 610 mètres cubes ; elle céderait
à la municipalité 6 539 mètres carrés de terrain. 14. Le 3 octobre 1995, la
Mairie de Bari délivra le permis de construire. 15. La deuxième requérante
entama les travaux de construction ; il ressort du dossier qu'au 17 mars 1997,
seules les fondations des bâtiments avaient été réalisées. 16. Le 21 juin 1993,
la société IMCAR srl conclut avec l'administration municipale de Bari une
convention de lotissement prévoyant la construction d'un complexe de 9 150
mètres cubes, ainsi que la cession à la municipalité de 1 319 mètres carrés de
terrain. Le 28 mars 1994, la société IMCAR srl vendit son terrain à la société
IEMA srl. 17. Le 14 juillet 1995, la Mairie de Bari délivra à la société IEMA
srl (infra « la troisième requérante ») un permis de construire des
habitations, des bureaux et un hôtel. 18. La troisième requérante entama les
travaux de construction. Il ressort du dossier qu'au 17 mars 1997, une partie
du complexe avait été terminée. 19. Entre-temps, le 10 février 1997, l'autorité
nationale pour la protection du paysage (Sovrintendenza per i beni culturali e
ambientali) s'était plainte auprès du maire de Bari de ce que les zones
côtières soumises à une contrainte de paysage, telles qu'elles ressortaient des
documents annexés au plan urbain de mise en uvre, ne coïncidaient
pas avec les zones marquées en rouge sur la planimétrie qui avait été transmise
en 1984. 20. Il ressort du dossier qu'au moment de l'approbation des projets de lotissement
litigieux, aucun plan urbain de mise en uvre (piano di
attuazione) du plan général d'urbanisme de Bari n'était en vigueur. En effet,
le plan de mise en uvre du 9 septembre 1986, en vigueur au moment de la
pré-adoption des projets,
avait expiré le 9 septembre 1991. Antérieurement, la ville de Bari avait
élaboré un autre plan urbain de mise en uvre, en vigueur du 29
décembre 1980 au 29 décembre 1985. B. La procédure pénale 21. A la suite de la
publication d'un article de presse concernant les travaux de construction effectués à proximité
de la mer à « Punta Perotti », le 27 avril 1996, le procureur de la République
de Bari ouvrit une enquête pénale. 22. Le 17 mars 1997, le procureur de la
République ordonna la saisie conservatoire de l'ensemble des constructions
litigieuses. Par ailleurs, il inscrivit dans le registre des personnes faisant
l'objet de poursuites pénales les noms de Michele Matarrese Senior, Domenico
Andidero et Antonio Quiselli, en tant que représentants respectifs des sociétés
Sud Fondi srl, MABAR srl et IEMA srl, ainsi que les noms de trois autres
personnes, en tant que directeurs et responsables des travaux de construction.
Le procureur de la République estimait que la localité dénommée « Punta Perotti
» était un site naturel protégé et que, par conséquent, l'édification du
complexe était illégale. 23. Les requérantes attaquèrent la mesure de saisie
conservatoire devant la Cour de cassation. 24. Par une décision du 17 novembre
1997, la Cour de cassation annula cette mesure et ordonna la restitution de
l'ensemble des constructions aux propriétaires, au motif que le site n'était
frappé d'aucune interdiction de bâtir par le plan d'urbanisme. 25. Par un
jugement du 10 février 1999, le tribunal de Bari reconnut le caractère illégal
des immeubles à « Punta Perotti » puisque non conformes à la loi no 431 de 1985
(« loi Galasso »), qui interdisait de délivrer des permis de construire
relatifs aux sites d'intérêt naturel, parmi lesquelles figurent les zones
côtières. Toutefois, vu qu'en l'espèce l'administration locale avait bien
délivré les permis de construire, et vu la difficulté de coordination entre la
loi no 431 de 1985 et la législation régionale, qui présentait des lacunes, le
tribunal estima qu'il ne pouvait être reproché aux accusés ni faute ni
intention. Par conséquent, le tribunal acquitta tous les accusés à défaut
d'élément moral (« perché il fatto non costituisce reato »). 26. Dans ce même
jugement, estimant que les projets de lotissement étaient matériellement contraires
à la loi no 47 de 1985 et de nature illégale, le tribunal de Bari ordonna, aux
termes de l'article 19 de cette loi, la confiscation de l'ensemble des terrains
lotis à « Punta Perotti », ainsi que des immeubles y construits, et leur
acquisition au patrimoine de la Mairie de Bari. 27. Par un arrêté du 30 juin
1999, le Ministre du Patrimoine (« Ministro dei beni culturali ») décréta une
interdiction de construire dans la zone côtière près de la ville de Bari, y
compris « Punta Perotti », au motif qu'il s'agissait d'un site de haut intérêt
naturel. Cette mesure fut annulée par le tribunal administratif régional
l'année suivante. 28. Le Procureur de la République interjeta appel du jugement
du tribunal de Bari, demandant la condamnation des accusés. 29. Par un arrêt du
5 juin 2000, la cour d'appel réforma la décision de première instance. Elle
estima que la délivrance des permis de construire était légale, en l'absence
d'interdictions de bâtir à « Punta Perotti » et vu l'absence d'apparente
illégalité dans la procédure d'adoption et approbation des conventions de
lotissement. 30. Par conséquent, la cour d'appel acquitta les accusés au motif
que l'élément matériel de l'infrclass="term">action
faisait défaut (« perché il fatto non sussiste ») et révoqua la mesure de
confiscation de l'ensemble des constructions et terrains. 31. Le 27 octobre
2000, le Procureur de la République se pourvut en cassation. 32. Par un arrêt
du 29 janvier 2001, déposé au greffe le 26 mars 2001, la Cour de cassation
cassa sans renvoi la décision de la cour d'appel. Elle reconnut l'illégalité
matérielle des projets de lotissement, au motif que les terrains concernés
était frappés d'une interdiction absolue de construire et d'une contrainte de
paysage, imposées par la loi. A cet égard, la cour releva qu'au moment de
l'adoption des projets de lotissement (le 20 mars 1990), la loi régionale no 30
de 1990 en matière de protection du paysage n'était pas encore en vigueur. Par
conséquent, les dispositions applicables en l'espèce étaient celles de la loi
régionale no 56 de 1980 (en matière d'urbanisme) et la loi nationale no 431 de
1985 (en matière de protection du paysage). 33. Or, la loi no 56 de 1980
imposait une interdiction de construire au sens de l'article 51 F), à laquelle
les circonstances de l'espèce ne permettaient pas de déroger. En effet, les
projets de lotissement concernaient des terrains non situés dans
l'agglomération urbaine. En outre, au moment de l'adoption des conventions de
lotissement, les terrains concernés étaient inclus dans un plan urbain de mise
en uvre du plan général d'urbanisme qui était postérieur à l'entrée
en vigueur de la loi régionale no 56 de 1980. 34. Enfin, la Cour de cassation
releva qu'en mars 1992, soit au moment de l'approbation des projets de
lotissement, aucun
programme urbain de mise en uvre n'était en vigueur. A cet
égard la Cour rappela sa jurisprudence selon laquelle il fallait qu'un plan
urbain de mise en uvre soit en vigueur au moment de l'approbation des
projets de lotissement (Cour de cassation Section 3, 21.197, Volpe ; 9.6.97, Varvara ; 24.3.98,
Lucifero). Ceci puisque toujours selon la jurisprudence une
fois un plan urbain de mise en uvre expiré, l'interdiction de construire
à laquelle le programme avait mis fin redéployait ses effets. Par conséquent, il fallait retenir
l'existence de l'interdiction de construire sur les terrains en cause, au
moment de l'approbation des projets de lotissement. 35. La Cour de cassation
retint également l'existence d'une contrainte de paysage au sens de l'article 1
de la loi nationale no 431 de 1985. En l'espèce, l'avis de conformité avec la
protection du paysage de la part des autorités compétentes faisait défaut (à
savoir il n'y avait ni le nulla osta délivré par les autorités nationales et
attestant de la conformité avec la protection du paysage - au sens de l'article
28 de la loi no 1150/1942 - ni l'avis préalable des autorités régionales selon
les articles 21 et 27 de la loi no 1150/1942 ou l'avis du comité régional pour
l'urbanisme prévu aux articles 21 et 27 de la loi régionale no 56/1980). 36.
Enfin, la Cour de cassation releva que les projets de lotissement ne
concernaient que 41 885 mètres carrés, alors que, selon les dispositions
techniques du plan général d'urbanisme de la ville de Bari, la surface minimale
était fixée à 50 000 mètres carrés. 37. A la lumière de ces considérations, la
Cour de cassation retint donc le caractère illégal des projets de lotissement
et des permis de construire délivrés. Elle acquitta les accusés au motif qu'il
ne pouvait leur être reproché ni faute ni intention de commettre les faits
délictueux et qu'ils avaient commis une « erreur inévitable et excusable » dans
l'interprétation de dispositions régionales « obscures et mal formulées » et
qui interféraient avec la loi nationale. La Cour de cassation prit également en
compte le comportement des autorités administratives, et notamment le fait que,
à l'obtention des permis de construire, les requérantes avaient été rassurés
par le directeur du bureau communal compétent ; que les interdictions visant la
protection des sites contre lesquelles le projet de construction se heurtait ne
figuraient pas dans le plan d'urbanisme ; que l'administration nationale
compétente n'était pas intervenue. Enfin, la Cour de cassation affirma qu'en
l'absence d'une enquête portant sur les raisons des comportements tenus par les
organes publics, il n'était pas permis de faire des suppositions. 38. Par le
même arrêt, la Cour de cassation ordonna la confiscation de l'ensemble des
constructions et des terrains, au motif que, conformément à sa jurisprudence,
l'application de l'article 19 de la loi no 47 de 1985 était obligatoire en cas
de lotissement illégal, même en l'absence d'une condamnation pénale des
constructeurs. C. Les développements postérieurs à l'issue de la procédure
pénale 39. Le 23 avril 2001, l'administration municipale communiqua aux
requérantes qu'à la suite de l'arrêt de la Cour de cassation du 29 janvier
2001, la propriété des terrains dédites sociétés sis à « Punta Perotti » avait
été transférée à la municipalité. 40. Le 27 juin 2001, l'administration
municipale de Bari procéda à l'occupation matérielle des terrains. 41. Des
tiers dont les terrains étaient concernés par le projet de lotissement se
virent également privés des terrains par l'effet de la confiscation. 42. Les
requérantes, ainsi que des tiers qui n'avaient jamais fait l'objet de poursuite
pénale, introduisirent un recours en opposition pour tenter de bloquer
l'exécution de l'arrêt de la Cour de cassation pénale, qui avait ordonné la
confiscation. Le recours des requérantes fut rejeté par le tribunal de Bari et
puis par la Cour de cassation le 27 janvier 2005. L'État introduisit également
un recours en opposition pour éviter que des biens lui appartenant ne soient
confisqués au bénéfice de la ville de Bari. Par une décision du 9 mai 2005, la
Cour de cassation rejeta le recours, au motif que la confiscation devait
frapper toute la zone concernée par le projet de lotissement, y compris les
lots non construits et les lots qui n'avaient pas encore été vendus, étant
donné que tous ces terrains avaient perdu leur vocation et destination
d'origine à cause du projet de lotissement litigieux. 43. En avril 2006 les
immeubles érigés par les requérantes furent démolis. 44. Entre-temps, le 28
janvier 2006, Sud Fondi avait saisi le tribunal civil de Bari d'une demande en
dommages-intérêts dirigée contre le Ministère des biens culturels, la région
des Pouilles et la ville de Bari, autorités auxquelles elle reprochait pour
l'essentiel d'avoir accordé des permis de construire sans la diligence requise
et d'avoir garanti que tout le dossier était conforme à la loi. La requérante
demandait 150 000 000 EUR correspondant à la valeur actuelle du terrain
confisqué, plus 134 530 910,69 EUR pour dommage ultérieur, 152 332 517,44 EUR
pour manque à gagner et 25 822 844,95 EUR pour dommage immatériel. En outre,
ses associés (Matarrese) demandaient un dédommagement pour atteinte à leur
réputation. 45. Les parties ont indiqué que MABAR a intenté une procédure séparée
pour demander les dommages à l'égard des mêmes autorités, et que IEMA n'a pas
saisi les tribunaux nationaux, elle s'est bornée à envoyer un courrier aux
autorités concernés. 46. Les 28 mars, 7 avril et 7 juin 2006, les requérantes
ont déposé des articles de presse portant sur la démolition des bâtiments et
mentionnant une procédure en dommages-intérêts intentée par la famille
Matarrese. En particulier, un article paru le 26 avril 2006 dans La Stampa
informait les lecteurs qu'une demande en dommages-intérêts à concurrence de 570
millions d'euros avait été adressée à la ville de Bari et que celle-ci avait
répliqué en demandant en dédommagement à concurrence de 105 millions d'euros
pour atteinte à l'image de la ville. 47. Le 10 mars 2008, le Gouvernement a
transmis un article de presse, paru à une date non précisée, duquel il ressort
qu'après la décision sur la recevabilité, la Cour a invité les parties à
trouver un accord amiable ou à lui soumettre une demande en dommages-intérêts.
L'article indique que « si Matarrese (Sud Fondi) semble avoir l'intention de
réclamer quelques centaines de millions d'euros, le Gouvernement n'entend même
pas faire une proposition (......). L'article indique ensuite : « Nous ne
donnerons aucun euro et nous n'adhérons pas à la proposition » et puis : La
défense du Gouvernement à Strasbourg (c'est un magistrat) se plaint de ne pas
avoir reçu toute la documentation sur l'affaire (...). En particulier, la
nouvelle qu'une procédure en dommages-intérêts au plan national avait été intentée
ne lui serait pas parvenue. Autrement, cette nouvelle aurait pu amener la Cour
à décider autrement sur la recevabilité de la requête. 48. Le 9 avril 2008,
dans le cadre d'un procès pénal ne concernant pas les requérantes, la cour
d'appel de Bari ayant pris bonne note de ce que la présente requête avait
été déclarée recevable par la Cour a saisi la Cour
constitutionnelle pour que celle-ci se prononce sur la légalité de la
confiscation infligée automatiquement même dans le cas ou aucune responsabilité pénale n'a été constatée. II. LE
DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS A. Les dispositions permettant
d'apprécier le caractère abusif du lotissement La loi no 1497 de 1939 49. La
protection des lieux pouvant être considérés comme sites naturels remarquables
(bellezze naturali) est réglementée par la loi no 1497 du 29 juin 1939, qui
prévoit le droit de l'Etat d'imposer une « contrainte de paysage » (vincolo
paesaggistico) sur les sites à protéger. Le Décret du Président de la
République no 616 de 1977 50. Par le Décret du Président de la République, DPR
no 616 du 1977, l'Etat a délégué aux Régions les fonctions administratives en
matière de protection des sites naturels remarquables. La loi no 431 de 8 août
1985 (Dispositions urgentes en matière des sites présentant un grand intérêt
pour l'environnement). 51. L'article 1 de cette loi soumet à des « limitations
visant à protéger le paysage et l'environnement au sens de la loi no 1497 de
1939 (vincolo paesaggistico ed ambientale), entre autres, les zones côtières
situées à moins de 300 mètres de la ligne de brisement des vagues, même pour
les terrains surplombant la mer. » Il en découle l'obligation de demander aux
autorités compétentes un avis de conformité avec la protection du paysage de
tout projet de modification des lieux. « Ces limitations ne s'appliquent pas
aux terrains inclus dans les « zones urbaines A et B ». Pour les terrains
inclus dans d'autres zones, ces limitations ne s'appliquent pas à ceux qui sont
inclus dans un plan urbain de mise en uvre. » Par cette loi, le législateur
a soumis le territoire à une protection généralisée. Celui qui ne respecte pas
les contraintes prévues à l'article 1, est puni notamment aux termes de
l'article 20 de la loi no 47 de 1985 (sanctions prévues en matière d'urbanisme,
voir infra). La loi no 10 du 27 janvier 1977 (Dispositions en matière de
constructibilité des sols) 52. La loi no 10 du 27 janvier 1977 prévoit à
l'article 13 que les plans généraux d'urbanisme peuvent être réalisés à
condition qu'un plan ou un programme urbain de mise en uvre
(piano o programma di attuazione) existe. Ce programme de mise en uvre
doit délimiter les zones dans lesquelles les dispositions des plans généraux
d'urbanisme doivent être mises en uvre. Il incombe aux Régions de décider du contenu et de la procédure
permettant d'aboutir à un plan urbain de mise en uvre et d'établir
la liste des villes exonérées de l'obligation d'adopter un plan de mise en
uvre. Lorsqu'une ville est obligée d'adopter un plan de mise en
uvre, les permis
de construire ne peuvent être délivrés par le maire que si les permis litigieux
ne visent une zone incluse dans le programme de réalisation (sauf exceptions
prévues par la loi) et que si le projet est conforme au plan général
d'urbanisme. Aux termes de l'article 9, les villes exonérées de l'obligation
d'adopter un plan de mise en uvre peuvent délivrer des permis de
construire. La loi de la Région des Pouilles no 56 du 31 mai 1980 53. La loi
régionale no 56 du 31 mai 1980, à son article 51 alinéa f), dispose : « ... Jusqu'à l'entrée en
vigueur des plans d'urbanisme territoriaux... F) Il est interdit de construire
à moins de 300 mètres de la limite avec le domaine maritime1 ou du point le
plus élevé surplombant la mer. En cas de plan d'urbanisme (strumento urbanistico)
déjà en vigueur ou adopté au moment de l'entrée en vigueur de cette loi, il est
possible de construire seulement dans les zones A, B et C au sein des centres
habités et au sein des installations touristiques. En outre, il est possible de
construire des ouvrages publics et d'achever des installations industrielles et
artisanales qui étaient en cours de construction à l'entrée en vigueur de cette
loi » L'article 18 de la loi no 47 de 1985 54. La loi no 47 du 27 février 1985
(Dispositions en matière de contrôle de l'activité urbaine et de construction,
sanctions, récupération et régularisation des ouvrages) définit le «
lotissement abusif » à son article 18 : « Il y a lotissement abusif d'un
terrain en vue de la construction, a) en cas de commencement d'ouvrages
impliquant une transformation urbaine non conforme aux plans d'urbanisme
(strumenti urbanistici), déjà en vigueur ou adoptés, ou en tout cas non
conforme aux lois de l'Etat ou des Régions ou bien en l'absence de
l'autorisation requise ; (...) » 55. Cette disposition a été interprétée dans
un premier temps dans le sens d'exclure le caractère abusif d'un lotissement
lorsque les autorités compétentes ont délivré les permis requis (Cour de
cassation, Section 3, arrêt no 6094/1991, Ligresti ; 18 octobre 1988,
Brulotti). Elle a ensuite été interprétée dans le sens que, même s'il est
autorisé par les autorités compétentes, un lotissement non conforme aux
dispositions urbaines en vigueur est abusif (voir l'arrêt de la Cour de
cassation du cas d'espèce, précédé par Cour de cassation, section 3, 16
novembre 1995, Pellicani, et 13 mars 1987, Ginevoli ; confirmé par le Sections
Réunies de la Cour de cassation, arrêt no 5115 de 2002, Spiga). B. La
confiscation Principes généraux de droit pénal 56. a) L'article 27 § 1 de la
Constitution italienne prévoit que « la responsabilité pénale est personnelle
». La Cour constitutionnelle a affirmé à plusieurs reprises qu'il ne peut y
avoir de responsabilité objective en matière pénale (voir, parmi d'autres, Cour
constitutionnelle, arrêt no 1 du 10 janvier 1997, et infra, « autres cas de
confiscation ». L'article 27 § 3 de la Constitution prévoit que « les peines
...doivent tendre à la rééducation du condamné ». b) L'article 25 de la
Constitution prévoit, à ses deuxième et troisième alinéas, que « personne ne
peut être puni en l'absence d'une loi entrée en vigueur avant la commission des
faits » et que « personne ne peut être sujette à une mesure de sureté sauf dans
les cas prévus par la loi ». c) L'article 1 du code pénal prévoit que «
personne ne peut être puni pour un fait qui n'est pas expressément prévu par la
loi comme étant constitutif d'une infrclass="term">action
pénale, et avec une peine qui n'est pas établie par la loi ». L'article 199 du
code pénal, concernant les mesures de sureté, prévoit que personne ne peut être
soumis à des mesures de sûreté non prévues par la loi et en dehors des cas
prévus par la loi. d) L'article 42, 1er alinéa du code pénal prévoit que « l'class="hilite">on ne peut être puni pour une class="term">action ou une omission constituant
une infrclass="term">action pénale prévue
par la loi si, dans la commission des faits, l'auteur n'avait pas de conscience
et volonté (coscienza e volontà) ». La même règle est établie par l'article 3
de la loi du 25 novembre 1989 no 689 en ce qui concerne les infrclass="term">actions administratives. e)
L'article 5 du code pénal prévoit que « Nul ne peut se prévaloir de son
ignorance de la loi pénale pour obtenir une excuse ». La Cour constitutionnelle
(arrêt n.364 de 1988) a statué que ce principe ne s'applique pas quand il
s'agit d'une erreur inévitable, de sorte que cet article doit désormais être lu
comme suit : « Nul ne peut se prévaloir de son ignorance de la loi pénale pour
obtenir une excuse, sauf s'il s'agit d'une erreur inévitable ». La Cour
constitutionnelle a indiqué comme possible origine de l'inévitabilité objective
de l'erreur sur la loi pénale l' « obscurité absolue de la loi », les «
assurances erronées » de la part de personnes en position institutionnelle pour
juger de la légalité des faits à accomplir, l'état « gravement chaotique » de
la jurisprudence. La confiscation prévue par le code pénal 57. Aux termes de
l'article 240 du code pénal : « 1er alinéa : En cas de condamnation, le juge
peut ordonner la confiscation des choses qui ont servi ou qui furent destinées
à la commission de l'infrclass="term">action,
ainsi que les choses qui sont le produit ou le bénéfice de l'infrclass="term">action. 2ème alinéa : La
confiscation est toujours ordonnée : 1. Pour les choses qui constituent le prix
de l'infrclass="term">action ; 2. Pour
les choses dont la fabrication, l'usage, le port, la détention ou l'aliénation
sont pénalement interdites. 3ème alinéa : Dans les cas prévus au premier alinéa
et au point 1 du deuxième alinéa, la confiscation ne peut frapper les tiers («
personnes étrangères à l'infrclass="term">action
») propriétaires des choses en question. 4ème alinéa : Dans le cas prévu au
point 2 du deuxième alinéa, la confiscation ne peut frapper les tiers («
personnes étrangères à l'infrclass="term">action
») propriétaires lorsque la fabrication, l'usage, le port, la détention ou
l'aliénation peuvent être autorisés par le biais d'une autorisation
administrative. » 58. En tant que mesure de sûreté, la confiscation relève de
l'article 199 du code pénal qui prévoit que « personne ne peut être soumis à
des mesures de sûreté non prévues par la loi et en dehors des cas prévus par la
loi ». Autres cas de confiscation / La jurisprudence de la Cour constitutionnelle
59. En matière de douanes et de contrebande, les dispositions applicables
prévoient la possibilité de confisquer des biens matériellement illicites, même
si ces derniers sont détenus par des tiers. Par l'arrêt no 229 de 1974, la Cour
constitutionnelle a déclaré les dispositions pertinentes incompatibles avec la
Constitution (notamment l'article 27), sur la base du raisonnement suivant : «
Il peut y avoir des choses matériellement illicites, dont le caractère illicite
ne dépend pas de la relation avec la personne qui en dispose. Ces choses
doivent être confisquées auprès toute personne les détenant à n'importe quel
titre (... ). Pour éviter que la confiscation obligatoire des choses
appartenant à des tiers -étrangers à la contrebande - ne se traduise en une
responsabilité objective à leur charge - à savoir une responsabilité du simple
fait qu'ils sont propriétaires des choses impliquées - et pour éviter qu'ils
subissent les conséquences patrimoniales des actes illicites commis par
d'autres, il faut que l'on puisse reprocher à ces tiers un quid sans lequel
l'infrclass="term">action (...) n'aurait
pas eu lieu ou n'aurait pas été favorisée. En somme, il faut pouvoir reprocher
à ces tiers un manque de vigilance. » 60. La Cour constitutionnelle a réitéré
ce principe dans les arrêts no 1 de 1997 et no 2 de 1987, en matière de douanes
et d'exportation d'uvres d'art. La confiscation du cas
d'espèce (article 19 de la loi no 47 du 28 février 1985) 61. L'article 19 de la
loi no 47 du 28 février 1985 prévoit la confiscation des ouvrages abusifs aussi bien que des
terrains lotis de manière abusive, lorsque les juridictions pénales ont établi
par un arrêt définitif que le lotissement est abusif. L'arrêt pénal est
immédiatement transcrit dans les registres immobiliers. L'article 20 de la loi
no 47 du 28 février 1985 62. Cette disposition prévoit des sanctions définies
comme étant des « sanctions pénales ». La confiscation n'y figure pas. En cas
de lotissement abusif - tel que défini à l'article 18 de cette même loi
les sanctions prévues
sont l'emprisonnement jusqu'à deux ans et l'amende jusqu'à 100 millions de
lires italiennes (environ 516 460 euros). L'article 44 du code de la
construction (DPR no 380 de 2001) 63. Le Décret de Président de la République
no 380 du 6 juin 2001 (Testo unico delle disposizioni legislative et
regolamentari in materia edilizia) a codifié les dispositions existantes
notamment en matière de droit de bâtir. Au moment de la codification, les
articles 19 et 20 de la loi no 47 de 1985 ci-dessus ont été unifiés en une
seule disposition, à savoir l'article 44 du code, qui est ainsi titré : « Art.
44 (L) Sanctions pénales (...) 2. La confiscation des ouvrages abusifs
aussi bien que des terrains lotis de manière abusive, lorsque les juridictions
pénales ont établi par
un arrêt définitif que le lotissement est illégal. » La jurisprudence relative
à la confiscation pour lotissement abusif 64. Dans un premier temps, les
juridictions nationales avaient classé la confiscation
applicable en cas de lotissement abusif comme étant une sanction pénale. Dès
lors, elle ne pouvait être appliquée qu'aux biens du prévenu reconnu coupable
du délit de lotissement illégal, conformément à l'article 240 du code pénal
(Cour de cassation, Sec. 3, 18 octobre 1988, Brunotti ; 8 mai 1991, Ligresti ;
Sections Unies, 3 février 1990, Cancilleri). 65. Par un arrêt du 12 novembre
1990, la Section 3 de la Cour de cassation (affaire Licastro) affirma que la
confiscation était une sanction administrative et obligatoire, indépendante de la
condamnation au pénal. Elle pouvait donc être prononcée à l'égard de tiers,
puisqu'à l'origine de la confiscation il y a une situation (une construction,
un lotissement) qui doit être matériellement abusive, indépendamment de
l'élément moral. De ce fait, la confiscation peut être ordonnée lorsque
l'auteur est acquitté en raison de l'absence d'élément moral (« perché il fatto
non costituisce reato »). Elle ne peut pas être ordonnée si l'auteur est
acquitté en raison de la non matérialité des faits (« perché il fatto non
sussiste »). 66. Cette jurisprudence fut largement suivie (Cour de Cassation,
Section 3, arrêt du 16 novembre 1995, Besana ; no 12471, no 1880 du 25 juin
1999, Negro ; 15 mai 1997 no 331, Sucato ; 23 décembre 1997 no 3900, Farano ;
no 777 du 6 mai 1999, Iacoangeli). Par l'ordonnance no 187 de 1998, la Cour
constitutionnelle a reconnu la nature administrative de la confiscation. Tout
en étant considérée comme étant une sanction administrative par la
jurisprudence, la confiscation ne peut être annulée par un juge administratif,
la compétence en la matière relevant uniquement du juge pénal (Cour de
cassation, Sec. 3, arrêt 10 novembre 1995, Zandomenighi). La confiscation de
biens se justifie puisque ceux-ci sont les « objets matériels de l'infrclass="term">action ». En tant que tels, les
terrains ne sont pas « dangereux », mais ils le deviennent lorsqu'ils mettent
en danger le pouvoir de décision qui est réservé à l'autorité administrative
(Cour de cassation, Sec. 3, no 1298/2000, Petrachi et autres). Si
l'administration régularise ex post le lotissement, la confiscation doit être
révoquée (Cour de cassation, arrêt du 14 décembre 2000 no 12999, Lanza ; 21
janvier 2002, no 1966, Venuti). Le but de la confiscation est de rendre
indisponible une chose dont on présume qu'on connaît la dangerosité : les
terrains faisant l'objet d'un lotissement abusif et les immeuble abusivement
construits. On évite ainsi la mise sur le marché immobilier de tels immeubles.
Quant aux terrains, on évite la commission d'infrclass="term">actions
ultérieures et on ne laisse pas de place à des pressions éventuelles sur les
administrateurs locaux afin qu'ils régularisent la situation (Cour de
cassation, Sec. 3, 8 février 2002, Montalto). EN DROIT I. SUR LES EXCEPTIONS PRÉLIMINAIRES
DU GOUVERNEMENT 67. Dans ses observations du 5 décembre 2007, le Gouvernement a
soulevé une exception de non-épuisement des voies de recours internes. Il
aurait appris grâce à des articles de presse que Sud Fondi et MABAR, avant la
décision sur la recevabilité, avaient engagé une procédure en dommages-intérêts
au niveau national à l'encontre de la ville de Bari, de la région Pouilles et
de l'Etat. Le Gouvernement a précisé que la requérante IEMA n'avait pas intenté
de recours et qu'elle avait sommé l'administration publique de la dédommager à
concurrence de 47 millions d'euros. D'après le Gouvernement, les procédures
engagées sont identiques à celle intentée à Strasbourg tant pour le petitum que
pour la causa petendi. La Cour devrait dès lors rayer la requête du rôle ou la
déclarer irrecevable. 68. Le Gouvernement observe ensuite que « les requérantes
sont porteuses de plusieurs vérités », car au niveau européen, elles
revendiquent leur droit de bâtir alors qu'au niveau national elles admettent
d'avoir commis une erreur causée par le comportement de l'administration. Il en
découle que les requérantes demandent la déclaration de la responsabilité de
l'Etat italien pour des motifs contradictoires entre eux devant la Cour et
devant les juges nationaux. 69. Le 14 janvier 2008, le Gouvernent a dénoncé un
abus de procédure des requérantes au motif que celles-ci n'avaient pas informé
la Cour de ce qu'elles avaient réclamé des dommages-intérêts au niveau
national. Elles auraien voulu cacher ces informations à la Cour, ce qui ne se
concilie pas avec l'article 47 § 6 du Règlement de la Cour, d'après lequel les
parties doivent informer cette dernière de tout fait pertinent pour l'examen de
l'affaire. Vu que les requérantes ont transmis des communications incomplètes et
donc trompeuses, la Cour devrait rayer la requête du rôle ou la déclarer
irrecevable car abusive. Il se réfère sur ce point à l'affaire Hadrabova et
autres c. République tchèque (déc.), 25 septembre 2007. 70. Le 10 mars 2008, le
Gouvernement a dénoncé un deuxième abus des requérantes relatif à un article de
presse (voir paragraphe 47 ci-dessus) publié à une date non connue. Selon lui,
cet article révèle le non-respect de la confidentialité de la procédure de la
part des requérantes et confirme le caractère abusif de la requête. 71. Les
requérantes s'opposent aux arguments du Gouvernement. 72. S'agissant de
l'exception de non-épuisement, elles observent que celle-ci est tardive, car le
Gouvernement ne pouvait pas ignorer l'existence de ces procédures bien avant la
décision sur la recevabilité vu que Sud Fondi et MABAR ont assigné en justice
des organismes publics (la ville de Bari, le ministère des biens culturels et
la région des Pouilles) en date du 28 janvier 2006. L'État a déposé un mémoire
de constitution en réponse le 18 avril 2006. Ce n'est donc pas sérieux de la
part du Gouvernement de soutenir qu'il n'était pas au courant de ces procédures
avant la recevabilité. Par conséquent, elles demandent à la Cour de rejeter
cette exception, vu qu'elle n'a été soulevée que le 5 décembre 2007. En tout
état de cause, les requérantes observent que IEMA n'a pas intenté de recours et
n'est donc pas concernée par cette exception. 73. En outre, les requérantes
observent que le Gouvernement n'a pas montré l'accessibilité et efficacité des
recours intentés par rapport aux violations alléguées. Elles soutiennent que la
possibilité d'intenter un recours en dommages-intérêts comme elles l'ont fait
n'existe que depuis l'arrêt de la Cour constitutionnelle no 204 de 2004. L'accès
à ce remède étant inexistant au moment de l'introduction de la requête, ce
remède n'est pas à épuiser. En outre, les requérantes ayant déjà épuisé la voie
pénale, un recours civil n'est pas à épuiser. Ensuite, elles observent que les
arguments soutenus par le Gouvernement devant le tribunal civil de Bari, à
savoir l'absence de juridiction et la prescription du droit à réparation, ne se
concilient pas avec l'argument soulevé devant la Cour, selon lequel le recours
intenté est efficace et donc à épuiser. Enfin, les recours engagés au niveau
national ne visent pas à doubler le recours engagé à Strasbourg car ils ne
concernent pas la procédure pénale s'étant terminée par la confiscation des
biens, et donc ne visent pas la réparation des violations de la Convention. Les
recours nationaux se fondent sur la responsabilité extracontractuelle des
administrations pour avoir pendant de longues années certifié la nature
constructible des terrains en cause et pour avoir délivré des permis de
construire. 74. Quant au prétendu caractère abusif de la requête, les
requérantes observent que dans l'affaire Hadrabova citée par le Gouvernement,
la partie requérante avait déjà obtenu au plan national un dédommagement pour
le même motif invoqué devant la Cour et elle l'avait caché. Or, en l'espèce
aucun dédommagement n'a été payé par l'État italien. En outre, les informations
passées sous silence dans l'affaire Hadrabova concernaient l'existence d'une
procédure ayant le même objet que celle pendante à Strasbourg, alors qu'en
l'espèce il s'agit de deux procédures différentes. En outre, les requérantes
observent qu'elles n'ont jamais eu l'intention de cacher à la Cour l'existence
de ces procédures, dont, par ailleurs, il était fait mention dans les articles
de presse qu'elles ont envoyés à la Cour. Tout simplement, vu que le but des
procédures nationales n'est pas le même que celui de la procédure à Strasbourg,
elles n'estimaient pas nécessaire d'envoyer un courrier ad hoc. 75. Quant à la
prétendue divulgation d'informations confidentielles, les requérantes nient
d'avoir fait de révélations à la presse concernant le fait que le Gouvernement
avait refusé le règlement amiable, vu que le refus ne leur avait pas été
notifié par les autorités italiennes. En tout état de cause, elles observent
que les informations qui se trouvent dans la presse ne sont pas sous leur
contrôle. 76. Enfin, les requérantes tiennent à critiquer la teneur de certains
passages des observations du Gouvernement (paragraphes 97, 145 et 159
ci-dessous), qu'elles qualifient d'offensantes. Elles tiennent à souligner leur
bonne foi, tant dans la procédure à Strasbourg qu'au niveau national. 77. La
Cour rappelle qu'aux termes de l'article 55 de son règlement, « Si la Partie
contractante défenderesse entend soulever une exception d'irrecevabilité, elle
doit le faire, pour autant que la nature de l'exception et les circonstances le
permettent, dans les observations écrites ou orales sur la recevabilité de la
requête (...) ». 78. En l'espèce, la Cour estime qu'avant la décision sur la
recevabilité du 30 août 2007, le Gouvernement ne pouvait pas ignorer les
demandes en dommages-intérêts des requérantes dûment notifiées en 2006 à
l'encontre d'organismes publics, dont le Ministère des biens culturels. Il y a
donc forclusion pour ce qui est des exceptions ayant trait aux procédures en
dommages-intérêts intentées au niveau national. 79. La Cour rappelle ensuite
qu'elle peut rejeter une requête qu'elle considère comme irrecevable « à tout
moment de la procédure » (article 35 § 4 de la Convention). Des faits nouveaux
portés à sa connaissance peuvent la conduire, même au stade de l'examen du
fond, à revenir sur la décision par laquelle la requête a été déclarée
recevable et à la déclarer ultérieurement irrecevable, en application de l'article
35 § 4 de la Convention (voir, par exemple, Medeanu c. Roumanie (déc.), no
29958/96, du 8 avril 2003 ; 0lhan c. Turquie [GC], no 22277/93, § 52, CEDH
2000-VII ; Azinas c. Chypre [GC], no 56679/00, §§ 37-43, CEDH 2004-III). Elle
peut aussi rechercher, même à un stade avancé de la procédure, si la requête se
prête à l'application de l'article 37 de la Convention. Pour conclure que le
litige a été résolu au sens de l'article 37 § 1 b) et que le maintien de la
requête par le requérant ne se justifie donc plus objectivement, la Cour doit
examiner, d'une part, la question de savoir si les faits dont le requérant tire
directement grief persistent ou non et, d'autre part, si les conséquences qui
pourraient résulter d'une éventuelle violation de la Convention à raison de ces
faits ont également été effacées (Pisano c. Italie [GC] (radiation), no
36732/97, § 42, 24 octobre 2002). 80. En l'espèce, la Cour ne relève pas
l'existence d'un « fait nouveau » survenu après la recevabilité qui pourrait
l'amener à revenir sur sa décision quant à la recevabilité. En outre, elle note
que le litige n'a pas été résolu de sorte qu'il n'y a pas lieu de rayer la
requête du rôle. 81. La Cour rappelle enfin qu'une requête peut être rejetée
comme étant abusive si elle a été fondée sciemment sur des faits erronés (voir,
entre autres, Kérétchavili c. Géorgie, no 5667/02, 2 mai 2006 ; Varbanov c.
Bulgarie, no 31365/96, § 37, CEDH 2000-X ; Akdivar et autres c. Turquie, 16
septembre 1996, §§ 53-54, Recueil des arrêts et décisions 1996-IV ; Xehàk c.
République tchèque (déc.), no 67208/01, 18 mai 2004), en vue d'induire
délibérément la Cour en erreur (Assenov et autres c. Bulgarie, décision de la
Commission, no 24760/94, 27 juin 1996 ; Varbanov c. Bulgarie, no 31365/96, §
36, CEDH 2000-X). 82. La Cour, tout en regrettant que les requérantes n'aient
pas formellement informé la Cour de leurs démarches auprès des tribunaux
internes, ne considère pas établi qu'elles aient essayé de l'induire en erreur.
La requête n'est donc pas abusive. 83. Partant, il y a lieu de rejeter les
exceptions du Gouvernement. II. SUR LA VIOLATION ALLÉGUÉE DE L'ARTICLE 7 DE LA
CONVENTION 84. Les requérantes dénoncent l'illégalité de la confiscation qui a
frappé leurs biens au motif que cette sanction aurait été infligée dans un cas
non prévu par la loi. Elles allèguent la violation de l'article 7 de la
Convention, qui dispose : « 1. Nul ne peut être condamné pour une class="term">action ou une omission qui, au
moment où elle a été commise, ne constituait pas une infrclass="term">action
d'après le droit national ou international. De même il n'est infligé aucune
peine plus forte que celle qui était applicable au moment où l'infrclass="term">action a été commise. 2. Le
présent article ne portera pas atteinte au jugement et à la punition d'une
personne coupable d'une class="term">action
ou d'une omission qui, au moment où elle a été commise, était criminelle
d'après les principes généraux de droit reconnus par les nations civilisées. »
A. Sur l'applicabilité de l'article 7 de la Convention 85. La Cour rappelle
que, dans sa décision du 30 août 2007, elle a estimé que la confiscation
litigieuse s'analyse en une peine et que, partant, l'article 7 de la Convention
trouve à s'appliquer. B. Sur l'observation de l'article 7 de la Convention 1.
Arguments des requérantes 86. Les requérantes soutiennent que le caractère
abusif du lotissement n'était pas « prévu par la loi ». Leurs doutes quant à
l'accessibilité et à la prévisibilité des dispositions applicables seraient
confirmés par l'arrêt de la Cour de cassation, ayant constaté que les accusés
s'étaient trouvés dans une situations de « ignorance inévitable » ; ceux-ci ont
été acquittés pour l'« erreur excusable » commise dans l'interprétation du
droit applicable, compte tenu de la législation régionale obscure, de
l'obtention des permis de construire, des assurances reçues de la part des
autorités locales quant à la régularité de leurs projets et de l'inertie des
autorités compétentes en matière de protection du paysage jusqu'en 1997. Sur le
point de savoir si, une fois tous les permis de construire accordés, un
lotissement pouvait être ou non qualifié d'abusif, la jurisprudence a en outre
connu beaucoup d'hésitations qui n'ont été résolues que le 8 février 2002, par
les Sections Réunies de la Cour de cassation. Ceci prouve donc que jusqu'en
2001 il y avait incertitude et que le fait d'avoir qualifié d'abusif le
lotissement des requérantes, antérieurement au prononcé à sections réunies,
constitue une interprétation non littérale, extensive, et donc imprévisible et
incompatible avec l'article 7 de la Convention. 87. Les requérantes soutiennent
ensuite qu'il n'y avait en tout cas pas d'illégalité matérielle en l'espèce,
puisque les lotissements ne se heurtaient pas à des limitations frappant leurs terrains.
Sur ce point, elles se réfèrent à l'arrêt de la cour d'appel de Bari, qui
n'avait constaté aucune illégalité matérielle, estimant qu'aucune interdiction
de construire ne frappait les terrains en cause. En outre, au fait que le
ministère des biens culturels ait pris un arrêté le 30 juin 1999 soumettant les
terrains en cause à des contraintes prouverait qu'antérieurement, aucune
contrainte ne gravait sur lesdits terrains. Enfin, le plan d'urbanisme «
territorial thématique du paysage », adopté le 15 décembre 2000 par décision du
conseil régional des Pouilles no 1748, confirmerait qu'il n'y avait aucune
interdiction de bâtir. 88. S'agissant de la légalité de la sanction qui leur a
été infligée, les requérantes soutiennent que, pour être légale, une peine doit
être prévisible, à savoir il doit être possible de prévoir raisonnablement au
moment de la commission de l'infrclass="term">action
les conséquences y afférentes au niveau de la sanction, aussi bien en ce qui
concerne le type de sanction que la mesure de la sanction. En outre, pour être
compatible avec l'article 7 de la Convention, une peine doit se rattacher à un
comportement reprochable. Les requérantes estiment qu'aucune de ces conditions
n'est remplie. 89. Au moment où les permis de construire ont été délivrés, et à
l'époque de la construction des bâtiments, il était impossible pour les
requérantes de prévoir l'application de la confiscation. En effet, la loi no 47
de 1985 ne prévoyant pas de manière explicite la possibilité de confisquer les
biens de tiers en cas d'acquittement des accusés, la confiscation infligée dans
le cas d'espèce serait « non prévue par la loi ». Pour infliger la
confiscation, les juridictions nationales ont donné une interprétation non
littérale de l'article 19 de la loi no 47/1985 et ceci est arbitraire puisqu'on
est dans le domaine pénal et l'interprétation par analogie au détriment de
l'intéressé ne peut pas être utilisée. En outre, une telle interprétation se
heurte à l'article 240 du code pénal, qui établit le régime général des
confiscations. 90. Même à supposer que l'interprétation ayant conduit à
confisquer les biens d'une personne acquittée puisse être qualifiée
d'interprétation littérale, il faut néanmoins encore démontrer que le caractère
abusif du lotissement était effectivement prévu par la loi. Sur ce point, les
requérantes rappellent que le caractère abusif du lotissement en question était
loin d'être manifeste, vu l'acquittement au motif que la législation était
tellement complexe que l'ignorance de la loi était inévitable et excusable. 91.
Les requérantes observent ensuite que la sanction ne se rattache pas à un
comportement reprochable, vu que la confiscation a été ordonnée à elles qui
sont « tierces » par rapport aux accusés et compte tenu surtout de l'acquittement
de ceux-ci et des motivations de l'acquittement. Les requérantes invoquent à
cet égard le principe de la « responsabilité pénale personnelle » prévu par la
Constitution, ce qui interdit de répondre pénalement du fait d'autrui. Ce
principe n'est qu'un aspect complémentaire de l'interdiction de l'analogie in
malam partem et de l'obligation d'énumérer de manière limitative les cas
auxquels une sanction pénale s'applique (principio di tassatività). 92. Les
requérantes rappellent enfin que, jusqu'en 1990, la confiscation avait été classée par les juridictions nationales parmi les sanctions
pénales. De ce fait, elle pouvait frapper uniquement les biens de l'accusé
(Cour de cassation, Section 3, 16 novembre 1995, Befana; 24 février 1999,
Iacoangeli). Ce n'est qu'à partir de 1990 que la jurisprudence a évolué dans le
sens de considérer la confiscation comme étant une sanction administrative et
donc pouvant s'infliger indépendamment de la condamnation pénale et aussi à
l'égard de tiers. Selon elles, un tel revirement de jurisprudence a eu lieu
uniquement pour permettre la confiscation des biens de tiers en cas
d'acquittement des accusés, comme en l'espèce. 93. Enfin, les requérantes
observent que l'Etat soutient devant la Cour une thèse différente par rapport à
celle soutenue au niveau national par les avocats ayant assumé la défense de la
Région des Pouilles et de l'automobile club italien, qui a contesté la légalité
de la confiscation à leur égard car infligée à des sujets étrangers à la
procédure pénale. 94. En conclusion, la confiscation de l'espèce se heurte à
l'interdiction de la responsabilité pénale pour fait d'autrui et est dès lors
arbitraire. 95. De surcroît, les requérantes rappellent la jurisprudence de la
Cour constitutionnelle selon laquelle une confiscation ne peut frapper les
biens des tiers étrangers à l'infrclass="term">action
que « lorsqu'à ceux-ci l'on peut reprocher un quid sans lequel l'infrclass="term">action n'aurait pas eu lieu ou
n'aurait pas été favorisée ». Ensuite, les requérantes invoquent le principe
selon lequel une personne morale ne peut pas être pénalement responsable
(societas delinquere non potest). 2. Arguments du Gouvernement 96. Le
Gouvernement soutient que tant l'infrclass="term">action
que la confiscation étaient « prévues par la loi », à savoir par des
dispositions accessibles et prévisibles. Aucun problème de rétroactivité ni
d'interprétation extensive ne se pose en l'espèce. 97. Il y avait illégalité
matérielle, car les terrains litigieux étaient frappés par les limitations ex
lege, prévues, d'une part, par l'article 51 f) de la loi régionale no 56 de
1980 et, d'autre part, par la loi no 431 de 1985 en vigueur depuis le 15
septembre 1985. Ces contraintes existaient avant l'arrêté ministériel du 30
juin 1999 déclarant certaines parties du territoire de la ville de Bari comme
étant d'intérêt remarquable pour le paysage. Elles étaient accessibles et
prévisibles, car publiées. Elles devaient être claires pour les requérantes, vu
qu'elles ne sont pas assimilables à un citadin quelconque mais sont des
professionnels de la construction et donc une diligence spéciale pouvait être
attendue d'elles (Chorherr c. Autriche, 25 août 1993, § 25, série A no 266-B ;
Open Door et Dublin Well Woman c. Irlande, 29 octobre 1992, § 60, série A no
246-A). Le Gouvernement admet que l'administration s'est conduite comme si tout
était dans l'ordre. Cependant, le comportement de celle-ci n'aurait pas été
transparent et conforme aux normes de bonne administration. 98. S'agissant de
la confiscation, celle-ci est prévue par l'article 19 de la loi no 47 de 1985.
Cette disposition était accessible et prévisible. 99. Quant à l'interprétation
de cette disposition par les juridictions nationales, selon le Gouvernement
elle n'a pas été extensive au détriment des requérantes. En l'espèce,
l'interprétation judiciaire a été cohérente avec la substance de l'infrclass="term">action et raisonnablement
prévisible (sur ce point le Gouvernement se réfère notamment à S.W. c.
Royaume-Uni, 22 novembre 1995, § 36, série A no 335-B ; Streletz, Kessler et
Krenz c. Allemagne [GC], nos 34044/96, 35532/97 et 44801/98, § 82, CEDH
2001-II). A cet égard, le Gouvernement observe que l'article 19 de la loi no 47
de 1985 n'exige pas la condamnation de l'auteur de l'infrclass="term">action,
mais seulement le constat du caractère illégal du lotissement. Si le
législateur national avait voulu prévoir la confiscation seulement dans le cas
d'un prévenu condamné, dans le texte de l'article 19 de la loi no 47/1985 après
le mot « décision » il y aurait le mot « condamnation ». Le fait que cette
disposition ne spécifie pas que la confiscation peut avoir lieu uniquement en
cas de condamnation permet au juge pénal d'ordonner la confiscation dans le cas
d'un acquittement où il a tout de même constaté le caractère matériellement
illégal d'un lotissement. Il s'agit en effet d'une sanction réelle et non
personnelle. Il est donc possible de confisquer dans le cas d'un acquittement
comme celui de l'espèce, où l'élément moral fait défaut. En conclusion, il y a
eu interprétation littérale de la loi, car en l'espèce, après avoir constaté
l'élément matériel du crime, à savoir l'illégalité du lotissement, la
confiscation est appliqué de manière légitime. 100. Le Gouvernement observe que
la Convention n'impose pas qu'il y ait un lien nécessaire entre accusation en
matière pénale et répercussions sur les droits patrimoniaux, à savoir rien
n'empêche d'adopter des mesures de confiscation même si on les classe comme sanctions pénales résultant d'un acte qui n'a
pas entraîné l'inculpation du sujet, étranger à la procédure pénale (n'ayant
pas fait l'objet d'accusation pendant la procédure pénale). Sur ce point, le
Gouvernement se réfère à trois arrêts de la Cour (AGOSI c. Royaume-Uni, 24
octobre 1986, série A no 108, Air Canada c. Royaume-Uni, 5 mai 1995, série A no
316-A et Bosphorus Hava Yollar1 Turizm ve Ticaret Anonim ^irketi c. Irlande
[GC], no 45036/98, CEDH 2005-VI) et observe que dans ces affaires, les
requérantes avaient subi la confiscation de leurs biens même si l'accusation
pénale ne portait par contre eux et ils n'avaient commis aucune faute. 101.
Selon le Gouvernement, la confiscation pourrait s'analyser en une « mesure de
sûreté patrimoniale » relevant de l'article 240 du code pénal, deuxième alinéa,
point 2. Cette disposition indique que « le juge ordonne toujours la
confiscation des choses dont la fabrication, l'usage, le port, la détention ou
l'aliénation constitue une infrclass="term">action
pénale, même s'il n'y a pas eu de condamnation pénale ». Le Gouvernement
observe que toute mesure de sûreté, comme toute peine, est ordonnée dans le
respect du principe de légalité et renvoie à l'article 199 du code pénal, qui
prévoit que « personne ne peut être soumis à des mesures de sûreté non prévues
par la loi et en dehors des cas prévus par la loi ». La possibilité de
confisquer les constructions abusives est prévue par l'article 240 du code
pénal, 2ème alinéa, dans la mesure où ces constructions sont des « choses dont
la fabrication est pénalement interdite ». Elle est également prévue par
l'article 19 de la loi no 47 de 1985. La possibilité de confisquer les sols
faisant l'objet d'un lotissement abusif est uniquement prévue par l'article 19
de la loi no 47 de 1985. En effet, les sols ne sont pas « intrinsèquement
dangereux ». Le fait que la confiscation ait été ordonnée à l'égard des
sociétés requérantes, tierces par rapport aux accusés, se justifie par la
nature « réelle » de la sanction. Selon le Gouvernement, il n'y a pas de
conflit avec le principe de « responsabilité personnelle » selon l'article 27
de la Constitution, au motif que la confiscation n'a pas une finalité
répressive mais préventive. Il s'agit de rendre indisponible pour le possesseur
une chose dont on présume ou on connaît la dangerosité, d'éviter de mettre sur
le marché des constructions abusives, et d'empêcher la commission d'infrclass="term">actions ultérieures. 102.
L'interprétation de l'article 19 de la loi no 47 de 1985 n'a pas été non plus
imprévisible. A cet égard, le Gouvernement renvoie à l'abondante jurisprudence
en la matière et soutient que la Cour de cassation avait déjà affirmé en 1987
(arrêt no 614 du 13 mars 1987, Ginevoli) qu'une construction autorisée mais non
conforme aux dispositions sur l'urbanisme pouvait faire l'objet de saisie. En
outre, l'arrêt Ligresti de 1991 de la Cour de cassation aurait affirmé que tout
permis de construire doit faire l'objet d'un test de compatibilité et doit donc
passer pour illicite et inexistant s'il s'avère contraire à la loi. Ensuite, le
Gouvernement observe que s'il est vrai que l'interprétation judiciaire en
matière pénale doit être raisonnablement prévisible, les revirements de
jurisprudence constituent une matière soustraite à la juridiction de la Cour
qui ne peut ni comparer les décisions rendues par les tribunaux nationaux ni
interdir la possiblité d'un revirement jurisprudentiel. 103. De surcroît, le
Gouvernement observe que depuis 2001 (décret législatif no 231/01), une société
peut faire l'objet d'une mesure patrimoniale découlant d'un acte commis par son
représentant légal. 104. En conclusion, le Gouvernement demande à la Cour de
rejeter la requête comme étant « irrecevable et/ou mal fondée. » 3.
Appréciation de la Cour a) Rappel des principes pertinents applicables 105. La
garantie que consacre l'article 7, élément essentiel de la prééminence du
droit, occupe une place primordiale dans le système de protection de la
Convention, comme l'atteste le fait que l'article 15 n'y autorise aucune
dérogation en temps de guerre ou autre danger public. Ainsi qu'il découle de
son objet et de son but, on doit l'interpréter et l'appliquer de manière à
assurer une protection effective contre les poursuites, les condamnations et
les sanctions arbitraires (arrêts S.W. et C.R. c. Royaume-Uni du 22 novembre 1995,
série A nos 335-B et 335-C, p. 41, § 34, et p. 68, § 32, respectivement). 106.
L'article 7 § 1 consacre notamment le principe de la légalité des délits et des
peines (nullum crimen, nulla poena sine lege). S'il interdit en particulier
d'étendre le champ d'application des infrclass="term">actions
existantes à des faits qui, antérieurement, ne constituaient pas des infrclass="term">actions, il commande en outre de
ne pas appliquer la loi pénale de manière extensive au détriment de l'accusé,
par exemple par analogie (voir, parmi d'autres, Coëme et autres c. Belgique,
nos 32492/96, 32547/96, 32548/96, 33209/96 et 33210/96, § 145, CEDH 2000-VII).
107. Il s'ensuit que la loi doit définir clairement les infrclass="term">actions
et les peines qui les répriment. Cette condition se trouve remplie lorsque le
justiciable peut savoir, à partir du libellé de la disposition pertinente et au
besoin à l'aide de l'interprétation qui en est donnée par les tribunaux, quels
actes et omissions engagent sa responsabilité pénale. 108. La notion de « droit
» (« law ») utilisée à l'article 7 correspond à celle de « loi » qui figure
dans d'autres articles de la Convention ; elle englobe le droit d'origine tant
législative que jurisprudentielle et implique des conditions qualitatives,
entre autres celles de l'accessibilité et de la prévisibilité (Cantoni c.
France, 15 novembre 1996, § 29, Recueil 1996-V ; S.W. c. Royaume-Uni, § 35, 22
novembre 1995 ; Kokkinakis c. Grèce, 25 mai 1993, §§ 40-41, série A no 260-A).
Aussi clair que le libellé d'une disposition légale puisse être, dans quelque
système juridique que ce soit, y compris le droit pénal, il existe
immanquablement un élément d'interprétation judiciaire. Il faudra toujours
élucider les points douteux et s'adapter aux changements de situation.
D'ailleurs il est solidement établi dans la tradition juridique des Etats
parties à la Convention que la jurisprudence, en tant que source du droit,
contribue nécessairement à l'évolution progressive du droit pénal (Kruslin c.
France, 24 avril 1990, § 29, série A no 176-A). On ne saurait interpréter
l'article 7 de la Convention comme proscrivant la clarification graduelle des
règles de la responsabilité pénale par l'interprétation judiciaire d'une
affaire à l'autre, à condition que le résultat soit cohérent avec la substance
de l'infrclass="term">action et
raisonnablement prévisible (Streletz, Kessler et Krenz c. Allemagne [GC], nos
34044/96, 35532/97 et 44801/98, § 50, CEDH 2001-II). 109. La portée de la
notion de prévisibilité dépend dans une large mesure du contenu du texte dont
il s'agit, du domaine qu'il couvre ainsi que du nombre et de la qualité de ses
destinataires. La prévisibilité d'une loi ne s'oppose pas à ce que la personne
concernée soit amenée à recourir à des conseils éclairés pour évaluer, à un
degré raisonnable dans les circonstances de la cause, les conséquences pouvant
résulter d'un acte déterminé. Il en va spécialement ainsi des professionnels,
habitués à devoir faire preuve d'une grande prudence dans l'exercice de leur
métier. Aussi peut-on attendre d'eux qu'ils mettent un soin particulier à
évaluer les risques qu'il comporte (Pessino c. France, no 40403/02, § 33, 10
octobre 2006). 110. La tâche qui incombe à la Cour est donc de s'assurer que,
au moment où un accusé a commis l'acte qui a donné lieu aux poursuites et à la
condamnation, il existait une disposition légale rendant l'acte punissable et
que la peine imposée n'a pas excédé les limites fixées par cette disposition
(Murphy c. Royaume-Uni, requête no 4681/70, décision de la Commission des 3 et
4 octobre 1972, Recueil de décisions 43 ; Coëme et autres, arrêt précité, §
145). b) L'application de ces principes dans la présente affaire 111. Dans
leurs volumineuses observations, les parties se sont livrées à un échange
d'arguments portant sur la « prévisibilité » du caractère abusif du lotissement
litigieux ainsi que sur la prévisibilité de la confiscation au regard de
l'évolution de la jurisprudence des cours nationales. La Cour n'estime pas
devoir donner un compte-rendu détaillé des décisions citées dans le présent
arrêt car il ne lui revient pas de juger du caractère imprevisible de l'infrclass="term">action in abstracto. En effet,
elle va se fonder sur les conclusions de la Cour de cassation qui, dans le cas
d'espèce, a prononcé un acquittement à l'égard des representants des sociétés
requérantes, accusés de lotissement abusif. 112. Selon la Haute juridiction
nationale, les prévenus ont commis une erreur inévitable et excusable dans
l'interprétation des normes violées ; la loi régionale applicable en
combinaison avec la loi nationale était « obscure et mal rédigée » ; son
interférence avec la loi nationale en la matière avait produit une
jurisprudence contradictoire; les responsables de la municipalité de Bari
avaient autorisé le lotissement et avaient assuré les requérantes de sa
régularité ; à tout cela s'était ajoutée l'inertie des autorités chargées de la
tutelle de l'environnement. La présomption de connaissance de la loi (article 5
du code pénal) ne jouait plus et, en conformité avec l'arrêt n. 364 de 1988 de
la Cour constitutionnelle (paragraphe 56 e) ci-dessus) et l'arrêt des Sections
Unies de la même Cour de Cassation du 18 juillet 1994 n. 8154, l'élément moral
de l'infrclass="term">action (articles 42
et suivants du code pénal) devait être exclu puisque, avant même qu'on puisse
examiner l'existence du dol ou d'une faute par négligence ou imprudence, il
fallait exclure la « conscience et volonté » de violer la loi pénale. Dans ce
cadre à la fois légal et factuel, l'erreur des accusés sur la légalité du
lotissement était, selon la Cour de Cassation, inévitable. 113. Il n'appartient
pas à la Cour de conclure différemment et, encore moins, de se livrer à des
hypothèses sur les raisons qui ont poussé l'administration communale de Bari à
gérer de telle manière une question aussi importante ainsi que sur les motifs
du défaut d'une enquête efficace à cet égard de la part du parquet de Bari
(paragraphe 37 ci-dessus). 114. Il convient donc de reconnaitre que les
conditions d'accessibilité et prévisibilité de la loi, dans les circonstances
spécifiques de la présente affaire, ne sont pas remplies. En d'autres termes,
vu que la base légale de l'infrclass="term">action
ne répondait pas aux critères de clarté, d'accessibilité et de prévisibilité,
il était dès lors impossible de prévoir qu'une sanction serait infligée. Cela
vaut pour les sociétés requérantes, qui ont mis en place le lotissement
illégal, comme pour leurs représentants, accusés au procès pénal. 115. Un ordre
d'idée complementaire mérite d'être developpé. Au niveau interne, la
qualification d'« administrative » (paragraphes 65-66) donnée à la confiscation
litigieuse permet de soustraire la sanction dont il s'agit aux principes
constitutionnels régissant la matière pénale. L'article 27/1 de la Constitution
prévoit que la « responsabilité pénale est personnelle » et l'interprétation
jurisprudentielle qui en est donnée précise qu'un élément moral est toujours
nécessaire. En outre l'article 27/3 de la Constitution (« Les peines ....
doivent tendre à la rééducation du condamné ») aurait du mal à s'appliquer à
une personne condamnée sans que sa responsabilité ne puisse être engagée. 116.
En ce qui concerne la Convention, l'article 7 ne mentionne pas expressément le
lien moral entre l'élément matériel de l'infrclass="term">action
et la personne qui en est considérée comme l'auteur. Cependant, la logique de
la peine et de la punition ainsi que la notion de « guilty » (dans la version
anglaise) et la notion correspondante de « personne coupable » (dans la version
française) vont dans le sens d'une interprétation de l'article 7 qui exige,
pour punir, un lien de nature intellectuelle (conscience et volonté) permettant
de déceler un élément de responsabilité dans la conduite de l'auteur matériel
de l'infrclass="term">action. A défaut,
la peine ne serait pas justifiée. Il serait par ailleurs incohérent, d'une
part, d'exiger une base légale accessible et prévisible et, d'autre part, de
permettre qu'on considère une personne comme « coupable » et la « punir » alors
qu'elle n'était pas en mesure de connaître la loi pénale, en raison d'une
erreur invincible ne pouvant en rien être imputée à celui ou celle qui en est
victime. 117. Sous l'angle de l'article 7, pour les raisons développées plus
haut, un cadre législatif qui ne permet pas à un accusé de connaître le sens et
la portée de la loi pénale est défaillant non seulement par rapport aux
conditions générales de « qualité » de la « loi » mais également par rapport
aux exigences spécifiques de la légalité pénale. 118. Pour l'ensemble de ces
raisons, il s'ensuit que la confiscation litigieuse n'était pas prévue par la
loi au sens de l'article 7 de la Convention. Elle s'analyse dès lors en une
sanction arbitraire. Partant il y a eu violation de l'article 7 de la
Convention. III. SUR LA VIOLATION ALLÉGUÉE DE L'ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
119. Les requérantes dénoncent l'illégalité ainsi que le caractère
disproportionné de la confiscation qui a frappé leurs biens. Elles allèguent la
violation de l'article 1 du Protocole no 1, qui dispose dans sa partie
pertinente ainsi: « Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses
biens. Nul ne peut être privé de sa propriété que pour cause d'utilité publique
et dans les conditions prévues par la loi et les principes généraux du droit
international. Les dispositions précédentes ne portent pas atteinte au droit
que possèdent les Etats de mettre en vigueur les lois qu'ils jugent nécessaires
pour réglementer l'usage des biens conformément à l'intérêt général (...). » A.
Sur l'applicabilité de l'article 1 du Protocole no 1 1. Thèses des parties 120.
Se référant à la jurisprudence de la Cour (Giannetaki E. & S. Metaforiki
Ltd et Giannetakis c. Grèce, no 29829/05, §§ 15-19, 6 décembre 2007 ; Mamidakis
c. Grèce, no 35533/04, §§ 17 et 48, 11 janvier 2007), les requérantes
soutiennent que l'article 1 du Protocole no 1 s'applique en l'espèce et que la
Cour peut examiner une ingérence dans le droit au respect des biens sous
l'angle de cette disposition même s'il s'agit d'une peine (Valico S.r.l. c.
Italie (déc.), no 70074/01, CEDH 2006-... ; Phillips c. Royaume-Uni, no
41087/98, § 50, CEDH 2001-VII). En tout cas, rien n'empêche que la Cour examine
un grief sous l'angle de l'article 1 du Protocole no 1 lorsqu'il vise une législation
concernant les droits patrimoniaux. 121. Pour les requérantes, la situation
dénoncée s'analyse en une privation de biens, qui relève de la deuxième phrase
du premier alinéa, vu que la confiscation est une peine infligée suite à
l'acquittement des accusés, dans le but de priver les requérantes de leurs
biens de manière définitive. Elles demandent à la Cour de considérer la
situation dénoncée comme une expropriation de fait. A cet égard elles font
observer que le cas d'espèce se distingue de ceux où la Cour a conclu que la
confiscation découlait de la réglementation de l'usage des biens, car ici il ne
s'agit pas d'une peine infligée à des tiers étrangers à un procès pénal ayant
débouché sur la condamnation des coupables. En effet, il s'agit d'une peine
appliquée suite à l'acquittement des prévenus (voir, a contrario AGOSI c.
Royaume-Uni, 24 octobre 1986, série A no 108 ; C.M. c. France (déc.), no
28078/95, CEDH 2001-VII). Il ne s'agit pas non plus d'une mesure patrimoniale
de prévention (a contrario, Arcuri c. Italie (déc.), no 52024/99, CEDH
2001-VII), mais d'une peine. 122. Pour le Gouvernement, vu que la Cour a
qualifié la confiscation de sanction pénale, l'on ne peut pas spéculer sur
l'application de l'article 1 du Protocole no 1. Affirmer que le principe du
respect du droit de propriété devrait aussi rentrer dans le champ d'évaluation
de la Cour serait comme prétendre d'évaluer la détention régulière sous l'angle
de l'article 1 du Protocole no 1, puisque par exemple la privation de liberté
interdit au détenu de gagner sa propre vie, en l'empêchant de continuer à
exercer son métier. On finirait par spéculer sur la proportionnalité de la
réponse répressive par rapport au crime commis. D'autre part, seulement en
matière de liberté d'expression la Convention s'occupe de garantir un rapport
de proportionnalité entre crime et sanction ; pour le reste, la mesure de la
peine ou la proportionnalité de cette dernière par rapport au crime sont hors
du champ d'application de la Convention, attendu qu'il s'agit d'une matière
constituant un des terrains de prédilection de la souveraineté des États
contractants. 123. Par ailleurs, le Gouvernement observe qu'il s'agit de griefs
identiques, et que ceci est démontré par la circonstance que les requérantes
reprennent pour l'essentiel les mêmes arguments déjà avancés sous l'angle de
l'article 7 de la Convention. Le Gouvernement renvoie aux considérations déjà
développées sous ce chapitre. 2. Appréciation de la Cour 124. Rien dans la
jurisprudence de la Cour ne donne à penser que la présente affaire doit être
examinée uniquement du point de vue de l'article 7 de la Convention. Les deux
droits en question ont un objet différent (cf. Valico S.r.l. c. Italie (déc.),
no 70074/01, CEDH 2006-...). En outre, rien n'empêche en principe d'examiner un
grief sous l'angle de l'article 1 du Protocole no 1 lorsqu'il vise une
législation concernant les droits patrimoniaux (J.A. Pye (Oxford) Ltd et J.A.
Pye (Oxford) Land Ltd, c. Royaume Uni, no44302/02, § 60.) L'article 1 du
Protocole no 1 protège des « biens », notion qui peut recouvrir tant des «
biens actuels » que des valeurs patrimoniales, y compris des créances, en vertu
desquelles le requérant peut prétendre avoir au moins une « espérance légitime
» d'obtenir la jouissance effective d'un droit de propriété. Par contre, il ne
garantit pas un droit à acquérir des biens (Kopecký c. Slovaquie [GC], no
44912/98, § 35, CEDH 2004-IX). Lorsqu'il y a controverse sur le point de savoir
si un requérant a un intérêt patrimonial pouvant prétendre à la protection de
l'article 1 du Protocole no 1, la Cour est appelée à définir la situation
juridique de l'intéressé (Beyeler c. Italie, précité). 125. Aux yeux de la
Cour, la confiscation des terrains et des bâtiments litigieux dont les
requérantes étaient propriétaires a constitué une ingérence dans la jouissance
de leur droit au respect des biens. Force est de conclure que l'article 1 du
Protocole no 1 s'applique. Reste à savoir si cette situation est couverte par
la première ou la deuxième norme de cette disposition. 126. L'article 1 du
Protocole no 1 contient trois normes distinctes : « la première, qui s'exprime
dans la première phrase du premier alinéa et revêt un caractère général, énonce
le principe du respect de la propriété ; la deuxième, figurant dans la seconde
phrase du même alinéa, vise la privation de propriété et la soumet à certaines
conditions ; quant à la troisième, consignée dans le second alinéa, elle
reconnaît aux Etats le pouvoir, entre autres, de réglementer l'usage des biens
conformément à l'intérêt général (...). Il ne s'agit pas pour autant de règles
dépourvues de rapport entre elles. La deuxième et la troisième ont trait à des
exemples particuliers d'atteintes au droit de propriété ; dès lors, elles
doivent s'interpréter à la lumière du principe consacré par la première »
(voir, entre autres, James et autres c. Royaume-Uni, 21 février 1986, § 37,
série A no 98, et Iatridis c. Grèce [GC], no 31107/96, § 55, CEDH 1999-II).
127. Les requérantes se sont clairement exprimées sur la norme applicable, en
demandant à la Cour d'examiner l'affaire sous l'angle de la « privation des
biens ». 128. La Cour note que la présente affaire se différencie de l'affaire
Agosi c. Royaume-Uni (arrêt du 24 octobre 1986, série A no108), où la
confiscation a été ordonnée à l'égard de biens constituant l'objet de l'infrclass="term">action (objectum sceleris), à la
suite de la condamnation des prévenus, car en l'espèce la confiscation a été
ordonnée à la suite d'un acquittement. Pour la même raison, la présente affaire
se distingue de C.M. c. France ([déc.], no 28078/95, CEDH 2001-VII) ou d'Air
Canada c. Royaume-Uni (arrêt du 5 mai 1995, série A no 316-A), où la
confiscation, ordonnée après la condamnation des accusés, avait frappé des
biens qui étaient l'instrumentum sceleris et qui se trouvaient en possession de
tiers. S'agissant des revenus d'une activité criminelle (productum sceleris),
la Cour rappelle qu'elle a examiné une affaire où la confiscation avait suivi
la condamnation du requérant (voir Phillips v. the United Kingdom, no.
41087/98, §§ 9-18, ECHR 2001-VII) ainsi que des affaires où la confiscation
avait été ordonnée indépendamment de l'existence de toute procédure pénale, car
le patrimoine des requérantes était présumé être d'origine illicite (voir Riela
et autres c. Italie (déc.), no. 52439/99, 4 septembre 2001; Arcuri et autres c.
Italie(déc.), no. 52024/99, 5 juillet 2001; Raimondo c. Italie, 22 Février
1994, Série A no. 281-A, § 29) ou être utilisé pour des activités illicites
(Butler c. Royaume-Uni (déc.), no. 41661/98, 27 juin 2002). Dans la première
affaire citée ci-dessus, la Cour a dit que la confiscation constituait une
peine au sens du deuxième paragraphe de l'article 1 du Protocole no 1. 1
(Phillips, arrêt précité, § 51, et, mutatis mutandis, Welch c. Royaume-Uni, 9
février 1995, série A no. 307-A, § 35), tandis que dans les autres affaires
elle estimé qu'il s'agissait de la réglementation de l'usage des biens. 129.
Dans le cas d'espèce, la Cour estime qu'il n'est pas nécessaire de déterminer
si la confiscation tombe dans la première ou dans la deuxième catégorie, car
dans tous les cas c'est le deuxième paragraphe de l'article 1 du Protocole no 1
qui s'applique (Frizen c. Russie, no 58254/00, § 31, 24 mars 2005). B. Sur
l'observation de l'article 1 du Protocole no 1 130. Les requérantes soutiennent
que la confiscation litigieuse ne repose pas sur une « base légale » au sens de
la Convention. Elles renvoient à cet égard aux arguments exposés pour les
besoins de l'article 7 de la Convention. Elles observent ensuite que
l'administration a tiré bénéfice d'une situation illégale, alors qu'il est
nécessaire de maintenir un certain degré de « sécurité juridique ». En outre,
elles indiquent qu'il n'y a pas de remède national susceptible de leur faire obtenir
la restitution des biens confisqués, et la situation est dès lors définitive.
