PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro
Novelli |
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DOSSIER “CINA” |
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il nuovo contrabbando di sigarette - napoli (
da "Repubblica, La" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: bionde" in arrivo da Cina e Polonia. E a Napoli
rispuntano le "tabaccaie" Il nuovo contrabbando di sigarette NAPOLI
«Vi consiglio "le polacche". Le chiedono tutti, costano meno. Sono
tornato a vendere, ma a una condizione: le cinesi no. Fanno male, puzzano».
L´uomo della bancarella, Antonio o´ Chichì, le sfila dal pacchetto.
il ritorno dei contrabbandieri da polonia e cina le false
"bionde" - (segue dalla prima pagina) conchita sannino (
da "Repubblica, La" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cronaca Il ritorno dei contrabbandieri da Polonia e Cina
le false "bionde" Un pacchetto frutta fino a 10 volte e a Napoli
rispuntano le tabaccaie L´industria delle "stecche" rende centinaia
di milioni l´anno. Triplicati i sequestri Il traffico di sigarette sull´onda
della crisi, ma è assai peggio di trenta anni fa (SEGUE DALLA PRIMA P
cagnotto ai piedi del podio il pubblico contro la cina -
corrado zunino ( da "Repubblica, La"
del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: un altro quarto posto: "Mi viene da piangere"
Cagnotto ai piedi del podio il pubblico contro la Cina CORRADO ZUNINO ROMA -
Tania si sveglia tardi, gli ultimi due tuffi. Sono puliti, finalmente distesi,
la fanno risalire nella gara del trampolino da un metro: ottava, sesta, quarta.
Ma lì chiude, a 6,35 punti dalla cinese Wu Minxia, terza.
Gli addetti al check-in di British Airways e Virgin
Atlantic possono d'ora in poi rifiutarsi di... (
da "Unita, L'" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: in Thailandia e in Cina le autorità hanno già installato
degli scanner per il controllo della temperatura corporea per identificare i
passeggeri che hanno la febbre. Le maglie che si restringono anche nei vari
campus londinesi dove alcuni casi sospetti hanno spinto le autorità britanniche
a procedere a opere di isolamento,
Suina, stop imbarchi a Londra Paura nei campus dei ragazzi (
da "Unita, L'" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: in Thailandia e in Cina le autorità hanno già installato
degli scanner per il controllo della temperatura corporea per identificare i
passeggeri che hanno la febbre. Le maglie che si restringono anche nei vari
campus londinesi dove alcuni casi sospetti hanno spinto le autorità britanniche
a procedere a opere di isolamento,
Mondiali di nuoto. La Cagnotto sfiora il podio (
da "AmericaOggi Online" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Medaglia di bronzo alla Cina con 96.667. L'Italia ha
chiuso al sesto posto con 94.666, migliorando di una posizione rispetto ai
piazzamenti delle precedenti edizioni dei Mondiali. ROMA . Massimiliano
Rosolino accompagna l'Italia per mano, la guida al suo mondiale di casa.
Perché miriamo in basso (
da "Sole 24 Ore, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: ingresso della Cina nel club esclusivo degli Stati che
espandono la loro sfera d'influenza, anche attraverso il progettato sbarco di
un suo equi- paggiosulla Lunaentroil
Tassata la redditività potenziale (
da "Sole 24 Ore, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: obbligo del monitoraggio I PAESI Paesi i cui fabbricati
devono essere dichiarati se locati o anche solo se tenuti a disposizione
Belgio, Cina, Hong Kong, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera Paesi i cui fabbricati
devono essere dichiarati solo se locati Argentina, Austria, Danimarca, Francia,
Germania, Gran Bretagna, Malta, Portogallo, Russia,Stati Uniti
la scienza illuminista - giorgio cosmacini (
da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Questo metodo è in uso da tempo immemorabile in Cina e
nelle grandi Indie; lo si impiega da più secoli in Georgia e in Circassia; è
stato introdotto a Costantinopoli da un centinaio d´anni; fu infine portato in
Inghilterra nel 1721 da una donna di nobile sentire, lady Mary Wortley
Montague, che era stata testimone del successo con cui lo si usava a
Costantinopoli,
narcos - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato (
da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: immensa eco in tutta la Cina. Due i bersagli: Rebiya
Kadeer, la leader uigura in esilio accusata di avere istigato la rivolta a
scopi secessionisti; la stampa estera bollata come faziosa, bugiarda,
anti-cinese. Il controllo capillare di Wang Lequan mi insegue anche nella tappa
successiva del mio viaggio, a Kashgar: la roccaforte musulmana dove gli uiguri
sono ancora maggioranza.
appalti miliardari in africa nei guai il figlio di hu
jintao ( da "Repubblica, La"
del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: non in Cina. Nello Stato africano la magistratura ha
disposto l´arresto di Yang Fan, un dirigente dell´azienda di Stato cinese
Nuctech che fornisce apparecchi scanner per la sicurezza di aeroporti e porti.
Gli inquirenti della Namibia vogliono sentire come testimone Hu Haifeng, figlio
38enne del leader di Pechino,
eclissi - valerio gualerzi (
da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: passando per la Cina, il cielo domani si oscurerà per
oltre due miliardi di persone Tra alberghi presi d´assalto dai turisti e
profezie di sventura, un evento che non si ripeterà fino al 2132 Eclissi Asia,
sei minuti senza sole Il buio più lungo del secolo VALERIO GUALERZI Sei minuti
e 39 secondi di buio in pieno giorno.
i tuffi colorati di mitcham "gay e oro a pechino: il
massimo" - emanuela audisio roma (
da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: uomo che ha beffato la Cina, è l´omo, il primo dichiarato,
a vincere le Olimpiadi. Che fa, Mitcham, insiste? «Sì. Ho solo 22 anni. Voglio
arrivare a Londra e essere versatile, vincere non solo dalla piattaforma, ma
anche dai trampolini. Quello che mi ha dato fastidio a Pechino è che si sia
detto che è stato Luxin a perdere e non io a vincere.
a urumqi, dopo la rivolta della minoranza islamica
soffocata nel sangue di oltre 200 morti. dove si vive sotto l'assedio
dell'esercito cinese - federico rampini urumqi (
da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: paesaggio di neon e pubblicità sfavillanti come in tutte
le metropoli della Cina. Ma una trincea di paura separa il centro storico, il
ghetto dove i musulmani sono in stato d´assedio. Le vie d´accesso alla città vecchia
sono vuote di automobili. Sfilano regolari solo le colonne di autocarri
dell´esercito: segnalano l´inizio della "no man´s land" dove i cinesi
han non si avventurano più.
Cina e Goldman imperi in salute (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-21 - pag: 1
autore: SCENARI DI RIPRESA Moisés NaÍm u pagina 12 Cina e Goldman imperi in
salute IN EDICOLA «Lezioni per il futuro» Il libro per capire come battere la
crisi A 9,90 euro oltre il prezzo del quotidiano
Recessione più lunga a Londra per colpa della nuova
influenza ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Thailandia, Cina, India ed Egitto hanno già installato
degli scanner termici per identificare i passeggeri con la febbre. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO DRAMMATICO Con 100mila contagi al giorno il Pil
scenderebbe del 7,5% in sei mesi tra calo della produzione e riduzione dei
consumi
Quei bonus di Cina e Goldman (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: 12 autore: Quei bonus di Cina e Goldman di Moisés NaÍm L a
Cina ha appena annunciato che una pioggia di denaro si è abbattuta sul paese.
O, per dirla in maniera un po' più tecnica, secondo la Banca centrale cinese
alla fine del secondo trimestre di quest'anno le riserve internazionali hanno
superato quota 2 miliardi di dollari.
Chi fa l'indiano sull'effetto serra (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina e India. Non sorprende dunque, che ieri, alla prima
verifica dell'accordo con chi i tagli dovrà farli, il patto ha subito il primo
colpo. Senza troppi giri di parole, il ministro dell'Ambiente indiano ha detto
al segretario di stato americano Hillary Clinton che non si possono chiedere
tagli ai paesi che hanno contribuito in maniera marginale a un secolo di
inquinamento e che
I CONCORRENTI (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: ammontare dei fondi pubblici richiesti Baic La casa
automobilistica cinese punta alla tecnologia di Opel soprattutto per competere
sul mercato interno cinese (sul quale opera attualmente insieme a Daimler e
Hyundai). è l'offerta che chiede meno fondi in assoluto ai governi, mai
sindacati tedeschi temono un rapido trasferimento della produzione in Cina
Si apre la successione ai vertici Bhp (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: il recente e molto discusso arresto di un executive e di
tre dirigenti di Rio Tinto, che ha avuto l'effetto di rallentare tutte le
consegne di minerale dall'Australia verso la Cina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L'ATTENZIONE è SUL FERRO Sui tempi del passaggio influiranno la joint con Rio e
anche i dati di produzione (deludenti) che dovranno essere annunciati domani
Il fanalino di coda è l'alluminio (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: 4 milioni solo in Cina. Questi drastici interventi hanno
contribuito a sostenere i prezzi, ma non sono stati sufficienti ad attirare
l'interesse degli investitori, che si è riversato su rame, piombo e altre
materie prime. I tagli apportati in Cina hanno spinto l'Ente cinese per le riserve
strategiche ad acquistare nei mesi scorsi 590mila tonnellate di alluminio,
Nel retail la crescita Esprit (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: A trainare le vendite sono stati mercati emergenti come
Cina (+34,5%), Medio Oriente (+33,4%) e Russia (+32,6%). «Ma l'Europa resta
importante per il nostro gruppo – precisa Gerbaulet –. In particolare, siamo
molto conosciuti in Germania e Francia e stiamo crescendo anche in Italia,
grazie a forti partnership con La Rinascente e Coin.
Gara Asia-Francia per gestire i porti a sud del Sahara (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina verso i porti di Lomé, Cotonou e Pointe Noire,
imitata da altri operatori. Ma è la gestione dei terminal container la posta in
gioco in grado di scatenare duelli e ambizioni sfrenate. Come quella che vede
il gruppo Bolloré e la spagnola Pregosa (ma con al vertice un altro francese,
Jacques Dupuydauby) spararsi bordate di carte bollate e ricorsi in tribunale
per il controllo
L'occasione Senegal per le aziende italiane (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: grazie al debito estero a condizioni di mercato garantito
soprattutto dai paesi del Golfo, ma anche dalla Cina. Le imprese italiane
presenti oggi sono un centinaio nei settori edile-immobiliare, import-export
(soprattutto ittico) e trasporti marittimi (Messina, Msc e Grimaldi). Nei
grandi lavori ha una base la Astaldi, mentre per l'energia Edison International
nella ricerca offshore.
Pechino investe sull'auto verde (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: davvero a mettere un piede fuori dalla Cina.E,solo l'anno
scorso, ha venduto circa 25mila Saibao in giro per il mondo. «Con il lancio del
nuovo modello a motore elettrico saremo più competitivi sui mercati
internazionali » spiega Yang. Geely, primo costruttore indipendente di auto in
Cina, ha annunciato che immetterà sul mercato già nel 2010 la sua prima vettura
a trazione elettrica,
Guerra dei polli Usa e Cina ora trattano (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: La Cina, però, non attuerà misure drastiche, preferendo
chiedere un nuovo incontro all'interno dell'organizzazione multilaterale. I
produttori americani di pollame, dal canto loro, stanno dalla parte della Cina,
per paura che Pechino decida di bloccare gli scambi con quello che per loro
rappresenta il maggiore mercato d'esportazione,
Vizi e virtù del diritto in Cina (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: STUDI Vizi e virtù del diritto in Cina T ra ritualismo e
modernizzazione: è il sottotitolo del libro che ben sintetizza la difficoltà
affrontate dall'Impero di mezzo sul fronte del diritto in Cina. Strada senza
ritorno dopo l' apertura al mondo varata da Deng Xiaoping a fine anni 70 con la
sua "politica delle porte aperte".
Fondi ai progetti idrici in Asia (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: luogo in progetti in Cina, che nel solo settore dell'acqua,
secondo fonti della Banca asiatica di sviluppo, ammontano a 140 miliardi di
dollari. Si amplia l'aeroporto internazionale Pulkovo-2 di San Pietroburgo. La
gara d'appalto per i lavori di ampliamento dell'aeroporto Pulkovo-2 di San
Pietroburgo è stata vinta da un consorzio di imprese composto dalla tedesca
Fraport e dall'
Scarpe carioca crescono (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Il Brasile è il terzo produttore mondiale dopo Cina e India,
nonché il primo esportatore con 65,8 milioni di scarpe vendute nel primo
semestre del 2009 pari a circa 680 milioni di dollari, in calo del 26,5% per
volume e del 28,5 per valore rispetto allo stesso periodo del 2008, ma in
crescita del 6% negli ultimi tre mesi.
Il nord Africa pesa più di India e Cina (
da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: partecipate dalle aziende italiane Il nord Africa pesa più
di India e Cina Franco Vergnano MILANO Sono quasi un migliaio le società
dell'area del Mediterraneo partecipate da aziende italiane; inoltre il nord
Africa pesa in termini di interscambio più di Cina e India messe assieme.
L'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, dopo aver
ricordato di aver speso 1,
L'imperatrice Guo Oggi la Cina si ferma per vedere la
Jingjing La stravorita della prova ha vinto sei medaglie olimpiche È la regina
dei tuffi e ha diviso il paese con le foto pati (
da "Unita, L'" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Oggi la Cina si ferma per vedere la Jingjing La stravorita
della prova ha vinto sei medaglie olimpiche È la regina dei tuffi e ha diviso
il paese con le foto patinate vuole un altro oro prima di sposare il figlio di
un magnate COSIMO CITO Il qui e l'ora per la Cina, la sveglia, il giorno del
mondiale, dell'anno è oggi,
Sud del mondo a rischio (
da "Avvenire" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: la Cina (2.300), il Giappone ( 2.000) e le
Filippine ( 1.700). E proprio dalle Filippine è giunto l'allarme su alcuni casi
di una variante del virus Ebola tra i suini che, in caso di mutazioni,
diventerebbe pericolosa anche per l'uomo. Sarebbe un'ulteriore minaccia che
andrebbe ad aggiungersi a quella della nuova influenza.
Il "Patrimonio" del duca
( da "Famiglia Cristiana"
del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: per noi è una vera passione», sintetizza a
nome dei cin-quanta soci Elena Del Bon, che veste i panni della duchessa
Gonzaga. La magnificenza dei costumi è presa dagli affreschi negli edifici
laici più belli, Palazzo Giardino, Palazzo Ducale e il Teatro all?Antica, ai
quali lavorarono le migliori maestranze d?
Dopo l'astinenza da Ipo la Borsa cinese sente la pressione
sulla liquidità di ... ( da "Finanza e Mercati"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Sono tante le aziende che dopo la riapertura
del mese scorso alle Ipo in Cina guardano al mercato (anche la casa
automobilistica Chery ha tolto dal cassetto il piano per l'esordio sul
listino). Dal 26 luglio poi, Pechino accetterà le domande per il mercato growth
enterprise. Il risultato, ieri, è stato un calo del 2% di Shenzhen (Shanghai ha
perso l'1,6%).
harvard, polizia sotto accusa "professore arrestato
perché nero" ( da "Repubblica, La"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Rientrando da un giro di lezioni in Cina,
l´altro giorno, ha cercato di forzare la porta evidentemente difettosa, della
sua nuova casa di Cambridge, prima di farsi aiutare dal suo più pratico
autista. Troppo tardi: Lucia Whalen, 77 anni, una di quelle signore che
contribuiscono ad abbassare la soglia del crimine in America, aveva già
chiamato il 911,
Una delegazione cinese al balcone di Giulietta
( da "Finanza e Mercati"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina), un'importante città che si trova nello
Zhejiang, una provincia orientale e costiera della Repubblica Popolare Cinese.
Il Zhejiang confina a nord con la provincia di Jiangsu e la municipalità di
Shanghai. La delegazione arriva su invito del Comune di Verona, con il quale
intrattiene da alcuni anni rapporti di collaborazione.
Auto, il peggio deve venire. Parola di S&P
( da "Finanza e Mercati"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: India e Cina. Oltre all'auto, particolarmente
debole si rivela il comparto dei veicoli industriali. Da ottobre l'outlook è
drasticamente peggiorato: nel primo trimestre le immatricolazioni di mezzi
leggeri sono crollate del 35%, dopo essere già scese del 10% negli ultimi tre
mesi del 2008, mentre quelle dei veicoli pesanti si sono quasi dimezzate (
patto mafia-servizi, riaperta l'inchiesta - salvo palazzolo
( da "Repubblica, La"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: il suo medico Antonino Cinà e l´ex sindaco
Vito Ciancimino. Erano accusati di aver «veicolato» un «papello» di richieste
per far cessare le stragi. Ora, l´indagine cerca oltre, perché la trattativa
sarebbe iniziata molti mesi prima della stagione degli eccidi Falcone e
Borsellino, e sarebbe proseguita anche oltre.
È nero. La polizia arresta come ladro uno studioso di
razzismo ( da "Unita, L'"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: uno studioso di razzismo bostonTornava a casa
da un viaggio in Cina. Henry Louis Gates, professore di studi afro-americani
nel più prestigioso ateneo d'America, è stato arrestato da un poliziotto bianco
che lo ha scambiato per uno scassinatore. Quando il professore ha visto che non
riusciva a sbloccare la serratura, ha chiesto aiuto all'autista che l'aveva
portato dall'aeroporto e,
Dall'Himalaya al Pacifico, l'eclisse più lunga
( da "Unita, L'"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: possono vedere oggi la più lunga eclissi
solare del 21esimo secolo, che nel suo punto più alto, nella metropoli sulla
costa orientale della Cina, durerà sei minuti e 39 secondi. La precedente
eclissi totale, agosto del 2008, è durata poco più di due minuti. Sarà visibile
dal golfo di Khambhat in India fino al Giappone.
il batman della piattaforma un veterano di quindici anni -
paolo rossi roma ( da "Repubblica, La"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: olimpionico australiano Mitcham e la Cina
(qualche testa salterà ad agosto). Lo scoprimmo ad Eindhoven il 24 marzo del
2008. Diventò il campione europeo più giovane di sempre (ora anche mondiale).
Apprendemmo della malattia del papà (un tumore), motivo per il quale aveva
cominciato a tuffarsi («per farlo felice») e restammo tutti sorpresi e
conquistati dalla serenità d´
moratti vara un'altra inter bilancio sano e champions -
giulio cardone roma ( da "Repubblica, La"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Tania terza davanti al padre ex campione
"Ma per battere la Cina abbiamo bisogno di strutture"
"Gareggiare in casa mi ha bloccato, sentivo la tensione: avrei potuto
prendere l´argento" Al camerunense 10 mln a stagione e un bonus per la
vittoria in coppa. Buonuscita di 5 mln dal BarÇa. Marotta: "Cassano resta
al 98%.
classe e nervi, cagnotto di bronzo l'italia è finalmente
sul podio - emanuela audisio roma
( da "Repubblica, La"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: E lì capisci che incubo sia la Cina dei tuffi.
«Per batterla abbiamo bisogno di strutture. Loro possono allenarsi anche otto
ore al giorno, noi invece a malapena quattro». Anche Giorgio Cagnotto non ha
più saliva. Confessa: «E´ stata una gara con un´atmosfera pesantissima.
Thomas, baby d'oro Il prodigio Daley primo dai 10 metri
( da "Unita, L'"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Un altro quarto posto e una nuova finale per
le azzurre del nuoto sincronizzato. La squadra italiana ha concluso i
preliminari del libero combinato con il punteggio di 95 alle spalle di Spagna
(97.5), Cina (96.6) e Canada (96). Stamattina le finali. UOMINI
anche la cina scommette sulla guinness
( da "Repubblica, La"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cronaca La curiosità Anche la Cina scommette
sulla Guinness La Cina decide d´investire sulle bevande alcoliche. Il fondo
d´investimento China Investment Corporation ha acquisito l´1,1% del gruppo di
drink britannico Diageo. La Diageo rappresenta il più grande colosso di
superalcolici al mondo e possiede dieci delle venti marche più vendute al mondo
tra cui Sminroff e Baileys e,
al risveglio a palazzo grazioli il cavaliere disse a
patrizia "ora dammi il tuo cognome"
( da "Repubblica, La"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina, Sud Africa, Messico, Egitto, Brasile. E
poi G16... E io dovrò andare in tutti questi paesi e per un anno dare l´avvio
alla gestione dell´economia mondiale che non si è reso possibile... Io per
avventura... io sono l´unico al mondo che ha presieduto due volte nel 1994 e
nel 2002, non c´è nessun altro che ha presieduto due volte.
Istat: è superata la fase più grave
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: se si eccettua quello verso la Cina, su valori
positivi da marzo e con un più 19% a maggio. è stato l'Isae, col presidente
Alberto Majocchi, a avanzare stime sulla ripresa economica mondiale, che
l'istituto di ricerca vede «molto graduale ». A un primo semestre 2009
negativo, anche per il trascinamento della caduta accusata tra gennaio e marzo,
I cavalieri dimezzati della finanza
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina hanno superato i 2mila miliardi di
dollari è l'ennesima L indicazione di un progressivo spostamento del baricentro
della finanza mondiale verso est. Le banche centrali asiatiche, assieme ai
fondi sovrani dello stesso continente, e i paesi produttori di petrolio sono
due dei power brokers , le nuove potenze della finanza mondiale identificate
due anni fa dal McKinsey Global Institute.
EuroMed per arginare la Cina
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: arginare la Cina La Lombardia promuove
università e fiera per i paesi del Magreb Vittorio Da Rold MILANO «Un Europa
più integrata con l'area della sponda sud del Mediterraneo è la risposta alla
crescente invadenza della Cina nella regione». è un Franco Frattini a tutto
tondo quello che chiamato a concludere i lavori della due giorni del Forum
Economico e Finanziario per il Mediterraneo,
Wall Street ancora in rialzo Apple fa il pieno di profitti
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: fiscali e monetari che sono stati introdotti
soprattutto in Cina. Per il resto, hanno concluso gli amministratori,«c'è
ancora grande incertezza ovunque ». In ogni caso il clima di Wall Street è
rimasto sereno e piuttosto incline all'ottimismo. Gli analisti del Credit
Suisse hanno alzato a 1.050 punti l'obiettivo 2009 per l'indice S&P500,
dunque con un potenziale di crescita del 10%
Pechino alla guerra del cognac
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: anno ha creato una business unit dedicata
esclusivamente alla Cina. L'ufficio ha un un unico obiettivo: superare Pernod e
fare del mercato cinese l'area più importante dell'azienda entro il 2021. Le
prospettive in effetti sono molto promettenti. Secondo il gruppo di ricerca del
settore Canadean le vendite di alcolici potrebbero crescere, dal 2008 al 2014
di 17,6 miliardi di litri.
È nero, docente preso per ladro
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Che era appena tornato da un viaggio in Cina,
aveva trovato la porta bloccata e, assieme al suo tassista, era stato costretto
a usare le maniere forti per aprirla. Nulla da fare: Gates, a quel punto agitato,
è stato portato in manette alla stazione di polizia per disturbo della quiete
pubblica e rilasciato soltanto dopo alcune ore.
La Pac di ieri non serve all'agricoltura di domani
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: se si capisce che il protagonismo di Cina e
India sposta il baricentro dell'agricoltura dalla qualità alla quantità. Alla
sicurezza alimentare. Oggi c'è la crisi della domanda ma il rischio vero è che
ci riveliamo incapaci di soddisfare la nuova domanda globale. In Africa Cina,
Corea, India hanno comprato 45 milioni di ettari di terre arabili: 3 Italie,
Cina e Medio Oriente non rinunciano al lusso
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: pag: 22 autore: Consumi Cina e Medio Oriente
non rinunciano al lusso Altagamma: in giugno cresce anche l'America Latina
Giulia Crivelli «S iamo tutti, nessuno escluso, nel mezzo di un uragano. Ma non
dobbiamo farci schiacciare dal pessimismo, perché nel secondo semestre
dell'anno dovremmo vedere i primi segnali di ripresa.
Harvard. Disavventura di un professore nero. Scambiato per
scassinatore ( da "AmericaOggi Online"
del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: dopo un viaggio di lavoro in Cina. Posato il
bagaglio a terra quando la serratura aveva rifiutato di cedere, il professore
aveva chiesto aiuto all'autista della limousine che l'aveva accompagnato
dall'aeroporto. Due uomini di colore che prendono a spallate la porta di una
casa da ricchi in una tranquilla mattina d'estate: dall'altro lato della strada
Linda Whalen,
L'Italia perde quote di export, ma il Sud resiste
( da "Finanza e Mercati"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: India e Cina) e in particolare il Brasile,
mentre la Cina si sta risvegliando come anche la Russia. E quindi anche i
nostri prodotti che - ha proseguito Scajola - su questi mercati viaggiano
molto. Resta la crisi d'Europa che è il primo mercato dell'export italiano ma
anche qui vediamo timidi segnali di ripresa.
l'energia che viene dal sole può salvare i conti dei comuni
- mario pagliaro ( da "Repubblica, La"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: in Cina, sapeva che tutta la produzione
sarebbe finita in Cina proprio per i bassissimi costi dell´energia. Un errore
ancor più grave considerato che le stesse tecnologie di stampa serigrafica
applicate al silicio per la produzione dei microprocessori possono facilmente
essere estese alla produzione dei moduli fotovoltaici a film sottile.
l'asia al buio per sei minuti tra terrore e profezie di
sventure - (segue dalla prima pagina) dal nostro corrispondente
( da "Repubblica, La"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: In Cina lungo tutto il corso del fiume Yangze
la polizia ieri era in stato di allerta, pronta a fronteggiare disordini di
piazza. Il sindaco di Chongqing (30 milioni di abitanti, la metropoli più
popolosa della Cina e del mondo) ha vietato l´uso dei telefonini durante
l´oscuramento del sole.
marchionne: incentivi anche nel 2010 - salvatore tropea
( da "Repubblica, La"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Con la Chrysler e dopo l´apertura in Cina, la
soglia dei 5,5 milioni non è lontana» ha chiarito ieri Marchionne davanti al
cda, archiviando il caso Opel a proposito del quale ha ribadito che «non
c´erano le condizioni che assicurassero la gestione dell´azienda né con Gm, né
con le parti sociali, né col governo tedesco».
Fiat in rosso, ma si difende Marchionne vuole incentivi
( da "Unita, L'"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina, sfruttando l'alleanza paritetica con
Guangzhou Automobile Group, che contempla una produzione iniziale di 140mila
vetture e 220mila motori all'anno e che può salire fino a 250 vetture e 300mila
motori. ALLEANZE Di alleanze Marchionne ha parlato alla comunità finanziaria,
durante la conferenza di ieri: «Continueremo a guardare le opzioni strategiche
per rafforzare le attività
Asia al buio.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Centinaia di milioni di asiatici, in una
fascia larga
A maggio export in ripresa per la prima volta nel 2009 Le
famiglie più ottimiste ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: export in Cina. Secondo i dati contenuti nel
Rapporto Ice, nel 2008 la crisi non ha penalizzato le esportazioni e la
bilancia dei pagamenti, al netto delle componenti energetiche, ha segnato un
saldo positivo di 50 miliardi di euro. Intanto dalle famiglie arrivano nuovi
segnali di fiducia, fotografati dall'indagine Confcommercio- Censis.
La Cina bacchetta gli Usa sul debito
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina bacchetta gli Usa sul debito Dura presa
di posizione sulle costose misure anti-recessione adottate dalla Casa Bianca
Marco Valsania NEW YORK La Cina torna all'attacco degli Stati Uniti e delle
loro politiche economiche e valutarie per affrontare la crisi, chiedendo
garanzie sulla stabilità del dollaro e sulla sicurezza dei colossali
investimenti di Pechino in titoli di debito
GRANDE COME UNA CITTÀ
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: miliardi di dollari di fatturato e 500mila
dipendenti in tutta la Cina. Ha stabilimenti anche in Brasile, Messico,
Ungheria, Repubblica Ceca, India e Vietnam Foxcon è uno dei maggiori produttori
mondiali di componenti per l'elettronica, fornitore di colosssi come Apple,
Sony, Dell, Samsung, Nokia, Microsoft, Motorola ( si veda Il Sole 24 Ore del 7
gennaio 2009) Il fondatore Terry Gou,
Pechino scommette sul solare
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: la Cina si appresta a far salire sensibilmente
i propri obbiettivi di generazione elettrica tramite il fotovoltaico, in modo
da raggiungere i 10 gigawatt entro il 2020. Per finanziare questa iniziativa su
larga scala, la Cina attingerà a 30 miliardi di dollari già stanziati per le
energie rinnovabili nel pacchetto nazionale di stimolo all'
Segreti Apple, terzisti cinesi e un suicidio
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: nella Cina meridionale. Dietro al gesto, la
pressione psicologica e forse anche la coercizione fisica esercitata in una
indagine interna dal datore di lavoro Foxconn International, divisione del
colosso taiwanese Hon Hai, per la scomparsa di un prototipo della prossima
generazione di iPhone della Apple.
Niente yacht per Kim Jong-Il
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: la Cina». La guardia di finanza, però, ha
scoperto che,dietro un'operazione apparentemente regolare, gli acquirenti
nascondevano un tentativo di violare l'embargo sulla Corea del nord. Ed è
scattato il sequestro amministrativo dei due yacht. Tutto sarebbe partito da
un'informativa dei reparti speciali della guardia di finanza,
Pubblicità in calo del 7,2%
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Rallenta la Cina (+2,5%). «Gli effetti della
crisi finanziaria hanno raggiunto l'advertising », spiega il direttore di
Global AdView, Ben van der Werf. Malissimo i periodici (-17,4%), male i
quotidiani (-9,1%), in tenuta tv e radio (-4,7% e -2,5%). Tra i settori in
positivo solo distribuzione (+6%) e largo consumo (+ 0,
Cin cin con Fellini, Flaiano e Saragat
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: La decadenza di uno dei simboli della «Dolce
vita» Cin cin con Fellini, Flaiano e Saragat di Guido Compagna V enire a sapere
che il Café de Paris di via Veneto è stato sequestrato dai Ros e dalla Guardia
di finanza perché «risultato nella disponibilità della Cosca Alvaro della
'ndrangheta calabrese» è motivo di ragionevole malinconia.
L'Emilia-Romagna investe ancora
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: dove emergono segnali di ripresa come la Cina,
e puntando sull'innovazione ».Intanto però«all'autunno dobbiamo arrivarci e non
dobbiamo lasciare nessuno sul campo. Al contrario è necessario essere il più
possibile uniti e compatti in particolare per aiutare le aziende a superare
quello che sarà il punto più critico, cioè le tensioni sul credito e la bassa
capitalizzazione»
Il cuore altrove
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: in acqua anche la Nazionale azzurra femminile
contro la Cina per le eliminatorie del gruppo A del torneo di pallanuoto.
Spettacolo PREMIUM CINEMA 21,00 Un mondo perfetto, di Clint Eastwood, con Kevin
Costner (1993, 132'). A Dallas, nella notte di Halloween, un evaso di prigione
prende in ostaggio un ragazzino.
Anche senza Opel, Torino punta a 5,5 milioni di vetture
prodotte ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: produrre a regime circa 250mila vetture in
Cina («l'esordio sarà tra due anni con una berlina del segmento C», spiega
Marchionne nella conference call con gli analisti) mentre in India cresce
l'alleanza con Tata. «Opel era una grande opportunità, avrebbe accelerato il
nostro obiettivo ma sono venute meno tutte le condizioni perché Fiat potesse
impegnarsi: non è un questione di soldi,
Bhp Billiton delusa dal ferro
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: dal Brasile verso la Cina sono partite ben 31
navi cariche di ferro, un record assoluto, mentre dall'Australia ne sono
partite solo 12, tre volte meno del normale. Il gruppo Bhp ha estratto solo
poco più di 27 milioni di tonnellate, il 10% in meno rispetto allo stesso
periodo dell'anno precedente, causa gli incidenti nella zona di Pilbara,
Venezia riemerge con le cerniere
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Una rivincita che conferma quanto la città
abbia saputo accogliere l'indicazione profetica di Vittorio Cini pronunciata
subito dopo la devastante marea del 1966, quella che mise a nudo tutta la
fragilità di questa città. «Salviamo Venezia con la collaborazione di tutti -
disse Cini - ma salviamola noi, tocca ai veneziani farlo con il concorso di
tutti gli italiani».
Tre vie per un villaggio globale
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: caso della Cina sia in quello della Germania,
alla base dell'elevata propensione a risparmiare troviamo un evidente
strutturale fattore demografico, cioè la ridotta dinamica della popolazione,
corrente e attesa. Nel caso della Cina, ciò era stato dimostrato qualche anno
fa da un bello studio di Olivier Blanchard (attuale capo degli studi economici
al Fondo Monetario Internazionale)
Il made in Italy rialza la testa
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: avanzata della Cina, che è al secondo posto,
che passa dall'8,7 all'8,9 come quote di mercato, mentre la Germania, prima in
classifica (ma che potrebbe cedere il posto alla Cina a breve), si
ridimensiona, dal 9,4 al 9,1. Gli altri grandi Paesi davanti a noi calano,
mentre migliorano la Russia, l'Arabia Saudita e gli Emirati (questi ultimi
grazie a consistenti flussi di riesportazioni)
Liberi e informati per mangiare (e stare) meglio
( da "Avvenire"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: pomodori «San Marzano» che vengono dalla Cina,
mozzarelle «di bufala» che sono tutte una bufala, burro «di malga» preparato
con latte delle pianure danesi. Per non dire delle cipolle «di Tropea»
coltivate in quel di Alessandria. Qualcuno arricchisce, gli agricoltori
faticano a far quadrare i conti, le massaie sono prese in giro.
ECONOMIA E SOCIETÀ
( da "Avvenire"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Mentre la Cina riparte di slancio, gli effetti
della frenata economica rischiano di farsi sentire nei luoghi di lavoro, dove i
costi sono tradizionalmente bassi e i diritti, almeno in passato, sono stati
spesso calpestati. A un anno e mezzo dall'entrata in vigore del primo moderno
contratto di lavoro, le condizioni negli stabilimenti del gigante asiatico
sarebbero di nuovo peggiorate.
Salari & sicurezza i diritti calpestati
( da "Avvenire"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: imprese occidentali che operano in Cina
affermano di monitorare costantemente il rispetto dei diritti dei lavoratori e
delle condizioni di sicurezza negli stabilimenti, ma sostengono che non sempre
è facile. Come ha denunciato l'autore della nuova legge, i governi locali
tendono ad interpretare i dettami del contratto per ammorbidirli e renderli
meno stringenti per i datori di lavoro.
La proposta:
Argomenti: Cina
Abstract: In Cina la crisi si è tradotta in un aumento
delle violazioni del nuovo contratto di lavoro e in un nuovo peggioramento
delle condizioni nelle fabbriche. «Non solo. Molti imprenditori ci- nesi stanno
delocalizzando nei nuovi protettorati africani e nelle colonie come il
Turkestan Orientale per ridurre ancora il costo del lavoro.
Nord Corea-Myanmar, nuovo incubo nucleare
( da "Avvenire"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: dopo essersi incontrata con i ministri degli
Esteri di Cina, Russia, Giappone e Corea del sud, il segretario di Stato ha
rincarato la dose. Alla Corea del Nord ha mandato a dire che gli U- sa e i suoi
alleati non concederanno più incentivi politici o economici se non otterranno
una «denuclearizzazione completa e irreversibile ».
A Phuket i 10 Paesi dell'Asean: in agenda la sicurezza
regionale e lotta al terrorismo islamico
( da "Avvenire"
del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina, Russia, Giappone, Australia, Corea del
Sud ed altri 11 Paesi rende l'appuntamento un vero evento, considerato pure
l'attuale contesto. Se già i temi della sicurezza regionale, della pace e della
denuclearizzazione erano nel programma, la loro urgenza è drammaticamente
emersa dopo l'attacco terroristico di matrice islamista che ha toccato una
settimana fa l'
Migliora la bilancia commerciale A giugno +155 mln
dall'extra-Ue ( da "Finanza e Mercati"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: a eccezione della Cina (+10,2%), che conferma
la dinamica positiva in atto da marzo, e dei paesi Asean (+2,8 per cento). Le
flessioni più significative si rilevano verso la Russia e il Messico (per
entrambi -40,9%), la Turchia (-25,8%), l'Oceania e altri territori (-19,2%), i
paesi Mercosur (-14,3%), gli Stati Uniti (-8,
Urso: Un recupero del 65%. Il bicchiere adesso è mezzo
pieno ( da "Finanza e Mercati"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: la crescita delle nostre esportazioni in Cina
per oltre il 10%, segno che la nostra attenzione verso Pechino è confermata
dalle imprese italiane che guardano a questo mercato sempre più come una grande
opportunità. Siamo certi - conclude il viceministro - che con l'imminente approvazione
del decreto anti crisi predisposto dal governo ci saranno nuovi stimoli per l'
"il mio inferno in cella adesso voglio giustizia"
- soledad o'brien ( da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: sappiamo che aveva effettuato un lungo viaggio
in Cina e stava tornando a casa. Che cosa è successo esattamente? «Stavo
filmando la mia nuova serie di documentari per la Pbs intitolata "Faces of
Americans", che parla di immigrazione. E avevamo filmato per una settimana
in Cina il cimitero ancestrale di Yo-Yo Ma.
Cina, un topolino artificiale da cellule totopotenti Ed è
già papà ( da "Unita, L'"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina, un topolino «artificiale» da cellule
totopotenti Ed è già papà Si chiama Xiao Xiao, in italiano «Piccino», il primo
topolino ottenuto in laboratorio usando cellule somatiche di topo ringiovanite,
e trasformate in simil-staminali embrionali.
Temiamo per la vita di San Suu Kyi
( da "Unita, L'"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto
ogni tipo di pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici
(erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze
etniche, e così via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo. Speriamo che
l'iniziativa internazionale dia frutti».
Il processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza
fissata per oggi dovrebbe avviare la f...
( da "Unita, L'"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto
ogni tipo di pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici
(erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze
etniche, e così via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo. Speriamo che
l'iniziativa internazionale dia frutti».
mozzarelle adulterate nella pizza - sandro de riccardis
( da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: detenzione e somministrazione di prodotti in
cattivo stato di conservazione e per importazione dalla Cina di carne e pesce,
vietata dal 2002. E ieri Coldiretti ha manifestato proprio contro la
contraffazione dei prodotti importati dall´estero, all´interno del centro
commerciale Milanofiori, ad Assago, per «riaffermare il gusto del vero made in
Italy e svelare gli inganni a tavola».
da bernstein a gershwin c'è broadway al priamàr
( da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Reduce da una tournée in Corea e Cina, dopo
Savona andrà a dirigere i Berliner Symphoniker. Ancora una donna protagonista
nella parte della solista: il soprano Gabriella Costa, artista versatile e ben
nota e molto apprezzata dal pubblico savonese. Il programma, che vede gli
arrangiamenti di Luciano Di Giandomenico, inizierà con un brano da "Les
Miserables"
violante dai pm sul patto mafia-stato "mori mi disse:
ciancimino vuol parlarle" - salvo palazzolo
( da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cinà SALVO PALAZZOLO PALERMO - Arrivano i
primi riscontri al racconto di Massimo Ciancimino sulla trattativa fra Cosa
Nostra e pezzi delle istituzioni durante la stagione delle stragi del 1992. Il
figlio dell´ex sindaco aveva parlato di «garanzie politiche» chieste da suo
padre al colonnello Mario Mori: «Della trattativa doveva essere informato il
presidente della commissione antimafia
A Pechino non conviene sparare sul dollaro
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: durante la sua prima visita ufficiale in Cina,
il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Tim Geithner, tenne un discorso
all'università di Pechino. Al termine del quale insistette sul fatto che gli
Usa restano a favore di una politica del dollaro forte, inaugurata ormai quasi
due decenni fa dal mentore e predecessore di Geithner, Bob Rubin,
La lunga marcia dello yuan sul dollaro
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: di cui la Cina è diventata di recente il
principale partner. In privato, molti imprenditori brasiliani, forti
esportatori in Cina, hanno suggerito a Lula di lasciar perdere questa
iniziativa. Non sanno che farsene di esser pagati in yuan, una moneta non
convertibile, sottoposta a pesanti controlli sui movimenti di capitale e che
dovrebbero comunque "
Il tormentone del made in
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: macchine e attrezzature importate da marchi
italiani che hanno delocalizzato in Cina o Romania, sui quali tra qualche
giorno bisognerà dichiarare la vera origine del prodotto. Nulla sfugge, dopo
decenni di distrazioni o di (colpevole) disinteresse, al furore della
tracciabilità che sembra aver pervaso il popolo del "made in".
"Il manifesto" quarant'anni anni dopo
( da "AprileOnline.info"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: facendo nostra la geopolitica del mondo,
quella del post G8: Cina, India, Brasile... . C'è bisogno di un ancoraggio, per
intraprendere una rotta adeguata, per contrastare la deriva del regime
italiano: una mistura - patologica ma prefigurante - di peronismo elettrico,
localismi corporativi, spiriti reazionari e tentazioni razziste.
Fine della luna di miele
( da "AprileOnline.info"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: la Cina continua nella sua politica repressiva
nello Sinkiang e, di fronte alle rimostranze occidentali, chiede che il dollaro
non sia più la moneta di scambio internazionale; l'India si permette di
imbarazzare pubblicamente il segretario di stato Hillary Clinton in visita
ufficiale rifiutando i limiti alle emissioni di carbonio;
cina, la rivolta del figlio unico - pechino
( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina Cina, la rivolta del
figlio unico PECHINO Contrordine compagni: crescete e moltiplicatevi. Dopo
trent´anni di rigido controllo delle nascite, spesso applicato con terribili
abusi contro i diritti umani, ora Shanghai dà il segnale di una svolta storica.
shanghai si ribella al figlio unico - (segue dalla prima
pagina) ( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: si ribella al figlio unico Cina, la capitale
economica incoraggia le coppie: aumentano i vecchi, fate più bambini Trent´anni
di controllo delle nascite hanno sconvolto tutti gli equilibri In futuro si
rischia di non avere abbastanza giovani per sostenere gli anziani (SEGUE DALLA
PRIMA P
"marchionne è reticente" - pier paolo luciano
( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: MARCHIONNE racconta cosa produrrà in Cina nel
2011 ma tace sulle missioni degli stabilimenti italiani. Dunque è reticente. E
per questo va incalzato: dal sindacato ma anche dagli enti locali». Giorgio
Airaudo, segretario della Fiom, gioca ancora una volta la parte dell´avvocato
del diavolo, ma crede sia un ruolo necessario.
triste, solitario e melodico moby stasera in concerto a
lucca ( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Pagina XV - Firenze Cine & Chianti Triste,
solitario e melodico Moby stasera in concerto a Lucca Triste, solitario e
melodico Moby stasera in concerto a Lucca Indipendenza produttiva, più dark e
meno dance: il nuovo disco fatto in casa è una svolta Un cielo di orribili
presagi si addensa sulla città.
paura del licenziamento, si uccide
( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Era uno dei sei collaudatori che la Chloride
di Castel Guelfo aveva deciso di mettere in mobilità: la multinazionale, di
proprietà inglese, non era in crisi ma stava delocalizzando in Cina. Stava
prendendo anti depressivi e l´azienda lo stava pressando per poterlo
licenziare. CORI A P
il matrimonio fallito la paura del licenziamento e lui l'ha
fatta finita - alessandro cori
( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: ma sta ridimensionando il reparto collaudo
perché la produzione sarà spostata in Cina. Dal 13 luglio erano state avviate
le trattative per la procedura di mobilità e Luca sapeva di essere uno dei
«prescelti». I suoi colleghi ieri mattina, insieme ai rappresentanti sindacali
delle Rsu e della Fiom sono rimasti davanti ai cancelli della ditta.
pandev, adesso è giallo in forse la supercoppa in cina -
stefano carina ( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: adesso è giallo in forse la Supercoppa in Cina
STEFANO CARINA «Non spetta a me decidere se partirà per Pechino, queste sono
decisioni tecniche. Ma se un giocatore dichiara di non sentirsi all´interno del
progetto e di voler andare via, lei lo impieghe-rebbe?». Le frasi sibilline di
Lotito su Pandev creano il caso: il macedone parteciperà o no alla trasferta in
Cina per la Supercoppa?
paura del licenziamento, operaio si uccide - alessandro
cori ( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: il ridimensionamento del reparto collaudo
perché la produzione si sposterà in Cina. Luca, era uno dei sei esuberi
previsti. Poi, dal 13 luglio, l´azienda aveva comunicato l´avvio della
procedura di mobilità. «Mi diceva che stava subendo delle pressioni
dall´azienda - dice Stefano Pedini, della segreteria della Fiom-Cgil di Imola -
che lo chiamava continuamente perché andasse via.
"ecco perché la spiritualità sta riconquistando il
mondo" - (segue dalla copertina) eugenio occorsio
( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: cioè intesa come ideale e non come ideologia:
in Cina, che è solo uno dei tanti esempi, c´è la più grande ondata di
cristianesimo di tutti i tempi, di pari passo con la diffusione del
capitalismo, come se le due cose fossero congiunte e la religione occidentale
costituisca un viatico all´iniziativa economica libera in antitesi con
l´ateismo comunista,
la sorte di zunino appesa alle filosofie di unicredit e
intesa ( da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: appesa alle filosofie di Unicredit e Intesa La
Cina è risoluta a mantenere una politica monetaria adeguatamente accomodante
perché l´economia non marcia ancora a passo sicuro MILANO - Come già avvenuto
in quasi tutti i casi di ristrutturazione degli ultimi due anni, anche nel
salvataggio di Risanamento stanno affiorando le diverse "filosofie di
vita" di Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Bologna, si toglie la vita operaio licenziato da una
multinazionale ( da "Unita, L'"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: la produzione si sarebbe trasferita in Cina.
Anche quel settore della ditta quindi diventava inutile. E solo per quattro dei
sei collaudatori si apriva l'ipotesi di un trasferimento a Torino o Mantova.
Non era fra loro L.D. a cui, ricostruisce il responsabile del personale Andrea
Cocchi, era stato semplicemente offerto un aiuto per trovare lavoro altrove,
Indaga sul papello e sulle rivelazioni di Ciancimino
( da "Unita, L'"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: inchiesta sono le rivelazioni di Massimo
Ciancimino e le rivelazioni del boss Luigi Ilardo (poi ucciso)che chiamano in
causa anche pezzi deviati dei servizi segreti. Ci sarebbero già nuovi indagati.
Adesso l'indagine è molto più ampia di quella chiusa nel 2004 con
l'archiviazione di Riina, Cinà e Vito Ciancimino. Sotto processo, per
favoreggiamento, il generale Mori. Palermo
La lunga siesta della vecchia Europa
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina sono naufragati nella scadente
performance economica e nella carenza di leadership politica del Vecchio
continente. Il resto del mondo ci guarda con disprezzo (Pechino e Mosca) e
delusione (l'amministrazione Obama a Washington). Facendo parte dello schieramento
europeista, mi sento combattuto tra il rivendicare gli importanti successi
della costruzione europea e il rimpiangere
Mondiali a Roma.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Storica medaglia italiana nei tuffi
sincronizzati MICHEAL SOHN - AP/LAPRESSE Argento. Primo podio italiano nei
tuffi sincro: Francesca Dallapè (a sinistra) e Tania Cagnotto seconde dietro
alla Cina e davanti alla Russia. u pagina
Balzo dell'export per la Corea del Sud
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Aggiungendosi a Singapore e Cina nella lista
di paesi in ripresa, la Corea ha fatto segnare un Pil in crescita del 2,3%
rispetto al primo trimestre dell'anno, alimentata anche dalla ripresa dei
consumi ( nella foto, shopping in una zona commerciale di Seul). AFP
FAMIGLIE A REGIME
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Dal
Shanghai dice basta al figlio unico
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: 8 autore: Cina. Al via nella capitale
economica e finanziaria del paese la prima campagna a sostegno delle nascite
Shanghai dice basta al figlio unico Manca manodopera: in soffitta il diktat
demografico di Deng Xiaoping Dario Aquaro Contrordine. Basta con la politica
dei "piccoli imperatori", qui si invecchia, figliate di più.
Ban ki-Moon: Nessun accordo senza Pechino
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Non ci potranno essere nuovi accordi
internazionali quest'anno sul clima senza la Cina. Lo ha affermato il
segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, in Cina per lanciare un programma
sull'ambiente. «Al contrario - ha aggiunto con la Cina c'è un enorme potenziale
per il mondo di raggiungere un accordo al vertice di Copenaghen.
La lunga siesta dell'Europa
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: la Ue si poteva annoverare, insieme a Stati
Uniti, Cina, India, Russia e magari un altro paio di nazioni, tra i soggetti
che avrebbero dato forma al nuovo ordine internazionale. Ora, quando si trova a
parlare con politici cinesi, russi o indiani, Grant trova «raggelanti » le loro
opinioni sull'influenza europea.
Mutanda pazza non salva il mondo
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: indifferenza del mondo e con il tacito
sostegno della superpotenza Cina, terrorizza la popolazione, deporta le
minoranze, incendia i villaggi, affama i bambini e stupra le donne, lasciate
alla soldataglia dei janjaweed. Ma è vendere mutande tanga con il logo Salvate
il Darfur, ultima moda negli Usa, la strada seria per ricordare quella
tragedia?
Manca la visione globale
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Svizzera, Russia, Giappone, Taiwan, Cina,
Emirati Arabi, Bahrain e Kuwait, oltre alla presenza mondiale in più 400 negozi
multimarca e prestigiosi department store». Ovvio che Gabrieli non veda di buon
occhio l'obbligo del "made in" così come è stato confezionato e
licenziato dal Parlamento in questi giorni.
Ipo da record per il big cinese delle costruzioni
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Sono state vendute agli investitori 12
miliardi di azioni al prezzo di 4,18 yuan per titolo: il prezzo si colloca
nella parte alta della forchetta. State Construction intende approfittare del
rally delle Borse in Cina per raccogliere capitali e sviluppare nuovi progetti
immobiliari in vista di un possibile nuovo boom dei prezzi delle case.
BLOOMBERG
Semestre nero per De Beers
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina e India assorbiranno fino al 35% delle
gemme mondiali, invece dell'attuale 20%. Una domanda aggiuntiva sufficiente a
garantire lunga vita al colosso nato 120 anni orsono in Sudafrica. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA L'OTTIMISMO NON MANCA Per Gareth Penny il peggio ormai è
alle spalle: i costi sono stati ridotti e la domanda è in risalita grazie ai
tagli all'
La Cina sorpassa l'India nei consumi
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Nuova Delhi un primato storico La Cina
sorpassa l'India nei consumi La Cina quest'anno salirà al primo posto nel
consumo di oro, un'egemonia finora feudo dell'India. Grazie alla robusta
ripresa economica, la domanda di gioielli in Cina è salita, mentre il declino
della rupìa ha rallentato i consumi indiani, che rischiano di diminuire ancora
per il recente raddoppio del dazio sull'
Le fragilità di un'economia monotematica che cerca nuovi
sbocchi in Africa e in Oriente
( da "Avvenire"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Germania e Cina il 6 per cento delle
importazioni. L'obbiettivo a medio termine della politica economica è la
riduzione della dipendenza dall'oro nero, che attualmente determina il 95% del
bilancio dell'emirato. In quest'ottica vanno lette le recenti missioni di
uomini d'affari kuwaitiani in Benin, Gabon, Gibuti,
E Shanghai promuove le nascite: incentivi alle coppie con
due fratelli ( da "Avvenire"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: La municipalità della capitale economica della
Cina scrive il China Daily online , annuncia che incoraggerà attivamente le
coppie con figli unici ad avere un secondo figlio. Lo scopo: contrastare
l'invecchiamento della popolazione e il peso crescente di genitori e nonni in
pensione sui figli unici.
