HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli (www.mauronovelli.it) Documentazione Documento inserito il 24-11-2008 |
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COVIP - COMMISSIONE DI VIGILANZA SUI FONDI
PENSIONE L’IMPATTO DELLA CRISI DEI MERCATI SUI FONDI PENSIONE: INIZIATIVE DELLA COVIP A TUTELA DEGLI
ISCRITTI E IN MATERIA DI DIFFUSIONE DEI DATI 1) Comunicato stampa 21-11-20082) La previdenza complementare e la crisi finanziaria: proposte e interventi di vigilanza della COVIP; l’andamento dei rendimenti dei fondi pensione; una nuova politica di diffusione dei dati e di attività divulgative sulla previdenza complementare.3) TFR. Principali dati statistici
COMUNICATO STAMPA
Roma, 21 novembre 2008 La COVIP – Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione –
ha intrapreso una serie di azioni volte a fronteggiare gli effetti negativi
che l’attuale crisi finanziaria sta determinando sulle posizioni
previdenziali degli iscritti alla previdenza complementare e a standardizzare
la diffusione dei dati relativi all’andamento del settore. Iniziative COVIP – La COVIP ha recentemente ribadito che i
lavoratori che abbiano maturato i requisiti per il pensionamento o abbiano
anche iniziato a percepire la pensione obbligatoria possono restare iscritti
al fondo pensione - anche senza versare ulteriori contributi -e rimandare
quindi ad altro momento l’uscita dal sistema di previdenza complementare. La
Commissione ha invitato i fondi pensione a rendere noto agli interessati che
possono avvalersi di tale facoltà (v. Orientamenti COVIP del 14
novembre 2008). La Commissione, al fine di valutare con maggiore efficacia
gli effetti che l’attuale situazione sta determinando sulle scelte effettuate
dai fondi pensione, ha avviato una serie di azioni di vigilanza anche
mediante incontri con esponenti delle forme pensionistiche complementari
di maggior rilievo. Oggetto della valutazione sono le politiche di
investimento, le modalità gestionali concretamente sperimentate dai
singoli fondi pensione, anche con riguardo alla gestione e al monitoraggio
del rischio, e le politiche di costo. La COVIP si è fatta inoltre promotrice di una
proposta normativa – ora al vaglio del Ministero del Lavoro - che prevede
l’istituzione di un meccanismo di garanzia destinato a salvaguardare la
posizione accumulata, con riferimento alla porzione di quote riferite al TFR,
di coloro che escono dal sistema, o che già ne siano usciti,
successivamente al 31 agosto 2008. L’intervento avrebbe un orizzonte
temporale limitato ad un anno e riguarderebbe tra i 10 e i 20 mila lavoratori
iscritti. Rendimenti dei fondi pensione – I rendimenti dei fondi
pensione al 31 ottobre 2008 risentono della gravissima crisi che il sistema
finanziario sta attraversando: dall’inizio dell’anno i fondi pensione
negoziali e aperti hanno fatto registrare un rendimento medio complessivo
pari a circa – 8 per cento. Gli andamenti negativi sono più evidenti nei
comparti azionari ai quali aderisce poco più dell’1 per cento degli
iscritti ai fondi negoziali e il 30 per cento degli iscritti ai fondi aperti.
Nell’ambito delle altre categorie di comparti, soltanto
quelle con profili di investimento particolarmente prudenziali, hanno fatto
registrare risultati, in aggregato, di segno positivo. Se si considera come orizzonte temporale di riferimento il
periodo compreso tra il 2003 e la fine del mese di ottobre 2008, il
rendimento medio risulta pari, nel complesso, al 15 per cento. Peraltro, tale
valore si colloca, per la prima volta dalla crisi del 2002,
significativamente al di sotto della rivalutazione del TFR. Per quanto riguarda i PIP, le gestioni di tipo unit linked, che rappresentano
il 40 per cento del volume delle risorse del comparto, hanno fatto registrare
nel complesso nei primi 10 mesi dell’anno un rendimento pari a –21 per cento.