131. Pour le cas où la Cour examinerait sur le terrain de la proportionnalité
leur grief, les requérantes observent que l'infrclass="term">action
pour lesquelles elles ont été poursuivies et acquittées était de « lotissement
matériel », à savoir elle impliquait l'activité de construction. La sanction
infligée serait disproportionnée pour les raisons suivantes. En premier lieu,
l'étendue de la sanction : seulement 15% des terrains confisqués était
construite. En deuxième lieu, l'innocence des requérantes, étant donne que
l'attitude du propriétaire, et notamment le degré de faute ou de prudence dont
il fait preuve » doit être pris en compte (Agosi, précité, §§ 54-55 et 58-60) ;
Air Canada, précité, §§ 44-46). En outre, les procédures applicables en
l'espèce ne permettaient aucunement de prendre en compte le degré de faute ou
de prudence des requérantes ou, pour le moins, au rapport entre la conduite des
requérantes et l'infrclass="term">action litigieuse.
En dernier lieu, l'absence totale d'indemnisation ne saurait se justifier sur
le terrain de l'article 1 du Protocole no 1 (N.A. et autres c. Turquie, no
37451/97, CEDH 2005-X du 11 octobre 2005 ; Papachelas c. Grèce [GC], no
31423/96, CEDH 1999-II. Les requérantes font de surcroît observer que les
autorités nationales ne sont pas intervenues au début des travaux de
construction, mais ont attendu longtemps de sorte que l'impact de la
confiscation qui en est résulté, à savoir le préjudice subi, est très
important. 132. Le Gouvernement conteste les thèses des requérantes et observe
que la confiscation visait à assurer « le bon et bien ordonné aménagement du
territoire, domaine où les États jouissent d'une large marge d'appréciation ».
133. Aucune charge exorbitante ne peut être reconnue à une confiscation
frappant aussi bien les constructions que les sols, construits ou pas. En
effet, le lotissement abusif d'un terrain suppose une transformation urbaine,
notion qui concerne la totalité du terrain et non pas seulement la partie
construite. Il ne s'agit pas d'un cas de construction simple mais dans un
projet impliquant aussi des ouvrages d'urbanisation primaire et secondaires (au
sens de la loi no. 847/1964 et de la loi 865/1971). Si la confiscation concernait
seulement la partie destinée à être construite, l'administration serait obligée
à suivre le projet établi par le particulier, et l'ordre urbanistique violé ne
pourrait pas être rétabli car l'administration deviendrait propriétaire
seulement d'une portion du terrain et le particulier resterait propriétaire
seulement des portions affectées à l'urbanisation primaire et secondaire. Par
conséquent, la confiscation était proportionnée. 134. Le fait que la même
municipalité qui avait délivré les permis illégitimes soit devenue propriétaire
des terrains ne revêt aucune importance particulière : le patrimoine est en
effet celui de la collectivité des habitants de la ville, et non pas celui des
administrateurs responsables de la procédure administrative incriminée. Au
demeurant, les circonstances de la cause montrent en l'espèce « que la position
de l'individu face au pouvoir n'a pas été certes celle d'un particulier écrasé
par un État Léviathan mais, plutôt, celle d'un particulier qui a conclu un
accord contra legem (n'étant, ontologiquement, un accord contra legem rien
d'autre que la rencontre entre une demande visée à obtenir quelque chose
d'interdit et une réponse positive à cette demande) avec un secteur déterminé
de l'État, qui a opéré au mépris de la loi et des intérêts de la
collectivité.(...) », comme l'auraient reconnu les juridictions nationales.
135. En conclusion, le Gouvernement demande à la Cour de rejeter la requête
comme étant irrecevable et/ou mal fondée. 136. La Cour rappelle que l'article 1
du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu'une ingérence de l'autorité
publique dans la jouissance du droit au respect de biens soit légale : la
seconde phrase du premier alinéa de cet article n'autorise une privation de
propriété que « dans les conditions prévues par la loi » ; le second alinéa
reconnaît aux États le droit de réglementer l'usage des biens en mettant en
vigueur des « lois ». De plus, la prééminence du droit, l'un des principes
fondamentaux d'une société démocratique, est inhérente à l'ensemble des
articles de la Convention (Iatridis c. Grèce [GC], no 31107/96, § 58, CEDH
1999-II ; Amuur c. France, 25 juin 1996, § 50, Recueil 1996-III). Il s'ensuit
que la nécessité de rechercher si un juste équilibre a été maintenu entre les
exigences de l'intérêt général de la communauté et les impératifs de la
sauvegarde des droits fondamentaux de l'individu (Sporrong et Lönnroth c.
Suède, 23 septembre 1982, § 69, série A no 52 ; Ex-roi de Grèce et autres c.
Grèce [GC], no 25701/94, § 89, CEDH 2000-XII) ne peut se faire sentir que
lorsqu'il s'est avéré que l'ingérence litigieuse a respecté le principe de la
légalité et n'était pas arbitraire. 137. La Cour vient de constater que l'infrclass="term">action par rapport à laquelle la
confiscation a été infligée aux requérantes n'avait pas de base légale au sens
de la Convention et que la sanction infligée aux requérantes était arbitraire
(paragraphes 114 et 118 ci-dessus). Cette conclusion l'amène à dire que
l'ingérence dans le droit au respect des biens des requérantes était arbitraire
et qu'il y a eu violation de l'article 1 du Protocole no 1. 138. En principe,
cette conclusion dispense la Cour de rechercher s'il y a eu rupture du « juste
équilibre » évoqué ci-dessus (paragraphe 136 ci-dessus; voir, parmi beaucoup
d'autres, Carbonara et Ventura c. Italie, no 24638/94, § 62, CEDH 2000-VI).
Toutefois, compte tenu de la gravité des faits dénoncés dans la présente
affaire, la Cour estime opportun de se livrer à certaines considérations sur
l'équilibre devant régner entre les exigences de l'intérêt général de la
communauté et les impératifs de la protection des droits fondamentaux de
l'individu, en ayant présent à l'esprit qu'il doit y avoir un rapport
raisonnable de proportionnalité entre les moyens employés et le but poursuivi
(Air Canada précité, § 36). 139. La Cour relève tout d'abord que la bonne foi
et l'absence de responsabilité des requérantes n'ont pu jouer aucun rôle (a
contrario, Agosi, précité, §§ 54-55 et 58-60 ; Air Canada, précité, §§ 44-46)
et que les procédures applicables en l'espèce ne permettaient aucunement de
prendre en compte le degré de faute ou d'imprudence ni, à tout le moins, le
rapport entre la conduite des requérantes et l'infrclass="term">action
litigieuse. 140. Ensuite, la Cour estime que l'étendue de la confiscation (85%
de terrains non construits), en l'absence de toute indemnisation, ne se
justifie pas par rapport au but annoncé, à savoir mettre en conformité avec les
dispositions d'urbanisme les lots concernés. Il aurait amplement suffi de
prévoir la démolition des ouvrages incompatibles avec les dispositions
pertinentes et de déclarer sans effet le projet de lotissement. 141. Enfin, la
Cour observe que la commune de Bari - responsable d'avoir octroyé des permis de
construire illégaux est l'organisme qui est devenu
propriétaire des biens confisqués, ce qui est paradoxal. 142. Compte tenu de
ces éléments, il y a eu rupture du juste équilibre et violation de l'article 1
du Protocole no 1 également pour cette raison. IV. SUR L'APPLICATION DE L'ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
143. Aux termes de l'article 41 de la Convention, « Si la Cour déclare qu'il y
a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de
la Haute Partie contractante ne permet d'effacer qu'imparfaitement les
conséquences de cette violation, la Cour accorde à la partie lésée, s'il y a
lieu, une satisfclass="term">action
équitable. » A. Dommage matériel 144. Les requérantes ont formulé leurs
prétentions en s'appuyant sur deux expertises, réalisées en 2007 par le Real
Estate Advisory Group (REAG). La première expertise a établi la valeur
marchande des biens confisqués ; la deuxième expertise a déterminé les coût
effectivement supportés par les requérantes jusqu'à la confiscation. 145. Les
prétentions des requérantes peuvent se résumer ainsi : SUD FONDI terrain de 59
761 mètres carrés Valeur 2007 : 260 200 000 EUR volume de construction 289
803,656 mètres cubes Valeur 2007 : 14 200 000 EUR Coûts supportés jusqu'à la
confiscation 92 267 508, 49 EUR + indexation + intérêts TOTAL RECLAM 274 400
000 EUR IEMA un terrain de 2 717 mètres carrés, un deuxième terrain de 1 407
mètres carrés Valeur 2007 : 10 500 000 EUR Volumes de construction respectifs
13 585 / 13 559 mètres cubes Valeur 2007 : 2 800 000 EUR Coûts supportés
jusqu'à la confiscation 3 597 370, 51 EUR + indexation + intérêts TOTAL RECLAM
13 300 000 EUR + 305 920,28 EUR pour coûts prévus MABAR un terrain de 13 077
mètres carrés un deuxième terrainde 6 556 mètres carrés Valeur 2007 : 61 000
000 EUR Volumes de construction 65 385/65 157,80 mètres cubes Valeur 2007 : 4
200 000 EUR Coûts supportés jusqu'à la confiscation 10 550 579,12 EUR TOTAL
RECLAM 65 200 000 EUR 146. Les requérantes demandent l'exonération fiscale sur
les montants que la Cour leur accordera. 147. Pour le Gouvernement, il est
crucial de prendre en compte le fait que les requérantes ont demandé plus ou
moins le même montant à titre d'indemnistation au niveau national, ainsi qu'au
titre de la satisfclass="term">action
équitable. Cette situation empêche d'allouer n'importe quelle satisfclass="term">action équitable, dont l'octroi
conduirait à un résultat déraisonnable, injsute et incompatible avec l'esprit
de la Convention et se traduirait en une aubaine injustifiée pour les
requérantes. Le Gouvernement fait observer que la procédure en indemnisation
engagée par les requérantes au niveau national est toujours pendante. Si la
Cour accordait une somme aux requérantes, celles-ci pourraient être indemnisés
deux fois. 148. Le Gouvernement observe ensuite que les critères indemnitaires
proposés par les requérantes sont tout à fait disproportionnés et ne sont pas
afférents au cas d'espèce, alors que la Cour a toujours estimé que l'État
concerné est libre de choisir les moyens dont il usera pour se conformer à un
arrêt qui le concerne. En outre, les requérantes demandent réparation, alors
qu'elles n'ont pas respecté la théorie des « mains propres ». Tout en admettant
qu'il est possible en l'espèce d'entrevoir un manque de transparence dans
l'activité de l'admnistration, s'il y a co-responsabilité des requérantes ou
des tiers impliqués dans la procédure administrative, cela fait l'objet de
procédures nationales en cours et donc le problème devra être résolu dans ce
domaine national. 149. La Cour considère que, dans les circonstances de la
cause, la question de l'application de l'article 41 ne se trouve pas en état
pour ce qui est du dommage matériel, étant donné la complexité de l'affaire et
l'éventualité que les parties trouvent une forme de réparation au niveau
nationale. Partant, il y a lieu de réserver cette question et de fixer la
procédure ultérieure en tenant compte d'un éventuel accord entre l'État
défendeur et la requérante (article 75 § 1 du règlement). B. Dommage moral 150.
Les requérantes réclament une somme au titre du préjudice moral que leur aurait
causé le comportement de l'État. SUD FONDI sollicite le versement de 25 000 000
EUR, tandis que IEMA et MABAR demandent respectivement 4 000 000 EUR et 6 000
000 EUR. 151. Le Gouvernement s'oppose à l'octroi de toute somme et reprend
pour l'essentiel les arguments avancés pour le dommage matériel. 152. La Cour
rappelle que l'on ne doit pas écarter de manière générale la possibilité
d'octroyer une réparation pour le préjudice moral allégué par les personnes
morales ; cela dépend des circonstances de chaque espèce (Comingersoll c.
Portugal [GC], no 35382/97, CEDH 2000-IV, §§ 32-35). La Cour ne peut donc
exclure, au vu de sa propre jurisprudence, qu'il puisse y avoir, pour une
société commerciale, un dommage autre que matériel appelant une réparation
pécuniaire. 153. Dans la présente affaire, la manque de cadre juridique
prévisible pour la confiscation et la persistance de cette situation ont dû
causer, dans le chef des requérantes ainsi que de leurs administrateurs et
associés, des désagréments considérables, ne serait-ce que dans la conduite des
affaires courantes des sociétés. A cet égard, on peut donc estimer que les
sociétés requérantes ont subi une situation qui justifie l'octroi d'une
indemnité. 154. Statuant en équité, comme le veut l'article 41, la Cour alloue
à chaque requérante 10 000 EUR, soit une somme globale de 30 000 EUR. C. Frais
et dépens 155. Justificatifs à l'appui, les requérantes demandent le
remboursement des frais encourus dans la procédure nationale, qui s'élèvent
respectivement à 202 805,38 EUR pour MABAR, 160 248, 34 EUR pour IEMA et 221
130,94 EUR pour SUD FONDI. 156. Elles sollicitent également le remboursement
des frais exposés devant la Cour, s'élevant à 129 024 EUR pour MABAR, à 55 296
EUR pour IEMA et 197 202,48 EUR pour SUD FONDI, contributions sociales de 2%
inclues. Les requérantes réclament en outre le remboursement des frais
d'expertise à concurrence de 12 500 EUR pour MABAR, 6 500 EUR pour IEMA et 26
500 EUR pour SUD FONDI. 157. Selon le Gouvernement, abstrclass="term">action
faite du mal fondé du petitum demandé, les frais réclamés sont excessifs. 158.
La Cour rappelle que l'allocation des frais et dépens au titre de l'article 41
présuppose que se trouvent établis leur réalité, leur nécessité et, de plus, le
caractère raisonnable de leur taux (Iatridis c. Grèce (satisfclass="term">action
équitable) précité, § 54). En outre, les frais de justice ne sont recouvrables
que dans la mesure où ils se rapportent à la violation constatée (Van de Hurk
c. Pays-Bas, arrêt du 19 avril 1994, série A no 288, § 66). 159. La Cour estime
que la procédure pénale nationale concernait la responsabilité pénale
personnelle des administrateurs des sociétés requérantes. Ces frais ne peuvent
dès lors pas être remboursés. Quant aux frais concernant la procédure devant la
Cour, il n'y a pas lieu de douter de la nécessité de ceux-ci ni du fait qu'ils
aient été effectivement engagés à ce titre. Elle juge cependant trop élevés les
honoraires totaux revendiqués. Elle considère dès lors qu'il n'y a lieu de les
rembourser qu'en partie. 160. Compte tenu des circonstances de la cause, et
statuant en équité comme le veut l'article 41 de la Convention, la Cour juge
raisonnable d'allouer 30 000 EUR à SUD FONDI, 30 000 EUR à MABAR et 30 000 EUR
à IEMA, soit 90 000 EUR globalement, pour les frais exposés devant la Cour. D.
Intérêts moratoires 161. La Cour juge approprié de calquer le taux des intérêts
moratoires sur le taux d'intérêt de la facilité de prêt marginal de la Banque
centrale européenne majoré de trois points de pourcentage. PAR CES MOTIFS, LA
COUR, À L'UNANIMITÉ, 1. Dit, qu'il y a eu violation de l'article 7 de la
Convention ; 2. Dit, qu'il y a eu violation de l'article 1 du Protocole no 1 ;
3. Dit, a) que l'Etat défendeur doit verser aux requérantes, dans les trois
mois à compter du jour où l'arrêt sera devenu définitif conformément à
l'article 44 § 2 de la Convention, respectivement les sommes suivantes : (i) à
la requérante SUD FONDI : - 10 000 EUR (dix mille euros), plus tout montant
pouvant être dû à titre d'impôt, pour dommage moral et - 30 000 EUR (trente
mille euros), plus tout montant pouvant être dû par la requérante à titre
d'impôt, pour frais et dépens ; (ii) à la requérante IEMA : - 10 000 EUR (dix
mille euros), plus tout montant pouvant être dû à titre d'impôt, pour dommage
moral et - 30 000 EUR (trente mille euros), plus tout montant pouvant être dû
par la requérante à titre d'impôt, pour frais et dépens ; (iii) à la requérante
MABAR : - 10 000 EUR (dix mille euros), plus tout montant pouvant être dû à
titre d'impôt, pour dommage moral, et - 30 000 EUR (trente mille euros) plus
tout montant pouvant être dû par la requérante à titre d'impôt, pour frais et
dépens ; b) qu'à compter de l'expiration dudit délai et jusqu'au versement, ces
montants seront à majorer d'un intérêt simple à un taux égal à celui de la
facilité de prêt marginal de la Banque centrale européenne applicable pendant
cette période, augmenté de trois points de pourcentage ; 4. Dit, que la
question de l'article 41 de la Convention ne se trouve pas en état pour le
dommage matériel ; en conséquence, a) réserve cette question ; b) invite le
Gouvernement et les requérantes à lui donner connaissance, dans les six mois,
de tout accord auquel ils pourraient aboutir ; c) réserve la procédure et
délègue au président le soin de la fixer au besoin ; 5. Rejette la demande de
satisfclass="term">action équitable pour
le surplus. Fait en français, puis communiqué par écrit le 20 janvier 2009, en
application de l'article 77 §§ 2 et 3 du règlement. Sally Dollé Françoise
Tulkens Greffière Présidente Stampa | Segnala | Condividi |
( da "AltaLex" del
12-06-2009)
Argomenti: Class Action
Sulla condanna di
una persona giuridica per illecito amministrativo ex lege 231/01 Tribunale
Cosenza, sentenza 02.03.2009 Stampa | Segnala | Condividi Si ringrazia
Francesco Luigi Branda per la segnalazione. Tribunale di Cosenza Sentenza 2
marzo 2009 Svolgimento del processo I signori ...VARI..., sono stati tratti a
giudizio per rispondere dei reati contestati come in epigrafe. E
stata altresì citata a giudizio la società Modacolor s.r.l., per
lillecito amministrativo
di cui allart. 24 D.Lgs 231/01, contestato puntualmente al capo A bis). Sono rimasti contumaci
gli imputati ...VARI..; presenti P. D. e lamministratore
giudiziario della Modacolor. Alludienza del 1/10/07, in assenza di
questioni preliminari, è stato dichiarato aperto il dibattimento ed ammesse le prove precostituite e
costituende richieste dalle parti. Quindi, nelle udienze succcessive sono stati
sentiti i testimoni ****, richiesti dalla difesa. Allesito
dellistruttoria è stata disposta lacquisizione ai sensi
dellarticolo 507 c.p.p., delle dichiarazioni ai fini IVA e imposte sui redditi e dei
modelli F24, costituenti corpo del reato; le parti hanno prestato il consenso
allacquisizione delle visure prodotte alludienza del
12/11/08. Infine, sulle conclusioni rassegnate dalle parti alludienza del 3/12/08, il processo è
stato definito. MOTIVAZIONE CAPO A) . In sintesi, al capo a) si contesta a ****
il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche,
perché, il primo nella veste di promotore e gli altri quali concorrenti nella
fase esecutiva, dopo aver avanzato domanda di finanziamento ai sensi della
legge 488/92 per la realizzazione di una industria tessile in favore della
società Modacolor s.r.l. amministrata da ****, con artifici consistiti nella
presentazione di false fatture e nella documentazione di spese per l'acquisto
di macchinari, in misura artificiosamente gonfiata rispetto a quella effettiva,
inducevano in errore la commissione verificatrice e conseguentemente ottenevano
dallo Stato una serie di contribuzioni, erogate a stati di avanzamento fino al
saldo del 12 febbraio 2003, nella misura complessiva di euro 4.116.971,31, con
pari danno per l'amministrazione erogante. Sullaccertamento dei
fatti ha riferito il teste ****, maresciallo della Guardia di Finanza, il quale, richiamando puntualmente
i documenti acquisiti, ha illustrato lo svolgimento e lesito
della verifica effettuata nei confronti degli odierni imputati, ed in proposito
ha dichiarato che lindagine prese inizio da una segnalazione dell'Ufficio
Italiano Cambi, da cui
emergeva che una società, la Euromec s.r.l., pur non avendo mai presentato
alcuna dichiarazione dei redditi, risultava aver effettuato operazioni
sospette, con lemissione di fatture per la vendita di
macchinari nei confronti della società Modacolor, amministrata da ****. La Guardia di Finanza
decideva pertanto di effettuare perquisizioni nei confronti di quest'ultima
società, sita in Montalto, la cui sede amministrativa era collocata presso gli
uffici di altra società, la Tessil Pizzi Sud s.r.l., appartenente allo stesso
gruppo ****. Venivano rinvenuti contratti, fatture e bonifici che evidenziavano
l'acquisto (simulato per interposizione fittizia) di macchinari dallapparente
fornitore Euromec s.r.l. ed altra documentazione da cui emergeva che la società Modacolor aveva
effettuato trattative commerciali aventi ad oggetto le stesse macchine
direttamente con fornitori esteri. In effetti i documenti comprovanti le
trattative di acquisto avevano ad oggetto contratti, o meglio schemi di contratto,
che venivano successivamente ripresi, salvo qualche variante, nelle
compravendite concluse, apparentemente, con la società Euromec , che appariva
pertanto soggetto interposto fittiziamente . I fornitori effettivi erano di
nazionalità estera, appartenenti alla comunità europea; e ciò permetteva, tra
l'altro, di concludere acquisti intracomunitari propedeutici alla realizzazione
delle cosiddette frodi carosello, nelle quali la
società intermediaria -apparente fornitore italiano-, dopo aver acquistato i beni all'estero, e perciò tenuta
a versare l'Iva in ipotesi di successiva alienazione, trasferiva il bene ad
altro soggetto italiano, nella specie alla Modacolor; ma, trattandosi di società
cartiera, non provvedeva al versamento dell'imposta, di cui leffettivo acquirente veniva
illecitamente sgravato. In pratica, veniva riscontrato che la Modacolor
effettuava sostanzialmente gli acquisti all'estero e faceva intestare i
macchinari alla Euromec, la quale successivamente li trasferiva alla prima,
emettendo fattura per un prezzo notevolmente superiore, anche in misura del
100%; quindi, la stessa Modacolor effettuava il pagamento alla EuroMec,
documentandolo con il versamento di assegni, ma subito dopo, l'apparente
fornitrice restituiva a sua volta il sovrapprezzo mediante assegni circolari
che, attraverso una serie di passaggi effettuati con l'indicazione di nomi di
fantasia, ritornavano nelle casse dei soci della Modacolor. Il suddetto sistema
era stato congegnato per realizzare una truffa ai danni dello Stato, in quanto
la Modacolor, subito dopo essere stata costituita, aveva presentato una
richiesta di finanziamento, ai sensi della legge 488/92, per realizzare un
impianto industriale nel settore tessile. L'investimento prevedeva
originariamente spese per oltre 11 miliardi di lire, di cui circa 6 miliardi di
lire avrebbero dovuto essere apportati dei soci con versamenti in conto
capitale e il residuo era a carico dello Stato, in forma di contributo a fondo
perduto. Con riferimento alle fasi del procedimento amministrativo, il teste ha
evidenziato che l'istruttoria delle pratiche attinenti al finanziamento era
affidata ad una banca concessionaria del servizio, la quale dopo aver ricevuto
la domanda, la istruiva secondo indicazioni fornite dalle circolari del ministero
dell'industria: veniva effettuata una graduatoria delle istanze ed espresso un
parere, sulla base di alcuni indicatori, tra cui anche l'apporto di capitale da
parte di chi richiedeva il finanziamento. Approvata l'utile ammissione in
graduatoria, il ministero emanava un decreto provvisorio di concessione del
finanziamento, con elargizione di contributi a stati di avanzamento, sulla base
di autocertificazioni e documentazione delle spese sostenute. Al termine, la
banca istruiva la trattazione in modo definitivo, rilevando eventuali anomalie
e segnalandole al ministero; questo, in difetto di rilievi da parte del
controllore, emanava un decreto di concessione definitiva, effettuato a
consuntivo, e cioè dopo aver verificato lattuazione del
programma di investimento.
Nelle ipotesi in cui l'investimento non veniva realizzato o evidenziate altre
anomalie, per inosservanza delle condizioni previste dal regolamento che
disciplina la legge 488/92, potevano essere irrogate revoche parziali dei
contributi concessi o, nel caso scostamento dagli indicatori in certa misura,
la revoca totale. In particolare, questa scattava se lo scostamento era
riferito ad un solo indicatore ed in misura del 20%, ovvero, se riferito a più
indicatori, in misura complessiva del 30%. Nel concreto caso, nel corso delle
indagini è stato verificato che le fatture emesse dalla Euromec nei confronti
della Modacolor mascheravano in realtà una interposizione fittizia ed una
sovrafatturazione volta ad ottenere i contributi da parte dello Stato, in
misura maggiore pressoché doppia rispetto al quella
effettivamente spettante. Infatti l'importo fatturato veniva regolato tra le
parti con movimentazioni bancarie e tuttavia successivamente, riguardo alla
sovrafatturazione, si riscontrava un flusso di ritorno delle somme di danaro nelle tasche dei soci
della Modacolor, i quali poi riversavano nelle casse della società quasi la
totalità degli importi rientrati, facendoli apparire quali apporti di capitale
proprio. Per quanto riguarda la documentazione dei pagamenti in favore della
apparente fornitrice dei macchinari, il danaro risultava così versato. In
relazione alla fattura n. 1 del 28 agosto 2000, la Modacolor effettuava il
pagamento di lire 333.333 333, oltre iva al 20%, per un totale di 400 milioni
di lire; riguardo alla fattura n. 2 del 12 ottobre 2000, il pagamento per un
imponibile di lire 4.866.666.667 Iva al 20% (973. 333.333) per un totale di
5.840. 000. 000; relativamente alla fattura n. 13 del 30 settembre 2001, il
pagamento per un imponibile di 10.500.000, oltre Iva (2.100.000), per un totale
di 12.600.000 lire (fatture :allegati 1 2 3; pagamenti:
allegati 50 51 52 53 54). Ma e questo è
lessenziale - per gli stessi macchinari, veniva rinvenuta documentazione relativa agli acquisti
effettuati all'estero, ed in particolare la trasmissione delle fatture in
originale dalla ditta Thies alla Modacolor, seppure intestate alla Euromec alla
quale risultavano trasmesse solo le copie (allegati 24 e 25). Inoltre, da
verifiche bancarie effettuate nei confronti della Euromec, risultava che questa
società, in relazione agli stessi macchinari di cui alle predette fatture,
aveva effettuato accrediti in favore di fornitori esteri per complessive
3.093.339.177 lire (allegati 54 55 e 83); la Modacolor, a sua volta, aveva
accreditato alla Euromec la somma di lire 6.240.000.000, per gli stessi
macchinari (allegati 50 51 52 53 54 ). Quindi
si accertava che la Euromec, dopo aver formalmente ricevuto il pagamento,
restituiva parte delle somme ricevute, attraverso un giro di assegni circolari costituenti il
flusso di ritorno, nella misura pressoché corrispondente alla sovrafatturazione
effettuata attraverso la sua interposizione fittizia ( allegati da 57 a 100 e
allegati da B1 a B10). Il costo dei macchinari era stato pertanto
apparentemente gonfiato, come dedotto dal flusso di ritorno delle somme che non
trovava alcuna giustificazione, diversa dalla interposizione fittizia. Tale
conclusione era avvalorata, dalla trasmissione di fatture originali dei
macchinari acquistati all'estero, recapitate direttamente alla Modacolor; dal
ritrovamento di documenti relativi alla trattativa per l'acquisto dei
macchinari che veniva seguita direttamente dallamministratore
unico ****. Tra l'altro, nell'ambito dei controlli effettuati nei confronti della società
interposta, Euromec, risultava che questa - almeno nellanno
2002 - aveva cessato l'attività, dopo aver cambiato sede da Firenze in
Montalto, dove non veniva riscontrata alcuna sede effettiva. Per quanto riguarda il flusso di ritorno del
danaro dalla Euromec, il teste ha evidenziato quanto emerso dagli accertamenti
bancari nei confronti di ****, soci della Modacolor, ed in particolare la
richiesta, da parte di Euromec e del suo amministratore ****, di assegni
circolari trasferibili che recavano come beneficiari nominativi sconosciuti
all'anagrafe tributaria, quali ad esempio ****; questi assegni, risultavano
infine pervenuti ai soci della Modacolor e da questi incassati, per un
ammontare complessivo di lire 2.822.050.000. Questa liquidità veniva
utilizzata, in misura di lire 2.429.050.000 per l'apporto dei soci al capitale
sociale previsto nella pratica di finanziamento, come emergeva altresì dalla
quasi contestualità tra il rientro del danaro e il versamento da parte dei
soci; infatti le somme pervenute da Euromec, una volta incassate dai soci, nel
giro di qualche giorno, venivano riversate in conto apporto di capitale. Gli
assegni circolari erano ovviamente di importo inferiore ad euro 1.500, previsto
per la loro trasferibilità; si trattava pertanto di numerosissimi assegni. Il
teste ha ricordato che nella pratica di finanziamento era previsto apporto di
capitale proprio in misura di circa 6 miliardi di lire; e che pertanto,
attraverso la sovrafatturazione ed il flusso di ritorno sopra descritti, lo
Stato anziché contribuire in una certa misura, contribuiva in misura pressoché
doppia rispetto a quella ammessa, configurandosi una delle ipotesi di revoca
del finanziamento; e specialmente quella che prevede lo scostamento da uno
degli indicatori in misura non inferiore al 20%. Il teste ha poi aggiunto che,
in pratica, per l'istruzione della pratica venivano presentate dichiarazioni
liberatorie da parte degli apparenti fornitori (allegati 50 e 51) e
autocertificazione da parte dell'amministratore della società Modacolor
(allegato 58) che attestavano l'effettivo versamento delle somme a titolo di
spese sostenute. In particolare, come emergeva dal documento in allegato 48, la
Modacolor, in data 9 gennaio 2001, falsamente attestava di aver sostenuto, alla
data del 13 ottobre 2000, spese per un ammontare di lire 7.955.180.000, tra cui
le fatture nn. 1 e 2 della Euromec, benché per quest'ultima - come si è visto
vi fosse stata una simulata duplicazione della spesa rispetto a quella effettivamente
sostenuta. ALTRI DOCUMENTI. Oltre ai documenti a cui ha fatto riferimento il
teste ****, illustrandone il contenuto, sono stati altresì acquisiti quelli
appresso illustrati. In particolare sono inseriti nel fascicolo per il dibattimento:
- Il decreto del Ministero dellIndustria del Commercio e
dellArtigianato n. 69272 del 3 marzo 1999, con cui si concede alla
Modacolor s.r.l., ai sensi della legge 19 dicembre 1992 n. 488 e successive
integrazioni, in via provvisoria il contributo in conto capitale di lire 8.597.490.000 (euro
4.440.233.03), da erogarsi secondo le modalità previste dallarticolo
del regolamento adottato con d.m. 527/95 in tre quote annuali di lire
2.865.830.000 ( euro 1.480.077,68) cadauna. Allarticolo 3 dello stesso decreto era previsto che
"le agevolazioni sono inoltre revocate qualora, calcolati gli scostamenti
negativi degli indicatori, di cui all'articolo 6, comma 4 del regolamento
nell'esercizio successivo alla data di entrata a regime dell'iniziativa agevolata
: a) anche uno solo di tali scostamenti superi i 30 punti percentuali; b)
eseguita la somma dei suddetti scostamenti negativi e rapportata la stessa al
numero degli indicatori suscettibili di variazione, la media degli scostamenti
così determinata superi i 20 punti percentuali. (allegato 94). -
Il Decreto del Ministero delle Attività Produttive, n. 120827 del 28 novembre
2002, in cui, dopo avere evidenziato che la banca concessionaria aveva
effettuato erogazioni per complessive lire 6.922.206.000, così suddivise quanto a lire
2.865.830.000 in data 30 dicembre 1999; quanto a lire 2.261.730.000 in data 3
gennaio 2002; quanto a lire 1.794.646.000 in data 4 febbraio 2002, tenuto conto
delle variazioni apportate agli investimenti, decretava la concessione, in via
definitiva, del contributo in conto capitale di euro 4.126.407,99 , disponendo
altresì disimpegno della quota a saldo di euro 313.825,05 (allegato 93). - I
bonifici effettuati dalla banca concessionaria in favore della Modacolor in
esecuzione dei decreti ministeriali superiormente indicati, per le somme
esattamente corrispondenti a quelle indicate nel decreto di concessione
definitiva, erogate fino alla data del 12/2/2003 (allegati in cartella C1
C2 C3, da pag. 287 a pag 294). - La relazione sullo stato finale del programma di
investimento redatta per conto della banca concessionaria e prodotta alludienza
del 7 aprile 2008, per vero con encomiabile correttezza processuale, dallo
stesso difensore dellimputato. Questa relazione, datata 3 dicembre 2001, propedeutica alla
corresponsione della seconda quota, terza quota e del saldo contribuzioni,
indica e trasmette al Ministero quale documentazione finale di
spesa appunto le fatture e i titoli di spesa quietanziati ( tra cui
quelle emesse dalla Euromec)
per un totale di lire 11.884.978.000; ad essa è allegato il verbale di
accertamento spesa dove, a pagina 6, la Commissione incaricata, presieduta dal
dottor ****, accertava : "l'impresa ha esibito la dichiarazione, prevista
dal disciplinare di accertamento, con la quale si attesta che tutte le spese
documentate sono state iscritte nelle immobilizzazioni di bilancio. Dai
controlli a campione effettuati a tale riguardo non sono emersi elementi che
contraddicano tale attestazione; i lavori, le forniture ed in generale le
realizzazioni effettuate trovano riscontro nella documentazione di spesa
esibita; per tutti i titoli di spesa è intervenuto il pagamento a saldo. Il
pagamento delle spese documentate è stato verificato mediante riscontro sul
libro giornale aziendale del pagamento delle fatture. In considerazione
dell'esiguità numero delle fatture, la Commissione ha verificato tutte le
fatture." LA VALUTAZIONE DELLE PROVE IN ORDINE AL CAPO A). Sulla base
delle prove raccolte, emerge allevidenza la colpevolezza di **** in ordine alla
truffa perpetrata al capo a) dellimputazione, formulata
dettagliatamente e con assoluta precisione dal pubblico ministero. Il
meccanismo posto in essere per frodare lo Stato, può essere così sintetizzato: ****,
legale rappresentante della Modacolor, acquistava direttamente presso fornitori
esteri i macchinari tessili, compresi nel programma di investimento finanziato
ai sensi della legge 488/92; quindi, faceva figurare che lacquisto
era stato effettuato da altra ditta, nella specie dalla Euromec, rappresentata da ****, che, a sua
volta, ritrasferiva i beni alla Modacolor, con simulata lievitazione dei
prezzi. In questo modo e ne va riconosciuto lingegno - ,
con una sola esca portava a casa due prede; e cioè conseguiva due risultati
entrambi illeciti ma vantaggiosi economicamente- : da un lato
linterposizione fittizia della connivente Euromec consentiva una
sovrafatturazione simulata che avrebbe poi permesso di documentare allo Stato
una spesa pressoché doppia rispetto a quella effettiva, al fine di ottenere una contribuzione,
accordata in percentuale, specularmente raddoppiata; dallaltro,
essendosi avvalso come si dimostrerà appresso di una società
cartiera, riusciva ad evadere le imposte, poiché il soggetto che per primo acquistava dai fornitori
esteri, perciò tenuto a versare lIVA, in realtà, data la
sua effettiva inconsistenza, si rendeva evasore totale, distraendo in tal modo
la responsabilità gravante sulleffettivo ed unico acquirente, individuato
nella Modacolor. Si è
osservato, con gran ragione, che le prove documentali dimostrative della
predetta condotta appaiono di unevidenza matematica. Per quanto
riguarda le trattative e gli acquisti effettuati direttamente da Modacolor
presso i fornitori esteri, vengono in rilevo i documenti di cui agli allegati da 4 a 30.
Innanzitutto, le conferme dordine C00/8036 e C00/8035, del
22/5/2000, con cui con cui la fornitrice estera Thies AG (doc. 4 e 5)
trasmetteva lo schema di contratto alla Modacolor per lacquisto dei macchinari A) La Meccanica, B) Corino,
C) Lawer, D) Sperotto, e dei 5 macchinari SOFT TRD 140. Basta confrontare tali
documenti con le fatture n. 1 e 2 emesse in data 20/8/2000 e 12/10/2000 dalla
Euromec alla società del ****, per constatare che la fornitura è identica
riguardando le stesse macchine e senza alcuna aggiunta di lavorazioni di
adeguamento; cambia invece e di molto il prezzo che lievita a
complessive lire 6.240.000.000 (documenti nn. 1 e 2 ). Dallesame dei
documenti, non risulta annotata alcuna lavorazione sui macchinari, direttamente ascrivibile
alla mano dellinterposta, tale da giustificare siffatta
maggiorazione. In realtà, lo scambio di corrispondenza rinvenuta tra i
protagonisti della compravendita (Samaden, quale rappresentante italiana della Thies, e Modacolor),
chiarisce ulteriormente che lintera trattativa è stata condotta
direttamente dal ****, il quale poi raggiunto laccordo finale
ha fornito il nominativo a cui intestare solo formalmente le macchine.
In tal senso, assumono importanza
il fax inviato in data 14 marzo 2001 dalla Samaden alla Modacolor, in cui
rivolgendosi direttamente al signor **** si lamenta il mancato pagamento delle
fornitura di cui alle le conferme dordine C00/8036 e
C00/8035, nei seguenti termini purtroppo da parte Sua ci sentiamo ripetere di settimana in
settimana e il saldo di tutte le forniture sarà fatto nel giro di pochi giorni,
ma non abbiamo alcuna certezza di quanto sopra. Tutti i fornitori ci hanno
ufficialmente comunicato che verranno conteggiati a Modacolor gli interessi per
il ritardato pagamento, come pure i costi per limmagazzinaggio
dei vari impianti (doc. 16). Ugualmente significativa nella lettera di
risposta con cui la Modacolor comunica: "ancora una volta ci scusiamo per
il protrarsi della
situazione, comunicandole che entro il 15/04/01 inizieremo ad effettuare i
pagamenti previsti (doc. 17). Come è evidente, non sussiste
alcun dubbio sul fatto che lacquisto dei predetti macchinari sia stato
effettuato direttamente dallamministratore della Modacolor, il quale ha pure gestito lintera
fase esecutiva del rapporto contrattuale, ponendosi come interlocutore
esclusivo e soggetto direttamente obbligato anche in relazione ai pagamenti. Ne
deriva che la Euromec, peraltro mai descritta in questa corrispondenza come soggetto
operativo nello svolgimento del rapporto, appare coinvolta solo per
interposizione fittizia. Ad colorandum, occorre rilevare che la immedesimazione
tra interponente e interposta arriva a tal punto che come emerge dalla lettera in data 4 settembre 2001
allorquando la Thies deve comunicare lo stato di avanzamento della fornitura,
comunica i dati direttamente alla Modacolor (allegati 19 e 20), ovvero, pur
indirizzando la missiva alla Euromec, si rivolge alla cortese attenzione del Vs egr. signor ****
(allegato 21): come a dire che leffettivo interlocutore era
questultimo. Vengono addirittura rinvenute presso la Modacolor le lettere
di trasmissione delle fatture in originale emesse dalla Thies e trasmesse alla
Modacolor anziché al
simulato acquirente (allegati 24 e 25). Né vale osservare, come ha tentato di
sostenere la difesa, che la ditta di **** sarebbe intervenuta per adattare i
macchinari alle esigenze della Modacolor, così da giustificare la lievitazione
dei prezzi. Il seguito prova che questa ipotesi è palesemente infondata. In
primis, la Euromec come è documentato dalla copia
dellatto costitutivo in allegato 41 è stata costituita l11
agosto 2000 ed iscritta nel registro delle imprese il 2 aprile 2001 (visura camerale allegata al verbale di
udienza del 17/9/2008); si rammenta invece che le conferme dordine
dei macchinari risalgono al 22 maggio 2000. Non è credibile che il **** abbia
trattato lacquisto di macchinari su cui avrebbe dovuto eseguire cospicue
modifiche, tali da
giustificare quasi il raddoppio del prezzo, affidando lintervento
ad una società che, al momento in cui era stato programmato lacquisto,
non era ancora esistente. Per altro, come si è già accennato, delle prospettate
modifiche non vè alcuna traccia nelle fatture emesse dalla Euromec che, ove avesse
effettivamente eseguito lavorazioni per adeguare i macchinari, avrebbe
certamente indicato nel documento fiscale le voci corrispondenti alla mano dopera
impiegata ed alle integrazioni apportate, senza limitarsi a ricalcare la descrizione dei macchinari
così come contenuta nelle conferme dordine del vero
fornitore estero. Il documento in allegato 23 evidenzia poi che le spiegazioni
relative allinstallazione delle macchine sono state trasmesse direttamente alla Modacolor, quando
invece, se fosse vero quanto sostenuto dalla difesa, il naturale destinatario
avrebbe dovuto essere il soggetto ipoteticamente incaricato di adeguare ed
installare le macchine. La lista di consegna dei macchinari, ovvero la paking
list (lista dei colli componenti di una partita di carico) compilata dalla
fornitrice Thies reca come destinatario direttamente la Modacolor (allegato
23); escludendosi perciò che la Euromec disponesse di propri impianti fissi
dove eseguire le prospettate imponenti modifiche. In realtà, come pure si dirà
nella disamina dei reati fiscali in contestazione, la Euromec è risultata
essere una cosiddetta società cartiera, ovvero esistente
solo sulla carta e costituita per compiere attività illecite. La conclusione è avvalorata dalle
seguenti circostanze. Innanzitutto, come accertato dalla Guardia di Finanza
(confronta testimonianza di Madeo e verifica di cui al verbale del 5/11/2008,
acquisita alludienza del 12/11/2008 con il consenso
delle parti), la Euromec
per lintera durata della propria attività non ha mai presentato
alcuna dichiarazione ai fini IVA e Imposte dirette. Nasce dopo che il ****
aveva già programmato linvestimento finanziato dallo Stato e raggiunto
accordi con fornitori stranieri per lacquisto dei macchinari; termina la
sua attività il 18/7/2002 per missione compiuta dopo aver
eseguito i suoi servigi in favore della Modacolor. La documentazione relativa
alla sua costituzione, ivi compreso latto iniziale ed il versamento dei
3/10, è stata
rinvenuta presso la sede delle società del **** (Modacolor e Tessil Pizzi), Nel
periodo in cui è formalmente operativa, ha una sede itinerante ( da Campi
Bisenzio si trasferisce in Montalto Uffugo, dove coincide la sede delle società
gestite dal ****) e, quel che più interessa, non ha a disposizione impianti
dove poter eseguire le ipotetiche modifiche, se è vero
come è vero - che le macchine acquistate vengono consegnate direttamente presso
la Modacolor. Come si è già detto, la paking list (lista dei colli componenti di una partita
di carico) dei macchinari compilata dalla fornitrice Thies reca come
destinatario direttamente la Modacolor (doc. 23). Tutto ciò sta a dimostrare il
completo asservimento alle trame illecite intessute dal **** per frodare lo
Stato. E in tal senso chiude il cerchio come ultimo ma non
meno importante indizio il flusso di ritorno del danaro originariamente
versato dal **** alla Euromec per documentare allo Stato il maggior prezzo dei
macchinari, che appunto questultima, fittiziamente interposta, restituisce alla Modacolor
interponente: questo elemento appare decisivo per dimostrare che la
sovrafatturazione non era giustificata da alcuna lavorazione effettuata dalla
ditta del ****, il quale altrimenti non certamente avrebbe restituito la
maggiorazione. Sono stati acquisiti in copia gli assegni, le distinte di
versamento e gli estratti conto, analiticamente riportati negli allegati da 57
a 83, emessi direttamente dalla Euromec o dal suo amministratore ****, per limporto
complessivo di euro
lire 2.822.050.000, che perviene nelle casse di **** e dei suoi congiunti ****
Eugenio e Speranza Antonietta, tutti soci della Modacolor. Si è rilevato che limporto
complessivamente restituito è inferiore, sia pure in misura non elevata, rispetto al sovrapprezzo simulato
(il **** ha ricevuto lire 6.240.000.000, avendo invece versato ai fornitori
lire 3.093.339.177). Lobiezione è facilmente superabile, per il
fatto che la differenza è ragionevolmente riconducibile al compenso
riconosciuto al ****
per linterposizione, peraltro alquanto rischiosa a causa del concorso
in attività illecita. ULTERIORI ECCEZIONI DIFENSIVE. La difesa ha richiamato
lesito positivo delle verifiche eseguite dalla banca concessionaria
culminate con il collaudo; di più, ha invocato le valutazioni fornite dai consulenti difensivi nel
processo; infine, ha evidenziato lottimo avviamento
dellimpresa, con fauste prospettive, attestato dallamministratore
giudiziario. Da tutto ciò ha dedotto argomenti utili a dimostrare la congruità delle somme
corrisposte dalla Modacolor alla Euromec per le forniture da questultima
fatturate e sulla base delle quali sono stati concessi i contributi, escludendo
ogni ipotesi di simulazione. Ora su questo ragionamento vi sono da fare alcune osservazioni da cui si desume
come gli argomenti difensivi siano privi di solide fondamenta. Innanzitutto
occorre evidenziare che la verifica ed il collaudo, evidentemente, non hanno
potuto tener conto dei documenti da cui è stata desunta la falsa sovrafatturazione,
per la semplice ragione che i verificatori non disponevano dei poteri di
indagine sullintero circuito bancario e di perquisizione
che hanno consentito invece alla Guardia di Finanza di appurare la falsità
delle fatture emesse dalla società cartiera ed il flusso di ritorno del danaro. Il verificatore
per conto della banca concessionaria ha controllato la documentazione
esibitagli e, vittima degli artifici posti in essere (tra cui la documentazione
di un esborso effettivo per lintero ammontare fatturato), è appunto caduto in
errore sullentità dellinvestimento. In tal senso è utile la relazione
sullo stato finale del programma di investimento redatta per conto della banca
concessionaria e prodotta in giudizio, per vero con encomiabile correttezza processuale, dallo stesso
difensore dellimputato. La relazione, datata 3 dicembre
2001, propedeutica alla corresponsione della seconda quota, terza quota e del
saldo contribuzioni, indica e trasmette al Ministero quale
documentazione finale di spesa appunto le fatture e i titoli di spesa
quietanzati ( tra cui quelle emesse dalla Euromec) per un totale di lire
11.884.978.000; ancor più chiaro è il verbale di accertamento spesa allegato
alla stessa relazione, dove, a pagina 6, la Commissione incaricata, presieduta dal dottor Tucci,
accertava : "l'impresa ha esibito la dichiarazione, prevista dal
disciplinare di accertamento, con la quale si attesta che tutte le spese
documentate sono state iscritte nelle immobilizzazioni di bilancio. Dai controlli
a campione effettuati a tale riguardo non sono emersi elementi che
contraddicano tale attestazione; i lavori, le forniture ed in generale le
realizzazioni effettuate trovano riscontro nella documentazione di spesa
esibita; per tutti i titoli di spesa è intervenuto il pagamento a saldo. Il
pagamento delle spese documentate è stato verificato mediante riscontro sul
libro giornale aziendale del pagamento delle fatture. In considerazione
dell'esiguità numero delle fatture, la Commissione ha verificato tutte le fatture."
Dunque la banca concessionaria, e per essa il Ministero, prendeva per buone ai
fini della documentazione della spesa anche le fatture con cui erano stati
artificiosamente aumentati i prezzi dei macchinari, in ciò indotta in errore
anche dalla documentazione dei pagamenti effettuati in favore di Euromec (senza
sapere ovviamente che parte di quei pagamenti sarebbe stata restituita
sottobanco). Quanto al flusso di ritorno del danaro, la difesa, ben consapevole
della gravità indiziaria di tale elemento, ha allora ritenuto di insinuare il
dubbio che il danaro restituito dalla Euromec e dal **** potesse avere una
diversa giustificazione, quale ad esempio un precedente prestito personale; ha
pure evidenziato che molti assegni recavano girate intermedie da parte di altri
soggetti. Il Tribunale ritiene di dover ancorare il proprio giudizio a dati
appurati con certezza sulla base della copiosa documentazione acquisita, dai
quali emerge invece che la Euromec, società unipersonale del ****, è apparsa
soltanto in qualità di fornitrice di macchinari; pertanto, data la connotazione
del rapporto in cui la Euromec ha assunto la veste di creditore in ordine al
prezzo delle macchine, e tenuto conto dellintero quadro
indiziario sopra evidenziato, il flusso di ritorno si spiega - alla stregua del criterio di
credibilità razionale - solo alla luce dellassunto accusatorio,
secondo cui la restituzione sottobanco del denaro denotava lartificiosa
sovrafatturazione. Per contro, la prospettazione di un prestito personale è
rimasta per aria, non
essendo stato neppure allegato alcun collegamento con circostanze ed elementi
concreti. Quanto ai giratari, anche senza sopravvalutare lapposizione
di girate corrispondenti a nomi di fantasia non censiti allanagrafe
tributaria (es. Berlusconi
Rodolfo), resta il dato di fatto che quelle somme comunque sono transitate
senza alcunaltra giustificazione e nel medesimo contesto temporale -
dalle casse della Euromec e del **** in quelle dei soci della Modacolor. In
relazione alle consulenze eseguite nel corso del processo occorre sottolineare che la relativa
valutazione non appare suffragata da indagini di mercato; di contro, la
documentazione delle trattative intercorse con la fornitrice estera e le
conferme dordine dimostrano che il prezzo degli stessi macchinari era pari alla metà di quello
poi praticato dalla società interposta, essendo inverosimile che ipotizzati -
ma non dimostrati - adeguamenti abbiano potuto addirittura farne raddoppiare il
prezzo. La consulenza del dottor ****- già presidente del collegio sindacale
della Tessil Pizzi1 -, acquisita allesito del conforme
esame dibattimentale, non illustra e spiega quali adeguamenti e quali modifiche
siano state concretamente apportate; non richiama alcuna indagine di mercato
per approfondire tale
verifica. Come si è detto, inoltre, nelle fatture emesse dalla Euromec non vè
traccia alcuna di questi adeguamenti, la cui esecuzione non rientrava di certo
nelle possibilità di una società cartiera, appena costituita, priva
di impianti, con una
sede itinerante, e che cessava di operare, di li a poco, dopo che la Modacolor
aveva ottenuto le contribuzioni pubbliche. Lasservimento alle
esigenze della Modacolor non è solo evidenziata dalla predetta coincidenza cronologica, ma come
si è visto, anche dal rinvenimento dellatto costitutivo, della
ricevuta di versamento dei 3/10 relativi alla Euromec, come pure delle fatture
di acquisto dei macchinari dai fornitori esteri, il tutto presso la società del
****. Qui si inserisce lulteriore deduzione difensiva, secondo cui lacquisizione
di questi atti serviva a verificare la correttezza commerciale e
laffidabilità del partner. Occorrerebbe aver il senso del verosimile
completamente allentato per non accorgersi della infondatezza di questa
asserzione: la
Modacolor riceve le conferme dordine dei macchinari prima ancora
che la Euromec venisse costituita; ed allora non è credibile razionalmente che
per un adeguamento così consistente, da determinare addirittura
lincredibile raddoppio del prezzo, abbia incaricato una ditta in fase di
costituzione e priva di esperienza. Infine, le dedotte attestazioni e fauste
prospettive asseritamente dichiarate dallamministratore
giudiziario sono andate a vuoto: in coincidenza della decisione infatti la
Modacolor ha licenziato
tutti i dipendenti per mancanza di commesse. La difesa ha poi osservato che
sarebbe inverosimile che lautore dellillecito abbia conservato
tutte le controscritture a prova della simulazione nella sede dove
poteva prevedere che sarebbe stata sottoposta a verifica, non essendo consueta tanta superficialità
e spregiudicatezza neppure nellimmaginario eldorado dei
truffatori. A parte il fatto che il **** era alla sua prima esperienza, come
emerge dal casellario giudiziale, e dunque non particolarmente smaliziato, è comunque facile
obiettare che la commissione incaricata della verifica non aveva il potere di
perquisizione, non potendo perciò trovare la documentazione comprovante la
falsità delle fatture (peraltro detenute presso la sede della Tessil Pizzi,
altra società del gruppo ****), ma doveva limitarsi a verificare quanto le
veniva esibito; e così ha proceduto, come appunto attestato nella relazione. Le
indagini condotte dalla Guardia di Finanza, invece, partivano da lontano, e
precisamente dalla segnalazione da parte dellUfficio Italiano
Cambi che indicava operazioni sospette compiute dalla Euromec. Per farla breve,
al cospetto di una montagna di prove a sostegno della tesi accusatoria e in
assenza di valide eccezioni difensive, frantumate dal martello della logica, va ritenuta
pienamente provata la condotta criminosa di cui al capo a). LA VALUTAZIONE IN
DIRITTO. Come è noto, la legge n. 488/92 è destinata ad agevolare gli
imprenditori che intendono avviare od ampliare imprese produttive nelle aree svantaggiate
del paese. Lagevolazione, cofinanziata con i fondi della C.E.E., consiste in
un contributo a fondo perduto che varia in relazione alle aree in cui viene
compiuto linvestimento. La disciplina, per quanto di specifico interesse
in questa sede, prevede
quale misura massima consentita dellagevolazione, per
dimensione di impresa e ubicazione, il 50 % ESN ( equivalente sovvenzione
netta) + il 15 % ESL (equivalente sovvenzione lorda), da erogare in 3 quote.
Con particolare riferimento al programma di investimento oggetto della domanda presentata da
Modacolor, era concesso in via provvisoria un contributo in conto capitale pari
all80%, misura massima consentita dellagevolazione, per
dimensione di impresa e ubicazione; tale contributo, sulla base di un programma di investimento lire
11.661.000.000 (di cui lire 7.390.000.000 per macchinari), veniva perciò
provvisoriamente deliberato in lire 8.597.490.000 (euro 4.440.233,03), come da
decreto del Ministero Industria Commercio e Artigianato n. 69272 del 3/3/1999.
Inoltre, all 3 dello stesso decreto provvisorio era previsto che "le
agevolazioni sono inoltre revocate qualora, calcolati gli scostamenti negativi
degli indicatori, di cui all'articolo 6, comma 4 del regolamento nell'esercizio
successivo alla data
di entrata a regime dell'iniziativa agevolata: a) anche uno solo di tali
scostamenti superi i 30 punti percentuali; b) eseguita la somma dei suddetti
scostamenti negativi e rapportata la stessa al numero degli indicatori
suscettibili di variazione, la media degli scostamenti così determinata superi
i 20 punti percentuali. Per lerogazione definitiva, veniva
adottato il Decreto del Ministero delle Attività Produttive, n.120827 del 28
novembre 2002, in cui, dopo avere evidenziato che la banca concessionaria aveva effettuato erogazioni per
complessive lire 6.922. 206. 000 (così suddivise: quanto a lire 2.865.830.000
in data 30 dicembre 1999; quanto a lire 2.261.730.000 in data 3 gennaio 2002;
quanto a lire 1.794.646.000 in data 4 febbraio 2002), tenuto conto delle
variazioni apportate agli investimenti, decretava la concessione, in via
definitiva, del contributo in conto capitale di euro 4.126.407,99, disponendo
altresì disimpegno della quota a saldo di euro 313.825,05 (allegato 93). In
tali provvedimenti era puntualmente richiamato l articolo 7,
comma 2, del regolamento secondo cui: . Ciascuna delle due o tre quote e'
erogata dalla banca concessionaria subordinatamente all'effettiva realizzazione
della corrispondente parte degli investimenti, eccezion fatta per la prima, che puo' anche
essere erogata a titolo di anticipazione, previa presentazione di fidejussione
bancaria o polizza assicurativa irrevocabile, incondizionata ed escutibile a
prima richiesta, di importo pari alla somma da erogare e di durata adeguata.
Tanto premesso, è evidente che nei fatti sopra accertati si ravvisano
certamente gli elementi costitutivi del reato previsto e punito
dallarticolo 640 bis c.p. Gli artifici sono rappresentati
dallutilizzo delle false fatture con le relative quietanze di pagamento rilasciate dalla
Euromec, con cui ****, nella sua qualità di amministratore della Modacolor,
faceva apparire alla banca concessionaria, e quindi al Ministero, di aver
effettuato investimenti così come programmati anche in relazione alla spesa,
sebbene il costo effettivo fosse pari a circa la metà. Linduzione
in errore era ulteriormente sostenuta dalla documentazione del movimento di
danaro versato allapparente fornitrice, la quale, immediatamente dopo, lo
restituiva sottobanco ai soci della Modacolor (il cosiddetto flusso di ritorno). Lingiusto
profitto derivava dal fatto che la banca concessionaria, così indotta in
errore, riteneva documentate spese in misura doppia di quella effettiva e, di
conseguenza, erogava contribuzioni specularmente raddoppiate rispetto allimporto
meritevole di finanziamento. In altri termini, si può dire più semplicemente
che il contributo per lacquisto di macchinari veniva commisurato ad un
valore che, così come documentato attraverso lesibizione delle fatture false e delle quietanze
rilasciate dalla ditta compiacente, era artificiosamente raddoppiato rispetto a
quello effettivo, sicché, ottenuta conseguentemente lintegrale
liquidazione, al **** rimaneva una ingiusta locupletazione con pari danno per
l Ente contribuente.
E perciò evidente che le erogazioni della seconda e terza quota
erano dunque causalmente riconducibili alla precedente presentazione delle
fatture false rilasciate e quietanzate dallEuromec, attraverso le quali
la Modacolor, inducendo in errore la banca concessionaria, simulava spese maggiori, pur avendole in
realtà sostenute in misura dimezzata. Dunque non coglie nel segno losservazione
difensiva secondo cui, data linsorgenza del diritto al momento di
approvazione del finanziamento, levento ingiusto astrattamente ipotizzabile sarebbe - al più
laver evitato (rectius: tentato di evitare) la revoca del finanziamento,
prevista per lo scostamento dagli indici, desumendosi da ciò la configurazione
di un fatto diverso da quello contestato. Questa ipotesi di revoca peraltro verificata -
è evidentemente solo unulteriore conseguenza della truffa, già integrata
in tutti i suoi elementi costitutivi; non può essere perciò considerata quale
evento consumativo della truffa, meglio individuabile nellottenimento,
mediante artifici, della seconda e terza quota di contributo e soprattutto nel
saldo finale. La difesa ha poi prospettato, con scarsa ragione, il diverso
inquadramento nella fattispecie di cui allart. 316 ter c.p.. La distinzione tra il
reato di indebita
percezione di pubbliche erogazioni e quello di truffa aggravata, finalizzata al
conseguimento delle stesse, va ravvisata nella mancata inclusione tra gli
elementi costitutivi del primo reato della induzione in errore del soggetto
passivo. Pertanto qualora l'erogazione consegua alla mera presentazione di una
dichiarazione mendace senza costituire l'effetto dell'induzione in errore
dell'ente erogante circa i presupposti che la legittimano, ricorre la
fattispecie prevista dall'art. 316 ter cod. pen. e non quella di cui all'art.
640 bis cod. pen. .2 Laddove invece lautore non si sia
limitato a rendere dichiarazioni mendaci, ma abbia predisposto una serie di
artifici, che abbiano indotto in errore il soggetto passivo, ricorre la truffa.
Lerrore della
prospettazione difensiva, peraltro frequente in processi sulla stessa materia,
consiste nel sovrapporre un elemento della condotta che può essere comune ad
entrambe le fattispecie, ovvero la dichiarazione falsa ovvero la presentazione
di falsi documenti, trascurando altro elemento che connota esclusivamente la
truffa, ovvero linduzione in errore. Si impone tuttavia una
lettura più approfondita, considerato che la costruzione del delitto di cui
all'art.316 ter c.p. come un'ipotesi speciale di truffa finirebbe per vanificare l'intento
del legislatore che, anche in adempimento di obblighi comunitari, aveva
perseguito l'obiettivo di espandere ed aggravare la responsabilità per le
condotte decettive consumate ai danni dello Stato o dell'Unione europea; mentre
proprio tali condotte risulterebbero invece punite meno severamente a norma
dell'art. 316 ter comma 1 c.p. o addirittura sottratte alla sanzione penale a
norma dell'art. 316 ter comma 2 c.p. nei casi di minore gravità. Ora non v'è
dubbio che il legislatore del 2000, quando ha inserito nel codice penale l'art.
316 ter, ha ritenuto appunto di estendere la punibilità a condotte decettive
non incluse nella fattispecie di truffa. Ed allora, come si distinguono in
concreto le due fattispecie? Occorre partire dalla considerazione che la
realizzazione dellinganno mediante il falso è lelemento
che caratterizza la truffa, cosicché l'ambito di applicabilità dell'art. 316
ter c.p. è circoscritto a situazioni come quelle del mero silenzio antidoveroso
o di una condotta che
non induca effettivamente in errore l'autore della disposizione patrimoniale.
In effetti, in molti casi, il procedimento di erogazione delle pubbliche
sovvenzioni non presuppone l'effettivo accertamento da parte dell'erogatore dei
presupposti del singolo contributo; ma ammette che il riconoscimento e la
stessa determinazione del contributo siano fondati, almeno in via provvisoria,
sulla mera dichiarazione del soggetto interessato, riservando eventualmente a
una fase successiva le opportune verifiche. Sicché in questi casi l'erogazione
può non dipendere da una falsa rappresentazione dei suoi presupposti da parte
dell'erogatore, che in realtà si rappresenta correttamente solo l'esistenza
della formale dichiarazione del richiedente. D'altro canto l'effettivo
realizzarsi di una falsa rappresentazione della realtà da parte dell'erogatore,
con la conseguente integrazione degli estremi della truffa, può dipendere,
oltre che dalla disciplina normativa del procedimento, anche dalle modalità
effettive del suo svolgimento nel singolo caso concreto. E quindi
l'accertamento dell'esistenza di un'induzione in errore, quale elemento
costitutivo del delitto di truffa, ovvero la sua mancanza, con la conseguente
configurazione del delitto previsto dall'art. 316 ter c.p., è questione di
fatto, che risulta riservata al giudice del merito. Nel caso concreto, le
erogazioni della seconda, terza quota e saldo, sono state effettuate a stati di
avanzamento ed a consuntivo, dopo che la banca concessionaria ha verificato la
realizzazione della corrispondente parte di investimenti, mediante la
consultazione della documentazione esibita dal ****. Come si è già ampiamente
detto, la suddetta verifica è stata viziata da errore determinato da artifici e
raggiri, consistiti nel prospettare e documentare spese per investimenti in
macchinari artatamente gonfiate. Si sottolinea che le rete degli artifici non
si è limitata alla presentazione delle fatture false, ma è stata così abilmente
tessuta a tal punto da far figurare addirittura il versamento dellintero
importo fatturato e quietanzato, mediante la documentazione di tutti i passaggi
di danaro dalla Modacolor alla Euromec; salvo poi ottenere la restituzione del
sovrapprezzo attraverso il flusso di ritorno, ovviamente avvenuto sottobanco ed
allinsaputa
del verificatore. Lente deputato alla verifica degli investimenti,
propedeutica al rimborso della spesa, è stato in tal modo indotto in errore, ed
in conseguenza dellerrore ha consentito lerogazione del contributo.
E da escludere altresì la configurabilità del reato previsto e punito dallarticolo
316 bis c.p., quantomeno riguardo alla erogazione della seconda, terza quota e
saldo del contributo statale. La norma punisce Chiunque, estraneo alla
pubblica amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità
Europee contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative
dirette alla realizzazione di opere od allo svolgimento di attività di pubblico
interesse, non li destina alle predette finalità. È evidente
perciò che l'art. 316 bis c.p., essendo inteso a reprimere la distrazione dei
contributi pubblici dalle finalità per le quali erano stati erogati, non può
che riferirsi appunto alla malversazione dei contributi distraendoli dal
vincolo di destinazione.
Gli art. 316 ter e 640 bis c.p., sono entrambi destinati a reprimere la
percezione di per sé indebita dei contributi, indipendentemente dalla loro
successiva destinazione. Lipotesi di cui allarticolo 316 bis
sarebbe riferibile, al più, in relazione alla prima quota se versata in acconto; in tal caso infatti
prima del versamento non risulterebbe posto in essere alcun artificio; il
beneficiario avrebbe solo successivamente distratto lacconto
ricevuto dalla finalità per cui era stato riconosciuto. Tale configurazione però non
si attaglia alle erogazioni della seconda, terza quota e saldo, effettuate a
stati di avanzamento ed a consuntivo, ovvero subordinatamente alla verifica da
parte della banca concessionaria in ordine alla effettiva realizzazione della
corrispondente parte di investimenti. Come si è già ampiamente detto, il
benestare della banca concessionaria -avvenuto in data 3 dicembre 2001 - ed il
conseguente versamento delle ulteriori quote (non più in acconto, ma a
consuntivo) è stato ottenuto con artifici e raggiri, consistiti nel prospettare
e documentare falsamente alla banca spese per investimenti in macchinari
artatamente gonfiate. Dunque nel caso di specie, linduzione
in errore ha determinato la percezione del contributo; e non si è trattato perciò di una semplice
malversazione, non preceduta da artifici. LA CONSUMAZIONE DEL REATO. E
altresì rilevante stabilire il momento consumativo del reato, essendo stata
eccepita la prescrizione e dovendosi eventualmente altresì stabilire se ed in quale misura possa applicarsi
la confisca per equivalente, comè noto introdotta con legge n. 300
del 2000. In particolare, occorre stabilire se, quando le somme siano erogate
in più rate o quote, si versi in ipotesi di reato continuato o viceversa di consumazione
"prolungata". Si è affermato che il momento consumativo del delitto
di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche coincide con
quello della cessazione dei pagamenti, che segna anche la fine
dell'aggravamento del danno, in ragione della natura di reato a consumazione
prolungata.3 E ciò perché il soggetto agente manifesta sin dall'inizio la
volontà di realizzare un evento destinato a durare nel tempo, e quindi il
momento consumativo del reato coincide con quello della cessazione dei
pagamenti, che segna la fine dell'aggravamento del danno". 4 Nel concreto
caso, dunque si deve precisare che il momento iniziale va individuato nella
realizzazione della condotta truffaldina, consistita nella esibizione delle
fatture false, e nellallestimento della rete di artifici, consistiti nella
allegazione di quietanza liberatoria, nella documentazione di pagamenti (che
poi sarebbero in parte rientrati sottobanco), tali da indurre in errore lente
verificatore sulla erogabilità della seconda e terza quota e del saldo; la consumazione coincide
con il versamento del saldo, avvenuto con bonifico del 12 marzo 2003. A partire
da questa data e fino a quella della decisione, non è ancora decorso il termine
necessario a prescrivere e lintera condotta si è consumata sotto il vigore della
legge n. 300 del 2000. Non pertinente appare il richiamo alla nota decisione
che, sempre in tema di erogazioni periodiche, ha ravvisato la consumazione nel
momento costitutivo del rapporto, escludendo la configurabilità di una
consumazione prolungata in relazione alla percezione dei ratei successivamente
maturati. In quel caso infatti, esattamente allopposto della
questione controversa in questa sede, lingiustizia del danno era
circoscritta alla fase costitutiva del rapporto, e non anche al suo successivo svolgimento,
connotato comunque da prestazioni sinallagmatiche la cui remunerazione trovava
una ragione nei principi dellarricchimento sine causa .5 Invece
nel caso oggetto di esame gli artifici e raggiri sono stati posti in essere, nella fase esecutiva
del rapporto, dopo ladozione del decreto di concessione
provvisoria del finanziamento e al fine di ottenere le quote in stato di
avanzamento, la cui erogazione, proprio perché frutto di una falsa
rappresentazione, non poteva
in alcun modo essere considerata dovuta. In conclusione, al cospetto di una
montagna di indizi di colpevolezza gravi precisi e concordanti; e in assenza di
spiegazioni alternative dotate di credibilità razionale, si deve concludere per
la compiuta dimostrazione degli elementi costitutivi del reato contestato. I
SOGGETTI. E indubbia lascrivibilità dei fatti a ****, promotore
dellintera vicenda criminosa: in qualità di amministratore unico della
Modacolor conduce le trattative con i fornitori stranieri e controfirma la corrispondenza
in cui indica il soggetto fittiziamente interposto a cui intestare i
macchinari; presenzia alla verifica della spesa da parte della banca
concessionaria, esibendo le false fatture; autocertifica di aver sostenuto gli
investimenti nella misura artificiosamente maggiorata. Tali circostanze,
dimostrano, con evidenza matematica, la riconducibilità al medesimo **** dei
fatti contestati al capo A), sia nella fase della programmazione, sia in quella
della esecuzione. Diversamente è a dirsi per ****, **** e ****. A costoro
infatti si contesta il concorso nella fase esecutiva, rispettivamente
consistito, per il ****, nellessersi prestato ad emettere le
fatture che dissimulavano una interposizione fittizia finalizzata a maggiorare
i costi e, per gli
altri due, nellaver ricevuto in qualità di soci della
Modacolor alcuni assegni costituenti il flusso di ritorno del danaro restituito
dalla Euromec. Non è neppure contestata alcuna condotta tipica, bensì un
contributo dallesterno su richiesta del dominus dellintera operazione
criminosa, limitato ad elementi di contorno della fase esecutiva. Il loro
operato assume connotati molto simili al concorso esterno in reati programmati
esclusivamente - ed eseguiti prevalentemente - da terzi. Nella materia sono stati affermati
alcuni principi meritevoli di condivisione anche con riferimento alla
fattispecie esaminata. Comè noto, il nucleo centrale significativo
del concorso di persone nel reato si fonda sui seguenti principi. La funzione
incriminatrice
dell'art. 110 c. p. (mediante la combinazione della clausola generale in essa
contenuta con le disposizioni di parte speciale che prevedono le ipotesi-base
di reato) consente di dare rilevanza e di estendere l'area della tipicità e
della punibilità alle condotte, altrimenti atipiche, di soggetti
"esterni" che apportino un contributo causalmente rilevante. E
tuttavia necessario, da un lato, che siano realizzati, nella forma consumata o
tentata, tutti gli elementi del fatto tipico di reato descritto dalla norma incriminatrice di parte
speciale e che la condotta di concorso sia oggettivamente e soggettivamente
collegata con quegli elementi; - dall'altro, che il contributo atipico del
concorrente esterno, di natura materiale o morale, diverso ma operante in
sinergia con quello dei partecipi interni, abbia avuto una reale efficienza
causale, sia stato condizione "necessaria" - secondo un modello
unitario e indifferenziato, ispirato allo schema della condicio sine qua non
proprio delle fattispecie a forma libera e causalmente orientate - per la
concreta realizzazione del fatto criminoso collettivo e per
la produzione dell'evento lesivo del bene giuridico protetto. La particolare
struttura della fattispecie concorsuale comporta infine, quale essenziale
requisito, che il dolo del concorrente esterno investa, nei momenti della
rappresentazione e della volizione, sia tutti gli elementi essenziali della
figura criminosa tipica sia il contributo causale recato dal proprio comportamento
alla realizzazione del fatto concreto, con la consapevolezza e la volontà di
interagire, sinergicamente, con le condotte altrui nella produzione dell'evento
lesivo del "medesimo reato".6 Ci si chiede perciò se, sotto questo
profilo, nel quadro della truffa congegnata da ****, i concorrenti esterni,
si siano resi compiutamente conto dell'efficacia causale della propria attività
di sostegno ed abbiano perciò voluto contribuire alla realizzazione del
programma criminoso del principale autore. Ad avviso del Tribunale residua un
margine di dubbio, per
il fatto che il contributo diretto a mascherare la falsa sovrafatturazione
poteva essere diretto anche ad altre finalità, quale ad esempio la frode
fiscale; ma già tale lambivalenza non risolve il dubbio in ordine
alla consapevolezza della truffa di cui al capo A). Oltre a ciò, assume rilevanza, per solo il
****, lestraneità alla compagine sociale che si è avvantaggiata
dellevento truffaldino; per **** e **** lestraneità alla vita della
stessa compagine, gestita con assoluta padronanza da ****. Residua perciò un dubbio,
esiguo ma ragionevole, sulla necessaria consapevolezza da parte di ****
Eugenio, Speranza Antonietta e **** in ordine al programma truffaldino,
predisposto ed attuato da ****; i tre vanno mandati assolti dalla contestazione
sub A) per non aver commesso il fatto. I REATI CONTESTATI DA B) a O) . Secondo
le contestazioni riassunte in epigrafe, il signor ****, nella qualità di
amministratore unico della Modacolor s.r.l. e della Tessil Pizzi s.r.l., con lausilio
di ****, ****, **** e
****, soggetti che di volta in volta emettevano false fatture, poneva in essere
un sistema diretto ad evadere le imposte attraverso le cosiddette frodi
carosello, indicando nella dichiarazione dei redditi elementi passivi
fittizi riconducibili a fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, relative ad acquisti
intracomunitari; inoltre, non solo evadeva totalmente limposta
sul valore aggiunto, ma addirittura portava artificiosamente in compensazione
il corrispondente importo nel modello F.24, causando un ingiusto danno allErario.
