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PRIVILEGIA NE IRROGANTO  di  Mauro Novelli

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DOSSIER “CLASS ACTION”

 

 

 

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Report "Class action"  15-24 maggio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Class action

Che le Dolomiti siano un un patrimonio dell'Umanità è affermazione così ... ( da "Corriere delle Alpi" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: mediante una assistenza collettiva che, senza sostituirsi alla azione dello Stato, la completa efficacemente"; per ultimo, che "è indispensabile adottare nuove disposizioni per attuare un efficace sistema di protezione collettiva del patrimonio culturale...". Ognuno interpreti queste parole come vuole.

Baby teppisti in azione in via Alfonsine: pronti a lanciare bottiglie piene d'acqua ( da "Cittadino, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Talvolta i titolari di attività si sono anche dati un aiuto reciproco per tentare di arginare i danni, che hanno coinvolto gran parte degli spazi commerciali, alcuni dei quali hanno anche subito atti vandalici. L'auspicio collettivo a questo punto è che venga prevista un'iniziativa che assicuri costanti controlli, al fine di fermare l'orda di giovanissimi perditempo.

Un corteo mascherato per ribadire il diritto ad esistere di Bartleby, il collettivo studentesco bolo... ( da "Leggo" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: il collettivo studentesco bolognese chel'altra sera ha nuovamente occupato uno spazio in via Capo di Lucca. A sfilare per il centro storico sono stati circa in cinquecento ragazzi, molti dei quali indossavano una maschera che raffigurava proprio Bartleby, il personaggio di un racconto di Melville che dà il nome alle ultime azioni dell'

successo della mostra laboratorio della crisi ( da "Nuova Sardegna, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: COLLETTIVO AZ.NAMUSN.ART. Successo della mostra «Laboratorio della crisi» PORTO TORRES. Sono già oltre 500 i visitatori della mostra d'arte contemporanea "Laboratorio della crisi", opera del collettivo artistico "Az.Namusn.Art", inaugurata nel capannone dell'ex Consorzio Agrario.

i centri sociali con i collettivi il prefetto: indagini sugli scontri - michele bocci ( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Firenze I centri sociali con i collettivi il prefetto: indagini sugli scontri De Martino: un gruppo di facinorosi turba il clima della campagna elettorale MICHELE BOCCI Alla manifestazione organizzata dagli studenti per protestare contro le violenze della polizia di lunedì scorso per ora hanno aderito i Cobas, il Movimento di lotta per la casa,

Aumenta di un punto la Robin Tax, class action non retroattiva, possibile sottoscrivere assicurazioni anche per più anni ( da "Messaggero, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Venerdì 15 Maggio 2009 Chiudi Aumenta di un punto la Robin Tax, class action non retroattiva, possibile sottoscrivere assicurazioni anche per più anni

ROMA L'Italia torna al nucleare. È questa la principale novità che arriva con il dise... ( da "Messaggero, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: L'azione legale collettiva (class action) entrerà nell'ordinamento giuridico italiano con l'approvazione definitiva su questo ddl ma avrà valore solo per gli illeciti che verranno commessi successivamente all'approvazione. Per le assicurazioni arrivano le polizze poliennali.

Foreste e boschi: bando di oltre 1 mln ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: proprietà collettive e aziende agro-forestali con un bando che rientra nell'ambito del Prip (Programma rurale integrato provinciale), ai sensi della Misura 122 (accrescimento del valore economico delle foreste) del Programma di sviluppo rurale. 1 milione e 145mila euro per finanziare azioni integrate rivolte all'aumento del valore economico dei boschi,

Class action, sì al decreto sviluppo ( da "Corriere della Sera" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: 33 Al Senato Class action, sì al decreto sviluppo MILANO È stato approvato ieri mattina dal Senato il disegno di legge di Sviluppo, collegato alla manovra economica 2008. Il provvedimento, che ora torna alla Camera per il voto definitivo, contiene le misure per il ritorno dell'Italia al nucleare, ma anche norme su class action e assicurazioni.

Sulla prova del danno all'immagine della P.A. ( da "AltaLex" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: ente collettivo è configurabile la risarcibilità del danno non patrimoniale allorquando il fatto lesivo incida su una situazione giuridica della persona giuridica o dell'ente che sia equivalente ai diritti fondamentali della persona umana garantiti dalla Costituzione, e fra tali diritti rientra l'immagine della persona giuridica o dell'

Il disegno di legge che segna il ritorno del nucleare ( da "CittadinoLex" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: anche abolita definitivamente la retroattività della class-action Il disegno di legge che segna il ritorno del nucleare (Ddl Senato 1195 14.5.2009) Passa alla Camera per il definitivo via libera il disegno di legge in materia di industria ed energia approvato dal Senato il 14 maggio. Il testo segna il ritorno del nucleare e abolisce definitivamente la retroattività per la class-

Il governo approvato il "ddl-Brunetta" Ma dal decreto sparisce la class action ( da "Stampaweb, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: coordinare la disciplina di questa class action amministrativa con l?altra class action generale che il Senato sta esaminando». Le norme sulla class action per la pubblica amministrazione - ha assicurato il premier - confluiranno in un «decreto legislativo che sarà adottato a seguito degli approfondimenti, comunque rispetteremo i termini di scadenza della delega»

Via libera alla rivoluzione Brunetta sulla P.A. ( da "Giornale.it, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Class action Tra le novità, annuncia anche che la class action nella pubblica amministrazione "partirà dal primo gennaio 2010", spiegando l?obbligo, per i dirigenti, di un periodo di lavoro-studio all?estero presso le organizzazioni internazionali.

FS: QUI L'INFORMAZIONE DERAGLIA ( da "Lavoce.info" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: i conferimenti di capitale da parte dello Stato in quanto azionista, e altro ancora; tanti contributi giustificati soprattutto, ma non solo, dalla realizzazione della rete ad alta velocità, i cui costi gravano sulla collettività pur passando attraverso il bilancio di Fs. Per esempio, nel 2007, lo Stato per gli investimenti ha trasferito a Fs altri 4,2 miliardi di euro.

Il governo approva il "ddl-Brunetta" Ma dal testo sparisce la class action ( da "Stampaweb, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: coordinare la disciplina di questa class action amministrativa con l?altra class action generale che il Senato sta esaminando». Le norme sulla class action per la pubblica amministrazione - ha assicurato il premier - confluiranno in un «decreto legislativo che sarà adottato a seguito degli approfondimenti, comunque rispetteremo i termini di scadenza della delega»

Class Action. Brunetta, per P.A. partirà da 1 gennaio 2010. Codacons, ora il ministro si dimetta ( da "Sestopotere.com" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Class Action. Brunetta, per P.A. partirà da 1 gennaio 2010. Codacons, ora il ministro si dimetta (15/5/2009 15:06) | (Sesto Potere) - Roma - 15 maggio 2009 - "Ci aspettiamo dimissioni immediate da parte del Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta'.

Azione collettiva contro le politiche pubblicitarie di Google ( da "Stampaweb, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: azione collettiva è stata avviata contro Google sulla questione della normativa sui marchi registrati negli Usa. Secondo quanto riporta il New York Times, si tratta della prima volta in cui una causa del genere è stata intentata dalla piccola società di software conosciuta con il marchio FirePond per conto di tutti i titolari di marchi del Texas presso la Corte Federale del Texas.

TUTTI I RISCHI DELLA CLASS ACTION NELLA PA ( da "Lavoce.info" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: class action nel suo ambito naturale, la difesa dei consumatori contro le insidie dei contratti per adesione delle grandi società di servizi, la strada per la class action nella Pa appare spianata. LEGGE E DECRETO SONO VAGHI In linea di principio, non vi sarebbe nulla da ridire contro uno strumento finalizzato a consentire ai cittadini di agire nei confronti dei ritardi o delle inefficienze

L'ITALIA TORNA AL NUCLEARE. È QUESTA LA PRINCIPALE NOVITà CHE ARRIVA CON IL DISEGNO D... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: editoria e arriva la class action senza retroattività. Il punto chiave del testo approvato ieri in Senato, e ora al passaggio definitivo alla Camera, è il nucleare. Entro sei mesi dall'approvazione definitiva saranno individuati i criteri per localizzare i siti delle centrali, le modalità di stoccaggio dei rifiuti radioattivi,

P.A.: P.Chigi, class action non ora, ma specifico dlgs ( da "KataWeb News" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Chigi, class action non ora, ma specifico dlgs 15 maggio 2009 alle 19:11 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il Presidente del Consiglio, al termine del Consiglio dei Ministri, insieme al Ministro Brunetta ha rilasciato una dichiarazione con la quale ha sottolineato che: 1.

Forlì, Balzani: "Rondoni condivida con me il 'no' alla xenofobia" ( da "RomagnaOggi.it" del 15-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: e costituire quindi il prodotto dell'azione collettiva della giunta. Noi abbiamo chiaro il nostro obiettivo: fare di Forlì una città dell'Europa civile e moderna, con ampie zone pedonali, comodi parcheggi per i residenti e per il commercio, percorsi ciclabili diffusi fino alla periferia e ai sobborghi, potenziamento della mobilità pubblica.

Via libera alla Rientra la minaccia di dimissioni ( da "Corriere.it" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: CLASS ACTION - Dal canto suo, Brunetta ha annunciato che la class action nella pubblica amministrazione «partirà dal primo gennaio 2010». «È la prima volta - ha sottolineato - che si introduce l'azione collettiva nella pubblica amministrazione».

Cambia il pubblico impiego, dimissioni rientrate ( da "Cittadino, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Comunque il ministro sembra avere già in testa questo secondo decreto legislativo: «Arriverà in autunno, sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni addotte non convincono né l'opposizione né le associazioni dei consumatori. (Ansa)

fannulloni, via alla riforma premi solo ai più efficienti ( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina Il provvedimento varato dal Cdm ora va in aula. Slitta la class action Fannulloni, via alla riforma premi solo ai più efficienti SEGUE A PAGINA 22

se il dirigente non ha obiettivi - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Altro esempio è la class action, azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione, che prefigurava la gogna mediatica (pubblicità sui giornali ancora prima del giudizio) delle amministrazioni coinvolte. è stata rimossa in extremis dal decreto, ma è emblematica del metodo seguito nel ridisegnare la PA.

Via al decreto anti-fannulloni ( da "Secolo XIX, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: orfano della class action «che comunque - ha assicurato Brunetta - partirà dal primo gennaio 2010». Perché questo rinvio? «Abbiamo ritenuto di dover acquisire il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura - ha spiegato Berlusconi - per sapere quali sono i riflessi che questa norma può avere sul processo amministrativo.

Festa col profumo di primavera ( da "Libertà" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Fotografare il Po e la sua gente" di Davide Magri, la quinta "Il Po dei Savoia", la sesta la collettiva "Inter-Azioni", la settima "Disegnare a pennarello e a pastello" di Giuseppe Fornasari, l'ottava "Impronte", una collettiva di arte contemporanea. Davanti all'istituto comprensivo funziona lo stand gastronomico di Alpini e Protezione civile.

l'ultimo monopolista non regolato? le fs ( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: i conferimenti di capitale da parte dello Stato in quanto azionista, e altro ancora; tanti contributi giustificati soprattutto, ma non solo, dalla realizzazione della rete ad alta velocità, i cui costi gravano sulla collettività pur passando attraverso il bilancio di Fs. Per esempio, nel 2007, lo Stato per gli investimenti ha trasferito a Fs altri 4,2 miliardi di euro.

Premi e sanzioni Ma niente class action ( da "Adige, L'" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni addotte non convincono né l'opposizione né le associazioni dei consumatori. Se Linda Lanzillota del Pd accusa il ministro di «cedere alle resistenze delle a burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici», il Codacons parla senza termini di «

scontri dell'11 maggio, oggi il corteo - michele bocci laura montanari ( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: organizzato dalla Rete dei Collettivi studenteschi delle superiori a cui hanno aderito tra gli altri, gruppi universitari di sinistra, centri sociali, Movimento di Lotta per la casa. Non è una vigilia tranquilla, nell´aria c´è tensione dopo i fatti dell´11 maggio, un agente contuso, uno studente di 16 anni finito all´ospedale per le manganellate della polizia,

Uffici pubblici la class action può attendere ( da "Stampa, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: AMMINISTRAZIONE Uffici pubblici la class action può attendere [FIRMA]ALESSANDRO BARBERA ROMA Manca ancora il parere di Camera, Senato, delle Regioni, del Cnel, il via libera definitivo del governo. C'è da vincere i malumori dei sindacati e, nonostante la minaccia di dimissioni, per ora Renato Brunetta deve rinunciare ad uno dei punti ai quali più teneva della sua riforma:

meritocrazia e stage all'estero rivoluzione nel pubblico impiego - roberto petrini ( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: class action. Berlusconi: Brunetta birichino Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo ROBERTO PETRINI ROMA - «Una tecnica da birichino», la definisce Berlusconi. Con la sua minaccia di dimissioni il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha forzato i tempi ed ottenuto che ieri il consiglio dei ministri varasse il suo decreto legislativo in attuazione

Abbattuto il cancello: Il parcheggio è pronto' ( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: SEBASTIANI AZIONE DI FORZA, ieri mattina, del Comune per entrare in possesso dell'ex campetto dei ferrovieri allo scopo di adibirlo a parcheggio. I suoi operai hanno tolto e portato via il cancello d'ingresso che il giorno prima il privato, che si dice titolare di un contratto di affitto per quell'area, aveva risistemato dopo un primo tentativo di rimuoverlo da parte degli stessi operai.

( da "Giornale.it, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Del provvedimento non farà parte la class action, cioè le cause collettive nei confronti della pubblica amministrazione che andranno in un provvedimento ad hoc. Prima il governo richiederà «un parere al Consiglio di Stato e all'Avvocatura sugli effetti che può avere la nuova disciplina sul processo amministrativo e sulla difesa erariale».

Il decreto Brunetta riparte ma perde la class action ( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: di azione collettiva tanto nel settore privato quanto nel settore pubblico». Tornando al decreto legislativo generale, c'è da registrare qualche modifica in materia di contrattazione collettiva. Come già nel provvedimento originale il decreto prevede che non più di un quarto dei dipendenti di ogni amministrazione possa beneficiare del trattamento accessorio nella misura massima,

Le ragioni delle modifiche. ( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: azione collettiva contenuta nel Ddl Sviluppo (a.s. 1195) attualmente in discussione a palazzo Madama. Obiettivo dell'azione collettiva nel settore pubblico resterà, come ha sottolineato in più occasioni il ministro Brunetta, quello del ripristino del corretto svolgimento della funzione denunciata come inefficace o di bassa qualità (

Sicurezza nei cantieri, arrivano i carabinieri ( da "Nuova Ferrara, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: La loro azione congiunta potrà servire come deterrente ai comportamenti scorretti delle aziende del settore edile. Anche se in questi ultimi anni, il rischio di infortuni nei luoghi di lavoro si è caratterizzato per un'inversione di tendenza, rimane alto nei cantieri edili.

Tremonti: autostrade, poste e Iva ci dicono che la caduta si è arrestata ( da "Corriere della Sera" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: È di questi giorni lo scontro sulla class action nel pubblico amministrazione. «I rapporti nel governo sono straordinari. Brunetta sta facendo bene. È giusto dare degli standard ideali su cui parametrare lo stato reale, ma non dare l'unico potere ai consumatori. Sono discussioni normali.

Il Cdm fa felice quel birichino di Brunetta ( da "Manifesto, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: regolamentare la class action nei confronti dei prodotti e servizi della pubblica amministrazione. Il ministro Brunetta non si scompone, e difende il suo decreto così com'è. Senza class action. Promette però di affrontare la questione in un secondo momento con un decreto ad hoc, pronto per gennaio 2010 in concomitanza all'altro decreto sulla class action che riguarda anche i privati.

ROMA Trovata l'intesa fra Renato Brunetta e gli altri ministri, il decreto sul pubblico impieg... ( da "Messaggero, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Sabato 16 Maggio 2009 Chiudi ROMA Trovata l'intesa fra Renato Brunetta e gli altri ministri, il decreto sul pubblico impiego può iniziare il suo iter. Il governo si impegna ad emanarlo definitivamente entro due mesi. La riforma, che introduce le graduatorie dei bravi e meno bravi per tutti i dipendenti pubblici, non comprende più la class action.

Statali, sulla riforma Brunetta raggiunta l'intesa fra i ministri ( da "Messaggero, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Sabato 16 Maggio 2009 Chiudi Statali, sulla riforma Brunetta raggiunta l'intesa fra i ministri Rinviata la class action. «Ma entrerà comunque in vigore a gennaio»

ROMA Il decreto legislativo sul pubblico impiego è stato riapprovato dal Consiglio dei min... ( da "Messaggero, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: quello sulla cosiddetta class action nei servizi pubblici. Quindi Silvio Berlusconi è sceso in sala stampa e ha annunciato: «Abbiamo approvato il decreto legislativo che va sotto il nome di "rivoluzione Brunetta", che ora inizia il suo iter». Nel comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri comunque non si fa il minimo accenno al decreto.

Corteo e scontri, via all'inchiesta. ( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: ed è promosso da Collettivi di studenti medi e universitari, realtà di base, centri sociali e movimenti. Gli scontri di lunedì, tuttavia, hanno lasciato strascichi giudiziari. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo su quanto accaduto vicino al liceo classico Michelangelo e ipotizza i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale,

Corteo e scontri, via all'inchiesta ( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: ed è promosso da Collettivi di studenti medi e universitari, realtà di base, centri sociali e movimenti. Gli scontri di lunedì, tuttavia, hanno lasciato strascichi giudiziari. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo su quanto accaduto vicino al liceo classico Michelangelo e ipotizza i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale,

Dipendenti pubblici, il governo dice sì alla ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Il no di Pd e consumatori Ma le motivazioni addotte dal ministro non convincono però né l'opposizione né le associazioni dei consumatori. Se Linda Lanzillota del Pd accusa il ministro di «cedere alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici»

Statali, bastone e carota Via alla rivoluzione nel segno di Brunetta ( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni con cui sia Berlusconi, sia Brunetta hanno spiegato il rinvio non hanno convinto opposizione e consumatori. Per Linda Lanzillotta (Pd) il ministro ha ceduto «alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici».

La rivoluzione di Brunetta perde subito un pezzo: la tutela dei cittadini ( da "Unita, L'" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: la tutela dei cittadini FELICIA MASOCCO La class action è stralciata, ma Renato Brunetta non si dimette. È una delle considerazioni che si possono trarre dal via libera, dato ieri dal consiglio dei ministri, al decreto per la produttività nella pubblica amministrazione. La class action non c'è, è rinviata, si fa la data del 2010.

Via alla riforma Brunetta Ma senza la class action ( da "Corriere della Sera" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: no a tutto il potere ai consumatori Via alla riforma Brunetta Ma senza la class action Il ministro: ritiro le dimissioni. Il premier: bene, birichino ROMA La riforma della pubblica amministrazione, passata alla storia ormai come la legge «antifannulloni», con tanto di meritocrazia e sanzioni disciplinari entrerà in vigore entro l'estate.

via libera alla "rivoluzione" brunetta negli uffici ( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni addotte non convincono nè l'opposizione nè le associazioni dei consumatori. Se Linda Lanzillota del Pd accusa il ministro di «cedere alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici», il Codacons parla senza termini di «

Se il dirigente non ha obiettivi ( da "KataWebFinanza" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Altro esempio la class action, azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione, che prefigurava la gogna mediatica (pubblicit sui giornali ancora prima del giudizio) delle amministrazioni coinvolte. stata rimossa in extremis dal decreto, ma emblematica del metodo seguito nel ridisegnare la PA.

Tremonti: crisi si è arrestata ( da "Corriere.it" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: È di questi giorni lo scontro sulla class action nel pubbli­co amministrazione. «I rapporti nel governo sono straordinari. Brunetta sta facendo bene. È giusto dare degli standard ideali su cui parametrare lo stato rea­le, ma non dare l'unico potere ai consumatori. Sono discussioni normali.

LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE TARGATA BRUNETTA PRENDE CORPO. CON IL VARO, IERI, DEL DECR... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-05-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Class Action

Abstract: dei giorni scorsi che avevano portato il ministro Brunetta a minacciare le dimissioni, il testo è passato con alcune modifiche come lo stralcio della class action. Il provvedimento introduce una profonda revisione di tutti gli aspetti della disciplina del lavoro presso la pubblica amministrazione: dalle sanzioni per i fannulloni al nuovo sistema di premialità. FRANZESE A PAGINA 19

La spunta Brunetta: dal Consiglio dei ministri via libera alla "Rivoluzione PA" ( da "Panorama.it" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: azione collettiva nella pubblica amministrazione". Quanto ai tempi, Brunetta ha spiegato che "occorrerà dare vita agli standard della p.a. nei prossimi mesi. Il decreto legislativo sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato", ha detto il ministro riferendosi alla norma approvata in Senato nel disegno di legge Sviluppo

GIUSY FRANZESE ROMA. MERITOCRAZIA, PREMIALITà, TRASPARENZA, SODDISFAZIONE DEL CLIENTE CITTAD... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: e di raccordare il tutto alle norme sulla class action privata attualmente all'esame del Senato. Brunetta, comunque, si mostra ottimista: «Dal primo gennaio del 2010 anche la class action amministrativa sarà operativa». Il rinvio non è piaciuto all'opposizione, né alle organizzazioni dei consumatori, come il Codacons.

PROMOZIONI E INCENTIVI PER I PIù BRAVI, STAGE DI SEI MESI ALL'ESTERO PER I DIRIGENTI. RINVIATA LA CLASS ACTION ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Promozioni e incentivi per i più bravi, stage di sei mesi all'estero per i dirigenti. Rinviata la class action

( da "Sicilia, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: E i fatti, spiega Brunetta, sono che l'azione collettiva nel settore pubblico entrerà in vigore dal primo gennaio 2010. Il ministro inoltre pone l'accento sul fatto che «solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità».>

Pronto a fare il sindaco di Venezia ( da "Corriere delle Alpi" del 17-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: commercio abusivo diffuso dal Pdl Grande Città di Venezia e ricorda che i decreti delegati alla legge 15/2009 contengono pure la possibilità di azioni collettive contro i comportamenti omissivi delle pubbliche amministrazioni. Poi il ministro Brunetta scruta la sfera di cristallo e pronostica la coalizione di centrodestra, guidata da Francesca Zaccariotto, già vincente al primo turno.

pronto a fare il sindaco di venezia ( da "Mattino di Padova, Il" del 17-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: commercio abusivo diffuso dal Pdl Grande Città di Venezia e ricorda che i decreti delegati alla legge 15/2009 contengono pure la possibilità di azioni collettive contro i comportamenti omissivi delle pubbliche amministrazioni. Poi il ministro Brunetta scruta la sfera di cristallo e pronostica la coalizione di centrodestra, guidata da Francesca Zaccariotto, già vincente al primo turno.

pronto a fare il sindaco di venezia - claudio baccarin ( da "Nuova Venezia, La" del 17-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: commercio abusivo diffuso dal Pdl Grande Città di Venezia e ricorda che i decreti delegati alla legge 15/2009 contengono pure la possibilità di azioni collettive contro i comportamenti omissivi delle pubbliche amministrazioni. Poi il ministro Brunetta scruta la sfera di cristallo e pronostica la coalizione di centrodestra, guidata da Francesca Zaccariotto, già vincente al primo turno.

Nel giorno in cui a Torino si apre il summit dei rettori ce n'è uno che è finito sott... ( da "Stampa, La" del 17-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Per i prossimi giorni promettono azioni dimostrative. Dicono che cercheranno di disturbare il summit «ma senza alcuna violenza». Atmosfera tranquilla al Block Building. E così al Turin Sherwood Camp, il campeggio allestito sulle rive del Po dai collettivi e dai precari della ricerca.

Oggi a Torino si apre il G8 delle Università La polizia: no ad altre azioni dimostrative ( da "Stampa, La" del 17-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Per i prossimi giorni promettono azioni dimostrative. Dicono che cercheranno di disturbare il summit «ma senza alcuna violenza». Atmosfera tranquilla al Block Building. E così al Turin Sherwood Camp, il campeggio allestito sulle rive del Po dai collettivi e dai precari della ricerca.

( da "Corriere del Veneto" del 17-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: del proliferare delle azioni neofasciste. «Nella notte tra giovedì e venerdì qualcuno ha imbrattato la facciata della sede del Collettivo Metropolis in via Mazza con la scritta "Ocio!!" hanno raccontato gli attivisti del collettivo - . Questa volta l'intimidazione non è anonima perché sempre sul muro hanno lasciato la firma del Blocco Studentesco,

Pendolari a confrontosul contratto di servizio ( da "Secolo XIX, Il" del 17-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: azioni che servano ad attirare l'attenzione della collettività e delle istituzioni preposte su questo importante tema. Invitiamo tutti coloro che desiderano contribuire impegnandosi in azioni concrete a supporto di un contratto di servizio equo ed in linea con le nostre giuste rivendicazioni a partecipare all'assemblea che si terrà lunedì pomeriggio alle 18 presso il bar della stazione

"Adesso il conflitto si fa reality show" ( da "Stampa, La" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: microviolenza che magari si scarica contro le proprie famiglie anziché in un coordinato conflitto collettivo». Torniamo alla Fiat, all'auto, a Torino. Che succederà? «Tutte le carte si rimescolano. Già è alle nostre spalle il miracolo della rinascita della Fiat, la sopravvivenza a una morte che era già stata consumata nel racconto collettivo, Torino che rimaneva città dell'auto.

17/05/2009 23:01 Children Fail to Thrive in Britain's Schools ( da "ITnews.it" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: tell tale signs and be aware of how to take action to support your child: Tell tale signs Change in attitude to school: - Your child appears to dread or dislike attending school - Your child feigns illness, sleeps in, takes longer to get ready and makes themselves late - Your child doesn't appear to be doing any homework, and doesn't seem bothered by this - Your child is depressed,

17/05/2009 22:00 Babcock & Brown Infrastructure Fund North America Now Independent as SteelRiver Infrastructure Fund Following Buyout From Babcock & Brown. ( da "ITnews.it" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: s decisive action to protect Fund value in the face of B&B's financial problems, and we were quick to commit resources to support them on this. As importantly, we are impressed with how the team has invested and managed the first half of the Fund, and welcomed the opportunity to support them with additional capital in the buyout.

Medolla alla grande ( da "Gazzetta di Modena,La" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: attacco locale conclusa da Ferri che ribadisce in rete un'autentica azione collettiva. Al 68' Vergnani lancia a Iotti che mette al centro una palla per Borghi: cannonata alta sopra la traversa. Al 78' punizione di Cassano per Razzaboni che con un diagonale porta a 4 le reti locali, complice una leggera dormita della difesa reggiana.

c'e' poca action ( da "Messaggero Veneto, Il" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione è uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico, introdotta dalla legge 15/2009, la cosiddetta legge Brunetta. Mentre da anni si cerca di affermare la class action nel suo ambito naturale, la difesa dei consumatori contro le insidie dei contratti per adesione delle grandi società di servizi,

COLLIGIANA Radice, che spinta ( da "Nazione, La (Siena)" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Pulito ed equilibrato in ogni intervento finalizzato a dare sostanza al collettivo. Bravo nell'organizzare la circolazione della palla. RUSSO 6. Non ha avuto smagliature di sorta nell'azione coerente e logica che ha sempre prodotto impegnandosi molto sul piano dinamico. LACHEHEB 6,5. Ha puntato sulla continuità di rendimento ed ha fatto la sua parte con ammirevole concretezza.

GOOGLE BOOK SEARCH: GLI EDITORI ITALIANI DOVRANNO DECIDERE DOVRANNO DECIDERE ENTRO IL 4 SETTEMBRE ( da "marketpress.info" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: class action legata a Google Book Search. La corte federale di New York ha infatti deciso che entro il 4 settembre ? e non più entro il 5 maggio - gli editori e autori (anche italiani) dovranno decidere se entrare a far parte o meno dell?accordo che chiude la class action in corso in America tra autori ed editori americani e la stessa Google per il servizio Book Search in relazione

migrazione un laboratorio ad abano ( da "Mattino di Padova, Il" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Tutti i materiali prodotti dai partecipanti saranno presentati alla cittadinanza durante l'evento estivo «So Far, So Good... 2009», previsto dal 30 luglio al 9 agosto sempre ad Abano. Lo scopo degli incontri è quello di recuperare una dimensione di dialogo collettivo civile.

La rivoluzione del ministro "birichino" riceve il sì del Consiglio dei ministri ( da "Comunicatori Pubblici" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Nel provvedimento compare anche la class action nella PA, ma la partenza è prevista non prima di gennaio 2010. Su questo è aspra la critica del Pd. “Il Ministro Brunetta cede alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici - afferma Linda Lanzillotta -.

In passerella sfila l'italianità ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: inserimento nel calendario ufficiale di una sfilata collettiva di tre nuovi marchi provenienti dall'ultima edizione del “Fashion Incubator” di Camera Nazionale della Moda Italiana: domenica 29 marzo 2009, giorno inaugurale della Russian Fashion Week, i giovani a.Ve, BeeQueen by Chicca Lualdi e Leitmotiv hanno presentato le loro collezioni a Mosca.

Tutti i rischi della class action nell PA, di L. Oliveri ( da "HelpConsumatori" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: per l'attivazione di azioni collettive anche infondate, sull'onda della caccia a ogni costo all'amministrazione sprecona. L'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione è uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico, introdotta dalla legge 15/2009, la cosiddetta legge Brunetta.

Class Action: non sara' retroattiva ( da "Altroconsumo.it" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Class Action: non sara' retroattiva 14-05-2009 Abbiamo ricevuto adesioni Il Senato ha cancellato la retroattività della class action. Ulteriore beffa per i cittadini, dopo quella del rinvio dell'entrata in vigore delle azioni di gruppo. Altroconsumo ringrazia le 10.

Prevx Included in 2009 Magic Quadrant for Endpoint Protection Platforms ( da "ITnews.it" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: not meant to be a specific guide to action. Gartner disclaims all warranties, express or implied, with respect to this research, including any warranties of merchantability or fitness for a particular purpose. About Prevx Prevx is acknowledged as the pioneer of intelligence based cyber security solutions, utilising cloud based technology and automated malware research since 2004.

GIUSTIZIA. Tutti i rischi della class action nell PA, di L. Oliveri ( da "HelpConsumatori" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: per l'attivazione di azioni collettive anche infondate, sull'onda della caccia a ogni costo all'amministrazione sprecona. L'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione è uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico, introdotta dalla legge 15/2009, la cosiddetta legge Brunetta.

G8 University Summit di Torino, il sindacato indipendente di Polizia Coisp replica a Rifondazione Comunista ( da "Sestopotere.com" del 18-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: di fronte ad azioni di protesta del tutto non violente e simboliche le forze dell'ordine hanno aggredito i manifestanti”. Forse per azioni simboliche il signor Ferrero intende il lancio di uova marce sui Poliziotti? Forse per azioni non violente il signor Ferrero intende il lancio di fumogeni contro il cordone delle Forze dell?

Consob, risparmiatori snobbati e il caso arriva in Parlamento ( da "Gazzetta di Reggio" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: cioè la legge che introduceva le azioni collettive (class action) nel nostro ordinamento, era stato varato dal precedente Governo come strumenti di tutela dei soggetti deboli e sulla spinta degli innumerevoli scandali finanziari degli ultimi anni. Dicono i due parlamentari: «La "class action", la cui entrata in vigore ha già subito due rinvii da parte dell'

Ferrovie, prima l'aumento. Poi il low-cost ( da "Finanza e Mercati" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: i conferimenti di capitale da parte dello Stato in quanto azionista, e altro ancora; tanti contributi giustificati soprattutto, ma non solo, dalla realizzazione della rete ad alta velocità, i cui costi gravano sulla collettività pur passando attraverso il bilancio di Fs. Per esempio, nel 2007, lo Stato per gli investimenti ha trasferito a Fs altri 4,2 miliardi di euro.

porto torres, laboratorio della crisi - giuliana altea ( da "Nuova Sardegna, La" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: collettivo «AZ.namusn.art» e curata da Maurizio Coccia, tira le fila di due intensi anni di lavoro Porto Torres, laboratorio della crisi Mostra in un ex capannone per leggere i segni del disagio sociale Dalla denuncia all'infiltrazione e al sabotaggio dei luoghi e dei modi della cultura-spettacolo GIULIANA ALTEA Un capannone industriale fatiscente alla periferia di Porto Torres,

gli appuntamenti con public ( da "Nuova Sardegna, La" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Mariolina Cosseddu e Lia Turtas presenteranno le opere esposte mentre Sante Maurizi e Daniela Cossiga e lo scrittore Salvatore Mannuzzu leggeranno una selezione di pagine scelte e testi poetici. Alle 19, al via Nuove Azioni Collettive, un progetto di Leonardo Boscani (nella foto) e Erik Chevalier. Alle 18,30 performance dell'artista Mario Pischedda nel Palazzo della Frumentaria.

M. Neirotti e M. Numa ( da "Stampa, La" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Da tutta Italia stanno arrivando gli studenti dell'Onda, il movimento universitario, e quelli dei Collettivi che fanno riferimento all'area dell'autonomia. A Torino e nella sua Provincia c'è un forte radicamento anarco-insurrezionalista. La sola città può portare alla manifestazione mille persone, più studenti che si aggregano casualmente.

Sacconi: legare i salari agli utili d'azienda ( da "Manifesto, Il" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: essere gli stessi contratti collettivi a disporre l'accesso privilegiato dei dipendenti al possesso di azioni dell'impresa. Il tutto con un ruolo di riguardo è destinato agli enti bilaterali (tra sindacato e impresa) che potrebbero acquisire «poteri d'indirizzo e controllo in materia di sicurezza, organizzazione del lavoro, formazione e forme di remunerazione legate al risultato»

Intesa bipartisan sulla partecipazione ( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: che consente alle imprese di stipulare con i sindacati un contatto collettivo per istituire forme di partecipazione come gli organismi congiunti paritetici con poteri di indirizzo e controllo su una serie di materie (sicurezza, forme di remunerazione legate alla produttività, verifica delle decisioni concordate).

necessario ( da "Corriere Alto Adige" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: soggettive e collettive, a cui gli uomini affidano il senso della loro esistenza. Affidano la loro verità, per quanto parziale questa possa apparire». In considerazione dell'importanza che lei attribuisce all'opera d'arte, ci spiega cosa significa che oggi assistiamo a una «sovradeterminazione estetica », dove il senso di alcune opere d'

Loach e Cantona, un calcio alla depressione ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: il calcio è un gioco collettivo. Nessuno può fare a meno degli altri. E anche per questo, nel film, quando Cantona ricorda la sua azione più bella, non ricorda un gol. Ma, guarda caso, un passaggio. Un gesto di altruismo, un semplice gesto di altruismo, nel quale possono rivelarsi anche la fantasia, il genio, la classe».

CTI, modifica a Tender Offer per scambio obbligazioni ( da "KataWebFinanza" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: e nel relativo materiale riguardante l'Offerta di Scambio (che collettivamente, cos come eventualmente modificati, ridefiniti, integrati o in altro modo di volta in volta variati, costituiscono i "Documenti dell'Offerta di Scambio"). L'Offerta di Scambio scadr alle 17:00, ora di New York, di mercoled 10 giugno 2009, salvo eventuale proroga della stessa.

Stockholm Royal Seaport Selected for Newly Launched Climate Positive Development Program ( da "ITnews.it" del 19-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: CCI serves as the action arm of the C40, an association of large cities around the world that have pledged to accelerate their efforts to reduce greenhouse gas emissions. To learn more about the work of the Clinton Climate Initiative and the William J. Clinton Foundation, please visit http://www.

studenti più lontani dai partiti premiato chi corre da solo - franco vanni ( da "Repubblica, La" del 20-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: quartier generale della contestazione anti Gelmini, al collettivo vanno appena 4 consiglieri di Facoltà e la lista ciellina risulta prima con 11 eletti. Per festeggiare il successo in Statale, gli studenti di Sinistra universitaria si sono dati appuntamento per domani al polo scientifico di via Celoria.

La crisi è seria, ma Franceschini pensa alle camicie nere il filosofo ( da "Riformista, Il" del 20-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: immaginario collettivo e per come può contribuire, per gruppi isolati e minoritari, perfino a trovare la legittimazione della loro possibile azione segue dalla prima pagina Due settori-chiave si sono messi in movimento: quello che ha una sia pur ridotta base operaia, con l'aggressione a Rinaldini - in presenza della moltiplicazione dei Cobas,

I "colletti bianchi" della malavita organizzata napoletana lavoravano da tempo anche nella p... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 20-05-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Class Action

Abstract: Mercoledì 20 Maggio 2009 Chiudi di LUCIANO DE LEO I "colletti bianchi" della malavita organizzata napoletana lavoravano da tempo anche nella provincia di Frosinone, in particolar modo nel cassinate. Questo, in buona sintesi, è quello che è emerso nel corso di un'inchiesta anticamorra sfociata in un blitz messo a segno nella nottata fra ieri e l'altro ieri.

Poco protetti nella Ue e in Usa, stressati dal lavoro in Italia ( da "Manifesto, Il" del 20-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Una situazione che ha iniziato a fare tanto scalpore che alcuni hanno avanzato l'idea di promuovere una sorte di class action (causa collettiva) contro le compagnie e le aziende che ricorrono a questi mezzi di discriminazione. Discriminazioni che si basano su salari di accesso basso e di permanenza sempre inferiori a quelli di tanti lavoratori, in genere più anziani.

Ieri non è stata proposta la tappa epica che era nell'idea degli organizzatori, ma la velocità e la lunghezza l'hanno comunque resa molto faticosa ( da "Eco di Bergamo, L'" del 20-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: L'azione buona ha stentato a nascere, nonostante una salita «vera» di tre chilometri, la Colletta di Cumiana. Poi, quando sembrava essersi formata, prima del Moncenisio, dopo oltre 130 km di corsa, la squadra di Garzelli ha fatto il forcing e sulla dura e stretta salita è partito come una freccia lo stesso Garzelli.

Altro che nuovi leader Nelle elezioni universitarie l'Onda non vince mai ( da "Giornale.it, Il" del 20-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: i collettivi, riuniti sotto la sigla Demos, non hanno raccolto alcun seggio e si sono piazzati all'ultimo posto, dietro i leghisti del Mup. Di fatto l'Onda ha così raccolto circa 300 voti e ha dovuto assistere alla vittoria dei moderati di Sinistra universitaria (tre seggi al Senato accademico, due al Cda,

E i nemici si alleano ( da "Giornale.it, Il" del 20-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: oggi si dice class action, contro il cattivo che le ha infangate. Il cattivo di turno è un giornalista che dalle antenne de La7 ha definito «Reggio Calabria e Messina due cloache». Apriti cielo, si sono mossi subito i due sindaci, per l'occasione amicissimi, Giuseppe Scopelliti, primo cittadino di Reggio ha perfino ospitato «in casa sua»

Vulcani: conta la prevenzione ( da "Denaro, Il" del 20-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: vuole rappresentare un tassello di una crescita collettiva che, purtroppo, casualmente coincide con l'arco temporale in cui il nostro paese stà vivendo il dramma che ha colpito l'Abruzzo. Un dramma che ancora una volta ha riacceso la rabbia e lo sdegno per l'incuria e l'inerzia su quanto si sarebbe dovuto e potuto fare per la salvaguardia della vita di una collettività prima che l'

Parmalat: nuova procura ad Altroconsumo ( da "Altroconsumo.it" del 20-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: azione per cui mi state chiedendo nuovamente la documentazione è compatibile con la class action alla quale ho aderito negli Stati Uniti? Certamente, non c'e' assolutamente incompatibilita' tra le due azioni. Perché mi chiedete ancora procure? Non vanno bene quelle già inviatevi in passato? Una società contro la quale agiamo ha modificato l'assetto societario.

IX RAPPORTO DI CITTADINANZATTIVA-PIT SERVIZI I SERVIZI PUBBLICI ALLA PROVA DEL QUOTIDIANO: NEL 2008 +25% DI LAMENTELE RISPETTO AL 2007. EMERGENZA SERVIZI LOCALI, TLC SOLITA MAGLIA ( da "marketpress.info" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: come la class action, dall?altro anziché ampliare il quadro normativo si torna indietro sulle liberalizzazioni. Il risultato è che a soffrire non è solo il potere di acquisto, ma anche la tutela dei diritti, e i cittadini ne pagano il conto sia in termini di denaro che di tempo perso: diminuisce il primo e aumenta il secondo in attesa che si ripristini un qualsivoglia disservizio?

Addio Sinistra arcobaleno. C'è ( da "Manifesto, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Il gruppo «Roma in Action» prenderà vita anche nei Municipi X e III, grazie ai consiglieri Rino Fabiano e Cristiana Cortesi, pure loro attivisti di Action. E tutti e tre hanno fissato un appuntamento per il 4 giugno al Corto circuito per discutere di quel che sarà della sinistra capitolina.

Rurale, soci oltre quota 3000 ( da "Adige, L'" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Pinetano Domenica l'assemblea di bilancio Rurale, soci oltre quota 3000 «Tante azioni utili alla comunità» PINETANO - Domenica prossima la Cassa Rurale Pinetana Fornace e Seregnano presenterà ai soci un bilancio positivo. In un momento di crisi economica la banca ha proposto un ricco pacchetto di iniziative a beneficio della collettività.

posta elettronica, basta raccomandate ( da "Mattino di Padova, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: un azione collettiva ai tribunali amministrativi». Brunetta ha poi ricordato alla platea di aver «con piccole innovazioni ridotto l'assenteismo nella pubblica amministrazione del 40%. Nemmeno padre Pio ci sarebbe riuscito... Io ho tanto successo perché ho scoperto l'acqua calda», ha detto ancora, riferendosi alle misure per rendere più efficiente la pubblicazione amministrazione.

NebuAd, agonia e resurrezione ( da "Punto Informatico" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: impegnati in una class action per vedersi riconoscere il diritto alla riservatezza e al consenso informato. I provider, coinvolti nel processo, avevano tradito: avevano dichiarato la propria estraneità alle pratiche di tracciamento, avevano assicurato di essere partecipanti passivi delle operazione del servizio di behavioral advertising.

Request for Classification of a Legal Claim as a Class Action Against Oil Refineries' and Carmel Olefins ( da "ITnews.it" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: legal claim as a class action claim, as defined in Action Law - 2006 (hereinafter: the "Request"), was filed with the Haifa District Court against the Company and Carmel Olefins Ltd. (hereinafter: the "Responders"). The Request was filed with respect to non-monetary damages caused, according to the Requestor, as a result of two smoke emissions events which occurred on September 15,

Contributi di bonifica da pagare , il Consorzio di Burana vince anche in secondo grado ( da "Sestopotere.com" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Il risultato soddisfa quindi le attese del Consorzio di Burana, al contrario di quanto millantato, anche con azioni denigratorie, dal comitato di Antonio De Franco: il contributo di bonifica è un obbligo di legge e pertanto va pagato. Il presidente del Consorzio di Burana Fausto Balboni ha così commentato le sentenze della Commissione regionale favorevoli all?

GIUSTIZIA. Class action, Cncu: "Basta con le proroghe" ( da "HelpConsumatori" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: hanno oggi reso nota la loro posizione sull'azione collettiva risarcitoria e chiesto una formale audizione ai presidenti di Camera e Senato per illustrare le ragioni della ferma opposizione al testo licenziato da Palazzo Madama. "Stop alle proroghe sulla class action: l'attuale articolo 140 bis del Codice del consumo deve entrare in vigore!

La rivoluzione del ministro "birichino" riceve il sì del CdM ( da "Comunicatori Pubblici" del 21-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Nel provvedimento compare anche la class action nella PA, ma la partenza è prevista non prima di gennaio 2010. Su questo è aspra la critica del Pd. “Il Ministro Brunetta cede alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici - afferma Linda Lanzillotta -.

Il sabato che divide ( da "Stampa, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: «Spero che non mi facciano lavorare tanto adesso, e tanto si lavora perché mai nessuno che va in pensione viene sostituito, per poi lasciarmi a casa domani». Non ha mai pensato che una azione collettiva possa servire? «No, non serve. Ti chiedono di scioperare ma intanto si sono già messi d'accordo prima tra loro». \

Nuova colletta proposta dalla Cei il 30 e 31 maggio nelle parrocchie ( da "Cittadino, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Nuova colletta proposta dalla Cei il 30 e 31 maggio nelle parrocchie n A seguito della crisi economica internazionale che ha investito anche l'Italia, la Conferenza episcopale italiana (Cei) costituisce un fondo nazionale straordinario di garanzia orientato alle necessità delle famiglie in difficoltà, indicendo una colletta nazionale da tenersi in tutte le chiese il 31 maggio.

Domani il primo Meeting provinciale dell'ambiente ( da "Arena, L'" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: bene primario cui tutti possiamo dare un contributo di sostenibilità con azioni collettive mirate e piccoli singoli gesti quotidiani. Il convegno, evento centrale della giornata, tratterà di «Tutela dell'ambiente nella provincia di Verona: punti di vista diversi per un obiettivo comune», con forum e discussioni che toccheranno le più importanti tematiche ambientali.

mus'a in su canopoleno sabato 23 alle 17 in piazza santa caterina verrà presentata la rivista ... ( da "Nuova Sardegna, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: - Nuove Azioni Collettive, un progetto artistico di Leonardo Boscani e Erik Chevalier. Trekking Per domenica 24 si organizza una camminata a Sa Giuntura fino allo spettacolare canyon di Gorroppu con un percorso che permetterà di vedere alcune delle località più belle e spettacolari del Supramonte.

Occupazione? No, offerta di pubblico affi tto ( da "Manifesto, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Nuova iniziativa di Action in un hotel del gruppo Coppola Occupazione? No, offerta di pubblico affi tto Una O.p.a. sull' hotel La Mela di Torvergata. Ma non si tratta di un'offerta di pubblico acquisto. Bensì un'«Offerta di pubblico affitto». E' quanto propone l'associazione Action, che ieri mattina ha guidato l'occupazione dell'hotel che si trova in via Stoppato 108,

IL RINVIO DELLA "CLASS ACTION" ( da "Messaggero, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Sabato 23 Maggio 2009 Chiudi IL RINVIO DELLA "CLASS ACTION" «Azioni contro le amministrazioni? Entro settembre si potranno fare»

ROMA Rivolgiamo un pressante invito ai medici rappresentati da Cgil, Anaao, Fassid, Fesmed e ... ( da "Messaggero, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: Brunetta è anche tornato sul tema della class action (cioè l'azione legale collettiva) contro le amministrazioni e le società pubbliche. L'introduzione della class action doveva rientrare nel recente decreto legislativo, ma per adesso è stata rinviata. Solo di qualche giorno però, assicura il ministro: «La class action contro la pubblica amministrazione sarà possibile entro settembre»

Il progetto Ad Hoc esposto nella casa di Claudio Rossi ( da "Corriere delle Alpi" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: azione minimale. Nella collettiva sono esposte le opere di numerosi artisti, tra cui Fernando Andolcetti, Maryse Aspart, Gianfranco Carrozzini, Bruno Cassaglia, Sergio Cena, Cosimo Cimino, Mario Commone, Paolo della Bella, Elisabetta Gut, Alfonso Lentini, Arrigo Lora-Totino, Ruggero Maggi, Marco Marchiani (Mavilla),

Cambio di look ( da "Affari Italiani (Online)" del 23-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: La novità più importante è il colletto bianco con bordino rosso, mentre sul retro è ricamata la scritta A.C. MILAN, in oro, su fondo rosso. All'interno del colletto c'è una stampa con 2 bandiere: la prima rossonera e la seconda con una croce rossa su fondo bianco, oltre alla scritta Forza Milan in oro.

le priorità di strazzaboschi per il futuro di prato carnico ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: L'interesse collettivo per Strazzaboschi, non è non può essere la somma di privilegi individuali, la democrazia partecipata si deve tradurre in azioni concrete volte a sostenere e migliorare la qualità della vita delle persone di una comunità, e non può ridursi all'ordinaria amministrazione degli apparati.

Imprese solidali, le regole Ucid ( da "Eco di Bergamo, L'" del 24-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: azionisti, comunità, fornitori, clienti, istituti bancari e finanziari: un'azienda aperta quindi alla comunità». Alberto Barcella, presidente dell'Unione industriali, affrontando in generale il tema della crisi, pensa che «sia nata dall'idea che, nel fare attività economica, molti più che rispondere alla collettività hanno pensato agli azionisti.

Almunia: l'Italia ha un debito elevato Non allenti i cordoni del bilancio ( da "Corriere della Sera" del 24-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: dimostrato di avere problemi a organizzare la nostra azione collettiva. Questo è il momento di coordinarci, non di competere fra noi per conquistare quote di mercato». Ce l'ha con i britannici? «Londra e Francoforte sono le due principali piazze finanziarie in Europa. Abbiamo bisogno che Gran Bretagna e Germania facciano gioco di squadra in un'operazione di chiarezza sulle banche»

La rivolta dei taxi contro le multe ( da "Corriere della Sera" del 24-05-2009)
Argomenti: Class Action

Abstract: «Nel 2009 corse in calo del 17 per cento» Se la class action fosse già legge, pianterebbero una causa collettiva al Comune contro le oltre 700 multe prese ai varchi elettronici di Chinatown. In mancanza della legge, non ancora uscita dal Parlamento, si fermano loro: domani, ore 10.30, sciopero e corteo dei tassisti.


Articoli

Che le Dolomiti siano un un patrimonio dell'Umanità è affermazione così ... (sezione: Class action)

( da "Corriere delle Alpi" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

Che le Dolomiti siano un un patrimonio dell'Umanità è affermazione così ... ANTONIO PRADE Che le Dolomiti siano un un patrimonio dell'Umanità è affermazione così scontata che non vi è bisogno di una dichiarazione dell'Unesco per farla diventare vera. Da quando sono state scientificamente scoperte ed alpinisticamente valorizzate - dunque da qualche secolo - le nostre montagne sono percorse da uomini e donne di tutto il mondo che ne hanno anche scritto in maniera mirabile. Una per tutti, Amelia Edwards nel lontano fine '800. L'Umanità, da queste parti, è di casa senza il bisogno di atti amministrativi Dove dunque la materia del contendere sulla questione Unesco? Sta, tutta intera, innanzitutto, nelle sue implicazioni - diciamo così - culturali delle quali si è discusso davvero troppo poco. Altro che sede della Fondazione a Palazzo Bembo oppure no! Leggo la Convenzione del 1972. Si parla di "patrimonio culturale e patrimonio naturale minacciati... dalla evoluzione della vita sociale ed economica"; si dice che "la protezione di questo patrimonio su scala nazionale rimane spesso incompleta per l'ampiezza dei mezzi necessari.... e per l'insufficienza delle risorse economiche, scientifiche e tecniche del paese sul cui territorio il bene da tutelare si trova"; si ricorda che l'Unesco aiuterà "il mantenimento, il progresso e la diffusione del sapere vegliando alla conservazione del patrimonio universale"; si sottolinea che "le convenzioni internazionali dimostrano l'importanza della tutela di questi beni indipendentemente dal popolo cui appartengono" (proprio così: indipendentemente dal popolo cui appartengono!); ancora, si dice che "di fronte alla ampiezza e alla gravità dei pericoli spetta alla collettività internazionale di partecipare alla protezione del patrimonio... mediante una assistenza collettiva che, senza sostituirsi alla azione dello Stato, la completa efficacemente"; per ultimo, che "è indispensabile adottare nuove disposizioni per attuare un efficace sistema di protezione collettiva del patrimonio culturale...". Ognuno interpreti queste parole come vuole. Io penso che questa Convenzione internazionale forse non si adatta ad una area così vasta e complessa come le Dolomiti. E sopratutto dico: ma le Dolomiti e la nostra gente di montagna meritano di essere ingabbiati in parole che io traduco così: fatevi da parte, state distruggendo le Dolomiti ed è meglio che ci pensiamo noi. Laddove quel noi sono, ovviamente e come sempre, una burocrazia lontana e spesso insensibile ai bisogni della nostra comunità. Oggi, sotto le mentite spoglie della rivendicazione di un valore che chi vive le nostre montagne conosce da generazioni, ci prepariamo ad un'altra tappa del lungo percorso di sottrazione degli strumenti di governo del nostro territorio. La nostra gente è chiamata a vivere dentro una gabbia dove i reali poteri costruzione del proprio destino saranno affievoliti - e di molto - dal ricatto culturale dell'Unesco. Che poi a qualcuno piacciano le gabbie quando hanno le sbarre d'oro, questa è tutta un'altra storia. Sindaco di Belluno

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Baby teppisti in azione in via Alfonsine: pronti a lanciare bottiglie piene d'acqua (sezione: Class action)

( da "Cittadino, Il" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

Baby teppisti in azione in via Alfonsine: pronti a lanciare bottiglie piene d'acqua n Baby teppisti ancora una volta in azione in via Alfonsine, dove i commercianti già l'anno scorso lanciarono sentiti appelli, lamentando in coro di sentirsi sotto assedio. L'ultimo episodio di una lunga catena di dispetti è avvenuto ieri nel tardo pomeriggio. I soliti adolescenti si erano messi a lanciare bottiglie piene d'acqua, rischiando di colpire in pieno i molti frequentatori del contesto commerciale di Metanopoli. A quel punto, un negoziante ha tentato di fermarli, sul posto c'erano anche persone anziane. Come da copione un giovane sui 14 anni ha reagito prontamente alla provocazione, urlando e dando in escandescenze. I colleghi hanno immediatamente chiamato i vigili, che sono intervenuti, sebbene nel frattempo la situazione pare si fosse calmata. «Non se ne può più - si sfoga un negoziante le cui iniziali sono D.P. - qua servirebbe un presidio fisso, con una persona in borghese che tenga d'occhio costantemente la nostra zona, per intervenire al momento del bisogno. È già un momento non proprio facile e situazioni come questa con l'andare del tempo possono disincentivare l'afflusso di persone». Talvolta i titolari di attività si sono anche dati un aiuto reciproco per tentare di arginare i danni, che hanno coinvolto gran parte degli spazi commerciali, alcuni dei quali hanno anche subito atti vandalici. L'auspicio collettivo a questo punto è che venga prevista un'iniziativa che assicuri costanti controlli, al fine di fermare l'orda di giovanissimi perditempo.

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Un corteo mascherato per ribadire il diritto ad esistere di Bartleby, il collettivo studentesco bolo... (sezione: Class action)

( da "Leggo" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

Un corteo mascherato per ribadire il diritto ad esistere di Bartleby, il collettivo studentesco bolognese chel'altra sera ha nuovamente occupato uno spazio in via Capo di Lucca. A sfilare per il centro storico sono stati circa in cinquecento ragazzi, molti dei quali indossavano una maschera che raffigurava proprio Bartleby, il personaggio di un racconto di Melville che dà il nome alle ultime azioni dell'Onda bolognese. Non c'è stato nessun problema di ordine pubblico anche perchè la polizia si è schierata in massa a protezione di alcuni obiettivi presi di mira in precedenti manifestazioni, come la sede dell'Unicredit di via Zamboni. La Bartleby Parade è partita da piazza Verdi attorno alle 19.30 e ha percorso via Zamboni, via Rizzoli, via Indipendenza e ha raggiunto dopo un'ora e mezza via Capo di Lucca dove alcuni studenti sono rientrati nello stabile che avevano già occupato nelle scorse settimane e dal quale erano stati sgomberati il 6 aprile scorso. Ad aprire il corteo un camioncino su cui i ragazzi hanno appeso un grande striscione, Difendiamo Bartleby. Tra gli slogan non sono mancati i riferimenti anche alle elezioni per il rettorato in corso in questi giorni.

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successo della mostra laboratorio della crisi (sezione: Class action)

( da "Nuova Sardegna, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

COLLETTIVO AZ.NAMUSN.ART. Successo della mostra «Laboratorio della crisi» PORTO TORRES. Sono già oltre 500 i visitatori della mostra d'arte contemporanea "Laboratorio della crisi", opera del collettivo artistico "Az.Namusn.Art", inaugurata nel capannone dell'ex Consorzio Agrario. Tantissimi i curiosi e gli appassionati, ma sono diversi gli esponenti dell'arte contemporanea sarda, e molti anche i direttori di museo venuti appositamente dalla penisola. La mostra, curata da Maurizio Coccia e visitabile fino al 31 maggio, è stata l'occasione per la definitiva uscita dalla clandestinità e la rivendicazione di alcune delle più irriverenti azioni di disturbo civile compiute da "Az.Namusn.Art". Una delle più clamorose avvenne la notte del 17 novembre dello scorso quando sul cartello che indica la presenza di E.On a Fiume Santo venne sovrapposta la scritta "E.Off". Con la mostra, "Az.Namusn.Art" rivendica l'incursione definendola «denuncia di chi non ha diritto di replica, il simbolo del mutamento possibile, marketing al negativo, un marchio che cela l'infamia sotto lo sberleffo». Il mese scorso "Az.Namusn.Art" ha partecipato all'ottavo convegno sulla cultura e letteratura della migrazione "Voci di strada". L'evento è stato l'occasione per i due unici sardi presenti, di illustrare, sotto forma di conferenza, il proprio lavoro. «Abbiamo spiegato il nostro ruolo come autori di arte pubblica - sostengono -. Altrove le nostre azioni e quelle simili vengono riconosciute forme d'arte pubblica, e non azioni illegali, anche se fatte agendo nell'illegalità». Una proposta artistica originale a iniziare dall'inaugurazione che era stata caratterizzata da una festa. Festa in musica che prosegue anche oggi alle 21,30 con i dj Kl ed Elisa Bee. Emanuele Fancellu

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i centri sociali con i collettivi il prefetto: indagini sugli scontri - michele bocci (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)

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Pagina IX - Firenze I centri sociali con i collettivi il prefetto: indagini sugli scontri De Martino: un gruppo di facinorosi turba il clima della campagna elettorale MICHELE BOCCI Alla manifestazione organizzata dagli studenti per protestare contro le violenze della polizia di lunedì scorso per ora hanno aderito i Cobas, il Movimento di lotta per la casa, il Cpa, il Next Emerson, Sinistra universitaria. Ad organizzare sono l´Unione degli studenti, il Coordinamento studenti medi, la Rete dei collettivi che chiedono la partecipazione di tutta la città. Ieri Firenze si è riempita di scritte contro la polizia, sulla facciata del Michelangelo ne è apparsa una contro il preside Primerano. «Non le abbiamo fatte noi - dicono gli studenti - però non sono offensive». I giovani ribadiscono la loro versione dei fatti di lunedì, cioè che non hanno aggredito nessun poliziotto in via della Colonna, come invece sostiene la questura. Nel pomeriggio hanno tenuto un´assemblea in piazza Santissima Annunziata per discutere del corteo. La maggior parte di loro ha sostenuto la necessità della non violenza, qualcuno ha ipotizzato che essere colpiti di nuovo li renderebbe ancora più forti. Altri hanno invece detto che di fronte ad altre cariche bisognerà difendersi. Ma senza caschi e bastoni, solo restando uniti e formando una catena. Ieri sera si sono riuniti di nuovo al Cpa. Per ora nessuno ha chiesto alla questura l´autorizzazione per la manifestazione. Non c´è però dubbio che il permesso arriverà. Intanto, ha assicurato il prefetto Andrea De Martino «sono in corso in questura accertamenti, fotogramma per fotogramma, in ordine a quanto è accaduto l´altro giorno. La stessa autorità giudiziaria è ben informata». Proprio ieri, però, dalla procura dicevano che non è ancora arrivato nulla. Gli atti sono in possesso solo di quella minorile. Ieri De Martino ha incontrato forze dell´ordine e esponenti dei partiti fiorentini per analizzare quanto è successo lunedì. «Va da sé - aveva detto De Martino - che se qualcuno ha sbagliato pagherà». Durante la riunione si è parlato anche di fatti precedenti, come l´assalto al gazebo di Galli. «Le forze politiche devono conservare la loro forte azione per isolare un gruppo di facinorosi che nelle ultime settimane ha turbato in maniera davvero significativa la campagna elettorale», dice sempre De Martino. Le forze di polizia devono «continuare a operare per tenere l´equilibrio necessario fra diritto di manifestare e la sicurezza dei cittadini».

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Aumenta di un punto la Robin Tax, class action non retroattiva, possibile sottoscrivere assicurazioni anche per più anni (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il" del 15-05-2009)

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class="hilite">Venerdì 15 Maggio 2009 Chiudi Aumenta di un punto la Robin Tax, class="term">class class="term">action non retroattiva, possibile sottoscrivere assicurazioni anche per più anni

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ROMA L'Italia torna al nucleare. È questa la principale novità che arriva con il dise... (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il" del 15-05-2009)

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Venerdì 15 Maggio 2009 Chiudi di DIODATO PIRONE ROMA L'Italia torna al nucleare. È questa la principale novità che arriva con il disegno di legge "Sviluppo" approvato ieri mattina dal Senato che ora deve tornare alla Camera - che dovrebbe approvarlo senza modifiche - per diventare legge in linea di massima entro l'estate. Il provvedimento contiene anche molte altre novità in materia di carburanti, made in Italy, tutela dei consumatori. Iniziamo dal nucleare. Con questa legge il governo ottiene la delega per stabilire alcuni punti fissi: in sintesi, entro sei mesi dall'approvazione definitiva del ddl, e dunque forse già entro questo stesso anno, saranno individuati i criteri per la localizzazione dei siti delle centrali. Nello stesso tempo andranno definite le modalità di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, le norme per garantire la sicurezza e le misure compensative per le popolazioni che saranno più vicine alle strutture e che quindi subiranno una limitazione d'uso del loro territorio. Come era prevedibile, molti presidenti di Regione hanno messo le mani avanti di fronte al possibile collocamento delle future centrali nucleari entro il proprio territorio. Per Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio: «La questione nucleare vedrà un dibattito molto lungo ma il lazio ha già un peso molto forte in termini di centrali elettriche». Considerazioni analoghe sono state ripetute dai presidenti di Toscana, Puglia, Piemonte, Basilicata e sia pure con toni diversi da quello della Sardegna. Sul piano politico nazionale i partiti d'opposizione si sono tutti detti contrari. In particolare Massimo D'Alema in una intervista a Terra ha sottolineato che: «Non ha senso fare centrali nucleari di una generazione tecnologica superata. Il piano previsto dal governo Berlusconi rappresenta un grande affare solo per la Francia». «Che si possa invece arrivare a un nucleare che non produce eccessi di scorie non l'escludo, la ricerca ci spinge in quella direzione - ha aggiunto D'Alema - Non mi ha mai spaventato, non ho mai avvertito un timore primitivo di fronte all'idea del nucleare e considero un errore non investire nella ricerca». Per il presidente del Gse (Gestore servizi elettrici) Carlo Bollino «con il nucleare sarà possibile alleggerire le bollette. Penso però che il governo dovrà annunciare tutte insieme le centrali da costruire per evitare che in Italia si scateni l'effetto "perché solo a me». Fra gli altri provvedimenti merita una segnalazione l'aumento di un punto percentuale della "Robin Tax" (che colpisce petrolieri e produttori d'energia) per finanziare aiuti all'editoria. class="hilite">L'azione legale collettiva (class="term">class class="term">action) entrerà nell'ordinamento giuridico italiano con l'approvazione definitiva su questo ddl ma avrà valore solo per gli illeciti che verranno commessi successivamente all'approvazione. Per le assicurazioni arrivano le polizze poliennali. Possibile dunque qualche sconto per i consumatori che però saranno vincolati per cinque anni ad una compagnia. Previste infine sanzioni fino a 6 anni di carcere per la contraffazione di marchi e brevetti.

