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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento
inserito il: 10-11-2016 |
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Il PuntO n° 342 Elezioni americane. Alcuni errori dei Democratici. Di Mauro Novelli 10-11-2016 Alcuni
errori dei Democratici: 1) Il primo
e più grave: non aver compreso la necessità (non la voglia) di una parte del
fu ceto medio di cambiare il sistema al fine di tentare di sopravvivere. E
Hillary, con i suoi atteggiamenti generalmente rassicuranti, ha costituito
solo un ostacolo in più da superare. 2) Aver
oscurato ogni istanza portata avanti da Sanders e
aver privilegiato l’immagine ingessata della Clinton, con Sanders
unico in grado di sollecitare sentimenti di cambiamento e passione
nell’attivarsi, e aver accantonato i suoi supporter quasi come rompipalle
antisistema. 3) Aver
sollecitato e/o accettato endorsement da parte di esponenti istituzionali di
paesi alleati (Renzi, Boldrini, Merkel, Hollande, Schulz, Juncker ecc.)
annettendo in tal modo
alla Clinton l’immagine di mera prosecutrice di situazioni
immaginate già in via di deterioramento, comunque non brillantissime, e
cancellando ogni sua pur leggera nuance di portatrice di novità future. 4) Aver
sollecitato e/o accettato, con atteggiamenti e inclinazioni old style, endorsement da parte di personaggi che godono
di un livello di vita enormemente superiore al votante medio. Vedi: http://lapresse.it/endorsement_trump_clinton_lista/. 5) Aver
sollecitato e/o accettato endorsement da parte di personaggi legati a Wall Street ed ai potentati finanziari internazionali,
apparendo quasi come una sorta di portavoce. 6) Aver
schiacciato l’immagine di Hillary come mera continuatrice del periodo
clintoniano e di quello di Obama. Nel corso del primo, l’abolizione della distinzione
tra banche commerciali e di investimento ha creato una incubatrice per la
crisi; nel corso del secondo la crisi è esplosa combinandosi con gli effetti
della globalizzazione, magnifici per l’Occidente – nella strategia iniziale –
ma ben presto risultati disarticolanti per la sua economia. 7) Non aver
neanche provato a coinvolgere “sentimentalmente” i giovani e le donne. Le
critiche a Trump per i suoi atteggiamenti misogini sono sempre “scadute” nel
razionale più asettico, quindi in assenza di ogni passione. 8) Nel non
aver saputo intercettare l’enorme “esigenza” di cambiamento di un ceto medio,
decaduto nel frattempo a ceto basso o mediobasso, e
la sua conseguente “esigenza” di ri-tornare alle
urne nel tentativo di fermare il declino o rallentarlo. Ma l’offerta
elettorale a disposizione dei neopoveri o
quasi-poveri, è stata solitaria, essendo coinvolta solo l’immagine di Trump,
come fonte di disturbo, se non di cambiamento del sistema. 9) Aver
fatto pochissimi comizi a differenza di Trump, suggerendo l’idea o di
considerarsi già vincitrice o, in alternativa, di non star troppo bene. 10)
In una intervista, la Clinton usa termini sprezzanti
nei confronti degli elettori e dei simpatizzanti di Trump: non hanno una
bandiera, non hanno idee chiare, non costituiscono un corpo organico, sono
abbastanza ignoranti. Questa “aggressione” ha spinto gli avversari a farsi
una bandiera, a compattarsi, a riflettere sul programma. |
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