Quanto al capo B), si tratta delle stesse fatture numeri 1 e 2 del 28/8/2000 e
del 12/10/2000 emesse dalla Euromec di **** in favore della Modacolor, già
superiormente illustrate dal teste ****, e di cui si è ampiamente dimostrata linterposizione
fittizia in acquisto intracomunitario; occorre solo aggiungere che in relazione
a tale condotta è stata altresì acquisita la relativa dichiarazione ai fini IVA
da parte della Modacolor e, su accordo delle parti, la verifica effettuata dalla Guardia di Finanza,
prodotta alludienza del 12 novembre 2008, da cui risulta invece che la
Euromec non ha mai presentato alcuna dichiarazione annuale relativa ad imposte
sui redditi o sul valore aggiunto, risultando evasore totale. La ricostruzione delle altre condotte è
stata affidata alla testimonianza di ****, maresciallo della Guardia di
Finanza, il quale ha illustrato la documentazione rinvenuta e sequestrata, evidenziando
altresì gli ulteriori elementi di riscontro appurati nel corso delle
investigazioni. Il metodo di accertamento si è basato sul confronto delle
operazioni documentate da ciascuna fattura, con dati extracontabili e con gli
esiti di accertamenti e visure. In particolare, nel corso della verifica
fiscale, è stata rinvenuta la fattura n.17 emessa il 31 ottobre 2001 dalla
Euromec nei confronti Tessil Pizzi s.r.l., con imponibile pari a euro
346.026,00 oltre Iva del 20% pari a 69.205,00 euro, per un totale di euro
415.231,00, annotata tra i beni ammortizzabili sul registro degli acquisti ed
avente ad oggetto il macchinario con numero di matricola 70369. In proposito il
testimone ha precisato che, per mero errore, riconosciuto in sede di
accertamento, sulla fattura era erroneamente riportato il numero di matricola
76651, benché - come verificato dal riscontro diretto sul macchinario oggetto
di fatturazione - il numero esatto era quello di 70369. Per questa operazione,
è stata scoperta documentazione extracontabile, ed in particolare la
corrispondenza intercorsa dalla Tessil Pizzi e la Karl Mayer, datata 25 ottobre
2001, dove venivano concordati i prezzi di vendita e le modalità di consegna
del medesimo bene strumentale. Il riferimento è al un fax in lingua inglese
spedito dalla Karl Mayer alla Tessil Pizzi in data 23 ottobre 2001, documento
in allegato 103, dove si evidenzia il prezzo dato di 40.000 sterline per
ciascun telaio; inoltre altro fax in lingua italiana datato 25 ottobre 2001,
proveniente dalla ditta Orsi, rappresentante italiana della stessa fornitrice,
diretto alla Tessil Pizzi in cui si conferma il prezzo di 80.000 sterline per
due telai (allegato 104). Dopo pochi giorni, e precisamente il 29 ottobre 2001,
la Karl Mayer conformemente agli accordi raggiunti con
il **** -, emetteva fattura alla Euromec, avente ad oggetto lo stesso macchinario con
matricola 70369, ceduto al prezzo di 40.000 sterline (allegato 105). Linterposizione
fittizia della Euromec, è stata ulteriormente riscontrata dal ritrovamento del
documento in allegato 106, relativo a una corrispondenza in lingua inglese intercorsa tra la
Tessil Pizzi e Mister Lener, in cui la società amministrata dal **** richiedeva
letteralmente alla Karl Mayer: per il momento registra solo la
macchina con matricola numero 70369 nella seguente maniera: spedisci la fattura
per il pagamento a
noi, al numero 0984/937156, ma registra la fattura intestandola alla Euromec
s.r.l.. In sintesi con riferimento al macchinario 76369, contabilmente
risulta che Tessil Pizzi ha acquistato da Euromec per il prezzo complessivo di
euro 415.231,00 Iva
compresa; laddove invece, sulla base dei documenti extracontabili, relativi
alle fasi delle trattative e di esecuzione del contratto, è stato accertato che
il prezzo corrisposto direttamente da Tessil Pizzi al fornitore estero era di
sterline 40.000, facendo figurare come acquirente la Euromec fittiziamente
interposta. Lo stesso modus operandi è stato constatato nei rapporti tra la
Tessil Pizzi, amministrata da ****, e la Ital Mec di ****. I fatti accertati
sono documentati dagli allegati al verbale di constatazione del 27 dicembre
2004 (documento 101). Il teste ha aggiunto che nel corso della verifica è stata
rinvenuta la fattura n.133 del 31 ottobre 2001 con riferimento al macchinario
con matricola 76326, emessa dalla Ital Mec nei confronti della Tessil Pizzi,
con un imponibile di 703.000.000 di lire, oltre Iva al 20% per lire
140.600.000, bene acquistato con il credito d'imposta di cui all'articolo 8
della legge 388 del 2000, mediante presentazione del modello F24 del mese di
novembre 2001. Contabilmente la Italmec apparente fornitore -
riceveva da Tessil Pizzi, per questo macchinario, un importo complessivo di
lire 843.600.000, Iva compresa (documento 101/all.32). Nella documentazione
ritrovata nel corso della verifica, si evidenziava un riscontro extracontabile tra la Tessil
Pizzi e la Intermediazioni service, attinente ad una richiesta di leasing per
l'acquisto di alcuni macchinari tra cui anche quello in oggetto, con numero di
matricola 76326. In questa richiesta, la Tessil Pizzi rappresentava alla
Intermediazioni service la richiesta di un leasing per l'acquisto di tre telai
usati per un importo complessivo di 910.000 marchi tedeschi. Veniva riportato
dettagliatamente il costo di ciascun telaio e, con riferimento a quello numero
76326, si indicava il prezzo di 340. 000 marchi tedeschi, e l'anno di
fabbricazione del 1991 (documento 101/all.34). Un altro riscontro
extracontabile era costituito dal documento di trasporto di questo bene
strumentale, redatto dalla commerciale di ****, avente come destinatario la
Italmec, ma come luogo di destinazione, la sede della Tessil Pizzi (documento
101/all.34). In sintesi, con riferimento al macchinario 76326, contabilmente
risulta che Tessil Pizzi ha acquistato da Ital Mec per il prezzo complessivo di
lire 843.600.000, Iva compresa; laddove invece, sulla base dei documenti
extracontabili, relativi alle fasi delle trattative e di esecuzione del
contratto, è stato accertato che il prezzo corrisposto direttamente da Tessil
Pizzi al fornitore estero era di sterline 340.000 marchi tedeschi, facendo
figurare come acquirente la Ital Mec fittiziamente interposta. Sempre in
relazione ai rapporti con la Ital Mec, è stata rinvenuta la fattura n.163,
emessa il 30 novembre 2001, per un importo di euro 434.000, con Iva al 20%,
regolarmente annotata nella contabilità della Tessil Pizzi, avente ad oggetto
il macchinario per la tessitura di filo con matricola 71556 (allegato 19 al
verbale di sequestro del 27/12/04). Il dato extracontabile è costituito dalla
corrispondenza intercorsa tra la Tessil Pizzi e la Orsi (rappresentante sul
territorio nazionale della fornitrice tedesca Karl Mayer) che riportava
letteralmente il seguente accordo: "come da accordi telefonici tra il
signor **** e il signor Trivero, confermiamo l'ordine relativo alle tre
macchine Mayer per il prezzo complessivo di 315.000 marchi. Di seguito
indichiamo il numero di matricola dei macchinari oggetto dell'ordine: matricola
n. 70821, 71556 e 71557 (documento 101/all.27). Dalla lettura
della corrispondenza, emerge chiaramente che laccordo contemplava lacquisto
effettuato da Tessil Pizzi direttamente dalla Karl Mayer (rappresentata dalla
Orsi), avente ad oggetto tre macchinari con matricole numero 7821, 71556
e 71557 al prezzo complessivo di 315.000 marchi tedeschi. Per queste macchine, oltre
alla suindicata fattura 163 relativa al solo macchinario 71556, sono state
rinvenute, la fattura n.183 del 31 dicembre 2001, emessa dalla Italmec nei
confronti di Tessil Pizzi, per il corrispettivo di lire 840. 000. 000, avente
ad oggetto il macchinario con matricola 70821 (documento 101/all.26); nonché la
fattura n.99 del 31 dicembre 2001, emessa dalla SIRT s.r.l. nei confronti della
stessa Tessil Pizzi, per il corrispettivo di lire 841.200.000, avente ad
oggetto il macchinario con matricola 71557, descritto come nuovo (documento
101/all.26). In sintesi, a fronte di un prezzo contabile, per le tre macchine,
di circa 2 miliardi e 100 milioni di vecchie lire, oltre IVA, apparentemente
versati dalla Tessil Pizzi ai soggetti fittiziamente interposti, risalta un
dato extracontabile relativo ad un prezzo di appena 315.000 marchi tedeschi
(circa 320 milioni di lire) corrisposto dalla stessa Tessil Pizzi alla
fornitrice estera Karl Mayer. Le fatture emesse dai soggetti fittiziamente
interposti, venivano considerate ai fini della determinazione del credito
d'imposta, utilizzato in compensazione dei debiti di imposta nei modelli F24
presentati, secondo lo schema riassuntivo riportato a pagina 18 del verbale di
constatazione (documento 101). Il teste ha poi riferito, in relazione al
macchinario di cui alla fattura n.133, che il telaio risultava essere dellanno
1991 e quindi che lo stesso era presumibilmente usato; pertanto, non poteva
essere considerato nella determinazione del credito di imposta, posto che la legge
388/2000 istitutiva della agevolazione, stabilisce che la fruizione della
stessa è subordinata alla condizione che lacquisto abbia ad
oggetto beni strumentali
nuovi. Lo stesso modus operandi è stato constatato nei rapporti tra la Tessil
Pizzi, amministrata da ****, e la Edil Mec s.r.l. di ****. Il teste ha fatto
specifico riferimento alle modalità di acquisto di quattro telai per la
lavorazione di materiale tessile, con numeri di matricola 70491, 70494, 68874,
68883. Per questi, ha richiamato la fattura in acconto n. 40 del 17 giugno
2002, emessa dalla Edil Mec alla Tessil Pizzi per un imponibile pari a euro
50.000,00 oltre IVA al 20%, e perciò di importo complessivo pari a euro
60.000,00 ; oltre a ciò, la fattura a saldo n. 55 del 29 giugno 2002, emessa
per un importo complessivo di 1.086.000,00 euro, oltre ad IVA con aliquota del
20% e pari a 217.200,00 euro, e quindi complessivamente 1.303.200,00 euro
(allegati 12 e 13 del verbale di sequestro 27/12/2004). A fronte del suddetto
dato contabile, è stato trovato, quale riscontro extracontabile della
operazione oggettivamente inesistente, la corrispondenza tra la Twistex con
sede in Francia e la Tessil Pizzi, rivolta all'attenzione del signor ****, dove
era scritto testualmente: "Carissimo Signor ****, come promesso, le
spediamo qui inclusi i documenti seguenti: fattura numero 9092 e documento di
trasporto (allegati 110 111 e 112). Nella fattura della Twistex -
acquisita in allegato 111- formalmente intestata alla Edil Mec, avente ad oggetto i macchinari con
matricola 70491 - 70494 - 68874 e 68883, era riportato il prezzo complessivo di
euro 278.000,00 per i quattro telai comprensivi di accessori. Veniva altresì
rinvenuto la documentazione relativa alla Packing list, comprovante la consegna
direttamente dal fornitore estero alla Tessil Pizzi (documenti prodotti dal
P.M. alludienza del 7/6/2008). In sintesi, per gli stessi telai, è stata
rinvenuta documentazione extracontabile comprovante l'acquisto presso fornitori
esteri per il prezzo
complessivo di euro 278.000,00, laddove invece contabilmente risulta che la
Tessil Pizzi ha corrisposto alla Edil Mec limporto complessivo di
euro 1.326.200,00. Oltre alle due fatture nn. 40 e 55 per i quattro macchinari,
è stata ritrovata la fattura
n. 154 per un quinto macchinario con matricola numero 77391 emessa dalla Edil
Mec nei confronti della Tessil Pizzi in data 31 dicembre 2002 per imponibile di
160.000,00 euro, oltre Iva al 20%, e quindi complessivamente di 192.000,00
euro. Il riscontro extracontabile è costituito dai documenti acquisiti ai
numeri 107, 108 e 109. Il 107 ha ad oggetto documentazione attestante la
corrispondenza intercorsa tra la Tessil Pizzi e la Orsi (rappresentante Karl
Mayer), nella quale si specifica: in riferimento alla macchina con matricola 77391,
anno 1992, confermiamo l'acquisto per euro 72. 000,00.
Il documento in allegato 108 riguarda la corrispondenza intercorsa tra la
Tessil Pizzi e la Karl Mayer in lingua inglese, del seguente tenore : vi
comunichiamo le nostre
referenze in merito alla fattura numero 02/1471 da intestare non alla Tessil
Pizzi ma alla seguente società : Edil Mec s.r.l. . Ed in effetti,
seguiva lemissione della fattura 02/1471 relativa allo stesso macchinario
n. 77391, redatta secondo le indicazioni fornite dalla Tessil Pizzi, per un corrispettivo di euro
72.000,00, e dove, nello spazio riservato alla destinazione, era riportata una
correzione da Tessil Pizzi in Edil Mec s.r.l (allegato 109). ALTRI DOCUMENTI.
Oltre ai documenti richiamati dal teste Lo Martire nel corso della sua
deposizione, contenuti nel fascicolo del dibattimento ai numeri di allegazione
sopra indicati, sono stati altresì acquisiti i seguenti. - Le dichiarazioni
annuali relative alle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, relative alla
Modacolor ed alla Tessil Pizzi dei periodi in contestazione, acquisite ai sensi
dellarticolo 507 c.p.p alludienza del 3/12/08, perché
costituenti corpo del reato. - I modelli F24 utilizzati anche per la
compensazione del credito di imposta ex lege n.388/2000 relativi alla Tessil Pizzi s.r.l.,
prodotti alludienza del 12/11/08. - Le visure effettuate nei confronti della
Euromec s.r.l. e della Edil Mec s.r.l., attestanti lomessa presentazione
delle dichiarazioni ai fini Iva e imposte sui redditi, per lintero periodo della
loro attività di esercizio, acquisite previo consenso delle parti
alludienza del 12/11/08. - Il verbale di constatazione redatto dalla
Guardia di Finanza in data 27/12/04. LA VALUTAZIONE IN FATTO. Le prove raccolte
dimostrano, con
assoluta certezza, che limputato ****, dominus della Modacolor e
della Tessil Pizzi, si approvvigionava di macchinari da paesi comunitari
facendo figurare come acquirente non già il destinatario finale ed effettivo
della merce ma un soggetto
giuridico fittizio, all'uopo predisposto; questo era anche quello tenuto, in
quanto primo acquirente sul territorio dello Stato, a riscuotere l'IVA all'atto
della rivendita dei macchinari e a versarla all'Erario. Ma in realtà si
trattava di un soggetto esistente solo sulla carta, destinato in modo
preordinato a non versare l'IVA, il cui importo era così rimesso al
destinatario effettivo della merce con la conseguente evasione. Come emerge
dalla testimonianza del ***, dai documenti extracontabili, e dai dati oggettivi
contenuti nel verbale di constatazione, le relative fatture emesse per gli
stessi macchinari dal soggetto fittiziamente interposto, con importi pure
artificiosamente maggiorati, risultavano regolarmente annotate in contabilità
ed utilizzate per documentare elementi passivi fittizi, indicati nella
dichiarazione annuale ai fini delle imposte dirette e sul valore aggiunto
presentata da ****, in nome e per conto delle due società, Modacolor e Tessil
Pizzi, dal medesimo rappresentate. Quanto allinterposizione fittizia, che
mascherava linesistenza a livello soggettivo delle operazioni riportate
nelle fatture sopra richiamate, la stessa si desume, per la Euromec dai
numerosissimi indizi dotati di gravità precisione e concordanza, già illustrati
nella disamina della
condotta contestata al capo A). Per quanto riguarda linterposizione
fittizia delle altre società che apparentemente sono intervenute
nellacquisto di macchinari allestero, valgono le seguenti
osservazioni, utili a dissolvere ogni dubbio sul fatto che lacquisto dei predetti
macchinari sia stato effettuato direttamente da ****, in rappresentanza delle
società da lui amministrate. Egli infatti, nella predetta qualità, ha gestito
lintera fase esecutiva del rapporto contrattuale, ponendosi come interlocutore esclusivo e
soggetto direttamente obbligato anche in relazione ai pagamenti. Sono state
addirittura rinvenute presso la Modacolor e la Tessil Pizzi le lettere con cui
si concordano i prezzi, il luogo e le modalità di consegna presso il vero
acquirente; e si richiede che lintestazione dei documenti
contabili venga effettuata in nome di un soggetto del tutto estraneo alle
trattative. Per tutte le fatture emesse dai soggetti interposti, si assiste ad
una pedissequa ripetizione dei dati, salvo il prezzo che viene artificiosamente gonfiato rispetto a
quelle provenienti dal fornitore estero, senza alcun accenno ad interventi di
adeguamento o di mera installazione ascrivibili al terzo interposto. Le liste
di consegna dei macchinari, ovvero la Paking list compilata dalla fornitrice
estera recavano come destinatario direttamente la Modacolor e la Tessil Pizzi;
escludendosi perciò un passaggio intermedio presso ipotetici impianti degli
interposti. Per due di queste, ricorre un altro elemento particolarmente
significativo del fatto che si trattasse esclusivamente di società
cartiere: come accertato dalla Guardia di Finanza (verifica di cui al
verbale del 5/11/2008, acquisita alludienza del 12/11/2008 con il
consenso delle parti), sia la Euromec che la Edil Mec, per lintera durata della
propria attività, non presentavano alcuna dichiarazione ai fini IVA e Imposte
dirette, risultando evasori totali. Tutto ciò sta a dimostrare il completo
asservimento alle finalità illecite intessute dal **** per evadere le imposte, con il meccanismo
della cosiddetta frode carosello. La difesa, con
riferimento ai reati fiscali, peraltro prossimi alla prescrizione, si è
limitata ad aggiungere in punto di fatto che gli accertamenti della Guardia
di Finanza, sarebbero
stati smentiti da una decisione della Commissione Tributaria Provinciale,
prodotta in giudizio. E noto che sussiste assoluta indipendenza
tra i due giudizi, come si desume altresì dal tenore dellarticolo 654
c.p.p.; tuttavia, per sola completezza, occorre comunque ribadire che non possono essere
condivise le argomentazioni contenute nella sentenza, un po
originale, con cui la Commissione Tributaria si è limita ad escludere
lipotizzata inesistenza delle operazioni, sol perché i macchinari vennero
trovati presso la sede
della Tessil Pizzi, trascurando che la contestazione riguardava linterposizione
fittizia strumentale ad una frode carosello, e quindi
linesistenza soggettiva delloperazione, accompagnata da evasione
dellIVA, mai versata dalla società cartiera, ed invece addirittura
compensata nel modello F 24 dalla effettiva acquirente. LA VALUTAZIONE IN
DIRITTO. I reati tributari contestati ai prevenuti e compiutamente accertati
nelle componenti fattuali sono quelli dati sia dalla "emissione" che
dalla
"utilizzazione" delle fatture per operazioni inesistenti, fatture
registrate nella contabilità del soggetto utilizzatore e confluite fra i costi
rilevanti nella predisposizione delle dichiarazioni dei redditi presentate. Levasione
dellimposta sul valore
aggiunto si è realizzata attraverso linterposizione di
società "cartiere" destinate ad apparire, attraverso lemissione
di fatture di vendita nei confronti delle società effettive destinatarie degli
acquisti, debitrici dellIva verso lErario, imposta poi indebitamente mai versata,
con conseguente danno patrimoniale a carico dello stesso Erario. Oltre a ciò è
stato accertato che il **** ha portato in compensazione, quale credito di
imposta derivante dallacquisto di macchinari ammessi al beneficio
di cui alla legge
388/2000, quello calcolato utilizzando gli importi risultanti dalle fatture
artificiosamente gonfiate. I punti controversi in diritto, riguardano
essenzialmente la configurabilità del concorso di reati tra il delitto di cui
allarticolo 2 D.Lvo 74/2000, contestato ai capi B), C) e D, e quello di truffa
aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ex art. 640 bis c.p.,
contestato al capo A). Non sorgono dubbia sulla effettiva ravvisabilità del
concorso. Infatti, come insegna la Suprema Corte, il delitto di frode fiscale
può concorrere, attesa l'evidente diversità del bene giuridico protetto, con
quello di truffa comunitaria, purché allo specifico dolo di evasione si
affianchi una distinta ed autonoma finalità extratributaria non perseguita
dall'agente in via esclusiva, essendo diversi i soggetti passivi tratti in
errore e diversi i patrimoni aggrediti; e specificamente nel caso in cui un
soggetto ottenga, attraverso l'artificio di utilizzare fatture passive per
operazioni inesistenti, oltre ad un indebito rimborso dell'imposta sul valore
aggiunto e/o il riconoscimento di un inesistente credito d'imposta, anche la
concessione di un contributo pubblico per l'acquisto di beni strumentali. 7 Il
principio è stato recentemente confermato, con riguardo ad un caso
assolutamente corrispondente a quello in esame - in cui le fatture erano state
emesse da una società fittiziamente fatta figurare come acquirente di merci
provenienti dall'estero e quindi tenuta a riscuotere, all'atto della rivendita, l'IVA dovuta per l'importazione,
per versarla quindi all'Erario; adempimento, questo, che, però, risultava
sistematicamente omesso, con la conseguenza che le relative somme venivano
incamerate dagli effettivi destinatari delle merci importate.8 Più problematica
è la questione relativa alla configurabilità del concorso tra il delitto di cui
allarticolo 2 D.Lvo n.74/2000 e la truffa aggravata ai danni dello
Stato, contestata ai capi G), H), I), L), relativa alla illecita compensazione
nel modello F24 del credito
di imposta determinato sulla base delle fatture emesse da soggetti
fittiziamente interposti, con artificiosa maggiorazione degli importi
addebitati, posto che in entrambe le ipotesi unico obiettivo dellautore
è quello di evadere le imposte; questione sollevata in discussione dalla difesa ****. Sul punto
si alternano in giurisprudenza due orientamenti. Recentemente si è affermato
che in tema di rapporti fra il reato di frode fiscale, di cui all'art. 2 D.Lgs.
10 marzo 2000 n. 74, e quello di truffa aggravata in danno dello Stato, di cui
all'art. 640, comma secondo, n. 1, c. p., se per un verso deve escludersi che
operi il principio di specialità di cui all'art. 15 c. p. (mancando l'identità
naturalistica del fatto, dal momento che la frode fiscale richiede un artificio
peculiare mentre la truffa, dal canto suo, richiede l'induzione in errore ed il
danno, indifferenti per il reato tributario), deve per altro verso riconoscersi
l'operatività del principio di consunzione, per il quale è sufficiente l'unità
normativa del fatto, desumibile dall'omogeneità tra i fini dei due precetti,
con conseguente assorbimento dell'ipotesi meno grave in quella più grave;
condizione, questa, riconoscibile, nella specie, per il fatto che
l'apprezzamento negativo della condotta è tutto ricompreso nella più grave
ipotesi di reato, costituita dalla frode fiscale.9 La ratio sottesa alla
suddetta ricostruzione è nel senso che qualsiasi condotta di frode al fisco, se
non intende realizzare obiettivi diversi, non può che esaurirsi all'interno del
quadro sanzionatorio delineato dalla apposita normativa. Incidentalmente si
evidenza che pure in questa impostazione è comunque assodato che allorquando,
attraverso l'attività di una società "cartiera", oltre allevasione
del tributo (o allindebito
rimborso), si perseguono finalità ulteriori - tipica l'ipotesi della emissione
di false fatture per consentire ad un operatore di ottenere indebitamente
contributi, comunitari e non - è evidente che non potrà sussistere alcun
problema di rapporto di specialità fra norme, venendo in discorso una condotta
finalisticamente "plurima" e tale da ledere o esporre a pericolo beni
fra loro differenti. E tuttavia prevalente la tesi - qui
condivisa - secondo cui, non sussistendo rapporto di specialità tra il reato di truffa aggravata ai danni
dello Stato (art. 640, comma secondo, c. p.) consumata a mezzo della indebita
evasione dell'IVA e quello di frode fiscale, è comunque ipotizzabile il
concorso di reati, sia perché il secondo non include o comprende tutti gli
elementi del primo, sia perché si tratta di fattispecie volte alla tutela di
interessi diversi, sia, infine, perché - quanto alla loro oggettività - nel
reato di frode fiscale non occorre l'effettiva induzione in errore
dell'Amministrazione finanziaria né il conseguimento dell'ingiusto profitto con
danno dell'Amministrazione.10 Occorre infatti sottolineare, soprattutto a
livello di interpretazione letterale, che nella frode fiscale, diversamente
dalla truffa ex art. 640 co.1 c.p., non occorre la effettiva induzione in
errore dell'amministrazione finanziaria ne' il raggiungimento dell'ingiusto
profitto con danno dell'amministrazione; inoltre, diverso è il profilo
soggettivo, cioè il dolo che, nel reato tributario è configurato nella forma
del "dolo specifico" di evasione fiscale e in quello di truffa nella
forma della consapevolezza e volontà dell'ingiusto profitto patrimoniale
effettivamente conseguito. Le differenze di struttura determinano indubbie
conseguenze nel giudizio di merito sulle condotte in concreto accertate. Nel
caso in esame, ad esempio, la fattispecie criminosa contestata ai capi B, C, D
è integrata dalla presentazione della sola dichiarazione fraudolenta che non
implica necessariamente né linduzione in errore e tantomeno il
verificarsi dellevento
evasivo. Nella ipotesi corrispondente ai reati contestati ai capi G), H), I),
L), sussiste anche linduzione in errore, avendo il **** portato in
compensazione nel Mod. F24 crediti di imposta la cui insussistenza
lAmministrazione finanziaria non avrebbe potuto desumere dal controllo automatico del
modello, essendo gli stessi determinati sulla base di fatture riportanti
imponibili artificiosamente gonfiati. Infatti, ai sensi dellarticolo
36 bis del DPR n.600/73, il controllo automatico dei versamenti effettuato dallamministrazione
finanziaria avviene sui dati forniti dal contribuente. Liter
argomentativo presenta profili di analogia con la linea di demarcazione
tracciata dalle Sezioni Unite in diverso settore, e precisamente nel rapporto
tra la sfera di
applicazione dellarticolo 316 ter c.p. e quella
dellarticolo 640 bis, dove lautonomia delle due figure come
si è ampiamente illustrato in precedenza è appunto segnata dal
discrimine della induzione in errore Del resto, la linea di politica criminale che ha ispirato il
legislatore nel dettare le linee portanti della modifica al D.Lgs. n. 74 del
2000 è nel senso di dare autonomia anche alla condotta diretta alla illecita
compensazione del credito di imposta, come si ricava dalla introduzione dellarticolo
10 quater, in vigore dal 4/7/2006. Levento lesivo per lErario è
dato dallomesso versamento di imposte a debito compensate con crediti non
spettanti o inesistenti. I SOGGETTI. Per i fatti accertati, **** risponde di
tutti i reati contestati,
avendo personalmente presentato le dichiarazioni fraudolente; indotto in errore
lAmministrazione finanziaria in ordine alla compensazione del
credito di imposta derivante dallacquisto dei macchinari di cui alle
false fatture, ottenendo lingiusto profitto dello sgravio fiscale con pari danno per lErario.
Per i soggetti che hanno emesso le fatture false, ricorre solo la fattispecie
prevista e punita dallarticolo 8 D.Lgs. 74/2000, contestata e accertata
nei confronti di *** e *** (capi N e O); va invece esclusa per tutti, in concreto, la
partecipazione nella truffa, dovendosi ritenere non provata la loro
consapevolezza riguardo alla successiva utilizzazione dei documenti da parte
del ****. E utile ricordare che già in linea teorica si può ben affermare che - come ha sottolineato la Corte
Costituzionale - , il legislatore ha perpetuato, in via di eccezione, il
vecchio modello punitivo in rapporto alla emissione di fatture per operazioni
inesistenti, continuando a reprimere, con il più volte citato D.Lgs. n. 74 del
2000, art. 8 una condotta meramente preparatoria alla evasione; e ciò per
ragioni essenzialmente riconducibili alla ritenuta necessità di reprimere il
fenomeno delle cosiddette "cartiere".11 Peraltro - ha ancora
soggiunto il Giudice delle leggi - proprio a sottolineare la eccezionalità di
tale deviazione dalle linee guida della riforma, con l'art. 9 dello stesso
decreto ha testualmente escluso "la configurabilità del concorso
dell'utilizzatore stesso nel fatto dell'emittente: concorso altrimenti ravvisabile
nella generalità dei casi, a fronte dell'accordo tra i due soggetti,
normalmente sottostante all'emissione delle false fatture". Ma ha altresì
escluso - e il dato assume non poco significato, agli effetti che qui rilevano
- che l'emittente di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e chi
concorre con il medesimo, possa essere punibile a titolo di concorso nel reato
di frode fiscale di cui all'art. 2 dello stesso decreto, proprio perché
trattasi di attività prodromica. Tale connotazione, evidenzia la necessità di
ulteriori elementi, in concreto non ravvisati, dovendosi, perciò escludere che
la mera emissione possa comunque svelare la consapevolezza della successiva
utilizzazione che abbia inteso farne il soggetto che ha ricevuto la fattura.
****, ****, **** e **** vanno perciò mandati assolti dalle contestazioni di cui
ai capi G), H), I), L) per non aver commesso il fatto LE PENE E
stata dunque accertata la colpevolezza di **** in ordine a tutti i reati a lui
contestati; di **** e ****, per i soli capi N) e O) rispettivamente ascritti. Sotto il profilo
sanzionatorio, con riferimento alla posizione del ****, occorre innanzitutto
ritenere la continuazione tra i reati ascritti, perché realizzati in esecuzione
di un medesimo disegno criminoso, ravvisabile in considerazione della
consequenzialità funzionale ed anche temporale tra le condotte. Possono
concedersi al prevenuto le circostanze attenuanti generiche, per ragioni di
adeguamento della pena alla concreta gravità del fatto e considerata la sua
incensuratezza. Tenuto conto della gravità del danno provocato allo Stato, dellintensità
del dolo connesso ad un programma criminoso perseguito con particolare
pervicacia, delle plurime violazioni, anche gravi, poste in essere, si stima di
giustizia la pena di
anni tre (3) di reclusione (così determinata: pena base per il reato sub A) =
anni 3; - 62 bis c.p. = anni 2; + art.81 = anni 3). Segue, ope legis, lapplicazione
delle pene accessorie di cui all'articolo 12 decreto legislativo 74/2000, comma
1, nella durata di
anni 2 (due) per quelle temporanee. Accertata la colpevolezza in ordine al
reato previsto e punito dellart. 640 bis c.p., va disposta la
confisca per equivalente del compendio sequestrato, fino allammontare
delle contribuzioni che risultano elargite in conseguenza della condotta fraudolenta, nella misura
precisata nel decreto ministeriale di concessione definitiva. In proposito, si
rammenta che, nel caso di specie, la confisca per equivalente può incidere su
tutti i beni in sequestro, anche per quelli non intestati formalmente al ****,
la cui disponibilità è comunque assolutamente ascrivibile al predetto. Si è
ampiamente dimostrato che egli è il dominus della Modacolor, società a base
familiare, dove gli altri congiunti sono apparsi come pedine inconsapevoli
nelle mani del medesimo. Come si è ampiamente detto, costoro, infatti, su
disposizioni impartite dal ****, hanno ricevuto assegni costituenti il flusso
di ritorno del danaro dalle società cartiere, riversandolo nelle casse sociali
come apporti in conto capitale. Dunque, se è vero che il loro concorso
materiale è apparso inconsapevole, data lassoluta predominanza
dellamministratore, a tal punto da essere assolti dalla contestazione;
per la stessa ragione gli stessi non possono essere considerati sostanzialmente
titolari di quote o altri beni il cui valore è stato costituito con apporti di
derivazione illecita, procurati dalla condotta fraudolenta dellamministratore.
In proposito è chiara la volontà del legislatore di sottoporre a confisca tutto ciò di cui il reo ha la
disponibilità, per un valore corrispondente al profitto (art. 322 ter
c.p.). Non altrimenti la giurisprudenza ha inteso il precetto osservando che la
misura può estendersi ai beni comunque nella disponibilità di fatto, senza che a tal fine possano
rilevare presunzioni o vincoli posti dal codice civile per regolare i rapporti
interni. 12 Daltro canto, la confisca di beni per un
valore equivalente al profitto del reato di truffa aggravata per il
conseguimento di erogazioni
pubbliche, può essere emesso nei confronti della persona fisica concorrente con
una società a r.l., pur se il profitto sia stato interamente acquisito dalla
società concorrente, che non è estranea al reato ed ha un titolo autonomo di
responsabilità, dal momento che vige, data la natura sanzionatoria della
confisca per equivalente, il principio solidaristico secondo cui l'intera
azione delittuosa e l'effetto conseguente sono imputati a ciascun concorrente.
13 Per **** e **** colpevoli dei reati di cui ai capi n) e o), rispettivamente
ascritti, e possono ugualmente concedersi le attenuanti generiche, ritenendosi
di giustizia la pena di anni 1 (uno) di reclusione per ciascuno (pena base =
anni 1 e mesi 6; - 62 bis = anni 1), con le sanzioni accessorie di cui
all'articolo 12 decreto legislativo 74/00, comma 1, nella durata minima per
quelle temporanee. Può essere comunque formulata una prognosi favorevole alla
concessione dei doppi benefici, sulla base della loro incensuratezza e della
funzione di emenda conseguente alla presente condanna. Segue per legge la
condanna dei tre imputati ****, **** e **** al pagamento delle spese
processuali LILLECITO AMMINISTRATIVO capo A bis.
Alla Modacolor s.r.l. si contesta lillecito amministrativo ex art. 24
D.Lgs. 231/01, perché
nellinteresse e a vantaggio della stessa, lamministratore
unico ****, poneva in essere la truffa aggravata per il conseguimento di
erogazioni pubbliche, prevista e punita dallarticolo 640 bis c.p., facendole
ottenere contribuzioni da parte dello Stato in misura di euro 4.116.971,31, erogate in più
tranches dal 3 gennaio 2000 al 12 febbraio 2003. IL QUADRO NORMATIVO. La
responsabilità degli enti collettivi "per gli illeciti amministrativi
dipendenti da reato" è disciplinata dal d. lgs. 8/6/2001 n. 231 che
rappresenta l'epilogo di un lungo cammino volto a contrastare il fenomeno della
criminalità d'impresa, attraverso il superamento del principio, insito nella
tradizione giuridica nazionale, societas delinquere non potest e nella
prospettiva di adeguare la normativa interna a quella internazionale. La legge
delega n. 300/2000, infatti, ha ratificato e dato attuazione: - alla
Convenzione OCSE 17/12/1997, che - all'art. 2- obbligava gli Stati aderenti ad
assumere "le misure necessarie a stabilire la responsabilità delle persone
morali" per i reati evocati nella stessa Convenzione.
- al secondo protocollo della Convenzione PIF, il cui art.3 dettava, in tema di
responsabilità degli enti, direttive più puntuali, distinguendo due ipotesi, a
seconda che il reato
fosse stato commesso da soggetti in una posizione dominante (basata sul potere
di rappresentanza, sull'autorità di prendere decisioni, sull'esercizio del
controllo in seno alla persona giuridica) ovvero da soggetti in posizione
subordinata (che, per carenza di sorveglianza o controllo da parte dei soggetti
apicali, avessero reso possibile la perpetrazione del reato a beneficio della
persona giuridica). Si tratta di una innovazione legislativa particolarmente
importante, dunque, che segna il superamento del principio societas delinquere
et puniri non potest. Ne è risultata un'architettura normativa complessa che
evidenzia una fisionomia ben definita, con l'introduzione nel nostro
ordinamento di uno specifico ed innovativo sistema punitivo per gli enti
collettivi, dotato di apposite regole quanto alla struttura dell'illecito,
all'apparato sanzionatorio, alla responsabilità patrimoniale, alle vicende
modificative dell'ente, al procedimento di cognizione e a quello di esecuzione;
il tutto finalizzato ad integrare un efficace strumento di controllo sociale.
Nella ratio ispiratrice della profonda innovazione introdotta dalla L. n. 231
del 2001, l'ente collettivo è considerato il vero beneficiario della condotta
criminosa materialmente commessa dalla persona fisica che lo rappresenta o
opera nel relativo interesse. Seppure si debba considerare la responsabilità
creata dalla norma come un "tertium genus", risultante dalla fusione
dei principi della responsabilità amministrativa con principi e concetti propri
della sfera penale, la sanzione a carico della persona giuridica postula
innanzitutto il presupposto oggettivo che il reato sia commesso nell'interesse
dell'ente da persone che agiscono al suo interno (articolo 5): con esclusione,
quindi, dei fatti illeciti posti in essere nel loro interesse esclusivo, per un
fine personalissimo o di terzi, ovvero condotte estranee alla politica di
impresa. A ciò il legislatore ha inteso affiancare, in sede di normazione
delegata, un ulteriore requisito di natura soggettiva, in qualche modo
assimilabile ad una sorta di "culpa in vigilando" consistente nella
inesistenza di un modello di organizzazione, gestione o controllo idonei a
prevenire i reati, similmente ai modelli statunitensi dei "compliance
programmes". Il requisito riguarda anche i reati commessi dal personale
dirigente: e ciò contraddistingue il nostro sistema nel panorama giuridico
comparato, improntato, piuttosto, alla teoria della identificazione pura. Non è
stato quindi riprodotto dalla L. n. 231 del 2001, il principio dell'automatica
derivazione della responsabilità dell'ente dal fatto illecito del suo
amministratore (a differenza, ad es., che in Francia, ove vige la
responsabilità riflessa), in deroga al principio di identificazione, pur
connaturale alla rappresentanza organica, valido, in tesi generale, per ogni
rapporto, negoziale e processuale. Lestensione della
responsabilità alla persona giuridica, dovuta a profili ed esigenze di
general-prevenzione, è altresì bilanciata da una ulteriore garanzia che ne deve rappresentare il contraltare: la
condizione che la commissione dei reati sia rivolta "nell
interesse o a vantaggio" delle persone giuridiche e delle società,
chiamate a rispondere. Con queste premesse, si è recentemente affermato in
giurisprudenza che lespressione evidenziata non contiene un'endiadi,
perché i termini hanno riguardo a concetti giuridicamente diversi, potendosi
distinguere un interesse "a monte" per effetto di un indebito
arricchimento, prefigurato e magari non realizzato, in conseguenza dell'illecito, da un vantaggio
obbiettivamente conseguito con la commissione del reato, seppure non
prospettato "ex ante", sicché l'interesse ed il vantaggio sono in
concorso reale. 14 Rispetto a questo quadro normativo la difesa ha sollevato le
seguenti eccezioni di incostituzionalità: disparita di trattamento rispetto allimpresa
individuale e violazione del diritto di difesa per la rappresentanza
processuale conferita allamministratore giudiziario. Ritiene il Tribunale
che i prospettati dubbi di costituzionalità siano manifestamente infondati ed inammissibili.
La prima questione è davvero inconsistente, per la semplice ragione che nellimpresa
individuale non si ravvisa altro soggetto giuridico distinto dal titolare
persona fisica, tenuta ovviamente a rispondere. La seconda è stata rimessa negli stessi termini
alla Corte15, la quale, con una pregevole ordinanza, ne ha dichiarato la
manifesta inammissibilità; e qui certamente non potrebbe darsene migliore
spiegazione. In applicazione dei suddetti principi alla fattispecie in esame,
nessun dubbio che ****, amministratore unico della Modacolor, rientri tra i
soggetti che il D.Lgs. n. 231 del 2001, articolo 5, definisce in posizione
apicale ("le persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione
o di direzione dell'ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia
finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la
gestione ed il controllo dello stesso"). Anzi, si può affermare che egli
ne è il dominus, promotore dellintera vicenda criminosa: in
qualità di amministratore unico della Modacolor conduce le trattative con i
fornitori stranieri e controfirma la corrispondenza in cui indica il soggetto
fittiziamente interposto a cui intestare i macchinari; presenzia alla verifica della spesa da parte
della banca concessionaria, esibendo le false fatture; autocertifica di aver
sostenuto gli investimenti nella misura artificiosamente maggiorata. Tali
circostanze, dimostrano, con evidenza matematica, la riconducibilità al
medesimo amministratore unico della truffa aggravata per il conseguimento delle
erogazioni pubbliche, incamerate dalla stessa Modacolor s.r.l., beneficiaria
del finanziamente ottenuto ai sensi della legge 488/92. Nella disamina sul capo
A) è stata dimostrata in dettaglio la colpevolezza del **** per il reato
presupposto ( 640 bis). Neppure eccepita, l'inesistenza della c.d. colpa per
effetto della presenza di modelli organizzativi idonei a prevenire reati della
specie di quelli verificatisi, adeguatamente monitorati da un organismo di
vigilanza. E opportuno ricordare che lonere della prova relativa al
suddetto requisito è invertito a carico dell'ente: art. 6 decreto citato. E
comunque, considerate la composizione sociale, prettamente a base familiare, lassoluta
predominanza e libero arbitrio del **** nella gestione, è da escludere un
ragionevole interesse a contrastare iniziative illecite eventualmente
realizzabili dallamministratore Resta quindi da esaminare la sussistenza
del requisito oggettivo dell'interesse e del vantaggio dell'ente, condizione di applicabilità
della sanzione. Orbene, è innanzitutto necessario sottolineare che la Modacolor
s.r.l. è stata costituita allo scopo di ottenere il finanziamento ai sensi
della legge 488/92, dal momento che lattività programmata
coincide con quella che avrebbe dovuto giovarsi delle contribuzioni pubbliche;
del resto, questo ha sostenuto la stessa difesa del **** per dare spiegazione al fatto che società sarebbe
stata costituita pochissimo tempo prima della presentazione della domanda di
contribuzione. Dunque, linteresse della condotta truffaldina era
evidentemente orientato a favorire lattività dellente. Indubbio è
poi il vantaggio, poiché i contributi ottenuti con la frode sono stati appunto
incassati dalla stessa
Modacolor. Dimostrati i presupposti e gli elementi costitutivi, va
conseguentemente affermata la responsabilità della Modacolor s.r.l. in
relazione allillecito amministrativo contestato. LE
SANZIONI. Il sistema sanzionatorio proposto dal d. lgs. n. 231 fuoriesce dallo schema
tradizionale del diritto penale, incentrato sulla distinzione tra pene e misure
di sicurezza, tra pene principali e pene accessorie, ed è accordato alle
peculiarità del soggetto chiamato a rispondere. Il sistema rivela uno stretto
rapporto funzionale tra la responsabilità accertata e la sanzione da applicare,
opera certamente sul piano della deterrenza e persegue una notevole finalità
special-preventiva. La tipologia delle sanzioni, come si chiarisce nella
relazione al decreto, si presta ad una distinzione binaria tra sanzione
pecuniaria e sanzioni interdittive; al di fuori di tale perimetro, si collocano
inoltre la confisca e la pubblicazione della sentenza. LA SANZIONE PECUNIARIA.
Viene in considerazione, in primo luogo, la sanzione pecuniaria che, ai sensi
dellarticolo 10, deve essere determinata e applicata in base a quote
definite in ragione di due parametri: il numero, non inferiore a cento nè
superiore a mille, e limporto di una quota va da un minimo di 258 euro ad
un massimo di 1549
euro. La disciplina è ulteriormente specificata, in relazione alle singole
ipotesi di reato presupposto, dallarticolo 24 che in
relazione alla commissione dei delitti di cui agli articoli 316-bis, 316-ter,
640, comma 2, n. 1, 640-bis e 640-ter se commesso in danno dello Stato o di altro ente
pubblico, del codice penale, prevede per l'ente la sanzione pecuniaria fino a
cinquecento quote. Nel caso di specie, non ricorrono oggettivamente poi le
attenuanti di cui allarticolo 12 (tenuità del danno; prevalente vantaggio per
terzi; condotte riparatorie). Pertanto, in applicazione dei criteri di cui allarticolo
11 (gravità del fatto, del grado della responsabilità dell'ente nonchè
dell'attività svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto e per prevenire la commissione
di ulteriori illeciti.; condizioni economiche e patrimoniali dell'ente allo
scopo di assicurare l'efficacia della sanzione), si stima di giustizia la
sanzione nella misura di 250 quote da euro 300,00 ciascuna, per complessivi
euro 75.000,00. LA CONFISCA. Ai sensi dellarticolo 19, con la
sentenza di condanna, è sempre ordinata la confisca del prezzo o del profitto
del reato, salvo che per la parte che può essere restituita al danneggiato.
Quando non è possibile eseguire la confisca a norma del comma 1, la stessa può avere ad
oggetto somme di denaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o
al profitto del reato. Le questioni principali da esaminare si concentrano
sulla natura della confisca e sulloggetto di tale misura, ovvero il profitto. La
soluzione di tali problematiche serve non già ad una discussione accademica che
uscirebbe dal compito di una sentenza, ma per individuare la regola da
applicare in pratica. La definizione della natura della confisca, infatti,
determina nel concreto caso rilevanti conseguenze; invero, ad esempio, qualora
si acceda alla tesi della natura sanzionatoria, varrà la regola della
irretroattività, non potendosì perciò come meglio si dirà
appresso - , applicare tale misura alle erogazioni di contributi effettuate prima dellentrata
in vigore della legge 231/01. In linea generale, si è osservato che la confisca
nel nostro ordinamento non ha una natura unitaria ed omogenea. Il codice penale
ha catalogato la confisca di cui all'art. 240 c.p. tra le misure di sicurezza, pur prescindendo
dall'accertamento della pericolosità dell'autore del reato, richiesta invece
per l'applicazione delle misure di sicurezza personali (l'art. 236 c.p., che
disciplina le misure di sicurezza patrimoniali, non richiama -infatti- l'art.
202 dello stesso codice). La giurisprudenza ha sempre riconosciuto nella
confisca disciplinata dal codice penale, in linea con la scelta del
legislatore, una effettiva misura di sicurezza patrimoniale, fondata sulla
pericolosità derivante dalla disponibilità di cose servite o destinate a
commettere il reato ovvero delle cose che ne sono il prodotto o il profitto e
finalizzata a prevenire la commissione di ulteriori reati, anche se i
corrispondenti effetti ablativi si risolvono sostanzialmente in una sanzione
pecuniaria.16 In prosieguo sono state introdotte ipotesi di confisca
obbligatoria dei beni strumentali alla consumazione del reato e del profitto
ricavato, con caratteristiche differenti. Cosi, con l'obiettivo di privare l'autore
del reato soprattutto del profitto che ne deriva, sono state introdotte ipotesi
di confisca nella forma per equivalente che, di fronte all'impossibilità di
aggredire il bene direttamente conseguito, va ad incidere su somme di denaro,
beni o altre utilità di pertinenza del condannato per un valore corrispondente
a quello dello stesso profitto. Questa ipotesi di confisca - per equivalente o
di valore - introdotta in molte norme del codice penale (artt. 322ter,
600septies, 640quater, 644, 648quater) e in disposizioni della legislazione
speciale (artt. 187 T.U.F., 2641 c.c., 11 legge n. 146/'06), ha i tratti
distintivi di una vera e propria sanzione, allontanandosi dallo schema della
misura di sicurezza incentrato sulla intrinseca pericolosità della cosa. D'altra
parte, la stessa Corte Costituzionale17, da tempo ha chiarito, che "la
confisca può presentarsi, nelle leggi che la prevedono, con varia natura
giuridica" e che "il suo contenuto è sempre la privazione di beni
economici, ma questa può essere disposta per diversi motivi e indirizzata a
varie finalità, sì da assumere, volta per volta, natura e funzione di pena o di
misura di sicurezza ovvero anche di misura giuridica civile e
amministrativa", con l'effetto che viene in rilievo "non una astratta
e generica figura di confisca, ma, in concreto, la confisca così come risulta
da una determinata legge". Nel decreto legislativo 231/01 ricorrono
diverse ipotesi di confisca. L'art. 9, comma 1 lett. c) prevede la confisca
come sanzione. Non è solo il dato letterale a chiarirne tale natura ma anche il
contenuto ed i presupposti applicativi precisati nell'art. 19, che testualmente
recita: "Nei confronti dell'ente è sempre disposta, con la sentenza di
condanna, la confisca del prezzo o del profitto del reato, salvo che per la
parte che può essere restituita al danneggiato. (II c) Quando non è possibile
eseguire la confisca a norma del comma 1, la stessa può avere ad oggetto somme
di denaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al profitto
del reato" . Infatti, sia il collegamento con la sentenza di condanna nei
confronti dellente, sia il tenore del secondo comma di
quest'ultima disposizione, che autorizza la confisca anche nella forma per
equivalente, chiariscono la configurazione della confisca come sanzione principale, obbligatoria
e autonoma rispetto alle altre pure previste nel decreto in esame. Diversa
ipotesi di confisca ricorre al quinto comma dell'art. 6 che prevede la confisca
del profitto del reato, commesso da persone che rivestono funzioni apicali,
anche nell'ipotesi particolare in cui l'ente vada esente da responsabilità, per
avere validamente adottato e attuato le misure precauzionali previste dalla
stessa norma. In questa ipotesi, si deve escludere la natura sanzionatoria
della misura ablativa, proprio perché difetta una responsabilità dell'ente. La
confisca assume più semplicemente la fisionomia di uno strumento volto a
ristabilire l'equilibrio economico alterato dal reato-presupposto, i cui
effetti, appunto economici, sono comunque andati a vantaggio dell'ente
collettivo, che finirebbe, in caso contrario, per conseguire (sia pure
incolpevolmente) un profitto geneticamente illecito. Coerente con tale natura è
lesclusione
delladottabilità del sequestro preventivo, considerato che l'art. 53 del decreto, richiama
esclusivamente l'art. 19 e non anche larticolo 6. L'art.
15/4° prevede la confisca de "il profitto derivante dalla prosecuzione
dell'attività", in caso di commissariamento dell'ente. Si tratta di una
misura evidentemente sostitutiva della sanzione interdittiva che determinerebbe l'interruzione
dell'attività dell'ente, con grave pregiudizio per la collettività
(interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità) o per i livelli
occupazionali (avuto riguardo alle dimensioni dell'ente e alle condizioni
economiche del territorio). La confisca, infine, si atteggia nuovamente come
sanzione principale nell'art. 23/2°, che configura la responsabilità dell'ente
per il delitto di cui al primo comma della stessa norma, commesso nell'interesse
o a vantaggio del medesimo ente. Nel caso concreto, si tratta della confisca
sanzione, quale conseguenza della condanna per illecito amministrativo, da
applicarsi per equivalente posto che non può essere più eseguita in forma
specifica, data lutilizzazione dei contributi ricevuti. Si è già
accennato che questo tipo di confisca non può essere retroattivo. Infatti non
solo la confisca per equivalente riveste carattere sanzionatorio per espressa
previsione del D.Lgs. n. 231 del 2001, art. 9, ma solo con tale D.Lgs. è stata
introdotta la responsabilità delle persone giuridiche. Una lettura
costituzionalmente orientata del divieto di retroattività della norma penale (e
di quella che introduce violazioni amministrative) non consente di applicarla a
condotte antecedenti l'entrata in vigore della norma incriminatrice, intese
come singole percezioni delle somme, quale che sia il momento consumativo del
reato.18 Nel caso in esame, si rammenta che le contribuzioni si sono prolungate
fino al 12 febbraio 2003, nei seguenti termini : quanto a lire 2.865.830.000 in
data 30 dicembre 1999; quanto a lire 2.261.730.000 in data 3 gennaio 2002;
quanto a lire 1.794.646.000 in data 4 febbraio 2002, con disimpegno della quota
a saldo di euro 313.825,05 dal 12/2/2003 (allegato 93) Benché si sia in
presenza, quindi, di un unico reato di truffa lo stesso è stato realizzato con
distinte condotte, alcune delle quali poste in essere prima dell'introduzione
della nuova forma di confisca per equivalente e comunque prima dell'introduzione
della responsabilità delle persone giuridiche per le violazioni amministrative
collegate ai reati per i quali si è proceduto. Per il già ricordato carattere
sanzionatorio dell'istituto, la confisca per equivalente è applicabile solo in
relazione alle somme percepite successivamente all'entrata in vigore della
norma che ha introdotto non solo tale istituto, ma anche la stessa
responsabilità per illecito amministrativo delle persone giuridiche. 19 Ergo,
si può confiscare ai sensi dellarticolo 19
quanto percepito successivamente allentrata in vigore della legge 231/01,
ovvero la seconda e terza quota di finanziamento, che secondo quanto
attestato nel decreto di concessione definitiva ammontano a complessivi euro
2.094.943,37. Così pure rilevante è la questione relativa a come debba configurarsi il "profitto
del reato" suscettibile confisca disposto, ai sensi degli art. 19 e 53 d.
lgs. 8/6/2001 n. 231, nei confronti di una società indagata per un illecito
amministrativo dipendente da reato. Infatti, con riferimento al caso concreto,
ove si acceda alla tesi del cosiddetto profitto lordo,
potrà essere suscettibile di confisca (e salvo il divieto di irretroattività)
lintera contribuzione ricevuta per effetto dellillecito e non solo
la quota eccedente il
valore effettivo dei macchinari realmente acquistati. In materia, è necessario
attenersi a due principi fondamentali: il necessario collegamento eziologico
del profitto con lillecito e la differente estensione della
nozione rispetto ai concetti della scienza aziendale. Sotto il primo profilo, principio consolidato
nella giurisprudenza di legittimità è che il profitto del reato presuppone
l'accertamento della sua diretta derivazione causale dalla condotta
dell'agente: occorre cioè una correlazione diretta del profitto col reato e una
stretta affinità con l'oggetto di questo, escludendosi qualsiasi estensione
indiscriminata o dilatazione indefinita ad ogni e qualsiasi vantaggio
patrimoniale, che possa comunque scaturire, pur in difetto di un nesso diretto
di causalità, dall'illecito.20 Sia ben chiaro, non è necessario che si tratti
dello stesso bene ricevuto in conseguenza del reato, dovendosi ricomprendervi
anche il bene acquistato col denaro illecitamente conseguito attraverso il
reato, dato che tale reimpiego è comunque casualmente ricollegabile al reato e
al profitto "immediato" dello stesso.21 E ciò per lovvia
esigenza di evitare che l'autore dellillecito possa sottrarre il profitto
alla misura ablativa ricorrendo all'escamotage di trasformare il bene ricevuto in altra utilità,
individuabile nel frutto del reimpiego; anche questo, infatti, può essere
causalmente ricollegabile in modo univoco all'attività criminosa posta in
essere dall'agente. Ancora, sempre con attinenza alla derivazione causale, si
ritiene che il reato debba essere causa da cui derivi il profitto ingiusto e
non mera occasione di una utilità che comunque sia giustificata, ad esempio, da
una controprestazione in favore della P.A. .22 Con riferimento alla effettiva
portata della nozione di profitto, va detto che non è data alcuna specifica
definizione. In linea generale, si è affermato che il profitto del reato a cui
fa riferimento il primo comma dell'art. 240 c.p., va identificato col vantaggio
economico ricavato in via immediata e diretta dal reato, contrapposto al
"prodotto" e al "prezzo" del reato. Il prodotto è il
risultato empirico dell'illecito, cioè le cose create, trasformate, adulterate
o acquisite mediante il reato; il prezzo va individuato nel compenso dato o
promesso ad una determinata persona, come corrispettivo dell'esecuzione
dell'illecito. Carattere onnicomprensivo si attribuisce -poi- alla locuzione
"provento del reato", che ricomprenderebbe "tutto ciò che deriva
dalla commissione del reato" e, quindi, le diverse nozioni di
"prodotto", "profitto" e "prezzo". 23 Nella
giurisprudenza, la nozione di profitto non è mai stata orientata sulla base di
definizioni economico-aziendalistiche, precisandosi che all'espressione non va
attribuito il significato di "utile netto" o di "reddito",
ma quello di "beneficio aggiunto di tipo patrimoniale"24 Nel d. lgs.
n. 231/'01 il termine "profitto" è menzionato in diverse disposizioni
del decreto, che disciplinano situazioni eterogenee. Il profitto del reato è,
innanzi tutto, come si è detto, l'oggetto della confisca-sanzione di cui agli
art. 9, 19 e 23. Per delineare lesatta estensione della sfera di
tale confisca occorre tener conto dei seguenti argomenti di ordine sistematico
e logico. La Convenzione OCSE 17/12/1997 ha impegnato gli Stati aderenti ad adottare misure
idonee alla confisca o comunque alla "sottrazione" dei
"proventi" dei reati, precisandosi che con quest'ultimo termine
devono intendersi i profitti, gli altri benefici o gli altri vantaggi ottenuti
o mantenuti attraverso la condotta illecita"; tale precisazione chiarisce,
in definitiva, che con il termine "proventi" (proceeds) si sono
voluti indicare tutti i vantaggi ricavati dalla commissione dei reati.25 Nella
relazione allo schema del decreto legislativo "la confisca
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Class Action
PERSONALE DI SOPHIE
USUNIER AL PAV Equilibri tra uomo e ambiente Forme e modi di adattabilità LISA
PAROLA Le relazioni tra comportamento umano e ambiente sono i temi della mostra
«Domestic Conditions», personale della francese Sophie Usunier aperta al Pav. A
cura di Claudio Cravero, l'esposizione affronta il tema della «domesticazione»,
ovvero gli equilibri di adattamento tra l'uomo e l'ambiente, e viceversa.
Nell'installazione «es Vents Contraires», 15 ventilatori invadono lo spazio
della serra; con l'aggiunta di maniche a vento - le segnaletiche a strisce
bianche e rosse utilizzate negli aeroporti - i ventilatori danno forma ad
un'installazione di grandi dimensioni, creando inconsueti flussi e movimenti
d'aria. In mostra altri tre lavori: «Whirling dervish flies», video che
riprende il movimento intorno a una lampada accesa di alcune mosche, una sorta
di ipnosi dettata dallassociazione di un brano musicale di derivazione Sufi;
«Les Empaillés» risultato di un'azione collettiva che si realizzerà durante il
workshop tenuto dall'artista il 13 e il 14 giugno. Ad alcuni abitanti del
quartiere sono stati chiesti abiti usati che saranno, nel corso dei lavori,
riempiti con il fieno ottenuto dallo spazio aperto del Pav e che formeranno poi
una serie di sedute per il giardino interno. Parallelamente, negli spazi
è possibile aggiornarsi anche sul progetto «Village» Green, opere d'arte
ambientale come «La Folie du Pav» di Emmanuel Louigrand, una torre-osservatorio
sul parco, «Noël en août» di Michel Blazy e «Pedogenesis» di Andrea Caretto e
Raffaella Spagna, lavoro sulla trasformazione del suolo che prevede, attraverso
un bando pubblico e un'azione collettiva,
l'assegnazione di un lotto di terra del parco da usare come orto. «DOMESTIC
CONDITIONS» SOPHIE USUNIER PARCO ARTE VIVENTE VIA GIORDANO BRUNO 31 Or:
mer-ven: 15-18 sab-dom 12-19 tel. 011/318.22.35, www.parcoartevivente.it
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-13 - pag: 28 autore: Ddl sviluppo. Il
comitato legislazione Per la class action disciplina da rivedere Marco Rogari
ROMA Rivedere e perfezionare la disciplina della class action. A caldeggiare un
ulteriore correttivo al collegato alla manovra sul nucleare (il cosiddetto Ddl
sviluppo), dopo quelli prospettati dal Tesoro per anomalie nella
"copertura" e nella salvaguardia degli utenti dagli aumenti delle
tariffe energetiche, è il Comitato per la legislazione della Camera. Comitato
che ha espresso parere positivo sulprovvedimento ma con alcune precise
condizioni e segnalando il «rischio» che le nuove regole sull'azione collettiva, introdotte al Senato, possano dare vita a
«problematiche di non poco conto in sede di futura applicazione processuale».
Il tutto mentre i ministeri dell'Economia e dello Sviluppo economico continuano
a lavorare per trovare una linea comune sulle modifiche da apportare al testo.
La questione sarebbe stata da affrontate, seppure rapidamente, anche a margine
del Consiglio dei ministri di ieri, al termine del quale il viceministro dello
Sviluppo economico, Adolfo Urso, ha assicurato che il Governo darà «una
risposta unitaria» sul Ddl sviluppo. L'opposizione però insiste nel pressing sul
Governo e chiede una relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato
sull'effettiva impalcatura contabile del testo uscito da palazzo Madama e
attualmente all'esame di Montecitorio. Il sottosegretario allo Sviluppo
economico, Stefano Saglia, assicura che all'inizio della prossima settimana
saranno forniti tutti i chiarimenti richiesti e auspica di «trovare un punto
d'incontro con l'opposizione ». Tornando ai rilievi del Comitato della
legislazione della Camera sulle misure sulla class action, il relatore,
Antonino Lo Presti (Pdl), sottolinea la necessità di «una più puntuale
definizione delle posizioni soggettive tutelabili e della
legittimazione ad agire in giudizio» nell'azione collettiva. Lo Presti ricorda anche che la disciplina dell'azione collettiva già esiste e dovrebbe andare
in vigore il 30 giugno: quindi, qualora il Ddl sviluppo dovesse essere
approvato successivamente, potrebbero presentarsi «conseguenze pregiudizievoli
sulle esigenze di certezza di diritto». Di qui, secondo il relatore, la
necessità di porre la questione anche alla presidenza della Camera. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sicilia, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Class Action
iniziativa di 60
autisti del servizio «118» Azione
legale per lo straordinario Hanno deciso di promuovere una azione legale al
fine di ottenere il pagamento delle loro spettanze economiche i sessanta
lavoratori in forza al "118" nei Comuni di Butera, Gela, Niscemi,
Mazzarino, Mussomeli, Serradifalco, Caltanissetta, Santa Caterina e Resuttano,
che svolgono le mansioni di autista. Ieri i lavoratori hanno preso parte
ad una riunione nella sede della Cisl assieme al segretario generale Carlo
Argento, al responsabile provinciale della Funzione Pubblica Gianfranco Di
Maria, al rappresentante sindacale aziendale Marco La Tona e al responsabile
dell'ufficio vertenze Cisl Giuseppe Impaglione, proprio per discutere la loro situazione
e avere la disponibilità dell'organizzazione sindacale a mettere in atto quanto
possibile per cercare di trovare una soluzione a questa problematica. A
conclusione dell'incontro i dipendenti del "118" hanno deciso di
sottoscrivere gli atti vertenziali per reclamare le differenze retributive già
maturate per lo straordinario effettuato. I lavoratori del "118"
hanno un contratto che prevede un servizio di 30 ore settimanali, spesso però
si trovano obbligati per esigenze di servizio a doverne effettuare almeno 36, e
questo avviene senza avere mai percepito, dal 2006 ad ora, alcun provento per
le ore di servizio fatto in più. Da qui la richiesta di avere pagate le ore di
straordinario già fatte in passato. «È importante sottolineare - hanno poi
detto i dirigenti sindacali della Cisl - che essi non hanno mai interrotto il
servizio per il profondo senso di responsabilità che li contraddistingue, in
quanto sono consapevoli che tale interruzione andrebbe a discapito della
collettività e di quanti si ritrovano ad avere assicurato un servizio sanitario
assolutamente indispensabile. In alcuni Comuni infatti gli addetti al
"118" sono impiegati presso l'unico presidio sanitario di
emergenza/urgenza: da qui la necessità di prevedere pure per loro il compenso
per il lavoro effettivamente svolto».
( da "ItaliaOggi Sette"
del 15-06-2009)
Argomenti: Class Action
ItaliaOggi Sette
Numero 140 pag. 204 del 15/6/2009 | Indietro Class action
Usa, avanti con calma ATTUALITA' Di da Londra Giovanni Legorano Le law firm
europee fanno però i conti con la mancanza di uniformità dei tribunali
americani Cresce l'interesse degli italiani alle cause
contro le banche Parallelamente ai recenti sviluppi italiani in tema di class
action, che vedranno l'azione collettiva risarcitoria applicabile solo agli illeciti commessi a partire
dal 1° luglio di quest'anno, negli Stati Uniti aumentano i casi di soggetti non
Usa che si rivolgono ai tribunali americani [...] Costo Punti per Abbonati: 0 -
Costo Punti per Registrati: 6
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 15-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-06-14 - pag: 10 autore: Alta finanza e
piccoli risparmiatori Anche le formiche, in fondo, rischiano di J. Bradford
DeLong N essuno mette in dubbio l'utilità della "bassa" finanza: la
possibilità di usare assegni, banconote e carte di credito invece di portarsi
in giro casse di argento, bilance e reagenti per accertare la purezza del
metallo, e guardie armate per proteggere l'argento, e altre guardie ancora per
sorvegliare il primo gruppo di guardie, presenta innegabili vantaggi. E lo
stesso si può dire per la possibilità di prendere e dare soldi in prestito per
le famiglie, in modo da non essere costretti a far combaciare guadagni e spese ogni
giorno, settimana, mese o anno. Ma a che cosa serve l'"alta" finanza?
Convenzionalmente,gli economisti dicono che l'alta finanza soddisfa tre
esigenze. In primo luogo consente a molti risparmiatori di mettere in comune il
loro patrimonio per finanziare grandi imprese che possono raggiungere le
efficienze di scala rese possibili da un'industria moderna ad alta intensità di
capitale. In secondo luogo, l'alta finanza offre un mezzo per limitare gli
abusi più gravi da parte dei manager delle grandi aziende. La "democrazia
azionaria" semplicemente non funziona, ma la paura dei manager di essere
mandati a spasso in caso di tracollo delle azioni rappresenta un utile freno.
Per finire, l'alta finanza permette di diversificare il portafoglio, consentendo
ai singoli investitori di perseguire rendimenti attesi elevati senza essere
costretti ad assumersi rischi cospicui di bancarotta e miseria. Ma questi sono
i benefici dell'altafinanza visti nell'ottica del mondo ideale degli
economisti, cioè in un mondo di attori utilitaristi razionali, che riescono a
calcolare efficacemente l'utilità attesa in condizioni di incertezza, che
padroneggiano con sicurezza la programmazione dinamica, che trattano il calcolo
stocastico da pari a pari. Noi non viviamo in un mondo simile. Se prendiamo in
considerazione il mondo come veramente è, ci rendiamo conto in fretta che l'alta finanza assolve ad altri due compiti utili al nostro
benessere economico collettivo: ci induce a risparmiare, accumulare e investire
promettendoci investimenti sicuri e liquidi anche in periodi eccezionali, e ci
induce a risparmiare e investire come prerequisito per poter appagare il nostro
amore per il gioco d'azzardo e come sottoprodotto di quest'ultimo. è un
dato di fatto che siamo molto più felici risparmiando e accumulando, e che è
molto più probabile che ci comportiamo in questo modo quando pensiamo che le
risorse risparmiate e accumulate siano disponibili, a portata di mano. è vero
anche che quando investiamo le nostre ricchezze - nei brevetti della Pfizer, nelle
fabbriche di Shenzhen, nelle reti mondiali di distribuzione o nei centri
commerciali di Atlanta in realtà questi soldi non li abbiamo a portata di mano.
Al massimo si può fare in modo che tali ricchezze investite appaiano liquide a
ciascuno di noi, e soltanto se non ci sono variazioni significative del nostro
desiderio collettivo di liquidità. Naturalmente gli investitori convinti che i
loro averi investiti siano facilmente convertibili in liquidità e che vendendo
e comprando stanno producendo valore aggiunto per se stessi sono degli illusi.
