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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento
inserito il: 18-11-2016 |
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Il PuntO n° 346 Perché i sondaggi non ci prendono
più? Piccolo contributo alla analisi del
problema. Dei Mauro Novelli 18-11-2016 Le società che effettuano – scientificamente - sondaggi
dichiarano, tra le altre specifiche, la numerosità del campione. In genere
attorno a mille persone rispondenti. Mi sono posto questa domanda: che valutazioni possono
essere fatte se, per ottenere 1000 risposte, devo interrogare 2000 o 5000
cittadini? Nel primo caso, il 50 % degli interrogati non vuole
rispondere, nel senso che non vuol partecipare al sondaggio. Nel secondo, ben
l’80 % si rifiuta di farlo. Mi sembra non azzardato affermare di conseguenza
che, il crescere dei rifiuti segnali che a rispondere è la fascia di
cittadini più mobilitata, che ha già deciso senza ripensamenti; si tratta di
quei votanti addirittura favorevoli a far conoscere la loro scelta di campo.
Insomma rispondono coloro che sono più motivati a decidere sulle materie
oggetto del sondaggio. Coloro che si rifiutano di partecipare al sondaggio, non
vogliono far conoscere le loro tendenze, definite o incerte che siano. E c’è
una grande differenza qualitativa se l’insieme che rigetta il sondaggio
(quindi per lo stesso tipo di materia e di domande) cresce nel tempo dal 50%
all’80%. Quindi, nel tempo, l’insieme dei rispondenti (motivati) è sempre
decrescente rispetto all’insieme che si è dovuto coinvolgere: il risultato
fornito dal sondaggio (1000 risposte) può essere accettabile ed utile se si
sono coinvolte 2000 persone; molto meno se se ne
son dovute coinvolgere 5000. E così via. Negli ultimi due referendum “mondiali” i sondaggi sono
stati impietosamente smentiti: in Gran Bretagna avrebbe dovuto vincere
“remain”, negli USA la Clinton. E’ forse, tra gli altri, per il motivio
sopraesposto? Per quanto riguarda il prossimo referendum costituzionale,
il No è stato sempre al di sopra del Sì, ma è possibile conoscere l’andamento
nel tempo del numero di cittadini da coinvolgere per ottenere un numero di “partecipanti”,
quindi di risposte, predefinito? Il sito www.sondaggipoliticoelettorali.it,
gestito dal Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del
Consiglio, accoglie i sondaggi da considerare ufficiali secondo i crismi
della statistica. Nel fornire la documentazione, le società di ricerca devono
indicare, tra le altre caratteristiche dello specifico sondaggio, il numero
dei rifiuti ottenuti, devono cioè riportare quanti cittadini interrogati non
hanno voluto partecipare al sondaggio. Caso 1) Dal sito abbiamo preso i risultati
dei sondaggi effettuati dalla società Eumetra
relativi al referendum, a partire dal maggio 2016. Eumetra
riporta esaurienti dati circa i rifiuti rispondere. Riportiamo le specifiche indicate dalla società circa la
consistenza numerica del campione ed il numero dei non rispondenti.
Sottolineati in rosso i rifiuti a partecipare. In sintesi, per ottenere 800 risposte, Eumetra
ha dovuto interrogare 1.305 cittadini a maggio 2016, ottenendo 505
rifiuti. A novembre, ha dovuto
interrogare 2003 cittadini per ottenere lo stesso numero di risposte (800),
ottenendo 1.203 rifiuti. Più si avvicina la scadenza e meno cittadini
intendono esprimersi tramite il sondaggio. E’ plausibile ritenere che chi vota No sia molto
interessato a rispondere perché ritiene quel voto più trasgressivo, perché
sono stati convinti che se voti No sei “giovane”. Meno motivato a partecipare
al sondaggio chi vota Sì, chi intende astenersi o chi è ancora indeciso. A
mio avviso, nella quota di quanti non vogliono rispondere, coloro che hanno
deciso per il No sono in numero inferiore a coloro che hanno deciso per il Sì
ed ancor meno di coloro che devono ancora decidere. Se ciò è sufficientemente
vero, i risultati reali differiranno dal sondaggio. Problema per i sondaggisti: come pesare coloro che mandano
a quel paese gli incaricati di raccogliere le risposte? E come pesarli a ridosso
della scadenza elettorale? Caso 2) Sempre dal sito dei sondaggi,
riprendiamo un altro esempio. La Demos&Pi Demetra nel suo
sondaggio del 16-11-2016, proponeva queste domande: La società riporta i risultati relativi a 1.231
partecipanti rispondenti. Per ottenere quel numero ha dovuto coinvolgere
quasi 15.000. Infatti, ha ottenuto ben 13.598 rifiuti di altrettanti cittadini
che hanno respinto l’invito a partecipare al gioco. Hanno cioè dovuto chiedere
a 100 persone per ottenere 8,2 accettazioni a partecipare. Per le considerazioni svolte a commento del caso
precedente, e cioè che sono più motivati ad accettare di rispondere i fautori
del No e gli oppositori di Renzi rispetto agli altri, è logico presumere che
le risposte dei 13.598 rifiuti non si dispongano come quelle dei 1.231
rispondenti. Con conseguente divaricazione tra risultati del sondaggio e
risultati reali. Ma come valutarne la distribuzione del voto ? Dove sbaglio? |
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