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Articoli
Burocrazia
(327)
La sfida del Pride alla
cattodestra ( da "Manifesto, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
discriminazione istituzionalizzata attraverso la burocrazia di apparato, di
tanto accanimento oscurantista non si è fatto attendere. Di nuovo un gruppo di
fascisti si è sentito autorizzato a disturbare la manifestazione, vestiti in
giacca e cravatta per sembrare persone "normali". Un gruppo di 30-40
persone, secondo quanto riferito dal presidente di Arcigay Roma,
<Ora cerchiamo capitali stranieri> ( da "Corriere Economia Online" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: assisterle
sulle questioni che riguardano la localizzazione e sui rapporti complessi con
la burocrazia. La storia dimostra che dove le forze locali hanno saputo
sviluppare un efficace marketing territoriale si sono raggiunti risultati
significativi". Anche il caso di Termini Imerese (articolo qui sotto) è
testimone, secondo Lo Bello, di questa "disattenzione" delle
istituzioni pubbliche.
Una spinta a chi parte ( da "Corriere Economia Online" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: tra
i meandri della burocrazia nostrana, deve cercare di non cambiare idea. Servirà
proprio a sostenere le imprese nella fase di start up, il progetto Saturno,
promosso e cofinanziato da regione Lombardia, ministero del Lavoro e della
Previdenza sociale con il Fondo sociale europeo, realizzato dalle Camere di
Commercio lombarde e Unioncamere Lombardia.
Investite sui libri, non sono soldi sprecati ( da "Corriere Economia Online" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Forse
per aiutare la nascita delle imprese bisognerebbe fare formazione a tutta la
burocrazia che sta intorno, dalle Asl ai Vigili del Fuoco, alle stesse Camere
di Commercio, ai Comuni che rilasciano autorizzazioni e licenze. Anzi: forse
meglio abolirle tutte, queste autorizzazioni e licenze. Penso che Brunetta sia
d'accordo;
Un caseificio per salvare la Val Comelico ( da "Corriere delle Alpi" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Per
non parlare della burocrazia. Se una speranza arriverà dal nuovo piano di
sviluppo rurale, resta la consapevolezza che qualunque misura di quelle già
previste non basterà. Nel Comelico le aziende "primarie" sono rimaste
45 - sia a titolo principale che part-time - per un totale di settecento capi.
Medicine sicure? Con regole certe ( da "ItaliaOggi Sette" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Domanda:
Quanto pesa la burocrazia sul settore farmaceutico in Italia? Tempi e costi per
le imprese sono in linea con gli altri paesi Ue? Risposta: Per mettere in
commercio un nuovo medicinale, non solo in Italia, occorrono in media 10-15
anni e più di 1 miliardo di euro di investimenti in ricerca.
La crisi agricola? Il Cis archivia un'annata d'oro ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: soffocamento
degli agricoltori da parte della burocrazia statale o dalla direttiva europea
sui nitrati. Senza dimenticare la crisi della suinicoltura e la vescicolare. Lo
scenario non è insomma dei migliori; ma nonostante i problemi il Cis ha gestito
bene alla crisi: "Il fatturato del gruppo nel 2007 ha sfiorato i 145
milioni di euro (+14% sul 2006) e l'utile è salito a 516 mila euro,
La parola ai lettori ( da "Provincia di Cremona, La" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: cercando
di abbattere le porte sempre chiuse della burocrazia, nel tentativo di riuscire
a diffondere l'uso del fotovoltaico con la promozione della ricerca, per la
riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra, convinti che nel Paese del
sole, questa fonte deve essere utilizzata al massimo per i fabbisogni elettrici
di tutti.
FIRENZE Federico Gelli, vicepresidente della Regione con
delega alla sicurezza, per ( da "Nazione, La (Empoli)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ma
ripeto: non si può far ricadere sulle persone l'inefficienza della burocrazia.
E' assurdo aumentare da 60 giorni a 18 mesi il tempo di
un'identificazione". La scelta di ex caserme per farne un Cpt come la
giudica? "Sbagliata. Ripeto: non deve essere un luogo di detenzione, ma
solo di permanenza, alla stregua di una pensione.
Patat: aumentare la differenziata ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e
ora ci stiamo impegnando al fine di poter almeno in parte snellire i tempi
della burocrazia e rendere migliore la macchina comunale". Di positivo
invece cosa sottolineare? "Siamo contenti di esserci dimostrati disposti
al dialogo verso tutti i cittadini, al di là dell'appartenza politica. Un
dialogo che deve essere costruttivo per poter migliorare la nostra
cittadina".
A savogna ritardo di un anno ai lavori dello stadio ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Purtroppo
la burocrazia non sempre tutela l'interesse generale. Non so per quanto andremo
ancora avanti. Tra un anno termina il mandato di questa giunta e anche se spero
di inaugurare l'impianto, non credo che ce la farò. Bisogna essere realisti, se
tutto andrà bene, al massimo potrei inaugurare gli spogliatoi e il campo.
Sanità-rivoluzione: cartelle e ricette on line ( da "Giorno, Il (Como)" del
09-06-2008) + 2 altre fonti
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e
ricette on line FINANZIARIA I DOCUMENTI DEI PAZIENTI SU INTERNET: PIU' RISPARMI
E MENO BUROCRAZIA ? ROMA ? RICETTE MEDICHE e specialistiche dei medici del
servizio sanitario nazionale viaggeranno solo on line. E' una delle ipotesi
allo studio per la messa a punto della prossima Finanziaria. Il progetto
avrebbe durata quadriennale partendo dal 2009 e arrivando a regime nel 2012.
<L'istituzione della Provincia è un processo
inarrestabile> ( da "Giorno, Il (Brianza)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: quelle
piccole con meno di 200 mila abitanti, nate sulla scorta di eccessi di
localismi e spesso- queste sì- solo fonti di inutili sprechi. Proprio per
questi motivi, noi stiamo già costruendo Monza e Brianza come realtà vicina al
cittadino e all'impresa, snella e con il minor livello di burocrazia
possibile".
I danni dell'inefficienza ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Gli
artigiani contro gli intoppi della burocrazia' L'IMPRESA italiana ha ormai
imparato, anche a proprie spese, che non è il minor costo del lavoro e la
flessibilità estrema a dare efficienza alle imprese. E' invece vero che dove si
è investito in innovazione, in prodotti ad alto valore aggiunto, le aziende si
sono ritagliate quote di mercato importanti,
Patat: aumentare la differenziata ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e
ora ci stiamo impegnando al fine di poter almeno in parte snellire i tempi
della burocrazia e rendere migliore la macchina comunale". Di positivo
invece cosa sottolineare? "Siamo contenti di esserci dimostrati disposti
al dialogo verso tutti i cittadini, al di là dell'appartenza politica. Un
dialogo che deve essere costruttivo per poter migliorare la nostra
cittadina".
Friuli annia, una piccola doc che cresce: il pinot grigio
è leader fra 400 mila bottiglie ( da "Messaggero Veneto, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dopo
anni di carte e burocrazia, la "Friuli Annia", zona a denominazione
di origine controllata che ha preso il nome dall'antica strada consolare che
collegava il centro paleocristiano di Aquileia a Julia Concordia, oggi
conosciuta come Concordia Sagittaria. L'eredità del cavalier Emiro Bortolusso è
stata raccolta, con grande determinazione,
Gli sponsor e i grandi eventi "il comune sia più
pronto" - gino li veli marina paglieri ( da "Repubblica, La" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è
troppa burocrazia I leader di Basic Net e Alpitour: "Abbiamo chiesto di
intervenire, non ci hanno risposto" GINO LI VELI MARINA PAGLIERI Il
secondo appello del sindaco Sergio Chiamparino agli sponsor ("studiamo
insieme i grandi eventi"), a parole, sembra trovare maggiore appeal
rispetto a quello lanciato un anno e mezzo fa,
A rischio il ghiaccio di milano - luigi bolognini ( da "Repubblica, La" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: il
palaghiaccio il cui ampliamento faciliterebbe gli allenamenti, ma è bloccato da
burocrazia e proteste. In società regna comunque la fiducia, ma che anche solo
una piccola grande tragedia come l'addio sia ipotizzabile fa capire com'è
ridotto lo sport extracalcistico in una città che - chissà perché - sarà la
Capitale europea dello sport nel 2009.
Una riforma ambigua che ignora gli studenti ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ha
reso più indifesi gli studenti rispetto alla burocrazia accademica,
scoraggiandone la permanenza all'università e il prolungamento della
formazione. L'intervento del Parlamento – con l'avvio di un'indagine
conoscitiva sulle defaillances del sistema universitario, la definizione di
linee strategiche per la formazione superiore e la vigilanza sulla loro
attuazione &
La burocrazia non dà scampo ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: FUNZIONE
PUBBLICA La burocrazia non dà scampo è i l motore dell'"operazione trasparenza
" nella Pubblica ammi-nistrazione, ma il ministero della Funzione pubblica
è anche l'epicentro di molti dei vizi che la stessa rivoluzione allo studio del
ministro Brunetta (ovviamente semplice erede di questo stato di cose) vuole ora
combattere.
Un buon inizio ma la tecnologia da sola non basta ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: aziende
come una reale riduzione della burocrazia. E se si vuole risparmiare nella spesa
pubblica si chiuda il progettoper attuare il registro informatico degli
adempimenti amministrativi di tutte le Pa, uno strumento che non può essere
tenuto aggiornato e quindi inutile: servirebbe solo a fotografare lo
statonevrotico delle norme che rendono faticosa una attività economica in
Italia.
RAGAZZI VIOLENTI E CATTIVI ESEMPI ( da "Corriere della Sera" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazie,
nessun rispetto sui mezzi. O di maltrattare i bimbi: servizi insufficienti
anche per loro, vie respiratorie (soprattutto dei più piccini) a rischio,
parchi giochi scarsi e non protetti dai vandali, verde anemico. O di rendere la
città invivibile: orari, traffico, stress da condizioni di sopravvivenza.
Rapporto Save the Children ( da "Sole 24 Ore, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è
possibile, peraltro, che la burocrazia nostrana abbia frenato alcune
possibilità: "Visto che spesso gli Stati destinatari, in regime di guerra
o che escono da poco da un conflitto, hanno istituzioni fragili – spiega
Valerio Neri, direttore generale di Save The Children in Italia –
Senza grandi imprese la ricerca resta al palo ( da "Sole 24 Ore, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: In
entrambi i casi il problema non è delle imprese ma dell'Italia: senza legalità
e sicurezza, senza una giustizia rapida, senza una formazione adeguata, senza
infrastrutture moderne, senza una fiscalità e una burocrazia amiche i miracoli
non li fa nessuno e i risultati si vedono.
Domani si insedia Innerbichler ( da "Corriere Alto Adige" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: da
due anni è anche sindaco di Campo Tures: "Ho cercato di gestire l'ente
come se fosse un'azienda, risparmiano nelle tasse e nelle imposte a favore
della popolazione. Mi batterò con il Wirtschaftsring per ridurre la burocrazia
e ridurre le tasse, a patto che il mondo economico rimanga unito".
Artigiano Helmuth Innerbichler è anche sindaco di Campo Tures.
Polo tecnologico: <Non aspettiamo più> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia sta mettendo a repentaglio un'iniziativa importantissima,
vanificando l'impegno profuso dai parlamentari e delle istituzioni locali: non
credo ci siano molti altri esempi di progetti rimodulati per ben due volte dal
Cipe, per non lasciarli fallire".
Con due sedi in testa rispetto alle altre, la Provincia e
l'Anas. Almeno per il momento. Ma ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Le
vere inchieste hanno sempre necessità di indicazioni per districarsi nel
difficile mondo della burocrazia pubblica. E quelle sono arrivate. La prossima
settimana dell'indagine si apre semplicemente con un lavoro di comparazione
rispetto a quanto sequestrato in questi giorni (soprattutto progetti, gare
d'appalto, rubriche ed elenchi) e quanto già acquisito nei mesi scorsi.
Curto: <Resto in An e faccio il sindaco> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: sia
sui rapporti con la burocrazia, sia sulle varie emergenze. Un decisionista
". Senatore Curto, una domanda un più personale, sui retroscena della sua
vicenda recente. Non tutti, nel suo partito e nel centrodestra, sono stati
davvero solidali con lei. Anzi. "Non c'è dubbio che quando accadono cose
come quella che mi ha colpito,
Malati di burocrazia ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Serve la crescita. Anche degli imprenditori ( da "Panorama" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
politica, il sindacato, la burocrazia e il sistema bancario hanno colpe enormi.
Il nostro è il paese occidentale col minor tasso di libertà economica, dove più
si ostacola chi vuole avviare un'attività, ma è anche quello dove le imprese
troppo spesso chiedono aiuti allo stato.
Pendolo IRLANDESE ( da "Manifesto, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: quello
di una burocrazia distante dalla gente e soprattutto non scelta". Benn ha
citato quindi il presidente delle commissione europea Jose Barroso, il quale
"ha esplicitato il fatto che l'Unione europea si sta trasformando in un
impero. Ma questo significa ulteriore perdita di democrazia e conseguenti gravi
implicazioni per il futuro dei servizi pubblici e dei diritti dei
lavoratori"
Il Nordest varca le frontiere l'Austria è felix per le
aziende GLI HANDICAP DEL MADE IN ITALY / / SONO INTERESSATI MOLTI SETTORI DI
ATTIVIT , PERFINO QUELLO AGRICOLO. PER TUTTI LA ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia
77 miliardi di euro. Il fatto è che la burocrazia nostrana vive in una sorta di
"second life", una vita virtuale tutta sua, inventata, lontana dalla
gente". Al macigno delle carte si aggiunge quello del fisco, come
inutilmente segnalato nella sua esperienza politica da poco conclusa in qualità
di presidente della Regione FriuliVenezia Giulia da un imprenditore come il
Produttività e investimenti l'Italia lontana dall'Europa
GLI HANDICAP DELL'INDUSTRIA / ALLA BASE DELLA PERDITA DI TERRENO GLI ALTI COSTI
IMPROPRI: TASSE, TRASPORTI, ENERGIA ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dal
peso della burocrazia al costo dell'energia ai livelli elevati della
tassazione. La combinazione tra i minus della domanda e dell'offerta non ha
impedito a una porzione consistente (e migliore) del nostro apparato produttivo
di reagire e di cogliere alcune grandi opportunità offerte dalla
globalizzazione.
Italia: Amauri `Ho scelto l`azzurro, sono pronto` ( da "Datasport" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Non vedo
l'ora che la burocrazia faccia il suo corso'. Una dichiarazione d'intenti resa
ancora piu' cristallina quando il cronista autore dell'intervista gli fa notare
che in passato aveva assicurato la priorita' alla Seleçao. 'E' vero - replica
Amauri -, ma c'e' anche l'orgoglio.
Caro Napolitano, dì a Berlusconi che sulle
intercettazioni deve cambiare idea pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma
anche la burocrazia, i pubblici poteri, i funzionari, i corruttori. Io penso
che a te Berlusconi darà retta, e magari poi dirà che è stato capito male. Ma
già che ci sei, spiega ai magistrati che l'abuso di uno strumento investigativo
porta anche a queste conseguenze, e dunque forse è il caso che si facciano un
sano esame di coscienza.
Pionieri del turismo in Sardegna I Tascedda, albergatori
di Barisardo Inizio negli anni '50 con le bibite rinfrescate nel pozzo Il
chiosco sul mare antenato dell'hotel ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
09-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: attuale
albergo è stata lunga e travagliata: "La burocrazia ci ha fermato per
dieci anni, a partire dal 1978". Ottenuti tutti i permessi, licenze e
autorizzazioni, visti, timbri e bolli, i lavori vennero eseguiti a tempo di
record: cantiere aperto nel dicembre dell'88, primo cliente in camera il 16
luglio dell'anno seguente.
NORME ANTICLAN, Sì MA NON PER DECRETO ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del
09-06-2008) + 4 altre fonti
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Le
pallottole corrono più veloci della burocrazia", ha detto il leader del Pd
invocando interventi celeri. Martedì in Senato, in commissione congiunta Affari
costituzionali e Giustizia, il Pd avanzerà le proprie richieste e chiederà al
governo di inserire nel decreto le misure anti-camorra presentate a Casal di
Principe, magari quando il testo approderà in aula.
Premiata la fedeltà al lavoro ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: risorse
umane e interventi specifici per diminuire la spesa pubblica e la
burocrazia".Dopo la proiezione di un filmato che ha ripercorso i
quarant'anni dell'ente camerale si è passati alla premiazione di aziende,
lavoratori e pensionati. Particolarmente toccante lo spazio dedicato al premio
speciale assegnato alla Fazioli Pianoforti di Sacile e che si è aperto con un
brano suonato,
VINCENZO CERAMI: UN POEMA NARRATIVO PER RACCONTARE NOSTRO ( da "Virgilio Notizie" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di
leggi e burocrazia è sicuro di poter dare il contributo al mondo
"dell'artigianato delle arti". "Il Partito democratico ha
dimostrato di non voler relegare il mondo della cultura all'ambito
istituzionale - ha concluso - è questo, quindi, il momento di fare e progettare
concretamente proprio per definire un'identità culturale forte per il
Paese"
Generi/ I tempi della burocrazia italiana sono
"biblici". Intanto ho ricevuto il mio primo mazzo di fiori ( da "Affari Italiani (Online)" del
09-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: I
tempi della burocrazia italiana sono "biblici" e sulla logicità di
molte sue iniziative ci sarebbe da discutere. Non so, a questo punto, cosa
succederà nelle prossime settimane e se potrò fare a luglio le analisi
richieste. Mentre voi, cari lettori, state scorrendo queste righe è già lunedì
e io sono a Bologna a raccogliere il materiale che mi è stato richiesto.
PROVINCIA PZ, CONSIGLIO SOLENNE PER INTITOLAZIONE SALE ( da "Basilicanet.it" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: come
indicato nella Costituzione. A tale scopo, è¨ importante spezzare il rapporto
tra Mezzogiorno e criminalità e quello tra enti locali e burocrazia, per
eliminare tutti quei passaggi che contribuiscono soltanto alla creazione di
immobilismoâ?. BAS 05.
Il viaggio fluviale dell'associazione attraverso paesaggi
da sogno, inconvenienti tecnici, zanzare e campeggi lungo il Po ( da "Cittadino, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Come
al solito piegato ma non afflitto dalla burocrazia nautica, dalle telefonate da
sbrigare, dagli appuntamenti con le autorità dei territori attraversati e
dall'impegno più grosso: quello di tenere unita e bada una compagnia di cani
sciolti. Stefano Rotta.
Alpeggio in ritardo ( da "Corriere delle Alpi" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ERTO
E CASSO Alpeggio in ritardo La burocrazia ostacola le mucche ERTO E CASSO. Ha
dovuto attendere più di dieci giorni per entrare in possesso dei certificati
che da tempo giacevano in municipio. Una piccola ma attiva azienda agricola di
Erto e Casso lamenta quasi due settimane di ritardo nello spostamento in malga
dei propri bovini: ciò perché,
Più bilingui e meno chiusi agli stranieri ( da "Alto Adige" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia
da abbattere e un'università più attenta all'economia Fritz (Apa) lascia la
presidenza al suo vice Innerbichler: giusto che a guidarci sia un giovane
BOLZANO. Il Wirtschaftsring, la federazione che raggruppa tutte le più
importanti associazioni economiche sudtirolesi, ieri ha tenuto la sua assemblea
annuale.
La Crusca: non gli sms, ma la burocrazia uccide la lingua ( da "Giornale di Brescia" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma
la burocrazia uccide la lingua Nicoletta Maraschio, presidente della Crusca
ROMA - Radio e tv e i nuovi media, sms e Internet in testa, non stanno
rovinando l'italiano. L'assicurazione è autorevole, in quanto viene
dall'Accademia della Crusca, per bocca di Nicoletta Maraschio, primo presidente
donna dell'Accademia dal 1582,
Per noi idraulici è crisi ( da "Mattino di Padova, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma
soprattutto tasse e burocrazia. "Una volta, per iniziare l'attività
bastavano il borsone con gli attrezzi e l'olio di gomito", commenta il
presidente "oggi un giovane ha bisogno di un credito di almeno 60 mila
euro. Così un'impresa individuale riesce a fatica a sopravvivere: bisogna
essere strutturati, altrimenti non rimangono che le grandi società"
Dai trasporti all'energia fiori d'arancio ( da "Repubblica, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dovrà
tramutarsi in ulteriore burocrazia o peggio in una gestione di taglio
monopolistico: la fusione dovrà essere vissuta nei fatti come operazione
nell'esclusivo interesse del territorio e dei cittadini, non della politica. E'
crescente da parte degli utenti la richiesta di conoscenza e controllo rispetto
a meccanismi di cui non limitarsi a costituire un puro ingranaggio passivo,
La delusione di verna (ance) "troppi progetti
irrealizzati" ( da "Repubblica, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Colpa
anche della burocrazia Tra fango e detriti, a rimettere in sesto l'ex strada
militare della valle Stura che da Vinadio a Gaiola scorre parallela all'ex
statale per il colle della Maddalena. Maurilio Verna pensava davvero a un altro
finale di partita, per chiudere il suo settennato ai vertici di Ance Piemonte.
Terza corsia senza tav per accelerare i tempi ( da "Messaggero Veneto, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dando
un taglio a tempi e burocrazia per la realizzazione dell'infrastruttura.
"Credo che già nei prossimi giorni il governo nazionale potrà dichiarare
lo stato di emergenza e nominare il commissario straordinario che abbiamo
chiesto assieme al Veneto. Ciò consentirà uno snellimento dei tempi e delle
procedure", ha sottolineato Riccardi.
Calearo coordina i parlamentari pd ( da "Nuova Venezia, La" del
10-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Tre
i temi su cui si concentrerà il lavoro di opposizione: la lotta alla
"burocrazia inutile", con l'avvio di un osservatorio regionale sulla
"pressione burocratica", a partire dallo snellimento dei tempi
d'attesa per l'approvazione degli strumenti urbanistici; la lotta alla cattiva
spesa pubblica e la promozione di leggi che premino il merito e l'equità
sociale.
Franco manzato: l'avepa non deve essere un freno per le
aziende ( da "Nuova Venezia, La" del
10-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: presto
perché la burocrazia non può essere un freno per le imprese agroalimentari
venete". "Su questo fronte intendiamo muoverci insieme alle
organizzazioni di categoria che, attraverso i loro centri di assistenza, i Caa,
hanno il polso della situazione". Novità in vista anche per la rete degli
Ispettorati Agrari: "Vanno riviste le funzioni e la rete del servizio sul
territorio,
Brevi, schede e richiami 1 ( da "Repubblica, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: il
mito della "cattiva burocrazia". Era anche un sindacalista molto
attivo. Se n'è andato il 1 giugno a 44 anni. Francesco Borsellino Docente di
statistica, è stato un pilastro della facoltà di Economia a Palermo Gli studenti
di Economia di oggi non lo hanno mai visto, ma di certo ne hanno sentito
parlare.
Via mazzini, un cantiere lungo 18 mesi ( da "Centro, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: un
cantiere lungo 18 mesi La burocrazia rallenta l'opera e crescono i disagi per i
residenti POPOLI. Via Mazzini da oltre un anno e mezzo è un cantiere aperto.
Una vecchia strada nel cuore del centro storico di Popoli, incastonata tra le
case più antiche della cittadina, non riesce ad essere defintivamente
sistemata.
Riaprire la demolizione ( da "Tirreno, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Le
imprese di pesca si sono poi scontrate con una burocrazia dilagante per
sopportare la quale non erano strutturate, né hanno trovato conforto adeguato
nelle associazioni di settore". Insiste il Pd castiglionese: "La
crescita della pescicoltura, la concorrenza dei paesi del nord europeo e dei
mercati asiatici e americani hanno dato il colpo di grazia".
Meno costi e burocrazia sugli appalti ( da "Messaggero Veneto, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Forniture
e servizi Meno costi e burocrazia sugli appalti IL REGOLAMENTO Trasparenza ed
efficacia amministrativa, questi i principi ai quali l'amministrazione comunale
ritiene di essersi ispirata con l'adozione del nuovo regolamento sulle
forniture e i servizi. Un atto che serve a "snellire e sburocratizzare gli
interventi dell'amministrazione comunale -
Cinque giorni di viaggio in terra santa per il vescovo ( da "Tirreno, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: da
un punto di vista di burocrazia civile, appartengono alle province di Prato e
di Firenze). Per circa tre milioni e 600 mila abitanti esistono, in tutta la
regione, quasi duemilacinquecento parrocchie, circa tremila sacerdoti e
duecentocinquantacinque diaconi. Il presidente della Conferenza episcopale
toscana dovrà presto essere rieletto: l'attuale presidente,
(segue dalla copertina) aurelio magista ( da "Repubblica, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: capitolo
primo: per districarsi nella giungla di casa, burocrazia, strutture e costi, un
piccolo aiuto arriva dall'Adinsu: l'associazione nazionale degli organismi per
il diritto allo studio universitario. Sul sito web (www.adinsu.it) si trovano i
link alla maggior parte delle agenzie o aziende regionali per il diritto allo
studio.
Di SILVIA VIGNATI LEGNANO <AI MIEI ATLETI più prepa ( da "Giorno, Il (Legnano)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Pensiamo
che l'esame impegna la scuola al 90% in burocrazia e carte, il 10% è dedicato
allo studente". Sulle griglie di valutazione, l'insegnano dell'Ipsia si
dimosta scettico: "Potrebbero essere uniformate in maniera più razionale:
si eviterebbe un dispendio di tempo nella loro compilazione, soggetta a mille
interpretazioni".
CONFRONTO ( da "Giorno, Il (Legnano)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Pensiamo
che l'esame impegna la scuola al 90% in burocrazia e carte, il 10% è dedicato
allo studente". Sulle griglie di valutazione, l'insegnano dell'Ipsia si
dimosta scettico: "Potrebbero essere uniformate in maniera più razionale:
si eviterebbe un dispendio di tempo nella loro compilazione, soggetta a mille
interpretazioni".
MASSAROSA pag. 16 Senza titolo Il NUOVO ASILO DI
VALLECCHIA BLOCCATO DALLA BUROCRAZIA "I LAVORI di r... ( da "Nazione, La (Lucca)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 16
Senza titolo Il NUOVO ASILO DI VALLECCHIA BLOCCATO DALLA BUROCRAZIA "I
LAVORI di realizzazione del nuovo asilo nido di Vallecchia non sono partiti per
il ritardo di un documento: sembra assurdo, ma è così". Allarga le braccia
l'assessore ai lavori pubblici Alfredo Benedetti di fronte alle lamentele dei
genitori dei bimbi destinati al nido di Vallecchia.
Calearo da coordinatore rilancia la sfida del Pd ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: al
lavoro nella commissione Affari sociali della Camera): la lotta alla burocrazia
inutile, con l'avvio di un osservatorio regionale sulla pressione burocratica
"che non dipende solo dallo Stato - ha commentato Giaretta - ma anche
dalle procedure della Regione nel rapporto con i Comuni"; la lotta alla
"cattiva spesa pubblica";
L'Europa e la paura dell'altro ( da "Unita, L'" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: alla
burocrazia europea la scarsa competitività dei nostri sistemi produttivi.
Occorre riaccendere una passione europea. Stiamo vivendo tempi critici da cui
può scaturire un coraggio nuovo. La speranza è che la crisi internazionale
porti l'Europa a una temperatura di fusione che permetta il salto in avanti,
<Invalida e senza lavoro: chi mi aiuta?> ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: "
"Sono sola e bloccata in casa: ecco la mia battaglia contro la
burocrazia" Caro Carlino, sono invalida civile dal 1981 per epilessia
parziale che non superava i 2/3 della invalidità. Iscritta al collocamento obbligatorio,
non ho mai ricevuto una proposta di lavoro. Il lavoro me lo sono sempre trovato
da sola.
DAL 2000 ad oggi ogni agricoltore ha visto diminuire il
pro ( da "Nazione, La (Siena)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Le
aziende agricole sono poi strangolate dalla burocrazia basti pensare che
dedicano 100 giorni all'anno solo per risolvere le pratiche amministrative e
burocratiche anziché per lavorare nei campi. "Un momento molto difficile
per l'agricoltura senese ? ha sottolineato Roberto Bartolini, presidente della
Cia Siena ?
Copparo Al traguardo il cavalcavia di Berco ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Lo
confermano (burocrazia permettendo) i titolari della ditta che si aggiudicata
l'appalto, vale a dire quella dei fratelli Freguglia di Porto Viro, nel
Polesine. Nei giorni scorsi, i geologi hanno completato i lavori tecnici come
il collaudo della soletta misto-cemento sopra la quale verrà steso il manto
finale di asfalto,
TRE METRI cubi di materiale caduto in strada e un quarto
di tetto come imploso. E ( da "Nazione, La (Livorno)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Giorni
e giorni di burocrazia. Poi il 3 giugno si è arrivati ad avere chiara la
situzione della proprietà. Ma, troppo tardi. Quelle travi già sofferenti e
indebolite dalla pioggia di questi giorni si sono rotte. L'intera struttura era
stata bollata ad inizio anno come "inagibile" e l'anziana era stata
fatta trasferire in un albergo.
Franco Manzato: L'Avepa non deve essere un freno per le
aziende ( da "Tribuna di Treviso, La" del
10-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: presto
perché la burocrazia non può essere un freno per le imprese agroalimentari
venete". "Su questo fronte intendiamo muoverci insieme alle
organizzazioni di categoria che, attraverso i loro centri di assistenza, i Caa,
hanno il polso della situazione". Novità in vista anche per la rete degli
Ispettorati Agrari: "Vanno riviste le funzioni e la rete del servizio sul
territorio,
Calearo coordina i parlamentari Pd ( da "Tribuna di Treviso, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Tre
i temi su cui si concentrerà il lavoro di opposizione: la lotta alla
"burocrazia inutile", con l'avvio di un osservatorio regionale sulla
"pressione burocratica", a partire dallo snellimento dei tempi
d'attesa per l'approvazione degli strumenti urbanistici; la lotta alla cattiva
spesa pubblica e la promozione di leggi che premino il merito e l'equità
sociale.
E' guerra sull'uva recantina ( da "Tribuna di Treviso, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: estenuante
burocrazia, anche solo per portare un camion di terra su un terreno scosceso e
impervio della sua proprietà. Sorge ancora spontaneo il suo interrogativo su un
annoso progetto di sistemazione agraria, bloccato senza nemmeno un sopralluogo.
"Avviene un disboscamento - aggiunge - l'intero assetto di una parte del
colle San Martino cambia,
Savic prepara il ritorno di Basile <Se il Barça lo
libera, viene da noi> ( da "Corriere di Bologna" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Solo
sistemata la burocrazia, pagato e liberato l'israeliano (lo vuole il Prokom),
liquidato anche Mazzon promesso all'Aris, sarà tempo del grande ribaltone che
s'annusava già un mesetto fa. "Giocatori certi non ne abbiamo, ne
cambieremo tanti, 4 o 5 di sicuro ".
Riforma contratti, si comincia ( da "Sole 24 Ore, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: semplificazione
legislativa e sulla burocrazia Confindustria è pronta con un suo contributo:
"Mi sembra che i ministri Calderoli e Brunetta abbiamo avviato un buon
lavoro - ha detto Marcegaglia - e fra pochi giorni consegneremo loro il nostro
contributo, frutto delle osservazioni delle nostre imprese, soprattutto quelle
più piccole, penalizzate da un sistema che costa un punto di Pil"
Paga due volte l'appartamento <Ma adesso l'hanno
venduto> ( da "Corriere della Sera" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ma la
burocrazia non conosce pietà. La burocrazia conta gli zeri sugli assegni e i
giorni sul calendario. Può accordare dilazioni, darti un po' di fiato. Ma alla
fine decide. In questo caso ha deciso: asta giudiziaria, la casa che la signora
Graziella aveva (quasi) comprato è stata venduta.
E il Pm intercetta a debito ( da "Sole 24 Ore, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
burocrazia che trasforma l'attività d'impresa in un percorso surreale, dove
l'unica certezza è il lavoro da fornire mentre remunerazioni e profitto
diventano una variabile aleatoria. Emblematica la situazione oggi di Palombo,
un'ex ufficiale dell'Esercito e del servizio segreto civile che ha avviato le
sue imprese quasi vent'
Giovannelli chiude il corso umberto alle auto ( da "Nuova Sardegna, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: isola
pedonale emerge dalle acque della burocrazia. "Con i tecnici abbiamo fatto
un sopralluogo anche questa mattina - spiega l'assessore ai Lavori Pubblici,
Gesuino Satta -. Il cantiere nel corso sta per chiudere. Poi sarà
indispensabile regolare il traffico". Al di là della zona a divieto
integrale, il resto sarà regolato da una chiusura temporanea.
<Cara mamma, ti scrivo dal fronte> ( da "Corriere della Sera" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: rimasti
fino ad ora a disposizione solo della burocrazia. Ad avventurarsi fra i
polverosi scaffali è stata Paola Chiesa, una giovane insegnante di Pavia. Una
discesa nei meandri della burocrazia con le stellette che è stata autorizzata e
sostenuta dal "Comando militare Esercito Lombardia" il cui
comandante, il generale Camillo de Milato, vi ha colto un importante aspetto
culturale.
TUCCI, STUDIOSO DELL'ORIENTE TRA FASCISMO E BUDDISMO ( da "Corriere della Sera" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: labirinti
della burocrazia romana fino a quando il "buddista " entusiasta e
impaziente decise di bussare alla porta di Giovanni Gentile, allora considerato
"filosofo del regime ". Gentile capì l'importanza del progetto,
scrisse lo statuto della nuova istituzione, ottenne l'approvazione di Mussolini
e creò l'Ismeo di Palazzo Brancaccio: un centro di ricerche filologiche e studi
asiatici,
Farei un film qui con Meryl Streep ( da "Eco di Bergamo, L'" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: rapporti
tra le persone e la burocrazia". E cittadino italiano a tutti gli effetti,
anche se di origine straniera, che cosa pensa degli episodi che si stanno
verificando in Italia nei confronti degli immigrati? E dei provvedimenti del
nuovo governo? "Penso che si debba restaurare un po' di equilibrio, anche se
la caccia all'uomo è stata un po' gonfiata dai mezzi di informazione.
Bordoni: <Subito liberalizzazioni e concorrenza> ( da "Giornale.it, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: energia,
fisco, burocrazia... "Grandi temi, grandi problemi. Intanto sono costi che
gravano sulle imprese e i costi sulle aziende vanno a finire sul consumatore
finale. È una sottrazione di reddito disponibile. L'efficienza di un Paese è
indispensabile per il rilancio, direi una condizione essenziale.
Ue, Walter cerca casa. Rasmussen gliela trova: cambiamo
il nome al Pse ( da "Manifesto, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Europa
gli accresciuti flussi migratori e la mancanza di sicurezza, alla burocrazia la
scarsa competitività". Ma per "riaccendere la passione europea"
non fa una sola proposta. E un welfare che risponda sia alla domanda di tutela
sociale sia a quella di opportunità, di chances di ascesa individuale, non
sembra fatto per incendiare gli animi.
Pd, Calearo leader dei parlamentari <Un segnale alla
nostra società civile> ( da "Corriere del Veneto" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
lotta alla burocrazia, la riduzione della spesa pubblica con conseguente
eliminazioni degli sprechi e la promozione di leggi che premino il merito e
promuovano l'equità sociale". Per il governo Berlusconi, il segretario del
Pd preferisce usare bastone e carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono
piaciuti i tre ministri veneti,
Il Pdl, nato dall'intuizione di Berlusconi, ha
rappresentato ( da "Tempo, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: rischia
tuttavia di finire intrappolato nella burocrazia dei partiti e nelle maglie del
tecnicismo. La formazione del Pdl è al momento una questione che riguarda solo
An e FI. è legittimo che una comunità politica si ponga il problema di
difendere i suoi dirigenti e di parlare alla propria base, ma la sfida, in questo
caso, doveva essere altra.
Pd, Calearo leader dei parlamentari <Un segnale alla
nostra società civile> ( da "Corriere del Veneto" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
lotta alla burocrazia, la riduzione della spesa pubblica con conseguente
eliminazioni degli sprechi e la promozione di leggi che premino il merito e
promuovano l'equità sociale". Per il governo Berlusconi, il segretario del
Pd preferisce usare bastone e carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono
piaciuti i tre ministri veneti,
Pd, Calearo leader dei parlamentari <Un segnale alla
nostra società civile> ( da "Corriere del Veneto" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
lotta alla burocrazia, la riduzione della spesa pubblica con conseguente
eliminazioni degli sprechi e la promozione di leggi che premino il merito e
promuovano l'equità sociale". Per il governo Berlusconi, il segretario del
Pd preferisce usare bastone e carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono
piaciuti i tre ministri veneti,
Pd, Calearo leader dei parlamentari <Un segnale alla
nostra società civile> ( da "Corriere del Veneto" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
lotta alla burocrazia, la riduzione della spesa pubblica con conseguente
eliminazioni degli sprechi e la promozione di leggi che premino il merito e
promuovano l'equità sociale". Per il governo Berlusconi, il segretario del
Pd preferisce usare bastone e carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono
piaciuti i tre ministri veneti,
Pd, Calearo leader dei parlamentari <Un segnale alla
nostra società civile> ( da "Corriere del Veneto" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
lotta alla burocrazia, la riduzione della spesa pubblica con conseguente
eliminazioni degli sprechi e la promozione di leggi che premino il merito e
promuovano l'equità sociale". Per il governo Berlusconi, il segretario del
Pd preferisce usare bastone e carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono
piaciuti i tre ministri veneti,
Di MARIANO BRUSAMONTI* e FILIBERTO PUTZU* "È lo
spreco che mi scandalizza" a dire ciò non è un noto economista, bensì
l'umile Madre Teresa di Calcutta ( da "Libertà" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia ha amplificato sè stessa, generando linee guida regionali,
formazioni ed accreditamenti regionali, bollettini regionali, di ASL e di
distretto, operazioni tese al governo della spesa farmaceutica, atti di
indirizzo, nuove funzioni distrettuali ed ipertrofia organizzativa delle
strutture intermedie delle ASL.
UNIONCAMERE: MONDELLO, ECCESSO DI BUROCRAZIA E DEFICIT DI
GIUSTIZIA ( da "Asca" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: per
Mondello ''una burocrazia troppo spesso fine a se stessa, costosa e
inefficiente. Una burocrazia - ha insistito - che il piu' delle volte non e',
dunque, un alleato, ma un ostacolo al libero sviluppo dell'intrapresa, con un
costo, ogni anno, per le imprese pari a 14,9 mld di euro, l'1% del Pil: quasi
12 mila euro a impresa''.
Raffa: Cervelli in fuga, così li farò rientrare ( da "Denaro, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e
serve adeguare le richieste che sono sul mercato alle competenze dei nostri
giovani. Alcune leve come la formazione continua sono pronti strumenti usati
troppe volte in modo frettoloso . Molti protocolli che abbiamo siglato, non
sono mai stati concretizzati, anche questa è la burocrazia. del 10-06-2008 num.
LA BUROCRAZIA COSTA 12MILA EURO A IMPRESA ( da "Wall Street Italia" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia costa 12mila euro a impresa -->La denuncia di Unioncamere: i
costi burocratici per azienda ammontano a 14,9 miliardi di euro, l'1 per cento
del Pil. Fare impresa: Italia solo 58esima su 178 Paesi. E a questo si aggiungo
i costi del "deficit" di giustizia.
Vandali scatenati nel centro storico ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
10-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: E
arrivato dopo vari contrattempi con i Nas e la burocrazia comunale. A
preoccupare semmai sono i singoli: radio-quartiere racconta di una sequenza
iniziata dopo la costruzione di una pedana (regolarmente autorizzata) fuori dal
locale, che ha tolto tre parcheggi ad un isolato dove la sosta è un terno al
lotto.
L'appello di un malato di sclerosi in guerra contro la
burocrazia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
10-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: appello
di un malato di sclerosi in guerra contro la burocrazia Tertenia -->
Prigioniero di una casa inadeguata al male che avanza. La sclerosi multipla
l'ha costretto in carrozzina, ma Giovanni Serra, 46 anni, di Tertenia, non si
arrende. Lotta ogni giorno contro la malattia, e da sei anni per ottenere
l'accompagnamento.
Walter e il loft degli amici nemici ( da "Giornale.it, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e
maggioranza sono davvero grandi.
LAVORO: SACCONI, MI AUGURO CGIL VORRA' RIFLETTERE ( da "Asca" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazie
- ha ribadito - determinano il lavoro sommerso. Bisogna invece far emergere
spezzoni di lavoro con buoni prepagati, in modo quindi molto semplice.
Deregolazione - ha affermato - non e' sinonimo di meno tutele''. C'e' bisogno
di ''interventi piu' strutturali e di una piu' ampia riduzione della pressione
fiscale per la ricostruzione di un ciclo di crescita della nostra economia'
TLC/ SFUMA IL "REGOLATORE UNICO EUROPEO", GLI
STATI NON LO AMANO ( da "Prima Comunicazione" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: un
eccesso di burocrazia" e "tagliare alle autorità nazionali di regolamentazione
un certo numero delle loro competenze", ha spiegato al momento uno dei
relatori, il conservatore spagnolo Pilar del Castillo. I deputati
preferirebbero dunque una struttura simile all'attuale ERG, cioè "un
organismo dove siedono le autorità nazionali di regolamentazione,
Energia eolica: ci sono i progetti, mancano le
autorizzazioni ( da "Panorama.it" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: restano
bloccate nell'intricata burocrazia degli enti locali. In Sicilia l'Assessorato
al territorio ha decretato che le pale eoliche debbono essere installate a più
di cinque chilometri di distanza da un centro abitato. Visto che in tutta
l'isola non esistono aree adeguatamente ventose e così poco antropizzate, tre
società, Asja.
Se il denaro non basta mai ( da "Corriere Adriatico" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Se
non fosse per la burocrazia, che soffre di cronica elefantiasi e ritarda ogni
procedimento amministrativo Ecco, proprio quello che sembra un difetto, è un
pregio: la dimensione della sede. Addirittura a Camerino la riciclano a
vantaggio: "Un contatto più stretto con i colleghi, soprattutto quando con
le tecnologie informatiche sei connesso a tutto il mondo,
Calearo coordinatore dei parlamentari veneti ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Tre,
saranno i temi su cui si concentrerà il lavoro di opposizione: la lotta alla
burocrazia inutile, con l'avvio di un osservatorio regionale sulla
"pressione burocratica"; la lotta alla cattiva spesa pubblica e la
promozione di leggi che premino il merito e l'equità sociale.
Fontanini, replica di un film già ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: eccesso
di burocrazia o da normative inadeguate, prima ancora che dai comportamenti dei
lavoratori.E allora, il Presidente Fontanini faccia una cosa un po' più
semplice e dimostri di voler fare veramente sul serio: apra un tavolo di
discussione con tutte le Parti sociali (comprese quelle datoriali) della
provincia di Udine interessate al buon funzionamento della Amministrazione,
Artigianato artistico, grande opportunità per la Bassa ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del
10-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: "La
burocrazia è un elemento negativo in questo settore ha detto Dalla Costa la
politica deve abbattere gli ostacoli burocratici. La sfida di questo progetto è
molto importante, i giovani sono in grado di dare vita ad attività economiche e
artigianali più che interessanti".
Calearo coordinatore dei parlamentari ( da "Gazzettino, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il
Partito democratico si concentrerà su tre grandi temi - ha concluso Paolo
Giaretta - la lotta alla burocrazia; quella alla cattiva spesa pubblica, e
nella proposta di leggi che premino il merito puntando all'equità sociale.
Senza dimenticare che il nostro governo ombra sta lavorando a una grande
proposta federalista".
Manzato: <Meno burocrazia e ispettorati da
ripensare> ( da "Gazzettino, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Meno
burocrazia e ispettorati da ripensare" (db) L'idea di una filiera lo
entusiasma, quasi un assist tra Regione Veneto e ministero dell'Agricoltura,
tutte in mano della Lega. Franco Manzato (nella foto), neo assessore alle
Politiche agricole del Veneto e vice presidente della Regione non ha dubbi:
"In questo particolare momento ci sono tutte le prerogative per lavorare
al meglio,
Walter e il loft degli amici nemici. Cattolici contro
radicali ( da "Giornale.it, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e
maggioranza sono davvero grandi.
<Dal commissario provvedimenti abusivi> ( da "Sicilia, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: solo
ad implementare gli archivi della burocrazia statale. Ci si augura
semplicemente che la presenza dello Stato, quale supremo valore etico, non sia
un fuoco di paglia né che abdichi di fronte alle provocazioni di coloro i quali
predicano irresponsabilmente l'odio di classe ed un demagogico
pseudo-egualitarismo di un antistorico e forsennato marxismo fondamentalista e
radicale,
Asia Argento: "Ripudio Go Go Tales, si parla solo
del mio bacio al rottweiler" ( da "TGCom" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma
lui è italoamericano e la burocrazia qui in Italia è complicatissima",
sottolinea. Intanto la Argento si reinventa come dj, pubblica un triplo cd, e
conduce un programma tutte le mattine su Radiodue con il collega Gianfranco
Monti intitolato "Il bello e la bestia". Un programma per famiglie,
in cui, nelle vesti di fidanzata, casalinga e mamma doc,
TLC: AUTHORITY UE A RISCHIO,GIOVEDI' SI DECIDE A
LUSSEMBURGO ( da "Prima Comunicazione" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che
secondo loro comporterebbe "un eccesso di burocrazia". Meglio, per i
parlamentari europei, una struttura simile a quella che oggi rappresenta l'Erg:
"Un organo in cui siedono i regolatori nazionali, con un presidente da
loro eletto, e che potrà prendere delle decisioni con una maggioranza dei due
terzi, salvo casi eccezionali".
Un viaggio nel girone infernale della Motorizzazione
civile, regno della burocrazia e delle code infinite ( da "Provincia di Como, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: regno
della burocrazia e delle code infinite. L'abbiamo fatto ieri mattina, insieme a
decine di ?dannati? alle prese con moduli e bollettini, tormentati dall'incubo
dell'orario di chiusura che rischia di vanificare la loro interminabile attesa.
IN PRESA DIRETTA L'ufficio principale, al piano terra dell'edificio di via Tentorio,
Urbanistica Qualche proposta per una Lecco migliore Nelle
scorse settimane c'è stata una manifestazione titolata "La Lecco del
Futuro", promossa da "Il Popolo della Libertà" in rel ( da "Provincia di Lecco, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia mi ha sballottato allegramente in questo periodo nel metodico
tentativo di aggiornare e sistemare i vari documenti personali. Ma ho sempre
trovato impiegati e funzionari competenti e disponibili e gentili. Ero
felicemente stupito. Finalmente oggi, all'Agenzia delle Entrate di Menaggio, ho
trovato un incompetente.
La replica Il Celesia sostituisce tutti e tre gli
ascensori In risposta alla lettera del giorno 8 in merito all'ascensore di
villa Celesia, devo anzitutto precisare che non si trat ( da "Provincia di Como, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia mi ha sballottato allegramente in questo periodo nel metodico
tentativo di aggiornare e sistemare i vari documenti personali. Ma ho sempre
trovato impiegati e funzionari competenti e disponibili e gentili. Ero
felicemente stupito. Finalmente oggi, all'Agenzia delle Entrate di Menaggio, ho
trovato un incompetente.
La burocrazia Il rilancio del settore passa
necessariamente dall'abbattere barriere di carattere prettamente burocratico:
formalità, procedure, cavilli che bloccano i progetti ( da "Provincia di Como, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia Il rilancio del settore passa necessariamente dall'abbattere
barriere di carattere prettamente burocratico: formalità, procedure, cavilli
che bloccano i progetti. 10/06/2008.
Renato Giusto ( da "Stampa, La" del
10-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia delle ricette, sempre ricaduta sulle spalle del medico di famiglia,
con tutta una serie notevole di ulteriori incombenze di tipo burocratico come
le certificazioni di malattia hanno creato l'impossibilità di visitare
accuratamente i malati.
Storie di immigrati - 217 Racconti di vita vissuta di chi
si è trasferito dalla propria terra per arrivare nel territorio ( da "Cittadino, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: l'aspetto
a cui accennavo poco fa, e la burocrazia: i tempi per rinnovare il permesso di
soggiorno sono lunghissimi. Ogni volta bisogna dotarsi di un'infinita pazienza.
Lo so bene perché vivo a Lodi da undici anni; tuttavia continuo a non capire
per quale motivo ci vogliano mesi e mesi per avere un pezzo di carta.
L'aumento del costo di benzina e gasolio penalizza i
camionisti ma anche chi si occupa di movimentare le merci ( da "Cittadino, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: conclude
Antonio Ferrari ma purtroppo dobbiamo fare i conti con la solita burocrazia,
che frena la voglia di rinnovamento". Da qualche tempo ha preso piede la
tendenza a ripensare il commercio a livello regionale, con le aziende sempre
più orientate a relazionarsi con partner commerciali sempre più vicini alla
propria sede operativa.
La prima volta del nuovo segretario ( da "Trentino" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: apertisi
al massimo livello della burocrazia municipale con il trasferimento dell'ex
segretario Ivo Ceolan e i problemi personali che tengono lontana dall'ufficio
la vicesegretaria Cristina Bronzini. Rolando Mora assumerà ufficialmente
l'incarico il 25 luglio, in attesa di conoscere l'esito del ricorso al Tar
presentato da un concorrente.
Il torrente Tegnas ancora pieno di ghiaia ( da "Corriere delle Alpi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: a
troppa burocrazia, a disinteresse e/o superficialità". Infine ciò che il
sindaco Ben reclama è la presenza di tecnici dotati di conoscenze e competenze
puntuali sul territorio. Esattamente le richieste espresse dal professor Luigi
D'Alpaos nel convegno di sabato dedicato al rischio idrogeologico
nell'Agordino.
Radio Più festeggia i suoi 25 anni aprendo le porte agli
ascoltatori ( da "Corriere delle Alpi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: con i
primi anni Novanta ingessati dalla burocrazia per l'ottenimento della
concessione e molti altri problemi affrontati, problemi che incontra qualsiasi
imprenditore che si dedica ad una nuova attività. Ma l'averci creduto ci ha
permesso di essere ancora nell'etere. Eravamo in tanti nel 1983, l'Agordino
contava altre tre radio (Alleghe, Falcade,
Italia al bivio tra modernità e declino ( da "Giornale di Brescia" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: lentezza
della giustizia civile e peso della burocrazia sulle imprese. "Il nostro
Paese - ha aggiunto Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio di
Brescia - soffre di un ritardo infrastrutturale cronico". Inoltre, le
differenze tra Nord e Sud Italia, nonostante le risorse impiegate per lo
sviluppo del Mezzogiorno, tendono ad essere sempre più marcate.
Tlc, in forse l'Autorità unica Ue ( da "Italia Oggi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: aumenterebbe
costi e burocrazia, interferendo con attività già svolte da altre autorità
esistenti, oltre a essere in conflitto col principio di regolamentazione
indipendente". Ma, se l'Authority Ue dovesse tramontare sarebbe già pronta
una soluzione alternativa, quella di rafforzare le competenze dell'Erg,
l'associazione che riunisce tutte le Autorità europee nel settore delle Tlc,
Montezemolo lascia Fiera Bologna ( da "Italia Oggi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: regole
privatistiche e moderne, poca burocrazia che passa anche attraverso "la
revisione dello statuto"; lo sviluppo "perché chi si ferma è
perduto", ha chiarito Montezemolo ricordando due progetti "uno più
aggressivo e l'altro meno". Sviluppo "che passa anche attraverso
l'ammodernamento del quartiere fieristico";
Burocrazia costosa, l'1% del pil ( da "Italia Oggi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il
peso eccessivo rappresentato dalla burocrazia in particolare preoccupa il
presidente di UnionCamere Mondello che ha ribadito che "in Italia fare
impresa è difficile a causa di una burocrazia troppo spesso fine a se stessa,
costosa e inefficiente". "Una burocrazia- ha proseguito Mondello- che
il più delle volte non è dunque un alleato, ma un ostacolo al libero sviluppo
dell'
Così le tecnologie ci cambiano la vita Dì la tua ( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e
maggioranza sono davvero grandi.
La Sapienza e il rito dell'intolleranza ( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e
maggioranza sono davvero grandi.
Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo ( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e
maggioranza sono davvero grandi.
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e
le liti sul governo ( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e
maggioranza sono davvero grandi.
Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni ( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e
maggioranza sono davvero grandi.
Racconta anche tu la partita della tua vita ( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e
maggioranza sono davvero grandi.
Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la
vostra ( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di
"luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza
sono davvero grandi.
D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la ( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della
politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco
perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per
"fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il
Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna
di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono
davvero grandi.
Più fondi per la ricerca ( da "Provincia Pavese, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: anche
se al direttore generale della Sanità della Regione Lombardia, Carlo Lucchina,
rimastro con il contagocce in aula perché richiamato dallo scandalo del Santa
Rita, i presidenti chiedono anche qualche piccolo ritocco agli statuti: la
possibilità di snellire la burocrazia che penaliza il pubblico e favorisce il
privato. (m.g.p.).
Anagrafe ko: code infinite ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Anche
quando la burocrazia è contro di loro. Focopiano per il pubblico perfino i casi
in cui serve o no l'odiata marca da bollo sui documenti. Le carte d'identità
effettivamente si ottengono a Vicenza in soli tre minuti. E si è avvisati a
casa da una lettera della scadenza.
Alloggi pronti da gennaio ma sono senza pazienti ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: comunità
per malati psichici bloccate dalla burocrazia: manca il personale Alloggi
pronti da gennaio ma sono senza pazienti PAOLO PRISTINGER di Chiara Roverotto
La legge Basaglia compie trent'anni, ma la burocrazia la fa padrona, almeno in
alcuni casi. Che oggi i servizi sul territorio si stiano dotando di nuovi
strumenti per valutare l'efficacia degli interventi è fuori discussione.
Infrastrutture, Brescia arranca: è 40a in Italia ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ECCESSO
DI BUROCRAZIA e deficit di giustizia sono le altre cause che Mondello ha invece
messo fra le priorità da risolvere in una prospettiva di rilancio. Due
questioni a cui il presidente nazionale ha aggiunto quattro nodi fondamentali:
il vincolo della bassa produttività causato dall'inadeguatezza del contesto,
Regionali, io sostengo soru ma dia un ritocco alla giunta ( da "Nuova Sardegna, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: indisponibile
ad ogni forma di cambiamento, che ha trovato grande sponda nelle burocrazie
regionali, nel sindacato e in molti ambienti del Consiglio regionale". -
Specifichi meglio. "L'innovazione è apprezzata solo quando non riguarda il
nostro giardino". - Soru continua a essere spigoloso, poco incline al
dialogo e al confronto.
L'ex consorzio diventa un asilo nido ( da "Provincia Pavese, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: a
tempi di record rispetto a quelli soliti della burocrazia, spiegano in
municipio) ed in una parte ospita anche una palestra. Si tratta dell'ennesimo
intervento finalizzato a recuperare edifici di proprietà comunale trasformati
in centri servizi o sedi di strutture ad uso pubblico come nel caso
dell'ambizioso (e da tempo completato) piano per lo storico ex ospedale San
Giacomo.
Via ai lavori, il depuratore mette il <tappo> ( da "Giorno, Il (Brianza)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: I
tempi tecnici e, soprattutto, della burocrazia non permetteranno però di far
iniziare i lavori prima della fine di settembre. A quel punto, serviranno 700
giorni, salvo imprevisti, per completare gli interventi sull'area di ingresso
dei fanghi e "l'adeguamento ai fini dell'eliminazione delle esalazioni
moleste".
Di STEFANO LOLLI AUMENTA LA PRODUZIONE, si impennano i
prezzi. E per l'ag ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Continuate
a lamentarvi dell'eccessiva burocrazia? "Non è una litania. Orientarsi a
una maggiore semplificazione amministrativa costituisce una delle principali
esigenze per migliorare la competitività delle imprese agricole. Gli
imprenditori, loro malgrado, devono dedicare due giorni a settimana per
defatiganti e costose procedure".
Tra le macerie chiede un tetto ( da "Nuova Sardegna, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: chiede
un tetto La lunga battaglia di un artigiano con la burocrazia IL CASO Ma il
Comune vuole la ristrutturazione PORTOSCUSO. Stretto tra due muri: uno quello
dell'indifferenza della burocrazia, l'altro quello della casa-rudere in Via
Risorgimento 24, che sta candendo letteralmente in pezzi sul marciapiede, alla
fine Carlo Floris, 55 anni, sottufficiale dell'aeronautica in pensione,
Scandellara, il rock adesso chiede aiuto ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Eccessivi
i costi, eccessiva la burocrazia, cumuli di pratiche e scartoffie
(autorizzazioni, permessi, ecc.) che scoraggiano letteralmente gli
organizzatori (come quelli di Villa Angeletti che hanno dovuto rinunciare al
cartellone estivo nel parco adiacente peraltro molto apprezzato dai ragazzi).
Giba addio, il distacco è definitivo - enrico cambedda ( da "Nuova Sardegna, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dice
il sindaco Ivo Melis - ma purtroppo una burocrazia ingiustificata ha sempre
mortificato le nostre aspirazioni. Anche l'amministrazione guidata dal
sottoscritto ha dovuto sperimentare lungaggini e difficoltà. Finalmente qualche
giorno fa è arrivata la comunicazione dell'Agenzia del Territorio che accoglie
le richieste".
Reddito di cittadinanza acli: il 70% degli assegni è
andato agli italiani ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: istruire
le pratiche aiutando i cittadini a districarsi in quel po' di inevitabile
burocrazia che anche questo provvedimento richiede. Trieste ha toccato il
record regionale di domande accolte: 1250 sulle 2000 totali in regione. Il
finanziamento per il 2008 stabilito dalla giunta Illy che ha varato la legge
prevedendo una sperimentazione di 5 anni è andato bruciato in soli tre mesi.
Istruzioni per l'ici abolita ( da "Nuova Sardegna, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Tutta
colpa dei tempi lunghi richiesti dalla burocrazia, con i cittadini che tra un
mugugno e l'altro si trovano in imbarazzo sul da farsi: "Pagare o non pagare?"
Il dilemma è quello relativo all'Ici sulla prima casa, il cui decreto di
abolizione è stato pubblicato a fine maggio sulla Gazzetta ufficiale.
La Cna mette radici anche in via Roma ( da "Giorno, Il (Legnano)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Però
sono convinto che questo Governo farà di tutto per risolvere il problema della
burocrazia. Il nostro compito in Parlamento è quello di tagliare le leggi
inutili e porre le condizioni perché i nostri imprenditori continuino ad
investire sul territorio". In quest'ottica è stato fatto un rimando allo
"stato di salute" delle imprese dell'est Ticino.
Casa popolare cade in pezzi <La bimba può farsi
male> ( da "Giorno, Il (Milano)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: questa
volta contro la burocrazia. "Mi hanno diffidato ad effettuare lavori ?
continua Marco Silvestri ? ma non posso assolutamente fare vivere mia figlia in
questa situazione. Non possiamo correre il rischio che si faccia male perché
inciampa in una piastrella rotta, o peggio ancora, quello che prendere la
scossa da un filo scoperto".
Ritiro precampionato in trentino società accusa:
"truffati dalla juve" ( da "Repubblica, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: da
dove verranno girate a Torino con i tempi della burocrazia giudiziaria.
Accusano amministratore delegato, responsabile del settore commerciale e
dirigente del costumer service della Juve. Sostengono che Ena4all è stata
raggirata e ha subito enormi danni diretti e indiretti per l'interruzione dei
rapporti con la "Vecchia Signora" e con il terzo partner
dell'operazione Pinzolo,
Nessuna risposta sulla pensione 77enne scrive al mistro
brunetta ( da "Tirreno, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia
vissuta da 77enne di Uzzano, Luigi Capecchi, che per far valere i suoi diritti
ha scritto al direttore dell'Inpdad di Pistoia, ma anche al ministro dell'innovazione
Renato Brunetta. "Ho provato più volte a contattarvi telefonicamente negli
orari appositi - scrive Capecchi al responsabile dell'Inpdad - senza mai
ottenere risposta (
Bloccati lavori per un miliardo ( da "Centro, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: I
costruttori teatini accusano la burocrazia degli enti locali CHIETI. Un
miliardo in euro in lavori pubblici bloccato dalle pastoie burocratiche.
Centinaia di posti di lavoro solo virtuali, paralizzati dai tempi lunghi di
Comuni ed enti vari. Il blocco dei "mille milioni di euro" è stato
denunciato ieri nell'assemblea del settore dal presidente provinciale dell'
MASSA NELL'ERA di internet, la burocrazia resta un ostacolo ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
burocrazia resta un ostacolo... ? MASSA ? NELL'ERA di internet, la burocrazia
resta un ostacolo, nonostante i proclami di istituzioni ed enti di snellire e velocizzare
il mondo delle imprese. Al centro della nuova battaglia "per la
velocità" degli edili di Cna apuani vi è il Durc, il certificato che,
sulla base di un'unica richiesta,
VIGNOLA INIZIA questa sera alle 21 e 30 'Se a ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
burocrazia restano sospese fra l'indifferenza e la valutazione di un
intervento. Eppure, si chiede Lasorella, è poi così lontana la Birmania? Il suo
regime fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i
russi... La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita
con la droga,
L a <Notte bianca> di Rovereto, in programma il 20
giugno, rischia di rimanere solo sulla carta ( da "Adige, L'" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: E
non perché la burocrazia sia sempre pronta a mettere i bastoni tra le ruote.
"Da un mese abbiamo chiesto ad Agostino Carollo il programma dettagliato,
ma finora ci è arrivata solo una bozza di scaletta descritta in termini
generici", spiegano seccati dal Comune.
LEGGE SULLA TRASPARENZA: VENDOLA, " TOLTO IL BURQA
ALLA BUROCRAZIA" LA PUGLIA TRA LE PRIME REGIONI D'ITALIA A RECEPIRE LE
INDICAZIONI DELL'UNIONE EUROPEA IN TERMINI DI TRASPARENZA ( da "marketpress.info" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: trasparenza
finalmente si è tolto il burqa alla burocrazia regionale. Siamo di fronte ad
un'operazione di pulizia di tutti quei fastidiosi impedimenti alla trasparenza
e alla cristallinità che finora hanno reso oscuro e incomprensibile il dialogo
tra il Palazzo e la Cittadinanza Attiva". Con queste parole il Presidente
della Regione Puglia Nichi Vendola ha commentato il sì dell'
<La banda>, di Eran Kolirin In un tempo non molto
lontano, una piccola banda musicale della polizia egiziana arrivò in Israele ( da "Adige, L'" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma a
causa della burocrazia, della sfortuna o per qualche altra ragione, sono
arrivati all'aeroporto senza trovare nessuno che li aspettasse. Hanno cercato
di cavarsela da soli, finendo per ritrovarsi in una piccola cittadina
israeliana desolata e dimenticata, da qualche parte nel cuore del deserto.
Riforma ue: si potrà lavorare più di 48 ore ( da "Messaggero Veneto, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: personalmente
alla trattativa per la riforma della burocrazia. Tutti i sindacalisti insistono
per sapere quali sono le parti del modello di organizzazione pubblica che il
ministro intende trattare, visto che molto è già contenute nelle norme in
vigore, ora disattese. Il confronto tra imprese e sindacati sulla riforma del
modello contrattuale "partirà subito dal cuore del problema,
La ferrovia esiste. sulla carta ( da "Messaggero Veneto, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Storie
di ordinaria burocrazia. Acque del Basso Livenza ha grandi idee per il recupero
di una "ex" linea La ferrovia esiste. Sulla carta Progetto bloccato
dalla mancata dismissione della San Vito-Motta Ciclopista per collegare il
Parco di Torrate a Chions con San Stino CHIONS.
Rifiuti, chiude case passerini e per quadrifoglio sono
guai - massimo vanni ( da "Repubblica, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia certo non aiuta: "Siamo in attesa della pubblicazione dei piani
straordinari sul Burt, il bollettino ufficiale della Regione", hanno fatto
notare i vertici del Quadrifoglio. L'ammissione che, a due anni di distanza
dalle prime carte ufficiali che indicavano Case Passerini come localizzazione
scelta per il futuro inceneritore di Firenze,
Fiera, montezemolo lascia ( da "Repubblica, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: In
secondo luogo un consiglio di amministrazione più snello, con regole
privatistiche e meno burocrazia. Infine le risorse per ammodernare. Ora gli
occhi sono puntati sull'assemblea dei soci del 23 giugno in cui i soci privati
e pubblici potrebbero trovare un accordo. "Vorrei lasciare questo in
eredità" si congeda Montezemolo. VARESI A PAGINA II.
Contratti, ottimo inizio per la riforma ( da "Tirreno, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: generale
la voce che il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta non intenda
partecipare personalmente alla trattativa per la riforma della burocrazia.
Tutti i sindacalisti insistono per sapere quali sono le parti del modello di
organizzazione pubblica che il ministro intende trattare, visto che molto è già
contenute nelle norme in vigore, ora disattese. Antonella Fantò.
Montezemolo: "fiera, esperienza conclusa" -
valerio varesi ( da "Repubblica, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: oltre
che avere di fronte a sé poca burocrazia". Tutto questo passa anche
attraverso una revisione dello statuto, ma anche, a questo punto, dal rinnovo
della presidenza per la quale sono date in ascesa le quotazioni di Fabio
Roversi Monaco. Il secondo punto indicato da Montezemolo è quello dello
sviluppo perché "chi si ferma è perduto".
La Sanità assediata da truffe e sprechi ( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: non
è indice di oculatezza e di sana burocrazia. E così vale per l'uso fraudolento
del pagamento a prestazione dei ricoveri in ospedale: dal Nord al Sud, si
calcola una perdita per lo Stato di 5 miliardi l'anno. Una manovra sanitaria
evitabile, anche solo con un'efficace e razionale catena di controlli.
Deregulation ma non sulle tutele ( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: quando
ha aggiunto che "proprio un'eccessiva burocrazia nel rapporto di lavoro
spesso determina sommerso". Ciò che bisogna cambiare, secondo il titolare
di Via Veneto, è la gestione del rapporto di lavoro. Con tutte le rigidità o le
incongruenze che lo accompagnano. Ma per farlo serve il confronto con le parti
sociali.
Negli Usa sono 2,4 milioni le operazioni inutili Ma una
Commissione mette in riga gli ospedali ( da "Corriere della Sera" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: uno
strumento lontano dalle burocrazie pubbliche e "autogestito" che ha
funzionato piuttosto bene. Ma che non è, di per sé, il toccasana di tutti i
mali. Le operazioni "inutili " proliferano anche negli Stati Uniti:
secondo un'indagine ordinata dal Congresso di Washington, su 15 milioni di
interventi chirurgici effettuati ogni anno negli Usa,
Maxipiano di Moncada ( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: anche
dalla burocrazia. Da tre anni, infatti, Moncada aspetta la valutazione di
impatto ambientale per un impianto da 600 mw. Intanto sta andando avanti, con
una serie di progetti anche all'estero. Nel fotovoltaico sarà costituita la
Moncada Solar Equipment, una newco tra Moncada e Monte dei Paschi per
sviluppare la ricerca e la produzione di pannelli fotovoltaici in tecnologia
"
Infrastrutture sempre carenti ( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: l'eccesso
di burocrazia ", due elementi che ostacolano la nascita e la vita delle
imprese. Un esempio? I costi burocratici per le imprese ammontano a 14,9
miliardi di euro, pari all'1% Pil e a 12mila euro per azienda. IL GAP CON
L'EUROPA Nel periodo 2000-2005 l'Italia ha realizzato 64 chilometri di
autostrade contro i 1.
Mastrocola: essere pagati meglio? Sì, ma ridateci
l'autorità in cattedra ( da "Corriere della Sera" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: non
essere in balia delle lamentele dei genitori e della burocrazia". Crede
che tutti gli insegnanti siano bravi? "No. Sono convinta che vada
introdotto un sistema di valutazione dei docenti. Il banco di prova di un buon
professore è la sua classe. Gli studenti dovrebbero avere voce in
capitolo". La "fama": un metro di giudizio?
Artigiani, una donna incalza Sbalchiero ( da "Corriere del Veneto" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: sistema
che possano assicurare alle nostre imprese di competere sui fronti della
burocrazia, della contrattazione, del welfare, del fisco, della formazione
professionale, della scuola, del federalismo". Insomma, si parte dallo
smarcarsi dal passato per "saper anticipare i bisogni delle aziende
associate". Senza dimenticare e togliere, comunque, "ciò che finora è
stato fatto di buono".
Mondello: La burocrazia costa 15 miliardi ( da "Tempo, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Stampa
Unioncamere Mondello: "La burocrazia costa 15 miliardi" Il presidente
di Unioncamere Andrea Mondello denuncia il "deficit di giustizia" e
"l'eccesso di burocrazia" che ostacolano la nascita e la vita delle
imprese. In particolare, i costi burocratici per impresa ammontano a 14,9
miliardi di euro, pari all'1% del Pil e 12.
Non deludete i bambini e gli anziani ( da "Tempo, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Sarà
messo in condizioni di farlo? Nessun dubbio sulle notevoli capacità di
Marrazzo. Ma l'apparato della burocrazia consentirà di soddisfare le legittime
esigenze di numerosi bambini e di altrettante famiglie? Attendiamo una sola
risposta: sì.
Economia e politica ( da "Corriere di Bologna" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: REDAZIONALE
Economia e politica Le tappe Scelte e scenari Il modello privato "L'expò
ha bisogno di essere gestito in un'ottica di azienda e di trovare la strada per
competere sul mercato internazionale" Alleanze e valorizzazione "Ci
sono due progetti, uno più aggressivo e un altro meno. Per la governance vorrei
un cda snello e poca burocrazia".
Fiera, l'addio di Montezemolo: <Non mi ricandido> ( da "Corriere di Bologna" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Le
priorità del leader uscente restano quelle: governance ("cda snello, poca
burocrazia "), sviluppo ("ci sono due progetti, uno più aggressivo,
uno meno") e risorse. Toccherà al nuovo consiglio e al nuovo presidente
separare i fili della matassa che avvolge via Michelino. Ma fino al 23, sarà
sempre Montezemolo a tentare la mediazione tra i tessitori.
Salsomaggiore ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Troppa
burocrazia e sanzioni: così non possiamo lavorare" I turisti:
"Degrado e vegetazione non curata: non lo si può visitare" II Tra il
Parco dello Stirone e gli agricoltori che vivono e lavorano nella zona pare non
corra buon sangue. Infatti, soprattutto nell'ultimo periodo, sono state diverse
le lamentele (arrivate anche sui banchi del Consiglio provinciale)
Ottimo inizio per la riforma del contratto ( da "Centro, Il" del
11-06-2008) + 11 altre fonti
Argomenti: Burocrazia
Abstract: generale
la voce che il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta non intenda
partecipare personalmente alla trattativa per la riforma della burocrazia. Tutti
i sindacalisti insistono per sapere quali sono le parti del modello di
organizzazione pubblica che il ministro intende trattare, visto che molto è già
contenute nelle norme in vigore, ora disattese. Antonella Fantò.
Giunta, pressing a Roma per la Salsa ( da "Tribuna di Treviso, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Da
qui l'imminente ennesimo viaggio di Fulvio Zugno e Sergio Marton in quel di
Roma, per cercare di smuovere la montagna della burocrazia. E la speranza è
che, visto il cambio di governo, qualche onorevole leghista si faccia promotore
dell'ambiziosa operazione. (a.z.).
La città è bloccata dalla sovrintendenza ( da "Centro, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia delle sovrintendeze archeologica e architettonica strangola le
grandi opere per la città. A lanciare l'allarme è il sindaco Gianni Chiodi che
parte dall'ultimo caso, quello degli scavi per il parcheggio sotterraneo in
piazza Dante, sospesi da oltre un mese.
Fermo un miliardo di euro in lavori pubblici - francesco
cioce ( da "Centro, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: utilizzando
i fondi congelati dalla burocrazia. Che in Abruzzo sono un miliardo di euro. Un
comparto produttivo in salute che tuttavia esige un'attenzione costante anche
per il credito. Paolo Primavera, presidente provinciale dell'Ance, i
costruttori di Confindustria, ha illustrato la situazione dell'edilizia.
Generalizzare è sempre assurdo ( da "Messaggero Veneto, Il" del
11-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: BUROCRAZIA
/ 2 Generalizzare è sempre assurdo Pioveva a Udine la mattina di venerdì
scorso, quando, venendo da Venezia, ho parcheggiato la macchina in piazza I
maggio alla ricerca degli uffici di viale Ungheria 23, nascosti in una traversa
della strada principale.
Fannulloni dannosi ma i politici di più ( da "Messaggero Veneto, Il" del
11-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: BUROCRAZIA
/ 1 Fannulloni dannosi ma i politici di più Al ministro Brunetta vorrei
rivolgere la seguente domanda: premesso che il sottoscritto da oltre dodici
anni è in attesa di una sentenza di Tribunale per definire un incidente
stradale in cui perse la vita la propria sorella, a chi intende attribuire la
responsabilità di tale inaccettabile ritardo?
Anagrafe ko: code infinite ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Anche
quando la burocrazia è contro di loro. Focopiano per il pubblico perfino i casi
in cui serve o no l'odiata marca da bollo sui documenti. Le carte d'identità
effettivamente si ottengono a Vicenza in soli tre minuti. E si è avvisati a
casa da una lettera della scadenza.
Alloggi pronti da gennaio ma sono senza pazienti ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: comunità
per malati psichici bloccate dalla burocrazia: manca il personale Alloggi
pronti da gennaio ma sono senza pazienti Prima bisognava scrivere una nuova
convenzione tra Ulss 6 e Amcps Ora l'annuncio del dipartimento di psichiatria:
porte aperte da ottobre I tempi si sono allungati perché non abbiamo personale,
la gara è stata indetta PAOLO PRISTINGER PRIMARIO DI PSICHIATRIA &
I sindaci: <Riaprite la discarica> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia è troppo lenta". Per risolvere l'emergenza ci sono due
possibilità: trasportare i rifiuti negli impianti indicati dalla Regione o
sperare che in pochi giorni il Tribunale del riesame annulli il sequestro della
discarica di Bau Craboni.
Via libera al Progetto bauxol: fanghi rossi per le
bonifiche ambientali ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: essere
rimasto per alcuni anni impigliato nelle maglie della burocrazia, ieri il
progetto per trasformare i fanghi della bauxite in un potente agente
dall'effetto disinquinante ha ottenuto il via libera della Regione. Una
delibera della Giunta presieduta da Renato Soru, infatti, ha dato il la alla
realizzazione dello stabilimento che dovrà sorgere nel polo industriale di
Portovesme,
P.A.: MARCEGAGLIA, E' EMERGENZA NAZIONALE. SERVE
INIEZIONE DI MERITO ( da "Asca" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Proprio
oggi pomeriggio, ha poi annunciato la Marcegaglia, Giuseppe Morandini,
presidente della Piccola e media impresa, incontrera' il ministro della
Funzione pubblica, Renato Brunetta, per illustrare un protocollo stilato da
Confindustria per favorire lo snellimento della burocrazia. luq/cam/alf.
Mancano le direttive: stop ai phone center ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ) La
burocrazia questa volta aiuta i cittadini, o almeno quelli che in passato hanno
avuto noie a causa dei numerosi phone center presenti in città e gestiti, non
sempre nella legalità, da extracomunitari.Dopo l'ultima "retata" che
ha portato alla chiusura di cinquanta punti di telefonia con linee per
l'estero,
Mister Cotta "profeta in patria" <Ma non ha
un compito facile> ( da "Corriere Di Como, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia.
È stata studiata la documentazione per l'iscrizione al prossimo campionato ed è
stata predisposta la lista dei lavori di riadattamento dello stadio alle
esigenze della serie C. Massimo Moscardi Nella foto: Corrado Cotta Home
Grandola in campo per ricordare Paolo Battaglia A Domaso in scena gli Europei
della classe Ufo 22 Trofeo Cittadella 2008 in archivio A Roberto Loda
I progetti del comune sul futuro ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ma
fare i conti con i tempi della burocrazia non è mai facile.Sono passati ormai
più di sei mesi da quando il comune ha presentato la sua proposta per
utilizzare la "Salsa". L'amministrazione ha proposto di portare,
all'interno degli edifici più di pregio e carichi di storia, la nuova sede
della Guardia di Finanza e dei Nas.
(Pl.T.) La bottega smobilitata ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: affitti
sempre più insostenibili e una burocrazia oppressiva. Di fronte ai quali ha
alzato bandiera bianca anche il presidente degli artigiani, Antonio Marchiori,
che ieri ha iniziato il trasloco della sua attività, la storica bottega Tony's
Coiffeur, verso Mestre. Dove aprirà ai primi di luglio al civico 80 di piazza
Ferretto, dopo aver lavorato a Venezia per oltre trentacinque anni.
<Il quartiere di San Michelemerita maggiore
attenzione> ( da "Sicilia, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ha
segnato la linea della semplificazione dell'amministrazione e della burocrazia.
Non si hanno ancora notizie certe su come intende proseguire il nuovo governo
regionale sul percorso tortuoso della privatizzazione. Qualche voce di
corridoio avanza l'ipotesi di una sola società per azioni che gestisca ambedue
le realtà termali siciliane.
CALDEROLI "LA GAZZETTA UFFICIALE CARTACEA
SPARIRA'" ( da "Agi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Burocrazia
CALDEROLI "LA GAZZETTA UFFICIALE CARTACEA SPARIRA'" La scomparsa
della Gazzetta Ufficiale rientra nel pacchetto per la riduzione delle pratiche
burocratiche previsto dal governo. Lo ha detto il ministro della
Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, nel corso del Question time alla
Camera.
La burocrazia disorienta? In Comune si trova la
"bussola" ( da "Varesenews" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: risparmiare
tempo ed evitare incomprensioni La burocrazia disorienta? In Comune si trova la
"bussola" C'è chi fa il punto sulla situazione politica, chi commenta
la partita e chi ricorda i tempi passati. Può sembrare strano vedere nella sala
lettura di una biblioteca degli anziani che passano il tempo discutendo e
sfogliando i quotidiani.
Brancati (RLR) plaude la scelta del Governatore ( da "Italia Sera" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: riducendo
la burocrazia e l'inefficienza delle Asl". E' quanto dichiara in una nota
il presidente del Gruppo Liberali Repubblicani al consiglio regionale,
Antonietta Brancati. "Abbiamo in questi anni indicato più volte al
presidente Marrazzo la necessità di scelte liberali in campo sanitario, secondo
il principio del merito,
A Reggio nuove norme per acconciatori, estetisti,
tatuatori e laboratori di 'piercing' ( da "Sestopotere.com" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Grazie
a questa nuova normativa si snellisce la burocrazia di avvio delle attività e
si dà maggior dinamismo al mercato, pur nel rispetto dei requisiti igienici
necessari. Con il regolamento introduciamo inoltre precise indicazioni rispetto
alle pratiche di piercing a cui in precedenza, vista la novità di questo
settore, non erano riservate normative specifiche.
Caso Santa Rita, parla l'assessore Bresciani ( da "Varesenews" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è
troppa burocrazia,troppa ingerenza della politica come del resto avviene in
tutte le altre regioni". Saffioti ha poi concluso evidenziando che il
rapporto pubblico-privato in Lombardia è in linea con la media nazionale. In
conclusione l'assessore Bresciani si è detto "inorridito" per quanto
è accaduto che è contrario ai principi della medicina e anche dell'
<Congelato> il recuperodei fabbricati del Biviere ( da "Sicilia, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: sembra
essersi arenato nelle secche della burocrazia. Si tratta di 8 fabbricati, senza
infissi ed alcuni senza tetto. Gli immobili, incastonati in un ambiente
paesaggistico davvero stupendo, erano stati una ventina di anni fa affidati
alla cooperativa Vita Nuova, impegnata nel recupero e nell'assistenza ai
bambini disabili.
Essere comunista nel XXI secolo ( da "AprileOnline.info" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia,
clan o una loro combinazione, lo decideranno le condizioni politiche, civili ed
economiche. Essere comunisti nel XXI secolo, io credo, significa condividere lo
spirito della Dichiarazione ma anche spendersi senza riserve affinché la
decisione sull'organizzazione sociale, dati il tempo ed il luogo,
Fao, la riforma che verrà: Si cambi la "cultura
istituzionale" ( da "Velino.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia fa pensare a una “cultura intrinsecamente contraria al rischio”.
Poco successo, inoltre hanno avuto le timide politiche di decentralizzazione
delle funzioni fin qui portate avanti: “Si renderà necessario un approccio
molto più sistematico, radicale, basato sul principio di sussidiarietà e
pensato per portare a un cambio nella cultura dell'
Quando è più la spesa dell'impresa: 18 mesi per mettersi
in proprio ( da "Provincia di Como, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Paradossi
della burocrazia / 5 Quando è più la spesa dell'impresa: 18 mesi per mettersi
in proprio Per avviare un'attività necessari almeno 4.000 euro. E un anno e
mezzo di pazienza Aprire un'impresa? È un'autentica? impresa. Se la burocrazia
complica terribilmente la vita di qualsiasi cittadino, può trasformare in un
vero e proprio inferno quella di un giovane intenzionato ad aprire un'
Carlo Cattaneo presidente dell'Associazione piccole e
medie industrie di Como <Cambiamo le regole: occorrono tempi certi> ( da "Provincia di Como, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è
principalmente della burocrazia". Oltre ai tempi di attesa infiniti, per
poter creare un'impresa bisogna mettere mano al portafoglio in misura
considerevole? Se parliamo di una piccola attività produttiva, possiamo stimare
tranquillamente un costo compreso tra quattromila e diecimila euro, a seconda
del settore e delle caratteristiche.
Il presidente Lulani: Clima economico internazionale
difficile Ma bilancio positivo ( da "Stampa, La" del
11-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: con
la sua burocrazia dai tempi infiniti che da Roma ricadono su tutti gli enti
locali ritardando o bloccando le iniziative". Sulla necessità di nuove
strategie per la crescita delle imprese e del sistema Italia si è soffermato
nella relazione all'assemblea il presidente di Confindustria Alessandria, Bruno
Lulani,
Il sindaco non si tira indietro: <Hanno diritto
all'assistenza> ( da "Cittadino, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: E
così, per sbrigare le pratiche pensionistiche o per ricevere assistenza
sanitaria, i sinti di Caselle sono costretti a recarsi in continuazione a
Cremona o nel Pavese: stanziali per scelta, ci pensa la burocrazia a tenere
vivo in loro lo spirito del nomadismo. S.C.
Chiari, internet batte la burocrazia ( da "Giornale di Brescia" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: internet
batte la burocrazia Come consultare anagrafe e tasse da casa. Stessa
possibilità per Palazzolo I cittadini di Chiari potranno provvedere alle
"autocertificazioni" da casa Barbara Bertocchi BASSA Contro le lunghe
attese agli sportelli, lo spreco di tempo e quindi di denaro, ha preso il via
in questi giorni un servizio congiunto dei Comuni di Chiari e Palazzolo all'
Il franchising guarda all'estero ( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: gravato
dalla burocrazia, e in quello del credito, i due punti deboli del sistema
secondo l'associazione. L'incremento maggiore, nel numero di reti, riguarda il
mondo dei servizi: 466 reti contro le 376 operanti nella distribuzione. Grande
vitalità soprattutto per agenzie immobiliari e di mediazione creditizia in
crescita per giro d'affari,
Energia, sugli studi batte il sole tutto l'anno ( da "Italia Oggi (La Legge)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Burocrazia
e strategia chiamano gli avvocati Energia, sugli studi batte il sole tutto
l'anno Studi legali alla conquista delle energie rinnovabili. Eolico,
fotovoltaico, biomasse, geotermico, idroelettrico: tutti investimenti destinati
a esplodere in Italia.
Real estate, lacci e lacciuoli ( da "Italia Oggi (Turismo Oggi)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: immobiliari
in Italia: troppa burocrazia, un mercato frammentato, la carenza di
infrastrutture e di piani di marketing per promuovere le destinazioni.
Un'analisi spietata, quella tratteggiata ieri da alcuni rappresentanti di
investitori internazionali, nel corso di un convegno, organizzato da Turismo Re
e svoltosi nell'ambito di Eire,
Tne, è al palo la mirafiori del futuro - diego longhin ( da "Repubblica, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: complice
la burocrazia. Si arriverà a fine anno, anche perché la società è obbligata a
ricorrere a un perito per valutare i lotti. Ma la lentezza per i vertici di Tne
non dipende solo dagli adempimenti, ma dai ricorsi al Tar sulla gara indetta da
Torino Nuova Economia per la costruzione del Centro del Design, la prima opera
da realizzare sulle aree ex Fiat,
Zoom - maurizio barbato ( da "Repubblica, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: inaffidabilità
della burocrazia e della politica isolane; prendono impegni che non sanno
mantenere. Ma allora che ne sarebbe dei contratti locali legati alla
produttività nelle aree deboli, di scarso sviluppo autopropulsivo? Aree dove la
produttività degli impianti dipende soprattutto da fattori esterni al lavoro,
molto più che dalla capacità e dall'
La beffa del dentista fantasma - giuliano foschini ( da "Repubblica, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia",
si difende il segretario sindacale dell'associazione, Franco Causo. "Mi
raccomando, non si parli di scandalo. La normativa vigente dice che poter
funzionare uno studio deve avere l'autorizzazione sanitaria. In quel locale
manca per esempio la necessità di avere la destinazione d'uso: insomma c'è
qualche carta dannata che non ci permette di fare il nostro lavoro di
volontari"
Assoartigiani Sbalchiero trova un'avversaria ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: assicurare
alle nostre imprese un impegno costante sul fronte della burocrazia, della
contrattazione, del welfare, della scuola, del federalismo". Rader vuole
anche dare una rinfrescatina alle regole dello statuto e conta di trovare
diversi sostenitori tra i 33 che hanno attualmente diritto di voto. Oltre ai 13
presidenti dei mandamenti ci sono infatti 17 presidenti di categoria,
Via libera al ripascimento ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma
la burocrazia ha tempi che bisogna rispettare. E allora mi sarei atteso che i
bagnini, prima di lasciarsi andare alle proteste, parlassero con le
Istituzioni. Non abbiamo mai rifiutato confronti o chiarimenti, quando ci sono
stati chiesti". Progetto pronto e soldi stanziati, ora sarà palazzo
Volpini, che ha già contattato alcune ditte,
Bonus bebè, prosciolti dieci extracomunitari ( da "Nazione, La (Umbria)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: potrebbero
essere stati tratti in inganno dalle difficoltà di lingua e dalla burocrazia.
Qualcuno invece è stato rinviato a giudizio per truffa e falso. In un caso, ad
esempio, nel fascicolo c'era anche una nota del direttore dell'Ufficio postale
dove era stato ritirato il bonus bebè per attestare che l'imputato aveva voluto
a tutti i costi firmare l'autocertificazione.
Ance Verona torna all'attacco: Paralizzati dalla
burocrazia ( da "Arena, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia"
"Sono sempre più pressanti e soffocanti gli obblighi burocratici che
invadono il settore delle costruzioni. Dal recente dossier presentato da Ance
nazionale sono emersi risultati a dir poco spaventosi: in Italia sono necessari
circa 4 anni e mezzo per completare la progettazione di opere di importo
inferiore ai 50 milioni di euro e quasi 6 anni per le opere di importo
Le cento zavorre dell'azienda italia ( da "Repubblica, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: azienda
Italia Dalla competitività ai trasporti alla burocrazia: così il Paese resta
indietro Il dossier La ricerca della Confartigianato evidenzia il divario con i
partner della Ue ROMA - Cento campanelli d'allarme. La Confartigianato li fa
suonare tutti insieme, grazie a una ricerca che mette in evidenza altrettanti
divari tra l'Italia e i principali paesi dell'Unione Europea.
In Val del Riso, poche parole e tanto lavoro gratuito ( da "Eco di Bergamo, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: unico
vero grosso fardello per me è quello della burocrazia. Occorrono mesi, per non
dire anni per avere certe approvazioni. E anche quando arrivano devi poi
compilare tanti documenti per certificare questo e quest'altro, e ti passa un
po la voglia". Gran parte degli introiti arriva dalle elemosine raccolte a
messa: "Anche se con l'euro qui da noi c'è stato un calo.
<Una serie di appuntamenti per aiutare le parrocchie
sui conti> ( da "Eco di Bergamo, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Molti
parroci si lamentano: "Quanta burocrazia, quante carte sono
necessarie!". Le normative sono molto più complesse di un tempo: sono
fatte di solito per motivi encomiabili, per garantire maggiore efficienza e
sicurezza, il livello di servizio si è indubbiamente alzato ma questo richiede
ai preti un lavoro notevole.
PARLAMENTO EUROPEO: FAVORIRE IL RICAMBIO GENERAZIONALE
NELL'AGRICOLTURA ( da "marketpress.info" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: una
burocrazia rispondente alla realtà e il massimo appoggio alla gestione". I
deputati sottolineano quindi che la Pac dovrebbe mirare a sopprimere gli
ostacoli che si frappongono attualmente ai giovani nell'accesso all'attività
agricola e ribadiscono che le misure a favore dello sviluppo rurale
"dovrebbero rivolgersi direttamente agli agricoltori"
I COSTI delle organizzazioni e soprattutto delle loro
burocrazie emergono sempre di più ( da "Nazione, La (Firenze)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: delle
loro burocrazie emergono sempre di più... I COSTI delle organizzazioni e
soprattutto delle loro burocrazie emergono sempre di più con la caduta di miti
che non reggono a confronto con la realtà. Lo sperpero di risorse e di energie
è evidente tanto che si perdono perfino gli obiettivi di una sfida annegata nelle
dichiarazioni solenni degli Stati che continuano a ribadire l'
Antitrust: <Più liberalizzazioni Solo così l'Italia
potrà ripartire> ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia,
ottenere servizi locali e infrastrutture efficienti. Un mondo ideale, ma anche
possibile: basta procedere spediti con le liberalizzazioni e ridurre al minimo
le autorizzazioni. Il monito arriva dall'Autorità garante della concorrenza e
del mercato, che il 9 giugno ha approvato una segnalazione al Governo e al
Parlamento in cui vengono esaminati i settori economici più
<Nella misura in cui si può, s'ha da fare> ( da "Nazione, La (Empoli)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: a
patto che rispetti gli otto criteri dettati dall'amministrazione comunale al
termine del processo partecipativo e di trasparenza conclusosi a dicembre. Ora
il Comune deve mettere mano alla variante del Regolamento urbanistico (varato
nel 2006), per consentire le nuove costruzioni. L'augurio è che non si perda
troppo tempo in burocrazia. A.A.
Scaparro: teatro, festa e testa ( da "Unita, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: rendere
la burocrazia più snella possibile e far sì che le istituzioni si confrontino
con i movimenti. D'altra parte, spiega il regista, la creatività è il motore di
tutto. Sarà per questo che stavolta la Biennale Teatro, da lui diretta,
dedicherà tutta una prima parte ai Laboratori internazionali, fucina di idee
che esploderanno a Venezia dal 27 ottobre al 27 novembre.
Antitrust: <Più liberalizzazioni Solo così l'Italia
potrà ripartire> ( da "Nazione, La (Empoli)" del 12-06-2008)
+ 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia,
ottenere servizi locali e infrastrutture efficienti. Un mondo ideale, ma anche
possibile: basta procedere spediti con le liberalizzazioni e ridurre al minimo
le autorizzazioni. Il monito arriva dall'Autorità garante della concorrenza e
del mercato, che il 9 giugno ha approvato una segnalazione al Governo e al
Parlamento in cui vengono esaminati i settori economici più
Guerra alla burocrazia ( da "Giornale.it, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 12
pagina 13 Guerra alla burocrazia di Redazione "Il meccanismo non si
limiterà alle norme fino al 1970 ma sarà esteso fino al giorno d'oggi" da
Roma Liberalizzare per far ripartire il Paese. È la sollecitazione
dell'Antitrust a governo e Parlamento. Si chiedono interventi per aprire i
mercati su infrastrutture, carburanti, energia,
Utilities, si parte dal Ddl Lanzillotta ( da "Sole 24 Ore, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Passando
all'altro piatto forte, la la lotta alla burocrazia, il ministro ha parlato di
un "trenta per cento di energia repressa su scala nazionale a causa
dell'inefficienza della Pa". Una forza che, se "liberata come un tappo
di champagne", permetterebbe al Paese di crescere proprio di quel 30 per
cento.
Calderoli: via gli enti inutili e il 25% delle leggi
vigenti ( da "Sole 24 Ore, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: E
Indennizzi automatici agli utenti danneggiati dai ritardi della burocrazia. A
ufficializzare le misure di semplificazione e delegificazione che faranno parte
del piano triennale sui conti pubblici, con cui tra il 18 e il 20 giugno il
Governo anticiperà la Fiananziaria, è il ministro Roberto Calderoli nel corso
di un question time alla Camera.
Debito record. Antitrust: <Più liberalizzazioni> ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è
stato raggiunto un nuovo tetto, aggiornando per il terzo mese consecutivo il
record negativo. A marzo il debito è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto
ai 1.623,7 di febbraio. La crescita dello stock a marzo rispetto a febbraio, è
stata di circa 23 mld, mentre rispetto a marzo 2007 l'
Erasmus ma non solo ( da "Adige, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: I
nuovi accordi alleggeriscono sia la burocrazia che le spese: lo studente in
mobilità paga le tasse universitarie solo all'Ateneo di origine (tranne a
Pomona, dove è prevista un'integrazione) e riceve una borsa di studio. Può
inoltre accedere come gli studenti del posto ai servizi dell'Università ospite
quali la biblioteca, la mensa o i corsi di lingua.
Il car-sharing sbarca in barbagia - luciano piras ( da "Nuova Sardegna, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: difficoltà
maggiori le ho incontrate con la burocrazia, soprattutto per avere le
autorizzazioni necessarie per i parcheggi... gli unici che mi hanno capita sono
stati i giovani dello Sportello unico per le attività produttive, ma non
parliamo dei politici e... solo l'assessore Gianni Angioi ha recepito l'idea,
forse perché è stato presidente dell'Azienda trasporti pubblici nuorese!
Verso la chiusura Ato, Amo e Comunità montane passa la
legge regionale presentata da Richetti ( da "Gazzetta di Modena,La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: TAGLI
ALLA BUROCRAZIA Verso la chiusura Ato, Amo e Comunità montane passa la legge
regionale presentata da Richetti Ato e Agenzie di Mobilità, la fine è dietro
l'angolo. Così come si apprestano ad abbassare le serrande numerose comunità
montane: non ne potraà esistere più di una per provincia.
Anagrafe e stato civile: dualchi rischia il caos - tito
giuseppe tola ( da "Nuova Sardegna, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e un
gruppo di cittadini di Dualchi coinvolti in questa singolare vicenda di
straordinaria burocrazia sono stati ricevuti dal prefetto martedì mattina.
"Gli abbiamo sottoposto il problema e ci ha risposto che interverrà presso
il ministero degli Interni per trovare una soluzione - dice il sindaco -. Le
conseguenze e i disagi che derivano da questa storia sono enormi.
Troppa burocrazia santin sta con brunetta ( da "Messaggero Veneto, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Troppa
burocrazia" Santin sta con Brunetta LA VISITA Il ministro della Funzione
pubblica, Renato Brunetta, sarà domani alle 20.45 all'auditorium della Regione,
a Pordenone per parlare di innovazione e sburocratizzazione. In vista
dell'appuntamento, interviene nel dibattito il consigliere regionale di Forza
Italia - Pdl,
P.A.: GUERRINI, STOP BUROCRAZIA, COSTA 11,4 MLD ALLE
MICRO IMPRESE ( da "ADN Kronos" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Antitrust: <Poca concorrenza e decisioni lente, freni
per la crescita> ( da "Campanile, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Occorrono
interventi di semplificazione delle informazioni alla clientela, con modelli
contrattuali standardizzati che separino chiaramente le coperture a maggiore
diffusione dalle clausole di estensione delle garanzie. Burocrazia. Prioritario
ridurre, semplificare e razionalizzare il quadro normativo, ricorrendo ai testi
unici e ai codici. (12-06-2008).
Sfuma il regolatore unico europeo Tlc ( da "Vnunet.it" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: regolatore
potrebbe dare l'idea di troppa burocrazia. Si potrebbe pensare a
un'alternativa. I deputati preferirebbero dunque una struttura simile
all'attuale ERG, cioè "un organismo dove siedono le autorità nazionali di
regolamentazione, che avrà un presidente eletto dalle autorità nazionali, e che
prenda le decisioni a maggioranza di due terzi,
Le prime pagine del Lazio ( da "Velino.it, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Si
resta in attesa della burocrazia per convocare la conferenza dei servizi.
Spunta perciò l'ipotesi Grosseto, anche se l'Enac non conferma. Nel taglio
medio, “Parto, lunga attesa: bimba grave”: l'episodio della bambina nata con
una grave lesione cerebrale è accaduto nel reparto di ginecologia di Belcolle.
Essere comunista nel XXI secolo si può pag.4 ( da "Affari Italiani (Online)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia,
clan o una loro combinazione, lo decideranno le condizioni politiche, civili ed
economiche. Essere comunisti nel XXI secolo, io credo, significa condividere lo
spirito della Dichiarazione ma anche spendersi senza riserve affinché la
decisione sull'organizzazione sociale, dati il tempo ed il luogo,
P.A.: GUERRINI, STOP BUROCRAZIA, COSTA 11,4 MLD ALLE
MICRO IMPRESE ( da "ITnews.it" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
"Sì a gestioni consortili No agli accorpamenti" ( da "Stampa, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dovrebbe
intervenire il nuovo Ministero per semplificare la burocrazia". C'è, poi,
l'aspetto dei consorzi per la gestione dei servizi. "In questo caso -
spiega Pallini - sono favorevole. I consorzi di servizi sono utili o
indispensabili in alcuni paesi in determinate situazioni. Ad esempio,
disponendo di una polizia municipale in comune o gestendo insieme i
rifiuti".
L'Antitrust chiede un piano su energia, negozi, banche ( da "Arena.it, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è
stato raggiunto un nuovo tetto, aggiornando per il terzo mese consecutivo il
record negativo. A marzo il debito è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto
ai 1.623,7 di febbraio, con una crescita rispetto a marzo 2007 di oltre 40
miliardi.
CONTI PUBBLICI. Bankitalia: record del debito ( da "Arena.it, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è
stato raggiunto un nuovo tetto, aggiornando per il terzo mese consecutivo il
record negativo. A marzo il debito è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto
ai 1.623,7 di febbraio, con una crescita rispetto a marzo 2007 di oltre 40
miliardi.
Petrolieri, la truffa degli incentivi ( da "Opinione, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia,
sindacalisti e politici uniti nel lavorare contro Bettino Craxi. L'allora
segretario amministrativo del Psi, Rino Formica, spiegava che secondo lui con
quelle centinaia di miliardi dovevano essere finanziati i giornali del gruppo
Rizzoli-Corriere della Sera, Monti (Il Resto del Carlino e La Nazione) e
Montedison (
Elogio della precarietà ( da "Opinione, L'" del
12-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nemico
numero uno da combattere è la burocrazia nella sua espressione più deleteria,
che consiste nel creare posti di lavoro fissi ed immutabili, nel produrre la
morte del lavoro creativo, la fine di una cultura imprenditoriale,
indispensabile per riprendere lo sviluppo. Ecco perché, pur appezzando le
iniziative di "Bologna Capitale", non condivido il titolo della loro associazione.
Cognome da nubile cancellato d'imperio a una cittadina
britannica ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: non
potrei certo saltellare da un ufficio all'altro, alle prese con l'italica
burocrazia. Le domande che pongo sono le seguenti: da quale legge risulta che
il cittadino straniero debba essere identificato tramite passaporto e non altro
valido documento di identità e non è forse la carta d'identità italiana un documento
valido?
<Liberalizzare per far ripartire l'economia> ( da "Brescia Oggi" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è
stato raggiunto un nuovo tetto, aggiornando per il terzo mese consecutivo il
record negativo. A marzo il debito è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto
ai 1.623,7 di febbraio, con una crescita rispetto a marzo 2007 di oltre 40
miliardi.
<Liberalizzare per far ripartire l'economia> ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è
stato raggiunto un nuovo tetto, aggiornando per il terzo mese consecutivo il
record negativo. A marzo il debito è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto
ai 1.623,7 di febbraio, con una crescita rispetto a marzo 2007 di oltre 40
miliardi.
Il centro commerciale naturale vuol conquistare le mostre
di mobili - tiziana gori ( da "Tirreno, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: assenza
di infrastrutture, burocrazia dilagante e (soprattutto) crisi dei consumi.
"La nuova piazza Risorgimento è il nostro cavallo di battaglia. Piace, la
gente viene a visitare il centro e si ferma a dare un'occhiata ai negozi. Da
parte loro - afferma Mustacchio - tanti esercenti stanno riqualificando la
propria attività.
Dogana, contratto da rivedere ( da "Tirreno, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: altri
luoghi le operazioni doganali lamentando ritardi e burocrazie eccessive qui a
Prato e l'Ufficio Dogane di Prato, che invece rivendica velocità ed efficenza,
è perché vogliamo capire ancora una volta se la Dogana all'Interporto sia un
valore aggiunto o meno e decidere il da farsi. Antonio Napolitano (presidente
di Interporto) INTERPORTO/2 Tante polemiche per colpire i "piccoli"
Invalido al 100%, sparita l'indennità - letizia magnolfi ( da "Tirreno, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Tutta
colpa della burocrazia" LETIZIA MAGNOLFI VAIANO. "Non è una
recriminazione legata esclusivamente ai 450 euro; piuttosto ci piacerebbe,
soprattutto per nostro figlio Riccardo, non essere presi in giro". Parla
così la signora Gabriella Bardazzi, riferendosi all'indennità di
accompagnamento che si è vista togliere al figlio trentasettenne.
Polo sanitario di cattinara, fallito il patto con modena
altri due anni di ritardo ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
12-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: purtroppo
però in Italia la burocrazia è così, ogni carta richiederà un mese, tre mesi,
sei mesi alla volta. E la conferenza dei servizi non è l'Azienda ospedaliera
che può convocarla, ma il Comune: dipendesse da me, l'avrei fatto da un
pezzo". Oggi si pensa dunque che la nuova Cattinara, con Burlo, Medicina
molecolare, aule didattiche,
Quote latte: un mercato davvero ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: mercato
delle quote latte" che attualmente favorisce una burocrazia nazionale e
regionale parassitaria oltre ad alimentare speculazioni insostenibili: infatti,
il valore delle quote latte necessarie per giustificare la produzione lattea di
una vacca e dell'allevamento supera il più delle volte il valore d'acquisto
degli animali.
Alitalia, via al prestito ma Bruxelles indaga ( da "Gazzettino, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dalla
Ue solo un eccesso di burocrazia) mentre l'opposizione imputa al governo un
pressappochismo che porterà la compagnia di bandiera al fallimento.La procedura
formalmente aperta a Bruxelles è diretta ad accertare se l'intervento pubblico
in favore di Alitalia è un aiuto di Stato non compatibile con le norme sul
Mercato unico europeo.
Io, consigliere dico basta a chi spara sulla caccia e
crea disinformazione ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: basta
burocrazia, basta carrozzoni, i cittadini invocano la politica del fare.
Esattamente come il mio partito.I cacciatori chiedono fondamentalmente questo:
poter andare a caccia nella massima legalità, con costi equi e senza vessazioni
imposte da grandi ideologi e strateghi della caccia, che perseguono fini
personali e non pensano al bene dei cacciatori.
Aspiranti imprenditori donne in prima linea ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del
12-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Servono
competenze per partire con il piede giusto e soprattutto bisogna essere
consapevoli che i tempi della burocrazia richiedono come minimo un paio di
settimane per girare i nove diversi tipi di uffici che hanno competenze in
materia.Se il novello imprenditore, di fronte a tutto ciò non si arrende, resta
poi l'ostacolo del capitale necessario per partire.
Cresce il debito pubblico ( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è
stato raggiunto un nuovo tetto, aggiornando per il terzo mese consecutivo il
record negativo. A marzo il debito è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto
ai 1.623,7 di febbraio. La crescita dello stock a marzo rispetto a febbraio, è
stata di circa 23 miliardi di euro,
Mostra sui temi della solidarietàProtagonisti ( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: del
formidabile freno rappresentato dalla burocrazia, specialmente regionale".
"A voi, giustamente, interessa ciò che è stato fatto ? scrive ancora il
sindaco ?. Ringrazio le persone che mi hanno aiutato in questi anni, e sono
state tante, in particolare tutti gli assessori, per l'impegno profuso, per la
correttezza e il rapporto amichevole che insieme abbiamo instaurato.
Prevenire le malattie respiratorie naccio ( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di
battaglie contro una burocrazia troppo lenta e farraginosa, di interventi
chirurgici ripetuti e indispensabili per alimentare la piccola e strapparla con
tutte le forze alla morte. Anche dalla visita di Benedetto XVII ha saputo
trarre quella forza, che non può essere solo sua, di sperimentare Dio con
amore.
Tutti d'accordo: potenziare il portoStella Maris ( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: amministrazione
e nella burocrazia del settore portale e coinvolgere le scuole. Fassari ha
parlato dei rigassificatori e relativamente alla bonifica della rada ha
evidenziato che è necessario fornire garanzie circa le modalità
dell'intervento."Si deve evitare che il dragaggio rimetta in circolo le
sostanze inquinanti al momento inerti".
Sportello per l'edilizia ( da "Messaggero Veneto, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e
che dovrebbe aiutarli a districarsi nella complessa situazione della burocrazia
edilizia". E un settore, quest'ultimo, che è stato al centro,
recentemente, di una polemica aperta dal consigliere di Forza Italia, Roberto
Sartori, che in un'interrogazione presentata in consiglio comunale al sindaco,
ha chiesto chiarimenti sui tempi riguardanti il rilascio delle autorizzazioni,
Processione a Montalto ( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
macchina della burocrazia è in movimento perché tutto vada per il verso giusto.
I seggi, in riva allo Stretto, saranno 254 e già nella giornata di sabato
riceveranno in dote il materiale utile: le schede per l'elezione del presidente
e del Consiglio provinciale (in città i collegi sono due, Nord e Sud), quelle
per la nomina del sindaco e del nuovo civico consesso,
In arrivo meno burocrazia per le Pmi ( da "Denaro, Il" del
12-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia
per le Pmi Simone D'Antonio L'Unione europea interviene per ridurre i carichi
burocratici che opprimono le piccole e medie imprese europee. La Commissione
europea proporrà la modifica di alcune direttive ai capi di Stato e di governo
riuniti a Bruxelles per il Consiglio europeo di metà marzo con l'obiettivo di
ridurre del 25 per cento entro il 2012 i costi amministrativi
Diversivo beffa: il parco dei sogni rischia il ko ( da "Tirreno, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia ci mette del suo e non è nemmeno facile, per i funzionari dello
Stato che debbono occuparsi della cosa, stabilire il reale valore del terreno e
procedere alla sdemanializzazione, senza dover temere di incappare nei
controlli della Corte dei Conti.
Cisl Medici: Clinica Santa Rita: cambiare sistema
controlli. Serve una cabina di regia nazionale ( da "SaluteEuropa.it" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: rilanciare
il Servizio sanitario pubblico ridando al medico la gestione clinica e il tempo
adeguato per curare il rapporto con il paziente, senza dover inseguire le
direttive della burocrazia sanitaria e i relativi business, ma sottostare a
scienza e coscienza, a rigorosi controlli e ad un puntuale rigore etico e
morale su cui gli Ordini dei Medici devono costantemente vigilare".
Sindacati alla Gelmini: ''Subito assunzioni e meno
burocrazia'' ( da "Redattore sociale" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: il
tema della burocrazia eccessiva delle scuole. "Per ridare autorevolezza e
dignita professionale ai docenti bisogna eliminare la burocrazia
eccessiva", chiude il segretario generale dello Snals-Confsal, Marco Paolo
Nigi. Intanto, oggi pomeriggio si terra al ministero un incontro per rivedere
la circolare sui tagli agli organici.
Non si può fare un discorso puramente numerico, ma di
territorio . Marcello Pallini, ( da "Stampa, La" del
12-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dovrebbe
intervenire il nuovo Ministero per semplificare la burocrazia". C'è, poi,
l'aspetto dei consorzi per la gestione dei servizi. "In questo caso -
spiega Pallini - sono favorevole. I consorzi di servizi sono utili o
indispensabili in alcuni paesi in determinate situazioni. Ad esempio,
disponendo di una polizia municipale in comune o gestendo insieme i
rifiuti".
MORTI BIANCHE/ APPRENDI (PD), SICUREZZA SU LAVORO ( da "Virgilio Notizie" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Tragedie
come queste, spiega, si possono evitare "tramite un'adeguata formazione
del personale e uno snellimento della burocrazia. Servono controlli continui da
parte delle autorità preposte: il sistema delle autocertificazioni non può e
non deve essere applicato ad un tema delicato come quello della
sicurezza".
TRE UOMINI SULLE ORME DI "RE" BUHL MA IN
DISCESA ( da "Stampa, La" del
12-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Respinti
dalla burocrazia per fare una cosa analoga sul Gasherbrum I hanno
"ripiegato" sul Nanga Parbat. Avventura complessa con rischi
imprevedibili quali le seraccate e i ghiacciai pensili. Diamir, Rupal sono nomi
di pareti di questo Ottomila che riportano alla mente grandi imprese di
Reinhold Messner.
Consiglio dei ministri domani esaminerà il trattato del
Tenda bis ( da "Stampa, La" del
12-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia impone anche l'ok da parte della Camera, ma tutto si è bloccato per
via delle elezioni. Così ora si deve nuovamente affrontare l'iter. "Il
disegno di legge - spiega il presidente della Provincia, Raffaele Costa -,
approvato dal precedente governo, era passato solo a Palazzo Madama.
Vuoto formativo ( da "Gazzetta del Sud" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: insostenibile
burocrazia della scuola Irene Cavallari Burocrazia non è un termine di
etimologia classica se non nella seconda parte della parola (dal greco kratéo,
"ho potere"): nella parte iniziale è un banale francesismo da bureau.
Il significato negativo nasce dal termine bure, "tessuto grossolano per
foderare le scrivanie".
Partiti, liste civiche e ampie coalizioni ( da "Giornale di Brescia" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: così
come negli enti e le burocrazie inutili, nelle pubbliche consulenze, nei
privilegi professionali e di categorie, cancellando balzelli e tutte le forme
di elusione (le evasioni di furbi e potenti) e nell'esaltazione dei meriti e
dei talenti. La credibilità nei confronti dei cittadini passa nel dimostrare
dall'avere a cuore le loro stesse questioni,
Berlusconi: Lasciateci lavorare ( da "Giornale di Brescia" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma
chiede meno tasse e meno burocrazia Berlusconi: "Lasciateci lavorare"
Berlusconi all'assemblea di Confartigianato ROMA Con la semplificazione e le
riforme un nuovo miracolo economico è possibile, ma servono coraggio e orgoglio
delle decisioni da parte del Governo. Questo il messaggio dell'assemblea di
Confartigianato, lanciato ieri a Roma dal suo presidente,
Il Nord non si stacca più. Si limita a scivolare via ( da "Italia Oggi" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia è impeccabile: sono bastati sei mesi per iniziare a costruire con
tutti i permessi in mano". In Alto Adige (in Alto Adige!) aggiunge un
altro imprenditore (che ora infatti ha scelto la Baviera) per costruire il suo
stabilimento ci ha messo sette anni, mentre le regole, nel frattempo, sono
cambiate cinque volte.
Uniti per affrontare tutte le sfide ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: volte
la loro lotta quotidiana con la burocrazia e con la proliferazione di leggi e
normative, ma anche le difficoltà legate al credito, in un contesto economico
fortemente condizionato dalla concorrenza da Cina e India e dal cambio
euro-dollaro. Gli incontri hanno ribadito noltre l'importanza della formazione
e di un rapporto più stretto con il mondo scolastico e delle Università.
Ma a Reggio l'80% dei medici è già on-line ( da "Gazzetta di Reggio" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: a
rimanere immobile è la burocrazia. Ci sono stati gravi ritardi imputabili alle
istituzioni pubbliche. Penso anche ai 2500 milioni che ogni anno il servizio
sanitario nazionale mette a disposizione delle amministrazioni. Sarebbe
auspicabile che parte di questi fondi vengano investiti, con continuità, nei
progetti di cui tanto si parla".
LE ERBACCE INFESTANO IL GIARDINO CHE ALTRI HANNO
PROGETTATO ( da "Gazzetta di Mantova, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: bisogna
intervenire e qui entra in scena la politica e la burocrazia: "il
giardiniere" che ha il compito di "estirpare" le erbe e i fiori
che non entrano appunto nell'idea progettuale. Questo è ciò che succede con i
Sinti e i Rom. Non hanno potuto partecipare all'ideazione del progetto del
"nostro" giardino e quindi un "giardiniere" (per esempio
Matteo Salvini a Milano) si "incammina"
Nuove regole per i tatuatori e i laboratori di piercing ( da "Gazzetta di Reggio" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il
nuovo regolamento - dice l'assessore alle Attività produttive Mimmo Spadoni - è
il risultato di un lavoro svolto insieme all'Ausl e alle associazioni di
categoria. Grazie a questa nuova normativa si snellisce la burocrazia di avvio
delle attività e si dà maggior dinamismo al mercato, pur nel rispetto dei
requisiti igienici necessari".
La parola ai lettori ( da "Provincia di Cremona, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: destinata
ad essere sepolta negli archivi della burocrazia. Se poi si è conclusa in modo
soddisfacente, in parte è anche merito suo. Venendone a conoscenza la gente ha
parlato, discusso, commentato e tutto questo ha portato alla luce altri casi
che spero vengano risolti in modo altrettanto positivo.
Di DEBORAH BONETTI LONDRA L'IRLANDA ha vot ( da "Nazione, La (Empoli)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e
alleggerirebbe la tanto odiata burocrazia dell'Unione, limitando le possibilità
di usare il veto nazionale e facilitando i processi decisionali delle singole
nazioni, sostituendo l'attuale unanimità con un sistema di voto di maggioranza,
cosa che accelererebbe di parecchio l'efficacia del parlamento di Bruxelles.