Il nostro patrimonio investito non è trasformabile in liquidi in una situazione
di emergenza. E quando compriamo e vendiamo non stiamo arricchendo noi stessi,
ma gli specialisti e i grandi operatori di mercato. Ma queste illusioni sono
benefiche per noi. Da un punto di vista psicologico siamo naturalmente portati
all'impazienza, dunque è un bene per noi credere che il nostro patrimonio sia
al sicuro e che possiamo accrescerlo investendo con accortezza. Perché questa
illusione ci spinge a comportarci in modo meno impaziente. E, collettivamente, rimpingua i nostri risparmi e dunque le
nostre riserve di capitale, che a loro volta rimpinguano tutti i nostri salari
e stipendi. Per Keynes «il gioco dell'investimento professionale è
intollerabilmente noioso ed eccessivamente impegnativo per chi sia del tutto
privo dell'istinto del giocatore; mentre chi ce l'ha deve pagare a questa
inclinazione il giusto tributo...». è per queste ragioni che siamo sembrati
paralizzati nelle ultime due generazioni ogni volta che si è parlato di
riformare il nostro sistema di regolamentazione finanziaria. Ed è per questo
che sembriamo pa-ralizzati ancora oggi, perfino di fronte a una grave crisi
finanziaria. L'autore, ex sottosegretario al Tesoro dell'amministrazione
Clinton, insegna a Berkeley Copyright: Project Syndicate, 2009. (Traduzione di
Fabio Galimberti)
( da "Sicilia, La"
del 15-06-2009)
Argomenti: Class Action
Tempi bui per atleti
e tifosi ennesi naccio @@Frattura con la dirigenza gialloverde sulle
prospettive incerte della squadra per il prossimo campionato Catenanuova. In
seno al consiglio comunale di Catenanuova cresce il Popolo della libertà. I
consiglieri Domenico Zinna (presidente della commissione Bilancio) e Nunzia
Spitaleri (vice presidente del civico Consesso) hanno dichiarato di appartenere
al Pdl. Un altro consigliere comunale ci ha preannunciato che nei prossimi
giorni passerà con il Pdl. Durante l'ultimo consiglio comunale, Zinna e
Spitaleri, componenti della lista "Impegno nel territorio", guidata
dal sindaco Aldo Biondi, sono entrati in accordo con l'amministrazione comunale
e la maggioranza tant'è che con il loro voto contrario hanno dato manforte
all'opposizione per fare bocciare il bilancio di previsione 2009. «Alla luce di
quanto avvenuto in Consiglio nella seduta del 9 giugno scorso - evidenziano
Zinna e Spitaleri - riteniamo sia opportuno, oggi più che mai, portare il dibattito politico e partitico al centro delle
attività consiliari e dell'azione amministrativa, poiché crediamo fortemente
che qualsiasi presa di posizione non possa avvenire su un piano strettamente
individuale e personale, ma deve essere frutto di un'analisi e di una
concertazione effettuati all'interno di un gruppo politico». Zinna e
Spitaleri, insieme a Giuseppe Gianninò del Mpa (presidente della commissione
Lavori pubblici), all'indomani del Consiglio del 9 giugno scorso, nel quale è
stato bocciato il bilancio di previsione 2009, hanno firmato con gli altri 6
consiglieri dell'opposizione (Santo Zampino, Nello Maucieri, Graziella Racina,
Mariolina Rapisarda, Lino Guagliardo e Giuseppe Passalacqua) una lettera con la
quale hanno chiesto le dimissioni del sindaco, della giunta e del presidente
del Consiglio. I 9 consiglieri (sui 15 di cui è composto il Consiglio) hanno
annunciato azioni più incisive. «Occorre - sottolineano Zinna e Spitaleri -
tornare a fare politica vera nei partiti, coinvolgere attivamente i giovani a
interessarsi dei problemi della collettività e del proprio paese. La politica
deve essere anche un laboratorio di pensiero, di confronto costruttivo. Bisogna
lavorare ogni giorno per realizzare una nuova classe dirigente qualificata e
per dare un segnale nuovo e creare una mentalità culturale moderna. E' sempre
più forte e sentita la necessità di avviare un'azione di rinnovamento della
politica che non è acquisizione di potere, ma servizio in favore della
collettività. Occorre ripartire dai reali problemi del territorio, dalla
condivisione di valori e idee». NICOLÒ SACCULLO
( da "Sicilia, La"
del 15-06-2009)
Argomenti: Class Action
iniziativa del
codacons Medici specializzandi una causa collettiva per
i compensi negati Riparte da Catania la causa di risarcimento per oltre 17.000
medici siciliani per ottenere il compenso loro spettante negli anni di
specializzazione. «Sono circa 17.000 in Sicilia - afferma Francesco Tanasi,
segretario nazionale del Codacons - i medici che si sono specializzati negli
anni dal 1982 al 1991 e non hanno percepito circa 40.000 euro ciascuno che la
Comunità Europea attribuiva loro come diritto, e che ora si avviano
come una vera e propria class action che stabilisce il Guinness della più
grande vertenza collettiva mai avviata in Italia
a sbancare le casse
dello Stato in Tribunale». Infatti - sostiene il Codacons in una nota
dell'ufficio stampa «la Direttiva Comunitaria del 1982 (82/76 CEE) aveva
stabilito in favore dei medici il diritto a ricevere una "adeguata
remunerazione" per il periodo di specializzazione svolto, periodo in cui i
medici hanno lavorato praticamente gratis nelle corsie degli ospedali
universitari. Tale Direttiva, recepita in Italia solo nel 1991 (con il D.Lgs. 8
agosto 1991, n.257) limitatamente agli specializzati iscritti ai corsi a partire
dall'anno accademico 91/92, ha previsto per loro il compenso di lire 21.500.000
per ogni anno di specializzazione, senza nulla riconoscere ai medici
immatricolatisi alla specializzazione negli anni accademici che vanno
dall'82/83 al 90/91». La Corte di Giustizia Europea, con sentenza del
25/02/1999, e con successiva sentenza del 31/10/2000, ha affermato il diritto
alla remunerazione anche in favore dei medici che hanno frequentato il corso di
specializzazione dopo il 1982. Sulla scorta di tali sentenze della Corte di
Giustizia, anche i nostri giudici, con sentenze anche della suprema Corte di
Cassazione, hanno riconosciuto il diritto dei medici italiani che hanno
frequentato le scuole di specializzazione tra gli anni 82/83 e 90/91, ad
ottenere dallo Stato italiano il pagamento ad "una adeguata
remunerazione" (Cfr Sent. Cass., III Civile, 7630/2003; Cass., Sez. III,
n. 3283/08; Tribunale Civile di Roma, Sez. II, n. 24828/2006; CDS sez. sesta,
4954/04 e altre). «Ma la più bella notizia è arrivata dalla Corte di Appello di
Genova, che con due recenti sentenze ha rigettato l'eccezione di prescrizione
che era stata sollevata nell'ambito di due distinte controversie nelle quali
veniva in rilievo il diritto alla remunerazione dei medici specializzati che
avevano frequentato le scuole di specializzazione tra l'82 ed il 91. Sicché già
un migliaio di medici già hanno avuto ragione e hanno percepito i soldi
sottratti con gli interessi. Ora anche in Sicilia
conclude Tanasi - il Codacons continua la più grande azione giudiziaria collettiva per circa 17.000 medici
siciliani rimasti senza compenso al fine di far avere loro quanto spettante. In
caso di vittoria a ciascuno dei ricorrenti spetterà una somma che oscilla tra
33.000 e 50.000 euro, a seconda del numero di anni previsto per la singola
scuola di specializzazione». Le domande di adesione all' iniziativa del
Codacons dovranno pervenire entro il 20 luglio 2009. Per aderire e per
ulteriori informazioni è possibile telefonare allo 095.7465686 dal lunedì al
venerdì dalle 16 alle 19,30.
( da "Stampa, La" del
17-06-2009)
Argomenti: Class Action
La relazione I nove
punti irrinunciabili 1. Il protezionismo Secondo l'autorità, la politica deve
fuggire la tentazione di tornare al protezionismo e a politiche restrittive del
mercato. 2. I monopolisti Assolutamente da evitare i «favori» a chi ha posizioni
dominanti sul mercato. 3. class="hilite">La
class="term">class
class="term">action Da evitare anche i
ritardi e gli impedimenti nella promozione di cause collettive dei consumatori.
4. Parafarmacie Non vanno abolite: garantiscono sconti fino al 22,5% alla loro
clientela. 5. Assicurazioni Sarebbe sbagliato cancellare la clausola annuale
che di recesso. 6. Energia Non bisogna abolire i tetti antitrust all'import di
gas naturale. 7. Le banche I risparmiatori hanno diritto a contratti più
comprensibili. 8. Le pmi Serve maggiore trasparenza nell'accesso al credito per
le piccole e medie imprese italiane. 9. I mutui Più trasparenza anche nella
gestione dei mutui: le surroghe devono restare gratuite.
( da "Stampa, La" del
17-06-2009)
Argomenti: Class Action
LA RELAZIONE DEL
GARANTE IN PARLAMENTO Antitrust avverte "I consumatori vanno
tutelati" [FIRMA]ROBERTO GIOVANNINI ROMA Il quadro è davvero poco
confortante. Le aziende, a cominciare dalle banche, stanno cercano di sfruttare
la crisi per far pagare il conto delle loro difficoltà ai consumatori. Intanto,
in Parlamento lobbies grandi e piccole vanno all'assalto dei diritti dei
cittadini-utenti, presentando (si parla del centrodestra, soprattutto) miriadi
di norme per intaccare le liberalizzazioni tanto faticosamente varate in
passato. Parla Antonio Catricalà, presidente dell'Antitrust, che ieri nella sua
relazione annuale al Parlamento c'è andato giù durissimo. Le banche? Devono
fare passi avanti verso una trasparenza «compromessa» da contratti
incomprensibili. Le imprese? Tentano un ritorno alle protezioni, e c'è il
rischio che «i costi della crisi siano riversati sui consumatori». Il
Parlamento? C'è uno «stillicidio» di norme «volte a restaurare gli equilibri
del passato». Qualche prova dell'offensiva parlamentare in corso contro le
liberalizzazioni? Catricalà non si tira indietro. Le misure che riguardano
l'abolizione delle parafarmacie (in 3 anni ne sono state aperte circa 3.000 con
sconti su alcuni farmaci superiori al 22%). L'abrogazione della facoltà di
recesso annuale nei contratti assicurativi. La cancellazione dei tetti
antitrust per l'importazione di gas, come richiesto esplicitamente dall'Eni di
Paolo Scaroni. «Il processo di riapertura dei mercati deve essere riavviato»,
sottolinea il Garante, ribadendo la necessità di «contrastare i rischi di una
fenice corporativa alimentata dai gruppi tutori degli interessi di categoria».
Il Garante indica nell'alta velocità ferroviaria, nella disciplina del
trasporto del gas, nel digitale terrestre e satellitare e nella banda larga
alcuni degli «importanti appuntamenti che attendono il paese». Mercati da aprire
e liberalizzare, ma si tratta di una prospettiva difficile e insidiosa, perché
«i monopolisti resistono anche alle riforme già approvate». Le banche?
L'analisi è chiara: la reputazione degli istituti di credito «oggi sembra
compromessa più che in altri periodi», anche a causa di «prassi contrattuali
spesso troppo articolate e difficilmente comprensibili da parte dei
risparmiatori». Vedi il ritorno sotto mentite spoglie della Commissione Massimo
Scoperto, abolita per legge. Le imprese? Soffia forte il vento del
protezionismo in Europa, mettendo in pericolo la ripresa, e per questo, avverte
Catricalà, «occorre vigilare affinché i costi della crisi non siano riversati
sui consumatori». Anche perché quando l'economia non va per i cittadini
crescono i pericoli, con il proliferare delle «offerte truffa», ovvero
«particolari ingannevolezze favorite dal bisogno: false offerte di lavoro,
finte vendite sottocosto o promesse di vincita alle lotterie». Più in generale,
a quanto pare l'Antitrust rimpiange la scelta (class="hilite">voluta
dal governo Berlusconi) di congelare l'entrata in vigore della legge sulla class="term">class class="term">action, un istituto che in Italia,
«per la resistenza di pochi, stenta a trovare giusta considerazione», ed è
stato anche peggiorato nel percorso parlamentare. E si conferma la scarsa
efficacia della legge Frattini sul conflitto d'interessi. In generale, servono
più poteri e più risorse per il Garante, che è costretto a svuotare il mare con
un secchiello. A volte bucato. Positive le reazioni alla requisitoria del
Garante. Plaudono dalle associazioni dei consumatori, anche se il Codacons
parla di discorso «troppo morbido» e il leader della Cgil Guglielmo Epifani
esorta Catricalà ad «alzare la voce più spesso e non solo una volta l'anno».
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina 2 - Economia
In Parlamento Trasparenza class="hilite">Class
class="term">action Antitrust:
liberalizzazioni tradite "Stillicidio di leggi anti-consumatori,
reputazione compromessa per le banche" Catricalà sulle
banche:"Reputazione compromessa" Antitrust: addio alle riforme troppe
leggi anti-consumatori Ci sono continue iniziative parlamentari volte a
restaurare i vecchi equilibri e a svuotare le riforme Le aziende di credito
devono fare di più per la trasparenza, sono ancora troppo timide. C´è sfiducia
verso di loro Sulla class="term">class class="term">action
si profila un peggioramento della legge, il rinvio non è servito a nulla LUISA
GRION ROMA - Riforme e liberalizzazioni: se ne parla tanto, ma si combina poco.
Il Parlamento pratica «uno stillicidio d´iniziative volte a restaurare gli
equilibri del passato». I monopoli fanno muro di gomma, le banche continuano a
scarseggiare quanto a trasparenza. La crisi rischia di scaricarsi completamente
sui consumatori: «un pericolo latente in tutti i mercati, ma che si manifesta
in modo particolare in quelli caratterizzati da intrecci e posizioni
predominanti». Come quello italiano insomma. Il messaggio dell´Antitrust, nella
sua Relazione annuale, è chiaro: nel paese è in atto un tentativo di tornare
indietro, di bloccare la modernizzazione, di rimpolpare il mai scomparso
corporativismo, di distruggere anche il poco fatto. A partire dal Parlamento e
dal rischio - di cui parla il presidente Antonio Catricalà - di «ripristinare
il monopolio delle farmacie tradizionali» bloccando uno dei punti di maggior
successo delle "lenzuolate" riformiste di Bersani, e rinunciando così
alle tremila "parafarmacie" nel frattempo nate, e agli sconti
praticati (fino al 22,5 per cento). Ma anche nel settore assicurativo «si
profila l´abrogazione della facoltà di recesso annuale nei contratti di
durata»: il che ingesserebbe ulteriormente un settore dove la competitività
latita. O nel gas, la concorrenza resta un miraggio visto che il suggerimento
dato dall´Antitrust di porre un tetto alla distribuzione «è stato per ora
accantonato». Da quello che si legge nel rapporto, dunque, succede spesso che
il Parlamento invece di spingere freni. L´Italia è un paese dove «per la
resistenza di pochi» si bloccano strumenti fondamentali nella difesa del
consumatore come la class="term">class class="term">action.
«Avevamo auspicato che il rinvio dell´entrata in vigore della legge servisse a
migliorarla - precisa Catricalà - La soluzione che oggi si profila sembra di
segno contrario». Per non dire della «macchinosità» della legge sul conflitto
d´interessi e della difficoltà di applicarla. Ma se il Parlamento «smonta», non
va meglio quando a decidere è la politica locale. Le regioni «a dispetto della
liberalizzazione disposta a livello nazionale» in diversi casi hanno bloccato
la possibilità di aprire alla concorrenza i carburanti, limitando le aperture
di nuovi punti vendita (niente autorizzazione se oltre alla benzina non si
distribuisce anche il gas metano). Le banche sono rimaste «timide» sulla trasparenza:
Catricalà ricorda loro che «stabilità e redditività derivano anche da fattori
reputazionali che oggi sembrano compromessi». Un´analisi, quella
dell´Antitrust, che ha conquistato le associazioni dei consumatori e sollevato
qualche malumore fra i chiamati in causa. Paolo Scaroni, amministratore
delegato dell´Eni, quanto a distribuzione del gas ha tenuto a precisare che «in
nessun paese d´Europa ci sono tetti». Corrado Faissola, presidente dell´Abi -
l´associazione delle banche - ha detto che se la reputazione degli istituti di
credito sembra bassa la responsabilità è dei «fattori mediatici». Amata dal
pubblico, che usa molto più spesso rispetto al passato lo strumento della
denuncia (3000 richieste d´intervento con un aumento del 75 per cento rispetto all´anno
prima) l´Antitrust riceve qualche critica solo da chi la vorrebbe più attiva
sul conflitto d´interessi (Vita del Pd). Secondo Guglielmo Epifani, leader
della Cgil, «una parte della denuncia di Catricalà è giusta, ma l´authority
dovrebbe alzare la voce più spesso, non solo una volta all´anno».
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina 3 - Economia
Dietrofront su polizze, credito e farmacie la controrivoluzione che penalizza i
cittadini Con le nuove norme a rischio 500 euro di risparmi a famiglia Il
dossier Stop su polizze, credito e farmacie controrivoluzione a danno dei
cittadini I punti vendita per i farmaci da banco: 5mila nuovi assunti e sconti,
ma per il Pdl vanno limitati LUCA IEZZI ROMA- Assicurazioni, banche, farmacie,
trasporti, difesa dei consumatori: eccolo, settore per settore, lo
«stillicidio» di leggi anti concorrenza denunciato dall´Antitrust. Il governo
ha raramente preso posizione lasciando piena libertà a proposte di legge ed
emendamenti dei singoli appartenenti alla maggioranza. Le associazioni dei
consumatori accolsero le varie "lenzuolate" dell´allora ministro
Pierluigi Bersani stimando risparmi per 1000 euro l´anno per le famiglie. Dopo
due anni metà di quelle misure sono state o accantonate o sono pesantemente
minacciate. La vicenda più attuale evocata dal presidente Antonio Catricalà è
il ddl Gasparri-Tommasini dove si misurerà la controffensiva delle lobbies
sulla liberalizzazione dei farmaci di banco. L´Antitrust sintetizza così i
benefici prodotti: «In tre anni sono stati aperti quasi tremila corner e
parafarmacie. La loro quota di mercato è vicina al 6% dei farmaci di
automedicazione. Lo sconto praticato ha margini tra il 3% e il 22,5%. I
farmacisti nuovi occupati sono circa cinquemila». Una parentesi che le farmacie
tradizionali premono per chiudere ritornando all´esclusiva: «Stiamo ripensando
il ruolo dei canali di vendita delle medicine» ha ammesso il ministro della
Salute Ferruccio Fazio. Per evitare tensioni, nel Pdl si pensa all´ennesima
sanatoria: chi ha aperto una parafarmacia avrà 10 anni per convertirsi o
tentare di ottenere lo status di farmacia. Sulle assicurazioni il ritorno al
monomandato (un agente può vendere polizze di una sola compagnia) è stato
accantonato dopo essere stato proposto nel ddl Sviluppo. Il provvedimento, che
doveva essere approvato alla Camera senza ulteriori modifiche, ora sembra di
nuovo un cantiere aperto, segno che anche questo pericolo non è scampato.
Invece sta per sparire la possibilità di disdire la polizza auto ogni anno per
cercare offerte migliori. Salvati dai tentativi di abolizione anche i tetti
antitrust che impediscono all´Eni di riconquistare il monopolio nazionale nella
distribuzione del gas. Il governo si è speso class="hilite">direttamente
per trasformare la Class class="term">action
in "un´eterna promessa", il meccanismo che dovrebbe difendere i
consumatori dalle ingiustizie e dalle truffe subite dalle imprese non solo non
potrà più essere utilizzata per tutto quello che è successo negli anni passati,
ma dovrà aspettare l´approvazione definitiva della legge per essere
utilizzabile con un ritardo di tre anni dall´introduzione nel nostro
ordinamento. Oltre alle liberalizzazioni ribaltate ci sono quelle solo
depotenziate: la riforma delle professioni è stata appaltata direttamente agli
ordini professionali con l´effetto di far sparire l´effetto calmierante sulle
tariffe e far sparire la questione dall´agenda politica. Poi ci sono i taxi,
fieri avversari delle lenzuolate, che hanno ottenuto dal cambio di maggioranza
norme che limitano la concorrenza dagli autisti (o Ncc, noleggio con
conducente). Sempre nei trasporti rimandata la concorrenza nei trasporto
ferroviario, con l´allungamento dei contratti tra Fs e amministrazioni
regionali, nonostante proprio quella nei servizi pubblici locali sia l´unica
liberalizzazione perseguita, almeno nelle dichiarazioni, dal Pdl. Ma non è solo
colpa delle norme: la commissione di massimo scoperto sui fidi bancari, abolita
per legge, è stata sostituita praticamente da tutti gli istituti con altre voci
che sommate superano il costo precedente; gli imprenditori protestano, ma il
fronte delle banche si muove compatto.
( da "Secolo XIX, Il"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
«Italia soffocatadai
monopolisti» la relazione dell'antitrust Catricalà: «I consumatori rischiano di
pagare il conto della crisi» Roma. I consumatori rischiano di pagare la crisi
due volte. L'allarme è stato lanciato ieri alla Camera dal presidente
dell'Antitrust, Antonio Catricalà che nella sua relazione annuale ha puntato il
dito contro monopoli e intrecci di interessi in grado di scaricare sulle spalle
e sulle tasche del cittadino-consumatore i costi diretti e indiretti della
crisi. Nel mirino di Catricalà sono finiti i soliti noti: banche,
assicurazioni, petrolieri e tutte quelle situazioni che stanno tagliando l'erba
sotto i piedi della libera concorrenza, approfittando anche delle briglie
allentate dalla politica a causa della recessione. Le stesse tentazioni
protezionistiche, messe sotto accusa anche dal presidente della Camera,
Gianfranco Fini, contrario a «inopportuni tentativi di restaurazione». «Occorre
vigilare affinché i costi della crisi non siano riversati sui consumatori: il
pericolo, latente in tutti i mercati, si manifesta in particolare in quelli
caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti». Nonostante le critiche del
Codacons che ha giudicato la relazione toppo morbida con il governo, Catricalà
non è stato tenero con l'esecutivo e il Parlamento: le parole dell'Autorità che
vigila sul mercato sono anzi risuonate come un duro monito rivolto alla
politica per evitare che vadano in frantumi i progressi fatti sul terreno
accidentato delle liberalizzazioni. Il pericolo è quello di un ritorno al passato:
dalla possibile abolizione delle parafarmacie al diritto di recesso annuale dai
contratti con le assicurazioni fino alla cancellazione dei tetti per
l'importazione di gas naturale. Non è concepibile una retromarcia a colpi di
modifiche in Parlamento. E quindi «va scoraggiato lo stillicidio di iniziative
volte a restaurare gli equilibri del passato a danno dei consumatori». Bisogna
invece perseverare e resistere nella trincea della concorrenza: «La
modernizzazione del quadro giuridico in senso pro-concorrenziale è un processo
graduale che richiede perseveranza nel contrastare i rischi di una fenice
corporativa alimentata da tutori degli interessi di categoria», ha detto
Catricalà. Questa è la linea dettata dall'Antitrust: anche in tempo di crisi,
quando cresce la diffidenza nei confronti del mercato, occorre ridare fiato
alla concorrenza e riannodare i fili delle liberalizzazioni avviate, che
rischiano di arenarsi per «la resistenza di pochi». Le liberalizzazioni hanno
molti nemici, non solo in Parlamento ma anche negli enti locali, affetti da
«pulsioni vincolistiche» nei più svariati settori di loro competenza: dal
commercio ai carburanti, dai rifiuti ai farmaci. Ma nell'ombra lavorano
soprattutto i monopoli, che «resistono anche alle riforme già approvate, come
in più occasioni hanno dimostrato di saper fare». Non sono bastate le sanzioni
per un totale di 83 milioni di euro con le quali l'Antitrust ha punito cartelli
e scorrettezze commerciali in risposta alle 3 mila denunce scritte piovute
sulla scrivania di Catricalà con un incremento del 75 per cento rispetto a un
anno prima. Lo stesso destino del gambero riservato alle liberalizzazioni è
toccato anche alla class="term">class class="term">action:
l'azione collettiva a favore dei consumatori era stata
introdotta dall'ultima Finanziaria del governo Prodi ma, con il cambio della
guardia a palazzo Chigi, è stata prima congelata e poi ridimensionata dal
ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. class="hilite">Catricalà
ha rivendicato un ruolo più incisivo dell'Antitrust nell'istituto della class="term">class class="term">action», uno strumento che in
Italia stenta a «trovare la giusta considerazione». Ma soprattutto il
presidente dell'Antitrust ha chiesto al governo, senza nominarlo, di non
staccare la spina alla class="term">class class="term">action,
rendendola una riforma inoffensiva. «L'anno scorso avevamo auspicato che il
rinvio dell'entrata in vigore della legge introduttiva servisse a migliorarla.
La soluzione che oggi si profila sembra di segno contrario e le associazioni
dei consumatori sono state lasciate sole nell'affermazione di un principio di
civiltà giuridica», si è lamentato Catricalà. Altra nota dolente della
relazione è quella delle banche: la loro reputazione è«compromessa» e «parte
della sfiducia è dovuta alle prassi contrattuali spesso troppo articolate e
difficilmente comprensibili». L'unica via d'uscita per gli istituti di credito
è di «andare avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con
timidezza». Sotto accusa le aziende pubbliche e i loro rapporti con gli enti
locali. Sullo sfondo è rimasto il nodo del conflitto di interessi, difficile da
contrastare nella pratica quotidiana. Un giudizio troppo timido, per alcuni. Ma
in genere i commenti sono stati positivi. «Relazione perfetta», ha detto il
ministro Altero Matteoli. Michele Lombardi lombardi@ilsecoloxix.it 17/06/2009
ritorno al passato«Va scoraggiato lo stillicidio di iniziative volte a
restaurare i vecchi equilibri» 17/06/2009
( da "Riformista, Il"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
relazione annuale
Ieri Catricalà ha invitato il parlamento a evitare la "restaurazione"
delle vecchie norme corporative L'Antitrust: senza liberalizzazioni il Paese
non potrà mai crescere SPINTE. È giusto rispettare i vincoli di finanza
pubblica, sostiene il presidente dell'Autorità per la concorrenza. Ma quei
vincoli impongono con una maggiore urgenza lo sblocco dei mercati. Altrimenti,
come è già evidente dall'inflazione più alta che altrove, si rischia che siano
i consumatori a pagare i costi della crisi. di Tonia Mastrobuoni Bene ha fatto
il governo a rispettare i vincoli di finanza pubblica, dinanzi alla devastante
crisi finanziaria che ha fatto precipitare l'economia italiana in recessione.
Ma questi vincoli, ha sottolineato ieri il presidente dell'Antitrust, Antonio
Catricalà, ci mettono di fronte a una «scelta obbligata e virtuosa». Quella di
riprendere la via delle le liberalizzazioni e «lo sviluppo di autonome
iniziative imprenditoriali» e favorire in questo modo «soluzioni forse più
lente ma stabili dei problemi di crescita che in Italia hanno assunto
caratteristiche strutturali». Com'è noto, l'Italia è entrata in recessione
prima di tutti gli altri paesi europei, ha già registrato una flessione del Pil
dell'1 per cento nel 2008 e si trascina dietro un decennio di produttività
zero. Nella relazione annuale presentata ieri, l'Autorità garante per la
concorrenza ricorda dunque che «nella generalità dei settori e dei mercati nei
quali la concorrenza è stata promossa e sviluppata sono stati conseguiti
notevoli vantaggi, sia in termini di produttività che di benefici per i
consumatori». In Europa si aggira nuovamente lo spettro del protezionismo, ha aggiunto
Catricalà, che lo inserisce tra le tentazioni «dannose per gli interessi della
collettività» e lo definisce un attentato alla prosperità europea. A conferma
della scarsa concorrenzialità del sistema nel suo complesso, il capo
dell'Antitrust ha messo in evidenza che l'inflazione è rallentata meno da noi,
rispetto ad altri paesi. Un sintomo del pericolo, secondo il presidente
dell'Antitrust, che i costi della crisi «siano riversati sui consumatori», in
particolare nei mercati caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti. Sono
le «illogiche restrizioni» diffusissime, il freno maggiore allo sviluppo del
paese, detto altrimenti, sono «tra le cause del deficit produttivo del paese».
La prima, energica esortazione è rivolta da Catricalà al Parlamento, che deve
porre fine allo «stillicidio» di iniziative volte a «restaurare gli equilibri
del passato, a detrimento dei consumatori». E cita due esempi che potrebbero
vanificare liberalizzazioni recenti come quelle intodotte dalle famose
"lenzuolate" di Bersani del governo Prodi. La prima citata
dall'autorità, è anche la più famosa, di quella brevissima parentesi
liberalizzatrice: «nella distribuzione farmaceutica l'approvazione di riforme
che riportino indietro le lancette dell'orologio ripristinerebbe di fatto il
monopolio delle farmacie tradizionali». Un pericolo simile esiste nel settore
delle assicurazioni: lì si profila «l'abrogazione della facoltà di recesso
annuale nei contratti di durata: la riduzione della mobilità della clientela
contribuirà a ingessare un mercato in cui la dinamica competitiva è già
notoriamente molto attenuata». Un richiamo forte è partito dall'authority anche
all'indirizzo delle banche: il presidente ha osservato che la loro stabilità e
la redditività «discendono anche da fattori reputazionali, che oggi sembrano
compromessi più che in altri periodi». La diffidenza diffusa nei confronti
degli istituti di credito è alimentata, tra l'altro, da prassi contrattuali
«troppo articolate e difficilmente comprensibili da parte dei consumatori».
Catricalà esorta ad aumentare la trasparenza, intrapresa «solo ora con
timidezza». Sulla vera Penelope delle liberalizzazioni, smontata e rimontata
innumerevoli volte in Parlamento prima della recente approvazione, la riforma
delle municipalizzate, Catricalà ha rivendicato di non aver mai espresso un
parere favorevole alle deroghe al meccanismo di affidamento degli appalti
tramite gara. «Ciò lascia sperare - ha aggiunto - che nel settore il processo
di liberalizzazione possa finalmente avviarsi». Un ostacolo evidente sono però
i conflitti di interesse ancora in essere tra le aziende pubbliche che svolgono
ancora servizi affidati dai Comuni o dalle amministrazioni locali che ne sono
proprietarie. Qui Catricalà suggerisce una soluzione: «le fondazioni si candidano
per natura a un ruolo determinante nella prima fase di liberalizzazione dei
servizi pubblici». Breve accenno, class="hilite">da
parte del capo dell'Antirust, anche al problema irrisolto del conflitto di
interessi e ai peggioramenti apportati alla class="term">class class="term">action
da questo governo. Catricalà ha chiesto per sé «un ruolo più incisivo
nell'istituto della class="term">class class="term">action
che in Italia, per la resistenza di pochi, stenta a trovare giusta
considerazione». 17/06/2009
( da "Italia Oggi"
del 17-06-2009)
Argomenti: Class Action
ItaliaOggi sezione:
Primo Piano data: 17/06/2009 - pag: 7 autore: di Alessandra Ricciardi e Stefano
Sansonetti Governo pronto a intervenire per evitare che nella guerra
Scajola-Tremonti riviva la Prodi Class action, pronta la ciambella Un dl
milleproroghe con il rinvio al 2010 delle azioni collettive La guerra tra i due
è ormai conclamata. E non si risparmiano i colpi. Mentre Giulio Tremonti e
Claudio Scajola se le danno di santa ragione, a colpi di relazioni e
controrelazioni, emendamenti ufficiosi ed ufficiali, il ddl sullo sviluppo ed
energia nucleare resta bloccato in commissione attività produttivie alla
camera. Con l'eventualità, che è diventata in queste ore una probabilità, di
tornare nuovamente al senato per il via libera alle ennesime modifiche. Il
problema è che se il ddl caro a Scajola dovesse entrare in vigore dopo il 1°
luglio allora potrebbe decollare l'azione collettiva
di prodiana memoria, quella più efficace perché non prevede limiti di tempo e
di spazio. Non potendosi insomma più fare affidamento sulla ciambella di
salvataggio inserita nel ddl Scajola, e mettere al riparo grandi società come
Alitalia, Cirio e Parmalat da eventuali azioni di massa da parte di
obbligazionisti rimasti a bocca asciutta, il governo ne sta lanciando un'altra.
È la più semplice, in fondo: si tratta di rinviare ancora la vigenza della
norma risarcitoria, quella prevista dalla Finanziaria 2008 di Romano Prodi, di
qualche mese, probabilmente fino al 31 dicembre prossimo. Il rinvio dovrebbe
finire in un decreto legge di proroga termini a cui il Tesoro e la Funzione
pubblica stanno lavorando i questi giorni. Che poi, a dirla tutta, il problema
dell'attuale testo della class action sarebbe anche un altro. «È vero che nel
corso dell'iter del ddl sviluppo lo strumento ha perso la retroattività, ma
l'azione collettiva, per come è costruita nel testo
Scajola, non potrebbe essere utilizzata per casi come quelli di Cirio, Parmalat
e Alitalia», commenta Domenico Bacci, presidente del Siti (Sindacato italiano
per la tutela dell'investimento e del risparmio). E questo perché «la versione attuale non consentirebbe di azionare una azione collettiva per far valere illeciti
plurioffensivi extracontrattuali». Con la proroga, ci sarebbe tutto il tempo di
rivedere la disciplina. L'atteso milleproroghe dovrebbe andare a uno dei
prossimi consigli dei ministri e, secondo indiscrezioni, conterrebbe anche un
altro slittamento importante: si tratta dell'atteso taglio degli enti
inutili, che doveva andare in scena entro il 30 giugno e che invece si è perso
nel mare delle richieste di tutela delle specificità dei singoli. Nonostante il
richiamo fatto dal ministro della semplificazione, Roberto Calderoli, e della
funzione pubblica, Renato Brunetta, in pochi si sono mossi. E ormai, anche in
questo caso, è tardi. Con il rinvio al 31 dicembre 2009 si può invece correre
ai ripari. Lo stesso ragionamento che si sta facendo per la class action che
così verrebbe messa in salvo dal ginepraio che è diventato il ddl sviluppo ed
energia. Ieri, l'ennesima fumata nera in commissione, dove non è arrivata la
relazione tecnica del Tesoro al provvedimento, né hanno fatto capolino gli
emendamenti correttivi del governo coordinati dallo Sviluppo economico e
dall'Economia. In verità, degli emendamenti a firma del governo sono approdati
nella X commissione nei giorni scorsi, in allegato alla densa nota di rilievi e
bocciature che il capo dell'ufficio legislativo, Gaetano Caputi, ha mosso al
ddl Ac 1441-ter. ItaliaOggi ne ha scritto sabato scorso. Ma non risultano in
allegato alle sedute, per l'irritualità della presentazione, si vocifera. In
larga parte soppressivi, saranno certamente rivisti per essere concordati con i
colleghi dello Sviluppo economico. La schiarita dovrebbe aversi in giornata,
quando in X, hanno garantito fonti governative, arriveranno «pochi emendamenti
correttivi mirati a migliorare il provvedimento». Solo dopo la commissione
presieduta da Andrea Gibelli riprenderà l'esame. Il ddl è atteso in aula per la
prossima settimana.
( da "Unita, L'" del
17-06-2009)
Argomenti: Class Action
LA DESTRA, LE CASTE
E LA GRANDE RESTAURAZIONE LA RELAZIONE DELL'ANTITRUST La Relazione Annuale
dell'Autorità Antitrust per il 2008 presentata ieri descrive chiaramente la
Grande Restaurazione delle rendite in atto nel nostro Paese. Gli interventi di
regolazione concorrenziale dei mercati, coraggiosamente avviati da Bersani tre
anni or sono, non solo non vanno avanti, ma vengono sistematicamente smontati.
Siamo di fronte ad una «fenice corporativa alimentata da gruppi tutori degli
interessi di categoria», afferma il Presidente Catricalà, il quale, senza giri
di parole, dice al Parlamento che «il processo di apertura dei mercati deve
essere riavviato». E ricorda le riforme introdotte nella scorsa legislatura e
eliminate o pesantemente attaccate negli ultimi mesi. Come già denunciato su
questo giornale, l'elenco comprende le banche, le assicurazioni, i servizi
pubblici locali, class="hilite">la class="term">class class="term">action, le parafarmacie, la
fornitura di energia elettrica e gas, le comunicazioni, i trasporti. Insomma,
approfittando della crisi in corso e della moda anti-mercatista, seguita oggi
anche da qualche riformista smarrito, il Governo realizza a tappe forzate un
altro capitolo del suo programma fondamentale di sempre. Un programma
corporativo, attuato anche attraverso l'abbattimento delle misure contro
l'evasione fiscale; l'allentamento delle norme e dei controlli per la sicurezza
sul lavoro; l'ulteriore compressione delle retribuzioni e del welfare dovuta
alla riscrittura del modello contrattuale; il taglio cieco alle risorse per i
servizi pubblici. La coerente realizzazione del patto corporativo spiega, in
parte rilevante, la forza elettorale della destra in Italia, confermata nelle
recenti elezioni europee ed amministrative. Spiega gli applausi o, nel migliore
dei casi, l'indifferenza delle platee di industriali junior e senior e di
lavoratori autonomi verso il Presidente del Consiglio quando attacca il
Parlamento o la libertà di opinione e di informazione. Spiega anche perché il
consenso goduto dalla destra va al di là delle sorti del suo capo. In sintesi,
il successo della destra ha solide ragioni materiali. Berlusconi usa Noemi come
un'arma di distrazione di massa, mentre Tremonti, Sacconi, Brunetta portano
avanti un programma di ricollocazione dell'Italia nel quadro di divisione
internazionale del lavoro. Una ricollocazione al ribasso, segnata da una
società sempre più polarizzata, bloccata, castale in termini di distribuzione
di redditi e di opportunità e sempre meno democratica in termini di diritti
civili e politici. In realtà, una ricollocazione impossibile, perché esclude
larga parte delle classi medie e penalizza la parte
più dinamica ed innovativa del lavoro e dell'impresa. Una contraddizione sulla
quale il Pd ed il centrosinistra dovrebbero lavorare. Responsabile Finanza
Pubblica ed Economia Internazionale del Pd www.stefanofassina.it
( da "Unita, L'" del
17-06-2009)
Argomenti: Class Action
Antitrust: non
scaricare i costi della crisi sui consumatori BIANCA DI GIOVANNI La class="hilite">resistenza di pochi ostacola la class="term">class class="term">action. Basta un paio di parole ad
Antonio Catricalà per fotografare il destino dell'azione collettiva nell'Italia
berlusconiana. Presentando la relazione annuale in Parlamento, il presidente
dell'Antitrust non risparmia critiche alle ultime decisioni del governo su
questo nuovo strumento giuridico che potrebbe dare più forza ai consumatori.
«L'anno scorso avevamo auspicato che il rischio dell'entrata in vigore della
legge introduttiva servisse a migliorarla» afferma ancora Catricalà secondo il
quale, invece, «la soluzione che oggi si profila sembra di segno contrario e le
associazioni dei consumatori sono rimaste sole nell'affermazione di un
principio di civiltà giuridica». Una bocciatura senza appello delle decisioni
prese da Scajola e sodali, che hanno introdotto la non retroattività e parecchi
filtri per avanzare le legittime richieste di risarcimento. Cantano vittoria le
associazioni dei consumatori. «Di Antitrust ne vorremmo una al quadrato -
dichiara Rosario Trefiletti - con più ampi poteri di intervento non solo
sanzionatori, ma anche inibitori, come il ritiro delle concessioni, dal momento
che le multe si sono dimostrate insufficienti, anche quando non contrastate
dagli espertissimi legali della parte sanzionata». consumatori vittime In tutta
la sua relazione, d'altro canto, Catricalà disegna i consumatori come vittime
predestinate di potenti oligarchie, intenzionate a scaricare sui cittadini i
costi della crisi. «Occorre vigilare - ha sottolineato - affinchè i costi della
crisi non siano riversati sui consumatori: il pericolo, latente in tutti i
mercati, si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e
posizioni dominanti». Il presidente ne ha anche per il parlamento e il suo
«stillicidio di norme che restaurano l'equilibrio del passato». Facile scorgere
l'accusa contro chi vuole ridimensionare le liberalizzazioni avviate dal
passato governo, da quelle sulla vendita dei farmaci alle assicurazioni. Nel
mirino finiscono anche le banche, che dovrebbero fare «ulteriori passi in
avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con timidezza».
Perché la reputazione degli istituti di credito «oggi sembra compromessa più
che in altri periodi», anche a causa di «prassi contrattuali spesso troppo
articolate e difficilmente comprensibili da parte dei risparmiatori». il tetto
al gas L'indice del Garante del mercato punta dritto sull'Eni quando parla
della cancellazione dei tetti antitrust per l'importazione di gas. In questo
caso, Catricalà torna a proporre un tetto flessibile, che tenga conto
dell'evoluzione futura del mercato italiano. Ma la reazione dell'Eni è
immediata. E naturalmente negativa. «In nessun Paese al mondo ci sono i tetti»,
dichiara Roberto Scaroni. La relazione annuale fornisce molte altre proposte,
come quella di liberalizzare i servizi pubblici locali attraverso le Fondazioni
o di continuare a vigilare sul rischio monopolio, sempre molto forte nel nostro
Paese (soprattutto nelle telecomunicazioni). Più contenuta la denuncia sul
conflitto di interessi. «Siamo pienamente consapevoli della particolare delicatezza
del tema e dei suoi inevitabili riflessi sul terreno del confronto politico»,
spiega Catricalà. Il presidente definisce le norme «macchinose» e
sostanzialmente inattuabili. Troppo poco per Giuseppe Giulietti e l'esponente
Pd Vincenzo Vita, che si aspettavano una posizione più netta. multe e sanzioni
Nel corso del 2008 e dei primi 4 mesi del 2009, l'Antitrust ha proseguito la
sua azione contro i cartelli e gli abusi di posizione dominante, e ha fatto
multe per un totale a 83 milioni di euro: 28 milioni di euro per violazioni su
intese restrittive della concorrenza. Tre milioni di euro per abusi di
dominanza, 52 milioni per scorrettezze commerciali. In generale, rileva
l'Autorità, i programmi di clemenza varati a livello nazionale ed europeo
cominciano a pagare, con diversi operatori di rilievo che hanno collaborato,
denunciando cartelli cui avevano partecipato. Crescono le denunce da parte dei
consumatori. Nel 2008 sono arrivate 3.000 denunce scritte (+75 per cento
rispetto allo scorso anno) e 15mila segnalazioni al call center: il 61 per
cento è relativo alle telecomunicazioni. Allarme del garante: questo governo
torna indietro sulle tutele per i consumatori. Nel mirino banche,
assicurazioni, farmacie. La class="term">class class="term">action
è depotenziata. Pochi strumenti sul conflitto di interessi.
( da "Unita, L'" del
17-06-2009)
Argomenti: Class Action
La class="hilite">resistenza di pochi ostacola la class="term">class class="term">action. Basta un paio di parole ad
Antonio Catricalà per fotografare il destino dell'azione collettiva nell'Italia
berlusconiana. Presentando la relazione annuale in Parlamento, il presidente
dell'Antitrust non risparmia critiche alle ultime decisioni del governo su
questo nuovo strumento giuridico che potrebbe dare più forza ai consumatori.
«L'anno scorso avevamo auspicato che il rischio dell'entrata in vigore della
legge introduttiva servisse a migliorarla» afferma ancora Catricalà secondo il
quale, invece, «la soluzione che oggi si profila sembra di segno contrario e le
associazioni dei consumatori sono rimaste sole nell'affermazione di un
principio di civiltà giuridica». Una bocciatura senza appello delle decisioni
prese da Scajola e sodali, che hanno introdotto la non retroattività e parecchi
filtri per avanzare le legittime richieste di risarcimento. Cantano vittoria le
associazioni dei consumatori. «Di Antitrust ne vorremmo una al quadrato -
dichiara Rosario Trefiletti - con più ampi poteri di intervento non solo
sanzionatori, ma anche inibitori, come il ritiro delle concessioni, dal momento
che le multe si sono dimostrate insufficienti, anche quando non contrastate
dagli espertissimi legali della parte sanzionata». consumatori vittime In tutta
la sua relazione, d'altro canto, Catricalà disegna i consumatori come vittime
predestinate di potenti oligarchie, intenzionate a scaricare sui cittadini i
costi della crisi. «Occorre vigilare - ha sottolineato - affinchè i costi della
crisi non siano riversati sui consumatori: il pericolo, latente in tutti i
mercati, si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e
posizioni dominanti». Il presidente ne ha anche per il parlamento e il suo
«stillicidio di norme che restaurano l'equilibrio del passato». Facile scorgere
l'accusa contro chi vuole ridimensionare le liberalizzazioni avviate dal
passato governo, da quelle sulla vendita dei farmaci alle assicurazioni. Nel
mirino finiscono anche le banche, che dovrebbero fare «ulteriori passi in
avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con timidezza».
Perché la reputazione degli istituti di credito «oggi sembra compromessa più
che in altri periodi», anche a causa di «prassi contrattuali spesso troppo
articolate e difficilmente comprensibili da parte dei risparmiatori». il tetto
al gas L'indice del Garante del mercato punta dritto sull'Eni quando parla della
cancellazione dei tetti antitrust per l'importazione di gas. In questo caso,
Catricalà torna a proporre un tetto flessibile, che tenga conto dell'evoluzione
futura del mercato italiano. Ma la reazione dell'Eni è immediata. E
naturalmente negativa. «In nessun Paese al mondo ci sono i tetti», dichiara
Roberto Scaroni. La relazione annuale fornisce molte altre proposte, come
quella di liberalizzare i servizi pubblici locali attraverso le Fondazioni o di
continuare a vigilare sul rischio monopolio, sempre molto forte nel nostro
Paese (soprattutto nelle telecomunicazioni). Più contenuta la denuncia sul
conflitto di interessi. «Siamo pienamente consapevoli della particolare
delicatezza del tema e dei suoi inevitabili riflessi sul terreno del confronto
politico», spiega Catricalà. Il presidente definisce le norme «macchinose» e
sostanzialmente inattuabili. Troppo poco per Giuseppe Giulietti e l'esponente
Pd Vincenzo Vita, che si aspettavano una posizione più netta. multe e sanzioni
Nel corso del 2008 e dei primi 4 mesi del 2009, l'Antitrust ha proseguito la
sua azione contro i cartelli e gli abusi di posizione dominante, e ha fatto
multe per un totale a 83 milioni di euro: 28 milioni di euro per violazioni su
intese restrittive della concorrenza. Tre milioni di euro per abusi di
dominanza, 52 milioni per scorrettezze commerciali. In generale, rileva
l'Autorità, i programmi di clemenza varati a livello nazionale ed europeo
cominciano a pagare, con diversi operatori di rilievo che hanno collaborato,
denunciando cartelli cui avevano partecipato. Crescono le denunce da parte dei
consumatori. Nel 2008 sono arrivate 3.000 denunce scritte (+75 per cento
rispetto allo scorso anno) e 15mila segnalazioni al call center: il 61 per
cento è relativo alle telecomunicazioni.
( da "Repubblica, La"
del 19-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina 27 - Economia
"Luce e gas, bollette troppo care colpa delle tasse più alte
d´Europa" Inchiesta di Altroconsumo. Un decreto per la nuova class="term">class class="term">action Il dossier Oltre il 35%
della bolletta del metano di una famiglia media italiana va in accise e Iva
LUCA IEZZI ROMA - Bollette della luce e del gas in Italia mediamente più care
che nel resto d´Europa, colpa, ancor prima delle materie prime, del sistema di
tariffe e delle tasse. Lo sottolinea un´inchiesta di Altroconsumo che a distanza
di quattro anni è tornata a confrontare il costo dell´energia per le famiglie
di sette paesi europei (Francia, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Olanda,
Belgio e Germania), utilizzando in ognuno la tariffa più diffusa e per l´Italia
quella dell´Autorità per il mercato vincolato in vigore nel primo trimestre
2009. L´Italia si difende, sempre meno, nell´elettricità e solo per i consumi
bassi. Le tariffe prevedono sconti più alti della media europea per chi tiene i
consumi bassi. Un´agevolazione che va sparendo senza però che migliori il
trattamento per chi utilizza più energia. Il risparmio è ancora presente se non
si superano i 1200 Kwh l´anno (i consumi della famiglia media sono intorno ai
2700 Kwh), in questo caso il costo è inferiore alla media europea del 15,8%, ma
quattro anni fa era del 40%. Se si sale lo sconto sparisce velocemente per
azzerarsi intorno ai 2800 Kwh superando la media europea. Oltre i 3500 Kwh
(significa aggiungere agli elettrodomestici base un computer e un
condizionatore/stufa) il costo supera la media europea del 12%. Per
risparmiare, Altroconsumo consiglia di guardare le offerte sul mercato libero,
con sconti fino al 10-13% sul costo totale, anche se mette in guardia dai
contratti «spesso complessi e difficili da valutare». Quasi impossibile invece
risparmiare con le attuali tariffe biorarie, vale a dire costo ridotto del Kwh
di sera e nei fine settimana. La quota di consumi da spostare negli ore
"scontate" è troppo alta (intorno all´80%). Ancora peggio va per il
gas, se lo si usa solo per la cucina e acqua calda (350 metri cubi annui)
l´Italia è quinta in termini di convenienza. Se si usa per il riscaldamento
(1400 metri cubi) si spendono 249 euro in più della media europea. Sul metano
soprattutto pesano le tasse: il 35,6% della bolletta della famiglia media va in
accise e Iva che sale al 20% oltre i 480 metri cubi di consumo. Per
l´elettricità il peso delle tasse e degli altri oneri supera il 25%. Va
ricordato che il gas da riscaldamento è la spesa più importante nel bilancio energetico
delle famiglie italiane. E sempre sul fronte dei "consumatori
vessati" arriva la dichiarazione del sottosegretario allo Sviluppo
Economico Stefano Saglia: «Il governo cercherà di impedire l´class="hilite">entrata
in vigore il 1 luglio prossimo delle misure sulla class="term">class class="term">action
approvate con la Finanziaria 2008». Il problema è sorto perché le norme che
"depotenziano" la Class class="term">action
contenute nel ddl sviluppo ora all´esame della Camera, rischiano di non entrare
in vigore entro il 30 giugno quando scadrà la sospensione della versione del
governo Prodi decisa all´inizio dell´anno. «Ci sarà un intervento, ad esempio
in un decreto legge» ha detto Saglia. «In questo modo il centro-destra conferma
la poderosa retromarcia nella legislazione a tutela dei consumatori - attacca
l´ex ministro Linda Lanzillotta - appare per altro del tutto coerente con lo
stralcio, a data da destinarsi, della class="term">class class="term">action
nei confronti della Pa previsto dal ministro Brunetta».
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 19-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-06-19 - pag: 35 autore: Ddl
sviluppo. Il provvedimento al voto dopo il 1Úluglio: da sciogliere i nodi su
trasporti, Robin tax e fondi all'editoria Class action verso un nuovo rinvio Lo
slittamento arriverà la prossima settimana con il decreto legge milleproroghe
Alessandro Galimberti Marco Rogari ROMA Un nuovo rinvio per la class action. è
quello che si profila per effetto dell'allungamento dei tempi di approvazione
del "collegato" alla manovra sul nucleare, il cosiddetto Ddl Sviluppo.
Il Governo sarebbe pronto a rendere operativo l'ulteriore slittamento facendo
leva sul decreto milleproroghe che dovrebbe essere varato la prossima settimana
dal Consiglio dei ministri. Una soluzione che consentirebbe all'esecutivo di
evitare il decollo il 1Úluglio della class action congegnata dal governo Prodi,
e che avrebbe dovuto debuttare giusto un anno fa, ma in una versione molto
diversa da quella che sta prendendo forma in Parlamento. E non solo per la
mancata retroattività, che di fatto escluderebbe oggi dall'ambito
dell'azione collettiva i
crac Cirio e Parmalat, e pure il default della vecchia Alitalia, ma anche per
la definizione dei tribunali competenti (11 sedi regionali) e per la titolarità
dell'azione, che riguarderebbe il singolo rappresentante della
"classe", oltre alla tipologia delle obbligazioni da far valere in
giudizio. è il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia,
ad affermare che il Governo «cercherà di impedire» l'entrata in vigore delle
norme targate Prodi anche se il nuovo meccanismo sull'azione collettiva
inserito nel Ddl sviluppo non dovesse ottenere il via libera definitivo del
Parlamento entro la fine di giugno. E che il disco verde del Parlamento al
"collegato" possa arrivare dopo la fine di questo mese è ormai
considerato un dato quasi certo. Il Ddl sviluppo, che ha ottenuto ieri l'ok in
sede referente dellacommissione Attività produttive della Camera, sarà
approvato la prossima settimana o, al più tardi, all'inizio di quella
successiva da Montecitorio con diverse modifiche, e dovrà quindi tornare al Senato
per il sigillo definitivo. Il via libera è dunque destinato ad arrivare dopo il
1Úluglio. E non sono escluse ulteriori sorprese. Anche se la commissione
Attività produttive ha approvato i 14 emendamenti presentati dal governo,
restano da sciogliere in Aula diversi nodi: dal trasporto locale (ferrovie)alla
Robin tax e ai fondi per l'editoria. In quest'ultimo caso, nonostante le
perplessità del ministero dell'Economia, non è escluso che resti tutto com'è,
senza pertanto l'introduzione di alcuna modifica. Sul provvedimento, poi,
continua ad aleggiare il fantasma di possibili vizi di copertura. Anche perché
dal Servizio Bilancio della Camera sono arrivate nuove richieste di chiarimento
al Governo. In particolare, i tecnici di Montecitorio chiedono all'esecutivo di
chiarire la portata dell'intervento sui contributi all'editoria rilevando che
occorrono indicazioni sia sulla stima del costo dello proroga (70 milioni) sia
sulla copertura, individuata aumentando di un punto l'aliquota della Robin tax,
l'addizionale sull'Ires per le imprese petrolifere. Il Servizio bilancio della
Camera chiede lumi al Governo anche sugli oneri di altre misure contenute nel
provvedimento, come gli interventi per le reti d'impresa, l'estensione del
potere di vigilanza dell'Autorità dell'energia sulla traslazione della Robin
tax sui prezzi e l'allargamento delle agevolazioni per il Gpl. © RIPRODUZIONE
RISERVATA. IL QUADRO Con la dilazione verrà evitata l'entrata in funzione delle
regole varate dal governo Prodi e mai divenute operative
( da "Corriere della Sera"
del 19-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Cronache data: 19/06/2009 - pag: 21 Terrorismo Il romano Luigi
Fallico, arrestato nell'ultima operazione, custodiva le carte. Pronto un
volantino di rivendicazione di un'azione Trovata la «risoluzione strategica»
delle nuove Brigate rosse ROMA L'elemento più importante è nell'ultima riga, lo
spazio riservato alla firma: «per il comunismo, Brigate rosse», secondo la più
ortodossa tradizione. Per gli investigatori è la prova definitiva che qualcuno,
nell'anno 2009, stava tentando di riportare sulla scena la banda armata più
longeva d'Italia con un'azione eclatante, come dettano le regole
dell'organizzazione. Di ieri e di oggi. Il volantino di rivendicazione era
quasi pronto, e gli slogan finali sono utili per immaginare il tipo di
obiettivo che sarebbe stato prescelto: «Individuare e colpire il personale
politico economico e militare dell'imperialismo e le sue strutture». Ancora:
«Individuare e colpire il personale politico economico e militare del progetto
di ristrutturazione dello Stato e le sue articolazioni», e «Guerra alla guerra imperialista».
Si può intuire che il raggio d'azione delle Br future si sarebbe spostato dal
mondo del lavoro sul quale s'erano concentrati Nadia Lioce e gli altri
arrestati nel 2003, con gli omicidi di Massimo D'Antona e Marco Biagi al
contesto internazionale e alle nuove alleanze economico-militari tra i diversi
Paesi. Ma resta saldo il legame con la «prima posizione » delle Brigate rosse,
quella che portò alla scelta «strategica » della lotta armata. Lo si capisce da
diversi brani dei documenti trovati dopo gli arresti della settimana scorsa di
cinque presunti neo-brigatisti. Fogli di carta che rappresentano il «bottino
ideologico» dell'operazione condotta dalla Digos di Roma, guidata da Lamberto
Giannini e Laura Tintisona, e dai pubblici ministeri Erminio Amelio e Pietro
Saviotti; il più importante per chi ha il compito di prevenire nuove azioni
terroristiche e individuare i possibili obiettivi. La bozza del documento
firmato Br era in una borsa saltata fuori a casa del trentanovenne genovese
Renato Porcile, che conteneva anche una pistola. Prima degli slogan finali c'è
l'analisi della situazione mondiale dopo la fine dell'Unione sovietica, per
concludere che «l'esistenza attuale di un ampio campo antimperialista, ancorché
reazionario in alcune sue componenti, può creare spazio di manovra per i
rivoluzionari internazionalisti ». Quanto ai «modelli organizzativi» delle Br
in costruzione, il documento precisa che devono essere «completamente
differenti» rispetto al passato: «I militanti saranno, in questa fase,
necessariamente in numero ristretto, perché prodotto di lunga selezione; nel
contempo si richiedono alti livelli di coscienza e di capacità operative.
Tuttavia questi quadri devono essere potenzialmente interscambiabili e
sostituibili». Dalla perquisizione a Luigi Fallico, il corniciaio romano di 57
anni accusato di aver fatto parte anche delle Br di Lioce e Galesi, è saltato
fuori un altro documento, forse ancor più significativo perché sembra la
«scaletta» (così in effetti s'intitola) di una vera e propria risoluzione
strategica. «Non si tratterà in questa fase c'è scritto di organizzare le masse
sul terreno della prima (riferimento alla «prima posizione» nel dibattito
interno alle Br degli anni Ottanta, ndr) ma di dare indicazione strategica».
Questo il «ruolo di fase a breve termine» di «un collettivo
combattente necessariamente specializzato e ristretto, che si propone però fin
da subito l'obiettivo della costruzione del partito comunista combattente
rivolgendosi alle punte più avanzate della classe». Seguono riferimenti ad
altri documenti evidentemente corposi, sintomo di una produzione ideologica mai
interrotta, tipo «appunti per una discussione, cartella 27», o «terzo
contributo al dibattito interno, punto 4 cartella 12». Terrorismo L'ultimo
blitz anti Br e la risoluzione Giovanni Bianconi
( da "Corriere della Sera"
del 19-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Opinioni data: 19/06/2009 - pag: 8 LETTERA SUL LAVORO Servizi
pubblici, riforma a metà di PIETRO ICHINO C aro direttore, nell'autunno scorso
riconobbi al ministro della Funzione Pubblica Brunetta coraggio e
determinazione nell'affrontare la questione dell'efficienza degli apparati
burocratici dello Stato e degli Enti locali ( Corriere, 17 novembre 2008). Con
la stessa franchezza e senza alcuno spirito di parte registro oggi il suo
cedimento alle resistenze che gli si sono opposte dall'interno dello stesso
governo e da una parte degli apparati ministeriali. Sette mesi fa l'apertura
del ministro al contributo dell'opposizione consentì di delineare un sistema di
valutazione indipendente della quantità e qualità dei servizi forniti dalle
amministrazioni pubbliche, che aveva la sua chiave di volta in un organo
«garante» nazionale, concepito ovviamente come del tutto indipendente e
autonomo esso stesso rispetto al governo, perché potesse sfuggire al peggiore
nemico interno: l'alleanza tra vecchi apparati burocratici e vecchia politica
per la difesa dello status quo. Si sarebbero potuti scegliere anche modelli
diversi; ma questo è, inequivocabilmente, il modello delineato nella legge
emanata il 4 marzo scorso (n. 15/09). Tanto il ministro era convinto della
bontà di questo disegno, che in aprile egli elaborò una prima bozza del decreto
di attuazione della legge, nella quale l'organismo garante era qualificato
addirittura come «Autorità indipendente» ed era dotato del potere di auto-organizzazione
e piena autonomia finanziaria. Ciò gli conferiva l'indipendenza effettiva e
l'autorevolezza necessaria per svolgere credibilmente la funzione di arbitro
fra le amministrazioni e i cittadini, capace di intervenire per correggere i
difetti di trasparenza (si pensi al caso dell'ufficio che nega i dati relativi
al proprio funzionamento o alle materie su cui sta procedendo), i difetti di
indipendenza dei valutatori di ciascuna amministrazione, i possibili loro
peccati di compiacenza verso il potere politico o la dirigenza apicale. Era una
scelta davvero incisiva, che avrebbe allineato il nostro Paese a quelli più
evoluti del Nord Europa. Nonostante essa fosse proposta dall'opposizione, il
ministro la aveva fatta propria al punto che quando, a metà maggio, nel governo
si manifestarono delle resistenze al varo del decreto, in particolare da parte
del ministro dell'Economia, egli minacciò di dimettersi. Poi, invece, le
resistenze politiche e dell'apparato hanno avuto la meglio. Il decreto è stato
riscritto; l'autorità indipendente è scomparsa, sostituita da una grigia
«commissione ministeriale », la quale deve operare «in collaborazione con la
presidenza del Consiglio dei ministri e con il ministro dell'Economia ». In
omaggio al disegno originale contenuto nella legge-delega rimane soltanto una
enunciazione verbale dell'«autonomia» della commissione; ma quell'autonomia è
ora ridotta a un mero auspicio: nel nuovo testo, presentato dal ministro al
Parlamento nei giorni scorsi, scompaiono insieme all'autonomia operativa anche
l'autonomia organizzativa e quella finanziaria del nuovo organo, che dipenderà
per entrambi gli aspetti dal Governo. La commissione sarà, peraltro, priva di
qualsiasi potere sanzionatorio o di interdizione, sia di fronte alle violazioni
del principio di trasparenza totale, sia di fronte a eventuali difetti di
autonomia dei valutatori di ciascuna amministrazione, cui sarà affidato il
compito cruciale e delicato di elaborare e comunicare alla cittadinanza gli
indici di qualità e quantità della performance. Scompare, nel decreto
presentato dal governo alle Camere, l'«azione collettiva », di cui i cittadini
avrebbero potuto avvalersi per denunciare gli inadempimenti delle
amministrazioni pubbliche. Dulcis in fundo, una norma nascosta tra le «finali e
transitorie » esenta totalmente l'amministrazione della presidenza del
Consiglio dall'intera nuova disciplina: non sarà vincolata né al principio
della trasparenza totale, né a quello della valutazione indipendente.
Capisco che la trasparenza non è il forte del nostro premier; ma non è questo
un buon motivo per esentare da trasparenza e valutazione anche l'apparato che
da lui direttamente dipende. Se il risultato deve essere questo, che bisogno
c'è della nuova «commissione»? Non bastava dare una spolverata al vecchio
«comitato tecnico-consultivo» presso la presidenza del Consiglio, oggi
presieduto da Cirino Pomicino? Tutti sappiamo che la politica è fatta anche di
compromessi. Ma il ministro Brunetta, sul terreno di questa riforma, aveva
preso pubblicamente l'impegno a dimettersi, piuttosto che accettare un
depotenziamento grave del testo legislativo. Poiché, invece, ha deciso di non
dimettersi, ora egli deve ai cittadini una spiegazione riguardo a questo che
appare come un vero e proprio dietrofront. Siamo in molti ad attenderla con
vivo interesse. Passo indietro Cambiato il decreto che prevedeva un Garante
nazionale, indipendente e autonomo, per valutare Senatore Pd
( da "Stampa, La" del
20-06-2009)
Argomenti: Class Action
VENERDI' 19 Giornata
di studio CENTRO PIER GIORGIO FRASSATI, VIA DELLE ROSINE 15, ORE 9 E ORE 15 Le
recenti pubblicazioni di e su Augusto del Noce. Giornata di studio in due
sessioni: una mattutina alle 9 e una pomeridiana alle 15. Info 0172/713933,
fondazione.delnoce@tin.it. Automotive TORINO INCONTRA, VIA NINO COSTA 8, ORE
9-18 La Camera di commercio di Torino collabora all'organizzazione del convegno
internazionale SAE (Society of Automotive Engineers) con oggetto l'innovazione
nel settore automotive per raggiungere gli obiettivi UE sui gas serra. La
partecipazione è gratuita previa iscrizione sul sito
www.promopoint.to.camcom.it/iniziative. Info 011/571326. Presentazione CASTELLO
DEL VALENTINO, ORE 10,30 Presentazione del volume "Piemonte economico
sociale 2008". Info: 011/6666461-447, editoria@ires.piemonte.it. Giovani
Imprenditori UNIONE INDUSTRIALE, VIA FANTI 17, ORE 11,30 Per festeggiare il
mezzo secolo d'attività, il Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriale
lancia il progetto di solidarietà denominato "Tanto" per il Trasporto
Avanzato Neonatale a Torino, nato con l'intento di donare all'Azienda
Ospedaliera Oirm S. Anna - Regina Margherita, centro d'eccellenza a livello
internazionale, un'ambulanza speciale attrezzata per il servizio di trasporto
neonatale avanzato. Regio dietro le quinte TEATRO REGIO, PIAZZA CASTELLO 215,
ORE 15,30 "Il Regio dietro le quinte - itinerari segreti di un grande
teatro d'Opera", visita guidata al teatro. Ingresso 5 euro. Info
011/8815557. Letture ARCHIVIO DI STATO, PIAZZETTA MOLLINO, ORE 16,30 Una
passeggiata virtuale tra testi e documenti in piemontese. Letture dai sermoni
medievali agli statuti della Società popolare di Chieri, dalle favole morali
settecentesche ai sonetti nuziali del Novecento. Il geometra BIBLIOTECA CIVICA
PRIMO LEVI, VIA LEONCAVALLO 17, ORE 16,45-19,45 "Il geometra
risponde" servizio di consulenza gratuita al cittadino. Info e
prenotazione www.torinofacile.it/servizi o 011/4431262. Informatica TORINO
INCONTRA, VIA NINO COSTA 8, ORE 17-19,30 Giuristi e tecnici informatici a
confronto per parlare di contratti inerenti ai servizi web. Partecipazione
gratuita, previa iscrizione. Info 011/5716554/5, affari.legali@to.camcom.it.
Conferenza ARCHIVIO DI STATO, VIA PIAVE 21, ORE 17,30 Le fabbriche di cioccolata
e i canali industriali in borgo San Donato nel XIX secolo. A seguire visita del
laboratorio di restauro. Il Capitale LA TORRE D'ABELE, VIA PIETRO MICCA 22, ORE
18 Lettura (quasi) integrale de "Il Capitale" di Karl Marx, seconda
puntata: "l'accumulazione primitiva oggi". Città del Novecento
CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 "La città del Novecento. Torino
nel ventennio fascista", una lettura critica delle architetture del
Ventennio, rispetto alle vicende storiche, al loro significato e agli utilizzi
nel tempo. Il dibattito, introdotto da Gianni Oliva e coordinato da Riccardo
Bedrone, vedrà la partecipazione di Claudia Conforti, ordinario di Storia
dell'architettura all'Università di Roma Tor Vergata, Luciano Re, ordinario di
Restauro del Politecnico di Torino e Pierangelo Cavanna, storico della
fotografia. Info www.urbancenter.to.it. Inaugurazione GIARDINO DI VIA GALLARATE
ANGOLO CORSO SIRACUSA, ORE 18 Uno spazio giochi per i più piccoli, senza
attrezzature, ma con un morbido gioco dell'oca, dove giocare inventandosi ogni
giorno nuove regole, su un tappeto di erba sintetica colorata con morbide
piattaforme in gomma. Aperitivo culturale IMMAGINE PER IL PIEMONTE, VIA LEGNANO
2/B, ORE 18,15 Conferenza sul tema "Il Palazzo dei Principi di Masserano:
il tesoro ritrovato", introduce Vittorio G. Cardinali, storico e saggista;
relatrice Claudia Ghiraldello, scrittrice e storica dell'arte. A seguire
proiezione di immagini inedite del Palazzo, a cura di Roberto Favero.
Autoguarigione Ngal-gSo CENTRO BUDDHA DELLA MEDICINA, VIA CENISCHIA 13, ORE 19
Approfondimento della pratica Ngal-gSo e degli aspetti connessi al canto dei
Mantra, ai movimenti dei Mudra, alla concentrazione ed ai significati sottili
delle pratiche. Info 011/355523 o 011/3241650. Fantasmi a Torino PALAZZO
BAROLO, VIA DELLE ORFANE 7, ORE 19,50 Un itinerario alla scoperta di noti
fantasmi. Costo 10 euro. Info e prenotazioni 011/853670 o www.barburin.com.
Futuro radioattivo BOCCIA SQUAT, VIA MEDICI 121, ORE 20 Serata informativa sul
nucleare organizzata da Boccia Squat e Fai torinese. Info 338/ 6594361,
fai_to@inrete.it Notte all'Egizio MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA
DELLE SCIENZE 6, ORE 20,10 Un egittologo esperto nella didattica museale per
l'infanzia accompagna, dopo il tramonto, bambini e genitori in un affascinante
viaggio nel tempo alla scoperta dei segreti più nascosti delle mummie
conservate al Museo. Partenze scaglionate alle 20,10; 20,30; 20,50; 21,10;
21,30 e 21,50. Costo 5 euro. Prenotazione obbligatoria. Info 011/4406903 o
info@museitorino.it. Padronanza del sé CENTRO NUOVA ATLANTE GENESIS, VIA
PIANEZZA 14, ORE 20,30 Conferenza dell'Associazione Culturale Saras
"Giungere alla padronanza del sé", interviene Giuliano Falciani. Info
338/ 6752575. Meditazione Camminata PARCO FLUVIALE DEL PO, ORE 20,30 La
Meditazione Camminata, propria della tradizione tibetana è un sistema di
rilassamento psico-fisico che utilizza la deambulazione come pratica di
concentrazione e detossinamento. Info e prenotazione 349/ 8152051. Uomo
parzialmente scremato CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 21 Uno spettacolo
pop scritto da Dario Benedetto che racconta sette avvenimenti, sette storie
realmente accadute che non hanno avuto spazio sui media. Ingresso 5 euro. Info
011/4326827, www.circololettori.it. Oltre le apparenze MAUSOLEO DELLA BELA
ROSIN, STRADA CASTELLO DI MIRAFIORI 148/7, ORE 21 Ciclo di appuntamenti
"Oltre le apparenze. Misteri al Mausoleo", in collaborazione con il
Cicap Piemonte: "Tracce nel Cielo: le scie chimiche", a cura di
Simone Angioni. Biliardino CIRCOLO LA TOPIA, STRADA DEI RONCHI 16, ORE 21 Tappa
provinciale del campionato italiano Uisp di biliardino a coppie. Iscrizione: 11
euro. Info 340/6479535 o 339/6529078, www.uisp.it/biliardino. Estate falcherese
TEATRO CARDINAL MASSAIA, VIA SOSPELLO 32, ORE 21 Saggio di danza dell'Asd
L'Olimpo. Nascita e Infanzia SOLELUNA ISTITUTO, VIA ANDORNO 5, ORE 21 Seminario
"Nascita e Infanzia": training per guarire se stessi. Il seminario
prosegue domani alla stessa ora. Info e iscrizioni 011/887950. Venerdì popolari
GELATERIA POPOLARE, VIA BORGO DORA 3, ORE 21 Erica Sollo Trio: una personale
rilettura di brani tratti dal repertorio di alcuni grandi autori del jazz
moderno e contemporaneo, da Chrales Mingus a Kenny Wheeler, da Wayne Shorter a
Ralph Towner, da Joni Mitchell a Norma Winstone. Info 348/6708713. SABATO 20
Massaggio hawaiano CENTRO STUDI OLISTICI BRAHMA VIDYA, VIA VANDALINO 82/88, ORE
9,30 Corso di massaggio hawaiano. Iscrizioni entro venerdì 19. Info 011/4119849
o 334/3145040, brahmavidya06@yahoo.it. Gruppo di lettura BIBLIOTECA CIVICA
GIOVANNI ARPINO, VIA TURATI 4/8, ORE 10 Un incontro indirizzato agli
appassionati di lettura per condividere le suggestioni letterarie intorno al
tema "leggero". Info 011/6270047. Il notaio BIBLIOTECA CIVICA PRIMO
LEVI, VIA LEONCAVALLO 17, ORE 10-13 Servizio di consulenza gratuita al
cittadino a cura del Consiglio Notarile di Torino, dei distretti riuniti di
Torino e Pinerolo. Info 011/4431262. Conoscere l'At ISTITUTO TORINESE AT, VIA
PEYRON 58, ORE 10-16,30 Per il ciclo "Conoscere l'Analisi
Transazionale", incontro "Dal primo contatto al piano terapeutico in
un'ottica analitico transazionale", conducono Daniela Allamandri e Carla
Giovannoli. Partecipazione gratuita, iscrizione necessaria a 011/7743351 o segreteria@itat-formazione.it.
Il geometra BIBLIOTECA CIVICA ITALO CALVINO, LUNGO DORA AGRIGENTO 94, ORE 10-13
"Il geometra risponde" servizio di consulenza gratuita al cittadino.
Info e prenotazione www.torinofacile.it/servizi. Incontri ScienzAttiva
COMPLESSO IL FORTINO, STRADA DEL FORTINO 20, ORE 10-18 Incontro "Le
quattro chiavi del piacere". Luoghi della Quattro STRADA DELLA BERLIA 543,
ORE 10,30 Ritrovo e partenza della visita guidata a cascina Grange Scott. Info
011/4428420. Regio dietro le quinte TEATRO REGIO, PIAZZA CASTELLO 215, ORE 11 E
15.30 "Il Regio dietro le quinte - itinerari segreti di un grande teatro
d'Opera", visita guidata al teatro. Ingresso 5 euro. Info 011/ 8815557.
Gran Tour 2009 TEATRO REGIO, PIAZZA CASTELLO 215, ORE 13,45 "L'Unità d'Italia
attraverso i monumenti dedicati agli eroi del Risorgimento", percorso di
mezza giornata, quota 8 euro. Prenotazione obbligatoria. Info 800/329329.
Skatepark PIAZZA ZARA. ORE 14-19 Skate, bmx, monopattino, music. Iscrizione a
offerta libera. Info www.uisp.it/torino. Escursione CORSO STATI UNITI ANGOLO
CORSO RE UMBERTO, ORE 14,30 Gita fuori porta a Frossasco e dintorni per
degustare arte e specialità locali. Prenotazioni in segreteria di Anici
dell'Arte e dell'Antiquariato. Info 335/6784471. Raccolta differenziata CHIESA
ASSUNZIONE DI MARIA VERGINE, VIA NIZZA 355, ORE 15-17 Stands appositamente
allestiti dove animatori coadiuvati da personale Amiat, in modo ludico,
spiegheranno le dinamiche per la gestione della raccolta differenziata
integrata, meglio conosciuta come "porta a porta". Distribuzione di
gadgets, giochi e ballons art. Workshop Yogadance YOGADANCE, LUNGO PO ANTONELLI
77, ORE 15-18 Workshop "Yogadance, danzare i Chakra e le emozioni".
