HOME   PRIVILEGIA NE IRROGANTO   di  Mauro Novelli          www.mauronovelli.it


DOSSIER “LAICI & CHIERICI”

Torna all’indice mensile 2008

 

ARCHIVIO GENERALE  DEL DOSSIER  

TUTTI I DOSSIER


TARTICOLI DEL 25-30 giugno 2008      #TOP



Report "Laici e chierici"

·                     Indice delle sezioni

·                     Indice degli articoli

·                     Articoli

Indice delle sezioni

Laici e chierici (120)


Indice degli articoli

Sezione principale: Laici e chierici

Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

In manette il rampante Follieri,rischia mezzo secolo di carcere ( da "Secolo XIX, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: ottenendo milioni di dollari da investire a scopo speculativo nell'acquisto di proprietà dismesse dalla Chiesa Cattolica in bancarotta per lo scandalo dei preti pedofili. Follieri avrebbe fatto credere ai suoi interlocutori che la Santa Sede lo aveva ufficialmente nominato "chief financial officer" e che ogni volta che andava a Roma veniva ricevuto in udienza dal Papa.

Il faccendiere che sedusse manhattan in manette l'italiano amico dei clinton - mario calabresi ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: in questo caso però non si trattava di beni antichi ma delle proprietà della Chiesa cattolica negli Stati Uniti di cui Follieri millantava di essere il rappresentante. E non stupisce che il primo ad avere sospetti sia stato proprio un italoamericano: Andrew Cuomo, procuratore generale di New York, che da mesi lo aveva messo nel mirino.

L'eros da pasolini al family day - maria pia fusco roma ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: e colori è più vicina agli episcopali americani che ai raduni cattolici tradizionali. Tutto è cominciato con lo sdoganamento dei gruppi cattolici insofferenti delle gerarchie ecclesiastiche operato da papa Wojtyla, che con il suo carisma se n'è riappropriato. Oggi si saldano con un laicismo popolare molto diffuso".

Candiolo, grande stevens alla presidenza ma allegra agnelli preferirebbe gabotto - sara strippoli ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: A sponsorizzarlo sarebbe la corrente laica della ex-Margherita, in particolare il vicepresidente della Regione Paolo Peveraro. Il fronte dei cattolici del partito, quello che con molti distinguo riunisce il vicecapogruppo regionale Stefano Lepri, l'onorevole Marco Calgaro e il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio mette invece sul piatto il nome di Angelo Pera,

Tecnico e abusivo a cattolica eraclea ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Palermo La curiosità Tecnico e abusivo a Cattolica Eraclea SCIACCA - Era per tutti un integerrimo impiegato all'ufficio tecnico del Comune di Cattolica Eraclea, ma anche un abusivo. I carabinieri hanno messo i sigilli alla villetta che A.P., 36 anni, aveva quasi finito di realizzare in contrada Capo, uno dei luoghi più suggestivi della provincia.

Il richiamo dei protestanti sulla lotta alla mafia - augusto cavadi ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: ma anche ai cattolici e, più ampiamente, a tutti i concittadini di qualsiasi orientamento ideale. Esse manifestano essenzialmente una preoccupazione di ordine squisitamente civile: "Lo Stato, le formazioni politiche, le agenzie culturali non sempre sostengono con trasparenza e decisione i principi della convivenza,

È in calo l'occupazione delle donne - luca de vito ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: docente di Diritto del lavoro alla Cattolica - . C'è stato un capovolgimento: sono standard le occupazioni flessibili ed eccezionali quelle stabili". Negativo il trend per l'occupazione femminile. Dalla ricerca emergono infatti, oltre alla riduzione del numero di assunzioni, altri due elementi significativi.

"bella chiesa nonostante le ombre" - maria cristina carratu ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: i cristiani laici, e tutta "la gente" incontrata in questi anni, i tanti, insomma, che, ha detto, "disegnano nella mia memoria l'immagine della chiesa e del popolo fiorentino, bella nonostante le ombre che non mancano mai nelle cose umane", così come i cristiani sono membra del corpo di Cristo "malgrado i loro limiti,

Gli interrogativi globali dei due cardinali e l'imbarazzo della politica - giovanni de plato ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Caffarra con lo stesso approccio invita i cattolici e i laici alla riflessione per ritrovare quei valori che permettono di "stare dentro la realtà". Questo loro alto e profondo attaccamento alla storia, alle radici e alla bellezza di questa città, è sperabile che sia stato colto dalle autorità e dai cittadini di Bologna.

Gli interrogativi dei due cardinali - giovanni de plato ( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Perché i problemi sollevati dai due Cardinali sono drammaticamente veri e richiedono misure urgenti lungo una linea di valori da condividere. Da questa cruna sono obbligati a passare i democratici se vogliono rilanciare il dialogo tra laici e cattolici per costruire un futuro finalizzato a sconfiggere i particolarismi e gli egoismi.

Quel frate così heavy metal ( da "Unita, L'" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: ma temi di fede che hanno a che fare con la vita e vissuti musicalmente in chiave laica". A luglio uscirà nei negozi il suo quindicesimo disco, Misteri, in cui canta "di sesso, di fede, dell'Uomo, di Dio, della vita, di Bacco e Tabacco e di Maria". L'idea del disco nasce da una canzone calabrese, Regina putentissima, cantata da 200 donne su Maria.

Italia Oggi: no a ebrei nei viaggi papali per il Tg1 ( da "Unita, L'" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Genah non è certo un cattolico, visto che è di religione ebraica". Questa frase, sbagliata, l'ha scritta ieri Italia Oggi riguardo al Tg1. Replica il direttore del Tg1 Riotta: "Un'affermazione assai grave. L'idea che un cittadino italiano di religione ebraica non possa occuparsi di questo o quel tema è aberrante.

L'Anpi aderisce al Pride nazionale ( da "Manifesto, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Tra le risposte laiche del Pride all'impossibilità di dialogo evidenziata dalle parole della Curia c'è la madrina della manifestazione. Sarà infatti una donna profondamente laica e una scienziata, l'astrofisica Margherita Hack, a benedire l'evento con un video messaggio che sarà proiettato su maxi schermo.

Si può essere matricole senza rischiare troppo ( da "Tempo, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Fabio Urbani Non di rado assumeva aspetti triviali e a evitarlo noi della Federazione Universitaria Cattolica anticipavamo i battesimi con. .. certificati arditi quanto bastava. La frase più spinta (che tempi!) era: "matricola quasi merda putatur". Tra i riti era previsto anche un bagno in una fontana (spesso quella di Piazza Farnese, dinanzi all'ambasciata francese).

Tg1-Italia Oggi, polemica sul <giornalista ebreo> ( da "Corriere della Sera" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Genah non è certo un cattolico, visto che è di religione ebraica". Ciò che ha scritto ieri il quotidiano Italia Oggi non poteva passare inosservato. La prima reazione è arrivata dal direttore del Tg1, Gianni Riotta (foto in alto): "Si tratta di un'affermazione assai grave, e viene da sperare piuttosto che si tratti di una caduta di stile.

La Bonino: a 60 anni mi sono innamorata ( da "Corriere della Sera" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ma evidentemente il mio stereotipo è quello di una Santa Maria Teresa di Calcutta laica. Eppure...". Eppure la leader del partito di Marco Pannella spiega di aver preso anche due bambine in affidamento. "Ma gli stereotipi sono duri a morire. E così è anche per Marco Pannella: le domande del mio rapporto con lui le rivolgono solamente a me".

Il Pride nazionale: un paese all'altezza della Costituzione. Aderisce l'Anpi ( da "Liberazione" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: intrecciato con le religioni sul rapporto tra stato e chiese, coinvolgendo in iniziative pubbliche quella valdese e le comunità cattoliche di base, che hanno mostrato di essere più aperte al dialogo delle gerarchie cattoliche. La laicità è una delle parole d'ordine del movimento Lgbt italiano, che non si sostanzia in una chiusura aprioristica e ideologica né nei confronti dei credenti -

È di Tiziano la <Maddalena> dell'Ambrosiana ( da "Corriere della Sera" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Università Cattolica) di restaurare un quadro anonimo della Pinacoteca Ambrosiana, declassato da anni sotto la dicitura "bottega di Tiziano ". Di solito i restauri puntano sulle opere celebri affinché il denaro investito si trasformi in visibilità e questo spiega perché su certi capolavori ci sia addirittura un accanimento conservativo.

1980, addio alla Bonolis L'angelo dei più deboli ( da "Corriere della Sera" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: le suore di via Lanzone per diventare presto responsabile del gruppo femminile dell'Azione Cattolica. Si conquista la licenza commerciale e comincia a lavorare. I sacrifici non la spaventano. Poi il diploma liceale, ottenuto frequentando le scuole serali, e il 24 novembre del 1944 la laurea in Filosofia alla Cattolica. Si iscriverà anche a Medicina, ma non arriverà al traguardo.

"Non sparate su Alfieri altri minacciano il welfare" ( da "Stampa, La" del 25-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Laicita'

Abstract: il collega cattolico Marco Borgione che cura gli anziani e, in parte, gli stranieri e Roberto Tricarico, pidiellino, sulle cui spalle pesano le case popolari. "Piuttosto - dice Saragnese - ci sarebbe da dare un'occhiata ai costi di tante infrastrutture lasciateci dai Giochi: stupende finché si vuole ma che hanno costi di manutenzione stratosferici"

Il nodo Prosperini fa slittare il rimpasto ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: ala laica preferirebbe un altro nome (in corsa Stefano Maullu). Gli azzurri non hanno rinunciato alla possibilità di esprimere il presidente del consiglio e per questo c'è chi preferirebbe un vicepresidente della giunta leghista. La Lega, però, non ritiene attraente il ruolo di numero due di Formigoni, che rischia di essere un incarico più di forma che di sostanza.

Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

<Io, omosessuale e di destra Solo la sinistra mi discrimina> ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: di Paola Setti da Milano Per dirla come la dice lui: "C'è qualcosa di peggio che esser gay in un Paese cattolico. Ed è essere di destra in un Paese in cui la cultura e il movimentismo sono appannaggio della sinistra". Era in viaggio per Lubiana, sabato scorso: gli organizzatori del Gay pride sloveno lo hanno poco gentilmente invitato a tornarsene a casa.

L'autunno caldo di Walter. Dì la tua ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

Così le tecnologie ci cambiano la vita Dì la tua ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

La Sapienza e il rito dell'intolleranza ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

Metamorfosi ex feudo dei cattolici democratici, oggi risente dell'influenza di bertone ( da "Riformista, Il" del 25-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Laicita'

Abstract: non sono come La Civiltà Cattolica le cui bozze sono visionate prima della pubblicazione dalla segreteria di Stato vaticana. Eppure, a conti fatti, la sbandata degli ultimi mesi in favore di una linea intransigente con tutti sui valori, suona come un tentativo di svoltare verso la linea papale mai registratosi in precedenza.

Arrestato Follieri, ex della Hathaway ( da "Voce d'Italia, La" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: usato il millantato credito presso la Santa Sede per ottenere proprietà della Chiesa cattolica americana a prezzo scontato rispetto al reale valore di mercato. Giunto a New York si era presentato come emissario della Chiesa cattolica, grazie alla consulenza di Andrea Sodano, nipote dell'allora segretario di Stato vaticano. La Santa Sede ha però negato qualsiasi rapporto con lui.

Il bivio di monsignor Fellay ( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? ( da "Giornale.it, Il" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

Chiese, sinagoghe e moschee così scelgono tra Obama e McCain ( da "Unita, L'" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: primo e unico presidente cattolico degli Stati Uniti, si è stemperato negli anni di Reagan con un progressivo spostamento a destra. Gli storici ricordano inoltre che Kennedy non mise mai in primo piano la propria fede. E per meglio spiegare come ha gestito il rapporto tra religione e politica, hanno coniato l'espressione "cattolico per caso".

I cattolici integralisti conquistano il Centro sperimentale. Alberoni dux ( da "Liberazione" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Per fortuna i produttori alzano la testa I cattolici integralisti conquistano il Centro sperimentale. Alberoni dux Suitcase Torna a San Siro, il Boss, dopo che nel 1985, vi fece uno dei suoi concerti più belli. Lo ha detto lui. Torna con la sua storica band, la E Street, ma senza il tastierista, Danny Federici, che è morto pochi mesi fa.

I discorsi dei politici: da <libera Chiesa in libero Stato> al predellino ( da "Corriere della Sera" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Il ritorno dei cattolici in politica (Don Sturzo, 14 giugno 1919: "è superfluo dire perché non ci siamo chiamati Partito cattolico: i due termini sono antitetici; il cattolicesimo è religione, è universalità; il partito è politica, è divisione"), Bordiga e la nascita del Pci, il "bivacco" di Mussolini.

PIO XI E GANDHI ( da "Corriere della Sera" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: vi fu in effetti una certa tensione fra lo Stato e la Chiesa per la politica che il regime stava adottando, a scapito dell'Azione Cattolica, verso le organizzazioni giovanili. Il 29 giugno apparve su questo tema l'enciclica papale "Non abbiamo bisogno ". Forse Gandhi scelse il momento in cui era difficile essere egualmente graditi al Papa e al Duce.

Per il torinese non autoctono ma d'importazione, la prima notte di San Giovanni illuminata dai ( da "Stampa, La" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Illumina, ma è tutt'altro che illuminista. Anzi, dei circenses popolari è quello più tipicamente barocco. Infatti ci si dedicarono, senza nessuna remora o preoccupazione di consegnare all'eternità la loro opera, sommi geni come Bernini o Händel.

I settantamila di San Siro scelgono i brani dello show ( da "Giornale.it, Il" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: qualcuno improvvisato come None but the brave e Hungry heart chiesti, anzi implorati dai cartelli delle prime file, insomma una comunione di quasi tre ore tra settantamila persone e il loro confessore laico, sincero, ineguagliabile (e accidenti che fisico, a 59 anni). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Faretti e luci per illuminare le opere d'arte ( da "Giornale.it, Il" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: 26 pagina 8 Faretti e luci per illuminare le opere d'arte di Redazione Sono tre i monumenti da restaurare all'interno del Duomo: l'altare della Presentazione di Agostino Busti, detto il Bambaia, il monumento funebre di Gian Giacomo Medici di Leone Leoni e l'altare di San Giuseppe di Pellegrino Pellegrini, con la pala che raffigura lo sposalizio della Vergine di Enea Salmeggia.

Storico asilo Ferrando non andrà in vacanza ( da "Stampa, La" del 26-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Per anni l'asilo è stato gestito grazie alla preziosa opera delle suore, ma poi si è visto costretto ad utilizzare solo personale laico. Quindi sono venuti a liberarsi i locali utilizzati dalle religiose al piano superiore, che ora sono stati trasformati in un attrezzato laboratorio odontotecnico.

Comincio dalla dedica ( da "Unita, L'" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: laica e liberale e illuminata, quella che ha contribuito a ricostruire l'Italia del secondo dopoguerra. È un giornalista "sui-generis", ha fondato giornali importanti, è stato maestro di tanti altri giornalisti italiani ed europei, ha sferzato la classe politica, denunciandone i limiti e le meschinità,

Aborto, il buio oltre la legge ( da "Unita, L'" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: alta lezione di etica laica. E, soprattutto, un metodo per cercare di affrontare senza superbia uno dei temi più delicati che turbano e dividono la nostra società multietica. L'aborto, ricorda Flamigni, è un "destino doloroso" che da sempre accompagna le donne (molte donne) nel loro percorso di vita: un'"ombra nera" che talvolta le uccide e sempre la angoscia.

Csm boccia la salvapremier Mancino nel mirino Pdl ( da "Unita, L'" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: quello del laico di Fi Michele Saponara) la bozza di parere redatta dai relatori Fabio Roia e Livio Pepino che contiene giudizi molto severi sulla costituzionalità delle norme blocca processi contenute del testo di conversione del decreto sicurezza. Nove pagine in cui si contesta alle nuove norme il "mancato rispetto" dell'articolo 111 della Costituzione,

Oggi il via libera al lodo alfano immunità per quattro presidenti - liana milella ( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: dei laici del centrosinistra, di Bergamo dell'Udc. Contrari solo Anedda (An) e Saponara. Ma il parere, che ribadisce come la sospensione, "incongrua, casuale e arbitraria", violi i principi costituzionali dell'obbligatorietà dell'azione penale e della ragionevole durata del processo e presenti "profili di grave irragionevolezza"

"il papa venga in comune" sì in consiglio con 2 contrari ( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: assise laica e politica - dice Quadrana - deve prevalere il dialogo politico e non religioso". "Da cattolica praticante - dice Gemma Azuni del gruppo Misto, assente in aula al momento del voto - ho ravvisato una non urgenza ad invitare il Papa. Considero più importante che il consiglio lavori su temi quali il disagio sociale".

"rivoluzione pastorale per salvare la città malata" ( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: lucida relazione con cui spinge alla mobilitazione gli stati generali della Diocesi di Napoli, chiudendo la tre giorni di dialogo e studi convocata a Serino. In sintesi, Sepe chiede ai parroci, ai laici e ai volontari una ancora maggiore e più profonda attività. Li spinge ad offrire risposte concrete, come servizi (quelli che spesso le istituzioni pubbliche non riescono a fornire)

Pirellone, arriva il rimpasto in giunta neppure una donna - andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Un governo maschio al cento per cento che ha già violato le disposizioni del nuovo Statuto". Il rimpasto ha provocato qualche mal di pancia anche dentro Forza Italia. La componente laica vicina al coordinatore regionale Guido Podestà ha provato a mettere in discussione l'assessore lombardo all'Ambiente azzurro Marco Pagnoncelli.

Pd tra pluralismo e disfacimento ( da "Riformista, Il" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: laicità positiva" che scongiuri una frattura tra laici e cattolici sulle scelte da compiere intorno a questi nodi di fondo. Ecco il terreno su cui si decide il futuro del Pd. Confesso di non avvertire, allo stato, consapevolezza della portata di un tale compito mentre vedo prevalere la tendenza ad un pragmatismo del giorno per giorno.

Parere il compromesso con il quirinale ( da "Riformista, Il" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: laico messo lì da Forza Italia, due anni fa. È probabile quindi che la commissione abbia varato un testo dove non esiste la parola incostituzionale. Del resto lo stesso presidente Mancino ha sempre parlato di "irragionevolezza" della norma. Un modo indiretto di puntare alla non costituzionalità, visto che "l'irragionevolezza è uno dei parametri di valutazione della costituzionalità

Rodolfo Lorenzoni Si conclude oggi ( da "Tempo, Il" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: ventennio ha rappresentato il volto della Chiesa Cattolica italiana grazie alle sue indiscusse doti di pastore e di comunicatore. Non sarà facile, il compito affidato a Vallini direttamente da Benedetto XVI. La diocesi di Roma è notoriamente tra le più complesse da gestire, con le sue 330 parrocchie (molte delle quali eleggono a nume tutelare un cardinale) e con il suo nutrito clero.

Salva-premier, primo no. Il Pdl contro Mancino ( da "Manifesto, Il" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: quello del membro laico di Forza Italia Michele Saponara. Il parere definitivo dei magistrati arriverà la prossima settimana, forse già martedì 1 luglio, quand'è convocata una riunione straordinaria del plenum con all'ordine del giorno quest'unico punto. Come anticipato ieri anche dal manifesto, al testo proposto dai relatori Livio Pepino (

Il Comune invita Ratzinger, che domani riceve il sindaco ( da "Corriere della Sera" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: assise laica e politica - ha aggiunto Gianluca Quadrana - deve prevalere il dialogo politico e non religioso". Esprimono la loro soddisfazione, invece, il firmatario della mozione, Dario Rossin, perché la visita "sarà una data fondamentale nella vita politica di Roma" e il vicesindaco Mauro Cutrufo: "è doveroso questo invito in Campidoglio -

Anubi D'Avossa Lussurgiu Oramai si balla sul filo del conflitto fra poteri dello Stato: così si ripresenta, sotto il Berlusconi IV, il leit-motiv del rapporto fra esecutivo politic ( da "Liberazione" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: laico" di Forza Italia, Michele Saponara, ha approvato senza modifiche sostanziali la bozza di parere formulata da Livio Pepino (per Magistratura democratica) e da Fabio Roia (per Unicost). Vi si indica l'incostituzionalità della norma per "mancato rispetto" dell'articolo 111 della Carta, quello sulla "ragionevole durata"

<Come ripartire? Salviamo Napoli dal caos rifiuti> ( da "Corriere della Sera" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Il professore Luigi Campiglio dell'università Cattolica, componente del-l'IReR e del Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, non è sorpreso dai risultati della ricerca. Anche se non nasconde la preoccupazione. L'ottimismo è un atteggiamento psicologico ma non può essere "etereo".

Il sociologo ( da "Corriere della Sera" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2008-06-27 num: - pag: 11 categoria: BREVI Il sociologo Luigi Campiglio è pro-rettore presso l'Università Cattolica di Milano. Fra i suoi libri "Tredici idee per ragionare di economia" e "Il costo del vivere", ambedue pubblicati presso il Mulino.

L'idea di biopolitica, coniata da Michel Foucault in alcuni corsi al Collège de France della fine degli anni Settanta, designa oggi, nel dibattito filosofico-politico, i diversi ca ( da "Liberazione" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: l'attore più potente in campo biopolitico è oggi la Chiesa cattolica, che esercita, legittimamente o no, la pretesa di governare in ogni campo le espressioni della vita. Ma, in generale, "come vivere" (e ovviamente come morire) è la posta in gioco nel conflitto tra destra e sinistra, laici e cattolici eccetera.

Non sarà facile neanche per questo governo riuscire a gerarchizzare la scuola! ( da "Liberazione" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: da voi cattolici, prevede una speciale attenzione da parte del pastore? Le hanno mai detto che questo compito di recupero, con tutti i limiti, ha cercato di svolgerlo quella scuola laica nata dalla Costituzione repubblicana? Sicuramente l'avranno informata che abbiamo una spesa per l'istruzione e la ricerca inferiore di due punti,

Esordio ok per il primo talk show sull'anima, "Il cielo e la terra" <La spiritualità è una cosa seria, non lasciamola al Prozac> ( da "Liberazione" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: religiosi che si ancorano ad una forte laicità materiale, una manna per la fede dell'italiano medio? Abbiamo chiesto ad ognuno di loro di vestirsi come volevano, non abbiamo costumisti di scena. L'imam come il rabbino hanno il loro copricapo tipico, il monaco buddista e il monsignore si caratterizzano con abiti riconoscibili, il pastore Garrone è venuto così come si veste tutti i giorni.

Madeleine Fontaine & C ( da "Giornale.it, Il" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: nel 1793 confiscò i beni delle suore e impose un direttore laico alla loro scuola. Le suore dovettero indossare abiti civili. Ma il peggio doveva ancora venire, perché era quello il periodo che fu poi chiamato dagli storici "il Terrore". La superiora, la settantunenne madre Madeleine Fontaine, fece fuggire in Belgio, travestite, le suore più giovani.

Nella stanza dell'analisi - luciana sica ( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: profondamente laico nei confronti del mondo e del sapere psicoanalitico che coltiva con la statura indiscussa del teorico e la riconosciuta amabilità del terapeuta: sul piano delle idee come sul terreno impervio della pratica clinica. Da sempre, per lui - che ha di recente compiuto ottantaquattro anni - sembrano non esistere amici e avversari,

Agenda religioni ( da "Stampa, La" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: AZIONE CATTOLICA, UN CAMPO ESTIVO Da giovedì 3 luglio fino a domenica 6, il Settore Adulti dell'Azione Cattolica di Torino organizza un campo estivo a Valtournanche (Valle d'Aosta) nella Villa del Seminario. Il titolo è "Non ci ardeva forse il cuore?

<Con gli ortodossi clima nuovo Per il Papa Mosca è più vicina> ( da "Giornale.it, Il" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Gli ortodossi hanno accusato i cattolici di voler fare "proselitismo". Lei come risponde? "Il proselitismo è estraneo alla Chiesa cattolica e se ci fossero stati degli episodi andrebbero ascritti alla limitatezza di chi li ha compiuti. Il proselitismo comincia dove finisce la missione.

Cattive notizie da Econe ( da "Giornale.it, Il" del 27-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

Come invidiole orgogliosecertezzedi una socialista ( da "Secolo XIX, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: nella necessità di un rinnovato partito socialista italiano laico, liberale, promotore di uno sviluppo ecosostenibile. Faccio parte di quei socialisti presi a pesci in faccia da Veltroni, che con la sua grande intelligenza e preveggenza politica e con la "fola" del voto utile ha ridato in mano il Paese alla destra.

Gran bretagna, il sorpasso dei celibi ( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: sebbene più evidente in un paese largamente laico come il Regno Unito, riflette probabilmente un mutamento simile anche nel resto d'Europa. E' l'Ufficio Nazionale di Statistica a dare l'annuncio. Nel 2005, il 50,2% della popolazione di Inghilterra e Galles era sposato. Nel 2006, l'ultimo anno di cui sono disponibili i dati, si sono celebrati 236.

Navi in bottiglia - gabriele romagnoli ( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Alla fine il gesto più laico e sano è stato quello di Cofferati Sergio, sindaco di Bologna, che non si è presentato allo stadio nel giorno in cui la squadra ritornava in serie A. L'hanno sommerso di critiche per questo, ma almeno è stato sincero, poco ruffiano e soprattutto consapevole: del fatto che il lunedì seguente a Bologna ci sarebbero stati gli stessi problemi di prima.

Roma, vallini nuovo cardinale vicario - orazio la rocca ( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: sacerdoti e laici", definendoli "una bellissima compagnia che porterò sempre nel cuore". Il cardinale Vallini "è stato da me scelto per le sue doti pastorali ed umane", ha spiegato Ratzinger. Vallini - nativo di Poli, in provincia di Roma - è stato vescovo ausiliare di Napoli, vescovo di Albano e cardinale presidente del Supremo Tribunale della Signatura apostolica della S.

Genetica e pregiudizi bipartisan ( da "Unita, L'" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: che è Associazione apartitica impegnata a sviluppare la riflessione bioetica in prospettiva laica, vuole offrire uno spunto di dibattito su un tema cruciale. Quella esposta non è la posizione "ufficiale", ma uno stimolo al dibattito, che ci auguriamo possa continuare ed avere copiosi frutti. Presidente della Consulta di Bioetica Onlus.

Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con la Consulta di Bioetica Onlus, assoc ( da "Unita, L'" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: stata realizzata in collaborazione con la Consulta di Bioetica Onlus, associazione culturale che promuove la bioetica in prospettiva laica. Per informazioni: www.consultadibioetica.org o chiamare il numero 0258300423. Come onlus può ricevere donazioni ed essere destinataria del 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi basta mettere la firma nello spazio riservato alle onlus

Mosca: non prendo impronte ai bambini Le dichiarazioni del prefetto al master degli studenti di Roma Tre. Il censimento dei campi serve a trovare soluzioni condivise. Inutili gli s ( da "Unita, L'" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Plaudono invece le associazioni cattoliche e laiche che da anni si occupano di rom. "Il prefetto ha detto cose di buon senso - spiega Mario Marazziti della Comunità di Sant'Egidio - Speriamo che l'ipotesi delle impronte digitali venga accantonata anche nel resto del Paese. Altrimenti sarebbe l'inizio di pratiche discriminatorie".

Pensando alla Grande Guerra una maratona di musica per la pace ( da "Unita, L'" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: e che ha compiuto nelle scorse settimane insieme a un laico come il matematico Piergiorgio Odifreddi. Questo scambio, invece, avverrà ora sulle onde radio, una sorta di pellegrinaggio per la pace via etere, reso possibile dal coinvolgimento delle radio e dei musicisti della Repubblica Ceca, dell'Austria, dell'Ungheria, della Germania, della Francia, del Canada,

Schedature e immunità Se questo è un Paese normale ( da "Unita, L'" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: la cui persona è considerata sacra ed inviolabile - in quanto capo della Chiesa Cattolica. Se le Camere dovessero varare il disegno di legge illustrato ieri dal ministro Alfano, gli esiti del processo Mills - e non solo - verrebbero depotenziati. Il premier, tra l'altro, non avrebbe "l'obbligo giuridico di dimettersi in caso di condanna".

Cardinal Vallini, un pastore a San Giovanni in Laterano ( da "Unita, L'" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: confrontarsi con la società e con la cultura laica sul tema dei valori. Il Ruini "politico" continuerà a farsi sentire. Al centro dell'impegno del suo successore, cardinale Vallini, ci sarà l'"emergenza educativa". Senza dimenticare la solidarietà, in particolare verso gli immigrati. "Ci sono molte persone in difficoltà - afferma al Tg1 - che arrivano in Italia o che sono italiane oggi,

L'orgoglio omosessuale sfila a Bologna Oggi il Gay Pride nazionale. Il sindaco Cofferati riceve gli organizzatori ( da "Unita, L'" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: "Parità, dignità, laicità", le parole d'ordine del corteo che partirà alle 14 da sotto le Due Torri, per poi unirsi ai carri colorati. Volutamente assente qualsiasi invito alla "sobrietà", chiariscono gli organizzatori in polemica con chi l'ha invocata "da mille pulpiti".

Incontri sulla ragione perduta ( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: che sulla base del recente libro di Maltese "La Questua", discuteranno del rapporto tra Stato laico e Chiesa cattolica. Seguiranno serate con ospiti Monsignor Bettazzi, Francesco Remotti, Edoardo Boncinelli. Il 9 luglio con la serata "Il treno dell'ultima notte, viaggio nel cuore del Novecento" sarà a Bologna la scrittrice Dacia Maraini.

Gran Casinò Madonnina: aprono 60 sale giochi ( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: ragazza 20enne russa che vorrebbe avviare una sala giochi vicino all'università Cattolica. Per conto di chi non è dato saperlo. Tra gli aspiranti "croupier" ci sono tantissimi stranieri, la maggior parte cinesi: non solo in zona Paolo Sarpi, dove in realtà è stata registrata una sola richiesta e per giunta non di un cittadino asiatico, ma soprattutto nelle periferie più profonde.

Un drink al "clero club", il bar letterario gestito dai preti - claudia brunetto tano gullo ( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: è lì che ieri sera a Palermo, è stato inaugurato il "Clero club", un caffè letterario gestito dai preti. E tanto per restare in tema di santità il locale è proprio attaccato alla chiesa di Maria Santissima della Lettera. Uno spazio polifunzionale aperto a cattolici, laici e perfino agli atei, senza veti, né limitazioni.

Bindi: "walter non è per sempre ma il congresso ora non serve" - goffredo de marchis ( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Da oggi lei partecipa al seminario di Argomenti 2000 sulla laicità. Il confronto tra laici e cattolici nel Pd a che punto è? "Il Partito democratico è un incontro tra tante culture. Da cattolica dico che chi rivendica solo una presenza identitaria ha sbagliato casa, perché la nostra unica identità è quella di democratici.

Contro - benedetta craveri ( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: ortodossia del mondo cattolico. Non si trattava soltanto di bloccare l'importazione delle opere dei pensatori riformati o sequestrare dalle biblioteche pubbliche e private i libri che si erano rivelati pericolosi, a cominciare dalle traduzioni dei testi sacri in lingua volgare che, consentendo ai lettori comuni una conoscenza diretta delle scritture,

Ora il Pd guarda di qua ( da "Manifesto, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: dal rigore e il senso dello stato della migliore borghesia laica". E' la descrizione, per titoli, del blocco sociale progressivo-ulivista che ha portato per due volte il centrosinistra al governo. Quell'alleanza della cui distruzione Veltroni è stato il profeta, con corollario di disastrosa sconfitta elettorale.

Hannah, Elfride e Martin ( da "Manifesto, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Elfride Petri è una giovane protestante, lui è cattolico, doveva prendere gli ordini ma ha lasciato la teologia per la filosofia. E' un problema per le relative famiglie, per cui l'anno dopo si sposano civilmente, con rito cattolico e con rito protestante, tre volte di seguito, nelle polemiche assenze di parte dei congiunti.

Reliquie e politica nell'Italia dell'Ottocento ( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: 2008-06-28 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il volume Reliquie e politica nell'Italia dell'Ottocento Il saggio di Dino Mengozzi su Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 Caprera, 2 giugno 1882) si intitola Garibaldi taumaturgo. Reliquie laiche e politica nell'Ottocento ed è edito da Piero Lacaita (pagine 250, e 18).

Petrarca, la Francia batte l'Italia ( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Petrarca del centenario" (Giuseppe Frasso della Cattolica di Milano ci ha confidato, tra l'altro, che qui uscirà presto il Canzoniere, da lui curato con Rosanna Bettarini) i francesi hanno intenzione di intensificare le pubblicazioni. Lo scopo è chiaro: diventare un nuovo punto di riferimento, grazie all'eventuale messa in rete.

Il corpo di Garibaldi ( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: laica provò a crescere non soltanto attraverso una contrapposizione frontale con l'Italia cattolica, ma anche attraverso l'imitazione strategica dell'avversario. Inseguendo la Chiesa sul suo stesso terreno. Perseguendo una "religione civile", cioè un assieme di precetti, liturgie, rituali, destinati a trasformare venti milioni di contadini cattolici in altrettanti milioni di cittadini

Notizie in 2 minuti ( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Il quadro finanziario è fragile" Cultura Garibaldi, eroe laico Dopo l'unità, l'Italia laica provò a crescere contrapponendosi all'Italia cattolica per trasformare venti milioni di contadini cattolici in altrettanti cittadini italiani. Mal si prestava Giuseppe Mazzini, nemico della monarchia; molto più adatto Giuseppe Garibaldi.

Da Leonardo a Carrà: così nacque la città d'arte ( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Università Cattolica. O il Brunelleschi che, qualche decennio prima, studiò la fortificazione del Castello. Un marchigiano e un fiorentino alla corte degli Sforza. Non gli unici: un piemontese come Ambrogio da Fossano, il Bergognone, amava definirsi "mediolanensis" mentre dipingeva (all'inizio del '500) l'abside di San Simpliciano,

Csm assolta per le intercettazioni unipol ( da "Riformista, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: vicepresidente il laico Pdl Michele Saponara) era nato da un esposto della Procura Generale della Cassazione che accusava il gip milanese di avere usato "accenti suggestivi e denigratori" in un "abnorme e non richiesto giudizio anticipato", e quindi si rendeva colpevole di violazione degli obblighi di "imparzialità, correttezza ed equilibrio"

Mascherati siete voi ( da "Liberazione" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: assediato da una presa di coscienza laica, e in cui la persecuzione legislativa diminuisce sotto la pressione dei codici civili, l'omosessualità e il lesbismo cominciano ad essere "nominati" e banditi dalla nuova religione ottocentesca - la scienza - allo scopo di medicalizzarli, classificandoli come stati patologici per reprimerli e scoraggiarli".

Scuola, l'assunzione del mercato come paradigma regolatore del funzionamento dell'istruzione ( da "Liberazione" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: libera e laica dei cittadini. C'è qualcosa di più ideologico? Il punto, semmai, è se l'egemonia culturale e politica che la destra riesce ad esprimere sia tale da rendere maturi i tempi per un attacco a fondo al sistema pubblico d'istruzione, dalla scuola all'università, che non debba scontare un forte movimento d'opposizione ma,

Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa ( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia ( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella ( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa ( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

"La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" ( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più.

E Walter diventa il "premier ombra" ( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

Soliarieta' nella sicurezza ( da "Voce d'Italia, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: della costante e generosa collaborazione dei vescovi ausiliari e di tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici che lavorano nel Vicariato di Roma'. In un'intervista rilasciata a Fabio Zavattaro per il Tg1, il Card. Vallini ha sottolineato l'importanza della sicurezza e della legalità che però, ha ammonito, “vanno coniugate con la solidarietà nel rispetto persona umana”

Arrivano questa mattina all'aeroporto Sandro Pertini di Caselle gli 80 profughi, sb ( da "Stampa, La" del 28-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Sono anni che le associazioni cattoliche di volontariato chiedono che il problema profughi venga affrontato diversamente. L'Italia ha sempre avuto molte difficoltà; speriamo che ora abbia capito qual è la via da seguire". Poi lancia una stoccata a quelle forze politiche che, pur dichiarandosi cattoliche, non rispettano il principio dell'accoglienza: "

Fascisti e integralisti a convegno. Offre Tosi ( da "Manifesto, Il" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: associazione politica cattolica Padania Cristiana, con il responsabile federale Matteo Castagna, anche autore della postfazione del volume. La lista dei conferenzieri mette i brividi e conferma, se ce ne fosse bisogno, il disegno politico-culturale portato avanti dal sindaco, da sempre legato a doppio filo con la destra radicale e con l'arcipelago dei gruppi integralisti cattolici.

L'ascesa del giovane Angelino garbato esecutore di Berlusconi ( da "Unita, L'" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: appena laureatosi in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano. Nasce ad Agrigento il 31 ottobre del 1970 e a 38 anni diventa il più giovane Guardasigilli della storia della Repubblica, battendo per un solo anno Aldo Moro. Sposato con due figli, ha ereditato la passione per la politica da suo padre, annoverato tra i notabili della corrente dc di Calogero Mannino.

Essere di sinistra ha senso. Il Pd ha buttato l'acqua sporca e il bambino ( da "Unita, L'" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Laici, ecologisti, attenti a difendere, e rilanciare, tutto ciò che è pubblico: scuola, sanità. Pacifisti, poco interessati alle alchimie dei partiti, molto di più a "ripartire dalle fabbriche" per costruire la nuova sinistra. E molto poco disposti a chiudersi per sempre all'opposizione, o nella testimonianza.

Nessuno si rende conto che le regole servono per vivere democraticamente ( da "Unita, L'" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: È una sorta di missione laica, quella intrapresa dall'ex magistrato. Che, abbandonata la Cassazione, ha accettato la proposta di entrare nella Garzanti da vicepresidente e ha deciso di dedicarsi ad un incessante pellegrinaggio tra scuole, università, parrocchie. Per discutere, riflettere, sulle regole.

È morto in ospedale il padre che aveva sparato al figlio - sandro de riccardis ( da "Repubblica, La" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: amministrazione dell'università Cattolica, dove si occupava di forniture relative agli impianti di riscaldamento. Mario ormai non poteva più separarsi da un catetere e un sacchetto di plastica. Negli ultimi tempi rimaneva sempre chiuso in casa. Una condizione che creava anche tensioni e litigi con il padre, sempre più frequenti.

All'Italia servirebbero cento Spadolini . Così lo scrittore ( da "Tempo, Il" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: sui rapporti fra Stato e Chiesa e sui partiti politici, con particolare riferimento a movimenti di "minoranza" nell'Italia liberale, quali i cattolici e i laici (repubblicani e radicali). Un insegnamento, il suo, dallo spiccato carattere interdisciplinare: storia in senso ampio, strumento indispensabile per capire il presente e sempre contraddistinta da una forte passione civile.

Giovanni Spadolini il borghese risorgimentale ( da "Tempo, Il" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: sui rapporti fra Stato e Chiesa e sui partiti politici, con particolare riferimento a movimenti di "minoranza" nell'Italia liberale, quali i cattolici e i laici (repubblicani e radicali). Un insegnamento, il suo, dallo spiccato carattere interdisciplinare: storia in senso ampio, strumento indispensabile per capire il presente e sempre contraddistinta da una forte passione civile.

Il pride divide laici e cattolici pd ( da "Repubblica, La" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: le differenze sui temi etici tra le due anime ex diessina ed ex Margherita Il Pride divide laici e cattolici pd "Gravi gli insulti alla Chiesa". De Maria: giusto, ma è stata una bella festa "Gravi gli insulti alla Chiesa". De Maria: giusto, ma è stata una bella festa Dopo aver disertato in massa il corteo, i cattolici del Pd difendono la Curia bolognese e attaccano il Gay Pride.

Il gay pride turba i cattolici pd ( da "Repubblica, La" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: "E' stata comunque una bella festa. Tutte le polemiche, anche da parte della sinistra radicale, sono strumentali". Ma l'impressione è che i temi etici restino un campo minato per il Pd, diviso tra la sua anima laica ex Ds e quella cattolica della Margherita.

Una storia moderna sulle orme di De Amicis ( da "Manifesto, Il" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: laico alle cose della nazione. A rileggerlo adesso, nel centenario della morte di De Amicis, Dagli Appennini alle Ande è ancora capace di stupirci per la sua capacità di ritrarre la situazione degli emigranti italiani nei remoti paesi in cui li spingeva la miseria, insieme alla durezza di uno Stato incapace di offrire ai più poveri se non tasse crescenti e coscrizione obbligatoria

La radio ( da "Manifesto, Il" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Laico? Cattolico? ne discuteranno Elisabetta Tola con lo psicologo cognitivo Nicolao Bonini. radioradicale Il programma odierno prevede una sintesi - a partire dalle 13.30 - dei lavori della "prima assemblea nazionale della Sinistra Democratica" a Chianciano.

"la spagna più forte della crisi così abbiamo superato l'italia" - javier moreno ( da "Repubblica, La" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: che definisce lo Stato aconfessionale e delega ai pubblici poteri il mantenimento di un rapporto singolare con la Chiesa cattolica, dato che la popolazione spagnola è in maggioranza di confessione cattolica. In base all'interpretazione che si è data di questo precetto costituzionale, esiste un accordo quadro di collaborazione.

Tre rapallesi per l'Italia ai campionati Uisp ( da "Secolo XIX, Il" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Per la prima volta sono stati riuniti insieme i campionati italiani e le attività di 13 Leghe ed Aree Uisp, oltre ai Campionati Csit di 11 discipline sportive. Uno sforzo organizzativo senza precedenti per una manifestazione dai numeri record: saranno presenti a Cattolica 25.

Dal marxismo all'amore Resta solo ciò che si rinnova ( da "Corriere della Sera" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Il caso più famoso è quello della Chiesa cattolica, che più volte si è irrigidita e ha avuto crisi gravissime, ma si è sempre ripresa grazie a movimenti che le restituivano lo spirito delle origini. Pensiamo ai benedettini, i francescani, i domenicani, e poi i gesuiti, i salesiani fino a Comunione e liberazione.

Whitehead e gli Stones nella Swinging London ( da "Corriere della Sera" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Università Cattolica. Seguace del cinéma-verité, Whitehead ha avuto una formazione scientifica e giornalistica, e una vita pittoresca: è stato compagno di Niki De Saint-Phalle, ha avuto otto figli e per vent'anni ha allevato falconi in Arabia Saudita. Domani alle 20, rarità sui Rolling Stones in tour in Irlanda nel 1966,

Tra due linee passa solo un congresso ( da "Corriere della Sera" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: fusione dei riformisti laici e cattolici, sarebbe stato un errore. E per conseguenza ne viene anche che il terreno di scontro sarebbe il Sud, non il Nord; che anche l'antiberlusconismo più radicale può servire a cementare coalizioni incoerenti; che bisogna stare molto attenti a proposte modernizzanti, quando queste sono percepite come una minaccia dai ceti più vicini al centrosinistra,

Tonino rispedisce Veltroni sul bus contrordine compagni ( da "Giornale.it, Il" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani,

Famiglia Cristiana: "Per il governo la dignita' dell'uomo vale zero" ( da "Voce d'Italia, La" del 30-06-2008)
Argomenti: Laicita'

Abstract: In particolare a scuscitare la reazione del settimanale è stata la previsione di decreto che consentirà di rilevare le impronte digitali anche ai bambini Rom. "Alla prima prova d'esame i ministri 'cattolici' del governo del Cavaliere escono bocciati, senza appello. Per loro la dignita' dell'uomo vale zero".


Articoli

Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle iniziali indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 52 ) " (6 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 178 ) " (12 votes, average: 4.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 59 ) " (6 votes, average: 4.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 130 ) " (12 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (12 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 296 ) " (21 votes, average: 4.52 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1291 ) " (35 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Jun 08 Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna Si avvicina il giorno dell'annuncio dell'avvicendamento del Vicario di Roma: la scelta del Papa, per la successione del cardinale Camillo Ruini, è caduta sull'attuale Prefetto della Segnatura apostolica, il cardinale Agostino Vallini, già vescovo ausiliare di Napoli e poi vescovo di Albano. La nomina dovrebbe essere resa nota entro fine mese, probabilmente il 24 giugno. Non ci sono cambi in vista nella struttura del Vicariato: il successore di Ruini dovrebbe infatti mantenere al suo posto l'attuale vicegente, monsignor Moretti. Nei giorni successivi alla nomina di Vallini al Vicariato dovrebbe essere resa nota la promozione del Segretario dell'ex Sant'Uffizio, l'arcivescovo Angelo Amato, a Prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in sostituzione del cardinale José Saraiva Martins. Il delicato ruolo di numero due della Congregazione per la dottrina della fede si vociferava fosse destinato al vescovo Rino Fisichella, ausiliare di Roma, attuale rettore della Lateranense. Ma nelle ultime ore sta prendendo quota un'altra candidatura: quella del più anziano arcivescovo di Oristano, il teologo Ignazio Sanna, che era stato promosso alla diocesi sarda da appena due anni. Fisichella viene riservato per altri futuri incarichi. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (22 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Jun 08 Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno Alcuni di voi mi hanno chiesto di aprire un nuovo thread dedicato alla discussione sugli statuti del Cammino neocatecumenale, che sono stati approvati da Benedetto XVI e saranno consegnati nella tarda mattina di venerdì prossimo ai responsabili del Cammino. Il motivo della richiesta è l'alto numero di commenti che rende difficile l'accesso alle pagine con le discussioni precedenti. Una richiesta simile mi era stata rivolta nei giorni scorsi da Klaus, il quale ha poi lasciato il blog a causa della mia scelta di aprire il nuovo spazio di discussione in calce al post dedicato al romanzo thriller di Thornborn. La mia scelta era stata dettata dall'impegno che avevo preso di non intervenire più sulla vicenda fino al 13 giugno. Pur non essendo d'accordo con il tono e con i contenuti di molti commenti (in queste due settimane mi sono beccato rimproveri da destra e da manca, sono stato fatto passare come un portavoce del Cammino solo perché non non lo ritengo "eretico", è stato ipotizzato che la mia posizione sia dovuta alla paura di reazione dei neocatecumenali stessi, sono stato pure offeso pesantemente), mi rendo conto ora che Klaus aveva ragione a chiedere uno spazio apposito, perché se è vero che gli argomenti sul mio blog li decido io, è altrettanto vero che la discussione si alimenta grazie al contributo di tutti e dunque - visto l'interesse suscitato dall'argomento - è giusto che possa continuare. Scritto in Varie Commenti ( 1126 ) " (19 votes, average: 4.26 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jun 08 Antonelli a Roma, Betori a Firenze, Brambilla (forse) alla Cei E' stata annunciata a mezzogiorno di oggi la nomina del cardinale Ennio Antonelli alla guida del Pontificio consiglio per la famiglia. L'arcivescovo lascia Firenze per succedere allo scomparso cardinale Alfonso Lopez Truijllo. La diocesi del capoluogo toscano vive un momento di empasse, dopo le tristi ben note vicende dello scandalo di abusi che ha coinvolto don Cantini e ha finito per lambire pure l'attuale vescovo ausiliare Claudio Maniago (criticato per aver minimizzato l'accaduto) che alla comunità di Cantini era legato. Non è stato reso noto il nome di chi prenderà il posto di Antonelli. Il pole position c'è il Segretario della Cei Giuseppe Betori. Come numero due della Conferenza episcopale, dopo la partenza di Betori, continua a consolidarsi la candidatura del vescovo ausiliare di Milano, il teologo Franco Giulio Brambilla. Più defilate altre due candidature, quella del vescovo di Albano Marcello Semeraro, e quella del vescovo di Macerata Claudio Giuliodori, già direttore dell'ufficio comunicazioni sociali della Cei. Scritto in Varie Commenti ( 199 ) " (21 votes, average: 3.81 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (207) Ultime discussioni Cordes: Egregio Franco Damiani, sul fatto che Tornielli si dedichi a fare il "lavoro sporco" per... Ester: Per Daniele. Da quello che so, Luigi Berlusconi ha ricevuto il sacramento della Confermazione nel 2005. Cherubino: veramente mi sembra più fantastico Benedetto XVI, ma chiaramente ognuno fa le sue scelte. Gianpaolo1951: Grazie Gregorio VII e grazie Rovere! Siete semplicemente "FANTASTICI"! Che Dio vi preservi e vi... Cherubino: Papa Benedetto XVI: "Quarant'anni dopo il Concilio possiamo rilevare che il positivo è più... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news Gaza, dopo 5 giorni la Jihad islamica rompe la treguaCaldo, allarme rosso: anziano stroncato in strada ad AnconaStangata sull'elettricità: tariffe +8% da luglioPappalardi, il padre dei fratellini chiede 500mila euro allo StatoIrak, ucciso un italiano a Sadr CityBuco di Roma, Veltroni: "Bufala mediatica" Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (14) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno Antonelli a Roma, Betori a Firenze, Brambilla (forse) alla Cei Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle iniziali indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 52 ) " (6 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 178 ) " (12 votes, average: 4.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 59 ) " (6 votes, average: 4.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 130 ) " (12 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (12 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 296 ) " (21 votes, average: 4.52 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1291 ) " (35 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Jun 08 Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna Si avvicina il giorno dell'annuncio dell'avvicendamento del Vicario di Roma: la scelta del Papa, per la successione del cardinale Camillo Ruini, è caduta sull'attuale Prefetto della Segnatura apostolica, il cardinale Agostino Vallini, già vescovo ausiliare di Napoli e poi vescovo di Albano. La nomina dovrebbe essere resa nota entro fine mese, probabilmente il 24 giugno. Non ci sono cambi in vista nella struttura del Vicariato: il successore di Ruini dovrebbe infatti mantenere al suo posto l'attuale vicegente, monsignor Moretti. Nei giorni successivi alla nomina di Vallini al Vicariato dovrebbe essere resa nota la promozione del Segretario dell'ex Sant'Uffizio, l'arcivescovo Angelo Amato, a Prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in sostituzione del cardinale José Saraiva Martins. Il delicato ruolo di numero due della Congregazione per la dottrina della fede si vociferava fosse destinato al vescovo Rino Fisichella, ausiliare di Roma, attuale rettore della Lateranense. Ma nelle ultime ore sta prendendo quota un'altra candidatura: quella del più anziano arcivescovo di Oristano, il teologo Ignazio Sanna, che era stato promosso alla diocesi sarda da appena due anni. Fisichella viene riservato per altri futuri incarichi. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (22 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Jun 08 Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno Alcuni di voi mi hanno chiesto di aprire un nuovo thread dedicato alla discussione sugli statuti del Cammino neocatecumenale, che sono stati approvati da Benedetto XVI e saranno consegnati nella tarda mattina di venerdì prossimo ai responsabili del Cammino. Il motivo della richiesta è l'alto numero di commenti che rende difficile l'accesso alle pagine con le discussioni precedenti. Una richiesta simile mi era stata rivolta nei giorni scorsi da Klaus, il quale ha poi lasciato il blog a causa della mia scelta di aprire il nuovo spazio di discussione in calce al post dedicato al romanzo thriller di Thornborn. La mia scelta era stata dettata dall'impegno che avevo preso di non intervenire più sulla vicenda fino al 13 giugno. Pur non essendo d'accordo con il tono e con i contenuti di molti commenti (in queste due settimane mi sono beccato rimproveri da destra e da manca, sono stato fatto passare come un portavoce del Cammino solo perché non non lo ritengo "eretico", è stato ipotizzato che la mia posizione sia dovuta alla paura di reazione dei neocatecumenali stessi, sono stato pure offeso pesantemente), mi rendo conto ora che Klaus aveva ragione a chiedere uno spazio apposito, perché se è vero che gli argomenti sul mio blog li decido io, è altrettanto vero che la discussione si alimenta grazie al contributo di tutti e dunque - visto l'interesse suscitato dall'argomento - è giusto che possa continuare. Scritto in Varie Commenti ( 1126 ) " (19 votes, average: 4.26 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jun 08 Antonelli a Roma, Betori a Firenze, Brambilla (forse) alla Cei E' stata annunciata a mezzogiorno di oggi la nomina del cardinale Ennio Antonelli alla guida del Pontificio consiglio per la famiglia. L'arcivescovo lascia Firenze per succedere allo scomparso cardinale Alfonso Lopez Truijllo. La diocesi del capoluogo toscano vive un momento di empasse, dopo le tristi ben note vicende dello scandalo di abusi che ha coinvolto don Cantini e ha finito per lambire pure l'attuale vescovo ausiliare Claudio Maniago (criticato per aver minimizzato l'accaduto) che alla comunità di Cantini era legato. Non è stato reso noto il nome di chi prenderà il posto di Antonelli. Il pole position c'è il Segretario della Cei Giuseppe Betori. Come numero due della Conferenza episcopale, dopo la partenza di Betori, continua a consolidarsi la candidatura del vescovo ausiliare di Milano, il teologo Franco Giulio Brambilla. Più defilate altre due candidature, quella del vescovo di Albano Marcello Semeraro, e quella del vescovo di Macerata Claudio Giuliodori, già direttore dell'ufficio comunicazioni sociali della Cei. Scritto in Varie Commenti ( 199 ) " (21 votes, average: 3.81 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (207) Ultime discussioni Cordes: Egregio Franco Damiani, sul fatto che Tornielli si dedichi a fare il "lavoro sporco" per... Ester: Per Daniele. Da quello che so, Luigi Berlusconi ha ricevuto il sacramento della Confermazione nel 2005. Cherubino: veramente mi sembra più fantastico Benedetto XVI, ma chiaramente ognuno fa le sue scelte. Gianpaolo1951: Grazie Gregorio VII e grazie Rovere! Siete semplicemente "FANTASTICI"! Che Dio vi preservi e vi... Cherubino: Papa Benedetto XVI: "Quarant'anni dopo il Concilio possiamo rilevare che il positivo è più... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news Gaza, dopo 5 giorni la Jihad islamica rompe la treguaCaldo, allarme rosso: anziano stroncato in strada ad AnconaStangata sull'elettricità: tariffe +8% da luglioPappalardi, il padre dei fratellini chiede 500mila euro allo StatoIrak, ucciso un italiano a Sadr CityBuco di Roma, Veltroni: "Bufala mediatica" Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (14) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno Antonelli a Roma, Betori a Firenze, Brambilla (forse) alla Cei Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle iniziali indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 52 ) " (6 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 178 ) " (12 votes, average: 4.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 59 ) " (6 votes, average: 4.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 130 ) " (12 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (12 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 296 ) " (21 votes, average: 4.52 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1291 ) " (35 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Jun 08 Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna Si avvicina il giorno dell'annuncio dell'avvicendamento del Vicario di Roma: la scelta del Papa, per la successione del cardinale Camillo Ruini, è caduta sull'attuale Prefetto della Segnatura apostolica, il cardinale Agostino Vallini, già vescovo ausiliare di Napoli e poi vescovo di Albano. La nomina dovrebbe essere resa nota entro fine mese, probabilmente il 24 giugno. Non ci sono cambi in vista nella struttura del Vicariato: il successore di Ruini dovrebbe infatti mantenere al suo posto l'attuale vicegente, monsignor Moretti. Nei giorni successivi alla nomina di Vallini al Vicariato dovrebbe essere resa nota la promozione del Segretario dell'ex Sant'Uffizio, l'arcivescovo Angelo Amato, a Prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in sostituzione del cardinale José Saraiva Martins. Il delicato ruolo di numero due della Congregazione per la dottrina della fede si vociferava fosse destinato al vescovo Rino Fisichella, ausiliare di Roma, attuale rettore della Lateranense. Ma nelle ultime ore sta prendendo quota un'altra candidatura: quella del più anziano arcivescovo di Oristano, il teologo Ignazio Sanna, che era stato promosso alla diocesi sarda da appena due anni. Fisichella viene riservato per altri futuri incarichi. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (22 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Jun 08 Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno Alcuni di voi mi hanno chiesto di aprire un nuovo thread dedicato alla discussione sugli statuti del Cammino neocatecumenale, che sono stati approvati da Benedetto XVI e saranno consegnati nella tarda mattina di venerdì prossimo ai responsabili del Cammino. Il motivo della richiesta è l'alto numero di commenti che rende difficile l'accesso alle pagine con le discussioni precedenti. Una richiesta simile mi era stata rivolta nei giorni scorsi da Klaus, il quale ha poi lasciato il blog a causa della mia scelta di aprire il nuovo spazio di discussione in calce al post dedicato al romanzo thriller di Thornborn. La mia scelta era stata dettata dall'impegno che avevo preso di non intervenire più sulla vicenda fino al 13 giugno. Pur non essendo d'accordo con il tono e con i contenuti di molti commenti (in queste due settimane mi sono beccato rimproveri da destra e da manca, sono stato fatto passare come un portavoce del Cammino solo perché non non lo ritengo "eretico", è stato ipotizzato che la mia posizione sia dovuta alla paura di reazione dei neocatecumenali stessi, sono stato pure offeso pesantemente), mi rendo conto ora che Klaus aveva ragione a chiedere uno spazio apposito, perché se è vero che gli argomenti sul mio blog li decido io, è altrettanto vero che la discussione si alimenta grazie al contributo di tutti e dunque - visto l'interesse suscitato dall'argomento - è giusto che possa continuare. Scritto in Varie Commenti ( 1126 ) " (19 votes, average: 4.26 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jun 08 Antonelli a Roma, Betori a Firenze, Brambilla (forse) alla Cei E' stata annunciata a mezzogiorno di oggi la nomina del cardinale Ennio Antonelli alla guida del Pontificio consiglio per la famiglia. L'arcivescovo lascia Firenze per succedere allo scomparso cardinale Alfonso Lopez Truijllo. La diocesi del capoluogo toscano vive un momento di empasse, dopo le tristi ben note vicende dello scandalo di abusi che ha coinvolto don Cantini e ha finito per lambire pure l'attuale vescovo ausiliare Claudio Maniago (criticato per aver minimizzato l'accaduto) che alla comunità di Cantini era legato. Non è stato reso noto il nome di chi prenderà il posto di Antonelli. Il pole position c'è il Segretario della Cei Giuseppe Betori. Come numero due della Conferenza episcopale, dopo la partenza di Betori, continua a consolidarsi la candidatura del vescovo ausiliare di Milano, il teologo Franco Giulio Brambilla. Più defilate altre due candidature, quella del vescovo di Albano Marcello Semeraro, e quella del vescovo di Macerata Claudio Giuliodori, già direttore dell'ufficio comunicazioni sociali della Cei. Scritto in Varie Commenti ( 199 ) " (21 votes, average: 3.81 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (207) Ultime discussioni Cordes: Egregio Franco Damiani, sul fatto che Tornielli si dedichi a fare il "lavoro sporco" per... Ester: Per Daniele. Da quello che so, Luigi Berlusconi ha ricevuto il sacramento della Confermazione nel 2005. Cherubino: veramente mi sembra più fantastico Benedetto XVI, ma chiaramente ognuno fa le sue scelte. Gianpaolo1951: Grazie Gregorio VII e grazie Rovere! Siete semplicemente "FANTASTICI"! Che Dio vi preservi e vi... Cherubino: Papa Benedetto XVI: "Quarant'anni dopo il Concilio possiamo rilevare che il positivo è più... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news Gaza, dopo 5 giorni la Jihad islamica rompe la treguaCaldo, allarme rosso: anziano stroncato in strada ad AnconaStangata sull'elettricità: tariffe +8% da luglioPappalardi, il padre dei fratellini chiede 500mila euro allo StatoIrak, ucciso un italiano a Sadr CityBuco di Roma, Veltroni: "Bufala mediatica" Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (14) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno Antonelli a Roma, Betori a Firenze, Brambilla (forse) alla Cei Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


In manette il rampante Follieri,rischia mezzo secolo di carcere (sezione: Laici e chierici)

( da "Secolo XIX, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Millantato credito in vaticano New York. Il diavolo veste Prada, ma quando fa le pentole non ci mette i coperchi: Raffaello Follieri, il giovane finanziere pugliese da poco scaricato dall'attrice americana Anne Hathaway, è stato arrestato a New York con l'accusa di frode e riciclaggio. Se condannato rischia di passare il prossimo mezzo secolo dietro le sbarre. Il giudice Henry Pitman, giudicandolo a rischio di fuga, ha fissato una cauzione da 21 milioni di dollari. Pugliese di San Giovanni Rotondo, 29 anni, Follieri è stato accusato di aver millantato credito in Vaticano davanti a investitori americani tra cui il miliardario dei supermercati Ron Burkle, playboy e amico per la pelle di Bill Clinton, ottenendo milioni di dollari da investire a scopo speculativo nell'acquisto di proprietà dismesse dalla Chiesa Cattolica in bancarotta per lo scandalo dei preti pedofili. Follieri avrebbe fatto credere ai suoi interlocutori che la Santa Sede lo aveva ufficialmente nominato "chief financial officer" e che ogni volta che andava a Roma veniva ricevuto in udienza dal Papa. In realtà il giovane compaesano di Padre Pio non aveva che tenui contatti in Vaticano. Gli investimenti promessi intanto non si erano materializzati, in compenso Follieri tra il 2005 e 2007 avrebbe sperperato i biglietti verdi dei suoi finanziatori in vacanze col jet privato ai Caraibi e a Las Vegas, abiti di sartoria, un "opulento" appartamento di lusso al 46esimo e 47esimo piano della Olympic Tower davanti alla cattedrale di San Patrizio con vista di Central Park, cene nei migliori ristoranti, l'accompagnatore per il cane e molto altro. Lusso, inganni, monsignori vestiti da alti prelati: nell'atto di incriminazione del Distretto Sud di New York ci sono tutti gli elementi di un copione. Sarà per questo che la sofisticata Hathaway la scorsa settimana ha fatto sapere di aver preso le distanze dal boyfriend italiano? Molti episodi citati nella deposizione dell'agente dell'Fbi Theodore Cacioppi, al cuore dell'atto di accusa, erano già emersi da ricostruzioni di stampa dopo che la Yucaipa, il fondo di investimenti di Burkle in cui anche Clinton ha una partecipazione, aveva fatto causa presso un tribunale del Deleware al giovane pugliese accusandolo di truffa per 1,3 milioni di dollari. Non però l'esistenza di un "reporter di una ben nota testata italiana" che avrebbe aiutato Follieri a "organizzare incontri" con personalità a Roma, né dei due "monsignori" stipendiati con soldi dei finanziatori creduloni con cui Follieri si accompagnava per accreditare la fama di stretti legami col Vaticano. Racconta l'agente Cacioppi: "Secondo molti testimoni, Follieri teneva abiti talari, tra cui abiti da alti prelati, nel suo ufficio di New York. Un testimone ha raccontato che almeno un monsignore fu fatto vestire con gli abiti di un prelato di più alto rango per far credere che Follieri era legato a filo doppio con le gerarchie Vaticane". Alessandra Baldini (Ansa) 25/06/2008.

Torna all'inizio


Il faccendiere che sedusse manhattan in manette l'italiano amico dei clinton - mario calabresi (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Il faccendiere che sedusse Manhattan in manette l'italiano amico dei Clinton Millantava agganci in Vaticano, lungo flirt con l'attrice Hathaway Per il giudice c'è pericolo di fuga, la cauzione fissata a 21 milioni di dollari MARIO CALABRESI dal nostro corrispondente New York - Dopo cinque anni di lussi, feste, aerei privati, panfili, amicizie potenti e un amore hollywoodiano, la favola americana di Raffaello Follieri, nato 29 anni fa a San Giovanni Rotondo - il paese dove è sepolto Padre Pio - si è conclusa ieri quando l'Fbi lo ha portato in manette nel Tribunale federale di Manhattan. Incriminato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, trasferimento illecito di denaro e riciclaggio, il ragazzo italiano che aveva fatto credere a New York e ai Clinton di essere il direttore finanziario del Vaticano ora rischia 225 anni di prigione. Per la libertà condizionata, il giudica ha fissato una cauzione di 21 milioni di dollari. è una storia che ha tutti le caratteristiche classiche e che ricorda i film in cui Totò cercava di vendere agli americani la Fontana di Trevi: in questo caso però non si trattava di beni antichi ma delle proprietà della Chiesa cattolica negli Stati Uniti di cui Follieri millantava di essere il rappresentante. E non stupisce che il primo ad avere sospetti sia stato proprio un italoamericano: Andrew Cuomo, procuratore generale di New York, che da mesi lo aveva messo nel mirino. Da cinque anni il jet set di Manhattan si era abituato alla presenza di questo ragazzo belloccio, fidanzato con l'attrice Anne Hathaway - 24 anni, famosa per essere stata la protagonista del film "Il diavolo veste Prada" - che faceva una vita da nababbo. Appartamento alla Trump Tower sulla Quinta Strada, 37mila dollari d'affitto al mese; ufficio su Park Avenue; vacanze e viaggi con l'aereo privato; un uomo di scorta sempre alle sue spalle; uno yacht di 40 metri ai Caraibi; un appartamento di 750 metri quadrati, che si sviluppava tra il 46esimo e 47esimo piano, comprato all'Olympic Tower, il palazzo costruito da Onassis accanto alla cattedrale di St. Patrick e con vista su Central Park; un tenore di vita incredibile, perfino il lusso delle visite a domicilio di un dottore londinese le cui trasferte a New York costavano ben 30 mila dollari l'una. A costruire questa favola Follieri ci era riuscito sostenendo di essere in America per incarico del cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato della Santa Sede dal 1991 al 2006, e facendosi accompagnare dal giovane nipote dell'alto prelato, l'ingegnere Andrea Sodano. Millantando il legame con il Vaticano, Follieri sosteneva di essere in grado di acquistare, ad un prezzo di favore, gli immobili che alcune diocesi Usa erano state costrette a mettere in vendita per pagare gli indennizzi dovuti allo scandalo dei preti pedofili. Chi entrava nel suo ufficio restava colpito prima di tutto dalla foto di Raffaello e della fidanzata con Papa Giovanni Paolo II, l'Fbi invece è stata più impressionata dal fatto che avesse negli armadi molti abiti talari, vesti cardinalizie, che servivano a far fare il salto di qualità a due monsignori da lui stipendiati che si portava dietro ogni volta che doveva trattare un affare. Nelle carte dell'Fbi si racconta anche che aveva pagato un impiegato amministrativo del Vaticano per avere informazioni, contatti, numeri telefonici di alti esponenti delle gerarchie ecclesiatiche e per poter organizzare visite private nei giardini e ai musei vaticani per i suoi ospiti, così da impressionarli del suo potere. Grazie a questa messa in scena aveva stretto un rapporto con Douglas Band, un collaboratore di Bill Clinton, e con il suo aiuto aveva avvicinato molti dei facoltosi amici dell'ex presidente, a partire dal miliardario californiano Ronald Burkle. è a lui che avrebbe proposto l'acquisto di proprietà della Chiesa a prezzo stracciato, ottenendo un investimento di 55 milioni di dollari, finiti però nelle tasche di Follieri, per finanziare la sua vita principesca. Ai Clinton aveva promesso grandi donazioni - mai arrivate - alla fondazione di Bill e il voto di molti cattolici per Hillary. Per un lungo tempo raccontò che grazie ai suoi contatti vaticani era in grado di comprare proprietà immobiliari della Chiesa in disuso per lanciarle sul mercato, ma quando si cominciò a capire che non era vero cambiò cavallo e prima disse che stava per comprare una rete televisiva cattolica, poi di aver avuto il mandato da una delle organizzazioni finanziarie della Chiesa di vendere l'oro, infine si presentava come direttore finanziario del Vaticano. Ora il castello di menzogne è crollato. Nel documento dell'Fbi si racconta che un giornalista "di una ben nota testata italiana" ha aiutato Follieri a "organizzare incontri con personalità a Roma" e che sarebbe stato suo ospite nell'appartamento newyorkese. Del reporter non si conosce il nome, così come sono ancora senza volto i due "monsignori". Per lungo tempo Follieri sembrava godere di legami ad altissimo livello, tanto che lo scorso anno ebbe ospite a cena l'allora ministro degli Esteri Massimo D'Alema. La prima a rendersi conto che la favola era finita è stata, con incredibile tempismo, la fidanzata. Due settimane fa erano ancora insieme alle sfilate a New York, ma Anne Hathaway lo ha lasciato nel weekend tra il 14 e il 15 giugno, alla vigilia della serata di lancio del suo ultimo film, "Get smart", e prima di diventare la testimonial del nuovo profumo di Lancome. Lei aveva capito che l'aria era davvero cambiata quando si era accorta che lui aveva smesso di pagare l'affitto alla Trump Tower. Molti lo ricordano due anni fa al gala della Niaf (National Italian American Foundation) dove venne premiato per motivi umanitari - grazie alla sua fondazione che prometteva di vaccinare bambini latinoamericani - seduto al tavolo insieme al padre, alla madre, alla fidanzata e a due cardinali, di cui nessuno però ricorda i nomi.

