CENACOLO  DEI  COGITANTI

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DOCUMENTO DEL 11-3-2009

CRONOLOGIA DELLE COGITAZIONI DI  ROBERTO VISMARA

 

 

COGITAZIONe

 

 

 

SOLITUDINE ED ANGOSCIA DELL'UOMO CONTEMPORANEO

 

Terza parte

 

Roberto Vismara Cogitante (11-3-2009)

 

 

    

     4) PHARMAKON e la cultura della scelta

     Secondo Fromm la vera origine dell'angoscia é  da ricercarsi nella libertà; la  possibilità di scegliere tra varie alternative determinò d'altronde nell'asino di  Buridano una sindrome mortale!  In effetti, in società culturalmente e  tecnologicamente meno evolute della nostra il problema difficilmente esplode: la  scelta antica tra il mangiare e l'essere mangiati é  una scelta per modo di   dire. Ma  oggi le scelte sono numerosissime, in ogni occasione, le    potenzialità enormi, e la  libertà  di scelta diventa ad un tempo grandissima ed angosciosa, perché  ad ogni scelta si ha coscienza della perdita del non-scelto, che può essere o sembrare  altrettanto buono, positivo, interessante, allettante dello scelto. Che bella    semplice  cosa la povertà! verrebbe voglia di commentare, ma anche questa sarebbe illusione;  nel nostro futuro, almeno per ora, c'é   sempre più informazione, sempre più libertà,  sempre più scelta.

     Sarà il caso di rifletterci; i Greci avevano un termine, PHARMAKON, che  indicava ad un tempo la medicina ed il veleno: oggi molti    ritrovati scientifici e  tecnologici mostrano questa natura ambivalente. La stessa Televisione, ad esempio,  é  tutt'altro che da    demonizzare: può essere Pharmakon sotér, medicina salvifica  che porta l'istruzione e l'informazione nei più remoti villaggi,   sollevando  dall'ignoranza le plebi del terzo e quarto mondo,  diffondendo nei più remoti  angoli del Pianeta migliori tecniche agricole, migliori pratiche igieniche, consentendo  l'accesso alla cultura  superiore a chi non possa spostarsi per frequentare atenei e  conferenze e così via., specialmente con l'introduzione della    interattività. La cosa  non é  buona o cattiva, é  l'uso che se ne fa  che la rende tale: quindi é  importante,  vitale, la scelta, e questa  sottintende la libertà. Eccola di nuovo , la parola chiave che  fa tanta paura, che ci mette in fuga per la responsabilità che  comporta, il bene  supremo che tutti decantano, pochi conoscono ed ancora meno praticano!   Per scegliere bisogna essere liberi, ed il problema della scelta é  il problema della  libertà: questa di oggi é  proprio la cultura   della scelta e quindi é , o deve diventare,  la cultura della    Libertà.

 

     5) Il Terzo Millennio e l'Era dell'Acquario

  Dunque il nostro attuale sviluppo comporta, con una crescente  consapevolezza, una  crescente libertà e quindi una crescente  angoscia; d'altro canto, la tecnologia, che  finora ha aumentato le    nostre potenzialità e quindi le possibilità e necessità di  scegliere, può altresì fornirci i mezzi per trarci da questo  impaccio. Un noto  scienziato recentemente poneva questa cruciale questione, ponendosi il problema  della 'fine dell'Universo': se il Cosmo non ha uno scopo, nulla vieta di pensare che  sia eterno; ma se ne ha uno, allora fatalmente é  destinato a  terminare quando lo  avrà conseguito. Domanda delle domande!

  Trascuriamo per praticità la prima ipotesi, ininfluente ai nostri fini; se il Cosmo ha uno scopo, allora anche  l'evolversi della Vita e della stessa umanità   fa parte di questo disegno, ed a noi  non resta che cercare di conoscerlo e di adeguare le nostre esistenze al  perseguimento di tale scopo; lo scopo della nostra esistenza individuale sarebbe  dunque quello di trovare in questo contesto il nostro ruolo di   cooperanti nel  Progetto Cosmico. Non é  che a questo punto siamo  andati molto avanti, ma almeno  collocheremo la nostra ansia, il   nostro agire, la nostra ricerca, in un quadro di  riferimento in  qualche misura rassicurante.

     Per fare ciò non occorre fare una tabula rasa così radicale come  quella proposta  da Cartesio tre secoli fa, ma certo occorrerà  ripensare e passare al vaglio della  critica tutte quelle  convinzioni di base, quelle premesse date per scontate che ci  portiamo dietro acriticamente da diecimila anni; é  proprio vero che i valori che la  società ci propone, e che noi facciamo nostri, sono condivisibili   dopo attento  esame? E così sicuro che la felicità o l'appagamento  consistano nella terza  autovettura, nella seconda casa, nel quinto televisore? Sopratutto quando sappiamo  che queste cose non sono   prive di costi per il resto degli uomini, per l'aria, per  l'acqua, per il Pianeta? O non é  forse vero che questa sottile coscienza dei costi  genera in  noi una infelicità, un'ansia, una inquietudine che paradossalmente  tentiamo di acquietare con altri acquisti, con altre spese, in un  vano perenne  turbinare tra il supplizio di Sisifo e quello di   Tantalo?

  Forse dunque i presupposti, i fondamenti per una nuova etica di un  nuovo millennio  debbono essere ricercati in modo libero e critico,    partendo da queste semplici  evidenti premesse: la vita popola questo pianeta da miliardi di anni, di volta in volta  tentando la carta di questa o di quella specie dominante; noi non abbiamo il   diritto  di ferire la Terra, l'Aria, l'Acqua, le specie animali e vegetali del pianeta che ci  ospita, ma al contrario abbiamo il  dovere di salvaguardarle per i nostri discendenti,  umani, animali e vegetali; men che mai abbiamo il diritto di ferire o far soffrire un  altro essere umano uomo, donna, bambino, bianco, nero o giallo che sia; dobbiamo  ricercare quale sia lo scopo di questa mirabile creazione ed evoluzione, osservarne  le leggi, viverne e respirarne    l'armonia.

  A questo livello di sviluppo non é  più pensabile l'"altro", ma solo  la considerazione  che tutti, piante, animali, uomini, siamo parte  di un'unica creatura, di un unico  Progetto; l' "altro", il nemico, é  solo in noi stessi e solo in noi stessi va ricercato e  combattuto,  e questa é  l'unica degna battaglia che ci si offra di combattere.

  Una nuova etica che si sviluppi su queste basi non potrebbe, io credo, che  riconoscere un'unica legge fondamentale: quella  dell'Amore; e di questa legge  troviamo traccia in ogni vera    religiosità, in ogni vera filosofia, in ogni vera  poesia.

  Secondo la Tradizione, col nuovo millennio siamo entrati nell'Era  dell'Acquario:  era di grande e nobile tensione ideale, di trionfo  dello Spirito sulla bruta materia, di  universale fratellanza;    affermazione che potrebbe essere una descrizione del  Regno dei Cieli, o di tante altre utopie religiose o filosofiche che la  tradizione ci  tramanda.

(Fine?)

 

CRITICA