Cina, gli
Argomenti: Cina
Abstract: politica del figlio unico" in vigore
dalla fine degli anni '70 come uno dei lati oscuri della Cina. Un libro ne
svela i lati più concertanti: «Strage di innocenti. La politica del figlio
unico in Cina», scritto da Harry Wu e curato da Toni Brandi e Francesca Romana
Poleggi, è stato pubblicato il 23 luglio scorso dell'Editrice Angelo Guerini.
eterni ragazzi uniti dal sogno di sandokan - torino
( da "Repubblica, La"
del 26-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: della Cina, dei Mari del Sud, dell´Africa,
delle Americhe. Si documentava scrupolosamente, invece, consultando resoconti
di viaggi, enciclopedie, atlanti, giornali e riviste». Sarti, dopo avere
elencato i personaggi dei libri, ha compilato una lista di tutti i popoli, le
tribù, i reami, i luoghi, le montagne,
zhe e compagni, le nuove facce della cina - laura montanari
( da "Repubblica, La"
del 26-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Pagina XI - Firenze Zhe e compagni, le nuove
facce della Cina Studiano all´Università, vivono con 7mila euro l´anno, giocano
a basket alle Cascine Appartengono alla middle class e non hanno alcuna paura
di parlare: "Chiudersi a Chinatown non ha senso" LAURA MONTANARI Il
pivot è quello che arriva presto la mattina del sabato.
stragi, riina promette ai giudici un dossier su capaci e
via d'amelio - salvo palazzolo
( da "Repubblica, La"
del 26-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: ha ricevuto visite di investigatori e
magistrati anche Antonino Cinà, il medico di Riina accusato di aver scritto il
«papello» della trattativa fra le stragi. Dice il suo avvocato, Mimmo La
Blasca, nell´arringa dell´ultimo processo: «Sono autorizzato a riferire che
quando preparavamo l´interrogatorio in aula è stato affrontato anche
l´argomento papello.
titusville, la città-fantasma che inventò l'oro nero -
vittorio zucconi ( da "Repubblica, La"
del 26-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: immancabile grande magazzino di ciarpame made
in Cina, il Wal Mart, quattro saloon e una dozzina di ristoranti alla svelta
sono tutto quello che rimane di una scoperta che avrebbe prodotto,
centocinquanta anni più tardi, una ricchezza mondiale da milletrecento miliardi
di dollari annui per le nazioni produttrici di petrolio.
obama studia il modello cinese contro la crisi funziona
meglio - federico rampini ( da "Repubblica, La"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: cinese contro la crisi funziona meglio
FEDERICO RAMPINI Agli europei questa sigla fa venire le convulsioni, ma non c´è
dubbio che assomiglia a un "G2" il summit che riunisce oggi a
Washington i governanti dell´America e della Cina. Obama, la Clinton e il segretario
al Tesoro Geithner ricevono la più vasta delegazione governativa (150 persone)
mai partita da Pechino. SEGUE A P
obama studia il modello cinese contro la crisi funziona
meglio - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Venti accordi di libero scambio in dirittura
di arrivo hanno per protagonista la Cina. Uno di questi, aprendo ulteriormente
le frontiere tra 1,3 miliardi di cinesi e 500 milioni di abitanti del
sudest-asiatico, segna l´avvio del più grande "mercato comune" della
storia. La marcia trionfale della Cina è turbata però da incidenti molto seri.
arriva il sottomarino nucleare ora l'india è una super
potenza - daniele mastrogiacomo
( da "Repubblica, La"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: facevano parte solo Cina, Francia, Stati
Uniti, Gran Bretagna e Federazione russa. L´annuncio è stato dato dal primo
ministro Manmohan Singh durante la cerimonia d´inaugurazione dell´»Arihant»,
«Distruttore di nemici», un bestione di 6 mila tonnellate, spinto da un
reattore di 85 megawatt e in grado di raggiungere i 24 nodi tra gli abissi.
quando la vacanza è dolce i turisti sulle strade del miele
- irene maria scalise ( da "Repubblica, La"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: ognuno diventa sosta di un capitolo apistico
ben preciso che passa da Monteu Roero a Città di Brà. Anche all´estero, però,
la passione del miele comincia a dilagare. Il paese con maggiore produzione è
la Cina (180mila tonnellate), seguito da Stati Uniti (90mila), Argentina
(85mila) e Messico (60mila).
hamilton e raikkonen, riecco i vecchi padroni - budapest
( da "Repubblica, La"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: che non vinceva una gara dal 19 ottobre
scorso, gp in Cina, Raikkonen, che continua il digiuno di successi, datato
ormai 15 mesi, ma che mai quest´anno era arrivato secondo. Nobiltà al completo,
se sul podio ci fosse stato anche Massa, bloccato invece dopo il terrificante
incidente di sabato in un letto d´ospedale.
dollari, applausi e tv: è il calcio usa - andrea sorrentino
boston ( da "Repubblica, La"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: prima della partenza il 3 agosto per la Cina:
l´8 a Pechino è Supercoppa contro la Lazio. Calendario fittissimo, e si sa che
giocare tanto con i muscoli non ancora a posto può essere rischoso, ma ormai va
così. Intanto oggi e domani saranno i giorni delle visite mediche e delle
presentazioni per Eto´o all´Inter e Ibrahimovic a Barcellona: il mercato
interista,
Fuori dalla crisi, dentro la pandemia
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Ma se l'influenza si diffondesse in Cina, per
ora poco colpita, «sarebbe molto preoccupante ». In Australia, i casi
confermati fino a due giorni fa erano 16.567, un aumento del 25% in quattro
giorni, e dall'inizio del contagio, poco più di cinque settimane fa, le vittime
sono state circa 40.
La tv cinese parla anche arabo
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Ancora Zheng: «Speriamo che il mondo possa
conoscere la Cina e la Cina il resto del mondo sempre meglio». Uno staff
iniziale di 80 persone, composto da giornalisti e conduttori cinesi che parlano
arabo, ha perciò da ieri il compito di contrastare l'immagine spesso «distorta»
che i media stranieri trasmettono del paese.
STRATEGIE GLOBALI
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: immagine della Cina nel mondo e prevede
l'apertura di numerose sedi di corrispondenza dell'emittente statale e
dell'agenzia ufficiale di stampa Xinhua Secondo il South China Morning Post,
quotidiano di Hong Kong in lingua inglese, si tratterebbe di un'operazione da
45 miliardi di yuan (4,6 miliardi di euro) IM
I mutui degli inglesi arrivano da Pechino
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Dal nostro corrispondente La Cina
s'avvicina.Alla City. Bank of China soccorre gli inglesi a caccia di un mutuo e
offre tassi più vantaggiosi dei maggiori concorrenti. Il fenomeno è ancora
limitato nei volumi, ma -secondo gli analisti - è destinato a svilupparsi
creando un temibile concorrente alle maggiori banche, da Barclays a Hsbc,
Un ambasciatore per il manager
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: a Pechino in qualità di coordinatore del
comitato governativo Italia-Cina, ha lavorato in Enel nella veste di
responsabile delle Relazioni istituzionali internazionali e da circa un anno
dirige l'ambasciata italiana a Teheran. E anche Vincenzo Petrone, distaccato
negli scorsi anni in Confindustria come responsabile degli Affari
internazionali, è ora ambasciatore in Giappone dove,
L'infinito quartiere cinese
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: ma la Cina sembrava vicina, anche se in realtà
più come utopia che come realtà. Ora che si è passati dalla teoria «dei cento
fiori» della rivoluzione culturale alla pratica delle «cento città» del
capitalismo globalizzato, la Cina si è ritagliata un posto centrale: nonostante
sia diventata un centro di gravità per l'intera economia mondiale,
Buoni sentimenti a passo di danza
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cambogia e Cina dal poetico Shen Wei, oggi tra
gli artisti orientali più corteggiati. Ma siamo solo alla prima delle due
settimane della vetrina che quest'anno compie 25 anni e la Shen Wei Dance Arts
vi giungerà quasi alla fine. Per ora, nella puntigliosa città organizzatrice di
danza e balletto per tutto l'anno,
Da Riccione a Scampia
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Vent'anni dopo, a 35 anni, nel giugno del
Cina Rivolta in fabbrica Operai uccidono manager Trentamila
lavoratori di un'a... ( da "Unita, L'"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: Cina Rivolta in fabbrica Operai uccidono
manager Trentamila lavoratori di un'acciaieria cinese, che protestavano contro
l'acquisizione della lora fabbrica da parte di un'altra società, venerdì scorso
hanno picchiato a morte un manager. Pesante il bilancio degli scontri con la
polizia: almeno cento feriti.
Staminali: riavvolgere il film della vita e poi
riproiettarlo ( da "Unita, L'"
del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Abstract: in una dozzina di stabulari in Cina. Loro non
lo sanno, ma sono i nipotini di una cellula staminale adulta indotta a
diventare pluripotente. Insomma, il frutto di una lunga e formidabile catena di
esperimenti di laboratorio portata a termine da un gruppo di ricercatori
dell'Accademia Cinese delle Scienze di Pechino e dell'Università Jiao Tong di
Shangai,
( da "Repubblica, La" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
1 - Prima Pagina Il caso Le false "bionde" in
arrivo da Cina e Polonia. E
a Napoli rispuntano le "tabaccaie" Il nuovo contrabbando di sigarette
NAPOLI «Vi consiglio "le polacche". Le chiedono tutti, costano meno.
Sono tornato a vendere, ma a una condizione: le cinesi no. Fanno male,
puzzano». L´uomo della bancarella, Antonio o´ Chichì, le sfila dal pacchetto.
SEGUE A P
( da "Repubblica, La" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
23 - Cronaca Il ritorno dei contrabbandieri da Polonia e Cina le false "bionde" Un
pacchetto frutta fino a 10 volte e a Napoli rispuntano le tabaccaie L´industria
delle "stecche" rende centinaia di milioni l´anno. Triplicati i
sequestri Il traffico di sigarette sull´onda della crisi, ma è assai peggio di
trenta anni fa (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
42 - Sport Dopo i Marconi, un altro quarto posto: "Mi
viene da piangere" Cagnotto ai piedi del podio il pubblico contro la Cina CORRADO ZUNINO ROMA - Tania si
sveglia tardi, gli ultimi due tuffi. Sono puliti, finalmente distesi, la fanno
risalire nella gara del trampolino da un metro: ottava, sesta, quarta. Ma lì
chiude, a 6,35 punti dalla cinese Wu Minxia, terza. Niente bronzo per la
Cagnotto: medaglia di legno. Come i fratelli Marconi il giorno prima. L´inizio
dei mondiali di nuoto, non solo sul piano organizzativo, è difficile. E Tania
Cagnotto, che ai recenti Europei di Torino aveva preso tre ori, a Roma prende
atto della superiorità delle cinesi (seconda è arrivata la Wang Han) e del
ritorno sorprendente della russa Julia Pakhalina, 32 anni, data per assente,
alla fine dominatrice. Maria Elisabetta Marconi, sorella dei due componenti del
duo, è finita sesta. «Mi viene da piangere, se non avessi iniziato contratta
sarei sul podio», dirà la Cagnotto, «ma questa è la gara in cui soffro di più».
Dopo il trampolino da un metro, arrivano i tre. Mentre mamma Cagnotto, ex
campionessa, viene allontanata dal servizio buttafuori della sala stampa
(l´altro giorno hanno maltrattato Popov). I primi due giorni scivolano via con
arbitri stretti con gli azzurri e fischi ai cinesi. Fischi nei tuffi, nel
sincro. Loro non ascoltano e, ieri, con le donne, vincono la piattaforma
sincro.
( da "Unita, L'" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Gli
addetti al check-in di British Airways e Virgin Atlantic possono d'ora in poi
rifiutarsi di far imbarcare i passeggeri che mostrano sintomi simili a quelli
della nuova influenza. Questo l'ultimo fotogramma britannicosull'influenza
suina, un tambureggiamento che alterna fasi allarmanti a momenti di stasi e che
nelle ultime ore ha subito un'impennata determinando anche uno scontro nel
governo italiano. Al Sunday Times, dirigenti di due aerolinee hanno confermato
l'ordine imposto ai propri dipendenti, un salto di qualità nella restrizione
delle maglie contro la diffusione del virus. «Il nostro personale è addestrato
a riconoscere i sintomi della nuova influenza o di altre malattie contagiose.
Il personale può rivolgersi ad un medico e a chi è affetto da nuova influenza
non verrà concesso di viaggiare», ha detto un portavoce di British Airways al
domenicale, sottolineando di aver già vietato l'imbarco ad alcune persone. Chi
non viene bloccato in partenza, potrebbe comunque trovarsi in quarantena nel
Paese di arrivo: in Thailandia e in Cina le autorità hanno già installato
degli scanner per il controllo della temperatura corporea per identificare i
passeggeri che hanno la febbre. Le maglie che si restringono anche nei vari
campus londinesi dove alcuni casi sospetti hanno spinto le autorità britanniche
a procedere a opere di isolamento, bonifica o distribuzione di farmaci.
A Fiumicino, poco preoccupati i passeggeri. Gruppi di passeggeri in transito
nello scalo romano provenienti da Londra non hanno mostrato particolari timori,
e ieri salvo sporadici casi, quasi nessuno indossava le mascherine sul volto.
poche mascherine Nel settore «Arrivi internazionali» alcuni turisti inglesi
appena sbarcati si sono soffermati a leggere i cartelli del ministero della
Salute, sui quali sono indicati consigli sia per coloro che sono diretti in
un'area affetta da nuova influenza sia per quanti tornano. «Cosa penso di
questa influenza? - sorride un'anziana turista britannica, in vacanza in Italia
con il marito - Temo che ci siano troppo allarmismo... ». A Malpensa,
diffidenza nei confronti dei giornalisti tra i genitori di alcuni degli
adolescenti di ritorno da Londra, dove hanno contratto l'influenza e sono poi
guariti. «La tensione l'avete creata voi giornalisti in questi giorni - dice
una madre -. I nostri figli non ci sono mai sembrati spaventati al telefono,
anche quando parlavano dei compagni che si erano ammalati». Ma è un fatto che
l'influenza suina faccia discutere. Sul battibecco all'interno del governo
interviene anche il ministro Brunetta: «Non c'è nessun pericolo - dice - se non
quelli che ci sono ogni anno su l'influenza di un tipo piuttosto che di un
altro». Intanto si allunga il bollettino dei contagi. Due sospetti casi in
Molise, altri due a Pistoia.
( da "Unita, L'" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Suina,
stop imbarchi a Londra Paura nei campus dei ragazzi GIUSEPPE VITTORI Gli
addetti al check-in di British Airways e Virgin Atlantic possono d'ora in poi
rifiutarsi di far imbarcare i passeggeri che mostrano sintomi simili a quelli
della nuova influenza. Questo l'ultimo fotogramma britannicosull'influenza
suina, un tambureggiamento che alterna fasi allarmanti a momenti di stasi e che
nelle ultime ore ha subito un'impennata determinando anche uno scontro nel
governo italiano. Al Sunday Times, dirigenti di due aerolinee hanno confermato
l'ordine imposto ai propri dipendenti, un salto di qualità nella restrizione
delle maglie contro la diffusione del virus. «Il nostro personale è addestrato
a riconoscere i sintomi della nuova influenza o di altre malattie contagiose.
Il personale può rivolgersi ad un medico e a chi è affetto da nuova influenza
non verrà concesso di viaggiare», ha detto un portavoce di British Airways al
domenicale, sottolineando di aver già vietato l'imbarco ad alcune persone. Chi
non viene bloccato in partenza, potrebbe comunque trovarsi in quarantena nel
Paese di arrivo: in Thailandia e in Cina le autorità hanno già installato
degli scanner per il controllo della temperatura corporea per identificare i
passeggeri che hanno la febbre. Le maglie che si restringono anche nei vari
campus londinesi dove alcuni casi sospetti hanno spinto le autorità britanniche
a procedere a opere di isolamento, bonifica o distribuzione di farmaci.
A Fiumicino, poco preoccupati i passeggeri. Gruppi di passeggeri in transito
nello scalo romano provenienti da Londra non hanno mostrato particolari timori,
e ieri salvo sporadici casi, quasi nessuno indossava le mascherine sul volto.
poche mascherine Nel settore «Arrivi internazionali» alcuni turisti inglesi
appena sbarcati si sono soffermati a leggere i cartelli del ministero della
Salute, sui quali sono indicati consigli sia per coloro che sono diretti in
un'area affetta da nuova influenza sia per quanti tornano. «Cosa penso di
questa influenza? - sorride un'anziana turista britannica, in vacanza in Italia
con il marito - Temo che ci siano troppo allarmismo... ». A Malpensa,
diffidenza nei confronti dei giornalisti tra i genitori di alcuni degli
adolescenti di ritorno da Londra, dove hanno contratto l'influenza e sono poi
guariti. «La tensione l'avete creata voi giornalisti in questi giorni - dice
una madre -. I nostri figli non ci sono mai sembrati spaventati al telefono,
anche quando parlavano dei compagni che si erano ammalati». Ma è un fatto che
l'influenza suina faccia discutere. Sul battibecco all'interno del governo
interviene anche il ministro Brunetta: «Non c'è nessun pericolo - dice - se non
quelli che ci sono ogni anno su l'influenza di un tipo piuttosto che di un
altro». Intanto si allunga il bollettino dei contagi. Due sospetti casi in
Molise, altri due a Pistoia. Nella capitale inglese alcune compagnie potranno impedire
a chi presenta i sintomi dell'influenza di salire sugli aerei. In Italia, anche
se aumenta il numero dei contagiati (o sospetti tali), la psicosi non c'è.
( da "AmericaOggi Online" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Mondiali
di nuoto. La Cagnotto sfiora il podio 20-07-2009 ROMA - Podio mancato per Tania
Cagnotto. La tuffatrice azzurra ha chiuso al 4/o posto la finale mondiale del
trampolino da
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-19 - pag: 28 autore:
Continua da pag. 23 Perché miriamo in basso Nell'avvertire acutamente la
responsabilità del suo deterioramento la natura ci appare come una Mater
dolorosa, lambita e contagiata sul nostro pianeta dalla stessa fragilità che
segna la storia umana. Comincia pertanto a serpeggiare la paura – cui ha dato
voce l'Ethical Working Group on Astrobiology and Planetary Protection of the
European Space Agency dell'Unesco – che lo spazio esterno e i corpi celesti
possano diventare ricettacolo dei nostri detriti e venire contaminati da forme
di vita di origine terrestre o, viceversa, che la Terra possa essere infettata
da eventuali, anche se improbabili, agenti esobiologici. Gettando uno sguardo indietro,
è possibile constatare come, da oggetto di contemplazione, il cielo sia
diventato spazio di conquista reale e simbolica, quasi una continuazione del
grande ciclo di esplorazioni e scoperte geografiche aperto da Cristoforo
Colombo. Dapprima, grazie ai fratelli Mongolfier, poi ai fratelli Wright, alle
stazioni interplanetarie, alle passeggiate nello spazio e alle astronavi, lo
staccarsi dell'uomo dalla superficie materna del nostro pianeta è sembrato la
realizzazione di un antico sogno, il culmine della modernità in quanto trionfo
della nostra specie, che, invece di subire la natura, ora la domina. Tale
percezione è poi cambiata non appena si è visto che, dallo spazio, il nostro
globo appare come una gemma di incomparabile bellezza su uno sfondo di velluto
nero: azzurro, coperto di bianche nubi, con le montagne brune che si stagliano
su verdi pianure, gli oceani che ritagliano i continenti, i poli che esibiscono
le loro lucenti calotte di ghiaccio. Osservando la superficie brulla e
butterata della Luna, posando piede sui suoi mari o studiando le immagini degli
altri pianeti e dei loro satelliti dalle atmosfere per noi irrespirabili, dalle
forze di gravità per noi fuori scala, e dalle temperature arroventate o gelide,
si è scoperta la nostalgia per la Terra, l'unico luogo, per quanto finora
sappiamo, dove c'è vita. Paragonato al desertico squallore di altri mondi,
privi di quell'aura che la fantasia attribuiva loro, in mancanza, finora, di
altre forme di vita o con altri esseri intelligenti, il nostro globo risulta
essere la sola oasi in cui l'uomo può abitare, posare saldamente i piedi, senza
portarsi dietro un artificiale guscio protettivo, rappresentato dall'astronave.
Risalta così l'ambiguità dell'impresa spaziale nell'annodare lo spirito di
conquista e colonizzazione interplanetaria, il desiderio di andare
rischiosamente incontro all'ignoto, di proiettarsi con curiosità verso
l'esterno, al complementare bisogno di un'Itaca cui fare ritorno e alla voglia
di rimettere l'uomo e il suo habitat al centro, se non dell'universo, del senso
stesso della realtà. Dopo l'entusiasmo per l'astronautica, alla spinta
centrifuga succede una spinta "geotropica", di segno opposto. A suo
modo, nelle menti e nei cuori, Tolomeo celebra una vittoria postuma. Lo sguardo
dall'interno verso la "cupola metafisica"del cielo –che nei primi
filosofi greci, come Pitagora e Anassagora, aveva legittimato l'atteggiamento
teoretico della contemplazione – si combina, a partire dal telescopio di
Galileo, con uno sguardo dall'esterno. Si comincia cioè a pensare alla Terra
come una stella tra le stelle, oggetto non più della sola fisica, ma anche
dell'astronomia. Per certi versi, il contemplare il nostro pianeta dal di fuori
ha avuto la funzione dello specchio,di un'immagine che ci ha finalmente situato
nel cosmo e ci ha fatto comprendere meglio chi siamo: una specie animale –
risultato di processi evolutivi forse casuali – che può vivere in spontanea
simbiosi solo con l'ambiente terrestre e non altrove. In questo specchio
abbiamo visto quanto avevamo fino a ora solo pensato. Eppure, non è certamente
scomparsa né la contemplazione silenziosa, a occhio nudo, del cielo stellato
(di cui si gioisce in rari ed estatici momenti), né la prospettiva di futuri
viaggi interplanetari e di una possibile, sebbene remota, colonizzazione di
altri mondi. Con minor clamore e con maggior segretezza, i progetti scientifici
continuano a svilupparsi in un clima di accresciuta, lungimirante concorrenza
di tipo economico, politico e militare, che vede, ad esempio, l'ingresso della Cina nel club esclusivo degli Stati che espandono la loro sfera
d'influenza, anche attraverso il progettato sbarco di un suo equi- paggiosulla
Lunaentroil
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: SYSTEM (SUBARU) data: 2009-07-19 - pag: 4 autore: I
requisiti per la regolarizzazione Tassata la redditività «potenziale» di
Alessandro Dragonetti e Gabriele Labombarda L a terza edizione dello
"scudo fiscale" verrà introdotta con un emenamento alla manovra
estiva, il decreto legge 78/09. Dal 15 settembre prossimo e sino al 15 aprile
2010, i contribuenti interessati avranno, infatti, la possibilità di sanare la
detenzione di attività finanziarie e patrimoniali, esistenti all'estero in
violazione della disciplina di monitoraggio fiscale (legge 167/1990),
rimpatriandole o regolarizzandole. Il nuovo scudo consente, tra l'altro,di
sanare le violazioni relative alla detenzione di immobili oltreconfine. Tra le
altre, saranno proprio le residenze estive, sottratte all'occhio del fisco,a
poter essere oggetto della nuova opportunità di regolarizzazione che, prendendo
spunto da orientamenti di legislatori di altri paesi europei, sembra, questa
volta, voler dar prevalenza al reddito potenziale rispetto a quello di fatto
prodotto dalle attività stesse. L'emendamento posto all'esame della Camera
prevede che la sanatoria possa essere portata efficacemente a termine mediante
il pagamento (non, quindi, a compensazioni con crediti e ritenute) di una imposta
una tantum del 5%, pari all'aliquota del 50% applicata ad un reddito lordo
presunto annuo del 2% per i cinque anni aperti all'accertamento. La
regolarizzazione, i cui adempimenti attuativi sono demandati a un provvedimento
del direttore dell'agenzia delle Entrate, avverrà all'atto del pagamento
dell'una tantum. Questa somma rappresenterà, quindi, un pegno che il
contribuente dovrà corrispondere al fisco per sanare il proprio comportamento
omissivo. Nel contesto delle regolarizzazione, contrariamente alle
anticipazioni dei mesi scorsi, potranno rientrare anche gli immobili, quali
attività patrimoniali detenute all'estero, alle condizioni seguenti. Anzitutto,
si dovrà trattare di immobili detenuti in violazione degli obblighi di
monitoraggio, ovvero che avrebbero dovuto essere indicati nell'annuale modello
RW. Il fisco considera tali gli immobili che, anche potenzialmente, sono
produttivi di reddito. Sono ricompresi gli immobili locati - per definizione,
essendo il reddito di locazione ordinariamente tassato inItalia – nonché gli
immobili che, pur essendo tenuti a disposizione, sono tassati nei Paesi in cui
si trovano sulla base di coefficienti presuntivi – in maniera del tutto analoga
a quanto avviene in Italia in riferimento all'attribuzione di reddito da
fabbricato sulla base dei coefficienti catastali. Detto questo, gli immobili
detenuti a disposizione oltreconfine costituiscono, da sempre, uno dei più
grossi busillis per i contribuenti che li detengono, e anche per il loro
consulenti, quando si accingano alla compilazione della dichiarazione di
monitoraggio. è spesso assai difficile, infatti, verificare se lo stato estero
tassi gli immobili con criteri catastali o simili, facendo, quindi, sorgere
l'obbligo di indicazione nel quadro RW. Solo specifiche ricerche, talvolta
difficili, consentono di discernere le differenti fattispecie che si incontrano
nella fiscalità degli altri Paesi. Ne risulta che esclusivamente gli immobili
da indicarsi nel quadro RW, ma che non lo siano stati, costituiscono attività detenute
in violazione della disciplina di monitoraggio, pertanto, teoricamente "
regolarizzabili". Solo teoricamente, però, posto che esclusivamente alcuni
tra essi potranno essere effettivamente regolarizzati aderendo allo scudo,
qualora ricorrano ulteriori condizioni. Secondo il dettato normativo, infatti,
quella della regolarizzazione è un'opportunità disposta solo in riferimento ad
attività patrimoniali ( tra cui rientrano gli immobili): detenute almeno al 31
dicembre 2008; in Paesi dell'Unione europea. Completati i relativi adempimenti,
quindi, i proprietari di immobili Ue regolarizzati, potranno fruire del
possesso delle loro proprietà avendo ottenuto la sanatoria degli inadempimenti
pregressi, restando preclusa al fisco la possibilità di accertamento. Particolarmente
delicata risulta, invece, la posizione di immobili detenuti in violazione in
Paesi extra-Ue. Secondo la formula utilizzata
nell'emendamento,infatti,sembrerebbe che, mentre l'omissione nella
dichiarazione obbligatoria di un immobile esistente sul territorio Ue può
essere sanata attraverso la regolarizzazione ( con conseguente possibilità per
il contribuente di continuare a detenere l'immobile stesso), gli immobili
extra-Ue, non potendo essere oggetto di regolarizzazione, potranno accedere alla
sanatoria solo mediante rimpatrio, con una "monetizzazione"
dell'investimento (che, di questi tempi, potrebbe risultare economicamente
assai svantaggiosa). Ai proprietari di immobili extra- Ue, che abbiano commesso
violazioni alla disciplina del monitoraggio fiscale, sembrerebbe, quindi, non
rimanga altra scelta se non vendere l'immobile e sanare la violazione mediante
il rimpatrio del corrispettivo ottenuto, ovvero continuare a detenere
l'immobile in violazione delle norme, rischiando, però, in tal caso, l'applicazione
delle sanzioni raddoppiate (dal 5% al 10%) introdotte dall'emendamento. Tali
innalzate sanzioni, con la presunzione di evasione per attività finanziarie
detenute in Paesi Black List (articolo 12 del Dl) consigliano di porre ancor
più attenzione al puntuale soddisfacimento degli obblighi di monitoraggio
fiscale. Ove si commetta un errore o omissione, infatti, passata l'opportunità
concessa dallo scudo fiscale ter, la possibilità di ravvedersi appare, di
fatto, impraticabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA IN LOCAZIONE E NON Sono inclusi
i fabbricati dati in affitto e quelli disponibili non indicati nel quadro RW di
Unico nonostante l'obbligo del monitoraggio I PAESI Paesi i
cui fabbricati devono essere dichiarati se locati o anche solo se tenuti a disposizione
Belgio, Cina, Hong Kong,
Paesi Bassi, Spagna, Svizzera Paesi i cui fabbricati devono essere dichiarati
solo se locati Argentina, Austria, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna,
Malta, Portogallo, Russia,Stati Uniti
( da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
33 - Cultura Oscurantismo Si aprì un dibattito tra chi sosteneva una nuova
pratica basata sulla razionalità e chi era contario sostenendo l´argomento che
il corpo come l´anima doveva purgarsi dei propri peccati Il significato della
sconfitta del vaiolo La scienza illuminista GIORGIO COSMACINI Nel 1761 un
clinico svizzero di grande valore, Samuel August Tissot (poi in cattedra a
Pavia nel triennio 1783-85), diede alle stampe a Losanna, dove era médecin de
ville, un Avis au peuple sur sa santé che era un vero progetto di
"medicina pubblica" con ampia descrizione di tutti i rischi da
contagio, primo fra tutti il vaiolo con la sua elevata mortalità la sua vasta
diffusione, i suoi gravi danni (tra cui la cecità) e il suo rimedio sovrano, la
"variolizzazione" o "inoculazione" fatta da mani abili. è
questa, scrive Tissot, «la operazione per mezzo della quale, mettendo un po´ di
pus preso da pustole mature su una leggera incisione fatta sulla pelle, si
procura questa malattia, però in forma attenuata: infatti basta sapere che su
690 soggetti ne morranno 106 e che se invece si pratica a essi l´inoculazione,
ne morranno appena 2 sullo stesso numero». Tissot traccia una breve storia
dell´inoculazione. Scrive: «Questo metodo è in uso da tempo
immemorabile in Cina e
nelle grandi Indie; lo si impiega da più secoli in Georgia e in Circassia; è
stato introdotto a Costantinopoli da un centinaio d´anni; fu infine portato in
Inghilterra nel 1721 da una donna di nobile sentire, lady Mary Wortley
Montague, che era stata testimone del successo con cui lo si usava a
Costantinopoli, dove suo marito era ambasciatore». Nella breve storia
tracciata manca ovviamente la trasformazione, posteriore di 37 anni, della
"variolizzazione" di metà Settecento, praticata con pus umano non
senza qualche rischio, nella "vaccinazione" di fine Settecento, e poi
dell´Ottocento e del Novecento, praticata con pus vaccino innocente. Nel 1798
il naturalista inglese Edward Jenner (1749-1823) rese infatti noto che il
cow-pox o vaiolo vaccino, trasferito dal bovino all´uomo, provocava in
quest´ultimo una malattia mite (variola minor) che impediva al vaiolo umano
(variola maior) di attecchire e fare danno. Tale "non ritorno" della
malattia in chi l´aveva avuta, attenuata e provocata ad arte, era l´equivalente
biologico di quella che poi sarebbe stata detta "immunità". «Il
favoloso innesto», come venne chiamato da Giuseppe Parini, salvò nell´Ottocento
più vite di quante ne sacrificarono le guerre napoleoniche, quelle
risorgimentali e quella franco-prussiana del 1870. Fu un evento non solo
medico-scientifico, ma anche medico-sociale. Inoltre fornì una ulteriore
dimostrazione del fatto che la medicina scientifica è fitta di ispirazioni
derivanti dalla medicina popolare: se nel Seicento i medici avevano imparato a
curare le febbri con la china-china (da cui il chinino), appartenente da tempo
alla farmacopea popolare degli Indios, nel Settecento i medici impararono a
prevenire il vaiolo con la tecnica ricavata dalla pratica delle donne cinesi e
caucasiche. Infine, nella settecentesca "età dei lumi", la
vaccinazione fu un reagente capace d´indicare la posizione di ciascuno nel
campo di due schieramenti ideologici contrapposti: quello
"oscurantista", in cui militava chi si opponeva a una pratica che
impediva al corpo di purgarsi come l´anima dal peccato, e quello
"illuminista", in cui militava chi si schierava come in Francia gli enciclopedisti e in Italia Pietro Verri
e Cesare Beccaria a favore di una pratica salvavita.
"Vaccinazione" è oggi il termine con cui si designa la
somministrazione di una sostanza antigenica in grado di stimolare una risposta
immunitaria protettiva nei confronti di una malattia infettiva. Due secoli di
storia dimostrano che il metodo è ricco di indubitabili e inestimabili meriti.
Tra le prove che si possono addurre basti quella dell´eradicazione del vaiolo
su scala planetaria e della poliomielite nei paesi nordoccidentali del globo.
( da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
28 - Esteri Narcos La città proibita Dopo la rivolta della minoranza islamica
che ha provocato almeno duecento vittime siamo andati nella capitale dello
Xinjiang Strade presidiate dall´esercito, il regime assorda la popolazione con
inni patriottici Impossibile collegarsi a Internet o telefonare: i pochi
cronisti sono guardati a vista dai funzionari di Pechino. Una censura
telematica. Perché la tragedia possa essere dimenticata Due settimane fa la più
cruenta repressione etnico-religiosa mai vista da 40 anni nella Repubblica
Popolare. I soldati, schierati in assetto da guerra, puntano i loro fucili in
faccia alla gente che passa Nella casbah in disfacimento i bambini giocano a
piedi nudi tra cumuli di rifiuti sporcizia e puzza di fogna La propaganda si
scaglia contro la leader uigura in esilio Rebiya Kadeer e la stampa estera
"faziosa e anti-cinese" (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
29 - Esteri L´inchiesta Appalti miliardari in Africa nei guai il figlio di Hu
Jintao PECHINO - Un´inchiesta per corruzione e frode coinvolge il figlio
primogenito di Hu Jintao, presidente della Repubblica Popolare e segretario
generale del partito comunista cinese. L´indagine giudiziaria è in corso in
Namibia, non in Cina. Nello Stato africano la magistratura ha disposto l´arresto di
Yang Fan, un dirigente dell´azienda di Stato cinese Nuctech che fornisce
apparecchi scanner per la sicurezza di aeroporti e porti. Gli inquirenti della
Namibia vogliono sentire come testimone Hu Haifeng, figlio 38enne del leader di
Pechino, in quanto presidente della società capogruppo che controlla la
Nuctech. L´indagine ha poche probabilità di colpire così in alto. Ma può
rappresentare una fonte di imbarazzo per Hu Jintao. I sospetti di corruzione
possono essere usati dagli avversari in seno al partito, mentre si avvicinano
le grandi manovre per la successione al vertice.
( da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
30 - Esteri Dall´India al Giappone, passando per la Cina, il cielo domani si oscurerà per
oltre due miliardi di persone Tra alberghi presi d´assalto dai turisti e
profezie di sventura, un evento che non si ripeterà fino al 2132 Eclissi Asia,
sei minuti senza sole Il buio più lungo del secolo VALERIO GUALERZI Sei minuti
e 39 secondi di buio in pieno giorno. Sarà l´eclissi totale di sole più
lunga del secolo quella che domani farà calare le tenebre su una lunga striscia
di Asia centrale, dall´India alla Cina, passando poi
sopra le isole meridionali del Giappone, fino al Pacifico, dove alle 4.35 ora
italiana, a circa
( da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
45 - Sport A Roma una mostra su di me I tuffi colorati di Mitcham "Gay e
oro a Pechino: il massimo" "Sono più artista dei cinesi, ma gli
sponsor dove sono?" "All´Australia ho dato il primo titolo dopo 84
anni, però dicono che sono troppo eccentrico" L´Nbc censurò l´abbraccio
col mio Lachlan, quando vinsi alle Olimpiadi A Roma ci sarà una mostra su di
me, ma non voglio essere un eroe: un tuffo non cambia il mondo EMANUELA AUDISIO
ROMA è l´uomo che ha beffato la Cina, è l´omo, il primo dichiarato, a vincere le Olimpiadi. Che fa,
Mitcham, insiste? «Sì. Ho solo 22 anni. Voglio arrivare a Londra e essere
versatile, vincere non solo dalla piattaforma, ma anche dai trampolini. Quello
che mi ha dato fastidio a Pechino è che si sia detto che è stato Luxin a
perdere e non io a vincere. Insomma è lui che ha sbagliato, non io che
ci ho creduto e ho fatto tutto giusto». L´Australia è ancora scioccata d´avere
un gay campione olimpico? «Non lo so, non mi pare, io non ho mai nascosto la
mia sessualità e la mia naturalezza è stata premiata. Solo l´americana Nbc a
Pechino non ha voluto inquadrare l´abbraccio al mio compagno e pur raccontando
che per sei mesi nel 2006 avevo smesso con i tuffi ed ero caduto in depressione,
non ha detto nulla sul fatto che fossi gay. Comunque si sono scusati». Quanto
vale un tuffo d´oro in Australia? «Poco. Da noi va il nuoto, io vengo ancora
definito con le iniziali: t.d.g., that diving guy, quel ragazzo che si tuffa.
Eppure sono il primo oro australiano dopo 84 anni. Non ho sponsor, a febbraio è
arrivata Telstra, grazie al fatto di essere finito con la mia faccia su un
francobollo del mio paese ho guadagnato 18mila sterline. Mi sono iscritto a
Medicina, ho una borsa di studio, e l´università cerca di venirmi incontro
sulla programmazione degli esami». Il libro che si porta in piscina cos´è? «Un
trattato di biologia molecolare, tra un tuffo e l´altro passa un sacco di
tempo, e io mi porto avanti. Devo anche studiare algebra, ma in piscina non ce
la faccio». I pochi sponsor sono dovuti alla sua omosessualità? «Non so, non
credo, non mi sembra che il mondo sia così indietro. Ero con un astista
australiano dai capelli lunghi quando ne ho discusso con uno specialista del
marketing e questo mi fa: io a voi due non vi prenderei mai. Perché? Ho
chiesto. Perché siete troppo eccentrici e visibili, è stata la risposta. Io
invece mi prenderei proprio per quello». Cosa le ha regalato l´oro di Pechino?
«Un posto privilegiato nella cerimonia del Mardi Gras, l´annuale parata del Gay
Pride a Sydney. Non mi hanno pagato, ma è stata una grande soddisfazione,
l´anno prima c´era stato l´attore Rupert Everett». Vive sempre con il suo
compagno? «Sì con Lachlan. L´anno scorso per portarlo a Pechino avevo dovuto
fare una colletta, a Roma invece offro io. Quando prima dei Giochi un
giornalista mi ha chiamato al telefono e mi ha chiesto con chi vivessi, ho
risposto: con il mio lui. Pareva un´outing sconvolgente, secondo alcuni, invece
non è successo niente. A mia madre Viviene l´avevo detto a 14 anni e lei si era
fatta una bella risata. Se n´era già accorta, naturalmente. Ora è venuta a
vivere vicino a me». Venerdì a Roma si inaugura una mostra su di lei. «Sì, si
chiama Matt Dive Gold, è a cura di Jonathan Turner, con 20 artisti che mi
celebrano su quadri. Ci andrò, ma mi imbarazza, chi l´avrebbe mai detto?». A
Pechino è stato capace di recuperare 32 punti a Liuxin. «So che lui all´ultimo
tuffo ha ceduto, so che io sono rimasto concentrato, sono entrato nell´acqua e
ho pensato chissà, chissà, quando ho messo la testa fuori c´era la folla
ululante. Una giornalista che mi ha intervistato all´antidoping mi ha fatto
rivedere quella registrazione. Ero io, ma giuro che non ricordavo nemmeno una
di quelle parole, l´unica cosa di cui sono sicuro è che cercavo una toilette».
Qui si ritrova contro Luxin. «Ormai passo per l´ammazza-cinesi, sono la loro
bestia nera. Credo che la loro tecnica abbia un po´ stancato: è fredda,
automatica, da robot. Sono intensi, ma poco coinvolgenti. Io sono diverso, più
fluido, più artistico, più bello che accurato. E poi ho il piercing sulla
lingua». Come fa con la tensione? «Come tutti ho provato tutto: yoga,
meditazione, training autogeno, ma l´unica cosa che funziona è concentrarsi sui
particolari. Sto studiando una tecnica diversa e un nuovo repertorio per
Londra». Beve? «Solo vino rosso, niente birra. Non sono il perfetto
australiano. E la mia dieta varia, a periodi mangio sano, ma quando mi dicono
che ho bisogno di grasso, allora comincio con le schifezze». Il suo oro è
servito al movimento gay? «Almeno a far capire che l´omosessualità è capace di
salire sul gradino più alto, che noi non siamo deboli e fragili, incapaci di
combattere e di vincere. Nessun atleta dovrebbe essere giudicato per la sessualità,
lo sport è già difficile così. Non voglio essere un eroe, ho fatto solo quello
che mi sentivo, se posso aiutare i diritti dei diversi bene. Ma non credo che
un tuffo possa cambiare il mondo».
( da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
27 - R2 A Urumqi, dopo la rivolta della minoranza islamica soffocata nel sangue
di oltre 200 morti. Dove si vive sotto l´assedio dell´esercito cinese FEDERICO
RAMPINI URUMQI dal nostro inviato A ogni crocevia i soldati cinesi sono disposti
"a testuggine" come gli antichi romani. Quadrilateri di scudi per
proteggersi da un attacco nemico che può arrivare da ogni lato, all´improvviso.
Sono centurioni ad alta tecnologia: giubbe antiproiettile, scudi di plexiglas,
fucili automatici puntati in faccia alla gente che passa. Due settimane dopo la
rivolta degli uiguri che ha fatto duecento morti (bilancio ufficiale), la
capitale dello Xinjiang vive sotto la morsa di un´occupazione militare.
Accentuata da un impenetrabile black-out delle comunicazioni. Un test di
accecamento elettronico che segna un nuovo progresso nelle tecniche di
repressione. Teatro della più cruenta protesta etnico-religiosa mai vista da
quarant´anni nella Repubblica Popolare, oggi Urumqi è tagliata in due. Nella
zona moderna dove gli immigrati cinesi (han) sono la schiacciante maggioranza,
la vita è tornata quasi alla normalità: ingorghi di auto e supermercati pieni,
un paesaggio di neon e pubblicità sfavillanti come in tutte
le metropoli della Cina. Ma
una trincea di paura separa il centro storico, il ghetto dove i musulmani sono
in stato d´assedio. Le vie d´accesso alla città vecchia sono vuote di
automobili. Sfilano regolari solo le colonne di autocarri dell´esercito:
segnalano l´inizio della "no man´s land" dove i cinesi han non si
avventurano più. Negli edifici pubblici requisiti dalle forze armate si
vedono marce e si sentono inni patriottici a tutte le ore. La presenza militare
deve essere esibita, ben visibile giorno e notte. SEGUE NELLE P
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-21 - pag: 1 autore:
SCENARI DI RIPRESA Moisés NaÍm u pagina 12 Cina
e Goldman imperi in salute IN EDICOLA «Lezioni per il futuro» Il libro per
capire come battere la crisi A 9,90 euro oltre il prezzo del quotidiano
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-21 - pag: 10 autore: Regno Unito.
Ernst & Young stima i contraccolpi economici Recessione più lunga a Londra
per colpa della nuova influenza Dario Aquaro Se da agosto la nuova influenza si
diffondesse al ritmo di 100mila contagi al giorno, e continuasse così per sei
mesi, quest'anno il Pil britannico subirebbe un calo del 7,5 per cento. Se poi
la malattia continuasse a questi livelli, nel 2010 ci sarebbe un'ulteriore
caduta dell'1,2 per cento. Il rapporto diffuso ieri da Ernst &Young traccia
una previsione delle ricadute che un'esplosione del virus H1N1 avrebbe
sull'economia britannica (sempre che mantenga un tasso di mortalità dello
0,4%). Se i dati del governo sulla diffusione dell'influenza A dovessero essere
confermati, la Gran Bretagna scivolerebbe in una lunga recessione. Il primo
effetto diretto della pandemia sarebbe l'assenza dal lavoro degli impiegati
colpiti dal virus. Dal lato della domanda, invece, si assisterebbe a un taglio
delle spese di beni non necessari e di servizi: per stare lontano dai luoghi
pubblici e non rischiare il contagio, la gente andrebbe meno al ristorante o
rinuncerebbe alle vacanze. E l'incertezza sugli sviluppi spingerebbe a
procrastinare i progetti di investimento. Il report di E&Y arriva nel mezzo
della bufera sollevata dalla stretta di Londra sui viaggi in aereo, che ieri ha
proseguito in una scia di polemiche. L'Organizzazione mondiale della sanità
«non si pronuncia sulle situazioni specifiche, ma in generale non raccomanda di
controllare i viaggiatori in partenza o in arrivo: la gente può infatti avere
la febbre per diversi motivi, mentre ci possono essere persone che hanno
contratto il virus, ma non manifestano alcun sintomo ». Gregory Harlt,
portavoce dell'Oms, ha spiegato ieri il punto di vista dell'organizzazione che
coordina la risposta mondiale al virus H1N1. Un commento quasi obbligato, dopo
il rifiuto di British Airways e Virgin Atlantic di imbarcare chiunque mostri
segni evidenti della nuova influenza. Misure, già in vigore a Heathrow e nei
principali aeroporti britannici, accompagnate dai consigli del dipartimento
della Salute inglese: se avvertite sintomi riconducibili alla
"suina", rimandate le vacanze. L'invito del National childbirth
trust, il principale ente di assistenza a gestanti e neonati, di rinviare le
gravidanze («le donne incinte sono più vulnerabili a qualsiasi tipo d'influenza
»)il governo britannico l'ha invece ritirato, dopo le accuse di allarmismo
piovute dalla comunità scientifica: l'analisi è corretta, ma il consiglio
diffonde un'inutile senso di isteria. Appunto, no panic. I sintomi della nuova
influenza sono simili a quelli di una semplice influenza, e di questo passo una
semplice tosse o un raffreddore in aeroporto potrebbero negare la vacanza. Una mano
su questo fronte viene dalla tecnologia. Thailandia, Cina, India ed Egitto hanno già
installato degli scanner termici per identificare i passeggeri con la febbre. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO DRAMMATICO Con 100mila contagi al giorno il Pil
scenderebbe del 7,5% in sei mesi tra calo della produzione e riduzione dei
consumi
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-21 - pag: 12 autore: Quei bonus di Cina e Goldman di Moisés NaÍm L a Cina ha appena annunciato che una pioggia di denaro si è abbattuta
sul paese. O, per dirla in maniera un po' più tecnica, secondo la Banca
centrale cinese alla fine del secondo trimestre di quest'anno le riserve
internazionali hanno superato quota 2 miliardi di dollari. Inoltre,
nello stesso periodo, l'economia del Celeste Impero è cresciuta dell'8 per
cento. Lo stesso sta succedendo in India, dove, nonostante la crisi mondiale,
quest'anno anche l'economia crescerà in misura analoga. Per contestualizzare
questi dati basti sapere che in questi stessi giorni si è appreso che
l'economia russa ha perso oltre il 10% dall'inizio dell'anno e che le riserve
internazionali sono calate pesantemente e continuano sulla loro china
discendente. Ma non è solo ai cinesi che le cose vanno bene. Per la Goldman
Sachs e la J.P. Morgan, le due maxibanche americane, la crisi è quello che
succede agli altri. Le due società hanno appena annunciato che nel secondo
trimestre di quest'anno hanno registrato guadagni spettacolari. La Goldman Sachs
ha anche annunciato che verserà ai suoi dirigenti 11,4 miliardi di dollari di
bonus. Non male per un anno in cui l'economia mondiale è prostrata e la
disoccupazione continua a crescere quasi ovunque. In queste notizie forse ci
sono indizi del mondo che ci attende. La tormenta economica mondiale comincia a
scemare, ma continua a seminare devastazione e a cambiare molte cose. Le
sorprese non sono finite. Istituzioni che credevamo forti e permanenti si sono
rivelate fragili e transitorie (General Motors, Aig) e persone di cui non
avevamo mai sentito parlare si sono trasformate in simboli della nostra epoca
(Bernard Madoff). Anche se è impossibile descrivere con precisione quale
aspetto avrà il panorama mondiale quando questa crisi sarà passata, la performance
di Cina e India, quella delle superbanche statunitensi
o la catastrofe economica della Russia gettano luce sulla direzione in cui
stiamo andando. Cina e India non sono invulnerabili e
la probabilità che incorrano in incidenti (politici, ecologici, militari,
finanziari) capaci di rallentarne lo sviluppo non è da escludere. Ma è
indiscutibile che fino a questo momento la loro perfomance è stata
stratosferica. Il reddito medio di un cinese oggi è 1.000 volte più alto di
com'era nel 1980, e in India 230 volte più alto. Nessun altro paese al mondo ha
registrato risultati del genere nello stesso periodo. Ci sono molte ragioni che
spiegano questo evento, ma il fatto che entrambi i paesi si siano maggiormente
aperti e integrati nell'economia mondiale sicuramente ha aiutato. Un decennio
fa, ad esempio, gli scambi col resto del mondo rappresentavano solo un terzo
dell'economia cinese e un quarto di quella indiana. Oggi il commercio
internazionale genera più della metà dell'attività economica di questi due
paesi e nel caso della Cina prima dello scoppio della
crisi, nel 2007, generava quasi il 70 per cento. Dopo la crisi, sia Pechino che
Nuova Delhi sembrano essere riuscite a sostituire la domanda dei mercati
esteri, penalizzata dalla recessione, con i consumi interni. Mano a mano che
gli altri paesi si riprenderanno, l'India e la Cina
potranno recuperare questi mercati esteri con in più la certezza di poter
contare su una maggiore domanda dei consumatori interni. Il segnale che inviano
queste statistiche è che i due giganti asiatici erano in ottima forma e che la
crisi non ha inflitto loro gli stessi danni che ha inflitto ad altri importanti
protagonisti della scena internazionale, come ad esempio la Russia. E che se
proseguiranno su questa strada, quello che succede in Cina
e in India ci riguarderà sempre di più. I risultati della Goldman Sachs e della
J.P. Morgan contengono segnali riguardo al mondo che verrà. Confermano che la
concorrenza è una delle vittime lasciate sul terreno dal salvataggio del
sistema finanziario. Ridare vigore al credito e impedire il collasso del
sistema sono state le priorità seguite, giustamente, da chi si è assunto il
compito di risuscitare il moribondo settore finanziario. Nel corso di questo
processo, il numero dei concorrenti è diminuito ed è aumentata la
concentrazione del potere politico e finanziario. La buona notizia è che c'è
ancora tempo per impedire che il monopolio e la creazione di cartelli
all'interno del sistema finanziario diventino aspetti fondamentali della nuova
economia mondiale. Sperando che oltre al tempo ci sia anche la volontà di
farlo. (Traduzione di Fabio Galimberti)
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-21 - pag: 12 autore:
... NIENTE ACCORDO CON CLINTON Chi fa l'indiano sull'effetto serra C he
l'accordo sul clima raggiunto al G-8 dell'Aquila fosse scritto sull'acqua che
corre veloce, gli osservatori più avveduti lo avevano capito subito. Gli otto
avevano convenuto che bisogna dare un taglio consistente alle emissioni di CO2.
In un clima cordiale e tra grandi pacche sulle spalle. Soprattutto perché una
fetta consistente di emissioni dovranno eliminarla Cina e India. Non sorprende dunque, che ieri, alla prima verifica
dell'accordo con chi i tagli dovrà farli, il patto ha subito il primo colpo.
Senza troppi giri di parole, il ministro dell'Ambiente indiano ha detto al
segretario di stato americano Hillary Clinton che non si possono chiedere tagli
ai paesi che hanno contribuito in maniera marginale a un secolo di inquinamento
e che oggi combattono una battaglia per uscire dalla povertà. A ruota,
c'è da aspettarsi che la Cina, che fino ad ora lo ha
sussurrato, si esprimerà con altrettanta franchezza. Se questo è il terreno che
prepara il vertice di Copenhaghen, c'è da stare allegri. Il rischio di un altro
fallimento è dietro l'angolo.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 32 autore: I
CONCORRENTI Magna-Sberbank Il produttore canadese di componenti auto e la banca
russa sono associati con la casa automobilistica Gaz, e puntano molto alla
crescita sul mercato russo. Taglierebbero circa 10mila posti alla Opele
chiederebbero 4,8 miliardi di garanzie ai Governi Rhj La finanziaria puntaa
risanare Opel, con un numero di tagli simile ma più concentrato in Germania
(anche se non chiuderebbe impianti). L'impianto di Eisenach verrebbe
"fermato" per due anni.Minore l'ammontare dei
fondi pubblici richiesti Baic La casa automobilistica cinese punta alla
tecnologia di Opel soprattutto per competere sul mercato interno cinese (sul
quale opera attualmente insieme a Daimler e Hyundai). è l'offerta che chiede
meno fondi in assoluto ai governi, mai sindacati tedeschi temono un rapido
trasferimento della produzione in Cina
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-07-21 - pag: 38 autore: Società
minerarie. In vista dell'imminente uscita del presidente Don Argus Si apre la
successione ai vertici Bhp Barbara Pezzotti SYDNEY è lotta aperta per la
successione ai vertici di Bhp Billiton. In previsione dell'uscita di Don Argus
dal gruppo minerario australiano, si contendono ora la presidenza due figure
interne al gruppo: l'ex presidente e chief executive di Ford, Jacques Nasser, e
l'ex presidente della Commonwealth Bank, John Schubert. Quest'ultimo
sembrerebbe il favorito, a causa della sua passata esperienza in Esso e nel
Business Council of Australia. Il processo per determinare chi sarà a capo
della più importante corporate in Australasia è stato avviato questa settimana,
nonostante il 71enne Argus non abbia ancora reso nota la data ufficiale del suo
ritiro. Gli addetti ai lavori prevedono che il presidente tenga il suo discorso
d'addio al meeting annuale di Bhp, fissato per novembre a Brisbane, o che,
quantomeno, riveli le sue intenzioni in quel consesso. Bhp ha rifiutato di fare
commenti sul processo di selezione in corso, anche se qualche tempo fa aveva
assicurato che il piano di successione era a uno stadio avanzato. La tempistica
del passaggio di consegne non dipende solo dalla necessità di trovare la
persona più adatta, ma anche dagli sviluppi dell'accordo da 116 miliardi di
dollari australiani sui minerali ferrosi tra Bhp Billiton e la sua eterna
rivale Rio Tinto, la cui piena realizzazione rappresenterebbe una magnifica
uscita di scena per Argus. Nel mezzo delle speculazioni sulla successione, Bhp
Billiton si trova ad affrontare un difficile momento: quello in cui dovrà
annunciare al mercato di non aver raggiunto il suo obiettivo di produzione
annuale di 130 milioni di tonnellate di minerali di ferro. Il report del quarto
trimestre, che sarà presentato mercoledì, dovrebbe infatti rivelare un output
totale pari a 127 milioni di tonnellate. Molte le cause dell'insoddisfacente
performance: la messa sotto accusa dei sistemi di sicurezza della società, dopo
la morte di cinque operai a luglio; quindi le cattive condizioni del clima, che
hanno esercitato un forte impatto sull'attività; infine, il
recente e molto discusso arresto di un executive e di tre dirigenti di Rio
Tinto, che ha avuto l'effetto di rallentare tutte le consegne di minerale
dall'Australia verso la Cina. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'ATTENZIONE è SUL FERRO Sui tempi del
passaggio influiranno la joint con Rio e anche i dati di produzione (deludenti)
che dovranno essere annunciati domani
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-07-21 - pag: 38 autore: Non
ferrosi. Mentre gli altri metalli hanno già recuperato molto e promettono nuovi
rincari Il fanalino di coda è l'alluminio Le scorte sono ampie e l'offerta
mondiale è ancora in eccesso Gianni Mattarelli MILANO Le quotazioni
dell'alluminio dal 31 dicembre 2008 sono aumentate all'incirca solo del 16%, in
confronto con l'88% di quelle del rame, il 75% di quelle del piombo e
rispettivamente il 42% e il 47% dello zinco e del nickel. I principali freni
alla crescita dei prezzi dell'alluminio sono stati e sono tuttora l'eccesso di
offerta e l'incessante aumento della disponibilità. Il totale delle giacenze
note ( ovvero dichiarate da governi, magazzini e commercian-ti), che alla fine
di giugno era pari all'equivalente di 16,7 settimane di consumo dei Paesi
occidentali, si sta portando verso il precedente picco dei primi anni 80. I
produttori avevano reagito prontamente al crollo della domanda del quarto
trimestre 2008 e dei primi mesi del 2009 apportando tagli alla produzione
peruna quantità che gli analisti valutano pari a una capacità produttiva da
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: STILI E TENDENZE data: 2009-07-21 - pag: 20 autore:
Casualwear Nel retail la crescita Esprit Gerbaulet, wholesale manager del
gruppo di Hong Kong: «La crisi è l'opportunità per investimenti immobiliari»
Giulia Crivelli «N on sono d'accordo con chi pensa che questa crisi cambierà
per sempre le abitudini di acquisto. Quando l'economia tornerà a crescere e si
diffonderà di nuovo fiducia, le persone ricominceranno a comprare, spinte dallo
stesso desiderio di novità e dalla stessa passione per la moda e la cura del
proprio aspetto che hanno sostenuto l'industria in questi anni. Saranno le
aziende, piuttosto, a risultare cambiate da questo difficile momento economico
». Henning Gerbaulet, wholesale manager per l'Europa di Esprit, multinazionale
del casualwear, riassume così la sua visione sui consumi, di abbigliamento e
non solo, in tempo di crisi globale. E prevede una ripresa «molto lenta, che
arriverà non prima della fine del 2010». Una ripresa che Esprit può permettersi
di aspettare senza troppe ansie: nel semestre che si è chiuso il 31 dicembre
2008, il gruppo – nato negli Stati Uniti negli anni 70 e oggi quotato alla
Borsa di Hong Kong – ha avuto ricavi per 19,1 miliardi di dollari di Hong Kong
(circa 1,9 miliardi di euro), in crescita del 3% rispetto allo stesso periodo
dell'esercizio precedente. A trainare le vendite sono stati mercati emergenti
come Cina (+34,5%), Medio Oriente (+33,4%) e Russia
(+32,6%). «Ma l'Europa resta importante per il nostro gruppo – precisa
Gerbaulet –. In particolare, siamo molto conosciuti in Germania e Francia e
stiamo crescendo anche in Italia, grazie a forti partnership con La Rinascente
e Coin. La crisi globale sta rivoluzionando il settore immobiliare e per chi,
come noi, vuole espandersi nel retail diretto, ci sono tante opportunità:
nell'ultimo semestre abbiamo aperto 77 punti vendita a gestione diretta, di cui
9 megastore, compreso quello sugli Champsélysées. Continuiamo a guardarci
intorno e ci sono diverse città italiane in cui vorremmo aprire dei monomarca».