Torna all'inizio


L'eros da pasolini al family day - maria pia fusco roma (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Spettacoli Tabù L'eros da Pasolini al Family Day Ci sono argomenti ancora tabù come le pratiche sadomaso: nessuno vuole parlarne MARIA PIA FUSCO ROMA Gli sposi in gondola in una Venezia da cartolina. Sorridono, salutano radiosi mentre si allontanano verso il loro futuro. La voce malinconica e gentile di Pasolini li accompagna con il suo poetico augurio di amore per sempre. Sono le immagini in bianco e nero di Comizi d'amore, il film documento in cui Pasolini, con la complicità di Alberto Moravia e Cesare Musatti, parlava con gli italiani dei primi anni Sessanta di temi ancora scabrosi come il sesso e l'amore. Sono le immagini che lo scrittore Antonio Scurati ha scelto come finale di La stagione dell'amore, il documentario con cui ripropone gli stessi temi nell'Italia di oggi. Prodotto da Fandango, andrà in onda stasera a La storia siamo noi, il programma di Giovanni Minoli (RaiTre alle 8.05 e 0.35). Il quale, dice, "mi ha interessato, oltre l'argomento, il ritmo narrativo scelto da Scurati. Un ritmo dilatato, che permette di cogliere nelle reazioni degli intervistati atteggiamenti, gesti, esitazioni, pudori, dettagli che spesso significano molto di più delle parole. è una modalità narrativa nuova, importante nella ricerca di varietà dei linguaggi". L'omaggio a Pasolini, dice Antonio Scurati, "è esplicito, la sua poetica sugli sposi è l'unico testo letterario di commento nel film, l'ho usato per la sua bellezza e la sua attualità. Non avevo l'ambizione di rifare il lavoro di Pasolini, se mai un prolungamento. Comizi d'amore è un modello irripetibile, anche perché l'Italia di allora era una nazione mediaticamente ingenua. Abbiamo constatato che l'innocenza mediatica è perduta: oggi davanti a una telecamere si cerca di recitare il proprio ruolo". I suoi intervistati vanno dai partecipanti al Family day agli studenti del Parini ai frequentatori del circolo di destra Casa Pound. Tutti disponibili a parlare? "Ci sono argomenti ancora tabù, le pratiche sadomaso per esempio. Mi ha stupito che nessuno degli studenti del Politecnico di Milano fosse disposto ad affrontarlo, si giravano dall'altra parte oppure dicevano di non saperne nulla. A Casa Pound sono entrato grazie a un amico. All'inizio abbiamo parlato dell'arte della guerra, i ragazzi erano molto colpiti dalla mia preparazione, erano convinti che fossi dalla loro parte. Sono rimasti molto stupiti quando ho detto che ero un uomo di sinistra". Perché ha cominciato con il Family day? "M'incuriosiva la modalità della manifestazione: con tanti giovani, bande, balli, canti, e colori è più vicina agli episcopali americani che ai raduni cattolici tradizionali. Tutto è cominciato con lo sdoganamento dei gruppi cattolici insofferenti delle gerarchie ecclesiastiche operato da papa Wojtyla, che con il suo carisma se n'è riappropriato. Oggi si saldano con un laicismo popolare molto diffuso". Com'è andato l'incontro con monsignor Fisichella? "è l'ideatore del Family day, di recente è diventato arcivescovo e presidente dell'Accademia per la vita. è stato molto disponibile. Ha avuto solo un attimo di perplessità quando gli ho fatto notare che il clero e gli omosessuali hanno in comune l'impossibilità di avere figli. Temevo s'irritasse, ma se è successo lo ha nascosto molto bene". I temi sono famiglia, Dico, tradimento, castità, sessualità. Un tema su cui insiste è quello dell'amore romantico. "è stato il mio punto di partenza, dopo aver scritto Una storia romantica. Oggi si vive una sessualità libera, assoluta, l'amore romantico sembra qualcosa di degradato, invece è molto forte perché negato, è forte nella misura della sua assenza. è una lacerazione sentimentale ma anche sociale del nostro tempo, la nostra pratica quotidiana è la precarietà. Un tempo amore e guerra ispiravano gli artisti, oggi l'amore è stato abbandonato dalla grande arte e lasciato alla serie B, agli psicologi d'accatto della tv. Invece bisognerebbe riappropriarsene. Manchiamo di un'educazione sentimentale, non fa fico parlare d'amore, ma la precarietà sentimentale genera un'instabilità sociale molto forte. Secondo me questa nuova ondata misogina è anche il frutto di questa lacerazione. L'eclissi dell'amore romantico, inteso come sentimento, genera violenza. E non solo da parte degli uomini che vengono dall'est, la pratica della violenza è anche degli italiani". Lei è spesso critico nei confronti della tv. Ha cambiato idea? "La stagione dell'amore è il mio primo lavoro per la televisione. Ogni tanto vado come ospite, sono un ospite appetibile perché ho una natura polemica, ma accetto un invito su dieci. No, non ho cambiato idea, la mia ambizione è riuscire a usare il mezzo contro se stesso, una sfida ardua data la potenza del mezzo. Ritengo che uno scrittore che vuole essere un intellettuale pubblico - ricordiamo Pasolini - deve accettare un confronto di tipo agonistico con la televisione, un corpo a corpo con questo linguaggio, cercare la possibilità di sperimentare. Penso che la tv sia una cosa troppo seria per lasciarla ai critici televisivi. Appartengo alla generazione cresciuta con la tv, la scarsa qualità della nostra fiction è ben lontana dalla maturità di una certa produzione americana. E tutto dipende dalla scrittura". I diritti di Il sopravvissuto sono stati acquistati per farne un film. Altri suoi libri saranno portati sullo schermo? "Una storia romantica è stata comprata da Bibi Ballandi, che vorrebbe esordire come produttore ricavandone una fiction tv per la prima serata. L'idea mi attrae, sarebbe una bella sfida".

Torna all'inizio


Candiolo, grande stevens alla presidenza ma allegra agnelli preferirebbe gabotto - sara strippoli (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina VII - Torino Verso la nomina Oggi è prevista la nomina al vertice della Fondazione dell'istituto di cura e ricerca sul cancro, Bresso si schiera Candiolo, Grande Stevens alla presidenza ma Allegra Agnelli preferirebbe Gabotto Due i vice: lo stesso Gabotto dovrebbe essere affiancato da Loredana Cappelli Per la direzione generale si discute dentro il Pd sui nomi di Pera e Lombardo SARA STRIPPOLI (segue dalla prima di cronaca) Dopo l'approvazione del disegno di legge del febbraio 2008, ultimo scoglio per ottenere il riconoscimento del centro antitumori come Irccs (istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) da parte del ministero, l'attività della nuova Fondazione parte adesso ufficialmente con la nomina dei vertici chiamati al nuovo corso nel delicato momento del definitivo distacco dal Mauriziano. Dopo dieci anni di convivenza, fra qualche gioia e molte polemiche. Nessun dubbio per la presidente della Regione Mercedes Bresso: il candidato ideale per occupare la carica di presidente è l'avvocato di casa Agnelli, fresco di uscita dalla Compagnia di San Paolo. L'altra donna al tavolo della partita, Allegra Agnelli, sembrava invece propensa a perorare la causa di Giampiero Gabotto, consigliere delegato della onlus Fondazione piemontese, che insieme con la Regione compone la nuova Fondazione. Nei giorni scorsi è arrivato l'accordo sul nome di prestigio che è considerato garanzia per entrambe. Gabotto potrebbe dunque accontentarsi del ruolo di vicepresidente, una carica con tutta probabilità da condividere con Loredana Cappelli, che in questi anni al progetto della trasformazione di Candiolo in Irccs ha lavorato su mandato della Regione. L'altra partita in gioco, quella che in questi giorni vede l'agitarsi concitato della politica regionale e cittadina, riguarda la nomina del direttore generale e dei consiglieri di amministrazione. Il nome più inflazionato per il ruolo di direttore è quello di Mario Lombardo, ex direttore dell'Asl 1 e attuale vicepresidente dell'Aress. Peraltro già riapparso nei rumors della buvette di Palazzo Lascaris quando era tempo di nominare il responsabile del forum sanità del Pd. A sponsorizzarlo sarebbe la corrente laica della ex-Margherita, in particolare il vicepresidente della Regione Paolo Peveraro. Il fronte dei cattolici del partito, quello che con molti distinguo riunisce il vicecapogruppo regionale Stefano Lepri, l'onorevole Marco Calgaro e il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio mette invece sul piatto il nome di Angelo Pera, primario di gastroenterologia del Mauriziano, adesso in pensione. Pera rappresenta l'Anpo, l'associazione nazionale primari ospedalieri e negli ultimi anni, accanto ai rappresentanti del sindacato medici Anaao, ha combattuto la dura battaglia per l'ospedale e l'Ordine Mauriziano durante il controverso commissariamento di Anna Maria D'Ascenzo. Una partita tutta ancora da decidere. Con una sicurezza: un presidente come l'avvocato Grande Stevens non sembra incline ad appoggiare nomine di marca strettamente politica e Mercedes Bresso non è una tifosa di Mario Lombardo. La decisione sarà presa comunque di concerto con l'assessore regionale alla sanità Eleonora Artesio. L'altro nome dell'attuale Fondazione piemontese è quello di Paolo Comoglio, attuale direttore scientifico di Candiolo. Possibile una sua conferma. Come richiesto dal ministero per la concessione del carattere scientifico, Candiolo raddoppierà i posti letto, dagli attuali 75 a 150. La onlus della famiglia Agnelli ha deciso di far confluire nella nuova Fondazione, oltre al fondo inizialmente stabilito, anche beni strumentali, immobiliari e servizi di alta formazione per un valore complessivo di 25 milioni di euro nei prossimi cinque anni.

Torna all'inizio


Tecnico e abusivo a cattolica eraclea (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina VIII - Palermo La curiosità Tecnico e abusivo a Cattolica Eraclea SCIACCA - Era per tutti un integerrimo impiegato all'ufficio tecnico del Comune di Cattolica Eraclea, ma anche un abusivo. I carabinieri hanno messo i sigilli alla villetta che A.P., 36 anni, aveva quasi finito di realizzare in contrada Capo, uno dei luoghi più suggestivi della provincia. Una denuncia è scattata per l'impiegato ma anche per la moglie, pure lei addetta all'ufficio tecnico. Il sequestro è scattato dopo i consueti servizi di perlustrazione effettuati dai militari di Cattolica Eraclea in campagna, proprio per prevenire il diffuso fenomeno dell'abusivismo edilizio. La provincia di Agrigento continua infatti a essere in testa alle classifiche per la violazione delle norme urbanistiche. a.s.

Torna all'inizio


Il richiamo dei protestanti sulla lotta alla mafia - augusto cavadi (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina XV - Palermo IL RICHIAMO DEI PROTESTANTI SULLA LOTTA ALLA MAFIA AUGUSTO CAVADI "Assistiamo al ritorno della ricerca del capro espiatorio (una volta i rumeni, prima gli albanesi, sempre i clandestini, oggi i Rom, anche le persone omosessuali, e le prostitute di strada, che sappiamo benissimo essere in gran parte schiavizzate) su cui scaricare la responsabilità delle paure, delle insicurezze diffuse, della estrema precarietà rispetto al proprio lavoro ed al proprio futuro. Si tratta di un orribile regresso ad un livello primitivo del vivere sociale, che nega quanto faticosamente conquistato dopo la tragedia della seconda guerra mondiale". Così si legge nelle righe iniziali di un messaggio che i rappresentanti delle chiese cristiane valdesi e metodiste del Sud hanno reso pubblico alla fine della loro conferenza annuale. è un appello rivolto non solo ai protestanti, ma anche ai cattolici e, più ampiamente, a tutti i concittadini di qualsiasi orientamento ideale. Esse manifestano essenzialmente una preoccupazione di ordine squisitamente civile: "Lo Stato, le formazioni politiche, le agenzie culturali non sempre sostengono con trasparenza e decisione i principi della convivenza, della solidarietà, della accoglienza espressi dal nostro patto fondativo, la Costituzione repubblicana". Anzi, peggio: "lo Stato non interviene quando gruppi di violenti distruggono e incendiano case, baracche, costringono famiglie, donne, bambini a fuggire nel terrore di essere linciati per colpe commesse da altri". Non un missionario cattolico né un rivoluzionario marxista, ma un compunto osservatore liberale, Tocqueville, lo aveva già notato quasi duecento anni fa: "Quando una nazione chiede al suo governo soprattutto il mantenimento dell'ordine è già schiava nel suo animo". In nome della sicurezza si concentra l'attenzione sulla microcriminalità quotidiana, strumentalizzandola per demonizzare intere etnie, dimenticando "la malattia sociale del Meridione": quei gruppi criminali mafiosi che "pretendono di controllare tutti gli affari e il modo di vivere sul territorio, imponendo un proprio modello sociale fondato sulla sopraffazione e l'esercizio della violenza anche nelle forme più cruente come le stragi". In questo contesto, ognuno è chiamato a scelte nette, inequivoche. Chi è credente nel vangelo di Cristo, deve decidere "da che parte stare". Anche le coscienze laiche, che non si riconoscono in nessuna fede e in nessuna chiesa, devono fare le proprie opzioni, soprattutto in una fase in cui le voci dei partiti, dei sindacati e dei movimenti di orientamento progressista sembrano ridotti a un doloroso silenzio. Spetta anche ad esse con parole e gesti concreti, personali e collettivi, esprimere consenso o dissenso rispetto a chi, a livello locale, "esercita il controllo mafioso del territorio, di ogni attività produttiva, dell'esistenza stessa di milioni di esseri umani". Può sembrare sintomo di infantilismo sperare, in questo momento di oscuramento degli orizzonti, in un futuro in cui principi elementari di etica sociale possano prevalere sul calcolo dei vantaggi immediati. Ma, una volta tanto, ha ragione la saggezza popolare: non può fare più buio di mezzanotte. La miopia interessata, se oltrepassa certi limiti, diventa autolesionistica. Un organismo sociale in cui tutti arraffano quel che gli capita sotto mano si condanna all'implosione. La cronaca palermitana pullula di casi di idiozia quasi sistemica: come altrimenti definire i reati di cui sono imputati impiegati dell'Agenzia delle imposte di Palermo (che sottraevano denaro all'erario pubblico per favorire se stessi ed altri), dipendenti del Jolly Hotel (fotografati con le vettovaglie sottratte abitualmente alle cantine), spacciatori dell'Acquasanta (attivi nel rione e in mezza città)? Ma la logica impone che i parassiti possono prosperare solo sino a quando non divorano del tutto il tessuto sano: quando lo dilacerano gravemente, si autocondannano all'estinzione. Quando l'economia del privilegio e delle clientele avrà mostrato la corda, apparirà evidente ciò che agli occhi di molti resta nascosto: gli utopisti sono i realisti che hanno ragione troppo presto.

Torna all'inizio


È in calo l'occupazione delle donne - luca de vito (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina VIII - Milano Le assunzioni a tempo scendono dell'15%. E crescono del 30% le disilluse che neppure cercano più il posto è in calo l'occupazione delle donne Contratti flessibili in sette casi su dieci. E la crisi spinge il lavoro autonomo rosa LUCA DE VITO Per la prima volta dopo anni l'occupazione femminile nella provincia di Milano è in calo. Dal 2004 le donne avevano sempre fatto registrare non solo incrementi positivi, ma anche aumenti di gran lunga superiori a quelli degli uomini. Nel 2007, invece, il numero delle assunte è sceso dello 0,9 per cento. Ma è tutto il mercato occupazionale a soffrire a Milano e provincia, e secondo l'Osservatorio sul mercato del lavoro di Palazzo Isimbardi fa registrare una sensibile battuta d'arresto: un modesto più 0,1 per cento, trainato solo dal forte incremento del lavoro part time. Tanto che, ipotizzano gli autori della ricerca, se si guardassero solo le ore di lavoro effettive il saldo occupazionale potrebbe essere addirittura negativo. Dice Bruno Casati, assessore provinciale al Lavoro: "A Milano con l'Expo si annunciano 70/80mila nuovi posti di lavoro. Propongo un patto tra le istituzioni per raggiungere un'occupazione piena e stabile, e avviare già nel presente percorsi di formazione". Anche perché oggi si nota un "consolidarsi di lavoratori stabilmente instabili - osserva Pier Antonio Varesi, docente di Diritto del lavoro alla Cattolica - . C'è stato un capovolgimento: sono standard le occupazioni flessibili ed eccezionali quelle stabili". Negativo il trend per l'occupazione femminile. Dalla ricerca emergono infatti, oltre alla riduzione del numero di assunzioni, altri due elementi significativi. Il primo è relativo all'aumento tra le donne del lavoro indipendente, indicatore che si manifesta spesso nei momenti di difficoltà occupazionale: quando trovare un posto è un'impresa, ci si inventa letteralmente un'attività. Meno occupate, dunque, le donne. Ma più micro-imprenditrici. Il secondo elemento è relativo al numero dei disoccupati che un lavoro neppure lo cercano più: per le donne si è registrato in un solo anno un aumento addirittura del 34 per cento, dato che sembra testimoniare l'effetto "scoraggiamento" nei confronti del mondo del lavoro. Anche nei contratti a tempo determinato le cose non vanno meglio: nel 2007 le donne che lavorano con contratti a termine sono diminuite del 15,7 per cento, a fronte di un aumento maschile del 3,2 per cento. In termini assoluti il mercato del lavoro nella provincia milanese è rimasto sostanzialmente immobile. E segnato dalla precarietà per i neoassunti. L'anno scorso ci sono state 757mila nuovi contratti di assunzione, che hanno interessato 420mila persone, di cui ben il 70 per cento a tempo determinato. Solo uno su tre viene assunto a tempo indeterminato. Una percentuale bassa, e che risente della registrazione di lavoratori neo-comunitari: nel 2007 si è infatti verificata una forte impennata delle assunzioni stabili per questi lavoratori, che hanno rappresentato quasi il 50 per cento del totale degli assunti a tempo indeterminato. SEGUE A PAGINA VI.

Torna all'inizio


"bella chiesa nonostante le ombre" - maria cristina carratu (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina V - Firenze "Bella chiesa nonostante le ombre" L'addio di Antonelli: mille persone alla messa in Duomo Il cardinale va a Roma: "Terrò sempre un cero acceso per Firenze" MARIA CRISTINA CARRATU maria cristina carratù Ha salutato Firenze forse non a caso nel giorno di San Giovanni, patrono di Firenze, figura simbolica di una chiesa dell'annuncio, che prepara la strada a Cristo e si fa da parte, il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo in partenza chiamato da Papa Benedetto XVI alla guida del Pontificio consiglio per la famiglia. In Duomo, davanti a oltre un migliaio di fedeli, la messa solenne di ogni 24 giugno - concelebrata con a fianco il suo predecessore Silvano Piovanelli, quindici vescovi toscani e decine di sacerdoti, di fronte alle autorità civili e militari, agli esponenti dell'Ordine di Malta e dei cavalieri del Santo Sepolcro, della Misericordia e della Società di San Giovanni, della Caritas e delle tante associazioni legate alla diocesi, nonché di molte altre comunità religiose, ortodossi e copti, valdesi e evangelici, ebrei, e musulmani - è stata insieme una festa e un addio. Conclusa con la tradizionale offerta dei ceri, uno dei quali dal sindaco Leonardo Domenici, occasione di uno scambio ravvicinato di auguri fra due "dirimpettai" che si sono sempre cautamente rispettati: "Terrò sempre acceso un cero per Firenze" ha detto Antonelli al primo cittadino, che lo ha ringraziato: "E noi sempre accesa la nostra amicizia". Si è aperto così per la diocesi, in attesa di un successore di cui ancora non si sa nulla (si parla, ma senza ancora conferme, dell'attuale segretario generale della Cei Giuseppe Betori, mentre Antonelli resta fino a settembre come amministratore apostolico), un periodo pieno di incognite dopo sette anni di mandato senza sussulti, che sembrava potesse arrivare alla sua naturale scadenza con il compimento dei 75 anni dell'arcivescovo in carica. E invece bruscamente segnato, dall'aprile 2007, con l'esplodere del caso don Cantini, da una di quelle "ombre che non mancano mai nelle cose umane" cui lo stesso Antonelli ha accennato, ieri, nella sua omelia, ma solo en passant. Come se il suo lascito fosse, a questo punto, l'invito a voltare pagina, piuttosto che a restare su un terreno doloroso, magari promettendo una rapida conclusione della nuova indagine sul prete accusato di violenze, come si aspettavano, oltre alle vittime di don Cantini, molti fra preti e fedeli. Dopo il saluto del vescovo ausiliare Claudio Maniago, ("grazie a Dio per lei, eminenza carissima"), Antonelli ha ricordato con "grande affetto e gratitudine" il suo predecessore Piovanelli, "consigliere sempre affabile, delicato e saggio", il suo ausiliare "sollecito, generoso, intelligente, instancabile", i vescovi, i presbiteri e i religiosi (fra cui i molti che ieri celebravano i 25, i 50, i 60 e perfino a 70 anni di ordinazione), i diaconi, le suore, i cristiani laici, e tutta "la gente" incontrata in questi anni, i tanti, insomma, che, ha detto, "disegnano nella mia memoria l'immagine della chiesa e del popolo fiorentino, bella nonostante le ombre che non mancano mai nelle cose umane", così come i cristiani sono membra del corpo di Cristo "malgrado i loro limiti, errori e peccati". Ha auspicato per Firenze sempre più vocazioni e soprattutto nuovi santi, "lievito per tutta la città", citato don Divo Barsotti, il grande mistico fiorentino, e Madre Teresa di Calcutta, invitato la città che meno di mostra praticante ad andare a messa la domenica e a "riscoprire le radici cristiane della sua cultura umanistica". E finito con una dichiarazione di umiltà, per "la sproporzione", ha detto, "fra le mie forze e il compito" che il Papa gli ha affidato. "Non ho fatto studi specifici sulla famiglia" ha confessato Antonelli, "non ho una esperienza internazionale. Eppure" ha concluso "vado con fiducia". Convinto che ci sia tanto da fare, per una istituzione "per molti aspetti in crisi", e però ancora "un ideale molto sentito". Un applauso ha accolto le sue parole, seguito dai flash dei turisti incuriositi quando il corteo con al centro l'arcivescovo è uscito per dirigersi al nuovo ceck point di piazza San Giovanni, capolavoro di tecnologia al servizio di una accoglienza intelligente.

Torna all'inizio


Gli interrogativi globali dei due cardinali e l'imbarazzo della politica - giovanni de plato (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina III - Bologna L'intervento Gli interrogativi globali dei due cardinali e l'imbarazzo della politica GIOVANNI DE PLATO Il Cardinale di Bologna Carlo Caffarra ha compiuto questo anno i 70 anni e nello stesso mese di giugno il suo predecessore cardinale Giacomo Biffi ha raggiunto con altrettanta perfetta forma gli 80 anni. Ai due Cardinali vada l'augurio di una lunga vita e di una splendida missione evangelica, con la consapevolezza che questa città ha bisogno del loro insegnamento. Questi due pastori che si sono succeduti nella guida spirituale della diocesi di Bologna, con continuità e con una propria peculiarità, non mancano di stupire per il loro instancabile entusiasmo che riesce sempre a donare una parola di speranza per tutti, anche nei momenti più bui e critici. Nelle messe in loro onore, le omelie delle eminenze avevano come filo conduttore il loro profondo amore per la città e la comunità di Bologna. In particolare, va sottolineato il richiamo di Biffi ai bolognesi nel sapere porsi gli interrogativi sugli avvenimenti più scomodi senza temere lo sconvolgimento personale, anche quando si tocca il nodo di quella casualità che riguarda la storia della propria vita. A sua volta, Caffarra con lo stesso approccio invita i cattolici e i laici alla riflessione per ritrovare quei valori che permettono di "stare dentro la realtà". Questo loro alto e profondo attaccamento alla storia, alle radici e alla bellezza di questa città, è sperabile che sia stato colto dalle autorità e dai cittadini di Bologna. "Se c'è una città - dice Caffarra - che ha fatto storia nel senso più alto del termine, dall'Università al pensiero politico, è Bologna". Su questa grandezza e bellezza della città, oggi in via di forte logoramento, il Cardinale cerca di proporre una riflessione sulla attuale crisi di civiltà e indica una via percorribile di ripresa e speranza. SEGUE A PAGINA IX.

Torna all'inizio


Gli interrogativi dei due cardinali - giovanni de plato (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina XI - Bologna GLI INTERROGATIVI DEI DUE CARDINALI GIOVANNI DE PLATO (segue dalla prima di cronaca) Peccato che a queste scomode verità non sia seguito da parte di chi governa una serena riflessione, un costruttivo dialogo e la ricerca della condivisione di un progetto per il futuro. Peccato che la stessa politica non riesca ad essere all'altezza di affrontare questa complessità sociale. I dirigenti bolognesi dello schieramento di destra come quello di sinistra, hanno dato ancora una volta la prova evidente che non riescono ad ascoltare chi pone interrogativi dall'alto del suo magistero e che non sanno riflettere sui conflitti propri di un mondo che si globalizza e che scarica le sue contraddizioni a livello locale. Che senso ha rispondere, come hanno fatto i dirigenti dei due schieramenti politici, con immediatezza e con stereotipi all'invito a sapersi interrogare di Biffi e a capire le ragioni del declino di civiltà di Caffarra? Chi strombazza la sua repentina adesione e proclama la sua votata fedeltà alla gerarchia ecclesiale, dimostra che non ha saputo ascoltare il messaggio del Cardinale e che alla riflessione preferisce la devozione senza ragione. Chi dal lato opposto si preoccupa soltanto di evitare qualsiasi critica perchè pensa che il 'declino' sia di altri o che scaturisca da una analisi sbagliata, dimostra una povertà culturale che non aiuta la politica a saper dare risposte che vadano nella direzione di una democrazia governante. Per gli uni e gli altri del mondo politico bolognese, il consiglio è di rileggere con attenzione il discorso di Biffi e di Caffarra, e di capirne il senso per riuscire a riflettere prima di rispondere. Perché i problemi sollevati dai due Cardinali sono drammaticamente veri e richiedono misure urgenti lungo una linea di valori da condividere. Da questa cruna sono obbligati a passare i democratici se vogliono rilanciare il dialogo tra laici e cattolici per costruire un futuro finalizzato a sconfiggere i particolarismi e gli egoismi.

Torna all'inizio


Quel frate così heavy metal (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del CURIOSITÀ Un Cappuccino aprirà il festival "Gods of Metal" Quel frate così heavy metal / Bologna Una lunga barba bianca in stile ZZ Top, gruppo hard rock americano, saio, sandali e rosario. Mentre canta con la sua band fa vorticare il cordone che fa da cinta. Frate Cesare, in arte Fratello Metallo, è un Cappuccino di 62 anni appassionato di heavy metal che quest'anno suonerà al festival "Gods of Metal". Lo aprirà con un concerto di mezz'ora. "Sono dieci anni che ci vado e saluto il pubblico- spiega - e questa volta lo aprirò per presentare il mio nuovo disco". Chi pensa che il metal sia un genere con influenze sataniste "si sbaglia, sono tutte balle - sostiene -. I metallari sono di una bellezza e di una tenerezza unica. Saranno due o tre i gruppi satanisti, ma credo lo facciano per vendere di più". Per Frate Cesare, nato a Offanengo (Cremona), ex operaio, ex bersagliere, ex missionario in Costa D'Avorio, assistente spirituale dei tranvieri di Milano, impegnato nelle Missioni Popolari, protagonista di molti video su YouTube, il mondo della musica più pesante "è pulito, circolano pochissime droghe" e lo ha sempre accolto "benissimo, per lo meno dal 70% della gente - precisa -. Poi, c'è sempre chi ha qualcosa da ridire, chi è anticlericale e magari vorrebbe ammazzarmi". Il frate scopre la musica 15 anni fa in Africa. Tre anni più tardi, mentre officia il matrimonio a un amico tranviere, conosce la band dello sposo, di cui pubblica un album e aggiunge suoi brani. Il metal lo folgora. "È il più energetico, vivo, profondo e vero linguaggio musicale che conosca" e, afferma, gli permette di comunicare "non messaggi religiosi, ma temi di fede che hanno a che fare con la vita e vissuti musicalmente in chiave laica". A luglio uscirà nei negozi il suo quindicesimo disco, Misteri, in cui canta "di sesso, di fede, dell'Uomo, di Dio, della vita, di Bacco e Tabacco e di Maria". L'idea del disco nasce da una canzone calabrese, Regina putentissima, cantata da 200 donne su Maria. "Stupenda - continua - L'ho tradotta in latino ed è nato il disco". Frate Metallo afferma di non aver incontrato resistenze tra i confratelli, "solo un piccolo richiamo sei anni fa - racconta - quando partecipai al programma tv Furore" e per questo non va più sul piccolo schermo. Qualcosa c'è che lo fa arrabbiare però: "non ne posso più di chi pensa che io sia un finto frate. Sono un vero frate e un vero metallaro".

Torna all'inizio


Italia Oggi: no a ebrei nei viaggi papali per il Tg1 (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del RAI Polemica tra Riotta, cdr e il giornale Italia Oggi: no a ebrei nei viaggi papali per il Tg1 "Viene da sperare che non diventi un'altra sfida la decisione di Riotta di affidare al Vice Direttore Raffaele Genah il coordinamento delle dirette dei viaggi del Papa. Genah non è certo un cattolico, visto che è di religione ebraica". Questa frase, sbagliata, l'ha scritta ieri Italia Oggi riguardo al Tg1. Replica il direttore del Tg1 Riotta: "Un'affermazione assai grave. L'idea che un cittadino italiano di religione ebraica non possa occuparsi di questo o quel tema è aberrante. Il nostro Paese ha conosciuto una stagione atroce in cui questa discriminazione era legge ed è bene non permettere nessun gesto di intolleranza, non importa quanto minuscolo". A Riotta ribatte il direttore del quotidiano Franco Bechis: "Nelle ultime righe di un articolo, e che riguardava un clamoroso infortunio di un giornalista del Tg1, ci si augurava che non nascessero polemiche sulla nomina di un non cattolico a quell'incarico e si specificava un dato di cronaca: Genah è ebreo osservante. Sono ebreo, la mia famiglia ha subito le persecuzioni. Non accetto lezioni o polemiche speciose". Per il comitato di redazione del Tg1 sono "vergognose e inaccettabili insinuazioni" le parole di Italia Oggi. Per Luigi Lusi, Pd, "in un passato che non vorremmo mai tornasse ci si poteva imbattere in giornali che mettevano all'indice i giornalisti perché ebrei, è una vergogna, Ordine dei Giornalisti e opinione pubblica dovrebbero protestare".

Torna all'inizio


L'Anpi aderisce al Pride nazionale (sezione: Laici e chierici)

( da "Manifesto, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Il cardinale Caffarra invitato al corteo lgbt di sabato L'Anpi aderisce al Pride nazionale BOLOGNA Nei sei fogli del lungo elenco di adesioni spicca sicuramente quella dell'Anpi. Un gesto che i partigiani spiegano con il bisogno di "tutelare i diritti civili" in un momento in cui "in Italia si tenta di legalizzare la discriminazione". Il Pride nazionale di Bologna è pronto a scattare ma ha già ricevuto la scomunica della Curia. Ci ha pensato direttamente il cardinale Carlo Caffarra sulle colonne dell'inserto locale di Avvenire, ha spiegato che la mancata distinzione uomo-donna "inficia ogni rapporto sociale". Con ironica e opportuna leggerezza gli ha risposto Marcella Di Folco, leader del Movimento Italiano Transessuali. "Noi invitiamo il cardinale. In mezzo a tante trans qualche gonnella in più non fa male". Tra le risposte laiche del Pride all'impossibilità di dialogo evidenziata dalle parole della Curia c'è la madrina della manifestazione. Sarà infatti una donna profondamente laica e una scienziata, l'astrofisica Margherita Hack, a benedire l'evento con un video messaggio che sarà proiettato su maxi schermo. Sabato alle 14 l'appuntamento per la manifestazione dell'orgoglio omosessuale è direttamente sotto le Due Torri. Da lì partirà il corteo a piedi mentre un'ora dopo dai Giardini Margherita si muoveranno i trenta carri che comporranno la sfilata. Nel presentare la giornata, che promette di portare in piazza diverse decine di migliaia di persone, il presidente di Arcigay nazionale Aurelio Mancuso ha mostrato una lettera trovata proprio ieri mattina nella buchetta della sede bolognese. Un foglio azzurro con su scritto a stampa "Mi dispiace per voi ma ho sempre scherzato" seguito da una firma. La presenza poi di un cerotto nella busta ha lasciato l'impressione di una minaccia. "È solo un esempio di come l'aria sia molto pesante - ha commentato Mancuso - riceviamo continue segnalazioni di persone che hanno paura". La presentazione del programma del Pride è stata anche l'occasione per annunciare la due giorni prevista per il 18 e il 19 ottobre in cui si uniranno numerose coppie gay, lesbiche e trans. È una scelta di auto-organizzazione che le associazioni (Arcilesbica, Arcigay, i transessuali del Mit, i genitori dell'Agedo e le Famiglie Arcobaleno) hanno scelto di fare in chiara e aperta polemica con "una legge che non arriva" visti anche "i segnali in controtendenza". Per il momento sono 53 le città dove si realizzeranno queste promesse pubbliche di unione e i nomi delle coppie andranno a costruire un registro nazionale.

Torna all'inizio


Si può essere matricole senza rischiare troppo (sezione: Laici e chierici)

( da "Tempo, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stampa Si può essere matricole senza rischiare troppo Tra i ricordi non si dimentica la... cerimonia della matricola, con la quale le nuove leve venivano "battezzate" dagli anziani. Fabio Urbani Non di rado assumeva aspetti triviali e a evitarlo noi della Federazione Universitaria Cattolica anticipavamo i battesimi con. .. certificati arditi quanto bastava. La frase più spinta (che tempi!) era: "matricola quasi merda putatur". Tra i riti era previsto anche un bagno in una fontana (spesso quella di Piazza Farnese, dinanzi all'ambasciata francese). ***.

Torna all'inizio


Tg1-Italia Oggi, polemica sul <giornalista ebreo> (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-06-25 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Il vicedirettore a Saxa Rubra, Raffaele Genah Tg1-Italia Oggi, polemica sul "giornalista ebreo" MILANO - Prima l'attacco ai servizi del Tg1 dal Vaticano. Quindi la frase che chiude l'articolo e crea lo sconcerto generale: "Viene da sperare che non diventi un'altra sfida la decisione di Riotta di affidare al vicedirettore Raffaele Genah il coordinamento delle dirette dei viaggi del Papa. Genah non è certo un cattolico, visto che è di religione ebraica". Ciò che ha scritto ieri il quotidiano Italia Oggi non poteva passare inosservato. La prima reazione è arrivata dal direttore del Tg1, Gianni Riotta (foto in alto): "Si tratta di un'affermazione assai grave, e viene da sperare piuttosto che si tratti di una caduta di stile. Tutte le colleghe e i colleghi del Tg1 lavorano secondo il dettato della Costituzione, senza distinzione alcuna di fede, opinione, genere, non divisi da nessuno steccato e seguendo sempre l'etica professionale. L'idea che un cittadino italiano di religione ebraica non possa occuparsi di questo o quel tema è aberrante". Anche perché, aggiunge Riotta, "il nostro Paese ha conosciuto una stagione atroce in cui questa discriminazione era legge ed è bene perciò non permettere nessun gesto di intolleranza, non importa quanto in apparenza minuscolo". Il direttore conclude con "la più affettuosa solidarietà" e l'"apprezzamento per il lavoro" di Raffaele Genah (foto in basso), "offeso nella sua dignità", e lo stesso fa il cdr del Tg1: "Sono insinuazioni vergognose e inaccettabili, respingiamo con indignazione qualsiasi tentativo di discriminare i giornalisti in base alla loro fede religiosa". Anche Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, parla di "allusioni inaccettabili" e scandisce: "Ci auguriamo che siano prontamente smentite". "Sarebbe ridicolo, se non fosse aberrante", dice Fiamma Nirenstein, Pdl. Ed Emanuele Fiano, Pd: "A Raffaele Genah va tutta la mia solidarietà e a Franco Bechis la richiesta di pronunciare scuse chiare. Riconosca l'errore". Il direttore di Italia Oggi, Franco Bechis, si difende: "Ci si augurava che non nascessero polemiche sulla nomina di un non cattolico a quell'incarico e si specificava un dato di cronaca: che Genah è ebreo osservante". Nessuna discriminazione, dice Bechis, "sono ebreo, la mia famiglia ha subito le persecuzioni delle leggi razziali".

Torna all'inizio


La Bonino: a 60 anni mi sono innamorata (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2008-06-25 num: - pag: 18 categoria: REDAZIONALE La leader radicale: "Nulla tra me e Pannella" La Bonino: a 60 anni mi sono innamorata ROMA - "A sessant'anni sono innamorata: lui non è un politico e non è italiano". Emma Bonino racconta il suo privato e lo fa in un'intervista con "Diva e donna", anche se poi tentare di farle raccontare qualcosa di più sulla sua storia d'amore è un'impresa praticamente impossibile. "Il privato è privato", tronca di netto la leader radicale che si stupisce del clamore su questo amore. Dice, infatti: "Quando questa storia è nata un paio di anni fa non ho pensato fosse il caso di fare una conferenza stampa. Ma evidentemente il mio stereotipo è quello di una Santa Maria Teresa di Calcutta laica. Eppure...". Eppure la leader del partito di Marco Pannella spiega di aver preso anche due bambine in affidamento. "Ma gli stereotipi sono duri a morire. E così è anche per Marco Pannella: le domande del mio rapporto con lui le rivolgono solamente a me". E le risposte sono sempre quelle: "Tra me e Marco Pannella non ci sono mai state implicazioni di tipo sentimentale o sessuale", conferma Emma Bonino spiegando, ancora una volta, che nessuno dei due è mai stato innamorato dell'altro. "Puoi fare battaglie di ogni genere, fare il ministro, impegnarti nelle operazioni più complicate e nessuno si occupa di te. Si parla del tuo privato e tutti si danno da fare per sapere". Ma insieme al suo amore, nell'intervista sul settimanale Emma Bonino parla anche delle sue aspirazioni politiche. E confessa di non aver ancora rinunciato all'idea di poter ascendere al Colle: "Per arrivare al Quirinale ci vogliono ottanta anni, io ne ho sessanta: ho dunque ancora vent'anni di tentativi davanti". Insieme Emma Bonino con Marco Pannella.

Torna all'inizio


Il Pride nazionale: un paese all'altezza della Costituzione. Aderisce l'Anpi (sezione: Laici e chierici)

( da "Liberazione" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Paola Brandolini, Marcella Di Folco, Emiliano Zaino* Il movimento Lgbt c'è e ha la capacità di raccogliere e convogliare in un impegno comune coloro che credono nella lotta per i diritti civili e le libertà. Tra le tante adesioni di rilievo, dalla Cgil all'Arci, siamo orgogliosi di annunciare quella dell'Anpi nazionale, che per la prima volta sostiene esplicitamente il Pride nazionale. Anche l'Anpi ha valutato il repentino peggioramento del livello di civiltà nel nostro Paese: "Consideriamo quest'iniziativa - nel momento in cui in Italia si tenta di legalizzare la discriminazione - come un'occasione importante per riportare all'attenzione di tutti la questione della tutela dei diritti civili". L'antifascismo appartiene geneticamente al movimento Lgbt e il sostegno della principale associazione partigiana deve riempire d'orgoglio tutta la comunità, darci forza e fungere da monito a mantenere viva la memoria. Il Pride nazionale di Bologna si è contraddistinto per un dialogo intrecciato con le religioni sul rapporto tra stato e chiese, coinvolgendo in iniziative pubbliche quella valdese e le comunità cattoliche di base, che hanno mostrato di essere più aperte al dialogo delle gerarchie cattoliche. La laicità è una delle parole d'ordine del movimento Lgbt italiano, che non si sostanzia in una chiusura aprioristica e ideologica né nei confronti dei credenti - tanti omosessuali lo sono - né nei confronti delle chiese che si rivelano consapevoli del loro ruolo nella società, senza sconfinare nella vita dello stato. Il primo atto di laicità, sia chiaro, non viene richiesto alle chiese, ma alle istituzioni, che non devono farsi dettare legge da altri valori che non siano quelli contenuti nella Costituzione, come sta invece avvenendo con la messa in discussione della legge 194, con la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita e con il pervicace rifiuto del riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Se ci fosse, su questo punto, un'inversione di tendenza, sarebbe una prova di laicità da parte di uno stato democratico, oltre ad essere in sintonia con quanto avviene nella maggioranza dei Paesi europei. Il Pride nazionale di sabato prossimo avrà una madrina d'eccezione: Margherita Hack, la nota astrofisica e divulgatrice scientifica, simbolo della laicità e del coraggio nell'esprimersi su temi anche scomodi, a favore dei diritti della popolazione Lgbt. A Bologna ci sarà la partecipazione di migliaia e migliaia di lesbiche, gay e trans. Accanto a loro moltissimi eterosessuali a rappresentare la pluralità concreta della società italiana, convinti che una società che garantisce diritti di cittadinanza a tutti sia una società più giusta e democratica. Noi che scenderemo in piazza il 28 giugno crediamo che una società più giusta sia possibile. Portavoci del Pride nazionale 25/06/2008.

Torna all'inizio


È di Tiziano la <Maddalena> dell'Ambrosiana (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2008-06-25 num: - pag: 45 categoria: REDAZIONALE Arte Il restauro e un manoscritto alla base dell'attribuzione. Prima la si credeva un lavoro di bottega è di Tiziano la "Maddalena" dell'Ambrosiana N on sempre, come vorrebbe Virgilio, la Fortuna aiuta gli audaci. Però questa volta ha davvero premiato la scelta coraggiosa della neonata Fondazione Cardinale Federico Borromeo (promossa a Milano dalla Biblioteca Ambrosiana e da Asam, la Scuola di Management dell'Università Cattolica) di restaurare un quadro anonimo della Pinacoteca Ambrosiana, declassato da anni sotto la dicitura "bottega di Tiziano ". Di solito i restauri puntano sulle opere celebri affinché il denaro investito si trasformi in visibilità e questo spiega perché su certi capolavori ci sia addirittura un accanimento conservativo. E invece ecco che, pulendo dalle vernici ingiallite una tela della "Maddalena " ritenuta replica di quella autografa conservata alla Galleria Palatina di Firenze, è ricomparsa la firma del grande maestro veneto: Titianus fecit. In stampatello, accanto al vaso di unguento (quello con cui nel Vangelo si dice che la Maddalena ungesse i piedi di Gesù prima della Passione) fino a oggi invisibile, nascosto dalla cornice e dalla sporcizia. Anche la mancanza di quel vaso aveva fatto dubitare gli studiosi riguardo all'autografia: le copie, di solito, sono infatti più approssimative proprio nei particolari e di quel soggetto, che riscosse subito una enorme fortuna, furono eseguite numerose repliche direttamente dalla bottega del maestro. A corroborare la tesi dell'autografia si aggiunge poi anche la scoperta di un manoscritto dell'Ambrosiana redatto nel 1685 dal sacerdote Biagio Guenzati e finora inedito dove viene riferito l'episodio dell'acquisto della "Maddalena" "di mano di Tiziano": Federico Borromeo la comprò da una vedova che la svendeva per trecento scudi, ma il cardinale ne volle pagare settecento valutando che quello fosse il prezzo giusto per un Tiziano. La tela rappresenta la prima e la più lasciva di due varianti: qui la Maddalena è dipinta come una cortigiana pentita, con i seni scoperti, appena velati dai lunghi e biondi capelli che le scendono fino ai fianchi. Troppo erotica per il nuovo clima controriformista che, dopo il concilio di Trento, impose ai pittori il decoro delle immagini. Tiziano, allora, creò una seconda versione, anche questa molto replicata e i cui pezzi migliori si trovano a Capodimonte e all'Ermitage: non rinunciò ai lunghi capelli, ma nascose i seni sotto una camicia, che scende negligentemente sotto le spalle nude. Ora gli storici dell'arte continueranno a confrontarsi su un'attribuzione che li ha da sempre divisi: la firma è un nuovo e importante elemento, ma non redimerà tutte le diatribe. Maestri Tiziano, "La Maddalena", Pinacoteca Ambrosiana di Milano (96X74 cm) Francesca Bonazzoli.

Torna all'inizio


1980, addio alla Bonolis L'angelo dei più deboli (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-06-25 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Cose dell'altro secolo di FRANCO TETTAMANTI 1980, addio alla Bonolis L'angelo dei più deboli Ci sono persone che passano la vita ad ascoltare e aiutare gli altri. Guidate e sorrette dal cuore, dall'impegno civile, dalla passione o dalla fede. Ci sono, per fortuna, persone come Adele Bonolis. Nata il 14 agosto del 1909 a Milano, in via Caminadella. è una ragazzina quando comincia a frequentare le suore di via Lanzone per diventare presto responsabile del gruppo femminile dell'Azione Cattolica. Si conquista la licenza commerciale e comincia a lavorare. I sacrifici non la spaventano. Poi il diploma liceale, ottenuto frequentando le scuole serali, e il 24 novembre del 1944 la laurea in Filosofia alla Cattolica. Si iscriverà anche a Medicina, ma non arriverà al traguardo. Adele Bonolis ha una missione nella vita: aiutare gli altri, fare del bene. Stare accanto ai più deboli, ai meno fortunati. Agli ultimi. E saranno ben visibili i frutti di questa missione. Negli anni Cinquanta è tra le fondatrici della Cof, la Casa di orientamento femminile (a Montano Lucino vicino a Como) che accoglie e recupera donne disperate, prostitute, emarginate. Ma non è finita. Bisogna pensare a quanti escono dal carcere, ai malati psichici, ai più deboli e disperati, a quelli che intorno hanno solo silenzio e solitudine. A quanti hanno bisogno di assistenza e riabilitazione. Ecco allora che Adele Bonolis (tra l'altro zia di Paolo, mattatore della tv di questi ultimi anni) è in prima fila per trasformare i desideri in realtà. Così nascono La Casa San Paolo a Vedano al Lambro, la Casa Maria delle Grazie vicino a Lecco e, ancora, Villa Salus a Lenno in provincia di Como. Lei non si arrenderà mai: avvicina le persone ospitate, le accoglie, le ascolta con pazienza e amore, regala una parola di conforto, una preghiera, un sorriso, un consiglio. Per anni, senza risparmiarsi, perché gli angeli custodi non si riposano. Anche dopo il giugno del 1976 quando i primi sintomi di un tumore terribile si fanno sentire. Verrà operata nel dicembre del 1978. Ma la malattia non perdona. Adele Bonolis se ne andrà in un giorno di agosto del 1980: "Non camminate da soli in questa via di amicizia... " lascerà scritto alle amiche. Per Adele Bonolis è da tempo cominciato il processo di beatificazione. Una questione d'amore, per non camminare in solitudine. Impegno Adele Bonolis (1909-1980) ftettamanti@rcs.it.

Torna all'inizio


"Non sparate su Alfieri altri minacciano il welfare" (sezione: Laici e chierici)

( da "Stampa, La" del 25-06-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)

Argomenti: Laicita'

Il caso I conti pubblici e il peso della cultura "Non sparate su Alfieri altri minacciano il welfare" BEPPE MINELLO Hanno lottato con le unghie e con i denti per non cedere un euro del loro budget. Nel migliore dei casi sono riusciti a mantenere i soldi dell'anno passato. Eppure nessuno di loro butterebbe dalla metaforica torre il collega Fiorenzo Alfieri, il responsabile della Cultura e di una robusta (47 milioni) voce di spesa di Palazzo Civico, per salvare anche solo un posto in un asilo piuttosto che un letto per un anziano. "Nessuno di noi mette in discussione l'importanza che gli investimenti culturali hanno per Torino" spergiurano da sinistra il rifondarolo Luigi Saragnese, responsabile di nidi e materne, il collega cattolico Marco Borgione che cura gli anziani e, in parte, gli stranieri e Roberto Tricarico, pidiellino, sulle cui spalle pesano le case popolari. "Piuttosto - dice Saragnese - ci sarebbe da dare un'occhiata ai costi di tante infrastrutture lasciateci dai Giochi: stupende finché si vuole ma che hanno costi di manutenzione stratosferici". "Non dico si debba rinunciare alla cultura - incalza Borgione - ma, invece di puntare su qualche evento di importanza internazionale e di costi adeguati, magari si potrebbe volare un po' più basso...". "Sciocchezze - taglia corto Tricarico - le nostre sofferenze non derivano da Alfieri, ma dai trasferimenti regionali e nazionali, è su Regione e Stato che dobbiamo battere, altro che Alfieri". "Però non possiamo ignorare - dice Saragnese - che la città sta cambiando. Per fortuna, dopo anni di contrazione anagrafica c'è, per merito degli immigrati, un'inversione di tendenza che ci pone il problema non più di dismettere edifici scolastici ma di farne di nuovi". Sarà dura per Saragnese continuare a limare i circa 110 milioni che il Comune spende per mantenere 84 scuole materne, convenzionarne un'altra cinquantina di area cattolica, e tenere in piedi asili nido per 4 mila bambini con altri 1400 in lista d'attesa: "E dire che quest'anno abbiamo creato 250 nuovi posti, ma niente: quando aumenti l'offerta sale anche la domanda". Saragnese ha individuato un'altra strada per ridurre la spesa: passare allo Stato - visto che sarebbe di sua competenza - un po' delle materne comunali, in modo da alleggerire le casse comunali da un tot di stipendi: "Ma è ancora lunga, vedremo". Chi invece vede il problema da risolvere continuamente allargarsi è Borgione che con il 24% dei torinesi over 65 (in Europa la media è appena del 13%) ha una platea sconfinata di potenziali "clienti". Borgione non nasconde la sua irritazione per la "sorpresa" dell'assessore regionale alla Sanità Artesio riguardo allo scandalo delle "dimissioni facili": "Quando un anziano deve lasciare un ospedale e non c'è nessuno che possa seguirlo fuori che si fa? Sono problemi che non si risolvono con la guardia di finanza ma creando posti letto". Insufficienti a Torino visto che ci sono 2 mila anziani che attendono un ricovero a fronte di 3300 che ce l'hanno. "Facciamo una fatica enorme - dice sconsolato Borgione - a mantenere il livello del servizio, altro che allargarlo. Per uscirne bisogna sperimentare nuovi modelli di gestione: per gli anziani non può esserci solo la gestione diretta del servizio pubblico, occorre coinvolgere i privati mantenendo al pubblico la guida". Il più indulgente con Alfieri è Tricarico: "Non da Fiorenzo, ripeto, dipendono le nostre sofferenze, ma da Regione e Stato. Se l'anno scorso siamo riusciti, ad esempio, a spendere 70 milioni e ad acquistare 450 alloggi lo dobbiamo ai fondi arrivati dalla Regione la quale dovrebbe investire soprattutto nel Welfare non nelle mostre. Piazza Castello deve fare programmazione non finanziare la vetrina". La vostra opinione su www.lastampa.it/sondaggi.

Torna all'inizio


Il nodo Prosperini fa slittare il rimpasto (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

N. 150 del 2008-06-25 pagina 4 Il nodo Prosperini fa slittare il rimpasto di Sabrina Cottone Il governatore vuole chiudere in fretta ma non c'è intesa sul vice E intanto la Regione rischia di trovarsi senza più donne in giunta "Il rimpasto arriverà alla fine del mese" annuncia Roberto Formigoni. Mancano pochi giorni alla scadenza indicata dal governatore per sostituire i tre assessori eletti in Parlamento (Giancarlo Abelli di Forza Italia, Viviana Beccalossi e Massimo Corsaro di An) e non tutte le tessere sono ancora al loro posto. Le dimissioni di Viviana Beccalossi (An) hanno aperto due problemi e cioè chi erediterà il suo ruolo di vicepresidente e se davvero (come sembra) Roberto Formigoni si troverà a guidare una giunta senza donne. An ha indicato come numero due Pier Gianni Prosperini, attuale assessore allo Sport ma Formigoni ha in mente un'altra soluzione. "Ho visto che c'è molta fantasia ma non sempre le fantasie trovano realizzazione" risponde a chi gli chiede se accetterà la proposta di Alleanza nazionale. Sono dati in entrata Giulio Boscagli (Famiglia), Luca Ferrazzi (Agricoltura), Romano La Russa (Industria). Nessuna donna, come lamenta il Pd. "Risponderò quando presenterò la nuova giunta" replica sibillino Formigoni. Il presidente della Regione ha fretta di chiudere per evitare di assumere su di sé ad interim le competenze degli assessori dimissionari ma vorrebbe tener conto anche di chi sostituirà Ettore Albertoni, presidente del consiglio leghista. Restano poi diversi problemi interni a Forza Italia, ovvero l'assenza di azzurri milanesi in giunta, le divergenze sul capogruppo che sostituirà Boscagli e i conseguenti malumori di chi ritiene Varese troppo valorizzata dalle scelte del Pirellone. Formigoni vorrebbe Paolo Valentini Puccitelli (che è appunto di Varese), l'ala laica preferirebbe un altro nome (in corsa Stefano Maullu). Gli azzurri non hanno rinunciato alla possibilità di esprimere il presidente del consiglio e per questo c'è chi preferirebbe un vicepresidente della giunta leghista. La Lega, però, non ritiene attraente il ruolo di numero due di Formigoni, che rischia di essere un incarico più di forma che di sostanza. E il governatore non vuole toccare troppo gli equilibri per evitare ulteriori complicazioni. Così è difficile che riapra una partita che ritiene politicamente già chiusa con la decisione di non modificare gli assetti di maggioranza. Resta aperta la questione del numero due. La decisione di An di puntare su Prosperini non convince Formigoni. "Il partito ha fatto il mio nome, adesso il presidente farà quel che ritiene più opportuno. Vado dove mi mettono" dice Prosperini. E c'è chi pensa che da parte di An sia un modo di alzare il tiro per poi ripiegare su un altro candidato, l'ex consigliere regionale Romano La Russa, fratello del ministro della Difesa Ignazio e attualmente europarlamentare. Ma c'è chi si aspetta una sorpresa dal governatore. Il consiglio regionale ha preso atto ieri delle dimissioni di cinque consiglieri, tra cui appunto i tre assessori e altri due consiglieri: l'azzurro Giancarlo Serafini e Luciano Pizzetti del Pd. Il neo senatore Serafini viene sostituito dal consigliere della Lega Nord Fabio Rizzi (Varese). Fortunato Pedrazzi (Uniti nell'Ulivo Cremona) prenderà il posto di Luciano Pizzetti eletto alla Camera. A Beccalossi, Abelli e Corsaro subentreranno rispettivamente il bresciano Vanni Ligasacchi (An-Pdl), il pavese Francesco Fiori (Forza Italia-Pdl) e Giovanni Bordoni (Forza Italia-Pdl, Sondrio). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. Scritto in Varie Commenti ( 23 ) " (16 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (23 votes, average: 3.61 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (26 votes, average: 3.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni ALBERTO: Ma che dici caro Fabio? Cambiare la Costituzione? E' impensabile che Veltroni posssa farlo! Il... Federico Fanelli: .Veltroni.non vale la pena di parlarne. inutile quasi come Rutelli. Mi piace dire... valentino: Carissimo Mazzari, se Uolter vuole creare un Partito Socialdemocratico lo consiglio vivamente di andarsi a... fabio cabaciuba: L'errore di Veltroni? quando si è messo in testa di cambiare la politica italiana, è stato... Murgo Salvatore: Ve li ricordate quei giapponesi che alla fine degli anni sessanta venivano ritrovati in alcune isole... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Commercio, vendite al dettaglio in calo del 2,3% ad aprilePrima elementare Bocciati due bimbiLondra come Napoli: è allarme spazzaturaRoma, in cella i nomadi del lussoGiustizia, verso lo scudo per le alte cariche Il Pd è disponibile, ma Di Pietro insorgeAlitalia, Police: entro luglio il piano per il rilancio Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


<Io, omosessuale e di destra Solo la sinistra mi discrimina> (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

N. 150 del 2008-06-25 pagina 13 "Io, omosessuale e di destra Solo la sinistra mi discrimina" di Paola Setti da Milano Per dirla come la dice lui: "C'è qualcosa di peggio che esser gay in un Paese cattolico. Ed è essere di destra in un Paese in cui la cultura e il movimentismo sono appannaggio della sinistra". Era in viaggio per Lubiana, sabato scorso: gli organizzatori del Gay pride sloveno lo hanno poco gentilmente invitato a tornarsene a casa. Voleva partecipare al Gay pride di Bologna, sabato prossimo: il Comitato italiano gli ha fatto capire che non è il benvenuto. Allora ha scritto una testimonianza al Secolo d'Italia, che l'ha titolata così: "Io, gay discriminato da quelli del Gay pride". Daniele Priori, non le resta che cambiare sponda. "Politica o sessuale?". Veda lei. "Mi domando perché un gay di destra deve rinunciare a rivendicare i suoi diritti". Ma cosa è successo? "Nel febbraio scorso con GayLib, l'unica associazione gay di destra, decidiamo di proporre al Gay pride di Bologna un convegno su Dante Alighieri e gli omosessuali". Bell'idea, il Sommo Poeta vi ha sbattuti all'Inferno. "Era un modo per elevare il dibattito, l'analisi dei canti della Divina Commedia ci pareva più utile dell'ostentazione di tette e culi". E? "Ci rispondono solo a maggio, dicendo che non ci sono i soldi, che peraltro non abbiamo chiesto, né gli spazi. Insomma, non è aria". Quindi? "Decidiamo di fare il Pride della destra gay, a Provesano, sulla tomba di Pim Fortuyn, il leader della destra olandese, gay dichiarato, ucciso nel 2002 da un fanatico di sinistra a quattro giorni dalla vittoria elettorale che lo avrebbe reso primo ministro". Poi partite per Lubiana. "Ma durante il viaggio ci telefonano e dicono: "Se onorate un fascista xenofobo evitate pure di venire". Aggiungono che i berlusconiani non sono bene accetti". E voi? "Noi abbiamo preso atto e siamo tornati a casa, perché da liberali e libertari siamo rispettosi delle opinioni di tutti. Al contrario di questa sinistra ormai extraparlamentare che per tornare in auge sta allungando le mani con violenza sui movimenti, cercando di fagocitarli". Si nota una punta acida. "Sono inferocito. Per ottenere dei risultati i movimenti devono essere trasversali alla politica, non appiattirsi su un unico partito. Infatti in Italia non si ottiene mai niente". Roberto Calderoli vi chiama "culattoni". "A Provesano c'erano tutti i vertici leghisti locali". Vabbè, ma le uniche battaglie per i vostri diritti le fa il centrosinistra. "Questo è un falso storico. Negli anni Novanta, prima dell'11 settembre che ha reso tutti bacchettoni in difesa della cristianità, c'erano state molte aperture dalla Casa della Libertà. Nel 2003, 50 deputati di centrodestra hanno firmato una proposta di legge per i Pacs. Alessandra Mussolini nel suo "governo penombra" ha messo alle Pari opportunità Enrico Oliari, presidente di GayLib. Per non parlare delle aperture di Gianfranco Fini sulle coppie di fatto". Vladimir Luxuria si è battuto per i Dico. "Vladimir al massimo rappresenta i transgender, certo non me. I Dico sono un compromesso al ribasso inaccettabile, perché non riconoscono la coppia". Vorrebbe il matrimonio? "Sarebbe il compimento dell'uguaglianza sociale". Per la Chiesa sarebbe la fine della famiglia. "Ma qui parliamo di matrimonio civile. Comunque, visto che in Italia bisogna confrontarsi con il sentire cattolico, ci accontenteremmo di veder riconosciuti i diritti della coppia, come la reversibilità della pensione, il diritto alle case popolari, alle visite in ospedale, all'eredità". Come si fa? "Intanto bisogna cambiare il Gay pride: troppo folklore è controproducente". Adesso è lei il bacchettone. "Sono realista. O si dice che è solo un carnevale, oppure, se si carica questa giornata di un significato politico, allora bisogna pensare a chi c'è dall'altro lato del tavolo delle trattative, e andarci in giacca e cravatta". Lei è fidanzato? "Convivo da un anno e mezzo". Vorrebbe adottare un bambino? "No, i bambini non sono cavie. Hanno diritto a una famiglia naturale. E l'Italia non è pronta". È mai stato boicottato? "Mai. Anzi. Sono portavoce della giunta di centrodestra del Comune di Marino, in provincia di Roma. Il sindaco Adriano Palozzi mi ha messo in prima linea. Il solo boicottaggio che ho subito è quello della sinistra". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