Costo 40 euro. Info e prenotazioni 349/8152051 o yogadance@supereva.it. Corpo
dei bersaglieri MONUMENTO CRIMEA, PIAZZA CRIMEA, ORE 15,30 La sezione A. La
Marmora di Torino festeggia la nascita del Corpo dei bersaglieri con
deposizione di fiori presso i vari monumenti cittadini. Il percorso sarà
effettuato in bicicletta scortati dalla Pattuglia Ciclisti di Ciriè. Alla 17,30
Santa Messa a San Lorenzo in suffragio dei bersaglieri defunti. Luoghi della
Quattro CAMPI DI CALCIO CARRARA 90, CORSO APPIO CLAUDIO 192/A, ORE 15,30-17,30
Pellerina, visita guidata al parco, allo stagno e a cascina Marchesa, a cura di
Pro Natura. Info 011/4428420. Magical Mistery Turin PIAZZA CLN, ORE 15,30-18,30
Il Magical Mistery Turin di GruRadio condotto da Mao, accompagnato dai
Santabarba, ospita gli scrittori Margherita Oggero e Dario Voltolini, il
musicista Vito Miccolis, il regista Gabriele Vacis, il direttore di Film
Commission Steve Della Casa. Info www.legru.it. Danze del sud Italia LUDOTECA
DRAGO VOLANTE, CORSO CADORE 20/8, ORE 14,30-18,30 L'Associazione Itinerari
Senza Terra propone due giorni intensivi di pizzica salentina. Prosegue
domenica dalle 15 alle 19. Info e iscrizioni Claudia 349/1758735, Lidiana
347/0477254 o manacuma@yahoo.it. Le fontane di Torino PALAZZO SCAGLIA VERRUA,
VIA STAMPATORI 4, ORE 16,15 Un itinerario tra le fontane pubbliche condotto da
Franca Piacentino, autrice del volume "Le fontane di
Torino.raccontano". Costo 10 euro. Info e prenotazioni 011/853670 o
www.barburin.com. Teosofia SOCIETA' TEOSOFICA ITALIANA, VIA PINELLI 78/A, ORE
17 Riunione sui "Maestri" a cura di Elio Richiardi. Gli antichi
Aztechi CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Seminario sulla cultura degli
Aztechi analizzata da un altro punto di vista. Interviene Juan José Puente
Valdez. Info Associazione Culturale Mexicanos en Turín Viva México 328/2126813,
mexicanosenturin@gmail.com. Incontri ScienzAttiva COMPLESSO IL FORTINO, STRADA
DEL FORTINO 20, ORE 18,45-20,15 Aperitivo meditativo "sensorialità e
coscienza: l'essenza della soddisfazione". Fantasmi a Torino 2 PALAZZO
MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 19,15 Il secondo capitolo nella città dei
fantasmi. Un itinerario che rivela inquietanti presenze, fantasmi noti,
rivelazioni mai udite. Costo 10 euro. Info e prenotazioni 011/853670 o
www.barburin.com. Collettiva PLAZA DEL PUEBLO, CORSO PALESTRO 3, ORE 22
Inaugurazione mostra collettiva di pittura degli
artisti Polda, Walter Mazzoleni, Marco Sciarpa, con musica e buffet. La mostra
sarà visitabile fino al 28 giugno. Info www.circolopueblo.com. DOMENICA 21 Yoga
della risata SHIVA YOGA, CORSO BRIANZA 22, ORE 9-12 Lo yoga della risata è una
metodologia di riequilibrio naturale del sistema immunitario. Seminario
introduttivo principianti, adatto a tutti. Info e iscrizioni 349/8152051,
yogadellarisata@email.it. Incontri ScienzAttiva COMPLESSO IL FORTINO, STRADA
DEL FORTINO 20, ORE 10-18 Incontro "Gli ostacoli al piacere: l'eccesso di
altruismo e lo spegnersi della passione", si individuano le modalità
psicocorporee con cui si tradiscono i propri bisogni per uniformarsi a quelli
altrui, sottraendo autenticità alle relazioni. Si apprendono tecniche per
portare alla consapevolezza le proprie modalità automatiche di reazione e
recuperare così autenticità e vera presenza nell'incontro con l'altro. Incontri
Colline Torinesi FNAC TORINO CENTRO, VIA ROMA 56, ORE 12 Incontri legati al
Festival delle Colline Torinesi, curati da Sergio Ariotti e Ave Fontana: Hubert
Colas e Hilaire Multon. Acqua da tutte le parti PARCO DEL NOBILE, STRADA DEL
NOBILE 36, ORE 14,30-18,30 Laboratori-giochi dedicati all'acqua e al risparmio
idrico dal titolo "acqua da tutte le parti, acqua scomparsa".
Ingresso gratuito. Info 011/3839511. Erbe stregate CENTRO VISITE COLLINA
TORINESE, STRADA FUNICOLARE 55, ORE 15,30 Sui sentieri della Collina Torinese,
ricchi di flora caratteristica legata a saperi quasi perduti, prenderanno vita
le famose masche. Nel corso di un'escursione nei boschi del Parco, si
scopriranno come venivano cercate, riconosciute e usate dalle streghe nostrane,
e dalle nostre nonne, piante dai nomi curiosi e carichi di memoria. Quota 7
euro adulti, 5 bambini sino ai 14 anniInfo e prenotazioni 011/8903667.
Cooperare in officina OFFICINA VERDE TONOLLI, VIA VALGIOIE 45, ORE 15-18,30
Giochi, attività e laboratori sul tema della cooperazione proposti
dall'associazione Jonathan, in collaborazione con Reability. Per l'occasione
sarà inaugurata la mostra "Immagini dal confine" sulle condizioni di
vita dei profughi birmani. Visita guidata PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE
16 "Diciotto secoli d'arte", visita al Palazzo ad ai capolavori delle
collezioni. Info 011/4429911. Arte orientale MAO, VIA SAN DOMENICO 9-11, ORE 16
"Viaggio in Oriente", visita guidata a tutte le collezioni. È
consigliata la prenotazione. Info 011/4436928. La Costituzione MUSEO DIFFUSO
DELLA RESISTENZA, CORSO VALDOCCO 4/A, ORE 16 Visita guidata della mostra
"I giovani e la Costituzione". Info e prenotazioni 011/4361433.
Dancing pilates ASSOCIAZIONE FIOR DI LOTO, VIA OROPA 105, ORE 16-19 Dancing
Pilates, pilates danzato a ritmo di musica. In ogni seduta vengono di volta in
volta proposti gli esercizi classici del Pilates standard, opportunamente
adattati a musiche d'ambiente e con ritmiche coordinate. Stage introduttivo per
principianti. Quota iscrizione 325 euro. Info 346/2412183. Festa dell'estate
PIAZZETTA VIGLIARDI PARAVIA, ORE 16-20 Musica con dj Anni 60-70 e animazione
con gli spettacoli di danza latino americano, hip hop, dance 70-90 per
festeggiare l'arrivo dell'estate. Feste Barocche PALAZZO MADAMA, PIAZZA
CASTELLO, ORE 17 Visita guidata per gli abbonati Musei Torino Piemonte alla
mostra "Feste Barocche". Prenotazioni al numero verde 800/ 329329.
LUNEDI' 22 Sicurezza sul lavoro SERMIG, PIAZZA BORGO DORA 61, ORE 9,30-18,30 Il
testo unico sulla sicurezza. Obblighi e responsabilità nella stipula e nella
gestione dei contratti d'appalto. Quota di partecipazione 150 euro. Info e
adesioni Teutas, 055/587829. Meditation Art CENTRO STUDI OLISTICI BRAHMA VIDYA,
VIA VANDALINO 82/88, ORE 15 Mostra itinerante "Meditation art.il punto
all'infinito": quando la tecnica del batik si fonde con l'arte
contemporanea. Ingresso gratuito. Info 011/4119849 o 334/3145040,
brahmavidya06@yahoo.it. Il geometra BIBLIOTECA CIVICA ITALO CALVINO, LUNGO DORA
AGRIGENTO 94, ORE 16,45-19,45 "Il geometra risponde" servizio di
consulenza gratuita al cittadino. Info e prenotazione
www.torinofacile.it/servizi. Il geometra BIBLIOTECA CIVICA LUIGI CARLUCCIO, VIA
MONTE ORTIGARA 95, ORE 16,45-19,45 "Il geometra risponde" servizio di
consulenza gratuita al cittadino. Info e prenotazione www.torinofacile.it/servizi
o 011/4428790. Luna di latte BIBLIOTECA CIVICA FALCHERA, PIAZZA FALCHERA 9, ORE
17 Gruppo di sostegno per l'allattamento al seno, in collaborazione con l'ASL
TO 2, Dipartimento materno infantile, rivolto a mamme, bambini, future mamme,
papà: bimbi ad "alto bisogno". Info 011/2621659. Incontri UNIONE
INDUSTRIALE, VIA FANTI 17, ORE 17 Barry Naughton illustrerà le radici del
miracolo economico cinese. Con Stefania Stafutti e Gianmaria Ajani. Info
011/6704384-4417 o info@cascc.eu. Apertura gratuita CENTRO DELLA NORMA, VIA
ASSISI 6, ORE 18-19 Centro aperto gratuitamente per il "Progetto di
sostegno, aiuto e di salvaguardia del benessere di ciascuno". Ingresso
gratuito. Hatha Yoga nel parco PARCO DELLA COLLETTA, LUNGO
DORA COLLETTA, ORE 18,30 Introduzione all'Hatha Yoga nel verde del Parco
Colletta. Necessario tappetino o stuoia per la pratica. Consigliato prenotare
entro il giorno precedente 349/8152051. Essenze floreali ASSOCIAZIONE IBTG
-SGT, VIA ANDREA DORIA 27, ORE 20-23 Inizia un corso di approfondimento sui fiori
del dott. Bach; saranno presentati i principi transpersonali con le
relative applicazioni per l'uso locale delle essenze. Info 011/334653 o
338/1565574. Meditazione Camminata PARCO FLUVIALE DEL PO, ORE 20,15 La
Meditazione Camminata, propria della tradizione tibetana è un sistema di
rilassamento psico-fisico che utilizza la deambulazione come pratica di
concentrazione e detossinamento. Info e prenotazione 349/8152051. Mobbing
ASSOCIAZIONE RISORSA C/O CIPES, VIA SANT'AGOSTINO 20, ORE 21 Incontro del gruppo
di mutuo aiuto, con l'assistenza di Giuseppe Mitola. Partecipazione gratuita.
Info 011/5176332. Aum SOLELUNA ISTITUTO, VIA ANDORNO 5, ORE 21 Incontro
Settimanale "Aum Meditation", conduce Param Fogliato, un'esperienza
che ti metterà in contatto con le tue emozioni in uno spazio di totalità e
coinvolgimento. Info 011/887950 o www.solelunaistituto.it. Dancing pilates
ASSOCIAZIONE FIOR DI LOTO, VIA OROPA 105, ORE 21,15 Dancing Pilates, pilates
danzato a ritmo di musica. In ogni seduta vengono di volta in volta proposti
gli esercizi classici del Pilates standard, opportunamente adattati a musiche
d'ambiente e con ritmiche coordinate. Incontro dimostrativo gratuito,
necessario prenotare. Info 346/2412183. Film in piazza PIAZZA MADAMA CRISTINA,
ORE 21,15 Proiezione del film "Il mondo nuovo" di Crialese
organizzata dal Fai torinese. Info 338/6594361, fai_to@inrete.it MARTEDI' 23
Vendita internazionale CEIPIEMONTE, CORSO REGIO PARCO 27, ORE 9-13 Incontro dal
titolo: "La tutela del marchio e dei segni distintivi dell'impresa: come
farsi riconoscere nei mercati internazionali". La partecipazione è a
pagamento, previa iscrizione. Info 011/6700619. Sapere BIBLIOTECA CIVICA CESARE
PAVESE, VIA CANDIOLO 79, ORE 15 "Se non sai non sei", progetto a
sostegno della formazione permanente degli adulti, con laboratori di
informatica per la terza età a cura di Spi-Cgil, Auser. Info 011/6062203.
Seminari INRIM, STRADA DELLE CACCE 91, ORE 16,30 Dibattito sul sito di bonifica
della miniera di amianto di Balangero e Corio e sulle problematiche legate
all'attività di monitoraggio ambientale. Interventi di Massimo Bergamini e
Mariagrazia Luiso. Info 011/3919523. Il notaio BIBLIOTECA CIVICA VILLA
AMORETTI, CORSO ORBASSANO 200, ORE 16,45-19,45 Servizio di consulenza gratuita
al cittadino a cura del Consiglio Notarile di Torino, dei distretti riuniti di
Torino e Pinerolo, in collaborazione con Assessorato al Bilancio e Assessorato
alla Cultura della Città di Torino. Info 011/4438604. Il geometra BIBLIOTECA
CIVICA DIETRICH BONHOEFFER, CORSO CORSICA 55, ORE 16,45-19,45 "Il geometra
risponde" servizio di consulenza gratuita al cittadino. Info e
prenotazione www.torinofacile.it/servizi o 011/4435990. Cappelli d'arte ATELIER
DI NINA TAURO, VIA SANT'ANSELMO 26/C, ORE 17 "Riscoprir cappelli d'arte e
di moda", visita all'altelier. Info 335/6784471. Immagine interiore
BIBLIOTECA CIVICA VILLA AMORETTI, CORSO ORBASSANO 200, ORE 17,30 Viaggio nella
nostra personalità più profonda: "Ho amato un sogno? Evanescenze e luci
segrete della poesia in Debussy". Info 011/4438604. MirafuoriTv BIBLIOTECA
CIVICA CESARE PAVESE, VIA CANDIOLO 79, ORE 17,30-19,30 Mirafuori Tv si apre al
quartiere invitando tutti gli interessati a costituire un gruppo redazionale e
una troupe, con lo scopo di raccontare con piccole news il loro punto di vista
sul territorio. Incontri di redazione. Info 011/4437080. Incontri CIRCOLO DEI
LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Lezione di Gaetano Pecora su tolleranza e laicità
nel pensiero di Norberto Bobbio. Introduce Michelangelo Bovero . Info 011/2422979,
info@centrostudicalamandrei.it. Yoga e autoguarigione CENTRO BUDDHA DELLA
MEDICINA, VIA CENISCHIA 13, ORE 19-21 Approfondimento dei metodi di
rilassamento fisico e psichico associati a specifiche tecniche di
concentrazione e meditazione. Info 011/355523 o 011/3241650. Il femminile MOOD
LIBRI E CAFFE' 2, VIA PO 35/B, ORE 20 Laboratorio interattivo del ciclo
"Libera la sensibilità del tuo femminile. ti dona la forza per essere te
stessa": "Risveglio dell'energia sessuale; come contattarne la fonte
dentro di noi?", conduce Eija Tarkiainen. Info 011/5130820 o
info@oasinaturale.org. Yoga tibetano CENTRO STUDI DHARMA, VIA MONTECUCCOLI 2,
ORE 20 Incontro gratuito di yoga tibetano, previa conferma telefonica
349/8152051. Estate falcherese PIAZZA ASTENGO, ORE 20,30 Baby dance con Sergio
e Maria e alle 21,45 proiezione di "Pomodori, viaggio nell'identità
italiana" e "Io vengo da Giove". Cellule staminali ACCADEMIA DI
MEDICINA, VIA PO 18, ORE 21 Convegno "La verità sulle cellule staminali",
interviene Giuseppe Remuzzi, presentato dal Socio dell'Accademia Dario
Roccatello. Conferenze Esprimersi SEDE UNITRE, CORSO FRANCIA 27, ORE 21
Incontro "Il sonno: un fenomeno ancora sconosciuto", interviene
Gabriele Lodari, coordina Patrizia Donà. Ingresso libero. Info 011/4343700.
Corpo senza stress SOLELUNA ISTITUTO, VIA ANDORNO 5, ORE 21 Corso "Corpo
senza stress", alla riscoperta di noi stessi, attraverso tecniche di
Bioenergetica, Stretching, Consapevolezza Corporea, Danza libera e Respiro.
Info 011/887950 o www.solelunaistituto.it. No psicofarmaci ai bambini CAFFE'
BASAGLIA, VIA MANTOVA 34, ORE 22 Nuovo appuntamento per la campagna "No
psicofarmaci ai bambini", con banchetti informativi promossi
dall'associazione Alice e dal collettivo studenti universitari "No
ritalin". MERCOLEDI' 24 San Giovanni letteraria CIRCOSCRIZIONE 8, CORSO
MONCALIERI 18, ORE 10-24 Si svolge la prima San Giovanni letteraria,
organizzata da editori e librerie della Circoscrizione 8, in collaborazione con
Gli Amici del Fiume. Sono previsti incontri con gli autori, giochi letterari e
libri in vetrina. L'iniziativa è promossa da Pietro Pintore Editore.
Bicittadina di S. Giovanni PIAZZETTA REALE, ORE 15 Un facile percorso per
famiglie sulle piste ciclabili e lungofiume. Info 328/9618668,
www.biciedintorni.it. Visite guidate MAO, VIA SAN DOMENICO 9-11, ORE 16
"Viaggio in Oriente", visita guidata a tutte le collezioni. È
consigliata la prenotazione. Info 011/4436928. Feste in piazza PALAZZO MADAMA,
PIAZZA CASTELLO, ORE 16 Nel giorno di San Giovanni, percorso guidato tra la
mostra Feste Barocche e le collezioni del museo; prenotazione obbligatoria.
Info 011/4429911. Hatha Yoga nel parco PARCO DELLA COLLETTA, LUNGO DORA
COLLETTA, ORE 18,30 Introduzione all'Hatha Yoga nel verde del Parco Colletta.
Necessario tappetino o stuoia per la pratica. Consigliato prenotare entro il
giorno precedente 349/ 8152051. Meditazione Camminata PARCO FLUVIALE DEL PO,
ORE 19 La Meditazione Camminata, propria della tradizione tibetana è un sistema
di rilassamento psico-fisico che utilizza la deambulazione come pratica di
concentrazione e detossinamento. Info e prenotazione 349/ 8152051. Yoga
integrale CENTRO BUDDHA DELLA MEDICINA, VIA CENISCHIA 13, ORE 20-22 Uno dei
sistemi più antichi per lo sviluppo dell'equilibrio fisico e della conoscenza
di sé che può essere praticato con successo da chiunque e ad ogni età. Info
011/355523 o 011/3241650. Cuori gemelli CENTRO STUDI OLISTICI BRAHMA VIDYA, VIA
VANDALINO 82/88, ORE 21 Meditazione dei "cuori gemelli" in arabo.
Ingresso libero. Info 011/4119849 o 334/3145040, brahmavidya06@yahoo.it.
GIOVEDI' 25 Piemonte e turismo TORINO INCONTRA, VIA NINO COSTA 8, ORE 9,45
Incontro dal titolo "Il turismo: risorsa economica anticrisi?". Dopo
la tavola rotonda sono in programma, dalle 14, quattro sessioni di lavoro
parallele. E' prevista la presenza del ministro Michela Vittoria Brambilla.
Info e iscrizioni www.piemonte-turismo.it/convegno. Se non ora... BILBLIOTECA
CIVICA ITALO CALVINO, LUNGO DORA AGRIGENTO 94, ORE 14-18 "Se non ora,
quando? Due anni di esperienza: valutazioni e proposte", il seminario si
propone come momento di riflessione e rielaborazione dell'esperienza a due anni
dal suo avvio. Gli ambiti d'azione sono stati: i contesti territoriali
definiti, le famiglie, le scuole e i ragazzi di seconda generazione. Dopo la
presentazione del dossier, spazio a riflessioni, valutazioni e proposte dei
partecipanti. Regio dietro le quinte TEATRO REGIO, PIAZZA CASTELLO 215, ORE
15,30 "Il Regio dietro le quinte - itinerari segreti di un grande teatro
d'Opera", visita guidata al teatro. Ingresso 5 euro. Info 011/8815557.
Counseling energetico SUPERCIBARIUS, VIA DOMODOSSOLA 9, ORE 16-20 Un pomeriggio
di sedute gratuite, indicate per stati di stress, stanchezza, per ri-trovare un
equilibrio fisico ed interiore per comprendere la richiesta di aiuto del nostro
corpo, a cura di Arianna Garrone, erborista e counselor relazionale.
Prenotazione necessaria ai numeri: 011/7509973 o 338/2931097. Info
www.supercibarius.com. Il geometra BIBLIOTECA CIVICA DIETRICH BONHOEFFER, CORSO
CORSICA 55, ORE 16,45-19,45 "Il geometra risponde" servizio di
consulenza gratuita al cittadino. Info e prenotazione
www.torinofacile.it/servizi o 011/ 4435990. Conoscere l'At ISTITUTO TORINESE
AT, VIA PEYRON 58, ORE 17-19,30 Per il ciclo "Conoscere l'Analisi
Transazionale", incontro "L'analisi transazionale e i suoi campi
applicativi (cenni). Filosofia, metodi e organizzazione della Scuola di
Specializzazione ad indirizzo analitico transazionale", conduce Carla
Giovannoli. Partecipazione gratuita, iscrizione necessaria a 011/7743351 o
segreteria@itat-formazione.it. Voci di architettura TEATRO CARIGNANO, PIAZZA
CARIGNANO 6, ORE 17 Incontro "Il Carignano e il ruolo dei palcoscenici per
il centro storico", intervengono Paolo Marconi, Università degli Studi
Roma Tre, e Mauro Avogadro, regista e direttore della Scuola del Teatro
Stabile. L'incontro è preceduto da una visita guidata dal progettista Paolo
Marconi per scoprire gli spazi modellati dal suo intervento. Per partecipare
alle visite guidate è necessario prenotarsi. Info 011/5537950 o
visiteguidate@urbancenter.to.it. Fiori e aromi BORGO MEDIEVALE, PARCO DEL
VALENTINO, ORE 17,30 Workshop "Fiori e aromi al giardino medievale",
lezione a cura di Edoardo Santoro "Pareti verdi, non solo rampicanti".
Info 011/4431714. Sistema Solare ACCADEMIA DELLE SCIENZE, VIA ACCADEMIA DELLE
SCIENZE 6, ORE 17,30 Il dott. Marcello Coradini, European Space Agency, terrà
la conferenza "L'esplorazione del Sistema Solare". Ingresso libero.
Info www.ada-astrofisica.to.ifn.it o iya2009@unito.it. Opportunità e crisi
UNIONE INDUSTRIALE, VIA VELA 17, ORE 18 Incontro sul tema
"l'ottimizzazione dei costi energetici" con Massimo Settis e Donato
Leo. Per partecipare è necessaria la prenotazione. Info 011/5718389 o
f.deorsola@ui.torino.it. Streghe a Torino CHIESA SAN DOMENICO, VIA SAN
DOMENICO, ORE 18,45 Un itinerario tra Inquisizione, roghi, tribunali e forche.
Costo 10 euro. Info e prenotazioni 011/853670 o www.barburin.com. Theta Healing
CENTRO YOGA SAMADHI, VIA TRIPOLI 181, ORE 19-23 Inizio corso Theta Healing
avanzato solo per chi ha già partecipato al corso "Dna 2 Base Continua il
cambiamento e lo sviluppo dei sensi psichici". Info 347/4278055 o
mtluce@virgilio.it. Fantasmi a Torino 2 PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE
19,15 Il secondo capitolo nella città dei fantasmi. Un itinerario che rivela
inquietanti presenze, fantasmi noti, rivelazioni mai udite. Costo 10 euro. Info
e prenotazioni 011/853670 o www.barburin.com. Piramidi e papere MUSEO DELLE
ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6, ORE 20 E 22 È un percorso
teatralizzato serale in museo che vede un egittologo accompagnato dalla sua
pittoresca assistente guidare i visitatori in un tour fuori dal comune. Tra
racconti di leggende e rivelazioni di falsi miti, che preoccuperanno un turista
un po' troppo curioso, si possono scoprire le piramidi e le papere. Costo 15
euro. Prenotazioni allo 011/4406903 o a info@museitorino.it. Visualizzazione
creativa SURYA STUDIO, VIA DE SONNAZ 6, ORE 20,30 Mini-stage di avvicinamento
alle tecniche di visualizzazione arricchite da esperienze di rilassamento
immaginativo guidato. Costo 12 euro. Iscrizioni entro il 23 al 346/1503736.
Meditazione Ngal-gSo CENTRO BUDDHA DELLA MEDICINA, VIA CENISCHIA 13, ORE 20,30
Percorso aperto a tutti per sviluppare la conoscenza di sé attraverso gli
insegnamenti della tradizione tibetana Vajrayana Ngal-gSo. Info 011/355523 o
011/3241650. Dancing pilates ATELIER BODY & FIT, CORSO MATTEOTTI 40, ORE
21,15 Dancing Pilates, pilates danzato a ritmo di musica. In ogni seduta
vengono di volta in volta proposti gli esercizi classici del Pilates standard,
opportunamente adattati a musiche d'ambiente e con ritmiche coordinate.
Incontro dimostrativo gratuito, necessario prenotare. Info 346/2412183.
Vanchiglia by night AREA PEDONALE VIA BALBO ANGOLO VI ABUNIVA, ORE 21,30 Musica
e conversazioni "Aspettando Vanchiglia by night", intervengono Dorcas
Mpemba, Hedy Krissane, Erjon Tola, Karim Metref; accompagnamento musicale del
gruppo jazz Valprato 15 e dei Pazzi Boys, presenta Francesco Giorda. Info
www.comune.torino.it/circ7. MOSTRE Aperture al pubblico VILLA DELLA REGINA,
STRADA SANTA MARGHERITA 40 Fino al 27 settembre la Villa sarà aperta al
pubblico la domenica, dalle 10 alle 18,30 (ingresso ultimo gruppo alle ore 16).
Ogni giorno verranno organizzati 6 gruppi di visita di 25 persone, partenze
gruppi: ore 10; 11; 12; 14; 15 e 16. Gli ingressi delle ore 14; 15 e 16 sono
riservati ai gruppi preorganizzati. Modalità di prenotazione: visitatori
singoli, prenotazione telefonica 800/329329; prenotazione diretta presso lo
sportello InfoPiemonte di piazza Castello angolo via Garibaldi. Gruppi
preorganizzati: direttamente presso la Soprintendenza per i Beni storici,
artistici ed etnoantropologici del Piemonte, 011/ 5641717 o villadellaregina@artito.arti.beniculturali.it.
Info www.artito.arti.beniculturali.it/Villa. Lombroso RETTORATO
DELL'UNIVERSITA' VIA VERDI 8 È visitabile fino al 31 luglio la mostra
"Cesare Lombroso professore all'Università di Torino. 1876-1909".
Sono esposti in originale numerosi documenti autografi di Lombroso, tra cui
programmi dei corsi, la prolusione che Lombroso tenne in apertura dell'anno
accademico 1887/88 e una tesi di laurea in Medicina del 1894 manoscritta dal
contenuto lombrosiano. Info 011/6704881. Musica e spettacolo ARCHIVIO STORICO,
VIA BARBAROUX 32 La mostra "Musica e spettacolo a Torino tra Otto e
Novecento", realizzata in collaborazione con l'Archivio Storico del Teatro
Regio, è visitabile fino al 30 settembre, con orario lunedì - venerdì 8,30-16,30
escluso festivi. Ingresso libero. Info www.comune.torino.it/archiviostorico.
Montagne della frutta MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA, PIAZZALE MONTE DEI
CAPPUCCINI 7 La mostra "Le montagne della frutta. Etichette
1900-1960" presenta una selezione di centosessanta etichette di cassette
per la frutta a tema montano, selezionate tra le duecentocinquanta conservate
tra le molte collezioni del Centro Documentazione del Museo Nazionale della
Montagna di Torino: un'angolazione inedita da cui osservare il mondo dell'alta
quota. La mostra è visitabile fino all'8 novembre, con orario 9-19, dal martedì
alla domenica. Info 011/6604104 o www.museomontagna.org. Barriera Mobile SPAZIO
ESPOSITIVO, VIA CRESCENTINO 25 La mostra "Barriera Mobile", risultato
del "Progetto Barriera Mobile", che nasce da un'idea di Barriera,
realizzata grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, con la
collaborazione dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e la
Circoscrizione VI, sarà visitabile fino al 4 luglio, con orario: dal lunedì al
venerdì, 15-19; sabato ore 10-13. Info 011/2876485 o
www.associazionebarriera.com. Evoluzione dell'auto MUSEO NAZIONALE
DELL'AUTOMOBILE, CORSO MASSIMO D'AZEGLIO 15 La mostra "L'evoluzione
dell'automobile", un nuovo appuntamento dedicato alla storia dell'automobile,
sarà visitabile fino al 13 settembre, con orario, dal martedì alla domenica
10-18. Le domeniche 7 e 14 giugno i visitatori potranno effettuare alle ore 16
la visita guidata alla mostra al costo di euro 3,50 a persona + il costo del
biglietto d'ingresso. Info 011/ 6599872. Tutte le mostre MUSEO REGIONALE DI
SCIENZE NATURALI, VIA GIOLITTI 36 La mostra "La scimmia nuda. Storia
naturale dell'umanità" è aperta fino al 10 gennaio; "Cosa sono le
nuvole?", fotografie di Mario Lanzardo, è stata prorogata fino al 29
giugno; fino al 31 agosto è visitabile la mostra "Le iris tra botanica e
storia". Inoltre si possono visitare le mostre permanenti "Museo
storico di zoologia", "Arca" e "Mineralia 2". Orario
10-19 tutti i giorni, chiuso il martedì. Info 011/4326354 o www.mrsntorino.it.
San Michele PIEMONTE ARTISTICO CULTURALE, PIAZZA SOLFERINO 7 La mostra "I
tre monti consacrati all'Angelo. Storia e iconografia" è dedicata alle tre
montagne che, secondo le fonti medioevali, l'Arcangelo San Michele scelse per
sé nell'Occidente latino e che per secoli furono meta di pellegrinaggi: Mont
Saint-Michel in Francia, la Sacra di San Michele sul Monte Pirchiriano
all'imbocco della Val di Susa, fino al santuario pugliese di Monte Sant'Angelo
nel Gargano. La mostra è visitabile fino al 4 luglio, dal lunedì al sabato
dalle 15,30 alle 19,30. Ingresso libero. I Piffetti MUSEO ACCORSI, VIA PO 55
Prorogata fino al 28 giugno la mostra "I Piffetti della camera delle
meraviglie", due mobili inediti del "primo ebanista del Re"
provenienti dalla donazione Laura Volpi Ottolini. Orario da martedì a domenica,
ore 10-13 e 14-18,30; chiuso lunedì. Info 011/837688 int. 3. Chapeau! ISTITUTO
D'ARTE PASSONI, VIA DELLA ROCCA 7 L'esposizione "Chapeau! I cappelli di
Popy Moreni. Paris" è apprezzabile fino al 30 settembre, col seguente
orario: lunedì e martedì, 9-16; mercoledì - venerdì, 9-13; sabato 9-12. Info
011/ 8177377. Feste barocche PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO La mostra
"Feste barocche. Cerimonie e spettacoli alla corte dei Savoia tra Cinque e
Settecento", sarà visitabile fino al 5 luglio, con orario: martedì-sabato
10-18, domenica 10-20, chiuso lunedì. Info 011/ 4433501 o
www.palazzomadamatorino.it e www.fondazionetorinomusei.it. Costituzione MUSEO
DIFFUSO DELLA RESISTENZA, CORSO VALDOCCO 4/A La mostra "I giovani e la
Costituzione. Disegni, laboratori, performance e videoinstallazioni" sarà
visitabile fino al 21 giugno, con orario martedì - domenica, ore 10-18; giovedì
14-22; lunedì chiuso. Info www.museodiffusotorino.it. Vulcano di Fogo MUSEO DI
VALSALICE, VIALE THOVEZ 37 La mostra tematica sul vulcano di Fogo, Capo Verde,
"Conoscere per convivere con il vulcano", è stata prorogata fino al
28 giugno, con orario da lunedì a venerdì e sabato mattina, su prenotazione, 9
- 12,30 e 14,30- 18,30; nei pomeriggi di sabato, domenica e festivi non occorre
prenotare. Info 011/ 6300611. VARIE Vacanza e cultura INFO 011/3093665 O
349/3660808 Sono aperte le iscrizioni alle settimane di vacanza e cultura
"La filosofia nei luoghi del silenzio" organizzate dall'Associazione
Culturale Nuova Accademia e dei Padri Domenicani. Le settimane proposte
spaziano dal 12 luglio al 5 settembre, con sedici corsi che avranno luogo in 12
località, dal Piemonte alla Campania. Per ricevere la brochure completa dei
corsi con le rispettive date e avere informazioni dettagliate: 011/3093665 o
349/3660808. Guida sicura MIRAFIORI MOTOR VILLAGE, PIAZZA CATTANEO 9 Tutti i
mercoledì dalle 18 alle 20, Mirafiori Motor Village mette a disposizione Alfa
Romeo MiTo, Brera e Alfa GT per vivere un quarto d'ora di adrenalina pura sullo
storico circuito di prova interno del comprensorio di Mirafiori. A richiesta
sarà inoltre possibile compiere un giro finale a tutta velocità con il pilota
alla guida per vivere l'esperienza della vera guida sportiva. Il costo della
corsa è di 15 euro. Tutti i sabati e le domeniche invece appuntamento con i
corsi di guida sicura: verranno effettuate lezioni di teoria e pratica per
ottenere dalla guida il massimo piacere e la piena sicurezza. Alla fine del
corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Il costo del corso è di
170 euro. Info e prenotazioni 011/23416829.
( da "Corriere della Sera"
del 20-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Opinioni data: 20/06/2009 - pag: 10 DOPO LE CRITICHE AL DECRETO La
vera autonomia dell'Autorità che valuterà i servizi pubblici di RENATO BRUNETTA
C aro Direttore, ho letto stamane sul tuo giornale devo dire, con lieve
sorpresa la lettera con cui il professor Ichino pretende (a suo dire senza
alcuno spirito di parte) di dimostrare che il decreto delegato sulla riforma
del pubblico impiego avrebbe tradito le attese e ceduto alle resistenze
«opposte dall'interno dello stesso Governo e da una parte degli apparati
ministeriali». Ichino rivendica a una mia apertura al contributo
dell'opposizione sia il fatto che il decreto abbia delineato un sistema di
valutazione indipendente dei servizi forniti dalle amministrazioni pubbliche,
sia la scelta di mettere al centro di questo sistema un organo «garante
nazionale». Quel che è vero e che l'opposizione, e lui in particolare, hanno
sicuramente sostenuto questa opzione, che è tuttora quella che emerge
chiaramente dal testo normativo. Ma il senatore Ichino è anche un professore di
narcisismo. Il mondo gli piace soltanto se gira intorno a lui. Quando questo
non avviene, e cioè abbastanza spesso, si innervosisce e prende carta e penna.
In tali circostanze, ossessionato com'è dalla forma, gli capita di perdere di
vista la sostanza. Per un politico, anche se alle prime esperienze, si tratta
di un errore da matita blu. La sostanza è infatti sostanza. Per questo è perlomeno
spericolato nel definire «grigia Commissione ministeriale» un organismo che
opera (parole del testo attuale del decreto) «in posizione di indipendenza di
giudizio e valutazione e in piena autonomia», con il compito di «indirizzare
coordinare e sovraintendere all'esercizio indipendente delle funzioni di
valutazione di assicurare la comparabilità e la visibilità degli indici di
andamento gestionale». Forse è il caso di ricordare che la Commissione è
composta da cinque esperti di elevata professionalità con comprovate competenze
specifiche in Italia e all'estero (per intenderci, persone del livello dello
stesso professor Ichino) nominati con decreto del presidente della Repubblica,
previa deliberazione del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del
ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione di concerto con il
ministro per l'attuazione del programma di governo, previo parere delle
commissioni parlamentari competenti espresso a maggioranza dei due terzi dei
componenti. In più i membri della Commissione rimangono in carica per ben sei
anni come in altre autorità amministrative indipendenti, possono essere
confermati una sola volta e sono sottoposti ad un rigido statuto di
incompatibilità. La Commissione regola i suoi lavori e la sua organizzazione
con regolamenti propri, dispone di un contingente di personale fino a trenta
unità e di dieci esperti di elevata professionalità ed esperienza sui temi
della misurazione e valutazione della performance e della lotta alla
corruzione. Può avvalersi del personale delle strutture dell'Aran attraverso
accordi con il presidente di quest'ultima. Infine la Commissione indirizza,
coordina e sovraintende all'esercizio delle funzioni di valutazione, da parte
degli organismi indipendenti costituiti presso ogni amministrazione e dalle
altre agenzie di valutazione. Dica il professor Ichino, in buona fede, se
questa assomiglia di più ad una «grigia Commissione ministeriale» (la cui
autonomia sarebbe «ora ridotta ad un mero auspicio») oppure ad una vera e propria
Autorità indipendente. Quanto alla asserita scomparsa dell'azione collettiva
per la denuncia degli inadempimenti delle amministrazioni pubbliche, devo
presumere che Ichino fosse distratto quando il Presidente del Consiglio, nella
conferenza stampa di presentazione del decreto legislativo, class="hilite">chiarì
coram populo e con dovizia di particolari, che la class="term">class class="term">action
non era stata espunta dal decreto per una volontà politica di non adempiere a
questo punto della legge delega ma per la necessità tecnica di sentire in una
materia tanto complessa e delicata il parere del Consiglio di Stato e
dell'Avvocatura dello Stato. Questi pareri sono stati entrambi acquisiti, il
decreto legislativo è stato modificato secondo le sagge indicazioni dei supremi
organi consultivi del governo ed è ora pronto per essere esaminato in una
prossima riunione del Consiglio dei ministri. E non varrebbe la pena di
ricordare che la legge delega consentiva al governo di procedere alla riforma
con uno o più decreti legislativi, se non fosse per prevenire altre pretestuose
quanto infondate osservazioni. L'ultima osservazione, sulla presidenza del
Consiglio, è anch'essa almeno inesatta: la presidenza non viene sottratta
«all'intera nuova disciplina» ma, molto più modestamente, si stabilisce che le
nuove norme e i nuovi principi si applicheranno ad essa nei limiti e con le
modalità che saranno definiti con un apposito decreto. In questo modo anziché
sottrarre la presidenza «al principio della trasparenza totale e a quello della
valutazione indipendente» si dà attuazione a un criterio della legge delega
approvata dal parlamento (art. 2 comma 5) che ne riconosce la specificità
ordinamentale. Riformare è operazione difficile, che impone di tenere la barra
dritta, ma anche di evitare gli ostacoli, e mal si concilia con il capriccioso
narcisismo. Una riforma può andare in porto e dare frutti solo se viene
inserita armonicamente in un contesto, procedurale e amministrativo, di cui
tutti riconoscono la complessità. Un'ultima annotazione. In politica, la
sostanza è anche nei tempi. E non credo sia mai accaduto che un decreto di tale
portata venisse scritto, e approvato dal Consiglio dei ministri, così
rapidamente. Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione DORIANO
SOLINAS
( da "Sestopotere.com"
del 20-06-2009)
Argomenti: Class Action
Esposizione collettiva di Rossella Baccolini, Stefania Malferrari e
Maurizio Pilò alla Galleria comunale darte di Faenza
(20/6/2009 16:40) | (Sesto Potere) - Faenza - 20 giugno 2009 - Verrà inaugurata
venerdì prossimo 26
giugno, alle ore 19.00, lesposizione collettiva degli artisti
Rossella Baccolini, Stefania Malferrari e Maurizio Pilò, allestita alla
Galleria comunale darte di Faenza (voltone della Molinella,
4/6). Si tratta di un esempio di mostra itinerante che coniugando arte e letteratura,
come ricorda la curatrice Angelamaria Golfarelli, attraverso il concetto di
ripetitività e di unicità esprime la vestizione del luogo che la ospita, con un
allestimento ad esso adeguato: alcune opere saranno infatti esposte nella loro
“forma originaria”, altre subiranno “trasformazioni e metamorfosi” sulla base
della location che le accoglie. Lesposizione ha un
doppio filo conduttore: da un lato, lidea di coefficiente darte, da
cui nasce anche il titolo, di Marcel Duchamp (un concetto di arte allo “stato grezzo” che solo lintervento
dello spettatore “raffinerà”); dallaltro, la “delirante confusione
letteraria” di Antonin Artaud (lopera darte non va collocata fra
gli “esseri privi di vita”, ma in unazione dinamica che esprime il “senso del sublime”).
La mostra, organizzata dal servizio Cultura del Comune di Faenza, si potrà
visitare tutti i giorni (lunedì escluso), con i seguenti orari: martedì, dalle
ore 10.80 alle 23.00; mercoledì e venerdì, dalle 16.00 alle 19.00; giovedì,
sabato e domenica, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
( da "Stampa, La" del
21-06-2009)
Argomenti: Class Action
SCUOLA.LE PROPOSTE
DEL COORDINAMENTO INSEGNANTI "Rilanciamo le mense ecologiche"
[FIRMA]MATTEO PRIA MOSSO Dal coordinamento provinciale degli insegnanti arriva
una serie di proposte sulla gestione delle mense scolastiche. L'intento del
coordinamento è di sensibilizzare le amministrazioni comunali responsabili
della gestione delle mense. «Il primo aspetto è relativo all'acqua potabile -
spiega il professor Giuseppe Paschetto -. Nel Biellese esiste in generale
un'acqua potabile di ottima qualità, tuttavia in molte mense scolastiche si
utilizza acqua minerale in bottiglia». L'utilizzo di acqua del rubinetto,
ovvero proveniente dagli acquedotti pubblici avrebbe molteplici risvolti
positivi. Spiega Paschetto: «Innanzitutto la diminuzione di costi, poi la
riduzione della massa di rifiuti in plastica con conseguente impatto
ambientale, anche in presenza di riciclo, e aumento di costi per la
collettività. Infine il trasporto di acqua minerale comporta un pesante impatto
a livello di trasporto e quindi traffico, consumo di risorse energetiche,
inquinamento dell'aria«. Da qui la proposta di utilizzare nelle mense acqua di
rubinetto, eventualmente dopo aver installato appositi dispositivi per
l'abbattimento del cloro. Il secondo problema è rappresentato dalle stoviglie usa
e getta che non sono riciclabili. «La plastica non derivante da imballaggio
infatti per legge non è soggetta a raccolta differenziata e finisce per
incrementare in modo considerevole la quantità di rifiuti non riciclabili -
osserva Paschetto -. Si tratta quindi da questo punto di
vista di una azione poco educativa nei confronti dei giovanissimi utilizzatori
delle mense ai quali arriva un messaggio contraddittorio in termini di tutela
ambientale». Tutto ciò comporta infine evidenti aumenti di costo di smaltimento
a carico della collettività. «In questo caso il coordinamento - continua
Paschetto - propone che i Comuni richiedano alle società di gestione l'utilizzo
di stoviglie riutilizzabili». L'ultimo aspetto è relativo agli sprechi di cibo.
"A detta di quasi tutti i docenti nelle mense esiste una elevata quota di
cibo che viene sprecato - conclude Paschetto -. Si tratta di cibo che non viene
consumato e che quindi potrebbe essere utilmente utilizzato a favore di persone
indigenti, come auspicato dalla stessa Asl di Biella e da associazioni come
Caritas, Banco Alimentare, CSV". In pratica il coordinamento propone di
riprendere la legge 155 del 2003 detta del "Buon Samaritano" proposta
dal precedente governo Berlusconi che prevede la possibilità di riutilizzare il
cibo non consumato nelle mense scolastiche.
( da "Stampa, La" del
21-06-2009)
Argomenti: Class Action
ORIZZONTALI: 1.
Borsetta rigida ad astuccio; 8. Riceve la Moldava; 11. Lo Stato di Mbabane; 19.
Chi lo recita riconosce le proprie colpe; 21. Non ebbe madre; 22. La tosse
«cattiva»; 24. Tubi elettronici; 25. Squadra madrilena; 27. Misura
l'inclinazione rispetto a un piano orizzontale; 28. Baronetto; 29. Il narratore
de la Bretonne; 31. Le prime della classe; 33. Cavallo
da tiro che serviva da rinforzo a una vettura in salita; 34. Si cita con Knaus;
36. Sigla di Caserta; 37. Forma il lago di Brienz; 39. Virna attrice; 40. Un
po' di fiducia; 41. Sudditi di Decebalo; 42. Prigione parigina annessa al
Palazzo di Giustizia; 45. Batte la doppia coppia; 47. Misura terriera; 48. class="hilite">Un famoso esponente dell'«class="term">action painting»; 49. Giunzione
articolata tra due pezzi; 51. Contraddittore per partito preso; 53. Iniz. della
Tebaldi; 55. Affluente della Mosella; 57. Juventino; 58. Licenziamento del
colono o del mezzadro; 61. Maschera protettiva; 63. Dipinse «La persistenza
della memoria»; 64. Zeppa letterale; 66. Si nomina col Vagabondo; 67. Levate;
69. Ricollocarsi in un ambiente; 70. Insenatura marina; 71. Misura di
superficie; 72. Pronome per l'amico; 73. Kitagawa pittore; 74. La pupilla di
don Bartolo; 75. Iniz. di Rosai; 76. Molto conosciute; 77. Si chiamò ut.
VERTICALI: 1. Iniz. di Campanella; 2. Località turistica in provincia di
Foggia; 3. Propria dei sogni; 4. Disco misterioso; 5. Bevanda fatta con le
mele; 6. Gabbie per trasportare polli; 7. Fine di tournée; 8. Monti siciliani;
9. L'«Ami» di Maupassant; 10. Iniz. di Vivaldi; 12. Fondò il «Bauhaus»; 13. La
provincia di Abha; 14. Ampio grembiule; 15. Poveri... letterari; 16. Un confine
latino; 17. Desiderio ardente; 18. Venuto alla luce; 20. Un grosso fiore; 23.
Il nome della Lessing; 26. Messa a lato; 28. Allunga il whisky; 30. Cede alla
banca un titolo di credito; 31. Animati in televisione; 32. Specchi d'acqua
litoranei; 35. Simbolo del nichelio; 38. Il ritorno alle scene; 40. Un seme
delle carte da gioco; 42. Vecchio quartiere arabo; 43. Il creatore di Philip
Marlowe; 44. Nome di duchi d'Este; 46. Il centro di Verdun; 48. Simbolo
dell'ettaro; 49. Un insieme di coordinate; 50. Umbra in provincia di Perugia;
51. Nancy attrice; 52. Tela bianca e fine di lino; 54. Squadra granata; 55. Il
Mineo in «Gioventù bruciata»; 56. Nome di missili statunitensi; 59. Dio lunare
egizio; 60. Pittore surrealista spagnolo; 62. Un Gastone de' Medici; 65.
Persona giuridica; 68. Si cercava nel Klondike; 69. Il liquore nel babà; 72. I
confini della Tunisia.
( da "Unita, L'" del
21-06-2009)
Argomenti: Class Action
Manovra d'estate con
scudo fiscale BIANCA DI GIOVANNI È in dirittura d'arrivo il «decreto omnibus»
che varerà nuove misure finanziate dal gettito di una nuova edizione dello
scudo fiscale. Indiscrezioni lo danno in arrivo la prossima settimana. In
realtà gli uffici stanno lavorando alla sanatoria per il rientro dei capitali
illegalmente esportati già da mesi. Manca ancora l'ultima limatura sulle cifre,
ovvero la decisione sull'aliquota da imporre per l'emersione. Tempo fa si era
parlato di un livello vicino al 10%, quattro volte di più di quanto si chiese
nel 2002. Ultimamente quel valore è dimezzato. Le voci parlano del 5-7% per un
gettito stimato tra i 3 e i 4 miliardi. Secondo stime nella sola Svizzera
sarebbero depositati 500miliardi di euro di origine italiana. Il dato dimostra
che a poco è servita la scorsa sanatoria: la fuga nei paradisi fiscali è
continuata. Inoltre non è affatto detto che tutte le risorse depositate
all'estero vengano riportate in Italia, soprattutto se si tratta di attività
legali. In ogni caso lo scudo rappresenterà un'ottima occasione per le banche
italiane, che potranno gestire cospicui portafogli. Un approfondimento sullo
scudo è consultabile sul sito www.nens.it. ipotesi manovra C'è chi sospetta che
Giulio Tremonti punti su questa misura (su cui ha cercato il consenso anche
dell'opposizione) per correggere in parte il deficit di bilancio. insomma, si
tratterebbe di una manovra estiva, anche se all'economia negano recisamente. In
ogni caso le risorse serviranno per varare nuove misure di aiuto all'economia
reale, che arranca sotto i colpi della crisi. La confcommercio valuta che gli
italiani sono più poveri oggi che nel 2001. La Confindustria chiede una
Tremonti-ter per detassare gli investimenti. Maurizio Sacconi promette un bonus
alle imprese che non ricorrono alla cassa integrazione. Ma i sindacati,
Guglielmo Epifani in testa, chiedono più attenzione per i lavoratori meno
tutelati, specie i precari. fronte sindacale Il fronte sindacale sembra
intenzionato ad affrontare questa drammatica fase di crisi a ranghi serrati.
L'unità sindacale è possibile ritrovarla «partendo da ciò che unisce, a partire
dalla rappresentanza, gestendo con intelligenza i punti su cui siamo divisi»,
ha detto ieri Epifani intervenendo alla festa della Cisl di Levico Terme,
replicando all'augurio partito da Raffaele Bonanni di un nuovo inizio sul
cammino dell'unità. Per Epifani i temi unificanti sono «la lotta all'evasione
fiscale, gli sgravi fiscali per i redditi da lavoro dipendente e per i
pensionati e la gestione delle crisi industriali a livello locale che
affrontiamo in modo unitario». Tutti capitoli di quel tavolo anticrisi che i
rappresentanti dei lavoratori chiedono da tempo. Insieme allo scudo fiscale, class="hilite">sono in vista nuove proroghe,
come la class="term">class
class="term">action. Proroga anche per la
conversione dei bond Alitalia, il cui termine è al 10 luglio. Il testo dovrebbe
prevedere un innalzamento del rimborso dall'attuale 30% al 70% del valore del
titolo. Provvedimento atteso in settimana. Regalo agli evasori con una aliquota
tra il 5 e il 7%. Gettito stimato circa 4 miliardi. Così Tremonti finanzierà
nuove misure. Ma le risorse serviranno anche a ridurre il deficit.
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 21-06-2009)
Argomenti: Class Action
ADRIA E DELTA DEL PO
pag. 9 Loreo, è il gran giorno della sagra del pane IL
COMITATO d'Azione dei
Lavoratori prepara un'azione legale contro le lungaggini, le problematiche
amministrative, le incertezze giuridiche e le opposizioni che da quattro anni
continuano a ritardare o, peggio, a bloccare, la conversione della nuova
centrale di Porto Tolle. Il portavoce del Comitato Maurizio Ferro
spiega: «E' necessario che siano ben chiari i costi che si accompagnano alle
ritardate o mancate realizzazioni, costi che ricadono sull'intera collettività.
Infatti - prosegue Ferro - questi costi non ricadono solo sui lavoratori della
centrale di Porto Tolle, sulle aziende locali ed i loro dipendenti, impiegati
nell'indotto della centrale, ma anche sul tessuto produttivo del Veneto e sul
sistema energetico nazionale, perché la conversione a carbone crea le premesse
per la riduzione delle bollette elettriche, e quindi è a favore della
competitività delle imprese e delle tasche dei consumatori». «E' nostra
intenzione - annuncia Ferro - far redigere un'articolata analisi costi-benefici
basata sugli scenari alternativi di ritardo-mancata realizzazione della
centrale a carbone, a seguito delle contestazioni che hanno avviato l'attività
della Procura di Rovigo ed amministrazioni locali come il Comune di Rosolina,
nel periodo della procedura di autorizzazione. Il costo dell'opera, presentata
il 31 maggio 2005 - ricorda Ferro -, è salito da 1,5 miliardi a 2,2 miliardi di
euro nei quattro anni di attesa, e ogni giorno passato è uno schiaffo in faccia
ai lavoratori della centrale e ai lavoratori delle imprese dell'indotto». La
centrale di Porto Tolle è entrata in esercizio nei primi anni 80 e con
l'escalation del prezzo del petrolio ha visto ridursi, progressivamente, le ore
di esercizio. La forza lavoro alle dirette dipendenze di Enel e nell'indotto,
così, è in continua diminuzione. Le imprese hanno ridotto gli addetti da circa
200 agli attuali 40: mentre in centrale, dal numero teorico di 350 unità,
l'organico è sceso a 200, perché da qualche anno molti addetti alla
manutenzione e all'esercizio lavorano "in trasferta", prevalentemente
nelle centrali a carbone di Fusina, Genova, Brindisi e Porto Marghera. La
conversione a carbone pulito realizzerebbe un investimento in grado di ridurre
dell'88 per cento le emissioni inquinanti rispetto all'attuale impianto, e
quelle di CO2 del 18 per cento. «Il sotto utilizzo dell'impianto di Porto Tolle
- ricorda il portavoce dei lavoratori Maurizio Ferro - costa anche al Veneto un
deficit energetico del 37 per cento, nel rapporto tra energia prodotta e
fabbisogno. Per questo sarà calcolato il danno accumulato finora, quello che
deriverebbe dalla perdita di questa opportunità, e ne chiederemo il
risarcimento se il progetto di conversione non sarà realizzato».
( da "Riformista, Il"
del 21-06-2009)
Argomenti: Class Action
Questa settimana il
"Premio Polena" per l'articolo più interessante va a Pietro Ichino
con "Servizi pubblici, riforma a metà" pubblicato sul Corriere della
Sera di venerdì 19 giugno 2009 Questa settimana il "Premio Polena" per
l'articolo più interessante va a Pietro Ichino con "Servizi pubblici,
riforma a metà" pubblicato sul Corriere della Sera di venerdì 19 giugno
2009. Scrive Ichino che l'apertura del ministro Brunetta di circa sette mesi fa
al contributo dell'opposizione sulla riforma della pubblica amministrazione
aveva consentito di delineare un sistema di valutazione indipendente della
qualità e quantità dei servizi forniti dalle amministrazioni pubbliche. Il
sistema aveva la sua chiave di volta in una autorità nazionale indipendente e
autonoma dal Governo, che potesse in questo modo sfuggire al pericolo più
grande ed esiziale, che era (ed è) l'alleanza tra apparati burocratici e certa
politica per la difesa dello status quo. La legge n. 15/09 emanata il 4 marzo
scorso prevedeva esattamente questo. Poi è arrivata la volta dei decreti
attuativi e - sostiene Ichino - la musica è radicalmente cambiata. Le
resistenza politiche e dell'apparato hanno avuto la meglio; l'autorità
indipendente è scomparsa rimpiazzata da una grigia «commissione ministeriale»,
la quale deve operare «in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei
ministri e con il ministro dell'Economia». Per incanto scompaiono l'autonomia
organizzativa e finanziaria dell'organo; e la commissione sarà peraltro priva
di qualsiasi potere sanzionatorio; scompare infine l'«azione
collettiva» di cui i
cittadini avrebbero potuto avvalersi per denunciare gli inadempimenti delle
amministrazioni pubbliche. Conclude Ichino: «Il ministro Brunetta, sul terreno
di questa riforma, aveva preso pubblicamente l'impegno a dimettersi, piuttosto
che accettare un depotenziamento grave del testo legislativo. Poiché
invece ha deciso di non dimettersi, ora egli deve ai cittadini una spiegazione
riguardo a questo che appare come un vero e proprio dietrofront». Per inciso:
il ministro Brunetta ha risposto alla lettera di Ichino, denunciando il
professore di narcisismo ma omettendo risposte puntuali sui temi sollevati.
Sarebbe opportuno che nascesse un vero dibattito pubblico per capire veramente
di che pasta è questa riforma. Il testo completo dell'articolo è disponibile su
www.ilriformista.it e su www.polena.net. 21/06/2009
( da "Corriere della Sera"
del 21-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: PRIMA PAGINA data: 21/06/2009 - pag: class="hilite">1
La zona della movida assediata dagli spacciatori «Class class="term">action»
dei residenti contro i pusher del Ticinese I residenti di Porta Ticinese sono
pronti a presentare una denuncia collettiva in Procura contro vandalismi e
spacciatori di droga: «È sotto gli occhi di tutti il degrado causato da
venditori abusivi di birra, spacciatori e balordi. Nessuno ci tutela». Da via
Vetere alle Colonne di San Lorenzo. Dopo l'allarme dei residenti sui Navigli,
ora c'è un altro quartiere in rivolta, «assediato» dalle degenerazioni della
movida. Il comitato di zona raccoglierà nei prossimi giorni segnalazioni e
adesioni degli amministratori di condominio alla battaglia legale. A PAGINA 7
Stella
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E SOCIETA data: 2009-06-21 - pag: 41 autore: Politica Il
Paese che cambia colore Un confronto tra i «microfenomeni» di Panebianco e le
mappe disegnate da Ilvo Diamanti di Stefano Folli S tudiare la politica è da
sempre compito non proprio da «scienziati ». Nel senso che la complessità e
l'imprevedibilità dei processi richiedono che l'analista
siadotatodiintuizioneedifantasiaingra-dosufficientedacaptareanchequeifeno-menichenonsonoincasellabilineglische-miastrattiebenco
laudatidall'erudizione accademica. S'intende che questo aspetto rende il
mestiere dello scienziato politico piuttosto divertente, proprio per il margine
di follia, se così si può dire, rintracciabile in alcuni processi sociali e
politici. Tuttavia, è inutile sottolinearlo, la scienza politica è una
disciplina molto seria; anche perché non si è trovato nulla di meglio, da
Vilfredo Pareto e Max Weber in poi, per comprendere le ragioni di quello che
accade nel livello politico e istituzionale delle nostre società, per
interpretare i meccanismi che regolano i conflitti, producono le aggregazioni,
definiscono il consenso. Quale sia il progresso costante di questa scienza,
nell'intreccio costante con la migliore sociologia, lo dimostrano da anni le
opere di due tra i maggiori studiosi italiani, Ilvo Diamanti e Angelo
Panebianco. La loro attività si svolge in ambito uni-versitario, ma si proietta
verso il grande pubblico attraverso la collaborazione gornalistica a grandi
testate: il «Corriere della Sera» nel caso di Panebianco; «la Repubblica » (e
in precedenza «Il Sole 24 Ore») nel caso di Diamanti. Le loro più recenti
pubblicazioni sono apparse in libreria quasi contemporaneamente. E sono in
apparenza molto diverse, salvo il fatto di avere lo stesso editore. In realtà
ci sono dei legami. Panebianco propone L'automa e lo
spirito- Azioni individuali, istituzioni, imprese collettive, un saggio
tutt'altro che divulgativo, il cui titolo deriva da Blaise Pascal. Si tratta di
un tentativo molto rigoroso di esplorare il percorso che dai «microfenomeni»,
legati all'azione del singolo individuo o di piccoli gruppi con una precisa
base locale, porta ai «macrofenomeni », ossia agli scenari e ai
comportamenti collettivi che siamo abituati a definire come Stato, nazione,
istituzione o impresa economica. Non è un tema nuovo, avverte Panebianco, anzi
è fortemente radicato nella tradizione classica della sociologia politica;
eppure si coglie subito l'ambizione di dare un'impronta originale a questo nuovo
studio, con la volontà di salire verso una teoria più moderna e accurata in
grado di spiegare i mille perché dell'organizzazione sociale. Di qui la
riflessione sui condizionamenti che muovono i pensieri e le decisioni
dell'individuo, influenzandone l'autonomia. Ilvo Diamanti si muove su un
diverso terreno. Il suo obiettivo è illustrare i cambiamenti
politico-elettorali che hanno modificato –sia pure non dappertutto –la carta
geografica del Paese. Il titolo del saggio è Mappe dell'Italia politica - Bianco,
rosso,verde,azzurro...e tricolore. Un'indagine accurata che ha per motivo
conduttore il rapporto tra politica e territorio. Il nodo è cruciale e Diamanti
lo va investigando da tempo nei suoi lavori. Il ricorso ai colori è
significativo: anche nel suo voler ammiccare al lettore. Bianco era il colore
del Nord-Est cattolico e democristiano negli anni lontani della Prima
Repubblica, prima che diventasse verde con la grande marea della Lega. Rosso
era, e in qualche misura è ancora,il colore dell'Italia centrale: un tempo
comunista, oggi serbatoio del Partito democratico. Ma è un serbatoio che perde,
come hanno dimostrato anche le recenti elezioni europee e più ancora
amministrative. Diamanti è efficace nel descrivere le trasformazioni e anche le
non-trasformazioni di questa complessa mappatura dell'Italia del duemila.
Spiega con chiarezza che il rosso tosco- emiliano (ma anche umbro e
marchigiano) va stingendo oggi in una specie di rosa. Descrive il Sud a macchia
di leopardo. Ma soprattutto affronta l'avvento del colore azzurro.Il colore
dell'era berlusconiana, che sul finire del Novecento ha preso il sopravvento.
Pur dovendo misurarsi con la concorrenza stabile del verde leghista. L'azzurro,
dice Diamanti, significa una perdita di identità, il venir meno del legame con
il territorio. Laddove il bianco cattolico e il rosso comunista erano (in
qualche caso sono ancora) la prova di una politica che sapeva stare «nel
territorio ». E il verde di Bossi è invece il territorio «contro» la politica,
in varie forme. Qual è il legame tra i due libri? Panebianco descrive gli
aspetti «micro» che diventano «macro», si fanno senso comune. La teoria del
«reticolo sociale» è fondamentale per capire la genesi dei fenomeni, il loro
vincolo con la dimensione individuale e locale. è uno strumento per capire la
grande rappresentazione leghista, che è un po' l'alfa e l'omega del mutamento
italiano studiato da Diamanti. Dalla Prima alla Seconda Repubblica. Anzi, forse
ormai quasi alla Terza. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1Angelo Panebianco, «L'automa
e lo spirito - Azioni individuali, istituzioni, imprese collettive», Il Mulino,
Bologna, pagg. 264, Á 25,00; 1Ilvo Diamanti, «Mappe dell'Italia politica -
Bianco, rosso, verde, azzurro... e tricolore», Il Mulino, Bologna, pagg. 160, Á
16,50. Secondo il sociologo veneto, l'azzurro dell'era berlusconiana è la fine
delle radici territoriali. Mentre il verde leghista... ILLUSTRAZIONE DI
DOMENICO ROSA
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 22-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: SPORTELLO RECLAMI data: 2009-06-22 - pag: 25 autore: Consumi.
Le offerte di rimborso della differenza se il cliente trova un prezzo più basso
La promessa di sconto deve essere mantenuta Per il venditore è vincolante non appena
viene resa pubblica Maurizio Di Rocco Il quesito proposto dal lettore descrive
due differenti figure negoziali: l'offerta al pubblico e la promessa al
pubblico. L'offerta al pubblico è regolata dall'articolo 1336 del Codice civile
e si presenta come una vera e propria proposta contrattuale indirizzata non a
un cliente determinato, bensì a una indeterminata collettività di possibili
destinatari, i quali potranno concludere positivamente il relativo contratto
semplicemente comunicando la propria accettazione all'offerente. Pur non
essendo vincolate al rispetto di particolari formule, per essere validamente
espresse, sia l'offerta sia l'accettazione debbono comunque rispettare le
prescrizioni previste dalla legge, ovvero: l'offerta deve contenere tutti gli
elementi essenziali del contratto che è destinata a proporre;l'accettazione
deve risultare perfettamente coincidente con l'offerta cui si riferisce, senza
introdurre alcuna variazione nei termini o nelle condizioni contrattuali.
Quanto alla promessa al pubblico, essa costituisce, invece, un particolare
negozio unilaterale, regolato dall'articolo 1989 del Codice civile, in cui la
dichiarazione del promittente non è specificatamente diretta a concludere un
contratto, bensì a assicurare una determinata prestazione a favore di chi si
trovi in una certa situazione o compia una determinata azione. Per il
promettente il vincolo sorge non appena la promessa è resa pubblica, mentre per
la controparte il diritto a ottenere quanto promesso sorge nel momento in cui comunica
al primo l'avvenuta realizzazione della condizione richiesta. Se alla promessa
non viene apposto un termine, o se questo non risulta comunque evidente dalla
sua natura o dal suo scopo, la legge dispone che la stessa debba intendersi
decaduta entro un anno da quando è stata resa pubblica sempre che, ovviamente,
non siano giunte nel frattempo diverse comunicazioni. Come l'offerta al
pubblico, anche la promessa è revocabile prima della sua scadenza naturale, ma
mentre la prima è sempre revocabile nelle stesse forme con cui è stata fatta
conoscere, la seconda è revocabile solo per giusta causa e in nessun caso la
revoca potrà avere effetto se la situazione in essa prevista si è già
verificata o l'azione è già stata compiuta. Nel caso del lettore, costui, dopo
aver concluso il contratto di acquisto con il punto vendita mediante
l'accettazione delle condizioni ivi stabilite, ha certamente acquisito anche il
diritto a ottenere l'ulteriore prestazione di sconto promessa dal venditore,
avendo eseguito l'azione necessaria e sufficiente per
pretendere l'adempimento dell'obbligazione promessa. Il venditore, dal canto
suo, potrà sottrarsi all'esecuzione di quanto prospettato al pubblico solo
dimostrando che il compimento dell'azione prevista a carico dell'acquirente è
avvenuta oltre il termine indicato, ovvero che tale azione non è quella
richiesta per la validità dell'obbligazione. Per quanto riguarda i
rimedi esperibili dal lettore per ottenere l'adempimento di quanto a lui
spettante, l'articolo 1324 del Codice civile estende anche alle promesse
unilaterali l'efficacia delle norme dettate per i contratti, in quanto
compatibili: si applicheranno di conseguenza gli articoli 1218 e seguenti del
Codice civile, cosicché il lettore dovrà costituire in mora il venditore mediante
un'intimazione scritta che fissi un breve termine per l'adempimento spontaneo,
decorso inutilmente il quale egli potrà agire in giudizio per ottenere il
riconoscimento delle proprie ragioni e il risarcimento del danno eventualmente
subito. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Reuters Italia"
del 22-06-2009)
Argomenti: Class Action
ROMA (Reuters) -
Andrà all'esame del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo 26 giugno il
decreto legge con il nuovo pacchetto fiscale di sostegno alle imprese, compreso
il premio per chi non licenzia. Lo riferisce una fonte governativa precisando
che non è ancora stato deciso se inserire o meno lo scudo fiscale sulla
riemersione dei capitali portati illecitamente all'estero. La manovra potrebbe
contenere anche la cosiddetta Tremonti ter sulla detassazione degli utili
reinvestiti, chiesta a gran voce dagli industriali ma sulla quale il ministro
dell'Economia Giulio Tremonti non si è ancora pronunciato. Con tutta
probabilità, il decreto farà poi slittare per la terza volta l'class="hilite">entrata in vigore della Class class="term">action versione Finanziaria 2008,
prevista a partire dal mese di luglio. "Il decreto sarà esaminato questo
venerdì", ha detto la fonte. A differenza di quanto avvenuto solitamente
in passato, la manovra di metà anno che accompagna il Dpef non dovrebbe
prevedere forti interventi restrittivi per il bilancio pubblico. Correzioni in
corsa sull'andamento tendenziale dei conti ci dovrebbero essere ma saranno
comunque di lieve entità. Al Tesoro, infatti, continua a prevalere la linea che
in tempi di crisi non bisogna drenare ulteriori risorse all'economia. LE MISURE
PER LE IMPRESE E IL BONUS OCCUPAZIONE Il decreto punta soprattutto a fornire
nuovi stimoli alle piccole e medie imprese colpite dalla crisi economica e
conterrà, come annunciato dal ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, un
aumento della soglia di compensazione fra crediti e debiti verso la pubblica
amministrazione. Altre misure per velocizzare il pagamento dei crediti alle
imprese, che Bankitalia ha quantificato in 2,5 punti di Pil, sono allo studio
del ministero per la Funzione pubblica. La fonte spiega che nel decreto finirà
anche il "premio di occupazione" alle aziende che decidono di non
licenzare. Continua...
( da "Repubblica, La"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina 25 - Economia
Tasse sul lavoro, Italia prima in Europa Via al bonus-occupazione e alla
Tremonti ter. Abruzzo, fondi per le seconde case ROBERTO PETRINI ROMA -
Decretone d´estate in arrivo: venerdì il corposo provvedimento servirà per
tentare di dare ossigeno a occupazione e imprese e in parte per assicurare la
copertura di misure varate nei messi trascorsi. In prima linea i due
provvedimenti sull´occupazione del ministro del Welfare Sacconi: il primo
consentirà alle imprese, attualmente con le linee produttive ferme e i
dipendenti in cig, di riconvertire i propri lavoratori svolgendo corsi di
formazione in fabbrica (parte pagati con la cig e parte dall´azienda). Il
secondo provvedimento consentirà ad un lavoratore in cig, che decide di
licenziarsi ed avviare una attività autonoma, di ottenere in unica soluzione i
dodici mesi di «cassa». Novità anche sul fronte della gestione dei dati:
nascerà una nuova banca dati Inps-Agenzia delle entrate per monitorare su base
amministrativa, e non su proiezioni e sondaggi, gli andamenti dell´economia. Il
decreto arriva mentre l´Italia mette a segno un nuovo record negativo: il
carico fiscale sul lavoro è il più alto d´Europa, a quota 44% contro una media
continentale del 34,4%. Preoccupata la Cgil che ha denunciato ieri come i
lavoratori dipendenti abbiano perso 7.000 euro in 15 anni per le trattenute
fiscali. L´altro pilastro del decreto riguarda le imprese: le misure
riguarderanno la detrazione degli investimenti in macchinari (Tremonti-ter),
l´accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione. In ballo anche
una norma che prevede l´accelerazione degli iter autorizzativi per gli
investimenti privati (energia, termovalorizzatori, opere viarie). Rinviato lo
scudo fiscale, in attesa del concerto internazionale, è possibile che nel
decreto entri una norma propedeutica che definisce l´identikit dei paradisi
fiscali. Nel pacchetto anche l´annunciata stretta all´evasione fiscale
attraverso le compensazioni dei crediti Iva. Si parla inoltre di norme per
favorire la concorrenza nel mercato dell´energia e di una nuova disciplina
degli acquisti da parte della pubblica amministrazione. Nel class="hilite">menù
anche il rimborso per gli obbligazionisti Alitalia e il rinvio della class="term">class class="term">action. Sul piano più strettamente
relativo ai conti pubblici misure dovrebbero essere prese sui piani di rientro
dei deficit sanitari delle cinque regioni in questione (Lazio, Campania,
Abruzzo, Molise e Sicilia). Mentre saranno assicurati i finanziamenti delle
missioni di pace e quelli per l´editoria. Infine il problema della
ricostruzione delle seconde case in Abruzzo: una norma dovrebbe assicurare i
fondi necessari.