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Foreste e boschi: bando di oltre 1 mln (sezione: Class action)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 15-05-2009)

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ECONOMIA 15-05-2009 PROVINCIA Foreste e boschi: bando di oltre 1 mln II La Provincia mette a disposizione oltre un milione di euro per cooperative, consorzi forestali, proprietà collettive e aziende agro-forestali con un bando che rientra nell'ambito del Prip (Programma rurale integrato provinciale), ai sensi della Misura 122 (accrescimento del valore economico delle foreste) del Programma di sviluppo rurale. 1 milione e 145mila euro per finanziare azioni integrate rivolte all'aumento del valore economico dei boschi, sia per la produzione di assortimenti legnosi finalizzati all'utilizzo artigianale, industriale ed energetico, sia per l'incremento delle funzioni produttive legate alle produzioni non legnose dei boschi. Le spese ammissibili riguardano investimenti materiali, quali interventi di tipo selvicolturale, realizzazione e adeguamento di viabilità forestale e acquisto di macchine e attrezzature, e immateriali, come l'acquisto di software, onorari per professionisti, acquisizione di know-how e certificazione forestale. Gli investimenti dovranno essere compresi tra 50mila euro e 1 milione di euro; l'importo minimo è ridotto a 10mila euro nel caso di investimenti nell'ambito di progetti collettivi. Il contributo concedibile è in conto capitale e ammonta al 60% dei costi sostenuti nelle zone montane o svantaggiate, negli altri territori il 50%. Domande fino al 30 giugno utilizzando il modulo su www.agrea.regione.emilia-romagna.it. Info: Servizio Agricoltura della Provincia (Vittorio Baruffa 0521 931818) o www.provincia. parma.it.

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Class action, sì al decreto sviluppo (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 15-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Economia data: 15/05/2009 - pag: class="hilite">33 Al Senato Class class="term">action, sì al decreto sviluppo MILANO È stato approvato ieri mattina dal Senato il disegno di legge di Sviluppo, collegato alla manovra economica 2008. Il provvedimento, che ora torna alla Camera per il voto definitivo, contiene le misure per il ritorno dell'Italia al nucleare, ma anche norme su class="term">class class="term">action e assicurazioni. Ripristinati inoltre gli aiuti all'editoria: 140 milioni in due anni, che saranno coperti con un aumento della Robin tax. Tra le altre novità: la riduzione delle accise sui carburanti per le Regioni che ospitano impianti di estrazione; la possibilità per le Regioni di esentare dal pagamento della tassa automobilistica per 5 anni i veicoli che passano al Gpl o al metano; l'inasprimento delle norme anticontraffazione, con multe più severe e carcere fino a 6 anni.

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Sulla prova del danno all'immagine della P.A. (sezione: Class action)

( da "AltaLex" del 15-05-2009)

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Sulla prova del danno all’immagine della P.A. Corte dei Conti , sez. Lombardia, sentenza 27.04.2009 n° 289 (Francesco Logiudice) Commenta | Stampa | Segnala | Condividi La fattispecie analizzata dalla sezione regionale lombarda della Corte dei conti riguarda la percezione di tangenti da parte di un primario ospedaliero nonché la valutazione della richiesta della Procura regionale di condanna dello stesso per il danno all’immagine arrecato alla P.A. di appartenenza. La violazione di questo diritto va intesa come diritto al conseguimento, al mantenimento ed al riconoscimento della propria identità come persona giuridica pubblica ed è economicamente valutabile. La risarcibilità del danno all’immagine della P.A. innanzi alla Corte dei conti rappresenta, ormai, un approdo univoco sia per la magistratura contabile, che per la Corte di Cassazione. Il giudice contabile, preliminarmente, ricorda che: trattasi di danno ex art. 2043 c.c. (ergo non sottoposto ai limiti previsti dall’art.2059 c.c. di recente comunque superati ad opera di una lettura costituzionalmente orientata di tale norma: cfr. Cass. Sez. III, 31 maggio 2003, n. 8828; C. cost., 11 luglio 2003, n. 233) e, in particolare, di danno-evento e non già di danno-conseguenza, per cui non è necessario che si sia verificata una demenutio patrimoni, ma è sufficiente la sussistenza di un fatto intrinsecamente dannoso in quanto configgente con interessi primari protetti in modo immediato dall’ordinamento giuridico: in altre parole, il danno non va ravvisato solo secondo il noto criterio della Differenztheorie, ma, più modernamente, nella lesione di un interesse, inteso come rapporto tra il soggetto e un bene. E l’immagine esterna della P.A., e di quella sanitaria in particolare, rientra senza dubbio tra tali valori primari. Il thema decidendum è il seguente: la necessità o meno, per la prova del danno all’immagine, dell’allegazione delle spese sostenute o da sostenere o dei maggiori costi sopportati dall’amministrazione al fine di ripristinare l’immagine ed il decoro lesi. I Giudici, senza ostensioni, ritengono che costituisca danno all’immagine della P.A. la condotta del primario ospedaliero che percepisce denaro “in nero” e non dovuto dai propri pazienti per effettuare in tempi più rapidi, rispetto alla programmata calendarizzazione, interventi chirurgici in regime di convenzione con il SSN o totalmente a carico del SSN. Infatti, con tale condotta, la P.A., anche per il clamore mediatico suscitato, perde credibilità ed affidabilità all’esterno ed ingenera nei consociati la convinzione che i comportamenti patologici posti in essere dai propri lavoratori siano un connotato usuale dell’azione amministrativa. La sezione lombarda, pertanto, aderisce all’indirizzo che concepisce il danno all’immagine come lesione alla credibilità ed alla buona reputazione dell’amministrazione a seguito delle condotte illecite dei suoi dipendenti, come tale richiedente un ripristino e non una riparazione nonchè un mero accertamento della lesione dell’immagine dell’ente inteso come valore in sé. Tale secondo approccio non dà dunque rilevanza agli eventuali costi di ripristino dell’immagine sopportati dalla P.A. (sul punto C. conti, sez. giur. Umbria, 10.2.1995 n. 20; id., sez. giur. Piemonte, 14.2.2000 n. 935; id., sez. giur. Piemonte, 19.4.2000 n. 1196; id., sez. I centrale, 22.1.2002 n.16/A; id., sez. I centrale, 11.2.2002 n. 45/A; id., sez. I centrale, 18.2.2002 n. 48/A; id., sez. I centrale, 25.3.2002 n. 96; id., sez. I centrale, 9.4.2002 n. 109/A; id., sez. giur. Lombardia, 6.12.2002 n. 1954; id., sez. Lombardia, 10 dicembre 2003 n. 1478), né ad eventuali lesioni da perdita di chance (sviamento di clientela, allontanamento di investitori dalla p.a. etc.). Sicchè, il danno all’immagine della P.A. per percezione di tangenti, comportando di per sé una lesione del buon andamento della P.A. ex art. 97 Cost., non richiede alcuna prova dell’effettivo esborso di danaro per il ripristino dei beni lesi. Infine, la pronuncia de qua, afferma la doverosa valutazione in sede disciplinare della condotta che ha arrecato pregiudizio all’immagine dell’amministrazione: le condotte in questa sede vagliate dovranno altresì essere doverosamente valutate, per la loro plastica evidenza e per gli evidentissimi riflessi punitivi interni, nella competente sede disciplinare sia pubblica sia professionale. (Altalex, 15 maggio 2009. Nota di Francesco Logiudice) Corte dei Conti Sezione Lombardia Sentenza 27 aprile 2009, n. 289 (Pres. Vetro, Est. Tenore) ...omissis… DIRITTO La vicenda sottoposta al vaglio della Sezione, tanto lineare quanto grave, attiene all’ipotizzato danno all’immagine patito dalla p.a. (Asl Città di Milano e Regione Lombardia) per la condotta dolosa del pubblico dipendente XXX, direttore dell’unità operativa di… dell’ospedale S. di Milano nonché professore ordinario presso l’Università di Milano, derivante dalla pluriennale (perlomeno dal 2003 al 2006) percezione di denaro “in nero” e non dovuto, da 1.000 a 4.000 euro per ciascun episodio, dai suoi pazienti per effettuare in tempi più rapidi rispetto alla programmata calendarizzazione, interventi chirurgici urologici o andrologici in regime di convenzione con il SSN presso detto ospedale e totalmente a carico del SSN. La sussistenza di tali reiterate e gravissime condotte illecite, che assumono valenza penale, civile, amministrativo-contabile e disciplinare (sia quale pubblico dipendente sia quale appartenente all’ordine professionale dei medici), ad avviso del Collegio è ampiamente provata dalle risultanze istruttorie agli atti confluite nella recentissima sentenza del Tribunale penale di Milano, sez. IV, 12.3.2009, che ha condannato XXX e la segretaria ZZZ per i reati loro ascritti. In particolare la sentenza ha condannato XXX a sei anni e sei mesi di reclusione senza sospensione condizionale, per concorso in concussione continuata (art.81, 110 e 317 c.p.) e per tentato concorso in concussione continuata (56, 81, 317 c.p.), per aver percepito (o tentato di percepire) denaro non dovuto per prestazioni professionali in occasione di ricoveri interamente a carico del SSN di pazienti, procedendo a modifica della calendarizzazione programmata degli interventi e per abuso d’ufficio continuato (art.81 e 323 c.p.) per aver indirizzato numerosi pazienti, in occasione di interventi in regime di SSN, presso la ditta G. di Cremona, per l’acquisto di protesi peniche necessarie per l’intervento, ma che in realtà sarebbero state comprese nella prestazione fornita dal SSN, percependo una percentuale del 10% e poi del 20% sul prezzo “in nero” da detta ditta. Lo stesso XXX ha in sede penale riconosciuto la percezione di somme di denaro dai propri pazienti, definendole, con terminologia inappropriatamente ecumenica, meri “oboli” spontanei per lo “sforzo orario professionale” (v. verbali interrogatorio 21.3.2007; interr.15.6.07; interr. 22.6.2007, tutti agli atti), della cui illiceità, almeno fiscale era pienamente cosciente (v. dich. cit.). Tali conclusioni in ordine alla sussistenza dei fatti e alla loro giuridica qualificazione intervenute in sede penale e fondate su univoche, reiterate e concordanti dichiarazioni rese dai protagonisti della vicenda illecita (v. pp. 5-33 e 37-38 della citazione attorea e relazione 18.4.2008 n. 17055 depositata dal nucleo di polizia tributaria di Milano della GdF, agli atti), appaiono inconfutabili, nella loro storicità e definitività, anche in questa sede giuscontabile, senza necessità di alcuna particolare rivalutazione per la loro plastica evidenza. Tale approdo non rappresenta un automatismo derivante da sentenza o da giudicato penale ex art.651 c.p.p. (allo stato non esistente), ma una ragionata presa d’atto innanzi a questa Corte della pacifica sussistenza dei fatti, ovvero della avvenuta percezione indebita da parte del prof. XXX di somme in nero in non meno di 39 episodi perfezionatisi con dazione pecuniaria, analiticamente indicati alle pp. 34-35 della citazione attorea, e del tentativo di percezione di somme in nero non andato a buon fine in almeno altri 13 episodi analiticamente indicati alla p. 36 della citazione attorea. Tali precise, concordanti e reiterate dichiarazioni dei pazienti del prof. XXX hanno senza alcun ragionevole dubbio comprovato, per la loro sistematica univocità e per il loro cospicuo numero, la censurabile metodologia seguita dal prof. XXX per percepire dette indebite somme “in nero” dai propri pazienti, e consistente nel prospettare, a fronte di una acclarata patologia urologica o andrologica in occasione di visita privata presso la casa di cura privata di via D. a Milano, tre soluzioni: la prima, consistente nel ricovero privato presso l’ospedale S. o la clinica privata di via D. con oneroso costo dell’intervento interamente a carico del paziente; la seconda, comportante il ricovero presso l’ospedale S. con costo interamente a carico del SSN, ma con tempi di attesa non brevi; la terza, sistematicamente prescelta dai pazienti in tal senso abilmente incanalati dall’XXX, consistente nel ricovero presso l’ospedale S. con costo interamente a carico del SSN, ma con erogazione di somme di denaro “in nero” a proprio favore per abbreviare i tempi di attesa ed essere operati dall’XXX di persona. Ne consegue che, pur in presenza del noto principio di autonomia tra illecito penale, disciplinare ed amministrativo-contabile richiamato dalla difesa del convenuto, pur non essendo precluso al giudice contabile l'accertamento e la valutazione dei fatti in modo difforme da quello contenuto nella sentenza pronunciata dall’a.g.o., nella specie i riscontri probatori, confessori e testimoniali, sono di tale univocità e concordanza da escludere ogni diversa valutazione degli stessi rispetto a quella prospettata dalla attrice Procura. Dunque, le prove formatesi nel giudizio penale possono essere acquisite nel giudizio di responsabilità amministrativo-contabile per essere oggetto di valutazione del giudice in questa sede, nella quale possono essere oggetto di contestazione e di dialettica processuale. Ma parte attrice in questa sede giuscontabile non ha contestato, in comparsa di costituzione, il contenuto intrinseco di ciascuna delle numerose e concordanti dichiarazioni dei pazienti agli atti, limitandosi ad una generica, immotivata e aprioristica affermazione circa la loro non ancora avvenuta conferma in sede penale, affermazione poi smentita dalla sopravvenuta sentenza del Tribunale penale di Milano, sez. IV, 12.3.2009. Del resto lo stesso convenuto, in sede penale, oltre ad aver reso dichiarazione confessoria circa la percezione di “oboli” da propri assistiti, ha depositato, in data 22.11.2007 tramite i suoi legali, gli elenchi di numerosi pazienti-parti lese beneficiarie di restituzione di somme in passato versate al prof. XXX, a titolo di integrale risarcimento (v. doc.ne agli atti): tale condotta evidenzia un chiaro riconoscimento di responsabilità del convenuto verso le parti offese. Tuttavia le suddette condotte illecite vedono, oltre ai pazienti concussi, un altro e distinto soggetto leso, il cui ristoro origina il presente giudizio, ovvero la pubblica amministrazione sanitaria, gravemente danneggiata nella sua immagine secondo la prospettazione della istante Procura, in situazione evidentemente legata da occasionalità necessaria con compiti istituzionali (interventi in regime di SSN da parte di un medico pubblico e professore universitario). Irrilevante appare, in questa sede, la natura del reato posto in essere (corruzione o concussione) o la qualifica giuridica dell’XXX all’atto della percezione di denaro in nero (pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio): ciò che in questa sede giuscontabile rileva è la qualifica di pubblico dipendente (e non necessariamente di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio) del convenuto e della occasionalità necessaria della percezione di somme con l’espletamento di compiti istituzionali. Né rilevanza alcuna assume l’eventuale asserita (ma smentita dalle dichiarazioni testimoniali agli atti) spontaneità del versamento dell’”obolo” da parte dei pazienti: è notorio che ad un pubblico dipendente è fatto divieto (già dal codice di comportamento di cui all’art.54, d.lgs. n. 165/2001, allegato al CCNL e già oggetto di d.p.c.m. 28.11.2000: v art.3 “Il dipendente non chiede, per sé o per altri, né accetta, neanche in occasione di festività, regali o altre utilità salvo quelli d’uso di modico valore, da soggetti che abbiano tratto o comunque possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti all’ufficio”) di percezione di donativi, non certo simbolici (da 1.000 a 4.000 euro a prestazione individuale), in correlazione con compiti istituzionali, in quanto tale condotta assume valenza di reato, di illecito disciplinare e di danno erariale (non solo all’immagine in altre evenienze vagliate da questa Corte). Acclarata pertanto la sussistenza della condotta illecita e dell’evidente elemento psicologico doloso, va vagliato l’elemento strutturale “danno”, ipotizzato dalla istante Procura in euro 316.350,00 per lesione dell’immagine della P.A.. Sul punto, come di recente affermato dalla sentenza n. 284 del 2008 di questa Sezione, giova ribadire, in via generale, che la risarcibilità del danno all’immagine della p.a. innanzi alla Corte dei Conti rappresenta ormai un approdo univoco sia per la magistratura contabile, che per la stessa Corte di Cassazione (ex pluribus, C. conti, sez. I, 7.3.1994 n. 55; id., sez. II, 27.4.1994 n. 114; id., sez. giur. Lombardia, 24.3.1994 n. 31; id., sez. giur. Umbria, 23.5.1995 n. 211; id., sez. giur. Umbria, 10.2.1995 n. 20; id., sez. giur. Lombardia, 12.1.1996 n. 133; id., sez. giur. Sardegna, 14.4.1997 n. 372; id., sez. giur. Campania, 23.4.1998 n. 29; id., sez. I, 28 aprile 1998 n. 10; id., sez. giur. Sicilia, 4 maggio 1998 n. 179; id., sez. giur. Umbria, 28.5.1998 n. 628; id., sez. giur. Piemonte, 7.6.1999 n. 1041; id., sez. riun., 28.5.1999 n. 16/99/QM; id., sez. giur. Lombardia, 15.12.1999 n. 1551; id., sez. giur. Lombardia, 18.5.2000 n. 672; id., sez. I centr. app., 25.3.2002 n. 96; id., sez. Lazio, 25 febbraio 2003 n. 439; id., sez. I centr., 6 giugno 2003 n. 187; id., sez. I centr., 14 novembre 2003 n.392; id., sez. Lombardia, 10 dicembre 2003 n. 1478; id., sez. I centrale, 28 gennaio 2004 n. 28; id., sez. Sicilia, 17 marzo 2004 n. 795; Cass., sez. un., 25.6.1997 n. 5668; id., sez. un., 25.10.1999 n. 744; id., sez. un., 4.4.1998 n. 98; id, 28.12.2001 n. 16215; id., n. 3600 del 2003). Trattasi di danno ex art.2043 c.c. (ergo non sottoposto ai limiti previsti dall’art.2059 c.c. di recente comunque superati ad opera di una lettura costituzionalmente orientata di tale norma: cfr. Cass. Sez. III, 31 maggio 2003 n. 8828; C.cost., 11 luglio 2003 n. 233) e, in particolare, di danno-evento e non già di danno-conseguenza, per cui non è necessario che si sia verificata una demenutio patrimoni, ma è sufficiente la sussistenza di un fatto intrinsecamente dannoso in quanto configgente con interessi primari protetti in modo immediato dall’ordinamento giuridico: in altre parole, il danno non va ravvisato solo secondo il noto criterio della Differenztheorie, ma, più modernamente, nella lesione di un interesse, inteso come rapporto tra il soggetto e un bene. E l’immagine esterna della p.a., e di quella sanitaria in particolare, rientra senza dubbio tra tali valori primari. Tale danno all’immagine ben può configurarsi anche in caso di percezione di somme da parte di un pubblico dipendente non necessariamente in correlazione con fenomeni tangentizi (corruzione o concussione), essendo comunque socialmente disdicevole e giuridicamente illecito che un pubblico dipendente percepisca denaro o donativi da privati nell’esercizio di compiti istituzionali. In ordine alla prova di tale danno arrecato al peculiare bene immateriale, a fronte di un indirizzo più restrittivo - che ha come substrato una concezione prevalentemente riparatoria del giudizio contabile - tendente ad ammetterne la sussistenza solo ove si dimostri l’erogazione di spese (es. promozionali), da parte della p.a., per il ripristino dei beni immateriali della stima e reputazione dell’Amministrazione (C. conti, sez. giur. Lombardia n. 1458 del 1998; id., sez. giur. Umbria, n. 255 del 1998; id., sez. riun., 28.5.1999 n. 16/99/QM; id., sez. centr. app., 5.3.2002 n. 63; id., sez. centr. app., 6.3.2002 n. 69; Cass., sez. un., 25.10.1999 n. 744; id., sez. un., 4.4.1998 n. 98), si contrappone un altro e prevalente indirizzo, che affonda le sue radici nell’approccio prevalentemente sanzionatorio al giudizio contabile, e che richiede un mero accertamento della lesione dell’immagine dell’ente inteso come valore in sé, il quale può subire un offuscamento nella collettività, nazionale o internazionale, a seguito di condotte illecite di suoi dipendenti e, come tale, richiede un ripristino e non una riparazione. Tale secondo approccio non dà dunque rilevanza agli eventuali costi di ripristino dell’immagine sopportati dalla p.a. (sul punto C. conti, sez. giur. Umbria, 10.2.1995 n. 20; id., sez. giur. Piemonte, 14.2.2000 n. 935; id., sez. giur. Piemonte, 19.4.2000 n. 1196; id., sez. I centrale, 22.1.2002 n.16/A; id., sez. I centrale, 11.2.2002 n. 45/A; id., sez. I centrale, 18.2.2002 n. 48/A; id., sez. I centrale, 25.3.2002 n. 96; id., sez. I centrale, 9.4.2002 n. 109/A; id., sez. giur. Lombardia, 6.12.2002 n. 1954; id., sez. Lombardia, 10 dicembre 2003 n. 1478), né ad eventuali lesioni da perdita di chance (sviamento di clientela, allontanamento di investitori dalla p.a. etc.). Tale secondo orientamento appare preferibile, secondo questo giudicante, sia perché le pretese spese di ripristino del bene-immagine leso sono ormai un costo fisiologico per la p.a. dopo l’entrata in vigore della l.7.6.2000 n. 150 (in materia di comunicazione pubblica) e, comunque, un eventuale costo suppletivo potrebbe essere sostenuto solo dopo l’introito del risarcimento del danno patito (e non certo prima), sia in quanto il danno all’immagine della p.a. si sostanzia esclusivamente in una menomazione della funzionalità dell’amministrazione stessa che, in base agli art.97 e 98 cost., deve agire in modo efficace, efficiente, economico e imparziale. In altre parole, il danno all’immagine è un danno pubblico in quanto lesione del buon andamento della p.a., che perde, per la condotta illecita di suoi dipendenti, credibilità ed affidabilità all’esterno, ed ingenera la convinzione che i comportamenti patologici posti in essere dai propri lavoratori siano un connotato usuale dell’azione dell’ente. Quest’ultima evenienza assai bene si attaglia alla fattispecie sub iudice, che vede coinvolto un professore ordinario di urologia nonché direttore dell’unità operativa di … dell’ospedale S. di Milano, ergo un autorevole dipendente dell’amministrazione sanitaria, ovvero di una struttura pubblica, la cui immagine esterna dovrebbe apparire particolarmente cristallina in considerazione degli alti compiti istituzionali assolti verso una utenza sofferente e psicologicamente soggiogata, e che viene gravemente offuscata da un reiterato e diffuso episodio di plurilliceità (penale, disciplinare, amministrativo-contabile). Tale approdo interpretativo ha ricevuto l’autorevole avallo delle Sezioni Riunite di questa Corte che, con l’approfondita e condivisibile sentenza 23.4.2003 n. 10/SR/QM, hanno confermato che il danno all’immagine di una pubblica amministrazione non rientra nell’ambito di applicabilità dell’art.2059 del codice civile, ma è una delle fattispecie rientranti nella più generale figura del danno esistenziale. Tale danno esistenziale consiste in un pregiudizio areddituale che prescinde dal reddito del danneggiato, di natura non patrimoniale (ma ben distinto dal danno morale soggettivo di cui al cennato art.2059 c.c.), tendenzialmente omnicomprensivo, in quanto qualsiasi privazione, qualsiasi lesione di attività esistenziali del danneggiato può dar luogo a risarcimento sulla base di quanto disposto dall’art.2043 c.c. Nel contempo la Corte ha chiarito che, nell’ambito del rispetto dell’immagine della p.a. e nell’interesse costituzionalmente garantito dall’art.97, comma 2°, è necessario che le competenze siano individuate e rispettate; le funzioni assegnate vengano esercitate e le responsabilità proprie dei funzionari vengano attivate: ne consegue che ogni azione del pubblico dipendente che leda tali interessi si traduce in un’alterazione dell’identità della pubblica amministrazione e, più ancora, nell’apparire di una sua immagine negativa in quanto struttura organizzata confusamente, gestita in maniera inefficiente, non responsabile né responsabilizzata. La violazione di questo diritto all’immagine, intesa come diritto al conseguimento, al mantenimento ed al riconoscimento della propria identità come persona giuridica pubblica, è economicamente valutabile. Essa, infatti, secondo le cennate SS.RR., si risolve in un onere finanziario che si ripercuote sull’intera collettività, dando luogo ad una carente utilizzazione delle risorse pubbliche ed a costi aggiuntivi per correggere gli effetti distorsivi che, sull’organizzazione della pubblica amministrazione, si riflettono in termini di minor credibilità e prestigio e di diminuzione di potenzialità operativa. Le Sezioni Riunite hanno dunque ribadito che il danno all’immagine deve essere individuato nell’ambito dei danni non patrimoniali come danno-evento e non come danno-conseguenza, e per la sua quantificazione si può fare riferimento, oltre che alle spese già sostenute per il ripristino del prestigio leso, anche a quelle ancora da sostenere. Questa sezione, condividendo le argomentazione delle sezioni riunite, ritiene di confermare l’opzione per la tesi della natura non patrimoniale di detto danno, in dissenso con l’autorevole intervento della Cassazione a sezioni unite (da ultimo Cass., sez. un., 27.9.2006 n. 20886) non seguito però di recente da Cass., sez. III, 4 giugno 2007 n. 12929 (confermata da Cass., 26 giugno 2007 n. 14776; id., sez. I, 10 gennaio 2008 n. 337 e da questa sezione con sentenza 16 novembre 2007 n. 545), secondo cui “Poiché anche nei confronti della persona giuridica ed in genere dell'ente collettivo è configurabile la risarcibilità del danno non patrimoniale allorquando il fatto lesivo incida su una situazione giuridica della persona giuridica o dell'ente che sia equivalente ai diritti fondamentali della persona umana garantiti dalla Costituzione, e fra tali diritti rientra l'immagine della persona giuridica o dell'ente, allorquando si verifichi la lesione di tale immagine, è risarcibile, oltre al danno patrimoniale, se verificatosi, e se dimostrato, il danno non patrimoniale costituito - come danno c.d. conseguenza - dalla diminuzione della considerazione della persona giuridica o dell'ente nel che si esprime la sua immagine, sia sotto il profilo della incidenza negativa che tale diminuzione comporta nell'agire delle persone fisiche che ricoprano gli organi della persona giuridica o dell'ente e, quindi, nell'agire dell'ente, sia sotto il profilo della diminuzione della considerazione da parte dei consociati in genere o di settori o categorie di essi con le quali la persona giuridica o l'ente di norma interagisca. Il suddetto danno non patrimoniale va liquidato alla persona giuridica o all'ente in via equitativa, tenendo conto di tutte le circostanze del caso concreto”. Venendo alla quantificazione di tale conclusiva voce di danno, sono noti gli approdi della prevalente giurisprudenza dell’organo giuscontabile (ex pluribus, da ultimo, C. conti, sez. Lombardia, n. 284 del 2008; id., sez. Lombardia, 10 dicembre 2003 n. 1478; id., sez. Marche, 18.1.2002 n. 104; id., sez. Lazio, 25.2.2003 n. 439) che, nel fare doverosamente ricorso al parametro equitativo ex art.1226 c.c., assume quali ragionevoli indicatori, volti a prevenire giudizi arbitrari, la diffusività dell’episodio nella collettività, la gravità oggettiva del fatto (desunta dalle modalità di perpetrazione del fatto, dalla eventuale reiterazione dello stesso, dall’entità dell’arricchimento e, dunque, dall’entità della somma illecitamente percepita), la qualifica dei soggetti agenti e il loro ruolo nell’organizzazione amministrativa. Orbene, nel caso di specie, l’attrice Procura Regionale, per giungere ad una pretesa risarcitoria di euro 316.350,00, indica un puntuale parametro (il triplo delle somme imposte in nero o oggetto di tentativo di imposizione in nero ai pazienti da parte dell’XXX) e fornisce numerosi riscontri documentali (afferenti lo specifico caso sub iudice) circa la diffusività dell’episodio a mezzo di media (v. estratti di numerosi quotidiani agli atti). Questa Sezione Giurisdizionale ritiene tuttavia rilevante, ai fini del decidere: a) la intrinseca gravità e la notevole reiterazione nel tempo (non meno di 39 episodi perfezionati + 13 tentativi) dei fatti concussivi (che per il convenuto assumono anche una valenza penale e disciplinare); b) la rilevante entità (da 1.000 a 4.000 euro per intervento) delle somme in nero imposte dall’XXX ai numerosi pazienti; c) la qualifica non minimale rivestita dall’interessato, ordinario universitario e direttore dell’unità operativa di urologia di ospedale; d) il delicato ruolo istituzionale dallo stesso assolto; e) il grave contesto in cui gli spregevoli fatti si sono verificati (approfittamento da parte dell’XXX dello stato di bisogno vitale dei suoi pazienti e della loro prostrazione psicologica); f) la piena coscienza da parte del convenuto della valenza di illecito, anche fiscale, della indebita percezione (v. verbali interrogatorio 21.3.2007; interr. 15.6.07; interr. 22.6.2007, tutti agli atti); g) la notevole rilevanza mediatica dell’episodio comprovata da plurimi ritagli di giornale di valenza locale e nazionale agli atti. Né in tale valutazione equitativa del danno può trascurarsi, per finalità diametralmente opposte a quelle cui tendeva la difesa del convenuto, la notorietà nazionale ed internazionale del prof. XXX, comprovata dalla “monografica” produzione documentale fatta in questo giudizio dai suoi patroni e tesa a comprovare le molteplici attività didattiche, formative e di ricerca svolte dal convenuto e i riconoscimenti scientifici conseguiti: la notorietà e visibilità del prof. XXX, a differenza di analoghe situazioni illecite aventi come protagonisti oscuri funzionari di modesta qualifica professionale, rendono ancor più devastante il ritorno negativo di immagine dell’amministrazione sanitaria, che risulta enormemente discreditata da tali gravissime condotte poste in essere da soggetto di chiara fama nazionale e internazionale. A ciò aggiungasi la assoluta assenza di motivazioni extralavorative o personali (stato di bisogno, problemi economici, imposizione da parte di sovraordinati, etc.) che avrebbero potuto occasionare (ma non giustificare) tali reiterati comportamenti concussivi, posti in essere da soggetto ben remunerato, sia quale autorevole pubblico dipendente, sia quale affermato professionista, pubblicista e convegnista. Né può trascurarsi che la suddetta sentenza penale 12.3.2009 della IV sez del Tribunale di Milano ha altresì condannato l’XXX anche per abuso d’ufficio continuato (art.81 e 323 c.p.) per aver indirizzato numerosi pazienti, in occasione di interventi in regime di SSN, presso la ditta G. di Cremona, per l’acquisto di protesi peniche necessarie per l’intervento, ma che in realtà sarebbero state comprese nella prestazione fornita dal SSN, percependo, dal 2001 al 2006, una percentuale prima del 10% poi del 20% sul prezzo “in nero” da detta ditta (per un importo di circa 69.590,71 euro), come confermato dal legale rapp.te S. nel verbale di sommarie informazioni 8.6.2007 trascritte nella suddetta relazione 18.4.2008 n. 17055 depositata dal nucleo di polizia tributaria di Milano della GdF, agli atti e da almeno 14 pazienti le cui testuali, inequivoche e concordanti dichiarazioni accusatorie rese in sede penale risultano nella cennata relazione della GdF alle pp. 22-24 agli atti. Tali ulteriori e concorrenti gravissimi episodi, pur non essendo oggetto in questa sede di espressa contestazione per danno erariale da parte della Procura (cui non sarà preclusa una eventuale ulteriore iniziativa in tal senso), assumono rilevanza per completare il quadro del contesto “lavorativo” in cui ha “operato” il convenuto. Ne consegue, sulla scorta dei sovraesposti argomenti, che ben superiore all’importo reclamato dalla istante Procura appare il danno all’immagine arrecato alla p.a. dal convenuto. Tuttavia, a fronte dell’importo indicato in citazione, che questa Sezione non può modificare in eccesso, equa e corretta appare la quantificazione in euro 316.350,00 dell’importo del danno all’immagine cagionato dal convenuto all’amministrazione sanitaria. Tale somma andrà sottoposta a rivalutazione dalla data di prima divulgazione giornalistica agli atti ovvero dal 18 marzo 2007 (articolo La Provincia 18 marzo 2007 agli atti) sino al deposito della presente sentenza. Da detto deposito saranno dovuti interessi legali sino al saldo effettivo. La palese natura dolosa della condotta è ostativa all’esercizio del potere riduttivo dell’addebito, già ritenuto insufficiente da questa Sezione, invocato dai patroni del convenuto. Inconfigurabile giuridicamente è inoltre la pretesa valutazione (quale compensazione o a fini riduttivi dell’addebito) degli asseriti vantaggi, anche in termini di immagine, conseguiti dagli enti danneggiati, per anni, dalla prestigiosa attività medico-scientifica del prof. XXX: è agevole replicare che l’espletamento dei propri compiti istituzionali con impegno e dedizione da parte di un pubblico dipendente è un obbligo per il personale “privatizzato” e un dovere per il personale non depubblicizzato, come il prof. XXX, la cui attività didattica, scientifica e di ricerca rientra nelle mansioni di qualsiasi professore universitario doverosamente interessato al proprio aggiornamento, alla crescita della comunità scientifica di appartenenza ed al miglioramento delle proprie innegabili capacità professionali, che ben possono avere un doveroso ritorno economico anche attraverso l’esercizio della libera professione, che la vigente normativa consente solo a talune categorie di pubblici dipendenti (quale quella del prof. XXX), purché nel rispetto delle leggi e purché non si traduca in censurabili illecite percezioni di denaro “in nero” per espletamento di compiti istituzionali. Le condotte in questa sede vagliate dovranno altresì essere doverosamente valutate, per la loro plastica evidenza e per gli evidentissimi riflessi punitivi interni, nella competente sede disciplinare sia pubblica (Università di Milano), essendo l’XXX professore universitario, sia professionale (ordine dei medici di Milano), essendo il convenuto medico iscritto all’ordine: la sentenza va dunque trasmessa, per il seguito di competenza, da parte della Cancelleria, a tali due organi pubblici (Rettore dell’Università di Milano, Preside Facoltà di Medicina e Presidente degli ordini dei medici di Milano) per la attivazione dei rispettivi procedimenti. In applicazione della regola della soccombenza, il convenuto va condannato comunque al pagamento delle spese di lite, liquidate come da dispositivo. ...omissis… Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Il disegno di legge che segna il ritorno del nucleare (sezione: Class action)

( da "CittadinoLex" del 15-05-2009)

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Sei in: Prima Pagina | Ambiente | Testo Viene class="hilite">anche abolita definitivamente la retroattività della class-class="term">action Il disegno di legge che segna il ritorno del nucleare (Ddl Senato 1195 14.5.2009) Passa alla Camera per il definitivo via libera il disegno di legge in materia di industria ed energia approvato dal Senato il 14 maggio. Il testo segna il ritorno del nucleare e abolisce definitivamente la retroattività per la class-class="term">action, che si potrà dunque intraprendere solo per le vicende successive all'entrata in vigore della legge. In dettaglio per il nucleare il governo dovrà indicare, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, i siti per la localizzazione degli impianti di produzione e di stoccaggio delle scorie. Sarà istituita l'Agenzia per la sicurezza nucleare, con compiti di regolamentazione, controllo e autorizzazione ai fini della sicurezza delle attività legate alla produzione di energia nucleare, compresa la gestione dei rifiuti radioattivi. Per quel che riguarda invece il settore produttivo, sono previste nuove agevolazioni per le reti d'impresa e multe più severe e carcere fino a 6 anni per chi pratica la contraffazione in modo sistematico dei marchi nazionali o esteri. Ripristinati, poi, i fondi per l'editoria a favore dei giornali di partito e delle cooperative, grazie ad un aumento di un punto della Robin-tax. Sarà invece meno cara la benzina nelle regioni in cui sono presenti impianti di estrazione. Novità, infine, anche per le assicurazione con durata poliennale: per le polizze stipulate dopo l'entrata in vigore della legge, infatti l'assicuratore, in alternativa ad una copertura di durata annuale, può proporre una copertura di durata poliennale a fronte di una riduzione del premio rispetto a quello previsto per la stessa copertura dal contratto annuale. In questo caso, se il contratto supera i cinque anni, l'assicurato, trascorso il quinquennio, ha facoltà di recedere dal contratto con preavviso di sessanta giorni e con effetto dalla fine dell'annualità nel corso della quale la facoltà di recesso è stata esercitata.(15 maggio 2009)

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Il governo approvato il "ddl-Brunetta" Ma dal decreto sparisce la class action (sezione: Class action)

( da "Stampaweb, La" del 15-05-2009)

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ROMA Minacciare le dimissioni ha funzionato. Il ministro Brunetta, dopo gli ultimatum al governo, può finalmente festeggiare. Il Consiglio dei ministri ha dato questa mattina il via libera al decreto legislativo per la pubblica amministrazione che va sotto il nome di "rivoluzione", noto ai più come "decreto anti-fannulloni". Ora il testo passerà all’esame delle Camere e della conferenza Stato-Regioni. La meritocrazia che si introdurrà nella pubblica amministrazione si sentirà nelle differenze in busta paga. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d’accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità. Non è stato fatto mai neanche nel privato se non per qualche iniziativa singola», ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione Brunetta nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. «E' un provvedimento che vuole premiare la meritocrazia» sottolinea il premier Berlusconi. L’obiettivo è «riconoscere il loro sforzo con compensi economici che si danno a coloro che lavorano nelle aziende private. Vogliamo che i tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici abbiano un morale diverso e abbiano motivo di essere realizzati e di essere così più positivi nei confronti dei cittadini». Esce invece dal provvedimento la class="term">class class="term">action nei confronti di prodotti e servizi della pubblica amministrazione. Il legge farà parte di un provvedimento ad hoc: «Abbiamo ritenuto opportuno richiedere un parere al Consiglio di Stato e all’Avvocatura sugli effetti che può avere la nuova disciplina sul processo amministrativo e sulla difesa erariale», ha spiegato Berlusconi. E lo scorporo delle norme sulle azioni collettive nei confronti della pubblica amministrazione si è reso necessario anche per «coordinare la disciplina di questa class="term">class class="term">action amministrativa con l’altra class="term">class class="term">action generale che il Senato sta esaminando». Le norme sulla class="term">class class="term">action per la pubblica amministrazione - ha assicurato il premier - confluiranno in un «decreto legislativo che sarà adottato a seguito degli approfondimenti, comunque rispetteremo i termini di scadenza della delega». Il confronto sulla riforma della pubblica amministrazione varata dal governo «non è una partita che si gioca tra governo e il sindacato dei dipendenti pubblici ma riguarda tutto il paese», puntualizza lo stesso Brunetta. per il ministro si tratta di una riforma che riguarda «i cittadini, i sindacati del settore privati e anche quelli dei datori di lavoro, come la confindustria». Brunetta conferma di aver chiesto anche un parere «molto articolato» al Cnel. Il ministro annuncia, inoltre, che «solo il 25% dei dipendenti pubblici con le nuove norme, e il sindacato è d’accordo, avrà il 50% delle risorse pubbliche per la premialità». E sottolinea che «non era mai successo che si distinguesse una parte della contrattazione: si dava tutto a tutti». Una scelta, fa rilevare, che «non tutte le imprese private fanno». La conferenza stampa si chiude con un siparietto tra Brunetta e Berlusconi. Interpellato sulla minaccia di dimissioni da parte del ministro, il premier ha affermato che «Brunetta ha usato una tattica da biricchino che l’ha portato a un ottimo risultato».

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Via libera alla rivoluzione Brunetta sulla P.A. (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 15-05-2009)

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n. 116 del 2009-05-15 pagina 0 Via libera alla rivoluzione Brunetta sulla P.A. di Redazione La riforma della Pubblica amministrazione inizia l'iter in parlamento dopo il via libera del governo. Berlusconi: "Tutte le famiglie saranno collegate con le istituzioni tramite internet". Il ministro, che nei giorni scorsi aveva minacciato le dimissioni, è soddisfatto: "Entro due mesi sarà legge" Roma - Il testo con la riforma della pubblica ammistrazione, la cosiddetta "rivoluzione Brunetta", inizia il proprio iter. Lo ha comunicato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, sottolineando che il provvedimento "verrà sottoposto all’esame delle Camere, alla Conferenza Stato-Regioni, e al Cnel". "Tutte le famiglie - ha fatto sapere il premier - potranno tramite internet collegarsi con le istituzioni. Anche i 3,5 milioni di pubblici dipendenti potranno trarre da questa rivoluzione motivo per sentirsi realizzati". Brunetta: entro due mesi sarà legge La riforma della Pubblica amministrazione sarà legge entro sessanta giorni. Ad assicurarlo è il ministro Renato Brunetta: "Le commissioni parlamentari di Camera e Senato hanno 60 giorni di tempo. Tutto si può concludere - afferma Brunetta - entro 60 giorni a partire da lunedì e anche prima". Il ministro ha poi chiarito che "le premialità non verranno date a tutti, ma solo ai più meritevoli". Berlusconi: il ministro è birichino "Non c’è nessun problema, Brunetta ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati". Lo afferma il premier nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi parlando della minaccia di dimissioni avanzata dal ministro della Pubblica amministrazione. Premialità "Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d’accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità. Non è stato fatto mai neanche nel privato se non per qualche iniziativa singola". Brunetta annuncia alla stampa la sua riforma della pubblica amministrazione, assicurando che la meritocrazia si sentirà anche nelle differenze in busta paga. Nei giorni scorsi il ministro della Funzione pubblica aveva minacciato le dimissioni, ora è soddisfatto per aver incassato il via libera del cdm al provvedimento. Produttività e trasparenza In particolare, spiega che il confronto sulla riforma varata oggi con il dlgs sulla produttività e la trasparenza "non è una partita che si gioca tra governo e il sindacato dei dipendenti pubblici, ma riguarda tutto il Paese". E ancora: "Questo provvedimento riguarda i cittadini, i sindacati del settore privato e anche quelli dei datori di lavoro, come la Confindustria". Il ministro conferma di aver chiesto anche un parere "molto articolato" al Cnel. Class class="term">action Tra le novità, annuncia anche che la class="term">class class="term">action nella pubblica amministrazione "partirà dal primo gennaio 2010", spiegando l’obbligo, per i dirigenti, di un periodo di lavoro-studio all’estero presso le organizzazioni internazionali. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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FS: QUI L'INFORMAZIONE DERAGLIA (sezione: Class action)

( da "Lavoce.info" del 15-05-2009)

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>FS: QUI L'INFORMAZIONE DERAGLIA di Andrea Boitani e Carlo Scarpa 15.05.2009 La campagna di comunicazione di Fs racconta che oggi le "Ferrovie dello Stato oggi non gravano più sulla collettività". La verità è che Fs resta l'ultimo monopolista non regolato. Dal 2000 in media ha ricevuto in conto corrente circa 3 miliardi di euro all'anno da Stato e Regioni. Oltre naturalmente ai contributi in conto capitale per la realizzazione della rete ad alta velocità. Quanto ai biglietti low cost, si tratta di una vera presa in giro. L'aumento dei prezzi non serve a coprire costi che sono comunque dello Stato. Serve solo a far quadrare un bilancio.   Su alcuni giornali Fs lancia la campagna di comunicazione sul bilancio del 2008, purtroppo prima che il bilancio sia reso pubblico. Ma questa campagna di comunicazione grida veramente vendetta, almeno su due fronti: i contributi pubblici che Fs tuttora riceve copiosi e i prezzi che pratica. I SOLDI PUBBLICI: UN POZZO ANCORA SENZA FONDO Fs scrive che “Le Ferrovie dello Stato oggi non gravano più sulla collettività”. La verità è che dal 2000 in media Fs ha ricevuto in conto corrente circa 3 miliardi di euro all’anno da Stato e Regioni, e il 2008 non è tanto diverso. Il bilancio di Fs è oggi in utile grazie a questi soldi pubblici. A proposito: era stato in utile anche dal 2001 al 2003, sempre per le stesse ragioni. È uno scandalo? In linea di principio no. In Italia si è deciso da parecchi anni che su alcuni servizi nazionali e regionali il prezzo del biglietto non dovesse coprire i costi, al fine di favorire il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma. La differenza tra costi e prezzi deve essere coperta dalla fiscalità generale. Nessuno scandalo, ma perché negarlo? In tali condizioni, avere delle perdite di bilancio significa avere ricevuto trasferimenti troppo bassi oppure, ma questo a Fs non fa piacere sentirlo, aver avuto costi troppo alti. Chi assicura il contribuente italiano che la differenza tra costi e prezzi sia la minima possibile, cioè che il nostro operatore ferroviario operi ai minimi costi possibili? Nessuno lo assicura, naturalmente. Ma è bene ricordarlo quando leggiamo i paginoni pubblicitari di Fs. Oltre tutto, i soldi di cui abbiamo parlato non sono i soli che Fs riceve. Ci sono anche i contributi in conto capitale, i prestiti a tasso agevolato, i conferimenti di capitale da parte dello Stato in quanto azionista, e altro ancora; tanti contributi giustificati soprattutto, ma non solo, dalla realizzazione della rete ad alta velocità, i cui costi gravano sulla collettività pur passando attraverso il bilancio di Fs. Per esempio, nel 2007, lo Stato per gli investimenti ha trasferito a Fs altri 4,2 miliardi di euro. Quando vedremo le cifre del 2008 sappiamo già che non saranno troppo diverse. Dicono che le Fs “non gravano più sulla collettività”? I commenti specifici li faremo non appena usciranno i bilanci ufficiali. Qui, comunque, non stiamo discutendo se i soldi trasferiti a Fs siano troppi o troppo pochi. Stiamo additando il fatto che Fs ha avviato una campagna di comunicazione abbondantemente ingannevole, campagna i cui costi – pro quota – gravano anche sugli ingannati, cioè i contribuenti. L’ULTIMO MONOPOLISTA NON REGOLATO Il secondo tema è quello del costo dei biglietti. Su quelli regionali e su pochissimi servizi nazionali il prezzo è determinato da una contrattazione tra Fs e diverse autorità pubbliche. Per il resto (Intercity, Eurostar), Fs si sente libera di fare quello che vuole, e nessuno le dice nulla. Se questo sia corretto o meno, dipende da un sistema di norme poco chiaro, pensato per un mondo nel quale le Fs dipendevano in modo molto stretto dal governo, tanto che non c’era bisogno di regole scritte e trasparenti. Era comunque ovvio che nulla si sarebbe mosso senza l’assenso dell’autorità pubblica. Questo mondo non c’è più. Fs è ormai uno staterello nello Stato, gode di sostanziale autonomia rispetto a un potere politico sempre più debole. Intendiamoci, nessuna nostalgia per il pesante clientelismo del passato (che forse in realtà rimane anche oggi) ma se il potere politico facesse il suo mestiere e almeno intervenisse sulle questioni strettamente “Politiche” (con la P maiuscola) sarebbe meglio. Di recente, poi, Fs ha fatto registrare un buon successo (dal suo punto di vista). Ad esempio, la maggioranza dei parlamentari italiani si è convinta che era bene garantire alla stessa Fs un bel prolungamento della durata dei contratti di servizio regionali in essere o ancora da sottoscrivere: si passa da un massimo di 9 anni a un minimo di 12 (6 rinnovabili per altri 6). Poi, Fs ha convinto un manipolo di parlamentari a proporre una deroga alle norme che prevedono l’affidamento tramite gara degli stessi servizi ferroviari regionali. Deroga resa giuridicamente possibile grazie a un regolamento europeo (1370/2007), fortemente voluto dagli interessi costituiti franco-tedeschi, a cui gli italiani si sono accodati di buon grado. E così Fs è e rimarrà di fatto un monopolista per il traffico passeggeri (e anche nelle merci non c’è gran concorrenza) e fa i prezzi e le politiche di prodotto di un monopolista interessato solo ai suoi profitti (fatti salvi i servizi regionali, per i quali le tariffe sono decise dalle Regioni… per ora). LA PRESA IN GIRO CONTINUA Uno stato di cose a dir poco irritante. E le ragioni di irritazione sono due. La prima è l’assenza o la presenza fin troppo servizievole della politica. Da anni si parla di avere nei trasporti, come già nell’energia, regole chiare e un regolatore indipendente. E nessuno lo fa. Non il passato governo, che pure lo aveva scritto a chiarissime lettere nel suo programma, non quello attuale, che non pare nemmeno interessato alla cosa. La seconda è, di nuovo, il fatto che Fs prenda per il fondelli la gente. Sempre nella sua campagna di comunicazione, sbandiera i “biglietti low cost”. Ma stiamo scherzando? Prima si sopprimono i treni a basso costo. Poi si fanno esplodere i prezzi anche degli Eurostar. E infine si fa uno sconto su questi prezzi, e si chiama tutto ciò “un biglietto low cost”. Per favore… Si dirà: ma il servizio è molto migliore perché ora siamo ad alta velocità. Vero: peccato che l’intero costo dell’Alta velocità sia direttamente a carico dello Stato. L’aumento del biglietto non serve a coprire costi che sono comunque dello Stato. Serve solo a far quadrare un bilancio. Care Fs, siete monopolisti. Non avete davanti alcune regole chiare. Non avete davanti un sistema politico degno di questo nome, e quindi fate quello che volete. Ma almeno non aggiungete le beffe al danno… Foto tratta dall'archivio fotografico delle Ferrovie dello Stato

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Il governo approva il "ddl-Brunetta" Ma dal testo sparisce la class action (sezione: Class action)

( da "Stampaweb, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

ROMA La minacciare di dimissioni ha avuto l'effetto sperato. Il ministro Brunetta, dopo l'ultimatum al governo, può tirare un sospiro di sollievo. Il Consiglio dei ministri questa mattina ha dato il via libera al decreto legislativo per la pubblica amministrazione che va sotto il nome di "rivoluzione Brunetta", noto ai più come "decreto anti-fannulloni". Ora il testo passerà all’esame delle Camere e della conferenza Stato-Regioni. La meritocrazia che si introdurrà nella pubblica amministrazione si sentirà nelle differenze in busta paga. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d’accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità. Non è stato fatto mai neanche nel privato se non per qualche iniziativa singola», ha spiegato il ministro per la Pubblica amministrazione Brunetta nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. «E' un provvedimento che vuole premiare la meritocrazia» sottolinea Berlusconi. L’obiettivo è «riconoscere il loro sforzo con compensi economici che si danno a coloro che lavorano nelle aziende private. Vogliamo che i tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici abbiano un morale diverso e abbiano motivo di essere realizzati e di essere così più positivi nei confronti dei cittadini». Esce invece dal provvedimento la class="term">class class="term">action nei confronti di prodotti e servizi della pubblica amministrazione. Il legge farà parte di un provvedimento ad hoc: «Abbiamo ritenuto opportuno richiedere un parere al Consiglio di Stato e all’Avvocatura sugli effetti che può avere la nuova disciplina sul processo amministrativo e sulla difesa erariale», ha spiegato Berlusconi. E lo scorporo delle norme sulle azioni collettive nei confronti della pubblica amministrazione si è reso necessario anche per «coordinare la disciplina di questa class="term">class class="term">action amministrativa con l’altra class="term">class class="term">action generale che il Senato sta esaminando». Le norme sulla class="term">class class="term">action per la pubblica amministrazione - ha assicurato il premier - confluiranno in un «decreto legislativo che sarà adottato a seguito degli approfondimenti, comunque rispetteremo i termini di scadenza della delega». Il confronto sulla riforma della pubblica amministrazione varata dal governo «non è una partita che si gioca tra governo e il sindacato dei dipendenti pubblici ma riguarda tutto il paese», puntualizza lo stesso Brunetta. per il ministro si tratta di una riforma che riguarda «i cittadini, i sindacati del settore privati e anche quelli dei datori di lavoro, come la confindustria». Brunetta conferma di aver chiesto anche un parere «molto articolato» al Cnel. Il ministro annuncia, inoltre, che «solo il 25% dei dipendenti pubblici con le nuove norme, e il sindacato è d’accordo, avrà il 50% delle risorse pubbliche per la premialità». E sottolinea che «non era mai successo che si distinguesse una parte della contrattazione: si dava tutto a tutti». Una scelta, fa rilevare, che «non tutte le imprese private fanno». La conferenza stampa si chiude con un siparietto tra Brunetta e Berlusconi. Interpellato sulla minaccia di dimissioni da parte del ministro, il premier ha affermato che «Brunetta ha usato una tattica da biricchino che l’ha portato a un ottimo risultato».

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Class Action. Brunetta, per P.A. partirà da 1 gennaio 2010. Codacons, ora il ministro si dimetta (sezione: Class action)

( da "Sestopotere.com" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

class="hilite">Class Action. Brunetta, per P.A. partirà da 1 gennaio 2010. Codacons, ora il ministro si dimetta (15/5/2009 15:06) | (Sesto Potere) - Roma - 15 maggio 2009 - "Ci aspettiamo dimissioni immediate da parte del Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta'. Lo afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi, dopo la notizia dello slittamento al 2010 della class="term">class class="term">action per la pubblica amministrazione. "Brunetta, che si è strenuamente battuto per l'estensione dell'azione collettiva alla P.A., deve essere coerente - prosegue Rienzi - Così come pochi giorni fa ha minacciato le dimissioni se non fosse passato il suo decreto, ora che è stato battuto sulla class="term">class class="term">action deve lasciare il proprio incarico'. "Questo Governo, che agisce sotto l'influenza delle lobby e di Confindustria, ha troppa paura per far passare una legge importante come quella sull'azione collettiva - conclude il Presidente Codacons - ciò dimostra l'assenza di qualsiasi attenzione da parte dell'esecutivo verso i consumatori e i loro diritti, ritenuti meno importanti di banche, imprese e potentati vari'.

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Azione collettiva contro le politiche pubblicitarie di Google (sezione: Class action)

( da "Stampaweb, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

NEW YORK Un'azione collettiva è stata avviata contro Google sulla questione della normativa sui marchi registrati negli Usa. Secondo quanto riporta il New York Times, si tratta della prima volta in cui una causa del genere è stata intentata dalla piccola società di software conosciuta con il marchio FirePond per conto di tutti i titolari di marchi del Texas presso la Corte Federale del Texas. Tutto nasce dal fatto che Audrey Spangenberg, amministratore delegato della FirePond, facendo una ricerca su Google col nome della sua azienda, lo ha sì trovato in cima alla lista dei risultati, ma preceduto a sinistra dalle inserzioni delle società rivali, che hanno pagato Google per far comparire i loro messaggi pubblicitari ogni qualvolta qualcuno fa una ricerca col nome Firepond, un marchio registrato. Quest’ultima ha contestato le politiche del motore di ricerca. L’accettazione, infatti, da parte di Google, di queste utilizzazioni concorrenziali dei marchi ha infastidito molte altre società, incluse American Airlines e Geico, che hanno però raggiunto degli accordi con la società fondata da Larry Page e Sergej Brin. + Giappone, Street View sostituisce le foto "rubate" + Google bloccato, sul blog le scuse

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TUTTI I RISCHI DELLA CLASS ACTION NELLA PA (sezione: Class action)

( da "Lavoce.info" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

>TUTTI I RISCHI DELLA CLASS ACTION NELLA PA di Luigi Oliveri 15.05.2009 L'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione era uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico. E' stato però stralciato con la promessa di vararlo entro gennaio 2010. Il testo attuale, del resto, è generico e vago. Il rischio è che la class="term">class class="term">action nella Pa finisca per produrre molta esposizione mediatica e poca sostanza. Con il corollario di un intasamento senza precedenti delle aule dei tribunali amministrativi regionali, per l'attivazione di azioni collettive anche infondate, sull'onda della caccia a ogni costo all'amministrazione sprecona. L’azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione è uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico, introdotta dalla legge 15/2009, la cosiddetta legge Brunetta. Mentre da anni si cerca di affermarla class="hilite">class="term">class class="term">action nel suo ambito naturale, la difesa dei consumatori contro le insidie dei contratti per adesione delle grandi società di servizi, la strada per la class="term">class class="term">action nella Pa appare spianata. LEGGE E DECRETO SONO VAGHI In linea di principio, non vi sarebbe nulla da ridire contro uno strumento finalizzato a consentire ai cittadini di agire nei confronti dei ritardi o delle inefficienze delle amministrazioni. Tuttavia, uno sguardo più attento mostra tutti i potenziali problemi che potrebbero derivare dalla sua attuazione, così come disegnata dalla legge 15/2009 e dallo schema di decreto legislativo attuativo diffuso da Palazzo Vidoni. Sono del tutto inafferrabili i presupposti concreti per attivare l’azione. La legge prevede che cittadini singoli o associazioni possano attivarsi se dalle inefficienze gestionali consegua “la lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori”. Risulta macroscopica la vaghezza del presupposto. La legge, ma anche lo schema di decreto legislativo, non definisce in alcun modo quali siano gli interessi giuridicamente rilevanti e in cosa consista la loro lesione. I rischi di simile genericità sono piuttosto rilevanti. Il primo, sullo stretto piano giuridico, è demandare integralmente al giudice amministrativo, sarà il Tar ad occuparsi della class="term">class class="term">action, la determinazione per via giurisprudenziale dei criteri per l’azione. Ci vorranno anni: ce ne sono voluti quindici perché i giudici amministrativi concordassero una linea interpretativa univoca sul concetto di interesse giuridicamente rilevante ai fini della tutela del diritto di accesso agli atti amministrativi. Sul piano pratico, si presenta il rischio dell’utilizzo strumentale della class="term">class class="term">action, allo scopo di fare pressioni esterne sulla gestione. Basti pensare all’esempio di funzioni pubbliche di vigilanza come quelle esercitate dall’ispettorato del lavoro:se un insieme di aziende concorda di attivare la class="term">class class="term">action per interdire l’attività ispettiva di qualche scrupoloso ispettore, il gioco si può dire fatto. Anche se nel merito, infatti, l’azione si rivelasse infondata, basterebbe rendere pubblica la diffida che deve precedere il ricorso al Tar, per creare il “caso” e osteggiare l’azione amministrativa. Costringendo gli uffici a complesse attività di istruttoria per considerare infondate le pretese strumentali. Tanto più complesse, perché la class="term">class class="term">action prende di mira come responsabili solo i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, come se le eventuali disfunzioni amministrative non fossero comunque conseguenza di linee politiche e strategiche determinate dagli organi di governo. I quali, però, non sono assolutamente presi in considerazione tra i possibili responsabili. Che la class="term">class class="term">action possa risolversi in uno strumento di pressione senza alcuna effettiva utilità per i cittadini, del resto, lo dimostrano altri fattori. Il primo è la “gogna mediatica”: infatti, laddove a seguito della diffida l’amministrazione non modifichi la propria organizzazione entro il termine di un anno, come prevede lo schema di decreto attuativo, i cittadini possono agire in giudizio e il Tar dovrà dare pubblicità al ricorso (prima ancora che sia deciso) sui media. Lo stesso termine previsto di un anno per adeguarsi alla diffida appare una mera forma. Infatti, appare eccessivamente lungo se la class="term">class class="term">action fosse fondata su disfunzioni gestionali e organizzative di dettaglio, come il mancato rispetto dei termini di procedimenti amministrativi; ma, apparirebbe solo formalistico, se oggetto dell’azione fossero le conseguenze di un dissesto finanziario, per risolvere il quale occorrerebbe ben più di questo arco di tempo. In ogni caso, la class="term">class class="term">action nella Pa non prevede alcun diretto beneficio in capo a chi la attiva, a differenza dell’azione collettiva prevista nel campo dei servizi e del commercio. Al più, la sentenza del giudice può ordinare all’amministrazione accusata di attuare le misure per rimediare alle inefficienze (come se i giudici potessero sostituirsi alle amministrazioni nelle scelte di merito organizzativo) o a nominare un commissario ad acta. Insomma, molta esposizione mediatica e immagine e poca sostanza. E il rischio di un intasamento senza precedenti delle aule dei tribunali amministrativi regionali, derivante dall’attivazione di azioni collettive anche infondate, sull’onda della caccia all’amministrazione sprecona a ogni costo.

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L'ITALIA TORNA AL NUCLEARE. È QUESTA LA PRINCIPALE NOVITà CHE ARRIVA CON IL DISEGNO D... (sezione: Class action)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

L'Italia torna al nucleare. È questa la principale novità che arriva con il disegno di legge Sviluppo. Ma cambiano anche norme in materia di carburanti, made in Italy e consumatori. E ancora, la «Robin Tax» diventa più salata per finanziare un fondo per l'class="hilite">editoria e arriva la class="term">class class="term">action senza retroattività. Il punto chiave del testo approvato ieri in Senato, e ora al passaggio definitivo alla Camera, è il nucleare. Entro sei mesi dall'approvazione definitiva saranno individuati i criteri per localizzare i siti delle centrali, le modalità di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, le norme la sicurezza e le misure compensative per le popolazioni più vicine alle strutture.

