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PRIVILEGIA NE IRROGANTO DOCUMENTO INSERITO IL: |
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Il PuntO n° 233. 15-5-2012 BTP per il calcolo dello spread: a maggio
si cambia |
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Il PuntO
n° 236 Proposta Spread BTP-BUND: perché
non lo calcoliamo sulla totalità dei titoli emessi? Sarebbe il “vero spread”. Di Mauro
Novelli 18-6-2012 Lo spread Italia/Germania è calcolato paragonando i
rendimenti due particolari titoli emessi: quelli con scadenza a 10 anni
circa. E’ evidente che il passar del tempo fa abbandonare titoli la cui
scadenza diventa inferiore al decennio e passare al titolo di più immediata
scadenza oltre i dieci anni. Per valutare il differenziale con i bund, e pervenire al calcolo dello spread, occorre
calcolare – per i due titoli - il
“rendimento alla scadenza” (valore d’acquisto/quotazione del giorno, cedole,
valore di rimborso) e definirne la differenza, cioè lo spread. I primi giorni di maggio si cominciò ad abbandonare
– nel calcolo del differenziale di rendimento - il BTP scadente 1° marzo
2022, per passare a quello scadente il
1° settembre 2022. Verso la fine dell’anno passato si abbandonò il BTP scadenza 15-9-2021 per passare quello a
quello con scadenza 1-3-2022. La portata più grande di queste sostituzioni,
ha fatto sì che cadessero tutti i riferimenti precedenti. Questo perché un
titolo più giovane di mesi, si porta dietro, ad esempio, una minore possibilità di scambio. E’ meno
liquido, cioè, rispetto a al btp a scadenza più ravvicinata. E’ evidente quindi come il calcolo dello spread
abbia la quotazione di mercato del titolo quale variabile fondamentale: se il
prezzo scende (le vendite superano gli acquisti) il rendimento salirà,
essendo il BTP a tasso fisso; se le quotazioni salgono, il rendimento scende.
A parità di altre condizioni (quotazione del bund,
ecc.) se la quotazione del BTP scende lo spread salirà, se sale lo spread
scenderà. Il Dipartimento del
Tesoro ci informa che il BTP preso oggi a base del calcolo dello Spread fu emesso per un importo di poco superiore
ai 12 miliardi di euro.
- la massa di BTP in
circolazione (circa 1.200 miliardi di euro)
rappresenta quasi i tre quarti del monte titoli di stato, pari a 1.633, miliardi (maggio 2012). I dati sono riportati nella tabella seguente. Sappiamo
che i grandi potentati bancari, assicurativi e finanziari italiani ed
internazionali detengono la gran parte dei nostri titoli in circolazione. Si
calcola che circa il 60 per cento dei nostri titoli di stato siano detenuti
da banche, assicurazioni e fondi di investimento italiani ed esteri. Come
è possibile che le sorti del debito sovrano dell’8° paese di questo pianeta
possa dipendere dalla quotazione di un BTP di 12 miliardi di euro, pari cioè
ad un centesimo dei suoi BTP in circolazione e ad un centotrentaduesimo del
monte titoli del debito pubblico? Il Bund
con scadenza a dieci anni è probabilmente quello con scadenza 4-7-2022, ancora più piccolo: 5 miliardi di
euro. Per quale motivo dobbiamo far
discendere decisioni, gravi per i cittadini, dagli “umori interessati” che i
potentati internazionali presentano nei confronti di un piccolo BTP italiano
ed di un ancor più piccolo Bund tedesco? A nessuno viene in mente che eventuali
combine di poche decine di milioni (in acquisto o in vendita) su quel titolo possono portare a
sbalzi di quotazione e, quindi, dello spread incontrollabili? Se lo stesso giochino viene fatto
all’inverso sul Bund considerato nella
comparazione, basta veramente la decisione di una banchetta del Kenia per condannarci o promuoverci! Se analizziamo i volumi scambiati del BTP 1° marzo
2022 e del BTP 1° settembre 2022 (che lo sta rimpiazzando) notiamo che il
primo ha avuto momenti di gloria che, una volta abbandonato nel calcolo, si
tranquillizza e risulta praticamente trascurato. Ecco l’andamento dei volumi scambiati dal BTP
1°marzo 2022 (barre) prima che entrasse nel calcolo e nei primi mesi del 2012 Per lo stesso titolo, abbandonato
dai primi di maggio, i volumi
corrispondenti All’opposto l’andamento dei volumi scambiati per il
BTP 1° settembre 2022: trascurato fino a maggio, il titolo presenta volumi
che crescono sensibilmente da fine maggio. LA PROPOSTA. Si calcoli lo spread complessivo sui rendimenti di tutti i BTP e di tutti i Bund. Un programmatore non impiega
molto tempo ad impostare un programmino in grado di mettere in colonna il
rendimento alla scadenza dei nostri 66
tipi di BTP (oggi, dal 1°
luglio 2012 al 15 settembre 2041), a farne una media ponderata e compararla
con il pari calcolo effettuato per i 57 Bund
tedeschi in essere. I necessari accomodamenti interverrebbero qualora si
proceda a nuove emissioni di BTP e/o Bund o vadano a scadenza le vecchie emissioni. Potrebbero
realizzarlo la Consob o Bankitalia,
ma basterebbe una qualsiasi banca o finanziaria di buona volontà. Questo “vero spread” offrirebbe
in maniera molto più precisa lo stato comparato dei due mercati
obbligazionari, italiano e tedesco, ma soprattutto non risentirebbe – se non
in modo infinitesimale - delle speculazioni miranti a deteriorare l’indice
che finora ha condizionato pesantemente la nostra vita economico-finanziaria
oltre che sociale. In sintesi, piuttosto che
affidare il nostro destino sull’andamento delle quotazioni di un sottile BTP
di 12 miliardi di euro, facile
bersaglio della speculazione, basiamolo
sui 1.200 miliardi della
totalità dei BTP e, parallelamente, sulla totalità dei Bund
in essere. |
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