In tale ambito l’andamento delle linee azionarie è stato particolarmente
negativo, con un risultato pari a -31 per cento. Da sottolineare che poiché
la maggior parte dei PIP conformi al D.lgs. 252/2005 è di recente
istituzione, alle linee azionarie fa riferimento un numero di iscritti e,
soprattutto, un ammontare di risorse ancora limitato. Considerando tutte le forme pensionistiche complementari
di nuova istituzione, emerge che, a fronte di quasi 20 miliardi di euro di
patrimonio alla fine del mese di ottobre, il 10 per cento fa riferimento a
linee azionarie; il 40 per cento fa riferimento a linee bilanciate, mentre il
restante 50 per cento è investito in linee obbligazionarie o
garantite. Il quadro generale non è certamente soddisfacente e
proprio per questo la COVIP si è fatta carico dell’iniziativa
legislativa rivolta agli iscritti in uscita dal sistema nella presente
congiuntura cui si è fatto cenno in precedenza. Diffusione dei dati - Riguardo alla diffusione dei dati
relativi ai principali aspetti quantitativi del sistema, la COVIP intende
continuare a svolgere tale attività seguendo, a partire dal prossimo
anno, una cadenza trimestrale. L’attuale congiuntura finanziaria ha
comprensibilmente generato un’attenzione accentuata da parte degli organi di
stampa e dell’opinione pubblica sulla redditività dei fondi pensione;
tuttavia, una eccessiva focalizzazione sugli
andamenti di breve termine mal si concilia con la finalità di lungo
periodo che invece caratterizza il risparmio previdenziale; finalità
che è sempre necessario sottolineare a tutela dei risparmiatori che
devono effettuare scelte il più possibile razionali e al riparo da pur
comprensibili ondate di panico. La previdenza complementare e la
crisi finanziaria: proposte e interventi di vigilanza della COVIP;
l’andamento dei rendimenti dei fondi pensione; una nuova politica di
diffusione dei dati e di attività divulgative sulla previdenza
complementare.
Premessa La crisi del sistema finanziario internazionale ha avuto
evidenti ripercussioni sui rendimenti dei fondi pensione italiani. Dai dati
che pubblichiamo, riferiti al mese di ottobre 2008, emerge che, per la prima
volta dalla crisi del 2002, i rendimenti dei fondi sono significativamente
inferiori alla rivalutazione del TFR. Per tale ragione la COVIP, nei giorni
scorsi, si è fatta portatrice di una proposta di intervento a tutela
di quegli iscritti che si trovino a maturare i requisiti per l’uscita dal
sistema proprio nella presente congiuntura.
In tale contesto, si ritiene inoltre opportuno dare
rinnovata evidenza agli elementi tipici della previdenza complementare per
poter fondare una più stabile convinzione circa l’opportunità
della scelta di partecipazione indipendentemente dalle fasi alterne dei
mercati. Occorre, innanzitutto, ricordare che l’andamento delle
forme pensionistiche complementari, per la loro stessa natura, deve essere
osservato in un orizzonte temporale di lungo termine, nel
quale momenti di turbolenza dei mercati possono considerarsi come
inevitabili. E’, pure, necessario mettere in rilievo come il vantaggio
derivante dalla partecipazione alla previdenza complementare sia
rappresentato per l’aderente da un insieme di fattori, per cui al rendimento
conseguito dal fondo pensione occorre sommare il vantaggio fiscale derivante
da tale partecipazione e il contributo del datore di lavoro, che, laddove
previsto, rappresenta un rilevante incremento del flusso contributivo. Sotto il profilo della salvaguardia del patrimonio del
fondo pensione, è
importante ricordare che i fondi pensione restano titolari
delle risorse e dei valori anche quando sono conferiti in gestione, come nel
caso dei fondi negoziali. Nei fondi aperti e nei PIP sussiste l’obbligo di
distinzione patrimoniale delle risorse e dei valori afferenti al fondo
pensione da quelli della società istitutrice; in tutti i casi, i valori
e le risorse del fondo pensione non possono essere distratti dal fine al
quale sono stati destinati e, pertanto non possono formare oggetto di
esecuzione da parte dei creditori del soggetto istitutore o del gestore anche
in caso di procedura fallimentare. E’, infine, oltremodo importante sottolineare che la
normativa cui sono assoggettati gli investimenti dei fondi pensione,