Le linee di abbigliamento e accessori Esprit da donna, uomo e bambino sono
vendute in 40 paesi grazie a una rete di 770 negozi a gestione diretta e 15.150
punti vendita di altro tipo (multimarca, franchising o department store) e il
modello di business assomiglia a quello di altre grandi catene, come Zara ed
H&M. «Il gruppo Esprit ha sposato da tempo la filosofia dei riassortimenti
continui dei punti vendita – precisa Gerbaulet –. Per ogni linea di prodotti
gli uffici stile sono attrezzati per disegnare dodici collezioni all'anno, in
modo da poter avere, almeno in teoria, una gamma completa di novità ogni mese.
Dico in teoria – spiega il manager – perché la pratica può essere diversa:
tutto dipende dai dati che riceviamo, ogni ora, dai punti vendita, sia a
gestione diretta sia in franchising. In base alle statistiche su ciò che si
vende riassortiamo o rimoduliamo le consegne delle settimane successive». Oltre
agli investimenti in tecnologia, Esprit non lesinerà sulla comunicazione,
cercando però formule innovative: «La pubblicità tradizionale non basta più,
bisogna trovare il modo per coinvolgere, soprattutto tramite internet, i più
giovani, creando una vera e propria community di consumatori Esprit». ©
RIPRODUZIONE RISERVATA Nuovo. Lo store di Santa Monica (California), inaugurato
il 3 aprile scorso
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 21 autore: Focus.
Aumenta la competizione sui terminal container Gara Asia-Francia per gestire i
porti a sud del Sahara Da Dp World e cinesi sfida all'impero Bolloré Alfredo
Sessa Se un uomo con il fiuto per gli affari come Vincent Bolloré insiste
sull'Africa, un motivo ci sarà. Da esperto navigatore del
business,l'industriale e finanziere francese ha scelto di arrivare dal mare.
Con la sua società, Bolloré Africa Logistics, ha preso il controllo di alcuni
dei più importanti terminal container dell'Africa subsahariana. E non nasconde
le sue ambizioni su altri hub, rivali permettendo. Perché non sono in pochi ad
aver capito che la gestione dei porti è la chiave che apre tutti i business in
Africa. Inevitabile in un'area dove gli scali marittimi, spesso unica via di
accesso per paesi che hanno grandi flussi di import-export, sono i veri
elementi che condizionano lo sviluppo. Nonostante la crisi finanziaria, Bollorè
Africa Logistics ha deciso così di mantenere l'investimento da 600 milioni di
euro nel porto di Pointe Noire, in Congo Brazzaville, dove si è aggiudicato la
gestione dei container. Pointe Noire è il più grande porto ad alto fondale del
Golfo di Guinea, una naturale porta di accesso per la regione dell'Africa
centrale e per il bacino del Congo, la zona più ricca di materie prime. Ce n'è
abbastanza per giustificare scorribande di uomini in arrivo anche da terre più
lontane dell'Europa. Tanto per cominciare, aumenta il traffico marittimo Asia-
Africa occidentale. Maersk Line, una delle regine delle rotte commerciali, ha
recentemente rafforzato il servizio diretto dalla Cina verso i porti di Lomé, Cotonou e Pointe Noire, imitata da altri
operatori. Ma è la gestione dei terminal container la posta in gioco in grado
di scatenare duelli e ambizioni sfrenate. Come quella che vede il gruppo
Bolloré e la spagnola Pregosa (ma con al vertice un altro francese, Jacques
Dupuydauby) spararsi bordate di carte bollate e ricorsi in tribunale per il
controllo del terminal container del porto di Lomé. Nella sua strategia
panafricana, Bolloré Africa Logistics, che in associazione con Apm Terminals
lavora ad Abidjan (Costa d'Avorio), Douala (Camerun) e Tema (Ghana), non
nasconde l'ambizione di assumere il controllo anche dei terminal di Cotonou
(Benin), Mombasa (Kenya) e Dar es Salaam (Tanzania). Ma la vita non sarà facile
per il gruppo europeo, che in Africa gestisce anche la logistica della società
di telecomunicazioni cinese Huawei. La guerra sulle concessioni portuali in
Africa sarà lunga e piena di colpi di scena. Il terminal container di Dakar, in
Senegal, è stato strappato al gruppo francese da Dp World, il grande operatore
portuale di Dubai. E sempre Dp World ha inaugurato a inizio anno il terminal
container di Doraleh, il più grande e moderno dell'Est Africa. Il porto di
Doraleh, che può gestire 1,2 milioni di teu (il volume standard dei container)
all'anno, aiuterà a migliorare la connessione di tutta l'area Comesa, il
mercato comune dell'Africa orientale e meridionale, con il Mar Rosso e il resto
del mondo. Queste operazioni, unite al rafforzamento delle rotte commerciali
Africa- Asia, lasciano ipotizzare ad alcuni osservatori un nuovo ordine,
caratterizzato dall'accelerazione degli scambi tra Asia e Africa a svantaggio
degli scambi con l'Europa. Neanche la crisi economica internazionale ha fermato
la corsa alla gestione dei terminal. Anzi, l'Africa si sta rivelando un affare
per chi sceglie di investire nella logistica, anche tra gli italiani. E c'è chi
decide di costruire un porto privato per sostenere l'attività. Come il gruppo
Cremonini, che investirà complessivamente 25 milioni di euro per realizzarea
Matadi, nella Repubblica democratica del Congo, un porto fluviale completo di
magazzini frigoriferi. «Grazie alla nostra rete logistica abbiamo raddoppiato i
volumi. La crisi provoca una riduzione dei prezzi, non dei volumi, per cui i
porti sono fondamentali. è comprensibile che si stia sviluppando una
competizione internazionale per gestirli» dice Luigi Scordamaglia, ad di Inalca
Jbs (Gruppo Cremonini). E intanto l'affare dei porti diventa sempre più un
affare SudSud. L'arrivo degli asiatici lascia prevedere una concorrenza ancora
più forte per ottenere le concessioni. I cinesi sono sbarcati nel congestionatissimo
porto di Dar es Salaam con Hutchison Port Holding, che fa capo al miliardario
Li Ka Shing. Anche la statale China Harbour Engineering lascia l'impronta in
Africa, e punta alla costruzione di un nuovo porto ad alto fondale a Grand
Batanga, in Camerun. I cinesi sono poi molto attenti (e più bravi) a creare le
infrastrutture stradali che collegano città e miniere ai porti. Infinec'èil
vento del Maghreb che soffia fino al Golfo di Guinea. Il nuovissimo porto
marocchino di Tanger Med (Tmsa), che ha da poco avviato i lavori per il
raddoppio di capacità, è stato chiamato a cooperare nella gestione di Bata e
Malabo, in Guinea equatoriale. La battaglia per i porti del Continente nero è
in pieno svolgimento. E l'Africa ha tutto l'interesse a scatenare la concorrenza.
Per dotarsi di una logistica che la proietti nel futuro.
alfredo.sessa@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA PIù ROTTE PER IL FAR
EAST Buoni volumi e risultati per chi punta sulla logistica In Congo Cremonini
investe in uno scalo privato Tanger Med sbarca in Guinea
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 21 autore: Oggi
alla Farnesina. Country presentation anche per la Sierra Leone L'occasione
Senegal per le aziende italiane di Carlo Marroni «I cinesi? La loro presenza in
Africa ha raggiunto il picco». Se è vero che la colonizzazione di Pechino del
continente nero potrebbe progressivamente declinare – come assicura un
diplomatico che conosce bene la realtà sub-sahariana - allora questo è il
momento per l'Italia di muoversi con decisione, dopo troppo immobilismo. IlG
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 23 autore: Pechino
investe sull'auto verde Così la piccola Hafei sfida i big mondiali: qui
partiamo alla pari Luca Vinciguerra HARBIN. Dal nostro inviato Si chiama
Saibao. è la vettura di punta di Hafei, la casa automobilistica controllata dal
colosso aerospaziale di Stato, Avic. La disegnò cinque anni fa Pininfarina su
commissione della società di quattroruote di Harbin bramosa di andare alla
conquista dei mercati internazionali. Ora, dopo diversi restyling, la Saibao è
pronta al cambio di pelle più importante della sua esistenza. «Entro qualche
mese, inizieremo a vendere anche la versione con il motore elettrico », dice
orgoglioso il capo della progettazione di Hafei, Yang Zhifa, mostrando le
migliaia di utilitarie allineate nei piazzali e pronte per la consegna ai
concessionari cinesi. E anche a qualche rivenditore straniero. Grazie alla
collaborazione di Pininfarina, la casa automobilistica dell'Heilongjiang è
riuscita davvero a mettere un piede fuori dalla Cina.E,solo l'anno scorso, ha venduto
circa 25mila Saibao in giro per il mondo. «Con il lancio del nuovo modello a
motore elettrico saremo più competitivi sui mercati internazionali » spiega
Yang. Geely, primo costruttore indipendente di auto in Cina, ha annunciato che immetterà sul
mercato già nel 2010 la sua prima vettura a trazione elettrica, che si
chiamerà Panda. Mentre Dongfeng Motor Group ha firmato un accordo di
collaborazione con Detroit Electric per la produzione di vetture a trazione
elettrica. Cosa spinge tutte queste case automobilistiche? La risposta è
semplice: i soldi pubblici. Pressato dalla necessità di contenere
l'inquinamento urbano e diminuire la dipendenza dalle importazioni petrolifere,
negli ultimi tre anni il governo cinese ha schiacciato forte l'acceleratore
sullo sviluppo di vetture a impatto ambientale zero. L'obiettivo di Pechino è
molto ambizioso: trasformare in breve tempo la Cina
nel principale produttore mondiale di auto ibride ed elettriche. «Entro il
2012, sulle nostre strade circoleranno 60mila vetture ecologiche » ha
dichiarato di recente il ministro della Scienza e Tecnologia, Wan Gang. La
scommessa è stuzzicante. I costruttori cinesi sono gli ultimi arrivati nella
produzione di quattroruote tradizionali. E, nonostante i bassi costi di
produzione dell'industria automobilistica del Dragone, la partita per
affermarsi sul mercato globale si sta rivelando assai più dura del previsto. La
sfida dell'auto elettrica, invece, è tutta da giocare. Qui i cinesi non
scendono in campo da una posizione di svantaggio. Tutti i concorrenti planetari
partono da zero, perché la ricerca e sviluppo sulle tecnologie da applicare
alle vetture verdi è appena cominciata. E sulla scena mondiale non è ancora
emerso un paese leader. La Cina si candida a
diventarlo, e non ne fa mistero. Così, negli ultimi tre anni, tutte le case
cinesi hanno deciso di gettarsi a capofitto nella produzione di vetture ibride
ed elettriche. Per i grandi gruppi, come Saic, Chery, Byd o Geely abituati
ormai da un decennio a pensare in grande, è stata un'operazione relativamente
facile. Ma per le società più piccole, come appunto Hafei, la corsa alla
vettura a emissioni zero ha richiesto uno sforzo assai più articolato. «Noi produciamo
solo la scocca e la carrozzeria dell'auto elettrica. Il resto, dal propulsore
alla batteria, lo acquistiamo da fornitori esterni. Poi assembliamo la vettura»
ammette Yang. I sussidi pubblici hanno avuto un ruolo decisivo nella svolta
ecologista delle case cinesi. Il governo centrale, e soprattutto le
amministrazioni locali, hanno messo un belpo' di quattrini nelle tasche dei
costruttori. Quanto, però, non è dato sapere. Massima trasparenza, invece,
sugli incentivi ai consumi. In base alla nuova legge approvata qualche mese fa,
gli acquirenti di vetture ecologiche riceveranno fino a 60mila yuan (circa
8.700 dollari, cioè circa la metà del prezzo me-dio di un'utilitaria verde) di
sconto sovvenzionato sull'acquisto di ogni auto. I ricchi sussidi pubblici,
però, hanno un raggio d'azione limitato. Per ora coinvolgono solo 13 grandi
città. E a beneficiarne sono solo gli enti pubblici, che sugli autobus
elettrici potranno percepire un maxisussidio di ben 500mila yuan (73mila
dollari) a vettura. Il prossimo passo sarà stimolare lo sviluppo di una domanda
privata di auto verdi. Le condizioni ci sono. Le grandi città soffocano nello
smog.I cinesi utilizzano l'auto per spostamenti brevi, così l'autonomia delle
batterie non è un grosso problema. Il mercato potenziale è composto soprattutto
da utenti di prima motorizzazione, per i quali un motore elettrico o a benzina
non fa una grande differenza. Ma c'è un ostacolo che oggi frena lo sviluppo
popolare dell'auto ecologica in Cina:il prezzo di
vendita è ancora troppo alto. Una vettura verde costa il doppio di
un'utilitaria tradizionale. «Per trasformare l'auto elettrica in un prodotto di
massa servirebbero incentivi anche per i consumatori privati – osserva Charles
Guo, analista di Jp Morgan – ma ci vorrebbero un sacco di soldi. Ecco perché è
piuttosto improbabile che, almeno a breve, il governo promuova dei piani per
sostenere l'acquisto individuale di vetture ecologiche». Al quartier generale
di Hafei sono più ottimisti: «è solo una questione di costi di produzione – avverte
Yang Zhifa – quando scenderà quello delle batterie, che da solo rappresenta il
40% del totale, nelle grandi città molta gente inizierà a comprare auto
elettriche ». ganawar@gmail.com © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 23 autore: WTO
& PROTEZIONISMO Guerra dei polli Usa e Cina ora
trattano Da Washington e Pechino arrivano segnali di distensione sul fronte degli
scambi commerciali, e in particolare sulla cosiddetta guerra dei polli. I due
paesi infatti, pur rimanendo su posizioni ancora distanti, hanno accettato di
trattare la questione all'interno dell'Organizzazione mondiale per il commercio
(Wto), e non attraverso misure di stampo protezionistico. Ieril'ultima mossa:
gli Stati Uniti hanno bloccato la creazione di una commissione giudicante
presso la Wto, che avrebbe dovuto valutare il bando americano all'importazione
di pollame cinese in nome della sicurezza alimentare. Un bando che la
Repubblica popolare rivendica come illegale perché in contrasto con le regole
fissate dalla stessa Wto. La Cina, però, non attuerà misure drastiche, preferendo chiedere un
nuovo incontro all'interno dell'organizzazione multilaterale. I produttori
americani di pollame, dal canto loro, stanno dalla parte della Cina, per paura che Pechino decida di
bloccare gli scambi con quello che per loro rappresenta il maggiore mercato
d'esportazione, per un valore di 700 milioni di dollari l'anno.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 24 autore: LIBRI
& STUDI Vizi e virtù del diritto in Cina T ra ritualismo e modernizzazione:
è il sottotitolo del libro che ben sintetizza la difficoltà affrontate
dall'Impero di mezzo sul fronte del diritto in Cina. Strada senza ritorno dopo l' apertura al mondo varata da Deng
Xiaoping a fine anni 70 con la sua "politica delle porte aperte".
Ma anche strada complessa là dove la tradizione confuciana (ordine senza uomini
di legge) e un bimillenario uso repressivo della norma si devono confrontare
con i processi di globalizzazione economico-finanziaria e i relativi standard
giuridici di matrice perlopiù occidentale.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 24 autore:
FINANZIAMENTI & APPALTI Fondi ai progetti idrici in Asia I f ondi di
investimento Malaysian Investment Bank Group di Kuala Lumpur e Konzen Group di
Singapore stanno per lanciare un fondo di 320 milioni di dollari destinato a
finanziare una serie di progetti infrastrutturali nel settore idrico in Asia.
Il fondo, a partecipazione paritaria fra i due gruppi finanziari, investirà in
primo luogo in progetti in Cina, che nel solo settore dell'acqua, secondo fonti della Banca
asiatica di sviluppo, ammontano a 140 miliardi di dollari. Si amplia
l'aeroporto internazionale Pulkovo-2 di San Pietroburgo. La gara d'appalto per
i lavori di ampliamento dell'aeroporto Pulkovo-2 di San Pietroburgo è stata
vinta da un consorzio di imprese composto dalla tedesca Fraport e dall'istituto
bancario russo VTB Capital. I lavori, per cui è previsto un investimento di 1,3
miliardi di dollari, prevedono la costruzione di un nuovo terminal
internazionale predisposto per un flusso di circa 7 milioni di passeggeri entro
l'anno 2010, che entro il 2025 dovranno diventare 22 milioni. Il governatorato
di San Pietroburgo prevede di terminare la ricostruzione dell'aeroporto entro
il 2013. Panama lancia la gara per la metropolitana. La città di Panama si
appresta a lanciare la gara per la realizzazione della metropolitana. La linea
avrà una lunghezza complessiva di
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 24 autore: Scarpe
carioca crescono I produttori brasiliani puntano sulla qualità per vendere in
Usa e Ue Antonio Dini SAN PAOLO La scarpa del futuro è una morbida sapathila ,
prodotta dalla brasiliana Divalesi: costa il 15% in più dei modelli
equiva-lenti, circa 42 euro, ma è a impatto zero; niente sostanze chimiche
inquinanti nella concia del pellame e la gomma della suola è prodotta in modo
naturale da fonti rinnovabili. Il segreto non è tecnologico ma nel rispetto
delle procedure: ogni parte non è solo eco, ma anche tracciabile e
certificabile. «Il nostro obiettivo è quello di far partire in tre aziende
nello stato di Rio Grande do Sul la produzione delle scarpe con etichetta
ecologica, aderenti alle norme più stringenti per l'area in cui esportiamo di
più, quella europea» spiega Carmen Serrano, docente universitaria e
ricercatrice del Senai, Servizio nazionale di ricerca per l'industria
brasiliana. Fra le tre aziende, Divalesi è quella già pronta per la produzione:
«è la nostra scommessa: noi ci siamo e ora aspettiamo il mercato. Ci vorrà
qualche anno, ma quando la coscienza globale delle eco-scarpe arriverà, ci
troverà pronti » spiega Orceni Bernardi, titolare di Divalesi, media impresa
familiare che 18 anni fa aveva iniziato producendo 20 paia di scarpe al giorno
e oggi è a quota 1.500. La scarpa ecologica è una delle armi a medio termine
che l'industria brasiliana schiera per uscire dalla crisi e rilanciare sui
mercati di tutto il mondo. Il Brasile è il terzo produttore
mondiale dopo Cina e India,
nonché il primo esportatore con 65,8 milioni di scarpe vendute nel primo
semestre del 2009 pari a circa 680 milioni di dollari, in calo del 26,5% per
volume e del 28,5 per valore rispetto allo stesso periodo del 2008, ma in
crescita del 6% negli ultimi tre mesi. «La crisi comincia a rallentare
e, nel calzaturiero, dopo il secondo semestre cominceranno i dati positivi,
nonostante la debolezza del dollaro; le nostre aziende devono essere pronte a
ripartire» spiega Heitor Klein, direttore esecutivo di AbicalÇados,l'associazione
nazionale brasiliana dei produttori di scarpe, a San Paolo durante Francal, la
più grande fiera calzaturiera in America latina. Per uscire dalla crisi, da un
lato si punta agli accordi con mercati "amici" come quello italiano
e, dall'altro, sulla trasformazione da terzisti del mondo, in competizione con Cina e India, in produttori di scarpe firmate, di buona
qualità e prezzi mediobassi. «In Italia cerchiamo accordi per la licenza di
marchi italiani in Brasile e la distribuzione in Brasile di scarpe italiane »,
sottolinea Klein, che con AbicalÇados lavora alla tutela della produzione
nazionale contro il dumping di aziende cinesi e vietnamite: entro un mese il
Mercosur deciderà se agire per compensare con una misura anti-dumping i ribassi
di quei Paesi, valutati a + 400%. «Questo è il momento per accelerare con la
costruzione del nostro franchising mondiale» afferma Paulo Kieling, direttore
marketing di Via Uno, marchio del gruppo Bison che sta lanciando la sua terza
linea "eco" e apre negozi in 15 Paesi. Gli fa eco Joao Gimenes,
responsabile export del brand di lusso Dumond del colosso Paquetà: «Apriamo 50
negozi, 30 solo negli Emirati Arabi, e portiamo avanti 23 brand». Il carnet di
aziende per cui Paquetà è terzista è infinito: Geox, Adidas, Clarks, Hugo Boss,
Max Mara e decine di altre. Con boutique di design e pubblicità in tutto il
mondo, il fenomeno della scarpa da donna Melissa, marchio del colosso Grendene,
è stata definita la principale innovazione nel settore dopo le lussuose
sneakers in pelle di Prada di 10 anni fa. Nel campo dell'ecoc'è anche la regina
delle infradito, cioè Havaianas, che ne produce 22 milioni l'anno. O, per
finire, l'ultima arrivata dell'eco-sandalo: Goòc. Pelé come testimonial,
infradito realizzati recuperando copertoni di auto (12 milioni in 5 anni) e
primo posto al mondo, come spiega il responsabile Aleio Faria, per "
sandalìa reciclada e reciclàvel ". E un obiettivo comune: conquistare il
mondo tenendo pulito il Brasile. antoniodini@me.com © RIPRODUZIONE RISERVATA IN
PRIMA LINEA Via Uno si appresta ad aprire negozi in 15 Paesi, mentre i sandali
di Goòc si sono aggiudicati Pelé come testimonial
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-07-21 - pag: 7 autore: Sono circa
un migliaio le società del bacino partecipate dalle aziende
italiane Il nord Africa pesa più di India e Cina Franco Vergnano MILANO Sono quasi un migliaio le società
dell'area del Mediterraneo partecipate da aziende italiane; inoltre il nord
Africa pesa in termini di interscambio più di Cina e India messe assieme. L'amministratore delegato di Intesa
Sanpaolo, Corrado Passera, dopo aver ricordato di aver speso 1,2
miliardi di euro per acquisire la Bank of Alexandria del Cairo, racconta con
alcuni numeri il fatto che «oggi parliamo di qualcosa che è già importante ». I
molti relatori intervenuti ieri alla sezione sulle Pmi nella prima giornata del
Forum economico e finanziario per il Mediterraneo, sono stati prodighi di cifre
che illustrano il peso della nostra presenza nell'area. Dove ci sono anche
strumenti finanziari ad hoc dedicati alle aziende di minori dimensioni come il
fondo di private equity con una dotazione finanziaria di 58 milioni di euro,
chiamato Euromed e promosso dalla Camera di commercio/ Promos, gestito da
Finlombarda e partecipato dalla stessa Cdc milanese, dalla Regione Lombardia,
dalla banca europea degli investimenti (Bei) e da altre banche: lo scopo è
appunto quello di fornire, in un'area dove l'evoluzione dei mercati finanziari
risulta ancora incompleta e incide quindi negativamente sulle dinamiche di
sviluppo, un sostegno concreto alle imprese operanti nel mediterraneo
attraverso una partecipazione nel capitale. «Più di un terzo dell'interscambio
con i Paesi del Mediterraneo è prodotto dalle Pmi e l'Italia negli ultimi
decenni ha svolto un ruolo chiave per facilitare i rapporti con l'area. Non possiamo
quindi permetterci di perdere un'occasione come quella della crisi per
intensificare questi rapporti», ha detto ieri il presidente di Assolombarda,
Alberto Meomartini. Aprendo i lavori del pomeriggio, il vicepresidente della
Camera di commercio di Milano, Diana Bracco, aveva in precedenza sottolineato
come «il contesto territoriale milanese sia sempre di più il vero crocevia
economico e finanziario euromediterraneo essendo storicamente apertissimo agli
stimoli che la globalizzazione offre ». Nei primi tre mesi del
( da "Unita, L'" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
L'imperatrice
«Guo» Oggi la Cina si ferma per vedere la Jingjing La stravorita della prova ha
vinto sei medaglie olimpiche È la regina dei tuffi e ha diviso il paese con le
foto patinate vuole un altro oro prima di sposare il figlio di un magnate
COSIMO CITO Il qui e l'ora per la Cina, la sveglia, il giorno del mondiale, dell'anno è oggi, è
al Foro Italico. Sulla tavola sospesa a tre metri sopra il baratro, i piedi
fatali di Guo Jingjing, le sue braccia infinite, le sue gambe, il suo
enigmatico sorriso terranno inchiodati al teleschermo 2 miliardi di occhi a
mandorla. Nulla di questo mondiale, per l'immenso paese asiatico, conta più di
questa gara. Conta più di questa donna, un po' sirena, un po' demonio, capace
di vincere dal
( da "Avvenire" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
MONDO
21-07-2009 Sud del mondo a rischio «I poveri senza difese» Sistemi sanitari già
deboli: l'H1n1 può essere devastante DI P AOLO M. A LFIERI È nei Paesi con
sistemi sanitari di base già precari che il virus H1n1 rischia di scatenare una
pandemia dalle conseguenze devastanti. In Africa, Asia e America Latina le
autorità locali hanno annunciato misure precauzionali contro la nuova
influenza, ma gli esperti temono che non saranno sufficienti. E che,
soprattutto, la gran parte dei Paesi del Sud del mondo non ha né i mezzi per
combattere la malattia né una presenza capillare di medici di base e laboratori
in grado di compiere test approfonditi sui pazienti. In Asia i Paesi finora più
colpiti dal virus H1n1 sono la Thailandia (2.700 casi), la Cina (2.300), il Giappone ( 2.000) e le
Filippine ( 1.700). E proprio dalle Filippine è giunto l'allarme su alcuni casi
di una variante del virus Ebola tra i suini che, in caso di mutazioni,
diventerebbe pericolosa anche per l'uomo. Sarebbe un'ulteriore minaccia che
andrebbe ad aggiungersi a quella della nuova influenza. In Indonesia,
invece, il ministero della Salute ha parlato del rischio di una combinazione
tra il virus dell'influenza suina e quello dell'aviaria. Preoccupazione anche a
Bangkok, dove le autorità hanno chiuso oltre 450 scuole e 200 asili per
effettuare una disinfestazione completa. Sono 285, invece, i contagiati
dall'H1n1 in India. A Delhi le autorità stanno effettuando i controlli sugli
studenti di una grande scuola pubblica, nella quale si sono finora registrati
quattro contagi. In Africa, continente fino a poche settimane fa quasi immune
dalla nuova influenza, l'allarme sta lentamente salendo: si contano ormai 157
contagi in undici Paesi. L'Organizzazione mondiale sella sanità ha istituito
una squadra d'emergenza che da Brazzaville, capitale del Congo, ha il compito
di monitorare la situazione. Diversi Paesi, come Egitto, Etiopia, Ghana,
Marocco e Gabon hanno stabilito maggiori controlli sanitari alle frontiere, nei
porti e negli aeroporti. Proprio ieri le autorità del Cairo hanno riferito del
primo decesso di un cittadino egiziano, una donna 25enne che avrebbe contratto
l'H1n1 durante un pellegrinaggio alla Mecca. In Sudafrica, dove i contagi sono
finora 103, il timore è che la nuova influenza possa diffondersi ancor di più
con la riapertura delle scuole ( le vacanza scolastiche sono finite ieri).
Primi contagi anche in Tanzania, Botswana e Zimbabwe, Paese in cui un'epidemia
di colera scoppiata lo scorso agosto stante un sistema sanitario al collasso ha
ucciso più di 4mila persone. «Il problema dell'Africa è che i sistemi di
sorveglianza non sono così buoni come in Occidente» , sottolinea Frew Benson,
dirigente del Dipartimento nazionale della salute del Sudafrica. Si teme
inoltre che il virus H1n1 possa essere ancora più devastante per le persone
sieropositive ( in Africa subsahariana vivono quasi i due terzi degli affetti
da Hiv), anche se gli esperti sottolineano che non c'è finora alcuna
indicazione sul fatto che la nuova influenza avrebbe un impatto maggiore sui
sieropositivi rispetto a qualsiasi altra malattia. Alcuni Paesi africani come
il Marocco, che ne ha un milione hanno a disposizione dosi di Tamilflu. Altri,
come il Burkina Faso, ammettono di non potersi permettere il lusso di
accumulare scorte di farmaci. C'è poi chi, tra gli analisti africani, si chiede
se l'allarme per la nuova influenza non sia altro che l'ultimo esempio dello
iato esistente tra Nord e Sud del mondo. «Perché non c'è una mobilitazione
simile per i 2,5 milioni di bambini che ogni anno muoiono di diarrea?» , si
chiede David Sanders, che insegna salute pubblica all'università sudafricana
del Western Cape. Né un simile allarme, concordano altri osservatori, è mai
risuonato a livello mondiale per i 3mila bambini che ogni giorno muoiono in
Africa di malaria, o per le 1.900 vittime provocate da gennaio a oggi da
un'epidemia di meningite in Nigeria, Niger e Ciad. Un bimbo con la madre in
attesa del ricovero all'ospedale del Gerardo Barrios di El Salvador (Reuters)
l'emergenza Molti Paesi stanno aumentando le misure di controllo alle
frontiere, ma la mancanza di numeri adeguati di medici di base, di laboratori
attrezzati e di scorte di farmaci efficaci contro l'influenza di tipo A,
legittimano gli analisti a tracciare scenari drammatici
( da "Famiglia Cristiana" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina
di
Rosanna Biffi foto di Attilio Rossetti LE BANDIERE ARANCIONI DEL TOURING CLUB
ITALIANO / 7 SABBIONETA IL "PATRIMONIO " DEL DUCA La splendida
"nuova Roma" di Vespasiano Gonzaga ha appena ottenuto l'ambìto
riconoscimento dell'Unesco, insieme a Mantova. Venirci significa tuffarsi nel
Rinascimento. Fuori dalle mura di Sabbioneta, il sole schiaccia sotto lafa la pianura Padana e le campagne coltivate tra il Po e
lOglio, le case coloniche alternate a villette moderne e gli aironi che
planano tra le stoppie. Ma varcati i bastioni intatti, solo la presenza delle
automobili impedisce di fare un salto allindietro
di 400 anni, allepoca del duca Vespasiano Gonzaga. Il Gruppo storico
davanti a Palazzo Ducale. Con le strade in selciato, le chiese e i palazzi di
principesca
eleganza, Sabbioneta è più che un borgo intatto: è una città ideale
sopravvissuta al tardo Rinascimento. Il nucleo omogeneo che vediamo oggi fu
costruito tra il 1556 e il 1591, ma come fortezza e centro di un ducato non
durò dopo la morte di Vespasiano, capitata proprio in quellanno. Invece, ha conservato nei secoli limmagine di
città del principe, essendo il suo fondatore un militare e un architetto di
valore, esponente di un ramo cadetto dei Gonzaga, che crebbe alle corti europee
più importanti dellepoca. Piazza Ducale, cuore
della città, con il Palazzo e la chiesa di Santa Maria Assunta sulla destra. Il
( da "Finanza e Mercati" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Dopo
l'astinenza da Ipo la Borsa cinese sente la pressione sulla liquidità di ... da
Finanza&Mercati del 22-07-2009 Dopo l'astinenza da Ipo la Borsa cinese
sente la pressione sulla liquidità di megacollocamenti come quello di China
State Construction Engineering, che ha prezzato il collocamento, e punta a
raccogliere fino a 5,2 miliardi di euro. Sono tante le
aziende che dopo la riapertura del mese scorso alle Ipo in Cina guardano al mercato (anche la casa
automobilistica Chery ha tolto dal cassetto il piano per l'esordio sul
listino). Dal 26 luglio poi, Pechino accetterà le domande per il mercato growth
enterprise. Il risultato, ieri, è stato un calo del 2% di Shenzhen (Shanghai ha
perso l'1,6%). Ma per gli analisti, il contraccolpo dell'Ipo di China
State sarà presto metabolizzato e i listini cinesi torneranno a correre. Come
hanno fatto a partire dallo scorso ottobre, raddoppiando di valore.
( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
13 - Esteri Henry Louis Gates jr. stava entrando in casa sua. Rilasciato dopo
"l´equivoco" Harvard, polizia sotto accusa "Professore arrestato
perché nero" Il docente finito in manette per oltraggio è amico di molte
star afroamericane DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Fermato dalla polizia per aver
cercato di entrare in casa propria, il professor Henry Louis Gates jr, docente
di letteratura americana ad Harvard, aveva più di una ragione per protestare
con il sergente James Crowley del Police Department di Harvard, Massachussets.
Ma il professor Gates è un nero, e il sergente Cromley un bianco. Così, di
fronte al poliziotto che gli chiedeva di farsi riconoscere, il professore
inviperito ha incominciato a urlare: «Perché? Mi trattate così perché sono un
uomo nero». Ed è finito in manette per resistenza e oltraggio. L´ultima, paradossale
storia di razzismo, nell´America di Obama, è una vicenda che richiama allarme e
disappunto. A fine serata, la magistratura di Boston, con una celerità a noi
sconosciuta, ha archiviato le accuse. E un comunicato congiunto tra il
professore, la città di Cambrdige e il dipartimento di polizia, come usa nelle
diatribe internazionali, chiudeva il caso: «L´incidente non deve essere visto
come nocivo della reputazione del professor Gates o della polizia di Cambridge.
Tutte le parti concordano che questa è la giusta risoluzione di una sfortunata
serie di circostanze». Letto, approvato e controfirmato. Lo strano caso del
professore nero arrestato per essere entrato a casa sua, insomma, è tutto un
equivoco. O forse no. Gates, amico del Nobel nigeriano Wole Sovinka ma anche di
numerose star afroamericane, da Tina Turner in giù, è un vero luminare ad
Harvard, ha scritto di Shakespeare e letteratura bantu, rap e basket. Forse
l´unica colpa è davvero quella di non essere molto pratico con le chiavi. Rientrando da un giro di lezioni in Cina, l´altro giorno, ha cercato di forzare la porta evidentemente
difettosa, della sua nuova casa di Cambridge, prima di farsi aiutare dal suo
più pratico autista. Troppo tardi: Lucia Whalen, 77 anni, una di quelle signore
che contribuiscono ad abbassare la soglia del crimine in America, aveva già
chiamato il 911, insospettita da quei «due uomini neri che cercavano di
abbattere la porta, uno facendo anche forza con la spalla». Quando il sergente
Crowley è piombato sulla scena, ha trovato il professore sul divano di casa.
«Che ci fa qui, venga fuori?». «Che ci fa lei». «Documenti, prego». «Lei non sa
chi sono io». «Documenti, esca». «Ora chiamo subito il capo della polizia e lei
vede». Le versioni, prima del comunicato congiunto finale, ovviamente
discordano, il sergente dice che il professore gli ha dato del razzista ed è
andato in escandescenze, il professore che il sergente lo ha assalito. Soltanto
quando Gates, finalmente, ha seguito il poliziotto davanti all´uscio di casa,
quello gli ha rinfacciato: «Grazie per aver acconsentito alla mia prima
richiesta». E sono scattate le manette. Tutto finito? Ieri sera sulla Cnn, tv
non certo di destra, le news di Rick Sanchez rispolveravano la vicenda sulla
vera nazionalità di Obama: perché tanti continuano a credere che non sia nato
in America? Non avremo davvero un presidente nato in Africa? No, certe storie
da queste parti non finiscono mai. (a. aq.)
( da "Finanza e Mercati" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Una
delegazione cinese al balcone di Giulietta da Finanza&Mercati del
22-07-2009 Verona continua a sviluppare i rapporti economici e commercaili con
l'estremo oriente: sarà infatti oggi nella città scaligera una delegazione
proveniente dal Comune di Ningbo (Cina), un'importante città che si trova nello Zhejiang, una provincia
orientale e costiera della Repubblica Popolare Cinese. Il Zhejiang confina a
nord con la provincia di Jiangsu e la municipalità di Shanghai. La delegazione
arriva su invito del Comune di Verona, con il quale intrattiene da alcuni anni
rapporti di collaborazione. La delegazione, composta da funzionari
dell'area Sviluppo economico del Comune di Ningbo, sarà ricevuta nel primo
pomeriggio nella Camera di Commercio dal vicepresidente Ferdinando Albini che
illustrerà le principali caratteristiche della provincia veneta. Da parte loro
i membri della delegazione presenteranno le opportunità economiche offerte dal
Comune di Ningbo e dalle aree circostanti.
( da "Finanza e Mercati" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Auto,
il peggio deve venire. Parola di S&P da Finanza&Mercati del 22-07-
( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
11 - Cronaca Patto mafia-servizi, riaperta l´inchiesta Nuovi indagati a
Palermo. E spunta un intermediario americano per Totò Riina SALVO PALAZZOLO
PALERMO - Le ultime richieste sono state girate ai vertici dei servizi segreti,
su alcuni 007. «Voglia la Signoria Vostra illustrare le mansioni svolte
nell´ambito della struttura palermitana dell´intelligence da
». I pm Nino Di Matteo e Antonio Ingroia, gli stessi che
hanno portato a processo l´ex capo del Sisde Mario Mori per favoreggiamento a
Cosa nostra, hanno riaperto l´inchiesta sulla misteriosa trattativa che
vide protagonista la cupola mafiosa e alcuni uomini delle istituzioni. Adesso,
l´indagine sarebbe molto più ampia di quella che nel 2004 era stata chiusa con
un´archiviazione per Totò Riina, il suo medico Antonino
Cinà e l´ex sindaco Vito Ciancimino. Erano accusati di aver «veicolato» un
«papello» di richieste per far cessare le stragi. Ora, l´indagine cerca oltre,
perché la trattativa sarebbe iniziata molti mesi prima della stagione degli eccidi
Falcone e Borsellino, e sarebbe proseguita anche oltre. Secondo i pm di
Palermo, uno degli «effetti» del presunto (e raggiunto) patto sarebbe stata la
mancata cattura di Provenzano nel 1995 da parte del Ros di Mario Mori, che con
Ciancimino aveva iniziato a dialogare. Ecco perché le risultanze dell´ultima
inchiesta potrebbero finire presto anche al processo Mori. Intanto, ci
sarebbero già dei nuovi indagati per la trattativa, al vaglio della Procura
diretta da Messineo. Il filone principale che viene approfondito è quello dei
rapporti fra boss e uomini dei servizi. Dalla vecchia inchiesta i magistrati
hanno poi ripreso il giallo della trattativa americana di Riina. A parlarne era
stato Paolo Bellini, ex estremista di destra che ai processi per le stragi aveva
svelato le confidenze di uno degli assassini di Falcone, Nino Gioè, morto
suicida in carcere. «Riina aveva un ulteriore canale per cercare di ottenere
benefici - questa la confidenza - era una trattativa triangolare, fra Italia e
Usa, nel senso che Cosa nostra aveva dei tramiti oltreoceano per una trattativa
da condurre in porto con ambienti italiani». Chissà se il misterioso
intermediario è l´avvocato americano arrivato in Sicilia poco prima delle
stragi. Ne ha parlato il pentito Giuffrè. Lui sa poco, solo che qualche mafioso
aveva il compito di andarlo a prendere nel lussuoso albergo di Villa Igiea.
( da "Unita, L'" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
È
nero. La polizia arresta come ladro uno studioso di
razzismo bostonTornava a casa da un viaggio in Cina. Henry Louis Gates, professore di studi afro-americani nel più
prestigioso ateneo d'America, è stato arrestato da un poliziotto bianco che lo
ha scambiato per uno scassinatore. Quando il professore ha visto che non
riusciva a sbloccare la serratura, ha chiesto aiuto all'autista che l'aveva
portato dall'aeroporto e, insieme hanno preso a spallate l'uscio.
Un'anziana vicina che evidentemente non lo conosceva, si è allarmata e ha
chiamato la polizia. All'arrivo degli agenti Gates, visibilmente irritato, si
sarebbe rifiutato di seguirli: «Non sapete con chi state trattando», sostengono
i poliziotti. È stato ammanettato per «condotta disordinata» e portato al
commissariato pur avendo mostrato sia la patente di guida che lo dimostrava
legittimo proprietario della sua casa che il tesserino di Harvard che lo
collegava all'università dove dal
( da "Unita, L'" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Dall'Himalaya
al Pacifico, l'eclisse più lunga Milioni di persone in tutta l'Asia, da Mumbai
a Shanghai, possono vedere oggi la più lunga eclissi solare
del 21esimo secolo, che nel suo punto più alto, nella metropoli sulla costa
orientale della Cina,
durerà sei minuti e 39 secondi. La precedente eclissi totale, agosto del 2008,
è durata poco più di due minuti. Sarà visibile dal golfo di Khambhat in India
fino al Giappone.
( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
42 - Sport L´inglese Daley batte i cinesi. Quarto l´oro di Pechino Mitcham Il
Batman della piattaforma un veterano di quindici anni PAOLO ROSSI ROMA Londra
( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
42 - Sport Moratti vara un´altra Inter bilancio sano e Champions Accordo con
Eto´o: "Così siamo più forti" Mondiali di nuoto a Roma, Tania terza davanti al padre ex campione "Ma per battere la Cina abbiamo bisogno di strutture"
"Gareggiare in casa mi ha bloccato, sentivo la tensione: avrei potuto
prendere l´argento" Al camerunense 10 mln a stagione e un bonus per la
vittoria in coppa. Buonuscita di 5 mln dal BarÇa. Marotta: "Cassano resta
al 98%..." GIULIO CARDONE ROMA Clamoroso all´Inter: il bilancio del
mercato è in attivo di 5 milioni. E´ vero che manca ancora parecchio al 31
agosto, ma si profila una decisa inversione di tendenza rispetto al profondo
rosso (-60 milioni) registrato lo scorso anno. E´ un altro Moratti: in una
settimana ha preso Lucio, che tra l´altro ha già raggiunto i suoi nuovi
compagni negli States, per 5 milioni; ha ottenuto Hleb in prestito e un certo
Eto´o a titolo definitivo, incassando come conguaglio per Ibra la bellezza di
48 milioni. Lo scambio con il Barcellona ha perfino costretto il milanista
Bronzetti ad ammettere, sul suo blog, che «l´affare lo ha fatto l´Inter». Ne è
convinto anche capitan Zanetti: «Con Eto´o di sicuro non ci siamo indeboliti».
Ne è convinto, soprattutto, il presidente Moratti. Ibra gli ha regalato scudetti,
è vero, ma non gli ha garantito il salto di qualità in Europa. Anzi. Peggio di
così in Champions non si poteva fare: fuori agli ottavi nelle ultime tre
edizioni. Si può solo migliorare. Poi c´è quel dato che inquieta: nella sua
carriera europea, Ibra ha segnato una sola volta in 18 scontri diretti. Al
contrario dello svedese, Eto´o segna (anche) i gol facili e in Champions si
esalta: due finali e due reti decisive. Per questo il camerunense non si spiega
l´enorme conguaglio versato dal Barcellona, determinato in realtà anche dal suo
contratto in scadenza nel 2010; per questo Moratti è sicuro di aver messo a
segno un colpo clamoroso. L´unico rimpianto di una settimana storica è il
prezzo di Maxwell: vale più dei 4,5 milioni ottenuti dal BarÇa, ma non era il
caso di stravincere. E´ già importante aver attenuato la fama di inguaribile
spendaccione che lo accompagna da sempre. Il Moratti dell´estate 2009 è più
attento al bilancio, più saggio nelle scelte, meno avventato negli
investimenti. Ma non rinuncia al sogno Champions. Ora tocca allo scontroso
Mourinho ridisegnare l´Inter che deve centrare l´obiettivo più prestigioso. Due
formule possibili: 4-3-1-2 con il doppio centravanti, Eto´o più Milito e
Stankovic (o Hleb) trequartista; 4-3-3 con Balotelli a destra, Eto´o al centro
e Cassano a sinistra. Già, Cassano. Adesso Moratti è impegnato a chiudere la
trattativa con il Barcellona, dopodiché parlerà con la Samp per il genio di
Bari. «Antonio resterà con noi al 98%», dice Marotta, dg dei blucerchiati. Quel
due per cento riguarda proprio l´interesse dell´Inter. Ora però l´Inter è
concentrata sulla questione Eto´o. Ieri lungo vertice negli uffici di Ghelfi:
presenti il vicepresidente nerazzurro, il ds Branca e Mesalles, manager del
camerunense. Dopo quattro ore, trovato un accordo di massima: contratto fino al
( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
42 - Sport Classe e nervi, Cagnotto di bronzo l´Italia è finalmente sul podio
EMANUELA AUDISIO ROMA Diavolo, che angelo azzurro. Nervoso, imperfetto,
emozionato. Con il cuore che trilla. Un tuffo dove l´acqua è più blu, e tutto
di più. Un bronzo e l´addio all´adolescenza. In punta di piedi. «Sono esausta,
ma strafelice». E´ la prima medaglia dell´Italia ai mondiali. Baby Tania non
c´è più, piccole figlie crescono, si fidanzano con un altro tuffatore, e
singhiozzano tra le braccia del padre. «Non c´era niente da dire». Dopo la
paura di perdere il bronzo, dopo la consapevolezza di aver buttato via
l´argento, Tania Cagnotto si commuove. Con un padre allenatore, Giorgio, che è
stato un dio dei tuffi, è inutile fare finta. Lei non nasconde di aver sbagliato
«i miei tuffi» e di aver fatto bene «quelli loro». Loro sono le cinesi, la
strepitosa Guo Jingjing, che con due tuffi fa il vuoto: da otto anni è un
dragone che non perde in questa specialità. Sì, Tania è brava come una cinese,
ma sbaglia come un´italiana. «Per l´emozione, la paura, perché ero bloccata,
sentivo il boato, la responsabilità. Ho lavorato molto con lo psicologo, ma
gareggiare in casa ti smuove qualcosa dentro». Si diventa grandi anche così,
dall´alto di un trampolino di tre metri, si dice addio a quello che si è stati,
si conferma quello che si vorrà essere, davanti ai tuoi genitori, ai tuoi
tifosi, al tuo paese. Terzo bronzo consecutivo ai mondiali. Segno che Tania
c´è. Anche se prende male la tavola, ne regala troppa, non è decisa, è impaurita.
«Primo tuffo decisamente male, mi sono detta, cara mia, qui devi tirare fuori
le unghie, altrimenti è finita, non ero per niente soddisfatta». Maluccio anche
il secondo. Nel trampolino devi indurire i muscoli del collo, ma non le spalle,
altrimenti anticipi i tempi della carpiatura e più che un angelo diventi un
baccalà. Tania è prima quinta, poi terza. Si vede che è agitata, mezza morta,
che il mondo le pesa, non è che tutti quelli nati a Bolzano sono d´acciaio, e
soprattutto non è abituata al tifo che si scatena prima, quando deve ancora
saltare. In quel lunghissimo breve momento in cui ha bisogno di silenzio. E´ in
quel momento che il pubblico le si piazza sulle spalle e le dice: fai volare
anche noi. Per lei che ha vinto all´estero, a Montreal e a Melbourne, è una
situazione nuova. «Ho iniziato con un indietro non bene per colpa della troppa
tensione. Facevo fatica a respirare, non vedevo l´ora di finire». Eppure Tania
si prepara leggendo anche libri di psicologia, con training autogeno e ipnosi.
«Perché i tuffi danno sensazioni, senti una cosa molto forte e capisci subito
come sei andata». Il terzo tentativo va meglio. Parte bene, ma ha un´incertezza
nell´apertura. Ecco il quarto, quello che come dice lei «è il mio incubo, il
tuffo delle cinesi». Pero stavolta Tania, che è terza, si butta subito, come
per farla finita, le riesce un po´ corto, ma è contenta che in tribuna ci sia
anche la sua cara amica Krizia, a cui salvò la vita, perché per vedere in tv la
sua gara, la ragazza non andò nella discoteca di Sharm el Sheik che saltò in
aria per un attentato. L´ultimo tuffo, quello che può portarla all´argento, è
buono, ma non abbastanza. Ammette: «Non ci ho creduto, lo so fare meglio». C´è
ancora la He Zi che può sorpassarla, ma dai, la cinese non ce la fa. Tania
chiude alle spalle della canadese Heymans e alla cinese Guo Jingjing. «Mi sono
messa una cinese alle spalle, la canadese sbucata dal nulla non mi preoccupa». E lì capisci che incubo sia la Cina dei tuffi. «Per batterla abbiamo bisogno di strutture. Loro
possono allenarsi anche otto ore al giorno, noi invece a malapena quattro».
Anche Giorgio Cagnotto non ha più saliva. Confessa: «E´ stata una gara con
un´atmosfera pesantissima. Quando ho visto che Tania all´Acqua Acetosa
aveva la stessa stanza di Klaus Di Biasi e dove ho dormito anch´io le ho detto:
vuoi vedere che porta bene? Non è stata perfetta, ma regolare: il tre e mezzo
avanti l´ha sporcato. Se avesse fatto quello delle eliminatorie avrebbe vinto
l´argento. E´ vero abbiamo bisogno di impianti, lavoriamo sempre in emergenza».
Però da oggi Tania Cagnotto lo sa: meglio tenaci, che splendide.
( da "Unita, L'" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Thomas,
baby d'oro Il prodigio Daley primo dai
( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
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Pagina
33 - Cronaca La curiosità Anche la Cina scommette sulla Guinness La Cina decide d´investire sulle bevande
alcoliche. Il fondo d´investimento China Investment Corporation ha acquisito
l´1,1% del gruppo di drink britannico Diageo. La Diageo rappresenta il più
grande colosso di superalcolici al mondo e possiede dieci delle venti marche
più vendute al mondo tra cui Sminroff e Baileys e, soprattutto, la birra
Guinness. Con il costante innalzamento del tenore di vita dei cittadini cinesi,
aumenta anche l´uso di bevande alcoliche e particolarmente il consumo della
birra. Gli ultimi dati dicono che la Cina produce
circa 400 milioni di ettolitri di birra l´anno. Per l´operazione China
Investment Corporation ha messo sul piatto 221 milioni di sterline (257 milioni
di euro). Dopo l´operazione Cic sarà il nono più grande azionista della Diageo.
Cic ultimamente ha dovuto affrontare pesanti critiche a causa delle sue scelte
d´investimento ma, recentemente, ha riavviato l´acquisto di azioni di imprese
estere ed ha annunciato di voler diversificare le sue operazioni.
( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
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Pagina
6 - Interni Un regalo se resti Senza protezione Amica, non escort
In-su-pe-ra-bi-le Al risveglio a Palazzo Grazioli il Cavaliere disse a Patrizia
"Ora dammi il tuo cognome" Le registrazioni Ti passa a prendere
l´autista e andiamo lì. Mille ora te li ho già dati. Poi se rimani con lui ti
fa il regalo
"Vedi che lui non usa il
preservativo". "Ma non esiste senza, come faccio a fidarmi? Sai
quanta gente è rimasta?" Tu puoi decidere ma lui non ti prende come una
escort, capito? Lui ti prende come un´amica mia, che ho portato
Sono l´unico al mondo che ha presieduto il G8 due volte.