L'autunno caldo di Walter. Dì la tua (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. Scritto in Varie Commenti ( 23 ) " (16 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (23 votes, average: 3.61 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (26 votes, average: 3.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni ALBERTO: Ma che dici caro Fabio? Cambiare la Costituzione? E' impensabile che Veltroni posssa farlo! Il... Federico Fanelli: .Veltroni.non vale la pena di parlarne. inutile quasi come Rutelli. Mi piace dire... valentino: Carissimo Mazzari, se Uolter vuole creare un Partito Socialdemocratico lo consiglio vivamente di andarsi a... fabio cabaciuba: L'errore di Veltroni? quando si è messo in testa di cambiare la politica italiana, è stato... Murgo Salvatore: Ve li ricordate quei giapponesi che alla fine degli anni sessanta venivano ritrovati in alcune isole... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Commercio, vendite al dettaglio in calo del 2,3% ad aprilePrima elementare Bocciati due bimbiLondra come Napoli: è allarme spazzaturaRoma, in cella i nomadi del lussoGiustizia, verso lo scudo per le alte cariche Il Pd è disponibile, ma Di Pietro insorgeAlitalia, Police: entro luglio il piano per il rilancio Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. Scritto in Varie Commenti ( 23 ) " (16 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (23 votes, average: 3.61 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (26 votes, average: 3.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni ALBERTO: Ma che dici caro Fabio? Cambiare la Costituzione? E' impensabile che Veltroni posssa farlo! Il... Federico Fanelli: .Veltroni.non vale la pena di parlarne. inutile quasi come Rutelli. Mi piace dire... valentino: Carissimo Mazzari, se Uolter vuole creare un Partito Socialdemocratico lo consiglio vivamente di andarsi a... fabio cabaciuba: L'errore di Veltroni? quando si è messo in testa di cambiare la politica italiana, è stato... Murgo Salvatore: Ve li ricordate quei giapponesi che alla fine degli anni sessanta venivano ritrovati in alcune isole... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Commercio, vendite al dettaglio in calo del 2,3% ad aprilePrima elementare Bocciati due bimbiLondra come Napoli: è allarme spazzaturaRoma, in cella i nomadi del lussoGiustizia, verso lo scudo per le alte cariche Il Pd è disponibile, ma Di Pietro insorgeVeltroni cade nel buco di bilancio Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. Scritto in Varie Commenti ( 23 ) " (16 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (23 votes, average: 3.61 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (26 votes, average: 3.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni ALBERTO: Ma che dici caro Fabio? Cambiare la Costituzione? E' impensabile che Veltroni posssa farlo! Il... Federico Fanelli: .Veltroni.non vale la pena di parlarne. inutile quasi come Rutelli. Mi piace dire... valentino: Carissimo Mazzari, se Uolter vuole creare un Partito Socialdemocratico lo consiglio vivamente di andarsi a... fabio cabaciuba: L'errore di Veltroni? quando si è messo in testa di cambiare la politica italiana, è stato... Murgo Salvatore: Ve li ricordate quei giapponesi che alla fine degli anni sessanta venivano ritrovati in alcune isole... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Commercio, vendite al dettaglio in calo del 2,3% ad aprilePrima elementare Bocciati due bimbiLondra come Napoli: è allarme spazzaturaRoma, in cella i nomadi del lussoGiustizia, verso lo scudo per le alte cariche Il Pd è disponibile, ma Di Pietro insorgeVeltroni cade nel buco di bilancio Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. Scritto in Varie Commenti ( 23 ) " (16 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (23 votes, average: 3.61 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (26 votes, average: 3.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni ALBERTO: Ma che dici caro Fabio? Cambiare la Costituzione? E' impensabile che Veltroni posssa farlo! Il... Federico Fanelli: .Veltroni.non vale la pena di parlarne. inutile quasi come Rutelli. Mi piace dire... valentino: Carissimo Mazzari, se Uolter vuole creare un Partito Socialdemocratico lo consiglio vivamente di andarsi a... fabio cabaciuba: L'errore di Veltroni? quando si è messo in testa di cambiare la politica italiana, è stato... Murgo Salvatore: Ve li ricordate quei giapponesi che alla fine degli anni sessanta venivano ritrovati in alcune isole... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Commercio, vendite al dettaglio in calo del 2,3% ad aprilePrima elementare Bocciati due bimbiLondra come Napoli: è allarme spazzaturaRoma, in cella i nomadi del lussoGiustizia, verso lo scudo per le alte cariche Il Pd è disponibile, ma Di Pietro insorgeAlitalia, Police: entro luglio il piano per il rilancio Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Così le tecnologie ci cambiano la vita Dì la tua (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. Scritto in Varie Commenti ( 23 ) " (16 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (23 votes, average: 3.61 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (26 votes, average: 3.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni ALBERTO: Ma che dici caro Fabio? Cambiare la Costituzione? E' impensabile che Veltroni posssa farlo! Il... Federico Fanelli: .Veltroni.non vale la pena di parlarne. inutile quasi come Rutelli. Mi piace dire... valentino: Carissimo Mazzari, se Uolter vuole creare un Partito Socialdemocratico lo consiglio vivamente di andarsi a... fabio cabaciuba: L'errore di Veltroni? quando si è messo in testa di cambiare la politica italiana, è stato... Murgo Salvatore: Ve li ricordate quei giapponesi che alla fine degli anni sessanta venivano ritrovati in alcune isole... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Commercio, vendite al dettaglio in calo del 2,3% ad aprilePrima elementare Bocciati due bimbiLondra come Napoli: è allarme spazzaturaRoma, in cella i nomadi del lussoGiustizia, verso lo scudo per le alte cariche Il Pd è disponibile, ma Di Pietro insorgeAlitalia, Police: entro luglio il piano per il rilancio Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. Scritto in Varie Commenti ( 23 ) " (16 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (23 votes, average: 3.61 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (26 votes, average: 3.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni ALBERTO: Ma che dici caro Fabio? Cambiare la Costituzione? E' impensabile che Veltroni posssa farlo! Il... Federico Fanelli: .Veltroni.non vale la pena di parlarne. inutile quasi come Rutelli. Mi piace dire... valentino: Carissimo Mazzari, se Uolter vuole creare un Partito Socialdemocratico lo consiglio vivamente di andarsi a... fabio cabaciuba: L'errore di Veltroni? quando si è messo in testa di cambiare la politica italiana, è stato... Murgo Salvatore: Ve li ricordate quei giapponesi che alla fine degli anni sessanta venivano ritrovati in alcune isole... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Commercio, vendite al dettaglio in calo del 2,3% ad aprilePrima elementare Bocciati due bimbiLondra come Napoli: è allarme spazzaturaRoma, in cella i nomadi del lussoGiustizia, verso lo scudo per le alte cariche Il Pd è disponibile, ma Di Pietro insorgeVeltroni cade nel buco di bilancio Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


La Sapienza e il rito dell'intolleranza (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. Scritto in Varie Commenti ( 23 ) " (16 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (23 votes, average: 3.61 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (26 votes, average: 3.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni ALBERTO: Ma che dici caro Fabio? Cambiare la Costituzione? E' impensabile che Veltroni posssa farlo! Il... Federico Fanelli: .Veltroni.non vale la pena di parlarne. inutile quasi come Rutelli. Mi piace dire... valentino: Carissimo Mazzari, se Uolter vuole creare un Partito Socialdemocratico lo consiglio vivamente di andarsi a... fabio cabaciuba: L'errore di Veltroni? quando si è messo in testa di cambiare la politica italiana, è stato... Murgo Salvatore: Ve li ricordate quei giapponesi che alla fine degli anni sessanta venivano ritrovati in alcune isole... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Commercio, vendite al dettaglio in calo del 2,3% ad aprilePrima elementare Bocciati due bimbiLondra come Napoli: è allarme spazzaturaRoma, in cella i nomadi del lussoGiustizia, verso lo scudo per le alte cariche Il Pd è disponibile, ma Di Pietro insorgeAlitalia, Police: entro luglio il piano per il rilancio Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Metamorfosi ex feudo dei cattolici democratici, oggi risente dell'influenza di bertone (sezione: Laici e chierici)

( da "Riformista, Il" del 25-06-2008)
Pubblicato anche in: (Riformista, Il)

Argomenti: Laicita'

Metamorfosi ex feudo dei cattolici democratici, oggi risente dell'influenza di bertone L'ombra di Ratzinger sulla nuova Famiglia Cristiana Cosa diavolo sta succedendo a Famiglia Cristiana ? Possibile che la più importante e gloriosa rivista d'ispirazione cattolica (almeno stando al numero di lettori) ogni settimana sbandi attaccando ora la sinistra ora la destra, oggi il Pd, domani il Cavaliere, a mo' di giostra che girando all'impazzata sbatte a casaccio contro questo o quello ostacolo? La risposta non è difficile da dare e, ovviamente, è la più scontata. Gli attacchi di Famiglia Cristiana , quelli (tanto per fare due esempi) di quindici giorni fa al Pd - è un "partito fantasma" infettato da un'"anarchia dei valori teorizzata da Berlusconi", un partito che ha tradito "lo spirito originario che aveva portato Ds e l'ex Margherita a fondersi", un partito nel quale i cattolici sono destinati a fare la "riserva indiana" - e quelli di questa settimana al Cavaliere - "ha un'ossessione: i magistrati", si legge nell'editoriale, "e una passione: gli avvocati. Naturalmente, i primi sono contro di lui, gli altri li fa eleggere in Parlamento. E uno, ex segretario personale, lo mette ministro della Giustizia" - hanno uno scopo preciso: lasciare alle spalle la linea smaccatamente pro cattolicesimo democratico (adulto o di sinistra che dir si voglia) per fare propria, ovviamente secondo la propria sensibilità, la battaglia ratzingeriana della difesa dei valori. Su tutti, il valore della famiglia, quella tradizionale, fondata sul sacramento del matrimonio. Un cambiamento di rotta sul quale, si dice, abbia avuto una certa influenza anche il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, stufo di sentire da presuli e prelati, preti e suore, lamentele d'ogni genere per articoli non sempre ortodossi usciti dalle penne dei giornalisti assunti dalle edizioni paoline. Certo, i paolini (oltre a Famiglia Cristiana dirigono altre riviste: Il Giornalino , Club 3 , Jesus , Famiglia Oggi , Letture , Gbaby , vita pastorale , Gazzetta d'Alba , la Domenica ) ci tengono parecchio a sottolineare la propria indipendenza intellettuale dalle gerarchie: loro, per intenderci, non sono come La Civiltà Cattolica le cui bozze sono visionate prima della pubblicazione dalla segreteria di Stato vaticana. Eppure, a conti fatti, la sbandata degli ultimi mesi in favore di una linea intransigente con tutti sui valori, suona come un tentativo di svoltare verso la linea papale mai registratosi in precedenza. Ai tempi della Dc, Famiglia Cristiana stava col partito. Vendeva un milione di copie e compattava al suo interno quelle differenze tra i cattolici che oggi prendono forma nei diversi schieramenti politici. Poi, mentre l'Italia cambiava, Famiglia Cristiana ha abbracciato le istanze dei sindacati cattolici, del cattolicesimo democratico, cercando di rimanere comunque una rivista di massa, di popolo, capace di parlare a tutti. Sono i primi anni della direzione di don Leonardo Zega (1981-1997). Anni caratterizzati da un crescendo di politica anti berlusconiana, politica la cui ultima goccia velenosa venne versata giusto l'"altro ieri", ovvero durante la campagna elettorale per le politiche del 2006. Berlusconi si rifiutò di farsi intervistare dal settimanale perché, a suo giudizio, "Famiglia Cristiana sta dichiaratamente e inspiegabilmente appoggiando Prodi e i comunisti". Ma fu davvero l'ultimo episodio di una linea oramai in decadenza perché, già dal momento dell'elezione di Ratzinger al soglio di Pietro, qualcosa è cambiato. Per carità, l'attuale direttore di Famiglia Cristiana , don Antonio Sciortino, non si è mai distinto per un appoggio incondizionato al Cavaliere, anzi. Ma, intorno a sé, ovvero negli organi dirigenziali dei paolini, si è via via dovuto accorgere della presenza di personale targato Ratzinger e, con questo, ha dovuto confrontarsi: don Antonio Tarzia, da poco tempo direttore di Jesus , vanta una amicizia di vecchia data con l'attuale Pontefice; mentre Elio Guerriero (vice direttore editoriale delle Edizioni San Paolo) è colui che ha curato, assieme a Ingrid Stampa, l'edizione italiana del libro di Benedetto XVI dedicato a Gesù di Nazaret. Non solo, è colui che da anni dirige la rivista internazionale di teologia Communio , fondata anni fa da Ratzinger e Hans Urs von Balthasar in antitesi alla più progressista Concilium . Le Edizioni Paoline hanno visto il proprio bilancio crescere dopo l'elezione di Benedetto XVI. Sono loro, infatti, ad avere i diritti sulle principali opere di Ratzinger prima del pontificato. La crescita, probabilmente, non basterà a bloccare la messa in campo di una politica di taglio dei costi che prevede, a breve, la chiusura della redazione romana di Famiglia Cristiana . Non basterà nonostante, ancora oggi, a differenza degli altri periodici paolini, il bilancio di Famiglia Cristiana sia in positivo. Quello che conta è contare ancora qualcosa. E, in questo senso, la nuova linea pare stia pagando. (P. Rodari) 25/06/2008.

Torna all'inizio


Arrestato Follieri, ex della Hathaway (sezione: Laici e chierici)

( da "Voce d'Italia, La" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Esteri Arrestato Follieri, ex della Hathaway Accusato di truffa e riciclaggio, rischia tra gli 87 e i 103 mesi di carcere New York, 25 giu. - è finito in manette Raffaello Follieri, l'imprenditore pugliese diveuto famoso per la sua storia d'amore con l'attrice Anne Hathaway, la protagonista de "Il diavolo veste Prada", durata quattro anni e finita da poco. Le accuse per lui sono di truffa e riciclaggio di denaro. L'imprenditore italiano, che era stato in affari anche con la famiglia Clinton, si è presentato davanti alla Corte federale di Manhattan. Dopo l'udienza in tribunale, Follieri è stato portato in un ospedale per "un attacco" non meglio specificato, forse si tratta di un'infezione. Il giudice ha fissato in 21 milioni di dollari (circa 14 milioni di euro) la cauzione per la libertà vigilata. Una cifra astronomica. Il tetto e' stato fissato cosi' alto per via dell'alto pericolo di fuga. Sull'imprenditore pendono dodici capi di imputazioni tra cui associazione a delinquere finalizzata a truffa, trasferimenti di denaro e riciclaggio. Ad incastrare Follieri sono state le e-mail e le tracce dei movimenti tra i conti bancari. I reati per cui e' accusato Follieri potrebbero essere puniti teoricamente fino a un massimo di 225 anni di reclusione, in realta' l'imprenditore rischia tra gli 87 e i 103 mesi di carcere. Follieri, 29enne di San Giovanni Rotondo trasferitosi negli States nel 2003, secondo l'accusa, si spacciava come amministratore delegato delle finanze vaticane e avrebbe usato il millantato credito presso la Santa Sede per ottenere proprietà della Chiesa cattolica americana a prezzo scontato rispetto al reale valore di mercato. Giunto a New York si era presentato come emissario della Chiesa cattolica, grazie alla consulenza di Andrea Sodano, nipote dell'allora segretario di Stato vaticano. La Santa Sede ha però negato qualsiasi rapporto con lui. Follieri ha tentato di comprare e rivendere gli immobili che la Chiesa cattolica americana e' costretta a cedere per pagare i debiti e i risarcimenti alle vittime dei preti omosessuali. Gia' 2007 il miliardario californiano Ron Burkle, amico della famiglia Clinton, aveva denunciato Follieri per appropriazione indebita di 1,3 milioni di dollari. Secondo i calcoli del Fbi, il giovane pugliese avrebbe inoltre trasferito oltre 2 milioni di dollari di Burkle su un conto a Montecarlo da lui controllato. Mentre 387.000 dollari sarebbero finiti su conti del Vaticano non meglio specificati. Inoltre il Follieri Group, di cui il finanziere è amministratore delegato, è stato condannato a pagare 275mila dollari più le spese al Carmen Group, un società di lobbisti di Washington. Ad aprile Follieri e' finito sotto accusa anche per un assegno scoperto da 215 mila dollari. La vicenda di Follieri in versione americana, ricorda tanto una gia' vista e sentita nel nostro Paese. Si spacciava per immobiliarista. C'e il finanziere, Ron Burkle, uno degli uomini più ricchi del mondo, c'e' il politico, Bill Clinton, e la star del cinema, Anne Hathaway. L'epilogo e' simile alla storia che ben conosciamo. La denuncia di Burkle per truffa, Clinton che dichiara di conoscerlo a malapena. E la settimana scorsa, ciliegina sulla torta Anne ha annunciato pubblicamente di aver rotto con lui.

Torna all'inizio


Il bivio di monsignor Fellay (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 25-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Mi trovo a Roma e ho raccolto ulteriori informazioni che aiutano a inquadrare meglio le cinque condizioni presenti nella lettera del cardinale Castrillòn Hoyos a mons. Fellay. Innanzitutto quelle condizioni non sono poste ai lefebvriani in generale, ma proprio al loro superiore, cioè lo stesso Fellay. Il quale nei colloqui manifesta volontà di dialogo, poi però scrive e sottoscrive attacchi durissimi contro il Papa. Le cinque condizioni sono dunque un passo previo per arrivare alla cancellazione della scomunica. Centrale è il punto dedicato al fatto che la Fraternità, e i suoi superiori, danno l'impressione di sentirsi. superiori allo stesso Pontefice, di giudicarlo dall'alto, come se la San Pio X fosse la "vera" Chiesa e la "vera" Roma, e la Chiesa cattolica guidata da Benedetto XVI fosse un gruppo separato che deve rientrare nella piena comunione con Econe e Menzingen. La verità, purtroppo, è che si sono ormai stratificati atteggiamenti e prese di posizione (lo dimostrano anche alcuni commenti presenti nel precedente post) che rendono difficile riconoscere questo elementare dato: non sono i lefebvriani la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica è quella in comunione con Benedetto XVI. Mai come in questo momento il cuore pastorale e generoso del Pontefice, attraverso il cardinale Castrillòn è aperto alla riconciliazione. Ma è la San Pio X che deve tornare all'ovile dopo l'atto scismatico della consacrazione illecita dei vescovi fatta da Lefebvre, non è la Santa Sede a dover chiedere scusa ai lefebvriani. Scritto in Varie Commenti ( 10 ) " (4 votes, average: 4 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jun 08 Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle iniziali indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 86 ) " (9 votes, average: 4.22 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 200 ) " (13 votes, average: 4.69 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (8 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 130 ) " (14 votes, average: 4.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (14 votes, average: 3.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 296 ) " (23 votes, average: 4.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1295 ) " (36 votes, average: 3.58 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Jun 08 Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna Si avvicina il giorno dell'annuncio dell'avvicendamento del Vicario di Roma: la scelta del Papa, per la successione del cardinale Camillo Ruini, è caduta sull'attuale Prefetto della Segnatura apostolica, il cardinale Agostino Vallini, già vescovo ausiliare di Napoli e poi vescovo di Albano. La nomina dovrebbe essere resa nota entro fine mese, probabilmente il 24 giugno. Non ci sono cambi in vista nella struttura del Vicariato: il successore di Ruini dovrebbe infatti mantenere al suo posto l'attuale vicegente, monsignor Moretti. Nei giorni successivi alla nomina di Vallini al Vicariato dovrebbe essere resa nota la promozione del Segretario dell'ex Sant'Uffizio, l'arcivescovo Angelo Amato, a Prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in sostituzione del cardinale José Saraiva Martins. Il delicato ruolo di numero due della Congregazione per la dottrina della fede si vociferava fosse destinato al vescovo Rino Fisichella, ausiliare di Roma, attuale rettore della Lateranense. Ma nelle ultime ore sta prendendo quota un'altra candidatura: quella del più anziano arcivescovo di Oristano, il teologo Ignazio Sanna, che era stato promosso alla diocesi sarda da appena due anni. Fisichella viene riservato per altri futuri incarichi. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (23 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Jun 08 Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno Alcuni di voi mi hanno chiesto di aprire un nuovo thread dedicato alla discussione sugli statuti del Cammino neocatecumenale, che sono stati approvati da Benedetto XVI e saranno consegnati nella tarda mattina di venerdì prossimo ai responsabili del Cammino. Il motivo della richiesta è l'alto numero di commenti che rende difficile l'accesso alle pagine con le discussioni precedenti. Una richiesta simile mi era stata rivolta nei giorni scorsi da Klaus, il quale ha poi lasciato il blog a causa della mia scelta di aprire il nuovo spazio di discussione in calce al post dedicato al romanzo thriller di Thornborn. La mia scelta era stata dettata dall'impegno che avevo preso di non intervenire più sulla vicenda fino al 13 giugno. Pur non essendo d'accordo con il tono e con i contenuti di molti commenti (in queste due settimane mi sono beccato rimproveri da destra e da manca, sono stato fatto passare come un portavoce del Cammino solo perché non non lo ritengo "eretico", è stato ipotizzato che la mia posizione sia dovuta alla paura di reazione dei neocatecumenali stessi, sono stato pure offeso pesantemente), mi rendo conto ora che Klaus aveva ragione a chiedere uno spazio apposito, perché se è vero che gli argomenti sul mio blog li decido io, è altrettanto vero che la discussione si alimenta grazie al contributo di tutti e dunque - visto l'interesse suscitato dall'argomento - è giusto che possa continuare. Scritto in Varie Commenti ( 1126 ) " (20 votes, average: 4.3 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (208) Ultime discussioni daniele: Per bo mario Grisostomo se vuole le faccio l'elenco dei crimini. Non ne è a conoscenza? Strano. Indios... emilia: @ giorgio da verona Lo Spirito Santo dovrà suscitare grandi santi per raddrizzare la verità annebbiata... Sandro: Ohhhhhhhhh:finalmente il Signore ci ha liberato da questi 4 bigottoni.Sia Lodato Gesù Cristo Grisostomo: "il vaticano (un luogo dove i sacrifici umani sono la regola)" Deciderò, sentito un... Gregorio VII: Aggiungo qualcosa al mio precedente intervento. Ecco cosa potrebbe accadere se Mons Fellay e gli altri... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news Caldo: allarme rosso fino a sabato In città è caro-acquaAlitalia, entro fine mese il piano dell'advisorAlmunia all'Italia: "Tagli più incisivi sulla spesa pubblica"Giovanardi: "Cocaina? C'è pure in parlamento"Berlusconi: "Certe toghe, una metastasi" Csm: "Incostituzionale la blocca processi"Manovra, Napolitano firma: "Evitare ingorghi" Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (15) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts Il bivio di monsignor Fellay Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Da Ruini a Vallini, da Saraiva ad Amato. Al Sant'Uffizio? Sanna Gli statuti del Cammino neocatecumenale, verso il 13 giugno Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. E Parisi insiste: già, perché dopo essere uscito allo scoperto senza se e senza ma, l'ex ministro della Difesa vuol far uscire allo scoperto gli avversari di Veltroni, in particolare Massimo D'Alema, che ha lanciato - anche se lui dice che non cerca lo scontro - una sorta di partito-ombra che si chiama "Red" (Riformisti e democratici). Dice Parisi: "Sento D'Alema avanzare proposta diversa da Veltroni, vorrei essere sicuro che lo faccia esplicitamente.". Aspettiamo la prossima puntata. Scritto in Varie Commenti ( 30 ) " (20 votes, average: 3.4 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 102 ) " (24 votes, average: 3.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (27 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (47 votes, average: 3.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (52 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (122 votes, average: 1.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (131 votes, average: 1.49 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni Damy: Salve tutti! Walter o non Walter; credo qualsiasi politico,ora del centro sinistra o pd avrebbe avuto comunque... Fabrizio: Sono molto dispiaciuto per la probabile caduta di Veltroni dalla poltrona di segretario del PD se non altro... Michele: Pur non essendo del Pd dico solo a Walter Veltroni che deve tirare fuori gli artigli con i suoi alleati e... moritz: "Il valore di un uomo è proporzionale alla grandezza del suo avversario".Silvio riconoscere... valentino: Caro Uolter, cosa dura cambiar la testa ai "compagni".& #8230;!!!!!! Se poi aggiungi... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Ultime News Caldo: allarme rosso fino a sabato In città è caro-acquaAccusato di 13 omicidi uscirà tra un mese: decorrenza dei terminiAutotrasporto: trovata l'intesa, niente scioperoAlmunia all'Italia: "Tagli più incisivi sulla spesa pubblica"Berlusconi: "Certe toghe, una metastasi"Csm: "Incostituzionale la blocca processi" Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Chiese, sinagoghe e moschee così scelgono tra Obama e McCain (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del L'INCHIESTA Chiese, sinagoghe e moschee così scelgono tra Obama e McCain IN GOD WE TRUST Gli Stati Uniti sono una nazione profondamente religiosa, sta scritto persino sulle loro banconote. Dall'ultima inchiesta nazionale sul rapporto tra fede e vita pubblica, risulta che il 92% degli americani crede in Dio. La vera novità è che aumenta la tolleranza tra fedi diverse, mentre perde terreno ogni confessione rigidamente organizzata. In tutte le ultime presidenziali, l'affluenza in chiesa è stata il miglior indicatore dell'orientamento di voto. La schiacciante maggioranza di chi osserva i precetti ha regolarmente votato il candidato repubblicano. Ora in vista delle elezioni di novembre, il voto si presenta molto più fluido rispetto agli schieramenti tradizionali. I democratici guadagnano consenso tra la maggioranza protestante, soprattutto tra i giovani evangelici. E la campagna di Barack Obama ha dedicato uno straordinario impegno per stringere contatti con le varie organizzazioni religiose. Il terreno presenta tuttavia molte insidie: l'ultima è una polemica sull'interpretazione delle scritture in un comizio di Obama: "Nel Levitico la schiavitù sembra ok. Mangiare crostacei è un abominio". Il rapporto del Pew Research Center's Forum on Religion & Public Life, basato su un campione di 35mila adulti rappresentativi della popolazione Usa, indica che per la prima volta i consensi del Partito repubblicano tra gli evangelici scendono sotto il 60 per cento. "I nuovi evangelici, una sfida per la destra religiosa", titola il settimanale New Yorker. Si tratta di giovani pragmatici che mettono al primo posto solidarietà sociale e tutela dell'ambiente. Che si riconoscono maggiormente con la figura di Obama piuttosto che con quella di John McCain. Non solo per un fattore generazionale. E c'è la variabile di un impressionante 44 per cento di americani che ha cambiato almeno una volta la propria denominazione religiosa o ha deciso di gestire privatamente la propria spiritualità. Questo è un segmento dove gli indipendenti sono in crescita. La roccaforte repubblicana inespugnabile sono i mormoni, dove il consenso è stabile al 65 per cento. I cattolici sono considerati un campo di battaglia e rappresentano quasi per il 25 per cento della popolazione Usa. Il 48 per cento è orientato verso i democratici, il 33 per cento verso i repubblicani. L'entusiasmo per gli anni di John F. Kennedy, primo e unico presidente cattolico degli Stati Uniti, si è stemperato negli anni di Reagan con un progressivo spostamento a destra. Gli storici ricordano inoltre che Kennedy non mise mai in primo piano la propria fede. E per meglio spiegare come ha gestito il rapporto tra religione e politica, hanno coniato l'espressione "cattolico per caso". Più netto lo schieramento della comunità ebraica: 66% con i democratici, 24% con i repubblicani. Ma se si considerano i soli ebrei ortodossi, i democratici crollano al 49 per cento. In tutte le religioni i conservatori sono tali sia nella fede che nell'urna. Con un'unica eccezione: tra le congregazioni protestanti afro americane, dove l'opposizione all'aborto è fortissima e i diritti dei gay sono un tabù, il Partito democratico trionfa con il 77% delle preferenze. Una coalizione tra i gruppi d'immigrati musulmani ha sostenuto George W. Bush nel 2000, solo per ritrovarsi completamente ignorata dalla Casa Bianca quando il Patriot Act scatena controlli e arresti di massa nelle loro comunità. "La lezione ci è servita e siamo ripartiti da zero - spiega Mahdi Bray, direttore della Muslim American Society Freedom Foundation di Washington - Abbiamo abbandonato una leadership politica composta principalmente da medici, avvocati e professionisti per tornare alla nostra base". E la barra si è velocemente spostata verso il Partito democratico. Ma lo stigma che ha colpito gli arabo americani dopo l'11 settembre rimane. "Basta dire Barack Hussein Obama e si è detto tutto- assicura Arsalan Iftikhar, un giurista specializzato in diritti umani che firma sul periodico Islamica Magazine - Non c'è nemmeno bisogno di pronunciare la parola musulmano". Per questo la comunità islamica ha mantenuto un profilo bassissimo nel sostenere Obama. Qualsiasi manifestazione di appoggio sarebbe sfruttata dai repubblicani per incitare la paura e associarlo a Osama Bin Laden. Al centro culturale islamico nell'East Village a Manhattan gira una battuta: "Noi dobbiamo dare pubblicamente l'endorsement al candidato che vogliamo fare fuori". La sinistra storica americana raccomanda un prudente secolarismo. In nome della beata separazione tra stato e chiesa. Ricordando anche gli imbarazzi creati a Obama dal suo ex pastore, il reverendo Jeremiah Wright. Scrive Katha Pollit sul settimanale The Nation: "Per anni i democratici hanno cercato di nascondere il proprio secolarismo per attrarre chi è convinto che Gesù sia repubblicano. Ma nessun partito può legittimamente accampare diritti su Gesù. E se si tiene fuori la religione dai temi della campagna elettorale, possiamo discutere di temi concreti come persone razionali. Dopotutto, quale ipotesi è più campata in aria: che il virus dell'Aids sia uscito dai laboratori del governo o che i morti risorgano dalle loro tombe?".

Torna all'inizio


I cattolici integralisti conquistano il Centro sperimentale. Alberoni dux (sezione: Laici e chierici)

( da "Liberazione" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

La giornata nera del cinema e del teatro. Per fortuna i produttori alzano la testa I cattolici integralisti conquistano il Centro sperimentale. Alberoni dux Suitcase Torna a San Siro, il Boss, dopo che nel 1985, vi fece uno dei suoi concerti più belli. Lo ha detto lui. Torna con la sua storica band, la E Street, ma senza il tastierista, Danny Federici, che è morto pochi mesi fa. E' il "magic tour", quello che presenta la sua fatica più recente, un disco veramente "magico" e uno dei più "springstiani". Se per per springstiana si intende la sua particolare sintesi tra ballad ed energia rock. Quella che va "Bad Lands" a "Devil's Arcade". Qui a San Siro, 41ª tappa del tour, Springsteen ha saputo di nuovo stupire e incantare - per l'ennesima volta - cambiando la scaletta che aveva proposto nelle tappe precedenti. Pesca, il Boss, nel suo infinito repertorio e lo mette anche a disposizione dei fans. Non è la prima volta, infatti, che guarda in faccia il suo pubblico e, nel pieno del concerto, accetta di suonare i brani che gli chiedono. Sta forse anche qui la differenza - una delle differenze - con il tour precedente, quello interamente dedicato ai brani dell'indiscusso padre della canzone folk e di protesta americana, Pet Seeger, un concerto "a tema" quasi teatrale, dove era già "tutto scritto" e dove tutto si giocava sugli arrangiamenti e sulla voce di Bruce. Ieri, esattamente il contrario un concerto aperto a improvvisazioni, duetti, chitarre lancinanti e sostenuto da quel muro di suono che solo il sax di Clarence Clemons sa produrre. Ad attenderlo a San Siro migliaia di fans, molti dei quali erano già qui nel 2003, in quella bagnatissima serata (ieri invece a Milano si toccavano i 36 gradi) che culminò con la cover - splendida cover di uno splendido pezzo - di "Who'll Stop the Rain" dei Creedence Clearwater Revival. Chi fermerà la pioggia. Stavolta non ce n'è stato bisogno e nessuno ha fermato il 59enne del New Jersey. Informa, come le sue idee, che condivide con il pubblico. Inizio, tassativo alle 20.30. Perché a Milano alle 23.30 non si muove più niente. Lo ha deciso per decreto il sindaco. Decisione "emergenziale" per un'emergenza che non c'è. Ma neanche a farlo apposta il Boss ci ricorda perché siamo nati e perché andiamo ai concerti. Con "Born to Run", sulle ultime battute del concerto i 53mila ringraziano. 26/06/2008.

Torna all'inizio


I discorsi dei politici: da <libera Chiesa in libero Stato> al predellino (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-06-26 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Il libro Antonello Capurso raccoglie gli interventi da Cavour a oggi. "Il testo della svolta di Salerno di Togliatti? L'aveva solo Diliberto" I discorsi dei politici: da "libera Chiesa in libero Stato" al predellino MILANO - "Libera Chiesa in libero Stato", chi l'ha detto? Sì, d'accordo, l'ha detto Cavour, lo sanno (quasi) tutti. Ma quanti saprebbero dire in che occasione e contesto? Ci sono frasi folgoranti che segnano la Storia con la "s" maiuscola, interventi che hanno cambiato il corso del nostro Paese. Ma pochi li conoscono davvero, anche perché magari non si trovavano più. La svolta di Salerno, per dire, Palmiro Togliatti che il 27 marzo '44 rientra in Italia dopo diciotto anni di esilio accettando che il Pci e "tutti i partiti antifascisti " entrino nel governo di unità nazionale presieduto da Badoglio: "Uno pensa: quel discorso sta ovunque. E invece niente, non esisteva! Solo su Internet c'erano due versioni, sbagliate. Alla fine l'ho trovato dal più autorevole ammiratore di Togliatti, nonché bibliofilo: Oliviero Diliberto...". Antonello Capurso ride, non è stato facile ma ne valeva la pena: ne I discorsi che hanno cambiato l'Italia (Oscar storia Mondadori), lo scrittore e giornalista - è notista politico del Tg4 e collaboratore del Foglio - ha raccolto 21 interventi "da Garibaldi e Cavour a Berlusconi e Veltroni", con tanto di introduzioni e schede storiche per ciascuno. Si passa dal "grido di dolore" evocato da Vittorio Emanuele II il 10 gennaio 1859 (ma lo slogan che porterà all'unità d'Italia è una creazione di Napoleone III), alla celeberrima frase di Cavour (discorso alla Camera del 27 marzo 1861: "Santo Padre, il potere temporale per voi non è più garanzia d'indipendenza...") fino all'"appendice" del 2007, l'intervento di Veltroni al Lingotto e il mitologico "discorso del predellino " improvvisato da Berlusconi a San Babila, "sbobinato e pubblicato per la prima volta". L'idea, racconta Capurso, è nata a casa di Paolo Bonaiuti, che firma la prefazione al libro. Il ritorno dei cattolici in politica (Don Sturzo, 14 giugno 1919: "è superfluo dire perché non ci siamo chiamati Partito cattolico: i due termini sono antitetici; il cattolicesimo è religione, è universalità; il partito è politica, è divisione"), Bordiga e la nascita del Pci, il "bivacco" di Mussolini. Il ruolo della grande industria di Valletta e la nascita del centrosinistra di Moro (sette ore di intervento, ma niente paura: c'è uno stralcio). E ancora lo "svolta" di Berlinguer, il discorso sui finanziamenti illeciti di Craxi, D'Alema e il primo intervento da premier di un ex pci. "Ci siamo dimenticati delle divisioni politiche: con lo sguardo della storia abbiamo cercato la nostra memoria, che dev'essere condivisa". C'è da dire che, tra tutti, un ideale "premio Demostene" lo vince Alcide De Gasperi. Che il 10 agosto '46 va alla conferenza di pace di Parigi a rappresentare un Paese sconfitto e distrutto dalla guerra. E nel gelo generale inizia così: "Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: e soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa considerare come imputato...". Morale: spiazza tutti quanti ("...ma sento la responsabilità e il diritto di parlare anche come democratico antifascista...") e s'allontana nel silenzio dei presenti finché il solo segretario di Stato Usa, James Byrnes, s'alza a salutarlo. è il momento, spiega Capurso, che "riporta l'Italia tra le nazioni democratiche". Gian Guido Vecchi.

Torna all'inizio


PIO XI E GANDHI (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-06-26 num: - pag: 35 categoria: BREVI PIO XI E GANDHI L'udienza negata Caro Romano, condivido pienamente la sua risposta in merito all'udienza in Vaticano negata a Gandhi nel 1931. Conoscendo bene la personalità di Pio XI sono convinto che la decisione di Papa Ratti non fu motivata da una questione di abbigliamento ma piuttosto, come lei dice, da una presa di posizione politica. Perché non interpretare questo rifiuto anche come un messaggio per il "nemico" Mussolini? Sebastiano Caronni Orsenigo, Pavia Nel 1931, due anni dopo la firma dei Patti Lateranensi, vi fu in effetti una certa tensione fra lo Stato e la Chiesa per la politica che il regime stava adottando, a scapito dell'Azione Cattolica, verso le organizzazioni giovanili. Il 29 giugno apparve su questo tema l'enciclica papale "Non abbiamo bisogno ". Forse Gandhi scelse il momento in cui era difficile essere egualmente graditi al Papa e al Duce. UNIONE EUROPEA Trattato di Lisbona Caro Romano, mi risulta che secondo il trattato di Lisbona, a mio avviso giustamente bocciato dagli irlandesi, decisioni vincolanti dell'Unione Europea possono essere prese a maggioranza semplice e contro la volontà dei singoli Paesi membri. Ciò si tradurrebbe in una perdita di sovranità dei cittadini, che dovrebbero sottostare a decisioni altrui non condivise, ossia verrebbero comandati da una burocrazia centrale. Non credo che il Superstato europeo sia un buon affare per i comuni cittadini (forse lo è invece per i gruppi di potere). L'unione monetaria non è ancora completata e già si preme l'acceleratore per arrivare subito, in una situazione disomogenea, all'unione politica, che è cosa ben più impegnativa. A voler far tutto di corsa, non si rischia di perdere i pezzi lungo la strada? Omar Valentini, Salò (Bs) Il Trattato di Lisbona prevede due maggioranze congiunte: il 55% per cento degli Stati e il 65% della popolazione dell'Unione. è una formula che tutela i piccoli Paesi, ma evita che la volontà della maggioranza sia bloccata da una esigua minoranza. Quanto ai comuni cittadini europei non hanno mai goduto di tanti diritti, e di questo debbono ringraziare il processo d'integrazione dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi. ROBIN HOOD TAX I profitti troppo alti Caro Romano, la Robin Hood Tax deve colpire gli eccessivi profitti di compagnie petrolifere, banche e assicurazioni. L'idea sembrerebbe buona, ma se banche, petrolieri e assicurazioni hanno realizzato profitti altissimi, questo è dovuto ai prezzi esageratamente onerosi che possono praticare in mancanza di una vera concorrenza: sappiamo tutti che il prezzo della benzina sale se sale il prezzo del petrolio, rimane invariato quando questo scende, e questo per tutte le marche di carburanti. Allora, invece di tassare i profitti troppo alti, non sarebbe meglio rendersi conto che in alcuni settori i cartelli di fatto esistono e tornare a prezzi amministrati? Riccardo Rossi vfcb@virgilio.it A me sembra che occorrerebbe piuttosto applicare le regole della concorrenza anche nei mercati in cui prevalgono comportamenti oligopolisti. INTERVENTI SANITARI Successi e insuccessi In tempi di meritocrazia e divulgazione telematica credo che non sarebbe una cattiva idea poter avere accesso (almeno in caso di malattia) alle percentuali degli interventi eseguiti con esito positivo (ed eventualmente alle relative denunce subite) di ogni chirurgo, del reparto e della struttura ospedaliera. Lo stesso potrebbe valere per gli avvocati e altri professionisti. Inoltre credo che sia legale per i liberi professionisti pubblicizzare le tariffe anche se purtroppo quasi nessuno lo fa. Ardengo Alebardi sfoggia@libero.it PAESI EUROPEI Ministri in bicicletta In alcuni Paesi europei diversi ministri vanno in bicicletta, se non a piedi; da noi, invece, si vedono ancora ex ministri girare sotto scorta con le auto blu. A quando un taglio sacrosanto facendo assaporare anche a loro un bagno di folla? Silvano Stoppa silvano.stoppa@poste.it BENI DI CONSUMO L'aumento dei prezzi Con l'introduzione dell'euro i commercianti hanno fatto il cambio 1.000 lire per 1 euro e il costo della vita è raddoppiato. Dato che le persone non sono sceme e gli stipendi sono rimasti uguali si sono ridotti i consumi e i commercianti si lamentano. Riducano i prezzi del 50% e tutto andrà a posto senza scomodare il governo per farsi ridurre le tasse. Gian Piero Colombo gpcolombo@alice.it AGENZIA DELLE ENTRATE Funzione mancante Unico online PF versione 1.0.2 del 5/6/2008 (l'edizione più aggiornata reperibile sul sito dell'Agenzia delle Entrate) prevede, per le spese sanitarie e come per gli anni precedenti, l'utilizzo della funzione "calcolo delle spese mediche" che però è assente dal relativo menù. Ho fatto inutilmente varie segnalazioni al numero 848800444 (a pagamento!), ottenendo solo risposte evasive e inconcludenti. Fra l'altro la funzione in questione, oltre a essere un valido strumento di calcolo, consente di stampare l'autocertificazione per i medicinali che non richiedono la prescrizione medica. Silvano Costa silvanocosta2005@alice.it SUI TRENI Le condizioni di viaggio In data 22 giugno ho viaggiato sul treno r 1752 in partenza alle 16.19 dalla stazione di Riccione. Questo treno è segnalato come regionale, mentre la percorrenza è interregionale. La differenza è sostanziale considerando che non è dotato, fra le altre carenze, di sistemi di raffreddamento che rendono il viaggio insostenibile nei mesi estivi specie sulla lunga percorrenza. Osservo che per qualsiasi luogo pubblico (dagli stadi, alle discoteche, ai bar, ecc.) si applicano norme di sicurezza pubblica, e mi chiedo come mai questo tipo di controllo non venga effettuato sui treni. Elena Goldoni elenagoldoni@yahoo.it.

Torna all'inizio


Per il torinese non autoctono ma d'importazione, la prima notte di San Giovanni illuminata dai (sezione: Laici e chierici)

( da "Stampa, La" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Trionfi pirotecnici in riva al Po conferma la sensazione curiosa, quindi intrigante, di essere capitato a vivere in una città duale. L'idea, insomma, che di Torino in realtà ce ne siano due. La prima è la città più rigorosa d'Italia, tanto sobria, razionale e illuminista da dare l'impressione che stia all'estero. La città di Bobbio e dell'Einaudi, ma anche della fabbrica fordista, cioè della razionalità applicata al lavoro. Serissima, ordinata, con le sue vie squadratissime, le simmetrie implacabili, tutto in asse con tutto il resto, e le sue maestranze disciplinate come fanterie sabaude. Una città, in effetti, dove l'aggettivo "rigoroso" è un complimento, mentre nel resto d'Italia si pronuncia soltanto in tono ironico oppure minaccioso. Ora, i luoghi comuni sono quasi sempre anche veri. Ma non raccontano la realtà, raccontano una realtà. E lo capisci quando vieni invitato a "vedere i fuochi". Primo, che la consueta noia condita di "Ah!" e "Oh!" e "Bello questo!" che accompagna gli spettacoli pirotecnici standard può diventare, complici il fiume, i Cappuccini, la Gran Madre, il genio degli ideatori e la precisione degli esecutori un "son et lumière" entusiasmante. Secondo, che infatti si entusiasma tutta la città, con applausi a scena aperta, ingorghi, resse e risse per guadagnare il panorama migliore. Ma il fuoco d'artificio è anche il meno razionale degli spettacoli. Illumina, ma è tutt'altro che illuminista. Anzi, dei circenses popolari è quello più tipicamente barocco. Infatti ci si dedicarono, senza nessuna remora o preoccupazione di consegnare all'eternità la loro opera, sommi geni come Bernini o Händel. Di più: quello pirotecnico è il più effimero degli spettacoli. È un investimento di soldi, tempo e genialità sulla bellezza più fragile che esista, quella che muore appena è nata. Da ogni punto di vista, i fuochi d'artificio sono uno scialo assoluto. Non ne resta niente, a parte qualche fotografia per chi le ha fatte e il ricordo per chi c'era. L'equivalente di farsi un vestito bellissimo che si porterà una sera sola. E il contrario della razionalità della spesa "che si ripaga". È un investimento sul nulla, un bellissimo spreco. Allora, terza scoperta, ci si rende conto che esiste anche un'altra città, diciamo la Torino-bis, che è capricciosamente barocca, capace di entusiasmarsi per la luminosa inutilità di una pioggia di scintille. Una città che non ha dimenticato gli splendori di corte, l'ostentazione del lusso, il fasto fine a se stesso, e azzarda senza sensi di colpa la spesa non produttiva. Martedì sera, sembrava che si stesse festeggiando il fidanzamento di un rampollo sabaudo con un'Infanta o l'arrivo a Castello di qualche principessa sposata per procura. Insomma, come la rigorosa simmetria delle linee rette cittadine è rotta dall'improvviso affacciarsi di una linea curva, sia barocca o ottocentesca come la Mole, così la città tanto severa da sembrare talvolta arcigna si scopre improvvisamente godereccia. Pronta a spendere soldi ed entusiasmo nel piacere effimero, nell'estasi di un istante, in un "maraviglioso" che lascia di sé soltanto il ricordo e un po' di odore di polvere da sparo.

Torna all'inizio


I settantamila di San Siro scelgono i brani dello show (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

N. 151 del 2008-06-26 pagina 35 I settantamila di San Siro scelgono i brani dello show di Paolo Giordano da Milano E pazienza se c'è ancora qualche scampolo di sole sugli spalti quando lui arriva sul palco così, lentamente, passo dopo passo, insieme ai suoi musicisti, accolto da un boato che ve lo potete immaginare. "Fa abbastanza caldo?", chiede due volte in italiano, mentre Steve Van Zandt e Nils Lofgren iniziano a pennellare gli accordi di Summertime blues, un pezzo di Eddie Cochran che sembra scritto apposta per questa sera di mezza estate qui nella bolgia di San Siro. Bruce Springsteen è vestito come al solito, come uno che sta sempre Out in the streets, fuori per la strada come recita il secondo brano in scaletta: jeans e camicia nera e Fender gialla a tracolla, usata come fosse un menestrello per raccontare le sue trame da cantastorie che cerca con il passato di illuminare il futuro e peccato che non sempre sia così facile. Con Radio Nowhere c'è la disperazione di non sentirsi a casa. In Prove it all night il senso di oscurità che per quasi trent'anni fino a The Rising ha pervaso il suo canzoniere di poeta prestato al rock, cresciuto con il rock e infine capace di usarlo, il suo rock, per parlare la lingua di tutti, anche quelli che non vorrebbero sentire. E a guardarlo in mezzo alla sua "E Street Band" su di un palco spartano perché intanto contano solo musica e parole e sentimenti, insomma a guardarlo qui Bruce Springsteen sembra davvero l'ultimo dei menestrelli rock ancora in sintonia con il mondo, capace di sentirne le pulsazioni, di coglierne le contraddizioni e di gridarle in faccia a settantamila persone (stadio esaurito da mesi) che ballano, sorridono, si esaltano seguendo un rito che non è mai anacronistico, mai nostalgico, mai autoreferenziale. Insomma San Siro diventa una Promised land, una terra promessa dove i confini del bene e del male sono nitidi ma mai assoluti, si intersecano talvolta e non ci sono giudizi moralistici. Springsteen è uno che ha vissuto, come Woody Guthrie ha attraversato i suoi States (e il resto del mondo) per parlare con la gente, mettendosi a disposizione come ormai non si usa più in questo show business incartapecorito dalle grandi produzioni, dagli effetti speciali che sono poi una blindatura della scaletta e rendono identico un concerto all'altro. E allora ecco perché, in questo tour europeo il pubblico ha preso l'abitudine di esporre cartelli con il titolo di canzoni inusuali del repertorio del Boss, di chicche come le chiamano i fans di cinquanta, sessanta persino settanta anni che sono arrivati fin qui da tutta Italia in un pellegrinaggio che è unico per portata in tutta la storia della musica. "Come state?" chiede loro Springsteen iniziando Spirit in the night che ha un giro di chitarra e tastiere portentoso, un autentico invito a saltare alla faccia dell'afa oppressiva che avvolge lo stadio ma solo fin lì, fin dove Springsteen scorrazza senza sosta, si butta per terra, sfiora le mani delle prime delle file, lo farà fino alla fine e chissà come ci riesce cantando fra un entusiasmo straordinario Because the night e Badlands e la conclusiva American Land che scivola via finché si spengono le luci inseguite dal boato della gente. Venticinque brani, signori, qualcuno improvvisato come None but the brave e Hungry heart chiesti, anzi implorati dai cartelli delle prime file, insomma una comunione di quasi tre ore tra settantamila persone e il loro confessore laico, sincero, ineguagliabile (e accidenti che fisico, a 59 anni). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Faretti e luci per illuminare le opere d'arte (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

N. 151 del 2008-06-26 pagina 8 Faretti e luci per illuminare le opere d'arte di Redazione Sono tre i monumenti da restaurare all'interno del Duomo: l'altare della Presentazione di Agostino Busti, detto il Bambaia, il monumento funebre di Gian Giacomo Medici di Leone Leoni e l'altare di San Giuseppe di Pellegrino Pellegrini, con la pala che raffigura lo sposalizio della Vergine di Enea Salmeggia. L'intervento è stato rimandato fino ad oggi da cinque anni a questa parte. La Veneranda Fabbrica del Duomo utilizzerà impalcature parzialmente aperte per rendere visibili le principali fasi dell'intervento. È allo studio anche un nuovo sistema di segnaletica e illuminazione dei tre monumenti, da realizzare al termine del restauro, per valorizzare al meglio le loro qualità architettoniche. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Storico asilo Ferrando non andrà in vacanza (sezione: Laici e chierici)

( da "Stampa, La" del 26-06-2008)

Argomenti: Laicita'

SCUOLA. APERTO A LUGLIO Storico asilo Ferrando non andrà in vacanza La scuola dell'infanzia "Coniugi Ferrando" a Ovada anche quest'anno ha deciso di assicurare il suo servizio di assistenza durante tutto luglio. Questo di fronte alle richieste di diverse famiglie che hanno la necessità di supporto per i loro bambini, a causa dell'indisponibilità dei genitori impegnati nel lavoro. La "Ferrando" che attualmente può ospitare 60 bambini, è una delle istituzioni più antiche della città: il primo statuto porta addirittura la data del maggio 1869; l'asilo, allora, venne istituito con lo scopo di accogliere i bambini poveri. Oltre ai 60 bambini dai 3 ai 6 anni che hanno la possibilità di frequentare l'asilo, a fine anno 2005 venne istituito anche il "Micronido Bulle e Pupe" per piccoli da 6 mesi in avanti. Anche con questa istituzione il "Ferrando" aveva cercato di dare una risposta a una richiesta sempre più pressante, sottolineata nel 1998 addirittura da una petizione al Comune. L'Asilo Ferrando fino agli anni '70 ha avuto sede nell'ex convento dei Cappuccini; quando in quel punto del centro città venne costruito un nuovo grande edificio, venne anche realizzata una nuova struttura per l'asilo nella zona di espansione di Ovada, ora via Pietro Nenni. Per anni l'asilo è stato gestito grazie alla preziosa opera delle suore, ma poi si è visto costretto ad utilizzare solo personale laico. Quindi sono venuti a liberarsi i locali utilizzati dalle religiose al piano superiore, che ora sono stati trasformati in un attrezzato laboratorio odontotecnico. Naturalmente, come precisa il presidente Mario Benelle, "l'introito della locazione sarà utile per far quadrare il bilancio dell'Ente, perché le esigenze crescono ogni giorno per dare risposte alle esigenze della comunità".

Torna all'inizio


Comincio dalla dedica (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del Comincio dalla dedica Walter Veltroni Segue dalla Prima Q uel fondo è un sipario: il volto dell'uomo è in primo piano e dietro ha un sipario nero. Si aprirà? Il sipario è dunque un invito, l'invito ad aprire il libro ed entrare nelle pagine. Lo faccio. Si comincia con una nuova ferita: il pianto disperato di bimbo per una casa che lascerà per sempre. Ricordi, considerazioni, pensieri: dalla fanciullezza ("l'infanzia è una stagione fatata. La sola di tutta una vita che non finisce mai e t'accompagna fino all'ultimo respiro"), all'adolescenza ("senti di poter essere tutto e ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della tua onnipotenza mentale"), il compagno di classe Calvino, il fascismo, la politica, le letture e le discussioni, l'aspra consapevolezza di un tratto distintivo dell'essere umano ("Ma ora dobbiamo toglierci le bende dagli occhi ... Dopo millenni e millenni la riduzione della persona a cosa, la divisione tra padrone e servo, il mancato riconoscimento dell'altro, costituiscono ancora un tratto dominante della specie"), il lavoro e la politica, la fede religiosa e i fondamenti della morale, la senilità e l'innocenza riconquistata. Qualcuno lo ha definito un libro di riflessione filosofica, altri un testo a metà fra l'autobiografia e il saggio. E se fosse, invece, il racconto di un viaggio, non diversamente dai racconti e dagli immaginari di viaggio del '700 o di qualche altra epoca? Un resoconto preciso, altamente sincero, denso di ricordi e di scoperte, come ogni viaggio che si rispetti. Un viaggio sereno e impetuoso, ironico e passionale, in compagnia di Montaigne e Cartesio, di Pascal e di Nietzsche. Non è un racconto di episodi, di fatti, di accadimenti, è piuttosto la ricerca di ciò che lega quegli accadimenti e la nostra vita, degli imperativi che fondano le nostre azioni; è, in ultimo, il viaggio alla ricerca del senso del vivere. Lo scrittore in queste pagine dimostra per la vita "l'interesse di un decifratore di sciarade": è una frase del portoghese Fernando Pessoa, una delle figure che meglio incarnano la complessità dell'inquieto Novecento e che, come il nostro autore in questo libro, amava parlare per frammenti. A questo punto conviene chiedersi chi sia lo scrittore, questo viaggiatore e decifratore di sciarade. Dirò che è un uomo che ha lavorato sulla parola e con le parole facendo quello che egli stesso definisce un "mestiere crudele": il giornalista. Appartiene alla migliore tradizione borghese, laica e liberale e illuminata, quella che ha contribuito a ricostruire l'Italia del secondo dopoguerra. È un giornalista "sui-generis", ha fondato giornali importanti, è stato maestro di tanti altri giornalisti italiani ed europei, ha sferzato la classe politica, denunciandone i limiti e le meschinità, scuotendo con forza la coscienza civile del Paese, ma non si è mai ritagliato per sé il ruolo d'agitatore o di capopopolo. Non ha nel sangue la demagogia della piazza, ma la dignità di chi ha fatto della responsabilità la guida del proprio agire. A pensarci bene è un libro che assomiglia alla fotografia di copertina: "in fondo - scrive ancora Barthes - la fotografia è sovversiva non quando spaventa, sconvolge o anche solo stigmatizza, ma quando è pensosa". "Vita pensata", infatti, è definito questo libro in quarta di copertina, poiché è interamente un colloquio limpido coi propri ricordi e con il proprio sapere che più volte l'autore interroga, quasi socraticamente, per metterlo alla prova, per verificare, per non chiudersi in convinzioni dogmatiche ("...è mia ragionata convinzione che la verità assoluta non esista e quella soggettiva e relativa dipenda dal punto di vista con cui guardi te stesso e il mondo"). Il nostro autore-viaggiatore non è come taluni marinai che s'aggrappano alla fede solo di fronte alle tempeste. Si cerca Dio per paura della morte, scrive, e "più si ha paura della morte più è intensa la vitalità e la volontà di potenza", ma forse è vero anche il contrario: più si scopre la vita, più si ama la vita, più essa stessa diventa così prodigiosa da renderci incongrua l'idea della morte. Racconta che si liberò presto dalla "necessità, sempre incombente, di trovare un senso ultimo", perché "non ci sono alternative alla vita e dunque il suo senso altro non è che viverla". A me pare che la ragione, il significato di tutto il libro sia racchiuso in queste parole: non c'è alternativa alla vita. È un libro, questo, che, nonostante la profonda nostalgia e le malinconie che emergono spesso, ha una forte "vocazione al futuro", un po' come quei libri di viaggi, appunto, dove il narratore-esploratore posa la penna solo perché è arrivato il momento di imbarcarsi di nuovo, di partire ancora. Un nuovo viaggio e nuovi sogni e nuovi ricordi. Ecco perché vale la pena prendere in mano e leggere "L'uomo che non credeva in Dio" di Eugenio Scalfari.

Torna all'inizio


Aborto, il buio oltre la legge (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del Aborto, il buio oltre la legge di Pietro Greco L' aborto è una grande tragedia. L'Organizzazione Mondiale di Sanità calcola che ogni anno nel mondo si verificano oltre 80 milioni di gravidanze non desiderate. Di queste, ben 45 milioni vengono interrotte con un aborto. Molto spesso procurato in condizioni di rischio e/o con tecniche primitive, che determinano la morte di un numero di donne stimato tra 70 e 100mila e un numero ancora più grande - milioni - di donne che subiscono menomazioni e danni, fisici e psichici. Come affrontare questo oceano di dolore? Con grande pudore e discrezione, da parte di tutti. Con un forte impegno, culturale e sociale, nella prevenzione. E con una grande fiducia (senza paternalismi) nella persona, la donna, che in questa tragedia investe più ogni altra: il suo amore materno, il suo corpo, la sua stessa vita. È questo l'approccio che Carlo Flamigni - medico ginecologo e membro della Commissione nazionale di Bioetica - propone per diminuire il carico dolente che accompagna il fenomeno dell'aborto. La proposta è frutto di un'enorme esperienza medica, di un'ancora più grande partecipazione umana e di un'attenta riflessione etica. E attraversa per intero il libro L'aborto. Storia e attualità di un problema sociale, che l'Unità offre domani ai suoi lettori, senza far mai venir meno la razionalità logica delle argomentazioni, la chiarezza dell'esposizione e la nettezza delle prese di posizione. Quella che Carlo Flamigni ci propone è un'alta lezione di etica laica. E, soprattutto, un metodo per cercare di affrontare senza superbia uno dei temi più delicati che turbano e dividono la nostra società multietica. L'aborto, ricorda Flamigni, è un "destino doloroso" che da sempre accompagna le donne (molte donne) nel loro percorso di vita: un'"ombra nera" che talvolta le uccide e sempre la angoscia. Presente in ogni tempo e in ogni angolo della Terra. Spesso usato non solo per evitare di portare avanti una gravidanza indesiderata, ma come strumento di controllo delle nascite. Sempre subìto dalle donne come tragica necessità. Anche se la sua accettabilità sociale è storicamente determinata. L'intensità dell'orrore provocato dall'aborto varia di tempo in tempo, da cultura a cultura, da situazione a situazione. Talvolta l'aborto è entrato (ed entra) in competizione con il matrimonio riparatore, l'offerta di adozione (con o senza compravendita del bambino), persino l'infanticidio come strumento di regolare gravidanze non desiderate. Talaltra l'aborto e persino l'infanticidio sono stati (e sono tuttora) usati come strumento di controllo delle nascite. Molti popoli, fin dall'antichità, hanno cercato di regolare la pratica tragica dell'aborto. Nessuno è mai riuscito a eradicarla. Qualcuno, però, è riuscito a controllarla. Nel 1956 in Vietnam l'abortion rate era di 256 aborti annui ogni 1.000 donne in età riproduttiva, nel 2004 grazie a politiche di controllo è sceso a 30. In Svizzera, dove la pratica dell'aborto è ben regolata, si verificano 6,6 aborti per 1.000 donne in età riproduttiva. In Estonia, dove l'aborto è mal regolato, l'abortion rate sale a 53,8 aborti ogni 1.000 donne in età riproduttiva. Eccoci, dunque, alla prima, netta presa di posizione di Carlo Flamigni: regolare la piaga dell'aborto, lottando non per vietarlo in astratto ma per prevenirlo in concreto. Trattandolo come un problema di salute, quando la donna sente di dover interrompere una gravidanza. E prevenendo, appunto, i motivi che spingono all'angosciosa decisione, attraverso l'uso dei più efficaci sistemi anticoncezionali, una solida educazione sessuale e la rimozione delle cause economiche e sociali che portano alla decisione di rinunciare a un figlio. Tenendo sempre presente che l'alternativa all'aborto controllato non è l'assenza di aborti, ma - sostiene Flamigni - l'aborto clandestino. Mentre la storia medica dimostra che il tentativo di controllare la tragedia dell'aborto, sottraendolo alla clandestinità e rendendolo un problema di salute da affidare a strutture mediche, consente di raggiungere due obiettivi di grane importanza: diminuire il numero assoluto di aborti e rendere meno rischiosa la pratica per la donna che lo subisce. Due obiettivi sempre elusi nelle società che evocano un astratto divieto assoluto. Oggi nella gran parte dei paesi del mondo si cerca di regolare la tragedia dell'aborto, consentendo l'interruzione volontaria di gravidanza con l'assistenza del medico sulla base di principi (tra cui la ricerca del male minore), invece che di valori assoluti. E quasi ovunque il tentativo si risolve non solo nella diminuzione dei rischi di salute per le donne, ma nella diminuzione del numero assoluto di aborti. Quasi ovunque la regolazione avviene riconoscendo in buona sostanza che, quando la salute della donna entra in conflitto con la vita dell'embrione o anche del feto, è la prima a dover essere salvaguardata. In Italia a regolare l'aborto sulla base di questo principio (e non di questo valore, sottolinea Flamigni) è la legge 194, approvata dal Parlamento nel 1978 - trent'anni fa - e confermata dal referendum del 1981. I successi di questa legge sono innegabili. Negli anni '70 il numero di aborti clandestini in Italia superavano il numero stimato di 350.000. Nell'anno 2000 si erano ridotti a 30.000. Ma anche gli aborti legali sono diminuiti: passando dal massimo di 234.801 del 1982, ai 129.588 del 2005. In questi trent'anni in Italia il numero complessivo di aborti si è, dunque, dimezzato. E, poiché la gran parte avviene in strutture mediche, la mortalità tra le donne è diminuita fin quasi ad azzerarsi. Da un punto di vista medico si tratta di un successo indiscutibile. L'aborto resta una tragedia. Ma oggi è una tragedia che ha dimensioni minori. L'Italia è uno dei paesi al mondo col minor numero di aborti. La legge 194 presenta, tuttavia, delle ombre. Una, secondo Carlo Flamigni, consiste nell'obiezione di coscienza tra i medici ginecologi, che in alcune regioni ha raggiunto punte così elevate - il 92% in Basilicata, l'80% in Veneto, contro il 20% in Val d'Aosta - da risultare non solo inspiegabili, ma anche inaccettabili, perché rischiano di svuotare la legge e di riconsegnare le donne povere alle mammane e le donne ricche alle cliniche svizzere. La proposta di Flamigni è, giustamente, radicale: proibire l'obiezione di coscienza. Un istituto giusto quando la legge 194 fu stabilita e un medico si sarebbe trovato, da un giorno all'altro, costretto o a praticare l'aborto o ad abbandonare la professione. Ma ingiusto oggi, perché chi ormai sceglie la professione di ginecologo da esercitare in una struttura pubblica conosce il quadro normativo. L'obiezione di coscienza va abolita, sostiene Flamigni, perché mette a repentaglio la salute delle donne. Appassionata è anche la difesa che Carlo Flamigni propone della pillola abortiva RU486 - una tecnologia che consente non aborti più facili, ma aborti meno dolorosi. E della cosiddetta "pillola del giorno dopo", che non può in alcun modo essere considerata uno strumento abortivo, ma semplicemente un anticoncezionale. Carlo Flamigni sa, tuttavia, che il problema dell'aborto non è solo una questione medica. E che non può essere affrontato solo in termini tecnici. È una grande questione politica, su cui si esercitano inusitate pressioni di tipo religioso. Carlo Flamigni vede che la legge 194 è oggi sotto attacco. E che questi attacchi possono metterla pesantemente in discussione. L'attacco avviene su diversi piani, a iniziare da quello culturale. Secondo Flamigni è in atto una "crociata della disperazione" da parte di una componente importante della gerarchia cattolica e dello stesso Pontefice, che ha per oggetto parti della legge e la sua stessa totalità. Questa pressione si fonda su alcuni presupposti concettuali. Il primo è che a guidare la società devono essere valori etici assoluti e intangibili, non principi pragmatici e storicamente determinati. Uno di questi valori è ben noto: la vita di ogni persona è un bene assoluto non negoziabile. E poiché "fin dall'inizio" l'embrione "è uno di noi", una persona a tutti gli effetti, con i medesimi diritti di un adulto, l'aborto deve essere considerato un male assoluto. Da proibire, non da regolare. Risultato di queste assunzioni sembra essere - in prospettiva - l'abrogazione della legge 194. Ma intanto gli attacchi si concentrano su aspetti particolari, in grado di metterne in discussione l'intero impianto. Uno di questi attacchi locali, riguarda, per esempio il ruolo del padre. Si giudica inaccettabile il fatto che nelle decisioni sull'interruzione di gravidanza la legge non preveda un suo ruolo, allo stesso livello di quello della madre. O anche il ruolo del medico. Si giudica inaccettabile che, anche nei primi 90 giorni, l'interruzione della gravidanza non sia il medico ad avere l'ultima parola. O, ancora, il ruolo dei "centri di dissuasione": si tenta di stabilire negli ospedali presidi di volontari che, scrive Flamigni "avrebbero l'unica funzione di dissuadere la donna dal portare a compimento la propria scelta". Nell'insieme l'obiettivo è chiaro: mettere in discussione il diritto all'autodeterminazione delle donne. Sottrarre loro il "potere di decisione". C'è, in questo attacco, qualcosa che a Carlo Flamigni appare del tutto inaccettabile. L'idea - del tutto priva di fondamenta - che l'aborto sia utilizzato nella nostra società come un metodo di contraccezione e non come una necessità angosciante. L'idea che la donna non sia in grado di pensare e di decidere con la propria testa, per cui occorre che altri decidano a posto suo: il marito, il medico, i gruppi di volontari per la vita. Mentre demandare la scelta alla donna non è solo lo strumento più giusto - è la donna, non il marito, il medico o il volontario, che mette in gioco il suo corpo e il suo amore materno - ma anche il più ragionevole: nessuno più della donna è in grado di scegliere tra il male minore, proprio perché nessuno più di lei ha poste in gioco così alte. Si dirà: ma questo libro poteva essere scritto trent'anni fa. All'epoca della stesura della 194 o tre anni dopo, all'epoca del referendum. Ma qui sta tutta la sua drammatica attualità. Il libro è una sveglia. Attenti che possiamo ritornare a trent'anni fa. "Temo che le ragazze nate dopo il 1978 siano convinte - scrive Flamigni - che i diritti acquisiti, nessuno te li può più toccare, e non si rendano conto di quanto sta accadendo. In realtà, basta dormire un po' più a lungo che quando ti svegli i tuoi diritti non ci sono più". Qualcuno te li ha rubati. E i ladri di diritti sono dappertutto. Non lasciamoli agire indisturbati. DOMANI con l'Unità un libro di Carlo Flamigni che ripercorre la storia di una conquista civile delle donne, sancita con l'approvazione della 194, e dei tentativi medioevali da parte della Chiesa di cancellare questo diritto.