Di RENATA ORTOLANI EMPATICO con la città e con la realtà
circostante ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: L'Alma
Mater, come tutto il Paese, è prigionera della burocrazia: per fare sì che fosse
in inglese anche il bando dei master totalmente in lingua inglese ho impiegato
un anno e mezzo. Oggi la burocrazia è talmente farraginosa che finisce per
pesare anche sulle decisioni politiche".
<Sarò un rettore ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: L'Alma
Mater, come tutto il Paese, è prigionera della burocrazia: per fare sì che
fosse in inglese anche il bando dei master totalmente in lingua inglese ho
impiegato un anno e mezzo. Oggi la burocrazia è talmente farraginosa che
finisce per pesare anche sulle decisioni politiche".
Comunità di valle, un rinvio ( da "Trentino" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: al
di là della burocrazia, ma anche che si apra il confronto sul riuso del
castello con tutta la valle, dato che esso è un bene non solo per Caldes".
Positive novità sono venute poi dalla raccolta differenziata: in un anno la
quantità di rifiuti procapite annua si è ridotta della metà, passando da 300 kg
a 160;
Commercio, tutte le pratiche on-line ( da "Nazione, La (Firenze)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: MENO
BUROCRAZIA DA POCHI GIORNI è attivo il servizio di gestione on-line di alcune
pratiche del commercio di competenza dello sportello unico attività produttive
del Comune. Il servizio, presentato ieri dagli assessori all'innovazione
Massimo Andorlini e all'economia Roberto Drovandi, permette di fare una serie
di operazioni direttamente su Internet:
Il governo tagli tasse e burocrazia ( da "Eco di Bergamo, L'" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: "Meno
tasse e burocrazia" Confartigianato chiede al governo di "allentare
la pressione fiscale, che oggi è al 43,3% del Pil ed è divenuta
insostenibile", e di "eliminare la burocrazia superflua, che pesa per
ben 11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole e micro imprese italiane".
Leo Venturi: decalogo dell'associazione culturale ( da "Nazione, La (Umbria)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: meno
burocrazia, meno sprechi, meno costi dei servizi e oneri che gravano sui
cittadini, una seria politica ambientale, più sicurezza, più partecipazione,
maggiore centralità di Terni in un contesto umbro che la vede invece sempre più
marginale. L'approdo dell'associazione dovrebbe essere quello di una lista
civica alle prossime elezioni amministrative.
Di DEBORAH BONETTI LONDRA L'IRLANDA ha vot ( da "Giorno, Il (Como)" del
13-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e
alleggerirebbe la tanto odiata burocrazia dell'Unione, limitando le possibilità
di usare il veto nazionale e facilitando i processi decisionali delle singole
nazioni, sostituendo l'attuale unanimità con un sistema di voto di maggioranza,
cosa che accelererebbe di parecchio l'efficacia del parlamento di Bruxelles.
Un pensatore totalitario E il concetto di egemonia è
tutt'altro che liberale ( da "Giornale.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: potere
politico acquisito nelle istituzioni democratiche per selezionare gli
intellettuali da proteggere e promuovere nella burocrazia, nella cultura
accademica e scolastica, nella magistratura e nell'università. Gramsci è una
splendida figura, ma è un cattivo maestro. Anche la sinistra postcomunista oggi
lo sa. bagetbozzo@ragionpolitica.it © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Commissari e burocrazia ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: TERZA
CORSIA SULL'A4 Commissari e burocrazia Siamo imbottigliati sull'autostrada
Trieste-Venezia, senza nulla fare da trent'anni ormai, col raccordo
Villesse-Gorizia vergognosamente a 80 all'ora, imbuto tombale del sistema
viario del nord-est italiano, per l'inerzia fattuale degli amministratori.
Economia e istituzioni, imprese sfiduciate ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Tra
le richieste degli imprenditori lo snellimento della burocrazia. Di rilievo la
posizione delle imprese sui contratti di lavoro. Il 61% chiede che i contratti
vengano decisi solo in parte a livello nazionale, ma con molta autonomia a
livello aziendale e territoriale. Un dato in crescita: nel 2002 era a quota
57,4%.
Il diritto nello sviluppo economico. Il caso: la prima
rivoluzione industriale inglese ( da "AltaLex" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: coerenti
al fine di sviluppare codici autosufficienti al consolidamento delle burocrazie
centralizzate regie e per tale via sostituire i particolarismi locali con una
forte azione concentrica dall'alto. La complessità di un sistema così impostato
poteva scivolare facilmente dalla complessità flessibile e adattabile al caos
se non intervenivano degli attrattori caotici efficienti,
ROMA Era di buon umore, il presidente Bush, quando è
arrivato all'American Academy per la ( da "Messaggero, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: eccessiva
burocrazia scoraggia "chi ha un'idea". Vedere per credere:
"Venite ad osservare - dice - la verità dell'America: capirete che gli
Stati Uniti amano lo spirito imprenditoriale". Il primo impegno romano di
Laura Bush, arrivata ieri a Ciampino, è stato un intervento presso la sede del
Programma Alimentare Mondiale.
Berlusconi-Pmi, patto sulle riforme ( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che
denuncia un costo di 11,4 miliardi di euro all'anno per le complicazioni della
burocrazia, una pressione fiscale insostenibile, al 43,3%, ipotizzando, con le
riforme, un nuovo "miracolo economico". Berlusconi parla poco, solo
un saluto, ma dice ciò che gli artigiani vogliono sentire: "Il nostro è un
Governo artigiano...
ROMA - Con la semplificazione e le riforme un nuovo
miracolo economico è possibile, ma servono ( da "Messaggero, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: eliminare
la burocrazia superflua, che pesa per ben 11,4 miliardi di euro l'anno sulle
piccole e micro imprese italiane". Le risposte del ministro del Welfare
Maurizio Sacconi e del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, non si sono
fatte attendere. Il presidente Berlusconi, nel suo breve saluto, ha parlato di
"totale sintonia" del Governo con la relazione di Guerrini,
Mancano le risposte ai problemi reali ( da "Libertà" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia è impeccabile: sono bastati sei mesi per iniziare a costruire con
tutti i permessi in mano". In Alto-Adige (in Alto Adige!) aggiunge un
altro imprenditore (che ora infatti ha scelto la Baviera) per costruire il suo
stabilimento ci ha messo sette anni mentre le regole, nel frattempo, sono
cambiate cinque volte.
La Rinascente non aprirà a Napoli ( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 13 -
pag: 21 autore: Burocrazia. Due anni e mezzo di attesa senza ottenere
l'autorizzazione al nuovo negozio La Rinascente non aprirà a Napoli Cristina
Jucker MILANO Due anni e mezzo per avere le autorizzazioni, che non sono ancora
arrivate. Troppo. Così la Rinascente ha deciso di lasciare Napoli, dopo più di
vent'anni.
Le Olimpiadi del mouse ( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
burocrazia è pervasa dalla sindrome della slot machine, cui solo i più
fortunati possono sopravvivere e magari sperare in un jackpot informatico. E
intanto chi non ha internet si domanda se per la prossima prenotazione potrà
contare su uno speciale Gratta e vinci.
Sgravi per le zone d'innovazione ( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Abbiamo
chiesto ai piccoli imprenditori europei di redigere una lista dei desideri e al
primo posto c'è la riduzione della burocrazia. In Germania ci sono 91mila
leggi, se si contano le norme federali, regionali e direttive europee. Lei
pensa che un piccolo imprenditore possa leggere 91mila leggi prima di
cominciare l'attività. è ridicolo. Dove si deve intervenire prioritariamente?
L'infantilismo sta uccidendo Napoli, ma una nuova élite
può salvarla ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: soprattutto
per il disfattismo di una burocrazia lenta e capziosa, è molto più facile
impedire che realizzare, sicché qualsiasi impresa richiede sforzi così
sovrumani da indurre alla resa. L'organizzazione di un cantiere, di una scuola,
di un evento, in Campania richiede una fatica dieci volte maggiore che nel
Nord.
Il cavaliere rassicura confartigianato: lasciateci
lavorare, cambieremo l'italia ( da "Messaggero Veneto, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Dalla
categoria pressante appello a ridurre tasse e burocrazia Il Cavaliere rassicura
Confartigianato: lasciateci lavorare, cambieremo l'Italia L'ASSEMBLEA ROMA. Con
la semplificazione e le riforme un nuovo miracolo economico è possibile, ma
servono coraggio e orgoglio delle decisioni da parte del governo.
Meno fisco per ripartire ( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
necessità di snellire la burocrazia ( 21,3%). Particolarmente interessante e
confortante è il dato relativo alle imprese – 11,8% – che ritengono la
riduzione del costo del lavoro un argomento valido per il rilancio competitivo
delle aziende: 9 imprenditori su 10 non credono che il costo del lavoro sia il
campo su cui si giocherà la sfida competitiva aziendale.
RICHARD PIPES ( da "Corriere della Sera" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: it
COSTI DELLA BUROCRAZIA Le nuove province Il nuovo governo a parole vuole
tagliare i costi della burocrazia, però le nuove province dimostrano il
contrario. Se i cittadini desiderano avere la loro provincia, nulla in
contrario, ma se la paghino con un'addizionale Irpef e tutti gli altri saranno
contenti.
Lungo il fiume due anime e una crescita edilizia violenta ( da "Corriere di Bologna" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Perché
la burocrazia fa diventare passato anche il futuro e capita che certe cose
finiscano nel dimenticatoio. Intanto il boom edilizio si è portato (e si porterà)
dietro altri due problemi: la mancanza di servizi proporzionati alla crescita e
un congestionamento del traffico di cui questa zona, già attraversata dalle
grandi arterie,
Sembra ci sia, in giro per Terni, un bacillo che innesca
una specie di "sindrome Ciaurro" ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: oggi
fatto solo di pesante burocrazia; vogliamo andare avanti rispetto ad una realtà
che non coglie più le necessità e i desideri della gente, che frustra le
aspirazioni dei giovani, che chiede alle donne di accontentarsi di ruoli
subalterni". Ci sarà un gazebo, da giovedì a sabato della prossima
settimana, a corso Tacito, proprio per raccogliere adesioni,
Parco Stirone, multe e proteste ( da "Libertà" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia
e la repressione" che da un paio d'anni, dicono, si registra all'interno
dell'area, dove sono insediate abitazioni, attività agricole, d'allevamento,
agrituristiche. "E dove la vita - denunciano ora i residenti - è diventata
impossibile, tra permessi, burocrazia, multe salate che arrivano senza nemmeno
preavviso"
Meno tasse per sopravvivere ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e di
"eliminare la burocrazia superflua, che pesa per ben 11,4 miliardi di euro
l'anno sulle piccole e micro imprese italiane". Le "mpi", così
le ha ribattezzate Guerrini, "rappresentano circa il 98% del sistema
imprenditoriale italiano". Concetto ripreso dal presidente del consiglio
Silvio Berlusconi.
Piazza dante, da lunedì si riparte ( da "Centro, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Adesso
basta con questa burocrazia" Piazza Dante, da lunedì si riparte TERAMO.
"Lunedì riprenderanno gli scavi in piazza Dante, la sovrintendenza faccia
quello che vuole". E un atto di forza quello annunciato ieri, in consiglio
comunale, dal sindaco Gianni Chiodi. Dopo le accuse pesantissime rivolte nei
giorni scorsi alla burocrazia che sta bloccando le grandi opere,
Il concetto di egemonia non è liberale ( da "Giornale.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: il
potere politico acquisito nelle istituzioni democratiche per selezionare gli
intellettuali da proteggere e promuovere nella burocrazia, nella cultura
accademica e scolastica, nella magistratura e nell'università. Gramsci è una
splendida figura, ma è un cattivo maestro. Anche la sinistra postcomunista oggi
lo sa. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
Lavori pubblici, tempi troppo lunghi ( da "Centro, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: tempi
troppo lunghi Allarme-burocrazia. L'Ance rivela: servono 7-8 anni per un'opera
CHIETI. Malati di burocrazia lentissima, di procedure-lumaca, vittime di
impiegati che non decidono. I lavori pubblici risentono di codici, lacci e
lacciuoli che allungano i tempi, ma anche le imprese talvolta non sono esenti
da ritardi e problemi vari.
Sette anni per un'opera pubblica - francesco cioce ( da "Centro, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ostaggi
della burocrazia, vittime dei tempi lunghi, colpiti dagli inesorabili cecchini
di amministrazioni-lumaca dove in genere operano impiegati molto prudenti nelle
scelte da adottare in base a codici e leggi che impongono tempi e procedure.
Lavori pubblici, i costruttori accusano: "Un'indagine dell'Ance ha
quantificato i tempi medi per realizzare un'
Disabile grave multata sul bus ( da "Centro, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Si
può in ogni caso essere vittime della burocrazia, ma quando questo accade a una
persona disabile è più difficile farsene una ragione. La questione va
naturalmente al di là dei 111 euro di multa contestati. "Mia
sorella", spiega il fratello-tutore, "quel giorno aveva regolarmente
con sé l'abbonamento che spetta a tutti gli invalidi gravi.
Viaggi Raccolta funghi più facile nel Reggiano Comunità
Montana, Parco e Provincia hanno definito un... ( da "Emilianet" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
nostra parola d'ordine è: meno carte e meno burocrazia possibile. Inoltre
abbiamo rinunciato agli introiti dell'ex Parco del Gigante per affidarli alla
Comunità Montana che a sua volta li rigirerà ai consorzi del proprietari e
degli usi civici. Sono innovazioni che vanno incontro ai cittadini".
Nave killer, indagini a rilento ( da "Nuova Venezia, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: In
quest'ultimo caso la burocrazia ha battuto in velocità la giustizia: Zanon ha
già ottenuto la Medaglia d'oro al valore civile, mentre le indagini per
individuare le responsabilità dell'accaduto proseguono a rilento. Il pm ha
chiesto nei giorni scorsi una proroga di sei mesi perché manca una perizia.
<Uniti per affrontare tutte le sfide> ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: volte
la loro lotta quotidiana con la burocrazia e con la proliferazione di leggi e
normative, ma anche le difficoltà legate al credito, in un contesto economico
fortemente condizionato dalla concorrenza da Cina e India e dal cambio
euro-dollaro. Gli incontri hanno ribadito noltre l'importanza della formazione
e di un rapporto più stretto con il mondo scolastico e delle Università.
Confartigianato chiede semplificazione ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
13-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Questo
il messaggio dell'assemblea di Confartigianato, lanciato ieri a Roma dal suo
presidente, Giorgio Guerrini, che chiede al governo di "allentare la
pressione fiscale, che oggi è al 43,3% del Pil", e di "eliminare la
burocrazia superflua, che pesa per 11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole
imprese".
L'Ambiente e l'Energia sui giornali di oggi ( da "Velino.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: imprigionato
da una burocrazia soffocante e da un mercato che soffre della quasi totale
assenza delle liberalizzazioni, tanto sbandierate, quanto rinviate. Elaborando
i bilanci degli scorsi anni, 1'Ufficio studi di Confartigianato ha calcolato
che tra il 2003 e il2007 Alitalia e Trenitalia hanno registrato perdite per
quasi 6 miliardi di euro,
Passoni (pd): sicurezza non è burocrazia ( da "Redattore sociale" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 1413/06/2008
Passoni (pd): sicurezza non è burocrazia Roma - "Quando si parla di
sicurezza Governo e Confindustria non possono considerare il tema come una
procedura burocratica e convincersi che non e un costo aggiuntivo da ridurre al
minimo. Gli oneri per la sicurezza sono assolutamente indispensabili".
Burocrazia e meteo bloccano le aperture serali ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Invito
agli esercenti a praticare sconti dal 20 al 50 per cento Burocrazia e meteo
bloccano le aperture serali Sacile(ms) Problemi burocratici, nuove disposizioni
in materia di pubblici spettacoli e la previsione di condizioni meteorologiche
avverse hanno indotto il Consorzio Commercianti a rinviare di una settimana
l'avvio delle manifestazioni serali con i negozi aperti.
Artigiani faccia a faccia con Berlusconi ( da "Corriere Di Como, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: presidente
nazionale di Confartigianato, che illustrerà una situazione pesante: burocrazia
elefantiaca, fiscalità alle stelle e tanti altri ostacoli che la categoria
lamenta da anni. Anche gli artigiani lariani partono alla volta di Roma con un
carico di richieste, istanze e problemi da risolvere. E attendono impegni, più
che promesse.
Gli infortuni sono frequenti anche nel commercio e nei
servizi ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ricorda
il direttore dell'Umce, Riccardo Celleghin sono tenuti a rispettare tutte le
norme in materia di sicurezza, che il nuovo testo unico ha ampliato anche alle
imprese unipersonali. Una cosa però ci preoccupa più della burocrazia:
l'aspetto sanzionatorio, che per chi commette errori prevede multe salate.
Burocrazia nel mirino ( da "Corriere Adriatico" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
lista civica Recanati in consiglio comunale Burocrazia nel mirino RECANATI -
"L'altra sera nella sala del Consiglio comunale il ridicolo si è unito
all'ipocrisia quando ho terminato l'intervento sul punto all'ordine del giorno
riguardante l'ampliamento dello stabilimento della Clementoni".
Il premier agli artigiani "Ora lasciateci
lavorare" ( da "Corriere Adriatico" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: eliminare
la burocrazia superflua, che pesa per ben 11,4 miliardi di euro l'anno sulle
piccole e micro imprese italiane". Le "mpi", così le ha
ribattezzate Guerrini, "rappresentano circa il 98% del sistema
imprenditoriale italiano". Nel suo messaggio di saluto all'assemblea, il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
Passoni (pd): ''Sicurezza non è burocrazia'' ( da "Redattore sociale" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 1413/06/2008
Passoni (pd): ''Sicurezza non è burocrazia Roma - "Quando si parla di
sicurezza Governo e Confindustria non possono considerare il tema come una
procedura burocratica e convincersi che non e un costo aggiuntivo da ridurre al
minimo. Gli oneri per la sicurezza sono assolutamente indispensabili".
Scucces: <Risposte subito> ( da "Sicilia, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Intendo
sottolineare che la burocrazia non deve essere lontana e nemica dei cittadini,
ma vicina ed amica". Parlando quindi del "programma dei cento
giorni", esplicitato in una conferenza stampa e contenuto in otto punti di
priorità il candidato di PdL-Udc dice: "I punti emersi sono senz'altro la
sostanziale conferma della volontà di agire subito e bene per dare spinta alla
città,
<Meno burocraziaalla Provincia> ( da "Sicilia, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Meno
burocrazia alla Provincia" Il candidato sindaco Nello Musumeci - che oggi
chiuderà la campagna con un comizio alle 20, in piazza Federico di Svevia,
davanti al Castello Ursino, "uno dei simboli del degrado culturale della
città" - ha incontrato i pescatori catanesi che hanno manifestato rabbia
per le condizioni di forte disagio in cui opera il settore.
All'interno ( da "Sicilia, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La
spesa di cancelleria a carico dell'utente doveva essere corrisposta attraverso
vaglia postale. E a questo il nostro "eroe" ha dovuto arrendersi alla
burocrazia. Niente delibera, pazienza. Ma un liberatorio "vaffa",
quello sì. Tanto è gratis.
La furia del no, il coraggio del si ( da "Stampaweb, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: in
mano alle burocrazie nazionali, non se ne preoccuperanno e potranno escogitare
- conclude - quel che vogliono". (ANSA). ---------------------
"L'Europa non può continuare ad essere ostaggio di chi non la vuole".
E quanto ha dichiarato Gianni Pittella, capodelegazione del Pse al Parlamento
europeo, in merito ai risultati,
In diretta da Bruxelles ( da "Stampaweb, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: in
mano alle burocrazie nazionali, non se ne preoccuperanno e potranno escogitare
- conclude - quel che vogliono". (ANSA). ---------------------
"L'Europa non può continuare ad essere ostaggio di chi non la vuole".
E quanto ha dichiarato Gianni Pittella, capodelegazione del Pse al Parlamento
europeo, in merito ai risultati,
Sconfitta la casta dei burocrati Ue ( da "Affari Italiani (Online)" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dei
guasti delle burocrazie al potere. Come in una macchina del tempo siamo tornati
indietro di secoli, al momento in cui la burocrazia dopo un processo costante
di autocostruzione si sostanzia quale elemento fondamentale dell'impero
bizantino. Ma l'Unione europea, senza andare così lontano, si è data una
struttura burocratica che forse nemmeno Max Weber intendeva così asettica,
Fuoco amico ( da "Giornale.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: it
contatti Categorie Berlusconi IV (5) burocrazia (1) citazioni (2) finanza (10)
pol economica (19) Varie (32) Ultime discussioni Niva: Un buon cuoco che nonn
tenesse in conto anche i tempi di cottura, ravvivando eccessivamente la fiamma,
non... Mr Drugo: Secondo me ci possiamo girare intorno quanto vogliamo.
Farnesina, Alberti (Avsi): Nomina Belloni è molto gradita ( da "Velino.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: in
quanto mal si sposa la lentezza della burocrazia con la necessaria urgenza
delle nostre attività”. Ma Alberti pensa anche al ripristino di una Consulta
per la cooperazione che abbia modo di riunirsi una volta l'anno per mettere
insieme tutte le anime del settore: “Ma che non sia un luogo di chiacchiere, ma
anche di confronto”
Uno strumento per programmare ( da "Giornale di Calabria, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che
per un comune così strettamente legato alla burocrazia un tale passaggio non è
proprio cosa immediata". "Al tempo stesso però - secondo la
federazione - i settori che hanno competenza sull'attività di stabilimento
balneare si sono dimostrati disponibili, seppur individualmente, ad attivare
delle procedure di transizione valide solo per questo anno,
"Gioia Tauro, basta tatticismi" ( da "Giornale di Calabria, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la
burocrazia, gli Enti preposti". "Alla luce di tutto questo - conclude
Larosa - non le sembra che sia giunto il momento di mettere la parola fine ai
tatticismi, al politichese, agli interessi di parte, di lobby e di quant'altro
fino ad oggi hanno ostacolato la crescita e le prospettive di sviluppo di
questa emblematica area che è l'
"PRIORITÀ SICUREZZA" ( da "Azione, L'" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: più
la consulenza di un tecnico e la burocrazia che gli va dietro rispetto al
contributo che poi gli arriva dalla Regione. Al centro dell'attenzione va messa
l'impresa agricola, non la regione o gli enti strumentali come Avepa o Veneto
Agricoltura. Penso alle funzioni degli ispettorati agrari: non sarà il caso di
trasferirli all'interno di Avepa per darle una maggiore funzionalità?
RomaCon la semplificazione e le riforme un nuovo miracolo
economico è possibile, ma servono coraggio e orgoglio delle decisioni da parte
del governo ( da "Provincia di Como, La" del
13-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: eliminare
la burocrazia superflua, che pesa per ben 11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole
e micro imprese italiane". Le "mpi", così le ha ribattezzate
Guerrini, "rappresentano circa il 98% del sistema imprenditoriale
italiano". Nel suo messaggio di saluto all'assemblea, il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano,
La scheda ( da "Provincia di Como, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nostro
viaggio tra i disservizi e i paradossi della burocrazia. La puntata odierna
riguarda i disservizi patiti ieri da decine di comaschi che avrebbero dovuto
sottoporsi a esami clinici al Sant'Anna. Nella morsa è quasi sempre il
cittadino a finire stritolato. Se volete fare sentire la vostra voce e
segnalare cosa vi è capitato, potete farlo scrivendo una lettera (Redazione
cronaca,
( da "Manifesto, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL CORTEO DI ROMA Sfilano in decine di migliaia. Tentata
aggressione di un gruppo di neofascisti La sfida del Pride alla cattodestra In
serata blitz No Vat a piazza San Pietro. "Imbavagliati" a San
Giovanni Eleonora Martini ROMA Testardi, provocatori, orgogliosi. Allegri,
gasati, sensuali, pacifici, giovani, molto giovani. Dignitosi, grintosi,
motivati, consapevoli, maturi. Autodeterminati, antirazzisti, antifascisti.
Decisamenamente laici. Hanno sfilato in tante decine di migliaia, donne uomini
e bambini, così esuberanti, festosi, danzanti, colorati e creativi da sembrare
milioni. Il popolo omosessuale e transessuale ha risposto in massa ieri a Roma,
insieme a quello militante antagonista e a tanti cittadini comuni, al doppio
schiaffo ricevuto dalla questura, che ha vietato l'accesso a piazza San
Giovanni, e dal sindaco Alemanno, che ha negato il patrocinio del comune. Un
Pride accolto dai cittadini romani con simpatia, quasi con calore. Ali di folla
ai lati della strada e negozi aperti con la merce esposta sui marciapiedi,
dovunque passasse la parata. Ma l'effetto dei divieti, della
discriminazione istituzionalizzata attraverso la burocrazia di apparato, di tanto accanimento oscurantista non si è fatto
attendere. Di nuovo un gruppo di fascisti si è sentito autorizzato a disturbare
la manifestazione, vestiti in giacca e cravatta per sembrare persone
"normali". Un gruppo di 30-40 persone, secondo quanto riferito dal
presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, e da tanti militanti che
seguivano il carro del centro sociale Forte Prenestino, hanno fatto irruzione
nel corteo su via dei Fori Imperiali gridando "vi accoltelliamo
tutti". Dietro di loro c'erano anche tre o quattro ragazze "in
succinti abiti da festa e tacchi a spillo". "Avevano bandiere e
striscioni arrotolati che non hanno fatto in tempo ad aprire perché tutto lo
spezzone del corteo li ha cacciati in malo modo inzuppandoli di acqua e
birra", racconta Manolo che se li è visti spuntare all'improvviso e ne ha
riconosciuti due o tre. Sono stati filmati da molte telecamere, tra loro volti
notissimi dell'attivismo fascista e neonazista. Peccato che l'assessore alla
cultura capitolino Umberto Croppi, che si è imbattuto "per caso" nel
corteo, mentre faceva shopping, non abbia assistito all'evento. Avrebbe potuto
toccare con mano l'omofobia della destra che ormai non è più nemmeno
"strisciante". Il gruppo si è dileguato all'arrivo della polizia. Che
invece è riuscita ad arrestare e fermare per alcune ore alcuni
"pericolosi" attivisti No Vat che in serata hanno inscenato un
pacifico blitz in piazza San Pietro srotolando uno striscione sul Gay Pride.
Tra loro anche Ornella De Zordo, un consigliere comunale di Firenze. Al mattino
invece un gruppo ultra cattolico, Militia Christi, era riuscito tranquillamente
a fissare lungo le mura di via Cavour un lenzuolo con su scritto: "Roma è
sacra: no al Gay Pride, orgoglio del male". E il "male" si è
mostrato con le sue mille facce sorridenti di gay, lesbiche e tante
transessuali che non esibiscono nulla ma chiedono solo "lavoro
pulito" e pari dignità. O con i mille corpi esibiti naturali e artefatti,
delle drug queen, dei gogo boys, e delle transgender brasiliane costrette alla
prostituzione, sottoposte allo sfruttamento, ma rimorchiate durante il corteo
da tanti maschietti etero venuti apposta per l'occasione. Tutti a divertirsi
dietro lo striscione d'apertura delle 27 associazioni organizzatrici del
RomaPride 08 che recita: "Testardamente, parità, dignità, laicità", a
ribadire che nulla è cambiato se non in peggio. A tenerlo c'erano tanti
politici, soprattutto di Rifondazione e del Pd, a cominciare dal ministro ombra
Vittoria Franco, insieme a una raggiante Rossana Praitano, leader del circolo
Mario Mieli che ha invitato Alemanno ad aprire gli occhi: "Roma è molto
più complessa e vitale di quanto lui possa immaginare". Da Luxuria a
Palermi, da Deiana a Smeriglio, la sinistra extraparlamentare era quasi al
completo. "Perché è da qui che Rifondazione e la sinistra devono ripartire
- ha detto Giovanni Russo Spena - in passato abbiamo sbagliato a non capire che
non c'è liberazione delle masse senza liberazione dell'individuo". Di seguito
il bus turistico color fucsia del comitato promotore e il camion di Arcigay e
Arcilesbica che ha ospitato il rito nuziale e la festa per le coppie
omosessuali che hanno voluto unirsi simbolicamente in matrimonio. E poi il tir
della Cgil tappezzato dal testo dell'articolo 3 della Costituzione, i sound
system dei centri sociali e di Rosarcobaleno, che attacca la ministra Mara
Carfagna con un "tu nuda sui calendari, noi spogliati dei diritti".
Le macchinine elettriche dei Radicali, i camion di Facciamo Breccia, degli
anarchici e dei collettivi universitari, il coinvolgente mega tir degli
"IndecorOrsi", che sfoggiano corpi più maturi e decisamente di buona
circonferenza, "in movimento per il godimento". I più festaioli si
scatenano con la discoteca itinerante di Muccassassina, potente macchina
coreografica che avrebbe elettrizzato anche i tristi fascistelli. Tanti gli
striscioni e i cartelli autoprodotti: i collettivi femministi e lesbici, le
famiglie arcobaleno, gli omosessuali evangelici e cristiani, il Movimento italiano
transessuali, i Ken di Napoli, l'Uaar, gli Open Mind venuti apposta da Catania,
gli attivisti imbavagliati dell'Archivio Massimo Consoli. La stessa forma di
protesta messa in atto in serata dai radicali e dal Prc che hanno manifestato a
piazza San Giovanni davanti alla sede del Vicariato dove, come racconta Elettra
Deiana, "non c'erano pullman né flussi di persone almeno dalle otto di
sera in poi". E allora perché il divieto?.
( da "Corriere Economia
Online" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il colloquio Il presidente della Confindustria
siciliana: "Occorre scommettere su grandi progetti industriali"
"Ora cerchiamo capitali stranieri" Lo Bello: "Il problema non è
solo la mafia. Le istituzioni e la politica sono distratte" I van Lo Bello
la definisce "una pausa nello sviluppo" la cui prima causa ? dice il
presidente degli industriali della Sicilia ? è "il venir meno dell'attenzione
e dell'interesse delle istituzioni nei confronti dei grandi investimenti
industriali nel Mezzogiorno". Lo Bello, 45 anni, l'imprenditore che ha
schierato l'associazione confindustriale che guida accanto a giudici e forze
dell'ordine impegnati nella guerra alle cosche mafiose, non pensa dunque che
sia solo la criminalità il motivo primo dello stallo attraversato
dall'industria nel Sud. "La criminalità ? sostiene ? è sicuramente uno dei
fattori che impediscono il dispiegarsi di un mercato libero e concorrenziale, è
un ostacolo alla libertà d'impresa in molte zone del Mezzogiorno. Va combattuta
con ogni mezzo; insieme alla cultura assistenziale e clientelare che è ancora
prevalente in molti settori del mondo politico. Ma se parliamo della fase critica
attraversata dall'industria nel Sud, il nodo principale è che un pezzo della
classe politica si è disinteressata e ha rinunciato alla possibilità di
attrarre investimenti sul territorio. Negli ultimi anni, infatti, sono mancati
interlocutori affidabili disposti a scommettere sui grandi progetti
industriali. Personalmente ? continua Lo Bello ? non credo che sia finita la
stagione di questi investimenti, ma occorre che la classe politica e
burocratica assuma consapevolezza del fatto che è necessaria una continuità
nell'attrazione di investimenti nel Sud". Il presidente degli industriali
siciliani cita il caso St Microelectronics (articolo a fianco): "È
necessario recuperare quel clima positivo e di attenzione che, per esempio, ci
fu quando St Microelectronics lanciò, da uno stabilimento che perdeva tanti
soldi e che non disponeva di tecnologie avanzate, il progetto che poi avrebbe
portato alla creazione della cosiddetta "Etna valley". Per il suo
successo fu decisiva l'attenzione forte delle istituzioni locali e
dell'università che servì a bilanciare tutti gli aspetti negativi che nel Sud
permangono, legati ai lunghi, complessi e barocchi iter autorizzativi e alla
presenza di una forte criminalità sul territorio. Ma mentre la collaborazione
con l'università ancora oggi continua, l'attenzione del territorio e delle
istituzioni locali nel sollecitare e rendere accogliente Catania per un settore
a elevata tecnologia come quello rappresentato di St Microelectronics si è
persa". Un mutato clima che si ritrova in altre aree del Mezzogiorno.
"Nel Sud è venuta meno ? continua Lo Bello ? la capacità di comprendere le
esigenze delle grandi aziende, di assisterle sulle
questioni che riguardano la localizzazione e sui rapporti complessi con la burocrazia. La storia dimostra che dove
le forze locali hanno saputo sviluppare un efficace marketing territoriale si
sono raggiunti risultati significativi". Anche il caso di Termini Imerese
(articolo qui sotto) è testimone, secondo Lo Bello, di questa
"disattenzione" delle istituzioni pubbliche. "La Regione
? ricorda il presidente degli industriali siciliani ? si era impegnata a
supportare un contratto di programma fortemente innovativo che non si limita a
trasferimenti meramente compensativi ma mira a rimuovere strutturalmente quei
fattori che hanno limitato la capacità competitiva dello stabilimento. Una
risposta di mercato e non assistenziale. La decisione della Regione, a gennaio,
di non supportare questo progetto con proprie risorse è stato un errore
madornale". Non tutto il Mezzogiorno, però, attraversa una fase critica.
"Pensiamo a Siracusa ? dice Lo Bello ? al grande polo energetico e
petrolchimico sul quale negli ultimi anni molte aziende, anche straniere, hanno
fatto investimenti per oltre 3 miliardi di euro in ammodernamento di impianti e
di tecnologie. Per questo, non considererei chiusa la stagione degli
investimenti delle grandi aziende al sud. Anzi, ora che emerge una volontà
delle imprese di chiudere con la vecchia stagione parassitaria ci sarebbe
spazio per attrarre investimenti". Gli imprenditori non hanno proprio
niente da rimproverarsi? "In passato ? risponde Lo Bello ? anche il mondo
imprenditoriale ha sottovalutato l'importanza di alcuni grandi investimenti che
hanno consentito l'allargamento della base industriale e il salto tecnologico.
Ma oggi è diverso. Oggi ci sono piccole e medie aziende che si misurano
quotidianamente con il mercato e con la concorrenza internazionale e quindi
condividono valori e culture delle grandi aziende. Sono pronte a svolgere il
loro ruolo. Il Mezzogiorno dovrebbe ricreare un circuito virtuoso tra aziende,
università, burocrazia e istituzioni pubbliche".
Solo così, secondo il presidente di Confindustria Sicilia, sarà possibile
superare gli svantaggi competitivi rispetto al Nord. Che non sono solo strade e
infrastrutture. "Il punto essenziale del nostro sistema industriale e
della nostra minor competitività rispetto al Nord ? dice Lo Bello ? è legato
anche a fattori culturali. Per troppo tempo il mito della spesa pubblica e gli
incentivi poco selettivi e troppo discrezionali hanno allontanato molte imprese
da una sana cultura di mercato e di concorrenza, creando condizioni di
competitività artificiali che si sono rivelate deboli. Noi siamo stati tra i
primi a mettere in discussione quei sistemi, ora è necessario aumentare lo
spazio del mercato e consolidare quella cultura di impresa che si sta
diffondendo in molte parti del Mezzogiorno".
( da "Corriere Economia
Online" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Start up difficili Aprire un'attività costa dieci volte
più che in Francia. E i tempi sono più lunghi Una spinta a chi parte In
Lombardia messo a disposizione oltre un milione di euro per chi si mette in
proprio. E poi consulenza e assistenza I n Italia avviare un'impresa costa
circa dodici volte di più rispetto alla Francia. Senza parlare poi dei tempi:
l'imprenditore italiano per aprire la sua azienda ? secondo una ricerca di
Censis e Confcommercio ? deve girare per un paio di settimane almeno in nove
diversi tipi di uffici e nel frattempo, tra i meandri della
burocrazia nostrana, deve
cercare di non cambiare idea. Servirà proprio a sostenere le imprese nella fase
di start up, il progetto Saturno, promosso e cofinanziato da regione Lombardia,
ministero del Lavoro e della Previdenza sociale con il Fondo sociale europeo,
realizzato dalle Camere di Commercio lombarde e Unioncamere Lombardia.
Un milione e 160 mila euro a disposizione di aspiranti imprenditori e
lavoratori autonomi residenti o domiciliati nella Regione, intenzionati ad
avviare un'attività imprenditoriale entro il 30 settembre del 2008. "Con
questa iniziativa sono state assistite già 7.700 aziende dal 2004 ad oggi ? spiega
Federico Montelli, direttore di Formaper, azienda speciale della Camera di
commercio di Milano, capofila dell'iniziativa ?. Circa mille imprese hanno
usufruito di contributi, mentre tutte le altre sono state assistite dai nostri
consulenti. Saturno è un progetto che va incontro ai problemi tipici che deve
superare chi avvia un'impresa, soprattutto a quello della mancanza di capitale
per cui abbiamo previsto un contributo fino a 15 mila euro a persona".
Potranno partecipare al bando anche le nuove aziende iscritte al Registro delle
imprese da un massimo di tre anni prima della data di presentazione della
domanda. L'intervento permetterà agli imprenditori di usufruire di un
contributo a fondo perduto pari al 75% degli investimenti immateriali e l'importo
complessivo ammesso dovrà risultare non inferiore a mille euro. I contributi
verranno erogati sotto forma di investimenti riconducibili allo start up come
l'acquisto di software, la registrazione di marchi e brevetti, la formazione,
la consulenza gestionale, le spese notarili, la logistica, la produzione.
"Il progetto di sovvenzione globale Saturno 2007 ? spiega Carlo Sangalli,
presidente della Camera di Commercio di Milano ? ha l'obiettivo di diffondere
imprenditorialità, supportare lo start up delle piccole imprese e dei
lavoratori autonomi milanesi e lombardi, sfruttando la rete delle Camere di
Commercio locali e delle associazioni delle imprese". Per la domanda,
basta collegarsi al sito www.saturno.lombardia.it. "L'importo a
disposizione sarà probabilmente raddoppiato nell'arco di breve tempo ? precisa
Montelli ? e i contributi saranno erogati fino ad esaurimento". Una
boccata di ossigeno per tutti coloro che desiderano avviare un'attività, ma
devono far fronte alla lungaggine della burocrazia
italiana e alle spese (eccessive) previste per un progetto imprenditoriale. In
Italia, secondo la ricerca del Censis, ci vogliono ben 3.587 euro per l'avvio,
contro i circa 300 euro della Francia, i 207 della Gran Bretagna, i 1.387 della
Germania e i 241 degli Stati Uniti.
( da "Corriere Economia
Online" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Incubatori, enti o privati. L'offerta è ampia ma deve
essere percepibile come investimento utile P rendete il numero di marzo di
Harvard Business Review edizione italiana e andate alla rubrica "Panorama
Formazione", dove trovate le offerte formative, private e universitarie,
indirizzate a manager e imprenditori per i mesi successivi, suddivise per
località, da Altavilla Vicentina a Palermo. I temi spaziano dall'autostima al
customer care, al risk management, alla logistica, agli acquisti. In fondo
trovate anche un elenco di istituti e organizzazioni che li promuovono, da
quelli accademici come Cuoa, Luiss Business School, Mip Politecnico di Milano,
Sda Bocconi, a quelli associativi o istituzionali come Abi Formazione, Ipsoa
Formazione (potremmo aggiungere Confindustria e le sue territoriali, Confapi
con la sua Fapi, Idi cioè Dirigenti italiani) fino a quelli privati come le
scuole di Eni e Enel, Academy di Borsa Italiana fino a Tec di Bosch. Per non
parlare poi delle numerose iniziative locali promosse da enti pubblici come
Comuni, Provincie, Regioni. Questo vuol dire che l'offerta formativa rivolta
alle Pmi è esauriente? Che l'aspirante imprenditore sa come imparare il
mestiere, che l'imprenditore sa dove imparare a diventare anche manager, che il
fondatore sa come imparare ad affrontare il passaggio generazionale? Sì e no.
L'offerta formativa è indubbiamente ampia, ma spesso standardizzata su un
approccio che per essere universale rischia di non dare i buoni consigli, che
spesso si trovano solo caso per caso. Piero Trupia, un formatore di antica
scuola, pensa che spesso l'azienda debba essere portata "in clinica",
dove trovi il trattamento più opportuno secondo i suoi parametri. Questo andrà
senz'altro bene per il passaggio generazionale, dove l'unica ricetta universale
sembra quella di Adriano nelle "Memorie" della Yourcenar: "Non
ho figli: non ho avuto tempo di pensarci. Ritengo sia stato un bene. Avrebbero
avuto un'educazione principesca: la peggiore". La Tec del Gruppo Bosch sta
cercando di trovare ricette per i suoi concessionari, per farli crescere e per
prepararli, allo stesso tempo, alla transizione e alla governance. Per
diventare manager le scuole classiche vanno bene. Meglio se, come fa Confapi
con Idi, si parla di "modelli di innovazione e sviluppo per Pmi",
oppure di "strumenti per il controllo dell'efficienza nelle Pmi",
cioè di quello che viene percepito dall'imprenditore come immediatamente
applicabile dalla sua azienda, anziché volare troppo alto, come spesso fanno i
consulenti, specialisti nel mirror effect : tu mi dici come sei e io poi ti
spiego come realmente sei. C'è poi infine il problema di come formare
"nuovi imprenditori". A Torino c'è un Mip, che vuol dire appunto
"mettersi in proprio", cui partecipano, fra gli altri, gli incubatori
del Politecnico e dell'Università e gli artigiani, che cerca di provvedervi. Forse per aiutare la nascita delle imprese bisognerebbe fare
formazione a tutta la burocrazia che sta intorno, dalle Asl ai Vigili del Fuoco, alle stesse
Camere di Commercio, ai Comuni che rilasciano autorizzazioni e licenze. Anzi:
forse meglio abolirle tutte, queste autorizzazioni e licenze. Penso che
Brunetta sia d'accordo; chissà cosa ne dirà Tremonti.
franco_morganti@libero.it.
( da "Corriere delle
Alpi" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di Cristian Arboit Un caseificio per salvare la Val
Comelico A chiederlo gli allevatori del posto "Solo il territorio lancia
il turismo" "Il settore primario ha bisogno di aiuto" In ballo
un progetto di 3 milioni di euro ma servono i soldi: "Il Psr non
basterà" COMELICO SUPERIORE. Più che un lavoro è una "missione".
E il missionario in questo caso è l'agricoltore - o il lavoratore della terra
in genere - che opera quotidianamente in alta quota, magari in Comelico, dove
da anni gli addetti del settore primario chiedono l'insediamento di un
caseificio. Struttura che potrebbe dare una svolta al comparto, anche perchè
c'è già un progetto bello che pronto. Purtroppo mancano i fondi. "Il
rischio è che il bosco ci invada", l'allarme. Un'agricoltura debole ma
fondamentale, soprattutto in un territorio che vuole diventare definitivamente
turistico e permettersi il lusso di competere con i vicini dell'Austria, ma
anche e soprattutto con i dirimpettai delle province autonome e del Cadore. E'
stato questo il leit-motiv della Festa della terra, la manifestazione che ieri
ha portato a Dosoledo centinaia di persone. Tra un cappello da cow-boy e un
maccherone alla messicana però il mondo agricolo comeliano si è guardato un
momento allo specchio, scoprendosi orgoglioso ma allo stesso tempo fragile.
Troppo fragile per guardare con serenità e ottimismo al futuro. "Se già
chi opera nella parte bassa della provincia fatica a produrre reddito,
figuriamoci noi", afferma Gustavo Martini Barzolai, rappresentante degli
allevatori del Comelico. "Purtroppo chi comanda considera la nostra terra
al pari della pianura, anche della stessa Valbelluna". A ribadirlo è lo
stesso Silvano Dal Paos, presidente provinciale della Coldiretti: "Quassù
chi lavora con la terra è un missionario. O si inverte la marcia o gli alberi
invaderanno i paesi. Già lo stanno facendo". Una ricetta ci sarebbe, ma la
strada è tutta in salita: contributi, agevolazioni, o per lo meno misure
"specifiche" ritagliate per l'alta montagna. Per
non parlare della burocrazia. Se una speranza arriverà dal nuovo piano di sviluppo rurale,
resta la consapevolezza che qualunque misura di quelle già previste non
basterà. Nel Comelico le aziende "primarie" sono rimaste 45 - sia a
titolo principale che part-time - per un totale di settecento capi.
Erano 5000 tra gli anni Sessanta e Settanta. "Per queste zone occorre un
fondo regionale o provinciale specifico", la richiesta di Dal Paos. Quanto
al Psr poi servirebbero "pagamenti più tempestivi". Che non si tratti
del classico erbavoglio lo sottolinea anche l'assessore comunale Mauro
Staunovo: "Incentivare l'agricoltura significa rilanciare il
turismo". Il teorema - ribadito dai due rappresentanti di categoria - ha
del resto solide base, basta dare una sbirciatina al di là del confine:
"La differenza tra noi e l'Alto Adige sta nella manutenzione del
territorio". Eppure un modo per allontanare la morte gli agricoltori comeliani
lo avrebbero già trovato: "Da anni cerchiamo i finanziamenti per la
costruzione di un caseificio comprensoriale a Santo Stefano. Per noi un'opera
vitale", rivela Martini Barzolai. Il progetto c'è già e anche il
preventivo: tre milioni di euro. Una somma enorme anche nel caso di una
compartecipazione del 40 per cento da parte del Psr. "Una volta ogni tanto
qualcuno potrebbe finanziarla per intero", conclude il rappresentante. La
"terra" del Comelico attende un segnale.
( da "ItaliaOggi Sette" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi Sette ItaliaOggi Sette
- Consumi & salute Numero 136, pag. 25 del 9/6/2008 Autore: di
Silvana Saturno Visualizza la pagina in PDF Il
vicepresidente di Farmindustria spiega a ItaliaOggi Sette garanzie e lentezze
del sistema Medicine sicure? Con regole certe Stefanelli: meno leggi e più
controlli. Con incentivi alle pmi Sfoltire la selva delle leggi sui farmaci e
rendere più efficaci i controlli. è questa, secondo Emilio Stefanelli,
vicepresidente di Farmindustria e presidente del comitato nazionale della
piccola industria dell'associazione, una prima risposta alla domanda di
sicurezza dei cittadini e alla necessità di snellimento burocratico e di
incentivi all'innovazione delle aziende farmaceutiche. Per mettere sul mercato
un medicinale servono infatti, non solo in Italia, in media almeno 10-15 anni,
con più di 1 miliardo di investimenti in ricerca. Le procedure, proprio per le
verifiche su studi e test clinici di sicurezza, sono estremamente articolate e
lunghe. Le fasi amministrative occupano almeno un quinto dell'iter e l'utilizzo
dell'informatica in Italia ancora latita, anche se già le imprese posso seguire
on-line passo dopo passo il percorso di registrazione del proprio prodotto. Ma
si potrebbe fare di più, soprattutto per le pmi che con l'iter burocratico
rischiano di avere un rapporto ancor più difficoltoso. Domanda:
Quanto pesa la burocrazia
sul settore farmaceutico in Italia? Tempi e costi per le imprese sono in linea
con gli altri paesi Ue? Risposta: Per mettere in commercio un nuovo medicinale,
non solo in Italia, occorrono in media 10-15 anni e più di 1 miliardo di euro
di investimenti in ricerca. Tempi lunghi dovuti all'obbligo per le
aziende farmaceutiche di condurre diversi tipi di ricerche sperimentali
superando numerose prove ed esami. Per ottenere l'autorizzazione alla
commercializzazione è necessaria la domanda all'autorità competente (Aifa o
Emea) che deve valutare i risultati delle ricerche. L'iter di registrazione del
farmaco dovrebbe richiedere un periodo di sette mesi, ma questi tempi si
allungano anche perché l'Aifa determina le condizioni di rimborsabilità del
farmaco e il suo prezzo. Con la commercializzazione prende avvio la fase di
farmacovigilanza, non compresa nei 10-15 anni, che ha la funzione di mettere in
luce eventuali effetti collaterali rari. Per quanto riguarda i costi di
registrazione, le aziende devono versare una tariffa di circa 55 mila euro, cui
si aggiungono i costi per le ispezioni alle officine di produzione, circa 12
mila euro, necessarie a verificare il rispetto delle norme Ue di buona
fabbricazione. Le aziende devono inoltre assicurare il mantenimento
dell'autorizzazione e aggiornare costantemente il fascicolo presentato alle
autorità: anche questi obblighi comportano costi ulteriori. Al di là dei tempi
fisiologici, anche le aziende del settore farmaceutico come le altre imprese in
Italia scontano il peso delle lungaggini burocratiche. In particolare, le
procedure amministrative impiegano, in termini di tempo, circa un quinto
dell'intero processo di sviluppo, senza esaurire completamente le fasi
necessarie ad arrivare all'immissione vera e propria sul mercato. La rigidità
del contesto rappresenta un freno alla capacità di innovare soprattutto a
svantaggio delle pmi. D. Quali sono i costi della burocrazia?
R. Sono difficilmente quantificabili. Sicuramente ogni giorno di ritardo
nell'ottenimento dell'Aic, l'autorizzazione all'immissione in commercio,
corrisponde a minori ricavi per l'azienda che ha sviluppato e prodotto il
farmaco, ma soprattutto si traduce nella mancata disponibilità dei medicinali
per i pazienti. D. Quanto contano le pmi per il settore? R. In Italia le pmi
rappresentano una componente importante per il settore farmaceutico, sia da un
punto di vista quantitativo (gli addetti nelle 269 imprese sotto i 250
dipendenti sono oltre 21 mila) sia per le loro caratteristiche qualitative, per
esempio in termini di creazione di valore aggiunto e qualificazione del
personale, dove, pur con valori inferiori alle imprese medio-grandi, si
collocano su livelli superiori alla media degli altri settori. Il confronto con
gli altri principali paesi europei mostra una maggiore presenza delle pmi nel
nostro paese. Con oltre 21 mila addetti l'Italia è al primo posto in Europa con
un'incidenza in termini di occupazione e valore della produzione superiore alla
media dei principali paesi (rispettivamente 30% sul totale in confronto a 22,7%
e 28,2% in confronto a 19,2%). In Italia ci sono ottime piccole e medie aziende
che producono principi attivi (per esempio materie prime antibiotiche) che
vengono poi utilizzati dall'industria farmaceutica. D. Cosa è stato fatto e cosa
si può ancora in Italia e nell'Ue per sfoltire gli adempimenti garantendo la
sicurezza? E per sostenere le pmi? R. Meno leggi ma più controlli. è quello che
le imprese del farmaco chiedono alle istituzioni nazionali. Troppe leggi nella
stessa materia, magari di fonte diversa, aumentano l'area interpretativa
rallentando l'attività imprenditoriale. Le imprese vogliono essere invece in
condizione di operare e rispondere responsabilmente del proprio operato in un
contesto legislativo e regolatorio chiaro, stabile e coerente a livello
regionale e nazionale. Norme chiare e nel numero strettamente necessario per
garantire la tutela dei cittadini e il rispetto delle istituzioni. Ma anche la
libertà di intraprendere, che deve essere incentivata dalle leggi e non limitata.
Un antidoto alla burocrazia, anche per le aziende
farmaceutiche, è poi rappresentato dall'informatizzazione della p.a. Le
procedure per relazionarsi all'Aifa oggi sono ancora solo parzialmente
telematiche. Qualcosa comunque è stato fatto: per esempio oggi ogni impresa che
intende seguire l'iter di registrazione può, tramite una password, accedere al
sistema informatico e sapere in qualsiasi momento a che punto è la procedura.
Per quanto riguarda le pmi, in ambito Emea è stato istituito un organismo
(Sme-Office) proprio con l'obiettivo di sostenere le imprese in un processo
amministrativo complesso come è quello di registrazione del farmaco. A tale
servizio, da tre anni si affiancano facilitazioni tariffarie: importi ridotti
per attività di consulenza scientifica e ispezioni e termini differiti di
pagamento che invece di avvenire in anticipo slitta al momento del rilascio
dell'Aic, l'autorizzazione all'immissione in commercio. In modo analogo, le
imprese stanno chiedendo all'Aifa che anche in Italia per le pmi ci siano
facilitazioni procedurali e tariffarie. D. Come si risponde alla diffidenza dei
consumatori verso l'industria farmaceutica dopo l'apertura delle recenti
inchieste che vedono coinvolta l'Aifa? R. Quando si parla di farmaci, il
rispetto delle regole e delle procedure è imprescindibile. Una risposta
efficace alla necessità di trasparenza e sicurezza dei cittadini è data
dall'effettività della vigilanza: ben vengano, lo ripeto, maggiori controlli da
parte delle istituzioni.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MONTICHIARI. Ieri l'open day del Consorzio La crisi
agricola? Il "Cis" archivia un'annata d'oro di Francesco Di Chiara Si
chiama Consorzio intercooperativo servizi ("Cis") ha sede a
Montichiari ed è nato nel '95 con l'obiettivo di fornire assistenza a un gruppo
di servizi a una serie di sei aziende cooperative (Comab, Agricam, Comazoo,
Comilat, Comisag e Comab famiglia), e in totale offre servizi a 6156 soci
impiegando oggi 106 dipendenti. E ieri, questa "grande famiglia" ha
dato vita alla festa annuale, organizzando un vero "open day" che si
è svolto negli spazi interni del consorzio di via Santellone, ma che ha
riempito di stand e di trattori anche il piazzale dell'Agricam e della vicina
"Pit stop": il distributore di "benzine bianche" che ha
rappresentato la vera novità del gruppo, avendo aperto i battenti lo scorso
ottobre e avendo già offerto ottimi riscontri economici grazie ai prezzi
ribassati ogni volta di qualche centesimo rispetto alle tariffe in continua
crescita delle grandi compagnie. "Si tratta di uno dei più importanti
distributori del Nord Italia - confermava ieri Andrea Andreoletti, direttore di
Agricam -, con una capacità di stoccaggio di 200 metri cubi di carburante.
Vengono da noi a rifornirsi da molte provincie, e abbiamo in mente progetti di
sviluppo notevoli". Per esempio, presto per i clienti ci sarà una
"Pit stop card": una carta di credito con la quale sarà possibile
pagare le forniture alla fine del mese. Dopo la messa ospitata da un
padiglione, ieri la festa è proseguita con il dibattito tra i soci anticipato
dalla relazione annuale del direttore Marco Ottolini. Si è fatta la sintesi di
un anno di lavoro parlando di prezzo del latte, di soffocamento
degli agricoltori da parte della burocrazia statale o dalla direttiva europea sui nitrati. Senza dimenticare
la crisi della suinicoltura e la vescicolare. Lo scenario non è insomma dei
migliori; ma nonostante i problemi il Cis ha gestito bene alla crisi: "Il
fatturato del gruppo nel 2007 ha sfiorato i 145 milioni di euro (+14% sul 2006)
e l'utile è salito a 516 mila euro, contro i 478 mila dello scorso anno
- ha sottolineato Ottolini -. I ricavi sono dunque cresciuti, ma dovremo
risolvere il problema dei nitrati". Il Bresciano è un'area vulnerabile per
quanto riguarda lo spargimento dei liquami, e con i terreni nelle attuali
condizioni non sarà più possibile allevare lo stesso numero di capi di
bestiame. "Per questo abbiamo inviato una delegazione in Bretagna - ha
aggiunto Ottolini -: vogliamo capire come loro hanno risolto il problema".
Dopo il dibattito, alle 12,30 tutti gli ospiti hanno partecipato al rinfresco
offerto prima dell'inizio della gimkana dei trattori: a dare spettacolo a
Montichiari è stata la quinta edizione della "Lamborghini
Cup".[\FIRMA].
( da "Provincia di
Cremona, La" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione di Lunedì 9 giugno 2008 Benvenuto P.Review srl
La parola ai lettori Un piccolo capolavoro di Laura Aga-Rossi Stimatissimo
direttore, Laura Aga-Rossi ha pubblicato il suo terzo lavoro poetico
letterario, che è stato presentato in questi giorni, ed ha riscosso un
notevolissimo successo: Come l'Araba Fenice, edizioni Noubs 2007. I precedenti
furono: Autobiografia (Esi 2001) ed il Diario de Il mio viaggio a Santiago di
Campostela; Alla ricerca dell'Assurdo, Edizioni Effatà 2005. (...) Abbiamo
scelto un breve brano tratto dall'ultimo libro molto significativo, esemplare
direi: "Chi sei? Sono una piccola stella, che si sta risvegliando, una
piccola luce che si sta ritrovando. Sono quel sasso e sono quel fiore, una
farfalla che ha trovato le ali e quell'acqua che scorre ciarliera, sono una
nube che vola leggera, sono l'ombra che porta al riposo ed il vento con ogni
profumo, sono l'onda che canta nel ritmo, sono la vita sorpresa e
stupita..." Questa preziosità è già stata presentata in biblioteca a
Cremona ed a Casalmaggiore. Un volo appena iniziato di un piccolo capolavoro
che val la pena di segnalare... Luciano Panena (Cremona) Petrolio/1. Contro i
rincari una centrale fotovoltaica Egregio direttore, il petrolio continua a
crescere e gli italiani stanno subendo ripetuti rincari sulla bolletta con
sacrifici personali e danni per l'economia del Paese. È una situazione che va
affrontata senza ulteriori disattenzioni ed incertezze, prima che si arrivi
all'emergenza. C'è bisogno di energia, c'è bisogno di rispettare e
salvaguardare l'ambiente. A Castelvisconti, come Comune, stiamo lavorando da
tempo per sostenere la costruzione di una centrale fotovoltaica di 40.000 mq di
superficie, cercando di abbattere le porte sempre chiuse
della burocrazia, nel
tentativo di riuscire a diffondere l'uso del fotovoltaico con la promozione
della ricerca, per la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra,
convinti che nel Paese del sole, questa fonte deve essere utilizzata al massimo
per i fabbisogni elettrici di tutti. Il bilancio elettrico nazionale
vede il solare come fanalino di coda. È un ritardo che deve essere colmato sia
a livello di pianificazione da parte di ogni singolo comune, sia stimolando le
imprese perché si impegnino nella tecnologia in modo da sviluppare -
migliorandola - l'efficienza dei pannelli ed abbattere i costi di
installazione. Con uno slogan si potrebbe dire che il fotovoltaico dovrebbe
diffondersi in pochi anni in ogni Comune come la televisione nelle nostre case.
Bisogna crederci! (...) Giacomo Ori (sindaco Comune di Castelvisconti)
Petrolio/2. Paghiamo più caro un bene che costa sempre uguale Signor direttore,
nel 2000: 1 $ = 1.20 euro e 1 barile di petrolio = 60$ e quindi 1 barile = 72
euro. Oggi: 1 $ = 0.62 euro e 1 barile di petrolio ? 115$ e quindi 1 barile =
71,3 euro (Ops !) La domanda è: se in Europa il barile costa uguale rispetto al
2000 perché la benzina è aumentata così enormemente? La crisi del petrolio non
sembra così drammatica per chi vende la benzina e lo Stato che incassa le
tasse, né per l'Enel che aumenta le bollette, ecc... Mi sembra una bella presa
in giro... Però la situazione non è così terribile: pensate a quando il dollaro
si riprenderà! Non abbiamo finito di pagare... Per cortesia, questo messaggio
deve essere letto dal più grande numero di persone possibile: magari finirà per
arrivare fino ad uno dei cervelloni che ci governano e qualcuno ci potrà
spiegare perché paghiamo sempre più caro un bene che costa sempre uguale ...
Renzo Montagnoli (montagnoli@alice.it) Castelverde-Migliaro, consigli in attesa
della nuova tangenziale Signor direttore, tornato dal mare, ho letto il
giornale con la notizia dell'incidente mortale accaduto al ciclista Mattia
Torrusio, elicotterista, che svoltando a sinistra per l'aeroporto è stato
colpito mortalmente. Peccato morire a 54 anni nel traffico. Sentite
condoglianze alla famiglia di 5 figli. Sono andato sul posto: come ex capo
traffico di Cremona avevo collaborato con l'Aeroclub alla segnaletica. Ma da
allora sono passati molti anni con traffico aumentato 10 volte. E sarà peggio
il futuro, finché non sarà fatta la nuova tangenziale: Porto - Castelverde -
Persico D. - Maris - A 21. Mi sono fatto una convinzione, sentita da tutti, che
prevede: ¶da Castelverde al Migliaro / Cremona diminuire la velocità da 90 km a
60 km. ·l'aiuola spartitraffico in uscita dall'Aeroporto dovrebbe essere
cementata e pitturata di giallo ¸essendo l'incrocio "convesso" per
chi esce dall'aeroporto, deve essere sempre tagliata l'erba fino al confine
della rete di confine, aumentando la visibilità del traffico in arrivo da
Bergamo. ¹Si potrebbe allargare la strada S.P. a 3 corsie, anche per la
presenza della Scuola edile cremonese adiacente; ºpoi nelle stesse condizioni,
con incrocio "difficile", esiste il Centro italiano Frisona, poi
case, case, fino alla rotatoria della tangenziale di Castelverde - Paullese;
"tornando verso Cremona / Migliaro, esiste la necessità di una rotatoria
che consente l'uscita della via Ernoe e Cà del Binda; ¼quindi, vista la pista
ciclo / pedonale che dal Migliaro arriva a Cremona - via Mirandola, e che
prosegue con l'adeguamento del supermercato Fabio Filzi, si porteranno gli
utenti stradali in costante pericolo (cicli-pedoni) fino in città; viene di
riflesso pensare il tratto fra il Migliaro / Cr e Castelverde e la nuova pista
cicli / pedoni, obbligatorio per le norme del codice stradale e per il Cnr.
½Oggi non ci sono le banchine: farle con direttiva Cnr per salvare i
"poveri diavoli" che devono usare la pedonabilità ciclabile. (...)
Davide Martinelli (consulente traffico - Cremona) Tir con pneumatici rubati
Colpevole, ma subito libero Egregio direttore, fermato, arrestato e tradotto in
caserma dai Carabinieri del nucleo operativo di Crema coordinati dal mar.
Giovanni Ventaglio mentre giovedì notte era alla guida di un Tir carico con 460
pneumatici del valore di 120.000,00 euro appena rubati alla ditta Racing Tymes
di Vaiano, recando alla stessa anche notevoli danni materiali, il foggiano (e
sottolineo foggiano) Alessandro Rossigniuolo non ha fatto nemmeno in tempo a
conoscere il nome del suo secondino e, pur essendo stato condannato per
direttissima a 16 mesi di galera, grazie alla sospensione condizionale della
pena, col classico gesto dell'ombrello ha potuto lasciare indisturbato il
palazzo di Giustizia di via Macallè da uomo libero. Già di per sè questa è una
notizia che fa inc... e non poco, se poi s'aggiunge anche la soddisfazione del
suo avv. difensore che si dichiara appagato per essere riuscito ad ottenere per
il suo assistito "una pena tutto sommato contenuta, frutto di un buon
patteggiamento", c'è di che schifarsi (...). Però da cittadino ho almeno
il diritto di chiedere tre cose: ¶che il foggiano torni nella sua terra natia e
che qualcuno provveda a farcelo rimanere ·quei 16 mesi a parer mio qualcuno
dovrebbe pur scontarli. E chi meglio del suo avv. difensore? ¸c'è poi la
questione dei danni subiti dalla Racing Tymes: qualcuno dovrà pur risarcirli e
chi se non colui o coloro che hanno consentito la scarcerazione dell'unico
delinquente catturato? Giulio Roveda (Pizzighettone) Grazie alle Forze
dell'ordine per l'impegno nel Soresinese Signor direttore, desideriamo
esprimere un ringraziamento pubblico ai carabinieri di Soresina e alla polizia
locale dell'Unione ed a tutte le forze dell'ordine per l'attività svolta nella
tutela della sicurezza del nostro territorio. Operatività, conoscenza delle
realtà locali e spirito di collaborazione sono elementi di primaria importanza
per la salvaguardia ed il controllo dell'ordine pubblico. Questo loro impegno
rafforza la prevenzione verso quei reati, come furti nelle case, spaccio,
immigrazione clandestina ed episodi di microcriminalità, che lasciano nel
cittadino un forte senso si insicurezza. Le continue operazioni capillari di
controllo sul territorio dimostrano che il metodo intrapreso va nella direzione
e nella volontà auspicate dai cittadini stessi. Seguono 4 firme (Soresina)
Nell'Udc non 'voltagabbana' ma valori alternativi alla sinistra Signor
direttore, quando la politica calza a sghimbescio e fa girare il cappello, la
stizza confluisce nel "crogiolo" cerebrale, con il furore belluino
del "libro e moschetto balilla perfetto". Così la Dc è "riesumata"
con abbagli isterici e accecanti per proprie quisquiglie, ma ? piaccia o non
piaccia ? non è immersa nella brodaglia dell'esecutivo, bensì come Udc è ben
visibile sul campo, con alta dignità, decoro e prestigio, e i suoi esponenti
non hanno voltato gabbana, né prestati, come "famigli", per politiche
padronali. Sono ben presenti, nell'Udc, i valori utili dei democratici e
cristiani, espressi con fermezza nella costruzione della libertà, giustizia e
democrazia per uno stato dei diritti e dei doveri, dove la libertà esige
verità. (...) Ma, attenti: alternativi alla sinistra. Alberto Colombini
(Movimento anziani Udc, Cremona) Orologio delle Poste di Soresina Guasto
segnalato al Comune Egregio direttore, in riferimento alla lettera "Poste
di Soresina, all'orologio l'eterno presente" pubblicata il 3 giugno 2008,
nella quale il sig. Zignani segnala il non funzionamento dell'orologio di via
Barbò, situato nelle immediate vicinanze dell'ufficio postale, desideriamo
precisare che il funzionamento e la manutenzione dell'orologio non sono di
competenza di Poste italiane ma dell'Amministrazione comunale alla quale
abbiamo già segnalato il guasto. Poste Italiane (Ufficio comunicazione
territoriale Lombardia, Milano) Teatro di Casalmaggiore Ma io non vivo a
Parigi! Egregio direttore, con la presente intendo riferirmi a due articoli
apparsi sul suo giornale. Nel primo, dal titolo "Fermate quel
concorso" (Marco Bazzani, La Provincia, 30 maggio, p. 28) vengono
riportate le perplessità avanzate dal presidente del circolo culturale
"Nuova Europa" Fabio Penotti in merito al "concorso"
(Procedura comparativa pubblica) per l'assegnazione dell'incarico di direttore
di teatro indetto dal Comune di Casalmaggiore. Nel secondo articolo dal titolo
"Romanetti confermato direttore del Comunale" si precisa che, oltre
al sig. Romanetti, ha partecipato al 'concorso' "un giovane italiano che
vive a Parigi" (La Provincia, 1 giugno 2008, p. 32, righe 6-7). Quanto
riportato non è corretto, poiché io non vivo a Parigi e tale formulazione può
avere un effetto decisamente distorsivo. Mi spiego meglio. Affermare che vivo a
Parigi, può significare di fatto far credere pubblicamente che il criterio
della mia 'esclusione' possa essere dovuto alla mia sostanziale estraneità alla
situazione locale o all'impossibilità di essere reperibile come soggetto
operante nella zona in quanto appunto 'estero' ed 'estraneo', e dunque
'giustificatamente' escluso. Tengo invece a precisare che vivo, sono residente,
domiciliato a Cremona e pienamente operante in provincia; tutto questo è fra le
altre cose chiaramente riportato sia sulla domanda concorsuale che sul
curriculum vitae, documenti in mano alla commissione che si è adoperata alla
selezione pubblica. Come lei può notare, viene pertanto operata in questo modo
una distorsione dei fatti ai fini, forse, di una giustificazione del risultato
'concorsuale' (la quale peraltro per nulla dovuta, né richiesta). A tutt'oggi
non mi è ancora stato comunicato l'esito del 'concorso' (...). Luca Sala
(segretario dell'"Edizione Italiana dell'Opera Omnia di Muzio
Clementi", Cremona).
( da "Nazione, La
(Empoli)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACHE pag. 17 ? FIRENZE ? Federico Gelli,
vicepresidente della Regione con delega alla sicurezza, per... ? FIRENZE ?
Federico Gelli, vicepresidente della Regione con delega alla sicurezza, perché
la maggioranza che governa la Toscana è sempre contraria al Cpt? "Siamo
contrari a chiudere in carcere, addirittura per 18 mesi, persone solo da
identificare. Clandestino non è sinonimo di delinquente. Per esempio, vogliamo
riempire i Cpt di badanti?". L'ordine pubblico non è delegato alle
Regioni... "Finora il governo non ha inviato informazioni alla Regione, nè
ai comuni e nemmeno ai prefetti. Quando ci troveremo davanti ad atti concreti
risponderemo. Ma ripeto: non si può far ricadere sulle
persone l'inefficienza della burocrazia. E' assurdo aumentare da 60 giorni a 18 mesi il tempo di
un'identificazione". La scelta di ex caserme per farne un Cpt come la
giudica? "Sbagliata. Ripeto: non deve essere un luogo di detenzione, ma
solo di permanenza, alla stregua di una pensione. Noi non possiamo
impedire che il governo prenda iniziative di questo tipo, ma non vogliamo che
la Toscana ospiti ghetti o lager". Sa. Ben.
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Gorizia Patat: "Aumentare la differenziata"
BILANCIO DI UN ANNO Il sindaco: "Solo così potremo evitare il rincaro
delle bollette dei rifiuti" IL SINDACO "Nelle mense scolastiche
l'utilizzo di cibi migliori e per risparmiare useremo l'acqua dei
rubinetti" "Piazza Libertà è un tormentone che deve finire. Ma è un
intervento che non mi piace" CORMONS Primo anno di amministrazione della
giunta guidata da Luciano Patat, per diversi anni esponente dell'opposizione
consiliare con il gruppo di Uniti per Cormòns. È stato di certo un anno non
facile per questa giunta che si è trovata di fronte un mondo completamente
nuovo, una nuova maniera di vedere e far funzionare la macchina amministrativa
comunale. Sindaco Patat, quali sono state le difficoltà che avete incontrato in
questo primo anno al governo di Cormons? "Dopo molti anni vissuti
all'opposizione ritenevamo che una volta passati al governo i tempi burocratici
potessero essere abbreviati. Invece non è stato così. Ad esempio, anche quando
si hanno a disposizione fondi da poter investire per il bene comune i tempi
burocratici sono troppo lunghi. Credevamo fosse più facile, e ora ci stiamo impegnando al fine di poter almeno in parte
snellire i tempi della burocrazia e rendere migliore la macchina comunale". Di positivo
invece cosa sottolineare? "Siamo contenti di esserci dimostrati disposti
al dialogo verso tutti i cittadini, al di là dell'appartenza politica. Un
dialogo che deve essere costruttivo per poter migliorare la nostra
cittadina". Un esempio in tal senso? "Beh, abbiamo sostenuto
le associazioni ed il volontariato perché sono una delle ricchezze che abbiamo,
e grazie a queste collaborazioni che abbiamo potuto fare molto per risollevare
l'immagine cormonese con la creazione di diverse iniziative culturali e
ricreative capaci di allargare il panorama preesistente". Qual è uno degli
obiettivi che vi siete posti per l'immediato? "Sicuramente ultimare piazza
Libertà, anche se questa operazione ci ha portati ad un grosso esborso
economico. Una piazza così di certo non è quello che noi avremmo voluto per il
centro cormonese. I materiali che sono stai utilizzati sono pericolosi e non
adatti a Cormòns. Su quest'opera andava attuato un controllo maggiore, solo
così si sarebbero potuti evitare tutti questi problemi". Altri interventi?
"Interverremo inoltre nel settore scolastico con lavori negli sili e nel
polo del viale Roma e altre iniziative come il Pedibus. Introdurremo da
quest'anno nelle mense l'uso dell'acqua di rubinetto e di cibi sani". Qual
è il traguardo raggiunto nel suo primo anno da sindaco e che la rende
particolarmente orgoglioso? "L'aver reso più pulita e bella Cormons grazie
al buon lavoro degli operai comunali e della nuova spazzatrice. Inoltre
finalmente è passata l'idea che Cormòns abbia sopportato un peso ambientale
notevole con la discarica di Pecol. Chiederemo che ci venga riconosciuto un
indennizzo finchè l'area non sarà bonificata. Bisogna sottolineare, comunque,
che bisogna avere più senso civico. Siamo riusciti quest'anno a non aumentare
la tassa sui rifiuti soltanto perché abbiamo alzato la copertura da parte
dell'amministrazione comunale, facendo i salti mortali per far quadrare i
conti. Se la percentuale di differenziata, calata quest'anno, non crescerà, non
potremo garantire che le bollette rimangano invariate in futuro. Più
differenziamo, meno rifiuti smaltiamo, meno paghiamo". Cosa pensate di
fare inoltre per aiutare il commercio e cosa pensa del centro commerciale che sarebbe
dovuto sorgere alle porte di Cormons? "Far ripartire il commercio in
questo periodo di crisi per tutte le comunità non è facile, ma sono diverse le
cose che possiamo fare per portare gente qui da noi e far vedere loro le nostre
attività. Purtroppo il crescere spropositato dei centri commerciali non ci
aiuta. Le diverse iniziative che abbiamo organizzato hanno fatto si che il
flusso turistico cormonese venga implementato e speriamo di poter fare
altrettanto in questi anni. Per quanto riguarda il centro commerciale,
l'intervento avebbe avuto un grande impatto sia ambientale, con la
realizzazione di una nuova viabilità,che commerciale portando la gente al di
fuori del centro. Stiamo valutando l'ipotesi di cambiare di destinazione d'uso
urbanistica le aree interessate, in quanto siamo convinti che un centro
commerciale non porti alcun beneficio per una città, anzi. Probabilmente, per
non recare danno agli investitori, lasceremo una parte di quest'area
edificabile per la realizzazione di nuove abitazioni che rispettino al massimo
il carattere della nostra città". Piercarlo Donda.
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
OPERE PUBBLICHE A Savogna ritardo di un anno ai lavori
dello stadio Il sindaco Petejan conferma: "Avviate le pratiche della
rescissione del contratto" SAVOGNA "È vero, abbiamo avviato le
pratiche per la rescissione del contratto d'appalto dei lavori relativi agli
spogliatoi del nuovo campo sportivo". Ieri il sindaco di Savogna Marco
Petejan ha confermato ufficialmente quanto anticipato nei giorni scorsi dal
nostro quotidiano: con il cantiere fermo da mesi l'amministrazione comunale ha
intenzione di cambiare rotta e affidare i lavori a un'altro soggetto. Da un
sopralluogo effettuato ieri emerge chiaramente che l'intervento è avanzato in
modo del tutto irrilevante rispetto allo scorso anno. Oltre alla posa
dell'impianto termico, poco è stato fatto. Il passare del tempo è testimoniato
più dall'erba alta cresciuta nel campo da calcio che dall'evoluzione della
struttura in sé. Forse per pudore, dal cantiere è scomparso anche il tabellone
su cui per legge devono essere indicati i dati dell'intervento: chi lo esegue,
i giorni in cui va eseguito, il costo dell'opera, il direttore dei lavori e
tutto il resto. La scorsa estate, per quanto poco leggibile c'era, oggi non c'è
più. A dirla tutta, il cantiere non sembra neppure abbandonato. Il portone
aperto del box in metallo adibito a magzzzino per gli attrezzi e a spogliatoio
per gli operai lascerebbe credere che la forza lavoro si trova in pausa pranzo.
La giornata festiva e le carriole piene d'acqua non lasciano però dubbi sulla
reale situazione. "È da mesi che non si va avanti - ricorda il primo
cittadino -. Abbiamo cercato di andare incontro alle eseigenze delle ditta, ma
è cambiato poco. Non sappiamo bene quali siano i problemi. Quel che è certo è
che non manca molto al completamento della struttura: va fatto l'impianto
elettrico, vanno fatte le malte, vanno montati gli infissi e posato il
pavimento. A questo punto, non ci rimangono alternative: rescindere il
contratto è l'unica soluzione possibile". Il termine ultimo per il
completamento dei lavori era il luglio del 2007. Sul ritardo Petejan aggiunge:
"Purtroppo, in linea generale, con gli impianti sportivi non siamo
fortunati. Ci eravamo affidati a questa ditta in altre due occasioni e in
entrambe i tempi erano stati rispettati. In questo caso, invece, le difficoltà
sonos state costanti. I lavori sono sempre andati a rilento. Si era già perso
tempo con il primo lotto, quello del campo, però, almeno questo è stato finito.
Purtroppo la burocrazia non sempre tutela l'interesse generale. Non so per quanto
andremo ancora avanti. Tra un anno termina il mandato di questa giunta e anche
se spero di inaugurare l'impianto, non credo che ce la farò. Bisogna essere
realisti, se tutto andrà bene, al massimo potrei inaugurare gli spogliatoi e il
campo. Non certo la tribuna. Molto dipenderà anche dall'atteggiamento
che assumerà la ditta. Se dopo la rescissione del contratto farà ostruzionismi
e ricorsi, le cose si protrarranno ulteriormente". Ora andrà fatta una
stima del valore dei lavori eseguiti e dei lavori ancora da eseguire, poi
bisognerà capire a chi spetterà il completamento dei lavori. (s.b.).
( da "Giorno, Il (Como)" del
09-06-2008)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Ravenna))
(Nazione, La (Empoli))
Argomenti: Burocrazia
CRONACHE pag. 12 Sanità-rivoluzione: cartelle e ricette on line FINANZIARIA I DOCUMENTI DEI PAZIENTI SU
INTERNET: PIU' RISPARMI E MENO BUROCRAZIA ? ROMA ? RICETTE MEDICHE e
specialistiche dei medici del servizio sanitario nazionale viaggeranno solo on
line. E' una delle ipotesi allo studio per la messa a punto della prossima
Finanziaria. Il progetto avrebbe durata quadriennale partendo dal 2009 e
arrivando a regime nel 2012. La 'ratio' della norma è di potenziare il
monitoraggio della spesa pubblica e misurare l'appropriatezza delle cure
prescritte. Si ipotizza anche la possibilita' per i cittadini di prendere
medicine in farmacia senza ricetta ma esibendo la tessera sanitaria o il
ricorso alla ricetta informatizzata periodica per i malati cronici. Il
risparmio stimato per la prescrizione on line sarebbe, a regime, pari a circa
il 10% della spesa farmaceutica che l'anno scorso è stata di poco inferiore ai
15 miliardi. E I MEDICI DI FAMIGLIA accolgono con favore l'ipotesi di sbarcare
sul web e si dicono "disponibili nei confronti del Governo a sostenere
questa iniziativa" anche se, sottolineano, "esistono seri problemi di
organizzazione" e vedono comunque il 2009 come "troppo vicino",
anche solo per partire. A parlare è Giacomo Milillo, segretario nazionale dei
medici di famiglia (Fimmg), il principale sindacato di categoria. "Il
Servizio sanitario nazionale ? ha detto Milillo ? ha bisogno di questa
rivoluzione e siamo disponibili a sostenere questa iniziativa. Non è
impossibile a livello di tecnologie ma ci sono seri problemi per le strutture e
l'organizzazione. Ipotizzare di realizzare questa rivoluzione con le strutture
attuali non è possibile". MA QUALI vantaggi porterebbe? "Innanzi
tutto ? ha spiegato Milillo ? sarebbe un vantaggio per i cittadini ai quali si
eviterebbero gli spostamenti per andare agli sportelli. Il vantaggio è che la
richiesta da parte del medico arriva on line direttamente al centro di
prenotazione". Lo stesso varrebbe per le farmacie. Medici on line
significa però anche un potenziale in più per salvare vite. Arrivare ad avere
il fascicolo sanitario elettronico del cittadino significa conoscere oltre ai
dati anagrafici anche le terapie in corso, le malattie croniche, le allergie.
UNA CARTELLA on line "che può salvare la vita", ha detto Milillo ma
che può anche consentire di non replicare le indagini e di avere una
informazione completa. Su questo fronte "stiamo collaborando attivamente
con il ministero" per arrivare intanto a definire quali voci mettere nel
fascicolo elettronico. Altro fronte del medico on line è quello di avere uno
screening "sui volumi di attività e sui bisogni dei cittadini" e di
fornite un servizio più agile. "Una rivoluzione che auspichiamo ? ha
ribadito Milillo ? per la quale però servono le strutture".
( da "Giorno, Il
(Brianza)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA DELLA BRIANZA pag. 24 "L'istituzione della
Provincia è un processo inarrestabile" Il sindaco: "Non può essere
tagliata dalla Finanziaria" ? MONZA ? "L'ISTITUZIONE della nuova
Provincia di Monza e Brianza è un processo inarrestabile". Lo ribadisce il
sindaco di Monza Marco Mariani il giorno dopo la notizia dell'ipotesi di
cancellazione delle tre nuove province nell'ambito della nuova Finanziaria:
insieme a Monza e alla Brianza anche Fermo, e Barletta-Andria- Trani. Un taglio
che consentirebbe alle casse dello Stato di 30 milioni di euro dopo che per
l'apertura delle nuove sedi ne sono stati già impegnati 50 e proprio alla
vigilia del trasferimento nel capoluogo di un centinaio di funzionari e dello
scorporo del patrimonio con Milano, un tesoretto da 300 milioni di euro.
"Premesso che si tratta, per quanto abbiamo compreso, di ipotesi,
l'istituzione della nostra Provincia rimane fuori discussione - insiste il
sindaco - E' infatti, una realtà già presente nel nostro territorio a livello
di progetti, di investimenti e di personale che già da tempo lavora presso la
sede di piazza Diaz. Inoltre, a livello di accordi pochi giorni fa abbiamo
approvato, nell'ambito dell'assemblea dei sindaci, la divisione dei beni con la
Provincia di Milano che ci sta dimostrando ampia collaborazione. Monza e la
Brianza - tiene a sottolineare il primo cittadino - hanno tutte le carte in
regola per diventare ufficialmente nel 2009 una nuova Provincia così come
ampiamente definito a seguito della legge istitutiva del 2004. Siamo tra le
prime realtà industrializzate d'Europa e la nostra è una delle aree economiche
più fertili del Paese. Abbiamo totale fiducia nel Governo che non mancherà di
ufficializzare Monza, insieme con Fermo e Barletta, come nuove Provincie. Il
processo che ha portato all'istituzione del nostro organismo provinciale ha
preso il via più di 15 anni fa e per quanto ci riguarda è assolutamente
inarrestabile". IN QUESTE ORE la Brianza si mobilita per fermare lo scippo
dell'autonomia istituita dal Parlamento nel 2004, un processo che riguarda 50
Comuni (altri cinque hanno chiesto di rientrare nei suoi confini), 800mila
cittadini, un territorio che conta oltre 70mila imprese. Una beffa e uno schiaffo
al territorio proprio alla conclusione dell'iter: le prime elezioni infatti
sono previste per la primavera del prossimo anno. "LA PROVINCIA di Monza e
Brianza è necessaria e va difesa ad ogni costo - sostiene Massimo Ponzoni,
assessore regionale alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale, con
delega alla costituzione della Provincia di Monza e Brianza - E per più d'una
ragione: per il suo peso e per i suoi numeri che la pongono tra le Province più
importanti d'Italia, perché ormai è pronta a marciare con le sue gambe, perché
non si possono tradire, con un colpo di spugna, le aspettative della gente e
dei comuni". "Tornare indietro è assurdo. Semmai, in un'ottica di
contenimento dei costi - aggiunge l'assessore Ponzoni - si può pensare di dar vita
ad una Provincia "nuova", virtuosa sul fronte del contenimento della
spesa pubblica. Se le risorse scarseggiano, nell'ovvio rispetto della
Costituzione, perché non ipotizzare un nuovo modello di ente
"risparmioso", che risponda al requisito più efficienza e meno costi,
ad esempio, facendo a meno di alcuni uffici decentrati dello Stato sul
territorio? Monza e Brianza - conclude Ponzoni - va costituita. Le Province da
abolire sono ben altre: quelle superflue, quelle piccole
con meno di 200 mila abitanti, nate sulla scorta di eccessi di localismi e
spesso- queste sì- solo fonti di inutili sprechi. Proprio per questi motivi,
noi stiamo già costruendo Monza e Brianza come realtà vicina al cittadino e
all'impresa, snella e con il minor livello di burocrazia possibile".
( da "Resto del Carlino,
Il (Rovigo)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ROVIGO AGENDA E CINEMA pag. 28 I danni dell'inefficienza
'Gli artigiani contro gli intoppi della burocrazia' L'IMPRESA italiana ha ormai
imparato, anche a proprie spese, che non è il minor costo del lavoro e la
flessibilità estrema a dare efficienza alle imprese. E' invece vero che dove si
è investito in innovazione, in prodotti ad alto valore aggiunto, le aziende si
sono ritagliate quote di mercato importanti, rafforzando i profitti. Il
prodotto italiano, con la qualità, la sicurezza, oltre che il minor costo
ambientale, è sempre più vincente rispetto al prodotto cinese seppure in
presenza di costi maggiori. E' necessario che i prodotti Made in China vengano
conosciuti per il danno che le loro produzioni infliggono all'ambiente. Ma il
futuro del Paese passa necessariamente da scelte di politica economica che
accompagnino e supportino gli investimenti nella ricerca e innovazione. Oltre
che a politiche di riforma e razionalizzazione del settore pubblico più
refrattario a innovare per la resistenza burocratica e la mancanza di pungolo
della concorrenza che ne riducono l'efficienza. Negli Usa è possibile aprire
una nuova impresa in una mattina, autocertificando ciò che successivamente
viene verificato dagli enti di controllo. Nel nostro paese servono fino a 58
passaggi burocratici prima di ottenere il via libera ad una nuova attività. È
necessario evitare che un'idea imprenditoriale vincente, ma non ingegnerizzata,
resti tale per mancanza di supporti finanziari o, peggio, per ritardi
burocratici. Oltretutto manca nel nostro Paese il fenomeno comune negli Usa del
trasferire nell'impresa privata i frutti della ricerca tecnologica di settore
da parte dell'ente governativo a ciò preposto. Da qui il pesante onere per le
pmi di dover sopportare costi ed investimenti i cui ritorni non possono certo
avvenire nel breve termine. Ecco perché da tempo la Confartigianato Imprese di
Rovigo, ha come punti di forza il Consorzio fidi, quale intermediario
finanziario, il Centro di formazione, strumento di crescita formativa e il
Centro studi da cui derivano una serie di servizi avanzati sempre più
indispensabili allo sviluppo delle imprese. Parallelamente ad un adeguato
supporto per favorire l'avvio del processi di innovazione, con tutte le
tematiche relative alla necessità di snellire l'accesso al credito per le
imprese (con la possibilità di portare i mutui per gli investimenti non più a
breve ma a dimensione almeno ventennale come accade all'estero), con
l'opportuno rilancio del mondo cooperativo di credito artigiano, è il tema
dell'ambiente che particolarmente prossimo futuro dell'artigianato: le nuove
sfide si giocheranno su questo terreno. Gli artigiani della Provincia di
Rovigo, sono pronti alla leadership, ma anche in questo senso va giocata a
livello istituzionale la carta della semplificazione. Tutto si traduce in una
sola parola: competitività. Il vero bene che tutti dobbiamo tutelare insieme,
per vincere globalmente sui mercati mondiali. Girolamo Astolfi, presidente
Confartigianato Imprese Rovigo.
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Monfalcone Patat: "Aumentare la differenziata"
BILANCIO DI UN ANNO Il sindaco: "Solo così potremo evitare il rincaro
delle bollette dei rifiuti" IL SINDACO "Nelle mense scolastiche
l'utilizzo di cibi migliori e per risparmiare useremo l'acqua dei
rubinetti" "Piazza Libertà è un tormentone che deve finire. Ma è un
intervento che non mi piace" CORMONS Primo anno di amministrazione della
giunta guidata da Luciano Patat, per diversi anni esponente dell'opposizione
consiliare con il gruppo di Uniti per Cormòns. È stato di certo un anno non
facile per questa giunta che si è trovata di fronte un mondo completamente
nuovo, una nuova maniera di vedere e far funzionare la macchina amministrativa
comunale. Sindaco Patat, quali sono state le difficoltà che avete incontrato in
questo primo anno al governo di Cormons? "Dopo molti anni vissuti
all'opposizione ritenevamo che una volta passati al governo i tempi burocratici
potessero essere abbreviati. Invece non è stato così. Ad esempio, anche quando
si hanno a disposizione fondi da poter investire per il bene comune i tempi
burocratici sono troppo lunghi. Credevamo fosse più facile, e ora ci stiamo impegnando al fine di poter almeno in parte
snellire i tempi della burocrazia e rendere migliore la macchina comunale". Di positivo
invece cosa sottolineare? "Siamo contenti di esserci dimostrati disposti
al dialogo verso tutti i cittadini, al di là dell'appartenza politica. Un
dialogo che deve essere costruttivo per poter migliorare la nostra
cittadina". Un esempio in tal senso? "Beh, abbiamo sostenuto
le associazioni ed il volontariato perché sono una delle ricchezze che abbiamo,
e grazie a queste collaborazioni che abbiamo potuto fare molto per risollevare
l'immagine cormonese con la creazione di diverse iniziative culturali e
ricreative capaci di allargare il panorama preesistente". Qual è uno degli
obiettivi che vi siete posti per l'immediato? "Sicuramente ultimare piazza
Libertà, anche se questa operazione ci ha portati ad un grosso esborso
economico. Una piazza così di certo non è quello che noi avremmo voluto per il
centro cormonese. I materiali che sono stai utilizzati sono pericolosi e non
adatti a Cormòns. Su quest'opera andava attuato un controllo maggiore, solo
così si sarebbero potuti evitare tutti questi problemi". Altri interventi?
"Interverremo inoltre nel settore scolastico con lavori negli sili e nel
polo del viale Roma e altre iniziative come il Pedibus. Introdurremo da
quest'anno nelle mense l'uso dell'acqua di rubinetto e di cibi sani". Qual
è il traguardo raggiunto nel suo primo anno da sindaco e che la rende
particolarmente orgoglioso? "L'aver reso più pulita e bella Cormons grazie
al buon lavoro degli operai comunali e della nuova spazzatrice. Inoltre
finalmente è passata l'idea che Cormòns abbia sopportato un peso ambientale
notevole con la discarica di Pecol. Chiederemo che ci venga riconosciuto un
indennizzo finchè l'area non sarà bonificata. Bisogna sottolineare, comunque,
che bisogna avere più senso civico. Siamo riusciti quest'anno a non aumentare
la tassa sui rifiuti soltanto perché abbiamo alzato la copertura da parte
dell'amministrazione comunale, facendo i salti mortali per far quadrare i
conti. Se la percentuale di differenziata, calata quest'anno, non crescerà, non
potremo garantire che le bollette rimangano invariate in futuro. Più
differenziamo, meno rifiuti smaltiamo, meno paghiamo". Cosa pensate di
fare inoltre per aiutare il commercio e cosa pensa del centro commerciale che
sarebbe dovuto sorgere alle porte di Cormons? "Far ripartire il commercio
in questo periodo di crisi per tutte le comunità non è facile, ma sono diverse
le cose che possiamo fare per portare gente qui da noi e far vedere loro le
nostre attività. Purtroppo il crescere spropositato dei centri commerciali non
ci aiuta. Le diverse iniziative che abbiamo organizzato hanno fatto si che il
flusso turistico cormonese venga implementato e speriamo di poter fare altrettanto
in questi anni. Per quanto riguarda il centro commerciale, l'intervento avebbe
avuto un grande impatto sia ambientale, con la realizzazione di una nuova
viabilità,che commerciale portando la gente al di fuori del centro. Stiamo
valutando l'ipotesi di cambiare di destinazione d'uso urbanistica le aree
interessate, in quanto siamo convinti che un centro commerciale non porti alcun
beneficio per una città, anzi. Probabilmente, per non recare danno agli
investitori, lasceremo una parte di quest'area edificabile per la realizzazione
di nuove abitazioni che rispettino al massimo il carattere della nostra
città". Piercarlo Donda.
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il presidente Sergio Bortolusso auspica che il Consorzio
riunisca altri produttori Il cavalier Emiro padre dell'attuale presidente vide giusto:
la zona viticola andava tutelata Friuli Annia, una piccola Doc che cresce: il
Pinot grigio è leader fra 400 mila bottiglie CARLINO. Emiro Bortolusso aveva
visto bene. Coronando un sogno, quello di mettersi in proprio e produrre vino
in una zona che di vino non ne produceva molto e neanche di grande qualità.
Emiro, di ritorno dopo anni trascorsi come emigrante in Inghilterra dove
lavorava come maggiordomo in una nobile famiglia imparentata con la casa reale
e dove anche la moglie Maria Luigia faceva la cuoca, ha impegnato tutti i suoi
risparmi acquistando nuova terra da aggiungere a quella che già possedeva a
Carlino. Lui era portogruarese, la moglie di Carlino. Per anni, si è adoperato,
assieme all'enologo Orfeo Salvador, per fare in modo che quella terra, dove si
cominciava a produrre del buon vino, facesse parte di una nuova zona Doc.
Famoso e mitico il suo "Lacrima del Privilegio", ottenuto da una
sgrondatura di Cabertnet sauvignon, Merlot e Refosco dal peduncolo rosso.
Finalmente, nel 1996, è nata ufficialmente, dopo anni di
carte e burocrazia, la
"Friuli Annia", zona a denominazione di origine controllata che ha
preso il nome dall'antica strada consolare che collegava il centro
paleocristiano di Aquileia a Julia Concordia, oggi conosciuta come Concordia
Sagittaria. L'eredità del cavalier Emiro Bortolusso è stata raccolta, con
grande determinazione, dai figli Sergio e Clara (foto in alto) che hanno
continuato sulla... via Annia. Con Sergio Bortolusso facciamo il punto,
parlando del Consorzio di tutela "Friuli Annia" che comprende 17 soci
di cui 7 imbottigliatori. Il Consorzio funziona bene? "Le aziende che
aderiscono sono tutte direttamente coinvolte e seguono la linea concordata.
Aspettiamo che altri entrino per rafforzare l'organismo e creare un pool più
grande". In cosa consiste l'intervento del Consorzio di tutela? "In
una efficace azione di divulgazione scientifica con un servizio di assistenza
tecnica e, in una prospettiva più lunga, l'intento di dare alla denominazione
di origine controllata la giusta visibilità nelle carte dei vini di quanti
propongono menu a base di pesce, altra risorsa della nostra zona che ha in
Marano Lagunare il suo punto di riferimento". Quindi è un obiettivo
mirato? "E' un obiettivo alla portata dei produttori di una denominazione
che ha in Marano Lagunare, località conosciuta per il suo importante mercato
ittico e per la ristorazione di alto livello, la sua capitale ideale".
Quali le maggiori difficoltà? "La prima difficoltà, e la più grossa, è
l'aggregazione, cioè convincere quelli che sono fuori dalla Doc ad entrare con
noi". Creare, dunque, sistema per essere anche più competitivi?
"Certamente, perché si potrebbe organizzare forse anche meglio la
promozione delle nostre etichette per raggiungere nuovi mercati". Sette aziende
della "Friuli Annia" producono e imbottigliano vino. Quante bottiglie
all'anno? "Grosso modo 400 mila bottiglie. Il 65 per cento di bianchi, il
resto rossi. In testa il Pinot grigio seguito dal Tocai friulano, dal Sauvignon
e dallo Chardonnay; fra i rossi, Cabernet franc, Merlot e Refosco dal peduncolo
rosso". Attualmente qual è il mercato della Doc "Friuli Annia"?
"In buona parte in Italia. Esportiamo bene in Europa, specialmente in
Germania e Austria. Stiamo entrando in Inghilterra che si presenta come un
mercato interessante per i vini". Da recenti incontri in casa
"Annia" è emersa anche l'opportunità di un collegamento operativo e
concreto con le altre due Doc confinanti. "Anche questa è una operazione
molto sentita, cioè avviare i collegamenti con "Friuli Latisana" e
"Friuli Aquileia"". C'è già stato qualche contatto in proposito?
"Giovanni Foffani, presidente de "La strada del vino di
Aquileia", ci ha già contattato per veicolare dei probabili circuito nel
territorio che accorpino aziende vinicole, ristoranti, latterie, mulini, se ce
ne sono, e altro per offrire un pacchetto utile, ragionato ed economicamente
vantaggioso per un turismo intelligente". Silvano Bertossi.
( da "Repubblica, La" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Torino Gli sponsor e i grandi eventi
"Il Comune sia più pronto" La risposta al sindaco: c'è troppa burocrazia I leader di Basic Net e Alpitour: "Abbiamo chiesto di
intervenire, non ci hanno risposto" GINO LI VELI MARINA PAGLIERI Il
secondo appello del sindaco Sergio Chiamparino agli sponsor ("studiamo
insieme i grandi eventi"), a parole, sembra trovare maggiore appeal
rispetto a quello lanciato un anno e mezzo fa, risultato senza esito,
come ha ammesso lo stesso Chiamparino. "Una bella idea - commenta Alain
Elkann, presidente della Fondazione del Museo Egizio - Mi sembra una proposta di
buon senso: in un periodo non facile dal punto di vista economico, in cui è
problematico convincere le aziende a investire e chiedere la loro
collaborazione per studiare eventi "ad hoc", è logico che chi può
offrire sponsorizzazioni possa esprimere un parere. è un modo anche per evitare
sprechi. Certo bisogna valutare evento per evento, non tutto è sullo stesso
piano. è una proposta tipica dello stile del sindaco, pronto a dialogare con
tutti. Penso che possa avere il giusto seguito". Si iscrive al partito dei
favorevoli anche Marco Boglione, numero uno di Basic Net, il gruppo dei marchi
Robe di Kappa e Superga. "Una proposta interessante - dice - Bisogna
vedere come si concretizzerà. Spesso le belle idee non riescono a decollare per
tanti ostacoli burocratici. Posso citare diversi episodi in cui alcuni
funzionari comunali hanno fermato alcuni miei progetti. Avevo dato la
disponibilità a far utilizzare lo spazio "Superga Sporting" ma non
sono mai arrivate le autorizzazioni. Stessa cosa per la creazione di uno spazio
pubblico in largo Vitale. L'appello del sindaco è da prendere in
considerazione. Bisogna ricreare quello spirito che ha favorito il successo
delle Olimpiadi. Si deve andare oltre la semplice sponsorizzazione di un
evento, quella in cui l'imprenditore stacca un assegno e permette l'utilizzo
del logo. Quello ormai è un fatto scontato. Va studiato un nuovo percorso tra
chi promuove l'evento e chi lo può sponsorizzare". Chi è riuscito ad
individuare la strada giusta è Leopoldo Freyre, il relatore generale del
prossimo congresso mondiale degli architetti. Un evento dal costo intorno ai
quattro milioni e mezzo, coperto al 50 per cento dagli sponsor. La sua ricetta
vincente? "Trovare sponsor è un impegno spaventoso - spiega - Noi siamo
andati oltre ogni ottimistica previsione, superando persino manifestazioni come
la Triennale di Milano o la Biennale di Venezia. Certo, contano molto i
rapporti che si riescono a creare con chi deve investire. Ma credo che si debba
avere un approccio diverso: è superata la logica del "faccio un evento, tu
mi finanzi". Gli sponsor vogliono essere partecipi dell'evento, vogliono
un loro spazio all'interno. è come creare un vestito su misura. E poi conta la
professionalità. Io ho scelto come collaboratori un gruppo di esperti al di
fuori del mondo della cultura, quelli che lavorano per Valentino Rossi. E poi
c'è un altro aspetto: tutto ciò che riguarda l'architettura in questo momento
funziona e interessa". L'idea di Chiamparino piace pure allo staff di
Daniel Winteler, numero uno di Alpitour, che nelle settimane scorse aveva
manifestato perplessità per la scarsa attenzione ricevuta dagli enti locali per
le proposte di collaborazione (in passato aveva dovuto fare marcia indietro
anche sul progetto di sponsorizzazione della riqualificata piazza Vittorio).
Dopo le polemiche sui giornali, Winteler ha incontrato vertici e assessori di
Comune e Regione: si assicura che presto potrebbe essere annunciata una nuova
partnership.
( da "Repubblica, La" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XVII - Milano Lo sport Dopo il volley potrebbe
sparire anche l'hockey più volte campione d'Italia A rischio il ghiaccio di
Milano LUIGI BOLOGNINI Si scioglie il ghiaccio di Milano? Dopo la pallavolo si
rischia che la città perda un'altra squadra di livello tra gli sport
alternativi al calcio, i Vipers di hockey. Il mercato funziona solo in uscita,
e le voci su un addio corrono. Il presidente Alvise di Canossa non conferma e
non smentisce. Si limita a dire: "Con l'ultimo campionato si è chiuso un
progetto. Vediamo se riusciremo a mettere in piedi un progetto nuovo.
Altrimenti prenderemo le nostre decisioni". Il progetto in realtà è già
partito, con l'immissione in prima squadra di alcuni dei migliori talenti di un
settore giovanile che ne sforna in quantità e un terzo posto non disprezzabile,
ma che dopo 5 scudetti di fila (dal 2002 al 2006) sembra poco. I veri motivi di
una chiusura sarebbero altri. Uno, le beghe tra le società di serie A, che non
si mettono d'accordo su quote di stranieri e di oriundi. Due, di Canossa non si
sente sostenuto da Milano. Dal tessuto sociale ed economico (è tutto sulle sue
spalle) e dal Comune per la vicenda dell'Agorà, il
palaghiaccio il cui ampliamento faciliterebbe gli allenamenti, ma è bloccato da
burocrazia e proteste. In
società regna comunque la fiducia, ma che anche solo una piccola grande
tragedia come l'addio sia ipotizzabile fa capire com'è ridotto lo sport
extracalcistico in una città che - chissà perché - sarà la Capitale europea
dello sport nel 2009.
( da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data:
2008-06-09 - pag: 2 autore: ANALISI Una riforma ambigua che ignora gli studenti
di Alessandro Monti U n recente documento di Confindustria (Conoscere per
crescere) stima che l'aumento di un anno del livello medio di istruzione degli
italiani (oggi di 10,3 anni, in Usa 13,3) potrebbe tradursi nel lungo termine
in una crescita della produttività del 4%, portando il reddito pro-capite a
29mila euro nel 2020, assai più elevato (+3.900 euro) rispetto al trend
attuale. Una prospettiva allettante. Per indurre gli studenti a espandere la
loro formazione, però, è necessario dare più appeal a una istituzione ormai
declinante. Non si tratta solo di moltiplicare residenze e collegi e
riqualificare l'offerta didattica, ma di rimuovere una condizione che vede
nell'università italiana anteposti gli interessi delle corporazioni accademiche
a quelli degli studenti. Che restano soggetti deboli e vulnerabili. Spesso le
loro ragionevoli richieste sono ignorate e disposizioni a loro favore sono
" interpretate" per neutralizzarne gli effetti. Emblematici i decreti
che dovrebbero correggere le incongruenze della riforma del "3+2".
Contengono rinvii, ambiguità e lacune, più utili a non turbare assetti
consolidati che a tutelare gli studenti. Alcuni esempi per capire. Requisiti
edulcorati. I docenti di ruolo "necessari" per attivare un corso di
laurea passano da 9a 12 (da 6 a 8 per le lauree magistrali). Attuata con rigore
la norma avrebbe benefici immediati sulla qualità dell'offerta formativa
sfoltendo gli oltre 5.600 corsi di I e II livello (il triplo delle soppresse
lauree quadriennali). Sono, invece, previste deroghe e una lunga moratoria: i
docenti sono conteggiabili due volte e l'applicazione a regime scatterà fra tre
anni, cinque anni se atenei con meno di 15mila studenti, se non statali, se
nati dopo il 1994. Corsi di laurea mascherati da "indirizzi". I
decreti vietano l'attivazione di "indirizzi, orientamenti e altre
articolazioni interne ai corsi di studio" in aggiunta al curriculum
ufficiale indicato nel regolamento didattico. L'intento è frenare la
moltiplicazione di corsi che si mimetizzano dentro i corsi di laurea, mascherati
da innocui indirizzi , incoraggiando gli studenti a predisporre propri piani di
studio. L'ambigua formulazione, però, offre pretesti per non applicarla.
Restano in vigore sia la possibilità di inserire nel regolamento didattico i
"curricula offerti agli studenti", i piani di studio preconfezionati,
sia la discrezionalità degli atenei a regolare il diritto degli studenti a
presentare piani di studio individuali. Il tetto di 20 esami e i modi per
aggirarlo. Per fermare la proliferazione di insegnamenti e di esami, è previsto
un tetto di 20 esami alle lauree triennali. Il decreto, però, non prescrive la
riduzione delle materie, ma suggerisce "esami integrati" e altri
escamotage per abbassare il conto delle prove superate. Ad esempio, se si
tratta di esami su insegnamenti scelti autonomamente, qualunque sia il numero,
è come se fosse un solo esame. Mentre le prove per accertare la conoscenza
delle lingue straniere e l'acquisizione di competenze informatiche, non si
contano affatto. Così gli studenti saranno costretti a seguire gli stessi
insegnamenti, anche se formalmente non conteggiati o nascosti in esami plurimi,
mentre l'eterogeneità delle relative combinazioni limiterà la loro mobilità in
altre sedi. Anziché ridurre la "parcellizzazione delle attività formative
", la disposizione ministeriale, dunque, rischia di aumentare gli esami
senza controlli. è quanto teme il Consiglio nazionale studenti che segnala la
"contraddittorietà dell'invito ad accorpare esami esistenti" e i
pericoli di "un aumento esponenziale delle prove non verbalizzate"
(parere 8 novembre 2006). Disparità e anomalie. I decreti, infine, sorvolano su
disparità di trattamento tra studenti e uso improprio di strutture. Non si
tratta solo di atenei statali che organizzano corsi di laurea paralleli riservati
agli aderenti a convenzioni che prevedono facilitazioni varie ed extracompensi
ai docenti. Ma di scuole di specializzazione disattivate ( Dm 509/99) che
continuano a rilasciare titoli, pure se non previste da leggi o direttive Ue. A
tutela degli ignari studenti, meglio sarebbe invitare i Rettori a sciogliere
gli organi delle scuole disattivate e inibire il rilascio di diplomi di dubbio
valore legale, destinando spazi e risorse alle esigenze dei nuovi corsi di
laurea. I casi segnalati evidenziano comela rinuncia delle Camere a legiferare
sull'istruzione universitaria abbia finito per penalizzare la condizione
studentesca. La progressiva cessione di spazi a governo e atenei, accompagnata
all'abolizione degli ispettori ministeriali e alla trasformazione della
vigilanza in "dirigismo collusivo", ha reso più
indifesi gli studenti rispetto alla burocrazia accademica, scoraggiandone la permanenza all'università e il
prolungamento della formazione. L'intervento del Parlamento – con l'avvio di
un'indagine conoscitiva sulle defaillances del sistema universitario, la
definizione di linee strategiche per la formazione superiore e la vigilanza
sulla loro attuazione –, restituirebbe trasparenza ai ruoli
istituzionali e certezza alle regole ponendo un freno ai comportamenti elusivi
di alcuni atenei e alla tolleranza ministeriale. Persapernedi più
"Indagine sul declino dell'università italiana" di Alessandro Monti
(Gangemi editore) CASO EMBLEMATICO I decreti dovrebbero correggere le
incongruenze del "3+2", ma sembrano più utili a non turbare assetti
consolidati.
( da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: POLITICA E SOCIETA
data: 2008-06-09 - pag: 9 autore: FUNZIONE PUBBLICA La burocrazia non dà scampo è i l motore
dell'"operazione trasparenza " nella Pubblica ammi-nistrazione, ma il
ministero della Funzione pubblica è anche l'epicentro di molti dei vizi che la
stessa rivoluzione allo studio del ministro Brunetta (ovviamente semplice erede
di questo stato di cose) vuole ora combattere. La prova è nelle tabelle
pubblicate su Internet per volere dello stesso ministro, il che dà ancor più
valore all'iniziativa. Per il "supporto interno ", cioè per far
vivere la burocrazia del dipartimento, è impegnato il
40% del personale (dovrebbe essere il 15%, secondo la Finanziaria 2007);le
retribuzioni dei dirigenti sono livellate alla virgola, perché le parti
"variabili" sono quanto di più fisso si possa immaginare, e sono
determinate dalla gerarchia e non dal merito.I 56 impiegati del dipartimento
per l'Innovazione non soffrono certo per disorientamento, perché a guidarli
hanno ben4 direttori generali (oltre al capo dipartimento). Certo, Palazzo
Vidoni condivide questi problemi con molti uffici pubblici italiani. Ma questa
non è una consolazione: è la ragione della "rivoluzione" (G.Tr.).
( da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: DIRITTO ECONOMIA
data: 2008-06-09 - pag: 42 autore: ANALISI Un buon inizio ma la tecnologia da
sola non basta di Alessandro Selmin è sufficiente estendere l'informatica alle
attuali procedure per raggiungere l'obiettivo di aprire un'attività economica
in un giorno o in tempi ristretti e certi? La risposta è "no". Il
motivo è evidente: se una procedura è complicata,l'informatica "
informatizza" i difetti e non li elimina; si limita ad accelerare
l'esecuzione degli adempimenti. è decisivo lo sportello unico per agevolare
l'iter per avviare un'attività d'impresa? La risposta è ancora "no".
Se lo sportello deve ricevere un " pacco" che contiene procedimenti
complicati, che coinvolgono responsabilità di diversi enti pubblici e
richiedono competenze diversificate, i risultati sono modesti. Dopo circa 15
anni dall'avvio di iniziative per la semplificazione e la liberalizzazione
delle attività economiche, è condivisa l'opinione che,quando sivogliono
raggiungere questi obiettivi, occorre verificare preventivamente se vengono
assicurate alcune condizioni: - non solo semplificare la procedura ma tagliare
gli adempimenti non essenziali; - verificare la compatibilità con le altre
procedure (fiscale, previdenziale, eccetera); - stabilire i tempi certi per
l'avvio dell'attività; - assicurare che regole e tempi siano uniformi in tutto
il territorio nazionale, anche se la competenza su una certa attività è della
Regione; - prevedere una authority che vigili sull'attuazione uniforme di
questi adempimenti e stimoli gli enti in difficoltà; - prevedere, a livello
nazionale, una consultazione tra le autorità competenti a emanare circolari e
direttive per evitare disallineamenti. Nell'ultimo decennio sono stati attuati
alcuni interventi di semplificazione, il più rilevante dei quali ha riguardato
nel 1998 il commercio al dettaglio, escluse le medie e grandi strutture. è
stata l'unica liberalizzazione di un grande comparto, e non si è verificato
nessuno degli effetti negativi temuti. è la prova che la via maestra è la
liberalizzazione e non la semplificazione; talvolta alcune modifiche delle procedure
originarie sono state elaborate senza conoscere i meccanismi reali e quindi
sono diventate inapplicabili o contraddittorie. La scelta più negativa si è
verificata nel 2005 quando si è voluto sostituire la denuncia inizio attività
con la dichiarazione preventiva e la comunicazione di avvio (non prima di 30
giorni) creando duplicazioni di adempimenti e incertezze sui tempi. E pensare
che non c'è nulla da inventare perché è sufficiente adottare in tutta Italia
quanto previsto dalla legge 1/2007 della Regione Lombardia. L'articolo 5
prevede che "I procedimenti amministrativi relativi all'avvio,
svolgimento... di attività economiche... sono sostituiti da una dichiarazione
resa... dal legale rappresentante dell'impresa che attesti la conformità o la
regolarità degli interventi o delle attività. Restano fermi il controllo e la
verifica successivi, nonché la vigilanza da parte delle autorità
competenti". è evidente la novità: l'imprenditore dichiara di avere i
requisiti; l'ente pubblico controlla e punisce chi dichiara il falso. Una
soluzione che impatta su quasi tutte le aziende e quindi eviterà di legiferare
su specifiche attività e ridurrà la produzione normativa. Ci sono però attività
che, per le implicazioni su salute, sicurezza eccetera, è opportuno siano
soggette ad autorizzazione; lo Stato dovrebbe concordare con le Regioni
l'elenco di queste attività. La procedura è basata sull'autocertificazione dei
requisiti per l'esercizio di un'attività. Requisiti spesso generici che mettono
l'imprenditore in imbarazzo. è opportuno quindi che gli enti pubblici prestino
assistenza per la compilazione. Quanto al registro imprese, una riduzione di
complicazioni e di oneri si può ottenere riproponendo il contenuto del Ddl 1644
già approvato dalla Camera il 13 giugno 2007: il rilascio della procura per gli
adempimenti, l'adozione della posta elettronica certificata, la pubblicità dei
trasferimenti delle partecipazioni, l'eliminazione del libro soci delle Srl e
dell'obbligo di inviare l'elenco soci assieme al bilancio. Interventi che
verrebbero percepiti anche dalle aziende come una reale
riduzione della burocrazia.
E se si vuole risparmiare nella spesa pubblica si chiuda il progettoper attuare
il registro informatico degli adempimenti amministrativi di tutte le Pa, uno
strumento che non può essere tenuto aggiornato e quindi inutile: servirebbe
solo a fotografare lo statonevrotico delle norme che rendono faticosa una
attività economica in Italia. LA SOLUZIONE è sufficiente
"copiare" l'autodichiarazione del legale rappresentante prevista in
Lombardia.
( da "Corriere della
Sera" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera - MILANO - sezione: PRIMA PAGINA -
data: 2008-06-09 num: - pag: 1 autore: di MARCO GARZONIO categoria: REDAZIONALE
LA RESPONSABILITA' DEI GENITORI RAGAZZI VIOLENTI E CATTIVI ESEMPI L a cronaca
ci costringe a guardare bene in faccia il volto recente e inquietante di una Milano
cattiva e violenta. Ora sono i giovani a preoccupare. Ragazzi e ragazzi, fra i
14 e i 16 anni, che aggrediscono compagni e compagne. Non è microcriminalità
nell'accezione usuale, ma violenza pura, gratuita, senza motivi diretti.
Ceffoni, pugni, colpi con il primo oggetto contundente che si ha per mano e
via. Non si tratta di ghetti, di periferie o di piccole bande di immigrati.