( da "Repubblica, La"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina 41 - Cultura
ERETICI I 40 anni contro del Manifesto gli ultimi Nel 1969 un gruppo di
esponenti del Pci fonda una rivista: sono Pintor, Rossanda, Magri, Parlato e
altri intellettuali Nasce così un giornale fiero di essere minoranza critica
Contro la radiazione votarono Mussi, Lombardo Radice e Luporini Dopo una
liturgia macchinosa il partito comunista decise di sopprimere la pubblicazione
NELLO AJELLO Ventitré giugno 1969, quarant´anni fa. Un gruppo di esponenti del
Pci fonda a Roma una rivista mensile, il manifesto, che subito appare un caso
esemplare di eresia politica. Stampata a Bari dalla casa editrice Dedalo e
diretta da Lucio Magri e Rossana Rossanda, la rivista è promossa anche da Luigi
Pintor, Aldo Natoli, Massimo Caprara e da altri intellettuali comunisti:
Luciana Castellina, Valentino Parlato, Eliseo Milani, Lisetta Foa, Luca
Trevisani. I promotori sono identificabili come una «nuova sinistra», vicina ad
Ingrao. Così, almeno, è apparso fino all´XI congresso del Pci (1966). Tre anni
più tardi, in quel XII congresso che elevò Enrico Berlinguer alla
vicesegreteria con Luigi Longo, il gruppo ha ribadito la propria natura di
minoranza critica. E´ stato proprio Berlinguer a far eleggerne nel Comitato
centrale Rossanda, Natoli e Pintor. In nome di quella «discussione libera, e
improntata a spirito di tolleranza» (così si è espresso) che sta prevalendo nel
partito. La prima idea di dar vita al periodico - in partenza Magri vorrebbe
chiamarlo Il Principe - risale all´estate del 68. Un
simpatizzante, Lucio Colletti, vi ravvisa la speranza che si apra «anche nel Pci
il periodo della lotta politica palese». L´esordio è duro. Natoli parlerà di
«mesi di angoscia». E così li ricorderà Massimo Caprara: «Dell´esperienza del
manifesto», si legge nel suo volume Ritratti in rosso (Rubbettino, 1989), «mi
rimarrà il nitore pacato e costruttivo di certe discussioni dell´estate
del 68, nel cuore del movimento studentesco». Ed ecco effigiati, sotto la sua penna, i
responsabili dell´avventura: «Rossanda lucidamente egemone, Pintor
imprevedibile, ferratissimo Magri, Natoli rigoroso». Ma che cosa c´è scritto
nella rivista-scandalo? Vi si boccia l´idea di far svolgere a Mosca una
conferenza dei partiti comunisti. Un devoto rilievo si riserva alla
«rivoluzione culturale» cinese. Si biasimano certi anticipi di «compromesso»
fra il Pci e la Dc. In tutto questo Rinascita coglierà «un primo passo verso
un´azione di gruppo o di corrente, verso un´attività, lo si voglia o no, di
tipo frazionistico». L´attacco porta la firma di Paolo Bufalini, un dirigente
comunista di solito cauto e culturalmente sottile. Ma i tempi sono così:
all´attenuarsi dell´obbedienza all´Urss non corrisponde una reale tolleranza
nel dibattito interno. Farà scalpore, nel numero 3 del manifesto, un titolo:
Praga è sola. Si tesse un elogio della primavera di Dubcek, repressa da Mosca.
Nel numero 4 appare una lettera che invano Pintor aveva inviato all´Unità:
l´autore polemizza con Giorgio Amendola che ha sostenuto la necessità per i
comunisti di entrare presto nel governo. Una fretta che ai protestatari della
«nuova sinistra» appare impudica. Era difficile valutare, all´epoca, quale
reale pericolo per il Pci si racchiudesse nelle pagine del manifesto. Emergeva
tuttavia un aspetto tutt´altro che formale della vicenda: il ripetersi, per
l´occasione, d´un rituale trito e malinconico, alquanto odoroso di Curia. Il
primo atto del cerimoniale era stato la convocazione, di fronte alla gerarchia
di partito, degli eretici (una pratica che i funzionari pontifici chiamavano
«la sacra udienza») per convincerli a ritrattare: di fatto, a Rossanda e Magri
questo monito, risultato vano, era stato rivolto in extremis dai membri della
direzione comunista. Sarebbe seguita su Rinascita - l´abbiamo visto - la
«pubblica confutazione delle tesi». A fine ottobre apparve poi sull´Unità una
notizia in cui si informava che «il compagno Alessandro Natta» si sarebbe
assunto il compito di «procedere a un esame approfondito della questione
relativa al manifesto». Natta era il presidente della Quinta commissione, una
sorta di Congregazione del Sant´Uffizio in chiave laica. Si prevede che l´atto
conclusivo del rituale sia l´emissione di una bolla in nome della «Chiesa docente».
La liturgia è macchinosa. La Commissione Natta termina i suoi facondi lavori
deliberando la soppressione della rivista. Ma la decisione va discussa in
Comitato Centrale. Lì, Enrico Berlinguer afferma: «Non basta riconoscere e
garantire la legittimità del dissenso, resta il problema dei modi della sua
espressione efficace». Le posizioni del manifesto vengono difese con dignità da
Rossanda. Il Comitato centrale, di nuovo convocato per il 25 e il 26 novembre,
deliberò la «radiazione» dal Pci della stessa Rossanda, di Pintor e Natoli. La
decisione era passata con i voti contrari, oltre che degli interessati, di
Lucio Lombardo Radice, Cesare Luporini e Fabio Mussi; astenuti Giuseppe
Chiarante, Sergio Garavini e Nicola Badaloni. Poco più tardi, un analogo
«provvedimento amministrativo» venne adottato per Magri. Caprara vide
cancellato il suo nome dal novero degli iscritti alla federazione di Napoli.
Qualcosa di simile toccò a Parlato e Castellina. In dicembre la Pravda vide in
queste decisioni del Pci «la più ampia garanzia del consolidamento del partito
e della difesa del centralismo democratico». Di fatto, una minaccia,
proveniente da Mosca, riguardava un´azione di «frazionismo» da promuovere nel
Pci, se si fosse mostrato troppo arrendevole, al suo interno, verso i
«devianti». Qualcuno accennava al progetto di far nascere, in Italia, una
rivista rigidamente filosovietica. Se ne indicavano sia il titolo, L´appello di
Lenin, che gli ispiratori, Edoardo D´Onofrio e Ambrogio Donini. Quando, nei
primi mesi del 1971, il manifesto stava per trasformarsi in quotidiano, Luigi
Pintor confidò, ad Umberto Eco ed a me che con lui ne discutevamo per
L´Espresso, di guardare a un precedente da lui giudicato illustre,
«l´esperienza dell´Unità dell´immediato dopoguerra», la quale s´era giovata di
«un afflusso di giovani quadri venuti dalla Resistenza. Essi inventarono il
giornale, impararono a farlo e lo fecero bene». Valutare che cosa resti in
piedi oggi della complessiva avventura del manifesto-giornale implicherebbe un
discorso a parte. Si può soltanto ricordare che il foglio, uscito nell´aprile
di trentott´anni fa, è l´unico superstite fra le testate quotidiane create
dall´ultrasinistra in quei tempi difficili. «è solo un giornale», qui è ancora
Pintor che parla. «Ma per noi è molto di più. Entrarci non è una scelta di
mestiere ma un arruolamento volontario». La qualifica di eretico, che il
partito aveva assegnata a lui e al suo gruppo, egli la rivendicava come un
emblema morale.
( da "Unita, L'" del
23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Da Barack a Silvio,
che salto... Quando in tv vedo il presidente Obama, per la classe
ed il fascino che ha mi viene in mente Denzel Washington. Poi vedo
Berlusconi... Cristina Il bavaglio Il Sultano di Arcore spudoratamente vuole
zittire i media che parlano delle sue grane. Impedire la libertà di stampa è
fascismo! Si vergogni! P.S. Chiarisca o si faccia da parte! F.V. '46 È sempre
Commedia Medioevo... «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere
in gran tempesta, non donna di provincie ma bordello!» (Dante Alighieri. Divina
Commedia, Purgatorio, canto VI). Ma non doveva essere 700 anni fa? class="hilite">Andrea Terzano Due leggi, due
misure Class class="term">action non
retroattiva! Legge anti-intercettazioni retroattiva! Come mai? Massimo, Terni
Berlusconi al lavoro Cara Unità, ma Berlusconi non diceva che lavorava per i
suoi impegni politici e sociali, più di quindici (15!) ore al giorno? Ma dove:
ai festini napoletani? Vamo, Taranto L'insulto del Tg1 Chi paga il canone Rai
ha il diritto di avere una informazione libera non legata agli interessi del
padrino di Minzolini! Questo è uno schiaffo all'intelligenza di quegli italiani
che hanno lottato per la vera libertà, non quella falsa dell'utilizzatore dei
voti x i suoi fini. Luigi, Palermo L'unto delle escort Anche
"l'utilizzatore finale" commette favoreggiamento della prostituzione,
se offre le escort ai suoi ospiti nelle proprie dimore... Giancarlo Ruggieri,
Reggio Emilia Sarà mica che "porta sfiga"? Rileggere la striscia
rossa del 24 giugno 2008 e rassegnarsi: il "cavaliere" porta jella
anche alla nazionale di calcio. Rossella, Perugia l'Unità e la copia di mio
padre Dalla scomparsa di mio papà, quindici mesi fa, diffusore del nostro
giornale, oltre alla mia garantisco una copia quotidiana in un bar del mio
Paese: ovunque sia ne sarà felice. Loretta Lumezzane
( da "Corriere della Sera"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 23/06/2009 - pag: 43 Il decreto per le imprese
Marcegaglia: bene la detassazione. Epifani: ora misure per il lavoro Tremonti:
crisi, fatto tutto il possibile Mercoledì il punto sullo scudo. Al Cipe i fondi
per L'Aquila. class="hilite">Stop alla class="term">class class="term">action ROMA Detassazione degli
utili reinvestiti dalle imprese, bonus per quelle che rinunciano ai
licenziamenti e alla cassa integrazione, aumento delle soglie di compensazione
dei crediti d'imposta accompagnato da una stretta sui controlli. Prende corpo
il decreto di sostegno all'economia che dovrebbe arrivare venerdì sul tavolo
del Consiglio dei Ministri. Domani e mercoledì proseguiranno le riunioni dei
tecnici, mentre giovedì dovrebbe essere definitivamente messo a punto il testo.
Non sarà comunque un decreto pesante: ci sarà l'ennesima sospensione della class="term">class class="term">action impostata dal governo Prodi
(fino all'approvazione del Ddl Sviluppo che ne rivede l'impianto), potrebbero
esserci più fondi per il rimborso delle obbligazioni Alitalia, ma non ci sarà
lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall'estero, che scatterà tra
qualche settimana, se non addirittura dopo l'estate. Venerdì mattina si riunirà
anche il Cipe: dovrebbe definire le grandi opere prioritarie da inserire nel
Documento di programmazione e assegnare i fondi per l'Abruzzo, dai 200 milioni
per la scuola, a quelli per l'Università. Benché le entrate fiscali tengano,
non paiono esserci al momento i margini per operazioni più ambiziose, anche se
il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, è tornato a chiedere il quoziente
fiscale familiare in Finanziaria. «Per affrontare la crisi, per il governo
forse era possibile fare di più e diversamente, ma con i mezzi a disposizione
abbiamo fatto le cose nel modo più giusto possibile» ha detto ieri il ministro
dell'Economia, Giulio Tremonti. «Ci è stato detto di fare più debito pubblico e
abbiamo risposto no grazie: non era la cosa giusta perché voleva dire esporre
l'Italia a profili di rischio più elevati e pagare di più sul debito. Abbiamo
cercato di tenere più a posto che potevamo i conti pubblici, di investire il
più possibile negli ammortizzatori sociali e di tenere aperti i canali del
credito » ha aggiunto il ministro. Il commissario Ue agli affari monetari,
Joaquim Almunia, sembra condividere l'impostazione. «Non possiamo permetterci
di uscire da questa recessione creando altri squilibri che saranno all'origine
della prossima crisi» ha detto Almunia alla vigilia del vertice Ocse di Parigi,
che domani comincerà a delineare le strategie di uscita dalla crisi, e dove si
tornerà a parlare dei provvedimenti contro i paradisi fiscali (come lo scudo di
Tremonti). La Confindustria, che l'ha chiesta con insistenza, apprezza
l'orientamento del governo sulla detassazione degli utili. «Siamo fiduciosi per
venerdì» ha detto il presidente, Emma Marcegaglia, appoggiando anche il bonus
occupazione. «È una cosa buona, ma che non serve tantissimo: se un'azienda non
produce, non è il bonus che gli fa bloccare i licenziamenti » ha detto il suo
vice, Alberto Bombassei. Anche i sindacati approvano la detassazione, ma
pretendono sgravi su lavoro e pensioni. «È bene pensare alla detassazione degli
utili, ma un po' prima è bene pensare a ridurre le tasse sul lavoro» ha detto
il segretario Cgil, Guglielmo Epifani. Mario Sensini Emma Marcegaglia con il
ministro dell'Economia Giulio Tremonti
( da "Italia Oggi"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
ItaliaOggi sezione:
Diritto e Fisco data: 23/06/2009 - pag: 35 autore: Pagina a cura di Cristina
Bartelli Al consiglio dei ministri di venerdì l'esame della manovra estiva.
Scudo fiscale in stand by Filtro alle grandi compensazioni Controllo preventivo
per richieste superiori ai 100 mila Il controllo preventivo sulle compensazioni
indebite guarda alle somme ingenti. Allo studio dei tecnici
dell'amministrazione finanziaria la norma, che troverà spazio nella manovra
estiva, all'esame del consiglio dei ministri di venerdì, che introdurrà un
controllo all'ingresso dell'istanza di compensazione. L'alt dovrebbe scattare
nel caso di soggetti a rischio, e comunque per importi elevati si parla di
oltre la soglia dei 100 mila euro e in particolare per il credito più gettonato
dai contribuenti, quello Iva (dai dati dell'Agenzia delle entrate nel corso del
2008, dei 29 mld di euro richiesti in compensazione, 17 mld rispondono alla
voce Iva). Il meccanismo, così descritto si discosta da quanto introdotto dalla
Finanziaria 2007 (e che è stato definitivamente abrogato con il dl 185/08) che
prevedeva una domanda preventiva generalizzata dalla soglia dei 10 mila euro. I
tecnici di via Cristoforo Colombo stanno lavorando a una serie di opzioni tra
cui anche quella che verrebbe le compensazioni off limit per quei contribuenti
al cui carico pende un provvedimento di giudicato proprio su compensazioni
indebite. Insomma in questo caso con la fedina fiscale sporca non sarà
possibile accedere alle compensazioni di crediti e debiti fiscali. La manovra
d'estate punta soprattutto a fornire nuovi stimoli alle piccole e medie imprese
colpite dalla crisi economica e conterrà anche un aumento della soglia di
compensazione fra crediti e debiti verso la pubblica amministrazione. Secondo
il governo ammontano a circa 35 miliardi di euro, mentre Confindustria parla di
50-60 miliardi.La situazione è fluida e in evoluzione. Se, da un lato lo scudo
fiscale è in stand by, in attesa del via libera europeo, dall'altro lato la
spinta alla normativa sull'abuso di diritto potrebbe vedere una brusca frenata.
Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, la messa in cantiere di un restyling della
disciplina elusiva non farebbe il suo ingresso nella manovra. Invece prende
forma il premio per chi non licenzia. Secondo lo schema illustrato dal ministro
del welfare, Maurizio Sacconi, l'intervento non dovrebbe essere oneroso per le
casse dello Stato. L'idea è quella di erogare direttamente alle imprese
l'assegno della Cig che il lavoratore otterrebbe in caso di messa in mobilità.
Un'altra ipotesi prevede di trasformare i sussidi in capitale a disposizione di
chi voglia aprire una partita Iva e avviare un'impresa. Sulla terza edizione
del rientro dei capitali dall'estero quindi non c'è ancora nulla di deciso, Nel
panorama internazionale, oltre all'incontro dei ministri delle finanze a
Berlino, è previsto giovedì l'incontro Ocse a Parigi. All'incontro parteciperà
il ministro dell'economia, Giulio Tremonti. Lo scudo fiscale fa gola alle
banche che vedono nella regolarizzazione dei capitali illecitamente esportati
all'estero un canale alternativo per rifornirsi di liquidità. Secondo
elaborazioni delle banche d'affari, con la riedizione dello scudo fiscale
potrebbero riemergere fino a 50 miliardi di euro. Il gettito straordinario per
lo Stato, tenendo conto di un'aliquota compresa in una forchetta del 5-7%,
dovrebbe ammontare a 2,5-3,5 miliardi circa. Inoltre accanto alla riemersione
dei capitali all'estero, potrebbe trovare spazio una risistemazione più ampia
della disciplina fiscale sui paradisi. La detassazione degli utili reinvestiti
è, invece, una proposta cara a Confindustria su cui Tremonti non si è ancora
pronunciato.Nella manovra verranno stanziati i fondi per la ricostruzione delle
seconde case ubicate nel centro storico de L'Aquila e degli altri comuni
colpiti dal sisma. Le risorse sarebbero dovute entrare come emendamento al dl
Abruzzo, ma il provvedimento sarà approvato definitivamente oggi dalla Camera
senza modifiche.Novità anche per Alitalia. La manovra potrà indicare l'aumento
della percentuale di capitale, attualmente si aggira attorno al 30%, che sarà
restituita agli obbligazionisti Alitalia, penalizzati dal riassetto della
compagnia. Il 10 luglio scade il termine per la conversione in Btp incassabili
senza interessi nel 2012. Non è esclusa una forma di
risarcimento simbolica anche per gli azionisti. È, infine, in arrivo un nuovo
rinvio per l'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori. L'entrata in vigore è
attualmente prevista per luglio, ma l'esecutivo interverrà con un nuovo rinvio
per aspettare l'approvazione del ddl sviluppo che contiene la riforma della
disciplina.
( da "Italia Oggi"
del 23-06-2009)
Argomenti: Class Action
ItaliaOggi sezione:
Pubblica Amministrazione data: 23/06/2009 - pag: 40 autore: Andrea Mascolini parere consiglio di stato Class action da
ritoccare Via libera del Consiglio di Stato alla «azione collettiva» contro le inefficienze di
amministrazioni pubbliche e concessionari di servizi pubblici, anche con la
perdita automatica della retribuzione del dipendente responsabile, ma vengono
suggerite alcune modifiche per evitare problemi anche costituzionali. È
quanto si desume dal parere (n. 1943/09) del Consiglio di stato del 9 giugno
2009 sullo schema di decreto legislativo sui ricorsi contro le inefficienze
delle amministrazioni e dei concessionari pubblici che trova la sua fonte nella
norma della legge 15/09. nello schema (composto da sette articoli) si prevede
che il ricorso sia azionabile quando si è in presenza di una lesione di
interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti provocata dalla
violazione di standard qualitativi ed economici, o degli obblighi contenuti
nelle Carte di servizi, o ancora dalla violazione dei termini perentori o dalla
mancata emanazione di atti amministrativi generali obbligatori e non aventi
carattere normativo. Si introduce quindi una «azione collettiva»
nei confronti delle pubbliche amministrazioni e dei concessionari di servizi
pubblici. I ricorsi saranno proponibili sia da singoli, sia da parte di
associazioni e comitati a tutela di interessi dei propri associati; dal punto
di vista procedurale la controversia sarà devoluta in via esclusiva al Tar che
emetterà una sentenza a sua volta collegata a procedimenti disciplinari e di
giudizio davanti alla Corte dei conti. Infine sono previste anche forme di
pubblicità della sentenza e la possibilità di commissionare le amministrazioni
inadempienti, anche con decurtazioni «stipendiali automatiche» in capo ai
soggetti responsabili. È chiaro che tutto ruota sulla definizione preventiva
dei livelli di standard qualitativi dell'organizzazione amministrativa; sarà
questo infatti il parametro sul quale si potrà agire.Sullo schema il Consiglio
di stato si sofferma soprattutto con riguardo al primo articolo che rappresenta
il fulcro del provvedimento segnalando in primo luogo l'opportunità di fare
riferimento non tanto alla «titolarità» dell'interesse, quanto alla nozione
della legge 241/90 («portatori di interessi diffusi»). Si suggerisce poi al
Governo di specificare che la legittimazione passiva va riferita agli organi o
enti competenti a esercitare le funzioni o a gestire i servizi cui sono
riferite le violazioni e che essa non può riguardare le autorità indipendenti.
I giudici sollevano dubbi di costituzionalità sulla previsione della
improcedibilità del giudizio davanti al Tar in caso di procedimento davanti ad
una autorità di settore. Dal punto di vista dei termini si formula
l'indicazione di 90 giorni per provvedere da parte dell'amministrazione o del
concessionario. Per quel che riguarda la sanzione della perdita automatica
della retribuzione il Consiglio di stato suggerisce di prevedere che gli
interventi sanzionatori siano comminati dall'autorità sovraordinata, previa
accurata indagine, stante la «mancanza di un accertamento di responsabilità in
sede giudiziaria».
( da "Stampa, La" del
24-06-2009)
Argomenti: Class Action
Milleproproghe E le
imprese avranno la detassazione degli utili È pronto il nuovo decreto ROMA Per
lo scudo fiscale potrebbe essere questione di giorni. Non sarà varato venerdì,
bensì arriverà in Parlamento come emendamento al decretone fiscale subito dopo
il G8 dell'Aquila. Sì invece ad una «Tremonti ter» per la parziale detassazione
degli utili d'impresa, ad un «premio occupazione» per le imprese che non
licenzieranno, ai fondi per la ricostruzione delle seconde case in Abruzzo.
Arriva una mini-riforma delle offerte pubbliche di acquisto e, in un decreto
parallelo, la proroga degli sfratti: l'esecuzione di quelli già sospesi al 15
ottobre 2008 è bloccata fino al primo gennaio 2010. Nel nuovo «milleproroghe»
si rinviano l'esecuzione della norma taglia-enti inutili e quella che avrebbe
dovuto istituire il comitato per la valutazione del sistema universitario. Il
pacchetto che attende il consiglio dei ministri di venerdì è corposo, e ancora
ieri sera non era chiaro se tutti i provvedimenti in cantiere verranno
approvati. Una delle novità attese, e che viene rimandata, è sulla class="hilite">class="term">class class="term">action.
Dopo mesi di polemiche, il governo sembrava intenzionato a modificarla per
farla entrare in vigore il 30 giugno, il sottosegretario allo Sviluppo Stefano
Saglia ha annunciato che se ne dovrà riparlare. Maurizio Sacconi, pronto a
introdurre un pacchetto di «premi all'occupazione», dovrà rinunciare alla norma
per evitare il licenziamento dei lavoratori con incentivi agli imprenditori. «Troppo
difficile evitare gli abusi», spiega una fonte di governo. E' confermato invece
l'incentivo per le imprese che assumeranno le persone in cassa integrazione: il
sistema dovrebbe permettere di fare uso del sussidio per integrare il reddito
del lavoratore. Confermato anche un meccanismo per velocizzare i pagamenti
della pubblica amministrazione e la stretta sulle finte compensazioni Iva:
grazie ad essa l'Agenzia delle Entrate conta di recuperare circa un miliardo di
euro di gettito evaso. Novità in vista per le offerte pubbliche di acquisto:
ieri il preconsiglio dei ministri ha discusso una bozza di decreto legislativo
che modifica le norme sul «concerto» fra i soci e i tempi entro i quali dare
pubblicità ai patti «stipulati in qualunque forma». Gli attuali termini di
comunicazione (cinque giorni per la Consob, dieci per la pubblicazione sui
giornali, quindici per quella nel registro delle imprese) verranno accorpati in
un unico obbligo entro cinque giorni. Il pacchetto nel suo complesso potrebbe
valere qualche miliardo di euro. Parte della copertura sarà probabilmente
affidata allo scudo fiscale per il rientro dei capitali portati illecitamente
all'estero. La sanatoria però non arriverà subito, ma a cavallo del G8
dell'Aquila, dopo un'ultima consultazione di Giulio Tremonti con i colleghi
europei, in primis quelli di Francia e Germania. \
( da "Corriere della Sera"
del 24-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 24/06/2009 - pag: 37 La manovra Sale la quota di
rimborso per gli Alitalia bond. Oggi vertice Ocse sui paradisi fiscali Via al
piano impresa in un giorno Pronto anche il bonus innovazione Venerdì la
Tremonti-ter. Lupi: cedolare secca del 20% sugli affitti ROMA Ci sono anche
incentivi all'innovazione tra le misure che potrebbero entrare nel decreto
fiscale per il rilancio dell'economia che sarà esaminato venerdì dal consiglio
dei ministri. Mentre c'è ancora chi spinge perché venga inserita anche la
cedolare secca sugli affitti, come ha lasciato intendere ieri il vicepresidente
della Camera, Maurizio Lupi (Pdl): «Un'aliquota unica al 20% sui redditi da locazione
che ha lo scopo, tra le altre cose, di far emergere il mercato degli affitti in
nero». Ancora ieri il documento è stato limato dai tecnici ministeriali in una
riunione di preconsiglio. Il testo è tutt'altro che chiuso: l'insieme delle
misure dovrebbero figurare a costo zero ma in realtà la copertura arriverà
dallo scudo fiscale. Si stima che dall'estero potrebbero rientrare capitali tra
i 2 e i 4 miliardi. La misura però non sarà contenuta da subito nel prossimo
decreto, visto che il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intende
aspettare il G8 e l'assunzione di regole comuni prima di far rientrare lo scudo
attraverso un emendamento. Anche ieri Tremonti è ritornato sull'argomento in
occasione della celebrazione del 235Ú anniversario di fondazione della Guardia
di Finanza. «È difficile ha detto fare contrasto all'evasione fiscale se appena
fuori dai confini è possibile, comodo, sicuro, depositare il bottino come nella
caverna di Ali Baba». Per questo al G8 l'Italia presenterà una proposta:
«Quella delle regole, e tra le regole c'è il contrasto ai paradiso fiscali»
perché «la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate sono necessarie ma non
sufficienti. In tutta Europa serve anche l'azione delle amministrazioni
centrali». Nel decreto fiscale dovrebbero entrare con certezza una sorta di
Tremonti-ter sulla detassazione (Ires e Irpef) degli utili reinvestiti, il
bonus per le imprese che rinunciano a licenziare e cassintegrare i lavoratori,
l'aumento delle soglie di compensazione dei crediti d'imposta, la velocizzazione
dei class="hilite">pagamenti della
Pubblica amministrazione e il rinvio della class="term">class class="term">action
(azione collettiva). «Il decreto ha commentato la
presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia conterrebbe una serie di misure
che abbiamo chiesto e, se verranno confermate, saranno utili per non far
sentire sole le imprese ». Il provvedimento «va nella giusta direzione» anche
secondo il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, perché «aiuta a
dare un contributo al sistema delle imprese». Ancora ieri non si dava per certo
l'aumento dei rimborsi agli obbligazionisti di Alitalia che oggi è fissato al
30%. Nel decreto dovrebbero entrare due schemi di regolamento per rendere
operativo il decreto 2008 noto come «impresa in un giorno». In sostanza si
tratta della piena introduzione dello «sportello unico». Venerdì si riunirà il
Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) per approvare
alcune grandi opere, i primi due contratti di programma del settore
aeroportuale, lo stanziamento per l'edilizia scolastica in Abruzzo e il piano
di interventi da 2 a 4 miliardi per la ricostruzione delle zone dell'Abruzzo
colpite dal terremoto. Nelle riunioni di fine giugno e luglio, secondo quanto
detto al Forum de IlSole24ore dal viceministro alle Infrastrutture, Roberto
Castelli, il Cipe conta di assegnare 11,4 miliardi per la realizzazione di
nuove opere infrastrutturali. Giulio Tremonti Antonella Baccaro
( da "Italia Oggi"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
ItaliaOggi sezione:
Diritto e Fisco data: 25/06/2009 - pag: 21 autore: Si parte dalla contestazione
del conto corrente Ventaglio di tutele individuali e collettive contro la
commissione di massimo scoperto illegittima. In presenza di clausole nulle per
applicazione di commissione di massimo scoperto travestita da altre commissioni
occorre attivare le forme di tutela.Innanzitutto contestare formalmente
l'estratto conto, che contiene gli addebiti contestati. Va sottolineato che la
contestazione del conto nel termine previsto non è determinante; nel senso che
la mancata contestazione non preclude la possibilità di far valere i propri
diritti, qualora sia in discussione la validità della clausola da cui è
scaturito l'addebito. In ogni caso la contestazione impedisce agli istituti di
credito di opporre strumentalmente la mancata contestazione come causa della
decadenza dal diritto. Per il contenzioso vero e proprio esistono poi diverse
possibilità sia in sede stragiudiziale sia in sede giudiziale. Ci si può rivolgere
all'Ufficio reclami della banca, allegando tutta la documentazione necessaria.
La banca deve rispondere entro 60 giorni. Una seconda possibilità è l'Ombudsman
bancario, organo costituito presso l'Abi. Prima di inoltrare il ricorso
all'Ombudsman occorre avere esaurito la procedura di reclamo avanti all'Ufficio
reclami della singola banca.La procedura è gratuita. C'è però il limite di 50
mila euro del valore della controversia e deve trattarsi di questioni che non
risalgano a periodi precedenti a un anno. L'Ombudsman è anche rapido, poiché
decide entro 90 giorni dalla data di ricezione della richiesta di intervento.
Altre forme di conciliazione sono disciplinate dal decreto legislativo n.
5/2003. Si tratta del decreto sul rito societario (abrogato nella parte del
rito giudiziario) ma rimasto invariato per le conciliazioni. Ai sensi del dlgs
n. 5/2003 se la conciliazione riesce è redatto un verbale, sottoscritto dalle
parti e dal conciliatore. Il verbale, previo accertamento della regolarità
formale, è omologato con decreto del presidente del tribunale e costituisce
titolo esecutivo per l'espropriazione forzata, per l'esecuzione in forma
specifica e per l'iscrizione di ipoteca giudiziale. Per quanto riguarda il
contenzioso giudiziale occorre distinguere i vari casi. Può essere che sia la
banca a chiedere il pagamento delle somme derivanti dalle clausole nulle. In
questo caso il correntista dovrà resistere in giudizio; se la banca chiede e
ottiene un decreto ingiuntivo il correntista dovrà presentare opposizione al
decreto ingiuntivo nei quaranta giorni dalla notificazione del decreto
ingiuntivo. Può essere, invece, che sia il correntista a prendere l'iniziativa
e a chiedere la restituzione delle somme indebitamente pagate alla banca: in
questo caso occorre una azione ordinaria per far valere la nullità della
clausola, cui consegue l'obbligo di restituire le somme. A seguito dell'entrata
in vigore della legge n. 69/2009 (novella di riforma del processo civile) non
si applica più l'abrogato rito societario. Non si può dimenticare, poi, che le
associazioni dei consumatori possono agire nell'interesse della collettività
degli utenti e chiedere la inibitoria delle clausole contrattuali nulle. Ai
sensi dell'articolo 140 del codice del consumo le associazioni dei consumatori
possono chiedere al tribunale di inibire gli atti e i comportamenti lesivi
degli interessi dei consumatori e degli utenti e di adottare le misure idonee a
correggere o eliminare gli effetti dannosi delle violazioni accertate. Altre
futura possibilità saranno rappresentate, in ambito stragiudiziale,
dall'arbitrato bancario finanziario: una nuova procedura per risolvere fuori
dai tribunali le controversie tra banche e clienti, che dovrebbe partire da
settembre 2009 (Banca d'Italia ha emanato in data 18 giugno 2009 il relativo
regolamento). Ancora, infine, una possibilità futura sarà costituita e, in
ambito giudiziale, dalla class action e cioè l'azione collettiva risarcitoria, per ottenere
l'accertamento del diritto al risarcimento del danno e alla restituzione delle
somme spettanti ai singoli consumatori o utenti o in conseguenza di atti
illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali scorrette o di
comportamenti anticoncorrenziali.
( da "Repubblica, La"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina 24 - Economia
"Manovrina" d´estate da 5-6 miliardi Aiuti alle imprese e voucher per
i cassintegrati. Nel Dpef Pil a -5% Saranno detassati gli investimenti e
accelerati i pagamenti degli enti pubblici ROBERTO PETRINI ROMA - Tutto pronto
per il decretone d´estate. Il consiglio dei ministri lo affronterà domani con
il doppio obiettivo di dare una spinta all´economia in crisi e di recuperare
risorse per le nuove spese sopraggiunte, in pratica una manovrina. In tutto la
liquidità che il provvedimento renderà disponibile dovrebbe essere di 5-6
miliardi mentre l´operazione di assestamento di bilancio, la stretta sulle
compensazioni Iva e la tesoreria obbligatoria per le società statali non
quotate, dovrebbe dare la possibilità di recuperare un paio di miliardi. La
riunione dovrebbe varare anche il decreto milleproroghe: prevista quella degli
sfratti a fine anno e il class="hilite">rinvio
della class="term">class
class="term">action e dello sportello
unico delle imprese. Vicino al traguardo anche il Dpef. Il Documento di
pro-grammazione economica e finanziaria, presentato ieri dal mini-stro dell´Economia
Tremonti e da Gianni Letta al Capo dello Sta-to, sarà l´ultimo della serie:
ieri infatti il Senato ha approvato la riforma della contabilità pubblica che
lo sostituisce con il Dfp (Decisione di finanza pubblica) e abolisce la vecchia
Finanziaria (d´ora in poi si chiamerà Legge di Stabilità). Le prime
indiscrezioni sul quadro macroeconomico contenuto nel Dpef non sono
incoraggianti: il Pil, che la Ruef fissava a meno 4,2 per cento potrebbe
contrarsi fino al 5 per cento (sulla linea dell´Ocse). Anche il deficit-Pil è
in peggioramento: dal 4,6 dell´ultima stima del governo salirebbe intorno al 5
per cento. Le misure, contenute in circa 50 articoli, dovrebbero affrontare i
capitoli imprese, occupazione, evasione fiscale e finanziare missioni di pace e
terremoto in Abruzzo. Sul versante delle imprese in prima linea c´è la
Tremonti-ter per detassare gli investimenti (ieri è stata confermata anche dal
premier Berlusconi), si prevede inoltre l´attesa norma che velocizza i
pagamenti da parte della p.a. oltre a un intervento sugli ammortamenti e la
possibilità di svalutare i crediti in sofferenza. Per l´occupazione sono
previste le misure Sacconi: il bonus consentirà alle imprese di far rientrare
in fabbrica i cassintegrati per corsi di formazione, inoltre il cassintegrato
potrà capitalizzare la cig per avviare un´azienda. In bilico invece la norma
che dovrebbe riconoscere un bonus alle aziende che recedono da licenziamenti e
cig. Saranno allargati a cassintegrati e lavoratori in mobilità i
voucher-lavoro, come ha annunciato ieri il ministro del Welfare: un sistema per
pagare i contributi per i lavori occasionali (come la vendemmia) che
nell´ultimo anno ha interessato 30 mila soggetti. Il governo corre ai ripari
anche sul fronte dell´evasione fiscale: oltre alla stretta sulle compensazioni
Iva, sono previste misure anti-evasione per i paradisi fiscali, contrasto degli
arbitraggi internazionali e potenziamento della riscossione. Sul caso di una
recrudescenza dell´evasione ieri sono giunti i dati dell´Agenzia delle entrate
che ha rivendicato un aumento del 58 per cento degli accertamenti nei primi sei
mesi dell´anno per un totale di 4,3 miliardi. Il decreto di domani prevede
anche una stretta sui piani di rientro di cinque Regioni e un nuovo intervento
di monitoraggio sulle invalidità civili.
( da "Unita, L'" del
25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Manovra, Tremonti ci
riprova «Detassati gli utili reinvestiti» LAURA MATTEUCCI Milleproroghe e
decreto legislativo sulle offerte pubbliche di acquisto accompagneranno il
cosiddetto decretone d'estate, domani all'esame del Consiglio dei ministri.
Mentre ieri Tremonti e Letta hanno presentato al presidente Napolitano il nuovo
Dpef, che aggiorna quello dell'anno scorso, con stime di crescita riviste al
ribasso. La manovra estiva, insomma, è in dirittura d'arrivo, mentre è rinviata
a dopo il G8 dell'Aquila la nuova edizione dello scudo fiscale per il rientro
dei capitali esportati illegalmente. In realtà un vero e proprio condono, visto
che si parla di un'aliquota per l'emersione molto bassa, tra il 5 e il 7%, pari
a un gettito sui 4 miliardi. FAVORITE LE IMPRESE FORTI Previste una serie di
misure attese da Confindustria, con cui il governo sta tentando di ricucire i
rapporti ultimamente logorati, tra cui bonus contributivi per le imprese che
evitano la cassa integrazione. Nel decreto fiscale in discussione sempre domani
ci sarà anche «la detassazione degli utili che si reinvestono per l'impresa,
una specie di Tremonti-ter», come ventilato nei giorni scorsi e ora annunciato
da Berlusconi. Un provvedimento che dovrebbe diventare selettivo, con sgravi
sull'acquisto di macchinari e altri beni strumentali. Ma che già suscita non
poche polemiche. «Verranno favorite le imprese che hanno meno difficoltà - dice
Sergio D'Antoni, Pd, vicepresidente della commissione Finanze della Camera -
Nonostante siano misure anti-crisi, non riguarderanno le zone deboli, le più
colpite dalla crisi. Dopo aver demolito il credito d'imposta, che garantiva
sgravi per gli investimenti produttivi degli imprenditori meridionali,
l'esecutivo distribuisce le poche risorse a disposizione su tutto il territorio
nazionale, favorendo le zone con un tessuto produttivo già solido». Sempre a
favore delle imprese, un pacchetto di norme destinato a ridurre il costo
dell'approvvigionamento energetico, oltre alla velocizzazione dei pagamenti
della pubblica amministrazione, attraverso un meccanismo di compensazione tra
debiti e crediti. In arrivo col Milleproroghe la proroga del blocco degli
sfratti: il provvedimento, in scadenza a fine mese, dovrebbe slittare fino al
31 dicembre. class="hilite">Rinvii in
vista anche per la class="term">class class="term">action
e per la scadenza per la conversione dei bond Alitalia. In un decreto
legislativo apposito, verrà aggiustata la normativa che riguarda le offerte
pubbliche di acquisto, soprattutto quelle transfrontaliere. In vista, dunque,
favori alle imprese, e l'ennesimo condono fiscale. «Un segnale devastante -
avverte D'Antoni - Mentre le Fiamme Gialle denunciano un incremento record
dell'evasione fiscale, il governo prepara un condono per gli evasori più
ricchi. Una politica fiscale lassista e criminogena che, dall'abolizione della
tracciabilità dei pagamenti agli studi di settore, ha allargato le maglie ai
livelli più alti». Domani arriva la Tremonti-ter, con la detassazione per le
imprese degli utili che si reinvestono. Manovra d'estate per ricucire con
Confindustria. Il rischio è che riguardi solo le aziende più forti.
( da "Manifesto, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
SBALLOTTATO Mai così
in difficoltà il presidente del consiglio prova a ripartire da sé. Oggi sarà
all'Aquila per regalare «migliaia di computer» ai terremotati. Domani invece sì
al decreto «milleproroghe» e a meno tasse sugli utili delle aziende. Quelle che
sono con lui. Perché le altre, ripete, «sostenerle è da masochisti» Papi
rischia tutto Soldi alle imprese Soldi alle imprese Domani il decreto legge:
meno tasse sugli utili Poi insiste: «Basta con la pubblicità ai giornali»
Matteo Bartocci ROMA Che le difficoltà che ha di fronte a sé siano quasi
mortali Silvio Berlusconi ne è perfettamente consapevole. Tanto che, come
accadde per il governo Prodi, già pensa alla «fase due». Inseguito dagli
scandali e preoccupato dalla depressione dei suoi, il premier è quasi costretto
a comparire in pubblico in una conferenza stampa accanto alla neoministra del
turismo Vittoria Brambilla. Prima diserta l'assemblea di Confcommercio (dove
manda, come all'Aquila la settimana scorsa, il «supplente» Gianni Letta).
Scomparso per ore per un fastidioso «torcicollo» che lo stesso Letta, con
prudenza, definisce «forse anche qualcosa di più», ricompare a sorpresa a metà
pomeriggio dentro le mura amiche del fortino di palazzo Chigi. Costretto a
esibirsi per smentire i rumors e la sua debolezza, Berlusconi prova a invertire
lo «spin» discendente che lo indebolisce da giorni. Lo fa nella retorica ma
anche nella sostanza. Innanzitutto prova a mettere sul tavolo «soldi veri» per
le imprese. E tra gag sui telefonini e sulla trasparenza della sua vita
annuncia che domani il consiglio dei ministri approverà un decreto legge
fiscale che dovrebbe contenere, soprattutto, la detassazione degli utili di
impresa. Una sorta di «Tremonti Ter» che anche in tempi di crisi dovrebbe
garantire, agli imprenditori sull'orlo della chiusura un po' di denaro fresco
da tenere per sé senza versarlo allo stato. Parallelamente, assieme al decreto
fiscale dovrebbe essere licenziato anche il classico
«milleproroghe» e diversi decreti legislativi in materia finanziaria. Nel
frattempo, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha presentato al Quirinale
le linee del Documento di programmazione economica e finanziaria (il Dpef) che
per prassi dovrebbe essere presentato alle camere entro fine giugno. Tra le
misure già note del milleproroghe ci sarà il blocco degli sfratti dal 30 giugno
al 31 dicembre. Stessa sorte avrà anche la «class="hilite">class="term">class class="term">action». Il taglio ai cosiddetti
«enti inutili») dovrà avvenire «entro il termine improcrastinabile del 30
giugno 2010». Rinviato al 1 gennaio 2011 anche l'addio definitivo agli
inquinanti sacchetti di plastica. Mentre dai decreti legislativi (che in
generale intervengono sulle norme sul riciclaggio) potrebbe anche venire una
buona cosa come l'annullamento di tutte le clausole che non si chiamano
«massimo scoperto» ma che nei fatti lo sono. E' evidente, come ha detto il
premier nei giorni scorsi, che nelle condizioni disperate in cui è ha bisogno
di rientrare nelle grazie di banche e imprese. Prova ne sarebbe, per i
fedelissimi del Cavaliere, l'atteggiamento del Corriere della sera sul
«Barigate». Fin qui il premier può arrivare. O con lui o contro di lui. Perché
a chi gli chiede un commento sulla querela annunciata dal gruppo Espresso ogni
accenno di disponibilità scompare. Anzi, Berlusconi rismentisce se stesso e
invita gli imprenditori, ancora una volta, a non «essere masochisti» e a non
«dare la pubblicità a quei giornali che a furia di parlare di crisi diventano
essi stessi fattori di crisi». Un'accusa di disfattismo pesantissima che pure,
in prima battuta, era stato costretto a ritrattare con una nota ufficiale di
palazzo Chigi dopo averla pronunciata davanti ai giovani imprenditori di S.
Margherita Ligure. Poco importa. Pagare chi è con te e insultare chi è contro
evidentemente è un riflesso incondizionato per l'imprenditore prestato alla
politica. Che per provare a rialzare il suo gradimento è pronto a tutto. Infila
così, una dopo l'altra, la promessa di regalare «migliaia di computer» ai
terremotati d'Abruzzo dove, è sicuro, «costruirà un campus talmente bello che
«nessuna università al mondo potrà offrire». Poi, va da sé, annuncia che ha
fatto uno spot per il turismo in Italia dove lui è «il conduttore». «Quando
l'ho visto - racconta Berlusconi - ho detto che l'opposizione non me l'avrebbe
lasciato fare perché avrei avuto una catena di signore, in quello spot sono
troppo bello...». L'Italia come Villa Certosa. Festini e gelati per tutti.
( da "Corriere della Sera"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 25/06/2009 - pag: 5 Bonus e pagamenti più veloci
alle imprese Berlusconi: aiutiamo chi lavora. Misure per due miliardi. Rimborso
al 70% per gli Alitalia bond ROMA «Stiamo mettendo a punto con il ministro Tremonti
il decreto legge per il Consiglio dei ministri di domani. Ci saranno cose che
faranno molto piacere a chi lavora, come la detassazione degli utili che si
reinvestono nell'impresa». È stato lo stesso presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, a confermare ieri la nuova manovra di sostegno all'economia. Nel
decreto, oltre alla detassazione chiesta da Confindustria, «una specie di
Tremonti ter» ha detto il premier, ci sarà il bonus per le imprese che non
licenziano ed evitano il ricorso alla cassa integrazione, l'accelerazione dei
pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese fornitrici, e l'aumento
dei rimborsi ai titolari delle obbligazioni emesse dalla vecchia Alitalia, oggi
commissariata, dall'attuale 30 fino al 70%. Il pacchetto dovrebbe valere circa
2 miliardi di euro, per i quali Tremonti sta trovando la copertura in bilancio.
Ieri, insieme al sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta, il ministro
dell'Economia è stato ricevuto dal capo dello Stato, al quale ha illustrato
anche le linee guida del prossimo Documento di Programmazione, che sarà varato
nelle prossime settimane dopo la 'verifica' dei numeri in sede europea. Secondo
una bozza del decreto che sarà domani sul tavolo di Palazzo Chigi la
detassazione dovrebbe riguardare non tutti gli utili delle imprese, ma solo la
parte che viene effettivamente reinvestita per l'acquisto dei macchinari
produttivi. Il bonus per l'occupazione dovrebbe essere automatico ed essere
erogato direttamente dall'Inps. Un po' più complesso il meccanismo per il
pagamento dei crediti vantati dallo Stato verso le imprese, che dovrebbero
prima essere certificati, e che potrebbero anche essere compensati con i debiti
verso il fisco. Il decreto dovrebbe prevedere anche un'innalzamento
generalizzato della soglia di compensazione tra crediti e debiti tributari, ma
anche l'eliminazione dell'automatismo. Non entrerà nel decreto, almeno in
questa fase, lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dal-- l'estero, che
potrebbe arrivare come emendamento nel corso dell'esame parlamentare. Per lo
scudo ci saranno aliquote differenziate a seconda della destinazione dei fondi
rimpatriati: l'imposizione più leggera riguarderebbe le somme convogliate nel
«Prestito Italia» che sarà usato per il sostegno all'economia reale, ma anche
per la ricostruzione dell'Abruzzo. Insieme al decreto per l'economia il governo
dovrebbe decidere domani anche lo slittamento di alcuni termini, dall'class="hilite">entrata in vigore della class="term">class class="term">action, all'esecuzione degli sfratti
nelle grandi città, all'abolizione degli enti inutili, alla commercializzazione
dei sacchetti di plastica per la spesa. Mario Sensini Il ministro Giulio
Tremonti Macchinari Secondo una bozza del decreto la detassazione dovrebbe
riguardare solo gli utili reinvestiti in macchinari
( da "CittadinoLex"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Sei in: Prima Pagina
| Lavoro | class="hilite">Testo Il
provvedimento è giunto alla quarta lettura dopo numerose modifiche Nucleare e
niente class="term">class
class="term">action, ddl sviluppo verso
l'approvazione (Ddl Camera 1441-ter-C) Si avvia a diventare legge il
provvedimento in materia di industria ed energia, che segna il ritorno del
nucleare e abolisce definitivamente la retroattività per la class="term">class class="term">action.
Il provvedimento, il cui esame è in corso in Aula alla Camera, è giunto alla
quarta lettura dopo una serie di modifiche introdotte dal Senato e ora in via
di conferma da parte dell'Aula di Montecitorio. In dettaglio per il nucleare il
governo dovrà indicare, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, i
siti per la localizzazione degli impianti di produzione e di stoccaggio delle
scorie. Sarà istituita l'Agenzia per la sicurezza nucleare, con compiti di
regolamentazione, controllo e autorizzazione ai fini della sicurezza delle
attività legate alla produzione di energia nucleare, compresa la gestione dei
rifiuti radioattivi. Per quel che riguarda invece il settore produttivo, sono
previste nuove agevolazioni per le reti d'impresa e multe più severe e carcere
fino a 6 anni per chi pratica la contraffazione in modo sistematico dei marchi
nazionali o esteri. Ripristinati, poi, i fondi per l'editoria a favore dei
giornali di partito e delle cooperative, grazie ad un aumento di un punto della
Robin-tax. Sarà invece meno cara la benzina nelle regioni in cui sono presenti
impianti di estrazione. Novità, infine, anche per le assicurazione con durata
poliennale: per le polizze stipulate dopo l'entrata in vigore della legge,
infatti l'assicuratore, in alternativa ad una copertura di durata annuale, può
proporre una copertura di durata poliennale a fronte di una riduzione del
premio rispetto a quello previsto per la stessa copertura dal contratto
annuale. In questo caso, se il contratto supera i cinque anni, l'assicurato,
trascorso il quinquennio, ha facoltà di recedere dal contratto con preavviso di
sessanta giorni e con effetto dalla fine dell'annualità nel corso della quale
la facoltà di recesso è stata esercitata.(25 giugno 2009)
( da "Sestopotere.com"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
Forze dell'ordine
enti e istituzioni unite per difendere i cittadini ferraresi dalle truffe
(25/6/2009 16:56) | (Sesto Potere) - Ferrara - 25 giugno 2009 - Gli episodi di
cronaca registrano, ormai quasi quotidianamente, il verifìcarsi di truffe e
raggiri. Ad esempio, il finto funzionario che bussa alla porta pretendendo il
pagamento dell'acqua piuttosto che del gas, pur essendo ormai entrato nell'immaginario collettivo dei più, continua a mietere vittime e ad
intascare euro in maniera indebita. Nel 2007, nella nostra provincia, sono
state registrate 657 truffe di cui 283 a Ferrara. Alla luce di tali dati, la
Prefettura di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Polizia di Stato, l'Arma dei
Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Municipale, in
collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara, Cassa di
Risparmio di Ferrara, Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di
Risparmio di Cento, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento e Coop Estense,
hanno ritenuto di promuovere anche questanno un nuovo progetto
di prevenzione rivolto
a tutta la cittadinanza, con particolare attenzione alle fasce di popolazione
maggiormente soggette a queste tipologie di eventi, come gli anziani, i
disabili, e le persone sole. “Il progetto Stop alle truffe!
- spiega il Prefetto Massimo Marchesiello - nasce con l'obiettivo di attivare azioni di prevenzione
sui fenomeni di truffe e raggiri, invitando i cittadini ad assumere un
comportamento attivo, teso ad evitare di rimanere vittime di tali reati.
Informarsi, chiedere aiuto non è un atto di cui vergognarsi ma una semplice
regola di sicurezza”. Attraverso diversi materiali di comunicazione e
promozione, quali un video animato che propone ipotetiche situazioni "a
rischio" ed evidenzia i comportamenti atti a prevenire, contrastare e
denunciare l'accaduto, spot radiofonici, pieghevoli che esaminano i casi più
frequenti di truffe e i consigli utili per evitarle, affissioni, azioni di
sensibilizzazione presso Centri Commerciali, centri di aggregazione per
anziani, sagre e fiere del territorio ferrarese e grazie al coinvolgimento dei
vari attori coinvolti nel progetto, si cercherà di raggiungere il maggior
pubblico possibile. I mesi di luglio e agosto vedranno impegnati i volontari
del CSV e le Forze dell'ordine in una serie di incontri presso i seguenti Centri
Commerciali e supermercati della provincia di Ferrara: - Coop "Doro"
di Via Modena a Ferrara, dal 13 luglio al 18 luglio - Centro Commerciale
"I Pioppi " di Copparo, dal 20 luglio al 25 luglio - Centro
Commerciale Ipercoop "II Castello" a Ferrara, dal 27 luglio ali' 1
agosto. L'incontro con le forze dell'ordine è previsto per venerdì 31 luglio
alle ore 17:00 - Centro Commerciale "I Tigli" di Argenta, dal 3
agosto all8 agosto. L'incontro con le forze dell'ordine è previsto venerdì
7 agosto ore 17:00 - Centro
Commerciale Ipercoop "Le Mura" a Ferrara, dal 10 agosto al 15 agosto.
Durante tutte queste attività sarà allestito uno stand in cui verrà distribuito
del materiale informativo e verranno fornite tutte le informazioni
sull'argomento. “Vogliamo che le persone vittime di qualsiasi episodio di
raggiro si rivolgano con fiducia alle Forze dell'Ordine per denunciare
l'accaduto. Questo - continua il Prefetto - ci consentirebbe di monitorare con
più efficacia il fenomeno e di arginarlo a beneficio di tutta la collettività”.
(Conferenza stampa "Stop alle truffe" - 25 giugno 2009)
( da "Reuters Italia"
del 25-06-2009)
Argomenti: Class Action
ROMA (Reuters) - Il
decreto con il nuovo pacchetto di stimolo all'economia dovrebbe valere 2
miliardi circa. Lo dice una fonte governativa alla vigilia del Consiglio dei
ministri di domani, che esaminerà la manovra estiva a partire da mezzogiorno.
Il decreto contiene la detassazione degli utili reinvestiti dalle società, ma
limitata ai soli acquisti di macchinari. Confermate le misure per l'aumento
delle compensazioni fra crediti e debiti delle imprese verso la Pubblica
amministrazione e l'class="hilite">ennesima
sospensione della class="term">class class="term">action.
Dovrebbe essere rinviato per ora il varo dello scudo fiscale. Tra le varie
misure, il decreto aumenterà dal 30-35% circa al 70% la quota di rimborso delle
obbligazioni emesse dalla vecchia Alitalia, oggetto di una offerta pubblica di
scambio con titoli di Stato che scade il 10 luglio. Novità anche per i piccoli
azionisti della compagnia aerea. La manovra prevede che le azioni possano
essere cedute al Tesoro a un prezzo calcolato sulla media dell'ultimo mese di
quotazione ma con uno sconto considerevole, nell'ordine del 50% secondo lo
schema messo a punto dai tecnici. Il Tesoro introdurrà poi nel decreto una
norma che rende nulle le clausole attraverso le quali le banche reitroducono in
modo fittizio la commissione di massimo scoperto. Ci sarà anche un ampliamento
della platea di beneficiari della social card. La manovra dovrebbe infatti
alzare a 8 mila euro la soglia dell'indicatore Isee che consente l'accesso al
beneficio. La fonte aggiunge che il Consiglio dei ministri non dovrebbe
licenziare domani il Documento di programmazione economico finanziaria (Dpef).
Domani ci sarà comunque una discussione sul nuovo quadro macroeconomico e di
finanza pubblica, come annunciato dal presidente Silvio Berlusconi, ma il varo
formale del Dpef avverrà nei prossimi giorni.
( da "Italia Oggi"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
ItaliaOggi sezione:
Giustizia e Società data: 26/06/2009 - pag: 39 autore: Ok alla class action e
ai contributi ai giornali L'aula della camera ha approvato ieri gli articoli
del disegno di legge sullo sviluppo e l'energia su editoria e class action. Il ddl
prevede il ripristino di contributi all'editoria per 70 milioni di euro, grazie
all'aumento di un punto percentuale (dal 5,5 al 6,5%) dell'addizionale Ires per
le imprese petrolifere.Sulla questione, poi, la commissione Attività produttive
ha presentato un emendamento che chiede di semplificare gli adempimenti
richiesti alle imprese per la Robin Tax. La commissione Bilancio ha dato parere
favorevole, a patto che non si vada a toccare il divieto «per gli operatori
economici che operano nel settore energetico di traslare l'onere della
maggiorazione di imposta sui prezzi al consumo». Il testo è stato accantonato e
sarà votato martedì. Via libera anche, non senza qualche malumore all'interno
della stessa maggioranza, alla nuova disciplina della class action, mentre il
governo si accinge a far slittare nuovamente l'entrata in vigore delle norme
volute dal governo Prodi. Il Pd aveva chiesto lo stralcio dell'articolo 49
sull'azione risarcitoria collettiva, proposta non accettata da maggioranza e governo. E non condivisa
dall'Idv: «Qui è ora che ognuno si prenda le sue responsabilità», ha detto in
aula Antonio Borghesi. Particolarmente criticata è stata la decisione di non
rendere la norma retroattiva e consentire così di utilizzarla anche ai
risparmiatori colpiti dal crac Parmalat e Cirio.«Non faremo mancare la
nostra lealtà al governo e quindi voteremo a favore del testo che è stato
proposto per l'azione collettiva», ha dichiarato in
aula Manlio Contento, deputato del Pdl e membro della commissione Giustizia che
aveva sollevato non pochi dubbi sulla disciplina. Tuttavia Contento ha elencato
una lunga serie di «aspetti critici». Dall'esecutivo è arrivato un impegno a
ritoccare la normativa. «Accogliamo in linea di principio il desiderio di
migliorare questo testo», ha assicurato il sottosegretario allo Sviluppo
economico Adolfo Urso. Il governo, ha spiegato, «è disponibile, ovviamente in
corso d'opera in coordinamento con quello che farà il ministro Brunetta, a
migliorare ulteriormente il testo in esame affinché vi sia la più ampia
convergenza possibile. Dico questo anche per portare serenità in quest'aula e
per consentire di procedere ulteriormente con un provvedimento così strategico
per il paese».L'esame del ddl si è interrotto all'articolo 61. Riprenderà
martedì con il voto degli ultimi tre articoli e degli articoli accantonati. Il
via libera definitivo dovrebbe arrivare al massimo mercoledì mattina. Il
disegno di legge dovrà poi tornare in senato per la quarta lettura.
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
FERRARA CRONACA pag.
6 GLI EPISODI DI cronaca registrano, ormai quasi quotidianamente, il
verificarsi di... GLI EPISODI DI cronaca registrano, ormai quasi
quotidianamente, il verificarsi di truffe e raggiri. Ad esempio, il finto
funzionario che bussa alla porta pretendendo il pagamento dell'acqua piuttosto
che del gas, pur essendo ormai entrato nell'immaginario
collettivo dei più, continua a mietere vittime e ad intascare euro in maniera
indebita. Nel 2007, infatti, nella nostra provincia sono state registrate 657
truffe di cui 283 a Ferrara. Alla luce di tali dati, Prefettura, Provincia,
Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia
Municipale, in collaborazione con il Centro servizi per il volontariato,
Cassa di Risparmio di Ferrara, Fondazione Carife, Cassa di Risparmio di Cento,
Fondazione Caricento e Coop Estense, hanno ritenuto di promuovere un progetto
di prevenzione rivolto a tutta la cittadinanza, con particolare attenzione alle
fasce di popolazione maggiormente soggette a queste tipologie di eventi, come
gli anziani, i disabili, e le persone sole. «Il progetto Stop alle truffe!'
spiega il prefetto Massimo Marchesiello nasce con l'obiettivo di attivare
azioni di prevenzione sui fenomeni di truffe e raggiri, invitando i cittadini
ad assumere un comportamento attivo, teso ad evitare di rimanere vittime di
tali reati. Informarsi, chiedere aiuto non è un atto di cui vergognarsi ma una
semplice regola di sicurezza». Attraverso diversi materiali di comunicazione e
promozione (elaborati da Inside btb), quali un video animato che propone
ipotetiche situazioni a rischio' ed evidenzia i comportamenti atti a prevenire,
contrastare e denunciare l'accaduto, spot radiofonici, pieghevoli che esaminano
i casi più frequenti di truffe ed i consigli utili per evitarle, affissioni,
azioni di sensibilizzazione nei centri commerciali, centri di aggregazione per
anziani, sagre e fiere del territorio ferrarese e grazie al coinvolgimento dei
vari attori coinvolti nel progetto, si cercherà di raggiungere il maggior
pubblico possibile. I mesi di luglio e agosto vedranno impegnati i volontari
del Csv e le Forze dell'ordine in una serie di incontri che si terranno alla
coop Doro di via Modena dal 13 luglio al 18 luglio; al centro commerciale I
Pioppi di Copparo dal 20 luglio al 25 luglio, al centro commerciale Il Castello
dal 27 luglio all'1 agosto; al centro commerciale I Tigli di Argenta, dal 3
agosto all' 8 agosto. «Vogliamo che le persone vittime di qualsiasi episodio di
raggiro si rivolgano con fiducia alle Forze dell'Ordine per denunciare l'accaduto.
Questo conclude il prefetto ci consentirebbe di monitorare con più efficacia il
fenomeno e di arginarlo a beneficio di tutta la collettività».
( da "Repubblica, La"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina XV - Genova
Tra gli indagati di Riva Ligure l´ingegnere dell´Aurelia sbagliata Tra gli otto
indagati per omicidio colposo per il tragico infortunio sul lavoro del 15
giugno, quando, nel depuratore di Riva Ligure persero la vita due operai,
compare anche un professionista che ha legato il suo nome ad una delle più
clamorose sviste urbanistiche della recente storia italiana. Si tratta di
Antonino Tetamo, ingegnere e direttore dei lavori di quell´Aurelia Bis di
Sanremo, per la quale venne disegnato un tracciato che l´avrebbe portata ad
attraversare il cimitero di Valle Armea. Era il 1993 e nell´estremo ponente
ligure le inchieste di Mani Pulite diventavano, soprattutto, materia per il
Gabibbo di Striscia la Notizia. L´ingegner Tetamo, e il suo collega progettista
per conto di Anas, Luca Formis, vennero indagati assieme ad altri tecnici e
politici. Alla fine le condanne furono poche e Tetamo e Formis, eravamo già nei
primi anni Duemila, si videro prescrivere i reati dalla Cassazione. La Suprema
Corte riscontrò però la loro responsabilità civile. E dopo un ultimo ricorso
dei due, respinto nel 2007, il Comune di Sanremo ha avviato un´azione civile
nei confronti dei due professionisti. Per Tetamo, per altro, era già la seconda
volta, ma un precedente risarcimento arrivato fino al pignoramento dei beni si
è arenato per l´impossibilità di procedere. Quanto al risarcimento per la
"superstrada delle salme", uno dei tanti soprannomi dell´epoca, la
lunga contesa tra gli avvocati del comune di Sanremo e i legali dell´Anas
starebbe per concludersi proprio in queste settimane, con il versamento di
alcune decine di migliaia di euro a saldo delle responsabilità dei due
ingegneri. Nonostante questo controverso precedente, la stella dell´ingegner
Tetamo, nel ponente ligure non ha mai cessato di brillare. Il professionista,
oggi 63enne, è, tra le sue molte attività, uomo di fiducia di Carlo Ghilardi, re della spazzatura e proprietario della discarica di Collette
Ozotto di Arma di Taggia la cui gestione, con ripetuti ampliamenti, ha spesso
visto scendere in campo l´ingegner Tetamo. Ed è probabilmente questa sua
competenza nel settore, che gli ha permesso di diventare direttore dei lavori
del depuratore Secom, l´impianto che serve i comuni di Arma di Taggia,
Riva Ligure, Badalucco, Pompeiana, Castellaro, Terzorio e Santo Stefano al
Mare. Il contenzioso con un´amministrazione pubblica non ha impedito ai sindaci
degli otto comuni dell´imperiese di sceglierlo per un ruolo di vertice. (m. p.)
( da "Riformista, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Per uscire
dall'angolo il protocollo Brunetta Cdm. Secondo il ministro della funzione
pubblica bisogna riportare l'azione sulla politica e le cose da fare. Oggi
Consiglio dei ministri con le norme pro-imprese. La dialettica banche-Tesoro.
di Marco Ferrante Per uscire dall'angolo di palazzo Grazioli e delle sue
vicende, in cui il governo si trova da quasi due mesi, gli uomini vicini al
presidente del consiglio stanno ragionando su due strategie. La prima è quella
della controffensiva sul terreno in cui lo scontro si svolge, il rapporto tra
vita privata e ruolo pubblico delle classi dirigenti.
In questo caso il presidente del consiglio non si limiterebbe a difendersi, ma
anche a contrattaccare, un po' come si è visto sul Giornale ieri. La seconda
ipotesi, caldeggiata soprattutto da Renato Brunetta, è quella di spostare la
controffensiva su un terreno d'azione politica: due consigli dei ministri alla
settimana e nuove idee da sfornare in continuazione, class="hilite">dalla
class="term">class
class="term">action per la pubblica
amministrazione alla detassazione dei buoni pasto. Brunetta ha dimostrato con
la sua azione personale che l'occupazione degli spazi mediatici è possibile con
una tecnica politica di iper-attività. Il consiglio dei ministri di domani,
dove sarà illustrato anche il Dpef e si daranno le stime del governo sul Pil
(secondo il governatore della Banca d'Italia a meno 5 a fine anno) è la prima
prova postelettorale, ed è il primo tentativo di spostare il perimetro di gioco
sul terreno dei provvedimenti, di verificare la fattibilità del protocollo
Brunetta. Nel provvedimento ci sono tre cose interessanti: il premio
occupazione, cioè i bonus per chi non licenzia o per chi assume cassintegrati;
la detassazione degli investimenti delle imprese, e l'accelerazione dei
pagamenti della pubblica amministrazione: ricordiamo che si tratta di uno stock
calcolato tra i 30 e i 50 miliardi di euro. Sono soprattutto questi due ultimi
punti molto attesi dalle imprese. Confindustria li considererebbe segnali
evidenti da parte del governo della necessità di rimettere in circolo risorse
finanziarie e prova di attenzione nei confronti delle imprese. «Non si può
stare in un Paese in cui lo Stato non paga i propri debiti. Ciò non è degno di
un paese civile», ha ribadito ieri Emma Marcegaglia in assemblea di
Farmindustria davanti al presidente del Consiglio, auspicando che la norma
compaia nel testo di stamane. Potrebbe slittare la riedizione dello scudo
fiscale. Secondo un'indiscrezione di Mf potrebbe invece apparire una norma di
controversa interpretazione: l'idea è quella di togliere alle banche la cassa
delle società pubbliche, Ferrovie, Rai, Anas e successivamente - forse - dei
ministeri. Dovrebbe essere la Tesoreria - nel disegno del ministro
dell'Economia - a finanziare le società pubbliche. La norma avrebbe
innanzitutto l'effetto di tenere sotto controllo la cassa delle società
pubbliche che riguardo al debito si troverebbero di fatto a essere soggette a
una specie di commissariamento. Se questo punto sarà parte del provvedimento
che sarà presentato oggi in Cdm, andrà inquadrato anche nella dialettica sempre
più vischiosa tra Giulio Tremonti e le banche che di sicuro avranno qualcosa da
ridire (bisognerà aspettare di leggere le norme). Ieri hanno parlato due dei
principali banchieri, Alessandro Profumo, capo di Unicredit, e Giuseppe
Mussari, presidente di Mps. Entrambi hanno ribadito che le banche stanno
facendo la loro parte: «dire che i problemi nascono dalle banche è strutturalmente
sbagliato» (Profumo), «non siamo estranei e passivi al tentativo di ridurre
l'impatto della crisi» (Mussari). Per Tremonti le banche sono il fronte
principale della sua soggettività di leader politico in formazione. Certo,
alcuni dei suoi colleghi di governo, e una parte della maggioranza, gli
rimproverano uno stile a tratti troppo battagliero nei confronti delle
controparti. Uno stile che può creare dei problemi nei rapporti con il sistema
economico e finanziario. Berlusconi non può fare a meno di Tremonti, ma c'è chi
nella maggioranza coltiva l'ipotesi di un rimpasto di governo per lasciar posto
a qualcuno in grado di fare da contraltare alla personalità tremontiana e che
sia più vicino agli interessi delle imprese. Per questo in questi giorni si era
parlato della possibilità di un avvicendamento per Claudio Scajola. Ma ciò che
rende difficile una simile soluzione è che non c'è all'orizzonte un contraltare
possibile a Tremonti. Ovviamente l'ipotesi Corrado Passera circolata in questi
giorni è priva di senso politico e di ragionevolezza. Passera è nei fatti una
specie di ministro dell'economia reale attraverso Banca Intesa. Semmai è
interessante notare che una dialettica tra lui e Tremonti esiste e che sempre
di più viene alla luce. Due giorni fa Passera ha ricordato che le banche cui
vengono concessi i Tremonti bond sono anche dei supercontribuenti. Domenica è
intervenuto sul Sole 24 ore nel dibattito promosso dal quotidiano
confindustriale sulle vie d'uscita dalla crisi. Un lungo intervento formalmente
generoso nei confronti del ministro dell'Economia, cui il capo di Banca Intesa
riconosce il ruolo culturale a partire dall'impegno sui global legal standard,
ma da cui emerge una visione autonoma di Passera. Così la pressione su Scajola,
le voci sul suo possibile spostamento al partito, secondo alcuni andrebbero
rubricate come un diversivo che è servito a segnalare da una parte qualche
tensione sulla prima linea del Pdl, dove ieri si è tenuta la prima riunione
della direzione nazionale, dall'altra le rivalità nella gestione dei dossier
economici. 26/06/2009
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore sezione:
POLITICA E SOCIETA data: 2009-06-26 - pag: 23 autore: DALLA PRIMA Non lasciate
sola la Bce Il limitato utilizzo dei Tremonti bond e la carenza di credito
hanno alimentato una vivace polemica tra banche e governo. Molti di noi, nei
giornali e nella politica, ricorrono a giudizi morali nel valutare il
comportamento dei banchieri. I fenomeni di avidità che hanno accompagnato
l'esplosione della crisi a Wall Street giustificano l'indignazione. Il fatto
che l'operazione Bce abbia coinciso con una corsa a investire su titoli ad alto
rendimento (per esempio sul fiorino ungherese), ha alimentato i sospetti di un
insopprimibile istinto speculativo. Eppure dal punto di vista delle autorità di
politica economica, il problema provocato dall'incagliamento dei crediti nei
confronti delle imprese, in Italia come in Germania, non richiede antropologia
lombrosiana, può anzi essere risolto solo se ci si attiene a una freddezza
diagnostica di tipo medico: non è una speciale psicologia del banchiere – avido
e pavido – a frenarlo, ma un problema di azione collettiva in cui la razionalità di ogni
banchiere nell'evitare di esporsi, si traduce in un fallimento collettivo. è
proprio in queste circostanze che un intervento di regolazione politica è
indispensabile. Tra le altre, le autorità francesi lo hanno già capito, hanno
raccolto i banchieri attorno a un tavolo e hanno indotto gli istituti di
credito a ricapitalizzarsi, così da poter raccogliere risorse
finanziarie a medio termine convincendo il mercato attraverso la garanzia di un
capitale "tier1” più solido. Si sono ricreate così le condizioni per
riattivare il circolo del credito e i prestiti indispensabili alle imprese
colpite dalla crisi o in fase di ristrutturazione. Va fatto ora perché non va
sprecata la circostanza attuale: la recessione dà segnali di rallentamento e la
Bce ha potuto sfruttare un livello dei tassi particolarmente basso per
aumentare di circa il 10% l'offerta di moneta esistente nell'area euro. Il
mercato monetario è in condizioni di ben funzionare da meccanismo di
trasmissione della politica monetaria. Tocca ora attivare il credito, prima che
le imprese riducano permanentemente la capacità produttiva danneggiando la
crescita potenziale dell'economia. Se la trappola del mancato coordinamento
impedisse di riattivare il mercato finanziario, alle banche centrali non
resterebbe che sostituirsi alle banche per finanziare direttamente le imprese,
come ha ipotizzato la Bundesbank. Forse la crisi potrebbe finire lo stesso, ma
con essa finirebbe probabilmente anche l'economia di mercato1. Carlo Bastasin
carlo.bastasin@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Corriere della Sera"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 26/06/2009 - pag: 3 Prezzo del gas ridotto per le
grandi imprese 3 Il prossimo inverno le imprese grandi utilizzatrici di gas
naturale godranno di tariffe di trasporto e di costi del gas ridotti. Lo
prevede un articolo della bozza del decreto. Bonus occupazione per chi assume
dalla mobilità In arrivo agevolazioni per le class="hilite">imprese
che assumono lavoratori in cassa integrazione o in mobilità: potranno
incamerare i sussidi pubblici non utilizzati dagli stessi lavoratori. 6 9 Nuova
proroga di 6 mesi per la class="term">class class="term">action
Secondo quanto trapelato, il decreto fiscale dovrebbe contenere anche una nuova
proroga di altri sei mesi per l'entrata in vigore della legge sulla class="term">class class="term">action, prevista per il primo
luglio.