Torna all'inizio


Csm boccia la salvapremier Mancino nel mirino Pdl (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del Csm boccia la salvapremier Mancino nel mirino Pdl di Massimo Solani/ Roma ARRABBIATO E DELUSO Mercoledì aveva riempito gli alti soffitti dell'Aula Bachelet delle sue urla. "A questo punto devo dimettermi - aveva gridato sventolando i lanci di agenzia che riportavano le ultime fughe di notizie sulla bozza di parere in corso di discussione in sesta commissione - O me ne vado io o se ne vanno i dichiaratori". Ieri invece, gli è toccato persino assistere in silenzio alla richiesta di dimissioni che gli è piovuta addosso dalla maggioranza parlamentare. Era un Nicola Mancino teso e provato quello che in mattinata si è presentato davanti al Plenum del Csm per ricordare a tutti che "il Consiglio parla solo attraverso i suoi atti ufficiali, non con personali interpretazioni. Torno a chiedervi riservatezza - ha poi scandito abbracciando in uno sguardo circolare tutti i consiglieri - Non se ne può più di questa prassi di far dire ai nostri atti o ai nostri documenti non il loro contenuto ma l'interpretazione che qualcuno vuole loro dare". Ma l'ultima fuga di notizie sul parere che la sesta commissione ha approvato soltanto ieri pomeriggio (e che il Plenum voterà in seduta straordinaria martedì) ha gettato altra benzina su un fuoco che Berlusconi e i suoi alimentano ormai da settimane in un clima di continua guerriglia contro la magistratura. Al punto che qualcuno si è sognato persino di chiedere la sua testa, ad onta di tutti i tentativi fatti dal vicepresidente del Csm per rendere di nuovo respirabile un'aria che l'inquilino di Palazzo Chigi continua ogni giorno ad inquinare. "Io chiedo a Nicola Mancino di dimettersi da Vice presidente del Csm. Sarebbe un atto dovuto, di elementare sensibilità istituzionale, non sarebbe un atto eroico - spiegava infatti ieri il presidente della Commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli, autore di uno dei due emendamenti al decreto sicurezza che sono stati "bocciati" dalla sesta commissione - Delle indiscrezioni così irresponsabili mirano a mettere in grandissima difficoltà ed imbarazzo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e sono di enorme gravità istituzionale e non possono passare sotto silenzio, all'italiana". Come ampiamente previsto, la sesta commissione di Palazzo dei Marescialli ha approvato con 5 voti a favore e uno contrario (quello del laico di Fi Michele Saponara) la bozza di parere redatta dai relatori Fabio Roia e Livio Pepino che contiene giudizi molto severi sulla costituzionalità delle norme blocca processi contenute del testo di conversione del decreto sicurezza. Nove pagine in cui si contesta alle nuove norme il "mancato rispetto" dell'articolo 111 della Costituzione, e cioè del principio della ragionevole durata dei processi, esprimendo dubbi di "compatibilità" fra la sospensione dei processi o "l'obbligatorietà dell'azione penale" prevista dall'articolo 112 della Carta. E le nuove disposizioni, secondo la commissione, presentano anche diversi "profili di irragionevolezza". Un testo (pochissime e "tutt'altro che sostanziali" le modifiche approvate rispetto al documento circolato nei giorni scorsi) che martedì sarà sottoposto al voto del Plenum per essere poi trasmesso al ministro della Giustizia Angelino Alfano e alla commissione Giustizia della Camera dove il decreto sicurezza inizierà il proprio passaggio a Montecitorio. E dove, contrariamente alle voci circolate in questi giorni, sembra ormai definitivamente tramontata l'ipotesi di una "trattativa" fra maggioranza e opposizione: "Non c'è e non ci può essere nessuno scambio o incrocio tra la norma "blocca processi" e il cosiddetto "lodo Schifani" - spiegava ieri Lanfranco Tenaglia, ministro della Giustizia nel governo ombra del Pd - Dalla prossima settimana cominceremo la nostra opposizione nel merito in commissione per ottenere modifiche al dl sicurezza su vari punti, tra cui l'emendamento "blocca processi": una norma sbagliata e pericolosa, che va ritirata".

Torna all'inizio


Oggi il via libera al lodo alfano immunità per quattro presidenti - liana milella (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Oggi il via libera al lodo Alfano immunità per quattro presidenti Csm, primo no al salva premier. Attacchi a Mancino Berselli (An): Mancino si dimetta. Il 28 luglio lo scudo in aula alla Camera LIANA MILELLA ROMA - Quattro presidenti, quelli ai più alti vertici del Paese, temporaneamente "liberi" da tutti i reati che non abbiano commesso nell'esercizio delle loro funzioni. Il capo dello Stato, i presidenti del Senato, della Camera, del Consiglio dei ministri vedranno congelati inchieste e dibattimenti, anche se le toghe potranno acquisire le prove irripetibili. Resta fuori il presidente della Consulta perché "non omogeneo" rispetto alle altre cariche di provenienza "politica". La prescrizione sarà bloccata. Se lo vorranno i quattro potranno anche rinunciare allo scudo. Ne potranno fruire esclusivamente per un mandato e solo il capo del governo potrà "bissare" in caso di reincarico. Le altre parti del processo potranno ricorrere subito alla giustizia civile. Il lodo Alfano, licenziato ieri pomeriggio dal Guardasigilli, è pronto, già distribuito ai colleghi, e oggi sarà approvato dal Consiglio dei ministri. Con un disegno di legge di due articoli, il primo per fissare le regole della sospensione, il secondo per ribadire che si fermeranno subito tutti "i processi penali in ogni fase, stato e grado", Berlusconi mette la seconda pietra per uscire dalla sua ossessione giudiziaria. La prima è la sospensione di un anno per i procedimenti per reati sotto i dieci anni che il Csm, in commissione, ha ufficialmente bollato col timbro dell'incostituzionalità. La bozza tanto contestata, e che è costata al Consiglio una pesante ramanzina della destra, è stata votata da cinque dei sei componenti della sesta commissione. Contrario solo il forzista Saponara. Da ieri sera è al vaglio del presidente Napolitano che studierà i contenuti delle 17 pagine prima di decidere se firmare il decreto sulla sicurezza. Martedì, in un plenum straordinario, il testo sarà discusso e votato. Scontato il consenso dei togati, dei laici del centrosinistra, di Bergamo dell'Udc. Contrari solo Anedda (An) e Saponara. Ma il parere, che ribadisce come la sospensione, "incongrua, casuale e arbitraria", violi i principi costituzionali dell'obbligatorietà dell'azione penale e della ragionevole durata del processo e presenti "profili di grave irragionevolezza", continua a "costare" molto al Csm e al suo vicepresidente Nicola Mancino. Che ieri è stato attaccato frontalmente dal presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli (An) che, pur considerando il parere "legittimo e previsto da una legge dello Stato del '58", tuttavia pretenderebbe addirittura le dimissioni di Mancino per via della fuga di notizie. Il vice presidente, per la terza volta, raccomanda ai suoi "massima riservatezza", e chiede a Giuseppe Maria Berruti (Unicost) di studiare regole interne con tanto di sanzioni per punire chi passa le carte. Ribadisce però che il Csm "non vuole né progetta di diventare una terza Camera in concorrenza con il Parlamento". Questa sarebbe solo "l'invenzione di chi non vuole un Csm autonomo" e che "dà fastidio". Per certo il parere sulla sospensione è destinato a pesare nei prossimi giorni. Soprattutto quando, dal 9 luglio, il dl sicurezza sarà in aula a Montecitorio. Il ministro per i Rapporti col Parlamento Elio Vito, che ieri ha incassato pure la calendarizzazione del lodo Alfano (dal 28 al 31 luglio alla Camera), sembra lasciar intravedere possibilità di modifiche. "Seguiremo i lavori con grande attenzione e vedremo quali decisioni prendere". I tempi per le correzioni e il successivo passaggio al Senato ci sarebbero. E a Berlusconi, che col sì al lodo Alfano in autunno vedrebbe fugati gli incubi processuali, potrebbe star bene evitare un nuovo scontro col Quirinale. Che continua a premere per modificare la norma sulla sospensione. Sia ampliando il range dei reati, sia diminuendo il periodo di sospensione. Il lasciapassare del Cavaliere dipende da una cosa: la garanzia che il processo Mills non arrivi prima a sentenza. Cosa difficile da ottenere e per cui non possono esistere "garanti" tra lui e i giudici.

Torna all'inizio


"il papa venga in comune" sì in consiglio con 2 contrari (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina III - Roma Campidoglio "Il Papa venga in Comune" Sì in Consiglio con 2 contrari Il Consiglio comunale ha approvato ieri l'invito in aula per papa Benedetto XVI: gli sarà chiesto di partecipare alla seduta straordinaria che "verrà dedicata al valore universale della città di Roma". La mozione presentata dal capogruppo del Pdl, Dario Rossin, e controfirmata dal capogruppo del Pd Umberto Marroni, è passata con 46 voti a favore su 48 votanti. Niente unanimità, dunque, nonostante l'appello lanciato dal sindaco Gianni Alemanno, che ha assistito alla seduta in aula e che proprio ieri ha ricevuto l'annuncio ufficiale del ricevimento in Vaticano fissato per domani alle 11.30, in udienza privata con papa Benedetto XVI insieme alla moglie Isabella e al figlio Manfredi: "Apprezzo che la mozione sia stata firmata anche dai consiglieri Coratti (Pd), Casciani (Idv) e Marroni. Credo che l'invito al Papa debba essere rivolto coralmente da tutto il consiglio per fare in modo che esprima accoglienza e condivisione, altrimenti non ha senso". I due voti contrari sono arrivati dai capigruppo della Sinistra Arcobaleno, Andrea Alzetta, e della Lista civica per Rutelli, Gianluca Quadrana: "Questa è un'assise laica e politica - dice Quadrana - deve prevalere il dialogo politico e non religioso". "Da cattolica praticante - dice Gemma Azuni del gruppo Misto, assente in aula al momento del voto - ho ravvisato una non urgenza ad invitare il Papa. Considero più importante che il consiglio lavori su temi quali il disagio sociale". La mozione, nelle sue premesse, ricorda che "il 15 gennaio del 1998 papa Giovanni Paolo II onorò il consiglio comunale prendendo parte a una seduta e destando vivissima commozione", e rileva "l'alto profilo morale e intellettuale del Santo padre". Ma nonostante la trasversalità dell'invito e dei commenti, già si levano aspre critiche e si agita lo spettro delle contestazioni che ne bloccarono l'invito alla Sapienza: "Proporrò alle associazioni laiche e Glbt di organizzare, in concomitanza con l'intervento di Benedetto XVI, un sit-in in piazza del Campidoglio - dice il segretario dei Radicali di Roma, Massimiliano Iervolino - per ricordare il ruolo ingerente che ebbe il Vaticano nei confronti della delibera sulle unioni civili". (paolo g. brera).

Torna all'inizio


"rivoluzione pastorale per salvare la città malata" (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina IX - Napoli L'arcivescovo Sepe chiude gli stati generali della Diocesi "Rivoluzione pastorale per salvare la città malata" "Appassionare i ragazzi a linguaggi diversi da quelli della strada" Una rivoluzione "pastorale" che partendo dalla testimonianza viva sul territorio e da un nuovo incarnarsi della Chiesa nel tessuto malato di Napoli, sappia camminare nell'esempio di Cristo e contribuire alla salvezza di una "comunità sofferente". è la sfida lanciata dal cardinale Crescenzio Sepe ieri, attraverso l'articolata e lucida relazione con cui spinge alla mobilitazione gli stati generali della Diocesi di Napoli, chiudendo la tre giorni di dialogo e studi convocata a Serino. In sintesi, Sepe chiede ai parroci, ai laici e ai volontari una ancora maggiore e più profonda attività. Li spinge ad offrire risposte concrete, come servizi (quelli che spesso le istituzioni pubbliche non riescono a fornire) e spazi, "oratori e campi scuola, attività di sport e occasioni di incontro e di conoscenza". Per Sua Eminenza: "La fede non è mai soltanto un fatto privato: alla testimonianza personale deve seguire necessariamente la testimonianza comunitaria, giacché la comunità cristiana, nella realtà dei tempi e delle situazioni, è soggetto della missione della Chiesa". Poi il cardinale affronta i temi più caldi di Napoli, come l'arruolamento dei centinaia e centinaia di giovani da parte del crimine organizzato: "Primi bersagli della cultura nichilista e del relativismo etico, vittime della disoccupazione e, perciò, delle organizzazioni malavitose, non solo a Napoli, i più giovani sono esposti al pericolo delle droghe, dell'alcol e della violenza, che spesso scaturisce dalla dipendenza dal branco. Affascinati da modelli effimeri e inconsistenti, essi cedono al fenomeno del bullismo e dell'illegalità. In realtà questi comportamenti tradiscono un vuoto interiore e una richiesta alla quale la nostra Chiesa vuole e deve impegnarsi a rispondere". E quali sono le giuste risposte? Il cardinale: "Oratori, campi scuola, sport, attività di volontariato, ma anche apertura al mondo dell'artigianato, dell'arte e della cultura per appassionare i ragazzi e i più giovani alla conoscenza di linguaggi diversi da quelli della strada, saranno i pilastri su cui costruiremo la nostra pastorale per rispondere all'urgenza della educazione alla fede. Non si tratta di mero attivismo, la pedagogia anche di tanti santi educatori insegna che senza motivazione non c'è apprendimento". Così Sepe traccia 7 punti: "Centri di servizio sociale; consultori familiari; centri di assistenza per diversamente abili, madri nubili, tossicodipendenti; una pastorale per gli anziani, che non si limiti alla cura degli inabili, ma li coinvolga in una partecipazione attiva alla vita ecclesiale e civile; una pastorale per i carcerati, soprattutto per il recupero e la loro reintegrazione nella società, come pure una adeguata assistenza alle loro famiglie; promuovere un autentico volontariato caritativo, valorizzando tutte le forze laicali esistenti sul territorio in progetti di carità". (conchita sannino).

Torna all'inizio


Pirellone, arriva il rimpasto in giunta neppure una donna - andrea montanari (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina VIII - Milano Pirellone, arriva il rimpasto in giunta neppure una donna Entrano Ferrazzi e La Russa di An e Boscagli di Fi Stop a Prosperini vicepresidente ANDREA MONTANARI Nessuna donna in giunta e la vice presidenza congelata fino a nuovo ordine. "C'è un presidente e credo che basti abbondantemente - dice Roberto Formigoni - Manca una donna, mi dispiace. Cercheremo di fare meglio la prossima volta. D'altra parte abbiamo sempre lavorato all'insegna della collegialità". Queste le uniche novità dell'annunciato rimpasto di giunta, che il governatore ha formalizzato ieri come previsto. Con un problema in più. Quello dell'assessore lombardo allo Sport Piergianni Prosperini, di An, che la dirigenza regionale del suo partito ha proposto per la vice presidenza e che Formigoni non ritiene adatto per quel ruolo. Così il governatore ha preso tempo, nominando per il momento solo Giulio Boscagli di Forza Italia nuovo assessore regionale alla Famiglia, l'europarlamentare di An Romano La Russa assessore all'Industria e il consigliere regionale varesino dello stesso partito Luca Ferrazzi neoassessore all'Agricoltura. Quest'ultimo al posto dell'ex vice presidente Viviana Beccalossi oggi deputato e finora l'unica donna nella giunta del Pirellone. La nomina del vice presidente potrebbe arrivare lunedì, quando il consiglio regionale dovrebbe decidere il cambio della guardia alla presidenza tra i leghisti Ettore Albertoni e Giulio De Capitani. E in molti sono convinti che il vero prescelto, salvo nuovi colpi di scena, sarà Romano La Russa, fratello del ministro della Difesa Ignazio. Il neoassessore non si sbilancia: "La vice presidenza spetta ad An. Qualcuno lo dovrà pur fare. Non ne facciamo un caso di vita o di morte. C'è anche Luca Ferrazzi, ma per ora il partito ha indicato Prosperini". Il coordinatore regionale di An Massimo Corsaro taglia corto: "Ne parleremo con Formigoni, ma non esiste un caso Prosperini. L'unica cosa certa è che non faremo scambi con la Lega per la presidenza del Consiglio". Proprio nello stesso giorno in cui la consigliera regionale "eretica" di An Silvia Ferretto attacca i fratelli La Russa e chiede polemicamente "più democrazia nel suo partito". Un vortice di dichiarazioni che spinge il capogruppo del il Partito democratico in Regione Carlo Porcari a commentare: "Il rimpasto è il declino del centrodestra. In buona sostanza una scelta al ribasso imposta da partiti litigiosi che ha lasciato ancora aperta la scelta del vicepresidente. Spicca l'assenza di donne: con la giunta più numerosa d'Italia la Lombardia è sola, con Valle d'Aosta, Basilicata e Sicilia, ad avere un esecutivo di soli uomini". Della stessa opinione Luciano Muhlbauer di Rifondazione comunista: "Un governo maschio al cento per cento che ha già violato le disposizioni del nuovo Statuto". Il rimpasto ha provocato qualche mal di pancia anche dentro Forza Italia. La componente laica vicina al coordinatore regionale Guido Podestà ha provato a mettere in discussione l'assessore lombardo all'Ambiente azzurro Marco Pagnoncelli. Questo non ha comunque impedito l'elezione all'unanimità di Paolo Valentini Puccitelli, che ora dovrà lasciare la presidenza dell'Arpa, a nuovo capogruppo azzurro al posto del neoassessore Giulio Boscagli. Il nuovo capo delegazione in giunta forzista sarà invece l'assessore alla Protezione civile Massimo Buscemi.

Torna all'inizio


Pd tra pluralismo e disfacimento (sezione: Laici e chierici)

( da "Riformista, Il" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pd tra pluralismo e disfacimento Il problema non sono le correnti È che non si occupano di politica Difficile orientarsi in un Pd che sembra ripiegato sulle sue diatribe interne. Intendiamoci, il pluralismo è un tratto distintivo di un moderno partito politico. Chi è stato partecipe della storia del Pci ricorda la asprezza della battaglia condotta per rendere esplicita e trasparente la dialettica delle posizioni. Figuriamoci se sia da mettere in discussione il diritto a promuovere componenti politico culturali all'interno di un partito che nasce con l'obiettivo di integrare tradizioni diverse. Quello che tuttavia appare sempre più difficile da raggiungere è il punto di equilibrio tra la complessa articolazione delle posizioni e l'indispensabile profilo unitario del partito. Su questo vale la pena riflettere per individuare soluzioni che scongiurino il rischio di fare del Pd un contenitore di gruppi separati e contrapposti tra di loro privi di una base comune di intenti e aspirazioni. Un organismo destinato al deperimento e a contare sempre di meno sulla scena politico istituzionale. Cosa fare? C'è prima di tutto un nodo di fondo irrisolto: la fusione tra le culture politiche che hanno dato vita al Pd avanza a fatica. Ognuna di esse sembra ritirarsi in antichi confini assumendo la forma di corrente portatrice di propri valori e interessi. Quello che è messo in dubbio oggi è la possibilità di costruire un cemento politico ideale in grado di tenere insieme il partito al di là delle differenze inevitabili in una formazione pluralista. Come reagire? Sarebbe necessario riprendere l'indicazione fornita da uno studioso della democrazia contemporanea e della coscienza religiosa moderna come Pietro Scoppola: spostare in profondità, a livello culturale, il processo di integrazione tra le culture promotrici del Pd. C'è da chiedersi se si sia ancora in grado di tentare questa impresa. Le difficoltà sono enormi, tuttavia la partita non è chiusa. Occorre reimpegnarsi a una rielaborazione del rapporto tra valori cristiani, libertà dei moderni, principi dell'umanesimo socialista che consenta di mettere capo a una cultura capace di rispondere alle domande impegnative che stanno dinanzi all'Italia in una fase cruciale della sua storia: crisi del modello sociale europeo e dell'integrazione politica nel vecchio continente, irrompere del tema dei nuovi diritti (con tutte le implicazioni che hanno con questioni eticamente sensibili) e della modernità che li esprime. È indispensabile un lavoro di lunga lena che faccia emergere come tratto costitutivo del Pd una "laicità positiva" che scongiuri una frattura tra laici e cattolici sulle scelte da compiere intorno a questi nodi di fondo. Ecco il terreno su cui si decide il futuro del Pd. Confesso di non avvertire, allo stato, consapevolezza della portata di un tale compito mentre vedo prevalere la tendenza ad un pragmatismo del giorno per giorno. Non c'è dubbio che un grande partito debba rispondere colpo su colpo nel convulso svolgimento della lotta politica. Guai tuttavia se la politica si smarrisce nella quotidianità. Catastrofico sarebbe poi se, più che un confronto tra le culture, a imporsi nel Pd fosse il tema delle tessere e del sistema di relazioni tra i "proprietari dei voti". In quel caso la partita sarebbe da considerare chiusa. Ecco perché quanto avvenuto l'altro giorno nella elezione dell'organismo dirigente del circolo del Pd di Torre Annunziata non può passare sotto silenzio. Perché Fioroni non si reca subito in quella città? È urgente dotare il Pd di un sistema di regole interne che impedisca il cristallizzarsi di oligarchie, di gruppi di potere, la pratica delle iscrizioni fasulle. Parliamoci chiaro. La vita democratica dei partiti, il rispetto degli statuti e la tutela dei diritti degli associati non possono dipendere solo dalla buona volontà del leader. In molti Stati europei si è affermata la tendenza a sottoporre le procedure interne ai partiti a normative pubbliche che ne garantiscano la correttezza democratica. Va vinta l'inerzia del legislatore italiano su questo terreno. Infine una osservazione sulla strategia politica. Ho già avuto modo di dire che alla luce della piega confusa che sta avendo la disputa interna al Pd, sarebbe stato meglio svolgere il congresso. Avremmo evitato una discussione in cui non emergono con la chiarezza necessaria i veri nodi del contendere e probabilmente avremmo potuto fornire risposte ai due interrogativi di fondo che militanti ed elettori si pongono: fu un errore affrontare la sfida elettorale rinunciando alla ricerca di un'ampia coalizione? A cosa lavoriamo oggi? Ad una riedizione del centro sinistra o allo sviluppo della vocazione maggioritaria del Pd? In realtà non emerge una strategia politica alternativa a quella che ha preso corpo nei mesi che hanno preceduto la campagna elettorale e che ruotava intorno alla presa d'atto della fine delle coalizioni artificiose e alla idea che toccasse al Pd presentarsi agli elettori affrancato da vincoli di alleanze paralizzanti. L'invito a lavorare per convergenze con forze di centro alternative alla destra o l'auspicio che dal travaglio della sinistra radicale venga fuori qualcosa di meno misero e inconcludente di quello che è stato il radicalismo di sinistra nel nostro paese, sono considerazioni non in contraddizione con l'impianto strategico con cui è stata condotta la campagna elettorale. Se è così perché il Pd trasmette l'immagine di un partito scosso da contrasti irriducibili? Forse ha ragione Roberto D'Alimonte quando scrive sul Sole 24 Ore che il Pd è invischiato ancora in una strana e surreale discussione sulla sconfitta elettorale. Una discussione a uso interno. D'Alimonte aggiunge che il risultato elettorale non può essere un punto d'arrivo ma solo un punto di partenza. La verità è che si tratta di un risultato su cui si può costruire. Ma lo si può fare solo con pazienza, intelligenza, umiltà. Rimboccandosi le maniche. Tornando a lavorare per dare al Pd caratteri politici, culturali e organizzativi che gli consentano di dispiegare le sue potenzialità e di conquistare quei settori di ceto medio e di strati popolari che nel nord hanno scelto la Lega e nel sud il Pdl. Questa la sfida. In qualche modo è la stessa con cui devono misurarsi grandi forze socialiste e di centro sinistra nella maggior parte dei paesi dell'Unione europea. Ma occorre farlo liberi dall'idea che la partita con la destra la si risolva nel volgere di qualche mese e che si sia sempre alla vigilia dello scontro decisivo. Non è così. Serve una incisiva e severa battaglia di opposizione di respiro lungo. Solo così si può ragionevolmente tornare a vincere. 27/06/2008.

Torna all'inizio


Parere il compromesso con il quirinale (sezione: Laici e chierici)

( da "Riformista, Il" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Parere il compromesso con il quirinale Il Csm opta per l'"irragionevolezza" Berselli? Chi è costui? Tre parole e il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, liquida la nuova polemica alimentata dal senatore emiliano di An Filippo Berselli, presidente commissione giustizia, che ieri mattina ne chiedeva le dimissioni. Del resto poche ore prima il capo dello Stato gli aveva già detto a proposito di sue intenzioni a dimettersi: "Non ci pensare proprio". Per il vicepresidente del Csm il problema più importante, alla fine di una lunga seduta di routine del plenum del Csm, è portare a casa al più presto il parere sul decreto sicurezza, comprensivo dell'inserimento delle norme blocca processi. E tira un sospiro di sollievo quando alla fine del plenum, il relatore della VI commissione Fabio Roia (insieme a Livio Pepino) gli dà la notizia che nel pomeriggio il parere sarà completato. "Allora plenum straordinario martedì pomeriggio" - annunzia immediatamente Mancino. Dopo la dura reprimenda all'intero Csm per la fuga di notizie su decisioni ancora non prese. E così nel pomeriggio la VI commissione dà il suo parere negativo al decreto con 5 voti a favore del niet e un voto contrario al parere della commissione, quello di Michele Saponara, laico messo lì da Forza Italia, due anni fa. È probabile quindi che la commissione abbia varato un testo dove non esiste la parola incostituzionale. Del resto lo stesso presidente Mancino ha sempre parlato di "irragionevolezza" della norma. Un modo indiretto di puntare alla non costituzionalità, visto che "l'irragionevolezza è uno dei parametri di valutazione della costituzionalità della norma nella prassi della Consulta"- come spiega il consigliere Vincenzo Siniscalchi del Pd. Del resto il presidente Mancino, sempre in stretto contatto con il presidente Napolitano, lo ripete da giorni: "Per il rispetto che si deve al capo dello Stato, il Csm non può definire incostituzionale un decreto legge ma può esprimersi sugli emendamenti apportati dopo in Parlamento". Come è stato per i due emendamenti che sospendono alcuni processi tra cui quello Mills. Non è durata a lungo la riunione della VI commissione, il che lascia presupporre, come scrivono le agenzie, che l'impianto di cui si è parlato in questi giorni sia rimasto identico. E la parola "irragionevole" è usata per "lo spartiacque tra i processi che devono essere sospesi e quelli che devono proseguire" e anche per la scelta dei reati per cui va disposta la sospensione dei procedimenti. Alla base di tutto, spiega sempre Siniscalchi, nelle norme approvate in Senato è evidente il "mancato rispetto dell'articolo 111 della Costituzione" (una delle poche riforme del secondo governo Berlusconi in tema di giustizia), ossia il principio della "ragionevole durata dei processi". Ancora una volta il Csm è al centro dei difficili rapporti tra politica e giustizia. Si è sempre parlato di riforma della struttura di autogoverno, ne hanno soprattutto parlato negli anni i governi di centrodestra. La prima riforma apportata è stata quella di diminuire il numero dei componenti, da 32 a 23. Modifica voluta sempre dal governo di centrodestra. Da cui è nata l'attuale composizione. La riforma voluta da Castelli, che modificava alcune competenze significative, è stata varata e approvata poi da Mastella nel luglio 2007. Anche se sono stati modificati alcuni compiti, il Consiglio è rimasto sempre una struttura di controllo della magistratura, e spesso diventa espressione di quanto accade nel mondo della giurisdizione con valenza politica maggiore dell'Anm, l'associazione magistrati che rispecchia le stesse correnti presenti nel Csm. Adesso il plenum conta 3 magistrati di Mi (la corrente di centrodestra dei magistrati), 6 di Md e Mg, (correnti di sinistra), 7 di Unicost, corrente di centro verso sinistra, 4 laici di sinistra, uno dell'Udc, due della destra. Componenti di diritto il Procuratore generale di Cassazione e il Primo presidente. Sembrano passati anni dall'incontro con il ministro Alfano che aveva fatto ben sperare a molti consiglieri in un rapporto diverso con la politica. E sono in molti dentro il Csm a chiedersi se lo scontro è sorto veramente per il processo Mills o altro. "Se è stato assolto Formigoni dovrebbe essere assolto Berlusconi, tanto più che è capo del governo" - dicono nelle stanze di Palazzo dei Marescialli. Quasi evocando le intercettazioni di Napoli, che dopo poche ore riempiono le agenzie di frasi magari non penalmente gravi, ma espressione di un costume non adeguato a chi punta a più alti incarichi istituzionali. 27/06/2008.

Torna all'inizio


Rodolfo Lorenzoni Si conclude oggi (sezione: Laici e chierici)

( da "Tempo, Il" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stampa Rodolfo Lorenzoni Si conclude oggi ... Rodolfo Lorenzoni Si conclude oggi quella che molti hanno definita "l'era Ruini". A mezzogiorno il cardinale Agostino Vallini viene infatti nominato Vicario Generale del Papa per la diocesi di Roma. Il nuovo "vicepapa", fino a ieri Prefetto della Segnatura Apostolica, succede appunto a Camillo Ruini, forse il porporato che più di ogni altro nell'ultimo ventennio ha rappresentato il volto della Chiesa Cattolica italiana grazie alle sue indiscusse doti di pastore e di comunicatore. Non sarà facile, il compito affidato a Vallini direttamente da Benedetto XVI. La diocesi di Roma è notoriamente tra le più complesse da gestire, con le sue 330 parrocchie (molte delle quali eleggono a nume tutelare un cardinale) e con il suo nutrito clero. Ma il nuovo Vicario di Roma vanta una conoscenza approfondita della situazione romana e una comprovata esperienza pastorale, sviluppata a Napoli e poi ad Albano, dove ha gestito con risultati assai apprezzati oltre mezzo milione di fedeli della zona sud della Capitale. Agostino Vallini è anzitutto uno studioso, un canonista di fama mondiale, ma è anche un principe della Chiesa piuttosto riservato e con scarse propensioni all'interventismo in campo politico. E probabilmente questa è stata una delle ragioni decisive che hanno condotto alla sua nomina. è infatti noto che il cardinale Tarcisio Bertone ritiene opportuno che le questioni più "politiche" restino di competenza della Segreteria di Stato vaticana, con una conseguente limitazione in tal senso del ruolo del Vicariato. Ma la nomina di Vallini è stata fortemente voluta anche e soprattutto da Benedetto XVI, che ha sempre mostrato di gradire le sue competenze in materia canonico-giudiziaria e amministrativa. L'annuncio e l'investitura ufficiale di Agostino Vallini a Vicario di Roma si svolgono nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, alla presenza di tutti i responsabili del clero romano e anche dello stesso Ruini. Il passaggio di consegne tra i due avviene davanti a Papa Benedetto. A questo punto appare probabile che monsignor Betori, indicato nelle ultime settimane come possibile sostituto di Ruini a Roma, andrà alla guida della diocesi di Firenze al posto del cardinale Antonelli, oggi Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

Torna all'inizio


Salva-premier, primo no. Il Pdl contro Mancino (sezione: Laici e chierici)

( da "Manifesto, Il" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

CSM Salva-premier, primo no. Il Pdl contro Mancino Daniela Dalerci ROMA Era stato abbondantemente annunciato, e ieri è arrivato. La sesta commissione del Consiglio superiore della magistratura ha votato il primo sì alla bozza di parere che boccia la sospensione per un anno dei processi per i reati puniti con meno di dieci anni commessi fino al 30 giugno 2002. La votazione è finita cinque a uno, quello del membro laico di Forza Italia Michele Saponara. Il parere definitivo dei magistrati arriverà la prossima settimana, forse già martedì 1 luglio, quand'è convocata una riunione straordinaria del plenum con all'ordine del giorno quest'unico punto. Come anticipato ieri anche dal manifesto, al testo proposto dai relatori Livio Pepino (Magistratura democratica) e Fabio Roia (Unicost) sono stati apportati solo "ritocchi". Per i magistrati la norma che blocca i processi produce "un'ulteriore dilatazione" dei tempi della giustizia e per questo vìola "l'articolo 111 della Costituzione, e cioè del principio della ragionevole durata dei processi". Tra i consiglieri ci sono dubbi anche sulla "compatibilità" con l'obbligatorietà dell'azione penale (articolo 112) della disposizione che assegna la "precedenza assoluta" ai procedimenti sui reati più gravi. Nel parere restano le osservazioni sui "profili di irragionevolezza" della norma segnalate dai relatori, a cominciare dallo spartiacque temporale "casuale e arbitrario" tra processi che devono essere sospesi e quelli che invece devono proseguire"; e irragionevole sarebbe anche la scelta dei reati per i quali va disposta la sospensione dei procedimenti, visto che tra di loro ci sono "numerosi delitti" che "determinano particolare allarme sociale". Ieri in apertura della seduta, il vicepresidente Nicola Mancino ha svolto il suo ennesimo richiamo contro la fuga di notizie degli scorsi giorni. "Il Csm parla solo attraverso i suoi atti ufficiali, non con personali interpretazioni", ha detto. D'altro canto ha rimandato al mittente l'accusa di un Csm "terza Camera", che sarebbe "un'invenzione di chi non vuole un Csm autonomo". Ma questo non basta a placare l'ira scomposta del Pdl. Che ormai chiede apertamente le dimissioni di Mancino. Lo fa Filippo Berselli, ex An: le indiscrezioni trapelate con largo anticipo "screditano il capo dello stato", che del Csm è presidente, quindi "non si può accettare un simile andazzo", e Mancino "deve dare subito le dimissioni". Mancino non è insensibile al richiamo, e ha messo in cantiere regole e sanzioni più rigide contro la fuga di notizie. Mentre il Csm boccia la norma del decreto sicurezza, tra i massimi livelli di maggioranza e opposizione regna il grande freddo. Ma fra gli ambasciatori prosegue un tenue filo di dialogo. Vannino Chiti, fedele di Veltroni, dice che se il governo ritirasse il salva-premier, l'opposizione sarebbe disponibile a ragionare sul lodo Schifani, che però il piddino chiama "lodo Maccanico". Per farlo suonare un po' meno indigeribile, non si sa mai.

Torna all'inizio


Il Comune invita Ratzinger, che domani riceve il sindaco (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-06-27 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Aula Giulio Cesare A favore 46 voti, solo due i contrari: Gianluca Quadrana (Lista civica per Rutelli) e "Tarzan" Alzetta Il Comune invita Ratzinger, che domani riceve il sindaco Primo faccia a faccia domani mattina (alle ore 11,30) tra il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il Papa. Un'udienza non ufficiale, ma privata: andrà da Benedetto XVI accompagnato dalla moglie Isabella Rauti, da figlio Manfredi e dal suo portavoce Simone Turbolente. Si tratta della prima udienza tra il primo cittadino romano e il Pontefice: quando Gianni Alemanno fu eletto in Campidoglio il Papa si rivolse al neo-sindaco nella basilica di San Giovanni in Laterano con gli auguri di "buon lavoro a servizio dell'intera città di Roma". Una udienza in quattro, compreso il portavoce: "Sono cattolico e religioso - spiega Simone Turbolente - Per me la visita è estremamente importante". E domani, negli appartamenti vaticani, Gianni Alemanno potrebbe "approfittare " dell'occasione per invitare Benedetto XVI in Campidoglio, come aveva già auspicato al momento dell'elezione a primo cittadino. Ieri ha avuto anche l'approvazione dell'aula Giulio Cesare: con 46 voti a favore su 48 votanti e due "contro", il consiglio comunale ha approvato, infatti, la mozione presentata dal capogruppo del Pdl Dario Rossin che impegna il sindaco ad invitare Papa Benedetto XVI in aula, per la seduta straordinaria dedicata al valore universale della città di Roma. Da Gianni Alemanno è anche arrivato un appello all'aula a non astenersi, perché "l'invito a papa Benedetto XVI ha senso se viene da tutto il Consiglio". E ha poi ricordato che l'ultima volta che un Papa ha visitato il Campidoglio è stato Giovanni Paolo II durante l'amministrazione di Francesco Rutelli. "Accoglierlo - ha spiegato - è molto importante". Ed è rimasto in aula durante la votazione. Nonostante l'invito del sindaco, però, ci sono stati due voti contrari: i capigruppo della Sinistra L'Arcobaleno, Andrea Alzetta e della Lista civica per Rutelli, Gianluca Quadrana. Andrea Alzetta, detto "Tarzan" ha chiarito di aver votato contro nonostante il sindaco abbia puntualizzato che "la visita del Pontefice in Campidoglio non è un risarcimento per i fatti avvenuti a La Sapienza", un significato che invece gli aveva attribuito durante il giorno del suo insediamento. "Questa è un'assise laica e politica - ha aggiunto Gianluca Quadrana - deve prevalere il dialogo politico e non religioso". Esprimono la loro soddisfazione, invece, il firmatario della mozione, Dario Rossin, perché la visita "sarà una data fondamentale nella vita politica di Roma" e il vicesindaco Mauro Cutrufo: "è doveroso questo invito in Campidoglio - afferma - non è solo al vertice massimo della chiesa cattolica, ma ad un teologo e studioso, una delle figure più rilevanti del nostro tempo. Roma è la culla di tutte le culture e della cristianità ed è giusto che a Palazzo Senatorio venga accolto il Papa, che della città è il custode spirituale". dal 5 Luglio per 6 settimane L'ultimo fu Giovanni Paolo II L'ultima volta che un Papa ha visitato il Campidoglio è stato Giovanni Paolo secondo durante l'amministrazione di Francesco Rutelli nel gennaio 1998 L. Gar.

Torna all'inizio


Anubi D'Avossa Lussurgiu Oramai si balla sul filo del conflitto fra poteri dello Stato: così si ripresenta, sotto il Berlusconi IV, il leit-motiv del rapporto fra esecutivo politic (sezione: Laici e chierici)

( da "Liberazione" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

O e potere giudiziario Anubi D'Avossa Lussurgiu Oramai si balla sul filo del conflitto fra poteri dello Stato: così si ripresenta, sotto il Berlusconi IV, il leit-motiv del rapporto fra esecutivo politico e potere giudiziario. Ieri il Consiglio superiore della magistratura ha fatto un altro passo verso la bocciatura della norma "blocca-processi" inserita dal governo nel disegno di legge sulla sicurezza. La Sesta commissione del Csm, infatti, con il solo voto contrario del componente "laico" di Forza Italia, Michele Saponara, ha approvato senza modifiche sostanziali la bozza di parere formulata da Livio Pepino (per Magistratura democratica) e da Fabio Roia (per Unicost). Vi si indica l'incostituzionalità della norma per "mancato rispetto" dell'articolo 111 della Carta, quello sulla "ragionevole durata" dei processi; e vi sono rilievi anche nel raffronto con l'articolo 112, sull'obbligarietà dell'azione penale. Dunque, questo sarà il parere, pesante, che approderà al plenum del Csm fissato per martedì prossimo. Tutto ciò in un clima di scontro pesante fra Palazzo Chigi e Palazzo dei Marescialli, pur se non ancora diretto: proprio nella mattinata di ieri, infatti, il presidente della commissione Giustizia del Senato, il pidiellino Filippo Berselli, ha chiesto niente meno che la testa del vicpresidente del Csm, Nicola Mancino. Considerando il piccolo particolare che il vice in questione è tale rispetto al Capo dello Stato, si capisce quale sia il volume di fuoco scatenato così. Berselli, ovviamente, le dimissioni di Mancino le ha chieste formalmente proprio per "sensibilità istituzionale" nei confronti dell'esposizione del presidente della Repubblica (e, appunto, del Csm), che sarebbe stato posto in "imbarazzo" dalla "fuga di notizie" che aveva già anticipato i contenuti della bozza di parere sul ddl sicurezza. Sta di fatto che mentre il Quirinale è rimasto chiuso in un silenzio eloquente, precisamente Mancino ieri ha richiamato il Csm ai doveri di "collegialità" e di formalità, nell'espressione dei suoi atti. Ma il dado dello scontro sembra tratto, come dicono molti segni: quale ad esempio l'immediato fuoco di fila del Pdl nei confronti d'un Csm che, approvando il parere martedì, precederebbe l'avvio il giorno dopo della discussione dell'Aula di Montecitorio sul ddl. La vera partita, comunque, resta quella "doppia" giocata fra quella norma del "pacchetto sicurezza" e il varo di un nuovo lodo, che prenda il posto di quello di Renato Schifani, bocciato dalla Corte Costituzionale nel 2004, per tutelare direttamente il presidente del Consiglio dei ministri dalle conclusioni di processi pendenti nel corso del suo mandato. Non è un caso che, inusitatamente e come additato dalle opposizioni parlamentari - essenzialmente il Pd, incalzato dall'Idv dipietrista - , per il 28 luglio sia stata inserita nel calendario della Camera la discussione su una norma ancora sconosciuta: per brevità, chiamata di nuovo "lodo Schifani". L'arcano lo si è risolto nel pomeriggio, quando il neoministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha "confermato" che oggi stesso, malgrado l'assenza del punto dall'ordine del giorno, il Consiglio dei ministri esaminerà un nuovo "lodo". Stavolta, potrebbe portare il nome di Angelino Alfano, titolare del dicastero della Giustizia: che, come ampiamente anticipato da Gaetano Pecorella, sulle tracce dei "suggerimenti" di Antonio Maccanico, avrebbe redatto un ddl ad hoc con il quale sancire non più una "improcedibilità" nei confronti delle "alte cariche dello Stato", bensì solo una sospensiva specifica dei giudizi penali. E, sempre per neutralizzare il precedente d'incostituzionalità, una sospensiva non reiterabile, limitata alla durata della carica e non ostativa della prosecuzione in giudizio civile dell'azione delle parti lese. Il ddl sarebbe composto da 2 articoli e 7 commi e comprenderebbe, in quella definizione di "alte cariche", oltre ovviamente al Presidente della Repubblica e ai presidenti di Senato e Camera, il solo presidente del Consiglio dei ministri: quello della Consulta resta escluso perché " primus inter pares " rispetto ai giudici. In verità, la partita "doppia" tra il "blocca-processi" nel ddl sicurezza e questo nuovo "lodo" ad personam alimenta l'ira di Antonio Di Pietro nei confronti del Pd, pronto secondo lui a "scambiare" l'approvazione del secondo con il ritiro del primo. Così l'Idv ha persino convocato una manifestazione per l'8 luglio a Piazza Navona a Roma: mentre i portavoce parlamentari del Pd si sono affrettati a smentire aperture che pure erano state evocate dal seno degli ex Ds. Sta di fatto che, dall'altra sponda, lo stesso Pecorella cui la mattina le agenzie attribuivano l'indicazione di una convergente disponibilità del Pdl al ritiro della norma contestata dal Csm in cambio del varo del "lodo", a sera ha provveduto a smentire: "Il senso voleva essere che il vero problema politico è quello di garantire la stabilità del Governo, escludendo che le iniziative di taluni magistrati possano determinare lo sconvolgimento degli assetti istituzionali". L'aria di guerra civile in seno allo Stato ha ricominciato a spirare. 27/06/2008.

Torna all'inizio


<Come ripartire? Salviamo Napoli dal caos rifiuti> (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2008-06-27 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Luigi Campiglio "Come ripartire? Salviamo Napoli dal caos rifiuti" "Quella che è venuta a mancare in Italia è la voglia di scommettere sul futuro, un atteggiamento psicologico che però influenza anche le scelte economiche e che è molto rischioso: siamo di fronte alla classica spirale negativa che si autoalimenta. Certo, difficile da governare in un momento negativo per il ciclo economico, ma dalla quale si può uscire trovando la spinta giusta". Il professore Luigi Campiglio dell'università Cattolica, componente del-l'IReR e del Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, non è sorpreso dai risultati della ricerca. Anche se non nasconde la preoccupazione. L'ottimismo è un atteggiamento psicologico ma non può essere "etereo". Ha bisogno di appoggiarsi a qualcosa di concreto. Vuole degli esempi? Se l'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania andasse verso un miglioramento questo potrebbe contribuire a migliorare il clima. Poi c'è la politica e - può sembrare un'esagerazione - ma anche vincere gli Europei di calcio avrebbe dato un aiuto". Come mai non è sorpreso? "Se si guarda ai dati degli ultimi anni, c'è stato un punto di svolta nella fiducia dei consumatori italiani all'inizio del 2002. Certo, poi un pochino ci siamo ripresi ma non siamo più tornati in un quadro stabile". è vero. Ma i più pessimisti in Europa... Ci saranno pure delle cause. Cosa è successo all'inizio del 2002 in Italia? "In quel momento si sono concentrati molti eventi negativi: il primo è stato l'introduzione dell'euro, poi, subito dopo, è cominciata la paura, in parte psicologica ma anche molto concreta, di cosa stava accadendo sui mercati mondiali con l'arrivo della Cina. Sempre in quel momento è cominciata l'accelerazione dei prezzi degli immobili ". Ma sono eventi che hanno avuto un impatto anche sugli altri Paesi. "è vero, ma ci sono reazioni che non si riescono a spiegare fino in fondo. Per esempio la Svezia. è l'economia dove sta crescendo di più la produttività individuale del lavoro, cresce anche più di quella americana. Questo ha influenzato la fiducia e le prospettive sul futuro degli svedesi. Gli investimenti. Questo per dire che anche nello stesso quadro generale chi inizia a funzionare, funziona sempre meglio ". Per noi è una brutta notizia... vuol dire che siamo quelli che andranno sempre peggio... "è vero. Ma non è un destino ineludibile. Bisogna trovare il modo di rompere questa spirale. Il problema non è nemmeno il fatto di essere in difficoltà. è che, a questo, gli italiani stanno aggiungendo il "sentirsi" in difficoltà. La Francia è un paese come il nostro, ha gli stessi problemi in questo momento. Ma è più ottimista". Ci sarà pure una ricetta, qualcosa che si può fare? "Dovremmo cambiare il clima. Si ricorda che nel 2004 c'era questo spot che diceva: aumenta i tuoi consumi, aiuterai il Paese? L'intuizione era giusta. Ma l'ottimismo si deve agganciare a qualcosa, a un'impresa di successo. Se si riuscisse a migliorare, di qui a qualche mese, l'emergenza rifiuti di Napoli ne potremmo avere una grande spinta come Paese. Potremmo iniziare a sperare nuovamente di farcela ". Mi sta dicendo che la politica ha una grande responsabilità... "La politica, gli imprenditori, le imprese. Gli esempi positivi dovrebbero arrivare da tutti. Tutti devono sentirsi responsabilizzati in questa direzione. Anche sul dibattito relativo ai salari e ai redditi. Nonostante una situazione non florida, bisognerebbe condividere sacrifici e successi. Non dare l'idea che chi sta bene starà sempre meglio. E basta". M. Sid.

Torna all'inizio


Il sociologo (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2008-06-27 num: - pag: 11 categoria: BREVI Il sociologo Luigi Campiglio è pro-rettore presso l'Università Cattolica di Milano. Fra i suoi libri "Tredici idee per ragionare di economia" e "Il costo del vivere", ambedue pubblicati presso il Mulino.

Torna all'inizio


L'idea di biopolitica, coniata da Michel Foucault in alcuni corsi al Collège de France della fine degli anni Settanta, designa oggi, nel dibattito filosofico-politico, i diversi ca (sezione: Laici e chierici)

( da "Liberazione" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Mpi in cui si esercita il governo della vita, ovvero la definizione incessante e pratica del vivente come oggetto di controversia pubblica: dal conflitto sulla personalità dell'embrione all'etica sessuale e al controllo demografico delle migrazioni L'idea di biopolitica, coniata da Michel Foucault in alcuni corsi al Collège de France della fine degli anni Settanta, designa oggi, nel dibattito filosofico-politico, i diversi campi in cui si esercita il governo della vita, ovvero la definizione incessante e pratica del vivente come oggetto di controversia pubblica: dal conflitto sulla personalità dell'embrione all'etica sessuale e al controllo demografico delle migrazioni. Infatti, l'attore più potente in campo biopolitico è oggi la Chiesa cattolica, che esercita, legittimamente o no, la pretesa di governare in ogni campo le espressioni della vita. Ma, in generale, "come vivere" (e ovviamente come morire) è la posta in gioco nel conflitto tra destra e sinistra, laici e cattolici eccetera. Dai valori da trasmettere ai nostri figli alle campagne contro l'alcolismo giovanile, il bullismo, le droghe leggere eccetera, fino alla "buona morte", la condotta di vita è terreno di scontro politico e quindi di "governamentalità". Questo non significa che stia rinascendo qualcosa come lo Stato etico (benché Chiesa e la destra fondamentalista, in ogni parte del mondo, abbiano sicuramente in testa qualcosa del genere), ma che l'"etica" (e quindi la condotta individuale) tende a sostituire i grandi temi del Novecento: il benessere collettivo, la giustizia sociale, la libertà politica e così via. Un aspetto della biopolitica, in senso molto lato, che mi sembra oggi rilevante è ciò che definirei come Daseinpolitik, ovvero "politica dell'esistenza" o dell'esserci. Innumerevoli segnali fanno ritenere che aspetti della condizione umana che, nella filosofia del Novecento, erano di stretta competenza del soggetto individuale (stando al classico in materia, Essere e tempo di Martin Heidegger) siano oggetto di investimento politico. Al solito, non stiamo parlando di un complotto o di grandi fratelli ma di una tendenza, al tempo stesso culturale e politica, pervasiva e articolata. Consideriamo, per esempio, l'onnipresente questione dell' "insicurezza". Oggi questa non ha nulla a che fare con "l'insicurezza ontologica" di cui parlava quarant'anni fa l'antipsichiatra Ronald Laing nell' Io diviso , e cioé il senso di inconsistenza o di incertezza esistenziale che prima o poi prende chiunque, in forme più o meno sopportabili. Invece, l'insicurezza è una questione in senso stretto sociale e concreta. "Quando esco per strada non mi senso sicuro", "I reati sono più o meno stabili ma cresce l'insicurezza della gente", "L'immigrazione clandestina produce insicurezza": ecco espressioni tipiche che ogni giorno leggiamo sui quotidiani e su cui il ceto politico si esprime instancabilmente. E che quindi sono divenute sotto ogni punto di vista politiche. Che la sicurezza - e quindi la riduzione dell'insicurezza - sia uno degli obiettivi primari di ogni buon governo è noto fin dai tempi del cameralismo. Anzi, della fondazione dello Stato moderno, quello che si chiama westphaliano e corrisponde più o meno alla definizione weberiana dello Stato come "monopolio della violenza legittima". Come si sa, la sicurezza in gioco nelle teorie politiche classiche riguardava la vita in senso stretto: nella famosa allegoria hobbesiana del Leviatano, i cittadini delegano al principe ogni uso delle armi per essere protetti, nell'incolumità e nei beni, da assassini, fazioni religiose avverse e nemici. Hobbes era particolarmente sensibile a questo tema. All'inizio della sua autobiografia in versi, Vita carmine expressa , egli ricorda che la sua nascita prematura fu causata dal panico che si diffuse in Inghilterra, all'arrivo dell'Invencible Armada: "And hereupon it was my mother dear/Did bring forth twins at once, both me and fear" ("E fu così che la mia cara madre partorì a un tempo due gemelli, me e la paura"). Negli ultimi versi, Hobbes dichiara che solo ora, alla fine della sua vita, quando ha fatto tutto quello che riteneva giusto e attende solo la morte, "non ha più paura". La protezione della vita e dei beni è dunque il minimo che uno Stato deve assicurare ai cittadini. Naturalmente questa ragion d'essere primaria delle strutture pubbliche è declinata in modo molto diverso a seconda delle culture politiche. Negli Stati Uniti, in cui sostanzialmente i cittadini hanno diritto di usare le armi per difendere la propria casa dagli intrusi, la mancanza di un sistema sanitario nazionale fa sì che una quota non trascurabile della popolazione non goda di una vera e propria protezione della salute. Ma in ogni caso è evidente che uno Stato strutturalmente incapace di operare in questo senso vede erodere le basi stesse della sua legittimità. Apparentemente, quanto precede va esattamente nel senso della retorica pubblica della sicurezza che ho evocato sopra come un aspetto della "politica dell'esistenza". Qualcuno che magari conosce le mie precedenti opinioni in materia penserà che mi sono convertito, che so, alla filosofia politica - se vogliamo chiamarla così - di Maroni o Veltroni (le cui idee in tema di sicurezza sono molto simili). Ma è esattamente il contrario: io ritengo che proprio l'incessante retorica pubblica dell'insicurezza dilagante non abbia a che fare con la sicurezza dei cittadini, ma con il loro governo, e cioè con la loro subordinazione. Che apparentemente i cittadini approvino tale retorica, stando ai sondaggi, non mi sorprende più di tanto. E non solo per quel fenomeno che l'amico di Montaigne, Etiene de La Boetie, cinque secoli fa, chiamava suggestivamente "servitù volontaria". Quanto e soprattutto perché è molto difficile che una retorica prodotta oggi dalla totalità del ceto politico (con lievissime differenze d'accento tra governo e opposizione) non goda di favore per un certo tempo, anche perché alimentata quotidianamente. Naturalmente, nessun ciclo storico è eterno: nulla esclude che prima o poi l'opinione pubblica non si decida a chiedere conto ai suoi governanti di quello che dicono, con una semplice domanda degna del racconto di Andersen, I vestiti dell'imperatore : "Ma se ci parlate da quindici anni di insicurezza, non è che per caso non siete mai stati capaci di far qualcosa in proposito?". Dio abbia pietà di quei governanti, quando gli elettori scopriranno di essere stati raggirati per tanto tempo. La verità è che mai i governanti potranno far qualcosa, date le premesse fantastiche dell'incessante retorica. Per dirla in poche parole, nessuno ci potrà mai curare dal mal di insicurezza: che nel 1992 in Italia si uccidessero ogni anno 1.200 persone, e oggi poco più della metà, non ci dice nulla della probabilità reale di essere uccisi in questi sedici anni. E lo stesso vale per quella di essere scippati, derubati e così via. Le statistiche sono una sintesi puramente numerica dell'esito di processi aleatori e largamente imprevedibili: non significano letteralmente nulla per le nostre esistenze. Io, per esempio, ho vissuto per alcuni mesi in una città, Los Angeles, la cui contea è abitata da 14 milioni di abitanti ed è funestata da 1.000 omicidi all'anno - fatte le debite proporzioni, è come se in Italia si contassero 5 mila omicidi, e cioè nove volte il numero reale, una cifra che farebbe invocare da qualcuno il coprifuoco. Ebbene, stando a Los Angeles, non ho percepito nessun rischio, nessuno ha attentato alla mia vita e mi sono persino dimenticato un paio di volte di chiudere la porta di casa. E' vero che abitavo in un quartiere considerato sicuro (ma diversi miei conoscenti hanno dichiarato di essere normalmente impauriti?). Insomma, come la diminuzione dei reati di strada non ci protegge dalla possibilità di uno scippo, così la percentuale degli omicidi su un certo numero di abitanti non ci permette di essere sicuri che domani qualcuno non ci aggredirà con un coltello. In questi campi, l'insicurezza è questione di punti di vista, carattere, suggestionabilità e ovviamente caso. E quindi corrisponde in tutto e per tutto al carattere enigmatico dell'esistenza. Ecco perché ho definito Daseinpolitik, "politica dell'esistenza", quel tipo di retorica pubblica che fa leva sull'umanissima paura o incertezza esistenziale per legittimare se stessa, e quindi il governo. Per dare un'idea di ciò che intendo offro solo un esempio, che non ha ovviamente alcun valore, se non metaforico. Mi chiedono di firmare una petizione contro i proprietari di un bar sottocasa che tiene aperto fino a notte fonda ed è perciò causa di un frastuono intollerabile. Non amo il genere "cittadini che non ne possono più," ma sono disposto a considerare la cosa, finché non leggo che la petizione è diretta all'assessore comunale alla sicurezza. Ma che c'entra la sicurezza? Qui è questione di regolamenti comunali in tema di pubblici esercizi, e quindi la petizione o protesta dovrebbe essere indirizzata ai carabinieri o alla polizia municipale. Ma non capisce che qui è in gioco il degrado della città? Mi si risponde. No, non capisco. La verità pura e semplice è che dopo l'incessante campagna sulla sicurezza, risolvere il problema del frastuono è possibile solo con l'equazione: "Frastuono uguale degrado uguale insicurezza uguale (implicitamente) immigrazione". Il risultato è che responsabili ultimi del frastuono non saranno considerati i gestori del bar (e al limite le autorità comunali che non fanno nulla), ma i ragazzini marocchini che ciondolano di notte con la birra in mano. L'insicurezza ha contorni così ampi che può riguardare tutto e non corrispondere a nulla di particolare. O meglio corrisponde a qualcosa che si dà per scontato come una necessità e non ci si sogna nemmeno di interpretare. E' vero, l'andamento dei reati, per lo più in diminuzione, non spiega il senso di insicurezza, ma se i cittadini hanno questa percezione, dobbiamo fare qualcosa? ecco che cosa dice un giorno sì e uno no qualsiasi editoriale dei quotidiani nazionali, grandi e piccoli. Io trovo tale retorica intellettualmente ripugnante. In primo luogo perché questo tipo di messaggio, martellante com'è, finisce per alimentare e accrescere proprio un senso di insicurezza dai contorni incerti e inconoscibili (ma i giornalisti non pensano mai che televisione e giornali sono agli occhi del pubblico, la realtà?) E poi perché finisce per giustificare ogni obbrobrio, che farebbe rivoltare nella tomba non dico Aldo Capitini, ma persino il vecchio Beccaria. Ed ecco alcuni esempi e un caso empirico. Da un mese circa i rom vengono cacciati da tutti gli insediamenti non si sa dove. Da qualche tempo i prefetti delle grandi città fanno schedare anche i sinti, per lo più di cittadinanza italiana, inviando la polizia all'alba nei loro insediamenti, come se si trattasse di criminali. In qualsiasi posto civile, questa sarebbe considerata discriminazione su base etnica (i cittadini sono schedati a seconda della loro supposta origine) e quindi inammissibile. Alle proteste giustificatissime di un sinti molto noto, sopravvissuto di una famiglia sterminata dai nazisti, il giornalista di un quotidiano diffusissimo (che non cito solo per un barlume di carità) obietta più o meno: "Ma lo fanno per voi, per stabilire chi si comporta bene e chi no?". Insomma, se ti svegliano alle cinque del mattino per schedarti e terrorizzano i tuoi bambini, lo fanno per il tuo bene. Si noti non solo l'ipocrisia dell'argomento, ma l'implicito schierarsi del giornalista con le autorità. Che ci sta a fare l'Ordine dei giornalisti se non insegna ai suoi iscritti che compito di un vero giornalista è descrivere e al limite spiegare ciò che succede, e non fare la morale (e che morale!) alle vittime di un sopruso? Caso empirico: l'ondata di piccoli pogrom contro i rom a Napoli sarebbe stata causata dal supposto tentativo di ratto di un bambino da parte di una nomade. Immediatamente l'Opera nomadi e altre associazioni hanno fatto notare che non esiste un solo caso accertato o giudicato nel dopoguerra di bambini rapiti dai rom (in cambio conosco almeno tre bufale analoghe, negli ultimi anni, che si sono sgonfiate in pochi giorni). L'inchiesta è in corso e scommetto la mia reputazione che si è trattato, nel caso peggiore, di un equivoco. Ma tutta la stampa nazionale ha riportato l'episodio prendendolo per buono: "Nomade rapisce un bambino a Napoli, eccetera" Mi sarebbe piaciuta una controinchiesta, tenuto anche conto che da quelle parti opera la camorra, che non va tanto per il sottile quando si tratta di deviare l'attenzione pubblica dai propri misfatti. Ma credo che l'aspetterò per molto tempo. Ed ecco che cos'è l'insicurezza, almeno nell'Italia d'oggi: un misto di balle mediali, cinismo politico e anche, perché no, panico generalizzato. Pensare che in queste condizioni i sondaggi sulla percezione dell'insicurezza o dell'immigrazione - propinati instancabilmente dai media - siano veraci significa avere un'idea curiosa della verità: è vero quello che i media propongono come tale. Walter Lippman, che non era proprio un anarchico, ironizzava su questa pretesa almeno sessant'anni fa. Con politica dell'esistenza intendo non un complotto o un piano per assoggettarci, ma un comodo metodo per distrarci dalla realtà di un paese incattivito, privo di senso del futuro, in cui i salari sono più bassi che altrove, le università agonizzanti, i giovani senza speranza d'impiego stabile e la spazzatura trabocca dai cassonetti. Creando un nemico ubiquo, indefinibile e fungibile (marocchini, rom, albanesi, stupratori all'angolo delle strade, pedofili nei giardinetti) le vere magagne in cui affondiamo sono minimizzate e il ceto politico può continuare a fare la bella vita. E i giornali a vendere il loro allarmismo. Povero Hobbes. Almeno la sua mamma aveva paura della formidabile armata spagnola. 27/06/2008.

Torna all'inizio


Non sarà facile neanche per questo governo riuscire a gerarchizzare la scuola! (sezione: Laici e chierici)

( da "Liberazione" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Lettera di una commissaria agli esami di maturità alla ministra Gelmini Non sarà facile neanche per questo governo riuscire a gerarchizzare la scuola! Loredana Fraleone Egregia ministra Gelmini, Le scrivo da una scomodissima postazione, quella di commissaria esterna agli esami di maturità in un diplomificio. In una situazione cioè in cui quelle preoccupazioni che valgono per la maggioranza dei docenti, nella scuola statale, ovvero l'equità, la serietà, una valutazione che tenga conto di parametri tutt'altro che "economici", sono non solo estranee, ma persino fastidiose, poiché nelle scuole private, invece, la motivazione principale è quella di acquisire nuovi e più numerosi clienti, ai quali garantire "comunque" una promozione e possibilmente con voti alti. Per questo, checché ne possa dire qualche osservatore esterno, che subisce non disinteressate influenze mediatiche, la scuola statale è ancora una delle istituzioni, tutto sommato, più apprezzate dagli italiani. Tuttavia le pecorelle smarrite stanno aumentando e si perdono sempre più, non perché, come sostiene qualche suo collega, il pubblico impiego brulichi di fannulloni che non sanno trattenerle, ma perché la scuola ce la fa sempre meno a svolgere, come si dovrebbe, questo suo compito istituzionale. A fronte di una società sempre più tesa a valorizzare i furbi e gli arrivisti, supina a tutte le forme dell'usa e getta, impegnata a sostenere tutte le espressioni d' individualismo, la scuola sembra una trincea sempre più fragile, un mondo "fuori dal mondo", dove resistono, con crescente fatica, valori come il rispetto delle diversità, la cultura disinteressata, la solidarietà, la non violenza e la pace. Si è accorta che la santa famiglia, tanto cara alla sua parte politica, è sempre più luogo di costruzione delle incertezze, delle solitudini, quando non delle peggiori sopraffazioni? Le sono mai arrivate notizie sull'impari lotta di tante/i insegnanti che, dalla scuola materna alle superiori, debbono fronteggiare genitori che risolvono la loro funzione educativa dando sempre ragione ai propri rampolli? Le risulta che videogiochi e programmi televisivi, specialmente quelli gestiti da suoi amici, svolgono un'opera di vera e propria corruzione dei giovani, quando non di istupidimento vero e proprio? Forse non vede tutto questo, perché propone una ricetta ideologica, per migliorare la situazione, vecchia quanto il cucco che si chiama, guarda caso, meritocrazia, quella cosa che premia i "meritevoli", ovvero nel nostro caso i figli di coloro che senza alcun merito personale sono collocati nelle postazioni migliori della nostra società. Circolano dati al di sopra di ogni sospetto a dimostrazione del fatto che in Italia la scuola non riesce a produrre mobilità sociale, ma si limita a registrare l'esistente. E le pecorelle smarrite?, Quelle per le quali il Vangelo così poco praticato, da voi cattolici, prevede una speciale attenzione da parte del pastore? Le hanno mai detto che questo compito di recupero, con tutti i limiti, ha cercato di svolgerlo quella scuola laica nata dalla Costituzione repubblicana? Sicuramente l'avranno informata che abbiamo una spesa per l'istruzione e la ricerca inferiore di due punti, rispetto agli altri paesi europei, ma lei, lungi dal compensare, erogando maggiori risorse ed impedire ulteriori tagli, come annuncia candidamente il suo governo, propone che vadano pagati di più gli insegnanti, riducendone il numero però, parlate ormai infatti di circa il 10%. Di fronte alla notizia della presa d'atto che è indispensabile retribuire un po' meglio gli insegnanti, abbiamo pensato per un attimo che finalmente ci si accorgeva dell'importanza strategica, per un paese avanzato, del lavoro di chi forma i giovani e dunque il futuro. L'illusione è durata poco, perché ecco arrivare subito, anche per i docenti, la medicina della meritocrazia. Una solfa che sentiamo sostenere da anni, anche da ambienti che si consideravano di sinistra, anzi, in verità, per la prima volta l'abbiamo sentito sostenere proprio da lì. Per quel poco che è stato sperimentato, con funzioni improbabili o progetti quasi mai verificati collegialmente, ne abbiamo già viste abbastanza. Abbiamo subito, da più di un decennio, un pensiero distorto che rovesciando totalmente il problema che investe l'efficacia di un lavoro collegiale, va ad agire su coloro che in teoria già danno il meglio della propria professionalità e non sfiora neppure chi non ne possiede neanche l'essenziale. Il problema è che chi ragiona così non prende in considerazione un diritto universale, che deve valere, per tutte e tutti, a prescindere dalle differenze, quello cioè di avere garantito il diritto ad una formazione se non d'eccellenza, almeno negli standard. Chi ragiona così non considera l'accesso al sapere un bene comune, ma come un privilegio da preservare per alcuni/e. Chi ragiona così ci vuole portare indietro di decenni con la scusa del nuovo che avanza, non vedendo che l'unico modo per qualificare il lavoro docente è una buona formazione ed un lavoro veramente cooperativo. Dai tempi del ministero Berlinguer stiamo resistendo sostanzialmente a queste logiche, creda ministra, non sarà facile neanche per questo governo tanto forte riuscire a gerarchizzare la scuola! 27/06/2008.