estremamente rigorosa, ha contribuito efficacemente a prevenire le ricadute
negative sui portafogli dei fondi pensione che avrebbero potuto essere generate da investimenti in
strumenti finanziari alternativi la cui gestione del rischio è
particolarmente complessa. La COVIP è ben consapevole delle attese e delle preoccupazioni degli iscritti alle forme di previdenza complementare da essa vigilate e con questo documento si propone di informarli delle attività che sta svolgendo in queste settimane a salvaguardia dei loro interessi, fornendo al contempo un’adeguata comunicazione istituzionale all’intera pubblica opinione sull’andamento del sistema. 1. Proposte e
interventi di vigilanza In relazione al quadro particolarmente complesso che si
è determinato, la COVIP ha posto in essere una serie di iniziative
volte a fronteggiare gli effetti negativi che l’attuale turbolenza può
determinare sulle posizioni previdenziali degli aderenti. All’indomani della notizia del fallimento della banca
d’affari “Lehman Brothers”,
la COVIP ha condotto una ricognizione dalla quale, così come a suo
tempo avvenuto a seguito della rilevazione effettuata sull’eventuale
esposizione dei fondi pensione italiani ai titoli legati al mercato dei
cosiddetti subprime mortgages, è emersa una
scarsa diffusione di tali strumenti nel sistema della previdenza
complementare. Tra la fine di settembre e l’inizio del mese di ottobre di
quest’anno, la Commissione ha ritenuto opportuno ribadire l’estrema
importanza che tutti i fondi pensione rispettino il principio della
diversificazione, sancito dalla normativa di settore sugli investimenti (D.M.
703/96), che ha consentito e consente di limitare gli impatti negativi sui
patrimoni dei fondi stessi dovuti a crisi di singole entità o di
specifici settori economici. In coincidenza con l’aggravamento della crisi nel mese di
settembre, al fine di consentire ai fondi pensione una maggiore
flessibilità nell’articolazione degli investimenti, la Commissione ha
disposto una generale autorizzazione a superare il limite di detenzione di
liquidità, di regola fissato nella misura del 20 per cento del
patrimonio. Proseguendo nell’analisi dell’impatto degli andamenti
negativi dei mercati sulle scelte operate dai fondi pensione, nell’immediato
e oltre tale orizzonte, la COVIP ha avviato interventi specifici di vigilanza
anche mediante incontri con esponenti delle forme pensionistiche
complementari di maggiore rilievo, concentrando l’attenzione sugli effetti
che l’attuale situazione sta determinando sull’impostazione delle politiche
di investimento, sulle modalità gestionali concretamente sperimentate,
anche con riguardo alle valutazioni circa il sistema di gestione del rischio,
e sulle politiche di costo. L’iniziativa, oltre che ispirata da contingenti
finalità di vigilanza, è altresì funzionale alla individuazione di un metodo di indagine e
approfondimento che sia idoneo a far emergere eventuali situazioni di
particolare criticità presenti nel sistema e consenta comunque di
avviare in questo frangente una organica politica di intervento. Sotto altro aspetto, la Commissione riserva altresì
attenzione, alle strategie di comunicazione che gli operatori stanno ponendo
in essere in questi mesi nella gestione dei rapporti con gli iscritti e alle
eventuali iniziative adottate al fine di accrescere la consapevolezza di
questi ultimi sull’impatto della crisi e le contromisure adottate. E’ stato ritenuto utile emanare specifici orientamenti
interpretativi indirizzati alla situazione di coloro che si trovano oggi
nelle condizioni di poter esercitare il diritto alla prestazione
pensionistica complementare. La COVIP, a tal proposito, ha ribadito che nel nostro
ordinamento di previdenza complementare è consentito ai lavoratori che
abbiano maturato i requisiti per il pensionamento e abbiano anche iniziato a
percepire le prestazioni nel regime di base, di procrastinare il momento di
avvio dell’erogazione delle prestazioni pensionistiche complementari,
mantenendo nel frattempo la posizione individuale presso la forma
pensionistica e conservando, anche senza necessità di prosecuzione
nella contribuzione, la qualifica di iscritto attivo alla forma stessa. Considerata la rilevanza della tematica, la Commissione ha
