PRIVILEGIA
NE IRROGANTO di Mauro
Novelli
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Di D. Failli
Indice
OSCURE
ORIGINI DELLA CARBONERIA
TESTIMONIANZE: UN GIOVANE ADERISCE ALLA CARBONERIA
CARBONERIA:
DAGLI IDEALI ALLE RIFORME POLITICHE DEI MOTI CARBONARI IN EMILIA DEL 1831
RITUALE
DELLA CARBONERIA DA ANTICHI MANOSCRITTI PARTENOPEI
GRADO I°
RITUALE DI APERTURA DEI LAVORI
In grado di
apprendente Carbonaro
( PRONUNCIA
IL GIURAMENTO IN GINOCCHIA )
SPIEGAZIONE
DEL QUADRO SIMBOLICO
Dopo il 1815 agli intellettuali e ai borghesi seguaci delle nuove
idee non restava, contro la severa persecuzione degli organi di polizia, che la
cospirazione nell'ambito delle società segrete. Molte di esse, per la
verità esistevano già prima del 1815, ma solo in seguito ebbero
una grande diffusione: il clima di Restaurazione costituì infatti un
terreno adatto per la congiura, in quanto coloro che intendevano battersi per
una società di cittadini liberi erano costretti a riunirsi di nascosto
per evitare di essere scoperti e perseguitati. Le società segrete, che
ebbero maggiore fortuna, furono la Massoneria e la Carboneria.
Misteriose e antichissime sono le origine della Massoneria, la cui
denominazione originale in italiano è Libera Muratoria (in francese
Franc-Maçon). Le origini più probabili ci riportano alle corporazioni
dei maestri comacini, dei costruttori di cattedrali, alle associazioni
artigiane gerarchicamente strutturate (apprendista, compagno, maestro), che
conservano gelosamente i segreti del mestiere. Fra le varie associazioni
medievali, fra quelle meglio organizzate era senza dubbio quella dei muratori.
Essa sopravvisse soprattutto in Inghilterra, dove, com'era d'uso, entrarono a
far parte dell'associazione anche membri estranei all'arte muratoria,
soprattutto nobili ed intellettuali, la cui presenza era "accettata"
e gradita per la protezione, il prestigio e gli aiuti che potevano fornire alla
corporazione. Col tempo, nel generale decadere delle corporazioni artigiane, i
"liberi muratori accettati" finirono per prevalere anche come numero
su quelli esercitanti il mestiere.
Le riunioni si svolgevano nella "loggia", la capanna in
cui si riunivano gli operai e i tecnici, ma nel
La caratteristica ideologica, in questa prima fase, consistette in
una comune e aperta professione di fede cristiana. Della vecchia associazione
di mestiere furono conservate le caratteristiche dei tre gradi di apprendista,
compagno e maestro e il rituale mantenne il simbolismo delle antiche
confraternite; la trasformazione del profano venne descritta come la trasformazione
della "pietra grezza" in "pietra cubica"; tra i vari
simboli figurò il martello, insegna del maestro venerabile che
presiedeva le riunioni e le cerimonie della loggia.
In Italia la setta si diffuse dal
Nella seconda metà del '700 la Massoneria era conosciuta in
tutto il continente europeo e divenne così strumento di diffusione delle
idee illuministe. In Italia, durante gli anni della restaurazione e delle
cospirazioni risorgimentali, la Massoneria fu quasi del tutto assente ma
è assai probabile che fossero derivazioni e filiazioni della Massoneria
le società segrete (come quella dei carbonari e degli adelfi) che
s'impegnarono nella lotta per l'indipendenza e la libertà. Di sicuro gli
iscritti a queste sette patriottiche erano, nella quasi totalità dei
casi, affiliati anche alla Libera Muratoria.
Negli anni successivi ed immediatamente precedenti
all'Unità, molti uomini politici e soprattutto capi del movimento
democratico italiano diedero la loro adesione alla Massoneria: basti fare i
nomi di Crispi e Garibaldi. Nella seconda metà del seccolo XIX, negli
stati cattolici, e prevalentemente in Italia e in Francia, la Massoneria
assunse un decisivo carattere materialista, democratico e anticlericale.
Nel regno di Napoli, intorno al 1810, alcuni ufficiali francesi
dell'esercito di Murat si staccarono dalla Massoneria e dettero vita ad
un'altra associazione segreta di tipo settario: la Carboneria. Diffusasi
rapidamente nel resto d'Italia, in Francia e in Spagna, fu la principale causa
di inquietudine dei governi fino al 1830 e la più importante fra le
varie organizzazioni dello stesso tipo che nacquero allora.
Le radici della Carboneria napoletana vanno ricercate fuori dalla penisola
italiana e precisamente in Francia. Risale alla seconda metà del
I membri della Carboneria erano soprattutto ufficiali,
aristocratici, intellettuali, membri della borghesia illuminata e liberale. La
struttura era regolata rigidamente dall'alto, il comportamento doveva essere
ispirato alle regole della massima segretezza. Sia per ragioni di segretezza
sia per il gusto del travestimento e del vocabolario cifrato, si fece ricorso a
nomi ed espressioni tipici di uno dei più antichi e miseri mestieri del
popolo: appunto quello dei carbonari . Un mestiere come quello dei carbonari si
prestava d'altronde abbastanza bene: chi lo praticava doveva spostarsi
continuamente dovunque ci fosse legname da trasformare in carbone. Inoltre si
trattava di un'attività piuttosto diffusa, soprattutto nel meridione
d'Italia. Ecco dunque i cospiratori politici camuffarsi da carbonari.
La loro organizzazione è diretta dal centro, da una "grande vendita"
di cui fanno parte pochi membri. Gli ordini vengono trasmessi da questa a varie
"baracche" o "vendite locali",
composte di venti affiliati, detti anche "cugini". I
"cugini", all'atto della loro entrata nella Carboneria, sono detti
"apprendisti" e conoscono solo in parte la
struttura e gli scopi dell'organizzazione. Dopo un periodo di prova, entrano a
far parte del grado superiore, diventando "maestri"
(anche questi termini derivano dall'organizzazione corporativa del lavoro di
origine medievale).
Nella Carboneria vige il gradualismo (già presente nella
loggia illuminata), per cui il programma dell'associazione veniva rivelato solo
gradualmente all'adepto via via che dai superiori era ritenuto degno di essere
iniziato ai segreti. Questa gradualità non era dovuta solamente alla
necessità di mantenere la segretezza ma aveva principlamente una
funzione di iniziazione pedagogica. Di solito la Carboneria era divisa in tre
gradi: apprendista, maestro e gran maestro.
Nel primo grado si professava
genericamente alcuni princìpi umanitari, impostati sulla morale e sulla
religione tradizionale. Nel secondo si parlava di costituzione, d'indipendenza
e di libertà. Nel terzo si proclamava l'aspirazione a creare una
repubblica ed un regime di eguaglianza sociale, che comportasse la spartizione
delle terra e la promulgazione della legge agraria.
Il loro obiettivo era, in generale, la conquista di una
costituzione; ma nell'Italia settentrionale - il Lombardo-Veneto - si lottava
anche per la conquista dell'indipendenza dalla dominazione austriaca; nello
Stato Pontificio si chiedeva, invece, un governo laico dopo tanti anni di
malgoverno ecclesiastico; i carbonari della Sicilia esigevano che l'isola
diventasse uno Stato separato da quello di Napoli contrariamente a quelli di
Napoli che volevano tenerla unita al regno.
La Carboneria aveva due grandi difetti: la mancanza di
un'organizzazione centrale, capace appunto di collegare fra loro le diverse
iniziative regionali secondo criteri unitari e organici e il carattere
misterioso dell'associazione i cui membri ignoravano talora persino i programmi
e l'identità dei loro capi e dovevano spesso sottoporsi a riti strani ed
incomprensibili. Inoltre, l'origine degli associati faceva della Carboneria
un'associazione troppo chiusa e ristretta per poter formulare vasti programmi a
carattere nazionale. L'assenza delle classi popolari fu infatti una delle
principali cause degli insuccessi, ai quali fra il 1821 e il 1831 andarono
incontro i moti carbonari in Italia.
La Carboneria fu la più importante e diffusa fra le sette
italiane ed europee dell'epoca; ma non fu la sola. Altre nacquero dalla
incessante attività di un rivoluzionario di professione: Filippo
Buonarroti. Caratteristica delle sette da lui create e
organizzate era l'esistenza di un terzo livello rispetto ai due già
preesistenti nella Carboneria. Al terzo livello di iniziazione arrivavano solo
pochissimi, i più fidati e preparati, i quali erano anche i soli a
sapere che, obiettivi ultimi dell'organizzazione, oltre alla conquista della
costituzione (1° livello) e della forma repubblicana di governo (2° livello),
erano l'uguaglianza sociale e la comunità dei beni, da raggiungere per
mezzo di una legge agraria che mettesse in comune il godimento dei beni e la
proprietà delle terre.
Tutta Europa conobbe allora forme di organizzazione e di lotta
politica di questo tipo: in Russia, le due Società detta l'una del Nord
e l'altra del Sud; in Francia, la Carboneria, gli Adelfi e i Filadelfi; in
Grecia la Eteria; in Spagna, i Carbonari, i Massoni, i Comuneros. Queste
associazioni operavano in segreto ma avevano tra di loro contatti e canali di
comunicazione. Potevano così organizzare moti e insurrezioni
contemporaneamente in diversi stati come avvenne nel 1820.
Non c'erano solo sette organizzate per affermare nella
società le idee liberali e quelle democratiche radicali. Anche coloro
che volevano combattere fino in fondo le conseguenze della Rivoluzione francese
e dell'Illuminismo si organizzarono in società segrete. Già in
Francia, negli anni della Rivoluzione, c'erano state organizzazioni di questo
genere. Anche in Italia si diffusero negli anni della Restaurazione
società segrete dello stesso genere. Si conoscono vari nomi: i
Calderari, che operavano nel Regno delle Due Sicilie, le Amicizie Cristiane, di
ispirazione cattolico-rivoluzionaria, i Cavalieri della Fede attivi in Francia.
A differenza delle sette rivoluzionarie quelle reazionarie si servirono del
segreto solo per combattere meglio i progressi delle idee liberali e
democratiche nella società; esse lavoravano al servizio della polizia,
del clero e dei governi e ne ottennero mezzi e protezione.
"LA CARBONERIA"
DALLO SCISMA INTERNO DELLA MASSONERIA
di Daniele Failli
Dal Congresso di Vienna la
politica dei governi restaurati fu apertamente reazionaria. Reazione significa
il ritorno all'antico regime, all'assolutismo monarchico e al sistema dei
privilegi, schiacciando ogni sentimento liberale e nazionale, e la difesa dei
soprusi di una minoranza contro i diritti di tutti i cittadini. La politica
adottata dai monarchi non permetteva alcuna manifestazione di libertà. I
popoli sono sudditi di sovrani investiti della suprema autorità da Dio.
