CENACOLO  DEI  COGITANTI

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DOCUMENTO DEL 6-3-2009

CRONOLOGIA DELLE COGITAZIONI DI  ROBERTO VISMARA

 

 

COGITAZIONe

 

 

 

SOLITUDINE ED ANGOSCIA DELL'UOMO CONTEMPORANEO

 

Prima parte

 

Di Roberto Vismara Cogitante (6-3-2009)

 

 

1) La vecchia Etica, che data dal Neolitico, non é  più sufficiente: la nuova  deve ancora svilupparsi

 Diecimila anni fa i cacciatori-raccoglitori si sedentarizzarono, iniziando così un  capitolo  fondamentale della storia dell'Uomo, e  comunque l'unico che possiamo  dire di conoscere: la civiltà; come    denuncia la parola stessa, essa é legata alla  città. Sino ad allora la divisione dei compiti era stata semplice, all'interno di gruppi, clan, tribù in cui le funzioni dei singoli membri erano in larga misura  intercambiabili; con la coltivazione dei vegetali e l'insediamento in villaggi inizia  a formarsi una struttura sociale gerarchica e man mano si sviluppano e si specializzano individui e classi: i contadini, gli artigiani, i mercanti, i sacerdoti, i  guerrieri.

     Questa strutturazione rivoluziona la cultura dei neolitici, e nascono o si precisano una serie di  regole di convivenza sociale alcune delle quali vengono  fatte scaturire dalla  o dalle divinità, altre si rifanno a preesistenti norme di  comportamento tribale, altre ancora sono la risposta a nuovi interrogativi etici che  emergono dalle mutate condizioni di vita.

     La proprietà privata e quanto ne consegue, il matrimonio e la famiglia, la  primogenitura, l'eredità, la divisione sociale e sessuale dei ruoli e probabilmente  la giustizia e forme organizzate    di religione, insomma, a farla breve il nocciolo  duro, i fondamenti della nostra etica, nascono e vengono  codificati allora    in un  corpus che subirà nella sostanza ben poche variazioni fino ai    giorni nostri.

     Molte culture fanno risalire il primo loro "corpus" legislativo ad  un re mitico,  che le avrebbe ricevute dal o dagli dei, e questo  sembra un chiaro riferimento a  quel periodo arcaico; difatti non  poche di quelle norme, in origine rispondenti a  necessità pratiche  o igieniche , si trasformano nel tempo in veri e propri Tabù,  come ad esempio l'incesto. Forse all'epoca della sedentarizzazione era già nato, ma  certo si    rafforza, il concetto del Noi-Loro. Noi, il gruppo, la tribù, ed ancor più  la Città, siamo identificati, uniti, coesi, da un Loro, gli altri, i nemici, i barbari (  balbuzienti", che non parlano bene  la nostra lingua e quindi non sono come noi, ma  estranei ed    inferiori se non necessariamente nemici.)

     Anche perché , forse Babele lo simboleggia, le lingue regionali di scambio dei  cacciatori nomadi si differenziano in parlate proprie  di questa o quella città o  villaggio ("Idiomi" da idios= particolare, peculiare) e comprendersi diviene via via  più   difficile.

     L'aggregazione in villaggi e città comporterà altresì una serie di  conseguenze  di  enorme impatto per le generazioni future; dalla divisione del lavoro nasceranno le  classi e le caste, il sacerdozio   e la regalità, l'agricoltura, il commercio e quindi la scrittura ed il denaro; in breve il nostro mondo, come noi lo abbiamo conosciuto e  conosciamo, nasce allora con la gran parte delle sue  caratteristiche espresse o "in  nuce".

  Certo, le differenze sono  enormi, ma sono simili a quelle tra un neonato ed un  adulto nel fiore degli anni, più quantitative che qualitative; l'ultimo capitolo di  questa "rivoluzione neolitica" é  l'introduzione della scrittura che cinque-seimila anni  fa segna l'inizio del tramonto  della tradizione orale e del pensiero "arcaico" e ci  introduce    nella storia.