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P.A.: P.Chigi, class action non ora, ma specifico dlgs (sezione: Class action)

( da "KataWeb News" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

P.A.: P.Chigi, class="term">class class="term">action non ora, ma specifico dlgs 15 maggio 2009 alle 19:11 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il Presidente del Consiglio, al termine del Consiglio dei Ministri, insieme al Ministro Brunetta ha rilasciato una dichiarazione con la quale ha sottolineato che: 1. il Consiglio dei Ministri ha esaminato nella scorsa seduta anche le norme presentate dal Ministro Brunetta per istituire la cosiddetta class="term">class class="term">action nei confronti della pubblica amministrazione e dei concessionari di servizi pubblici e ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto; 2. a questo riguardo è stato, però, ritenuto opportuno acquisire preliminarmente il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura dello Stato sui riflessi che la nuova azione avrà sul processo amministrativo e sulla difesa erariale; 3. AGI

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Forlì, Balzani: "Rondoni condivida con me il 'no' alla xenofobia" (sezione: Class action)

( da "RomagnaOggi.it" del 15-05-2009)

Argomenti: Class Action

15 maggio 2009 - 17.50 (Ultima Modifica: 15 maggio 2009) Forlì, elezioni. Rondoni: "Farò l'assessorato al centro storico" "L'idea dell'istituzione dell'assessorato al centro storico, al di là dell'evidente incompatibilità con la riduzione del numero degli assessori, per me prioritaria, ha il limite di non contenere alcuna proposta concreta, e, soprattutto, di presentarsi slegato dal complesso del tema, che non è solo urbanistico ma anche sociale, economico, ambientale": è quanto spiega Roberto Balzani, candidato sindaco del Pd e del centro-sinistra, in risposta all'idea avanzata da Rondoni. "La soluzione dell'annosa questione del centro storico - prosegue Balzani - dev'essere un punto qualificante per l'intera amministrazione, e costituire quindi il prodotto dell'azione collettiva della giunta. Noi abbiamo chiaro il nostro obiettivo: fare di Forlì una città dell'Europa civile e moderna, con ampie zone pedonali, comodi parcheggi per i residenti e per il commercio, percorsi ciclabili diffusi fino alla periferia e ai sobborghi, potenziamento della mobilità pubblica. I casi di successo, in Europa, sono molti: basta studiarli e cercare d'importarne i modelli. Ma tutto ciò non funzionerà mai se i cittadini non crederanno in questa "visione" della città: il che è possibile attraverso la partecipazione e lo stimolo, fin dalle più giovani generazioni, di un più alto senso civico, continua Balzani, proponendo la sua ricetta. E riallacciandosi al tema sollevato dal presidente Napolitano ieri, sul 'No alla retorica xenofoba', il candidato sindaco per il centro-sinistra Roberto Balzani aggiunge: "Il monito del Capo dello Stato contro le tendenze xenofobe e razziste emergenti nel nostro paese non può essere rubricato nella categoria delle paterne reprimende mosse da un anziano signore ben educato. Napolitano mette in evidenza una deriva pericolosa, di cui ci accorgiamo anche qui, a Forlì, nel corso delle presente campagna elettorale". Conclude Balzani: "è vero che i principali candidati alla carica di sindaco cercano di mantenere i toni il più possibile bassi e di evitare scontri ideologici francamente inutili. Ciò non toglie - prosegue - che vi siano forze che stanno tentando d'inquinare il sereno confronto sui programmi e sui progetti. E quelle forze stanno a destra, là dove la cultura dell'esclusione, del capro espiatorio e dell'evocazione strumentale delle paure collettive alligna di preferenza. Invito formalmente - conclude Roberto Balzani - anche Alessandro Rondoni a condividere con me il messaggio del Capo dello Stato"

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Via libera alla Rientra la minaccia di dimissioni (sezione: Class action)

( da "Corriere.it" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Il premier: «Tattica birichina con ottimi risultati» Via libera alla «rivoluzione Brunetta» Rientra la minaccia di dimissioni Dal Cdm l'ok al decreto anti-fannulloni, per il quale il ministro aveva detto di esser pronto a lasciare l'esecutivo ROMA - «Brunetta? Ha usato una tattica da birichino, ma ha ottenuto un ottimo risultato». Silvio Berlusconi non se la prende con il ministro della Pubblica amministrazione, che aveva minacciato le dimissioni qualora non fosse stato approvato il testo per la riforma della Pubblica amministrazione. Minaccia rientrata, visto che alla fine il Consiglio dei ministri ha dato il via libera. Il provvedimento sarà presentato alle Camere lunedì. Prima del via libera definitivo, previsto per fine giugno, il ministro ha indicato come essenziale l'esame di Cnel, sindacati e Conferenza Stato-Regioni. BERLUSCONI - Il presidente del Consiglio ringrazia il ministro parlando di «rivoluzione Brunetta». «Si tratta di una grande riforma - ha spiegato Berlusconi - che ammodernerà il sistema delle famiglie italiane e le imprese. Da casa con il proprio computer si potranno collegare nei siti delle istituzioni e fare le pratiche che oggi si fanno negli uffici». «Non solo: viene introdotta la meritocrazia - ha rivendicato il premier - così gli impiegati pubblici saranno motivati perché si vedono riconosciuti compensi economici che normalmente si danno a chi lavora nel privato. Questo è il nostro fine: far sì che 3,5 milioni di persone che lavorano nella P.A. non abbiano un morale diverso da chi lavora nel privato, e siano più motivati nel rapporto con i cittadini». class="hilite">CLASS ACTION - Dal canto suo, Brunetta ha annunciato che la class="term">class class="term">action nella pubblica amministrazione «partirà dal primo gennaio 2010». «È la prima volta - ha sottolineato - che si introduce l'azione collettiva nella pubblica amministrazione». Quanto ai tempi, Brunetta ha spiegato che «occorrerà dare vita agli standard della PA nei prossimi mesi». SCONTRO BRUNETTA-LANZILLOTTA - Proprio su questo tema, è però polemica con il Pd. «Il Ministro Brunetta - afferma Linda Lanzillotta - cede alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici. Rinuncia alla class="term">class class="term">action che lui stesso aveva indicato come la rivoluzione che avrebbe finalmente tutelato i cittadini nei confronti dei soprusi delle amministrazioni e di tutti coloro che erogano servizi pubblici. Come un punto chiave della sua 'rivoluzione'. Ma, nonostante gli annunci, a dimettersi il Ministro non ci pensa per nulla. No, caro Ministro. Speravamo che avrebbe avuto più coerenza e più coraggio. Ma così non è stato». Immediata la replica: «La Lanzillotta ha perso un'altra occasione. Invece che fare della sterile polemica, valuti i fatti. I fatti sono che, come da impegno del presidente del Consiglio Berlusconi, l'azione collettiva nel settore pubblico entrerà in vigore dal primo gennaio 2010». «Che il relativo schema di decreto legislativo -prosegue Brunetta- è già predisposto e sarà mandato al Consiglio di Stato nei prossimi giorni e che sulla base di questo parere il secondo decreto legislativo comincerà il suo iter parlamentare probabilmente già prima della pausa estiva. Nessun cedimento, solo volontà di fare presto e bene». stampa |

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Cambia il pubblico impiego, dimissioni rientrate (sezione: Class action)

( da "Cittadino, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

La riforma al via, Brunetta la spunta Silvio: «Birichino» ROMA La meritocrazia arriverà entro l'estate tra gli uffici della pubblica amministrazione. Il decreto legislativo che attua la riforma anti-fannulloni lunedì sarà alle Camere e nel giro di due mesi diventerà operativo. Rientra dunque la minaccia di dimissioni del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta. «Non c'é nessun problema - ha detto il premier Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi confermando la stima per il ministro - Brunetta ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati». Il decreto legislativo che introduce il merito e la premialità nella pubblica amministrazione resta però, al momento, orfano della class action che comunque - è stato assicurato da Brunetta - partirà dal primo gennaio 2010». «Abbiamo ritenuto di dover acquisire il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocature - ha sottolineato Berlusconi - per sapere quali sono i riflessi che questa norma può avere sul processo amministrativo. Abbiamo poi ritenuto di dover intervenire nel testo per coordinarlo con quello generale sulla class action» per il settore privato contenuta nel disegno di legge Sviluppo approvato dal Senato e ora all'esame della Camera.Berlusconi, illustrando la riforma Brunetta, parla di «rivoluzione» e sottolinea come l'obiettivo sia «riconoscere lo sforzo dei dipendenti pubblici con compensi economici che si danno a coloro che lavorano nel privato. Vogliamo che i dipendenti pubblici abbiano un morale diverso e abbiano motivo di essere realizzati e di essere così più positivi nei confronti dei cittadini». Il timing è segnato dallo stesso Brunetta: «Penso che tutto possa essere approvato entro 60 giorni a partire da lunedì, quando il provvedimento sarà trasmesso alle Camere. Intendo avere assolutamente l'accordo con la Conferenza Stato-Regioni. Chiederemo poi un parere articolato del Cnel». Prima dell'ultimo passaggio in Consiglio dei ministri «sentiremo il sindacato ai più alti livelli, tra fine giugno e inizi di luglio», dice Brunetta chiedendo a Berlusconi un coinvolgimento in prima persona.Brunetta cita alcuni esempi del nuovo corso che si vedrà tra le scrivanie degli statali: dagli stage all'estero dei dirigenti alle risorse premiali concentrate essenzialmente sui più bravi. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse - rileva Brunetta - destinate alla premialità. È una cosa mai accaduta». Per la class action si registra invece un rinvio motivato sia dalla necessità di acquisire i pareri di Avvocatura e Consiglio di Stato sia dalla necessità «di dare vita agli standard della p.a.». Comunque il ministro sembra avere già in testa questo secondo decreto legislativo: «Arriverà in autunno, sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni addotte non convincono né l'opposizione né le associazioni dei consumatori. (Ansa)

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fannulloni, via alla riforma premi solo ai più efficienti (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

class="hilite">Pagina 1 - Prima Pagina Il provvedimento varato dal Cdm ora va in aula. Slitta la class="term">class class="term">action Fannulloni, via alla riforma premi solo ai più efficienti SEGUE A PAGINA 22

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se il dirigente non ha obiettivi - (segue dalla prima pagina) (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 33 - Commenti SE IL DIRIGENTE NON HA OBIETTIVI (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Comprensibile che i cittadini, che hanno sperimentato sulla loro pelle le inefficienze dei nostri servizi pubblici, siano più che mai attenti al funzionamento di chi gestisce questa enorme montagna di risorse. Il Ministro Brunetta ha avuto il pregio di captare queste legittime preoccupazioni. Complice l´immobilismo del ministero dell´Economia, è riuscito a trasformare un dicastero marginale in passate legislature in un ministero di primaria importanza. Negli ultimi 12 mesi Brunetta ha mobilitato l´opinione pubblica con una fitta serie di annunci e di risultati ad effetto. La battaglia contro l´assenteismo è stata combattuta senza esclusione di colpi (al punto da decurtare la paga ai dipendenti ricoverati in ospedale per interventi chirurgici), ma portando a casa risultati importanti. Si può discutere sui metodi draconiani e sulle percentuali, ma è indubbio che il ricorso alle assenze retribuite nel pubblico impiego, sin qui nettamente superiore che nel settore privato, sia stato ridotto, il che è sicuramente una buona notizia per i contribuenti. Ora il Ministro si è messo in testa di passare dagli annunci e dagli interventi ad effetto alle riforme vere e proprie. Bene. Sarebbe la prima vera riforma di questo governo, che sin qui ha scelto di non scegliere di fronte al precipitare di una crisi che vede l´Italia continuare a far peggio degli altri, come certificato proprio ieri da Eurostat. Bisogna approfittare della recessione per fare quelle riforme che non si riescono a fare in condizioni normali. Al tempo stesso, a più di 15 anni dal primo tentativo di riformare la PA, non possiamo permetterci nuovi fallimenti. Nel riformare la PA non si può continuare a schierare l´opinione pubblica contro i dipendenti pubblici, come fatto a più riprese in questi mesi. Al contrario bisogna lavorare col cesello su incentivi, carriere e trasparenza. Il grosso delle misure prese nel decreto intraprende una strada diversa. Vengono istituiti una pluralità di nuclei di valutazione che dovrebbero essere sulla carta esterni alle amministrazioni (quindi nuova burocrazia creata) accreditati a loro volta da una nuova autorità indipendente. Si scavalcano i tanto vituperati dirigenti pubblici (Brunetta è stato in questi giorni applaudito fragorosamente da una platea di dipendenti pubblici quando li ha aizzati parlando di un "pesce che puzza dalla testa"). Si stabiliscono anche rigidamente le regole di distribuzione dei premi che dovranno essere dati ai singoli in ciascuna amministrazione: a un quarto di loro verrà dato il 100% del premio, a un altro quarto non verrà dato nulla, mentre il restante 50% dei dipendenti si prenderà il premio a metà. Dato che si tratta di somme consistenti, che molte amministrazioni sono piccole (attorno ai 10 dipendenti) e che è molto difficile misurare la produttività del singolo, è prevedibile che questi premi verranno alla fine assegnati a rotazione: Tizio li prende quest´anno, Caio il prossimo e Sempronio fra due, magari determinando l´ordine con una bella lotteria. class="hilite">Altro esempio è la class="term">class class="term">action, azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione, che prefigurava la gogna mediatica (pubblicità sui giornali ancora prima del giudizio) delle amministrazioni coinvolte. è stata rimossa in extremis dal decreto, ma è emblematica del metodo seguito nel ridisegnare la PA. Era prevista nel caso di «lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori», una formulazione talmente generica da poter essere usata come strumento di pressione contro le amministrazioni che pestano i piedi a qualcuno e da offrire lunghi anni di lavoro (speriamo con poche assenze retribuite) ai Tar. Il punto debole della riforma è nel non operare sugli incentivi dei dirigenti pubblici, trasformandoli in esecutori di decisioni prese da autorità dipendenti o tribunali e imponendo regole che, comunque, nel giro di qualche anno, saranno del tutto inefficaci. Per incentivare i dirigenti bisogna innanzitutto valutare le amministrazioni di cui sono a capo. Per farlo ci vogliono obiettivi misurabili che può fissare il politico senza mettere di mezzo nuova burocrazia. Devono essere grandezze che sono sotto il controllo della PA, di cui dunque i singoli dirigenti sono responsabili. Ad esempio, si possono stabilire obiettivi in termini di presenza sul territorio della Pubblica Sicurezza, speriamo non solo per fare le ronde alle ronde di quartiere. In altri casi l´impegno profuso dalle singole amministrazioni è meno visibile ai cittadini. Ma non per questo non si possono definire indicatori (ad esempio l´agenzia delle entrate di Trento utilizza il numero di controlli eseguiti, pesati in base allo sforzo richiesto per diverse tipologie di controlli) e rendere di pubblico dominio i risultati raggiunti dalle singole amministrazioni. Saranno queste amministrazioni, prima ancora dei singoli, ad essere premiate nel caso di raggiungimento degli obiettivi, non necessariamente solo con incrementi dello stipendio, ma anche attrezzature. In caso contrario, non verrà concesso alcun premio ad alcun membro di quella amministrazione: nel decreto Brunetta, invece, vengono comunque attribuiti i premi, anche alle amministrazioni inefficienti. Incentivi per i singoli potranno poi essere definiti principalmente in termini di carriere, dato che i posti pubblici durano a lungo. Bene perciò ricostruire le carriere fissando regole rigide, questo sì, per i passaggi di grado. A quel punto il dirigente locale sarà costretto a valutare i singoli prefigurando potenziali avanzamenti di carriera che, per il bene della struttura, non possono riguardare tutti. Dovrà fare bene queste valutazioni perché è chiamato a rispondere dei risultati raggiunti dall´unità che dirige. Insomma bene che ognuno si prenda le sue responsabilità. A partire dal Governo che deve dirci quali sono gli obiettivi dei diversi rami della PA e offrirci una mappatura degli esuberi.

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Via al decreto anti-fannulloni (sezione: Class action)

( da "Secolo XIX, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Via al decreto anti-fannulloni la riforma della pubblica amministrazione Sì del Consiglio dei ministri a Brunetta, rientra la minaccia di dimissioni. Il premier: birichino Roma. Dimissioni sventolate e rimesse in tasca a obiettivo raggiunto. Renato Brunetta ha vinto la battaglia all'interno del Consiglio dei ministri. La sua "rivoluzione" si farà nonostante le resistenze di qualche collega (Giulio Tremonti in primis). La meritocrazia sbarcherà entro l'estate negli uffici della pubblica amministrazione. Il decreto legislativo che attua la riforma anti-fannulloni lunedì sarà alle Camere e nel giro di due mesi diventerà operativo. Brunetta, quindi, resta ben ancorato alla sua poltrona. «Non c'è nessun problema - ha detto il premier Silvio Berlusconi confermando la stima per il ministro - Brunetta ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati». Il decreto legislativo che introduce il merito e la premialità nella P.a. resta però, al momento, class="hilite">orfano della class="term">class class="term">action «che comunque - ha assicurato Brunetta - partirà dal primo gennaio 2010». Perché questo rinvio? «Abbiamo ritenuto di dover acquisire il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura - ha spiegato Berlusconi - per sapere quali sono i riflessi che questa norma può avere sul processo amministrativo. Abbiamo poi ritenuto di dover intervenire nel testo per coordinarlo con quello generale sulla class="term">class class="term">action» per il settore privato, contenuto nel disegno di legge Sviluppo approvato dal Senato e ora all'esame della Camera. Berlusconi, illustrando la riforma Brunetta, ha parlato di «rivoluzione» e sottolineato come l'obiettivo sia «riconoscere lo sforzo dei dipendenti pubblici con compensi economici che si danno a coloro che lavorano nel privato. Vogliamo che i dipendenti pubblici abbiano un morale diverso e abbiano motivo di essere realizzati e di essere così più positivi nei confronti dei cittadini» ha concluso il premier. I tempi sono scanditi dal ministro Brunetta: «Penso che tutto possa essere approvato entro 60 giorni a partire da lunedì, quando il provvedimento sarà trasmesso alle Camere. Intendo avere assolutamente l'accordo con la Conferenza Stato-Regioni. Chiederemo poi un parere articolato del Cnel». Prima dell'ultimo passaggio in Consiglio dei ministri «sentiremo il sindacato ai più alti livelli, tra fine giugno e inizi di luglio», ha poi aggiunto Brunetta chiedendo a Berlusconi un coinvolgimento in prima persona. Il ministro ha citato alcuni esempi del nuovo corso che si vedrà tra le scrivanie degli statali: dagli stage all'estero dei dirigenti alle risorse premiali concentrate essenzialmente sui più bravi. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità - ha sottolineato Brunetta -. È una cosa mai accaduta». I punti cruciali della "rivoluzione" sono la premiazione del merito, la valutazione delle performance, la responsabilizzazione dei dirigenti e nuove regole per la contrattazione collettiva con la riduzione a due comparti di contrattazione. Ma il disegno di legge prevede anche una stretta su provvedimenti disciplinari e sanzioni, con un catalogo di infrazioni particolarmente gravi per le quali è previsto il licenziamento. Per quanto riguarda la meritocrazia, è cancellata la distribuzione a pioggia di benefici. Le nuove norme puntano infatti a una distribuzione degli incentivi economici e di carriera più selettivi. Non più del 25%-30% dei dipendenti potrà beneficiare del trattamento accessorio nella misura massima, e non più della metà potrà goderne in misura ridotta al 50%, mentre ai lavoratori meno meritevoli non sarà corrisposto alcun incentivo. Per la valutazione delle performance una apposita commissione verrà istituita entro il 30 settembre 2009. Capitolo dirigenti. Si rafforza la loro responsabilità e il loro potere di gestione delle risorse umane, anche per quanto concerne l'attribuzione dei premi. Avranno nuovi strumenti ma saranno sanzionati, anche economicamente, se non svolgeranno bene il proprio lavoro. Altro nodo importante quello di licenziamenti, assenze e sanzioni. Per il controllo delle assenze sono confermate le misure introdotte lo scorso anno e sono previsti vari tipi di sanzioni per i casi di false attestazioni di presenze o di falsi certificati medici: licenziamento disciplinare e obbligo del risarcimento del danno e creazione di una specifica fattispecie di reato per il dipendente stesso e per gli eventuali "complici", compreso il medico. Per il medico c'è anche la radiazione dall'albo professionale. Per la class="term">class class="term">action il decreto legislativo «arriverà in autunno, sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato» ha precisato Brunetta. Ma il rinvio non convince né l'opposizione né le associazioni dei consumatori. Se Linda Lanzillotta del Pd accusa il ministro di «cedere alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici», il Codacons parla senza mezzi termini di «Brunetta sconfitto» e aggiunge: «Ci aspettiamo dimissioni immediate». Ma anche sulla riforma della Pubblica amministrazione il centrosinistra è critico. «Serve un piano industriale serio, mentre l'idea di riforma della destra è un richiamo all'ordine che comprende sempre un insulto» ha attaccato Pier Luigi Bersani, responsabile economico del Pd. Al governo «non importa sapere che cosa faccia davvero un ufficio, importa che si possa descriverlo come un insieme di buoni e di cattivi» ha aggiunto Bersani. Secca la replica di Brunetta: «Bersani dovrebbe esercitarsi nel ragionevole sforzo di studiare prima di emettere giudizi. Per aiutarlo a recuperare sull'arretrato, gli abbiamo appena inviato tutta la documentazione». Bruno Lugaro lugaro@ilsecoloxix.it 16/05/2009 grafici IL SECOLO XIX 16/05/2009 I VOTI AI MANAGER 16/05/2009 LA RESPONSABILITÀ 16/05/2009 LEALTÀ E DISCIPLINA 16/05/2009 IL CITTADINO-CLIENTE 16/05/2009 I PUNTI CHIAVE DELLA RIVOLUZIONE 16/05/2009 bersani (pd)«Nella loro idea la riforma è un richiamo all'ordine che comprende sempre un insulto» 16/05/2009

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Festa col profumo di primavera (sezione: Class action)

( da "Libertà" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Festa col profumo di primavera Bancarelle, musica e gastronomia tra i colorati stand floreali di ALESSIA STRINATI MONTICELLI - Si apre oggi, sabato, la 38ª edizione della Fiera dei fiori, tradizionale manifestazione della Bassa piacentina, che per due giorni animerà le vie del centro storico di Monticelli. Ad organizzare l'edizione 2009 della fiera, sono la Proloco, il Comune di Monticelli, l'Avis, l'Aido, gli Alpini, la Protezione civile "Omega" e il Gruppo culturale mostre. La manifestazione prende il via nel pomeriggio con un'iniziativa sportiva: il cicloraduno organizzato da Avis e Aido, il cui ritrovo è previsto per le 14.30. Alle 16 sarà invece inaugurato lo stand floreale gestito dalla Proloco, che ogni anno offre ai visitatori svariati esemplari di fiori, oltre allo storico geranio a cui in origine era dedicata la manifestazione. Alle 19 aprirà anche lo stand gastronomico dell'Avis, i cui volontari prepareranno gustose specialità. Seguirà, alle 21, lo spazio per la musica dedicata ai giovani, con il concerto del gruppo monticellese Pennyweisse. La fiera entrerà ovviamente nel clou domani, domenica 17. La giornata si aprirà alle 9.30 con l'inaugurazione ufficiale della fiera, a cui prenderanno parte autorità civili e militari. Contemporaneamente sarà aperto lo stand della mostra "Passo dopo passo... 50 anni di storia insieme", che ripercorrerà le tappe salienti dell'Avis di Monticelli, gruppo che proprio quest'anno festeggia il mezzo secolo di vita. Alle 16 un nuovo appuntamento gastronomico con la torta fritta cotta dall'Avis. Alle 18 un'occasione per festeggiare in compagnia: un happy hour in musica, organizzato in collaborazione con il Corpo bandistico monticellese. Nelle sale e nel cortile della Rocca si svolgeranno per tutta la giornata varie mostre, gratuite e aperte a tutti. La prima è D-Istanti, di Martina Peloponesi, la seconda "I drammi del mare: 1899-1927" della Domenica del Corriere, la terza sarà la sesta edizione della mostra-mercato "Artisti artigiani nel castello", la quarta "Fotografare il Po e la sua gente" di Davide Magri, la quinta "Il Po dei Savoia", la sesta la collettiva "Inter-Azioni", la settima "Disegnare a pennarello e a pastello" di Giuseppe Fornasari, l'ottava "Impronte", una collettiva di arte contemporanea. Davanti all'istituto comprensivo funziona lo stand gastronomico di Alpini e Protezione civile. Alle 21, infine, appuntamento con la tombola organizzata dall'Aido. In aggiunta, ci saranno bancarelle per le vie del paese e un luna park. Per bambini e genitori, infine, racconti e storie con "Favole in festa". 16/05/2009

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l'ultimo monopolista non regolato? le fs (sezione: Class action)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 21 - Udine L'ultimo monopolista non regolato? Le Fs Dibattito di ANDREA BOITANI e CARLO SCARPA * Su alcuni giornali Ferrovie dello Stato, ovvero Fs, lancia la campagna di comunicazione sul bilancio del 2008, purtroppo prima che il bilancio sia reso pubblico. Ma questa campagna di comunicazione grida veramente vendetta, almeno su due fronti: i contributi pubblici che Fs tuttora riceve copiosi e i prezzi che pratica. Fs scrive che «Le Ferrovie dello Stato oggi non gravano più sulla collettività». La verità è che dal 2000 in media Fs ha ricevuto in conto corrente circa 3 miliardi di euro l'anno da Stato e Regioni, e il 2008 non è tanto diverso. Il bilancio di Fs è oggi in utile grazie a questi soldi pubblici. A proposito: era stato in utile anche dal 2001 al 2003, sempre per le stesse ragioni. È uno scandalo? In linea di principio no. In Italia si è deciso da parecchi anni che su alcuni servizi nazionali e regionali il prezzo del biglietto non dovesse coprire i costi, al fine di favorire il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma. La differenza tra costi e prezzi deve essere coperta dalla fiscalità generale. Nessuno scandalo, ma perché negarlo? In tali condizioni, avere delle perdite di bilancio significa avere ricevuto trasferimenti troppo bassi oppure, ma questo a Fs non fa piacere sentirlo, aver avuto costi troppo alti. Chi assicura il contribuente italiano che la differenza tra costi e prezzi sia la minima possibile, cioè che il nostro operatore ferroviario operi ai minimi costi possibili? Nessuno lo assicura, naturalmente. Ma è bene ricordarlo quando leggiamo i paginoni pubblicitari di Fs. Oltre tutto, i soldi di cui abbiamo parlato non sono i soli che Fs riceve. Ci sono anche i contributi in conto capitale, i prestiti a tasso agevolato, i conferimenti di capitale da parte dello Stato in quanto azionista, e altro ancora; tanti contributi giustificati soprattutto, ma non solo, dalla realizzazione della rete ad alta velocità, i cui costi gravano sulla collettività pur passando attraverso il bilancio di Fs. Per esempio, nel 2007, lo Stato per gli investimenti ha trasferito a Fs altri 4,2 miliardi di euro. Quando vedremo le cifre del 2008 sappiamo già che non saranno troppo diverse. Dicono che le Fs «non gravano più sulla collettività»? I commenti specifici li faremo non appena usciranno i bilanci ufficiali. Qui, comunque, non stiamo discutendo se i soldi trasferiti a Fs siano troppi o troppo pochi. Stiamo additando il fatto che Fs ha avviato una campagna di comunicazione abbondantemente ingannevole, campagna i cui costi - pro quota - gravano anche sugli ingannati, cioè i contribuenti. Il secondo tema è quello del costo dei biglietti. Su quelli regionali e su pochissimi servizi nazionali il prezzo è determinato da una contrattazione tra Fs e diverse autorità pubbliche. Per il resto (Intercity, Eurostar), Fs si sente libera di fare quello che vuole, e nessuno le dice nulla. Se questo sia corretto o meno, dipende da un sistema di norme poco chiaro, pensato per un mondo nel quale le Fs dipendevano in modo molto stretto dal governo, tanto che non c'era bisogno di regole scritte e trasparenti. Era comunque ovvio che nulla si sarebbe mosso senza l'assenso dell'autorità pubblica. Questo mondo non c'è più. Fs è ormai uno staterello nello Stato, gode di sostanziale autonomia rispetto a un potere politico sempre più debole. Intendiamoci, nessuna nostalgia per il pesante clientelismo del passato (che forse in realtà rimane anche oggi), ma se il potere politico facesse il suo mestiere e almeno intervenisse sulle questioni strettamente "Politiche" (con la P maiuscola) sarebbe meglio. Di recente, poi, Fs ha fatto registrare un buon successo (dal suo punto di vista). A esempio, la maggioranza dei parlamentari italiani si è convinta che era bene garantire alla stessa Fs un bel prolungamento della durata dei contratti di servizio regionali in essere o ancora da sottoscrivere: si passa da un massimo di 9 anni a un minimo di 12 (6 rinnovabili per altri 6). Poi, Fs ha convinto un manipolo di parlamentari a proporre una deroga alle norme che prevedono l'affidamento tramite gara degli stessi servizi ferroviari regionali. Deroga resa giuridicamente possibile grazie a un regolamento europeo (1370/2007), fortemente voluto dagli interessi costituiti franco-tedeschi, a cui gli italiani si sono accodati di buon grado. E così Fs è e rimarrà di fatto un monopolista per il traffico passeggeri (e anche nelle merci non c'è gran concorrenza) e fa i prezzi e le politiche di prodotto di un monopolista interessato solo ai suoi profitti (fatti salvi i servizi regionali, per i quali le tariffe sono decise dalle Regioni... per ora). Uno stato di cose a dir poco irritante. E le ragioni di irritazione sono due. La prima è l'assenza o la presenza fin troppo servizievole della politica. Da anni si parla di avere nei trasporti, come già nell'energia, regole chiare e un regolatore indipendente. E nessuno lo fa. Non il passato governo, che pure lo aveva scritto a chiarissime lettere nel suo programma, non quello attuale, che non pare nemmeno interessato alla cosa. La seconda è, di nuovo, il fatto che Fs prenda per il fondelli la gente. Sempre nella sua campagna di comunicazione, sbandiera i "biglietti low cost". Ma stiamo scherzando? Prima si sopprimono i treni a basso costo. Poi si fanno esplodere i prezzi anche degli Eurostar. E infine si fa uno sconto su questi prezzi, e si chiama tutto ciò "un biglietto low cost". Per favore... Si dirà: ma il servizio è molto migliore perché ora siamo ad alta velocità. Vero: peccato che l'intero costo dell'Alta velocità sia direttamente a carico dello Stato. L'aumento del biglietto non serve a coprire costi che sono comunque dello Stato. Serve solo a far quadrare un bilancio. Care Fs, siete monopolisti. Non avete davanti alcune regole chiare. Non avete davanti un sistema politico degno di questo nome, e quindi fate quello che volete. Ma almeno non aggiungete le beffe al danno. * Tratto da www.lavoce.info

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Premi e sanzioni Ma niente class action (sezione: Class action)

( da "Adige, L'" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Premi e sanzioni Ma niente class action Manuela Tulli ROMA - La meritocrazia arriverà entro l'estate tra gli uffici della pubblica amministrazione. Il decreto legislativo che attua la riforma anti-fannulloni lunedì sarà alle Camere e nel giro di due mesi diventerà operativo. Rientra dunque la minaccia di dimissioni del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta. «Non c'è nessun problema - ha detto il premier Silvio Berlusconi ieri in una conferenza stampa a Palazzo Chigi confermando la stima per il ministro - Brunetta ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati». Il decreto legislativo che introduce il merito e la premialità nella pubblica amministrazione resta però, al momento, orfano della class action che comunque - è stato assicurato da Brunetta - partirà dal primo gennaio 2010. «Abbiamo ritenuto di dover acquisire il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocature - ha sottolineato Berlusconi - per sapere quali sono i riflessi che questa norma può avere sul processo amministrativo. Abbiamo poi ritenuto di dover intervenire nel testo per coordinarlo con quello generale sulla class action» per il settore privato contenuta nel disegno di legge Sviluppo approvato dal Senato e ora all'esame della Camera. Berlusconi, illustrando la riforma Brunetta, parla di «rivoluzione» e sottolinea come l'obiettivo sia «riconoscere lo sforzo dei dipendenti pubblici con compensi economici che si danno a coloro che lavorano nel privato. Vogliamo che i dipendenti pubblici abbiano un morale diverso e abbiano motivo di essere realizzati e di essere così più positivi nei confronti dei cittadini». Il timing è segnato dallo stesso Brunetta: «Penso che tutto possa essere approvato entro 60 giorni a partire da lunedì, quando il provvedimento sarà trasmesso alle Camere. Intendo avere assolutamente l'accordo con la Conferenza Stato-Regioni. Chiederemo poi un parere articolato del Cnel. Prima dell'ultimo passaggio in Consiglio dei ministri sentiremo il sindacato ai più alti livelli, tra fine giugno e inizi di luglio», dice Brunetta chiedendo a Berlusconi un coinvolgimento in prima persona. Brunetta cita alcuni esempi del nuovo corso che si vedrà tra le scrivanie degli statali: dagli stage all'estero dei dirigenti alle risorse premiali concentrate essenzialmente sui più bravi. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse - rileva Brunetta - destinate alla premialità. È una cosa mai accaduta». Per la class action si registra invece un rinvio motivato sia dalla necessità di acquisire i pareri di Avvocatura e Consiglio di Stato sia dalla necessità «di dare vita agli standard della p.a.». Comunque il ministro sembra avere già in testa questo secondo decreto legislativo: «Arriverà in autunno, sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni addotte non convincono né l'opposizione né le associazioni dei consumatori. Se Linda Lanzillota del Pd accusa il ministro di «cedere alle resistenze delle a burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici», il Codacons parla senza termini di «Brunetta sconfitto» e aggiunge: «Ci aspettiamo dimissioni immediate». 16/05/2009

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scontri dell'11 maggio, oggi il corteo - michele bocci laura montanari (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina VI - Firenze Scontri dell´11 maggio, oggi il corteo Studenti e genitori in piazza: "Difendiamo la libertà di pensiero" Partirà alle 16 da San Marco e percorrerà il centro fino a tornare in piazza D´Azeglio MICHELE BOCCI LAURA MONTANARI «Contro repressione, pestaggi e denunce estendere la solidarietà, rilanciare la lotta». Sarà questo lo striscione che oggi pomeriggio aprirà il corteo in piazza San Marco (ore 16) organizzato dalla Rete dei Collettivi studenteschi delle superiori a cui hanno aderito tra gli altri, gruppi universitari di sinistra, centri sociali, Movimento di Lotta per la casa. Non è una vigilia tranquilla, nell´aria c´è tensione dopo i fatti dell´11 maggio, un agente contuso, uno studente di 16 anni finito all´ospedale per le manganellate della polizia, 19 giovani denunciati per resistenza, lesioni e manifestazione non autorizzata. L´11 maggio sui muri del centro storico, nelle scritte a spray è diventata quasi una data simbolo. Hanno annunciato la loro presenza nel corteo anche una delegazione del Comitato Genitori-insegnanti di Firenze: «Saremo lì a ribadire che la libertà di pensiero e di manifestazione sono oggi più che mai necessarie per la formazione delle nuove generazioni il cui futuro è già minacciato dalla precarietà del lavoro e dall´immobilità sociale». Il corteo partirà da San Marco per passare dalla prefettura «uno dei luoghi simbolici dell´azione repressiva - hanno spiegato ieri alcuni studenti - come confermato dalle recenti prese di posizione del Prefetto e dei partiti istituzionali. Passeremo poi da piazza Duomo e piazza della Signoria perché vogliamo ribadire che queste sono le piazze della nostra città, le nostre piazze e non saranno le cariche e le violenze della polizia ad impedirci di praticare il nostro territorio». «Il corteo - si legge nella nota degli studenti - si concluderà in piazza D´Azeglio dopo essere passato da via della Colonna, dove sono state effettuate le cariche e dal liceo Michelangelo, altro luogo simbolico di quanto successo. Sarà un corteo forte, di massa e determinato, dove è prevista la partecipazione di tantissime persone ed associazioni, dai sindacati di base ai comitati genitori insegnanti, per ribadire che riteniamo gravissimo quanto successo e che questo non si deve più ripetere». Gli organizzatori accusano anche Rifondazione Comunista e Sinistra democratica che all´incontro in prefettura di due giorni fa, dove si è parlato della sicurezza della campagna elettorale in corso hanno espresso la loro fiducia nelle forze dell´ordine. «Hanno prestato il fianco, ancora una volta, alle divisioni tra buoni e cattivi».

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Uffici pubblici la class action può attendere (sezione: Class action)

( da "Stampa, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

PASSA IN CONSIGLIO DEI MINISTRI LA RIFORMA DELL'class="hilite">AMMINISTRAZIONE Uffici pubblici la class="term">class class="term">action può attendere [FIRMA]ALESSANDRO BARBERA ROMA Manca ancora il parere di Camera, Senato, delle Regioni, del Cnel, il via libera definitivo del governo. C'è da vincere i malumori dei sindacati e, nonostante la minaccia di dimissioni, per ora Renato Brunetta deve rinunciare ad uno dei punti ai quali più teneva della sua riforma: la possibilità per i cittadini di ricorrere all'azione collettiva contro la pubblica amministrazione. Insomma, la strada per la promessa rivoluzione è ancora lunga - ci vorranno circa due mesi - ma nel frattempo il ministro ottiene il via libera del governo allo schema di riforma, ritira le dimissioni e si appresta a depositare il decreto legislativo in Parlamento. «Ha usato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati», dice sornione il Cavaliere in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Merito, responsabilizzazione dei dirigenti, sanzioni e nuove regole per la contrattazioni: il potere politico torna a decidere su questioni - come ad esempio le modalità delle progressioni in carriera - che le riforme Bassanini avevano delegato alla trattativa con i sindacati. La novità più cara a Brunetta è però il nuovo meccanismo per distribuire i premi di produttività: il decreto scrive infatti che «non più del 30% dei dipendenti di ciascuna amministrazione» potrà beneficiare del «trattamento accessorio nella misura massima», e «non più della metà potrà goderne in misura ridotta al 50%». In sostanza, ogni dieci dipendenti di una stesso ufficio, i tre più bravi si vedranno distribuire la metà delle risorse previste dal contratto per i premi. Una voce che esiste da tempo, ma che di solito viene distribuita a pioggia. Il leader dei dipendenti pubblici della Cgil, Carlo Podda, è caustico: «Grazie a Brunetta la contrattazione non vale più nulla. E questo è un meccanismo meritocratico degno dell'Unione Sovietica, manca solo la medaglietta di Stakanov da appendere al petto». Podda dice di aver «tentato inutilmente» di convincere Brunetta ad introdurre un meccanismo «che è già in vigore in alcune realtà locali» e che permette di distribuire i premi sulla base di formulari distribuiti ai cittadini. Un sistema di difficile applicazione, che comunque avrebbe potuto riguardare solo i dipendenti che hanno contatti quotidiani con i cittadini. I dubbi del premier e di molti ministri hanno costretto intanto Brunetta a mettere per ora da parte un'altra delle novità più rilevanti della riforma, ovvero l'introduzione dell'azione collettiva. In sostanza, il cittadino che non fosse stato soddisfatto del servizio ottenuto in base a certi standard, avrebbe potuto chiedere il risarcimento del danno in tribunale. «Vogliamo acquisire il parere del Consiglio di Stato per vedere gli effetti sul processo amministrativo», spiega Berlusconi. «Abbiamo anche ritenuto di dover intervenire nel testo per coordinarlo con la class="term">class class="term">action nel settore privato», novità della quale si sta discutendo in Senato. Il meccanismo - che però non prevedeva l'azione nella pubblica amministrazione - avrebbe dovuto già entrare in vigore in virtù di una legge voluta dal governo Prodi e poi bloccata. Brunetta rassicura: «Ci sarà un nuovo decreto legislativo dedicato alla materia. In ogni caso la class="term">class class="term">action entrerà in vigore dal primo gennaio 2010». I consumatori dicono che l'esclusione è «una sconfitta» e che per questo Brunetta dovrebbe dimettersi. L'ex ministro Linda Lanzillotta dice che «ha ceduto alle resistenze della burocrazia e alle pressioni dei concessionari di servizi pubblici».

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meritocrazia e stage all'estero rivoluzione nel pubblico impiego - roberto petrini (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 22 - Economia Meritocrazia e stage all´estero rivoluzione nel pubblico impiego Ma slitta la class="hilite">class="term">class class="term">action. Berlusconi: Brunetta birichino Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo ROBERTO PETRINI ROMA - «Una tecnica da birichino», la definisce Berlusconi. Con la sua minaccia di dimissioni il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha forzato i tempi ed ottenuto che ieri il consiglio dei ministri varasse il suo decreto legislativo in attuazione della riforma che introduce la «meritocrazia» tra i dipendenti statali. Il provvedimento arriverà lunedì in Parlamento e prima dell´estate diventerà operativo. Berlusconi, illustrando la riforma Brunetta, ha parlato di «rivoluzione» e ha sottolineato come l´obiettivo sia «riconoscere lo sforzo dei dipendenti pubblici con compensi economici che si danno a coloro che lavorano nel privato». Per Bersani (Pd): «L´idea della riforma della destra è un richiamo all´ordine che comprende sempre un insulto». Il punto centrale della riforma anti-fannulloni è stato illustrato dallo stesso Brunetta ieri in conferenza stampa: «Solo il 25 per cento dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d´accordo - ha detto il ministro - avrà a disposizione il 50 per cento di tutte le risorse destinate alla premialità. E´ una cosa mai accaduta». Tanto per farsi un´idea oggi su 160 miliardi di stipendi, circa il 20 per cento sono costituiti dalle cosiddette indennità accessorie o fisse (scatti di anzianità e incentivi alla produttività): in media una indennità accessoria per un impiegato ministeriale oggi conta sulla busta paga circa 200 euro. Oggi queste risorse, che rappresentano il 24 per cento del salario, vengono spalmate in modo uniforme su tutti gli impiegati. Con la nuova normativa gran parte di queste premialità andrà solo ai più meritevoli. Novità anche per i dirigenti: saranno sanzionati anche economicamente se non svolgeranno efficacemente il proprio lavoro. Inoltre l´accesso alla qualifica di dirigente avverrà per il 50 per cento dei posti attraverso un concorso per titoli ed esami. Arriveranno gli stage all´estero (almeno sei mesi all´estero per coloro che vincono il concorso). Per il controllo delle assenze sono confermate le misure già introdotte e sono previsti vari tipi di sanzioni per i casi di false attestazioni di presenze o di falsi certificati medici: licenziamento disciplinare e obbligo del risarcimento del danno e creazione di una specifica fattispecie di reato per il dipendente stesso e per gli eventuali «complici», compreso il medico (per il sanitario compiacente è anche prevista la radiazione dall´albo professionale). E´ inoltre previsto il licenziamento per ripetizione di assenze ingiustificate e ingiustificato rifiuto di trasferimento. Per la class="term">class class="term">action si registra invece un rinvio motivato sia dalla necessità di acquisire i pareri di Avvocatura e Consiglio di Stato. Comunque Brunetta sembra avere già in testa questo secondo decreto legislativo: «Arriverà in autunno, sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni addotte non convincono né l´opposizione né le associazioni dei consumatori. Se Linda Lanzillota del Pd accusa il ministro di «cedere alle resistenze delle a burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici», il Codacons parla senza termini di «Brunetta sconfitto» e aggiunge: «Ci aspettiamo dimissioni immediate».

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Abbattuto il cancello: Il parcheggio è pronto' (sezione: Class action)

( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

P.S. GIORGIO pag. 11 Abbattuto il cancello: Il parcheggio è pronto' EX CAMPETTO FERROVIERI SINDACO E CARABINIERI CHIARISCONO IL CONTENZIOSO CON IL PRIVATO di SILVIO SEBASTIANI AZIONE DI FORZA, ieri mattina, del Comune per entrare in possesso dell'ex campetto dei ferrovieri allo scopo di adibirlo a parcheggio. I suoi operai hanno tolto e portato via il cancello d'ingresso che il giorno prima il privato, che si dice titolare di un contratto di affitto per quell'area, aveva risistemato dopo un primo tentativo di rimuoverlo da parte degli stessi operai. E, come giovedì scorso, anche ieri c'è stato un po' di parapiglia con l'immediato intervento dei carabinieri. ADESSO DAVANTI all'ingresso campeggia una grande "P" ad indicare parcheggio, così come ha stabilito il sindaco Agostini, con ordinanza emessa ieri. Un parcheggio immediatamente fruibile e quindi anche da parte dei partecipanti alla "Maratona del Piceno" in programma domani. Il primo cittadino si dichiara sicuro del fatto suo non solo perché la direzione del dopolavoro ferroviario gli ha confermato la piena validità della convenzione, con cui ha affidato al Comune in comodato gratuito l'impianto di cui è proprietario, ma anche perché su sua richiesta la controparte non ha mostrato il contratto di affitto di cui si dice titolare per il campetto e per un edificio, sempre di proprietà del dopolavoro, in cui gestisce una palestra. RIGUARDO ALLE AZIONI ostruzionistiche poste in essere per impedire al Comune di entrare in possesso del campetto il sindaco ha annunciato una denuncia penale al responsabile e in una lettera inviata al suo avvocato scrive: «Invito il suo assistito per il suo tramite a voler desistere da ogni ulteriore azione ostruzionistica e che, in difetto, mi vedrò costretto a denunciare lo stesso alle autorità civili chiedendo il risarcimento degli ingenti danni causati dal fatto di non poter garantire alla collettività ed alla organizzazione dell'evento Maratona del Piceno' il programmato servizio pubblico di parcheggio». Image: 20090516/foto/3754.jpg

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(sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

n. 117 del 2009-05-16 pagina 5 «Via libera alla rivoluzione Brunetta Pìu meritocrazia, meno assenteisti» di Antonio Signorini Berlusconi: «Così riusciremo a modernizzare i rapporti con i cittadini Le dimissioni del ministro? Una tattica da birichino. Che ha funzionato» RomaDice che tutti la conoscono come «Rivoluzione Brunetta», ma è la prima volta che qualcuno - almeno in sede ufficiale - la chiama così. Il fatto è che la definizione calza a pennello e si vede che piace molto anche al diretto interessato, il ministro della Pubblica amministrazione che l'ha scritta e difesa con i denti. Chiamandola così il premier Silvio Berlusconi ha riconosciuto la carica «eversiva» - secondo una definizione dello stesso Renato Brunetta - della riforma della pubblica amministrazione approvata ieri dal Consiglio dei ministri. E ha confermato la fiducia al ministro antifannulloni che nei giorni scorsi aveva minacciato le dimissioni nel caso il provvedimento non fosse arrivato al traguardo. Anzi, quella di Brunetta di rimettere il mandato, viene liquidata come un mossa tattica. Un trucco in fondo apprezzato, perché le finalità erano buone. «Ha messo in atto una tattica da birichino che lo ha portato a un ottimo risultato. Ma c'è stima, amicizia e affetto da parte dei ministri con lui e tra tutti. Sono molto soddisfatto dei miei ministri e del lavoro che stiamo facendo, sono convinto che nei prossimi quattro anni faremo un lavoro di squadra eccezionale». Del lavoro del governo è parte integrante la riforma Brunetta. E il premier Silvio Berlusconi ricorda che in gioco non c'è solo il funzionamento degli uffici pubblici. È «una spinta verso la modernizzazione che trascinerà dietro di sé non solo i rapporti tra la pubblica amministrazione e i cittadini, ma anche l'ammodernamento del sistema delle famiglie e delle imprese, perché potranno da casa o dall'ufficio collegarsi con internet per lo svolgimento di pratiche che oggi richiedono la presenza fisica». Non solo, «viene introdotta la meritocrazia - rivendica il premier - così gli impiegati pubblici saranno motivati perché si vedono riconosciuti compensi economici che normalmente si danno a chi lavora nel privato». Nessun intento punitivo nei confronti dei dipendenti pubblici. Il fine del governo è «far sì che 3,5 milioni di persone che lavorano nella pubblica amministrazione non abbiano un morale diverso da chi lavora nel privato, e anzi traggano da questi strumenti di valutazione del loro lavoro, di sentirsi valorizzati ed essere più motivati nel rapporto con i cittadini». class="hilite">Del provvedimento non farà parte la class="term">class class="term">action, cioè le cause collettive nei confronti della pubblica amministrazione che andranno in un provvedimento ad hoc. Prima il governo richiederà «un parere al Consiglio di Stato e all'Avvocatura sugli effetti che può avere la nuova disciplina sul processo amministrativo e sulla difesa erariale». L'iter non ne risentirà. Il decreto legislativo che attua la riforma antifannulloni lunedì sarà alle Camere e nel giro di due mesi diventerà operativo. Tempi rispettati anche per il piano casa, che doveva essere l'altro piatto forte del Consiglio dei ministri, ma è rimasto in cucina in attesa del via libera delle regioni. Il Consiglio dei ministri non ne ha parlato. «Non abbiamo messo in discussione il decreto legge per le politiche della casa - spiega Berlusconi - perché avevamo assunto l'impegno con le Regioni a trovare con loro l'accordo sul testo. Non è stato possibile trovare l'accordo su una singola cosa, ma le Regioni stanno procedendo all'approvazione delle loro leggi». Quindi la macchina va avanti e questo rinvio «non dà nessun rallentamento a tempi necessari: entro luglio tutte le leggi regionali dovrebbero essere approvate, e chi vuole ampliare del 20 per cento la propria abitazione mono o bifamiliare e chi vuol costruire un nuovo edificio al posto di uno vecchio con un più 35 per cento di cubatura potrà farlo dai primi agosto». E nel merito, sulle cose importanti le regioni non hanno obiezioni di sostanza. Da loro giovedì «è venuta una conferma assolutamente positiva». Il Consiglio ha anche dato il via a un provvedimento del ministro Giorgia Meloni sulle comunità giovanili. Il premier apprezza e trae lo spunto per fare una nuova battuta sulla sua partecipazione alla festa di compleanno di Napoli e alle polemiche sollevate dalla moglie Veronica. Ai centri «possono iscriversi anche le veline... Possibilmente minorenni.... Così sarò obbligato ad andarci, per coerenza... ». Accenno anche ad altre polemiche mediatiche. Quella relativa al viaggio in Egitto e a una sua visita in una discoteca italiana. Questa volta la risposta sono tre pagine scritte che riassumono accordi, colloqui, contratti. Tutti risultati della recente attività di politica estera del premier. «Spiace quando succede che ci si impegni per sostenere le aziende e le imprese italiane e poi sui giornali le cronache sono lontane dal vero e non tengono conto dei risultati ottenuti». E la discoteca egiziana? «Ho visitato il villaggio con un imprenditore italiano». Diventerà il più grande al mondo e il governo intende aiutare chi opera così. «Il premier imprenditore lavora sempre in questa direzione», ha concluso Berlusconi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Il decreto Brunetta riparte ma perde la class action (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-16 - pag: 19 autore: Riforme. Berlusconi: il ministro è stato birichino ma la «rivoluzione» della Pa va avanti Il decreto Brunetta riparte ma perde la «class action» Rientra l'ipotesi di dimissioni: l'azione collettiva partirà a gennaio ROMA «Una tattica da birichino che lo ha portato a un ottimo risultato. C'è stima amicizia e affetto da parte dei ministri con lui e con tutti». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha chiuso così il «caso Brunetta». Niente dimissioni dunque e avanti con la «rivoluzione della pubblica amministrazione». Chesaràoperativadal1Úgennaio 2010, promette il ministro nella conferenza stampa seguita alle riunione del Consiglio di ieri (assente Giulio Tremonti, il «rivale » di questi giorni su alcuni contenuti del decreto). Dal testo varato una settimana fa escono i sei articoli sull'azione collettiva di tutela giudiziale contro le inefficienza della Pa (dal 31 al 36) e si apre la strada dell'esame in Parlamento, dove arriverà lunedì. Sessanta giorni nel corso dei quali matureranno i pareri della Conferenza unificata e del Cnel e a cui seguirà comunque un confronto («che chiedo al presidente sia al massimo livello » ha sottolineato Brunetta) con le organizzazioni sindacali. Per la class action verrà messo a punto un apposito decreto legislativo dopo aver acquisito i pareri del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura «sui riflessi che la nuova azione avrà sul processo amministrativo e sulla difesa erariale». Anche perché, ha spiegato Berlusconi, «c'è l'esigenza di coordinare la disciplina della class action "amministrativa" con quella della class action generale, che il Senato sta esaminando e ridisegnando nell'ambito del disegno di legge sullo sviluppo». Per attuare la riforma che introduce i premi selettivi per i dipendenti più produttivi, l'Autorità di valutazione dell'efficienza e della trasparenza, che completa la riforma della dirigenza e allinea la contrattazione collettiva alle nuove regole valide nel settore privato, saranno varati complessivamente tre strumenti. Il decreto legislativo generale, che nella nuova versione si compone di cinque titoli e 67 articoli, il decreto legislativo per la class action che verrà presentato prima dell'estate e due decreti del presidente del Consiglio (Dpcm) per applicare le nuove regole alla Presidenza del Consiglio, alla scuola e alle accademie. Lo stralcio delle norme attuative della class action ha suscitato numerose reazioni critiche dell'opposizione e di organizzazioni dei consumatori come Cittadinanza attiva e Codacons. Per Linda Lanzillotta, responsabile per la Funzione pubblica del Pd, Brunetta «ha ceduto alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici». La Lanzillotta ha anche accusato l'esecutivo della mancata attuazione dell'azione collettiva varata da Prodi con la Finanziaria 2008. «Si è continuato a rinviarne l'entrata in vigore, ora prevista al 30 luglio: ma, chissà, è legittimo ritenere che slitterà ancora.Inoltre il governo – ha aggiunto – ha stabilito che le norme non avranno carattere retroattivo: in questo modo, ha di fatto abbandonato al loro destino e lasciato privi di tutela i risparmiatori vittime dei peggiori scandali finanziari degli ultimi anni: da Cirio a Parmalat fino ad Alitalia». Pronta la replica del ministro: nessuno stop, nessuna retromarcia «Linda Lanzillotta e il suo partito non hanno nulla da insegnare al governo Berlusconi e alla sua maggioranza. Dal 1Úgennaio al più tardi, l'Italia avrà norme serie, applicabili e responsabili di azione collettiva tanto nel settore privato quanto nel settore pubblico». Tornando al decreto legislativo generale, c'è da registrare qualche modifica in materia di contrattazione collettiva. Come già nel provvedimento originale il decreto prevede che non più di un quarto dei dipendenti di ogni amministrazione possa beneficiare del trattamento accessorio nella misura massima, a seconda della performance individuale, e che non più della metà potrà goderne in misura ridotta al 50%, mentre ai lavoratori meno meritevoli non sarà corrisposto alcun incentivo. Tuttavia, questo principio potrà essere in parte derogabile dalla contrattazione collettiva. In sede di rinnovo, le parti potranno modificare «fino al 5% in più o in meno la percentuale della prima fascia, fermo restando che a quest'ultima verrà comunque attribuito il 50% delle risorse disponibili». «Non ci ho dormito una notte » aveva detto tre giorni fa il ministro parlando del fatto che a un quarto dei dipendenti non sarebbe andato alcun premio e promettendo una modifica per rendere più morbida la norma. Il ritocco è arrivato, a conferma della volontà di trovare un accordo «ampio e meditato» con tutti i sindacati. D. Col. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le ragioni delle modifiche. (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-16 - pag: 19 autore: Le ragioni delle modifiche. Preoccupazione per una pioggia di ricorsi al Tar su materie dei vigilanti Rischi per l'attività delle Authority Davide Colombo ROMA Una guerra di ricorsi al Tar, una pioggia di sentenze contro amministrazioni irrispettose degli standard di qualità o contro le società concessionarie che hanno violato gli obblighi contenuti nelle carte dei servizi.L'introduzione della class action (o azione collettiva di tutela giudiziale nei casi di inefficienza della Pa), quando arriverà, aprirà sicuramente una prospettiva nuova nei rapporti tra i cittadini-utenti e tutto ciò che è servizio pubblico. Ma dal futuro contenzioso giuridico saranno sicuramente escluse authority indipendenti come la Consob, l'Isvap, l'Antitrust, l'Agcom o la Banca d'Italia. Nella vecchia versione del decreto legislativo l'azione collettiva era prevista anche per questi organismi. Quando si definiva l'oggetto della class action (articolo 31, comma 1) si parlava infatti anche di «omesso esercizio dei poteri di vigilanza, di controllo o sanzionatori, ovvero ancora dalla violazione dei termini o dalla mancata emanazione di atti amministrativi generali ». Una possibilità che invece verrà esclusa dal decreto legislativo ad hoc che sarà assemblato dopo aver sentito il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura. Secondo diversi tecnici che hanno lavorato alla stesura del testo, sarebbe improprio affidare al giudice amministrativo la possibilità di un «controllo penetrante» sull'attività delle Authority contro le cui sanzioni è sì previsto il ricorso al Tar ma solo per i soggetti direttamente interessati. Troppo delicate le funzioni svolte da questi organi intermedi per essere «standardizzate» in valutazioni di qualità, economicità ed efficienza che, invece, dovranno essere applicati agli uffici pubblici e alle società di servizi. La «class action» per il settore pubblico affiancherà l'azione collettiva già introdotta nel nostro ordinamento dall'art. 2, comma 446, della legge 244/2007 (la Finanziaria 2008) e che riguarda le lesioni dei diritti di consumatori e utenti in ambito contrattuale e, per certi ambiti, extracontrattuale. E, come ha detto ieri in conferenza stampa il presidente del Consiglio, verrà resa complementare anche con la regolamentazione dell'azione collettiva contenuta nel Ddl Sviluppo (a.s. 1195) attualmente in discussione a palazzo Madama. Obiettivo dell'azione collettiva nel settore pubblico resterà, come ha sottolineato in più occasioni il ministro Brunetta, quello del ripristino del corretto svolgimento della funzione denunciata come inefficace o di bassa qualità (o il ripristino della corretta erogazione del servizio in caso delle concessionarie). Non si potrà mai ottenere un risarcimento economico ma si potrà arrivare fino al commissariamento delle amministrazioni inadempienti nei casi più estremi. Anche nel nuovo decreto legislativo sarà prevista la «diffida preventiva» all'amministrazione nei cui confronti c'è una pretesa collettiva di maggiore qualità ed efficienza: in caso di pronto ravvedimento verrà scongiurata l'azione. Infine non dovrebbe cambiare la possibilità di proposta delle «class action» sia da parte di singoli cittadini sia da parte di associazioni o comitati. Ma a differenza di quanto previsto in altri casi (per esempio la tutela dell'ambiente o dei consumatori) non verranno stilati elenchi di enti rappresentativi degli interessi collettivi dei cittadini. © RIPRODUZIONE RISERVATA ESAME DI QUALITà L'attività di Consob, Isvap, Antitrust giudicata troppo delicata per rientrare nel parametro di efficienza applicato agli uffici pubblici

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Sicurezza nei cantieri, arrivano i carabinieri (sezione: Class action)

( da "Nuova Ferrara, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Sono tre i militari impegnati nella prevenzione degli infortuni Sicurezza nei cantieri, arrivano i carabinieri Ogni stazione avrà uno specialista formato dalla Direzione del lavoro per i controlli Non abbassare mai la guardia sulla sicurezza sul lavoro. Nasce con questo obiettivo il progetto "Lavorare in sicurezza" frutto della collaborazione tra la Direzione provinciale del lavoro ed il Comando provinciale dell'arma dei carabinieri. La loro azione congiunta potrà servire come deterrente ai comportamenti scorretti delle aziende del settore edile. Anche se in questi ultimi anni, il rischio di infortuni nei luoghi di lavoro si è caratterizzato per un'inversione di tendenza, rimane alto nei cantieri edili. «Questo progetto - spiega il direttore della Direzione Provinciale del Lavoro Maurizio Tedeschi - prevede un percorso di formazione per i dipendenti dell'Arma dei Carabinieri, ai quali verranno fornite le nozioni basilari in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro, affinchè, con la loro presenza costante sul territorio, possano contribuire a segnalare eventuali situazioni pericolose». Ognuna delle 39 stazioni di cui si compone il Comando provinciale dei Carabinieri sarà coinvolta, attraverso un referente, che verrà formato per segnalare le situazioni di irregolarità sul lavoro. «Il progetto - commenta il comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri Antonio Labianco - pur se in fase sperimentale, è innovativo, perchè ci consente da un lato di aumentare le nostre competenze, di rendere un servizio alla collettività e dall'altro di cogliere spunti anche per altre indagini». Il progetto nasce dall'esigenza di potenziare il lavoro degli specialisti: sono infatti soltanto tre i carabinieri specializzati nella sicurezza sul lavoro e di stanza presso la Direzione Provinciale del Lavoro. «In questo modo - prosegue Antonio Labianco - uniamo alla attività di repressione quella di prevenzione, ponendoci al servizio della collettività, anche per l'aspetto legato alla sicurezza sul lavoro». Ciò significa quindi, che chiunque, cittadini, lavoratori, potrà rivolgersi ai carabinieri nel caso in cui ravvisi situazioni di pericolo per l'incolumità delle persone. Ed i carabinieri formati, per individuare "a vista" le situazioni di irregolarità o di pericolo, potranno intervenire segnalando il problema alla direzione provinciale del lavoro o agire direttamente nei caso di pericolo immediato per la salute dei lavoratori. Il progetto avrà inizio ufficialmente nel mese di giugno. Inizialmente avrà carattere sperimentale e dopo alcune verifiche in itinere, entrerà a regime a partire dal prossimo anno. Silvia Siano