Torna all'inizio


Esordio ok per il primo talk show sull'anima, "Il cielo e la terra" <La spiritualità è una cosa seria, non lasciamola al Prozac> (sezione: Laici e chierici)

( da "Liberazione" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Parla il conduttore Fabrizio Rondolino, giornalista ed ex dello staff di D'Alema. Stasera su Raitre la seconda puntata dedicata all'al di là con ospiti di varie religioni Esordio ok per il primo talk show sull'anima, "Il cielo e la terra" "La spiritualità è una cosa seria, non lasciamola al Prozac" Davide Turrini Cinquecentomila spettatori, 6,4 % di share: la prima puntata de Il cielo e la terra , talk show di Rai 3 posizionato nella seconda serata del venerdì alle 23 e 45, è andata bene. Gongola il quarantottenne giornalista Fabrizio Rondolino (ex collaboratore dello staff comunicativo di Massimo D'Alema) che ne è ideatore e autore assieme a Simona Ercolani, Stefano di Gioacchino e Giorgio Zanchini. Perché la scommessa del programma sta tutta nei contenuti: per sessanta minuti si parla di spiritualità e di dilemmi dell'anima. In semicerchio disposti attorno al conduttore, che è poi lo stesso Zanchini, ci sono gli ospiti che dibatteranno il tema della serata. Per una volta non ci sono vip, soubrette, conduttori tv con il bypass, ma signori che hanno fatto della fede, o almeno della riflessione sulle varie forme fiduciarie verso l'intangibilità dell'esistente, una specializzazione professionale: il monsignore cattolico Ermenegildo Manicardi; il pastore valdese Daniele Garrone; il rabbino Benedetto Carucci Viterbi; l'imam sunnita Yahya Pallavicini; il monaco buddhista Jiso Forzani; e Maurizio Ferraris, professore di Filosofia teoretica. Cotanto parterre, durante la prima puntata di sette giorni fa, si è districato sul significato della felicità: dalla lungimirante intuizione dei padri fondatori americani che l'hanno inserita come scopo costituzionale da perseguire; a domande come "si può essere felici da soli?", "la felicità corrisponde ai piaceri della carne o dello spirito?"; senza risparmiare la possibilità di suggerire "strategie" per ottenerla. Per qualche maligno Fabrizio Rondolino deve ancora scontare il peccatuccio tutto italiano del romanzo considerato "pornografico" Secondo avviso uscito otto anni fa. Per noi Il cielo e la terra rimane un esperimento riuscito, congeniale alla programmazione di una tv pubblica. "Stasera si parlerà dell'aldilà, se c'è vita dopo la morte, di come viene rappresentato l'immaginario dell'inferno e se senza la minaccia dell'inferno ci comporteremmo bene lo stesso", racconta a Liberazione Rondolino, "la mia netta impressione è che l'essere umano ha bisogno di parlare anche di queste cose. Dalla psicanalisi, al misticismo, passando dalle religioni, la dimensione spirituale è trascurata ed espulsa dal dibattito pubblico odierno. La religione è presente come tema declinato sull'ingerenza clericale nello stato italiano, ma lo specifico religioso è la cura delle anime e non possiamo permetterci di affidarla soltanto al Prozac e alle maghe". Gli ospiti in studio non interverranno per fare proselitismo? Abbiamo chiesto ai nostri "esperti" di intervenire escludendo l'aspetto dogmatico. La fede è un elemento spontaneo, la religione una sovrastruttura e il nostro è un programma spirituale. Agli ospiti chiediamo di intervenire come si potrebbe fare tra esperti sindacali, di diritto del lavoro, del governo, ecc? in un dibattito sul welfare: ognuno a suo modo, con la propria esperienza in un dato campo di studi e di formazione specifica, ma anche come esseri umani. In questo campo emerge la figura del pastore valdese Garrone: giacca e cravatta, ragionamenti religiosi che si ancorano ad una forte laicità materiale, una manna per la fede dell'italiano medio? Abbiamo chiesto ad ognuno di loro di vestirsi come volevano, non abbiamo costumisti di scena. L'imam come il rabbino hanno il loro copricapo tipico, il monaco buddista e il monsignore si caratterizzano con abiti riconoscibili, il pastore Garrone è venuto così come si veste tutti i giorni. Poi la chiesa valdese italiana è unica. Ha una grande spregiudicatezza intellettuale, è una sorta di focolaio del libero pensiero religioso. Sarà perché è una minoranza esigua e non ha beghe politiche enormi come i protestanti in Germania o i buddisti in Tailandia. Certo da noi in Italia, abituati alla religione cattolica, mostrare la pluralità delle versioni del cristianesimo fa più effetto. Addirittura nella prima puntata i vari rappresentanti religiosi hanno parlato dell'innamoramento tra esseri umani? Tutti gli ospiti delle diverse religioni presenti nel programma sono sposati. E' normale per loro avere una famiglia, fare sesso, tradire, educare i figli. Il problema rimane inedito solo per i cattolici italiani. Come è passato dalla comunicazione generale del Grande Fratello al minimalismo de "Il cielo e la terra"? Risponderei con una massima buddista: si cambia anche più volte in un giorno, figuriamoci in otto anni. Del resto in me è sempre convissuta una dimensione spirituale che volevo esplorare. Poi i reality oggi si sono usurati e già consumati come evento. E' un genere inflazionato sul mercato tv che ha eluso l'aspetto dirompente dell'ingenuità dei partecipanti della prima edizione del Gf. Oggi si partecipa ai reality per intraprendere una carriera televisiva. Io del resto sarò diventato snob, ma mi sono rifugiato con mia moglie a vedere solo serial tv americani: I Soprano , Six feet under e Lost . 27/06/2008.

Torna all'inizio


Madeleine Fontaine & C (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

N. 152 del 2008-06-27 pagina 42 Madeleine Fontaine & C. di Redazione Si tratta di quattro suore francesi della congregazione delle Figlie della Carità (quelle col cappellone bianco, fondate da s. Vincenzo de Paul). In origine erano in sette, ad Arras. Curavano gli ammalati e gestivano una scuola femminile. Ma scoppiò la rivoluzione e Arras era pur sempre la città di Robespierre. Ci faceva il bello e cattivo tempo Joseph Lebon, un ex sacerdote diventato sanculotto e salito in carriera nei ranghi rivoluzionari. Questi, che a quel tempo era commissario governativo, nel 1793 confiscò i beni delle suore e impose un direttore laico alla loro scuola. Le suore dovettero indossare abiti civili. Ma il peggio doveva ancora venire, perché era quello il periodo che fu poi chiamato dagli storici "il Terrore". La superiora, la settantunenne madre Madeleine Fontaine, fece fuggire in Belgio, travestite, le suore più giovani. Con lei rimasero suor Marie-Françoise Lanel, suor Marie-Thérèse Fantou e suor Jeanne Gérard. Le quattro religiose, poiché si rifiutarono di prestare il giuramento scismatico imposto dal governo rivoluzionario, vennero arrestate nel 1794 e portate a Cambrai, dove trovarono a giudicarle proprio Joseph Lebon. Naturalmente furono condannate a morte. L'ultima a salire sulla ghigliottina fu la superiora. Questa, prima di porgere il collo al boia, si rivolse alla folla dicendo che loro quattro sarebbero state le ultime vittime della rivoluzione anticristiana. La profezia si avverò in meno di un mese. Nel luglio dello stesso anno fu Robespierre a perdere la testa sul patibolo e dopo qualche settimana toccò anche a Joseph Lebon. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Nella stanza dell'analisi - luciana sica (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Cultura Un libro-intervista di Mario Trevi sulla psicoterapia NELLA STANZA DELL'ANALISI L'"arte del dialogo" e le qualità necessarie per la cura LUCIANA SICA Gran personaggio della cultura junghiana, Mario Trevi ci ha piacevolmente abituati al suo sguardo aperto, tollerante, profondamente laico nei confronti del mondo e del sapere psicoanalitico che coltiva con la statura indiscussa del teorico e la riconosciuta amabilità del terapeuta: sul piano delle idee come sul terreno impervio della pratica clinica. Da sempre, per lui - che ha di recente compiuto ottantaquattro anni - sembrano non esistere amici e avversari, sono inconcepibili gli steccati di scuole e scuolette, i pensieri rigidi e immutabili: a prevalere è invece un atteggiamento di perenne ricerca, un'attenzione critica a modelli mentali diversi che difficilmente si integrano ma neppure si contrappongono, la considerazione della dignità di ogni essere umano nella sua complessità, nell'imperfezione e nell'inevitabile sofferenza. è quest'aria che si respira leggendo il libro-intervista di Trevi condotto da Alessandro Fedrigo, un aspirante analista di formazione filosofica: s'intitola Dialogo sull'arte del dialogo, alludendo alla relazione tra analista e paziente (sottotitolo "Psicoanalisi e psicoterapia", Feltrinelli, pagg.158, euro 12). Dopo la suggestiva conversazione con il figlio Emanuele, di sapore naturalmente più personale - Invasioni controllate (Castelvecchi) - qui, nel confronto con un allievo, inevitabilmente Trevi assume un atteggiamento più pedagogico sulle varie questioni di grande interesse che via via vengono affrontate. Ne risulta un volume curioso, di piacevole lettura, destinato a un pubblico non necessariamente specialistico. Il tono è colloquiale, nel segno di una certa affettuosa confidenza. Si comincia con una serie di considerazioni sull'"arte" della psicoterapia e i suoi scopi, molto ben distinti dai risultati e nell'ottica junghiana strettamente legati all'individuazione, a quel processo mai concluso una volta per tutte che spinge verso l'autenticità e l'armonia. Trevi insiste molto sulle qualità necessarie al terapeuta: dall'empatia all'intuizione, dalla pazienza all'attenzione, dall'intelligenza all'umiltà - qualità magari date per scontate nell'esercizio di un mestiere così delicato, e invece piuttosto rare. D'importanza centrale sono gli studi, la formazione personale, gli interessi intellettuali, più in generale la "cultura" del terapeuta - certamente non è solo un bagaglio tecnico quel che gli occorre, ma "qualcosa" di diverso che non somiglia affatto all'erudizione. Per dirla più chiaramente - citando Trevi - può essere molto più utile la lettura di Dostoevskij e Tolstoj, di Flaubert e Proust, piuttosto che macerarsi su ogni dettaglio di certi trattati di psicopatologia orientati nella più algida elencazione di sintomi e diagnosi. La parte conclusiva riguarda "la relazione con il paziente" e certe situazioni limite che s'impongono nel lavoro terapeutico, spesso legate al lutto o comunque all'angoscia della morte: sono pagine molto belle queste in cui si parla della necessità di "staccarsi" dalle persone che si amano, che si sono amate una volta per sempre. Ma per cogliere con immediatezza lo stile personalissimo di questo maestro italiano della psicologia del profondo, sarà forse meglio affidarsi a uno dei passaggi finali in cui Trevi ricorre a un paragone senz'altro inconsueto: "Quando penso alla psicoterapia sia come pratica sia come argomento su cui riflettere mi vengono in mente certi bellissimi disegni di Escher sempre uguali e sempre diversi da se stessi, soprattutto quelli in cui un'immagine centrale si moltiplica e si rimpicciolisce man mano che si procede verso la periferia, sfruttando i vuoti e i pieni in un gioco sapientemente speculare. Chi li guarda non può fare a meno di "portare avanti" ciò che il disegnatore ha interrotto...".

Torna all'inizio


Agenda religioni (sezione: Laici e chierici)

( da "Stampa, La" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

APPUNTAMENTI, INCONTRI, CELEBRAZIONI Agenda religioni A CURA DI DANIELE SILVA MAITRI BUDDHA La lezione di venerdì 27 giugno al Centro Studi Maitri Buddha verte su "Fenomeni e Nuomenon", a partire dalle 20. La tiene il maestro Ghelong Lobsang Sanghye in via Guglielminetti 9. www.centromaitri.com. LE VISITE DELL'UCID L'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UDIC) ha in programma per lunedì 30 giugno una visita turistica serale di Torino. Si parte alle 19 davanti alla chiesa di San Francesco da Paola in via Po per proseguire alla scoperta di palazzi, vie, monumenti sotto la guida di Luisa Quarena. Per iscriversi alla visita, telefonare allo 011/8122083 dalle 9 alle 14. CONVEGNO SULLA MISTAGOGIA Parte il 30 giugno la terza settimana catachistica di Mondovì, con un convegno lungo cinque giorni (fino a sabato 5 luglio), organizzato dall'Ufficio Catechistico Regionale del Piemonte - Valle d'Aosta, dal centro Evangelizzazione e Catechesi Don Bosco e dalla casa editrice Elledici. Dal titolo "Il bello viene dopo!", il convegno punta ad approfondire il tema della catechesi mistagogica degli adolescenti cresimati, ovvero sull'educazione cristiana di chi ha già ricevuto l'iniziazione. L'iscrizione costa 40 euro, la pensione completa per tutti i giorni del convegno 260 o 240 euro. Info 0174/565300 o scrivere a santuariovico@libero.it A STRESA IN PELLEGRINAGGIO La comunità rosminiana della Sacra di San Michele organizza per martedì 1 luglio un pellegrinaggio a Stresa. Questo il programma: alle ore 7 partenza da Avigliana con arrivo alle 9 a Stresa e accoglienza al Centro Internazionale Studi Rosiminiani; alle 10 processione alla Chiesa del Crocifisso e alle 11,30 messa solenne del Beato Antonio Rosmini; alle 13 il pranzo e pomeriggio libero per la visita alla città. Alle ore 17 è prevista la partenza per il ritorno. Per ogni informazione, 011/939130 e 338/3978641. AZIONE CATTOLICA, UN CAMPO ESTIVO Da giovedì 3 luglio fino a domenica 6, il Settore Adulti dell'Azione Cattolica di Torino organizza un campo estivo a Valtournanche (Valle d'Aosta) nella Villa del Seminario. Il titolo è "Non ci ardeva forse il cuore? La strafa di Emmaus, la strada della nostra storia". Info 011/5623285. COMUNITA' VALDESE È ormai un appuntamento fisso quello che la comunità valdese di Torino organizza per la prima domenica di luglio: domenica 6 è in programma infatti la tradizionale visita a Pièdicavallo, nel biellese. La partenza per il minuscolo comune dell'Alta Valle Cervo è per le 9,30 dal tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II, con auto private. La giornata prevede il pranzo in una trattoria locale, alle 16 una conferenza sulla storia valdese e alle 17 il culto con il sermone bilingue, in piemontese e in italiano. Come consuetudine, il pomeriggio avrà termine con una merenda sinoira insieme con la comunità valdese di Biella e con il pastore Maurizio Abbà. La giornata è animata dal pastore Giuseppe Platone; iscrizioni allo 011/6692838 entro il 1 luglio.

Torna all'inizio


<Con gli ortodossi clima nuovo Per il Papa Mosca è più vicina> (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

N. 152 del 2008-06-27 pagina 14 "Con gli ortodossi clima nuovo Per il Papa Mosca è più vicina" di Andrea Tornielli Monsignor Paolo Pezzi ora è ottimista su un incontro tra Benedetto XVI e Alessio II da Roma "Il Papa e il patriarca di Mosca si incontreranno, ne sono certo. Il clima sta cambiando...". Monsignor Paolo Pezzi, nato a Russi, in provincia di Ravenna, 48 anni fa, è da qualche mese il nuovo arcivescovo della cattedrale della Madre di Dio a Mosca, e domenica riceverà dalle mani di Benedetto XVI il pallio, la piccola stola di lana che simboleggia il legame dei metropoliti con il Pontefice. Cresciuto nella Fraternità San Carlo, legata al movimento di Cl, Pezzi ha fatto per anni il missionario in Siberia. Raztinger l'ha scelto quale successore dell'arcivescovo Kondrusiewicz e l'arrivo di un italiano al posto di un prelato di origini bielorusse ha contribuito a rasserenare i rapporti con la Chiesa ortodossa. Il dialogo con gli ortodossi procede? "Ci sono segnali positivi. Sono stato invitato, dopo anni che non avveniva più, alle liturgie del Natale e della Pasqua ortodossa, ho avuto modo di parlare con Alessio II. A Natale, dopo il rito, il patriarca ha invitato a pregare per la Chiesa cattolica e per il Papa e ha fatto un brindisi in onore di Benedetto XVI. Mi ha detto che dobbiamo continuare a incontrarci e lavorare insieme per il bene del popolo di Dio. Insomma c'è una cordialità nuova, c'è disponibilità. Per la prima volta abbiamo trattato alcuni aspetti che riguardano le nostre necessità come Chiesa cattolica in Russia e abbiamo iniziato una collaborazione sul piano culturale. Abbiamo presentato insieme a un teologo ortodosso l'ultima enciclica di Papa Ratzinger, "Spe salvi"". Il Papa e Alessio II si incontreranno? "Credo di sì, ne sono convinto. Bisogna desiderarlo, bisogna pregare, perché quanto più lo si desidera, tanto più si cercano di creare le condizioni perché l'incontro avvenga. Il Papa lo desidera e il patriarca non è contrario. Ci sono delle difficoltà, ma superabili. È importante il fatto che né il Papa né Alessio II vogliano che l'incontro sia l'evento del secolo, da fare a tutti i costi. È una tappa che tende alla piena comunione". Benedetto XVI verrà a Mosca? "Il viaggio a Mosca penso sia in secondo piano rispetto all'incontro con il patriarca. Bisogna creare le condizioni per l'incontro, innanzitutto. Da questo punto di vista il recente viaggio di Alessio II a Parigi è stato importante. Credo molto in questi scambi, nelle visite fraterne, anche al di là dell'ufficialità". La Chiesa ortodossa appare come legata a doppio filo con il potere politico. Non è un rischio? "Per noi occidentali, abituati a una separazione molto più netta, può sembrare eccessivo quel legame. Ma dobbiamo comprendere la mentalità e la storia orientali. Le Chiese d'Oriente si sono sviluppate con un legame fortissimo al potere civile, all'imperatore. In questo oggi la Chiesa ortodossa si identifica con il sentimento che il popolo ha di se stesso". Dopo la caduta del comunismo ha vinto la fede o il consumismo? "Vedo un recupero di religiosità, che si evidenzia in due aspetti: una forte presenza del senso del mistero nella vita della gente; una accettazione, grazie allo sguardo di fede, delle condizioni in cui si vive, anche quando sono difficili". Gli ortodossi hanno accusato i cattolici di voler fare "proselitismo". Lei come risponde? "Il proselitismo è estraneo alla Chiesa cattolica e se ci fossero stati degli episodi andrebbero ascritti alla limitatezza di chi li ha compiuti. Il proselitismo comincia dove finisce la missione. Io mi sento missionario e cerco di portare la gente a Cristo e Cristo alla gente, e questo non è impedito da nessuno. Lo faccio con un grande rispetto per la Chiesa ortodossa perché non si tratta di ingrossare le fila del "mio" gruppo, ma di accompagnare la gente al proprio destino". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Cattive notizie da Econe (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 27-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Qui sotto potete leggera la parte "dottrinale" del protocollo firmato da monsignor Lefebvre e dal cardinale Ratzinger il 5 maggio 1988. All'ultimo momento, il vescovo francese si tirò indietro, ma non perché intendeva mettere in discussione questi punti sottoscritti: lo fece perché (mal consigliato) decise di non "fidarsi di Roma", in merito alla consacrazione del vescovo suo successore che gli era stata garantita. Questi punti dottrinali, dunque restano. E mostrano in tutta evidenza come la Fraternità San Pio X sia andata ben al di là e ben oltre il suo fondatore, diventando un gruppo che ha assunto una mentalità scismatica, come dimostrano certe dichiarazioni pubbliche di Fellay e di Williamson. Il Papa ha fatto tanto, tantissimo, ma dai lefebvriani ha ricevuto soltanto altezzosi schiaffi. I cinque punti, le condizioni che ho rese note nei giorni scorsi, non intendo chiudere la bocca ai lefebvriani, ma riportarli a un livello di discussione improntato dalla carità cristiana e dal rispetto per il Pontefice, requisiti minimi per poter affrontare il tema della revoca della scomunica. La discussione, che esiste e anche accesa in seno alla Chiesa (le critiche al Papa non arrivano certo soltanto da certi tradizionalisti, ma anche da tanti progressisti), continuerà. È evidente però dall'atteggiamento dei responsabili della San Pio X che in gioco non è più la difesa della tradizione cristallizzata (che i lefebvriani credono di poter conservare senza la piena comunione con Roma, unica vera garanzia), ma ci sono in realtà altri elementi. La "condizione" dell'abolizione del messale di Paolo VI dettata da Williamson al Papa è semplicemente ridicola: sono le boutade di chi non vuole davvero l'unità e non ha più nostalgia della comunione con il Papa. Sarebbe bene che si tornasse a ciò che Lefebvre ha sottoscritto. "Io, Marcel Lefèbvre, arcivescovo e vescovo emerito di Tulle, insieme con i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X da me fondata: 1) promettiamo di essere sempre fedeli alla Chiesa cattolica e al romano Pontefice, suo Pastore Supremo, Vicario di Cristo, Successore del Beato Pietro nel suo primato e Capo del corpo dei vescovi. 2) Dichiariamo di accettare la dottrina contenuta nel n 25 della Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II sul Magistero ecclesiastico e sull'adesione che gli è dovuta. 3) A proposito di certi punti insegnati dal Concilio Vaticano II o relativi alle riforme posteriori della liturgia e del diritto, che ci sembrano difficilmente conciliabili con la Tradizione, ci impegniamo ad assumere un atteggiamento positivo e di comunicazione con la Sede Apostolica, evitando ogni polemica. 4) Dichiariamo inoltre di riconoscere la validità del Sacrificio della messa e dei sacramenti celebrati con l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa e secondo i riti indicati nelle edizioni tipiche del messale romano e dei rituali dei sacramenti promulgati dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. 5) Infine promettiamo di rispettare la disciplina comune della Chiesa e le leggi ecclesiastiche, specialmente quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico promulgato dal Papa Giovanni Paolo II, fatta salva la disciplina speciale concessa alla Fraternità con legge particolare". Scritto in Varie Commenti ( 25 ) " (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 08 Buone notizie da Mosca. Sul Giornale di oggi pubblico l'intervista al nuovo arcivescovo della cattedrale della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, che domenica riceverà il pallio dalle mani di Benedetto XVI. E' confortante apprendere che c'è un clima nuovo e positivo nei rapporti tra la piccola comunità cattolica e la Chiesa ortodossa russa. Scritto in Varie Commenti ( 2 ) " (1 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jun 08 Il bivio di monsignor Fellay Mi trovo a Roma e ho raccolto ulteriori informazioni che aiutano a inquadrare meglio le cinque condizioni presenti nella lettera del cardinale Castrillòn Hoyos a mons. Fellay. Innanzitutto quelle condizioni non sono poste ai lefebvriani in generale, ma proprio al loro superiore, cioè lo stesso Fellay. Il quale nei colloqui manifesta volontà di dialogo, poi però scrive e sottoscrive attacchi durissimi contro il Papa. Le cinque condizioni sono dunque un passo previo per iniziare il cammino che porterà alla cancellazione della scomunica. Centrale è il punto dedicato al fatto che la Fraternità, e i suoi superiori, danno l'impressione di sentirsi. superiori allo stesso Pontefice, di giudicarlo dall'alto, come se la San Pio X fosse la "vera" Chiesa e la "vera" Roma, e la Chiesa cattolica guidata da Benedetto XVI fosse un gruppo separato che deve rientrare nella piena comunione con Econe e Menzingen. La verità, purtroppo, è che si sono ormai stratificati atteggiamenti e prese di posizione (lo dimostrano anche alcuni commenti presenti nel precedente post) che rendono difficile riconoscere questo elementare dato: non sono i lefebvriani la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica è quella in comunione con Benedetto XVI. Mai come in questo momento il cuore pastorale e generoso del Pontefice, attraverso il cardinale Castrillòn è aperto alla riconciliazione. Ma è la San Pio X che deve tornare all'ovile dopo l'atto scismatico della consacrazione illecita dei vescovi fatta da Lefebvre, non è la Santa Sede a dover chiedere scusa ai lefebvriani. Risponendo alle domande dei giornalisti francesi su questo argomento, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Lombardi, ha fatto la seguente dichiarazione: "Il riconoscimento del Concilio Vaticano II come vero Concilio ecumenico della Chiesa e il riconoscimento della validità della Messa celebrata secondo la liturgia rinnovata dopo il Concilio non sono assolutamente messi in questione. I cinque punti citati da Tornielli - come del resto appare dal loro stesso tenore - riguardano le condizioni minime perché si possa avere un rapporto caratterizzato da rispetto e disponibilità nei confronti del Santo Padre e da uno spirito ecclesiale costruttivo. Sono quindi di altra natura ed è per questo che non fanno riferimento al Concilio e alla liturgia, non perché questi argomenti non rimangano fondamentali. E' evidente che il Papa desidera tendere la mano perché sia possibile un rientro nella comunione, ma perché si possano fare i passi necessari occorre che questa offerta - questa "mano tesa" - sia ricevuta con atteggiamento e spirito di carità e comunione. A questo invitano evidentemente i cinque punti citati". Scritto in Varie Commenti ( 126 ) " (10 votes, average: 3.8 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jun 08 Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay, come passo iniziale in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle prime indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: quelle espresse nella lettera sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa per iniziare un vero dialogo. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 104 ) " (13 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 201 ) " (14 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 117 ) " (8 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 131 ) " (16 votes, average: 4.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (14 votes, average: 3.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 300 ) " (23 votes, average: 4.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1306 ) " (38 votes, average: 3.58 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (210) Ultime discussioni Garlyc: @ Rovere, IO Riconosco nella santa, cattolica, apostolica chiesa romana, la madre e la maestra di tutte le... cosimo de matteis,brindisi.: Gentile "fra diavolo", il mio grazie ed il mio apprezzamento per il suo... Enzo: Le tesi di Williamson, alle quali Fellay in definitiva si accorda, pur attraverso qualche sofisma in più, sono... Fra' Diavolo: Premesso tutto il dispiacere per il mancato rientro di quelli che in piena comunione sarebbero degli... ue!: @ Klaus La profluvie di interventi di centinaia di persone diverese e di diversa estrazione ci confermano che le... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 9 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news Boom del petrolio: sopra i 141 dollariDalla Procura al "Vaffa day": ecco la toga che indaga i politiciLa Corea del Nord inizia a smantellare il nucleareZimbabwe, la farsa del dittatore MugabeGiustizia, via libera al lodo Schifani bisIntercettazioni, Ghedini: "Faremo denuncia" Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (17) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts . cattive notizie da Econe Buone notizie da Mosca. Il bivio di monsignor Fellay Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Come invidiole orgogliosecertezzedi una socialista (sezione: Laici e chierici)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

So di avere molti difetti tra i quali quello di essere socialista da sempre e preciso socialista di sinistra, non come tanti "compagni (?)" che dopo tangentopoli sono saltati sul carro dell'impresa Forza Italia, e di credere, nonostante tutto e tutti, nella necessità di un rinnovato partito socialista italiano laico, liberale, promotore di uno sviluppo ecosostenibile. Faccio parte di quei socialisti presi a pesci in faccia da Veltroni, che con la sua grande intelligenza e preveggenza politica e con la "fola" del voto utile ha ridato in mano il Paese alla destra. Ha ripetuto all'infinito che l'avversario non andava demonizzato, ma da politici naviganti nel Transatlantico come gli esponenti del Pd che vivono a stretto contatto con la controparte come hanno fatto a pensare che il "volemose bene" fosse la giusta politica. Purtroppo "il lupo perde il pelo, ma non il vizio" grazie anche ad una Sinistra che in tanti anni non ha voluto risolvere il conflitto d'interessi, non ha voluto affrontare i propri clientelismi, i propri gruppi affaristici di potere, che ha portato avanti una politica non di ideali e di servizio, ma di status quo, una Sinistra che è riuscita ad allontanare e stancare i suoi stessi elettori. Io non ho niente contro la destra, ma non mi piace questa destra demagoga e antidemocratica. Purtroppo noi italiani abbiamo la memoria corta e siamo pronti a perdonare tutto a chi ha soldi, successo e potere. Sarà un pensiero masochista, ma sono contenta che i socialisti non facciano parte di questo Parlamento che non mi rappresenta per niente perché credo ancora nell'utopia che la vera politica si possa fare senza compromessi al ribasso e senza poltrone (spesso occupate indegnamente), lavorando con chi crede veramente nella rivoluzione e non nell'appiattimento delle coscienze. Se la semina sarà buona e i seminatori saranno coerenti i risultati arriveranno. Battistina Delle Piane E-MAIL 28/06/2008 l'avvocato di famiglia i quesiti su diritto di famiglia e in materia di eredità e successioni avv. GIOVANNA COMANDÉ corso A. Podestà 6/5 tel. e fax: 010 8686807; e-mail: giovannacomande@fastwebnet.it Per problemi di eredità e successioni indirizzare all'associazione C.L.A.S.S.E. 28/06/2008 Che bello avere un'Idea, che miracolo saperla mantenere nel passare delle epoche e nel mutare delle contingenze! Complimenti per la coerenza e la dignità con cui la difende. Dopodiché non penso che W. Veltroni abbia consegnato il Paese alle destre, secondo me il Paese si è consegnato liberamente a chi ha ritenuto opportuno. Il segretario del Pd e il Pd stesso mi paiono entità assai poco concrete, inadatte a consegnare qualcosa a qualcuno; men che meno adatte a raccogliere attorno a sé un popolo. Continuo ad ascoltare i discorsi di W. Veltroni e mi sembra di ascoltare il fruscio di aria che muove le foglie di un canneto; ascolto i discorsi dei dirigenti del Partito Democratico e mi spaventa l'inconsistenza di ciò che sento. Dicono che hanno appena fondato qualcosa di meravigliosamente unico in Europa e nel mondo, un esperimento di eccezionale novità, ma non capisco a quale uopo meraviglia e novità, per quale concreto progetto, per quale tangibile idea. Per quanto riguarda il resto della sinistra, direi che il silenzio è la sua saggia consegna. Le invidio la sua orgogliosa coerenza, le invidio le certezze che dimostra di avere. Per quanto mi riguarda, in fatto di orgogliose certezze io me la cavo meno bene di lei. 28/06/2008.

Torna all'inizio


Gran bretagna, il sorpasso dei celibi (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Nozze in calo: per la prima volta il numero delle persone non sposate supera quello dei coniugati Gran Bretagna, il sorpasso dei celibi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - "Il matrimonio? E' la paura di passare una sera soli a casa, con due uova al tegamino e niente da vedere alla televisione". La battuta era di Lino Ventura, in Una donna e una canaglia, vecchio film d'amore. Forse incoraggiati da take-away e tv con 900 canali, gli inglesi odierni a quanto pare concordano: si sposano sempre di meno. Per la prima volta da quando si tengono statistiche sulle popolazione, infatti, in questo paese ci sono più single che coniugati. La tendenza era in atto da tempo, ora ha prodotto uno storico sorpasso: l'anno scorso gli sposati sono diventati, sia pure di poco, minoranza. E il fenomeno, sebbene più evidente in un paese largamente laico come il Regno Unito, riflette probabilmente un mutamento simile anche nel resto d'Europa. E' l'Ufficio Nazionale di Statistica a dare l'annuncio. Nel 2005, il 50,2% della popolazione di Inghilterra e Galles era sposato. Nel 2006, l'ultimo anno di cui sono disponibili i dati, si sono celebrati 236.980 matrimoni, il numero più basso dal 1895. Gli esperti calcolano che da allora il declino delle nozze sia proseguito alla stesso ritmo e che nel 2007 sia avvenuto il sorpasso dei non-sposati sugli sposati. Se la rotta non cambia, nel 2030 la percentuale degli sposati sarà scesa al 40-45% della popolazione. Quelli che si sposano, inoltre, lo fanno sempre più tardi: nel 1995 il 61% delle donne si sposava a meno di 30 anni, ora è solo il 45% a sposarsi giovane. Tutti gli altri, prima di pronunciare il fatidico sì, aspettano: vogliono pensarci bene. I non-sposati comprendono single, divorziati e vedovi. Nel 2005, su 14 milioni e mezzo di non sposati, 4 milioni convivevano con un partner. Significa che molti, se decidono di formare una coppia, preferiscono non avere il vincolo del matrimonio. Come il Lino Ventura del film. (e.f.).

Torna all'inizio


Navi in bottiglia - gabriele romagnoli (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Sport Navi in bottiglia presenze GABRIELE ROMAGNOLI Il re e l'Infanta, la cancelliera e Zapatero. Solo posti in piedi nella tribuna delle autorità per la finale di domenica. La verità è che si tratta di presenze un po' imbarazzanti: saltano sul carro dei finalisti, mica si fanno vedere alle eliminatorie. Quel che sperano è di conquistare un gradimento riflesso, di suggerire "io c'ero, quindi è un po' anche merito mio". Non funziona così. L'effetto transfert vale tuttalpiù per le cariche non determinate dal voto popolare: Sandro Pertini a Madrid nell'82 è diventato un eroe quanto Enzo Bearzot, ma se Zapatero assiste a un trionfo delle furie rosse a Vienna, poi torna a casa e aumenta mezza tassa fa la fine di Prodi, pur mondiale 2006. La gente vuole i circensi, ma come companatico per il pane. Alla fine il gesto più laico e sano è stato quello di Cofferati Sergio, sindaco di Bologna, che non si è presentato allo stadio nel giorno in cui la squadra ritornava in serie A. L'hanno sommerso di critiche per questo, ma almeno è stato sincero, poco ruffiano e soprattutto consapevole: del fatto che il lunedì seguente a Bologna ci sarebbero stati gli stessi problemi di prima. Così come ci saranno a Berlino e a Madrid, anche se la Merkel o Zapatero li nasconderanno per ventiquattr'ore dietro una coppa.

Torna all'inizio


Roma, vallini nuovo cardinale vicario - orazio la rocca (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina XI - Roma Roma, Vallini nuovo cardinale vicario "Primo obiettivo, l'emergenza educativa". L'addio di Ruini "Scelto per le sue doti pastorali e umane", ha spiegato papa Benedetto XVI ORAZIO LA ROCCA "Il mio primo obiettivo è l'emergenza educativa romana". Ecco il biglietto da visita con cui si è presentato il nuovo cardinale vicario di Roma. Il cambio della guardia, ieri in Vaticano, dove papa Benedetto XVI ha presentato il sessantottenne Gaetano Vallini, nominato al posto del cardinale Camillo Ruini (77 anni), che lascia la guida della diocesi papale dopo 17 anni, durante i quali ha presieduto anche la Conferenza episcopale italiana. Ruini esce di scena dopo aver servito due grandi Pontefici, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, lasciando una inevitabile impronta ecclesiale sia a livello nazionale che romano. Nonostante l'età non andrà comunque in pensione perché papa Ratzinger gli ha già affidato il prestigioso incarico di presidente della Fondazione Progetto Culturale col compito di coordinare un vasto programma di formazione nell'ambito della chiesa italiana e romana. Al momento del commiato, Ruini con parole commosse ha ringraziato Wojtyla e Ratzinger "per la fiducia che hanno riposto" in lui, ma anche "tutti quelli che in questi anni hanno condiviso con me questa affascinante avventura, vescovi, preti, suore, sacerdoti e laici", definendoli "una bellissima compagnia che porterò sempre nel cuore". Il cardinale Vallini "è stato da me scelto per le sue doti pastorali ed umane", ha spiegato Ratzinger. Vallini - nativo di Poli, in provincia di Roma - è stato vescovo ausiliare di Napoli, vescovo di Albano e cardinale presidente del Supremo Tribunale della Signatura apostolica della S. Sede, la Cassazione del Vaticano, dove fu nominato Wojtyla nel 2004. La elevazione a vicario lo ha quindi preso un po' di sorpresa. Ma ieri davanti a Ratzinger non ha avuto esitazioni, ringraziando il Papa con sentimenti di "profonda gratitudine" e insieme di "stupore e umana trepidazione" per l'alto incarico a cui è stato chiamato; facendo pure capire di avere già individuato nella "formazione" dei giovani e nella "emergenza educativa nell'ottica della speranza teologale" i primi obiettivi del prossimo anno pastorale della diocesi che si appresta a governare. Un compito alto e delicato, ha ulteriormente specificato, che Vallini affronta "in comunione con il successore di Pietro" e in sintonia con tutte le realtà sociali, civili e religiose della città. Al nuovo vicario sono arrivati messaggi di congratulazioni del sindaco Gianni Alemanno (che questa mattina sarà ricevuto in udienza privata con la famiglia da Benedetto XVI), dei presidenti della Provincia e della Regione, Nicola Zingaretti e Piero Marrazzo. Messaggi anche dal segretario del Pd ed ex sindaco di Roma Walter Veltroni, dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal premier Silvio Berlusconi.

Torna all'inizio


Genetica e pregiudizi bipartisan (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del Genetica e pregiudizi bipartisan Maurizio Mori In questa pagina Al congresso della Fao a Roma è rispuntato il tema degli Ogm, che costituiscono l'aspetto di modernizzazione dell'agricoltura in continuità con la rivoluzione verde. Il tema ha subito riacceso il dibattito: mentre sulle altre questioni di bioetica come aborto, fecondazione, staminali, eutanasia, ecc. sembra ci sia un generale orientamento di sinistra e uno di destra, sugli Ogm la spaccatura è totale. Una fonte di confusione sta forse nella mancata distinzione tra la moralità della coltivazione degli Ogm e l'equa distribuzione dei vantaggi ottenuti, ostacolata dalla presenza di concentrazioni monopolistiche. Un'altra sta nell'idea che la natura conosca sempre il meglio, per cui ogni modifica è negativa, idea che alimenta il persistente pregiudizio contro la tecnica, vista "come l'avvelenatrice non solo del nostro ambiente naturale, ma anche della nostra anima" (P. Berger). Quello degli Ogm è forse uno dei casi più interessanti circa la modernizzazione, dal momento che la nuova tecnica richiede una corrispondente rivoluzione dei significati sul piano culturale circa l'atteggiamento verso la natura. Accettare gli Ogm non è accettare una mera tecnica, senza altre conseguenze a livello culturale. A volte l'agricoltura industriale è compatibile con le danze della pioggia o con i bracieri d'ulivo contro i temporali. Gli Ogm no, richiedono un cambiamento culturale e filosofico. Forse per questo incontrano tanta resistenza nella cultura italiana, così diffidente della modernità e tanto intrisa dell'idea che la natura sarebbe informata a un disegno sapiente e provvido da rispettare con venerazione. La Consulta di Bioetica, che è Associazione apartitica impegnata a sviluppare la riflessione bioetica in prospettiva laica, vuole offrire uno spunto di dibattito su un tema cruciale. Quella esposta non è la posizione "ufficiale", ma uno stimolo al dibattito, che ci auguriamo possa continuare ed avere copiosi frutti. Presidente della Consulta di Bioetica Onlus.

Torna all'inizio


Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con la Consulta di Bioetica Onlus, assoc (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con la Consulta di Bioetica Onlus, associazione culturale che promuove la bioetica in prospettiva laica. Per informazioni: www.consultadibioetica.org o chiamare il numero 0258300423. Come onlus può ricevere donazioni ed essere destinataria del 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi basta mettere la firma nello spazio riservato alle onlus e indicare il codice fiscale: 97362610152.

Torna all'inizio


Mosca: non prendo impronte ai bambini Le dichiarazioni del prefetto al master degli studenti di Roma Tre. Il censimento dei campi serve a trovare soluzioni condivise. Inutili gli s (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del Mosca: non prendo impronte ai bambini Le dichiarazioni del prefetto al master degli studenti di Roma Tre. Il censimento dei campi serve a trovare soluzioni condivise. "Inutili gli sgomberi senza riqualificazione delle aree" di Massimilaino Di Dio Una scelta controcorrente. Lontana dalle intenzioni del Governo e di altre città come Milano. Che arriva quando meno te l'aspetti. In perfetto stile Carlo Mosca. "Nel censire i senza fissa dimora, non prenderemo le impronte digitali ai bambini" ha detto ieri il prefetto capitolino nella veste di commissario straordinario per l'emergenza rom. Davanti a una platea insolita: gli studenti del master in Diritto amministrativo e Scienze dell'amministrazione di Roma Tre. Tutti in silenzio ad ascoltare la lezione. Poi d'un tratto la frase sui bimbi rom. "Volevamo applaudire - dice Anna, una studentessa - Non lo abbiamo fatto solo per timidezza". Plaudono invece le associazioni cattoliche e laiche che da anni si occupano di rom. "Il prefetto ha detto cose di buon senso - spiega Mario Marazziti della Comunità di Sant'Egidio - Speriamo che l'ipotesi delle impronte digitali venga accantonata anche nel resto del Paese. Altrimenti sarebbe l'inizio di pratiche discriminatorie". E di una "schedatura etnica contro la quale siamo pronti ad azioni di disobbedienza" parla invece Claudio Graziano dell'Arci. Che aggiunge: "Le dichiarazioni del prefetto e la legge sull'immigrazione approvata dalla Regione Lazio sono due fatti in controtendenza che ci fanno ben sperare". Roma va per la sua strada, dunque. Nessuna impronta digitale a minori rom, proprio come chiede anche l'Unione europea. Ma una sorta di tessera identificativa che, ha ricordato Mosca, "ci consentirà non solo di avere una stima dei campi ma anche un profilo sociale e sanitario circa le necessità di queste popolazioni. E la Croce Rossa lavorerà anche per vedere se c'è qualcuno che desidera spostarsi in soluzioni di edilizia residenziale". Dalla comunità Sant'Egidio incalzano. "Rom e romeni non sono la priorità nazionale - accusa Marazziti - La percezione di insicurezza non corrisponde ai dati reali e impedisce di parlare di casa, borse di studio da dare ai rom. Gli sgomberi poi interrompono il percorso educativo e non risolvono il problema sicurezza". Solidarietà e rigore restano i due principi guida del commissario straordinario nel suo impegno - da svolgere "senza fretta" - a censire nonché smantellare gli insediamenti abusivi e riorganizzare quelli regolari. "Se non si riqualificano quei territori che di volta in volta vengono sgomberati - ha ricordato Mosca - è chiaro che è inutile un'azione di sola repressione. Tutto ritorna come prima. Ma dove ci sono delinquenti, questi vanno mandati via applicando le leggi che valgono per tutti". Di segno opposto è l'approccio del Campidoglio. Gli annunci in tema di sicurezza sinora fatti parlano di esercito nei siti periferici insicuri, vigili urbani dotati di pistola, vigilantes e volontari. "Roma è sicura più di Londra - ricorda Marazziti - perché dobbiamo arrivare all'Esercito? Il sindaco Alemanno farà come crede ma la militarizzazione della città non serve a nulla. Meglio una maggiore visibilità delle forze dell'ordine". "La militarizzazione della capitale maschera la mancanza di idee - accusa Graziano - C'è bisogno di diritti, di capire i problemi e risolverli". DI BUON SENSO le parole del prefetto secondo Mario Marazziti (S. Egidio): "Speriamo che il resto del Paese segua il suo esempio, sarebbe l'avvio di una pratica discriminatoria".

Torna all'inizio


Pensando alla Grande Guerra una maratona di musica per la pace (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del EVENTI Sotto la campana di Rovereto il 4 e 5 luglio dodici ore di canti e memorie in onda su Radiodue con Carmen Consoli e Marina Rei Pensando alla Grande Guerra una maratona di musica per la pace di Silvia Garambois Un inno alla pace lungo due giorni, a novant'anni dalla fine della I Guerra mondiale, con la musica dei cantanti e delle band dei Paesi che parteciparono al conflitto. Sotto la Campana della Pace di Rovereto, costruita fondendo il bronzo dei cannoni, il 4 e 5 luglio prossimi, sarà musica, parole e memoria: una maratona di musica lunga 12 ore, che andrà in onda su Radio Due e su tutte le emittenti internazionali collegate, e in cui l'Italia sarà "rappresentata" da Carmen Consoli e Marina Rei in un concerto rock, loro due sole sul palco a mescolare ruoli e repertori. Una festa della pace, insieme. "È meglio fare insieme cose che separatamente avremmo fatto peggio": non è un'ovvietà, è una delle meditazioni che Sergio Valzania, direttore dei programmi di radio Rai, porta in eredità dal cammino a Santiago di Compostela, un pellegrinaggio "in cui si incontrano altre persone, con cui si scambiano esperienze, culture", e che ha compiuto nelle scorse settimane insieme a un laico come il matematico Piergiorgio Odifreddi. Questo scambio, invece, avverrà ora sulle onde radio, una sorta di pellegrinaggio per la pace via etere, reso possibile dal coinvolgimento delle radio e dei musicisti della Repubblica Ceca, dell'Austria, dell'Ungheria, della Germania, della Francia, del Canada, del Portogallo e persino della Macedonia, la cui band gitana, la Kocani Orkestar - già si immagina ­ arriverà in pulmino, fermandosi ad ogni autogrill... Radio2 ha organizzato la kermesse, oltre che con il comune di Rovereto, la provincia e la regione del Trentino, con l'Ebu, che uno dei suoi dirigenti, Laurent Marceau, definisce efficacemente "il più grande network radio e tv mondiale": ed è così, visto che l'European Broadcasting Union è figlio di una unità europea che abbatte i confini, ma che ha ancora molti problemi di integrazione, anche per le differenze linguistiche. È la musica, in questo caso, il linguaggio che non ha bisogno di interpreti, e per questo è stata scelta come protagonista. Oltre a cantanti e orchestre, però, a Rovereto ci sarà anche spazio per la riflessione, con storici, filosofi, studiosi e giornalisti; e per la memoria, con la partecipazione di Davide Riondino che leggerà diari e lettere dei soldati che parteciparono al conflitto. "Ecco: il sistema pubblico della comunicazione serve a fare queste cose": Valzania disegna cosa, per lui, deve essere radio Rai. "Il servizio pubblico deve essere una vera grande emittente, con un vero pubblico, che fa il suo dovere in tutti i sensi: oltre a partecipare al dibattito quotidiano che c'è nell'etere, deve essere capace di aggiungere qualcosa in più. Dobbiamo tenere in moto questa nostra macchina anche perché può essere uno strumento per il dialogo e la pace tra i popoli, che è la grande sfida dell'Europa".

Torna all'inizio


Schedature e immunità Se questo è un Paese normale (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del Schedature e immunità Se questo è un Paese normale Venerdì 27 giugno 2008? Una normale giornata italiana, a ben vedere. Berlusconi riunisce il Consiglio dei ministri per farsi concedere (e concedersi partecipando al voto) un'immunità pari a quella di cui gode il Sommo Pontefice. Il ministro Alfano bacchetta il Consiglio superiore della magistratura che si appresta a bocciare la "salva-premier" e minaccia una riforma normalizzatrice del Csm nei prossimi mesi. L'Europa boccia la schedatura italiana dei bambini rom, perché evoca "manifeste analogie storiche" (allusione al nazismo, naturalmente). Bossi, infine, regala al Cavaliere ciò che aveva già negato a Prodi. La possibilità, cioè, che la Lombardia e il resto del Nord possano aiutare la Campania a smaltire l'emergenza rifiuti. Sei mesi fa la Lega prese a sberleffi l'appello del Professore alla solidarietà nei confronti del Mezzogiorno. Il Carroccio fece la sua parte per aggravare l'emergenza nel Napoletano. Oggi, al contrario, Bossi corre in soccorso di un Cavaliere costretto a constatare che il piglio decisionista, ostentato nel famoso Consiglio dei ministri partenopeo, frutti ne ha dati pochi. L'estate avanza, infatti, e a Napoli "la spazzatura rimane in mezzo alle strade". A giudicare dalla soddisfazione di Berlusconi per il disegno di legge che gli garantisce l'immunità penale, tuttavia, l'Italia "sta diventando un Paese normale". Il "sabato mattina", infatti, il Presidente del Consiglio potrà pensare finalmente a governare piuttosto che a studiare i procedimenti giudiziari in compagnia dei suoi avvocati. Guai a parlare di immunità "ad personam", però, visto che il disegno di legge varato ieri tutela le più alte cariche dello Stato e non solo il premier. Berlusconi, che deve vedersela ancora con giudici e tribunali, e i presidenti della Repubblica, della Camera e del Senato che - al contrario - non hanno l'assillo di questi imbarazzanti problemi. Fino a oggi l'unico cui la Repubblica riconosce una immunità assoluta è il Papa - la cui persona è considerata sacra ed inviolabile - in quanto capo della Chiesa Cattolica. Se le Camere dovessero varare il disegno di legge illustrato ieri dal ministro Alfano, gli esiti del processo Mills - e non solo - verrebbero depotenziati. Il premier, tra l'altro, non avrebbe "l'obbligo giuridico di dimettersi in caso di condanna". Blindatura nei confronti di giudici e pubblici ministeri. Ma anche nei confronti degli imprevisti che potrebbero riservare, domani, gli alleati del centrodestra al Cavaliere. Se il governo dovesse andare in crisi "nel corso di questa legislatura" il lodo, infatti, sarebbe "reiterabile". Senza contare che i benefici dello "Schifani bis" potrebbero accompagnare il premier - fra cinque anni e per altri sette - fin dentro il Palazzo del Quirinale. Un "privilegio" non da poco, che potrebbe consentire a Berlusconi di guadagnare un'"immunità a vita" e di mettersi al sicuro dalle incognite che riserba il suo passato. Il governo sembra impegnato a fondo per raggiungere l'obiettivo. Sgomberando il sabato mattina dagli impegni con i legali si potrebbe sperare che il Cavaliere possa dedicare almeno quelle ore alle promesse elettorali inevase: alla riduzione delle tasse, all'aumento del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, ecc. Auspicio azzardato se le priorità rimangono le leggi ad personam e qualche trovata demagogica sulla sicurezza per far contente An o la Lega. Perfino la Commissione europea dell'"amico" Barroso è stata costretta, ieri, a mettere le mani avanti sulle impronte digitali dei bambini rom targate Maroni. "Mai successo prima in Europa", sottolinea Bruxelles. E l'ammonimento Ue va alle "manifeste analogie storiche" che coprono di vergogna l'Italia di Berlusconi. La Nota.

Torna all'inizio


Cardinal Vallini, un pastore a San Giovanni in Laterano (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del CAMBIO DI GUARDIA Succede a Ruini. Tra le priorità del vicario del Papa emergenza educativa e solidarietà per gli immigrati Cardinal Vallini, un pastore a San Giovanni in Laterano di Roberto Monteforte / Città del Vaticano Tutto confermato. Dopo diciassette anni e mezzo di guida ininterrotta e incontrastata della diocesi di Roma del cardinale Camillo Ruini come vicario del Papa, al palazzo di san Giovanni in Laterano si insedia il cardinale Agostino Vallini, sino a ieri Prefetto del Tribunale della segnatura apostolica. Benedetto XVI lo ha nominato ieri, accogliendo le dimissioni per raggiunti limiti di età del cardinale di Sassuolo presentate due anni fa. Una scelta "pastorale". Lo ha sottolineato il pontefice nel discorso di saluto e ringraziamento per Ruini e di augurio per il suo nuovo "vicario", tenuto ieri mattina nella sala Clementina in Vaticano nell'udienza concessa al personale del Vicariato. Il cardinale Vallini, oltre ad essere un fine giurista, è stato prima vescovo ausiliare a Napoli e poi titolare della diocesi di Albano. In questo si può notare un possibile segno di cambiamento. Da Ruini, cardinale "politico", oltre che "missionario", impegnato nel dialogo con la società sui valori, con Vallini si passa ad una guida "pastorale". È stato ricco di elogi e ringraziamenti Benedetto XVI verso colui che è stato il più stretto collaboratore di due pontefici e per un quindicennio alla guida della Cei. Un periodo "segnato" dalla straordinaria presenza di Giovanni Paolo II e dal suo straordinario spirito "missionario" che - sottolinea il Papa - ha segnato positivamente l'azione del cardinal "vicario" Ruini, promotore della Missione cittadina di Roma in preparazione del grande Giubileo del 2000 e dei "Dialoghi in Cattedrale". "Espressione - commenta - di una Chiesa che mentre prendeva "coscienza della sua identità diocesana, si apriva decisamente ad una mentalità missionaria". Merito di Ruini e della sua "eccellente capacità di riflessione teologica e filosofica". Fede e cultura: è antica la sintonia tra Ratzinger e Ruini. "Lei ha dato un esempio nell'impegno a "pensare la fede"" gli riconosce il Papa per il quale l'apostolato "deve nutrirsi costantemente di pensiero, per motivare il significato dei gesti e delle azioni, altrimenti è destinato a ridursi a sterile attivismo". Il Papa lo ringrazia per le doti di "intelligenza e sapienza" offerte al servizio della Chiesa in Italia e a Roma. Un percorso "missionario" che ha al centro proprio quel Progetto culturale cui Ruini dedicherà le sue energie future da presidente dell'apposita commissione istituita dalla Cei. Sarà lo strumento con cui la Chiesa intende confrontarsi con la società e con la cultura laica sul tema dei valori. Il Ruini "politico" continuerà a farsi sentire. Al centro dell'impegno del suo successore, cardinale Vallini, ci sarà l'"emergenza educativa". Senza dimenticare la solidarietà, in particolare verso gli immigrati. "Ci sono molte persone in difficoltà - afferma al Tg1 - che arrivano in Italia o che sono italiane oggi, che hanno bisogno di sentirsi sostenute, aiutate. Sicurezza sì, legalità sì, quindi, ma nella solidarietà, non perdendo mai di vista l'uomo, che per noi cristiani è immagine di Dio e ci rende fratelli di tutti". Al nuovo cardinale vicario trasversali messaggi di auguri dal mondo politico e istituzionale.

Torna all'inizio


L'orgoglio omosessuale sfila a Bologna Oggi il Gay Pride nazionale. Il sindaco Cofferati riceve gli organizzatori (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del L'orgoglio omosessuale sfila a Bologna Oggi il Gay Pride nazionale. Il sindaco Cofferati riceve gli organizzatori di Pierpaolo Velonà A BOLOGNA è il giorno del "Pride08". La manifestazione dell'orgoglio lesbico, gay, bisex e trans approda nel capoluogo emiliano con un'inedita "madrina" uffi- ciale, l'astrofisica Margherita Hack, e un obiettivo annunciato che segnerà questa edizione 2008: "Far uscire dalla clandestinità migliaia di coppie non riconosciute né tutelate". Così dicono i presidenti nazionali di Arcigay Aurelio Mancuso e di Arcilesbica Francesca Polo. "Parità, dignità, laicità", le parole d'ordine del corteo che partirà alle 14 da sotto le Due Torri, per poi unirsi ai carri colorati. Volutamente assente qualsiasi invito alla "sobrietà", chiariscono gli organizzatori in polemica con chi l'ha invocata "da mille pulpiti". "Ognuno deve sentirsi libero di venire al Pride come meglio crede - si legge in una nota - Di certo non sta a noi emettere censure". Il serpentone umano fermerà la sua marcia al Cassero di Porta Saragozza, storica sede dove 26 anni fa nasceva il circolo di cultura omosessuale "28 giugno" - embrione di Arcigay - che diede vita a quella definita dal fondatore Franco Grillini "una rivoluzione gentile durata un quarto di secolo. Sebbene oggi l'Italia sia sotto la morsa di una maggioranza politica della destra clericale e le battaglie per i diritti civili risultino molto difficili". E sempre a Porta Saragozza sarà osservato un minuto di silenzio, davanti alla lapide che ricorda le vittime gay dei campi di sterminio nazisti. La novità di quest'anno arriva dal sindaco di Bologna Sergio Cofferati, che per la prima volta dall'esordio del Pride (nel 1994) riceverà - in mattinata - gli organizzatori. "È un segno di riconoscimento vero e importante", commenta Marcella Di Folco, leader del Movimento transessuali italiani. Soprattutto dopo che, qualche giorno fa, il cardinale felsineo Carlo Caffarra aveva definito le unioni gay "errore e disordine capaci di inficiare ogni rapporto sociale". Centinaia di migliaia i partecipanti attesi - numeri in linea con le edizioni precedenti - la maggior parte dei quali arriveranno con pullman e treni da 50 diverse città. Ci saranno il governatore della Puglia, Nichi Vendola, il verde Alfonso Pecoraro Scanio e il ministro ombra per le Pari Opportunità Vittoria Franco (Pd), convinta che "la strada per conseguire pari diritti per gay e transgender sia purtroppo ancora lunga". Ha dato la sua adesione anche l'ex ministro alle Pari opportunità Barbara Pollastrini (Pd). E poi i partiti: Prc, Verdi, Pdci, Socialisti, Idv e Radicali, oltre al Pd della provincia di Bologna. E le associazioni: i partigiani dell'Anpi, Libera, Amnesty International, Arci; la Cgil. Tra i personaggi dello spettacolo, Simona Ventura, Lella Costa, il comico Vito. Attraverso un maxi-schermo, Margherita Hack parlerà ai partecipanti:"Ci sarò perchè è laico stare con le minoranze". La giornata si concluderà al Parco Nord con una festa a base di musica e dj set fino a tarda notte. L'intero evento sarà seguito in diretta da Radio Popolare Network e da Radio DeeGay.

Torna all'inizio


Incontri sulla ragione perduta (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina XV - Bologna Palazzo Poggi Incontri sulla ragione perduta Si comincia martedì prossimo con Maltese e Folena Terza edizione per la rassegna "Di santa ragione, filosofia, letteratura, politica e scienza alla ricerca della Ragion perduta". Il ciclo di incontri, organizzato da Procope Studio e Micromega, in collaborazione con Unibocultura, propone un calendario di sei serate incentrato sulle sfide intellettuali attorno ad alcuni dei grandi temi della contemporaneità. Si comincia il primo luglio, con i giornalisti Curzio Maltese e Umberto Folena, che sulla base del recente libro di Maltese "La Questua", discuteranno del rapporto tra Stato laico e Chiesa cattolica. Seguiranno serate con ospiti Monsignor Bettazzi, Francesco Remotti, Edoardo Boncinelli. Il 9 luglio con la serata "Il treno dell'ultima notte, viaggio nel cuore del Novecento" sarà a Bologna la scrittrice Dacia Maraini. Chiude il 10 luglio, il fotografo Oliviero Toscani, con un dibattito dal titolo "Si può fare? Il piacere e i divieti nel pubblico e privato". Tutti gli incontri si svolgeranno a Palazzo Poggi, nel Cortile d'Ercole, in via Zamboni 33. In caso di pioggia le serate non saranno rinviate ma si svolgeranno all'interno, all'Aula V. Si inizia alle ore 21, l'ingresso è gratuito. Per tutte le informazioni c'è www. procopestudio. it, tel. 051/5873637.

Torna all'inizio


Gran Casinò Madonnina: aprono 60 sale giochi (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

N. 153 del 2008-06-28 pagina 3 Gran Casinò Madonnina: aprono 60 sale giochi di Maria Sorbi Sono 30 i locali già in funzione in città. I cittadini chiedono il numero chiuso. Gli aspiranti "biscazzieri" sono quasi tutti stranieri. E in particolare cinesi A Milano sale la febbre per i soldi facili. Magari vinti inserendo solo un euro nelle slot machine del bar. "Madame et monsieur, fate il vostro gioco". Ed ecco che la città rischia di trasformarsi in un gran casinò. Dopo l'epoca dei saloni Bingo, nelle nove zone si registra un autentico boom di richieste per aprire sale giochi. In centro come in periferia. Soprattutto da parte di società cinesi. Negli ultimi mesi in Comune sono arrivate ben sessanta domande: esattamente il doppio rispetto al totale delle sale giochi già attive. Se dovessero aprire tutte, vorrebbe dire che a Milano ci sarebbero qualcosa come 90 luoghi dove tentare la vincita della vita, buttando via stipendi interi. Un dato preoccupante, se si considera "il giro" equivoco che solitamente si crea intorno alle macchinette mangia-soldi e a tutto ciò che è gioco o scommessa. Tra la stazione Centrale e viale Zara, sono 16 i gestori che vorrebbero aprire una sala con slot machine e video poker. Tantissime le richieste in periferia. E qualcuna anche in centro. Pochi giorni fa Palazzo Marino ha ricevuto la richiesta di una ragazza 20enne russa che vorrebbe avviare una sala giochi vicino all'università Cattolica. Per conto di chi non è dato saperlo. Tra gli aspiranti "croupier" ci sono tantissimi stranieri, la maggior parte cinesi: non solo in zona Paolo Sarpi, dove in realtà è stata registrata una sola richiesta e per giunta non di un cittadino asiatico, ma soprattutto nelle periferie più profonde. E problematiche. Il vicesindaco Riccardo De Corato dichiara guerra a quelle che definisce sale "rovina famiglie" e annuncia un monitoraggio capillare, zona per zona, richiesta per richiesta, assieme alla polizia municipale. "Milano - sostiene - non può reggere un'invasione del genere. Innestare un numero così massiccio di sale giochi in zone periferiche sarebbe deleterio. A volte questi locali sono un pretesto per altri affari illeciti come la prostituzione e tutto quello che ci sta intorno". La preoccupazione a Palazzo Marino è alta: l'autorizzazione ad aprire sale giochi non può essere negata se ci sono tutti i parametri tecnici per dare l'ok all'esercizio (lontananza dalle scuole e dagli ospedali, negozio al piano terra, ecc.). E la legge ovviamente non tiene conto della "moralità" della decisione. "Facciamo un appello al buon senso di tutti - interviene l'assessore alle Aree cittadini, Ombretta Colli -. I quartieri non possono diventare delle piccole Las Vegas. La normativa sull'argomento non è precisa ma è chiaro che la periferia non può essere invasa da sale giochi o affini". "Se le carte sono in regola e i vigili dicono che la sala può aprire - aggiunge l'assessore alle Attività produttive, Tiziana Maiolo - noi non possiamo opporci. Il vero problema è che quegli ambienti diventano un vero ricettacolo di giri poco chiari e aumentano i problemi di sicurezza, che già ci sono". Dai Consigli di zona arriva una proposta. È Massimo Girtanner, presidente di zona 6, a lanciare l'idea: "Sia fissato un numero massimo di sale giochi entro il quale concedere i permessi. Sarebbe più onesto così anziché chiedere il parere dei Consigli di zona che non hanno gli strumenti per fermare l'emorragia di richieste". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Un drink al "clero club", il bar letterario gestito dai preti - claudia brunetto tano gullo (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Cronaca Palermo Iniziativa di un parroco: uno spazio aperto a cattolici, laici ma anche atei. Nel quartiere Acquasanta del capoluogo siciliano Un drink al "Clero club", il bar letterario gestito dai preti CLAUDIA BRUNETTO TANO GULLO PALERMO - Il nome del quartiere è tutto un destino: Acquasanta. è lì che ieri sera a Palermo, è stato inaugurato il "Clero club", un caffè letterario gestito dai preti. E tanto per restare in tema di santità il locale è proprio attaccato alla chiesa di Maria Santissima della Lettera. Uno spazio polifunzionale aperto a cattolici, laici e perfino agli atei, senza veti, né limitazioni. Niente recita del rosario, ma si potrà bere, non solo vin santo e magari consultare, accanto alla bibbia anche "L'amante di Lady Chatterley", riviste, libri, romanzi, poesia, arte, psicologia e musica. Sotto le stelle un salottino allestito nella terrazza-pub, dove ammazzare il tempo, con chiacchiere e aperitivi. Un esperimento unico in Italia che vede fra i soci non solo religiosi ma anche laici, purché si paghi la quota annua di centocinquanta euro. L'idea è di Angelo Mannina, quarantuno anni, abito casual, parroco della chiesa della borgata marinara, che dopo un lustro di sacerdozio ha deciso di ricreare le allegre atmosfere degli incontri che organizzava ogni lunedì sera ai tempi dell'Università. "Non mi rivolgo esclusivamente ai preti - dice l'ideatore che è anche il presidente del club - Ma anche ai non credenti. Il nostro caffè vuole essere un luogo di confronto e di dialogo per far entrare la chiesa nel vivo del mondo contemporaneo. è una sfida per essere preti in modo diverso. Speriamo che vengano tanti giovani e che si innesti quella comunicazione fra il mondo teologico e quello filosofico. Il nostro primo obiettivo è però quello di far rilassare e divertire la gente. Mi sono già dato da fare con il passa parola. Ho perfino inviato lettere a tutti i vescovi della Sicilia. Mi piacerebbe, infatti, creare un ambiente interdiocesano". A collaborare con il presidente anche un consiglio di nove persone, fra cui tre laici. "Il progetto del club - dice Maria Angela Cacioppo, "consigliera" laureata in filosofia - mi ha subito entusiasmata. Sarà un'area franca per andare oltre i confini delle gerarchie, ecclesiastiche e non, e dei ceti sociali. E vivere così il malessere della società fuori dalle chiese, dai confessionali e dai pulpiti". Il clima a sentire gli organizzatori "sarà quello del caffè letterario, lontano dalla noia dei salotti culturali e degli imbonitori "educativi", un ambiente orientato alla ricreazione". In programma ci sono incontri-dibattiti su argomenti di attualità, dalla scuola alle periferie. E, assicura, padre Mannina, "non escludiamo di diventare anche editori per pubblicare analisi e testimonianze sulla città". Per attirare i più giovani, sono previste attività artistiche che spaziano dalla pittura alla fotografia, dal teatro al cinema.