Le libertà di pensiero, di opinione, di stampa, di associazione e di
riunione non sono permesse, perché dannose all’autorità costituita e
quindi a tutta la società. Le leggi napoleoniche sono in molti Stati,
abrogate e i privilegi dei nobili e del clero ripristinati. I sovrani si
attorniano di ministri retrivi, di uomini faziosi e di intelletto ristretto,
incapaci di capire il nuovo corso storico. I sovrani avevano dalla loro parte
molti aristocratici, la maggioranza dei funzionari pubblici, le forze di
polizia e tutta la gente interessata a mantenere l’ordine costituito, "i
conservatori". L’assolutismo viene inoltre favorito dall’indifferenza
delle masse, ignoranti, povere e rassegnate. Gli innovatori sono un’esigua
minoranza, scrittori, studenti, avvocati, giuristi, vecchi giacobini, ecc., ma
hanno sui loro avversari l’immenso vantaggio che deriva dalla cultura, dalla
preparazione, dalla capacità d’iniziativa e dall’entusiastica fede in un
ideale. Con il congresso di Vienna (novembre 1814 - Giugno 1815) il territorio
italiano venne diviso nei seguenti dieci Stati:
·
Regno
di Sardegna sotto Vittorio Emanuele I di Savoia (formato dagli antichi
possedimenti sabaudi ed ingrandito con il territorio della soppressa Repubblica
di Genova - Savoia, Piemonte, Nizza, Liguria e Sardegna);
·
Regno
Lombardo Veneto, sotto l'Imperatore d'Austria costituito dagli antichi Ducati
di Milano e di Mantova e dalle province venete (Lombardia e Veneto) con Trento,
l'Istria, Trieste e il litorale dalmata.
·
Ducato
di Parma, Piacenza e Guastalla sotto Maria Luisa d'Austria;
·
Ducato
di Modena, Reggio e Mirandola sotto Francesco IV di Ausburgo-Este cugino
dell'Imperatore dell'Austria;
·
Granducato
di Toscana, sotto Ferdinando III di Asburgo-Lorena;
·
Ducato
di Massa e Carrara, affidato a Maria Beatrice d'Este, madre di Francesco IV,
con il patto che alla sua morte, doveva essere riunito ai dominii del figlio;
·
Ducato
di Lucca, assegnato a Maria Luigi di Borbone. Tornati i Borboni a Parma, Lucca
sarebbe stata aggregata al Granducato di Toscana;
·
Repubblica
di San Marino;
·
Stato
Pontificio sotto il Papa Pio VII (Lazio, Marche, Umbria e parte dell'Emilia, ma
con il presidio austriaco su Ferrara e Comacchio);
·
Regno
delle Due Sicilie, sotto Ferdinando IV di Borbone (Campania, Abruzzo, Puglia,
Basilicata, Calabria e Sicilia);
·
Principato
di Monaco.
Nel periodo della
restaurazione ogni movimento politico innovatore trovava ostacoli
insormontabili nelle disposizioni di legge e nelle persecuzioni della polizia.
I liberali e patrioti che desideravano istituzioni civili e giuridiche
più adeguate ai tempi erano perciò costretti a riunirsi di
nascosto creando numerose società segrete atte a cospirare e a preparare
la rivoluzione contro i sovrani. Le più importanti furono: la
Carboneria, i Patrioti europei, i Filadelfi e la Massoneria. Quest'ultima si
può ritenere la madre di tutte le sette fiorite nei secoli XVIII e XIX.
E’ la prima società segreta. I Massoni credono in Dio, "Grande
Architetto Dell’Universo", ma negano i dogmi della Trinità e
dell’Incarnazione ed avversano il cattolicesimo e il clero. Vogliono favorire
il progresso, condividono le idee dell’Illuminismo ed intendono promuovere la
libertà e l’uguaglianza degli uomini. Si piegano poi dinanzi al dispotismo
napoleonico. Sotto l’impero Napoleonico la Massoneria si riorganizzò e
rafforzò le sue file, diventando uno strumento di governo. Caduto
l’impero Napoleonico le logge si sciolsero e quelle che rimasero non ebbero
più seria importanza politica. Molti affiliati, che non approvarono
l’atteggiamento dei capi, si divisero dalla Massoneria e fondarono nuove sette.
Esse erano diffuse soprattutto in mezzo alla classe borghese. La società
più importante che primeggiò fra le sette fu la Carboneria.
Società segreta, politica, liberale e patriottica che fiorì in
Italia durante il periodo della Restaurazione e fu molto attiva durante il
Risorgimento.
Non è stato ancora
possibile stabilire, con precisione, dove, come e quando sorgesse la
Carboneria, né si potrà forse mai, visto le discrepanze delle più
autorevoli fonti storiche oggi note. Il capitolo sulle società segrete
di Paolo Giudici riporta che secondo lo storico Giuseppe Ricciardi le origini
della Carboneria sono persino poste nel XI secolo. Lo storico scrive: "Credesi
fondatore di essa un Teobaldo, detto poi Santo, e meritevole di essere
esaltato, siccome quegli che moriva da martire. Nacque in Francia Teobaldo nel
1017 nella città di Provins. Fattosi prete in Italia, si ritrasse, indi
a poco, in Svezia, provincia germanica, ove dicesi nata la setta, alla quale,
morto Teobaldo, non vennero meno le forze, ma invece, si accostarono uomini di
ogni ceto. Un catechismo, in forma di dialogo, fu compilato sin da quei tempi
e, ad accrescere il numero dei proseliti, in un’età di profonda
superstizione, ogni cosa fu involta fra le dottrine e le pratiche del
Cattolicismo; ma ciò che fa la Carboneria degna di nota, anzi di
somma lode, fin dai suoi principi fu questo, che ad essere accolto nel di lei
seno condizione primaria ed indispensabile era una vita incontaminata. I buoni
cugini, come si chiamavano fin da allora i Carbonari, eran tenuti
strettissimamente ad esercitare l’ospitabilità non solo verso i loro
consettari, ma a pro di chiunque loro apparisse perseguitato dalla fortuna, col
dargli oltre il letto il mangiare e il bere, cinque soldi ed un paio di scarpe.
Ben presto le foreste della Germania, della Franca Contea, dell’Ardesia, del
Giuria furono piene di Carbonari, denominati così dalla professione
esercitata dal maggior numero de’ proseliti della setta, e le loro riunioni
assunsero il nome di Vendite. A costituire le quali bastavano tre buoni cugini,
undici a farle perfette. Affidabili e caritativi, in tempi tutt’altro che
caritativi ed affabili, i Carbonari facevansi voler bene e rispettare da tutti.
E la setta durò in questi termini fino agli ultimi anni del secolo
scorso, cioè allo scoppiare della rivoluzione francese. La quale
commoveva siffattamente i popoli tutti d’Europa che ogni più piccola
associazione si mutava issofatto in politica: una tale trasformazione, che fu
subita anche dalla Carboneria, ebbe luogo segnatamente in Italia, e in specie
nel regno di Napoli, dove alcun ramo della setta esisteva da lungo tempo, anzi
forse dal tempo in cui dominò quivi la dinastia degli Svevi".
Altri scrittori affermano
l’origine straniera della setta. Le testimonianze sono discordi sul luogo di
nascita della Carboneria: chi la vuole francese, chi svizzera, chi magari tedesca
come propaggine della Tungendbund, chi magari spagnola o polacca, chi italiana.
Ma tutto porta a ritenere la nascita della Carboneria nel mezzogiorno visto
la grande floridità, e il veloce propagarsi in pochi anni per tutta
l'Italia.
Come è noto la Carboneria
sorse dal seno della Massoneria, con riti, simboli e formule pressoché uguali e
c'è chi sostiene che avesse origine nei monti Abruzzesi. A questo
riguardo G. Pansa scrive nella Rivista "I sigilli segreti della Carboneria
Abruzzese": "il seme sparso durante l'occupazione francese di
Giuseppe Napoleone non fu però seme infecondo, si radicò in
Abruzzo la setta della Carboneria, ritenuta generalmente una riforma del
massonismo, allo scopo di educare il popolo e di distruggere l'influenza del
regime borbonico, che mirò poi al riscatto nazionale ed ebbe la
virtù di non cedere alle lusinghe dei napoleonidi, che ne volevano trar
vantaggio, e la forza e la costanza di resistere alla violenza di Antonio
Capese Minutolo, principe di Canosa (1763-1838), ministro di polizia di
Ferdinando I delle Due Sicilie, che voleva annientarla". Il principe di
Canosa costituì nel 1813 la setta segreta filoborbonica dei Calderari.
Beniamino Costantini sul libro "Carbonari e preti in Abruzzo dal 1798 al
1860" riporta:"la Carboneria sorta con nobili scopi, presto
degenerò e le vendite s'inquinarono di spie e di facinorosi. Vi fu anzi
un momento, in cui anche Ferdinando IV si fece carbonaro, poi Francesco I di
Borbone; però con l'unico intento di apportarvi il disordine e lo sfacelo.
E difatti, accresciuto in modo straordinario il numero degli affiliati, furono
stampati i catechismi dell'associazione, divulgati i misteri e si giunse
persino a vendere i diplomi al migliore offerente. Ma a paralizzare ancor
più l'azione della Carboneria, fu dalla moglie di Ferdinando, Maria
Carolina, promossa la setta dei "Calderari", detta anche la
"Caroliniana", di cui fu organizzatore e capo supremo il principe di
Canosa" . Costantini scrive inoltre: La Carboneria prese il nome dal
"carbone" il quale purifica l'aria, e, quando arde nelle abitazioni,
ne allontana le bestie feroci. "Pulire le bestie dai lupi"
significava, infatti, per i nostri carbonari liberare la patria da stranieri e
da despoti.
Secondo il P.Dolce il nome
di Carbonari, che era così evidentemente connesso ai Charbonniers o ai
Fendeurs francesi, sarebbe dovuto "alla eventuale circostanza di
essersi uniti i primi settari in un convento di frati detto di
S.Carbone"(!). Per il P.Dolce la Carboneria o Lega Nera (come viene
chiamata da Lui), è sbocciata nel Mezzogiorno d'Italia durante la
spedizione di Russia o poco dopo, come pura diffusione delle Logge massoniche
inglesi. Nel rapporto del 1815 il Dolce dice che gli inglesi si giovarono degli
Illuminati di Germania per creare oppositori a Napoleone. Con i regnanti e nei
popoli suscitarono sentimenti di sdegno contro l'autore del blocco
continentale. Dove gli inglesi non trovavano dei monarchi, si rivolsero alle
popolazioni per mezzo delle società segrete, e si servirono degli Illuminati
che non mancavano anche a Napoli, per organizzare le vendite carboniche. Il
Dolce non fu mai stanco di ripetere che il fermento carbonico, sfruttato dai
preti e dai Borboni in Sicilia, era principalmente acuito dal machiavellismo
britannico, dall'onnipotenza della sterlina, con il richiamo alle costituzioni
della Guelfia, concordate nell'ottobre 1813. La Guelfia manifesta in quelle
prime costituzioni un odio per Napoleone e la sua dinastia. La Guelfia viene
indicata come lo "spiritus rector" della Carboneria, come il sinedrio
"d'incogniti superiores" cui la setta subordinata obbediva.
