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Documento inserito il:  29-4-2014

 

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Il PuntO n° 288

Torniamo alle rottamazioni classiche:

Ancora contributi statali (63,4 milioni) per auto, moto, quadricicli e veicoli commerciali leggeri. Ma solo un quarto di essi resterà in Italia.

 

Di Mauro Novelli  29-4-2014

 

 

Gli incentivi alla rottamazione creano sempre una domanda drogata e di corto respiro

 

La Fiat detiene solo il 28,17 percento delle quote di mercato italiano delle autovetture.

 

Per le moto, prima è la Honda. La Piaggio detiene solo il 15 % delle quote di mercato

 

 

Il governo ha destinato 63,4 milioni di euro per incentivare l’acquisto di autovetture. L’Erario (maiuscolo) si accolla una discreta percentuale del prezzo d’acquisto dei veicoli, in funzione inversa del livello di emissione di CO2.

Metà della somma è riservata ai privati, che costituiscono il 61,5 % del mercato, l’altra metà è per i taxi e auto a noleggio.

Al di là di ogni valutazione di opportunità economica, vediamo come si ripartirà il sostegno finanziario in funzione delle quote di mercato delle varie case costruttrici di autovetture.

Dal sito autoblog.it ricaviamo i seguenti dati relativi alle quote di mercato dei primi 10 gruppi di costruttori:

 

Autovetture.

Quote di mercato febbraio 2014 e febbraio 2013 (Fonte UNRAE)

 

2-2013

2-2014

Gruppo Fiat (Alfa, Ferrari, Fiat, Jeep/Dodge, Lancia/Chrysler, Maserati)

28,44

28,17

Gruppo VolksWagen (Audi, Lamborghini, Seat, Skoda, VW)

13,86

14,08

Gruppo PSA (Citroen, Peugeot)

9,62

9,97

Gruppo Renault (Renault, Dacia)

6,34

7,47

Ford

6,36

6,38

Gruppo GM (Opel, Chevrolet)

7,01

6,22

Hyundai

5,47

5,53

Toyota

4,35

5,05

Gruppo BMW (BMW, Mini)

5,12

4,79

Gruppo Daimler  (Mercedes, Smart)

4,84

4,61

 

Come si vede, solo il 28,17 percento della somma incentivante riservata alle autovetture resterà in italia, appannaggio del gruppo FIAT. Ad essa va aggiunta la piccola quota di spettanza della Lamborghini del Gruppo Volkswagen.

Per le quote di mercato delle moto, la Honda detiene circa il 24 per cento seguita dalla Piaggio col 15 percento e dalla Yamaha con circa il 12,5. Lontana la Ducati (di proprietà di Audi) con poco più del 5 percento delle quote di mercato.

Anche in questo settore, la quota di incentivi di cui beneficeranno costruttori di moto italiani è minima e si attesterà attorno al 20 percento del totale.

 

Pessima iniziativa, quindi, questa del governo Renzi. Per tre motivi: primo, perché si crea una domanda drogata in settori che sarebbe opportuno competessero senza interventi statali; secondo, perché poco più di un quarto della somma che l’Erario (maiuscolo) destina all’incentivo, resta appannaggio di costruttori italiani; terzo, la destinazione di parte di reddito disponibile per l’acquisto di beni durevoli di alto costo ma dal prezzo ridotto artificialmente, comprime ulteriormente la domanda complessiva degli altri beni di consumo.