Sono teatro di azioni proditorie vie del centro, dintorni di ginnasi e licei,
oratori, giardini. Alle cronache assurgono i casi eclatanti. Ma spesso gli
involontari protagonisti preferiscono tacere, dissimulare in casa, cambiar
strada, girare soli il meno possibile. E' la psicologia della vittima che si fa
carico della colpa dell'aggressore. E subisce. Milano già conosce un diffuso
clima di sopraffazione. Roba nostra. Stranieri e clandestini qui non c'entrano.
Ce la vediamo tra noi cittadini "per bene", con i nostri modi di
umiliare gli anziani: scarsi servizi, pensioni da fame, code, burocrazie, nessun rispetto sui mezzi. O di maltrattare i bimbi:
servizi insufficienti anche per loro, vie respiratorie (soprattutto dei più
piccini) a rischio, parchi giochi scarsi e non protetti dai vandali, verde
anemico. O di rendere la città invivibile: orari, traffico, stress da
condizioni di sopravvivenza. Ma ora prepotenza, aggressività,
litigiosità coinvolgono in maniera massiccia i giovani. Sarà bene che Milano
non si volti dall'altra parte e si faccia carico della violenza di cui più o
meno coscientemente è culla. Ragazze e ragazzi sono figli nostri, dei genitori
e della città: nessuno può chiamarsi fuori. Sono come spugne, assorbono quanto
pullula attorno nel bene e nel male: modi, atteggiamenti, gesti, valori.
Qualche esempio. Se un adulto in auto con bambini a bordo non rispetta i pedoni
sulle strisce, invade i marciapiedi e gli scivoli creando difficoltà a mamme
con carrozzine, anziani, disabili o impreca contro chi non gli dà il passo, che
stili di rapporto apprendono quei bambini? I modelli collettivi pesano. Ma le
cattive compagnie spesso sono "di casa ", quando, ad esempio, i
piccoli assistono a mancanze di rispetto tra i genitori o ascoltano espressioni
intolleranti nei confronti di altri (vicini, categorie sociali, esponenti
politici, istituzioni civili o religiose). L'aggressività è dell'individuo, ma
costituisce anche una patologia sociale se alimentata di continuo da modelli
tipo: furbizia e fai-da-te premiano sempre. Non esistono ricette. Ma si può
sperare che cambi qualcosa se ci assumiamo responsabilità di adulti: ascoltare
i ragazzi, parlar loro, vigilare. Se il pubblico si decidesse a intraprendere
poi una politica giovanile (centri sportivi, luoghi di aggregazione, sportelli
di aiuto) darebbe sostegno a quella che è vera impresa oggi: la funzione
genitoriale.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data:
2008-06-08 - pag: 10 autore: Rapporto Save the Children. Versati soltanto 11
milioni di dollari, peggio di noi solo Austria e Grecia Scuole nei Paesi
poveri, aiuti italiani assenti di Marco Ludovico N ella lista dei finanziatori
di aiuti all'istruzione negli Stati più poveri, l'Italia è al terz'ultimoposto.Secondo
le stime di Save the Children – la più grande organizzazione internazionale
indipendente a difesa e tutela dell'infanzia – il nostro Paese ha destinato 11
milioni di dollari per l'educazione primaria nelle nazioni in via di sviluppo e
in guerra, i cosiddetti Cafs (Conflict affected fragile states). La cifra
erogata risale al 2004 e non ci sono dati più recenti, sostiene
l'organizzazione. Difficile, comunque, che in questi anni ci siano state
particolari novità. L'esiguità dei fondi diventa ancora più imbarazzante, se ci
si azzarda aun confronto internazionale della spesa media per un anno di scuola
di un bambino. In Italia (dati Unesco) ammonta a 6.796 dollari; in Burundi 17
dollari, in Uganda 19, in Eritrea 24: il costo di uno zainetto, neanche di
buona qualità. La tanto conclamata vocazione italiana alla cooperazione
internazionale, insomma, finisce in discussione se parliamo di fondi pubblici
per l'istruzione dell'infanzia nei Paesi più poveri. Peggio di noi, nella
classifica redatta da Save The Children, ci sono solo Austria e Grecia; un
gradino più su invece, al quart'ultimo posto, gli Stati Uniti. I più generosi
sono l'Olanda,la Norvegia,il Lussemburgo e il Regno Unito. La graduatoria è
stata fatta da Save con un criterio elementare: premesso che servono 9 miliardi
di dollari per l'istruzione primaria universale, vediamo quanto erogano in
concreto gli Stati rispetto a quello che potrebbero offrire, in proporzione al
loro prodotto interno lordo. L'Italia, in questo scenario, dovrebbe versare 276
milioni di dollari (e non 11) per aiutare bambini che spesso hanno possibilità
di istruzione quasi disperate. è possibile, peraltro, che
la burocrazia nostrana
abbia frenato alcune possibilità: "Visto che spesso gli Stati destinatari,
in regime di guerra o che escono da poco da un conflitto, hanno istituzioni
fragili – spiega Valerio Neri, direttore generale di Save The Children in
Italia – accade che,in assenza di garanzie,l'erogazione di fondi non
avvenga, perchè non si vuole correre il rischio che sia destinata a esiti
incerti. Però a volte questa può essere una scusa". E dalla scusa
all'alibi, il passo è breve. Ma non si può dimenticare il tragico scenario
mondiale: 72 milioni di minori che non hanno accesso all'istruzione di base, di
cui 37 milioni che vivono in paesi in conflitto o reduci da guerre. Il rapporto
2008 di Save "Scuola, ultima della lista" sollecita tutte le nazioni
ricche a impegnarsi di più. L'Italia, in effetti, nell'ultima Finanziaria aveva
aumentato i fondi per la cooperazione internazionale. Il quadro politico però
ora è cambiato. Nelle discussioni in corso, non è escluso che i tagli ai
capitoli di bilancio riguardino anche la cooperazione. "Ma sarebbe una
scelta miope, in particolare se riguardasse l'istruzione – sottolinea Neri –
perché solo se riusciamo ad aiutare questi Stati a uscire da una condizione di
povertà assoluta, potremo limitare le immigrazioni di massa. Lasciarli
nell'ignoranza – ricorda – oltre a garantire la permanenza di violenze e
conflitti senza limiti, costringerà i più fortunati a fuggire, ma in condizioni
disperate: economiche, sociali e culturali". Eppure,l'Italia ha più di
un'occasione per dare un segno positivo: nel 2009 avrà la presidenza del G8 e
anche della Education for All Fast Track Initiative, il principale strumento di
finanziamento per l'educazione, istituito nel 2002 e che vede insieme Unesco e
Banca Mondiale. marco.ludovico@ilsole24ore.com.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data:
2008-06-08 - pag: 27 autore: CONTROLUCE Senza grandi imprese la ricerca resta
al palo di Franco Locatelli L' indagine di R&S-Mediobanca sulle
multinazionali è sempre un'occasione di riflessione per un Paese come il nostro
nel quale i grandi gruppi si contano sulle dita di poche mani. Ma quest'anno
due spunti sono particolarmente interessanti: 1)nell'era della globalizzazione
la stagione del "piccolo è bello" è finita da un pezzo ma anche per
le multinazionali le dimensioni non sono tutto; 2) senza un maggior numero di
multinazionali la speranza dell'Italia di abbandonare la coda della classifica
negli investimenti in ricerca è destinata a restare una pia illusione. La
novità di quest'anno è il sorpasso della redditività operativa delle
multinazionali europee a spese di quelle nordamericane che restano
dimensionalmente più grandi. I colossi europei hanno realizzato una crescita
più elevata del capitale investito e dei margini operativi rispetto agli
omologhi nordamericani e ridotto il gap dimensionale che resta tuttavia ancora
evidente. è la conferma che la dimensione dell'impresa è importante ma che a
fare la differenza è l'efficienza nell'uso del capitale e del lavoro. La
dimensione e le conseguenti disponibilità finanziarie influenzano però i volumi
di spesa da destinare alla ricerca. Negli ultimi tempi le multinazionali hanno
fortemente ridotto gli investimenti in R&S, ma non è casuale che proprio
l'Italia, che ha un minor numero di multinazionali, sia anche il fanalino di
coda nella ricerca con una quota di spesa che è la metà di quella europea.
Senza molti grandi gruppi è impensabile superare questo handicap.Ma senza
ricerca l'innovazione industriale ha il fiato corto. Per rovesciare la tendenza
ci sono solo due alternative: o cresce il numero delle medie industrie che
diventano grandi o il Paese deve attrarre più investimenti esteri diretti e più
multinazionali. In entrambi i casi il problema non è delle
imprese ma dell'Italia: senza legalità e sicurezza, senza una giustizia rapida,
senza una formazione adeguata, senza infrastrutture moderne, senza una
fiscalità e una burocrazia
amiche i miracoli non li fa nessuno e i risultati si vedono.
( da "Corriere Alto
Adige" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: 1AECONOMIA
- data: 2008-06-08 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Wirtschaftsring Domani
si insedia Innerbichler BOLZANO - Assemblea del Wirtschaftsring, domani alle
18.30 allo Sheraton, per segnare il passaggio di consegne tra Walter Amort e Helmuth
Innerbichler. Dopo il biennio di presidenza affidato all'Unione commercio,
scatta la rotazione. Stavolta sono gli artigiani dell'Apa ad esprimere il
vertice. L'Obmann dell'associazione di categoria, Herbert Fritz, avendo già
ricoperto l'incarico altre due volte e finendo il suo mandato all'Apa nel 2009,
ha deciso a sorpresa di far spazio al suo attuale vice. Così a sorpresa che gli
inviti, stampati tre settimane fa, indicano invece come presidente subentrante
proprio Fritz. Innerbichler, di professione pittore, da due
anni è anche sindaco di Campo Tures: "Ho cercato di gestire l'ente come se
fosse un'azienda, risparmiano nelle tasse e nelle imposte a favore della
popolazione. Mi batterò con il Wirtschaftsring per ridurre la burocrazia e ridurre le tasse, a patto
che il mondo economico rimanga unito". Artigiano Helmuth Innerbichler è
anche sindaco di Campo Tures.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: CASERTA -
data: 2008-06-08 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Il caso Le imprese
interessate minacciano di andare via Polo tecnologico: "Non aspettiamo
più" Le aziende: da 8 mesi manca solo una firma Protestano i sindacalisti
della Cisl: "In questo modo si mettono a rischio investimenti e
occupazione" SESSA AURUNCA - "Gli imprenditori sono stanchi di
attendere: se non si arriva al più presto alla firma del contratto di
programma, c'è il rischio concreto che anche loro abbandonino l'iniziativa:
sarebbe un danno enorme per il territorio, non solo per i lavoratori". A
lanciare ancora una volta l'allarme per le sorti tormentate del Polo tecnologico
Campania, è Adolfo De Petra, Rsu della Cisl. "Sono passati quasi otto mesi
dal terzo passaggio al Cipe, avvenuto lo scorso 29 novembre - spiega il
sindacalista - e incredibilmente l'iter non si è ancora concluso con la firma
davanti al notaio. Abbiamo più volte sollecitato il ministero, che si è
giustificato adducendo ragioni più o meno fondate per giustificare i ritardi.
Pochi giorni fa, ho sentito al telefono il presidente della società consortile
che rappresenta il soggetto proponente del contratto di programma, Domenico De
Donno: mi ha detto che le aziende sono al limite della sopportazione. Per ben
due volte, in previsione della stipula, erano state sollecitate a preparare i
certificati antimafia; e altrettante volte, a causa dei continui rinvii, sono
scaduti. La burocrazia sta mettendo a repentaglio un'iniziativa importantissima,
vanificando l'impegno profuso dai parlamentari e delle istituzioni locali: non
credo ci siano molti altri esempi di progetti rimodulati per ben due volte dal
Cipe, per non lasciarli fallire". L'idea del Polo tecnologico era
stata concepita circa cinque anni fa, per offrire una soluzione strutturale ai
370 lavoratori dello stabilimento ex Formenti- Seleco di Sessa Aurunca, finiti
in amministrazione straordinaria dopo la dichiarazione di insolvenza. Il
contratto di programma era stato approvato dal Cipe il 29 settembre 2004. Gli
investimenti ammessi erano pari a 93 milioni 406 mila euro, la metà dei quali
messi a disposizione da Governo e Regione. L'obiettivo era di creare 421 nuovi
posti di lavoro con iniziative imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico.
Soggetto proponente, una Scarl composta da 6 aziende: Dm Elektron Sexa srl,
Tecnopol, Manuli Film, Project srl, Europlastica, Incos. Ma Project srl venne
meno pochi mesi dopo; le ultime due, l'anno successivo. Per non far saltare il
progetto fu necessaria la prima rimodulazione, avvenuta il 2 dicembre 2005.
Subentrò Efm (Engineering & facility management), che si fece carico della
quota di investimenti di Europlastica Sud ed Incos (circa 36 milioni euro) e
delle assunzioni (211 addetti). Era una newco costituita per l'occasione da tre
imprese provenienti da ambiti diversi. L'azionista di maggioranza, con il 76%,
è Hospital service, che fa capo all'Idi (Istituto dermopatico dell'Immacolata).
Il restante 24% è equamente diviso tra Bartolini trasporti e Inform srl,
specializzata, invece, nei sistemi di automazione. Dopo una serie di incertezze
e ritardi, lo scorso anno abbandonarono il progetto anche Dm Elektron Sexa e
Manuli Film. Fu necessaria la seconda rimodulazione, che tagliò i contributi
pubblici loro destinati: dei 44 milioni 136 mila euro iniziali, ne sono rimasti
circa 20. Dei proponenti iniziali è rimasta solo Tecnopol (3,24 milioni di
investimento e 14 assunti). Pietro Falco L'area Nella foto la zona dove
dovrebbe sorgere il polo tecnologico.
( da "Messaggero, Il
(Umbria)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di CLAUDIO BIANCIARDI Con due sedi in testa rispetto
alle altre, la Provincia e l'Anas. Almeno per il momento. Ma c'è un'altra
passaggio che tutti attendono, e parla di interrogatori. Ci saranno? Oppure la
magistratura vuole prendere altro tempo per valutare altre acquisizioni? Una
cosa è certa la settimana si annuncia decisiva. Proprio nel momento in cui
l'inchiesta si allarga. Non solo la bitumatura per il Giro d'Italia, o la
strada per la festa del patrono, o, ancora, le mille buche della E45. E non
solo un settore, un solo imprenditore, di cui si ricorda l'ingenua generosità,
legato all'indotto della viabilità. Nell'inchiesta condotta dal pubblico
ministero Manuela Comodi e dallo Sco della polizia e tra i quarantacinque
indagati (24 anche "avvisati") fanno la loro comparsa anche altri
progetti e di conseguenza altre improvvise ricchezze arrivate utilizzando senza
grande attenzione il denaro pubblico. Ci sono anche altre gare e altri appalti,
legati al calore (inteso come riscaldamento), oppure alla manutenzione di
edifici (tra cui anche le scuole di ogni ordine e grado) nei quali andare a
trovare il perché dovessero finire sempre in mani sicure. Probabilmente il
materiale sequestrato in Provincia, in Regione, all'Anas, in Comune e alla
Fondazione Carisp è solo una parte di un vasto capitolo già scritto dalla
magistratura e assolutamente segreto. Tanto chi deve sapere sa benissimo come
funzionasse. A partire dalla "guida" che ha condotto gli
investigatori e il magistrato in luoghi sicuri e verso progetti molto precisi. Le vere inchieste hanno sempre necessità di indicazioni per
districarsi nel difficile mondo della burocrazia pubblica. E quelle sono arrivate. La prossima settimana
dell'indagine si apre semplicemente con un lavoro di comparazione rispetto a
quanto sequestrato in questi giorni (soprattutto progetti, gare d'appalto,
rubriche ed elenchi) e quanto già acquisito nei mesi scorsi. Una
comparazione con la consulenza di uno dei periti più competenti in materia, il
docente de La Sapienza Daniela Saitta. Dalla comparazione sono arrivati già dei
riscontri. E per certi passaggi c'è più poco da scoprire.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: BRINDISI -
data: 2008-06-08 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Politica L'ex senatore
smentisce le voci di un passaggio con la destra di Storace Curto: "Resto
in An e faccio il sindaco" BRINDISI - Non calca più la scena politica come
prima, ma non ha certo abbandonato i suoi compiti nel partito. E sembra che non
abbia affatto intenzione di farlo neppure in futuro, malgrado qualche
osservatore si dica certo di un suo imminente passaggio a La Destra di
Francesco Storace. E' così, senatore Euprepio Curto? "Alleanza Nazionale è
per me una seconda pelle. Lo scenario di un mio passaggio altrove è irrealistico".
Ma ora si va alla fusione nel Pdl. "Finché ci sarà An, io starò con An. Se
An non ci sarà più, vedremo. Ci è stato detto che il Pdl è la casa comune, e se
sarà così, il nuovo partito sarà anche la mia casa. Posso essere un dirigente
di alto profilo anche lì, e non mi imbarazza una nuova esperienza, un nuovo
contesto. E' una sfida che mi interessa, e lo dico anche con una buona dose di
autostima". La faccenda di Italian Job, però, secondo qualcuno avrebbe
spostato la sua carriera politica se non sulla via del declino, almeno su una
strada in salita. "Un evento inconsistente, quello. Che ha certamente
condizionato la possibilità del mio ritorno in Parlamento. Ma non la mia vita
politica. Le faccio un esempio: se io oggi dovessi fare una scelta di collocazione
altrove - ma così non sarà - la perdita in termini di consensi per il mio
partito non sarebbe indifferente. In seguito a quella vicenda ho ricevuto
numerosi attestati di stima e di sostegno da varie parti, e soprattutto
dall'opinione pubblica della mia città". Allora è già pronto per fare il
sindaco di Francavilla Fontana, tra un anno, o pensa ad altri obiettivi?
"Voglio prima capire verso quali scenari ci stiamo avviando. Intendo, cosa
sarà e cosa diventerà il Pdl. Infatti per lunedì ho convocato una riunione con
i dirigenti provinciali di An su tre questioni: tesseramento, elezioni
amministrative 2009 e problema Pdl. Per quanto mi riguarda, ho sempre detto che
mi sarebbe piaciuto fare un'esperienza regionale. Ma fare il sindaco non è
affatto meno importante". Francavilla oggi è in mezzo al guado, dopo il
passaggio di Cosimo Marinotti dalla guida dell'amministrazione comunale al
seggio in consiglio regionale lasciato libero dall'attuale senatore Michele
Saccomanno. "Al di là della mia disponibilità a candidarmi e a fare il
primo cittadino, posso dire subito una cosa. A Francavilla è necessario un
sindaco che decida: sia sui temi dello sviluppo, sia sui
rapporti con la burocrazia,
sia sulle varie emergenze. Un decisionista ". Senatore Curto, una domanda
un più personale, sui retroscena della sua vicenda recente. Non tutti, nel suo
partito e nel centrodestra, sono stati davvero solidali con lei. Anzi.
"Non c'è dubbio che quando accadono cose come quella che mi ha colpito,
c'è sempre qualcuno che ne approfitta per raggiungere obiettivi che altrimenti
gli sarebbe stato impossibile conquistare. Ma questo non mi scandalizza
affatto. Però i traditori no. Quelli non posso accettarli. Chi sono? Chi ha
ricevuto tutto da me, ricambiandomi con slealtà conclamata. Dire che ciò mi ha
ferito e nauseato è troppo poco". M. O. Euprepio Curto, ex senatore di
Francavilla Fontana.
( da "Messaggero, Il
(Umbria)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Gli incredibili trabocchetti denunciati dai consumatori.
Lo strano caso del gas Stangata multe, trappola sui ricorsi Telefonini: beffa
sui contratti per i clienti che chiedono lo sconto.
( da "Panorama" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
EDITORIALE Serve la crescita. Anche degli imprenditori.
MAURIZIO BELPIETRO I governi non hanno fatto molto per lo sviluppo, i sindacati
hanno fatto troppo, ma contro. E gli industriali hanno qualche responsabilità.
Quindi Emma Marcegaglia... Non conosco Emma Marcegaglia. Mi dicono che sia
tosta, determinata e ottimista, animata da molta voglia di fare. Nelle sue
prime settimane da presidente della Confindustria ha parlato di come far
ripartire la crescita economica, di interventi antiburocrazia,
di riforma della contrattazione aziendale. Discorsi sacrosanti e
sottoscrivibili: la politica deve muoversi, il sindacato non deve rimanere
fermo al passato. C'è però una questione che mi pare rimasta un po' in ombra,
non so se per distrazione dei cronisti o per scelta della nuova leader degli
industriali, ed è ciò che deve fare l'impresa. Perché in tema di sviluppo del
Paese, se è vero che i governi non hanno fatto molto e le organizzazioni
confederali hanno fatto fin troppo ma per frenarlo, bisogna riconoscere che
anche gli imprenditori hanno qualche responsabilità. Non parlo solo delle
imprese andate male, ma anche di quelle andate bene: talvolta, invece di
credere nella propria azienda, gli azionisti hanno dirottato altrove gli
investimenti, preferendo la finanza all'industria, la rendita alla sfida. So di
avventurarmi in un campo minato, ma credo che sia ora di fare un discorso sulla
qualità della nostra classe imprenditoriale, o almeno di una non piccola parte
di essa. La politica, il sindacato, la burocrazia e il sistema bancario hanno
colpe enormi. Il nostro è il paese occidentale col minor tasso di libertà
economica, dove più si ostacola chi vuole avviare un'attività, ma è anche
quello dove le imprese troppo spesso chiedono aiuti allo stato. Da noi
abbondano i capitalisti senza capitale e gli imprenditori sembrano più
preoccupati di ottenere sgravi fiscali e cunei che di fare buoni prodotti. Se
si dà uno sguardo agli incentivi pubblici versati alle imprese, si scopre che
rappresentano lo 0,44 per cento del pil (anno 2003, esclusi trasporti e
agricoltura), mentre in Gran Bretagna raggiungono appena lo 0,19. Una ragione
c'è: a Londra ancora echeggiano le parole di Margaret Thatcher, che non furono
solo rivolte contro il sindacato, ma anche contro gli aiuti alle imprese.
"Se non siete capaci di vendere buoni prodotti, dovete fallire" disse
la Lady di ferro annunciando ai manager la chiusura dei rubinetti. In Italia si
è convinti che tocchi allo Stato aiutare le aziende a essere competitive. Uno
dei refrain più ascoltati riguarda la ricerca e sviluppo: siamo tra gli ultimi,
e non per colpa dei governi (o perlomeno non solo) quanto piuttosto delle
imprese. Nel 2003 neanche metà dei fondi investiti in ricerca e sviluppo
proveniva da privati e la quota era in discesa. Un'anomalia nel confronto con
l'Europa, dove le imprese finanziano più del 60 per cento della spesa in
innovazione, con punte che raggiungono il 70 nei paesi nordici. Ci siamo
cullati con l'idea che piccolo è bello, perché la moneta svalutata e la
flessibilità delle aziende con pochi operai consentivano di essere competitivi.
Ora che servono soldi per investire in grande scopriamo che piccolo è senza
fondi. I minimprenditori fanno miracoli anche senza soldi e quelli grandi con i
soldi, specie se pubblici o di terzi, troppe volte fanno disastri. È di qualche
anno fa un libro del giornalista Massimo Mucchetti in cui si calcolava quanto
denaro avessero bruciato i grandi gruppi dal 1993 al 2001: quasi 142 miliardi
di euro. Lo stato e il sindacato con questa enorme distruzione di ricchezza
hanno poco a che fare: le colpe sono quasi tutte degli industriali. Parlarne
aiuterebbe a non fare altri errori. Sarebbe un buon inizio per una giovane
presidente che dice di voler cambiare per contribuire a far crescere il Paese.
Probabilmente aiuterebbe a far crescere anche gli imprenditori. .
( da "Manifesto, Il" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Gli irlandesi andranno giovedì alle urne per approvare
(o bocciare) il Trattato di Lisbona. Il "no" avanza nei sondaggi. Con
grande timore dei leader europei, che temono un effetto contagio Orsola
Casagrande Anche Tony Benn, leader storico della sinistra laburista inglese, è
volato a Dublino per dare man forte alla campagna per il "no" al
trattato di Lisbona. L'Irlanda infatti è chiamata a esprimersi, giovedì, sul
trattato che potrebbe cambiare radicalmente i rapporti e soprattutto le
dipendenze tra i paesi dell'Unione europea. E' l'unico, tra i 27 paesi
dell'Unione, ad aver scelto la ratifica per referendum, anziche per
approvazione in parlamento. E poiché il trattato va ratificato da tutti i 27,
un eventuale "no" degli elettori irlandesi preoccupa oltremodo i
dirigenti dell'Unione, anche per il "contagio" che potrebbe avere su
parlamenti ancora indecisi. In un'affollata aula dell'università Trinity
College, il vecchio leader laburista inglese ha sottolineato che "il
problema principale in Europa oggi è la progressiva perdita di potere delle
democrazie locali e nazionali a favore di un potere sempre più centrale, quello di una burocrazia distante dalla gente e soprattutto non scelta". Benn ha
citato quindi il presidente delle commissione europea Jose Barroso, il quale
"ha esplicitato il fatto che l'Unione europea si sta trasformando in un
impero. Ma questo significa ulteriore perdita di democrazia e conseguenti gravi
implicazioni per il futuro dei servizi pubblici e dei diritti dei
lavoratori". Sostengono la campagna per il no al trattato di
Lisbona il Sinn Fein, i socialisti e i sindacati. Nei giorni scorsi la Technical
Engineering and Electrical Union ha invitato i suoi 45mila iscritti a votare no
nel referendum. "Se il trattato di Lisbona venisse approvato - ha detto la
segreteria dell'organizzazione sindacale - l'ago della bilancia si sposterebbe
drammaticamente in favore delle grandi imprese, riducendo ulteriormente i
diritti dei lavoratori". Anche Amicus e Atgwu hanno fatto campagna per il
no. Secondo gli ultimi sondaggi il sì al trattato continua a rimanere in testa,
ma con appena cinque punti percentuali di vantaggio sul fronte del no. La
spinta finale sarà come sempre quella degli indecisi, che secondo gli ultimi
dati sono quasi il 34%. Anche per convincere questa grossa fetta di elettori il
Sinn Fein ha deciso di investire molto in termini di sforzi e energie nella
campagna elettorale, con un occhio alle prossime elezioni nella repubblica
irlandese. "Prima di arrivare a questa posizione contraria al trattato -
dice MaryLou McDonald, parlamentare europea del partito repubblicano - abbiamo
analizzato il trattato in tutti i suoi aspetti. La nostra conclusione è chiara:
questo trattato non è positivo per l'Irlanda e quindi deve essere rispedito al
mittente per essere rinegoziato". I punti su cui il Sinn Fein ritiene non
sia possibile cedere riguardano la "necessità di rimanere nel cuore
dell'Europa ma mantenendo il nostro commissario permanente e la nostra forza di
voto". Imprescindibile, per il Sinn Fein, è "l'introduzione di un
articolo specifico che garantisca la neutralità dell'Irlanda". Inoltre si
chiede che l'Irlanda possa mantenere il diritto di continuare a decidere sulle
tasse in maniera autonoma e che i diritti dei lavoratori e della comunità
agricola non siano minati. "Stiamo entrando in un periodo di grande
instabilità economica - dice ancora McDonald - e per questo il compito più
difficile del governo è sviluppare una strategia che sia in grado di creare
posti di lavoro. Sostenere le imprese medie diventa allora centrale se si vuole
raggiungere questo obiettivo e per fare questo bisogna investire nella ricerca
e nello sviluppo, nelle nuove tecnologie, nelle infrastrutture e nei servizi
pubblici". E il trattato di Lisbona, secondo il Sinn Fein, va nella
direzione opposta perché, ad esempio, "esercita una forte pressione - dice
ancora MaryLou McDonald - sugli stati membri affinché riducano la spesa
pubblica e poi pone limiti molto rigidi sui prestiti". Negli ultimi giorni
di campagna elettorale anche il presidente del Sinn Fein Gerry Adams ha
partecipato a numerose iniziative organizzate dal fronte del no. "Giovedì
- ha dichiarato Adams - gli irlandesi sono chiamati a esprimersi su un trattato
che a mio avviso è negativo per il paese. Negativo perché riduce il potere per
così dire contrattuale dell'Irlanda nei confronti dell'Unione europea come istituzione".
Adams ritiene che l'Irlanda sarà meno influente perché il suo ruolo sarà
ridimensionato. "E' evidente - sostiene Adams - che perdere la presenza
del commissario europeo per cinque anni ogni quindici o veder dimezzato il
nostro voto al consiglio dei ministri dove invece paesi forti come la Gran
Bretagna, la Francia e la Germania avranno un potere di voto doppio, indebolirà
la posizione della repubblica". Per il Sinn Fein, come per i socialisti
contrari al trattato, è cruciale inoltre la questione della neutralità della
repubblica irlandese, troppo spesso negli ultimi anni messa in discussione e in
certi casi violata. "Questo trattato - dice Adams - se sarà appopvato
rappresenterà un problema molto serio per la neutralità dell'Irlanda. Perché
anche qui l'obiettivo - insiste il presidente del Sinn Fein - è ridurre il
potere decisionale dei singoli stati membri. Insomma: mi sembra chiaro che in
questi anni sempre più l'Unione europea abbia accentrato su di sé molti poteri
decisionali limitando i margini di manovra e autonomia degli stati. Leggi
importanti che condizionano la nostra vita e le nostre libertà quotidiane sono
state decise in Europa senza che nessuno degli stati potesse in qualche modo
opporvisi". Il presidente del Sinn Fein cita per esempio le direttive in
materia di lavoro: non c'è dubbio, dice, che il potere dei lavoratori e i loro
diritti siano stati pesantemente penalizzati e ridotti. 35% CHI DICE NO Secondo
un sondaggio dell'Irish Time reso noto venerdì i contrari al Trattato di
Lisbona sono raddoppiati in 2 settimane arrivando al 35% e superando per la
prima volta i Sì 30% CHI DICE SI Sono invece rimasti stabili al 30% delle
intenzioni di voto i filo europei, mentre il 28% ha detto all'Irish Time di
essere ancora indeciso. Il 7% ha dichiarato che non voterà.
( da "Affari e Finanza
(La Repubblica)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SUPPLEMENTO AFFARI E FINANZA ultimo aggiornamento 09
Giugno 2008 Affari & Finanza > RAPPORTO/PRIVATE BANKING Affari &
Finanza > RAPPORTO/MODELLO UNICO Affari & Finanza > RAPPORTO/PICCOLE
E MEDIE IMPRESE --> ECONOMIA ITALIANA pag. 14 Il Nordest varca le frontiere
l'Austria è felix per le aziende GLI HANDICAP DEL MADE IN ITALY / / SONO
INTERESSATI MOLTI SETTORI DI ATTIVITà, PERFINO QUELLO AGRICOLO. PER TUTTI LA
PRIMA RAGIONE PER 'EMIGRARE' è IL RISPARMIO DI TEMPO FRANCESCO JORI A quasi un
secolo di distanza, una "strafexpedition" alla rovescia, e
soprattutto non più militare ma civile, anima il quadrante nordest: un piccolo
ma nutrito esercito di aziende, le cui file si vanno ingrossando, lascia
l'Italia per andare alla conquista dell'Austria; dove vengono accolte a braccia
aperte, non con le trincee burocratiche e fiscali erette dalla madre patria. A
fine 2007 erano già quasi 900 le imprese italiane ad aver varcato le Alpi, con
un aumento del 65 per cento in un anno; e un altro centinaio di richieste
figurano già sui tavoli dell'Aba, l'agenzia austriaca creata per favorire gli
investimenti stranieri. In testa a questa marcia ci sono gli imprenditori del
Nordest, compresi quelli che operando in una regione a statuto speciale, sulla
carta dovrebbero essere meno penalizzati dei loro colleghi: anche il
TrentinoAlto Adige e il FriuliVenezia Giulia pagano dazio alla Scilla fiscale e
alla Cariddi burocratica del moloch tricolore. Che castiga trasversalmente, non
solo in fabbrica ma anche nei campi: spiegano alla Cia (la Confederazione
italiana agricoltori) che se oggi un giovane vuole subentrare al padre
nell'azienda di famiglia, deve presentare una sfilza di documenti e moduli che
stesi a terra occuperebbero tre chilometri e mezzo, e messi sulla bilancia
peserebbero 23 chilogrammi, come dire un pioppeto inutilmente sterminato. Tra
gli apripista del nuovo esodo c'è la friulana Danieli, leader nei sistemi per l'automazione,
che ha appena tenuto a battesimo un nuovo stabilimento nel sud della Carinzia,
a due passi da Klagenfurt. Il perché della scelta lo spiega il presidente
Giampietro Benedetti: "Fisco e burocrazia sono
tutt'altra cosa. In Austria le società di capitale pagano una quota fissa del
25 per cento sugli utili reinvestiti, con la prospettiva di scendere al 20. E
il sistema amministrativo è della massima efficienza: sono bastati nove mesi
per identificare l'area, ottenere i permessi e trovare il personale".
Conferma il responsabile amministrativo Alessandro Brussi: "Ci sono state
proposte quattro aree, e abbiamo potuto sceglierne una ideale, a due passi da
uno svincolo autostradale, pagando il terreno il 30 per cento in meno rispetto
all'Italia. Abbiamo potuto beneficiare di contributi per l'insediamento a fondo
perduto. E da lì, in soli sei mesi siamo passati alla costruzione, con tutte le
autorizzazioni in mano". Nell'altra regione nordestina a statuto speciale,
il TrentinoAlto Adige, Heiner Oberrauch, titolare di Salewa (abbigliamento
sportivo per la montagna), racconta la sua esperienza: "Abbiamo combattuto
sette anni per realizzare un nuovo stabilimento in casa, in provincia di
Bolzano, e in questo tempo le regole del gioco sono cambiate sei volte. Oggi
dobbiamo mettere a disposizione pubblica il 30 per cento del nostro terreno e
pagarci, oltre agli oneri di urbanizzazione, anche la strada d'accesso. Tutto
questo mentre in Baviera sono pronti a darci il terreno gratis".
"Anche nella nostra Regione caratterizzata da un'elevata autonomia la burocrazia è un fardello, mentre appena di là del confine si
può avviare una nuova attività in tempi rapidissimi", conferma Francesca
Polli, presidente dei giovani imprenditori trentini. L'attrattività
dell'Austria è riassunta in pochi ma fondamentali argomenti da Marion Schramm,
responsabile per l'Aba della sezione Italia: "La nostra tassazione è tra
le più basse d'Europa, con un'imposta sui redditi di società di capitale pari a
un tasso effettivo del 22,4 per cento. Detrazioni e sovvenzioni per i progetti
innovativi arrivano fino al 50 per cento. Per formazione e apprendistato si può
detrarre fino al 20 per cento. E' consentita la deduzione delle perdite, e
presto verrà abolita l'imposta di successione. Il tasso di interesse per i
crediti all'esportazione è compreso tra il 3 e il 5 per cento". Un
autentico "Bengodi" insomma, rispetto alla situazione italiana, come
segnala un'indagine su scala nazionale della Fondazione Nordest diretta da
Daniele Marini. Spiega un suo ricercatore, Federico Ferraro: "Oltre uno su
cinque degli imprenditori contattati impiega ogni settimana oltre due giornate
per adempimenti burocratici; e a Nordest la quota supera uno su quattro. Da qui
la necessità per molte piccole e medie aziende di appoggiarsi a professionisti
esterni, con un ulteriore aggravio dei costi. Per non parlare della complessità
delle pratiche, lamentata dal 23 per cento degli intervistati". Un
significativo riscontro viene da uno studio di Confartigianato Veneto sui costi
burocratici per le imprese pari, a Nordest, a oltre 3 miliardi di euro, con
incidenza maggiore (2,3 miliardi) per le piccole aziende fino a 9 dipendenti.
Un autentico scempio, segnalato anche da Antonio Catricalà, presidente
dell'Antitrust: "Le aziende italiane pagano per i costi aggiuntivi della burocrazia 77 miliardi di euro. Il fatto
è che la burocrazia
nostrana vive in una sorta di "second life", una vita virtuale tutta
sua, inventata, lontana dalla gente". Al macigno delle carte si aggiunge
quello del fisco, come inutilmente segnalato nella sua esperienza politica da
poco conclusa in qualità di presidente della Regione FriuliVenezia Giulia da un
imprenditore come il triestino Riccardo Illy: "L'aliquota sul
reddito d'impresa in Itala è la più alta in Europa, dimenticando che più basse
sono le aliquote più l'economia cresce. Il Paese che l'ha capito per primo è
stato l'Irlanda, che grazie alla riduzione dell'aliquota al 12,5 per cento e
puntando sull'alta qualità dell'istruzione è passata in pochi anni dall'ultimo
al primo posto in Europa per reddito procapite. In Austria e Slovenia
l'aliquota è del 25 per cento, e Lubiana la porterà al 20 entro il 2010. In
Estonia il reddito d'impresa non è neppure tassato". In queste condizioni,
e con l'eliminazione definitiva delle sbarre di confine tra Italia e Slovenia
avvenuta a inizio 2008, si apre uno scenario che Illy prospetta in modo nitido:
"A questo punto, a un imprenditore di Gorizia basta attraversare la strada
per pagare meno tasse. E attenzione, perché non si vota solo con le mani,
tracciando una croce sul simbolo del partito, ma anche con i piedi: passando
sul marciapiede opposto a Gorizia, per esempio?". Lui stesso, alle
elezioni di aprile, ha pagato dazio a una politica e in particolare a una
coalizione di centrosinistra che non l'ha saputo o voluto ascoltare. "Così
perdiamo il Nord", è il titolo del libro che Illy aveva pubblicato poche
settimane prima del voto. Ma a Roma, evidentemente, non hanno avuto il tempo di
leggerlo.
( da "Affari e Finanza (La
Repubblica)" del 09-06-2008)
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SUPPLEMENTO AFFARI E FINANZA ultimo aggiornamento 09
Giugno 2008 Affari & Finanza > RAPPORTO/PRIVATE BANKING Affari &
Finanza > RAPPORTO/MODELLO UNICO Affari & Finanza > RAPPORTO/PICCOLE
E MEDIE IMPRESE --> ECONOMIA ITALIANA pag. 16 Produttività e investimenti
l'Italia lontana dall'Europa GLI HANDICAP DELL'INDUSTRIA / ALLA BASE DELLA
PERDITA DI TERRENO GLI ALTI COSTI IMPROPRI: TASSE, TRASPORTI, ENERGIA GIOVANNI
AJASSA* Investire. E' una delle priorità ribadite con autorevolezza nelle
recenti "Considerazioni finali" sul cammino di una difficile, ma non
impossibile, ripresa dell'economia italiana. Investire di più è necessario per
proseguire ed estendere la virtuosa mutazione strutturale che spinge la parte
migliore del nostro apparato industriale verso una maggiore produttività. I
numeri del 2007 dipingono una situazione di debolezza degli investimenti in
Italia. Rispetto al 2006 la crescita della dotazione di capitale fisso si è
dimezzata, dal +2,5% al +1,2%. Un'indagine campionaria condotta dalla Banca
d'Italia all'inizio di quest'anno dice però che ritmi di accumulazione del
capitale più sostenuti rispetto alla media sono stati registrati dai comparti
manifatturieri più dinamici, le tre "m" di meccanica, metallurgia e
mezzi di trasporto. Migliori prospettive si delineano per le aziende che
esportano oltre un terzo del proprio fatturato. Accanto ai riscontri offerti
dalla Relazione annuale della Banca d'Italia, lo stesso mix di ombre e di luci
scaturisce dai più recenti dati congiunturali. Parliamo, ad esempio,
dell'indice Isae delle aspettative delle imprese che a maggio è aumentato di
due punti tornando sui livelli dello scorso febbraio. Di segno opposto, invece,
è il dato di dell'indice Pmi del comparto manifatturiero che sempre a maggio si
è attestato a quota 48. E' il livello più basso da due anni e si colloca al di
sotto di quella soglia di 50 che è ritenuta separare le fasi di espansione da
quelle di contrazione. L'incertezza delle aspettative degli imprenditori
inibisce maggiori investimenti. Più investimenti significano maggiore
produzione. Più di altre cose, per tornare a crescere in maniera sostenuta e
durevole, l'Italia ha grande bisogno di aumentare la propria produzione
industriale. Tra tutte le grandezze economiche su cui è possibile effettuare un
confronto internazionale, la produzione industriale è quella dove il Bel Paese
ha perso più terreno rispetto ai concorrenti. Se facciamo pari a 100 i valori
del 2001, nel 2007 la produzione industriale scende a quota 99 in Italia,
mentre sale a 111 nella media dell'area euro. Il ritardo dell'Italia risulta
molto meno ampio se l'esercizio è ripetuto sui dati in quantità del prodotto
interno lordo. Rispetto a 100 nel 2001, nel 2007 il Pil sale a 106 da noi e a
111 nella media dell'area dell'euro. Il ritardo accumulato sul fronte della
produzione industriale è di misura doppia rispetto al deficit complessivo di
crescita economica. Il gap sofferto dall'Italia sul fronte della produzione
industriale è il sintomo di due ordini di problemi. C'è un deficit di domanda.
In Italia produciamo di meno perché più deboli che altrove si rivelano da
alcuni anni i consumi delle famiglie. C'è, però, anche un serio problema di
offerta. In Italia produciamo di meno perché le convenienze relative a
investire e produrre nel Bel Paese non sono tra le migliori. Pesano diseconomie
esterne, imposte da un modesto livello di infrastrutture, materiali e
immateriali, dai trasporti alle scuole. Rilevano oneri impliciti ed espliciti, dal peso della burocrazia al costo dell'energia ai livelli elevati della tassazione. La
combinazione tra i minus della domanda e dell'offerta non ha impedito a una
porzione consistente (e migliore) del nostro apparato produttivo di reagire e
di cogliere alcune grandi opportunità offerte dalla globalizzazione.
Così mostrano i risultati buoni e, a volte, eccellenti che le esportazioni
italiane vanno mietendo. Sul piano congiunturale si può ricordare come ad
aprile 2008 le nostre vendite verso i paesi extraUE siano cresciute del +19,5%
su base annua con punte del +42,2% nell'export verso la Russia e del +36,5%
negli acquisti dai paesi Opec. Su un piano più strutturale valga rammentare
come, tra il 2001 e il 2006, una su cinque tra le imprese manifatturiere italiane
con almeno 50 addetti ha internazionalizzato in tutto o in parte la propria
attività. I plus su cui il cosiddetto "quarto capitalismo" ha
imparato a far leva sono rappresentati dalla differenziazione dei prodotti,
dall'innalzamento della gamma, dall'internazionalizzazione crescente delle
produzioni e dei mercati di sbocco. Le delocalizzazioni rappresentano uno snodo
particolarmente interessante per comprendere la doppia natura, di domanda e di
offerta, del problema industriale italiano. Un livello strutturalmente basso di
domanda interna non favorisce certo l'ampliamento della capacità produttiva in
Italia. Allo stesso tempo, la più forte domanda sviluppata nei paesi emergenti
e, soprattutto, alcuni importanti vantaggi dal lato dell'offerta spingono le imprese
a costruire all'estero nuovi impianti. Non si tratta più solo di vantaggi in
termini di costo della manodopera. Aumenta la rilevanza dei minori costi
dell'energia. E cresce il vincolo posto in Italia dalla insufficiente
disponibilità di figure tecniche e professionali che sono di assoluto rilievo
nel concreto funzionamento delle filiere produttive tipiche del "made in
Italy". Produttività non vuol dire solo grandi imprese. Recentemente è
stato stimato che nel nostro paese mancano qualcosa come 71mila tra sarti,
fabbri, falegnami, meccanici, addetti alla robotica ed altri operatori tecnici
da impiegare presso il tessuto delle nostre imprese artigiane. Gli artigiani
rappresentano per l'industria italiana una grande risorsa sia nei termini delle
subforniture di alta qualità garantite al sistema delle medie imprese
internazionalizzate sia per le crescenti proiezioni dirette sull'estero che il
settore artigiano può realizzare. L'artigianato è titolare del 12% del nostro
Pil, alimenta circa il 17% dell'export italiano e costituisce una grande scuola
di professionalità e di lavoro. Tornare ad investire di più in Italia,
innovando e rischiando, rappresenta un impegno difficile, ma non impossibile.
E' una sfida culturale, oltre che economica, da vincere anche dando più spazio
al merito e riavvicinando sistema della formazione e sistema delle imprese.
*Responsabile Servizio Studi BNL Gruppo BNP Paribas.
( da "Datasport" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Italia: Amauri 'Ho scelto l'azzurro, sono pronto'
(Amauri, dopo la Juve...l'Italia) (AGM-DS) - 09/06/2008 11.30.32 - (AGM-DS) -
Milano, 9 giugno - Alla fine di un corteggiamento dai toni sommessi ma decisi,
Donadoni ha vinto. Amauri giochera' per la Nazionale, ormai e' una scelta che
deve solo essere ufficializzata. Ad ammettere che l'opzione azzurra ha vinto e'
lo stesso giocatore brasiliano, che nel frattempo aspetta il passaporto
italiano per rispondere 'presente' all'eventuale (quasi certa) convocazione del
citti'. 'Non so se adesso che gioco nella Juve per Dunga cambiera' qualcosa -
spiega l'ex centravanti del Palermo al 'Giornale di Sicilia' -. Mi dispiace,
perche' credo di aver fatto bene ed essermi meritato la sua considerazione. Non vedo l'ora che la burocrazia faccia il suo corso'. Una dichiarazione d'intenti resa ancora
piu' cristallina quando il cronista autore dell'intervista gli fa notare che in
passato aveva assicurato la priorita' alla Seleçao. 'E' vero - replica Amauri
-, ma c'e' anche l'orgoglio. Donadoni ha detto cose sul mio conto che da
Dunga non ho mai sentito. Il Brasile resta un sogno, mentre l'Italia e' una
splendida realta' e avrei voluto gia' essere all'Europeo. Penso che se il
passaporto fosse arrivato un mese fa, il citti' mi avrebbe convocato. Spero di
poter disputare il Mondiale in Sudafrica: una coppia con Toni non sarebbe
male...'. Poi, un augurio ai futuri compagni in azzurro. 'Se all'Europeo tifo
Italia? Certo - ammette con entusiasmo -, e spero che Del Piero o Luca possano
vincere anche il titolo di capocannoniere del torneo'. Cuore azzurro, insomma,
in attesa di vestire quella maglia.
( da "Affari Italiani
(Online)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Caro Napolitano, dì a Berlusconi che sulle
intercettazioni deve cambiare idea Lunedí 09.06.2008 11:12 --> La corruzione
nel nostro Paese, ad esempio, è di nuovo dilagante, come dimostrano le cronache
tutti i giorni. E i telefoni, soprattutto i cellulari, sono il nuovo strumento
per comunicare senza necessariamente incontrarsi di persona. E' ovvio che i
magistrati vogliano ricorrere anche all'intercettazione per approfondire le
indagini e arrivare alle prove. Perciò, caro Napolitano, diglielo tu a
Berlusconi che forse anche questa volta è meglio se cambia almeno in parte la
sua idea. Spiegagli che su questo terreno non lo seguono neanche i suoi
elettori, perché la sensazione sgradevole è che si voglia coprire la
"casta", ossia proprio la classe politica, ma
anche la burocrazia, i
pubblici poteri, i funzionari, i corruttori. Io penso che a te Berlusconi darà
retta, e magari poi dirà che è stato capito male. Ma già che ci sei, spiega ai
magistrati che l'abuso di uno strumento investigativo porta anche a queste
conseguenze, e dunque forse è il caso che si facciano un sano esame di
coscienza. Dall'alto del Colle, per ora, tu puoi fare molto, anche senza
proclami. Buon lavoro, Presidente, non ti manca.
franco.bomprezzi@affaritaliani.it.
( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 09-06-2008)
Pubblicato anche in: (Unione Sarda, L' (Nazionale))
Argomenti: Burocrazia
Cultura Estate Pagina 309 Pionieri del turismo in
Sardegna I Tascedda, albergatori di Barisardo Inizio negli anni '50 con le
bibite rinfrescate nel pozzo Il chiosco sul mare antenato dell'hotel --> DAL
NOSTRO INVIATO STEFANO LENZA BARISARDO C'era la terra, tre ettari in riva al
mare dominati dalla Torre di Barì tirata su nel 1500 a guardia dell'orizzonte.
E quella spiaggia di cui a nessuno importava nulla. Era il Dopoguerra e il mare
se lo godeva giusto il bestiame che Cesare Tascedda allevava per mantenere la
famiglia. Bella numerosa, non come quelle di oggi. La moglie, Virginia Loi, gli
aveva dato otto figli. Lui era del 1900, lei più giovane di quattro anni.
Tascedda aveva realizzato una piccola costruzione, quattro metri per quattro,
giusto l'indispensabile. Unici mattoni tra terra, sabbia, acqua e cielo. Un
punto d'appoggio, un riparo dal gelo o dal sole rovente. Ma usi e costumi
cominciavano a cambiare. E, conseguentemente, le destinazioni d'uso . Il nuovo,
Cesare lo captò al volo e riconvertì rapidamente il suo monolocale. Era
l'estate 1957 quando cominciò a formarsi l'embrione di quello che oggi è La
Torre, hotel quattro stelle, 45 camere, piscina, due ristoranti, sala congressi
e una cucina di buon livello. L'idea fecondante fu quella di trasformare la
stanza sulla spiaggia in una sorta di chiosco, da punto d'appoggio per
l'allevamento in punto di ristoro per le sparute avanguardie delle future orde
di gitanti della domenica e, successivamente, vacanzieri. "Tutto molto
spartano, un tavolo e le bevande a rinfrescare nel pozzo", racconta
Giussepe Uleri, marito di Gisella Tascedda, figlia del fondatore e da sempre
chef dell'azienda. Il chiosco degli esordi era poca cosa, ma pur sempre
qualcosa per chi, col caldo torrido, desiderava una birra, una gassosa,
un'aranciata o una spuma, all'epoca molto richiesta e prodotta in Ogliastra
come le altre bibite. Locale spartano e anche l'unico. Uleri lo scoprì per
mancanza di alternative. Da Pattada, finì a Perdasdefogu. "Ho lavorato
alla base dal primo settembre del 1963 fino alla pensione, nell'82".
Quando cominciò a frequentarlo, il chiosco di Barì aveva avuto una prima ma
significativa trasformazione. Non più il pozzo ma un frigo vero, lusso concesso
dall'elettrificazione rurale. E, soprattutto, non solo bevande ma anche piccola
ristorazione. "Menu ristrettissimo, qualche primo, panini. Niente di
più", ricorda la moglie Gisella. Essenziale ma buono, materie prime locali
e donne ai fornelli, mamma e figlie. Vai oggi, vai domani, quel giovane
pattadese in divisa cominciò a percepire un interesse crescente per la giovane
del ristorantino . Era amore e lo capì in pochi mesi. Ricambiato e poi
benedetto davanti all'altare. L'Italia cominciava a fare boom anche se in
Ogliastra non è che se ne avvertissero più di tanto gli effetti. Il Belpaese
aveva cinquanta milioni di abitanti, gli operai (40 per cento) erano più dei
contadini (30) e aumentava anche l'occupazione nei servizi. Ma questo lo
raccontano le medie statistiche. La realtà era invece assai variegata.
L'industria cresceva solo al Nord, il Sud restava prevalentemente agricolo e la
Sardegna contribuiva al miracolo economico esportando emigrati. Figurarsi
l'isola nell'isola cui non toccava neppure una piccola grazia. Contadini e
allevatori erano, contadini e allevatori restavano. Ma, a saperla cogliere,
c'era una nuova opportunità. Non che il turismo fosse esploso d'incanto da un
giorno all'altro, ma qualche avventuroso tedesco e pochi altri stranieri
cominciavano a farsi vivi. Nel 1964 i Tasceddda investirono nell'ampliamento
che consentì di organizzare una trattoria da trentacinque coperti. Materie
prime un po' dell'orto e un po' del mercato paesano, pesci dei pescatori di
Arbatax e di Barisardo che si arrangiavano anche senza barca e andavano a
vendere triglie, spigole e orate di casa in casa. Non è che dovessero camminare
tanto, perché sulla costa le abitazioni si contavano con le dita delle mani.
All'osteria di Barì , poco lusso ma molto gusto: culurgiones , zuppa cucinata col
pescato del giorno, grigliate, fritture e qualche arrosto di carne. "La
clientela era di gente del posto ma approdavano da noi anche stranieri,
soprattutto dalla Germania. Mangiavano ma non si fermavano perché non sapevano
dove dormire", ricorda Giuseppe Uleri. "Da Cagliari non veniva quasi
nessuno, pochi avevano l'auto e la strada era quella che era. Lavoravamo da
giugno a settembre. La sera iniziò ad esserci un certo traffico, i
frequentatori abituali erano di Loceri. Dicevano "andausu a Portigheddu",
così chiamavano il posto, e dal paese scendevano al mare". Uomo
intraprendente, il signor Cesare coltivò un sogno che divenne un vero progetto
con tanto di firma dell'ingegnere. "Voleva fare un albergo in riva al mare
e aveva ottenuto anche il finanziamento. Mollò tutto quando sembrava cosa
fatta. Si spaventò all'idea che il mutuo sarebbe bastato solo per la
costruzione e ci sarebbero poi voluti altri venti milioni per gli arredi e le
attrezzature". Non se la sentì di osare tanto. Ma non per questo i Tascedda
rinunciarono alla crescita imprenditoriale. Nel 1974 ampliarono l'edificio
preesistente tanto da ricavare otto camere e una sala da un centinaio di posti
a tavola. Erano gli anni dell'edilizia spontanea, dei mattoni in libertà sul
litorale e le abitazioni cominciavano a spuntare come funghi. "Un gruppo
di tedeschi ne costruì cinque in fretta e furia". La gente di Barisardo
aveva ritmi più lenti. "I pochi che potevano permetterselo, si facevano la
casa al mare un pezzetto alla volta". Il meglio del meglio era l'unica
vera villa, quella di Gianni Lai, medico e proprietario della clinica di Jerzu.
Fatto l'albergo, gli ospiti arrivarono. Tanto che la domanda finì presto col
superare l'offerta. Bisognava adeguarsi al mercato e così fu fatto. Non senza
fatica. La gestazione dell'attuale albergo è stata lunga e
travagliata: "La burocrazia ci ha fermato per dieci anni, a partire dal 1978". Ottenuti
tutti i permessi, licenze e autorizzazioni, visti, timbri e bolli, i lavori
vennero eseguiti a tempo di record: cantiere aperto nel dicembre dell'88, primo
cliente in camera il 16 luglio dell'anno seguente. Gisella Tascedda
aveva, e ha, lo stesso intuito del padre. "Ho capito che non bastavano le
ricette di mamma, così mi sono aggiornata". Un corso dopo l'altro in giro
per l'Italia. La formazione ha pagato e i riconoscimenti sono arrivati, con il
consenso dei clienti e con i tanti premi ricevuti in concorsi gastronomici. Lo
chef Gisella lavora ancora. "Per passione, perché la fatica si fa
sentire". Soddisfatta ma consapevole che bisogna guardare oltre i propri
confini: "Tornassi indietro andrei in giro per il mondo a fare esperienza.
Lo dico ai giovani: viaggiate, imparate e poi mettete a frutto le nuove
conoscenze". Leggi, burocrazia e banche
permettendo.
( da "Mattino, Il
(Circondario Sud2)" del 09-06-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Avellino)) (Mattino, Il
(City)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Salerno))
Argomenti: Burocrazia
"Norme anticlan, sì ma non per decreto" PAOLO
MAINIERO Sì alle misure anti-camorra proposte del Pd ma le norme non possono
essere inserite nel decreto legge sull'immigrazione e la sicurezza che è
attualmente in discussione al Senato. A frenare è il governo. "C'è la
piena condivisione delle proposte del Pd ma per un fatto puramente formale le
misure non possono essere recepite in quel decreto", spiega il
sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano per il quale invece le norme
potranno essere inserite nel disegno di legge collegato al decreto. Mantovano,
in sostanza, esclude anche che il governo possa lavorare a un decreto ad hoc
sulla camorra. "C'è già un treno in corsa ed è appunto il disegno di legge
che contiamo di approvare entro l'estate", assicura il sottosegretario che
anzi ricorda che alcuni temi indicati dal Pd, come la confisca dei beni, trova
già sede nel testo. Il governo, invece, garantisce l'impegno immediato per
rafforzare il controllo del territorio in provincia di Caserta (soprattutto
nell'agro aversano e sul litorale domizio) dopo l'escalation di omicidi
eccellenti delle ultime settimane. "C'è già stato un incremento di
duecento uomini dopo l'omicidio dell'imprenditore Noviello a
Castelvolturno" sottolinea Mantovano mentre il Viminale ha già disposto
l'invio di trenta agenti della Mobile a Casal di Principe (alloggiano in
albergo ma presto saranno in una villa confiscata ai clan) dove nelle prossime
ore arriveranno altri uomini del nucleo prevenzione crimine. Ma Mantovano
aggiunge anche, con un pizzico di polemica: "Il Pd deve avere un po' di
pazienza. Nelle ultime finanziarie ha tagliato i fondi alla sicurezza e ha
impedito che si facessero nuovi concorsi per le forze dell'ordine. Ora ci diano
il tempo per rimediare". Se il governo frena il Pd resta invece convinto
che ci siano i requisiti di urgenza per inserire nel decreto sull'immigrazione
le misure anti-camorra. Veltroni lo ha spiegato chiaramente sabato a Casal di
Principe visitando la villa confiscata a Walter Schiavone. "Le pallottole corrono più veloci della burocrazia", ha detto il leader del Pd invocando interventi celeri.
Martedì in Senato, in commissione congiunta Affari costituzionali e Giustizia,
il Pd avanzerà le proprie richieste e chiederà al governo di inserire nel
decreto le misure anti-camorra presentate a Casal di Principe, magari quando il
testo approderà in aula. In particolare, il Pd insiste sul Patto per la
sicurezza, sul rafforzamento degli organi giudiziari e sulla stazione unica
appaltante. "Sono tutte misure che vanno nel filone dell'ordine pubblico e
del controllo del territorio e sono coerenti con il decreto", sostiene il
segretario regionale del Pd Tino Iannuzzi che con Veltroni e i ministri ombra
Marco Minniti (Interni) e Lanfranco Tenaglia (Giustizia) partecipò venerdi
scorso al vertice al Viminale con il ministro Roberto Maroni e lo stesso
Alfredo Mantovano. "È importante - aggiunge Iannuzzi - che lo Stato dia
l'immediato segnale di esercitare in pieno le proprie funzioni di controllo del
territorio. Servono subito misure che abbiano un forte impatto". E il
vicepresidente della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, Maria
Fortuna Incostante, osserva: "Se c'è urgenza per cambiare il nome al Ctp
figuriamoci se non c'è per misure che devono frenare la fortissima
recrudescenza della camorra. Faremo di tutto per inserire nel decreto le nostre
proposte".
( da "Gazzettino, Il
(Pordenone)" del 09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Celebrazione in un gremito Teatro Verdi. Il presidente
Pavan: avete fatto crescere il nostro territorio Premiata la fedeltà al lavoro
Per i quarant'anni della Camera di commercio riconoscimenti a imprese e
dipendenti Pordenone ha festeggiato la propria economia, basata sul lavoro di
persone semplici che sanno farsi valere nel mondo. L'occasione è stata una
duplice cerimonia: l'assegnazione del Premio della fedeltà al lavoro e al
progresso economico istituito dalla Camera di Commercio della destra
Tagliamento e i quarant'anni dell'Ente, nato appunto, nel 1968. In un gremito
Teatro Verdi si è riunito il cuore pulsante di Pordenone: quello che produce,
inventa, esporta. In una parola lavora, ma lo fa con la passione e l'inventiva
che da sempre contraddistingue i pordenonesi.A Giovanni Pavan, presidente
dell'Ente camerale, nella veste di padrone di casa è spettato il compito di
aprire le cerimonia dando "il benvenuto alla Pordenone che meglio ci
rappresenta anche in tutto il mondo, quella del fare anziché del dire. Perchè
questi premi vogliono essere un riconoscimento alle aziende e ai lavoratori che
con le loro iniziative, il lavoro, la determinazione, il coraggio hanno operato
per far crescere il nostro territorio, la nostra comunità. Lo hanno fatto
spesso nel silenzio delle loro aziende e oggi è doveroso ringraziarli
pubblicamente". Un'unica cerimonia per festeggiare anche la Camera di
Commercio "che con quarant'anni di esperienza alle spalle - ha proseguito
Pavan - vuole guardare al futuro e lo fa soprattutto attraverso l'Azienda
Speciale ConCentro nata per l'internazionalizzazione e la valorizzazione del
territorio ma soprattutto quotidianamente, attraverso la professionalità del
proprio personale".Il sindaco Sergio Bolzonello ha voluto ricordare che il
lavoro è nel Dna dei pordenonesi e che "alla Cciaa va il merito di aver
saputo sempre vedere lontano aiutando Pordenone a crescere anche con iniziative
in ambito culturale fondamentali per un territorio che vuole emergere".
Parafrasando la Costituzione, Alessandro Ciriani portando il saluto
dell'amministrazione provinciale, ha evidenziato come Pordenone sia una
provincia fondata sul lavoro. "Gli imprenditori pordenonesi - ha precisato
- sono sempre stati generosi e lungimiranti. Grazie a loro, nella nostra
provincia si vive bene perchè hanno ridistribuito ricchezza sul
territorio".Elio De Anna, in rappresentanza della Giunta regionale, ha
focalizzato il proprio intervento sulla "necessità che vi sia un nuovo
patto tra istituzioni e imprese per dare nuovo slancio all'economia anche
attraverso la valorizzazione delle risorse umane e
interventi specifici per diminuire la spesa pubblica e la burocrazia".Dopo la proiezione di
un filmato che ha ripercorso i quarant'anni dell'ente camerale si è passati
alla premiazione di aziende, lavoratori e pensionati. Particolarmente toccante
lo spazio dedicato al premio speciale assegnato alla Fazioli Pianoforti di
Sacile e che si è aperto con un brano suonato, in via del tutto
eccezionale, dal titolare Paolo. Un'azienda leader, che sa muoversi nel mondo
con la stessa eleganza che esce dalle note dei suoi pianoforti. Dopo la
consegna di un premio extra che non era stato possibile attribuire in occasione
della trasferta pordenonese in Argentina, a Mario Sartor, la cerimonia si è
conclusa con l'assegnazione a Marialuisa Antonini, allieva del Consorzio
Universitario, del premio per il concorso video istituzionale della Camera di
Commercio di Pordenone.R.P.
( da "Virgilio Notizie" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
TEMPO L'autore protagonista domani al festival romano
'Letterature' postato fa da APCOM ARTICOLI A TEMA Altri di daniela Mase (Web
& Web) Roma, 9 giu. (Apcom) - E' Vincenzo Cerami il protagonista assoluto
della serata di domani del festival romano 'Letterature 2008', eccezionalmente
dedicato ad un solo personaggio. Lo scrittore, sceneggiatore e poeta romano,
elaborando il tema dell'edizione di quest'anno 'Parola, silenzio', ha scritto
l'inedito 'Viaggio nel silenzio, poemetto' che lui stesso leggerà accompagnato
dal musicista maltese Aidan Zammit, col qual collabora da anni, mentre sullo
sfondo saranno proiettate immagini e video curate dal figlio Matteo. "Mi
sono avvicinato alla poesia sin da piccolo - ha detto l'artista stamane in
conferenza stampa - ma mi sento più a mio agio con un poema narrativo, come
questo che ho scritto per Massenzio, perchè fondamentalmente io sono un
narratore". Il suo inedito racconta la storia di un insonne che dialoga su
Internet con un giovane dall'altro capo del mondo, convincendosi, alla fine, che
sia la proiezione di se stesso da ragazzo. "Il silenzio è il tema del
nostro tempo - ha spiegato l'autore di 'Un borghese piccolo piccolo' - ci
accompagna nel 90% della nosta giornata, nel silenzio elaboriamo lutti, in
silenzio ci innamoriamo, soffriamo, preghiamo di nascosto: il mondo del
silenzio è un'enciclopedia di segni che non ha paragone con le parole del
vocabolario". Il personaggio del suo testo "un po' il mio alter
ego" affronta "un viaggio da fermo nella dimensione schiacciata sul
presente che è quella di Internet dove vince il narcisismo e dove costruisce il
finto mito di se stesso". La ricerca di un'identità culturale e sociale è
il tema che affronta da anni e che ha intenzione di affrontare anche nella
nuova veste di ministro 'ombra' ai Beni culturali. "La proposta di
Veltroni è arrivata nel momento giusto quando pensavo che era necessario fare
qualcosa per il Paese e non solo stare a guardare inorridito alla
finestra". Nonostante non capisca "nulla" di
leggi e burocrazia è sicuro
di poter dare il contributo al mondo "dell'artigianato delle arti".
"Il Partito democratico ha dimostrato di non voler relegare il mondo della
cultura all'ambito istituzionale - ha concluso - è questo, quindi, il momento
di fare e progettare concretamente proprio per definire un'identità culturale
forte per il Paese".
( da "Affari Italiani
(Online)" del 09-06-2008)
Pubblicato anche in: (Affari Italiani (Online))
Argomenti: Burocrazia
Lunedí 09.06.2008 10:28 --> Mentre scrivo queste
righe, non so ancora come andrà a finire. Sono molto preoccupata. Qualche
giorno fa, sono andata dal mio medico di base per la prescrizione mensile degli
ormoni e per chiedere le impegnative delle analisi trimestrali, programmate per
luglio all'Ospedale Sant'Orsola di Bologna. L'Asl Milano 2 ha di recente
rivisto i "LEA" (Livelli Essenziali di Assistenza), invitando i
medici di base a ridurre le richieste di analisi, soprattutto le più costose,
se non strettamente necessarie. Il protocollo "Sant'Orsola" prevede
che io, a un anno dall'inizio della cura estrogenica, faccia a luglio, oltre le
solite analisi trimestrali del sangue, anche quelle dell'urina e la
densitometria ossea (la cosiddetta, costosa, MOC). In che modo il concetto di
"analisi strettamente necessarie" si applichi al mio particolare caso
è ancora da vedere. L'Asl Milano 2 ha richiesto al mio medico di base copia di
tutti i documenti e certificati che l'Ospedale Sant'Orsola ha prodotto su di
me, a partire dal cosiddetto "consenso informato" alle cure che
firmai un anno fa. Ci si vuole veder chiaro su un tema che, è evidente, non è conosciuto
da chi avrebbe il dovere istituzionale di conoscerlo. I
tempi della burocrazia
italiana sono "biblici" e sulla logicità di molte sue iniziative ci
sarebbe da discutere. Non so, a questo punto, cosa succederà nelle prossime
settimane e se potrò fare a luglio le analisi richieste. Mentre voi, cari
lettori, state scorrendo queste righe è già lunedì e io sono a Bologna a
raccogliere il materiale che mi è stato richiesto. Martedì 10 conto di
consegnarlo al medico di base. Poi potrò solo incrociare le dita. Sperando che
tutto si risolva presto, per poter poi ricevere dal Sant'Orsola, come
preannunciato, la perizia endocrinologica verso settembre. Da cronista, però,
non posso mancare di far notare una lacuna a livello legislativo. Com'è noto, è
una legge del 1982 che regola le procedure per il cambiamento di genere e
l'operazione chirurgica di riassegnazione dei caratteri sessuali è mutuabile su
tutto il territorio nazionale. Per la legge, però, non è rilevante in che modo
la persona arrivi alla richiesta di cambiamento di genere. E invece dovrebbe
esserlo. La legge dovrebbe regolare anche tutte le procedure di
"avvicinamento", mutualizzando innanzitutto le cure ormonali e
definendo un percorso standard che si sottragga ai "LEA" di qualche
Asl terrorizzata dalle eccessive spese sanitarie di chi sta solo cercando di
salvarsi la vita. Una settimana fa, ho avuto una graditissima sorpresa da
alcuni amici. Avevamo in programma di cenare in un castello delle Langhe. Ma
prima mi hanno donato un fascio di fiori. È stata la mia prima volta. E, mentre
applaudivano, mi sentivo un po' Miss Italia.Quei fiori li ho visti appassire,
giorno dopo giorno. Ma non riesco a decidere di buttarli. Mi ricordano delle
ore di gioia e la promessa di un futuro migliore che, adesso, vedo in pericolo.
generi@affaritaliani.it.
( da "Basilicanet.it" del
09-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
18.34.07 [Basilicata] La Provincia di Potenza - nel
corso di una seduta straordinaria e in forma solenne del Consiglio che si è¨
svolta oggi - ha intitolato le sue sale agli ex presidenti scomparsi, con un
ordine del giorno approvato allâ??unanimità dei presenti. Le aule della
Giunta, delle Commissioni, del Museo, della Protezione civile e del salone
della ex Giunta sono state dedicate rispettivamente ai presidenti Venturino
Picardi, Vincenzo Verrastro, Arturo Lacava, Michele Comodo e Mario Camardese.
Nella stessa circostanza l'Ente, in coerenza con le tante azioni a favore del
territorio, ha intestato la sala del Consiglio ai 100 comuni della provincia di
Potenza. Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, i familiari dei
Presidenti scomparsi, i sindaci dei comuni di origine, il prefetto di Potenza
Luciano Mauriello, il senatore a vita Emilio Colombo e il vicepresidente della
Giunta regionale Vincenzo Folino. La seduta si è¨ aperta con lâ??intervento del
presidente del Consiglio Ignazio Petrone, che ha ricordato le figure dei
diversi presidenti, sottolineando il ruolo e le azioni svolte da ciascuno di
loro. â??Inoltre, abbiamo deciso di dedicare la sala del Consiglio ai 100
Comuni â?" ha spiegato Petrone - perché© questo è¨ lâ??organo sovrano di
tutte le comunità della provincia di Potenzaâ?. Dopo Petrone, hanno preso la parola i consiglieri
Vincenzo Giuliano e Vito Di Lascio. â??Solo guardando indietro â?" ha
affermato Giuliano - alla esperienza di chi ci ha preceduto, possiamo
riscoprire una politica più¹ democratica e al servizio dei cittadini. In
passato, la Provincia aveva pochi e disorganici servizi. È? stata lâ??azione di
questi uomini della Prima Repubblica, animati da valori cristiani e dallâ??alto
senso dellâ??istituzione, a far sì¬ che questo Ente acquisisse un ruolo
centrale nella pianificazione e programmazione sia locale sia nazionaleâ?. Il ruolo strategico rivestito dalle Province è¨
stato sottolineato anche dal consigliere Di Lascio, primo firmatario
dellâ??ordine del giorno e promotore dellâ??iniziativa. â??Con questo
provvedimento â?" ha detto Di Lascio â?" vogliamo recuperare la
storia del nostro ente provinciale. Abbiamo dedicato le sale a uomini che hanno
amministrato la cosa pubblica con saggezza, coraggio e lungimiranza. Uomini di
grande cultura, cui ispirarsi per ribadire la funzione delle Province, che va
rafforzata attraverso un decentramento partecipato e condivisoâ?. Sulla stessa lunghezza dâ??onda il presidente della
Provincia Sabino Altobello: â??Dobbiamo trarre insegnamento â?" ha
esordito â?" dai Presidenti che oggi celebriamo, per attuare, attraverso
un compromesso tra diverse esigenze, una vera e propria riforma della
governance, capace di restituire efficacia alle politiche locali e nazionali.
In questo quadro le Province rappresentano un pezzo insostituibile
nellâ??architettura dei poteri democraticiâ?.
Il riferimento è¨ al dibattito sullâ??utilità o meno di
questi enti caratterizzato, secondo Altobello, â??da una eccessiva
semplificazione tipica del nostro tempo. Utili sono stati, a tal proposito, i
recenti richiami del Presidente della Repubblica e del senatore a vita Colombo,
al clima di coesione e confronto plurale che portò², sessantâ??anni fa, alla
nascita della Costituzioneâ?.
Partendo da queste premesse, Altobello ha evidenziato il bisogno di una
modernizzazione dellâ??impalcatura costituzionale italiana
che non può² prescindere dal ruolo di coordinamento affidato alle Province.
Forte e commosso il ricordo del senatore a vita Colombo. â??Ho conosciuto e
seguito uno a uno tutti i presidenti scomparsi, ognuno dei quali â?" ha
affermato â?" ha scritto la sua pagina di partecipazione alla storia della
nostra Provincia. Quella eredità va raccolta dallâ??attuale classe
dirigente, per far sì¬ che nel Mezzogiorno si continui a camminare. Comuni,
Province e Regioni dovrebbero recuperare la missione di centri propulsori di
progresso e sviluppo economico-sociale, così¬ come indicato nella Costituzione.
A tale scopo, è¨ importante spezzare il rapporto tra Mezzogiorno e criminalità
e quello tra enti locali e burocrazia, per eliminare
tutti quei passaggi che contribuiscono soltanto alla creazione di immobilismoâ?. BAS 05.
( da "Cittadino, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Approdo in laguna per Nüm del Burgh Tre giorni di
navigazione e le 12 barche sono arrivate a Venezia n "La gondola costa, la
gondola è solo un bel giro di giostra". Cantava così, Francesco Guccini,
nella sua "Venezia". La filosofia di Nüm del Burgh è lontana anni
luce dal turismo di massa, dalla foto scattata a Rialto. Per arrivare a San
Marco, infatti, ci sono voluti tre giorni di navigazione, rinunce e spirito di
gruppo.È un po' ciurma di ragazzi, ragazzini, ed "eterni ragazzi", un
po' gita in allegria, un po' affresco umano, il rally dei fiumi targato Borgo e
Maddalena. Un mix di salamate in Po con il "profumo" della miscela
dei motori, zanzare killer la sera, sveglie mattutine da incubo, incombenze
continue in barca; ma anche tramonti poetici, compagnia, amicizia, esperienze
di vita, incontri inattesi. Il fiume, in una parola. Con una mezza piena di
fine primavera, le dodici barche sono scese verso valle che è un piacere: più
acqua vuol dire più corrente, quindi meno carburante (ancora miscela, con i
motori a due tempi), un fiume un po' più largo e meno triste del solito. Un
fiume che si è preso una piccola rivincita da magre che di anno in anno si
fanno sempre più strutturali, continue e disastrose per gli equilibri
ambientali di qualche ingrossamento, buono solo per i titoli dei telegiornali
della sera.È un po' questo il senso della "scommessa" di Nüm del
Burgh, quando è stato deciso di "partire comunque", acqua, sole o
grandine che fosse. Il fiume Po ha poi contraccambiato la compagnia con
pomeriggi di sole splendidi, goduti da molti sdraiati nei piccoli scafi a
prendere il sole. Il più gaudente di tutti, in quanto a tintarella nautica, è
senz'altro il giornalista Lorenzo Luni: in quattro giorni ha passato più tempo
in orizzontale che in verticale. Quest'anno, al suo posto, ad arrostire i
motori, ci ha pensato però il buon Geru (Gerolamo Scacchi), che è riuscito a
fondere dopo mezz'ora dalla partenza; Gino Cassinelli, il presidente del
sodalizio, ha detto che "terrà presente le capacità formidabili di questo
socio, quando a novembre ci saranno da arrostire le caldarroste". Insostituibile,
oltre al motorista dalla mani fatate Sergio Giovanetti, è stato quest'anno
Fabio Scintilla. Navigando ha fatto tesoro della sua cassetta degli attrezzi da
idraulico, offrendo pinze, cacciaviti e pappagalli a chi ne avesse bisogno. Ma
la perla è arrivata venerdì sera, quando al campeggio di Berra (tra Rovigo e
Ferrara), dopo l'antipasto in tavola, per un'oretta buona, non è arrivato
nulla. Non c'era più gas per i fornelli. E lui, Scintilla, l'eroe, ha messo
tutto a posto. Dario Giovanetti, lodigiano di Corte Palasio dagli occhi
turchini, è stata la new entry del gruppo filosofico della flottiglia.
Restringere in una colonna di giornale le sue riflessioni etiche ingravidate da
un incantevole vocabolario lodigiano, è purtroppo difficile. Kevin è il piccolo
Hemingway: tutto il giorno a pescare con la balanza. Alla faccia dei suoi
tredici anni.Raffaele Parma, il cameraman, ha filmato tutto. In barca, in
campeggio, fin dentro le tende. È il grande fratello della spedizione. Silvia
Sampellegrini è la mamma pro tempore di chi è partito lasciando la mamma a
casa, sempre piena di buoni consigli e sagge soluzioni. Andrea Ferrari,
assessore a cultura e turismo del comune di Lodi, ha preso confidenza con
l'ambiente acquatico (dolce) e le sue forme di vita. Simpaticissimo e gioviale
Achille Guercilena, allevatore di professione, benvoluto (e assaltato) da tutti
per il suo salame. Chi manca? Manca Gino Cassinelli, "l'erburìn", il
presidente. Come al solito piegato ma non afflitto dalla burocrazia nautica, dalle telefonate da
sbrigare, dagli appuntamenti con le autorità dei territori attraversati e
dall'impegno più grosso: quello di tenere unita e bada una compagnia di cani
sciolti. Stefano Rotta.
( da "Corriere delle
Alpi" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ERTO E CASSO Alpeggio in ritardo La burocrazia
ostacola le mucche ERTO E CASSO. Ha dovuto attendere più di dieci giorni per
entrare in possesso dei certificati che da tempo giacevano in municipio. Una
piccola ma attiva azienda agricola di Erto e Casso lamenta quasi due settimane
di ritardo nello spostamento in malga dei propri bovini: ciò perché,
molto semplicemente, i documenti sanitari di ciascun animale sono rimasti
inevasi in Comune per giorni e giorni. La storia ha dell'incredibile e si è
consumata negli uffici amministrativi di Erto e Casso. La titolare della ditta
agricola si rivolge per tempo al servizio veterinario dell'Azienda sanitaria e
richiede i soliti nulla osta all'alpeggio. La veterinaria pubblica certifica
che ogni vacca è sana e può prendere la via dell'alta quota. La legge prevede
però che la documentazione in questione sia trasmessa dall'Azienda sanitaria al
Comune per una vidimazione. Ed è qui che scatta l'inghippo: per dieci giorni
nessuno consegna i certificati alla responsabile della fattoria, la quale
continua a tempestare di telefonate il municipio e la professionista che ha
visitato gli animali. Quest'ultima afferma che già da una decina di giorni ha
inoltrato al Comune di Erto e Casso il plico delle carte relative ai bovini. In
municipio nicchiano, fino a che ieri mattina le attestazioni, regolarmente
contrassegnate, vengono date alla richiedente. Rimane però aperta la questione
del perché un simile intoppo burocratico sia potuto accadere. L'alpeggio
rappresenta una delle attività da tutelare di più nelle aree di montagna in
quanto consente il mantenimento del territorio e la produzione di ottimi
formaggi doc. La transumanza in malga fa anche bene all'organismo delle mucche
dopo interi mesi trascorsi al chiuso della stalla. I giorni di ritardo
accumulati dalla semplicissima pratica inviata al municipio di Erto e Casso
hanno rappresentato un brutto ostacolo per la piccola azienda agricola del
paese. La cui titolare ammette che è sempre più difficile mantenere in funzione
simili attività. I costi di gestione sono sempre più consistenti, così come i
controlli sanitari e le prescrizioni. Se di mezzo ci si mette anche la lentezza
della macchina amministrativa, il pericolo concreto è quello della chiusura
definitiva delle fattorie di montagna. Fabiano Filippin.
( da "Alto Adige" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di Mirco Marchiodi "Più bilingui e meno chiusi agli
stranieri" Gli imprenditori: burocrazia da abbattere e un'università più attenta all'economia Fritz
(Apa) lascia la presidenza al suo vice Innerbichler: giusto che a guidarci sia
un giovane BOLZANO. Il Wirtschaftsring, la federazione che raggruppa tutte le
più importanti associazioni economiche sudtirolesi, ieri ha tenuto la sua
assemblea annuale. Forti le affermazioni del presidente uscente Walter
Amort: "Gli altoatesini devono diventare più bilingui e più aperti agli
stranieri perché senza gli immigrati la nostra economia non sta in piedi".
Il suo successore, Helmuth Innerbichler, lancia i candidati dell'economia in
vista delle provinciali e presenta loro un decalogo di richieste. Walter Amort
lascia la presidenza del Wirtschaftsring dopo due anni. Il suo discorso non è
per nulla "politicamente corretto". Inizia parlando degli immigrati:
"L'importanza dell'integrazione degli stranieri in questi anni è stata
sottovalutata. Si poteva fare di più, anche perché la nostra economia ha
bisogno degli stranieri, senza di loro non resta in piedi. La nostra società è
destinata a diventare sempre più multiculturale e dobbiamo accettarlo. Non
possiamo pensare di chiuderci a quello che viene da fuori, mantenere la propria
lingua e le proprie tradizioni non significa dire no a tutto quello che viene
dall'esterno". Amort non si ferma qui e passa ad un altro tema caldo,
quello del bilinguismo: "Viviamo in una terra bilingue, ma ci sono troppo
pochi altoatesini che parlano bene l'italiano e il tedesco. Su questo bisogna
assolutamente migliorare, serve l'impegno di scuola e famiglie". Dopo
Amort tocca a Luis Durnwalder. Il presidente della Provincia accetta la critica
sugli stranieri ("sono persone, non solo lavoratori, però non dobbiamo
attirarne più di quanti ce ne servano solo perché abbiamo buone prestazioni
sociali"), rilancia l'autonomia fiscale e spiega che "il problema
numero uno è la perdita del potere d'acquisto". Poi parlano i quattro
candidati che l'economia sudtirolese appoggerà alle prossime provinciali (sono
tutti della Svp: gli assessori Hans Berger e Thomas Widmann e i direttori
dell'Apa Hanspeter Munter e dell'Unione commercio Dieter Steger) con richiamo all'importanza
delle Pmi altoatesine (Steger), alla mobilità ecosostenibile che comprende
anche un aeroporto moderno (Widmann), alla formazione professionale (Munter) e
ai prodotti di qualità (Berger). Poi il colpo di scena annunciato: sul palco
sale Herbert Fritz, nuovo presidente designato del Wirtschaftsring che però fa
un intervento brevissimo, giusto per invitare al microfono il suo vice all'Apa
Helmuth Innerbichler. Sarà lui a guidare gli imprenditori sudtirolesi e come
prima cosa chiede unità, "perché il momento dell'economia altoatesina non
è affatto buono e ci aspettano sfide difficili, soprattutto perché c'è il
rischio di una pericolosa lotta di classe con gli imprenditori che in Alto
Adige non godono certo di una buona immagine". Ai suoi candidati il
Wirtschaftsring ha presentato un catalogo di richieste: i punti forti sono la
riduzione della burocrazia e della pressione fiscale,
ma anche il sostegno al ceto medio e un riposizionamento dell'università:
"Con l'Eurac collaboriamo bene, l'università deve orientarsi maggiormente
all'economia".
( da "Giornale di
Brescia" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione: 10/06/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:CULTURA La Crusca: non gli sms, ma la burocrazia uccide la lingua Nicoletta
Maraschio, presidente della Crusca ROMA - Radio e tv e i nuovi media, sms e
Internet in testa, non stanno rovinando l'italiano. L'assicurazione è
autorevole, in quanto viene dall'Accademia della Crusca, per bocca di Nicoletta
Maraschio, primo presidente donna dell'Accademia dal 1582, in
un'intervista a "Donna Moderna". Il linguaggio essenziale e gergale
di web e sms, sempre più spesso utilizzati anche dai bambini, da tempo allarma
esperti linguisti nonchè professori e docenti. Ma la presidente dell'istituto
che studia l'evoluzione della lingua italiana difende gli sms: "Hanno
moltiplicato le occasioni per scrivere - sottolinea -. E ce n'era bisogno.
Anch'io li uso moltissimo". Quanto alla televisione, per la presidente è
vero che "la tv del chiacchiericcio è deleteria perchè con la sua banalità
svuota le parole di significato. Ma ci sono programmi utilissimi: Piero Angela
usa un buon italiano, semplice ed efficace, per esempio, e i giornalisti
radiofonici sanno dialogare con gli ascoltatori uscendo dai confini del
gergo". Piuttosto, contrattacca Nicoletta Maraschio, salviamo la lingua
italiana dalla burocrazia: "Semplificare il
linguaggio di leggi e regolamenti sarebbe utile, oltre che all'italiano, anche
alla democrazia".
( da "Mattino di Padova,
Il"
del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
REDDITI, IL COMMENTO UPA "Per noi idraulici è
crisi" Idraulici nuovi poveri? "La crisi la stiamo avvertendo tutti,
è una congiuntura negativa". Severino Beo, presidente degli installatori
dell'Upa, l'unione artigiani padovana, spiega così il reddito medio di appena
18 mila euro emerso dalle dichiarazioni della categoria pubblicate dall'agenzia
delle entrate. "E' dal 2004 che siamo entrati in una spirale negativa,
soprattutto per chi lavora nel settore dell'impiantistica e nell'edilizia",
sottolinea Beo. Difficoltà del mercato, ma soprattutto
tasse e burocrazia.
"Una volta, per iniziare l'attività bastavano il borsone con gli attrezzi
e l'olio di gomito", commenta il presidente "oggi un giovane ha
bisogno di un credito di almeno 60 mila euro. Così un'impresa individuale
riesce a fatica a sopravvivere: bisogna essere strutturati, altrimenti non
rimangono che le grandi società". Per molti, a fronte di un
cospicuo volume d'affari i guadagni si riducono di anno in anno: "Muoversi
per un intervento in centro è diventato molto costoso, tra permessi, benzina e
altro. E i nostri prezzi sono fissi". E il fenomeno dell'evasione?
"Come in tutte le categorie ci sono le mele marce", replica il
rappresentante artigiano che gestisce un'impresa di termoidraulica in città
"ma è davvero molto difficile: abbiamo un tariffario fisso e prezzi
concordati con le associazioni di consumatori". Uscire dalla crisi è
possibile? "Stiamo avviando collaborazioni con i Comuni e la Provincia, soprattutto
per la manutenzione delle caldaie", conclude Severino Beo "ma il
periodo di difficoltà colpisce tutti, anche i nostri clienti".
( da "Repubblica, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XIII - Torino Dai trasporti all'energia Fiori
d'arancio Le sospirate nozze fra ex-municipalizzate si faranno, forse già nel
2008: la lettera d'intenti dello scorso maggio è il primo passo formale per la
fusione di Iride, con protagonisti Torino e Genova, Hera, focalizzata su Modena
e Bologna ed Enea, con Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Non si tratta di
qualcosa di già visto: infatti sia A2A, con epicentro su Milano e Brescia e la
partecipazione strategica di Edison, che Acea, realtà che fa capo a Roma e al
centro Italia, forte dell'alleanza con Suez-Gdf, sono entrambe caratterizzate
da una forte concentrazione geografica. Quello che invece verrà a crearsi sarà
un gruppo multi regionale ad ampio perimetro, da 5 miliardi di
capitalizzazione, con 11.000 dipendenti, un evento del tutto nuovo per i
servizi pubblici nel panorama energetico italiano. Scopo ultimo
dell'operazione, è il miglioramento, sia in termini di efficienza che di costi,
dei servizi resi a 6 milioni di persone. Importanti saranno le sinergie
ottenibili che potrebbero incrementare quelli che nell'attualità sono già
numeri importanti: 2600 Gvw di potenza nel settore del teleriscaldamento, 5,3
milioni di tonnellate di rifiuti trattati nell'ambito dei servizi ambientali,
una rete idrica da 500 milioni di metri cubi di acqua, 6 miliardi di metri cubi
di gas. Il segreto del successo del nuovo polo starà tutto nell'effettiva
capacità di integrazione delle tre società, quindi di equilibri politici, e
industriale, con l'adozione di nuovo modello organizzativo competitivo sul
mercato di riferimento. La sua macro dimensione non dovrà
tramutarsi in ulteriore burocrazia o peggio in una gestione di taglio monopolistico: la fusione
dovrà essere vissuta nei fatti come operazione nell'esclusivo interesse del
territorio e dei cittadini, non della politica. E' crescente da parte degli
utenti la richiesta di conoscenza e controllo rispetto a meccanismi di cui non
limitarsi a costituire un puro ingranaggio passivo, dissanguato da
bollette e tariffe: per questo occorrerà più trasparenza dell'operatore
pubblico nel render conto del proprio operato. Non da ultimo, la capacità di
sensibilizzare sul contenuto dei cambiamenti, puntando anche alla lotta agli
sprechi, può favorire il diffuso desiderio di acquisire una consapevolezza più
matura nell'utilizzo delle risorse, con nuovi approcci al consumo e al
risparmio. Nella stessa direzione, decentramento e maggiore autonomia delle
regioni in materia di politica economica, è l'iniziativa in arrivo nel
trasporto pubblico locale, per ora solo un piccolo passo sulla via delle
liberalizzazioni. Si tratta della gestione privata da parte di Arena Ways,
società piemontese con sede logistica ad Alessandria, di tracciati ferroviari
fra Piemonte e Lombardia, nonché nell'area metropolitana di Torino: il
vantaggio per i pendolari si prospetta notevole, in termini di puntualità,
ergonomia e comfort di bordo dei nove convogli dedicati. Da ambedue le novità
ci aspettiamo molto sul piano concreto: più qualità e minor costo dei servizi
erogati. L'augurio è che le attese non vadano deluse.
( da "Repubblica, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XII - Torino Il presidente a fine mandato:
"La nostra regione? è una bella macchina senza ruote" La delusione di
Verna (Ance) "Troppi progetti irrealizzati" Cinque anni fa avevo
grandi speranze: ma nessuno dei lavori è partito. Colpa
anche della burocrazia Tra
fango e detriti, a rimettere in sesto l'ex strada militare della valle Stura
che da Vinadio a Gaiola scorre parallela all'ex statale per il colle della
Maddalena. Maurilio Verna pensava davvero a un altro finale di partita, per
chiudere il suo settennato ai vertici di Ance Piemonte. "E invece ?
dice - ci tocca fare i conti la peggiore alluvione nella regione da almeno 50
anni. Danni enormi che mettono a nudo territori su cui gli investimenti non
arrivano, infrastrutture secondarie dimenticate e lasciate a se stesse".
Maurilio Verna, qual è il bilancio della sua presidenza ? "Il Piemonte è
una bella macchina, ma senza ruote. Cinque anni fa, in occasione di Infrastructura
mi dicevo orgoglioso di guidare un'associazione che con i suoi cantieri in via
di apertura sarebbe stata uno dei motori del paese. Invece lascio l'incarico
con amarezza, perché tanti di quei progetti allora sulla rampa di lancio sono
rimasti nel cassetto. E mi riferisco all'Alta velocità Torino-Lione, il
peduncolo di Biella, la variante del Terzo Valico, il completamento dell'Asti
Cuneo, il retro porto di Genova. Ci sono voluti anni solo per decidere e poi
poco o nulla è partito su serio. E non solo le grandi opere, ma anche le
piccole strade provinciali: pensiamo al tunnel del Tenda che porta ancora la
data del 1880. In questo scenario non c'è da stupirsi se bastano due settimane
di forti piogge a far saltare le strade". L'occupazione nel settore delle
costruzioni continua a crescere. Questo almeno è un segno di vitalità? "Le
imprese si muovono, operano anche fuori i confini regionali, anche se il
comparto resta fortemente polverizzato. Ma le aziende, a dispetto del dinamismo
interno, stanno soffrendo tutte e molto. Qualcuna è sul punto di alzare
bandiera bianca Il mercato immobiliare ha subito un forte rallentamento, sia
per il residenziale che per gli insediamenti produttivi. Senza contare i
rincari di ferro, cemento, bitumo e gasolio. Non credo si tratti di una crisi
strutturale. Ma viviamo in una situazione di grande difficoltà, in cui non
vediamo la fine del tunnel". La ricetta per tornare a crescere?
"Bisogna chiederla alla politica. Bisogna rendersi conto che non può
aspettare 48 mesi per ogni modifica del piano regolatore. L'immobilismo è
figlio di una burocrazia che blocca tutto. Per mettere
in moto un progetto bisogna aspettare anche degli anni". Nel rapporto
Ance, 150 pagine ricche di dati e statistiche, manca un accenno alla situazione
degli infortuni in cantieri. Eppure l'edilizia è uno dei settore più a rischio.
Concorda? "Proprio perché il comparto è più esposto al pericolo di
incidenti in cantieri, l'associazione regionale ha investito moltissimo per
migliorare la sicurezza sul lavoro". (ch. be.).
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Senza l'affiancamento del treno ad alta capacità si
ridurranno le procedure per la nuova autostrada E ora Tondo e Galan si
rivolgeranno al Premier In arrivo il commissario: è il bellunese Mainardi Terza
corsia senza Tav per accelerare i tempi Chiesto col Veneto lo stato
d'emergenza. Ora il Fvg studierà come sganciare i tracciati EMERGENZA A4
Vertice dei due assessori regionali al cantiere di Godega di Sant'Urbano
Predisposto il dossier per il governo: il traffico pesante è cresciuto del 133%
GODEGA DI SANT'URBANO. Sganciare la realizzazione della linea ferroviaria ad
alta capacità del Corridoio 5 dalla costruzione della terza corsia
dell'autostrada A4. Una scelta che porterà a tagliare le attese per la terza
corsia, come già aveva concordato il Veneto con i vertici di Autovie venete e
con l'assenso dell'ex presidente della Regione Riccardo Illy. "Allora era
ritenuta l'unico modo per arrivare in tempi più brevi al completamento della
terza corsia", hanno spiegato gli assessori regionali ai Trasporti di
Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi e del Veneto Renato Chisso che ieri
hanno fatto il punto incontrandosi al cantiere della A28. La criticità non
riguarda i tratti San Donà-Portogruaro, nè il Gonars-Villesse, che non è
interessato all'affiancamento con la ferrovia, ma il Tagliamento-Gonars. Sarà
la Regione a studiare come sganciare i due progetti per dimezzare i tempi della
terza corsia. Il Veneto ha già deciso lo sganciamento, il Friuli Venezia Giulia
non ancora; la giunta Tondo potrebbe farlo dopo la nomina del commissario
straordinario chiesto ufficialmente ieri insieme con lo stato di emergenza.
Sull'autostrada A4 Venezia-Trieste il traffico negli ultimi quattro anni è
aumentato del 133%, e l'emergenza è ormai quotidiana. Anche ieri si sono
verificati incidenti e conseguenti code. È necessario - secondo gli
amministratori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto - intervenire per la
realizzazione della terza corsia, ma bisogna farlo subito, accorciando i tempi
per l'approvazione del progetto preliminare, e tenendo ben presente che per
l'iter del progetto preliminare avanzato il Cipe ha impiegato 28 mesi.
"C'è la necessità della revisione del crono-programma originario, che
prevedeva il completamento della terza corsia nel 2017", commenta
l'assessore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi. Cosí le due Regioni si
sono messe al lavoro per formalizzare entro la settimana la richiesta della
dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri, un
atto che comporterà la nomina dell'architetto bellunese Bortolo Mainardi a
commissario straordinario, dando un taglio a tempi e burocrazia per la realizzazione
dell'infrastruttura. "Credo che già nei prossimi giorni il governo
nazionale potrà dichiarare lo stato di emergenza e nominare il commissario
straordinario che abbiamo chiesto assieme al Veneto. Ciò consentirà uno
snellimento dei tempi e delle procedure", ha sottolineato Riccardi.
"Sia chiaro - ha aggiunto l'assessore veneto ai Trasporti Renato Chisso -
che non siamo innamorati dell'idea del commissario in quanto tale, ma perché
siamo convinti che sia l'unico mezzo per abbreviare i tempi. Per quanto ci
riguarda come Regioni e Autovie abbiamo già accelerato i tempi impedendo di
legare la realizzazione della terza corsia al tracciato della ferrovia ad alta
velocità". Gli assessori Riccardi e Chisso si sono dati appuntamento ieri
pomeriggio al cantiere dell'autostrada A28 per un sopralluogo e per concordare
tempi e modalità della richiesta del commissario per l'A4. I presidenti Renzo
Tondo e Giancarlo Galan hanno già avuto un colloquio con il premier Silvio
Berlusconi, ma ora è necessario passare agli atti. Ha insistito anche il
presidente della concessionaria Autovie Venete, Giorgio Santuz, il quale ha
espresso "l'accordo sostanziale con gli assessori per la definizione e il
completamento delle opere. L'aumento di carico del traffico - ha affermato - ci
costringe a cercare il modo di accelerare la conclusione delle opere". Il
commissario avrà il compito di ridurre i tempi in alcuni passaggi, come le
decisioni che spettano all'Anas, l'acquisizione dei pareri nella conferenza dei
servizi, le procedure degli espropri. Riccardi, Chisso e Santuz hanno visitato
il cantiere dell'A28 Portogruaro-Pordenone-Conegliano, nell'ultimo tratto che
unisce Godega Sant'Urbano a San Vendemiano, il tratto di autostrada che - hanno
anticipato - sarà concluso regolarmente entro aprile 2010, rispettando la
tabella di marcia. "L'opera procede secondo i tempi previsti - ha
affermato Riccardi -. Quindi tutto lascia prevedere che si arriverà in porto
con puntualità. Parallelamente avanzano le procedure per la realizzazione delle
opere di raccordo, quali la variante alla Provinciale 41 a Godega Sant'Urbano,
il parcheggio scambiatore di San Vendemmiano, i caselli". Riccardi ha
sottolineato che l'apertura della A28 "permetterà al traffico proveniente
a nord della A4 di transitare, attraverso la A27, direttamente sul passante di
Mestre, bypassando - ha puntualizzato - la tangenziale che rappresenta uno dei
punti più critici della viabilità a Nordest". "L'A28 - ha fatto eco
Chisso - era il cantiere-emblema delle opere ferme, una delle storie di
ordinaria follia da 20 anni a questa parte. Erano stati nominati cinque
commissari - ha ricordato - ma questa autostrada non era mai stata sbloccata.
Questo significa che il clima è cambiato e che c'è una volontà politica e
amministrativa comune". L'ultimo lotto della A28 misura 4 chilometri e 900
metri, prevede 27 mesi di lavoro fino alla primavera 2010, 150 operai sono al
lavoro. Sono passati 25 anni dall'inizio dei lavori: una storia travagliata da
veti e ricorsi, complessi e contrastanti iter burocratici, battaglie
parlamentari e davanti a vari organi giudicanti. Il progetto originario del
lotto 29 misurava 3,717 km, divenuti 4,9 per rispettare prescrizioni e pareri
imposti a vari livelli. E ieri l'ex assessore regionale ai Trasporti Lodovico
Sonego in merito a A28 e terza corsia ha commentato: "Sono contento che
Tondo abbia deciso di continuare l'impostazione della giunta Illy chiedendo la
nomina di un commissario per sveltire la realizzazione della terza corsia della
A4, così come di proseguire la fattiva collaborazione con la Regione Veneto in
materia di infrastrutture". "Sono lieto anche per il fatto che i
lavori della A28 camminano speditamente - ha concluso -. La giunta Illy aveva
ereditato una situazione incancrenita che poi abbiamo disincagliato. Ora si
tratta di continuare a darci dentro con l'obiettivo di arrivare
all'inaugurazione il più presto possibile".
( da "Nuova Venezia, La" del
10-06-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova, Il)
Argomenti: Burocrazia
Regione Calearo coordina i parlamentari Pd Previsti
incontri periodici sul territorio: si comincia il 30 giugno PADOVA. Massimo
Calearo è il coordinatore permanente dei parlamentari veneti del Pd. Obiettivo
della nomina, avvenuta con un'elezione plebiscitaria a Roma, è dare efficacia e
forza all'opposizione dei 23 parlamentari veneti. Una scelta di apertura e
cambiamento - come spiega Giaretta: "Abbiamo scelto un uomo di economia,
che veniva eletto per la prima volta in parlamento come segnale di apertura
alla società civile, nella speranza che apra gli occhi a noi vecchi sulle
novità della politica". "Siamo un partito nuovo di nome e di fatto -
sostiene l'imprenditore vicentino - che ha deciso di lasciare davvero spazio
alle risorse provenienti dalla società civile. Ci incontreremo una volta al
mese, in una provincia sempre diversa, per stare a stretto contatto con il
territorio, ascoltare gli amministratori e i cittadini". Una segreteria a
Roma coordinerà i lavori dei parlamentari veneti: "Aspettate e
vedrete" sfida Calearo. Primo appuntamento lunedì 30 giugno, a Vicenza,
ultimo capoluogo espugnato dal Pd in Veneto. "Principale obiettivo è
rappresentare il territorio - ha spiegato il senatore Paolo Giaretta,
segretario regionale - perché rappresentando gli interessi del Veneto facciamo
un servizio a tutto il Paese. La nostra, come abbiamo già mostrato in questi
primi mesi, non sarà un'opposizione pregiudiziale, ma innovativa. Vorremmo dire
più "sì" che "no", ma i "no", quando servirà, ci
saranno, pur sempre accompagnati da motivazioni e da proposte
alternative". Tre i temi su cui si concentrerà il lavoro
di opposizione: la lotta alla "burocrazia inutile", con l'avvio di un osservatorio regionale sulla
"pressione burocratica", a partire dallo snellimento dei tempi
d'attesa per l'approvazione degli strumenti urbanistici; la lotta alla cattiva
spesa pubblica e la promozione di leggi che premino il merito e l'equità
sociale. Sebbene "sia ancora presto per dare un giudizio
sull'operato del governo" Giaretta, pur applaudendo la nomina di tre
ministri veneti, non si sottrae ad una valutazione sui primi provvedimenti
dell'esecutivo: "Vediamo avallate scelte che impoveriscono il territorio,
andando in senso contrario alla realizzazione del federalismo fiscale, come
l'abolizione dell'Ici non accompagnata da una compensazione certa, che sta
creando problemi gravissimi ai Comuni veneti - spiega - quel provvedimento
taglia 400 milioni di euro di risorse ai Comuni per le politiche sociali e dei
trasporti. Sarebbe stato meglio rendere l'Ici deducibile, perché così si
otteneva un vantaggio per i cittadini senza intaccare quel po' di federalismo
fiscale che c'è". E se il governo ombra solleciterà il federalismo con una
propria proposta, il Pd a livello locale intende sostenere la rivolta dei
sindaci: "Il sistema di trasferimento ai comuni non è più accettabile perché
non c'è attinenza con il territorio - prosegue il segretario del Pd - la strada
di una maggiore autonomia tracciata dai sindaci è dunque quella giusta, anche
se il 20% di Irpef non è sostenibile per i conti pubblici". Prioritario
anche il tema della sicurezza. "Siamo d'accordo su norme che servano ad
assicurare la sicurezza ai cittadini, anche perché per nove dodicesimi il
decreto Maroni riprende i contenuti del decreto Prodi - conclude il leader del
Pd veneto - Ma ci auguriamo che non prevalga la propaganda, mi riferisco al
reato di immigrazione clandestina, su cui non sappiamo ancora cosa deciderà il
governo. Di certo non si può pensare di ottenere risultati intasando carceri e
tribunali. Voglio ricordare però che sicurezza non è solo combattere la
microcriminalità, ma anche debellare la grande malavita economica. Impedire le
intercettazioni significa lasciarle campo libero, e dunque non fare nessun
servizio alla sicurezza dei cittadini". Infine, quanto al candidato del Pd
per la Regione Giaretta commenta: "Se ne parlerà l'anno prossimo, con le
primarie". (s.zan.).
( da "Nuova Venezia, La" del
10-06-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova, Il)
Argomenti: Burocrazia
AGROALIMENTARE Franco Manzato: "L'Avepa non deve
essere un freno per le aziende" PADOVA. "Meno ostacoli burocratici e
una strategia comune per l'agroalimentare veneto": Franco Manzato, da pochi
giorni assessore all'agricoltura e vice presidente della Regione, alla sua
prima uscita ufficiale dopo la nomina di venerdì scorso, ha già messo in agenda
un incontro con le organizzazioni di categoria e con l'Avepa. L'agenzia per i
pagamenti in agricoltura, lo strumento operativo attraverso il quale la Regione
assegna i contributi alle aziende, è da tempo nell'occhio del ciclone per i
ritardi e le disfunzioni del servizio, denunciati più volte dalle associazioni
imprenditoriali. "Avepa è un'azienda nata da poco - afferma Manzato - e
c'è ancora qualche problema da risolvere. La struttura sconta ancora qualche
difficoltà che vogliamo superare al più presto perché la burocrazia non può essere un freno per
le imprese agroalimentari venete". "Su questo fronte intendiamo
muoverci insieme alle organizzazioni di categoria che, attraverso i loro centri
di assistenza, i Caa, hanno il polso della situazione". Novità in vista
anche per la rete degli Ispettorati Agrari: "Vanno riviste le funzioni e
la rete del servizio sul territorio, che dovrà essere più snello ed
efficiente, se ne necessario verrà incorporato ad altre strutture". Il
successore di Zaia sottolinea il filo diretto con Roma: "Il legame forte
con il Governo e la presenza di parlamenti come Callegari ci offrono la
possibilità di creare una lobby territoriale a favore dell'agricoltura veneta,
un settore che ci vede ai primi posti a livello nazionale. A Venezia, intanto,
stiamo calibrando gli interventi del Piano di Sviluppo Rurale che porterà
finanziamenti alle imprese che seguiranno la strada dell'innovazione e della
competitività". A preoccupare è il continuo aumento dei costi delle
materie prime e del petrolio, che si riflette su filiere già messe a dura
prova, come la zootecnia e il florovivaismo. "Stiamo pagando una grande
speculazione internazionale - aggiunge Manzato - nei confronti della quale sarà
necessario intervenire a livello comunitario per non mettere in ginocchio la
nostra agricoltura". Infine mano tesa alle associazioni di categoria: "Le
direttive della Regione non devono cadere dall'altro, ma essere il frutto del
confronto all'interno del mondo agricolo. Se vogliamo essere i primi dobbiamo
rimuovere alcuni ostacoli". (Nicola Stievano).
( da "Repubblica, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Biagio Spatafora Dirigente della Provincia era una
persona molto nota in città per i tanti lavori che ha fatto Nella vita ha fatto
davvero di tutto: dipendente della Provincia (era direttore del settore
autoscuole), è stato anche rappresentante della casa editrice Siculiana e
preside di una scuola privata in piazza Don Bosco. In sintesi, poche persone a
Palermo non hanno incontrato almeno una volta Biagio Spatafora, una persona
davvero vulcanica che in qualsiasi luogo abbia lavorato o soggiornato ha sempre
lasciato il segno. Perfino nel centro dialisi "Nefron", dove a causa
di una malattia era costretto a recarsi quasi tutte le settimane, era diventato
il beniamino di medici e infermieri. Originario di Corleone, da quando aveva 14
anni ha sempre vissuto a Palermo e qui si è laureato giovanissimo in Scienze
politiche. Poco dopo è stato assunto alla Provincia e ha fatto una brillante carriera
diventando dirigente del settore autoscuole. Ha lavorato, prima di essere
assunto, come rappresentante delle casa editrice Siculiana. Spatafora, senza
retorica, era molto amato dai colleghi d'ufficio e dal personale medico del
centro dialisi "Nefron": considerava il centro la sua seconda
famiglia. A Corleone però si recava ogni fine settimana per stare assieme al
fratello Salvatore, agricoltore. Se n'è andato il 4 giugno a 57 anni. Salvatore
Tripi Era uno dei collaboratori più importanti dell'ufficio speciale isole
minori della Presidenza della Regione Gli abitanti delle isole minori, Eolie su
tutte, devono ringraziare lui se hanno ricevuto con puntualità gli
approvvigionamenti di acqua con le navi speciali. Quando c'era l'emergenza
idrica e le isole rischiavano di rimanere a secco, Salvatore Tripi usciva di
casa a qualsiasi ora per risolvere intoppi burocratici nell'ufficio dove
lavorava, quello delle isole minori della Presidenza della Regione. Era il
collaboratore più fidato del direttore Giuseppe Giunta, che non a caso lo
chiamava a qualsiasi ora e lui, Tripi, arrivava subito. Quando c'era
l'emergenza idrica alle Eolie, e occorreva autorizzare subito l'invio delle
navi, correva dall'ufficio di via Magliocco a Palazzo d'Orleans per fare
vidimare subito i provvedimenti e non perdere tempo prezioso. Poi con
l'autorizzazione vidimata dava il via libera alle navi cariche di acqua. Tripi
insomma era uno dei dipendenti della Regione che sfatava, con il suo
comportamento, il mito della "cattiva burocrazia". Era anche un
sindacalista molto attivo. Se n'è andato il 1 giugno a 44 anni. Francesco
Borsellino Docente di statistica, è stato un pilastro della facoltà di Economia
a Palermo Gli studenti di Economia di oggi non lo hanno mai visto, ma di certo
ne hanno sentito parlare. Francesco Borsellino è stato negli anni
Settanta e Ottanta uno dei docenti più noti della facoltà, esperto di
statistica applicata. Un professore che ha formato quasi tutti i professori
della facoltà che adesso insegnano agli studenti palermitani. Tutti lo
ricordano per essere stato davvero un grande esperto della materia e
soprattutto sempre pronto ad aiutare i suoi alunni in difficoltà. Originario di
Cattolica Eraclea, ha vissuto a Sciacca e a Palermo. Qui prima si è iscritto
alla facoltà di Medicina, ma dopo il primo anno ha capito che questa non era la
sua strada. Lui, da sempre appassionato di calcoli e statistiche, si è così
iscritto e poi laureato in Matematica e fisica. Negli anni Sessanta ha iniziato
la gavetta lavorando in un centro statistico di ricerca, poi nei primi anni
Settanta, invece, è diventato assistente prima e poco dopo docente associato di
statistica presso la facoltà di Economia e Commercio di Palermo. Nel '91 si è
messo in pensione, ma per qualche anno ha accettato l'incarico come presidente
per gli esami di stato. Un incarico che ha ricoperto nei paesi
dell'agrigentino, in particolare a Sciacca e a Ribera. Se n'è andato il 28
maggio a 84 anni. Salvatore Valenti Per una vita è stato il medico di Palazzo
Adriano, è entrato nelle case di tutte le famiglie del paese Era il medico di
Palazzo Adriano. Prima di famiglia e poi all'ospedale del paese, dove è stato
anche direttore sanitario. In sintesi, a Palazzo Adriano tutti sono stati
curati da Salvatore Valenti, uno dei camici bianchi più conosciuti della
provincia palermitana. Era originario di Santo Stefano di Quisquina, ma da
sempre ha vissuto a Palazzo Adriano, dove da giovanissimo, subito dopo la
laurea, ha iniziato a lavorare come medico condotto. Poi è diventato primario
di Medicina interna all'ospedale "Regina Margherita" del paese e
negli ultimi anni direttore sanitario. Tutti conoscevano anche una sua
passione, la musica classica, Chopin e Beethoven in testa, dei quali parlava
spesso con i pazienti. Se n'è andato il 4 giugno a 79 anni. Nunzia Buccola Era
l'anima della ragioneria del Policlinico, ufficio dove ha lavorato per 33 anni
Per 33 anni tutti i giorni è andata al Policlinico, nel suo ufficio della
ragioneria dell'ospedale. Per anni e anni ha cercato di far quadrare i conti di
una delle più grandi strutture sanitarie della Sicilia. Da funzionaria
amministrativo era diventata il punto di riferimento per tutta la ragioneria.
Un compito non facile, specie per chi poi ha da mandare avanti anche una
famiglia. Sempre ligia al dovere, quando finiva il suo turno di lavoro il primo
pensiero era quello di correre verso casa per stare con il marito e le due
figlie che lei adorava. Nunzia è rimasta sempre una persona semplice, attaccata
alle piccole cose, ma anche una persona di grande umanità, che riempiva le
giornate dei suoi colleghi. Appena 15 giorni prima di morire, ha scoperto di
essere stata colpita da una grave malattia. Se n'è andata il 3 giugno a 55
anni. Raoul Di Perri Ha fatto conoscere in tutta Italia la clinica di
neurologia dell'Università di Messina È stato un maestro di neurologia, punto
di riferimento a livello nazionale. Raoul Di Perri ha reso la clinica
dell'Università di Messina uno dei centro di alta specializzazione conosciuto
in tutto il Paese. Nativo di Canneto (Lipari), si è laureato all'Università di
Siena e ha iniziato la sua carriera accademica alla clinica Neurologica
dell'Università di Napoli diretta dal Vito Longo, quindi si è trasferito
all'Università di Messina, divenendo il primo aiuto di Eugenio Ferrari, suo
maestro. Dal 1977 ha diretto la clinica Neurologica di Messina portandola a
sviluppare settori di alto profilo riconosciuti sia a livello nazionale che
internazionale. Se n'è andato l'1 giugno a 74 anni.
