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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento inserito il: 10-9-2014 |
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Il PuntO n° 298 Petrolio e suoi derivati. Mercato di
benzina e gasolio: consumo, prezzi, prezzi per
Capacità di spesa. Comparazione del mercato di 5 paesi
europei. Di Mauro Novelli 10-9-2014
Analizzeremo l’andamento di prezzo
finale, prezzo industriale e
tassazione dei derivati del petrolio. L’analisi comparerà la
situazione in Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Italia a partire da
gennaio 2009 (più vecchio dato storico fornito dalla Commissione europea)
fino ad oggi. Le dinamiche precedenti non saranno valutate. In altra sede analizzeremo la
formazione del prezzo di mercato dei
derivati del petrolio ed il ruolo di Platt, agenzia privata che pubblica
notizie, commenti, dati fondamentali di mercato e analisi, oltre a migliaia
di valutazioni giornaliere in tempo reale di prezzo. Queste sono ampiamente
utilizzate come benchmark nei mercati fisici e future. [Al
punto 6.3 della documentazione riportata in calce, le rilevazioni
per la totalità dei paesi UE.] 1) Il consumo di petrolio in Italia
Gli accordi internazionali per la
diminuzione dei consumi petroliferi, quelli per la riduzione delle emissioni
di CO2, la crisi ormai perdurante da sette anni (specie nei paesi del Sud
Europa) hanno dato luogo al drastico calo del consumo dei prodotti
petroliferi nel mondo, paesi emergenti a parte. In Italia il fenomeno è
notevole e consolidato dal 2003, in accelerazione verso il basso dal 2011. In Italia, negli ultimi 10 anni
(FIG. 1) siamo passati da un consumo di poco più di 90 milioni di tonnellate
ai 60,8 milioni di tonnellate riscontrati nel 2013. Il decremento è stato ben
più pronunciato rispetto a quello registrato nei 2 schock
pretroliferi degli anni ‘70, quando comunque ci si
manteneva al di sopra dei 90 milioni, nel caso del primo shock del 1974, e
non si scendeva al di sotto degli 84 milioni nel caso del secondo shock dei
primi anni ’80. In entrambi i casi, gli anni successivi vedevano un nuovo
incremento dei consumi petroliferi.
dal 1971 al 2013. Fonte MISE. Milioni
di tonn.
2) Benzina o gasolio? L’andamento del mercato.
2.1 In
Italia
E’ interessante analizzare
l’andamento negli anni della
produzione e del consumo dei due derivati fondamentali del petrolio. Benzina
e gasolio hanno subito variazioni di produzione e consumo soprattutto in
funzione delle normative fiscali avvicendatesi nei decenni. Queste hanno dato
luogo altresì a variazioni nel mercato delle auto e, di conseguenza, nelle
immatricolazioni conseguenti. Ci riferiamo soprattutto alla
imposizione del cosiddetto superbollo,
una tassa (suggerita dai ns. costruttori?) introdotta
nel 1976 e rimasta in vigore fino al 1997.
Consisteva in una addizionale al bollo per le automobili a motore diesel o alimentate a gas,
di notevole entità. L'incidenza della tassa fu tanto pesante da comportare conseguenze nel
mercato auto – specie in Italia - dove le motorizzazioni a benzina, non gravate dal superbollo, furono sostenute
nelle vendite. Per la verità, in quel periodo la
Fiat aveva deciso di non partecipare al nascente, ma già molto promettente,
mercato dei fuoristrada; non solo, ma decise addirittura di cessare la
produzione della Campagnola, una “jeep” per l’Esercito che avrebbe potuto
inserirsi con successo nel settore specifico. Il superbollo fu abolito nel 1997.
