P A G I N E L I B E R E Di Federico Fedenovus Novelli
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Dopo il Medio Evo e l’Evo
attuale, come sara’ Il
Prossimo “Evo”?
Di Mauro e
Federico Novelli 17-9-2024
Premessa/quesito:
Il Medio Evo fu superato
essendo stati messi in crisi i due pilastri che lo hanno sorretto per oltre
800 anni: il Papato, colpito dai movimenti pauperisti e, quindi, dalla
Riforma, e l'Impero, colpito dalla formazione dei grandi stati nazionali
(Francia, Spagna, Inghilterra, Portogallo). Con l'uomo rimesso al
centro, l'attuale periodo (Evo moderno e contemporaneo) ha costruito altri
due pilastri su cui appoggiarsi: i diritti dell’uomo e del cittadino e la
democrazia. Stiamo mettendo in crisi
anche questi due pilastri? Come sarà il prossimo Evo? Il Medioevo fu
effettivamente caratterizzato dal predominio di due grandi istituzioni: il
Papato e l'Impero, che costituivano le fondamenta su cui si basava l'ordine
politico e sociale dell'epoca. La crisi di queste due istituzioni, dovuta ai
movimenti pauperisti e alla Riforma protestante e alla nascita degli stati
nazionali, segna l'inizio della modernità e della centralità dell'uomo
nell'ordine politico, filosofico e culturale. Il periodo moderno
(Umanesimo, Rinascimento, Illuminismo, Rivoluzione inglese, Rivoluzione
americana, Rivoluzione francese, movimenti di massa cattolici e socialisti,
Rivoluzione Russa, Fascismo e Nazismo), ha costruito nuovi pilastri, come i
diritti umani, intesi quale tutela dell'individuo e delle sue libertà, e la
democrazia, intesa come un sistema di governo basato sulla partecipazione
popolare e sulla rappresentanza. Tuttavia, anche questi pilastri stanno
vivendo una fase di crisi o di trasformazione. 1) La crisi dei diritti
Negli ultimi decenni,
abbiamo assistito a una crescente polarizzazione delle società e a un
indebolimento di alcune conquiste fondamentali in tema di diritti umani.
Questioni come il controllo dei dati personali, le disuguaglianze economiche,
la discriminazione, e i diritti civili stanno subendo continue pressioni. In
alcuni casi, questi diritti sono minacciati da regimi autoritari o da sistemi
politici che tendono a privilegiare l’efficienza e la sicurezza a discapito
delle libertà individuali. Crisi dei diritti per mancanza di doveri
·
Diritti sociali ed economici: Pretendere garanzie senza contribuire in termini di
lavoro, rispetto delle regole o impegno civile porta a un indebolimento del
sistema. ·
Ambiente:
Abbiamo diritti legati all’ambiente (ad esempio, aria pulita, accesso alle
risorse naturali), ma la mancanza di responsabilità verso lo stato della
Terra ha portato a una crisi ecologica globale. Senza una cultura dei
doveri, i diritti rischiano di essere percepiti come concessioni scontate,
svuotandosi del loro valore. Un possibile rimedio potrebbe essere una nuova
educazione civica che metta al centro l'importanza di bilanciare diritti e
doveri, riscoprendo l’idea di cittadinanza responsabile. 2) La crisi della democrazia
Anche la democrazia sta
affrontando sfide rilevanti. In molti paesi si osserva una crescente
disillusione nei confronti delle istituzioni democratiche, spesso viste come
inefficaci, lente nelle decisioni o corrotte. Fenomeni come l'astensionismo,
la disinformazione, la facilità di spargere fake news,
l'ascesa dei populismi e la concentrazione del potere economico e dells comunicazione nelle mani di pochi attori
globali mettono in dubbio la capacità della democrazia di rispondere ai
bisogni della collettività. Ciò spinge a ricercare scorciatoie esiziali. Crisi
della democrazia per disconnessione tra élite e cittadini
La democrazia si basa
sull’idea che i governanti rispondano ai bisogni dei cittadini. Tuttavia, in
molte democrazie contemporanee, si è creata una distanza sempre più marcata
tra le élite politiche ed economiche e il popolo: ·
Politiche distanti dai bisogni reali: Le élite spesso sembrano più orientate a seguire
interessi privati, logiche di mercato o politiche globali ai limiti del
dogmatismo, dimenticando le esigenze quotidiane dei cittadini. Questo genera
frustrazione e alienazione, portando molte persone a disinteressarsi della
politica. ·
Astensionismo:
Il calo della partecipazione elettorale è un chiaro segnale di questa crisi.
Quando i cittadini non vedono più nella politica uno strumento efficace per
migliorare le loro vite, smettono di impegnarsi e di votare, accentuando il
divario tra governanti e governati. Questo ciclo vizioso
rafforza l’ascesa di movimenti populisti, che promettono di colmare il vuoto
lasciato dalle élite ma spesso non riescono a fornire soluzioni concrete. Il
rischio è che la democrazia venga svuotata dei suoi principi fondamentali,
riducendosi a un mero processo elettorale senza sostanza. 3) Il futuro: come sarà il prossimo
"Evo"? Quale soluzione per il futuro?