Ora sono in-su-pe-ra-bi-le. Tre volte! Un grande risultato serata A CASA DEL
PREMIER Ottobre 2008. Prima di andare a Palazzo Grazioli Gianpaolo Tarantini e
Patrizia si mettono d´accordo sulla serata a casa del premier. Gianpaolo
Tarantini: Allora... Patrizia D´Addario: Mi volevi parlare? GT: Non volevo
parlare, volevo dirti... che alle nove e un quarto vi passa a prendere
l´autista e andiamo lì... RAGAZZA: Andiamo lì... poi se lui decide rimani lì...
PD: ... E mille per la serata. GT: Mille ora già te li ho già dati... poi se
rimani con lui... ti fa il regalo solo lui... ah... vedi che lui non usa il
preservativo... eh... PD: Ma non esiste una cosa senza preservativo... come faccio
a fidarmi? GT: Ma... è Berlusconi... PD: Ma tu chi sei? Guarda che... sai
quanta gente è rimasta... GT: Sai quanti esami fa lui? PD: Lo so, ma... sai...
per noi donne è anche più bello... voglio dire... ma sentire una cosa del
genere... GT: Tu puoi decidere, però lui non ti prende come escort, capito? Lui
ti prende come un´amica mia, che ho portato... DIMMI COME TI CHIAMI E´ la
mattina del 5 novembre. Obama è il nuovo presidente Usa, Silvio e Patrizia
fanno colazione a Palazzo Grazioli. Patrizia D´Addario: Scusami (ero in bagno)
Silvio Berlusconi: Allora, come stai? PD: Io bene. Tu? SB: Tranquillo. Allora,
prendiamo il caffè o il tè? PD: Tè SB: Allora io vado via, tu ti leggi il
giornale PD: Che prendo? SB: C´è di tutto di più PD: E´ dolcissimo sai. E poi
la tisana era superdolce SB: Ecco perché non lo giro, perché mi fregano con
questo fatto PD: Il miele non è zucchero PD: Che dolore, all´inizio mi hai
fatto un dolore pazzesco SB: Ma dai! Non è vero! PD: Ti giuro, un dolore
pazzesco all´inizio SB: Mi vuoi dare il cognome? PD: Si, è un cognome famoso.
C´è una grossa concessionaria che fa pubblicità, un grosso dottore ginecologo
SB: (legge un biglietto?) D´Addario? PD: Sì, non è tanto comune.... SB:
D´Addario... IL COMIZIO DI ECONOMIA E´ ottobre 2008. La Lehman Brothers è
fallita da poco. Berlusconi fa un comizio di economia davanti a Patrizia
D´Addario, Giampaolo Tarantini e gli altri ospiti. SB: Perché vado a Berlino?
Vado a Berlino per la riunione Europa Asia. Ma invece a partire dal primo di
gennaio sono il responsabile dell´organismo internazionale che governerà
l´economia del mondo VOCE FEMMINILE: Eeeehhh... SB: Che si chiama ora G8, poi
sarà G14 con dentro India, Cina,
Sud Africa, Messico, Egitto, Brasile. E poi G16... E io dovrò andare in tutti
questi paesi e per un anno dare l´avvio alla gestione dell´economia mondiale
che non si è reso possibile... Io per avventura... io sono l´unico al mondo che
ha presieduto due volte nel 1994 e nel 2002, non c´è nessun altro che ha
presieduto due volte... Siccome si va a sedici, uno deve stare lì, e si
fa un anno ciascuno, ora sono in-su-pe-ra-bi-le... tre volte! ed è un grande
risultato per l´Italia... LE CHIESE FINLANDESI Continua la festa a Palazzo
Grazioli. Berlusconi parla con Patrizia delle opere d´arte italiane. SB: Io
sono andato in Finlandia... mi hanno fatto vedere una cosa... una chiesa di
legno, cadente... Noi qui abbiamo... 40mila parchi storici con tutti i tesori
dentro, 3500 chiese, 2500 siti archeologici, pari al 52% di tutte le opere
d´arte catalogate al mondo e al 70 % di tutte le opere d´arte catalogate in
Europa: questa è l´Italia. PDA: E perché non vengono più?
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-07-22 - pag: 3 autore:
Nell'audizione il presidente Isae Majocchi conferma una ripresa «molto
graduale» Istat: è superata la fase più grave ROMA Un Documento di
programmazione condivisibile nella sua impostazione, ha detto il presidente
dell'Istat Luigi Biggeri a proposito del Dpef 2010-2013. Tuttavia, ha rilevato
Biggeri, alcuni chiarimenti sarebbero utili. Inoltre, il presidente dell'Istat
ha informato che la fase più grave della crisi appare superata. «Alcune
modalità di rappresentazione dell'intervento pubblico e dei quadri
programmatici potrebbe essere utilmente supportato da analisi quantitative», ha
avvertito Biggeri, che è in procinto di lasciare la guida dell'Istat. Queste,
ha proseguito, dovrebbero riflettere «l'assetto vigente e quello programmato
delle politiche pubbliche». Un fraseggio elegante, che sembra indicare un punto
del Dpef che ha attratto la curiosità degli esperti: si tratta del progressivo
migliorare, dal 2011, dei valori programmati del disavanzo e del debito
rispetto a quelli tendenziali, in assenza però di indicazioni specifiche di
misure di politica economica. Alle commissioni Bilancio di Camera e Senato,
Biggeri ha detto che, «a partire da aprile, si è osservata in Italia una prima
interruzione della tendenza al crollo delle attività produttive», pari al
20-25% a inizio 2009 rispetto all'anno precedente. Questo «sembra configurare
il superamento della fase più grave della crisi, senza però che vi siano al
momento segnali capaci di indicare tempi e intensità del successivo recupero».
L'indice della produzione industriale, depurato dalla stagionalità, ha segnato
un più 1,2% in aprile e una variazione nulla a maggio. Netta anche la caduta
dell'export,se si eccettua quello verso la Cina, su valori positivi da marzo e con
un più 19% a maggio. è stato l'Isae, col presidente Alberto Majocchi, a
avanzare stime sulla ripresa economica mondiale, che l'istituto di ricerca vede
«molto graduale ». A un primo semestre 2009 negativo, anche per il
trascinamento della caduta accusata tra gennaio e marzo, un segno
positivo nell'evoluzione del nostro prodotto lordo dovrebbe emergere a partire
dal terzo trimestre. In media d'anno, il Pil si ridurrebbe del 5,3% secondo
dati aggiustati per il calendario e del 5,2% secondo i dati grezzi (il valore
indicato dal Dpef). Sulla dinamica del 2010 influirebbe il progressivo
rafforzamento del commercio mondiale. I provvedimenti decisi dal Governo con la
manovra estiva contribuirebbero al sostegno della domanda interna. Il Pil
aumenterebbe, nel 2010, dello 0,2 per cento. Quanto alla finanza pubblica, il
presidente dell'Isae ha sottolineato che le previsioni sul disavanzo sono in
linea con quanto indicato nel Dpef, «seppure appena più sfavorevoli per il
2010».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-22 - pag: 12 autore:
MERCATI E MERCANTI ... I cavalieri dimezzati della finanza di Alessandro Merli
a notizia che le riserve ufficiali della Cina hanno superato i 2mila miliardi di dollari è l'ennesima L
indicazione di un progressivo spostamento del baricentro della finanza mondiale
verso est. Le banche centrali asiatiche, assieme ai fondi sovrani dello stesso
continente, e i paesi produttori di petrolio sono due dei power brokers , le
nuove potenze della finanza mondiale identificate due anni fa dal McKinsey
Global Institute. Gli altri due sono hedge fund e società di private
equity. Alla vigilia dello scoppio della grande crisi, il quartetto deteneva
attività per 8.400 miliardi di dollari, più del triplo che nel 2000.
Nell'euforia dell'epoca, McKinsey riteneva che potesse raggiungere entro il
2012 quota 15.200 miliardi, o addi-rittura, nella migliore delle ipotesi,
20.700. La devastazione dei mercati finanziari da parte della crisi ha travolto
anche queste previsioni. In un nuovo rapporto, appena pubblicato, McKinsey
osserva ora che, mentre a fine 2007 i quattro cavalieri della nuova finanza
avevano asset per 12.700 miliardi, questa cifra, invece di aumentare, si era
ridotta a
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-07-22 - pag: 20 autore: Il
forum di Milano. Il ministro Frattini auspica un parternariato del Mediterraneo
per frenare Pechino EuroMed per arginare la Cina La Lombardia promuove università e
fiera per i paesi del Magreb Vittorio Da Rold MILANO «Un Europa più integrata
con l'area della sponda sud del Mediterraneo è la risposta alla crescente
invadenza della Cina nella
regione». è un Franco Frattini a tutto tondo quello che chiamato a concludere i
lavori della due giorni del Forum Economico e Finanziario per il Mediterraneo,
trae le fila della due giorni di lavori e approfitta per delineare le linee
strategiche della nostra diplomazia nell'area. Il ministro degli Esteri,
riprende il concetto caro a Bruno Ermolli, presidente di Promos e padrone di
casa, secondo cui «la competizione globale non è più fra Paesi ma tra aree e
l'area del Mediterraneo è una di queste», per chiarire che un Europa più
integrata con i paesi del sud del Mediterraneo potrà meglio rispondere alle
sfide che Cina, India e da ultimo il Brasile stanno
portando in Africa. Il responsabile della Farnesina non nasconde le difficoltà
presenti alla vasta platea di uomini d'affari ( c'è Naguib Sawiris,presidente
di Orascom Telecom Egitto; Fouad Makhzoumi della Future Pipes Industries degli
Emirati Arabi Uniti e Pier Francesco Guarguaglini presidente e Ceo di
Finmeccanica) e politici provenienti da 35 paesi dell'area: «La crisi di Gaza
ha provocato la paralisi dell'Unione per il Mediterraneo e non c'è ancora
accordo sulle co-presidenze in sede Ue», ma la vera sfida «è evitare la
trappola del protezionismo e costruire un sistema di regole condiviso tra le
due sponde del Mediterraneo». «Il nostro prossimo obiettivo è quello di
ripartire – ha aggiunto il ministro – cercando in ogni caso di evitare tendenze
protezionistiche, attraverso un vero parternariato in cui i protagonisti si
riconoscano reciprocamente e creino un sistema di regole comuni e rispettate.
Questo è l'unico modo per avere un mercato Euromed ». Chiaro il riferimento
alla ripresa dei negoziati e alla sua conclusione del Doha Round entro il 2010
deciso al vertice del G-8 all'Aquila. Frattini non ha escluso i
"macigni" politici sul tracciato di integrazione economica: «è
necessario avere due Stati e due popoli (Israele e Palestina) perché i giovani
devono potersi impegnare per il loro futuro e per la crescita economica del
loro paese, senza dovere pensare da una parte ai missili e dall'altra ad un
muro». «è necessario risolvere il problema di Cipro ( di cui ricorre il 35esimo
anniversario dell'invasione turca) e ribadire che la Turchia ha un futuro
europeo». «Con la nuova amministrazione americana – ha concluso Frattini– ci
troviamo in una situazione in cui Ue e Usa parlano con una voce sola, bisogna
cogliere questo momento magico». Parole di speranza riprese da Roberto
Formigoni, presidente della Regione Lombardia, che ha lanciato due
proposte:un'universitÁ euro- mediterranea con scambio di studenti, docenti e
ricercatori e una Fiera euro-mediterranea che coinvolga la principali
manifestazioni espositive dei paesieuropei e nordafrica da tenersi l'anno
prossimo nello stesso periodo del Forum. La macchina si è messa in movimento. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA Esteri. Il ministro Franco Frattini INFOPHOTO
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-22 - pag: 37 autore:
Mercati. Il gruppo di Steve Jobs annuncia un risultato netto di 1,23 miliardi
di dollari Wall Street ancora in rialzo Apple fa il pieno di profitti Indice
S&P
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-22 - pag: 37 autore:
Investimenti. China Investment acquista l'1,1%di Diageo Pechino alla guerra del
cognac Giovanni Vegezzi L o Stato cinese entra in campo nella guerra del
cognac, il confronto commerciale che contrappone nel paese, i grandi marchi di
alcolici, per lo più francesi, alla ricerca di nuovi business. Con un mercato,
quello dei liquori, che è il maggiore al mondo per prospettive di crescita,
Pechino non ha voluto farsi scappare l'investimento, e ha deciso di comprarsi
l'1,1%di Diageo il maggior produttore al mondo di bevande a base di alcol, con
un gigantesco portafoglio marchi che va da Baileys a Johnny Walker passando per
Guinness. In realtà i primi a capire le potenzialità di un mercato così
promettente sono stati i proprio francesi. Attualmente il leader di mercato è
Pernod Ricard , che nello scorse settimane ha cercato di rafforzare
ulteriormente la propria presenza con una strategia di marketing aggressiva per
il cognac Martell. In questa situazione, Diageo, multinazionale con sede a
Londra quotata anche a Wall Street, è stata costretta ad inseguire e, per non
perdere troppo terreno, lo scorso anno ha creato una
business unit dedicata esclusivamente alla Cina. L'ufficio ha un un unico obiettivo: superare Pernod e fare del
mercato cinese l'area più importante dell'azienda entro il 2021. Le prospettive
in effetti sono molto promettenti. Secondo il gruppo di ricerca del settore
Canadean le vendite di alcolici potrebbero crescere, dal 2008 al 2014 di 17,6
miliardi di litri. E così Diageo, con l'entrata nel capitale della China
Investment Corp, si sta attrezzando per le sfide dei prossimi anni.
L'investimento del fondo sovrano cinese è stato pari a 221 milioni di sterline
(257 milioni di euro) e fa del governo di Pechino il nono investitore in
Diageo. Il gruppo è in realtà già attivo in Cina dal
2007, quando ha comprato un produttore locale. Dopo aver investito
ulteriormente, Diageo detiene oggi il 49% di Sichuan Chengdu Quanxing, gruppo
che controlla il principale produttore cinese di liquori, Shui Jing Fang ,
azienda quotata sul listino a Shanghai. Diageo in questo modo possiede così il
maggior distillatore di "baiju", il tradizionale liquore bianco, che
negli ultimi anni ha conosciuto un boom delle esportazioni. Non solo, il mese
scorso la società londinese, sempre attraverso Sichuan Chengdu Quanxing ha
lanciato a Hong Kong una nuova vodka, Shanghai White, che presto sarà
distribuita in tutta la Cina. Quella che potrebbe
aprirsi adesso è una guerra commerciale fra colossi: da una parte i marchi
francesi, capitanati da Pernod Ricard, dall'altra il gigante inglese Diageo,
con al suo fianco il fondo sovrano di Pechino. Un confronto che si giocherà
soprattutto sui superalcolici, visto che secondo i dati dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità i cinesi, più che vino e birra, consumano soprattutto
liquori. La battaglia, considerato anche l'investimento di China Investment
Corp, è più che mai aperta. Non resta che aspettare i prossimi mesi per vedere
chi vincerà il confronto fra tradizionale "baijiu" e il raffinato
cognac. © RIPRODUZIONE RISERVATA LO SCENARIO è partito lo scontro commerciale
fra i grandi produttori di liquori sulle prospettive di crescita dei consumi
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-07-22 - pag: 8 autore: Razzismo
in Massachusetts è nero, docente preso per ladro Marco Valsania NEW YORK
Arrestato per aver forzato la porta di casa sua. è accaduto a Cambridge in
Massachusetts al più influente intellettuale afroamericano, il professore di
Harvard Henry Louis Gates jr. Chiamata da un vicino che aveva notato due
persone di colore trafficare attorno alla porta d'ingresso della villetta a due
piani, la polizia non ha creduto a Gates, neppure quando l'elegante 58enne
direttore dell'Istituto W.E.B. Du Bois per la ricerca africana e afroamericana
ha mostrato al sergente James Crowley patente e tessera universitaria per
dimostrare che non era un ladro o un intruso. Che lui, davvero, viveva lì. Che era appena tornato da un viaggio in Cina, aveva trovato la porta bloccata e, assieme al suo tassista, era
stato costretto a usare le maniere forti per aprirla. Nulla da fare: Gates, a
quel punto agitato, è stato portato in manette alla stazione di polizia per
disturbo della quiete pubblica e rilasciato soltanto dopo alcune ore.
Storie di ordinario - o questa volta straordinario - razzismo nell'America di
Barack Obama? Le autorità negano. E ieri Gates e la città di Cambridge, vicino
a Boston, hanno fatto pace: polizia e procura hanno ritirato ogni accusa contro
il professore e in un comunicato congiunto l'episodio, che risale a giovedì
scorso, è stato definito «deplorevole e sfortunato ». Un incidente che non deve
mettere in dubbio «la reputazione del professor Gates o quella del Dipartimento
di polizia». Ma il comunicato difficilmente potrà mettere a tacere le
polemiche. Le versioni degli eventi date da Gates e dalla polizia hanno dato
voce alle tensioni razziali che continuano a segnare la società americana. Il
verbale del sergente Crowley afferma che alle sue domande il professore avrebbe
risposto in modo belligerante, rifiutandosi di uscire dall'abitazione. «Perché
- avrebbe detto - perché sono un afroamericano?» Avrebbe poi inveito contro
l'agente che a quel punto avrebbe estratto le manette. I colleghi di Gates, che
ad Harvard insegna dal 1991 e ha una delle venti cattedre più prestigiose
denunciano invece il racial pro-filing, il pregiudizio razziale nel
comportamento delle forze dell'ordine. Il suo avvocato Charles Ogletree ha
detto che Gates «è rimasto scioccato quando ha continuato a essere interrogato
dopo aver dimostrato la propria identità». Altri noti intellettuali
afroamericani ad Harvard hanno riportato, negli ultimi anni, «spiacevoli
incidenti»: Allen Counter, studioso di neuroscienze, è stato fermato nel campus
da agenti che lo avevano scambiato per un sospetto. «Non crediamo affatto - ha
dichiarato in risposta al nuovo episodio - che Gates sarebbe stato arrestato se
fosse stato bianco». Gates ha alle spalle una lunga carriera accademica, di
autore e critico letterario, che lo ha spesso portato alla ribalta. Vanta quasi
50 lauree onorarie e la rivista Time lo ha iscritto nel 1997 nell'albo degli
americani più influenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA ERA SENZA CHIAVI DI CASA
Henry Louis Gates Jr, tra i più noti professori di Harvard, ha tentato di
forzare la porta Ha mostrato i documenti, ma la polizia non gli ha creduto
Intellettuale. Henry Louis Gates Jr AP/ LAPRESSE
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE MERCATI data: 2009-07-22 - pag: 21
autore: INTERVISTA Paolo De Castro «La Pac di ieri non serve all'agricoltura di
domani» Adriana Cerretelli BRUXELLES. Dal nostro corrispondente è raggiante
Paolo De Castro: è tornato al suo antico e persistente amore, l'agricoltura,
questa volta in chiave istituzionale europea. Nella nuova veste di eurodeputato
del Pd, ha appena conquistato la presidenza della commissione agricoltura, un
posto che, se il Trattato di Lisbona entrerà in vigore, acquisterà peso e
influenza. Soprattutto, per la prima volta, poteri co-decisionali con il
Consiglio dei ministri. C'è la riforma della politica agricola post-2013 da
fare, c'è il Doha Round da chiudere entro il 2010 secondo gli auspici del G-8
allargato dell'Aquila. E, nell'immediato, c'è il crollo dei prezzi, latte in
testa. Tutti temi sui quali De Castro, 51 anni, due volte ex-ministro delle
Politiche agricole, ha già in testa alcune idee da proporre. Per la
stabilizzazione dei mercati da combinare con nuovi meccanismi che frenino la
fluttuazione dei prezzi e dei redditi. Gli agricoltori europei sono dovunque in
armi per il crollo dei prezzi... Che però non deriva da un problema
strutturale. Tanto è vero che nel 2008 la questione era esattamente opposta,
era quella di ridurre i prezzi. Siamo in una fase congiunturale che, complice
la crisi economica, deve fare i conti con il calo della domanda globale. Sia
come sia, che cosa suggerisce di fare? Non di tagliare la produzione, perchè
viviamo in un mondo dove il rischio è ritrovarci nell'incapacità di soddisfare
la domanda mondiale che, fino all'esplosione della crisi, cresceva del 4-5%
annuo. Quindi? Se l'Europa non è più una roccaforte chiusa ma un mercato
aperto, se la globalizzazione porta la variabilità dei prezzi in funzione della
domanda mondiale e se i nostri produttori, come tutti, hanno bisogno di
stabilità, dobbiamo inventare meccanismi anti-fluttuazioni. Dei prezzi e dei
redditi. Magari ricorrendo a polizze assicurative contro questo tipo di rischi,
come già accade negli Stati Uniti. E poi, nel caso dell'Italia, bisogna
continuare a puntare sulla qualità della produzione. Il G-8 allargato
dell'Aquila ha lanciato l'invito a chiudere il Doha Round, il negoziato
commerciale multilaterale, entro il 2010. Lei ci crede? è fattibile. L'Europa
ha fatto la sua parte e i suoi sacrifici. Tra l'altro restail maggiore
importatore agricolo del mondo. Ora tocca agli Stati Uniti. Che cosa si aspetta
dall'Americadi Obama? Oggi il bilancio agricolo Ue è di 52 miliardi di euro per
10 milioni di agricoltori. Quello Usa è di 77 miliardi per 2 milioni di
beneficiari. Per di più l'ultimo Farm Bill di George W. Bush contiene non solo
i sussidi all'export che noi europei abbiamo ormai abolito ma anche il riaccoppiamento
degli aiuti. Spero che Obama inverta la linea. Spero anche che, di fronte alle
sfide della mondializzazione, ci muoveremo insieme evitando gli errori del
passato. Insieme come? Anche stabilendo contatti sempre più frequenti tra
parlamentari europei e americani. Lei dovrà affrontare anche la riforma della
politica agricola ( Pac)post-
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: STILE E TENDENZE data: 2009-07-22 - pag:
22 autore: Consumi Cina e
Medio Oriente non rinunciano al lusso Altagamma: in giugno cresce anche
l'America Latina Giulia Crivelli «S iamo tutti, nessuno escluso, nel mezzo di
un uragano. Ma non dobbiamo farci schiacciare dal pessimismo, perché nel
secondo semestre dell'anno dovremmo vedere i primi segnali di ripresa.
O, perlomeno, di un calo meno pesante». Le parole di Armando Branchini,
segretario generale della Fondazione Altagamma, vogliono essere più di una
dichiarazione d'intenti: «Ho passato gli ultimi mesi a studiare le più
importanti crisi economiche degli ultimi 40 anni. All'uscita di ogni tunnel, il
settore del lusso è sempre il primo a ripartire e torna a crescere a ritmi
superiori a quelli dell'anno precedente la crisi. Quando arriverà,
l'accelerazione riguarderà tutte le aziende che, nel mondo, operano nell'alto
di gamma e per il nostro Paese potrà essere un importante volano: l'Italia
copre il 30%del mercato globale del lusso». Lungi da Branchini, però, pensare
che, archiviata la crisi, tutto tornerà come prima: «I consumatori saranno più
consapevoli: all'attenzione per la qualità aggiungeranno quella per la
sostenibilità sociale e ambientale di ogni prodotto, anche e forse soprattutto
se di lusso. Le aziende invece saranno rafforzate perché questi mesi difficili
hanno spinto tutti a riflettere e a migliorare ogni processo aziendale. Ma
ricordiamo una cosa: la stragrande maggioranza delle aziende italiane dell'alto
di gamma, al 30 giugno 2008, prima che la tempesta finanziaria si abbattesse
sui mercati mondiali, aveva bilanci in ordine e strategie impeccabili. Per
resistere bastano piccoli aggiustamenti, nessuno deve stravolgere il proprio
modello di business». «Si conferma il fatto che le aziende che negli ultimi
anni hanno seguito un modello di espansione sano, mantenendo i conti a posto e
crescendo con realismo e su solide basi finanziarie – aggiunge Leonardo
Ferragamo, presidente della Fondazione Altagamma – sono quelle che si sono
ritrovate con gli strumenti più adatti ad affrontare questa difficile fase». I
dati più recenti sull'andamento dei consumi di lusso emergono dall'ultima
indagine congiunturale della Fondazione Altagamma, che confronta il periodo
maggio- giungo 2009 con lo stesso bimestre del 2008: i settori dei beni di
lusso (moda, design, gioielleria e alimentare) hanno avuto un calo che si
colloca tra "leggero" e "significativo", come somma di un
maggio piuttosto negativo e un giugno in miglioramento. Per quanto riguarda i
mercati, l'Italia ha registrato un calo rispetto al 2008 e l'Europa occidentale
ha reagito allo stesso modo. I mercati della Grande Cina
(Repubblica popolare cinese, Hong Kong, Macao, Taiwan) sono invece tuttora in
crescita, mentre il Giappone ha mostrato nel bimestre un ulteriore frenata
rispetto a un 2008 che era stato già calante (per il quarto anno consecutivo)
rispetto all'anno precedente. «Anche il Medio Oriente registra una leggera
crescita – sottolinea Branchini – mentre gli Stati Uniti, culla e causa della
crisi finanziaria ed economica mondiale, continuano a rivelarsi in calo significativo
rispetto agli stessi mesi del 2008. I mercati dell'America Latina, invece, in
particolare Messico, Brasile e Argentina, sono in leggera crescita». P e r
l'inter o 2009, Branchini con ferma le previsioni fatte da Altagamma nel marzo
scorso:l'ebitda delle aziende del lusso calerà del 20%. A soffrire di più
saranno i consumi di orologi e gioielli (-12,3%) e l'abbigliamento (- 8,7%).
Conterranno le perdite borse e scarpe (- 6,2%) e profumi e cosmetici (-4,8%).
Il calo complessivo delle vendite potrebbe essere a una cifra sola. Che si
riduce ulteriormente a «qualche punto percentuale» per l'alimentare, come
sottolinea Andrea Illy, vicepresidente della Fondazione: «La diminuzione dei
consumi alimentari d'alta gamma riguarda per lo più prodotti da regalo o
ostentativi, ma la propensione per la qualità, il prestigio e la reputazione
resta invariata». © RIPRODUZIONE RISERVATA A Parigi. Un momento della sfilata
di alta moda della maison Dior, che si è tenuta nella capitale francese
all'inizio di luglio, attirando buyer da tutto il mondo
( da "AmericaOggi Online" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina
Harvard.
Disavventura di un professore nero. Scambiato per scassinatore di Alessandra
Baldini 22-07-2009 Normal 0 MicrosoftInternetExplorer4 BOSTON. Tornare a casa
da un viaggio o dalle vacanze e trovare la serratura di casa bloccata è di per
sé irritante ma per un luminare nero di Harvard il rientro in città dopo un
lungo viaggio in Asia è diventato un incubo. Henry Louis Gates, influente
professore di studi afro-americani nel più prestigioso ateneo d'America, è
stato arrestato da un poliziotto bianco che lo ha scambiato per uno
scassinatore dopo che una vicina lo aveva visto forzare la porta di casa. Gates
era rientrato nella sua villa di Ware Street a Cambridge (Massachusetts) dopo un viaggio di lavoro in Cina. Posato il bagaglio a terra quando la serratura aveva rifiutato
di cedere, il professore aveva chiesto aiuto all'autista della limousine che
l'aveva accompagnato dall'aeroporto. Due uomini di colore che prendono a
spallate la porta di una casa da ricchi in una tranquilla mattina d'estate:
dall'altro lato della strada Linda Whalen, una vicina bianca di 77 anni,
si insospettisce e fa scattare l'allarme. Arriva la polizia, scoppia un alterco
al termine del quale il luminare di Harvard viene portato in manette al
commissariato. L'episodio ha provocato sdegno tra i colleghi di Gates: una
prova della persistenza dei veleni del razzismo nell'America di Barack Obama a
pochi isolati dalla super-liberal Harvard Square dove ha studiato il primo
presidente nero degli Stati Uniti. "E' incredibile: un'umiliazione e una
violazione di ogni diritto che pensavamo ci fosse garantito", ha
commentato Lawrence Bobo, sociologo e amico, che ha visitato Gates in
commissariato e lo ha riaccompagnato a casa dopo il pagamento di una cauzione
da 40 dollari. La magistratura di Boston ha archiviato le accuse ma
inizialmente la polizia aveva giustificato l'arresto sostenendo che il
professore aveva perso le staffe. Secondo il rapporto ufficiale, all'arrivo
degli agenti, un Gates visibilmente irritato si sarebbe rifiutato di lasciare la
sua abitazione: "Non sapete con chi state trattando", avrebbe detto
il professore al sergente James Crowley che gli chiedeva i documenti. Gates è
stato quindi ammanettato per "condotta disordinata" e portato al
commissariato pur avendo mostrato sia la patente di guida che lo dimostrava
legittimo proprietario della sua casa che il tesserino di Harvard che lo
collegava all'università dove dal
( da "Finanza e Mercati" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
L'Italia
perde quote di export, ma il Sud resiste da Finanza&Mercati del 23-07-2009
Le esportazioni risentono negativamente della crisi economica globale ma le
dimensioni della loro caduta sono state superiori a quelle della domanda
estera, configurando una nuova perdita di quota di mercato, sia a prezzi
correnti che a prezzi costanti. È questo il quadro che emerge dal rapporto
2008-2009 dell'Ice, l'Istituto per il commercio estero, che registra una
tendenza negativa delle quote in corso da oltre un decennio e che accomuna la
maggior parte delle economie sviluppate. Le esportazioni italiane, però, hanno
perso quota anche rispetto a quelle dell'area dell'euro perché, come evidenzia
il rapporto, «pesa sulla competitività delle nostre imprese la dinamica
sfavorevole della produttività del lavoro». Dal punto di vista territoriale il
calo di quota delle esportazioni si è verificato in quasi tutte le aree con
l'eccezione dell'Africa settentrionale, dove le esportazioni italiane hanno
ulteriormente rafforzato la loro posizione. Quanto alle diverse aree del Paese,
c'è stata una netta flessione di quota dell'Italia centrale e nord orientale,
spinta soprattutto dalle perdite di Veneto, Toscana e Marche, mentre mostra
valori confortanti l'Emilia Romagna che conferma la sua tendenza espansiva. Per
quanto riguarda l'analisi settoriale, invece, l'Ice rileva una posizione
favorevole dell'industria dei componenti per automobili e altri mezzi di
trasporto. L'Industria metalmeccanica, continua il rapporto, ha permesso «un
risultato relativamente migliore in Lombardia e Liguria», mentre mezzi di trasporto
e alimentari hanno sostenuto il Piemonte. Incremento di quote infine nel
Mezzogiorno, grazie all'aumento dei prezzi dell'energia che ha dilatato il
valore dell'export di Sicilia e Sardegna. Per il ministro dello Sviluppo
economico Claudio Scajola i dati evidenziano «timidi segnali di risalita» e il
governo deve impegnarsi per «accompagnare l'export delle piccole e medie
imprese impegnate nell'internazionalizzazione». «Il primo bimestre 2009 - ha
detto - ha dato i primi timidi segnali di ripresa sull'export: i dati di giugno
ci danno una modesta ripresa dell'export per l'1,5% il che significa che la
fase delle difficoltà che si è manifestata in modo particolare nel quarto
trimestre 2008 comincia a cessare. Ci sono alcuni mercati stranieri che cominciano
a tirare di nuovo come i Paesi Bric (Brasile, Russia, India
e Cina) e in particolare il
Brasile, mentre la Cina si
sta risvegliando come anche la Russia. E quindi anche i nostri prodotti che -
ha proseguito Scajola - su questi mercati viaggiano molto. Resta la crisi
d'Europa che è il primo mercato dell'export italiano ma anche qui vediamo
timidi segnali di ripresa. Voglio dire - ha spiegato - che se togliamo
la bolletta energetica che costa 60 milioni di euro l'anno, l'export italiano è
la nostra grande opportunità». Lo stesso ministro ha fatto presente che il
saldo dell'interscambio
( da "Repubblica, La" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
XXIII - Palermo L´ENERGIA CHE VIENE DAL SOLE PUò SALVARE I CONTI DEI COMUNI
MARIO PAGLIARO L e straordinaria opportunità di crescita economica, sviluppo
dell´occupazione e risanamento ambientale aperte alla Sicilia dal boom del
fotovoltaico passano dall´adozione in massa della tecnologia da parte di
famiglie e imprese. Per farlo, ci servono gli «evangelisti del solare», persone
qualificate dotate di competenze operative e aggiornate che agiscono sul
territorio per la diffusione dell´energia solare. Ecco dunque il Solar master
del polo fotovoltaico della Sicilia: organizzato in partnership con i giovani
di Confindustria, un corso per colmare un gap di conoscenze e competenze
pratiche che è di tutta Italia. In Sicilia giungono due metanodotti da Libia e
Algeria. Vi si raffina il 40 per cento del consumo italiano di carburanti, e
l´isola esporta mediamente un surplus quotidiano del 10 per cento
dell´elettricità prodotta in otto grandi centrali termoelettriche, dove si
bruciano pet coke e olio combustibile refluo delle lavorazioni petrolchimiche
(la petroliera "Erika" che contaminò un´ampia zona della costa
francese era diretta a Termini Imerese). Tuttavia, a fronte dei conseguenti
gravi costi ambientali, il costo dell´elettricità è il più elevato dell´Unione
europea. Lo scorso 8 dicembre, a esempio, con i prezzi del petrolio in
picchiata a 30 dollari dai 147 di luglio, il prezzo raggiunge i 30 centesimi di
euro per kwh. La grid-parity in Sicilia è già una realtà: il 23 gennaio
l´Authority per l´energia apre un´istruttoria. Vuol capire le ragioni di questi
prezzi astronomici sempre attribuiti alla vetustà della rete elettrica
siciliana. Pochi giorni e, come per miracolo, ecco il prezzo del kwh crollare a
10 centesimi di euro. L´energia solare, in perfetta antitesi, ha tutte le
caratteristiche necessarie a dare avvio in Sicilia a uno sviluppo nuovo e
duraturo capace di creare una preziosa fonte di reddito pagato puntualmente
dallo Stato ogni due mesi per la produzione autonoma dell´elettricità dal sole.
Adottando l´elettricità solare, infatti, aziende, enti locali e cittadini
siciliani non solo smettono di pagare le astronomiche tariffe dell´elettricità
prodotta nell´isola, ma incassano per venti anni fino a 40 centesimi di euro
per ogni chilowattora prodotto con i pannelli, come fanno a esempio l´azienda
marsalese Ausonia, o l´azienda vinicola Donnafugata. Con 1,2 miliardi di euro
di fatturato stimato per fine 2009 e un tasso di crescita superiore al 200 per
cento, l´industria fotovoltaica è quella con il più alto tasso di crescita nel
Paese. Il numero di imprese nel settore è passato da
( da "Repubblica, La" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
20 - Esteri L´Asia al buio per sei minuti tra terrore e profezie di sventure
L´eclisse del secolo rovinata dal maltempo. Una vittima in India Secondo
credenze popolari, l´evento anticipa nuove guerre e calamità Ma in alcuni hotel
di Shanghai è stato un grande business (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
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24 - Economia Marchionne: incentivi anche nel 2010 "Con o senza un nuovo
partner, raggiungeremo i 6 milioni di vetture" "Basta auto a Termini
Imerese. Spin off valido, ma non ora. Opel, partita chiusa" SALVATORE
TROPEA TORINO - Anche senza Opel, con la quale il discorso «è ormai
definitivamente chiuso», la Fiat conta di raggiungere la soglia di sicurezza
dei 5,5-6 milioni di vetture all´anno. Naturalmente assieme alla Chrysler. Il
suo nuovo alleato potrebbe essere il mercato, nel senso che una ripresa
consentirebbe di farcela senza altri accordi. Se così non sarà, Sergio
Marchionne assicura che il Lingotto «ci arriverà attraverso nuove alleanze,
magari più limitate, meno efficaci, ma ci arriverà». Anche perché entro i
prossimi dodici mesi nel panorama dell´industria mondiale dell´automobile «ci
saranno altri movimenti strategici». Un anno dopo l´inizio della grande crisi
l´ad del Lingotto conferma dunque che, mese più mese meno, per la fine del 2011
la Fiat avrà un posto tra i primi sei player mondiali del settore. Nella sua
strategia del dopo-Opel non c´è però un piano B, che forse non c´è mai stato,
ma una fase B alla quale Marchionne sta lavorando sia sul fronte internazionale
che su quello domestico, ovvero da Detroit a Termini Imerese. «Con la Chrysler e dopo l´apertura in Cina, la soglia dei 5,5 milioni non è lontana» ha chiarito ieri
Marchionne davanti al cda, archiviando il caso Opel a proposito del quale ha
ribadito che «non c´erano le condizioni che assicurassero la gestione
dell´azienda né con Gm, né con le parti sociali, né col governo tedesco».
A suo giudizio «è stata questa la ragione per cui Fiat si è chiamata fuori e
non per sua incapacità di finanziare l´operazione». Come dire, ora ci pensi
Magna, se ci riuscirà. Fiat andrà avanti per la sua strada sulla quale al
momento ci sono la Bertone da acquisire e l´impianto di Termini da sistemare.
Naturalmente è più facile la prima operazione che non la seconda, perché
«intanto la Bertone non farà mai grandi volumi e comunque è un´azienda che si
trova nel cuore del distretto dell´auto dove tutto si può raggiungere a piedi».
Al contrario di Termini per il cui impianto la data della riconversione del
2011 è per il Lingotto definitiva. «Fiat sovvenziona da cinque anni Termini
producendo auto che costano ognuna mille euro in più rispetto a Melfi o
Mirafiori. In cinque anni ci è costata mezzo miliardo in più e questo non è più
giustificabile». Si tratta di vedere ora come riconvertire. Fiat è disposta a
discutere, escludendo in partenza di continuare a produrre automobili. Se però
il discorso si fa politico la posizione rigida del Lingotto potrebbe non essere
più tale, tenuto conto che la Fiat, come ripetuto ieri da Marchionne, ritiene
necessario prorogare gli incentivi «senza i quali nel 2010 ci sarebbe un forte
impatto sulla domanda». Ancor di più se questo sostegno, oltre che alle auto
dovesse essere esteso agli autobus e, come qualcuno ipotizza anche ai camion che,
come rivelano i conti Fiat stanno pagando un prezzo altissimo alla crisi. Con i
riflettori puntati sul mercato, la Fiat affronta il secondo semestre 2009 dopo
aver temporaneamente accantonato il progetto di spin off dell´auto annunciato
quando si pensava che dopo Chrysler sarebbe andato a buon fine anche Opel. «Il
progetto non è tramontato, ma è stato soltanto spostato nel tempo» ha spiegato
Marchionne. «Forse ci vorranno 2-3 anni ma lo scorporo avverrà. Si farà quando
Fiat Automobile Group avrà le dimensioni e i muscoli di una realtà che può
vivere come stand alone».
( da "Unita, L'" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Fiat
in rosso, ma si difende Marchionne vuole incentivi G.VES «Un buon trimestre in
un mercato terribile», così Fiat definisce il periodo aprile-giugno di cui ha
presentato ieri i conti. Numeri che hanno disatteso le previsioni degli
analisti, e non sono stati ben accolti da Piazza Affari, dove il titolo ha
perso l'1,7 per cento dopo aver toccato quota «meno tre». RISULTATI Il Lingotto
ha incassato una perdita netta di 179 milioni di euro, contro i 646 milioni di
utile registrati a giugno 2008, ma precisa che senza «poste atipiche» il
risultato sarebbe stato prossimo al pareggio. In calo anche i ricavi (-22%),
scesi a 13,2 miliardi di euro dai 17,022 del 2008. Mentre è stato
ridimensionato l'indebitamento industriale, passato da 6,6 miliardi del primo trimestre
dell'anno a 5,7 miliardi. Numeri che non preoccupano Marchionne e i suoi, anzi.
«Sono molto soddisfatto - ha commentato in serata l'amministratore delegato -
perchè in un mercato simile abbiamo fatto quello che si doveva fare». Dunque
per la fine del 2009 gli obiettivi restano quelli già fissati: il risultato
della gestione ordinaria del gruppo sarà superiore a un miliardo di euro,
l'utile netto superiore a 100 milioni e l'indebitamento netto industriale
inferiore a 5 miliardi. Per raggiungerli, però la casa automobilistica torinese
prevede ulteriori «fermi» degli impianti. Mentre già nel 2010 il Lingotto sarà
in grado di fare profitti anche senza aiuti, sebbene il manager si aspetti pure
per il prossimo anno «qualche forma di incentivi». Dal 2011 invece Fiat
produrrà una berlina in Cina,
sfruttando l'alleanza paritetica con Guangzhou Automobile Group, che contempla
una produzione iniziale di 140mila vetture e 220mila motori all'anno e che può
salire fino a 250 vetture e 300mila motori. ALLEANZE Di alleanze Marchionne ha
parlato alla comunità finanziaria, durante la conferenza di ieri: «Continueremo
a guardare le opzioni strategiche per rafforzare le attività che abbiamo
- ha detto - ma non siamo alla ricerca di nuovi fidanzati». C'è già Chrysler,
che prima di due anni e mezzo non potrà andare in Borsa, perchè solo dopo il
2010 tornerà a fare profitti, quando tornerà a vendere «13-14 milioni di auto»
grazie al trasferimento di tecnologia dal Lingotto che produrrà i primi effetti
«alla fine del 2010». Ci vuole tempo, insomma, e un piano strategico, al quale
Marchionne dice di pensare «tutti i giorni». Mentre su Opel, il numero uno del
Lingotto ha ribadito la sua posizione: «Siamo pronti a riprendere il dialogo,
come abbiamo già detto, alle condizioni che avevamo offerto. Ma fintanto che le
preferenze si sono mostrate altre e non includono quella di creare un forte
player europeo, Fiat non può entrare nella partita». In Italia invece gioca per
aggiudicarsi le Carrozzerie Bertone, un affare interessante «perché ci serve la
capacità produttiva per produrre vetture di nicchia». I conti in calo nel
secondo trimestre Fiat non preoccupano Marchionne, che conferma i risultati
fissati per la fine dell'anno. Il manager prevede altri stop per gli impianti
italiani e incentivi per il 2010.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-23 - pag: 1 autore: Asia al buio. Il
maltempo rovina l'eclissi del secolo La prossima tra 120 anni. Centinaia di milioni di asiatici, in una fascia larga
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
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Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-23 - pag: 1 autore: Censis: i consumi
ripartono da Nord-Est A maggio export in ripresa per la prima volta nel 2009 Le
famiglie più ottimiste Dopo quattro mesi in negativo, con un calo che ha
sfiorato il 25%, le esportazioni tornano a crescere. Nel mese di maggio è
riapparso il segno positivo (+0,5%), accompagnato da un nuovo balzo (+19%)
dell'export in Cina. Secondo i dati contenuti nel Rapporto Ice, nel 2008 la crisi
non ha penalizzato le esportazioni e la bilancia dei pagamenti, al netto delle
componenti energetiche, ha segnato un saldo positivo di 50 miliardi di euro.
Intanto dalle famiglie arrivano nuovi segnali di fiducia, fotografati
dall'indagine Confcommercio- Censis. Da gennaio a giugno è cresciuto il
numero dei nuclei che si dichiara ottimista (dal 52,4% al 56,8%). Nei prossimi
mesi l'attesa è per una ripresa dei consumi a partire dal Nord-Est. Servizi u
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( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
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Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-23 - pag: 9 autore: I volti della
crisi. Alla vigilia del vertice bilaterale di Washington torna l'allarme per la
sicurezza dei forti investimenti in titoli di stato americani La Cina bacchetta gli Usa sul debito Dura
presa di posizione sulle costose misure anti-recessione adottate dalla Casa
Bianca Marco Valsania NEW YORK La Cina torna all'attacco degli Stati Uniti e delle loro politiche
economiche e valutarie per affrontare la crisi, chiedendo garanzie sulla
stabilità del dollaro e sulla sicurezza dei colossali investimenti di Pechino
in titoli di debito americani. La presa di posizione, dai toni assai
poco diplomatici, è giunta alla vigilia del primo appuntamento a Washington del
dialogo strategico tra l'amministrazione Obama e il governo cinese, lunedì e
martedì prossimo. Un dialogo ereditato dal predecessore di Obama, George W. Bush
e che sotto il neopresidente democratico ha un'agenda ancor più ambiziosa e
scottante: accanto al binario economico, negoziati paralleli affronteranno le
sfide di politica estera, dal dossier nucleare a quello ambientale. Gli
interrogativi sulle strategie per fare i conti con recessione e bufera
finanziaria, però, sono quelli che più preoccupano Pechino, che già a marzo
aveva lanciato un allarme echeggiato sulle piazze internazionali. «Chiederemo
di adottare politiche responsabili, che assicurino la stabilità del tasso di
cambio del dollaro e proteggano gli asset cinesi», ha ribadito ieri l'alto
funzionario del ministero delle finanze Zhu Guangyao. Che ha incalzato, oltre
alla Casa Bianca, la Federal Reserve: «Come importanti investitori nel debito
statunitense, siamo naturalmente preoccupati dello stato dell'economia
americana.Speriamo che le politiche adottate dagli Stati Uniti si rivelino più
efficaci il più presto possibile, che il deficit pubblico gradualmente
diminuisca e che il bilancio della Fed migliori». Dalla banca centrale si
attendono anche scelte corrette in politica monetaria. Accanto al governo, la
Fed ha agito con inedita aggressività, a colpi di misure multimiliardarie, per
arginare la crisi e l'espansione dei suoi interventi ha sollevato perplessità
sulle sue stesse finanze e sulla sua credibilità di guardiano anti-inflazione.
Il governatore Ben Bernanke, durante le testimonianze al Congresso terminate
ieri, è parso voler rispondere indirettamente al nuovo monito cinese: si è
detto impegnato a rassicurare i mercati sull'intenzione della Fed di ritirare
con tempismo, seppur non subito, il sostegno straordinario offerto alla finanza
e all'economia. La Fed, ha promesso, saprà evitare rischi inflazionistici, che
potrebbero danneggiare anche il dollaro. La Cina, di
sicuro, ha diritto di parola: è il più grande creditore americano, forte di
oltre 800 miliardi in titoli del tesoro, una cifra salita ancora del 5% in
maggio. Circa il 70% delle sue immense riserve in valuta estera, le più vaste
al mondo dall'alto (oltre duemila miliardi), è in asset denominati in valuta
statunitense. E ieri Guangyao ha sottolineato che la Cina
si augura che i suoi acquisti di titoli del tesoro si rivelino
«appropriatamente redditizi ». Pechino è inoltre il secondo partner commerciale
degli Stati Uniti, con un interscambio che l'anno scorso ha sfiorato i 334
miliardi di dollari, cresciuto di 130 volte dal 1979, da quando cioè i due
paesi hanno ristabilito relazioni diplomatiche. E di recente la sua economia ha
ritrovato slancio, dando ancor più peso al ruolo della Cina
di potenza globale. La delicatezza dell'appuntamento bilaterale del 27-28
luglio affiora fin dal programma ufficiale: a inaugurarlo sarà Obama. Che
cederà poi il timone del "dialogo" ai co-presidenti del summit: il
ministro del tesoro Tim Geithner e l'esponente del consiglio di stato cinese
Dai Bingguo sul fronte economico; il ministro degli esteri Hillary Clinton,
reduce da un viaggio asiatico, e il vipremier Wang Qishan per il binario
politico. La delegazione cinese sarà affollata, composta da ben 28 esponenti a
livello ministeriale. Il vertice nella sua versione allargata, Us-China
Strategic and Economic Dialogue (S&ED) con scadenze semestrali a Washington
o Pechino, è stato ideato lo scorso aprile da Obama e dal presidente cinese Hu
Jintao. Fa seguito a forum nati nel 2005 sotto gli auspici dell'amministrazione
Bush e dell'allora ministro del tesoro John Snow, volti esclusivamente a
facilitare rapporti costruttivi sull'economia. In vista dei colloqui di quest'anno,
invece, il viceministro degli Esteri cinese He Yafei ha messo in chiaro che
altri temi saranno in discussione: dalla cooperazione energetica, con il nodo
dell'effettoserra,alla Corea del Nord, con i suoi arsenali atomici. Alla Casa
Bianca Pechino non avrà remore neppure a chiedere di «limitare le attività » di
Rebiya Kadeer, leader in esilio degli Uiguri. mvalsania@ilsole24ore.com ©
RIPRODUZIONE RISERVATA MAESTRI DI ECONOMIA «Chiederemo politiche responsabili
che assicurino stabilità al tasso di cambio e proteggano i nostri asset Il
deficit deve diminuire» Eclissi cinese. Studenti di un college di Shenyang ieri
mentre osservano l'eclissi totale di sole. Per averne un'altra così lunga
bisognerà aspettare 300 anni EPA
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-23 - pag: 9 autore: GRANDE COME UNA
CITTà La fabbrica Il complesso della Foxconn di Longhua ( nella foto in alto),
città satellite di Shenzen, ha un perimetro di
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-23 - pag: 9 autore: Pechino scommette
sul solare Marco Magrini Mentre la Cina aspettava
l'arrivo dell'eclissi del secolo, il governo di Pechino ha deciso di spingere
l'acceleratore sull'energia solare. I ministeri delle finanze e dello sviluppo
rurale hanno annunciato un piano per incentivare massicciamente l'adozione del
fotovoltaico. I singoli progetti su larga scala (dovranno essere di almeno 300
Kw) riceveranno contributi statali fino al 50% e, nel caso di impianti nelle
aree rurali più disagiate, fino al 70 per cento.L'obiettivo è aggiungere al
patrimonio energetico del paese 500 megawatt in due anni. Secondo alcuni
analisti, la Cina si appresta a far salire sensibilmente i propri obbiettivi di
generazione elettrica tramite il fotovoltaico, in modo da raggiungere i 10
gigawatt entro il 2020. Per finanziare questa iniziativa su larga scala, la Cina attingerà a 30 miliardi di dollari
già stanziati per le energie rinnovabili nel pacchetto nazionale di stimolo
all'economia, che è già il più "verde" del mondo. Eppure
appare chiaro che, con questa mossa, la Repubblica popolare ha lanciato un
salvagente alle imprese nazionali del fotovoltaico, come Suntech Power, Yingli
Green Energy o Trina Solar che, leader mondiali nella produzione di pannelli,
fino all'anno scorso esportavano complessivamente circa il 95% della propria
produzione. Un guaio, visto che con il recente calo degli incentivi statali in
Germania e il crollo di quelli in Spagna,l'intero mercato del fotovoltaico è
piombato in una crisi da sovracapacità produttiva che ha spinto verso il basso
i prezzi di vendita e quindi i fatturati. Dopo l'annuncio degli incentivi, i
titoli di tutte le società cinesi del fotovoltaico sono schizzati in Borsa
(Suntech, Yingli e Trina sono tutte quotate a Wall Street). Eppure, a detta
degli analisti, la mossa di Pechino potrebbe non bastare a compensare i
fatturati in fisiologico calo. «La Cina sta facendo
solo una buona campagna di relazioni pubbliche per le aziende cinesi », ha
scritto Mehdi Hosseini, analista della Fbr Capital Markets, in una nota ai
clienti. In compenso, la Suntech ha annunciato la costruzione di quattro
impianti in Cina per un totale di 1,8 gigawatt. La
Repubblica popolare, oggi indietro rispetto alla Germania nel fotovoltaico, si
prepara ad essere comunque la numero uno al mondo nel giro di dieci anni, o
forse meno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
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Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-23 - pag: 9 autore: Lavorava alla
Foxconn e aveva perso un prototipo di iPhone: a 25 anni si è buttato dal
12Úpiano Segreti Apple, terzisti cinesi e un suicidio Antonio Dini Ha chiuso
gli occhi, ha stretto i pugni ed è saltato giù. Sun Danyong, 25 anni, da poco
laureato in economia e assunto nel 2008 da un colosso cinese dell'elettronica,
si è tolto la vita così, alle 3.30 del mattino dello scorso 16 luglio, con un
lungo volo dal 12Ú piano della palazzina in cui abitava a Shenzen, nella Cina
meridionale. Dietro al gesto, la pressione psicologica e forse anche la
coercizione fisica esercitata in una indagine interna dal datore di lavoro
Foxconn International, divisione del colosso taiwanese Hon Hai, per la
scomparsa di un prototipo della prossima generazione di iPhone della Apple.