L'Illuminismo napoletano era caratterizzato da una rete di logge massoniche,
influenti nell'Italia meridionale. Alcune di queste Logge praticavano il rito
inglese, altre i rituali templari di stretta osservanza ma nel 1786 diverranno
una filiazione degli Illuminati di Baviera ( fonte più importante
è il diario del viaggio in Italia del vescovo luterano danese Münter, su
istruzione degli Illuminati bavaresi e la corrispondenza successiva con
illuminati italiani). Fulvio Bramato nel libro "Napoli Massonica nel
Settecento" scrive: "La tendenza al razionalismo politico e culturale
si trasformò in vera e propria deviazione dai principi basici della
Massoneria, quando alcune logge accolsero e professarono idee nate al di fuori
di esse. Alludiamo soprattutto a quelle de "Gli Illuminati di
Baviera", un associazione segreta fondata il 1 maggio del 1778 ad
Ingolstadt (Baviera) da Adam Weishaupt. Gli scopi del giurista bavarese e dei
suoi seguaci erano molto diversi da quelli della Massoneria. Il Weishaupt
creò l'Ordine Illuminato con lo scopo di rovesciare e distruggere la
società del suo tempo, essendo il principale ostacolo
dell'umanità nel tentativo che stava compiendo di tornare alla perfezione
primordiale. Dopo un inizio stentato, la setta bavarese riuscì a
diffondersi, con la connivenza di alcuni massoni, in una loggia di Monaco e da
qui a diffondere il suo messaggio in tutta Europa. Divulgatore in Italia della
deviazione "illuminata" della Massoneria fu Friedrich Münter, un
giovane e colto pastore luterano".
Altri storici sostengono
che intorno al 1810, nel Regno di Napoli, alcuni ufficiali francesi
dell'esercito di Murat si staccarono dalla Massoneria dando vita alla
Carboneria, un'associazione segreta di tipo settario.
Le origini della Carboneria
vanno ricercate in Francia nella seconda metà del 1700 (CHARBONNIERS:
società dei BUONI CUGINI), come strumento operativo e reazionario della
più famosa Filadelphia. I Filadelfi utilizzavano le forme associative
dei bons cousins charbonniers per occultare il progetto politico
repubblicano e un progetto militare di congiura antibonapartista, (attuato dal
colonnello Oudet che poi fallirà con le due congiure di Malet). Queste
forme associative offriranno alla Carboneria il modello organizzativo
piramidale delle cellule a cinque membri e del consiglio centrale ,"Alta
Vendita", senza comunicazione orizzontale. Alcuni Filadelfi francesi,
funzionari e ufficiali massoni arrivati nel Regno di Napoli, insieme alle Logge
napoletane illuminate, negli anni 1792-94, daranno vita ad una rete
culturale-politica, producendo un'organizzazione di oppositori al regime in
nome degli ideali giacobini. L'organizzazione giacobina napoletana era
strutturata senza comunicazione orizzontale su quattro livelli: elementari,
deputati, elettorali, club centrale. Tra i Filadelfi è probabile che
vi fosse Joseph Briot, ex seguace di Babeuf al quale molti storici
attribuiscono la nascita della Carboneria. Uno di questi è Oreste Dito, massimo
studioso della Carboneria (è l'autore del libro "Massoneria
Carboneria ed altre società segrete nella storia del Risorgimento"),
che alla fine dell'800, trattando di statuti carbonarici rilevati nei costituti
del Maroncelli, (iniziato carbonaro a Napoli nel 1815), affermò la
derivazione massonica di essi:"…essendo molto contatto fra le due
sette, ed anche perché tra i compilatori degli Statuti Massonici, stampati in
Napoli nel 1820, ma che risalgono al 1813, era il Briot, uno degli
organizzatori della Carboneria in Italia".
L'organizzazione dei
Carbonari napoletani, strinse relazioni con gli inglesi per ricevere aiuti
economici nella lotta contro il dominio Murat e del Bonaparte. Nonostante che
le radici provengano dalla Francia e gli aiuti economici dall'Inghilterra, la
nascita della Carboneria è da ricercarsi nel movimento giacobino
napoletano (che a sua volta deriva dai Massoni illuminati). Nella "Rivista
Pugliese" del 1897,1904 il De Ninno ha pubblicato un materiale utile per
la storia della Carboneria. Secondo lui la Carboneria sarebbe stata una
"Massoneria popolare" o meglio anche una "Massoneria trasportata
dal campo dell'idea in quello dell'azione"; la Carboneria "meglio
rispondeva agli interessi della borghesia", al sentimento d'indipendenza
" che nel Napoletano s'era sviluppato sotto i Borboni". La Massoneria
era diventata "alquanto barbogia" e "incomprensibile alla
grandissima maggioranza", per questo l'abbandono delle Logge, per le
Vendite, alle quali molti massoni confluirono (scisma).
La Carboneria si diffuse
rapidamente in Italia, specialmente in Romagna, in Francia e in Spagna, e fu la
principale causa di inquietudine dei governi fino al 1831. Gli appartenenti
alla Carboneria - liberali e patrioti - erano soprattutto ufficiali, nobili, membri
della borghesia illuminata e liberale, possidenti, commercianti, soldati,
artigiani e intellettuali come scrittori, magistrati, avvocati, professionisti,
giuristi, impiegati, studenti, vecchi giacobini, sacerdoti, ecc., che volevano
instaurare regimi liberali e lottare per ottenere dai sovrani una Costituzione
che sancisse i diritti dei cittadini. Lo scopo comune dei Carbonari era
sostituire dappertutto le monarchie assolute con monarchie costituzionali; in
Lombardia aspiravano alla liberazione dal dominio austriaco e all’indipendenza,
e in Romagna ambivano alla fine del potere temporale dei papi. L'articolo di un
giornale clandestino, il QUARAGESIMALE ITALIANO, n.10 del 16 marzo 1819,
riporta le riforme alle quali aspiravano ad esempio i Carbonari romagnoli:
Abbiano i principi italiani
e i loro ministri in vista le massime principali oramai conosciute e reclamate
da ogni nazione: garanzia della libertà civile e personale; tolleranza
di tutti i culti ed abolizione dell’inquisizione; uguaglianza di tutti in
faccia alla legge e per conseguenza abolizione di ogni privilegio e dei diritti
feudali; rappresentanza nazionale liberamente eletta dal popolo, nella
emanazione delle leggi e nella votazione delle imposte; libertà di stampa;
responsabilità dei ministri e degli impiegati subalterni; persistenza
nell’abolizione della tortura; miglioramento della pubblica istruzione;
incoraggiamento all’industria nazionale, protezione all’agricoltura;
eleggibilità di ogni cittadino a qualunque impiego, carica o
dignità, purchè sia capace di sostenerli con decoro ed utile
dello Stato.
In contrapposizione alle suddette aspirazioni Carbonare, il Papa
Leone XII prima con la Bolla "Quo graviora" del 13 marzo 1823
scomunica la Massoneria, poi con la "Ecclesiam a Jesu Christo
fundatam" condanna la Carboneria, contro la quale attua un'attività
persecutoria che viene esercitata in Romagna dal Cardinale Agostino Rivarola.
Nel 1825 il Papa Leone XII indisse un nuovo Giubileo, quello che in
realtà, non si era potuto celebrare nel 1800, viste le vicende legate al
periodo napoleonico. Durante l'Anno Santo, nonostante il clima religioso, a
Roma venne eseguita la condanna a morte dei Carbonari Angelo Targhini bresciano
e del romagnolo Leonida Montanari, ghigliottinati in Piazza del Popolo con
l'accusa di cospirazione.
L’organizzazione Carbonara
era regolata rigidamente dall’alto, il comportamento era ispirato alle regole
della massima segretezza. Gli affiliati tenevano adunanze segretissime e si
servivano del vocabolario cifrato, di un gergo per non destare sospetti nella
polizia:
·
il
CARBONE era l’azione che alimentava il fuoco della libertà;
·
la
BARACCA il locale dove si adunavano i Soci del Primo Grado;
·
la
VENDITA erano le sezioni locali composte di 20 affiliati (equivale al nome
di Loggia);
·
PAGANI i loro avversari;
·
un
SOLE un giorno;
·
una
LUNA un mese;
·
VANTAGGI
sono gli applausi;
·
TRONCO
un tavolino;
·
ORDONI
le file dei Soci (nome forse derivato da Ordini);
·
LUPI
i persecutori della Società;
·
un
PEZZO DI FORNELLO una composizione qualunque;
·
CAMERA
D’ONORE l’unione del secondo grado;
·
MONTAGNA l’unione al terzo grado;
·
SAN
TEOBALDO il protettore della Società nei suoi due primi gradi;
·
GRAN
MAESTRO DELL’UNIVERSO è il nome che i Carbonari davano alla divinità;
·
REGGENTE
corrisponde al titolo di Venerabile fra i Massoni;
·
PATRIARCA
era il capo, o Gran Maestro, della Società;
·
ASSISTENTE
PRIMO e SECONDO Dignitari corrispondente ai Sorveglianti delle
Logge;
·
BATTUTE
sono le Batterie prese dalla Massoneria;
·
LIBERARE
LA FORESTA DAI LUPI significava liberare l’Italia dallo straniero e
il mondo dai tiranni.
Un misero mestiere del
popolo come quello dei carbonari si prestava molto bene come camuffamento per i
cospiratori politici, perché chi lo praticava doveva spostarsi di continuo
dovunque ci fosse legname da trasformare in carbone. Inoltre si trattava di
un’attività piuttosto diffusa in Italia.
Ogni iscritto doveva
possedere un fucile, una baionetta, 25 cartucce e versare nella cassa sociale
una lira al mese.
L’iniziazione alla
Carboneria si compiva, come in tutte le sette, con veri e propri riti che
avevano del simbolico, del misterioso e insieme del pauroso . Il Rituale dei
Carbonari è derivato dalla Massoneria. Essi chiamano la loro
Società L’Ordine Carbonico. Il principio dell’anno è il
Primo di marzo che si chiama Primo Sole della Prima Luna. Così
gli altri mesi si chiamano: Secondo, Terzo, Quarto, ecc.. Il calendario
Carbonico recupera elementi dal calendario giacobino di Romme e dalle feste
decadarie, elementi presenti nella stessa simbologia, dei quadri carbonici
(sole, luna, sette stelle, ecc.), che corrispondono ai tappeti di Loggia
massonici. Nella Carboneria era in vigore il gradualismo, già presente
nella Loggia illuminata, quindi il programma dell’associazione veniva svelato
solo gradualmente all’adepto dai superiori (quando era ritenuto degno di essere
iniziato ai segreti). La Carboneria era divisa in quattro gradi: apprendista,
maestro, gran maestro e Grande Eletto (anche questi termini derivano dall’organizzazione
corporativa del lavoro medievale dei liberi muratori e dalla Massoneria
speculativa). In seguito vi saranno diverse riforme dei rituali e dei gradi,
con l'introduzione di altri gradi e con una diversa gerarchia di essi.
Nell'Italia meridionale i gradi da quattro arriveranno a nove, questo dovuto
anche alle divergenze di programma politico.
I° grado: Apprendista. Il novizio "pagano", smarritosi nel buio della
foresta, va a cercare la luce nel Tempio della Virtù, dove con
diffidenza viene accolto, quindi spogliato dei metalli e accompagnato nel
gabinetto di riflessione, dove viene interrogato sulle ragioni della sua
richiesta. In seguito viene condotto a fare i tre viaggi simbolici, sottoposto
a prove tendenti ad intimorirlo e infine condotto a prestare il giuramento, con
il quale si impegna a mantenere il segreto, a soccorrere ed aiutare i Cugini in
difficoltà e ad essere sempre a disposizione dell'Ordine. A questo punto
l'iniziato può assumere un nuovo nome scelto fra quelli della tradizione
greco-romana oppure fra i simboli di lotta contro la tirannide, questo sia per
celebrare la morte rituale che per agevolare la lotta politica clandestina.