( da "Manifesto, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
TREMONTI/IL DECRETO
Aiuti alle imprese Ma il ministro prepara il condono S. F. BR>Sgravi fiscali
per le imprese che reinvestono gli utili, bonus occupazione per quelle che non
licenziano, oltre al contrasto dei ritardi nei pagamenti delle pubbliche
amministrazioni. È generoso il pacchetto di aiuti alle imprese previsto dal
decreto che questa mattina sarà approvato dal consiglio dei ministri (il Dpef
dovrebbe essere presentato a inizio luglio). Non altrettanto lo è invece con
lavoratori (cassintegrati) e consumatori. Per i primi si profilano, nella
migliore delle ipotesi, incentivi all'autoimprenditoria. Per i secondi, arriva
la beffa dell'class="hilite">ennesimo
rinvio della class="term">class class="term">action,
che segue a stretto giro di posta (e non per caso) quell'altra beffa sui
rimborsi ridicoli per ex azionisti e obbligazionisti Alitalia (che così non
potranno rivalersi). Ma non è tutto: siccome le risorse scarseggiano sembra che
Tremonti stia pensando di tornare ad attingere a quel pozzo senza fondo che
sono i capitali illeciti spostati all'estero. Come? Con lo «scudo fiscale», una
vera e propria sanatoria che l'Idv invita a chiamare con il suo vero nome:
«Reciclaggio». Lo scudo fiscale comunque non dovrebbe essere contenuto nel
decreto di oggi. Brutte notizie anche per i precari delle pubbliche
amministrazioni, che lo stato si appresta a licenziare a partire dal primo
luglio: alcune indiscrezioni indicavano ieri la possibilità per loro di una
stabilizzazione attraverso concorso pubblico (possibilità che sarebbe contenuta
nel decreto). Una presa in giro: «Se ciò fosse vero - denuncia la Cgil - 60
mila precari rischierebbero il licenziamento immediato, a causa del blocco
delle assunzioni (e dunque dei concorsi ndr) previsto dalle amministrazioni
centrali, il vincolo generalizzato posto per le università, le norme sul patto
di stabilità degli enti locali, e quelle sulla sanità». L'unica cosa certa è il
pacchetto di aiuti alle imprese, a cui ieri è arrivato il via libera anticipato
da Confindustria. Berlusconi ha garantito l'impegno del governo per contrastare
i ritardi dei pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione
(richiesta a gran voce dagli industriali). Ad anticipare i pagamenti potrebbe
essere la Cassa depositi e prestiti. Un regime fiscale agevolato è previsto per
gli utili che le imprese reinvestono, mentre un «bonus occupazione» spetterà a
chi «non licenzia il proprio personale in certe situazioni», ha detto il
premier. Il decreto dovrebbe contenere anche l'allargamento della platea
interessata alla social card, misura blasonatissima dal governo e rivelatesi un
vero flop. La soglia massima di reddito per avere diritto alla social card (40
euro al mese per fare la spesa) salirebbe a 8 mila euro (da 6 mila), mentre da
3 a 6 anni dovrebbe salire l'età dei bambini presenti nel nucleo familiare. Un
allargamento della platea dovrebbe riguardare anche il bonus famiglia. Infine,
la stretta sugli istituti di credito - e in particolare sulle «commissioni di
massimo scoperto» che, abolite, ricompaiono spesso sotto altra veste - a cui
Tremonti non rinuncia. Le clausole attraverso le quali gli istituti di credito
ripropongono fittiziamente il massimo scoperto saranno nulle. Pierluigi Bersani
(Pd) è critico - «il peggio non è alle spalle e servirebbe una manovra
economica» - e anche sulla detassazione degli utili reinvestiti dalle imprese
nota come «la misura viene presa dopo mesi che si sono chiusi i rubinetti sul
credito d'imposta e ricerca». I sindacati reagiscono alle anticipazioni con
vedute differenti. Per Bonanni (Cisl) è «un segno tangibile verso l'uscita».
Epifani chiede di rilanciare i consumi con detrazioni fiscali per le spese
sostenute da lavoratori e pensionati, e che il «bonus occupazione» venga dato a
quelle aziende che rinnovano i contratti a termine.
( da "Reuters Italia"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
ROMA (Reuters) - Il
testo del decreto fiscale approvato questa mattina dal consiglio dei ministri
non contiene l'attesa nuova norma di rinvio dell'entrata in vigore della
possibilità di azione collettiva dei consumatori nei
confronti delle aziende. Il governo ha class="hilite">previsto
una revisione delle norme della cosiddetta class="term">class class="term">action
con articoli contenuti nel ddl sviluppo che però non è stato ancora approvato
alla Camera e che dovrà tornare al Senato. Si era quindi deciso di inserire nel
milleproproghe, che è stato assorbito oggi nel decreto fiscale, un nuovo rinvio
dell'entrata in vigore della class="term">class class="term">action
-- attualmente prevista ai primi di luglio -- in attesa del varo della nuova
legge. Ma la norma è saltata e non figura nel testo entrato oggi in consiglio
dei ministri, poi approvato.
( da "CittadinoLex"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Sei in: Prima Pagina
| Consumatori | Testo Più che raddoppiati gli indennizzi per gli
obbligazionisti e aumentati per gli azionisti Decreto anticrisi, il comma del
rimborso Alitalia (Articolo 19 comma 3 dl Cdm 26.6.2009) Salgono dal 30% al
70,97% i rimborsi agli obbligazionisti di Alitalia, e verranno parzialmente
rimborsati anche gli azionisti. Le novità cono contenute nell'articolo 19 della
bozza del decreto approvato del Consiglio dei Ministri il 26 giugno. Per gli
azionisti Alitalia viene attribuito il diritto di cedere al ministero
dell'economia i propri titoli per un controvalore determinato sulla base del
prezzo medio di borsa delle azioni nell'ultimo mese di negoziazione ridotte del
50%, pari a 0,2722 euro per singola azione. Il cambio è con titoli di Stato di
nuova emissione, senza cedola, con scadenza 21 dicembre 2012. Il rimborso non
potrà risultare superiore a 100.000 euro per ciascun obbligazionista e a 50.000
euro per gli azionisti. Le domande di rimborso dovranno essere presentate entro
il 31 agosto prossimo. Provvedimento di 25 articoli - Un provvedimento composto
da 25 articoli che intervengono soprattutto con misure per le imprese. Varie
misure anticrisi - Premio di occupazione, esenzione fiscale sugli utili
reinvestiti dalle imprese sui macchinari, bonus per le aziende che decidono di
non licenziare o reimpiegano i lavoratori già in cassa integrazione, una mini
liberalizzazione nel settore del gas, velocizzazione di pagamenti della pubblica
amministrazione alle aziende, proroghe di termini dalla class="hilite">class="term">class class="term">action alle missioni di pace.
Detassazione utili - Riedizione della legge Tremonti per la detassazione degli
utili reinvestiti, che diviene più selettiva perché gli sgravi si limitano agli
impianti produttivi al bonus per favorire l'occupazione per le aziende che
decideranno di non ricorrere alla cassa integrazione o che assumeranno
lavoratori già sospesi otterranno incentivi. Energia meno cara -
Approvigionamento di energia meno cara, con lo sblocco degli investimenti nelle
reti elettriche e misure per calmierare il prezzo del gas a vantaggio delle
imprese, mettendo sul mercato 5 miliardi di metri cubi di gas a prezzi
allineati a quelli medi europei. Pagamenti pubblici più celeri - Accelerazione
dei pagamenti della pubblica amministrazione, con la fissazione di tempi certi
sia per l'arretrato che per i pagamenti futuri, semplificando inoltre le
procedure e i meccanismi per la compensazione di crediti e debiti. Invalidità
civile - Misure per contrastare le frodi in materia di invalidità civile per
ridurre gli sprechi e aiutare i veri invalidi. Sfratti Gli sfratti sono
prorogati fino al 31 dicembre 2009. Opere - Possibilità di effettuare grandi
opere infrastrutturali con poteri e mezzi straordinari come quelli derogatori
delle ordinanze previste in occasione di calamità naturali. Proroga strade
sicure Continua l'operazione cosiddetta "strade sicure" per altri 2
semestri, portando il numero di militari coinvolti a 4250, dagli attuali 3
mila. Il provvedimento deve ora andare all'esame delle Camere per la conversione
in legge. Viene riportato il testo del comma 3 dell'articolo 19, che è soggetto
a modifiche fino al momento della pubblicazione in gazzetta ufficiale. (26
giugno 2009)
( da "CittadinoLex"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
Sei in: Prima Pagina
| Consumatori | Testo Nel provvedimento di 25 articoli anche proroga degli
sfratti e premio di occupazione Decreto anticrisi, l'articolo sulle commissioni
bancarie (Dl Cdm 26.6.2009) Contenimento "spontaneo", come ha detto
ironicamente il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, dei costi delle
commissioni bancarie e riduzione dei tempi di incasso degli assegni e dei
benefici. Provvedimento di 25 articoli - Un provvedimento è composto da 25
articoli che intervengono soprattutto con misure per le imprese. Varie misure
anticrisi - Premio di occupazione, esenzione fiscale sugli utili reinvestiti
dalle imprese sui macchinari, bonus per le aziende che decidono di non
licenziare o reimpiegano i lavoratori già in cassa integrazione, una mini
liberalizzazione nel settore del gas, velocizzazione di pagamenti della
pubblica amministrazione alle aziende, proroghe di termini dalla class="hilite">class="term">class class="term">action
alle missioni di pace. Detassazione utili - Riedizione della legge Tremonti per
la detassazione degli utili reinvestiti, che diviene più selettiva perché gli
sgravi si limitano agli impianti produttivi al bonus per favorire l'occupazione
per le aziende che decideranno di non ricorrere alla cassa integrazione o che
assumeranno lavoratori già sospesi otterranno incentivi. Energia meno cara -
Approvigionamento di energia meno cara, con lo sblocco degli investimenti nelle
reti elettriche e misure per calmierare il prezzo del gas a vantaggio delle
imprese, mettendo sul mercato 5 miliardi di metri cubi di gas a prezzi
allineati a quelli medi europei. Pagamenti pubblici più celeri - Accelerazione
dei pagamenti della pubblica amministrazione, con la fissazione di tempi certi
sia per l'arretrato che per i pagamenti futuri, semplificando inoltre le
procedure e i meccanismi per la compensazione di crediti e debiti. Rimborso
azionisti Alitalia - Misure per il rimborso degli obbligazionisti e degli
azionisti Alitalia, con la fissazione del prezzo al quale verrà rimborsata ogni
obbligazione (70,97% del valore nominale) mentre agli azioni viene attribuito
il diritto a vendere al Tesoro i propri titoli con un controvalore determinato
sulla base del prezzo medio di Borsa delle azioni nell'ultimo mese di
contrattazione, ridotto del 50%. Invalidità civile - Misure per contrastare le
frodi in materia di invalidità civile per ridurre gli sprechi e aiutare i veri
invalidi. Sfratti Gli sfratti sono prorogati fino al 31 dicembre 2009. Opere -
Possibilità di effettuare grandi opere infrastrutturali con poteri e mezzi
straordinari come quelli derogatori delle ordinanze previste in occasione di
calamità naturali. Proroga strade sicure Continua l'operazione cosiddetta
"strade sicure" per altri 2 semestri, portando il numero di militari
coinvolti a 4250, dagli attuali 3 mila. Il provvedimento deve ora andare
all'esame delle Camere per la conversione in legge. Viene riportato il testo
dell'articolo 2, è soggetto a modifiche fino al momento della pubblicazione in
gazzetta ufficiale. (26 giugno 2009)
( da "Sestopotere.com"
del 26-06-2009)
Argomenti: Class Action
L'ok del Codacons ad
alcune misure del decreto anticrisi del Governo (26/6/2009 19:00) | (Sesto
Potere) - Roma - 26 giugno 2009 - Il Codacons giudica positivamente alcune
delle misure introdotte dal nuovo decreto anti-crisi approvato oggi dal
Consiglio dei ministri, mentre boccia senza appello l'class="hilite">ennesimo
rinvio della class="term">class class="term">action.
I rimborsi previsti in favore di obbligazionisti e azionisti Alitalia
rappresentano poco, ma sempre meglio del niente che si prospettava finora per i
possessori di tali titoli - spiega il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - I
rimborsi, tuttavia, non devono in nessun caso essere condizionati alla
rinuncia, da parte dei risparmiatori, di azioni legali nei confronti della
vecchia Alitalia e di banche e intermediari che hanno venduto titoli
"spazzatura'. Bene per il Codacons anche l'introduzione di sconti sul gas
per famiglie e imprese (purchè tali sconti siano reali e tangibili e si
aggiungano alla riduzione delle tariffe energetiche già in atto grazie al calo
delle quotazioni del petrolio), e sulla commissione di massimo scoperto (ma il
Governo deve vigilare perchè la commissione non esca dalla porta per rientrare
dalla finestra, espediente che già molte banche hanno messo in atto). Male
invece per l'associazione le anticipazioni circa le misure introdotte in
materia di social card, "il cui importo per essere davvero utile - spiega
Rienzi - andrebbe portato da 40 a 80 euro, e il numero dei beneficiari
innalzato a 2,5 milioni di cittadini, che per l'Istat vivono in condizioni di
difficoltà economiche'. Malissimo - sempre secondo il Codacons - se confermato
(ma ampiamente previsto) il rinvio di ulteriori 6 mesi della class="term">class class="term">action,
a dimostrazione di come il Governo sia prono agli interessi delle lobby e di
Confindustria.
( da "Stampa, La" del
27-06-2009)
Argomenti: Class Action
«Un giorno sì e uno
no escono questi numeri su deficit e calo del Pil Così è un disastro»
[FIRMA]ALESSANDRO BARBERA ROMA L'occasione del nuovo affondo contro i
«catastrofisti» è la presentazione del decretone estivo anti-crisi varato dal
governo. Misure a difesa dei consumatori, bonus occupazione per le aziende che
non licenzieranno, detassazione degli utili reinvestiti nell'acquisto di
macchinari, liberalizzazione del mercato del gas, accelerazione del pagamento
degli arretrati dovuti dalla pubblica amministrazione alle imprese: per questo
il governo promette di mettere a disposizione nei prossimi giorni ben 5
miliardi di euro. «Gli italiani ci premiano perché rispettiamo gli impegni
assunti», dice Silvio Berlusconi. «Bisogna far sì che prima di tutto il
governo, e in secondo luogo tutte le organizzazioni internazionali,
contribuiscano a rilanciare la fiducia». Invece «un giorno sì e uno no escono e
dicono che il deficit è al 5%, che i consumi calano del 5%, crisi di qui, crisi
di là, la crisi ci sarà fino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011». Insomma,
«un disastro: dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che
parlano, magari perché sono cose che i loro uffici studi gli dicono possono
verificarsi, ma che così facendo distruggono la fiducia dei cittadini
dell'Europa e del mondo». Berlusconi non fa nomi. Ma la cifra che cita è la
stessa che l'altro ieri, da l'Aquila, aveva indicato il governatore della Banca
d'Italia Mario Draghi come la più probabile sulla caduta del prodotto interno
per quest'anno. Il premier vorrebbe che si smettesse di mettere a nudo troppo
spesso i numeri della crisi. La fiducia è il suo chiodo fisso. Invita i
cittadini a non tagliare i consumi, dice agli imprenditori di «non smettere di
fare pubblicità ai loro prodotti». L'unica che «è giusto minacciare di tagliare
è quella ai giornali catastrofisti. L'ho già detto e non è uno scandalo». Poi
il premier passa ad «affettuosi complimenti a Giulio Tremonti» per il lavoro
fatto. Un modo forse per spegnere le voci che lo raccontano spesso irritato con
il ministro dell'Economia. Tremonti elenca a grandi linee i contenuti del
decreto fiscale appena approvato. Si sofferma sugli «interventi spintanei» per
aiutare le banche ad attuare «interventi di mercato». Le banche «sono
d'accordo», garantisce Tremonti. «Un buon rapporto con la banca è interesse
della banca stessa. Quindi aiutiamo le famiglie ma anche lo stesso settore ad
offrire livelli di commissioni accettabili a tutti». Il riferimento è alla
norma che obbligherà le banche ad abolire tutte le clausole che assomigliano ad
un restyling del massimo scoperto, già abolito per legge. Ma nel decreto ci
sono altre due norme che costeranno un prezzo agli istituti: la prima le
obbligherà a concedere il trasloco dei mutui in trenta giorni, la seconda a
rendere disponibile il pagamento degli assegni in tre giorni lavorativi. «Poi
c'è anche un cadeau», scherza Tremonti. Il decreto concede alle banche «un
incremento della svalutazione fiscale dei crediti che entrano in sofferenza».
Dallo 0,30 si passa allo 0,50%. «Non ce la faccio più, non so cosa fare per
frenare questa cotta del ministro verso le banche che alla fine, preferiscono
la minestra alla finestra», aggiungerà ridendo il premier. Nel decretone le
banche non sono comunque le uniche a dover pagare un prezzo. L'Eni ad esempio
d'ora in poi dovrà vendere cinque miliardi di metri cubi di gas ad un prezzo
stabilito d'intesa con l'Autorità per l'Energia. Una misura che nelle
intenzioni del governo dovrebbe permettere di tagliare i costi finali del gas
alle famiglie e alle imprese. «Quel gas - spiega il ministro dello Sviluppo
Claudio Scajola - avrà prezzi allineati a quelli medi europei e verrà assegnato
con aste non discriminatorie a utilizzatori con consumo costante di gas».
Slittano invece alcune norme sulla stretta alla spesa sanitaria: «Ne dobbiamo
parlare con le Regioni», abbozza il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. class="hilite">Passa la stretta alle
compensazioni Iva e la proroga per altri sei mesi dell'entrata in vigore della class="term">class class="term">action. Su quest'ultima durante la
giornata si è consumato un giallo: sembrava essere saltata dalla lista delle
proroghe. In conferenza stampa Tremonti chiarirà: l'azione collettiva
slitta nuovamente.
( da "Stampa, La" del
27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Confermate dal
governo tutte le proroghe e gli slittamenti dei termini annunciati alla
vigilia. In particolare, il blocco degli sfratti che scadeva martedì prossimo
slitta al 31 dicembre, mentre viene spostata al 30 settembre la data per
definire l'elenco degli enti inutili. class="hilite">Piccolo
giallo sulla class="term">class class="term">action:
in un primo momento sembrava che il governo avesse soprasseduto all'idea di
rinviarne nuovamente l'entrata in vigore delle azioni collettive, ma in
conferenza stampa Tremonti ha confermato che il differimento è nel decreto. In
questo caso da luglio 2009 si passa a gennaio 2010.
( da "Secolo XIX, Il"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Misure per 2
miliardinel decreto anti-crisi Utili aziendali detassati. Rimborsi agli
azionisti Alitalia Roma. Una bacchettata se la prendono le banche sul massimo
scoperto (che però non scompare del tutto), assegni e bonifici. Vengono
aumentati i rimborsi per gli obbligazionisti Alitalia e anche gli azionisti,
finora esclusi, verranno risarciti col 50% del valore dei titoli in loro
possesso. Il prossimo inverno, famiglie e imprese pagheranno meno il gas. È
stato poi abolito il ticket sulle visite specialistiche. Il governo ha varato
ieri il decreto anti-crisi con un occhio rivolto alle famiglie e l'altro alle
imprese, che hanno ottenuto lo sconto fiscale del 50% sugli utili reinvestiti
in «macchinari e apparecchiature». «È un decreto che va nella direzione di
risolvere la crisi perché mette le imprese nelle migliori condizioni per
agganciare la ripresa. Il decreto è una spinta all'economia, nasce con l'accordo
e il gradimento delle parti sociali», ha dettto il premier Silvio Berlusconi.
La manovra estiva approvata dal Consiglio dei ministri vale 2 miliardi: punta
ad arricchire le misure contro la recessione messe in campo lo scorso autunno
ed è la risposta alle pressioni delle parti sociali, che da tempo reclamano
interventi aggiuntivi. Nello stesso tempo, il decreto anticipa la Finanziaria
2010 che, come l'anno scorso, sarà snellita, circoscritta a una serie di
tabelle e gestita da palazzo Chigi, come ha spiegato il ministro dell'Economia,
Giulio Tremonti. «Abbiamo adottato una serie di decisioni molto importanti per
far ripartire gli investimenti e intensificare l'azione di contrasto della
crisi», ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Per le
imprese non c'è solo lo sgravio fiscale sugli investimenti ma anche un bonus
che consentirà loro di utilizzare i dipendenti in cassa integrazioni in lavori
legati a corsi di formazione. Agevolazioni sono concesse alle aziende che fanno
rientrare in anticipo i lavoratori in cassa integrazione. Per chi finisce in
cassa integrazione è prevista la possibilità di capitalizzare il sussidio
trasformandolo in bonus da utilizzare per avviare una propria attività
autonoma. È stata poi innalzata dal 60 all'80% la copertura salariale dei
contratti di solidarietà. «Il testo contiene un vero e proprio premio per
l'occupazione. Se non licenzi, hai un sostegno finanziario», ha detto Tremonti.
Il decreto dovrebbe inoltre velocizzare i pagamenti arretrati delle pubbliche
amministrazioni a favore dei fornitori con un meccanismo che punta a evitare e
sbloccare i debiti pregressi. Un'altra norma molto apprezzata dalle imprese è
quella che taglia i tempi di realizzazione di infrastrutture e grandi opere: il
percorso veloce è concesso non solo agli investimenti pubblici ma anche a
quelli «realizzati con capitale prevalentemente o interamente privato, per i
quali ricorrano particolari ragioni di urgenza». In sostanza, questi lavori
sarebbero trattati come le calamità naturali: il governo potrà dichiarare lo
stato d'emergenza e nominare un commissario delegato alla realizzazione
dell'opera in tempi rapidi. «Il governo ha fatto la sua parte. Ora sono le
imprese che devono fare la loro», ha detto Tremonti. Anche se il decreto di 26
articoli dedica molto spazio alle imprese, i vantaggi per le famiglie non
mancano, a cominciare dal soccorso concesso loro dal governo sul versante dei
rapporti con le banche. Viene neutralizzata l'ultima manovra messa in atto
dagli istituti di credito sul massimo scoperto con la reintroduzione
surrettizia della commissione, che era stata abolita con il decreto anti-crisi
di sei mesi fa. Il balzello, invece, è stato tenuto in vita dalle banche, che
hanno sostituito la commissione con una serie di nuove voci di spesa e penali
imposte ai correntisti. Di fronte all'alzata di scudi dei consumatori, il
governo è corso ai ripari: il decreto annulla le nuove clausole sul massimo
scoperto che gli istituti hanno rifilato ai loro clienti, sperando che la norma
non venga aggirata ancora una volta. Ma la commissione non scompare del tutto:
è previsto il tetto massimo dello 0,5%. Le banche avranno due mesi di tempo
dall'entrata in vigore delle norme per mettersi in regola. Benefici in arrivo
anche per i conti correnti: il beneficiario di un assegno bancario potrà
disporre della valuta al massimo entro tre giorni dal versamento mentre per
assegni circolari e bonifici la disponibilità non potrà superare un giorno.
«Avere un buon rapporto con la banca è interesse della banca stessa. Aiutiamo
le famiglie ma anche le banche con livelli di commissioni accettabili per
tutti», ha detto Tremonti. Buone notizie anche per gli azionisti di Alitalia
che in molti casi sono dipendenti o ex dipendenti: erano stati esclusi da qualsiasi
forma di rimborso parziale dopo il passaggio di mano della compagnia e ora
tornano in gioco con un "salvacondotto" che consentirà loro di
intascare il 50% del valore dei titoli. I piccoli risparmiatori che avevano
investito in obbligazioni, vedono invece salire il loro risarcimento dal 30 al
70,97% del prezzo pagato per i bond. E' stato confermato il tetto di 100 mila
euro per gli obbligazionisti, mentre viene introdotto un limite di 50 mila euro
per gli azionisti. Ma il decreto delude anche alcune attese. class="hilite">La
social card rimane com'è almeno per ora: il governo non ha ampliato la platea
dei beneficiari (famiglie e pensionati) rimandando la cosa a un atto
amministrativo. E slitta di altri sei mesi la class="term">class class="term">action,
fra le proteste dei consumatori. Michele Lombardi 27/06/2009
( da "Repubblica, La"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Pagina 4 - Economia
Detassati gli utili, cassintegrati recuperati Rimborso ai titoli Alitalia, solo
un tetto al massimo scoperto, stretta sui paradisi fiscali Il decreto Aumentano
di 1250 unità i soldati impegnati nelle operazioni di sicurezza nelle città
Prevista l´abolizione del ticket sulla medicina specialistica LUISA GRION ROMA
- Due filoni principali, gli interventi anti-crisi e anti-evasione, e una
manciata d´altre regole su questioni da risolvere prima che arrivi l´estate. C´class="hilite">è il rinvio dell´entrata in
vigore della class="term">class class="term">action
e lo stop ai ticket per la medicina specialistica; non c´è l´allargamento delle
social card (arriverà per via amministrativa, assicura il ministro Sacconi). Il
decreto estivo del governo Berlusconi aumenta i rimborsi a bond e azioni
Alitalia, e il numero di soldati nelle strade (1.250 in più a parità di costo),
ma il cuore della manovra resta quel pacchetto di norme cui si affida il
compito di bloccare la crisi. Incentivi al lavoro e alle imprese ne
costituiscono la parte centrale. Primo obiettivo è quello di far sì che i
cassintegrati possano tornare al lavoro al più presto: le imprese potranno
richiamarli prima per riqualificarli con progetti di formazione e in questo
ambito potranno anche essere loro affidate attività produttive: i dipendenti
continueranno a percepire la cassa integrazione all´80 per cento dello
stipendio e le aziende ci metteranno il mancante 20 (di fatti percepiranno così
una sorta di bonus). Per i contratti di solidarietà si percepirà l´80 per cento
dello stipendio (era al 60); chi invece - fra i lavoratori in cassa
integrazione - deciderà di mettersi in proprio o in cooperativa, potrà contare
su incentivi pari al sussidio (ma altri 25 milioni saranno messi sul piatto per
potenziare al cassa integrazione a 24 mesi). Le imprese, comunque, potranno
contare anche sulla Tremonti- ter (detassato il 50 per cento degli utili
investiti per acquistare macchinari); su un più rapido ammortamento dei beni
strumentali e su 5 miliardi stanziati dal decreto per ripagare più in fretta in
debiti contratti dalla pubblica amministrazione con le aziende. A loro
beneficio anche la nuova disciplina sul gas (più disponibilità e un meccanismo
di risparmi a favore dei grandi consumatori) e le norme per sbloccare gli
investimenti sulle reti elettriche. Nell´ottica dei risparmi, per quanto
riguarda le società a capitale pubblico sono state estese anche a questa
tipologia d´impresa le regole sui limiti di assunzione, sul contenimento degli
oneri contrattuali e sulle consulenze, stabiliti per la pubblica
amministrazione. Praticamente il costo del lavoro peserà di meno. L´altro
filone portante riguarda la partita fiscale e le misure anti-evasione, paradisi
fiscali in primis. In virtù delle nuove norme se il capitale è detenuto in uno
di questi paesi illegalmente, il titolare sarà considerato automaticamente
evasore, salvo prova contraria (dovrà dimostrare, per esempio, di averlo
ottenuto in eredità). Prevista anche una norma sugli arbitraggi fiscali
internazionali. La partita che riguarda consumatori e famiglie (rinviata la
social card a norme amministrative) riguarda più che altro il caso Alitalia: in
sostanza il rimborso dei titoli in mano agli obbligazionisti sale al 70,97 per
cento. Ma anche gli azionisti potranno cambiare le azioni con titoli di Stato,
per un controvalore pari al 50%. Per quanto riguarda il massimo scoperto
bancario, invece, le clausole sono state modificate, ma non cancellate: la
commissione resta ma con un tetto massimo dello 0,5 per cento. Contenta
Confindustria («Bene la detassazione sugli utili reinvestiti» ha detto la
leader Emma Marcegaglia). Un po´ meno le piccole imprese («Misure apprezzabili,
ma serve altro» ha detto Giorgio Guerrini della Confartigianato che proprio per
quanto riguarda le commissioni bancarie spera in «interventi migliorativi in
sede parlamentare»). Alle associazioni dei consumatori non è andato giù il
nuovo rinvio di altri sei mesi per l´entrata in vigore della class="term">class class="term">action.
( da "Unita, L'" del
27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Provvedimenti
anti-crisi in una «manovrina» d'estate dal valore indefinito. Se non
un'anomalia è certo un paradosso che il ministro dell'Economia non sia stato in
grado di dare una cifra nella conferenza stampa a palazzo Chigi dopo il varo
del decreto legge. «La stiamo definendo», ha risposto Giulio Tremonti ai
giornalisti. E ha rinviato alla nota tecnica che sarebbe stata pronta nella
notte, e che avrebbe confermato o meno i 2 miliardi di cui si è parlato alla
vigilia. class="hilite">Singolare anche
la risposta del ministro sulla proroga del rinvio della class="term">class class="term">action.
Nei testi circolati non c'è, Tremonti ha detto «mi pare ci sia». Premesso
questo, nella manovrina brilla l'assenza di misure dirette a favore della famiglia
o di sostegno a redditi da lavoro o pensione, in forma di detassazione,
detrazioni o comunque di un fisco più leggero. Le chiedevano i sindacati e
anche parte delle imprese, oltre alle forze di opposizione per ridare impulso
ai consumi che languono, alla produzione e all'occupazione. Di questo non c'è
nulla, ma non c'è da stupirsi visto che a detta del premier, la recessione
avrebbe «una forte componente psicologica». E se così è, a cosa servono gli
euro? IN ORDINE SPARSO A qualcosa servono. Nella manovrina trova infatti
conferma la detassazione al 50% dei costi sostenuti dalle imprese per
l'acquisto di macchinari ammortizzabili, e i rimborsi - assai parziali- per i
piccoli azionisti e obbligazionisti di Alitalia. Sempre a vantaggio delle
imprese verranno messi sul mercato 5 miliardi di metri cubi di gas a prezzi
calmierati. Qualche novità è registrata anche nei cinque punti del cosiddetto
pacchetto-Sacconi, tutto dedicato al welfare. Riguardano gli ammortizzatori
sociali, ma non toccano i precari con contratti a termine né i collaboratori
che si ritrovano senza tutela. I lavoratori in cassaintegrazione possono essere
impiegati in corsi di formazione in azienda che pagherà la differenza tra
l'indennità di cig e la retribuzione intera. I lavoratori in cig o in mobilità
che vogliano costituire una cooperativa o darsi al lavoro autonomo possono
avere il sussidio previsto in un'unica soluzione. Passa dal 60 all'80% della
retribuzione il sussidio ai lavoratori che hanno contratti di solidarietà. Le
aziende che assumono lavoratori in ammortizzatori sociali avranno incentivi. I
lavoratori in cig o in mobilità potranno fare lavori occasionali con il
cosiddetto voucher. COMMISSARI PER LE OPERE Interessante sarebbe l'abolizione
del ticket sulle visite specialistiche se fosse cosa fatta. Non lo è, «è
rinviata al dialogo con le Regioni», ha precisato il ministro Sacconi. Quindi
per ora è solo un annuncio, da discutere come pure il taglio alla spesa
farmaceutica il cui tetto passa dal 13,6% al 13,3%. L'auspicio che non sia lo
stesso per la stretta su paradisi fiscali, una norma antievasione. Spiega
Tremonti: «Tutti i capitali che si trovano nei paradisi fiscali e non sono
denunciati», «sono da considerarsi, ai fini fiscali, il prodotto dell'evasione
fiscale». Foriera di sviluppi è la norma che prevede una corsia preferenziale
per le infrastrutture: per sbloccare gli investimenti privati sarà possibile
per il governo dichiarare lo «stato di emergenza» e nominare un Commissario.
Infine, una boccata di ossigeno per l'emergenza casa: c'è una proroga del
blocco degli sfratti.
( da "Unita, L'" del
27-06-2009)
Argomenti: Class Action
La «manovrina» di
Tremonti Senza aiuti a famiglie e redditi FELICIA MASOCCO Provvedimenti
anti-crisi in una «manovrina» d'estate dal valore indefinito. Se non
un'anomalia è certo un paradosso che il ministro dell'Economia non sia stato in
grado di dare una cifra nella conferenza stampa a palazzo Chigi dopo il varo
del decreto legge. «La stiamo definendo», ha risposto Giulio Tremonti ai
giornalisti. E ha rinviato alla nota tecnica che sarebbe stata pronta nella
notte, e che avrebbe confermato o meno i 2 miliardi di cui si è parlato alla
vigilia. class="hilite">Singolare anche
la risposta del ministro sulla proroga del rinvio della class="term">class class="term">action.
Nei testi circolati non c'è, Tremonti ha detto «mi pare ci sia». Premesso
questo, nella manovrina brilla l'assenza di misure dirette a favore della
famiglia o di sostegno a redditi da lavoro o pensione, in forma di
detassazione, detrazioni o comunque di un fisco più leggero. Le chiedevano i
sindacati e anche parte delle imprese, oltre alle forze di opposizione per
ridare impulso ai consumi che languono, alla produzione e all'occupazione. Di
questo non c'è nulla, ma non c'è da stupirsi visto che a detta del premier, la
recessione avrebbe «una forte componente psicologica». E se così è, a cosa
servono gli euro? IN ORDINE SPARSO A qualcosa servono. Nella manovrina trova
infatti conferma la detassazione al 50% dei costi sostenuti dalle imprese per
l'acquisto di macchinari ammortizzabili, e i rimborsi - assai parziali- per i
piccoli azionisti e obbligazionisti di Alitalia. Sempre a vantaggio delle
imprese verranno messi sul mercato 5 miliardi di metri cubi di gas a prezzi
calmierati. Qualche novità è registrata anche nei cinque punti del cosiddetto
pacchetto-Sacconi, tutto dedicato al welfare. Riguardano gli ammortizzatori
sociali, ma non toccano i precari con contratti a termine né i collaboratori
che si ritrovano senza tutela. I lavoratori in cassaintegrazione possono essere
impiegati in corsi di formazione in azienda che pagherà la differenza tra
l'indennità di cig e la retribuzione intera. I lavoratori in cig o in mobilità
che vogliano costituire una cooperativa o darsi al lavoro autonomo possono
avere il sussidio previsto in un'unica soluzione. Passa dal 60 all'80% della
retribuzione il sussidio ai lavoratori che hanno contratti di solidarietà. Le
aziende che assumono lavoratori in ammortizzatori sociali avranno incentivi. I
lavoratori in cig o in mobilità potranno fare lavori occasionali con il
cosiddetto voucher. COMMISSARI PER LE OPERE Interessante sarebbe l'abolizione
del ticket sulle visite specialistiche se fosse cosa fatta. Non lo è, «è
rinviata al dialogo con le Regioni», ha precisato il ministro Sacconi. Quindi
per ora è solo un annuncio, da discutere come pure il taglio alla spesa farmaceutica
il cui tetto passa dal 13,6% al 13,3%. L'auspicio che non sia lo stesso per la
stretta su paradisi fiscali, una norma antievasione. Spiega Tremonti: «Tutti i
capitali che si trovano nei paradisi fiscali e non sono denunciati», «sono da
considerarsi, ai fini fiscali, il prodotto dell'evasione fiscale». Foriera di
sviluppi è la norma che prevede una corsia preferenziale per le infrastrutture:
per sbloccare gli investimenti privati sarà possibile per il governo dichiarare
lo «stato di emergenza» e nominare un Commissario. Infine, una boccata di
ossigeno per l'emergenza casa: c'è una proroga del blocco degli sfratti. Dai
paradisi fiscali ai commissari per le infrastrutture. Di tutto un po' nella
manovrina d'estate, ma il sostegno ai redditi non trova spazio nel decreto
varato dal governo per contrastare gli effetti della crisi.
( da "Manifesto, Il"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
BOCCA CHIUSA
Berlusconi vede la crisi e insiste: basta con la pubblicità ai giornali
«disfattisti». Il presidente del G8 poi rilancia: «Tutti gli organismi interni
e internazionali che parlano di calo del Pil e disoccupazione chiudano la bocca.
Basta, sono un disastro». Tremonti e Sacconi assistono attoniti al disastro.
Stop alle domande dei cronisti Palazzo Chigi cala il sipario Matteo Bartocci
ROMA ROMA È una crisi senza ritorno. Per Silvio Berlusconi la via d'uscita dal
crepuscolo osceno del suo potere è parossistica e narcisistica. Una difesa
assoluta di sé, del proprio ruolo nella «Storia» e contemporaneamente un
uragano di accuse verso tutti i «disfattisti» che si ostinano a parlare di una
crisi economica che è, sostanzialmente, di natura psicologica. Non la propria
ma quella degli altri. Realtà e percezione della realtà si intrecciano in un
filo inestricabile di dichiarazioni, accuse e minacce che il premier sciorina
per tutto il giorno tanto in pubblico quanto in privato. Prima al consiglio dei
ministri che vara il decreto fiscale anti-crisi, poi in una riunione di
preparazione del G8 e infine, davanti agli occhi del mondo, in una conferenza
stampa a palazzo Chigi insieme ai super-ministri del Welfare e dell'Economia e
a Pescara all'inaugurazione dei giochi del Mediterraneo. «Dobbiamo fare in modo
che gli italiani tornino ai loro stili di vita perché non non hanno nessun
motivo di ridurre i loro consumi», è l'esordio. Basta, dunque, con tutte le
organizzazioni interne e internazionali, dal governatore di Bankitalia Mario
Draghi in su, che «un giorno sì e uno no escono e dicono che il deficit è al
5%, meno consumi del 5%, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà fino al
2010, la crisi si chiuderà nel 2011... Un disastro: dovremmo veramente chiudere
la bocca a tutti questi signori che parlano», è l'auspicio. Parlano, insiste,
perché «magari i loro uffici studi gli dicono cose che possono verificarsi ma
così facendo distruggono la fiducia dei cittadini dell'Europa e del mondo».
Dubbi? «Gli italiani ci hanno votato e continuano a darci consenso nonostante
tutti i miasmi, le calunnie e i veleni che tentano di lanciarci addosso per
sommergerci». Come si ottiene questo presunto consenso lo rivendica subito
dopo. Non c'è niente di male - ribadisce Berlusconi - nel «minacciare di non
dare la pubblicità ai media che diffondono la crisi». Il premier conferma
l'invito a non dare la pubblicità ai giornali critici lanciato a Santa
Margherita Ligure. Una minaccia che pure in prima battuta aveva smentito con
una nota di palazzo Chigi. «Non c'è alcuno scandalo», dice invece rivolgendosi
idealmente agli imprenditori, occorre «incentivare l'azione» affinché «editori
e direttori» dei giornali non contribuiscano a diffondere il pessimismo». Poco
conta, come ricordava Giancarlo Aresta sul manifesto di ieri, che Mediaset da
sola abbia 2,2 miliardi di euro l'anno di pubblicità contro 1,4 di tutti i
giornali messi insieme. Di fronte alla crisi economica, ripete il mero
proprietario di Mediaset, agli imprenditori bisogna dire di «continuare a fare
promozione perché se di fronte a un calo di consumi reagiscono diminuendo la
pubblicità smettono di premere sui possibili acquirenti e rinunciano a
vendere». Per Papi tutto va bene. «In pochissimi giorni all'Aquila apriremo il
più grande cantiere del mondo». E anche la Storia, con la maiuscola, si inchina
alle sue capacità. «Nel 2002 - ricorda Berlusconi - ho avuto l'orgoglio di
avere scritto di mio pugno l'accordo tra Alleanza Atlantica e Russia, di avere
convinto Bush e Putin a firmare il Trattato di Roma a Pratica di Mare. (...) Si
era creato di nuovo un clima da guerra fredda, era indispensabile eliminare
questa situazione. (...) Posso dire di essere stato levatrice di questo accordo
tra Russia e Nato, come lo fui a Pratica di Mare». Che l'asse con Mosca sia in
cima alle sue preoccupazioni lo testimonia il fatto che oggi il premier
italiano sarà l'unico primo ministro dell'Alleanza a partecipare alla riunione
del consiglio Nato-Russia di Corfù solitamente riservata ai ministri degli
Esteri. Mentre Berlusconi è un fiume in piena di fronte ai giornalisti, il
volto di Sacconi e Tremonti è terreo, due maschere che palesemente vorrebbero
essere altrove. Il ministro del Welfare rimarrà spettatore muto per quasi tutto
lo show del Cavaliere. Ma anche Tremonti, interrotto più volte a colpi di
gomito da Berlusconi, è costretto a capitolare di fronte alla foga del premier.
Per esempio quando si dilunga sui costi bancari, Berlusconi lo afferra per un
braccio e strizzando l'occhio alla platea dice testualmente : «Io non ce la
faccio più... non so come frenare questa cosa del ministro Tremonti sulle
banche». Il portavoce Bonaiuti freme in prima fila, affondato sui sedili muove
le labbra quasi a suggerire le risposte a un premier incontenibile. Parla a
lungo, Berlusconi e non accetta domande. Gli sguardi dei giornalisti si
alternano tra il rassegnato e l'allucinato. E uno solo, in fondo alla sala,
piuttosto giovane, class="hilite">alza le
mano e chiede con pertinenza: «E' vero che volete rinviare la class="term">class class="term">action? E quanto costa il decreto
che avete approvato?» Tremonti accetta il gioco democratico ma risponde che non
lo sa. Berlusconi fa per alzarsi. E di fronte alla mano in sospeso del
giornalista risponde: «Per caso lei vuole andare al bagno?». Già prima, accanto
al premier austriaco Faynmann si era sottratto alle domande dei cronisti:
«Basta - ha detto dopo i discorsi di rito - non siete preparati quindi andiamo.
In realtà - prosegue ironico - io e il Cancelliere abbiamo bevuto troppo quindi
daremmo risposte troppo lunghe..». Italia 2009. La sede del governo che
presiede il G8. Foto: SILVIO BERLUSCONI /FOTO AP. A DESTRA DALL'ALTO LUIGI
MAZZELLA E GIULIO TREMONTI
( da "Manifesto, Il"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
IL DECRETO Varata la
finanziaria 2010: la cig resta corta, class="hilite">class="term">class class="term">action rinviata Tremonti pensa
all'impresa ma trascura i lavoratori Sara Farolfi ROMA ROMA Via libera, ieri,
del consiglio dei ministri al decreto legge che contiene la finanziaria 2010.
«Si devono rialzare i consumi», Silvio Berlusconi concorda con Mario Draghi, ma
a differenza del governatore della Banca d'Italia il premier è convinto che
quella in corso ora sia una crisi eminentemente psicologica. I 3,5 milioni di
dipendenti pubblici, i 16 milioni di pensionati e i 14 milioni di dipendenti di
aziende private «non hanno nessun motivo per ridurre le spese», secondo
Berlusconi: gli unici che «corrono rischi» sono quelle 8 milioni di persone tra
imprenditori e partite Iva. Con questa impostazione il decreto varato ieri dai
ministri è perfettamente coerente: «Questo decreto alleggerisce la mano dello
stato sulle imprese», stigmatizza Berlusconi. Il ministro Tremonti non ha
quantificato l'entità della manovra - si parla di circa 2 miliardi di euro -
mentre viene data per certa la sanatoria sul rientro dei capitali illecitamente
detenuti all'estero (lo «scudo fiscale»), nonostante la retorica antievasione
del decreto, che prevede il contrasto ai paradisi fiscali in applicazione di
quanto deciso dal G20 di Londra. Non entra nel decreto l'allargamento della platea
beneficiaria della social card o del bonus famiglia: basterà un atto
amministrativo nei prossimi giorni, ha annunciato il ministro Sacconi. Il
pacchetto pro aziende È il pacchetto più sostanzioso della manovra. Piatto
forte, il «premio» per le imprese che non licenziano e non utilizzano la cassa
integrazione, oltre alla detassazione degli utili reinvestiti nell'acquisto di
macchinari (ma il riferimento, onde evitare le truffe del 94 e del 2001, quando
la stessa misura aveva consentito a diversi imprenditori di comprarsi l'auto
nuova facendola passare come auto aziendale, è rigorosamente ai beni
ammortizzabili). Cinque miliardi verranno destinati per garantire la
tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. E sempre alle
imprese è destinata la misura che prevede tariffe agevolate nella fornitura di
gas per il prossimo inverno (l'Eni dovrà offrire all'asta 5 miliardi di metri
cubi di gas a prezzo agevolato). Per quanto riguarda gli istituti di credito,
il regime del «massimo scoperto» viene modificato (avrà un tetto dello 0,5%) ma
non cancellato, come inizialmente sembrava. In compenso il decreto prevede un
contenimento del costo delle commissioni bancarie. E non solo: le banche che
ritarderanno la surrogazione (cioè il trasferimento) dei mutui oltre i 30
giorni dalla richiesta, dovranno pagare una penale pari all'1% dell'importo del
mutuo per ogni mese di ritardo. Briciole ai cassintegrati Tre sono
sostanzialmente le misure messe in campo nel pacchetto welfare. Il
«rafforzamento» dei contratti di solidarietà (il cui salario aumenta dal 60
all'80%); il rientro anticipato dei lavoratori in cassa integrazione che,
previo accordo tra le parti, possono partecipare a programmi di formazione
continuando a percepire il trattamento di cassa integrazione, a cui si
aggiunge, a carico dell'impresa, la differenza tra retribuzione intera e
importo della cig; la possibilità, infine, di erogazione anticipata e in
un'unica soluzione dei sussidi di integrazione al reddito per quei lavoratori
che decidono di aprire una partita Iva. Quanto al pubblico impiego, e ai
contratti precari in scadenza, il termine ultimo per le stabilizzazioni viene
indicato nel triennio 2010-2012. Mentre i comparti sicurezza e difesa - oltre
ai vigili del fuoco - vengono esclusi dai decurtamenti di stipendio in caso di
malattia. Il decreto stanzia (misere) risorse per il rimborso di azionisti e
obbligazionisti Alitalia ma rinvia di altri sei mesi la class="term">class class="term">action.
Pieni poteri alla Protezione civile Gli interventi infrastrutturali urgenti
diventano materia d'intervento della Protezione civile. Per realizzare opere
infrastrutturali urgenti, al pari di quanto accade per calamità naturali o
catastrofi il governo potrà dichiarare «lo stato d'emergenza» e nominare un «commissario
delegato» che sarà incaricato di sovrintendere alla realizzazione delle
infrastrutture. Il decreto fa riferimento a «interventi infrastrutturali,
grandi opere, reti e altri investimenti, anche realizzati con capitale
prevalentemente o interamente privato». Positivo Bonanni, critici Pd e Cgil
Secondo Pierluigi Bersani (Pd) «sono solo pillole». La presidente di
Confindustria, Emma Marcegaglia, promuove le misure del governo, ma chiede di
più: «Sono misure non risolutive, bisognerà fare di più». Positivo anche il
giudizio della Cisl di Bonanni. L'unico parere negativo arriva invece dalla
Cgil che - con l'eccezione del pubblico impiego, che canta vittoria sui precari
- parla di «piccoli accorgimenti che non avranno impatto sulle centinaia di
migliaia di lavoratori precari e che certo non risolvono i problemi». La
priorità, ribadisce la Cgil, resta «il prolungamento della cassa integrazione
ordinaria e il sostegno dei redditi da lavoro e pensione». Quanto alle misure
in campo, commenta la Cgil, «l'auto impiego coinvolgerà una fascia ristretta di
lavoratori, il rafforzamento dei contratti di solidarietà arriva fuori tempo
massimo e i meccanismi di formazione, nella formula proposta sono
sostanzialmente legati alle scelte aziendali, dunque difficilmente controllabili».
( da "Sestopotere.com"
del 27-06-2009)
Argomenti: Class Action
Presentato progetto
contro le truffe a Ferrara (25/6/2009 16:56) | (Sesto Potere) - Ferrara - 25
giugno 2009 - Gli episodi di cronaca registrano, ormai quasi quotidianamente,
il verifìcarsi di truffe e raggiri. Ad esempio, il finto funzionario che bussa
alla porta pretendendo il pagamento dell'acqua piuttosto che del gas, pur
essendo ormai entrato nell'immaginario collettivo dei più,
continua a mietere vittime e ad intascare euro in maniera indebita. Nel 2007,
nella nostra provincia, sono state registrate 657 truffe di cui 283 a Ferrara.
Alla luce di tali dati, la Prefettura di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la
Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia
Municipale, in collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato
di Ferrara, Cassa di Risparmio di Ferrara, Fondazione Cassa di Risparmio di
Ferrara, Cassa di Risparmio di Cento, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento e
Coop Estense, hanno ritenuto di promuovere anche questanno
un nuovo progetto di prevenzione rivolto a tutta la cittadinanza, con particolare attenzione alle fasce di
popolazione maggiormente soggette a queste tipologie di eventi, come gli
anziani, i disabili, e le persone sole. “Il progetto Stop
alle truffe! - spiega il Prefetto Massimo Marchesiello - nasce con
l'obiettivo di attivare
azioni di prevenzione sui fenomeni di truffe e raggiri, invitando i cittadini
ad assumere un comportamento attivo, teso ad evitare di rimanere vittime di
tali reati. Informarsi, chiedere aiuto non è un atto di cui vergognarsi ma una
semplice regola di sicurezza”. Attraverso diversi materiali di comunicazione e
promozione, quali un video animato che propone ipotetiche situazioni "a
rischio" ed evidenzia i comportamenti atti a prevenire, contrastare e
denunciare l'accaduto, spot radiofonici, pieghevoli che esaminano i casi più
frequenti di truffe e i consigli utili per evitarle, affissioni, azioni di
sensibilizzazione presso Centri Commerciali, centri di aggregazione per
anziani, sagre e fiere del territorio ferrarese e grazie al coinvolgimento dei
vari attori coinvolti nel progetto, si cercherà di raggiungere il maggior
pubblico possibile. I mesi di luglio e agosto vedranno impegnati i volontari
del CSV e le Forze dell'ordine in una serie di incontri presso i seguenti
Centri Commerciali e supermercati della provincia di Ferrara: - Coop
"Doro" di Via Modena a Ferrara, dal 13 luglio al 18 luglio - Centro
Commerciale "I Pioppi " di Copparo, dal 20 luglio al 25 luglio -
Centro Commerciale Ipercoop "II Castello" a Ferrara, dal 27 luglio
ali' 1 agosto. L'incontro con le forze dell'ordine è previsto per venerdì 31
luglio alle ore 17:00 - Centro Commerciale "I Tigli" di Argenta, dal
3 agosto all8 agosto. L'incontro con le forze dell'ordine è previsto venerdì
7 agosto ore 17:00 - Centro Commerciale Ipercoop "Le Mura" a Ferrara, dal 10 agosto al
15 agosto. Durante tutte queste attività sarà allestito uno stand in cui verrà
distribuito del materiale informativo e verranno fornite tutte le informazioni
sull'argomento. “Vogliamo che le persone vittime di qualsiasi episodio di
raggiro si rivolgano con fiducia alle Forze dell'Ordine per denunciare
l'accaduto. Questo - continua il Prefetto - ci consentirebbe di monitorare con
più efficacia il fenomeno e di arginarlo a beneficio di tutta la collettività”.
(Conferenza stampa "Stop alle truffe" - 25 giugno 2009)
( da "Corriere della Sera"
del 28-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 28/06/2009 - pag: 3 Che cosa cambia per i
consumatori Energia, ticket sanitari e slittamento degli sfratti nel pacchetto
famiglia Tetto dello 0,5% sul massimo scoperto ROMA Il decreto nato per ridare
spinta alle imprese contiene anche alcuni provvedimenti per le famiglie. Si
tratta di risparmi nel campo dell'energia e della spesa per i ticket sulla
specialistica e per la farmaceutica e di semplificazioni burocratiche. Un
capitolo a parte riguarda invece gli obbligazionisti e azionisti di Alitalia e
in genere i consumatori, class="hilite">per
i quali è stato previsto il rinvio a fine anno della class="term">class class="term">action
(azione collettiva). Sul versante dell'energia, si
prevede che Eni dovrà cedere alle società che consumano più gas, 5 miliardi di
metri cubi a prezzi medi di mercato e offrire tariffe calmierate per operatori
concorrenti e consorzi anche di consumatori. La norma potrà avere effetti
positivi anche per i cittadini spingendo sulla liberalizzazione del mercato del
gas. Effetti non immediati. Secondo Paolo Landi dell'associazione dei
consumatori Adiconsum, la norma potrebbe produrre addirittura l'effetto
contrario per i cittadini: «Gli sconti concessi a alcune aziende verranno fatti
pagare alle altre e ai consumatori finali» osserva. Punta invece alla
semplificazione la norma che assegna dal 2010 all'Inps tutto il procedimento
per l'assegnazione delle pensioni di invalidità, snellendolo. Fino a quella
data si procederà a verifiche sui titolari di trattamenti per cecità, sordità,
handicap e disabilità. Il decreto non è intervenuto sulla «social card» (carta
acquisti), ma il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha promesso che si
procederà per via amministrativa allargando la platea degli aventi diritto,
cioè i pensionati e i minori che vivono in ambiti familiari disagiati. Intanto
sono state introdotte alcune semplificazioni nelle dichiarazioni richieste ai
pensionati per il mantenimento delle prestazioni previdenziali. Anche nel 2010
e nel 2011 non si pagherà il ticket di 10 euro sulla specialistica. La
copertura passa dalle Regioni allo Stato. Slitta di sei mesi, al primo gennaio
2010, l'esecuzione degli sfratti per gli inquilini «residenti in Comuni ad alta
tensione abitativa ed in Comuni con più di 10 mila abitanti». Tra i
provvedimenti che riguardano le famiglie anche il tetto dello 0,5% alle
commissioni che sostituiscono il massimo scoperto, pena la nullità delle
stesse. Per i consumatori c'è lo slittamento della class="term">class class="term">action
alla fine dell'anno. La misura non piace a Rosario Trefiletti di
Federconsumatori: «Questo governo ha dato la prova definitiva di essere attento
solo a chi è forte nel mercato». Ma per l'esecutivo si tratta di studiare
meglio le norme per evitare una valanga di ricorsi. Per Elio Lannutti, senatore
di Idv e presidente Adusbef, lo slittamento è «inaccettabile». A. Bac.
( da "Corriere della Sera"
del 28-06-2009)
Argomenti: Class Action
Corriere della Sera
sezione: Spettacoli TV data: 28/06/2009 - pag: 63 A fil di rete di Aldo Grasso
I caratteri più forti della trama G li episodi sono molto complicati, ma è
giusto che lo siano. Ai cultori del legal drama, le trame semplici non
interessano. Ha preso il via la seconda stagione di «Damages». Damage è termine
giuridico e sta a significare il risarcimento dei danni, l'indennizzo stabilito
dal tribunale. Perché di cause civili qui si tratta. (AXN, canale 120 di Sky,
venerdì, ore 21, 13 episodi). Tutto infatti ha inizio quando lo studio legale
Hewes & class="hilite">Associates di
New York intenta una colossale class="term">class class="term">action
sostenuta da 5000 persone nei confronti del potente e spietato uomo d'affari
Arthur Frobisher (Ted Danson). La serie ruota attorno al rapporto tra due donne
diversissime, ma al contempo uguali; lo spietato squalo di tribunale Patty
Hewes (Glenn Close), pronta a tutto pur di vincere una causa, e la giovane
Ellen Parsone (Rose Byrne), neolaureata che viene assunta nello studio Hewes
& Associati nonostante un iniziale rifiuto: il giorno del colloquio per
l'assunzione ha preferito partecipare al matrimonio di sua sorella. Il telefilm
si struttura con sbalzi temporali tra passato, presente e futuro, come se esistessero
diverse cornici temporali entro cui collocare il quadro dell'azione. L'impianto
narrativo caratterizzato da flashback e anticipazioni future, che ha sempre
contraddistinto l'imprevedibile legal drama, resta ma è notevolmente
semplificato. Si punta di più sull'analisi dei caratteri. Naturalmente lo
studio è lo spazio scenico dove recitano le due prime donne; un vero teatro per
Patty ed Ellen, che a turno, in un continuo gioco e ribaltamento delle parti,
rappresentano, la spietatezza e l'ingenuità, la determinatezza e l'ambizione,
l'amore e l'odio, la dolcezza e la cattiveria. La seconda stagione, oltre a
Tate Donovan, vede l'ingresso nel cast di nomi prestigiosi come William Hurt,
Marcia Gay Harden e Timothy Olyphant.
( da "Sicilia, La"
del 28-06-2009)
Argomenti: Class Action
Responsabilità in
rosaPortopalo. L'orgoglio delle donne elette alle massime cariche consiliari Portopalo.
Il rosa è il colore prevalente nel consiglio comunale. Loredana Baldo e Sandra
Scala, all'indomani della loro elezione alle massime cariche consiliari, si
sono dette onorate di ricoprire le due cariche più importanti del civico
consesso. «È una responsabilità notevole - afferma la Baldo, presidente
dell'assemblea consiliare portopalese - e di questo debbo ringraziare quanti
hanno riposto fiducia in me. Il fatto di avere scelto due donne è molto
indicativo e da subito siamo pronte a dare il nostro contributo per la crescita
del nostro comune». Sandra Scala, dopo l'elezione a vicepresidente, è rimasta
quasi bloccata dall'emozione. «Non pensavo di essere scelta dal mio gruppo -
spiega la Scala - ma ce la metterò tutta per confermare la bontà di questa decisione».
Baldo e Scala sono state elette con i voti del gruppo di maggioranza (9
consiglieri) mentre il gruppo di opposizione ha riversato i sei voti,
rispettivamente, su Sebastiano Quattrocchi e Giuseppina Caschetto.
«Naturalmente rappresenteremo tutto il consiglio» hanno sottolineato
all'unisono. I due capigruppo, Corrado Scala e Giovanni Chiavaro, hanno
tracciato la linea d'azione di maggioranza e opposizione.
«La presenza della donna in politica è garanzia di qualità e in questo caso è
un chiaro segnale di crescita di Portopalo. Adesso mettiamoci a lavorare per
dare risposte a tutta la collettività». Giovanni Chiavaro ha sottolineato
l'intento del gruppo di minoranza di essere propositivi, incalzando la
maggioranza in ogni argomento. «Non saremo il gruppo dei no preventivi - ha
aggiunto Chiavaro - ma incalzeremo la maggioranza con le nostre proposte,
condividendo quelle scelte dell'amministrazione comunale che riterremo utili
per tutta la collettività portopalese. Abbiamo una responsabilità: dare istanza
alle persone che ci hanno votato. Il nostro gruppo saprà dare un notevole
contributo per il buon funzionamento del consiglio comunale». L'atmosfera è di
collaborazione, dunque, consueta in ogni inizio di consiliatura.
( da "Manifesto, Il"
del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Nelle strade di
Baghdad La città è viva, la gente affolla le vie, fa picnic sulle rive del
Tigri, cerca libri, nonostante i feroci attentati degli ultimi giorni in vista
del ritiro del 30 giugno delle truppe Usa dalle città Giuliana Sgrena BAGHDAD
BAGHDAD L'aereo non si avvita più su se stesso per atterrare a Baghdad. Non ci
sono più gli annunci di scuse per il disagio nella discesa e nemmeno istruzioni
particolari per chi siede vicino alle uscite di emergenza. Anche l'aereo non è
più quello anonimo tutto bianco e senza scritte con un equipaggio sudafricano,
ora il volo della Royal Jordan airlines è uno dei tanti che ormai atterranno a
Baghdad. Mi guardo intorno, sono cambiati anche i passeggeri non sono più solo
contractor, giornalisti e strani personaggi stranieri, ci sono anche iracheni
che rientrano da Amman dove sono stati per cure e affari. Nonostante la
«normalizzazione», tra i passeggeri c'è sempre un gruppo di muscolosi
supertatuati il cui mestiere è facilmente intuibile. Le agenzie di sicurezza continuano
a reclutare contractor per l'Iraq, sono loro che affiancano le forze di
sicurezza irachene al posto degli americani. Il controllo dell'aeroporto è
affidato alla Sabre international security, che costringe i passeggeri a lunghe
code per i ripetuti e minuziosi controlli dei bagagli e le perquisizioni
personali. L'aeroporto di Baghdad, che ora ha ripreso in pieno le sue funzioni,
è una struttura moderna fatta costruire alla fine dagli anni ottanta da Saddam.
I primi ad accoglierci sono dei medici in camice bianco e mascherina che con un
misuratore di temperatura controllano se i passeggeri sono affetti da febbre
suina. L'ossessione della febbre «messicana», proprio nei giorni scorsi, ha
indotto alcune organizzazioni islamiche a chiedere la chiusura di tutti gli
allevamenti di suini. Tanta accuratezza sui controlli sanitari è solo il primo
paradosso che scopro in Iraq nella prima visita dopo il 2005. Nel paese non
esiste più un sistema sanitario e le medicine che vengono scaricate sull'Iraq
sono spesso quelle invendibili altrove perché scadute. Un business realizzato
evidentemente con la complicità di funzionari iracheni, ma questo è solo uno
dei capitoli della corruzione dilagante. Nei giorni scorsi un incendio ha
distrutto il sesto piano del ministero della sanità, quello dove erano
archiviati tutti i contratti per le forniture di medicinali e attrezzature. Una
misura preventiva in vista della lotta alla corruzione? Un autista mi aspetta
all'uscita, dove possono entrare solo le persone autorizzate (le security
invece arrivano fin sotto la scaletta dell'aereo), per portarmi al check point
dove mi aspettano alcuni giornalisti iracheni che mi accompagneranno durante
tutta la mia permanenza. I miei timori per il ritorno in Iraq vengono subito
fugati dalla calorosa accoglienza dei miei nuovi amici. Quella sera del 4 marzo
2005 Per tutto il tragitto verso il centro della città resto incollata al
finestrino, scruto attentamente l'autostrada anche se so bene che non è quella
la strada che avevamo percorso quella sera del 4 marzo del 2005 in fuga da
Baghdad e che non troverò il luogo dove è stato ucciso Nicola Calipari. Luogo
che comunque non riuscirò a vedere nonostante tutti i tentativi perché mi
scontrerò con mille ostacoli, mi dovrò limitare a raccogliermi davanti alla
targa che lo ricorda incastonata nella parete dell'ambasciata. Una sede
provvisoria per i nostri diplomatici che poi si trasferiranno in una nuova
costruzione sulla strada per l'aeroporto. È comunque l'ossessionante ricordo di
quella notte che mi ha riportato a Baghdad e che mi accompagnerà per tutta la
mia visita, come ogni giorno della mia vita. Quattro anni fa vedendo le cupole
e i minareti delle moschee che si allontanavano ero contenta di andarmene e non
avrei mai immaginato questo mio bisogno di tornare. Una parte di me era rimasta
qui. Ora sono qui, stordita, emozionata, convinta. Mi ritrovo all'hotel
Mansour, il mio primo hotel in Iraq, ma dell'albergo di lusso del 1990 è
rimasto ben poco e non solo a causa della bomba che ha devastato l'entrata nel
marzo del 2007, prima ha dovuto affrontare due guerre e anni di embargo. Dei
tre ascensori ne funziona solo uno e le lunghe attese inducono a salire a
piedi. Sebbene le cinque stelle siano andate perdute, come osserva tristemente
un inserviente, è l'albergo che ora accoglie gran parte degli stranieri di
passaggio nella capitale irachena, compresi alcuni giornalisti (ma si contano
sulle dita di una mano), che non si isolano nella zona verde, dove è rinchiuso
l'hotel Rasheed. La zona verde non è lontana, ma questa è zona rossa. Del resto
di verde nella green zone sventrata è rimasto ben poco a parte il nome, i vari
palazzi dei tempi di Saddam sono isolati tra di loro da alte muraglie, che
costituiscono lunghi e labirintici corridoi controllati da militari iracheni e
dalle agenzie di sicurezza private. Per entrare occorre superare numerosi
controlli, spegnere i cellulari, depositare i documenti, essere perquisiti
numerose volte, passare attraverso uno scanner, che tuttavia non nota le mie
schegge metalliche forse perché «amiche», fare un percorso in una sorta di
gabbia in rete metallica che mi ricorda la strada che devono percorrere i
palestinesi al varco di Erez, quando è aperto. Una conferma, se fosse
necessario, che per vedere Baghdad occorre stare nella zona rossa. La città non
è molto diversa da quella sfigurata che ho lasciato nel 2004: gli edifici
distrutti sono rimasti un cumulo di macerie dove vengono ammucchiate le
immondizie, altri sono rimasti in piedi ma portano il segno delle bombe che li
hanno svuotati. La ricostruzione resta un miraggio, continua a mancare
l'elettricità diverse ore al giorno, ma ora gli abitanti si
sono organizzati con generatori collettivi, che comunque non reggono i
condizionatori d'aria necessari per sopportare la calura, la temperatura non
scende mai sotto i 40 gradi. E poi manca l'acqua, i trasporti pubblici non
esistono più, sono stati sostituiti da pullmini privati. Invece la
benzina non è più un problema, anche se il prezzo è arrivato a mezzo dollaro al
litro, un'esagerazione per gli iracheni, nel 2003 costava l'equivalente delle
nostre vecchie venti lire. Sarà la disponibilità di benzina, la voglia degli
iracheni di uscire ma a Baghdad capita di rimanere bloccati in un ingorgo anche
alle undici di sera. Di giorno a bloccare il traffico contribuiscono le
chiusure improvvise delle strade per lavori oppure per i controlli della
polizia irachena. I poliziotti sono numerosi e non sempre riescono a dare
l'impressione di efficienza, costretti a ripararsi dal sole cocente sotto ombrelloni
pubblicitari. Sono comunque molto meno aggressivi del passato e spesso più che
altro scambiano battute con i passanti, a meno che la macchina sia
particolarmente degradata e allora riscoprono la loro arroganza. Di soldati
americani non se ne vedono più per le strade di Baghdad e se non fosse per gli
elicotteri che sorvolano la città di tanto in tanto ci si potrebbe illudere del
loro ritiro. Arrostiscono anche il masguf Comunque, nonostante i continui e
feroci attentati degli ultimi giorni (oltre 200 vittime, tutti iracheni, in
gran parte sciiti) sembrerebbero dimostrare il contrario, il problema della
sicurezza per gli iracheni non è più l'emergenza. Sacche di terrorismo esistono
ancora nonostante l'azione decisiva dei gruppi sunniti del «Risveglio» e, come
purtroppo previsto, si stanno scatenando in vista del ritiro delle truppe
americane dalle città fissato per il 30 giugno, ma la popolazione si sta
riprendendo la vita. Prima ancora che reale la sconfitta del terrorismo è
psicologica: non riesce più a paralizzare la popolazione con la paura. Questa è
la grande differenza rispetto al 2005: Baghdad è viva, la gente è nelle strade,
fa i picnic sulle rive del Tigri, i piccoli ristoranti che fanno arrostire il
masguf (il pesce di fiume) intorno a enormi bracieri scavati nel terreno, sono
affollati di famiglie, donne sole, uomini, fino ad ora tarda. La strada che
costeggia il fiume sulla riva opposta alla green zone è diventata la
passeggiata serale di molti iracheni dopo le giornate torride. Mentre gli investimenti
pubblici latitano ferve l'iniziativa privata: ristoranti, pizzerie, gelaterie
stanno sorgendo ovunque e sono sempre affollati. E poi i bar dove fanno succhi
freschi di ogni tipi di frutta, la mia passione è quello di melograno. Sono
riapparsi anche i negozi di alcolici. Dopo la caduta di Saddam questi negozi
erano scomparsi perché minacciati dalle milizie islamiche appoggiate dai
partiti religiosi al potere. Molti di questi negozi, soprattutto nel sud, erano
stati bruciati, a volte con i proprietari dentro. Ora sono aperti e fino a
tardi la sera, almeno a Baghdad. E non sono più gestiti solo da cristiani. Le
donne non sono più rinchiuse in casa, molte di loro non portano più il velo e
anche se lo portano sempre più spesso è di colori sgargianti e accoppiato con
abiti che non si addicono alla tenuta islamica, hanno ripreso a guidare la
macchina, cosa che era stato loro impedito dalle minacce islamiste, molte
giovani portano jeans attillati. Non vi è più una segregazione sessuale, nei
ristoranti non ci sono le classiche zone separate per le famiglie da una parte
e i maschi dall'altra. Persino la prostituzione non è più nascosta come una
volta. La via Arasat, nota per i negozi e i ristoranti alla moda, ora si è
riempita di night club. Per strada incontriamo anche una suora che gira
tranquillamente da sola. Tornano spirito laico e cultura Sono tutti segnali che
sta riemergendo lo spirito laico degli iracheni, persino i partiti religiosi si
rendono conto che la popolazione non è disposta a farsi soggiogare in nome
della religione e si mostrano più laici di quanto lo siano nella realtà. Anche
nelle università le organizzazioni islamiste non riescono più a dettare legge
come prima (soprattutto nei confronti delle studentesse), anche se la loro
influenza riesce ancora a mobilitare. La rimessa in discussione di alcuni
programmi universitari da parte degli islamisti è contrastata dal ministro
dell'educazione superiore e della ricerca Abid Thyab al Ajeeli, sunnita,
laureato in ingegneria elettronica a Keele in Gran bretagna, con 20 anni di
docenza in Qatar e Giordania. «Non sono i religiosi che devono governare
l'Iraq» sostiene convinto e prevede un cambiamento del panorama politico dalle
prossime elezioni. La ripresa dell'iniziativa culturale è forse l'aspetto più
sorprendente di Baghdad, riaperti teatri e anche cinema, anche se in buona
parte sono a luci rosse. La Mutanabi street, dove si andava ogni venerdì per
comprare libri vecchi e nuovi, era stata devastata da una bomba che aveva
distrutto anche il vecchio e caratteristico bar dell'angolo dove si beve il
famoso te fatto con i limoncini secchi di Bassora. La via è stata completamente
ricostruita, lastricata con uno splendida pietra marmorea, dove i libri non
vengono più coperti dalla polvere. Anche i libri sono cambiati seguendo
l'evoluzione del paese: prima erano libri antichi, poi si trovavano quelli
trafugati dal museo, seguiti da una invasione di libri religiosi, ora invece ci
sono testi che riguardano l'analisi sul regime di Saddam, ma soprattutto gli iracheni
sono interessati alle nuove professioni, comprano grammatiche e vocabolari di
inglese e libri di informatica. Anche il bar dell'angolo è rimesso a nuovo ma
ha mantenuto il vecchio stile con tutte le foto alle pareti. Gli avventori sono
in gran parte intellettuali, soprattutto il venerdì quando nella sala che si
trova sopra il bar si svolgono iniziative culturali. Qui ha sede la fondazione
al Mahda, una holding che pubblica il quotidiano indipendente che porta lo
stesso nome e che vanta la storia più lunga tra i giornali iracheni, dispone
anche di una casa editrice, una delle maggiori del mondo arabo, con sedi anche
a Damasco e Beirut e che oltre a libri produce anche documentari, organizza
festival culturali in tutto i paesi arabi. Questo venerdì il dibattito è
dedicato alla storia del giornalismo, troviamo molti «colleghi» iracheni,
alcuni disoccupati, altri sono rientrati da poco dall'esilio in occidente.
Incontriamo anche il presidente della Commissione cultura del parlamento, una
vecchia conoscenza, Mufid al Jazairi, già ministro della cultura, comunista,
una persona molto affabile e apprezzata dagli intellettuali iracheni. Altri
dibattiti si svolgono su un barcone attraccato sul Tigri protetto dalla statua
di Mutanabi (che si riteneva un profeta) che svetta dall'alto. Sotto la statua
invece si ripropone musica tradizionale. Le carceri restano piene In una piazza
centrale sono invece accampati sotto una tenda un gruppo di studenti che
protesta e chiede la liberazione dei prigionieri, l'abolizione della tortura,
praticata non solo dagli americani ma anche dagli iracheni, e un migliore
trattamento dei detenuti nelle carceri. Un gruppo di detenuti del movimento di
Muqtada ha iniziato uno sciopero della fame nella prigione di Rusafa a Baghdad.