Ma Sun appare in realtà sempre di più come una vittima indiretta del cieco
meccanismo che regola il rapporto tra committenti occidentali e fabbriche
cinesi. Sun, cinese dello Yunnan che la fidanzata e un amico definiscono come
una persona timida e molto scrupolosa, aveva l'incarico di gestire la
spedizione di 16 segretissimi prototipi della prossima generazione di iPhone,
progettati dalla Apple, che dal 1986 si serve di Foxconn come terzista in Cina. Uno di questi apparecchi era stato perso ai primi di
luglio e la divisione centrale della sicurezza interna di Foxconn aveva
condotto un'indagine raccontata da alcuni giornali cinesi, stigmatizzando
l'estrema durezza nei confronti di Sun, «colpevole» di non riuscire a
giustificarsi adeguatamente per l'accaduto. Sina Online News e Nanfang Daily
hanno infatti raccontato nei giorni scorsi di una lunga serie di procedure
illegali condotte dall'ufficio indagini di Foxconn: perquisizioni nella casa di
Sun, restrizione della sua libertà personale (un eufemismo per indicare la
reclusione) e anche abusi fisici. Incaricato dalla dirigenza di Foxconn di
risolvere il "problema Sun" era un funzionario, soprannominato Gu,
che adesso Foxconn avrebbe sospeso dal lavoro senza stipendio per una nuova
indagine, questa volta della polizia cinese. Il nodo della questione sarebbe in
realtà nel meccanismo che lega le fabbriche cinesi ai committenti occidentali e
al loro bisogno di segretezza per proteggere gli investimenti miliardari dei
nuovi prodotti. In questa circostanza Apple, giudicata molto rigida anche in un
settore paranoico come quello dell'elettronica di consumo, e soprattutto nel
caso in cui, come accade per Foxconn, la fabbrica cinese produca in
contemporanea per i concorrenti. Dalla gigantesca cittàfabbrica di Longhua,
città satellite di Shenzen, chiusa agli occhi di qualsiasi osservatore non
autorizzato in cui lavorano circa 230mila operai altamente specia-lizzati, ogni
giorno escono centinaia di container pieni di computer e apparecchi elettronici
di Dell, Hp, Motorola, Microsoft, Nintendo e Sony, tra gli altri. Apple ha
appena presentato i risultati fiscali del terzo trimestre, registrando le
vendite più elevate per il trimestre di riferimento, pari a 2,6 milioni di Mac
e 5,2 milioni di iPhone, prodotti in buona parte da Foxconn, e con ricavi
complessivi di 8,34 miliardi di dollari. Due mesi fa l'azienda aveva lanciato
sul mercato la terza generazione di iPhone, e due giorni fa ha pagato in
anticipo 500 milioni di dollari a Toshiba per assicurare il flusso continuo di
componenti per iPod e iPhone. Soprattutto da quando nel 1997 è rientrato alla
guida dell'azienda il fondatore Steve Jobs, Apple ha aumentato la sua già
estrema segretezza, che prevede il licenziamento immediato dei dipendenti che
lascino trapelare indizi sui piani di sviluppo futuri. Nel 2005 aveva generato
scalpore la causa intentata a Nicholas Ciarelli, giornalistablogger di 19 anni
titolare del sito Think Secret, con la richiesta che rivelasse il nome della
sua fonte dentro Apple. Secondo gli osservatori, lo "smarrimento" di
un prototipo potrebbe far scattare le clausole degli accordi con i fornitori
come Foxconn, che comportano la rescissione dei contratti e penali miliardarie.
L'incidente si potrebbe quindi tramutare in un inferno per l'azienda taiwanese
controllata dal multimiliardario Terry Gou. Da qui le pressioni su Sun, forti
anche per un ambiente dove arrivare a 80 ore di lavoro settimanale non è
insolito e dove per punizione si viene lasciati per ore in piedi dai capoturno.
Nel giugno del 2006 un quotidiano inglese aveva rivelato le pratiche contrarie
agli accordi di lavoro nella fabbrica in cui venivano prodotti gli iPod di
Apple, che aveva effettuato una indagine indipendente minacciando di rescindere
il contratto con Foxconn, che a sua volta aveva fatto causa (poi ritirata) a
due giornalisti cinesi. Nell'agosto dell'anno scorso, invece, erano apparse in
un telefono acquistato in Europa le foto di una misteriosa "iPhone
girl", cioè una giovane e sorridente operaia della fabbrica di Shenzen,
immortalata da una collega e che avevano fatto il giro del web. A differenza di
quanto è accaduto con Sun, i portavoce di Foxconn si erano af-frettati a
definire l'accaduto un «meraviglioso errore», dopo che un giornale cinese aveva
eletto la ragazza «Miss catena di montaggio in Asia ». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SOTTO PRESSIONE Il colosso di Shenzen rischia penali e grosse commesse Il
ragazzo non ha retto allo stress psicologico dovuto all'indagine interna
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
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Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-23 - pag: 11 autore: Corea del Nord.
L'Italia blocca la vendita di due scafi prodotti dalla Azimut-Benetti Niente
yacht per Kim Jong-Il Raoul de Forcade GENOVA Il dittatore nordcoreano Kim
Jong-Il ha recentemente tentato diacquistare,in violazione all'embargo
internazionale in atto contro la Corea del Nord, due yacht italiani prodotti da
Azimut-Benetti. Un tentativo bloccato, però, dalla guardia di finanza. Teatro
dell'operazione i cantieri di Viareggio dell'azienda, dove le due barche, un
Azimut 95 e un Azimut 105, del valore complessivo di circa 13 milioni di euro,
sono state realizzate. Il gruppo italiano, leader mondiale nella produzione di
yacht di lusso, spiega di aver ricevuto un ordine di acquisto per le due
imbarcazioni «da un cliente di nazionalità austriaca attraverso i normali
canali commerciali, su segnalazione del concessionario locale di Azimut, che da
anni collabora con l'azienda. Il cliente austriaco ( che, a quanto risulta,
aveva pagato in contanti, ndr ) ha successivamente ceduto l'ordine, come
talvolta avviene, a una società cinese indicando, quale destinazione finale dei
due yacht, appunto, la Cina». La guardia di finanza, però, ha scoperto che,dietro
un'operazione apparentemente regolare, gli acquirenti nascondevano un tentativo
di violare l'embargo sulla Corea del nord. Ed è scattato il sequestro
amministrativo dei due yacht. Tutto sarebbe partito da un'informativa dei
reparti speciali della guardia di finanza, che rivelava, tra l'altro,
come la società cinese che aveva acquisito l'ordine fosse collegata a Kim
Jong-Il. Anche la polizia austriaca ha effettuato un blitz nella sede della
società che aveva ceduto i diritti. E seguendo la pista dei denari spostati di
banca in banca, i finanzieri italiani, in collaborazioni con gli austriaci,
avrebbero stabilito che dietro ai pagamenti c'era proprio il dittatore
nordcoreano. Al momento del sequestro degli yacht, avvenuto in maggio, spiegano
alla Azimut Benetti, l'azienda «si è attivata immediatamente dando mandato ai
propri legali non solo di risolvere immediatamente gli ordini di vendita delle
imbarcazioni, ma di agire senza indugio contro gli autori dell'illecito,
facendo valere i propri diritti come parte lesa per frode contrattuale».
Inoltre, «non appena è stata avvisata delle reali intenzioni dei presunti
acquirenti delle imbarcazioni», Azimut Benetti «si è messa immediatamente a
disposizione, per fornire alla guardia di finanza tutto il supporto necessario,
in termini di informazione e documentazione, per svolgere al meglio e in tempi
rapidi le indagini investigative». Il ministero dello Sviluppo economico,
chiarisce ancora il gruppo, «ha recentemente disposto il dissequestro dei due
yacht, restituendoli alla piena disponibilità dell'azienda». Quanto alle somme
corrisposte per l'acquisto delle due imbarcazioni, «restano nella disponibilità
di Azimut-Benetti sino alla successiva rivendita degli yacht, fermo restando il
diritto della società di non subire alcun danno economico da questa vicenda.
Azimut-Benetti viene così prosciolta dall'accusa di tentata esportazione
illegale». © RIPRODUZIONE RISERVATA EMBARGO DA FAR RISPETTARE La guardia di
finanza è risalita al dittatore coreano seguendo i conti bancari di un
mediatore in Austria e di una società cinese
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-23 - pag: 11 autore: Nel mondo
Pubblicità in calo del 7,2% Nel mondo la spesa pubblicitaria in tv, stampa e
radio è scesa del 7,2% nei primi tre mesi del 2009 rispetto allo stesso periodo
del 2008. Il rapporto Global AdView Pulse, di Nielsen, mostra che sono i paesi
europei a soffrire di più: in particolare Spagna (-28,2%); Irlanda (-21,2%);
Italia (-19,1% e -16,5% nei primi cinque mesi per il mercato nel complesso); e
Gran Bretagna (-14,7%). Gli Usa perdono il 12,7 per cento. Rallenta
la Cina (+2,5%). «Gli
effetti della crisi finanziaria hanno raggiunto l'advertising », spiega il
direttore di Global AdView, Ben van der Werf. Malissimo i periodici (-17,4%),
male i quotidiani (-9,1%), in tenuta tv e radio (-4,7% e -2,5%). Tra i settori
in positivo solo distribuzione (+6%) e largo consumo (+ 0,2%).
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
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Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-07-23 - pag: 15 autore: La decadenza di uno dei simboli della «Dolce vita» Cin cin con
Fellini, Flaiano e Saragat di Guido Compagna V enire a sapere che il Café de
Paris di via Veneto è stato sequestrato dai Ros e dalla Guardia di finanza
perché «risultato nella disponibilità della Cosca Alvaro della 'ndrangheta
calabrese» è motivo di ragionevole malinconia. Certo, il locale non è di
quelli menzionati nel primo capitolo del libro di Eugenio Scalfari "La
sera andavamo in via Veneto", ma è pur sempre stato, come si legge nel
depliant pubblicitario, «punto di riferimento della Dolce vita, palcoscenico
sul quale si sono avvicendati i più famosi attori, produttori cinematografici,
politici, capi di Stato, intellettuali italiani e stranieri». Ragionevole
malinconia, dunque, perché se è vero che i caffè storici segnano la vita e la
qualità di una città (si pensi all'Harry's bar a Venezia, per fortuna ancora
nelle solide ed esperte mani di Arrigo Cipriani, ma anche al vecchio Gambrinus
e al Cristallo che ora non c'è più a Napoli) è altrettanto vero che quando essi
decadono sono il segnale più evidente del declino di quelle città. A via
Veneto, nei suoi caffè, si ritrovavano Scalfari e i suoi amici, in particolare
il gruppo de "Il mondo" con Mario Pannunzio, l'avvocato Franco
Libonati e Leone Cattani che aveva fondato il partito liberale. Al Caffè Rosati
ad una certa ora – è Scalfari a ricordarlo, mantenendo però una distanza di
tavolino – si affacciava anche il futuro presidente della Repubblica Giuseppe
Saragat, sempre accompagnato da Italo De Feo, che diverrà anche il suocero di
Emilio Fede. Ma in quei caffè si ritrovava, accanto al mondo del giornalismo e
della politica, anche la parte più intelligente del cinema italiano: da
Federico Fellini a Steno, a Flaiano che era anche il caporedattore de " Il
Mondo". Su quei tavolini nascevano sceneggiature di film di successo, si
inventavano le battute che avrebbero arricchito prima i film di Totò e poi la commedia
all'italiana. E il Café de Paris, fu negli anni '50 e '60 punto di ritrovo di
attori e attrici più o meno famosi, ma comunque integrati nella vita non
soltanto mondana di Roma. Era un'Italia di altri tempi nella quale, quando in
primavera spuntavano i tavolini sui marciapiedi, si commentavano gli sviluppi
dei processi Montesi e Fenaroli, leggendo sui giornali della sera i resoconti
stenografici delle udienze, invece che i contenuti di pruriginose
intercettazioni telefoniche. Oggi là dove si incontravano il conte Carandini,
Giulia Massari, Ennio Flaiano e, perché no, Giovannino Russo è, a giudizio dei
Ros e della Guardia di finanza, insediata la 'ndrangheta. Certo, la storia dei
caffè, e di una strada come via Veneto, la fanno assai più i frequentatori che
coloro che hanno la disponibilità dei locali. Però quello della cosca Alvaro
non è certo un buon biglietto da visita per luoghi che dovrebbero poter tornare
ad accogliere intellettuali, pittori, gente di cultura e soprattutto persone
perbene. Un problema che dovrebbe preoccupare, e non poco, chi ha a cuore le
sorti della città di Roma. Da tempo c'è chi, come i radicali, denuncia che
ormai le mani della criminalità organizzata sono robustamente arrivate nelle
attività commerciali del centro della città. La notizia del Café de Paris
dimostra che potrebbe essere proprio così. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dolce vita.
Federico Fellini al Cafè de Paris nel 1960 ALINARI
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-07-23 - pag: 20 autore:
Industria. Il manifatturiero nel 2009 conferma la spesa per R&S e per il
potenziamento dei mercati internazionali L'Emilia-Romagna investe ancora
Artoni: «L'autunno sarà difficile, il punto critico resta la tensione sul
credito» Emilio Bonicelli BOLOGNA Ci sarà un autunno difficile per il sistema
manifatturiero dell'Emilia Romagna con il rischio di chiusura di imprese e
licenziamenti. Il pericolo riguarda soprattutto le unità più piccole e meno
capitalizzate. Al crollo degli ordini corrisponde un forte ridimensionamento
degli investimenti. Vi sono tuttavia due note in contro tendenza. Nonostante la
crisi, tiene la spesa in ricerca e sviluppo e cresce quella per attività
produttive e commerciali all'estero. L'indice di intensità degli investimenti
effettuati nel
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-07-23 - pag: 29 autore: TV
ACURADI MARIA LUISA COLLEDANI Il cuore altrove RAITRE 21,10 Di Pupi Avati
(2003, 103'), con Neri Marcorè (nella foto): un professore innamorato della
bella Angela nell'Italia degli anni Venti Da non perdere CANALE 5
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-23 - pag: 31 autore: Il
numero uno: vogliamo rafforzarci ma «non cerchiamo fidanzati» Anche senza Opel,
Torino punta a 5,5 milioni di vetture prodotte Aldo Bernacchi TORINO Dal nostro
inviato L'aveva chiamata, in un crescendo negativo, prima lotteria e poi
addirittura una soap opera brasiliana. Erano i giorni caldi di fine maggio.
Ieri, nel cda che ha esaminato i dati del secondo trimestre, Sergio Marchionne
ha messo una volta per tutte la parola fine alla vicenda Opel . Che si
accomodino pure Magna , Baic o il private equity di Rhj «come se la disastrosa
gestione di Cerberus alla Chrysler – sottolinea il top manager del Lingotto –
non abbia insegnato nulla». Ma Marchionne, se rinuncia all'avventura tedesca,
non accantona affatto l'obiettivo di produrre quanto prima oltre 5 milioni e
mezzo di vetture: «Impiegheremo solo più tempo ma entro il 2011 ci andremo
vicini». Fiat ne produce già 2,2 milioni, altri 1,8 milioni verranno dalla
nuova Chrysler, poi c'è il recente accordo con la Guangzhou automobile group
(Gac) per produrre a regime circa 250mila vetture in Cina («l'esordio sarà tra due anni con
una berlina del segmento C», spiega Marchionne nella conference call con gli
analisti) mentre in India cresce l'alleanza con Tata. «Opel era una grande
opportunità, avrebbe accelerato il nostro obiettivo ma sono venute meno tutte
le condizioni perché Fiat potesse impegnarsi: non è un questione di soldi,
ma piuttosto di mancanza di chiarezza degli obiettivi. In più c'era la pretesa
di Gm di mantenere l'ultima parola sui progetti. Ecco perché Fiat si è tirata
fuori e si concentra su Chrysler». Un'operazione, quella americana, definita
dal presidente Luca Cordero di Montezemolo, affascinante per tecnologia e
prodotti con una straordinaria potenzialità: sotto la guida di Marchionne, che
fa la spola tra Torino e Detroit, vi sta lavorando una task force di 23
manager, venti di estrazione Chrysler e tre inviati da Torino. Marchionne,
parlando agli analisti, si dice molto fiducioso sul rilancio del gruppo Usa.
Dodge e Jeep sono i marchi su cui punta Fiat che dal 10 giugno ha una quota del
20% con possibilità di salire in futuro fino al 51% se verranno rimborsati
tutti i debiti contratti con il Governo Usa. «Vogliamo costruire un gruppo del
tutto nuovo e veramente internazionale, ma perchè l'impatto del trasferimento
delle tecnologie Fiat e la condivisione delle piattaforme comincino a dare i
primi risultati bisognerà aspettare la seconda metà del 2010». Intanto per
rianimare le vendite Chrysler ha annunciato ieri di raddoppiare fino a 9mila
dollari il piano di incentivi governativi per l'acquisto di nuove auto.
L'America è la grande scommessa di Torino anche se Fiat non cesserà di
monitorare nel mondo le opzioni strategiche per rafforzarsi. «Ma – avverte
Marchionne – non siamo alla ricerca di fidanzati. Abbiamo già fatto molto e
siamo pronti a cogliere in pieno la ripresa, quando verrà». © RIPRODUZIONE
RISERVATA L'IMPEGNO CON CHRYSLER Costruire un gruppo del tutto nuovo e internazionale:
i primi risultati si vedranno nella seconda metà del prossimo anno
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-07-23 - pag: 38 autore: Società
minerarie. Nel trimestre la produzione del gruppo anglo-australiano è scesa del
10% Bhp Billiton delusa dal ferro è il Brasile ad avvantaggiarsi dei prezzi
elevati del minerale Roberto Capezzuoli Come era previsto, il dato sulla
produzione di minerale di ferro da parte dell'anglo-australiana Bhp Billiton
nel trimestre aprile- giugno non è stato soddisfacente. Una delusione aggravata
dai recenti rincari del prezzo sul mercato spot: con lo scontro tra Pechino e
la mineraria Rio Tinto ancora tutto da dipanare, il mercato fisico indiano vede
la merce con un tenore del 63-63,5% avvicinarsi ai 100 dollari per tonnellata,
un valore ben superiore a quello che la stessa Rio Tinto ha concordato nei mesi
scorsi con le acciaierie giapponesi e coreane per le forniture del 2009- 10. Ad
avvantaggiarsi è soprattutto la brasiliana Vale, il numero uno della
graduatoria mondiale che vede Rio e Bhp rispettivamente al secondo e terzo
posto. Nel mese di luglio, fino a questo momento, dal
Brasile verso la Cina sono
partite ben 31 navi cariche di ferro, un record assoluto, mentre dall'Australia
ne sono partite solo 12, tre volte meno del normale. Il gruppo Bhp ha estratto
solo poco più di 27 milioni di tonnellate, il 10% in meno rispetto allo stesso
periodo dell'anno precedente, causa gli incidenti nella zona di Pilbara,
in Australia occidentale, e le inondazioni causate dal clima avverso. Nei 12
mesi la cifra è risultata di 114,4 milioni di tonnellate, a fronte di un
obiettivo fissato a 130 milioni. La flessione brucia particolarmente, perché
nello stesso trimestre i cugini- rivali di Rio Tinto hanno prodotto il record
di 53 milioni di tonnellate. Decisamente positivo invece, almeno fino a giugno,
il dato sull'export di ferro da Bhp verso la Cina, che
ha conosciuto un aumento del 29% nel primo semestre 2009. Tuttavia i futuri
sviluppi non sono ancora ben delineati, secondo i vertici del gruppo minerario,
perché potrebbe essere ormai al termine la fase di acquisti effettuati da
cinesi per aumentare le scorte. Per la Bhp comunque le cifre del ferro sono
importanti, ma non come lo sono per Rio. Bhp ricava dall'iron ore il 40% dei
profitti operativi, mentre Rio ne ottiene l'80 per cento. Tuttavia c'è un'altra
spina per la «regina d'Australia» nelle statistiche del trimestre, e riguarda
soprattutto la miniera cilena di Escondida, che Bhp controlla al 57,5% e che è
il primo giacimento mondiale di rame per produzione. I problemi a Escondida
hanno ridotto del 21% l'output Bhp di rame, come si può vedere in tabella. A
Londra il titolo ha reagito chiudendo la giornata con una perdita dell'1,8 per
cento, a 1502,5 pence, interrompendo una fase positiva avviata poco dopo
l'inizio di luglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE SPINE DEL RAME Una serie di
problemi ha causato una riduzione nell'attività estrattiva della miniera
cuprifera cilena di Escondida
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-07-23 - pag: 2 autore: Venezia riemerge
con le cerniere Con il nuovo sistema di paratoie il Mose, iniziato nel 2003,
sarà ultimato nel 2014 di Claudio Pasqualetto L a notizia è piccola piccola:
sono state presentate le cerniere su cui si snoderà il movimento delle paratoie
che, secondo il progetto Mose iniziato nel 2003, sono destinate a proteggere la
città lagunare dalla marea. Se la notizia è piccola, il risultato è decisivo:
da oggi quel progetto cui si sta lavorando tra mille polemiche da oltre
quarant'anni, potrà navigare meglio e più speditamente. Di più. Patrizio
Cuccioletta, presidente del magistrato alle acque, il braccio operativo dello
stato a Venezia e come tale referente del Mose, promette che si risparmierà
anche «qualche giorno» su quel termine del 2014 entro il quale Venezia
garantirà piedi asciutti ai turisti e ai cittadini case, negozi e magazzini non
più inondati. La Venezia delle mille contraddizioni comincia a prendersi una
prima rivincita con Stephen Fay e Philip Knightley, i due giornalisti del
Sunday Times che concludevano un libro inchiesta pubblicato nel 1977 affermando
che i loro nipoti non avrebbero visto la Venezia che loro avevano conosciuto. Una rivincita che conferma quanto la città abbia saputo
accogliere l'indicazione profetica di Vittorio Cini pronunciata subito dopo la
devastante marea del 1966, quella che mise a nudo tutta la fragilità di questa
città. «Salviamo Venezia con la collaborazione di tutti - disse Cini - ma
salviamola noi, tocca ai veneziani farlo con il concorso di tutti gli
italiani». I veneziani non hanno imposto quella accelerazione che il
mondo intero sembrava chiedere sulla spinta emozionale del disastro. Delusero
anche gli intellettuali che avevano avuto più a cuore il problema della città.
Indro Montanelli, dopo tante battaglie, annunciò di volersene lavare la mani,
sostenendo che forse era meglio porre la città sotto la protezione del'Onu.
Paolo Costa, il sindaco della grande svolta sul Mose,e oggi presidente
dell'Autorità portuale, giustifica quegli eccessi di prudenza, il dibattito
ampio, le tante reticenze ed anche le critiche costruttive: «Sono serviti a
dare quelle certezze sulle quali oggi Venezia ricomincia a muoversi». Costa ha
fatto parte del collegio dei cinque saggi internazionali chiamati a dare una
valutazione scientifica sul progetto Mose, poi per due anni, come ministro per
le infrastrutture, ha seguito i lavori del Comitato interministeriale per Venezia,
infine come sindaco ha trasformato quello che era un sostanziale «no» della
città a un sì subordinato ad undici condizioni. Quella fondamentale era che il
progetto garantisse alla città tutta la sua vitalità economica, anzi le
permettesse di tornare ad esprimere a pieno un potenziale storicamente
straordinario. «Così è stato - commenta Costa - e oggi, per un destino
imprevedibile allora, mi trovo a guidare un porto che grazie a quelle scelte ha
un futuro sicuro, può progettare, programmare, stringere accordi». Riecco la
Venezia delle contraddizioni. Quella che teme di venire stritolata dal turismo,
di diventare una sorta di Disneyland storico- culturale da chiudere la sera e
riaprire al mattino, ma che al tempo stesso non si preoccupava della sua "azienda"
più importante, il porto. E se da un lato il Mose garantisce a questo la piena
funzionalità, grazie anche alle conche già ben visibili alle bocche che
separano la laguna dal mare, dall'altro restituisce a un'economia attiva anche
l'Arsenale, fabbrica straordinaria che arrivò ad impressionare Dante («Quale
nell'arzanà de' viniziani bolle l'inverno la tenace pece a rimpalmare i legni
lor non sani che navicar non ponno», Inferno XXI canto), ma troppo a lungo
sminuito a reperto di archeologia industriale. Qui ci sarà l'officina di
sperimentazioni e manutenzione della paratoie e dei loro movimenti
elettromeccanici, qui sono stati costruiti i quattro grandi piloni ai quali è
agganciato il rigassificatore collocato in mare davanti a Porto Tolle. E
all'Arsenale, dove si è insediata da qualche anno Thetis, società leader nello
sviluppo di tecnologie ambientali, arriverà anche il Consorzio Venezia Nuova,
il concessionario che ha ideato, progettato e sta ora costruendo il Mose.
Segnali importanti per la Venezia che non accetta un dorato declino, che non
vuole che l'Economist torni a scrivere, come quarant'anni fa, che «la
trascuratezza è andata incontro a una triste retribuzione». E se Massimo
Cacciari, sindaco simbolo della città, non ha mai nascosto il suo scetticismo,
dopo aver accettato il progetto adesso lavora per porre le basi della nuova
città. Sul fronte internazionale i consensi sono ben più convinti: dai
professori del Mit (ormai di casa nei cantieri) a Kathleen Kennedy, figlia di
Bob e consulente per l'ambiente del presidente Obama. Kathleen, a Venezia nei
giorni scorsi, si è detta sicura che la città vincerà la sua sfida con il mare.
Certo, servirebbe una città più reattiva, più consapevole dell'occasione
straordinaria che ha davanti, più capace di cogliere i segnali di cambiamento e
di attrezzarsi nella maniera più opportuna per un 2014 che resterà nella sua
storia. Ma la "discesa" del Moseè appena cominciata grazie a quella
cerniera. Un sistema meccanico dietro alla quale ci sono mille storie ma
soprattutto c'è l'orgoglio dell'impresa e della tecnologia italiana, o per
meglio dire veneta. Bisognerebbe cominciare dal Consorzio Venezia Nuova che ha
resistito spesso in silenzio a mille attacchi in tutti questi anni e dargli
atto di avere mantenuto diritta la barra sul suo progetto resistendo al fiorire
delle idee più fantasiose e bizzarre. Giovanni Mazzacurati, storica anima del
Consorzio, è l'uomo che ha saputo mediare tra la politica spesso disattenta,
gli interessi delle imprese e le istituzioni, a tutti i livelli. La decina di
procedimenti giudiziari tutti vinti, i ricorsi a Bruxelles, le battaglie
ambientaliste sono stati trasformati in utile contributo più che sterilizzati
nella polemica. Ma quel che conta è che il Consorzio ha saputo mettere insieme
una squadra di saperi e di professionalità tutta italiana che oggi si avvia a
realizzare la più importante opera idraulica in costruzione al mondo. Per prime
sono emerse le eccellenze ingegneristiche, quelle che oggi hanno creato i
supporti per andare ad affondare alle bocche di porto gli enormi cassoni in
cemento sui quali verranno poste le paratoie. C'è stato chi come la Terex, che
ha sede in Friuli, ha fornito gru adatte a lavorare in mare, chi s'è inventato
ex novo un'organizzazione logistica e di cantiere tutta sull'acqua per non
disturbare la normale vita di Venezia con una attività nella quale, oggi, sono
impiegate più di tremila persone. E da un lavoro di collaborazione e confronti
durato anni fra i tecnici del Consorzio e le migliori società venete è uscita
quella cerniera innovativa che ora sarà sperimentata per 18 mesi in un campo
prova appositamente creato ma della quale partiranno i primi ordini di
produzione già a fine anno. La costruisce la Fip, una media azienda padovana
creata parecchi decenni fa da Romeo Chiarotto che ancora ieri mostrava
orgogliosamente il frutto del suo lavoro, partito nel dopoguerra
dall'invenzione di placche metalliche vulcanizzate con la gomma per
ammortizzare le spinte di ogni tipo ed approdato oggi non solo alle cerniere del
Mose ma anche a quella sorta di molle destinate ad assorbire i movimenti del
terreno che verranno poste sotto i nuovi edifici antisismici in costruzione a
L'Aquila e dintorni. «Quest'anno altro che ferie-commentava ieri Chiarotto -
tutti al lavoro e a fare straordinari per rispondere al meglio a questi due
importanti incarichi che abbiamo avuto.» è giusto anche dare qualche numero per
avere un'idea di quanto si va a realizzare: ogni cerniera è composta da un
elemento maschio alto
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-07-23 - pag: 13 autore: Tre vie per un
villaggio globale Giochi cooperativi, politiche coordinate e opposte: così si
può uscire dalle crisi di Giacomo Vaciago I l successo del G-8 dell'Aquila ha
riproposto in termini nuovi i "giochi cooperativi" che sono alla base
di questi incontri tra i principali governi del mondo. Cosa significa
incontrarsi per raggiungere un qualche accordo sulle cose da fare nel periodo
di tempo successivo? Sostanzialmente tre sono i principali modi con cui ciò può
realizzarsi. L'accordo può riguardare l'adozione da parte di tutti delle stesse
regole. Qualcosa del genere si sta portando avanti con riferimento al
cosiddetto "Lecce framework": principii generali che tutti devono far
propri con riferimento alle regole ed alla supervisione dell'attività economica
e finanziaria. Oppure ci si impegna a correggere con le appropriate politiche
economiche problemi e crisi economiche in qualche modo comuni. Qualcosa del
genere si è fatto nell'ottobre scorso a Bruxelles, approvando, in modo un po'
più coordinato del solito i piani nazionali di stimolo all'economia, in seguito
all'aggravarsi della crisi economica post fallimento di Lehman. Infine, con
riferimento alle cause della crisi finanziaria emersa a partire dall'agosto
2007 molto s'è detto e scritto del grave squilibrio tra l'eccesso di consumo di
alcuni Paesi (anzitutto Stati Uniti) e l'eccesso di risparmio di altri
(soprattutto Cina e Germania). Il saving glut degli
anni scorsi avrebbe significato una troppo rischiosa riduzione della normale
"avversione al rischio" degli intermediari finanziari e ciò avrebbe
finito col produrre il loro probabile fallimento. Questo aspetto significa un
terzo diverso modo di coordinamento: i paesi coinvolti dovrebbero fare
"politiche opposte" cioè cambiare ciascuno, in direzione diversa, la
propria politica e in questo modo ridurre fino ad eliminare gli squilibri che
caratterizzano i loro rapporti. è evidente che questo terzo tipo di
coordinamento è il più complicato ed assieme il più utile nella misura in cui
evita che si accumulino problemi irrisolti che prima o poi causano guai seri.
Ma il fatto che sia utile non significa che sia facile da ottenere. Pensiamo
all'elevato risparmio dei cinesi e dei tedeschi, accumulato a fronte di una
rilevante produzione di beni che è venduta all'estero. La capacità di esportare
di un Paese è da considerare una virtù, certo non un difetto. E tale è la
parsimonia dei suoi cittadini. Se a livello internazionale quell'eccesso di
risparmio è un problema, le politiche per correggerlo non mancano. Si potrebbe
rivalutare la valuta del Paese che ha un rilevante saldo positivo della
bilancia dei pagamenti. e/o con politiche monetarie e fiscali favorire la
domanda interna e così indirettamente ridurre le loro esportazioni. Ma il
problema vero è un altro ed è rappresentato dai fattori strutturali che
concorrono a spiegare quell'elevato risparmio. Sia nel caso
della Cina sia in quello
della Germania, alla base dell'elevata propensione a risparmiare troviamo un
evidente strutturale fattore demografico, cioè la ridotta dinamica della
popolazione, corrente e attesa. Nel caso della Cina, ciò era stato dimostrato qualche anno fa da un bello studio di
Olivier Blanchard (attuale capo degli studi economici al Fondo Monetario
Internazionale) e Francesco Giavazzi. Poiché la politica del Governo
cinese costringe le famiglie ad avere un solo figlio, è più necessario
risparmiare per la propria vecchiaia, non potendo contare sull'assistenza dei
figli (come dire che anche il proletariato - privato dei figli -
risparmierebbe!). Analoghe considerazioni si possono fare per la Germania,
altro paese a demografia negativa, dove i cittadini devono contare sul proprio
risparmio per campare da vecchi. Cosa significa tutto ciò? Che in un mondo
globale ci sono cose che "giochi cooperativi" dei principali Governi
possono facilmente correggere, nell'interesse comune. Ma ci sono anche
differenze strutturali che non saranno da correggere, ma semmai da rendere
sostenibili. In altre parole, in un mondo globale non sta scritto da nessuna
parte che dobbiamo essere tutti uguali. Possiamo benissimo far coesistere
differenze anche radicali che facciano emergere altrettante complementarità. Il
bello del mondo globale - se è percepito durare nel tempo - è dato dal fatto
che consente un maggior grado di specializzazione, cioè differenze tra parti
tra loro complementari. In questi casi, è un errore parlare di squilibri (
imbalances), ma dovremmo imparare a gestire - traendone beneficio, per tutti -
delle differenze che possono durare a lungo. Qualcosa che se non abbiamo saputo
fare negli anni scorsi poi non possiamo darne la colpa ai virtuosi
risparmiatori cinesi e tedeschi. © RIPRODUZIONE RISERVATA ESEMPI VIRTUOSI
L'elevato risparmio dei tedeschi e dei cinesi non può essere un problema:
bisogna fare emergere le complementarietà con gli altri paesi ILLUSTRAZIONE DI
DOMENICO ROSA
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: IL COMMERCIO E IL LAVORO data: 2009-07-23 - pag: 6 autore:
Il made in Italy rialza la testa Esportazioni in aumento a maggio - Quote di
mercato
( da "Avvenire" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
POLITICA
23-07-
( da "Avvenire" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
POLITICA
23-07-2009 ECONOMIA E SOCIETÀ DA M ILANO A LESSANDRO B ONINI L a crisi ha
lasciato il segno nella ' fabbrica del mondo'. Mentre la Cina riparte di slancio, gli effetti
della frenata economica rischiano di farsi sentire nei luoghi di lavoro, dove i
costi sono tradizionalmente bassi e i diritti, almeno in passato, sono stati
spesso calpestati. A un anno e mezzo dall'entrata in vigore del primo moderno
contratto di lavoro, le condizioni negli stabilimenti del gigante asiatico
sarebbero di nuovo peggiorate. Complice la recessione, ma anche la
smania di far ripartire l'economia, il
( da "Avvenire" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
POLITICA
23-07-2009 Salari & sicurezza i diritti calpestati A un anno e mezzo
dall'entrata in vigore del primo contratto 'moderno', le condizioni nelle
fabbriche sono peggiorate. Se venissero applicate le regole, il lavoro
costerebbe il 70% in più nuovo contratto, che fissa le regole per
l'inquadramento e i minimi requisiti di sicurezza, in molti casi viene ancora
ignorato. A sorvegliare sulla sua applicazione dovrebbe essere la All- China
Federation of Trade Unions, che con i suoi 170 milioni di iscritti è il
sindacato più grande del mondo, oltre che il più discusso, essendo controllato
dallo Stato, di cui spesso si ritrova come controparte. Nel solo 2008 però le
cause di lavoro sono raddoppiate a quota 693.000, segno questo che i lavoratori
cinesi stanno prendendo coscienza dei loro diritti. «Il problema è che le
aziende e i governi locali interpretano liberamente gli obblighi previsti dal
contratto» , ha spiegato al New York Times Liu Cheng, giuslavorista all'Università
di Shanghai e fra i principali estensori della legge. A far scattare l'allarme
sono stati alcuni episodi emersi nelle ultime settimane. Nella provincia
dell'Anhui, la polizia ha scoperto una trentina di disabili mentali messi a
lavorare in condizioni di schiavitù. Nel laborioso Guangdong, 13 ragazze sono
morte nell'incendio del loro dormitorio all'interno di una fabbrica abusiva. In
un caso denunciato dalla Ong China Labor Watch, il 17enne Liu Pan è morto
intrappolato in una macchina difettosa alla cartiera Yiuwah, che produce
biglietti e articoli da regalo per la Disney e per la catena commerciale
britannica Tesco. Gli investigatori hanno scoperto diverse altre violazioni. È
emerso inoltre che il giovane Liu era stato assunto in nero all'età di 15 anni.
La Disney ha cambiato fornitore, mentre la Tesco ha detto che contribuirà a
migliorare le condizioni di lavoro nella fabbrica. E ancora nei giorni scorsi
l'esplosione in un impianto chimico dell'Henan ha provocato la morte di 7
operai e il ferimento di oltre un centinaio di altri: l'azienda, che dà lavoro
a 180 persone, produce materiale per tingere stoffe e commercia con Giappone,
Gran Bretagna e Paesi del Sudest asiatico. Gli infortuni e le ' morti bianche'
sarebbero tuttavia in calo, anche perché la crisi ha costretto molte attività a
chiudere o a ridimensionarsi. Il peggioramento dell'economia ha portato fra
l'altro alla perdita di almeno 20 milioni di po- sti. I numeri delle sciagure
restano comunque elevati. Nei primi sei mesi del
( da "Avvenire" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
POLITICA
23-07-2009 La proposta: «Boicottare le merci» DA M ILANO « U na clausola negli
accordi commerciali per costringere le aziende cinesi a rispettare i diritti
sindacali» . A proporla, come forma di solidarietà da parte del movimento sindacale
internazionale, è Claudio Tecchio dell'Ufficio Internazionale Cisl Piemonte. In Cina la
crisi si è tradotta in un aumento delle violazioni del nuovo contratto di
lavoro e in un nuovo peggioramento delle condizioni nelle fabbriche. «Non solo.
Molti imprenditori ci- nesi stanno delocalizzando nei nuovi protettorati
africani e nelle colonie come il Turkestan Orientale per ridurre ancora il
costo del lavoro. Inoltre aumenta il ricorso alle deportazioni di massa
e al lavoro forzato » . Tuttavia gli operai cinesi iniziano a prendere
coscienza: nel solo 2008 le cause di lavoro sono raddoppiate a quota 693.000.
Gli operai hanno da tempo preso coscienza del fatto che sino a quando non verrà
abbattuta la dittatura del Partito Comunista Cinese non potranno davvero
migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro. Il vero problema è che gli
apparati repressivi stroncano sul nascere ogni forma di opposizione sociale
organizzata che potrebbe, in questa fase, unificare le lotte operaie
destabilizzando il regime. Cos'altro si può fare per sensibilizzare i
lavoratori o le autorità cinesi? Gli operai cinesi devono poter contare sulla
fattiva solidarietà del movimento sindacale internazionale. Penso ad esempio a
un'iniziativa che imponga l'inserimento in tutti gli accordi commerciali di una
' clausola sociale' che costringa le aziende che operano in Cina
a rispettare i diritti sindacali. Per quanto riguarda il Governo cinese ritengo
che l'unica forma di pressione praticabile oggi sia il boicottaggio mirato
delle merci prodotte nei Laogai, veri e propri lager dove attualmente sono
internate milioni di persone costrette ai lavori forzati. Le violazioni spesso
avvengono in stabilimenti fornitori di società occidentali. La proverbiale
disinvoltura degli investitori cinesi, l'assenza di un sindacato libero e la
corruzione diffusa di fatto impediscono alle aziende occidentali di esercitare
una qualche forma di controllo sulle aziende fornitrici. Alessandro Bonini
( da "Avvenire" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
MONDO
23-07-2009 LA SFIDA ATOMICA Nord Corea-Myanmar, nuovo incubo nucleare Monito
della Clinton per i traffici tecnologici verso l'ex Birmania Washington avverte
Ahmadinejad : ancora porte aperte al dialogo con Teheran ma è già pronto il
progetto per un «ombrello difensivo» con tutti gli alleati nel Golfo Persico DA
N EW Y ORK E LENA M OLINARI G li Stati Uniti sono preoccupati per i
trasferimenti di tecnologia nucleare dalla Corea del Nord di Kim Jong-il verso
la Birmania e non staranno a guardare mentre Pyonyang e Teheran continuano la
loro corsa all'atomica. Minacciando per la prima volta misure concrete contro
le due nazioni «canaglia» ieri dalla Thailandia il segretario di Stato Usa,
Hillary Clinton, ha lanciato un avvertimento. Washington è disposta ad armare i
suoi partner in Asia, formando un «ombrello nucleare » a difesa della regione.
Allo stesso tempo, Clinton ha fatto alla giunta birmana un'offerta inattesa: se
il governo militare liberasse Aung San Suu Kyi e cessasse ogni traffico
sospetto con la Corea del Nord, gli Stati Uniti sarebbero disposti a tornare a
investire nel Paese. La Clinton parlava da Bangkok, prima di partire per un
summit sulla sicurezza regionale dominato dai dossier della Birmania e del
nucleare della Corea del Nord nella località balneare di Phuket. «La minaccia
che ho sempre temuto come la prima e principale è la proliferazione di armi
nucleari e armi di distruzione di massa ha detto la Clinton . Così naturalmente
siamo molto preoccupati per la Corea del Nord e per le recenti notizie sui loro
probabili affari con quella che chiamiamo Birmania». Da Phuket, dopo essersi incontrata con i ministri degli Esteri di Cina, Russia, Giappone e Corea del sud,
il segretario di Stato ha rincarato la dose. Alla Corea del Nord ha mandato a
dire che gli U- sa e i suoi alleati non concederanno più incentivi politici o
economici se non otterranno una «denuclearizzazione completa e irreversibile ».
E all'Iran che Washington è pronta a «rafforzare la difesa dei suoi partner
nella regione ». «Continuiamo a lasciare la porta aperta al dialogo con l'Iran
ma l'orologio del nucleare va avanti», ha precisato infatti Clinton, ripetendo
che «l'ombrello nucleare » sarebbe uno dei provvedimenti severi che gli Usa
minacciano da mesi nel caso in cui l'Iran non apra i suoi impianti nucleari
alle ispezioni internazionali. «Vogliamo che l'Iran tenga conto di questo: se
gli Usa estendono la loro difesa sulla regione, se aumentano il sostegno alla
capacità militare dei partner nel Golfo, Tehran non riuscirà ad intimidire
nessuno come pensa invece di fare una volta che avrà in mano un'arma nucleare»,
ha concluso. La settimana scorsa Clinton aveva detto che le intenzioni
dell'Iran non sono chiare dopo le elezioni di giugno, e che l'offerta di
Washington di colloqui con Teheran sul suo programma nucleare è a termine. Ai
partner dell'Asean, l'associazione degli stati del sud-est asiatico, il capo
della diplomazia americana ha invece portato il messaggio che «gli Stati Uniti
sono tornati». Clinton ha confermato infatti l'attenzione dell'amministrazione
Obama per la regione, quindi ha firmato il Trattato di amicizia e cooperazione
nel sud-est asiatico, una sorta di codice di condotta già siglato dai Paesi
membri fondatori dell'Asean e da quelli dell'Asean dialogue partners, tra cui
Australia, Cina, India, Giappone e Corea del Sud. «Il
presidente Barack Obama e io crediamo che questa regione sia vitale per il progresso
globale, la pace e la prosperità ha detto la Clinton . Il trattato sigilla il
nostro impegno a lavorare con l'Asean». Il segretario di Stato Usa Clinton
(seconda a destra) incontra la delegazione sudcoreana a Phuket (Ap)
( da "Avvenire" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina
MONDO
23-07-2009 IL VERTICE A Phuket i 10 Paesi dell'Asean: in agenda la sicurezza
regionale e lotta al terrorismo islamico DA B ANGKOK I l Forum regionale
dell'Asean che si apre oggi blindato per il timore di manifestazioni delle
opposizioni politiche locali e la minaccia del terrorismo internazionale
sull'isola di Phuket in Thailandia è, per il continente asiatico, un
appuntamento di tutto rispetto. La presenza, insieme ai dieci membri dell'Asean
(Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico: Thailandia, Indonesia,
Filippine, Malaysia,Vietnam, Singapore, Myanmar, Cambogia, Laos, Brunei: una
realtà che somma 600milioni di abitanti e un territorio 20 volte quello
italiano), di Stati Uniti, Cina,
Russia, Giappone, Australia, Corea del Sud ed altri 11 Paesi rende
l'appuntamento un vero evento, considerato pure l'attuale contesto. Se già i
temi della sicurezza regionale, della pace e della denuclearizzazione erano nel
programma, la loro urgenza è drammaticamente emersa dopo l'attacco terroristico
di matrice islamista che ha toccato una settimana fa l'Indonesia. Un
clima di attesa e ansia a cui hanno pure contribuito le affermazioni di Hilary
Clinton sulla necessità di espellere il Myanmar dall'Asean non condividendo gli
obiettivi di democrazia e diritti per i propri cittadini. Anche su pressione
del premier thailandese Abhisit Vejjajiva, la condanna del programma nucleare
nordcoreano e la ripresa dei colloqui a sei per arrivare a un soluzione
negoziata, avranno un ampio spazio nell'assemblea come negli incontri
bilaterali. Pyongyang ha annunciato la partecipazione di un semplice
funzionario del ministero degli Esteri, precludendo la possibilità di una
ricerca di compromesso in questa sede. ( S.V.) Un impianto nucleare a Pyongyang
(Ap)
( da "Finanza e Mercati" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Migliora
la bilancia commerciale A giugno +155 mln dall'extra-Ue da Finanza&Mercati
del 24-07-2009 È in miglioramento la bilancia commerciale italiana con i paesi
extra-Ue nel mese di giugno. L'Istat segnala infatti che il mese si è chiuso
con un avanzo di 155 milioni euro: un risultato ragguardevole se confrontato
con il deficit di 2,3 miliardi segnato nello stesso mese del 2008. Per quanto
riguarda invece i flussi commerciali giugno 2009 si conferma il sesto mese
consecutivo con andamento tendenziale negativo, nonostante un rallentamento
della flessione: è del 15,3% il calo delle esportazioni e del 29,6% quelle
delle importazioni. Rispetto al mese scorso, continua l'Istat, al netto della
stagionalità, si registrano lievi variazioni negative sia per le esportazioni
(-0,1%) sia per le importazioni (-0,3 per cento). Nel primo semestre del 2009,
rispetto allo stesso periodo del 2008, le esportazioni sono diminuite del 20,2%
e le importazioni del 27,3%: il saldo è stato negativo per 3,9 miliardi di
euro, notevolmente inferiore al disavanzo di 12,7 miliardi registrato nello
stesso periodo dell'anno precedente. Rispetto al giugno del
( da "Finanza e Mercati" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Urso:
«Un recupero del 65%. Il bicchiere adesso è mezzo pieno» da Finanza&Mercati
del 24-07-2009 «Il primo semestre del 2009 segna un netto recupero del passivo
commerciale sceso dagli oltre 12,7 miliardi di euro a 3,9 con un recupero di
circa il 65%, questo potrebbe portare per la prima volta, dopo oltre un
decennio, ad avere a fine anno il pareggio della bilancia commerciale». È
quanto afferma Adolfo Urso, viceministro dello Sviluppo economico con delega al
Commercio estero commentando i dati diffusi dall'Istat. «Se poi togliessimo dal
calcolo della bilancia commerciale il grande fardello dell'import energetico -
prosegue Urso - potremmo vedere che al netto di petrolio e gas naturale,
registreremmo un saldo positivo per oltre 15 miliardi di euro, segno che
nonostante la crisi economica che ha colpito tutti grandi paesi esportatori,
dal Giappone alla Germania, il made in Italy continua a resistere». «Anche il
mese di giugno - prosegue il viceministro - mostra un rallentamento della
flessione per il nostro export, vuol dire che siamo usciti dalla tempesta dei
mesi scorsi e molto probabilmente la seconda parte dell'anno, in modo
particolare l'ultimo quadrimestre, si assisterà a una progressiva ripresa delle
nostre esportazioni. Tra i paesi colpisce il dato negativo del nostro export in
Russia (-40%) e in Turchia (-25%) mentre si conferma, per il quarto mese
consecutivo, la crescita delle nostre esportazioni in Cina per oltre il 10%, segno che la
nostra attenzione verso Pechino è confermata dalle imprese italiane che
guardano a questo mercato sempre più come una grande opportunità. Siamo certi -
conclude il viceministro - che con l'imminente approvazione del decreto anti
crisi predisposto dal governo ci saranno nuovi stimoli per l'internazionalizzazione
con le imprese che avranno a disposizione un plafond di oltre 22 miliardi di
euro per l'accesso al credito e quindi per la crescita nei mercati esteri.
Oggi, possiamo dire che, dopo la forte crisi dei mesi scorsi, il bicchiere non
è più mezzo vuoto ma certamente mezzo pieno».
( da "Repubblica, La" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
13 - Esteri Il professore scambiato per un ladro: "Mi batto per i
deboli" "Il mio inferno in cella adesso voglio giustizia"
"è stato terribile Mi sono reso conto di quanto vulnerabili siano tutti
gli uomini di colore" SOLEDAD O´BRIEN Professor Henry Louis Gates, sappiamo che aveva effettuato un lungo viaggio in Cina e stava tornando a casa. Che cosa è
successo esattamente? «Stavo filmando la mia nuova serie di documentari per la
Pbs intitolata "Faces of Americans", che parla di immigrazione. E
avevamo filmato per una settimana in Cina il cimitero ancestrale di Yo-Yo Ma. Io e mia figlia
eravamo appena tornati. Siamo andati a casa, a Harvard Square, e la porta era
bloccata; non si apriva. Per farla breve ho chiesto al mio autista, in pratica,
di forzare la porta. Poi gli ho dato la mancia e lui se ne è andato. A quel
punto è arrivato sul mio portico un poliziotto di Cambridge. Io mi sono
avvicinato e lui ha chiesto che uscissi dall´abitazione». Ha detto solo questo?
«Ha detto: "Vorrei che venisse fuori. Sto indagando su una segnalazione di
violazione di domicilio". Io gli ho risposto: "Questa è casa mia,
sono un professore di Harvard, vivo qui". E lui: "Lo può
dimostrare?". Mi sono girato e sono andato in cucina per prendere il mio
tesserino. Lui mi ha seguito senza che gliene avessi dato il permesso. Gli ho
dato i miei documenti di identità e ho chiesto di conoscere il suo nome e il
suo numero di matricola». E quando gli ha chiesto questo, lui che cosa ha
detto? «Guardava i documenti di identità. Non diceva niente. E io ho detto:
"Perché non mi risponde? Non mi risponde perché è un poliziotto bianco e
io sono un nero?". E lui mi fa: "Lei è in arresto". Mi ha messo
le manette e mi hanno portato in prigione». Come ha vissuto quel momento? «è
stato terribile. Mi sono reso conto di quanto vulnerabili siano tutti gli
uomini neri e tutte le persone povere di fronte a forze incontrollate come un
poliziotto che non rispetta le regole». Le accuse adesso sono state ritirate
«Il sindaco mi ha telefonato per scusarsi. Ma con i miei avvocati sto valutando
se intraprendere altre iniziative». Allude a una causa legale? «Forse. Perché
qui non si tratta solo di me. Qui si tratta della vulnerabilità degli uomini
neri in America». (Copyright Cnn. Traduzione Fabio Galimberti)
( da "Unita, L'" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Cina, un topolino
«artificiale» da cellule totopotenti Ed è già papà Si chiama Xiao Xiao, in
italiano «Piccino», il primo topolino ottenuto in laboratorio usando cellule
somatiche di topo ringiovanite, e trasformate in simil-staminali embrionali. Uno studio eccezionale,
firmato su «Nature» dal team di Qi Zhou, della Chinese Academy of Sciences di
Pechino e di Fanyi Zeng della Shanghai Jiao Tong University, che dimostra per
la prima volta quello che si può fare con dei fibroblasti ringiovaniti
artificialmente e trasformati in cellule «bambine» pluripotenti, proprio come
le staminali estratte dagli embrioni. I ricercatori cinesi hanno realizzato
linee cellulare iPS dai fibroblasti (come già avevano fatto colleghi
americani), ma poi le hanno usate per arrivare a generare cuccioli di topo vivi
e addirittura fertili. Infatti Xiao Xiao ha già avuto a sua volta un piccolo,
diventando papà in modo «naturale»: accoppiandosi con una topolina. Per
dimostrare la pluripotenza delle staminali, i ricercatori possono controllare
la presenza di alcuni marker, iniettarli in normali blastocisti per generare
una chimera oppure inocularle in una blastocisti tetraploide (un gruppo di
cellule che può trasformarsi solo in tessuto placentale). In base a
quest'ultima tecnica, detta complementazione tetraploide, le cellule testate
devono poi formare tutte quelle che compongono l'embrione. È il test più
importante per dimostrare la pluripotenza delle staminali, ed era stato
eseguito in precedenza con cellule "bambine" embrionali ma mai con le
simil-embrionali indotte in laboratorio (iPS). «Finora - dice Giuseppe Novelli
genetista di Roma-Tor Vergata - si pensava che queste cellule adulte
riprogrammate fossero simili alle embrionali, oggi finalmente sappiamo che sono
davvero identiche. Insomma, è la prova regina». La tecnica usata, detta
complementazione tetraploide, viene utilizzata «per testare la potenza delle
staminali, e permette di evitare i problemi della clonazione
"classica", bypassando il rischio di difetti della placenta».