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Tremonti: autostrade, poste e Iva ci dicono che la caduta si è arrestata (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 16/05/2009 - pag: 3 L'incontro Il vertice di ottobre dopo la bancarotta dell'Islanda ha rappresentato la svolta con la discesa in campo dei governi Tremonti: autostrade, poste e Iva ci dicono che la caduta si è arrestata Il ministro: i manager pubblici? Chiederemo a tutti un'autoriduzione. A partire dalla Rai ROMA - «Con la discesa in campo dei governi e della politica il rischio dell'apocalisse finanziaria globale non c'è più. La crisi continua, ma come tutte le crisi avrà un termine e molti indicatori lo anticipano». «L'Italia non ha il record del peggio, come tanti si aspettavano, ma molto dipende da noi, dalle imprese, dalle banche, dai consumatori» dice Giulio Tremonti. «A fine anno, forse, anche i numeri del prodotto interno lordo saranno migliori di quelli di oggi» aggiunge, determinato a spingere le banche a fare il «loro dovere», e a non mollare la spinta etica. Nei comportamenti delle imprese, «è giusto chiedere che la Fiat tuteli l'occupazione in Italia», e dei manager: «Nel pubblico, anche con la Rai, stiamo spingendo all'autoriduzione degli stipendi» dice il ministro dell'Economia rispondendo alle domande a tutto campo del «Corriere della Sera». Sulla salute del governo, «dove i rapporti sono straordinari», la sinistra, «ancora in tempo per abbandonare l'opposizione di principio», e la politica. «Sull'immigrazione ci vuole saggezza, equilibrio e non demagogia per evitare la xenofobia» dice Tremonti, che si ritiene il padre putativo della Bossi-Fini, «originata da una proposta di legge popolare firmata Berlusconi, Bossi, Tremonti». Ministro, qual è stata la scintilla della crisi? «Era in incubazione dall'agosto del 2007, ma esplode nell'ottobre dell'anno scorso. Come per caso, ma non è stato un caso, in un'isola remota del Nord Atlantico, a Reykjavik: la Sarajevo della crisi, almeno in Europa. Dall'Islanda si estendeva e si innervava una rete finanziaria che abbracciava tutta la dimensione nordica fino a scendere nella City di Londra. Di Reykjavik avevano iniziato a parlarci i ministri delle finanze nordici a Bruxelles, all'inizio di ottobre. C'era la prospettiva di una bancarotta nazionale ». Quale è stato il punto di svolta? «Il 9 ottobre, al Fondo Monetario a Washington, un venerdì, capiamo che il mercato di Londra il lunedì successivo non può aprire. La notte del 9 l'Islanda dichiara bancarotta. La svolta arriva il 12 ottobre, a Parigi, quando scendono in campo i governi e la politica. È un vertice atipico, non attivato nella logica europea: c'è un direttorio di governi e la presidenza forte di Nicholas Sarkozy. Non è un vertice europeo per l'Europa, ma dei governi per la City, per il sistema finanziario mondiale: Londra mobilizza enormi masse finanziarie, il giorno dopo lo fa il Giappone. È la fine del principio. Ora non dico che la crisi sia finita, ma abbiamo superato la fase della potenziale rottura del sistema, il crollo delle banche, delle industrie, dell'occupazione. Avremmo avuto l'effetto distruttivo di una guerra senza aver combattuto una guerra». Perché Parigi è una svolta? «C'è un cambiamento radicale rispetto alla politica della prima Europa, quella dove gli aiuti di Stato erano vietati. Passa la logica dell'intervento pubblico per sostenere il sistema finanziario. Poco dopo vengono i due G20, a Washington e Londra: la realtà della crisi comincia a cambiare la struttura di governo del mondo. Insieme al G8, adesso lo strumento con cui si sceglie di governare la crisi è il G20. Qui si decide di fare la stessa politica, e poi di farla insieme, usando il Fondo Monetario come una banca centrale globale». Siamo ormai fuori dalla crisi? «Superato il rischio dell'apocalisse, la crisi si è spostata dalla dimensione finanziaria al commercio internazionale, dove i volumi si sono abbattuti del 30 per cento. Una serie di indicatori, se volete aneddotici, empirici, psicologici, sembrano dirci ora che il crollo si sta fermando ». Anche in Italia? «Anche noi abbiamo indicatori di questo tipo. C'era stata per la prima volta una riduzione del traffico postale, e si è arrestata. Come si è fermato il calo del traffico autostradale e delle merci. Anche la caduta delle entrate fiscali, del-- l'Iva, è in rallentamento. La dinamica non dice che andiamo bene, ma molto ci dice che la caduta si sta arrestando. Il mancato maleficio, a volte, nella psicologia conta più del beneficio. L'Italia è una realtà piuttosto diversa, e meno peggio di come ci si aspettava che fosse». Quali sono i nostri punti di forza? «È bellissimo l'articolo di Giuseppe De Rita sul vostro giornale. Concordo in pieno: la geografia fa la politica, e questo è un paese di 8 mila comuni, senza grandi città e periferie cariche di tensioni sociali, c'è un welfare dove all'Inps si aggiunge la famiglia. Quattro milioni di partite Iva sono un fattore di forza, come lo è un sistema finanziario basato su un tasso di risparmio straordinario. Il nostro debito pubblico sommato a quello privato, e abbiamo visto che c'è osmosi tra i due, è pari a quello francese e tedesco. Forse per qualcuno è una sorpresa, ma da noi per la prima volta il deficit e il debito corrono meno rispetto all'Europa, la Borsa recupera più delle altre, il differenziale con i titoli di Stato tedeschi si riduce. L'impressione in giro è che che ci sia una tendenza al 'buy Italy'. Detto questo, fare previsioni sul pil è difficile. A febbraio, davanti al meno 2% che ci annunciava Bankitalia, dissi che erano congetture. Magari il 2%!». Con l'uscita dalla crisi c'è un rischio d'inflazione? «Quella può essere come dicono in America un'exit strategy dalla crisi. L'Europa, però, con la Banca centrale e il Trattato, è costruita contro l'inflazione ed è bene così, perché l'inflazione redistribuisce ricchezza al contrario». Perché solo tre banche hanno usato i Tremonti Bond per capitalizzarsi e offrire più credito alle imprese? «Chiamarli Tremonti Bond è sbagliato. Sono uno strumento europeo, non li ho inventati io. È un mezzo che allarga la base patrimoniale delle banche e dunque la possibilità di concedere credito. Ma quando le banche dicono che costa troppo sbagliano, perché ragionano come se fosse uno strumento di debito. Non è stato pensato per le banche, ma per le imprese: serve per finanziare l'economia, non i loro bilanci. C'è il ritardo delle banche, è una responsabilità delle banche, e questo è il vero costo scaricato sulle imprese». Cui farebbe bene anche l'accelerazione dei pagamenti da parte dello Stato... «Stiamo andando avanti e metteremo in campo la Sace (società pubblica di assicurazione dei crediti, ndr). Però fino a prima della crisi, con gli interessi, il pagamento ritardato quasi conveniva. La crisi ha accentuato i problemi di liquidità delle imprese, il risanamento del bilancio fatto dal governo Prodi con la scelta di bloccare i pagamenti ha inciso molto e poi c'è il commissariamento delle Regioni che non rispettano i tetti della spesa sanitaria: a partire dal 2007 il governo non dà più soldi e le Regioni non pagano. La combinazione di questi tre fattori crea il problema, ma non sono vere le cifre iperboliche che si sentono. L'arretrato dovrebbe essere di 30 miliardi, quasi tutto concentrato nella sanità. Sono somme che si scaricano sul deficit e dobbiamo essere prudenti nella gestione. Anche se dovremo risolvere il problema, perché le imprese hanno ragione». Si può immaginare un termine oltre il quale scattino sanzioni e non solo interessi legali? «È una cosa civile, ci stiamo lavorando. Molti di questi pagamenti dipendono dai governi locali e con la riforma della Finanziaria, per troppi anni ritardata e ora in arrivo, avremo finalmente un quadro unico di tutti i bilanci di enti locali e Regioni, uno schema uniforme per tutti. È un passaggio essenziale anche per la questione dei termini di pagamento». Nei frangenti della crisi si è discusso del ruolo dei manager e della possibilità di mettere un tetto ai loro stipendi. Che ne pensa? «L'etica spinge per la moderazione dei salari, ci sono stati degli eccessi che vanno corretti, ma è difficile. Anche Obama lo ha detto, ma non è riuscito fino in fondo. Noi stiamo chiedendo a tutti i manager pubblici di autoridursi gli stipendi. Lo abbiamo chiesto anche alla Rai, e sembra ci sia qualche consenso». In Germania il governo ha chiesto garanzie sull'occupazione alla Fiat, in caso di acquisizione della Opel. Il governo italiano farà lo stesso? «Quando abbiamo dato il bonus per la rottamazione abbiamo previsto che ci fosse in termini di impegno la conservazione dei livelli occupazionali in Italia. Abbiamo già posto condizioni. È giusto, ed è una strada che seguiremo ». È vero che ci sono state tensioni con Berlusconi e col ministro Brunetta? class="hilite">È di questi giorni lo scontro sulla class="term">class class="term">action nel pubblico amministrazione. «I rapporti nel governo sono straordinari. Brunetta sta facendo bene. È giusto dare degli standard ideali su cui parametrare lo stato reale, ma non dare l'unico potere ai consumatori. Sono discussioni normali. In passato ho avuto qualche difficoltà nella scelta di concentrare la spesa pubblica a Palazzo Chigi. Ora riconoscono tutti che era giusto concentrare e spendere in modo selettivo. Ci ha permesso tra l'altro di mettere molti soldi, insieme alle Regioni e questo è un successo dello Stato e non solo del governo, negli ammortizzatori sociali. Nove miliardi, anche se i dati dell'Inps ci dicono che rispetto alle ore di cassa integrazione richieste e autorizzate, il tiraggio reale è stato molto inferiore, 300 milioni di ore su 1,3 miliardi. Sono fatti su cui anche la sinistra, che in autunno ha puntato tutto sulla crisi, dovrebbe riflettere». Cosa doveva fare? «Non si può scioperare contro la pioggia. Nella crisi ha commesso un grosso errore politico. Pretendeva che la discussione partisse da un diktat: ammettete che non avete capito niente, che avete sbagliato tutto, e fate quello che vi diciamo noi. Non è così, noi abbiamo cercato di fare le cose giuste e questo risulta tanto nei voti, nei sondaggi, nelle sedi internazionali, dove la politica economica italiana è considerata saggia e prudente. Prendete la social card, che tutto sommato è un elemento marginale della nostra politica. Mi è dispiaciuto molto che abbiano detto che, con questa, ghettizzavamo i poveri. Le carte acquisti le hanno fatte Cofferati a Bologna, Penati a Milano, Cacciari a Venezia. Alla sinistra è mancata la capacità di lettura della realtà. E sta perdendo una gande occasione: nell'idea riformista c'è il concetto dell'utilità marginale, discutere per portare a casa qualcosa. Con la Cgil è lo stesso: la logica è quella del capitolato di resa. Finora a sinistra è stata prevalente la scelta dell'opposizione fine a sé stessa, ma se vuole è ancora in tempo per rendersi positivamente utile ai suoi elettori. Evitando che con il passare del tempo si finisca per pensarci noi». Cosa pensa della politica sull'immigrazione? «Se si vuol evitare la xenofobia, si deve evitare la formazione del partito opposto, il partito degli immigrati. Ci vuole equilibrio, proprio nell'interesse degli immigrati. Se li metti prima degli altri nelle liste per le case popolari o le prestazioni sociali, non gli fai del bene, perché li metti contro tutti gli altri. La sinistra non capisce che l'impatto dell'immigrazione è spesso regressivo, fa più paura a chi ha di meno. Ed è una paura che non va alimentata, ma ridotta, con saggezza, nell'interesse di tutti». Mario Sensini

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Il Cdm fa felice quel birichino di Brunetta (sezione: Class action)

( da "Manifesto, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

FUNZIONE PUBBLICA Il Cdm fa felice quel «birichino» di Brunetta Mariangela Maturi Quel gran «birichino» rivoluzionario di Brunetta ce l'ha fatta. Il consiglio dei ministri ha licenziato ieri il decreto legislativo per la pubblica amministrazione, dopo che il ministro aveva puntato i piedi e minacciato le dimissioni se il decreto non fosse stato presentato in Parlamento entro due giorni. «Ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati», ha esordito Berlusconi. Con un buffetto sulla guancia del ministro «ribelle», il premier ha concesso la grazia e il testo da lunedì passa all'esame delle Camere. La «rivoluzione Brunetta», così l'hanno definita al consiglio dei ministri, ha inizio. Senza aver ancora consultato sindacati, conferenza Stato-Regioni e consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel). C'è tempo. Forse. Tremano i fannulloni di tutt'Italia, perché a sentire il governo d'ora in poi la vera meritocrazia avrà la meglio. A costo di dover «trascurare» dettagli come la contrattazione nazionale e integrativa, ridotta a due comparti e avvicinata a quella del settore privato. Per non parlare dell'amputazione della sezione che dovrebbe class="hilite">regolamentare la class="term">class class="term">action nei confronti dei prodotti e servizi della pubblica amministrazione. Il ministro Brunetta non si scompone, e difende il suo decreto così com'è. Senza class="term">class class="term">action. Promette però di affrontare la questione in un secondo momento con un decreto ad hoc, pronto per gennaio 2010 in concomitanza all'altro decreto sulla class="term">class class="term">action che riguarda anche i privati. Nel frattempo, dicono, serve «un parere al consiglio di Stato e dell'avvocatura». Lo scorporo di questa norma non è piaciuto al Codacons. «Ci aspettiamo dimissioni immediate del ministro», tuona il presidente Carlo Rienzi. «Brunetta, che si è strenuamente battuto per l'estensione dell'azione collettiva, deve essere coerente. Ora che è stato battuto deve lasciare il proprio incarico». Concorda Linda Lanzillotta (Pd), per cui Brunetta «cede alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici». Pierluigi Bersani (Pd) parla di insulto, Cesare Damiano (Pd) fa notare che il parere della conferenza unificata con le autonomie locali dovrebbe precedere la presentazione del decreto alle Camere, non seguirla. Nel frattempo, in seno al Pdl, Giuliano Cazzola e l'ex ministro della funzione pubblica Franco Frattini esultano per il passo «rivoluzionario». Resta l'«empasse» dell'opposizione dei sindacati. Brunetta rassicura: «Li sentiremo entro luglio, in maniera tale che ci sia ancora un mese per implementare le norme». Mentre la Cgil promette battaglia, per la Cisl fp «l'approvazione va bene, ora il confronto è con il sindacato». Staremo a vedere.

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ROMA Trovata l'intesa fra Renato Brunetta e gli altri ministri, il decreto sul pubblico impieg... (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

class="hilite">Sabato 16 Maggio 2009 Chiudi ROMA Trovata l'intesa fra Renato Brunetta e gli altri ministri, il decreto sul pubblico impiego può iniziare il suo iter. Il governo si impegna ad emanarlo definitivamente entro due mesi. La riforma, che introduce le graduatorie dei bravi e meno bravi per tutti i dipendenti pubblici, non comprende più la class="term">class class="term">action.

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Statali, sulla riforma Brunetta raggiunta l'intesa fra i ministri (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

class="hilite">Sabato 16 Maggio 2009 Chiudi Statali, sulla riforma Brunetta raggiunta l'intesa fra i ministri Rinviata la class="term">class class="term">action. «Ma entrerà comunque in vigore a gennaio»

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ROMA Il decreto legislativo sul pubblico impiego è stato riapprovato dal Consiglio dei min... (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Sabato 16 Maggio 2009 Chiudi di PIETRO PIOVANI ROMA Il decreto legislativo sul pubblico impiego è stato riapprovato dal Consiglio dei ministri. Era già stato approvato una settimana fa, ma evidentemente non era bastato. Nonostante il formale via libera, troppi punti di disaccordo fra i ministri dovevano ancora essere chiariti. Così ieri a Palazzo Chigi c'è stata una nuova discussione, questa volta risolutiva. Il testo del decreto è stato cambiato, eliminando fra l'altro un intero capitolo, class="hilite">quello sulla cosiddetta class="term">class class="term">action nei servizi pubblici. Quindi Silvio Berlusconi è sceso in sala stampa e ha annunciato: «Abbiamo approvato il decreto legislativo che va sotto il nome di "rivoluzione Brunetta", che ora inizia il suo iter». Nel comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri comunque non si fa il minimo accenno al decreto. Il provvedimento mira a riformare i meccanismi che regolano il salario, le carriere, i premi di produttività per oltre 3 milioni di dipendenti pubblici. I contenuti del decreto vengono riassunti nelle schede pubblicate in questa stessa pagina. La "class="term">class class="term">action". Il testo che era stato (per così dire) approvato l'8 maggio scorso comprendeva un capitolo intitolato "Azione collettiva nei confronti delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici". Non era questa, sia chiaro, la vera legge sulla class="term">class class="term">action, cioè sulle cause collettive dei consumatori per ottenere un risarcimento dalle grandi società private tipo Parmalat o Cirio: quella norma fa parte di un altro provvedimento, ancora all'esame del Parlamento. Qui si trattava solo di introdurre un principio di azione collettiva nei confronti delle amministrazioni e delle società pubbliche. Nel testo scritto da Brunetta, peraltro, prevedeva soltanto la possibilità per i cittadini di intentare una causa, ma si negava esplicitamente il diritto a un qualsiasi risarcimento: per quello bisogna comunque rivolgersi al giudice in modo individuale. In ogni caso l'intero capitolo è stato alla fine escluso dal decreto. Il rinvio. Come ha spiegato Berlusconi, il governo ieri non ha rinunciato a introdurre la class="term">class class="term">action nel settore pubblico, ma ha soltanto rinviato di qualche settimana l'emanazione della norma. Si è «ritenuto opportuno acquisire preliminarmente il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura dello Stato sui riflessi che la nuova azione avrà sul processo amministrativo e sulla difesa erariale». Altri motivi di discussione. C'erano anche altri passaggi del decreto che avevano incontrato le contestazioni dei colleghi di Brunetta. Maroni ad esempio chiedeva di escludere i corpi di polizia dai cambiamenti che riguardano l'attività sindacale. Tremonti sollevava una serie di obiezioni sui possibili aumenti di spesa. Fra l'altro il ministro dell'Economia ha avanzato dubbi sull'opportunità di istituire una nuova Autorità indipendente, un organismo che si dovrebbe dedicare alla diffusione della meritocrazia nel pubblico impiego. Anche dove il testo del decreto non è stato cambiato, comunque, la discussione potrà continuare nei prossimi due mesi. Il birichino. Nei giorni scorsi Brunetta aveva più volte minacciato le dimissioni, in polemica con gli altri ministri: «Ho problemi con il mio governo» aveva confessato. «Se il decreto non viene presentato entro due giorni me ne vado». Ieri in conferenza stampa i giornalisti hanno chiesto a Berlusconi di commentare queste dichiarazioni: «Mi sembra che sia nelle cose risolte, Il ministro Brunetta ha fatto una tattica da birichino che gli ha portato un ottimo risultato, ma c'è tantissimo affetto e amicizia e stima fra tutti i componenti della squadra di governo». L'iter. Ora il decreto sarà sottoposto ai pareri delle commissioni parlamentari, degli enti locali, del Cnel. Ci sarà anche è stato annunciato ieri «un confronto finale con il sindacato», da fissare per «fine giugno, inizio luglio». Entro sessanta giorni l'iter dovrebbe essere concluso, e si potrà emanare un testo definitivo.

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Corteo e scontri, via all'inchiesta. (sezione: Class action)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

CRONACA FIRENZE pag. 7 Corteo e scontri, via all'inchiesta Miche, studenti oggi di nuovo in piazza. 19 denunciati per lesioni «RITENIAMO gravissimo quanto successo e non si deve più ripetere». Questa è la pietra angolare del corteo di studenti, e non solo, che questo pomeriggio invaderà le strade del centro in risposta ai violenti scontri con le forze dell'ordine avvenuti lunedì scorso durante un'analoga manifestazione, non autorizzata, con cui volevano protestare contro il divieto di utilizzo di un'aula autogestita all'interno del liceo Michelangelo. Il corteo sarà aperto dallo striscione «Contro repressione, pestaggi e denunce estendere la solidarietà, rilanciare la lotta» ed è promosso da Collettivi di studenti medi e universitari, realtà di base, centri sociali e movimenti. Gli scontri di lunedì, tuttavia, hanno lasciato strascichi giudiziari. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo su quanto accaduto vicino al liceo classico Michelangelo e ipotizza i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre al reato contravvenzionale di manifestazione non autorizzata. Per gli scontri di lunedì scorso la polizia ha denunciato 19 giovani all'autorità giudiziaria. Tra questi ci sono anche alcuni minori per i quali, già da qualche giorno, procede il procuratore del tribunale dei minorenni Massimo Floquet. Al momento, ha specificato ieri il procuratore aggiunto Giuseppe Soresina, non sarebbero invece pervenute all'autorità giudiziaria denunce di studenti contro esponenti delle forze dell'ordine. Per il corteo di questo pomeriggio, anche la procura assicura massima attenzione: «Il magistrato di turno è già stato informato della manifestazione, ma speriamo che non ci sia bisogno di noi», ha chiosato Soresina. Una secchiata di vernice rossa in via della Colonna per «non dimenticare che in quel luogo, lunedì scorso, sono stati manganellati degli studenti». È una delle idee lanciate durante la riunione al Cpa per organizzare il corteo. «Contro la repressione rilanciamo la lotta», è lo slogan che compare nel volantino della manifestazione, organizzata dalla Rete dei collettivi, dall'Unione degli studenti e dal Coordinamento studenti medi. Molteplici le realtà che hanno aderito: dal Cpa a Sinistra Universitaria e Studenti di Sinistra, dal Movimento di lotta per la casa ai Cobas e Next Emerson. «Ci aspettiamo 4-5mila persone. E ci auguriamo che con noi sfilino anche tanti cittadini» è l'auspicio dei rappresentanti dell'Uds. Lunghissimo il percorso del corteo: alle 16 concentramento in San Marco, dopodiché i manifestanti imboccheranno via Cavour per poi arrivare al Duomo e, da lì, a Palazzo Vecchio. A quel punto il corteo ritornerà verso il Duomo e, passando dalla Santissima Annunziata, raggiungerà via della Colonna. La conclusione sarà in piazza Ghiberti. Per «evitare che qualcuno voglia mettere in atto azioni spiacevoli», gli studenti hanno pensato ad un «cordone di sicurezza di almeno 300 persone» che, come spiega Costanza dell'Uds, «avrà il compito di mantenere compatto il corteo e, soprattutto, di bloccare eventuali atti che potrebbero generare una risposta da parte delle Forze dell'ordine». «Un po' di paura a scendere in piazza c'è ammettono i ragazzi -. E lo dimostrano le misure di sicurezza che intendiamo adottare. In esse non c'è però alcun intento provocatorio. Noi vorremmo scendere in piazza serenamente, ma abbiamo capito che dobbiamo stare attenti. Insomma, non vogliamo che altri innocenti ci rimettano un naso o un braccio». Nel volantino che pubblicizza la manifestazione, gli studenti ribadiscono la loro versione dei fatti. «In via della Colonna si legge - il corteo è stato caricato dalla celere in seguito ad un diverbio verbale tra manifestanti e agenti della Digos i quali, provocatoriamente, continuavano a filmarli (nonostante varie richieste perchè non lo facessero) al fine di identificarli e denunciarli». Image: 20090516/foto/87.jpg

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Corteo e scontri, via all'inchiesta (sezione: Class action)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

CRONACA FIRENZE pag. 6 Corteo e scontri, via all'inchiesta Miche, studenti oggi di nuovo in piazza. 19 denunciati per lesioni «RITENIAMO gravissimo quanto successo e non si deve più ripetere». Questa è la pietra angolare del corteo di studenti, e non solo, che questo pomeriggio invaderà le strade del centro in risposta ai violenti scontri con le forze dell'ordine avvenuti lunedì scorso durante un'analoga manifestazione, non autorizzata, con cui volevano protestare contro il divieto di utilizzo di un'aula autogestita all'interno del liceo Michelangelo. Il corteo sarà aperto dallo striscione «Contro repressione, pestaggi e denunce estendere la solidarietà, rilanciare la lotta» ed è promosso da Collettivi di studenti medi e universitari, realtà di base, centri sociali e movimenti. Gli scontri di lunedì, tuttavia, hanno lasciato strascichi giudiziari. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo su quanto accaduto vicino al liceo classico Michelangelo e ipotizza i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre al reato contravvenzionale di manifestazione non autorizzata. Per gli scontri di lunedì scorso la polizia ha denunciato 19 giovani all'autorità giudiziaria. Tra questi ci sono anche alcuni minori per i quali, già da qualche giorno, procede il procuratore del tribunale dei minorenni Massimo Floquet. Al momento, ha specificato ieri il procuratore aggiunto Giuseppe Soresina, non sarebbero invece pervenute all'autorità giudiziaria denunce di studenti contro esponenti delle forze dell'ordine. Per il corteo di questo pomeriggio, anche la procura assicura massima attenzione: «Il magistrato di turno è già stato informato della manifestazione, ma speriamo che non ci sia bisogno di noi», ha chiosato Soresina. Una secchiata di vernice rossa in via della Colonna per «non dimenticare che in quel luogo, lunedì scorso, sono stati manganellati degli studenti». È una delle idee lanciate durante la riunione al Cpa per organizzare il corteo. «Contro la repressione rilanciamo la lotta», è lo slogan che compare nel volantino della manifestazione, organizzata dalla Rete dei collettivi, dall'Unione degli studenti e dal Coordinamento studenti medi. Molteplici le realtà che hanno aderito: dal Cpa a Sinistra Universitaria e Studenti di Sinistra, dal Movimento di lotta per la casa ai Cobas e Next Emerson. «Ci aspettiamo 4-5mila persone. E ci auguriamo che con noi sfilino anche tanti cittadini» è l'auspicio dei rappresentanti dell'Uds. Lunghissimo il percorso del corteo: alle 16 concentramento in San Marco, dopodiché i manifestanti imboccheranno via Cavour per poi arrivare al Duomo e, da lì, a Palazzo Vecchio. A quel punto il corteo ritornerà verso il Duomo e, passando dalla Santissima Annunziata, raggiungerà via della Colonna. La conclusione sarà in piazza Ghiberti. Per «evitare che qualcuno voglia mettere in atto azioni spiacevoli», gli studenti hanno pensato ad un «cordone di sicurezza di almeno 300 persone» che, come spiega Costanza dell'Uds, «avrà il compito di mantenere compatto il corteo e, soprattutto, di bloccare eventuali atti che potrebbero generare una risposta da parte delle Forze dell'ordine». «Un po' di paura a scendere in piazza c'è ammettono i ragazzi -. E lo dimostrano le misure di sicurezza che intendiamo adottare. In esse non c'è però alcun intento provocatorio. Noi vorremmo scendere in piazza serenamente, ma abbiamo capito che dobbiamo stare attenti. Insomma, non vogliamo che altri innocenti ci rimettano un naso o un braccio». Nel volantino che pubblicizza la manifestazione, gli studenti ribadiscono la loro versione dei fatti. «In via della Colonna si legge - il corteo è stato caricato dalla celere in seguito ad un diverbio verbale tra manifestanti e agenti della Digos i quali, provocatoriamente, continuavano a filmarli (nonostante varie richieste perchè non lo facessero) al fine di identificarli e denunciarli». Image: 20090516/foto/76.jpg

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Dipendenti pubblici, il governo dice sì alla (sezione: Class action)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

DALL'ITALIA 16-05-2009 ROMA RIENTRA LA MINACCIA DI DIMISSIONI DA PARTE DEL MINISTRO, CHE ASSICURA: I MIGLIORI SARANNO PREMIATI Dipendenti pubblici, il governo dice sì alla «rivoluzione Brunetta» Il decreto operativo nel giro di 2 mesi. La class action rinviata al 2010 ROMA II La meritocrazia arriverà entro l'estate tra gli uffici della pubblica amministrazione. Il decreto legislativo che attua la riforma anti-fannulloni - che ieri ha ottenuto il via libera dal Consiglio dei ministri - lunedì sarà alle Camere e nel giro di due mesi diventerà operativo. Rientra dunque la minaccia di dimissioni del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta. «Non c'è nessun problema ha detto il premier Silvio Berlusconi ieri in una conferenza stampa a Palazzo Chigi confermando la stima per il ministro Brunetta ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati». Il decreto legislativo che introduce il merito e la premialità nella pubblica amministrazione resta però, al momento, orfano della class action che comunque è stato assicurato da Brunetta partirà dal primo gennaio 2010. «Abbiamo ritenuto di dover acquisire il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura ha sottolineato Berlusconi per sapere quali sono i riflessi che questa norma può avere sul processo amministrativo. Abbiamo poi ritenuto di dover intervenire nel testo per coordinarlo con quello generale sulla class action» per il settore privato contenuta nel disegno di legge Sviluppo approvato dal Senato e ora all'esame della Camera. Nuove motivazioni Berlusconi, illustrando la riforma Brunetta, parla di «rivoluzione » e sottolinea come l'obiettivo sia «riconoscere lo sforzo dei dipendenti pubblici con compensi economici che si danno a coloro che lavorano nel privato. Vogliamo che i dipendenti pubblici abbiano un morale diverso e abbiano motivo di essere realizzati e di essere così più positivi nei confronti dei cittadini ». Il tempi sono stati dettati dallo stesso Brunetta: «Penso che tutto possa essere approvato entro 60 giorni a partire da lunedì, quando il provvedimento sarà trasmesso alle Camere. Intendo avere assolutamente l'accordo con la Conferenza Stato-Regioni. Chiederemo poi un parere articolato del Cnel». Il confronto con il sindacato Prima dell'ultimo passaggio in Consiglio dei ministri «sentiremo il sindacato ai più alti livelli, tra fine giugno e gli inizi di luglio», dice Brunetta chiedendo a Berlusconi un coinvolgimento in prima persona. «Premiare i più bravi» Brunetta cita alcuni esempi del nuovo corso che si vedrà tra le scrivanie degli statali: dagli stage all'estero dei dirigenti alle risorse premiali concentrate essenzialmente sui più bravi. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse rileva Brunetta destinate alla premialità. E' una cosa mai accaduta». Per la class action si registra invece un rinvio motivato sia dalla necessità di acquisire i pareri di Avvocatura e Consiglio di Stato sia dalla necessità «di dare vita agli standard della pubblica amministrazione». Comunque il ministro sembra avere già in testa questo secondo decreto legislativo: «Arriverà in autunno, sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Il no di Pd e consumatori Ma le motivazioni addotte dal ministro non convincono però né l'opposizione né le associazioni dei consumatori. Se Linda Lanzillota del Pd accusa il ministro di «cedere alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici», il Codacons parla senza tanti giri di parola di un ministro «Brunetta sconfitto» e aggiunge: «Ci aspettiamo dimissioni immediate ».

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Statali, bastone e carota Via alla rivoluzione nel segno di Brunetta (sezione: Class action)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

PRIMO PIANO pag. 2 Statali, bastone e carota Via alla rivoluzione nel segno di Brunetta Ok al decreto. La class action slitta al 2010 di ACHILLE PEREGO MILANO ARRIVA la rivoluzione Brunetta per tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici. Dopo aver minacciato le dimissioni, ieri il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta è riuscito a far varare dal consiglio dei ministri il decreto legislativo che dà il via alla riforma anti-fannulloni destinata a entrare in vigore quest'estate. Un pacchetto legislativo che introduce per la prima volta la meritocrazia tra l'esercito dei travet e che già lunedì sarà presentato alle Camere e nel giro di due mesi diventerà operativo. «Una grande riforma che riguarda l'ammodernamento di tutto il Paese ha commentato il premier Berlusconi Gli impiegati pubblici saranno motivati perché si vedono riconosciuti compensi economici che normalmente si danno a chi lavora nel privato. Questo è il nostro fine: far sì che 3,5 milioni di persone che lavorano nella Pa non abbiano un morale diverso da chi lavora nel privato e siano così più positivi nei confronti dei cittadini». Quanto alle minacciate dimissioni del ministro, Berlusconi ha scherzato: «Non c'è alcun problema. Brunetta ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati». Il decreto legislativo che introduce merito e premi nella Pa è rimasto però al momento orfano della class action che comunque, ha assicurato Brunetta, partirà dal primo gennaio 2010. «Abbiamo ritenuto di dover acquisire il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura ha sottolineato Berlusconi per sapere quali sono i riflessi che questa norma può avere sul processo amministrativo. Abbiamo poi ritenuto di dover intervenire nel testo per coordinarlo con quello generale sulla class action». BRUNETTA ha quindi citato una serie di esempi del nuovo corso che si vedrà tra le scrivanie degli statali: dagli stage all'estero dei dirigenti alle risorse economiche riconosciute ai più bravi. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità. E' una cosa mai accaduta». La class action invece, come detto, partirà a gennaio. Ma Brunetta sembra avere già in mente questo secondo decreto: «Arriverà in autunno, sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni con cui sia Berlusconi, sia Brunetta hanno spiegato il rinvio non hanno convinto opposizione e consumatori. Per Linda Lanzillotta (Pd) il ministro ha ceduto «alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici». Il Codacons parla invece senza termini di «Brunetta sconfitto». DURO ANCHE l'ex ministro Pd, Pierluigi Bersani: le riforme messe in campo dal Governo «assomigliano sempre a richiami all'ordine» e sono regolarmente accompagnate da «insulti». Ma alle critiche ha risposto subito Brunetta ricordando alla Lanzillotta che «nello scalcagnato provvedimento di Prodi sulla class action» quella per la Pa era stata «colpevolmente stralciata».

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La rivoluzione di Brunetta perde subito un pezzo: la tutela dei cittadini (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

La rivoluzione di Brunetta perde subito un pezzo: class="hilite">la tutela dei cittadini FELICIA MASOCCO La class="term">class class="term">action è stralciata, ma Renato Brunetta non si dimette. È una delle considerazioni che si possono trarre dal via libera, dato ieri dal consiglio dei ministri, al decreto per la produttività nella pubblica amministrazione. La class="term">class class="term">action non c'è, è rinviata, si fa la data del 2010. Forse. La «rivoluzione Brunetta» nasce quindi senza un pezzo, quello che dovrebbe tutelare i cittadini dai danni causati da inefficienze o abusi degli uffici pubblici. In seno al governo l'ha spuntata chi, come il ministro Tremonti, ha fatto valere il suo peso e il timore che l'introduzione della class="term">class class="term">action avrebbe aperto la via a un perenne contenzioso. BIRICHINATE Altre «resistenze» dentro l'esecutivo, ammesse come tali dallo stesso ministro Brunetta, erano state opposte dai colleghi perché, alla fine della fiera, la «rivoluzione» si risolve in una grande operazione di centralizzazione che toglie prerogative e poteri ad altri ministeri, alle regioni e agli enti locali e li dà al ministero di Brunetta. Il titolare della Funzione Pubblica aveva risposto con la minaccia di dimissioni se il suo decreto non fosse stato trasmesso alle Camere entro due giorni. La "trasmissione" c'è, lunedì inizia l'iter, l'approvazione è fissata per fine giugno. Prima verrà sentito il sindacato. Ma Brunetta è stato stoppato, come viene fatto notare da Linda Lanzillotta, esponente del Pd. «Dovrebbe riconoscerlo», «ha ceduto alle resistenze della burocrazia e alle lobby dei concessionari dei servizi pubblici». Lui nega e, ovviamente, non si dimette. «Ha adottato una tecnica da birichini», ha spiegato il premier Silvio Berlusconi svelando il bluff. Birichinate a parte, il provvedimento prevede novità sui premi (il salario accessorio): «Solo il 25% dei dipendenti lo avrà per intero», spiega Brunetta, «è una cosa mai accaduta», prima i premi venivano dati a tutti. Metà dei dipendenti potranno avere il 50%, il restante 25% non avrà nulla. Le percentuali possono essere modificate (in misura del 5%) con la contrattazione. POLITICA PIGLIATUTTO «In realtà la contrattazione sparisce», replica Michele Gentile che per la Cgil segue il settore, «gli resta un ruolo residuale, si ritorna al primato della legge. E della politica, sotto cui tutta la pubblica amministrazione viene ricondotta». Premesso che non si dice mai dove siano i soldi per premiare i meritevoli, è invece chiaro che il meccanismo di valutazione di meriti e demeriti viene affidato a un'Autorità (costo stimato fino a 8 milioni), i cui membri sono proposti da Brunetta, e nominati dal Parlamento e che risponde al ministero per l'Attuazione del programma. Un altro elemento riguarda il "congelamento" dei rappresentanti dei lavoratori, si bloccano le elezioni dei nuovi delegati per un turno: i sindacati, tutti, non sono d'accordo e voteranno lo stesso. Si introducono sanzioni, fino al licenziamento, per i dipendenti che violano le regole, e per i dirigenti non svolgeranno bene il loro lavoro. La rivoluzione nella pubblica amministrazione partirà, se mai partirà, zoppa: salta la class="term">class class="term">action, cioè l'azione di tutela dei diritti dei cittadini. Il ministro Brunetta resta però al suo posto.

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Via alla riforma Brunetta Ma senza la class action (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Corriere della Sera sezione: Politica data: 16/05/2009 - pag: 13 Legge «antifannulloni» In vigore dall'estate. Tremonti: class="hilite">no a tutto il potere ai consumatori Via alla riforma Brunetta Ma senza la class="term">class class="term">action Il ministro: ritiro le dimissioni. Il premier: bene, birichino ROMA La riforma della pubblica amministrazione, passata alla storia ormai come la legge «antifannulloni», con tanto di meritocrazia e sanzioni disciplinari entrerà in vigore entro l'estate. Ma senza la class="term">class class="term">action, il cui testo verrà stralciato dal decreto legislativo, per essere ridiscusso in autunno e partire dal primo gennaio 2010. Così ha deciso il Consiglio dei ministri, con un accordo tra il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta - che ha ritirato le dimissioni minacciate - e il collega all'Economia Giulio Tremonti, che in un primo tempo si era opposto all'introduzione da subito dell'azione collettiva. Brunetta è soddisfatto e parla di una «grandissima legge rivoluzionaria ». Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel presentare le novità in conferenza stampa, ha escluso qualsiasi «problema dentro il governo» ma poi, ridendo, ha ammesso che Brunetta «ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati ». Anche Tremonti ha mostrato soddisfazione e ha speso parole benevole. «Brunetta fa molto per migliorare lo stato reale e sono solidale con lui». Ma si premura anche di precisare come sia «giusto che i consumatori abbiano voce ma non tutto il potere, così come è giusto che i tribunali lavorino ma non lo è quando nominano dei commissari ad acta». Il duello tra i due ministri - se mai si ripresenterà - si sposta in autunno per la definizione degli standard di qualità e di efficienza che, se non vengono garantiti, daranno al cittadino la possibilità di avviare la class="term">class class="term">action. Brunetta ha dimostrato di avere in proposito le idee piuttosto chiare: «Il nuovo decreto sull'azione collettiva sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito per il settore privato». Anche il premier ha sottolineato che la nuova legge è «rivoluzionaria » e ha come obiettivo primario di riconoscere lo sforzo dei dipendenti pubblici con compensi economici paragonabili al settore privato, perché «vogliamo che abbiano un morale diverso, motivo di essere realizzati e di essere così più positivi nei confronti dei cittadini». Il ministro della Funzione pubblica ha ricordato brevemente le principali novità: dagli stage all'estero per i dirigenti ai riconoscimenti economici elargiti ai più bravi. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici ha ricordato Brunetta e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità, è una cosa mai accaduta e che non esiste nemmeno in moltissime aziende private». Il sindacato, che ha protestato vivamente per non essere stato coinvolto a sufficienza, «verrà convocato ai più alti livelli ha promesso tra fine giugno e i primi di luglio» e per l'occasione ha chiesto la presenza dello stesso Berlusconi. Molto critica l'opposizione per il rinvio della class="term">class class="term">action. Linda Lanzillotta ha accusato il ministro di «cedere alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei pubblici servizi » mentre il Codacons (consumatori) considera Brunetta «sconfitto e per questo ci aspettiamo le sue dimissioni». Il ministro ha subito replicato ricordando che è stata la Lanzillotta ad aver «stoppato la class="term">class class="term">action per il pubblico» quando il governo Prodi varò la legge. Roberto Bagnoli L'agenda La riforma della pubblica amministrazione firmata dal ministro Renato Brunetta entrerà in vigore entro l'estate

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via libera alla "rivoluzione" brunetta negli uffici (sezione: Class action)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 4 - Attualità Via libera alla "rivoluzione" Brunetta negli uffici Il ministro: arriva la meritocrazia, niente dimissioni. Class action senza retroattività, il Codacons protesta ROMA. La meritocrazia arriverà entro l'estate tra gli uffici della pubblica amministrazione. Il decreto legislativo che attua la riforma anti-fannulloni lunedì sarà alle Camere e nel giro di due mesi diventerà operativo. Rientra dunque la minaccia di dimissioni del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta. «Non c'è nessun problema - ha detto il premier Silvio Berlusconi ieri in una conferenza stampa a Palazzo Chigi confermando la stima per il ministro - Brunetta ha adottato una tecnica da birichino che ha avuto i suoi risultati». Il decreto legislativo che introduce il merito e la premialità nella pubblica amminsitrazione resta però, al momento, orfano della class action che comunque - è stato assicurato da Brunetta - partirà dal primo gennaio 2010. «Abbiamo ritenuto di dover acquisire il parere del Consiglio di Stato e dell'Avvocature - ha sottolineato Berlusconi - per sapere quali sono i riflessi che questa norma può avere sul processo amministrativo. Abbiamo poi ritenuto di dover intervenire nel testo per coordinarlo con quello generale sulla class action» per il settore privato contenuta nel disegno di legge Sviluppo approvato dal Senato e ora all'esame della Camera. Berlusconi, illustrando la riforma Brunetta, parla di rivoluzione e sottolinea come l'obiettivo sia «riconoscere lo sforzo dei dipendenti pubblici con compensi economici che si danno a coloro che lavorano nel privato. Vogliamo che i dipendenti pubblici abbiano un morale diverso e abbiano motivo di essere realizzati e di essere così più positivi nei confronti dei cittadini». Il timing è segnato dallo stesso Brunetta: «Penso che tutto possa essere approvato entro 60 giorni a partire da lunedì, quando il provvedimento sarà trasmesso alle Camere. Intendo avere assolutamente l'accordo con la Conferenza Stato-Regioni. Chiederemo poi un parere articolato del Cnel». Prima dell'ultimo passaggio in Consiglio dei ministri «sentiremo il sindacato ai più alti livelli, tra fine giugno e inizi di luglio», dice Brunetta chiedendo a Berlusconi un coinvolgimento in prima persona. Brunetta cita alcuni esempi del nuovo corso che si vedrà tra le scrivanie degli statali: dagli stage all'estero dei dirigenti alle risorse premiali concentrate essenzialmente sui più bravi. «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse - rileva Brunetta - destinate alla premialità. È una cosa mai accaduta». Per la class action si registra invece un rinvio motivato sia dalla necessità di acquisire i pareri di Avvocatura e Consiglio di Stato sia dalla necessità «di dare vita agli standard della pubblica amministrazione». Comunque il ministro sembra avere già in testa questo secondo decreto legislativo: «Arriverà in autunno, sarà di sei articoli e sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato». Ma le motivazioni addotte non convincono nè l'opposizione nè le associazioni dei consumatori. Se Linda Lanzillota del Pd accusa il ministro di «cedere alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici», il Codacons parla senza termini di «Brunetta sconfitto» e aggiunge: «Ci aspettiamo dimissioni immediate».

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Se il dirigente non ha obiettivi (sezione: Class action)

( da "KataWebFinanza" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

Se il dirigente non ha obiettivi Nel 2009 la spesa pubblica in Italia superer il 50 per cento del nostro prodotto interno lordo. Pi di un euro su due generati in Italia passer cos attraverso l'intermediazione dell'amministrazione pubblica. Comprensibile che i cittadini, che hanno sperimentato sulla loro pelle le inefficienze dei nostri servizi pubblici, siano pi che mai attenti al funzionamento di chi gestisce questa enorme montagna di risorse. Il Ministro Brunetta ha avuto il pregio di captare queste legittime preoccupazioni. Complice l'immobilismo del ministero dell'Economia, riuscito a trasformare un dicastero marginale in passate legislature in un ministero di primaria importanza. Negli ultimi 12 mesi Brunetta ha mobilitato l'opinione pubblica con una fitta serie di annunci e di risultati ad effetto. La battaglia contro l'assenteismo stata combattuta senza esclusione di colpi (al punto da decurtare la paga ai dipendenti ricoverati in ospedale per interventi chirurgici), ma portando a casa risultati importanti. Si pu discutere sui metodi draconiani e sulle percentuali, ma indubbio che il ricorso alle assenze retribuite nel pubblico impiego, sin qui nettamente superiore che nel settore privato, sia stato ridotto, il che sicuramente una buona notizia per i contribuenti. Ora il Ministro si messo in testa di passare dagli annunci e dagli interventi ad effetto alle riforme vere e proprie. Bene. Sarebbe la prima vera riforma di questo governo, che sin qui ha scelto di non scegliere di fronte al precipitare di una crisi che vede l'Italia continuare a far peggio degli altri, come certificato proprio ieri da Eurostat. Bisogna approfittare della recessione per fare quelle riforme che non si riescono a fare in condizioni normali. Al tempo stesso, a pi di 15 anni dal primo tentativo di riformare la PA, non possiamo permetterci nuovi fallimenti. Nel riformare la PA non si pu continuare a schierare l'opinione pubblica contro i dipendenti pubblici, come fatto a pi riprese in questi mesi. Al contrario bisogna lavorare col cesello su incentivi, carriere e trasparenza. Il grosso delle misure prese nel decreto intraprende una strada diversa. Vengono istituiti una pluralit di nuclei di valutazione che dovrebbero essere sulla carta esterni alle amministrazioni (quindi nuova burocrazia creata) accreditati a loro volta da una nuova autorit indipendente. Si scavalcano i tanto vituperati dirigenti pubblici (Brunetta stato in questi giorni applaudito fragorosamente da una platea di dipendenti pubblici quando li ha aizzati parlando di un "pesce che puzza dalla testa"). Si stabiliscono anche rigidamente le regole di distribuzione dei premi che dovranno essere dati ai singoli in ciascuna amministrazione: a un quarto di loro verr dato il 100% del premio, a un altro quarto non verr dato nulla, mentre il restante 50% dei dipendenti si prender il premio a met. Dato che si tratta di somme consistenti, che molte amministrazioni sono piccole (attorno ai 10 dipendenti) e che molto difficile misurare la produttivit del singolo, prevedibile che questi premi verranno alla fine assegnati a rotazione: Tizio li prende quest'anno, Caio il prossimo e Sempronio fra due, magari determinando l'ordine con una bella lotteria. Altro esempio la class action, azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione, che prefigurava la gogna mediatica (pubblicit sui giornali ancora prima del giudizio) delle amministrazioni coinvolte. stata rimossa in extremis dal decreto, ma emblematica del metodo seguito nel ridisegnare la PA. Era prevista nel caso di "lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralit di utenti o consumatori", una formulazione talmente generica da poter essere usata come strumento di pressione contro le amministrazioni che pestano i piedi a qualcuno e da offrire lunghi anni di lavoro (speriamo con poche assenze retribuite) ai Tar. Il punto debole della riforma nel non operare sugli incentivi dei dirigenti pubblici, trasformandoli in esecutori di decisioni prese da autorit dipendenti o tribunali e imponendo regole che, comunque, nel giro di qualche anno, saranno del tutto inefficaci. Per incentivare i dirigenti bisogna innanzitutto valutare le amministrazioni di cui sono a capo. Per farlo ci vogliono obiettivi misurabili che pu fissare il politico senza mettere di mezzo nuova burocrazia. Devono essere grandezze che sono sotto il controllo della PA, di cui dunque i singoli dirigenti sono responsabili. Ad esempio, si possono stabilire obiettivi in termini di presenza sul territorio della Pubblica Sicurezza, speriamo non solo per fare le ronde alle ronde di quartiere. In altri casi l'impegno profuso dalle singole amministrazioni meno visibile ai cittadini. Ma non per questo non si possono definire indicatori (ad esempio l'agenzia delle entrate di Trento utilizza il numero di controlli eseguiti, pesati in base allo sforzo richiesto per diverse tipologie di controlli) e rendere di pubblico dominio i risultati raggiunti dalle singole amministrazioni. Saranno queste amministrazioni, prima ancora dei singoli, ad essere premiate nel caso di raggiungimento degli obiettivi, non necessariamente solo con incrementi dello stipendio, ma anche attrezzature. In caso contrario, non verr concesso alcun premio ad alcun membro di quella amministrazione: nel decreto Brunetta, invece, vengono comunque attribuiti i premi, anche alle amministrazioni inefficienti. Incentivi per i singoli potranno poi essere definiti principalmente in termini di carriere, dato che i posti pubblici durano a lungo. Bene perci ricostruire le carriere fissando regole rigide, questo s, per i passaggi di grado. A quel punto il dirigente locale sar costretto a valutare i singoli prefigurando potenziali avanzamenti di carriera che, per il bene della struttura, non possono riguardare tutti. Dovr fare bene queste valutazioni perch chiamato a rispondere dei risultati raggiunti dall'unit che dirige. Insomma bene che ognuno si prenda le sue responsabilit. A partire dal Governo che deve dirci quali sono gli obiettivi dei diversi rami della PA e offrirci una mappatura degli esuberi. 16/05/2009 - 09:30

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Tremonti: crisi si è arrestata (sezione: Class action)

( da "Corriere.it" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

L'incontro Tremonti: autostrade, poste e Iva ci dicono che la caduta si è arrestata Il ministro: i manager pubblici? Chiederemo a tutti un'autoriduzione. A partire dalla Rai Il vertice di ottobre dopo la bancarotta dell'Islanda ha rappresentato la svolta con la discesa in campo dei governi ROMA - «Con la discesa in campo dei gover­ni e della politica il rischio dell'apocalisse fi­nanziaria globale non c'è più. La crisi continua, ma come tutte le crisi avrà un termine e molti indicatori lo anticipano». «L'Italia non ha il re­cord del peggio, come tanti si aspettavano, ma molto dipende da noi, dalle imprese, dalle ban­che, dai consumatori» dice Giulio Tremonti. «A fine anno, forse, anche i numeri del prodot­to interno lordo saranno migliori di quelli di oggi» aggiunge, determinato a spingere le ban­che a fare il «loro dovere», e a non mollare la spinta etica. Nei comportamenti delle imprese, «è giusto chiedere che la Fiat tuteli l'occupazio­ne in Italia», e dei manager: «Nel pubblico, an­che con la Rai, stiamo spingendo all'autoridu­zione degli stipendi» dice il ministro dell'Eco­nomia rispondendo alle domande a tutto cam­po del «Corriere della Sera». Sulla salute del go­verno, «dove i rapporti sono straordinari», la sinistra, «ancora in tempo per abbandonare l'opposizione di principio», e la politica. «Sul­l'immigrazione ci vuole saggezza, equilibrio e non demagogia per evitare la xenofobia» dice Tremonti, che si ritiene il padre putativo della Bossi-Fini, «originata da una proposta di legge popolare firmata Berlusconi, Bossi, Tremonti». Ministro, qual è stata la scintilla della cri­si? «Era in incubazione dall'agosto del 2007, ma esplode nell'ottobre dell'anno scorso. Come per caso, ma non è stato un caso, in un'isola remota del Nord Atlantico, a Reykjavik: la Sa­rajevo della crisi, almeno in Europa. Dall'Islan­da si estendeva e si innervava una rete finanzia­ria che abbracciava tutta la dimensione nordi­ca fino a scendere nella City di Londra. Di Reykjavik avevano iniziato a parlarci i ministri delle finanze nordici a Bruxelles, all'inizio di ot­tobre. C'era la prospettiva di una bancarotta na­zionale ». Quale è stato il punto di svolta? «Il 9 ottobre, al Fondo Monetario a Washin­gton, un venerdì, capiamo che il mercato di Londra il lunedì successivo non può aprire. La notte del 9 l'Islanda dichiara bancarotta. La svolta arriva il 12 ottobre, a Parigi, quando scendono in campo i governi e la politica. È un vertice atipico, non attivato nella logica euro­pea: c'è un direttorio di governi e la presidenza forte di Nicholas Sarkozy. Non è un vertice eu­ropeo per l'Europa, ma dei governi per la City, per il sistema finanziario mondiale: Londra mo­bilizza enormi masse finanziarie, il giorno do­po lo fa il Giappone. È la fi­ne del principio. Ora non di­co che la crisi sia finita, ma abbiamo superato la fase della potenziale rottura del sistema, il crollo delle ban­che, delle industrie, dell'oc­cupazione. Avremmo avu­to l'effetto distruttivo di una guerra senza aver com­battuto una guerra». Perché Parigi è una svol­ta? «C'è un cambiamento ra­dicale rispetto alla politica della prima Europa, quella dove gli aiuti di Stato erano vietati. Pas­sa la logica dell'intervento pubblico per soste­nere il sistema finanziario. Poco dopo vengono i due G20, a Washington e Londra: la realtà del­la crisi comincia a cambiare la struttura di go­verno del mondo. Insieme al G8, adesso lo stru­mento con cui si sceglie di governare la crisi è il G20. Qui si decide di fare la stessa politica, e poi di farla insieme, usando il Fondo Moneta­rio come una banca centrale globale». Siamo ormai fuori dalla crisi? «Superato il rischio dell'apocalisse, la crisi si è spostata dalla dimensione finanziaria al com­mercio internazionale, dove i volumi si sono abbattuti del 30 per cento. Una serie di indica­tori, se volete aneddotici, empirici, psicologici, sembrano dirci ora che il crollo si sta ferman­do ». Anche in Italia? «Anche noi abbiamo indicatori di questo ti­po. C'era stata per la prima volta una riduzione del traffico postale, e si è arrestata. Come si è fermato il calo del traffico autostradale e delle merci. Anche la caduta delle entrate fiscali, del­­l'Iva, è in rallentamento. La dinamica non dice che andiamo bene, ma molto ci dice che la ca­duta si sta arrestando. Il mancato maleficio, a volte, nella psicologia conta più del beneficio. L'Italia è una realtà piuttosto diversa, e meno peggio di come ci si aspettava che fosse». Quali sono i nostri punti di forza? «È bellissimo l'articolo di Giuseppe De Rita sul vostro giornale. Concordo in pieno: la geo­grafia fa la politica, e questo è un paese di 8 mila comuni, senza grandi città e periferie cari­che di tensioni sociali, c'è un welfare dove al­l'Inps si aggiunge la famiglia. Quattro milioni di partite Iva sono un fattore di forza, come lo è un sistema finanziario basato su un tasso di risparmio straordinario. Il nostro debito pub­blico sommato a quello privato, e abbiamo vi­sto che c'è osmosi tra i due, è pari a quello fran­cese e tedesco. Forse per qualcuno è una sor­presa, ma da noi per la prima volta il deficit e il debito corrono meno rispetto all'Europa, la Borsa recupera più delle altre, il differenziale con i titoli di Stato tedeschi si riduce. L'impres­sione in giro è che che ci sia una tendenza al 'buy Italy'. Detto questo, fare previsioni sul pil è difficile. A febbraio, davanti al meno 2% che ci annunciava Bankitalia, dissi che erano con­getture. Magari il 2%!». Con l'uscita dalla crisi c'è un rischio d'infla­zione? «Quella può essere come dicono in America un'exit strategy dalla crisi. L'Europa, però, con la Banca centrale e il Trattato, è costruita con­tro l'inflazione ed è bene così, perché l'inflazio­ne redistribuisce ricchezza al contrario». Perché solo tre banche hanno usato i Tre­monti Bond per capitalizzarsi e offrire più credito alle imprese? «Chiamarli Tremonti Bond è sbagliato. Sono uno strumento europeo, non li ho inventati io. È un mezzo che allarga la base patrimoniale del­le banche e dunque la possibilità di concedere credito. Ma quando le banche dicono che costa troppo sbagliano, perché ragionano come se fosse uno strumento di debito. Non è stato pen­sato per le banche, ma per le imprese: serve per finanziare l'economia, non i loro bilanci. C'è il ritardo delle banche, è una responsabilità delle banche, e questo è il vero costo scaricato sulle imprese». Cui farebbe bene anche l'accelerazione dei pagamenti da parte dello Stato... «Stiamo andando avanti e metteremo in campo la Sace (società pubblica di assicurazio­ne dei crediti, ndr). Però fino a prima della cri­si, con gli interessi, il pagamento ritardato qua­si conveniva. La crisi ha accentuato i problemi di liquidità delle imprese, il risanamento del bi­lancio fatto dal governo Prodi con la scelta di bloccare i pagamenti ha inciso molto e poi c'è il commissariamento delle Regioni che non ri­spettano i tetti della spesa sanitaria: a partire dal 2007 il governo non dà più soldi e le Regio­ni non pagano. La combinazione di questi tre fattori crea il problema, ma non sono vere le cifre iperboliche che si sentono. L'arretrato do­vrebbe essere di 30 miliardi, quasi tutto con­centrato nella sanità. Sono somme che si scari­cano sul deficit e dobbiamo essere prudenti nella gestione. Anche se dovremo risolvere il problema, perché le imprese hanno ragione». Si può immaginare un termine oltre il qua­le scattino sanzioni e non solo interessi lega­li? «È una cosa civile, ci stiamo lavorando. Mol­ti di questi pagamenti dipendono dai governi locali e con la riforma della Finanziaria, per troppi anni ritardata e ora in arrivo, avremo fi­nalmente un quadro unico di tutti i bilanci di enti locali e Regioni, uno schema uniforme per tutti. È un passaggio essenziale anche per la questione dei termini di pagamento». Nei frangenti della crisi si è discusso del ruolo dei manager e della possibilità di met­tere un tetto ai loro stipendi. Che ne pensa? «L'etica spinge per la moderazione dei sala­ri, ci sono stati degli eccessi che vanno corretti, ma è difficile. Anche Obama lo ha detto, ma non è riuscito fino in fondo. Noi stiamo chie­dendo a tutti i manager pubblici di autoridursi gli stipendi. Lo abbiamo chiesto anche alla Rai, e sembra ci sia qualche consenso». In Germania il governo ha chiesto garan­zie sull'occupazione alla Fiat, in caso di acqui­sizione della Opel. Il governo italiano farà lo stesso? «Quando abbiamo dato il bonus per la rotta­mazione abbiamo previsto che ci fosse in ter­mini di impegno la conservazione dei livelli oc­cupazionali in Italia. Abbiamo già posto condi­zioni. È giusto, ed è una strada che seguire­mo ». È vero che ci sono state tensioni con Berlu­sconi e col ministro Brunetta? class="hilite">È di questi giorni lo scontro sulla class="term">class class="term">action nel pubbli­co amministrazione. «I rapporti nel governo sono straordinari. Brunetta sta facendo bene. È giusto dare degli standard ideali su cui parametrare lo stato rea­le, ma non dare l'unico potere ai consumatori. Sono discussioni normali. In passato ho avuto qualche difficoltà nella scelta di concentrare la spesa pubblica a Palazzo Chigi. Ora riconosco­no tutti che era giusto concentrare e spendere in modo selettivo. Ci ha permesso tra l'altro di mettere molti soldi, insieme alle Regioni e que­sto è un successo dello Stato e non solo del go­verno, negli ammortizzatori sociali. Nove mi­liardi, anche se i dati dell'Inps ci dicono che ri­spetto alle ore di cassa integrazione richieste e autorizzate, il tiraggio reale è stato molto infe­riore, 300 milioni di ore su 1,3 miliardi. Sono fatti su cui anche la sinistra, che in autunno ha puntato tutto sulla crisi, dovrebbe riflettere». Cosa doveva fare? «Non si può scioperare contro la pioggia. Nella crisi ha commesso un grosso errore poli­tico. Pretendeva che la discussione partisse da un diktat: ammettete che non avete capito niente, che avete sbagliato tutto, e fate quello che vi diciamo noi. Non è così, noi abbiamo cercato di fare le cose giuste e questo risulta tanto nei voti, nei sondaggi, nelle sedi interna­zionali, dove la politica economica italiana è considerata saggia e prudente. Prendete la so­cial card, che tutto sommato è un elemento marginale della nostra politica. Mi è dispiaciu­to molto che abbiano detto che, con questa, ghettizzavamo i poveri. Le carte acquisti le han­no fatte Cofferati a Bologna, Penati a Milano, Cacciari a Venezia. Alla sinistra è mancata la ca­pacità di lettura della realtà. E sta perdendo una gande occasione: nell'idea riformista c'è il concetto dell'utilità marginale, discutere per portare a casa qualcosa. Con la Cgil è lo stesso: la logica è quella del capitolato di resa. Finora a sinistra è stata prevalente la scelta dell'opposi­zione fine a sé stessa, ma se vuole è ancora in tempo per rendersi positivamente utile ai suoi elettori. Evitando che con il passare del tempo si finisca per pensarci noi». Cosa pensa della politica sull'immigrazio­ne? «Se si vuol evitare la xenofobia, si deve evita­re la formazione del partito opposto, il partito degli immigrati. Ci vuole equilibrio, proprio nell'interesse degli immigrati. Se li metti pri­ma degli altri nelle liste per le case popolari o le prestazioni sociali, non gli fai del bene, per­ché li metti contro tutti gli altri. La sinistra non capisce che l'impatto dell'immigrazione è spes­so regressivo, fa più paura a chi ha di meno. Ed è una paura che non va alimentata, ma ridotta, con saggezza, nell'interesse di tutti». Mario Sensini stampa |

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LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE TARGATA BRUNETTA PRENDE CORPO. CON IL VARO, IERI, DEL DECR... (sezione: Class action)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Sud2))

Argomenti: Class Action

La riforma della pubblica amministrazione targata Brunetta prende corpo. Con il varo, ieri, del decreto delegato di attuazione da parte del Cdm i principi contenuti nella legge delega vengono tradotti in norme giuridiche vincolanti. Dopo le divergenze all'interno dell'esecutivo class="hilite">dei giorni scorsi che avevano portato il ministro Brunetta a minacciare le dimissioni, il testo è passato con alcune modifiche come lo stralcio della class="term">class class="term">action. Il provvedimento introduce una profonda revisione di tutti gli aspetti della disciplina del lavoro presso la pubblica amministrazione: dalle sanzioni per i fannulloni al nuovo sistema di premialità. FRANZESE A PAGINA 19

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La spunta Brunetta: dal Consiglio dei ministri via libera alla "Rivoluzione PA" (sezione: Class action)

( da "Panorama.it" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - La spunta Brunetta: dal Consiglio dei ministri via libera alla "Rivoluzione PA" Posted By redazione On 15/5/2009 @ 13:48 In Headlines, NotiziaHome | No Comments Rivoluzione passata, dimissioni rientrate. Ma il premier Silvio Berlusconi non se la prende con [1] Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, che [2] aveva minacciato le dimissioni qualora non fosse stato approvato il testo per la [3] riforma della Pubblica amministrazione: "Ha usato una tattica da birichino, ma ha ottenuto un ottimo risultato". Minaccia rientrata, quindi, e tanti ringraziamenti al minsitro visto che alla fine il Cdm ha dato il via libera al testo [4] di quella che lo stesso premier ha definito la "rivoluzione Brunetta" (anche se il provvedimento non compare nel [5] comunicato web del Consiglio dei ministri). Ora inizia l'iter di approvazione: il provvedimento "verrà sottoposto all'esame delle Camere, alla Conferenza Stato-Regioni, e al Cnel", ha detto Berlusconi. "Tutte le famiglie" ha fatto sapere il premier "potranno tramite internet collegarsi con le istituzioni. Anche i 3,5 milioni di pubblici dipendenti potranno trarre da questa rivoluzione motivo per sentirsi realizzati". Un iter a cui il ministro anti fannulloni ha già posto la data scadenza, sarà legge entro sessanta giorni: "Penso che tutto possa essere approvato entro 60 giorni a partire da lunedì", ha detto Brunetta. "Intendo avere assolutamente l'accordo con la Conferenza Stato-Regioni. Chiederemo poi anche un parere articolato del Consiglio nazionale dell'Economia e del lavoro". Tra i tanti cambiamenti previsti, i diversi meccanismi di retribuzione basati sulle premialità, che non verranno date a tutti, "ma solo ai più meritevoli". Significa che la meritocrazia si sentirà anche nelle differenze in busta paga. Ma: "Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità. Non è stato fatto mai neanche nel privato se non per qualche iniziativa singola". In particolare, spiega ancora il minsitro, il confronto sulla riforma varata oggi con il dlgs sulla produttività e la trasparenza "Non è una partita che si gioca tra governo e il sindacato dei dipendenti pubblici, ma riguarda tutto il Paese". E ancora: "Questo provvedimento riguarda i cittadini, i sindacati del settore privato e anche quelli dei datori di lavoro, come la Confindustria". Tra le novità, Brunetta annuncia anche che la class action nella pubblica amministrazione "partirà dal primo gennaio 20103, spiegando l'obbligo, per i dirigenti, di un periodo di lavoro-studio all'estero presso le organizzazioni internazionali. "È la prima volta" ha sottolineato "che si introduce l'azione collettiva nella pubblica amministrazione". Quanto ai tempi, Brunetta ha spiegato che "occorrerà dare vita agli standard della p.a. nei prossimi mesi. Il decreto legislativo sarà coerente con quanto le Camere avranno definito in termini di azione collettiva per il settore privato", ha detto il ministro riferendosi alla norma approvata in Senato nel disegno di legge Sviluppo e ora all'attenzione della Camera.

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GIUSY FRANZESE ROMA. MERITOCRAZIA, PREMIALITà, TRASPARENZA, SODDISFAZIONE DEL CLIENTE CITTAD... (sezione: Class action)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

GIUSY FRANZESE Roma. Meritocrazia, premialità, trasparenza, soddisfazione del cliente cittadino: il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al cosiddetto decreto anti-fannulloni messo a punto dal ministro Renato Brunetta. Rinviate invece le norme sulla class="term">class class="term">action, ovvero la possibilità di azione collettiva contro la pubblica amministrazione. Arriveranno dopo l'estate con un provvedimento ad hoc. Il governo ha infatti deciso di chiedere un parere al Consiglio di Stato e dell'Avvocatura, class="hilite">e di raccordare il tutto alle norme sulla class="term">class class="term">action privata attualmente all'esame del Senato. Brunetta, comunque, si mostra ottimista: «Dal primo gennaio del 2010 anche la class="term">class class="term">action amministrativa sarà operativa». Il rinvio non è piaciuto all'opposizione, né alle organizzazioni dei consumatori, come il Codacons. Sono invece rientrati i dissapori all'interno del governo, che avevano portato l'altro giorno il ministro Brunetta a minacciare le dimissioni. Berlusconi, che ha voluto affiancare il ministro in conferenza stampa, ha derubricato il tutto a «una birichinata», «una tattica che lo ha portato ad un ottimo risultato». La «rivoluzione Brunetta» arriverà lunedì alle Camere. E già a metà luglio potrebbe diventare legge. «Credo che possa essere approvata entro 60 giorni» prevede il ministro che punta nel frattempo ad un'intesa con la Conferenza Stato Regioni («voglio assolutamente il loro accordo»). Tra i passaggi fondamentali prima della conclusione dell'iter legislativo, Brunetta cita anche «un incontro ai più alti livelli con il sindacato». Si terrà presumibilmente tra fine giugno e inizio luglio. Insomma, dovrà essere una riforma condivisa. Un modo nuovo di vedere e far funzionare la pubblica amministrazione, che non deve essere solo quello della linea dura contro gli asseinteisti e chi non fa bene il proprio lavoro. L'approccio è esattamente il contrario: premiare il merito, chi vale e chi si impegna di più. Motivare l'impiegato pubblico, non farlo sentire un cittadino di serie B. «La nostra finalità è che tre milioni e mezzo di italiani che lavorano nella pubblica amministrazione possano sentirsi realizzati, non abbiano un morale diverso da chi lavora nelle imprese italiane» spiega il premier. In base al principio della meritocrazia, i più bravi, oltre ad avanzamenti di carriera, riceveranno incentivi economici. Il decreto prevede che la metà del monte incentivi sarà distribuito a non più del 25% dei dipendenti di ogni amministrazione: niente più benefici a pioggia, quindi, ma solo un dipendente su quattro avrà il trattamento accessorio nella misura massima prevista dal contratto. Ci saranno poi quelli che avranno incentivi in misura ridotta, un 25% dei dipendenti invece non avrà nulla. Queste percentuali potranno essere derogate , ma solo in piccola parte, a livello di contrattazione sindacale (il numero dei comparti comunque viene ridotto). Come si farà a giudicare l'efficienza del pubblico dipendente? Entro il 30 settembre nascerà una Commissione per la valutazione delle performance che detterà gli standard. Saranno poi i dirigenti, che diventano veri e propri manager con obiettivi da raggiungere, ad avere la rsponsabilità delle valutazioni dei singoli e quindi dell'attribuzione dei premi. Per diventare dirigenti sarà obbligatorio fare uno stage di sei mesi all'estero. Ovviamente il decreto conferma tutte le norme anti-fannulloni recentemente introdotte, con provvedimenti disciplinari e sanzioni nei confronti di chi presenta falsi attestati medici. Definito anche un catalogo di infrazioni particolarmente gravi per le quali è previsto il licenziamento.

