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Il PuntO n° 208 Nuova imposta di bollo su custodia
titoli. Tracollo dei rendimenti netti ed effetti
sulle entrate erariali 2011-2013 (+2,4 miliardi di euro nei 3 anni) Di Mauro Novelli 6-7-2011 Valuteremo gli effetti della manovra sui bolli applicati alle custodie titoli. Ricordiamo che Tremonti impone oggi una imposta indiretta che porta il bollo per la custodia titoli a 120 euro (10 mensili) per quello annuale (+ 250,9 per cento); dal 2013, poi, per importi sotto i 50mila euro di titoli a custodia, si passa a 150 euro l’anno (12,50 per cento mensili) e, sempre dal 2013, per portafogli superiori a 50mila euro di consistenza, a 380 euro l’anno (31,66 euro al mese). A) EFFETTI SUL RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A SEGUITO DELL’INCREMENTO DEL BOLLO Rendimento BOT annuali asta giugno 2011: 2,147 % lordo pari 1,878 % netto 1)
Rendimento
annuo netto di 10.000 euro investiti in BOT: 187,8 euro Oggi, al netto del bollo di 34,20 euro: 153,6 euro di rendimento A parità di tasso, con bollo a 120 euro (+ 250,8 % rispetto all’attuale), rendimento netto annuo: 67,8 euro ( - 55,8 % rispetto al rendimento netto attuale). Nel 2013, a parità di tasso, con bollo a 150 euro (+ 338,6 % rispetto all’attuale) rendimento annuo netto: 37,8 euro ( - 75.4 % rispetto al rendimento netto attuale). 2)
Rendimento
annuo netto di 50.001 euro investiti in BOT: 939 euro. Oggi: al netto del bollo di 34,20 euro: 904,8 euro A parità di tasso, con bollo a 120 euro (+ 250,8 % rispetto all’attuale), rendimento netto annuo: 819,00 euro ( - 9,48 % rispetto al rendimento netto attuale). Nel 2013, a parità di tasso, con bollo a 380 euro (+ 1.011 % rispetto all’attuale) rendimento annuo netto: 559,00 euro ( - 38,2 % rispetto al rendimento netto attuale). E’ evidente come l’incidenza della nuova imposta sia pesantissima per i piccoli portafogli, mentre gli effetti sono mitigati per portafogli più consistenti. A regime, per 10mila euro, i rendimenti si azzerano se si considerano le spese di custodia titoli e quelle per le operazioni di acquisto/vendita. B)
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MILIARDI DI EURO LE MAGGIORI ENTRATE PER L’ERARIO NEL TRIENNIO 2011-2013 Numero custodie titoli[1]: secondo il MEF pari a 10 milioni; secondo l’ABI sono solo 8 milioni Effettueremo le nostre valutazioni nell’ipotesi che il numero di custodie sia pari a 9 milioni. Per il 2011 è stato già applicato il bollo per il primo semestre, pari a 17,1 euro a custodia, per un totale di 153,9 milioni di euro. Per il secondo semestre 2011, si introiteranno 540 milioni di euro. 2011: Complessivamente nel 2011 l’Erario introiterà 693,9 milioni di euro, con un incremento di 386,1 milioni rispetto a quelli che avrebbe introitato con il livello attuale di bollo. 2012. Nel 2012, si introiteranno 1.080 milioni di euro con un incremento di 772,2 milioni di euro rispetto al gettito attuale. 2013. Nel 2013, nell’ipotesi che solo il 10 per cento dei 9 milioni di custodie superi i 50.000 euro di valore del portafoglio, l’Erario introiterà 1.215 milioni di euro, per le custodie (8,1 milioni) al di sotto dei 50.000 euro, e 342 milioni per le 900.00 superiori. Nel complesso, l’introito sarà pari a 1.557 milioni, con un incremento di 1.249,2 milioni rispetto a quanto avrebbe introitato con l’attuale bollo. Nelle ipotesi considerate (custodie pari a 9 milioni, di cui 900 con portafoglio superiore ai 50.000 euro) l’effetto per l’Erario dell’incremento dell’imposta di bollo, cumulata per i tre anni considerati, risultano maggiori entrate pari a 2.407,5 milioni di euro (3.330,9 milioni col nuovo regime, contro 923,4 che si sarebbero avuti col bollo a 34,20 euro). ________________________ NOTA [1] Perché questa incongruenza? Eppure il numero dovrebbe essere facilmente accertabile. Le banche versano allo stato bolli per 8 milioni di custodie, mentre al MEF risultano 10 milioni? Uno scostamento del 25 per cento del MEF rispetto al dato bancario, non è accettabile. |
[1] Perché questa incongruenza? Eppure il numero dovrebbe essere facilmente accertabile.
Le banche versano allo stato bolli per 8 milioni di custodie, mentre al MEF risultano 10 milioni?
Uno scostamento del 25 per cento del MEF rispetto al dato bancario, non è accettabile.