Attraverso questo rituale di morte rinascita e affratellamento simbolico,
rituale iniziatico che non può conoscere divisioni sociali o etniche,
presenti solo nel mondo profano, si viene a far parte della famiglia
Carbonarica, che è una sola su tutta la terra, di cui gli affiliati si
chiamano Cugini. Nel primo grado, "apprendente carbonaro", le
cerimonie rivelano una egemonia simbolica cattolica sia con parole sacre di
impronta cristiana (quali fede speranza carità) sia con il culto dei
Santi,(in particolare San Teobaldo patrono dei carbonari), e inoltre con la
presenza di un filone culturale del cristianesimo esoterico (dalla
storiografia sugli Illuminati di Baviera il mito di un cristianesimo
giovanneo). Quest'ultimo sostiene l'esistenza di una iniziazione cristiana
originaria, fondata su una rivelazione segreta di Gesù trasmessa per via
orale ai discepoli e, tramite loro a una catena di iniziati. Nel primo grado si
professavano genericamente alcuni principi umanitari e attività
filantropiche, impostati sulla morale e sulla religione tradizionale. Nella
Carboneria il processo di perfezionamento dell'uomo che consegue alla morte
rituale, adotta la simbologia della foresta con al centro la carbonizzazione,
che significa combustione e trasformazione del legno attraverso il fuoco della
fornace per purificarlo fino a divenire materiale combustibile. Nella
Massoneria la simbologia dei costruttori di cattedrali invece, pone come punto
centrale il tema della pietra grezza che deve essere sgrossata e squadrata. Nel
rituale del primo grado viene utilizzato un linguaggio massonico con poche
trasparenti sostituzioni: Apertura dei travagli = apertura dei lavori, cugini
=fratelli, profano =pagano, pezzo di architettura = pezzo di fornello, ecc..
II° grado: Maestro. Nel secondo grado, detto "pitagorico", si parlava di
costituzione, d’indipendenza e di libertà, propugnando la lotta contro
il dispotismo politico per l'indipendenza nazionale. Il rituale del secondo
grado riprende parte del rito del grado diciottesimo massonico di rito scozzese
di Sovrano Principe Rosa-Croce, che è imperniato sul sacrificio di
Cristo. Alla simbologia cristiana del sacrificio e della fraternità si
sovrappone quella del ciclo di morte e rinascita vegetale: foglie, terra,
ceppo, ciocco, fascina, ascia, scala di legno…, dalle parole sacre del primo grado
fede - speranza - carità, di impronta cristiana si passa alle
parole di passo del secondo grado di impronta naturalistica felce e ortica,
(piante che mescolate alla terra separano gli strati di legna per favorire la
carbonizzazione). Il rituale fa uso di simboli simili a quelli della tradizione
massonica come il gomitolo di filo, simbolo muratorio della catena d'unione che
può essere anche una catena dei diritti naturali, oppure simbolo di
vendetta per legare il tiranno. Il rituale è a volte chiaro, quando trasmette
il progetto politico dell'ordine, a volte di più difficile
interpretazione facendo uso di simboli polivalenti, per cui lo stesso simbolo o
le stesse parole sacre onore virtù probità, assumono
significati diversi nel procedere delle rivelazioni.
III° grado: Gran Maestro. Il terzo grado, inizialmente nato come grado amministrativo,
diventa il grado operativo del progetto finale dell'Ordine nel quale si
proclamava l’aspirazione a creare, con la restituzione all'uomo della purezza
primordiale, un regime di eguaglianza sociale nella forma politica della
Repubblica, che comportasse la spartizione delle terre e la promulgazione della
legge agraria, attraverso la lotta contro la superstizione religiosa e il
dispotismo del principe. Il programma comunista del terzo grado appare
ripreso dai gradi superiori dell'esperienza degli Illuminati Bavaresi e dal
programma di Francois-Noël Babeuf detto Gracchus, soprannome che egli stesso si
era dato. Il comunismo di Babeuf, basato sulla società precapitalistica fatta
di piccoli coltivatori e artigiani, il prodotto del cui lavoro doveva essere
messo in comune e ridistribuito con criteri egualitari, rimaneva fortemente
intriso di elementi utopistici, ma per la prima volta nella storia dava luogo a
un programma politico concreto per la presa del potere attraverso
un'organizzazione partitica e una dittatura rivoluzionaria. Accanto a F. N.
Babeuf fu Filippo Buonarroti (si erano conosciuti in carcere) uno dei dirigenti
della cospirazione degli "Eguali" che divenne il principale teorico
dell'ideale di una società egualitaria essenzialmente rurale, fondata
sulla comunanza dei beni e realizzata attraverso una dittatura di un ristretto
nucleo di "Virtuosi" rivoluzionari.
Le parole sacre del rituale
del terzo grado," Libertà e Uguaglianza", costituiscono
i valori del cittadino che ama la Patria e lotta per la costituzione.
Le correnti radicali della
Massoneria, il filone teistico laico, che nell'esperienza Carbonara si
trasforma in società segreta politica, si incontrano con l'evangelismo
cristiano dando una nuova forma politica italo-meridionale, espressione del
bisogno di riscatto delle plebi meridionali, di cui si fanno portatori molti
esponenti del clero e delle confraternite cattoliche. L'importanza di questo
incontro è evidente non solo per la storia dei movimenti sociali
dell'800 ma soprattutto per una rilettura delle origini della democrazia
cristiana nell'Europa occidentale. Nel prefigurare una società buona e
migliore, la Carboneria finisce per operare riforme politiche, repubblicane e
socialiste, con il grande merito di applicare dalle Vendite alla politica i
valori di libertà, fraternità, ed eguaglianza.
La Carboneria (nella quale
sono gli intellettuali i "nuovi sacerdoti") contribuisce inoltre a
creare una nuova religione che libera la vita civile da ogni divisione
religiosa, formando un forte legame sociale fra i vari ceti.
Nell'Ordine della
Carboneria coesistono dunque in un intreccio perfetto i tre grandi filoni
politici dell'Europa moderna: il liberalismo, il comunismo e il cristianesimo
sociale. Difficile risulta verificare l'omogeneità delle esperienze
Carbonare del "programma comunista" del terzo grado nelle diverse
regioni italiane nel corso degli anni. La molteplicità delle riforme dei
rituali, dei catechismi e dei gradi, finora parzialmente note, rende
impossibile uno studio esaustivo.
IV° grado: Grande Eletto. I rappresentanti di venti Vendite formavano una Vendita Centrale
presieduta da un Grande Eletto; i rappresentanti di un certo numero di Vendite
Centrali costituivano un’Alta Vendita. Infine i rappresentanti delle Alte
Vendite formavano la Vendita Suprema. Il giuramento dei Grandi Eletti aveva la
seguente formula: " Io giuro in presenza del Gran Maestro dell'Universo e
del Grande Eletto, buon cugino, di impiegare tutti i momenti della mia
esistenza a far trionfare i principi di libertà, di uguaglianza e di
odio alla tirannia, che sono anima di tutte le azioni segrete e pubbliche della
rispettabile Carboneria. Io prometto, se non è possibile di ristabilire
il regime della libertà senza combattere, di farlo fino alla
morte".
Mancando pubblicazioni
storiografiche della Carboneria europea per quanto riguarda i centri
organizzativi sovranazionali, fra Parigi, Genova, Ginevra e Berna, sul
"Comitè dirécteur o Grand Firmament" ,con a capo un
"Grand Amphytrion", non mi posso occupare della politica diplomatica
delle grandi potenze sulle origini e sviluppo della Carboneria .
Le Vendite avevano tra gli
affiliati preti, frati e delle donne dette Sorelle Giardiniere con la
funzione di diffondere gli ordini eludendo i controlli della polizia, e a volte
venivano riservati loro compiti politici di grande delicatezza, come nel caso
della Maestra Giardiniera Cristina principessa di Belgioioso.
VENDITA CARBONARA riunita in una BARACCA per la libertà d'Italia: da
una stampa conservata nel museo del Risorgimento di Torino si osserva:
Al centro e ai lati, dietro
i tre tronchi d’albero che fanno da tavolini, siedono rispettivamente il Gran
Maestro, il Primo e il Secondo assistente.
Lungo le pareti siedono, a
destra i Maestri e a sinistra gli apprendisti.
Il Tesoriere, l’Oratore,
l’Archivista e il Segretario si vedono di spalle, seduti quasi nel mezzo della
Baracca.
I tre dignitari maggiori
che stanno loro di fronte, il Gran Maestro e i due Assistenti, sono detti
"LUCI".
|
Riproduzione dello Statuto
della Carboneria – foto dal Museo del Risorgimento Italiano, sala 6 –
Art.1 – Tutti i Carbonari si chiamano Buoni Cugini; di qualunque paese
essi siano, e dovunque trovinsi, sono sempre membri dell’ordine cui
appartengono, e fanno parte integrale della società, poiché la
Carboneria forma una sola famiglia, essendo unico l’oggetto a cui tende.
Art.2. – La Carboneria è un ordine che ha per oggetto la perfezione
della società civile.
Art.3. – In qualunque paese dove esistono dieci Buoni Cugini Carbonari alla
meno, potrà installarsi una vendita regolare.
Art.4. – La vendita non è altro che la riunione dei buoni cugini
Carbonari.
Art.5. – La vendita adotta un titolo distintivo, ed il suo paese assume il
titolo di Ordine: tutte travagliano (operano) sotto gli auspici del glorioso S.
Teobaldo, la cui festa si celebra il I° luglio.
Art.6. – Ogni vendita di qualunque grado avrà indispensabilmente
sette dignitari, cioè Gran Maestro, primo assistente, secondo
assistente, oratore, segretario, tesoriere, archivista. Possano avere degli
ufficiali, che saranno in appresso nominati. I primi tre dignitari si chiamano
Luci.
Lo statuto è tratto
da Ernesto Lama, Antologia del Risorgimento italiano, Vito Bianco Editore, Roma
- Milano - Napoli.
Correva allora l’anno 1818,
cioè era il tempo in cui la Carboneria fioriva ovunque. L’Italia
presentava un vivaio di sette, di diverso nome, ma tutte tendenti
allo stesso fine: abolizione della monarchia assoluta. In Ravenna la
Carboneria dividevasi in tre sezioni: la prima portava il nome di Protettrice,
perché reggeva le altre; la seconda di Speranza, perché composta in gran
parte di giovani studenti; e la terza, perché era un miscuglio di ogni sorta di
gente, operai quasi tutti, i più pronti all’azione, ebbe il nome di Turba.
Ogni sezione aveva un rappresentante presso la Protettrice, il quale le
dava contezza (notizia, informazione precisa) d’ogni movimento di ciascuna
sezione.
Incline a far versi, ne
tiravo giù d’ogni colore sempre sullo stesso soggetto, "la
tirannia", e ciò mi diede nome fra i miei colleghi, che pensarono
senza ritardo d’introdurmi nella Speranza.
Una riunione preparatoria
si tenne dapprima con altri neofiti nella bottega del barbiere Medri; poi, tre
sere dopo, accompagnato da chi mi propose all’ammissione, fui condotto nel
Borgo Adriano in casa di Luigi Ghetti, ove stavasi adunata la presidenza della
Carboneria. Appena entrato, fui da ignota mano bendato, e, in seguito di alcune
parole scambiate tra il proponente e chi guardava al di dentro l’adito della
stanza in cui risiedeva il consesso, venni introdotto.