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PROMOZIONI E INCENTIVI PER I PIù BRAVI, STAGE DI SEI MESI ALL'ESTERO PER I DIRIGENTI. RINVIATA LA CLASS ACTION (sezione: Class action)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

class="hilite">Promozioni e incentivi per i più bravi, stage di sei mesi all'estero per i dirigenti. Rinviata la class="term">class class="term">action

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(sezione: Class action)

( da "Sicilia, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Class Action

«Le dimissioni? Una tattica da birichino che l'ha portato a un ottimo risultato» LAURA CAPUTO Roma. Non può che ritenersi super soddisfatto il ministro della Pubblica amministrazione per quella che lo stesso premier Berlusconi ha definito la «rivoluzione Brunetta». Se si pensa che il ministro «anti-fannulloni» tre giorni fa aveva posto un aut aut al governo se non avesse presentato al Parlamento entro due giorni (sennò il ministro avrebbe lasciato l'esecutivo) il decreto legislativo delega. Brunetta aveva anche minacciato le dimissioni se la riforma non fosse diventata legge entro 2 mesi. E proprio sulle minacciate dimissioni è giunto in conferenza stampa il commento del premier. «Il ministro Brunetta ha messo in atto una tattica da birichino che lo ha portato a un ottimo risultato». A risultato ottenuto non sono però mancate le polemiche con l'opposizione a cui Brunetta ribatte seccamente. In particolare replicando a una presa di posizione critica di una esponente del Pd sulla class action. «Linda Lanzillotta ha perso un'altra occasione. Invece di fare polemica valuti i fatti». E i fatti, spiega Brunetta, sono che l'azione >collettiva nel settore pubblico entrerà in vigore dal primo gennaio 2010. Il ministro inoltre pone l'accento sul fatto che «solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità». Mentre finora si è dato «tutto a tutti». «Il ministro - dice la Lanzillotta - si rivela forte con i deboli e debole con i forti. Fa la faccia feroce con i dipendenti pubblici e si mette la coda tra le gambe di fronte all'alta burocrazia e alle società dello Stato, alle municipalizzate e a tutte le concessionarie di servizi pubblici». E il ministro replica che non c'è stato nessun cedimento, ma «solo volontà di fare presto e bene. Di fare cioè quello che né il governo Prodi né l'allora ministro Lanzillotta erano riusciti a fare e cioè introdurre norme di azione collettiva nel settore pubblico. Chi è dunque più cedevole ai poteri forti?». Polemico anche l'ex ministro del Lavoro, Damiano, che afferma di essere curioso di sapere da Brunetta «se sarà in grado di mantenere la promessa di presentare lunedì prossimo i decreti legislativi relativi alla pa». Damiano si riferisce al fatto che il parere della Conferenza Unificata con le autonomie locali deve precedere la presentazione del dl. «Dunque, o il ministro non sa quel che dice o sarà costretto a non rispettare la legge», attacca l'ex ministro. Critico anche il Codacons secondo il quale il rinvio della class action segna «una sconfitta» per Brunetta. Il presidente Rienzi dice che «ci aspettiamo dimissioni immediate«. «Brunetta deve essere coerente. Così come aveva minacciato le dimissioni se non fosse passato il suo decreto, ora che è stato battuto sulla class action deve andare via».

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Pronto a fare il sindaco di Venezia (sezione: Class action)

( da "Corriere delle Alpi" del 17-05-2009)

Argomenti: Class Action

Brunetta svela le carte in vista del 2010: voglio continuare a fare il ministro e mi metto a disposizione della mia città. Non c'è incompatibilità «Pronto a fare il sindaco di Venezia» Il prof: «Ho scommesso con Calderoli: Pdl primo partito in Veneto» «La Zaccariotto vincerà al primo turno Insieme alla Lega facciamo il 70%» VENEZIA. Nel 2000 fu sconfitto al ballottaggio da Paolo Costa (gettonato dal 56% dell'elettorato). Ma adesso Renato Brunetta è pronto per una nuova sfida. Il ministro della Pubblica amministrazione lo ha fatto capire ieri mattina, nella sala convegni dell'hotel Europa & Regina, nel corso della presentazione dei candidati del Pdl per la Provincia di Venezia: «Resterò al ministero per tutto il tempo del mio mandato, perchè mi piace il lavoro che faccio e c'è ancora molto da fare. Ma amo molto Venezia e sono sempre a disposizione quando c'è da dare una mano. E il doppio incarico non è incompatibile». L'incontro è convocato per offrire un po' di visibilità agli aspiranti consiglieri provinciali. E pure a Fiorella Rigon, la candidata all'Europarlamento che, dopo le esternazioni di Veronica Lario, ha preso il posto della meteorina Chiara Sgarbossa: «Sono 14 anni che faccio politica» spiega la bionda assessora al Bilancio del Comune di Campagna. Ma è il professore che ruba la scena davanti a una platea in cui figura anche Titti, abito nero e orecchini turchesi, la fidanzata che condivide con il ministro la passione per l'arredamento. Quando il silenzio religioso viene interrotto dalla suoneria del telefonino e da un «te passo Franco», Brunetta incenerisce con un'occhiata la proprietaria del cellulare. La quale cerca di giustificarsi: «Mi scusi, è una signora di Murano». «Non ce ne frega nulla» sentenzia il ministro. Che sposa in toto il pieghevole contro il commercio abusivo diffuso dal Pdl Grande Città di Venezia e ricorda che i decreti delegati alla legge 15/2009 contengono pure la possibilità di azioni collettive contro i comportamenti omissivi delle pubbliche amministrazioni. Poi il ministro Brunetta scruta la sfera di cristallo e pronostica la coalizione di centrodestra, guidata da Francesca Zaccariotto, già vincente al primo turno. Certo, il tragitto verso il trionfo auspicato sarebbe stato più agevole se l'alleanza avesse compreso pure l'Udc. «Vi racconto un segreto - argomenta incantando l'uditorio - A suo tempo sono stato incaricato di contattare i vertici dell'Udc e ho parlato con il mio amico Lorenzo Cesa. Lui si è detto disponibile a valutare la proposta, ma non ci siamo più sentiti. Allora io vi invito a rivolgervi all'elettorato dell'Udc che è il nostro stesso elettorato. E quando sarà il tempo di formare la giunta provinciale, siate generosi con gli amici dello Scudocrociato con i quali governiamo insieme anche in Regione». Il promotore della «guerra ai fannulloni» è sicuro che il Pdl sarà pure il primo partito in Veneto: «A questo proposito ho fatto una scommessa con Calderoli. Io dico che avremo almeno un voto in più della Lega. Ma insieme raggiungeremo almeno il 60-70% del consenso degli elettori». Le previsioni, però, si spingono anche più in là. «Squadra che vince non si cambia» dice confermando la sua fiducia in Giancarlo Galan. La prospettiva che più interessa il ministro è però quella di Ca' Farsetti. «Da troppo tempo - punta il dito - Venezia non è amministrata. L'ultima volta abbiamo scelto il male minore (Cacciari nel ballottaggio con Casson, ndr), ma si è rivelato un male e basta. Il mio giudizio sull'amministrazione comunale è assolutamente negativo. Il prossimo candidato sindaco per il 2010 lo sceglieranno direttamente i veneziani; lo sceglieremo insieme. Non ci sarà nessun uomo o nessuna donna del destino, nessun uomo o donna da fuori. Non ci sarà nessun burattinaio. E me ne faccio personalmente garante. Quanto a me, sono a disposizione della mia città». E Galan si affretta a precisare che il ministro sarebbe il candidato più autorevole per Venezia. Il professore si rifiuta invece di esprimere giudizi sulla separazione di Arcore («non commento il gossip, non commento le dichiarazioni della signora Lario»). Più che le «veline» («ma al corso di formazione europea ho guardato solo gli occhi dell'intelligenza») lui punta sulle «velone»: Lia Sartori, Barbara Degani e qualche altra, «che sono dense politicamente, umanamente, culturalmente e anche fisicamente. Sono state loro a chiamarsi così: velone». (Claudio Baccarin)

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pronto a fare il sindaco di venezia (sezione: Class action)

( da "Mattino di Padova, Il" del 17-05-2009)

Argomenti: Class Action

Brunetta svela le carte in vista del 2010: voglio continuare a fare il ministro e mi metto a disposizione della mia città. Non c'è incompatibilità «Pronto a fare il sindaco di Venezia» Il prof: «Ho scommesso con Calderoli: Pdl primo partito in Veneto» «La Zaccariotto vincerà al primo turno Insieme alla Lega facciamo il 70%» VENEZIA. Nel 2000 fu sconfitto al ballottaggio da Paolo Costa (gettonato dal 56% dell'elettorato). Ma adesso Renato Brunetta è pronto per una nuova sfida. Il ministro della Pubblica amministrazione lo ha fatto capire ieri mattina, nella sala convegni dell'hotel Europa & Regina, nel corso della presentazione dei candidati del Pdl per la Provincia di Venezia: «Resterò al ministero per tutto il tempo del mio mandato, perchè mi piace il lavoro che faccio e c'è ancora molto da fare. Ma amo molto Venezia e sono sempre a disposizione quando c'è da dare una mano. E il doppio incarico non è incompatibile». L'incontro è convocato per offrire un po' di visibilità agli aspiranti consiglieri provinciali. E pure a Fiorella Rigon, la candidata all'Europarlamento che, dopo le esternazioni di Veronica Lario, ha preso il posto della meteorina Chiara Sgarbossa: «Sono 14 anni che faccio politica» spiega la bionda assessora al Bilancio del Comune di Campagna. Ma è il professore che ruba la scena davanti a una platea in cui figura anche Titti, abito nero e orecchini turchesi, la fidanzata che condivide con il ministro la passione per l'arredamento. Quando il silenzio religioso viene interrotto dalla suoneria del telefonino e da un «te passo Franco», Brunetta incenerisce con un'occhiata la proprietaria del cellulare. La quale cerca di giustificarsi: «Mi scusi, è una signora di Murano». «Non ce ne frega nulla» sentenzia il ministro. Che sposa in toto il pieghevole contro il commercio abusivo diffuso dal Pdl Grande Città di Venezia e ricorda che i decreti delegati alla legge 15/2009 contengono pure la possibilità di azioni collettive contro i comportamenti omissivi delle pubbliche amministrazioni. Poi il ministro Brunetta scruta la sfera di cristallo e pronostica la coalizione di centrodestra, guidata da Francesca Zaccariotto, già vincente al primo turno. Certo, il tragitto verso il trionfo auspicato sarebbe stato più agevole se l'alleanza avesse compreso pure l'Udc. «Vi racconto un segreto - argomenta incantando l'uditorio - A suo tempo sono stato incaricato di contattare i vertici dell'Udc e ho parlato con il mio amico Lorenzo Cesa. Lui si è detto disponibile a valutare la proposta, ma non ci siamo più sentiti. Allora io vi invito a rivolgervi all'elettorato dell'Udc che è il nostro stesso elettorato. E quando sarà il tempo di formare la giunta provinciale, siate generosi con gli amici dello Scudocrociato con i quali governiamo insieme anche in Regione». Il promotore della «guerra ai fannulloni» è sicuro che il Pdl sarà pure il primo partito in Veneto: «A questo proposito ho fatto una scommessa con Calderoli. Io dico che avremo almeno un voto in più della Lega. Ma insieme raggiungeremo almeno il 60-70% del consenso degli elettori». Le previsioni, però, si spingono anche più in là. «Squadra che vince non si cambia» dice confermando la sua fiducia in Giancarlo Galan. La prospettiva che più interessa il ministro è però quella di Ca' Farsetti. «Da troppo tempo - punta il dito - Venezia non è amministrata. L'ultima volta abbiamo scelto il male minore (Cacciari nel ballottaggio con Casson, ndr), ma si è rivelato un male e basta. Il mio giudizio sull'amministrazione comunale è assolutamente negativo. Il prossimo candidato sindaco per il 2010 lo sceglieranno direttamente i veneziani; lo sceglieremo insieme. Non ci sarà nessun uomo o nessuna donna del destino, nessun uomo o donna da fuori. Non ci sarà nessun burattinaio. E me ne faccio personalmente garante. Quanto a me, sono a disposizione della mia città». E Galan si affretta a precisare che il ministro sarebbe il candidato più autorevole per Venezia. Il professore si rifiuta invece di esprimere giudizi sulla separazione di Arcore («non commento il gossip, non commento le dichiarazioni della signora Lario»). Più che le «veline» («ma al corso di formazione europea ho guardato solo gli occhi dell'intelligenza») lui punta sulle «velone»: Lia Sartori, Barbara Degani e qualche altra, «che sono dense politicamente, umanamente, culturalmente e anche fisicamente. Sono state loro a chiamarsi così: velone». (Claudio Baccarin)

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pronto a fare il sindaco di venezia - claudio baccarin (sezione: Class action)

( da "Nuova Venezia, La" del 17-05-2009)

Argomenti: Class Action

Il ministro svela le carte in vista del 2010: voglio continuare a stare nel governo, ma sono a disposizione della città; nessuna incompatibilità «Pronto a fare il sindaco di Venezia» Brunetta: «Ho scommesso con Calderoli: Pdl primo partito in Veneto» «La Zaccariotto vincerà al primo turno Insieme alla Lega facciamo il 70%» CLAUDIO BACCARIN VENEZIA. Nel 2000 fu sconfitto al ballottaggio da Paolo Costa (gettonato dal 56% dell'elettorato). Ma adesso Renato Brunetta è pronto per una nuova sfida. Il ministro della Pubblica amministrazione lo ha fatto capire ieri mattina, nella sala convegni dell'hotel Europa & Regina, nel corso della presentazione dei candidati del Pdl per la Provincia di Venezia: «Resterò al ministero per tutto il tempo del mio mandato, perchè mi piace il lavoro che faccio e c'è ancora molto da fare». «Ma - aggiunge il ministro - amo molto Venezia e sono sempre a disposizione quando c'è da dare una mano. E il doppio incarico non è incompatibile». L'incontro è convocato per offrire un po' di visibilità agli aspiranti consiglieri provinciali. E pure a Fiorella Rigon, la candidata all'Europarlamento che - dopo le esternazioni di Veronica Lario - ha preso il posto della meteorina Chiara Sgarbossa: «Sono quattordici anni che faccio politica», spiega la bionda assessora al Bilancio del Comune di Campagna, che non ha nulla da invidiare alle «veline» tanto reclamizzate. Ma è il professore che ruba la scena davanti a una platea in cui figura anche Titti, abito nero e orecchini turchesi, la fidanzata che condivide con il ministro la passione per l'arredamento. Quando il silenzio religioso viene interrotto dalla suoneria del telefonino e da un «Te passo Franco», Brunetta incenerisce con un'occhiata la proprietaria del cellulare. La quale cerca di giustificarsi: «Mi scusi, è una signora di Murano». «Non ce ne frega nulla» sentenzia il ministro. Che sposa in toto il pieghevole contro il commercio abusivo diffuso dal Pdl Grande Città di Venezia e ricorda che i decreti delegati alla legge 15/2009 contengono pure la possibilità di azioni collettive contro i comportamenti omissivi delle pubbliche amministrazioni. Poi il ministro Brunetta scruta la sfera di cristallo e pronostica la coalizione di centrodestra, guidata da Francesca Zaccariotto, già vincente al primo turno. Certo, il tragitto verso il trionfo auspicato sarebbe stato più agevole se l'alleanza avesse compreso pure l'Udc. «Vi racconto un segreto - argomenta - A suo tempo sono stato incaricato di contattare i vertici dell'Udc e ho parlato con il mio amico Lorenzo Cesa. Lui si è detto disponibile a valutare la proposta, ma non ci siamo più sentiti. Allora io vi invito a rivolgervi all'elettorato dell'Udc che è il nostro stesso elettorato. E quando sarà il tempo di formare la giunta provinciale, siate generosi con gli amici dello Scudocrociato con i quali governiamo insieme anche in Regione». Il promotore della «guerra ai fannulloni» è sicuro che il Pdl sarà pure il primo partito in Veneto: «A questo proposito ho fatto una scommessa con Calderoli. Io dico che avremo almeno un voto in più della Lega. Ma insieme raggiungeremo almeno il 60-70% del consenso degli elettori». Le previsioni, però, si spingono anche più in là. «Squadra che vince non si cambia» dice confermando la sua fiducia in Giancarlo Galan. La prospettiva che più interessa il ministro è però quella di Ca' Farsetti. «Da troppo tempo - punta il dito - Venezia non è amministrata. L'ultima volta abbiamo scelto il male minore (Cacciari nel ballottaggio con Casson, ndr), ma si è rivelato un male e basta. Il mio giudizio sull'amministrazione comunale è assolutamente negativo. Il prossimo candidato sindaco per il 2010 lo sceglieranno direttamente i veneziani; lo sceglieremo insieme. Non ci sarà nessun uomo o nessuna donna del destino, nessun uomo o donna da fuori. Non ci sarà nessun burattinaio. E me ne faccio personalmente garante. Quanto a me, sono a disposizione della mia città». L'onorevole Brunetta si rifiuta di esprimere giudizi sulla separazione di Arcore («non commento il gossip, non commento le dichiarazioni della signora Lario»). Più che le «veline» («ma al corso di formazione europea ho guardato solo gli occhi dell'intelligenza») lui punta sulle «velone»: Lia Sartori, Barbara Degani e qualche altra, «che sono dense politicamente, umanamente, culturalmente e anche fisicamente. Sono state loro a chiamarsi così: velone».

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Nel giorno in cui a Torino si apre il summit dei rettori ce n'è uno che è finito sott... (sezione: Class action)

( da "Stampa, La" del 17-05-2009)

Argomenti: Class Action

Nel giorno in cui a Torino si apre il summit dei rettori ce n'è uno che è finito sotto protezione. Ezio Pelizzetti, il Magnifico Rettore dell'Università di Torino, da oggi è sotto tutela da parte delle forze dell'ordine. Una scorta discreta, morbida, che dovrebbe accompagnarlo solo nelle uscite pubbliche. «Sull'argomento non dico nulla», taglia corto Pelizzetti. Nessun pericolo reale incombe sul docente. Però si è scelto di adottare questa precauzione per evitare il ripetersi di azioni dimostrative, come il «sequestro» del rettorato di venerdì scorso, dopo la decisione di Pelizzetti di chiudere Palazzo Nuovo - cuore dell'ateneo torinese - fino a mercoledì mattina. L'edificio era stato scelto dall'Onda come quartier generale: sede di dibattiti, forum, concerti ma soprattutto dormitorio per le centinaia di ragazzi in arrivo dal resto d'Italia, Francia, Spagna e Grecia. Il pericolo di trasformare il palazzo in accampamento e le informative giunte dal Viminale hanno spinto il rettore Pelizzetti a decidere la serrata. Pentito? Neanche per idea: «È stata una decisione sofferta, chi mi conosce sa che ho sempre difeso il ruolo dell'università come spazio aperto di discussione e confronto. Più volte ci siamo fatti carico di ospitare il dissenso». Stavolta no: troppi allarmi, e quei documenti sui gruppi in arrivo da fuori Torino. «Se fosse successo qualcosa la responsabilità sarebbe stata mia. E io mi sento un po' il papà di questi ragazzi». Venerdì è stato fatto uscire da una porta secondaria. «Ho dovuto farlo, per evitare contestazioni. Ma, fosse stato per me, sarei uscito dalla porta principale come faccio ogni giorno. Il confronto non mi fa paura: avrei potuto restare a casa, sono andato in ufficio come ogni giorno. Ho incontrato chi mi contestava. E alla fine gli spazi sono stati concessi». Il movimento si è trasferito a 50 metri da Palazzo Nuovo, in un edificio dell'Università ribattezzato Block G8 Building. Oggi arriveranno delegazioni di No Tav, No Dal Molin e No Discarica, per raccontare agli universitari le esperienze dei movimenti locali. Si preparano i momenti di discussione. Si tengono i contatti coi collettivi in partenza da mezza Italia per il corteo di martedì. L'Onda anomala - così si è ribattezzato il movimento - getta acqua sul fuoco. Parla di intimidazioni: «È in atto una campagna che vuole nascondere le ragioni e i contenuti della nostra protesta dietro allarmismi del tutto ingiustificati». Per i prossimi giorni promettono azioni dimostrative. Dicono che cercheranno di disturbare il summit «ma senza alcuna violenza». Atmosfera tranquilla al Block Building. E così al Turin Sherwood Camp, il campeggio allestito sulle rive del Po dai collettivi e dai precari della ricerca. Ieri è andato in scena una sorta di contro G8: workshop sui temi dell'energia, dell'ambiente e della pace. Oggi saranno in piazza, per la prima delle due manifestazioni previste. «Un corteo pacifico, in cui daremo voce al modello alternativo di università che vorremmo vedere realizzato», spiega Andrea Polacchi del forum Altrosviluppo. Ma l'incertezza che circonda i tre giorni del summit, per il Viminale, è legata alla manifestazione di martedì mattina. Le informative dei giorni scorsi parlano di gruppi anarco-insurrezionalisti in arrivo, alcuni dall'estero, e di saldature tra diversi estremismi. L'Onda non ci sta: «Non ci saranno centri sociali né altro, solo il movimento che si è ribattezzato Onda anomala e ha guidato la protesta contro le riforme di scuola e università con le sue iniziative imprevedibili», dicono Dana Lauriola e Andrea Bonadonna. In questo clima oggi si apre il summit dei 40 rettori. Senza Pelizzetti: «Non credo parteciperò, ho altri impegni». Il rettore dell'università La Sapienza di Roma, Luigi Frati, fa sapere che non ci sarà: «Non m'interessano le iniziative improvvisate». Pelizzetti evita commenti. Però c'è quel nome scelto per il vertice - G8 - che proprio non gli va giù: «Bisognerebbe essere più cauti quando si utilizzano certe formule, quella evoca avvenimenti tristi. E non credo possa portare giovamento a Torino: ci ricordiamo come è uscita l'immagine di Genova?».

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Oggi a Torino si apre il G8 delle Università La polizia: no ad altre azioni dimostrative (sezione: Class action)

( da "Stampa, La" del 17-05-2009)

Argomenti: Class Action

Oggi a Torino si apre il G8 delle Università La polizia: no ad altre azioni dimostrative Nel giorno in cui a Torino si apre il summit dei rettori ce n'è uno che è finito sotto protezione. Ezio Pelizzetti, il Magnifico Rettore dell'Università di Torino, da oggi è sotto tutela da parte delle forze dell'ordine. Una scorta discreta, morbida, che dovrebbe accompagnarlo solo nelle uscite pubbliche. «Sull'argomento non dico nulla», taglia corto Pelizzetti. Nessun pericolo reale incombe sul docente. Però si è scelto di adottare questa precauzione per evitare il ripetersi di azioni dimostrative, come il «sequestro» del rettorato di venerdì scorso, dopo la decisione di Pelizzetti di chiudere Palazzo Nuovo - cuore dell'ateneo torinese - fino a mercoledì mattina. L'edificio era stato scelto dall'Onda come quartier generale: sede di dibattiti, forum, concerti ma soprattutto dormitorio per le centinaia di ragazzi in arrivo dal resto d'Italia, Francia, Spagna e Grecia. Il pericolo di trasformare il palazzo in accampamento e le informative giunte dal Viminale hanno spinto il rettore Pelizzetti a decidere la serrata. Pentito? Neanche per idea: «È stata una decisione sofferta, chi mi conosce sa che ho sempre difeso il ruolo dell'università come spazio aperto di discussione e confronto. Più volte ci siamo fatti carico di ospitare il dissenso». Stavolta no: troppi allarmi, e quei documenti sui gruppi in arrivo da fuori Torino. «Se fosse successo qualcosa la responsabilità sarebbe stata mia. E io mi sento un po' il papà di questi ragazzi». Venerdì è stato fatto uscire da una porta secondaria. «Ho dovuto farlo, per evitare contestazioni. Ma, fosse stato per me, sarei uscito dalla porta principale come faccio ogni giorno. Il confronto non mi fa paura: avrei potuto restare a casa, sono andato in ufficio come ogni giorno. Ho incontrato chi mi contestava. E alla fine gli spazi sono stati concessi». Il movimento si è trasferito a 50 metri da Palazzo Nuovo, in un edificio dell'Università ribattezzato Block G8 Building. Oggi arriveranno delegazioni di No Tav, No Dal Molin e No Discarica, per raccontare agli universitari le esperienze dei movimenti locali. Si preparano i momenti di discussione. Si tengono i contatti coi collettivi in partenza da mezza Italia per il corteo di martedì. L'Onda anomala - così si è ribattezzato il movimento - getta acqua sul fuoco. Parla di intimidazioni: «È in atto una campagna che vuole nascondere le ragioni e i contenuti della nostra protesta dietro allarmismi del tutto ingiustificati». Per i prossimi giorni promettono azioni dimostrative. Dicono che cercheranno di disturbare il summit «ma senza alcuna violenza». Atmosfera tranquilla al Block Building. E così al Turin Sherwood Camp, il campeggio allestito sulle rive del Po dai collettivi e dai precari della ricerca. Ieri è andato in scena una sorta di contro G8: workshop sui temi dell'energia, dell'ambiente e della pace. Oggi saranno in piazza, per la prima delle due manifestazioni previste. «Un corteo pacifico, in cui daremo voce al modello alternativo di università che vorremmo vedere realizzato», spiega Andrea Polacchi del forum Altrosviluppo. Ma l'incertezza che circonda i tre giorni del summit, per il Viminale, è legata alla manifestazione di martedì mattina. Le informative dei giorni scorsi parlano di gruppi anarco-insurrezionalisti in arrivo, alcuni dall'estero, e di saldature tra diversi estremismi. L'Onda non ci sta: «Non ci saranno centri sociali né altro, solo il movimento che si è ribattezzato Onda anomala e ha guidato la protesta contro le riforme di scuola e università con le sue iniziative imprevedibili», dicono Dana Lauriola e Andrea Bonadonna. In questo clima oggi si apre il summit dei 40 rettori. Senza Pelizzetti: «Non credo parteciperò, ho altri impegni». Il rettore dell'università La Sapienza di Roma, Luigi Frati, fa sapere che non ci sarà: «Non m'interessano le iniziative improvvisate». Pelizzetti evita commenti. Però c'è quel nome scelto per il vertice - G8 - che proprio non gli va giù: «Bisognerebbe essere più cauti quando si utilizzano certe formule, quella evoca avvenimenti tristi. E non credo possa portare giovamento a Torino: ci ricordiamo come è uscita l'immagine di Genova?».

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(sezione: Class action)

( da "Corriere del Veneto" del 17-05-2009)

Argomenti: Class Action

Corriere del Veneto sezione: CRONACAVERONA data: 17/05/2009 - pag: 6 La polemica Gli attivisti antifascisti: esibizioni sempre più frequenti «Ma quali bonghi, si vietino i concerti che inneggiano a Hitler» VERONA «Invece di vietare le piazze a chi suona i bonghi, l'amministrazione comunale dovrebbe iniziare a preoccuparsi delle sempre più frequenti esibizioni nei locali cittadini di gruppi nazirock che inneggiano alla violenza e a Hitler ». L'appello è stato lanciato dagli attivisti antifascisti riuniti sotto la sigla di «Cittadini dell'altro comune», dopo aver appreso che venerdì prossimo suonerà in città il gruppo Zeta- ZeroAlfa, il cui leader è Gianluca Iannone, tra i fondatori di Casa Pound. Ma non si sono limitati alle parole e ieri pomeriggio, una trentina di loro è andata direttamente al Blob Club di via Lussemburgo (il locale in cui dovrebbe esibirsi la band) per presentare una diffida al titolare, invitandolo a rinunciare a ospitare e dare visibilità a gruppi neonazisti. Hanno trovato solamente una dipendente che ha detto di non sapere nulla del concerto e ha promesso di riferire al superiore e hanno spiegato di «essere stanchi del clima di odio e intolleranza cresciuto in città, di cui la morte di Nicola Tommasoli rappresenta solamente la punta dell'iceberg ». «Sappiamo che al Blob, poche settimane fa si sono esibiti anche i Sumbu Brothers, altra band nazirock hanno detto - . La musica, soprattutto per i più giovani, può essere un fattore di forte aggregazione che li spinge ad aderire a credenze e comportamenti senza una piena consapevolezza». E invitano la popolazione a «fare pressione» inondando di telefonate, fax e mail di protesta gli uffici del Comune. «Questo concerto è un'offesa alla città e va impedito hanno detto davanti al locale -. C'è un'altra Verona fatta da cittadini democratici che non vuole cedere alle derive razziste del senso comune». Nelle loro parole anche una denuncia nei confronti di chi tollera e «si rende partecipe» del proliferare delle azioni neofasciste. «Nella notte tra giovedì e venerdì qualcuno ha imbrattato la facciata della sede del Collettivo Metropolis in via Mazza con la scritta "Ocio!!" hanno raccontato gli attivisti del collettivo - . Questa volta l'intimidazione non è anonima perché sempre sul muro hanno lasciato la firma del Blocco Studentesco, organo di Casa Pound. Il fatto che siano arrivati a rivendicare pubblicamente queste azioni dimostra la loro convinzione di poter godere di un certo appoggio e di una certa impunità da parte dei poteri forti. Ma noi non ci spaventiamo, continueremo a denunciarli e a combattere questo clima d'odio». E.P.

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Pendolari a confrontosul contratto di servizio (sezione: Class action)

( da "Secolo XIX, Il" del 17-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pendolari a confrontosul contratto di servizio domani a principe GENOVA. Assemblea straordinaria dei pendolari domani a Genova in seguito alla rottura delle trattative tra regione e Ferrovie per il rinnovo del contratto di servizio «Vista la gravità della situazione determinatasi con la rottura delle trattative tra Regione e Trenitalia per il nuovo contratto di servizio - spiega Sonia Zarino, presidente del Coordinamento dei Pendolari Liguri - urge la necessità di ritrovarci e concertare possibili azioni che servano ad attirare l'attenzione della collettività e delle istituzioni preposte su questo importante tema. Invitiamo tutti coloro che desiderano contribuire impegnandosi in azioni concrete a supporto di un contratto di servizio equo ed in linea con le nostre giuste rivendicazioni a partecipare all'assemblea che si terrà lunedì pomeriggio alle 18 presso il bar della stazione ferroviaria di Genova Principe». 17/05/2009

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"Adesso il conflitto si fa reality show" (sezione: Class action)

( da "Stampa, La" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

IL MONDO CHE CAMBIA LA CONFLITTUALITÀ Intervista Marco Revelli «La rinascita di Torino è già alle spalle Ora ci sono molte incognite» «Si sono rotti i rapporti di solidarietà: rischiamo una lotta tra fabbriche» "Adesso il conflitto si fa reality show" ROBERTO GIOVANNINI Il sociologo degli operai Lo scopo del blitz? "Procurarsi visibilità mediatica" ROMA Lingotto 2009 come Piazza Statuto nel 1962? No, è la trasformazione del conflitto in reality show. Un fatto isolato, che però ci dice quanto la crisi italiana abbia degradato le relazioni sociali, di quanto sia stato indebolito il valore dell'unità. Di come sia più forte il rischio della guerra tra poveri». Marco Revelli, sociologo e osservatore del movimento operaio torinese non ha dubbi: l'assalto al palco dei metalmeccanici è «stato prodotto da una microorganizzazione, lo Slai Cobas, che puntava a darsi una qualche visibilità mediatica producendo un disastro gravissimo. Un pessimo, isolato, episodio di un pessimo costume politico. Ma mi preoccupa moltissimo». Perché, se è un un fatto isolato? «Perché con un'azione di violenza è stato fatto sparire il conflitto verticale - quello "robusto" ma aperto tra lavoratori e impresa - a vantaggio di un conflitto "orizzontale", tra operai, tra operai e sindacato, in un momento in cui tutto serviva tranne la divisione. Se a qualcuno viene in mente di poter dare quel disgustoso assalto al palco per conquistare un brandello di visibilità sui media, le regole del conflitto le detta la televisione». Qualcuno teme un ritorno a forme violente di protesta sociale. «No, la violenza è stata esercitata contro i sindacalisti e i compagni di lavoro. Non credo sia il prodromo di una fase di conflittualità violenta tra lavoratori e imprese. Credo che però sia il sintomo di qualcosa che - lo dico con tutte le cautele del caso - potrebbe essere persino peggiore». Il conflitto che si fa «reality». «La trasformazione dei rapporti sociali in un reality show. Una corruzione degli spiriti estranea al conflitto operaio». E le occupazioni delle ferrovie, delle strade per farsi notare da media che ormai non "vedono" più i problemi del lavoro? «Un conto è farsi vedere in tanti, nella propria dimensione collettiva: è la fisiologia del conflitto sociale. Qui è insieme tattica di schegge marginali per avere visibilità, e il segno di una totale rottura dei rapporti di solidarietà, che una volta si chiamava solidarietà di classe. L'abbandono di quel valore dell'unità che in una crisi dovrebbe essere la risorsa principale. E invece rischia di esserne la vittima principale. Pensiamo all'operazione Fiat: c'è il rischio di avere italiani contro tedeschi, tedeschi contro inglesi, italiani contro italiani. Pomigliano contro Termini Imerese, Termini contro Mirafiori. Vedere l'avversario nel proprio simile». Un rischio forse inevitabile, pensano molti. La recessione non aiuta certo. «Fare il sindacato oggi è difficilissimo. La Fiom cerca di evitare quell'esito attraverso una cultura dell'unità. Se passa la logica che il problema è salvare sé stessi e gli altri affoghino, è la fine. E allora sì che possono emergere gesti inconsulti, rabbia irrazionale, microviolenza che magari si scarica contro le proprie famiglie anziché in un coordinato conflitto collettivo». Torniamo alla Fiat, all'auto, a Torino. Che succederà? «Tutte le carte si rimescolano. Già è alle nostre spalle il miracolo della rinascita della Fiat, la sopravvivenza a una morte che era già stata consumata nel racconto collettivo, Torino che rimaneva città dell'auto. Ora cambia tutto. È vero che c'è un grande successo di immagine del brand Fiat, ma anche tante incognite, anche e soprattutto per Torino: una Fiat che si globalizza, comunque vada l'operazione Opel, è una Fiat che tendenzialmente si de-torinesizza». Oppure, è Torino che si internazionalizza. «Certo. Ma nel nuovo scacchiere, dove finiscono le risorse? L'incognità più grave forse riguarda l'indotto, in grave crisi, che a Torino occupa la maggior parte dei metalmeccanici, più dei soli 10.000 di Mirafiori. Cosa sarà di questi lavoratori è un vero interrogativo. Questa parte della città è molto sensibile al problema dell'unità».

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17/05/2009 23:01 Children Fail to Thrive in Britain's Schools (sezione: Class action)

( da "ITnews.it" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

LONDON, May 18 /PRNewswire/ -- British parents call for a radical overhaul of the education system, saying that secondary school is not working for over a quarter (28 per cent) of children. According to independent education foundation Edge, it is a situation that worsens with age as 40 per cent of 15-16 year olds are failing to thrive at school. And this appears to be impacting on happiness levels as a quarter (26 per cent) of secondary school mums and dads admit they often worry their child is not happy - 23 per cent saying their offspring has not been happy since starting secondary school. Questioning the one-size fits all approach, two fifths of parents (42 per cent) claim that only academically minded children do well at school. To rectify this bias, 48 per cent of mums and dads say they would like more vocational and practical learning alongside the current academic based provision. Recognising their child's talents and abilities aren't being catered for, 47 per cent are calling for a revolution in education. More than a third of these (38 per cent) want more tailored 'made to measure' schooling for their children with 61 per cent specifying they would like a broad curriculum which gives their child experience of life skills and the world of work. It certainly seems that school is failing to prepare students to face today's challenging recruitment climate - 43 per cent of mums and dads said they did not feel their child was being adequately prepared for the world of work and 42 per cent for life in general. Andy Powell, chief executive of Edge, said: "Every child should thrive at school and have their individual talents recognised but as this research shows parents recognise that is not happening. The education system has changed and some schools are doing great things but it hasn't changed fast enough and as a result is still failing many children. We need to move away from the one-size-fits-all system to one that is more tailored and more inclusive of practical and vocational learning with young people given the chance to develop their own talents though real world experience. "We have already identified the Six Steps to Change we believe are needed to create the best education system for our children and to provide the many paths to success they deserve. To ensure the need for these changes is recognised we are inviting everyone to 'join the revolution' and to have their say on education by adding their voice to the movement at http://www.edge.co.uk/revolution." Psychologist Donna Dawson has compiled a checklist of tell-tale signs to help parents identify if their child is not happy at school and provide guidance on the class="term">actions they should take. Thriving at school? A checklist for parents by Psychologist Donna Dawson If you are concerned your child's not happy at school it may simply be because they are not thriving in the environment and haven't had the chance to explore their talents and the many options available. Look out for the class="hilite">tell tale signs and be aware of how to take class="term">action to support your child: Tell tale signs Change in attitude to school: - Your child appears to dread or dislike attending school - Your child feigns illness, sleeps in, takes longer to get ready and makes themselves late - Your child doesn't appear to be doing any homework, and doesn't seem bothered by this - Your child is depressed, withdrawn and socially cut-off Change in personality: - Your child is seeking attention and approval elsewhere, such as becoming the "class clown" or having more late nights out with friends - Your child is distracted by other activities such as visiting social networking sites - Your child is "acting up" and venting their frustration on family members or other people in their life Advice for parents Listen to your child and help them find out what they're good at and what interests them. Research the range of options available and talk to them about how they are getting on at school and find out: - Whether they are aware of the education and careers available to them - Which subjects interest them, and which ones they find boring, overly-difficult, or feel are not relevant - Whether your child likes to learn practically . Whether your child feels they are getting the opportunity to learn "hands on" - Where your child's talents, skills and interests lie, and whether the curriculum is meeting this Get to know your child's school and his teachers: - Meet your child's teachers and inspect the school facilities - Discuss your child's strengths and weaknesses, talents, skills and outside interests - Find out if the curriculum is flexible and well-rounded - Explore whether there are different teaching styles to suit your child's interests and abilities, including both practical and theoretical - Investigate if the schoolwork is stimulating and challenging, with applications to real life - Check if your child's school offers work experience Provide support, encouragement and practical help: - Highlight the importance of their education - Link their education to their future success, a higher sense of personal achievement, and higher earning potential in the future - Make sure you and your child know all the options available to them - Help your child gain work experience and key life skills - Make your views heard For more information on how to join the campaign to ensure children have the chance to develop their individual talents at school through different ways of learning please visit http://www.edge.co.uk/revolution Notes to editors Research was carried out by PCP. Total sample size was 1,028 parents of 11 to 16 year olds currently attending state secondary school in the UK. Fieldwork was undertaken between 4th to 8th May 2009. The survey was carried out online. The figures are representative of parents of 11 to 16 year olds in the UK. About Edge Edge is an independent education foundation. It is dedicated to raising the status of practical and vocational learning, so that all young people have the opportunity to achieve their potential, and the UK's future workforce is equipped with the skills to be successful in the modern economy. Edge believes that 'learning by doing' is as important as academic learning, and that there are many paths to success. For more information about Edge, please contact: Sarah Davidson or James Everest at Band & Brown Communications: +44(0)20-7419-6950 / edgeteam@bbpr.com For more information about Edge, please contact: Sarah Davidson or James Everest at Band & Brown Communications: +44(0)20-7419-6950 / edgeteam@bbpr.com

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17/05/2009 22:00 Babcock & Brown Infrastructure Fund North America Now Independent as SteelRiver Infrastructure Fund Following Buyout From Babcock & Brown. (sezione: Class action)

( da "ITnews.it" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

NEW YORK, May 17 /PRNewswire/ -- - JOHN HANCOCK AND BABCOCK & BROWN INFRASTRUCTURE FUND NORTH AMERICA'S MANAGEMENT TEAM TO ACQUIRE PARTNERSHIP INTERESTS AND MANAGEMENT RIGHTS OVER THE US$1.9BN UNLISTED INFRASTRUCTURE FUND FROM BABCOCK & BROWN The management team of Babcock & Brown Infrastructure Fund North America LP, ("BBIFNA" or the "Fund"), a San Francisco based unlisted infrastructure fund that owns and manages energy and infrastructure assets throughout North America, and John Hancock Life Insurance Company ("John Hancock"), a diversified financial services organization and an existing limited partner of the Fund, today announced the acquisition of Babcock & Brown's ("B&B") interests in the Fund as well as B&B's management rights over the Fund. Under the terms of the transclass="term">action, the management team has established a new entity, SteelRiver Infrastructure Partners LP ("SteelRiver"), to acquire the general partner of the Fund from B&B and will solely manage the Fund's investments. John Hancock has acquired B&B's limited partner interests in the Fund. B&B's management rights over the Fund have been acquired by an entity jointly owned by SteelRiver and John Hancock and will be managed under contract with SteelRiver. The transclass="term">action, which has received strong support and formal approval from the limited partners of the Fund, follows a competitive bidding process for the sale of B&B's interests in the Fund, as part of the group's orderly sell-down program announced to the markets on February 6, 2009. The transclass="term">action also received approval of the Federal Energy Regulatory Commission. As part of the transclass="term">action, the SteelRiver team will now provide management services previously provided by a subsidiary of B&B. Under the current agreement, the management team expects to amend the name of the Fund to SteelRiver Infrastructure Fund North America LP in due course. "With the financial problems of B&B, the management team has been seeking a long-term solution that provides stability to the existing fund and allows our team to best meet our commitments to the limited partners and the other stakeholders of the Fund," said Chris Kinney, Senior Managing Partner of SteelRiver and CEO of the Fund. "Other than the transfer of B&B's limited and general partner interests to John Hancock and the current management group respectively, the Fund's current investor composition and commitments remain unchanged. The existing management team of the Fund will remain in place and the Fund will continue to pursue the same long term investment objectives within the infrastructure asset class in North America. We are very thankful to all limited partners in the Fund for their undeterred support throughout this period of uncertainty for the Fund and our team. We are also pleased to be able to focus now on continuing our successful investment and asset management program." "We believe that the transclass="term">action delivers a number of structural enhancements including full alignment of interests between the limited partners and the management team, elimination of potential conflicts of interest through a full separation from B&B, and a seamless transition to the new platform with full retention of personnel," said Dennis Mahoney, Senior Managing Partner of SteelRiver and Head of Origination. "The Fund's management team has established a stable, cooperative and rewarding culture, evidenced by low staff turnover, which we expect to remain in place after the transclass="term">action." John Hancock teamed with SteelRiver in the buyout to protect its existing investment in the Fund and at the same time acquire additional LP interests and invest further with a successful team. "We were pleased to underwrite the transclass="term">action for a number of reasons," said John Anderson, Head of Power Finance at John Hancock. "We very much appreciated the management team'class="hilite">s decisive class="term">action to protect Fund value in the face of B&B's financial problems, and we were quick to commit resources to support them on this. As importantly, we are impressed with how the team has invested and managed the first half of the Fund, and welcomed the opportunity to support them with additional capital in the buyout." About Babcock & Brown Infrastructure Fund North America (to be renamed SteelRiver Infrastructure Fund North America) Babcock & Brown Infrastructure Fund North America is a San Francisco based unlisted infrastructure fund that owns and manages energy and infrastructure assets throughout North America. The Fund reached final close in October 2008 securing capital commitments in excess of US$1.9 billion from leading institutional investors, including public, employee and other pension plans and insurance companies located throughout North America and Europe. The Fund owns Trans Bay Cable, a 400 Megawatt high-voltage direct current electric submarine cable connecting the cities of Pittsburg, California and San Francisco; ICS Logistics, a leading operator of break bulk sea ports in Florida, Louisiana and Alabama. The Fund is the managing member of a consortium that owns a controlling interest (80%) in Natural Gas Pipeline of America (NGPL), one of the largest US natural gas pipelines and storage systems, and has partnered with Knight Inc. (formerly Kinder Morgan), which is a 20% shareholder of NGPL and serves as the asset operator. In July 2008 the Fund also entered into a definitive agreement with Dominion Resources, Inc. to acquire The Peoples Natural Gas Company and Hope Gas, Inc. natural gas distribution utilities located in Pennsylvania and West Virginia. The agreement is subject to certain state and federal regulatory approvals. About SteelRiver Infrastructure Partners SteelRiver Infrastructure Partners (SteelRiver) is a newly formed investment management firm of the management team of Babcock & Brown Infrastructure Fund North America (BBIFNA). Its Managing Partners are Christopher P. Kinney, CFA, the founding CEO of BBIFNA, former investment banker at JPMorgan Chase and Barclays Capital and former CFO of the City of Knoxville; Dennis T. Mahoney, head of origination for Babcock & Brown's infrastructure business in North America and former investment banker at JPMorgan Chase and Barclays Capital; and Michael J. Cyrus, COO of BBIFNA and former CEO of Cinergy Corp.'s unregulated U.S. and international energy assets, and Cinergy's regulated gas and electric businesses. SteelRiver invests in core infrastructure assets for the long term, seeking investments in businesses that provide essential services necessary for human existence with stable cash flows and monopolistic, often regulated, characteristics. Its investors seek total returns characterized by strong current yields with low levels of financial leverage and low to moderate risk. SteelRiver's long term approach to infrastructure investing is characterized by a significant emphasis on value added through a dedicated, in-house asset management staff and experienced infrastructure investment management professionals. About John Hancock John Hancock Financial is a unit of Manulife Financial Corporation (the Company), a leading Canadian-based financial services group serving millions of customers in 19 countries and territories worldwide. Operating as Manulife Financial in Canada and in most of Asia, and primarily as John Hancock in the United States, the Company offers clients a diverse range of financial protection products and wealth management services through its extensive network of employees, agents and distribution partners. Funds under management by Manulife Financial and its subsidiaries were Cdn$405 billion (US$322 billion) as at March 31, 2009. Manulife Financial Corporation trades as 'MFC' on the TSX, NYSE and PSE, and under '945' on the SEHK. Manulife Financial can be found on the Internet at www.manulife.com. The John Hancock unit, through its insurance companies, comprises one of the largest life insurers in the United States. John Hancock offers a broad range of financial products and services, including life insurance, fixed and variable annuities, fixed products, mutual funds, 401(k) plans, long-term care insurance, college savings, and other forms of business insurance. Additional information about John Hancock may be found at www.johnhancock.com. Vittorio Lacagnina, Director, Investor Origination of SteelRiver Infrastructure Partners, +1-212-415-0272, vittorio.lacagnina@babcockbrown.com; or Brian Carmichael, Director, Corporate Communications of John Hancock Financial, +1-617-663-4748, bcarmichael@jhancock.com

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Medolla alla grande (sezione: Class action)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

Medolla alla grande Correggese piegata con quattro gol MEDOLLA. Al 4' Lugli M. lancia una palla filtrante per Razzaboni, esce Righi e respinge in angolo, angolo battuto da Cumani; mischia in area con zampata vincente di Lugli Enrico che insacca. Alla mezz'ora converge al centro Spinardi, evita l'intervento di un difensore e crossa al centro, stacco di testa di Ferri e palla nel sette con Righi immobile. Al 35' è Cassano che con una lunga apertura per Lugli M. tira al volo: pallone deviato in angolo da un difensore. Al 44' Cumani vince un contrasto, cross per Razzaboni, libera al limite dell'area, tira fuori con Righi spiazzato. Al 50' punizione di Saracino che con un bolide lambisce la traversa. Al 60' grande combinazione di tutto l'attacco locale conclusa da Ferri che ribadisce in rete un'autentica azione collettiva. Al 68' Vergnani lancia a Iotti che mette al centro una palla per Borghi: cannonata alta sopra la traversa. Al 78' punizione di Cassano per Razzaboni che con un diagonale porta a 4 le reti locali, complice una leggera dormita della difesa reggiana. Al 70' bella combinazione di Ferri e Lugli Matteo con tiro di quest'ultimo alto sopra la traversa. All'80' punizione di Barbieri: respinge la difesa la palla a Saracino che si allarga diagonale alto sopra la traversa. Un minuto dopo Pollastri entra in area, esce Righi per chiudere lo specchio della porta e costringe all'errore all'attaccante che spara sopra la traversa. Ancora Pollastri in contropiede impegna Righi a una difficile respinta a pugni. Gli ultimi minuti con i reggiani protesi per fare il gol della bandiera e i locali tentavano di colpire in contropiede con Pollastri e Razzaboni sempre pericolosi. Spogliatoi. Dinisi della Correggese: «Ancora una volta ha vinto l'esperienza con metà squadra dell'Under 18 in campo accetto il risultato. Il nostro pensiero è rivolto alla giostra dei play out in cui sono molto fiducioso». Vignozzi presidente del Medolla: «Abbiamo fatto un punto e mezzo per ogni partita; sono molto contento del campionato svolto. Siamo andati oltre le mie aspettative». (b.ferri) MEDOLLA - CORREGGESE: 4 - 0 Reti: 5' Lugli E., 33' e 60' Ferri, 68' Razzaboni Medolla: Berviglieri 6.5, Spinardi 6.5, Ruggenini 6.5, Benatti 7, Ferrari 7, Lugli E. 6.5 (46' Valenti), Lugli M. 7, Cumani 7, Ferri 7.5 (75' Pollastri), Cassano 6.5 (62' Tadia), Razzaboni 7. A disp.: Baraldini, Manicardi, Lugli F., Fregni. All. Schillaci Correggese: Righi 6, Vivici 6, Vergnani 5.5 (80' Graziano), Barbieri 6, Zigliani 6, Borghi 5.5, Pozzi 6, Cavazza 5.5 (25' Saracino), Della Corte 5 (62' Iotti), Bigliardi 6, Trotta 6. A disp.: Andreani, Bianco, Aveni, Tea. All. Dinisi Arbitro: Chiaversoli di Bologna (Lenzi e Nicastro di Bologna)

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c'e' poca action (sezione: Class action)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

xLEGGE BRUNETTA C'E' POCA ACTION di LUIGI OLIVERI L'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione è uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico, introdotta dalla legge 15/2009, la cosiddetta legge Brunetta. Mentre da anni si cerca di affermare la class action nel suo ambito naturale, la difesa dei consumatori contro le insidie dei contratti per adesione delle grandi società di servizi, la strada per la class action nella Pubblica amministrazione appare spianata. In linea di principio, non vi sarebbe nulla da ridire contro uno strumento finalizzato a consentire ai cittadini di agire nei confronti dei ritardi o delle inefficienze delle amministrazioni. Tuttavia, uno sguardo più attento mostra tutti i potenziali problemi che potrebbero derivare dalla sua attuazione, così come disegnata dalla legge 15/2009 e dallo schema di decreto legislativo attuativo diffuso da palazzo Vidoni. Sono del tutto inafferrabili i presupposti concreti per attivare l'azione. La legge prevede che cittadini singoli o associazioni possano attivarsi se dalle inefficienze gestionali consegua «la lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori». Risulta macroscopica la vaghezza del presupposto. La legge, ma anche lo schema di decreto legislativo, non definisce in alcun modo quali siano gli interessi giuridicamente rilevanti e in cosa consista la loro lesione. I rischi di simile genericità sono piuttosto rilevanti. Il primo, sullo stretto piano giuridico, è demandare integralmente al giudice amministrativo, sarà il Tar a occuparsi della class action, la determinazione per via giurisprudenziale dei criteri per l'azione. Ci vorranno anni: ce ne sono voluti quindici perché i giudici amministrativi concordassero una linea interpretativa univoca sul concetto di interesse giuridicamente rilevante ai fini della tutela del diritto di accesso agli atti amministrativi. Sul piano pratico, si presenta il rischio dell'utilizzo strumentale della class action, allo scopo di fare pressioni esterne sulla gestione. Basti pensare all'esempio di funzioni pubbliche di vigilanza come quelle esercitate dall'ispettorato del lavoro: se un insieme di aziende concorda di attivare la class action per interdire l'attività ispettiva di qualche scrupoloso ispettore, il gioco si può dire fatto. Anche se nel merito, infatti, l'azione si rivelasse infondata, basterebbe rendere pubblica la diffida che deve precedere il ricorso al Tar per creare il "caso" e osteggiare l'azione amministrativa. Costringendo gli uffici a complesse attività di istruttoria per considerare infondate le pretese strumentali. Tanto più complesse, perché la class action prende di mira come responsabili solo i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, come se le eventuali disfunzioni amministrative non fossero comunque conseguenza di linee politiche e strategiche determinate dagli organi di governo. I quali, però, non sono assolutamente presi in considerazione tra i possibili responsabili. Che la class action possa risolversi in uno strumento di pressione senza alcuna effettiva utilità per i cittadini, del resto, lo dimostrano altri fattori. Il primo è la gogna mediatica: infatti, laddove a seguito della diffida l'amministrazione non modifichi la propria organizzazione entro il termine di un anno, come prevede lo schema di decreto attuativo, i cittadini possono agire in giudizio e il Tar dovrà dare pubblicità al ricorso (prima ancora che sia deciso) sui media. Lo stesso termine previsto di un anno per adeguarsi alla diffida appare una mera forma. Infatti, appare eccessivamente lungo se la class action fosse fondata su disfunzioni gestionali e organizzative di dettaglio, come il mancato rispetto dei termini di procedimenti amministrativi, ma apparirebbe solo formalistico se oggetto dell'azione fossero le conseguenze di un dissesto finanziario, per risolvere il quale occorrerebbe ben più di questo arco di tempo. In ogni caso, la class action nella Pubblica amministrazione non prevede alcun diretto beneficio in capo a chi la attiva, a differenza dell'azione collettiva prevista nel campo dei servizi e del commercio. Al più, la sentenza del giudice può ordinare all'amministrazione accusata di attuare le misure per rimediare alle inefficienze (come se i giudici potessero sostituirsi alle amministrazioni nelle scelte di merito organizzativo) o nominare un commissario ad acta. Insomma, molta esposizione mediatica e immagine e poca sostanza. E il rischio di un intasamento senza precedenti delle aule dei tribunali amministrativi regionali derivante dall'attivazione di azioni collettive anche infondate, sull'onda della caccia all'amministrazione sprecona a ogni costo. (Tratto da www.lavoce.info)

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COLLIGIANA Radice, che spinta (sezione: Class action)

( da "Nazione, La (Siena)" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

CALCIO LEGA PRO 2 pag. 22 COLLIGIANA Radice, che spinta GIUSTI 6. Nessun appunto sul gol incassato. Ha dimostrato sicurezza e disinvoltura rassicurando puntualmente i compagni. LAVERONE 6. Ordinato e preciso nella fascia di sua competenza dove ha operato senza sbavature e con slancio agonistico ammirevole. Regolarità e rendimento. RADICE 6,5. Non si è risparmiato nell'assicurare forza propulsiva al collettivo con spinta sempre vigorosa e partecipazione costante. BILLIO 6,5. Bravo nell'organizzare la manovra corale e, al tempo stesso, fare da punto di riferimento per tutti i compagni. D'AMBROSIO 6. Pulito ed equilibrato in ogni intervento finalizzato a dare sostanza al collettivo. Bravo nell'organizzare la circolazione della palla. RUSSO 6. Non ha avuto smagliature di sorta nell'azione coerente e logica che ha sempre prodotto impegnandosi molto sul piano dinamico. LACHEHEB 6,5. Ha puntato sulla continuità di rendimento ed ha fatto la sua parte con ammirevole concretezza. Dal 24' st Savoldi 6. Ha fatto la sua parte. COLLINI 6. Molto avveduto nel contribuire alla circolazione della palla che ha assicurato puntuale gioco di consistenza. TRANCHITELLA 7. Il gol che ha segnato ovviamente gli assegna un voto di grande rilievo. Ma non ha solo fatto gol; è stato anche sempre pericoloso in ogni fase propulsiva della squadra. Dal 41' st Osso Armellino sv. MARINO 6. Molto vivace nel cercare di proiettare il collettivo biancorosso verso fasi offensive che garantissero sbocchi penetrativi alla sua formazione. Dal 40' st. Pellegrini sv. CARFORA 6. Regolarmente puntuale quando è stato chiamato a dare una mano alla fase interdittiva senza disdegnare la partecipazione alle ripartenze.

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GOOGLE BOOK SEARCH: GLI EDITORI ITALIANI DOVRANNO DECIDERE DOVRANNO DECIDERE ENTRO IL 4 SETTEMBRE (sezione: Class action)

( da "marketpress.info" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

Lunedì 18 Maggio 2009 GOOGLE BOOK SEARCH: GLI EDITORI ITALIANI DOVRANNO DECIDERE DOVRANNO DECIDERE ENTRO IL 4 SETTEMBRE Sono cambiati i tempi per aderire o meno al Settlement che chiude la class="term">class class="term">action legata a Google Book Search. La corte federale di New York ha infatti deciso che entro il 4 settembre – e non più entro il 5 maggio - gli editori e autori (anche italiani) dovranno decidere se entrare a far parte o meno dell’accordo che chiude la class="term">class class="term">action in corso in America tra autori ed editori americani e la stessa Google per il servizio Book Search in relazione alla massiccia attività di digitalizzazione di opere letterarie (oltre 7milioni di volumi) realizzata da Google in collaborazione con una serie di biblioteche americane. Tra i libri già digitalizzati da Google perché disponibili nelle biblioteche americane ve ne sono infatti moltissimi italiani. Da prime stime siamo nell’ordine di centinaia di migliaia. “Agli editori italiani ed europei è stata lasciata libertà di adesione o meno all’accordo – ha spiegato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) Federico Motta – Ruolo di Aie e Federazione degli Editori Europei (Fep) è ora quello di fornire più informazioni possibili su cosa comporterà questo e sui possibili rischi di mercato che ne possono derivare. I termini vengono dilatati. La data del 5 maggio rimane invece fissa come limite temporale per i programmi di digitalizzazione di Google non autorizzati dagli aventi diritto”. L’accordo (il Settlement) – siglato a conclusione della vertenza giudiziaria nata nel 2004 - è stato presentato alla Corte del Distretto di New York (la prima udienza sarà in programma non più l’11 giugno ma il 7 ottobre) e consente la digitalizzazione delle opere e il loro utilizzo per determinati servizi sviluppati da Google: fra questi, la concessione di accessi all’intero data base delle opere da parte di biblioteche e centri di ricerca, messa a disposizione delle singole opere agli utenti, realizzazione di course-pack da parte di scuole e università e pubblicazioni on-line di “snippets” (frammenti) delle opere. “I servizi sono limitati ad utilizzi nell’ambito del territorio statunitense, ma interessano anche gli editori stranieri, compresi quelli italiani, le cui opere siano state comunque digitalizzate da Google – ha spiegato Piero Attanasio dell’Associazione Italiana Editori (Aie), nominato coordinatore del gruppo di lavoro tecnico nei rapporti tra Google, il Book Right Registry e gli editori europei – Aie ha prodotto una serie di studi tecnici e documenti assunti dalla Federazione degli Editori Europei come posizione comune, che rilevano i problemi presenti nel database del Settlement e le possibili soluzioni. Poiché il trattamento dei diritti è diverso tra i libri in commercio e fuori commercio, è fondamentale gestire correttamente questa informazione e va fatto su milioni di libri, e con aggiornamenti continui. I nostri studi hanno evidenziato come una singola azienda, per quanto grande e avanzata, non possa da sola gestire una tal mole di dati in modo efficace. Il gruppo di lavoro che ho l’onore di coordinare è stato creato per questa ragione: l’esperienza specifica nel trattamento dei dati bibliografici è essenziale, diffusa in Europa, e Google ha mostrato di rendersene perfettamente conto. ” Il gruppo di lavoro si è riunito ieri a Milano per la prima volta, con la presenza dei responsabili tecnici delle banche dati bibliografiche di Google e del Book Right Registry oltre che rappresentanti delle editorie francese, spagnola e tedesca. “Si è creato un buon clima di collaborazione - ha continuato Pero Attanasio - che speriamo porti i suoi frutti. Le sfide sono stimolanti, ma certamente difficili. È utile che anche da parte loro ci si renda conto che non tutti i problemi si risolvono facendo girare un algoritmo. I problemi tecnici che Google sta affrontando sono gli stessi del progetto Arrow (www. Arrow-net. Eu), coordinato da Aie, nato per servire i programmi di digitalizzazione europee. Anche in questo caso l’Europa era partita prima” . <<BACK

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migrazione un laboratorio ad abano (sezione: Class action)

( da "Mattino di Padova, Il" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 45 - Giorno/Notte Migrazione Un laboratorio ad Abano Stasera alle ore 20.45, al C.R.C. (Circolo Ricreativo Comunale) di Abano, si apre il ciclo di incontri dei laboratori di discussione sui temi dell'integrazione e della cittadinanza, organizzati dall'associazione giovanile Khorakhané all'interno del progetto «L'incontro con l'altro», finanziato dal programma europeo «Gioventù in Azione» e patrocinato dall'assessorato alle Politiche Giovanili di Abano. L'incontro è l'occasione per confrontare punti di vista ed esperienze legati alle questioni della migrazione e dei profondi mutamenti sociali e culturali che la società attuale vive. Si parlerà della costruzione e diffusione degli stereotipi, del problema della sicurezza, ma anche dei nostri modi di interpretare la realtà e del ruolo dei mezzi di informazione. Tutti i materiali prodotti dai partecipanti saranno presentati alla cittadinanza durante l'evento estivo «So Far, So Good... 2009», previsto dal 30 luglio al 9 agosto sempre ad Abano. Lo scopo degli incontri è quello di recuperare una dimensione di dialogo collettivo civile.