Torna all'inizio


Bindi: "walter non è per sempre ma il congresso ora non serve" - goffredo de marchis (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

La vicepresidente della Camera: "Va costruito il Pd, nessuno ci darà un'altra possibilità" Bindi: "Walter non è per sempre ma il congresso ora non serve" Come Parisi penso che serva chiarezza sulla linea, ma non si risolvono i problemi cambiando segretario GOFFREDO DE MARCHIS ROMA - "Non sono all'ordine del giorno né l'eternità della leadership di Veltroni né un congresso immediato per sostituirlo". Per la vicepresidente della Camera Rosy Bindi, piuttosto, la priorità è la costruzione del Partito democratico. "Nessuno ci darà un'altra possibilità. Qualche dirigente forse ha nostalgia delle vecchie appartenenze. Ma i nostri elettori sono delusi perché fatichiamo ad andare avanti non perché vogliono tornare indietro". Eppure non mancano i segnali di una possibile implosione del Pd. "Da un certo punto di vista dò un a lettura anche più preoccupata della situazione. Non è in gioco la sopravvivenza del Pd per il semplice fatto che il partito è ancora tutto da costruire: nella sua identità culturale, nella sua organizzazione, nel suo programma. Partiamo dal 33 per cento, ma abbiamo davanti un lungo cammino da compiere". Quali? "La prima condizione è rendersi conto che non passerà un altro treno. Il progetto del Pd è ancora valido, è una grande opportunità non per noi ma per il Paese, quindi ci vuole da parte di tutti un supplemento di responsabilità. Serve poi la consapevolezza che il Pd è un partito plurale. Può darsi che vada bene il contributo anche organizzato di correnti, associazioni, fondazioni. Ma non per sviluppare un lavoro parallelo". Non sarebbe meglio sciogliere i nodi in un congresso? "è vero che il vincitore delle primarie è stato sostenuto da una maggioranza che al suo interno conteneva linee molto diverse che tuttora permangono. Ma non serve il congresso anticipato. Non possiamo permetterci di chiamare gli italiani a votare a un anno dal 14 ottobre. Magari vengono in tre milioni come la volta scorsa ma per mandarci a quel paese. C'è invece l'ordinarietà di vita del partito: la direzione, poi il congresso tematico che non dev'essere un rito autocelebrativo, ma un processo di discussione su tesi anche contrapposte che coinvolga la base. Va riaperto ad esempio un dibattito sul modo di fare opposizione nelle istituzioni e nella società con le altre forze politiche. Non solo quelle in Parlamento ma anche quelle fuori. La partita del Pd si gioca sul campo di un nuovo centrosinistra". Quando parla di senso di responsabilità, ce l'ha con Parisi? "Con lui ho percorso un pezzo di strada. Come lui penso che occorra fare chiarezza sulla linea, sul rapporto con l'Ulivo e un'analisi seria della sconfitta. Ma invocare un altro congresso, no. Non risolviamo i nostri problemi cambiando ora il segretario". Allora Veltroni sarà candidato anche la prossima volta? "Di qui alle prossime elezioni ce n'è di tempo. Non è all'ordine del giorno l'eternità di Veltroni, noi abbiamo un congresso ordinario il prossimo anno, c'è tempo per confrontarsi". D'Alema fa bene a costruire Red? "Non capisco perchè non ha il coraggio di dire che è una corrente. Un brutto nome per una cosa che può essere utile. Dico però che tra poco parte il tesseramento del Pd. Dobbiamo adoperarci soprattutto per farne uno vero". Da oggi lei partecipa al seminario di Argomenti 2000 sulla laicità. Il confronto tra laici e cattolici nel Pd a che punto è? "Il Partito democratico è un incontro tra tante culture. Da cattolica dico che chi rivendica solo una presenza identitaria ha sbagliato casa, perché la nostra unica identità è quella di democratici. C'è una spinta regressiva a fare gruppi cattolici dentro il Pd. Ma la nostra sfida dev'essere quella della laicità, dobbiamo avere il coraggio di spiegare anche alla Chiesa la bontà delle nostre scelte".

Torna all'inizio


Contro - benedetta craveri (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Cultura CONTRO Un saggio di Saverio Ricci su "Inquisitori, censori e filosofi" Montaigne la chiesa Quando arrivò a Roma nel 1580 lo scrittore si vide sequestrare i bagagli compresa la copia degli "Essais" fresca di stampa Dopo lo scisma protestante ci fu una lotta capillare anche preventiva contro l'eresia Molti libri erano semplicemente messi all'Indice, altri venivano emendati BENEDETTA CRAVERI Più che mai determinata, dopo lo scisma protestante, a condurre una lotta capillare contro l'eresia, la Chiesa di Roma mise a punto un grandioso sistema censorio volto a preservare l'ortodossia del mondo cattolico. Non si trattava soltanto di bloccare l'importazione delle opere dei pensatori riformati o sequestrare dalle biblioteche pubbliche e private i libri che si erano rivelati pericolosi, a cominciare dalle traduzioni dei testi sacri in lingua volgare che, consentendo ai lettori comuni una conoscenza diretta delle scritture, li incoraggiava allo spirito critico e alla controversia. Bisognava controllare l'intera vita intellettuale del mondo cattolico, sottoponendo a una severa censura preventiva qualsiasi testo destinato alla pubblicazione e innescando di conseguenza negli scrittori un meccanismo di auto censura di cui è impossibile oggi misurare la portata. Dopo la pubblicazione dei primi Indici romani dei libri proibiti (1559,1564), tre organi furono chiamati a fare fronte in modo sistematico a questo programma totalizzante. Il Santo Uffizio che, istituito nel 1542, aveva la somma responsabilità di vigilare sull'ortodossia di tutta la res publica christiana; la Congregazione dell'Indice dei libri proibiti, creata da Pio V nel 1571 e incaricata, almeno in teoria, di esercitare la sua attività su tutto il mondo cattolico; il Maestro del Sacro Palazzo, vale a dire il teologo del papa, responsabile della censura a Roma. Il programma censorio prevedeva due fasi. La prima, e di gran lunga la più semplice, consisteva nella messa all'indice preventiva delle opere che per una qualsiasi ragione potevano apparire sospette. La seconda, assai più complessa, prevedeva l'emendatio, vale a dire un vero e proprio lavoro di editing - soppressioni, manipolazioni, chiose - a cui sottoporre i testi confiscati giudicati recuperabili. Fra gli esponenti più illuminati del clero l'esigenza di una difesa intransigente del dogma si accompagnava, infatti, alla convinzione che il pensiero religioso non andasse tagliato fuori dagli sviluppi del pensiero filosofico e che si dovesse tenere conto tanto delle esigenze dei lettori colti, quanto degli interessi del mercato librario dell'intera Penisola che una politica di censura senza appello rischiava di mettere in ginocchio. Eppure, nonostante uno straordinario dispiegamento di forze, le cose non andarono nel modo auspicato. Mentre il numero dei titoli messi all'indice a scopo cautelativo non avrebbe fatto che aumentare, il lavoro di revisione, che doveva consentire a molti dei testi congelati di rientrare in circolazione, procedeva a rilento, rivelandosi, nella maggioranza dei casi, inattuabile. Basti pensare al fallimento dell'expurgatio del Talmud ebraico, alle mancate revisioni del Cortegiano di Castiglione e del Decamerone di Boccaccio, o al tormentato problema della "espurgabilità" di Machiavelli e di Erasmo. Perché, lungi dal limitare il suo campo di intervento all'eresia teologica, la Chiesa era andata estendendo la sua volontà di controllo a tutti i campi dello scibile, dagli studi politici e giuridici alla fisica, alla scienza, alla matematica, all'astronomia, ai trattati di magia, alle arti esoteriche. E la sua attività censoria investiva ugualmente la letteratura antica e moderna, i poemi cavallereschi, la poesia erotica, i romanzi. Per esaminare l'opera del popolarissimo Ariosto si istruì, ad esempio, a Ferrara, una commissione apposita, interamente consacrata a correggerne gli errori. In questo quadro di guerra preventiva, la filosofia rimaneva naturalmente la maggiore indiziata e la condanna al rogo di Giordano Bruno nel 1600 e il terribile processo a Tommaso Campanella dovevano testimoniare in modo non equivoco dell'intransigenza della curia romana in fatto di dottrina. Ed è proprio a partire da una attenta messa in prospettiva critica di un secolo e mezzo di studi sull'azione della censura pontificia che Saverio Ricci, prese le debite distanze sia dalla leggenda nera dell'Inquisizione che da una sua ancor più inaccettabile leggenda "rosa", riapre oggi, in un libro dotto e appassionante, l'immenso dossier sulla politica di salvaguardia della Chiesa nei confronti della filosofia alla luce di alcuni casi significativi di censura cinquecentesca. Se non è qui possibile rendere conto della complessità del quadro storico culturale e delle preoccupazioni teologiche che fanno da sfondo a Inquisitori, censori, filosofi sullo scenario della controriforma (Salerno Editrice, pagg. 426, euro 24,00), i due importanti capitoli consacrati da Ricci a Montaigne ci consentono di cogliere le esitazioni della Chiesa sulla strategie filosofiche da seguire come pure le contraddizioni che la paralizzavano dall'interno, costringendola a una politica di compromesso non sempre proficua. Come scrive, infatti, Ricci "la Chiesa cattolica avvertì precocemente un sentore di eterodossia negli Essais del signore di Montaigne, non appena questi e il suo libro arrivarono a Roma, ma dimostrò molto tardi piena contezza del pericolo che quel libro avrebbe potuto costituire per la fede. La inserì infatti nell'Indice dei libri proibiti quasi un secolo dopo la sua pubblicazione, sulla base di una nuova lettura, e in un contesto molto mutato". Proviamo, dunque, sul filo della ricostruzione dello studioso, a capire le ragioni di questa censura in due tempi. Giunto a Roma nel novembre del 1580, Montaigne ebbe la sgradita sorpresa di vedersi sequestrare dagli ufficiali della dogana pontificia tutti i volumi trovati tra i suoi bagagli, ivi compreso un esemplare degli Essais fresco di stampa. Benché autorizzata dalla curia di Bordeaux e munita di regolare privilegio reale, l'opera era ora chiamata a fare i conti con quel sistema inquisitoriale che i re di Francia si erano rifiutati di insediare nel loro paese. Mentre le autorità competenti passavano al vaglio ciò che aveva scritto, Montaigne riceveva, per altro, un accoglienza degna di un dotto gentiluomo che godeva della considerazione di Caterina de' Medici e di Enrico III di Valois, nonché dell'amicizia personale dell'ambasciatore di Francia a Roma il conte d'Albain. E presentato al papa Gregorio XIII e ammesso al bacio della pantofola, Montaigne veniva esortato dal pontefice a "continuar nella devozione da lui sempre professata alla Chiesa e nel servizio del re cristianissimo". In realtà tanto la devozione di Montaigne che quella del suo sovrano suscitavano non poche giustificate riserve agli occhi della curia romana. Dopo l'exploit della notte di San Bartolomeo, salutata a Roma da un tripudio di Te Deum, i Valois si erano, infatti, mostrati colpevolmente esitanti nella lotta contro l'eresia protestante ed avevano appena sottoscritto la pace di Fleix che metteva fine alla settima guerra di religione, là dove Montaigne, ignorando il divieto che pesava sull'opera, aveva tradotto in francese la Theologia naturalis di Raimond Sebond per poi tornare ad interessarsi alle posizioni dell'agostiniano catalano nell'Apologia di Raimondo Sebond nel secondo libro degli Essais. Ma proprio in considerazione della difficile situazione francese, non bisognava disconoscere a Montaigne il merito di avere diffuso nel suo paese un trattato che, pur colpevole di ridimensionare il ruolo di mediazione della Chiesa nella interpretazione delle Scritture, insistendo sulla dimostrabilità razionale delle verità cattoliche, sul libero arbitrio, sull'eccellenza umana, poteva rivelarsi utile nella confutazione degli eretici? E venendo alle convinzioni scettico-fideistiche e alla concezione politica della religione esposte da Montaigne stesso negli Essais, queste non andavano tollerate nella misura in cui l'autore si schierava contro i protestanti, dichiarandosi contrario a tutti i sovvertimenti religiosi che mettevano in pericolo la pace civile e auspicando che la Francia si mantenesse nella fede cattolica? Vi erano poi gli strali rivolti da Montaigne contro i processi alle streghe contenuti nel capitolo del I libro degli Essais dal titolo Della forza dell'immaginazione. Lo scrittore si chiedeva, in polemica con il suo conterraneo Jean Bodin, ossessionato dal problema, come fosse possibile "arrostire un essere umano" scambiando per manifestazioni diaboliche delle pure e semplici patologie mentali. "Per uccidere la gente", egli scriveva, "ci vuole una chiarezza luminosa e netta: e la nostra vita è troppo reale ed essenziale per garantire quei fatti soprannaturali e immaginari". Ora, benché non fosse certo quella "chiarezza luminosa" a fare difetto al Santo Uffizio, la posizione di Montaigne andava nella direzione assunta in quegli anni dalla Chiesa in fatto di stregoneria. Visto l'inquietante dilagare del fenomeno della caccia alle streghe e la sua strumentalizzazione tanto nei paesi cattolici che in quelli protestanti, Roma preferiva difendere la propria competenza in materia di sovrannaturale e assumeva una posizione critica rispetto ai fenomeni di superstizione e di magia. Di conseguenza il suo sistema inquisitoriale si sarebbe su questo punto distinto dalla politica dei tribunali civili e da quelli protestanti dando prova di una maggiore moderazione e di una "indubbia modernità". Di ben altra gravità veniva giudicato, invece, l'uso del termine "fortuna" intesa, in accordo con la filosofia antica, come una forza cieca che determinava le vicende degli uomini e ne forgiava il destino secondo le mutevoli categorie del vero e del falso. Come pure estremamente gravi apparivano talune concordanze di pensiero con Machiavelli. Eppure, nonostante ciò, al momento della partenza di Montaigne dalla Città Eterna di cui, nel frattempo, era stato fatto cittadino onorario, il Maestro del Sacro Palazzo, si limitava a consegnargli una lista di appunti invitandolo amabilmente a tenerne conto nelle edizioni future dell'opera. Vuoi per calcolo politico, vuoi per un eccesso di fiducia nelle virtù del proprio metodo, la censura papale disconosceva così la portata sovversiva di un'opera che si preparava a disseminare, all'insegna di una "doppia verità", lo scetticismo e il dubbio tra le file dei suoi numerosissimi lettori. Perché, inutile dire che tornato in patria, Montaigne non procedette a auto-emendatio di sorta, lasciando ai censori romani la magra consolazione di intervenire pesantemente sulla traduzione italiana dell'opera. Ad aprire gli occhi alla censura papale sarebbe stata la doppia condanna, teologica e morale, degli Essais pronunciata dalle autorità calviniste nel 1602, ma a determinare la sentenza del 1676 - la condanna dell'opera in tutte le lingue - furono molto probabilmente "le perniciose conseguenze che un vasto e inadeguato pubblico avrebbe potuto trarne". Non meno pernicioso doveva, tuttavia, apparire l'impatto sui lettori colti. Per capire che la posta in gioco era ancora più grande bastava a Roma di guardare a Venezia dove il teologo eretico della Serenissima, il frate Paolo Sarpi, aveva contestato l'autorità pontificia con il soprannome di "Montaigne col cappuccio". Non era, in effetti, la strategia incerta del dialogo e dell'emendatio, bensì l'esercizio senza concessioni di una feroce censura, che avrebbe consentito alla Chiesa di Roma di vincere la sua battaglia politica risparmiando all'Italia il dramma dello scisma ma isolandola culturalmente dal resto dell'Europa.

Torna all'inizio


Ora il Pd guarda di qua (sezione: Laici e chierici)

( da "Manifesto, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

DEMOCRATICI Ora il Pd guarda di qua "L'unità dei riformismi italiani può produrre cose importanti". A sorpresa Goffredo Bettini, primo consigliere di Veltroni, apre all'ex arcobaleno. Per D'Alema è "naturale" che ci sia un'ala "che non si riconosce nel nostro partito". Niente "confuse e impotenti coalizioni, ma una proposta di governo nuova". Intanto Enrico Letta dialoga con l'Udc Daniela Preziosi ROMA Il riformismo moderno "si deve incontrare con altre ricerche, altri tentativi. L'unità di questi riformismi italiani può produrre cose importanti". Al fischio d'inizio dei congressi del fu arcobaleno (ieri a Chianciano Sinistra democratica ha aperto il suo, è il primo dei quattro), di là, cioè dal campo Pd, sode uno squillo di tromba. Appena qualche parola, ma chiara, di apertura all'indirizzo della 'sinistra radicale' pronunciate da Goffredo Bettini, il maggiore artefice della politica veltroniana ex aequo con Veltroni. La novità non è di poco conto. Non impegna il segretario del Pd - che al momento in cui le parole sono state pronunciate, non ne sapeva niente o quasi - ma comunque viene dal coordinatore politico del Pd, padrone di casa di quel 'caminetto' che rappresenta, per usare un eufemismo, il parlamento delle anime del partito. Per il segnale Bettini sceglie un'occasione piena di significati per la variegata intelligenza di sinistra, l'assemblea del Centro riforma dello Stato, ospite Mario Tronti. Qui l'ex ragazzo ingraiano svolge un duro ragionamento sulla "sinistra silente" che "stordita" introietta la vittoria del liberismo mentre la destra "si prepara a difendersi dalle conseguenze di ciò che ha prodotto". Se non è un'autocritica siamo lì. Di fronte a questo scenario globale - che però non si è prodotto dopo la sconfitta di aprile - ora, nel nostro cortile "i riformismi italiani" debbono unirsi, perché sono nutriti "dell'eresia di Gramsci, delle anticipazioni di una storia socialista finita tragicamente, dall'universalismo del cattolicesimo democratico, dal rigore e il senso dello stato della migliore borghesia laica". E' la descrizione, per titoli, del blocco sociale progressivo-ulivista che ha portato per due volte il centrosinistra al governo. Quell'alleanza della cui distruzione Veltroni è stato il profeta, con corollario di disastrosa sconfitta elettorale. La novità è che il ragionamento arrivi dall'area del leader Pd, svolgendo fino in fondo una revisione di linea politica iniziata lo scorso maggio nel coordinamento e proseguita alla Costituente della scorsa settimana. Una correzione in direzione delle convinzioni sempre espresse da Massimo D'Alema, che ieri, dinanzi allo stesso parterre, ha svolto ancora una volta. Serve, dice, un partito riformista "robusto" ma consapevole di "non essere autosufficiente" e capace guardare a sinistra una volta che sarà riemersa dal suo "travaglio" nelle forme di "una forza organizzata per aprire un dialogo su basi serie con i riformisti". D'Alema non rinuncia a rivendicare la primazia del discorso. Che esista una sinistra "che non si riconosce nel grande partito riformista" è "ragionevole", "naturale". Di fronte a questo scenario "noi non dobbiamo tornare alle confuse e impotenti coalizioni, dobbiamo avanzare una proposta di governo nuova". Dall'interno del Pd gli risponde il bindiano Franco Monaco. "Ci fa piacere che D'Alema oggi faccia sua la tesi ulivista secondo la quale la vocazione maggioritaria, pena risolversi nel suo contrario, implica una vocazione coalizionale". Ma non è una buona alternativa "il partito oligarchico che ha trionfato venerdì scorso con la cancellazione delle primarie e la liquidazione dell'assemblea dei delegati per fare posto a una direzione di capitribù". Su linea politica e forma partito le posizioni nel Pd "sono più di due", né si può far finta "di essere tutti d'accordo", "peccato d'origine", cui D'Alema ha dato "il suo contributo". Le linee nel Pd sono più di due. E quella dell'ex ministro degli esteri è più articolata. La sua associazione Red, l'ultima nata in casa D'Alema, è segnata dalla presenza centrista. E non rappresenta l'unica anima del partito a nutrire questo interesse. Oggi Enrico Letta ha invitato Pierferdinando Casini al Festival delle idee di Piacenza. Un altro "segnale", quello di Letta, ma in direzione opposta: "E' fondamentale che l'Udc stia con il Pd, si è visto cosa è stato in Sicilia quando l'Udc ha fatto un'altra scelta. Rispettiamo la loro autonomia, ci sarà una discussione e noi dobbiamo impegnarci. Il dibattito sulle alleanze sarà comunque il centro dell'assemblea programmatica dell'autunno, dove si confronteranno linee politiche e mozioni diverse. Per il gruppo dirigente veltroniano è proprio Bettini quello che sta scrivendo una prima stesura della mozione di maggioranza. E' presto per dirlo, ma è probabile che contenga una proposta di dialogo con parte degli ex arcobaleni. Certo, ieri Franco Giordano, ex segretario Prc, ha menato pesante su un Pd in cui, fallito il dialogo con il governo, fallisce "l'intero impianto strategico". Ma forse semplicemente i tempi per aprire questa porta non sono ancora maturi.

Torna all'inizio


Hannah, Elfride e Martin (sezione: Laici e chierici)

( da "Manifesto, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Note da lontano Hannah, Elfride e Martin Rossana Rossanda Chi di noi, lettrici e lettori di Hannah Arendt non ha provato un moto di antipatia per Elfride, la moglie di Martin Heidegger, nazista e antisemita, che gli impedì di vivere apertamente la sua passione per la giovane studentessa ebrea, lui così brutto ma affascinante maestro, lei così bella e indifesa che ne beveva le parole? E' lui che l'ha afferrata e baciata durante una passeggiata nel bosco, e mandato subito dopo una lettera di scuse ma ardente. Ne seguiranno altre in una relazione che durerà per qualche anno. Come tutte le lettere d'amore, quelle di Martin non valgono granché se non si è poeti, e ancora. Martin non lo è, anche se si lascia andare a effusioni liriche e talvolta si prova nei versi, mentre le lettere di Hannah sono di un giovane cuore e di una giovane mente alle loro prime passioni. Loro essendo - lei pensa - persone speciali, Hannah accetta di essere l'amante segreta di una commedia borghese, di trovarsi altrove, di nascosto, in qualche città vicina dove egli deve andare per questo o quel seminario, prendendo treni diversi, incontrandosi in alberghi fuori mano. A Friburgo intanto lui suggerisce che lei passi ogni sera alle dieci davanti alla sua casa e se vede accesa la tal finestra, vuol dire che Martin può filarsela per un'ora e lei non ha che da aspettarlo su una certa panchina. Se luce non s'è, pazienza, si vedranno il giorno dopo, o due, o tre. Martin è sposato e ha due figli, non intende mettersi a rischio e Hannah non vuole altro che esserne amata, non è donna che farebbe mai storie, e sa che Elfride è, come tutte le mogli, necessaria, non geniale, esigente, gelosa. In questa storia tutta la nostra simpatia è per Hannah, unita a una certa compassione per la viltà del genio innamorato, e alla persuasione che Elfride sia la solita megera. Dopo qualche anno però Hannah ne ha abbastanza, rompe senza scene e se ne va. Avrà prima con Guenther Anders, poi con Bluecher una vita coniugale libera, una casa per gli amici. Partirà in tempo per gli Stati Uniti, assisterà da lontano alla compromissione di Heidegger con il Partito nazional socialista, cui si iscrive nel 1933 assieme alla moglie, e poi al suo diventare rettore e al famoso discorso e alle interdizioni agli ebrei fra i quali Husserl che gli aveva dato la cattedra, di frequentare la biblioteca. Poi al suo abbandono dell'incarico, i nazisti sono troppo ignoranti - unico vizio che egli nota - e il dedicarsi a pensare e a scrivere, convinto della sua superiore missione. Per la quale Elfride ha costruito una capanna in alto tra i boschi, dove il filosofo avrà il necessario raccogliemento, oltre alla comodità cui lei provvede. Anche alle case in città, prima l'una poi l'altra più grande, poi quella per quando saranno vecchi, provvede Elfride, le disegna, le ammobilia, le completa di tutto compresi i domestici. Martin studia, pensa, scrive, insegna e viaggia, non si impegna né si disimpegna col Partito nazional socialista, non avra mai una parola di ripudio per lo sterminio degli ebrei, che imputa alla dominazione della tecnica, diventata decisiva per la vita e per la morte, contro l'amata natura. Nella lunga corrispondeza con Jaspers, Hannah lo giudica senza amenità, sa che è un gran bugiardo, e peggio. Oltre che intrigante quanto basta nell'accademia. Poi verrà la guerra, che passa sulal coppia Heidegger senza grandi danni, salvo che i due figli sono fatti prigionieri sul fronte russo ma ne ritorneranno nel '47 e nel 1949. Intanto nel 1946 Heidegger è sospeso dall'insegnamento. La sospensione durerà tre anni. A New York, Hannah e il marito si dolgono che l'opera sua non sia conosciuta e nel 1950, quando Hannah è incaricata di una missione di ricerca sul patrimonio culturale ebraico della Germania, decide di andare a trovare quel suo vecchio amore a Friburgo per dargli una mano. Gli scrive: Sono qui. Lui le risponde invitandola a cena a casa. Tanti anni e una guerra sono passati, sono ormai due vite lontane, Hannah accetta. Non sa che Martin ha pensato bene di informare soltanto adesso Elfride di quella storia che aveva avuto con lei, e si trova alla tavola di una signora molto irritata che non risparmia un sermone di rimprovero né a lei né al consorte. Egli china il capo. Lei appena può si alza e se ne va, un po' risentita, ma è donna di un altro calibro. Lo aiuterà a pubblicare le sue opere in inglese e negli Usa, gli manderà i suoi libri senza riceverne un cenno di ricevuta e commento, ma fra loro una corrispondenza cortese non cesserà più. Quando, spenti tutti e due, Mary Mac Carty, che di Hannah è stata amica e ne gestisce l'eredità letteraria, permette a una giovane studiosa di consultare le carte harendtiane consegnate alla Libreria del Congresso e questa pubblica con qualche animosità la corrispondenza giovanile fra i due, George Steiner attacca acerbamente Arendt e il marito, colpevoli secondo lui di una sordida tresca e in più fra due ebrei e un nazista. Steiner è di quelli che non perdonano ad Hannah il suo Eichmann a Gerusalemme. Questa è la storia. A me, differentemente che a Steiner, la figura di Hannah appare ingrandita dal gesto verso Heidegger in disgrazia. Lei non rinnega nulla della sua passione giovanile, degli orizzonti che le lezioni di lui le hanno aperto, lo sa grande pensatore e moralmente una nullità. Non lo assolve, lo aiuta. Non succede spesso di avere la forza e generosità di Arendt, che sono anche la sua libertà: non si considera vittima, non ha subito ma ha scelto, può restarvi amica. Vien da pensare che coppia sarebbero stati se lui avesse avuto merà della dirittura di lei. Ma non l'aveva. E c'era Elfride. Sono uscite adesso in Germania e in Francia le lettere che Martin scrisse a Elfride da quando l'ha conosciuta alla morte - una scelta a cura della nipote di lei Gertrud, chiara nel metodo e nella forma. (Martin Heidegger, Mein liebes Seelcaen!, 2005 Deutsche Verlags-Anstalt, Monaco; edizione francese, Heidegger, Ma chère petite ame, Seuil Paris 2008). Non ci sono censure, non parlano di politica, non giudicano la guerra sono, per dir così, normalmente antisemiti - nazisti ordinari. Ma Elfride appare, dalle lettere di lui e dalle poche note che le accompagnano un'altra, da quella che avevamo pensato - il bel profilo pensieroso, il velo bianco di sposa sui capelli, dolce e composta, quella sulla quale tutta la tribù farà asse. Complicata. Forte. Sofferente. Martin l'aveva incontrata dopo la guerra, che non ha passato in trincea, ma in un ufficio. Elfride Petri è una giovane protestante, lui è cattolico, doveva prendere gli ordini ma ha lasciato la teologia per la filosofia. E' un problema per le relative famiglie, per cui l'anno dopo si sposano civilmente, con rito cattolico e con rito protestante, tre volte di seguito, nelle polemiche assenze di parte dei congiunti. Siamo ancora in guerra e la vita è faticosa e difficile. Nel 1919 nasce il primo figlio, Joerg. Un anno dopo il secondo, Hermann. Da allora saranno assieme fino alla morte Martin e la "cara piccola anima mia" come cominciano quasi tutte le lettere. In italiano anima non ha diminutivi - non animina, non animetta, non animuccia e men che mai animella; l'animula dell'imperatore Adriano non è passata nel volgare. Ma in tedesco sì, seele ha un diminutivo, seelchen ed è quel che si ha di più interno, quello a cui si ritorna sempre la Heimat, il suolo dove affondano le radici, dove ci si appoggia ed acquieta, il sacro e l'essenziale - sentimento molto germanico. Martin pensa sul serio che Elfride sia l'indistrittubile fondamento interiore sul quale può poggiare il suo pensiero che è la sola cosa che importa, la sua missione al mondo. Lo ha deciso così fermamente che quando accade che Elfride gli confessi, dicendosi "lacerata", che ha una relazione con un medico amico di tutti e due e del quale è incinta, Martin la sbriga subito con un "naturalmente avevo capito, mi sorprendeva che tu non me lo dicessi ma non sentirti lacerata, lui non vale niente, non farti pensieri, non perdiamo tempo a parlarne". E quando lei partorisce nel 1920 il figlio dell'altro, le augura di ristabilirsi presto, chiede come è il piccoletto e lo considererà sempre come l'altro suo figlio. La paternità biologica non gli interessa (e non torto) perché è nato dentro di lei cui è legato e che gli è legata molto oltre contingenze del genere. Sarà Elfride a dire a Hermann in un compleanno di adolescente che Martin non è il suo padre naturale, imponendogli di tacerne con tutti, cosa che egli farà fino alla morte dei genitori. E' lui oggi che cura le opere di Heiddegger. Non ci sono, o non sono state rese pubbliche, o Martin le ha buttate, le lettere di Elfride a lui. Ma come avrà preso quella sua larghezza di idee, così simile all'indifferenza? Tanto più che si accorgerà presto che egli mente come vive, negandole assolutamente quel che lei percepisce e cioè che si precipita su molte altre donne, più o meno giovani e belle ma intelligenti e ammirative del suo genio, e più tardi preferibilmente di alto lignaggio, principesse o contesse. Le confesserà soltanto nel 1950, scrivendole dopo la visita di Arendt una lettera nella quale la chiama, ed è la sola volta, mia cara moglie, che non appena attinge ai pensieri più alti sull'assolutezza dell'essere che è di casa anche nella loro corrispondenza, sente nascere un desiderio irresistibile, corporeo, carnale per una di quelle bellezze. Oppure al contrario, sarebbero esse stesse fonte della sua creatività, indispensabile, ma a condizione di poter contare su quel fondamento interno che è lei, Elfride. Per questo non le ha mai detto la verità. E dopo si sentirà sollevato, e continuerà imperterrito finché un attacco non lo atterrerà presso l'ultima sua amata, ed Elfride dovrà andare a raccoglierlo. Adesso, annoterà, saranno insieme sino alla fine dei loro giorni. Alle lettere di Martin, che lascia affidate per la pubblicazione alla nipote Gertrud, Elfride aggiunge una nota sul dorso di una di esse: è la tipica missiva che inviava anche alle numerose sue altre amate. Forse non le chiamava tutte "piccola anima mia", non le definiva "mia santa" ma, come nota Alain Badiou per l'edizione francese, quel diminutivo, quel seelchen sottolinea come sempre la piccolezza dell'altro, in questo caso la preziosa altra, di fronte alla grandezza del suo pensiero. Che ha come pari soltanto il Wesen, l'essere, il destino del popolo tedesco. Il resto è del tutto secondario seppur vi si sofferma. Quanto Elfride abbia condiviso, quanto abbia patito, e quale sia stata la forza di un suo distacco interno rispetto ai colpi che le infliggeva quel suo inossidabile "ragazzo" non si può sapere. Resta l'interrogativo sulla possibilità di una grande filosofia in una creatura, come Martin Heidegger, così sprovvista di percezione dell'alterità. Delle donne che amava, della compagna che si era scelto e di cui aveva bisogno; figurarsi dei nazisti, della guerra e degli ebrei. Grandissimo pensatore cieco come un pipistrello è un bell'ossimoro.

Torna all'inizio


Reliquie e politica nell'Italia dell'Ottocento (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cultura - data: 2008-06-28 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il volume Reliquie e politica nell'Italia dell'Ottocento Il saggio di Dino Mengozzi su Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 Caprera, 2 giugno 1882) si intitola Garibaldi taumaturgo. Reliquie laiche e politica nell'Ottocento ed è edito da Piero Lacaita (pagine 250, e 18).

Torna all'inizio


Petrarca, la Francia batte l'Italia (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2008-06-28 num: - pag: 39 categoria: REDAZIONALE Studi/1 Incontro con Pierre Laurens della Sorbona. "Ho tradotto l'"Africa", poesia pura come marmo" Petrarca, la Francia batte l'Italia Verso l'opera omnia. Con l'elogio degli studi di Enrico Fenzi, ex terrorista di ARMANDO TORNO I n Italia sono disponibili poco più di 300 titoli "di e su" Petrarca. Tantissime edizioni del Canzoniere, annali, studi: si trova un po' di tutto cercando con pazienza in rete, persino audiolibri. Mancano però le sue opere complete, a meno che si voglia leggerle su Cd-rom (realizzato dalla Lexis avvalendosi anche delle stampe cinquecentesche di Basilea), così come non si trova il poema l'Africa. L'edizione nazionale è ferma al 1964, ma case editrici quali Le Lettere - con la collana "Petrarca del centenario " - o Aragno stanno dedicando parte del loro catalogo agli scritti del sommo poeta e umanista. Diremo inoltre che la ricordata serie della fiorentina Le Lettere, nella menzionata collana avviata nel 2004, rappresenta quanto di meglio circola da noi per cinque opere petrarchesche (sette i libri pubblicati), alle quali vanno aggiunti due di postille. Figurano nel sito anche l'anastatica dell'Africa (edizione del 1926) e delle lettere Familiari (del 1942), ma entrambe sono dichiarate esaurite. Ora, chi volesse un'edizione dell'Africa, il cui argomento è preso dalle guerre puniche e alla quale Petrarca lavorò a lungo senza mai completarla, credendo di affidare ad essa la sua fama, potrebbe trovarne addirittura due in una libreria o in un sito francesi: quella curata da Rebecca Lenoir per l'editore Millon (che non ha suscitato entusiasmi); e i primi cinque libri del poema, con testo critico e traduzione, nella cura di uno dei maestri della Sorbona, Pierre Laurens. Quest'ultima è uscita nella collana "Les Classiques de l'Humanisme" della parigina Les Belles Lettres. L'opera sarà completa nel volgere di qualche mese e ci sono già le bozze. A questa va aggiunta un'altra notizia: mentre da noi prosegue il "Petrarca del centenario" (Giuseppe Frasso della Cattolica di Milano ci ha confidato, tra l'altro, che qui uscirà presto il Canzoniere, da lui curato con Rosanna Bettarini) i francesi hanno intenzione di intensificare le pubblicazioni. Lo scopo è chiaro: diventare un nuovo punto di riferimento, grazie all'eventuale messa in rete. Non realizzano edizioni collazionando tutti i codici, ma offrono testi critici (Belles Lettres) e comunque utili (Millon). Proprio Millon ha ormai in catalogo le opere filosofiche: 9 titoli, tra i quali l'importante De remediis (l'anima movens di questa iniziativa è Christophe Carraud); alle Belles Lettres si parla di "tutto Petrarca", anche se per ora ci sono 10 volumi con tre opere, ma stanno per completarsi la ricordata Africa e le fondamentali lettere Senili (di esse mancava un'edizione integrale moderna). Per tal motivo abbiamo incontrato Pierre Laurens, cercando di conoscerne i progetti e le prospettive. Ci ha dato appuntamento a Versailles, alla Galerie des Glaces. Con la moglie Florence stava decifrando alcune iscrizioni latine scoperte sotto le pitture di Le Brun e coperte da due strati di altre scritte in francese, alla composizione delle quali parteciparono anche Boileau e Racine. Non ci soffermeremo sui frammenti emersi dal restauro, legati alla grandezza di Luigi XIV, anche se il professore innamorato della poesia li considera il primo documento della querelle tra antichi e moderni. Il nostro incontro era per Petrarca e le pubblicazioni delle sue opere. Laurens ci conferma che a Parigi le uscite si intensificheranno, in modo da realizzare "tutto Petrarca" per la prima volta nella storia. Parla dell'Africa, da lui tradotta in versi alessandrini liberi, alla quale ha premesso un saggio di 150 pagine. Si lascia scappare un giudizio: "Poesia pura, levigata come una statua di marmo". Prosegue: "Da molto tempo il poema attendeva una vera edizione, giacché quella di Nicola Festa del 1926 fu terminata in fretta, forse a causa di pressioni politiche". Quasi sicuramente il primo fascismo ci mise lo zampino e il curatore si comportò come ognuno di noi può immaginare. Ma il professore non si sofferma più del dovuto su questi dettagli e riprende: "Devo ringraziare il magistrale lavoro fatto da Vincenzo Fera che ha scoperto l'ultimo autografo del poema nel codice Laurentianus Acquisti e Doni 441. I suoi studi del 1980 e 1984 mi hanno permesso di realizzare l'edizione". Dopo il dovuto omaggio ricorda che sull'Africa resta esemplare il giudizio che ne ha dato Enrico Fenzi: "Un'opera incompiuta perché viva". Già, Fenzi. Qualcuno lo ricorda come militante della lotta armata, ma è soprattutto un eccellente conoscitore di umanisti. Suo è l'importante saggio Lo stato presente delle edizioni di Petrarca (uscito sul "Bollettino di italianistica", n. 2, 2006) nel quale denunciava "i tempi biblici" nonché "i ripetuti abbandoni (una storia davvero impressionante) che caratterizzano la storia delle edizioni di Petrarca". Tanto da augurare - lo fa citando Francesco Bausi, uno dei curatori dell'edizione del centenario - un modello che "si rifaccia alla collana "I Tatti Renaissance Library"", pubblicata dalla Harvard University. E qui si apre uno scenario più vasto. Laurens ci fa notare che lo spirito pragmatico della collana "I Tatti" se non minaccia per ora le edizioni di Petrarca potrebbe diventare nel volgere di brevissimo tempo l'altro riferimento internazionale per i testi degli umanisti italiani. Senza eccessive preoccupazioni filologiche, tali volumi cercano di dare alle stampe (e poi eventualmente alla rete) il testo più sicuro oggi a disposizione, evitando lungaggini per scovare varianti che porterebbero - nota ancora Fenzi - "minime modifiche (o addirittura nessuna) al testo già edito". Che dire? Facciamo parlare i nomi. I testi degli umanisti italiani costituiscono ormai un riferimento nel catalogo di Harvard. Ne "I Tatti" ci sono opere di Alberti, Bembo, Boccaccio, Leonardo Bruni, Marsilio Ficino, Giannozzo Manetti, Poliziano, Pontano, Lorenzo Valla, Maffeo Vegio e altre si annunciano per l'autunno, introvabili in Italia. C'è una sola opera di Petrarca, per fortuna: se incominciassero anche con lui, sarebbe persa la partita. A Parigi, per completare il quadro, nella collana curata da Laurens sono apparsi 29 titoli: Pietro Martire d'Anghiera, Flavio Biondo, Girolamo Mercuriale, Agostino Nifo, Albertino Mussato, Poliziano, Marsilio Ficino, Poggio Bracciolini, Leon Battista Alberti (del quale si annunciano le opere complete) e Petrarca. Morale: non è nostra intenzione entrare in polemica, né elogiare case come le Edizioni di Storia e Letteratura o Antenore che mantengono un catalogo di qualità con questo genere di testi, ma far presente una situazione che, grazie anche a Internet, è cambiata rispetto al tempo che fu. Gli umanisti, Petrarca in particolare, sono un nostro patrimonio. Se oltralpe fanno edizioni di italiani basandosi su studi italiani e qualche volta facendoli curare addirittura da italiani, forse gli italiani potrebbero fare qualcosa di più. La riproduzione di una pagina manoscritta di "Africa" e, a destra, un ritratto di Francesco Petrarca (1304-1374), di Giusto di Gand.

Torna all'inizio


Il corpo di Garibaldi (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cultura - data: 2008-06-28 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Culti Il saggio di Dino Mengozzi sul Generale. Una venerazione laica che lo stesso comandante alimentò e che esplose subito dopo la morte Il corpo di Garibaldi Il destino di un eroe: da rivoluzionario a santo taumaturgo di SERGIO LUZZATTO L' ultima volta che passò per Milano, ai primi di novembre del 1880, Garibaldi era vecchio, stanco, malato. Da un anno, l'incrudelirsi dell'artrite lo costringeva su una sedia a rotelle. Limitata l'autonomia del Generale, e intenso ancora, ma singolare, il clima delle sue apparizioni in pubblico. Quando lasciava l'isola di Caprera - volontaria Sant'Elena - per vivere da repubblicano la vita politica del regno sabaudo, gli italiani non riconoscevano in lui che l'ombra dell'antico eroe, un corporeo simulacro del Garibaldi vero. Lo disse il ministro degli Interni, Agostino Depretis, riferendo del viaggio milanese nell'aula di Montecitorio: per le strade del capoluogo lombardo, i garibaldini avevano scortato Garibaldi in processione quasi fosse un'animata reliquia, "come se tempo indietro, qualche secolo fa, si fosse portato per le vie di Milano il corpo di san Carlo ". Due anni dopo, quando un Garibaldi ancora più rigido, pallido, muto, venne trasportato per le vie di Palermo nel sesto centenario dei Vespri siciliani, diversi abitanti della città si rifiutarono di credere che quel vecchio fosse lo stesso Garibaldi del 1860, il carismatico duce dei Mille. Soltanto la morte - a Caprera, il 2 giugno 1882 - liberò il Generale dalla scomoda sua condizione di uomo sopravvissuto a se stesso. Allora, il culto spontaneo di un vivo poté infine sublimarsi ("santo subito!", diremmo oggi) nella canonica venerazione di un morto. Un anno ancora, e Depretis spiegherà ai deputati di Montecitorio come il ritratto di Garibaldi fosse divenuto "oggimai per tutti una domestica reliquia". Santità, carismi, reliquie, di un rivoluzionario senza Dio... Ecco qualcosa che gli storici hanno visto sempre più chiaramente e hanno studiato sempre meglio, da un decennio a questa parte: così durante il Risorgimento come all'indomani dell'Unità, l'Italia laica provò a crescere non soltanto attraverso una contrapposizione frontale con l'Italia cattolica, ma anche attraverso l'imitazione strategica dell'avversario. Inseguendo la Chiesa sul suo stesso terreno. Perseguendo una "religione civile", cioè un assieme di precetti, liturgie, rituali, destinati a trasformare venti milioni di contadini cattolici in altrettanti milioni di cittadini italiani: devoti verso le nuove istituzioni, partecipi della comunità nazionale come di una comunità ecclesiale, fedelissimi alla Patria più che al Santo Padre. Naturalmente, nell'Italia di Casa Savoia, non tutti gli eroi del Risorgimento si prestavano in ugual misura allo scopo. Mal si prestava Giuseppe Mazzini, troppo nemico della monarchia per essere recepito da tutti come un santo laico. Nel 1872, i mazziniani avevano voluto bensì "pietrificare" il cadavere del leader repubblicano, Garibaldi poco prima di morire (riproduzione Mencarini / Grazia Neri). In alto immagine agiografica dello sbarco dei Mille in Sicilia per fare del suo corpo un sorprendente monumento: ma l'operazione non era stata un successo, e la mummia di Mazzini era dovuta sparire nel sepolcro del cimitero genovese di Staglieno. Più adatto, molto più adatto, Giuseppe Garibaldi: colui che aveva saputo dire "obbedisco!", e che prima di ritirarsi a Caprera si era inchinato a Teano. Perciò, nel 1882, gli ex capi garibaldini divenuti uomini di Stato - Depretis, Crispi, Cairoli - non esitarono ad appropriarsi del suo cadavere manu militari, per gestire le spoglie del rivoluzionario disciplinato come un simbolo dell'Italia sabauda. Vivo o morto, il corpo di Garibaldi ha trovato adesso il suo storico. Professore all'Università di Urbino, Dino Mengozzi ne ha ricostruito vicende e significati in un libro fresco di stampa, Garibaldi taumaturgo. Quale straordinario sistema di segni, il corpo del Nizzardo! Bello come un angelo e prestante come un guerriero, ma esposto alle sventure degli individui ordinari, acciacchi, ferite, piaghe. Uomo d'azione più che di idee, eppure provvisto di un cervello sopraffino (misurata nel 1861 con gli strumenti del frenologo Timoteo Riboli, quella di Garibaldi era risultata "una testa meravigliosa, organica, senza défaillance, che la scienza studierà e prenderà a modello"). Come stupirsi, se un uomo simile veniva considerato un superuomo? Se la gente cercava di baciargli le mani o gli abiti, se ne teneva il ritratto in casa, se accendeva candele davanti alla sua immagine? E come stupirsi, se un tal uomo compiva miracoli di guarigione? Infermiera garibaldina, Jessie White Mario lo avrebbe testimoniato nella Vita di Giuseppe Garibaldi: quando il Generale visitava i feriti negli ospedali militari, "sembrava che la sua presenza guarisse più che l'arte dei medici". Senza dire del potere meraviglioso delle sue reliquie. Jessie stessa ne portava una sempre con sé, una benda intrisa del sangue di Garibaldi ferito. Più venerata di qualunque altra cosa era la pallottola estratta dal piede del Generale dopo lo scontro a fuoco di Aspromonte, nel 1862. Garibaldi in persona aveva provveduto negli anni a fabbricare innumerevoli reliquie di sé, e a distribuirle in ogni dove: mantelli, camicie rosse, berretti, stivali, sigari, gocce di sangue, ciocche di capelli, peli di barba si erano aggiunti alle fotografie firmate e alle lettere manoscritte, alimentando tra i repubblicani un traffico altrettanto florido di quello vaticano intorno alle reliquie delle catacombe. La scelta di esiliarsi su un isolotto della Sardegna aveva contribuito alle fortune del culto laico: per Garibaldi, Caprera era stata l'equivalente del deserto per un santo. E quando, durante gli anni Settanta, i progressi della malattia avevano condannato l'Eroe dei Due Mondi a una relativa immobilità, il deserto si era fatto santuario: schiere di pellegrini avevano attraversato il Tirreno per vedere Garibaldi, per toccarlo, per ripartire da Caprera con qualcosa di lui. Alla sorgente del sacro (spiegano certi storici delle religioni) c'è anzitutto questo, il bisogno di prendere e di portar via. Forse perché voleva permettere a ogni fedele di portarsi via un frammento di lui, Garibaldi dispose per testamento che il suo cadavere venisse arso su una pira nel parco di Caprera. Come è noto, gli esecutori testamentari del Generale disattesero tali istruzioni, progettando semmai di trasferirne le spoglie a Roma, sul colle del Gianicolo. Ma nell'anno di grazia 2007, Dino Mengozzi ha ritrovato - nascosta tra la vegetazione di Caprera - la grande bacinella di pietrisco dove Garibaldi sperava di essere bruciato. è una vasca di circa sette metri di diametro, con un orlo alto una quindicina di centimetri. Una volta che le ceneri del suo corpo si fossero mischiate con quelle odorose degli arbusti di Sardegna, Garibaldi contava che vi sarebbero state reliquie per tutti, al più sacrosanto dei self-service.

Torna all'inizio


Notizie in 2 minuti (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Due Minuti - data: 2008-06-28 num: - pag: 56 categoria: BREVI Notizie in 2 minuti Primo piano Governo, sì al lodo Schifani Il Consiglio dei ministri ha approvato il lodo Schifani-bis, il disegno di legge sull' immunità delle quattro più alte cariche istituzionali (capo dello Stato, primo ministro e presidenti di Camera e Senato). Il caso intercettazioni Ancora polemiche sulle intercettazioni del 2007 tra Silvio Berlusconi, allora capo dell'opposizione, e l'ex direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, pubblicate sull'Espresso. Duro il premier: "Una vergogna da fermare". Walter Veltroni: "I magistrati devono essere liberi di compiere intercettazioni telefoniche, purché non finiscano sulla stampa danneggiando la privacy". Unipol, Csm assolve la Forleo Il gip di Milano Clementina Forleo è stata assolta dal Csm dall'accusa di aver violato i suoi doveri. Nel luglio del 2007 chiese alle Camere l'autorizzazione all' uso di intercettazioni di alcuni parlamentari nel caso Unipol. "Avere fiducia nella giustizia - ha detto la Forleo - prima o poi paga". Esteri Zimbabwe, voto farsa Voto in un clima pesante ieri in Zimbabwe. Le squadracce del presidente Mugabe hanno minacciato gli elettori che non si recavano al seggio ma, nonostante la paura e le intimidazioni, in molti hanno disertato le urne. Il ministro Franco Frattini: "Elezioni farsa, la Ue ritiri gli ambasciatori". Cronache Impronte ai bimbi rom Maroni: vado avanti La Ue contesta il provvedimento proposto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni di prendere le impronte digitali ai bimbi rom. Per la Commissione la schedatura dei piccoli nomadi viola le norme comunitarie in materia. Scienze Meteo, troppe previsioni Concorrenza tra i siti che prevedono il meteo. "Esistono oltre trecento siti meteo italiani - afferma il colonnello Giuliacci - e, a parte qualche eccezione, spesso sono frutto di improvvisazione". Economia Tariffe, stangata su luce e gas Nuovo record del petrolio quotato ieri a 141,98 dollari al barile. E il caro petrolio pesa anche sulle bollette: dal 1Ë? luglio le tariffe aumenteranno del 4,3% per l'elettricità e del 4,7% per il gas. Mario Draghi lancia l'allarme mutui: "La situazione continua ad essere critica. Il quadro finanziario è fragile" Cultura Garibaldi, eroe laico Dopo l'unità, l'Italia laica provò a crescere contrapponendosi all'Italia cattolica per trasformare venti milioni di contadini cattolici in altrettanti cittadini italiani. Mal si prestava Giuseppe Mazzini, nemico della monarchia; molto più adatto Giuseppe Garibaldi. Perciò, nel 1882, gli ex capi garibaldini divenuti uomini di Stato non esitarono ad appropriarsi del suo cadavere per gestire le spoglie del rivoluzionario simbolo dell'Italia sabauda. Spettacoli Batman sotto accusa Batman non possiede superpoteri e per combattere il crimine usa marchingegni tecnologici: nel nuovo film The Dark Knight di Christopher Nolan viene messo sotto accusa perché "è un eroe ambiguo - spiega il regista - con un'identità doppia. La sua lotta ai cattivi rischia di renderlo più un "vigilante" che un eroe". Sport Thuram malato, fine carriera Un problema cardiaco congenito: per questo Lilian Thuram, il difensore di 36 anni che ha giocato in Parma e Juventus non potrà più scendere in campo. Tutto pronto per la finale degli Europei 2008 tra Germania e Spagna.

Torna all'inizio


Da Leonardo a Carrà: così nacque la città d'arte (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-06-28 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Itinerari della cultura L'Accademia, gli atelier e le gallerie. Hayez dipingeva in via Spiga, Boccioni scrisse il manifesto ai pittori futuristi in una latteria di Porta Vittoria Da Leonardo a Carrà: così nacque la città d'arte Brera, il Castello e i Navigli: i tesori di Milano in sette secoli di storia. Quando Caravaggio faceva a botte in via Anfiteatro Roberto Lavarini, Iulm: il percorso storico studiato dal centro Istur passa per atelier, palazzi storici, musei e semplici trattorie L'Accademia, gli atelier tra via Moscova e via Montebello, i bar a due passi da via Verdi, i caffè in piazza Cavour, dove si discuteva di scultura e pittura. Una volta queste strade non si chiamavano così. Avevano altri nomi. Ma il cuore della Milano degli artisti, dal Trecento di Giotto (chiamato alla corte di Azzone Visconti) fino a oggi, dal Bergognone (che dipinse i chiostri di San Simpliciano) allo studio di Medardo Rosso (in via Appiani) resta sempre uno: Brera. Continua il viaggio alla scoperta delle orme del passato. E questa volta ad affiorare - spesso dimenticata o "mal segnalata " - è la città degli artisti e degli architetti. Del talento e del genio visionario, dei mecenati e delle botteghe. A studiarla, seguendo tracce, spulciando archivi, leggendo le cronache, è ancora una volta il centro Istur con Roberto Lavarini: "Per non perdere un patrimonio inestimabile della nostra storia". Luoghi e nomi. E un itinerario che tocca il Castello, i Navigli (ed è inevitabile, a quel punto, parlare di Leonardo), i palazzi patrizi del centro e le gallerie strette tra piazza Scala e largo Treves (amate dagli scapigliati). Sette secoli di storia dell'arte. Nel segno di un gusto tipicamente ambrosiano, anche per chi milanese non era. E di un mecenatismo illuminato, di stampo visconteo-sforzesco. Si può partire da Donato di Pascuccio di Antonio, detto Bramante, che tra il 1477 e il 1479 era alla corte di Ludovico il Moro e progettò la chiesa di Santa Maria presso San Satiro, l'abside di Santa Maria delle Grazie, il chiostro che adesso fa parte dell'Università Cattolica. O il Brunelleschi che, qualche decennio prima, studiò la fortificazione del Castello. Un marchigiano e un fiorentino alla corte degli Sforza. Non gli unici: un piemontese come Ambrogio da Fossano, il Bergognone, amava definirsi "mediolanensis" mentre dipingeva (all'inizio del '500) l'abside di San Simpliciano, la sala capitolare di Santa Maria della Passione, Sant'Ambrogio, Sant'Eustorgio. Il fiorentino Filarete - suo il corpo centrale dell'Ospedale Maggiore, ora sede della Statale - aveva addirittura immaginato la città ideale: Sforzinda. La corte e le botteghe. Sempre più vicine a Brera. Proprio lì Vincenzo Foppa affrescò nel 1485 la chiesa di Santa Maria. Aveva casa in via Rovello Michelangelo Merisi, il Caravaggio. E per Milano era abituato ad attaccar briga, a scappare nel dedalo di viuzze della contrada "del Guasto" (ora via Anfiteatro) dove abitava Peppa, sua amata. Un secolo dopo Giovan Battista Tiepolo affrescava i saloni di palazzo Archinto in via Olmetto. Aneddoti, storie, incontri. Passando dal Cagnola al Canonica, allievo di Piermarini all'Accademia di Brera, per arrivare all'Ottocento. Con Francesco Hayez, atelier in via Spiga, incaricato dal Metternich di affrescare la sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, apprezzato da Stendhal per i suoi ritratti e, nel 1838, accademico a Brera. All'Accademia studiò Giuseppe Pellizza da Volpedo, l'autore del Quarto Stato, (davanti al quale si suicidò nel 1907). Medardo Rosso ne fu espulso per averne criticato i metodi didattici. E sempre in quelle aule si formò Carlo Carrà. Raccontava: "Non passa mai domenica senza che io vada alla Pinacoteca di Brera o al Poldi Pezzoli. Frequento pure la Galleria d'arte moderna al Castello Sforzesco (ora via Palestro, ndr) e le esposizioni della Permanente. Ma la vera cotta l'ho per la galleria Grubicy di largo Cairoli". Fu proprio Vittore Grubicy a dare sostegno (e lavoro) a Giovanni Segantini (il suo primo studio in via San Marco). Artisti, bonne vivant, rivoluzionari. Umberto Boccioni nella casa di Marinetti in via Senato decise di indirizzare un manifesto ai pittori futuristi italiani: fu scritto in una latteria di Porta Vittoria. Con Carrà frequentava il caffè di via Carlo Alberto (via Mazzini), mentre Mario Sironi era un habitué del salotto di Margherita Sarfatti, in corso Venezia (suo il mosaico a Palazzo di Giustizia, disegnato nel 1936). Quante storie. Sempre a rischio, sempre in bilico tra la memoria e l'oblio. Come le grandi opere di questi autori. Un esempio per tutti: la fontana "Bagni misteriosi" di Giorgio de Chirico, al Parco Sempione. Annachiara Sacchi Il Bergognone Ambrogio da Fossano si definiva "mediolanensis" mentre dipingeva l'abside di San Simpliciano.

Torna all'inizio


Csm assolta per le intercettazioni unipol (sezione: Laici e chierici)

( da "Riformista, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Csm assolta per le intercettazioni unipol E la Forleo batte D'Alema Aveva chiesto alle Camere l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni che riguardavano la vicenda Unipol e alcune telefonate di Massimo D'Alema, Piero Fassino, del senatore Luigi Grillo, definendo quei parlamentari, in particolare D'Alema e La Torre, "consapevoli complici di un disegno criminoso" e li aveva descritti come "pronti e disponibili a fornire i loro apporti istituzionali in totale spregio dello stato di diritto". Queste sue affermazioni sono costate a Clementina Forleo un procedimenti avviato dal Csm, uno dei tanti per la verità. Quello esaminato ieri dalla sezione disciplinare del Consiglio (presieduta da Nicola Mancino, vicepresidente il laico Pdl Michele Saponara) era nato da un esposto della Procura Generale della Cassazione che accusava il gip milanese di avere usato "accenti suggestivi e denigratori" in un "abnorme e non richiesto giudizio anticipato", e quindi si rendeva colpevole di violazione degli obblighi di "imparzialità, correttezza ed equilibrio". Il Tribunale delle toghe ha ieri deciso che quei fatti e quelle affermazioni non costituiscono illecito disciplinare, e quindi nessuna colpa al gip diventato in questi mesi anche una sorta di icona del centrodestra, visto che aveva puntato le sue accuse verso gli esponenti della sinistra. Ma se il Csm assolve Clementina Forleo per la vicenda Unipol, pende sul gip ancora la decisione del plenum del Csm, su un suo possibile trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale. Lo propone la prima commissione del Csm per le dichiarazioni rilasciate dalla Forleo su alcune presunte "pressioni ricevute in ambiti istituzionali". A favore del suo trasferimento d'ufficio hanno votato sia il componente laico del Pdc Letizia Vacca che quello del centrodestra, Gianfranco Anedda. Mentre si sono astenuti i togati di Md Livio Pepino e di Movimenti per la Giustizia Mario Fresa. Più tecnica la posizione di Antonio Patrono di Magistratura Indipendente: visto che la gip dovrà lasciare la sua funzione per la norma sulla temporaneità degli incarichi, sostiene, tanto vale archiviare la pratica. Un terzo procedimento disciplinare è stato anche avviato dal pg di Cassazione e riguarda la gestione del processo di Farida Bentiwaa, accusata di terrorismo, sul quale aveva avuto contrasti con il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, che nelle composizioni politiche dei magistrati, sta nel gruppo di sinistra e oltre, chiamato dei Movimenti riuniti. Rispetto al trasferimento la sentenza di ieri del Csm dovrebbe attenuare i toni della prima Commissione e potrebbe modificare la decisione del plenum. Rimane comunque aperto il quesito iniziale: se la Forleo ha chiesto, calcando i toni ma non al punto da compiere "illecito disciplinare" l'autorizzazione a utilizzare le intercettazioni (avanzata nel precedente governo) questa veniva motivata con la possibilità di rinvio a giudizio dei parlamentari coinvolti. Ma tutto questo è scivolato poi nei meandri delle polemiche e delle accuse incrociate e si è sciolto nelle recenti vicende elettorali. Non si è ancora conclusa quindi la vicenda di Clementina Forleo, che ha occupato le pagine dei giornali insieme a quelle del suo collega Luigi De Magistris per svariati mesi. Non a caso, dopo l'assoluzione di ieri del Csm parla di "tempo galantuomo e che ci sia anche per lui giustizia". Intanto la decisione a sorpresa del Csm sulla Forleo è stata ribadita dal vicepresidente Mancino come "riprova che la sezione disciplinare pratica e gestisce la giustizia e, quando occorre, quando tutti si aspettano una soluzione in una direzione, dalla camera di consiglio esce una decisione diversa". Un'affermazione fatta nel corso di un suo incontro con i capi delle Procure italiane, dove Nicola Mancino ha voluto ribadire la necessità di una riforma del Csm e viste le polemiche di questi giorni ha puntualizzato: "che continui a garantire a tutta la magistratura autonomia e indipendenza". 28/06/2008.

Torna all'inizio


Mascherati siete voi (sezione: Laici e chierici)

( da "Liberazione" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Elena Biagini I movimenti di lesbiche, gay e trans individuano la propria data di nascita - almeno per quanto riguarda l'epoca contemporanea, visto che un primo movimento, nato all'inizio del '900 in Germania, fu spazzato via dalla furia nazista - nella rivolta di Stonewall: il 28 giugno del 1969, quando ancora nello stato di New York, come in gran parte degli Usa, i rapporti tra persone dello stesso sesso erano puniti dalla legge, le avventrici e gli avventori di un bar gay del Greenwich Village, davanti all'ennesima incursione della polizia reagirono, scatenarono scontri e barricate per tre notti. Da quella rivolta nacque un movimento che presto si diffuse anche oltre oceano. La storia è nota e oggi in tutto il mondo ogni anno si ricorda il 28 giugno 1969 con l'organizzazione di pride, cortei che celebrano la fierezza di scegliere il proprio modo di vivere. Meno noto, invece, l'atto di nascita del movimento lgbt in Italia: una mobilitazione contro l'uso repressivo della scienza che, con chiesa e famiglia, è una delle agenzie di normalizzazione utilizzate dal potere contro l'autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita. "A partire dal momento in cui - scrive Rosanna Fiocchetto in L'amante celeste. La distruzione scientifica della lesbica (Il dito e la luna, 2003) - l'anatema religioso comincia a perdere vigore, assediato da una presa di coscienza laica, e in cui la persecuzione legislativa diminuisce sotto la pressione dei codici civili, l'omosessualità e il lesbismo cominciano ad essere "nominati" e banditi dalla nuova religione ottocentesca - la scienza - allo scopo di medicalizzarli, classificandoli come stati patologici per reprimerli e scoraggiarli". In Italia, in particolare, diventeranno fra l'altro oggetto della nuova scienza criminologica (vedi Analoghe sconcezze. Tribadi, saffiste, invertite e omosessuali: categorie e sistemi sesso/genere nella rivista di antropologia criminale fondata da Cesare Lombroso,1880-1949 di Nerina Milletti in DWF , 24) per poi trovare nella psicoanalisi un'altra potente macchina repressiva. Il 5 aprile 1972 il Centro Italiano di Sessuologia, notoriamente vicino ad ambienti vaticani, non appena si diffuse la consapevolezza che il vento di Stonewall iniziava a soffiare anche in Italia - era infatti nato a Torino il primo gruppo che prese il nome di F.U.O.R.I., Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano-, organizzò un congresso a Sanremo, all'interno del quale una tavola rotonda sulla devianza avrebbe dovuto scoprire le cause dell'omosessualità per proporre alcune terapie per "debellarla". All'apertura del congresso i "luminari" raccolti si trovarono davanti una piccola folla che gridava: "Normali, normali!" e mostrava cartelli dalle esplicite scritte: "Psichiatri siamo venuti a curarvi", "Psichiatri ficcatevi i vostri elettrodi nei cervelli", "La normalità non esiste", "Primo e ultimo congresso di sessuofobia". La prima manifestazione pubblica del movimento lgbt italiano fu interrotta dalla polizia che sequestrò i cartelli e portò in questura alcune/i manifestanti, ma, aperto il congresso, alcuni/e esponenti del F.U.O.R.I., regolarmente iscritti/e presero parola, dichiarando di essere lesbiche o gay e di esserlo felicemente. Il congresso chiuse anzitempo ma qualcosa di ancora più rilevante di un episodio di resistenza all'oppressione era accaduto: soggettività autodeterminate avevano preso parola su di sé, non lasciando ad altri la parola sulle proprie vite e sui propri corpi, assumendosi non solo l'autodeterminazione delle proprie scelte ma anche l'auto-narrazione. Il pensiero e la pratica femminista che in quegli anni andavano diffondendosi anche nel nostro paese già lasciavano il segno. Oggi, a trentasei anni di distanza, Sanremo sembra lontana, l'episodio nonostante sia misconosciuto anche tra lesbiche gay e trans rimane un tipo di contestazione che mantiene una sua attualità in una società in cui ancora spesso le famiglie chiedono a psicologi e psicanalisti di guarire la propria prole dall'omosessualità e in cui spesso si individua una solida alleanza tra Chiesa e scienza. Possiamo ricordare, ad esempio, quanto accadde a Roma nel febbraio del 2006 quando si svolse, presso la Pontificia Università Lateranense, il seminario "La questione omosessuale: psicologia, diritto e verità dell'amore", tra i relatori c'era anche Tony Anatrella, psicanalista gesuita francese, autore della voce "Omosessualità" del Lexicon vaticano che, oltre a ridurre l'omosessualità a "intrigo psichico" e a negare la possibilità della dimensione omoaffettiva, utilizza contro le persone omosessuali gli stereotipi e i modelli dell'antisemitismo più becero, quale la teoria del complotto della lobby gay che minaccerebbe la società. Ma, senza entrare nel merito della diffusa riproposizione di cosiddette teorie riparative dell'omosessualità, introdotte soprattutto in ambienti medici cattolici - su cui Liberazione ha pubblicato un'importante inchiesta condotta da Davide Varì -, della lezione sanremese è da sottolineare la centralità della parola che parte dalla propria soggettività. Oggi, spesso, dove non entra in campo la contrapposizione netta con culture violente nei confronti delle diversità, è invalsa la tendenza a non rispettare più l'assioma che la prima parola e l'ultima sui nostri corpi e sulle nostre vite è nostra e solo nostra. Anche quando a parlare di lesbiche, gay, trans vengono invitati fior d'accademici di varie branche della scienza - psicologia, sessuologia, sociologia fino all'antropologia e alla psicoanalisi - ben disponibili ad individuare nell'esperienza omosessuale, lesbica o transessuale una delle infinite varianti dell'esperienza umana, da gestire a livello scientifico o politico che sia con il criterio delle pari opportunità, dell'uguaglianza che si basa sul rispetto della diversità, non possiamo dimenticare che autodeterminazione significa anzitutto assumerersi in proprio la parola su di sé, che quindi non può essere lasciata ad "esperti" di settore, né della scienza né della politica, pena la perdita del senso della politica di movimento, della politica costruita dal basso a partire, appunto, da sé. 28/06/2008.