( da "Centro, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pescara Via Mazzini, un cantiere
lungo 18 mesi La burocrazia
rallenta l'opera e crescono i disagi per i residenti POPOLI. Via Mazzini da
oltre un anno e mezzo è un cantiere aperto. Una vecchia strada nel cuore del
centro storico di Popoli, incastonata tra le case più antiche della cittadina,
non riesce ad essere defintivamente sistemata. I residenti del quartiere
non ne possono più di lavori, rumori, polvere, disagi e neanche di inoltrare
solleciti all'amministrazione comunale, che fra l'altro non può fare altro che
girarli all'Ato di Sulmona, committente dell'opera. Nonostante l'opera di
riqualificazione non non sia terminata e la strada è stata riaperta al traffico
locale, fra problemi e pericoli che incombono. Il progetto di ristrutturazione,
redatto da due tecnici locali, l'ingegnere Antonio Pallotta e l'architetto
Domenico Cifani, prevedeva il rifacimento totale dei servizi sotterranei,
dunque le reti fognante e di distribuzione idrica, nonché il rifacimento della
pavimentazione stradale. Il lavoro è stato commissionato dall'Ente d'ambito
territoriale, come accennato, l'Ato di Sulmona, sotto la cui giurisdizione
ricadeva, all'epoca dell'appalto, Popoli. L'opera è stata suddivisa in due
appalti: un primo, di circa 675mila euro, per i sottoservizi; il secondo, di
circa 450mila euro, per la ricostruzione della carreggiata, rispettivamente
assegnati alla ditta Cogeas dei fratelli Gentileschi di Poggio Bustone (Rieti)
ed all'Impresa Ricci di Castel Di Sangro. Al momento sono stati completati i
lavori del primo appalto, ma la ditta aggiudicataria ha percepito il compenso
solo del primo stato di avanzamento: manca il secondo in quanto durante
l'esecuzione degli scavi si è resa necessaria una perizia di variante,
"poiché", spiega l'ingegner Pallotta, "si è scoperto che le
fognature erano inesistenti e gli allacci effettuati nel corso degli anni in realtà
scaricavano tutti nel terreno, con le immaginabili conseguenze per la strada
stessa e per i fabbricati limitrofi. La variante è stata approvata dalla
Regione, ma per la liquidazione delle somme dovute si è tardato perché nel
frattempo la Regione ha commissariato gli Ato, e Popoli da Sulmona è passato
sotto la giurisdizione dell'Ente d'ambito di Pescara. Le difficoltà
burocratiche dovrebbe risolversi a giorni". La strada dovrà essere
nuovamente chiusa per completare il lavoro con il rifacimento della pavimentazione,
che sarà rifatta con una pietra dura proveniente dalla Slovenia. A raccogliere
il malcontento per una situazione di insicurezza che si protrae da molto tempo,
è il responsabile della Lega di pensionati della Cgil, Mario Borsetti, che
chiama in causa la responsabilità di tutti gli enti coinvolti,
"perché", dice, "quel quartiere è abitato soprattutto da persone
anziane, molte delle quali vivono sole, e che hanno difficoltà di
deambulazione. Inoltre, per lunghi mesi le fogne sono rimaste scoperte, creando
un ambiente insalubre e favorendo la presenza dei ratti. Oltre alla
strada", rimarca il sindacalista, "sono interessati molti vicoli con
forti pendenze e gradini con i pozzetti fognari sporgenti. Una
situazione", conclude, "veramente non più tollerabile". Walter
Teti.
( da "Tirreno, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CASTIGLIONE "Riaprire la demolizione"
CASTIGLIONE. La crisi del caro-gasolio non sembra arrestarsi per i pescatori.
Anche ieri tutti le paranze della flotta erano ormeggiate in banchina a
Castiglione. A prendere la parola e lanciare qualche proposta concreta è il
coordinamento comunale del Pd. Scrivono i dirigenti: "Gli sgravi fiscali
non bastano, la crisi è strutturale e il governo deve riaprire le demolizioni e
permettere la conversione del naviglio". La situazione di giorno in giorno
si fa sempre più difficile, ed è per questo che si cercano soluzioni
alternative, anche a lungo periodo. Continua il documento del Pd: "Lo
sciopero proclamato nell'ultima settimana dai pescatori è sintomatico di un
malessere che trova le sue ragioni in una crisi del settore ormai non più
congiunturale, ma strutturale. Il caro gasolio ha reso intollerabile una
professione che, a livello locale, aveva il fiato corto già da anni". E
ancora: "La categoria aveva già fatto i conti con le difficoltà nel
reclutamento degli equipaggi e la carenza di attrezzature di servizio, essendo
la portualità prevalente ormai convertita alla nautica da diporto; la
sparizione dei mercati comunali. Le imprese di pesca si
sono poi scontrate con una burocrazia dilagante per sopportare la quale non erano strutturate, né
hanno trovato conforto adeguato nelle associazioni di settore". Insiste il
Pd castiglionese: "La crescita della pescicoltura, la concorrenza dei
paesi del nord europeo e dei mercati asiatici e americani hanno dato il colpo
di grazia". Chiude il Pd: "Il Governo deve avere il coraggio
di prendere atto di una crisi che né gli sgravi contributivi, né quelli
fiscali, potranno risolvere in maniera definitiva. Vanno senz'altro concessi
con immediatezza gli sgravi fiscali sul gasolio". Enrico Giovannelli.
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Forniture e servizi Meno costi e burocrazia
sugli appalti IL REGOLAMENTO Trasparenza ed efficacia amministrativa, questi i
principi ai quali l'amministrazione comunale ritiene di essersi ispirata con
l'adozione del nuovo regolamento sulle forniture e i servizi. Un atto che serve
a "snellire e sburocratizzare gli interventi dell'amministrazione comunale
- afferma l'assessore Giulia Bevilacqua - nel quadro di un
amministrare moderno capace di dare risposte ai cittadini nel rispetto dei
principi comunitari, nonché di legalità e di responsabilizzazione dei
dirigenti". Il documento è diviso in tre sezioni e consta di 43 articoli.
Uno strumento utile per la semplificazione delle procedure per l'acquisizione
di servizi, la fornitura di beni e l'esecuzione di lavori a condizione che si
tratti di importi di entità medio bassa (soglie comunitarie). "Dal punto
di vista del metodo - sottolinea la Bevilacqua - si è anzitutto unificato in un
unico testo in forma sistematica la normativa che prima era contenuta in due
distinti regolamenti comunali. In tal modo si è voluto dare certezza a chi
opera e chi contrae con l'amministrazione. Inoltre sempre nel metodo si è
preferito dividere il testo unico in tre parti: poche disposizioni comuni di
tipo generale; una seconda parte contenente tutte le procedure semplificate per
servizi e forniture di beni per importi al di sotto di 206 mila euro; una terza
parte contenente tutte le procedure semplificate per l'esecuzione di lavori per
importi al di sotto di 200 mila euro". Inserita anche una norma
regolamentare per snellire la procedura per la stipula dei contratti. Infatti
per quelli d'importo da 40 mila a meno di 200 mila euro per i lavori e da 20
mila a meno di 206 mila per servizi e forniture è possibile la scrittura
privata con firma autenticata da parte del segretario. Per quelli d'importo
inferiore ad 40 mila (lavori) o 20 mila euro (servizi e forniture) si ammette
la forma della scrittura privata semplice non autenticata. "Con questa
scelta discrezionale - spiega l'assessore - l'amministrazione non riscuoterà
più i diritti di segreteria per i contratti d'importo inferiore a 40 mila o 20
mila euro. Per di più, sempre nell'ottica dello snellimento, è previsto che per
questi contratti sarà possibile utilizzare la sottoscrizione delle parti anche
in forma disgiunta degli atti di aggiudicazione, oppure la lettera commerciale
o di buono di somministrazione con i quali si dispone l'ordinazione delle
provviste, dei servizi, dei lavori, esattamente com'è nell'uso
commerciale".
( da "Tirreno, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Bianchi in pellegrinaggio insieme ai presuli toscani
Cinque giorni di viaggio in Terra santa per il vescovo PISTOIA. Dall'altro ieri
il vecovo di Pistoia è in Terra Santa, come vicepresidente della Conferenza
episcopale toscana, con gli altri vescovi della regione ecclesiastica. Partito
domenica nel tardo pomeriggio, monsignor Mansueto Bianchi farà rientro venerdì
prossimo. Nel corso di quello che rappresenta un pellegrinaggio dei presuli
toscani nelle terre di Gesù - una sessione "itinerante" del
"parlamentino" dei vescovi toscani - con tappe a Nazaret e Betlemme,
ci sarà soprattutto spazio per preghiera e riflessione. Non mancheranno
incontri con soggetti significativi che operano in una terra davvero al centro
dei destini del mondo intero. In Toscana sono presenti diciotto diocesi,
ritagliate su confini antichissimi. Quella di Pistoia, come noto, non comprende
la Valdinievole ma si estende anche su territori che, da un
punto di vista di burocrazia civile, appartengono alle province di Prato e di Firenze). Per
circa tre milioni e 600 mila abitanti esistono, in tutta la regione, quasi
duemilacinquecento parrocchie, circa tremila sacerdoti e
duecentocinquantacinque diaconi. Il presidente della Conferenza episcopale
toscana dovrà presto essere rieletto: l'attuale presidente, il cardinale
di Firenze Ennio Antonelli, presto darà l'addio alla città e alla Toscana
perché nominato, dal papa, alla guida di uno dei dicasteri più importanti del
Vaticano: quello che si occupa di famiglia.
( da "Repubblica, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cronaca Per i presidi conta più la ricerca della
didattica Una visione opposta a quella degli studenti Sui podi le grandi città
sono rare Tra i megatenei e i politecnici brilla Torino Quattro standard
utilizzati nella valutazione: web, servizi, strutture, borse di studio Torino
che si gode il primato tra i mega atenei e tra i politecnici. Padova che piazza
ben tre facoltà al top. E poi le oasi Siena e Camerino. E il Sud in ritardo che
si salva solo con Salerno e Cosenza. Ecco la radiografia degli istituti
italiani, dove a vincere sono soprattutto quelli di provincia che battono le
metropoli I prezzi più contenuti, il traffico più leggero, i rapporti umani:
questi i fattori di scelta (SEGUE DALLA COPERTINA) AURELIO MAGISTA aurelio
magistà Il metodo, naturalmente, è statistico. Si scelgono alcuni indicatori di
qualità, e su questi parametri, opportunamente pesati, si elaborano dei giudizi
e dei voti. A essere esaminate sono tutte le università pubbliche e le
principali università private. A prendere il voto sono gli atenei, divisi in
gruppi che tengono conto delle diverse dimensioni, e le facoltà. Ogni anno la
Grande Guida Università suscita reazioni e polemiche. E ogni anno si cerca di
perfezionare il sistema di valutazione, introducendo tutti i correttivi per
ridurre ulteriormente il margine d'errore. A complicare la faccenda c'è il
susseguirsi di riforme dell'università, un mondo in continuo cambiamento, anche
se non in continuo miglioramento. Quali sono i dati più interessanti che
emergono dalle pagelle di Repubblica-Censis? Intanto, si disegna una precisa
geografia dell'eccellenza universitaria, che purtroppo registra la grande
assenza del sud. Si segnala quindi il primo posto in classifica, nella
categoria medi atenei, di Arcavacata di Rende, in provincia di Cosenza, con un
voto medio di 93, ottenuto anche grazie al voto massimo, 110, alla voce
"servizi", una delle quattro che, insieme a strutture, borse di
studio e web, va a comporre le categorie principali (ma non le uniche) valutate
per stilare la pagella. Brilla il primo posto di Torino, sia nella categoria
mega atenei (con più di 40 mila iscritti) che nei Politecnici. Ma le
classifiche più interessanti sono quelle delle facoltà. Premesso che le
categorie con meno di cinque facoltà in tutta Italia, per esempio Design o Scienze
della comunicazione, non vengono giudicate per scarsità di dati da confrontare,
il risultato è particolarmente interessante perché fa globalmente emergere la
qualità della provincia italiana. Sui podi, le prime tre posizioni di ogni
categoria, le grandi città sono rare: Roma Tre al terzo posto di Architettura,
Roma Tor Vergata allo stesso posto di Economia, Roma Sapienza terza a Scienze
statistiche, Torino prima a Veterinaria e seconda a Psicologia, Milano presente
solo con la facoltà della Bicocca primo a Sociologia e come già detto primo
assoluto in termini di votazione. Per il resto, è tutto un trionfo di Padova,
Pavia, Trieste, Trento, Bologna, Ferrara, Perugia, Siena. La qualità della vita
più alta, ovvero prezzi più contenuti, traffico più leggero, distanze ridotte,
rapporti umani più cordiali, si coniuga spesso con un ottimo standard medio
negli indicatori esaminati: produttività, didattica, rapporti esteri e ricerca.
Indicatori che possono anche essere considerati separatamente: se uno studente,
al momento della scelta, ritiene la didattica più importante della ricerca,
potrà stabilire una nuova e personale classifica. Oltre le pagelle e l'offerta
formativa di tutte le facoltà, anche molto materiale utile per orientarsi e i
risultati di due inchieste realizzate ad hoc. Una, tra i presidi, mira ad
approfondire quali sono, secondo chi dirige le facoltà, i fattori chiave per il
miglioramento dell'università, e rileva che al primo posto è giudicato
essenziale migliorare la qualità dei servizi e delle strutture a supporto della
didattica. Qualità nell'offrire poi opportunità significative di scambi con
l'estero, quindi qualità nel fornire percorsi formativi che si concludano nei
tempi curriculari diminuendo ulteriormente il fenomeno, in verità in calo, dei
fuori corso. Qualità, infine, nella realizzazione di ricerche di rilevanza
scientifica e in collaborazione con università e centri di ricerca di altri
paesi. Servizi agli studenti, capitolo primo: per
districarsi nella giungla di casa, burocrazia, strutture e costi, un piccolo aiuto arriva dall'Adinsu:
l'associazione nazionale degli organismi per il diritto allo studio
universitario. Sul sito web (www.adinsu.it) si trovano i link alla maggior
parte delle agenzie o aziende regionali per il diritto allo studio.
Informazioni e modulistica per borse di studio, sconti per trasporti, servizio
mensa, pratiche, alloggio e in alcuni casi lavoro. In alcune regioni
(Lombardia, Calabria) è disponibile anche un centro medico. Alla Federico II di
Napoli c'è anche un centro di consultazione psicologica, la Statale di Milano
offre consulenza legale. La seconda ricerca sugli sbocchi per il lavoro: gli
uffici di orientamento di alcune università italiane scelte a campione hanno
rilevato i bisogni più sentiti dagli studenti. Al primo posto, con l'80 per
cento di ricorrenza, la questione sugli sbocchi professionali. Gli studenti
possono orientarsi con gli uffici di job placement di alcuni atenei. I dati
tuttavia non sono consolatori: la laurea, una laurea qualsiasi, da sola non
garantisce né una rapida occupazione, né retribuzioni più alte rispetto a chi
non la possiede. Un anno dopo aver ottenuto la laurea di primo livello, solo 39
studenti su cento hanno un lavoro stabile. Ma le chances cambiano molto in
relazione all'università frequentata e al tipo di laurea: le maggiori
possibilità occupazionali, finora, le hanno avute ingegneri e architetti. Un
fatto vero per il passato che non costituisce affatto una garanzia per il
futuro.
( da "Giorno, Il
(Legnano)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PRIMO PIANO pag. 3 di SILVIA VIGNATI ? LEGNANO ?
"AI MIEI ATLETI più prepa... di SILVIA VIGNATI ? LEGNANO ? "AI MIEI
ATLETI più preparati dico: quando ci si trova a competere bisogna avere una
grandissima voglia di vincere e una relativissima paura di perdere. Con una
grandissima voglia di vincere dimentichi ansie e paure. Se invece pensi alla
sconfitta, il pensiero si concentra sui tuoi limiti. Credo che nella scuola si
abbia più paura di perdere e si pensi meno alla possibilità di vincere".
Giovanni Catizone (nella foto), classe 1961, insegna educazione fisica
all'Ipsia Bernocchi. Sotto la tuta batte un cuore da psicologo. Catizone fiuta
i suoi allievi e guarda al sistema scolastico senza orpelli. A CONCLUSIONE
dell'anno scolastico e all'approssimarsi dell'esame di stato, il docente
rimarca: "Una buona parte della scuola ha più paura di perdere che di
vincere. È più attenta al cavillo burocratico, alla virgola sbagliata, allo
spauracchio del ricorso" "Credo invece che la centralità del processo
educativo sia lo studente, non "la relazione sullo studente" -
afferma Catizone -. Oggi le migliori energie della scuola se ne vanno nella
compilazione del verbale, della griglia valutativa, e non vengono riversate in
pieno sull'allievo. Tra non molto inizieranno gli esami di stato. Pensiamo che l'esame impegna la scuola al 90% in burocrazia e carte, il 10% è dedicato
allo studente". Sulle griglie di valutazione, l'insegnano dell'Ipsia si
dimosta scettico: "Potrebbero essere uniformate in maniera più razionale:
si eviterebbe un dispendio di tempo nella loro compilazione, soggetta a mille
interpretazioni". POI LA BACCHETTATA: "Durante gli esami di
stato, i membri esterni non dovrebbero mai dimenticarsi che la loro valutazione
deve essere rivolta agli studenti. Non ai docenti interni, che si ritrovano
invece da loro "processati"". Il professore fa capire quindi che
bisogna smettere di considerare il professionale scuola di serie B. "Qui
dall'inizio dell'anno fino alla fine si viene messi in discussione ogni giorno.
Rispetto i colleghi che mettono in crisi il loro equilibrio, che sanno andare
oltre i loro compiti" commenta. Perché lui non è tipo che, centrati due
canestri, rispedisce i ragazzi nelle classi. E non intende fare l'amico degli
studenti, convinto anzi del contrario: gli insegnanti formano, gli studenti
cerchino gli amici altrove. Ama trarre dalla pratica sportiva riflessioni per i
suoi giovani. Giovanni Catizone è preparatore atletico della Salus et Virtus
Turate. Due domeniche fa si è giocata la seconda partita dei playoff di serie
D, a Trezzo d'Adda. Turate contro la Tritium. Un ottimo esempio che può essere
utilizzato anche come lezione nei confronti degli studenti. "Arriviamo al
90° e stavamo vincendo 2 a 1. Per un'ora e mezza avevamo dominato la partita.
Poi si va ai templi supplementari. Ma negli ultimi 40 secondi la sorte cambia.
Tutto viene rivisto, dettagli e sfumature diventano invalidanti. Buttiamo via
un anno di preparazione" spiega agli allievi. "DOBBIAMO ESSERE PRONTI
alla sconfitta, è un momento di crescita. I ragazzi fino a 30 anni fanno di
tutto per distruggersi la vita, la mente e il corpo. Fumo, alcol, droga, in
motorino in due senza casco, al volante tirando al massimo - prosegue il
docente -. A loro dico: quei 40 secondi possono diventare una tragedia. Non
possiamo distrarci". Secondo Catizone, lo sport è "un concentrato di
vita nel breve". "La scuola deve riservare le stesse emozioni forti,
senza spianare troppo la strada ai giovani. Altro che simulazioni d'esame:
davanti alla commissione si va con la voce rotta, carichi di emozioni, non
indifferenti. Perché la finale dei cinque anni scolastici non ha appello. Come
i quaranta secondi dei playoff".
( da "Giorno, Il
(Legnano)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PRIMO PIANO pag. 2 CONFRONTO "Rispetto i colleghi
che sanno andare oltre il loro ruolo istituzionale" di SILVIA VIGNATI ?
LEGNANO ? "AI MIEI ATLETI più preparati dico: quando ci si trova a
competere bisogna avere una grandissima voglia di vincere e una relativissima
paura di perdere. Con una grandissima voglia di vincere dimentichi ansie e
paure. Se invece pensi alla sconfitta, il pensiero si concentra sui tuoi
limiti. Credo che nella scuola si abbia più paura di perdere e si pensi meno
alla possibilità di vincere". Giovanni Catizone (nella foto), classe 1961,
insegna educazione fisica all'Ipsia Bernocchi. Sotto la tuta batte un cuore da
psicologo. Catizone fiuta i suoi allievi e guarda al sistema scolastico senza
orpelli. A CONCLUSIONE dell'anno scolastico e all'approssimarsi dell'esame di
stato, il docente rimarca: "Una buona parte della scuola ha più paura di
perdere che di vincere. È più attenta al cavillo burocratico, alla virgola
sbagliata, allo spauracchio del ricorso" "Credo invece che la
centralità del processo educativo sia lo studente, non "la relazione sullo
studente" - afferma Catizone -. Oggi le migliori energie della scuola se
ne vanno nella compilazione del verbale, della griglia valutativa, e non
vengono riversate in pieno sull'allievo. Tra non molto inizieranno gli esami di
stato. Pensiamo che l'esame impegna la scuola al 90% in burocrazia e carte, il 10% è dedicato
allo studente". Sulle griglie di valutazione, l'insegnano dell'Ipsia si
dimosta scettico: "Potrebbero essere uniformate in maniera più razionale: si
eviterebbe un dispendio di tempo nella loro compilazione, soggetta a mille
interpretazioni". POI LA BACCHETTATA: "Durante gli esami di
stato, i membri esterni non dovrebbero mai dimenticarsi che la loro valutazione
deve essere rivolta agli studenti. Non ai docenti interni, che si ritrovano
invece da loro "processati"". Il professore fa capire quindi che
bisogna smettere di considerare il professionale scuola di serie B. "Qui
dall'inizio dell'anno fino alla fine si viene messi in discussione ogni giorno.
Rispetto i colleghi che mettono in crisi il loro equilibrio, che sanno andare
oltre i loro compiti" commenta. Perché lui non è tipo che, centrati due
canestri, rispedisce i ragazzi nelle classi. E non intende fare l'amico degli
studenti, convinto anzi del contrario: gli insegnanti formano, gli studenti
cerchino gli amici altrove. Ama trarre dalla pratica sportiva riflessioni per i
suoi giovani. Giovanni Catizone è preparatore atletico della Salus et Virtus
Turate. Due domeniche fa si è giocata la seconda partita dei playoff di serie
D, a Trezzo d'Adda. Turate contro la Tritium. Un ottimo esempio che può essere
utilizzato anche come lezione nei confronti degli studenti. "Arriviamo al
90° e stavamo vincendo 2 a 1. Per un'ora e mezza avevamo dominato la partita.
Poi si va ai templi supplementari. Ma negli ultimi 40 secondi la sorte cambia.
Tutto viene rivisto, dettagli e sfumature diventano invalidanti. Buttiamo via
un anno di preparazione" spiega agli allievi. "DOBBIAMO ESSERE PRONTI
alla sconfitta, è un momento di crescita. I ragazzi fino a 30 anni fanno di
tutto per distruggersi la vita, la mente e il corpo. Fumo, alcol, droga, in
motorino in due senza casco, al volante tirando al massimo - prosegue il
docente -. A loro dico: quei 40 secondi possono diventare una tragedia. Non
possiamo distrarci". Secondo Catizone, lo sport è "un concentrato di
vita nel breve". "La scuola deve riservare le stesse emozioni forti,
senza spianare troppo la strada ai giovani. Altro che simulazioni d'esame: davanti
alla commissione si va con la voce rotta, carichi di emozioni, non
indifferenti. Perché la finale dei cinque anni scolastici non ha appello. Come
i quaranta secondi dei playoff".
( da "Nazione, La
(Lucca)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MASSAROSA pag. 16 Senza titolo Il
NUOVO ASILO DI VALLECCHIA BLOCCATO DALLA BUROCRAZIA "I LAVORI di
realizzazione del nuovo asilo nido di Vallecchia non sono partiti per il
ritardo di un documento: sembra assurdo, ma è così". Allarga le braccia
l'assessore ai lavori pubblici Alfredo Benedetti di fronte alle lamentele dei
genitori dei bimbi destinati al nido di Vallecchia. Questione che aveva
sollevato anche le critiche del centrosinistra. "A volte ? spiega ? basta
un inghippo burocratico per far slittare di mesi un intervento. Il comune in
cui risiede la ditta vincitrice dell'appalto, in Campania, ha impiegato mesi
per rilasciarci la documentazione". Sic.
( da "Giornale di
Vicenza, Il" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PARTITO DEMOCRATICO. Convocati nella città berica i 23
parlamentari eletti nel Veneto Calearo da coordinatore rilancia la sfida del Pd
di Antonio Trentin Ripartirà da Vicenza il tentativo del Partito democratico di
allargare gli spazi del centrosinistra riformista in una regione che è
inesorabile amica, elettoralmente misurando, del Popolo della libertà e della
Lega Nord. E ci sarà un vicentino a capo della squadra dei ventitrè onorevoli
del Veneto che in Parlamento fanno opposizione al Berlusconi IV: è Massimo
Calearo che i colleghi deputati e senatori hanno votato qualche giorno fa come
coordinatore. Tra venti giorni, nell'ultimo lunedì del mese, gli eletti di metà
aprile saranno con Achille Variati - sindaco del "miracolo" in Comune
- per il loro primo incontro plenario: "A Vicenza - spiega Calearo -
perché qui la vittoria elettorale è stata un segnale importante". Sarà la
prima tappa di un tour che mese per mese li porterà nelle sette province del
Veneto, a rappresentare anche fisicamente il ruolo di "antenne" degli
enti locali che vogliono avere. "Principale obiettivo di questo
coordinamento dei parlamentari del Pd è rappresentare il territorio - ha
spiegato ieri, in una conferenza stampa con Calearo, il senatore Paolo
Giaretta, segretario regionale - perché rappresentando gli interessi del Veneto
facciamo un servizio a tutto il Paese". Rappresentanza dei veneti
dall'opposizione: come? "Abbiamo già mostrato in queste settimane che la
nostra non sarà un'opposizione pregiudiziale, ma innovativa. Vorremmo dire più
del "sì" che del "no": dipenderà dall'atteggiamento del
governo. Ma i "no", quando servirà, ci saranno, accompagnati da
motivazioni e da proposte alternative". Tre sono i temi di cui vogliono
soprattutto occuparsi i parlamentari veneti del Pd (tra essi la vicentina
Daniela Sbrollini, al lavoro nella commissione Affari
sociali della Camera): la lotta alla burocrazia inutile, con l'avvio di un osservatorio regionale sulla
pressione burocratica "che non dipende solo dallo Stato - ha commentato
Giaretta - ma anche dalle procedure della Regione nel rapporto con i
Comuni"; la lotta alla "cattiva spesa pubblica"; e la
promozione di leggi "che premino il merito e l'equità sociale, perché è
importante lo sviluppo ma senza dimenticare le persone". Ma qual è il
giudizio sui primi due mesi di governo del centrodestra? La risposta di
Giaretta è onesta sul tris ministeriale veneto Sacconi-Brunetta-Zaia ("una
cosa positiva, personalmente li ritengo validi") e poi tocca il nervo due
volte scoperto dell'Ici: un successo d'immagine per Berlusconi & C. e una
preoccupazione per le Amministrazioni comunali, molte a guida Pd anche in
Veneto. "Abolire l'Ici sulla prima casa, lasciando i Comuni
nell'incertezza sui soldi per compensarla, è un modo di andare contro il
federalismo fiscale - ha dichiarato il senatore-segretario - perché si toglie
ai Comuni una competenza diretta. E in attesa dei trasferimenti finanziari, il
provvedimento taglia comunque 400 milioni di euro ai Comuni per le politiche
sociali e dei trasporti". L'alternativa? "Era meglio mantenere
l'esenzione già prevista dal governo Prodi per le famiglie a basso reddito e
spostare il beneficio Ici per le altre nell'Irpef, rendendo l'Ici
deducibile". Altri ingredienti, stessa pietanza... "No, perché con la
deducibilità dell'Ici si otteneva un vantaggio diretto per i cittadini, senza
intaccare quel po' di federalismo fiscale che responsabilizza i Comuni". E
l'altro tema caldo che colpisce l'attenzione dei cittadini e detta le mosse ai
partiti, la sicurezza? "Nove punti su dodici del decreto Maroni riprendono
il decreto-sicurezza di Prodi: non possiamo che essere d'accordo su quelle
norme. Ma c'è molta propaganda... - ha osservato ancora Giaretta -. Sul reato
di immigrazione clandestina non sappiamo ancora cosa deciderà il governo. Di
certo non si può pensare di ottenere risultati intasando carceri e tribunali. E
poi sicurezza non è solo combattere la microcriminalità, ma anche debellare la
grande malavita economica. Impedire ai magistrati le intercettazioni, come
vuole Berlusconi, significa lasciare campo libero ai comportamenti criminali
senza possibilità di intervenire".[\FIRMA].
( da "Unita, L'" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Stai consultando l'edizione del L'Europa e la paura
dell'altro Walter Veltroni Segue dalla Prima S uccede così che anche lo
sviluppo tecnologico più che come possibilità venga visto come una minaccia, e
che le scoperte scientifiche o i cambiamenti del costume sociale siano vissuti
con timore, come una messa a repentaglio di identità e di stili di vita
consolidati. Di fronte a molti di questi fenomeni la reazione più facile, e
quindi meno "politica", è la chiusura. È il caso dei primi movimenti
"no global", che pure hanno avuto il merito di far luce su alcune
distorsioni. È il caso, oggi, di alcuni partiti conservatori che hanno scoperto
una sorta di vento no global di destra e lo cavalcano facendo leva sulle paure
e invocando grossolane formule protezionistiche o tentativi di isolamento
anacronistici e dannosi. L'economista Alan Krueger ha sottolineato che negli
Stati Uniti "la paura della globalizzazione e dell'immigrazione sono ormai
a un livello preoccupante", ben più che in Europa. Ma i segnali di grave
preoccupazione non mancano anche da noi: gli slogan sulla sicurezza, con
qualche venatura xenofoba, fanno facile presa sull'opinione pubblica. E quando
qualcosa non funziona a casa nostra - che si tratti di economia, di rapporti
sociali o di imprese - la tentazione è sempre quella di gettare le colpe
sull'"altro". È così che fanno le culture e le forze della destra.
Alla fondamentale domanda di sicurezza che attraversa il nostro continente, le
nostre comunità, la destra risponde con l'egoismo sociale, con la chiusura
particolaristica, con l'allarme e l'esortazione a innalzare muri contro tutto
ciò che non si conosce, che potrebbe comportare un pericolo e che per questo
deve restare estraneo. È una risposta sbagliata e dannosa, che rischia di
creare un vuoto gigantesco. Un vuoto che un giorno, se non venisse colmato,
finirebbe per inghiottire tutto. Ma è una risposta. E chi appartiene al grande
campo del centrosinistra non può sottovalutarla, perché comunque dietro di essa
c'è un apparato di idee e di valori che si possono non condividere, ma che sono
evidentemente in grado di attrarre consensi. Prova ne sono i risultati
elettorali di questi ultimi anni e l'attuale quadro politico europeo: la
perdita di peso della sinistra nei governi europei è un fatto evidente e
preoccupante che richiede una seria riflessione comune. Se vogliamo parlare
della globalizzazione, di come la politica può avere un ruolo nel governo dei
suoi processi, è da qui, allora, che si deve partire. Dal malessere profondo
che attraversa le nostre società, che rischiano di ritrovarsi sempre più chiuse
in se stesse, sempre più aride ed egoiste. Dalla "paura dell'altro"
che sta segnando le relazioni sociali e che rischia di disgregarle. Dai
problemi estremamente concreti che incidono, e incideranno sempre più, sulle
sorti di ogni nazione e sulla vita di milioni e milioni di cittadini europei.
Cittadini che già penalizzati dal fatto che i loro salari e i loro stipendi
sono da tempo fermi, ora devono far fronte all'aumento dei prezzi dei prodotti
energetici e di quelli alimentari. Cittadini che con il tenore di vita che
diminuisce si sentono più poveri, più insicuri, precari. Anche se hanno un
lavoro. E ancor più, evidentemente, se sono costretti ad avanti con contratti
di pochi mesi e a vivere il futuro come una continua scadenza, come una
costante incertezza. Questa è la realtà dominante del nostro tempo. Una volta
Nelson Mandela mi disse: "Essere contro la globalizzazione è come essere
contro le stagioni: è inutile". La globalizzazione c'è. Se lasciamo da
parte le ideologie e le demonizzazioni, ci accorgiamo che la globalizzazione
può portare anche opportunità di crescita e di sviluppo per i Paesi più poveri.
Ma è innegabile che il mondo stia conoscendo una lunga stagione di ingiustizia
sociale, di povertà e di disuguaglianze e la globalizzazione non governata
accentua drammaticamente i divari. Negli ultimi quindici anni è accaduto
questo, e il gomitolo dell'umanità si è avviluppato in maniera caotica:
spostamento di ricchezza dal capitale al lavoro e più recentemente da Paesi
produttori a Paesi consumatori, mutamenti climatici e minacce crescenti
all'ambiente, uso distorto di risorse primarie e dissipazione di fonti
energetiche, grandi spostamenti migratori non efficacemente controllati,
squilibri tanto inaccettabili quanto pericolosi tra Nord e Sud del mondo,
guerre "preventive" e conflitti dimenticati, un terrorismo
internazionale che ha fatto irruzione nelle nostre vite come una minaccia costante
e terribilmente concreta. E per noi, per la nostra Europa, in questo stesso
quindicennio abbiamo assistito a una crescita tanto vigorosa quanto disordinata
delle funzioni delegate all'Unione, con una parallela complessa trasformazione
istituzionale: politiche regionali e sociali, politica monetaria, politica
dell'immigrazione e da ultimo politica estera e sicurezza e cooperazione
giudiziaria hanno conquistato un loro spazio nell'agenda, mentre ben quattro
sono stati i nuovi Trattati o le modifiche a quelli esistenti che si sono
susseguiti in poco più di dieci anni, dall'Atto Unico a Maastricht, da
Amsterdam a Nizza. Il tentativo di mettere ordine al quadro istituzionale
europeo, in concomitanza con l'allargamento a 25, ha originato una crisi di
stallo dalla quale stiamo uscendo adesso. Uno stallo che in realtà è più grave
dal punto di vista politico che da quello istituzionale o economico, ma il
primo condiziona inevitabilmente gli altri due, con una complessiva minor
capacità di trasmettere decisioni e idee per il futuro. Così, però, l'Europa
rischia di apparire sempre più grande ma sempre più debole. (...) Il mondo
guarda a noi, parla di noi come europei. Noi invece continuiamo troppo a
parlare di noi come un insieme di Stati nazionali. Eppure, se proiettassimo gli
attuali tassi di crescita per i prossimi quarant'anni, non ci sarebbe al G7
nessun Paese europeo da solo come partecipante. Anche i Paesi dell'Eurogruppo,
destinato ad allargarsi fra breve, mettono in pratica con la stessa moneta
dodici diverse politiche economiche senza un decente raccordo fra loro. Eppure
il vero punto politico è che le differenze esistenti in Europa - ad esempio
quella fra paesi del Nord con alta tecnologia, welfare forte, bassa
immigrazione e bassa densità demografica e quelli del Sud con economia matura,
alta immigrazione, alta densità e welfare meno forte - non sono comunque
maggiori delle differenze fra l'economia della California e quella del Vermont,
fra New York e l'Arizona, o fra le diverse regioni che compongono l'India o la
Cina. (...) Il cantiere europeo, nonostante gli aggiustamenti e le varianti in
corso d'opera, è oggi l'unico cantiere di sovranazionalità democratica aperto
nel mondo. Questo cantiere dovrà condurre alla individuazione di nuove
missioni, alla costruzione di regole ad esse adeguate, al radicamento di
procedure di legittimazione democratica che permettano un esercizio della
sovranità dimensionata effettivamente ai problemi. Negli ultimi anni, dopo lo
sforzo dell'integrazione monetaria, è tornato a soffiare in Europa il vento
dell'euroscetticismo, che imputa all'Euro la bassa crescita, all'Europa gli
accresciuti flussi migratori e la mancanza di sicurezza, alla
burocrazia europea la
scarsa competitività dei nostri sistemi produttivi. Occorre riaccendere una
passione europea. Stiamo vivendo tempi critici da cui può scaturire un coraggio
nuovo. La speranza è che la crisi internazionale porti l'Europa a una
temperatura di fusione che permetta il salto in avanti, verso una vera
unità. Allargando gli orizzonti, "l'altro" oggi evoca religioni e
culture diverse, la guerra ha il volto del terrorismo e delle minacce ai
confini dell'Unione, la fame ha il volto della sfida lanciata dalla
globalizzazione alle nostre economie e dei disperati che fuggono dalla povertà
e bussano alle nostre porte. (...) L'Europa che guarda al mondo deve guardare
con maggiore attenzione alla sponda sud, al Mar Mediterraneo, piccolo e
condiviso, crocevia di nuove rotte commerciali e di imponenti e strutturali
flussi migratori. L'altra sponda del Mediterraneo è l'Africa, che nel 1950
aveva 200 milioni di abitanti, nel 2000 ne aveva 750 milioni e nel 2050 ne avrà
quasi due miliardi. Un'Africa che era la metà dell'Europa cinquant'anni fa e
che sarà il triplo dell'Europa fra due generazioni. Oggi nel mondo le persone
che soffrono la fame sono 862 milioni, un numero superiore alla popolazione
europea. E comunque in Europa ci sono 74 milioni di cittadini che vivono al di
sotto della soglia di povertà. Ma gli affamati sono soprattutto nel Sud del
pianeta, mentre nell'emisfero fortunato un miliardo di esseri umani è in
sovrappeso; 300 milioni sono obesi. Dal vertice della Fao, la settimana scorsa
a Roma, è venuta la conferma che uno dei principali obiettivi del millennio -
sconfiggere la fame nel mondo - continua ad allontanarsi, mentre servirebbero
30 miliardi di dollari l'anno e meno particolarismi. In sintesi, viviamo il
tempo in cui, come diceva l'editorialista del New York Times Thomas Friedman,
"the world is flat", il mondo è piatto, poiché sono caduti tutti gli
ostacoli fisici e tecnici alla possibilità dell'uomo di essere ovunque e di
produrre ovunque. Ma viviamo anche il tempo definito da un altro americano, il
premio Nobel Joseph Stiglitz, come un tempo di "governance without government".
La lacuna va colmata, non con l'imposizione di una leadership ma con
l'assunzione di nuove e forti responsabilità. L'Europa, l'Occidente, e per
quanto ci riguarda le forze che appartengono al vasto campo del centrosinistra,
riscoprano la propria missione, con riferimento ad almeno quattro questioni: il
contrasto al terrorismo e l'espansione dei diritti umani; la lotta ai fattori
di disuguaglianza globale sanciti dalle Nazioni Unite nella campagna sui
Millennium Development Goals; la consapevolezza di una battaglia, se non altro
a nome del resto del pianeta, sui temi dell'emergenza climatica; un nuovo
sistema di welfare che riconosca la nuova realtà globale e sia la migliore
alternativa alle invocazioni di chiusure protezionistiche, che risponda in modo
positivo alla domanda di tutela sociale e di opportunità che sale dai cittadini
europei, che garantisca formazione a chi perde il posto e sostenga la
transizione da un lavoro all'altro. "Uniti nelle diversità". È il
motto che riassume il cammino dell'integrazione europea. In questo gioco di
parole può stare anche il modello europeo per governare la globalizzazione e
distribuirne più equamente i benefici: uniamo gli sforzi, puntiamo sulla
ricchezza delle diversità per combattere le disparità e promuovere l'uguaglianza
e la libertà degli esseri umani in dignità e diritti. Il testo è tratto
dall'intervento tenuto ieri da Veltroni a Berlino durante il convegno
"L'Europa sociale: il futuro della democrazia sociale europea".
( da "Resto del Carlino,
Il (Ferrara)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LETTERE E OPINIONI pag. 12 "Invalida e senza
lavoro: chi mi aiuta?" "Sono sola e bloccata in
casa: ecco la mia battaglia contro la burocrazia" Caro Carlino, sono invalida civile dal 1981 per epilessia
parziale che non superava i 2/3 della invalidità. Iscritta al collocamento
obbligatorio, non ho mai ricevuto una proposta di lavoro. Il lavoro me lo sono
sempre trovato da sola. Ho subito sei operazioni alle braccia e quattro
operazioni alla schiena. L'ultimo intervento per artordesi è stato eseguito in
maggio 2008. Nel 2006 ho avuto l'aggravamento della invalidità in cui mi è
stato riconosciuto il 60%. Già a quel tempo non ero più in grado di lavorare,
tranne qualche lavoretto in nero. Ho fatto la visita all'Inps e mi è stata
riconosciuta una invalidità del 100% per 2 anni, ma nell'ultimo quinquennio non
sono riuscita a lavorare in regola per le 156 settimane richieste (ne ho
lavorate in regola solo 86) per cui non ho diritto al pre-pensionamto. Il 26
maggio scorso ho chiesto un ulteriore aggravamento della invalidità e mi è
stato detto quanto segue: "Non è ancora possibile valutare il punteggio
per cui si rimanda la pratica di altri tre mesi". Sono disperata e non so
come fare. Non ho lavoro. Sono prigioniera al 3° piano di una palazzina senza
ascensore. Ho chiesto dal 2006 di essere trasferita al piano terra: a dicembre
2007 si è liberato un appartamento uguale a mio attuale ma non mi è stato
concesso il trasferimento, malgrado i molti certificati medici presentati. Non
riesco a scendere le scale e devo chiamare una ambulanza (a mie spese) per
recarmi in ospedale per le cure necessarie. Mi sono rivolta alle assistenti
sociali ma mi è stato risposto che non possono fare nulla perché sono finiti i
fondi. Ho chiesto all'assistente sociale una relazione da presentare all'Acer
(per ottenere almeno in trasferimento al piano terra) ma mi è stato detto che
l'Acer che deve basarsi sui certificati medici. Le mie condizioni di salute
sono pessime e non so più a chi rivolgermi. Non riesco a far fronte alle
bollette e alla spesa quotidiana. Ho una figlia di 20 anni che ha appena
cominciato a lavorare a tempo determinato per 600 euro al mese. Dovremmo
aspettarci qualcosa dallo Stato ma siamo abbandonati a noi stessi senza aiuto.
A chi ci si deve rivolgere? Donatella Franchi.
( da "Nazione, La
(Siena)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PROVINCIA/VALDICHIANA/AMIATA/VAL D'ORCIA pag. 13 DAL
2000 ad oggi ogni agricoltore ha visto diminuire il pro... DAL 2000 ad oggi
ogni agricoltore ha visto diminuire il proprio reddito del 18,2 per cento,
contro un aumento nello stesso periodo dei colleghi europei del 16,8 per cento.
Solo un dato, drammatico, emerso durante l'assemblea provinciale della Cia
Siena che si è tenuta ieri. L'agricoltura senese si riscopre più povera e le
vicende legate al vino, sempre più allarmanti giorno dopo giorno,
contribuiscono a rendere più nebuloso il futuro del settore. Le aziende agricole sono poi strangolate dalla burocrazia basti pensare che dedicano
100 giorni all'anno solo per risolvere le pratiche amministrative e
burocratiche anziché per lavorare nei campi. "Un momento molto difficile
per l'agricoltura senese ? ha sottolineato Roberto Bartolini, presidente della
Cia Siena ? e le vicende legate al mondo del vino non fanno che
aggravare la situazione. Problemi legati alla crisi dei comparti produttivi,
dalla zootecnia ai cereali; le difficoltà sul mercato, legate alla minore
possibilità di acquisto delle famiglie e annesso calo dei consumi, elevati
costi di produzione degli agricoltori, a cominciare dal gasolio, ma anche dei
sementi che hanno avuto aumenti considerevoli". POI C'E' la burocrazia che rallenta gli investimenti quando invece, con
l'attuazione del Piano di sviluppo rurale, ci sarebbe bisogno di più
semplificazione amministrativa. E' necessario poi intervenire sugli strumenti
locali di pianificazione e risolvere una volta per tutte il problema dei danni
provocati dagli ungulati. All'assemblea Cia è intervenuta anche l'Unione provinciale
agricoltori perché: "I problemi del settore sono comuni a tutti noi".
Non si poteva non parlare anche delle vicende legate ai vini senesi. Ha
auspicato rapidità nelle indagini l'onorevole senese Susanna Cenni: "I
produttori devono fare sentire la voce e prendere posizione. I disciplinari o
si rispettano o vuol dire che non vanno bene". I casi non più isolati
"fanno pensare che l'intera agricoltura senese e toscana ? ha aggiunto
Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana ? è sotto stretta osservazione.
Con le vicende vino ci stiamo giocando una bella parte di futuro, c'è bisogno
dell'impegno di tutti".
( da "Resto del Carlino,
Il (Ferrara)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
COPPARO E CODIGORO pag. 17 copparo Al traguardo il
cavalcavia di Berco IL NUOVO CAVALCAVIA di via Canapa, a Copparo, sarà aperto
al traffico veicolare a metà mese. Lo confermano (burocrazia permettendo) i titolari della
ditta che si aggiudicata l'appalto, vale a dire quella dei fratelli Freguglia
di Porto Viro, nel Polesine. Nei giorni scorsi, i geologi hanno completato i
lavori tecnici come il collaudo della soletta misto-cemento sopra la quale
verrà steso il manto finale di asfalto, e proprio tra oggi o al più
tardi domani è previsto previsto il cosiddetto collaudo statico con pesi
dell'intera struttura. Ricordiamo che il cavalcavia è classificato di prima
categoria, cioè idoneo al passaggio di mezzi pesanti e di trasporti
eccezionali. Ottenuto il collaudo si darà il via libera alla circolazione e si
comincerà a scavare sotto al cavalcavia con l'obiettivo di ottenere un'altezza
utile di cinque metri per creare due strade, una contigua a via Manin dove
nascerà la futura piattafoma dei servizi ed una ad uso privato per la Berco.
Marco Scarpini Nella foto lo stato dell'arte dei lavori al cavalcavia che
consentirà alla multinazionale Berco di razionalizzare la viabilità dei veicoli
pesanti da e per lo stabilimento Image: 20080610/foto/3142.jpg.
( da "Nazione, La
(Livorno)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LIVORNO pag. 1 TRE METRI cubi di materiale caduto in
strada e un quarto di tetto come imploso. E... TRE METRI cubi di materiale
caduto in strada e un quarto di tetto come imploso. Era nel suo letto l'anziana
che abita al numero dodici di via Borra, al terzo piano di un palazzo
ottocentesco. Nel silenzio della notte, tra domenica e lunedì, ha sentito
rumori sordi e cadere sul viso dei calcinacci. Ha cacciato un urlo, poi, appena
si è fatta mattina, è andata in Comune dove le hanno detto di rivolgersi ai
vigili del fuoco. Già, proprio gli stessi che a gennaio avevano dichiarato
inagibile il suo edificio. Tanti i problemi burocratci di questo stabile che
apparteneva ad una società poi fallita. Il proprietario pro tempore è diventato
il procuratore fallimentare che ha affidato l'incarico a un geometra. Giorni e giorni di burocrazia. Poi il 3 giugno si è arrivati ad avere chiara la situzione
della proprietà. Ma, troppo tardi. Quelle travi già sofferenti e indebolite
dalla pioggia di questi giorni si sono rotte. L'intera struttura era stata
bollata ad inizio anno come "inagibile" e l'anziana era stata fatta
trasferire in un albergo. La donna, però, dovendo sostenere
personalmente le spese del pernottamento aveva deciso, senza comunicarlo, di
rientrare in casa. Fino a ieri. Adesso lei, insieme ad una coppia di anziani, è
stata di nuovo sistemata in albergo. "Domani (oggi, ndr) ? spiega Gonnelli
della Protezione civile, ci sarà un incontro in Comune con l'amministratrice
del bene, i tecnici e i condomini per stabilire gli interventi. La zona è stata
transennata, ma non vogliamo che ci siano rischi per i cittadini. Sono tanti i
palazzi a Livorno del '700 e '800 che avrebbero bisogno di manutenzione".
Stavolta è andata bene, ma ci sono edifici a rischio? "Venezia è uno dei
quartieri storici, dove però, sono state portate a termine molte
riqualificazioni. L'anno passato abbiamo fatto 600 intimazioni: molte a Shangay
e Corea". Nel mirino anche via Grande, via dell'Indipendenza e Scali
Manzoni. Antonia Casini.
( da "Tribuna di
Treviso, La" del 10-06-2008)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)
Argomenti: Burocrazia
AGROALIMENTARE Franco Manzato: "L'Avepa non deve
essere un freno per le aziende" PADOVA. "Meno ostacoli burocratici e
una strategia comune per l'agroalimentare veneto": Franco Manzato, da
pochi giorni assessore all'agricoltura e vice presidente della Regione, alla
sua prima uscita ufficiale dopo la nomina di venerdì scorso, ha già messo in
agenda un incontro con le organizzazioni di categoria e con l'Avepa. L'agenzia
per i pagamenti in agricoltura, lo strumento operativo attraverso il quale la
Regione assegna i contributi alle aziende, è da tempo nell'occhio del ciclone
per i ritardi e le disfunzioni del servizio, denunciati più volte dalle
associazioni imprenditoriali. "Avepa è un'azienda nata da poco - afferma
Manzato - e c'è ancora qualche problema da risolvere. La struttura sconta
ancora qualche difficoltà che vogliamo superare al più presto
perché la burocrazia non
può essere un freno per le imprese agroalimentari venete". "Su questo
fronte intendiamo muoverci insieme alle organizzazioni di categoria che,
attraverso i loro centri di assistenza, i Caa, hanno il polso della
situazione". Novità in vista anche per la rete degli Ispettorati Agrari:
"Vanno riviste le funzioni e la rete del servizio sul territorio,
che dovrà essere più snello ed efficiente, se ne necessario verrà incorporato
ad altre strutture". Il successore di Zaia sottolinea il filo diretto con
Roma: "Il legame forte con il Governo e la presenza di parlamenti come
Callegari ci offrono la possibilità di creare una lobby territoriale a favore
dell'agricoltura veneta, un settore che ci vede ai primi posti a livello
nazionale. A Venezia, intanto, stiamo calibrando gli interventi del Piano di
Sviluppo Rurale che porterà finanziamenti alle imprese che seguiranno la strada
dell'innovazione e della competitività". A preoccupare è il continuo
aumento dei costi delle materie prime e del petrolio, che si riflette su
filiere già messe a dura prova, come la zootecnia e il florovivaismo.
"Stiamo pagando una grande speculazione internazionale - aggiunge Manzato
- nei confronti della quale sarà necessario intervenire a livello comunitario
per non mettere in ginocchio la nostra agricoltura". Infine mano tesa alle
associazioni di categoria: "Le direttive della Regione non devono cadere
dall'altro, ma essere il frutto del confronto all'interno del mondo agricolo.
Se vogliamo essere i primi dobbiamo rimuovere alcuni ostacoli". (Nicola
Stievano).
( da "Tribuna di
Treviso, La" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Previsti incontri periodici sul territorio: si comincia
il 30 giugno PADOVA. Massimo Calearo è il coordinatore permanente dei
parlamentari veneti del Pd. Obiettivo della nomina, avvenuta con un'elezione
plebiscitaria a Roma, è dare efficacia e forza all'opposizione dei 23
parlamentari veneti. Una scelta di apertura e cambiamento - come spiega
Giaretta: "Abbiamo scelto un uomo di economia, che veniva eletto per la
prima volta in parlamento come segnale di apertura alla società civile, nella
speranza che apra gli occhi a noi vecchi sulle novità della politica".
"Siamo un partito nuovo di nome e di fatto - sostiene l'imprenditore vicentino
- che ha deciso di lasciare davvero spazio alle risorse provenienti dalla
società civile. Ci incontreremo una volta al mese, in una provincia sempre
diversa, per stare a stretto contatto con il territorio, ascoltare gli
amministratori e i cittadini". Una segreteria a Roma coordinerà i lavori
dei parlamentari veneti: "Aspettate e vedrete" sfida Calearo. Primo
appuntamento lunedì 30 giugno, a Vicenza, ultimo capoluogo espugnato dal Pd in
Veneto. "Principale obiettivo è rappresentare il territorio - ha spiegato
il senatore Paolo Giaretta, segretario regionale - perché rappresentando gli
interessi del Veneto facciamo un servizio a tutto il Paese. La nostra, come
abbiamo già mostrato in questi primi mesi, non sarà un'opposizione
pregiudiziale, ma innovativa. Vorremmo dire più "sì" che
"no", ma i "no", quando servirà, ci saranno, pur sempre
accompagnati da motivazioni e da proposte alternative". Tre i temi su cui si concentrerà il lavoro di opposizione: la
lotta alla "burocrazia
inutile", con l'avvio di un osservatorio regionale sulla "pressione
burocratica", a partire dallo snellimento dei tempi d'attesa per
l'approvazione degli strumenti urbanistici; la lotta alla cattiva spesa
pubblica e la promozione di leggi che premino il merito e l'equità sociale.
Sebbene "sia ancora presto per dare un giudizio sull'operato del
governo" Giaretta, pur applaudendo la nomina di tre ministri veneti, non
si sottrae ad una valutazione sui primi provvedimenti dell'esecutivo:
"Vediamo avallate scelte che impoveriscono il territorio, andando in senso
contrario alla realizzazione del federalismo fiscale, come l'abolizione
dell'Ici non accompagnata da una compensazione certa, che sta creando problemi
gravissimi ai Comuni veneti - spiega - quel provvedimento taglia 400 milioni di
euro di risorse ai Comuni per le politiche sociali e dei trasporti. Sarebbe
stato meglio rendere l'Ici deducibile, perché così si otteneva un vantaggio per
i cittadini senza intaccare quel po' di federalismo fiscale che c'è". E se
il governo ombra solleciterà il federalismo con una propria proposta, il Pd a
livello locale intende sostenere la rivolta dei sindaci: "Il sistema di
trasferimento ai comuni non è più accettabile perché non c'è attinenza con il
territorio - prosegue il segretario del Pd - la strada di una maggiore
autonomia tracciata dai sindaci è dunque quella giusta, anche se il 20% di
Irpef non è sostenibile per i conti pubblici". Prioritario anche il tema
della sicurezza. "Siamo d'accordo su norme che servano ad assicurare la
sicurezza ai cittadini, anche perché per nove dodicesimi il decreto Maroni
riprende i contenuti del decreto Prodi - conclude il leader del Pd veneto - Ma
ci auguriamo che non prevalga la propaganda, mi riferisco al reato di
immigrazione clandestina, su cui non sappiamo ancora cosa deciderà il governo.
Di certo non si può pensare di ottenere risultati intasando carceri e
tribunali. Voglio ricordare però che sicurezza non è solo combattere la
microcriminalità, ma anche debellare la grande malavita economica. Impedire le
intercettazioni significa lasciarle campo libero, e dunque non fare nessun
servizio alla sicurezza dei cittadini". Infine, quanto al candidato del Pd
per la Regione Giaretta commenta: "Se ne parlerà l'anno prossimo, con le
primarie". (s.zan.).
( da "Tribuna di
Treviso, La" del 10-06-2008)
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IL CASO E' guerra sull'uva recantina Asolo prepara la
vigna, Castelcucco rivendica il primato Il viticoltore Forner "La nostra
qualità è iscritta al registro nazionale: è la migliore" ASOLO. Di chi è
la migliore uva Recantina? Appartiene al ceppo di Fonte, a quello di
Castelcucco o a quello di Asolo? A detta di Lino Forner che gestisce assieme al
figlio Matteo l'azienda vitivinicola e agrituristica "Colmello", a
Castelcucco, non vi è dubbio alcuno "La recantina denominata Forner - dice
- è stata iscritta al registro nazionale, ed è quindi ritenuta, dagli esperti
enologi, superiore rispetto alla recantina peccolo rosso e alla recantina
peccolo scuro". E sorride amaramente Forner quando nella vicina Asolo vede
una tenuta agricola di sedici ettari di terreno, completamente disboscata, per
fare spazio alla recantina autoctona. Accade infatti sulla "montagnoea San
Martin" - così denominata dagli asolani - che l'imprenditore proprietario
della tenuta, dopo oltre mezzo secolo di abbandono, ha inteso ridare lustro
all'intera zona, affidandosi a uno staff di esperti e cambiandone completamente
il volto. A questo punto sorge lecita e spontanea la domanda di Forner, che da
anni lotta con l'estenuante burocrazia, anche solo per portare un camion di terra su un terreno
scosceso e impervio della sua proprietà. Sorge ancora spontaneo il suo
interrogativo su un annoso progetto di sistemazione agraria, bloccato senza
nemmeno un sopralluogo. "Avviene un disboscamento - aggiunge - l'intero
assetto di una parte del colle San Martino cambia, e tutto ciò per
piantare una vigna di qualità inferiore rispetto alla mia". Intanto i
piccoli interventi e le migliorie necessarie alla sua azienda sono bloccate.
"Ma allora dov'è l'uguaglianza?", si domanda ancora. Il successo
della micro-vinificazione effettuata nel vitigno Forner, che produce recantina
da almeno quattro secoli, a quanto pare non è sufficiente per effettuare
piccole migliorie nel terreno di via Costeselle, a Castelcucco. E intanto ad
Asolo sono state messe a dimora cinquecento barbatelle di recantina, su pali di
legno e fili metallici a brunitura rapida, ovvero che non brillano al sole.
Tutto ciò per arrivare a produrre il vino nero che gli esperti definiscono
"intensamente colorato, dal profumo di frutti di bosco, ciliegia e frutta
matura". Un vino compatibile con l'ambiente che sarà circondato da alberi
da frutto e olivi secolari. (Angela Dussin).
( da "Corriere di
Bologna" del 10-06-2008)
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Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: VUOTA - data:
2008-06-10 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Fortitudo Presentato il nuovo
gm, contratto quadriennale. Sakota confermato Savic prepara il ritorno di
Basile "Se il BarÇa lo libera, viene da noi" C'è un'insolita pace nel
vedere il duo Sacrati-Savic, lo scenario nitido, senza frizzi e lazzi. Una
normale, professionale presentazione, senza badare troppo alla scia
d'entusiasmo che un ritorno del genere spesso si porta dietro. C'è qualcuno
della Fossa ad accogliere Zoran e a porgergli la sciarpa per le foto di rito,
ma c'è foga di futuro in quel quadriennale inchiostrato e l'auspicio di vederlo
ingiallire fra tanti successi. Lui, Zoran, è il primo gm dopo due anni di
avvizzimento della carica, mentre Sacrati è alla sua prima presentazione senza
patemi, con una palese fiducia nel serbo e non ultimo, il sollievo per la
delega dei lavori estivi a chi di dovere. "Torniamo dove siamo stati
qualche anno fa, senza promettere lo scudetto al primo giorno perché sarebbe da
pazzi, ma provando a conquistare l'Eurolega già dalla stagione successiva. Per
ora speriamo nella qualificazione in Uleb che per noi sarebbe già
importante". è la scaletta di Savic, che si poggia sulla
"presentazione" imminente di Sakota, e l'aggiro formale del dilemma
israeliano ("Drucker? Il nostro allenatore è Sakota") in realtà primo
scalino da superare per partire coi lavori senza ingombri economici. "Ho
voluto un allenatore scelto da me, perché qualsiasi tecnico deve sentirsi
appoggiato dalla società in cui è inserito e io posso garantirgli questo
sostegno. Con Sakota c'era già un'opzione per proseguire insieme nella prossima
stagione e dunque l'allenatore sarà lui, mentre per Drucker se ne parlerà con
l'agente". Solo sistemata la burocrazia, pagato e liberato l'israeliano (lo vuole il Prokom), liquidato
anche Mazzon promesso all'Aris, sarà tempo del grande ribaltone che s'annusava
già un mesetto fa. "Giocatori certi non ne abbiamo, ne cambieremo tanti, 4
o 5 di sicuro ". Mettiamoci pure Janicenoks, Calabria, Thomas,
Jenkins e un più fuori che dentro Spencer Nelson. "Al presidente piace?
Anche a me, ma dovremo valutare la sua condizione fisica dopo un anno pieno di
infortuni. è americano, significherebbe spendere un visto". I lavori sono cominciati
ieri pomeriggio per il neo gm, e proseguiranno a Treviso dove Zoran e Sakota si
ritroveranno per l'Eurocamp. Sopra tutte le questioni, ce n'è una, Gianluca
Basile, su cui i dubbi e i sogni di riaverlo s'intrecciano. "Se il
Barcellona dovesse liberarlo viene sicuro in Fortitudo. Io lo giudico il
miglior difensore d'Europa, anche a 33 anni. Se lo lasciano, lo aspettiamo
". E mentre Zoran parla del Barcellona, dalla Spagna si ufficializza il
rinnovo del coach Xavier Pascual e con essa si aprono le porte per un effettivo
ritorno del Baso, nodo che si scioglierà entro il 13 di giugno, data in cui
scade l'opzione d'uscita dei catalani. "Sarà difficile
riabbracciarlo", ma in tanti invece parlano di rescissione imminente. Per
i nuovi innesti le varie correnti di mercato avevano condotto finora a un
grosso interesse verso giocatori slavi anche se "è un mercato che costa
troppo, meglio puntare su quello americano". E qui esce l'indole ferrea.
"Trovassimo giocatori con un esperienza in Italia meglio, li voglio
adattabili e soprattutto consci delle tradizioni di questo club. Quelle non si
cancellano, da vent'anni a questa parte se c'è una cosa che in Fortitudo non è
mai cambiata è il pubblico e la passione per il buon basket". è da lì che
si riparte. Elisa Fiocchi L'intesa Gilberto Sacrati e Zoran Savic (a destra)
hanno pranzato alla Braseria dopo la presentazione Sogno Gianluca Basile è il
primo obiettivo della nuova Fortitudo.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-06-10
- pag: 2 autore: Riforma contratti, si comincia Marcegaglia: oggi si tratta,
premesse non buone, intesa solo con vantaggi reali Claudio Pasqualetto VERONA.
Dal nostro inviato Confindustria si siederà oggi al tavolo per la modifica del
sistema contrattuale con la precisa volontà di chiudere un accordo di sostanza.
Nessuna concessione a formalismi, ma tre elementi su cui non si può discutere:
la certezza delle nuove regole, i contenuti diversi dei livelli di
contrattazione ed il sostanziale alleggerimento della parte nazionale in favore
di quella aziendale. Emma Marcegaglia, intervenendo ieri all'assemblea di
Confindustria Verona, ha confermato di avere un mandato forte per cambiare un
sistema contrattuale che ormai è decisamente superato. Mandato forte e squadra
snella in trattativa perché l'obiettivo è di evitare i rituali del passato e di
andare piuttosto subito al sodo. "La trattativa sarà sicuramente dura, si
parte da un documento unitario del sindacato che accoglie la nostra vecchia
proposta di confrontarci sull'argomento e le premesse al momento non sono
particolarmente buone – ha anticipato la presidente di Confindustria – ma noi
porteremo tutta la nostra concretezza ed il nostro pragmatismo nella
convinzione di costruire qualcosa di positivo per tutti." Il primo dei
punti inderogabili indicato da Marcegaglia riguarda la certezza delle regole.
"Non ci devono essere variabili possibili – ha chiarito – chi sottoscrive
l'accordo si impegna a rispettarlo o a subire precise sanzioni". Il
secondo argomento "intoccabile" è il contenuto dei contratti:
"Non potrà e non dovrà più accadere che la stessa materia o le stesse
rivendicazioni siano portate avanti sia in sede di contratto nazionale che
nella trattativa aziendale". Infine l'elemento sulla carta più difficile
da far passare. "Il contratto nazionale dovrà essere adeguatamente
alleggerito – ha detto Marcegaglia –per lasciare adeguato spazio al livello
aziendale dove in maniera più adeguata e concreta si può ottenere una più
stretta relazione tra salario e produttività." A Verona la presidente di
Confindustria ha anche fatto il punto sul clima nuovo che si sta respirando in
Italia, con un Governo che può disporre di una "larga maggioranza",
che fa nutrire solide speranze per una "nuovo Rinascimento" di un
Paese appesantito da problemi ormai incancreniti. In primis la questione delle
infrastrutture. Se ne è parlato molto ma si è fatto ben poco e Confindustria
presenterà al ministro Matteoli nel giro di qualche settimana un progetto
preciso, frutto dell'esperienza diretta delle imprese, per abbreviare e rendere
certi i tempi di realizzazione delle opere, ma soprattutto per risolvere il
problema della gestione del consenso, superando così quell'effetto Nimby che in
Italia si verifica puntualmente ad ogni nuova proposta. Anche sulla semplificazione legislativa e sulla burocrazia Confindustria è pronta con un suo contributo: "Mi sembra
che i ministri Calderoli e Brunetta abbiamo avviato un buon lavoro - ha detto
Marcegaglia - e fra pochi giorni consegneremo loro il nostro contributo, frutto
delle osservazioni delle nostre imprese, soprattutto quelle più piccole, penalizzate
da un sistema che costa un punto di Pil". La presidente di
Confindustria si è infine augurata che nasca rapidamente una nuova stagione di
collaborazione tra imprese ed Università: "Il problema- ha detto – non è
di fondi, ma piuttosto di regole, deve essere finalmente chiaro per tutti che a
premiare sarà solo il merito." AFP Obiettivo produttività. Emma
Marcegaglia, presidente di Confindustria.
( da "Corriere della
Sera" del 10-06-2008)
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Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di
Milano - data: 2008-06-10 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE La beffa In
ritardo con i versamenti, vivrà in 20 metri quadrati Paga due volte
l'appartamento "Ma adesso l'hanno venduto" Oggi arriveranno ad
alzarle un muro in casa, tra cucina e salone. "E allora sarò rinchiusa
come agli arresti domiciliari ". La signora Graziella Sari avrà anche avuto
le sue colpe, in passato. Un ritardo in un pagamento è una colpa: anche se per
comprare casa hai già versato 47.500 euro e te ne mancano appena 2.500. Anche
se quel ritardo è di qualche mese. Anche se hai assicurato che stai
"facendo di tutto per pagare", e in fondo credi di avercela quasi
fatta, dopo una vita di sacrifici. Ma la burocrazia non conosce pietà. La burocrazia conta gli zeri sugli assegni
e i giorni sul calendario. Può accordare dilazioni, darti un po' di fiato. Ma
alla fine decide. In questo caso ha deciso: asta giudiziaria, la casa che la
signora Graziella aveva (quasi) comprato è stata venduta. Questa è la
storia di un'odissea umana e giudiziaria. Siamo al 3 di via Piattoli, una
traversa di via Padova, vicini alla parrocchia di San Giovanni Crisostomo dove
lavora uno dei preti più sensibili di Milano, don Piero Cecchi. è l'unico che
sta accanto alla signora Sari. Ha ascoltato la sua storia. E racconta: "In
fondo questa donna ha pagato la sua casa due volte. D'accordo, ci sarà stato
qualche ritardo. Ma è lei la vittima. E ora le tolgono anche la casa".
Comincia tutto nel 1990. La donna vive in un miniappartamento, decide di
acquistare la mansarda accanto. Paga le rate attraverso un'altra persona, per
anni. Poi ci sono problemi con il mutuo. Ma si arriva a un accordo con la Banca
Popolare di Milano: lei potrà acquistare la casa pagando 50 mila euro. Nel
frattempo ha unito le due mansarde, trovando lo spazio per fare vivere il
figlio. Versa prima 5 mila euro, poi 35 mila, infine la banca le accorda, dopo
un ritardo, altri 6 mesi di tempo per gli ultimi 10 mila. Lei paga tutto, ma
mancano gli ultimi 2.500 euro. A quel punto però la casa è già finita all'asta
giudiziaria ed è stata venduta. Così oggi Graziella Sari si trova in una
situazione surreale: da diciotto anni vive in una casa unica, ma ora la maggior
parte dell'appartamento le dev'essere tolto. Ieri l'ufficiale giudiziario e i
muratori hanno aperto una seconda porta sul pianerottolo. Oggi verranno per
alzare un muro tra cucina e salone. è proprio così: qualcuno, dando attuazione
a una procedura di legge, un giorno può entrare in una casa, alzare un muro
senza neppure spostare i mobili, dividere l'appartamento e confinare chi ci
vive da quasi vent'anni in 20 metri quadrati. Sembra un racconto di Kafka: per
il senso di angoscia, per l'assurdità di una situazione difficile da
comprendere. Qualcuno che prova a mettere ordine ci sarebbe, è l'avvocato
Alberto Truosolo, legale di Graziella Sari. L'ha aiutata, è convinto delle
buone ragioni della sua cliente. Ma deve necessariamente affidarsi alla
giustizia, la causa è aperta, i tempi del Tribunale sono scanditi in lunghi
anni. Stamattina intanto qualcuno alzerà un muro nella casa della signora
Graziella. Il muro in casa Oggi i muratori si presenteranno nell'abitazione di
Graziella Sari per alzare un muro divisorio tra la minuscola mansarda in cui la
donna dovrà vivere e quella più grande finita all'asta giudiziaria e venduta ad
altri Gianni Santucci.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
10-06-2008)
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Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data:
2008-06-10 - pag: 16 autore: Registrazioni in outsourcing. Le procure pagano le
società specializzate a 500 giorni E il Pm intercetta a debito Marco Ludovico
ROMA Lo Stato paga con tutta calma il lavoro di intercettazione. Un'attività
svolta spesso da società esterne, a cui le Procure si rivolgono. Ma i pagamenti
a queste imprese hanno ormai assunto tempi biblici: "Siamo arrivati a un
ritardo di 500 giorni " spiega Tommaso Palombo, titolare di due società
milanesi, la Cross Security Groupe la Septa srl (produzione, noleggio e
istallazione di materiale di intelligence) con un fatturato annuo di una decina
di milioni e 70 dipendenti. è l'ennesimo paradosso italiano: da una parte la
denuncia, ribadita ieri dal ministro della Giustizia Alfano, degli alti costi
delle intercettazioni; dall'altra parte, la burocrazia che trasforma l'attività
d'impresa in un percorso surreale, dove l'unica certezza è il lavoro da fornire
mentre remunerazioni e profitto diventano una variabile aleatoria. Emblematica
la situazione oggi di Palombo, un'ex ufficiale dell'Esercito e del servizio
segreto civile che ha avviato le sue imprese quasi vent'anni fa e lavora
con le procure di mezza Italia. "Stanno arrivando i primi pagamenti. Ma da
dicembre fino ad aprile non si è visto un soldo, e come me tutte le società del
ramo. C'è poco da stare allegri, però: sono giunti importi incredibili, quasi
simbolici. Una procura del Sud ha saldato una fattura di 84 euro di fronte a un
credito di 1,2 milioni. Un'altra ha versato 87,67 euro mentre attendiamo circa
400mila euro". Somme che riguardano lavori svolti "nel 2007 ma anche
nell'annoprecedente. Senza contare i costi: l'anno scorso ho anticipato un
milione di spese telefoniche". La conseguenza finale sul piano economico è
"che nel 2007 le società hanno incassato tra il 5 e l'8% di quanto hanno
fatturato". Una situazione da collasso finanziario, per le strutture più
piccole. Ma qual è la spiegazione di questo scenario? "Prima del decreto
Bersani del luglio 2006, i pagamenti avvenivano con un accredito su conto
corrente postale. Il ritardo medio nel saldo delle fatture era di circa 180
giorni e, a fine anno, le società incassavano il 45-50% del fatturato".
Poi, dopo quel decreto, "è scattato un meccanismo perverso. Il funzionario
incaricato in procura, anche dopo tutte le verifiche di validazione, tiene
fermo il pagamento giustificandolo con la mancanza di fondi". Un motivo,
quest'ultimo, presto spiegato: "Se il ministero della Giustizia non
effettua il versamento sul capitolo di spesa relativo, non si può procedere né
all'inoltro dei mandati di pagamento alla Banca d'Italia, né tanto meno al
versamento effettivo delle fatture". Risultato: blocco dei saldi dei
crediti. L'attività giudiziaria, però, va avanti comunque. "In questi anni
si è voluto ridurre le spese della giustizia con un tratto di penna. Dimenticando
– commenta l'imprenditore – che l'attività criminale non è soggetta a
preventivi o a Finanziarie". marco.ludovico@ilsole24ore.com LA DENUNCIA
L'ex 007 Palombo, titolare di due aziende con 70 dipendenti, protesta: ho
anticipato 1 milione di spese telefoniche ma da dicembre neppure un soldo.
( da "Nuova Sardegna, La" del
10-06-2008)
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La svolta. Ultimi sopralluoghi di sindaco, assessore e
tecnici prima della decisione finale Giovannelli chiude il corso Umberto alle
auto L'ordinanza entro la settimana, ma resta da capire quanto sarà estesa la
zona off-limits La zona a traffico limitato dal passaggio a livello si
estenderà fino all'incrocio via Catello Piro OLBIA. Il partito della
poltroncina contro quello della ruota. La scelta di fondo tra un centro a
misura di pedone da struscio o di automobilista ipersedentario è questione di
interpretazioni. L'amministrazione, stanca di annunciare la rivoluzione, questa
volta si limita a farla partire. Entro la settimana corso Umberto diventerà
un'isola pedonale. Atollo per pedoni nella marea di auto. Le macchine saranno
un bene raro nella via lattea di candido granito. Al loro posto il Comune
immagina una distesa di eleganti salottini all'aperto che dovrebbero
trasformare la via degli affari in un'ovattata oasi del bon-ton. L'annuncio
arriva senza megafono e stelle filanti, la missione impossibile
dell'amministrazione è portare avanti una battaglia senza feriti. Conciliare le
richieste della classe mercantile della città. Il sindaco Gianni Giovannelli
non fa un atto di forza, ma sceglie la linea soft. Anche perché non è stato
ancora deciso quanto estendere la zona a traffico limitato integrale. Sul
tavolo del primo cittadino ci sono due opzioni. La prima prevede la creazione
dell'isola pedonale dal passaggio a livello fino all'incrocio con via Sassari.
Accanto alla versione di un paradiso dei pedoni smilzo c'è una seconda versione
più coraggiosa e sovrabbondante in cui la zona chiusa alle auto arriva fino
all'incrocio con via Catello Piro. Questa seconda opzione sembra la più
gettonata dall'amministrazione. La rivoluzione sarà graduale. Prima la fine di
tutti i lavori in corso Umberto, poi la creazione della segnaletica e la
l'avviso alla popolazione. Il progetto ricalca la prima bozza elaborata
dall'Aspo e discussa in alcune riunioni pubbliche. Una scelta di compromesso,
meno rigida, ma che sposa la filosofia di fondo presentata dal presidente
Davide Bacciu. Saranno potenziati i mezzi pubblici, probabile l'utilizzo di un
trenino che farà il giro ad anello del centro. Nello stesso tempo tutti i
grandi parcheggi a pagamento diventeranno liberi. Via Nanni, la radice
dell'Isola Bianca, le Piramidi, via Porto Romano ospiteranno gratis le auto.
Saranno a pagamento nelle vie laterali di corso Umberto. "Non abbiamo
ancora definito tutti gli aspetti - spiega il sindaco Gianni Giovannelli -, ma
firmerò l'ordinanza entro la settimana per chiudere le strada. Il traffico sarà
regolato con una ztl". L'isola pedonale emerge dalle
acque della burocrazia.
"Con i tecnici abbiamo fatto un sopralluogo anche questa mattina - spiega
l'assessore ai Lavori Pubblici, Gesuino Satta -. Il cantiere nel corso sta per
chiudere. Poi sarà indispensabile regolare il traffico". Al di là della
zona a divieto integrale, il resto sarà regolato da una chiusura temporanea.
Lo stop alle auto scatterà dalle 19 alle 2 del mattino. Ma l'amministrazione
sembra intenzionata a estendere l'isola pedonale, quella 24 ore al giorno, al
90 percento del corso. "Nulla è stato deciso in modo definitivo - conclude
Giovannelli -, ma non torniamo indietro, dopo i fondi investiti".
( da "Corriere della
Sera" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia -
data: 2008-06-10 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Milano Dagli scantinati
e dalla polvere della burocrazia emergono migliaia di
fascicoli con documenti e ricordi in grigioverde "Cara mamma, ti scrivo
dal fronte" Aperti gli archivi segreti del Distretto militare. Le lettere
e le testimonianze dei soldati lombardi L'idea è di una giovane insegnante di
Pavia. A far da guida tra gli scaffali si sono prestati tre esperti
dell'Esercito MILANO - Milioni di fascicoli e di documenti, miliardi di fogli.
Un Everest di carta che si è rivelato una miniera di notizie, ricordi e testimonianze
sepolti negli archivi dell'ex distretto militare di Milano e rimasti fino ad ora a disposizione solo della burocrazia. Ad avventurarsi fra i
polverosi scaffali è stata Paola Chiesa, una giovane insegnante di Pavia. Una
discesa nei meandri della burocrazia con le stellette che è stata autorizzata e sostenuta dal
"Comando militare Esercito Lombardia" il cui comandante, il generale
Camillo de Milato, vi ha colto un importante aspetto culturale.
All'insegnante l'idea di chiedere al-l'Esercito di scendere nella
"miniera" è nata dopo aver conversato con un reduce che vive nel suo
paesino dell'Oltrepò, Canevino, cento abitanti in tutto: "Giuseppe
Segalini, 90 anni, con il 3Ë? Bersaglieri in Russia - dice Paola Chiesa - mi
aveva infatti parlato di quegli anni tremendi con un accoramento e una passione
che mi avevano colpito". Le spiegarono che nei documenti personali di chi
era caduto prigioniero o di chi era stato dichiarato disperso c'erano anche
lettere, cartoline e documenti che le loro famiglie avevano dovuto consegnare -
a testimonianza dell'evento - per ottenere un sussidio. "E così iniziò il
mio viaggio nei burocratici e polverosi cunicoli militari - racconta
l'insegnante -. Rivedevano la luce storie lì confinate per 65 e più anni. Come
in ogni esplorazione, ho avuto bisogno di una guida, anzi tre: il colonnello
Giuseppe De Marco, il tenente colonnello Francesco Cardullo e il maresciallo
Giuseppe Santoro. è anche grazie a loro che sono stati pubblicati tre
libri". Qualche settimana fa hanno visto la luce due volumi ("Lettere
dalla prigionia di soldati lombardi" e "Lettere dal fronte di soldati
lombardi ") che hanno seguito quello del 2007, "I caduti e i dispersi
della comunità montana dell'Oltrepò Pavese nella campagna di Russia
(1941-1943)", della Guardamagna editori di Varzi. 864 pagine di lettere,
documenti e fotografie totalmente inediti, e un successo oltre ogni
aspettativa, a testimonianza di quanto sia ancora vivo nelle famiglie il dramma
dei nostri soldati in Russia. "Messaggi di soldati, quasi tutti operai e
contadini, che, sia pure con gli sfregi neri della censura e gli errori di
ortografia - racconta Paola Chiesa -, comunicavano ai loro cari i drammi della
guerra. Li ho pubblicati integralmente. Ora sto lavorando al quarto libro, che
porterà testimonianze dei prigionieri attraverso i documenti delle sezioni
della Croce Rossa dei Paesi in guerra: “Mamma, sono prigioniero in India.
Mandami un pacco... prega il Signore che possa tornare presto...”". Dal
lavoro nei sotterranei militari, un'altra idea: raccogliere in un volume i
ricordi dei sopravvissuti lombardi alla Seconda guerra mondiale. Sarà una corsa
contro il tempo, che macina inesorabile i giorni di questi vecchi soldati.
Intanto si sta anche valutando la possibilità di far riavere alle famiglie i
messaggi rimasti sepolti nella "miniera " milanese del distretto
militare. Il passato diventerà d'incanto commovente presente. Giuseppe
Ramazzotti.
( da "Corriere della
Sera" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al
Corriere - data: 2008-06-10 num: - pag: 35 categoria: BREVI TUCCI, STUDIOSO
DELL'ORIENTE TRA FASCISMO E BUDDISMO combatteva nelle trincee della Prima
guerra mondiale, tralasciò il latino per dedicarsi allo studio delle lingue
orientali e colse l'attenzione di Giovanni Gentile, nel 1919, con un compendio
del pensiero filosofico indiano. Nel 1925, quando approdò nelle università
indiane, era già in grado di insegnare contemporaneamente italiano, cinese e
tibetano. La sua prima spedizione in Tibet risale al 1929: un lungo itinerario
scientifico alla ricerca dei grandi monasteri costruiti molti secoli prima
nelle valli dell'Himalaya, ma anche un grande viaggio iniziatico. Entrava negli
stupa, consultava i sacri testi della tradizione lamaica, dibatteva in
sanscrito con i monaci i misteri della fede e meditava con i pellegrini che si
aggiravano solitari attraverso i grandi silenzi tibetani. Farà da allora altri
sette viaggi in Tibet e quattro in Nepal: 18.000 chilometri a piedi e quattro
in tenda dove volle "sperimentare le liturgie sottili che sommuovono tutto
l'io, liberano aspettazioni stupefatte e pavide". L'iniziazione risale al
1935 e avvenne sotto la guida spirituale dell'abate di Saskya. Di lì a poco
cominciarono a piovere su di lui i riconoscimenti delle più prestigiose società
accademiche d'Europa. L'incontro con il fascismo avvenne quando Tucci volle che
anche l'Italia avesse un grande istituto dedicato agli studi sul medio e
l'estremo Oriente. La pratica si perdette nei labirinti
della burocrazia romana
fino a quando il "buddista " entusiasta e impaziente decise di
bussare alla porta di Giovanni Gentile, allora considerato "filosofo del
regime ". Gentile capì l'importanza del progetto, scrisse lo statuto della
nuova istituzione, ottenne l'approvazione di Mussolini e creò l'Ismeo di
Palazzo Brancaccio: un centro di ricerche filologiche e studi asiatici,
uno dei migliori biglietti da visita culturali del-l'Italia nelle regioni a cui
Tucci aveva dedicato la sua vita. Fu anche un istituto del regime al servizio
della politica estera italiana? Sappiamo che l'archeologia e le spedizioni
scientifiche furono spesso negli ultimi centocinquant'anni, per tutti i Paesi
occidentali, il "proseguimento della politica con altri mezzi". E
sappiamo che Tucci fu il regista degli incontri che Mussolini ebbe con Chandra
Bose, leader del nazionalismo indiano anti-britannico, prima e durante la
Seconda guerra mondiale. Ma Tucci, divenuto ormai accademico d'Italia, fu
fascista con lo stile e il distacco del grande intellettuale a cui premeva
soprattutto creare rapporti culturali e spirituali con le grandi fonti del pensiero
orientale. La politica non gli chiese mai quello che egli non avrebbe potuto
dare, ed egli dette alla politica soltanto ciò che era compatibile con il
rigore e l'obiettività degli studi.
( da "Eco di Bergamo, L'" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Incontriamo Ferzan Ozpetek, regista di Saturno contro ,
sulla terrazza di Rai Corporation con splendida vista su Manhattan. Il regista
non è nuovo a Open Roads, era qui anche due anni fa con Cuore sacro ed è uno
dei pochi registi italiani ed essere presenti sul mercato americano. Sette anni
dopo Le fate ignoranti con Saturno contro Ozpetek è tornato al cinema corale
raccontando le vicende di un gruppo di amici. Questi, quasi tutti alla soglia
dei quarant'anni, sono passati dall'individualismo più sfrenato alla riscoperta
dei valori del gruppo. Giunge però un momento in cui i rapporti tra i membri
del gruppo subiscono tensioni e separazioni. Proprio sul tema della separazione
sia in amore che nell'amicizia sta il nucleo portante del film. Abbiamo sentito
che il Moma le dedicherà una retrospettiva. "Sì, il prossimo dicembre, mi
sembra una cosa davvero prestigiosa". Hanno avuto successo i suoi film
all'estero? "La finestra di fronte, Le fate ignoranti, Bagno turco sì,
Cuore sacro e Harem Suare un po' meno". In "Saturno contro" si
parla di una relazione tra due persone dello stesso sesso e dei problemi che si
possono incontrare in caso di morte di una delle due. È un riferimento velato
ai Dico? "Non direi. La mia intenzione era parlare dei rapporti tra le persone e la burocrazia". E cittadino italiano a tutti gli effetti, anche se di
origine straniera, che cosa pensa degli episodi che si stanno verificando in
Italia nei confronti degli immigrati? E dei provvedimenti del nuovo governo?
"Penso che si debba restaurare un po' di equilibrio, anche se la caccia
all'uomo è stata un po' gonfiata dai mezzi di informazione. Tuttavia
quando un Paese è in difficoltà, soprattutto economiche, cerca sempre un
colpevole, in questo caso gli immigrati". Le piacerebbe lavorare negli
Stati Uniti ed eventualmente con chi? "Con un mio film o con qualche bel
progetto sì. E non ho pretese di avere personaggi noti, dipende dal ruolo.
Comunque mi piace molto Meryl Streep. Ma ripeto dipende dal ruolo". G. D.
M.
( da "Giornale.it, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 137 del 2008-06-10 pagina 23 Bordoni: "Subito
liberalizzazioni e concorrenza" di Antonio Risolo Intervista al presidente
di Centromarca: "Il governo è determinato. Avanti così" da Milano
Luigi Bordoni è il nuovo presidente di Centromarca, l'associazione italiana
dell'"Industria di Marca" fondata nel 1965 da Pietro Barilla e che
nell'ultimo decennio è stata guidata da Ernesto Illy, scomparso di recente.
Duecento aziende associate, italiane e multinazionali, leader nei diversi
settori dei beni di consumo: da Barilla a Coca Cola, da Tod's a Unilever, da
Medusa a Paramount fino a Walt Disney, per citarne alcune. Bordoni, 67 anni ben
portati, una laurea in giurisprudenza, un passato in Fiat e poi in Unilever,
arriva al vertice dopo 30 anni da direttore generale, carica che gli è stata
confermata: "Ho visto sfilare ben sei presidenti", dice. Accanto a
lui 4 vicepresidenti, tutti amministratori delegati di industrie-marca di primo
piano: Francesco Averna (gruppo Averna), Valerio Di Natale (Kraft Foods),
Giorgina Gallo (L'Oréal) e Luciano Sita (Granarolo). Presidente, un'eredità
pesante... "Certamente sì. C'è da dire, tuttavia, che tutto ciò che è
stato costruito è stato condiviso anche dal sottoscritto. I direttori generali,
in genere, sono anche registi e soprattutto mediatori...". Il momento non
è dei migliori per il sistema Paese. "Il problema dell'Italia è la
crescita zero. I fattori sono tanti. Cose che si dovevano fare e non sono state
fatte. Nessuna economia può crescere se i consumi sono fermi allo zero, e
talvolta sotto lo zero. Urge riattivare il ciclo virtuoso: rilancio dei consumi
e crescita economica. La Marca è fortemente impegnata, investendo
nell'innovazione e comunicazione, per aumentare l'attrattività dell'offerta e
quindi per rispondere al meglio alle attese dei consumatori". Come?
"Liberalizzazioni vere. E subito. Non a fette come è stato fatto. E
concorrenza nei settori protetti, una vera giungla, un freno alla crescita. Poi
riduzione del carico fiscale che grava sulle famiglie e sul lavoro. Ma anche
crescita dell'occupazione per quantità e qualità. L'altra strada è quella di
diminuire le tasse, ma per fare questo bisogna intervenire sulla spesa pubblica
che non significa, per esempio, meno scuole o meno ospedali, ma scuole e
ospedali più efficienti, senza sprechi. Sono misure indispensabili per liberare
risorse e reddito disponibile per i consumi. Direi un percorso obbligato, per
ridare fiducia a un Paese sfiduciato". Intanto gli investitori stranieri
scappano... "È vero in parte. L'Italia è un grande mercato. Ma, detto
questo, noto una diminuizione di attrattività. Siamo scesi al 15° posto
nell'indice di attrazione europea. Ci sono alcune multinazionali che stanno
disinvestendo in Italia per orientarsi su altre realtà". Contraffazioni,
una piaga sempre aperta... "Stiamo lavorando bene con l'Alto commissario
Ue. E il governo Berlusconi, con le recenti disposizioni che prevedono la
distruzione immediata delle merci false, ha fatto un importante passo avanti,
da condividere. Ma c'è ancora da lavorare". Infrastrutture, energia, fisco, burocrazia... "Grandi temi, grandi problemi. Intanto sono costi che
gravano sulle imprese e i costi sulle aziende vanno a finire sul consumatore
finale. È una sottrazione di reddito disponibile. L'efficienza di un Paese è
indispensabile per il rilancio, direi una condizione essenziale. Mi pare
che la determinazione del governo, con le prime misure adottate, sia un avvio
molto promettente. Spero che non torni il tempo della litigiosità. Ha già fatto
troppi danni". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano.
( da "Manifesto, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PAERTITO DEMOCRATICO Veltroni a Berlino parla di
socialdemocrazia. Ma non scioglie il nodo della collazione. Follini: non siamo
socialisti Ue, Walter cerca casa. Rasmussen gliela trova: cambiamo il nome al
Pse Rudi Ostler BERLINO Da soli, in Europa come in Italia? Oppure nel partito
socialista europeo, rinominato partito socialista e democratico? Mentre in
Italia la polemica interna al Pd divampa (ieri Marco Follini ha bollato l'ipotese
di aderire al Pse come "lunare"), ieri Walter Veltroni ha lavorato da
diplomatico, nella sua breve escursione a Berlino. Incontro con la stampa
italiana all'ambasciata, intervento alla conferenza organizzata dal partito
socialdemocratico tedesco sul tema "L'Europa sociale. Il progetto per il
futuro della socialdemocrazia europea". E via di corsa all'aeroporto,
sebbene il programma prevedesse una discussione col pubblico. Ma prima di
intervenire dal podio della Willy-Brandt-Haus, sede della Spd, Veltroni ha
avuto il tempo di incontrare il danese Poul Nyrup Rasmussen, presidente del
Pse, per poi dichiarare di aver trovato "grande attenzione a
disponibilità". Ma a chi insiste per sapere se la disponibilità si
riferisce al cambiamento di nome, risponde seccato: "Non è il momento di
parlarne". E' il momento invece, oltreché per tutto il Pd, per Rasmussen ,
che da politico nordico non ci tiene a ammantarsi di mistero. "Certo,
abbiamo parlato anche del nome del nostro partito europeo. Non è solo un
problema italiano. In Francia, in Polonia e anche altrove ci sono formazioni di
centrosinistra che si sentono strette sotto l'etichetta socialista. Siamo
ovviamente interessati a un rapporto con queste forze. Ne discuteremo in
autunno, al nostro congresso". Da parte di Rasmussen non verranno
ostacoli. L'idea di un nuovo nome, secondo fonti della Spd, piace al tedesco
Martin Schultz, presidente del gruppo socialista a Strasburgo. Interessa anche
a Michael Sommer, socialdemocratico e presidente della confederazione sindacale
tedesca Dgb, tra gli intervenuti alla conferenza sull'Europa sociale. Per un
sindacato unico come quello tedesco è difficile raccapezzarsi con le
organizzazioni di impronta partitica nel sud dell'Europa. Un raggruppamento
politico europeo cui potessero riferirsi pure le componenti del sindacalismo
cattolico sarebbe per Sommer un passo avanti. Il guaio è che, mentre si è di
fatto aperta una trattativa sul "partito socialista e democratico
europeo", Veltroni non è in grado di dire ai suoi interlocutori quante
delle sue truppe lo seguirebbero nel partito ridenominato. L'ex margheritino
Pierluigi Castagnetti, per esempio, di far blocco con i socialisti non vuole
saperne, quali che siano i trasformismi sul nome. Mentre Veltroni era in
viaggio, le agenzie di stampa rilanciavano l'ennesimo monito di Castagnetti:
"In Europa il Pd farà un gruppo nuovo, cercando convergenze con quanti
sono interessati a dar vita a un partito democratico veramente europeista e
riformatore, uscendo dal consociativismo tra Pse e Ppe". Per intendersi
all'interno del Pd, forse sarebbe meglio parlare di quale Europa si vuole. Ma
il discorso di Veltroni, alla conferenza dei socialdemocratici europei, non
dava lumi. Il leader del Pd vede "soffiare in Europa il vento dell'euroscetticismo,
che imputa all'euro la bassa crescita, all'Europa gli
accresciuti flussi migratori e la mancanza di sicurezza, alla burocrazia la scarsa
competitività". Ma per "riaccendere la passione europea" non fa
una sola proposta. E un welfare che risponda sia alla domanda di tutela sociale
sia a quella di opportunità, di chances di ascesa individuale, non sembra fatto
per incendiare gli animi.
( da "Corriere del
Veneto" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: REGIONE - data:
2008-06-10 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE L'investitura Pd, Calearo
leader dei parlamentari "Un segnale alla nostra società civile"
PADOVA - Massimo Calearo alla guida dei parlamentari veneti del Partito
Democratico. Non solo "asso nella manica" calato dal Walter Veltroni
in campagna elettorale per sfondare a Nordest. L'ex "falco" di
Federmeccanica diventa il coordinatore dei 23 parlamentari democratici eletti
in regione. "La decisione di affidare a Massimo la guida del coordinamento
permanente è la diretta conseguenza del nuovo corso del partito - spiega il
segretario veneto del Pd, Paolo Giaretta - . Puntare su un importante esponente
del mondo economico come Calearo per un incarico così delicato è, da parte
nostra, un segnale politico chiarissimo: da noi la società civile non viene
rispolverata solamente in campagna elettorale, ma ha un ruolo attivo in ogni
fase della vita del partito". Ma, di preciso, che ruolo avrà il nuovo
coordinamento? "Innanzitutto ascolteremo le istanze del territorio -
risponde Calearo - e per questo ogni mese organizzeremo un incontro tra tutti gli
eletti che verrà ospitato di volta in volta nei sette capoluoghi di provincia.
Si parte il prossimo 30 giugno da Vicenza, una città dove l'elezione di Achille
Variati ha dimostrato che il Pd è in grado d'intercettare anche le istanze del
Nordest". Giaretta detta invece l'agenda dell'organismo guidato dall'ex
numero uno di Federmeccanica: "Tre sono le sfide epocali che dobbiamo
riuscire a far entrare nel dibattito politico nazionale: la
lotta alla burocrazia, la
riduzione della spesa pubblica con conseguente eliminazioni degli sprechi e la
promozione di leggi che premino il merito e promuovano l'equità sociale".
Per il governo Berlusconi, il segretario del Pd preferisce usare bastone e
carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono piaciuti i tre ministri veneti,
credo si tratti di persone competenti con cui si può avere un dialogo -
conclude Giaretta - . Non mi è piaciuta affatto invece l'eliminazione dell'Ici,
che va a penalizzare gli enti locali e che costringe in sindaci a chiedere di
poter trattenere il 20 per cento dell'Irpef. Una proposta del tutto
comprensibile anche se si tratta di una percentuale insostenibile per
l'equilibrio finanziario del Paese". Alberto Rodighiero Imprenditore
Massimo Calearo, ex presidente degli industriali vicentini e ora parlamentare
del Pd.
( da "Tempo, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Stampa Il Pdl, nato dall'intuizione di Berlusconi, ha
rappresentato ... Il Pdl, nato dall'intuizione di Berlusconi, ha rappresentato
una coraggiosa novità. L'idea di mettere insieme il popolo moderato, liberale e
riformista ha contribuito a snellire il quadro politico del nostro Paese. Il progetto
ha risposto alla richiesta di semplificazione che veniva dai cittadini e
costituisce un concreto sostegno all'azione di Governo. Il Pdl, che nasceva
sull'onda dell'innovazione e del dinamismo, rischia
tuttavia di finire intrappolato nella burocrazia dei partiti e nelle maglie del tecnicismo. La formazione del Pdl
è al momento una questione che riguarda solo An e FI. è legittimo che una
comunità politica si ponga il problema di difendere i suoi dirigenti e di
parlare alla propria base, ma la sfida, in questo caso, doveva essere altra.
La strada dovrà essere molto meno burocratica. Con il coinvolgimento più ampio
di forme organizzate, di associazioni di culture politiche diverse ma omogenee,
di movimenti federati. Un virtuoso coinvolgimento del largo consenso ottenuto
dai cittadini e di tutti quelli che hanno contribuito al successo della
campagna elettorale rappresenterebbe la migliore garanzia per un processo che
deve superare i vecchi confini di una organizzazione solo partitica. Limitarsi
a mettere insieme semplicemente i due maggiori partiti della coalizione per
costruire un nuovo partito, con le vecchie logiche della politica, non
rappresenta una novità. Non ci sono adempimenti "muscolari" da
sostenere. La storia del Partito Repubblicano americano, così come quella del
Partito Democratico, dimostra che i grandi movimenti elettorali sono
contenitori al cui interno è rappresentata con pari dignità una pluralità di
esperienze presenti nella società così come nella politica. Tali esperienze
sono rappresentate spesso in forma autonoma. Su questa linea si può immaginare,
in Italia, la sintesi di tradizioni differenti. Sarà possibile farlo perché gli
elettori hanno già di fatto realizzato il Pdl riconoscendosi in valori ed in
programmi comuni, la legittimazione dal basso è già avvenuta e tutto questo si
è realizzato perché c'è stata e c'è la forte leadership di Berlusconi. Da
queste basi bisogna partire per costruire quello che ci sarà nel mezzo. Questa
sfida va affrontata con il coraggio delle idee, con la voglia delle novità,
guardando al futuro e non alla difesa dell'esistente. * Segretario nazionale
Nuovo Psi Deputato del Pdl.
( da "Corriere del
Veneto" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO -
data: 2008-06-10 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE L'investitura Pd, Calearo
leader dei parlamentari "Un segnale alla nostra società civile"
PADOVA - Massimo Calearo alla guida dei parlamentari veneti del Partito
Democratico. Non solo "asso nella manica" calato dal Walter Veltroni
in campagna elettorale per sfondare a Nordest. L'ex "falco" di
Federmeccanica diventa il coordinatore dei 23 parlamentari democratici eletti
in regione. "La decisione di affidare a Massimo la guida del coordinamento
permanente è la diretta conseguenza del nuovo corso del partito - spiega il
segretario veneto del Pd, Paolo Giaretta - . Puntare su un importante esponente
del mondo economico come Calearo per un incarico così delicato è, da parte
nostra, un segnale politico chiarissimo: da noi la società civile non viene
rispolverata solamente in campagna elettorale, ma ha un ruolo attivo in ogni
fase della vita del partito". Ma, di preciso, che ruolo avrà il nuovo
coordinamento? "Innanzitutto ascolteremo le istanze del territorio -
risponde Calearo - e per questo ogni mese organizzeremo un incontro tra tutti
gli eletti che verrà ospitato di volta in volta nei sette capoluoghi di
provincia. Si parte il prossimo 30 giugno da Vicenza, una città dove l'elezione
di Achille Variati ha dimostrato che il Pd è in grado d'intercettare anche le
istanze del Nordest". Giaretta detta invece l'agenda dell'organismo
guidato dall'ex numero uno di Federmeccanica: "Tre sono le sfide epocali
che dobbiamo riuscire a far entrare nel dibattito politico nazionale: la lotta alla burocrazia, la riduzione della spesa pubblica con conseguente eliminazioni
degli sprechi e la promozione di leggi che premino il merito e promuovano
l'equità sociale". Per il governo Berlusconi, il segretario del Pd
preferisce usare bastone e carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono
piaciuti i tre ministri veneti, credo si tratti di persone competenti
con cui si può avere un dialogo - conclude Giaretta - . Non mi è piaciuta
affatto invece l'eliminazione dell'Ici, che va a penalizzare gli enti locali e
che costringe in sindaci a chiedere di poter trattenere il 20 per cento dell'Irpef.
Una proposta del tutto comprensibile anche se si tratta di una percentuale
insostenibile per l'equilibrio finanziario del Paese". Alberto Rodighiero
Imprenditore Massimo Calearo, ex presidente degli industriali vicentini e ora
parlamentare del Pd.
( da "Corriere del
Veneto" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto - TREVISO - sezione: PRIMOPIANO -
data: 2008-06-10 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE L'investitura Pd, Calearo
leader dei parlamentari "Un segnale alla nostra società civile"
PADOVA - Massimo Calearo alla guida dei parlamentari veneti del Partito
Democratico. Non solo "asso nella manica" calato dal Walter Veltroni
in campagna elettorale per sfondare a Nordest. L'ex "falco" di
Federmeccanica diventa il coordinatore dei 23 parlamentari democratici eletti
in regione. "La decisione di affidare a Massimo la guida del coordinamento
permanente è la diretta conseguenza del nuovo corso del partito - spiega il
segretario veneto del Pd, Paolo Giaretta - . Puntare su un importante esponente
del mondo economico come Calearo per un incarico così delicato è, da parte nostra,
un segnale politico chiarissimo: da noi la società civile non viene
rispolverata solamente in campagna elettorale, ma ha un ruolo attivo in ogni
fase della vita del partito". Ma, di preciso, che ruolo avrà il nuovo
coordinamento? "Innanzitutto ascolteremo le istanze del territorio -
risponde Calearo - e per questo ogni mese organizzeremo un incontro tra tutti
gli eletti che verrà ospitato di volta in volta nei sette capoluoghi di
provincia. Si parte il prossimo 30 giugno da Vicenza, una città dove l'elezione
di Achille Variati ha dimostrato che il Pd è in grado d'intercettare anche le
istanze del Nordest". Giaretta detta invece l'agenda dell'organismo
guidato dall'ex numero uno di Federmeccanica: "Tre sono le sfide epocali
che dobbiamo riuscire a far entrare nel dibattito politico nazionale: la lotta alla burocrazia, la riduzione della spesa pubblica con conseguente eliminazioni
degli sprechi e la promozione di leggi che premino il merito e promuovano
l'equità sociale". Per il governo Berlusconi, il segretario del Pd
preferisce usare bastone e carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono
piaciuti i tre ministri veneti, credo si tratti di persone competenti
con cui si può avere un dialogo - conclude Giaretta - . Non mi è piaciuta
affatto invece l'eliminazione dell'Ici, che va a penalizzare gli enti locali e
che costringe in sindaci a chiedere di poter trattenere il 20 per cento
dell'Irpef. Una proposta del tutto comprensibile anche se si tratta di una
percentuale insostenibile per l'equilibrio finanziario del Paese". Alberto
Rodighiero Imprenditore Massimo Calearo, ex presidente degli industriali
vicentini e ora parlamentare del Pd.
( da "Corriere del
Veneto" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto - VICENZA - sezione: PRIMOPIANO -
data: 2008-06-10 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE L'investitura Pd, Calearo
leader dei parlamentari "Un segnale alla nostra società civile"
PADOVA - Massimo Calearo alla guida dei parlamentari veneti del Partito
Democratico. Non solo "asso nella manica" calato dal Walter Veltroni
in campagna elettorale per sfondare a Nordest. L'ex "falco" di Federmeccanica
diventa il coordinatore dei 23 parlamentari democratici eletti in regione.
"La decisione di affidare a Massimo la guida del coordinamento permanente
è la diretta conseguenza del nuovo corso del partito - spiega il segretario
veneto del Pd, Paolo Giaretta - . Puntare su un importante esponente del mondo
economico come Calearo per un incarico così delicato è, da parte nostra, un
segnale politico chiarissimo: da noi la società civile non viene rispolverata
solamente in campagna elettorale, ma ha un ruolo attivo in ogni fase della vita
del partito". Ma, di preciso, che ruolo avrà il nuovo coordinamento?
"Innanzitutto ascolteremo le istanze del territorio - risponde Calearo - e
per questo ogni mese organizzeremo un incontro tra tutti gli eletti che verrà
ospitato di volta in volta nei sette capoluoghi di provincia. Si parte il
prossimo 30 giugno da Vicenza, una città dove l'elezione di Achille Variati ha
dimostrato che il Pd è in grado d'intercettare anche le istanze del
Nordest". Giaretta detta invece l'agenda dell'organismo guidato dall'ex
numero uno di Federmeccanica: "Tre sono le sfide epocali che dobbiamo
riuscire a far entrare nel dibattito politico nazionale: la
lotta alla burocrazia, la
riduzione della spesa pubblica con conseguente eliminazioni degli sprechi e la
promozione di leggi che premino il merito e promuovano l'equità sociale".
Per il governo Berlusconi, il segretario del Pd preferisce usare bastone e
carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono piaciuti i tre ministri veneti,
credo si tratti di persone competenti con cui si può avere un dialogo -
conclude Giaretta - . Non mi è piaciuta affatto invece l'eliminazione dell'Ici,
che va a penalizzare gli enti locali e che costringe in sindaci a chiedere di
poter trattenere il 20 per cento dell'Irpef. Una proposta del tutto
comprensibile anche se si tratta di una percentuale insostenibile per
l'equilibrio finanziario del Paese". Alberto Rodighiero Imprenditore
Massimo Calearo, ex presidente degli industriali vicentini e ora parlamentare
del Pd.
( da "Corriere del
Veneto" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO -
data: 2008-06-10 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE L'investitura Pd, Calearo
leader dei parlamentari "Un segnale alla nostra società civile"
PADOVA - Massimo Calearo alla guida dei parlamentari veneti del Partito Democratico.
Non solo "asso nella manica" calato dal Walter Veltroni in campagna
elettorale per sfondare a Nordest. L'ex "falco" di Federmeccanica
diventa il coordinatore dei 23 parlamentari democratici eletti in regione.
"La decisione di affidare a Massimo la guida del coordinamento permanente
è la diretta conseguenza del nuovo corso del partito - spiega il segretario
veneto del Pd, Paolo Giaretta - . Puntare su un importante esponente del mondo
economico come Calearo per un incarico così delicato è, da parte nostra, un
segnale politico chiarissimo: da noi la società civile non viene rispolverata
solamente in campagna elettorale, ma ha un ruolo attivo in ogni fase della vita
del partito". Ma, di preciso, che ruolo avrà il nuovo coordinamento?
"Innanzitutto ascolteremo le istanze del territorio - risponde Calearo - e
per questo ogni mese organizzeremo un incontro tra tutti gli eletti che verrà
ospitato di volta in volta nei sette capoluoghi di provincia. Si parte il
prossimo 30 giugno da Vicenza, una città dove l'elezione di Achille Variati ha
dimostrato che il Pd è in grado d'intercettare anche le istanze del
Nordest". Giaretta detta invece l'agenda dell'organismo guidato dall'ex
numero uno di Federmeccanica: "Tre sono le sfide epocali che dobbiamo riuscire
a far entrare nel dibattito politico nazionale: la lotta
alla burocrazia, la
riduzione della spesa pubblica con conseguente eliminazioni degli sprechi e la
promozione di leggi che premino il merito e promuovano l'equità sociale".
Per il governo Berlusconi, il segretario del Pd preferisce usare bastone e
carota: "Del nuovo esecutivo per ora mi sono piaciuti i tre ministri
veneti, credo si tratti di persone competenti con cui si può avere un
dialogo - conclude Giaretta - . Non mi è piaciuta affatto invece l'eliminazione
dell'Ici, che va a penalizzare gli enti locali e che costringe in sindaci a
chiedere di poter trattenere il 20 per cento dell'Irpef. Una proposta del tutto
comprensibile anche se si tratta di una percentuale insostenibile per
l'equilibrio finanziario del Paese". Alberto Rodighiero Imprenditore
Massimo Calearo, ex presidente degli industriali vicentini e ora parlamentare
del Pd.
( da "Libertà" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di MARIANO BRUSAMONTI* e FILIBERTO PUTZU* "È lo
spreco che mi scandalizza" a dire ciò non è un noto economista, bensì
l'umile Madre Teresa di Calcutta di MARIANO BRUSAMONTI* e FILIBERTO PUTZU*
"È lo spreco che mi scandalizza" a dire ciò non è un noto economista,
bensì l'umile Madre Teresa di Calcutta. Una delle più avanzate conquiste di uno
Stato moderno è l'aver avocato a sè l'assistenza sanitaria. Tale necessaria
prerogativa statale ha insito in sè un rischio, quello della burocratizzazione
che, qualora il Sistema sia in equilibrio precario, rischia di tracollare con
tutta la sua prepotente carica disumanizzante. Allora il malato si trasforme in
una pratica da autorizzare, sempre il malato scompare dinanzi alla struttura
che, paradossalmente, esiste in funzione della sua salute. Altro spreco è il
Medico così detto di famiglia. A parole tutti lo vedono come sempre centrale e
strategico. Nei fatti le risorse allocate verso le cure primarie sono
aumentate: in realtà queste risorse non sono mai arrivate dove sono
indispensabili, cioè nella Medicina Generale. La burocrazia ha amplificato sè stessa,
generando linee guida regionali, formazioni ed accreditamenti regionali,
bollettini regionali, di ASL e di distretto, operazioni tese al governo della
spesa farmaceutica, atti di indirizzo, nuove funzioni distrettuali ed
ipertrofia organizzativa delle strutture intermedie delle ASL. Esse sono
le vere idrovore che hanno assorbito le risorse spostate sulla medicina del
territorio, questo non ha fatto altro che: duplicare le organizzazioni, le
piante organiche, le iniziative, i progetti. In soldoni lo spreco sta nelle ASL
che sono lottizzate dai partiti in base ai rapporti di forza regionali, rifugio
per politici "trombati" con troppi contabili e burocrati, contano
tutto dagli esami alle pillole e il "budget" è l'aspetto primaro.
Come ad Assisi, città del poverello patrono d'Italia, si è smarrita la
"mission" ed è addirittura reato mendicare. Così nelle varie ASL sarà
reato ammalarsi. Una forte stretta di mano. *Piacenza che verrà 10/06/2008.
( da "Asca" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
(ASCA) - Brescia, 10 giu - Da un lato, ''l'eccesso di burocrazia'', dall'altro, ''il deficit di giustizia''.
Secondo Andrea Mondello, presidente di Unioncamere, e' per colpa di questo
''effetto combinato'' che ''in Italia dare vita ad un'attivita' imprenditoriale
e', in se', un'impresa''. Nella sua relazione illustrata agli amministratori
delle Camere di Commercio riuniti a Brescia in occasione della 127ma assemblea
di Unioncamere, Mondello ha snocciolato le cifre contenute nella classifica
della Banca Mondiale sui Paesi in cui e' piu' facile fare impresa per
dimostrare quanto sia pesante il gap tutto italiano su questi due aspetti
fondamentali per la crescita economica: ''L'Italia occupa il 53* posto su 178
Paesi, e addirittura il 155* per la possibilita' di far valere un contratto.
Rispetto alla media europea - ha lamentato Mondello - la durata di un processo
e' quasi doppia: l'attesa media per un primo grado di giudizio e' di quasi 900
giorni e di oltre 2.600 per tutti e tre i gradi''. Mondello non ha esitato a
parlare di ''crisi della giustizia civile'' che dal suo punto di vista ''ha
certamente una dimensione culturale prima ancora che tecnica o economica''. Il
che, ha puntualizzato, ''certamente si riflette in modo fortemente negativo
sulla competitivita' delle imprese e del Paese. Delle imprese, perche' impone
un costo aggiuntivo alle nostre e scoraggia quelle straniere ad investire. Del
Paese, perche' fa emergere un deficit di civilta' giuridica, che va a danno
soprattutto dei piu' deboli''. Accanto alla lentezza e alla farraginosita'
della macchina giudiziaria, a pesare sulle imprese italiane e' per Mondello ''una burocrazia troppo spesso fine a se stessa, costosa e inefficiente. Una burocrazia - ha insistito - che il piu'
delle volte non e', dunque, un alleato, ma un ostacolo al libero sviluppo
dell'intrapresa, con un costo, ogni anno, per le imprese pari a 14,9 mld di
euro, l'1% del Pil: quasi 12 mila euro a impresa''. E oltre a sottrarre
''risorse al sistema produttivo'', la Pubblica Amminstrazione italiana ha la
colpa di essere troppo invadente, allargando sempre di piu' la propria presenza
nell'economia: ''Basti pensare - ha denunciato Mondello prima di concludere -
che sono quasi 5 mila le societa' controllate da Regioni ed enti locali, che
per funzionare 'hanno bisogno' di 35 mila amministratori''. fcz/cam/lv.
( da "Denaro, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Napoli occupazione Raffa: Cervelli in fuga, così li farò
rientrare Un piano per consentire il ritorno nella loro terra d'origine dei
giovani cervelli campani che hanno studiato al Nord. "Partire per
tornare", questo il nome del progetto, farà parte di un percorso di
valorizzazione dell'intera regione e della città di Napoli attraverso i suoi
quattro distretti economici. Strumenti sono la formazione delle risorse e la
creazione di nuovi posti di lavoro. Ad annunciare le novità è Mario Raffa,
assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, nel corso dell'incontro
"Formazione e competenze per lo sviluppo locale", ieri al Denaro.
Raffa parla anche di crescita costante degli addetti formati, che si attesta
sull'otto per cento all'anno consentendo nei prossimi tre anni un aumento di
addetti tra le settecento e mille unità. Jenny Giordano Si chiama "Partire
per tornare": è il progetto che potrà consentire il rientro dei giovani
cervelli che studiano e lavorano al Nord. Lo annuncia Mario Raffa, assessore
comunale allo Sviluppo nel convegno "Formazione e competenze per lo
sviluppo locale", ierinella sala conferenze del Denaro. Il progetto, già
in fase di inizio nellaRegione Basilicata, è stato proposto anche per la
Campania dal Comune diNapoli. "Si tratta, in sintesi dice Raffa- di
aiutare i giovani chestudiano e lavorano al Nord, ad applicarsi ad un progetto
innovativo nelleimprese, ma nella loro terra d'origine". "Questo
potrà avvenire aggiunge Stefano Mollica, presidente di Aislo e responsabile del
progetto a ttraverso agevolazioni che la Regione dovrebbe trasferire alle
Università che poi applicherebbero ai migliori progetti presentati dagli
studenti meridionali". \"Finora - continua Mollica- si sono mostrati
interessati la Regione , attraverso l'assessorato al Lavoro che ha dato la sua
disponibilità formale, il Comune di Napoli, il Comune e l'Università di Benevento,
e l'Isfol, l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei
lavoratori". Raffa parla poi dei quattro distretti economici della città
di Napoli e dei progressi fatti negli ultimi anni: "Se per Napoli Est sono
già state mappate 30 imprese che possono attrarre nuove risorse per il settore
aeronautico, dell'Ict e della multimedialità sottolinea su Napoli Centro ci si
concentra sull'artigianato, per consentire una differenziazione delle tipicità
delle aree". Le altre due zone di Napoli, quella Ovest e quella Nord,
vedono censite, rispettivamente, 52 imprese per Bagnoli Futura e l'incubatore
di Scampia: "Dobbiamo proseguire su questa strada conclude Raffa e creare
una piattaforma comune tra i distretti con un sistema che potrà ospitare sempre
nuove imprese". le parole MASSIMO AMOROSINI Ats Erfap-Lal-Smile Campania
La formazione è il più raffinato strumento di tutela dei lavoratori. Attraverso
la formazione continua e i fondi paritetici interprofessionali si può fare
un'analisi dei fabbisogni formativi in maniera concertata e si può gestire il
processo formativo, si condivide tra impresa e lavoratori lo sviluppo delle
strategie fondamentali MIRANDA BASSOLI responsabile formazione Rso spa Le
regole che abbiamo stabilito per la certificazione, per la quale l'attesa non
deve superare i tre mesi, puntano a non disperdere l'accumulato dei percorsi
formativi e di lavoro. La certificazione deve defi nirsi su standard, essere
rigorosa e fruibile in maniera estesa. RAFFAELE FABBROCINI presidente Consvip Il
conto formazione e il conto di sistema consentono un'istruttoria rapida del
progetto formativo e la capacità di rispondere ai bisogni dell'azienda
progettando e riprogettando anche in corso d'opera. ANTONIO FALCONIO
Associazione Campania Start Up Punto fondamentale, per la formazione, è la
necessità di considerare come attori non solo i luoghi classici come
l'Università e i centri di ricerca, ma anche le imprese e le forze sociali. Le
Istituzioni in campo devono comunicare tra di loro. GUIDO D'AGOSTINO direttore
"Meridione Sud e Nord del Mondo" La rivista ha dedicato più di un
numero al tema della formazione. Nella nostra regione si è agito forse troppo
in ritardo e bisogna colmare questa distanza perchè non è possibile un futuro
per l'impresa se non passando attraverso la formazione, un processo generale
che coinvolge anche il tema dei diritti PASQUALE IORIO vicepresidente Obr
Campania Il sapere e la formazione dei lavoratori e delle imprese sono un
fattore fondamentale per la competitività e per far crescere qualità e
innovazione sul territorio. Le opportunità che vengono offerte oggi alle
imprese e ai lavoratori sono date dalla grande novità dei fondi paritetici
interprofessionali, una rivoluzione copernicana ALFREDO LOSO presidente Obr
Campania 6 milioni d'italiani non hanno un titolo di studio, il 66% trova
difficile leggere, scrivere e far di conto, il 6% frequenta un corso di
formazione. Questi dati dicono una cosa importante, al di là dell'impegno e
delle risorse, bisogna partire da un assunto: lo sforzo deve essere
innanzitutto di fare cultura BRUNO SCUOTTO Presidente Gruppo Piccola Industria,
Unione industriali di Napoli Gli strumenti in campo non bastano. Serve poterli
utilizzare bene, diffondere la cultura della formazione all'interno delle
imprese, soprattutto le piccole, e serve adeguare le
richieste che sono sul mercato alle competenze dei nostri giovani. Alcune leve
come la formazione continua sono pronti strumenti usati troppe volte in modo
frettoloso . Molti protocolli che abbiamo siglato, non sono mai stati
concretizzati, anche questa è la burocrazia. del 10-06-2008 num.