Una voce imponente mi
diresse varie interrogazioni, e quando ebbi data parola di esser pronto a tutto
sacrificare per il bene della patria, e di concorrere energicamente alla
repressione della tirannia, mi si fece porre la mano sopra un nudo pugnale e
sul medesimo pronunciai il giuramento prescritto. Dopo di che mi si tolse la
benda, e mi vidi attorniato da una siepe di pugnali. Allora il vecchio Andrea
Garavini, che dirigeva la seduta, mi disse ad alta voce: "Tutti questi
pugnali saranno in vostra difesa in ogni incontro se osserverete la
santità del giuramento prestato, invece saranno a vostro danno ed offesa
se vi mancate: la pena del traditore è la morte".
Tosto mi venne indicata la
squadra, a cui appartenevo, comunicati i motti d’ordine che giovavano ad
intendersi, e data ogni altra istruzione necessaria.
Da: PRIMO UCCELLINI, Memorie
di vecchio carbonaro ravegnano, a cura di Tommaso Casini, Dante Alighieri,
Roma – Milano.
Il 12 febbraio 1831 il
governo provvisorio modenese abolì le leggi relative alla censura dei
libri. Riporto le parole testuali: "perché sono disposizioni contrarie
al perfezionamento dell'uomo per l'ostacolo che pongono al progresso de' lumi e
delle scienze ed anche al commercio ed all'industria a pregiudizio di
negozianti de' libri e di chi li acquista".
"E' abolito e sciolto
il corpo de' censori…; ed è del pari abolito il vincolo di sottoporre al
bollo i libri ed altre produzioni in stampa, come pure l'obbligazione di
sottomettere al bollo i libri de' privati cittadini e proprietari". Il
governo provvisorio, il 22 febbraio assumeva l'impegno di provvedere all'istruzione
gratuita ed al riguardo riporto il testo di Giovanni Sforza da "LA
rivoluzione del 1831 nel Ducato di Modena, Studi e Documenti": Siccome
le scuole non saranno più venali, ma gratuite, perché la venalità
avvilisce i maestri e reca aggravio alle famiglie, specialmente di ristretta
fortuna, così il governo prenderà a cuore quest'oggetto
importante onde i figli anche de' poveri siano istruiti almeno nel leggere e
scrivere, e anche nella conoscenza sufficiente dell'aritmetica; e così
avranno vantaggio i figli ed alleviamento i poveri padri nei mezzi che
somministrerà lo Stato per migliorare l'educazione, dappoichè
sotto ogni punto di vista fa d'uopo far risorgere la pubblica istruzione, tanto
e poi tanto danneggiata.
Anche la comunità
Ebraica del Ducato di Modena fu coinvolta negli avvenimenti del 1831. Le leggi
di Francesco IV negavano agli Ebrei i diritti che, concedeva agli altri
cittadini, ponendoli così in una posizione di secondo piano. Il governo
provvisorio Carbonaro, invece, aveva concesso agli Ebrei la parità dei
diritti, questo per affermare la naturale uguaglianza di tutti i cittadini di
fronte alla legge. In data 20 febbraio 1831, nell'intento di rinnovare la
legislazione, il governo provvisorio modenese stabilì con un decreto in
favore degli Ebrei quanto segue:
1. E' abrogata la legge che proibisce agli Ebrei di
possedere ed acquistare fuori dal ghetto stabili di sorte alcuna in
proprietà.
2. E' abrogata del pari la disposizione che
proibisce agli Ebrei il condurre beni stabili fuori dal ghetto…
3. Gli Ebrei in conseguenza godranno in avvenire
del diritto di possedere e di acquistare beni stabili di ogni sorte in
proprietà, anche fuori del ghetto, e del diritto di far contratti di
locazione e condotta di stabili fuori del ghetto stesso, come pure avranno il
diritto di far contratti di permuta stabili.
Ovviamente
gli Ebrei divennero dei tenaci sostenitori del nuovo governo e molti giovani
ebrei scorrazzarono per la città di Modena con bandiere tricolori
evocando la libertà.
Tornato al potere il duca Francesco
IV, in seguito all'intervento delle truppe austriache, non solo
ripristinò le antiche leggi antiebraiche, ma con il suo decreto del 22
marzo 1831, impose agli Ebrei multe e tributi gravosi.
Come la Massoneria, la
Carboneria aveva i suoi rituali e il suo Catechismo. Se conoscono molte
versioni, ma qui riporto la versione più completa. L'impostazione
è la stessa dei rituali della Massoneria, dai quali chiaramente deriva.
Il Gran Maestro batte un
colpo di accetta, che viene ripetuto dagli Assistenti, dipoi dice:
·
Prendete
posto, buoni Cugini Carbonari. Buon Cugino Maestro di Cerimonie vedete se tutti
i buoni Cugini sono ai loro posti.
Il Maestro di Cerimonie se
ne assicura e risponde:
·
Tutti
sono ai loro posti.
Gr.M.: Qual è il
vostro dovere in Vendita, buon Cugino Primo Assistente?
Il I° Ass.: Di assicurarmi
se la nostra Baracca è buon coperta.
Gr.M.: Fatevene assicurare
per mezzo del buon Cugino Esperto.
Il I° Ass.: Buon Cugino
Esperto, fate il vostro dovere.
L’Esperto esce dalla sala,
verifica e al suo ritorno dice:
·
Primo
Assistente, siamo coperti.
Il I° Ass.: Gran Maestro,
la nostra Baracca è ben difesa dai lupi dentro e fuori.
Gr.M.: Primo Assistente,
qual è il vostro secondo dovere?
Il I° Ass.: Di vedere se
tutti gli Astanti sono decentemente vestiti e buoni Cugini di questa Rispettabile
Vendita.
GR.M.: Assicuratevene
dunque per mezzo del buon Cugino Maestro di Cerimonie e dell’Esperto.
Il I° Ass. ordina che
facciano il giro. Il Maestro di Cerimonie si fa dare da tutti la Parola Sacra e
dice:
·
Primo
Ass. tutti gli Astanti sono decentemente vestiti e buoni Cugini di questa
Vendita.
Il I° Ass. lo ripete al
Gran Maestro.
GR.M.: Primo Ass. a che ora
si aprono i nostri lavori?
Il I° Ass.: Allorchè
il Sole illumina le nostre Foreste.
Gr.M.: Secondo Assistente,
che ora è?
Il II° Ass.: Il Sole
illumina le nostre Foreste.
Gr.M.: Giacchè il
Sole illumina le nostre Foreste, ed è ora che i buoni Cugini Carbonari
diano principio ai loro lavori, Assistenti, prevenite tutti sui vostri Ordoni
di unirsi a me, dopo la dovuta invocazione, ad aprire i lavori di questa
rispettabile Vendita e a portare i soliti vantaggi.
I due Assistenti ripetono
gli Ordini ricevuti.
Il Gran Maestro batte un
colpo di accetta, chiama all’Ordine e prosegue così:
Gr.M.: Alla Gloria del Gran
Maestro dell’Universo e del nostro Protettore San Teobaldo e sotto gli auspici
dell’Alta Vendita all’Ordine di Napoli, la Rispettabile Vendita sotto il titolo
distintivo del ………. Apre i suoi lavori al Grado di Apprendente. A ognuno non
è più permesso di muoversi dal proprio posto, né prendere la
parola senza averla domandata.
Si fanno i segni e batte
tre colpi in questa guisa:
·
La
Vendita è aperta. Buoni Cugini, prendete posto.
·
Primo
e Secondo Assistente, avvisate che tutti prestino attenzione alla lettura del
pezzo di Fornello degli ultimi lavori.
Gli Assistenti ripetono e
rispondono:
·
Tutto
è annunciato.
Gr.M.: Buon Cugino
Segretario, avete la parola.
Il Segretario legge il
Processo dell’ultima seduta.
Gr.M.: Buoni Cugini, Primo
e Secondo Assistenti, comunicate ai vostri Ordoni, che se intorno alla
composizione del pezzo di Fornello letto ora dal Cugino Segretario sembrasse ad
alcuno omessa o ben descritta qualche cosa, la parola gli è accordata.
Gli Ass. ripetono, poi il
primo di essi dice:
·
L’Avviso
è andato.
Gr.M.: Buon Cugino Oratore,
dateci le vostre conclusioni.
Dopo l’approvazione
dell’Oratore e la sanzione che l’Assemblea manifesta con un triplice applauso
si porta la composizione alla firma dei principali Ufficiali.
Gr.M.: Buon Cugino Esperto,
compiacetevi di portarvi nella Foresta per assicurarvi se vi siano visitatori
che domandino di prendere parte ai nostri lavori.
L’Esperto esce. Se ve ne
sono, si fa dare i loro Certificati, quando non siano conosciuti, facendo
inoltre scrivere il loro nome e cognome in foglio che passerà al
Segretario. I Certificati ed altre carte si consegnano all’Oratore che le
verifica.
Se tutto è in
regola, il Gr.M. dice:
·
Fateli
entrare, buon Cugino Esperto.
I visitatori entrano e si
fermano in mezzo alla sala, avanti al Quadro Simbolico.
Gr.M.: Di dove venite, buon
Cugino Visitatore?
Risp.: Da una Foresta della
mia Vendita e del mio Ordone.
Gr.M.: Ove andate voi?
Risp.: Nella Camera
d’Onore.
Gr.M.: Che venite a fare
qui?
Risp.: A vincere le mie
passioni, sottomettere la mia volontà ed istruirmi nella Rispettabile
Carboneria.
Gr.M.: Che portate voi
dalla vostra Foresta?
Risp.: Delle legna, delle
foglie, della terra, per costruire, accendere e cuocere un fornello.
Gr.M.: Non ci recate niente
più?
Risp.: Fede, Speranza e
Carità a tutti i buoni Cugini di questa Camera d’Onore e il desiderio di
avere un posto fra voi.
Gr.M.: Vi è
accordato. Buon Cugino Maestro di Cerimonie, fatelo collocare ove gli spetta.
Il Cugino Copritore dice:
·
Viene
battuto alla porta da un Pagano.
Gli Assistenti ripetono:
·
Viene
battuto alla porta da un pagano.
Gr.M.: Vedete chi è
questo temerario che ardisce disturbare i nostri pacifici lavori.
Il Copritore dice: è
un pagano, che si è trovato smarrito nella Foresta.
Gli Assistenti ripetono:
è un pagano, che si è trovato smarrito nella Foresta.
Gr.M.: Domandategli che
cosa ricerca e con quale diritto pretende entrare fra noi.
Il Copritore risponde per
il Candidato:
Risp.: Con la
liberalità dei suoi principi e con la moralità dei suoi costumi.
Gr.M.: Fatelo entrare.
Cittadino, chi vi ha ispirato l’idea di venire fra noi e qual è il
vostro disegno.
(A questa e alle seguenti
interrogazioni si attende la risposta spontanea del Candidato).
·
Siete
mai stato istruito del nostro Istituto?
·
Osservate
di non dovere pentirvi di una risoluzione presa imprudentemente.
·
Quali
riflessioni vi hanno ispirato gli oggetti offerti ai vostri sguardi nella
grotta ove siete stato rinchiuso?
·
Quale
idea vi siete formato della Società, alla quale volete appartenere, ed a
cui avete dovuto presentarvi privo di metalli con gli occhi bendati?