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La rivoluzione del ministro "birichino" riceve il sì del Consiglio dei ministri (sezione: Class action)

( da "Comunicatori Pubblici" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pubblicato il: 18-05-2009 La rivoluzione del ministro “birichino” riceve il sì del Consiglio dei ministri Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto di attuazione della legge delega sul lavoro pubblico, che prevede una riforma radicale della pubblica amministrazione. Il provvedimento verrà ora sottoposto alla discussione delle Camere, poi approderà alla Conferenza Stato Regioni e al Cnel. L'annuncio è stato dato in conferenza stampa il 15 maggio da Silvio Berlusconi che ha ironizzato sulle minacce di dimissioni del ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione Renato Brunetta: ''Ha usato una tattica da birichino, ma ha ottenuto un ottimo risultato”. Tra le novità l’introduzione dell'obbligo, per i dirigenti, di un periodo di lavoro-studio all'estero presso le organizzazioni internazionali. Nel provvedimento compare anche la class="term">class class="term">action nella PA, ma la partenza è prevista non prima di gennaio 2010. Su questo è aspra la critica del Pd. “Il Ministro Brunetta cede alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici - afferma Linda Lanzillotta -. Rinuncia alla class="term">class class="term">action che lui stesso aveva indicato come la rivoluzione che avrebbe finalmente tutelato i cittadini nei confronti dei soprusi delle amministrazioni e di chi eroga servizi pubblici”. Critica che si aggiunge ai malumori dei sindacati per una approvazione del cosiddetto decreto antifannulloni avvenuta senza il loro coinvolgimento. Il cuore della riforma riguarda comunque la meritocrazia che si farà sentire anche nelle differenze in busta paga: ''Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità. Non è stato fatto mai neanche nel privato se non per qualche iniziativa singola'', ha detto il ministro e ha commentato: “Questa non è una partita che si gioca tra governo e il sindacato dei dipendenti pubblici, ma riguarda tutto il Paese: riguarda i cittadini, i sindacati del settore privato e anche quelli dei datori di lavoro, come la Confindustria''. Nel weekend Brunetta è riuscito a far parlare di sé tutti i giornali veneti per aver lasciato intendere di essere disponibile a candidarsi alla carica di sindaco della città di Venezia senza rinunciare però al suo incarico di governo. “Non lascio il ministero, ma amo molto Venezia e sono sempre a disposizione per dare una mano alla mia città». Alle amministrative si vota nel 2010 e se il prossimo anno gli venisse proposto dal Pdl di candidarsi a sindaco per competere contro il centrosinistra di Massimo Cacciari, il ministro ha fatto capire chiaramente che valuterebbe volentieri una sua eventuale discesa in campo in laguna. Brunetta ha parlato però di una “subordinata”. Vale a dire della possibilità di fare contemporaneamente il ministro e il sindaco. “Non ci sono problemi di incompatibilità” ha affermato a Venezia sabato alla terrazza sul Canal Grande dell’Hotel Europa e Regina dove si è recato per presentare i candidati alle provinciali del Pdl. Giada Lonardi

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In passerella sfila l'italianità (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: SYSTEM (ITALPLANET RUSSIA) data: 2009-05-18 - pag: 32 autore: In passerella sfila l'italianità Gli ultimi dati vedono la Russia al terzo posto tra i migliori clienti della moda italiana. E la collaborazione tra i nostri due Paesi è destinata a crescere con stilisti russi a Milano a settembre e un Italian Day a Mosca previsto per ottobre L a grande attenzione che Camera Nazionale della Moda Italiana riserva alla Russia quale principale attore, tra i nuovi importanti Paesi-clienti della moda italiana, è testimoniata da azioni e dati oggettivi. Il primo progetto realizzato in comune sull'asse Milano-Mosca risale all'ottobre 2005, quando cinque marchi italiani - La Perla, Romeo Gigli, Exté, Guerriero, Pollini by Rifat Ozbek - sfilarono sulla Piazza Rossa durante la Russian Fashion Week. A seguire, dal 2006 a oggi, Milano Moda Donna ha sempre ospitato le collezioni di stilisti russi, sia emergenti che affermati, proprio a sottolineare l'importanza che la Russia stava via via assumendo nel settore. Il 31 ottobre 2008 con Alexander Shumsky, Presidente di Russian Fashion Week, abbiamo annunciato a Mosca un'importante collaborazione tra Camera Nazionale della Moda Italiana e Russian Fashion Week, che prevedeva l'inserimento nel calendario ufficiale di una sfilata collettiva di tre nuovi marchi provenienti dall'ultima edizione del “Fashion Incubator” di Camera Nazionale della Moda Italiana: domenica 29 marzo 2009, giorno inaugurale della Russian Fashion Week, i giovani a.Ve, BeeQueen by Chicca Lualdi e Leitmotiv hanno presentato le loro collezioni a Mosca. La collaborazione continua: a settembre, durante Milano Moda Donna, ospiteremo una collettiva di stilisti russi, mentre a ottobre saremo presenti a Mosca con un “Italian Day” sul quale non possiamo ancora dare anticipazioni. Veniamo ora ai numeri: la Russia è molto importante per le nostre esportazioni tanto da aver raggiunto il podio nel 2008, quando è salita al terzo posto tra i migliori clienti della moda italiana con una spesa di 929,6 milioni di euro (Fashion Economic Trends). Basti poi guardare i dati (forniti da Global Refund) della spesa tax free nelle prime dieci vie di Milano, capeggiate da via Montenapoleone, per accorgersi che i clienti russi sono in continua e veloce evoluzione e promettono ulteriori interessanti sviluppi. I compratori russi risultano infatti essere al primo posto sia nel 2008 - con il 39% sul totale spesa tax free e un aumento del 18% rispetto al 2007 - sia nei primi due mesi del 2009 - con una percentuale sul totale tax free che raggiunge il 43% - pur con una riduzione rispetto agli stessi mesi dell'anno precedente, fatto che testimonia la miglior tenuta in questa difficile situazione del mercato, rispetto ai clienti di altri Paesi extraeuropei. Visibilmente in calo infatti, complice la crisi, Stati Uniti d'America, Turchia, Ucraina, Hong Kong. Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana

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Tutti i rischi della class action nell PA, di L. Oliveri (sezione: Class action)

( da "HelpConsumatori" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

News Tutti i rischi della class action nell PA, di L. Oliveri 18/05/2009 - 09:41 Pubblichiamo un articolo di Luigi Oliveri tratto da www.lavoce.info L'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione era uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico. E' stato però stralciato con la promessa di vararlo entro gennaio 2010. Il testo attuale, del resto, è generico e vago. Il rischio è che la class action nella Pa finisca per produrre molta esposizione mediatica e poca sostanza. Con il corollario di un intasamento senza precedenti delle aule dei tribunali amministrativi regionali, per l'attivazione di azioni collettive anche infondate, sull'onda della caccia a ogni costo all'amministrazione sprecona. L'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione è uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico, introdotta dalla legge 15/2009, la cosiddetta legge Brunetta. Mentre da anni si cerca di affermarla class action nel suo ambito naturale, la difesa dei consumatori contro le insidie dei contratti per adesione delle grandi società di servizi, la strada per la class action nella Pa appare spianata. LEGGE E DECRETO SONO VAGHI In linea di principio, non vi sarebbe nulla da ridire contro uno strumento finalizzato a consentire ai cittadini di agire nei confronti dei ritardi o delle inefficienze delle amministrazioni. Tuttavia, uno sguardo più attento mostra tutti i potenziali problemi che potrebbero derivare dalla sua attuazione, così come disegnata dalla legge 15/2009 e dallo schema di decreto legislativo attuativo diffuso da Palazzo Vidoni. Sono del tutto inafferrabili i presupposti concreti per attivare l'azione. La legge prevede che cittadini singoli o associazioni possano attivarsi se dalle inefficienze gestionali consegua "la lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori". Risulta macroscopica la vaghezza del presupposto. La legge, ma anche lo schema di decreto legislativo, non definisce in alcun modo quali siano gli interessi giuridicamente rilevanti e in cosa consista la loro lesione. I rischi di simile genericità sono piuttosto rilevanti. Il primo, sullo stretto piano giuridico, è demandare integralmente al giudice amministrativo, sarà il Tar ad occuparsi della class action, la determinazione per via giurisprudenziale dei criteri per l'azione. Ci vorranno anni: ce ne sono voluti quindici perché i giudici amministrativi concordassero una linea interpretativa univoca sul concetto di interesse giuridicamente rilevante ai fini della tutela del diritto di accesso agli atti amministrativi. Sul piano pratico, si presenta il rischio dell'utilizzo strumentale della class action, allo scopo di fare pressioni esterne sulla gestione. Basti pensare all'esempio di funzioni pubbliche di vigilanza come quelle esercitate dall'ispettorato del lavoro:se un insieme di aziende concorda di attivare la class action per interdire l'attività ispettiva di qualche scrupoloso ispettore, il gioco si può dire fatto. Anche se nel merito, infatti, l'azione si rivelasse infondata, basterebbe rendere pubblica la diffida che deve precedere il ricorso al Tar, per creare il "caso" e osteggiare l'azione amministrativa. Costringendo gli uffici a complesse attività di istruttoria per considerare infondate le pretese strumentali. Tanto più complesse, perché la class action prende di mira come responsabili solo i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, come se le eventuali disfunzioni amministrative non fossero comunque conseguenza di linee politiche e strategiche determinate dagli organi di governo. I quali, però, non sono assolutamente presi in considerazione tra i possibili responsabili. Che la class action possa risolversi in uno strumento di pressione senza alcuna effettiva utilità per i cittadini, del resto, lo dimostrano altri fattori. Il primo è la "gogna mediatica": infatti, laddove a seguito della diffida l'amministrazione non modifichi la propria organizzazione entro il termine di un anno, come prevede lo schema di decreto attuativo, i cittadini possono agire in giudizio e il Tar dovrà dare pubblicità al ricorso (prima ancora che sia deciso) sui media. Lo stesso termine previsto di un anno per adeguarsi alla diffida appare una mera forma. Infatti, appare eccessivamente lungo se la class action fosse fondata su disfunzioni gestionali e organizzative di dettaglio, come il mancato rispetto dei termini di procedimenti amministrativi; ma, apparirebbe solo formalistico, se oggetto dell'azione fossero le conseguenze di un dissesto finanziario, per risolvere il quale occorrerebbe ben più di questo arco di tempo. In ogni caso, la class action nella Pa non prevede alcun diretto beneficio in capo a chi la attiva, a differenza dell'azione collettiva prevista nel campo dei servizi e del commercio. Al più, la sentenza del giudice può ordinare all'amministrazione accusata di attuare le misure per rimediare alle inefficienze (come se i giudici potessero sostituirsi alle amministrazioni nelle scelte di merito organizzativo) o a nominare un commissario ad acta. Insomma, molta esposizione mediatica e immagine e poca sostanza. E il rischio di un intasamento senza precedenti delle aule dei tribunali amministrativi regionali, derivante dall'attivazione di azioni collettive anche infondate, sull'onda della caccia all'amministrazione sprecona a ogni costo. 2009 - redattore: VC

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Class Action: non sara' retroattiva (sezione: Class action)

( da "Altroconsumo.it" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

class="hilite">Class Action: non sara' retroattiva 14-05-2009 Abbiamo ricevuto adesioni Il Senato ha cancellato la retroattività della class="term">class class="term">action. Ulteriore beffa per i cittadini, dopo quella del rinvio dell'entrata in vigore delle azioni di gruppo. Altroconsumo ringrazia le 10.000 persone che hanno firmato il nostro appello. Misura ingiusta e incostituzionale L'ultimo emendamento approvato al Senato mira a circoscrivere gli illeciti che potranno essere fatti valere con la class="term">class class="term">action, limitandoli a quelli commessi dopo la sua entrata in vigore e quindi introducendo una discriminazione tra consumatori, obbligando molti di loro a dover ricorrere anche in futuro ad una azione individuale. Si tratta di una misura ingiusta e incostituzionale. Le riforme processuali (come la class="term">class class="term">action) sono sempre applicabili a tutte le azioni introdotte successivamente alla loro entrata in vigore e in esse possono essere fatti valere i diritti esistenti in quel momento, anche se sorti precedentemente (salvo che siano prescritti). Tutte le riforme processuali possono quindi definirsi, in questo senso, "retroattive". Escluderlo nel caso delle class="term">class class="term">action è dunque una scelta puramente politica. Ci troviamo infatti di fronte allo scontro fra chi sta dalla parte dei consumatori (e che chiede di poter disporre di uno strumento che non penalizza ma responsabilizza le imprese) e del diritto e chi vuole che le aziende, anche se commettono illeciti a loro danno, restino protette da un sistema giudiziario che funziona male. I continui rinvii all'entrata in vigore della class="term">class class="term">action: il nostro appello L'emendamento sulla non "retroattività" rappresenta solo l'ultima beffa per i cittadini in tema di class="term">class class="term">action, che va ad aggiungersi ai ripetuti rinvii all'entrata in vigore di questo importante strumento di tutela per i cittadini. Abbiamo organizzato una petizione per chiedere al Governo che l'azione collettiva risarcitoria entri in vigore realmente entro il 1 luglio 2009, ultima data stabilita. L'importanza delle azioni di gruppo Perché è importante l'introduzione delle class="term">class class="term">action? Perché un consumatore danneggiato dal comportamento illecito di un'azienda subisce un danno che, individualmente, può essere poco rilevante dal punto di vista economico. E quindi può subentrare un atteggiamento remissivo da parte del singolo. La portata economica del danno diventa invece di un certo peso se si considera l'impatto che il comportamento illecito produce sulla collettività dei consumatori. Le azioni collettive risarcitorie, la class="term">class class="term">action, non sono una minaccia per le imprese, ma uno strumento efficace di controllo diffuso del rispetto delle regole e della responsabilità sociale dell'impresa. Uno strumento che già esiste in Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Olanda, Norvegia, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito. Riteniamo che un'azione collettiva debba poter essere allargata al più ampio numero di soggetti: la class="term">class class="term">action dovrà essere applicabile a tutti i consumatori vittime di illeciti diffusi. Diventa importante che tutti i cittadini facciano sentire la loro voce, per questo vi invitiamo a sottoscrivere il nostro appello al quale aderisce anche il Centro Tutela Consumatori Utenti. Dalle bollette gonfiate ai mutui: molti i casi da class="term">class class="term">action Se il nostro appello rimanesse inascoltato, i consumatori che hanno ricevuto negli ultimi anni le bollette gonfiate di Telecom Italia non potranno usufruire dello strumento della class="term">class class="term">action per far valere i propri diritti. Stesso trattamento per tutti coloro che illegittimamente non hanno potuto esercitare la surroga gratuita del mutuo a causa delle pratiche commerciali scorrette delle banche. Anche i cittadini di Roma e provincia che hanno pagato per anni un sovrapprezzo per il pane, nonostante la recente decisione dell'Antitrust contro il cartello dei panificatori, non potranno essere risarciti. La class="term">class class="term">action non sarà utilizzabile nemmeno per gli oltre 4000 risparmiatori coinvolti nella vicenda Parmalat che si sono rivolti a Altroconsumo. Se anche tu, come noi, sei indignato dal rinvio deciso a fine 2008, iscriviti a questo gruppo su Facebook Class class="term">action: ulteriore rinvio, beffa per i cittadini - indigniamoci!", dove ti aggiorneremo sulle nostre prossime iniziative in merito alla legge sulle class="term">class class="term">action. Leggi il testo dell'appello Aderisci

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Prevx Included in 2009 Magic Quadrant for Endpoint Protection Platforms (sezione: Class action)

( da "ITnews.it" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

DERBY, England, May 18 /PRNewswire/ -- Cyber Security company Prevx today announces its position as a niche player in the highly-respected Gartner Magic Quadrant for Endpoint Protection Platforms. The quadrant is prepared over some time and evaluates a variety of criteria, taking into account a vendor's ability to execute, alongside their overall completeness of vision. Prevx have recently consolidated its class-leading protection into a unified product set under the Prevx 3.0 banner, supporting the security needs of enterprise, SMBs, consumers, banks and e-commerce businesses. Prevx 3.0 can be used as a standalone security solution or alongside existing security products to provide even higher levels of protection against what Gartner calls 'the surging volume of new threats' against which standard anti-malware signature engines are rapidly losing effectiveness. The report states 'There continues to be a dramatic increase in the volume of unique malware, due to the maturity of the malware development industry and the increased use of automated "toolkits" for malware development. The ability of signature-based systems to catch new and/or targeted malware is declining.' It also adds 'To address the increasing velocity of malware, some EPP vendors are adding some form of client queries directly to an "in the cloud" master-signature database for unknown, suspicious files. The proliferation of this type of malware is having a profound effect on the end-user. Not only are large enterprises and government agencies experiencing a huge increase in their exposure to risk from information stealing Trojans and other malware, but consumers are also having bank, credit card and personal identity details stolen in ever increasing quantities. Mel Morris, CEO of Prevx said, "We believe our inclusion in the Gartner Endpoint Magic Quadrant helps enterprises understand our 'defense in depth' positioning. Prevx has championed the cloud based approach to malware surveillance and detection for five years. "The relevance and scalability of our technology, our ability to detect rootkits and 'early life' malware, our class-leading scan speed and ultra-light footprint and our ability to interoperate with end-point technologies from other leading vendors, all help us stand out. Prevx enables enterprises and governments to rapidly boost their malware defenses at a time when existing endpoint protection capabilities are proving woefully inadequate." The Magic Quadrant is copyrighted 2009 by Gartner, Inc. and is reused with permission. The Magic Quadrant is a graphical representation of a marketplace at and for a specific time period. It depicts Gartner's analysis of how certain vendors measure against criteria for that marketplace, as defined by Gartner. Gartner does not endorse any vendor, product or service depicted in the Magic Quadrant, and does not advise technology users to select only those vendors placed in the "Leaders" quadrant. The Magic Quadrant is intended solely as a research tool, and is class="hilite">not meant to be a specific guide to class="term">action. Gartner disclaims all warranties, express or implied, with respect to this research, including any warranties of merchantability or fitness for a particular purpose. About Prevx Prevx is acknowledged as the pioneer of intelligence based cyber security solutions, utilising cloud based technology and automated malware research since 2004. Prevx 3.0 products provide a powerful incremental level of protection for banking, large enterprise, Ecommerce, government, military, SMBs and consumer sectors. Prevx is an employee owned corporation with a strong passion for fighting cyber crime. For more details visit the Prevx web site at http://www.prevx.com Lisa Grimshaw, Marketing Director, Prevx Ltd., +44-(0 )1332-916170, Email, info@prevx.com. http://www.prevx.com/contactus.asp

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GIUSTIZIA. Tutti i rischi della class action nell PA, di L. Oliveri (sezione: Class action)

( da "HelpConsumatori" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

News GIUSTIZIA. Tutti i rischi della class action nell PA, di L. Oliveri 18/05/2009 - 16:56 Pubblichiamo un interessante articolo di Luigi Oliveri tratto da www.lavoce.info sull'attuale tema dell'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione accantonata dal Governo. Nell'ultimo Consiglio dei Ministri, infatti, il Governo ha deciso di trattare questa materia non nel decreto legislativo generale sulla riforma del lavoro pubblico, ma in un secondo specifico decreto legislativo che sarà adottato all'esito di opportuni approfondimenti, comunque entro il termine di scadenza della delega. "L'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione era uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico. E' stato però stralciato con la promessa di vararlo entro gennaio 2010. Il testo attuale, del resto, è generico e vago. Il rischio è che la class action nella Pa finisca per produrre molta esposizione mediatica e poca sostanza. Con il corollario di un intasamento senza precedenti delle aule dei tribunali amministrativi regionali, per l'attivazione di azioni collettive anche infondate, sull'onda della caccia a ogni costo all'amministrazione sprecona. L'azione collettiva contro le inefficienze della pubblica amministrazione è uno dei pezzi forti della riforma del lavoro pubblico, introdotta dalla legge 15/2009, la cosiddetta legge Brunetta. Mentre da anni si cerca di affermarla class action nel suo ambito naturale, la difesa dei consumatori contro le insidie dei contratti per adesione delle grandi società di servizi, la strada per la class action nella Pa appare spianata. LEGGE E DECRETO SONO VAGHI In linea di principio, non vi sarebbe nulla da ridire contro uno strumento finalizzato a consentire ai cittadini di agire nei confronti dei ritardi o delle inefficienze delle amministrazioni. Tuttavia, uno sguardo più attento mostra tutti i potenziali problemi che potrebbero derivare dalla sua attuazione, così come disegnata dalla legge 15/2009 e dallo schema di decreto legislativo attuativo diffuso da Palazzo Vidoni. Sono del tutto inafferrabili i presupposti concreti per attivare l'azione. La legge prevede che cittadini singoli o associazioni possano attivarsi se dalle inefficienze gestionali consegua "la lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori". Risulta macroscopica la vaghezza del presupposto. La legge, ma anche lo schema di decreto legislativo, non definisce in alcun modo quali siano gli interessi giuridicamente rilevanti e in cosa consista la loro lesione. I rischi di simile genericità sono piuttosto rilevanti. Il primo, sullo stretto piano giuridico, è demandare integralmente al giudice amministrativo, sarà il Tar ad occuparsi della class action, la determinazione per via giurisprudenziale dei criteri per l'azione. Ci vorranno anni: ce ne sono voluti quindici perché i giudici amministrativi concordassero una linea interpretativa univoca sul concetto di interesse giuridicamente rilevante ai fini della tutela del diritto di accesso agli atti amministrativi. Sul piano pratico, si presenta il rischio dell'utilizzo strumentale della class action, allo scopo di fare pressioni esterne sulla gestione. Basti pensare all'esempio di funzioni pubbliche di vigilanza come quelle esercitate dall'ispettorato del lavoro:se un insieme di aziende concorda di attivare la class action per interdire l'attività ispettiva di qualche scrupoloso ispettore, il gioco si può dire fatto. Anche se nel merito, infatti, l'azione si rivelasse infondata, basterebbe rendere pubblica la diffida che deve precedere il ricorso al Tar, per creare il "caso" e osteggiare l'azione amministrativa. Costringendo gli uffici a complesse attività di istruttoria per considerare infondate le pretese strumentali. Tanto più complesse, perché la class action prende di mira come responsabili solo i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, come se le eventuali disfunzioni amministrative non fossero comunque conseguenza di linee politiche e strategiche determinate dagli organi di governo. I quali, però, non sono assolutamente presi in considerazione tra i possibili responsabili. Che la class action possa risolversi in uno strumento di pressione senza alcuna effettiva utilità per i cittadini, del resto, lo dimostrano altri fattori. Il primo è la "gogna mediatica": infatti, laddove a seguito della diffida l'amministrazione non modifichi la propria organizzazione entro il termine di un anno, come prevede lo schema di decreto attuativo, i cittadini possono agire in giudizio e il Tar dovrà dare pubblicità al ricorso (prima ancora che sia deciso) sui media. Lo stesso termine previsto di un anno per adeguarsi alla diffida appare una mera forma. Infatti, appare eccessivamente lungo se la class action fosse fondata su disfunzioni gestionali e organizzative di dettaglio, come il mancato rispetto dei termini di procedimenti amministrativi; ma, apparirebbe solo formalistico, se oggetto dell'azione fossero le conseguenze di un dissesto finanziario, per risolvere il quale occorrerebbe ben più di questo arco di tempo. In ogni caso, la class action nella Pa non prevede alcun diretto beneficio in capo a chi la attiva, a differenza dell'azione collettiva prevista nel campo dei servizi e del commercio. Al più, la sentenza del giudice può ordinare all'amministrazione accusata di attuare le misure per rimediare alle inefficienze (come se i giudici potessero sostituirsi alle amministrazioni nelle scelte di merito organizzativo) o a nominare un commissario ad acta. Insomma, molta esposizione mediatica e immagine e poca sostanza. E il rischio di un intasamento senza precedenti delle aule dei tribunali amministrativi regionali, derivante dall'attivazione di azioni collettive anche infondate, sull'onda della caccia all'amministrazione sprecona a ogni costo". 2009 - redattore: VC

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G8 University Summit di Torino, il sindacato indipendente di Polizia Coisp replica a Rifondazione Comunista (sezione: Class action)

( da "Sestopotere.com" del 18-05-2009)

Argomenti: Class Action

G8 University Summit di Torino, il sindacato indipendente di Polizia Coisp replica a Rifondazione Comunista (18/5/2009 20:15) | (Sesto Potere) - Torino - 18 maggio 2009 - «Un copione dalla trama così scontata da risultare ridicola». Così afferma il Segretario Generale del Coisp – il sindacato indipendente di Polizia, Franco Maccari, dopo gli attacchi rivolti dal comunista Paolo Ferrero alle Forze dell’Ordine dopo i disordini avvenuti stamani al G8 dell'università in corso di svolgimento a Torino. Spiega Maccari: «Poche ore fa in un comunicato scrivevamo: “Adesso siamo in attesa che il Solone di turno divulghi a mezzo stampa note di solidarietà per i poveri studenti “caricati”, criticando la Polizia chiamata a reprimere il dissenso”. Ebbene, come previsto, dopo pochi minuti le agenzie di stampa hanno riportato le farneticanti dichiarazioni del segretario del Prc, secondo il quale “sono barbare e inaccettabili le cariche della polizia avvenute a Torino” e “di fronte ad azioni di protesta del tutto non violente e simboliche le forze dell'ordine hanno aggredito i manifestanti”. Forse per azioni simboliche il signor Ferrero intende il lancio di uova marce sui Poliziotti? Forse per azioni non violente il signor Ferrero intende il lancio di fumogeni contro il cordone delle Forze dell’Ordine? A ruota abbiamo poi letto le frasi “dell’ancoraperpoco” eurodeputato del Prc Vittorio Agnoletto, che parla di “repressione” e racconta di “studenti caricati, fermati e picchiati”, e ancora le consuete perle del “verde” di Sinistra e Libertà Paolo Cento, secondo cui le “repressioni in atto che stanno colpendo indiscriminatamente centinaia di manifestanti” vorrebbero “ricreare un clima di repressione e tensione, già sperimentato negli anni passati durante le manifestazioni anti G8”». Dice ancora Maccari: «Non possiamo più accettare che rappresentanti politici si stringano intorno ai teppisti, non possiamo accettare che vengano ridimensionati preoccupanti episodi di violenza, e soprattutto non possiamo più accettare che vengano sputati insulti contro le Forze di Polizia. Non può essere più tollerata la “caccia al Poliziotto” da parte di delinquenti ammantati di ideologia no-global e teppisti dei centri sociali. Ripetiamo ancora una volta che quanto avviene nelle piazze italiane non può essere considerato casuale, ed è criminale anche sottovalutare questi episodi di intolleranza e di continua aggressione alle forze dell’ordine. Qualcuno punta a creare un clima pericoloso di scontro. C’è una regia eversiva che trova sponda in personaggi come Ferrero, Agnoletto e Cento, che parlano spudoratamente di “azioni da stato di polizia”. Proprio da queste connivenze, da queste complicità, scaturisce il pericoloso clima d’odio nei confronti degli uomini in divisa, che a costo di immani sacrifici e a rischio della propria incolumità, continuano a difendere sulle strade la sicurezza dei cittadini, anche di quelli che tirano contro di loro uova marce e molotov, magari eccitati da dichiarazioni irresponsabili come quelle che abbiamo letto oggi». «Ricordo ancora ai signori Ferrero, Agnoletto e Cento – dice ancora Maccari - che la Polizia non è al servizio delle politiche di governo, non reprime il dissenso, non lavora per creare “clima di tensione”, ma opera al fine di garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini». «Anche per questo – conclude Maccari – insistiamo nella richiesta di accelerare i tempi della reintroduzione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale nel nostro ordinamento, perché gli uomini in divisa, ma più in generale tutti coloro che rappresentano le Istituzioni, hanno bisogno di essere tutelati e garantiti. I comportamenti offensivi devono essere sanzionati penalmente, soprattutto per proteggere la funzione che i Rappresentanti dello Stato svolgono per l’intera collettività».

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Consob, risparmiatori snobbati e il caso arriva in Parlamento (sezione: Class action)

( da "Gazzetta di Reggio" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

Consob, risparmiatori snobbati e il caso arriva in Parlamento REGGIO. L'entrata in vigore della Camera di conciliazione della Consob, varata con il decreto dell'8 ottobre 2007 e che doveva diventare effettivamente operativa subito dopo l'approvazione del regolamento d'attuazione, subisce ritardi inspiegabili. Sul decreto, emanato come strumento di tutela di piccoli risparmiatori e investitori, gli onorevoli Maino Marchi e Andrea Lulli, per conto del Comitato dei risparmiatori e dei piccoli azionisti della Bipop Carire, hanno rivolto una interrogazione a risposta immediata al Ministro dello sviluppo economico, per sapere come sia possibile «recuperare il ritardo accumulato per l'entrata in vigore della Camera di conciliazione e quali tempi si prevede di dare attuazione agli adempimenti». Il decreto sulla conciliazione per risparmiatori e investitori, cioè la legge che introduceva le azioni collettive (class action) nel nostro ordinamento, era stato varato dal precedente Governo come strumenti di tutela dei soggetti deboli e sulla spinta degli innumerevoli scandali finanziari degli ultimi anni. Dicono i due parlamentari: «La "class action", la cui entrata in vigore ha già subito due rinvii da parte dell'attuale Governo, non sarà più retroattiva (contro il parere della stessa Antitrust per la quale «i diritti sono diritti fino a quando non vanno in prescrizione»), escludendo così tutti gli scandali da cui era nata (Bipop, Parmalat e Cirio). Almeno l'entrata in vigore della Camera di concilizione alla Consob, varata nello stesso anno 2007 per la risoluzione delle controversie tra risparmiatori e gli intermediari (banche e assicurazioni) per la violazione da parte di questi degli obblighi di informazione, correttezza e trasparenza, non subisse ritardi. Ciò anche perché, in opposizione alla legge sulle azioni collettive, l'attuale Governo e le associazioni imprenditoriali e degli intermediari finanziari non perdevano occasione per magnificare l'utilizzo di strumenti conciliativi (moderni, efficienti, veloci, poco costosi) in opposizione alla class action che hanno sempre ostacolato». «Al contrario il ritardo c'è già: i regolamenti da emanarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, sono apparsi sul sito Consob solo in data 5 gennaio 2009 e la stessa Consob, informalmente, conferma i ritardi senza neppure specificarne i tempi ("Dell'avvio dell'operativa della Camera sarà data notizia su questo sito" si legge sullo stesso), quando già risparmiatori e investitori hanno avviato le procedure per avvalersi della Camera di conciliazione». Poi Marchi e Lulli concludono: «Non è tollerabile che ogni volta che gli interessi in gioco sono quelli dei poteri forti ci sia grande solerzia, mentre, quando si tratta di tutelare gli interessi dei soggetti deboli, com'è il caso di risparmiatori e investitori nei confronti degli intermediari, o si depotenziano completamente leggi già varate o ci sono continui ritardi». I due parlamentari chiedono come il Ministero intenda operare per recuperare il ritardo accumulato.

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Ferrovie, prima l'aumento. Poi il low-cost (sezione: Class action)

( da "Finanza e Mercati" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

Ferrovie, prima l'aumento. Poi il low-cost da Finanza&Mercati del 19-05-2009 ANDREA BOITANI e CARLO SCARPA* Su alcuni giornali Fs lancia la campagna di comunicazione sul bilancio del 2008, purtroppo prima che il bilancio sia reso pubblico. Ma questa campagna di comunicazione grida veramente vendetta, almeno su due fronti: i contributi pubblici che Fs tuttora riceve copiosi e i prezzi che pratica. Fs scrive che «le Ferrovie dello Stato oggi non gravano più sulla collettività». La verità è che dal 2000 in media Fs ha ricevuto in conto corrente circa tre miliardi di euro l'anno da Stato e Regioni, e il 2008 non è tanto diverso. Il bilancio di Fs è oggi in utile grazie a questi soldi pubblici. A proposito: era stato in utile anche dal 2001 al 2003, sempre per le stesse ragioni. È uno scandalo? In linea di principio no. In Italia si è deciso da parecchi anni che su alcuni servizi nazionali e regionali il prezzo del biglietto non dovesse coprire i costi, al fine di favorire il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma. La differenza tra costi e prezzi deve essere coperta dalla fiscalità generale. Nessuno scandalo, ma perché negarlo? In tali condizioni, avere delle perdite di bilancio significa avere ricevuto trasferimenti troppo bassi oppure, ma questo a Fs non fa piacere sentirlo, aver avuto costi troppo alti. Chi assicura il contribuente italiano che la differenza tra costi e prezzi sia la minima possibile, cioè che il nostro operatore ferroviario operi ai minimi costi possibili? Nessuno lo assicura, naturalmente. Ma è bene ricordarlo quando leggiamo i paginoni pubblicitari di Fs. Oltre tutto, i soldi di cui abbiamo parlato non sono i soli che Fs riceve. Ci sono anche i contributi in conto capitale, i prestiti a tasso agevolato, i conferimenti di capitale da parte dello Stato in quanto azionista, e altro ancora; tanti contributi giustificati soprattutto, ma non solo, dalla realizzazione della rete ad alta velocità, i cui costi gravano sulla collettività pur passando attraverso il bilancio di Fs. Per esempio, nel 2007, lo Stato per gli investimenti ha trasferito a Fs altri 4,2 miliardi di euro. Quando vedremo le cifre del 2008 sappiamo già che non saranno troppo diverse. Dicono che le Fs «non gravano più sulla collettività»? I commenti specifici li faremo non appena usciranno i bilanci ufficiali. Qui, comunque, non stiamo discutendo se i soldi trasferiti a Fs siano troppi o troppo pochi. Stiamo additando il fatto che Fs ha avviato una campagna di comunicazione abbondantemente ingannevole, campagna i cui costi - pro quota - gravano anche sugli ingannati, cioè i contribuenti. Il secondo tema è quello del costo dei biglietti. Su quelli regionali e su pochissimi servizi nazionali il prezzo è determinato da una contrattazione tra Fs e diverse autorità pubbliche. Per il resto (Intercity, Eurostar), Fs si sente libera di fare quello che vuole, e nessuno le dice nulla. Se questo sia corretto o meno, dipende da un sistema di norme poco chiaro, pensato per un mondo nel quale le Fs dipendevano in modo molto stretto dal governo, tanto che non c'era bisogno di regole scritte e trasparenti. Era comunque ovvio che nulla si sarebbe mosso senza l'assenso dell'autorità pubblica. Questo mondo non c'è più. Fs è ormai uno staterello nello Stato, gode di sostanziale autonomia rispetto a un potere politico sempre più debole. Intendiamoci, nessuna nostalgia per il pesante clientelismo del passato (che forse in realtà rimane anche oggi) ma se il potere politico facesse il suo mestiere e almeno intervenisse sulle questioni strettamente Politiche (con la P maiuscola) sarebbe meglio. Di recente, poi, Fs ha fatto registrare un buon successo (dal suo punto di vista). A esempio, la maggioranza dei parlamentari italiani si è convinta che era bene garantire alla stessa Fs un bel prolungamento della durata dei contratti di servizio regionali in essere o ancora da sottoscrivere: si passa da un massimo di nove anni a un minimo di 12 (sei rinnovabili per altri sei). Poi, Fs ha convinto un manipolo di parlamentari a proporre una deroga alle norme che prevedono l'affidamento tramite gara degli stessi servizi ferroviari regionali. Deroga resa giuridicamente possibile grazie a un regolamento europeo (1370/2007), fortemente voluto dagli interessi costituiti franco-tedeschi, a cui gli italiani si sono accodati di buon grado. E così Fs è e rimarrà di fatto un monopolista per il traffico passeggeri (e anche nelle merci non c'è gran concorrenza) e fa i prezzi e le politiche di prodotto di un monopolista interessato solo ai suoi profitti (fatti salvi i servizi regionali, per i quali le tariffe sono decise dalle Regioni... per ora). Uno stato di cose a dir poco irritante. E le ragioni di irritazione sono due. La prima è l'assenza o la presenza fin troppo servizievole della politica. Da anni si parla di avere nei trasporti, come già nell'energia, regole chiare e un regolatore indipendente. E nessuno lo fa. Non il passato governo, che pure lo aveva scritto a chiarissime lettere nel suo programma, non quello attuale, che non pare nemmeno interessato alla cosa. La seconda è, di nuovo, il fatto che Fs prenda per il fondelli la gente. Sempre nella sua campagna di comunicazione, sbandiera i «biglietti low-cost». Ma stiamo scherzando? Prima si sopprimono i treni a basso costo. Poi si fanno esplodere i prezzi anche degli Eurostar. E infine si fa uno sconto su questi prezzi, e si chiama tutto ciò «un biglietto low-cost». Per favore... Si dirà: ma il servizio è molto migliore perché ora siamo ad alta velocità. Vero: peccato che l'intero costo dell'Alta Velocità sia direttamente a carico dello Stato. L'aumento del biglietto non serve a coprire costi che sono comunque dello Stato. Serve solo a far quadrare un bilancio. Care Fs, siete monopolisti. Non avete davanti alcune regole chiare. Non avete davanti un sistema politico degno di questo nome, e quindi fate quello che volete. Ma almeno non aggiungete le beffe al danno. *Tratto da www.lavoce.info

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porto torres, laboratorio della crisi - giuliana altea (sezione: Class action)

( da "Nuova Sardegna, La" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

L'iniziativa, realizzata del collettivo «AZ.namusn.art» e curata da Maurizio Coccia, tira le fila di due intensi anni di lavoro Porto Torres, laboratorio della crisi Mostra in un ex capannone per leggere i segni del disagio sociale Dalla denuncia all'infiltrazione e al sabotaggio dei luoghi e dei modi della cultura-spettacolo GIULIANA ALTEA Un capannone industriale fatiscente alla periferia di Porto Torres, pulsante di musica techno a tutto volume, ospita in questi giorni la prima mostra di AZ.namusn.art: scenario appropriato per un collettivo che si confronta con i temi dello sfruttamento economico, della degradazione ambientale e del disagio sociale. La mostra «Laboratorio della crisi», a cura di Maurizio Coccia, tira le fila di due anni di lavoro del gruppo, che riunisce competenze diverse, variabili a seconda dei progetti, intorno al nucleo stabile rappresentato dagli artisti Riccardo Fadda e Pietro Pintadu. Nato nel 2007 sulla spinta di una riflessione politica sulla crisi del territorio del Nord Sardegna, AZ.namusn.art si muove in quella zona grigia della cultura contemporanea in cui attivismo e ricerca estetica convergono fino a identificarsi. Sempre più, negli ultimi anni, all'interno del mondo dell'arte si sente risuonare l'interrogativo su cosa l'arte effettivamente sia, quale ne siano il ruolo e i compiti. Una domanda basilare, che mette in gioco i fondamenti stessi del lavoro artistico, e a cui non è facile dare risposta, visto che oggi nel dominio dell'arte trovano posto tanto il glamour della merce e dello spettacolo globale, quanto una varietà di pratiche diametralmente opposte. In altre parole, accanto agli artisti-imprenditori, maestri di marketing, ci sono anche gli hacker, i dissidenti, i contestatori. L'indeterminatezza dei presupposti in base a cui l'arte opera ne fa un luogo aperto e flessibile, postazione ideale da cui formulare discorsi critici e affermazioni antagoniste: la produzione di oggetti e di immagini cede il passo a interventi intesi a mettere in discussione il sistema del mercato e lo stesso ordine sociale, a scavare nicchie di autonomia, a ipotizzare forme alternative di socialità. «Laboratorio della crisi» presenta al pubblico, attraverso video e materiali documentari, una serie di azioni che AZ.namusn.art ha realizzato in forma anonima tra il 2007 e il 2009, rivendicandone la paternità per la prima volta in questa occasione. Le strategie adottate vanno da quelle tradizionali della denuncia (esposizione nella piazza di Porto Torres, affollata nel giorno della festa patronale, di contenitori di solventi chimici prelevati da un laboratorio dismesso e maneggiati da operatori in inquietanti tute bianche) e del détournement di scritte e insegne (la segnaletica della centrale termoelettrica di Fiume Santo, ridisegnata e stravolta per veicolare nuovi messaggi), all'infiltrazione nei canali dello spettacolo culturale per attuarvi micro-interventi di sabotaggio (l'iscrizione a un workshop per bambini del Festarch, il festival dell'architettura di Cagliari, di una ragazzina di Porto Torres, che, invitata dagli animatori a disegnare la propria casa, ha prodotto - unica tra le molte casette con prato e balconi fioriti - un'immagine tanto scioccante quanto evidentemente sincera di inquinamento e squallore urbano). Quest'ultima strada è forse la più interessante, nella sua capacità di rivelare l'ambiguità che presiede alle operazioni dell'arte contemporanea, indicandone la posizione intermedia tra critica e connivenza, tra dissenso e complicità con i sistemi di potere economico e di controllo sociale: nell'atmosfera di roseo ottimismo del workshop, i bimbi intenti a disegnare, tutti uguali nelle t-shirt gialle del festival, sotto l'occhio benevolo degli animatori, sembravano prefigurare altre e più sinistre forme di sorveglianza e di omologazione. Dal momento che l'arte appare sempre più chiaramente come un mondo schizofrenico, diviso tra il proprio desiderio di critica e i vincoli che continuano a legarlo al mercato e all'organizzazione istituzionale del consenso, si capisce perché alcuni artisti si sforzino di aprirvi degli spiragli che la mettano in comunicazione con l'esterno, con il campo inquieto, compromesso e tormentato della realtà. Compito difficile e non di rado destinato allo scacco: niente come l'atmosfera dell'arte riesce infatti a sterilizzare il discorso politico, a togliergli incisività e in fin dei conti a neutralizzarlo. Proponendoci questa scommessa, AZ.namusn.art ci sfida al tempo stesso a situarla entro una prospettiva estetica e non soltanto etica. Il collettivo, avverte opportunamente Coccia nella sua presentazione, è «primariamente un soggetto artistico» per il quale «l'arte è sì un veicolo per temi forti, ma non è chiamata a risolvere i problemi che svela», e la mostra rappresenta la cornice nella quale dare al suo discorso autonomia estetica. Il terreno estetico di operazioni di questo genere (per quanto tradotte dalla pura sfera dell'azione in termini di video-documento o di oggetti-residuo degli interventi) resta comunque complesso da individuare, e costituisce un problema teorico che trascende la portata della mostra per investire tutta un'area della ricerca contemporanea. Ma è stimolante che, in un contesto in cui i tentativi di impostare sull'intervento diretto il rapporto tra arte e politica tendono a essere molto superficiali, un lavoro artistico serio e argomentato spinga a porsi questi interrogativi. LABORATORIO DELLA CRISI Porto Torres ex Consorzio agrario, via Sassari 102 Fino al 31 maggio

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gli appuntamenti con public (sezione: Class action)

( da "Nuova Sardegna, La" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 36 - Cultura e Spettacoli Gli appuntamenti con «Public» SASSARI. Per la rassegna "Public" oggi un progetto itinerante dal titolo "Parole in movimento" coinvolgerà le biblioteche comunale e universitaria dove Public ha allestito la mostra "Arte in Biblioteca". A partire dalle 17,15 nella Biblioteca Universitaria e alle 18,00 alla Biblioteca Comunale, Giannella Demuro, ideatrice e direttore artistico di Public e i critici Mariolina Cosseddu e Lia Turtas presenteranno le opere esposte mentre Sante Maurizi e Daniela Cossiga e lo scrittore Salvatore Mannuzzu leggeranno una selezione di pagine scelte e testi poetici. Alle 19, al via Nuove Azioni Collettive, un progetto di Leonardo Boscani (nella foto) e Erik Chevalier. Alle 18,30 performance dell'artista Mario Pischedda nel Palazzo della Frumentaria.

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M. Neirotti e M. Numa (sezione: Class action)

( da "Stampa, La" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

RETROSCENA M. Neirotti e M. Numa TORINO Non è la città della paura, non lo è stata in tanti momenti bui. La Torino di ieri, di questa notte e, soprattutto, la Torino di questa mattina - il centro e i viali percorsi dagli antagonisti del G8 dei Rettori - è quella di un'attesa prudente nonostante voci d'allarme e rassicuranti verifiche. Di certo, mettendo insieme le stime di chi organizza il corteo e di chi dovrà controllarlo, si riuniranno da 4.500 a 6.000 giovani e non giovani di diversa matrice, formazione, idea della protesta. Scarti aggressivi dal percorso, bersagli improvvisati, tentativi d'assedio, di impatti con la forza pubblica sono un'eventualità quasi palpabile misurando gli arrivi di ieri sera e della notte: su una linea comune si muoveranno molte anime, più teste autonome con le loro ambizioni, la loro ricerca di visibilità, il loro concetto di contestazione. Il pericolo più alto si chiama nichilismo: colpire e distruggere come obiettivo anziché strumento per un fine quale che sia. Una sorta di cammino su un terreno da esplorare prima di portarlo ai giorni di protesta che verranno in giugno a L'Aquila. Da tutta Italia stanno arrivando gli studenti dell'Onda, il movimento universitario, e quelli dei Collettivi che fanno riferimento all'area dell'autonomia. A Torino e nella sua Provincia c'è un forte radicamento anarco-insurrezionalista. La sola città può portare alla manifestazione mille persone, più studenti che si aggregano casualmente. I pullman, i treni, le auto fin da ieri riversano un arcipelago nazionale e internazionale. Sono già arrivati nel pomeriggio francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli, un gruppetto di greci, che si portano addosso l'eco delle devastazioni di quest'estate nel centro di Atene. La paura dei black bloc di genovese memoria fino a ieri sera era esorcizzata: anche nelle ore più tarde non risultavano arrivi dai loro luoghi d'elezione, il Nord Europa. Ma ci sono gruppi locali anarchici che si sono avvicinati a forme di lotta sempre più sulla via del terrorismo, quello che i Servizi definiscono «a bassa intensità», quello che a Torino già si è manifestato con i pacchi-bomba, con altri ordigni. Inseriti in una manifestazione di questa portata sarebbero micce coperte dalla confusione e dallo scoppio inatteso. L'Italia dell'antagonismo, dei centri sociali, si è mossa per tempo: sette pullman da Roma, tre dal Veneto, quattro da Napoli e altrettanti da Bologna, due da Genova. Dai treni sono scesi palermitani e milanesi. C'è il collettivo universitario della Sapienza di Roma, ci sono centri sociali «duri» come quelli di Rovigo e Padova. Nessuno si nasconde che non sono venuti a reggere candeline a una processione. E, senza enfasi o allarmismi, diventa inevitabile pensare a un laboratorio che già pensa al giugno in Abruzzo, il G8 vero a L'Aquila. Il percorso è lungo, disseminato di obiettivi sensibili. Taglia il centro storico con il Rettorato, prosegue nel quadrilatero dello shopping di alto livello, si dilata nella grande piazza Solferino a trenta metri dall'hotel che ospita i rettori, già bersaglio di un'incursione subito respinta da polizia e carabinieri nella manifestazione di domenica pomeriggio. Ridiscende costeggiando la stazione e piega in un'area multietnica, commerciale e lì si ritrova di fronte al castello del Valentino - la sede di architettura dove i Rettori stanno concludendo il loro incontro malauguratamente battezzato G8 - da tre giorni off limits, per ventiquattr'ore protetto dai reparti antisommossa. Oltre mille i poliziotti, i carabinieri e i finanzieri che presidieranno oggi Torino. Moltissimi in borghese, confusi tra la folla e nel corteo con i colleghi venuti dalle altre questure. Nel parco del Valentino e lungo il Po, le moto d'acqua, i motoscafi e i sommozzatori del Cnes di La Spezia. Poliziotti a cavallo controllano il parco, gli elicotteri sorvegliano dall'alto. All'esterno della zona calda, i reparti dell'Anticrimine, le volanti del 113, le gazzelle dei carabinieri. Le unità cinofile distribuite nei settori più a rischio. Una parte dell'apparato per forza visibile, ma l'impegno prioritario è quello del controllo senza fronte-a-fronte, dell'intercettare prima che sia necessario reprimere. Che cosa ci si può aspettare? Il ventaglio delle ipotesi non è altro che lo studio per la prevenzione. E' la forbice più ampia: da una marcia pacifica che sarebbe il vero successo della protesta (come accadde a Vicenza per la base Dal Molin) alle azioni isolate ed estemporanee, fino al tentativo di innescare una guerriglia. Certo è che l'obiettivo della giornata è il G8 dei Rettori, ma se dovesse prevalere l'area più incline alla violenza e al danno fini a se stessi, occasioni per inventare fughe lampo lungo i sette chilometri del percorso non mancano. E' altrettanto vero che impegnare se stessi e le forze dell'ordine in scontri più o meno isolati vorrebbe dire raggiungere il castello-simbolo a riunione conclusa e stanze vuote. L'incognita maggiore è nella frastagliata identità dei gruppi arrivati ieri e in arrivo questa mattina. Si richiamano a ideologie di fondo comuni, ma con atteggiamenti spesso contrastanti. Fra loro, le frange del tutto autonome e quelle del tutto prive di un'identità, aggregate di volta in volta, spesso in contrasto e con finalità diverse da quelle di chi ha organizzato la protesta. Molto dipende dal contenimento che si riuscirà a esercitare all'interno del corteo prima che debba venire da fuori.CONTINUA A PAGINA 3

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Sacconi: legare i salari agli utili d'azienda (sezione: Class action)

( da "Manifesto, Il" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

Sacconi: legare i salari agli utili d'azienda «La legge è già pronta». Il relatore è Ichino, del Pd Sara Farolfi Legare le retribuzioni ai risultati, anche attraverso la partecipazione dei lavoratori all'impresa e al suo azionariato. È un vecchio cavallo di battaglia quello che il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ripropone all'indomani dei dati Ocse sul pessimo stato dei salari italiani. Numeri tanto impietosi (le retribuzioni nostrane sono al ventitreesimo posto nella classifica dei trenta paesi più industrializzati) sono «il prodotto del sindacalismo ideologizzato» e della «sinistra ideologizzata e prigioniera di una borghesia parassitaria e cialtrona che per entrare in Europa ha scelto la strada della moderazione salariale», dice Sacconi. Il peccato originale risiede, per dirla altrimenti, «nell'idea che il salario debba essere definito secondo una logica esclusivamente solidale». Legare le retribuzioni ai risultati d'impresa («salario meritato», secondo Sacconi) è la strada finora intrapresa dal governo, dalla detassazione degli straordinari - inaugurata con la crisi alle porte e che, crisi in corso, «sarà resa strutturale», ha annunciato Brunetta - alla riforma del modello contrattuale. Ma quella lanciata ieri da Sacconi è qualcosa di più concreto, che gode tra l'altro di sostegno bipartisan. La proposta - un disegno di legge il cui relatore è Pietro Ichino - «potrebbe diventare legge in tempi relativamente rapidi, entro quest'anno», dice il ministro del lavoro. Il testo (frutto dell'unificazione di due ddl, uno a firma Maurizio Castro, Pdl, e uno a firma Tiziano Treu, Pd) si basa su un mix tra le diverse esperienze europee (Francia, Germania e Gran Bretagna), un modello flessibile variabile azienda per azienda. Si prevede che imprese e lavoratori possano firmare (a livello aziendale) contratti collettivi per istituire forme di partecipazione, consultazione o coinvolgimento dei lavoratori nell'andamento dell'azienda: dall'istituzione di forme di partecipazione dei lavoratori agli utili d'impresa alla trasformazione di quote del Tfr future in azioni. Per stipulare tali contratti (validi poi per tutti i lavoratori) sarà sufficiente anche una sola organizzazione sindacale, a condizione che alle elezioni delle rsu abbia preso la metà più uno dei voti espressi). Nelle società per azioni con più di 300 lavoratori accordi aziendali potranno decidere la partecipazione dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza dell'impresa stessa. Infine, potranno essere gli stessi contratti collettivi a disporre l'accesso privilegiato dei dipendenti al possesso di azioni dell'impresa. Il tutto con un ruolo di riguardo è destinato agli enti bilaterali (tra sindacato e impresa) che potrebbero acquisire «poteri d'indirizzo e controllo in materia di sicurezza, organizzazione del lavoro, formazione e forme di remunerazione legate al risultato». I sindacati rispondono divisi a Sacconi. Se per la Cgil si tratta di «una risposta inadeguata e insufficiente», per la Cisl, che questa settimana va a congresso (e che da sempre sostiene il modello partecipativo), è un vero brodo di giuggiole. Secondo Guglielmo Epifani, «Sacconi non ha letto bene le statistiche internazionali che confermano quello che noi abbiamo sempre detto, ossia che c'è bisogno non solo di detassare il secondo livello, ma anche il reddito da lavoro a livello nazionale». Alle imprese invece la proposta di Sacconi non piace granchè: «Le esperienze di questo tipo negli ultimi venti, trent'anni, dai paesi del nord alla stessa Germania, non hanno mai dato risultati così buoni, quindi accetterei ma con riserva», dice il vicepresidente di Confindustria Bombassei. Per gli industriali il problema è quello di sempre, il cuneo fiscale, ossia la differenza tra quanto un lavoratore costa all'impresa e quanto il lavoratore stesso percepisce in termini di salario. A dispetto però degli stessi dati Ocse, dove è scritto che Francia e Germania hanno un costo del lavoro più alto del nostro, e nonostante ciò salari decisamente più alti. Quanto alla politica, la «borghesia parassitaria e cialtrona» fa arrabbiare Tiziano Treu, che però nulla commenta sulla bozza di legge di cui è coautore. Mentre il segretario Franceschini mette l'accento sulla necessità di agire per via fiscale, detassando gli stipendi più bassi per aumentare il potere d'acquisto. Un «no» secco alla proposta Sacconi arriva dall'Idv, mentre il l'extraparlamentare Prc propone un ritorno alla scala mobile.

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Intesa bipartisan sulla partecipazione (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-05-19 - pag: 5 autore: Domani Ichino (Pd) presenta il Ddl che apre la strada ai dipendenti-azionisti con l'accordo del Pdl Intesa bipartisan sulla partecipazione Giorgio Pogliotti ROMA Sulla partecipazione dei lavoratori nell'impresa si profila una soluzione bipartisan. Il senatore Pietro Ichino (Pd), su incarico di maggioranza e opposizione, ha redatto una bozza che domani, quando si aprirà la discussione alle commissioni riunite Finanze e Lavoro, potrebbe essere adottata come testo unificato, avendo recepito le proposte presentate da Maurizio Castro (Pdl) e Tiziano Treu (Pd) e da altri tre senatori. Il tema della partecipazione dei lavoratori, peraltro, per il ministro Maurizio Sacconi (Lavoro) è la chiave di volta per affrontare la crisi: «In ciascuna azienda le parti troveranno un modo di condividere i destini – ha detto –. Se le condizioni economiche lo consentiranno, proseguiremo sulla strada della detassazione del salario di merito. Gli utili delle imprese devono andare anche ai dipendenti». Sacconi nell'esprimere un riconoscimento «a Cisl, Uil e Ugl che sono dichiaratamente partecipative », ha puntato l'indice contro la Cgil – a differenza del ministro Scajola che aveva sottolineato la responsabiltà del sindacato di Epifani – sostenendo che «è sempre mancata agli appuntamenti con i grandi cambiamenti delle regole». Ma la Cgil, per voce di Susanna Camusso, ha replicato giudicando «inadeguata e insufficiente» le proposta del ministro. Ma entriamo nel merito del Ddl Ichino (il testo integrale è sul sito www.pietroichino.it), che consente alle imprese di stipulare con i sindacati un contatto collettivo per istituire forme di partecipazione come gli organismi congiunti paritetici con poteri di indirizzo e controllo su una serie di materie (sicurezza, forme di remunerazione legate alla produttività, verifica delle decisioni concordate). Le parti possono anche concordare forme di partecipazione dei lavoratori agli utili dell'impresa, la distribuzione di azioni (o quote del capitale societario), con la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori nel Cda, così come nel consiglio di sorveglianza, la trasformazione di quote di Trattamento di fine rapporto destinate a maturare in futuro in azioni (o quote di capitale societario). Si può consentire l'accesso dei dipendenti al capitale dell'impresa attraverso la costituzione di fondazioni, di enti in forma di società di investimento a capitale variabile, o associazioni di lavoratori. L'intesa va siglata con il sindacato (o i sindacati) che rappresentino la maggioranza dei lavoratori, in alternativa serve il referendum. «Abbiamo puntato sullo sviluppo di forme di partecipazione diverse – spiega Ichino – che rispondano alle molteplicità di situazioni aziendali, con differenti modelli di governance. La scelta potrà così avvenire in modo pragmatico,sulla base dell'esperienza concreta». Con la leva fiscale, inoltre, verrà incentivata la partecipazione azionaria dei lavoratori attraverso l'esenzione fiscale fino alla soglia di 2.600 euro (il periodo minimo di possesso delle azioni è 4 anni) e la detrazione del 19% fino a 5.200 euro. Altra novità, con il contratto aziendale si può decidere il differimento di una parte della retribuzione dei dipendenti al raggiungimento di determinati obiettivie la successiva attribuzione di una parte predeterminata del risultato operativo lordo legato al successo dell'iniziativa. Si possono anche concordare forme di organizzazione del lavoro o di distribuzione dei tempi diverse dal contratto nazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MINISTRO SACCONI «In azienda le parti trovino il modo di condividere i destini, la confederazione di Epifani è mancata a tutti gli appuntamenti »

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necessario (sezione: Class action)

( da "Corriere Alto Adige" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

Corriere dell'Alto Adige sezione: 1ACULTURA data: 19/05/2009 - pag: 13 Il senso necessario Franco Rella e il pensiero responsabile Dal nichilismo alla nuova opera d'arte di ALESSANDRO DE BERTOLINI Autunno 1885. «Il nichilismo è alle porte, donde ci viene questo che è il più inquietante fra tutti gli ospiti?». A domandarselo è Nietzsche. Friedrich Nietzsche in persona. In quelli che poi sarebbero diventati i Frammenti postumi. È qui che si leggono queste considerazioni. «Donde ci viene» questo ospite e di che cosa si tratta? Autunno 1887. Sono passati due anni. Ed è ancora Nietzsche a tornare sul nichilismo e ora a descriverlo così. «Manca il fine dice e manca la risposta al 'perché?' ». È l'inedia, l'ignavia, l'inerzia del pensiero. Per alcuni l'ignominia del pensiero. L'inettitudine. Un pensiero che non è più capace di pensare. Che evade le domande di senso sull'enigma dell'esistenza. Un pensiero che inciampa e che senza darsi troppa pena decide che tanto vale rimanere a terra. «Ah! avrebbe scritto Nietzsche dov'è mai ancora un mare dove si possa annegare: così risuona il nostro lamento sulle piatte paludi». Appunto, le paludi del pensiero. Paludi che, secondo alcuni, non avrebbero fatto che peggiorare nel corso del secolo XXI se è vero che, con la crescita smisurata della scienza e con l'avvento della società della tecnica, le cose si sarebbero ulteriormente complicate. L'atmosfera nichilista, che già si era fatta strada tra i filosofi, comincia a circolare anche nel mondo della scienza là dove la tecnica viene percepita come responsabile «della trasformazione del mondo da regno dei fini a universo dei mezzi». Così, le secche del pensiero della filosofia del XX secolo si aggravano con gli scenari della scienza e della tecnica del XXI. Il pensiero non è più tenuto a chiedersi il perché delle cose, dell'esistenza, della vita. Svanisce, insomma, la responsabilità del pensiero. Sulla quale ritorna però Franco Rella nel suo ultimo volume La responsabilità del pensiero. Il nichilismo e i soggetti, Garzanti editore, 13 euro per sottolineare la gravità della situazione, rifletterci sopra e pensare a delle vie di uscita che al di fuori della filosofia guardino in faccia anche l'arte e la poesia. Rella, roveretano, docente di estetica allo Iuav di Venezia, è tra gli intellettuali trentini più fecondi e soltanto per i tipi di Feltrinelli ha già pubblicato una quindicina di volumi. Gli abbiamo chiesto qualche spiegazione sulla sua ultima fatica. Cominciamo con una provocazione. Ma perché, per lei, è così importante la ricerca di un senso, un senso delle cose, un senso dell'esistenza umana? E che male c'è nel cedere alla tentazione del nichilismo che, come lei scrive, ci libera dalla costrizione di dover rispondere ai problemi di senso? «Nel film La valle di Elah un orrendo delitto ha avuto luogo sul suolo americano tra giovani reduci dall'Irak. Il padre della vittima, da frammenti incomprensibili di immagini della guerra irachena salvati su un videotelefonino, attraverso le domande rivolte a questi commilitoni, cerca di ricostruire il senso della vicenda. Alla fine scopre che il delitto è avvenuto senza un perché. Questi giovani hanno commesso orrende atrocità in Irak senza un perché, senza capirne il senso. Come è insensato quello che è accaduto poi in patria tra loro. È semplicemente accaduto. Il gruppo si è accanito su uno dei loro, come avrebbe potuto accanirsi su qualsiasi altro. Un evento qualsiasi, come quelli che popolano le nostre cronache. Questo è l'esito quando si vive liberi dalla responsabilità nei confronti delle nostre azioni o dei nostri pensieri. Quando si vive senza senso». La responsabilità del pensiero, questo il titolo del suo libro. Proviamo a tracciarne le coordinate. Ci spiega che cosa s'intende con il termine nichilismo e che cosa lei intende con l'espressione pensiero responsabile? E quale sarebbe, d'altra parte, il pensiero irresponsabile? «Un atto linguistico, come qualsiasi altra azione, è un atto che ci sporge verso gli altri in un rapporto che non può essere 'irresponsabile'. La frase che pronuncio o che scrivo, l'azione che compio non esistevano prima che io le mettessi in atto. Ne porto la responsabilità: rispetto al 'nuovo' che introduco nell'ordine delle parole o degli atti, rispetto ai soggetti che ne sono toccati, rispetto a me stesso». La filosofia, in un certo senso, nobilita il pensiero. Ed è con la filosofia che abbiamo imparato che l'esercizio del pensiero e, con esso, l'azione del pensare non sono un parlottare freddo e chiuso su se stesso ma un raccontarsi il mondo, un rifletterci sopra, un ragionarci intorno con impiego di tempo ed energie per la comprensione di questioni che tutti ci riguardano. Lei parla di una 'epoca tragica d'Europa', quella contemporanea, quella del nichilismo. La tragicità di un'epoca che riguarda tutti ma che preoccupa soltanto pochi. Come possiamo fare per far uscire questo dibattito dai salotti della filosofia? «Montale ha scritto che la poesia è sempre legata alla fogna. Anche la filosofia lo è se vuole toccare il senso dell'esistenza che comprende, come sappiamo, anche la fogna. Questa è la nobiltà della filosofia. D'altronde le pare davvero che la preoccupazione rispetto all'orrore dentro il quale siamo immersi sia solo chiacchiera da salotto? Le pare che le lacerazioni sul problema del 'fine vita' sia una preoccupazione professionale del filosofo? Oppure il problema dei diritti umani? Se la filosofia non ne parla, o ne parla salottieramente, vuol dire che ha tradito il suo compito. Vuol dire che ha lasciato spazio alle orrende ideologie che avvelenano anche il nostro paese». Parliamo ora di soluzioni. Perché dal nichilismo dovrà pur esserci una via di uscita. Che cosa intende, nel suo libro, per spazio estetico? E per «possibilità di pensare la verità»? Che ruolo hanno l'arte e la poesia? «Il mio è un tentativo di costruire un linguaggio filosofico che non pretenda di afferrare e chiudere tutto nel concetto, ma che sia aperto alle storie, soggettive e collettive, a cui gli uomini affidano il senso della loro esistenza. Affidano la loro verità, per quanto parziale questa possa apparire». In considerazione dell'importanza che lei attribuisce all'opera d'arte, ci spiega cosa significa che oggi assistiamo a una «sovradeterminazione estetica », dove il senso di alcune opere d'arte «non sta nelle opere stesse ma nel luogo che le accoglie e che le consacra come arte»? «Hermann Broch aveva detto già negli anni Trenta che un'opera preoccupata soltanto della sua bellezza, vale a dire del suo effetto estetico, è il 'male assoluto' nel regno dell'arte. Molta arte di oggi oscilla appunto tra questo effetto e il mercato. Dai diamanti che istoriano e impreziosiscono il teschio di Damien Hirst al valore dell'opera stabilito dalla sua collocazione all'interno del sistema dell'arte, dal museo alla casa d'aste. Sembra assolutamente proibito cercare di interrogarsi su ciò che effettivamente l'opera dice, come entra in dialogo con noi». L'autore «Ogni azione che si compie ci sporge verso gli altri in un rapporto che non può essere irresponsabile» Il teschio di diamanti di Damien Hirst. «Molta arte di oggi oscilla tra effetto estetico e mercato» dice Rella

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Loach e Cantona, un calcio alla depressione (sezione: Class action)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

SPETTACOLI pag. 28 Loach e Cantona, un calcio alla depressione CANNES 62 IL CONCORSO: RISATE E APPLAUSI PER LA COMMEDIA INTERPRETATA DALL'EX CAMPIONE DEL MANCHESTER UNITED di GIOVANNI BOGANI CANNES FA UN PO' IMPRESSIONE vederli insieme. Ken Loach, il mite, con gli occhiali da vista, la bocca sottile aperta in un sorriso, i capelli fini, tra biondo e bianco, scompigliati dall'aria immobile. Ed Eric Cantona, mito del calcio. Uno che ha collezionato applausi, gol ed espulsioni con la stessa facilità. Uno che si fatto eleggere giocatore del secolo dai suoi tifosi, e non erano quelli di una squadretta, ma del Manchester United. Eric Cantona. Quello che teneva sempre la maglietta col colletto su, come se il campo di calcio fosse stato il suo club. Uno che si è anche fatto squalificare per nove mesi, per aver aggredito uno spettatore con uno spettacolare colpo di kung fu. Insomma, una vita tutta gridata, tesa a conquistare il boato della folla. Che c'entrano, l'uno con l'altro? Eppure sono riusciti, insieme, a fare un film bellissimo e commovente. In cui il calcio c'entra pochissimo, e molto l'umanità. «Il momento più difficile nella mia carriera? L'ultimo. Quando ho deciso di smettere. La paura di tutto quello che finiva. Però ho smesso presto, quando non mi sono divertito più», dice Cantona. Dopo aver smesso di fare gol ha imparato a suonare la tromba, ha dipinto quadri, e soprattutto ha fatto l'attore. Sedici film, mica uno. E questo, il più importante. Il cinema? «Ho sempre avuto la passione. Mi piacevano i film di Pier Paolo Pasolini», risponde. Ed è un po' inatteso, che un calciatore barbuto con le sopracciglia da orco citi il nome di Pasolini, tra i registi preferiti. Pasolini, del resto, era un'ottima mezzala. Gli sarebbe piaciuto, veder giocare Cantona. «A me il calcio è sempre piaciuto», sorride Ken Loach, che non tifa Manchester United, la squadra che ha reso Cantona una leggenda, ma il più modesto Bath City. «Il calcio spiega è un modo per esprimere le proprie passioni. Allo stadio si può gioire, esultare, gridare e persino piangere. Come nella vita, all'inizio della partita si è pieni di speranza. E poi, il calcio è un gioco collettivo. Nessuno può fare a meno degli altri. E anche per questo, nel film, quando Cantona ricorda la sua azione più bella, non ricorda un gol. Ma, guarda caso, un passaggio. Un gesto di altruismo, un semplice gesto di altruismo, nel quale possono rivelarsi anche la fantasia, il genio, la classe». Progetti? «Dovrei imparare da Eric scherza - abbandonare finché sono in tempo. Altrimenti proverò a fare film fino a cent'anni, come Manoel De Oliveira. Ma non ho il fisico».