( da "Wall Street Italia" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La burocrazia costa 12mila euro
a impresa -->La denuncia di Unioncamere: i costi burocratici per azienda
ammontano a 14,9 miliardi di euro, l'1 per cento del Pil. Fare impresa: Italia
solo 58esima su 178 Paesi. E a questo si aggiungo i costi del
"deficit" di giustizia.
( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 10-06-2008)
Pubblicato anche in: (Unione Sarda, L' (Nazionale))
Argomenti: Burocrazia
Cagliari e Provincia Pagina 1021 Vandali scatenati nel
centro storico In fiamme due gazebo del ristorante "La vecchia
trattoria" --> In fiamme due gazebo del ristorante "La vecchia
trattoria" Terzo incendio doloso in cinque giorni. Dopo l'attentato di
piazza Carlo Alberto, i vandali hanno dato alle fiamme giovedì un gazebo in
piazza Yenne. Ieri l'ultimo episodio, in via Azuni. L'ultimo ad andare in fumo
è stato il gazebo della Vecchia trattoria, domenica notte. Un po' di benzina,
una scintilla e via. Tre incendi in cinque giorni: fuoco doloso, mica
autocombustione o corto circuito. Roba da pizzo selvaggio anni'80, anche se in
questo caso di racket - così dicono gli inquirenti - non si tratta. Ma il
problema resta, soprattutto se a farne le spese, oltre a gli imprenditori, è il
centro storico di Cagliari. Perché il risultato è una striscia di fuoco che
unisce piazza Carlo Alberto, piazza Yenne e via Azuni. E che non lascia
tranquilla la Prefettura: giovedì scorso, nel vertice sulla sicurezza con le
forze dell'ordine si è parlato proprio degli ultimi episodi a base di cerini e
diavolina. La decisione: più controlli nella città vecchia, più pattuglie in
giro, impegno che dovrebbe unire tutti, dalla polizia municipale ai
carabinieri. "Ma non c'è nessuna emergenza, Stampace è un rione
tranquillo, non me ne andrò mai", assicura Claudio Ara, proprietario della
Vecchia trattoria, che ieri ha presentato una denuncia ai carabinieri (contro
ignoti) per il rogo dei suoi due gazebo. Secondo in due anni. E arrivato dopo vari contrattempi con i Nas e la burocrazia comunale. A preoccupare
semmai sono i singoli: radio-quartiere racconta di una sequenza iniziata dopo
la costruzione di una pedana (regolarmente autorizzata) fuori dal locale, che
ha tolto tre parcheggi ad un isolato dove la sosta è un terno al lotto.
E allora arriva il primo rogo, le "minuziose" denunce alla Asl e il
secondo incendio. Ripreso, forse, dalle telecamere installate sui muri esterni
del ristorante e collegate ad un impianto a circuito chiuso. Che registra tutto
su hard disk. "Le ho messe per scrupolo, per lasciare tranquillamente i
tavoli fuori, non per un pericolo reale". Il pericolo però c'era e il
danno non verrà risarcito dall'assicurazione. Come nel caso di piazza Yenne:
fuoco contro la tettoia dell'American Bar. Dove il proprietario parla di
"teppisti" e di una polizza che non c'è : "nessuno assicura un
gazebo esterno, incustodito". E allora la copertura in plastica va
ricomprata con i soldi dell'attività. Non basteranno 30 mila euro invece per
ristrutturare il bar "Re Carlo" di piazza Carlo Alberto. Mobili e
attrezzature distrutte da un attentato incendiario (il colpevole si è
costituito ieri) in pieno giorno e con la cassiera dietro il bancone. "Esci
fuori, vattene via". Poi una tanica di benzina e un accendino per mandare
in fumo un bar appena ristrutturato. Alla base di tutto, sembra uno screzio per
un lavoro non pagato. Risolto col fuoco. MICHELE RUFFI.
( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 10-06-2008)
Pubblicato anche in: (Unione Sarda, L' (Nazionale))
Argomenti: Burocrazia
Prov Ogliastra Pagina 6039 Tertenia L'appello di un
malato di sclerosi in guerra contro la burocrazia
Tertenia --> Prigioniero di una casa inadeguata al male che avanza. La
sclerosi multipla l'ha costretto in carrozzina, ma Giovanni Serra, 46 anni, di
Tertenia, non si arrende. Lotta ogni giorno contro la malattia, e da sei anni
per ottenere l'accompagnamento. Un aiuto indispensabile che non arriva,
ostaggio di lungaggini prima burocratiche e poi processuali. L'odissea di
Giovanni, sposato con tre figlii, inizia quando scopre di essere malato, nel
2002. Nello stesso anno una visita specialistica gli riconosce la totale
invalidità. Tuttavia l'iter burocratico per ottenere l'accompagnamento si è
rivelato pieno di insidie. La causa intentata dal signor Serra contro l'Inps è
ferma al Tribunale di Lanusei. L'ultima udienza si doveva tenere lo scorso 16
febbraio ma è stata rinviata al 18 febbraio del prossimo anno. "Di questo
passo faccio in tempo a morire prima che mi venga riconosciuto quello che
spetta. Ho vinto il primo ricorso, ma l'Inps ha fatto appello. Loro mirano a
non darmi tutti gli arretrati o almeno a darmi il meno possibile. Ma in tutto
questo io non ho ancora visto niente e la mia famiglia è in grave
difficoltà". I soldi dell'Inps a Giovanni servirebbero per cercare una casa
al piano terra, dove vivere con più serenità. Quella dove vive adesso con la
famiglia non è adatta a un malato non autosufficente. "Abito al secondo
piano, dieci gradini che per me sono un'enormità. Una casa al piano terra
faciliterebbe anche il compito di chi deve assistermi fra mille
sacrifici". Quella di Giovanni Serra è una storia come tante dove la
fredda burocrazia e in questo caso le lungaggini
giudiziarie si scontrano con la sofferenza di tutti i giorni ma in questo caso
Giovanni non può aspettare che la giustizia faccia il suo corso. Nella causa
civile al Tribunale di Lanusei è assistito dall'Anmic di Nuoro.
( da "Giornale.it, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio idilliaci.
Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione" dei
pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della solita
Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice "il
loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al Partito
socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da un lato
c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani, dall'altro il
livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a pochi mesi dalle
elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche Rutelli che
pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa trombatura
rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti, il
"parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con un
seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di
guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che
vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i "cespugli"
rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione nel campo
della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Non commentato
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2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May 08
La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di sinistra
a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma
l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che
tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista"
degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese.
con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai
militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle
polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che
l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta
ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come
scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto
nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di
odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti
estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili,
ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco
di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari,
ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico
della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve
venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra
giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni
ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come
imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a
"non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono
stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di
quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche"
stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa
Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori:
"L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro
politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico
elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà
minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e
controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di
piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della
storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte
politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una
democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle
estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il
"giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani
hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti
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16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di
dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete
provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si
sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori
britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella
del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista.
Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico.
"Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile
("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente
da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra
quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di
comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino?
Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese,
ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un
cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha
ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un
salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era
dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in
occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della
Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le
vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda
il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (110
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08
Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi
alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo
con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd),
sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento
e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha
riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno
scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta
rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse
Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella
distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e
Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici.
E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra
massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei
giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani)
e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E'
lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a
indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro
alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del
ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia
personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio
non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto
popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico.
C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel
mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo
D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta
Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della
Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a
Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua
dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve
un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più
l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna
elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito
anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter
diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni
(Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in
esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo).
Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita
a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e
l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier
ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative
e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi),
tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed
entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato
lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie
finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono
buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente
Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo
è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con
D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire:
non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al
D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere"
alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è
più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla
direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce
il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che
affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di
rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra
nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti (
89 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul
governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e
stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere
che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che
contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella
chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini
nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra
31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è
riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma
molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che
potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario
alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci
sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23
giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il
presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della
Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
Commenti ( 67 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog
di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post
a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E'
COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel
venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie
(politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti
all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni
politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che
venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni.
E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del
bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da
Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra
defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni?
Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal
centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In
fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche
soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già,
perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una.
Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo
europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate?
Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare
il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali
sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la
conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato
sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono
scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico,
periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi
della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e
Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha
attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano
incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
Varie Commenti ( 19 ) " (130 votes, average: 1.17 out of 5) Loading ... Il
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un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
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Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo
dal presupposto che i moderati non sparano, non tirano... Ocram: "A chi
giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi
giova tornare a... MARIO: INVECE CHE IL GOVERNO OMBRA SI FACCIANO LA TOMBA.
greco giuseppe: credo che questo governi ombra è più una presa per i fondelli
che una cosa seria.Loro al governo... annarita: Quando non si sa cosa fare, si
fanno le rivoluzioni: l'ignoranza dilaga, perchè i professori invece... I più
inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato
afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a
chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2
Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul
governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i
nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News Istat, l'industria traina il pil:
+0,5%Scandalo in clinica: "Al vecchio metti una protesi infetta"La burocrazia costa 12mila euro a impresaFar west sulla A4:
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Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier
ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti
sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro
Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta
feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni
Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la
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( da "Asca" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
(ASCA) - Roma, 10 giu - Il ministro del Welfare,
Maurizio Sacconi, nel corso dell'audizione della Camera affronta il tema della
riforma dei contratti e in particolare del cosiddetto 'contratto individuale'
di cui sta parlando la Confindustria. ''Mi auguro - ha detto - che la
contrattazione collettiva possa favorire la contrattazione 'individuale'
attraverso una offerta di menu'. Mi auguro - ha aggiunto - che facciano presto,
abbiamo bisogno di semplificare il nostro sistema di relazioni industriali per
dare luogo a forme contrattuali piu' tempestive ed efficaci. Spero che, anche
grazie alla leva fiscale si possa arrivare a far riflettere nella retribuzione
il contributo che il lavoratore da' nell'impresa''. E a proposito delle
polemiche nel sindacato, e in particolare della Cgil, ''per quanto riguarda la
Cgil - ha detto Sacconi - mi auguro che vorra' riflettere, ascoltare un po' di
piu' e non interpretare le nostre proposte in termini di pregiudizi''. In
merito alla sicurezza, infine, Sacconi ha spiegato che l'approccio ''e' quello
di cercare di superare le lacerazioni. Tutte e 15 le organizzazioni
(Confcommercio, Confesercenti...) si sono dichiarate contrarie''. Bisognera'
cercare di arrivare ad una 'condivisione'''. Ancora sui sindacati, Sacconi ha
detto di aver ''apprezzato che la Cisl abbia aperto sulla possibilita' di un
confronto diversamente di altri''. Noi parliamo di ''deregolare la gestione del
rapporto di lavoro, non le tutele. Le eccessive burocrazie
- ha ribadito - determinano il lavoro sommerso. Bisogna invece far emergere
spezzoni di lavoro con buoni prepagati, in modo quindi molto semplice.
Deregolazione - ha affermato - non e' sinonimo di meno tutele''. C'e' bisogno
di ''interventi piu' strutturali e di una piu' ampia riduzione della pressione
fiscale per la ricostruzione di un ciclo di crescita della nostra economia''.
ram/sam/bra.
( da "Prima
Comunicazione" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Data: 10/06/2008 Fonte: Apcom Categoria:
Telecomunicazioni TLC/ SFUMA IL "REGOLATORE UNICO EUROPEO", GLI STATI
NON LO AMANO Bruxelles, 10 giu. (Apcom) - La Commissione europea potrebbe dover
rinunciare a uno degli elementi centrali della sua grande riforma del mercato
delle telecomunicazioni, la creazione di un super regolatore europeo, a causa
della mancanza di sostegno da parte degli Stati membri. Lo ha detto oggi una
fonte vicina alla Presidenza slovena di turno dell'Unione europea. "Non
c'è molto sostegno per l'Autorità" tra gli Stati membri, ha detto la
stessa fonte, alla vigilia di una riunione a Lussemburgo tra i ministri
responsabili per le telecomunicazioni dedicato al "pacchetto
telecomunicazioni" proposto da Bruxelles. La Commissione aveva proposto a
metà novembre di creare una autorità pan-europea di regolamentazione per
armonizzare gli interventi applicati nei diversi Stati membri in caso di
problemi di concorrenza nel settore delle telecomunicazioni. Bruxelles vorrebbe
anche dare alla nuova Autorità competenze sulla sicurezza delle reti o sulle
frequenze radio-elettriche utilizzate per la telefonia, la radio o la
televisione. L'Autorità è però "fondamentalmente non accettabile per gli
Stati membri", secondo la fonte vicina alla Presidenza, che ha menzionato
una via alternativa nell'accrescere le competenze di un organismo esistente, il
gruppo dei regolatori europei (ERG) che riunisce i regolatori nazionali dei 27
Stati membri. L'Europarlamento sembra determinato ad andare in questa
direzione, in base al progetto di relazione presentato alla fine di aprile. Il
voto di Strasburgo in prima lettura nella seduta plenaria è prevista solo per
il mese di settembre, ma l'orientamento dei principali gruppi politici del
Parlamento sembra essere questo, al momento. I deputati hanno respinto l'idea
di un super-regolatore, che potrebbe creare "un
eccesso di burocrazia"
e "tagliare alle autorità nazionali di regolamentazione un certo numero
delle loro competenze", ha spiegato al momento uno dei relatori, il
conservatore spagnolo Pilar del Castillo. I deputati preferirebbero dunque una
struttura simile all'attuale ERG, cioè "un organismo dove siedono le
autorità nazionali di regolamentazione, che avrà un presidente eletto
dalle autorità nazionali, e che prenda le decisioni a maggioranza di due terzi,
tranne in casi eccezionali". (fonte Afp) Lor 101241 giu 08.
( da "Panorama.it" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Economia - http://blog.panorama.it/economia - Energia
eolica: ci sono i progetti, mancano le autorizzazioni Posted By daria.bianchi
On 6/6/2008 @ 15:38 In Headlines | 1 Comment [1] Se la regione Molise approverà
la legge 38 e la revisione sul procedimento autorizzativo degli impianti
alimentati con fonti rinnovabili, verranno di fatto bloccati 420 milioni di
euro di investimenti eolici, già ammessi, dal Gestore servizi elettrici, agli
incentivi statali. I due articolati renderanno vita difficile ai mulini a
vento, non solo perché pongono un tetto massimo di mille Megawatt di potenza
installata in tutta la superficie regionale, ma anche perché fissando a 1.800
Megawatt/ora la produzione massima di energia annua per ogni MW di potenza,
rendono gli investimenti antieconomici. Un altro passo che ci allontana dai
traguardi di Kyoto (taglio delle emissioni di Co2 del 20% entro il 2002) e ci
avvicina alla maximulta - stimata sui 12,5 miliardi di euro - che aziende e
pubbliche amministrazioni italiane dovranno pagare alla comunità internazionale
se non verrà rispettato il protocollo. L'eolico oggi è la fonte di energia
rinnovabile che grazie alla maturità tecnologica e ai certificati verdi, attrae
i capitali più importanti: si stima che grandi e piccoli operatori del settore
siano disposti a mettere sul piatto qualcosa come 15 miliardi di euro e 30 mila
nuovi posti di lavoro nei prossimi cinque anni, risorse finalizzate a costruire
pale eoliche in grado di produrre complessivamente 8 mila Megawatt all'anno
(ogni MW costa all'incirca 1,8 milioni di euro e, secondo la European wind
energy association, dà lavoro a quattro persone). Un'opportunità, manco a farlo
apposta, destinata alle aree più depresse d'Italia, e cioè le due grandi isole
e la criniera appenninica dall'Umbria in giù. "Il governo", ricorda
Cristian Lanfranconi, referente dell'eolico per l'[2] Aper, l'associazione di
categoria dei produttori di energie rinnovabili che raggruppa 400 operatori,
"ha stabilito che per raggiungere gli obiettivi imposti dall'Europa, la
capacità eolica complessiva del Paese dovrà toccare nel 2020, i 12 mila MW. Ad
oggi poiché 2.700 MW sono già stati installati, resta scoperta una quota di 9
mila MW . I produttori hanno già presentato centinaia di progetti eolici per un
valore complessivo di 8 mila MW al Gestore dei servizi elettrici (Gse), il
quale sta valutando se concedere la certificazione necessaria per accedere agli
incentivi statali che coprirebbero metà dei costi per 15 anni dall'entrata in
funzione dell'impianto". In pratica i progetti ci sono, i certificati
stanno per arrivare, ma le autorizzazioni a costruire i progetti approvati, restano bloccate nell'intricata burocrazia degli enti locali. In Sicilia l'Assessorato al territorio ha
decretato che le pale eoliche debbono essere installate a più di cinque
chilometri di distanza da un centro abitato. Visto che in tutta l'isola non
esistono aree adeguatamente ventose e così poco antropizzate, tre società,
Asja.biz, Edison e Solarwind, hanno chiesto e ottenuto dal Tar la
sospensione del decreto che però è stato recentemente rafforzato da ulteriori
limiti tecnici alla produzione eolica. La Puglia invece delegando ai Sindaci
l'individuazione delle aree dei parchi eolici, si è vista recapitare migliaia
di domande di installazione di turbine - pari a quattro volte il numero che il
territorio potrebbe sostenere - che hanno paralizzato il meccanismo delle
autorizzazioni. Gli amministratori della Basilicata il problema neppure se lo
sono posto: con una moratoria hanno rimandato ogni decisione fino alla
pubblicazione del prossimo Piano Energetico, nonostante una sentenza della
Corte costituzionale del 2006 avesse già dichiarato incostituzionale una
decisione analoga adottata dalla Puglia. Nella provincia di Cuneo, il Consiglio
comunale di Garessio - uno dei tre Comuni dove era destinato un parco eolico da
19 turbine - si è opposto al progetto di un'altra società (Le Fattorie del
Vento srl) perchè l'impianto avrebbe deturpato lo scenario naturale della festa
patronale di San Rocco. Mentre La Regione Sardegna dopo aver ridotto la
capacità eolica regionale da 2000 a 550 MW (che risultano per il 60% già
installata), ha affidato due terzi della quota rimanente all'Enel che in cambio
fornirà energia a prezzo agevolato alle imprese locali. "Nella pantomima
delle misure anti-eolico", dice esterrefatta Simona Viola, avvocato dello
studio Bucello Croci Piscitelli Viola che si occupa di energie rinnovabili
"l'operazione Enel-Soru è stata quella più eclatante. Per questo dietro
incarico di Asja.biz e Italian Green Power ho fatto ricorso al Tar Lazio contro
l'Ente regionale perché l'accordo a mio avviso va a scapito sia degli operatori
che avrebbero potuto partecipare alla gara per la assegnazione del potenziale
eolico, sia delle imprese energivore non sarde, che si troveranno a sopportare
un bilancio energetico più gravoso rispetto alle concorrenti isolane".
Secondo il presidente della Regione Sardegna Renato Soru però siccome
"l'eolico è un business estremamente semplice dove non bisogna cercarsi il
cliente visto che il gestore è obbligato a comprare energia", gli
investitori dovrebbero porsi innanzitutto al servizio dell'industria
energivora. Qualche Regione che dà il buon esempio comunque c'è. La scorsa
estate ad esempio sono partiti i lavori di realizzazione del secondo parco
eolico dell'Emilia Romagna: 16 turbine per tredici MW di potenza che saranno
installate su iniziativa della municipalizzata di Verona, Agsm, a Casoni di
Romagna in provincia di Bologna.
( da "Corriere Adriatico" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Diminuiscono i fondi e la ricerca sopravvive grazie alla
buona volontà Se il denaro non basta mai ANCONA - Quando si dice ricerca
universitaria, mica è chiaro, in Italia, se si parla di ricerca scientifica o
di ricerca di fondi. Già, perché di soldi ce n'è sempre meno. Meno sicuramente
che in altri paesi europei - degli States, per carità, meglio non parlare: ogni
confronto è iniquo - che ci battono di parecchie lunghezze, quanto a
lungimiranza negli investimenti sulla ricerca, quella scientifica, ovviamente,
che si conduce negli atenei. Nelle Marche, che aria tira? I giovani, si sa,
sono ottimisti: che futuro ci sarebbe, se non lo fossero? E giovani sono tutti
(o quasi) i ricercatori della università marchigiane, un piccolo stuolo di
agguerriti scout delle magnifiche sorti e progressive della nostra terra.
Sicché se vai a cercare nei nostri laboratori, trovi solo ragazzi in gamba che
sacrificano tempo anche alla famiglia per far carriera, certo, ma soprattutto
per portare avanti programmi che sperano sempre diventino la chiave di volta,
l'apriti sesamo di quello sviluppo che batte la fiacca. "Piccoli
ricercatori crescono sospira Annamaria Eleuteri, biologa, referente del rettore
per la Carta Europea dei Ricercatori -. E invece i fondi scemano, ogni anno. E
ricerca significa anche competizione continua, oltre che con ricerche di altri
atenei, per i finanziamenti europei e le collaborazioni con enti e privati.
Poi, ogni tanto, la scintilla, come quel mio collega selezionato dall'European
Research Council, o i nostri chimici che hanno brevettato materiali innovativi
per la Teuco". "Eh, certo, ci sono campi, con quello in cui lavoro io
aggiunge Giovanni Di Nicola, ricercatore del Dipartimento di Energetica a
Ingegneria di Ancona che tirano più di altri: biocarburanti, come il biodisel
da olio di colza e di girasole, anzi adesso anche dalle alghe. Un settore che
traina, come negarlo? E poi bisogna anche saperci fare, a trovare soldi, come
fa il nostro capofila, il professor Fabio Polonara. Un portento". "E'
doversi arrampicare sugli specchi, anche per poter restare a lavorare in un
gruppo affiatato, che talvolta rovina l'umore, che se no sarebbe così
entusiasmante. Non dovrebbe essere logico? Squadra che vince non si
cambia". Marzo Marzioni, ricercatore al Dipartimento di Gastroenterologia
all'Università Politecnica delle Marche, è contento delle strutture in cui si
trova a operare, come il collega Di Nicola, che il confronto ce l'ha con
l'Università di Bologna. "Il centro di media grandezza in questo caso è
preferibile. Senza contare che il Polo a Torrette permette la prossimità delle
strutture per le sperimentazioni in vivo". Se non
fosse per la burocrazia,
che soffre di cronica elefantiasi e ritarda ogni procedimento amministrativo
Ecco, proprio quello che sembra un difetto, è un pregio: la dimensione della
sede. Addirittura a Camerino la riciclano a vantaggio: "Un contatto più
stretto con i colleghi, soprattutto quando con le tecnologie informatiche sei
connesso a tutto il mondo, è solo un vantaggio. E vuoi mettere la
felicità ambientale dei nostri posti?", Marco Giovagnoli, ricercatore di
Sociologia a Scienze Politiche e giuridiche di Camerino non ha dubbi; come non
può non essere d'accordo la Eleuteri? "Il relativo isolamento geografico
ci giova. Tanto che un terzo dei nostri ricercatori proviene da altri paesi:
l'attrattività è anche di matrice logistica". "E il mutamento
sociale, che studio io aggiunge Giovagnoli è analizzabile anche da qui, anche
se il nostro settore ha meno appeal, in teoria. Ma se come noi lavori al
progetto comunitario Equal sull'imprenditoria femminile, portato a Camerino
dalla professoressa Patrizia David, qualche chance ce l'hai". E sospira:
"Questo non toglie che è una vergogna che la ricerca in Italia stia così
poco a cuore a chi decide". LUCILLA NICCOLINI,.
( da "Gazzettino, Il
(Vicenza)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PARTITO DEMOCRATICO Calearo coordinatore dei
parlamentari veneti Massimo Calearo è stato eletto coordinatore dei parlamentari
veneti del Partito Democratico. Obiettivo della nomina è dare efficacia e forza
all'opposizione dei 23 parlamentari veneti. "Siamo un partito nuovo di
nome e di fatto", è stato il commento dell'imprenditore vicentino,
"che ha deciso di lasciare davvero spazio alle risorse provenienti dalla
società civile. Ci incontreremo una volta al mese, in una provincia sempre
diversa, per stare a stretto contatto con il territorio, ascoltare gli
amministratori e i cittadini". Primo appuntamento lunedì 30 giugno a
Vicenza. Tre, saranno i temi su cui si concentrerà il
lavoro di opposizione: la lotta alla burocrazia inutile, con l'avvio di un osservatorio regionale sulla
"pressione burocratica"; la lotta alla cattiva spesa pubblica e la
promozione di leggi che premino il merito e l'equità sociale.
( da "Gazzettino, Il
(Pordenone)" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Fontanini,replica di un filmgià vistoCi risiamo con i
"fannulloni". Questa volta all'attacco della vituperata categoria c'è
il Presidente della Provincia di Udine che, dalle pagine del quotidiano locale
"Messaggero Veneto", lancia i propri strali sui suoi dipendenti,
colpevoli, secondo lui, di essere assenteisti (pare di essere in un ospedale,
dice), di avere un orario di lavoro insufficiente (36 ore anziché 40), e di
molte altre nefandezze.Abbiamo più volte riletto le dichiarazioni del
Presidente Fontanini, ma alla fine - non c'è stato niente da fare - abbiamo
dovuto arrenderci: non c'è alcun accenno al grado di funzionamento della
azienda "Provincia" o alla qualità del servizio reso dalla stessa. In
breve, nelle sue dichiarazioni, il Presidente non dice affatto se durante questo
breve periodo, dalla data della sua elezione, ha potuto riscontrare,
all'interno della struttura burocratica dell'Amministrazione, specifiche
condizioni di inefficienza che hanno provocato elementi di difficoltà e ritardi
nel servizio o, peggio ancora, danni a imprese, associazioni o alla
cittadinanza in genere.In altri termini, senza alcuna analisi della situazione
in atto (ancora peggio: si arriva candidamente a dichiarare che
l'Amministrazione non conosce oggi nè la qualità né la quantità delle risorse
umane che si ritrova alle sue dipendenze), il Presidente, con idee
particolarmente stravaganti, quali l'aumento a quaranta ore settimanali
dell'orario di lavoro - secondo quale fondamento giuridico o contrattuale? - o
con la grande trovata della riduzione della spesa e dell'aumento di
produttività, dimostra di avere tutta l'intenzione di voler partire dalla
fine.Insomma, siamo anche noi interessati a ritrovare nuove soluzioni atte a
garantire un miglior funzionamento della Amministrazione provinciale di Udine e
di tutti gli uffici pubblici, ma per far questo è necessario capire dove sono
stati riscontrati i problemi e le difficoltà e quando le stesse sono provocate
da eccesso di burocrazia o da normative inadeguate, prima ancora che dai comportamenti
dei lavoratori.E allora, il Presidente Fontanini faccia una cosa un po' più
semplice e dimostri di voler fare veramente sul serio: apra un tavolo di
discussione con tutte le Parti sociali (comprese quelle datoriali) della
provincia di Udine interessate al buon funzionamento della Amministrazione,
faccia una verifica dei punti di caduta dell'attività, ricercandone e
determinandone le cause e poi presenti e discuta, con le Organizzazioni
sindacali del personale, un progetto di riorganizzazione che porti concretamente
al miglioramento della funzione della Amministrazione provinciale. Un'ultima
considerazione sul "congelamento" delle trentasette nuove assunzioni.
Queste assunzioni sono il frutto di un atto politico della "precedente
Giunta", proposto e condiviso dai sindacati e dalla Rappresentanza
sindacale unitaria, e rappresentavano il numero minimo indispensabile per
coprire le emergenze individuate.Il cosiddetto congelamento, a concorso
espletato e con le graduatorie finali già pubblicate, costituisce una grave decisione,
sia nei confronti dei diretti trentasette interessati, che addirittura
detengono la proposta di contratto di assunzione notificata a mezzo telegramma,
che anche e proprio per quel servizio che si intende migliorare, ma che invece
rischia di subire un pesante contraccolpo, a partire, ad esempio, dai non
assunti sette nuovi cantonieri, che dovrebbero essere destinati al controllo
della viabilità di circa 1.300 chilometri di strade provinciali, con evidente
mancata tutela e sicurezza delle opere stradali.In questo caso, fra le altre
cose, è stato rimesso in discussione l'impegno importante di risorse umane ed
economiche (congelate o sfumate?) dell'Amministrazione provinciale attivate per
portare a termine un mandato (quello del bando di concorso pubblico) deciso,
appunto, dalla Giunta precedente. Tutto questo con buona pace per il rispetto
della professionalità e della produttività del personale e dei dirigenti
pubblici coinvolti.Ci auguriamo, nell'interesse della funzione amministrativa,
che questo "blocco" venga liberato al più presto.Guarino
NapolitanoSegretario generale Cisl-Fp Udinese e Bassa FriulanaClaudio
PalmiscianoSegret. territoriale Ust-Cisl Udinese e Bassa FriulanaNotte
BiancaEnnesimafintaLa Notte Bianca dell'11 luglio si sta prospettando come
l'ennesima "finta", dove i cittadini udinesi gireranno per la città
convinti di essere in una manifestazione speciale; invece l'assessore al
commercio e turismo, Martines, non si è preoccupato di organizzare, a carico
dell'amministrazione, un bel niente!.In qualunque città ben governata, la Notte
Bianca propone iniziative organizzate dall'amministrazione come concerti, feste
in piazza, proiezioni di film all'aperto e tornei sportivi serali. Nulla di
tutto ciò è in programma. L'unico regalo che farà Martines ai cittadini
potrebbe essere l'apertura prolungata dei parcometri... oltre al danno la
beffa.Quasi nessun bar del centro è stato convocato dagli assessori competenti
per concordare una tema comune della serata. E poi, i famosi turisti, tanto
richiesti nella nostra città, come verranno a conoscenza di questa Notte Bianca
se non è stata fatta alcuna pubblicità fuori città?E ancora, perchè non è stato
fatto un gemellaggio con qualche cittadina fuori regione per dare un senso
anche culturale alla serata?Se Martines pensa che per organizzare un evento
come questo sia sufficiente affidarsi alla buona volontà di qualche
commerciante e alla voglia dei ragazzi di divertirsi, andremo incontro ad una
notte in bianco!Marco BelvisoRosa BiancaUdine.
( da "Gazzettino, Il
(Padova)" del 10-06-2008)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Rovigo))
Argomenti: Burocrazia
ESTE. IL PROGETTO AR.TE. DELL'UNIONE PROVINCIALE
ARTIGIANI Artigianato artistico, grande opportunità per la Bassa Este(F.G.)
Dodici nuove aziende, un catalogo ed un sito web, www.progetto-arte.com,
dedicati interamente alle opportunità della Bassa per l'artigianato artistico.
Il progetto Ar.te dell'Upa, sviluppato in collaborazione con l'Accademia
dell'artigianato di Este, si è concluso con un pieno successo. I dati sono
stati presentati nella sede atestina dell'accademia. Presenti al tavolo dei
relatori Walter Dalla Costa, presidente provinciale Upa, il presidente
mandamentale di Este Arsenio Facciolo e quello di Conselve Renato Luise, la
referente dell'unione per il progetto, Laura Favero, Carmelo Rigobello, il
direttore dell'accademia e alcuni imprenditori che hanno aderito al piano di
marketing territoriale. "La burocrazia è un elemento negativo in questo settore ha detto Dalla Costa la
politica deve abbattere gli ostacoli burocratici. La sfida di questo progetto è
molto importante, i giovani sono in grado di dare vita ad attività economiche e
artigianali più che interessanti". Ecco la lista degli artigiani
che hanno aderito al progetto. La carrozzeria Vettorato di Bagnoli di Sopra, i
mobili d'arte di Mario Giordani, di Urbana, le confezioni Anna di Santa Margherita
d'Adige, Sublima di Paolo Schiona, di Merlara, che lavora sulla sublimazione
tridimensionale, Pro-digital video di Alessandro Trovò ad Este, Valerio
Zanchetta con i suoi rivestimenti in pietra di Ospedaletto Euganeo e i
parrucchieri Milonga di Elisa Masiero, a Este. Ma pure Vanity, parrucchiera
unisex di Cristina Pastorello a Ponso, la vetreria montagnanese di Daniele
Capitanio, l'arte del legno con Mastrenrico di Stefano Pesavento, sempre a
Montagnana, L'arte del camino di Emanuele Napolitan a Conselve e Adige, l'arte
povera di Matteo Casarotti a Masi.
( da "Gazzettino, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PD VENETO Calearo coordinatore dei parlamentari
PadovaNOSTRA REDAZIONE(M.B.) "Il Partito democratico vuole essere una
formazione politica veloce, snella e moderna; capace di stare vicina ai veneti
e ai loro sindaci portando a Roma le esigenze del territorio".Lo ha detto
ieri mattina, nella sede del Pd di Padova, in piazza De Gasperi, il nuovo
coordinatore dei parlamentari democratici eletti nella nostra Regione, Massimo
Calearo. Al suo fianco il senatore, e segretario regionale del Pd, Paolo
Giaretta. Quasi quello di ieri volesse significare un passaggio di testimone
tra la politica che "è stata" e quella che verrà."Avremmo potuto
scegliere un qualsiasi altro parlamentare da mettere a capo di questo
coordinamento - ha infatti spiegato Giaretta - invece abbiamo puntato su
Massimo, un economista, perché vogliamo ci dia una mano nella costruzione del
nuovo partito. Questa decisione rappresenta un cambiamento nel modo di fare e
di intendere la politica".A fissare ruolo e tappe del neo coordinamento
parlamentare regionale del Pd è lo stesso Calearo. "Ci incontreremo una
volta al mese, e ogni volta in una provincia veneta diversa. Il primo
appuntamento è fissato lunedì 30 giugno a Vicenza; una città in cui c'è un
nuovo sindaco democratico la cui elezione ha rappresentato una grande vittoria
per il nostro partito"."Attraverso questi incontri, che testimoniano
un'apertura verso il territorio - ha precisato Massimo Calearo - ci scambieremo
delle informazioni. Saranno degli appuntamenti di proposta e non certo di protesta.
Il nostro obiettivo principale infatti è quello di ascoltare i nostri
amministratori locali, le loro esigenze e soprattutto quelle che provengono dai
cittadini"."Il Partito democratico si concentrerà
su tre grandi temi - ha concluso Paolo Giaretta - la lotta alla burocrazia; quella alla cattiva spesa
pubblica, e nella proposta di leggi che premino il merito puntando all'equità
sociale. Senza dimenticare che il nostro governo ombra sta lavorando a una
grande proposta federalista".
( da "Gazzettino, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL NEO ASSESSORE Manzato: "Meno
burocrazia e ispettorati da
ripensare" (db) L'idea di una filiera lo entusiasma, quasi un assist tra
Regione Veneto e ministero dell'Agricoltura, tutte in mano della Lega. Franco
Manzato (nella foto), neo assessore alle Politiche agricole del Veneto e vice
presidente della Regione non ha dubbi: "In questo particolare momento ci
sono tutte le prerogative per lavorare al meglio, viste le sinergie che
si possono costruire tra il Veneto, una delle regioni italiane che ha maggior
vocazione agricola, e il governo centrale". Del resto lo stesso ministro
Luca Zaia ha assicurato che continuerà ad avere un occhio attento per questa
regione. Un'attenzione che alla prima uscita pubblica dopo l'elezione lo stesso
Manzato auspica."Abbiamo oggi l'opportunità di mettere in campo strategie
e sinergie, grazie a questa contingenza favorevole, per far sì che
l'agricoltura resti per il Veneto un settore primario".Assessore, ha già
un programma di lavoro?"Direi che il settore ha già goduto di un buon
governo e i dati del rapporto per il 2007 lo dimostrano. Ora si tratta di ottimizzare
l'esistente e di migliorare alcuni ambiti".A cosa si riferisce?"Ad
esempio all'Avepa, l'Agenzia veneta per l'agricoltura, che va resa ancora più
efficiente e questo per aiutare il mondo agricolo veneto a crescere e ad essere
ancora più competitivo nei confronti del mercato straniero. Altro intervento lo
ipotizzo per gli ispettorati agricoli".Prevede un cambiamento anche per
gli ispettorati?"Dobbiamo rivederne la funzione, valutarne la reale
utilità, ipotizzare un potenziamento se lo si ritiene utile. Certo, per poter
fare questi interventi ho necessità di studiare il settore: su una cosa non
transigo, la burocrazia. Non tollererò che
contribuisca a tenere al palo un settore che ha mostrato vivacità e
risorse".Ci sono comparti che stanno vivendo un momento difficile, come
quello cunicolo, e lo stesso settore dei suini."Penso sia necessario
ipotizzare una azione sinergica per aiutare questi due comparti, come è bene
continuare a lavorare per rendere la nostra carne bovina sempre più
competitiva, grazie al percorso di tracciabilità che il Veneto ha
privilegiato".
( da "Giornale.it, Il" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma
anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la
clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure
Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della
poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema,
capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare
Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori
i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è
l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie 1 Commento
" (3 votes, average: 2.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani
© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 28May
08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo
lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al
contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo
è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi
politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le
istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale?
quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di
tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare
fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista
dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del
nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto
democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni
realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate
e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di
piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della
storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte
politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una
democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle
estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il
"giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani
hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti
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16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di
dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato,
perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi.
Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha
rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno
delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è
stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si
chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione
di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La
tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando?
Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un
futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una
prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista
attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou
probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di
Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una
giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il
dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle
Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo
spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e
che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti
( 12 ) " (110 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di
Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a
un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di
Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura
unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del
premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero
cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e
politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse
non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di
Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto
cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori,
anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa:
contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle
urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito
"giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi
il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le
ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra
giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La
sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non
intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo
perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha
parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una
maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e
di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro,
Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del
2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran
manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini
sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata
per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi:
"Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La
battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare
debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze?
L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta
Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento
della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche
l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito.
Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100
) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi
Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi
(ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo
ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di
quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato
Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis).
Veltroni diventa "premier ombra" del "governo
dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e
riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla
fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini)
il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di
stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il
processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei
ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte -
Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui
Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché
bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza
e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel
suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione
ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli
ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che
sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il
"caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che
affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di
rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra
nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti (
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08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul
governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e
stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere
che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che
contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella
chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi
che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40
anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il
filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è
cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà
contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla
Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono
Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni
per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente
Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della
Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come
in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A
questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in
nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi
no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
Commenti ( 67 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog
di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post
a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo.
Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità"
fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni
Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di
Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE
PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma
che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di
Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto
solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E
ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta
senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita
del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato
spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a
volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo
lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta
elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto
popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come
una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure
farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e
qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone
l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno
all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di
costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri
in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o
dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo
leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio
si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni
Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i
leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
Varie Commenti ( 19 ) " (130 votes, average: 1.17 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it,
un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (38)
Ultime discussioni matteo: Dopo le ultime elezioni con sconforto, ma anche con
ammirevole realismo, i vertici della sinistra italiana... Alberto Taliani: Caro
Ocram, grazie per il fesso: partendo dal presupposto che i moderati non
sparano, non tirano... Ocram: "A chi giova strumentalizzare questi episodi
per interessi di parte politica? A chi giova tornare a... MARIO: INVECE CHE IL
GOVERNO OMBRA SI FACCIANO LA TOMBA. greco giuseppe: credo che questo governi
ombra è più una presa per i fondelli che una cosa seria.Loro al governo... I
più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il
senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails
Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier
ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e
le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi,
Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News Blog amici Il blog di
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cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E
Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la
prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di
Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Pagine
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( da "Sicilia, La" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Provincia regionale, interviene marziano "Dal
commissario provvedimenti abusivi" Elettricità a costo politico Sono un
residente, dalla nascita, nel triangolo industriale Priolo Melilli Augusta. Ho
43 anni, sposato e con figli. Sento dire da sempre che la zona industriale ha
portato sì benessere, ma anche tanto malessere, Non entro nello specifico in
quanto tutti siamo a conoscenza delle malattie causate dall'inquinamento
atmosferico marino ecc. Vado al nocciolo della proposta: si è fatta una lotta
per defiscalizzare la benzina ma con risultati nulli, ebbene la mia proposta è,
penso, realizzabile. Da Augusta a Siracusa abbiamo la presenza di ben 5 siti
industriali Sasol, Esso, Syndial, Polimeri e per finire Erg. Perché non si
obbliga le suddette società a formare un consorzio per costruire a loro spese
una centrale elettrica da loro gestita per erogare corrente elettrica ai comuni
limitrofi con tariffe minime, per cucinare, riscaldarci e soprattutto con
l'arrivo dell'estate torrida rinfrescarci solo ed esclusivamente utilizzando
l'energia elettrica fornitaci dalle suddette società. Un gran bel risparmio per
le famiglie augustane, melillesi, priolesi e, perché no, siracusane? Salvatore
Longo L'ordine e il rispetto delle regole I recenti provvedimenti adottati dal
Governo Berlusconi in ordine ai rifiuti solidi urbani in Campania, alla
sicurezza del cittadino ed alle misure per regolare il flusso degli
extracomunitari, altro non sono che messaggi forti ed autentici circa la
presenza di uno Stato democratico che deve pretendere il rispetto universale
delle regole e delle prerogative istituzionali su cui si fonda la Repubblica
Italiana. Le ultime elezioni politiche e la consegna del Paese ad un Governo di
centro-destra assumono una connotazione chiara e netta: la pretesa, da parte
degli elettori, di vivere in un Paese in cui l'ordine e le garanzie
costituzionali costituiscano i paradigmi fondanti di una ordinata vita sociale.
La bocciatura clamorosa delle frange estremiste della Sinistra, del suo
ideologismo diseducativo, inconcludente e fuorviante, rappresenta un elemento
probatorio a dimostrazione che i cittadini vogliono uno Stato in cui l'autorità
e la libertà siano armonicamente sinergici. Solo chi è disonesto
intellettualmente e menzognero può scambiare il principio di Autorità con
l'Autoritarismo, la libertà quale sinonimo di libertinaggio, le leggi quali
semplici enunciati di meri intenti di dottrina, destinati solo
ad implementare gli archivi della burocrazia statale. Ci si augura semplicemente che la presenza dello Stato,
quale supremo valore etico, non sia un fuoco di paglia né che abdichi di fronte
alle provocazioni di coloro i quali predicano irresponsabilmente l'odio di
classe ed un demagogico pseudo-egualitarismo di un antistorico e forsennato
marxismo fondamentalista e radicale, abiurato dalla storia dei popoli. I
gruppi sociali, dei cosiddetti "disubbidienti" che fanno riferimento
al rifondarolo Caruso non rappresentano forse un anti-Stato? La stessa
accezione della parola "disubbidiente", nel linguaggio politico, non
significa forse essere sovversivi e/o contrari ad ogni regola ed ordinamento
costituzionale scelto dal popolo democraticamente e con suffragio universale?
Incomprensibile e vergognoso il linguaggio di certi facinorosi intervistati da
Bruno Vespa nella sua rubrica "Porta a Porta" in occasione delle
manifestazioni di protesta contro le discariche. Frasi come "metteremo
cento ragazzi a fronteggiare mille uomini delle forze di Polizia", oppure
"faremo guerra contro chi vuole imporre le discariche nel nostro
territorio" o ancora "la questione delle discariche non si risolve
con la militarizzazione del territorio" altro non sono che espressione di
una inciviltà inaudita. Forse che i nostri soldati non rappresentano,
unitamente alle forze di Polizia, lo Stato e la sua presenza nel territorio?
L'Esercito non svolge forse nelle missioni di pace (Afghanistan, Libano,
Kosovo, Bosnia, ecc.) attività di controllo e di polizia in quei territori? Una
democrazia compiuta fonda la sua libertà anche sul principio di autorità che sa
esprimere per il superiore pubblico interesse. Non dimentichiamo che ogni legge
o decreto della nostra Repubblica, promulgata in nome del popolo italiano, si
conclude con la formula di rito "Chiunque spetta osservarla e farla
osservare quale legge dello Stato". Bartolomeo Padua.
( da "TGCom" del
10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Asia: "Ripudio Go Go Tales" Nel film la
Argento bacia un rottweiler "Go Go Tales", film scandalo al Festival
di Cannes nel 2007 in cui Asia Argento durante uno strip tease bacia un
rottweiler, arriva nelle sale il 20 giugno. Ma l'attrice non parteciperà alla
presentazione del film e a "Gente" confida: "Vorrei non averlo
mai fatto. La mia scena è stata strumentalizzata e si è parlato solo di
quella". Asia è incinta di cinque mesi del nuovo compagno Michele Civetta
e sogna di sposarlo. Asia racconta anche di come è nato il rapporto con
l'attuale compagno: "Ci siamo conosciuti cinque anni fa negli Stati Uniti
ma eravamo impegnati. Siamo rimasti amici e ci siamo ritrovati, entrambi
liberi, l'anno scorso. E' la prima volta che mi succede che una semplice
amicizia sbocci in amore. Vorrei sposarmi, ma lui è
italoamericano e la burocrazia qui in Italia è complicatissima", sottolinea. Intanto la
Argento si reinventa come dj, pubblica un triplo cd, e conduce un programma
tutte le mattine su Radiodue con il collega Gianfranco Monti intitolato
"Il bello e la bestia". Un programma per famiglie, in cui, nelle vesti
di fidanzata, casalinga e mamma doc, dona consigli alle madri inesperte,
offrendo un'immagine inedita e più matura di se stessa: "I bambini nella
pancia sentono la musica. Mia figlia Anna Lou, che ha 7 anni, come me adora i
Beatles: 'Yellow Submarine' è stata ottima per calmare i suoi pianti e le
colichette", dice l'attrice a "Gente". Mercoledì prossimo alla
conferenza stampa di "Go Go Tales" saranno presenti, insieme al
regista Abel Ferrara, tutti gli altri interpreti principali, ovvero Willem
Dafoe, Stefania Rocca, Bianca Balti, Riccardo Scamarcio e Justine Mattera.
"Go Go Tales", che è stato girato interamente a Roma negli Studi di
Cinecittà - dove è stata ricostruita New York - è ambientato in un "go
go" cabaret a Downtown Manhattan: il club "Paradise", una
fabbrica di sogni per giovani ballerine in cerca di fortuna. Willem Dafoe
interpreta Ray Ruby, il carismatico impresario del club; Bob Hoskins è Jay,
l'amministratore e complice di Ray; Matthew Modine è Johnny, fratello minore di
Ray e suo finanziatore. Asia Argento, Stefania Rocca, la top model Bianca Balti
(che esordisce nel cinema), l'attrice francese Lou Doillon sono alcune delle
splendide ballerine che si esibiscono nella lap dance. Fa parte del cast anche
uno straordinario Riccardo Scamarcio che scopre la moglie (Bianca Balti) fare
la stripper nel locale. Nel cast anche Burt Young, Sylvia Miles e Danny Quinn.
"Go Go Tales" è il racconto di una fatidica serata al club
"Paradise". Ray e Jay stanno cercando di far fronte all'imminente
sfratto da parte della proprietaria quando Johnny comunica a Ray che non ha più
intenzione di dargli il denaro per tenere aperto il club. La situazione si è
fatta talmente pesante che perfino le ballerine minacciano lo
"striptease-strike". E per di più Ray ha perso il biglietto vincente
della lotteria! Invia ad un amico.
( da "Prima
Comunicazione" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Data: 10/06/2008 Fonte: Ansa Categoria:
Telecomunicazioni TLC: AUTHORITY UE A RISCHIO,GIOVEDI' SI DECIDE A LUSSEMBURGO
ECO:TLC 2008-06-10 17:50 TLC: AUTHORITY UE A RISCHIO,GIOVEDI' SI DECIDE A
LUSSEMBURGO BRUXELLES (ANSA) - BRUXELLES, 10 GIU - La Commissione europea
rischia di dover rinunciare alla nascita dell'Authority Ue per le Tlc, uno dei
cardini - insieme alla separazione funzionale delle reti - della riforma del
settore delle telecomunicazioni messa a punto dal commissario Viviane Reding.
Secondo quanto si apprende da fonti della presidenza slovena, a causa
dell'opposizione di molti Stati membri, l'organismo immaginato nella riforma
potrebbe saltare nel corso della riunione del consiglio dei ministri Ue delle
Tlc in programma giovedì a Lussemburgo, e al quale l'Italia sarà rappresentata
dal sottosegretario Paolo Romani. L'Agenzia europea per i mercati europei di
comunicazioni elettroniche - come viene chiamata l'Authority nel testo della
riforma - dovrebbe essere un organo sostanzialmente consultivo, col compito di
coordinare il lavoro delle varie Autorità nazionali soprattutto sul fronte
delle misure prese per garantire la concorrenza. Bruxelles, comunque,
manterrebbe tutti i suoi poteri antitrust. Se l'Authority Ue dovesse tramontare
- spiegano sempre le stesse fonti - sarebbe già pronta una soluzione
alternativa, quella di rafforzare le competenze dell'Erg, l'associazione che
riunisce tutte le Autorità europee nel settore delle Tlc, in Italia l'Agcom. Si
tratta sostanzialmente della stessa soluzione appoggiata dalla maggioranza
degli eurodeputati, che con un voto hanno di recente già bocciato l'istituzione
di un'Authority Ue, che secondo loro comporterebbe "un
eccesso di burocrazia".
Meglio, per i parlamentari europei, una struttura simile a quella che oggi
rappresenta l'Erg: "Un organo in cui siedono i regolatori nazionali, con
un presidente da loro eletto, e che potrà prendere delle decisioni con una
maggioranza dei due terzi, salvo casi eccezionali". (ANSA). CU/ S0A
QBXC.
( da "Provincia di Como,
La"
del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Un viaggio nel girone infernale della Motorizzazione
civile, regno della burocrazia e delle code infinite. L'abbiamo fatto ieri mattina, insieme a
decine di ?dannati? alle prese con moduli e bollettini, tormentati dall'incubo
dell'orario di chiusura che rischia di vanificare la loro interminabile attesa.
IN PRESA DIRETTA L'ufficio principale, al piano terra dell'edificio di via
Tentorio, si riempie subito: "Se arrivi dopo le 10 - spiegano gli
habitué - fai la coda per niente". La fascia oraria di apertura
(8,30-11,30) è in effetti la prima anomalia. La seconda sono i quattro
sportelli operativi su dodici. Ben presto si creano code di 10-12 persone e il
campionario di improperi, sfoderato persino da insospettabili signore,
predomina sulla rassegnazione di chi la prende con filosofia ("a Milano è
peggio"). A esasperare ulteriormente i cittadini contribuiscono i tempi
biblici necessari a sbrigare le varie pratiche, una volta giunti all'agognata
meta. Sempre che la coda sia quella ?giusta? e non ci si senta dire, dopo
un'ora di attesa: "Deve rivolgersi al mio collega". Eventualità
tutt'altro che remota, vista la penuria di informazioni. Gli unici a non
sembrare pesci fuor d'acqua sono i titolari delle autoscuole, che conoscono la
Motorizzazione come le loro tasche: beati loro. LE STORIE In un paio d'ore
abbiamo raccolto un nutrito campionario di disavventure. Una signora tra le più
?fortunate? (35 minuti di coda, salvo poi passarne altrettanti allo sportello),
si ritrova con una citazione per omissione di soccorso e una multa di 800 euro:
"Con il mio motorino avrei tamponato un'auto e poi mi sarei data alla fuga
- racconta - Peccato che il mezzo coinvolto nell'incidente non fosse mio. Due
numeri della targa sono stati riportati in modo errato su un verbale e ne è
venuta fuori la targa del mio ciclomotore". A scanso di equivoci, si è
presentata direttamente con la targa in mano. All'uscita, allargando le
braccia, sbotta: "Che casino!". A Carmen Villani chiedono di pagare
il bollo di un'auto che ha venduto tempo fa. Dopo mezz'ora a caccia di
informazioni, rinuncia: "Non sono nemmeno riuscita a capire se devo
rivolgermi a questi uffici oppure a un altro ente. Basterebbe uno sportello con
una persona in grado di fornire qualche indicazione". Fabrizio Meroni
accompagna la suocera: "Gli uffici sono aperti poche ore al giorno e si
creano lunghe code, anche perché è operativo solo un terzo degli
sportelli". Antonio Crisafulli, in via Tentorio per una mancata revisione,
rimarca uno dei problemi più sentiti: il viavai obbligatorio tra la
Motorizzazione e l'ufficio postale, a due passi. telefonate a vuoto "Ho
dovuto fare la coda per ritirare un modulo e un bollettino, ora vado alla posta
dove perderò un'altra mezz'ora e poi torno in Motorizzazione a riportare tutto,
dopo la terza coda della giornata. Ho provato a contattare telefonicamente gli
uffici, mi hanno risposto solo dopo tre giorni di chiamate a vuoto, dandomi
un'informazione che oggi si è rivelata scorretta". Cecilia Maroni
conferma: "La linea è perennemente occupata, bisogna presentarsi di
persona". Valentina Veronesi racconta le sue peripezie per ottenere la
patente: "Dopo una coda di un'ora per avere un modulo e un bollettino,
sono andata in posta a pagare, sono ritornata qui e mi hanno detto che l'importo
che avevo versato non era corretto, sebbene fosse stampato sul modulo che mi
avevano appena dato. Mi hanno spiegato che era la versione vecchia del modulo,
me ne hanno consegnato uno aggiornato e ho ricominciato la trafila: prima in
posta, poi di nuovo alla Motorizzazione". Alle 11,30 cala il sipario.
Domani si ricomincia: un altro giorno di ordinaria burocrazia.
Michele Sada 10/06/2008.
( da "Provincia di
Lecco, La" del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Urbanistica Qualche proposta per una Lecco migliore
Nelle scorse settimane c'è stata una manifestazione titolata "La Lecco del
Futuro", promossa da "Il Popolo della Libertà" in relazione al
Piano di Governo del Territorio, di cui Lecco si deve dotare e per il quale
sono state iniziate le procedure, sia pur con grande ritardo urbanistica
Qualche proposta per una Lecco migliore Nelle scorse settimane c'è stata una
manifestazione titolata "La Lecco del Futuro", promossa da "Il
Popolo della Libertà" in relazione al Piano di Governo del Territorio, di
cui Lecco si deve dotare e per il quale sono state iniziate le procedure, sia
pur con grande ritardo. A parte la considerazione che sarebbe stato più
opportuno se una tale manifestazione fosse stata promossa direttamente
dall'Amministrazione del Comune per aprire un confronto preliminare con la
popolazione sul futuro urbano di Lecco, piuttosto che essere ceduta come
vetrina di un futuro partito, quale è stata, entriamo nel merito delle
questioni. In quella sede sono stati espressi buoni propositi e indicati quelli
che effettivamente e condivisibilmente sono dei nodi cruciali dello sviluppo
urbanistico: attenzione alla ecosostenibilità, all'ambiente,alle esigenze
sociali della popolazione,alla viabilità e alla mobilità, alle esigenze dello
sviluppo economico del territorio in via di trasformazione. Ma un nodo cruciale
e fondamentale è stato poco evidenziato: e questo nodo si basa sul fatto che
fin qui la città ha avuto uno sviluppo non governato, non disegnato
urbanisticamente e architettonicamente, cioè brutto e disfunzionale. Non solo
negli anni '50 e '60 ,ma anche nei '70, '80, '90 e fino a oggi stesso
l'edilizia e l'urbanistica scriteriate sono state l'unica forma ,o per meglio
dire, l' unica deformità di sviluppo. E' difficile per gli attuali amministratori
ammetterlo, perché c'è una evidente contiguità tra le amministrazioni
precedenti e l'attuale. Ma partire da questa considerazione è importante per
due motivi collegati tra loro. Il primo è che se non si ammette che fin qui c'è
stato uno sviluppo inadeguato, difficile diventa essere credibili per il
futuro. Il secondo motivo è che ammettere la necessità, l'utilità, pur nella
evidente difficoltà, di correggere lo stato attuale della città significa
prevedere che lo sviluppo sia in primo luogo rivolto a migliorare l'esistente,
ridisegnando ( o disegnando veramente per la prima volta la città
complessivamente, purtroppo con i forti vincoli ormai stabiliti) e utilizzando
per un migliore disegno quanto più possibile le aree disponibili, ora e nel
futuro (e saranno molte), per riqualificare funzionalmente ed esteticamente la
città. Il Piano di Governo del Territorio permette, al proposito, di compensare
le proprietà espropriate o cui non sia concessa edificabilità con nuove e
vantaggiose forme. Riqualificare non significa che non ci sia da fare, ma che
il fare debba essere prioritariamente rivolto a un miglioramento della città
esistente più e prima che a un ulteriore sviluppo edilizio: decentramento con
riqualificazione dei borghi,ristrutturazione della viabilità e della mobilità,
decori urbani,aree verdi,spazi sociali,trasporti e servizi,opere pubbliche,
approfittando degli irripetibili finanziamenti per l'Expò. "Per una Lecco
Migliore" potrebbe essere in generale il titolo da dare al Piano di Governo
del Territorio. Nella succitata manifestazione il Sindaco ha esordito dicendo
che c'è chi dice che Lecco è brutta e chi dice che Lecco è bella e che ella
pensa che Lecco sia bellissima. Bisogna sgombrare il campo dall'ipocrisia, che
tocca le corde del campanilismo ingenuo, e distinguere l'ambiente naturale,
molto bello, in cui Lecco è situata e la parte vecchia della città e del
lungolago, ottocenteschi, dalla città più recente,che ormai è la maggior parte.
E dunque ammettiamo che urbanisticamente Lecco è brutta e mal cresciuta e che
se non fossero lago,monti e città vecchia che la salvano - e la salvano molto -
Lecco somiglierebbe a una della tante mortificate periferie urbane lombarde. E
poi il porto. Ancora si insiste dai vertici del raggruppamento politico succitato
con l'idea che "un capoluogo di provincia non possa non avere un
porto" . Ma chissà come mai Lecco non ha avuto per centinaia d'anni un
porto? Non è che forse le sponde non riparate dal forte vento Tivano non si
prestano? Non è forse che nel territorio è la baia di Parè - a un vero tiro di
schioppo - il posto adatto? Si comincino a fare pontili galleggianti di
ormeggio per il transito, nell'insenatura centrale e in quella della
Malpensata, si lavori a livello del Piano di coordinamento provinciale, pure
previsto, per il raccordo tra il capoluogo e lago e montagna. Qualcuno ha detto
che Lecco, sia pure senza industrie, rimane una città industriale, nel senso
della possibilità di svilupparsi ulteriormente come centro di servizi per le
attività produttive del territorio e sede-cervello del decentramento
produttivo. Perché non si fa lo stesso ragionamento per il turismo? Perché
Lecco non può svilupparsi come centro di servizi commerciali e culturali al
turismo, residenzialmente dislocato nei comuni lacustri e montani limitrofi?
Costruire una Lecco Migliore e turistica non significa costruire impossibili
alberghi ,con piscina e centro benessere, entro la città, e neppure
necessariamente un porto turistico in una costa ormai del tutto inadatta, ma
diventare un godibile centro di servizi e di cultura. Gian Marco Pauletta
d'Anna Lecco la storia Io, di ritorno dal Messico sballottato dai burocrati
Caro direttore, dopo una residenza in Mexico, sono tornato da due mesi in
Italia. La burocrazia mi ha sballottato allegramente in questo periodo nel metodico
tentativo di aggiornare e sistemare i vari documenti personali. Ma ho sempre
trovato impiegati e funzionari competenti e disponibili e gentili. Ero
felicemente stupito. Finalmente oggi, all'Agenzia delle Entrate di Menaggio, ho
trovato un incompetente. Nel 2005 avevo comperato un monolocale a
Menaggio, dopo avere venduto la casetta dove abitavo a Lenno (prima casa). Per
vicissitudini varie non sono riuscito a spostare subito la residenza da Lenno a
Menaggio, e ho trovato più semplice iscrivermi all'elenco dei residenti
all'estero (AIRE) del Comune di Lenno dove risiedo dalla nascita. Sono quindi
stato residente all'estero, in Mexico. Dall'Agenzia delle Entrate, a firma
dell'impiegato in questione, mi viene nei giorni scorsi contestato che non
avevo diritto alle agevolazioni per l'acquisto della prima casa in quanto non
avevo portato la residenza a Menaggio. Sanzioni e multe varie per 2.500$EURO.
Fortunatamente amo leggere e scrivere, e in internet ho trovato un riferimento
ad una legge specifica al riguardo: (Legge n. 470/88 e suo Regolamento di
attuazione DPR 323/89). " ... Il riconoscimento della detrazione per
l'abitazione principale ad un cittadino italiano iscritto nell'Anagrafe degli
Italiani Residenti all'Estero (AIRE) deve essere effettuato anche se il
connazionale ha un immobile di proprietà sito in un Comune italiano che non
coincida con quello di iscrizione nell'AIRE. Ad esempio il Comune di iscrizione
nell'Aire potrebbe essere quello di ultima registrazione anagrafica prima
dell'espatrio mentre l'abitazione di proprietà potrebbe essere ubicata in altro
territorio comunale...... ecc.". Alle mie rimostranze, il funzionario
dell'ufficio ha detto che non sapeva dell'esistenza di questa Legge. Mentre una
collega che stava ascoltando la nostra conversazione ha subito confermato la
norma in essere, e quindi l'esenzione evidente. Riconosco che immediatamente mi
è stato fatto compilare un documento di richiesta di annullamento della
sanzione ecc. Ma sono anche contento di ritrovarmi in un mondo imperfetto.
Finalmente ho incontrato dopo quasi due mesi un incompetente, la persona
sbagliata al posto sbagliato. Che cosa posso dire? Soltanto che questa volta mi
è andata bene. Poi penso alla povera pensionata, la sciura Maria di Vercurago,
che magari si sarebbe presa un piccolo infarto, e sicuramente qualche settimana
o mesi di dolori di testa e spese varie per capire e tentare di risolvere
l'ennesima "grida" di manzoniana memoria. Tutto è bene quello che
finisce bene. Ma ho ancora solo una legittima richiesta: almeno mandiamo il
"dipendente pubblico" istruttore della pratica citata una settimana a
un corso di aggiornamento. E poi sia fatta la volontà di Dio, considerando che
Visco è andato in pensione. Scusate il disturbo, ma quando ci vuole ci vuole.
Giambattista Bordoli Menaggio 10/06/2008.
( da "Provincia di Como,
La"
del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La replica Il Celesia sostituisce tutti e tre gli
ascensori In risposta alla lettera del giorno 8 in merito all'ascensore di
villa Celesia, devo anzitutto precisare che non si tratta di un guasto, bensì
di una radicale ristrutturazione straordinaria la replica Il Celesia
sostituisce tutti e tre gli ascensori In risposta alla lettera del giorno 8 in
merito all'ascensore di villa Celesia, devo anzitutto precisare che non si
tratta di un guasto, bensì di una radicale ristrutturazione straordinaria.
Infatti saranno sostituiti tutti e 3 gli ascensori, vecchi di 40 anni, in modo
di metterli in linea con i nuovi parametri di sicurezza. Si tratta di opere
consistenti e tecnicamente delicate che pertanto implicano tempi lunghi di
esecuzione (uno degli ascensori fra l'altro verrà trasformato in montalettighe
- la casa albergo non ne era munita - con un impegno strutturale importante).
Si tenga inoltre conto che questi lavori vengono eseguiti in concomitanza con
la presenza degli ospiti (sono 62) e che le ditte interessate operano con la
massima attenzione e riguardo, rispetto ai quali rinnoviamo comunque il nostro
ringraziamento per la tolleranza e la pazienza dimostrate. Il piano
d'intervento prevede differenti tempistiche: l'ascensore lato est sarà
funzionante dal 25 giugno; quello lato ovest entro metà luglio; quello centrale
verrà adeguato entro fine luglio. Non va comunque trascurato che nel corso
della complessa operazione viene comunque garantito l'uso e l'utilizzo di
almeno uno degli impianti. Con cordialita'. Domenico Pellegrino dialetto
Rispondo al Borzatta per passare il tempo Stimatissimo sig. Borzatta rispondo
al suo "Famm ul piesè"... non se la prenda, ma alla mia età (8o anni)
è un modo per passare il tempo. Car ul mé Ricardo, ul Silvio al pudarà mai
desfà quel che la faa ul Romano, perché propi la fa nagött! e quel cà la fa le
staa püse un dagn che un ben. Salutoni carissimi Pierino Pozzi Albese la storia
Io, di ritorno dal Messico sballottato dai burocrati Caro direttore, dopo una
residenza in Mexico, sono tornato da due mesi in Italia. La
burocrazia mi ha
sballottato allegramente in questo periodo nel metodico tentativo di aggiornare
e sistemare i vari documenti personali. Ma ho sempre trovato impiegati e
funzionari competenti e disponibili e gentili. Ero felicemente stupito.
Finalmente oggi, all'Agenzia delle Entrate di Menaggio, ho trovato un
incompetente. Nel 2005 avevo comperato un monolocale a Menaggio, dopo
avere venduto la casetta dove abitavo a Lenno (prima casa). Per vicissitudini
varie non sono riuscito a spostare subito la residenza da Lenno a Menaggio, e
ho trovato più semplice iscrivermi all'elenco dei residenti all'estero (AIRE)
del Comune di Lenno dove risiedo dalla nascita. Sono quindi stato residente
all'estero, in Mexico. Dall'Agenzia delle Entrate, a firma dell'impiegato in
questione, mi viene nei giorni scorsi contestato che non avevo diritto alle
agevolazioni per l'acquisto della prima casa in quanto non avevo portato la
residenza a Menaggio. Sanzioni e multe varie per 2.500$EURO. Fortunatamente amo
leggere e scrivere, e in internet ho trovato un riferimento ad una legge
specifica al riguardo: (Legge n. 470/88 e suo Regolamento di attuazione DPR
323/89). " ... Il riconoscimento della detrazione per l'abitazione
principale ad un cittadino italiano iscritto nell'Anagrafe degli Italiani
Residenti all'Estero (AIRE) deve essere effettuato anche se il connazionale ha
un immobile di proprietà sito in un Comune italiano che non coincida con quello
di iscrizione nell'AIRE. Ad esempio il Comune di iscrizione nell'Aire potrebbe
essere quello di ultima registrazione anagrafica prima dell'espatrio mentre l'abitazione
di proprietà potrebbe essere ubicata in altro territorio comunale......
ecc.". Alle mie rimostranze, il funzionario dell'ufficio ha detto che non
sapeva dell'esistenza di questa Legge. Mentre una collega che stava ascoltando
la nostra conversazione ha subito confermato la norma in essere, e quindi
l'esenzione evidente. Riconosco che immediatamente mi è stato fatto compilare
un documento di richiesta di annullamento della sanzione ecc. Ma sono anche
contento di ritrovarmi in un mondo imperfetto. Finalmente ho incontrato dopo
quasi due mesi un incompetente, la persona sbagliata al posto sbagliato. Che
cosa posso dire? Soltanto che questa volta mi è andata bene. Poi penso alla
povera pensionata, la sciura Maria di Vercurago, che magari si sarebbe presa un
piccolo infarto, e sicuramente qualche settimana o mesi di dolori di testa e
spese varie per capire e tentare di risolvere l'ennesima "grida" di
manzoniana memoria. Tutto è bene quello che finisce bene. Ma ho ancora solo una
legittima richiesta: almeno mandiamo il "dipendente pubblico"
istruttore della pratica citata una settimana a un corso di aggiornamento. E
poi sia fatta la volontà di Dio, considerando che Visco è andato in pensione.
Scusate il disturbo, ma quando ci vuole ci vuole. Giambattista Bordoli Menaggio
sanita' Ringrazio il buon Dio e chi mi ha curato Gentilissimo direttore, l'11
giugno è il mio compleanno e con questa voglio ringraziare il buon Dio che col
suo "soffio" ha guidato l'opera di medici come il dott. Claudio Minoretti,
il dott. Gianvincenzo Melfa, la dott.ssa Marida Beltrame, tutta la nefrologia e
dialisi dell'ospedale Sant'Anna per avermi regalato anni e anni di vita. Se
sono felice di vivere, e lo sono, se sono contento di lottare ancora per i miei
ideali, lo devo assolutamente a tutti coloro che, là dentro, medici, paramedici
tutti che, col proprio impegno, professionalità, serietà, competenza e... non
da poco simpatia, hanno dato a me e alla mia famiglia, la speranza, la gioia.
Cordialmente. Umberto Cairoli Grandate l'esortazione Caro prof. Brunetta,
avanti E non si lasci condizionare Vorrei fare i miei complimenti al volitivo
ministro per la Funzione Pubblica prof. Renato Brunetta per la sua convinta
coerenza nel voler conseguire quei risultati che si è proposto e cioè: smascherare
e allontanare dai propri incarichi quell'assortimento di incapaci, fannulloni e
raccomandati che da sempre si annidano nelle "pieghe" dei diversi
uffici statali, condizionandone il buon funzionamento a discapito di tutti i
cittadini italiani. Avendone conosciuti alcuni, ho sempre considerato
utopistico il fatto che si dicesse che i fannulloni dello Stato non fossero
licenziabili e quindi, trovo giusto che finalmente qualcuno di polso abbia
deciso di prendere in mano la situazione. Mi auguro che sia finalmente
possibile arrivare fino in fondo alla questione, senza riguardi per Tizio
capoufficio e Caio direttore di reparto o Sempronio dirigente senza averne i
requisiti e quindi incapaci... Caro professore, non si lasci condizionare
nemmeno dai sindacati, abilissimi nel proteggere quei soggetti inutili e
dannosi. Mi auguro di leggere man mano notizie di risultati positivi. Buon
lavoro e grazie per ciò che sta facendo. Cordialmente. Ugo Togni Bulgarograsso
10/06/2008.
( da "Provincia di Como,
La"
del 10-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La burocrazia Il rilancio del settore passa necessariamente dall'abbattere
barriere di carattere prettamente burocratico: formalità, procedure, cavilli
che bloccano i progetti. 10/06/2008.
( da "Stampa, La" del
10-06-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)
Argomenti: Burocrazia
Opinione Renato Giusto IL COMPUTER NON CURA GLI AMMALATI
Purtroppo non è una novità. Il medico di famiglia è stato
"burocratizzato" in modo assurdo, ma nonostante, tenta di continuare
a svolgere il proprio lavoro nel miglior modo possibile. La
burocrazia delle ricette,
sempre ricaduta sulle spalle del medico di famiglia, con tutta una serie
notevole di ulteriori incombenze di tipo burocratico come le certificazioni di
malattia hanno creato l'impossibilità di visitare accuratamente i malati.
E' sorta quindi la necessità, spesso indotta dal paziente stesso, di richiedere
esami specialistici sofisticati, a volte inutili, che necessitano tempi di
attesa epocali. Il paziente quindi tenta addirittuta di recarsi direttamente
all'ospedale con la speranza di saltare i tempi di attesa per esami
radiologici, come Tac e risonanza magnetica in ambulatorio. Il male più grosso
che affligge l'operato del medico di famiglia è la scarsa integrazione tra
ospedale e territorio. Nonostante gli annunci trionfalistici che l'utilizzo del
computer nello studio del medico di famiglia potrà risolvere molti problemi,
bisogna essere chiari: solo se il medico di famiglia sarà messo in condizione
di avere più tempo per visitare con accuratezza e soddisfazione clinica i
propri pazienti si potranno migliorare le cose.
( da "Cittadino, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mohammed e Alì... la Tunisia è vicina "Non si può
continuare a gettare fango sulla gente. Si crea un clima di tensione" n
Mohammed e Alì, i protagonisti delle storie di immigrati di questa settimana,
sono due giovani tunisini: ventotto anni il primo, venti il secondo. Li abbiamo
incontrati all'uscita di un phone center di Lodi, intenti a chiacchierare con
alcuni connazionali. Alla nostra richiesta di un'intervista, hanno risposto con
entusiasmo.Mohammed e Alì, un sorriso vivace e un'ottima padronanza
dell'italiano, si sentono perfettamente integrati nella città che hanno scelto
come nuova casa. E come dar loro torto? Mohammed vive in Italia da undici anni,
"tanto tempo, al punto che praticamente conosco meglio la vostra cultura
della mia", mentre Alì, poco più che adolescente, si trova nel Lodigiano
da tre anni e ha intenzione di restarci il più a lungo possibile. Emigrati
grazie al consiglio e all'aiuto di alcuni familiari, oggi hanno un lavoro, una
casa in cui vivere e una rete di amicizie. Sono soddisfatti, e coglieranno ogni
occasione che l'Italia saprà offrire loro.Alì, sei molto giovane ma conosci
l'italiano più che bene. Da quanto tempo vivi qui?A: "Da tre anni, ormai.
Se parlo correntemente la vostra lingua è perché qui ho avuto modo di studiare:
ho frequentato le scuole professionali per elettricisti. Il contatto quotidiano
con i compagni di classe e lo studio mi hanno permesso di apprendere
velocemente. Non c'è niente di meglio di immergersi completamente in un'altra
cultura, per conoscerne usi e costumi, e per imparare con una certa celerità la
lingua. Non ho avuto difficoltà, nonostante i nostri idiomi siano molto
lontani. La pratica e la necessità mi hanno aiutato".Perché hai lasciato
la Tunisia?A: "Perché desideravo trovare un lavoro che mi garantisse uno
stipendio decoroso. Mio padre si trova in Sicilia. Se ne è andato dalla Tunisia
ventitre anni fa e da allora è tornato a casa solo durante le vacanze e le
feste comandate. Grazie a lui e al suo sacrificio, io, mia mamma, i miei due
fratelli e le mie due sorelle abbiamo avuto modo di cambiare completamente la
nostra condizione economica e di avere un tenore di vita più che dignitoso,
rispetto agli altri connazionali. Molto semplicemente, quindi, sono partito
perché volevo seguire il suo esempio e creare i presupposti per un futuro
sereno".M: "Vedi, questo è importante. Anche per me le motivazioni
sono tutto sommato le stesse. Se nel tuo Paese non puoi avere un futuro, allora
tanto vale partire. Che senso ha restare a casa se non puoi essere sereno?
Meglio provare a sperare, no?".Effettivamente.M: "Il problema è negli
ultimi tempi molte cose stanno cambiando. Ho la sensazione che se si continua
su questa strada la convivenza tra culture diverse potrà risentirne".A
cosa ti riferisci?M: "Alle notizie che vengono date dagli organi di
informazione. Ogni sera il telegiornale mi innervosisce: sembra che gli
stranieri vengano in Italia solo ed esclusivamente per delinquere. Non conosco
tutte le storie, ma ho ben presente la mia. Sono partito per cercare qualcosa
di meglio, non per fare del male alla gente. E come me la totalità dei miei
amici. Ma ogni sera è sempre la stessa storia: questo ruba, quello stupra,
quell'altro ammazza. Non siamo tutti uguali, questo va sottolineato. I media
creano una situazione allarmante e poi chi ci va di mezzo è chi al contrario
vuole vivere onestamente e dignitosamente".Vi è capitato di assistere a
episodi di razzismo nei vostri confronti?M: "Fortunatamente no, perché
quando le persone ti conoscono capiscono subito di che pasta sei fatto. Lavorando
quotidianamente accanto agli italiani, hai modo di farti conoscere; e più ci si
conosce, più i rapporti migliorano. Mi sono trovato bene, qui in Italia: se io
alla sera mangio il cous-cous e un altro la pasta, per me non c'è differenza, e
a quanto ho avuto modo di vedere nemmeno per i miei colleghi. Ma appena si esce
dalla quotidianità e si guarda la televisione, ci si sente sconcertati. Non si
può continuare a gettare fango sulla gente. Si crea un clima di tensione che a
mio avviso è inutile e deleterio".Che lavoro fai?M: "Faccio il
gessista, un lavoro che amo, che mi ha permesso di incontrare persone con cui
vado d'accordo e che mi sta garantendo una vita serena. Sono soddisfatto di
quello che sto costruendo qui e se non ci fossero alcune criticità a inquinarmi
l'anima, sarei la persona più felice del mondo".Quali sarebbero, queste
criticità?M: "Come vengono date le notizie, l'aspetto
a cui accennavo poco fa, e la burocrazia: i tempi per rinnovare il permesso di soggiorno sono
lunghissimi. Ogni volta bisogna dotarsi di un'infinita pazienza. Lo so bene
perché vivo a Lodi da undici anni; tuttavia continuo a non capire per quale
motivo ci vogliano mesi e mesi per avere un pezzo di carta. So che in
Francia non è così. Quando ci penso, mi sembra di trovarmi in un carcere senza
mura: c'è un problema e tu non puoi farci nulla. Per il resto, però, non posso
assolutamente lamentarmi: io adoro l'Italia, e lo dico in tutta onestà".E
tu, Alì, che lavoro fai?A: "Sono un saldatore e come Mohamed mi sento
soddisfatto del lavoro che svolgo. Io e mio padre siamo gli unici della
famiglia ad avere lasciato la Tunisia. Appena arrivato in Italia avevo
diciassette anni ho vissuto con lui in Sicilia. Ma non ho resistito molto a
lungo: nel giro di qualche mese sono salito da solo sul primo treno per il
nord, diretto a casa di alcuni connazionali a Milano".Il motivo?A:
"In Sicilia c'era solo un lavoro che si poteva svolgere: raccogliere
frutta e verdura. Sai questo cosa significa? Che oggi lavori e domani no, che
oggi hai uno stipendio e domani un punto interrogativo sulla testa, spaccandoti
la schiena ogni volta che ti viene chiesto, e tanta manna. No, non potevo
continuare così, come mio padre, a condurre una vita in prestito. Quindi mi
sono detto: "Alì, sei giovane e il tempo di certo non ti manca; prova a
cercare qualcosa di meglio. Cos'hai da perdere?". Risultato: giunto a
destinazione, dopo un breve corso da saldatore sono stato assunto. Non potevo
chiedere di meglio".Anche tu, Mohamed, sei arrivato in Italia grazie
all'aiuto di qualche familiare?M: "Esattamente. Infatti io non posso dire
di avere scelto l'Italia. Per scegliere uno dovrebbe aprire un atlante,
valutare le destinazioni, magari cercare qualche informazione e alla fine, dopo
un'attenta riflessione, partire. Nel mio caso è stato diverso: avevo dei
parenti che potevano ospitarmi, io ero giovanissimo e pieno di speranze e la
mia unica certezza era il desiderio di lasciare la Tunisia. Quindi se mi trovo
in Italia e non, per esempio, in Spagna, è praticamente per caso; ma qui mi sono
costruito una vita che mi piace. I miei due fratelli, che mi hanno aiutato
anche con la ricerca del lavoro, oggi hanno addirittura la cittadinanza
italiana. Chissà, magari anch'io un domani potrò avere più
diritti".Vorresti restare qui per sempre?M: "Dopo undici anni, sono
quasi più italiano che tunisino al punto che, religione a parte, mi identifico
maggiormente con la cultura italiana".A: "Per me è praticamente lo
stesso, anche se di tempo sul suolo italiano ne ho trascorso molto meno. Il fatto
è che qui si sta bene e si vive dignitosamente. Il problema della sussistenza è
superato e non resta che costruire il futuro, la propria vita e la
serenità".Quindi Italia per sempre?M: "A questa domanda è difficile
rispondere. Per sempre è un'espressione forte. Come accennavo i media e la
politica stanno screditando la presenza degli stranieri in Italia. Se si
continua di questo passo, non so dove andremo a finire e non so fino a che
punto ci converrà restare".A: "Sì, perché anche se abbiamo i
documenti in regola, non vorremmo vivere in una terra in cui non siamo bene
accetti. È molto importante sentirsi sereni e a proprio agio nel Paese che si
sceglie come casa. Per questo molto dipende da ciò che ci capiterà. Abbiamo
imparato a rischiare, lasciando tutto per l'ignoto, non sarà difficile farlo
una seconda volta".In che senso?M: "Nel senso che se diventerà
difficile vivere qui, non avremo altra scelta e torneremo in Tunisia".Per
fare cosa?M: "Con i soldi risparmiati potremmo aprire un negozietto e
buttarci nel commercio. Sono moltissimi i connazionali che hanno optato per
questa alternativa. Se poi anche nella nostra terra d'origine dovessero esserci
delle difficoltà, non c'è problema: rifaremo nuovamente le valigie perché oggi
sappiamo cosa significa emigrare: è un'impresa, ma ne vale la pena".Elisa
Crotti.
( da "Cittadino, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il petrolio vola, la logistica si ferma Chiapparoli:
"La metà delle ditte rischia di dover chiudere" n "Quasi la metà
delle ditte di logistica stanno chiudendo e, se si continuerà in questa
direzione, la gran parte delle merci rimarrà ferma nei magazzini, perché i
camionisti non verranno più a ritirarle". A lanciare l'allarme è Silvano
Chiapparoli, titolare di complessi di logistica a Livraga (due capannoni che a
breve termine dovrebbero diventare tre), Casalpusterlengo, San Giuliano e Cerro
al Lambro, per una superficie totale di 130mila metri quadrati coperti.
Solamente nel 2007, le ditte di Chiapparoli hanno fatto registrare un giro
d'affari di 45 milioni di euro, con 600 dipendenti distribuiti nei vali poli
logistici. In tutto il Lodigiano, le aziende impegnate in questo settore
occupano oltre un milione di metri quadrati del territorio. Con il petrolio che
vola inesorabilmente verso i 150 dollari al barile, i trasporti dovrebbero
essere i primi a tremare, seguiti a ruota da altri comparti a rischio. Per ogni
trasporto un camionista deve sopportare in media dai 150 ai 200 euro di
maggiori costi: in pratica il guadagno è azzerato. Un quadro che può influire
negativamente sull'economia del territorio, ormai centro nevralgico del sistema
logistico e di un settore agricolo sempre più meccanizzato. "I salvavita,
le medicine, il latte per bambini, sono fermi nei depositi dice amaramente
Chiapparoli . L'afflusso dei tir è diminuito del 10 per cento, ma se gli autotrasportatori
dovessero scioperare si aprirebbe una crisi più profonda". Ad inizio
settimana, a livello nazionale, i rappresentanti dei camionisti hanno proposto
l'impiego della polizia per il controllo della movimentazione delle merci, una
soluzione che "potrebbe essere necessaria per proteggere i beni di prima
necessità, ma bisogna soprattutto insistere su maggiori controlli a regime
fiscale per colpire il lavoro nero sommerso", sottolinea Antonio Ferrari,
responsabile di tre poli logistici a Massalengo, Melegnano e Lodi, che si
estendono su 50 - 60mila metri quadrati coperti. Un anno fa nessuno immaginava
che il petrolio potesse raggiungere i livelli attuali, anche se già tra il 1999
e il 2007 il prezzo del greggio era balzato da 10 a 95 dollari al barile.
"Qui nel Lodigiano non manca certo l'offerta, si tratta di una vera e
propria speculazione commenta Ferrari . Esistono persone che ogni giorno
guadagnano tantissimo da questa situazione critica". Intanto le
innovazioni tecnologiche, che possono spingere a diminuire l'utilizzo del
petrolio nei trasporti, richiedono costanti ricerche e investimenti adeguati.
"Le energie "verdi" sono obiettivi di riferimento per il futuro;
noi abbiamo in progetto un impianto per il biodiesel, conclude
Antonio Ferrari ma purtroppo dobbiamo fare i conti con la solita burocrazia, che frena la voglia di
rinnovamento". Da qualche tempo ha preso piede la tendenza a ripensare il
commercio a livello regionale, con le aziende sempre più orientate a
relazionarsi con partner commerciali sempre più vicini alla propria sede
operativa. Sfruttando le energie ibride già disponibili si potrebbe
risparmiare il 25 per cento del consumo dell'oro nero. E in tutta Europa i
camionisti sono sul piede di guerra, vittime di un caro gasolio che sta creando
agitazioni in Spagna, Francia, Olanda e Gran Bretagna. Da noi si spera in uno
stop dei prezzi, altrimenti il 30 giugno partirà il tanto temuto blocco dei
tir. Un blocco che causerebbe perdite nel nostro territorio, dove quasi l'80
per cento dei beni viaggia su gomma. Lo sciopero dei tir potrà rientrare
solamente se arriveranno dal governo le misure di sostegno richieste:
interventi drastici sul prezzo del petrolio e stop alle accise per tutto il
2008. Altrimenti, per l'economia lodigiana dei trasporti e della logistica, non
sarà certamente un'estate tranquilla. Alberto Bolis.
( da "Trentino" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IN AULA La prima volta del nuovo segretario ARCO. è il
segretario del Comune di Arco in pectore e come tale lunedì sera il dottor
Rolando Mora ha assistito alla sua prima seduta nell'aula consiliare del
Casinò. Glielo ha chiesto Veronesi, alle prese con i "vuoti di
potere" apertisi al massimo livello della burocrazia municipale con il
trasferimento dell'ex segretario Ivo Ceolan e i problemi personali che tengono
lontana dall'ufficio la vicesegretaria Cristina Bronzini. Rolando Mora assumerà
ufficialmente l'incarico il 25 luglio, in attesa di conoscere l'esito del
ricorso al Tar presentato da un concorrente.
( da "Corriere delle
Alpi" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Il torrente Tegnas ancora pieno di ghiaia"
Loretta Ben contesta: l'alveo non è in piena sicurezza di Gianni Santomaso
TAIBON. "Pongo la questione nell'intento di sollecitare sul Tegnàs gli
interventi necessari per affrontare le eventuali e inaspettate avversità
meteorologiche". Il sindaco di Taibon, Loretta Ben, ha approfittato
dell'occasione del convegno di sabato sul rischio geologico e idraulico in
Agordino per evidenziare al Genio civile, alla Provincia e alla Regione la
situazione in cui si trova il torrente del suo paese. Un caso particolare che
però, a suo avviso, non è l'unico in Agordino. "Sapendo che sul territorio
da me amministrato", ha detto il sindaco, "proprio davanti al
municipio confluiscono il Cordévole e il Tegnàs, non posso non sottolineare
come, nel recente passato, una situazione di notevole gravità abbia interessato
il Comune di Taibon Agordino". Il "recente passato" a cui fa
riferimento Loretta Ben è l'ottobre 2005. Allora furono attivati, da parte del
Genio civile, dei lavori di "somma urgenza" sul corso d'acqua in
seguito alle forti piogge cadute in quei giorni. Le condizioni del torrente
sovralluvionato, peraltro, erano già state segnalate più volte dall'amministrazione
Ben e, in precedenza, anche da quella guidata da Bruno Bulf. Vennero realizzati
due "repellenti" per ogni sponda, una "savanella" (il
canale per il deflusso di magra dell'acqua) e degli interventi nella zona
sottostante la chiesa di San Lucano. Nelle operazioni era compreso pure
l'asporto del materiale solido depositatosi nell'alveo, ma... Ma dopo che
quest'ultimo fu ammucchiato in attesa che la ditta incaricata venisse a
prelevarlo, il Genio civile bloccò le operazioni. Risultato? "La ghiaia
tolta dal letto del fiume", spiega il sindaco Loretta Ben, "è
ritornata al suo posto annullando in parte il lavoro svolto e con esso il costo
sostenuto". I 2869 metri cubi di materiale che avrebbero dovuto essere
trasportati altrove oggi giacciono ancora nel Tegnàs, destando le
preoccupazioni del primo cittadino, poco convinto delle rassicurazioni offerte
lo scorso febbraio dal Genio civile. Tanto più che a ciò si aggiunge anche la
copiosa vegetazione cresciuta nel torrente che ostacola il passaggio delle
acque. "Desidero porre l'accento sul fatto che tale alveo non ha, a mio
parere, ancora raggiunto i limiti di sicurezza sufficienti per la tranquillità
del paese", ha infatti sostenuto durante il convegno, esprimendo i suoi
dubbi al pubblico. "Rivolgo questo mio appello al Genio civile, alla
Provincia e alla Regione e lo faccio a difesa della popolazione e dei loro
beni, certa che le mie parole non cadranno nel vuoto, ma rappresenteranno uno
stimolo per riflettere sul nostro futuro". Rimangono però le perplessità
per il modo con cui si è intervenuti sul Tegnàs tanto da ritenere condivisibili
le parole del sindaco relative al "fallimento dell'uomo nella gestione del
territorio dovuta, alle volte, a troppa burocrazia, a disinteresse e/o
superficialità". Infine ciò che il sindaco Ben reclama è la presenza di
tecnici dotati di conoscenze e competenze puntuali sul territorio. Esattamente
le richieste espresse dal professor Luigi D'Alpaos nel convegno di sabato
dedicato al rischio idrogeologico nell'Agordino.
( da "Corriere delle
Alpi" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
TAIBON Radio Più festeggia i suoi 25 anni aprendo le porte
agli ascoltatori TAIBON. Radio Più, il 25 giugno, compie esattamente 25 anni.
Era il 25 giugno 1983 quando i soci fondatori - Renzo Gavaz, Alessandro Savio,
Udilio e Agostino Cadorin, Pierina Bellai, Paolo Buttol e Tiziana Soia, Sereno
Ben, Dino Collarin, Cosmo Forcella, Gianna Schena e il compianto Danilo
Sibillon - si univano per dare vita a Radio Più come società di fatto. "In
25 anni la radio è cresciuta", dice l'attuale direttore Mirko Mezzacasa,
"ha superato momenti difficili in concomitanza con i primi anni di
"abusivismo", con i primi anni Novanta ingessati
dalla burocrazia per
l'ottenimento della concessione e molti altri problemi affrontati, problemi che
incontra qualsiasi imprenditore che si dedica ad una nuova attività. Ma
l'averci creduto ci ha permesso di essere ancora nell'etere. Eravamo in tanti
nel 1983, l'Agordino contava altre tre radio (Alleghe, Falcade, Rocca
Pietore), la provincia oltre 20". In occasione del 25 giugno la radio ha
aperto le porte agli ascoltatori. "Ed anche i microfoni", aggiunge
Claudio Fontanive, "perché in occasione di questo compleanno vogliamo
lasciare spazio solo agli ascoltatori e alla musica degli anni Ottanta. Fino al
24 giugno, infatti, invitiamo gli ascoltatori a visitare gli studi e lasciare i
loro messaggi in voce. Saranno trasmessi il 25 giugno". Nello stesso
giorno un gruppo di agordini partirà per la Francia in occasione del concerto
di Bruce Spreengsten, con loro anche Roberto Dell'Olivo che alla radio ha
curato anche il programma di musica latino americana. A novembre l'evento: la
Maratona di New York con Radio Più e i tre conduttori del programma del lunedi
dedicato agli sportivi della vallata, Claudio Fontanive, William Da Roit e
Marco Savio.
( da "Giornale di
Brescia" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione: 11/06/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:ECONOMIA Brescia ha ospitato l'assemblea di Unioncamere. Il presidente
Mondello: "Le priorità, infrastrutture e educazione" Italia al bivio
tra modernità e declino Formigoni: "Questa provincia e la Lombardia hanno
risposto in anticipo alle nuove sfide" Nella foto sopra l'intervento di
Francesco Bettoni alla Camera di Commercio; qui a lato, Roberto Formigoni con
Andrea Mondello Guido Lombardi BRESCIA Siamo a un bivio e potenzialmente
possiamo imboccare la strada della modernità o quella che conduce al declino.
Lo ha spiegato ieri, nell'auditorium della Camera di Commercio di Brescia, il
presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, riferendosi alla condizione in cui
si trova l'Italia. "Da una parte - ha detto Mondello nel corso
dell'assemblea nazionale di Unioncamere, ospitata ieri a Brescia - c'è la sfida
della competizione che porta alla crescita. Dall'altra, l'illusione di poter
continuare a sfruttare le tante rendite di posizione che in passato hanno
assicurato la sopravvivenza di interi settori di mercato". Il quadro
tracciato da Mondello nel corso della sua relazione è obiettivamente poco
consolante: l'Italia è caratterizzata da ritardo infrastrutturale, emergenza
educativa ("la qualità del capitale umano è la prima ricchezza del
Paese"), divario nord-sud, lentezza della giustizia
civile e peso della burocrazia sulle imprese. "Il nostro Paese - ha aggiunto Francesco
Bettoni, presidente della Camera di Commercio di Brescia - soffre di un ritardo
infrastrutturale cronico". Inoltre, le differenze tra Nord e Sud Italia,
nonostante le risorse impiegate per lo sviluppo del Mezzogiorno, tendono ad
essere sempre più marcate. Anche la nostra provincia, tuttavia, secondo
la classifica diffusa ieri in occasione dell'assemblea e curata da Unioncamere
e Istituto Tagliacarne, presenta una dotazione infrastrutturale insoddisfacente,
collocandosi a livello nazionale al quarantesimo posto. C'è quindi tanto da
lavorare per abbandonare, usando le parole di Mondello, "la vecchia
provinciale" e imboccare "l'autostrada della modernità". Per
ottenere questo risultato, è fondamentale, secondo il presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni, "il contributo delle Camere di Commercio e
la collaborazione con gli enti locali. Credo di poter dire - ha aggiunto
Formigoni - che Brescia e la Lombardia sono state capaci di rispondere alle sfide
della globalizzazione". "L'Italia - ha spiegato il Governatore - deve
riformarsi partendo da un federalismo responsabile che recuperi pienamente il
Mezzogiorno, attraverso la soluzione del problema educativo, realizzando
finalmente le infrastrutture che mancano da troppi anni e snellendo la burocrazia". La Lombardia, ha assicurato Formigoni, si
è mossa già da tempo in questa direzione, ma evidentemente c'è ancora molta
strada da fare e le Camere di Commercio si propongono, ha detto Mondello,
"come una risorsa utile, anzi indispensabile per affrontare e sciogliere i
legami che frenano il Paese". Il sistema camerale ha scelto la modernità
attraverso l'autoriforma, la promozione di strumenti di giustizia alternativa
(come la conciliazione e l'arbitrato), gli investimenti nell'e-government,
l'aggiornamento professionale (Universitas Mercatorum), le missioni per
favorire l'internazionalizzazione delle imprese. Ora tocca al Paese abbandonare
la vecchia provinciale e, al bivio, non sbagliare scelta.
( da "Italia Oggi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi ItaliaOggi
- Economia e Politica Numero 138, pag. 11 del 11/6/2008 Autore: da
Bruxelles Sabina Pignataro Visualizza la pagina in PDF La
commissione potrebbe dover rinunciare a uno degli elementi centrali della sua
riforma Tlc, in forse l'Autorità unica Ue Manca il sostegno degli stati membri.
Contrari gli operatori Si deciderà domani a Lussemburgo il destino
dell'Authority Ue per le Tlc. La commissione europea potrebbe dover rinunciare
alla creazione di un super regolatore europeo, uno degli elementi cardine,
insieme alla separazione funzionale delle reti, della riforma del settore delle
telecomunicazioni, messa a punto dal commissario Viviane Reding. Fonti della
presidenza slovena annunciano che, a causa dell'opposizione di molti stati
membri, l'organismo immaginato nella riforma potrebbe saltare nel corso della riunione
del consiglio dei ministri Ue delle Tlc in programma domani a Lussemburgo, e al
quale l'Italia sarà rappresentata dal sottosegretario Paolo Romani. La
commissione Ue aveva proposto a metà novembre di creare "un'agenzia
europea per i mercati europei di comunicazioni elettroniche" (come viene
chiamata l'Authority nel testo della riforma), un organo sostanzialmente
consultivo, col compito di coordinare il lavoro delle varie Autorità nazionali
soprattutto sul fronte delle misure prese per garantire la concorrenza nel
settore delle telecomunicazioni. Bruxelles vorrebbe anche dare alla nuova
Autorità competenze sulla sicurezza delle reti o sulle frequenze
radio-elettriche utilizzate per la telefonia, la radio o la televisione. Pur
mantenendo tutti i suoi poteri antitrust. Eppure la nuova Authority rischia di
essere affossata prima di nascere dal parere opposto non solo degli operatori
dominanti (rappresentati dall'Etno), ma anche degli stati membri e dei
regolatori nazionali. L'ultimo pollice verso è arrivato dall'Ofcom, l'Authority
britannica per le Tlc, spesso indicato dalla Reding come un modello per i
regolatori europei, essendo stato il primo a praticare la strada della
separazione funzionale e della suddivisione del mercato nazionale della banda
larga in sotto-mercati tali da consentire l'abolizione della regolamentazione
nelle aree fortemente concorrenziali. Il ceo Ofcom, Ed Richards, ha rilevato
invece che la nuova agenzia "aumenterebbe costi e burocrazia, interferendo con attività
già svolte da altre autorità esistenti, oltre a essere in conflitto col
principio di regolamentazione indipendente". Ma, se l'Authority Ue dovesse
tramontare sarebbe già pronta una soluzione alternativa, quella di rafforzare
le competenze dell'Erg, l'associazione che riunisce tutte le Autorità europee
nel settore delle Tlc, in Italia l'Agcom di Corrado Calabrò. Si tratta
sostanzialmente della stessa soluzione appoggiata dalla maggioranza degli
eurodeputati, in base al progetto di relazione presentato alla fine di aprile
che ha bocciato l'istituzione di un'Authority Ue, perché comporterebbe "un
eccesso di burocrazia". Il voto di Strasburgo in
prima lettura nella seduta plenaria è prevista solo per il mese di settembre,
ma al momento, l'idea dell'Europarlamento è quella di un organismo molto vicino
al Gruppo dei regolatori europei in grado di prendere decisioni con una
maggioranza dei due terzi, tranne che in casi eccezionali.
( da "Italia Oggi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi ItaliaOggi
- Economia e Politica Numero 138, pag. 10 del 11/6/2008 Autore:
Visualizza la pagina in PDF Esclusa una ricandidatura
dell'ex leader degli industriali: impegni impediscono mandato bis Montezemolo
lascia Fiera Bologna Obiettivo per l'expo è di arrivare a una gestione
aziendale Malgrado le voci e le insistenze dei soci privati delle scorse
settimane, Luca Cordero di Montezemolo lascia la presidenza della Fiera di
Bologna senza la disponibilità per un nuovo mandato alla guida dell'Expo del
capoluogo, in trattativa da mesi per una eventuale aggregazione con Rimini
Fiere. Ad annunciarlo è lo stesso Montezemolo a margine di un convegno sulla
sanità: "Non voglio entrare in temi che riguardano i soci", ha
spiegato l'ex leader degli industriali, "i temi che abbiamo sul tappeto
non riguardano solo gli assetti di vertice. Vi dissi già molti mesi fa che i
miei impegni internazionali e nazionali purtroppo mi impediscono di potermi
candidare a un ulteriore presenza in fiera. Poi nella vita è anche importante
il cambiamento per tutti. Quindi non è problema Montezemolo sì Montezemolo no;
è un tema che ormai da molte settimane, se non da mesi, è fuori dal dibattito".
In vista dell'assemblea dei soci della Fiera di Bologna, in programma il 23
giugno prossimo, Montezemolo ha auspicato che: "Come sempre è avvenuto in
una città come Bologna, caratterizzata da una grande collaborazione tra
pubblico e privati nei loro rispettivi ruoli, si possa arrivare a un accordo
generale. Io sarei molto felice", ha detto ancora il presidente, "di
poter chiudere il mio lungo mandato alla guida della Fiera di Bologna, dove ho
cercato di lavorare con spirito di servizio, di vedere un accordo sul
futuro". Montezemolo ha sottolineato che ora la priorità per la Fiera di
Bologna è "diventare un'azienda gestita in un'ottica aziendale e non di un
ente che competa sul mercato internazionale". Un'azienda "che possa
prendere decisioni rapide", ha continuato il presidente di Bologna Fiere,
"che chiunque siano i suoi azionisti, pubblici, privati, sia un'azienda
come si deve". Detto questo, parlando del futuro dell'expo bolognese,
Montezemolo ha tracciato tre priorità: la governance (avere un consiglio di
amministrazione snello, regole privatistiche e moderne,
poca burocrazia che passa
anche attraverso "la revisione dello statuto"; lo sviluppo
"perché chi si ferma è perduto", ha chiarito Montezemolo ricordando
due progetti "uno più aggressivo e l'altro meno". Sviluppo "che
passa anche attraverso l'ammodernamento del quartiere fieristico";
terzo punto consiste nel garantire le risorse per lo sviluppo. Montezemolo
commentando l'ipotesi di un incontro tra soci pubblici e privati per preparare
l'assemblea dei soci ha detto: "Potrebbe essere utile, adesso lo vedremo
con la disponibilità dei soci". Montezemolo ha dunque manifestato
l'intenzione di lasciare il suo ruolo, dopo molti anni, alla Fiera di Bologna:
"Spero che chi verrà dopo", ha concluso l'ex leader degli industriali
riferendosi sia al futuro presidente sia al cda, "possa avviare un mandato
di gestione di una fiera con le caratteristiche che ho descritto". Infine
Montezemolo ha fatto riferimento alla città emiliana: "Bologna ha bisogno
del contributo di tutti" per il suo futuro, per continuare a essere una
città-laboratorio, modello per il paese. Montezemolo, ribadendo il suo
ragionamento, ha preferito non commentare le dichiarazioni del cardinale della
città, Carlo Caffarra, che ha descritto domenica scorsa (dalle pagine del
settimanale diocesano) "non più sazia, ma destinata a essere
disperata" parafrasando un concetto caro al suo predecessore Giacomo
Biffi. "Non mi dovete tirare per la giacca per queste cose", ha
aggiunto Montezemolo. "Ho già fatto il mio intervento all'assemblea di
Unindustria Bologna. Credo che questo sia un momento in cui tutti debbono
contribuire un po' a ridare a Bologna quello smalto, quella capacità di
progettualità e di immagine di cui ha bisogno la città. Credo veramente che
ognuno debba fare la sua parte".
( da "Italia Oggi" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi ItaliaOggi - Diritto
e Impresa Numero 138, pag. 42 del 11/6/2008 Autore: da Brescia Filippo Grossi
Visualizza la pagina in PDF assemblea cdc Burocrazia
costosa, l'1% del pil La burocrazia in Italia ha un
costo annuale per le imprese di circa 15 mld di euro, l'1% del pil: quasi 12
mila euro a impresa. A questo preoccupante dato si contrappone però un accordo
di programma raggiunto tra le Camere di commercio lombarde e la Regione
Lombardia volto al superamento dei freni che bloccano l'economia nazionale
soprattutto attraverso la creazione di una rete comune per lo sviluppo delle
infrastrutture e per l'internazionalizzazione delle imprese lombarde. è quello
che è emerso nella 127° assemblea degli amministratori delle Camere di
commercio italiane organizzato ieri da UnionCamere al Salone delle Conferenze
della Camera di commercio di Brescia. Ospiti del convegno, il presidente di
UnionCamere Andrea Mondello e il presidente della Regione Lombardia Roberto
Formigoni. Il peso eccessivo rappresentato dalla burocrazia in particolare preoccupa il
presidente di UnionCamere Mondello che ha ribadito che "in Italia fare
impresa è difficile a causa di una burocrazia troppo spesso fine a se stessa, costosa e inefficiente".
"Una burocrazia- ha
proseguito Mondello- che il più delle volte non è dunque un alleato, ma un
ostacolo al libero sviluppo dell'intrapresa". "La burocrazia non è l'unico nodo gordiano che attanaglia il
nostro Paese, basti pensare alla lentezza della giustizia, al cronico ritardo
infrastrutturale e al divario Nord-Sud. In un contesto simile si colloca
l'accordo di programma raggiunto tra le Camere di commercio lombarde e la
Regione Lombardia "in cui- secondo il presidente Formigoni- giocano un
ruolo fondamentale le Camere di commercio quale presenza strategica nel sistema
economico e produttivo a livello territoriale e nazionale". "Un ente
locale e istituzionale al tempo stesso- sottolinea Formigoni- capace di
dialogare ma soprattutto di collaborare fattivamente con la politica locale e
con il governo centrale, un punto di riferimento e di mediazione prezioso tra
il privato e il pubblico". Formigoni ha poi focalizzato l'attenzione sul
prossimo Expo 2015 che "dovrà essere un'occasione di sviluppo per tutto il
Paese e non solo per Milano e la Lombardia. è previsto l'arrivo di circa 30
milioni di visitatori- ha puntualizzato Formigoni- e dobbiamo fare in modo,
grazie anche all'indispensabile e preziosa collaborazione con le Camere di
commercio territoriali, di far conoscere le numerose eccellenze di cui l'Italia
può far vanto in tutto il mondo".
( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma
anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la
clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure
Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della
poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema,
capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare
Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori
i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è
l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti (
4 ) " (4 votes, average: 2.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico
28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti
di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa,
degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto
della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e
responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da
antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo
a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di
scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli
opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali
nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il
sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari,
ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico
della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve
venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra
giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni
ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come
imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a
"non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare
subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di
tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma
anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa
che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori:
"L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro
politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico
elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata
appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e
controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di
piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della
storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte
politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una
democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle
estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo
ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra
strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 74 ) " (38
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così
le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare
il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato,
perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi.
Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha
rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno
delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è
stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si
chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione
di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La
tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando?
Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un
futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una
prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso
la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou
probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di
Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una
giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il
dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle
Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo
spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e
che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti
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un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di
Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura
unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del
premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero
cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e
politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse
non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di
Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto
cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori,
anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa:
contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle
urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito
"giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi
il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le
ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra
giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La
sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non
intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo
perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato
Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza
solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non
è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo.
Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa
su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori
il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa",
alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del
Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un
avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale
anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese
normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma
già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia.
L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e
della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei
vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate
di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E
Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel
1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente
Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no
eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì
accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del
Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo
anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle
intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è
stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della
prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è
affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe
essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i
distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo
importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto
il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti.
Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita
dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il
coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino.
Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima
leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di
Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (29 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo
del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti
del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo
Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo
12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a
Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già
collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni).
Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del
suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato.
Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su
un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza
del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e
La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere
a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio
Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna.").
Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato
il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna
dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che
si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina,
rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e
problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le
carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del
premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento
giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo
e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul
governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi
l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto
D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha
detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra?
Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi
diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in
crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza
era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco
(finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
Commenti ( 67 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08
Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie
(politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti
all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni
politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che
venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni.
E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del
bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da
Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra
defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E
Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal
centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In
fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche
soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già,
perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una.
Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo
europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate?
Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare
il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali
sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la
conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato
sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono
scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico,
periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi
della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e
Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato
1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con
il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo
aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a
mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai
il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito,
sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 )
" (130 votes, average: 1.17 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano
"adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli
articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (38)
Ultime discussioni Franco R: Non avevo dubbi: chi ha creduto che finalmente in
Italia avremmo avuto un governo serio e compatto e... silvio: Il povero
Veltroni, persona di indubbia importanza sia per la sua sinistra che per il
resto degli italiani... maria antonietta guidazzi funaro: ciò che avete scritto
è musica per le mie orecchie.mi basta che continuino... matteo: Dopo le ultime
elezioni con sconforto, ma anche con ammirevole realismo, i vertici della
sinistra italiana... Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo
dal presupposto che i moderati non sparano, non tirano... I più inviati Sayed,
primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli
aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici
del dialogo - 1 Emails Ultime News Napolitano: "Serve un largo accordo
sulle intercettazioni"Benzina e diesel a 1,54 Via il pedaggio ai tirAereo
atterra, s'incendia un motore: 100 morti allo scalo di KhartoumTest-droga sui
politici, la Cassazione condanna le Iene : privacy violataClinica Santa Rita,
l'ex primario si difende "Ho sempre pensato al bene dei
malati"Donadoni: "Nostalgia di Lippi? Me l'aspettavo" Blog amici
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Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le
tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del
dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo
del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la
prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di
Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare?
Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Pagine About
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( da "Giornale.it, Il" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma
anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la
clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure
Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della
poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema,
capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare
Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori
i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è
l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti (
4 ) " (4 votes, average: 2.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo
lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al
contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo
è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi
politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le
istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale?
quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di
tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per
evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito
comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo
sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come
diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario
che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente
designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio
quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare
agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per
interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a
nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare
l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una
volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe,
gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in
Varie Commenti ( 74 ) " (38 votes, average: 3.42 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è
mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la
sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in
prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo
di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla
"tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal
dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico.
"Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile
("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente
da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra
quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di
comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino?
Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese,
ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un
cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha
ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un
salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era
dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in
occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della
Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le
vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda
il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (110
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08
Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi
alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo
con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd),
sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento
e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha
riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno
scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta
rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd:
l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella
distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e
Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici.
E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra
massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei
giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani)
e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E'
lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a
indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro
alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del
ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia
personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio
non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto
popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è
un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel
mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo
D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come
racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della
consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri,
Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho
avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve
un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più
l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna
elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito
anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il
"premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci,
Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti
migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione
rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a
Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e
l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier
ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative
e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi),
tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed
entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato
lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie
finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono
buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente
Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo
è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con
D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire:
non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al
D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere"
alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è
più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla
direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce
il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che
affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di
rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra
nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti (
89 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul
governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e
stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere
che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che
contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella
chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini
nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra
31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è
riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma
molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che
potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario
alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci
sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23
giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il
presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della
Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come
in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A
questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in
nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi
no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo
D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di
forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in
mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo
sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti
( 67 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la
prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo
D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più
"silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per
scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta
del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e
ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa
dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08
Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria
vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non
ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft
veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo
la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata
della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra
è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando
inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli
di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta
elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto
popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come
una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure
farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e
qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone
l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno
all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di
costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri
in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o
dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo
leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio
si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni
Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i
leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare.
A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato
1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con
il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo
aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a
mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai
il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito,
sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 )
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Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano
"adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli
articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (38)
Ultime discussioni Franco R: Non avevo dubbi: chi ha creduto che finalmente in
Italia avremmo avuto un governo serio e compatto e... silvio: Il povero
Veltroni, persona di indubbia importanza sia per la sua sinistra che per il
resto degli italiani... maria antonietta guidazzi funaro: ciò che avete scritto
è musica per le mie orecchie.mi basta che continuino... matteo: Dopo le ultime
elezioni con sconforto, ma anche con ammirevole realismo, i vertici della
sinistra italiana... Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo
dal presupposto che i moderati non sparano, non tirano... I più inviati Sayed,
primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli
aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici
del dialogo - 1 Emails Ultime News Napolitano: "Serve un largo accordo
sulle intercettazioni"Benzina e diesel a 1,54 Via il pedaggio ai tirAereo
atterra, s'incendia un motore: 100 morti allo scalo di KhartoumTest-droga sui
politici, la Cassazione condanna le Iene : privacy violataClinica Santa Rita,
l'ex primario si difende "Ho sempre pensato al bene dei
malati"Donadoni: "Nostalgia di Lippi? Me l'aspettavo" Blog amici
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dei post June 2008 (1) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008
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casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma
anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la
clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti,
il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con
un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di
guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che
vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i
"cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è
l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
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28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo
lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al
contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è
il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici
su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le
istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale?
quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di
tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per
evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito
comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo
sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come
diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario
che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente
designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli
anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli
archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi
di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno,
una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza
delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il
"giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani
hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti
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16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di
dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete
provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si
sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori
britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella
del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista.
Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico.
"Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo"
è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo
ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove
stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo
ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo
Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di
vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato
"Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo
al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella
vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis
apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata
mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue
lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni
su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto
in Varie Commenti ( 12 ) " (110 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ...
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questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il
discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier),
l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla
telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che
qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche
il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo
istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera
Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza
Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il
"sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si
rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non
sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani
qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto
Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il
partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla
carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i
bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che
la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una
prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non
abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non
intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica".
Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha
una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter,
e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro,
Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del
2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran
manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini
sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata
per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi:
"Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La
battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare
debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze?
L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta
Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il
riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti
ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti
da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie
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a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto
(Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi
(ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo
ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di
quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato
Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis).
Veltroni diventa "premier ombra" del "governo
dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti,
no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì
accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del
Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo
anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle
intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è
stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della
prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato
a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in
due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo.
Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante
che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il
centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare
avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea
costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento
dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni
riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se
anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in
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post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni
e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi
quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile
sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri
(quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con
la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati
uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro
hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso
è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi,
ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto,
che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al
sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi,
Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi
di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto
soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più
veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato
l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che
hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto
più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie
(politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti
all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni
politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che
venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni.
E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del
bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da
Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra
defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E
Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal
centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In
fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche
soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già,
perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una.
Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo
europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate?
Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare
il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali
sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la
conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato
sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono
scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico,
periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi
della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e
Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha
attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
Varie Commenti ( 19 ) " (130 votes, average: 1.17 out of 5) Loading ... Il
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un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
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Ultime discussioni Franco R: Non avevo dubbi: chi ha creduto che finalmente in
Italia avremmo avuto un governo serio e compatto e... silvio: Il povero
Veltroni, persona di indubbia importanza sia per la sua sinistra che per il
resto degli italiani... maria antonietta guidazzi funaro: ciò che avete scritto
è musica per le mie orecchie.mi basta che continuino... matteo: Dopo le ultime
elezioni con sconforto, ma anche con ammirevole realismo, i vertici della
sinistra italiana... Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo
dal presupposto che i moderati non sparano, non tirano... I più inviati Sayed,
primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli
aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici
del dialogo - 1 Emails Ultime News Napolitano: "Serve un largo accordo
sulle intercettazioni"Benzina e diesel a 1,54 Via il pedaggio ai tirAereo
atterra, s'incendia un motore: 100 morti allo scalo di KhartoumTest-droga sui
politici, la Cassazione condanna le Iene : privacy violataClinica Santa Rita,
l'ex primario si difende "Ho sempre pensato al bene dei
malati"Donadoni: "Nostalgia di Lippi? Me l'aspettavo" Blog amici
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prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di
Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da
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( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma
anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa
trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti,
il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con
un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di
guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che
vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i
"cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è
l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti (
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28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo
lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al
contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo
è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi
politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le
istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale?
quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di
tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per
evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito
comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo
sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come
diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario
che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente
designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio
quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare
agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per
interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a
nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare
l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una
volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe,
gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in
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post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è
mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la
sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in
prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo
di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla
"tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal
dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico.
"Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile
("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente
da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra
quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di
comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino?
Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese,
ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un
cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha
ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un
salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era
dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in
occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della
Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le
vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda
il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (110
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08
Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi
alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo
con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd),
sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento
e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha
riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno
scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta
rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd:
l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella
distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e
Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici.
E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra
massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei
giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani)
e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E'
lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a
indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro
alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del
ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia
personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio
non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto
popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico.
C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel
mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo
D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come
racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della
consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri,
Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho
avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve
un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più
l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna
elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito
anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter
diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989,
Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni
spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo).
Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita
a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e
l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier
ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative
e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi),
tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed
entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato
lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie
finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono
buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente
Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo
è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con
D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire:
non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al
D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere"
alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è
più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla
direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce
il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che
affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di
rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra
nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti (
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08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul
governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e
stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere
che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che
contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella
chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini
nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra
31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è
riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma
molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che
potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario
alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci
sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23
giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il
presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della
Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra
non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga
il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in
Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A
questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in
nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi
no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito
del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente
radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader".
Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non
sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché,
tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così
emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare
attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli,
in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni
regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso
anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno
di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per
ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono
certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro
la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e
terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni,
"matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA
Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che
diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni
Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo
Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha
aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta
senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita
del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato
spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a
volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo
lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta
elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto
popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come
una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure
farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e
qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone
l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno
all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di
costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri
in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o
dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo
leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio
si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni
Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i
leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon
divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle
11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A
proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie
Commenti ( 19 ) " (130 votes, average: 1.17 out of 5) Loading ... Il Blog
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toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (38)
Ultime discussioni Franco R: Non avevo dubbi: chi ha creduto che finalmente in
Italia avremmo avuto un governo serio e compatto e... silvio: Il povero
Veltroni, persona di indubbia importanza sia per la sua sinistra che per il
resto degli italiani... maria antonietta guidazzi funaro: ciò che avete scritto
è musica per le mie orecchie.mi basta che continuino... matteo: Dopo le ultime
elezioni con sconforto, ma anche con ammirevole realismo, i vertici della
sinistra italiana... Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo
dal presupposto che i moderati non sparano, non tirano... I più inviati Sayed,
primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli
aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici
del dialogo - 1 Emails Ultime News Napolitano: "Serve un largo accordo
sulle intercettazioni"Benzina e diesel a 1,54 Via il pedaggio ai tirAereo
atterra, s'incendia un motore: 100 morti allo scalo di KhartoumTest-droga sui
politici, la Cassazione condanna le Iene : privacy violataClinica Santa Rita,
l'ex primario si difende "Ho sempre pensato al bene dei
malati"Donadoni: "Nostalgia di Lippi? Me l'aspettavo" Blog amici
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Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le
tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del
dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo
del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la
prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di
Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Pagine
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( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma
anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la
clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure
Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della
poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema,
capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare
Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori
i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è
l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti (
4 ) " (4 votes, average: 2.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza
di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo
lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al
contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo
è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi
politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le
istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale?
quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di
tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per
evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito
comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo
sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come
diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario
che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente
designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio
quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare
agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per
interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a
nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare
l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una
volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe,
gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in
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mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la
sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in
prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo
di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla
"tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal
dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico.
"Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile
("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente
da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra
quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di
comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino?
Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese,
ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un
cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha
ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un
salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era
dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in
occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della
Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le
vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda
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Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi
alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo
con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd),
sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento
e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha
riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno
scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta
rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd:
l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella
distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e
Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici.
E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista,
resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che
sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto
per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello
"debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e
condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera:
"Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo
memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e
politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il
Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare.
Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo
che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e
pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo
D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come
racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della
consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri,
Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho
avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve
un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più
l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna
elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito
anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter
diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989,
Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni
spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no
eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì
accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del
Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo
anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle
intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è
stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della
prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è
affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe
essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i
distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo
importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto
il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti.
Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita
dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il
coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino.
Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima
leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di
Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (29 votes, average:
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RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti
del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo
Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo
12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a
Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già
collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni).
Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del
suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato.
Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su
un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza
del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e
La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere
a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio
Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna.").
Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"),
la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico
di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la
strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è
deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al
caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono
"problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale,
sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché
Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come
chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei
partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con
il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra"
voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i
suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo
D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di
forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in
mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo
sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti
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05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la
prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo
D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più
"silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per
scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta
del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e
ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa
dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse.
Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del
Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato
nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto
colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono
antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto
significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge
"l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a
D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in
cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni
regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso
anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno
di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per
ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono
certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro
la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e
terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni,
"matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA
Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che
diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni
Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo
Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha
aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta
senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita
del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato
spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a
volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo
lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta
elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto
popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come
una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure
farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e
qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone
l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno
all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di
costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri
in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o
dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo
leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio
si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni
Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i
leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando
per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon
divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di
Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle
11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A
proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie
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toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
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Ultime discussioni Franco R: Non avevo dubbi: chi ha creduto che finalmente in
Italia avremmo avuto un governo serio e compatto e... silvio: Il povero
Veltroni, persona di indubbia importanza sia per la sua sinistra che per il
resto degli italiani... maria antonietta guidazzi funaro: ciò che avete scritto
è musica per le mie orecchie.mi basta che continuino... matteo: Dopo le ultime
elezioni con sconforto, ma anche con ammirevole realismo, i vertici della
sinistra italiana... Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo
dal presupposto che i moderati non sparano, non tirano... I più inviati Sayed,
primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli
aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici
del dialogo - 1 Emails Ultime News Napolitano: "Serve un largo accordo
sulle intercettazioni"Benzina e diesel a 1,54 Via il pedaggio ai tirAereo
atterra, s'incendia un motore: 100 morti allo scalo di KhartoumTest-droga sui
politici, la Cassazione condanna le Iene : privacy violataClinica Santa Rita,
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( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma
anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la
clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure
Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della
poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema,
capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare
Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori
i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è
l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti (
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28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo
lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al
contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo
è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi
politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le
istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale?
quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di
tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per
evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito
comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo
sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come
diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario
che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente
designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio
quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare
agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per
interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a
nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare
l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una
volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe,
gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in
Varie Commenti ( 74 ) " (38 votes, average: 3.42 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è
mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la
sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in
prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo
di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla
"tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal
dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico.
"Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile
("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente
da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra
quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di
comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino?
Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese,
ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un
cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha
ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un
salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era
dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in
occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della
Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le
vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda
il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (110
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08
Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi
alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo
con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd),
sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento
e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha
riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno
scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta
rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd:
l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella
distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e
Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici.
E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra
massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei
giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani)
e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E'
lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a
indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro
alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del
ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia
personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio
non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto
popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico.
C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel
mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo
D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come
racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della
consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri,
Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho
avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve
un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più
l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna
elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito
anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes,
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diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni
(Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in
esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo).
Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita
a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e
l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier
ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative
e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi),
tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed
entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato
lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie
finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono
buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente
Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo
è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con
D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire:
non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al
D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere"
alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è
più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla
direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce
il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà
il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la
sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il
"partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 89 ) " (29
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Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per
i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è
niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano,
con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave
delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che
affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40
anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il
filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è
cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà
contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla
Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono
Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni
per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente
Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della
Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare".
Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero
molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania.
E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi,
carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema
paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e
problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le
carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del
premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento
giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo
e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul
governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo).
Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi
hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per
recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo
anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non
funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e
subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete
chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer
(sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso
Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e
dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci
sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha
gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è
stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo
riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco,
che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non
funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che
stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che
pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma
quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il
re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni
personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una
bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 67 ) " (48 votes, average: 2.06
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RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo.
Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana
tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna
elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le
dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla
Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha
rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel
loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e
sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave,
ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo
colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è
mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare
coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se
non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il
Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia
ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un
errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un
grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura
federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè
aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto
colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi
tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd"
a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e
il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato
mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà
davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta.
Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime
foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i
messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni.
Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come
spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di
amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della
sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 )
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29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì,
la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il
"muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in
macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei
conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni
politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che
venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni.
E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del
bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da
Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra
defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E
Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal
centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In
fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche
soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già,
perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una.
Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo
europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate?
Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare
il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali
sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la
conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato
sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono
scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico,
periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi
della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e
Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha
attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione
col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa
fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11
firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A
proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie
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toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
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Ultime discussioni Franco R: Non avevo dubbi: chi ha creduto che finalmente in
Italia avremmo avuto un governo serio e compatto e... silvio: Il povero
Veltroni, persona di indubbia importanza sia per la sua sinistra che per il
resto degli italiani... maria antonietta guidazzi funaro: ciò che avete scritto
è musica per le mie orecchie.mi basta che continuino... matteo: Dopo le ultime
elezioni con sconforto, ma anche con ammirevole realismo, i vertici della
sinistra italiana... Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo
dal presupposto che i moderati non sparano, non tirano... I più inviati Sayed,
primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli
aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici
del dialogo - 1 Emails Ultime News Napolitano: "Serve un largo accordo
sulle intercettazioni"Benzina e diesel a 1,54 Via il pedaggio ai tirAereo
atterra, s'incendia un motore: 100 morti allo scalo di KhartoumTest-droga sui
politici, la Cassazione condanna le Iene : privacy violataClinica Santa Rita,
l'ex primario si difende "Ho sempre pensato al bene dei
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Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le
tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del
dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo
del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
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prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di
Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Pagine
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( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma
anche Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la
clamorosa trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure
Bertinotti, il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della
poltica con un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema,
capace di guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare
Veltroni (che vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori
i "cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è
l'agitazione nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti (
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28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo
lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al
contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo
è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi
politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le
istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella
di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte.
forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare
fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista
dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del
nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto
democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni
realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate
e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di
piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della
storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte
politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una
democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle
estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il
"giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani
hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti
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16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di
dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete
provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si
sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori
britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella
del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista.
Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico.
"Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile
("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente
da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra
quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione
e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou
probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto
il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio
intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il
Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti
nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale.
Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17
maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società
dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee
e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il
cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (110 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi,
Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera
(leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con
l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono
i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel
Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il
presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma
parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le
parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse
Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella
distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e
Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici.
E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra
massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei
giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani)
e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E'
lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a
indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro
alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del
ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia
personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio
non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto
popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico.
C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel
mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo
D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come
racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della
consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri,
Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho
avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve
un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più
l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna
elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito
anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter
diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989,
Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni
spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no
eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì
accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del
Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone.
Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che
sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata
presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima
compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è
affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe
essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i
distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo
importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto
il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti.
Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita
dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il
coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino.
Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima
leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni".
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"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti
del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo
Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo
12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a
Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già
collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni).
Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del
suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato.
Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su
un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza
del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e
La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere
a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano
("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità,
azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la
scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di
maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la
strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è
deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al
caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono
"problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale,
sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché
Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come
chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei
partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con
il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra"
voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i
suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità"
se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine
Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più
"silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per
scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta
del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e
ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa
dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche)
il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del
Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la
mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il
centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter?
Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da
Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la
sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di
voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere
come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure
farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e
qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone
l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno
all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di
costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri
in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o
dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo
leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio
si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni
Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i
leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
Varie Commenti ( 19 ) " (130 votes, average: 1.17 out of 5) Loading ... Il
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un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
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Ultime discussioni Franco R: Non avevo dubbi: chi ha creduto che finalmente in
Italia avremmo avuto un governo serio e compatto e... silvio: Il povero
Veltroni, persona di indubbia importanza sia per la sua sinistra che per il
resto degli italiani... maria antonietta guidazzi funaro: ciò che avete scritto
è musica per le mie orecchie.mi basta che continuino... matteo: Dopo le ultime
elezioni con sconforto, ma anche con ammirevole realismo, i vertici della
sinistra italiana... Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo
dal presupposto che i moderati non sparano, non tirano... I più inviati Sayed,
primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli
aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici
del dialogo - 1 Emails Ultime News Napolitano: "Serve un largo accordo sulle
intercettazioni"Benzina e diesel a 1,54 Via il pedaggio ai tirAereo
atterra, s'incendia un motore: 100 morti allo scalo di KhartoumTest-droga sui
politici, la Cassazione condanna le Iene : privacy violataClinica Santa Rita,
l'ex primario si difende "Ho sempre pensato al bene dei
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Cattolici contro radicali La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le
tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del
dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo
del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la
prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di
Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Pagine
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( da "Giornale.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Pd sfoglia la margherita, dunque, nel senso che in
casa Veltroni tira aria di lite che potrebbe sfociare prima o poi in
separazione. Già, fra le anime diessina e teodem i rapporti non sono proprio
idilliaci. Dopo l'anatema dei cattolici contro la "contaminazione"
dei pannelliani, le dure critiche di "Famiglia Cristiana" e della
solita Binetti a cui si aggiunge l'ex ministro Fioroni (infuriato) che dice
"il loft? sembra di stare a Teheran.", la frenata sull'adesione al
Partito socialista europeo, la strada per Veltroni è ancora più in salita. Da
un lato c'è il governo Berlusconi che piace sempre di più agli italiani,
dall'altro il livello dello scontro che assomiglia a un tutti contro tutti a
pochi mesi dalle elezioni europee. Di Pietro, ma anche i Teodem, D'Alema ma anche
Rutelli che pare meditare "vendetta" politica dopop la clamorosa
trombatura rimediata nella corsa al Campidoglio. E ci si mette pure Bertinotti,
il "parolaio rosso" di Pansa che rientra nel gioco della poltica con
un seminario sul futuro della sinistra e invita Massimo D'Alema, capace di
guardare a sinistra più di quanto non sappia o non voglia fare Veltroni (che
vuole lo sbarramento anche per le europee, tanto per tener fuori i
"cespugli" rossi anche dal parlamento di Strasburgo). Grande è l'agitazione
nel campo della sinistra, dove si agitano spettri di scissioni e
"ricomposizioni". Già, perché fra i teodem e gli uomini della
margherita c'è chi guarda a Casini e quel che resta dell'Udc, isolata e senza
per ora spartito politico da suonare che la lancia la sua Costituente popolare
(a cui guarda con interesse anche Clemente Mastella), e in più c'è chi teme le
mosse di Rutelli. Intanto il governo Berlusconi va. Scritto in Varie Commenti (
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28May 08 La Sapienza e il rito dell'intolleranza Prima il no dei Collettivi di
sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare
messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto
culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il
messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su
una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni
devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una
parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse
il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare
fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista
dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del
nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto
democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni
realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate
e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di
piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della
storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte
politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una
democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle
estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il
"giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani
hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti
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16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di
dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete
provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si
sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori
britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella
del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura
è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si
chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione
di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La
tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando?
Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un
futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una
prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista
attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou
probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di
Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una
giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il
dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle
Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo
spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e
che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti
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un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di
Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura
unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del
premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero
cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e
politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse
non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di
Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale,
pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche
Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare
amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la
sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino",
quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso
Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote
proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra
giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La
sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non
intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo
perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha
parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una
maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e
di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro,
Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del
2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran
manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini
sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata
per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi:
"Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La
battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare
debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze?
L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta
Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il
riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti
ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti
da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie
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a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto
(Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi
(ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo
ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di
quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato
Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis).
Veltroni diventa "premier ombra" del "governo
dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e
riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla
fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini)
il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di
stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il
processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei
ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte -
Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui
Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché
bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza
e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel
suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione
ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli
ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che
sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il
"caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che
affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di
rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra
nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti (
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08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul
governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e
stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere
che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che
contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella
chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini
nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra
31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è
riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma
molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che
potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario
alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci
sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni
per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente
Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della
Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica,
quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso
perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.".
Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare
attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo)
Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora
Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al
congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere
un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche
lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non
sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira
contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta
feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni,
"matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA
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Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che
diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni
Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo
Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha
aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta
senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita
del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato
spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a
volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato
solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i
leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal
parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di
San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a
lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi,
perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano",
politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare
proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande
partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di
lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo
voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti (
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24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo
scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del
candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco
Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom,
traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi
caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi
per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi,
che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha
sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella
Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di
sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma
come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la
vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita
della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme
del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro
partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di
emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più
bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita
della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti
sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog
ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non
troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è
la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il
Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti
a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di
articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5
del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per
lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista,
ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (130
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"adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli
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avremmo avuto un governo serio e compatto e... silvio: Il povero Veltroni,
persona di indubbia importanza sia per la sua sinistra che per il resto degli
italiani... maria antonietta guidazzi funaro: ciò che avete scritto è musica
per le mie orecchie.mi basta che continuino... matteo: Dopo le ultime elezioni
con sconforto, ma anche con ammirevole realismo, i vertici della sinistra
italiana... Alberto Taliani: Caro Ocram, grazie per il fesso: partendo dal
presupposto che i moderati non sparano, non tirano... I più inviati Sayed,
primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato
la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... -
3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e
il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici
del dialogo - 1 Emails Ultime News Napolitano: "Serve un largo accordo
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del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
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prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di
Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Pagine
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( da "Provincia Pavese,
La"
del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cronaca Più fondi per la ricerca "Al Policlinico ha
giovato creare la Fondazione" PAVIA. Sotto braccio la cartellina che
racconta nel dettaglio i finanziamenti che la fondazione San Matteo ha
racimolato dai privati nei 22 mesi di attività, da quando è subentrata al lungo
commissariamento. Non pochi soldi, 2milioni e 800mila euro come ricaduta della
ricerca, concessi da privati, associazioni, altre fondazioni e famiglie
riconoscenti per le cure dell'ospedale. Non da Stato e regione. Alberto
Guglielmo, presidente del San Matteo, quella cartellina se l'è portata - subito
dopo il convegno milanese che ieri mattina indagava sulla missione delle
fondazioni lombarde - anche all'incontro con il governatore della Regione
Roberto Formigoni, nel primo pomeriggio. E, allo stesso tavolo con gli altri
colleghi presidenti convocati - due sono ex assessori regionali come lui,
Moneta (Besta) e Carlo Borsani (Istituto dei tumori), il terzo, Carlo Tognoli
(policlinico Maggiore) è stato sindaco di Milano - ha snocciolato, non senza
una punta di orgoglio, i suoi dati: "Siamo passati da 300mila euro a 2
milioni e 800mila incamerati per la ricerca. Tra il 2006 e il 2007" ha
detto anche nel corso del convegno nell'aula magna dell'Istituto dei tumori
dove la ricerca è stata al centro della discussione dei direttori scientifici
delle tre fondazioni milanesi e di quella pavese. Sia per l'eccellenza,
ricordata dal pavese Carlo Alberto Redi, sia per il cronico problema dei
precari. Al San Matteo sono quasi trecento, tra borse e contratti atipici. I
pavesi hanno fatto già sentire la loro voce ma aspettano ancora di essere
ricevuti dall'amministrazione del policlinico alla quale lanciano anche una
proposta: destinare alla stabilizzazione di molti di loro il 5 per mille che
viene accordato al San Matteo. "La stabilizzazione dei ricercatori - ha
detto Guglielmo ieri - è uno dei nostri obiettivi, insieme alla creazione di
una rete sul territorio tra strutture diverse. Alcuni accordi sono già stati
messi in cantiere". Quello con il Mondino, per il dipartimento
interaziendale, è per ora l'unico progetto che sta passando dalla carta al
concreto. "Siamo in trattativa anche con la Maugeri, ci sono poi altri
progetti sulle nanotecnologie, sulle biotecnologie e sul genoma. In un anno
abbiamo anche finito la cell factory, investendo risorse e sperando che genersi
capacità attrativa". Ma nel merito di ogni progetto per ora non vuole
entrare. "Devo ancora incontrare i vertici della fondazione Maugeri"
dice. La difesa delle fondazioni è unanime. Anzi, i "milanesi"
pensano a una rete che coinvolga anche Pavia, futura Cambridge della ricerca.
"Il campus - li corregge il direttore generale del San Matteo Pietro
Caltagirone - in realtà esiste già, grazie all'Università che attrae iscritti
da tutta Italia". Fondazioni comunque quasi auto-promosse, anche se al direttore generale della Sanità della Regione
Lombardia, Carlo Lucchina, rimastro con il contagocce in aula perché richiamato
dallo scandalo del Santa Rita, i presidenti chiedono anche qualche piccolo
ritocco agli statuti: la possibilità di snellire la burocrazia che penaliza il pubblico e favorisce il privato. (m.g.p.).
( da "Giornale di
Vicenza, Il" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PIAZZA BIADE: COMUNE NEI GUAI. I dipendenti cercano di
far fronte a tutte le richieste, ma è evidente la carenza di personale e di
spazi Anagrafe ko: code infinite di Nicoletta Martelletto Rassegnazione. Per
chi ha bisogno di un certificato anagrafico in Comune non c'è che questa
parola. Gli sportelli di piazza Biade, e in misura minore quelli nelle due
circoscrizioni, sono sottoposti ad un assalto quotidiano. Ben che vada si
aspetta una mezz'ora. E se si decide di andare - ma spesso è una scelta dettata
dagli impegni di lavoro - nei due pomeriggi d'apertura ovvero martedì e
giovedì, l'attesa può prolungarsi. Anche 45 minuti. Uno sfortunato giorno come
quello di giovedì scorso - anagrafe chiusa alle circoscrizione 6 per le ferie
dell'impiegato, coda alla 3 - ha messo a dura prova chiunque fosse nella ressa
del piano terra di piazza Biade. Magari con i bambini appresso per rinnovare i
loro documenti. Ieri pomeriggio lo spettacolo si è puntualmente ripetuto. Ad
affacciarsi all'ingresso degli uffici erano in molti, troppi. Di cento
nazionalità diverse. Cinque sportelli, numerazione elettronica, un usciere a
smistare gli spaesati. Luigino Pastorello, capouffucio dell'Anagrafe, sembra un
capitano in trincea. I suoi 16 dipendenti sono fanti da prima linea. Preparati
e mediamente molto cortesi, ma bombardati. Il dirigente Giorgio Vezzaro ha
appena avuto un incontro con l'assessore Giglioli per fare un quadro tutt'altro
che rassicurante: l'anagrafe scoppia, non ha spazi nè personale sufficiente.
"Eppure è il biglietto da visita del Comune per il cittadino" osserva
Vezzaro. La situazione è precipitata dal marzo 2007, con l'applicazione del
decreto legislativo 6.2.2007, quello che consente ai cittadini comunitari di
circolare e soggiornare liberamente nei territori dell'Unione europea. Basta
l'iscrizione anagrafica per vivere in Italia, oltre i tre mesi di soggiorno che
non richiedono formalità. La vecchia carta di soggiorno è stata abolita. Quegli
accertamenti che prima spettavano alla questura sono stati trasferiti ai Comuni
in materia di lavoro, di domicilio, di composizione del nucleo familiare. Ne
hanno approfittato in primis i rumeni. La ricaduta in termini di lavoro per
l'anagrafe di Vicenza è stata pesante: il controllo sui documenti presentati
dagli stranieri comunitari - da una carta d'assunzione come lavoratori ad un
versamento Inps o Inail - spetta ora al Comune. Che ne valuta veridicità,
attendibilità, timbri, date. Che segue l'iter per il domicilio, poi per la
residenza, che ne insegue gli spostamenti sul territorio. Gli stranieri sono
mobilissimi: cambiano casa ogni due mesi, e bisogna ricominciare daccapo con i
certificati. Un polacco ieri mattina pretendeva l'iscrizione col passaporto
scaduto e senza altri documenti d'identità. Impossibile. Le sole nuove
iscrizioni anagrafiche di stranieri sono 300 al mese. Il decreto per la verità
aveva previsto 10 milioni di euro in sostegno agli sforzi degli enti comunali:
chi li ha visti? L'organico dell'anagrafe conta 17 persone, di cui 4 part time.
Altre due mancano all'appello per maternità e malattia. Bisognerebbe arrivare a
21 effettivi per riuscire a lavorare un po' meglio. Una chimera? Perchè oltre a
metterci di loro un po' di inglese e francese per riuscire a spiegarsi con chi
si affaccia agli sportelli, i dipendenti utilizzano tutte le astuzie possibili
per semplificare le procedure. Anche quando la burocrazia è contro di loro. Focopiano
per il pubblico perfino i casi in cui serve o no l'odiata marca da bollo sui
documenti. Le carte d'identità effettivamente si ottengono a Vicenza in soli
tre minuti. E si è avvisati a casa da una lettera della scadenza. Se ne
rilasciano 100 al giorno. Non accade dappertutto. Il problema è arrivarci agli
sportelli: in un anno sono stati 70 mila gli accessi all'anagrafe, ma un terzo
sono accessi-bis degli stranieri che per regolarizzare le loro posizioni sono
costretti a tornare almeno tre volte. Un turbinio di gente e di file. Dove
maturano anche i prodromi dell'intolleranza tra chi, giustamente, non accetta
le code, magari in piedi, magari col caldo, pigiati per colpa non si sa mai di
chi. Soluzioni possibili? Oltre a più impiegati - una lettera dei sindacati è
appena partita - c'è la questione degli spazi: ragionevolmente non c'è molto da
scervellarsi, almeno per tutelare la privacy con una linea gialla oggi
inesistente. O si inventa un soppalco sopra gli sportellisti per spostare
scrivanie ed archivi (elettronici ma anche cartacei) o ci si estende sotto il
colonnato di piazza Biade. L'anagrafe in piazza. Oppure si va altrove.
L'emergenza continua.
( da "Giornale di
Vicenza, Il" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL CASO. In via Divisione Julia quattro comunità per malati psichici bloccate dalla burocrazia: manca il personale Alloggi
pronti da gennaio ma sono senza pazienti PAOLO PRISTINGER di Chiara Roverotto
La legge Basaglia compie trent'anni, ma la burocrazia la fa padrona, almeno in alcuni casi. Che oggi i servizi sul
territorio si stiano dotando di nuovi strumenti per valutare l'efficacia degli
interventi è fuori discussione. Del resto il modello Basaglia parlava
chiaro: sostituire il vecchio ospedale psichiatrico con una gamma articolata di
servizi: dall'ospedalizzazione al day hospital, dall'assistenza domiciliare
fino alle comunità protette. Una legge discussa e attaccata, perché in
trent'anni non è ancora stata tradotta completamente in realtà concrete
lasciando ampi spazi di abbandono, ma che ha indicato un modello terapeutico
abbastanza preciso. "Oggi non si punta più al solo trattamento dei
sintomi, ma anche e, soprattutto, dove i pazienti lo permettono, ad un
reinserimento quanto più efficace possibile nella società", spiega il
dott. Paolo Pristinger primario del centro di Salute mentale di contrà Corpus
Domini. Fin qui i propositi, gli intenti che poi dovrebbero trovare rispondenza
nei fatti. Al riguardo in via Divisione Julia erano stati individuati, al piano
terra di due palazzine, quattro appartamenti che dovevano servire per il
reinserimento, anche lavorativo, di pazienti psichiatrici. Un progetto
condiviso con l'Ulss 6, il Comune e le Amcps, titolare dell'immobile. Ma
dall'inizio dell'anno quei quattro appartamenti, perfettamente arredati e
quindi usufruibili, sono ancora chiusi. Le motivazioni? "Le prime di
natura strettamente giuridica - spiega il direttore dell'Amcps, Gianfranco
Ledda -. In sostanza quegli alloggi rientravano nella quota riservata
all'edilizia residenziale pubblica per cui non potevano essere assegnati ad un
ente come l'Ulss, quindi abbiamo dovuto provvedere ad una convenzione che
permettesse agli ospiti di diventare affittuari degli alloggi". Ma questo
non è stato che il primo scalino, di fatto superato perché la convenzione è
stata firmata. "In realtà per arrivare a questa conclusione - spiega il
dott. Pristinger- ci sono voluti un po' di mesi e ora stiamo procedendo alla
gara che ci permetta di individuare la cooperativa sociale, in sostanza il
personale che noi non abbiamo, che dovrà prendere in carico i pazienti. In
pratica provvederà anche ad un loro inserimento lavorativo che, probabilmente,
arriverà lentamente. Ma si tratta comunque di un passo verso quella sorta di
normalità di cui questi pazienti hanno bisogno". In lista d'attesa ce ne
sono almeno sedici equamente divisi tra uomini e donne che vanno dai 40 ai 50
anni e che per ora attendono in una struttura sanitaria quello che la legge gli
dovrebbe offrire senza tanti cavilli. "Contiamo di poter aprire i quattro
alloggi entro ottobre", conclude il primario. Burocrazia permettendo.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'ASSEMBLEA NAZIONALE UNIONCAMERE. Le Camere di
commercio nazionali ospiti in città delineano la strategia: varata una holding
per gli investimenti di sistema Infrastrutture, Brescia arranca: è 40a in
Italia di Giovanni Armanini Ora anche i numeri dicono che il sistema
infrastrutturale bresciano è insufficiente per la realtà sociale ed
imprenditoriale che si trova a dover supportare quotidianamente. LA PROVINCIA,
secondo uno studio Unioncamere diffuso ieri in occasione dell'assemblea
nazionale delle Camere di commercio tenuta in città, è al quarantesimo posto a
livello italiano per dotazione di infrastrutture economiche (trasporti al netto
dei porti, energia e ambiente, Tlc, reti bancarie e di servizi). In altre
parole Brescia, che vanta la sesta Cdc nazionale per numero di imprese iscritte
ed il cui prodotto interno lordo è destinato per un terzo alle esportazioni ha
una dotazione inferiore a quella di piccole province come Lucca, Forlì o
Catanzaro, giusto per fare alcuni nomi, ma anche rispetto alle vicine Verona
(diciottesima) e Bergamo (ventitreesima). Alla luce di questi dati il sistema
camerale si è mosso, inserendo le infrastrutture e la logistica fra i temi
prioritari della riforma complessiva avviata. "Abbiamo investito - ha
spiegato il presidente nazionale Andrea Mondello - per costituire una holding
di sistema per valorizzare i tanti investimenti in infrastrutture locali delle
Camere di commercio e metterli al servizio del sistema Paese".
Investimenti che saranno quindi al centro visto che fra le novità le Cdc
prevedono di "razionalizzare la rete delle partecipazioni con l'obiettivo
di concentrarle solo nelle iniziativa realmente strategiche per le Cdc",
come ha sottolineato lo stesso presidente annunciando novità pure in tema di
statuto e partecipazione, perequazione e solidarietà fra diverse camere,
sostegno creditizio alle imprese che investono. LE NECESSITÀ di fondo sono condivise,
come noto, da tutti i principali attori istituzionali, e sono state ribadite
dagli interventi del presidente della Provincia di Brescia Alberto Cavalli,
dell'assessore del Comune di Brescia Paola Vilardi e del presidente della
Regione Lombardia Roberto Formigoni che ha rilanciato la necessità "del
dialogo fra il mondo dell'impresa attraverso le Cdc e quello istituzionale con
l'obiettivo di massimizzare le ricadute di un accordo di programma innovativo e
dinamico che sostenga le istanze politiche del mondo produttivo".
Ribadendo concetti più volte sottolineati il presidente della Cdc bresciana
Franco Bettoni ha snocciolato cifre eloquenti: "Dal 2000 al 2005 la rete
stradale in Italia è cresciuta di 64 km, quella francese di 1.035, quella spagnola
di 2.838, per questo il Paese soffre di ritardo infrastrutturale cronico che va
acuendosi negli ultimi anni, accelerando il passo". ECCESSO
DI BUROCRAZIA e deficit di giustizia sono le altre cause che Mondello ha invece
messo fra le priorità da risolvere in una prospettiva di rilancio. Due
questioni a cui il presidente nazionale ha aggiunto quattro nodi fondamentali:
il vincolo della bassa produttività causato dall'inadeguatezza del contesto,
l'appiattimento e la bassa crescita dei salari che mortifica giovani e famiglie,
lo stallo delle liberalizzazioni che alimenta gli oligopoli e si riflette sul
sistema delle tariffe e il basso tasso di occupazione, soprattutto femminile.
"La burocrazia - insiste Mondello - il piu' delle
volte non e', dunque, un alleato, ma un ostacolo al libero sviluppo
dell'impresa, con un costo, ogni anno, per le imprese pari a 14,9 mld di euro,
l'1% del Pil: quasi 12 mila euro a impresa". E oltre a sottrarre
"risorse al sistema produttivo", la Pubblica Amminstrazione italiana ha
la colpa di essere troppo invadente, allargando sempre di piu' la propria
presenza nell'economia: "Basti pensare - ha denunciato Mondello prima di
concludere - che sono quasi 5 mila le societa' controllate da Regioni ed enti
locali, che per funzionare hanno bisogno di 35 mila amministratori".
( da "Nuova Sardegna, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di Augusto Ditel "Regionali, io sostengo Soru ma
dia un ritocco alla giunta" Dissensi nel partito? Non si può avvelenare il
pozzo dal quale tutti noi dovremo bere Il governatore ha promesso collegialità
ROMA. Ci manca poco che Antonello Soro, orgolese di nascita, nuorese di
adozione, gallurese nella versione vacanziera (ha casa a Montepetrosu), cominci
a parlare romanesco, visto il tempo che trascorre nella Capitale. Ha rischiato
di perdere il posto di capogruppo del Pd alla Camera: D'Alema e Bersani si sono
messi di traverso e solo la tenacia di Walter Veltroni ha consentito all'uomo
politico barbaricino di restare al suo posto. Una bocciatura sarebbe stata
considerata una punizione e avrebbe coinciso con la fasce discendente della sua
carriera. Trovandolo a Roma, ci si rende conto che è impegnatissimo, ha i
minuti contati. Ma la tentazione di "stanarlo" è troppo forte.
Verrebbe voglia di prenderlo per i capelli: impresa assai ardua.
Accontentiamoci di farlo uscire allo scoperto, ora che il dibattito sulla scelta
del candidato governatore si fa sempre più "caldo". Se qualcuno
avesse dei dubbi sulla scelta di campo di Soro, se li tolga dalla testa.
Antonello Soro è più soriano di Renato Soru. - S'è dimenticato della Sardegna,
onorevole Soro? "Ma quandomai. Perché me lo chiede?" - Sembra
defilato. "Impressione sbagliata. La verità è che la funzione di
capogruppo del Pd alla Camera mi assorbe molto. L'impegno è notevole, al pari
della soddisfazione ma non per questo mi autoescludo dal dibattito o dalla
partecipazione su ciò che accade nella mia terra". - Prendiamo atto. Ha
schierato le sue truppe? "Ma quali truppe! Quel che penso e i giudizi che
esprimo vanno valutati come il contributo di un semplice militante del Partito
Democratico che dice la sua senza voler rappresentare qualcuno". - Beh,
non faccia il democristiano: lo dica ora come la pensa. "Su cosa?" -
Sul candidato alla guida della Regione. "Mi provoca? Rispondo. Penso che
Renato Soru debba essere il nostro candidato. Non solo perché è scelta consolidata
nel Pd confermare l'uscente di primo mandato in tutte le regioni, comuni e
province che si preparano al voto. Ma anche perché - è una mia valutazione -
Renato Soru è un buon presidente e merita di governare per un altro
ciclo". - La fa facile, lei. Nel Pd c'è chi dice no. "Soru è l'unico
ad aver annunciato la sua candidatura. Se ce ne saranno altre, e mi pare
improbabile, si faranno le primarie e non sarà un dramma". - Uno degli
anti Soru dovrebbe essere Graziano Milia, altri insistono su Tore Cherchi.
"Non entro nel merito dei nomi. Ribadisco: fino al 30 giugno c'è tempo per
presentare altre candidature". - Soru non piace a settori dell'ex
Margherita. Un nome su tutti: il deputato Paolo Fadda. Come la mettiamo?
"Quando si utilizzano le categorie ex Ds ex Dl si rischia un riflusso nel
passato. Ora è il tempo del Pd e non ha senso ragionare nel nome di vecchie
divisioni". - D'accordo, ma non ha risposto. "Ho le mie idee e nutro
molto rispetto per quelle degli altri. A quanti in questi giorni mi hanno
chiesto un consiglio ho risposto che dovremmo evitare di avvelenare il pozzo
dal quale dovremo, tra un anno, bere tutti". - Già, ma lei? "Io non
cambio opinione: con o senza primarie mi sento impegnato fin d'ora a sostenere
Renato Soru". - Ci risiamo: meglio Soru, quattro anni dopo. "Anche
nella recente campagna elettorale, ho avvertito negli elettori del nostro
partito favore e sintonia con il Presidente assai più calorosi di quelli
manifestati da molti dirigenti. Credo che Soru conservi un grande consenso
popolare". - Ci manca poco che le faccia un monumento: eppure anche lei ha
avuto da ridire su di lui. "Non rinnego i punti di criticità, ma ritengo
che i meriti superino le critiche". - E quali sarebbero i meriti?
"Renato Soru ha dato un importante contribuito a definire una nuova
visione della Sardegna; ha ridato autorevolezza e rango alla presidenza della
Regione; ha cominciato concretamente a cambiare la Sardegna, ottenendo buoni
risultati". - Sarebbero? "All'isola ha ridato un nuovo ruolo,
puntando sulla difesa della sua identità. Ha lavorato bene sul fronte
dell'ambiente, sui temi dello sviluppo economico, ha centrato una battaglia
storica per l'autonomia finanziaria della Regione, così come sulle servitù
militari. Ce n'è abbastanza per dipingere un quadro positivo". - E i punti
di criticità, come li chiama lei? "Soru ha una personalità forte, con
molte rigidità di carattere e all'inizio della sua esperienza ha pagato un
forte tributo alla sua desuetudine con i meccanismi democratici. - Tradotto dal
politichese, che significa? "Penso ad esempio alla scelta frettolosa, non
dico improvvisata, di collaboratori nello staff e nello stesso esecutivo. Ha
avuto un rapporto conflittuale con la sua maggioranza. Ma per converso non va
sottaciuta la forte resistenza incontrata. Esiste in Sardegna, più acuta che
altrove, una costante difensiva e di conservazione, indisponibile
ad ogni forma di cambiamento, che ha trovato grande sponda nelle burocrazie
regionali, nel sindacato e in molti ambienti del Consiglio regionale". -
Specifichi meglio. "L'innovazione è apprezzata solo quando non riguarda il
nostro giardino". - Soru continua a essere spigoloso, poco incline al
dialogo e al confronto. "Beh, io l'ho sentito in occasione
dell'assemblea regionale del Pd e in quell'occasione ha manifestato la volontà
di ricercare una maggiore collegialità". - C'è da fidarsi? "Mi
attengo a quanto ha dichiarato pubblicamente. Certo, tutto dev'essere
compatibile con l'attuale forma di governo, fortemente incardinata nella figura
del presidente". - Se lei fosse Soru, cosa farebbe ora per incrementare i
consensi? "In vista dello sprint finale apporterei qualche ritocco alla
squadra di governo: secondo me, qualche cambiamento può giovare alla
causa". - Una rivoluzione no, onorevole Soro? "No, sarebbe
contraddittoria oltreché non necessaria. Qualche elemento fresco nell'esecutivo
invece renderebbe più efficace l'azione di governo". - All'orizzonte di
Soru s'intravvede qualche nube che può nuocere al consenso. "Tipo?" -
Beh, il caso Saatchi: nessuno sa come andrà a finire. "L'onestà personale
del presidente della Regione è un elemento di forza di tutta la coalizione, e
non c'è alcun sardo che ne dubiti". - Soru ha comprato l'Unità: riemerge
il conflitto d'interessi. "Acquistando un giornale così importante per il
Pd, Soru intanto ne ha evitato la chiusura. Con l'affidamento della gestione e
dell'amministrazione a una Fondazione si può escludere ogni conflitto
d'interessi. Con questa storia del conflitto d'interessi non vorrei che ci
soffermassimo su quello presunto di Soru, dopo aver discusso molto e per anni
su quello di Berlusconi: questo tema, somiglia molto alla parabola della
pagliuzza e della trave". - Alleanze. Il Pd nazionale ha corso da solo,
quello regionale non sembra orientato allo stesso modo. "In Sardegna lo
scenario politico è differente: è essenziale la condivisione del programma,
delle cose da fare. Ebbene, mi pare che non poche forze politiche abbiano
condiviso e vogliano ancora condividere in futuro un programma di governo,
ferma restando l'indicazione della leadership da parte del Pd. Il rapporto con
alcuni alleati è eccellente: è un ottimo punto di partenza". - Allearsi
per vincere è diverso dall'allearsi per governare. "Proprio così. Non ci
interessa la ricerca di alleanze pur di vincere, ma alleanze per guidare ancora
la Sardegna". - Più di una forza politica è pronta a schierarsi col Pd ma
pone una pregiudiziale: niente Soru. "Nessuno in Sardegna ha la forza né
la legittimazione per porre veti di questo genere". - E se insistessero con
il no? "Sarebbe inaccettabile". - Torniamo un attimo al Pd sardo: non
sembra godere di buona salute. "In effetti in Sardegna il Pd vive qualche
sofferenza in più rispetto a quello nazionale. Ha accusato carenze sul piano
del dibattito culturale, la stessa campagna elettorale dello scorso aprile ha
messo al centro della competizione lo scontro politico sulla Regione. Ora è
giunto il momento di fare un salto di qualità, di entrare nel vivo dei temi che
caratterizzano il sistema politico italiano". - Come? "Ora, penso,
che la lunghissima fase di avvio organizzativo vada conclusa con la nascita dei
circoli (siamo una delle ultime regioni, insieme a Calabria e Campania, in cui
non si è costituita la rete locale dei circoli); ma da subito va aperta la
discussione politica, l'iniziativa sul futuro della Sardegna, sul
posizionamento sociale e culturale del Pd, la nostra idea della democrazia nel
21º secolo. Dobbiamo indicare la direzione di senso, per segnare le differenze,
per attrarre interesse, per guadagnare un consenso durevole". - Uno
sguardo a destra: il Pdl non ha ancora scelto il candidato governatore.
"La destra è molto più divisa di noi. A differenza di quanto è accaduto a
livello nazionale, oltre a non avere un programma, non ha un leader. In
Sardegna non c'è un Berlusconi, ma tanti pretendenti che cavalcano tutte le
spinte conservatrici e reazionarie per unirsi solo in un unico obiettivo: la
guerra a Renato Soru". - Un'ultima cosa: Beppe Pisanu. Se non gli daranno
la presidenza dell'Antimafia, cosa farà secondo lei? "Ho troppo rispetto
per Beppe Pisanu per suggerirgli quello che deve fare". - Romperà con
Berlusconi? "Improbabile".
( da "Provincia Pavese,
La"
del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cronaca L'ex consorzio diventa un asilo nido In Oltrepo
un esempio di recupero di una vecchia sede agricola ARENA PO. Una volta era il
Consorzio Agrario e, pur conservando la stessa struttura architettonica (a
testimonianza di un simbolo urbanistico della storia del paese) adesso è
diventata un moderno e elegante asilo nido. Succede ad Arena Po dove, come
conferma il sindaco Valeria Morganti, si guarda con sempre maggior attenzione
e, soprattutto, concretezza a valorizzare i servizi, a cominciare dalle scuole
primarie e dall'asilo nido. "In effetti - sottolinea il sindaco di Arena -
puntando sui servizi, in particolare per i bambini e gli anziani, si garantisce
un certo dinamismo sociale essenziale per una comunità, come la nostra, che
vuole crescere". L'asilo nido, affidato in gestione ad una associazione,
ospita ben 22 bambini, dai 4 mesi ai 3 anni, non solo di Arena, ma provenienti
anche dalla sponda pavese del Po come nel caso di Spessa e San Zenone od
addirittura da fuori provincia come Castelsangiovanni che, peraltro, confina
con Arena. "Garantire una struttura efficiente sin dall'asilo nido,
aggiunge il sindaco Morganti, facilita anche il mantenenimento di altre
strutture scolastiche come la materna e la scuola primaria per la tendenza
delle famiglie a scegliere per i propri figli una continuità scolastica".
Ricavato nell'ex sede del Consorzio Agrario, in pieno centro, conservando anche
le ampie vetrate, l'asilo nido di Arena Po deriva da un acquisto fatto dal
Comune nel 2004. L'edificio è stato poi totalmente recuperato (a tempi di record rispetto a quelli soliti della burocrazia, spiegano in municipio) ed in
una parte ospita anche una palestra. Si tratta dell'ennesimo intervento
finalizzato a recuperare edifici di proprietà comunale trasformati in centri
servizi o sedi di strutture ad uso pubblico come nel caso dell'ambizioso (e da
tempo completato) piano per lo storico ex ospedale San Giacomo.
"Meritano - sottolinea il sindaco - di essere ricordati altri interventi
di una certa consistenza e di un particolare significato, sia storico sia
funzionale, come nel caso del canale di collegamento con il Po che, in un
immediato futuro, è destinato a diventare un vero e proprio imbarcadero.
Sintomo di una comunità quanto mai attiva e dinamica e che, dopo il calo
demografico alla fine del secolo scorso, negli ultimi anni è tornata a
crescere, anno dopo anno". Pierangela Ravizza.
( da "Giorno, Il
(Brianza)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MONZA pag. 7 Via ai lavori, il depuratore mette il
"tappo" SAN ROCCO AGGIUDICATI PER 5 MILIONI DI EURO I PRIMI
INTERVENTI CONTRO I MIASMI DELL'IMPIANTO DOPO SEI MESI di attesa, dopo l'ultima
gara d'appalto andata deserta, sono stati aggiudicati i primi lavori per la
progressiva eliminazione dei miasmi del depuratore di San Rocco. Il cantiere è
stato affidato (per 5 milioni e 68mila euro a fronte di una base d'asta di 6
milioni 328mila euro) alla Gregori di Travagliato, in provincia di Brescia,
società che da vent'anni opera nel settore ambientale. I
tempi tecnici e, soprattutto, della burocrazia non permetteranno però di far iniziare i lavori prima della fine
di settembre. A quel punto, serviranno 700 giorni, salvo imprevisti, per
completare gli interventi sull'area di ingresso dei fanghi e
"l'adeguamento ai fini dell'eliminazione delle esalazioni moleste".
Francesco Zangobbi, direttore generale dell'Alsi, tira un sospiro di sollievo.
Anche perché adesso che ci sono date certe, le polemiche e le proteste dei
vicini di casa del depuratore dovrebbero calmarsi. In particolare, i primi
lavori previsti saranno sul punto di ingresso all'impianto dei due grossi
collettori che scendono dalla Brianza e che sono alimentati dalle reti fognarie
dei Comuni. Quando il fiume di liquami entra nel depuratore viene sottoposto a
tre operazioni, di grigliatura (per eliminare i detriti e i rifiuti ingombranti),
di dissabbiatura (per togliere la sabbia) e disoleatura (per scremare gli oli):
interventi che inevitabilmente provocano cattivi odori e che attualmente
vengono effettuati in vasce all'aperto. "Il primo passo sarà quello di
rifare le vasche e di coprirle con dei capannoni - spiega Zangobbi -. A quel
punto, dai camini uscirà aria trattata e quindi non più maleodorante". Il
secondo bando di gara annunciato (da oltre 8 milioni di euro), quello che dovrà
riqualificare gli impianti di tutta la linea di trattazione dei fanghi, scadrà
invece il prossimo 7 luglio. Nel frattempo, anticipa Francesco Giordano,
presidente dell'Alsi, "per andare incontro alle esigenze dei cittadini,
abbiamo nominato una commissione tecnica, con un esperto anche dei Comitati civici,
per individuare soluzioni tampone in grado di alleviare gli olezzi dei
fanghi". Marco Galvani.
( da "Resto del Carlino,
Il (Ferrara)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
FERRARA ECONOMIA E POLITICA pag. 9 di STEFANO LOLLI
AUMENTA LA PRODUZIONE, si impennano i prezzi. E per l'ag... di STEFANO LOLLI
AUMENTA LA PRODUZIONE, si impennano i prezzi. E per l'agricoltura ferrarese,
spiega il presidente di Confagricoltura Nicola Gherardi, la situazione presenta
un quadro controverso. "Il valore aggiunto del settore è in calo ormai da
tre anni ? esordisce ?, i costi sono in continuo aumento. Di diverso segnale,
seppur modesto, è la situazione regionale e provinciale, con la produzione
lorda vendibile in salita, soprattutto grazie ai cereali". La
cerealicoltura a Ferrara sta registrando un vero boom. "La superficie
effettivamente è in continua ascesa, con investimenti intorno ai 100 mila
ettari, circa il 58% del dato complessivo; l'aumento del prezzo è stato
determinante per il buon esito dell'intero settore, fatta eccezione però il
dato di poco negativo (-2/3%) del riso, che ha in parte recuperato, in termini
di produzione, grazie alle discrete quotazioni di fine campagna di
commercializzazione". Produzione eccellente, ma impennata generalizzata
dei prezzi. "E' un fenomeno esteso e complesso, che deriva dalla
situazione internazionale e probabilmente non si estinguerà in breve tempo. La
domanda crescente dei paesi in via di sviluppo, il dollaro debole e la corsa
del petrolio hanno spostato gli investimenti sulle 'commodity''. Questi
aumenti, dunque, non sono certo legati ad andamenti climatici nè tanto meno
alla crescita della domanda...". Non può negare che gli aumenti di alcuni
prodotti agricoli sono molto consistenti. "Certo che no! Ma in Italia,
mentre i prezzi all'origine nell'ultimo anno hanno effettivamente registrato un
aumento consistente, che coprono solo parzialmente le perdite degli anni
precedenti, la congiuntura mostra già segnali di rientro delle quotazioni. Dai
dati Ismea diffusi in questi giorni si rileva che i prezzi dei prodotti
agricoli sono diminuiti in aprile, rispetto a marzo, del 4,85%.
Contemporaneamente non assistiamo però ad un'equivalente riduzione del costo
degli alimentari al consumo. Il raffreddamento dei prezzi, poi, non ha seguito
quello dei costi di produzione e ciò influenzerà pesantemente i redditi dei
produttori". Una risposta può arrivare dai 'farmer's market', i cosiddetti
mercati contadini che si stanno diffondendo anche a Ferrara? "Pur in una
dimensione di piccoli volumi, rappresentano un approccio interessante: offrono
ai consumatori anche l'acquisto di prodotti che hanno un diretto legame con il
territorio. Diciamo che è un contributo, anche se di proporzioni modeste, alla
soluzione di problemi di più vasta portata". Allarghiamo l'orizzonte. Si è
appena insediato il nuovo governo. Quali temi l'agricoltura pone nell'agenda di
Berlusconi? "L'esigenza di strumenti efficaci per aumentare le dimensioni
delle aziende e renderle meno vulnerabili dal punto di vista del rischio
d'impresa. Le priorità riguardano l'approvvigionamento delle materie prime
agricole, il contenimento dei costi puntando anche su innovazione e ricerca
applicata, il rafforzamento delle filiere agroindustriali. Senza dimenticare i
provvedimenti sul versante del lavoro. Tema questo cruciale per chi, come
Confagricoltura, rappresenta i due terzi delle giornate occupate nel
settore". Continuate a lamentarvi dell'eccessiva burocrazia? "Non è una litania.
Orientarsi a una maggiore semplificazione amministrativa costituisce una delle
principali esigenze per migliorare la competitività delle imprese agricole. Gli
imprenditori, loro malgrado, devono dedicare due giorni a settimana per
defatiganti e costose procedure". Su scala provinciale, è possibile
in questa fase anticipare una previsione di come sarà l'annata agraria?
"Oggi come oggi, ovviamente, nessuna. Però, posso fare, La prenda come
battuta, un auspicio: che l'annata che si apre, dopo le tante altalenanti che
abbiamo vissuto, sia ricca dal punto di vista produttivo, se le avversità
atmosferiche lo consentiranno, e dei prezzi! Cosa poter aspettarsi: sono un agricoltore
che rappresenta agricoltori...".
( da "Nuova Sardegna, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Portoscuso. Si incatena per poter demolire la casa, che
quasi gli crolla in testa Tra le macerie chiede un tetto La
lunga battaglia di un artigiano con la burocrazia IL CASO Ma il Comune vuole la ristrutturazione PORTOSCUSO.
Stretto tra due muri: uno quello dell'indifferenza della burocrazia, l'altro quello della
casa-rudere in Via Risorgimento 24, che sta candendo letteralmente in pezzi sul
marciapiede, alla fine Carlo Floris, 55 anni, sottufficiale dell'aeronautica in
pensione, ma ancora in attività come artigiano di cartelli pubblicitari,
ha deciso, a modo suo, di raccontare il proprio rapporto con le istituzione:
nella fattispecie Comune e Regione. Per ottenere il permesso di demolire una
casa a due piani, acquistata quattro anni fa, si è dovuto incatenare al portone
d'ingresso tra le pietre che qualche ora prima sono piombate giù dal cornicione
del primo piano, rischiando di travolgere i passanti. Una tragedia evitata per
miracolo quindi che Carlo Floris stava cercando di evitare da almeno tre anni
quando ha chiesto al Comune, con regolare progetto, di ricostruire
quell'edificio pericolante. "Ho fatto tutto secondo legge - racconta Carlo
Floris senza perdere la calma -. Ma tra l'approvazione del progetto e i
versamenti sono sopraggiunti i vincoli del piano paesaggistico e la pratica è
passata alla Regione. Il Comune mi aveva chiesto di depositare 3 marche da
bollo, e versare quasi 6 mila euro per il cambio di destinazione d'uso
(credo)". Qui comincia l'odissea del pensionato-artigiano che, convinto di
poter godere i diritti di cittadinanza si reca a Cagliari, in Regione, e
incappa in un impiegato che spesso si ammala. "Per dirla breve - rilancia
Carlo Floris - al capoluogo sardo sono andato per ben 29 volte ma spesso non
c'era l'impiegato. A bassa voce mi hanno suggerito di "fare come fanno gli
altri", ovvero di buttare a pezzi la casa per poterla poi ricostruire. Non
ho accettato queste proposte ed ho puntato i piedi riconoscendo a me stesso il
diritto di poter fruire dell'immobile con i dovuti interventi. Ora è arrivata
l'ordinanza sindacale che mi impone di mettere in sicurezza lo stabile, pena
l'intervento del Comune con addebito delle spese". Carlo Floris sa farsi i
conti in tasca. Mettere in sicurezza una casa fatiscente significa spendere 50
mila euro per avere un rottame. "Queste sono pazzie della burocrazia - denuncia l'artigiano - perchè mi stanno
costringendo a fare una spesa inutile. Chiedo si demolire la casa e di poterla
ricostruire rispettando l'esistente. Dopo tre anni di burocrazia
in Comune mi dicono che è colpa di Soru e che devo prendermela con la
Regione". Ieri mattina, verso le 5, mezza tonnellata di pietre sono cadute
sul marciapiede e a questo punto Carlo Floris ha deciso di agire: catena al
piede e cartelli, fatti artigianalmente nella sua bottega, ha scritto Pericolo
di crollo (causa burocrazia la proprietà non può
intervenire, si declinano responsabilità civili e penali). Già, perchè i muri
di confine di casa Floris sono in equilibrio instabile (lo dicono alcuni
sopralluoghi dei vigili del fuoco che hanno transennato la zona) e il pericolo
di crolli che vadano ad interessare gli abitanti delle case vicine non è
remoto. "Abbiamo vissuto tragedie in varie città dell'isola - ricorda
Carlo Floris - e ne vogliono consumare, nel nome della burocrazia,
una anche a Portoscuso. Non mi muovo da qui se il sindaco non mi revoca
l'ordinanza di ristrutturazione di un rudere che non ha alcun pregio". Una
facciata senza valore, una casa semidiroccata, per il Comune è ancora decoro
del paese. Gli abitanti di Portoscuso sono solidali con Floris mentre Angelo
Cremone e Alessandro Pusceddu hanno chiesto la convocazione del consiglio
comunale. (e.a.).
( da "Resto del Carlino,
Il (Bologna)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
BOLOGNA SPETTACOLI pag. 31 Scandellara, il rock adesso
chiede aiuto Domani torna la kermesse: 90 band in calendario PARLA DI SCONFITTA
della cultura, di estinzione delle idee e dei valori di aggregazione e
condivisione, quegli stessi che sedici anni fa hanno fatto nascere, per volere
di un gruppo di amici, la prima edizione di Scandellara Rock (nella foto un
concerto dello scorso anno), il più pop(ular) degli eventi rock dell'estate
bolognese. Quello di Sandro Piu, presidente dell'associazione Sub Cave
Scandellara, è un accorato cahier de doléances che punta il dito contro la
crescente difficoltà di organizzare eventi. Eccessivi i
costi, eccessiva la burocrazia, cumuli di pratiche e scartoffie (autorizzazioni, permessi,
ecc.) che scoraggiano letteralmente gli organizzatori (come quelli di Villa
Angeletti che hanno dovuto rinunciare al cartellone estivo nel parco adiacente
peraltro molto apprezzato dai ragazzi). "Quando abbiamo iniziato a
fare Scandellara Rock, 16 anni fa ? spiega Piu ? avevamo vent'anni e non era
tutto così difficile come lo è diventato nel tempo. Avevamo lo spazio,
organizzavamo i concerti e la gente veniva a sentirli e a bersi una birra alla
sera. Oggi, che a distanza di 16 anni abbiamo messo in piedi un cartellone di
un mese di concerti, finiamo sempre con il rimetterci dei soldi ma lo facciamo
lo stesso, più che altro per un legame affettivo". Per farsi un'idea, a
fronte dei contributi istituzionali che raggiungono i 6.200 euro (tra Comune e
Quartiere San Vitale) più un'altra fetta non ancora quantificata che arriverà
dalla Regione, le spese per mandare avanti la baracca si aggirano intorno ai
1000 euro al giorno. "Oltre alle autorizzazioni e i permessi, bisogna
pensare a mettere in regola i servizi igienici (circa 4000mila euro), occorre
fare l'analisi dell'impianto acustico? Insomma non si finisce più. E meno male
che da qualche anno ci troviamo a dovere gestire uno spazio ridotto rispetto a
quello che ci ha ospitato negli anni dal 2001 al 2005 (ndr: nei pressi del
centro commerciale Il Pianeta con ingresso da via Larga). Da un paio d'anni il
festival si è infatti trasferito nella sede di via Scadellara, che poi è il
luogo dove è nata la manifestazione. IL CARTELLONE che parte domani alle 21.30
con il concerto delle band Sleep criminals e Alix, ospiterà 90 band
(complessivamente 500 artisti) prevalentemente emergenti ma tra i nomi figurano
anche alcuni veterani della scena del rock bolognese (come gli Avvoltoi, ad
esempio, o i New Wafer) che nelle sale prove della "Scandella" si
sono fatti i calli. "Il nostro obiettivo ? spiega il presidente del
Quartiere, Carmelo Adagio ? è creare punti di aggregazione dove sia possibile
fruire ma anche fare della cultura". Mariangela Latella Image:
20080611/foto/1119.jpg.
( da "Nuova Sardegna, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cagliari Giba addio, il distacco è definitivo Dopo una
interminabile battaglia l'Agenzia del territorio ha sancito che i dati
catastali dei due comuni saranno separati Per i cittadini vantaggi economici
per la stipula di atti e compravendite ENRICO CAMBEDDA MASAINAS. Dopo 34 anni
si realizza il distacco catastale dal comune di Giba. In seguito alla richiesta
dell'amministrazione per l'attivazione della procedura, l'Agenzia del
Territorio ha comunicato al sindaco che la variazione è in fase di completamento.
Di qui la raccomandazione ai professionisti perchè prima di procedere alla
presentazione di atti sugli immobili riguardanti il comune di Masainas siano
verificati i dati catastali aggiornati. Gli attuali fogli intestati a questo
comune sono 20. Al di là dell'aspetto tecnico, la variazione rappresenta un
importante risultato politico: il definitivo distacco dall'ex comune di
appartenenza, Giba, di cui Masainas era frazione sino al 1974. La legge
regionale 18 del 28 giugno 1974 sancì la nascita del nuovo comune ma per 34
anni è rimasto invariato una sorta di legame burocratico, odioso ed
ingiustificato, rappresentato dall'appartenenza catastale degli immobili di
Giba: "Le diverse amministrazioni che si sono succedute alla guida della
nostra comunità hanno cercato inutilmente di ottenere le necessarie variazioni
circoscrizionali - dice il sindaco Ivo Melis - ma purtroppo
una burocrazia
ingiustificata ha sempre mortificato le nostre aspirazioni. Anche
l'amministrazione guidata dal sottoscritto ha dovuto sperimentare lungaggini e
difficoltà. Finalmente qualche giorno fa è arrivata la comunicazione
dell'Agenzia del Territorio che accoglie le richieste". Le
variazioni saranno completate entro poche settimane, entrano a far parte del
foglio di Masainas i numeri catastali: 204, 205, 406, 104, 501, 412, 413, 414,
420, 421, 423, 424, 425, 426, 427, 106, 105, 502, 503, 504. S'è accennato
all'aspetto politico/amministrativo dell'burocratico perchè, tutto sommato,
avrebbe anche una certa rilevanza. Ma si tratta pur sempre di una questione di
campanile. In realtà le conseguenze più importanti sono economiche: "Con
la variazione le rendite catastali riferite al nostro comune avranno un valore
inferiore, circa la metà, di quelle precedenti - aggiunge il sindaco - il tutto
si tradurrà in un risparmio per i cittadini. I benefici saranno evidenti quando
si tratterà di atti di successione, compravendita etc. Non sono cifre
importanti ma si fa valere un diritto. Siamo soddisfatti per l'accoglimento
della nostra richiesta".
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Trieste Reddito di cittadinanza Acli: il 70% degli
assegni è andato agli italiani LE CIFRE "Donne al 62%, la gran parte in
età lavorativa: la Regione continui l'erogazione sperimentale" POVERTA' A
Trieste il record con 1250 richieste accolte sulle 2000 totali in regione.
L'Associazione: il sostegno erogato è una stampella per non sprofondare in
situazioni di totale indigenza di GABRIELLA ZIANI Sono in prevalenza italiani.
In netta maggioranza donne. Quasi il 70 per cento ha un'età compresa fra 35 e
65 anni, quindi è nella fascia "lavorativa". Sono queste le
persone-tipo che a Trieste hanno chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza,
quel contributo regionale temporaneo a chi ha un introito annuale inferiore o
pari a 5mila euro secondo i parametri Isee e Cee, e che all'atto della
concessione viene vincolato a una contemporanea ricerca di impiego con gli
uffici del collocamento. Questa la fotografia umana che emerge dai dati in
possesso delle Acli provinciali, uno degli uffici (assieme ai vari Caaf e agli
uffici territoriali del Comune) abilitati a istruire le
pratiche aiutando i cittadini a districarsi in quel po' di inevitabile burocrazia che anche questo
provvedimento richiede. Trieste ha toccato il record regionale di domande
accolte: 1250 sulle 2000 totali in regione. Il finanziamento per il 2008
stabilito dalla giunta Illy che ha varato la legge prevedendo una
sperimentazione di 5 anni è andato bruciato in soli tre mesi. A marzo
era già impossibile dare concreta risposta alle nuove domande, che così
continuano ad accumularsi sui tavoli. Supera dunque il 70% la quantità di
persone nate in Italia che ha ottenuto l'aiuto economico, leggendo la
statistica stilata dalle Acli, dove comunque passa una vasta porzione di
cittadini, italiani, stranieri, giovani e anziani. Le donne sono il 62% contro
il 37% degli uomini. Il 67% delle richieste è stato inoltrato da persone tra i
35 e i 65 anni: dunque disoccupati. Il 14% da over-65. E il 18% da cittadini
con meno di 35 anni. "Il reddito di cittadinanza - afferma la presidente
provinciale Erica Mastrociani - appare come una misura utilizzata da cittadini
di quasi tutte le età, da molti anziani e soprattutto da italiani". Mentre
l'amministrazione Tondo ha contestato fin dal primo giorno la legge varata da
Illy, la cui sperimentazione breve però non verrà bruscamente interrotta, le
Acli avvertono che "la legge regionale interviene sulle politiche sociali
che si trasformano da presidio contro la povertà in un sistema organico di
interventi rivolti all'inclusione sociale, concetto che può essere espresso
anche come possibilità di non perdere la fiducia nel futuro". Aggiunge
Mastrociani: "Non è un semplice sostegno economico a fondo perduto, ma una
stampella per non sprofondare in situazioni di totale povertà con debiti che si
accumulano: non sono infrequenti i casi di nuclei familiari che attraversano
momenti di debolezza per la perdita del lavoro, situazione pesante soprattutto
per lavoratori non specializzati e over 40". Da qui - osservano le Acli -
altri drammi a cascata: "Anche la perdita dell'abitazione e la sospensione
delle utenze per morosità, e questo spinge verso un lavoro qualsiasi, magari
irregolare, pur di garantirsi un minimo reddito". Invece "il reddito
di cittadinanza è collegato a un progetto di reinserimento lavorativo, magari
anche previa formazione, e ciò sul lungo periodo si traduce in un risparmio per
l'ente pubblico che non si trova a dover erogare continuamente contributi
d'emergenza". Da questo osservatorio parte un sostanziale appello:
"La Regioni continui la sperimentazione, correggendo magari eventuali
errori".
( da "Nuova Sardegna, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
GONNOS. Istruzioni per l'Ici abolita GONNOSTRAMATZA. Tutta colpa dei tempi lunghi richiesti dalla burocrazia, con i cittadini che tra un
mugugno e l'altro si trovano in imbarazzo sul da farsi: "Pagare o non
pagare?" Il dilemma è quello relativo all'Ici sulla prima casa, il cui
decreto di abolizione è stato pubblicato a fine maggio sulla Gazzetta
ufficiale. Quindi non si paga. Solo che nel frattempo i bollettini erano
stati già consegnati alle famiglie. Da qui l'imbarazzo. Perplessità che il
sindaco Antonella Ardu ha fugato affiggendo le opportune informazioni sui muri
del paese. (t.s.).
( da "Giorno, Il
(Legnano)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MAGENTINO ABBIATENSE pag. 11 La Cna mette radici anche
in via Roma ECONOMIA E LAVORO INAUGURATA LA SEDE DELLA CONFEDERAZIONE NAZIONALE
? MARCALLO CON CASONE ? HA APERTO i battenti a Marcallo il nuovo ufficio della
Cna, la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media
impresa di Milano. La sede, collocata in via Roma, all'ingresso del paese,
rappresenta un ulteriore passo avanti per i servizi al cittadino e, nella
fattispecie, alla categoria che ora può contare su un valido supporto a livello
territoriale. Obiettivo della Cna è quello di ampliarsi e di garantire una
presenza capillare sul territorio. "Mettiamo a disposizione i nostri
servizi e le nostre competenze - ha comunicato il presidente Maurizio Calzorari
- abbiamo bisogno, però, che anche le istituzioni facciano la loro parte".
In questa prospettiva, l'intervento del senatore e sindaco di Marcallo con
Casone, Massimo Garavaglia: "Siamo vicini alla piccola e media impresa,
oltre che ai nostri artigiani, con i fatti e non solo con le parole. A livello
locale, certamente, tutto è più semplice. Però sono
convinto che questo Governo farà di tutto per risolvere il problema della burocrazia. Il nostro compito in
Parlamento è quello di tagliare le leggi inutili e porre le condizioni perché i
nostri imprenditori continuino ad investire sul territorio". In
quest'ottica è stato fatto un rimando allo "stato di salute" delle
imprese dell'est Ticino. Molte di queste guardano ormai con un concreto
interesse al mercato straniero. Insomma, come dire che il "pericolo della
delocalizzazione" è più che mai reale. Presenti, tra gli altri,
l'assessore al Commercio di Magenta Tino Viglio, il parroco don Giuseppe Brivio
e Oreste Baioni. Fabrizio Valenti.
( da "Giorno, Il
(Milano)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CORSICO ROZZANO pag. 25 Casa popolare cade in pezzi
"La bimba può farsi male" La famiglia diffidata dal Comune: niente
lavori di FRANCESCA SANTOLINI ? ZIBIDO SAN GIACOMO ? "NON POSSIAMO vivere
in queste condizioni". Inizia così la protesta di una giovane coppia
residente in un alloggio comunale. Proprio le condizioni strutturali dell'appartamento
e della palazzina sono al centro delle proteste della coppia che teme per la
sua incolumità e, in particolar modo, per quella della figlioletta di appena
due anni. "Nonostante ci siamo impegnati ad effettuare alcuni lavori di
sistemazione da soli, non siamo in grado di affrontare una spesa ingente come
quella del rifacimento del pavimento ? spiega Marco Silvestri che vive
nell'alloggio insieme alla moglie Luana e alla loro bambina ? Non solo, oltre
il danno anche la beffa. Nonostante la nostra buona volontà, e i piccoli
interventi che abbiamo effettuato per non gravare sulla spesa pubblica, come ad
esempio la sistemazione delle prese dell'elettricità, la tinteggiatura dei
locali e altre piccole manutenzioni, il Comune ci ha inviato una diffida ad
effettuare qualsiasi tipo di manutenzione. Se trasgrediamo, ci tolgono la casa
e ricomincia la nostra odissea". Il calvario comincia quasi un anno fa,
quando la famiglia partecipa ad un bando per l'assegnazione di un alloggio
comunale e si aggiudica il secondo posto in graduatoria. Un risultato
incoraggiante, ma solo sulla carta. A novembre la coppia viene sfrattata e non
avendo ancora l'assegnazione, è costretta a vivere in macchina. La scorsa
settimana la famigliola entra nell'alloggio in via Pavese ed inizia un'altra disavventura.
Tra cavi per aria, mattonelle divelte e sconnesse, buchi, solette sottili,
inizia un'altra lotta, l'ennesima, questa volta contro la burocrazia. "Mi hanno diffidato ad
effettuare lavori ? continua Marco Silvestri ? ma non posso assolutamente fare
vivere mia figlia in questa situazione. Non possiamo correre il rischio che si
faccia male perché inciampa in una piastrella rotta, o peggio ancora, quello
che prendere la scossa da un filo scoperto". L'AMMINISTRAZIONE, da
parte sua, precisa. "L'appartamento si trova in un edificio storico a
norma ? spiega il sindaco, Gabelli Pierino - Lo stabile necessita sicuramente
di interventi e abbiamo predisposto un piano di manutenzione straordinaria. Non
faremo però alcun favoritismo e non potremo nemmeno consentire che vengano
eseguiti lavori che provochino danni ad altri inquilini dello stabile. Tra
l'altro la famiglia che lamenta il disagio non è mai venuta da me". Del
caso si era occupato anche l'ex sindaco Gianmario Savoia, intervenuto con
un'ordinanza urgente per accelerare le procedure di assegnazione dell'alloggio.
( da "Repubblica, La" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VIII - Torino La Ena4all, estromessa dal
contratto, querela i bianconeri Ritiro precampionato in Trentino società
accusa: "Truffati dalla Juve" Un contratto a tre diventato a due, con
l'estromissione dei mediatori. Il business del ritiro precampionato a Pinzolo,
un affare da almeno 500 mila euro a stagione e per altre tre annate. E ora la
decisione di attaccare sul piano penale. Una denuncia per truffa aggravata è
stata presentata contro la Juventus da Ena4all, la srl milanese di marketing
che ha operato con i bianconeri fino a un anno fa. I legali della piccola
società il 29 maggio hanno depositato le carte al Tribunale di Milano, da dove verranno girate a Torino con i tempi della burocrazia giudiziaria. Accusano amministratore
delegato, responsabile del settore commerciale e dirigente del costumer service
della Juve. Sostengono che Ena4all è stata raggirata e ha subito enormi danni
diretti e indiretti per l'interruzione dei rapporti con la "Vecchia
Signora" e con il terzo partner dell'operazione Pinzolo, la
Trentino spa di Provincia e Camera di commercio. Dalla società bianconera e da
Trento nessun commento nel merito. Solo una rassicurazione a operatori
turistici e tifosi: "Il ritiro si farà a Pinzolo fino al 2010, come da
contratto".
( da "Tirreno, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Lucca Nessuna risposta sulla pensione 77enne scrive al
mistro Brunetta UZZANO. La Legge Bassanini prevederebbe una risposta entro 180
giorni, ma ne sono passati oltre 4000 da quando, l'11 aprile del 2007, ha
presentato domanda della pensione integrativa per il lavoro svolto in Francia.
è la storia di ordinaria, e insopportabile, burocrazia vissuta da 77enne di Uzzano, Luigi Capecchi, che per far valere
i suoi diritti ha scritto al direttore dell'Inpdad di Pistoia, ma anche al
ministro dell'innovazione Renato Brunetta. "Ho provato più volte a
contattarvi telefonicamente negli orari appositi - scrive Capecchi al
responsabile dell'Inpdad - senza mai ottenere risposta (il risponditore
automatico dice sempre che l'operatore è occupato e di attendere). Mi sembra
che tale comportamento non sia corretto, e che la mia richiesta debba essere
soddisfatta, dato che è un mio diritto". Quindi, rivolgendosi al ministro,
Luigi Capecchi scrive: "Viste le sue dichiarazioni sul poter intervenire
sui dipendenti pubblici che non assolvono al loro dovere, chiedo al ministro di
poter verificare il comportamento tenuto dall'Inpdad di Pistoia, data anche la
mia non più verde età".
( da "Centro, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il caso. La relazione del presidente provinciale,
Primavera "Bloccati lavori per un miliardo" I
costruttori teatini accusano la burocrazia degli enti locali CHIETI. Un miliardo in euro in lavori pubblici
bloccato dalle pastoie burocratiche. Centinaia di posti di lavoro solo
virtuali, paralizzati dai tempi lunghi di Comuni ed enti vari. Il blocco dei
"mille milioni di euro" è stato denunciato ieri nell'assemblea del
settore dal presidente provinciale dell'Ance-Confindustria, Paolo
Primavera, che ha rimarcato lo stato di salute complessivamente buono
dell'edilizia sia pur in una situazione di netto calo degli investimenti.
Merito anche se non soprattutto del recupero del patrimonio abitativo con gli sconti
fiscali. (Chieti).
( da "Nazione, La (Massa
- Carrara)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA MASSA pag. 4 ? MASSA ? NELL'ERA di internet, la burocrazia
resta un ostacolo... ? MASSA ? NELL'ERA di internet, la burocrazia resta un ostacolo, nonostante
i proclami di istituzioni ed enti di snellire e velocizzare il mondo delle
imprese. Al centro della nuova battaglia "per la velocità" degli
edili di Cna apuani vi è il Durc, il certificato che, sulla base di un'unica
richiesta, attesta contestualmente la regolarità di un'impresa per
quanto concerne gli adempimenti Inps, Inail e Cassa Edile. Un documento
obbligatorio per tutte le imprese (edili, impiantisti etc) che operano in un
cantiere, capace di bloccare la possibilità di partecipare ad una gara di
appalto, o addirittura di non poter pretendere il pagamento sullo stato di
avanzamento dei lavori o iniziare i lavori. Ogni cantiere esige un Durc
originale con il paradosso che se un'azienda ha aperto nello stesso momento
dieci cantieri, deve richiedere 10 volte il Durc. Originale s'intende. Mentre
in molte province basta una settimana per averlo, in quella di Massa Carrara
ottenere il Durc è un problema. Servono ? spiegano gli edili ? anche 30 giorni
per ottenere la copia del documento agli oltre mille potenziali richiedenti
(edili e impiantisti ed in generale in tutti i lavori di appalto e subappalto)
dal momento della richiesta al Caf, il centro fiscale di riferimento nonostante
la posizione contributiva sia visibile "al mondo" 24 ore su 24 sul
sito congiunto tra Inps, Inail e Cassa Edile. Ma non vale. "Il meccanismo
? sottolineano gli edili ? è assurdo. Non mettiamo in discussione la validità
dello strumento che è un buon deterrente contro abusivismo e concorrenza
sleale, ma il sistema che porta al rilascio è troppo lento. Dalla richiesta al
rilascio non devono passare più di dieci giorni ed invece, ne servono anche 30
per avere in mano il documento con conseguenti ritardi su inizi lavori e con il
rischio di essere lasciati fuori dalle gare. E' un problema abbastanza diffuso
ma nella nostra provincia si va come le tartarughe. Dobbiamo avere la possibilità
di stamparlo direttamente on-line". Come funziona: l'impresa richiede il
Durc al Caf (se è un lavoro pubblico l'impiccio spetta all'amministrazione o
ente appaltante) che a sua volta farà richiesta alla Cassa Edile in
comunicazione con Inps e Inail. Sul sito intanto è visibile la posizione
contributiva (e la regolarità). Ed è qui che la catena di blocca: "Il Caf
non può stampare il documento ma deve aspettare che sia la Cassa Edile a
spedirlo. E dalla richiesta alla consegna passano troppi giorni e noi dobbiamo
aspettare con il rischio di non poter partecipare ad una gara di appalto o di
non venire pagati". Cna vuole snellimento, in un mercato dove la velocità
può fare la differenza. "Siano i Caf a poter rilasciare il Durc ? propone
Paolo Ciotti, direttore provinciale Cna ? e a prendersi la responsabilità di
gestire la documentazione semplicemente stampando dal sito della Cassa Edile di
riferimento".
( da "Resto del Carlino,
Il (Modena)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CASTELFRANCO, VIGNOLA E NONANTOLA pag. 18 ? VIGNOLA ?
INIZIA questa sera alle 21 e 30 'Se a... ? VIGNOLA ? INIZIA questa sera alle 21
e 30 'Se a Vignola d'Estate una Piazza', la nuova rassegna estiva di incontri
con gli autori organizzata dalla libreria 'La Quercia dell'Elfo'. Ospite della
prima serata del ciclo, che come di consueto si svolge nella suggestiva piazza
del castello vignolese, sarà la giornalista Carmen Lasorella, anchorwoman e
inviata di guerra del Tg2 per 10 anni, che presenterà il suo nuovo libro 'Verde
e zafferano. A voce alta per la Birmania'. La protesta dei monaci birmani
contro il regime del Paese è scoppiata sui media nazionali nell'ottobre 2007,
ma purtroppo non è così recente. Da tempo, secondo la giornalista, i segni del
bagno di sangue vengono cancellati mentre il resto dell'umanità, l'Occidente,
la politica, la burocrazia restano sospese fra l'indifferenza e la valutazione di un
intervento. Eppure, si chiede Lasorella, è poi così lontana la Birmania? Il suo
regime fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i
russi... La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita
con la droga, le gemme preziose, le prostitute-bambine, i legni
pregiati. A raccontare questo ed altro ancora, l'esperienza diretta di una
delle firme e dei volti più noti del giornalismo d'inchiesta, che
nell'occasione sarà presentata da Annalisa Vandelli. La rassegna continuerà
quindi domani sera con un doppio appuntamento con Carlo Lucarelli: alle ore 18
l'autore presenterà il nuovo ultimo lavoro 'L'ottava vibrazione' presso la Sala
delle Mura a Castelnuovo, mentre alle 21.30 sarà di nuovo in piazza dei
Contrari a Vignola. Il nuovo romanzo di Lucarelli, da subito balzato nelle
prime posizioni di vendita, è ambientato a Massaua, in Eritrea, nel gennaio del
1896. Sbarcano le truppe italiane, sono soldati che tra sessanta giorni
moriranno ad Adua, nella più colossale disfatta che il colonialismo europeo
abbia mai subito. L'Italia cerca un posto al sole, tra le potenze. I soldati
italiani troveranno nemici superiori per armamenti, numero, conoscenza del
terreno. Tra gli italiani che sbarcano ce n'è uno che ha un motivo diverso
dagli altri per fare il soldato in Eritrea. La presentazione sarà intervallata
da letture e musica. 'Se a Vignola d'Estate una Piazza' proseguirà nei giorni
seguenti con Dacia Maraini, Gian Antonio Stella, Magdi Allam, Marco Travaglio,
Giuseppe Ayala, Paolo Giordano, Andrea De Carlo. Carla Tassi.
( da "Adige, L'" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L a "Notte bianca" di Rovereto, in programma
il 20 giugno, rischia di rimanere solo sulla carta L a "Notte bianca"
di Rovereto, in programma il 20 giugno, rischia di rimanere solo sulla carta.
Il Comune, infatti, non ha ancora dato alcuna autorizzazione per lo svolgimento
della manifestazione. E non perché la burocrazia sia sempre pronta a mettere i
bastoni tra le ruote. "Da un mese abbiamo chiesto ad Agostino Carollo il
programma dettagliato, ma finora ci è arrivata solo una bozza di scaletta
descritta in termini generici", spiegano seccati dal Comune. D.
PIVETTI A PAGINA 27 11/06/2008.
( da "marketpress.info" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
E DI EFFICIENZA DELL'ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA. Bari, 11
Giugno 2008 - "Con l'approvazione all'unanimità della nuova legge sulla trasparenza finalmente si è tolto il burqa alla burocrazia regionale. Siamo di fronte ad
un'operazione di pulizia di tutti quei fastidiosi impedimenti alla trasparenza
e alla cristallinità che finora hanno reso oscuro e incomprensibile il dialogo
tra il Palazzo e la Cittadinanza Attiva". Con queste parole il Presidente
della Regione Puglia Nichi Vendola ha commentato il sì dell'Aula
Consiliare al nuovo testo di legge che pone la Puglia tra le prime Regioni
d'Italia a recepire le indicazioni dell'Unione Europea in termini di
trasparenza e di efficienza dell'attività amministrativa. " Un
provvedimento che sgretola l'immagine finora consolidata di una casta fatta di
camere oscure e di percorsi tortuosi accessibili a pochi e fortunati slalomisti
" ha aggiunto Vendola. " Una vera operazione di pulizia
amministrativa che igienizza luoghi e atti pubblici finora coperti da una
resistente coltre di fumo e polvere". . <<BACK.
( da "Adige, L'" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"La banda", di Eran Kolirin In un tempo non
molto lontano, una piccola banda musicale della polizia egiziana arrivò in
Israele "La banda", di Eran Kolirin In un tempo non molto lontano,
una piccola banda musicale della polizia egiziana arrivò in Israele. Erano
venuti per suonare ad una cerimonia, ma a causa della burocrazia, della sfortuna o per qualche
altra ragione, sono arrivati all'aeroporto senza trovare nessuno che li
aspettasse. Hanno cercato di cavarsela da soli, finendo per ritrovarsi in una
piccola cittadina israeliana desolata e dimenticata, da qualche parte nel cuore
del deserto. Banda persa in una città dispersa nel nulla. 11/06/2008.
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'Europa trova l'intesa sugli orari, mentre in Italia si
apre il confronto. Mercoledì ci sarà un nuovo incontro. La Marcegaglia: sarà
una svolta Riforma Ue: si potrà lavorare più di 48 ore Compromesso a Bruxelles.
Al via la trattativa Confindustria-sindacati sui contratti Cisl e Uil sperano
di fare in fretta Cgil: governo fuori ROMA. Al nastro di partenza, in una
foresteria della Confindustria, è arrivata la madre di tutte le trattative: la
riforma del modello contrattuale, la cornice entro la quale si dovranno
inquadrare tutti i rinnovi nazionali e integrativi delle categorie. Che il
patto del 23 luglio 1993 fosse superato, era un giudizio che trovava tutti concordi.
Non ha trovato per mesi d'accordo la Cgil su una riforma del modello
contrattuale che svilisce il contratto nazionale per lasciare più peso a quello
aziendale o territoriale. Per un motivo semplice, ha sostenuto Guglielmo
Epifani (Cgil): la stragrande maggioranza dei dipendenti non gode della
contrattazione di secondo livello e, comunque, ha rappresentanti sindacali in
azienda molto deboli rispetto alla controparte. Alla fine, le segreterie
confederali hanno trovato un accordo, ora sottoposto al vaglio degli
industriali (che hanno già dato parere negativo perchè non si possono
contrattare "due volte gli stessi istituti", come ha anticipato il
presidente Emma Marcegaglia al convegno dei giovani industriali) con il quale
il costo della vita viene recuperato nel contratto nazionale, mentre in quello
integrativo si può parlare di salario legato alla produttività di un'azienda o
di un comparto. Cisl e Uil sperano di fare in fretta ("Nessuno provi a
mettere sabbia negli ingranaggi della discussione", ha ammonito il
segretario Cisl Raffaele Bonanni), la Cgil reputa che innanzitutto bisogna
ottenere che il governo non faccia pressioni e non si intrometta. Soprattutto
alla luce di quanto è accaduto ieri in commisssione Affari sociali Ue per quel
che riguarda l'orario di lavoro. Si è deciso, ma ora la discussione deve andare
al Parlamento di Strasburgo, che si può lavorare oltre le 48 ore alla
settimana, a meno che lo stesso lavoratore scelga altrimenti. In questo caso
comunque il lavoratore avrà un limite minimo di lavoro: 60 o 65 ore se il
periodo inattivo di alcuni turni di lavoro viene considerato nell'orario.
Queste norme si dovrebbero applicare solo ai contratti che superano le dieci
settimane. Appena è arrivato il primo flash di agenzia, a ruota, è arrivato il
plauso del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il quale passando sopra il
fatto che ben cinque paesi si sono astenuti al momento del voto (Spagna,
Belgio, Grecia, Ungheria e Cipro) e che il Parlamento di Strasburgo potrebbe
modificare la norma, ha chiesto che "al più presto venga aperto anche da
noi il confronto sulla questione orario". In questo clima, la Cgil ha
chiesto ieri che si faccia un calendario di incontri e che la Confindustria
scopra le sue carte e le sue aspettative. Cisl e Uil, invece, hanno mostrato
comunque una grande fretta anche per i molti rinnovi che aspettano una
trattativa. Pesa sul clima generale la voce che il ministro della Funzione
pubblica Renato Brunetta non intenda partecipare personalmente
alla trattativa per la riforma della burocrazia. Tutti i sindacalisti insistono per sapere quali sono le parti
del modello di organizzazione pubblica che il ministro intende trattare, visto
che molto è già contenute nelle norme in vigore, ora disattese. Il confronto
tra imprese e sindacati sulla riforma del modello contrattuale "partirà
subito dal cuore del problema, iniziando subito a trattare l'aspetto
contrattuale nazionale e aziendale", ha detto il presidente di
Confindustria, Emma Marcegaglia, uscendo dalla trattativa con i sindacati. L'obiettivo,
ha detto ancora la Marcegaglia, è di chiudere entro il 30 settembre e per il
momento, ha continuato il presidente di Confindustria. "Il confronto è
andato bene: poi verificheremo nel merito le reali possibilità di andare
avanti. Finalmente la trattativa è partita: la considero - ha continuato - una
svolta importante". La presidente di Confindustria ha ricordato che il
confronto proseguirà mercoledì e successivamente ci saranno altre riunioni a
"ritmo serrato". (a.f.).
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Storie di ordinaria burocrazia.
Acque del Basso Livenza ha grandi idee per il recupero di una "ex"
linea La ferrovia esiste. Sulla carta Progetto bloccato dalla mancata
dismissione della San Vito-Motta Ciclopista per collegare il Parco di Torrate a
Chions con San Stino CHIONS. Ufficialmente, anche se è
dismessa da anni, la vecchia linea ferroviaria che collegava Motta di Livenza a
San Vito al Tagliamento esiste ancora. É l'unico, grande intoppo, di carattere
burocratico, che frena un articolato progetto: la realizzazione di una nuova
condotta da parte della società Acque del Basso Livenza abbinata alla (attesa)
pista ciclabile. Di fatto, una volta realizzate, la condotta idrica e la
ciclopista correranno parallele. La conduttura verrà realizzata sotto il
tracciato ferroviario, mentre la pista ciclabile sorgerà al di sopra. É
paradossale sapere che una linea ferroviaria dismessa esiste ancora.
"Stiamo aspettando che le ferrovie dello stato finalmente dismettano dal
punto di vista ufficiale la linea - ammette Alessio Alessandrini, presidente di
Acque del Basso Livenza spa - É solo un ostacolo burocratico, devono fare
approvare il piano di dismissione. Noi saremmo in grado di partire già coi
lavori per realizzare la nuova conduttura e la pista ciclabile che
collegherebbe il Parco di Torrate a San Stino di Livenza". Il piano
finanziario dell'Acquedotto, una volta cancellata definitivamente e
ufficialmente la tratta ferroviaria Motta - San Vito, prevederebbe l'accensione
dei mutui per acquistare il sedime. Il costo si aggira sul milione di euro.
"Realizzeremo una nuova condotta - spiega Alessandrini - in quanto la
vecchia è obsoleta. Va conseguita una maggior efficienza d'esercizio, anche con
l'utilizzo di materiali più affidabili. La vecchia condotta passa in aperta
campagna: ora i paesi si sono ingranditi. Questa era l'idea centrale. Abbiamo
capito che al posto della linea ferroviaria avremmo potuto realizzare una pista
ciclabile". Una volta acquisito il sedime, ovvero la linea ferroviaria,
Acque del Basso Livenza otterrà in eredità un notevole patrimonio, non solo
storico. "Erediteremo - puntualizza il presidente - diverse case
cantoniere e alcune stazioni. Siamo in attesa di acquisire la vecchia stazione
di Pravisdomini. Le vecchie stazioni e case cantoniere verrebbero utilizzate in
modo diverso. É un'operazione complessa che se va in porto modificherà il
paesaggio e il modo di usufruire del territorio". Rosario Padovano.
( da "Repubblica, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina III - Firenze Il caso La spazzatura dovrà essere
portata fuori provincia, previsto un deficit di 7 milioni Rifiuti, chiude Case
Passerini e per Quadrifoglio sono guai Il trasporto comporterà un aumento dei
costi di quasi il 20 per cento MASSIMO VANNI CHIUDE la discarica di Case
Passerini. E per il Quadrifoglio cominciano i guai finanziari: i rifiuti che
prima venivano smaltiti dietro l'angolo, all'Osmannoro, dovranno adesso essere
portati tutti fuori provincia: a Peccioli in provincia di Pisa e a CasaRota a
Terranuova Bracciolini nell'aretino. Con la conseguenza di aprire per la prima
volta un "buco" nel bilancio 2008 del Quadrifoglio: 7 milioni di euro
di deficit, è la previsione che il presidente della Spa dei rifiuti Marco
Andrea Samoggia ha messo sul tavolo della commissione regionale d'inchiesta sul
ciclo dei rifiuti guidata da Paolo Marcheschi di Forza Italia. In pratica un
aumento dei costi di quasi il 20 per cento, considerato che ogni anno il Quadrifoglio
spende 40 milioni di euro per smaltire 240mila tonnellate di spazzatura. Un
aumento che pagheranno tutti gli utenti del Quadrifoglio attraverso la Tia, la
tariffa sui rifiuti. Non subito: ancora per qualche mese non cambierà niente.
Secondo la legge però i costi dello smaltimento devono essere pari alle entrate
della Tia e i conti si fanno a fine anno per tutto l'anno successivo: l'aumento
dei costi sostenuto nel 2008 finirà in bolletta nel 2009. Un aumento teorico
del 20 per cento, che però "deve essere calcolato in base ai tanti
parametri che compongono la tariffa e che oggi è difficile da calcolare",
s'invita alla prudenza dal Quadrifoglio. Il dato di fondo però rimane sempre lo
stesso: pagheremo di più. Sborseremo più soldi per consentire che la nostra
spazzatura venga "esportata" fuori provincia. Almeno fino alla fine
dell'anno, quando si prevede possa riaprire i battenti la discarica di
Firenzuola, per la quale restano comunque delle limitazioni (vedi sotto). E
fino a che non entrerà in funzione il nuovo inceneritore previsto a Case
Passerini: un evento che non accadrà, secondo le previsioni consegnate alla
commissione regionale di Marcheschi dal presidente Samoggia e
dall'amministratore delegato del Quadrifoglio Livio Giannotti, prima del 2012-2013.
Prima di cinque anni. La burocrazia certo non aiuta: "Siamo in attesa della pubblicazione dei
piani straordinari sul Burt, il bollettino ufficiale della Regione", hanno
fatto notare i vertici del Quadrifoglio. L'ammissione che, a due anni di distanza
dalle prime carte ufficiali che indicavano Case Passerini come localizzazione
scelta per il futuro inceneritore di Firenze, non è neppure iniziato il
lavoro tecnico. Il progetto deve essere ancora fatto per intero. Anzi, deve
essere ancora costituita la società di progettazione, che diventerà possibile
solo dopo la pubblicazione sul bollettino ufficiale. Ma la Spa dei rifiuti già
rischia di finire in rosso: "Negli ultimi anni siamo riusciti a chiudere
bilanci in attivo avviando investimenti importanti, il bilancio di quest'anno
sarà invece più faticoso: Case Passerini in pratica è già chiusa per
esaurimento", ha detto in Regione il presidente di Quadrifoglio. Restano
da depositare le ultime 20mila tonnellate, che il Quadrifoglio intende usare
solo in caso di emergenza. Ma si tratta di una misura irrisoria di fronte alle
necessità fiorentine. E gli aumenti tariffari che incombono sollevano già le
obiezioni del Pdl. "Come riferito dai vertici di Quadrifoglio, per una
tonnellata di rifiuti depositata nella discarica di Peccioli paghiamo dai 61 ai
68 euro - fa i conti il presidente della commissione regionale Marcheschi - a
questi si devono aggiungere i 13,40 euro dovuti al Comune di Peccioli, i 17,32
euro dovuti alla Provincia di Pisa, altrettanti per l'Ato e 15 euro che vanno
alla Regione". Perché questo accumularsi di tassazione? "Com'è
possibile che anche l'Ato, che è una Autorità, abbia il suo incasso su ogni
tonnellata di rifiuti?", chiede Marcheschi. "Se nell'area fiorentina
non siamo ancora alla crisi campana è solo perché ci sono ancora discariche
che, a caro prezzo, sono disposte a ricevere i nostri rifiuti. Ma questa non
può essere la soluzione", aggiunge il deputato e consigliere comunale di
Forza Italia a Palazzo Vecchio Gabriele Toccafondi. Tra burocrazia
e ritardi però, il vero sconfitto rischia di essere comunque l'utente. Tra i
costi di conferimento in discariche fuori provincia e costi di raccolta, nel
corso del 2007 abbiamo speso 135 euro per ogni tonnellata di spazzatura
smaltita. Secondo le previsioni ipotizzate dal Quadrifoglio, a partire da
adesso i costi saliranno a 176 euro. Ed è ancora da dimostrare che potranno
abbassarsi una volta che sarà realizzato l'inceneritore: per l'impianto
previsto a Case Passerini, a pochi metri dall'attuale impianto di selezione e
compostaggio, si richiedono comunque investimenti ingenti (si parla di oltre
100 milioni di euro) che inevitabilmente finiranno per scaricarsi sui costi
generali di smaltimento. Cioè sulla tariffa che pagheranno i fiorentini.
( da "Repubblica, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina III - Bologna L'annuncio del numero uno della
Ferrari ieri a un convegno di chirurghi. Lunedì vertice dei soci privati Fiera,
Montezemolo lascia Per la presidenza in pole position Fabio Roversi Monaco Luca
Cordero di Montezemolo dice addio alla Fiera. Ieri l'annuncio definitivo dopo
sei mesi di incertezza. Per la successione crescono le quotazioni di Fabio
Roversi Monaco. Il presidente uscente indica la strada per lo sviluppo
dell'ente a partire dalla sua trasformazione piena in azienda. In secondo luogo un consiglio di amministrazione più snello, con
regole privatistiche e meno burocrazia. Infine le risorse per ammodernare. Ora gli occhi sono puntati
sull'assemblea dei soci del 23 giugno in cui i soci privati e pubblici
potrebbero trovare un accordo. "Vorrei lasciare questo in eredità" si
congeda Montezemolo. VARESI A PAGINA II.
( da "Tirreno, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Trattativa con Confindustria. Cisl e Uil vogliono
chiudere al più presto, la Cgil non vuole intromissioni del governo Contratti,
"ottimo inizio" per la riforma E la commissione Ue dà il via libera
allo sfondamento delle 48 ore di lavoro ROMA. "E' stato un ottimo
inizio": così uscendo dall'attesissimo incontro fra sindacati e
Confindustria, con la nuova presidente Emma Marcegaglia, ha commentato il
leader della Uil Luigi Angeletti. Sulla madre di tutte le trattative, la
riforma del modello contrattuale, le parti si sono date un calendario di
lavoro: inizio il 18 giugno e termine ultimo il 30 settembre. Angeletti punta a
chiudere la trattativa per il 23 luglio ricalcando l'accordo sottoscritto in
quella data nel '93. Sono state decise, ha spiegato Angeletti, "la
delegazione, la forma e il luogo con grande consenso e il più rapidamente
possibile". Il mdoello contrattuale è la cornice entro la quale si
dovranno inquadrare tutti i rinnovi nazionali e integrativi delle categorie.
Che il patto del 23 luglio 1993 fosse superato, era un giudizio che trovava
tutti concordi, ma la Cgil per mesi ha frenato sull'ipotesi di svilire il
contratto nazionale per dare più peso a quello aziendale o territoriale. La
stragrande maggioranza dei dipendenti, faceva notare Guglielmo Epifani, non
gode della contrattazione di 2º livello e ha rappresentanti sindacali in
azienda molto deboli rispetto alla controparte. Alla fine, Cgil Cisl e Uil
hanno trovato un accordo: il costo della vita si recupera nel contratto
nazionale; nell'integrativo si parla di salario legato alla produttività di
un'azienda o di un comparto. Cisl e Uil sperano di fare in fretta, la Cgil
reputa che anzitutto bisogna ottenere che il governo non si intrometta.
Soprattutto alla luce di quanto accaduto ieri in commisssione Affari Sociali Ue
sull'orario di lavoro. Si è deciso - ma deciderà il Parlamento di Strasburgo -
che si può lavorare oltre le 48 ore alla settimana, a meno che lo stesso
lavoratore scelga altrimenti. Comunque il lavoratore avrà un limite: 60 o 65
ore se il periodo inattivo di alcuni turni di lavoro viene considerato
nell'orario. Queste norme si dovrebbero applicare solo ai contratti che
superano le dieci settimane. Appena è arrivato il primo flash di agenzia, a
ruota, è arrivato il plauso del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il quale
passando sopra il fatto che ben 5 paesi si sono astenuti al momento del voto
(Spagna, Belgio, Grecia, Ungheria e Cipro) mentre l'Italia è stata decisiva, e
che il parlamento di Strasburgo potrebbe modificare la norma, ha chiesto che
"al più presto venga aperto anche da noi il confronto sulla questione
orario". In questo clima, la Cgil ha chiesto ieri che si faccia un
calendario di incontri e che la Confindustria scopra le sue carte e le sue
aspettative. Cisl e Uil invece hanno mostrato una grande fretta anche per i
molti rinnovi che aspettano una trattativa. Pesa sul clima generale
la voce che il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta non intenda
partecipare personalmente alla trattativa per la riforma della burocrazia. Tutti i sindacalisti
insistono per sapere quali sono le parti del modello di organizzazione pubblica
che il ministro intende trattare, visto che molto è già contenute nelle norme
in vigore, ora disattese. Antonella Fantò.
( da "Repubblica, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IV - Bologna Montezemolo: "Fiera, esperienza
conclusa" Crescono le quotazioni di Roversi Monaco per la presidenza
"Sarei molto felice di chiudere il mio mandato con un accordo sul
futuro" VALERIO VARESI L'addio di Luca Cordero di Montezemolo alla
presidenza della Fiera è proclamato in una sede insolita, a palazzo del
Podestà, prima di una conferenza di fronte a una platea di chirurghi. Proprio
lì arriva il colpo di bisturi col passato: "Nella vita è importante il
cambiamento per tutti e già molti mesi fa dissi che i miei impegni nazionali e
internazionali mi impedivano di ricandidarmi al vertice della Fiera"
spiega senza ripensamenti il presidente. Il preludio a questo epilogo c'era
stato nell'inverno scorso quando l'ente di via Stalingrado presentò il
bilancio. Già allora Montezemolo annunciò l'imminente addio, ma più d'uno
confidò di potergli fare cambiare idea. Ieri la certezza della separazione,
molto probabilmente in occasione dell'assemblea dei soci del 23 giugno in cui
il presidente uscente spera di licenziare un accordo tra tutti per ridare
slancio all'expò cittadino. Al primo punto di tale accordo c'è un cambio di pelle
nella gestione che trasformi la Fiera in qualcosa che assomigli "sempre
più a un'azienda e sempre meno a un ente". Un'azienda, secondo il
presidente, "capace di competere sui mercati nazionale e internazionale e
che possa prendere decisioni rapide". Non si tratta di una questione di
soci: "Chiunque siano - prosegue Montezemolo - l'importante è che si
tratti di un'azienda come si deve". Per questo è determinante il modello
di governo e a questo proposito, il presidente ha spiegato che il consiglio di
amministrazione deve "essere snello, misurarsi con regole privatistiche e
moderne, oltre che avere di fronte a sé poca burocrazia". Tutto questo passa
anche attraverso una revisione dello statuto, ma anche, a questo punto, dal
rinnovo della presidenza per la quale sono date in ascesa le quotazioni di
Fabio Roversi Monaco. Il secondo punto indicato da Montezemolo è quello dello
sviluppo perché "chi si ferma è perduto". Nel cassetto dei
dirigenti della Fiera ci sono due progetti "uno più aggressivo e l'altro
meno", ma importantissimo per conseguire gli obbiettivi è anche
l'ammodernamento del quartiere, visto che "anche di qui passa lo
sviluppo". All'ultimo punto, l'ex leader di Confindustria indica le
risorse. La Fiera, per potersi ammodernare e sviluppare, ha bisogno di soldi da
investire. Reperirli non è facile e richiede la collaborazione di tutti, anche
se negli ultimi tempi i rapporti tra soci pubblici e privati non sono certo
stati idilliaci. "Io - riprende il presidente - auspico che, come è sempre
accaduto a Bologna, città caratterizzata da una grande collaborazione tra
pubblico e privato, si possa arrivare a un accordo generale". è questa
l'eredità che Montezemolo vorrebbe lasciare in dote alla Fiera bolognese:
"Sarei molto felice - riprende - di poter chiudere il mio mandato alla
presidenza, dove ho cercato di lavorare con spirito di servizio, varando un
accordo sul futuro". Il passaggio cruciale, come detto, sarà quello del 23
giugno quando i soci dell'ente nomineranno il nuovo consiglio di amministrazione.
"Spero che chi verrà dopo - auspica il numero uno della Ferrari - sia alla
presidenza, sia nel consiglio, possa avere un mandato per gestire la Fiera con
le caratteristiche che ho spiegato. E di fronte alla possibilità che i privati
e i soci pubblici si incontrino prima del 23, Montezemolo ritiene che
"potrebbe essere utile, lo sperimenteremo valutando le
disponibilità".
( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2008-06-11 - pag: 1
autore: I COSTI DEGLI SCANDALI La Sanità assediata da truffe e sprechi di
Roberto Turno L a clinica degli orrori di Milano, i deficit regionali, gli
apparecchi non collaudati, le esenzioni dai ticket concessea mani basse,
l'intera filiera della sicurezza in ospedale spesso senza reti di protezione,
perfino le assenze sul lavoro benedette con i certificati facili dei medici.
Non sono solo episodi isolati di malasanità.Perché c'è un filo rosso che unisce
i disavanzi delle "Regioni canaglia" con la gestione della sanità
pubblica: la mancanza pressoché totale di controlli. Continui, garantiti. Nel
pubblico e nel privato. Come dev'essere quando in gioco c'è la salute. E quando
si parla di denaro pubblico: ogni spreco ci sottrae una possibilità di cura in
più. Sarà pure secondo al mondo il nostro Servizio sanitario, come benevolmente
lo promosse anni fa l'Oms. Ma quando troppe tessere del mosaico non coincidono,
qualche dubbio è lecito nutrirlo. Dal Nord al Sud. La Lombardia,considerata
d'eccellenza sanitaria e con un tasso di privato che sfiora il 45%, non solo da
oggi è nella bufera. Regioni del Sud come la Calabria sono toccate da scandali
e collusioni malavitose. O ancora il Lazio, la Campania, la Sicilia, nel
vortice di debiti sanitari che imporranno sforzi inauditi, a carico della
collettività, per il risanamento finanziario e gestionale. Una sana e robusta
catena di controlli avrebbe quanto meno un effetto preventivo. Altrimenti sarà
sempre e solo la supplenza della magistratura a fare giustizia. Ma sempre dopo,
quando il danno è fatto. Scoprire dall'oggi al domani, al cambio di casacca
politica nel Lazio, ben 9 miliardi di vecchi debiti di Asl e ospedali, non
depone esattamente in favore di una sana governance sanitaria. Sapere che forse
il 60% degli italiani è in qualche modo ticket- esente, non
è indice di oculatezza e di sana burocrazia. E così vale per l'uso fraudolento del pagamento a prestazione
dei ricoveri in ospedale: dal Nord al Sud, si calcola una perdita per lo Stato
di 5 miliardi l'anno. Una manovra sanitaria evitabile, anche solo con
un'efficace e razionale catena di controlli. Che, per inciso, in
Lombardia è due volte sopra la media nazionale del 3 per cento. Forse un
suggerimento in più a Tremonti, che pare abbia intenzione di chiedere al Ssn
proprio 5 miliardi di risparmi in tre anni. Ma con altre leve. Chissà che non
decida di sommarle e di risparmiare il doppio. Servizi u pagina 15 l'articolo
prosegue in altra pagina.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-06-11
- pag: 2 autore: La riforma del mercato del lavoro. Il ministro Sacconi in
Parlamento Deregulation ma non sulle tutele Eugenio Bruno ROMA. Deregolamentare
e sempli-ficare, ma senza toccare le tutele. Sono le parole d'ordine che il
Governo seguirà nella riforma del mercato lavoro. E che, tradotte in
provvedimenti concreti, significano: meno vincoli sul tempo parziale;
superamento dei libri paga e matricola; abolizione della disciplina sulle
dimissioni volontarie. Ad annunciarlo è stato ieri lo stesso ministro del
Welfare, Maurizio Sacconi, dinanzi alla commissione Lavoro della Camera.
Puntare a un'effettiva deregulation, c'ha tenuto a precisare Sacconi, non vuol
dire farne pagare il conto ai lavoratori. Un concetto ribadito anche al termine
dell'audizione, quando ha aggiunto che "proprio
un'eccessiva burocrazia nel
rapporto di lavoro spesso determina sommerso". Ciò che bisogna cambiare,
secondo il titolare di Via Veneto, è la gestione del rapporto di lavoro. Con
tutte le rigidità o le incongruenze che lo accompagnano. Ma per farlo serve il
confronto con le parti sociali. Proprio quegli interlocutori che si sono
incontrati ieri per la revisione dei modelli contrattuali e a cui Sacconi ha
chiesto di "fare presto". Nell'indicare i campi di intervento, il
ministro si è soffermato sull'obbligo del lavoratore di presentare on line le
dimissioni volontarie. Una procedura nata per scongiurare quelle "in
bianco", ma che sembra avere le ore contate, per le disfunzioni e il
deficit di sicurezza che ha manifestato. Poi è stata la volta dei libri paga e
matricola, da sostituire con "un libro presenze semplificato ", del
lavoro intermittente, che merita una regolamentazione "più agevole",
e dei vincoli introdotti dalla legge sul protocollo Welfare al tempo parziale.
Qui l'obiettivo è andare, sempre sentendo le parti sociali, verso
"l'adattabilità reciproca tra lavoratori e imprese". "Come non
ipotizzare una deroga ove le parti in azienda concordino diversamente ",
si è chiesto Sacconi. Un accenno anche all'altro tema caldo: straordinari e
premi di produttività. Ebbene, la defiscalizzazione introdotta in via
sperimentale con il decreto di maggio potrebbe presto andare a regime ed essere
estesa all'intera galassia del lavoro dipendente. Pubblico impiego incluso. A
proposito delle tutele da garantire non solo ai lavoratori, ma a tutti i
cittadini, il ministro ha assicurato che l'Esecutivo ha in agenda "un
intervento emergenziale per gli ultimi veri ", quelli cioè con
"bisogni da soddisfare che sono vitali". Annunciando, infine, per la
prossima settimana, la presentazione del libro verde "La vita buona nella
società attiva". Cioè la summa delle politiche necessarie per passare da
un modello "paternalistico" di Welfare a uno "della
prevenzione".
( da "Corriere della
Sera" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano -
data: 2008-06-11 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Il modello I controlli
vengono effettuati all'improvviso: addio certificazione per chi non è in regola
Negli Usa sono 2,4 milioni le operazioni inutili Ma una Commissione mette in
riga gli ospedali DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Fino a tre anni fa le ispezioni
venivano fatte a rotazione, con un calendario preciso. Qualche giorno prima
dell'inizio dei controlli, l'ospedale veniva tirato a lucido, le cartelle cliniche
venivano rimesse in ordine, documenti e referti imbarazzanti sparivano. Ora,
negli Stati Uniti, è cambiato tutto: gli ispettori della Joint Commission - un
organismo costituito su base volontaria ma temutissimo - arrivano
all'improvviso e guardano ovunque. Se scoprono che una struttura è inadeguata
sotto il profilo medico, igienico o dal punto di vista delle strutture
tecniche, possono negarle la certificazione. Senza il "Golden Seal of
Approval", l'ospedale o l'ambulatorio non viene chiuso d'autorità, ma di
fatto non può sopravvivere economicamente perché perde le convenzioni con
Medicare e Medicaid - la sanità pubblica per gli anziani e i poveri - mentre
anche le assicurazioni private si rifiutano, in genere, di avere rapporti con
strutture non certificate. La Joint Commission - creata nel 1951 dalle
principali associazioni sanitarie che è guidata da un "board" di 29
rappresentanti dei medici, degli infermieri, delle associazioni dei pazienti,
dei sindacati, degli assicuratori e da esperti di etica - ha dimostrato negli
ultimi anni di poter svolgere un lavoro egregio anche senza i poteri (e le
rigidità) di un'organizzazione governativa. Basata a Oakbrook Terrace, in
Illinois, lontana dai centri della politica, questa "authority"
sanitaria sguinzaglia in tutto il Paese i suoi ispettori: medici che vengono
reclutati negli stessi ospedali e che per quattro anni "cambiano
casacca". La loro rotazione continua serve ad evitare che in qualche caso
l'agenzia sia spinta a "chiudere un occhio". Nell'intervista di ieri
al Corriere Silvio Garattini, auspicando che nel bilancio della sanità pubblica
si possano trovare le risorse per dar vita a un'agenzia capace di monitorare
anche in Italia ospedali e ambu-latori, è sembrato fare riferimento proprio al
modello della Commissione Usa: uno strumento lontano dalle
burocrazie pubbliche e "autogestito" che ha funzionato piuttosto
bene. Ma che non è, di per sé, il toccasana di tutti i mali. Le operazioni
"inutili " proliferano anche negli Stati Uniti: secondo un'indagine
ordinata dal Congresso di Washington, su 15 milioni di interventi chirurgici
effettuati ogni anno negli Usa, 2,4 milioni sono non necessari. Il
ricorso eccessivo al bisturi provoca quasi 12 mila vittime l'anno. Il costo
aggiuntivo per il contribuente è di circa 4 miliardi di dollari. I casi di
operazioni-truffa come quelli denunciati alla Santa Rita di Milano non sono,
però, numerosi. Qualche tempo fa in California è stato condannato un medico che
aveva falsificato gli esami di tre pazienti: aveva detto loro che avevano un
cancro alla prostata e li aveva convinti a sottoporsi a un tipo di radioterapia
sofisticata e costosa che comporta anche un'anestesia totale. Si tratta,
comunque, di casi molto rari. Ma se le vere e proprie truffe - che vengono
perseguite, come da noi, dalla magistratura ordinaria - sono poco numerose, in
tutta la sanità americana è forte la spinta a moltiplicare esami, cure e
interventi chirurgici al di là del necessario. Un po' perché gli americani
hanno un amore sviscerato per le tecnologie di ultima generazione, molto perché
gli ospedali sono aziende, e come tali si sforzano di aumentare il fatturato.