Da quel momento, il mercato per i veicoli alimentati a diesel e a gas
cominciò a crescere superando, dal 2004, le vendite di modelli alimentati a
benzina. In quell’anno, le auto alimentate a gasolio crebbero di ben 10 punti
percentuali, raggiungendo il 58,5 % del totale delle immatricolazioni contro
il 48,9 del 2003. Riportiamo (FIG. 2-) la
disaggregazione per tipo di alimentazione delle vetture immatricolate in
Italia. FIG. 2-
Immatricolazioni per tipo di alimentazione dal 2007 al 4-2014 Fonte UNRAE. Valori
percentuali
Nei primi 4 mesi del 2014, le
immatricolazioni di autoveicoli a
gasolio si attestano al 56,4 % (erano al 41,8% cinque anni fa), quelle
alimentate a benzina superano di poco il 30 % (erano al 36,2 nel 2009). Per quanto riguarda il numero delle
vetture immatricolate, la tabella che segue (TAB.1-) mostra l’andamento degli
ultimi cinque anni e il, peso delle vetture estere sul totale. Si consideri
che l’anno di gloria delle immatricolazioni in Itali è stato il 2007 con
2.490.570 veicoli di cui 1.708.922 di provenienza estera. TAB. 1-
Immatricolazioni dal 2009 ad oggi in Italia Fonte Motornet.it
E’ evidente
il declino causato dalla crisi perdurante proprio dal 2007. MEMO: Nel 2013, su un parco
autoveicoli circolanti di 49.013140, il 75 %
- pari a 36.962.934 - era costituito da autovetture, in calo rispetto
al dato massimo di 37.113.300 raggiunto
nel 2011. 2.2 In
Europa
Nel 2013 in Europa sono state
immatricolate 11,8 milioni di autovetture nuove. Anche in Europa, il picco
massimo di vendite è stato quello del 2007 con 15,5 milioni di veicoli. La
diminuzione è stata particolarmente accentuata in Grecia con - 80% in Grecia,
- 54% in Spagna mentre si sono dimezzate in Italia e Portogallo. Nel 2013, le auto Diesel (55%
del mercato europeo) hanno avuto picchi del 70% in Francia e Spagna.
Sempre nel 2013, sono stati
immatricolati 24000 veicoli elettrici, in crescita del 71% rispetto all’anno
precedente. Circa 31000 auto ibride sono state registrate nel 2013. L'Italia
è il paese per il quale l'aumento di questi veicoli (essenzialmente GPL e biometano) nel 2013 è stato più alto (+ 97% rispetto al
2011). Il fenomeno è soggetto a
diverse variabili, non ultima la crescita del prezzo del gasolio. [Fonte:
Agenzia europea per l’ambiente] 3) Cause specifiche del calo delle immatricolazioni.
La spirale depressiva degli ultimi anni
ha avuto riflessi negativi sulle immatricolazioni dei veicoli e, più in
generale, sulla domanda di mobilità. Riportiamo
cause del declino dal 2009 e valutazioni quantitative: 1)
Domanda di mobilità in giorno feriale: - 20 % 2)
Variazione degli spostamenti complessivi: -23,8 % Di cui: Spostamenti per
lavoro: -20 % Spostamenti per
studio: - 2 % Spostamenti per
gestione familiare: - 7 % Spostamenti per tempo
libero: - 44 % 3)
Variazione dei passeggeri: Mezzi
pubblici: - 13 %; mezzi privati: - 16 % Oltre al calo della mobilità,
generalizzato in Europa, questi nuovi equilibri hanno accelerato il calo dei
consumi di carburante e la conseguente chiusura di molti punti di
rifornimento. Nei 5 anni, fatta eccezione per la
Spagna che vede crescere i suoi distributori del 10,8 %, gli altri 4 paesi
segnano un calo, marcato per Francia e Regno Unito, più leggero (-8,8% per
l’Italia) sebbene a gennaio 2013 il numero delle ns. pompe (22.400)
risulti più del doppio di quelle inglesi (10.424) e il doppio delle francesi
(11.662 ). I dati nella tabella che segue: TAB. 2- Numero di punti vendita di
carburante 12-2009/ 1-2013 Fonte: Commissione europea – Energy policy
4) Benzina e gasolio.
Consumo e prezzi nazionali e comparati.
Le variabili di mercato appena
delineate, sommate al sempre maggior utilizzo di fonti rinnovabili, hanno
portato ad un abbattimento dei consumi nazionali e ad un aumento dei prezzi
di benzina e gasolio, anche dovuti agli aumenti del peso fiscale, comoda leva
di tutti i governi succedutisi nei vari decenni in Italia. Per quanto riguarda il consumo di
derivati del petrolio in Italia, la tabella che segue ne evidenzia
l’andamento dal 2009 al 2013: nei 5 anni,
diminuzione per il consumo di benzina ( -24,7 %), discesa di circa il
10 % per il gasolio per autotrazione, crollo del 30 % per quella da
riscaldamento. TAB. 3- Consumo di benzina e gasolio dal
2009 al 2013 Fonte MISE. In tonnellate
Procederemo quindi alla comparazione
per 5 paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Italia) dei
prezzi alla pompa (assoluti e tradotti in Capacità di spesa), del prezzo
industriale e del livello di tassazione nel gennaio 2009 e nell’agosto 2014. 4.1) BENZINA. Prezzi al consumo
(assoluti e tradotti in PPS), prezzi industriali, tassazione.