    

     2) La tecnologia é  più veloce della capacità di adattamento dell'Uomo

     Il dato che oggi appare evidente é  quello della crescente inadeguatezza dell'etica  neolitica ad affrontare le problematiche dell' era tecnologica; il progredire e  ramificarsi delle scienze ha   portato ad una crescita esponenziale delle conoscenze e  delle applicazioni tecnologiche, che comporta un crescente    disorientamento dell'  individuo e, in definitiva, delle culture e delle Società. Ogni giorno alla nostra  coscienza si presentano  nuovi inquietanti interrogativi cui i tradizionali sistemi  etico-filosofici non ci consentono di dare risposte che non siano  episodiche,  occasionali, perché  la sostanza dell'argomento é  ormai al di fuori del campo  d'esame, dei principi dell'etica  tradizionale.

  Basti pensare alla esistenza di armi potenzialmente distruttive dell' intero pianeta, o  alle prospettive che sono aperte dall' ingegneria genetica, dalla fecondazione in  vitro, dai trapianti d'organo; alle prospettive dell'informatica personale e delle reti, che consentono al singolo potenziali di informazione finora inimmaginabili.

  L'attuale dibattito tra Riduzionismo ed Olismo é anche espressione del disagio dello studioso, e dell'uomo in genere, davanti al fatto apparentemente contraddittorio, che  oggi interi settori di conoscenza sono chiusi de facto ai non-specialisti, che le  branche della conoscenza tendono a non   poter più avere comunicazioni e quindi sinergie, a sfuggire ad ogni controllo: la conoscenza globale sembra  paradossalmente allontanarsi, il sogno dell'Uomo Rinascimentale svanire.

  La Religione, che tradizionalmente rappresentava il momento di sintesi delle  conoscenze, dell' etica e dei superiori livelli  spirituali di speculazione, non é   immune da questa crisi globale di valori, e sente la contraddizione del benedire le  bandiere di eserciti nemici, o di porre l'uomo come dominatore della Natura e  quindi, in definitiva, altro da essa.

   Ha senso oggi considerare 'peccato' il desiderare la donna d'altri, come quando la donna era una proprietà? E non lo é  inquinare i fiumi e l'atmosfera ? Possiamo dire  quando é   che un uomo é  morto e   lo si può usare per il prelievo di organi da  trapiantare?  Possiamo  dire quando comincia ad avere un' anima, e l'aborto diventa quindi un  omicidio? É  lecito creare con la fecondazione in vitro un essere umano senza padre né madre? Fino a che punto bisogna osservare le leggi? É  moralmente  lecito l'allevamento intensivo dei polli?

  Ciò che prima  aspettava risposte dalla religione oggi le aspetta dalla scienza, ma sempre più spesso questa non é attrezzata per darle, non é  il suo compito; é compito dell'Etica, e mentre quella "vecchia" appare impotente quella "nuova" non  é  ancora codificata.

     Poco male, se lo sviluppo non fosse così tumultuoso e celere:  potremmo  attendere che essa si formi lentamente dal costume, dalle abitudini, come fu per la  precedente; ma così non é , ed appare   quindi evidente che la nuova etica deve  nascere subito, ora, pena il lasciare l'umanità, abbandonata a sé  stessa, brancolare  nel   buio.

     Le domande che ponevo poc' anzi non sono tanto casuali, ma attengono  appunto  ai nuovi portati della scienza, della tecnologia, della sociologia; sono ancora validi i  presupposti materiali dell'etica familiare-tribale? In base a quali principi etici si  risponderà alle problematiche che emergono dal trapianto d'organi? Quali sono gli  spazi della libertà personale? Quale il rapporto con le altre    creature viventi? Quali i  limiti allo sfruttamento delle risorse planetarie? Ed altre, altrettanto pressanti questioni ci dobbiamo attendere dall'ulteriore sviluppo delle scienze, delle  tecnologie e dalla  loro ricaduta sulla organizzazione sociale e sull'individuo.

(Continua)

 

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