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PRIVILEGIA NE IRROGANTO Documento inserito il:
8-11-2013 |
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DOCUMENTI CORRELATI |
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Il
PuntO n° 280 Debito
delle Amministrazioni locali. Alcune
considerazioni sul debito degli “Altri enti”, sul
peso degli affidamenti bancari e sui derivati sottoscritti. di Mauro Novelli
8-11-2013
Dal
Suppl.to al Bollettino statistico “Finanza pubblica” di Bankitalia n° 52 del
15-10-2013, veniamo informati che dei 2.060,003 miliardi di debito pubblico
(dato di agosto), 111,178 miliardi sono costituiti dal debito delle Amm.ni
locali, pari al 5,4 percento del debito totale. [A settembre è sceso a 110.720 miliardi) La
voce è in calo. Infatti, a giugno 2013 il debito locale era pari a 113,961 miliardi
di euro, con questa ripartizione geografica: Nord 48,234 mld; Centro 30,870
mld; Meridione 34,857 mld. [Tabella
Bankitalia ripartizione per regioni e per strumenti, in calce.] Sempre
nel 2013, in termini di strumenti, il debito delle amministrazioni locali era
così articolato: 79,397 mld tramite prestiti da banche (residenti e non) e da
Cassa D&P; 23,903 mld da titoli (emessi in Italia e all’estero); 10,662
da altri strumenti. Nella
voce Debito delle amministrazioni locali è compreso il debito imputabile alle
Regioni, alle Province, ai Comuni e ad “Altri enti”. A) IL DEBITO DEGLI “ALTRI ENTI” (COMPARTI). Raddoppiato in 7 anni. Secondo
le specifiche di Bankitalia, la voce “Altri enti” comprende
prevalentemente entità produttrici di servizi sanitari. In altri
termini si tratta di aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere,
policlinici e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. I
dati forniti dai supplementi pubblicati da Bankitalia, ci permettono la
comparazione del debito locale relativa a giugno di ogni anno. Ne
abbiamo valutato l’andamento negli anni della crisi, dal 2006 al 2013 TAB.
1 - Debito degli enti locali dal 2006 al 2013 per comparti Fonte Bankitalia. Suppl.nto al Bollettino statistico Debito delle
Amministrazioni locali n. 55 – 2013 e precedenti. In
mld di euro
Tutte
le voci in tabella risultano in crescita rispetto al 2006. Spicca però
l’andamento della voce relativa a “Altri enti”: in sette anni
(2006-2013) il debito imputabile a
tali enti è praticamente raddoppiato (+97%). Con oltre 17 miliardi risulta
quasi il doppio del debito imputato alle province (8,7 mld), poco meno della metà di quello
delle regioni (39 mld), un terzo di quello di tutti i comuni (48,4 mld). La
voce merita attenzione. B) IL PESO DEI FIDI BANCARI, esclusa CD&P. (STRUMENTI). Da anni oltre il 30% del Debito
locale. Circa
gli strumenti utilizzati per provvedere alla composizione del Debito pubblico
locale fa riflettere
il peso degli affidamenti bancari agli enti locali e agli “altri enti”,
attestato oltre il 30 %, (considerate anche le banche non residenti) sebbene
in calo rispetto al 35 % del 2006. Nella
tabella che segue riportiamo – dal 2006 al 2012 - il peso percentuale di
Cassa D&P e del sistema bancario nella gamma degli strumenti per
alimentare il debito pubblico: TAB. 2 – Anni 2006-2012 Strumenti di
alimentazione del Debito locale. Ricorso
a Cassa D&P, al sistema bancario e
alla collocazione di titoli (*). Fonte
Bankitalia. Suppl.nto al Bollettino statistico
Debito delle Amministrazioni locali n. 55 –
2013 e precedenti. Valori percentuali.
(*) Vanno
comprese anche “altre passività”. Per il 2006 ed il 2012, riportiamo i grafici di
Bankitalia.
Giugno 2006
Dicembre 2012 E’
evidente come il ricorso agli affidamenti bancari faccia lievitare gli
interessi rispetto a quanto si sarebbe dovuto riconoscere ai sottoscrittori
dei titoli del debito, le cui emissioni
sono diminuite di 9,6 punti percentuali negli ultimi 6 anni. C) CONTRATTI DERIVATI. Anche se
negativa, la loro valorizzazione (potenziale) di mercato non concorre alla
formazione del Debito locale. Informa Bankitalia:
A partire dal Supplemento Conti finanziari, n. 57 - 2013 06-11-2013 [successivo
al Supplemento oggetto del presente studio. ndr] le consistenze in derivati al passivo delle
amministrazioni centrali, in passato basate su informazioni relative ai soli
intermediari operanti in Italia sono disponibili anche per la parte relativa
a banche estere. E’
quindi evidente che le rilevazioni riportate da Bankitalia nel Supplemento
che stiamo indagando in materia di derivati, sono ancora limitate ai contratti
stipulati con banche residenti. A
dicembre 2008, erano 474 le Amministrazioni locali che avevano sottoscritto
con banche residenti contratti derivati per un valore nozionale pari a 26,963
miliardi. A giugno 2013 , gli enti sottoscrittori sono scesi a 178 per un
valore nozionale di 10,784 mld. [Tabella Bankitalia per regione, in calce] Nonostante
questa drastica riduzione quantitativa, il valore (potenziale) di mercato
risultante è cresciuto. Tale valorizzazione rappresenta l’ esborso (se
negativa) o introito (se positiva) che si determinerebbe per l'ente
sottoscrittore se il contratto venisse chiuso al momento della rilevazione.
Infatti, la valorizzazione risultava negativa (a danno cioè dell’ente)
di 1,116 mld di euro a dicembre 2008,
passata a 1,364 mld a giugno 2013
(+22,2%). Anche
il valore di mercato positivo per il sottoscrittore (negativo per le banche)
è aumentato, passando da 89 milioni del 2008 a favore degli enti, ai 96 del
2013 (+9,7%). Tale
valorizzazione – spiega Bankitalia -
non concorre alla determinazione del debito delle Amministrazioni
locali. In
sintesi: TAB.
3- CONTRATTI DERIVATI CON BANCHE RESIDENTI, ENTI
SOTTOSCRITTORI, VALORIZZAZIONE. Anni 2008 e 2013 Fonte Bankitalia. Suppl.nto al Bollettino statistico Debito delle
Amministrazioni locali n. 55 – 2013. In miliardi
Documentazione: Debito amm.ni locali per
regione. Analisi per strumenti (agg. 6-2013) Operazioni in Derivati (agg. 6-2013) Da Suppl.nto al
Bollettino statistico Debito delle Amministrazioni locali, n. 55
- 2013
31-10-2013 |
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