4.1.1) BENZINA. PREZZO AL
CONSUMO
La TAB. 4- mostra che, ad agosto
2014, il prezzo alla pompa della benzina italiana è risultato il più alto
rispetto a quello praticato dagli paesi presi in esame, con una crescita del + 56,5 % rispetto al 2009. Peggio di
noi hanno fatto Inghilterra (+ 67,9 %) e Spagna (+ 62,1 %). Ma molto più
contenuti sono risultati gli aumenti di Francia e Germania, attorno ad un +
35 %. TAB. 4- BENZINA s.p. PREZZO ALLA POMPA Fonte: Commissione europea – Energy
policy
In funzione del reddito procapite tradotto in Capacità di spesa (PPS) – fatto
pari a 100 quello italiano - abbiamo i seguenti risultati:
In altri termini, per sopportare lo
stesso peso economico sostenuto dal consumatore italiano (1,741 euro al
litro) in Francia il prodotto dovrebbe costare 1,918 euro, in Germania 2.202
euro ecc. [colonna 4] La colonna 5 mostra quanto il
prodotto dovrebbe costare in Italia perché l’automobilista italiano sopporti
lo stesso peso economico sostenuto dal consumatore del paese X: per
sopportare il peso che sopporta il francese, in Italia la benzina dovrebbe
costare1,356 euro ecc. 4.1.2) BENZINA. PREZZO INDUSTRIALE
Per quanto riguarda le variazioni
del prezzo industriale, dal 2009 ad oggi quello della benzina italiana è
cresciuto meno di quanto non sia stato negli altri paesi: + 91,6 % in Italia e ben + 145,7 in Gran
Bretagna. TAB. 5-
BENZINA s.p. PREZZO AL NETTO
DELLE TASSE Fonte: Commissione europea – Energy
policy
4.1.3) BENZINA. TASSAZIONE
L’andamento del costo industriale
nei 5 anni dimostra che in Italia è particolarmente pesante l’imposizione fiscale
che grava sul prezzo alla pompa. Perché infatti ad agosto 2014, il ns. prezzo
al consumo risulti più alto che negli altri paesi occorre che la tassazione
nostrana sopravanzi quella degli altri. E in effetti, con 1,04478 euro la
nostra attuale fiscalità sopravanza quella degli altri paesi. Il dato è
fornito dalla tabella successiva. TAB. 6-
BENZINA s.p. TASSAZIONE Fonte: Commissione europea – Energy
policy
4.2) GASOLIO PER AUTOTRAZIONE.
Prezzi al consumo (assoluti e tradotti in PPS), prezzi industriali,
tassazione.
4.2.1) GASOLIO PER
AUTOTRAZIONE. PREZZO AL
CONSUMO.
La TAB. 7- mostra che, ad agosto
2014, il prezzo alla pompa del nostro gasolio per autotrazione (1,61822
euro) è risultato – dopo quello
inglese (1,67358 euro)- il più alto
rispetto a quello praticato dai paesi presi in esame, con una crescita del + 53,8 % rispetto al 2009, superiore,
nei 5 anni, a quella degli altri paesi. Anche per il prezzo del gasolio,
molto più contenuti sono risultati gli aumenti di Francia e Germania, attorno
ad un + 25 / 30 %. TAB. 7- GASOLIO PER AUTOTRAZIONE. PREZZO ALLA POMPA Fonte: Commissione europea – Energy policy
In funzione del reddito pro capite tradotto
in Capacità di spesa (PPS) – fatto pari a 100 quello italiano - abbiamo i
seguenti risultati:
In altri termini, per sopportare lo stesso
peso economico sostenuto dal consumatore italiano (1,618 euro al litro) in
Francia il prodotto dovrebbe costare 1,783 euro, in Germania 2,047 euro ecc.