Per evitare che questi due
pilastri crollino definitivamente, sono necessarie riforme radicali in due
direzioni: 1. Ritrovare l'equilibrio tra diritti e
doveri: I diritti
devono essere accompagnati da una responsabilità verso la comunità e il bene
comune. Questo potrebbe richiedere un nuovo contratto sociale che faccia leva
su una maggiore partecipazione civica e su un senso rinnovato di solidarietà. 2. Rinnovare la democrazia: La democrazia ha bisogno di nuove
forme di partecipazione e trasparenza. Strumenti come la democrazia diretta
(referendum, consultazioni popolari) o la democrazia deliberativa (assemblee
cittadine, processi partecipativi) potrebbero riportare i cittadini al centro
del processo decisionale. Gli strumenti tecnologici ci sono. Inoltre, riforme che
limitino il potere delle élite economico-finanziarie e che riducano le
disuguaglianze potrebbero contribuire a ristabilire la fiducia. In sintesi, i diritti
senza doveri e una democrazia senza un legame forte con i cittadini rischiano
di far crollare il sistema. Il futuro dipenderà
dalla nostra capacità di rispondere a queste sfide con nuove forme di
responsabilità civica e partecipazione politica. È comunque difficile
prevedere con certezza quale sarà il prossimo "Evo", ma possiamo
ipotizzare alcune tendenze. Potrebbe emergere un nuovo ordine mondiale basato
su una combinazione di nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale e la
blockchain, che ridefiniranno il concetto di partecipazione politica e la
distribuzione del potere, rendendo possibili forme di partecipazione diretta
e dalle decisioni impositive. Sempre che si riesca a mantenere questi
strumenti nella disponibilità collettiva non siano gestiti da un ristretto
numero di “tecnici”. Possiamo ipotizzare alcune
tendenze: ·
Post-democrazia:
Dovemmo riuscire ad imporre una ridefinizione del concetto di democrazia, con
l’introduzione di nuove forme di partecipazione diretta o decisioni delegate
a sistemi automatizzati. C’è però chi teorizza la possibilità di una
"post-democrazia", dove le istituzioni democratiche esistono solo
formalmente, mentre il potere effettivo viene esercitato da élite economiche
o tecnologiche. ·
Nuovi diritti:
La crisi dei diritti attuali potrebbe portare alla nascita di nuovi diritti,
legati soprattutto alle sfide tecnologiche e ambientali. I diritti digitali,
il diritto alla privacy nell'era dei big data, i diritti legati
all’intelligenza artificiale, e i diritti ambientali potrebbero diventare
centrali. 4) Un nuovo umanesimo?
Alcuni pensano che il
prossimo Evo potrebbe vedere una nuova centralità dell'uomo, ma ridefinita in
termini di connessione olistica con la natura, il pianeta e le altre specie
viventi. Un umanesimo che integri la tecnologia e l’ecologia (controllate
dalla collettività), con un nuovo rispetto per la natura e una rinnovata
attenzione all'etica. I
pericoli: stato etico e autocrazia.
In sintesi, stiamo
sicuramente mettendo in crisi i pilastri moderni della democrazia e dei
diritti, e il futuro potrebbe portare a una ristrutturazione profonda del
nostro modo di vivere e organizzare la società. Tutto ciò purché, in
presenza di una partecipazione allentata e sfilacciata dei
cittadini, non arrivino pigre scorciatoie: stato etico
ed autocrazia. Lo
stato etico.
