PRIVILEGIA NE IRROGANTO

 

Documento inserito il:  25-6-2016

 

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Il PuntO n° 336

1957. “Ehi, amici, hanno creato  il MEC”.

Di Mauro Novelli (25-6-2016)

 

Ho cominciato a “leggere il giornale” a dieci anni, nel 1956,  con la crisi di Suez e la rivolta d’Ungheria.

L’interesse continuò con la creazione del MEC. L’iniziativa mi proiettò dall’infanzia all’adolescenza.

Con i miei compagni fantasticavamo della nuova entità come terza potenza tra USA e URSS. Con l’aiuto di una vecchia enciclopedia (Labor?)  e del “Nuovissimo Melzi“ di mio padre (dizionario enciclopedico edizione 1906) sommavamo popolazione e superficie dei sei paesi del Mec; univamo eserciti, agricolture, industrie, strade ferrate, utilizzando anche dati d’inizio secolo mescolati a quelli più recenti. A dire il vero, per il calcolo della superficie della nuova superpotenza, eravamo in difficoltà per via della Germania divisa: non avendo chiaro il problema di Berlino, decidemmo che il confine sarebbe dovuto passare in mezzo alla città, dividendola in due.

Di fatto, l’immagine che avevamo del Mec era quella di una “cosa” che aumentava il nostro potere: nazioni che fino a dieci anni prima si erano massacrate, arrivavano ora a collaborare. Insomma, ragazzini poco più che decenni si sentivano più forti e quasi invincibili.

Quel sentire mi è rimasto. Anche quando, dopo aver sommato vantaggi e svantaggi, entrò la Gran Bretagna, nel 1973: avevano vinto i vantaggi, per loro. In quella circostanza, mi vennero in mente le parole di De Gaulle: se l’iniziativa europea fallirà sarà per colpa della Gran Bretagna. De Gaulle si era opposto alla proposta anglosassone (1958) di una diluizione del Mec in una più ampia area di libero scambio che comprendesse le altre nazioni europee. Fallito quel tentativo, per rispondere al MEC,  il Regno Unito fondò l’EFTA (1958)  con i paesi scandinavi, la Svizzera, il Portogallo ecc.

E quel sentire si è rinvigorito, oggi, con i risultati del referendum britannico del 23 giugno e di questo sono grato ai sudditi di Sua Maestà.

La storia del MEC-CEE-UE è costellata di difficoltà, complicazioni, ripensamenti, incazzature, rospi da inghiottire ma anche da soluzioni esaltanti e in grado di valorizzare il futuro del popoli che ne fanno, senza infingimenti, parte integrante. Dubbi e difficoltà da  affrontare e superare senza calcoli di convenienza: la consapevolezza di aver creato sinapsi tra i vari  lobi del cervello del pianeta, lobi in rotta di collisione fino agli anni ’50 del secolo scorso, è, per me, ancor più galvanizzante.

Ecco: ai Britannici manca qualche chilo di idealismo. Lasciamo loro la calcolatrice per esercitare quello che i loro estimatori chiamano “sano pragmatismo anglosassone”.