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Il PuntO n° 209 Le famiglie italiane stringono i denti e reggono la baracca. In dieci anni la capacità di spesa (PPS)
è diminuita di oltre il 15 per cento. Per questo la classe dirigente ha margini per
pensare solo ai suoi affari. Di Mauro Novelli 9-7-2011 Il reddito disponibile delle famiglie nel primo trimestre del 2011 è rimasto fermo rispetto al trimestre precedente, mentre è salito del 3,3% su base annua. Al netto dell'inflazione, il potere d'acquisto delle famiglie nei primi tre mesi dell'anno è diminuito dello 0,8% in termini congiunturali, invece risulta in crescita dell'1,1% a confronto con il primo trimestre del 2010. Nel primo trimestre del 2011 la propensione al risparmio delle famiglie è stata pari all'11,5%, in diminuzione di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2010. Ma è interessante andare oltre questi dati, risultanti eccessivamente congiunturali. Per poter avere una reale visione di quanto è accaduto alle finanze delle famiglie italiane nell’ultimo decennio, e per poter comparare quelle variabili con quelle dei paesi europei più importanti, risultano fondamentali le elaborazioni di Eurostat. L’istituto europeo di statistica annualmente elabora una tabella relativa alla “capacità di spesa” dei cittadini europei, pesando il PIL pro capite dei 27 paesi UE e di altri d’interesse, con i prezzi correnti di beni e servizi. [Al link http://www.stat.si/eng/novica_prikazi.aspx?id=3999 l’elaborazione Eurostat per il 2010 (riportata in calce).] La tabella n°1 compara la “capacità di spesa” degli anni 2001 e 2010 per i principali paesi europei, dei paesi oggi in difficoltà (Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia) e di altri paesi occidentali (USA, Svizzera, Norvegia). LLa UE dei 27 è fatta pari a 100. Dei paesi considerati, i cittadini italiani risultano quelli che hanno perso nettamente di più: - 15,3 per cento in dieci anni, da 118 del 2001 al 100 del 2010 . Distanziati risultano i Francesi (- 7,3 %), gli Irlandesi (-5,3 %), gli Inglesi (-5 %). Hanno visto crescere la loro capacità di spesa i Tedeschi (+0,9), i Portoghesi (-1,3%), gli Spagnoli (+3,1%) ed i Greci (+3,5). Dei paesi extra UE considerati, da rimarcare la diminuzione della capacità di spesa degli statunitensi (-4,5%), e l’eccellente andamento per i Norvegesi (+11,2 %) TAB. n° 1 - ANNI 2001 E 2010 PIL tradotto in Capacità di spesa. UE(27) = 100 Fonte Eurostat
(p)= dati provvisori In questo primo decennio del secolo quindi, l’Italia è il paese che sembra essere colpito da una stagnazione di lungo periodo. Se restringiamo il periodo di osservazione a quello relativo agli anni della crisi (dal 2007), si evidenzia il tracollo dell’Irlanda (- 15%)) e la conferma delle difficoltà delle finanze delle nostre famiglie che vedono jla loro capacità di spesa in declino (- 3,9%), seguite dalle spagnole (- 3,8%) e dalle greche (-3,3%). Nei quattro anni considerati, solo le finanze di Tedeschi (+ 1,7%) e Portoghesi (+ 2,5%) stanno reggendo bene nella crisi. In declino anche gli USA (- 1,3%). Invariata la Norvegia. Eccellente la situazione svizzera (+ 5,8%). AB n° 2 - ANNI 2007 E 2010 PIL tradotto in Capacità di spesa. UE(27) = 100 Fonte Eurostat
Certamente la situazione dell’Italia è aggravata dalle non esaltanti performances dei nostri statisti. I quali, proprio perché i cittadini stanno sobbarcandosi il peso di un decennio di stagnazione, anzi di arretra-mento, continuano a dimostrare di non aver ben compresa la drammaticità della nostra situazione finanziaria.
Tremonti ha approfittato del prudente e previdente atteggiamento atavico delle nostre famiglie per dimostrare che l’Italia non è così mal messa. Ma certo i cittadini non saranno in grado di reggere per molto tempo una situazione di “degrado” politico, ammi-nistrativo ed etico come quella che stanno sopportando da un decennio. _________________ Di seguito, la tabella comprendente l’andamento di tutti i paesi UE, di altri paesi europei e di rilevanza mondiale. Nel decennio, la crescita maggiore si è avuta in Romania (+ 60%), in Bulgaria (+43,3%) nei Paesi Baltici e nella Rep.ca macedone (+40%). Il declino maggiore si è riscontrato in Islanda (-16%). L’unico paese che ha avuto un crollo peggiore del nostro. PIL tradotto
in CAPACITA’ DI SPESA – Fonte Eurostat (2001-2010)
(..) - Not available |
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