Infatti, quando i pilastri
della democrazia e dei diritti vacillano, aumenta il rischio che si instauri
un sistema autoritario o uno Stato etico, in cui un'autorità centrale
impone una visione morale o ideologica, eliminando il pluralismo e la libertà
individuale. Il potere politico si arroga il diritto di definire ciò che è
moralmente giusto o sbagliato per l’intera società. Questo tipo di Stato
cerca di indirizzare la vita dei cittadini non solo in ambito politico, ma
anche in quello morale e culturale, imponendo un'idea di bene comune che non
ammette deviazioni. In altri termini, nello
stato etico “peccato” e “reato” tendono a confondersi. Con pericolose
conseguenze: Soppressione del pluralismo: In uno Stato etico, l’autorità assume il ruolo di guida
morale, e non tollera visioni divergenti, perché vengono considerate
pericolose o dannose per il benessere collettivo. Questo porta alla
cancellazione del pluralismo politico, religioso e culturale. Limitazione delle libertà individuali: I diritti individuali vengono
subordinati al bene dello stato così come definito dagli apparati al potere,
eliminando la libertà di scelta personale. Ne deriva che la libertà di
pensiero e di espressione, la libertà di religione e persino la libertà
economica possono essere seriamente limitate. Controllo sociale: Lo Stato etico esercita un forte controllo sulle vite dei cittadini
attraverso strumenti come la sorveglianza, la censura e l’educazione forzata
a determinati valori, spesso giustificando queste misure come necessarie per
il bene comune. Un esempio lampante è la “polizia morale” presente ed attiva
in Iran. L'affermarsi
dell'autocrazia
Un altro rischio che
emerge quando la democrazia fallisce nel rispondere ai bisogni dei cittadini
è l’ascesa di un governo autocratico, dove il potere si concentra nelle mani
di un singolo leader o di un piccolo gruppo di persone. I cittadini possono
essere affascinati dalla velocità delle decisioni, dalla mortificazione della
burocrazia, dal fatto che, in ogni caso, tutta la responsabilità è facilmente
riconducibile ad una persona ò ad un piccolo gruppo di autocrati. L’autocrazia può assumere
varie caratteristiche. - In
ambito collettivo: Populismi autoritari: In molte situazioni di crisi democratica, leader carismatici riescono
a ottenere il sostegno della popolazione promettendo soluzioni rapide e
semplici ai problemi complessi. Spesso questi leader iniziano a erodere le
istituzioni democratiche una volta al potere, concentrando progressivamente
il controllo nelle proprie mani. Erosione delle libertà civili: In un sistema autocratico, le libertà civili vengono
gradualmente ridotte, a partire dalla libertà di stampa, l’indipendenza del
sistema giudiziario, e la libertà di associazione politica. La
giustificazione è spesso la sicurezza nazionale o l’efficienza
amministrativa, ma il risultato è un progressivo restringimento dello spazio
democratico. Centralizzazione del potere: Nelle autocrazie, il potere si concentra vertiginosamente a livello
centrale, marginalizzando il Parlamento, i governi locali e altre istituzioni
rappresentative. Ciò comporta una progressiva eliminazione dei sistemi
di checks and balances (pesi e
contrappesi), con un leader o un gruppo ristretto che prende decisioni senza
dover rispondere a un elettorato o a un sistema giudiziario indipendente. - In
ambito individuale: Ma il vuoto lasciato dalla
crisi della democrazia e dall’indebolimento dei diritti, unito alla
disillusione dei cittadini nei confronti delle istituzioni, crea terreno
fertile a livello personale/individuale per l’affermarsi di queste tendenze
autoritarie: Mancanza di fiducia nelle istituzioni: Quando i cittadini percepiscono che le istituzioni
democratiche non rispondono più alle loro esigenze, si sentono traditi e sono
più propensi a sostenere alternative autoritarie che promettono maggiore
stabilità e sicurezza. Paura e insicurezza:
In tempi di crisi economica, migrazioni, terrorismo o pandemia, i cittadini
tendono a cercare leader forti che possano offrire risposte immediate. Le
autocrazie sfruttano queste paure per rafforzare il proprio potere, spesso
attraverso politiche che limitano le libertà in nome della sicurezza. Debolezza del tessuto sociale: Se i cittadini non si sentono parte di una comunità
solidale e se i loro bisogni non sono riconosciuti, si crea un terreno
fertile per l'affermazione di leader autoritari che promettono di ricostruire
una società unita attraverso il controllo centralizzato. 5) Verso la compiutezza dell’Evo attuale. Come evitare i pericoli
rilevati ?
Rinnovare la democrazia: La democrazia non deve limitarsi a un processo
elettorale formale, ma deve coinvolgere i cittadini in modo costante
attraverso forme di partecipazione diretta e deliberativa. I cittadini devono
sentirsi rappresentati e coinvolti nelle decisioni che riguardano la loro
vita. Promuovere una cultura dei diritti e dei doveri: I diritti e i doveri devono essere
riscoperti come due facce della stessa medaglia. Solo attraverso un
equilibrio tra questi due concetti si può evitare che l'autorità centrale si
appropri del potere con la scusa di “guidare” la società verso il bene comune. Difendere il pluralismo e la diversità: Un sistema politico sano è quello in
cui le differenze vengono rispettate e dove esiste un dialogo continuo tra
diversi gruppi sociali, culturali e politici. La repressione del dissenso e
dell’opinione diversa è il primo passo verso l’autoritarismo. In definitiva, il pericolo
dello Stato etico e dell'autocrazia cresce quando si affievolisce la fiducia
nelle istituzioni democratiche e si perde l'equilibrio tra diritti e doveri.
Il futuro del nostro sistema politico dipenderà dalla capacità di rafforzare
la partecipazione civile e il pluralismo, evitando che il potere si concentri
in poche mani e che la libertà venga sacrificata in nome di una visione
ideologica quasi sacrale e dogmatica imposta dall’alto. Per rispondere
adeguatamente a tutti gli interrogativi ed ai problemi
sollevati, occorrono cittadini colti, consapevoli, critici,
partecipi, in grado di tacitare i gonzi e di ricondurre i due pilastri dei
diritti/doveri e della democrazia in alvei politicamente e socialmente
corretti ed utili. In conclusione, potremmo
avviarci verso il perfezionamento dell’Evo attuale e non ancora in
cammino verso il nuovo. |