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CTI, modifica a Tender Offer per scambio obbligazioni (sezione: Class action)

( da "KataWebFinanza" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

CTI, modifica a Tender Offer per scambio obbligazioni (Teleborsa) - Roma, 19 mag - Cell Therapeutics (CTI) ha annunciato oggi di aver modificato la propria offerta pubblica tramite asta "Modified Dutch Auction", per aumentare il controvalore totale dell'offerta per scambiare, con proprie azioni ordinarie senza valore nominale e importi in denaro per un ammontare totale massimo sino a US $ 89,2 milioni in linea capitale, le seguenti serie di obbligazioni convertibili: - Obbligazioni convertibili subordinate senior al 4% con scadenza nel 2010 - Obbligazioni convertibili senior al 5,75% con scadenza nel 2011 - Obbligazioni convertibili senior al 6,75% con scadenza nel 2010 - Obbligazioni convertibili senior al 7,5% con scadenza nel 2011 - Obbligazioni convertibili senior al 9% con scadenza nel 2012 Ai sensi dell'Offerta di Scambio, cos come modificata, CTI offrir ora di scambiare Azioni Ordinarie e importi in denaro, per un controvalore compreso tra un massimo di US $ 600 ed un minimo di US $ 550, che sar determinato tramite una procedura "Modified Dutch Auction", per ogni US $ 1.000 in linea capitale di Obbligazioni portate in adesione in modo valido e non ritirate. Originariamente il controvalore era compreso tra un minimo di US $ 250 ed un massimo di US $ 300 per ogni US $ 1.000 in linea capitale. La porzione in contanti del Controvalore di Scambio, si legge in una nota, rimane pari a US $ 200. Gli interessi, maturati e non corrisposti fino alla data esclusa di effettivo pagamento, continueranno ad essere scambiati con Azioni Ordinarie. A seguito dell'aumento della porzione del Controvalore di Scambio rappresentata da Azioni Ordinarie, il numero massimo di Azioni Ordinarie da emettere a fronte dello scambio di Obbligazioni e per il pagamento degli interessi maturati e non corrisposti stato incrementato dalla Societ ed pari a 30,63 milioni di Azioni Ordinarie. L'offerta pubblica di acquisto tramite asta "Modified Dutch Auction" permette ai titolari delle Obbligazioni di indicare l'importo in linea capitale delle proprie Obbligazioni che desiderano mettere all'asta e il controvalore, compreso entro l'intervallo specificato del Controvalore di Scambio, al quale desiderano offrirle. Alla data del 18 maggio 2009, l'importo totale in linea capitale delle Obbligazioni in circolazione era pari a circa US $ 118,9 milioni. L'Offerta di Scambio condizionata al raggiungimento di un livello totale minimo di US $ 83.260.100 in linea capitale di Obbligazioni portate in adesione all'offerta e successivamente non ritirate dalla stessa, nonch a determinati termini e condizioni descritti nella Offer to Exchange della Societ datata 12 maggio 2009 (come integrata il 19 maggio 2009), nella relativa Letter of Transmittal, modificata e ridefinita, e nel relativo materiale riguardante l'Offerta di Scambio (che collettivamente, cos come eventualmente modificati, ridefiniti, integrati o in altro modo di volta in volta variati, costituiscono i "Documenti dell'Offerta di Scambio"). L'Offerta di Scambio scadr alle 17:00, ora di New York, di mercoled 10 giugno 2009, salvo eventuale proroga della stessa. Le Obbligazioni portate in adesione potranno essere ritirate in qualsiasi momento fino alla data, compresa, di scadenza dell'Offerta di Scambio. CTI sta realizzando l'Offerta di Scambio al fine di ridurre l'ammontare in linea capitale del proprio debito in circolazione. CTI ritiene che la riduzione del proprio debito in circolazione sia necessaria per la prosecuzione delle proprie attivit alla luce dell'attuale struttura patrimoniale e delle prospettive reddituali. Qualora il valore totale delle Obbligazioni, portate validamente in adesione nei limiti del Controvalore di Scambio e non adeguatamente ritirate entro la data di scadenza, eccedesse l'importo che CTI offre per lo scambio, CTI accetter di acquistare Obbligazioni, portate validamente in adesione e non adeguatamente ritirate dall'Offerta di Scambio, ad un prezzo pari o inferiore al Controvalore di Scambio, calcolato pro rata sulla base di tutte le Obbligazioni portate in adesione. Piper Jaffray & Co. il financial advisor dell'Offerta di Scambio, Georgeson, Inc. agisce in qualit di information agent e U.S. Bank National Association agisce in qualit di depositario. 19/05/2009 - 08:42

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Stockholm Royal Seaport Selected for Newly Launched Climate Positive Development Program (sezione: Class action)

( da "ITnews.it" del 19-05-2009)

Argomenti: Class Action

STOCKHOLM, May 19 /PRNewswire/ -- - New Clinton Climate Initiative Programme to Demonstrate Economic, Environmental Strategies for Sustainable Urban Growth The Stockholm Royal Seaport development was announced today as one among 16 founding projects of the Climate Positive Development Program. The Clinton Climate Initiative (CCI) programme will support the development of large-scale urban projects that demonstrate cities can grow in ways that are climate positive. Climate Positive real estate developments will strive to reduce the amount of on-site CO2 emissions to below zero. The Climate Positive Development Program was launched by President Clinton, Founder of the William J. Clinton Foundation, on 19 May, 2009, at the C40 Summit in Seoul, South Korea. Along with the other founding projects, Stockholm Royal Seaport will demonstrate Climate Positive strategies, setting a compelling environmental and economic example for other cities to follow. To reduce the net greenhouse gas emissions of their Climate Positive Development projects to below zero, property developers and local governments will agree to work in partnership on specific areas of activity. This includes implementing economically viable innovations in buildings, the generation of clean energy, waste management, water management, and transportation and outdoor lighting systems. Last year, for the first time, half the world's population (3.2 billion people) lived in cities, and that figure is expected to grow to 70 percent by 2050. Cities occupy just 2 percent of the world's landmass, yet are responsible for more than two thirds of global energy use and greenhouse gas emissions. How cities change and grow is therefore a critical component for tackling the climate crisis. "The aim for Stockholm Royal Seaport is to be a showcase for sustainable urban construction where innovative Swedish environmental technologies and creative solutions are developed, tested and presented. The city district shall be an example for other cities to follow, a world-class environmental urban district," says Ulla Hamilton, Deputy Mayor, Environment and Traffic division. "Stockholm Royal Seaport has set an ambitious target of reducing carbon emissions. We have a strong focus on mobility management; promoting biking, public transport buses run on renewable fuels, and the use of plug-in hybrid cars. There are already charging poles for plug-in hybrid cars in the area, and this effort will be further extended. We are also looking very closely at the energy consumption of buildings - from low to zero to plus," she adds. The new city district, Stockholm Royal Seaport, is currently being built in Stockholm's harbour area. Due for completion in 2025, Stockholm Royal Seaport will be a showcase for sustainable urban design where innovative environmental technologies and creative solutions are developed, used and presented. On completion, Stockholm Royal Seaport will be home to some new 10,000 apartments and 30,000 work places. Located on former brownfield sites, the new city district has ambitious environmental targets. Stockholm Royal Seaport is aiming to be fossile fuel free by 2030, while the entire City of Stockholm is aiming for 2050. By 2020, residents and workers in Stockholm Royal Seaport should produce less than 1.5 tonnes of carbon emissions per person. The entire development project will focus on sustainable transport solutions, efficient building processes, energy conservation and energy efficiency, and on the whole adapted to future climate change. Swedes are good at creating sustainable and holistic system cycles. The key is to make it easy for residents to be environmentally friendly. This type of thinking is a gain to the City of Stockholm, contributing to a better environment and quality of life for its residents. By combining CCI's business and finance expertise with the technical knowledge of the US Green Building Council, the Climate Positive Development Program will support the planning and implementation process for each real estate development and establish the standards and metrics by which the sites can measure climate-positive outcomes. When the initial 16 projects are completed, nearly one million people will live and work in Climate Positive communities. These communities will be located in Melbourne, Australia; Palhoca, Brazil; Toronto, Canada; Victoria, Canada; Ahmedabad, India; Jaipur, India; outside Panama City, Panama; Pretoria, South Africa; Johannesburg, South Africa; Seoul, South Korea; Stockholm, Sweden; London, UK; San Francisco, USA and Destiny Florida, USA. High resolution press images: http://www.stockholmroyalseaport.com/page10.php Ulla Hamilton, Vice Mayor of Stockholm http://farm4.static.flickr.com/3326/3538011005_6a0df1bbba_o.jpg About the Clinton Climate Initiative The William J. Clinton Foundation launched the Clinton Climate Initiative (CCI) to create and advance solutions to the core issues driving climate change. Working with governments and businesses around the world to tailor local solutions that are economically and environmentally sustainable, CCI focuses on three strategic programme areas: increasing energy efficiency in cities, catalysing the large-scale supply of clean energy, and working to measure and value the carbon absorbed by forests. In each of these programmes, CCI uses a holistic approach to address the major sources of greenhouse gas emissions and the people, policies, and practices that impact them. class="hilite">CCI serves as the class="term">action arm of the C40, an association of large cities around the world that have pledged to accelerate their efforts to reduce greenhouse gas emissions. To learn more about the work of the Clinton Climate Initiative and the William J. Clinton Foundation, please visit http://www.clintonfoundation.org Press contact: Helena Widegren Head of Communications, The Mayor's Office +46(0)76-122-98-78 Press contact: Helena Widegren, Head of Communications, The Mayor's Office, +46(0)76-122-98-78

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studenti più lontani dai partiti premiato chi corre da solo - franco vanni (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 20-05-2009)

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Pagina XV - Milano Studenti più lontani dai partiti premiato chi corre da solo Sinistra universitaria prima alla Statale, Cielle si conferma più forte in Cattolica, fallisce lo sbarco annunciato del Popolo della libertà negli atenei, debutta la Lega Domani si festeggia il buon risultato con un brindisi in via Celoria FRANCO VANNI Sinistra universitaria, per la prima volta svincolata dai partiti, vince in Statale. Le liste legate a Comunione e Liberazione fanno il pieno di voti in Cattolica. è il risultato delle elezioni universitarie, che confermano ed estremizzano la differenza fra i due atenei. Ma le urne dicono anche molto altro. Anzitutto, l´affluenza rimane bassa: in Statale ha votato il 13.96% degli studenti, pochi in più rispetto a due anni fa. In Cattolica si scende dal 18 per cento del 2007 al 16.8 di oggi. Poi c´è il risultato magro delle liste legate al Pdl, con Azione universitaria che perde tutti i consiglieri di facoltà in Cattolica e cede un voto su quattro in Statale. A raccogliere la differenza è la Lega, che per la prima volta si presenta in via Festa del Perdono e viene scelta dal 4.3 per cento delle matricole. Altra evidenza è l´effetto modesto, se non nullo, dell´Onda studentesca sul voto. A Scienze politiche in via Conservatorio, quartier generale della contestazione anti Gelmini, al collettivo vanno appena 4 consiglieri di Facoltà e la lista ciellina risulta prima con 11 eletti. Per festeggiare il successo in Statale, gli studenti di Sinistra universitaria si sono dati appuntamento per domani al polo scientifico di via Celoria. Si brinderà al 48,41 per cento dei voti raggiunto correndo da soli (due anni fa era il 48,34 e la lista teneva dentro anche alcuni collettivi) e forse anche allo smarcamento dai partiti. Se nelle elezioni del 2005 molti candidati avevano in tasca la tessera dei Democratici di sinistra, oggi le cose sono cambiate. I ragazzi hanno deciso di non appoggiarsi al Partito democratico nemmeno per la stampa dei volantini. «Preferiamo pagare noi ma non avere vincoli», dicono. Ieri hanno ripetuto le loro ragioni di indipendenza agli attivisti del Pd che facevano campagna elettorale per le Europee e le Provinciali in via Festa del Perdono: «Vinciamo perché ci chiamiamo Sinistra e non ce ne vergogniamo», spiegavano gli studenti agli uomini del partito. Per Marco Bettoni, consigliere di facoltà a Giurisprudenza, «siamo stati premiati per il lavoro che abbiamo fatto in questi anni, coinvolgendo gli studenti». Altro gruppo che rivendica indipendenza dai partiti è Obiettivo studenti, lista ciellina arrivata seconda con il 35 per cento dei voti. «Il dato importante, oltre alla nostra vittoria a Farmacia e Veterinaria, è che a Lettere ci avviciniamo alla sinistra», dice Francesco Magni, rappresentante del gruppo. Chi invece esibisce il legame con le organizzazioni politiche di riferimento, sono i giovani del Pdl. Pochi giorni prima del voto avevano organizzato anche un incontro con il ministro della Difesa Ignazio La Russa. La lista, che in Statale si è presentata assieme ai giovani di Forza Italia, ha raccolto appena l´8 per cento, quando Azione universitaria da sola nel 2007 aveva preso l´11,7. Carlo Armeni, senatore accademico rieletto per Au, il calo dei voti lo legge così: «Per mesi in Statale ci è stato difficile portare le nostre idee perché venivamo aggrediti da gruppuscoli estremisti, e l´istituzione non ci ha tutelato». Una tesi sostenuta negli scorsi giorni anche da esponenti del partito, seccati per il magro raccolto fatto negli atenei. Rispetto a quel 4 per cento regalato alla Lega, Armeni sdrammatizza: «Siamo tutti di centrodestra». I ragazzi del Movimento universitario padano invece esultano: «In Statale non c´eravamo nemmeno, e siamo andati bene. In Cattolica cresciamo. Siamo tutti di centrodestra? Certo, ma noi teniamo alla nostra autonomia», dice Valeriano Ottolini, 22 anni, studente di Giurisprudenza in largo Gemelli. SEGUE A PAGINA XIV

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La crisi è seria, ma Franceschini pensa alle camicie nere il filosofo (sezione: Class action)

( da "Riformista, Il" del 20-05-2009)

Argomenti: Class Action

La crisi è seria, ma Franceschini pensa alle camicie nere il filosofo Messaggio politicamente pericoloso, chiaramente infondato e propagandistico, ma devastante per come scava nell'immaginario collettivo e per come può contribuire, per gruppi isolati e minoritari, perfino a trovare la legittimazione della loro possibile azione segue dalla prima pagina Due settori-chiave si sono messi in movimento: quello che ha una sia pur ridotta base operaia, con l'aggressione a Rinaldini - in presenza della moltiplicazione dei Cobas, cosa che va molto oltre l'episodio ricordato -; quello studentesco, con l'assedio all'Università di Torino in vista di quell'incontro fra rettori che intende affrontare il tema chiave dello sviluppo sostenibile. Si tratta di fatti politici, anche se in molti tendono a declassare, in particolare il primo, a episodio di teppismo. Che siano, come ovvio, fatti assai minoritari, non significa molto. La coincidenza temporale fra i due episodi che ho ricordato all'inizio, dovrebbe mettere in allarme anche gli ottimisti per costituzione, e francamente mi pare che le reazioni generali, con le dovute eccezioni, non siano adeguate. Ci si sofferma, prevalentemente, sulla diversità di atmosfera (e di problemi) rispetto ad epoche passate, quando la miscela operai-studenti innescò un clima e un fronte di iniziative che poi degenerò in terrorismo. La tendenza, oggi, è a esorcizzare. Su queste diversità è naturalmente facile consentire, ma non credo che rilevarle basti a rassicurare. Anzi. Alcuni dati della situazione attuale sono ugualmente preoccupanti, e comunque possono far presagire forme diverse di una dialettica estremistica di cui è difficile prevedere caratteri ed estensione. Mi è già capitato di scriverlo, quando in Francia si incominciò a sequestrare dirigenti d'impresa. Era fin troppo facile prevedere che non sarebbe avvenuta la stessa cosa in Italia, ed era anche facile immaginare che qui da noi il primo segnale sarebbe stata la contestazione di un dirigente sindacale. Che questo dirigente si chiami Rinaldini, vuole essere un forte messaggio politico a quei (magari) pochissimi che vorranno ascoltarlo. Significa che non si accetta nemmeno il fronte più "a sinistra" della mediazione sindacale, e che d'ora in poi chi si riconosce in quella frangia avrà libertà di comportamento. Tutto il sindacato, insomma, è servo del padrone. Il fronte studentesco, per quanto ridotto, non aspettava altro per mettersi in moto. Sia ben chiaro: non esiste un movimento studentesco nelle università, né oggi né in formazione. L'Onda è fatto ridotto ed è sempre stato tale, salvo che in qualche momento in cui la mobilitazione si è estesa quasi per automatismi e giovanilismi. Ma l'aspetto più preoccupante è proprio questo carattere minoritario e autoreferenziale. La debolezza della sinistra (su cui ha messo l'accento Piero Sansonetti) è elemento a doppio effetto: da un lato, riduce quella dialettica durissima che fu decisiva negli anni Settanta, quando settori del terrorismo italiano si schierarono e crebbero politicamente contro il Pci per impedire l'esito del compromesso storico, dall'altro essa lascia completamente scoperto un lato della rappresentanza politica, dove anche gruppi isolati possono muoversi fuori da ogni controllo. Se lo sguardo si rivolge alle forze politiche, la situazione non è meno preoccupante. È vero che la reazione a questi avvenimenti è unanime (e non poteva che essere così), e anche abbastanza larga la tendenza a ridurne il significato politico. Ma il dato principale sembra un altro. Ai tempi dei terribili anni Settanta, il reciproco riconoscimento tra le forze politiche era pieno (qualcuno disse fin troppo) e la lotta al terrorismo addirittura lo consolidò. Oggi, tra le forze politiche, il disconoscimento è totale, soprattutto, bisogna dirlo, ad opera dell'opposizione. Franceschini parla di camice nere e leggi razziste. Di Pietro, espliticitamente, di ventennio. E non parlo poi dell'intellettualità schierata con lui, che si segnala per neofitismo. Richiamerei l'attenzione dei responsabili del centrosinistra a riflettere seriamente su quelle che possono essere le indirette e (ovviamente) non volute conseguenze di atteggiamenti siffatti. Se il messaggio politico che si fa passare continuerà ad essere quello indicato, sarà del tutto inutile ritrovarsi insieme per respingere l'eventuale attacco al Rinaldini di turno. Quel messaggio è politicamente pericoloso, chiaramente infondato e propagandistico, ma devastante per come scava nell'immaginario collettivo e per come può contribuire, per gruppi isolati e minoritari, perfino a trovare la legittimazione della loro possibile azione. La crisi incalza, sacche di disperazione sociale si ampliano, il fronte politico è diviso e conflittuale, il sindacato idem. Che cosa si deve aspettare per preoccuparsi? Non si invita, naturalmente, l'opposizione a non svolgere il suo mestiere, cosa che avrebbe conseguenze ugualmente disastrose, ma a farlo con senso di responsabilità, rinunciando a rinfocolare un clima da guerra civile. Mi rivolgo, naturalmente, al Pd, giacché Di Pietro vive sulla rissa politica e non esisterebbe più senza di essa. Ma il Pd è pur sempre un grande partito che non vorremmo vedere impegnato a salvare l'Italia dal fascismo. Attenzione. La situazione è seria. Ognuno, per la sua parte, ne è responsabile. di Biagio de Giovanni 20/05/2009

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I "colletti bianchi" della malavita organizzata napoletana lavoravano da tempo anche nella p... (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 20-05-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Frosinone))

Argomenti: Class Action

Mercoledì 20 Maggio 2009 Chiudi di LUCIANO DE LEO I "colletti bianchi" della malavita organizzata napoletana lavoravano da tempo anche nella provincia di Frosinone, in particolar modo nel cassinate. Questo, in buona sintesi, è quello che è emerso nel corso di un'inchiesta anticamorra sfociata in un blitz messo a segno nella nottata fra ieri e l'altro ieri. La guardia di finanza (coordinata dagli inquirenti della Dda partenopea) ha sgominato un sodalizio di cui facevano parte 80 affiliati al clan Amato-Pagano, 4 ai Di Lauro e uno ai Licciardi. Le fiamme gialle, nel corso del blitz, hanno arrestato a Cassino un insospettabile promotore finanziario che, per conto degli "scissionisti", si occupava di reinvestire e di ripulire, acquistando titoli, azioni e prodotti finanziari, gli ingenti proventi ricavati dai traffici illeciti della camorra. I soldi che la malavita incassava dalle più disparate attività, soprattutto quelli del traffico di stupefacenti, venivano poi affidati anche a lui, che, per conto del capo clan Raffaele Amato, provvedeva personalmente a prendere contatti con banche e agenzie finanziarie nazionali ed estere. L'abile operatore economico, a quanto sembra con tutte le carte in regola per esercitare il suo mestiere, assieme ad altri componenti del sodalizio aveva provveduto ad accendere conti correnti anche a Montecarlo. Secondo gli inquirenti oltre 3 milioni di euro sarebbero stati depositati, tramite complesse manovre finanziarie, in una banca monegasca. Di oltre 5 milioni, invece, è l'intero capitale stimato del clan retto da Raffaele Amato, patrimonio suddiviso fra beni mobili ed immobili, società e titoli finanziari. Nel corso della stessa operazione è stato denunciato anche un secondo insospettabile consulente finanziario, che operava sulla piazza di Frosinone. Nel capoluogo le fiamme gialle hanno effettuato anche una serie di perquisizioni domiciliari e controlli. Almeno per ora, sui risultati di queste verifiche vige da parte degli inquirenti il massimo riserbo. A finire dietro le sbarre del carcere di Napoli è stato Ciro Uzzi, che aveva solo residenza fittizia nel capoluogo campano, ma in realtà era domiciliato e lavorava da tempo dalla Città Martire. L'uomo è stato ammanettato all'alba di ieri con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso e riciclaggio, mentre si trovava in un appartamento in via Abate Aligerno. Il promotore finanziario, che secondo gli investigatori lavorava per conto degli "scissionisti", viveva da molto tempo in quello stabile in pieno centro a Cassino. Era assieme alla sua convivente, una donna di origini russe, quando la Finanza ha bussato alla sua porta per arrestarlo. A quanto sembra l'uomo è risultato essere il proprietario anche in una abitazione nel capoluogo, dove la Finanza ha effettuato una perquisizione. In totale, nel corso del blitz, sono stati eseguiti 67 arresti delle 104 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Napoli a carico di presunti affiliati al clan Amato-Pagano, retto da Cesare Pagano e Raffaele Amato, detto 'O Lello, arrestato qualche giorno fa in una retata dei carabinieri, leader degli "scissionisti" contrapposti al clan Di Lauro, a cui l'uomo era affiliato prima della faida di Scampia. Oltre all'associazione a delinquere e al riciclaggio, gli inquirenti hanno contestato ai sodali anche omicidi, traffico di stupefacenti e armi, estorsioni, sequestri di persona e corruzione di appartenenti alle forze dell'ordine. «Sono indagini che vanno avanti da diverso tempo - ha detto il colonnello Giancostabile Salato - ogni giorno effettuiamo verifiche e controlli a tappeto al fine di arginare l'annoso fenomeno delle infiltrazioni malavitose in Ciociaria».

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Poco protetti nella Ue e in Usa, stressati dal lavoro in Italia (sezione: Class action)

( da "Manifesto, Il" del 20-05-2009)

Argomenti: Class Action

GIOVANI La denuncia di Le Monde e The Wall Street Journal: «Disoccupati, precari e mal pagati» Poco protetti nella Ue e in Usa, stressati dal lavoro in Italia Ma. Ga. Ma. Ga. Giovani sottopagati, precari e sempre più a rischio del licenziamento. Lo scenario che presentano l'inserto di Le Monde Economie e The Wall Street Journal rivela una verità, già nota, ma peggiorata dopo lo scoppio della recessione e difficile da accettare. In Francia, a marzo, i giovani disoccupati sono diventati 451.600 con un aumento di 119.000 unità rispetto a un anno fa; la Francia non ha la palma peggiore tra i paesi della Ue, tuttavia nel corso del 2008 il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 18% per i giovani di un'età compresa tra i 15 e i 25 anni. Mentre la maggior parte svolge un lavoro precario o a tempo determinato. La disoccupazione giovanile francese segue quella spagnola (29,6%), quella svedese (22,4%) e quella italiana (22,4%). Cambia il paese ma non cambia la sostanza. «Il Dipartimento al lavoro Usa - scrive The Wall Street Juornal - rende noto che ad aprile 2009 i disoccupati, di età compresa tra 25 e 34 anni, sono il 9,6% dell'intera forza lavoro statunitense. Il giornale avanza anche una dettagliata denuncia sul modo con il quale i giovani dipendenti sono licenziati, la facilità con la quale vengono «fatti fuori» in assenza di diritti di qualsiasi genere. Sono sottopagati e sottoposti a un orario di lavoro più lungo come pure a mansioni tra le più stressanti. E alla fine: «easier to lay off» ovvero il licenziamento è più facile. class="hilite">Una situazione che ha iniziato a fare tanto scalpore che alcuni hanno avanzato l'idea di promuovere una sorte di class="term">class class="term">action (causa collettiva) contro le compagnie e le aziende che ricorrono a questi mezzi di discriminazione. Discriminazioni che si basano su salari di accesso basso e di permanenza sempre inferiori a quelli di tanti lavoratori, in genere più anziani. Un'aria di discriminazione che si avverte anche in Francia «dove - dimostra Le Monde Economie - non c'è nessun rapporto per i più giovani tra un diploma conseguito e una realtà occupazionale»; «dove si trova semplicemente un lavoro precario». «Nel 2004, la prima occupazione a tempo determinato è stata pari al 74% delle occasioni date, mentre era al 25% per le generazioni che cercavano lavoro nel 1984 e del 50% per quelli del 2000». Per Francia, paesi della Ue e Stati uniti è un grossissimo problema e il 27 aprile scorso, ad esempio, il presidente Nicholas Sarkozy si è sentito obbligato a presentare un «Piano per i giovani». In Italia, invece, emerge che i lavoratori stressati dal lavoro sono nove milioni, il 41% del totale dei dipendenti. La denuncia della Scs Consulting - che si è avvalsa di dati Istat e Ispesl - è circostanziata e mostra una situazione peggiore di quella di altri paesi europei. Il 41% di stressati contro la media del 22% europea. Più specificatamente, in Inghilterra sono il 27%, in Germania il 25% e in Francia il 24%.

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Ieri non è stata proposta la tappa epica che era nell'idea degli organizzatori, ma la velocità e la lunghezza l'hanno comunque resa molto faticosa (sezione: Class action)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 20-05-2009)

Argomenti: Class Action

Ieri non è stata proposta la tappa epica che era nell'idea degli organizzatori, ma la velocità e la lunghezza l'hanno comunque resa molto faticosa --> Mercoledì 20 Maggio 2009 SPORT, pagina 46 e-mail print Ieri non è stata proposta la tappa epica che era nell'idea degli organizzatori, ma la velocità e la lunghezza l'hanno comunque resa molto faticosa. Prima ora di corsa a oltre 50 di media. Una partenza quanto mai veloce, con corridori che scattavano nonostante l'alta velocità. Se è la conseguenza del giorno di riposo, quasi preferisco non riposare più. L'azione buona ha stentato a nascere, nonostante una salita «vera» di tre chilometri, la Colletta di Cumiana. Poi, quando sembrava essersi formata, prima del Moncenisio, dopo oltre 130 km di corsa, la squadra di Garzelli ha fatto il forcing e sulla dura e stretta salita è partito come una freccia lo stesso Garzelli. L'ho seguito per oltre due chilometri, prima di mollare poco prima di vedere il cartello che segnalava meno un chilometro dal Gran premio della montagna. Sia Cunego che Simoni avevano perso contatto, mentre Armstrong era a proprio agio, come non mai in questo Giro. Nella successiva discesa molto tecnica, tanto per cambiare, ha forato Siutsou ed ha avuto bisogno che gli passassi la mia ruota. Così ho dovuto inseguire insieme a un gruppo di staccati. Poi è stata la volta della lunga ascesa verso Sestriere in una vallata con molto vento contrario. Mi è venuta in mente la prima volta che affrontai questa salita al Tour di 10 anni fa, sotto un temporale estivo. Garzelli ha fatto davvero un numero, da solo con il vento, avendo scollinato con lo stesso vantaggio con il quale aveva iniziato l'ascesa. Ma non ha potuto resistere alla velocità altissima con cui il gruppo ha percorso gli oltre 40 km di discesa prima della salita di Pra' Martino, dove la corsa è esplosa. La discesa ripida, insidiosa, ricca di tombini, buche e canali di scolo per l'acqua ha fatto pronunciare commenti che è meglio non riportare, dopo quanto successo a Milano. Ma si sapeva che questo Giro ha insidie ogni giorno. Oggi ci aspetta la discesa del Turchino verso Arenzano. E facilmente il gruppo sarà ben più folto. 20/05/2009 nascosto-->

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Altro che nuovi leader Nelle elezioni universitarie l'Onda non vince mai (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 20-05-2009)

Argomenti: Class Action

n. 120 del 2009-05-20 pagina 3 Altro che nuovi leader Nelle elezioni universitarie l'Onda non vince mai di Gabriele Villa Occupano. Anzi, okkupano con la kappa d'ordinanza, ovviamente. E poi, quando escono allo scoperto ma coi volti coperti, indossando caschi e passamontagna e maneggiando bastoni, dietro a uno scudo lungo oltre dieci metri, camuffato da striscione, lasciano a terra, come è accaduto ieri a Torino, 22 poliziotti e due carabinieri. Contusi e feriti. In crisi di astinenza da guerriglia urbana i giovani dell'Onda, perfettamente in sintonia con migliaia di ragazzi dei centri sociali di diverse città italiane che, in simili occasioni, non si fanno mai pregare per dar manforte, cercano disperatamente di mostrare al mondo una forza che non hanno. Che non hanno mai avuto. Dietro quest'Onda anomala o semplicemente stupida che sia, specializzata nel disordine organizzato, c'è infatti il vuoto pneumatico. Persino nei giorni del recente autunno caldo della contestazione, contro la riforma Gelmini, ecco, persino allora l'Onda contava come il famoso due di picche a briscola. Sono i numeri a dimostrare che il movimento, sorto con l'obbiettivo primario di fare a pezzi e respingere al mittente «la più odiosa riforma della scuola», come qualcuno l'aveva definita, ha sempre tentato di galleggiare ma è andato alla deriva sulla zattera di numeri minimali. Vediamoli dunque questi numeri. Alle elezioni universitarie di Milano, svoltesi giusto pochi giorni fa, i collettivi, riuniti sotto la sigla Demos, non hanno raccolto alcun seggio e si sono piazzati all'ultimo posto, dietro i leghisti del Mup. Di fatto l'Onda ha così raccolto circa 300 voti e ha dovuto assistere alla vittoria dei moderati di Sinistra universitaria (tre seggi al Senato accademico, due al Cda, due al Cidis, uno al Comitato pari opportunità), davanti ai ciellini di «Obiettivo studenti» e ad «Azione universitaria». È andata ancora peggio in Cattolica, dove ha dominato «Obiettivo studenti», la lista vicina a Cl. Per loro 27 seggi nei Consigli di facoltà, due nel Comitato per lo sport universitario e tre nel Cda Educatt, l'ente per il diritto allo studio. È un voto che ben poco lascia all'immaginazione perché se le elezioni universitarie a Milano dovevano essere il banco di prova per le proteste dello scorso autunno, ebbene, queste si sono rivelate un fiasco per chi voleva trasformare la tornata in un plebiscito antigovernativo. Se è vero come è vero che in Cattolica su 4.843 votanti «Ateneo Studenti» ha totalizzato 2.849 preferenze, cioè il 59 per cento, raggiungendo così la maggioranza assoluta, in via Festa del Perdono, dove hanno sede le facoltà umanistiche che sono state teatro delle barricate autunnali, la Sinistra Universitaria è la prima lista, ma nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio di Facoltà di Lettere e filosofia, storici capisaldi delle rivolte studentesche, ha perso 118 voti ed un seggio. L'Onda non è rappresentata istituzionalmente nemmeno a Roma, all'università che, in qualche modo, le ha dato i natali, la Sapienza. Dove ha votato il dieci per cento degli studenti aventi diritto. Tra le otto liste in lizza, i primi tre posti sono stati ad appannaggio di «Vento di cambiamento» (radicata nella facoltà di medicina e quindi legata al rettore Luigi Frati) che ha preso circa 2800 voti; «Mondo Sapienza» (legata a Comunione e Liberazione) e «Azione Universitaria» (costola di Alleanza nazionale), con circa 1600 voti. E se il presidente romano di «Azione universitaria», Matteo Petrella, ha commentato: «Alla Sapienza abbiamo stravinto, l'Onda è un movimento marginale», Luca Cafagna portavoce del movimento, ha dovuto riconoscere che «l'Onda non è rappresentabile in università a Roma perché alla Sapienza hanno vinto le liste legate ai partiti che sono al governo». Vero che nella Torino di queste ore violente la lista studenti indipendenti, nata dall'Onda, ha conquistato due dei tre posti in Cda, strappandoli all'Udu, cioè alla lista di sinistra tradizionalmente forte. Ma che dire di quanto accaduto in Puglia? Alle elezioni universitarie di Bari, ateneo che conta 56mila iscritti, l'Onda non è riuscita neanche a mettere insieme una lista autonoma. Così al Senato accademico gli studenti hanno premiato con 4605 voti la lista Studenti indipendenti, priva di connotazioni politiche, e subito dopo, con 3.544 preferenze il listone di centrodestra formato da Azione universitaria, Unidea - Taranto universitaria - Studenti per l'Università. Solo 1.961 voti per l'Udu-Unione degli universitari, vicina al centrosinistra. Sarà un caso ma, visto come sono andate le cose, l'Onda ha deciso di non presentarsi a Napoli e a Genova. Mentre a Palermo, sembra alla frutta. Tanto che, scandendo lo slogan «Noi la mensa non la paghiamo» attivisti dell'Onda hanno pensato bene, non si sa mai, di occupare la mensa dell'Università. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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E i nemici si alleano (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 20-05-2009)

Argomenti: Class Action

n. 120 del 2009-05-20 pagina 12 «Reggio e Messina? Due cloache» E i nemici si alleano di Redazione Ogni mattina, quando aprono le finestre si vedono l'un l'altra e si guardano in cagnesco. Si detestano Reggio e Messina, due campanili separati da una striscia di mare che più blu non ce n'è un altro, due regioni a loro modo rivali. Però stavolta Reggio e Messina, ferite nell'onore, si mettono d'accordo e vanno a braccetto in tribunale per far fronte, class="hilite">oggi si dice class="term">class class="term">action, contro il cattivo che le ha infangate. Il cattivo di turno è un giornalista che dalle antenne de La7 ha definito «Reggio Calabria e Messina due cloache». Apriti cielo, si sono mossi subito i due sindaci, per l'occasione amicissimi, Giuseppe Scopelliti, primo cittadino di Reggio ha perfino ospitato «in casa sua» a Palazzo San Giorgio sede dell'amministrazione comunale calabrese il collega siciliano Giuseppe Buzzanca. I due Giuseppe hanno trovato un'unitaria strategia: indennizzo-risarcimento di mille euro per abitante ai danni dell'emittente. E tanti saluti alle cloache. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Vulcani: conta la prevenzione (sezione: Class action)

( da "Denaro, Il" del 20-05-2009)

Argomenti: Class Action

Professioni ambiente & territorio Vulcani: conta la prevenzione La due giorni di studio - a Napoli e Nicolosi - vede i geologi protagonisti Francesco Russo* Il Convegno Internazionale sul rischio vulcanico organizzato dagli Ordini dei geologi di Sicilia e Campania con l'alto Patronato della Presidenza della Repubblica il 27 e 28 Aprile nelle sedi di Napoli e Nicolosi (e che ha avuto larga eco mediatica) si colloca lungo il percorso intrapreso da tempo dai geologi per contribuire alla nascita di una nuova cultura di gestione del territorio, non sarà utilizzato per rivendicare "saggezza" a scapito di altri ma vuole rappresentare un tassello di una crescita collettiva che, purtroppo, casualmente coincide con l'arco temporale in cui il nostro paese stà vivendo il dramma che ha colpito l'Abruzzo. Un dramma che ancora una volta ha riacceso la rabbia e lo sdegno per l'incuria e l'inerzia su quanto si sarebbe dovuto e potuto fare per la salvaguardia della vita di una collettività prima che l'evento naturale la colpisse così duramente. Il dibattito che ne è scaturito travalicando il confine degli addetti ai lavori ha generato non solo un inedito bisogno diffuso di capire fino in fondo la profonda differenza tra "previsione" e "prevenzione" ma anche la necessità per ognuno di comprendere come tali diversi significati debbano incidere nel quotidiano. Questa nuova attenzione della collettvità nazionale deve essere non solo mantenuta viva ma implementata ed indirizzata verso la nascita di un rinnovata cultura. Il nostro, infatti, è fino ad oggi il paese che non ha occhi per guardare al passato. Una miopia istituzionale unica ripercorre le strade sbagliate della politica delle emergenze, resa prassi consolidata di fatto ma del tutto insufficiente a ristabilire quei parametri di sicurezza e vivibilità che oggi la collettività richiede. Nelle sedi convenute e con un parter di spessore internazionale non ci si è soffermati solo sulle questioni squisitamente tecniche inerenti Montagne di Fuoco Vesuvio ed Etna ma sono scaturiti una serie di quesiti che necessitano di una risposta. Il Convegno si è articolato sia per il Vesuvio che per l'Etna in sessioni parallele sui rischi connessi alle due aree, sul convivere dell'uomo con esse e sulla visione dei vulcani come risorsa. Il Vesuvio e l'Etna, infatti, con i Campi Flegrei e le isole Eolie delimitano uno spazio limitatissimo del pianeta che è di fatto un laboratorio di studio delle catastrofi naturali unico al mondo. Edificati dalla natura e da un cospicuo intervento antropico mai programmato la sua unicità è relazionabile non solo alla sua potenziale pericolosità ma anche ad una crescita socio-economica in sicurezza derivante dagli studi e le ricerche in sito. Nei due giorni di convegno sono stati accesi i riflettori su questi due distretti vulcanici che per rischi sono tra i più pericolosi al mondo, con l'intento di stimolare se non provocare azioni concrete di reale prevenzione che consentano di valorizzare al meglio le risorse territoriali esistenti. Il Vesuvio inattivo dal 1944 è e resta non solo un vulcano attivo ma anche uno dei più pericolosi al mondo. A questa consapevolezza scientifica non corrisponde una eguale consapevolezza nell'agire e nella gestione politico-istituzionale finalizzate ad una seria opera di prevenzione che dovrebbe permeare l'intera collettività. Il rischio Vesuvio si è così implementato in modo esponeziale grazie a una politica del territorio asservita non allo sviluppo sociale ma esclusivamente a quello economico intriso di una componente malavitosa e dall'abusivismo. Il territorio soggetto al rischio Vesuvio è oggi in Europa quello a più elevata antropizzazione dove il costruire dell'uomo è forse ancora più precario di quello che ha determinato la catastrofe dell'Abruzzo. In un'ipotesi minimalistica la potenziale eruzione coinvolgerebbe diciotto comuni dislocati a ridosso del Vesuvio (Zona Rossa), coinvolgendo circa seicentomila persone. In realtà le ripercussioni anche solo di tipo indotte potrebbero coinvolgere anche parte delle province di Salerno, Caserta ed Avellino (Zona Gialla). Potrà una eventuale catastrofe immanente essere gestita con l'emergenza? Alcuni, forse, ritengono l'intervento facilitato dalla sussistenza dei cosi detti fenomeni precursori che consentirebbero di allertare ed evacuare la popolazione. In realtà, nulla mutando, gli stessi segnali premonitori potrebbero da soli rappresentare una catasrofe nella catastrofe. Domandiamoci quali sono le capacità organizzative di gestire un esodo che coinvolge circa 600.000 persone e ciò senza voler considerare il potenziale effetto domino che solo nell'interland vesuviano coinvolgerebbe milioni di persone. Domandiamoci se tutte queste persone sono preparate ad essere gestite ed a gestire se stesse in una situazione di allarme che le vedrebbe aspettare nella zona a rischio, ordinatamente e magari per alcuni giorni, il loro turno per l'evacuazione. Teniamo conto che fenomeni precursori dell'eruzione saranno scosse sismiche, sollevamento del suolo, aperture di nuove fumarole e che questi colpiranno insediamenti urbani estesi fino a poche centinaia di metri dal cratere, costruiti con la filosofia del massimo profitto a discapito del minimo grado di sicurezza per chi ci abita, e privi di qualsiasi opera infrastrutturale degna di essere considerata come un'adeguata via di fuga o quanto meno di evacuazione. Con tali premesse è molto più verosimile ipotizzare un esodo "spontaneo" ed incontrollabbile che da solo sarebbe forse più devastante della stessa eruzione. Senza accennare ai risvolti che si avrebbero in caso evacuazione per falso allarme. Questo non è allarmismo gratuito ma un invito a chi oggi gestisce il territorio a riflettere su queste due giornate di studio evidenziando fin d'ora che per prevenire il rischio vulcanico sono necessarie scelte giuridiche ed etiche tese a una radicale riconversone del territorio che allontani l'uomo da tali zone. Nel 2003 la Regione Campania con il Progetto Regionale Vesuvia ( La scelta possibile) pose in essere un positivo approccio al rischio Vesuvio. Perseguendo il blocco dell'abusivismo ed una riduzione della densità abitativa, attraverso incentivi economici pari a trentamila euro, della cosiddetta zona rossa. Parallelamente si prospettava una completa riconversione di quel territorio in funzione di quegli elementi naturali o antropici propri del territorio senza mutarne la natura, bensi, dando il via ad una loro rigenerazione. Vesuvia conteneva le premesse per coniugare sviluppo sostenibile e sviluppo eco-compatibille dando corpo alla creazione di musei all'aperto, al turismo geo-archeologico, ad itinerari naturalistici. Si ipotizzava, quindi, un utilizzo razionale dell'esistente a testimonianza dell'evoluzione di quel territorio e degli uomini che lo hanno vissuto. Tutto ciò oggi risulta, di fatto, un'ennesima opera incompiuta e dimenticata? Del progetto Vesuvia sono rimasti solo gli opuscoli? Doveroso è rivitalizzare questo progetto per ridare cittadinanza alla razionalità nell'affrontare una problematica essenziale alla sopravvivenza della nostra comunità regionale. Noi geologi siamo consci che per ottenere un risultato reale convegni ed interviste, anche se necessari, da soli non bastano. L'attenzione per temi, quale è il rischio vulcanico, deve assumere una dimensione quotidiana ed ordinaria con azioni concrete. Addetti ai lavori e cittadini devono condividere le conoscenze acquisite e scelte anche se queste ultime si dovessero rivelare impopolari. Il convegno non è stato e non sarà l'ennesima luce accesa e subito dopo spenta , ma attraverso i canali mediatici i geologi campani, con il supporto del mondo scientifico, continueranno, dopo una serena analisi degli scenari che potrebbero delinearsi, a richiedere alle istituzioni soluzioni non condizionate dall'urgenza del verificarsi . * presidente dell'Ordine dei geologi della Campania del 20-05-2009 num.

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Parmalat: nuova procura ad Altroconsumo (sezione: Class action)

( da "Altroconsumo.it" del 20-05-2009)

Argomenti: Class Action

Parmalat: nuova procura ad Altroconsumo 20-05-2009 Alcuni dei soggetti coinvolti nel crac Parmalat hanno cambiato denominazione. Se ti sei rivolto a noi per il risarcimento, è quindi necessario fornirci nuovamente due copie della procura, firmate e autenticate. Abbiamo organizzato alcuni appuntamenti per procedere all'autentica dei documenti. Roma: 26, 27 e 28 giugno nella nostra sede di piazza Barberini 5. Milano: 3, 4 e 5 luglio all'Oratorio della Parrocchia di San Cipriano, in via Carlo d'Adda 31. Orari: 10-17 venerdì e sabato; 10-16 domenica. Domande e risposte per chiarire ogni dubbio L'class="hilite">azione per cui mi state chiedendo nuovamente la documentazione è compatibile con la class="term">class class="term">action alla quale ho aderito negli Stati Uniti? Certamente, non c'e' assolutamente incompatibilita' tra le due azioni. Perché mi chiedete ancora procure? Non vanno bene quelle già inviatevi in passato? Una società contro la quale agiamo ha modificato l'assetto societario. È elevato il rischio il rischio di lasciare al giudice la decisione riguardo alla correttezza della nostra procura contenente la vecchia denominazione (ovvero: la società che ha cambiato nome è sempre formalmente la stessa che è indicata nella vecchia procura?). Modificare le procure elimina ogni possibilità di contestazione della difesa. Potete cambiare la procura? Per esempio il Segretario Comunale accetterebbe di autenticarla se presentasse le caratteristiche utili a farla rientrare negli atti di nomina del difensore previsti dal Codice di Procedura Penale, art. 39 D.Lgsl. 271/1989 - legge sulle norme di attuazione del nuovo Codice di Procedura Penale. Cosa devo fare? La procura non può essere modificata. In ogni caso ogni frase che richiama una normativa non pertinente rischia di diventare un consistente appiglio per una eccezione degli avvocati della difesa, rallentando o bloccando il processo o, nella ipotesi minore, bloccando la tua posizione. Occorre il bollo per l'autentica della Procura? La procura può essere autenticata senza l'apposizione di alcun bollo. Se non posso venire a Roma o a Milano, entro quale data devo farvi pervenire tutta la documentazione, procure autenticate comprese? Entro il 15 luglio 2009, in busta chiusa indirizzata a: Altroconsumo servizio soci - Parmalat via Valassina, 22 - 20159 Milano Non posso venire a Milano o Roma e non posso/voglio rivolgermi a un notaio. Cosa devo fare? Purtroppo devi rinunciare ad agire in giudizio rappresentato da Altroconsumo. Se non sono più interessato a proseguire devo fare (e pagare) qualcosa? Non devi pagare nulla a nessuno. Se rinunci ti chiediamo soltanto di inviarci una conferma scritta (va bene anche via email). Quanto posso ragionevolmente aspettarmi dalla causa italiana? Altroconsumo chiede il rimborso al 100% ma quanto arriverà dipende dal giudice. Perché mi chiedete un estratto conto recente? Basta inviare un estratto conto dei tempi del crack, utile a mostrare il danno subito e, se possiedi ancora i titoli, un estratto conto attuale (puoi cancellare ogni altro dato per tutelare il tuo diritto alla riservatezza).

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IX RAPPORTO DI CITTADINANZATTIVA-PIT SERVIZI I SERVIZI PUBBLICI ALLA PROVA DEL QUOTIDIANO: NEL 2008 +25% DI LAMENTELE RISPETTO AL 2007. EMERGENZA SERVIZI LOCALI, TLC SOLITA MAGLIA (sezione: Class action)

( da "marketpress.info" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

Giovedì 21 Maggio 2009 IX° RAPPORTO DI CITTADINANZATTIVA-PIT SERVIZI I SERVIZI PUBBLICI ALLA PROVA DEL QUOTIDIANO: NEL 2008 +25% DI LAMENTELE RISPETTO AL 2007. EMERGENZA SERVIZI LOCALI, TLC SOLITA MAGLIA NERA Roma, 21 maggio 2009 - Le telecomunicazioni si confermano per il terzo anno in testa ai servizi più criticati dai cittadini (24% delle segnalazioni), ma la vera emergenza riguarda l’erogazione dei servizi pubblici locali (+171% di reclami rispetto al 2007), a causa soprattutto della gestione spesso opaca del servizio idrico. Male anche la Pa che raccoglie il 20% di lamentele, anche se i trend maggiormente in ascesa li troviamo nel settore dell’energia (+39%), dei servizi bancari (+63%) e postali (+88%). Ormai rassegnati i pendolari, stanchi anche di protestare (-27% i dati riguardanti il trasporto). On line su www. Cittadinanzattiva. It il dossier completo. L’analisi, che viene presentata oggi a Roma (c/Centro Congressi Roma Eventi, via Alibert n°5 dalle ore 9:30 alle 13. 00) alla presenza del Ministro Brunetta, è il frutto di 8. 330 segnalazioni (+25% rispetto all’anno prima) che i cittadini hanno rivolto nel 2008 al Pit Servizi, il servizio di Cittadinanzattiva che fornisce gratuitamente ai cittadini assistenza e tutela dei diritti nei servizi di pubblica utilità. Ne emerge una classifica dei settori in cui si riscontrano le maggiori criticità. Settori 2008 Variazione ’07-‘08 Telecomunicazioni (telefonia fissa, mobile, Internet, pay tv) 24% +7,5% Pa (multe, fisco, pratiche amministrative, welfare) 20% +19% Servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, tpl) 13% +171% Servizi bancari & finanziari (mutui, titoli, finanziarie, c/c, carte) 13% +63% Energia elettrica & gas 10% +39% Servizi postali 6% +88% Beni e prodotti 5% -27% Trasporti (ferroviari e aerei) 5% -27% Assicurazioni (Rc auto, ramo vita/infortuni) 4% -20% Fonte: Cittadinanzattiva – Ix Relazione Pit Servizi, maggio 2009 Il commento: “Negli anni passati” afferma Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, “le segnalazioni riguardavano soprattutto la scarsa qualità dei servizi, oggi i cittadini non riescono più ad accedere ai servizi, attendono troppo o comunque non riescono a sostenerne i costi. In un contesto difficile come quello che stiamo vivendo, ci si aspetterebbe l’attivazione di un sistema di tutele volto a rafforzare i diritti dei consumatori. Purtroppo, in Italia, sta accadendo esattamente l’opposto: da un lato si congelano le leggi che hanno ad oggetto l’attuazione di maggiori tutele per i consumatori come la class="term">class class="term">action, dall’altro anziché ampliare il quadro normativo si torna indietro sulle liberalizzazioni. Il risultato è che a soffrire non è solo il potere di acquisto, ma anche la tutela dei diritti, e i cittadini ne pagano il conto sia in termini di denaro che di tempo perso: diminuisce il primo e aumenta il secondo in attesa che si ripristini un qualsivoglia disservizio”. E la casistica è quanto mai ricca e riguarda tutti i settori: Telefonia: Si guasta la linea telefonica di casa? Si può attendere anche 60 giorni, a fronte di un tempo medio previsto di 48 ore come da Carte dei Servizi dei gestori. Se invece la si vuol traslocare, i tempi si riducono a 45g. (a fronte di standard che parlano di soli 10g), per aumentare a 90g se si vuol cambiare gestore Internet. Costi: pagate in media 150€ di penali per recedere da un contratto di telefonia mobile e 50€ per una utenza fissa, in spregio alla legge che le ha abolite. E la rimodulazione tariffaria ha comportato per i cellulari rincari medi annui da 49 a 83€. Banche: 100 giorni per la cancellazione dell’ipoteca a Udine come a Prato o Roma, quando la legge parla di 30g dall’estinzione del mutuo. Per la cancellazione dalla banca dati cattivi pagatori si aspettano anche 36 mesi invece dei 12 stabiliti. E ancora, per estinguere anticipatamente un mutuo a Roma, Firenze, Torino e Catania si è atteso anche 90 giorni. Costi: pagati 600€ di media per penali in caso di estinzione anticipata dei mutui, da tempo vietate dalla c. D. “riforma Bersani-2”. Da Torino a Macerata passando per Caserta, Napoli, Roma e Cagliari, pagati dai 50 a 200€ per una semplice chiusura del conto corrente, operazione gratuita a seguito della c. D. “Bersani 1”. Analogamente, spesi dai 200 ai 400€ per la rinegoziazione dei mutui, e dai 300 ai 500€ per la portabilità, operazioni rese anch’esse gratuite. Il record ad Urbino: richiesti 1900€ per spese accessorie (tassi, bolli, perizie tecniche) non dovute in tema di portabilità del mutuo. E ancora: pagate a Verona 587€ di spese occulte per credito al consumo, e 660€ a Reggio Emilia per l’estinzione anticipata di un prestito. Per non parlare di finanziarie che applicano tassi fino a 3 punti percentuali superiori a quelli usurai, e delle commissioni per le carte prepagate che arrivano al 10% della somma ricaricata. Sempre in tema di estinzione anticipati dei mutui, pagate penali superiori anche del 35% rispetto ai massimi imposti dall’accordo Abi/consumatori. Servizi pubblici locali: fatture dell’acqua inviate un mese dopo la scadenza, quelle dei rifiuti anche due mesi dopo. Per non parlare dell’odissea dei treni regionali, per i quali non è previsto alcun rimborso: nel Lazio, per tratte di percorrenza di un’ora o poco più, i ritardi hanno superato le 2 ore. Costi: negli ultimi anni, una famiglia media ha pagato un canone di depurazione, a fronte di un servizio mai erogato, pari a 1674€ in pr. Di Trapani, 1037€ a Potenza, 941 a Belluno, 788€ a Pisa. A Latina, per una errata fatturazione della bolletta dell’acqua, richiesti 880€ a fronte di un consumo reale di 214€. Il record in pr. Di Udine: richiesto un conguaglio di 2514€ sempre per errata fatturazione dell’acqua. Il tutto mentre la bolletta del servizio idrico integrato ha toccato incrementi del 38% ad Agrigento (da 322 a 445€, città più cara d’Italia), e quella dei rifiuti del 24% nella città più cara, Siracusa (da 323 a 400€). Energia: per un primo allaccio alla rete elettrica a Roma si è aspettato anche 6 mesi quando si parla di 5g dal ricevimento della richiesta. Sempre nella capitale, “solo” 5 mesi per l’attivazione del servizio gas a fronte dei 10g lavorativi. Peggio è andata a Bari: a causa di un errore dell’azienda, un utente non ha ricevuto fatture per 7 mesi, vedendosi cessare la fornitura di elettricità per morosità per 50 ore. In generale, si riesce a passare da un gestore ad un altro, ma in diverse zone d’Italia prima di 3 mesi è difficile. Sempre a Roma, la risposta ad un reclamo può essere evasa anche dopo 4 mesi, a fronte dei 40g previsti. Diritti violati e imperfetta tutela del consumatore: Al di là dei singoli settori, le segnalazioni nel loro insieme evidenziano che i diritti più disattesi sono quello all’informazione e al servizio (18% ciascuno). Seguono le violazioni del diritto alla sostenibilità economica (16%), alla trasparenza e alla qualità (12% ciascuno), alla tutela e all’equità contrattuale (9%). Poco frequenti le segnalazioni in tema di lesione del diritto alla sicurezza (3%), alla partecipazione civica e alla scelta (1% ciascuno). Ecco l´Italia vista dai cittadini, settore per settore: Telecomunicazioni (24% sul totale delle segnalazioni): regna una evidente disparità tra le parti che si sostanzia nella carenza di informazioni pre-contrattuali fornite al consumatore. Prima della sottoscrizione del contratto, gli operatori telefonici forniscono spesso informazioni incomplete o distorte su tariffe, durata della promozione, velocità navigazione Adsl, che poi si rivelano false una volta che si è aderito telefonicamente al contratto. La telefonia fissa risulta l’ambito delle tlc dove si riscontrano maggiori criticità anche se nel 2008 le segnalazioni sono diminuite dell’11% (dal 72% al 61% sul totale delle tlc). Aumentano invece del 10% i disservizi nella telefonia mobile (dal 15% al 25% sul totale delle tlc). In crescita anche i casi che riguardano internet (+8%) e Pay Tv. Le principali criticità riguardano: la bolletta per la telefonia fissa, la modifica unilaterale delle condizioni contrattuali per la telefonia mobile, servizio discontinuo e lento per Internet e Adsl. Servizi pubblici locali (13% sul totale delle segnalazioni): la crescita esponenziale delle lamentele è legata all’incidenza dei tributi locali sul bilancio delle famiglie e al basso livello di qualità dei servizi. I servizi più critici sono l’acqua (56% sul totale delle segnalazioni relative ai servizi locali, + 32% rispetto al 2007), i rifiuti (16%, -5%) ed il trasporto pubblico locale (11%, come un anno fa). Le principali criticità riguardano la restituzione del canone di depurazione indebitamente pagato per l’acqua, problemi di fatturazione per i rifiuti (spese non dovute, conguagli elevati, ritardi invio delle bollette), carenza e inaffidabilità del servizio per il trasporto locale (interruzioni del servizio e ritardi, scarsa frequenza di corse in alcune fasce orarie). Servizi bancari & finanziari (13% sul totale delle segnalazioni): carenza di informazione in fase pre-contrattuale e poca trasparenza dei contratti continuano ad essere le bestie nere del settore nonostante le norme di tutela e garanzia introdotte negli ultimi anni a favore dei risparmiatori. Il fallimento della Lehman and Brother e le conseguenze sulle obbligazioni acquistate dai piccoli risparmiatori (il più delle volte ignari dell’effettiva garanzia legata al titolo) ha prodotto una nuova crisi del risparmio, evidenziando una volta di più l’asimmetria contrattuale che vi è tra le parti. I mutui risultano oggetto delle maggiori criticità (34% delle segnalazioni relative alle banche, anche se in forte diminuzione rispetto al ’07, -23%), seguiti dai prodotti finanziari (33%, +25% rispetto ad un anno fa) e dai prestiti personali/finanziamenti (13%, -2%). Le principali criticità riguardano alti tassi di interesse e mancata applicazione delle “Bersani” per i mutui, preoccupazioni sugli investimenti legati a titoli “tossici” (obbligazioni o polizze legate a Lehman and Brother) e azioni Alitalia, difficoltà nella restituzione del prestito. Energia: 10% sul totale delle segnalazioni): predominano le lamentele sul versante dell’energia elettrica (71% sul totale delle segnalazioni riguardanti il settore energia, -6% rispetto al ‘07) rispetto a quelle relative al gas (29%, +6%), ma analoghe sono le criticità: bollette (tecnicismo dei termini, poco trasparenti per i costi), interruzione del servizio/morosità (a seguito di contestazioni, indirizzi sbagliati), contatori (sbagli nella lettura dei consumi, telelettura), call center (tempi di attesa, scortesia, scarsa chiarezza info), tariffe elevate. Per dati, approfondimenti e proposte anche in tema di Pa (20% sul totale delle segnalazioni), servizi postali (6%), beni & prodotti (5%), trasporti (5%), assicurazioni (4%): www. Cittadinanzattiva. It. . <<BACK

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Addio Sinistra arcobaleno. C'è (sezione: Class action)

( da "Manifesto, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

CAMPIDOGLIO Addio Sinistra arcobaleno. C'è «Roma in Action» La Sinistra arcobaleno finisce qui. Nel consiglio comunale di Roma e un po' in tutta Italia. Ieri, il capogruppo al Campidoglio, Andrea Alzetta, ha annunciato che d'ora in avanti cambierà anche il nome: da Sinistra arcobaleno a «Roma in Action», riferimento neppure troppo velato all'associazione basata nel centro sociale Corto Circuito che vede proprio Andrea «Tarzan» Alzetta tra i propri leader. «La Sinistra arcobaleno non esiste più, anzi non è mai esistita - dice il comunicato che annuncia il nuovo nome - E' deflagrata sotto il peso della sconfitta elettorale». class="hilite">Il gruppo «Roma in Action» prenderà vita anche nei Municipi X e III, grazie ai consiglieri Rino Fabiano e Cristiana Cortesi, pure loro attivisti di Action. E tutti e tre hanno fissato un appuntamento per il 4 giugno al Corto circuito per discutere di quel che sarà della sinistra capitolina.