Torna all'inizio


Scuola, l'assunzione del mercato come paradigma regolatore del funzionamento dell'istruzione (sezione: Laici e chierici)

( da "Liberazione" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

La ministra Gelmini e la scure economica sull'insegnamento Scuola, l'assunzione del mercato come paradigma regolatore del funzionamento dell'istruzione Vito Meloni* Vale la pena di riprendere alcune delle considerazioni che Rina Gagliardi ha esposto nel suo articolo pubblicato su Liberazione del 25 giugno a proposito degli effetti sulla scuola pubblica dei provvedimenti economici del governo. Effetti devastanti, dei quali i numeri snocciolati da Rina, in tutta la loro crudezza, rendono conto efficacemente. Del resto, la tendenza ad intervenire sul sistema di istruzione brandendo la scure delle necessità di bilancio, lungi dall'essere una caratteristica solo di questo governo, appartiene alla storia degli ultimi decenni ed è stata utilizzata, ahimé, anche da governi dei quali il nostro partito ha fatto parte. Non con la stessa pesantezza, certo, e sappiamo bene che la quantità, in casi come questi, fa anche qualità. C'è, tuttavia, un tratto comune che attraversa le culture politiche, tanto della destra quanto di vasti settori dell'ex centro sinistra, che sarebbe dannoso sottovalutare: l'idea che la scuola - ma lo stesso si potrebbe dire per l'università, la ricerca o i luoghi della produzione culturale - sia un punto di accumulo di sprechi ed inefficienze. Non è un caso che a menar la danza sia sempre il ministro dell'economia. Quel che oggi fa la differenza è il carattere strumentale dell'uso della leva economica nel contesto di un più ampio disegno, che l'analisi di Rina coglie bene, di sovvertimento della natura stessa della scuola pubblica. Che la Gelmini porti avanti il suo disegno con un piglio "meno ideologicamente pretenzioso" della Moratti mi sembra, però, affermazione discutibile. Basta scorrere il resoconto dell'audizione della ministra nella VII Commissione della Camera per verificare come il vero cuore del suo programma politico sia la privatizzazione della scuola pubblica e il sostegno finanziario, spacciato perfino per economicamente conveniente, di quella privata paritaria. Il tutto accompagnato dalle consuete proposte della destra: concorrenza tra le scuole, siano esse pubbliche o private, finanziamento diretto alle famiglie per sostenere la "libera scelta" dei percorsi d'istruzione da far seguire ai propri figlioli, ecc. Siamo dunque all'assunzione del mercato come paradigma regolatore del funzionamento del sistema di istruzione, sul cui altare deve essere sacrificata la stessa funzione costituzionale della scuola pubblica, mai più luogo d'elezione per la formazione critica, libera e laica dei cittadini. C'è qualcosa di più ideologico? Il punto, semmai, è se l'egemonia culturale e politica che la destra riesce ad esprimere sia tale da rendere maturi i tempi per un attacco a fondo al sistema pubblico d'istruzione, dalla scuola all'università, che non debba scontare un forte movimento d'opposizione ma, anzi, possa contare su un largo consenso popolare. Penso che l'individuazione il più possibile esatta del grado di apprezzamento della scuola pubblica da parte dei cittadini italiani sia indispensabile per sciogliere questo nodo fondamentale. Dei cittadini, appunto, la cui opinione è di gran lunga più determinante di quella di tanti improvvisati "esperti" che imperversano sulla grande stampa dispensando ricette salvifiche (ma su questo penso che Rina sarà d'accordo). Credo, infatti, che la scuola pubblica, con tutti i suoi limiti e i suoi difetti, sia ancora sostanzialmente al riparo dall'ondata di sfiducia che ha investito la quasi generalità delle istituzioni pubbliche. Ce lo dicono le periodiche indagini del Censis, e c'è di che sbalordirsi se si pensa al quadro complessivo che le stesse indagini disegnano. Ce lo dice anche il fatto che le scuole private, malgrado il crescente sostegno economico statale, non riescono ad espandere il proprio bacino d'utenza, restando sostanzialmente relegate al ruolo di canale di sfogo per studenti in difficoltà nel sistema pubblico o, in pochissimi casi, di scuole riservate alle èlite. Non si tratta di essere ottimisti oltre il dovuto, quanto piuttosto di considerare questo dato come elemento favorevole per lo sviluppo della necessaria opposizione ai progetti della destra. Più vasta e concreta, sociale e politica, come dice Rina nella conclusione dell'articolo. Ma la praticabilità del terreno dell'opposizione, la disponibilità alle alleanze dei soggetti politici e sociali, la disponibilità alla mobilitazione degli insegnanti, non vanno date per scontate bensì suscitate, promosse. È proprio con questo obiettivo che il dipartimento nazionale Scuola del Prc ha messo in cantiere due iniziative: un volantinaggio in una delle principali piazze di Roma per sollecitare l'attenzione dei cittadini su questi temi e, per il prossimo 3 luglio, un confronto con le forze politiche della sinistra e con le principali associazioni democratiche della scuola. Non è stato semplice, in un partito che, in questa fase, tende sempre più a rinchiudersi in se stesso. Non penso nemmeno che abbiamo trovato la soluzione ai nostri problemi, è solo un inizio per tentare di ricostruire il ruolo positivo di animatore e partecipe di movimenti e di promotore di aggregazione politica che il nostro partito ha saputo interpretare in altri momenti non certo facili. Nella speranza che siamo in grado di far ripartire una stagione di lotte. *dipartimento nazionale Scuola Prc 28/06/2008.

Torna all'inizio


Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Qui sotto potete leggera la parte "dottrinale" del protocollo firmato da monsignor Lefebvre e dal cardinale Ratzinger il 5 maggio 1988. All'ultimo momento, il vescovo francese si tirò indietro, ma non perché intendeva mettere in discussione questi punti sottoscritti: lo fece perché (mal consigliato) decise di non "fidarsi di Roma", in merito alla consacrazione del vescovo suo successore che gli era stata garantita. Questi punti dottrinali, dunque restano. E mostrano in tutta evidenza come la Fraternità San Pio X sia andata ben al di là e ben oltre il suo fondatore, diventando un gruppo che ha assunto una mentalità scismatica, come dimostrano certe dichiarazioni pubbliche di Fellay e di Williamson. Il Papa ha fatto tanto, tantissimo, ma dai lefebvriani ha ricevuto soltanto altezzosi schiaffi. I cinque punti, le condizioni che ho rese note nei giorni scorsi, non intendo chiudere la bocca ai lefebvriani, ma riportarli a un livello di discussione improntato dalla carità cristiana e dal rispetto per il Pontefice, requisiti minimi per poter affrontare il tema della revoca della scomunica. La discussione, che esiste e anche accesa in seno alla Chiesa (le critiche al Papa non arrivano certo soltanto da certi tradizionalisti, ma anche da tanti progressisti), continuerà. È evidente però dall'atteggiamento dei responsabili della San Pio X che in gioco non è più la difesa della tradizione cristallizzata (che i lefebvriani credono di poter conservare senza la piena comunione con Roma, unica vera garanzia), ma ci sono in realtà altri elementi. La "condizione" dell'abolizione del messale di Paolo VI dettata da Williamson al Papa è semplicemente ridicola: sono le boutade di chi non vuole davvero l'unità e non ha più nostalgia della comunione con il Papa. Sarebbe bene che si tornasse a ciò che Lefebvre ha sottoscritto. "Io, Marcel Lefèbvre, arcivescovo e vescovo emerito di Tulle, insieme con i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X da me fondata: 1) promettiamo di essere sempre fedeli alla Chiesa cattolica e al romano Pontefice, suo Pastore Supremo, Vicario di Cristo, Successore del Beato Pietro nel suo primato e Capo del corpo dei vescovi. 2) Dichiariamo di accettare la dottrina contenuta nel n 25 della Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II sul Magistero ecclesiastico e sull'adesione che gli è dovuta. 3) A proposito di certi punti insegnati dal Concilio Vaticano II o relativi alle riforme posteriori della liturgia e del diritto, che ci sembrano difficilmente conciliabili con la Tradizione, ci impegniamo ad assumere un atteggiamento positivo e di comunicazione con la Sede Apostolica, evitando ogni polemica. 4) Dichiariamo inoltre di riconoscere la validità del Sacrificio della messa e dei sacramenti celebrati con l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa e secondo i riti indicati nelle edizioni tipiche del messale romano e dei rituali dei sacramenti promulgati dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. 5) Infine promettiamo di rispettare la disciplina comune della Chiesa e le leggi ecclesiastiche, specialmente quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico promulgato dal Papa Giovanni Paolo II, fatta salva la disciplina speciale concessa alla Fraternità con legge particolare". Scritto in Varie Commenti ( 136 ) " (6 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 08 Buone notizie da Mosca. Sul Giornale di oggi pubblico l'intervista al nuovo arcivescovo della cattedrale della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, che domenica riceverà il pallio dalle mani di Benedetto XVI. E' confortante apprendere che c'è un clima nuovo e positivo nei rapporti tra la piccola comunità cattolica e la Chiesa ortodossa russa. Scritto in Varie Commenti ( 11 ) " (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jun 08 Il bivio di monsignor Fellay Mi trovo a Roma e ho raccolto ulteriori informazioni che aiutano a inquadrare meglio le cinque condizioni presenti nella lettera del cardinale Castrillòn Hoyos a mons. Fellay. Innanzitutto quelle condizioni non sono poste ai lefebvriani in generale, ma proprio al loro superiore, cioè lo stesso Fellay. Il quale nei colloqui manifesta volontà di dialogo, poi però scrive e sottoscrive attacchi durissimi contro il Papa. Le cinque condizioni sono dunque un passo previo per iniziare il cammino che porterà alla cancellazione della scomunica. Centrale è il punto dedicato al fatto che la Fraternità, e i suoi superiori, danno l'impressione di sentirsi. superiori allo stesso Pontefice, di giudicarlo dall'alto, come se la San Pio X fosse la "vera" Chiesa e la "vera" Roma, e la Chiesa cattolica guidata da Benedetto XVI fosse un gruppo separato che deve rientrare nella piena comunione con Econe e Menzingen. La verità, purtroppo, è che si sono ormai stratificati atteggiamenti e prese di posizione (lo dimostrano anche alcuni commenti presenti nel precedente post) che rendono difficile riconoscere questo elementare dato: non sono i lefebvriani la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica è quella in comunione con Benedetto XVI. Mai come in questo momento il cuore pastorale e generoso del Pontefice, attraverso il cardinale Castrillòn è aperto alla riconciliazione. Ma è la San Pio X che deve tornare all'ovile dopo l'atto scismatico della consacrazione illecita dei vescovi fatta da Lefebvre, non è la Santa Sede a dover chiedere scusa ai lefebvriani. Risponendo alle domande dei giornalisti francesi su questo argomento, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Lombardi, ha fatto la seguente dichiarazione: "Il riconoscimento del Concilio Vaticano II come vero Concilio ecumenico della Chiesa e il riconoscimento della validità della Messa celebrata secondo la liturgia rinnovata dopo il Concilio non sono assolutamente messi in questione. I cinque punti citati da Tornielli - come del resto appare dal loro stesso tenore - riguardano le condizioni minime perché si possa avere un rapporto caratterizzato da rispetto e disponibilità nei confronti del Santo Padre e da uno spirito ecclesiale costruttivo. Sono quindi di altra natura ed è per questo che non fanno riferimento al Concilio e alla liturgia, non perché questi argomenti non rimangano fondamentali. E' evidente che il Papa desidera tendere la mano perché sia possibile un rientro nella comunione, ma perché si possano fare i passi necessari occorre che questa offerta - questa "mano tesa" - sia ricevuta con atteggiamento e spirito di carità e comunione. A questo invitano evidentemente i cinque punti citati". Scritto in Varie Commenti ( 134 ) " (11 votes, average: 3.82 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jun 08 Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay, come passo iniziale in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle prime indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: quelle espresse nella lettera sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa per iniziare un vero dialogo. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (13 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 201 ) " (14 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (8 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 131 ) " (16 votes, average: 4.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (14 votes, average: 3.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 300 ) " (23 votes, average: 4.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1314 ) " (38 votes, average: 3.58 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (210) Ultime discussioni Gregorio VII: @ Rovere Un saluto! Andrea Tornielli: Parrocchiano, lei può dire tutto ciò che vuole contro di me. Ma stravolgere la realtà, questo... Rovere: @ Gregorio VII Gregorio caro, ti ringrazio, però sia chiaro che non faccio tutto questo per avere... Daniele: Caro Parrocchiano, possibile che offendi sempre? Chi te l'ha insegnato, il Cammino Neocatecumenale? Parrocchiano: A Daniele Offendere casomai i neocatecumeni non significa affatto offendere la Chiesa, da cui essi di... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 9 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news "O mi vendo o rubo" Ecco la vita d'inferno dei bambini romAmelia, crollano i solai di un palazzo fatiscente Un morto e un feritoTreviso, 12enne vende le sue foto nuda per comprarsi abiti firmatiLibano, esplode bomba a Tripoli: almeno 2 mortiAlte cariche, sì all'immunitàRifiuti, l'esercito nel cantiere di Acerra Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (17) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts . cattive notizie da Econe Buone notizie da Mosca. Il bivio di monsignor Fellay Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Qui sotto potete leggera la parte "dottrinale" del protocollo firmato da monsignor Lefebvre e dal cardinale Ratzinger il 5 maggio 1988. All'ultimo momento, il vescovo francese si tirò indietro, ma non perché intendeva mettere in discussione questi punti sottoscritti: lo fece perché (mal consigliato) decise di non "fidarsi di Roma", in merito alla consacrazione del vescovo suo successore che gli era stata garantita. Questi punti dottrinali, dunque restano. E mostrano in tutta evidenza come la Fraternità San Pio X sia andata ben al di là e ben oltre il suo fondatore, diventando un gruppo che ha assunto una mentalità scismatica, come dimostrano certe dichiarazioni pubbliche di Fellay e di Williamson. Il Papa ha fatto tanto, tantissimo, ma dai lefebvriani ha ricevuto soltanto altezzosi schiaffi. I cinque punti, le condizioni che ho rese note nei giorni scorsi, non intendo chiudere la bocca ai lefebvriani, ma riportarli a un livello di discussione improntato dalla carità cristiana e dal rispetto per il Pontefice, requisiti minimi per poter affrontare il tema della revoca della scomunica. La discussione, che esiste e anche accesa in seno alla Chiesa (le critiche al Papa non arrivano certo soltanto da certi tradizionalisti, ma anche da tanti progressisti), continuerà. È evidente però dall'atteggiamento dei responsabili della San Pio X che in gioco non è più la difesa della tradizione cristallizzata (che i lefebvriani credono di poter conservare senza la piena comunione con Roma, unica vera garanzia), ma ci sono in realtà altri elementi. La "condizione" dell'abolizione del messale di Paolo VI dettata da Williamson al Papa è semplicemente ridicola: sono le boutade di chi non vuole davvero l'unità e non ha più nostalgia della comunione con il Papa. Sarebbe bene che si tornasse a ciò che Lefebvre ha sottoscritto. "Io, Marcel Lefèbvre, arcivescovo e vescovo emerito di Tulle, insieme con i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X da me fondata: 1) promettiamo di essere sempre fedeli alla Chiesa cattolica e al romano Pontefice, suo Pastore Supremo, Vicario di Cristo, Successore del Beato Pietro nel suo primato e Capo del corpo dei vescovi. 2) Dichiariamo di accettare la dottrina contenuta nel n 25 della Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II sul Magistero ecclesiastico e sull'adesione che gli è dovuta. 3) A proposito di certi punti insegnati dal Concilio Vaticano II o relativi alle riforme posteriori della liturgia e del diritto, che ci sembrano difficilmente conciliabili con la Tradizione, ci impegniamo ad assumere un atteggiamento positivo e di comunicazione con la Sede Apostolica, evitando ogni polemica. 4) Dichiariamo inoltre di riconoscere la validità del Sacrificio della messa e dei sacramenti celebrati con l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa e secondo i riti indicati nelle edizioni tipiche del messale romano e dei rituali dei sacramenti promulgati dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. 5) Infine promettiamo di rispettare la disciplina comune della Chiesa e le leggi ecclesiastiche, specialmente quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico promulgato dal Papa Giovanni Paolo II, fatta salva la disciplina speciale concessa alla Fraternità con legge particolare". Scritto in Varie Commenti ( 136 ) " (6 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 08 Buone notizie da Mosca. Sul Giornale di oggi pubblico l'intervista al nuovo arcivescovo della cattedrale della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, che domenica riceverà il pallio dalle mani di Benedetto XVI. E' confortante apprendere che c'è un clima nuovo e positivo nei rapporti tra la piccola comunità cattolica e la Chiesa ortodossa russa. Scritto in Varie Commenti ( 11 ) " (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jun 08 Il bivio di monsignor Fellay Mi trovo a Roma e ho raccolto ulteriori informazioni che aiutano a inquadrare meglio le cinque condizioni presenti nella lettera del cardinale Castrillòn Hoyos a mons. Fellay. Innanzitutto quelle condizioni non sono poste ai lefebvriani in generale, ma proprio al loro superiore, cioè lo stesso Fellay. Il quale nei colloqui manifesta volontà di dialogo, poi però scrive e sottoscrive attacchi durissimi contro il Papa. Le cinque condizioni sono dunque un passo previo per iniziare il cammino che porterà alla cancellazione della scomunica. Centrale è il punto dedicato al fatto che la Fraternità, e i suoi superiori, danno l'impressione di sentirsi. superiori allo stesso Pontefice, di giudicarlo dall'alto, come se la San Pio X fosse la "vera" Chiesa e la "vera" Roma, e la Chiesa cattolica guidata da Benedetto XVI fosse un gruppo separato che deve rientrare nella piena comunione con Econe e Menzingen. La verità, purtroppo, è che si sono ormai stratificati atteggiamenti e prese di posizione (lo dimostrano anche alcuni commenti presenti nel precedente post) che rendono difficile riconoscere questo elementare dato: non sono i lefebvriani la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica è quella in comunione con Benedetto XVI. Mai come in questo momento il cuore pastorale e generoso del Pontefice, attraverso il cardinale Castrillòn è aperto alla riconciliazione. Ma è la San Pio X che deve tornare all'ovile dopo l'atto scismatico della consacrazione illecita dei vescovi fatta da Lefebvre, non è la Santa Sede a dover chiedere scusa ai lefebvriani. Risponendo alle domande dei giornalisti francesi su questo argomento, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Lombardi, ha fatto la seguente dichiarazione: "Il riconoscimento del Concilio Vaticano II come vero Concilio ecumenico della Chiesa e il riconoscimento della validità della Messa celebrata secondo la liturgia rinnovata dopo il Concilio non sono assolutamente messi in questione. I cinque punti citati da Tornielli - come del resto appare dal loro stesso tenore - riguardano le condizioni minime perché si possa avere un rapporto caratterizzato da rispetto e disponibilità nei confronti del Santo Padre e da uno spirito ecclesiale costruttivo. Sono quindi di altra natura ed è per questo che non fanno riferimento al Concilio e alla liturgia, non perché questi argomenti non rimangano fondamentali. E' evidente che il Papa desidera tendere la mano perché sia possibile un rientro nella comunione, ma perché si possano fare i passi necessari occorre che questa offerta - questa "mano tesa" - sia ricevuta con atteggiamento e spirito di carità e comunione. A questo invitano evidentemente i cinque punti citati". Scritto in Varie Commenti ( 134 ) " (11 votes, average: 3.82 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jun 08 Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay, come passo iniziale in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle prime indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: quelle espresse nella lettera sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa per iniziare un vero dialogo. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (13 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 201 ) " (14 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (8 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 131 ) " (16 votes, average: 4.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (14 votes, average: 3.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 300 ) " (23 votes, average: 4.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1314 ) " (38 votes, average: 3.58 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (210) Ultime discussioni Gregorio VII: @ Rovere Un saluto! Andrea Tornielli: Parrocchiano, lei può dire tutto ciò che vuole contro di me. Ma stravolgere la realtà, questo... Rovere: @ Gregorio VII Gregorio caro, ti ringrazio, però sia chiaro che non faccio tutto questo per avere... Daniele: Caro Parrocchiano, possibile che offendi sempre? Chi te l'ha insegnato, il Cammino Neocatecumenale? Parrocchiano: A Daniele Offendere casomai i neocatecumeni non significa affatto offendere la Chiesa, da cui essi di... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 9 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news "O mi vendo o rubo" Ecco la vita d'inferno dei bambini romAmelia, crollano i solai di un palazzo fatiscente Un morto e un feritoTreviso, 12enne vende le sue foto nuda per comprarsi abiti firmatiLibano, esplode bomba a Tripoli: almeno 2 mortiAlte cariche, sì all'immunitàRifiuti, l'esercito nel cantiere di Acerra Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (17) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts . cattive notizie da Econe Buone notizie da Mosca. Il bivio di monsignor Fellay Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Qui sotto potete leggera la parte "dottrinale" del protocollo firmato da monsignor Lefebvre e dal cardinale Ratzinger il 5 maggio 1988. All'ultimo momento, il vescovo francese si tirò indietro, ma non perché intendeva mettere in discussione questi punti sottoscritti: lo fece perché (mal consigliato) decise di non "fidarsi di Roma", in merito alla consacrazione del vescovo suo successore che gli era stata garantita. Questi punti dottrinali, dunque restano. E mostrano in tutta evidenza come la Fraternità San Pio X sia andata ben al di là e ben oltre il suo fondatore, diventando un gruppo che ha assunto una mentalità scismatica, come dimostrano certe dichiarazioni pubbliche di Fellay e di Williamson. Il Papa ha fatto tanto, tantissimo, ma dai lefebvriani ha ricevuto soltanto altezzosi schiaffi. I cinque punti, le condizioni che ho rese note nei giorni scorsi, non intendo chiudere la bocca ai lefebvriani, ma riportarli a un livello di discussione improntato dalla carità cristiana e dal rispetto per il Pontefice, requisiti minimi per poter affrontare il tema della revoca della scomunica. La discussione, che esiste e anche accesa in seno alla Chiesa (le critiche al Papa non arrivano certo soltanto da certi tradizionalisti, ma anche da tanti progressisti), continuerà. È evidente però dall'atteggiamento dei responsabili della San Pio X che in gioco non è più la difesa della tradizione cristallizzata (che i lefebvriani credono di poter conservare senza la piena comunione con Roma, unica vera garanzia), ma ci sono in realtà altri elementi. La "condizione" dell'abolizione del messale di Paolo VI dettata da Williamson al Papa è semplicemente ridicola: sono le boutade di chi non vuole davvero l'unità e non ha più nostalgia della comunione con il Papa. Sarebbe bene che si tornasse a ciò che Lefebvre ha sottoscritto. "Io, Marcel Lefèbvre, arcivescovo e vescovo emerito di Tulle, insieme con i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X da me fondata: 1) promettiamo di essere sempre fedeli alla Chiesa cattolica e al romano Pontefice, suo Pastore Supremo, Vicario di Cristo, Successore del Beato Pietro nel suo primato e Capo del corpo dei vescovi. 2) Dichiariamo di accettare la dottrina contenuta nel n 25 della Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II sul Magistero ecclesiastico e sull'adesione che gli è dovuta. 3) A proposito di certi punti insegnati dal Concilio Vaticano II o relativi alle riforme posteriori della liturgia e del diritto, che ci sembrano difficilmente conciliabili con la Tradizione, ci impegniamo ad assumere un atteggiamento positivo e di comunicazione con la Sede Apostolica, evitando ogni polemica. 4) Dichiariamo inoltre di riconoscere la validità del Sacrificio della messa e dei sacramenti celebrati con l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa e secondo i riti indicati nelle edizioni tipiche del messale romano e dei rituali dei sacramenti promulgati dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. 5) Infine promettiamo di rispettare la disciplina comune della Chiesa e le leggi ecclesiastiche, specialmente quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico promulgato dal Papa Giovanni Paolo II, fatta salva la disciplina speciale concessa alla Fraternità con legge particolare". Scritto in Varie Commenti ( 136 ) " (6 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 08 Buone notizie da Mosca. Sul Giornale di oggi pubblico l'intervista al nuovo arcivescovo della cattedrale della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, che domenica riceverà il pallio dalle mani di Benedetto XVI. E' confortante apprendere che c'è un clima nuovo e positivo nei rapporti tra la piccola comunità cattolica e la Chiesa ortodossa russa. Scritto in Varie Commenti ( 11 ) " (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jun 08 Il bivio di monsignor Fellay Mi trovo a Roma e ho raccolto ulteriori informazioni che aiutano a inquadrare meglio le cinque condizioni presenti nella lettera del cardinale Castrillòn Hoyos a mons. Fellay. Innanzitutto quelle condizioni non sono poste ai lefebvriani in generale, ma proprio al loro superiore, cioè lo stesso Fellay. Il quale nei colloqui manifesta volontà di dialogo, poi però scrive e sottoscrive attacchi durissimi contro il Papa. Le cinque condizioni sono dunque un passo previo per iniziare il cammino che porterà alla cancellazione della scomunica. Centrale è il punto dedicato al fatto che la Fraternità, e i suoi superiori, danno l'impressione di sentirsi. superiori allo stesso Pontefice, di giudicarlo dall'alto, come se la San Pio X fosse la "vera" Chiesa e la "vera" Roma, e la Chiesa cattolica guidata da Benedetto XVI fosse un gruppo separato che deve rientrare nella piena comunione con Econe e Menzingen. La verità, purtroppo, è che si sono ormai stratificati atteggiamenti e prese di posizione (lo dimostrano anche alcuni commenti presenti nel precedente post) che rendono difficile riconoscere questo elementare dato: non sono i lefebvriani la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica è quella in comunione con Benedetto XVI. Mai come in questo momento il cuore pastorale e generoso del Pontefice, attraverso il cardinale Castrillòn è aperto alla riconciliazione. Ma è la San Pio X che deve tornare all'ovile dopo l'atto scismatico della consacrazione illecita dei vescovi fatta da Lefebvre, non è la Santa Sede a dover chiedere scusa ai lefebvriani. Risponendo alle domande dei giornalisti francesi su questo argomento, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Lombardi, ha fatto la seguente dichiarazione: "Il riconoscimento del Concilio Vaticano II come vero Concilio ecumenico della Chiesa e il riconoscimento della validità della Messa celebrata secondo la liturgia rinnovata dopo il Concilio non sono assolutamente messi in questione. I cinque punti citati da Tornielli - come del resto appare dal loro stesso tenore - riguardano le condizioni minime perché si possa avere un rapporto caratterizzato da rispetto e disponibilità nei confronti del Santo Padre e da uno spirito ecclesiale costruttivo. Sono quindi di altra natura ed è per questo che non fanno riferimento al Concilio e alla liturgia, non perché questi argomenti non rimangano fondamentali. E' evidente che il Papa desidera tendere la mano perché sia possibile un rientro nella comunione, ma perché si possano fare i passi necessari occorre che questa offerta - questa "mano tesa" - sia ricevuta con atteggiamento e spirito di carità e comunione. A questo invitano evidentemente i cinque punti citati". Scritto in Varie Commenti ( 134 ) " (11 votes, average: 3.82 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jun 08 Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay, come passo iniziale in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle prime indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: quelle espresse nella lettera sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa per iniziare un vero dialogo. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (13 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 201 ) " (14 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (8 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 131 ) " (16 votes, average: 4.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (14 votes, average: 3.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 300 ) " (23 votes, average: 4.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1314 ) " (38 votes, average: 3.58 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (210) Ultime discussioni Gregorio VII: @ Rovere Un saluto! Andrea Tornielli: Parrocchiano, lei può dire tutto ciò che vuole contro di me. Ma stravolgere la realtà, questo... Rovere: @ Gregorio VII Gregorio caro, ti ringrazio, però sia chiaro che non faccio tutto questo per avere... Daniele: Caro Parrocchiano, possibile che offendi sempre? Chi te l'ha insegnato, il Cammino Neocatecumenale? Parrocchiano: A Daniele Offendere casomai i neocatecumeni non significa affatto offendere la Chiesa, da cui essi di... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 9 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news "O mi vendo o rubo" Ecco la vita d'inferno dei bambini romAmelia, crollano i solai di un palazzo fatiscente Un morto e un feritoTreviso, 12enne vende le sue foto nuda per comprarsi abiti firmatiLibano, esplode bomba a Tripoli: almeno 2 mortiAlte cariche, sì all'immunitàRifiuti, l'esercito nel cantiere di Acerra Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (17) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts . cattive notizie da Econe Buone notizie da Mosca. Il bivio di monsignor Fellay Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Qui sotto potete leggera la parte "dottrinale" del protocollo firmato da monsignor Lefebvre e dal cardinale Ratzinger il 5 maggio 1988. All'ultimo momento, il vescovo francese si tirò indietro, ma non perché intendeva mettere in discussione questi punti sottoscritti: lo fece perché (mal consigliato) decise di non "fidarsi di Roma", in merito alla consacrazione del vescovo suo successore che gli era stata garantita. Questi punti dottrinali, dunque restano. E mostrano in tutta evidenza come la Fraternità San Pio X sia andata ben al di là e ben oltre il suo fondatore, diventando un gruppo che ha assunto una mentalità scismatica, come dimostrano certe dichiarazioni pubbliche di Fellay e di Williamson. Il Papa ha fatto tanto, tantissimo, ma dai lefebvriani ha ricevuto soltanto altezzosi schiaffi. I cinque punti, le condizioni che ho rese note nei giorni scorsi, non intendo chiudere la bocca ai lefebvriani, ma riportarli a un livello di discussione improntato dalla carità cristiana e dal rispetto per il Pontefice, requisiti minimi per poter affrontare il tema della revoca della scomunica. La discussione, che esiste e anche accesa in seno alla Chiesa (le critiche al Papa non arrivano certo soltanto da certi tradizionalisti, ma anche da tanti progressisti), continuerà. È evidente però dall'atteggiamento dei responsabili della San Pio X che in gioco non è più la difesa della tradizione cristallizzata (che i lefebvriani credono di poter conservare senza la piena comunione con Roma, unica vera garanzia), ma ci sono in realtà altri elementi. La "condizione" dell'abolizione del messale di Paolo VI dettata da Williamson al Papa è semplicemente ridicola: sono le boutade di chi non vuole davvero l'unità e non ha più nostalgia della comunione con il Papa. Sarebbe bene che si tornasse a ciò che Lefebvre ha sottoscritto. "Io, Marcel Lefèbvre, arcivescovo e vescovo emerito di Tulle, insieme con i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X da me fondata: 1) promettiamo di essere sempre fedeli alla Chiesa cattolica e al romano Pontefice, suo Pastore Supremo, Vicario di Cristo, Successore del Beato Pietro nel suo primato e Capo del corpo dei vescovi. 2) Dichiariamo di accettare la dottrina contenuta nel n 25 della Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II sul Magistero ecclesiastico e sull'adesione che gli è dovuta. 3) A proposito di certi punti insegnati dal Concilio Vaticano II o relativi alle riforme posteriori della liturgia e del diritto, che ci sembrano difficilmente conciliabili con la Tradizione, ci impegniamo ad assumere un atteggiamento positivo e di comunicazione con la Sede Apostolica, evitando ogni polemica. 4) Dichiariamo inoltre di riconoscere la validità del Sacrificio della messa e dei sacramenti celebrati con l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa e secondo i riti indicati nelle edizioni tipiche del messale romano e dei rituali dei sacramenti promulgati dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. 5) Infine promettiamo di rispettare la disciplina comune della Chiesa e le leggi ecclesiastiche, specialmente quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico promulgato dal Papa Giovanni Paolo II, fatta salva la disciplina speciale concessa alla Fraternità con legge particolare". Scritto in Varie Commenti ( 136 ) " (6 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 08 Buone notizie da Mosca. Sul Giornale di oggi pubblico l'intervista al nuovo arcivescovo della cattedrale della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, che domenica riceverà il pallio dalle mani di Benedetto XVI. E' confortante apprendere che c'è un clima nuovo e positivo nei rapporti tra la piccola comunità cattolica e la Chiesa ortodossa russa. Scritto in Varie Commenti ( 11 ) " (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jun 08 Il bivio di monsignor Fellay Mi trovo a Roma e ho raccolto ulteriori informazioni che aiutano a inquadrare meglio le cinque condizioni presenti nella lettera del cardinale Castrillòn Hoyos a mons. Fellay. Innanzitutto quelle condizioni non sono poste ai lefebvriani in generale, ma proprio al loro superiore, cioè lo stesso Fellay. Il quale nei colloqui manifesta volontà di dialogo, poi però scrive e sottoscrive attacchi durissimi contro il Papa. Le cinque condizioni sono dunque un passo previo per iniziare il cammino che porterà alla cancellazione della scomunica. Centrale è il punto dedicato al fatto che la Fraternità, e i suoi superiori, danno l'impressione di sentirsi. superiori allo stesso Pontefice, di giudicarlo dall'alto, come se la San Pio X fosse la "vera" Chiesa e la "vera" Roma, e la Chiesa cattolica guidata da Benedetto XVI fosse un gruppo separato che deve rientrare nella piena comunione con Econe e Menzingen. La verità, purtroppo, è che si sono ormai stratificati atteggiamenti e prese di posizione (lo dimostrano anche alcuni commenti presenti nel precedente post) che rendono difficile riconoscere questo elementare dato: non sono i lefebvriani la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica è quella in comunione con Benedetto XVI. Mai come in questo momento il cuore pastorale e generoso del Pontefice, attraverso il cardinale Castrillòn è aperto alla riconciliazione. Ma è la San Pio X che deve tornare all'ovile dopo l'atto scismatico della consacrazione illecita dei vescovi fatta da Lefebvre, non è la Santa Sede a dover chiedere scusa ai lefebvriani. Risponendo alle domande dei giornalisti francesi su questo argomento, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Lombardi, ha fatto la seguente dichiarazione: "Il riconoscimento del Concilio Vaticano II come vero Concilio ecumenico della Chiesa e il riconoscimento della validità della Messa celebrata secondo la liturgia rinnovata dopo il Concilio non sono assolutamente messi in questione. I cinque punti citati da Tornielli - come del resto appare dal loro stesso tenore - riguardano le condizioni minime perché si possa avere un rapporto caratterizzato da rispetto e disponibilità nei confronti del Santo Padre e da uno spirito ecclesiale costruttivo. Sono quindi di altra natura ed è per questo che non fanno riferimento al Concilio e alla liturgia, non perché questi argomenti non rimangano fondamentali. E' evidente che il Papa desidera tendere la mano perché sia possibile un rientro nella comunione, ma perché si possano fare i passi necessari occorre che questa offerta - questa "mano tesa" - sia ricevuta con atteggiamento e spirito di carità e comunione. A questo invitano evidentemente i cinque punti citati". Scritto in Varie Commenti ( 134 ) " (11 votes, average: 3.82 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jun 08 Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay, come passo iniziale in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle prime indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: quelle espresse nella lettera sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa per iniziare un vero dialogo. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (13 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 201 ) " (14 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (8 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 131 ) " (16 votes, average: 4.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (14 votes, average: 3.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 300 ) " (23 votes, average: 4.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1314 ) " (38 votes, average: 3.58 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (210) Ultime discussioni Gregorio VII: @ Rovere Un saluto! Andrea Tornielli: Parrocchiano, lei può dire tutto ciò che vuole contro di me. Ma stravolgere la realtà, questo... Rovere: @ Gregorio VII Gregorio caro, ti ringrazio, però sia chiaro che non faccio tutto questo per avere... Daniele: Caro Parrocchiano, possibile che offendi sempre? Chi te l'ha insegnato, il Cammino Neocatecumenale? Parrocchiano: A Daniele Offendere casomai i neocatecumeni non significa affatto offendere la Chiesa, da cui essi di... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 9 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news "O mi vendo o rubo" Ecco la vita d'inferno dei bambini romAmelia, crollano i solai di un palazzo fatiscente Un morto e un feritoTreviso, 12enne vende le sue foto nuda per comprarsi abiti firmatiLibano, esplode bomba a Tripoli: almeno 2 mortiAlte cariche, sì all'immunitàRifiuti, l'esercito nel cantiere di Acerra Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (17) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts . cattive notizie da Econe Buone notizie da Mosca. Il bivio di monsignor Fellay Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


"La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Qui sotto potete leggera la parte "dottrinale" del protocollo firmato da monsignor Lefebvre e dal cardinale Ratzinger il 5 maggio 1988. All'ultimo momento, il vescovo francese si tirò indietro, ma non perché intendeva mettere in discussione questi punti sottoscritti: lo fece perché (mal consigliato) decise di non "fidarsi di Roma", in merito alla consacrazione del vescovo suo successore che gli era stata garantita. Questi punti dottrinali, dunque restano. E mostrano in tutta evidenza come la Fraternità San Pio X sia andata ben al di là e ben oltre il suo fondatore, diventando un gruppo che ha assunto una mentalità scismatica, come dimostrano certe dichiarazioni pubbliche di Fellay e di Williamson. Il Papa ha fatto tanto, tantissimo, ma dai lefebvriani ha ricevuto soltanto altezzosi schiaffi. I cinque punti, le condizioni che ho rese note nei giorni scorsi, non intendo chiudere la bocca ai lefebvriani, ma riportarli a un livello di discussione improntato dalla carità cristiana e dal rispetto per il Pontefice, requisiti minimi per poter affrontare il tema della revoca della scomunica. La discussione, che esiste e anche accesa in seno alla Chiesa (le critiche al Papa non arrivano certo soltanto da certi tradizionalisti, ma anche da tanti progressisti), continuerà. È evidente però dall'atteggiamento dei responsabili della San Pio X che in gioco non è più la difesa della tradizione cristallizzata (che i lefebvriani credono di poter conservare senza la piena comunione con Roma, unica vera garanzia), ma ci sono in realtà altri elementi. La "condizione" dell'abolizione del messale di Paolo VI dettata da Williamson al Papa è semplicemente ridicola: sono le boutade di chi non vuole davvero l'unità e non ha più nostalgia della comunione con il Papa. Sarebbe bene che si tornasse a ciò che Lefebvre ha sottoscritto. "Io, Marcel Lefèbvre, arcivescovo e vescovo emerito di Tulle, insieme con i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X da me fondata: 1) promettiamo di essere sempre fedeli alla Chiesa cattolica e al romano Pontefice, suo Pastore Supremo, Vicario di Cristo, Successore del Beato Pietro nel suo primato e Capo del corpo dei vescovi. 2) Dichiariamo di accettare la dottrina contenuta nel n 25 della Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II sul Magistero ecclesiastico e sull'adesione che gli è dovuta. 3) A proposito di certi punti insegnati dal Concilio Vaticano II o relativi alle riforme posteriori della liturgia e del diritto, che ci sembrano difficilmente conciliabili con la Tradizione, ci impegniamo ad assumere un atteggiamento positivo e di comunicazione con la Sede Apostolica, evitando ogni polemica. 4) Dichiariamo inoltre di riconoscere la validità del Sacrificio della messa e dei sacramenti celebrati con l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa e secondo i riti indicati nelle edizioni tipiche del messale romano e dei rituali dei sacramenti promulgati dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. 5) Infine promettiamo di rispettare la disciplina comune della Chiesa e le leggi ecclesiastiche, specialmente quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico promulgato dal Papa Giovanni Paolo II, fatta salva la disciplina speciale concessa alla Fraternità con legge particolare". Scritto in Varie Commenti ( 136 ) " (6 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 08 Buone notizie da Mosca. Sul Giornale di oggi pubblico l'intervista al nuovo arcivescovo della cattedrale della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, che domenica riceverà il pallio dalle mani di Benedetto XVI. E' confortante apprendere che c'è un clima nuovo e positivo nei rapporti tra la piccola comunità cattolica e la Chiesa ortodossa russa. Scritto in Varie Commenti ( 11 ) " (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jun 08 Il bivio di monsignor Fellay Mi trovo a Roma e ho raccolto ulteriori informazioni che aiutano a inquadrare meglio le cinque condizioni presenti nella lettera del cardinale Castrillòn Hoyos a mons. Fellay. Innanzitutto quelle condizioni non sono poste ai lefebvriani in generale, ma proprio al loro superiore, cioè lo stesso Fellay. Il quale nei colloqui manifesta volontà di dialogo, poi però scrive e sottoscrive attacchi durissimi contro il Papa. Le cinque condizioni sono dunque un passo previo per iniziare il cammino che porterà alla cancellazione della scomunica. Centrale è il punto dedicato al fatto che la Fraternità, e i suoi superiori, danno l'impressione di sentirsi. superiori allo stesso Pontefice, di giudicarlo dall'alto, come se la San Pio X fosse la "vera" Chiesa e la "vera" Roma, e la Chiesa cattolica guidata da Benedetto XVI fosse un gruppo separato che deve rientrare nella piena comunione con Econe e Menzingen. La verità, purtroppo, è che si sono ormai stratificati atteggiamenti e prese di posizione (lo dimostrano anche alcuni commenti presenti nel precedente post) che rendono difficile riconoscere questo elementare dato: non sono i lefebvriani la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica è quella in comunione con Benedetto XVI. Mai come in questo momento il cuore pastorale e generoso del Pontefice, attraverso il cardinale Castrillòn è aperto alla riconciliazione. Ma è la San Pio X che deve tornare all'ovile dopo l'atto scismatico della consacrazione illecita dei vescovi fatta da Lefebvre, non è la Santa Sede a dover chiedere scusa ai lefebvriani. Risponendo alle domande dei giornalisti francesi su questo argomento, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Lombardi, ha fatto la seguente dichiarazione: "Il riconoscimento del Concilio Vaticano II come vero Concilio ecumenico della Chiesa e il riconoscimento della validità della Messa celebrata secondo la liturgia rinnovata dopo il Concilio non sono assolutamente messi in questione. I cinque punti citati da Tornielli - come del resto appare dal loro stesso tenore - riguardano le condizioni minime perché si possa avere un rapporto caratterizzato da rispetto e disponibilità nei confronti del Santo Padre e da uno spirito ecclesiale costruttivo. Sono quindi di altra natura ed è per questo che non fanno riferimento al Concilio e alla liturgia, non perché questi argomenti non rimangano fondamentali. E' evidente che il Papa desidera tendere la mano perché sia possibile un rientro nella comunione, ma perché si possano fare i passi necessari occorre che questa offerta - questa "mano tesa" - sia ricevuta con atteggiamento e spirito di carità e comunione. A questo invitano evidentemente i cinque punti citati". Scritto in Varie Commenti ( 134 ) " (11 votes, average: 3.82 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jun 08 Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Sono venuto in possesso delle cinque condizioni poste a monsignor Fellay, come passo iniziale in vista del rientro nella piena comunione con Roma. Al contrario delle prime indiscrezioni, non si parla di accettazione del Concilio o della nuova messa: quelle espresse nella lettera sono condizioni generali previe. Di fatto la Santa Sede, mostrando una grande generosità, chiede di non attaccare la persona del Papa per iniziare un vero dialogo. Monsignor Fellay ha invocato da Benedetto XVI la revoca della scomunica, la richiesta di rispettarne l'autorità senza più pretendere essere destinatari di un magistero "superiore" a quello del Pontefice regnante mi sembra una condizione di buon senso! Questo il testo della lettera che porta la firma del cardinale presidente di Ecclesia Dei: Condizioni risultanti dall'incontro del 4 giugno 2008 tra il cardinale Dario Castrillon Hoyos e il vescovo Bernard Fellay: 1) L'impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa. 2) L'impegno ad evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale. 3) L'impegno a evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e di non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa. 4) L'impegno a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo. 5) L'impegno a rispettare la data - fissata alla fine del mese di gigno - per rispondere positivamente. Questa sarà una condizione richiesta e necessaria come preparazione immediata all'adesione per avere la piena comunione. Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (13 votes, average: 3.77 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jun 08 Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia E' iniziato il conto alla rovescia per l'accordo tra la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre e la Santa Sede, come scrivo sul Giornale di oggi. I lefebvriani, che hanno chiesto la revoca della scomunica, dovranno rispondere entro il 28 giugno alle proposte presentate per conto di Benedetto XVI dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos, presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei". Si tratta di cinque punti da sottoscrivere, chiariti i quali la Fraternità potrà rientrare nella piena comunione con Roma. E' un'occasione irripetibile: i lefebvriani da tempo chiedevano la liberalizzazione del messale antico - e Papa Ratzinger con il Motu proprio "Summorum pontificum cura" ha ridato piena cittadinanza al rito preconciliare - ed è innegabile la "catechesi" che negli ultimi tempi proviene dalle messe papali, con il recupero di alcuni elementi tradizionali. La Fraternità dovrà accettare il Concilio Vaticano II e la piena validità del rito liturgico post-conciliare (entrambi i punti furono già sottoscritti dallo stesso monsignor Lefebvre nel 1988) e per quanto riguarda la sua sistemazione canonica, potrebbe essere configurata come una "prelatura". E' noto però che vi sono resistenze interne: queste dovrà cercare di superare il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, nei prossimi giorni, in occasione del capitolo generale. Ora che l'antica messa è stata liberalizzata - seppur con molte difficoltà e clamorose disobbedienze - molti fedeli tradizionalisti non comprendono perché la Fraternità non si accordi con Roma rientrando pienamente nella comunione cattolica. Circostanze così favorevoli con tutta probabilità non si ripeteranno più. Scritto in Varie Commenti ( 201 ) " (14 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Jun 08 Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella Ieri sera in San Giovanni in Laterano il cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha celebrato il 25 anniversario del suo episcopato (la data esatta della consacrazione in realtà è 29 giugno) accomiatandosi dalla diocesi. Ha ringraziato i collaboratori e ha tenuto un'omelia per certi versi inedita, chiedendo scusa per la "mediocrità" della sua preghiera. Questo è l'ampio articolo che pubblico oggi sul Giornale. L'avvicendamento di Ruini con Vallini sarà annunciato venerdì prossimo, 27 giugno. Sempre sulle pagine odierne, pubblico anche un'intervista al rettore della Lateranense e nuovo presidente della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella, che interviene sul tema della comunione ai divorziati risposati, sollevato ieri mattina da Silvio Berlusconi davanti al vescovo di Tempio Pausania. Scritto in Varie Commenti ( 122 ) " (8 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jun 08 "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Sul Giornale di oggi pubblico un articolo che riprende una lunga e articolata riflessione messa online ieri dall'agenzia Fides della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, diretta da Luca De Mata. Vi si sottolinea come sia del tutto improprio l'uso della bandiera della pace arcobaleno, dimostrando che l'origine di quel simbolo è la Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e oggi il New Age: dunque quanto di meno cattolico possa esistere, dato che il sincretismo gnostico e più pericoloso per il cristianesimo - che è invece un avvenimento storico basato sull'incarnazione - dello stesso materialismo ateo. Vi invito a leggerlo e a farlo leggere a quei parroci che hanno disteso la "rainbow flag" nelle chiese e persino sugli altari. Scritto in Varie Commenti ( 131 ) " (16 votes, average: 4.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jun 08 Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Sul Giornale di oggi pubblico un lungo articolo di recensione alla nuova biografia di suor Pascalina Lehnert, la religiosa che accudiva Pio XII: il volume, edito dalla San Paolo, s'intitola "La signora del sacro palazzo". Il volume è serio e documentato, il titolo (cambiato rispetto all'edizione tedesca) a mio avviso indulge un po' troppo allo scandalismo. Ma si sa che contro Papa Pacelli e la sua corte si può sparare (e c'è "l'aggravante" che Pascalina era una donna, e dunque "sospetta"), mentre sui pure potenti e influenti segretari di altri Papi è d'obbligo il rispetto e la riverenza. Sulla stessa pagina pubblico anche un pezzo che annuncia le iniziative della Santa Sede per ricordare i 50 anni dalla morte di Pio XII: una mostra fotografica e di oggetti (alla quale ho collaborato anch'io), realizzata dal Pontificio comitato di Scienze storiche, un convegno sulla modernità del magistero di Papa Pacelli e su come questo abbia influito decisamente sul Concilio Vaticano II. Inoltre, sono annunciati un convegno sui presunti "silenzi" a Gerusalemme e una riunione di esponenti dell'ebraismo americano che intendono esprimere la loro gratitudine per ciò che Pio XII fece in favore dei perseguitati. Presentando le iniziative (martedì scorso, ma il pezzo esce solo oggi perché è saltato dalla pagina, "scalzato" dalla morte di Mario Rigoni Stern), monsignor Brandmuller, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto: "Ci sono 15 archivi israeliani che hanno documenti ancora non visibili e che nessuno indaga". Scritto in Varie Commenti ( 85 ) " (14 votes, average: 3.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Jun 08 Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa La famiglia è sottoposta all'attacco di forze che "cercano di indebolirla". Questo ha detto ieri sera Benedetto XVI ai giovani brindisini, che lo accolgono con grande calore in una delle poche regioni italiane che, su iniziativa della giunta guidata da Niki Vendola, ha legiferato per concedere diritti alle coppie di fatto. A loro il Papa ha ricordato che "fra i valori radicati" di questa terra c'è "il rispetto della vita" e "l'attaccamento alla famiglia" che oggi "è esposta al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla". Nei giorni scorsi ho pubblicato sul Giornale un articolo sulle minacce che sommessamente (e subdolamente) arrivano su questa materia dall'Europa, attraverso quello che la professoressa Marta Cartabia ha definito "colonialismo giurisdizionale": vale a dire la modifica delle legislazioni familiari a colpi di sentenze delle corti europee. Un dibattito attualissimo, dopo la clamorosa bocciatura dell'Irlanda del Trattato di Lisbona. Scritto in Varie Commenti ( 300 ) " (23 votes, average: 4.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Jun 08 Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Sono in partenza per Brindisi e Santa Maria di Leuca dove questo pomeriggio e domani seguirò la visita di Papa Ratzinger. Apro questo nuovo spazio perché il precedente thread dedicato ai neocatecumenali ha un record di commenti che rende difficile aprire la pagina. Non posso fare a meno di prendere le distanze da coloro che hanno tacciato e continuano a tacciare il Cammino di eresia, da coloro che hanno fatto paragoni davvero offensivi avvicinando il fondatore del Cammino a dittatori feroci. Leggo con attenzione tutti i distinguo, le prese di distanza, gli appunti sulla libertà di critica rispetto alle decisioni papali e vaticane. Mi permetto sommessamente di far notare che allora questi criteri vanno adottati sempre (quando non si tratti di pronunciamenti ex cathedra), e allora ci si dovrebbe inalberare di meno di fronte a critiche o "disobbedienze" che riguardano altri provvedimenti o decisioni. In ogni caso, l'approvazione di ieri - che è stata voluta da Benedetto XVI, il quale non mi risulta in quel momento fosse sottoposto a tortura o costrizioni - sancisce che il Cammino appartiene alla Chiesa. Nessuno è obbligato ad aderirci, nessuno è obbligato a credere a questa proposta. Devo dire in tutta onestà che il quadro che del Cammino è stato dipinto in molti dei commenti che ho letto mi è sembrato a dir poco unilaterale. Sono state usate espressioni inaccettabili, sono stati formulati giudizi e sentenze inappellabili, abbiamo mostrato ancora una volta il volto di una Chiesa che letteralmente si scanna al suo interno. La storia della Chiesa, diceva Chesterton, è fatta da un'avanguardia di santi, un popolo di mediocri, una retroguardia di delinquenti: sono le proporzioni della nostra umanità. Anche nel Cammino, dunque, accanto a qualche santo ci saranno tante persone "normali" o mediocri, e, come nel resto del cattolicesimo e dell'intero genere umano anche qualche mascalzone. Capisco bene, data la sensibilità tradizionale di molti frequentatori del blog, che le liturgie neocatecumenali possano non piacere. Ma paragonare il Cammino a una setta protestante chiudendo gli occhi su ciò che fa per l'evangelizzazione signfica a mio avviso mancare di senso della misura. Gli abusi liturgici accadono - eccome accadono! - nelle parrocchie, nelle chiese cattedrali, durante le "ortodossissime" messe aperte a tutti e magari frequentate da pochi. Immagino che queste poche righe non piaceranno a molti di voi. Ma siete stati voi, continuando la discussione, a chiedermi di aprire nuovi spazi per renderla possibile e visto che ci troviamo nel mio blog mi permetto di ricapitolare la mia posizione. E' troppo facile, a mio avviso, bollare il cardinale Rylko, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II per molti anni, creato cardinale da Benedetto XVI all'ultimo concistoro, come un fan dei neocatecumenali. Rileggete, per favore, le parole che il Papa ha detto ai movimenti il mese scorso. Scritto in Varie Commenti ( 1314 ) " (38 votes, average: 3.58 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (210) Ultime discussioni Gregorio VII: @ Rovere Un saluto! Andrea Tornielli: Parrocchiano, lei può dire tutto ciò che vuole contro di me. Ma stravolgere la realtà, questo... Rovere: @ Gregorio VII Gregorio caro, ti ringrazio, però sia chiaro che non faccio tutto questo per avere... Daniele: Caro Parrocchiano, possibile che offendi sempre? Chi te l'ha insegnato, il Cammino Neocatecumenale? Parrocchiano: A Daniele Offendere casomai i neocatecumeni non significa affatto offendere la Chiesa, da cui essi di... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 9 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Un'enciclica con l'aiuto di Marx - 5 Emails Martini contro il Motu proprio di Benedetto XVI - 4 Emails Ultime news "O mi vendo o rubo" Ecco la vita d'inferno dei bambini romAmelia, crollano i solai di un palazzo fatiscente Un morto e un feritoTreviso, 12enne vende le sue foto nuda per comprarsi abiti firmatiLibano, esplode bomba a Tripoli: almeno 2 mortiAlte cariche, sì all'immunitàRifiuti, l'esercito nel cantiere di Acerra Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Siti Utili Avvenire Fides Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (17) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere Thornborn, un Dan Brown cattolico?: Dan Brown cultura: lupi agnelli e Tornielli cultura: viva Ismaele! I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 106 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 47 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 41 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Bregantini, il trasferimento contestato. Ma... - 38 Votes Recent Posts . cattive notizie da Econe Buone notizie da Mosca. Il bivio di monsignor Fellay Ecco le cinque condizioni della lettera a Fellay Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia Il commiato di Ruini, le spiegazioni di Fisichella "La bandiera arcobaleno è New Age, torniamo alla croce" Pio XII, suor Pascalina e gli archivi ebraici Famiglia sotto attacco, i rischi che arrivano dall'Europa Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


E Walter diventa il "premier ombra" (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. E Parisi insiste: già, perché dopo essere uscito allo scoperto senza se e senza ma, l'ex ministro della Difesa vuol far uscire allo scoperto gli avversari di Veltroni, in particolare Massimo D'Alema, che ha lanciato - anche se lui dice che non cerca lo scontro - una sorta di partito-ombra che si chiama "Red" (Riformisti e democratici). Dice Parisi: "Sento D'Alema avanzare proposta diversa da Veltroni, vorrei essere sicuro che lo faccia esplicitamente.". Aspettiamo la prossima puntata. Scritto in Varie Commenti ( 39 ) " (22 votes, average: 3.36 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (25 votes, average: 3.56 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (27 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (48 votes, average: 3.52 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (53 votes, average: 2.89 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (49 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (123 votes, average: 1.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 60 ) " (132 votes, average: 1.52 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (40) Ultime discussioni valentino: Cosa vi dicevo ?? Rieccoli i "compagni" di nuovo, sempre loro..sempre uguali !!!... Paolo: Veltroni=Di Pietro? mi fanno schifo solo a sentirli Giano: Tempi duri per la sinistra. Quella arcobaleno, subito dopo le elezioni, non solo è scomparsa dal Parlamento,... Rosario: Vel-Troni, presto si ritroverà col Vel e senza Troni! Alberto Taliani: Caro Maurizio C., vedo che lei è contento di essersi meritato il governo Prodi. I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Il terrorista Carlos: "Fazione del Sismi cercò di salvare Moro"Amelia, crollano i solai di un palazzo fatiscente Un morto e un feritoTreviso, 12enne vende le sue foto nuda per comprarsi abiti firmatiLibano, esplode bomba a Tripoli: almeno 2 mortiIntercettazioni, Di Pietro attaccaRifiuti, l'esercito nel cantiere di Acerra Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (3) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Soliarieta' nella sicurezza (sezione: Laici e chierici)

( da "Voce d'Italia, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Politica Il Card. Camillo Ruini lascia dopo 17 anni Soliarieta' nella sicurezza Papa Benedetto XVI ha eletto il nuovo vicario per la Diocesi di Roma Milano, 27 giu. - Papa Benedetto XVI ha accolto la rinuncia presentata, per raggiunti limiti di età, dal card. Camillo Ruini agli incarichi di vicario generale per la Diocesi di Roma e di Arciprete della papale arcibasilica lateranense, e ha chiamato a succedergli negli stessi incarichi il card. Agostino Vallini, finora prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica. 'Mentre esprimo la mia riconoscenza al cardinale Camillo Ruini, sono lieto di comunicare che, al suo posto, quale vicario per la diocesi di Roma, ho nominato il Cardinale Agostino Vallini, fino ad ora Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica'. Così papa Ratzinger ha annunciato la nomina nel corso dell'udienza di commiato concessa in Vaticano agli 'officiali' del vicariato. 'Lo saluto con grande affetto e lo accolgo nel nuovo incarico - ha affermato il Pontefice - che gli affido tenendo conto della sua esperienza pastorale, maturata dapprima quale ausiliare nella grande diocesi di Napoli e poi come vescovo di Albano; esperienze a cui egli unisce provate doti di saggezza e di affabilità'. 'Contestualmente - ha proseguito Benedetto XVI - l'ho nominato Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano e Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense. Caro Signor Cardinale, da oggi la mia preghiera per Lei si farà particolarmente intensa, affinché il Signore le conceda tutte le grazie necessarie a questo nuovo compito. La incoraggio ad esprimere in pienezza il Suo zelo pastorale e Le auguro un sereno e proficuo ministero, nel quale - sono certo - potrà avvalersi della costante e generosa collaborazione dei vescovi ausiliari e di tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici che lavorano nel Vicariato di Roma'. In un'intervista rilasciata a Fabio Zavattaro per il Tg1, il Card. Vallini ha sottolineato l'importanza della sicurezza e della legalità che però, ha ammonito, “vanno coniugate con la solidarietà nel rispetto persona umana”. Giorgio Nadali giorgio.nadali@voceeditalia.it.

Torna all'inizio


Arrivano questa mattina all'aeroporto Sandro Pertini di Caselle gli 80 profughi, sb (sezione: Laici e chierici)

( da "Stampa, La" del 28-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Arrivano questa mattina all'aeroporto "Sandro Pertini" di Caselle gli 80 profughi, sbarcati a Lampedusa e diretti al centro di protezione civile di Settimo. Erano attesi ieri pomeriggio, poi un inconveniente al charter ha fatto slittare la partenza. Al centro "Teobaldo Fenoglio" di via Consolata 115 tutto è a posto: camere, mensa, sala giochi, sala cinema e perfino il campo sportivo. La Croce Rossa militare che gestirà i profughi per i tre mesi necessari, è pronta. Intanto proseguono le polemiche sui metodi del Ministero degli Interni che, con una sorta di "golpe", ha imposto al comune l'ospitalità, per risolvere un'emergenza che a Lampedusa dura ormai da anni. Il sindaco Aldo Corgiat è stato rassicurato dal prefetto di Torino: "Mi ha garantito che non arriveranno altri profughi". >"Le preoccupazioni del sindaco sono comprensibili - commenta don Silvio Caretto, da dieci anni parroco nella chiesa San Vincenzo De Paoli di Settimo - ma sono certo che come sempre la città supererà brillantemente anche questa emergenza". Una voce fuori dal coro, che di emergenze e casi difficili ne sa qualcosa. La parrocchia è a pochi passi dalla palazzina che il comune ha destinato, nel novembre scorso, a un gruppo di famiglie rom, rifiutate da tutti e reduci da una lunga odissea. Le porte della chiesa e dell'oratorio di don Silvio si sono subito aperte, e ora il cammino dell'integrazione sembra ogni giorno meno complicato. "A differenza della vicenda dei profughi - sottolinea il sacerdote - il progetto per i rom è stato pensato con molta calma, a un tavolo istituzionale e con il coinvolgimento di diversi enti". E la gente, i suoi parrocchiani, come ha reagito a questa convivenza forzata? "Senza particolari ansie - risponde -. A Settimo non ho mai percepito segnali xenofobi. Ecco perché sono convinto che anche questa volta ce la faremo. Credo sia necessario vivere seguendo due principi fondamentali: la severità contro chi delinque e la capacità di accoglienza". E sulla necessità di accogliere i profughi don Silvio non ha esitazioni. "Sono anni che le associazioni cattoliche di volontariato chiedono che il problema profughi venga affrontato diversamente. L'Italia ha sempre avuto molte difficoltà; speriamo che ora abbia capito qual è la via da seguire". Poi lancia una stoccata a quelle forze politiche che, pur dichiarandosi cattoliche, non rispettano il principio dell'accoglienza: "Magari fanno l'inchino al Papa, poi gridano contro gli stranieri. Pescano nel torbido per indurre la gente non alla solidarietà, ma alla diffidenza, all'odio".

Torna all'inizio


Fascisti e integralisti a convegno. Offre Tosi (sezione: Laici e chierici)

( da "Manifesto, Il" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

VERONA Il comune patrocina un raduno Fascisti e integralisti a convegno. Offre Tosi VERONA A due mesi dall'assassinio di Nicola Tommasoli ad opera di cinque giovanissimi tifosi della curva dell'Hellas con frequentazioni neofasciste (Forza Nuova), il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi domani "porterà i saluti" della sua amministrazione (che ha dato anche il patrocinio) ad un'iniziativa "culturale" piuttosto inquietante. Si tratta della presentazione di un libro intitolato "Alta finanza e miseria. L'usurocrazia mondiale sulla pelle dei popoli", casa editrice la napoletana Controcorrente (che pubblica libri "storici" e anche Julius Evola), autore Savino Frigiola, vice-presidente vicario del partito "No Euro dei banchieri" e allievo del "professore" Giacinto Auriti, candidato nel 2004 con Alternativa sociale di Alessandra Mussolini. Promotrice della manifestazione, che si terrà al Liston 12, storico bar che si affaccia su piazza Bra e l'anfiteatro areniano, l'associazione politica cattolica Padania Cristiana, con il responsabile federale Matteo Castagna, anche autore della postfazione del volume. La lista dei conferenzieri mette i brividi e conferma, se ce ne fosse bisogno, il disegno politico-culturale portato avanti dal sindaco, da sempre legato a doppio filo con la destra radicale e con l'arcipelago dei gruppi integralisti cattolici. Vediamoli uno per uno. Mario Borghezio, capodelegazione della Lega al parlamento europeo, non ha bisogno di presentazioni; Angelo Alessandri è presidente federale della Lega; Francesco Cianciarelli, assistente del professor Auriti, spesso è invitato ai famigerati campi Hobbit, ritrovi pseudo-scoutistici di neofascisti e neonazisti; Luciano Buonocore è segretario nazionale di Destra Libertaria, fuoriuscito di An e della destra di Storace, leader della "Maggioranza silenziosa" negli anni '70; Piero Puschiavo, fondatore del Veneto Front Skinhead, è responsabile organizzativo della Fiamma Tricolore; don Floriano Abrahamowicz è un prete lefebvriano, celebratore di messe per i reduci della Repubblica di Salò. Nel 2007 era a dir messa alla foiba di Basovizza sempre con Borghezio e Castagna, insieme ad Andrea Dal Canton, responsabile del circolo Christus Rex (fondato col Castagna), e ad Elena Ballini di An, veronese, che fu presidente della prima circoscrizione nei tempi bui della giunta Sironi e dei concerti nazirock. Coordinerà Alberto Lomastro, portavoce di Padania Cristiana, ex Fiamma Tricolore, passato alla Lega nel 2006 e indagato per l'impiccagione del manichino di colore allo stadio Bentegodi nel 1996. Non è del resto la prima volta che a Verona si tengono, con la benedizione di Tosi, tali iniziative "culturali". Nel dicembre scorso fu presentata, sempre al Liston 12, la rivista "Idee per l'Europa dei popoli", con lo stato maggiore della Lega al completo, Borghezio compreso, e poi Lomastro, Elena Ballini, Dal Canton, il circolo Christus Rex e via integraleggiando. Il 17 novembre era stata la volta dell'Assemblea Costituente del Fronte Monetario Popolare, cui parteciparono quasi tutti i conferenzieri - c'erano Puschiavo, Borghezio, Alessandri, ma anche Teodoro Buontempo - che saranno lunedì a Verona, oltre ad Andrea Miglioranzi, della Fiamma, ex Veneto Fronte Skinhead e componente della band nazirock dei Gesta Bellica, attuale capogruppo della lista del sindaco in consiglio comunale. In quell'occasione Savino Frigiola, autore del libro in oggetto, fece il moderatore, Miglioranzi il presentatore e il tutto fu tenuto nientemeno che nel prestigioso palazzo della Gran Guardia. A questo punto risulta non solo incomprensibile ma paradossale l'atteggiamento di Tosi, che dopo l'omicidio di Tommasoli, l'arresto degli assassini e dei fiancheggiatori (anch'essi simpatizzanti di Forza Nuova), ha continuato a gridare alla "strumentalizzazione politica" dell'accaduto da parte di chi vuole infangare l'immagine della città. Ma forse il suo atteggiamento si basa su un dato di fatto ancora più grave: può permetterselo, vista la totale indifferenza dei cittadini veronesi di fronte a tali sfrontatezze. A parte i soliti "estremisti" di sinistra, che lunedì a mezzogiorno hanno indetto una conferenza stampa di fronte al Liston 12, al monumento del partigiano, mentre sabato 5 luglio Nicola verrà ricordato nel luogo dove fu aggredito a morte.