( da "Unita, L'" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
«Temiamo
per la vita di San Suu Kyi» Amnesty International «Questo processo non andava
fatto. È una dura detenzione per lei e per più di duemila prigionieri politici»
GABRIEL BERTINETTO Il processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza
fissata per oggi dovrebbe avviare la fase finale del dibattimento. La dirigente
dell'opposizione birmana, premio Nobel per la pace nel 1991, rischia una
condanna a 5 anni di carcere per violazione delle norme sugli arresti
domiciliari. Accusa del tutto pretestuosa, fondata sull'ospitalità concessa per
una notte ad un cittadino americano introdottosi a nuoto nella villa sul lago
di Rangoon, in cui Suu Kyi è rimasta reclusa per gran parte degli ultimi
vent'anni. Se sarà pronunciato un verdetto di colpevolezza, è evidente che lo
scopo è solo quello di tenere la leader democratica in prigione ancora per un
po', evitando soprattutto che sia in libertà nel periodo delle elezioni che la
giunta militare intende convocare l'anno prossimo. Del processo e delle
violazioni dei diritti umani in Birmania (Myanmar) parliamo con Donna Jean
Guest, vicedirettrice di Amnesty International (A.I.)per l'Asia. Signora Guest,
risulta anche a lei che la sentenza del processo ad Aung San Suu Kyi sia
immimente? «Non abbiamo informazionei particolari, non sappiamo cosa intendano
fare i generali. Sappiamo che il 24 luglio è prevista un'udienza, ma quando
venga emesso il verdetto è davvero impossibile dire. La preoccupazione di
Amnesty International riguarda il fatto che questo processo non avrebbe mai
dovuto esserci. Aung San Suu Kyi ha trascorso agli arresti domiciliari gran
parte degli ultimi 20 anni. Il suo imprigionamento in marzo è stato un
ulteriore terribile sviluppo di una situazione già ingiusta. Temiamo per la
salute di Suu Kyi, e non abbiamo informazioni recenti sul modo in cui sia
tratta in carcere. Aggiungo che alla Croce rossa internazionale viene impedito
l'accesso alle prigioni birmane sin dal 2005. Così non c'è alcun controllo
indipendente sulle condizioni in cui sono detenute le migliaia di persone che
affollano le carceri di Myanmar. Ci indigna anche il fatto che ai suoi avvocati
viene impedito incontrarla, il ché è contrario a qualunque minimo standard
internazionale di equità processuale». Hillary Clinton ha proposto al governo
birmano: liberate Suu Kyi, e investiremo nel vostro paese. È un modo corretto
di affrontare il problema? «Noi pensiamo che ci sia un grande bisogno di
attenzione internazionale verso quel Paese e quella vicenda. Non spetta ad A.I.
dire quale tipo di attenzione. Ma credo siano importanti iniziative da parte
dei membri più importanti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto ogni tipo di pressione sui generali affinché
rilascino i prigionieri politici (erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la
persecuzione delle minoranze etniche, e così via. L'elenco degli abusi è
purtroppo molto lungo. Speriamo che l'iniziativa internazionale dia frutti».
In generale la formula dello scambio fra sostegno economico e maggiore rispetto
dei diritti umani è valida? Non c'è il rischio di accontentarsi di promesse?
«Certo devono essere fissate delle soglie, dei punti di riferimento. Ci sono
passi concreti che un governo deve intraprendere, prima che gli altri Paesi, a
livello unilaterale o multilaterale, modifichino le proprie politiche,
riducendo le sanzioni ad esempio o incrementando gli aiuti. Nel caso birmano a
nostro giudizio la condizione prima è il rilascio dei detenuti politici. Se
l'impegno a fornire aiuti materiali ottiene quel risultato, benissimo. Ma
l'importante è stabilire dei criteri con cui misurare i progressi o la mancanza
di progressi dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. In Myanmar come
in ogni altro Paese. In realtà la condizione normale sarebbe che ognuno godesse
dei diritti umani e non ne fosse privato. Garantirlo è un dovere dei governi,
non un comportamento da premiare. E tuttavia se i generali facessero
sostanziali concessioni, ad esempio rilasciando i prigionieri politici, certo
sarebbe un grande passo avanti». Come hanno agito L'Onu e le altre istituzioni
internazionali verso Myanmar? C'è stata mancanza di dinamismo, timidezza?
«Tutti sappiamo che l'azione dell'Onu non è stata efficace. Anzi la situazione
è andata peggiorando. Ma esiste un diffuso sentimento di volontà positiva da
parte di molti soggetti. Il problema principale tuttavia è che i cinque membri
permanenti del Consiglio di sicurezza non parlano con una sola voce, non c'è
accordo sul modo in cui procedere. Russia e Cina
particolarmente dovrebbero iniziare ad essere più attive». Nel dramma dei
diritti violati in Birmania, esiste una specificità femminile che vada oltre la
figura di Aung San Suu Kyi, il cui caso è universalmente noto? «La Birmania ha
enormi difficoltà economiche. Il tasso di mortalità infantile è elevatissimo.
Le risorse destinate dal governo alle famiglie, alle madri, è minimo. C'è poi
la tragedia delle donne appartenenti alle minoranze etniche, shan, karen, e
altre, che sono particolarmente vulnerabili agli abusi sessuali da parte dei
militari durante le operazioni contro i movimenti ribelli». Intervista a Donna
Jean Guest
( da "Unita, L'" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza fissata per oggi dovrebbe
avviare la fase finale del dibattimento. La dirigente dell'opposizione birmana,
premio Nobel per la pace nel 1991, rischia una condanna a 5 anni di carcere per
violazione delle norme sugli arresti domiciliari. Accusa del tutto pretestuosa,
fondata sull'ospitalità concessa per una notte ad un cittadino americano
introdottosi a nuoto nella villa sul lago di Rangoon, in cui Suu Kyi è rimasta
reclusa per gran parte degli ultimi vent'anni. Se sarà pronunciato un verdetto
di colpevolezza, è evidente che lo scopo è solo quello di tenere la leader
democratica in prigione ancora per un po', evitando soprattutto che sia in
libertà nel periodo delle elezioni che la giunta militare intende convocare
l'anno prossimo. Del processo e delle violazioni dei diritti umani in Birmania
(Myanmar) parliamo con Donna Jean Guest, vicedirettrice di Amnesty
International (A.I.)per l'Asia. Signora Guest, risulta anche a lei che la
sentenza del processo ad Aung San Suu Kyi sia immimente? «Non abbiamo
informazionei particolari, non sappiamo cosa intendano fare i generali.
Sappiamo che il 24 luglio è prevista un'udienza, ma quando venga emesso il
verdetto è davvero impossibile dire. La preoccupazione di Amnesty International
riguarda il fatto che questo processo non avrebbe mai dovuto esserci. Aung San
Suu Kyi ha trascorso agli arresti domiciliari gran parte degli ultimi 20 anni.
Il suo imprigionamento in marzo è stato un ulteriore terribile sviluppo di una situazione
già ingiusta. Temiamo per la salute di Suu Kyi, e non abbiamo informazioni
recenti sul modo in cui sia tratta in carcere. Aggiungo che alla Croce rossa
internazionale viene impedito l'accesso alle prigioni birmane sin dal 2005.
Così non c'è alcun controllo indipendente sulle condizioni in cui sono detenute
le migliaia di persone che affollano le carceri di Myanmar. Ci indigna anche il
fatto che ai suoi avvocati viene impedito incontrarla, il ché è contrario a
qualunque minimo standard internazionale di equità processuale». Hillary
Clinton ha proposto al governo birmano: liberate Suu Kyi, e investiremo nel
vostro paese. È un modo corretto di affrontare il problema? «Noi pensiamo che
ci sia un grande bisogno di attenzione internazionale verso quel Paese e quella
vicenda. Non spetta ad A.I. dire quale tipo di attenzione. Ma credo siano
importanti iniziative da parte dei membri più importanti del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto ogni tipo di pressione
sui generali affinché rilascino i prigionieri politici (erano 2100 sino ad
alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze etniche, e così via.
L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo. Speriamo che l'iniziativa
internazionale dia frutti». In generale la formula dello scambio fra
sostegno economico e maggiore rispetto dei diritti umani è valida? Non c'è il
rischio di accontentarsi di promesse? «Certo devono essere fissate delle
soglie, dei punti di riferimento. Ci sono passi concreti che un governo deve
intraprendere, prima che gli altri Paesi, a livello unilaterale o
multilaterale, modifichino le proprie politiche, riducendo le sanzioni ad
esempio o incrementando gli aiuti. Nel caso birmano a nostro giudizio la
condizione prima è il rilascio dei detenuti politici. Se l'impegno a fornire
aiuti materiali ottiene quel risultato, benissimo. Ma l'importante è stabilire
dei criteri con cui misurare i progressi o la mancanza di progressi dal punto
di vista del rispetto dei diritti umani. In Myanmar come in ogni altro Paese.
In realtà la condizione normale sarebbe che ognuno godesse dei diritti umani e
non ne fosse privato. Garantirlo è un dovere dei governi, non un comportamento
da premiare. E tuttavia se i generali facessero sostanziali concessioni, ad
esempio rilasciando i prigionieri politici, certo sarebbe un grande passo
avanti». Come hanno agito L'Onu e le altre istituzioni internazionali verso
Myanmar? C'è stata mancanza di dinamismo, timidezza? «Tutti sappiamo che
l'azione dell'Onu non è stata efficace. Anzi la situazione è andata
peggiorando. Ma esiste un diffuso sentimento di volontà positiva da parte di
molti soggetti. Il problema principale tuttavia è che i cinque membri
permanenti del Consiglio di sicurezza non parlano con una sola voce, non c'è
accordo sul modo in cui procedere. Russia e Cina
particolarmente dovrebbero iniziare ad essere più attive». Nel dramma dei
diritti violati in Birmania, esiste una specificità femminile che vada oltre la
figura di Aung San Suu Kyi, il cui caso è universalmente noto? «La Birmania ha
enormi difficoltà economiche. Il tasso di mortalità infantile è elevatissimo.
Le risorse destinate dal governo alle famiglie, alle madri, è minimo. C'è poi
la tragedia delle donne appartenenti alle minoranze etniche, shan, karen, e
altre, che sono particolarmente vulnerabili agli abusi sessuali da parte dei
militari durante le operazioni contro i movimenti ribelli».
( da "Repubblica, La" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
XIII - Milano Sequestri in tre caseifici Mozzarelle adulterate nella pizza
SANDRO DE RICCARDIS Rifornivano le pizzerie e i ristoranti di mezza città con
mozzarella realizzata da cagliata estera, in cattivo stato di conservazione,
trattata quasi sempre con additivi non ammessi. Nei loro controlli a tappeto in
città e hinterland, i carabinieri dei Nas, guidati dal capitano Paolo Belgi,
hanno denunciato tre caseifici, aziende che insieme coprono quasi il 50% del
mercato all´ingrosso. Nel blitz - costato la denuncia a quattro titolari di
caseifici - i militari hanno trovato anche coloranti usati per sbiancare i
latticini diventati vecchi e latte in polvere. Le altre ispezioni hanno
riguardato Chinatown, dove sono stati sanzionati 18 esercizi tra alimentari,
ristoranti, macellerie, pescherie, tutti gestiti da cinesi. Sei le denunce per detenzione e somministrazione di prodotti in cattivo stato di
conservazione e per importazione dalla Cina di carne e pesce, vietata dal 2002. E ieri Coldiretti ha
manifestato proprio contro la contraffazione dei prodotti importati
dall´estero, all´interno del centro commerciale Milanofiori, ad Assago, per
«riaffermare il gusto del vero made in Italy e svelare gli inganni a tavola».
( da "Repubblica, La" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
XVIII - Genova Da Bernstein a Gershwin c´è Broadway al Priamàr Si chiude oggi,
alle 21.30, la stagione estiva dell´Opera Giocosa al Priamàr, con un concerto
dell´Orchestra Sinfonica di Sanremo. Con "Passeggiando per Broadway"
si esplora il mondo del musical e i suoi grandi compositori, oramai entrati nel
novero dei classici. A dirigere l´Orchestra sarà Gianna Fratta, insignita il 7
marzo scorso del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana. Reduce da una tournée in Corea e Cina, dopo Savona andrà a dirigere i Berliner Symphoniker. Ancora una
donna protagonista nella parte della solista: il soprano Gabriella Costa,
artista versatile e ben nota e molto apprezzata dal pubblico savonese. Il
programma, che vede gli arrangiamenti di Luciano Di Giandomenico, inizierà con
un brano da "Les Miserables" di Claude-Michel SchÖnberg
(classe 1944) forse il suo più noto musical, dal
( da "Repubblica, La" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
11 - Interni Violante dai pm sul patto mafia-Stato "Mori mi disse:
Ciancimino vuol parlarle" L´ex presidente dell´Anti-mafia rifiutò
l´incontro. Nell´inchiesta sulla "trattativa" indagati Riina e il suo
medico Cinà SALVO PALAZZOLO PALERMO - Arrivano i primi
riscontri al racconto di Massimo Ciancimino sulla trattativa fra Cosa Nostra e
pezzi delle istituzioni durante la stagione delle stragi del 1992. Il figlio
dell´ex sindaco aveva parlato di «garanzie politiche» chieste da suo padre al
colonnello Mario Mori: «Della trattativa doveva essere informato il presidente
della commissione antimafia Luciano Violante. Un altro misterioso
interlocutore aveva invece detto che il ministro Mancino già sapeva». Queste
rivelazioni di Massimo Ciancimino sono apparse nei giorni scorsi sui giornali.
Dopo averle lette, Violante ha contattato i magistrati di Palermo, chiedendo di
essere ascoltato. Ieri mattina, davanti al procuratore aggiunto Antonio Ingroia
e al sostituto Roberto Scarpinato, ha spiegato che per davvero qualcuno gli
chiese di incontrare «in modo riservato, a quattr´occhi» Vito Ciancimino. La
proposta arrivò da Mario Mori subito dopo la sua nomina all´Antimafia, nel
settembre 1992. Violante ha messo a verbale di aver rifiutato qualsiasi
contatto con il sindaco boss. è questa l´ultima novità nell´inchiesta sulla trattativa,
che al momento è ritornata ad avere come indagati Totò Riina e il suo medico
Antonino Cinà. Nessuno, prima di Massimo Ciancimino, aveva mai parlato delle
«garanzie Mancino e Violante» chieste da don Vito per portare avanti la
trattativa con gli ufficiali del Ros. Non ne aveva fatto cenno Vito Ciancimino,
quando nel 1993 aveva raccontato al procuratore Caselli alcuni passaggi dei
suoi rapporti con i carabinieri. Di garanzie politiche non ha mai parlato
neanche il generale Mori, poi diventato capo del Sisde e oggi consulente per la
Sicurezza del Comune di Roma mentre è imputato a Palermo per la mancata cattura
del latitante Provenzano. Mori e il capitano Giuseppe De Donno sono stati
sempre categorici: «Parlammo con Ciancimino solo per indurlo alla collaborazione».
I carabinieri negano di aver mai preso in consegna il «papello» con le
richieste di Riina e di averlo girato nei palazzi delle istituzioni. Ma le
ombre sono rimaste. Sul reale contenuto del dialogo fra Ciancimino e gli
ufficiali del Ros, sugli altri protagonisti ancora senza nome, e soprattutto
sui tempi della trattativa. Mori sostiene di aver incontrato Ciancimino dopo la
strage Borsellino, prima ci sarebbero stati solo dei contatti preliminari fra
De Donno e Massimo Ciancimino. Ma il giovane Ciancimino smentisce e riempie
quei mesi di particolari. Un pool di magistrati, che comprende anche Nino Di
Matteo e Paolo Guido, sta cercando riscontri al fiume di dichiarazioni.
Ciancimino, si ribadisce in Procura, non è un collaboratore. Resta un imputato,
condannato per riciclaggio, che si difende.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-24 - pag: 1 autore: VALUTE A Pechino
non conviene sparare sul dollaro di Alessandro Merli A lla fine di maggio, durante la sua prima visita ufficiale in Cina, il segretario al Tesoro degli
Stati Uniti, Tim Geithner, tenne un discorso all'università di Pechino. Al
termine del quale insistette sul fatto che gli Usa restano a favore di una
politica del dollaro forte, inaugurata ormai quasi due decenni fa dal mentore e
predecessore di Geithner, Bob Rubin, e che le attività finanziarie
cinesi investite in dollari sono sicure. Riferiscono le cronache che, fra il
pubblico, diversi ascoltatori scoppiarono in una grassa risata. Aveva poca
voglia di scherzare, questa settimana, il funzionario del ministero delle
Finanze cinese, Zhu Guangyao, quando, echeggiando una posizione espressa più
volte in questi mesi da Pechino, ha richiamato gli Stati Uniti a «politiche
responsabili per assicurare la stabilità del cambio del dollaro e proteggere
gli asset cinesi ». La faccenda è ancora più seria perché il rimbrotto arriva
quasi alla vigilia dell'incontro di Washington della prossima settimana per il
cosiddetto "dialogo strategico ed economico" fra le due grandi
potenze.Il futuro del dollaro –il cui collasso viene ritenuto da molti economisti
come uno degli eventi che potrebbero far piombare economia e finanza globale
nell'abisso sull'orlo del quale si sono affacciate nell'autunno scorso – si
gioca sull'asse Washington-Pechino. Dall'alto dei suoi 2.130miliardi di dollari
di riserve (oltre due terzi dei quali, secondo stime ufficiose, denominati
nella valuta Usa) e della sua montagna di Treasuries, (801 miliardi di dollari,
quasi più della somma di Giappone e Russia), che ne fanno il maggior creditore
del Tesoro Usa, Pechino è preoccupata: che le politiche di stimolo monetario e
fiscale adottate a Washington per far uscire l'economia dalla recessione
portino al crollo del dollaro. I cinesi pensano che l'abuso che gli Stati Uniti
hanno fatto della loro valuta come moneta di riserva abbia contribuito alla
crisi globale. Del resto, le politiche della Cina, di
crescita attraverso l'export, rappresentano l'altra faccia degli squilibri
globali, che affliggono l'economia mondiale da anni e di cui i disavanzi
americani sono l'aspetto più evidente. Continua u pagina
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-24 - pag: 8 autore: Geopolitica e
moneta. Pechino nutre ambizioni da superpotenza ma per ora ha interesse a una
divisa statunitense stabile La lunga marcia dello yuan sul dollaro Quella
cinese è l'unica candidatura naturale al ruolo di futura valuta globale u
Continua da pagina 1 I richiami di Pechino a Washington, hanno scritto Aiyar
Swaminathan, del Cato Institute, e Arvind Subramanian, del Peterson Institute,
sono come «lo spacciatore che chiede al drogato di disintossicarsi ». D'altra
parte, osserva Stephen Jen, economista dell'hedge fund londinese BlueGold, con
l'enorme quantità di titoli del debito pubblico americano in loro possesso, «i
cinesi sono come un'azionista degli Stati Uniti e la loro voce deve essere
ascoltata». La questione di fondo di questo confronto fra Washington e Pechino
è quale sia il futuro del dollaro come moneta dominante. E se, eventualmente,
possa essere lo yuan a sostituirlo. «Lo status di moneta di riserva - ha
scritto già qualche anno fa l'economista Avinash Persaud, ricordando il ruolo
internazionale, nel lontano passato, della dracma greca, dei denari romani e
del ducato veneziano - non dura in eterno». Il paragone contemporaneo che viene
avanzato più spesso è quello del passaggio del testimone fra la sterlina e il
dollaro. La Cina, nelle stime di lungo periodo di
Angus Maddison, è destinata a superare, in termini di parità di potere
d'acquisto, gli Stati Uniti nel 2015 e a diventare, secondo la Wto, il primo
esportatore mondiale già quest'anno. Sommando questi titoli a quello di
creditore internazionale, qualcuno avanza l'ipotesi che possa essere, prima o
poi, lo yuan a sostituire il dollaro. Le dimensioni delle riserve cinesi sono
espressione di una potenza finanziaria spaventosa se si calcola, come hanno
fatto questa settimana in un articolo per la Brookings Institution, Eswar
Prasad, ex capo della divisione Cina del Fondo
monetario, e Isaac Sorkin, che oltre 2.100 miliardi di dollari equivalgono al
valore di tutti i terreni e le proprietà immobiliari di New York City, Los
Angeles e Boston messe insieme, oppure ai tre quarti della capitalizzazione
delle imprese del Dow Jones a fine giugno, o a un quarto dell'S&P500. La
spinta per «la caduta dell'impero del dollaro», come l'ha definita l'economista
dell'Ocse,Helmut Reisen,ha soprattutto un connotato geopolitico. Con la loro
richiesta di diversificazione dalle riserve in dollari, la Cina
e gli altri Bric (Brasile, Russia, India) vogliono soprattutto affermare che il
peso degli Stati Uniti nel mondo è declinante e che il loro, crescente nei
fatti, dovrebbe essere riconosciuto anche nella governance globale. Non a caso
a far la voce grossa è, a fianco della Cina,
soprattutto la Russia, che mal sopporta il proprio declassamento a potenza di
secondo rango. è però una diversificazione non facile e tutt'altro che
immediata, considerando che la nascita dell'euro, dieci anni fa, ha a mala pena
scalfito la percentuale delle riserve globali denominata in dollari, che
oscilla da anni in una fascia limitata, comunque sempre sopra il 60%, e che
trovare attività non in dollari nelle quantità richieste presuppone una
profondità di mercati difficile da reperire fuori dagli Stati Uniti. La
proposta degli stessi Bric di rilanciare il ruolo dei diritti speciali di
prelievo, la moneta-paniere dell'Fmi, si scontra con la realtà. Anche dopo
l'emissione, già deliberata, per un'equivalente di 250 miliardi di dollari, i
diritti speciali di prelievo resteranno una piccola frazione della somma delle
riserve ufficiali. Ulteriori emissioni, osserva Mark Williams, di Capital
Economics, sarebbero una minaccia potenziale alla stabilità monetaria globale.
Quanto allo yuan,l'economista di Hsbc, Qu Hongbin, sottolinea che Pechino ha
dato il via a un processo di internazionalizzazione della valuta che, a suo
parere, seppur graduale, andrà più rapidamente di quanto molti si aspettino.
Questo processo passa attraverso l'utilizzo della potenza commerciale della Cina, favorendo l'uso dello yuan negli scambi. Non si tratta
però di un percorso senza ostacoli. Un grande assertore dell'uso delle
rispettive valute, al posto del dollaro, per regolare il commercio bilaterale,
è Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente del Brasile, di
cui la Cina è diventata di
recente il principale partner. In privato, molti imprenditori brasiliani, forti
esportatori in Cina, hanno
suggerito a Lula di lasciar perdere questa iniziativa. Non sanno che farsene di
esser pagati in yuan, una moneta non convertibile, sottoposta a pesanti
controlli sui movimenti di capitale e che dovrebbero comunque "swappare",
con costi ulteriori. Alle pressioni geopolitiche per il ridimensionamento del
dollaro si contrappongono le ragioni dell'economia e della finanza. E qui
Pechino, che appare presa in quella che è stata definita la trappola del
dollaro, sembra contraddire la sua campagna. La Cina
infatti ha due obiettivi principali: preservare il valore delle proprie ingenti
riserve e mantenere competitivo l'export. Entrambi presuppongono un dollaro, se
non forte, quanto meno sufficientemente stabile. Non è un caso che, dopo la
rivalutazione dello yuan seguita alla riforma del regime di cambio del
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-24 - pag: 12 autore:
... OBBLIGO DI TRACCIABILITà Il tormentone del «made in» L' os sessione
dell'estate 2009? Non c'è dubbio: mettere una bella etichetta su tutto
l'etichettabile possibile. Bottiglie di olio extravergine di oliva e di latte
di mucca. Oppure vestiti, scarpe, macchine e attrezzature
importate da marchi italiani che hanno delocalizzato in Cina o Romania, sui quali tra qualche
giorno bisognerà dichiarare la vera origine del prodotto. Nulla sfugge, dopo
decenni di distrazioni o di (colpevole) disinteresse, al furore della
tracciabilità che sembra aver pervaso il popolo del "made in".
Con effetti perversi o, nella migliore delle ipotesi, boomerang ma reversibili.
Come nel caso della legge sul " made in" obbligatorio. Se mani
pietose non interverranno a disinnescare un testo che non prevede fasi
transitorie, né notifiche all'Unione Europea ma solo una serie di trabocchetti
di cavilli e commi. Quanto tutto ciò possa giovare realmente al nostro sistema
produttivo non è dato sapere. Finora, almeno.
( da "AprileOnline.info" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
"Il
manifesto" quarant'anni anni dopo Vincenza Vita, 24 luglio 2009, 15:44
Politica Integrazione, valore delle differenze, dialogo tra culture e storie
diverse. Questo doveva, voleva essere il Pd. Non lo è stato. Potrà tornare ad
esserlo? Sembra essere la domanda congressuale, con le candidature per la
segreteria che evocano implicitamente simile scelta di campo, con l'irruzione
per di più di categorie come generazione'
e rifiuto della politica professionale E' urgentissimo un vero, non tattico,
confronto programmatico. Nel e per il nuovo secolo, facendo
nostra la geopolitica del mondo, quella del post G8: Cina, India, Brasile... . C'è bisogno di un ancoraggio, per
intraprendere una rotta adeguata, per contrastare la deriva del regime
italiano: una mistura - patologica ma prefigurante - di peronismo elettrico,
localismi corporativi, spiriti reazionari e tentazioni razziste. La
domanda per chi sente di voler continuare un'esperienza di sinistra aperta,
critica, creativa è se c'è ancora spazio nel Pd per un'autonoma - quasi federata'- attività in un più vasto contenitore. Non è una
questione retorica, quanto piuttosto la presa d'atto che ciò finora
non è avvenuto. Siamo in una congiuntura dove constatare che ormai la politica
senza una visione del mondo, senza un'idea di futuro e di paese in nome della
quale rivendicare il consenso, è solo marketing. E non è un caso che a vincere
in una fase dove la politica ha deposto l'ambizione dell'idea lunga sia proprio
il re del marketing. Ora, alla vigilia di un tracollo epocale, dobbiamo dire
basta: o ci si conta sulle idee o allora il resto è solo marketing per fare
marketing. Quando, ormai molti mesi fa, si decise di partecipare alle primarie
con una specifica lista di appoggio alla candidatura di Veltroni, si suppose
che il partito sarebbe diventato plurale e realmente rappresentativo di culture
diverse. Le differenze come ricchezza. Il pluralismo come aspetto costitutivo
della nuova forma politica: non la gentile concessione di un'oligarchia. E ora?
Di fronte all'evidente insuccesso dell'impostazione originaria, che rendeva
persino accettabile lo scambio tra l'affievolimento delle identità e però un
plus di partecipazione (nonché un avvio concreto di disgelo generazionale), il
quadro odierno appare davvero amaro. La sconfitta elettorale del 2008, seguita
dalle gravi flessioni delle regionali e poi dal voto recente europeo ed
amministrativo, non va banalizzata. Né le colpe vanno cercate a senso unico.
Tuttavia, sono ormai numerosi i milioni di voti perduti. Le astensioni.
Diventate clamorosamente ampie con l'assurdo referendum elettorale. E' mancata
nel corso dei mesi passati un'analisi autocritica, a cominciare dalla rimessa
in discussione - ancor prima della vocazione
maggioritaria'- dell'idea aconflittuale' del dopo Novecento. E così il
nuovo partito ha navigato senza una bussola precisa, mentre si assiepava
persino negli interstizi della società italiana il berlusconismo', ormai diventato una sorta di post-ideologia.
Espressione distorta dei fenomeni della ipermodernità, fissati sui ritmi e
sugli stili della società mediatica: il populismo autoritario dell'era
digitale. Una destra pericolosa, densa di nostalgie parafasciste, di localismi
corporativi e di richiami plebiscitari. La destra contemporanea richiede
un'interlocuzione alternativa in grado di ristrutturare il campo sociale
progressista, progressivo, quello che abbiamo chiamato centrosinistra. Ecco
perché il Pd ha bisogno di avere una sinistra interna, che dialoghi con quella
esterna. Anche per rimettere in causa l'insieme della attuale morfologia delle
forze in campo. Su quali linee? Il dio socialdemocratico ci salverà? Si può immaginare
di fare a meno di una riconsiderazione della sfera stessa della Politica, dopo
un secolo e mezzo di pratica dei modelli della rappresentanza? E' un dato di
fatto che le istituzioni democratiche vivano in una condizione difficile,
contraddittoria, solcata da fremiti e tendenze autoritari. La stessa politica
tradizionale è demotivante e demotivata. Siamo di fronte ad un crescente
deficit democratico, con un pericoloso distacco tra la sfera pubblica e i
flussi della vita reale, ben oltre la più classica antinomia tra stato e
società civile. E' anche, e soprattutto, un deficit di motivazione, che dà
luogo a forme di nichilismo attivo e passivo. La ricostruzione del Politico
richiede, dunque, di scartare le soluzioni solo tattiche, interne alla diaspora
dei vecchi schieramenti, per correre - invece - il rischio di reinterpretare la
parte pubblica come esperienza etica, al più alto livello possibile. Tra
l'altro, il Politico - malgrado tutto - continua a determinare la vita sociale:
per la sua presenza o per la sua assenza. Riprendere il filo del discorso
della, sulla politica significa fare i conti (tentare di...) con la conclusione
del Novecento in tutti i sensi. E di tutte le grandi narrazioni, ivi compresa
la costruzione socialdemocratica. In fondo, l'idea del partito democratico
nasceva da qui, dalla volontà di superare identità intaccate dalla corrosione
del tempo e dall'inadeguatezza rispetto alle novità clamorose avvenute
nell'ultima parte del secolo scorso: la realizzazione della società informazionale.
Nessuno ci ha poi provato davvero. La società dell'informazione, con la
ridefinizione delle caratteristiche stesse (la forma') della produzione e del consumo, con l'entrata in
scena dei beni immateriali appoggiati su di una catena del valore post-fordista, implode nella
politica. E' il rovesciamento: la politica si fa comunicazione; la
comunicazione è la politica. Ma quale comunicazione? Quella delle dichiarazioni
o dei titoli del TG1, o dei messaggi degli opinionisti? Questa è la miseria di
un'economia politica che oggi ci avvolge e che continuiamo a non riconoscere.
La comunicazione di cui dobbiamo parlare, rispetto alla quale dobbiamo
comprometterci, sulla quale dobbiamo definirci, è il linguaggio dei nuovi
conflitti sociali, è il metodo della produzione di valore, è la forma dei nuovi
rapporti degli individui fra loro, e fra l'insieme di loro con lo stato.
Parliamo della comunicazione che ha abbattuto il muro di Berlino e che sta
ricostruendo altre gerarchie invisibili sul pianeta. Quella che ha decentrato
la potenza di calcolo agli individui, sbriciolando l'idea fordista di un
mainstream produttivo verticale. La modalità veloce che ha portato moltitudini
di donne e uomini a concorrere alla circolazione di saperi e competenze, sulla
base della propria individualità: scavalcando ed emarginando la televisione di
massa. La comunicazione che sta riclassificando i modelli di consumo e di
utenza nel mercato e nei servizi sociali, annullando omologazioni e
subalternità. E'un fenomeno analogo all'industrializzazione del 900, che trascinava le popolazioni verso la modernità, ma
imponeva pedaggi e servitu'. Allora si aprì una straordinaria epoca culturale e
politica, dove intellettuali e masse popolari trovarono le parole e le idee per
negoziare il futuro e recintare la smodata potenza della ricchezza. Una stagione
dove il conflitto fu il motore del progresso. Oggi la sinistra non riconosce la
nuova sfida, rimane imprigionata nei ricordi dei centocinquanta anni che
abbiamo alle spalle, o si consola con un estetismo novista, leggero e
inconcludente. Rimuove il conflitto perché non maneggia i contenuti e le
modalità della nuova dialettica sociale. Il sapere è la nuova fabbrica, Google
è un ordine seducente ma incontrollabile, la rete è una potenza che libera, ma impone
valori non neutrali. Dobbiamo misurarci con tale realtà. Chi non parla di
questo parla di niente. Nessuno può ambire a ricostruire un fronte riformatore
se non si misura sul modo con il quale le persone oggi mangiano e pensano. Come
ritrovare la via del nord se non si intercetta il nuovo alfabeto digitale? Come
mettersi alla testa di un movimento di sviluppo del sud se non si governa lo
sviluppo multimediale del mediterraneo? E' questo il buco nero dove siamo
caduti da anni. Abbiamo abbandonato con l'ideologia del passato ogni ambizione
di leggere il futuro. Non decifriamo la lezione americana, neanche quando
parliamo in inglese: nel Pd si pensa forse che Obama sia il figlio di una
fortunata propaganda o, peggio ancora, di un'accorta manovra di avveduti
apparati, e non si coglie invece che l'elezione del Presidente americano
dimostra che la cultura digitale conta e che si affaccia sulla scena un
soggetto sociale nuovo, il ceto che lavora con la rete, che guadagna con lo
sviluppo del territorio, che compete con un'amministrazione innovativa. E'
forse dire cose scontate: da anni il mondo vive così. E i candidati alla
segreteria sanno bene di tutto questo. Ma sappiamo anche che questa strada non
può essere imboccata in maniera indolore: scegliere di rappresentare l'economia
della conoscenza, di essere il partito della rete, di guidare l'innovazione
distribuita, significa cambiare radicalmente mentalità, cultura, insediamenti
sociali, modo di operare. Chi si è costruito un primato nel presente non
rischierà di vederselo contestare nel nuovo mondo. Ed è questo il motivo per
cui da anni parliamo di innovazione, ma pratichiamo la sussistenza culturale.
Ora siamo alla fine della corsa: o si sceglie la strada di un riformismo
concreto e moderno, o si annega nella parodia di come eravamo'. Con qualche giovane di buona volontà -
benvenuto - ad illuderci che il mondo ci ascolta. La politica, le culture,
l'economia della stagione della rete evocano, richiedono un riformismo forte,
ben lontano da quello leggero che ci ha accompagnato negli ultimi anni. Obama
docet. Non ha funzionato da noi il partito democratico, non regge la vecchia
concezione della sinistra, ancorata al suo doppio' recente, il capitalismo liberista. E' indispensabile
un nuovo Manifesto', quarant'anni dopo. Non è una forzatura retorica.
Mutatis mutandis serve ora, come allora, una ben diversa cultura politica:
liberale, libertaria, ecologista, pacifista, socialista, immersa nell'universo
digitale. La rete è la metafora di un'altra possibilità di sviluppo e ben si
intreccia con la green economy'; con la
decrescita serena; con l'affermazione dei nuovi spazi pubblici comuni; con
l'evoluzione non autoritaria, bensì partecipativa della post-democrazia; con la
costituzione, attraverso un capillare impegno sul territorio, di una coda lunga', ovvero di un moderno blocco sociale: fondato
sul lavoro produttivo, sulla cultura materiale, artigianale'. Il
Quinto Stato', cementato da saperi, diritti di cittadinanza e libertà.
Sempre quarant'anni fa la rivoluzione interrotta di Praga - il più vero '68 - ci
ammoniva che il socialismo deve avere il volto umano. O non è. La fine
(tragica) delle ideologie ci ha consegnato così, né intatta né solitaria, tutta
intera la questione dell'individuo, che vuol dire il tema enorme della
biopolitica, da cui sono nate le controversie politiche più aspre dell'ultima
stagione. Che richiedono, per essere affrontate, la scelta nettissima per la
laicità delle istituzioni. Diritti, lavoro, libertà, conoscenza sono più di
slogan generali e illuminano le nostre doverose scelte per una rinnovata idea
di sinistra, anche in Europa. Creativa, contemporanea, capace di ricostruire i
suoi miti e i suoi simboli. Contro la precarietà del lavoro e della vita. Meno
immaginario, più valori. Meno televisione, più scuola e più internet. Più
informazione plurale. La nostra, infatti, è stata innanzitutto una sconfitta
culturale. Di qui dobbiamo ripartire. Per sottolineare i punti qualificanti di
un programma fondamentale: attenzione straordinaria al lavoro, valorizzazione
dell'innovazione tecnologica come strumento anticrisi, politiche ambientali.
Impianto locale e globale (glocal').
Solidarietà, economia del dono, lotta alle emarginazioni antiche e a quelle
figlie della postmodernità. Attenzione alla biopolitica. Vuol dire
occuparsi delle contraddizioni tra i percorsi di vita più lunghi e la cura
delle malattie, l'integrazione dei portatori di handicap sensoriali,
l'attenzione agli anziani. Serve un nuovo Manifesto',
che contribuisca a costruire un laboratorio di cultura e di teoria politica:
per riaprire la narrazione di una nuova sinistra, non fuori ma dentro un
contenitore più grande. Il partito democratico nacque probabilmente come
strategia difensiva, per l'impraticabilità di una mera continuità con il
passato. Né la sinistra è un copyright',
o un recinto da tutelare. Integrazione, valore delle differenze, dialogo tra
culture e storie diverse. Questo doveva, voleva essere il Pd. Non lo è stato.
Potrà tornare ad esserlo? Sembra essere la domanda congressuale, con le
candidature per la segreteria che evocano implicitamente simile scelta di
campo, con l'irruzione per di più di categorie come generazione' e rifiuto della politica professionale. Ma è
questo davvero l'interrogativo? O non è ben più radicale, ovvero: il Pd non è
forse il traghettatore collettivo verso i nuovi confini, che oggi supponiamo
siano popolati dai barbari'? E se è così, il
segretario (peccato siano solo uomini) non deve avere le sembianze egli stesso
del primo attore di una transizione, in grado innanzitutto di garantire che le
diversità si scompongano e si ricompongano in una sintesi più avanzata? Per
riaprire la storia interrotta e divisa della sinistra? Insomma, chi tutela' maggiormente il Manifesto'?
( da "AprileOnline.info" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina
Fine
della luna di miele Stefano Rizzo, 24 luglio 2009, 15:50 Mondo I titoli dei
giornali sono stati di allarme: "Crollo della fiducia per Obama",
"Il programma di Obama si sta già arenando". Non c'è dubbio che la
popolarità del neopresidente sia scesa nei sondaggi, dal 70 per cento di
febbraio a meno del 60 per cento di luglio, anche se si tratta di un calo
fisiologico -- la fine della luna di miele -- che ha riguardato tutti i
presidenti a questo punto del loro mandato La nuova amministrazione, dopo sei
mesi di governo, sta incontrando numerose difficoltà, e su molti fronti. Su
quello internazionale si ha l'impressione che i vari stati e leader stranieri
stiano testando la effettiva volontà, e la capacità, dell'amministrazione di
realizzare il cambiamento annunciato. Israele continua nella sua politica di
insediamenti nei territori occupati e mette in soffitta la soluzione "due
popoli - due stati"; la Russia accetta di trattare la riduzione delle armi
nucleari, ma punta i piedi sullo scudo missilistico e sull'ingresso (fortemente
caldeggiato dagli Stati Uniti) dell'Ucraina nella Nato; la Cina continua nella sua politica
repressiva nello Sinkiang e, di fronte alle rimostranze occidentali, chiede che
il dollaro non sia più la moneta di scambio internazionale; l'India si permette
di imbarazzare pubblicamente il segretario di stato Hillary Clinton in visita
ufficiale rifiutando i limiti alle emissioni di carbonio; e soprattutto
l'Iran, che dopo le elezioni, di fronte ad una protesta popolare non ancora
sopita nonostante la dura repressione, rifiuta ogni trattativa sul suo
programma nucleare. Prima delle elezioni l'allora candidato alla vicepresidenza
Joe Biden aveva imprudentemente previsto che la nuova presidenza sarebbe stata
messa alla prova da un drammatico attacco terroristico. Così non è stato,
fortunatamente -- almeno per il momento -- ma il test o meglio le molte
punzecchiature sono venute da altre parti, da "attori" statali invece
che da un'organizzazione terroristica: l'intenzione è di verificare se la
volontà di dialogo annunciata da Obama, sia davvero una svolta o solo un segno
di debolezza di cui approfittare nel momento in cui il gigante americano è
colpito dalla crisi economica e sta rivalutando le sue strategie di fronte ai
fallimenti in Iraq e in Afghanistan. Tutto ciò ha indubbiamente appannato
l'immagine di Barack Obama come grande innovatore, almeno per chi pensava che
sarebbero bastati alcuni ispirati discorsi a Istanbul, a Londra, in Costa Rica,
al Cairo per cambiare il corso delle relazioni internazionali. Così non è stato
e, se mai lo sarà, ci vorrà ancora del tempo prima che si incomincino a vedere
i risultati concreti della nuova politica americana. Ma è dalla politica
interna che vengono le maggiori amarezze per la presidenza Obama al primo giro
di boa di mezzo anno. Le previsioni economiche continuano ad essere negative,
la disoccupazione aumenta, gli investimenti languono, e la gente -
comprensibilmente - è scontenta. Naturalmente Obama l'aveva detto e ripetuto: i
provvedimenti di risanamento finanziario e rilancio dell'economia non avranno
effetti immediati, la crisi è grave e durerà ancora. La sua strategia era
un'altra: aiutare le persone in difficoltà con sostegni al reddito
nell'immediato e investire per il futuro (energia, tecnologia, università,
infrastrutture) perché, finita la crisi, l'economia americana possa ripartire
in una posizione di vantaggio sui mercati mondiali. Per fare tutto ciò ha
stanziato enormi quantità di denaro, aumentando il deficit di bilancio (che ha
superato il 10 per cento) e il debito pubblico a livelli mai visti dalla
seconda guerra mondiale: la scommessa è di ripagare il debito e ripianare il
bilancio quando l'economia ripartirà e fornirà nuove risorse. La spina più
dolorosa di questi giorni nel fianco di Obama è la riforma sanitaria, che, per
renderla più accettabile a chi la accusa di "statalismo", è stata
ribattezzata "la riforma dell' assicurazione sanitaria". L'impegno
preelettorale era chiaro: dare a tutti gli americani la possibilità di essere
curati e assistiti, dal momento che quasi 50 milioni di loro sono privi di
copertura assicurativa -- un numero che cresce ogni giorno a causa dei
licenziamenti e delle difficoltà economiche. Gli strumenti erano stati lasciati
opportunamente nel vago per non provocare l'ostilità dei gruppi di pressione
(medici, case farmaceutiche, assicurazioni) che esercitano un'enorme influenza
sulla politica americana; e anche per consentire al futuro governo margini di
manovra dal momento che sui contenuti e il finanziamento della riforma ci sono
dissensi tra gli stessi democratici. Il risultato è che la riforma si è
impantanata nel Congresso, proprio per i dissensi dei democratici "blue
dogs" (i "cani blù", molti dei quali eletti solo recentemente in
distretti repubblicani) che non vogliono sentire parlare di nuove tasse, tanto
più che l'anno prossimo dovranno cercare di essere rieletti. Ciononostante la
speaker della camera, Nancy Pelosi, aveva annunciato di essere pronta a far
votare il provvedimento, a patto che non si arenasse poi nel senato. Il
paradosso è che i democratici al senato hanno, dopo la convalida (ci sono
voluti otto mesi!) dell'elezione di Al Franken, una maggioranza schiacciante di
sessanta seggi su cento; ma anche al senato molti democratici storcono la bocca
di fronte all'idea di una tassa sui ricchi (al di sopra dei 280.000 dollari o,
secondo un'altra proposta, al di sopra dl milione di dollari) che dovrebbe
finanziare la riforma; preferiscono nascondersi dietro l'esigenza di
"approfondimenti" per arrivare ad "una riforma condivisa" e
bipartisan. La conseguenza è che la riforma sanitaria non sarà approvata, come
era stato promesso, prima della pausa estiva e le previsioni sono piuttosto
plumbee anche per l'autunno. In tutto ciò il presidente può fare ben poco. La
leggendaria separazione dei poteri del sistema americano fa sì che lui risponda
al suo elettorato, e che i 535 tra senatori e rappresentanti rispondano
ciascuno al suo. Il presidente può esercitare pressioni, provare a convincerli,
promettere il sostegno nelle loro campagne elettorali o minacciare di non
darlo. Ma non sempre funziona e, anche quando funziona, ci vuole tempo,
trattative sottobanco da cui spesso escono soluzioni pasticciate. Nella
conferenza stampa convocata mercoledì sera per fare il punto della situazione
Obama è sembrato piuttosto distaccato: ha perorato la causa della riforma, ma
ha gettato la palla nel campo del Congresso. Il fatto è che vorrebbe portare a
casa la riforma, ma non vuole neppure rovinarsi se non ci riesce. Intanto i 50
milioni di americani senza copertura sanitaria possono aspettare.
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina 1 - Prima Pagina Cina,
la rivolta del figlio unico PECHINO Contrordine compagni: crescete e
moltiplicatevi. Dopo trent´anni di rigido controllo delle nascite, spesso
applicato con terribili abusi contro i diritti umani, ora Shanghai dà il
segnale di una svolta storica. Afflitta da un rapido invecchiamento
demografico, angosciata da scenari di penuria della manodopera e crac
previdenziale, la città simbolo del capitalismo cinese osa attaccare il tabù
del figlio unico. SEGUE A P
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
13 - Esteri Shanghai si ribella al figlio unico Cina, la capitale economica incoraggia
le coppie: aumentano i vecchi, fate più bambini Trent´anni di controllo delle
nascite hanno sconvolto tutti gli equilibri In futuro si rischia di non avere
abbastanza giovani per sostenere gli anziani (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
I - Torino L´intervista "Marchionne è reticente" PIER PAOLO LUCIANO «MARCHIONNE racconta cosa produrrà in Cina nel 2011 ma tace sulle missioni degli stabilimenti italiani.
Dunque è reticente. E per questo va incalzato: dal sindacato ma anche dagli
enti locali». Giorgio Airaudo, segretario della Fiom, gioca ancora una volta la
parte dell´avvocato del diavolo, ma crede sia un ruolo necessario. SEGUE
A P
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina XV - Firenze Cine & Chianti Triste, solitario e
melodico Moby stasera in concerto a Lucca Triste, solitario e melodico Moby
stasera in concerto a Lucca Indipendenza produttiva, più dark e meno dance: il
nuovo disco fatto in casa è una svolta Un cielo di orribili presagi si addensa
sulla città. Scarabocchi aggrovigliano i grattacieli come un´aria vischiosa.
In un appartamento un colpo di pistola ferisce la nuca di un uomo che sta
baciando una testa mozza. E poi la fuga in una strada solcata da auto fantasma,
i piedi che calpestano l´asfalto nero. Ma lassù ci sono la luna, e le stelle, a
promettere qualcosa di buono. Moby non è mai stato così cupo come nell´ultimo
singolo, Shot In The Back Of The Head, complice il videoclip di David Lynch,
che ha partorito un piccolo e claustrofobico capolavoro del cinema
d´animazione. Non poteva essere altrimenti: Wait For Me, che il musicista
newyorkese presenta con la sua band stasera al Summer Festival di Lucca (piazza
Napoleone, 21.30, ancora biglietti a 30 euro, 0584/46477), è un album sulla
crisi. Del mondo, sua e di tutta l´onda elettronica che Moby, al secolo Richard
Melville Hall, ha cavalcato sul surf di una musica poco alchemica e molto di
cuore, tra ritmi dance, voci soul e melodia. Il climax fu l´album Play (1999)
che vendette qualcosa come 10 milioni di copie: «Meraviglioso, ma come avrei
dovuto muovermi in futuro?». Alla domanda, Moby ha dato risposte apprezzabili
ma incerte, accarezzando la forma canzone più compiuta nel «cantautorale» Motel
(2005), o buttandosi a capofitto nella dance degl ultimi vent´anni con Last
Night (2008). Poi, l´incontro con Lynch: «L´ho conosciuto alla cerimonia dei
Bafta Awards, in Inghilterra, dove parlò del diritto di cittadinanza di una
creatività fuori dal mercato. Troppo spesso la produzione creativa di artisti,
musicisti e scrittori viene misurata e giudicata seguendo criteri legati a
dinamiche commerciali e soprattutto alla quantità di denaro che genera. Lynch
ha sempre realizzato ciò che ha voluto, obbedendo prima di tutto alla sua
progettualità artistica. Dopo anni di compromessi tra le mie esigenze creative
e quelle della casa discografica, penso sia stato molto più salutare lavorare a
un cd che magari piacerà solo a 10 persone, le quali però lo capiranno e lo
apprezzeranno davvero, e non perché fa moda». Il nuovo Moby è un album perlopiù
di pezzi strumentali, concepito e registrato tra le quattro pareti della sua
abitazione newyorkese, senza più l´appoggio della Emi ma in totale
indipendenza: «Le cose stanno cambiando. Sono finiti i giorni in cui le case
discografiche costruivano campagne promozionali mostruose. Oggi i dischi non
vendono più e questo è salutare: chi va in studio deve farlo solo per amore
della musica e provocare emozioni. Se registri un album, devi chiederti: farò
piangere qualcuno, nel senso più bello o più puro?». Wait For Me «è il disco
più pacato e melodico, il più malinconico ed intimo che io abbia mai
registrato. Influenzato da Nick Drake e Joy Division, ho sempre amato la musica
triste». Ma attenzione: dal vivo spesso Moby ripesca il punk che fu,
trasformando la sua piccola musica notturna in un sogno hardcore. (f.p.)
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
III - Bologna Anche il suo matrimonio era appena andato in crisi. In una
lettera ha lasciato scritto: "La vita mi sta scappando" Paura del
licenziamento, si uccide Operaio 32enne della Chloride di Castelguelfo. Era
depresso Matrimonio in crisi e licenziamento dietro l´angolo: Luca Disarò,
operaio di 32 anni, non ha retto e si è impiccato nella casa di Molino Nuovo
dove si era trasferito da pochi mesi. Era uno dei sei
collaudatori che la Chloride di Castel Guelfo aveva deciso di mettere in
mobilità: la multinazionale, di proprietà inglese, non era in crisi ma stava
delocalizzando in Cina.
Stava prendendo anti depressivi e l´azienda lo stava pressando per poterlo
licenziare. CORI A P
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
IV - Bologna Il matrimonio fallito la paura del licenziamento E lui l´ha fatta
finita L´addio di Luca Il padre l´ha trovato impiccato al soffitto di casa .
Ieri sarebbe stato il suo compleanno ALESSANDRO CORI Quell´ultima tremenda
notizia, l´idea di essere licenziato, è stato un colpo troppo duro da
assorbire. Luca Disarò, 32 anni, dipendente nel reparto collaudo della
multinazionale Chloride di Poggio Piccolo di Castel Guelfo, ha pensato che la
vita gli stesse scivolando via e ha deciso di farla finita. Da due giorni non
rispondeva più al telefono, in azienda nessuno lo aveva più visto e quando il
padre giovedì sera è andato a casa sua, a Molino Nuovo, lo ha trovato impiccato
con una corda ad una delle assi di legno del soffitto. Luca era già morto dalla
sera prima. Ieri sarebbe stato il suo compleanno. In una lettera lasciata sul
tavolo spiega i motivi del suo gesto: la crisi con la compagna, che se ne era
andata di casa e poi la paura di perdere il lavoro. Una situazione che Luca non
riusciva più a sopportare. Dipendente da otto anni della ditta britannica che
produce gruppi di continuità, l´uomo da circa un mese e mezzo aveva saputo di
essere uno dei sei collaudatori in esubero ai quali la società aveva chiesto di
lasciare l´azienda. La Chloride non è in crisi, ma sta
ridimensionando il reparto collaudo perché la produzione sarà spostata in Cina. Dal 13 luglio erano state avviate
le trattative per la procedura di mobilità e Luca sapeva di essere uno dei
«prescelti». I suoi colleghi ieri mattina, insieme ai rappresentanti sindacali
delle Rsu e della Fiom sono rimasti davanti ai cancelli della ditta.
Visi scuri, occhi lucidi. Hanno deciso di non lavorare e rimanere uniti per
ricordare Luca. «Siamo qui non perché imputiamo all´azienda la morte del nostro
collega - ha spiegato Giambattista Boninsegna, sindacalista Rsu Fim-Cisl - ma i
dirigenti, che sono uomini, devono ricordarsi sempre che dall´altra parte ci
sono altri uomini». Prima di avviare la mobilità, a metà giugno il responsabile
del personale aveva contattato tutti gli addetti al collaudo, 18 persone, per
annunciare la decisione. «Tuttavia solo per quattro dipendenti c´era la
possibilità di una ricollocazione con altre mansioni in alcune sedi al Nord»
spiega il presidente della Chloride Systems, Lamberto Tassara. Per altri due,
fra cui Luca, si profilava la fine del rapporto di lavoro. «Ma non era ancora
stato deciso nulla - continua Tassara - abbiamo proposto ai dipendenti alcune
alternative che erano in discussione. Quello che è successo ci ha sconvolto».
Andrea Cocchi, responsabile del personale della multinazionale ha avuto diversi
colloqui con Luca. «Sembrava sereno, certo, non parlavamo di andarci a prendere
un caffè, ma nulla poteva far pensare ad una cosa del genere. Gli ho detto -
continua Cocchi - che era nostra intenzione arrivare a un accordo e nel
frattempo dargli una mano a trovare una soluzione. Un nostro responsabile aveva
trovato un fornitore disponibile a fargli un´offerta di lavoro. Ma lui ha
rifiutato». Luca voleva rimanere alla Chloride. Proprio ieri durante un
incontro tra i sindacati e l´azienda si era aperto uno spiraglio. Pare che
altri due dipendenti avessero accettato di lasciare il reparto. Una delegata
Rsu aveva chiamato Disarò per dargli la buona notizia. Lui però se ne era già
andato. «Luca lo conoscevo personalmente - dice Sara Brunori, sindaco di Castel
San Pietro Terme - Aveva chiesto di donare gli organi, ma non è stato possibile
perché è passato troppo tempo dal ritrovamento».
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
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XXVII - Roma Pandev, adesso è giallo in forse la Supercoppa
in Cina STEFANO CARINA «Non
spetta a me decidere se partirà per Pechino, queste sono decisioni tecniche. Ma
se un giocatore dichiara di non sentirsi all´interno del progetto e di voler
andare via, lei lo impieghe-rebbe?». Le frasi sibilline di Lotito su Pandev creano
il caso: il macedone parteciperà o no alla trasferta in Cina per la Supercoppa? Ad
alimentare il dubbio ci pensa nel pomeriggio di ieri Corsi, uno dei procuratori
dell´attaccante: «Difficile che parta ma non per sua scelta». Situazione che
nei prossimi giorni troverà una soluzione: al momento il calciatore figura
nella lista dei 24 convocati per la sfida contro l´Inter. A confermarlo
indirettamente è il ds Tare, assicurando che «il ragazzo partirà per Pechino».
Capitolo Lugano: nell´incontro fra Lotito e l´entourage del difensore sono
emerse le prime difficoltà. La differenza fra le parti non è irrisoria:
proposto inizialmente un quadriennale da 1,5 milioni, a fronte di una richiesta
di quasi 2,5 (il FenerbahÇe offre 2,8). Per limare il gap, il club biancoceleste
sarebbe disposto a garantire all´uruguaiano un quinto anno di contratto. In
alternativa la Lazio continua a tenere sotto osservazione il nazionale svedese
Under 21 Bengtsson, ora al Trelleborg (si prende con 400mila euro), e il romeno
Goian dello Steaua Bucarest. Rifiutata l´offerta del Liverpool per Ledesma: i
Reds nei giorni scorsi avevano proposto 7 milioni per il cartellino del mediano
che ora potrebbe rinnovare. Oggi, quarta amichevole contro la Triestina.