Da "Death by Medicine", agghiacciante rapporto scritto da Gary Null,
un medico, a "Overtreated", recente saggio di Shannon Brownlee, una
studiosa della New America Foundation, le librerie americane sono piene di
volumi che descrivono le patologie del sistema medico più costoso del mondo.
Negli Stati Uniti, infatti, la sanità assorbe oltre il 16 per cento del reddito
nazionali, quasi il doppio rispetto alla media europea. I "bypass"
coronarici sono in testa alla "hit parade" degli interventi che
vengono praticati anche quando non sarebbero necessari. Seguono le isterectomie
e i parti cesarei. La tendenza a "ipertrattare" i pazienti è, come
detto, legata alla concezione della sanità come "business", ma è
anche facilitata dalla carenza dei controlli nell'area pubblica. Gli abusi,
infatti, vengono commessi soprattutto a danno di anziani coperti da Medicare,
il sistema di assistenza garantito dalle leggi federali e pagato dai singoli
Stati. Amministrazioni che, esattamente come accade da noi, non fanno controlli
caso per caso. Queste forzature sono, invece, più rare nell'area della sanità
privata perché le assicurazioni, prima di pagare, qualche verifica la fanno.
Massimo Gaggi.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-06-11
- pag: 20 autore: Energie alternative. Investimenti per tre miliardi Maxipiano
di Moncada Nicoletta Picchio ROMA Il piano di investimenti è impegnativo: 3
miliardi di euro entro il 2015 per il progetto di sviluppo che consentirà di
far salire la potenza degli impianti a 2.900 mw. Una quota significativa per
l'Italia, visto che la Ue impone di arrivare ad un 20% di energia da fonti
rinnovabili entro il 2020 e che siamo ancora ben lontani da questo obiettivo.
Il gruppo Moncada Energy di Agrigento da anni ha abbandonato il settore delle
costruzioni per dedicarsi alle energie rinnovabili. Ed ora vuole crescere: nel
giro di qualche settimana sarà firmato l'accordo con un partner straniero,
impegnato in campo energetico, per cedere una quota della società tra il 30 e
il 45% e raccogliere 200 milioni di euro. Salvatore Moncada ha presentato il
piano industriale ieri, in una conferenza stampa presso la sede di
Confindustria a Roma, accanto a Giuseppe Catanzaro, presidente di Confindustria
Agrigento, ed Ettore Artioli, imprenditore siciliano, vicepresidente di
Confindustria per i rapporti con il Cnel ed ex vicepresidente per il
Mezzogiorno. Moncada è stato uno dei primi imprenditori a denunciare il racket
della mafia, nel 2006, e per la sua resistenza alle minacce è stato messo sotto
scorta, i suoi cantieri hanno subito attentati. Ma non ha avuto mai voglia di
lasciare il territorio siciliano, nonostante gli ostacoli che sono arrivati,
non solo dalla malavita, ma anche dalla burocrazia. Da tre anni, infatti, Moncada
aspetta la valutazione di impatto ambientale per un impianto da 600 mw. Intanto
sta andando avanti, con una serie di progetti anche all'estero. Nel
fotovoltaico sarà costituita la Moncada Solar Equipment, una newco tra Moncada
e Monte dei Paschi per sviluppare la ricerca e la produzione di pannelli
fotovoltaici in tecnologia "thin film" di silicio. Per questo
progetto è stato firmato con l'americana Applied Materials il contratto di
acquisto della linea di produzione dei pannelli. Il nuovo impianto sorgerà tra
Casteltermini e Campofranco. Nell'eolico si lavora su più fronti: in Sicilia
per un impianto da 90 mw, in Albania per una centrale da 500 mw, con la posa di
un cavo sottomarino tra Valona e la Puglia per trasportare l'energia;in Tunisia
per un'altra centrale da 500 mw. Moncada ha anche altri progetti nelle biomasse
e nella geotermia, con impianti anche in Mozambico. Sono in via apertura anche
uffici a San Francisco, Sofia e Tirana. "La crescita è stata
possibilegrazie a tutti i nostri collaboratori: molti sono ingegneri che
abbiamo formato noi", ha spiegato l'mprenditore siciliano. L'età media è
sui 30 anni, il 40% dell'occupazione sono donne, "molto flessibili anche a
partire all'improvviso per gli impianti all'estero". Oggi l'azienda ha 180
dipendenti e fattura 60 milioni di euro. I nuovi prodetti del gruppo creeranno
nuova occupazione per 450 addetti diretti e circa 600 nell'indotto. ALLEANZE IN
VISTA Il gruppo siciliano, tra i primi a denunciare le pressioni del racket, è
pronto a cedere una quota di riferimento del capitale ad un partner estero.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data:
2008-06-11 - pag: 21 autore: Competitività. Ricerca Unioncamere-Tagliacarne:
Varese e Trieste le province migliori per dotazione Infrastrutture sempre
carenti Mondello: "Restiamo un Paese sospeso tra modernità e immobilismo"
Franco Vergnano BRESCIA. Dal nostro inviato Oltre al crescente distacco con la
Ue e al divario NordSud, anche nell'Italia settentrionale esistono province con
una scarsa dotazione di infrastrutture. Il dato è emerso all'assemblea
Unioncamere che ha fatto il punto della situazione. In particolare, in fondo
alla classifica troviamo Sondrio (97esima), Belluno (95esima) e Siena (84esima)
penalizzate per le infrastrutture economiche, mentre Verbano-CusioOssola
(88esima), Rieti (92esima) e Grosseto (98esima) presentano invece carenze di
strutture destinate alle famiglie. Nel complesso, la ricerca di Unioncamere e
dell'Istituto Tagliacarne ha invece messo in evidenza che Trieste e Varese,
sono le province meglio attrezzate con Nuoro e Oristano a fare da fanalino di
coda. Vediamo il confronto con l'Europa. "Abbiamo un ritardo
infrastrutturale cronico, che si è acuito negli ultimi 15 anni e, nell'ultimo
quinquennio,ha addirittura accelerato il passo" come ha sottolineato
l'intervento del presidente della Camera di commercio di Brescia, Francesco
Bettoni. E le cifre fanno tremare le vene ai polsi. "Nel 1980 la nostra
rete autostradale era più estesa della francese e lunga tre volte quella della
Spagna. Oggi Parigi ci supera del 65% e Madrid del 75 per cento. Tra il 2000 ed
il 2005 in Italia sono stati aperti 64 chilometri di autostrade, contro i 1.035
della Francia e i 2.383 della Spagna. Inoltre, il divario fra le regioni
centrosettentrionali e quelle meridionali, invece di diminuire, in questi
ultimi anni è progressivamente aumentato praticamente per tutti gli
indicatori". Tornando alle differenze provinciali, il presidente di
Unioncamere, Andrea Mondello, ha denunciato che "l'immagine dell'Italia è
quella di un Paese al bivio. L'alternativa è tra imboccare l'autostrada per la
modernità, oppure rimanere sulla vecchia provinciale. Questo deve essere il
tempo della responsabilità e come Camere di commercio stiamo offrendo il nostro
contributo, con la creazione di uno strumento finanziario di sistema, per
rispondere ai bisogni di tante aziende". Oltre ai dati infrastrutturali,
durante l'assemblea di ieri sono stati citati anche molti altri confronti,
tutti sfavorevoli al made in Italy. Che però, nonostante le diseconomie
esterne, riesce a tenere alta la bandiera dell'export grazie soprattutto ai
distretti industriali e all'evoluzione delle aziende di medie dimensioni. In
particolare, Mondello ha denunciato anche il "deficit di giustizia" e
"l'eccesso di burocrazia ", due elementi che ostacolano la nascita e la vita delle imprese.
Un esempio? I costi burocratici per le imprese ammontano a 14,9 miliardi di
euro, pari all'1% Pil e a 12mila euro per azienda. IL GAP CON L'EUROPA Nel
periodo 2000-2005 l'Italia ha realizzato 64 chilometri di autostrade contro i
1.035 della Francia e i 2.383 della Spagna.
( da "Corriere della
Sera" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache -
data: 2008-06-11 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE Insegnante e scrittrice
Mastrocola: essere pagati meglio? Sì, ma ridateci l'autorità in cattedra MILANO
- "Va bene uno stipendio più alto, ma essere obbligati a recuperare
ragazzi che non hanno mai aperto un libro è umiliante, più che guadagnare
poco". Non ne fa una questione di soldi Paola Mastrocola, scrittrice e
insegnante da 32 anni. Piuttosto, di dignità. Una busta-paga come in Germania?
"Non dico di no, penso che prima vengano altre cose". Quali?
"Occorre restituire dignità al nostro mestiere. Per esempio: un insegnante
dovrebbe essere in grado di giudicare se uno studente può andare avanti, di
fatto siamo dei poveretti che devono rispondere dei voti dati, per un 5
dobbiamo dimostrare di aver fatto tutte le ore di recupero". Un prof non
ha autonomia di giudizio? "Abbiamo bisogno di maggiore autonomia e
autorità, non essere in balia delle lamentele dei genitori
e della burocrazia".
Crede che tutti gli insegnanti siano bravi? "No. Sono convinta che vada
introdotto un sistema di valutazione dei docenti. Il banco di prova di un buon
professore è la sua classe. Gli studenti dovrebbero avere voce in
capitolo". La "fama": un metro di giudizio? "Andrebbe
tenuta in considerazione. Poi nelle graduatorie potrebbero essere considerate
anche le pubblicazioni dei docenti, non solo l'anzianità". E uno stipendio
più alto? è uno stimolo per credere in se stessi. Ma non senza la dignità,
quella non si può avere solo con i soldi". Scrittrice Paola Mastrocola, 52
anni, scrive e insegna lettere in un liceo scientifico torinese Grazia Maria
Mottola.
( da "Corriere del
Veneto" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto - VICENZA - sezione: VICENZA - data:
2008-06-11 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Verso il voto Daniela Rader ha
deciso di candidarsi alla presidenza dell'associzione di categoria Artigiani,
una donna incalza Sbalchiero VICENZA – Elezioni in associazione Artigiani: la
delegata vicentina della Giunta nazionale e l'attuale presidente pronti
all'esame del Consiglio direttivo. Dopo il cambio della guardia ad Assindustria
e Api provinciale, lunedì è il momento del voto per l'associazione di categoria
che nel Vicentino vede 17 mila imprese iscritte. I presidenti dei 13
mandamenti, sommati a quelli di categoria, al presidente regionale della
federazione, alla presidentessa della commissione provinciale artigianato e
delle commissioni donna e giovani, per un totale di 33 membri, saranno chiamati
ad esprimere una preferenza tra Giuseppe Sbalchiero e Daniela Rader.
Quarantaquattrenne imprenditrice di Schio, Daniela Rader si propone alla guida
dell'associazione dopo un'esperienza di quattro anni nella Giunta uscente e
l'impegno associativo a livello nazionale in qualità di delegata di Giunta per
l'energia e l'ambiente. A pochi giorni dall'elezione, il consenso della neo
candidata sembra partire da una buona base, ma solo lunedì sera si saprà se il
2008 sarà l'anno del terzo mandato consecutivo di Sbalchiero o l'avvio della
presidenza firmata Rader. La candidatura della presidente della "Borsato
Impianti" vuole essere nel segno del cambiamento e del rinnovamento. Così
l'imprenditrice spiega la scelta: "Servono azioni nuove da condividere e
coordinare con i livelli regionali e soprattutto nazionali della
Confartigianato, che siano azioni di sistema che possano
assicurare alle nostre imprese di competere sui fronti della burocrazia, della contrattazione, del
welfare, del fisco, della formazione professionale, della scuola, del
federalismo". Insomma, si parte dallo smarcarsi dal passato per
"saper anticipare i bisogni delle aziende associate". Senza
dimenticare e togliere, comunque, "ciò che finora è stato fatto di
buono". Fuori dall'antagonismo,"la mia – precisa Rader – è
prima di tutto una proposta". A rendere più incerto il futuro di Giuseppe
Sbalchiero a capo dall'associazione di via Fermi c'è una donna che tra le
priorità indica il "rinnovo dello statuto e della regolamentazione
associativa", con un occhio di riguardo ai mandamenti e alla distribuzione
coerente dei ruoli interni. Dall'altra parte il presidente uscente tenta una
strada "tutta locale" nel ripresentarsi alla scadenza del secondo
mandato, termine previsto dallo statuto nazionale. Tra i nodi al pettine, oltre
a riprendere "una velocità adeguata ad oggi", c'è il ripristino del
dialogo tra categorie economiche. "Un modo perché si stemperi il conflitto
in atto, che blocca opportunità e scelte – commenta la candidata –, consiste
nel “lottare” perché gli interessi dei soci di ciascuna categoria siano difesi
e sostenuti ai vari livelli, senza che vengano ridotti alla rappresentanza di
singoli". Elfrida Ragazzo Daniela Rader si candida alla presidenza degli
Artigini (foto Galofaro).
( da "Tempo, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Stampa Unioncamere Mondello: "La burocrazia
costa 15 miliardi" Il presidente di Unioncamere Andrea Mondello denuncia
il "deficit di giustizia" e "l'eccesso di burocrazia"
che ostacolano la nascita e la vita delle imprese. In particolare, i costi
burocratici per impresa ammontano a 14,9 miliardi di euro, pari all'1% del Pil
e 12. 000 euro per impresa. A Brescia per l'assemblea
nazionale di Unioncamere, Mondello ha sottolineato ieri che "in Italia
dare vita a un'attività imprenditoriale è, in sé, un'impresa; e ciò proprio per
l'effetto combinato di un deficit di giustizia e di un eccesso di burocrazia. Nella classifica della Banca Mondiale sui Paesi
in cui è più facile fare impresa, occupiamo il 53 posto su 178 Paesi, e
addirittura il 155 per la possibilità di far valere un contratto". I freni
all'attività imprenditoriali arrivano anche dal malfunzionanto. L'attesa media
per un primo grado di giudizio è di quasi 900 giorni.
( da "Tempo, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Stampa Il commento non deludete i bambini e gli anziani
Le promesse si mantengono. Su questo siamo tutti d'accordo. Non tutti però
onorano sempre gli impegni. è successo più volte e purtroppo le conseguenze
negative sono state clamorosamente pagate a caro prezzo dalla provincia di
Rieti. Il riferimento è al Centro di riabilitazione per i ragazzi e alle residenze
sanitarie per gli anziani della Sabina in attesa ancora degli accreditamenti da
parte della Regione. La quale si trova proprio in questi giorni ad affrontare
una questione interna alquanto spinosa. L'assessore alla Sanità Battaglia (il
referente principale dei cittadini reatini che diedero vita alla manifestazione
di protesta alla Pisana) è stato privato della delega che passa ad interim al
presidente della Giunta Marrazzo. Una domanda viene spontanea. Cosa succederà
per Rsa e Centro Riah. Sarà rispettato il termine del 15 giugno? Sarà in grado
chi prenderà in mano il settore della sanità, ovvero il Governatore, di
realizzare quanto assicurato? Sarà messo in condizioni di
farlo? Nessun dubbio sulle notevoli capacità di Marrazzo. Ma l'apparato della burocrazia consentirà di soddisfare le
legittime esigenze di numerosi bambini e di altrettante famiglie? Attendiamo
una sola risposta: sì.
( da "Corriere di
Bologna" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: PRIMOPIANO -
data: 2008-06-11 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE
Economia e politica Le tappe Scelte e scenari Il modello privato "L'expò
ha bisogno di essere gestito in un'ottica di azienda e di trovare la strada per
competere sul mercato internazionale" Alleanze e valorizzazione "Ci
sono due progetti, uno più aggressivo e un altro meno. Per la governance vorrei
un cda snello e poca burocrazia".
( da "Corriere di
Bologna" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: PRIMOPIANO -
data: 2008-06-11 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Fiera, l'addio di
Montezemolo: "Non mi ricandido" Il presidente: "Troppi impegni,
non posso restare. Spero di chiudere con un accordo sul futuro" In uscita
Il presidente di BolognaFiere Luca Cordero di Montezemolo Il leader della
Ferrari lascia dopo dieci anni alla guida di via Michelino Ma prima dovrà
tentare di mettere d'accordo i soci Mancava solo la parola "addio ".
Ma a meno di due settimane dall'assemblea dei soci del 23 giugno che ridefinirà
i vertici della Fiera di Bologna - e nel bel mezzo di un momento di grande
incertezza sul futuro dell'expò - il commiato del presidente Luca Cordero di
Montezemolo è arrivato. "Nella vita è importante il cambiamento, per tutti
- ha detto il leader della Ferrari, da dieci anni alla guida di via Michelino -
I miei impegni nazionali e internazionali purtroppo mi impediscono di potermi
candidare a un'ulteriore presenza in Fiera". Il Corriere di Bologna aveva
anticipato la mancata disponibilità del presidente un mese fa, quando in
occasione dell'ultimo cda si era assistito ad una delle giornate più
rocambolesche che piazza Costituzioni ricordi - con i soci privati in pressing
sui pubblici per chiedere a Montezemolo di restare, un incontro tra le
istituzioni e il presidente saltato all'ultimo momento, il braccio di ferro a
colpi di comunicati sullo sviluppo della società. E giorni immediatamente
successivi di rilanci, grande incertezza e movimenti all'interno della
compagine azionaria, con la quota di Confesercenti passata alla Fondazione
Carisbo e quella di Cna andata alla Promotor dei francesi di Gl Events. Ieri il
numero uno della Fiat era a palazzo Re Enzo per un congresso di chiurugia
toracica. E ha messo la parola fine al tema che aleggia su tutti gli altri: la presidenza.
"è una questione - ha spiegato - fuori dal dibattito da mesi. Ho già detto
che i miei impegni non mi permettono una ricandidatura ". Montezemolo lo
aveva accennato per la prima volta a febbraio, poi ci era tornato a maggio, ma
mai con parole così definitive. E, fino a ieri, molti lo pensavano ancora
disponibile di fronte a una richiesta compatta dei soci. L'addio dell'ex
presidente di Confindustria arriva al termine di dieci anni e tre mandati. Fu
l'allora presidente della Regione Antonio La Forgia ad annunciare la sua nomina
nel 1998, quando l'expò era ancora un ente pubblico: da allora sono passati tre
amministratori delegati (Chicchi, Mastrobuono, Porcelli, anche quest'ultimo in
scadenza) e la Fiera è diventata la seconda in Italia per fatturato, la prima
per presenza internazionale, la quinta in Europa. Enormi passi avanti che
l'hanno tuttavia spinta di fronte a una concorrenza spietata e a nodi cruciali.
Ed ecco che, paradossalmente, la parola fine arriva proprio nel momento in cui
il lavorio diplomatico del presidente all'interno dell'azionariato è più
intenso che mai. Prima di indicare ancora una volta gli obiettivi, Montezemolo
ne ha spiegato le ragioni: "Sarei molto felice di poter chiudere il mio
lungo mandato vedendo un accordo sul futuro ". Un patto per
"un'azienda che deve essere gestita in un'ottica di azienda e competere
sul mercato internazionale ", ha aggiunto. Le priorità
del leader uscente restano quelle: governance ("cda snello, poca burocrazia "), sviluppo ("ci
sono due progetti, uno più aggressivo, uno meno") e risorse. Toccherà al
nuovo consiglio e al nuovo presidente separare i fili della matassa che avvolge
via Michelino. Ma fino al 23, sarà sempre Montezemolo a tentare la mediazione
tra i tessitori. Simone Sabattini Equilibri L'azionariato dell'expò è
composto per il 43 per cento da soci pubblici e per il 57 da privati.
( da "Gazzetta di Parma
(abbonati)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SALSOMAGGIORE 11-06-2008 Salsomaggiore IL CASO DOMANI
SERA L'INCONTRO TRA I CITTADINI CHE VIVONO NELLA ZONA E I VERTICI DELL'ENTE
Stirone, il Parco delle proteste Gli agricoltori: "Troppa
burocrazia e sanzioni: così
non possiamo lavorare" I turisti: "Degrado e vegetazione non curata:
non lo si può visitare" II Tra il Parco dello Stirone e gli agricoltori
che vivono e lavorano nella zona pare non corra buon sangue. Infatti,
soprattutto nell'ultimo periodo, sono state diverse le lamentele (arrivate
anche sui banchi del Consiglio provinciale) sorte dopo sanzioni
applicate dai guardiaparco per vari motivi e ritenute "ingiuste" o
"esagerate" dagli agricoltori che lamentano eccessivi vincoli e
controlli troppo severi, andando così a mettere ancor più in difficoltà un
settore già in crisi. Era stata effettuata anche una raccolta di firme per
chiedere un incontro con l'ente Parco: l'incontro si terrà domani. Gli
agricoltori, che lamentano anche seri danni alle coltivazioni a causa della
malattia di alcuni vegetali e a causa dell'eccessiva presenza di animali
nocivi, denunciano anche la troppa burocrazia
dell'ente e regolamenti repressivi che frenano attività sportive e ricreative.
E, soprattutto, la mancanza di dialogo. Polemiche a cui si aggiungo- no le
proteste di alcuni visitatori del Parco, che lamentano percorsi tortuosi di
ostacolo alla visione delle pareti millenarie del museo all'aperto e l'incuria
di alcuni tra i luoghi più frequentati. Mancanza di tavole, cestini rotti e
immondizia di vario genere vicino alle panchine. E la visione delle millenarie
pareti, resa impossibile dall'enorme quantità di piante, per lo più rovi e
rampicanti, che si sono impadroniti dei pochi punti di osservazione protetti da
recinzioni, anch'esse trascurate e rotte. Viaggio nel Parco Il "Museo dei
fossili all'aperto", che inizia in località La Bocca e termina a Laurano,
risulta nascosto ai più, anche perché i numerosi punti di accesso alle rive del
torrente risultano chiusi, pena una multa di 50 euro, per studi o ripopolazioni
di vario genere. Stirone in località San Nicomede off-limits, quindi, dato che
i percorsi proseguono costeggiando campi coltivati, in cui spesso, a danno del
proprietario, si è obbligati a transitare. Sentieri interrotti da alberi,
"habitat degli animali ", che hanno obbligato ciclisti, pedoni e
cavalieri a disegnare tra rovi ed ortiche piccole stradine di passaggio che
nessuno ha avuto pietà di allargare o segnare. "La flora descritta dai
depliant è pressoché invisibile a causa dell'incuria", lamentano alcuni
turisti, ulteriormente irritati per non essere ancora riusciti ad
"avvistare" il torrente. "Qui - proseguono - c'è un cartello che
racconta dell ritrovamento di una balena, ma il luogo non si riconosce".
Dall'erba calpestata si comprende che qualcuno, da solo, si è aperto un varco
verso lo Stirone. Si arriva nel greto del torrente, ma le "famose"
pareti non ci sono. Per vederle bisognerebbe risalire il corso d'acqua, ma il
cartello vieta la balneazione, pena la multa. Cos' si torna sul sentiero e si
arriva in un campo di papaveri, allontanandosi di nuovo dal torrente. Pare
proprio che il "Museo all'aperto " sia chiuso. Stirone Due immagini
eloquenti della situazione del Parco.
( da "Centro, Il" del
11-06-2008)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La) (Tribuna di Treviso,
La) (Nuova Ferrara, La) (Mattino di Padova, Il) (Nuova Sardegna, La) (Provincia
Pavese, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Trentino) (Gazzetta
di Mantova, La) (Gazzetta di Reggio)
Argomenti: Burocrazia
Angeletti commenta a caldo la trattativa con Emma
Marcegaglia in Confindustria. Si finirà entro settembre, meglio il 23 luglio
"Ottimo inizio" per la riforma del contratto E la commissione Ue dà
il via libera allo sfondamento delle 48 ore di lavoro ROMA. "E' stato un
ottimo inizio": così uscendo dall'attesissimo incontro fra sindacati e
Confindustria, con la nuova presidente Emma Marcegaglia, ha commentato il
leader della Uil Luigi Angeletti. Sulla madre di tutte le trattative, la
riforma del modello contrattuale, le parti si sono date un calendario di
lavoro: inizio il 18 giugno e termine ultimo il 30 settembre. Angeletti punta a
chiudere la trattativa per il 23 luglio ricalcando l'accordo sottoscritto in
quella data nel '93. Sono state decise, ha spiegato Angeletti, "la
delegazione, la forma e il luogo con grande consenso e il più rapidamente
possibile". Il mdoello contrattuale è la cornice entro la quale si
dovranno inquadrare tutti i rinnovi nazionali e integrativi delle categorie.
Che il patto del 23 luglio 1993 fosse superato, era un giudizio che trovava
tutti concordi, ma la Cgil per mesi ha frenato sull'ipotesi di svilire il
contratto nazionale per dare più peso a quello aziendale o territoriale. La
stragrande maggioranza dei dipendenti, faceva notare Guglielmo Epifani, non
gode della contrattazione di 2º livello e ha rappresentanti sindacali in
azienda molto deboli rispetto alla controparte. Alla fine, Cgil Cisl e Uil
hanno trovato un accordo: il costo della vita si recupera nel contratto
nazionale; nell'integrativo si parla di salario legato alla produttività di
un'azienda o di un comparto. Cisl e Uil sperano di fare in fretta, la Cgil
reputa che anzitutto bisogna ottenere che il governo non si intrometta.
Soprattutto alla luce di quanto accaduto ieri in commisssione Affari Sociali Ue
sull'orario di lavoro. Si è deciso - ma deciderà il Parlamento di Strasburgo -
che si può lavorare oltre le 48 ore alla settimana, a meno che lo stesso
lavoratore scelga altrimenti. Comunque il lavoratore avrà un limite: 60 o 65
ore se il periodo inattivo di alcuni turni di lavoro viene considerato
nell'orario. Queste norme si dovrebbero applicare solo ai contratti che
superano le dieci settimane. Appena è arrivato il primo flash di agenzia, a
ruota, è arrivato il plauso del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il quale
passando sopra il fatto che ben 5 paesi si sono astenuti al momento del voto
(Spagna, Belgio, Grecia, Ungheria e Cipro) mentre l'Italia è stata decisiva, e
che il parlamento di Strasburgo potrebbe modificare la norma, ha chiesto che
"al più presto venga aperto anche da noi il confronto sulla questione
orario". In questo clima, la Cgil ha chiesto ieri che si faccia un
calendario di incontri e che la Confindustria scopra le sue carte e le sue
aspettative. Cisl e Uil invece hanno mostrato una grande fretta anche per i
molti rinnovi che aspettano una trattativa. Pesa sul clima generale
la voce che il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta non intenda
partecipare personalmente alla trattativa per la riforma della burocrazia. Tutti i sindacalisti
insistono per sapere quali sono le parti del modello di organizzazione pubblica
che il ministro intende trattare, visto che molto è già contenute nelle norme
in vigore, ora disattese. Antonella Fantò.
( da "Tribuna di
Treviso, La" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PER L'ACQUISTO Giunta, "pressing" a Roma per
la Salsa La caserma Salsa torna all'attenzione della giunta Gobbo-bis. Oggi
infatti il consesso degli assessori di Ca' Sugana si riunirà per parlare, tra
le altre cose, ancora dell'acquisto della vecchia caserma per trasformarla in
un grande parco pubblico. L'obiettivo della coppia di sfondamento Zugno &
Marton, i due asseossori rispettivamente al Bilancio e all'Urbanistica, è
quello di accaparrarsi per la classica "pipa de tabacco", ossia per
pochi soldi, il grande complesso militare da tempo dismesso. Anche perché il
governo Berlusconi intenderebbe velocizzare il processo di cessione, da parte
del ministero dell'Interno e della Difesa, di simili strutture per monetizzare.
Da una parte l'intenzione è quello di ospitarvi, negli immobili storici, la
Guardia di Finanza e i Nas, per poi abbattare il resto e regalare alla città un
grande polmone verde. Da qui l'imminente ennesimo viaggio
di Fulvio Zugno e Sergio Marton in quel di Roma, per cercare di smuovere la
montagna della burocrazia.
E la speranza è che, visto il cambio di governo, qualche onorevole leghista si
faccia promotore dell'ambiziosa operazione. (a.z.).
( da "Centro, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Teramo "La città è bloccata dalla
sovrintendenza" Chiodi lancia accuse: "Paralizza opere come le piazze
Dante e Garibaldi" TERAMO. La burocrazia delle sovrintendeze
archeologica e architettonica strangola le grandi opere per la città. A
lanciare l'allarme è il sindaco Gianni Chiodi che parte dall'ultimo caso,
quello degli scavi per il parcheggio sotterraneo in piazza Dante, sospesi da
oltre un mese. "Il cantiere di quattromila metri quadri è fermo per
i resti di un muro risalente al 1920 di nessun valore", sbotta il primo
cittadino. Quello del primo cittadino è un durissimo atto d'accusa. Un atto
d'accusa nei confronti delle lungaggini con cui le direzioni regionale e
nazionale della sovrintendenza ai beni architettonici stanno trattando la
pratica destinata a far ripartire i lavori. Il sindaco annuncia che si
rivolgerà anche al governo. Invierà una lettera di protesta al ministro dei
Beni culturali Sandro Bondi. "Gli scriverò che un'opera pubblica
fondamentale per una città non può avere i tempi di uno scavo
archeologico", attacca Chiodi, "l'Italia non ha alcun futuro, se si
continua a lavorare così". Il problema è legato ai tempi di rilascio del
nulla osta alla ripresa degli scavi. I tecnici della sovrintendenza già da
alcuni giorni hanno accertato che il muro ritrovato nel sottosuolo non è di
rilevante interesse. La direzione regionale avrebbe potuto dare subito il via
libera alla riapertura del cantiere, ma ha mandato l'incartamento a Roma.
"La pratica rischia di perdersi nei meandri del ministero", inisiste
il sindaco, "c'è scritto sopra "somma urgenza", ma ci metterà 15
giorni solo ad arrivare sul tavolo del funzionario che se ne dovrà
occupare". Gianni Chiodi non ce l'ha con i responsabili per Teramo delle
sovrintendenze regionali. Considera, però, l'invio della pratica su piazza
Dante dall'Aquila a Roma un "eccesso di zelo della burocrazia
che non assume decisioni per evitare responsabilità". Le cautele sul
rilascio del nulla osta, secondo il sindaco, sarebbero innescate da
"inutili allarmismi che possono anche far avviare procedimenti giudiziari
e penali che poi finiscono in bolle di sapone". Il riferimento è
all'esposto alla procura della Repubblica presentato dal comitato civico che
ravvisa irregolarità nel progetto del parcheggio sotterraneo di piazza Dante. A
questa si aggiungono altre opere rallentante dai controlli delle
sovrintendenze. In piazza Garibaldi, dove si lavora per le realizzare sale
espositive sotterranee, sono state avviate verifiche molto approfondite per
l'individuazione di reperti e il progetto è stato già modificato per
salvaguardare un pezzo della cinta muraria della cittadella medievale degli
Acquaviva. In via Antica cattedrale l'avvio del recupero del Mosaico del leone,
di epoca romana, è stato subordinato alla nomina di due archeologi e
l'amministrazione ha dovuto preparare il bando pubblico per individuarli. I
controlli su eventuali reperti hanno anche frenato l'apertura del passaggio
sotto alla ferrovia a Piano d'Accio per la bretella che collegherà la Statale
80 a stadio e centro commerciale. In passato ci sono stati problemi anche per
il Lotto zero, altra opera in ritardo. "Alla Cona i lavori di un'opera
così importante", conclude Chiodi, "sono stati rallentanti proprio
dagli scavi archeologici". Il tracciato del Lotto zero è andato a
impattare contro una stradella romana: è stata necessaria una modifica. Gennaro
Della Monica.
( da "Centro, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chieti "Fermo un miliardo di euro in lavori
pubblici" Il j'accuse dei costruttori agli enti: edilizia in salute, ma
investimenti in calo Traina l'economia grazie anche alla provincia teatina
FRANCESCO CIOCE CHIETI. Un settore che traina l'economia, ma da sostenere con
gli investimenti pubblici, utilizzando i fondi congelati
dalla burocrazia. Che in
Abruzzo sono un miliardo di euro. Un comparto produttivo in salute che tuttavia
esige un'attenzione costante anche per il credito. Paolo Primavera, presidente
provinciale dell'Ance, i costruttori di Confindustria, ha illustrato la
situazione dell'edilizia. E lo ha fatto nell'affollata sala della sede
di larghetto Teatro vecchio, di fronte al presidente provinciale di
Assindustria Silvio Di Lorenzo, al presidente della Provincia Tommaso Coletti,
al presidente regionale dell'Ance Gennaro Strever e a Gaetano Fontana,
direttore generale dell'associazione nazionale costruttori intervenuto in
conclusione. Primavera ha subito rimarcato il primato della provincia teatina:
il settore dell'edilizia nel periodo 2003-2007 in Italia è cresciuto del 17,7%,
in Abruzzo del 25,9 e in provincia di Chieti del 37,7. E le imprese edili sono
aumentate del 34,6 grazie al recupero del patrimonio abitativo, alle nuove
costruzioni sia di abitazioni che di fabbricati delle cosiddette attività
produttive. In particolare gli sconti fiscali riconosciuti a chi ristruttura
un'abitazione ha rilanciato il settore che l'anno scorso ha registrato
un'impennata. Ma nel contempo si registra il trend negativo delle
"costruzioni non residenziali pubbliche" a causa della
"riduzione di risorse pubbliche destinate a nuovi investimenti
infrastrutturali... praticamente dimezzate". Ma per quest'anno si prevede
comunque una crescita complessiva, nonostante la contrazione dei bandi di gara
per le opere pubbliche, grazie soprattutto ai lavori di recupero delle
abitazioni, mentre appare ridimensionato il mercato immobiliare. "In calo
il numero delle compravendite", ha detto Primavera, "che tuttavia non
pare aver avuto riflessi evidenti sui prezzi degli immobili, che hanno mostrato
andamenti superiori alle attese". Tuttavia è in agguato la
"restrizione degli standard creditizi nei confronti delle imprese di
costruzioni e degli acquirenti di immobili. Restrizione del tutto
ingiustificata dal momento", ha sottolineato Primavera, "che la
rischiosità complessiva dell'edilizia è assolutamente in linea con i valori
contenuti già registrati". E il "razionamento del credito appare oggi
più concreto anche nel Chietino, situazione che comporterà gravi effetti per
imprese, operatori, famiglie". Fermo restando che in Italia i tassi di
interesse per i mutui sono molto più alti della media europea. Il vero problema
del settore è tutto, comunque, nelle opere pubbliche che sono nettamente
calate. "Dal 2003 al 2007 l'importo dei lavori posti in gara",
Primavera ha scandito le parole, "è diminuito del 15,1%, in termini reali
del 26,4. Il numero dei bandi ha subito una flessione del 26,9. Per l'Abruzzo
il 2007 si è chiuso con un segno negativo e gli investimenti in opere pubbliche
dal 2004 si sono dimezzati". Appello al governo per riottenere un certo
flusso finanziario, però occorre accelerare i tempi di produzione soprattutto
in una fase storica in cui si prevede un ulteriore rallentamento degli
investimenti. "Si conferma in ogni caso l'incapacità delle amministrazioni
pubbliche, che non sono in grado di spendere in tempi rapidi e accettabili i
fondi disponibili... Nonostante gli oltre mille milioni di euro stanziati per
le opere pubbliche, un miliardo di euro, il loro utilizzo è pregiudicato dalla
lentezza degli enti committenti nella presentazione dei progetti e nell'avvio
dell'iter di assegnazione dei lavori. Serve un'opportuna cabina di regia
regionale in grado di gestire le procedure per l'appalto delle opere pubbliche"
e rilanciare l'occupazione. "Un'indagine dell'Ance attesta che i tempi
medi per la realizzazione delle infrastrutture è di 7-8 anni per importi sotto
i 50mila euro. Nella provincia di Chieti i lavori appaltati sono stati 189
milioni di euro nel 2004, 128 nel 2005, 74 nel 2006 e 82 l'anno scorso".
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 11-06-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero Veneto, Il)
Argomenti: Burocrazia
BUROCRAZIA / 2 Generalizzare è sempre
assurdo Pioveva a Udine la mattina di venerdì scorso, quando, venendo da
Venezia, ho parcheggiato la macchina in piazza I maggio alla ricerca degli
uffici di viale Ungheria 23, nascosti in una traversa della strada principale.
L'appuntamento con un ufficio della pubblica burocrazia
non è cosa che rallegra; e il mio umore non è migliorato leggendo il cartello
che m'indicava un nuovo, e a me sconosciuto, indirizzo. Pochi passi e arrivo
trafelato e bagnato con qualche minuto di ritardo: sportello per l'immigrazione
per l'ingresso di una badante filippina per lo zio di mia moglie, friulana. Mi
ha accolto una giovane signora, educata e cortese, che, dopo avermi fatto
accomodare, ha esaminato con calma la mia pratica, rendendo il colloquio sereno
e perfino piacevole. Mi è parso subito chiaro che era il normale modo di fare
suo e, forse, di tutto l'ufficio. Sono rimasto colpito e ho pensato a Brunetta
e ai suoi fannulloni. Va benissimo, ma, certamente, non abitano in quella
stanza pulita e ordinata. Ho ritenuto corretto sottolineare pubblicamente la
cortesia e la professionalità ed esprimere il mio ringraziamento. Quando sono
uscito, aveva anche smesso di piovere. Paolo Lenarda.
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 11-06-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero Veneto, Il)
Argomenti: Burocrazia
BUROCRAZIA / 1 Fannulloni dannosi ma i
politici di più Al ministro Brunetta vorrei rivolgere la seguente domanda:
premesso che il sottoscritto da oltre dodici anni è in attesa di una sentenza
di Tribunale per definire un incidente stradale in cui perse la vita la propria
sorella, a chi intende attribuire la responsabilità di tale inaccettabile
ritardo? A qualche "fannullone", ovvero a una macchina
statale che fa acqua da tutte le parti? Se avrà la bontà di andare a
verificare, scoprirà che eventuali "fannulloni" sono nulla di nulla
rispetto alla classe politico-burocratica di sempre che non ha mai scientemente
voluto far funzionare decentemente qualsiasi apparato pubblico. In merito al
caso che mi riguarda, lo Stato italiano è riuscito a prendere in giro anche la
Corte europea di Strasburgo, che ha demandato ai vari Stati aderenti il
risarcimento dovuto ai cittadini che non ottengono giustizia entro cinque anni
dall'inizio della causa. Il Parlamento italiano, con legge 24 marzo 2001
(Pinto), ha recepito il tutto facendo attenzione, però, a creare un percorso
talmente accidentato e costoso da scoraggiare le richieste! Il termine
fannullone è nulla rispetto a una macchina pubblica mostruosa che avvantaggia
soltanto chi può permettersi di sostenere 10, 15 o 20 anni di spese legali!
L'alternativa a ciò è la rinuncia a un diritto. Come spesso avviene. Le leggi
ingiuste, incomprensibili, inapplicabili, le duplicazioni di competenze, iter
burocratici che impediscono di realizzare in tempi decorosi un ospedale,
un'autostrada, un'opera pubblica qualsiasi, aprire un'attività, moduli
incomprensibili, uffici senza personale, senza poter telefonare, sistemare una
palestra, un teatro, palazzi statali costosi, enormi, con stanze vuote,
fotocopiatrici disastrate, un'organizzazione del lavoro che penalizza fortemente
le potenzialità anche dell'impiegato più geniale del mondo, che spesso è chiuso
in una morsa che gl'impedisce di esprimersi sino ad assuefarsi a un
"sistema" che nuoce ovviamente anche all'utente. Ma chi ha generato
tutto ciò? Difficilmente il cittadino, quando è vessato, pensa che le sue
sofferenze derivino da qualche fannullone. Magari fosse vero! La produttività
non si recupera licenziandolo qualche balordo furbo. Certo, il messaggio
giustizialista e ideale lanciato da Brunetta e anche dal presidente della
Provincia di Udine Fontanini trova consensi e tifosi, ma ad avviso del
sottoscritto servirà soltanto ad apparire sulla stampa e sulle tv con
appropriati slogan a effetto che lasciano le cose come stavano e come stanno.
Non si può essere credibili togliendo qualche pulce dal mostro burocratico che
rimane sempre lì più forte che mai! Invito i "nostri" a seguire
praticamente l'iter per il riconoscimento dell'invalidità civile con tutti i
conseguenti adempimenti. Avranno la prova provata di quanto sono stati feroci
sia il legislatore sia i burosauri che non si sentono mai responsabili di
nulla; tanto c'è sempre da qualche parte un "fannullone" che paga per
tutti! Franco Bellini Udine.
( da "Giornale di
Vicenza.it, Il" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PIAZZA BIADE: COMUNE NEI GUAI. I dipendenti cercano di
far fronte a tutte le richieste, ma è evidente la carenza di personale e di spazi
Anagrafe ko: code infinite La nuova normativa costringe gli stranieri a
chiedere certificati a raffica e così anche per i vicentini arrivare allo
sportello diventa un calvario Nicoletta Martelletto
Rassegnazione. Per chi ha bisogno di un certificato anagrafico in Comune non
c'è che questa parola. Gli sportelli di piazza Biade, e in misura minore quelli
nelle due circoscrizioni, sono sottoposti ad un assalto quotidiano. Ben che
vada si aspetta una mezz'ora. E se si decide di andare - ma spesso è una scelta
dettata dagli impegni di lavoro - nei due pomeriggi d'apertura ovvero martedì e
giovedì, l'attesa può prolungarsi. Anche 45 minuti. Uno sfortunato giorno come
quello di giovedì scorso - anagrafe chiusa alle circoscrizione 6 per le ferie
dell'impiegato, coda alla 3 - ha messo a dura prova chiunque fosse nella ressa
del piano terra di piazza Biade. Magari con i bambini appresso per rinnovare i
loro documenti. Ieri pomeriggio lo spettacolo si è puntualmente ripetuto. Ad
affacciarsi all'ingresso degli uffici erano in molti, troppi. Di cento
nazionalità diverse. Cinque sportelli, numerazione elettronica, un usciere a
smistare gli spaesati. Luigino Pastorello, capouffucio dell'Anagrafe, sembra un
capitano in trincea. I suoi 16 dipendenti sono fanti da prima linea. Preparati
e mediamente molto cortesi, ma bombardati. Il dirigente Giorgio Vezzaro ha
appena avuto un incontro con l'assessore Giglioli per fare un quadro tutt'altro
che rassicurante: l'anagrafe scoppia, non ha spazi nè personale sufficiente. "Eppure
è il biglietto da visita del Comune per il cittadino" osserva Vezzaro. La
situazione è precipitata dal marzo 2007, con l'applicazione del decreto
legislativo 6.2.2007, quello che consente ai cittadini comunitari di circolare
e soggiornare liberamente nei territori dell'Unione europea. Basta l'iscrizione
anagrafica per vivere in Italia, oltre i tre mesi di soggiorno che non
richiedono formalità. La vecchia carta di soggiorno è stata abolita. Quegli
accertamenti che prima spettavano alla questura sono stati trasferiti ai Comuni
in materia di lavoro, di domicilio, di composizione del nucleo familiare. Ne
hanno approfittato in primis i rumeni. La ricaduta in termini di lavoro per
l'anagrafe di Vicenza è stata pesante: il controllo sui documenti presentati dagli
stranieri comunitari - da una carta d'assunzione come lavoratori ad un
versamento Inps o Inail - spetta ora al Comune. Che ne valuta veridicità,
attendibilità, timbri, date. Che segue l'iter per il domicilio, poi per la
residenza, che ne insegue gli spostamenti sul territorio. Gli stranieri sono
mobilissimi: cambiano casa ogni due mesi, e bisogna ricominciare daccapo con i
certificati. Un polacco ieri mattina pretendeva l'iscrizione col passaporto
scaduto e senza altri documenti d'identità. Impossibile. Le sole nuove
iscrizioni anagrafiche di stranieri sono 300 al mese. Il decreto per la verità
aveva previsto 10 milioni di euro in sostegno agli sforzi degli enti comunali:
chi li ha visti? L'organico dell'anagrafe conta 17 persone, di cui 4 part time.
Altre due mancano all'appello per maternità e malattia. Bisognerebbe arrivare a
21 effettivi per riuscire a lavorare un po' meglio. Una chimera? Perchè oltre a
metterci di loro un po' di inglese e francese per riuscire a spiegarsi con chi
si affaccia agli sportelli, i dipendenti utilizzano tutte le astuzie possibili
per semplificare le procedure. Anche quando la burocrazia è contro di loro. Focopiano
per il pubblico perfino i casi in cui serve o no l'odiata marca da bollo sui
documenti. Le carte d'identità effettivamente si ottengono a Vicenza in soli
tre minuti. E si è avvisati a casa da una lettera della scadenza. Se ne
rilasciano 100 al giorno. Non accade dappertutto. Il problema è arrivarci agli
sportelli: in un anno sono stati 70 mila gli accessi all'anagrafe, ma un terzo
sono accessi-bis degli stranieri che per regolarizzare le loro posizioni sono
costretti a tornare almeno tre volte. Un turbinio di gente e di file. Dove
maturano anche i prodromi dell'intolleranza tra chi, giustamente, non accetta
le code, magari in piedi, magari col caldo, pigiati per colpa non si sa mai di
chi. Soluzioni possibili? Oltre a più impiegati - una lettera dei sindacati è
appena partita - c'è la questione degli spazi: ragionevolmente non c'è molto da
scervellarsi, almeno per tutelare la privacy con una linea gialla oggi
inesistente. O si inventa un soppalco sopra gli sportellisti per spostare
scrivanie ed archivi (elettronici ma anche cartacei) o ci si estende sotto il
colonnato di piazza Biade. L'anagrafe in piazza. Oppure si va altrove.
L'emergenza continua.
( da "Giornale di
Vicenza.it, Il" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL CASO. In via Divisione Julia quattro comunità per malati psichici bloccate dalla burocrazia: manca il personale Alloggi
pronti da gennaio ma sono senza pazienti Prima bisognava scrivere una nuova
convenzione tra Ulss 6 e Amcps Ora l'annuncio del dipartimento di psichiatria:
porte aperte da ottobre I tempi si sono allungati perché non abbiamo personale,
la gara è stata indetta PAOLO PRISTINGER PRIMARIO DI PSICHIATRIA  
Chiara Roverotto La legge Basaglia compie trent'anni, ma la burocrazia la fa padrona, almeno in alcuni casi. Che oggi i
servizi sul territorio si stiano dotando di nuovi strumenti per valutare
l'efficacia degli interventi è fuori discussione. Del resto il modello Basaglia
parlava chiaro: sostituire il vecchio ospedale psichiatrico con una gamma
articolata di servizi: dall'ospedalizzazione al day hospital, dall'assistenza
domiciliare fino alle comunità protette. Una legge discussa e attaccata, perché
in trent'anni non è ancora stata tradotta completamente in realtà concrete
lasciando ampi spazi di abbandono, ma che ha indicato un modello terapeutico
abbastanza preciso. "Oggi non si punta più al solo trattamento dei
sintomi, ma anche e, soprattutto, dove i pazienti lo permettono, ad un
reinserimento quanto più efficace possibile nella società", spiega il
dott. Paolo Pristinger primario del centro di Salute mentale di contrà Corpus
Domini. Fin qui i propositi, gli intenti che poi dovrebbero trovare rispondenza
nei fatti. Al riguardo in via Divisione Julia erano stati individuati, al piano
terra di due palazzine, quattro appartamenti che dovevano servire per il
reinserimento, anche lavorativo, di pazienti psichiatrici. Un progetto
condiviso con l'Ulss 6, il Comune e le Amcps, titolare dell'immobile. Ma
dall'inizio dell'anno quei quattro appartamenti, perfettamente arredati e
quindi usufruibili, sono ancora chiusi. Le motivazioni? "Le prime di
natura strettamente giuridica - spiega il direttore dell'Amcps, Gianfranco
Ledda -. In sostanza quegli alloggi rientravano nella quota riservata
all'edilizia residenziale pubblica per cui non potevano essere assegnati ad un
ente come l'Ulss, quindi abbiamo dovuto provvedere ad una convenzione che
permettesse agli ospiti di diventare affittuari degli alloggi". Ma questo
non è stato che il primo scalino, di fatto superato perché la convenzione è
stata firmata. "In realtà per arrivare a questa conclusione - spiega il
dott. Pristinger- ci sono voluti un po' di mesi e ora stiamo procedendo alla
gara che ci permetta di individuare la cooperativa sociale, in sostanza il personale
che noi non abbiamo, che dovrà prendere in carico i pazienti. In pratica
provvederà anche ad un loro inserimento lavorativo che, probabilmente, arriverà
lentamente. Ma si tratta comunque di un passo verso quella sorta di normalità
di cui questi pazienti hanno bisogno". In lista d'attesa ce ne sono almeno
sedici equamente divisi tra uomini e donne che vanno dai 40 ai 50 anni e che
per ora attendono in una struttura sanitaria quello che la legge gli dovrebbe
offrire senza tanti cavilli. "Contiamo di poter aprire i quattro alloggi
entro ottobre", conclude il primario. Burocrazia permettendo.
( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 11-06-2008)
Pubblicato anche in: (Unione Sarda, L' (Nazionale))
Argomenti: Burocrazia
Oristano e Provincia Pagina 4030 Raccolta bloccata da 5
giorni, i Comuni non hanno mezzi né denaro per conferire i rifiuti altrove I
sindaci: "Riaprite la discarica" Raccolta bloccata da 5 giorni, i
Comuni non hanno mezzi né denaro per conferire i rifiuti altrove Sono più di 70
i paesi invasi dall'immondizia --> Sono più di 70 i paesi invasi
dall'immondizia È polemica sull'impianto di Arborea: il Comune ha firmato la
concessione, la Provincia non ha concesso l'ultima autorizzazione. Il sindaco
di Samugheo, Emanuele Sanna, contesta: "Come mai dopo tre mesi non si è
fatto nulla? La burocrazia è troppo lenta". Per risolvere l'emergenza ci sono due
possibilità: trasportare i rifiuti negli impianti indicati dalla Regione o
sperare che in pochi giorni il Tribunale del riesame annulli il sequestro della
discarica di Bau Craboni. In entrambi i casi ci sarà da aspettare,
forse, più di una settimana. E nel frattempo le strade della provincia
rischiano di trasformarsi in giganteschi immondezzai. Gli oltre 70 paesi che
conferivano i solidi urbani a Tiria non sono in grado di organizzarsi nel giro
di poco tempo per scaricare a Ozieri, Villacidro o Macomer. Per diverse
ragioni: nessuno dei Comuni ha i mezzi adatti per trasferire grosse quantità di
immondezza e in più il trasporto dei rifiuti comporterebbe costi altissimi. Non
meno di 12.000 euro al giorno. Il conto è presto fatto: nell'Oristanese si
producono, quotidianamente, cento tonnellate di immondezza non riciclabile. E
soltanto il trasporto di ogni tonnellata costerebbe circa 39 euro. Ai quali ci
sono poi da aggiungere altri 80 euro per il deposito, escludendo la tassa
regionale per il conferimento fuori bacino, che le amministrazioni comunali
sperano venga annullata. Ieri mattina in Provincia si è fatto il punto: una
soluzione non è stata trovata e i sindaci hanno deciso che per ora non
raccoglieranno i rifiuti che si stanno accumulando nelle strade. Solo Mogoro,
Terralba e Oristano hanno iniziato a conferire a Villacidro e Ozieri, mentre
Ghilarza comincerà stamattina. La proposta della Provincia è quella di
realizzare quattro stazioni di stoccaggio intermedio e utilizzare mezzi di
grandi dimensioni per completare il trasporto. "Per attuare questo piano
c'è bisogno dell'assenso di tutti i sindaci - spiega il dirigente
dell'Assessorato all'Ambiente, Piero Dau - E in ogni caso ci sarà da fare un
appalto per affidare l'incarico a una ditta di trasporti. Come minimo ci sarà bisogno
di 10 giorni". E nel frattempo? "I nostri paesi saranno invasi di
buste e i turisti passeranno dritti - se la prende il primo cittadino di
Cabras, Efisio Trincas - Visto che siamo in emergenza la Regione intervenga al
più presto e la Protezione civile metta a disposizione i mezzi per trasportare
i rifiuti ". Il problema sono i costi. "Non possiamo permetterci di
spendere un centesimo in più - precisa il sindaco di Santa Giusta, Antonello
Figus - Né possiamo far gravare queste spese sui cittadini". Gli avvocati
della Intercantieri Vitadello intanto lavorano per presentare il ricorso contro
il provvedimento firmato venerdì dal Tribunale di Oristano. "Il sequestro
della discarica - sostiene il presidente della Provincia, Pasquale Onida - sta
comportando conseguenze ben più gravi rispetto alle irregolarità, vere o
presunte, che vengono contestate". "Bau Craboni è perfettamente a
norma - ribadisce il direttore del Consorzio industriale, Sergio Niedda - Lo
dicono i risultati dei controlli periodici e delle analisi della qualità
dell'aria e dell'acqua". E il sindaco di Samugheo rincara la dose:
"Se è vero che a Tiria si rispettano le norme - dice Emanuele Sanna -
dobbiamo pretendere che l'impianto venga riaperto subito". NICOLA PINNA.
( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 11-06-2008)
Pubblicato anche in: (Unione Sarda, L' (Nazionale))
Argomenti: Burocrazia
Prov Sulcis Pagina 2028 Portovesme, la Regione autorizza
lo stabilimento Via libera al Progetto bauxol: fanghi rossi per le bonifiche
ambientali Portovesme, la Regione autorizza lo stabilimento --> Usare i
fanghi rossi dell'Eurallumina di Portovesme per bonficare le discariche di
veleni accumulate attorno alle vecchie miniere? È il "Progetto
bauxol" messo a punto da una società romana, la Virotec Italia. Ebbene
dopo essere rimasto per alcuni anni impigliato nelle maglie
della burocrazia, ieri il
progetto per trasformare i fanghi della bauxite in un potente agente
dall'effetto disinquinante ha ottenuto il via libera della Regione. Una
delibera della Giunta presieduta da Renato Soru, infatti, ha dato il la alla
realizzazione dello stabilimento che dovrà sorgere nel polo industriale di
Portovesme, su un terreno di tre ettari e mezzo. Si tratta di costruire
un impianto per la produzione del bauxol, un materiale ottenuto dal trattamento
chimico dei fanghi rossi. Rappresentano il residuo della lavorazione della
bauxite che viene effettuata negli stabilimenti dell'Eurallummina di
Portovesme, una società recentemente acquisita dalla sovietica Rusal. Ebbene
attraverso vari processi chimici e fisici i fanghi (attualmente stoccati in un
enorme bacino con vista sul Canale di San Pietro), da ingombranti residui
verranno trasformati in una sostanza che possiede un'elevata capacità di
neutralizzare gli acidi, catturare i metalli e legare i fosfati. In poche
parole di catturare e neutralizzare le sostanze tossiche e altamente inquinanti
di cui sono impregnati soprattutto i terreni attorno agli impianti minerari
dismessi. Lo stabilimento della Virotec Italia dovrebbe trasformare alcune
centinai di migliaia di tonnellate di fanghi rossi all'anno, solo una parte di
quelli prodotti dall'Eurallumina dai cui impianti esce una tonnellate di fanghi
per ogni tonnellata di allumina prodotta. Il che significa quasi un milione di
tonnellate di scorie ogni anno. (s. m.).
( da "Asca" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
(ASCA) - Roma, 11 giu - ''E' emergenza nazionale. E'
necessario una iniezione di merito, premiando i piu' bravi e punendo i meno
bravi''. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a
margine di un convegno alla Luiss. Secondo la Marcegaglia, inoltre, e'
necessario ''abolire norme e leggi, chiedere che ci sia una forte
digitalizzazione e che il pubblico impiego abbia leggi simili al privato''. Proprio oggi pomeriggio, ha poi annunciato la Marcegaglia,
Giuseppe Morandini, presidente della Piccola e media impresa, incontrera' il
ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, per illustrare un protocollo
stilato da Confindustria per favorire lo snellimento della burocrazia. luq/cam/alf.
( da "Gazzettino, Il
(Padova)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Regione in ritardo, bloccate le licenze Mancano le
direttive: stop ai phone center (M.D.) La burocrazia questa volta aiuta i
cittadini, o almeno quelli che in passato hanno avuto noie a causa dei numerosi
phone center presenti in città e gestiti, non sempre nella legalità, da
extracomunitari.Dopo l'ultima "retata" che ha portato alla chiusura
di cinquanta punti di telefonia con linee per l'estero, infatti, la
legge regionale 32 di fine 2007 ha disposto che i Comuni possano rilasciare
nuove concessioni solo dopo aver istituito un piano urbanistico. Il
provvedimento deve essere eseguito in ottemperanza alle nuove linee guida della
Regione che non ha però ancora emanato le predisposizioni in materia urbanistica,
e del resto ha tempo sino al 2010 per esprimersi. Automaticamente i Comuni sono
bloccati e con essi le licenze.Analogo discorso per i pubblici esercizi, come i
bar, per i quali la programmazione numerica non prevede graduatoria
nell'accesso alle licenze commerciali, ed è quindi necessario acquistarle da
qualcuno che cessa l'attività. In compenso per i pubblici esercizi è ammesso il
trasferimento, per i phone center no.La Regione di fatto ha voluto dare un giro
di vite al fenomeno legato ai siti telefonici, che spesso erano centri di
"attività di vicinato" in violazione alle disposizioni sul commercio.
Così insieme, alla possibilità delle telefonate, venivano venduti generi
alimentari e alcolici, che tra l'altro sfuggivano a qualsiasi controllo sanitario.
In diversi casi i phone center si erano trasformati in teatro di aggressioni e
risse, che scoppiavano come effetto dei fumi dell'alcol. Oggi in città il loro
numero è passato da 70 a 20. Condizione richiesta per riaprire i battenti con
la doppia attività, commerciale e di telefonia, è avere anche una doppia
entrata e un'attrezzatura adeguata, di cui però nessuno ha voluto dotarsi. Di
qui la moria dei phone center.
( da "Corriere Di Como,
Il"
del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mister Cotta "profeta in patria" "Ma non
ha un compito facile" Calcio Parlano tecnici e giocatori lariani
"doc", al pari del nuovo allenatore Mercato, accordo con il Milan per
l'arrivo di due giocatori Cesare Butti negli anni '30, Antonio Cetti tra gli
anni '30 e 40', Giacomo Gattuso nella stagione 2005-2006. Sono pochi, nella
storia del Calcio Como, i lariani "doc" che hanno avuto l'onore di
allenare la squadra della loro città. Ora a questa lista si aggiunge Corrado
Cotta. Il nuovo tecnico del Como, infatti, è originario di Villa Guardia, da
sempre è tifoso degli azzurri e ora avrà l'onore, e l'onere, di guidarli al
ritorno tra i professionisti. Cotta, insomma, dovrà essere "profeta in
patria". Ma come ci si trova a guidare la squadra della propria città ad
alti livelli' Tecnici e giocatori che hanno già fatto questa esperienza (non
solo nel calcio) dicono la loro. Per primo, tocca al già citato Giacomo
Gattuso, l'uomo che ha allenato gli azzurri al loro primo anno fra i
dilettanti. "Posso garantire che non è facile - afferma - anche perché c'è
sempre un grande coinvolgimento emotivo". "Però - prosegue Gattuso,
che ora fa parte dello staff del Novara - allo stesso tempo la passione e la
grande voglia di fare bene possono spronare chiunque. Conosco bene Corrado
Cotta e sono sicuro che lui ha questi valori e saprà farsi amare da un pubblico
esigente come quello lariano. Tifosi che, ne sono sicuro, non gli faranno mai
mancare il loro incoraggiamento". "Sicuramente quando si guida la
squadra della propria città si sente una pressione molto forte - dice il
calciatore Diego De Ascentis, lariano "doc" ora all'Atalanta in serie
A - ma allo stesso tempo penso che un professionista dia sempre il 100% in ogni
situazione, sia come tecnico sia come giocatore". "È comunque fuori
di dubbio che i tifosi si attenderanno molto - conclude il centrocampista -
proprio perché in panchina ci sarà un comasco proprio nella stagione del
ritorno tra i professionisti dopo anni tra i dilettanti". Stefano
"Tete" Pozzi oggi dirige il settore giovanile della Como Nuoto. Anni
fa ha guidato la prima squadra azzurra nel torneo di serie A. "Allenare il
team della tua città è un'esperienza che vale doppio - sostiene Pozzi - Como è
una città che ti sa spronare e dare la giusta carica. Cotta sarà sotto
pressione, ma allo stesso tempo per lui sarà piacevole lavorare in questa
situazione. Ne sono convinto". dirigenti al lavoro Prosegue l'opera di
costruzione della squadra per la prossima stagione. Dopo la scelta
dell'allenatore si sta operando sul mercato dei giocatori. Su questo fronte, è
stato raggiunto l'accordo con il Milan per l'arrivo sul Lario di due elementi.
Ora tocca ai calciatori decidere. Ieri è stata anche una giornata in cui i
dirigenti hanno lavorato sul fronte della burocrazia. È stata studiata la documentazione per l'iscrizione al prossimo
campionato ed è stata predisposta la lista dei lavori di riadattamento dello
stadio alle esigenze della serie C. Massimo Moscardi Nella foto: Corrado Cotta
Home Grandola in campo per ricordare Paolo Battaglia A Domaso in scena gli
Europei della classe Ufo 22 Trofeo Cittadella 2008 in archivio A Roberto Loda
il premio "Maurizio Riva" Briantea, anno indimenticabile.
( da "Gazzettino, Il
(Treviso)" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
I progetti del comune sul futuro della caserma Salsa
tornano all'attenzione della giunta. Oggi l'assessore al bilancio Fulvio Zugno
e quello all'urbanistica Sergio Marton tenteranno di mettere a punto un piano
d'azione: programmare un appuntamento con i responsabili del demanio militare a
Roma per ribadire l'intenzione di Ca' Sugana di entrare in possesso della
grande struttura militare. Ma fare i conti con i tempi
della burocrazia non è mai
facile.Sono passati ormai più di sei mesi da quando il comune ha presentato la
sua proposta per utilizzare la "Salsa". L'amministrazione ha proposto
di portare, all'interno degli edifici più di pregio e carichi di storia, la
nuova sede della Guardia di Finanza e dei Nas. Il resto del complesso,
la parte anteriore, invece lo vorrebbe destinare ad area verde, trasformandolo
in un grande parco pubblico da collegare con il vicino parco dello Storga e con
villa Manfrin. Prima però il comune dovrebbe abbattere quattro grossi capannoni
regalando la relativa cubatura al Demanio che potrebbe utilizzarla da altre
parti della città. Il progetto ha anche incontrato più di qualche consenso ma
si è incagliato nelle lentezze degli uffici ministeriali. Per questo motivo Ca'
Sugana ha intenzione di sollecitare una risposta con un preciso obiettivo:
mettere le mani sulla caserma senza essere costretta ad esborsi finanziari
impensabili per un ente pubblico.P. Cal.
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
(Pl.T.) La bottega smobilitata è l'immagine di una
battaglia perduta. Quella delle attività artigianali di Venezia contro affitti sempre più insostenibili e una burocrazia oppressiva. Di fronte ai quali ha alzato bandiera bianca anche
il presidente degli artigiani, Antonio Marchiori, che ieri ha iniziato il
trasloco della sua attività, la storica bottega Tony's Coiffeur, verso Mestre.
Dove aprirà ai primi di luglio al civico 80 di piazza Ferretto, dopo aver lavorato
a Venezia per oltre trentacinque anni. "Ho avuto la bottega qui in
Frezzaria per 22 anni - ricorda Marchiori - prima ero in calle dei Fuseri e
prima ancora in bocca di Piazza". E l'elenco di chi si è fatto i capelli
da lui potrebbe riempire qualche volume di un'enciclopedia sulla storia del
cinema. Si va da Paul Newmann ("Ogni volta che passa per Venezia viene a
farsi i capelli da me") a Robert Mitchum, da Richard Burton a Mariangela
Melato, da Monica Vitti a Paolo Villaggio. Ma Marchiori ha anche curato le
improbabili acconciature di Margaret Tatcher ("Era al Gritti per un
summit" ricorda) e nel suo solarium passava a farsi le lampade Gianni
Agnelli. Alla base della decisione di mollare c'è una norma del Piano
regolatore del 1996 che, di fatto, non consente di esercitare alcuna attività
artigianale ai primi piani degli edifici. Anche se si tratta di lavorazioni che
non producono fumi o rumori quali quelle di un parrucchiere, di una modista o
di un grafico informatico. Gli artigiani possono rimanere ai primi piani finché
in possesso di un contratto di affitto, ma al momento del rinnovo sono
obbligate a cercarsi una nuova sede a pianterreno. Esattamente la situazione in
cui si è trovato Marchiori. "È un piano folle. Nemmeno ho valutato
l'ipotesi di cercare un locale a pianterreno - aggiunge - visto che gli affitti
in questo caso possono arrivare tranquillamente a quindici o ventimila euro al
mese". Una decisione condivisa anche dal figlio Daniele, 32 anni, che
raccoglierà il testimone della ditta: "A Mestre il bacino di clientela è
sicuramente più ampio che a Venezia e anche di fronte a tale considerazione è
assurdo che il Comune non faccia nulla per favorire la permanenza di attività
in laguna".Mentre gli operai portano giù il mobilio continuano ad arrivare
clienti che non sapevano della chiusura. Qualcuno vuole farsi tagliare i
capelli, altri chiedono dell'estetista, una ragazza si chiede dove trovare un
altro solarium per farsi la lampada. E Marchiori, originario di Monselice,
ringrazia comunque la città in cui ha lavorato per una vita: "Venezia mi
ha dato la possibilità di insegnare un mestiere ai miei figli e non posso che
ringraziare tutti quelli che sono stati miei clienti per tanti anni". E
annuncia che rimarrà presidente degli artigiani veneziani "con molta più
forza di prima". Poi ci pensa su un attimo e aggiunge: "E anche con
tanta rabbia in più".
( da "Sicilia, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Il quartiere di San Michele merita maggiore
attenzione" Quale contratto di lavoro applicare ai lavoratori termali? Il
punto di domanda, molto probabilmente, avrà una risposta domani nel corso della
Giunta di governo quando dovrà decidere se ai dipendenti termali verrà
applicato il contratto di lavoro regionale, oppure confermare quello di diritto
privatistico, che si presenta con modalità ibrida trattandosi di personale
dipendente di un'Azienda dal bilancio pubblico. Giovedì, dunque, la Giunta
regionale potrebbe sciogliere un altro nodo della complessa matassa relativa
alla istituzione del ruolo speciale. Nel caso in cui il governo regionale
dovesse decidere per l'applicazione del contratto di lavoro regionale si rende
necessario un ulteriore passaggio nell'aula parlamentare di palazzo dei
Normanni. Serve, dunque, un altro provvedimento legislativo. Intanto, per il
mese di maggio, ci riferiamo alla ormai costante vicenda della liquidazione
degli stipendi, bisogna ancora attendere. I sindacati, a proposito, fanno
sapere che intendono incontrare il nuovo assessore regionale al Turismo,
Giambattista Bufardeci. Al di là di quale contratto di lavoro applicare, i
sindacati vogliono chiarire definitivamente la questione "degli immotivati
ritardi" nella liquidazione delle spettanze. Una situazione delle Terme di
Sciacca completamente opposta da quella di Acireale. Seppure seguono
parallelamente la complessa sorte della privatizzazione, ad Acireale gli
stipendi vengono corrisposti puntualmente, a Sciacca no. Ad Acireale gli
stabilimenti non sono mai stati chiusi, a Sciacca si. Solo da lunedì è stata
aperta una piccola porzione di reparti, a San Calogero. Una stagione termale
fortemente compromessa con la conseguente contrazione degli introiti. E in un
regime di assoluta magra, aver perso diversi mesi di attività inciderà
notevolmente sul bilancio. E bisogna attendere la strategia del neo presidente
della Regione, Raffaele Lombardo. Ha segnato la linea della
semplificazione dell'amministrazione e della burocrazia. Non si hanno ancora notizie certe su come intende proseguire il
nuovo governo regionale sul percorso tortuoso della privatizzazione. Qualche
voce di corridoio avanza l'ipotesi di una sola società per azioni che gestisca
ambedue le realtà termali siciliane. Ma sono solo ipotesi. Filippo
Cardinale.
( da "Agi" del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Burocrazia CALDEROLI "LA GAZZETTA
UFFICIALE CARTACEA SPARIRA'" La scomparsa della Gazzetta Ufficiale rientra
nel pacchetto per la riduzione delle pratiche burocratiche previsto dal
governo. Lo ha detto il ministro della Semplificazione normativa, Roberto
Calderoli, nel corso del Question time alla Camera.
"Con il ricorso agli abbonamenti on line spariranno progressivamente - ha
detto il ministro - i documenti cartacei, a partire dalla Gazzetta
Ufficiale". "Vogliamo riordinare tutti gli organismi statali e
finalmente saranno soppressi gli Enti inutili - ha aggiunto Calderoli -
attraverso un meccanismo a ghigliottina ispirato al taglia-leggi che diventera'
il taglia Enti inutili". Il ministro ha inoltre annunciato che con i colleghi
ministri interessati "si stanno mettendo a punto strumenti per la
semplificazioni fiscale, il mondo del lavoro, la privacy e molto altro
ancora". Il governo si accinge a proporre al Parlamento l'abolizione di
almeno il 25% delle leggi vigenti, ha annunciato Calderoli, nel corso del
question time alla Camera. Il governo, ha inoltre intenzione di
"realizzare una banca dati pubblica, allo stato attuale inesistente, delle
leggi esistenti. "Il meccanismo taglia leggi - ha aggiunto il ministro - non
si limitera' ai provvedimenti ante 1970 ma sara' esteso fino ai giorni d'oggi.
Le norme rimanenti saranno raggruppate in un numero limitato di testi unici e
di codici di settore". (AGI) - Roma, 11 giu. -.
( da "Varesenews" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Sesto Calende - Allo Sportello Cittadinanza è possibile
trovare informazioni diverse: dall'educazione all'assistenza sanitaria, risparmiare tempo ed evitare incomprensioni La burocrazia disorienta? In Comune si
trova la "bussola" C'è chi fa il punto sulla situazione politica, chi
commenta la partita e chi ricorda i tempi passati. Può sembrare strano vedere
nella sala lettura di una biblioteca degli anziani che passano il tempo
discutendo e sfogliando i quotidiani. Non è strano a Sesto Calende dove
la biblioteca, negli anni, è diventata un vero e proprio punto di ritrovo anche
per chi non è più giovanissimo. "È il risultato di un lavoro iniziato
negli anni ottanta e che ha avuto come obiettivo quello di rendere più semplice
il rapporto tra i cittadini e le istituzioni - ha spiegato Emilio Valiani,
dirigente del Comune di Sesto Calende -. La nostra biblioteca è diventata
"atipica" perchè fa convivere al suo interno, oltre ai tradizionali
servizi di prestito dei libri, cultura, sport e servizi sociali". In
questa logica di "scoperta del settore pubblico" si colloca
anche il nuovo servizio proposto dall'amministrazione comunale guidata dal
sindaco Chierichetti: uno "sportello sociale" al servizio dei
cittadini dove è possibile trovare informazioni, aiuti nella compilazione di
moduli e nell'accesso a servizi telematici. "L'idea - precisa il consigliere
comunale Claudio Carabelli - è nata a seguito di un'indagine che ha
sottolineato il senso di disorientamento provato dai cittadini quando, per
qualsiasi motivo, devono entrare in contatto con le istituzioni. Può
capitare di rivolgersi agli sportelli sbagliati, non essere compresi, non
avere sotto mano i documenti richiesti. Dare la possibilità ai
cittadini di avere un punto di riferimento competente al quale rivolgersi per
ottenere informazioni permette dunque di risparmiare tempo e di avere un
servizio pubblico più efficiente". Allo "Sportello Sociale
Cittadinanza" è possibile trovare personale qualificato in grado di
offrire chiarimenti sui servizi del territorio e in particolare su assistenza
sociale, educazione, istruzione e formazione, lavoro, immigrazione, salute, assistenza
sanitaria e casa. "Vogliamo diventare una "bussola" per i
cittadini - ha aggiunto Paola Fanchin, pedagogista dell'Ufficio di Piano di
Sesto Calende -. Chi si rivolgerà a noi potrà ottenere delle informazioni ma
anche aiutarci a capire quali sono le esigenze più sentite: in altre parole
creare una rete virtuosa per rendere il Comune più vicino alle persone".
Lo sportello, già attivo a Ispra, si trova a Sesto Calende in piazza Aldo Moro
8 ma dopo i lavori di ristrutturazione del Comune, che partiranno a fine
luglio, si sposterà in biblioteca. Progetti simili, intanto, stanno prendendo
il via anche a Mercallo e a Taino. Orari: lunedì dalle 10,30 alle 13,30 e
venerdì dalle 10 alle 14. Tel. 0331923365 sito internet:
www.sportellosocialecittadinanza.it Mercoledi 11 Giugno 2008 Maria Carla
Cebrelli.
( da "Italia Sera" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cronaca Roma Brancati (RLR) plaude la scelta del
Governatore Fiorito (An): "La revoca è un evidente fallimento"
"Avendo da tempo proposto come liberali l'azzeramento dei direttori
generali, con la costituzione di una sola Asl, per ragioni di risparmio, ma
anche di semplificazione amministrativa, non possiamo che plaudire alla scelta
del presidente Marrazzo, di tagliare i costi della sanità, riducendo
la burocrazia e
l'inefficienza delle Asl". E' quanto dichiara in una nota il presidente
del Gruppo Liberali Repubblicani al consiglio regionale, Antonietta Brancati.
"Abbiamo in questi anni indicato più volte al presidente Marrazzo la
necessità di scelte liberali in campo sanitario, secondo il principio del
merito, della professionalità e della efficienza, denunciando gli alti
costi della macchina burocratica, che sono stati fatti pagare ai cittadini
laziali - aggiunge - Meglio tardi che mai. Come liberali saremo al fianco del
presidente marrazzo nella lotta agli sprechi, siamo per l'azzeramento delle
consulenze non sanitarie, per la riduzione delle Asl, per il taglio degli
stipendi agli alti dirigenti, ritenendo giusto investire invece nella
assistenza e nella cura alla persona. No al taglio di letti indiscriminato ma
in concertazione con l'ordine dei medici e con le categorie dei medici".
"Ringraziamo Battaglia - conclude Brancati - per la passione con cui ha
affrontato i problemi strutturali della sanità laziale, ma forse è mancato il
coinvolgimento, su un tema così complesso, delle forze politiche e delle professionalità
disponibili, e la volontà di sottrarsi all'invadente pressione partitocratica.
Battaglia ha pagato per tutti". "La revoca di Battaglia è il segno
evidente del fallimento della politica sanitaria della giunta Marrazzo". È
quanto dichiara in una nota il consigliere regionale di Alleanza Nazionale
Franco Fiorito, componente della commissione Sanità. Cristiano Vasselli
Edizione n. 929 del 11/06/2008.
( da "Sestopotere.com" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
(11/6/2008 17:35) | (Sesto Potere) - Reggio Emilia - 11
giugno 2008 - Nuove regole per parrucchieri, estetisti, tatuatori e laboratori
di piercing che operano nel Comune di Reggio Emilia. Le ha stabile lunedì il
Consiglio comunale con una delibera che, seguendo le indicazioni della legge
Bersani in materia di liberalizzazione degli esercizi pubblici, semplifica le
procedure per l'apertura di nuove attività. Parrucchieri, estetisti, tatuatori
e laboratori di piercing che vorranno entrare sul mercato potranno farlo
semplicemente presentando una dichiarazione di inizio attività (Dia), nel
rispetto dei requisiti richiesti: possesso di idonea qualifica professionale,
conformità dei locali con le normative edilizie e possesso del certificato
igienico sanitario rispetto a locali e attrezzature. Studi e laboratori per la
realizzazione di tatuaggi e piercing dovranno inoltre attenersi alle
disposizioni indicate nella relativa delibera della Regione Emilia Romagna che
stabilisce norme igieniche rigorose per evitare che nell'ambito di tali
attività possano verificarsi infezioni e trasmissioni di virus. “Il nuovo
regolamento – ha detto l'assessore alle Attività produttive Mimmo Spadoni - è
il risultato di un lavoro svolto insieme all'Ausl e alle associazioni di
categoria. Grazie a questa nuova normativa si snellisce la burocrazia di avvio delle attività e si
dà maggior dinamismo al mercato, pur nel rispetto dei requisiti igienici
necessari. Con il regolamento introduciamo inoltre precise indicazioni rispetto
alle pratiche di piercing a cui in precedenza, vista la novità di questo
settore, non erano riservate normative specifiche. Sia per queste
attività che per i tatuaggi gli operatori dovranno inoltre seguire appositi
corsi di formazione, organizzati da Ausl, sugli aspetti igienici e sanitari e i
possibili rischi legati a queste pratiche”. La delibera è stata approvata con
20 voti a favore (Pd, Italia Popolare, Pdci, Democratici a sinistra, gruppo
misto- Fantini), un voto contrario (Prc) e 9 astensioni (FI-Pdl, An-Pdl, Udc,
Lega, Gente di Reggio, Laboratorio Reggio).
( da "Varesenews" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Milano - In aula infuria il dibattito sul modello
sanitario lombardo Caso Santa Rita, parla l'assessore Bresciani L'assessore
regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, nel corso della seduta consiliare
pomeridiana ha tenuto una relazione sul caso riguardante la clinica Santa Rita,
riferendo al Consiglio Regionale i dati e la storia della struttura sanitaria
risultanti alla Regione. Attualmente la clinica ha 276 posti letto e circa 700
dipendenti: negli ultimi anni si è registrato un incremento di posti letto pari
al 56 per cento che ha determinato una maggiorazione dell'investimento della
Regione del 45 per cento. Già nel 2006/7 erano state segnalate irregolarità
amministrative e quindi era stato ridotto l'impegno economico regionale.
Bresciani ha inoltre confermato la decisione della sospensione della
convenzione. Alla relazione è seguito un ampio dibattito aperto da Stefano
Zamponi (Idv) che ha giudicato l'esposizione dell'assessore "arida e
burocratica". "Il Presidente Formigoni -ha detto- si accorge solo ora
di quanto accade, nel momento in cui ci costituiamo parte civile contro la
Santa Rita: doveva farlo un anno fa". Il consigliere Alessandro Cè (Misto
? Cristiani e federalisti) si è detto insoddisfatto di una relazione "con
soli numeri. Si minimizza un fatto grave: il problema dell'illegalità è diffuso
e non c'è volontà di cambiarlo. Ho sollecitato la necessità di riforme e ne ho
pagato le conseguenze. In questa vicenda c'è una responsabilità di sistema che
è tutta politica". Per Silvia Ferretto Clementi (Misto 9103-Pdl) "il
problema non è la legge così come non ritengo si debba criminalizzare un'intera
categoria professionale, ma bisogna essere spietati nei confronti delle persone
che commettono reati come quelli che vengono contestati al Santa Rita. Sono
soddisfatta dalle azioni intraprese dalla Giunta in questa vicenda ma deve
migliorare i controlli ad ogni livello". Mario Agostinelli (Prc) è
"indispettito dal tono di netto ridimensionamento dei fatti" da parte
dell'assessore Bresciani. "Tra le gente c'è panico, indignazione ? ha
aggiunto ? Sostengo da tempo che l'illegalità nella sanità lombarda non è un
aspetto patologico ma è diventato fisiologico. La politica di Formigoni ha
fatto precipitare la situazione in tutti i servizi pubblici della nostra
regione". "Sui fatti alla Santa Rita credo sia utile che il Consiglio
Regionale insedi una Commissione d'inchiesta ? ha detto Carlo Monguzzi (Verdi)
? Qui qualche cosa non ha funzionato. La Giunta sapeva: perché non è
intervenuta prima? Non mi ha convinto la sobria relazione dell'assessore. La
soluzione ora potrebbe essere quella di trasformare la Santa Rita da struttura
privata a pubblica ". "Mi interessa capire se siamo di fronte a una
vicenda anomala, unica, irripetibile, isolata che non possa più ripetersi ? ha
detto Marco Cipriano (Sd) ? credo che su questo fatto si debba prevedere il
ricorso al fallimento della società a tutela dei lavoratori e del personale
sanitario per non far pagare a tutti gli errori di pochi. Siamo di fronte ai
cittadini e preferisco la prevenzione alla repressione". Il Presidente
della Commissione Sanità Pietro Macconi (AN-PdL) ha affermato che il "sistema
di controllo è efficace, anche se migliorabile". "Quanto è accaduto
-ha aggiunto- è gravissimo e certamente dobbiamo reagire trovando strumenti più
adeguati per migliorare l'efficacia dei controlli, perché è un dovere del
pubblico quello di garantire azioni di controllo". Il capogruppo della
Lega Nord Stefano Galli si è detto "indignato" da quello che è
successo nella clinica milanese. "Pensavamo ? ha detto ? che il nostro
sistema fosse incontaminabile. Non è così! E' arrivato il momento di rivedere i
Drg, mettersi attorno al tavolo per ridisegnare il sistema ed evitare che i
criminali possano trovarvi varchi per intrufolarsi. Adesso dobbiamo però
pensare ai lavoratori della clinica. Stamane ho parlato con il Ministro Maroni
e l'ho invitato a contattare il suo collega del Welfare Sacconi affinché si
possa trovare una soluzione per questi lavoratori, circa 900 con l'indotto.
Sono tutti infermieri con contratto privatistico. Stiamo cercando di verificare
se possono essere "trasferiti" nel contratto pubblico cosi da destinarli
agli ospedali pubblici, che come tutti sanno registrano forti carenze di
personale infermieristico". Secondo il Capogruppo del Partito
Democratico Carlo Porcari "quello che è successo chiama in causa le
istituzioni. La sanità è materia di competenza regionale, dunque oggi è
coinvolta Regione Lombardia e il Consiglio Regionale. Formigoni si autoassolve,
scarica tutto su medici e sul personale. Invece è il nostro sistema che
non funziona. C'è una responsabilità della politica. Il modello che abbiamo
importato dagli Usa è applicato solo in parte, manca l'applicazione degli
aspetti sul controllo e la verifica. E' arrivato il momento di una forte
assunzione di responsabilità della politica. E' necessaria e urgente
un'operazione di trasparenza perché bisogna ridare fiducia ai cittadini".
Carlo Saffioti di Forza Italia è intervenuto rivolgendo un "pensiero
solidale a tutte le vittime della malasanità . Esprimo anche solidarietà e
apprezzamento alle migliaia di operatori sanitari che tutti i giorni con sacrificio
e dedizione prestano la loro opera. Ribadisco tuttavia la fiducia nel modello
sanitario lombardo, deve solo essere aggiornato. Oggi c'è
troppa burocrazia,troppa
ingerenza della politica come del resto avviene in tutte le altre
regioni". Saffioti ha poi concluso evidenziando che il rapporto
pubblico-privato in Lombardia è in linea con la media nazionale. In conclusione
l'assessore Bresciani si è detto "inorridito" per quanto è accaduto
che è contrario ai principi della medicina e anche dell'economicità del
sistema. Se confermati, i fatti -ha aggiunto- sono da giudicare come criminali,
ma "sicuramente non si può mettere in discussione la professionalità e la
bontà del servizio sanitario in generale. Anche se la politica che è cinica
tende ?ha aggiunto- a generalizzare laddove invece c'è un estremo bisogno
di distinguere. Dobbiamo migliorare il sistema, compresi i controlli per i
quali sono impegnate oggi 150 persone. Adesso stiamo lavorando col massimo
sforzo per risolvere i problemi anche dei lavoratori della clinica"
Mercoledi 11 Giugno 2008.
( da "Sicilia, La" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Villaggio turistico "Congelato" il recupero
dei fabbricati del Biviere L'attesa di quanti aspettavano il recupero dei
fabbricati del Biviere continua ad essere delusa. Il progetto, relativo alla
ristrutturazione ed il successivo trasferimento al Comune del complesso di aree
e fabbricati del villaggio turistico denominato "Biviere di Lentini",
sembra essersi arenato nelle secche della burocrazia. Si tratta di 8 fabbricati,
senza infissi ed alcuni senza tetto. Gli immobili, incastonati in un ambiente
paesaggistico davvero stupendo, erano stati una ventina di anni fa affidati
alla cooperativa Vita Nuova, impegnata nel recupero e nell'assistenza ai
bambini disabili. La cooperativa fu poi costretta a sloggiare e i
fabbricati giorno dopo giorno sono andati alla malora. L'ufficio tecnico del
comune ha di già stilato una relazione tecnica, onde poter accertare lo stato
degli 8 fabbricati, alla mercè di chicchessia. La somma prevista per il
recupero degli immobili è di 4 milioni di euro. G.G.
( da "AprileOnline.info" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pino De Luca, 10 giugno 2008, 12:58 Dibattito Lo spirito
e il senso del pensiero di Marx vanno ricercati sessant'anni orsono, dopo la
catastrofe del conflitto più sanguinoso e aberrante di tutti i tempi, quando si
trovò la forza di scrivere la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Non è una eccezione alla regola che mi sono data. è solo una pagina del diario
di bordo di una barchetta. Vi sono scritti: il porto dal quale è salpata, la
cambusa e il resoconto di ogni scalo. La barchetta muove sempre verso est, che
ad ovest di Paperino c'è solo il vuoto pneumatico. Non è quindi la politica
politicata e tantomeno filosofia filosofeggiata. Con la prima abbiamo
concordato, da tempo, una separazione consensuale. Per la seconda non credo di
essere sufficientemente intelligente. Sono riflessioni che il confronto con
amici di dialogo mi sollecita e che a questi amici non posso che dedicare.
"Ad ogni piè sospinto - dice Sergio - richiami il tuo "essere
comunista", dici cose spesso condivisibili. Ma quel tuo richiamo le rende
indigeste a chi come me ha idea diversa". Sergio è un uomo gentile oltre
che intelligente e colto. Non dice la parola giusta che dovrebbe descrivere la
sua reazione alla parola "comunista". Non la dice per rispetto forse,
per educazione certamente. Il sentimento che Sergio prova alla parola
"comunista", io credo, possa essere descritto dalla parola:
ripugnanza. Questo sentimento di Sergio è condiviso da molti interlocutori con
i quali scambio spesso punti di vista. Alcuni di loro me lo dicono, dapprima
con piglio deciso, poi quasi commiserandomi come ne fossi affetto. Un'altra
corrente di pensiero, Nino ad esempio, mi domanda il senso del dirsi comunisti
nel XXI-esimo secolo. Un'altra ancora, che trovo meravigliosa, pur
dichiarandosi apertamente di destra manifesta nei miei confronti sentimenti
straordinari che non posso che ricambiare. Penso al Sig. Aurelio che ha a cuore
la Chiesa della Madonna del Giardino di Tuturano che, credo, dopo una piccola
sollecitazione mediatica, sia soggetta finalmente all'attenzione delle autorità
per garantirne il restauro e la conservazione. Vi è un'ulteriore area, quella
maggioritaria, che ti incontra per caso e ti dice "Ti leggo sempre"
ma è lì, nascosta, timorosa di aprirsi e di spiegare le vele, terrorizzata dal
fatto che il mondo si accorga della sua esistenza. L'ultima schiera riguarda
quelli che ci sono esclusivamente quando possono trovare qualcosa che dà un
senso momentaneo alla loro inutile presenza terrena e che Don Mariano Arena
qualificherebbe senza dubbio come "quaquaraquà". Condivido, e ne sono
onorato, con José Saramago l'essere "ormonalmente comunista", non
posso farci nulla, la falce e martello si è stampata in ogni globulo rosso e
così si rinnova e così sarà finché vivo. Ma quanto questa caratteristica
genetica sia corrispondente al comune intendere "essere comunista" va
certamente investigato. Il Manifesto del Partito Comunista fu pubblicato da
Karl Marx esattamente centosessant'anni fa, nel 1848. Si può ben dire che
questo termine diventa di uso comune da allora. Ma da allora ha avuto sempre il
medesimo significato? Ha rappresentato sempre le medesime cose? è stato
interpretato sempre nello stesso modo in tempi e luoghi diversi? Io credo che
non esista persona dotata di almeno un neurone funzionante che possa rispondere
affermativamente alle tre questioni. Avendo letto un po' le opere di Marx ed
Engels, e dei loro successori anche per ragioni di identità, posso dire senza
dubbio che a fronte del Metodo di Marx, universalmente riconosciuto come
eccellente, nella sostanza abbia "bucato" un gran numero di scenari.
Mai è accaduto che una società borghese evolvesse verso un momento
rivoluzionario. Le "dittature del proletariato" più che evolvere
verso il socialismo si sono orientate dapprima verso una forma monarchica e un
nuovo feudalesimo e poi verso oligopoli travestiti da capitalismo. A livello mondiale
l'idea comunista ha prodotto innovazioni e crescita sociale e civile più nel
mondo capitalistico che in quello del "socialismo realizzato". Al
contempo è servito al potere capitalistico per limitare l'evoluzione sociale e
civile delle proprie popolazioni. Straordinariamente infeconda è stata l'idea
marxiana della "socializzazione dei mezzi di produzione" almeno
quanto quella socialista e anarchica della "socializzazione dei prodotti
dell'uomo". La vera rivoluzione, io credo, consiste nel socializzare,
ovvero porre sotto il controllo collettivo, le "risorse naturali",
poiché esse sono di nessuno e di tutti. Può forse un credente immaginare un Dio
creatore che assegna risorse a questo o a quello? Può un non credente
immaginare un diritto di possesso sulle risorse senza una appropriazione
violenta e unilaterale? è il possesso delle risorse che differenzia le fortune
degli individui. Se osserviamo l'unico caso di sistema sociale documentato
dalla nascita (gli USA), la regola della "concessione" delle miniere
piuttosto che del possesso delle stesse introduceva un elemento di uguaglianza
sociale, almeno in linea teorica. Le altissime tasse di successione evitavano
ed evitano l'insorgere di caste dinastiche che tendono al parassitismo. è qui
in fondo anche il discrimine tra la Bibbia che vuole l'Uomo Padrone del Creato
e l'Uomo Custode del Creato. Io mi auguro che l'attuale Papa, considerata la
sua cultura teologica, prima o poi chiarisca e scelga se ritenere vera la
traduzione del Codice "P" o del Codice "J", magari in
questa chiave investigando sul potere dell'Uomo sulla Vita, in ogni sua fase.
La parte del marxismo che trovo semplicemente geniale è l'idea che le analisi
sociali ed economiche si determinano storicamente e nel concreto del tempo e
dello spazio. Chiude cioè la strada alle ipotesi illuministe o clericali. Le
prime che cercano una ragione di causa-effetto scientificamente determinabile e
deterministica, i secondi un disegno divino oscillante tra l'assolutamente
predeterminato e l'assolutamente imperscrutabile. Da quella intuizione non può
che discendere che i rapporti di forza e le alleanze tra le classi sociali che
esistono comunque, anche e soprattutto quando è molto difficile circoscriverle
ed individuarle, è il motore evolutivo o involutivo di una società. Come
bisogna allora ritrovare lo spirito e il senso "dell'essere
comunista"? Sessant'anni orsono, dopo la catastrofe del conflitto più
sanguinoso e aberrante di tutti i tempi, si trovò la forza di scrivere la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Essere comunista nell'occidente
del XXI secolo significa agire perché quei principi siano universalmente noti e
perseguiti in ogni parte del mondo. In quello spirito l'Essere Umano è al
centro dell'azione collettiva, in quello spirito non accade mai che "uno
sia la milionesima parte di una moltitudine di un milione", in quello
spirito ciascuno è, insieme, portatore di diritti inalienabili e garante dei
diritti dei suoi simili, non solo contemporanei ma anche passati e futuri.
Questo è, io credo, il concetto chiave. Occorre assumere la consapevolezza di
aver ricevuto un mondo da chi ci ha preceduto e che esso va restituito a chi ci
succede, possibilmente migliore. Che a peggiorarlo nulla ci vuole, come spesso
mi ricorda Sandro, quando discutiamo la teoria del Caos, l'entropia aumenta da
sé, non ha bisogno di aiuto. L'uomo dovrebbe usare il suo lavoro per ridurla.
In forma semplificata verrebbe da dire: "Si auspica che l'Essere Umano ami
il suo prossimo, ma si deve pretendere che ne abbia rispetto e dal suo prossimo
riceva quello che dà". Se la forma sociale organizzata, nel tempo, debba
essere mercato, burocrazia, clan o
una loro combinazione, lo decideranno le condizioni politiche, civili ed
economiche. Essere comunisti nel XXI secolo, io credo, significa condividere lo
spirito della Dichiarazione ma anche spendersi senza riserve affinché la
decisione sull'organizzazione sociale, dati il tempo ed il luogo, sia
sempre la più ampia, partecipata e consapevole, in definitiva la più libera
possibile. Spero di avere il tempo e la forza di avere un comportamento
coerente con quanto sostengo, rifuggendo l'ipocrisia, le scorciatoie, la
vanagloria. Nel breve spazio di milleduecentoquarantotto parole spero di aver
offerto qualche spunto di riflessione e di aver aiutato alcuni amici, ai quali
voglio bene, ad aver sentimento più bonario nell'udire il termine:
"comunista".
( da "Velino.it, Il" del
11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le
notizie via via che vengono inserite. POL - Fao, la riforma che verrà: Si cambi
la “cultura istituzionale” Roma, 11 giu (Velino) - Alcuni funzionari,
all'interno della stessa Fao, avrebbero preferito che la riforma
dell'organizzazione prendesse corpo prima del vertice di inizio giugno. Un
vertice la cui natura più “politica” che “tecnica” ha avuto come conseguenza
non secondaria quella di accendere i riflettori sull'agenzia onusiana. E,
soprattutto, sul suo funzionamento. Perché una riforma interna, la Fao sta
cercando di portarla avanti. Con un lavoro che prende le mosse dal rapporto che
una Commissione esterna indipendente ha compilato e consegnato, nel novembre
del 2007, al termine di due anni di studio. Un documento pieno di
raccomandazioni che ora un comitato della Conferenza della Fao ha il compito di
tradurre in risposte operative da portare, entro il 2008, a una sessione speciale
dell'Organizzazione. Tre i gruppi di lavoro istituiti sotto la presidenza
dell'iraniano Noori Naeni: quello relativo a “Visione e alle priorità di
programma della Fao”, quello dedicato alla “riforma della governance” e quello
che si propone di stilare riforme “dei sistemi, del cambio culturale e
dell'organizzazione”, cui fa parte, in qualità di vicepresidente, l'italiana
Rita Mannella. Dove dovrebbe portare tutto ciò? Le conclusioni del rapporto
stilato dalla commissione esterna sono riassunte in cinque punti. La macchina
lavora ma costa: l'amministrazione della Fao traduce bene i regolamenti e le
procedure approvate dall'organizzazione, ma attraverso “elevati costi di
transazione che si traducono in alti costi diretti e occulti addizionali”.
Secondo: la struttura amministrativa “ha ricadute negative sul lavoro tecnico
dell'Organizzazione e sulla sua immagine esterna”. La burocrazia fa pensare a una “cultura
intrinsecamente contraria al rischio”. Poco successo, inoltre hanno avuto le
timide politiche di decentralizzazione delle funzioni fin qui portate avanti:
“Si renderà necessario un approccio molto più sistematico, radicale, basato sul
principio di sussidiarietà e pensato per portare a un cambio nella cultura
dell'Organizzazione”. Poi c'è da mettere mano alla situazione
finanziaria “molto grave” della Fao. “Una situazione insana e insostenibile”,
continua il rapporto. “Il problema di liquidità o di flusso dei fondi si è
andato aggravando costantemente, forzando l'Organizzazione a indebitarsi in
quantità sempre maggiori”. Infine, nonostante gli sforzi prodotti, molto si
deve fare sul fronte dell'Information technology: “L'assenza di una coerenza
generale” negli interventi di ammodernamento delle dotazioni “ha portato a una
frammentazione non necessaria e costosa dei sistemi”. Come uscirne? “La
mancanza di un rendiconto dei costi personali, la mancanza di trasparenza e di
fiducia nella amministrazione della Fao genera elevati costi diretti e
indiretti”. Senza un “cambio fondamentale nella cultura istituzionale della
Fao, l'Organizzazione non può trasformarsi” in quella struttura “portatrice di
saperi efficienti ed efficaci che desidera essere e risultare veramente
adeguata al secolo XXI”. (fae) 11 giu 2008 16:55.
( da "Provincia di Como,
La"
del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Paradossi della burocrazia / 5
Quando è più la spesa dell'impresa: 18 mesi per mettersi in proprio Per avviare
un'attività necessari almeno 4.000 euro. E un anno e mezzo di pazienza Aprire
un'impresa? È un'autentica? impresa. Se la burocrazia complica terribilmente la vita di qualsiasi cittadino, può
trasformare in un vero e proprio inferno quella di un giovane intenzionato ad
aprire un'attività. Qualche timido passo avanti è
stato fatto, ma le porte a cui bussare continuano a essere molte: notaio,
commercialista, consulente del lavoro, Camera di commercio, sportello unico comunale.
Decine di adempimenti, decine di moduli da compilare. E la banca, per la
concessione del fido, richiede ulteriori documenti, oltre a un business plan.
"Creare un'impresa in un giorno", slogan rilanciato da più parte
anche ultimamente, per ora rimane solo un sogno: ventiquattro ore non bastano
nemmeno per ottenere il primo appuntamento. LA TRAFILA La prima cosa da fare è
scegliere la forma giuridica della nostra società: optiamo per una Srl (società
a responsabilità limitata), un po' più cara e complessa di altre ma con rischi
minori per il patrimonio personale. Per costituirla ufficialmente, bisogna
recarsi da un notaio, che deve sottoscrivere lo statuto, iscrivere la società
al Registro delle imprese e compiere una serie di altri passi formali. La
fermata successiva è nello studio di un consulente del lavoro o di un
commercialista, che ci aiuta a sbrigare altre pratiche, a cominciare
dall'apertura di una partita Iva. Abbiamo già speso una cifra ragguardevole,
senza contare il versamento del 25% del capitale sociale, effettuato in banca.
E manca ancora tutto il capitolo dei dipendenti, tanti o pochi che siano:
istituzione del libro paga e matricola, comunicazione delle assunzioni al
Centro provinciale per l'impiego, pratiche Inps e Inail. Il traguardo è ancora
decisamente lontano: dobbiamo versare il restante 75% del capitale sociale e
non possiamo certo dimenticarci della sede della nostra impresa. A questo punto
entrano in gioco altri attori: Vigili del Fuoco, Asl, Arpa e amministrazione
provinciale. Ma dovrebbe essere il ?celebre? Sportello unico del Comune a fare
da interlocutore con questi enti: "In realtà ? spiegano diversi addetti ai
lavori comaschi ? è proprio questa la fase in cui la burocrazia
prende il sopravvento e si perde moltissimo tempo. I diversi enti, infatti, non
dialogano tra loro come dovrebbero, e spesso il Comune non riceve risposta nei
tempi stabiliti oppure si ritrova con una richiesta di ulteriore
documentazione". LE CIFRE Quanto abbiamo speso finora? Circa quattromila euro,
soltanto per poter dire: ecco qui, ho tutte le carte in regola, la mia piccola
azienda è pronta a partire. In Inghilterra avremmo dovuto sborsare 207 euro, in
Francia 300, in Irlanda 95, in Nuova Zelanda l'equivalente di 41 euro. Soltanto
la Grecia, su questo fronte, è in una situazione peggiore rispetto a quella
italiana. Ma c'è anche, per fortuna, una buona notizia: la Camera di commercio
comasca ha già attivato le nuove procedure previsto dal "decreto
Bersani", obbligatorie dal prossimo 19 agosto. È possibile dunque
effettuare, sebbene in pochi ne siano a conoscenza, la cosiddetta
?comunicazione unica? per l'avvio dell'attività di impresa: l'Ufficio del
registro istituito presso l'ente camerale fa cioè da interlocutore per Inps,
Inail e Agenzia delle entrate. Si possono evitare, così, tre passaggi. Magra
consolazione. Michele Sada 11/06/2008.
( da "Provincia di Como,
La"
del 11-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'intervista Carlo Cattaneo presidente dell'Associazione
piccole e medie industrie di Como "Cambiamo le regole: occorrono tempi
certi" Incontriamoci e stiliamo un protocollo d'intesa (mi.sa.)
"Ottenere il nulla osta per un'attività produttiva? Oggi occorrono almeno
diciotto mesi". Un dato che, spiega il presidente dell'Associazione
piccole e medie industrie di Como, Carlo Cattaneo, ci colloca agli ultimi posti
nella classifica europea: "La colpa ? dice Cattaneo ? è
principalmente della burocrazia". Oltre ai tempi di attesa infiniti, per poter creare
un'impresa bisogna mettere mano al portafoglio in misura considerevole? Se
parliamo di una piccola attività produttiva, possiamo stimare tranquillamente
un costo compreso tra quattromila e diecimila euro, a seconda del settore e
delle caratteristiche. Ma anche queste cifre sono da imputare in un
certo senso alla burocrazia: la spesa è legata infatti,
in gran parte, agli onorari del notaio, del consulente del lavoro e del
commercialista. E di queste figure non si può fare a meno, proprio a causa
della complessità della ?macchina?. Con le recenti novità introdotte dal
?decreto Bersani?, si è fatto qualche passo avanti. Ma che cosa manca ancora
per una svolta? Qualche elemento di semplificazione è stato introdotto, ma
resta il fatto che oggi un imprenditore spende metà del suo tempo per seguire
adempimenti burocratici spesso assurdi. La burocrazia
e i bizantinismi frenano l'economia del territorio e del nostro Paese, lo si
dice da anni ma i governi non hanno mai modificato seriamente questo stato di
cose. A livello locale, dove si inceppa più di frequente il ?meccanismo?? Il
problema principale è quello dello Sportello unico. Dovrebbe infatti garantire
una risposta entro 90 giorni, ma questo purtroppo non accade quasi mai. A
questo punto, lancio una proposta: organizziamo un serio tavolo di
coordinamento su questo tema, con i Comuni, gli enti coinvolti e i
rappresentanti delle imprese lariane. Incontriamoci e stiliamo un protocollo
d'intesa che preveda tempi certi e garantisca un funzionamento migliore dello
Sportello. 11/06/2008.
( da "Stampa, La" del
11-06-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)
Argomenti: Burocrazia
Il presidente Lulani: "Clima economico
internazionale difficile Ma bilancio positivo" [FIRMA]FRANCO MARCHIARO
ALESSANDRIA Da ieri l'Unione industriale della provincia, che rappresenta 500
aziende con 27 mila addetti, ha cambiato denominazione e si chiama
Confindustria Alessandria. L'ha deciso l'assemblea generale 2008 degli
associati. "Abbiamo un "brand" di grande valore - ha detto il
presidente Bruno Lulani - ed è forte l'autorevolezza che in questi anni
Confindustria ha acquisito, è naturale quindi che si accosti quel nome anche
alla associazione del nostro territorio: da un lato in un'ottica di
semplificazione, di "univocità" di linguaggio del sistema
confindustriale, dall'altro per creare sinergie grazie all'autorevolezza del
marchio". Creata nel 1903 come Associazione industriali e divenuta nel 1914
Lega industriale della provincia, quando nel dopoguerra fu fra le prime in
Italia ad essere ricostituita, a maggio 1945, fu scelto il nome di Unione
industriale. Ospite e relatore, ha partecipato all'assemblea il neoeletto vice
presidente di Confindustria, Edoardo Garrone, presidente della capogruppo
"Erg". "L'industria in generale - ha detto - e in particolare
per il Nord Ovest ha bisogno di infrastrutture che da anni chiediamo senza
ottenere. Mi riferisco in particolare alla Tav, al Corridoio 5, al Terzo Valico
(di notevole importanza per liguri e alessandrini), indispensabili per
collegarci al resto del mondo". Come occorre collegare alle "ottime
competenze esistenti" la ricerca all'Università e al mondo delle imprese,
specialmente le piccole, per puntare alla innovazione. "E occorre
riprendere - ha aggiunto - il processo di liberalizzazione e privatizzazione,
le società pubbliche sono divenuti monopoli locali con forti costi e servizi
scadenti". E tra i punti indicati come indispensabili per far crescere l'industria
Edoardo Garrone indica la necessità di cambiare questo "Stato barocco, con la sua burocrazia dai tempi infiniti che da Roma ricadono su tutti gli enti locali
ritardando o bloccando le iniziative". Sulla necessità di nuove strategie
per la crescita delle imprese e del sistema Italia si è soffermato nella
relazione all'assemblea il presidente di Confindustria Alessandria, Bruno
Lulani, che ha tracciato un bilancio nell'annata trascorsa che è stata
caratterizzata per le industrie della provincia da una situazione congiunturale
complessivamente positiva malgrado un clima economico internazionale difficile.
"Da parte nostra - ha detto il presidente - abbiamo raggiunto concrete
collaborazioni con gli enti locali su progetti strategici e varato un programma
per accrescere il legame tra imprese, scuola e Università". E sono state
avviate iniziative sul fronte della logistica e delle infrastrutture, dato
spazio alle attività legate allo sviluppo sostenibile e all'ambiente.
( da "Cittadino, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il sindaco non si tira indietro: "Hanno diritto
all'assistenza" n "I bisogni del territorio vengono prima di tutto. I
sinti di Caselle fanno parte di questo paese da vent'anni e hanno tutto il
diritto a essere assistiti". Così il sindaco Maria Giuditta Mamone
risponde alla domanda circa i rapporti che legano l'amministrazione comunale
alle persone che vivono al campo nomadi. "Sono - dice - rapporti sereni,
tranquilli, perché serena e tranquilla è la gente che vi abita. Non ci sono mai
stati problemi, i ragazzi più grandi hanno frequentato le scuole del paese ed
ora lavorano, almeno quando riescono a trovare un posto. Non capisco perché si
insista nel definirli nomadi: sono giostrai a riposo, che hanno scelto ormai da
molti anni di stabilirsi nel nostro comune". Il primo ad accoglierli fu
l'ex primo cittadino Edoardo De Ferrara ("Per spirito di filantropia"
aggiunge la sindaco), che li sistemò nel fu asilo di Calvenzano. Poi, una
decina d'anni orsono, quando si rese necessario restaurare l'edificio, il campo
venne spostato là dove si trova tutt'ora, su un terreno privato che si estende
vicino alla piazzola ecologica. Il comune provvide a installare il container
dei bagni e le associazioni del paese, in particolar modo Casa Betania,
aiutarono ad allestire il campo. Da allora tutto è filato liscio e i rapposti
tra i sinti - soprattutto quelli appartenenti alle ultime generazioni - e i
casellesi proseguono oggi all'insegna del buon vicinato. Ciò nonostante quasi
nessuno tra chi vive al campo ha la residenza a Caselle, quasi tutti ce l'hanno
presso il municipio di comuni di altre provincie lombarde o emiliane: "Non
possiamo fare nulla, perché per lo Stato sono persone senza fissa dimora"
dichiara il sindaco. E così, per sbrigare le pratiche
pensionistiche o per ricevere assistenza sanitaria, i sinti di Caselle sono
costretti a recarsi in continuazione a Cremona o nel Pavese: stanziali per
scelta, ci pensa la burocrazia a tenere vivo in loro lo spirito del nomadismo. S.C.
( da "Giornale di
Brescia" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione: 12/06/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:BASSA BRESCIANA Il Comune ha avviato un nuovo servizio grazie al
progetto Siscotel: niente più code agli sportelli per avere una serie di
documenti Chiari, internet batte la burocrazia Come consultare anagrafe e
tasse da casa. Stessa possibilità per Palazzolo I cittadini di Chiari potranno
provvedere alle "autocertificazioni" da casa Barbara Bertocchi BASSA
Contro le lunghe attese agli sportelli, lo spreco di tempo e quindi di denaro,
ha preso il via in questi giorni un servizio congiunto dei Comuni di Chiari e
Palazzolo all'insegna della comodità del cittadino e dell'efficienza
operativa delle singole Amministrazioni. Si chiama Siscotel (Sistema
informativo sovra comunale telematico), è stato finanziato dalla Regione su un
progetto del 2004 e il suo obiettivo, ha spiegato l'assessore alle Politiche
economiche dell'Amministrazione clarense, Emanuele Arrighetti, è quello di
"creare una maggiore vicinanza tra i cittadini e il Comune, subito e
sempre". In concreto, il servizio permette ai cittadini di sbrigare
direttamente da casa alcune pratiche burocratiche che in passato comportavano
il passaggio obbligatorio dell'utente dal municipio. È infatti attivo da
qualche giorno 24 ore su 24 un semplice portale (all'indirizzo
www.chiaripalazzolo.it) attraverso il quale tutti i cittadini interessati
possono accedere ad alcuni servizi informatizzati. In tema di anagrafe possono
consultare la propria posizione, stampare autocertificazioni e dichiarazioni
sostitutive dell'atto di notorietà. A proposito di Ici e Tia (tariffa sui
rifiuti), possono visualizzare la propria posizione, compilare on line una
nuova dichiarazione e segnalare eventuali inesattezze dei dati che li
riguardano. E ancora, nei casi di vendita oppure cessione di godimento (per più
di un mese) di immobili ubicati in queste due città, i proprietari possono
comunicare il passaggio al Comune direttamente da questo portale entro 48 ore
dalla consegna del locale. Non solo, a breve verrà attivato anche il servizio
di pagamento tributi e sanzioni on line e il servizio Site (Sistema informativo
territoriale ecografico) attraverso il quale i cittadini potranno visualizzare
cartografie del territorio e informazioni sulla loro proprietà riguardanti le
pratiche edilizie e il catasto. Per usufruire dei servizi che questo portale
offre è necessario richiedere password e nome utente agli sportelli Urp di
Chiari o Demografici del Comune di Palazzolo oppure utilizzare la Carta
regionale dei servizi, acquistando un lettore smart card e scaricando un
programma dal sito internet della Regione. "Per avviare il progetto - ha
annunciato il sindaco di Chiari sen. Sandro Mazzatorta - distribuiremo
gratuitamente 150 lettori smart card". Un'iniziativa simile è in via di
definizione anche a Palazzolo. Sempre nell'ottica di semplificare i
procedimenti a Chiari è stata attivata una nuova casella di posta elettronica
certificata (com@pec.comune.chiari.brescia.it) che detiene l'ufficialità del
protocollo. Ben 200 caselle di posta elettronica certificata verranno inoltre
assegnate gratuitamente ad alcune categorie professionali clarensi che sono
abitualmente in contatto con gli uffici comunali per lo scambio di corrispondenza.
Anche Palazzolo si sta attivando al fine di offrire un simile servizio.
"Questo progetto - ha commentato il sindaco di Chiari - si inserisce in un
più ampio percorso di semplificazione delle procedure amministrative e di
implementazione del contatto con i cittadini, iniziato con la creazione
dell'Ufficio relazioni con il pubblico (Urp) e oggi potenziato con l'erogazione
di sempre più numerosi servizi attraverso internet".
( da "Italia Oggi
(MarketingOggi)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi ItaliaOggi
- Marketing Numero 139, pag. 34 del 12/6/2008 Autore: di Silvia
Paterlini Visualizza la pagina in PDF La fotografia di
Assofranchising al comparto. Cresce meno il fatturato, ma è boom di affiliati
Il franchising guarda all'estero Affari per 21 mld (+5,2%). Trainano i servizi
e l'alimentare Un giro d'affari da 21 miliardi di euro, in crescita del 5,2%
rispetto al 2006. Poco importa che nel 2005 il franchising italiano avesse
messo a segno un +10,47%: il settore continua a crescere. Le stime di Quadrante
Franchising & Marketing Services, elaborate per Assofranchising,
associazione di riferimento del comparto, presentate ieri a Milano nella terza
conferenza nazionale del franchising, fotografano una realtà dinamica: nel 2007
le reti in franchising sono aumentate dell'8,9% portandosi a quota 847; i punti
vendita hanno registrato un +6,9%, che, tradotto in cifre, vuol dire 3.385
nuovi negozi; il numero di addetti ha toccato le 182.908 unità, con un balzo in
avanti del 3,5%. Un giro d'affari cresciuto sì, ma a ritmi decisamente
inferiori rispetto al 2006. Colpa della crisi economica, che, pur in maniera
marginale, ha investito anche il comparto del franchising. Lo dimostra il fatto
che, nonostante siano aumentati affiliati, affilianti e addetti del comparto,
il giro d'affari abbia perso cinque punti percentuali. Graziano Fiorelli,
presidente di Assofranchising, presentando i dati, non ha nascosto comunque un
certo ottimismo sul futuro del comparto, in particolare per le reti italiane
lanciate sui mercati esteri. Rispetto al 2006, l'anno appena trascorso ha
segnato un aumento dei punti vendita all'estero pari al 37% (il dato comprende
anche quelli gestiti direttamente dai franchisor).
"L'internazionalizzazione", ha spiegato Fiorelli, "sarà una
delle linee guida della nostra associazione". Ottimista, il presidente ha
comunque denunciato mancanze nel sistema della distribuzione, gravato dalla burocrazia, e in quello del credito, i due punti deboli del sistema secondo
l'associazione. L'incremento maggiore, nel numero di reti, riguarda il mondo
dei servizi: 466 reti contro le 376 operanti nella distribuzione. Grande
vitalità soprattutto per agenzie immobiliari e di mediazione creditizia in
crescita per giro d'affari, affiliati, affilianti e addetti. Per quel
che riguarda il giro d'affari, sempre secondo i dati Assofranchising, al primo
posto, con 3 miliardi e 428 mila euro, si piazza la grande distribuzione
alimentare, seguita proprio dalle agenzie immobiliari, passate dal quinto al
secondo posto con 2 miliardi e 129 mila euro. Terzo posto per la grande
distribuzione non food e il suo giro d'affari da 2 miliardi di euro l'anno;
stabile al quarto posto l'abbigliamento uomo-donna, 1 miliardo e 965 mila euro,
e al quinto, ma con crescita in frenata, il turismo, con 1 miliardo e 549 mila
euro. Prodotti e servizi specialistici sono invece al primo posto per numero di
reti (112), seguiti da abbigliamento uomo-donna, con 82 brand, agenzie
immobiliari e di mediazione creditizia con 73. Per quel che riguarda infine i
dati sui punti vendita, al primo posto le agenzie immobiliari, che hanno
raggiunto i 10 mila affiliati, seguite dal settore abbigliamento con 5.300
affiliati e dal settore prodotti specialisti con 4.629 affiliati. Il buon
andamento del 2007 fa ben sperare anche per il 2008. Il 60% degli addetti del
comparto scommette che il giro d'affari aumenterà. Il presidente Fiorelli fa strada:
"Punteremo su internazionalizzazione, concorrenza interna ma anche sulla
formazione".