[colonna 4], La colonna 5 mostra quanto il
prodotto dovrebbe costare in Italia perché l’automobilista italiano sopporti
lo stesso peso economico sostenuto dal consumatore del paese X: per
sopportare lo stesso peso dei francesi, in Italia dovrebbe costare 1,176 ecc. 4.2.2) GASOLIO PER
AUTOTRAZIONE. PREZZO
INDUSTRIALE
Dai dati forniti dalla Commissione euroopea, risulta che il prezzo industriale del gasolio
italiano risulta, dopo quello spagnolo (0,719 euro) più alto (0,70661 euro)
di quello di Francia, Germania e Gran
Bretagna. La sua crescita dal 2009 è del 55,7 %, quella inglese dell’80,1 %, quella tedesca
del 52,9. TAB. 8- GASOLIO PER AUTOTRAZIONE. PREZZO AL NETTO DELLE TASSE Fonte: Commissione europea – Energy policy
4.2.3) GASOLIO PER
AUTOTRAZIONE. TASSAZIONE
Per quanto riguarda la tassazione del
gasolio per autotrazione, la ns. tassazione
(0,911161 euro) risulta inferiore solo a quella imposta in Gran
Bretagna (1,00725 euro) [TAB. 9-]. TAB. 9- GASOLIO PER AUTOTRAZIONE. TASSAZIONE Fonte: Commissione europea – Energy policy
Di notevole entità la variazione
della tassazione dal 2009: + 52,4 % contro il 38 di Spagna e Gran Bretagna,
l’11 della Francia e il 7 della Germania. 4.3) GASOLIO DA RISCALDAMENTO.
Prezzi al consumo (assoluti e tradotti in PPS), prezzi industriali, tassazione.
4.3.1) GASOLIO DA
RISCALDAMENTO. PREZZO AL
CONSUMO
La TAB. 10- mostra che, ad agosto
2014, il prezzo per litro del nostro gasolio da riscaldamento risulta molto
più alto rispetto a quello praticato dai paesi presi in esame, anche se con
un inferiore trend di crescita nei 5 anni considerati. Il ns. prezzo di
1,39255 euro risulta quasi doppio di quello inglese (0,76282 euro) e di circa
il 60 % superiore a quello di Francia, Germania e Spagna. TAB. 10-
GASOLIO DA RISCALDAMENTO. PREZZO Fonte: Commissione europea – Energy
policy
In funzione del reddito procapite tradotto in Capacità di spesa (PPS) – fatto
pari a 100 quello italiano - abbiamo i seguenti risultati:
In altri termini, per sopportare lo
stesso peso economico sostenuto dal consumatore italiano (1,392 euro al
litro) in Francia il prodotto dovrebbe costare 1,534 euro, in Germania 1,761
euro ecc. [colonna 4], La colonna 5 mostra quanto il
prodotto dovrebbe costare in Italia perché consumatore italiano sopporti lo
stesso peso economico sostenuto dal consumatore del paese X: per sopportare
lo stesso peso dei francesi, in Italia dovrebbe costare 0,787 ecc. 4.3.2) GASOLIO DA
RISCALDAMENTO. PREZZO
INDUSTRIALE
Il prezzo industriale in Italia
(0,73822 euro) è più alto di quello risultante negli altri 4 paesi. La sua
variazione dal 2009 è di oltre il 61,7 %, minore del trend inglese (+71,2 %),
ma inferiore a quello di Francia (+49,4 %) e di Germania (+43,9%) TAB. 11- GASOLIO DA RISCALDAMENTO. PREZZO AL NETTO DELLE TASSE Fonte: Commissione europea – Energy policy
4.3.3) GASOLIO DA
RISCALDAMENTO. TASSAZIONE
Sebbene la variazione della
tassazione imposta in Italia sul gasolio da riscaldamento abbia subito la minore
variazione dal 2009 (13,8% contro il 49% della Spagna, il 30,4% della Gran
Bretagna ecc.) TAB. 12-, il nostro
livello di imposizione risulta comunque il più alto in valore assoluto:
0,65443% contro lo 0,17633% della Gran Bretagna, lo 0,19280 della Germania
ecc. TAB. 12- GASOLIO DA RISCALDAMENTO tassazione Fonte: Commissione europea – Energy policy
5) Oneri fiscali. Incidenza percentuale sul prezzo di vendita
In conclusione, il livello di
imposizione fiscale, rapportato al prezzo di vendita per benzina e gasolio, è
il più alto tra i paesi considerati ad esclusione della Gran Bretagna ( TAB.
13-) dove il fisco pesa di più, mentre risulta in assoluto il più alto per il
gasolio da riscaldamento. TAB. 13- Oneri fiscali. Incidenza percentuale sul prezzo di vendita
6) DOCUMENTAZIONE
E FONTI
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