Curiosità per capire se Ballardini continuerà con il 4-2-3-1 oppure schiererà
la squadra con il 4-4-2.
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
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14 - Cronaca Paura del licenziamento, operaio si uccide Bologna, i sindacalisti
lo chiamano per dirgli che gli hanno salvato il posto: era già morto Anche il
suo matrimonio era in crisi. La lettera d´addio: "La vita mi sta
scappando" L´azienda lo pressava: "Qui non c´è più bisogno di te,
trovati un altro lavoro" ALESSANDRO CORI BOLOGNA - La moglie che va via di
casa e poi quell´ultimo colpo, impossibile da incassare, l´incubo di perdere il
lavoro alla Chloride, dove era assunto a tempo indeterminato come collaudatore.
Ha pensato che la sua vita non avesse più senso. Luca Disarò, 32 anni, di
Castel San Pietro, mercoledì sera ha preso una corda, l´ha legata alla trave
più alta del suo appartamento e si è impiccato. I motivi del suo gesto li ha
spiegati in una lettera lasciata sul tavolo. è stato suo padre a trovarlo, dopo
due giorni che il cellulare continuava a squillare a vuoto. Ieri era il suo
compleanno. Non solo i familiari avevano cercato Luca in questi giorni, ma
anche una delegata di fabbrica. Voleva rassicurarlo perché dopo un incontro con
l´azienda pare che il licenziamento del trentaduenne potesse essere
scongiurato. Una telefonata arrivata troppo tardi, Luca era già morto. In casa
i carabinieri hanno trovato diversi ansiolitici. «Negli ultimi due mesi aveva
perso una decina di chili», raccontano i colleghi che ieri sono rimasti tutta
la mattina davanti ai cancelli della multinazionale britannica che produce
gruppi di continuità. «è stato un momento di debolezza, non avevo capito che
stesse così male» ha confidato la madre del trentaduenne al sindaco di Castel
San Pietro, Sara Brusori. A metà giugno la Chloride, azienda con 224
dipendenti, gli aveva annunciato il ridimensionamento del
reparto collaudo perché la produzione si sposterà in Cina. Luca, era uno dei sei esuberi previsti. Poi, dal 13 luglio,
l´azienda aveva comunicato l´avvio della procedura di mobilità. «Mi diceva che
stava subendo delle pressioni dall´azienda - dice Stefano Pedini, della
segreteria della Fiom-Cgil di Imola - che lo chiamava continuamente perché
andasse via. Era preoccupato». Per la Chloride, al contrario, non erano
pressioni ma il tentativo di trovare un´alternativa, economica, o contatti con
altre società. «Gli ho detto che era nostra intenzione arrivare a un accordo -
spiega Andrea Cocchi, responsabile del personale dell´azienda - e nel frattempo
aiutarlo a trovare una soluzione. Non era scritto da nessuna parte che sarebbe
stato licenziato». Il collaudatore però pare non volesse prendere in
considerazione l´ipotesi di lasciare il suo reparto alla Chloride. «Gli abbiamo
proposto di lavorare all´assistenza tecnica con l´abitazione pagata per un
anno, l´auto aziendale e quasi il 50% in più del suo stipendio». Ma bisognava
trasferirsi fuori regione. «Lui mi disse "bisogna che ne parli con mia
moglie" - continua Cocchi - ma eravamo all´oscuro dei suoi problemi
familiari. Siamo sconvolti da quello che è successo». Nelle due pagine lasciate
a «tutti quelli che mi vogliono bene», così scrive Luca, escono fuori tutte le
sue angosce «per il fallimento di una vita». La moglie se n´è andata, da circa
un mese. Poi, c´è l´incubo del licenziamento. Tutto sembra scivolargli via: «Il
lavoro che c´è e non c´è come del resto sapete tutti in Italia. Questa
situazione non riesco a capirla», è scritto nella lettera. Molto colpito dalla
tragedia il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani: «Anche
questo è un segno che non bisogna sottovalutare in nessun modo, la crisi e i
suoi effetti sociali». Martedì, a Castel San Pietro, si svolgeranno i funerali
del trentaduenne che aveva chiesto di essere cremato. Ci sarà tutto il paese.
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
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31 - Cronaca L´intervista John Micklethwait, direttore dell´Economist
"Ecco perché la spiritualità sta riconquistando il mondo" (SEGUE
DALLA COPERTINA) EUGENIO OCCORSIO Micklethwait proviene da una gloriosa
famiglia old catholic inglese, una delle poche aristocratiche che si
rifiutarono di abiurare malgrado le pene tremende quando la chiesa Anglicana si
separò dal papato. Che ci sia più religione nel mondo non sembra però una
novità. L´11 settembre 2001 gli aerei si schiantarono sulle torri al grido di
"Allah è grande"... «Bisogna riconoscere che nell´Islam, che non ha
mai avuto l´equivalente dell´Illuminismo, c´è più resistenza alla modernità
american style, e anzi un´ostilità dichiarata. Lascerei però da parte i
fondamentalismi. Perché allora bisognerebbe parlare del tono da crociata che
assumono certe iniziative occidentali in Medio Oriente. Parliamo della
religione "sana", cioè intesa come ideale e non
come ideologia: in Cina,
che è solo uno dei tanti esempi, c´è la più grande ondata di cristianesimo di
tutti i tempi, di pari passo con la diffusione del capitalismo, come se le due
cose fossero congiunte e la religione occidentale costituisca un viatico
all´iniziativa economica libera in antitesi con l´ateismo comunista, e
tutto per la prevalenza del modello americano». Lei stesso però nel libro
descrive ampiamente le aberrazioni del modello americano, le mega-assemblee dei
pastori businessmen che lei chiama "pastorpreneurs", la vacuità del
messaggio, la superficialità di chi va alla chiesa per confrontarsi sulla dieta
o per fare amicizia. è religione? «Negli Stati Uniti ci sono 225 milioni di
aderenti a qualche chiesa, il più grande bacino del pianeta di consumatori, con
delle infrastrutture spaventose, dalle scuole alle reti televisive. E dopo l´anabattismo
di Bush, anche un presidente "di sinistra" come Obama riempie i suoi
discorsi con riferimenti a Dio. Ecco, nel libro abbiamo cercato con sguardo
sereno di fotografare la situazione: modernità, tecnologia, anche la
democrazia, non hanno allontanato gli uomini dalla religione come si poteva
credere ma li hanno avvicinati. Anzi, quanto più si sono separati Stato e
Chiesa sul modello di Tocqueville, tanto più la religione è diventata
importante. L´opposto di quello che diceva Francis Fukuyama nella "Fine
della storia" del 1992. E la religione è diventata una componente primaria
delle decisioni, politiche, economiche, sociali, innanzitutto dell´America ma
anche di molti altri paesi. è importante guardare, per leggere i segnali
dell´influenza della religione, al di là dell´Europa, che è diventata quasi una
zona God free, come l´università di Harvard o Manhattan. Con tutto che la
chiesa di Times Square ha 8 mila congreganti alla settimana». Quindi il
cristianesimo che si sta esportando non è più quello europeo ma quello
americano? «Sì, ed è la prima volta nella storia. è un meccanismo che con Obama
è destinato a moltiplicarsi. I democratici hanno vinto anche entrando nelle
comunità evangeliche che erano appannaggio della destra. Somiglia al modello
americano il pentecostalismo che si diffonde in Brasile e Sud Corea, e
addirittura l´Islam del cantante indonesiano Abdullah Gymnastiar, detto Aa Gym,
o del televangelista egiziano Amr Khaled».
( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
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19 - Economia Global market La sorte di Zunino appesa alle
filosofie di Unicredit e Intesa La Cina è risoluta a mantenere una politica monetaria adeguatamente
accomodante perché l´economia non marcia ancora a passo sicuro MILANO - Come
già avvenuto in quasi tutti i casi di ristrutturazione degli ultimi due anni,
anche nel salvataggio di Risanamento stanno affiorando le diverse
"filosofie di vita" di Unicredit e Intesa Sanpaolo. La prima
vorrebbe un aumento di capitale più sostanzioso per la società, diciamo 500
milioni, che andrebbe incontro alle richieste della procura ma penalizzerebbe
Zunino. Costui sta puntando i piedi per non essere completamente estromesso dal
gruppo di cui è ancora azionista, dopo essere stato finanziato con generosità
dalle banche, arrivando alla minaccia di lasciar fallire il gruppo. E in questa
sua presa di posizione è in qualche modo sostenuto da Intesa che attraverso
l´accoppiata Miccichè-Mancuso segue da vicino le sorti dell´imprenditore
piemontese. Le riunioni di questi giorni diranno quale linea prevarrà e se le
banche arriveranno anche a "salvare" le holding sovrastanti il gruppo
che fanno capo allo stesso Zunino. Il detto "quando va bene ti finanziano,
quando va male ti spolpano" potrebbe essere confermato anche questa volta.
Giovanni Pons [LA CRISI DEL DIAMANTE GREZZO] LONDRA - Quando la savana brucia
anche i leoni soffrono: De Beers, il maggior produttore di diamanti del mondo
(controlla il 40% del mercato) ha registrato nei primi sei mesi dell´anno il
calo delle vendite più forte dal 1974. Anche i ricchi risparmiano, la
recessione colpisce il lusso e quindi le vendite di diamanti grezzi sono scese
del 57%. L´amministratore delegato Gareth Penny ha fermato le miniere del
gruppo in Botswana e Namibia per non alimentare il mercato di diamanti,
soprattutto quello americano che da solo vale il 50%. Ma parlando da
Johannesburg, Penny sostiene che comunque il peggio è passato e il futuro può
tornare a luccicare. Vincenzo Nigro
( da "Unita, L'" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Bologna,
si toglie la vita operaio licenziato da una multinazionale GIULIA GENTILE Un
intero progetto di vita da riorganizzare a soli 32 anni, un matrimonio fallito,
un lavoro che a breve non ci sarebbe più stato. Troppi problemi visti come
insormontabili per un uomo solo. Un dramma a cui L.D., da otto anni operaio
alla Chloride Italia di Poggio Piccolo di Castel Guelfo, multinazionale
specializzata nella progettazione di gruppi di continuità per l'energia
elettrica a una manciata di km da Bologna, ha preferito una corda appesa
all'anticamera della stanza da letto, il giorno precedente al primo compleanno
che avrebbe trascorso senza una moglie né un posto di lavoro. Nelle due pagine
di quadernone a quadretti lasciate in cucina, e trovate dal padre giovedì sera
dopo aver scoperto la tragica scelta del figlio, il giovane uomo parla di
«difficoltà» che non potevano essere superate «senza la donna della mia vita».
Circa un mese fa, il gruppo britannico aveva annunciato la scelta di chiudere
il reparto collaudo a Poggio piccolo: la produzione si
sarebbe trasferita in Cina.
Anche quel settore della ditta quindi diventava inutile. E solo per quattro dei
sei collaudatori si apriva l'ipotesi di un trasferimento a Torino o Mantova.
Non era fra loro L.D. a cui, ricostruisce il responsabile del personale Andrea
Cocchi, era stato semplicemente offerto un aiuto per trovare lavoro altrove,
previa buonuscita. «Gli ho chiarito che era nostra intenzione arrivare a un
accordo - dice - e che gli avremmo dato una mano a trovare una soluzione. Mi
aveva detto che ne avrebbe parlato con la moglie, in azienda ora siamo tutti
sotto choc». Dei problemi personali in ditta non sapeva probabilmente nessuno,
e nemmeno degli ansiolitici prescritti all'uomo dal medico per tenere a bada la
depressione. «La sua morte dev'essere un'occasione per aprire una riflessione
sulle situazioni di disagio e solitudine», si limita a dire commossa uscendo
dalla casa dei genitori Sara Brunori, amica di famiglia e giovane sindaca di
Castel San Pietro dove il ragazzo era cresciuto. Dramma nel dramma: proprio
giovedì, in una riunione fiume con la proprietà, i rappresentanti sindacali
avevano ottenuto «garanzie perchè in azienda si avviasse un contratto di
solidarietà», ricostruisce scosso Stefano Pedini (Fiom-Cgil). Tanto che, al
termine dell'incontro, dice ancora Pedini «la delegata Rsu aveva cercato di
telefonare a L.D. per dargli la buona notizia, ma il cellulare era staccato».
Da quando, a giugno, i sei lavoratori «rottamabili» erano stati convocati dalla
Chloride, il 32enne e il sindacalista si sentivano con frequenza. «Mi ha
chiamato un mese e mezzo fa e mi ha detto che stava subendo pressioni
dall'azienda per andare via - ricorda ora straziato - Era preoccupato». Troppo
per reggere. Perde il lavoro e si uccide. È la tragica decisione di un operaio
bolognese, che aveve anche rotto i rapporti con la moglie. Un mese fa la
multinazionale per la quale lavorava aveva soppresso un reparto.
( da "Unita, L'" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Indaga
sul papello e sulle rivelazioni di Ciancimino Il procuratore Messineo e i
sostituti Di Matteo e Ingroia hanno riaperto il fascicolo di indagini sui
contatti tra Stato e mafia prima e dopo le stragi del 1992 e del 1993. Cuore
dell'inchiesta sono le rivelazioni di Massimo Ciancimino e
le rivelazioni del boss Luigi Ilardo (poi ucciso)che chiamano in causa anche
pezzi deviati dei servizi segreti. Ci sarebbero già nuovi indagati. Adesso
l'indagine è molto più ampia di quella chiusa nel 2004 con l'archiviazione di
Riina, Cinà e Vito Ciancimino. Sotto processo, per favoreggiamento, il generale
Mori. Palermo
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-25 - pag: 1 autore: RIFORME NEGATE La
lunga siesta della vecchia Europa di Philip Stephens D iscutere del futuro
dell'Europa in questo periodo ha un che d'irreale. Gli euroscettici (più
rumorosamente in Gran Bretagna, ma anche in altri paesi) vivono ancora l'antico
incubo della possibile nascita degli Stati Uniti d'Europa. Eppure, sull'altro
fronte, non si può certo dire che gli europeisti festeggino. Anzi, più
verosimilmente guardano con scoramento alla palpabile incapacità dell'Unione
europea di incidere sulle sorti del mondo. Se mi annoverassi tra gli scettici,
canterei vittoria già da tempo nella grande lotta immaginaria tra la sovranità
dello Stato-nazione e il moloch comunitario che ha il suo cuore a Bruxelles. La
spinta integrazionista che ha portato alla creazione di un mercato unico e di
una valuta unica si è da tempo sbriciolata. Se c'è mai stato un momento in cui
si poteva temere che le nazioni europee sarebbero state assorbite da un
superstato federale, quel momento è passato da più di un decennio. Qualunque
dubbio residuo al riguardo avrebbe dovuto scomparire di fronte alle risposte
alla crisi finanziaria da parte di Berlino, Parigi e Londra, accentuatamente
nazionalistiche. Il leggendario motore francotedesco è seriamente inceppato,
troppo debole per trainare un'Unione allargata a 27 stati. I grandiosi discorsi
sull'ascesa dell'Europa come superpotenza accanto a Stati Uniti e Cina sono naufragati nella scadente
performance economica e nella carenza di leadership politica del Vecchio
continente. Il resto del mondo ci guarda con disprezzo (Pechino e Mosca) e
delusione (l'amministrazione Obama a Washington). Facendo parte dello schieramento
europeista, mi sento combattuto tra il rivendicare gli importanti successi
della costruzione europea e il rimpiangere tutte le opportunità mancate.
Per metà del tempo il bicchiere è mezzo pieno;per l'altra metà,mezzo vuoto.
Quando mi rivolgo a un pubblico che guarda con favore all'idea, tutt'altro che
rivoluzionaria, che la cosa di gran lunga più logica da fare per l'Europa sia
mettere in comune le proprie capacità, se vuole rimanere visibile nel
caleidoscopio in rapida trasformazione del potere globale, tendo ad accentuare
gli aspetti negativi. L'Europa è diventata una maxi- Svizzera del XXI secolo:
confortevole, compiaciuta e indisponibile ad avventurarsi all'esterno.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-25 - pag: 1 autore: Mondiali a Roma. Storica medaglia italiana nei tuffi sincronizzati MICHEAL SOHN -
AP/LAPRESSE Argento. Primo podio italiano nei tuffi sincro: Francesca Dallapè
(a sinistra) e Tania Cagnotto seconde dietro alla Cina e davanti alla Russia. u pagina
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-25 - pag: 7 autore: Oltre la crisi
Balzo dell'export per la Corea del Sud Rimbalzano le esportazioni della Corea
del sud, trascinando l'economia del paese. L'export, che pesa per circa il 60%
del Pil, è cresciuto del 14,7% nel secondo trimestre dell'anno, il miglior
risultato dal quarto trimestre del 2003. Aggiungendosi a
Singapore e Cina nella
lista di paesi in ripresa, la Corea ha fatto segnare un Pil in crescita del
2,3% rispetto al primo trimestre dell'anno, alimentata anche dalla ripresa dei
consumi ( nella foto, shopping in una zona commerciale di Seul). AFP
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-25 - pag: 8 autore: FAMIGLIE A REGIME
Pianificazione La legge del figlio unico fa parte delle politiche di controllo
delle nascite attuata dal governo cinese nell'ambito della pianificazione
familiare Introdotta nel 1979 da Deng Xiaoping ( a destra nella foto) per
contrastare il forte aumento demografico, vieta alle donne di avere più di un
figlio e impone penalità alle coppie che disattendono la prescrizione,
concedendo invece degli incentivia chi la rispetta Dopo forti proteste nelle
campagne, le norme sono state riviste per eliminarne alcune rigidità. Oggi il
divieto si applica alla sola popolazione urbana, il 36% del totale. Sono
previste deroghe per le minoranze etniche (11%); per le famiglie nelle aree
rurali di 19 province (53%); per i cinesi che rimpatriano; per le coppie al
secondo matrimonio e per quelle composte da figli unici In trent'anni sono nate
400 milioni di persone in meno. Mai vincoli demografici hanno causato un
profondo squilibrio di genere: la preferenza per i figli maschi ha diffuso la
pratica degli aborti selettivi. Dal
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-25 - pag: 8
autore: Cina. Al via nella
capitale economica e finanziaria del paese la prima campagna a sostegno delle
nascite Shanghai dice basta al figlio unico Manca manodopera: in soffitta il
diktat demografico di Deng Xiaoping Dario Aquaro Contrordine. Basta con la
politica dei "piccoli imperatori", qui si invecchia, figliate di più.
Non che alla trentennale legge cinese sul "figlio unico" non fossero
previste deroghe, ma quella lanciata a Shanghai è la prima campagna di
informazione a incoraggiare pubblicamente le eccezioni alla regola. Con visite
porta a porta e depliant illustrativi, funzionari del dipartimento per la
pianificazione familiare e volontari inviteranno le coppie della metropoli ad
avere un secondogenito: non tutte però, solo quelle formate da figli unici.
Causa invecchiamento della popolazione, quindi, la linea ufficiale di Pechino
può essere tradita a Shanghai. Disinnescare la bomba demografica ha favorito sì
la crescita economica degli ultimi decenni, ma la city della finanza e capitale
del boom industriale è da tempo alle prese con la carenza di manodopera.
«Raccomandiamo alle coppie qualificate di avere due bambini, per aiutare a
ridurre la percentuale di anziani», ha spiegato Xie Lingli, direttore della
pianificazione familiare di Shanghai. Per effetto delle restrizioni, queste
coppie sono in continua crescita: erano 4.600 nel 2005;
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-25 - pag: 8 autore: CLIMA Ban ki-Moon:
«Nessun accordo senza Pechino» Non ci potranno essere nuovi
accordi internazionali quest'anno sul clima senza la Cina. Lo ha affermato il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon,
in Cina per lanciare un
programma sull'ambiente. «Al contrario - ha aggiunto con la Cina c'è un enorme potenziale per il
mondo di raggiungere un accordo al vertice di Copenaghen. Pechino,
insieme ad altri paesi in via di sviluppo, si è da sempre opposta a ogni taglio
delle emissioni attribuendo la responsabilità dell'effetto serra soprattutto ai
paesi industrializzati. Restano comunque le aspettative che, in occasione del
vertice di dicembre in Danimarca, la Cina possa
presentare la proposta di un tetto alle sue emissioni. Greenpeace da tempo
sollecita Pechino a impegnarsi a ridurre l'aumento di emissioni di CO2 del
15-30% entro il 2020.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-25 - pag: 9 autore: DALLA PRIMA La
lunga siesta dell'Europa Se invece mi rivolgo a quegli scettici che, glissando
per convenienza sulla prima metà del XX secolo, rivendicano concezioni
ottocentesche di sovranità indivisa, sottolineo i tanti successi dell'Unione
europea. Non è difficile trovarli. Anche senza voler citare il periodo di pace
e prosperità seguito alla fine della seconda guerra mondiale, il radicamento
della democrazia nell'Europa centro-orientale postcomunista risalta come un
successo straordinario. Detto questo, è facile scivolare nella depressione
pensando all'introversione del continente. Il mondo sta assistendo a
sommovimenti geopolitici di portata mai vista nella storia; il potere si sta
spostando dall'Occidente all'Oriente; le istituzioni e le regole internazionali
su cui l'Europa fonda la sua sicurezza e prosperità sono in difficoltà. E
l'Europa sembra pronta ad autoescludersi dal dibattito. La tesi pessimistica è
stata esposta con eloquenza da Charles Grant, fondatore e direttore del
londinese Centre for european reform. Grant è un europeista straconvinto. Ma il
titolo di un suo recente saggio la dice lunga sul suo stato d'animo attuale:
"L'Europa è destinata a fallire come potenza?". Un decennio fa circa,
la Ue si poteva annoverare, insieme a Stati Uniti, Cina, India, Russia e magari un altro
paio di nazioni, tra i soggetti che avrebbero dato forma al nuovo ordine
internazionale. Ora, quando si trova a parlare con politici cinesi, russi o
indiani, Grant trova «raggelanti » le loro opinioni sull'influenza europea.
L'Unione ha ancora ambizioni, ma è giudicata «divisa, lenta a muoversi e male
organizzata». Barack Obama riponeva grandi speranze nel partenariato con
l'Europa per rifondare su nuove basi i rapporti tra Occidente e resto del
mondo. Ma l'inquilino della Casa Bianca si sta rapidamente rendendo conto di
quanto l'Europa sia riluttante a parlare con una voce unica in materia di
politica estera e di difesa. La posta in gioco è considerevole. è diventata una
banalità dire che stiamo avanzando a grandi passi verso un mondo multipolare
dove l'Occidente non sarà in grado come un tempo di determinare gli eventi. In
un contesto simile, le potenze di medio calibro del Vecchio continente hanno da
perdere più di chiunque altro se salta il sistema di regole. Anche per le
nazioni europee più grandi andare da sole è semplicemente improponibile. Ma,
come fa notare Grant, i governi europei sono molto più interessati a tenersi
aggrappati ai totem del potere - una grossolana distribuzione di posti nelle
varie istituzioni globali - che a contribuire a progettare l'architettura di un
nuovo ordine. Un pericolo evidente è che Usa e Cina
possano scavalcare l'Europa creando un G-2. Lo si può già vedere sui
cambiamenti climatici. Tutte le cariche di cui dispone l'Europa nel G-8, nel
Fondo monetario internazionale e così via a quel punto diventerebbero come una
valuta deprezzata. E dietro c'è una minaccia più grande, il rischio che
l'emergente ordine multipolare sia basato sulla forza invece che sul diritto.
Grant riconosce che c'è anche un altro aspetto della faccenda. L'Europa dispone
ancora di una robusta dose di soft power, in virtù della sua considerevole
forza economica, dei suoi valori e della sua stabilità politica. Se è vero che
non è riuscita a elaborare politiche comuni nei confronti, ad esempio, di Cina e India, è vero anche che dà un contributo sostanziale,
e spesso sottovalutato, al mantenimento della pace e della stabilità in tutto
il mondo. Robert Cooper, il direttore generale Ue per gli affari esteri, espone
con efficacia questa tesi in un commento critico che Grant, con ammirevole
equità, ha pubblicato congiuntamente alla sua analisi. Per quanto inefficiente
e spesso irritante, la Ue odierna rappresenta un enorme passo in avanti
rispetto a prima. Chi non è d'accordo pensi al disastroso fallimento
dell'Europa negli anni 90 di fronte al tracollo dell'ex Jugoslavia.Cooper mette
in evidenza anche l'errore comune di giudicare l'Europa sulla base di
aspettative irrealistiche. Non si è mai pensato che dalla costruzione europea
sarebbe emerso un unico stato, perciò non ha senso comparare la Ue con Usa o Cina. Per usare le parole di Cooper, «l'ambizione della Ue
spesso non può essere più grande della somma delle ambizioni dei suoi Stati
membri, e questi ultimi non sempre sono ambiziosi ». Ma è qui, secondo me, che
sta il problema. Non mi viene in mente nessun momento nella storia recente in
cui sia stato tanto importante, per gli europei, dimostrare al mondo le loro ambizioni.
Anche se adesso sembra tranquilla e soddisfatta, l'Europa scoprirà presto che
viaggiare col freno tirato non è per niente agevole. Philip Stephens
(traduzione di Fabio Galimberti) © FINANCIAL TIMES
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-25 - pag: 10 autore:
... GROTTESCA IDEA PER IL DARFUR Mutanda pazza non salva il mondo P er salvare
il mondo ci son tanti modi, spegnere la luce quando non serve, disegnare uno
strumento che risparmi energia, lavorare alla solidarietà e al volontariato,
unirsi alle idee di buona volontà. Ma anche le buone intenzioni talvolta cadono
nel ridicolo, con il risultato di rendere grottesca la nobile causa che
vorrebbero servire. Il Darfur, l'area del Sudan da anni squassata dalla guerra
civile, è tra le cause più importanti su cui impegnarsi. Un governo locale di
criminali di guerra, nell'indifferenza del mondo e con il
tacito sostegno della superpotenza Cina, terrorizza la popolazione, deporta le minoranze, incendia i
villaggi, affama i bambini e stupra le donne, lasciate alla soldataglia dei
janjaweed. Ma è vendere mutande tanga con il logo Salvate il Darfur, ultima
moda negli Usa, la strada seria per ricordare quella tragedia? O è
piuttosto la moda del momento? Rendere farsa tutto, anche il male?
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
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Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE MERCATI IT data: 2009-07-25 - pag: 20
autore: Il caso/2. Gianmarco Gabrieli, a.d. «I Pinco Pallino» «Manca la visione
globale» MILANO I Pinco Pallino è un marchio di abbigliamento, scarpe e
accessori per bambini, di fascia alta, creato da Imelde Bronzieri che si occupa
della parte creativa insieme a Stefano Cavalleri. L'azienda, che ha sede a
Bergamo, è gestita dal figlio di Imelde, Gianmarco Gabrieli. Leggiamo da una
schedaprofilo ufficiale che I Pinco Pallino «elaborano 300 capi a stagione
concepiti internamente all'azienda, mentre la produzione è quasi totalmente
esterna » e che «la rete distributiva conta una quarantina di mono-marca in
Italia, Francia, Germania, Svizzera, Russia, Giappone,
Taiwan, Cina, Emirati
Arabi, Bahrain e Kuwait, oltre alla presenza mondiale in più 400 negozi
multimarca e prestigiosi department store». Ovvio che Gabrieli non veda di buon
occhio l'obbligo del "made in" così come è stato confezionato e
licenziato dal Parlamento in questi giorni. «Ne faccio una questione di
metodo - dice Gabrieli - perchè avrei visto meglio un testo unico in grado di
riunire tutte le sfaccettature del problema etichettatura. Così mi sembra un
vero e proprio meccanismo con variabili assolutamente imprevedibili. Penso
all'azienda italiana che in parte fa confezionare all'estero, ma anche al
marchio italiano tipo Gucci che a sua volta ha una proprietà straniera,
inserito com'è in una multinazionale francese». «Penso anche ai posti di lavoro
che comunque si vanno perdendo nel settore, una realtà sociale ricca di
professionalità, penso alle scuole sartoriali che rischiamo di perdere per
strada - aggiunge l'amministratore delegato –. Eppoi mi spiegate come si fa con
magazzini già pronti per la spedizione a fermarli per etichettarli come questa
legge prevede? La logica, ribadisco, dovrebbe essere a 360 gradi perchè
qualcuno deve anche spiegarmi che se uso la lana di alpaca, dove altro la posso
trovare se non in Perù». R.Fa. © RIPRODUZIONE RISERVATA LEGGI FRAMMENTATE
Bisognava pensare a un provvedimento in grado di riunire in maniera organica
tutti gli aspetti legati all'etichetta
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
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Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-25 - pag: 29 autore:
Raccolti sul mercato 7,3 miliardi di dollari Ipo da record per il big cinese
delle costruzioni China State Construction Engineering, il principale colosso
cinese delle costruzioni di immobili ( nella foto uno dei cantieri della
società), ha raccolto sul mercato 50,16 miliardi di yuan, pari a 7,3 miliardi
di dollari, nella maggiore offerta pubblica di acquisto a livello mondiale
degli ultimi 16 mesi. Sono state vendute agli investitori
12 miliardi di azioni al prezzo di 4,18 yuan per titolo: il prezzo si colloca
nella parte alta della forchetta. State Construction intende approfittare del
rally delle Borse in Cina per
raccogliere capitali e sviluppare nuovi progetti immobiliari in vista di un
possibile nuovo boom dei prezzi delle case. BLOOMBERG
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
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Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-07-25 - pag: 36 autore: Diamanti.
La produzione e i prezzi delle pietre grezze hanno accusato il peso della
recessione Semestre nero per De Beers Le vendite sono diminuite del 57%, il
calo peggiore dal 1974 Roberto Capezzuoli Dopo un semestre così, si può solo
migliorare. è questo il senso delle dichiarazioni che ieri mattina hanno
accompagnato il tradizionale rapporto della sudafricana De Beers, la società che
controlla il 40% del mercato mondiale dei diamanti grezzi. Nei primi sei mesi
le sue vendite hanno accusato il peggior calo degli ultimi 35 anni, scendendo
del 57%, a 1,4 miliardi di dollari, affondate dalla recessione e dal
conseguente calo della domanda negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.
Dalle miniere De Beers in Sudafrica, Botswana, Namibia e Canada sono state
estratte pietre per 6,6 milioni di carati, in flessione del 73% rispetto allo
stesso periodo del 2008. La crisi infatti ha imposto alla società di bloccare
per alcuni mesi l'attività in Namibia e Botswana, oltre che l'esplorazione di
promettenti aree del Congo. Per la proprietà – al 45% del gruppo Anglo
American, al 40% della famiglia Oppenheimer e al 15% del Botswana – non sono
buone notizie. I profitti netti del semestre sono calati del 99%, dai 316
milioni di dollari del ricco bilancio registrato nella prima parte del 2008 ai
3 milioni segnalati ieri. Però la ripresa è alle porte. «Il peggio è passato»,
ha dichiarato il direttore Gareth Penny intervistato dal Financial Times, e lo
dimostra l'intenzione di riattivare le miniere. La produzione dell'intero 2009
scenderà "solo" del 50% rispetto all'anno scorso, quindi arriverà a
24 milioni di carati, contro i 48,1 milioni del 2008 e i 51,1 milioni dell'anno
precedente. Anche i costi saranno quasi dimezzati, mentre la perdita dei posti
di lavoro è calcolata intorno al 23%, pari a 4.700 dipendenti in meno. La
posizione debitoria, che a fine giugno totalizzava 4,06 miliardi di dollari,
non preoccupa Penny, che sta trattando con le banche il riscadenzamento di 1,5
miliardi dovuti al marzo
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
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Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-07-25 - pag: 36 autore: Oro. La
rupìa e le tasse fanno perdere a Nuova Delhi un primato
storico La Cina sorpassa
l'India nei consumi La Cina
quest'anno salirà al primo posto nel consumo di oro, un'egemonia finora feudo
dell'India. Grazie alla robusta ripresa economica, la domanda di gioielli in Cina è salita, mentre il declino della
rupìa ha rallentato i consumi indiani, che rischiano di diminuire ancora per il
recente raddoppio del dazio sull'import. La Bombay Bullion Association
ritiene che il sorpasso sarà solo sulla carta, perché non potrà tener conto
delle crescenti importazioni effettuate tramite canali non ufficiali, per
evitare le tasse. Ma le cifre del World Gold Council non lasciano dubbi. Nei
primi sei mesi l'import indiano è sceso del 54%, a 63,8 tonn., mentre gli
acquisti cinesi hanno superato 105 tonn. solo nel primo trimestre. I dati
dell'intero 2008, secondo l'ultimo rapporto della casa di studi statistici
Gfms, vedevano la domanda indiana viaggiare oltre 650 tonnellate d'oro, con
quella cinese a 400 tonnellate. Quantitativi notevoli rispetto al totale
mondiale dello scorso anno, che il World Gold Council stimava in aumento del 3,8%
a 3.658,6 tonnellate, per un valore di 101,8 miliardi di dollari. La China Gold
Association non esclude il sorpasso, che però non intacca il favore che gli
indiani riservano all'oro in occasione dei matrimoni e delle feste
tradizionali. A contribuire alla crescita della domanda cinese c'è anche il
graduale aumento delle riserve auree ufficiali del paese, riserve che oggi, con
1.054 tonnellate, sono al sesto posto dopo quelle di Usa, Germania, Fmi,
Francia e Italia.
( da "Avvenire" del 25-07-2009)
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POLITICA
25-07-2009 Le fragilità di un'economia monotematica che cerca nuovi sbocchi in
Africa e in Oriente D alla scorsa estate, con l'arrivo dell'onda lunga della
crisi finanziaria anche in Kuwait, il sistema mostra tutta la propria
fragilità, dipendente com'è dal petrolio. Il quinto maggiore esportatore al
mondo (dopo Arabia Saudita, Canada, Iran e Iraq) è palesemente esposto alle
fluttuazioni del prezzo dell'oro nero, eppure il Parlamento non è ancora
riuscito a trovare un accordo per il piano di rilancio e diversificazione
dell'economia, il cui budget prevede un'iniezione di 5 miliardi di dollari. Nel
primo trimestre del 2009, 158 società kuwaitiane quotate in borsa hanno
registrato complessivamente un crollo dei propri risultati pari al 94% (dati
Global investment house). Le società di investimenti sono le più colpite,
mentre i servizi sopportano meglio la crisi. Affannosamente, la casa reale
cerca nuove intese strategiche e opportunità di sbocco a O- riente. Un esempio:
l'Autorità del Kuwait per gli investimenti all'estero (Kia), l'agenzia che cura
gli investimenti dell'emirato, già a fine 2008 aveva acquistato azioni per
oltre 700 milioni di dollari nella Banca commerciale cinese e manifestava
l'intenzione di triplicare l'attuale investimento in Giappone nei prossimi tre
anni, come riferito dal rapporto Ice di Kuwait City. Su base regionale, il
Kuwait punta a diventare il centro commerciale finanziario della regione, ma il
suo tasso di inflazione in costante crescita (+11,7 nel 2008) mette a repentaglio
le ambizioni della casa reale, oltre che il progetto di una moneta unica nel
Golfo. La bilancia commerciale si mantiene comunque positiva. Il Kuwait importa
dall'Italia preceduta da Stati Uniti, Giappone, Germania e Cina il 6 per cento delle importazioni.
L'obbiettivo a medio termine della politica economica è la riduzione della
dipendenza dall'oro nero, che attualmente determina il 95% del bilancio
dell'emirato. In quest'ottica vanno lette le recenti missioni di uomini
d'affari kuwaitiani in Benin, Gabon, Gibuti, Senegal, con progetti di
sviluppo nei settori acqua, agricoltura, energia, comunicazione, turismo. (
F.Z.)
( da "Avvenire" del 25-07-2009)
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MONDO
25-07-2009 E Shanghai promuove le nascite: incentivi alle coppie con due
fratelli PECHINO. Shanghai rompe la regola del figlio unico. La municipalità della capitale economica della Cina scrive il China Daily online ,
annuncia che incoraggerà attivamente le coppie con figli unici ad avere un
secondo figlio. Lo scopo: contrastare l'invecchiamento della popolazione e il
peso crescente di genitori e nonni in pensione sui figli unici. «Raccomandiamo
alle coppie qualificate di avere due figli perché in questo modo si potrà
aiutare a ridurre la percentuale di persone anziane e a prevenire una futura
carenza di manodopera», ha spiegato al giornale Xie Lingli, direttore della
pianificazione familiare di Shanghai. La campagna di incentivi sarà affidata a
volontari che distribuiranno i volantini informativi sotto le porte. Le coppie
avranno diritto a consulenze finanziarie e assistenza psicologica. Alla fine
degli anni Settanta ad angosciare i governanti di Pechino era la crescita
incontrollata della popolazione nelle città in un Paese che proprio allora
varcava la soglia del miliardo di abitanti. Oggi sono fonte d'angoscia il
conseguente invecchiamento della popolazione e il crescente peso delle coppie
formate da due figli unici che si prendono a carico i quattro genitori se non
addirittura gli otto nonni. A Shanghai il 22% della popolazione, oltre 3
milioni di persone, ha più di 60 anni e la previsione è che la percentuale
salga a 34 entro il 2020.
( da "Avvenire" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina
MONDO
25-07-2009 Cina, gli «orrori» nella politica del
figlio unico Un libro denuncia il lato più terribile della pianificazione in
atto dagli anni '70, dagli aborti forzati ai bimbi gettati via L a "politica del figlio unico" in vigore dalla fine degli anni
'70 come uno dei lati oscuri della Cina. Un libro ne svela i lati più concertanti: «Strage di innocenti.
La politica del figlio unico in Cina», scritto da Harry Wu e curato da Toni Brandi e Francesca Romana
Poleggi, è stato pubblicato il 23 luglio scorso dell'Editrice Angelo Guerini.
Harry Wu, oggi direttore esecutivo della Laogai Research Foundation, è
sopravvissuto all'esperienza dei "Laogai", i lager cinesi, in tutto
simili a quelli nazisti. I metodi con cui il regime di Pechino persegue il
controllo delle nascite non sono meno violenti. Non solo vige l'obbligo del
figlio unico (tranne che in pochi casi): anche per il primo figlio occorre il
permesso di una "cellula del controllo della popolazione", in base ai
numeri rigidamente pianificati dal governo centrale per ogni zona del Paese.
«Meglio dieci tombe che una nascita fuori piano», «Una sterilizzazione fa onore
a tutta la famiglia», «Meno bambini, più maialini da fattoria»: questi sono gli
slogan con cui il regime cerca di inculcare nella popolazione l'idea del figlio
unico obbligatorio. Per chi sgarra c'è l'aborto forzato, talvolta al 7° o 9°
mese, o anche l'infanticidio: almeno mezzo milione di funzionari girano per il
Paese arrestando le donne rimaste incinte senza permesso, o i loro familiari
per indurle a costituirsi. Alcune testimonianze sono agghiaccianti; donne fatte
abortire con metodi atroci, bambini appena nati buttati nella spazzatura,
ancora vivi, o uccisi barbaramente davanti agli occhi della madre. Il regime si
vanta di avere così evitato circa 400 milioni di nascite. Gli effetti di questa
politica, a quanto denuncia Wu, sono il rapido invecchiamento della
popolazione; un forte squilibrio fra i sessi, tant'è che milioni di cinesi non
possono sposarsi per mancanza di donne e diventa sempre più frequente il rapimento
o il commercio di donne vietnamite. Non solo: sono in aumento i suicidi di
donne che hanno subito la violenza dell'aborto forzato. Mentre sono tantissimi
i bimbi non registrati all'anagrafe, quindi privi di ogni diritto. A tutto
questo si aggiunge la repressione contro che denuncia queste violenze o cerca
di difendere le vittime: l'arresto e la tortura sono all'ordine del giorno.
Matteo Zuccari Impedite in Cina 400 milioni di nascite
( da "Repubblica, La" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
34 - Cultura Eterni ragazzi uniti dal sogno di Sandokan C´è chi ne ristampa i
libri, chi gli dedica sale nei musei, chi colleziona carte autografe e cimeli e
chi, come Ernesto Ferrero, addirittura abita nella sua ultima casa, a Torino. I
fedelissimi dell´autore che inventò il romanzo italiano d´avventura sono tanti.
Tutti pronti a celebrarlo nel 2011, per il centenario della morte. Intanto, è
in preparazione un dizionario che ne raccoglierà personaggi, temi e luoghi Una
voce robusta, con una specie di vibrazione metallica, s´alzò dal mare ed
echeggiò fra le tenebre, lanciando queste parole minacciose: "Uomini del
canotto! Alt, o vi mando a picco!" TORINO Si definiscono salgarofili
piuttosto che salgariani. Sono una pattuglia composita di donne e uomini sparsi
per l´Italia che dell´inventore del romanzo nostrano d´avventura sanno davvero
tutto, ne collezionano edizioni preziose, carte autografe e cimeli, ne tengono
vivo il ricordo in convegni, mostre, pubblicazioni. C´è chi, come Giovanna e
Franca Viglongo, da anni stampa e ristampa i suoi libri. Chi gli ha dedicato
una sala nel Museo della scuola e del libro per l´infanzia, come ha fatto
Pompeo Vagliani a Torino, a Palazzo Barolo. E chi, da Roberto Antonetto a
Ernesto Ferrero, a Silvino Gonzato, a Felice Pozzo e a Vittorio Sarti, scrive
di lui, ovviamente di capitan Emilio Salgari, con una fedeltà pari a quella di
Yanez per Sandokan. Ognuno di loro ha cominciato in netto anticipo a preparare
la celebrazione del centenario della morte dello scrittore veronese, che si
suicidò sulla collina di Torino il 25 aprile 1911, oppresso dal carico
impressionante di lavoro, dalla miseria, dagli editori che lo pagavano poco o
niente, dalla malattia mentale della moglie Ida. Tra questi c´è Ernesto
Ferrero, narratore, saggista e direttore della Fiera del libro di Torino, che
sta scrivendo un romanzo sugli ultimi sei mesi di vita del nostro
"Tusitala", Colui che racconta, come gli abitanti di Samoa avevano
chiamato Robert Louis Stevenson. è un´idea nata in un contesto e in uno
scenario perfetti. Il letterato abita nella stessa casa che fu l´estrema dimora
di Salgari, in corso Casale
( da "Repubblica, La" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina XI - Firenze Zhe e compagni, le nuove facce della Cina
Studiano all´Università, vivono con 7mila euro l´anno, giocano a basket alle
Cascine Appartengono alla middle class e non hanno alcuna paura di parlare:
"Chiudersi a Chinatown non ha senso" LAURA MONTANARI Il pivot è
quello che arriva presto la mattina del sabato. Zhe, un metro e
( da "Repubblica, La" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina
Pagina
21 - Cronaca L´interrogatorio di tre ore venerdì scorso nel carcere di Opera.
Una nuova strategia Stragi, Riina promette ai giudici un dossier su Capaci e
via d´Amelio SALVO PALAZZOLO PALERMO - Il primo interrogatorio di Salvatore
Riina, venerdì mattina nel carcere milanese di Opera, si è concluso con una
promessa al procuratore Sergio Lari: la consegna, al più presto, di un
memoriale. Il capo di Cosa nostra in carcere dal 1993, che ribadisce di
rifiutare qualsiasi collaborazione con la giustizia, inaugura una nuova
strategia. Non solo risponde alle domande dei pm che indagano sulle stragi
Falcone e Borsellino, ma annuncia di voler offrire ulteriori elementi di
analisi. I magistrati non si aspettano rivelazioni ma sono interessati a capire
le mosse di Riina. Nelle tre ore di audizione sono state molte di più le
allusioni che gli spunti concreti. Il padrino è tornato a citare il «Castello»,
come già aveva fatto quattro anni fa, nel processo per il fallito attentato
allo stadio Olimpico. E´ il Castello Utveggio che sovrasta la via d´Amelio dove
fu ucciso Paolo Borsellino, forse sede di una struttura di servizi deviati,
così ipotizzano le sentenze. Dice Riina: «Andate a vedere là, questa è roba
vostra. Da me non è venuto nessuno». Poi il boss sostiene la tesi di un
complotto nei confronti non solo suoi, ma anche del figlio Giovanni (in cella
all´ergastolo), affermando che sarebbe stata costruita ad arte la notizia
secondo cui il giovane avrebbe dato dello «sbirro» a Bernardo Provenzano al
momento del suo arrivo in carcere. In cella, qualche tempo fa, ha ricevuto visite di investigatori e magistrati anche Antonino
Cinà, il medico di Riina accusato di aver scritto il «papello» della trattativa
fra le stragi. Dice il suo avvocato, Mimmo La Blasca, nell´arringa dell´ultimo
processo: «Sono autorizzato a riferire che quando preparavamo l´interrogatorio
in aula è stato affrontato anche l´argomento papello. Il dottore Cinà mi
ha detto: "Nel 1992 cosa poteva interessare a Cosa nostra? La revisione
del carcere duro, dei processi, della legge sui collaboratori di giustizia. Io
non penso che occorresse un medico con tre specializzazioni per scrivere queste
cose"». Per Cinà i pm Di Matteo e Paci hanno chiesto una condanna a 16
anni, 14 per l´ex deputato regionale di Forza Italia, Giovanni Mercadante,
accusato di essere vicino a Provenzano. La sentenza è attesa domani.
( da "Repubblica, La" del 26-07-2009)
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Pagina
30 - Cronaca Titusville, la città-fantasma che inventò l´oro nero Secolo del
petrolio la copertina Era il 27 agosto 1859 quando la rudimentale trivella di
Edwin Drake, un avventuriero che si faceva chiamare "colonnello",
fece sgorgare in Pennsylvania un fiotto del carburante che avrebbe cambiato la
Storia Siamo tornati in quel paese sperduto tra i monti Appalachiani per vedere
cosa resta della "rivoluzione nera" che, dopo centocinquant´anni,
sembra aver esaurito la sua spinta propulsiva Un villaggio qualsiasi, nel
"grande ovunque americano" Ironicamente, nessuna autostrada raggiunge
il paese che lanciò l´industria del petrolio, nessun viandante lo attraversa se
non sbaglia strada VITTORIO ZUCCONI (segue dalla copertina) E ppure luogo meno trionfale,
meno pomposo, più timido, con la scontrosità della Pennsylvania che Michael
Cimino raccontò nel suo Cacciatore, potrebbe essere immaginato di questa
languida cittadina di seimilaquattrocento abitanti, molti dei quali studenti in
un campus della Università di Pittsburgh. Un villaggio qualsiasi, nel «grande
ovunque americano», che sta nascosto tra le infinite valli degli antichissimi
monti Appalachiani, la spina di roccia logorata dalle ere geologiche fra
l´Alabama e Terranova. Ironicamente, per il Paese che inventò l´industria del
petrolio, nessuna autostrada lo raggiunge, nessun viandante lo attraversa se
non smarrisce la strada, e rari turisti transitano avanti e indietro lungo una
Main Street rimasta intrappolata nel tempo, dove non ti sorprenderebbe vedere
Superman bambino sulla Ford Modello T del padre. Soltanto perché io sono
l´unico passeggero, e visibilmente adulto, sul finto tranvaino turistico che
offre per cinque dollari il giro della città, la guida mi addita, con pudore,
un palazzetto di mattoni rossi a tre piani che negli anni della "corsa al
petrolio" era il più vivace e frequentato bordello della contea. E oggi
ospita, per pura coincidenza, un negozio di abiti da sposa che quelle povere
ragazze di fine Ottocento costrette ad amplessi fetidi con i trapanatori del
petrolio avrebbero sognato invano. Tutto quello che rimane del fiotto che
sgorgò dal campo dove ora sorge il museo è appena abbastanza greggio per
alimentare la riproduzione (autentica, come si dice qui) della prima trivella
del finto colonnello Edwin Drake, un secolo e mezzo fa, e per mostrare ai
visitatori delle scuole come funziona l´estrazione del petrolio che non c´è
più. Se Titusville, battezzata con il nome del fondatore, non è diventata una
città fantasma come le città minerarie del Colorado, del Klondike, della
California quando le vene aurifere si esaurirono, è per il campus universitario
e per la presenza di una fabbrica di plastica, alimentata con il petrolio
importato dall´Arabia Saudita. Due motel a una stellina, l´immancabile
grande magazzino di ciarpame made in Cina, il Wal Mart, quattro saloon e una dozzina di ristoranti alla
svelta sono tutto quello che rimane di una scoperta che avrebbe prodotto,
centocinquanta anni più tardi, una ricchezza mondiale da milletrecento miliardi
di dollari annui per le nazioni produttrici di petrolio. E che qui,
nella terra spompata, è un ricordo. Il petrolio greggio, per chi non lo avesse
mai visto da vicino, è una cosa che fa schifo, come è ovvio che sia un
distillato di putrefazioni organiche millenarie. Ma qui non si avverte più
nell´aria quell´odore di corruzione sulfurea che mi rimase per sempre nelle
narici dai giorni della Prima guerra del Golfo, quando Saddam Hussein nel
febbraio del 1991 allagò il Kuwait per la rabbia di averlo perduto. Sono ormai
solo i nomi dei paesi e dei luoghi che si attraversano nel labirinto degli
Appalachiani per raggiungere Titusville da Pittsburgh che ricordano che cosa
esplose qui, nomi come Oil City, Pithole (il buco del pozzo, oggi villaggio
fantasma) e Oil Creek, il torrente del petrolio, nel quale ancora affiorano
striature luminescenti di greggio. Alla metà dell´Ottocento, quando arrivò il
"colonnello" Drake, che si era attribuito il grado fasullo, il fetore
di petrolio era pungente. Furono quell´odore, la tradizione dei nativi che lo
scucchiaiavano dalle pozzanghere e il traffico dei pochi barilotti usati per
accendere i lumi a petrolio ad attirare il "colonnello" e a spingerlo
a chiedere i diritti di esplorazione al proprietario dei terreni, che neppure immaginava
di essere seduto sopra il futuro del mondo. Drake arrivò a Titusville quando il
paese era un grumo di casette di legno attorno a un "trading post",
un emporio per il commercio con gli indiani della vicina valle dell´Ohio, con
una borsa di pelle, un cambio di mutandoni, duemila dollari in contanti
ottenuti da finanziatori di Wall Street e lo spazzolino da denti con le
setoline logore che la badessa del tempio, la signora Zolli, figlia di
generazioni di immigrati italiani piovuti sulla Pennsylvania, mi mostra
compiaciuta. Ai geologi, come agli abitanti originali degli Appalachiani, la
presenza di petrolio nel sottosuolo era evidente, e la nafta, da esso derivata,
era conosciuta all´umanità da secoli, probabilmente parte della inestinguibile
miscela infernale che le navi di Bisanzio lanciavano sulle flotte nemiche, il
fuoco greco. Ma quando, dopo ripetuti fori nella terra, e debiti per
rifinanziare la ricerca, il primo "gusher", il primo fiotto uscì dal
praticello fangoso, la sua intuizione non fu la materia oleosa succhiata ai
sedimenti lasciati dall´oceano tiepido che aveva inondato questa valle per
milioni di anni. Fu nella visione della domanda insaziabile che il mondo
avrebbe sviluppato per quella schifezza maleolente e fino ad allora quasi inutile,
perché il petrolio in quel 1859 era una soluzione alla ricerca di un problema.
Un carburante senza un motore. Mancavano ancora diciassette anni alla messa a
punto del primo motore a quattro tempi e a combustione interna, creato da
Daimler, Otto e Maybach nella lontanissima Germania. E decenni alla scoperta
della superiorità del motore diesel sulle caldaie a carbone per le navi da
battaglia, insaziabili divoratrici di nafta. Ma qualcun altro, anche meglio del
finto colonnello, aveva capito quale inimmaginabile ricchezza la sua trivella
in Pennsylvania aveva stappato. Il suo nome era John D. Rockefeller, piccolo
commerciante di Cleveland, che dieci anni dopo la scoperta del giacimento nel
cuore dei monti della Pennsylvania già si era impadronito del controllo
dell´ottanta per cento di tutte le raffinerie della regione, necessarie per
trasformare il brodo nero in carburanti, con la sua Standard Oil. La reazione a
catena che avrebbe travolto l´intero pianeta era partita. In tre anni, le
catapecchie di Titusville sarebbero cresciute per ospitare quindicimila
persone, il doppio di oggi, diecimila nella vicina Pithole, ventimila a Oil
City, con tralicci fitti come oggi i larici e i pioppi che hanno
misericordiosamente ricoperto e risanato la terra trasformata in fango dalle
ruote dei carri e dagli zoccoli dei cavalli che trasportavano le botti. Pozzi e
trivelle spuntarono a caso, senza regole o norme di sicurezza, come i cercatori
d´oro con i pentolini nel Klondike, talmente vicini e fitti da scatenare
incendi ed esplosioni che in un solo giorno avrebbero incenerito ottanta
persone, cremate e raccolte in una fossa comune senza croci o nomi. Sgorgarono
marche di lubrificanti e carburanti destinate a stamparsi sulle pareti di ogni
garage, Quaker Oil, dalla setta di quaccheri che qui erano emigrati, Pennzoil,
Kendall, Sunoco, e la più celebre, la Exxon, partorita dalla Standard Oil dei
Rockefeller, a sua volta figlia della Pennsylvania Rock Oil Company. Titusville
era diventata la città del fango, dove era più faticoso estrarre i carri dalla
terra collosa che estrarre il petrolio. Una vampata che, come quella che
consumò la vita di ottanta uomini, cominciò a spegnersi nei primi anni del
Ventesimo secolo, quando un oceano incomparabilmente più vasto e facile da
estrarre fu scoperto sotto la prateria del Texas. Il regno di Titusville, i
suoi sontuosi bordelli e saloon, le fonderie che erano spuntate nelle valli
vergini degli altri fiumi vicini, il Monogahela, il fiume della luna, l´Ohio,
l´Allegheny, conobbero una seconda, fuligginosa primavera nella Seconda guerra
mondiale, quando si dissanguarono per alimentare la mobilitazione bellica.