chiesto a tutte le forme pensionistiche complementari di diffondere i
contenuti di tali orientamenti e di curare con particolare attenzione,
mediante apposite comunicazioni, l’informativa agli iscritti che risultano
prossimi al pensionamento. La Commissione si è fatta promotrice di
un’ulteriore iniziativa, avuto riguardo alle proprie competenze istituzionali
che contemplano la possibilità di formulare al
Ministro del Lavoro proposte di modifiche legislative. La proposta, ora al vaglio del Ministero del Lavoro,
prevede, in un ambito di eccezionalità qual è quello
prefigurato dall’attuale situazione, la possibilità di istituire un
meccanismo di garanzia, destinato ad operare per un arco di tempo
determinato, per la salvaguardia della posizione accumulata da coloro che
siano usciti o escano dal sistema per pensionamento o per riscatto per
prolungata cessazione dell’attività lavorativa successivamente al 31
agosto 2008. L’intervento avrebbe dichiaratamente un obiettivo
temporale limitato (un anno) e assolverebbe all’esigenza
di far sì che coloro che accedono alle predette prestazioni in tale
arco di tempo siano tenuti indenni delle perdite determinatesi in questi mesi
di crisi finanziaria, con riguardo alla porzione di posizione riferibile alle
quote di TFR. Si tratterebbe di una misura che, secondo le stime elaborate, potrebbe riguardare tra i 10 e i 20 mila lavoratori. 2. Gli effetti
della crisi sui rendimenti dei fondi pensione L’aggiornamento statistico, riferito alla fine di ottobre
dell’anno in corso, offre una sintetica illustrazione dei principali aspetti
quantitativi relativi alle forme di previdenza complementare, ed evidenzia
che i risultati di gestione ottenuti riflettono la gravità della crisi
che ha colpito i mercati finanziari: dall’inizio dell’anno il rendimento dei
fondi pensione negoziali e aperti è stato pari, nel complesso, a circa
il –8 per cento. L’incidenza di tali andamenti negativi risulta ancora
più evidente nei comparti azionari, che hanno fatto registrare cadute
di circa il 22 per cento per i fondi pensione negoziali e del 24 per cento
per i fondi pensione aperti. Tuttavia occorre considerare che ai comparti azionari aderivano, alla fine dell’anno passato, poco più
dell’uno per cento degli iscritti ai fondi pensione negoziali e il 30 per
cento degli iscritti ai fondi pensione aperti. Meno penalizzate sono state le altre categorie di
comparti, anche se soltanto per quelle con profili di investimento
particolarmente prudenziali si sono registrati risultati, in aggregato, di
segno positivo. Considerando come orizzonte temporale di riferimento il
periodo compreso tra il 2003 e la fine del mese di ottobre 2008, il
rendimento medio risulta tuttavia ancora positivo e pari,
nel complesso, al 15 per cento. Per quanto concerne i PIP (piani individuali pensionistici
di tipo assicurativo istituiti ai sensi del D.lgs. 252/2005), nel valutare i
rendimenti raggiunti è opportuno ricordare che tali forme, con
riguardo agli investimenti, restano assoggettate alla disciplina assicurativa
e possono essere attuate mediante gestioni sia di ramo I sia di ramo
III. Le gestioni di ramo I presentano una connotazione
tipicamente prudenziale, anche perché sono assistite da una garanzia di
risultato prestata dall’impresa di assicurazione. Le gestioni di ramo III sono attuate tramite contratti di
tipo unit linked il cui
rendimento è collegato a fondi interni ovvero a OICR (non è
invece consentito il ricorso a contratti di tipo index
linked). Alla fine del 2007, il 54 per cento degli iscritti a tali
forme previdenziali aveva scelto una gestione separata di ramo I e il
restante 46 per cento era ricorso a linee di tipo unit
linked. Nel complesso le gestioni di tipo unit
linked dei PIP hanno fatto registrare nei primi 10
mesi dell’anno in corso un rendimento pari a –21 per cento. L’andamento delle
linee azionarie è stato particolarmente negativo, con un risultato
pari a -31 per cento. Tuttavia, poiché la maggior parte dei PIP conformi al
D.lgs. 252/2005 è di recente istituzione, a tali linee fa riferimento
un ammontare di risorse ancora limitato. L’incidenza degli andamenti negativi registrati nel corso
dell’anno risulta, quindi, in parte attenuata dalla ripartizione delle