·
Temete
voi che alcuno di noi abusi della vostra debolezza e dello stato di
cecità in cui vi trovate?
·
Questo
acciecamento rappresenta lo stato d’ignoranza in cui l’uomo è
generalmente obbligato di percorrere, di errore in errore, fra tenebre che lo
circondano. Dagli errori si termina passando nell’eccesso dei vizi, i quali
principalmente si riducono all’abuso delle proprietà, di cui sono segni
i metalli, dei quali siete stato privato. Con tale privazione noi intendiamo di
prevenirvi contro i principali disordini delle Società corrotte, nel cui
seno siete stato finora educato. Noi esigiamo tre cose da chi vuole far parte
della nostra Società:
I° - Una piena
sincerità di cuore;
II° - Una assoluta
docilità;
III° - Una costanza a tutta
prova nel disprezzare i pericoli.
Siete voi pienamente
determinato e vi sentite tutta la forza necessaria per sostenere le prove per
le quali dovete passare? Queste richiedono tutta la fermezza di spirito
possibile, di cui sia l’uomo capace. Volete sottoporvi a questo terribile
cimento?
Gr.M.: Giacchè siete
interamente risoluto, buon Cugino Esperto, fategli fare il primo ed il secondo
viaggio.
Esce e fatti i viaggi
ritorna e batte irregolarmente alla porta.
Il Copritore dice: Secondo
Assistente è il Pagano che ritorna dai suoi viaggi.
Gli Assistenti ripetono:
è il Pagano che ritorna dai suoi viaggi.
Gr.M.: Fatelo entrare ( fin
qui ha usato un tono di voce severo, che ora addolcisce)
·
Che
avete osservato nei vostri viaggi? ( Il Candidato replica come crede )
·
Voi
avete dovuto combattere e superare il conflitto dei mali inevitabili della
Natura, e ciò vi è stato indicato dal viaggio pericoloso per la
Foresta fra lo strepito minaccevole della pioggia e dei tuoni. Per deporre poi
l’originale impurità della Natura, onde siete composto, è stato
necessario farvi passare e purificarla per mezzo del fuoco, nel che è
consistito il vostro secondo viaggio.
Possa questo
fuoco materiale accendere in voi quel fuoco sacro di virtù, che si
richiede nella vita novella che incominciate. Noi esigiamo da voi un’altra
prova più forte, e questa è un Giuramento, il più sacro e
inviolabile. Esso non offende né la Religione, né lo Stato, né i doveri o i
diritti civili, ma dovete sottoscriverlo. Siete voi in stato di farlo?
Cand.- ( Risponde
affermativamente ).
Gr.M.: In piedi
e all’Ordine, buoni Cugini. Maestro di cerimonie, fatelo avvicinare al Trono,
accompagnatelo dalle guardie.
Gr.M.: Maestro
di Cerimonie, conducetelo in mezzo agli Ordoni.
Il Primo e il
Secondo Assistente se gli accostano. Il Maestro di Cerimonie gli sta dietro
pronto a sbendarlo. Il I° Ass. gli pone la mano sulla spalla.
Gr.M.: Che
domandate voi, Pagano?
(
Risponderà: La Luce ).
Gr.M.: Questa
vi sarà accordata al terzo colpo della mia Accetta.
Gli Assistenti
rivolgono contro di lui le loro Accette. Il Maestro di Cerimonie lo sbenda.
Gr.M.: Queste
Accette, che vedete nelle nostre mani, serviranno per trucidarvi se diverrete
spergiuro. Al contrario voleranno in vostro soccorso se ne avrete di bisogno,
Maestro di Cerimonie conducetelo al Trono. Voi dovete pronunciare di nuovo e
ratificare una parte del Giuramento da voi prestato ad occhi bendati. Ripetete
con me:
Io giuro e
prometto di riconoscere ed osservare gli Statuti generali e Regolamenti
dell’Ordine Carbonico e dell’Alta Vendita di Napoli e quelli non meno di questa
Rispettabile Vendita di cui sono Membro.
Ciò
detto succede il Battesimo dell’Iniziato, che si fa così:
Il Gran Maestro
gli tocca gli occhi, le orecchie, le narici e i labbri con un panno di lino
leggermente bagnato nell’acqua, dicendogli successivamente:
- Non vedrete che per mezzo
dei nostri occhi.
·
Non
udirete che per le nostre orecchie.
·
Odorerete
gli effluvi del nostro Carbone.
·
Non
parlerete che parole savie.
Detto ciò il Gran
Maestro prosegue:
·
A
gloria del Gran Maestro dell’Universo, in nome di San Teobaldo e sotto gli
auspici dell’Alta Vendita di Napoli, per i poteri che mi sono stati confidati,
vi costituisco Apprendente Carbonaro e Membro di questa Rispettabile Vendita.
( Si alza e gli dà
le decorazioni )
·
Prendete
questi ornamenti, i quali servono per darvi il diritto di sedere fra noi. Non
dovete giammai presentarvi qui senza essere decorato. Per riconoscerci fra noi
abbiamo dei Segni, Toccamenti e Parole sacre. Queste ultime non si proferiscono
che in Vendita, ove noi non usiamo più il titolo di Signore, ma quello
di " Buon Cugino ". Allorché sarete chiamato all’ordine vi metterete
così ( glielo insegna ). Gli siano restituiti i metalli. Il Gran Maestro
gli dà il bacio di pace e ordina al Maestro di Cerimonie di istruirlo
dei Segni e delle Parole; dipoi lo fa riconoscere dagli Assistenti.
Il II° Ass.: Buon Cugino
Primo Assistente, tutto è giusto e perfetto.
Il Primo Assistente lo
ripete al Gran Maestro. Intanto il candidato sarà posto in mezzo alla
sala.
Gr.M.: Buoni Cugini Primo e
Secondo Assistente, avvertite sui vostri Ordoni che sia riconosciuto avvenire
per membro di questa Rispettabile Vendita il buon Cugino … … e ad unirsi a me
per portagli i dovuti vantaggi.
Gli Assistenti ripetono.
Gr.M.: All’Ordine e a me i
Segni.
Si fanno i Segni e gli
Applausi. Il Maestro di Cerimonie domanda la parola e ringrazia la Vendita per
parte dell’Iniziato, il quale si unisce a lui per portare i Vantaggi, ai quali
sarà risposto.
Gr.M.: Prendete posto, miei
buoni cugini.
L’Iniziato rimane nel
mezzo, finche gli sia stata fatta la spiegazione del Quadro.
Dipoi sarà messo
alla testa degli Apprendenti.
Gr.M.: Buon Cugino Maestro
di Cerimonie, fate girare il Sacco delle Proposizioni.
Il Maestro di Cerimonie,
eseguito che avrà il giro, sarà accompagnato al Trono dagli
Assistenti e da due Maestri. Il Gran Maestro prenderà i Pezzi e li
numererà.
Gr.M.: Assistenti.
Avvertite che il Sacco ha prodotto N…( numero ) proposizioni, che si passano al
Segretario, acciò ne faccio lettura.
Gli Assistenti ripetono.
Gr.M.: Cugini Assistenti,
avvertite che va a girare il Sacco per i poveri.
Gli Assistenti ripetono. Il
Maestro di Cerimonie fa il giro della Sala Accompagnato da due Maestri e porta
il Sacco all’Oratore, che numera i pezzi col Gran Maestro.
Gr.M.: Buoni Cugini, il
sacco dei poveri ha prodotto la medaglia di…(numero) che si passa al buon
Cugino Tesoriere. Assistenti, avvertite sui vostri Ordoni, che se alcuno ha
qualche cosa da proporre in beneficio dell’ordine e di questa Vendita, la
parola è accordata.
Gli Assistenti ripetono,
dipoi danno la risposta.
Gr.M.: Assistenti,
avvertite sui vostri Ordoni, che va a leggersi dal Segretario l’abbozzo dei
lavori del giorno.
Gli Assistenti eseguiscono,
dipoi il Segretario legge.
Gr.M.: Se qualcuno ha delle
osservazioni da fare sulla redazione del pezzo di Fornello letto, la parola gli
è accordata.
Gli Assistenti ripetono, ed
ha luogo la discussione, se occorre.
Gr.M.: Buon Cugino Oratore,
dateci le vostre conclusioni.
L’Oratore legge le
conclusioni, dipoi si chiudono i lavori in questa forma:
Gr.M.: Primo Assistente, a
che ora si chiudono i nostri lavori?
Risp.: Allorchè il
Sole non illumina più le nostre Foreste.
Gr.M.: Secondo Assistente,
che ora è?
Risp.: Il Sole non illumina
più le nostre Foreste.
Gr.M.: Giacchè il Sole
non illumina più le nostre Foreste, è ora di chiudere i nostri
lavori, Primo e Secondo Assistenti, avvertite tutti i buoni Cugini dei vostri
Ordoni, acciò si uniscano a me per il chiudere i lavori di questo
giorno.
Gli Assistenti ripetono.
Gr.M.: All’Ordine e in
piedi ( batte tre colpi del Grado ).
A Gloria del Gran Maestro
dell’Universo e sotto gli Auspici dell’Alta Vendita, la Risp. Vendita del …
chiude i suoi lavori al Grado di Apprendente. A me, buoni Cugini, per i segni.
Il Gran Maestro fa i segni,
dipoi gli Applausi e seco tutti gli altri.
Gr.M.: La Vendita è
chiusa. Giuriamo segretezza e parola di riunirci alla prima occasione con
maggior fervore.
Tutti alzano la mano e
dicono: Giuro.
Dipoi si fa la catena di
unione, si da scambievolmente la Parola di Passo e il bacio di pace e
l’adunanza si scioglie.
D.- Di dove venite, mio buon Cugino Carbonaro?
R.- Dalla Foresta.
D.- Che avete voi fatto?
R.- Ad ogni costo ho provveduto dei materiali per cuocere il Fornello.
D.- Che cosa ci portate?
R.- Salute e amicizia a tutti i buoni Cugini Carbonari.
D.- Ove siete stato ricevuto?
R.- Sul panno di lino in una Camera di Onore di una Vendita Perfetta.
D.- Per dove vi hanno fatto passare?
R.- Per mezzo di una Foresta su gli scalini di un fornello di carboni
acceso da tre buoni Cugini Carbonari in una Camera di Onore.
D.- In quale modo eravate voi preparato?
R.- Ero decentemente vestito, ma bendato.
D.- Avete fatto qualche viaggio?
R.- Ne ho fatti due: uno per la Foresta e il secondo in mezzo al
Fuoco.
D.- Che indica il primo viaggio per la Foresta?
R.- Che la vita umana è circondata da pericoli, per evitare i
quali ogni buon Carbonaro deve essere vigilante ed accorto.
D.- Che cosa indica il secondo viaggio?
R.- Questo viaggio fatto in mezzo al fuoco, indica che il cuore dei
buoni Carbonari deve essere purificato da ogni macchia, che deturpi e corrompa
i buoni costumi.
D.- Che cosa osservaste dopo questi viaggi?
R.- Fui condotto bendato in Vendita, per rilevare il mio nome, cognome,
patria, età, religione, condizione e il luogo di mia dimora attuale.
D.- Che portavano quelli che vi hanno ricevuto?
R.- Acqua, terra e foglie.
D.- Che significano queste cose?
R.- Che senza preparare i materiali non si possono costruire i
fornelli e accendere i carboni.