Mentre Detroit era l´arsenale della democrazia, Titusville e la sua regione
fornivano il carburante per far funzionare le macchine da guerra. Oggi il
"jurassic park" della rivoluzione nera sta esausto, come se il parto
di quella mostruosità l´avesse sfiancato. I sedicimila pozzi ancora attivi in
queste valli producono 4.027 barili al giorno, appena un cucchiaio di
"olio di roccia" rispetto agli otto milioni di barili pompati - ogni
giorno - soltanto dai deserti d´Arabia. Resta, sotto l´occhio affettuoso della
signora Zolli, la reliquia di un santo che li ha sedotti e abbandonati. Il
tranvaino per turisti che non ci sono funziona a batterie elettriche, per non
inquinare la città fossile di un combustibile fossile.
( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)
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1 - Prima Pagina Il caso Oggi a Washington la più vasta delegazione governativa
mai partita da Pechino Obama studia il modello cinese
contro la crisi funziona meglio FEDERICO RAMPINI Agli europei questa sigla fa
venire le convulsioni, ma non c´è dubbio che assomiglia a un "G2" il
summit che riunisce oggi a Washington i governanti dell´America e della Cina. Obama, la Clinton e il segretario
al Tesoro Geithner ricevono la più vasta delegazione governativa (150 persone)
mai partita da Pechino. SEGUE A P
( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
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23 - Commenti OBAMA STUDIA IL MODELLO CINESE CONTRO LA CRISI FUNZIONA MEGLIO
(SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
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17 - Esteri Arriva il sottomarino nucleare ora l´India è una super potenza
Grande festa per il varo, porterà missili balistici Il primo ministro Singh:
"Questo è un momento storico per la nostra difesa. Ma non abbiamo disegni
aggressivi, vogliamo solo proteggere i nostri valori" DANIELE
MASTROGIACOMO Da ieri anche l´India ha il suo sottomarino nucleare. Il gigante
del sud est asiatico possiede già la bomba atomica (come del resto il rivale e
confinante Pakistan); ma avere a disposizione un mezzo navale in grado di
trasportare missili a grande gittata sotto le acque degli oceani è un obiettivo
diverso e più ambizioso. Rafforza le difese strategiche e firma l´ingresso
automatico in quel club dei potenti del mondo di cui, finora, facevano parte solo Cina, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Federazione russa.
L´annuncio è stato dato dal primo ministro Manmohan Singh durante la cerimonia
d´inaugurazione dell´»Arihant», «Distruttore di nemici», un bestione di 6 mila
tonnellate, spinto da un reattore di 85 megawatt e in grado di raggiungere i 24
nodi tra gli abissi. Il varo è avvenuto a Visakhapatnam, cittadina del
sudest dell´India, nello stato dell´Andra Pradesh. Sospinto in mare di poppa,
come vuole la tradizione, il sottomarino è stato battezzato con il lancio di
una noce di cocco sulla carena, da petali di fiori, da corone di ghirlande, tra
i fumi degli incensi e le note di una fanfara e sotto l´attenta regia della
moglie del premier, la signora Gursharan Kaur. La folla di maestranze, di
autorità e di semplici cittadini ha assistito con trepidazione ma soprattutto
con l´orgoglio di aver centrato un obiettivo che l´India inseguiva da almeno
venti anni. «Il nostro paese», ha subito avvertito il primo ministro, «non ha
alcun disegno aggressivo e non vuole minacciare nessuno. Vogliamo proteggere i
nostri valori e questo è un momento storico nell´allestimento della nostra
difesa». A nessuno è tuttavia sfuggito il senso della data scelta per il varo
del nuovo mezzo navale. Proprio ieri ricorreva il decimo anniversario di una
guerra lampo con il Pakistan lungo la Linea di Controllo (Loc) sulle alture di
Kargil, nel Cashemir indiano: giorno epico e storico a cui l´India, tra
propositi rassicuranti e vari imponenti, ha voluto dare nuova valenza
politico-militare. Nel1999, un migliaio di soldati pakistani e indiani morì
nelle furiose battaglie nate da una decisione che provocò condanne e infinite
polemiche. Convinto di essere in grado di forzare la mano, il capo di Stato
maggiore dell´esercito di Islamabad infranse la linea di confine e aiutò
centinaia di militanti islamici a trasferirsi dal Cashemir pakistano a quello
indiano. Ma in realtà quella che sembrò subito una mossa azzardata
nell´infinito conflitto tra i due stati si trasformò in una mattanza.
Realizzato interamente in casa, con l´assistenza russa, l´»Arihant» non potrà
essere operativo prima di due anni. Dovrà essere sottoposto a numerosi test nel
Golfo del Bengala. Lungo
( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)
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21 - Cronaca Quando la vacanza è dolce i turisti sulle strade del miele Tappe
in quaranta città a caccia del nettare doc Viaggi low cost per amanti della
natura, alla scoperta delle varietà più gustose IRENE MARIA SCALISE ROMA - è
nato da poco e ha già un nome: è l´honey traveller. Nuova specie di viaggiatore
low cost che punta a una vacanza dolce per il palato e per il portafoglio. E in
Italia, nell´estate della crisi, è in costante ascesa. Segue un itinerario ben
preciso: le città del miele. Inaugurando così un´inedita frontiera del turismo
enogastronomico. Non ha pretese e neppure regole fisse: può accontentarsi di
una gita fuori porta o girare per un mese intero ma, di sicuro, rifugge dalle
rotte commerciali. Nello zaino un vasetto e la curiosità di conoscere le
quaranta (e più) varietà di nettare made in Italy. E, naturalmente, porta
sempre a casa qualche specialità. Spesso, infatti, l´acquisto diretto è una
delle motivazioni che spinge l´honey traveller a fare le valigie. Spinto dal
desiderio esplora così nuovi itinerari o torna in quelli che lo hanno
maggiormente entusiasmato. L´appassionato ha anche una carta d´identità ben
precisa: salutista, esploratore di sapori, attento al territorio e alla qualità
dell´ambiente. Insomma "turisticamente corretto". Consuma
( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)
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42 - Sport Prima vittoria della McLaren quest´anno. Kimi secondo. I giudici
squalificano la Renault per il prossimo gp a causa della ruota volata via ad
Alonso Hamilton e Raikkonen, riecco i vecchi padroni Barrichello: "Ogni
volta che passavo da quel punto mi vedevo davanti la faccia di Felipe"
BUDAPEST dal nostro inviato Il ritorno degli antichi padroni. McLaren, Ferrari,
Hamilton, che non vinceva una gara dal 19 ottobre scorso,
gp in Cina, Raikkonen, che
continua il digiuno di successi, datato ormai 15 mesi, ma che mai quest´anno
era arrivato secondo. Nobiltà al completo, se sul podio ci fosse stato anche
Massa, bloccato invece dopo il terrificante incidente di sabato in un letto
d´ospedale. O Alonso, appiedato dalla propria squadra che, come nel 2006,
stessa spiaggia, stesso mare, Budapest gli ha regalato il primo trionfo in
carriera, ma poi gli ha sempre portato jella, gli monta male la gomma anteriore
destra e lo fa precipitare dal paradiso del primo posto (avvio bruciante dalla
pole) all´inferno del ritiro. Non solo, al danno di ieri si aggiunge la beffa,
perché alla Fia non piace quella ruota che abbandona la sua macchina e va in
giro per la pista (per fortuna stavolta senza conseguenze), non gradisce Alonso
che se ne va a spasso con tre gomme, ma soprattutto è arrabbiata perché la
Renault via radio non ha avvertito il pilota del pericolo, non gli ha detto
nulla del problema avuto al pit stop anche quando lui temeva una foratura, lo
ha lasciato libero di correre nella sua insicurezza e ora deve pagare con
l´esclusione di entrambe le macchine dal prossimo gp, guardacaso a Valencia, in
Spagna, la terra del suo leader. La Fia è furiosa, accusa il team di condotta
pericolosa e punisce senza pietà, anche per dare un segnale forte dopo quanto è
successo a Surtees in Formula 2 e a Massa sabato durante le qualifiche. La
Renault però non ci sta a passare da capro espiatorio e presenta subito
appello. Seguirà il solito viaggio a Parigi, tribunale in azione, e la casa
francese che spera di potersi schierare in griglia a Valencia. La resurrezione
dei leader antichi. Che coincide con il ridimensionamento dei peones di
quest´anno, ormai in chiaro affanno, vedi l´ex mostro Brawn, settima con
Button, mai protagonista, decima con l´anonimo Barrichello, più perdonabile,
perché costretto a correre in stato di choc, dopo quanto era capitato all´amico
Massa il giorno prima, colpito da una molla persa dall´ammortizzatore della sua
macchina. Sospira, Rubens: «Ogni volta che attraversavo quel punto, mi vedevo
il suo volto davanti». La Brawn è in crisi, la Red Bull invece si fa male da
sola. Vettel si fa imprigionare alla partenza, da secondo si trasforma in
settimo, si fa chiudere in maniera regolare da Raikkonen (il finlandese va
sotto inchiesta, ma verrà assolto dai giudici) e finisce per navigare a centro
gruppo. Un´uscita di pista, l´ala anteriore cambiata, il ritiro. Va meglio a
Webber, terzo in gara, secondo nella classifica iridata. Però con un mea culpa:
si fa fregare al pit stop da Raikkonen e gli regala la seconda piazza,
beccandosi pure un´ammonizione per uscita pericolosa dai box. Il ferrarista
invece stavolta è impeccabile: grande avvio con il kers, da settimo a quarto,
buon ritmo, un problema allo scarico destro tenuto sotto controllo. Mai
comunque come il redivivo Hamilton. Eccezionale allo start, da quarto a terzo,
e poi nel sorpasso a Webber. Alonso si fa parte e lui ritrova il trionfo.
(s.z.)
( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)
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46 - Sport Dollari, applausi e tv: è il calcio Usa Successo della tournée di
Milan e Inter. E ora ci proverà la Juve Gattuso si appella a Berlusconi:
"Ci servono due o tre giocatori. Spero ci faccia un regalo" ANDREA
SORRENTINO BOSTON dal nostro inviato Hanno diffuso il "brand", che in
America serve sempre. Hanno intascato il gettocino di presenza: più o meno due
milioni e mezzo di euro. Hanno giocato amichevoli e si sono allenati a migliaia
di chilometri di distanza dall´Italia, un paese da cui, per brevi o lunghi
periodi, a volte è salutare allontanarsi. Inter e Milan hanno chiuso col derby
di Foxborough la loro campagna d´America, ma l´avventura continua. Sia perché
l´estate dei viaggi non è per niente terminata, sia perché un giretto negli Usa
torneranno a farlo nei prossimi anni. In fondo il torneo a cui hanno
partecipato, il World Football Challenge con il Chelsea e i messicani del Club
America (organizzato dalla CAA Sports di Charlie Stillitano), ha avuto
successo: le sei partite disputate hanno fatto registrare una media di due
milioni di dollari di incassi, perché gli stadi si sono riempiti quasi sempre,
e altro denaro è arrivato dalla vendita dei diritti tv a Espn, che ha trasmesso
in diretta gli incontri. Un affare per tutti, perché il calcio tira anche negli
Usa: a patto che ci si apra a questo sconfinato paese e che lo si frequenti un
po´, perché se si riesce a diffondere il proprio nome e il proprio marchio poi
il ritorno di interesse è assicurato, dato che di ragazzi (e ragazze) che
giocano a pallone nei parcheggi, nei parchi pubblici o nelle università, è
piena l´America. Per questo, ad esempio, il Chelsea è il club che in questo
torneo ha attirato il maggior numero di tifosi, che accorrono allo stadio con
le magliette "Blues" e inneggiano a Drogba: già da quattro anni, già
insomma dai tempi di Mourinho, il Chelsea ha battuto l´America d´estate in
lungo e in largo, e ora sta passando alla cassa. Per questo gli organizzatori
hanno scoperto che anche la Juventus è interessata agli Usa, al punto che sere
fa a Pasadena c´era Jean Claude Blanc, ad della Juventus: per il 2011 i
bianconeri potrebbero partecipare al World Football Challenge, magari insieme al
Manchester United che interessa moltissimo agli organizzatori. La prossima
estate invece non ci saranno tornei, perché sul calendario degli impegni di
tutti giganteggia il Mondiale sudafricano. Ma è probabile che l´Inter torni
comunque a Los Angeles per un periodo di allenamenti: a Mourinho piace
moltissimo la California (e non è affatto l´unico) e anche la squadra si è
trovata bene nelle strutture di Ucla. Dopo il derby il Milan non rientrerà in
Italia ma volerà direttamente a Monaco di Baviera per il torneo Audi, con
Bayern, Manchester United e Boca Juniors, cui farà seguito l´amichevole di
Lisbona l´8 agosto contro il Benfica e il torneo Tim di Pescara il 14 contro
Inter e Juve. I nerazzurri invece giocheranno il 30 luglio a Montecarlo contro
il Monaco per il trofeo Pirelli, prima della partenza il 3
agosto per la Cina: l´8 a
Pechino è Supercoppa contro la Lazio. Calendario fittissimo, e si sa che
giocare tanto con i muscoli non ancora a posto può essere rischoso, ma ormai va
così. Intanto oggi e domani saranno i giorni delle visite mediche e delle
presentazioni per Eto´o all´Inter e Ibrahimovic a Barcellona: il mercato
interista, a parte un possibile ritorno di fiamma per Cassano, è
formalmente chiuso. Apertissimo quello del Milan, che tenta una rincorsa su
Huntelaar. Gattuso, intervistato da Sky, manda un messaggio a Berlusconi: «Fino
al 31 agosto speriamo nel nostro presidente. Penso che questa squadra sia
competitiva, ma con due-tre giocatori in più possiamo dire la nostra. Anche
così è possibile, ma c´è la consapevolezza che manca qualcosina. Credo e spero
che il presidente ci faccia un regalo».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-07-2009)
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Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-26 - pag: 6 autore: La corsa dell'H1N1
Allarme influenza. Proprio mentre ci sono i primi segnali di superamento della
recessione il mondo si prepara ad affrontare una nuova emergenza Fuori dalla
crisi, dentro la pandemia Il virus mette alla prova politica ed economia - Un
altro test per la cooperazione globale di Brian Groom L a pandemia di influenza
spagnola del 1918, che uccise decine di milioni di persone, si era abbattuta su
un mondo devastato da quattro anni di guerra. La pandemia di influenza suina
del 2009 arriva in un mondo per lo più in pace, ma in preda alla peggior
recessione economica degli ultimi sessant'anni. Il virus H1N1, identificato per
la prima volta in aprile in Messico, si diffonde a una velocità senza
precedenti, aiutato dalla mobilità internazionale. Per fortuna, fin qui si è
mostrato non più letale dell'influenza di stagione, sebbene per gruppi diversi
dal solito, come i giovani e le donne incinte. L'Organizzazione mondiale della
sanità, la quale ha annunciato venerdì che il virus è presente in 160 paesi e
ha fatto circa 900 vittime nel mondo, si aspetta una pandemia «moderatamente
severa» a meno che l'H1N1 non muti diventando più letale. è iniziata la gara per
produrre dosi di vaccino in tempo per l'autunno, stagione di influenza
nell'emisfero nord. La minaccia si presenta mentre la fiducia nei vari governi
è già intaccata dalla loro incapacità di prevedere e di prevenire la crisi
finanziaria. Le imprese già stanno combattendo contro la recessione e in Gran
Bretagna soltanto il 43% di esse ritiene essere bene o abbastanza bene
preparato contro la pandemia, stando ai dati raccolti dal Chartered Management
Institute per conto del Cabinet Office. I datori di lavoro sono stati avvisati
che un quinto dei dipendenti potrebbe essere assente durante il picco del
contagio, e forse di più nelle piccole aziende e in settori cruciali. Le
aziende che hanno tenuto conto degli annunci di una possibile pandemia hanno
intensificato i preparativi negli ultimi tre anni, per garantire che i prodotti
alimentari siano distribuiti, i bancomat riforniti e le transazioni online
effettuate. In alcuni paesi però, potrebbero essere meno preparate, soprattutto
dopo licenziamenti dovuti al rallentamento dell'economia. Se milioni di
dipendenti dovranno lavorare a casa, sarà un duro collaudo per la robustezza di
internet. Società multinazionali potrebbero avere problemi transfrontalieri in
paesi che adottano misure diverse contro il contagio. Per gli economisti è
difficile fare previsioni sensate dell'impatto che finora si è fatto sentire
sul continente americano, in Australia e in Gran Bretagna. In Messico, dove i
casi sono stati 14.800 e le morti 138,l'influenza A potrebbe tagliare dello
0,3-0,5% il prodotto interno lordo dell'anno in corso, ha calcolato la
Commissione economica delle Nazioni Unite per l'America Latina e i Caraibi. Per
l'Ernst & Young Item Club, l'influenza potrebbe far perdere alla Gran
Bretagna fino al 3% del Pil quest'anno e l'1,7% l'anno prossimo. «Con il mondo
occidentale sull'orlo della deflazione- si legge in un suo rapporto - non è
esagerato dire che una pandemia di questa portata potrebbe farlo precipitare».
Altri analisti sono più circospetti. «A meno che l'influenza A non uccida un
maggior numero di persone, o che i media non riescano a far montare il panico,
l'impatto sull'economia e sul mercato potrebbe essere limitato », dice Rob
Carnell, responsabile per l'economia internazionale della banca Ing. Colin
Ellis, che segue l'economia europea per Daiwa Securities SMBC, ritiene che nei
paesi industrializzati potrebbe esserci un calo delle vendite al dettaglio e
nella fiducia dei consumatori che costerebbe al massimo l'1,5% del Pil
britannico. Ma se l'influenza si diffondesse in Cina, per ora poco colpita, «sarebbe
molto preoccupante ». In Australia, i casi confermati fino a due giorni fa
erano 16.567, un aumento del 25% in quattro giorni, e dall'inizio del contagio,
poco più di cinque settimane fa, le vittime sono state circa 40. Robert
Marks, economista all'università del New South Wales, stima che per ora il
costo economico non superi quello di un'influenza stagionale, «ma ci sono costi
associati alle reazioni individuali al virus, e queste sono difficili da
quantificare». Inoltre pensa che le aziende non abbiano ancora preso in seria
considerazione l'effetto di un'assenza massiccia del loro personale. Anche la
clientela si assenta. La compagnia Air New Zealand attribuisce all'H1N1 il calo
del 25% dei passeggeri sui voli per l'Asia e la Gran Bretagna delgiugno scorso,
rispetto al giugno 2008. Negli Stati Uniti sono 44mila i casi ufficiali
accertati, e le vittime sono 303. Non si sono mai vendute tante mascherine e i
disinfettanti per le mani sono comparsi ovunque, alle casse dei supermercati
come alla reception del Fondo monetario internazionale. Le autorità prevedono
che, a differenza di quanto succede con l'influenza stagionale, il contagio
aumenterà con la riapertura delle scuole. «Un vaccino sarà disponibile in
ottobre, al più presto, e la scuola inizia tra un paio di settimane», fa notare
Janet Napolitano, ministro della Sicurezza interna. Il governo federale lascerà
le autorità locali decidere se le scuole vanno chiuse o meno, ma intende
accertarsi che le aziende siano pronte ad affrontare l'assenteismo. Il mese
scorso il presidente Barack Obama ha inserito una richiesta di 7,7 miliardi di
dollari per combattere il virus nel decreto per il finanziamento delle guerre
in Iraq e Afghanistan, dicendo che era meglio «abbondare con la prudenza».
Stando a Sidney Weintraub, un economista del Center for Strategic Studies, «se
tutto procede abbastanza bene» l'influenza farà calare il Pil di mezzo punto
percentuale. Oppure di 1,3-1,5% se in autunno la situazione si deteriora e il vaccino
non basta. In Gran Bretagna i casi stimati sono quasi raddoppiati in una
settimana, passando da 55mila a 100mila, e sono morte 30 persone. è stato
varato un servizio di consulenza per telefono e su internet, «troppo poco,
troppo tardi », per il partito conservatore all'opposizione. Secondo Ben
Willmott del Chartered Institute of Personnel and Development ( Cidp), invece,
la reazione delle autorità è stata «ottima e le linee-guida per i datori di
lavoro molto chiare».Le reazioni delle imprese variano: la banca Hsbc ha
distribuito l'antivirale Tamiflu ai dipendenti, mentre la catena di
supermercati Sainsbury ha fatto incetta di mascherine. Il Cidp raccomanda ai
datori di lavoro di identificare i posti-chiave e le mansioni che si possono
svolgere online, e di verificare come possono funzionare con il personale
ridotto al minimo. In Spagna, con 1.526 casi confermati e 5 morti, gli enti del
turismo citano la paura di viaggiare come uno dei fattori che hanno contribuito
al calo dei visitatori. Una guida governativa che indica alle aziende come
minimizzare l'impatto dell'influenza sulla produttività verrà pubblicata entro
venerdì prossimo, quando la maggioranza dei cittadini parte per le vacanze.
«Altri paesi, come la Gran Bretagna, sono stati più lungimiranti - ha scritto
il quotidiano finanziario El Economista- e hanno da marzo un piano dettagliato
per affrontare una pandemia da influenza». Nessun panico in Germania per ora,
malgrado il titolo a caratteri cubitali del Bild, il quotidiano più venduto:
"Il virus è fuori controllo!" Su 2.500 persone con-tagiate, la
maggioranza rientrava da vacanze in Spagna, ma non sembra che il governo
intenda limitare i viaggi. Al Messer Group, che produce gas industriali e ha
4.700 dipendenti in 120 località dell'Europa e dell'Asia, i lavoratori stanno
perdendo l'abitudine di stringersi la mano. La portavoce della "squadra
pandemia", Diana Buss, spiega che è solo una delle misure introdotte da
quando l'Organizzazione mondiale della sanità ha alzato il livello d'allarme.
Negli uffici della sede, ci sono saponi e fazzoletti disinfettanti a ogni piano
e i dipendenti di ritorno dall'estero devono andare nell'infermeria aziendale a
farsi misurare la temperatura. La campagna "Siate educati anche senza una
stretta di mano" è stata ben accolta dalle società collegate e dai
fornitori, ma va ancora collaudata sui nuovi clienti. «Sorridiamo
all'interlocutore e cominciamo a parlare », dice la Buss. In Asia, spiega Tai
Hui della Standard Chartered Bank, gli effetti sono stati limitati in confronto
a quelli della Sars nel 2003. «Ma se la situazione peggiora,- aggiunge-
potrebbero risentirne non solo destinazioni turistiche come la Thailandia, ma
anche gli hub dei trasporti internazionali come Singapore e Hong Kong». La Cina ha adottato le misure più stringenti, provocando
l'indignazione degli stranieri tenuti in quarantena a migliaia. Come hanno
scoperto decine di studenti britannici e americani, negli aeroporti e ai posti
di frontiera il test diagnostico è diventato obbligatorio. Le autorità hanno
riferito di quasi 1.800 casi di contagio, per ora senza alcuna vittima. Memore
della Sars - sulla quale all'inizio il governo aveva taciuto - appena saputo
dei primi casi in Messico, Pechino è intervenuta senza perdere tempo.
L'Organizzazione mondiale della sanità sta studiano l'organizzazione di una
risposta globale. In alcuni paesi, i dirigenti della sanità lamentano che non
distribuisca con il dovuto tempismo i dati clinici di cui hanno bisogno per
assegnare le loro scarse risorse. Proprio come la crisi economica e
finanziaria, la pandemia metterà a dura prova la cooperazione internazionale.
Traduzione di Sylvie Coyaud L'EFFETTO SULLE AZIENDE Durante il picco del
contagio un numero elevatissimo di dipendenti sarà assente A milioni
lavoreranno da casa, dura prova per le reti
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-26 - pag: 7 autore: Politica e
comunicazione. Cctv lancia un canale per Medio Oriente e Nord Africa La tv
cinese parla anche arabo Dario Aquaro I media cinesi continuano la lunga marcia
nell'etere globale. Ultima tappa conquistata: Nord Africa e Medio Oriente.
L'emittente statale China Central Television ha lanciato ieri un canale in
lingua araba, ventiquattrore al giorno di notizie, intrattenimento e programmi
culturali accessibili da un'audience potenziale di 300 milioni di persone,
distribuite in 22 paesi. Il nuovo canale della Cctv apre così alla quarta
lingua straniera, dopo le edizioni inglese, francese e spagnola. Zhang
Changming, vicepresidente della Cctv, è stato chiaro: «è imperativo per noi
essere un'emittente multilingue, sfaccettata e con più punti di vista». Come
dire: sappiamo bene che in tempi di globalizzazione la partita geopolitica si
gioca con gli strumenti della comunicazione di massa. E chi può dare lezioni a
Pechino sull'argomento? Basta leggere i comunicati di presentazione. Il canale,
si dice, mostrerà a Medio Oriente e Nord Africa la «vera» Cina.
Dove la verità è concetto che appartiene al Politburo. «Il nostro principio è
essere obiettivi, accurati e trasparenti », ha spiegato Zhang. Appunto, la
verità «vera». Ma sotto il tappeto delle dichiarazioni d'intenti è ancora
nascosto lo sporco di decenni di censura. Le questioni tibetana e quella
uigura, da ultime, senza parlare dei limiti imposti al web, sono esempi che
commentano da sé. Vanno bene l'assalto all'economia e al territorio, la
discussione sulla valuta globale e la sponsorizzazione degli investimenti
all'estero. Senza il controllo sull'informazione, però, non si va abbastanza
lontano. Ancora Zheng: «Speriamo che il mondo possa
conoscere la Cina e la Cina il resto del mondo sempre meglio».
Uno staff iniziale di 80 persone, composto da giornalisti e conduttori cinesi
che parlano arabo, ha perciò da ieri il compito di contrastare l'immagine
spesso «distorta» che i media stranieri trasmettono del paese. Come se,
parafrasando Wittgenstein, i limiti del mondo non siano i limiti del
linguaggio, ma quelli della lingua. Diffondere il punto di vista del regime e
coinvolgere nel "conflitto" sul territorio le persone che lo abitano,
questa la strategia di Pechino. La scelta di inaugurare il canale arabo della
Cctv cade nei giorni seguenti alle critiche piovute sulla gestione cinese della
rivolta nello Xinjiang. Diversi ambienti islamici non hanno gradito il
trattamento riservato alla minoranza musulmana degli uiguri. Ora Pechino potrà
spiegare le sue ragioni- fittizie o meno- parlando la stessa lingua. E con gran
guadagno per gli affari. Gli scambi commerciali con l'Africa sono cresciuti
enormemente negli ultimi anni; la penetrazione dei cantieri cinesi, che sfidano
l'occidente in cerca di energia e materie prime, è arrivata a partorire il
neologismo Cinafrica. La Cctv parlerà ora anche ai
cittadini del Medio Oriente: le armi mediatiche l'aiuteranno a propinare
modello di sviluppo e stile di vita nelle regioni del cosiddetto secondo mondo,
in linea con le ipotesi del giovane studioso Parag Khanna: una lotta globale
senza quartiere tra «i tre imperi»: Cina, Stati Uniti
e Unione Europea. Costruire «un ponte importante per rafforzare la
comunicazione e la comprensione tra la Cina e i paesi
arabi», dice Zhang. Ma non solo. L'iniziativa della Cctv è parte di un
programma più ambizioso, che punta a promuovere l'immagine della Cina nel mondo, elevare il profilo dei suoi media
all'estero. Un elaborato piano di espansione che comporta anche l'apertura di
numerose sedidi corrispondenza della stessa emittente statale e dell'agenzia
ufficiale di stampa Xinhua. Secondo il South China Morning Post, quotidiano di
Hong Kong in lingua inglese, si tratterebbe di un'operazione da 45 miliardi di
yuan, 4,6 miliardi di euro, anche se la cifra non è stata confermata da alcuna
fonte ufficiale di Pechino. Nello sviluppo della rete informativa rientra anche
il lancio - in calendario a settembre - di un canale televisivo in lingua
russa. Nel momento in cui gli immigrati cinesi rivendicano demograficamente
alcune parti della Siberia, e il controllo politico della Russia sui propri
territori estremi si va indebolendo. La rivoluzione culturale si completa - con
pazienza - fuori casa. LA VERITà DI PECHINO Lo status di grande potenza impone
di affiancare all'ormai diffusa presenza economica e commerciale
un'informazione mirata
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-26 - pag: 7 autore: STRATEGIE GLOBALI
In funzione da ieri L'emittente statale China Central Television ( nella foto
la sede di Pechino) ha lanciato ieri un'edizione in lingua araba, che offrirà
ventiquattrore al giorno di notizie, intrattenimento e programmi educativi Il
nuovo canale è il quarto in una lingua straniera, dopo le edizioni in inglese,
francesee spagnolo. A settembreè prevista anche la partenza di un canale in
russo La Cctv in arabo sarà accessibile in 22 paesi, con un'audience potenziale
di 300 milioni di persone Lo staff iniziale è composto da 80 persone, composto
da giornalisti e conduttori cinesi che parlano arabo e che avranno il compito
di offrire all'estero una«diversa lettura dei fatti di Pechino» L'iniziativa
della Cctv fa parte di un piano che puntaa promuovere l'immagine
della Cina nel mondo e
prevede l'apertura di numerose sedi di corrispondenza dell'emittente statale e
dell'agenzia ufficiale di stampa Xinhua Secondo il South China Morning Post,
quotidiano di Hong Kong in lingua inglese, si tratterebbe di un'operazione da
45 miliardi di yuan (4,6 miliardi di euro) IM
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-26 - pag: 17 autore: Bank
of China offre i tassi più vantaggiosi I mutui degli inglesi arrivano da
Pechino LONDRA. Dal nostro corrispondente La Cina s'avvicina.Alla City. Bank of China
soccorre gli inglesi a caccia di un mutuo e offre tassi più vantaggiosi dei
maggiori concorrenti. Il fenomeno è ancora limitato nei volumi, ma -secondo gli
analisti - è destinato a svilupparsi creando un temibile concorrente alle
maggiori banche, da Barclays a Hsbc, fra le più attive nell'offrire
credito immobiliare. Soprattutto perché Bank of China ha già esperienza nel
settore, ma fino ad ora limitava la propria attività alla clientela cinese
residente nel Regno Unito. Il credit crunch ha offerto nuove opportunità
all'istituto di Pechino. Non solo perché ha sbaragliato la concorrenza portando
Boc al terzo posto mondiale nella classifica bancaria, ma soprattutto perché le
consente di svilupparsi in un settore che le banche occidentali ora avvicinano
con grande cautela. La crisi del credito esplosa sulla bolla immobiliare ha
avuto, fra l'altro, l'effetto di contrarre l'erogazione dei mortgage facendo
ulteriormente precipitare i valori delle case. Non basterà certo Bank of China
per cambiare il corso delle vendite nel Regno Unito, ma è un aiuto sostanziale
radicato, oltretutto, in accordi con alcune società immobiliari britanniche che
si sono associate all'iniziativa. L'approccio di Bank of China è limitato, per
ora, nei volumi, ma aggressivo nella politica. Con spread relativamente
contenuti i mutui di Pechino sono considerati oggi a Londra fra i più
competitivi in assoluto anche se diretti a una clientela ristretta (in
particolare a chi compra per affittare). Le offerte di Bank of China metteranno
pressione sulla concorrenza britannica che dopo aver chiuso del tutto le
erogazioni nello scorso autunno le ha riprese recentemente, ma con il
contagocce. Le pratiche di concessione sono più complesse di prima e i margini
sono molto più elevati del passato anche se il tasso di sconto è a zero.
Brokers e analisti apprezzano la mossa cinese proprio perché si augurano che la
spinta esterna induca le banche inglesi a rivedere le condizioni oggi in vigore.
Se lo augurano tanto da sperare che dopo la banca di Pechino, altri istituti
internazionali, meno terremotati dalla crisi di quelli britannici, decidano di
concedere crediti in Gran Bretagna. L.Mais. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA SVOLTA
Finora l'istituto di credito limitava la propria attività alla clientela cinese
residente nel Regno Unito
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MANAGER E IMPRESE data: 2009-07-26 - pag: 14 autore: Un
ambasciatore per il manager Gli sherpa lavorano a fianco degli executive
sull'internazionalizzazione di Massimiliano Del Barba L' esperienza del
ministero degli Esteri al servizio del made in Italy. A sette anni dalla sua
introduzione, cominciano a vedersi i frutti della legge 145/02 che ha sancito
anche in Italia il "distacco" dei dirigenti pubblici presso le
aziende. Sono una decina i funzionari statali ad aver compiuto il passaggio:
tutti provenienti dalla Farnesina e inseriti in importanti realtà (Eni, Enel,
Unicredit, Intesa Sanpaolo) proiettate oltreconfine. A lavorare sulla
passerella che divide il mondo delle feluche da quello degli imprenditori si è
messa l'unità «Sistema Paese » degli Esteri, la cabina di regia nata l'estate
scorsa dall'intesa fra Confindustria, il dicastero degli Esteri e quello dello
Sviluppo economico e diretta da Vincenzo Schioppa: «La mobilità fra pubblico e
privato in paesi come Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna – spiega il
diplomatico – è da tempo uno dei punti di forza per consolidare la presenza
delle nostre imprese all'estero. L'applicazione concreta di una norma ad hoc
anche in Italia ha permesso di avvicinare due mondi che si erano sempre
guardati con diffidenza». Impostata del ministero della Funzione
pubblica,Franco Bassanini, l'iniziativa è diventata legge grazie al suo
successore, Franco Frattini, nel 2002, per trovare la prima applicazione nel
settembre 2003 con il "distacco" del consigliere diplomatico Giuseppe
Scognamiglio dagli Esteri a Unicredit (si veda la storia di fianco). La
procedura prevede che Pa e associazioni di categoria fissino le priorità. Di
qui la richiesta di distacco di un funzionario che conosca la realtà dei Paesi
in cui si va a operare. è poi la Pa a indicare il candidato (per un massimo di
quattro anni, salvo proroghe). Tanti, si è detto, gli esempi stranieri. E molti
di successo, anche se nessuno, spiegano al ministero, è stato veramente preso come
modello per scrivere il testo della legge 145. Dalla prassi non formalizzata
del turnover pubblico-privato tipica dei Paesi anglosassoni, alla tradizione
pluricentenaria dell'" amakudari " giapponese – la "discesa dal
paradiso", l'usanza diffusa fra i boiardi di Stato di passare un paio di
anni nei board delle corporation prima di andare in pensione – fino al sistema
francese imperniato sull'Ena, la grande fucina continentale della diplomazia,
punto di riferimento a partire dagli anni cinquanta per gran parte delle
sperimentazioni di mobilità pubblicoprivata. Normale, per un alto funzionario
d'oltralpe, uscire dall'Ena, entrare in magistratura, passare al gabinetto del
primo ministro, essere distaccato in una grande azienda per un paio di anni,
tornare in magistratura e, magari, concludere la propria carriera nel consiglio
d'amministrazione di una multinazionale. Aperta a tutti i settori
amministrativi, la legge italiana ha avuto finora un solo interlocutore
pubblico, la Farnesina: «Fortemente voluta da Frattini quando era ministro
della Funzione pubblica – prosegue Schioppa – è stata subito recepita dal
ministero degli Esteri che ha messo a disposizione delle imprese l'esperienza
maturata dai suoi funzionari nelle 300 sedi che compongono la rete internazionale
del dicastero. Il fatto che alla fine del 2002 Frattini sia diventato ministro
degli Esteri ha permesso il subitaneo passaggio alla fase operativa». Una
legge, per usare la definizione dell'avvocato ed ex membro del Consiglio
superiore della magistratura, Bartolo Gallitto, che ha configurato anche nel
nostro Paese «una sorta di mercato dei manager, liberi di affermarsi
professionalmente in regime di concorrenza, non solo tra aziende, ma anche e
fra imprese e pubblica amministrazione». Una legge, soprattutto, che risponde
al principio del "do ut des": «Non si tratta infatti di mero turismo
amministrativo – tiene a precisare Schioppa – bensì di un investimento
produttivo sia delle aziende, che possono disporre di know how di altissimo
livello, sia del ministero, poiché al loro ritorno i funzionari sono chiamati a
condividere Fra i promotori della “cabina di regia” nata dall'intesa fra
Confindustria, il ministero degli Esteri e quello dello Sviluppo economico per
coordinare il lavoro di Governo e imprenditoria, c'è anche il diplomatico Enzo
De Luca, oggi in Eni: «Si tratta – spiega – di un'iniziativa che sta
consentendo all'Italia di poter far circolare esperienze fra pubblico e
privato, mettendo a disposizione delle imprese un know how di carattere sistemico».
Una decina i diplomatici selezionati nell'arco di questi anni, ma per De Luca
non si tratta di un numero esiguo: «è vero, non stiamo parlando di centinaia di
manager – conclude –. Tuttavia l' intento della legge era quello di promuovere
maggior sinergia a livello delle grandi aziende e dell'amministrazione. Un
obiettivo che non si può raggiungere giocando sui grandi numeri dato anche che,
in Italia, le realtà che si occupano di settori come quello bancario ed
energetico si contano sulle dita di due mani. Si tratta, comunque, di un
modello che ha attirato l'attenzione di molti paesi stranieri». M. D. B. con il
resto dell'amministrazione le esperienze maturate durante il distacco». Oltre a
un esperto di Est Europa come Giuseppe Scognamiglio, giunto in Unicredit quasi
sei anni fa durante le operazioni di shopping portate avanti dalla banca di
Profumo sul mercato postsovietico, la Farnesina ha recentemente
"prestato" all'Eni Enzo De Luca, già distaccato in Enel e prima
ancora consigliere diplomatico del ministero dello Sviluppo economico, e ha
"ceduto" all'Enel Mauro Battocchi, fino allo scorso ottobre a capo
dell'ufficio di promozione per il Commercio del ministero degli Esteri nonché,
durante il decennio precedente, responsabile delle relazioni industriali all'ambasciata
Bonn e di Tel Aviv. Se in Francia sono addirittura le stesse aziende a ripagare
lo Stato dell'investimento fatto per la crescita professionale del corpo
diplomatico distaccato, il Governo italiano cerca di trovare un tornaconto per
l'internazionalizzazione dell'intero sistema Paese. Così Alberto Bradanini,
dopo significative esperienze all'Onu e a Pechino in
qualità di coordinatore del comitato governativo Italia-Cina, ha lavorato in Enel nella veste di
responsabile delle Relazioni istituzionali internazionali e da circa un anno
dirige l'ambasciata italiana a Teheran. E anche Vincenzo Petrone, distaccato
negli scorsi anni in Confindustria come responsabile degli Affari
internazionali, è ora ambasciatore in Giappone dove, grazie ai contatti
maturati nell'associazione industriale sta contribuendo all'organizzazione
dell'evento «Italia in Giappone 2009» per la promozione del made in Italy nel
Paese asiatico. © RIPRODUZIONE RISERVATA CRESCONO LE OPPORTUNITà Tra i numerosi
casi di successo dei diplomatici dislocati per un periodo di quattro anni nelle
imprese ci sono Enel, Eni, UniCredit e Intesa Sanpaolo IL RETROSCENA Sviluppo
economico ed Esteri alla guida della cabina di regia ILLUSTRAZIONE DI UMBERTO
GRATI
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: ARTE data: 2009-07-26 - pag: 35 autore: Architettura
L'infinito quartiere cinese di Fulvio Irace N el 1967, quando uscì il film di
Bellocchio, pochi c'erano stati, ma la Cina sembrava vicina, anche se in realtà
più come utopia che come realtà. Ora che si è passati dalla teoria «dei cento
fiori» della rivoluzione culturale alla pratica delle «cento città» del
capitalismo globalizzato, la Cina si è ritagliata un posto centrale: nonostante sia diventata un
centro di gravità per l'intera economia mondiale, però, rimane di fatto
una grande incognita, l'enigmatico punto della bilancia di un destino che non
riguarda solo i cinesi. Tra i tanti indicatori della rinascita asiatica, quello
edilizio è forse il più forte e senza dubbio il più visibile. A Shanghai e a
Pechino, i punti d'attrazione per migliaia di turisti sono i nuovi musei della
città, dove le megalopoli del futuro offrono lo spettacolo dei grandi cantieri:
un'ispida barriera di grattacieli sotto i quali soccombono ogni giorno gli ultimi
residui delle forme di vita tradizionale, gli hutong, le case-cortile simbolo
di un proletariato che un tempo era comunità. Proprio all'ultimo hutong è
dedicato questo libro-inchiesta di Vittorio Gregotti, il cui lavoro di
architettura in Cina da dieci anni sta misurando
difficoltà e speranze di costruire realistiche alternative a uno sviluppo che
ha ormai i connotati inquietanti di un'ideologia mondiale. «Ogni volta che
torno in Cina –scrive Gregotti di ritorno dai suoi
cantieri a Pudong, a Dalian o a Shanghai – mi domando come sia possibile che
l'architettura possa diventare il più efficace ritratto degli aspetti più
concitati e meno amabili della convivenza sociale nonostante il loro efficiente
funzionamento. Il termine sviluppo senza fine dimostra qui i suoi limiti di
senso. Quartieri, ma non città. Immensi, ripetitivi e tristissimi complessi di
abitazioni che sembrano vivere in attesa di un destino incombente di
demolizione e spostamento ulteriore: il segno più evidente di un'occasione
perduta». Come ha mostrato la vetrina delle Olimpiadi e come dimostrerà l'Expo
di Shanghai, l'architettura e la città mantengono in Cina
un significato simbolico oltre che economico: sono la dimostrazione di aver
raggiunto e anzi superato l'Occidente sul suo stesso campo, mettendo in gioco
quella variabile della grande dimensione che ha consentito a Shenzhen di
passare a 12 milioni di abitanti dai circa 30mila di pochi decenni fa. Ma la
modernizzazione può essere un frutto avvelenato e la riproduzione del modello
occidentale sulla scala demografica cinese richiede molto più che un
aggiornamento di misure, pena l'apocalisse ambientale e l'olocausto culturale.
Gregotti è uno degli ultimi architetti-intellettuali che non concepisce il
progetto separato dalla dimensione autocritica del lavoro in architettura:
l'opera diventa così materiale di riflessione che spinge a interrogarsi sulle
differenze, sulle contraddizioni, sulle difficoltà che comporta ogni atto di
confrontare una forma culturale con un nuovo contesto. Nel 1978, con Delirious
New York Rem Koolhaas scrisse il manifesto dello spirito animale del
capitalismo nell'immaginario della città della congestione. A trent'anni di
distanza il diario di viaggio di Gregotti misura le devastazioni di questo
modello potenziato dall'ideologia della deregulation e dal trapianto in un
altro contesto: quello dell'Oriente. Qui «le città crescono e si muovono
secondo il principio di una libertà come assenza di impedimenti anziché come
progetto: secondo la cinica ideologia della "città generica", dove
l'unico spazio pubblico è quello sorvegliato e privatizzato. Città costruite
come accumulazione di oggetti costipati e inessenziali in competizione: sempre
più grandi, sempre più in alto, non per raggiungere il cielo ideale dell'universo
ma solo per battere in altezza il vicino». Sospinta dal terrore della povertà e
dall'ossessione dell'arretratezza, la Cina sta cadendo
nell'imbuto del male occidentale, sospesa, come dice Gregotti, tra disastro e
possibile salvezza. Proprio per questo non ci è mai stata vicina come adesso:
una prossimità pericolosa a meno che non si riesca a trasformarla in occasione
per una comune uscita. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 Vittorio Gregotti, «L'ultimo
Hutong. Lavorare in architettura nella nuova Cina»,
Skira, Milano, pagg. 142, Á 19,50. Da Shanghai a Shenzhen, le città sono sempre
più grandi e più alte. «Solo per battere in altezza il vicino», afferma
Vittorio Gregotti Metropoli del futuro. Plastico della nuova capitale cinese,
Urban Center, Pechino
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: MUSICA data: 2009-07-26 - pag: 37 autore: Bolzano Buoni
sentimenti a passo di danza di Marinella Guatterini L' appuntamento più chic di
«Bolzano Danza 2009» è la prima europea del monumentale trittico, Re
(I,II,III), dedicato a Tibet, Cambogia e Cina dal poetico Shen Wei, oggi tra gli
artisti orientali più corteggiati. Ma siamo solo alla prima delle due settimane
della vetrina che quest'anno compie 25 anni e la Shen Wei Dance Arts vi
giungerà quasi alla fine. Per ora, nella puntigliosa città organizzatrice di
danza e balletto per tutto l'anno, si sono già incontrati nomi noti
(Maguy Marin, Ismael Ivo)e c'è attesa sia per coinvolgenti "Break
Dance", milonghe, tanghi "tinti", in piazza, sia per un primo
concorso internazionale di "hip hop",ospitato con baldanza
all'interno del Teatro Comunale. Scivolando su tre parole guida, «Oggi Ieri
Domani», il festival mescola disinvoltamente le carte, estraendo anche gruppi
non troppo celebri ma che forse lasceranno dolci ricordi. è il caso della Bonachela
Dance Company, compagnia "british" ma con un leader catalano in
sintonia con molta attuale danza inglese al punto da essersi conquistato il
favore degli anglosassoni, forse solo ora disposti a cedere le armi del proprio
pervicace patriottismo coreografico. Rafael Bonachela è sicuramente un
neo-romantico; alla novità The Land of YES and the Land of NO infonde una
grazia sottile; esige morbidezza da corpi sempre vestiti in candidi costumi dai
tessuti quasi trasparenti, e non chiede molto allo spazio scenico: solo un
fondale che si accende di rosso, verde, blu notte, nero e una serie di cornici
al neon molto vistose quando debbono sembrare porte verso un al di là che non
c'è. Divisa in due parti, la sua coreografia sulle «terre del sì e del no» ha
un andamento conchiuso, circolare. La danzatrice dell'inizio, sofferente nel
continuo lisciarsi la pelle delle braccia nude, e che rifiuta il giovane con il
quale crea il primo "passo a due", si troverà avvinghiata a un altro
vigoroso danzatore nel duetto dalla sensualità spirituale e angelica che chiude
la prima parte. Ma sarà ancora lei, alla fine dello spettacolo, a dividersi dal
primo compagno che l'aveva avvicinata. In mezzo, tra l'unione felice e,per così
dire,il divorzio, c'è una quantità di danza derivata dalle scuole del Modern,
elegante negli intrecci, nelle prese a terra, negli "assolo" e
idealmente ripartita tra una drammaticità vagamente "old style" (e
soporifera) e un'eccitazione meccanica, quasi neotribale e ben sostenuta dalla
musica di Ezio Bosso. Per Bonachela, artista dai buoni sentimenti, c'era forse
un tempo (antico) capace d'unione e amore, e c'è un presente dove il gesto di
sfregarsi la testa con le mani dei suoi sei ballerini a piedi scalzi rivela
confusione e solipsismi propizi alle separazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1
«Bolzano Danza 2009», Teatro Comunale e piazza Walther; sino al 1º agosto.
PIERO TAURO «The Land of YES and the Land of NO». Bonachela Dance Company
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Il
Sole-24 Ore sezione: TEMPO LIBERATO data: 2009-07-26 - pag: 31 autore: Da
Riccione a Scampia Olivo Barbieri FOTOGRAFO L e puoi sovrapporre una sopra l'altra,
uguali eppure diversissime, le estati di una vita, a segnare, meglio di
qualsiasi stagione, i cambiamenti, i desideri, i progetti. Un appuntamento
fisso per un'identità in movimento. Ogni estate una fotografia, un meridiano in
più, e io che cerco un nuovo orizzonte. Se la visione è omerica, il ricordo
della mia prima estate, di quel punto di partenza che è l'infanzia nell'Italia
degli anni
( da "Unita, L'" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Cina Rivolta in fabbrica
Operai uccidono manager Trentamila lavoratori di un'acciaieria cinese, che
protestavano contro l'acquisizione della lora fabbrica da parte di un'altra
società, venerdì scorso hanno picchiato a morte un manager. Pesante il bilancio
degli scontri con la polizia: almeno cento feriti. Cecenia Sei morti in
un attentato A Grozny torna la paura Un kamikaze ieri si è fatto saltare in
aria davanti ad un teatro di Grozny, in mezzo ad un gruppo di agenti. Sei
persone sono morte, tra le vittime 4 agenti e un passante. Casa Bianca Hillary
sogna ancora una donna presidente L'ex sfidante di Obama non ha nascosto di
sperare ancora di vedere, dopo un nero, anche una donna alla guida della Casa
Bianca. Ma ha escluso di voler riprovare a vincere la sfida. «La donna giusta
riuscirà a vincere le elezioni ed essere eletta». Germania In vacanza con
l'auto blu Bufera su ministra Ulla Schmidt (Spd) ministra della salute ha fatto
arrivare la sua Mercedes di servizio blindata con il suo autista in Spagna,
dove sta trascorrendo un periodo di vacanza ad Alicante. A far scoprire il caso
è stato il furto della vettura. India Varato il primo sottomarino nucleare
L'india ieri ha varato il suo primo sottomarino nucleare interamente costruito
nel Paese entrando così nel gruppo ristretto dei Paesi (Stati Uniti, Francia,
Russia, Cina e Gran Bretagna)che progettano e
realizzano sottomarini nucleari. Stati Uniti Addio camice bianco Trasmette
microbi Per il simbolo della professione medica potrebbe arrivare il momento
dell'addio. Per l'organizzazione dei medici americani trasmette microbi. Brevi
( da "Unita, L'" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina
Staminali:
riavvolgere il film della vita e poi riproiettarlo La sperimentazione sulle
cellule staminali indotte, cioè ricavate da cellule adulte e non dagli
embrioni, sta dando buoni risultati. Eppure la percentuale di successi è ancora
troppo bassa. I topolini scorazzano a decine, sani e in apparenza felici, in una dozzina di stabulari in Cina. Loro non lo sanno, ma sono i nipotini di una cellula staminale
adulta indotta a diventare pluripotente. Insomma, il frutto di una lunga e
formidabile catena di esperimenti di laboratorio portata a termine da un gruppo
di ricercatori dell'Accademia Cinese delle Scienze di Pechino e dell'Università
Jiao Tong di Shangai, i cui risultati sono stati pubblicati dalla
rivista inglese Nature. L'inizio della storia è in realtà a Kyoto e risale al
2006, quando Shinya Yamanaka riesce a indurre una cellula somatica adulta a
ritornare allo stato di cellula staminale pluripotente. Un successo clamoroso,
sia in termini strettamente scientifici (è come riavvolgere il film della vita
di un uomo e poi riproiettarlo, accorgendosi che la nuova proiezione può
generare non un'altra storia di vita, ma infinite altre); sia in termini
bioetici: perché con la produzione di staminali pluripotenti si potrebbe fare a
meno delle staminali embrionali (e degli embrioni da cui si ricavano): il cui
uso, si sa, è controverso. Bisogna però dimostrare che le staminali
pluripotenti indotte sono analoghe a quelle embrionali. E la migliore
dimostrazione è farle diventare embrioni di una nuova e completa vita. LA PROVA
DEL TOPO Molti hanno tentato, ma non vi diciamo come - la tecnica è piuttosto complicata
- e sembra proprio che Qi Zhou, Fanyi Zeng e i loro gruppi ci siano infine
riusciti. Hanno preso una cellula adulta di topo, l'hanno indotta a diventare
pluripotente, l'hanno impiantata in un embrione "tetraploide" (capace
di generare una placenta e tutto quanto serve per lo sviluppo dell'embrione, ma
non cellule staminali embrionali). Hanno impiantato il tutto nell'utero di una
topolina «ospite» e, alla fine - dopo 20 giorni - è nato un topolino che i
caratteri genetici trasmessi dalla cellula pluripotente indotta. L'operazione
in realtà è stata tentata 624 volte e solo 22 (3,5% dei casi) è giunta alla
fine con la nascita di un topolino vivo e vegeto. Ahimé non sempre sano. Molti
tra quei 22 nati non ce l'hanno fatta. Tuttavia 12, alcuni con seri problemi,
sono riusciti ad accoppiarsi, generando una prole. Tutti gli individui di tutte
le proli sono sani. Un analogo esperimento è stato condotto da un altro gruppo
cinese (a dimostrazione che in Cina si inizia a fare
ricerca d'avanguardia) con una percentuale di successi inferiore: i topolini
nati sono stati solo l'1% rispetto ai tentativi esperiti. I due gruppi hanno
dimostrato, dunque, che una cellula pluripotente indotta ritorna a uno stadio
di sviluppo cellulare analogo a quello delle staminali embrionali e quindi tale
da poter intraprendere un altro percorso di vita, sia pure con l'aiuto delle
embrionali "tetraploidi". Ma analogo o omologo? La domanda resta
ancora senza risposta. Perché i tentativi di insuccesso, compresi tra il 96,5 e
il 99%, sono altissimi rispetto alle normali performance delle staminali
embrionali. La differenza è dovuta all'imperizia umana o a qualcosa di
strutturale? Occorre ancora ricerca, per cercare di capirlo. PIETRO GRECO