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Rurale, soci oltre quota 3000 (sezione: Class action)

( da "Adige, L'" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pinetano Domenica l'assemblea di bilancio Rurale, soci oltre quota 3000 «Tante azioni utili alla comunità» PINETANO - Domenica prossima la Cassa Rurale Pinetana Fornace e Seregnano presenterà ai soci un bilancio positivo. In un momento di crisi economica la banca ha proposto un ricco pacchetto di iniziative a beneficio della collettività. Basti pensare al taglio del costo dei mutui casa, ma anche a «Cuore solidale» o al Club Giovani Soci di età compresa tra i 18 e i 35 anni. «Presenteremo un bilancio che contiene molti motivi per essere soddisfatti del lavoro compiuto dal consiglio di amministrazione e dall'organico di collaboratori - anticipa il presidente Fabio Svaldi , affiancato dal direttore Renzo Osler . I depositi hanno raggiunto i 402 milioni di euro (+6%) con una crescita della raccolta diretta pari al 13%, gli impieghi hanno superato i 330 milioni di euro (+4,12%). Sono numeri positivi anche se il 2009 sarà un anno impegnativo a causa del difficile momento congiunturale». La base ha superato quota tremila: oggi i soci sono 3.023. Il patrimonio è superiore ai 46 milioni di euro e consente alla banca di guardare al futuro con serenità e, soprattutto, di mettere in campo molte azioni utili ai soci, ai clienti e alla comunità nel suo complesso. Oltre alla presentazione del Bilancio 2008, sarà sottoposto ai soci l'adeguamento dello Statuto sociale alle nuove disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche. La base sociale sarà inoltre chiamata ad eleggere le cariche in scadenza. 21/05/2009

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posta elettronica, basta raccomandate (sezione: Class action)

( da "Mattino di Padova, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 7 - Attualità Posta elettronica, basta raccomandate Brunetta: «Da settembre meno code negli uffici pubblici con le mail certificate» ASCOLI PICENO. «Dal prossimo mese di settembre verrà fornita a tutti i cittadini che ne faranno richiesta la Pec, Posta elettronica certificata, gratuita e senza spese». Lo ha detto il ministro Renato Brunetta, ad Ascoli a un incontro elettorale della Pdl. «Con la Pec - ha deto - tutti i cittadini potranno inviare agli uffici pubblici e anche ricevere la loro raccomandata elettronica per fare qualsiasi tipo di richiesta o di prenotazione, in tempi rapidissimi e senza ritardi». Secondo il ministro della Pubblica amministrazione «ciò diminuirà notevolmente le code e le file agli sportelli, il consumo di carta e le attese che spesso si verificano, semplificando molto le procedure e dando un servizio efficiente agli italiani». Per il ministro, con il nuovo strumento diretto i cittadini «avranno finalmente voce e potranno richiedere qualsiasi documento o avere prenotazioni nei tempi previsti dalla legge, e quindi ottenere risposte rapide e sicure. Nel caso questo non avvenga, si potrà fare ricorso con un azione collettiva ai tribunali amministrativi». Brunetta ha poi ricordato alla platea di aver «con piccole innovazioni ridotto l'assenteismo nella pubblica amministrazione del 40%. Nemmeno padre Pio ci sarebbe riuscito... Io ho tanto successo perché ho scoperto l'acqua calda», ha detto ancora, riferendosi alle misure per rendere più efficiente la pubblicazione amministrazione. Ieri Brunetta ha anche ventilato l'abolizione del valore legale del titolo di studio. «Tanto più viene meno il valore legale dei titoli di studio tanto più aumenta il valore dei contenuti degli stessi curricula», ha detto. Brunetta ha anche ribadito che «tra qualche tempo nelle università ci saranno i curricula dei professori online e le performance dei ricercatori con il relativo ranking» (posizione nella graduatoria). Immediata la replica dell'Unione degli Universitari, che ritiene «inaccettabile» l'intenzione del ministro di abolire il valore legale del titolo di studi. «In questo modo - afferma in una nota - non si tutelerebbe più il riconoscimento del percorso formativo e si incentiverebbero invece meccanismi clientelari».

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NebuAd, agonia e resurrezione (sezione: Class action)

( da "Punto Informatico" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

Roma - Un logo che colora un contenitore vuoto: così si presenta ora la pagina web di NebuAd, fornitore statunitense di servizi di behavioral advertising. Le autorità si sono scagliate contro l'invasività di questo tipo di servizi, i provider hanno perso interesse, il giro di affari si è affievolito fino a spegnersi. NebuAd si proponeva come un mediatore tra provider e inserzionisti: comprava utenti dagli ISP, acquistava la possibilità di monitorare le abitudini online dei cittadini della rete. Informazioni che analizzava e vendeva ad inserzionisti interessati a proporre alle platee dei netizen annunci quanto più aderenti ai bisogni e agli interessi di ciascuno. NebuAd si proponeva di tracciare clic e scandagliare sessioni di navigazione, ma le prime sperimentazioni si sono invischiate nelle critiche e nelle perplessità: i provider proponevano l'adesione a NebuAd come un semplice strumento per migliorare l'esperienza di navigazione, il servizio di behavioral adverising si era però scontrato con le autorità. I provider avevano progressivamente rinunciato alla possibilità di spremere i propri utenti, si erano verificate le prime defezioni nel team di NebuAd. NebuAd non aveva convinto il Congresso: le condizioni di utilizzo non erano spiegate con sufficiente chiarezza, ai cittadini della rete non veniva data la possibilità scegliere in maniera consapevole se aderire o meno al servizio. Non aveva convinto nemmeno un manipolo di cittadini statunitensi, class="hilite">impegnati in una class="term">class class="term">action per vedersi riconoscere il diritto alla riservatezza e al consenso informato. I provider, coinvolti nel processo, avevano tradito: avevano dichiarato la propria estraneità alle pratiche di tracciamento, avevano assicurato di essere partecipanti passivi delle operazione del servizio di behavioral advertising. Nonostante la pubblicità comportamentale sia un servizio che non sembra far paura alla metà dei cittadini statunitensi, le autorità si erano mobilitate per regolamentare e contenere le pratiche di deep packet inspection. Ma ora NebuAd si dichiara fuori dai giochi, sommersa dai debiti. L'azienda lo ha comunicato al tribunale incaricato di dirimere il contenzioso che la coinvolge. I creditori saranno risarciti, le operazioni saranno dismesse. NebuAd non costituirà più una minaccia. Perlomeno negli Stati Uniti. NebuAd, spiega NODPI, avrebbe trasferito le proprie operazioni nel Regno Unito, dove aveva aperto una filiale quando ancora il business era promettente: ora si presenterebbe sotto il nome di Insight Ready. Nel Regno Unito NebuAd potrebbe trovare terreno più fertile, provider pià collaborativi e regolamentazioni meno rigide: a dimostrarlo, l'evolvere dell'affaire Phorm. Il servizio, analogo a NebuAd, aveva avviato delle sperimenztazioni fin dal 2006 tenendo completamente all'oscuro i cittadini della rete coinvolti. Le autorità non avevano battuto ciglio: se le attività di deep packet inspection vengono condotte concedendo ai netizen la possibilità di svincolarsi, sarebbero pienamente legali. Solo la procedura di infrazione avviata dall'Europa potrebbe increspare le acque nell'Isola, solo il fatto che le autorità UE considerino intercettazione il behavioral advertising potrebbe ostacolare dal punto di vista legislativo l'attività di Phorm. E quella di una eventuale reincarnazione di NebuAd: il governo del Regno Unito continua a ritenere che le leggi a tutela della privacy possano disinnescare tutte le minacce tese dai servizi di behavioral advertising. Gaia Bottà

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Request for Classification of a Legal Claim as a Class Action Against Oil Refineries' and Carmel Olefins (sezione: Class action)

( da "ITnews.it" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

HAIFA, Israel, May 21 /PRNewswire/ -- Oil Refineries Ltd. (TASE: ORL.TA) (the "Company"), Israel's largest oil refiner, announced that on May 17, 2009 a request for the classification of a class="hilite">legal claim as a class="term">class class="term">action claim, as defined in Action Law - 2006 (hereinafter: the "Request"), was filed with the Haifa District Court against the Company and Carmel Olefins Ltd. (hereinafter: the "Responders"). The Request was filed with respect to non-monetary damages caused, according to the Requestor, as a result of two smoke emissions events which occurred on September 15, 2003 and October 5, 2003 (hereinafter: "the Events"), with regards to which three prior requests for classification of the claims as class="term">class class="term">action have already been submitted, two of which are still pending. The Requestors claims that each of the members of the Group is to be compensated NIS 1,500 with respect to, among others, health risks, damage to autonomy, distress and discomfort as well as for damages to Requestors resulting from global warming, caused, according to the Requestors, as a result of the events. The Requestors ask, in their Request, to represent the citizens of Kiryat Tivon, Kfar Hassidim, Nofit, Sha'ar Ha'amakim and Rehassim (hereinafter: "the Group"). According to the Requestors, the Group comprises of approximately 22,500 people and the total amount that the Responders need to compensate the Group is approximately NIS 34 million. It should be noted that the majority of the causes of class="term">action claimed herein, appear in the previous claims and the amounts noted in the Request are lower than the amounts noted in prior request to which the Company is a party to. As part of the Request the courts have been asked to review the Request together with the prior requests. The Company is currently studying the Request with the assistance of its legal advisors. About Oil Refineries Ltd. Oil Refineries Ltd. (ORL), located in the bay area of the city of Haifa, is Israel's largest oil refinery. ORL operates sophisticated and state-of-the-art industrial facilities with refining capacity of 9 million tons of crude oil per year, with a Nelson complexity index of 7.4, providing a variety of quality products used in industrial operation, transportation, private consumption, agriculture and infrastructure. The Company is also active in the area of Aromatics and Polymers through wholly-owned Gadiv Petrochemical Industries Ltd. and 50% owned Carmel Olefins Ltd. ORL is traded on the Tel Aviv Stock Exchange under the ticker ORL. For additional information please visit the Company's website: http://www.orl.co.il Contacts: Company Contact: Igal Salhov, Chief Financial Officer, Oil Refineries Tel: +972-4-878-8152 ContactIREn@orl.co.il Investor Relations Contact: Ehud Helft Fiona Darmon GK Investor Relations Tel: +1-646-797-2868 +972-52-695-4400 info@gkir.com Contacts: Company Contact: Igal Salhov, Chief Financial Officer, Oil Refineries, Tel: +972-4-878-8152, ContactIREn@orl.co.il; Investor Relations Contact: Ehud Helft Fiona Darmon, GK Investor Relations, Tel: +1-646-797-2868, +972-52-695-4400, info@gkir.com

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Contributi di bonifica da pagare , il Consorzio di Burana vince anche in secondo grado (sezione: Class action)

( da "Sestopotere.com" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

Contributi di bonifica da pagare , il Consorzio di Burana vince anche in secondo grado (20/5/2009 20:15) | (Sesto Potere) - Modena - 20 maggio 2009 - Dopo le vittorie della bonifica in Commissione Tributaria Provinciale, ora l’ennesima conferma, la più rilevante, dell’inaffidabilità delle ragioni addotte da Antonio De Franco, a capo del movimento Mab Unico avverso la legittimità dei contributi di bonifica. Sono arrivati infatti gli esiti delle prime sentenze in secondo grado emesse dalla Commissione Tributaria Regionale di Bologna: le cartelle del Consorzio di Burana sono legittime e quindi da pagare. Questo, infatti, è il verdetto dei primi 4 contenziosi già esaminati a livello provinciale ora vagliati nell’appello in Regione. Il risultato soddisfa quindi le attese del Consorzio di Burana, al contrario di quanto millantato, anche con azioni denigratorie, dal comitato di Antonio De Franco: il contributo di bonifica è un obbligo di legge e pertanto va pagato. Il presidente del Consorzio di Burana Fausto Balboni ha così commentato le sentenze della Commissione regionale favorevoli all’Ente: “Il movimento Mab Unico, che contava in un capovolgimento di fronte a livello regionale dei risultati negativi già conseguiti con le sentenze della Commissione Provinciale, deve ora accettare l’infondatezza delle proprie tesi. Il Rag. De Franco, fino ad oggi, ha solo istigato i contribuenti, previa adesione al suo movimento, ad azioni contro la bonifica senza alcun fondamento giuridico e, ciò dal nostro punto di vista è ancora più grave, dimostrando una totale ignoranza delle importanti attività svolte dalla bonifica. Speriamo che ora che ha perso anche in appello smetta con le sue azioni millantatorie che vanno in un’unica direzione: la lesione degli interessi della collettività.” Il direttore dell’Ente, Gianni Chiarelli ribadisce: “speriamo che il risultato ottenuto oggi in Regione faccia calare il sipario sulle azioni del Mab Unico, movimento che ci ha fatto perdere fin troppo tempo e ha causato solo danni economici e disorientamento ai nostri contribuenti. La bonifica, ossia la nostra rete di canali e di impianti, svolge oggi un’attività fondamentale di presidio del territorio ed assicura allo stesso l’acqua per irrigare garantendo, al contempo, lo scolo delle acque di pioggia: la legge questi compiti li riconosce e li tutela.

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GIUSTIZIA. Class action, Cncu: "Basta con le proroghe" (sezione: Class action)

( da "HelpConsumatori" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

News GIUSTIZIA. Class action, Cncu: "Basta con le proroghe" 21/05/2009 - 16:26 Le Associazioni del Cncu (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti) hanno oggi reso nota la loro posizione sull'azione collettiva risarcitoria e chiesto una formale audizione ai presidenti di Camera e Senato per illustrare le ragioni della ferma opposizione al testo licenziato da Palazzo Madama. "Stop alle proroghe sulla class action: l'attuale articolo 140 bis del Codice del consumo deve entrare in vigore!". Così le Associazioni rifiutano il testo di recente approvato dal Senato che giudicano inapplicabile e dannoso per i consumatori, avulso dal Codice del consumo, e contrario alle indicazioni provenienti dall'Unione europea in merito alla prossima introduzione dell'azione collettiva risarcitoria transfrontaliera. In vista del prossimo appuntamento elettorale, infine, le associazioni dei consumatori auspicano che ciascun candidato sostenga la definitiva entrata in vigore del testo sulla class action di cui all'articolo 140 bis del Codice del consumo. 2009 - redattore: VC

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La rivoluzione del ministro "birichino" riceve il sì del CdM (sezione: Class action)

( da "Comunicatori Pubblici" del 21-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pubblicato il: 18-05-2009 La rivoluzione del ministro “birichino” riceve il sì del CdM Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto di attuazione della legge delega sul lavoro pubblico, che prevede una riforma radicale della pubblica amministrazione. Il provvedimento verrà ora sottoposto alla discussione delle Camere, poi approderà alla Conferenza Stato Regioni e al Cnel (i contenuti sono disponibili sul sito del Ministero). L'annuncio è stato dato in conferenza stampa il 15 maggio da Silvio Berlusconi che ha ironizzato sulle minacce di dimissioni del ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione Renato Brunetta: ''Ha usato una tattica da birichino, ma ha ottenuto un ottimo risultato”. Tra le novità l’introduzione dell'obbligo, per i dirigenti, di un periodo di lavoro-studio all'estero presso le organizzazioni internazionali. Nel provvedimento compare anche la class="term">class class="term">action nella PA, ma la partenza è prevista non prima di gennaio 2010. Su questo è aspra la critica del Pd. “Il Ministro Brunetta cede alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici - afferma Linda Lanzillotta -. Rinuncia alla class="term">class class="term">action che lui stesso aveva indicato come la rivoluzione che avrebbe finalmente tutelato i cittadini nei confronti dei soprusi delle amministrazioni e di chi eroga servizi pubblici”. Critica che si aggiunge ai malumori dei sindacati per una approvazione del cosiddetto decreto antifannulloni avvenuta senza il loro coinvolgimento. Il cuore della riforma riguarda comunque la meritocrazia che si farà sentire anche nelle differenze in busta paga: ''Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità. Non è stato fatto mai neanche nel privato se non per qualche iniziativa singola'', ha detto il ministro e ha commentato: “Questa non è una partita che si gioca tra governo e il sindacato dei dipendenti pubblici, ma riguarda tutto il Paese: riguarda i cittadini, i sindacati del settore privato e anche quelli dei datori di lavoro, come la Confindustria''. Nel weekend Brunetta è riuscito a far parlare di sé tutti i giornali veneti per aver lasciato intendere di essere disponibile a candidarsi alla carica di sindaco della città di Venezia senza rinunciare però al suo incarico di governo. “Non lascio il ministero, ma amo molto Venezia e sono sempre a disposizione per dare una mano alla mia città". Alle amministrative si vota nel 2010 e se il prossimo anno gli venisse proposto dal Pdl di candidarsi a sindaco per competere contro il centrosinistra di Massimo Cacciari, il ministro ha fatto capire chiaramente che valuterebbe volentieri una sua eventuale discesa in campo in laguna. Brunetta ha parlato però di una “subordinata”. Vale a dire della possibilità di fare contemporaneamente il ministro e il sindaco. “Non ci sono problemi di incompatibilità” ha affermato a Venezia sabato alla terrazza sul Canal Grande dell’Hotel Europa & Regina dove si è recato per presentare i candidati alle provinciali del Pdl. Giada Lonardi

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Il sabato che divide (sezione: Class action)

( da "Stampa, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

A favore Gerardo Turturro Contro NON SERVE Carlo Marrese È NECESSARIO Il sabato che divide OPERAIO DI TERZO LIVELLO «Ti chiedono di scioperare ma intanto si sono già messi d'accordo prima tra loro» OPERAIO DI QUARTO LIVELLO Il lavoro si prende quando c'è sono monoreddito I soldi mi servono «Gli operai della Multipla saranno in cassa: perché non dividere il lavoro?» Sciopero perché nessuno mi dice neppure una parola sul mio futuro [FIRMA]MARINA CASSI Il primo dei sei sabati lavorativi alle Carrozzerie di Mirafiori arriva - come spesso accaduto anche nel passato - accompagnato da un carico di polemiche tra sindacati. Certo è lo sciopero della Fiom. E ieri, pur in assenza di un comunicato, i delegati Fim hanno confermato ai compagni di lavoro l'impegno preso la scorsa settimana anche perché non ci sono novità nè sulla data dell'incontro con azienda e governo nè sulla gestione della cassa integrazione. Questa volta, però, i toni sono bassi e non paiono mettere in discussione la gestione unitaria che Fim, Fiom, Uilm e Fismic stanno facendo della crisi. I militanti Fiom saranno ai cancelli della fabbrica alle 5 per distribuire un volantino a chi andrà a lavorare, ma non si tratta in alcun modo di un picchetto. E' l'organizzazione che ha tenuto ferma con più convinzione la scelta dello sciopero alle Carrozzerie dove la Fiat - per 800 addetti della linea mista Punto, Musa e Idea - ha chiesto, come da contratto, sei sabati di lavoro per fronteggiare un incremento degli ordini. Il segretario Giorgio Airaudo dice: «Fiat e governo vogliono farci discutere di esuberi, mentre noi vorremmo parlare di prodotti. Vogliono dividere i lavoratori tra Nord e Sud, tra i pochi che fanno straordinari e i molti che fanno cassa integrazione». La Uilm con Flavia Aiello spiega che non sciopera più - malgrado la decisione fosse unitaria - «perché è stata tolta la cassa alla MiTo e la prossima settimana ci sarà l'incontro». E Roberto Di Maulo, per la Fismic, dice: «Ho visto il fronte sindacale sfaldarsi e con rammarico abbiamo deciso di soprassedere in attesa di un chiarimento». Gerardo Turturro ha 48 anni. Si ricorda benissimo la data in cui è entrato a Mirafiori: il 25 luglio del 1988. E' operaio di terzo livello, quello più diffuso nello stabilimento. Stamattina alle sei sarà a casa sua. In sciopero. Scusi, ma quanto guadagna al mese? «Pochissimo: l'ultima busta era di 1145 euro. Bella cifra vero?». E quanto rende un sabato in fabbrica? «Difficile fare i conti esatti, ma più o meno intorno agli 85-88 euro». Non poco. «No poco, non tanto; è così». Non le servirebbero? «Certo che mi servirebbero e anche tanto». Allora perché non va a lavorare? «E' molto semplice». Ce lo spieghi. «Perché oggi e per altri cinque sabati mi vogliono far lavorare, ma non sono disposti a dirmi neppure una parola sul mio futuro, su quello che accadrà a Mirafiori e negli stabilimenti italiani». Quindi sciopera per una questione di principio? «Esatto. Sciopero perché vedo che mentre io e altri come me dovrebbero andare a lavorare in straordinario gli operai della linea della Multipla staranno in cassa per due settimane. E' giusto? Non si potrebbe dividere il lavoro che c'è?». Immagino che lei abbia impegni economici pressanti come li affronta? «Li ho, come tutti. Non pago il mutuo perché l'ho estinto, ma quest'anno si deve cambiare la caldaia. Costa. Ma il punto non è questo». E qual è? «E' che io non chiedo la luna. Chiedo solo un piano industriale che ci faccia stare tranquilli. Chiedo la sicurezza del posto. E poi io sono contrario in genere allo straordinario al sabato». Perché? «Finiscono in tasse, ti fanno saltare gli assegni famigliari. E non mi va che l'azienda ti prenda e ti molli a suo piacimento: prima la cassa due settimane al mese, adesso gli straordinari». I suoi compagni andranno? «Qualcuno andrà è ovvio anche se non è contento. Come dire? Pensano che sia meglio mangiare questa minestra senza protestare. Io no».\Carlo Marrese ha 47 anni e da 22 è a Mirafiori dove in Carrozzeria è team leader con il quarto livello. Lui sarà in fabbrica alle 6 di stamattina, senza rimpianti. Quando guadagna al mese? «Sono lì tra i 1350 e i 1400 euro». E quanto le rende un sabato al lavoro? «Intorno agli 80-90 euro lordi». E' per questa cifra che andrà in fabbrica? «Ho proprio bisogno. Sono un monoreddito e voglio far studiare mia figlia. Per me la cosa più importante. Praticamente la mia è una scelta obbligata». Non ha pensato di scioperare? «Io non ho mai scioperato in vita mia e neppure sono mai stato a casa malato». E ha anche sempre fatto straordinario? «Ma certo. Il lavoro si prende quando c'è, io non mi tiro indietro mai. E poi sono uno che non può star fermo; se non sono in fabbrica dipingo la casa o faccio altri lavoretti. Io mi metto sempre dalla parte del titolare». In che senso? «Nel senso che se chiede significa che ha bisogno. Se va bene per loro va bene per noi. Adesso tirano e parecchio i modelli Gpl. Meglio; così si lavora. O no? Anche se c'è una cosa che non mi piace». Quale? «Alla Multipla la cassa continua. Prendono 800 euro al mese, una miseria. Credo che l'azienda dovrebbe almeno far lavorare chi ha un solo reddito altrimenti come fanno a vivere?». Lei è in fabbrica da molti anni, ha visto tante crisi. Come le ha vissute? «Alti e bassi ne sono passati tanti, ma io in cassa non ci sono mai finito. Solo adesso ne ho fatta un po', ma poca». Adesso non ha timori per il suo futuro? «Vedremo. Io spero solo che non sia tutta una fregatura». Che cosa vuol dire? «Spero che non mi facciano lavorare tanto adesso, e tanto si lavora perché mai nessuno che va in pensione viene sostituito, per poi lasciarmi a casa domani». Non ha mai pensato che una azione collettiva possa servire? «No, non serve. Ti chiedono di scioperare ma intanto si sono già messi d'accordo prima tra loro». \

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Nuova colletta proposta dalla Cei il 30 e 31 maggio nelle parrocchie (sezione: Class action)

( da "Cittadino, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

Nuova colletta proposta dalla Cei il 30 e 31 maggio nelle parrocchie n A seguito della crisi economica internazionale che ha investito anche l'Italia, la Conferenza episcopale italiana (Cei) costituisce un fondo nazionale straordinario di garanzia orientato alle necessità delle famiglie in difficoltà, indicendo una colletta nazionale da tenersi in tutte le chiese il 31 maggio. Si tratta di un'iniziativa che vuole rispondere alle esigenze del momento presente, come segno di quella carità che anima la Chiesa. Le misure a livello nazionale si integrano con quelle già in atto nella diocesi di Lodi. n Chi sono i destinatariI destinatari sono le famiglie che abbiano perso l'unico reddito, con almeno tre figli oppure segnate da situazioni di grave malattia o di disabilità. Si può ritenere che il numero delle famiglie in queste situazioni si aggiri tra le venti e le trentamila.La scelta di concentrarsi sulla famiglia ha in sé un valore educativo e promozionale. Inoltre, essendo un ambito limitato, permette di ottimizzare le risorse disponibili, che sono comunque contenute, ed evita azioni di supplenza rispetto ai compiti dello Stato. Il fondo viene istituito di concerto con l'Associazione Bancaria Italiana (ABI), che a sua volta ha proposto a tutte le banche di aderire all'iniziativa. Non eroga direttamente denaro, ma costituisce un capitale a garanzia degli interventi da parte degli istituti di credito aderenti. La modalità di intervento prevede che a ciascuna famiglia sarà erogato un contributomassimo di cinquecento euro mensili per un anno, per un totale di seimila euro. Il contributo potrà essere prorogato per un secondo anno e per lo stesso importo, se permangono le condizioni di necessità iniziali. Le parrocchie indicano i possibili destinatari alla Caritas diocesana. A questo livello si svolge la prima parte dell'istruttoria, attestando l'effettiva presenza dei requisiti richiesti secondo i criteri definiti a livello nazionale, e viene indicata la banca a cui rivolgersi. La banca avvia in tempi molto brevi l'iter per concedere il prestito, che sarà erogato mensilmente. Se viene meno lo stato di necessità, l'erogazione viene sospesa. La restituzione del prestito alla banca inizierà nel momento in cui la famiglia disporrà nuovamente di un reddito certo, e comunque non prima di uno o due anni, e avrà la durata massima di cinque anni. Il tasso di interesse è commisurato al 50 per cento del livello medio attuale, equivalente a un Taeg del 4,5%. Il fondo sarà operativo a partire dal 1° settembre.n PRESTITO DELLA SPERANZADal 31 maggio è possibile sostenere l'iniziativa con un versamento sul c/c banc. codice Iban:IT19 Q033 5901 6001 0000 0006 893 - Banca Prossima del Gruppo Intesa Sanpaolo. I versamenti effettuati presso gli sportelli del Gruppo Intesa San Paolo sono gratuiti, C/c postale 96240338.G.Bos.

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Domani il primo Meeting provinciale dell'ambiente (sezione: Class action)

( da "Arena, L'" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

Sabato 23 Maggio 2009 SPECIALI Pagina 38 APPUNTAMENTO A CASTEL D'AZZANO, PRESSO IL PARCO «LE SORGENTI DEL CASTELLO» Domani il primo Meeting provinciale dell'ambiente NUMEROSE INIZIATIVE RIVOLTE AI VISITATORI ED UN CONVEGNO E FORUM PER GLI ADDETTI AI LAVORI Energie rinnovabili, prodotti ambientalmente sostenibili e laboratori didattici. Tutto questo Vi aspetta domani, domenica 24 maggio, al Parco «Le sorgenti del Castello» di Castel d'Azzano, per il 1° Meeting provinciale sull'ambiente, in una cornice semplice e naturale, organizzato da MEG srl, CEA Legambiente Verona e VerdeBlu Onlus, con il contributo della Provincia di Verona e del Comune di Castel d'Azzano. L'evento vuole diventare un appuntamento annuale aperto a chi voglia approfondire ogni aspetto legato alle tematiche ambientali, dalle tecnologie pulite alla raccolta differenziata, dai prodotti ambientalmente sostenibili al biologico. In programma diverse eventi legati da un filo conduttore comune: la tutela del territorio, bene primario cui tutti possiamo dare un contributo di sostenibilità con azioni collettive mirate e piccoli singoli gesti quotidiani. Il convegno, evento centrale della giornata, tratterà di «Tutela dell'ambiente nella provincia di Verona: punti di vista diversi per un obiettivo comune», con forum e discussioni che toccheranno le più importanti tematiche ambientali. Punti di vista diversi, perché interverranno personalità e tecnici di estrazione ed orientamento politico anche opposti, ma con il medesimo obiettivo: tutelare, proteggere, promuovere politiche di sviluppo sostenibile e di attenzione all'ambiente. Il convegno tratterà della biodiversità nel Parco naturale regionale della Lessinia, della rete ecologica nella provincia di Verona, delle attività di recupero e cura della fauna selvatica in difficoltà, di caccia e di recupero delle aree dismesse e dei territori degradati (ex discarica di RSU «Taglietto 2» a Rovigo e l'oasi naturale «Le risorgive» a Castel d'Azzano), del ruolo del cacciatore nella conservazione dell'ambiente naturale, nel rispetto di una sua fruizione razionale e sostenibile. Ancora,si parlerà di ambiente e qualità della vita a Verona, in provincia, della percezione dell'ambiente. Una giornata per chi desidera informarsi e discutere su tematiche ambientali, trascorrendo qualche ora all'aria aperta tra scoperta, gioco e cucina.  

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mus'a in su canopoleno sabato 23 alle 17 in piazza santa caterina verrà presentata la rivista ... (sezione: Class action)

( da "Nuova Sardegna, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 24 - Sassari Mus'A in su Canopoleno Sabato 23 alle 17 in piazza Santa Caterina verrà presentata la rivista ... Mus'A in su Canopoleno Sabato 23 alle 17 in piazza Santa Caterina verrà presentata la rivista in lingua sarda «Logo Sardigna». Public La rassegna di arte contemporanea prosegue questo sabato 23 maggio con altri due nuovi eventi. Negli spazi della mostra "Public - Metamorfosi urbane", allestita nel Palazzo della Frumentaria, si terrà alle 18,30 una performance poetica dell'artista Mario Pischedda dal titolo "Urbi et orbi/s". Alle 19,30, in una delle sale dell'ex-Convento degli Scolopi attualmente in ristrutturazione (via Satta), verrà inaugurato N.A.C. - Nuove Azioni Collettive, un progetto artistico di Leonardo Boscani e Erik Chevalier. Trekking Per domenica 24 si organizza una camminata a Sa Giuntura fino allo spettacolare canyon di Gorroppu con un percorso che permetterà di vedere alcune delle località più belle e spettacolari del Supramonte. Per informazioni 347 4540708. Memoria storica torresina Sono ancora aperte le iscrizioni all'associazione Memoria Storica Torresina. Per informazioni cliccare su http://amst1903.altervista.org oppure telefonare allo 079/222428 dalle 16 alle 21. Teatro Latte Dolce Commedia in lingua sassarese. Sabato 30 maggio al Teatro Verdi alle ore 21. La Compagnia Teatro Latte Dolce presenta "Pio E Agniri" commedia in 2 atti di Ugo Niedda. Per info e prenotazioni dei posti numerati telefonare allo 079 246020 ore pomeridiane. Istituto Commerciale Qualifica in 2 anni e Diploma in 4 anni nel Corso Serale presso l'Istituto Professionale per i Servizi Commerciali «Giovanni XXIII», in via De Carolis, 6 a Sassari. Le iscrizioni scadono improrogabilmente il 31 maggio 2009, informazioni presso la segreteria didattica al numero 079/292309. Arte e solidarietà L'Associazione Arte e Solidarietà ha aperto le iscrizioni per le proprie attività a scopo promozionale impartisce lezioni gratuite di techiche decorative, decoupage, cucito, uncinetto, bigiotteria, per informazioni 349 2918036 dal lunedì al giovedì ore 17-19 oppure è aperta la sede negli stessi orari via A. Usodimare 9 (Latte Dolce). Concerti aperitivo Domenica 24 maggio alle 19 in viale Coppino 2/b, quinto appuntamento della rassegna «Le domeniche per 50 +/- Novecento», concerti aperitivo nello Spazio Clusterart organizzati dall'Associazione culturale Euterpe con la direzione artistica di Angela Miele. «La musa del jazz l'improvvisazione sulle ali di Pannonica», con Paolo Alderighi al pianoforte. Mostra Francesca Bosic Prosegue fino al 6 giugno nello spazio espositivo della libreria Messaggerie Sarde la personale di Francesca Bosic "Intersezioni" orari 9.30-13 16.30-20. Convegno "L'analisi corporea della relazione, dal corpo alla parola". Questo il tema del convegno organizzato dall'associazione culturale Ananda Ashram, in programma venerdì 29 e sabato 30 maggio, nella sala convegno dei Vigili Urbani di Sassari. Relatore il dott. Marino Ostanel psicologo psicoterapeuta e analistista corporeo. Escursione a Dorgali Per domenica 31 maggio si organizza una gita a Dorgali per conoscere l'antica festa della tosatura e per visitare alcuni angoli naturalistici e archeologici di particolare interesse e bellezza. Per info Laura: 392 7797036. Pellegrinaggio Viaggio a Loudes L'associazione culturale Aics Ossi, organizza dal 18 al 22 giugno un viaggio a Lourdes. Con volo Alghero-Girona, Girona-Alghero. Per info: chiamare dopo le 17 ai numeri 347/3738506. Teatro a Porto Torres Appuntamento da non mancaresabato 23 maggio alle ore 21 con la Compagnia Teatro Sassari che presenta al Teatro Comunale Andrea Parodi di Porto Torres la divertentissima farsa in tre atti "Sarto per signora" di Georges Feydeau, per la regia di Alfredo Ruscitto Patrocinio Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Porto Torres e Fondazione Banco di Sardegna. Posti numerati. Per informazioni telefonare al 336 817361. Viaggio in Germania Alla scoperta della Romantische Strasse. Partenza da Alghero il 15 giugno e rientro il 23 giugno visita a Francoforte, Bamberg, Rothenburg, Norimberga Regensburg, Wurzburg, gole del Danubio, Monaco di Baviera, Dachau, Augsburg e castelli bavaresi. Info 079 273330 Cassa edile Anche quest'anno vengono organizzati i soggiorni estivi gratuiti per i figli, dai 6 ai 17 anni, dei lavoratori iscritti. Le domande scadono il 15 giugno. E viene organizzato anche un viaggio, gratuito, a favore dei lavoratori iscritti e delle rispettive coniugi. Le domande scadono il 30 giugno. I moduli di domanda sono a disposizione degli interessati negli uffici della Cassa, sul sito www.cassaedilesassari.it o presso le Organizzazioni sindacali dei lavoratori. Club estivo Campo all'aria aperta allo stadio T.Siddi-via poligono 2 Sassari per i bambini (dai 4 ai 13 anni), seguiti da animatori competenti, simpatici e dinamici praticheranno attività ludica anche con giochi di squadra, attività motoria, ballo e novità di quest'anno "giocando con l'inglese". Per info tel. 079/244136-347/2963645 dalle 11 alle 13 al numero 328/0076312 ore pasti. Corso estivo di run tone up all'aria aperta allo stadio dei pini "T.Siddi" Via poligono 2 Sassari (corsa ed esercizi con pesetti e cavigliere) per uomini e donne. Info 328/0076312 al mattino e al 345/5846508 dalle 19,30 in poi. Volontari Volonari ospedalieri Sassari: sono aperte fino al 25 maggio le adesioni per coloro che vogliono dedicare 2 ore alla settimana del loro prezioso tempo. Per informazioni chiamare: 079/319362- cell. 3495507000 o mandare e-mail a vos@live.it Mostra Il 23 maggio si inaugurerà alle 18,30 all'associazione Dissimili-Lisena, piazza d'Italia 5, la mostra collettiva "Vizi d'arte" di Caterina Puggioni, Rossana Rigoldi, Annamaria Ruda e Francesca Soggiu che resterà aperta sino al 26 maggio con il seguente orario: 10-13; 16,30-20,30. Lavoro Il Comune di Sennori ha richiesto l'avviamento a selezione a tempo determinato per 8 manovali edili per 1 mese a 25 ore settimanali e per 4 muratori qualificati per 3 mesi a 25 ore settimanali, Riservato agli iscritti al Centro servizi per il lavoro di Sassari con priorità ai residenti a Sennori, chiamata: 28 maggio, avviso integrale sul sito: www.sardegnalavoro.it w info 079/2599600. Il Comune di Sassari assume per 4 mesi, 30 ore settimanali, un fabbro specializzato, giorno chiamata 4 giugno. Avviso integrale su www.sardegnalavoro.it. Il Centro dei servizi per il lavoro di sassari servizio Eures comunica che sono in pubblicazione le seguenti offerte di lavoro. Azienda tedesca offre tirocini a ingegneri italiani: n. 1 visual merchandising manager, Torino n. 1 cameriere/a di sala -. SettimoTorinese - Torino n. 1 cameriera ai piani e lavanderia Settimo Torinese - Torino n. 1 cuoco/a Settimo Torinese - Torino n. 2 cuochi capo partita/sous chef Settimo Torinese - Torinp n. 3 camerieri/e di sala Settimo Torinese Torino n. 50 medici specializzati - Castilla y Loen Spagna. Gli avvisi integrali sono pubblicati nel sito www.silsardegna.it. Per ulteriori informazioni tel. 0792599616-0792593105. Isogea L'ente di formazione professionale Isogea, accreditato presso la Regione, comunica che sono aperte le iscrizioni per il corso di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls), di 32 ore di lezioni frontali e 10 di stage differenziato per settore per un totale di 42 ore di formazione, con certificazione finale, info: 079-269406 e 320-6649308 Teatro La compagnia «Frumentaria» recita sabato 23 alle ore 21, al teatro lo Smeraldo, la commedia «Z'è mancaddu lu ribiccu» due atti di Giovanni Enna, patrocinata dall'assessorato comunale alla Cultura per il Maggio sassarese, Prevendite: Gift shop in via Roma 156, Detercasa piazza Tola 30, Elicond viale Umberto, Zeroglutine corso Trinità o tel. 079-309370 e 340-0055033. Gabbia di matti In occasione del Maggio Sassarese, col patrocinio del Comune, sabato 23 e domenica 24 alle ore 20,45 l'associazione culturale teatrale "Gabbia di matti" porterà in scena al Teatro Ferroviario la commedia: «L'Emissario» di Eugenio Maria Bortolini, regia di Stefano Cossu, interpreti: Bruno Poddighe, Stefano Cossu, Roberto Bilardi, Vania Giglio e Davide Deiana. Dom Italii L'associazione Dom Italii ha convocato la riunione dei soci il 31 maggio alle ore 19 nell'Oratorio salesiano del Latte Dolce, info: 362-3139186 e 079-271994. Gita Per Domenica 31 maggio si organizza una gita a Dorgali per conoscere l'antica festa della tosatura e per visitare alcuni angoli naturalistici e archeologici di particolare interesse e belezza. Per info Laura: 3927797036. Filosofia e scienza Martedì 26 maggio, alle ore 17, nella sala del U.I.C., in Via Quarto 3, si terrà il secondo incontro seminariale sul tema di studio "Il razionale e il non razionale nella scienza e nelle altre forme di conoscenza", in programma per le attività del 2009-2010 dell'Associazione sassarese di filosofia e scienza. Introdurrà l'incontro-dibattito il professor Alberto Mura, docente di Logica e Filosofia della Scienza nell'Università di Sassari. Ragazzi bielorussi e senegalesi Ragazzi Bielorussi e Senegalesi, dai 14 anni in giù e ragazze Bielorusse e Senegalese dai 16 anni in giù, che volessero partecipare alle "Olimpiadi di quartiere al di là del mare", terza edizione, che si svolgeranno dal 22 al 27 giugno, con squadre provenienti da Barcellona, Ajaccio e la vincitrice italiana under 14 delle "Olimpiadi di quartiere", edizione XXVI, può rivolgersi all'Oratorio Centro giovanile salesiano di Sassari, in viale Kennedy, tel. 079-252510, 349-4571762 e 348-8522493). Le iscrizioni si chiudono il 30 maggio. Maratona di Melbourne Il programma per la Maratona di Melbourne in Australia prevede un viaggio di 19 giorni con visite dell'Australia e a Bangkok e Hong Kong con partenza l'11 ottobre; disponibili posti per la Maratona di New York e la Mezza maratona di Berlino, info: Sar team tel. 338-3401372 e s.meridda@tin.it Chi trova Appunti di musica (spartiti) trovati in corso Margherita di Savoia, tel. 333-6142585. Smarrita chiave elettronica Mercedes a Sassari o Stintino la Pelosa, 327-4446226. Giovedì 14, nel quartiere San Giuseppe, smarrita spilla d'oro, grande valore affettivo. Chi l'avesse trovata è pregato di contattare il numero 079277206-3294292840. Smarrita chiave di auto con portachiavi rosso nei pressi dell'Ippodromo, tel. 347-3315924. Testimoni Cerco testimoni dell'incidente avvenuto il 10 aprile alle 20,15 all'incrocio tra via Ortobene e via 7 Fratelli tra una Suzuki Swift grigia e una Peugeot azzurra, telefonare 328 9270916. Animali Regalo due bellissime gattine bianche a pelo lungo, chiamare 328 6211458.

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Occupazione? No, offerta di pubblico affi tto (sezione: Class action)

( da "Manifesto, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

TOR VERGATA · class="hilite">Nuova iniziativa di Action in un hotel del gruppo Coppola Occupazione? No, offerta di pubblico affi tto Una O.p.a. sull' hotel La Mela di Torvergata. Ma non si tratta di un'offerta di pubblico acquisto. Bensì un'«Offerta di pubblico affitto». E' quanto propone l'associazione Action, che ieri mattina ha guidato l'occupazione dell'hotel che si trova in via Stoppato 108, Torvergata. Si tratta di un piccolo «gioiellino »: 56 stanze, 36 miniappartamenti, sauna, piscina, palestra. Doveva diventare un hotel indirizzato alla «business class». E invece il mega hotel è rimasto vuoto. Un monumento alla crisi: dei business men i cui orizzonti si sono ristretti, ma anche degli «enfant prodige » della finanza che poco prima dell'esplosione dei mutui subprime erano stati colti con le mani nel sacco. E' il caso di Danilo Coppola, uno dei furbetti del quartierino, padrone dell'hotel La Mela. I «soci di maggioranza di Action» si legge nel comunicato stampa dell'occupazione «intendono convincere il principale azionista del gruppo Coppola a concedere in affitto sociale» gli alloggi dell'hotel. «I tempi di realizzazione dell'operazione dipendono esclusivamente dalle disponibilità del Gruppo Coppola e dalle sue prospettive che, dopo la tempesta finanziaria e giudiziaria che l'ha investito recentemente, non sembrano eccessivamente floride». Fuor di metafora, Action propone che i circa 100 mila appartamenti sfitti e le 40 mila case invendute causa crisi finanziaria siano messe a disposizione di chi può pagare un affitto. Chiaramente, un affitto sociale. Ma non solo. Perché l'azione di ieri mira anche a rimettere al centro del dibattito la questione delle centralità pubbliche e del loro utilizzo: «Siamo a ridosso della Centralità pubblica di Tor Vergata - si legge nel volantino distribuito ieri - 820 ettari che potrebbero essere destinati ad attività direzionali e residenziali, piuttosto che pensare nuove colate di cemento ad uso e consumo dei soliti noti come si vorrebbe fare nel pratone di Torre Spaccata». Proprio stamattina la la Carovana cittadina dei comitati di quartiere, delle associazioni e dei movimenti di lotta per il diritto all'abitare farà tappa nella «centralità» di Torre Spaccata. L'appuntamento è alle 10.00 alla biblioteca Rugantino e alle 11,30 dall'altra parte del Pratone dove si svolgerà la Festa popolare. La richiesta al sindaco è di azzerare le cubature previste nella «centralità» e di unire l'area verde di 64 ettari al Parco archeologico di Centocelle di cui il «Pratone» è la continuazione naturale, ambientale e archeologica. In serata l'hotel La Mela è stato sgomberato dalla forza pubblica.

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IL RINVIO DELLA "CLASS ACTION" (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

class="hilite">Sabato 23 Maggio 2009 Chiudi IL RINVIO DELLA "CLASS ACTION" «Azioni contro le amministrazioni? Entro settembre si potranno fare»

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ROMA Rivolgiamo un pressante invito ai medici rappresentati da Cgil, Anaao, Fassid, Fesmed e ... (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

Sabato 23 Maggio 2009 Chiudi ROMA «Rivolgiamo un pressante invito ai medici rappresentati da Cgil, Anaao, Fassid, Fesmed e Fvm: tengano i nervi saldi e pensino a far bene il loro lavoro». Il ministro Renato Brunetta risponde alle critiche dei medici, che hanno contestato la norma sui certificati medici falsi. Nelle dichiarazioni dei giorni scorsi i sindacati e l'ordine dei medici giudicano eccessiva la punizione (fino a cinque anni di carcere e multa fino a 1.600 euro) prevista per chi firma un certificato falso. Inoltre, si fatto notare che le norme per colpire penalmente i medici disonesti esistono già. Infine viene sottolineata l'impossibilità per un medico di stabilire se un paziente dichiara sintomi veri o falsi: se un dipendente pubblico dice di avere mal di testa, come si fa a smentirlo? Brunetta replica attraverso una nota del suo portavoce, definendo «incomprensibile» l'atteggiamento dei sindacati (nessun riferimento ai rappresentanti degli ordini professionali). I medici dicono che delle sanzioni esistevano già? «Fanno finta di non capire risponde il ministro che il decreto legislativo è invece un provvedimento che oltre a introdurre nuovi principi di maggiore efficienza e produttività fa anche finalmente chiarezza sulle norme distribuite in diverse leggi attualmente in vigore». Ieri class="hilite">Brunetta è anche tornato sul tema della class="term">class class="term">action (cioè l'azione legale collettiva) contro le amministrazioni e le società pubbliche. L'introduzione della class="term">class class="term">action doveva rientrare nel recente decreto legislativo, ma per adesso è stata rinviata. Solo di qualche giorno però, assicura il ministro: «La class="term">class class="term">action contro la pubblica amministrazione sarà possibile entro settembre». Pie. P.

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Il progetto Ad Hoc esposto nella casa di Claudio Rossi (sezione: Class action)

( da "Corriere delle Alpi" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

«Il valore squisito della variazione» da oggi a Mel Il progetto Ad Hoc esposto nella casa di Claudio Rossi Le variazioni come spazio da esplorare e come forme dove la concentrazione è portata al massimo livello di espressione. "Il valore squisito della variazione" è il titolo della mostra antologia del progetto Ad Hoc curato da Sergio Cena, che si inaugura oggi a Mel nell'abitazione di Claudio Rossi (via del Tempietto 15), ideatore con Alfonso Lentini dell'esposizione. Sergio Cena è un artista italiano nato a Torino ma da tempo residente in Francia, che promuove da alcuni anni questo progetto invitando altri artisti a inviargli più esemplari di una loro opera che poi lui stesso smista, raggruppando i lavori pervenuti in diverse cartelle che vengono rispedite a tutti i partecipanti. In tal modo ogni artista entra in possesso di una piccola raccolta, una sorta di mostra collettiva in scatola, che è libero di fare a sua volta circolare come meglio crede. Si mettono così in moto ramificazioni, interscambi di energie, intelligenze e creatività, in un gioco combinatorio anarchico, ma raffinato e altamente selettivo. Cena è infatti, fin dagli anni Sessanta, uno degli esponenti più significativi del movimento verbo-visuale ed ha interagito con le figure più rappresentative di questa area vitale dell'espressività. Gli artisti da lui coinvolti non sono dunque scelti a caso, ma in quanto parte di tale movimento. Il valore squisito della variazione per Cena è un qualcosa che non è «né macrocosmo né microcosmo. Le variazioni sono un altro spazio da esplorare. Quanto alla loro forma, è quella dove la concentrazione è portata al massimo livello di espressione. è quella che permette all'autore di andare dritto al cuore delle cose, parlando solo dell'essenziale. In altre parole la variazione è un mandala di cui si serve l'artista per giungere a essere quello che è». Sfruttando uno spazio di una particolare suggestione, ma ben diverso dalle gallerie e dai luoghi espositivi pubblici,la mostra di Mel è allestita nella soffitta di un'abitazione privata, la casa di Claudio Rossi, in un luogo intimo e dal sapore di "semiclandestinità", che per l'occasione viene eccezionalmente aperto ai visitatori. In contrasto con l'ossessiva ricerca di visibilità che contraddistingue i nostri anni, questa mostra vuole essere quasi invisibile, predilige le penombre e l'intimità delle antiche abitazioni, si pone come voce sommessa, azione minimale. Nella collettiva sono esposte le opere di numerosi artisti, tra cui Fernando Andolcetti, Maryse Aspart, Gianfranco Carrozzini, Bruno Cassaglia, Sergio Cena, Cosimo Cimino, Mario Commone, Paolo della Bella, Elisabetta Gut, Alfonso Lentini, Arrigo Lora-Totino, Ruggero Maggi, Marco Marchiani (Mavilla), Serena Olivari, Giuseppe Pellegrino, Michele Perfetti, Jacques Rey, Gianpaolo Roffi e Stefano Turrini. La mostra è aperta fino al 13 giugno. Per visitarla è necessario prendere un appuntamento telefonando al 328 6823286 o mandando una e-mail a bonrossi@libero.it. (a.f.)

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Cambio di look (sezione: Class action)

( da "Affari Italiani (Online)" del 23-05-2009)

Argomenti: Class Action

Sport Milan e Adidas, ecco le nuove maglia del Diavolo Sabato 23.05.2009 08:08 Adidas e il Milan presentano le nuove maglie per la stagione 2009/2010 (con il match contro la Roma come gustosa anteptrima). Tutti i supporter milanisti hanno la possibilità di vedere la nuova casacca su www.adidas.com/acmilan. I tifosi potranno entrare in un sito interattivo diviso in due sezioni: nella prima scopriranno i dettagli e le linee della nuova casacca; nella seconda sezione potranno partecipare invece ad un divertente quiz sulla storia del Club di via Turati. Saranno proprio Kaká, Seedorf, Bonera e Kaladze a porre le domande e a giocare con gli utenti: in palio il titolo di "12° uomo rossonero"! Le nuove maglie La prima maglia ha 5 bande rosse e 4 nere sul fronte, le maniche sono invece nere con le 3 strisce rosse. La novità più importante è il colletto bianco con bordino rosso, mentre sul retro è ricamata la scritta A.C. MILAN, in oro, su fondo rosso. All'interno del colletto c'è una stampa con 2 bandiere: la prima rossonera e la seconda con una croce rossa su fondo bianco, oltre alla scritta Forza Milan in oro. La maglia da trasferta è, come da tradizione, bianca, si tratta infatti della casacca portafortuna indossata in occasione delle grandi Finali internazionali disputate dal Club di via Turati. Per questo motivo il colletto bianco con una striscia nera e una rossa si ispira a quello della maglia del primo trionfo europeo del 1963, quando il Milan piegò il Benfica nella finale di Coppa dei Campioni. La terza maglia è completamente nera con le tre strisce rosse, e presenta all'interno del collo la stessa stampa delle altre due. Le nuove maglie rossonere sono in vendita già in queste ore. La tecnologie sono, come sempre, le migliori applicate da adidas all'abbigliamento calcio: l'integrazione di adidas ClimaCool" e adidas FlowMapping" assicura la migliore traspirabilità e consente ai calciatori rossoneri di mantenere una temperatura corporea ideale anche sotto sforzo. L'utilizzo di ForMotion", invece, prevede l'inserimento di tessuti tridimensionali ed elastici per adattarsi perfettamente al corpo del calciatore e migliorare ulteriormente la vestibilità della maglia allo scopo di ottimizzare i movimenti, la comodità e aumentare la libertà di azione. tags: maglia milan adidas paolo maldini

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le priorità di strazzaboschi per il futuro di prato carnico (sezione: Class action)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-05-2009)

Argomenti: Class Action

Pagina 16 - Udine Le priorità di Strazzaboschi per il futuro di Prato Carnico PRATO CARNICO. "Per un futuro possibile" è la lista che Delio Strazzaboschi ha messo in campo per succedere a Gino Rinaldi alla guida del comune di Prato Carnico. «Nella situazione di lenta agonia dei paesi della montagna,- inizia il candidato sindaco - si propone un immediato cambiamento di metodo e contenuto dell'attività politica, per agire concretamente al rilancio di tutte le attività produttive, sociali e culturali, ma anche allo sviluppo di nuovi rapporti umani improntati alla collaborazione delle forze consapevoli, sulla base di progetti condivisi». L'interesse collettivo per Strazzaboschi, non è non può essere la somma di privilegi individuali, la democrazia partecipata si deve tradurre in azioni concrete volte a sostenere e migliorare la qualità della vita delle persone di una comunità, e non può ridursi all'ordinaria amministrazione degli apparati. «Per un vero progetto di futuro,- prosegue il candidato sindaco - occorre quindi definire rapidamente obiettivi e priorità e poi finalmente agire, con determinazione, per il bene nostro, dei nostri figli e dei nostri nipoti». Il programma della compagine si articola in diversi punti. Le famiglie, in particolare con figli, ed i giovani che vivono in vallata, sono i destinatari ma anche i protagonisti di questo progetto ideale, perché rappresentano il futuro della comunità, e devono essere specificamente sostenuti affinché possano rimanere in vallata, trovare casa, studiare, animare e partecipare alla vita sociale. L'economia della vallata deve diventare un vero impegno politico, prevedendo, da un lato, interventi a sostegno dei costi della residenza in montagna e del pendolarismo lavorativo e, dall'altro, esplicite politiche di sviluppo delle risorse locali, come l'agricoltura, l'attività forestale, l'artigianato tipico, il turismo ed i servizi commerciali di base. Sanità ed istruzione sono diritti fondamentali che, per venire concretamente esercitati, devono però essere organizzati secondo i tempi e i modi adeguati agli utenti. Infine, la cultura, oltre che segno dell'identità collettiva, è fattore di sviluppo economico e sociale e può rappresentare la leva di riscatto di una comunità attualmente priva di prospettive, ma per la quale un diverso futuro è davvero possibile. Gino Grillo

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Imprese solidali, le regole Ucid (sezione: Class action)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 24-05-2009)

Argomenti: Class Action

Imprese solidali, le regole Ucid --> Domenica 24 Maggio 2009 CRONACA, pagina 18 e-mail print I relatori al convegno dell´Ucid Valorizzare le imprese per ottenere un giovamento diffuso a favore di tutta la collettività. È la sintesi del nono punto contenuto nel documento redatto dal gruppo regionale lombardo dell'Unione cristiana imprenditori dirigenti (Ucid), presentato ieri in città. Una novità in assoluto che desidera proporre delle regole (undici in tutto) in merito al rapporto tra impresa e bene comune e per la quale Bergamo ha dato un contributo importante. «Tutti gli appartenenti bergamaschi dell'Ucid - spiega Matteo Zanetti, presidente della sezione Ucid Bergamo - sono stati protagonisti di un apporto notevole durante i quattro anni di lavori che la commissione Cultura coordinata dal segretario lombardo Ucid, Amedeo Nigra (moderatore dell'incontro di ieri ndr), ha portato avanti prima di redigere il documento». E proprio la crisi in atto, prosegue Zanetti «conseguenza anche del mancato rispetto di regole e principi morali, ci ha spinto a mettere nero su bianco le nostre idee. La difficoltà sta nel fatto che le regole nazionali dei singoli Stati non bastano più. Servono quindi nuove regole sovranazionali di coordinamento che prevedano anche sanzioni certe. Regole che devono però essere filtrate dalla coscienza delle persone». Luigi Campiglio, pro rettore vicario dell'università Cattolica del Sacro cuore, premettendo che sul significato di «bene comune» si discute dai tempi di san Tommaso d'Aquino, rileva che «ve ne sono molteplici. Importante però quello che riguarda una distribuzione equilibrata dei rischi tra i tanti soggetti che compongono una società». La società italiana che, illustra Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, «ha dei limiti: difficoltà a fare rete e diffidenza verso gli altri. In mezzo ad un egoismo diffuso gli imprenditori devono riuscire a trovare un punto di equilibrio tra le esigenze contrapposte con le quali entrano in contatto». Zanetti nel merito evidenzia la centralità delle aziende. «L'impresa - dice - oggi svolge un ruolo sociale sintetizzato nell'accezione degli stakeholder (soggetti portatori di interessi potenziali per un'azienda). Con la sua attività di sviluppo l'impresa riesce a toccare gli interessi di lavoratori, azionisti, comunità, fornitori, clienti, istituti bancari e finanziari: un'azienda aperta quindi alla comunità». Alberto Barcella, presidente dell'Unione industriali, affrontando in generale il tema della crisi, pensa che «sia nata dall'idea che, nel fare attività economica, molti più che rispondere alla collettività hanno pensato agli azionisti. Dobbiamo quindi recuperare una dimensione etica, che non è in contrapposizione con l'agire economico e dell'imprenditore». Così come l'impresa, si legge ancora nel documento Ucid, non è in contrapposizione con la solidarietà perché risulta essere creatrice di beni utili proprio in chiave solidaristica. Di impresa quale comunità solidale parla anche il cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo e consulente ecclesiastico nazionale Ucid. «È necessario - osserva De Giorgi - armonizzare i diversi interessi settoriali per evitare che prevalgano solo i più forti, senza dimenticare il principio della destinazione universale dei beni della terra. Uno sviluppo economico non abbandonato quindi a pochi soggetti ma incentrato su solidarietà e sussidiarietà: tutti siano responsabili di tutti». Gli fa eco il presidente nazionale Ucid, Angelo Ferro. «L'Ucid è l'emblema di etica e sussidiarietà. Dobbiamo riappropriarci della crescita economica mettendo al centro la persona». Marco Conti 24/05/2009 nascosto-->

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Almunia: l'Italia ha un debito elevato Non allenti i cordoni del bilancio (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 24-05-2009)

Argomenti: Class Action

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 24/05/2009 - pag: 7 Il commissario europeo agli Affari monetari «Dobbiamo avere un welfare più efficace e aumentare la produttività» Almunia: l'Italia ha un debito elevato Non allenti i cordoni del bilancio DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VENEZIA Di rado Joaquín Almunia, da cinque anni commissario europeo agli Affari monetari, si nasconde dietro i giri di parole. E sarà che è ormai certo di una riconferma a Bruxelles da giugno, ma in una pausa del convegno dell'Aspen Institute all'isola di San Clemente è ancora più diretto. «Per chi come l'Italia è entrato nella crisi con un debito elevato dice non è il momento di allentare i cordoni del bilancio. Sono certo che i mercati nei prossimi anni metteranno molta pressione sui governi». La recessione provoca richieste di sostegno da parte dell'esecutivo e altri Paesi spandono. Perché l'Italia no? «I mercati hanno già ricordato al vostro governo qual è la situazione: i differenziali di rendimento sui titoli di Stato tedesco quest'inverno si sono allargati. Ora sono un po' rientrati, è vero. Ma nei prossimi anni molti governi vorranno piazzare molti titoli e le imprese private faranno altrettanto. Prevedo che la pressione e la concorrenza per attirare gli investitori sarà molto forte». E' pessimista anche sulle previsioni di crescita all'uscita dalla recessione? «Ci sono vari fattori in gioco. Non avremo più il tipo di leva finanziaria che consentiva un vero e proprio acceleratore dell'economia. Inoltre il settore immobiliare non sarà più un fattore di sviluppo come prima. E peserà l'impatto dell'invecchiamento della popolazione, oltre all'aumento del debito pubblico in Europa e negli Stati Uniti. Il risultato è che nel prossimo decennio tutti questi elementi ridurranno il potenziale di crescita». L'Italia cresceva già prima meno della media europea. Che ricette propone per il futuro? «Non sarà solo un problema italiano, ma di tutti gli europei. Dobbiamo capire come avere un welfare più efficace e insieme aumentare la nostra produttività. Sarà l'argomento della nuova strategia di Lisbona che l'Unione europea dovrà mettere a punto al più tardi entro la metà del 2010». Nell'immediato però le banche europee hanno ancora problemi a finanziarsi a medio termine: non si fidano le une delle altre. «La liquidità sul mercato è migliorata e per gran parte degli istituti non è più un problema. Ma adesso dobbiamo fare una seria ricognizione di quante sono le sofferenze nel sistema». Vuole dire che le banche europee vanno messe sotto esame con degli «stress test» come quelle americane? «La trasparenza serve certamente. E dobbiamo evitare che ci siano distorsioni di concorrenza a favore degli istituti che hanno ricevuto aiuti da parte dei loro governi di riferimento. Aggiungo anche che va fatto in fretta: prima che arrivi una nuova ondata di perdite sui crediti dovute alle imprese che falliscono per la recessione». Non trova strano che non sia ancora stata fatta chiarezza, a venti mesi dall'inizio ufficiale di questa crisi? «In Europa abbiamo dimostrato di avere problemi a organizzare la nostra azione collettiva. Questo è il momento di coordinarci, non di competere fra noi per conquistare quote di mercato». Ce l'ha con i britannici? «Londra e Francoforte sono le due principali piazze finanziarie in Europa. Abbiamo bisogno che Gran Bretagna e Germania facciano gioco di squadra in un'operazione di chiarezza sulle banche». Federico Fubini Spagnolo Joaquín Almunia

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La rivolta dei taxi contro le multe (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 24-05-2009)

Argomenti: Class Action

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 24/05/2009 - pag: 2 «Basta divieti a Chinatown, è sciopero» La rivolta dei taxi contro le multe Domani auto bianche in piazza. class="hilite">«Nel 2009 corse in calo del 17 per cento» Se la class="term">class class="term">action fosse già legge, pianterebbero una causa collettiva al Comune contro le oltre 700 multe prese ai varchi elettronici di Chinatown. In mancanza della legge, non ancora uscita dal Parlamento, si fermano loro: domani, ore 10.30, sciopero e corteo dei tassisti. Una manifestazione contro la zona a traffico limitato di via Sarpi che da inizio novembre esclude l'ingresso alle auto bianche e punisce non solo gli sbadati e i non informati, ma anche gli autisti che hanno violato la zona rossa consapevolmente per accompagnare i clienti-residenti a casa. Donne, anziani e disabili. «Per quanto tempo ancora i cittadini saranno privati del loro diritto a muoversi? », attacca Nereo Villa, sindacalista del Satam. L'ultimo tavolo tecnico a Palazzo Marino ha infatti «aperto» zona Sarpi ai taxi, ma a data da definirsi. Senza sbloccare subito i divieti. «Una manifestazione poco comprensibile e immotivata», replica il vicesindaco Riccardo De Corato, organizzata «proprio quando c'è l'accordo con commercianti e residenti». Pronti al lunedì nero delle auto bianche. Si ferma la categoria unita, protestano tutte le sigle sindacali. Raduno nel piazzale del cimitero Monumentale e di lì, in fila indiana, il corteo dei taxi lumaca muove in via Bramante, piazza Lega Lombarda e viale Elvezia, per poi sdoppiarsi all'altezza di via Canonica. Nell'ultimo tratto, fino in via Sarpi, i conducenti proseguono a piedi. L'Atm si prepara a deviare cinque linee di tram e limitare le corse di tre bus. Promesse, solo promesse. «Il Comune ha annunciato la decisione di lasciare passare le auto bianche in zona Sarpi, ma alle parole non sono seguiti i fatti», denuncia Raffaele Grassi (Satam). Tutto tace sia sull'isola pedonale, sia sulle multe: «Abbiamo inviato una lettera all'assessore Edoardo Croci, chiedendo chiarimenti e auspicando che le contravvenzioni possano venire annullate. Purtroppo, non abbiamo avuto nessun segnale», aggiunge Salvatore Luca, presidente dell'Unione Artigiani. Si spiega così la rivolta di domani. Che non piace a De Corato: «L'accordo trovato all'ultima riunione dev'essere valutato con il sindaco e la giunta». Sì, ma quando? «Non possiamo sostenere altri ritardi», dicono i tassisti. Il lavoro nei primi quattro mesi del 2009 è stato soffocato dalla crisi economica: «Oltre il 17 per cento di corse in meno rispetto allo stesso periodo del 2008», stima il centro studi dell'Unione Artigiani. Due i picchi negativi, a febbraio e in aprile: meno 25,9 e meno 21,2. Un tracollo visibile ai parcheggi. Code e attese. «E la prospettiva è ancora più grigia per i prossimi mesi, quando alla congiuntura economica negativa si aggiungerà la contrazione delle richieste nel periodo estivo». Anche per questo l'Unione Artigiani sta «sollecitando» l'Agenzia delle Entrate a rivedere al ribasso gli studi di settore. Certo, «non ci illudevamo di rimanere preservati dalla crisi », commenta il presidente Luca: «Ma i dati che abbiamo raccolto superano le peggiori previsioni ». A soffrirne sono soprattutto «gli operatori più giovani e quelli che hanno avviato l'attività da poco». Stanno ancora pagando i mutui aperti per comprare la licenza. Il loro margine di guadagno, dall'inizio dell'anno, non riesce a schiodarsi dalla «quota zero». Piantato. Gianni Santucci Armando Stella Il blocco I tassisti protestano contro il divieto d'accesso nella zona a traffico limitato a Chinatown

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