D.- Introdotto in Vendita, oltre il vostro nome e cognome, che altro
pronunciaste?
R.- Genuflesso avanti al Trono proferii il mio Giuramento, fui
sbendato, ed istruito dei Segni, Toccamento e parole.
D.- Quali sono questi Segni?
R.- ( Per riposta si fanno )
D.- Quali sono le parole?
R.- Non le so tutte, ditemi la prima, che vi dirò la seconda.
( Si pronunciano a vicenda
)
D.- Qual è il Toccamento?
R.- ( Per risposta si dà )
D.- Che significa il Tronco?
R.- Il cielo e la rotondità della Terra.
D.- Che cosa intendete sotto queste figure?
R.- Nella superficie della Terra sono sparsi tutti i buoni Cugini
Carbonari e il Cielo, con la sua volta ci protegge.
D.- Che avete rimarcato sopra di esso?
R.- Sette basi ben collocate e in buon ordine.
D.- Quali sono queste basi?
R.- Il panno di lino, l’acqua, il fuoco, il sale, la croce, le legna e
le foglie.
D.- Che significa il panno di lino bianco?
R.- La candidezza dei nostri costumi, essenziale a tutti i buoni
Carbonari.
D.- Che significa l’acqua?
R.- E’ quella, che resa sacramentale dal Gran Maestro dell’Universo,
ci ha resi amici.
D.- Che significa il sale?
R.- E’ quello che ci istruisce di doverci noi adoperare per impedire
la corruzione cagionata dal vizio nei nostri cuori, non solo in tutti i buoni
Cugini Carbonari, ma ancora in tutto il rimanente degli uomini.
D.- Che significa il fuoco?
R.- Che il cuore dei buoni Carbonari deve essere sempre acceso dalle
fiamme della carità e della Massima di quella sublime morale di fare
agli altri ciò che si vorrebbe che fosse fatto a noi stessi.
D.- Che significa la testa recisa del lupo?
R.- E’ il destino riserbato a chi tentasse disturbare i nostri
pacifici lavori.
D.- Che significano le legna e a che servono?
R.- Sono le principali materie per cuocere il Fornello.
D.- Che altro avete osservato?
R.- Un fazzoletto bianco e una quantità di terra: ho veduto
ancora del filo, una corona di spine e alcuni nastri.
D.- Che significa il fazzoletto bianco?
R.- La purità e il candore del cuore dei buoni Cugini Carbonari.
D.- A che serve la terra?
R.- Per turare il fornello.
D.- Che cosa significa il filo?
R.- Quella mistica catena, che annoda e stringe i buoni Carbonari per
mezzo della virtù.
D.- Che significa la corona di spine?
R.- E’ quella di cui devono i buoni Cugini Carbonari misticamente aver
ornato il capo per ricordarsi che loro è proibito di formare pensieri
contrari alla virtù, alla religione e allo Stato.
D.- Che significano i nastri?
R.- Gli attributi principali della Società Carbonica e gli
abiti dei buoni Cugini.
D.- Di quale colore sono i nastri?
R.- Bleu, rosso e nero.
D.- Che cosa significa il bleu?
R.- Il fuoco del Fornello.
D.- Che significa il rosso?
R.- La fiamma del Fornello.
D.- Che significa il nero?
R.- Il carbone del Fornello.
D.- Qual è il mistico significato di questi colori?
R.- Il bleu la Speranza, il rosso la carità e il nero la fede.
D.- Di quale materia fu fatto il primo Carbone?
R.- Di felce e di ortica.
D.- Siete voi Apprendente Carbonaro?
R.- Per tale mi conoscono i miei Maestri.
D.- Quanto tempo ci vuole per fare un Apprendente?
R.- Nove sedute.
D.- Con chi lavorano gli Apprendenti?
R.- Sotto la direzione dei Maestri.
D.- Che cosa significa il segno di Apprendente?
R.- La fede dei Buoni Carbonari.
D.- Che significa il Modello appeso alla veste?
R.- La pertica del Fornello.
D.- Come si tagliano le legna?
R.- A guisa di modello come pertica.
D.- Che significa il Cappello in Vendita?
R.- Il Fornello coperto.
·
SOLE
E LUNA: astri che illuminano i lavori.
·
CROCE
: non si perviene alla virtù se non dopo lunghi travagli,
a imitazione del Gran Maestro dell’Universo.
·
SAN
TEOBALDO: quello che serve di guida ai lavori dei buoni Carbonari.
·
BARACCA: serve per raccogliere e
per difendere i buoni Carbonari dalle
molestie dei Lupi.
·
CORONA: è proibito
formare pensieri contrari alla virtù e allo Stato.
·
SCALA: si giunge a gradi
alla perfezione.
·
FILO: mistica catena, che lega i
buoni Carbonari.
·
FOGLIE: coprire le leggerezze
dei buoni Cugini.
·
VANGA: si devono scavare
fossi al vizio.
·
ACCETTA: svelle il male dalle
radici, come si vede troncata la testa del lupo disturbatore.
·
FORESTA: luogo ove i buoni Carbonari si uniscono per i loro lavori.
·
PALA: sono obbligati i buoni Carbonari a spargere sopra la terra le
massime della sana morale e della buona filosofia.
·
PANNO
DI LINO: senza tale candidezza di
costumi non si può essere buon Carbonaro.
·
TERRA
E ZAPPA: sotterrare e coprire il
segreto nel cuore dei buoni Carbonari.
·
TRONCO: la rotondità della Terra ove abitano i Carbonari, e il
Cielo che li ricopre con la sua volta.
·
PERTICA: il distintivo di Apprendente.
·
FONTE: lo spirito e i costumi dei Carbonari devono essere lavati da
qualunque macchia che avessero contratta nel mondo pagano.
·
FORNELLO: converte le legna in carbone, così i buoni Cugini si
perfezionano con l’assiduità ai lavori.
·
LEGNA: materia per cuocere il Fornello.
Alla Gloria del Gran
Maestro dell’Universo, io ( Nome ) giuro e prometto sopra gli Statuti
dell’Ordine e su questo ferro punitore dei spergiuri di custodire
scrupolosamente segreti della Rispettabile Carboneria, di non scrivere,
incidere, dipingere cosa alcuna, senza averne ottenuto il permesso dell’Alta
Vendita. Giuro di soccorrere i miei buoni cugini per quanto lo permettano le
mie facoltà e di non attentare al loro onore, né a quello delle loro
famiglie. Se divengo spergiuro, sono contento che il mio corpo sia fatto a
pezzi, indi bruciato e le ceneri sparse al vento, acciò il mio nome sia
in esecrazione a tutti i buoni Cugini carbonari sparsi sulla superficie della
Terra.
Così Dio mi sia in
aiuto.
La Sala ove si tengono le
assemblee di questo Grado è illuminata con candele di cera gialla sopra
candelieri neri. Il tavolino, o Altare, posto avanti al Gran Maestro è
fatto in forma di un albero troncato. Nel mezzo è il Quadro Simbolico, a
tre lati del quale sono tre candele più grandi, parimente di cera
gialla. Gli Ufficiali sono armati di Accetta. Tutti gli altri portano la spada.
In occasione di Ricevimento tengono un cappuccio di tela scura, che copre il
viso e cade sul petto e sulle spalle fino ai fianchi. La Camera di preparazione
rappresenta una Caverna con teschi ed ossa.
Quando il neofita finiva di
pronunziare il giuramento, gli veniva fatto firmare un documento su cui era
scritta la formula del giuramento, riceveva le spiegazioni delle parole
segrete, degli emblemi, alcune notizie su San Teobaldo, protettore della Setta,
imparava il segno di riconoscimento, e a questo punto veniva sottoposto a prove
impressionanti. Carbonari travestiti da forze di polizia facevano irruzione nella
sala provocando un tumulto, durante il quale veniva osservato l’atteggiamento
dell’iniziato. Spesso mentre il neofita era ancora bendato, venivano esplosi
alcuni colpi di arma da fuoco; qualche volta all’Iniziando gli veniva
presentata una pistola e gli veniva chiesto di farsi saltare le cervella,
avendo egli dichiarato di essere pronto a tutto per la Carboneria.
SEGNO D’ORDINE: tenere le braccia incrociate sopra il Corpo.
SEGNO ANTICO: si descrive una doppia croce con ambedue le mani, scendendo dalle
spalle al corpo con i diti adunchi e stesi, e dipoi andando con la mano destra
dal fianco sinistro al diritto e con la sinistra dal fianco diritto al
sinistro.
NUOVO SEGNO: sta a significare che un buon Carbonaro deve prima permettere
che gli sia svelto il cuore dal seno, che tradire i segreti della
Società.
TOCCAMENTO: si descrive col dito indice della mano destra un cerchio sotto il
polso del Compagno, battendovi tre piccoli colpi, uno distaccato e due uniti.
PAROLA DI PASSO ANTICA: Felce – Ortica.
NUOVA PAROLA DI PASSO: Costanza – Perseveranza.
PAROLA SACRA ANTICA: Fede – Speranza – Carità.
NUOVA PAROLA SACRA: Forza – Salute – Coraggio.
Vi è anche un'altra
Parola Segreta detta di Riconoscimento, che si cambia ogni due mesi, perché si
chiama bimestrale.
Alla Carboneria spetta il
primo posto fra tutte le società segrete degli albori del nostro
riscatto nazionale perché con la sua scuola di sacrificio rinvigorì il
carattere degli Italiani, tenendo desto il desiderio di libertà contro
la tirannide e lo straniero, ed iniziò ad affratellare con un legame
ideale gli abitanti delle varie regioni italiane, ponendo così la prima
pietra della costruzione dell'unità d'Italia. Per quanto riguarda il discusso
rapporto fra Carboneria e Massoneria si risolve, a mio parere, nella storia dei
conflitti interni alla Massoneria stessa, dove la Carboneria non è altro
che una espressione organizzativa del filone massonico deista e repubblicano.
Ciò che interessa è cercare di comprendere quali siano state le
ragioni che portarono la Massoneria, o buona parte di essa, a costituire delle
società politiche segrete per realizzare il proprio fine di educazione
della società umana. L'attività morale del perfezionamento
dell'uomo, fondata sui diritti di libertà ed eguaglianza, e
l'attività filantropica delle Logge si mescolarono all'esterno con le
iniziative politiche promosse dai suoi stessi membri, nelle quali questi ideali
di libertà, fraternità, eguaglianza e sovranità popolare
trovarono una prima realizzazione nella riforma politica. Tale riforma mirava a
costruire da una società dinastica patrimoniale una forma razionale
legale di Stato "Res publica", fondata sull'eguaglianza degli
uomini-cittadini di fronte alla legge, dove la pratica dei rapporti fraterni
possa essere fondata sull'eguaglianza dei diritti.
La Carboneria costituisce
una esperienza intellettuale e storica finora trascurata e in parte ricostruita
in modo superficiale e lacunosa nonostante la grande importanza per l'origine
dei moti liberali europei.
La Carboneria formatasi
come si è detto dalle correnti radicali massoniche ha il grande merito
di aver contribuito, con la strategia di riformare la società,
all'evoluzione culturale e politica dell'uomo.
Con la Carboneria si era
rafforzata così l'idea democratica e repubblicana, frutto di una
progettualità umana consapevole (sostenuta da partiti politici di massa,
di cui le Vendite sono state una prima espressione storica).