Torna all'inizio


L'ascesa del giovane Angelino garbato esecutore di Berlusconi (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del IL RITRATTO L'ascesa del giovane Angelino "garbato" esecutore di Berlusconi di Sandra Amurri / Roma "Mi sono unilateralmente innamorato di Silvio Berlusconi guardandolo da un tubo catodico". Così ha spiegato la sua adesione a Forza Italia il neo ministro della Giustizia, Angelino Alfano, appena laureatosi in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano. Nasce ad Agrigento il 31 ottobre del 1970 e a 38 anni diventa il più giovane Guardasigilli della storia della Repubblica, battendo per un solo anno Aldo Moro. Sposato con due figli, ha ereditato la passione per la politica da suo padre, annoverato tra i notabili della corrente dc di Calogero Mannino. Diventa consigliere provinciale, poi deputato regionale di FI. Nel 2001 Berlusconi lo vuole a Roma nella cerchia ristretta dei suoi più fidati collaboratori. Nel 2003 fa da relatore alla Finanziaria. E nel 2005 "scalza" Miccichè e diventa coordinatore regionale del partito. Assiduo frequentatore del Meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione, Alfano è un uomo che conosce bene l'arte del misurare le parole, meno quella di renderle convincenti. "È un ottimista, sempre pieno di energia positiva" ha detto di lui Berlusconi. Di certo è un esecutore fidato anche per via di quel suo modo di porsi gentile. Una sola volta, ha lasciato trasparire pubblicamente entusiasmo e convinzione quando è apparso in Tv in collegamento dal quartiere Brancaccio di Palermo per dire: "La mafia mi fa schifo. Io appartengo a una generazione di ragazzi che andava alle elementari quando hanno ucciso Mattarella, alle medie quando hanno ammazzato Dalla Chiesa, all'Università quando sono saltati in aria Falcone e Borsellino. Noi abbiamo il marchio a fuoco dell'antimafia". Sentimenti che hanno perduto di smalto quando non ha esitato a manifestare solidarietà a Marcello Dell'Utri, dopo la condanna in primo grado per concorso in associazione mafiosa con queste parole: "Si sono costruiti teoremi per condannare Dell'Utri ma il risultato è che oggi abbiamo un'altra prova che la giustizia è malata". Anche per il Ministro della Giustizia, dunque, i magistrati sono lodevoli purchè si limitino a processare solo i mafiosi. Nella sua prima uscita pubblica, al convegno dell'Anm ha dato prova di tutto quel savoir faire sorridente che tanto lo rende gradevole alla vista e alle orecchie di chi non vuol vedere e non vuol sentire affrontando, per non rischiare di scoprire le carte, il tema della riforma della giustizia civile, anziché, quello, ben più scottante, della giustizia penale precisando che la tensione tra Ministro e Magistratura era un invenzione dei giornalisti caccia di notizie: "Lavorerò con i magistrati. Già oggi vedo un umore, un clima diverso, che può consentire riforme condivise". Dimenticando, e questo può accadere anche ai giovani, quale fossero le intenzioni che il premier avrebbe manifestato da lì a poco: la magistratura è il cancro della democrazia, le priorità sono bloccare i processi per bloccare il suo, di processo e approvare il Lodo Schifani. All'accusa di essere troppo giovane, Alfano risponde: "Siccome non possono darmi del mafioso e neppure dell'incolto giuridicamente mi attaccano per la mia età ma quando JfK decise di riformare la giustizia si affidò a suo fratello Bob che era giovanissimo. Il ministro della Difesa spagnolo ha 36 anni, quando nel '97 Blair si candidò premier, i Tory provarono a sminuirlo con lo slogan "non affidate a un ragazzo il lavoro di un uomo". Vinse il "ragazzo"", e via di questo passo. Ma Alfano dovrebbe sapere che l'età non è sinonimo di capacità e come scrive il Premio Nobel della letteratura Norvegese Knut Hamsun "L'età non porta necessariamente saggezza o innovazione o altri valori, spesso porta nient'altro che l'età". Mentre all'accusa di essere troppo vicino a Berlusconi risponde: "Sono orgoglioso e meno un gran vanto, si tratta di un leader che ha preso più di 20 milioni di voti" . Aggiungendo: "In via Arenula vado per applicare il programma: più giustizia, più sicurezza". Dimenticando, anche questa volta di spiegare: più giustizia per tutti, fatta eccezione per il suo capo.

Torna all'inizio


Essere di sinistra ha senso. Il Pd ha buttato l'acqua sporca e il bambino (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del LA PLATEA "Essere di sinistra ha senso. Il Pd ha buttato l'acqua sporca e il bambino" di Andrea Carugati inviato a Chianciano Terme "Che cos'è sinistra democratica?". Oda Bozzetti, 50enne delegata di Parma, non è sorpresa della domanda. Tira fuori dalla tasca un foglietto con scritta una frase di John Steinbeck: "Dovunque un bambino nasce gridando per la fame, dovunque si combatte per un lavoro decente, dovunque si lotta per essere liberi cercami e ci sarò". "Ecco, questo siamo noi: romantici, vogliamo ricordare a chi l'ha scordato che la vita non è solo veline o vestiti firmati, ma solidarietà". Troppa nostalgia? "No, è che la sinistra tra le gente c'è ancora, deve solo riscoprirsi. E invece il Pd ha perso l'anima rincorrendo le idee della destra". Magari il Pd vuole essere più moderno... "Se quella è la modernità, non è la mia. Non c'è niente di più antico che accettare una società ingiusta senza pensare di cambiarla". Non è isolata, la signora Oda, qui sotto il tendone bollente del Palamontepaschi di Chianciano dove suona l'Internazionale e si alzano sparuti (ma non troppo) pugni chiusi. "Ma il reducismo non è la chiave per capire chi siamo", dice Arturo Scotto, 30 anni, ex parlamentare più giovane d'Italia. Circola un questionario, "dieci domande per te", per mettere a fuoco l'identità degli 800 delegati. Di comunismo non c'è traccia, una spruzzatina di socialismo ma la domanda più gettonata è "quanto ti definisci di sinistra?". "Molto" è la risposta. Di sinistra, senza altri fronzoli. Laici, ecologisti, attenti a difendere, e rilanciare, tutto ciò che è pubblico: scuola, sanità. Pacifisti, poco interessati alle alchimie dei partiti, molto di più a "ripartire dalle fabbriche" per costruire la nuova sinistra. E molto poco disposti a chiudersi per sempre all'opposizione, o nella testimonianza. "Noi le mani col governo ce le sporchiamo volentieri", dice Paolo Matteucci, assessore ai Trasporti nella giunta di Filippo Penati alla Provincia di Milano. Una frontiera complicata la sua, stretto tra un presidente Pd molto "legge e ordine" e un Prc che minaccia la crisi un giorno sì e l'altro pure. Eppure lui tira dritto: di sinistra e di governo. E con lui questa platea: "Noi ci siamo per un nuovo centrosinistra col Pd, basta un programma decente", spiega Pino Valenti, pensionato di Forlì. L'antiberlusconismo alla Di Pietro, i girotondi, qui non fanno molta presa. "Il nostro nemico non è Berlusconi, ma la cultura della disuguaglianza, del malaffare, dell'individualismo", dice Milena Naldi, 40enne consigliere comunale a Bologna, anche lei stretta tra il sindaco Cofferati e il Prc. Eppure, in questo spazio di manovra assai angusto, c'è la speranza del popolo di Sd: "Tra la gente lo spazio per una sinistra riformista e di governo c'è", si accalora Omar Riccardi, 35enne consigliere di circoscrizione a Torino, San Salvario. Cita Occhetto, applauditissimo sabato nel suo intervento, in cui ha proposto ancora una volta una "costituente" per "andare oltre" la sinistra del Novecento. Non rischiate di guardare troppo indietro? "No, la verità è che il processo lanciato da Occhetto non si è mai concluso", risponde Omar. "Né D'Alema né Veltroni sono stati in grado di farlo. E non potranno certo farlo quelli che pensano alla salma di Lenin". Certo, anche qui fa capolino la politica più bolsa, quella delle liturgie, dei comitati politici, degli emendamenti, dei posti in direzione da spartire tra i vari "territori" in lotta fra loro. Del 40enne che voleva fare l'assessore in un municipio di Roma ma è "rimasto fregato dall'accordo tra Pd e Prc". Eppure l'umore è buono, come ricorda con malizia il coordinatore Claudio Fava, riferendosi alla recente assemblea del Pd alla Fiera di Roma: "Qui da noi non ci sono sedie vuote", grida dal palco, e giù applausi. L'umore è buono, sarà per una certa vocazione al martirio di un popolo che dal Pci in poi ne ha patite tante, ma così è. Qui c'è gente che, spesso, lasciando la carovana del Pd ha lasciato anche sogni di carriera politica: "Se uno aveva molto a cuore la carriera non veniva qui dopo il congresso ds di Firenze", sorride Franco Calistri, 60enne dipendente della Regione Umbria. L'idea del "disinteresse" alle poltrone è molto gettonata. Chi ci crede molto è Francesca Mauri di Lodi, 21 anni: "Non ho mai avuto un partito, sono venuta qui perché sono gli unici che possono portare un po' di novità a sinistra. Con loro si può portare avanti un Dna di sinistra, ma imparando dagli errori, e senza ancorarsi a simboli, tradizioni o poltrone". A Veltroni rimproverano soprattutto di aver buttato via insieme all'"acqua sporca" delle ideologie anche il "bambino" di una identità di sinistra. "Ma qui nessuno vuole fare il satellite del Prc" spiegano. E Tino Magni, colonna di Sd in Lombardia ed ex Fiom: "Però per noi questa società va trasformata, partendo dall'idea che un operaio e un imprenditore non sono la stessa cosa".

Torna all'inizio


Nessuno si rende conto che le regole servono per vivere democraticamente (sezione: Laici e chierici)

( da "Unita, L'" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stai consultando l'edizione del L'INTERVISTA L'ex magistrato Gherardo Colombo ora vicepresidente della Garzanti "Nessuno si rende conto che le regole servono per vivere democraticamente" "Sono stato magistrato per trentatré anni, mi è capitato di conoscere le situazioni più varie, ed ho constatato che è quasi impossibile far funzionare la giustizia dall' interno. Per questo ho pensato di dimettermi per cercare di aiutare i ragazzi, ma anche gli adulti, a riflettere sulle regole". La stagione di Mani pulite, l' illusione effimera che l' Italia cominciasse a emendarsi da alcuni dei suoi più sordidi peccati, è lontana. Gherardo Colombo, uno degli elementi di spicco del pool, passato anche per l'esperienza dell' indagine sulla P2 e dei processi a Berlusconi, un anno fa ha riposto, molto prima della scadenza naturale, la toga. Ma con l' idea che pacta sunt servanda, che le regole, cemento indispensabile di ogni comunità, vadano rispettate. "La giustizia funziona male. In termini di tempi, ma anche di risultati, che fanno pensare che non sempre la giustizia sia uguale per tutti: chi viene arrestato in flagranza di reato, spesso finisce per scontare la pena prima ancora di arrivare in appello; chi è processato a piede libero va incontro a tempi lunghissimi, che possono portare anche alla prescrizione. Credo che il malfunzionamento della giustizia, dipendente da una serie di fattori, abbia la sua prima causa nel cattivo rapporto tra il cittadino e le regole, dovuto anche alla scarsa comprensione di queste ultime". È una sorta di missione laica, quella intrapresa dall'ex magistrato. Che, abbandonata la Cassazione, ha accettato la proposta di entrare nella Garzanti da vicepresidente e ha deciso di dedicarsi ad un incessante pellegrinaggio tra scuole, università, parrocchie. Per discutere, riflettere, sulle regole. Tema anche di un suo recente libro, quasi un manuale: Sulle regole (pp. 160, euro 14, Feltrinelli). "È necessaria una cultura condivisa delle regole. Il libro, che avevo pensato con Feltrinelli prima ancora di dimettermi dalla magistratura, ha lo scopo di stimolare la riflessione sulle regole e sul loro rapporto con le persone. Sulle regole, che esistono necessariamente, se si vive insieme, e organizzano la società distribuendo tra i suoi componenti poteri e doveri. In una società fortemente gerarchizzata, la disuguaglianza è regola: così un tempo si riteneva giusta l'esistenza di padroni e schiavi. Giustizia è una parola ambigua, che cambia a seconda di come si organizza la società". Due i poli. La società verticale, cioè con una rigida gerarchia e una competizione sfrenata intorno al totem del potere, in cui l'essere umano stenta ad affrancarsi dalla condizione di strumento. E la società orizzontale, che riconosce uguale dignità ad ogni persona, dove la gerarchia sfuma e lascia il posto a un modello ispirato piuttosto alla cooperazione. In mezzo, nella realtà storica, una miriade di forme che presentano tratti dell'una e dell'altra. "La nostra Costituzione ha tracciato nel 1948 la strada verso l'orizzontalità. E sulla stessa linea qualche mese dopo si è posta anche la Dichiarazione universale dei diritti umani. La Costituzione garantisce i diritti fondamentali di tutti, non solo di quanti sono nati nell'Unione europea. Ma non sempre viene messa in pratica. Si ragiona spesso in termini di vantaggi immediati, di oggi o del giorno dopo, e la persona non è vista come valore". Vista nell' ottica della realpolitik, l' orizzontalità ha un vago sapore di utopia. Il mondo presenta scenari che, in tempi non lontani, si sarebbero definiti prerivoluzionari. "La stragrande maggioranza del pianeta vive ai limiti della sopravvivenza. Ma non credo per nulla alla rivoluzione violenta, che nega la dignità delle persone che ne sono oggetto e che in passato si è limitata, il più delle volte, a sostituire chi stava al potere, piuttosto che modificare il modello di organizzazione sociale. Il cammino verso l' orizzontalità è lungo, lento. E richiede fin da oggi l'impegno di tutti". g.c.

Torna all'inizio


È morto in ospedale il padre che aveva sparato al figlio - sandro de riccardis (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina XII - Milano La tragedia in famiglia al Giambellino, espianto degli organi è morto in ospedale il padre che aveva sparato al figlio Ricoverato al San Raffaele, non ce l'ha fatta. Era esasperato dalla malattia SANDRO DE RICCARDIS è morto al San Raffaele Severino Busacca, 78 anni, l'uomo che sabato mattina aveva prima sparato tre colpi di pistola calibro 7.65 contro il figlio Mario, 50 anni, malato ai reni sin dalla nascita, poi aveva rivolto l'arma contro di sé ferendosi gravemente alla testa. Ora il pubblico ministero Alfredo Robledo ha disposto l'autopsia sui due corpi e ha autorizzato all'espianto degli organi del pensionato. Padre e figlio abitavano da soli nell'appartamento di via Giambellino 131 da quando la moglie dell'anziano era improvvisamente morta per un ictus, dieci anni fa. Severino Busacca, imbianchino in pensione, l'anno scorso aveva subìto un intervento al cuore, e viveva con quattro by-pass e una valvola cardiaca. E soffriva sempre più nel vedere che le condizioni del figlio Mario, ragioniere, si facevano sempre più precarie. A cinque anni, era già stato operato 17 volte, per una malattia ai reni che lo ha condannato a limiti fisici e a una solitudine che negli anni si è fatta sempre più granitica, tanto che Mario non si è mai sposato ed è rimasto sempre a vivere a casa dei genitori. Negli ultimi tempi, un'ulcera perforante che provocava infezioni frequenti lo costringeva spesso in ospedale, tanto che a un certo punto ha dovuto abbandonare anche il lavoro come contabile nell'amministrazione dell'università Cattolica, dove si occupava di forniture relative agli impianti di riscaldamento. Mario ormai non poteva più separarsi da un catetere e un sacchetto di plastica. Negli ultimi tempi rimaneva sempre chiuso in casa. Una condizione che creava anche tensioni e litigi con il padre, sempre più frequenti. Fino alle 10.30 di sabato mattina, quando il padre ha caricato la sua semiautomatica regolarmente detenuta e lo ha ucciso con tre colpi all'addome e alla testa. Poi si è anche lui tolto la vita.

Torna all'inizio


All'Italia servirebbero cento Spadolini . Così lo scrittore (sezione: Laici e chierici)

( da "Tempo, Il" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stampa "All'Italia servirebbero cento Spadolini". Così lo scrittore ... "All'Italia servirebbero cento Spadolini". Così lo scrittore Luca Goldoni ha concluso in questi giorni un breve profilo dedicato allo statista scomparso quattordici anni fa, il 4 agosto 1994. In effetti Giovanni Spadolini apparteneva alla categoria sempre più rara degli educatori civili, dalle caratteristiche così sintetizzabili: spiccato senso dello Stato, mira costante dell'interesse generale, cristallina onestà, passione per il dialogo, e per il corretto confronto tra le forze politiche di maggioranza e opposizione. Sottolineava con piacere che aveva in sé tre anime, tre autentiche vocazioni che avevano caratterizzato la sua vita senza che l'una prevalesse sull'altra, anzi integrandosi mirabilmente: lo storico, il giornalista, il politico, o meglio l'uomo delle istituzioni. Un unico percorso, tre passioni egualmente assecondate, tre carriere in una, nelle quali il genio precoce di cui era dotato gli aveva consentito di bruciare le tappe. Nato nel 1925, a nove anni, su un quaderno di quarta elementare, scrive a penna il suo primo libro di storia, con tanto di capitoli, indice, pagine, illustrazioni: Avvenimenti e personaggi della storia d'Italia. A dodici anni, in seconda ginnasio, diffonde il primo periodico da lui stesso compilato e battuto a macchina: Il mio pensiero. Nel 1950 dà alle stampe Il papato socialista, libro destinato ad aprire un grande dibattito, ed esordisce nell'insegnamento universitario alla facoltà di Scienze Politiche di Firenze, alla quale sarebbe rimasto fedele per tutta la vita, ricoprendovi la prima cattedra di storia contemporanea nel nostro paese. Antesignano di nuovi percorsi per la storiografia italiana, aprì originali filoni di studi sui rapporti fra Stato e Chiesa e sui partiti politici, con particolare riferimento a movimenti di "minoranza" nell'Italia liberale, quali i cattolici e i laici (repubblicani e radicali). Un insegnamento, il suo, dallo spiccato carattere interdisciplinare: storia in senso ampio, strumento indispensabile per capire il presente e sempre contraddistinta da una forte passione civile. Basti citare il Tevere più largo, titolo di un suo libro entrato nel linguaggio comune per indicare con una formula il nuovo rapporto instauratosi fra Chiesa e Stato con l'avvento al pontificato di Giovanni XXIII: un cambiamento lucidamente intuito e segnalato da Spadolini fin dai primissimi atti di papa Roncalli. La passione per il giornalismo. Nel 1948 è "scoperto" e lanciato da Mario Missiroli nel mondo dei quotidiani. L'anno seguente viene chiamato da Mario Pannunzio a collaborare fin dal primo numero a Il Mondo, l'inimitabile periodico dove il suo talento giovanile ha modo di segnalarsi accanto a nomi del calibro di Ernesto Rossi e Panfilo Gentile, Salvemini, Sturzo, Flaiano... Nel febbraio 1955, a trent'anni non ancora compiuti, assume la direzione del Resto del Carlino e la tiene per tredici anni, fino al 1968, quando passa al Corriere della Sera. In entrambi i casi è un direttore ascoltatissimo dal mondo politico: i suoi pezzi, a sostegno (pur con molti distinguo) di una graduale evoluzione verso il centro-sinistra, hanno una forte incidenza nei palazzi romani. A Milano vive il periodo della contestazione, del cambiamento tumultuoso, della incipiente violenza ad opera degli "opposti estremismi", di destra e di sinistra, minaccia da lui denunciata per tempo proprio dalle colonne del foglio di via Solferino. Nel 1972, quando viene allontanato dal giornale per volere della proprietà, inizia la vita politica vera e propria: è subito eletto nel capoluogo lombardo nelle liste del Partito Repubblicano di Ugo La Malfa. Dopo solo due anni, senza la normale prassi del sottosegretariato, è ministro e fondatore del Ministero per i Beni Culturali, nel governo presieduto da Aldo Moro: il leader della DC vede in Spadolini la persona più adatta per varare il complesso di norme e organismi indispensabili per assicurare un'efficace difesa del nostro straordinario patrimonio culturale, all'epoca minacciato come non mai. Ministro della Pubblica Istruzione nel 1979, assume anche la segreteria del Partito Repubblicano, subito dopo la scomparsa di La Malfa. Nel 1981, nel pieno della crisi morale ed economica del Paese, è Presidente del Consiglio, primo non democristiano nella storia della Repubblica. Sono mesi decisivi, così sintetizzabili: freno e discesa dell'inflazione, liquidazione della loggia P2, colpi durissimi alle Brigate Rosse. Nelle elezioni politiche del 1983 Spadolini ottiene un successo clamoroso, raddoppiando i consensi del PRI, e porta il partito al massimo storico. Nei successivi governi presieduti da Bettino Craxi è ministro della Difesa e in questa veste si segnala per il processo di ammodernamento e integrazione delle forze armate. Dal 1987 fino a poche settimane prima della morte ricopre la carica di Presidente del Senato: un ruolo istituzionale e di garanzia che sembra fatto apposta per lui. Internazionalmente conosciuto a livello politico e culturale (18 le lauree honoris causa conferitegli dagli atenei stranieri) cerca di favorire il processo di integrazione europea, insistendo molto per l'apertura ad Est dopo i cambiamenti epocali del 1989. Proprio l'Italia e l'Europa della ragione, come amava chiamarle, restarono sempre il suo punto di riferimento, la stella polare di una vita intera venuta a mancare troppo presto.

Torna all'inizio


Giovanni Spadolini il borghese risorgimentale (sezione: Laici e chierici)

( da "Tempo, Il" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Stampa Un ritratto dello statista scomparso quattordici anni fa Giovanni Spadolini il borghese risorgimentale "All'Italia servirebbero cento Spadolini". Così lo scrittore Luca Goldoni ha concluso in questi giorni un breve profilo dedicato allo statista scomparso quattordici anni fa, il 4 agosto 1994. In effetti Giovanni Spadolini apparteneva alla categoria sempre più rara degli educatori civili, dalle caratteristiche così sintetizzabili: spiccato senso dello Stato, mira costante dell'interesse generale, cristallina onestà, passione per il dialogo, e per il corretto confronto tra le forze politiche di maggioranza e opposizione. Sottolineava con piacere che aveva in sé tre anime, tre autentiche vocazioni che avevano caratterizzato la sua vita senza che l'una prevalesse sull'altra, anzi integrandosi mirabilmente: lo storico, il giornalista, il politico, o meglio l'uomo delle istituzioni. Un unico percorso, tre passioni egualmente assecondate, tre carriere in una, nelle quali il genio precoce di cui era dotato gli aveva consentito di bruciare le tappe. Nato nel 1925, a nove anni, su un quaderno di quarta elementare, scrive a penna il suo primo libro di storia, con tanto di capitoli, indice, pagine, illustrazioni: Avvenimenti e personaggi della storia d'Italia. A dodici anni, in seconda ginnasio, diffonde il primo periodico da lui stesso compilato e battuto a macchina: Il mio pensiero. Nel 1950 dà alle stampe Il papato socialista, libro destinato ad aprire un grande dibattito, ed esordisce nell'insegnamento universitario alla facoltà di Scienze Politiche di Firenze, alla quale sarebbe rimasto fedele per tutta la vita, ricoprendovi la prima cattedra di storia contemporanea nel nostro paese. Antesignano di nuovi percorsi per la storiografia italiana, aprì originali filoni di studi sui rapporti fra Stato e Chiesa e sui partiti politici, con particolare riferimento a movimenti di "minoranza" nell'Italia liberale, quali i cattolici e i laici (repubblicani e radicali). Un insegnamento, il suo, dallo spiccato carattere interdisciplinare: storia in senso ampio, strumento indispensabile per capire il presente e sempre contraddistinta da una forte passione civile. Basti citare il Tevere più largo, titolo di un suo libro entrato nel linguaggio comune per indicare con una formula il nuovo rapporto instauratosi fra Chiesa e Stato con l'avvento al pontificato di Giovanni XXIII: un cambiamento lucidamente intuito e segnalato da Spadolini fin dai primissimi atti di papa Roncalli. La passione per il giornalismo. Nel 1948 è "scoperto" e lanciato da Mario Missiroli nel mondo dei quotidiani. L'anno seguente viene chiamato da Mario Pannunzio a collaborare fin dal primo numero a Il Mondo, l'inimitabile periodico dove il suo talento giovanile ha modo di segnalarsi accanto a nomi del calibro di Ernesto Rossi e Panfilo Gentile, Salvemini, Sturzo, Flaiano... Nel febbraio 1955, a trent'anni non ancora compiuti, assume la direzione del Resto del Carlino e la tiene per tredici anni, fino al 1968, quando passa al Corriere della Sera. In entrambi i casi è un direttore ascoltatissimo dal mondo politico: i suoi pezzi, a sostegno (pur con molti distinguo) di una graduale evoluzione verso il centro-sinistra, hanno una forte incidenza nei palazzi romani. A Milano vive il periodo della contestazione, del cambiamento tumultuoso, della incipiente violenza ad opera degli "opposti estremismi", di destra e di sinistra, minaccia da lui denunciata per tempo proprio dalle colonne del foglio di via Solferino. Nel 1972, quando viene allontanato dal giornale per volere della proprietà, inizia la vita politica vera e propria: è subito eletto nel capoluogo lombardo nelle liste del Partito Repubblicano di Ugo La Malfa. Dopo solo due anni, senza la normale prassi del sottosegretariato, è ministro e fondatore del Ministero per i Beni Culturali, nel governo presieduto da Aldo Moro: il leader della DC vede in Spadolini la persona più adatta per varare il complesso di norme e organismi indispensabili per assicurare un'efficace difesa del nostro straordinario patrimonio culturale, all'epoca minacciato come non mai. Ministro della Pubblica Istruzione nel 1979, assume anche la segreteria del Partito Repubblicano, subito dopo la scomparsa di La Malfa. Nel 1981, nel pieno della crisi morale ed economica del Paese, è Presidente del Consiglio, primo non democristiano nella storia della Repubblica. Sono mesi decisivi, così sintetizzabili: freno e discesa dell'inflazione, liquidazione della loggia P2, colpi durissimi alle Brigate Rosse. Nelle elezioni politiche del 1983 Spadolini ottiene un successo clamoroso, raddoppiando i consensi del PRI, e porta il partito al massimo storico. Nei successivi governi presieduti da Bettino Craxi è ministro della Difesa e in questa veste si segnala per il processo di ammodernamento e integrazione delle forze armate. Dal 1987 fino a poche settimane prima della morte ricopre la carica di Presidente del Senato: un ruolo istituzionale e di garanzia che sembra fatto apposta per lui. Internazionalmente conosciuto a livello politico e culturale (18 le lauree honoris causa conferitegli dagli atenei stranieri) cerca di favorire il processo di integrazione europea, insistendo molto per l'apertura ad Est dopo i cambiamenti epocali del 1989. Proprio l'Italia e l'Europa della ragione, come amava chiamarle, restarono sempre il suo punto di riferimento, la stella polare di una vita intera venuta a mancare troppo presto.

Torna all'inizio


Il pride divide laici e cattolici pd (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina III - Bologna Il corteo gay ha fatto emergere le differenze sui temi etici tra le due anime ex diessina ed ex Margherita Il Pride divide laici e cattolici pd "Gravi gli insulti alla Chiesa". De Maria: giusto, ma è stata una bella festa "Gravi gli insulti alla Chiesa". De Maria: giusto, ma è stata una bella festa Dopo aver disertato in massa il corteo, i cattolici del Pd difendono la Curia bolognese e attaccano il Gay Pride. "Una manifestazione triste, che va ripensata, perché per difendere dei diritti non si riesce mai a evitare di ricorrere a insulti e offese alla Chiesa" attacca il consigliere ex Margherita Paolo Natali. "Una manifestazione che non è nel mio Dna" aggiunge la vicecapogruppo dei Democratici a Palazzo d'Accursio. Mentre il deputato Pd Gianluca Benamati parla di "volgarità e slogan offensivi contro le istituzioni ecclesiastiche". Severo anche il segretario provinciale Andrea De Maria, che ha partecipato al Pride: "La mancanza di rispetto verso la Chiesa rischia di essere controproducente, anche ai fini delle rivendicazioni degli organizzatori. Ma a parte quelle contestazioni la festa è stata tranquilla". A PAGINA II.

Torna all'inizio


Il gay pride turba i cattolici pd (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Pagina IV - Bologna Il Gay Pride turba i cattolici pd "Gli insulti contro la Chiesa finiscono per alimentare i pregiudizi" De Maria: inaccettabile la mancanza di rispetto per le istituzioni ecclesiastiche, ma è stata comunque una bella festa I cattolici del Partito Democratico alzano la testa e attaccano il Pride. Dopo le polemiche per l'adesione del Pd provinciale al Gay Pride sollevate da Officina delle Idee e Acli, ora anche consiglieri comunali e parlamentari della ex Margherita escono allo scoperto in difesa della Curia, e contro gli slogan e i cori che dal corteo si sono levati contro il cardinale Carlo Caffarra. Non è bastato insomma che l'anima cattolica del Pd disertasse in massa la grande manifestazione in nome del mondo Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans). Ora la polemica arriva diretta. "Un manifestazione triste. Che secondo me ha vita breve e che andrebbe ripensata" dice il consigliere ex Dl Paolo Natali. "Il Pride ha dimostrato che non si riesce a difendere i diritti senza ricorrere a slogan e insulti contro la Chiesa. Contestazioni volgari che finiscono con l'alimentare i pregiudizi". Un effetto "controproducente" insomma. Che fa più male che bene alla causa della laicità. "Un brutto spettacolo" dice anche il deputato Pd Gianluca Benamati, ultimo segretario della Margherita bolognese. "Non è corretto, né lecito, né bello che si cada in provocazioni offensive per la Chiesa e i suoi rappresentanti. Io personalmente non sono mai stato a queste manifestazioni e non vedo perché avrei dovuto andarci quest'anno". Stessa opinione anche della vicecapogruppo Pd a Palazzo D'Accursio Lina Delli Quadri, che puntualizza anche la posizione dei Democratici: "Noi abbiamo approvato un documento che appoggia la difesa dei diritti delle minoranze. Ma non abbiamo "aderito" al Pride. Manifestazioni come queste non sono nel mio Dna". Resta da vedere se siano nel Dna del Pd. Il segretario provinciale dei democratici Andrea De Maria, presente sabato al corteo, condanna le contestazioni alla chiesa - "la mancanza di rispetto verso le istituzioni ecclesiastiche finiscono col danneggiare chi le fa e sono inaccettabili" - ma difende il Pride. "E' stata comunque una bella festa. Tutte le polemiche, anche da parte della sinistra radicale, sono strumentali". Ma l'impressione è che i temi etici restino un campo minato per il Pd, diviso tra la sua anima laica ex Ds e quella cattolica della Margherita. Lo sottolinea il centrodestra. "Su questi temi il Pd resta ambiguo e confuso - dice il deputato Udc Gianluca Galletti -. Da una parte infatti Sergio Cofferati riceve gli organizzatori del Pride, dall'altra i parlamentari e i cattolici del Pd disertano la manifestazione". Duro anche il deputato di An Enzo Raisi: "Il Pd non sa da che parte stare. E' una chiesa con troppe parrocchie". (s.b.).

Torna all'inizio


Una storia moderna sulle orme di De Amicis (sezione: Laici e chierici)

( da "Manifesto, Il" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

RAGAZZI "Dall'Atlante agli Appennini" di Maria Attanasio Una storia moderna sulle orme di De Amicis Francesca Lazzarato DALL'ATLANTE AGLI APPENNINI DI MARIA ATTANASIO, ORECCHIO ACERBO, PP. 108, EURO 14,50 Francesca Lazzarato "Eh andiamo! - disse l'altro. - Non ce n'è ancora abbastanza della gramigna del tuo paese a Rosario! Vattene un po' a mendicare in Italia!". E gli chiuse il cancello sulla faccia". Basterebbe sostituire i riferimenti geografici, e una frase del genere potrebbe venir messa in bocca a un qualsiasi italiano "perbene" soddisfatto per l'approvazione del nuovo pacchetto sicurezza di un governo ormai pronto a stipare anche i minorenni extracomunitari nei Centri di Detenzione ed Espulsione prima di cacciarli dal sacro suolo patrio, a prendere loro le impronte digitali su base rigorosamente etnica e, visto che ci siamo, a toglierli ai genitori per "integrarli" a dovere, come facevano un tempo i nordamericani o gli australiani con i bambini dei nativi. A pronunciare l'invito di cui sopra, invece, è un omone arcigno che, nella ricca città di Rosario, respinge con disprezzo un tredicenne genovese giunto in Argentina per cercare sua madre, una delle tante "donne coraggiose" costrette ad andare dall'altra parte del mondo e a "mettersi a servizio di qualche casa ricca" per aiutare la famiglia. Inutile precisare che il tredicenne è Marco, il protagonista di Dagli Appennini alle Ande, uno dei nove racconti mensili inseriti da Edmondo De Amicis nel suo celeberrimo Cuore, apparso nel 1876 a beneficio dei giovanissimi figli di un'Italia nuova di zecca, che vi avrebbero trovato una quantità di esempi edificanti e di retorica patriottarda, ma anche il nero profondo del gotico metropolitano, e poi avventure, delitti e e un approccio sorprendentemente laico alle cose della nazione. A rileggerlo adesso, nel centenario della morte di De Amicis, Dagli Appennini alle Ande è ancora capace di stupirci per la sua capacità di ritrarre la situazione degli emigranti italiani nei remoti paesi in cui li spingeva la miseria, insieme alla durezza di uno Stato incapace di offrire ai più poveri se non tasse crescenti e coscrizione obbligatoria (sull'argomento l'autore sarebbe tornato con grande efficacia nel 1890 in Sull'oceano, e poi nel 1897 con In America). E proprio da una rilettura attenta del più lungo e avvincente fra i racconti del Cuore è partita Maria Attanasio, scrittrice e poetessa siciliana, che ce ne offre una versione contemporanea in cui gli Appennini diventano il massiccio dell'Atlante e la terra promessa non è più l'Argentina ma l'Italia, dove il marocchino Youssef viene a cercare sua madre, altra "donna coraggiosa" cui il bisogno ha imposto di lasciare i figli per poterli aiutare da lontano. Appena uscito per Orecchio Acerbo, Dall'Atlante agli Appennini (le illustrazioni in bianco e nero sono di Francesco Chiacchio, che parteciperà domani pomeriggio insieme all'autrice e a Goffredo Fofi a una presentazione del volume alla libreria Libri Liberi di Firenze, in via San Gallo), non è però un calco o una semplice riscrittura ammodernata del testo deamicisiano, pur non esitando a seguirne il filo. Se da una parte Maria Attanasio ri-racconta a grandi e piccoli (questo è più che mai un libro per tutti) una storia del nostro passato, dall'altra la immerge nel presente in modo tutt'altro che automatico, consentendoci così di misurare tutte le possibili differenze e somiglianze tra il suo "qui e ora" e il "molto lontano e molto tempo fa" di un'Italia che alla fine del XIX secolo vide partire per terre assai lontane oltre mezzo milione di emigranti. Spogliata da ogni retorica grazie a un linguaggio asciutto che spesso riproduce il parlato e prende nota di varianti regionali e dialettali, e allo stesso tempo lontana dalla semplice cronaca grazie a un'indubbia vena poetica, la vicenda di Youssef riassume le tappe quasi obbligate del viaggio di un ragazzo solo che parte dalle coste dell'Africa su barconi malconci per essere abbandonato in vista della riva italiana: qualcuno non ce la fa a raggiungerla, gli altri vengono portati in un centro di accoglienza molto simile a un carcere. Poi la fuga, la clandestinità, la lunga ricerca da una città all'altra, l'incontro con trafficanti che usano i bambini per spacciare, mendicare, rubare. E il lieto fine duramente guadagnato, quel ricongiungimento con i propri affetti che la Attanasio lascia sobriamente alla nostra immaginazione, rinunciando ai profondi singhiozzi, alle chiome scarmigliate e alle braccia scarne ma capaci di stringere "con la forza di una tigre" descritti da De Amicis. Ma non sempre per i tanti Marco e gli innumerevoli Yussef il finale è stato ed è questo: la sorte dei minori non accompagnati che varcano mari e oceani - come un tempo i piccoli musicanti abruzzesi o pugliesi venduti dai genitori ai capoccia "americani", o i ragazzi extracomunitari in cerca di sopravvivenza, di scuola, di cure e di ricongiungimento familiare - è troppo spesso diversa. Sta a noi far sì che, nonostante tutto, lo scalpiccìo di "strani piccoli piedi, nuovi piccoli piedi" come quelli di Youssef venga percepito come una promessa per il futuro, non come una minaccia. E storie così servono anche a questo.

Torna all'inizio


La radio (sezione: Laici e chierici)

( da "Manifesto, Il" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

La radio RADIO3 Nel palinsesto dal 1 luglio - dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 10.00, la drammaturgia radiofonica "Le memorie di Barry Lindon", con Massimo Popolizio a dar voce al personaggio creato da William Makepeace Thackerary. Nella prima puntata l'introduzione al romanzo è di Nadia Fusini. radio3 Domani 30 giugno a "Radio3scienza" si parlerà dalle 11.30 sulle "intenzioni di voto". Laico? Cattolico? ne discuteranno Elisabetta Tola con lo psicologo cognitivo Nicolao Bonini. radioradicale Il programma odierno prevede una sintesi - a partire dalle 13.30 - dei lavori della "prima assemblea nazionale della Sinistra Democratica" a Chianciano. Tra gli altri l'intervento di Fabio Mussi e quello di chiusura di Claudio Fava. RADIOPOP Comincia domani 30 giugno la stagione dei festival su Radio popolare, e per tutto luglio, dal lunedì al venerdì, verranno proposti speciali monografici di novanta minuti in onda dalle 21.00 alle 23.00; dal "Sing Sing Fest" a "Sconfinando", dai "Suoni delle Dolomiti" a "Ferrara sotto le stelle". RADIO1 La puntata di "Radiogames" in onda oggi alle 11.09 su Radiouno sarà dedicata alle letture estive: Aumentano la lettura d'estate? Si acquisiscono nuovi lettori o sono sempre quelli? Marco Tesei, ideatore e conduttore del programma, ne parlerà con Giuliano Vigini. Altri temi: come salvare i libri che stanno per scomparire dal mercato con Roberto Sanzogno e infine nella rubrica "Parole al vento" Tesei chiederà a Mariano Settembri come nascono i titoli dei libri. RMC Estate è...Rmc Summertime, appuntamento quotidiano dalle 14.00 con musica e intrattenimento. L'apertura spetta a Daniele Bossari seguìto da Patty Farchetto.

Torna all'inizio


"la spagna più forte della crisi così abbiamo superato l'italia" - javier moreno (sezione: Laici e chierici)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

"La Spagna più forte della crisi così abbiamo superato l'Italia" Il premier Zapatero: "Non cambieremo i nostri rapporti con la Chiesa" "La Ue sta creando norme per Paesi che agivano senza una politica comunitaria " JAVIER MORENO MADRID - Sono stati cento giorni strani. Un partito politico vince le elezioni per la seconda volta con il 43,87% dei voti e ottiene 5 deputati in più rispetto alla legislatura precedente, mentre la formazione rivale sprofonda in una crisi dalla quale comincia appena a riprendersi. Un sogno per qualunque politico. Eppure, al momento di fare il punto della situazione, il leader che ha conseguito tutto questo, il 47enne José LuÍs RodrÍguez Zapatero, scopre che il Partito popolare lo tallona di nuovo nei sondaggi, e le critiche fioccano sul suo governo: lo si accusa di inattività (legislativa), deriva a destra (sull'immigrazione) e occultamento della realtà (crisi economica). In questo scenario, El Paìs ha proposto al presidente un'intervista-esame. ECONOMIA Signor presidente, c'è o non c'è la crisi economica? "Dipende da ciò che si intende per crisi. L'anno scorso la crescita economica ha superato il 3,5%, e quest'anno la crescita si attesterà intorno al 2%. Siamo in presenza di un evidente calo, le cui cause vanno ricercate nel contesto internazionale, e soprattutto nella crisi finanziaria che ha avuto origine negli Stati Uniti, nel rincaro del petrolio e nell'andamento dei tassi d'interesse. Nel nostro Paese è soprattutto il settore edile a comprimere la crescita del Pil e ad aggravare la disoccupazione". Al di là di quello che dicono gli economisti, per il cittadino comune la crisi c'è... "Il cittadino è preoccupato perché l'economia va peggio di un anno fa: e ha ragione. è la verità. Ma concetti quali recessione, decelerazione o crisi appartengono piuttosto all'ambito accademico. Per il governo, ciò che conta è poter disporre di più mezzi di quanti ne abbiamo mai avuti per la tutela e l'appoggio sociale: indennità di disoccupazione, aumenti delle pensioni e dei salari minimi. Abbiamo incrementato o introdotto nuovi sussidi per gli alloggi, in particolare per sovvenzionare gli affitti per i giovani, e istituito nuove prestazioni, come il bonus di 2500 euro per ogni figlio a quasi 390.000 famiglie". Crede che il presidente della Banca centrale europea (Bce) Trichet sia responsabile del rialzo del tasso Euribor? Lei gli ha chiesto più prudenza: è stato imprudente? "Ci sono due tipi di politica. Quella della Bce è molto orientata al controllo dell'inflazione,ma dovrebbe avere una certa flessibilità, in particolare perché l'inflazione in Europa è dovuta soprattutto all'aumento del prezzo del petrolio e degli alimenti e non a un eccesso della domanda interna. La Federal reserve americana fa un'altra politica e a medio termine vedremo quale delle due è la più corretta. La Bce ha piena autonomia, ma si può anche discutere di quello fa...". Il governo esclude qualunque riforma del mercato del lavoro senza un accordo tra le parti sociali. Non significa concedere diritto di veto a datori di lavoro e a sindacati? "Significa qualcosa di molto più importante: il governo non procederà per decreti e non intaccherà i diritti dei lavoratori. In una situazione economica positiva abbiamo attuato più politiche sociali; in questo momento meno favorevole sosterremo soprattutto i lavoratori e i cittadini a più basso reddito. E' questo il segno dell'identità del nostro governo". Il governo ha fatto previsioni errate in materia di crescita: nell'ultimo quadro macroeconomico si parlava di una crescita del 2,3%, che già allora appariva irraggiungibile... "Non mi sembra che nessuno abbia mai criticato gli organismi internazionali per aver previsto una crescita del 3,3%, quando noi siamo cresciuti del 3,8%. Le previsioni più azzeccate le ha fatte il governo. Nella situazione attuale la nostra crescita è del 2%, mentre Francia, Italia e Germania sono rimaste ad disotto di questa percentuale negli ultimi 4 anni. Abbiamo appena ricevuto i dati di Eurostat. Per la prima volta il nostro Pil pro capite è in testa alla media europea. E' ormai dimostrato che abbiamo superato l'Italia, e accorciato le distanze rispetto a Germania, Francia e Inghilterra. E in più abbiamo l'eccedenza, che altri Paesi non hanno". Per giustificare la crisi si parla sempre di fattori esogeni quali il petrolio o i subprime... "Quando c'è un freno all'economia mondiale, tutti i Paesi ne risentono. E se il prezzo del petrolio raddoppia il nostro Paese perde ricchezza". Ma si ha la sensazione che negli anni di abbondanza non abbiamo avuto la capacità di cambiare il modello di crescita. " Abbiamo moltiplicato per sette la produttività. La Spagna e la Germania sono i soli Paesi a non aver perso quote di mercato nelle esportazioni; e nel commercio internazionale abbiamo oggi un più alto livello di competitività. Dobbiamo migliorarla ancora? Senz'altro. Ma in questi 4 anni si è dato un forte impulso al cambiamento del modello di crescita, con l'aumento della produttività e lo sforzo per le infrastrutture: per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione. Gli investimenti pubblici si sono triplicati. La nostra economia oggi è più produttiva". SOCIETà La Spagna oggi è una società molto diversa da quella del 1978, l'anno della firma del Concordato con la Santa Sede. Non crede che varrebbe la pena di rivedere i rapporti con la Chiesa per adeguarli alla società di oggi? "La cosa migliore è attenersi alla Costituzione, che definisce lo Stato aconfessionale e delega ai pubblici poteri il mantenimento di un rapporto singolare con la Chiesa cattolica, dato che la popolazione spagnola è in maggioranza di confessione cattolica. In base all'interpretazione che si è data di questo precetto costituzionale, esiste un accordo quadro di collaborazione. Abbiamo un quadro giuridico ragionevole. Non sono favorevole a cambiarlo". Ma è quello che vorrebbero molti esponenti del suo partito. "Riconosco che su questo tema è in corso un dibattito". Cosa risponde a questa richiesta di cambiamento? "La legge sulla libertà religiosa esiste ormai da trent'anni, e in Spagna la realtà è cambiata. Occorre favorire il pluralismo. Oggi i seguaci di altre religioni sono assai più numerosi, e la libertà di coscienza va rafforzata. La legge sarà modificata". Questo vuol dire più religione? " Vuol dire garantire i loro diritti a tutte le confessioni, e garantire la libertà religiosa; anche in questo sta la grandezza della democrazia". POLITICA INTERNAZIONALE Lei ha attribuito a "supina ignoranza o demagogia irresponsabile" le critiche alla direttiva Ue a sul ritorno degli immigrati irregolari. Ma al parlamento europeo cento deputati socialisti hanno votato contro... "Si può votare contro la direttiva; è una posizione rispettabile. Ma si tratta di un primo quadro normativo comune per la politica di ritorno (degli immigrati irregolari ai loro Paesi d'origine), che non esisteva; e questo vuoto dava luogo a situazioni anomale. In nove Paesi non esisteva alcun limite di tempo [all'internamento di immigrati privi di documenti]. Se ora abbiamo una direttiva che fissa questi limiti di tempo, sarà un passo avanti; se avremo garanzie giurisdizionali per la gestione del ritorno e per la durata della permanenza nei centri di internamento in tutta l'Ue, avremo ottenuto un progresso. Si può essere d'accordo o meno, ma non sostenere che in questo modo si criminalizza l'immigrazione o si attenta ai diritti umani". Il fatto che per la prima volta si dica che una persona può essere detenuta per 18 mesi senza aver commesso alcun reato non è rovinoso per la tradizione democratica europea? "Indubbiamente io avrei preferito un limite di tempo inferiore e maggiori garanzie istituzionali, ma non si può dire che questo sia un disastro. Al contrario. Man mano che andiamo verso una politica comune, si tenderà a dare maggiori garanzie. Ciò che la Ue sta facendo è creare norme comuni per Paesi che in materia di immigrazione si consideravano sovrani e agivano come meglio credevano, in assenza di una politica comunitaria". POLITICA INTERNA Ha rinunciato all'idea di risolvere il problema del terrorismo dell'Eta attraverso il dialogo? "Non è stato il governo a rinunciare al dialogo; è l'Eta che ne ha dimostrato l'inutilità con ciò che ha fatto. Questa via non ha dato i risultati desiderati; perciò non vi sarà dialogo". All'intervista hanno partecipato i vice-direttori Berna GonzÁlez Harbour e José Manuel Romero; Miguel Jiménez e Miguel GonzÁlez. Copyright El Paìs - La Repubblica Traduzione di Elisabetta Horvat.

Torna all'inizio


Tre rapallesi per l'Italia ai campionati Uisp (sezione: Laici e chierici)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Ginnastica Federica Olcese, Clio Basso, Giorgia Gasparian ai campionati internazionali di Cattolica per il 60° anniversario della Uisp 30/06/2008 SI APRONO domani a Cattolica i Campionati Internazionali di Ginnastica, all'interno della festa "Rimini 2008 - Sports for All Festival" per il 60° della nascita dell'associazione Uisp. Il nuoto e la pallavolo hanno già aperto il programma sportivo da giovedì 12 giugno, con le prime finali nazionali. Per la prima volta sono stati riuniti insieme i campionati italiani e le attività di 13 Leghe ed Aree Uisp, oltre ai Campionati Csit di 11 discipline sportive. Uno sforzo organizzativo senza precedenti per una manifestazione dai numeri record: saranno presenti a Cattolica 25.000 atleti provenienti da 24 diversi Paesi, verranno disputati 1.100 tra gare e incontri sportivi, si afronteranno 800 squadre - dal calcio al basket, alla pallavolo - delle quali 160 straniere, appunto saranno decisi tredici campionati italiani Uisp e undici campionati internazionali Csit. A margine, le esibizioni di danza e di anziani e una serie di convegni, proiezioni di film e incontri pubblici con dibattiti per approfondire e riflettere sulle varie facce dello sport sociale e per tutti. Per il Campionato Internazionale Uisp del settore ginnastica sono state convocate anche tre atlete della Società Ginnastica Rapallo: si tratta di Federica Olcese, 19 anni, e Clio Basso, 16, per la categoria senior A e Giorgia Gasparian, 13, per la categoria C junior. Le tre giovanissime rapallesi sono le uniche liguri convocate. Per la seconda volta il club rapallese viene selezionato per un evento così prestigioso: la prima volta, nel 1992, in Francia dove a rappresentare l'Italia a un campionato Csit furono Alessandra Papini e la stessa Federica Olcese. Quest'anno è andata ancor meglio, visto che le ginnaste convocate sono salite a tre. In questi giorni nella riviera romagnola, si disputano in contemporanea alla rassegna mondiale di ginnastica, anche i campionati di pallavolo (a Rimini), beach volley (Bellaria Igea Marina), calcio (Rimini e Bellaria Igea Marina), tennis (Rimini), judo (Bellaria Igea Marina), pallacanestro (Cattolica, Coriano, Morciano, San Giovanni), petanque (Rimini). Ga. Ingr. 30/06/2008 l'organizzazioneLe società locali si sono organizzate e offrono corsi a luglio e agosto con tecnici qualificati 30/06/2008.

Torna all'inizio


Dal marxismo all'amore Resta solo ciò che si rinnova (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-06-30 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Pubblico&Privato di Francesco Alberoni Dal marxismo all'amore Resta solo ciò che si rinnova L e società nascono in tre modi: o attraverso la conquista, o sulla base di interessi economici, o da movimenti collettivi. Sono però questi che danno origine alle formazioni sociali più importanti. Come il Cristianesimo, l'Islam, la riforma luterana, il calvinismo, i movimenti nazionali, il socialismo, il comunismo da cui sono nati lo Stato sovietico, cinese e cubano. Ma sono sorti come movimenti anche la massoneria e la psicoanalisi. Tutti i movimenti, nel loro stato nascente, sono caratterizzati da un grande entusiasmo, dal sogno di un mondo di giustizia, di uguaglianza, di libertà e di fratellanza. Ma, dopo un certo periodo di tempo, la fede e lo slancio generoso diminuiscono e tornano ad affermarsi il desiderio di ricchezza e di potere o più semplicemente i bisogni economici. Mentre il gruppo dirigente carismatico si trasforma in una classe dominante che si chiude in se stessa, stabilisce regole di ammissione e occupa con i propri adepti tutte le posizioni di potere. Questo ciclo, che inizia con l'entusiasmo, la fede e la generosità e termina con la chiusura, il denaro e il potere, si è ripetuto innumerevoli volte nella storia. Le istituzioni nascono, decadono, muoiono. Le uniche che sopravvivono secoli o millenni sono quelle che riescono a utilizzare l'energia dei movimenti sorti nel loro seno per rivitalizzarsi. Il caso più famoso è quello della Chiesa cattolica, che più volte si è irrigidita e ha avuto crisi gravissime, ma si è sempre ripresa grazie a movimenti che le restituivano lo spirito delle origini. Pensiamo ai benedettini, i francescani, i domenicani, e poi i gesuiti, i salesiani fino a Comunione e liberazione. Ma anche questi movimenti seguono il ciclo che abbiamo descritto: perdono fede e slancio e diventano associazioni chiuse e abitudinarie. Allora la fiaccola passa ad altri. Per esempio, oggi nel mondo cattolico sono in espansione il Rinnovamento nello Spirito e i Neocatecumenali. Ma quel che avviene in campo religioso avviene anche in campo culturale. Il marxismo, un tempo fede ardente, si è cristallizzato in partiti burocratici e in potenti cooperative, la psicoanalisi o si è diluita nel linguaggio corrente o è diventata una scuola esoterica. Perfino l'amore più appassionato e folle, col tempo diventa tranquilla convivenza. Tutto ciò che vuol restare vivo, intenso, autentico deve aprirsi, rinnovarsi, rinascere. www.corriere.it/alberoni \\ Ogni cosa parte con entusiasmo e poi si chiude e si spegne.

Torna all'inizio


Whitehead e gli Stones nella Swinging London (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2008-06-30 num: - pag: 12 categoria: REDAZIONALE CINEMA www.corriere.it/cinema APOLLO Whitehead e gli Stones nella Swinging London Si inizia alle 20 con "Led Zeppelin Live at the Royal Albert Hall", del 1970. Segue alle 22 un'antologia con i Pink Floyd, i Beach Boys, Nico e Jimi Hendrix, tutti a Londra nel 1966-7. Sono straordinari i documentari in programma all'Apollo oggi e domani. Ne è autore Peter Whitehead (nella foto); le copie arrivano a Milano grazie anche agli studenti del Master in comunicazione del cinema dell'Università Cattolica. Seguace del cinéma-verité, Whitehead ha avuto una formazione scientifica e giornalistica, e una vita pittoresca: è stato compagno di Niki De Saint-Phalle, ha avuto otto figli e per vent'anni ha allevato falconi in Arabia Saudita. Domani alle 20, rarità sui Rolling Stones in tour in Irlanda nel 1966, uno spaccato in diretta della Swinging London ("Tonite Let's All Make Love in London", 1967) e un ritratto di Corso e Ginsberg nel 1965 ("Wholly Communion"). Per approfondire, un libro: "Peter Whitehead. Cinema, musica, rivoluzione" a cura di Laura Buffoni e Cristina Piccino (DeriveApprodi), presente in sala stasera con Luca Mosso. (Alberto Pezzotta) Apollo, Galleria De Cristoforis 3 Oggi e domani dalle ore 20, ingr. libero.

Torna all'inizio


Tra due linee passa solo un congresso (sezione: Laici e chierici)

( da "Corriere della Sera" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2008-06-30 num: - pag: 26 categoria: REDAZIONALE LA LOTTA POLITICA NEL PD Tra due linee passa solo un congresso di MICHELE SALVATI SEGUE DALLA PRIMA Nessuno in passato ha trovato il modo di conciliare i due principi nel caso specifico, cosa certo non facile, e dubito che ciò possa avvenire adesso: il Presidente del consiglio farà passare i provvedimenti cui tiene - l'uno in sé ragionevole, l'altro inaccettabile - e la vicenda finirà li. Ma finirà anche aspetto positivo di una vicenda sgradevole - il potere condizionante di un'area giustizialista che, al di fuori del problema Berlusconi, non mi sembra abbia molto altro da dire. Davanti a noi ci sono cinque anni difficili, che partono da una crisi economica internazionale ben lontana dalla soluzione e vedono il nostro Paese messo assai peggio di quelli con i quali è ragionevole confrontarlo: un debito pubblico e dunque una fragilità finanziaria assai maggiori e una crisi strutturale di competitività avente un'origine antica, che ci farà crescere a velocità dimezzata rispetto a quella pur bassa degli altri. Ammesso che crescita ci sia, visto che per il 2008 le previsioni sono di poco superiori allo zero e per gli anni successivi del tutto aleatorie. In questi cinque anni compito della politica dovrebbe essere quello di realizzare le condizioni in cui l'economia possa tornare a crescere: se non c'è crescita, anche gran parte dei problemi non economici diventano di difficile soluzione. Compattando al massimo, tre sono gli obiettivi: un'economia più dinamica e competitiva; un'amministrazione pubblica più efficiente in tutti i suoi comparti, e soprattutto in quelli dell'istruzione, della giustizia, delle infrastrutture; un Mezzogiorno che, per efficienza, dinamismo e legalità, cominci ad accorciare le distanze con il Nord. Per tutti e tre questi macro-obiettivi le distanze programmatiche tra governo e opposizione non sono insuperabili, e molto gioverebbe al Paese un'opposizione costruttiva: un'opposizione che, per ognuno dei numerosi problemi in cui quegli obiettivi si articolano, avesse proposte chiare da confrontare con quelle del governo, a volte constatandone la somiglianza, a volte opponendosi recisamente, a volte cercando un compromesso. Alla luce del programma elettorale presentato dal Pd queste proposte già ci sono o potrebbero essere rapidamente definite. Ciò che ostacola il confronto, mi sembra, è lo stato di crisi politica in cui quel partito si trova. Nonostante primarie, assemblee costituenti, statuti, carte dei valori - o forse per il modo in cui questi passaggi si sono svolti - il Pd non ha ancora trovato un'identità e un'anima: le cariche che contano sono ancora distribuite secondo le vecchie componenti, la leadership non è riconosciuta da tutti, manca una linea politica maggioritaria che venga seguita anche da coloro che non la condividono, come deve avvenire in un partito serio. Semplificando molto, si stanno in realtà combattendo in modo opaco due linee politiche molto diverse, quasi opposte. La prima linea, quella dell'attuale segretario, scommette su un futuro bipolare del sistema politico, su una competizione dei due principali partiti nel campo degli elettori centristi, su un possibile sfondamento al Nord, su politiche economiche e sociali attente sì ai bisogni dei più deboli, ma modernizzanti e liberali: se questa linea prevale, la fase attuale di violento contrasto col governo è destinata ad esaurirsi e il confronto di merito a prevalere. La seconda linea vede il Pd come strutturalmente perdente in un confronto bipolare e il Nord come una fortezza inespugnabile del centrodestra. Ne viene per conseguenza che l'unica possibilità di tornare al governo, anche pagando lo scotto di un rafforzamento dei partiti centristi e di un Pd dimagrito e più vicino alla sua componente Ds, è quella di coalizioni rese possibili da una legge elettorale proporzionale. Non solo il Partito democratico, ma l'intera strategia dell'Ulivo, il tentativo di fusione dei riformisti laici e cattolici, sarebbe stato un errore. E per conseguenza ne viene anche che il terreno di scontro sarebbe il Sud, non il Nord; che anche l'antiberlusconismo più radicale può servire a cementare coalizioni incoerenti; che bisogna stare molto attenti a proposte modernizzanti, quando queste sono percepite come una minaccia dai ceti più vicini al centrosinistra, dai lavoratori difesi dal sindacato, dal pubblico impiego, da un Sud spaventato dal federalismo fiscale. Personalmente ho pochi dubbi che sia la prima linea quella più favorevole al Paese, quella che può maggiormente aiutarlo a superare la crisi profonda in cui esso versa. Dal punto di vista del partito, delle sue potenzialità elettorali e di governo, della sopravvivenza dell'attuale ceto politico, la questione è più controversa e si può discutere. Domanda: in un partito serio, per discutere e soprattutto per decidere, non si fanno i congressi? \\ Una strada vede un futuro bipolare del sistema politico e un possibile sfondamento al Nord. L'altra vede il Pd perdente in un confronto bipolare e il Nord inespugnabile con l'unica possibilità di tornare al governo grazie a coalizioni favorite da una legge elettorale proporzionale.

Torna all'inizio


Tonino rispedisce Veltroni sul bus contrordine compagni (sezione: Laici e chierici)

( da "Giornale.it, Il" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate? Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (da Tonino) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una letterà all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni - che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Non commentato " (5 votes, average: 3.2 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Jun 08 Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? In politica tutti nodi vengono al pettine, dopo le sconfitte elettorali. Ma il sogno di Walter Veltroni, creare un grande partito di centrosinistra, scommettere sul bipolarimo, tagliare fuori la sinistra radicale (che è riuscito a estromettere dal parlamento anche grazie al voto degli italiani) appare in questo momento davvero un sogno. La verità è che Veltroni è sotto assedio, e a circondare il fortilizio del loft sono proprio molti dei suoi: a cominciare da Massimo D'Alema per finire al "silente" (troppo.) Romano Prodi. E a dargli un avviso di sfratto di sfratto in modo diretto è Arturo Parisi, l'inventore dell'Ulivo: "Cambiamo leader", dice senza tanti giri di parole con un linguaggio che rifugge le liturgie del politichese vecchio stile (Pci, Dc). Così, come scrive sul "Giornale" Paolo Guzzanti, la debolezza del segretario ridà forza all'ala Furiosa (leggi l'articolo), alla sinistra che fa dell'antiberlusconismo e del giustizialismo forcaiolo una ragion politica, una questione di sopravvivenza: unico programma , in mancanza di proposte serie per l'Italia, abbattere Berlusconi. Poi si vedrà. Del resto quando si è aperto il dibattito su Veltrusconi, sul dialogo tra destra e sinistra, sulle grandi riforme condivise nell'interesse del Paese, le nubi dell'uragano si sono subito addensate sulla testa (da tagliare) del leader del Pd. Riuscirà Walter a resistere all'assedio? A contrattaccare? A conquistare una leadership vera alla guida di un'opposizione credibile e realmente alternativa? Ora tocca a lui non spezzare quell'idea di una sinistra moderna e non condizionata da quella radicale (e radical chic), a fare im modo che non resti solo un bel sogno. E Parisi insiste: già, perché dopo essere uscito allo scoperto senza se e senza ma, l'ex ministro della Difesa vuol far uscire allo scoperto gli avversari di Veltroni, in particolare Massimo D'Alema, che ha lanciato - anche se lui dice che non cerca lo scontro - una sorta di partito-ombra che si chiama "Red" (Riformisti e democratici). Dice Parisi: "Sento D'Alema avanzare proposta diversa da Veltroni, vorrei essere sicuro che lo faccia esplicitamente.". Aspettiamo la prossima puntata. Scritto in Varie Commenti ( 45 ) " (22 votes, average: 3.36 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 20Jun 08 L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Tanto tuonò che piovve, sul Partito democratico e sul suo leader dimezzato Walter Veltroni. Già, perché le rese dei conti, nella sinistra. ma anche nel centrosinistra, si consumano con calma, secondo un rito vecchio che ha alle spalle decenni di scuola comunista e democristiana. Stretto fra l'offensiva di Massimo D'Alema e della sua fondazione (corrente?), tra l'idea di ritorni ulivisti (per alleanza allergate, acnora alla sinistra), tra il nodo delle elezioni Europee e niet preventivo della Bindi al tentativo di "abbraccio" con Casini e l'Udc, tra il secco e ribadito addio di Prodi alla presidenza del Pd e il nodo gordiano dell'adesione al Pse (D'Alema dice sì, gli ex Margherita dicono no, lui dice. andiamo oltre), Veltroni ora scopre il doppio binario: dialogo sulle riforme con Berlusconi ma anche opposizione più "dura" per non perdere consensi a vantaggio del vasto e diviso mondo della sinistra a cui guarda invece D'Alema. Così alla Costituente del Pd lancia la doppia sfida interna e esterna: no alle correnti personali (facile a dirsi ma.) e "autunno in piazza" (più facile da fere e comodo): Walter "buonista". ma anche "oppositore duro" di Berlusconi, quello che ha strappato la tela del dialogo. Due volti dello stesso leader che vuol impedire che la sua moneta di fresco conio politico venga svalutata e rotoli via assieme al Pd. Perchè il rischio c'è, e Veltroni lo sa bene: non c'è solo l'ombra lunga di D'Alema, ma pure quelle di Prodi (che il segretario invita a restare ne l Pd). Tanto che, per fare un 'esempio, Rutelli dice del Ppe: "Siamo più innovatori noi dei socialdemocratici". E spinge Veltroni a dire, in Europa: "Costruiamo un nuovo campo riformista". Come dire, andiamo oltre il Ppe altrimenti per noi sono guai. Già, perché sul Ppe D'Alema e suoi, ma pare anch Fassino, la pensano in modo opposto. Insomma, la "guerra" è solo agli inizi, con il voto alla Costituente si cominceranno a contare le truppe e la traversata nel deserto è appena iniziata. Vedremo chi sopravviverà alla guida dell'esercito perduto di Senofonte. Parisi: "Se è l'Ulivo fatto partito, si è fatto male." E gli attacchi arrivano dal centrosinistra, impietoso il giusidizio dell'inventore dell'Ulivo. Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd, non risparmia una critica alla relazione di Walter eltroni che, tra l'altro, ha fatto un esplicito riferimento all'Ulivo. "Noi abbiamo sempre lavorato con l'idea che "Ulivo avesse come obiettivo un bipolarismo a vocazione bipartitica ma con l'unificazione di tutto il campo del entrosinistra", ha spiegato Parisi. Più in generale, l'ex ministro della Difesa ha detto del discorso di Veltroni: "una comprensibile difesa del suo perato, purtroppo l'unico giudizio sul nostro operato risulta essere quello degli elettori in casi come la Capitale o a Sicilia". Scritto in Varie Commenti ( 106 ) " (25 votes, average: 3.56 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jun 08 Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e "ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare (a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti ( 35 ) " (27 votes, average: 3.19 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 76 ) " (48 votes, average: 3.52 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (115 votes, average: 1.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 101 ) " (54 votes, average: 2.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (30 votes, average: 2.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (50 votes, average: 2.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (123 votes, average: 1.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (41) Ultime discussioni Alberto Taliani: per PietroB. La libertà di parola esiste eccome, dipende però da quali parole si usano. Alberto Taliani: Caro Stefano, le rispondo volentieri: non amo la politica fatta in questo modo, spiando dal buco... gianroberto: Secondo voi , per quale ragione Valter ha imbarcato il Dott.On.Di Pietro?, " non poteva non sapere... Pietro.b: Non avevo dubbi,non appena una persona si permette di esprimere un opinione diversa dalla Sua,CARO... stefano: Sono di Sinistra, quindi un comunista. Scusatemi tanto se sono fuori tema, ma una bella discussione sul... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Intercettazioni, giudice dà ragione a Saccà: "Può tornare al lavoro"Obbligavano i figli a rubare: presi 8 romArizona, due elicotteri si scontrano: 7 mortiGermania-Spagna 0-1: decide el Niñ o TorresGiustizia, Berlusconi: "Vado avanti" Veltroni attacca: "Pensi alle famiglie"L'inflazione vola al 3,8%: è record dal '96 Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post June 2008 (4) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? L'autunno caldo di Walter. Dì la tua Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Famiglia Cristiana: "Per il governo la dignita' dell'uomo vale zero" (sezione: Laici e chierici)

( da "Voce d'Italia, La" del 30-06-2008)

Argomenti: Laicita'

Politica "Che aiuti ha previsto Maroni per i bambini? Nulla." Famiglia Cristiana: "Per il governo la dignita' dell'uomo vale zero" Pesanti polemiche dal settimanale cattolico verso la proposta della schedatura dei bimbi Rom Roma, 30 giu.- Un bocciatura senza appello quella espressa dal settimanale Famiglia Cristiana nei suo editoriale circa il decreto sicurezza del governo Berlusconi. In particolare a scuscitare la reazione del settimanale è stata la previsione di decreto che consentirà di rilevare le impronte digitali anche ai bambini Rom. "Alla prima prova d'esame i ministri 'cattolici' del governo del Cavaliere escono bocciati, senza appello. Per loro la dignita' dell'uomo vale zero". Parole pesanti che vanno ad inserirsi all'interno della polemica dei giorni scorsi, già sollevata dal Pd contro Maroni che aveva parlato di "ipocrisia" denunciando come non fosse possibile meravigliarsi di una rilevazione di impronte ed accettare che i bimbi Rom vivano tra i topi. Ma Famiglia Cristiana ribatte: "Avremmo dato credito al ministro se, assieme alla schedatura, avesse detto come portare i bimbi rom a scuola, togliendoli dagli spazi condivisi coi topi. Che aiuti ha previsto? Nulla.".

Torna all'inizio