|
PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento inserito il: 22-2-2015 |
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
DOCUMENTI CORRELATI |
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Il PuntO n° 308 Bilancia regionale fiscale: NORD e CENTRO
pagano più di quanto non ricevano. Male, tranne il Trentino AA, le
regioni a statuto speciale. Lo studio della CGIA di Mestre. Di Mauro Novelli 22-2-2015 La CGIA di Mestre fornisce
preziosi dati quantitativi relativi al bilancio fiscale delle regioni italiane. [ In calce, l’elaborato
con le relative tabelle ]. Il “residuo fiscale” di cui si parla può
essere calcolato quale differenza tra
le entrate complessive regionalizzate (fiscali e contributive) e le spese
complessive regionalizzate (al netto di quelle per interessi) delle
Amministrazioni pubbliche. I dati più indicativi ed utili sono
certamente quelli che individuano i livelli procapite
del “residuo fiscale” Rielaboriamo quei dati
aggregandoli per macro regioni. In tal modo, si avrà un quadro più
facilmente comparabile con le informazioni statistiche fornite, generalmente,
dai media che, alle regioni, tendono a sostituire i dati di Nord, Centro e
Sud. La tabella che segue fornisce
anche il dato relativo alla popolazione delle aree considerate. Poiché i dati
di CGIA si riferiscono al 2012, per correttezza abbiamo preso la popolazione
residente al 1° gennaio 2013 (http://demo.istat.it/pop2013/index.htm). A quella
data, l’ ISTAT indica in 59.685.227 il numero complessivo
degli abitanti. Riportiamo i
dati per macroaree: TAB. 1-
Popolazione, residuo fiscale delle P.A. complessivo e pro-capite per macro
aree Fonte
CGIA di Mestre, ISTAT. Nostra elaborazione.
(*) RESIDUO FISCALE: differenza tra le entrate
complessive regionalizzate (fiscali e contributive) e le spese complessive
regionalizzate (al netto di quelle per interessi) delle Amministrazioni
pubbliche. Tre macroaree
su cinque hanno un residuo fiscale positivo, cioè pagano più di quanto non
ricevano: gli abitanti del Nord-Ovest forniscono al sistema 4.131 euro a
testa; quelli del Nord-Est forniscono 3.178 euro; quelli del Centro 1.661
euro. Gli abitanti di Meridione e
Isole ottengono più di quanto versino: i primi, 992 euro; i secondi, 1.976
euro. La CGIA di Mestre procede anche
ad una interessante disaggregazione distinguendo tra residuo fiscale delle regioni a statuto
ordinario e di quelle a statuto
speciale. Gli abitanti delle prime versano 2.117 euro in più di quanto non ricevano; quelli delle
regioni a statuto speciale ricevono 1.405 euro in più di quanto non paghino.
Tra le regioni a statuto speciale solo
il Trentino AA risulta attivo per 588
euro per abitante. Quanto all’andamento del residuo
fiscale dal 2005 al 2012, va rilevato che due regioni Umbria e Liguria sono
passate dal campo dei prenditori a quello dei fornitori di risorse; la
Basilicata ha diminuito fortemente la
sua posizione di regione prenditrice; altrettanto fortemente, il Veneto ha
visto appesantire la sua posizione di fornitore, come l’Emilia-Romagna. TAB. 2-
Andamenti rilevanti. Variazioni anni 2005 e 2012 Assorbe
risorse se dato negativo, fornisce risorse se datopositivo Valori pro-capite In euro. Fonte CGIA di Mestre
L’Umbria nel 2005 aveva una posizione
debitoria pro-capite di -751 euro, è passata nel 2012 a + 1.320, fornendo risorse per + 2.071
rispetto al 2005. La Liguria nel 2005 aveva una
posizione debitoria di – 326 euro pro-capite, ed è passata nel 2012 a + 701
euro, fornendo risorse per + 1.022 euro rispetto al 2005. La Basilicata ha ridotto la sua
posizione di utilizzatrice di 1.665 euro procapite,
passando da – 2.331 euro procapite del 2005 a – 666
del 2012. Il Veneto ha aumentato le sue
contribuzioni pro capite al sistema di
1.303, passando da + 2.431 a + 3.733 euro. L’Emilia-Romagna ha seguito
l’andamento del Veneto, incrementando di 1.194 euro procapite
l’alimentazione del sistema: da 2.882 euro del 2005 a 4.076 del 2012 Ecco l’elaborato dell’Ufficio
studi della CGIA di Mestre. IL
NORD DA’ IN SOLIDARIETA’ AL RESTO DEL PAESE 100 MILIARDI ALL’ANNO
Bortolussi: “La questione settentrionale, purtroppo,
non si è dissolta: soprattutto a Nordest cova ancora sotto la cenere”. Le Regioni a statuto ordinario del Nord
danno oltre 100 miliardi di euro all’anno di solidarietà al resto del Paese.
