Il
PuntO n° 65.
Il rubamazzo col trucco sulla Liberazione.
Di Mauro Novelli - 25-4-2011 (già
pubblicato il 25-4-2006)
Alcune forze politiche continuano a ringraziare gli anglo-americani
perché, a loro avviso, sbarcarono in Sicilia (9 e 10 luglio 1943) per
liberarci. Contemporaneamente, dalla stessa parte, si vorrebbe sostenere la
pari dignità tra repubblichini e partigiani.
Delle due, l’una: se gli anglo-americani ci hanno liberati dai nazifascisti,
vuol dire che costoro erano nostri carcerieri e sarebbe opportuno non
contrabbandare una loro pari dignità con le forze che cercavano di
affrancare il Paese da aguzzini e loro scherani; se invece si vuole dare pari
dignità ai repubblichini, occorre sostenere e dimostrare che costoro
non erano nostri carcerieri. In tal caso, gli anglo-americani non avevano
nessuno o alcunché da liberare. Quindi nessuno li incensi con pelosi e
cortigiani caroselli, con la speranza di recuperare qualche cascame d’immagine.
La verità è un’altra. Gli americani sbarcarono in Italia
per sconfiggere Germania ed Italia – obbiettivo sacrosanto e legittimo
- che avevano loro dichiarato guerra l’11 dicembre 1941, quattro giorni
dopo l’attacco giapponese di Pearl Harbour (7 dicembre ‘41). La
maschia iniziativa di Hitler e di Mussolini tirò quindi gli USA dentro
un conflitto che sembrava praticamente vinto.
La giusta volontà anglo-americana di fare il …. mazzo a chi li
aveva aggrediti nella convinzione di spartirsene le spoglie di li a poco,
ebbe in Italia l’ effetto collaterale della
nostra liberazione, ma solo grazie alla presenza ed all’azione delle
forze partigiane ed alla rivolta contro gli aguzzini nazifascisti della parte
più consapevole degli italiani. Senza l’azione di resistenza
avremmo subito la sorte di Germania e Giappone.
La Germania fu infatti occupata dagli alleati, si ritrovò liberata per
concessione dei vincitori e tribolò 45 anni prima di potersi
riunificate. Solo dopo il suo risveglio, il popolo tedesco fu informato di
quanto aveva combinato in sei anni di atrocità.
In Giappone, dopo la tragedia atomica, l’Imperatore dovette imporsi ai
suoi generali perché accettassero la resa: i condottieri erano infatti
decisi a continuare il conflitto fino alla distruzione totale del paese. Il
popolo giapponese - come quello tedesco - ebbe il ruolo
“esaltante” di affidabile carne da cannone per i generali. Oltre
all’occupazione militare USA, il Giappone ha dovuto approvare una
costituzione che vieta la ricostituzione di forze armate.
Sulla Liberazione, il rubamazzo col trucco non è ammesso.
25/04/2006
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