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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento inserito il: 2-10-2014 |
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Il PuntO n° 300 Attenzione alle figurine vendute per francobolli (carte-valori dello
stato) Di Mauro Novelli 2-2014 Nel mese di settembre, molti
turisti, soprattutto stranieri, hanno lamentato il mancato recapito, da parte
di Poste Italiane, di cartoline inviate a familiari e amici durante le loro
vacanze italiane. Dopo una veloce indagine, abbiamo
scoperto che alcune società, regolarmente autorizzate ad offrire il servizio
universale di recapito di posta, possono vendere figurine tipo francobolli per
affrancare cartoline. Questi pseudo francobolli, venduti presso cartolerie,
negozi di souvenir e tabaccherie, ad 1,20 euro per recapiti in Europa, ma che
possono arrivare a 2,5 euro per l’Australia, danno il diritto al recapito della cartolina
da parte della società che gestisce il servizio, purché (purché) tale corrispondenza venga “imbucata”
nelle specifiche cassette della società presenti nelle più gettonate città
turistiche. Qualora la società volesse usare il vettore Poste Italiane deve
apporre il francobollo a timbro su ogni cartolina e spedirla. Se però il turista compra
cartoline e pseudo francobolli, magari per scriverle tranquillamente in
albergo, e le imbuca nelle cassette della posta di un altro vettore, ad
esempio di Poste Italiane, quella corrispondenza non verrà mai recapitata. Spesso, ma non sempre, al turista
che richiede “francobolli” (carte-valori) vengono venduti questi pseudo
francobolli con un foglietto che dovrebbe chiarire come possono essere usati,
consegnato comunque ad acquisto effettuato. Sfidiamo qualsiasi turista a
capire che quel foglietto serve a tracciare il percorso per rendere “valida
ed operativa” la figurina che ha comprato, avendo chiesto espressamente al negoziante dei francobolli (ribadisco, bolli dello
stato). Poste italiane, interrogata,
comunica di aver accumulato circa 300mila cartoline con figurine, imbucate
nelle loro cassette bordeaux, quindi non recapitabili perché mancanti del
bollo. Di queste, 105mila dovrebbero andare al macero, ma sembra che all’AGCOM
(Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), invece di intervenire per
risolvere il problema, abbiano invitato semplicemente Poste a conservarle. Tripla figuraccia, quindi: dell’Italia
(da cui la corrispondenza non viene recapitata), di Poste Italiane (usa a non
recapitare la posta), dell’Autorità di controllo che non sa o non può prendere decisioni
risolutive del problema. Chi paga questo ingiusto danno di immagine delle
prime due entità? Si consideri, inoltre, che i costi finanziari della
gestione di questo problema è a carico di Poste, quindi dei cittadini
italiani. Occorre valutare se non possa
prefigurarsi il reato di stampa e spaccio di valori bollati falsi. |
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