Ma la loro voce ha difficoltà a farse sentire dopo che il loro leader, da tempo
ormai, vive a Qom, in Iran. La violazione dei diritti umani nelle carceri ha
già fatto cadere alcune decine di teste dopo che il ministro degli interni
Jawad al Bolani ha aperto una inchiesta. Ma è solo l'inizio e poi le carceri
americane sono ancora affollatissime di migliaia di prigionieri spesso senza
nessuna accusa concreta a carico. Diverse organizzazioni per i diritti umani
denunciano la situazione, ma non è facile, e temono ritorsioni. Il leader del
Blocco islamico sunnita in parlamento, Harith al Obeidi, che denunciava la
violazione dei diritti umani anche durante i suoi sermoni alla moschea, è stato
assassinato il 12 giugno scorso, proprio dopo la preghiera. Infine, l'Iran,
vicino e lontano nello stesso tempo. Gli iracheni seguono attentamente quello
che succede in Iran ma con molto distacco, l'influenza oppressiva degli
iraniani nell'Iraq del dopo Saddam non fa fare molta distinzione tra
Ahmadinejad e Mousavi. La diffidenza è il sentimento prevalente che ritiene
pericoloso sia il regime dei mullah che un ritorno di nazionalismo laico,
alcuni addirittura prefigurano un'alleanza improbabile tra un Iran riformato e
gli Stati uniti contro l'Iraq. Gli iracheni sono ancora traumatizzati dalla
loro storia drammatica fatta di guerre e di embargo, che però non ha scalfito
il loro orgoglio alimentato anche dal nazionalismo. Che sopravvive nonostante
il loro paese stia rischiando lo sgretolamento. Anche se l'evoluzione recente
sembra andare contro una divisione, che sembrava ormai inevitabile, eccezion
fatta per il Kurdistan che è già di fatto uno stato nello stato. BAGHDAD
L'aereo non si avvita più su se stesso per atterrare a Baghdad. Non ci sono più
gli annunci di scuse per il disagio nella discesa e nemmeno istruzioni
particolari per chi siede vicino alle uscite di emergenza. Anche l'aereo non è
più quello anonimo tutto bianco e senza scritte con un equipaggio sudafricano,
ora il volo della Royal Jordan airlines è uno dei tanti che ormai atterranno a
Baghdad. Mi guardo intorno, sono cambiati anche i passeggeri non sono più solo
contractor, giornalisti e strani personaggi stranieri, ci sono anche iracheni
che rientrano da Amman dove sono stati per cure e affari. Nonostante la
«normalizzazione», tra i passeggeri c'è sempre un gruppo di muscolosi
supertatuati il cui mestiere è facilmente intuibile. Le agenzie di sicurezza
continuano a reclutare contractor per l'Iraq, sono loro che affiancano le forze
di sicurezza irachene al posto degli americani. Il controllo dell'aeroporto è
affidato alla Sabre international security, che costringe i passeggeri a lunghe
code per i ripetuti e minuziosi controlli dei bagagli e le perquisizioni
personali. L'aeroporto di Baghdad, che ora ha ripreso in pieno le sue funzioni,
è una struttura moderna fatta costruire alla fine dagli anni ottanta da Saddam.
I primi ad accoglierci sono dei medici in camice bianco e mascherina che con un
misuratore di temperatura controllano se i passeggeri sono affetti da febbre
suina. L'ossessione della febbre «messicana», proprio nei giorni scorsi, ha
indotto alcune organizzazioni islamiche a chiedere la chiusura di tutti gli
allevamenti di suini. Tanta accuratezza sui controlli sanitari è solo il primo
paradosso che scopro in Iraq nella prima visita dopo il 2005. Nel paese non
esiste più un sistema sanitario e le medicine che vengono scaricate sull'Iraq
sono spesso quelle invendibili altrove perché scadute. Un business realizzato
evidentemente con la complicità di funzionari iracheni, ma questo è solo uno
dei capitoli della corruzione dilagante. Nei giorni scorsi un incendio ha
distrutto il sesto piano del ministero della sanità, quello dove erano
archiviati tutti i contratti per le forniture di medicinali e attrezzature. Una
misura preventiva in vista della lotta alla corruzione? Un autista mi aspetta
all'uscita, dove possono entrare solo le persone autorizzate (le security
invece arrivano fin sotto la scaletta dell'aereo), per portarmi al check point
dove mi aspettano alcuni giornalisti iracheni che mi accompagneranno durante
tutta la mia permanenza. I miei timori per il ritorno in Iraq vengono subito
fugati dalla calorosa accoglienza dei miei nuovi amici. Quella sera del 4 marzo
2005 Per tutto il tragitto verso il centro della città resto incollata al
finestrino, scruto attentamente l'autostrada anche se so bene che non è quella
la strada che avevamo percorso quella sera del 4 marzo del 2005 in fuga da
Baghdad e che non troverò il luogo dove è stato ucciso Nicola Calipari. Luogo
che comunque non riuscirò a vedere nonostante tutti i tentativi perché mi
scontrerò con mille ostacoli, mi dovrò limitare a raccogliermi davanti alla
targa che lo ricorda incastonata nella parete dell'ambasciata. Una sede
provvisoria per i nostri diplomatici che poi si trasferiranno in una nuova
costruzione sulla strada per l'aeroporto. È comunque l'ossessionante ricordo di
quella notte che mi ha riportato a Baghdad e che mi accompagnerà per tutta la
mia visita, come ogni giorno della mia vita. Quattro anni fa vedendo le cupole
e i minareti delle moschee che si allontanavano ero contenta di andarmene e non
avrei mai immaginato questo mio bisogno di tornare. Una parte di me era rimasta
qui. Ora sono qui, stordita, emozionata, convinta. Mi ritrovo all'hotel
Mansour, il mio primo hotel in Iraq, ma dell'albergo di lusso del 1990 è
rimasto ben poco e non solo a causa della bomba che ha devastato l'entrata nel
marzo del 2007, prima ha dovuto affrontare due guerre e anni di embargo. Dei
tre ascensori ne funziona solo uno e le lunghe attese inducono a salire a
piedi. Sebbene le cinque stelle siano andate perdute, come osserva tristemente
un inserviente, è l'albergo che ora accoglie gran parte degli stranieri di
passaggio nella capitale irachena, compresi alcuni giornalisti (ma si contano
sulle dita di una mano), che non si isolano nella zona verde, dove è rinchiuso
l'hotel Rasheed. La zona verde non è lontana, ma questa è zona rossa. Del resto
di verde nella green zone sventrata è rimasto ben poco a parte il nome, i vari
palazzi dei tempi di Saddam sono isolati tra di loro da alte muraglie, che
costituiscono lunghi e labirintici corridoi controllati da militari iracheni e
dalle agenzie di sicurezza private. Per entrare occorre superare numerosi
controlli, spegnere i cellulari, depositare i documenti, essere perquisiti
numerose volte, passare attraverso uno scanner, che tuttavia non nota le mie
schegge metalliche forse perché «amiche», fare un percorso in una sorta di
gabbia in rete metallica che mi ricorda la strada che devono percorrere i
palestinesi al varco di Erez, quando è aperto. Una conferma, se fosse
necessario, che per vedere Baghdad occorre stare nella zona rossa. La città non
è molto diversa da quella sfigurata che ho lasciato nel 2004: gli edifici
distrutti sono rimasti un cumulo di macerie dove vengono ammucchiate le
immondizie, altri sono rimasti in piedi ma portano il segno delle bombe che li
hanno svuotati. La ricostruzione resta un miraggio, continua a mancare
l'elettricità diverse ore al giorno, ma ora gli abitanti si
sono organizzati con generatori collettivi, che comunque non reggono i
condizionatori d'aria necessari per sopportare la calura, la temperatura non
scende mai sotto i 40 gradi. E poi manca l'acqua, i trasporti pubblici non
esistono più, sono stati sostituiti da pullmini privati. Invece la
benzina non è più un problema, anche se il prezzo è arrivato a mezzo dollaro al
litro, un'esagerazione per gli iracheni, nel 2003 costava l'equivalente delle
nostre vecchie venti lire. Sarà la disponibilità di benzina, la voglia degli
iracheni di uscire ma a Baghdad capita di rimanere bloccati in un ingorgo anche
alle undici di sera. Di giorno a bloccare il traffico contribuiscono le
chiusure improvvise delle strade per lavori oppure per i controlli della
polizia irachena. I poliziotti sono numerosi e non sempre riescono a dare
l'impressione di efficienza, costretti a ripararsi dal sole cocente sotto
ombrelloni pubblicitari. Sono comunque molto meno aggressivi del passato e
spesso più che altro scambiano battute con i passanti, a meno che la macchina
sia particolarmente degradata e allora riscoprono la loro arroganza. Di soldati
americani non se ne vedono più per le strade di Baghdad e se non fosse per gli
elicotteri che sorvolano la città di tanto in tanto ci si potrebbe illudere del
loro ritiro. Arrostiscono anche il masguf Comunque, nonostante i continui e
feroci attentati degli ultimi giorni (oltre 200 vittime, tutti iracheni, in
gran parte sciiti) sembrerebbero dimostrare il contrario, il problema della
sicurezza per gli iracheni non è più l'emergenza. Sacche di terrorismo esistono
ancora nonostante l'azione decisiva dei gruppi sunniti del «Risveglio» e, come
purtroppo previsto, si stanno scatenando in vista del ritiro delle truppe
americane dalle città fissato per il 30 giugno, ma la popolazione si sta
riprendendo la vita. Prima ancora che reale la sconfitta del terrorismo è
psicologica: non riesce più a paralizzare la popolazione con la paura. Questa è
la grande differenza rispetto al 2005: Baghdad è viva, la gente è nelle strade,
fa i picnic sulle rive del Tigri, i piccoli ristoranti che fanno arrostire il
masguf (il pesce di fiume) intorno a enormi bracieri scavati nel terreno, sono
affollati di famiglie, donne sole, uomini, fino ad ora tarda. La strada che
costeggia il fiume sulla riva opposta alla green zone è diventata la
passeggiata serale di molti iracheni dopo le giornate torride. Mentre gli
investimenti pubblici latitano ferve l'iniziativa privata: ristoranti,
pizzerie, gelaterie stanno sorgendo ovunque e sono sempre affollati. E poi i
bar dove fanno succhi freschi di ogni tipi di frutta, la mia passione è quello
di melograno. Sono riapparsi anche i negozi di alcolici. Dopo la caduta di
Saddam questi negozi erano scomparsi perché minacciati dalle milizie islamiche
appoggiate dai partiti religiosi al potere. Molti di questi negozi, soprattutto
nel sud, erano stati bruciati, a volte con i proprietari dentro. Ora sono
aperti e fino a tardi la sera, almeno a Baghdad. E non sono più gestiti solo da
cristiani. Le donne non sono più rinchiuse in casa, molte di loro non portano
più il velo e anche se lo portano sempre più spesso è di colori sgargianti e
accoppiato con abiti che non si addicono alla tenuta islamica, hanno ripreso a
guidare la macchina, cosa che era stato loro impedito dalle minacce islamiste,
molte giovani portano jeans attillati. Non vi è più una segregazione sessuale,
nei ristoranti non ci sono le classiche zone separate per le famiglie da una
parte e i maschi dall'altra. Persino la prostituzione non è più nascosta come
una volta. La via Arasat, nota per i negozi e i ristoranti alla moda, ora si è
riempita di night club. Per strada incontriamo anche una suora che gira
tranquillamente da sola. Tornano spirito laico e cultura Sono tutti segnali che
sta riemergendo lo spirito laico degli iracheni, persino i partiti religiosi si
rendono conto che la popolazione non è disposta a farsi soggiogare in nome
della religione e si mostrano più laici di quanto lo siano nella realtà. Anche
nelle università le organizzazioni islamiste non riescono più a dettare legge
come prima (soprattutto nei confronti delle studentesse), anche se la loro
influenza riesce ancora a mobilitare. La rimessa in discussione di alcuni
programmi universitari da parte degli islamisti è contrastata dal ministro
dell'educazione superiore e della ricerca Abid Thyab al Ajeeli, sunnita,
laureato in ingegneria elettronica a Keele in Gran bretagna, con 20 anni di
docenza in Qatar e Giordania. «Non sono i religiosi che devono governare
l'Iraq» sostiene convinto e prevede un cambiamento del panorama politico dalle
prossime elezioni. La ripresa dell'iniziativa culturale è forse l'aspetto più
sorprendente di Baghdad, riaperti teatri e anche cinema, anche se in buona
parte sono a luci rosse. La Mutanabi street, dove si andava ogni venerdì per
comprare libri vecchi e nuovi, era stata devastata da una bomba che aveva
distrutto anche il vecchio e caratteristico bar dell'angolo dove si beve il
famoso te fatto con i limoncini secchi di Bassora. La via è stata completamente
ricostruita, lastricata con uno splendida pietra marmorea, dove i libri non
vengono più coperti dalla polvere. Anche i libri sono cambiati seguendo
l'evoluzione del paese: prima erano libri antichi, poi si trovavano quelli
trafugati dal museo, seguiti da una invasione di libri religiosi, ora invece ci
sono testi che riguardano l'analisi sul regime di Saddam, ma soprattutto gli
iracheni sono interessati alle nuove professioni, comprano grammatiche e
vocabolari di inglese e libri di informatica. Anche il bar dell'angolo è
rimesso a nuovo ma ha mantenuto il vecchio stile con tutte le foto alle pareti.
Gli avventori sono in gran parte intellettuali, soprattutto il venerdì quando
nella sala che si trova sopra il bar si svolgono iniziative culturali. Qui ha
sede la fondazione al Mahda, una holding che pubblica il quotidiano
indipendente che porta lo stesso nome e che vanta la storia più lunga tra i
giornali iracheni, dispone anche di una casa editrice, una delle maggiori del
mondo arabo, con sedi anche a Damasco e Beirut e che oltre a libri produce
anche documentari, organizza festival culturali in tutto i paesi arabi. Questo
venerdì il dibattito è dedicato alla storia del giornalismo, troviamo molti
«colleghi» iracheni, alcuni disoccupati, altri sono rientrati da poco
dall'esilio in occidente. Incontriamo anche il presidente della Commissione
cultura del parlamento, una vecchia conoscenza, Mufid al Jazairi, già ministro
della cultura, comunista, una persona molto affabile e apprezzata dagli
intellettuali iracheni. Altri dibattiti si svolgono su un barcone attraccato
sul Tigri protetto dalla statua di Mutanabi (che si riteneva un profeta) che
svetta dall'alto. Sotto la statua invece si ripropone musica tradizionale. Le
carceri restano piene In una piazza centrale sono invece accampati sotto una
tenda un gruppo di studenti che protesta e chiede la liberazione dei
prigionieri, l'abolizione della tortura, praticata non solo dagli americani ma
anche dagli iracheni, e un migliore trattamento dei detenuti nelle carceri. Un
gruppo di detenuti del movimento di Muqtada ha iniziato uno sciopero della fame
nella prigione di Rusafa a Baghdad. Ma la loro voce ha difficoltà a farse
sentire dopo che il loro leader, da tempo ormai, vive a Qom, in Iran. La
violazione dei diritti umani nelle carceri ha già fatto cadere alcune decine di
teste dopo che il ministro degli interni Jawad al Bolani ha aperto una
inchiesta. Ma è solo l'inizio e poi le carceri americane sono ancora
affollatissime di migliaia di prigionieri spesso senza nessuna accusa concreta
a carico. Diverse organizzazioni per i diritti umani denunciano la situazione,
ma non è facile, e temono ritorsioni. Il leader del Blocco islamico sunnita in
parlamento, Harith al Obeidi, che denunciava la violazione dei diritti umani anche
durante i suoi sermoni alla moschea, è stato assassinato il 12 giugno scorso,
proprio dopo la preghiera. Infine, l'Iran, vicino e lontano nello stesso tempo.
Gli iracheni seguono attentamente quello che succede in Iran ma con molto
distacco, l'influenza oppressiva degli iraniani nell'Iraq del dopo Saddam non
fa fare molta distinzione tra Ahmadinejad e Mousavi. La diffidenza è il
sentimento prevalente che ritiene pericoloso sia il regime dei mullah che un
ritorno di nazionalismo laico, alcuni addirittura prefigurano un'alleanza
improbabile tra un Iran riformato e gli Stati uniti contro l'Iraq. Gli iracheni
sono ancora traumatizzati dalla loro storia drammatica fatta di guerre e di
embargo, che però non ha scalfito il loro orgoglio alimentato anche dal nazionalismo.
Che sopravvive nonostante il loro paese stia rischiando lo sgretolamento. Anche
se l'evoluzione recente sembra andare contro una divisione, che sembrava ormai
inevitabile, eccezion fatta per il Kurdistan che è già di fatto uno stato nello
stato.
( da "Stampa, La" del
29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Lunario Fiorenzo
Cravetto Sognatore mazziniano della bella politica Dieci anni fa, ieri. Dino
Giacosa, sognatore mazziniano della bella politica, si spegneva nella sua Cuneo
il 28 giugno 1999. L'allora presidente della Camera Luciano Violante lo ricordò
così: «Giacosa apparteneva a quella generazione di italiani che con il loro
impegno e sacrificio hanno saputo liberare il paese dal nazifascismo e
costruire sui valori della lotta di liberazione la nostra Repubblica». Le
solitudini, la passione. Immagini che danno il titolo al libro curato da
Michele Calandri su Giacosa, e delineano i tratti di un uomo unico, rigoroso
nella difesa dei propri principi, severo con se stesso e con gli altri,
destinato a una vocazione di minoranza. Come osserva Ernesto Algranati, «sono
due le chiavi di lettura per comprendere e rivisitare il percorso politico e
culturale di Dino Giacosa: l'antifascismo e l'europeismo. Fin dall'inizio vide
nell'europeismo federalista l'alternativa ai rischi dei nazionalismi». Dino
(Giocondo) Giacosa nasce a Torino l'11 luglio 1916. Laureato in giurisprudenza,
a 22 anni fonda il Movimento unitario rinnovamento italiano. La militanza
cospirativa viene pagata cara, è condannato a cinque anni di confino a
Ventotene. Nel '42 arriva a Cuneo, trova lavoro nello studio legale Galimberti.
Dopo l'8 settembre 1943, Dino e Duccio salgono a Madonna
del Colletto sopra Valdieri. Con loro ci sono Dante Livio Bianco e un pugno di
altri ragazzi. Il fine è comune, idee e modalità d'azione spingono
l'intransigente avvocato ad allontanarsi dal gruppo per entrare nella formazione
autonoma Valle Pesio di Piero Cosa. Su questo nuovo fronte, Giacosa
diventa commissario politico. Partecipa agli incontri di Casotto, Vinadio e
Pradleves, crea il Servizio X di controspionaggio. Con Aldo Sacchetti e
l'avvocato Giuseppe Baracco organizza il Tribunale militare dei ribelli e lo
dirige da giurista sopraffino: tutte le sentenze, nel dopoguerra, verranno
ritenute valide dai tribunali regolari. Dopo la Liberazione, è sorpreso dal
pragmatismo del Cln, dominato dai partiti di massa. E' il momento della
disillusione, ricomincia una stagione di solitudine. Torna alla professione di
penalista, assume il ruolo di padre nobile del Partito repubblicano cuneese. Un
giovanissimo Carlo Benigni, oggi direttore di «Rassegna», lo ebbe maestro: «Di
lui dico che è bello che esistano persone così. Giacosa non aveva un carattere
facile, e non era fatto per gestire la politique politicienne di tutti i
giorni, alla quale peraltro non era interessato. Ma non si poteva non volergli
bene, anche quando si era nel cono d'ombra della sua disapprovazione per
qualche idea o comportamento non condivisi». S'è parlato di dedicare a Dino
Giacosa una via o un angolo significativo di Cuneo, l'avvocato Algranati aveva
proposto di intitolargli Piazza Europa. A quando il giusto riconoscimento?
( da "Stampa, La" del
29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Intervista Il
deputato pendolare LE SCUSE LA REAZIONE Gli ultimi episodi INCHIESTA
Informazioni «Abbiamo atteso ore: senza notizie» LUCA FERRUA «Nell'ultimo mese
per 5 volte c'era una ruota da cambiare» «Scalo di serie C Da convocare i
vertici di Cai» Biglietti «Il mio costava 200 euro: 6 ore di ritardo» Incubo
Caselle Volano solo ritardi e disagi Rinvii, cancellazioni e ore di attesa Con
la nuova Alitalia disservizi record Sabato un passeggero infuriato ha distrutto
un apparecchio che controlla i biglietti "Ho buttato via decine di ore in
sala d'aspetto" Benigni Ha saltato la prima del Carignano TORINO Onorevole
Esposito, non mi verrà a dire che i disagi per chi parte o arriva a Caselle
riguardano anche lei? «Non me ne parli. Mi rendo conto che noi siamo in una
situazione di privilegio, ma atterrare o decollare da Torino ogni volta è
un'avventura, quasi mai bella, pure per un parlamentare». Si spieghi meglio
«Prima della nascita di Cai i problemi erano seri, ma la concorrenza tra Airone
e Alitalia era uno stimolo verso la qualità che alla fine agevolava i
passeggeri. Ora è un disastro». Nel senso della qualità dei servizi? «In tutti
i sensi. Gli orari cambiano sempre e ogni occasione è buona per accorpare i
voli con conseguenti ingestibili ritardi. E poi, guardi, il peggio non è
partire da Torino, il peggio è arrivare. Tornare a casa è sempre un inferno». E
come giustificano ritardi e cancellazioni? «L'informazione purtroppo è
piuttosto scarsa e spesso ci si scontra con la maleducazione del personale di
terra. Quando le notizie arrivano lasciano sempre un po' perplessi». Un
esempio? «Nell'ultimo mese mi hanno detto cinque volte che c'erano problemi con
una ruota e che andava cambiata. Dico cinque volte, mi viene quasi da sperare
che fosse una scusa. Ma c'è di peggio». Non esageri. Cosa è successo? «A
Fiumicino con altri due parlamentari non abbiamo notizie del volo delle 16,15
per Torino. Andiamo al bancone e ci dicono che ha 40 minuti di ritardo.
Abituati, ci mettiamo il cuore in pace e andiamo a prendere il caffè, il bar
era lontano e ci abbiamo messo una ventina di minuti. Al ritorno il volo era
chiuso e siamo rimasti a terra. In questo primo anno da parlamentare ho buttato
decine di ore di vita in quelle sale d'aspetto». Vede qualche soluzione?
«Quando posso volo con altre compagnie, forse bisognerebbe incentivare i
low-cost. Mi sembra che oggi offrano un servizio migliore. Caselle come
aeroporto funziona, anche se ovunque c'è il problema della maleducazione del
personale di terra che, mi creda, a Roma è peggio. Anche se ormai Torino è
trattata da scalo di serie C. Pensi che ci sono miei colleghi che quando
possono volano su Malpensa perché Lufthansa Italia garantisce collegamenti
senza disservizi e ritardi. Per quanto mi riguarda appena l'alta velocità verso
Roma funzionerà a dovere, sui voli Cai non mi vedranno più». I viaggiatori
normali si lamentano, quelli un po' più determinati chiedono i danni o magari
scrivono ai giornali o ai parlamentari... «E' arrivato il momento che in uno
dei prossimi incontri tra parlamentari piemontesi venga messa a punto un'azione
comune. Mi faccio carico di parlare anche con i senatori per creare un fronte
unito capace di affrontare il problema Caselle. Serve un'azione seria, non solo
qualche interrogazione parlamentare. Dobbiamo convocare i vertici Cai per un
faccia a faccia alla presenza delle istituzioni. Se non avremo garanzie
dobbiamo pensare ad aprire lo scalo ad altre compagnie». [FIRMA]JACOPO D'ORSI
TORINO «Cai: compagnia aerea inaffidabile». È solo uno dei commenti ascoltati
tra i passeggeri esasperati da mesi di ritardi e disservizi sulle rotte della
nuova Alitalia. Ed è tra i commenti più gentili: i viaggiatori costretti a
bivaccare per ore in attesa che l'aeroplano decolli, spesso senza sapere cosa
accade, di solito sono più aggressivi. Una scena che in questi sei mesi si è
ripetuta di frequente a Caselle come in altri aeroporti italiani dove
l'eccezione s'è trasformata in regola. Sabato sera l'ultimo episodio: il volo
AP6330 per Bari (marchiato AirOne) è decollato con quasi sei ore di ritardo.
Nessuna spiegazione Le spiegazioni? Racconta un passeggero: «Prima ci hanno
parlato di problemi tecnici, poi hanno detto che bisognava aspettare l'aereo
dalla Puglia, infine che il pilota era stanco e non se la sentiva di proseguire.
Informazioni affidabili, zero». Dovevano partire alle 17,15, si sono alzati da
terra alle 22,45. «Quando finalmente è arrivato un volo da Napoli, intorno alle
22,30, il suo equipaggio s'è degnato di portarci a Bari. Altrimenti saremmo
ancora a Torino: il personale del nostro aereo sosteneva di aver sforato i
turni e per ragioni di sicurezza non poteva continuare». Nella sala d'imbarco
si sono vissute ore di tensione. Un uomo ha distrutto uno dei terminali per il
controllo dei biglietti, causando l'intervento della polizia aeroportuale. «A
Bari non si arriva» Il tutto tra le urla di disperazione dei compagni di
sventura: chi doveva arrivare in tempo per assistere la madre malata, chi per
un turno di lavoro improrogabile, chi per il funerale di un famigliare
programmato la mattina dopo a Brindisi. Esigenze cancellate dallo scorrere
delle lancette, apparentemente senza un perché. «Abbiamo trascorso tutto il
pomeriggio in aeroporto - racconta Cinzia De Marzo, 39 anni, avvocato barese,
candidata del Pd alle ultime Europee nella Ciscoscrizione Sud - c'erano
anziani, bambini e disabili, abbandonati a loro stessi». Anche lei ha deciso di
dire basta. Sull'aereo ha fatto class="hilite">sottoscrivere
a tutti un reclamo con richiesta di risarcimento per danni morali e materiali,
una sorta di class-class="term">action
in miniatura. La raccolta firme «Ho raccolto tra le 60 e 70 firme - racconta -
vogliamo dare un segnale e creare un precedente perché così non si può andare
avanti». Continua: «Paghiamo i biglietti, il mio costava più di 200 euro, non
per ricevere questo trattamento. Cai pensa di cavarsela con i bonus per la cena
e altre forme di assistenza, ma non è accettabile poter chiedere il rimborso
solo se l'aereo non parte. La verità è che sono quasi sempre in ritardo, anche
su altre tratte». A Torino ne sanno qualcosa. Il caso che vale la ribalta
risale al 2 febbraio, quando il premio Oscar Roberto Benigni arrivò da Roma con
oltre 3 ore di ritardo ed fu costretto a perdere la prima del nuovo Carignano.
«Colpa del maltempo», la versione della compagnia. Ma da quel giorno problemi e
disagi si sono moltiplicati, tra accorpamenti e carenze di organico, fino al
record di 17 ore di ritardo su un altro volo da Fiumicino a Caselle, che
sarebbe dovuto partire la sera del 21 giugno e non s'è mosso fino alla mattina
del 22. Il periodo nero Il periodo più nero? Le prime due settimane di aprile,
con 21 cancellazioni e 180 ritardi su 270 voli previsti per tutte le
destinazioni. Dati che portarono il direttore operativo di Alitalia, Giancarlo
Schisano, ad ammettere: «Sono stati giorni particolarmente critici, ci sono
stati troppi ritardi». E a promettere «più voli e più puntualità», anche grazie
a 10 equipaggi trasferiti a Torino come sede fissa e un jet in più per smaltire
il traffico verso la capitale. I risultati sono ancora tutti da vedere, almeno
a giudicare dalla giornata di ieri: 2 ore e 40 minuti di ritardo sul volo per
Napoli delle 7, un'ora e 40 su quello per Roma delle 15,15 (oltre alla
cancellazione delle 17,10), due ore e 55 minuti su un altro per Napoli delle
17,50. Questa è la regola. Che non ammette eccezioni. 2 febbraio 2009
Roma-Torino, 3 ore e 10 Il volo AP6862 Roma-Torino, con atterraggio previsto
alle 17,50, arriva a Caselle solo alle 21. A bordo anche il premio Oscar
Roberto Benigni, costretto ad arrivare in ritardo alla prima del nuovo
Carignano.17 aprile 2009 Torino-Napoli, 4 ore e 10 Il volo AP6804 da Torino a
Napoli, operato da Air One, decollacon 4 ore e 10 minuti di ritardo, cioè 250
minuti dopo il previsto. Novanta passeggeri restano a terra: l'equipaggio non
poteva decollare senza riposo.26 aprile 2009 Alghero-Torino, 5 ore e 8 Il volo
AP5522 arriva a Caselle alle 12,23 con oltre 5 ore di ritardo. All'origine dei
disagi il maltempo sul volo della sera prima, che ha costretto l'equipaggio
prima ad atterrare a Cagliari. I passeggeri tornano ad Alghero alle 3 del
mattino.
( da "Stampa, La" del
29-06-2009)
Argomenti: Class Action
INCHIESTA Retroscena
Pollice verso dai piloti e dall'Enac Ultimatum L'Ente aereo: «Risolvere tutto
per luglio» I Boeing 737 «Non sono adatti a questo scalo» Pezzi di ricambio
«Spesso bisogna farli venire da Roma» Stefano Esposito "Il caso Torino è
la spia di un intero sistema che stenta a decollare" LUIGI GRASSIA TORINO
Gli scrupolosi giudici di Torino indagano su molte cose. E fanno bene. Sono
particolarmente attenti ai diritti di persone, lavoratori e comunità.
Analizzano con serietà esposti su servizi pubblici e disservizi. E hanno
ragione. Anche i politici - torinesi e piemontesi - dicono ogni volta che ne
hanno l'occasione che «l'interesse della gente che li ha eletti» viene prima di
tutto. Una buona regola. Sono pronti - destra, centro, sinistra - a dar
battaglia per far valere un diritto di chi li vota. È corretto. Ma c'è qualcosa
che non va: perché, giudici e politici, non provano a dare un'occhiata -
mettendoci un po' d'impegno - a quanto da mesi accade all'aeroporto di Caselle?
Uno scalo dove il ritardo è regola, soprattutto nei voli Alitalia che collegano
il Piemonte alla capitale, e viceversa. Da una a diciassette ore, si è visto (e
scritto) di tutto. Passeggeri inferociti, politici che perdono le riunioni,
attori e cantanti che non arrivano in tempo per la loro performance,
imprenditori che ci rimettono di tasca loro, gente normale (la maggioranza) che
butta tempo, soldi, bile. E' vero che il contratto di trasporto aereo tutela
quasi esclusivamente le compagnie (fino al paradosso di non obbligarle al
rispetto degli orari); che il danno esistenziale causato dallo stress è
difficilmente accertabile (ma basterebbe la sosta ad un check-in per
constatarlo), anche in Cassazione. Ma come la mettiamo con l'interruzione del
pubblico servizio? Con l'accorpamento di un volo con il successivo - in
partenza anche due ore dopo - perché l'aereo è mezzo vuoto? E' class="hilite">vero che la class="term">class class="term">action
è stata dal governo rinviata, ma non mancano le denunce. E se c'è bisogno di
sentire qualcuno «informato sui fatti», basta sfogliare la raccolta della
Stampa degli ultimi mesi: un premio Oscar (Benigni), un segretario di partito
(Franceschini), un procuratore della Repubblica (Caselli), un assessore
regionale (Oliva). Più facile ancora è consultare il sito dell'aeroporto Sandro
Pertini: minuziosi, ci sono i ritardi di partenze e decolli. Cos'altro serve?
Onorevole Esposito, non mi verrà a dire che i disagi per chi parte o arriva a
Caselle riguardano anche lei? «Non me ne parli. Mi rendo conto che noi siamo in
una situazione di privilegio, ma atterrare o decollare da Torino ogni volta è
un'avventura, quasi mai bella, pure per un parlamentare». Si spieghi meglio «Prima
della nascita di Cai i problemi erano seri, ma la concorrenza tra Airone e
Alitalia era uno stimolo verso la qualità che alla fine agevolava i passeggeri.
Ora è un disastro». Nel senso della qualità dei servizi? «In tutti i sensi. Gli
orari cambiano sempre e ogni occasione è buona per accorpare i voli con
conseguenti ingestibili ritardi. E poi, guardi, il peggio non è partire da
Torino, il peggio è arrivare. Tornare a casa è sempre un inferno». E come
giustificano ritardi e cancellazioni? «L'informazione purtroppo è piuttosto
scarsa e spesso ci si scontra con la maleducazione del personale di terra.
Quando le notizie arrivano lasciano sempre un po' perplessi». Un esempio?
«Nell'ultimo mese mi hanno detto cinque volte che c'erano problemi con una
ruota e che andava cambiata. Dico cinque volte, mi viene quasi da sperare che
fosse una scusa. Ma c'è di peggio». Non esageri. Cosa è successo? «A Fiumicino
con altri due parlamentari non abbiamo notizie del volo delle 16,15 per Torino.
Andiamo al bancone e ci dicono che ha 40 minuti di ritardo. Abituati, ci
mettiamo il cuore in pace e andiamo a prendere il caffè, il bar era lontano e
ci abbiamo messo una ventina di minuti. Al ritorno il volo era chiuso e siamo
rimasti a terra. In questo primo anno da parlamentare ho buttato decine di ore
di vita in quelle sale d'aspetto». Vede qualche soluzione? «Quando posso volo
con altre compagnie, forse bisognerebbe incentivare i low-cost. Mi sembra che
oggi offrano un servizio migliore. Caselle come aeroporto funziona, anche se
ovunque c'è il problema della maleducazione del personale di terra che, mi
creda, a Roma è peggio. Anche se ormai Torino è trattata da scalo di serie C.
Pensi che ci sono miei colleghi che quando possono volano su Malpensa perché
Lufthansa Italia garantisce collegamenti senza disservizi e ritardi. Per quanto
mi riguarda appena l'alta velocità verso Roma funzionerà a dovere, sui voli Cai
non mi vedranno più». I viaggiatori normali si lamentano, quelli un po' più
determinati chiedono i danni o magari scrivono ai giornali o ai parlamentari...
«E' arrivato il momento che in uno dei prossimi incontri tra parlamentari
piemontesi venga messa a punto un'azione comune. Mi faccio carico di parlare
anche con i senatori per creare un fronte unito capace di affrontare il
problema Caselle. Serve un'azione seria, non solo qualche interrogazione
parlamentare. Dobbiamo convocare i vertici Cai per un faccia a faccia alla
presenza delle istituzioni. Se non avremo garanzie dobbiamo pensare ad aprire
lo scalo ad altre compagnie». [FIRMA]JACOPO D'ORSI TORINO «Cai: compagnia aerea
inaffidabile». È solo uno dei commenti ascoltati tra i passeggeri esasperati da
mesi di ritardi e disservizi sulle rotte della nuova Alitalia. Ed è tra i
commenti più gentili: i viaggiatori costretti a bivaccare per ore in attesa che
l'aeroplano decolli, spesso senza sapere cosa accade, di solito sono più
aggressivi. Una scena che in questi sei mesi si è ripetuta di frequente a
Caselle come in altri aeroporti italiani dove l'eccezione s'è trasformata in regola.
Sabato sera l'ultimo episodio: il volo AP6330 per Bari (marchiato AirOne) è
decollato con quasi sei ore di ritardo. Nessuna spiegazione Le spiegazioni?
Racconta un passeggero: «Prima ci hanno parlato di problemi tecnici, poi hanno
detto che bisognava aspettare l'aereo dalla Puglia, infine che il pilota era
stanco e non se la sentiva di proseguire. Informazioni affidabili, zero».
Dovevano partire alle 17,15, si sono alzati da terra alle 22,45. «Quando
finalmente è arrivato un volo da Napoli, intorno alle 22,30, il suo equipaggio
s'è degnato di portarci a Bari. Altrimenti saremmo ancora a Torino: il
personale del nostro aereo sosteneva di aver sforato i turni e per ragioni di
sicurezza non poteva continuare». Nella sala d'imbarco si sono vissute ore di
tensione. Un uomo ha distrutto uno dei terminali per il controllo dei
biglietti, causando l'intervento della polizia aeroportuale. «A Bari non si
arriva» Il tutto tra le urla di disperazione dei compagni di sventura: chi
doveva arrivare in tempo per assistere la madre malata, chi per un turno di
lavoro improrogabile, chi per il funerale di un famigliare programmato la
mattina dopo a Brindisi. Esigenze cancellate dallo scorrere delle lancette,
apparentemente senza un perché. «Abbiamo trascorso tutto il pomeriggio in
aeroporto - racconta Cinzia De Marzo, 39 anni, avvocato barese, candidata del
Pd alle ultime Europee nella Ciscoscrizione Sud - c'erano anziani, bambini e
disabili, abbandonati a loro stessi». Anche lei ha deciso di dire basta.
Sull'aereo ha fatto sottoscrivere a tutti un reclamo con richiesta di
risarcimento per danni morali e materiali, una sorta di class-class="term">action in miniatura. La raccolta
firme «Ho raccolto tra le 60 e 70 firme - racconta - vogliamo dare un segnale e
creare un precedente perché così non si può andare avanti». Continua: «Paghiamo
i biglietti, il mio costava più di 200 euro, non per ricevere questo
trattamento. Cai pensa di cavarsela con i bonus per la cena e altre forme di
assistenza, ma non è accettabile poter chiedere il rimborso solo se l'aereo non
parte. La verità è che sono quasi sempre in ritardo, anche su altre tratte». A
Torino ne sanno qualcosa. Il caso che vale la ribalta risale al 2 febbraio,
quando il premio Oscar Roberto Benigni arrivò da Roma con oltre 3 ore di
ritardo ed fu costretto a perdere la prima del nuovo Carignano. «Colpa del
maltempo», la versione della compagnia. Ma da quel giorno problemi e disagi si
sono moltiplicati, tra accorpamenti e carenze di organico, fino al record di 17
ore di ritardo su un altro volo da Fiumicino a Caselle, che sarebbe dovuto
partire la sera del 21 giugno e non s'è mosso fino alla mattina del 22. Il
periodo nero Il periodo più nero? Le prime due settimane di aprile, con 21
cancellazioni e 180 ritardi su 270 voli previsti per tutte le destinazioni.
Dati che portarono il direttore operativo di Alitalia, Giancarlo Schisano, ad
ammettere: «Sono stati giorni particolarmente critici, ci sono stati troppi
ritardi». E a promettere «più voli e più puntualità», anche grazie a 10 equipaggi
trasferiti a Torino come sede fissa e un jet in più per smaltire il traffico
verso la capitale. I risultati sono ancora tutti da vedere, almeno a giudicare
dalla giornata di ieri: 2 ore e 40 minuti di ritardo sul volo per Napoli delle
7, un'ora e 40 su quello per Roma delle 15,15 (oltre alla cancellazione delle
17,10), due ore e 55 minuti su un altro per Napoli delle 17,50. Questa è la
regola. Che non ammette eccezioni. Un pilota di Alitalia-AirOne che fa base a
Torino e non vuol dire il nome (per non subire ritorsioni) la mette giù dura:
«Qui a Caselle lavora un sacco di gente demotivata. In tanti si sono visti
imporre un trasferimento che non volevano assolutamente, oppure hanno qualche
altra ragione di rimostranza con la nuova proprietà di Colaninno e soci, e
adesso vengono ogni giorno in aeroporto col fegato grosso». Questo non li
porterà mica a lavorar male di proposito? «Non dico questo. Ma a chi si sente
maltrattato dall'azienda non si può chiedere di dare quel qualcosa in più di
buona volontà, quello sforzo che aiuterebbe a risolvere i problemi imprevisti
quando capitano». Sempre per stare sul concreto il pilota elenca altre magagne
di Caselle, come le osserva dal suo punto di vista. «A Torino - accusa - c'è il
problema specifico del Boeing 737, che secondo me è stato uno sbaglio. Caselle
è il terzo aeroporto italiano per introiti, c'è moltissima clientela business,
molti biglietti aperti, costosi. Bisognava metterci gli Airbus, e invece a
servire questa clientela la nuova Alitalia-AirOne ha mandato degli aerei vecchi
come i 737. No, non dico che la manutenzione e la sicurezza vengano trascurate.
Ma i B737 sono pochi, e non è detto che a Torino ci siano disponibili tutti i
pezzi di ricambio che servono, di frequente bisogna farli venire da Roma e così
si perde tempo. Con gli Airbus, che sono un centinaio e si trovano ovunque,
sarebbe stato più facile. Invece ci hanno dato lo stesso aereo cha ha a Caselle
la Blue Panorama, anziché differenziarci. Poi c'è il problema delle compagnie
low cost che hanno dei contratti blindatissimi con gli aeroporti: il transito
di Ryanair e EasyJet deve avvenire entro 25 minuti altrimenti l'aeroporto paga
penali salatissime, quindi la precedenza la ottengono loro per qualunque cosa,
a scapito nostro». Come se non bastassero i problemi locali, sull'aeroporto
torinese si riverberano quelli degli altri scali: «Se a Fiumicino o altrove
all'aereo non arrivano i bus, o le scale, o il carburante, o il catering,
questi problemi portano a ritardi di un quarto d'ora, di mezz'ora, di un'ora,
che si accumulano di scalo in scalo, di aeroporto in aeroporto, e non si
recuperano più, anche perché non c'è margine: gli equipaggi sono tirati, gli
aerei sono tirati, i pezzi di ricambio sono tirati, e non ci sono equipaggi di
scorta né riserve di macchine o di materiali a cui attingere». Almeno per la
parte che riguarda i servizi aeroportuali questa testimonianza è convalidata da
Vito Riggio, presidente dell'Enac (l'ente che vigila sul settore), che al
telefono con la Stampa dice: «C'è un serio problema nella gestione a terra del
gruppo Alitalia, affidata alla compagnia Alitalia Airport che non ha ancora un
rendimento adeguato». E questo concorre a determinare un indice di puntualità
di Alitalia e AirOne che «subito dopo l'integrazione era dell'80%. Poi è
risalito, poi è sceso di nuovo. Noi abbiamo posto un obiettivo minimo dell'87%
che non è stato raggiunto. Facciamo pressione per arrivarci». Si tratta di
cifre nazionali, mentre l'aeroporto di Torino (alcuni mesi fa) stava sotto la
media di diversi punti percentuali e adesso, a giudicare dalla disperazione dei
viaggiatori, non sembra cavarsela meglio. Ancora il pilota: «La fusione fra
Alitalia e AirOne non è compiuta. Due sistemi diversi che faticano a
comunicare, due software diversi. Per i biglietti questo dovrebbe essere
risolto a luglio, ma per tante altre cose no. Credo che ci vorrà un anno, un
anno e mezzo a sistemare tutto». Il presidente Riggio impone termini molto più
ravvicinati: «Abbiamo dato 6 mesi ad Alitalia-AirOne per portare a termine
l'integrazione. Tutto deve essere risolto prima del 28 luglio, cioè del primo
picco di traffico estivo». Da Alitalia-AirOne non negano le difficoltà: «Noi
non facciamo certo trionfalismo né ottimismo di maniera. I problemi ci sono e
stiamo lavorando per risolverli». 21 giugno 2009 Roma-Torino, 17 ore Il volo
AP6860 in partenza da Fiumicino, programmato per le 21,50, è cancellato. I
passeggeri, tra cui l'assessore regionale alla cultura Gianni Oliva, lo
scoprono a mezzzanotte: ripartono la mattina dopo. Un'odissea lunga 17 ore.27
giugno 2009 Torino-Bari, 5 ore e mezza Il volo AP 6330 previsto alle 17,15
decolla solo alle 22,45. Un uomo distrugge uno dei terminali della compagnia,
interviene la polizia. I passeggeri firmano un modulo di reclamo collettivo per
danni morali e materiali.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME TESTO data: 2009-06-28 - pag: 22 autore: Alitalia alza la quota
dei rimborsi u Continua da pagina 21 4. Con separati decreti del ministro
dell'Economia e delle finanze di natura non regolamentare i provvedimenti di
cui ai commi precedenti possono essere estesi alle amministrazioni incluse nel
conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche richiamato al comma
1 con esclusione degli enti previdenziali di diritto privato, delle Regioni,
delle Province autonome, degli enti, di rispettiva competenza, del Servizio
sanitario nazionale, degli enti locali e degli enti del settore camerale, della
presidenza del Consiglio dei ministri, e delle Autorità indipendenti nonché
degli Organi costituzionali e degli Organi a rilevanza costituzionale. ARTICOLO
19 Società pubbliche 1. All'articolo 18 del decreto legge n. 112 del 2008
convertito con legge 133 del 2008, dopo il comma 2, è inserito il seguente:
«2-bis. Le disposizioni che stabiliscono, a carico delle amministrazioni di cui
all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, divieti o
limitazioni alle assunzioni di personale si applicano, in relazione al regime
previsto per l'amministrazione controllante, anche alle società a
partecipazione pubblica totale o di controllo che siano titolari di affidamenti
diretti di servizi senza gara, ovvero che svolgano funzioni volte a soddisfare
esigenze di interesse generale aventi carattere non industriale o commerciale,
ovvero che svolgono attività nei confronti della pubblica amministrazione a
supporto di funzioni amministrative di natura pubblicistica. Le predette
società adeguano inoltre le proprie politiche di personale alle disposizioni
vigenti per le amministrazioni controllanti in materia di contenimento degli
oneri contrattuali e delle altre voci di natura retributiva o indennitaria e
per consulenze.». 2. All'articolo 3 della legge 244 del 2007 sono apportate le
seguenti modificazioni: a) al comma 28, in fine, è aggiunto il seguente
periodo: «La delibera di cui al presente comma è trasmessa alla sezione
competente della Corte dei conti.»; b) al comma 29, primo periodo, le parole:
«Entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge»,
sono sostituite dalle seguenti: «Entro il 30 settembre 2009»; in fine, è
aggiunto il seguente periodo: «Il mancato avvio delle procedure finalizzate
alla cessione determina responsabilità erariale». 3. L'articolo 7-octies del
decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, in legge 9
aprile 2009, n. 33 è modificato come segue: a) la rubrica dell'articolo è
sostituita dalla seguente: «Misure a favore degli obbligazionisti e dei piccoli
azionisti AlitaliaLinee aeree italiane Spa»; b) il comma 1 è abrogato; c) al
comma 3, lettera a), le parole «ridotto del 50 per cento» sono sostituite dalle
seguenti parole «pari a euro 0,262589 per singola obbligazione, corrispondente
al 70,97% del valore nominale»; d) al comma 3, dopo la lettera a), è introdotta
la seguente lettera: «a-bis) ai titolari di azioni della società Alitalia-Linee
aeree italiane Spa, ora in amministrazione straordinaria, viene attribuito il
diritto di cedere al ministero dell'Economia e delle finanze i propri titoli
per un controvalore determinato sulla base del prezzo medio di borsa delle azioni
nell'ultimo mese di negoziazione ridotto del 50 per cento, pari a 0,2722 euro
per singola azione, e comunque nei limiti di cui alla successiva lettera b), in
cambio di titoli di Stato di nuova emissione, senza cedola, con scadenza 31
dicembre 2012 e con taglio minimo unitario di euro 1.000. Il diritto è
condizionato all'osservanza delle condizioni e modalità di seguito
specificate;»; e) al comma 3, lettera b), le parole «di cui alla lettera a) non
potranno risultare superiori a euro 100.000 per ciascun obbligazionista » sono
sostituite dalle seguenti parole «di cui alle lettere a) e a-bis) non potranno
risultare superiori rispettivamente a euro 100.000 per ciascun obbligazionista
e a euro 50.000 per ciascun azionista »; dopo le parole «controvalore delle obbligazioni»
sono aggiunte le seguenti parole: «e delle azioni»; f) al comma 3, lettera b) è
aggiunto infine il seguente periodo: «le assegnazioni di titoli di Stato agli
obbligazionisti non potranno superare per l'anno 2009 il limite complessivo di
spesa di cui al comma 2, le restanti assegnazioni, ivi incluse quelle in favore
degli azionisti di cui alla lettera a-bis), sono effettuate nell'anno 2010»; g)
al comma 4, primo periodo, le parole «I titolari di obbligazioni di cui al
comma 3» sono sostituite dalle seguenti parole: «I titolari di obbligazioni o
di azioni di cui al comma 3»; le parole «entro novanta giorni dalla data di
entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto» sono
sostituite dalle seguenti parole «entro il 31 agosto 2009»; h) al comma 4, alla
lettera a), dopo le parole «dei titoli obbligazionari » sono aggiunte le
seguenti parole: «e azionari»; i) al comma 5, primo periodo, dopo le parole
«gli intermediari finanziari, sotto la propria responsabilità, trasmettono »
sono aggiunte le parole «in cartaceo e su supporto informatico »; j) al comma 5
lettera a), dopo le parole «titolari delle obbligazioni » sono aggiunte le
seguenti parole «e delle azioni»; le parole «delle quantità di detti titoli
obbligazionari detenuta alla data di entrata in vigore della legge di
conversione del presente decreto» sono sostituite dalle seguenti parole «delle
quantità di detti titoli obbligazionari e azionari detenute alla data di
presentazione della dichiarazione di cui al comma 4»; k) al comma 5, lettera
c), dopo le parole «quantità di titoli obbligazionari » sono aggiunte le
seguenti parole: «e azionari»; dopo le parole «soggetti titolari delle
obbligazioni» sono aggiunte le seguenti parole «e delle azioni»; l) al comma 6,
primo periodo, dopo le parole «titoli obbligazionari » sono aggiunte le
seguenti parole «e azionari»; m) al comma 6, secondo periodo, dopo le parole
«trasferimento delle obbligazioni» sono aggiunte le seguenti parole: «e delle
azioni»; n) al comma 7 le parole «entro il 31 dicembre 2009» sono sostituite
con le parole «entro il 31 dicembre 2010»; o) dopo il comma 7, è introdotto il
seguente comma: «7-bis. Alle operazioni previste dal presente articolo non si
applicano le disposizioni di cui agli articoli 102 e seguenti e agli articoli
114 e seguenti del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.»; p) è abrogato
il comma 8; q) il comma 9 è sostituito dal seguente comma: «9. è abrogato il
comma 2 dell'articolo 3 del decreto legge 28 agosto 2008, n. 134, convertito,
con modificazioni, in legge 27 ottobre 2008, n. 166.»; r) è abrogato il comma
10. 4. Ai fini dell'ammissione ai benefici di cui all'articolo 7-octies, comma
3, lettera a), del decreto legge n. 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con
modificazioni, in legge 9 aprile 2009, n. 33, come modificato dal comma 1 del
presente articolo, si considerano valide le richieste presentate dai titolari
di obbligazioni del prestito obbligazionario «Alitalia 7,5 per cento 2002-2010
convertibile » emesso da AlitaliaLinee aeree italiane Spa, ora in
amministrazione straordinaria, sulla base della normativa vigente alla data di
entrata in vigore del presente decreto legge. Al fine di provvedere alla
copertura dei maggiori oneri derivanti dal comma 3l'autorizzazione di spesa di
cui all'articolo 7-octies, comma 2, del decreto legge n. 10 febbraio 2009, n.
5, convertito, con modificazioni, con legge 9 aprile 2009, n. 33, è
incrementata di 230 milioni di euro per l'anno 2010. 5. Le amministrazioni
dello Stato, cui sono attribuiti per legge fondi o interventi pubblici, possono
affidarne direttamente la gestione, nel rispetto dei principi comunitari e
nazionali conferenti, a società a capitale interamente pubblico su cui le
predette amministrazioni esercitano un controllo analogo a quello esercitato su
propri servizi e che svolgono la propria attività quasi esclusivamente nei
confronti dell'amministrazione dello Stato. Gli oneri di gestione e le spese di
funzionamento degli interventi relativi ai fondi sono a carico delle risorse
finanziarie dei fondi stessi. 6. L'articolo 2497, primo comma, del Codice
civile, si interpreta nel senso che per enti si intendono i
soggetti giuridici collettivi, diversi dallo Stato, che detengono la
partecipazione sociale nell'ambito della propria attività imprenditoriale ovvero
per finalità di natura economica o finanziaria. 7. L'articolo 3, comma 12,
lettera b) della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive
modificazioni, è sostituito dal seguente: «b) prevedere che previa delibera
dell'assemblea dei soci, sulle materie delegabili, al presidente possano essere
attribuite deleghe operative da parte dell'organo di amministrazione che
provvede a determinarne in concreto il contenuto ed il compenso ai sensi
dell'articolo 2389, comma 3, del Codice civile;». 8. L'articolo 3, comma 12,
lettera d) della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive modificazioni, è
sostituito dal seguente: «d) prevedere che l'organo di amministrazione, fermo
quanto previsto ai sensi della lettera b), possa delegare proprie attribuzioni
a un solo componente, al quale possono essere riconosciuti compensi ai sensi
dell'articolo 2389, terzo comma, del Codice civile unitamente al presidente nel
caso di attribuzione di deleghe operative di cui alla lettera b);». 9.
L'articolo 1, comma 459, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è soppresso. 10.
L'articolo 3, comma 13 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 è sostituito dal
seguente: «13. Le modifiche statutarie, ad eccezione di quelle di cui alle
lettere b) e d) del comma 12, hanno effetto a decorrere dal primo rinnovo degli
organi societari successivo alle modifiche stesse.». 11. Con atto di indirizzo
strategico del ministro dell'Economia e delle finanze sono ridefiniti i compiti
e le funzioni della Società di cui all'articolo 1 della legge 13 luglio 1966, n.
559, come modificata dall'articolo 1 del decreto legislativo 21 aprile 1999, n.
116. 12. Il consiglio di amministrazione della società di cui al comma 11 del
presente articolo è conseguentemente rinnovato nel numero di cinque consiglieri
entro 45 giorni dalla data di emanazione dei relativi atti di indirizzo
strategico, senza applicazione dell'articolo 2383, comma 3, del Codice civile.
Il relativo statuto dovrà conformarsi, entro il richiamato termine, alle
previsioni di cui al comma 12, dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n.
244. 13. All'articolo 3, comma 12, primo periodo della legge 24 dicembre 2007,
n. 244, e successive modificazioni, dopo le parole: «ovvero da eventuali
disposizioni speciali» sono inserite le parole: «nonché dai provvedimenti di
attuazione dell'articolo 5, comma 4, del decreto legge 30 settembre 2003, n.
269, convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, n. 326».
ARTICOLO 20 Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile 1. A decorrere
dal 1Ú gennaio 2010 ai fini degli accertamenti sanitari di invalidità civile,
cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità le Commissioni mediche
delle Aziende sanitarie locali sono integrate da un medico dell'Inps quale
componente effettivo. In ogni caso l'accertamento definitivo è effettuato
dall'Inps. Ai fini dell'attuazione del presente articolo l'Inps medesimo si
avvale delle proprie risorse umane, finanziarie e strumentali, anche attraverso
una razionalizzazione delle stesse, come integrate ai sensi del Dpcm del 30
marzo 2007 concernente il trasferimento delle competenze residue dal ministero
dell'Economia e delle finanze all'Inps. 2. L'Inps accerta altresì la permanenza
dei requisiti sanitari nei confronti dei titolari di invalidità civile, cecità
civile, sordità civile, handicap e disabilità. In caso di comprovata
insussistenza dei prescritti requisiti sanitari, si applica l'articolo 5, comma
5 del Regolamento di cui al Dpr 21 settembre 1994, n. 698. 3. A decorrere dal
1Ú gennaio 2010 le domande volte ad ottenere i benefici in materia di
invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità,
complete della certificazione medica attestante la natura delle infermità
invalidanti, sono presentate all'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale
(Inps), secondo modalità stabilite dall'ente medesimo. L'Istituto trasmette, in
tempo reale e in via telematica, le domande alle Aziende Sanitarie Locali. 4.
Con accordo quadro tra il ministro del Lavoro, della salute e delle politiche
sociali e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le
Province autonome di Trento e di Bolzano, da concludere entro e non oltre
novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono
disciplinate le modalità attraverso le quali sono affidate all'Inps le attività
relative all'esercizio delle funzioni concessorie nei procedimenti di
invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità. Nei
sessanta giorni successivi, le regioni stipulano con l'Inps apposita
convenzione che regola gli aspetti tecnico-procedurali dei flussi informativi
necessari per la gestione del procedimento per l'erogazione dei trattamenti
connessi allo stato di invalidità civile. 5. All'articolo 10, comma 6, del
decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito nella legge 2 dicembre
2005, n. 248 sono apportate le seguenti modificazioni: a) nel primo periodo è
soppressa la parola «anche»; b) nel secondo periodo sono soppresse le parole
«sia presso gli uffici dell'Avvocatura dello Stato, ai sensi dell'articolo 11
del Rd 30 ottobre 1933, n. 1611, sia»; c) nel terzo periodo sono soppresse le
parole «è litisconsorte necessario ai sensi dell'articolo 102 del Codice di
procedura civile e»; d) è aggiunto, infine il seguente comma: «6-bis: Nei
procedimenti giurisdizionali civili relativi a prestazioni sanitarie
previdenziali e assistenziali, nel caso in cui il giudice nomini un consulente
tecnico d'ufficio, alle indagini assiste un medico legale dell'ente, su
richiesta, formulata, a pena di nullità, del consulente nominato dal giudice,
il quale provvede ad inviare apposita comunicazione al direttore della sede
provinciale dell'Inps competente. Al predetto componente competono le facoltà
indicate nel secondo comma dell'articolo 194 del Codice di procedura civile. Nell'ipotesi
di sentenze di condanna relative a ricorsi depositati a far data dal 1Úaprile
2007 a carico del ministero dell'Economia e delle finanze o del medesimo in
solido con l'Inps, all'onere delle spese legali, di consulenza tecnica o del
beneficio assistenziale provvede comunque l'Inps.». 6. Entro trenta giorni
dall'entrata in vigore delle presenti disposizioni, è nominata dal ministro del
Lavoro, della salute e delle politiche sociali di concerto con il ministro
dell'Economia e delle finanze una Commissione con il compito di aggiornare le
tabelle indicative delle percentuali dell'invalidità civile, già approvate con
decreto del ministro della Sanità del 5 febbraio 1992, e successive
modificazioni. Dalla attuazione del presente comma non devono derivare oneri
aggiuntivi per la finanza pubblica. ARTICOLO 21 Rilascio di concessioni in
materia di giochi 1. Per garantire la tutela di preminenti interessi pubblici
nelle attività di raccolta del gioco, qualora attribuite a soggetti estranei
alla pubblica ammi-nistrazione, la gestione di queste attività è sempre
affidata in concessione attribuita, nel rispetto dei principi e delle regole
comunitarie e nazionali, di norma ad una pluralità di soggetti scelti mediante
procedure aperte, competitive e non discriminatorie. Conseguentemente, per
assicurare altresì la maggiore concorrenzialità, economicità e capillarità
distributiva della raccolta delle lotterie nazionali ad estrazione istantanea e
differita, in previsione della prossima scadenza della vigente concessione per
l'esercizio di tale forma di gioco, entro trenta giorni dalla data di entrata
in vigore del presente decreto il ministero dell'Economia e delle
finanze-Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato avvia le procedure
occorrenti per conseguire tempestivamente l'aggiudicazione della concessione ai
più qualificati operatori di gioco, nazionali e comunitari, individuati
mediante selezione concorrenziale basata sul criterio dell'offerta
economicamente più vantaggiosa, nell'ambito della quale valore prioritario è
attribuito:
( da "CittadinoLex"
del 29-06-2009)
Argomenti: Class Action
Sei in: Prima Pagina
| Stato | Testo Contiene 25 articoli di provvedimenti soprattutto per le
imprese Il testo integrale del decreto anticrisi (Dl Cdm 26.6.2009)
Provvedimento di 25 articoli - Un provvedimento composto da 25 articoli che
intervengono soprattutto con misure per le imprese. Varie misure anticrisi -
Premio di occupazione, esenzione fiscale sugli utili reinvestiti dalle imprese
sui macchinari, bonus per le aziende che decidono di non licenziare o
reimpiegano i lavoratori già in cassa integrazione, una mini liberalizzazione
nel settore del gas, velocizzazione di pagamenti della pubblica amministrazione
alle aziende, class="hilite">proroghe di
termini dalla class="term">class class="term">action
alle missioni di pace. Alitalia - Salgono dal 30% al 70,97% i rimborsi agli
obbligazionisti di Alitalia, e verranno parzialmente rimborsati anche gli
azionisti. Le novità cono contenute nell'articolo 19 della bozza del decreto
approvato del Consiglio dei Ministri il 26 giugno. Per gli azionisti Alitalia
viene attribuito il diritto di cedere al ministero dell'economia i propri
titoli per un controvalore determinato sulla base del prezzo medio di borsa
delle azioni nell'ultimo mese di negoziazione ridotte del 50%, pari a 0,2722
euro per singola azione. Il cambio è con titoli di Stato di nuova emissione,
senza cedola, con scadenza 21 dicembre 2012. Il rimborso non potrà risultare
superiore a 100.000 euro per ciascun obbligazionista e a 50.000 euro per gli
azionisti. Le domande di rimborso dovranno essere presentate entro il 31 agosto
prossimo. Detassazione utili - Riedizione della legge Tremonti per la
detassazione degli utili reinvestiti, che diviene più selettiva perché gli
sgravi si limitano agli impianti produttivi al bonus per favorire l'occupazione
per le aziende che decideranno di non ricorrere alla cassa integrazione o che
assumeranno lavoratori già sospesi otterranno incentivi. Energia meno cara -
Approvvigionamento di energia meno cara, con lo sblocco degli investimenti
nelle reti elettriche e misure per calmierare il prezzo del gas a vantaggio
delle imprese, mettendo sul mercato 5 miliardi di metri cubi di gas a prezzi
allineati a quelli medi europei. Pagamenti pubblici più celeri - Accelerazione
dei pagamenti della pubblica amministrazione, con la fissazione di tempi certi
sia per l'arretrato che per i pagamenti futuri, semplificando inoltre le
procedure e i meccanismi per la compensazione di crediti e debiti. Invalidità
civile - Misure per contrastare le frodi in materia di invalidità civile per
ridurre gli sprechi e aiutare i veri invalidi. Sfratti Gli sfratti sono
prorogati fino al 31 dicembre 2009. Opere - Possibilità di effettuare grandi
opere infrastrutturali con poteri e mezzi straordinari come quelli derogatori
delle ordinanze previste in occasione di calamità naturali. Proroga strade
sicure Continua l'operazione cosiddetta "strade sicure" per altri 2
semestri, portando il numero di militari coinvolti a 4250, dagli attuali 3
mila. Il provvedimento deve ora andare all'esame delle Camere per la
conversione in legge. Il testo è soggetto a modifiche fino al momento della
pubblicazione in gazzetta ufficiale. (29 giugno 2009)
( da "Italia Oggi"
del 30-06-2009)
Argomenti: Class Action
ItaliaOggi sezione:
Cnai data: 30/06/2009 - pag: 38 autore: Il presidente Cnai, Di Renzo, spiega la
contrattazione in essere con le varie associazioni Cisal Ripresa, sinergie
indispensabili Solo un sistema strutturato di relazioni incide sull'economia
L'accordo quadro del 22 gennaio scorso recepisce principi e indicazioni che la
contrattazione tra la Confederazione delle associazioni degli imprenditori,
Cnai, e la Confederazione dei sindacati autonomi, Cisal, attuano già dal 1991.
Gli addetti ai lavori hanno affermato che il nuovo assetto contrattuale che
emerge dall'accordo quadro siglato tra governo e parti sociali è basato sulla
condivisone dei programmi tra aziende e lavoratori, sulla flessibilità, sulla
ricerca della produttività e sulla bilateralità, nella consapevolezza che solo
da un'azione sinergica tra le parti sociali e lo stesso governo si può uscire
dall'attuale gravissima crisi. A Orazio Di Renzo, presidente del Cnai,
chiediamo cosa preveda al riguardo la contrattazione in essere con le varie
associazioni della Cisal. «Le due organizzazioni», dichiara Di Renzo, «hanno
confermato nell'accordo interconfederale siglato nell'aprile scorso che
obiettivi prioritari sono la crescita economica, lo sviluppo occupazionale, il
miglioramento della sicurezza sul lavoro, l'emersione del lavoro nero e
l'aumento della produttività, in attuazione dell'accordo quadro del 22 gennaio
2009 sulla riforma degli assetti contrattuali sottoscritto dal governo e dalle
associazioni datoriali e dei lavoratori. Questi obiettivi vanno perseguiti
anche attraverso la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle
imprese nell'ambito degli obiettivi e dei vincoli di finanza pubblica. Il Cnai
e la Cisal», continua Di Renzo, «hanno voluto confermare la validità e
l'efficacia del precedente modello di assetti contrattuali su due livelli,
avendo a riferimento l'esperienza dei maggiori paesi europei e hanno inteso
ribadire la convinzione che unicamente un sistema strutturato di relazioni
sindacali sia in grado di incidere sull'economia e di dare certezze, attraverso la condivisione delle regole sui tempi, sui contenuti
e sull'ambito della contrattazione collettiva. Queste regole hanno appunto guidato la precedente
contrattazione tra Cnai e Cisal che ha introdotto istituti innovativi e
specifici per gli esercenti lavorazioni conto terzi, a façon, per gli edili,
per i contratti a chiamata, e per i co.co.co. Regole scritte e studiate
per le pmi che oggi trovano spazio e valenza nel nuovo modello contrattuale
finalmente accettato anche dalle quasi totalità delle parti sociali. Domanda.
Cosa ci dice della contrattazione di primo livello? Risposta. Il contratto
collettivo nazionale di lavoro di categoria ha validità triennale sia per la
parte normativa che per la parte economica e fissa trattamenti certi per i
lavoratori appartenenti allo stesso settore sull'intero territorio nazionale.
Il contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria definisce il sistema
delle imprese rientranti nel proprio campo di applicazione attraverso
l'individuazione delle attività. Inoltre disciplina il diritto di informazione
e consultazione e gli eventuali organismi paritetici, nonché, attraverso appositi
accordi, le forme di bilateralità al fine di garantire il funzionamento di
servizi integrativi del welfare possibilmente attraverso una normativa fiscale
agevolata.D. Cosa ci dice del vecchio tasso di inflazione programmata? R.
L'accordo interconfederale Cnai-Cisal disapplica formalmente tra le parti per
la durata di quattro anni le regole già definite nel Protocollo sottoscritto
fra governo e parti sociali il 23 luglio1993.D. Il tasso d'inflazione
programmata per l'aggiornamento della parte economica dei contratti collettivi
nazionali di lavoro di categoria viene sostituito da un nuovo indice
previsionale costruito sulla base dell'Ipca (l'indice dei prezzi al consumo
armonizzato in ambito europeo per l'Italia), depurato dalla dinamica dei prezzi
dei beni energetici importati. Come e da chi viene definito questo nuovo
indice? R. Come previsto dal citato accordo quadro del 22 gennaio 2009 l'indice
previsionale sarà elaborato da un soggetto terzo di riconosciuta autorevolezza
e competenza che procederà alla verifica circa eventuali scostamenti tra
l'inflazione prevista e quella reale effettivamente osservata, considerando i
due indici sempre al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici
importati. La verifica circa la significatività degli eventuali scostamenti
registratisi sarà effettuata dall'Osservatorio Nazionale del mercato del
lavoro, derivazione del nostro ente bilaterale Enboa. Il recupero degli
eventuali scostamenti sarà effettuato entro la vigenza di ciascun contratto
collettivo nazionale di lavoro in termini di variazione dei minimi.
( da "Riformista, Il"
del 30-06-2009)
Argomenti: Class Action
prigionieri liberati
cinque (su nove) impiegati dell'ambasciata britannica Londra guida il fronte
dei duri (aspettando il G8) Crisi iraniana. Berlusconi evoca possibili
sanzioni. Ma è Downing Street a dare la linea agli audaci. Il regime fa sapere
che «non chiuderà sedi diplomatiche» né rivedrà i rapporti. La crisi con il
Regno però rimane aperta. Brown alza la voce e dietro di lui s'intravede
l'ombra dei blairiani. E una politica estera stile "New Labour". di
Mauro Bottarelli Londra. «Let's take a stand», prendiamo posizione. Non c'è
stato richiamo alle regole di Chatham House né ad altro codice diplomatico per
sapere quale fosse la posizione ufficiosa del Foreign Office britannico di
fronte alla crisi iraniana. Certo, David Miliband non poteva ammetterlo in
conferenza stampa, ma i toni della sua dichiarazione dopo l'arresto di otto
membri iraniani dell'ambasciata britannica lasciavano poco spazio
all'interpretazione. Ovvero, se il mondo - Barack Obama in testa - sceglie
l'understatement, noi no. Il mondo forse al G8 farà dei passi verso nuove
sanzioni, ha lasciato intendere ieri Silvio Berlusconi, ma a guidare il
"fronte degli intransigenti" con ogni probabilità sarà sempre il
governo britannico. È scontro tra Londra e Teheran e anche se toni e azioni non
sono quelli della presa di ostaggi di due anni fa quando 15 marinai inglesi
furono arrestati al largo dello Shatt-al-Arab non bisogna sottovalutare la
portata di questa guerra di nervi. Soprattutto, politicamente. Cinque dei
dipendenti sono già stati liberati e «tre sono ancora sotto interrogatorio» ha
annunciato ieri il portavoce della diplomazia iraniana. Teheran formalmente non
fa retromarcia, conferma che l'arresto è scattato in presenza di «prove». Ma
non cerca l'escalation. «Non esiste alcun progetto per chiudere le ambasciate o
ridurre le realzioni diplomatiche, neanché con la gran Bretagna» sottolinea
Teheran. Non sarà insomma un remake della crisi degli ostaggi americani che
costò la Casa Bianca a Jimmy Carter. Ma Londra non intende smorzare i toni.
Ieri Brown è intervenuto personalmente per chiedere la liberazione degli altri
quattro impiegati dell'Ambasciata definendo «inaccettabile e ingiustificabile
la loro detenzione». Londra sta giocando una partita a poker con l'Iran e la
posta in gioco è alta: riportare solidità e rispetto all'azione di governo,
screditata da scandali ed elezioni fallimentari, attraverso un'azione che
ricorda molto l'interventismo democratico di Tony Blair ai tempi del Kosovo.
Una combinazione di azioni diplomatiche e sfruttamento delle stesse a livello
mediatico. Ormai nessuno fa mistero a Londra che il governo sia in mano al
First Secretary Lord Mandelson che, su mandato proprio di Tony Blair, ha
salvato Gordon Brown dall'ammutinamento a due condizioni: silenziatore sulle
pagine più controverse della guerra in Iraq in sede di commissione d'inchiesta
e una chiara impronta New Labour all'azione del governo in ambito
internazionale. Non è un caso che la macchina della comunicazione sia tornata
in mano ad Alistair Campbell, già "spin doctor" prediletto di Blair.
Che Londra sia il bersaglio privilegiato degli strali iraniani non deve
stupire, soprattutto dopo il discorso sui rapporti con l'Islam di Barack Obama:
la Bbc ha da tempo creato una redazione in farsi che ha seguito in maniera
perfetta le dimostrazioni di protesta e Londra accoglie la sede operative
europea del gruppo Mujahidin-e Khlaq, principale movimento di opposizione. Non
è necessario tornare indietro nel tempo, quando i britannici insediarono lo
Shah, o quando fecero cadere Mossadeq. Per quando riguarad Londra, la Gran
Bretagna, è politicamente un elefante che segue la lezione di John Fitzgerald
Kennedy: perdona i tuoi nemici ma ricorda i loro nomi. E la presa di ostaggi
del 2007 brucia ancora come una grave sconfitta diplomatica, soprattutto dopo
le confessioni vendute a caro prezzo ai tabloid da due dei marinai arrestati.
Ieri persino il conservatore Daily Telegraph elogiava la linea dura di David
Miliband, ministro degli Esteri, sostenendo che questa prova che potrebbe
creare un precedente importante per il suo profilo. Mgari facilitando una
candidatura a Downing Street. Londra inoltre, agendo in contropiede e con
risolutezza, ha obbligato anche il resto delle cancellerie Ue a esporsi,
denunciando l'arresto dei funzionari e minacciando
«risposte severe e collettive». «Il governo si gioca molto, moltissimo in
questa partita. Non dico che siamo all'assalto di una leadership globale nei
confronti dell'Iran ma certamente il vuoto politico seguito in Occidente alle
elezioni iraniane andava colmato e Miliband non ha certo usato il fioretto.
Questo è un segnale chiaro tanto a Teheran, quanto a Gordon Brown e agli
alleati europei che pensavano di aver già trovato un nuovo equilibrio nell'asse
franco-tedesco», si è fatto sfuggire ieri pomeriggio un senior diplomat del
Foreign Office, questa volta protetto dalle regole di Chatham House. Certo non
sarà il ritorno in grande stile dei blairiani, ma la mano di Alistair Campbell
si nota in ogni comunicato: d'altronde, chi fece infuriare Bill Clinton perchè
lo faceva «passare da codardo sul Financial Times riguardo al Kosovo» qualche
capacità l'avrà certamente mantenuta. E Tony Blair, inviato del Quartetto per
il Medio Oriente, qualche parola da dire sull'Iran ce l'avrà di certo. In
silenzio e in punta di piedi, però. 30/06/2009