L'utopia Carbonara aveva
dato l'avvio alla grande scuola democratica, portando al popolo italiano un
grande esempio di avanguardia nel processo di riforma delle istituzioni; erano
state gettate le basi di quel sentimento che darà la vita al
Risorgimento Nazionale.
DOCUMENTO
Pio VII, ricordato che
Clemente XII e Benedetto XIV avevano condannato le società dei Liberi
Muratori, scomunica gli aderenti alla Carboneria, che delle sette citate
è una propaggine.
Il Pontefice fa presente
che la Carboneria fomenta ribellioni e spoglia i Re e i Principi del loro
potere.
BOLLA "ECCLESIAM A JESU"
PIO VESCOVO SERVO DEI SERVI
DI DIO A PERPETUA MEMORIA
1. La Chiesa fondata da
Gesù Cristo Salvatore Nostro sopra solida pietra (e contro di essa
Cristo promise che non sarebbero mai prevalse le porte dell’inferno) è
stata assalita così spesso e da tanti temibili nemici, che se non si
frapponesse quella promessa divina che non può venir meno, vi sarebbe da
temere che essa potesse soccombere, circuita dalla forza o dai vizi o
dall’astuzia. Invero, ciò che accadde in altri tempi si ripete anche e
soprattutto in questa nostra luttuosa età che sembra quell’ultimo tempo
preannunciato in passato dall’Apostolo: "Verranno gli ingannatori che,
secondo i loro desideri, cammineranno nella via dell’empietà"
(Gd 18). Infatti nessuno ignora quanti scellerati, in questi tempi
difficilissimi, si siano coalizzati contro il Signore e contro Cristo Figlio
Suo; costoro si adoperano soprattutto (sebbene con vani sforzi) a travolgere e
a sovvertire la stessa Chiesa, ingannando i fedeli (Col 2,8) con una vana e fallace
filosofia e sottraendoli alla dottrina della Chiesa. Per raggiungere più
facilmente questo scopo, molti di costoro organizzarono occulti convegni e
sette clandestine con cui speravano in futuro di trascinare più
facilmente numerosi individui ad essere complici della loro congiura e della
loro iniquità.
2. Già da tempo
questa Santa Sede, scoperte tali sette, lanciò l’allarme contro di esse
con alta e libera voce e rivelò le loro trame contro la Religione e
contro la stessa società civile. Già da tempo sollecitò la
vigilanza di tutti perché si guardassero in modo che queste sette non osassero
attuare i loro scellerati propositi. È tuttavia motivo di rammarico che
all’impegno di questa Sede Apostolica non abbia corrisposto l’esito cui essa
mirava e che quegli uomini scellerati non abbiano desistito dalla congiura
intrapresa, per cui ne sono derivati infine quei mali che Noi stessi avevamo
previsto. Anzi, quegli uomini, la cui iattanza sempre si accresce, hanno
perfino osato creare nuove società segrete.
4. Anche se mancassero
altri argomenti, i seguenti persuadono a sufficienza che non si deve prestare alcun
credito alle loro parole, cioè : il severissimo giuramento con cui,
imitando in gran parte gli antichi Priscillanisti, promettono di non rivelare
mai e in nessun caso, a coloro che non sono iscritti alla società, cosa
alcuna che riguardi la stessa società, né di comunicare a coloro che si
trovano nei gradi inferiori cosa alcuna che riguardi i gradi superiori;
inoltre, le segrete e illegali riunioni che essi convocano seguendo l’usanza di
molti eretici e la cooptazione di uomini d’ogni religione e di ogni setta nella
loro società.
5. Non occorrono dunque
congetture e argomenti per giudicare le loro affermazioni, come più
sopra si è detto. I libri da loro pubblicati (nei quali si descrive il
metodo che si suole seguire nelle riunioni dei gradi superiori), i loro
catechismi, gli statuti e gli altri gravissimi, autentici documenti rivolti a
ispirare fiducia, e le testimonianze di coloro che, avendo abbandonato la
società cui prima appartenevano, ne rivelarono ai legittimi giudici gli
errori e le frodi, dimostrano apertamente che i Carbonari mirano
soprattutto a dare piena licenza a chiunque di inventare col proprio ingegno e
con le proprie opinioni una religione da professare, introducendo quindi verso
la Religione quella indifferenza di cui a malapena si può immaginare
qualcosa di più pernicioso. Nel profanare e nel contaminare la passione
di Gesù Cristo con certe loro nefande cerimonie; nel disprezzare i
Sacramenti della Chiesa (ai quali sembrano sostituirne altri nuovi da loro
inventati con suprema empietà) e gli stessi Misteri della Religione
Cattolica; nel sovvertire questa Sede Apostolica (nella quale risiede da sempre
il primato della Cattedra Apostolica) (Sant’Agostino, Ep. 43) sono
animati da un odio particolare e meditano propositi funesti e perniciosi.
6. Non meno scellerate
(come risulta dagli stessi documenti) sono le norme di comportamento che la
società dei Carbonari insegna, sebbene impudentemente si vanti di
esigere dai suoi seguaci che coltivino e pratichino la carità e ogni
altra virtù, e che si astengano scrupolosamente da ogni vizio. Pertanto
essa favorisce senza alcun pudore le voluttà più sfrenate;
insegna che è lecito uccidere coloro che non rispettarono il giuramento
di mantenere il segreto, cui si è fatto cenno più sopra; e
sebbene Pietro principe degli Apostoli (1Pt 2,13) prescriva che i Cristiani
"siano soggetti, in nome di Dio, ad ogni umana creatura o al Re come
preminente o ai Capi come da Lui mandati, ecc.", sebbene l’Apostolo
Paolo (Rm 3,14) ordini che "ogni anima sia soggetta alle potestà
più elevate", tuttavia quella società insegna che non
costituisce reato fomentare ribellioni e spogliare del loro potere i Re e gli
altri Capi, che per somma ingiuria osa indifferentemente chiamare tiranni.
7. Questi ed altri sono i
dogmi e i precetti di questa società, da cui ebbero origine quei delitti
recentemente commessi dai Carbonari, che tanto lutto hanno recato a
oneste e pie persone. Noi, dunque, che siamo stati designati come veggenti di
quella casa d’Israele che è la Santa Chiesa e che per il Nostro ufficio
pastorale dobbiamo evitare che il gregge del Signore a Noi divinamente affidato
patisca alcun danno, pensiamo che in una contingenza così grave non
possiamo esimerci dall’impedire i delittuosi tentativi di questi uomini. Siamo
mossi anche dall’esempio di Clemente XII e di Benedetto XIV di felice memoria,
Nostri Predecessori: il primo, il 28 aprile 1738, con la Costituzione "In
eminenti", e il secondo, il 18 maggio 1751, con la Costituzione
"Providas", condannarono e proibirono le società dei Liberi
Muratori, ossia dei Francs Maçons, o chiamate con qualunque altro nome,
secondo la varietà delle regioni e degli idiomi; si deve ritenere che di
tali società sia forse una propaggine, o certo un’imitazione, questa
società dei Carbonari.
E sebbene con due editti
promulgati dalla Nostra Segreteria di Stato abbiamo già severamente
proscritta questa società, seguendo tuttavia i ricordati Nostri
Predecessori pensiamo di decretare, in modo anche più solenne, gravi
pene contro questa società, soprattutto perché i Carbonari pretendono,
erroneamente, di non essere compresi nelle due Costituzioni di Clemente XII e
di Benedetto XIV né di essere soggetti alle sentenze e alle sanzioni in esse
previste.
8. Consultata dunque una
scelta Congregazione di Venerabili Fratelli Nostri Cardinali di Santa Romana
Chiesa, con il loro consiglio ed anche per motu proprio, per certa
dottrina e per meditata Nostra deliberazione, nella pienezza
dell’autorità apostolica abbiamo stabilito e decretato di condannare e
di proibire la predetta società dei Carbonari, o con qualunque
altro nome chiamata, le sue riunioni, assemblee, conferenze, aggregazioni,
conventicole, così come con il presente Nostro atto la condanniamo e
proibiamo.
9. Pertanto a tutti e a ciascuno
dei fedeli di Cristo di qualunque stato, grado, condizione, ordine,
dignità e preminenza, sia laici sia chierici, tanto secolari che
regolari, degni anche di specifica, individuale ed esplicita menzione,
ordiniamo rigorosamente e in virtù della santa obbedienza che nessuno,
sotto qualsivoglia pretesto o ricercato motivo, osi o pretenda di fondare,
diffondere o favorire, e nella sua casa o dimora o altrove accogliere e
nascondere la predetta società dei Carbonari, o altrimenti detta,
come pure di iscriversi od aggregarsi ad essa o di intervenire a qualunque
grado di essa o di offrire la facoltà e l’opportunità che essa si
convochi in qualche luogo o di elargire qualcosa ad essa o in altro modo
prestare consiglio, aiuto o favore palese od occulto, diretto o indiretto, per
essa stessa o per altri; e ancora di esortare, indurre, provocare o persuadere
altri ad iscriversi, ad aggregarsi o a intervenire in tale società o in
qualunque grado di essa o di giovarle o favorirla comunque. I fedeli debbono
assolutamente astenersi dalla società stessa, dalle sue adunanze,
riunioni, aggregazioni o conventicole sotto pena di scomunica in cui incorrono
sull’istante tutti i contravventori sopra indicati, senza alcun’altra
dichiarazione; dalla scomunica nessuno potrà venire assolto se non da
Noi o dal Romano Pontefice pro tempore, salvo che si trovi in punto di
morte.
10. Inoltre prescriviamo a
tutti, sotto la stessa pena di scomunica, riservata a Noi e ai Romani Pontefici
Nostri Successori, l’obbligo di denunciare ai Vescovi, o ad altri competenti,
tutti coloro che sappiano aver aderito a questa società o che si sono
macchiati di alcuno dei delitti più sopra ricordati.
11. Infine, per allontanare
con più efficacia ogni pericolo di errore, condanniamo e proscriviamo
tutti i cosiddetti catechismi e libri dei Carbonari, ove costoro
descrivono ciò che si è soliti fare nelle loro riunioni;
così pure i loro statuti, i codici e tutti i libri scritti in loro
difesa, sia stampati, sia manoscritti. A tutti i fedeli, sotto la stessa pena
di scomunica maggiore parimenti riservata, proibiamo i libri suddetti, o la
lettura o la conservazione di alcuno di essi; e ordiniamo che quei libri siano
consegnati senza eccezione agli Ordinari del luogo o ad altri cui spetti il
diritto di riceverli.
12. Vogliamo inoltre che ai
transunti, anche stampati, della presente Nostra lettera, sottoscritti per mano
di qualche pubblico notaio e muniti del sigillo di persona investita di
dignità ecclesiastica, si presti quella stessa fede che si concederebbe
alla lettera originale se fosse presentata o mostrata.
13. Perciò a nessuno
sia lecito strappare o contraddire con temeraria arroganza questo testo della
Nostra dichiarazione, condanna, ordine, proibizione e interdetto. Se qualcuno
osasse tentare ciò, sappia che incorrerà nello sdegno di Dio
Onnipotente e dei beati suoi Apostoli Pietro e Paolo.
Dato a Roma, presso Santa
Maria Maggiore, nell’anno dell’Incarnazione del Signore 1821, il giorno 13
settembre, nell’anno ventiduesimo del Nostro Pontificato.
PIO PP. VII