Il risultato emerge da una elaborazione realizzata dall’Ufficio studi della
CGIA che ha calcolato il residuo fiscale di ogni Regione italiana. Ricordando
che il residuo fiscale corrisponde alla differenza tra le entrate complessive
regionalizzate (fiscali e contributive) e le spese complessive regionalizzate
(al netto di quelle per interessi) delle Amministrazioni pubbliche, si
osserva che tutte le Regioni del Nord a statuto ordinario presentano un saldo
positivo: ovvero versano molto di più di quanto ricevono. La Lombardia, ad
esempio, registra un residuo fiscale annuo positivo pari a 53,9 miliardi di
euro, che in valore procapite è pari a 5.511 euro.
Questo vuol dire che ogni cittadino lombardo (neonati e ultracentenari
compresi) dà in solidarietà al resto del Paese oltre 5.500 euro all’anno. Il Veneto, invece, presenta un
saldo positivo pari a 18,2 miliardi di euro che si traduce in 3.733 euro
conferiti da ciascun residente. L’Emilia Romagna, con un residuo di 17,8 miliardi
di euro, devolve ben 4.076 euro per ciascun abitante. In Piemonte, che nel
rapporto dare/avere elargisce agli altri territori 10,5 miliardi di euro, il
residuo fiscale medio per abitante è di 2.418 euro all’anno. La Liguria,
infine, dà al resto del Paese 1 miliardo di euro, pari a 701 euro per ogni
cittadino ligure. Nonostante sia più contenuto rispetto al dato riferito alle
realtà del profondo Nord, anche il residuo fiscale di tutte le Regioni del
Centro è sempre positivo. La Toscana ha un saldo di 8,3 miliardi di euro, il
Lazio di 7,3, le Marche di 2,5 e l’Umbria di 1,1 miliardi. Se, invece,
osserviamo i risultati delle Regioni meridionali, la situazione cambia
completamente di segno. Tutte presentano un residuo fiscale negativo: vale a
dire, ricevono di più di quanto versano. La Sicilia, ad esempio, ha il
peggior saldo tra tutte le 20 Regioni d’Italia: in termini assoluti è pari a
-8,9 miliardi di euro, che si traduce in un dato procapite
pari a 1.782 euro. In Calabria, invece, il residuo è pari a -4,7 miliardi di
euro (-2.408 euro procapite), in Sardegna a -4,2
miliardi (- 2.566 euro ogni residente), in Campania a -4,1 miliardi (-714
euro per ciascun abitante) e in Puglia a -3,4 miliardi di euro (- 861 euro procapite). Dichiara il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi: “Voglio sgombrare il campo da
qualsiasi fraintendimento: noi siamo d’accordo che le Regioni più ricche
debbano aiutare quelle più in difficoltà. Il principio della solidarietà non
è in discussione, ci mancherebbe. Tuttavia, c’è un grosso problema. Se, come
ha fatto nell’ultimo decennio, lo Stato centrale continuerà nella politica
dei tagli lineari, facendo mancare risorse e costringendo le Autonomie locali
ad aumentare le tasse, anche al Nord la qualità delle infrastrutture, della
sanità, del trasporto pubblico locale e della scuola potrebbe venir meno ,
alimentando la rabbia e la disaffezione nei confronti della politica
nazionale. La questione settentrionale, purtroppo, non si è dissolta:
soprattutto a Nordest cova ancora sotto la cenere. Per questo è necessario
riprendere in mano la riforma del federalismo fiscale è portarla a termine,
premiando i territori più virtuosi e penalizzando chi, invece, gestisce in
maniera scriteriata la cosa pubblica”. I dati, fa sapere l’ufficio studi
della CGIA, sono riferiti al 2012 (ultimo anno in cui è possibile confrontare
le entrate e le spese di ciascuna Regione). Tuttavia, se si ricostruisce
l’andamento registrato negli ultimi 4/5 anni, la situazione, come riportata
nelle tabelle più sotto (Tab. 2 e Tab. 3), rimane molto stabile per la gran parte delle
Regioni: pertanto, è verosimile ritenere che non vi siano state delle
significative variazioni anche negli anni successivi al 2012. Mestre 14 febbraio 2015
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||