risorse tra i diversi comparti. Considerando tutte le forme pensionistiche complementari di nuova istituzione, emerge che, a fronte di quasi 20 miliardi di euro di patrimonio alla fine del mese di ottobre, il 10 per cento fa riferimento a linee azionarie; il 40 per cento fa riferimento a linee bilanciate, mentre il restante 50 per cento è investito in linee obbligazionarie o garantite. 3. Nuova politica
di diffusione dei dati e delle notizie sulla previdenza complementare La COVIP, in coerenza col proprio mandato istituzionale,
ha costantemente operato avendo presente che la diffusione delle informazioni
sulla previdenza complementare costituisce un elemento essenziale per gli
operatori, per gli aderenti, o potenziali aderenti, alle forme pensionistiche
complementari nonché per i soggetti a vario titolo interessati ad ottenere una informazione esauriente ed attendibile al riguardo
(centri di ricerca, istituzioni universitarie, organi di informazione). Con l’avvio della riforma della previdenza complementare,
introdotta con il decreto legislativo 252/2005, la COVIP ha condotto un
monitoraggio costante dell’andamento delle adesioni al quale si è
logicamente accompagnata una frequente diffusione delle principali
informazioni riferite al sistema. Tale fase iniziale di implementazione della riforma
è da ritenersi conclusa e il sistema della previdenza complementare
può ora essere osservato seguendo una impostazione
più coerente con la finalità di medio – lungo periodo propria
degli strumenti previdenziali e quindi idonea a porre maggiormente in luce
altri elementi utili alla comprensione delle dinamiche che lo
caratterizzano. L’attuale congiuntura finanziaria ha comprensibilmente
generato un’attenzione particolarmente accentuata degli organi di stampa e
dell’opinione pubblica sulla redditività delle forme di previdenza
complementare. Tuttavia, porre il “focus” sugli andamenti di breve termine
mal si concilia con la menzionata finalità di lungo periodo del risparmio
a fini previdenziali. Una finalità che occorre sia sempre sottolineata
e che, in particolar modo nelle fasi caratterizzate da una
maggiore volatilità dei mercati, è opportuno costituisca il
riferimento per ogni intervento diretto a rafforzare le capacità di
scelta dei risparmiatori. In tale prospettiva, la Commissione reputa opportuno, nel
quadro di trasparenza e obiettività che caratterizza la propria
strategia di comunicazione dei dati, continuare nella diffusione delle
principali informazioni quantitative sul sistema della previdenza
complementare seguendo una cadenza di pubblicazione regolare e secondo uno
standard predefinito. In tal modo, si intende rispondere alla generale
aspettativa di un’informazione adeguata e operare nel solco delle prassi
più evolute tra quelle adottate nel contesto internazionale. Con l’inizio del prossimo anno, pertanto, la diffusione
dei dati sul sito internet (www.covip.it) avrà regolare cadenza
trimestrale e, in tal modo, si andrà ad aggiungere alla Relazione annuale,
documento nel quale, come è noto, sono svolti gli approfondimenti
circa i fenomeni più significativi registrati nel corso dell’anno di
riferimento. Internet rappresenta certamente uno strumento molto
efficace per facilitare all’utente/risparmiatore la conoscenza del settore di
riferimento (banche, assicurazioni, mercato finanziario, previdenza di base,
previdenza complementare ecc.) e consentire l’accesso guidato alle
informazioni utili per orientare nella maniera migliore le scelte dei singoli
individui. E’ per tale motivo che è in corso di realizzazione
la revisione del sito web istituzionale, allo scopo di ampliarne l’ambito
informativo e di far sì che esso non sia indirizzato solamente agli
addetti ai lavori, ma anche alla vasta platea degli utenti del mercato dei
fondi pensione, ivi compresi quelli che per la prima volta si affacciano nel
mondo della previdenza complementare. L’obiettivo che si intende in tal modo perseguire, facendo
ovviamente tesoro anche delle iniziative assunte da altri organismi italiani
ed esteri, è quello di creare un vero e proprio “portale” della
previdenza complementare. TFR. Principali dati statistici Covip
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