( da "Italia Oggi (La
Legge)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi ItaliaOggi - studi e
carriere Numero 139, pag. 23 del 12/6/2008 Autore: di Ignazio Marino e Gabriele
Ventura Visualizza la pagina in PDF L'eolico quanto il
fotovoltaico promettono un grande business. Burocrazia e
strategia chiamano gli avvocati Energia, sugli studi batte il sole tutto l'anno
Studi legali alla conquista delle energie rinnovabili. Eolico, fotovoltaico,
biomasse, geotermico, idroelettrico: tutti investimenti destinati a esplodere
in Italia. L'obiettivo, come indicato dall'Ue, è infatti portare il
contributo delle rinnovabili al bilancio energetico totale al 20% entro il
2020. E oggi siamo solo al 6%. Ma non basta. Perché, nonostante le normative
europee in materia siano state per la maggior parte recepite, investire sul
territorio della Penisola nonstante gli incentivi spesso si trasforma in una
vera e propria battaglia legale. Autorizzazioni lunghe e veti regionali, che
spesso portano le imprese davanti a un Tar. Un iter dove gli avvocati di razza
fanno la differenza. Anche se l'annunciata semplificazione amministrativa
promessa dal ministro Renato Brunetta fa ben sperare il mondo legale che
avrebbe così la possibilità di strutturare progetti con una maggiore
possibilità di riuscita. Dato che ancora oggi molti sono i piani che dalla
carta non riescono superare il vaglio della fattibilità. Del resto, mai come
nel caso delle energie rinnovabili, meno burocrazia
equivale a maggiori investimenti. Se non altro per rispettare la tabella di
marcia europea e incrementare entro i prossimi 12 anni del 14% la quantità di
energia pulita. Perecentuale che tradotta in euro vale diversi miliardi. Come
dimostrano anche i piani messi in atto, a livello nazionale e locale, da
diversi player di mercato. La strategia di Enel prevede, per esempio, per il
2008-2012 di investire 6,8 miliardi a livello globale nelle energie
rinnovabili. Di questi, 3,3 miliardi sono dedicati all'Italia, con l'80% delle
risorse che andrà allo sviluppo dell'eolico, il resto al mini-idro, al
geotermico e al fotovoltaico. Enel ha poi annunciato che creerà una divisione
separata degli asset delle rinnovabili, per aprire il capitale di questa nuova
società a uno o più azionisti di minoranza. Passaggio che Erg ha già fatto, cedendo
il controllo delle rinnovabili a Entertad, che si chiamerà Erg renew. Il piano
strategico 2008-2011 prevede investimenti per 880 milioni di euro nell'eolico.
Uno dei più grandi parchi fotovoltaici sarà invece operativo a Cremona entro
ottobre. A occoparsene è Linea Group Holding, che sta impiantando circa 3 mila
pannelli su un'estensione di 10 mila metri quadrati. Un investimento dal valore
di 3 milioni di euro. Lgh prevede altri tre parchi fotovoltaici a Rovato,
probabilmente entro il prossimo anno, a Pavia e Lodi per un investimento da 10
milioni di euro. Un business che passa inevitabilmente per le stanze degli
avvocati d'affari, italiani e stranieri. Gli italiani Il gruppo di lavoro
energia di Bonelli Erede Pappalardo è composto da più di dieci soci dei
dipartimenti di società e finanza, antitrust, diritto privato e giudiziale,
contenzioso internazionale, diritto amministrativo. "A parte
l'idroelettrico e la geotermia, ormai da tempo saturi", spiega Paolo
Daino, partner, "ci sono ancora ampi margini di crescita in tutte le altre
energie rinnovabili. Il fotovoltaico sta conoscendo negli ultimi tempi una
crescita impetuosa ed è probabilmente quello che presenta oggi il maggior
potenziale di sviluppo". Chiomenti ha un gruppo di professionisti, di cui
dieci soci, che lavorano in coordinamento in materia di energia. "In
questo periodo l'interesse per le rinnovabili è cresciuto molto", spiega
Carola Antonini, partner, "anche se in Italia abbiamo parecchi problemi a
livello di autorizzazioni. Abbiamo riscontrato che gli investitori sono molto
interessati ai Certificati verdi per gli elevati incentivi". Anche in
Gianni Origoni Grippo si lavora molto sul settore. In maniera particolare sul
fotovoltaico. Comparto sul quale, come spiega il partner Ottaviano Sanseverino,
"si attende un grande sviluppo. Sia perché la normativa è ancora giovane
sia perché la burocrazia è tanta. Molti investiori,
infatti, piccoli o grandi che siano, si trovano a fare i conti con tutta una
parte amministrativa particolarmente complicata che necessita di una consulenza
legale molto mirata. Anche perché la mortalità dei progetti sulla carta è molto
alta. Credo", conclude il legale, "che solo attraverso una seria
semplificazione delle procedure le energie rinnovabili potranno davvero decollare".
Legance, invece, ha un team dedicato di dieci professionisti nel dipartimento
di project finance. "Oggi l'eolico è il settore che attira più
investimenti", dice Monica Colombera, responsabile del team, "e si
sta immaginando uno sviluppo di 2 mila MW offshore, con costi di investimento
duplicati". Il dipartimento di Nctm che segue l'area delle energie
rinnovabili è formato da otto professionisti. "I margini di crescita più
elevati sono nell'eolico", dice Federico Manili, partner, "dato che
la fonte eolica è quella più remunerativa soprattutto perché il costo di
realizzazione di un impianto è minore". In Pavia e Ansaldo sono 15 gli
avvocati attivi, di cui tre partner. Lo studio ha recentemente assistito
Clessidra nell'acquisizione di una partecipazione nel gruppo Global Wood
Holding, la cui attività consiste nella gestione di un ciclo integrato di
produzione di energia elettrica da biomasse. Gli stranieri Freshfields conta in
Italia sei soci e 12 associati nel gruppo energy & natural resources. La law
firm ha assistito Gea group Ag nella costruzione di tre impianti
waste-to-energy di energia rinnovabile in Sicilia all'interno di un progetto di
smaltimento rifiuti della regione. Dewey & LeBoeuf, invece, in Italia
dedica 14 professionisti al settore. "L'eolico è già maturo, mentre le
biomasse si stanno sviluppando", spiega Sergio Sambri, partner,
"visti gli incentivi dell'ultima Finanziaria. Anche il fotovoltaico è in
grande crescita". Norton Rose nell'energy conta su 20 professionisti. "Ci
sono due categorie di investitori che arrivano in Italia", dice Arturo
Sferruzza, partner, "quelli finanziari, che sono fondi americani, inglesi,
belgi, olandesi, e quelli industriali, ovvero società tedesche, belghe,
olandesi, svizzere". In Baker & McKenzie sono sei gli avvocati che
seguono il settore. Simmons & Simmons conta su 20 professionisti e presta
consulenza, tra l'altro, ad Asm Brescia, Acea, Blugas, Dolomiti Energia, Endesa
Europa, Endesa Italia. Cleary Gottlieb sta prestando consulenza ad A2A spa
nell'acquisizione di Cofathec Coriance, società francese operativa nel settore
del teleriscaldamento e dell'energia, dal gruppo Gaz de France.
( da "Italia Oggi
(Turismo Oggi)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi ItaliaOggi - Turismo
Numero 139, pag. 18 del 12/6/2008 Autore: di Massimo Galli Visualizza la pagina
in PDF Se n'è parlato in un convegno alla Fiera di Milano,
nell'ambito di Eire Real estate, lacci e lacciuoli Per i gruppi stranieri
l'investimento è rischioso è dura fare investimenti turistico-immobiliari in Italia: troppa burocrazia, un mercato frammentato, la carenza di infrastrutture e di piani
di marketing per promuovere le destinazioni. Un'analisi spietata, quella
tratteggiata ieri da alcuni rappresentanti di investitori internazionali, nel
corso di un convegno, organizzato da Turismo Re e svoltosi nell'ambito di Eire,
l'Expo Italia real estate in svolgimento alla Fiera Milano. Non che manchi la
volontà di sviluppare iniziative, ma si preferisce andare sul sicuro, cioè
sugli alberghi business nelle principali città, piuttosto che rischiare sul
comparto leisure, sul golf o sui porti turistici. è il caso di Foncière des
Murs Italy, divisione del gruppo francese Foncière des regions che ha siglato
un'alleanza operativa con Beni stabili. Il managing director, Massimo De Meo,
ha sottolineato che si prediligono gli hotel di città fino a 4 stelle, con
investimenti che assicurino flussi diretti all'investitore, al di là della
stagionalità. "Noi abbiamo alle spalle gruppi internazionali e
assicurativi, che cercano rendimenti stabili nel tempo. Quello italiano,
invece, è un mercato rischioso e frammentato, dove c'è carenza di operatori
professionali che costituiscano una valida controparte e che siano in grado di
offrire una gestione delle strutture alberghiere per 20 anni. Al contrario, il
contratto di locazione è una tragedia perché è troppo sbilanciato a favore dei
conduttori". Insomma, ci si barcamena, con rischi elevati e un rendimento
che l'anno scorso era appena superiore al 6%. Stessa litania per Bnp Paribas
real estate, il cui amministratore, Bernard Chittaro, ha portato un esempio
eloquente: in Italia, dopo nove anni, è in arrivo una concessione edilizia per
un albergo, mentre in Francia si procedeva con decine di strutture. "Il
discorso delle catene non decolla, a parte il caso Nh, che però è entrato in
Italia rilevando Jolly". Meno pessimisti gli spagnoli di Nh, che hanno in
programma un centinaio di strutture nei prossimi tre anni. Però le difficoltà
non mancano: per esempio, ha evidenziato il direttore sviluppo per l'Italia,
Claudio Capaccioli, è inutile aprire resort se non ci sono progetti che rendano
appetibile l'intera area. Un altro dei limiti, come ha osservato Silvia
Ferrero, di InPartner investitori & partner immobiliari, è relativo al tipo
di transazioni: sono legate ai singoli asset più che a interi portafogli di
strutture ricettive. L'esperienza di Nh, quindi, rappresenta un'eccezione.
Molte attese sono riposte nella creazione di campi da golf e di porti
turistici, ma i tempi sono biblici. Come ha detto Marco Stoppelli, del gruppo
Statuto, si potrebbero sviluppare progetti con l'aiuto dello stato: così si offrirebbe
sostegno all'economia di interi territori. Intanto, mentre l'Italia discute,
Oltrefrontiera si continua a galoppare.
( da "Repubblica, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XI - Torino Tne, è al palo la Mirafiori del
futuro Interessati argentini e francesi, ma il primo a parlare sarà il Tar
Techint e Eutelsat si sono fatti avanti I 300mila metri quadri però devono
ancora essere divisi Prima udienza oggi davanti ai giudici per la costruzione
del Centro del Design sulle aree cedute dalla Fiat all'ente pubblico DIEGO
LONGHIN Da due anni e mezzo Tne è al palo. E ora deve fare i conti con un ricorso
al Tar presentato dalle società escluse dalla gara per aggiudicare i lavori del
Centro del Design, opera per cui i cantieri si dovevano aprire ad aprile. Le
occasioni di sviluppo delle aree di Mirafiori cedute agli enti pubblici non
dovrebbero mancare. Ma dagli interessi, più o meno formali, non si è ancora
passati alle opere. Una delle occasione si chiamerebbe Techint, la
multinazionale argentina fondata nel 1945 dalla famiglia milanese Rocca. Un
colosso da oltre 15 miliardi di dollari e circa 45 mila dipendenti a livello
mondiale. L'altra chance è Eutelsat, la società di telecomunicazioni
satellitari francese che ha già una sua piattaforma di trasmissione, Skylogic,
sotto la Mole e vorrebbe allargarsi. Il gruppo argentino non ha presentato
nessuna manifestazione di interesse, ma sembra aver puntato gli occhi sugli
spazi ceduti da Fiat agli enti pubblici in cambio di circa 67 milioni di euro e
la produzione di una percentuale di Grande Punto nello stabilimento di corso
Agnelli. Accordo chiuso a metà del 2005, anche se le aree sono state cedute
alla fine dello stesso anno. Da allora poco si è mosso. Alla Tne, acronimo di
Torino Nuova Economia, la società partecipata da Regione, Provincia e Comune,
guidata dal presidente Pierfranco Risoli e dall'amministratore delegato Mauro
Zangola, sono arrivate diverse manifestazioni di interesse, tanto da stilare
una lista di 46 nomi. Ma si è ancora nella fase di divisione dei 300 mila metri
quadri ceduti e per assegnare le aree ai privati è necessaria una perizia per
stimare i valori dei lotti e poi un bando. La novità di Techint, gruppo che in
Italia controlla anche la catena di cliniche Humanitas, circola negli ambienti
economici da un paio di settimane, ma la società non avrebbe bussato alle porte
né all'assessorato all'Industria della Regione, guidato da Andrea Bairati, né a
Tne. Contatti solo a livello politico informale per sondare il terreno. Tanto
che il presidente e l'ad di Tne sono pronti a contattare il gruppo per
verificare se c'è una reale interesse. Sicura, invece, l'attenzione di Eutelsat
che, anzi, preme per accelerare e rilocalizzare gli impianti, ampliando il sito
torinese. I tempi per arrivare al bando e assegnare le aree sono ancora lunghi,
complice la burocrazia. Si arriverà a fine anno, anche perché la società è obbligata a
ricorrere a un perito per valutare i lotti. Ma la lentezza per i vertici di Tne
non dipende solo dagli adempimenti, ma dai ricorsi al Tar sulla gara indetta da
Torino Nuova Economia per la costruzione del Centro del Design, la prima opera
da realizzare sulle aree ex Fiat, e vinta da Zoppoli e Pulcher. Si
tratta di tre ricorsi presentati da ciascuna delle aziende che è stata esclusa:
Quintino, Secap e Zumaglini. Una di queste ha rinunciato, gli altri invece
intendono procedere e per oggi è fissata la prima udienza davanti ai giudici
del Tar di Torino. Chi ha presentato ricorso ha chiesto un rinvio, ma i legali
di Tne chiederanno di procedere, anche perché i magistrati del tribunale
amministrativo hanno concesso la sospensiva, bloccando l'avvio dei lavori per
la costruzione del Centro del Design. Occuperà 25 mila metri quadri con due
edifici. Il progetto prevede un primo stabile con laboratori del food design e
informatici. Il secondo sarà composto da aule didattiche, dal bookshop e da un
centro stampa, oltre a uffici amministrativi, sale studio e colloqui, mensa e
biblioteca. Spesa prevista? Tra i 12 e i 18 milioni di euro, gran parte dei
quali coperti da finanziamenti europei. Il problema è che i lavori dovevano
iniziare ad aprile, come promesso dai vertici di Tne, per arrivare in tempo a
chiedere i fondi alla Ue. Si è già in ritardo di due mesi e se il Tar dovesse
dare ragione alle società che hanno ricorso si dovrebbe rifare il bando di
gara, mettendo a rischio la possibilità di sfruttare i finanziamenti
dell'Europa per realizzare il Centro. E Tne rimarrebbe ancora al palo.
( da "Repubblica, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XV - Palermo ZOOM CONTRATTI COLLETTIVI MAURIZIO
BARBATO Il sociologo Luciano Gallino ha spiegato, in un articolo di martedì,
gli aberranti effetti sociali del progressivo annientamento del sistema del
contratto nazionale collettivo di lavoro. Si può aggiungere un effetto
speciale. Il seguente. L'ad della Fiat Marchionne annuncia di aver rinunziato
al piano di investimenti già previsto per la Sicilfiat di Termini. Dicono
duemila posti di lavoro. Causa: l'inaffidabilità della burocrazia e della politica isolane;
prendono impegni che non sanno mantenere. Ma allora che ne sarebbe dei
contratti locali legati alla produttività nelle aree deboli, di scarso sviluppo
autopropulsivo? Aree dove la produttività degli impianti dipende soprattutto da
fattori esterni al lavoro, molto più che dalla capacità e dall'impegno
dei lavoratori? Altrove i contratti sarebbero ancorati alla produttività. In
Sicilia, sistema più originale: contratti ancorati all'Ente Dannoso Regione.
( da "Repubblica, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Bari Lo studio medico fu inaugurato in pompa
magna. Ma non è mai entrato in attività La beffa del dentista fantasma Il
business delle buste paga false: hanno cominciato a stampare cedoline per
ottenere finanziamenti GIULIANO FOSCHINI Lo studio fu inaugurato il 17 aprile
del 2007. Tagliò il nastro il presidente della Regione, Nichi Vendola. Accanto
a lui l'assessore comunale al Patrimonio, Giovanni Giannini e il presidente
nazionale dell'Associazione nazionale dei dentisti, Roberto Callioni. C'erano
le telecamere, tanti flash e anche lo slogan: "Il baco c'è". Quello
che si andava a inaugurare era il centro odontoiatrico di Catino ed Enziteto,
il posto dove i migliori odontoiatri di Bari avrebbero offerto gratuitamente il
loro mestiere alla povera gente, a donne, uomini e soprattutto bambini del
quartiere. "Così come la parte peggiore della malavita - dicevano gli
odontoiatri nel loro house organ -così come gli spacciatori, scrivono "dio
c'è" per indicare che in quella zona sono disponibili sostanze
stupefacenti, allo stesso modo, la società civile, la parte migliore della società,
in questo caso i dentisti, sottolineano la loro presenza: Il baco c'è".
Era il 17 aprile del 2007 quando tagliarono il nastro. E' passato più di un
anno. E quello studio non ha mai aperto. Nemmeno per un giorno, un'ora, mai
un'estrazione, una pulizia dei denti. "Colpa della burocrazia", si difende il segretario sindacale dell'associazione,
Franco Causo. "Mi raccomando, non si parli di scandalo. La normativa
vigente dice che poter funzionare uno studio deve avere l'autorizzazione
sanitaria. In quel locale manca per esempio la necessità di avere la
destinazione d'uso: insomma c'è qualche carta dannata che non ci permette di
fare il nostro lavoro di volontari". Una carta dannata, dice il
dottore. "Ma a settembre prometto che partiremo". Promesse,
"sono troppe nell'aria" spiega don Mimì della chiesa del quartiere.
Perché magari a Enziteto potranno sicuramente continuare a vivere senza uno
studio odontoiatrico con i migliori dentisti di Bari. O potranno fare a meno
del centro antitumori sullo screening mammario: anche quello fu inaugurato, ha
funzionato per un mese e mezzo. E poi ha chiuso. "Ma il problema è molto
più grande, molto più serio" spiega Rosa Matera, del centro di ascolto di
Enziteto e Catino, la vicina di casa di queste promesse. "Dare delle aspettative
alla gente e poi non mantenerle è tremendo: la gente non ti crede più, non ha
fiducia in te, ti vede come un quaquaraqua, come qualcuno che parla e solamente
parla. Lavorare così è impossibile, difficile". E' questo il terreno nel
quale si insinua e poi dilaga la malavita qui a Enziteto. Cerca di dare
risposte laddove lo Stato non è in grado di fornirle. Sicurezza, assistenza,
soprattutto lavoro. Esiste per esempio il caso degli alloggi popolari. Da anni
- e nell'ultimo periodo ancora di più con l'assessore Giannini che almeno prova
a bloccare l'andazzo - la polizia municipale, il Comune stanno cercando di
controllare. Di mappare gli alloggi. Ma le case comunali si continuano a
vendere. Il legittimo assegnatario, cioè, cede il suo diritto a un terzo in
cambio di un assegno: il prezzo di mercato oggi è di 20mila euro, ragionevole,
non a caso il sistema è abbastanza in equilibrio. Nel senso che dopo un momento
di tensione dovuto anche all'indulto (chi usciva dal carcere voleva entrare in
una casa), le occupazioni abusive sono rallentate: la gente non è più costretta
a non uscire per paura di trovarsi qualcuno al suo ritorno. Ma il sistema
Enziteto pensa proprio a tutto. Ti trova la casa, ma anche te l'arreda. E'
consueto vedere in questi giorni scaricare televisori al plasma o frigoriferi
nuovi di zecca. Tutta merce pulitissima, portano ancora le etichette delle
grandi catene commerciali dell'informatica. Qual è la causa del boom? Da un
gruppo di ragazzi, raccontano. Avrebbero messo su infatti un sistema
infallibile per falsificare le buste paga: creato alcune società ad hoc,
scatole vuote chiaramente ma dotate di partite Iva, hanno cominciato a stampare
cedoline come quelle che un dipendente ritira al 27 del mese. Il necessario per
richiedere un finanziamento. Basta presentarla a qualsiasi cassa, muniti di un
documento falso (o anche con il proprio nome) e il gioco è presto fatto. Una
busta paga costa dai 70 ai 150 euro. Contando che si possono arrivare anche a
tremila euro di finanziamento, il business funziona. In voga anche il sistema
delle assicurazioni fasulle: tagliandi di polizze completamente inesistenti da
applicare sul cruscotto della macchina. A prova di vigile urbano.
( da "Giornale di
Vicenza, Il" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ASSOCIAZIONI. Lunedì c'è l'assemblea Assoartigiani
Sbalchiero trova un'avversaria VICENZA Non sarà un'assemblea bulgara, quella
che terrà lunedì prossimo l'Associazione artigiani di Vicenza. Non lo sarà
perché Giuseppe Sbalchiero, presidente uscente (e che si candida per il terzo
e, a norma di statuto, ultimo mandato), dovrà vedersela con Daniela Rader, 44
anni, imprenditrice di Schio (è presidente della Borsato Impianti), reduce da 4
anni nella giunta di Assoartigiani e impegnata a livello regionale e nazionale
nel "Gruppo donne impresa". "Servono azioni nuove da condividere
con i livelli regionali e nazionali di Confartigianato - dice - e mi sono
sentita di poter portare un mio contributo per avviare azioni in grado di assicurare alle nostre imprese un impegno costante sul fronte
della burocrazia, della
contrattazione, del welfare, della scuola, del federalismo". Rader vuole
anche dare una rinfrescatina alle regole dello statuto e conta di trovare
diversi sostenitori tra i 33 che hanno attualmente diritto di voto. Oltre ai 13
presidenti dei mandamenti ci sono infatti 17 presidenti di categoria, il
presidente di Confartigianato Veneto, il presidente della Cpa e il presidente
uscente. Tra le motivazioni a sostegno della sua candidatura, anticipate
dell'interessata ad alcuni organi di stampa, figura anche la situazione di
conflitto che caratterizza il rapporto tra le categorie economiche vicentine.
"Un modo perché si stemperi il conflitto in atto, che blocca opportunità e
scelte - ha dichiarato - consiste nel lottare perché gli interessi dei soci di
ciascuna categoria siano difesi e sostenuti ai vari livelli, senza che vengano
ridotti alla rappresentanza di singoli". A questo punto si tratta di
andare a strappare voti alla concorrenza, che nel caso specifico si chiama
Sbalchiero, di cui fino a ieri Rader era fedele alleata. Nulla di male, anzi,
in Associazione qualcuno è pure contento, visto che la presenza di più
candidati è sintomo di maggiore democrazia interna. Qualche voto Rader lo
raccoglierà sicuramente nell'Alto Vicentino, dove è conosciuta è stimata. Per
il resto, Sbalchiero sembra partire con i favori del pronostico. I conti, però,
si faranno lunedì sera.
( da "Resto del Carlino,
Il (Ancona)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
RECANATI pag. 14 Via libera al ripascimento La Regione
autorizza opere d'urgenza sulla spiaggia ? MACERATA ? SABBIA! E l'annuncio
rimbalza dalla Regione su spiagge stremate e roventi, all'indomani della
protesta inscenata dai bagnini sulla cava di Porto Potenza. Gianluca Carrabs,
assessore regionale ai Lavori pubblici, dirama la buona nuova: "La Regione
ha stanziato 80mila euro per interventi d'urgenza sull'arenile di Porto
Recanati. Ieri abbiamo approvato un decreto urgente che assegna questi fondi al
Comune". Che lunedì aveva presentato un progetto alla Regione per
interventi d'urgenza sul litorale sud, redatto dall'Ufficio tecnico: un
ripascimento semplice da circa 5mila metri cubi di sabbia e 80mila euro di
lavori, tra via Micca e la sbocca del fiume Potenza. E richiesto uno stanziamento
ex novo o lo stralcio dei fondi dai 620mila euro già messi in cantiere dalla
Regione. L'annuncio di Carrabs arriva prima della comunicazione formale (e
dunque dell'ufficialità delle carte), e con esso anche un commento sul sit-in
dei bagnini: "Mi è sembrato fuori luogo, perché sia la Regione che il
Comune si sono subito attivati per risolvere il problema, ma
la burocrazia ha tempi che
bisogna rispettare. E allora mi sarei atteso che i bagnini, prima di lasciarsi
andare alle proteste, parlassero con le Istituzioni. Non abbiamo mai rifiutato
confronti o chiarimenti, quando ci sono stati chiesti". Progetto pronto e
soldi stanziati, ora sarà palazzo Volpini, che ha già contattato alcune ditte,
a dover procedere all'appalto e all'assegnazione dei lavori. E sui tempi si
tira a stringere. Alessandro Caporaletti.
( da "Nazione, La
(Umbria)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PRIMO PIANO pag. 5 Bonus bebè, prosciolti dieci
extracomunitari IL "REGALO DI BERLUSCONI ? PERUGIA ? PROSCIOLTI perché il
fatto non costituisce reato una decina di extracomunitari che, ieri mattina,
sono comparsi davanti al gup di Perugia Marina De Robertis, nell'ambito
dell'inchiesta sul cosiddetto 'bonus-bebè'. L'indagine è quella in mano al
pubblico ministero Dario Razzi che ha rintracciato e indagato centinaia di
extracomunitari sospettati di aver intascato illecitamente il bonus messo a disposizione
dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, con tanto di lettere del premier
(anche di di allora) Silvio Berlusconi , per i figli nati o adottati nel 2005.
I requisiti per ottenere il bonus erano la cittadinanza italiana o di uno Stato
membro dell'Unione europea e l'appartenenza a un nucleo familiare con reddito
lordo complessivo non superiore a 50mila euro nell'anno 2004. Le missive però
arrivarono indistintamente anche a quanti non possedevano i requisiti della
legge. Molti extracomunitari riscossero alle Poste i 1.000 euro presentando la
lettera e, secondo l'accusa, dichiarando falsamente di avere quei requisiti.
Alcuni fascicoli sui 'bonus-bebè' erano già finiti davanti ai vari gup del
tribunale di Perugia. In alcuni casi il giudice aveva prosciolto perché il
fatto "non sussiste" dall'accusa di falso e per "non aver
commesso il fatto". In linea di massima, secondo i giudic,i gli
extracomunitari i non sarebbero stati in cattiva fede e, invece, potrebbero essere stati tratti in inganno dalle difficoltà di
lingua e dalla burocrazia.
Qualcuno invece è stato rinviato a giudizio per truffa e falso. In un caso, ad
esempio, nel fascicolo c'era anche una nota del direttore dell'Ufficio postale
dove era stato ritirato il bonus bebè per attestare che l'imputato aveva voluto
a tutti i costi firmare l'autocertificazione. Insomma, niente buona fede
o incomprensioni. A.R. Image: 20080612/foto/7430.jpg.
( da "Arena, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
COSTRUZIONI. La categoria rivela i dati di un recente
dossier Ance Verona torna all'attacco: "Paralizzati dalla burocrazia" "Sono sempre più
pressanti e soffocanti gli obblighi burocratici che invadono il settore delle
costruzioni. Dal recente dossier presentato da Ance nazionale sono emersi
risultati a dir poco spaventosi: in Italia sono necessari circa 4 anni e mezzo
per completare la progettazione di opere di importo inferiore ai 50 milioni di
euro e quasi 6 anni per le opere di importo superiore": a
rilanciare l'allarme è il presidente di Ance Verona Andrea Marani. "I
tempi lunghi si riscontrano anche per la pubblicazione del bando e lo
svolgimento della gara. È chiaro che la situazione penalizza non solo i
costruttori ma l'intero territorio, che necessita di determinati interventi,
soprattutto nuove infrastrutture che rappresentano una priorità per la crescita
della nostra provincia e la nostra regione. L'anno scorso in più occasioni
abbiamo evidenziato il fatto che spesso nelle nostre aziende più di due persone
sono impegnate per capire e comprendere l'infinità di leggi e leggine che ormai
stanno opprimendo la nostra categoria", prosegue Marani, "aumentando
sproporzionalmente le spese generali improduttive. Da notare che queste persone
potrebbero essere impegnate in altri compiti. Un esempio? Per aprire un
cantiere ci vogliono 50 documenti. Problema che si ripercuote anche
sull'aspetto fiscale" per "una situazione che non si riscontra negli
altri Paesi dell'Ue". Il presidente dei costruttori scaligeri passa quindi
alla proposta: "Servono", dice, "procedure snelle che, dopo una
completa informazione e il pieno coinvolgimento delle istituzioni e del
territorio, giungano entro un termine ultimo, prestabilito ed inderogabile, ad
assumere la scelta finale con responsabilità del chi fa e quella del
fare".
( da "Repubblica, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Economia Le cento zavorre dell'azienda
Italia Dalla competitività ai trasporti alla burocrazia: così il Paese resta indietro Il dossier La ricerca della
Confartigianato evidenzia il divario con i partner della Ue ROMA - Cento
campanelli d'allarme. La Confartigianato li fa suonare tutti insieme, grazie a
una ricerca che mette in evidenza altrettanti divari tra l'Italia e i
principali paesi dell'Unione Europea. Ne deriva un frastuono quasi
assordante: siamo indietro in termini di crescita, di contesto economico, di burocrazia, di concorrenza. Per fare il punto della
situazione, l'associazione degli artigiani ha elaborato i dati delle economie
di Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Irlanda e ne ha estratto una media.
Mettendola poi a confronto con la situazione italiana ha poi ricavato cento
indicatori. I risultati di questo lavoro verranno presentati oggi a Roma nel
corso dell'assemblea annuale di Confartigianato, alla quale dovrebbe
partecipare anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E non sono
confortanti. I più preoccupanti sono i dati sulla crescita. Rispetto alla media
degli altri paesi europei presi in esame, l'Italia ha un tasso di sviluppo
nell'ultimo decennio che è la metà, una spesa primaria tra il 2001 e il 2007
che è cresciuta tre volte di più e un debito pubblico in proporzione al Pil che
attualmente è il doppio. Poi c'è la partecipazione al lavoro, più bassa degli
altri paesi per le donne (è occupato il 46,6% delle italiane contro il 62%
medio degli altri cinque), per gli under 24 (il cui tasso di occupazione è al
30,9% in Italia e al 50,4% in Europa) e per gli over 50 (tasso al 24,8% nel
Belpaese contro il 34,7% europeo). Gli indici di Confartigianato mostrano anche
un gap con l'Europa a livello di infrastrutture. Un dato su tutti: nel decennio
1993-2003 in Italia sono stati costruiti 86 chilometri di nuove autostrade
contro i 1.613 medi delle altre cinque nazioni. Ma la ricerca parla anche di
imprese italiane che pagano un divario in termini di attrazione di capitali e
di flussi turistici che crescono meno di quelli verso gli altri paesi. Poi c'è
la corposa parte del rapporto sulle differenze tra burocrazia
italiana ed europea. Nel nostro paese il costo per aprire un'attività è quattro
volte più alto, per ottenere una licenza di costruzione occorrono quasi il
doppio dei giorni e più del doppio dei soldi. Per licenziare un dipendente
occorre il triplo dei giorni e un procedimento civile dura tre volte e mezza di
più. Per non parlare della litigiosità: per ogni italiano ci sono il doppio
delle cause civili e una volta e mezza gli avvocati che in media ci sono per
ciascun europeo. L'ultima tranche di criticità è invece legata alla
concorrenza. Innanzitutto, secondo la ricerca di Confartigianato, ce n'è troppo
poca in quei settori che forniscono servizi alle imprese: gli indicatori legati
al costo di un conto corrente bancario, ai tassi di interesse sui prestiti di
breve termine e alla dinamica di lungo periodo evidenziano performance peggiori
dell'Italia rispetto all'Europa. Ma oltre a banche e compagnia assicurative,
nel mirino dell'associazione degli artigiani ci sono anche i mercati
dell'energia e i servizi pubblici. E anche la concorrenza sleale generata
dall'economia sommersa, che da noi è presente in quantità maggiore rispetto ai
cinque paesi europei. Cento divari, più o meno grandi, che rendono accidentato
il cammino delle aziende italiane, soprattutto di quelle più piccole: "La
caparbietà e la resistenza delle imprese - commenta il presidente di
Cofartigianato Giorgio Guerrini - non bastano per poter inserire l'Italia in un
sentiero di crescita". Ora la palla passa al governo: "Serve il
coraggio di cambiare - continua Guerrini - e di realizzare rapidamente le
grandi riforme". (st.pa.).
( da "Eco di Bergamo, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Don Vincenzo Valle è un parroco di montagna. Di quelli
che il giornalista provano prima di tutto a farlo recedere dall'idea un po'
balzana di salire fin quassù, oltretutto per parlare di denaro ("non ho
niente di interessante da raccontarle?"). Ma che poi ti stringono la mano
e ancor prima di aprire bocca ti hanno già messo un piatto e un bicchiere sotto
il naso. Ha la responsabilità di quattro parrocchie in Val del Riso: Gorno,
Oneta, Chignolo e Cantoni: "È in pratica una Unità pastorale, anche se
manca l'ufficialità". Qui in valle non ci sono realtà complicate da
gestire come le scuole, ma avere aperti quattro fronti non è semplice.
"Solo a Gorno, oltre alla parrocchiale abbiamo altre sette chiese
succursali" spiega don Vincenzo. "A Oneta c'è anche un santuario, quello
della Madonna del Frassino". Sulle questioni economiche qui fanno alla
vecchia maniera: poche chiacchiere, discussioni sulle cose concrete, quando i
problemi si presentano e non prima. Tanto aiuto da parte di tutti: soldi, sì,
ma soprattutto mani e braccia, che qui sanno ancora adoperare; anche per
"far su" un oratorio o per restaurare una chiesa. "La situazione
è abbastanza tranquilla - dice il parroco - perché è stato fatto già tanto
lavoro da parte dei miei predecessori. Le chiese richiedono solo una normale
manutenzione". Assieme a 1.800 abitanti di Gorno, 500 di Oneta e un
centinaio di ognuno dei due paesi più piccoli don Vincenzo ne fa funzionare una
quindicina: "Le persone qui, per tradizione, hanno sempre avuto
un'attenzione particolare per la loro chiesa. Non si sono mai tirate indietro:
quando c'è bisogno, intervengono sempre. La chiesa della Madonna, che vede qui
accanto - dice don Vincenzo - qualche anno fa l'abbiamo risistemata tutta con
il volontariato, a parte qualche lavoro specialistico di restauro: a noi sarà
costata di 2 o 300 milioni di lire, ma se avessimo appaltato i lavori saremmo
arrivati a 800". Muratori, elettricisti, pensionati pronti a dare una mano
si trovano sempre. "Ogni parrocchia ha il suo Consiglio per gli affari
economici, quindi io ne devo seguire quattro. E ognuno fa a sé, guai!".
Che pesi ha sulle spalle, dal punto di vista economico, un parroco di montagna?
"Sinceramente non lo vedo come un peso" dice don Vincenzo.
"L'unico vero grosso fardello per me è quello della burocrazia.
Occorrono mesi, per non dire anni per avere certe approvazioni. E anche quando
arrivano devi poi compilare tanti documenti per certificare questo e
quest'altro, e ti passa un po' la voglia". Gran parte degli introiti
arriva dalle elemosine raccolte a messa: "Anche se con l'euro qui da noi
c'è stato un calo. La gente è molto generosa in occasione delle prime
comunioni, delle cresime, dei matrimoni: l'offerta è libera ma è sempre
consistente". D'estate, con un po' di turismo, per un paio di mesi le
cifre salgono leggermente, "qui però non siamo in Presolana o a Oltre il
Colle". Anche le aziende e le banche locali aiutano la parrocchia:
"Se avanzi una richiesta per un progetto particolare, un contributo arriva
sempre. Qui è sempre così: se tu fai, loro ti seguono, se spendi ti vengono
incontro; se non fai niente, invece, non ti danno niente". Il Cpae si
riunisce "a progetto" - come si dice in pianura: "Quando c'è
bisogno ci si trova. Oppure se c'è da stendere il bilancio di fine anno".
Se ci sono decisioni importanti da prendere don Valle convoca invece
un'assemblea plenaria: "Poi il Cpae entrerà più nei dettagli, ma almeno
una volta all'anno un incontro con tutti lo facciamo sempre". Come se
fossero una democrazia diretta svizzera. C. D.
( da "Eco di Bergamo, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Una serie di appuntamenti per aiutare le parrocchie
sui conti" Monsignor Lucio Carminati è l'economo della diocesi di Bergamo,
e il delegato del vescovo per le Attività economiche e i Beni culturali.
"Il Sinodo - dice - ha dedicato un capitolo ai problemi di gestione
economica della Chiesa bergamasca: si tratta ora di dare concretezza a queste
indicazioni. L'amministrazione dei beni è diventata sempre più complicata. Molti parroci si lamentano: "Quanta burocrazia, quante carte sono
necessarie!". Le normative sono molto più complesse di un tempo: sono
fatte di solito per motivi encomiabili, per garantire maggiore efficienza e
sicurezza, il livello di servizio si è indubbiamente alzato ma questo richiede
ai preti un lavoro notevole. Soprattutto quelli più giovani, giustamente
dicono: "Sono venuto qui per fare il sacerdote, non
l'amministratore"". Il convegno di sabato è rivolto più ai laici che
ai preti? "Soprattutto ai membri del Consiglio parrocchiale per gli affari
economici". Che aiuta il parroco a far quadrare i conti. "Oggi un
sacerdote non può essere geometra, ragioniere, architetto, commercialista? Le
competenze necessarie ormai sono a 360° ma è impossibile che una persona sola
si intenda di tutto. E in ogni caso dire "faccio tutto da me" è
sbagliato: nella Chiesa un atteggiamento di condivisione e corresponsabilità è
essenziale. I laici oggi devono essere coinvolti: sono loro la Chiesa. Il
parroco sovraintende e guida ma un cammino comune è necessario". Le
difficoltà concrete spingono le parrocchie verso un profilo più
"conciliare"? "Soprattutto i sacerdoti più giovani sono molto
più disponibili a cercare aiuto e collaborazione. Il parroco ha bisogno di
avere accanto delle persone di fiducia, e competenti. Questo primo convegno
vuole fare una panoramica della situazione; poi, due volte all'anno, vorremmo
affrontare temi più specifici e approfondirli". Quali problemi emergono?
"L'amministrazione dei beni ecclesiastici è particolare: la parrocchia non
è un'azienda come le altre. La scuola materna, anche se registra delle entrate
e delle uscite come un esercizio commerciale, ha tante particolarità dal punto
di vista amministrativo e fiscale. Anche ottimi professionisti, se non si sono
mai occupati di queste cose possono non avere una competenza specifica. Le
leggi italiane anche in questo campo sono piuttosto complicate". La
diocesi cosa fa per le parrocchie? "Stiamo mettendo a punto una società di
servizi che dovrebbe gestire i beni della diocesi ma anche offrire un sostegno
alle comunità. Qualunque problema dovesse sorgere, il parroco potrà rivolgersi
lì. La mia indicazione è che in questo ufficio devono trovare una risposta: se
le competenze ci sono all'interno verranno date, altrimenti l'ufficio stesso
dovrà cercarle fuori. In ogni caso dovrà risolvere il problema". Le
parrocchie si aiutano fra loro? "Esiste un fondo di solidarietà,
alimentato in parte dall'"8 per mille"; accanto c'è un altro fondo al
quale le parrocchie contribuiscono con un euro per ogni abitante: con esso si
aiutano quelle indebitate a pagare gli interessi sui mutui che hanno contratto.
C'è sempre qualche parrocchia che è in attivo e qualcun'altra che ha dei
debiti: nell'arco di qualche anno poi le parti si invertono". Le offerte
dei fedeli sono in calo? "No, sono stabili. Anzi, a ben guardare, dato che
le persone che vengono in chiesa diminuscono, ciò significa che danno sempre di
più". A meno che uno non sia povero, la domenica dare meno di un euro è un
po' imbarazzante: la nuova moneta vi ha aiutato? "L'anno del cambio c'è
stato un certo incremento, ora si è abbastanza livellato". C. D.
( da "marketpress.info" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Parlamento chiede di promuovere l'ingresso dei
giovani nell'attività agricola, creando una "banca delle terre",
fornendo prestiti agevolati e aumentando i massimali degli aiuti Ue. Occorre
poi preservare l'unità aziendale nelle successioni ereditarie e subordinare i
prepensionamenti al subentro di giovani imprenditori, agevolare l'insediamento
in isole e montagne, dotandole di servizi pubblici, nonché promuovere la
formazione e la mobilità degli agricoltori. Secondo i dati Eurostat del 2003,
la percentuale di agricoltori nell'Unione europea di età inferiore ai 35 anni
ammonta a solo il 7% ed è in calo. Pertanto, favorire il ricambio generazionale
degli agricoltori "è fondamentale" per rispondere a varie sfide -
alimentare, energetica, ambientale e territoriale - che attendono l'agricoltura
europea oggi e domani. Approvando con 571 voti favorevoli, 31 contrari e 39
astenuti la relazione di Donato Tommaso Veraldi (Alde/adle, It), il Parlamento
chiede di appoggiare i giovani agricoltori che intendono lanciarsi in tale
impresa "con una politica affidabile, una burocrazia rispondente alla realtà e il
massimo appoggio alla gestione". I deputati sottolineano quindi che la Pac
dovrebbe mirare a sopprimere gli ostacoli che si frappongono attualmente ai
giovani nell'accesso all'attività agricola e ribadiscono che le misure a favore
dello sviluppo rurale "dovrebbero rivolgersi direttamente agli
agricoltori". Invitano poi la Commissione a realizzare uno studio
sull'opportunità e il valore aggiunto delle varie misure nazionali ed europee a
favore dei giovani agricoltori e a presentare una relazione in materia entro il
1° luglio 2009. Favorire l'accesso alla terra: "banca delle terre" e
prestiti agevolati L'elemento principale condizionante per il ringiovanimento
dell'imprenditoria agricola è, secondo il Parlamento, "l'accesso alla
terra", ostacolato dal suo costo elevato dovuto, in particolare,
"alla pressione urbana e alla speculazione". Il Parlamento evidenzia
inoltre il persistere di problemi legati agli alti costi di avviamento, come le
quotazioni di vendita e di affitto dei fondi agricoli, e la necessità di
investire continuamente in capitale fisico e potenziale umano al fine di
raggiungere un miglior livello di innovazione tecnologica e logistica. Riguardo
alla cessione di terreni agricoli, i deputati raccomandano la creazione di
strumenti adatti per dare priorità "ai giovani agricoltori che si
insediano piuttosto che agli agricoltori che ingrandiscono le loro
aziende". In particolare dovrebbero essere messi a punto meccanismi di
prepensionamento, aiuti all'acquisto fondiario differito e meccanismi
d'insediamento progressivo, nonché la locazione di una parte dei terreni.
Sostengono poi la creazione di una "banca delle terre" da costituirsi
sulla base dei terreni liberatisi a seguito dei prepensionamenti e ritengono
necessario prevedere aiuti per l'acquisto in comune di macchinari e
attrezzature ad alto costo e scarso utilizzo individuale. Secondo i deputati,
esistono difficoltà di accesso a finanziamenti a favore dell'insediamento dei giovani
agricoltori e sarebbero quindi utili prestiti agevolati per consentire loro di
portare a buon fine i progetti di insediamento e per assicurarne la durata,
evitando nel contempo un eccessivo indebitamento. Gli Stati membri e le
autorità regionali dovrebbero quindi valutare la possibilità di introdurre o
migliorare i dispositivi che consentono di offrire capitale di avviamento ai
giovani agricoltori a tassi preferenziali e andrebbero sviluppate nuove misure
(fiscali) per aiutarli a sostenere "il pesante costo degli interessi cui
devono far fronte una volta acquisita la propria azienda". Per tenere
meglio conto dell'aumento dei costi di rilevazione delle aziende e delle
difficoltà di insediamento in territori fragili, il Parlamento sottolinea la
necessità di aumentare il massimale comunitario che limita gli aiuti a 55. 000
euro e di prolungare la durata della normalizzazione a seguito
dell'insediamento a cinque anni, invece di tre. Raccomanda inoltre che,
nell'ambito del premio all'insediamento - che dovrebbe essere rivisto - siano
previsti incentivi ai proprietari che danno in affitto le aziende a giovani
agricoltori e/o aiuti per il pagamento dell'affitto, fino a dieci anni dopo
l'insediamento. Ritiene poi necessario "accompagnare" i giovani agricoltori
negli anni successivi al loro avviamento e prevedere un fondo di riserva
specifico che li aiuti a superare gli imprevisti nell'ambito del loro
insediamento, "quali una grave avversità climatica che danneggi il
raccolto o un sensibile aumento degli oneri". Riguardo alle successioni
ereditarie, i deputati ritengono opportuno considerare una legislazione meglio
finalizzata a preservare l'unità aziendale, agevolando anche le successioni
riguardanti parti che non sono di membri della famiglia per consentire ai giovani
imprenditori con una formazione in agricoltura di diventare agricoltori.
Sottolineano peraltro che meccanismi nazionali di prepensionamento dovrebbero
essere applicati "solo nel caso in cui l'azienda venga rilevata da un
giovane agricoltore oppure l'agricoltore in prepensionamento dovrebbe in questo
caso godere di una pensione maggiore". Agevolare l'insediamento in isole e
montagne I deputati ritengono particolarmente importante favorire
l'insediamento di giovani agricoltori nelle zone che presentano handicap
naturali permanenti come le isole e le montagne, in cui i costi
d'installazione, costruzione di edifici e accessibilità sono più elevati e in
cui è spesso necessario diversificare le attività "per raggiungere una
sufficiente soglia di sostenibilità". Sottolineando la necessità di
attuare misure di incentivo all'insediamento dei giovani agricoltori, ritengono
anche opportuno rendere vitale l'ambiente rurale, favorendo un accesso
paritario ai servizi pubblici (poste, scuole, trasporti pubblici, servizi
sanitari, ecc. ) ed il loro mantenimento (commerci ed artigianato, strutture di
accoglienza per bambini piccoli ed anziani, alloggi popolari e in locazione,
ecc. ), nonché creando spazi di vita sociale "che consentano di rompere
l'isolamento" (bar, centri culturali, centri sportivi, ecc. ). Qualità:
assicurare la diversità nella produzione e nei prodotti Il Parlamento invita la
Commissione a presentare proposte per l'introduzione di un marchio europeo di
qualità per consentire ai consumatori di identificare facilmente le merci
prodotte in conformità delle rigorose norme comunitarie in materia di ambiente,
benessere degli animali e sicurezza degli alimenti. A proposito della qualità,
ribadisce l'importanza della diversità nella produzione e nei prodotti, che
"è una chiave essenziale" nella politica di valorizzazione delle
produzioni alla stessa stregua dell'identificazione di un territorio preciso e
all'eccellenza nei modi di produzione, "come dimostrano la reputazione e
il successo dei prodotti agricoli ad indicazione geografica protetta o
insigniti di etichetta". Promuovere la formazione e mobilità per i giovani
agricoltori Secondo i deputati occorre intensificare
"sistematicamente" la formazione e l'aggiornamento extra-scolastici
dei giovani "agricoltori di domani" per garantire un efficace
trasferimento delle conoscenze dalla ricerca agricola all'agricoltura.
Ricordando che sostenere vigorosamente la formazione degli agricoltori durante
tutto l'arco della loro vita professionale è nell'interesse economico (miglioramento
della produttività) ed ambientale (aggiornamento delle conoscenze circa le
pratiche "verdi") dell'Ue, i deputati incoraggiano, in particolare,
programmi a favore della mobilità dei giovani agricoltori nell'Unione (fra cui
Leonardo) e la creazione di strumenti che permettano loro di assentarsi
dall'azienda durante i corsi di formazione. Infine i deputati propongono
l'istituzione di un "Anno europeo del dialogo tra città e campagna".
. <<BACK.
( da "Nazione, La
(Firenze)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LA PAGINA DEI LETTORI pag. 37 I COSTI delle organizzazioni
e soprattutto delle loro burocrazie emergono sempre di
più... I COSTI delle organizzazioni e soprattutto delle loro burocrazie
emergono sempre di più con la caduta di miti che non reggono a confronto con la
realtà. Lo sperpero di risorse e di energie è evidente tanto che si perdono
perfino gli obiettivi di una sfida annegata nelle dichiarazioni solenni degli
Stati che continuano a ribadire l'impegno di dimezzare la fame e che si
sono dati anche un termine che, come si sa, è il 2015. Ma la vergogna della fame
per le nazioni più progredite, che consumano anche la quasi totalità delle
risorse, non si lava affidandosi a una organizzazione che si è rivelata
impotente, si affronta e si cerca di vincere con il concorso consapevole e
responsabile di tutti. Se non sarà così faremo solo retorica.
( da "Resto del Carlino,
Il (Ravenna)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ECONOMIA E FINANZA pag. 25 Antitrust: "Più
liberalizzazioni Solo così l'Italia potrà ripartire" "Decisioni lente
e mancanza di concorrenza frenano la crescita" ? ROMA ? NEL MONDO ideale
dell'Antitrust si può fare la spesa a qualsiasi ora del giorno, approfittare
dei saldi tutto l'anno, leggere un prospetto bancario capendo quello che c'è
scritto, acquistare senza difficoltà farmaci generici, cambiare senza problemi
istituto di credito e assicurazione, accedere con facilità a una professione,
dare un taglio netto alla burocrazia, ottenere servizi locali e infrastrutture efficienti. Un mondo
ideale, ma anche possibile: basta procedere spediti con le liberalizzazioni e
ridurre al minimo le autorizzazioni. Il monito arriva dall'Autorità garante
della concorrenza e del mercato, che il 9 giugno ha approvato una segnalazione
al Governo e al Parlamento in cui vengono esaminati i settori economici più
importanti dove "mancanza di concorrenza e lentezza del processo
decisionale pubblico rappresentano un freno per la crescita del Paese".
L'Antitrust definisce "strategici" interventi su infrastrutture,
carburanti, energia, trasporti, servizi pubblici locali, farmaci, professioni,
distribuzione commerciale e servizi finanziari. L'Autorità guidata da Catricalà
analizza innanzitutto le infrastrutture per dire che occorre mettere fine ai
veti incrociati che bloccano la realizzazione delle opere pubbliche: è lo Stato
a dover dire l'ultima parola. Poi c'è la partita energia. Sul fronte
elettricità è necessario potenziare la rete di trasmissione e separare attività
di distribuzione e vendita. Sul fronte del gas servono investimenti in
infrastrutture e l'arrivo di nuovi soggetti imprenditoriali. L'Autorità si
occupa anche del nostro sistema di vendita al dettaglio. L'industria
distributiva, dice, è ancora sottodimensionata rispetto al resto d'Europa.
Occorre dunque eliminare i vincoli che ostacolano l'apertura di punti vendita
con grandi superfici. Vanno poi abrogati i divieti in materia di vendita
congiunta all'ingrosso e al dettaglio, i vincoli alla determinazione dei prezzi
di vendita (vendite sottocosto e straordinarie) e vanno liberalizzati gli
orari. L'attuale struttura della distribuzione commerciale, fa notare
l'Antitrust, comporta invece minore possibilità di scelte e prezzi più alti per
i consumatori. I prezzi possono diminuire anche liberalizzando la distribuzione
dei carburanti: puntare tutto sulla grande distribuzione e sugli operatori
indipendenti. Per i medicinali occorre una significativa semplificazione dei
requisiti e degli adempimenti previsti per la loro distribuzione anche
prevedendo punti vendita alternativi alle farmacie. L'ACCESSO alle varie
professioni deve essere, in linea di principio, libero e il prezzo dei servizi
stabilito tra le parti. Vanno comunque abrogate le limitazioni numeriche agli
accessi previsti per alcune professioni, come per esempio notai e medici del
servizio sanitario. ol. po.
( da "Nazione, La
(Empoli)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PRIMO PIANO pag. 3 "Nella misura in cui si può,
s'ha da fare" IL COMMENTO CON I SUOI 250 milioni di euro, l'"affaire
Tui - Castelfalfi" è il maggiore investimento nella regione, dopo i
cantieri per l'alta velocità ferroviaria. E che sia l'azienda leader mondiale
del turismo a realizzarlo, è una indiscutibile garanzia di solidità. Il
problema sta tutto nella "sostenibilità" in termini ambientali, sociali
ed economici del progetto. Nel senso che in un comune con 3.700 abitanti,
vedremo presto almeno un milione di turisti all'anno. Una trasformazione non
solo del paesaggio, ma dell'economia e delle abitudini di questa splendida
striscia di terra che separa il Chianti dal Tirreno. Una trasformazione che non
deve fare paura, a patto che rispetti gli otto criteri
dettati dall'amministrazione comunale al termine del processo partecipativo e
di trasparenza conclusosi a dicembre. Ora il Comune deve mettere mano alla
variante del Regolamento urbanistico (varato nel 2006), per consentire le nuove
costruzioni. L'augurio è che non si perda troppo tempo in burocrazia. A.A.
( da "Unita, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Stai consultando l'edizione del Scaparro: teatro, festa
e testa di Francesca De Sanctis "M a dov'è finita la cultura? Nell'ultima
campagna elettorale sembra essere sparita del tutto...". La parola
d'ordine per Maurizio Scaparro è: dialogare. E poco importa se i soldi a
disposizione sono pochi, l'importante è "avere delle idee", rendere la burocrazia più snella possibile e far sì che le istituzioni si confrontino
con i movimenti. D'altra parte, spiega il regista, la creatività è il motore di
tutto. Sarà per questo che stavolta la Biennale Teatro, da lui diretta,
dedicherà tutta una prima parte ai Laboratori internazionali, fucina di idee
che esploderanno a Venezia dal 27 ottobre al 27 novembre. Sarà una
specie di cantiere d'arte, che precederà il Festival Internazionale di Teatro,
in programma dal 20 febbraio all'8 marzo 2009. "Tutto ruoterà attorno ad
un unico tema: il Mediterraneo - spiega -. Che non è il mare nostro, ma un
luogo dove si incontrano culture diverse: Spagna, Portogallo, i Paesi arabi...
Alcuni dei laboratori poi confluiranno nel festival vero e proprio. Anche se la
parola festival non la amo molto, ormai è inflazionata. Meglio parlare di
creatività". Da una delle sezioni del Laboratorio nascerà anche lo
spettacolo di Scaparro per la Biennale, che si chiamerà Polvere di Baghdad.
"Nessuno a sentir nominare Baghdad oggi pensa a Sherazade o a Simbad, ma
si tratterà di far rivivere - aggiunge - con allievi attori e studenti, questi
fantasmi culturali nella realtà attuale, tra guerra e distruzione". A
proposito della Biennale, la novità di quest'anno a quanto pare è che per la
prima volta raddoppia: l'attività è stata progettata per due anni, una scelta
in controtendenza, considerando che ogni anno il teatro e la cultura in
generale sono i primi settori a subire dei tagli dal governo. Dunque, come ci
riuscite? "Si fa quel che si può. Nonostante la Biennale abbia pochi soldi
noi abbiamo deciso di raddoppiare l'attività organizzandola diversamente. Altri
percorsi sono possibili e questi percorsi hanno molto a che fare con i giovani.
I laboratori coinvolgono moltissimi ragazzi". Si aspetta dei tagli da
questo governo? "Francamente non lo so. Quello che posso dire con certezza
è che ciò che conta di più è far lavorare la fantasia. A cosa dovrebbero
servire più fondi? Questo dovremmo chiederci. Per il momento è importante per
noi la continuità dell'attività". Eppure, come lei sa, ogni anno si
polemizza, per esempio, su come vengono distribuiti i soldi del Fus (Fondo
Unico per lo spettacolo). Questo significa che solo con le idee non si va molto
lontano... "Forse dovremmo discutere di più su come vengono distribuiti
questi soldi. Non voglio parlare di sprechi, ma una distribuzione più oculata
certamente aiuterebbe molte compagnie. Ad ogni modo la cosa su cui a mio avviso
bisognerebbe puntare è far dialogare le istituzioni - che non devono avere un
ruolo museale - con i movimenti. La verità è che in Italia ci siamo arenati sul
riciclaggio degli spettacoli, che girano da una parte all'altra. L'idea di
"festa", invece, è un'idea vincente. In Italia lo hanno fatto solo
due persone: Nicolini con l'Estate romana e Scaparro con il Carnevale". Ma
allora quale dovrebbe essere il ruolo del teatro pubblico? "Di sicuro non
può essere la bella o la brutta copia del teatro privato. Io sono per il teatro
pubblico, ma bisognerebbe seriamente pensare a quali sono le necessità del
teatro pubblico: ovvero il mondo che cambia. Quando nacque il Piccolo di Milano
la televisione ancora non c'era. Ecco, ora sono il primo a dire che cinema,
teatro, danza, dovrebbero dialogare di più fra loro". Anche avere una
legge sul teatro sarebbe utile... "Più che di una legge parlerei di
regole, di indirizzi: nuovi linguaggi, nuove leve, formazione di attori,
formazione del pubblico. Soprattutto vorrei un teatro in cui prendessero la
parola gli artisti e non i manager, solo così si può essere utili alla società.
Anche perché nelle ultime elezioni la parola cultura è sparita. Sarebbe
opportuna una tavola rotonda sul tema: "Il futuro delle arti
sceniche". Si potrebbe fare all'Unità. In fondo il rapporto tra
istituzioni e movimenti è un problema tutto politico". Per i giovani però
è particolarmente dura.. "Ai giovani dico sempre: non lavorate mai da
soli, ma in due. Una coppia in teatro è un esercito... I giovani mi danno molta
forza e la Biennale è un punto di osservazione privilegiato". Cosa si
aspetta per il futuro del teatro? "Una volta, quando ero socialista,
dicevo: "Speriamo che non mi ostacolino". Ora dico "speriamo che
non ci ostacolino"". REGISTI È una logica resistenziale quella che
propone il direttore del Teatro della Biennale: taglieranno i fondi?
Spendiamoli meglio, spazio ai laboratori, al nuovo, alla fantasia. Gli esempi?
Due. "Il mio Carnevale - spiega - e l'Estate romana di Nicolini".
( da "Nazione, La
(Empoli)" del 12-06-2008)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano))
Argomenti: Burocrazia
ECONOMIA & FINANZA pag. 25 Antitrust: "Più
liberalizzazioni Solo così l'Italia potrà ripartire" "Decisioni lente
e mancanza di concorrenza frenano la crescita" ? ROMA ? NEL MONDO ideale
dell'Antitrust si può fare la spesa a qualsiasi ora del giorno, approfittare
dei saldi tutto l'anno, leggere un prospetto bancario capendo quello che c'è
scritto, acquistare senza difficoltà farmaci generici, cambiare senza problemi
istituto di credito e assicurazione, accedere con facilità a una professione,
dare un taglio netto alla burocrazia, ottenere servizi locali e infrastrutture efficienti. Un mondo
ideale, ma anche possibile: basta procedere spediti con le liberalizzazioni e
ridurre al minimo le autorizzazioni. Il monito arriva dall'Autorità garante
della concorrenza e del mercato, che il 9 giugno ha approvato una segnalazione
al Governo e al Parlamento in cui vengono esaminati i settori economici più
importanti dove "mancanza di concorrenza e lentezza del processo
decisionale pubblico rappresentano un freno per la crescita del Paese".
L'Antitrust definisce "strategici" interventi su infrastrutture,
carburanti, energia, trasporti, servizi pubblici locali, farmaci, professioni,
distribuzione commerciale e servizi finanziari. L'Autorità guidata da Catricalà
analizza innanzitutto le infrastrutture per dire che occorre mettere fine ai
veti incrociati che bloccano la realizzazione delle opere pubbliche: è lo Stato
a dover dire l'ultima parola. Poi c'è la partita energia. Sul fronte
elettricità è necessario potenziare la rete di trasmissione e separare attività
di distribuzione e vendita. Sul fronte del gas servono investimenti in
infrastrutture e l'arrivo di nuovi soggetti imprenditoriali. L'Autorità si
occupa anche del nostro sistema di vendita al dettaglio. L'industria
distributiva, dice, è ancora sottodimensionata rispetto al resto d'Europa.
Occorre dunque eliminare i vincoli che ostacolano l'apertura di punti vendita
con grandi superfici. Vanno poi abrogati i divieti in materia di vendita
congiunta all'ingrosso e al dettaglio, i vincoli alla determinazione dei prezzi
di vendita (vendite sottocosto e straordinarie) e vanno liberalizzati gli
orari. L'attuale struttura della distribuzione commerciale, fa notare
l'Antitrust, comporta invece minore possibilità di scelte e prezzi più alti per
i consumatori. I prezzi possono diminuire anche liberalizzando la distribuzione
dei carburanti: puntare tutto sulla grande distribuzione e sugli operatori
indipendenti. Per i medicinali occorre una significativa semplificazione dei
requisiti e degli adempimenti previsti per la loro distribuzione anche
prevedendo punti vendita alternativi alle farmacie. L'ACCESSO alle varie
professioni deve essere, in linea di principio, libero e il prezzo dei servizi
stabilito tra le parti. Vanno comunque abrogate le limitazioni numeriche agli
accessi previsti per alcune professioni, come per esempio notai e medici del
servizio sanitario. ol. po.
( da "Giornale.it, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 139 del 2008-06-12 pagina 13
Guerra alla burocrazia di
Redazione "Il meccanismo non si limiterà alle norme fino al 1970 ma sarà
esteso fino al giorno d'oggi" da Roma Liberalizzare per far ripartire il
Paese. È la sollecitazione dell'Antitrust a governo e Parlamento. Si chiedono
interventi per aprire i mercati su infrastrutture, carburanti, energia,
trasporti, servizi pubblici locali, farmaci, professioni, distribuzione
commerciale e servizi finanziari. Il documento rappresenta un contributo di
analisi tecnica messa a disposizione del legislatore dall'Autorità. Nella
segnalazione vengono indicati i settori dove "mancanza di concorrenza e
lentezza del processo decisionale pubblico rappresentano un freno per la
crescita del Paese". Sul tema delle infrastrutture, l'Autorità, presieduta
da Antonio Catricalà, chiede un secco "no ai veti incrociati" e
l'attribuzione allo Stato della decisione finale. Sul capitolo elettricità, le
insufficienze e le rigidità della rete di trasporto generano congestione
locale. Bisogna insomma potenziare la rete di trasmissione. Anche per il gas
servono interventi normativi e regolamentari, parallelamente a misure per
l'accesso e la crescita di nuovi soggetti imprenditoriali nello stoccaggio e
nel controllo. Nuove norme per le professioni: l'Antitrust vuole l'abolizione
del numero chiuso per notai e medici Asl. Regolamentazione anche nel commercio:
la rete è sottodimensionata per le regole che ostacolano l'apertura di mega
store e nuovi esercizi. Vanno dunque eliminati questi vincoli. La mancanza di
grandi operatori esclude la presenza all'estero di catene commerciali italiane
che aiutano le produzioni nazionali. Alle Fs occorre una separazione
proprietaria per eliminare la molteplicità di ruoli e funzioni esercitate dal
gruppo. Da semplificare invece la distribuzione dei carburanti, quella dei
farmaci e le pratiche bancarie. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-06-12
- pag: 3 autore: Sulle semplificazioni Brunetta incassa il via libera di
Confindustria "Utilities, si parte dal Ddl Lanzillotta" Eugenio Bruno
ROMA Sono liberalizzazioni e semplificazione le "vitamine" più
sostanziose che il Governo intende somministrare, insieme agli
"antibiotici" a base di tagli, al paziente Italia. A confermarlo è
stato ieri il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta. Incassando il
consenso di Confindustria. Brunetta ha scelto un convegno sulla
semplificazione, organizzato dalla Luiss, per rifare il punto
sulla"ricetta" dell'Esecutivo. Ritornandoci qualche ora più tardi
durante la sua audizione alla Camera. Punto di partenza: le liberalizzazioni di
pubblic utility ("sia nella produzione che nella gestione dei servizi
pubblici essenziali", ha specificato) e professioni. Il titolare di
Palazzo Vidoni le ha definite una "battaglia di democrazia" e ha
identificato nella versione "originale" del Ddl messo a punto dall'ex
ministro agli Affari regionali, Linda Lanzillotta, la bozza da usare come
traccia. Passando all'altro piatto forte, la la lotta alla burocrazia, il ministro ha parlato di un
"trenta per cento di energia repressa su scala nazionale a causa
dell'inefficienza della Pa". Una forza che, se "liberata come un
tappo di champagne", permetterebbe al Paese di crescere proprio di quel 30
per cento. Come? Qui la missione è più dura ("napoleonica"
come l'ha autodefinita). Oltre all'utilizzo di benchmarking mutuati dal sistema
privato, ad esempio sull'assenteismo (sul punto si veda altro approfondimento
su questo stesso giornale), Brunetta è anche tornato sull'esigenza di una class
action nel settore pubblico "per fare sentire la voce dei
cittadini-consumatori" contro i cattivi amministratori, prevedendo
sanzioni non pecuniarie ma politiche, cioè rimozione o commissariamento.
Citando, a mo' di esempio,la decisione del governatore della Regione Lazio,
Piero Marrazzo, di ritirare le deleghe all'assessore alla Sanità, Augusto
Battaglia. Consenso pieno per sue le parole sono giunte da Confindustria. Dopo
aver sottolineato con favore che "rispetto al passato ormai c'è un clima
di condivisione sulla malattia italiana e su cosa fare per risolverla ",
il presidente Emma Marcegaglia ha criticato quei settori "in cui c'è
ancora troppo poco mercato": servizi pubblici locali e professioni.
Invitando l'Esecutivo in carica a ricominciare da dove si è fermato quello
precedente. Nel definire "senza senso" il peso della burocrazia italiana, il leader di Viale dell'Astronomia ha
definito "un tema essenziale " per le imprese l'esigenza di
semplificazione. Un argomento da affrontare come "un'emergenza nazionale
", rilanciato qualche ora più tardi dal vicepresidente con delega alla
piccola industria, Giuseppe Morandini che ha presentato al ministro Brunetta il
piano dell'associazione imprenditoriale sulla semplificazione degli oneri
amministrativi. Una voce che pesa sul bilancio delle imprese, solo prendendo in
considerazione 40 adempimenti, per 17 miliardi di euro. Così suddivisi: 6,9
miliardi in materia di lavoro, 3 per previdenza e assistenza, 1,4 per
prevenzione, 2,2 per la privacy (ma il garante Francesco Pizzetti ha confermato
che si sta lavorando per una soluzione favorevole alle Pmi "in tempi
brevissimi), 2 miliardi per l'ambiente e 600 milioni per la tutela del
paesaggio e dei beni culturali. Tra le misure proposte da Confindustria per
invertire la rotta spiccano la definizione di tempi certi per la conclusione
dei procedimenti con l'obbligo per gli uffici pubblici di rispondere entro 30 o
al massimo 90 giorni. Ma anche lo snellimento dei controlli amministrativi per
le imprese certificate, limitandoli alla sola verifica della documentazione, il
rinnovo automatico delle autorizzazioni da rinnovare periodicamente e il
risarcimento del danno da ritardo per la tardiva o illegittima azione
amministrativa. IL DOCUMENTO Le aziende presentano un dossier per ridurre la burocrazia: " Governo pronto ad abbattere 17 miliardi
di costi per l'impresa".
( da "Sole 24 Ore, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-06-12
- pag: 3 autore: Calderoli: via gli enti inutili e il 25% delle leggi vigenti
Marco Rogari ROMA Immediata abolizione del 25% delle leggi in vigore.
Attivazione di un meccanismo " taglia enti-inutili" per eliminare
tutti gli organismi considerati superflui. Riduzione del 25% entro il 2012
degli oneri burocratici a carico di cittadini e imprese. E
Indennizzi automatici agli utenti danneggiati dai ritardi della burocrazia. A ufficializzare le misure
di semplificazione e delegificazione che faranno parte del piano triennale sui
conti pubblici, con cui tra il 18 e il 20 giugno il Governo anticiperà la
Fiananziaria, è il ministro Roberto Calderoli nel corso di un question time
alla Camera. Una terapia intensiva, che prevede anche gli interventi di sburocratizzazione
per la nascita delle imprese in un giorno, il rafforzamento del principio del
"silenzio-assenso", l'obbligo per le amministrazioni di non
richiedere ai privati ulteriori adempimenti rispetto a quelli disposti via
Internet. E ancora: la progressiva eliminazione di tutti i documenti cartacei;
il prolungamento della validità della carta d'identità da 5 a 10 anni; la
"Gazzetta Ufficiale" solo in versione on-line. Il tutto sarà
accompagnato da misure di semplificazione sul versante fiscale e su quello del
lavoro, dalla "Bersani-edilizia" e dalla tracciabilità dei pagamenti.
Un'operazione a 360 gradi che scatterà subito. "Per troppo tempo ci si è
pesati tutti i giorni dicendo che il lunedì avremmo iniziato la dieta: ora la
iniziamo davvero ", sottolinea Calderoli alla Camera. Il ministro
evidenzia che l'azione di potatura legislativa si svilupperà in due fasi:
subito l'eliminazione del 25% dei testi normativi vigenti accompagnata dalla
nascita di una banca dati pubblica della legislazione. In seconda battuta si
procederà all'applicazione vera e propria del meccanismo taglia-leggi, che
rispetto alle versione concepite dal precedente Governo Berlusconi e dal
Governo Prodi scatterà anche sui testi approvati anche dopo il 1970
raggruppando le norme sopravvissute in un numero limitato di testi unici e
codici di settore. E un meccanismo analogo sarà attivato anche per disboscare
la giungla degli enti inutili. Il pacchetto delle semplificazioni, congegnato
da Calderoli in collaborazione con i ministri Tremonti, Brunetta e Scajola,
rappresenta solo una tessera nel mosaico di interventi e tagli sulla Pa, che
dovrà garantire tre miliardi di risparmi in tre anni. Nel decreto legge che
sarà varato la prossima settimana (anche se continuano a circolare voci su uno
possibile slittamento della manovra al 27 giugno) saranno sicuramente inserite
le misure sulla rimodulazione in senso restrittivo del blocco del turn over nel
pubblico impiego e sullo stop alla sanatoria dei precari, che sta mettendo a
punto il ministro Brunetta d'intesa con il Tesoro. Ai tagli dovrebbe
aggiungersi un miliardo di nuove entrate dalla stretta su banche e petrolieri,
che servirebbero a reintegrare i fondi sottratti ad Anas e Fs e a completare la
copertura del decreto Ici. Quanto alla manovrina netta sul deficit 2008, la
correzione dovrebbe oscillare tra 1,5 e 2,5 miliardi. LA MANOVRA Dai tagli alla
Pa 3 miliardi di risparmi nel triennio Nel decreto sui conti gli interventi per
avviare "un'impresa in un giorno".
( da "Gazzetta di Parma
(abbonati)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ECONOMIA 12-06-2008 CONTI PUBBLICI BANKITALIA SEGNALA UN
ROSSO DI 1.646,7 MILIARDI Debito record. Antitrust: "Più
liberalizzazioni" ROMA Catricalà sollecita un piano di sburocratizzazione
e di semplificazione Marco Santillo II Nel giorno in cui Bankitalia segnala una
nuova crescita per il debito pubblico, l'Antitrust rilancia la ricetta delle
liberalizzazioni per far ripartire l'economia italiana
soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è stato raggiunto un nuovo tetto,
aggiornando per il terzo mese consecutivo il record negativo. A marzo il debito
è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto ai 1.623,7 di febbraio. La crescita
dello stock a marzo rispetto a febbraio, è stata di circa 23 mld, mentre
rispetto a marzo 2007 l'aumento è stato di oltre 40 mld. Il precedente
record risale a ottobre 2007, quando si arrivò a quota 1.629,185 mld. Di fronte
a questo quadro è arrivato il nuovo allarme dell'An - titrust su ritardi
decisionali e mancanza di concorrenza, veri mali dell'economia italiana. Ieri
il garante della concorrenza in un documento inviato in Parlamento ha messo
nero su bianco i settori più a rischio. Una forte scossa liberalizzatrice è
necessaria in comparti strategici come infrastrutture, energia, trasporti,
servizi pubblici locali, farmaci, professioni, distribuzione commerciale e
servizi finanziari, in particolare banche e assicurazioni. Per quanto riguarda
le infrastrutture per l'Antitrust bisogna eliminare i "veti
incrociati" che bloccano la realizzazione delle opere, mentre in campo
energetico va potenziata la rete di trasmissione dell'energia elettrica
separando l'attività di distribuzione da quella di vendita. Importante anche la
liberalizzazione delle Ferrovie e dei servizi pubblici locali mentre per i
negozi si deve puntare a maggior flessibilità per l'apertura di nuovi esercizi
e per eliminare eccessivi vincoli di orario. Per quanto riguarda i carburanti
vanno eliminati i vincoli relativi alle distanze minime, alle superfici minime
e agli standard qualitativi. Anche in questo caso occorre liberalizzare gli
orari massimi di apertura e rafforzare la competitività degli operatori.
Infine, l'accesso alla libera professione per l'Antitrust deve essere, in linea
di principio, libero e il prezzo dei servizi dovrebbe essere stabilito d'intesa
tra le parti.
( da "Adige, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Muoversi nel mondo Erasmus ma non solo Oltre agli
studenti regolarmente iscritti, che provengono da 51 paesi diversi, la Libera
Università di Bolzano ospita studenti iscritti ad altri atenei che giungono a
Bolzano grazie a programmi di scambio. Il più famoso di questi è senz'altro il
programma Erasmus, il più importante programma europeo nel settore
dell'istruzione universitaria. Il suo obiettivo è quello di migliorare la
qualità e la dimensione europea degli studi universitari. Grazie al progetto
Erasmus l'Unione Europea finanzia vari tipi di iniziative, le più importanti
delle quali sono la cooperazione fra università dei paesi europei e la mobilità
di studenti e docenti. La Libera Università di Bolzano ha inoltre sottoscritto
accordi di mobilità con quattro Università d'oltreoceano. L'accordo riguarda
gli studenti della Facoltà di Economia, che possono scegliere tra California
State Polytechnic University (Pomona, USA), National sun Yat-sen University
(Kaohsiung, Taiwan), University of Tasmania (Australia) e College of Charleston
(South Carolina, USA). Quest'ultimo è aperto anche per gli studenti della
Facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche. I nuovi
accordi alleggeriscono sia la burocrazia che le spese: lo studente in mobilità paga le tasse
universitarie solo all'Ateneo di origine (tranne a Pomona, dove è prevista
un'integrazione) e riceve una borsa di studio. Può inoltre accedere come gli
studenti del posto ai servizi dell'Università ospite quali la biblioteca, la
mensa o i corsi di lingua. Si tratta di un privilegio, se si considera
che alcuni di questi atenei sono molto costosi (per esempio quasi 8 mila
dollari a semestre presso il College of Charleston). Per ottenere la borsa di
studio è necessario soddisfare alcune condizioni: gli studenti devono far
approvare il piano di studi dalla propria Facoltà prima di partire e sostenere
presso l'Università ospitante un numero minimo di esami. La mobilità degli
studenti è favorita anche da Erasmus Mundus, programma che mira a promuovere
nel mondo l'immagine dell'Unione Europea come luogo d'eccellenza nella
formazione e a rafforzare la visibilità e l'attrattiva dell'istruzione superiore
europea nei paesi terzi. La facoltà di Scienze e Tecnologie Informatiche offre
attualmente 3 European Masters Programs come corsi di laurea specialistica
internazionali: European Masters Program in Computational Logic, European
Masters Program in Language and Communication Technologies, European Masters
Program in Software Engineering. La Facoltà di Scienze e Tecnologie
informatiche è coinvolta anche nell'accordo BIT, che rende fluido lo
spostamento tra le Università di Bolzano, Trento e Innsbruck. 12/06/2008.
( da "Nuova Sardegna, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IMPRENDITORIA GIOVANILE Il car-sharing sbarca in
Barbagia "L'auto di chi non ha auto", primi in tutto il meridione
d'Italia LUCIANO PIRAS NUORO. Usi l'auto per meno di 10mila chilometri in un
anno? E hai voglia di risparmiare duemila euro? A Nuoro la risposta c'è, anche
se non è nota al grande pubblico. è il car-sharing (= passavettura), "auto
condivisa". Attività innovativa che nel nord Italia è già un successo. Al
sud, invece, è ancora un'occasione mancata. Il capoluogo della Barbagia,
tuttavia, è l'eccezione che conferma la regola: Nuoro, prima e unica città in
Sardegna ma anche in tutto il meridione della Penisola, è da 12 mesi che offre
questo servizio. "Il car-sharing è un sistema di noleggio self service che
permette di avere a disposizione in ogni ora del giorno e della notte, una vettura
sempre pronta ed efficiente" spiega Grazia Moro, 38 anni, nuorese. è lei
che ha preso a prestito l'idea collaudata a Milano, Bologna, Torino e Firenze.
Giocando d'anticipo su città come Napoli ha così aperto, nella terra del
Redentore, il suo "Cars-Sharing.it". "Abbiamo due Smart-Mercedes
a disposizione, entrambe hanno due posti, for two - continua l'imprenditrice -.
Chi vuole usarle, può farlo prenotandosi almeno sei ore prima attraverso un
account della piattaforma del sito internet www.cars-sharing.it. Deve venire da
noi, nella nostra sede al corso Garibaldi nº 107, solamente la prima volta,
ossia quando deve stipulare il contratto, poi può fare tutto on line... Il
contratto può essere di due tipi: iscrizione con quota associativa e iscrizione
con deposito cauzionale". La formula della quota associativa è ideale per
i clienti abituali: l'utente paga 120 euro annui per poter usufruire del
servizio; gli verranno accreditati 20 euro sul proprio account che potranno
essere utilizzati immediatamente. Ogni ora di noleggio gli costerà 3 euro,
dalle 7 alle 22, la metà durante la notte. Il deposito cauzionale, invece, è
fatto apposta per i clienti occasionali: in questo caso l'utente versa la somma
di 240 euro, di cui 40 sono a titolo di anticipo ricarica. Ogni chilometro
percorso, poi, costerà 0,28 euro. Il pieno di benzina, naturalmente è
assicurato, come assicurate sono le prestazioni meccaniche e tecnologiche dei
due mezzi. C'è un punto dolente, tuttavia: le penali per chi sgarra dal
regolamento di utilizzo delle auto sono pesantissime. Basta un minuto di
ritardo rispetto ai tempi concordati per pagare salato il conto. "Il
car-sharing, dunque - spiega Grazia Moro -, è particolarmente vantaggioso per
coloro che utilizzano saltuariamente l'auto. Il vantaggio principale che tale
servizio offre a questi automobilisti è di poter disporre nei momenti di
necessità di un veicolo, senza per questo sostenere i costi fissi che il
possesso dell'auto implica". "Perché allora possedere un'auto, con
tutti i costi che ne derivano, quando è possibile usarne una solo quando serve?
Si abbattono le spese, si libera spazio in strada, non si ha l'assicurazione da
pagare. Si paga solo l'uso che se ne fa". Sembra proprio la soluzione
ideale, il car-sharing. Non a caso l'iniziativa imprenditoriale è stata
promossa dal ministero dell'Ambiente e pure da Legambiente. Ma chi sono e
quanti sono gli utenti che a Nuoro salgono sulle Smart di Grazia Moro? "I
clienti privati sono una ventina, per adesso - racconta la giovane - e sono
soprattutto donne tra i 40 e i 50 anni". Sfruttano il car-sharing per
brevi tragitti, per accompagnare i figli al catechismo, in piscina come pure in
palestra. Per loro, mamme di famiglia, è inutile avere una seconda autovettura
in casa, oltre quella del marito. "Poi, tra i nostri clienti - continua
Moro - ci sono alcune aziende, i turisti... ". Due di questi si sono fatti
la bellezza di 700 chilometri girando per le strade dell'isola. Funziona,
infatti, la collaborazione con l'Ente provinciale per il turismo, funziona
l'accordo con gli albergatori di Cala Liberotto e di Cala Gonone, e funziona
pure l'intesa con il Punto Informa di Giancarlo Curreli. Insomma: sembra tutto
rose e fiori... "Macché, se abbiamo solamente due macchine a disposizione
è perché il Comune ci ha dato soltanto due parcheggi, in piazza Italia, per i
quali, tra l'altro, paghiamo regolarmente la Tosap". è lo sfogo di una
ragazza che già tre anni fa aveva bussato in municipio, quando ancora era
disoccupata: "Le difficoltà maggiori le ho incontrate
con la burocrazia,
soprattutto per avere le autorizzazioni necessarie per i parcheggi... gli unici
che mi hanno capita sono stati i giovani dello Sportello unico per le attività
produttive, ma non parliamo dei politici e... solo l'assessore Gianni Angioi ha
recepito l'idea, forse perché è stato presidente dell'Azienda trasporti
pubblici nuorese!". Alla fine, comunque, ha vinto lei, Grazia Moro,
figlia di operai, tenace e con la cultura d'impresa nel sangue. Forte di una
laurea e di diversi master in tasca, di varie esperienze lavorative, seppure
saltuarie, è andata avanti a muso duro, ha superato la delusione di un primo
progetto presentato e bocciato all'esame dei finanziamenti pubblici per
l'imprenditoria femminile ("allora - dice - volevo aprire a Nuoro un'agenzia
interinale"), la giovane ce l'ha fatta: ha realizzato un sogno senza dover
emigrare.
( da "Gazzetta di
Modena,La" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
TAGLI ALLA BUROCRAZIA Verso la chiusura
Ato, Amo e Comunità montane passa la legge regionale presentata da Richetti Ato
e Agenzie di Mobilità, la fine è dietro l'angolo. Così come si apprestano ad
abbassare le serrande numerose comunità montane: non ne potraà esistere più di
una per provincia. Sono gli effetti principali della legge
regionale della Commissione Bilancio approvata ieri in Regione di cui è stato
relatore il consigliere regionale del pd Matteo Richetti. La proposta
legislativa è figlia della Finanziaria che affida alle Regioni, nei primi 6
mesi dell'anno, il riordino dell'assetto delle Comunità montane secondo criteri
rispondenti alle esigenze territoriali. "La riorganizzazione non è solo
legata a obiettivi di contenimento dei costi, ma anche all'individuazione di
ambiti più adeguati di intervento ad un riordino istituzionale che porterà ad
innovazioni nel ruolo e negli incentivi alle Unioni dei Comuni" ha
spiegato Richetti. Per quanto riguarda le Comunità montane la proposta
legislativa ne prevede una drastica riduzione di numero. Oggi le Comunità
montane sono 18 alla fine del percorso, entro il 2009, dovrebbe esserci
l'assetto definitivo che ne prevede la metà, il contenimento del numero dei
componenti delle relative Assemblee e la previsione che l'organo esecutivo sia
costituito dagli stessi Sindaci. Ma grazie all'incentivazione alla formazione
delle Unioni di Comuni, in molte province le Comunità montane andranno a
sparire. Novità anche per le Ato, "da superare". "Sarà istituito
un tavolo consultivo delle tariffe che garantirà il coinvolgimento dei
rappresentanti degli utenti e dei consumatori nella determinazione delle
tariffe per i servizi - sottolinea Richetti rispondendo così anche alle
perplessità espresse dalle Ato" Semplificazione in arrivo anche per le 9
Agenzie di mobilità di ambito provinciale. "Superiamo le sovrapposizioni
tra i diversi enti".
( da "Nuova Sardegna, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Con l'allineamento dei dati potrebbero essere nulli
molti atti di successione e di vendita Anagrafe e stato civile: Dualchi rischia
il caos Il prefetto cerca una soluzione e incontra il sindaco e i cittadini
TITO GIUSEPPE TOLA DUALCHI. Il prefetto si è impegnato a trovare una soluzione
ai problemi creati a Dualchi dall'allineamento dell'anagrafe allo stato civile.
Nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco e una delegazione di cittadini
interessati al problema, che non è di poco conto. Potrebbero infatti essere
nulli anche gli atti di successione e di vendita nei quali intervengono quei
cittadini che all'anagrafe risultano nati nel paese, ma che lo stato civile ha
registrato a Borore quando il comune di Dualchi venne soppresso e ridotto a
frazione di Borore. Con l'allineamento dei dati risulteranno nati a Borore,
dove non figurano da nessuna parte. Il sindaco, Ignazio Piras, e un gruppo di cittadini di Dualchi coinvolti in questa singolare
vicenda di straordinaria burocrazia sono stati ricevuti dal prefetto martedì mattina. "Gli
abbiamo sottoposto il problema e ci ha risposto che interverrà presso il
ministero degli Interni per trovare una soluzione - dice il sindaco -. Le
conseguenze e i disagi che derivano da questa storia sono enormi.
L'incontro è servito per far conoscere al prefetto l'esatta dimensione della
cosa. Soltanto chi ne subisce le conseguenze sa cosa significa ritrovarsi in
una situazione che va oltre l'assurdo". Al ministero si è rivolta anche la
segretaria del comune, chiedendo una soluzione e facendo capire che il modo
migliore di affrontare il problema era quello di lasciare che il tempo
risolvesse le cose in modo naturale. I cittadini coinvolti sono una settantina,
tutti tra i 70 e gli 80 anni. Nel giro di venti o trenta anni le cose si
risolveranno da sole. Nel frattempo, però, fanno impazzire la gente. Il
ministero degli Interni ha risposto come risponde la burocrazia:
applicare la legge. Ciò significa che chi dai documenti risulta nato a Dualchi,
d'ora in poi rinascerà nel comune di Borore, dove però non potrà mai andare a
chiedere un estratto dell'atto di nascita perché il suo nome non risulterà da
nessuna parte. Nel frattempo, però, dovrà modificare tutti i documenti, a
partire dal codice fiscale che negli ultimi quattro caratteri indica il comune
di nascita, ma anche la patente di guida, il porto d'armi, la carta d'identità,
il passaporto e tutti gli altri pezzi di carta dove si indaca il luogo dove è
nato. Si verranno così a creare discrepanze fastidiose che daranno non pochi
problemi agli interessati. Qualcuno, anzi, inizia a fare i conti con le prime
difficoltà. Nelle pratiche per i premi comunitari agli allevatori basta una
virgola messa male per bloccare tutto. Ma anche nel rinnovare patente, porto
d'armi, passaporto e concessioni amministrative un'indicazione del comune di
nascita non in linea con quella inziale finirà per creare difficoltà
buocratiche e disagi ai cittadini.
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Domani la serata all'auditorium della Regione "Troppa burocrazia" Santin sta con Brunetta LA VISITA Il ministro della
Funzione pubblica, Renato Brunetta, sarà domani alle 20.45 all'auditorium della
Regione, a Pordenone per parlare di innovazione e sburocratizzazione. In vista
dell'appuntamento, interviene nel dibattito il consigliere regionale di Forza
Italia - Pdl, Paolo Santin. "Qualche esponente della sinistra, nel
parlare di saldo demografico negativo - spiega - giustifica l'ammissibilità di
immigrazione clandestina e non pensa che la questione è fortemente legata alla
denatalità non solo per le scelte personali ma soprattutto per le difficoltà
economiche delle famiglie". Per Santin "sta saltando quasi ovunque il
concetto di merito. A scuola non si boccia più, nel lavoro privato non si può
quasi licenziare. Per non parlare del pubblico impiego: il ministro Brunetta ha
gettato il sasso in un putrido stagno". L'efficienza e l'efficacia di
tutto il settore pubblico, ma non solo, "sono necessarie per affrontare
una serie di riforme ormai ineludibili, pena il definitivo tracollo del nostro
Paese, e di questo impegno dobbiamo tutti farci carico, con una responsabilità
scevra da posizioni ormai completamente distaccate dalla realtà. Il ruolo del sindacato,
ad esempio, non potrà più basarsi quasi esclusivamente sulla tutela solo di chi
già lavora in un ottica particolarmente garantista, ma dovrà diventare attore
di una ricostruzione indispensabile". Per le aziende l'eccesso di burocrazia "mette in discussione la continuità
aziendale, fa temere la concorrenza globale, fa guardare con poca fiducia alla
possibilità di mantenere il mercato". Una società in declino economico
"rischia di trascinare alla deriva anche la civile convivenza. Un immigrato
per bene non teme né i Cpt, né l'asprezza delle pene, né le forze dell'ordine
con i giusti poteri e risorse, né la giusta integrazione". Conclude
Santin: "Vogliamo vivere in un nuovo feudalesimo dove gli incarichi
prestigiosi e ben pagati passano quasi in automatico da genitori a figli? Ciò
che serve è un cambiamento culturale, forse anche un ritorno non nostalgico
alle nostre origini, a quelle volontà e forti convinzioni che hanno visto la
nostra terra popolata da cittadini che agognavano una rivalsa, chi emigrando,
chi lavorando, chi studiando, chi facendo figli. Tutti convinti che si poteva e
doveva stare meglio".
( da "ADN Kronos" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
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ECONOMIA Roma, 12 giu. (Adnkronos) - "Siamo il Paese europeo a piu' alto
tasso burocratico , dove e' stabile una vera e propria diseconomia
dell'adempimento , arretrata e distorsiva, che alle micro imprese costa 11,4
miliardi all'anno in oneri certificatori, ritardi , duplicazioni e rinuncia a
far valere i prorpi diritti". Il J'accuse arriva dal presidente di
Confartigianato, Giorgio Guerrini, dal palco dell'assemblea. "Apprezziamo
l'impegnod el ministro Brunetta e abbiamo apprezzato il segnale lanciato dal
ministro Sacconi per l'eliminazione di gravosi adempimenti in materia di
appalti che avrebbero costretto migliaia di piccole imprese subappaltatrici a
produrre due milioni di inutili certificati", aggiunge.
( da "Campanile, Il" del
12-06-2008)
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Antitrust: "Poca concorrenza e decisioni lente,
freni per la crescita" Una segnalazione a governo e Parlamento indica le
aree di intervento: infrastrutture, energia, servizi pubblici locali,
trasporti, distribuzione commerciale, carburanti, professioni e servizi
finanziari La "lentezza" nelle decisioni, assieme alla mancanza di
concorrenza nel processo delle liberalizzazioni rappresentano "un freno
per la crescita del Paese". Lo scrive l'Antitrust, in una segnalazione a
governo e Parlamento che indica anche i settori in cui intervenire. Le aree
sono: infrastrutture, energia, servizi pubblici locali, trasporti,
distribuzione commerciale, carburanti, professioni e servizi finanziari.
Infrastrutture. Bisogna eliminare i "veti incrociati" che bloccano la
realizzazione delle opere attribuendo allo Stato centrale la funzione di
decisore di ultima istanza sulle scelte relative alla realizzazione delle
infrastrutture di interesse nazionale. Elettricità. Affiancare "ulteriori
e più efficaci incentivi per potenziare la rete di trasmissione". Gas.
Servono interventi normativi e regolamentari finalizzati alla "tempestiva
definizione delle priorità" relative ai nuovi investimenti
infrastrutturali in capacità di importazione e di stoccaggio di gas. Fs.
Occorre procedere alla separazione proprietaria per eliminare la molteplicità
dei ruoli e delle funzioni attualmente esercitati dal gruppo Ferrovie dello
Stato, al tempo stesso operatore del servizio, gestore della rete e, per alcuni
aspetti, regolatore del mercato. Servizi pubblici locali. E' una misura
"prioritaria" anche per eliminare alla radice i conflitti di ruolo
derivanti dai diffusi legami proprietari tra soggetto pubblico (regione o ente
locale) e società affidataria del servizio. Negozi. L'industria distributiva
nazionale presenta, tuttora, una "struttura non efficiente e
sottodimensionata". Vanno abrogati i divieti in materia di vendita
congiunta all'ingrosso e al dettaglio, e i vincoli presenti alla determinazione
dei prezzi di vendita e alle modalità di esercizio dell'attività. Benzina.
Vanno eliminati i vincoli relativi alle distanze minime, alle superfici minime
e agli standard qualitativi. Occorre inoltre liberalizzare gli orari massimi di
apertura e rafforzare la competitività degli operatori di impianti di
distribuzione non integrati a monte con la raffinazione e la logistica.
Farmacie. Vanno eliminati la riserva della titolarità della farmacia a
farmacisti e società di farmacisti e il limite massimo delle quattro licenze in
capo ad uno stesso soggetto. Occorre rivedere il sistema di autorizzazione e
localizzazione delle farmacie, e servono anche iniziative orientate a favorire
l'ingresso dei farmaci generici. Professionisti. L'accesso alla professione
deve essere, in linea di principio, libero. Il prezzo dei servizi dovrebbe
essere stabilito d'intesa tra le parti. Banche. Più informazioni ai
consumatori, attraverso una maggiore semplificazione, trasparenza e
comparabilità delle informazioni con l'introduzione di fogli informativi
sintetici e di indicatori di spesa complessiva. Assicurazioni. Occorrono interventi di semplificazione delle informazioni alla
clientela, con modelli contrattuali standardizzati che separino chiaramente le
coperture a maggiore diffusione dalle clausole di estensione delle garanzie.
Burocrazia. Prioritario ridurre, semplificare e razionalizzare il quadro
normativo, ricorrendo ai testi unici e ai codici. (12-06-2008).
( da "Vnunet.it" del
12-06-2008)
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12-06-2008 VNUnet.it La Commissione europea potrebbe
essere costretta a rinunciare a uno dei pilastri della sua grande riforma del
mercato delle telecomunicazioni, l'Authority pan-europea Gli stati appartenenti
all'Unione europea non hanno apprezzato il regolatore unico europeo. "Non
c'è molto sostegno per l'Autorità" tra gli Stati membri, ha detto una
fonte vicina alla Presidenza slovena di turno dell'Unione europea. La
Commissione europea potrebbe essere costretta a rinunciare a uno degli elementi
centrali della sua grande riforma del mercato delle telecomunicazioni: il
regolatore unico europeo, autorità pan-europea di regolamentazione per armonizzare
gli interventi in caso di scarsa concorrenza nelle Tlc, potrebbe dunque
sfumare. Il super-regolatore potrebbe dare l'idea di troppa
burocrazia. Si potrebbe
pensare a un'alternativa. I deputati preferirebbero dunque una struttura simile
all'attuale ERG, cioè "un organismo dove siedono le autorità nazionali di
regolamentazione, che avrà un presidente eletto dalle autorità nazionali, e che
prenda le decisioni a maggioranza di due terzi, tranne in casi
eccezionali". Il voto di Strasburgo in prima lettura nella seduta plenaria
è prevista solo per il mese di settembre. © Copyright 2007 tutti i diritti
riservati | part of vnu.net europe.
( da "Velino.it, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le
notizie via via che vengono inserite. POL - Le prime pagine del Lazio Roma, 12
giu (Velino) - Roma. “Comune in rosso, patto con Tremonti”, titola Il
Messaggero. Il governo inserirà un intervento a favore della Capitale
all'interno del decreto legge che sarà approvato il prossimo fine settimana. è
quanto è emerso dal vertice di ieri fra il sindaco Alemanno e il ministro
dell'Economia Tremonti sul deficit del Comune di Roma. “La somma che potrebbe
essere data al Campidoglio dovrebbe essere intorno a 400 milioni – scrive il
quotidiano, secondo cui la misura consisterà nell'anticipo dell'Iva o
dell'Irpef –. Sul bilancio comunale si allunga intanto l'ombra della polemica:
l'ultimo documento economico del Comune non è stato firmato dal segretario
generale comunale”. Secondo il Corriere della Sera, che richiama l'incontro in
un riquadro di prima, con l'aiuto del governo si allontana lo spettro del commissariamento.
Fra le opzioni indicate dal quotidiano per la concessione dei fondi, oltre
all'anticipo di risorse per Roma Capitale, c'è anche quella di un prestito
ponte. Al deficit del Campidoglio è dedicata anche l'apertura di Repubblica:
''Ridaremo 1500 milioni al Comune'”. L'annuncio è dell'assessore regionale al
Bilancio Luigi Nieri. La cifra che la Regione deve al Campidoglio è di un
miliardo e mezzo di euro. Di questi, 600 milioni sono da rifondere per il
trasporto pubblico locale, 500 per il mancato pagamento dell'Ici da parte
dell'Ater, dei quali 98 milioni sono già stati trasferiti, e altri 200 milioni
da restituire a vario titolo per servizi e istruzione. “Il progetto è quello di
rifondere al Comune tutte le competenze fino al 2008 – scrive il giornale –. Da
subito verranno versati 150 milioni già prima dell'estate. Poi quello che
rimane”. “Entro l'anno – afferma l'assessore al Bilancio Luigi Nieri –
estingueremo il debito. Avevamo chiesto al governo Prodi l'accensione di un
mutuo di un miliardo con la Cassa depositi e prestiti, ma ci è stata negata.
Riproveremo con il nuovo esecutivo. Se non avremo il via libera, ricorreremo al
mercato finanziario”. “Pincio, un'indagine in Procura” è l'apertura del
Corriere della Sera. La magistratura ha aperto un'inchiesta per verificare il
rispetto dei vincoli architettonici e storico- paesaggistici e gli eventuali
danni che il parcheggio potrebbe provocare alle opere del Valadier. “Ma alla
fine potrebbe essere messa in discussione anche la regolarità dell'appalto – riferisce
il quotidiano –. L'inchiesta è iniziata alla fine dell'anno scorso, ma solo in
questi ultimi giorni sembra vicina a una svolta. I carabinieri avrebbero già
consegnato alla procura una prima relazione (il cui contenuto è top secret) e
il pm Paolo Giorgio Ferri li avrebbe incaricati di avviare una seconda tranche
di indagini, più approfondite. All'origine dell'inchiesta ci sarebbero alcune
denunce, in particolare quelle presentate da Italia nostra a settembre 2007.
Nella prima, l'associazione elenca i danni che il parcheggio potrebbe provocare
alle opere d'arte. La terrazza del Pincio, si spiega nell'esposto, non può
essere presa in considerazione senza il suo contenuto: all'interno ci sono le
costruzioni di ingegneria idraulica realizzate dal Valadier per permettere
all'acqua di filtrare senza rovinare il monumento. Nell'altra denuncia la
sezione romana di Italia nostra, presieduta da Carlo Ripa di Meana, lamenta la
violazione dei vincoli, imposti per la prima volta dalla legge del '39 e
ribaditi dal recente testo unico. Nei prossimi giorni – prosegue il Corriere –
l'avvocato Vanessa Ranieri, per conto dell'associazione, consegnerà alla
procura una consulenza redatta dal 'Centro ricerche studi sperimentali per le
geotecnologie' dell'università di Chieti e Pescara. Nella relazione due docenti
dell'ateneo, Patrizio Signanini e Mario Luigi Rainone, sottolineano le carenze
progettuali del parcheggio dal punto di vista idrogeologico. Una volta
costruito una eventuale esondazione del Tevere, sostengono gli esperti, metterà
a rischio sia il monumento, sia i cittadini. Perchè la collina è vicina non
solo al fiume, ma anche alla falda acquifera. E perchè già durante la fase
delle trivellazioni potrebbero essere provocati i primi danni.” Stesso tema
anche per l'apertura del Giornale, dedicata però al sopralluogo compiuto ieri
nell'area degli scavi dal sindaco Alemanno e dagli assessori alla Cultura,
Umberto Croppi, e alla Mobilità, Sergio Marchi: “Pincio, cinque saggi per
decidere”. Entro un mese una commissione deciderà il futuro del parcheggio
interrato. “Saranno loro a dire 'se bloccare i lavori per sempre o salvare una
parte dell'opera', ha spiegato Gianni Alemanno: 'Di sicuro alla luce dei nuovi
ritrovamenti archeologici modificheremo il progetto. Come, ce lo diranno i
Saggi'. Inevitabile, in ogni caso, un drastico taglio. Meno piani, meno box,
meno tutto. A dirlo sono gli ultimi scavi – spiega il quotidiano –. Nei giorni
scorsi sono emersi resti di una villa imperiale, un criptportico del I secolo
avanti Cristo, strutture murarie sprofondate nella collina”. Sull'argomento,
nelle pagine interne il Corriere della Sera dedica un servizio all'annuncio del
soprintendente di Stato ai beni archeologici di Roma, Angelo Bottini: “'Ci sono
resti per 11 metri di profondità'”. “Il 40 per cento della zona interessata al
parcheggio è impegnato da resti archeologici – ha affermato Bottini. Di certo,
per ora, si può affermare che sulla sinistra, zona degli ultimi ritrovamenti,
dove era previsto in origine uno spazio tecnico e non dei posti auto, questo
spazio non è realizzabile”. “Tavolini, la rivolta dei gestori”, titola Il
Tempo. A piazza di Pietra gli esercenti contestano la nuova delibera
sull'occupazione di suolo pubblico che vieta la disposizione dei tavolini fuori
dai locali e si dicono pronti a contravvenire al regolamento comunale. “Vigili
anti-lucciole al posto delle telecamere” è l'apertura di Libero. Per
contrastare e scoraggiare il fenomeno della prostituzione, in IV Municipio
scenderanno in strada tre pattuglie di “disturbo” della polizia municipale. I
vigili oltre a elevare contravvenzioni per infrazioni al codice della strada
potranno anche fermare i clienti delle lucciole chiedendo loro documenti e
generalità. La decisione è del presidente dell'ex circoscrizione Cristiano
Bonelli. La notizia è riportata in taglio basso anche dal Giornale. Il taglio
centrale del Messaggero è per l'accoltellamento di via Veneto di martedì sera:
“Appuntamento con il killer”. La vittima dell'aggressione aveva invitato a cena
l'uomo che ha cercato di ucciderlo. Di spalla: “Abusivi e viabilità: bonificato
l'Eur ma solo in parte” e “Rapine alle farmacia: presa la danda dell'ascia”. In
taglio alto il Corriere richiama la visita del presidente degli Stati Uniti a
Roma: “Bush nella Capitale, traffico impazzito”. Pesanti le ripercussioni sul
traffico, con il quartiere Parioli, dove alloggia il presidente, completamente
bloccato e protetto da un cordone di sicurezza di circa duemila uomini delle
forze dell'ordine e i lungotevere chiusi “a singhiozzo” per il passaggio del
lungo corteo presidenziale, composto da 15 auto blindate. “Fra i sei percorsi
riservati scelti dai responsabili della scorta del presidente, è stato
preferito quello che passa per il centro – scrive il giornale –. Di conseguenza
problemi di circolazione si sono registrati su via Appia Antica, e ancora nella
zona del Circo Massimo e della Bocca della Verità, fino ai lungotevere e poi al
Flaminio, a piazzale delle Belle Arti. Auto e scooter sono rimasti dietro le
transenne o fermi agli incroci poco prima del passaggio del corteo diretto ai
Parioli. Attese in alcuni casi di 15-20 minuti, ma non ci sono state proteste e
nemmeno momenti di tensione”. Nei riquadri, un aggiornamento sul processo per
il delitto Reggiani (“Mailat alla sbarra”) e un caso di malasanità (“'Io,
partoriente abbandonata”). In taglio basso: “Col taglierino alla recita dei
bimbi” e “Pd sotto sfratto, Prati addio”. Il Partito democratico dovrà
rinunciare al circolo di piazza Mazzini, il primo unitario per Ds e Margherita
e dove sono iscritti fra gli altri Massimo D'Alema e Nicola Zingaretti, per
l'eccessivo costo dell'affitto (3.500 euro al mese). Di spalla sul Giornale:
“S&P toglie il credit-watch negativo alla Regione”. L'agenzia Standard's
and Poor's ha rivisto la valutazione negativa dello scorso 18 febbraio
assegnando la qualifica Bbb, con prospettive cioè stabili. Secondo il
quotidiano l'evoluzione è “merito della positiva conclusione del negoziato con
il Governo per la copertura dell'extradeficit sanitario del 2007”. Sul tema
anche il taglio centrale di Libero: “Ora Marrazzo tende la mano
all'opposizione”. Da segnalare nelle pagine interne del Giornale: “Albano, un
termovalorizzatore senza bando”. Entro il 24 giugno la Regione dovrebbe
sciogliere le riserve sul quarto impianto, che quasi certamente sarà realizzato
ad Albano. In tal caso, come spiega il catenaccio, “per l'ennesima volta si
procede con un affidamento diretto a una società mista della quale fanno parte
Ama, Acea e Pontina Ambiente del gruppo Cerroni”, che gestisce anche la
discarica di Malagrotta. A centro pagina del Tempo: “Parioli, tre giorni senza
bus”, l'interrogazione di Alessandra Mussolini al ministro Bondi (“'La Palestra
del Duce torni allo splendore'”) e a fondo pagina: “Pdl, il gruppo unico? Solo
nel 2010”. Da segnalare nelle pagine interne di Repubblica l'assemblea dei
sindacati confederali alla Sapienza: “'Il deficit sanitario ci penalizza',
policlinici a rischio sciopero”. Frosinone. “Mobilitazione per le terme”,
titola Ciociaria Oggi. “Da otto mesi senza stipendio, i lavoratori delle terme
di Fiuggi hanno incrociato le braccia e protestato per il secondo giorno
consecutivo – scrive il quotidiano –. I cancelli delle due fonti sono rimasti
chiusi e alcuni clienti hanno forzato l'ingresso dell'Anticolana. Intanto il
vescovo Lorenzo Loppa ha incontrato i lavoratori e la Regione Lazio ha
annunciato il pagamento della cassa integrazione e della mobilità. Per
individuare una soluzione alla vertenza sono scesi in campo anche gli
albergatori”. Il Tempo apre con un episodio accaduto a Patrica: “Scappa di casa
per paura degli esami”. Protagonista, una ragazza di 13 anni, fuggita in
provincia di Latina. La ragazza è stata ritrovata dai carabinieri di
Roccagorga. La notizia appare in un richiamo su Ciociaria Oggi, che a centro
pagina titola: “In tre contro un disabile”. Tre minorenni di Monte San Giovanni
Campano sono stati denunciati dai carabinieri per aver picchiato e ferito un
loro coetaneo autistico. L'episodio è avvenuto in una casa-famiglia del paese
dove tutti e quattro i ragazzi risiedono. La politica, nel taglio alto, verte
sul rimpasto di giunta in Regione: “A Montino i 'guai' della Sanità, Di Carlo
all'Urbanistica, il Pd a Morassut”. Queste le novità che emergeranno nei
prossimi giorni secondo il quotidiano. Il Tempo inquadra invece la vicenda da
un punto di vista territoriale: “Ciociaria fuori dalla giunta”. I tre assessori
del territorio (De Angelis, Coppotelli e Michelangeli) rischiano infatti di
essere esclusi dalla nuova squadra di governo regionale. In una foto il
quotidiano romano richiama l'incontro di ieri Radio Day: “Una scuola
all'altezza dei tempi”. A fondo pagina: “Cassino, Scittarelli attacca sulla
vicenda Tarsu”. Infine, i richiami di prima di Ciociaria Oggi: “Ceccano, acqua
inquinata: disagi e timori dei cittadini”, “Ferentino, due quartieri sfilano in
corteo contro le antenne”, “Sora, mille euro contraffatti: in manette tre
giovani”, “Frosinone, compravano auto di lusso con assegni falsi: arrestati”,
“Anagni, Videocon: il Ministero convoca azienda e sindacato”, “San Donato
Valcomino, sfregio alla Croce Rossa”, “Cassino, 'Non siamo delle ladre': due
rom si denudano”. Latina. Il ciclo dei rifiuti e la cronaca sindacale aprono i
quotidiani pontini. Latina Oggi titola “Rifiuti, restano le discariche”:
“Vertice istituzionale in Prefettura. Sì all'ipotesi del termoinceneritore in
provincia”, spiega l'occhiello; “Gli impianti di Borgo Montello saranno
ampliati. Garanzie sulla bonifica”, aggiunge il catenaccio. “Rifiuti, verso
l'intesa”, è l'apertura della Provincia, che spiega nell'occhiello: “Regione,
Provincia e Comune siglano il patto per evitare l'emergenza”; “Subito il
disinquinamento della discarica e l'ampliamento”, precisa il catenaccio. Foto
notizia sul Messaggero: “Differenziata, sotto accusa le 'impurità'. Piano
provinciale, soluzione in due fasi”. Richiamo di spalla in taglio centrale sul
Nuovo Territorio: “Rifiuti, si riparte da Montello”. Il quotidiano diretto da
Lidano Grassucci apre con “Non ci resta che Scajola”: “Il sindaco di Latina,
Vincenzo Zaccheo, lancia l'sos al ministro delle Attività produttive per
cercare una soluzione alle crisi industriali”. Il quotidiano dedica anche la
colonna centrale alla cronaca sindacale: “Janssen apre la crisi, 65 operai in
mobilità”; “Pettinicchio ha chiuso, la Regione è in ritardo”; “Meccano, senza
soldi Veneruso licenzia”. Apertura anche per Il Tempo: “è crisi anche alla
Janssen”; “Latina. Si tratta di un notevole ridimensionamento della forza
lavoro del comparto Cordis”, si legge nell'occhiello; “Il gigante farmaceutico
ha annunciato ieri sessantacinque esuberi”, aggiunge il catenaccio. Taglio
centrale sul Messaggero: “Farmaceutico, settore in ginocchio”; “Nuova procedura
di mobilità. Lettera di Zaccheo al ministro Scajola: 'Necessario intervenire'”,
afferma l'occhiello; “Licenziamenti anche alla Janssen Cilag. Chiude un
reparto, a casa 65 dipendenti”, recita il catenaccio. Fotonotizia su Latina
Oggi: “Crisi, anche la Janssen licenzia”. Sulla Provincia, richiamo nel “sole”
(“Economia, sindaco scrive a Scajola”) e di spalla (“Janssen, arrivano
procedure di mobilità”). Il Messaggero apre con “Caso Fazzone, il Csm archivia
tutto”; “L'organo di autogoverno dei giudici, dopo aver ascoltato il gip Cario,
ha deciso di chiudere il caso”, afferma l'occhiello; secondo il catenaccio,
“Nessuna 'pressione' da parte del senatore durante la visita al magistrato”.
Richiamo nel “sole” della Provincia: “Magistrati: 'Svelenire il clima'”; “Una
nota dopo la riunione di Anm a Latina”, recita l'occhiello. Il quotidiano
diretto da Luigi Cardarelli dedica il taglio centrale a “Aprilia, Turbogas: la
svolta”; “La Regione rinuncerà al ricorso contro la sentenza del Tar”, spiega
l'occhiello. Richiami sul Messaggero (“La Regione blocca la Turbogas: sospesa
la delibera”) e sul Tempo (“Turbogas, la parola passa adesso al Consiglio di
Stato”). Il quotidiano di piazza Colonna nel taglio centrale impagina “Polizia
municipale, annullato il ricorso”; “Latina. Dichiarata illegittima la
composizione della commissione esaminatrice”, annuncia l'occhiello. Cronaca
nera nel taglio centrale di Latina Oggi: “Violenza dal branco”; “Tre immigrati
abusarono di una ragazza al lido, condannati”, si legge nell'occhiello. Il
Tempo dedica il taglio basso a “Vigili del fuoco, caserma invasa dai topi”.
“Latina. Usciti fuori da quattro tombini. Scoppia la polemica”, racconta
l'occhiello. La notizia trova ampio risalto nei richiami degli altri
quotidiani: “Uomini ma anche topi nella decrepita caserma” (Il Messaggero);
“Vigili del fuoco, la caserma impossibile” (La Provincia). Latina Oggi dedica
il “sole” a due richiami dal sud: “Formia, shopping fino a mezzanotte” e “Porto
di San Felice, spiaggia off-limits”. Nella foto notizia, Il Tempo impagina
“Fondi. Rispunta il Corridoio tirrenico”. Rieti. “Bambino pestato dai compagni
di asilo” è il titolo di apertura del Messaggero. L'episodio è avvenuto in una
scuola materna di un istituto religioso reatino. I genitori hanno presentato
una denuncia in procura. Il bambino è stato ricoverato in ospedale con morsi
sulle guance, ferite alle braccia e al volto. In ospedale hanno constato il
pestaggio. Gli autori hanno tra i tre e i cinque anni e avrebbero agito con
“una violenza che a livello infantile sorprende”. Una risposta sulle cause
potrebbe arrivare dall'interrogatorio delle maestre, mentre alcune suore hanno
già ammesso quanto accaduto. Il bambino è stato circondato e picchiato mentre
stava per mettersi a tavola. Sul piano penale e civilistico saranno i genitori
dei presunti aggressori a risponderne, ma anche gli insegnanti. “Cartuccia per
posta a Pandolfi” è il titolo di apertura del Tempo. Una lettera di minacce,
accompagnata da un proiettile, è stata recapitata a un consigliere comunale di
Colle di Tora, Antonio Pandolfi. La missiva conteneva pesanti minacce nei
confronti dell'esponente politico di centrosinistra e di sua moglie, Ornella Di
Benedetti, membro del Coordinamento provinciale del Partito democratico.
Secondo quanto riportato da entrambi i quotidiani, sul Messaggero è in taglio
basso, ci sarebbero motivi politici all'origine del gesto intimidatorio. Si
pensa, in particolare, a un'interrogazione comunale presentata in passato per
verificare l'assegnazione di una consulenza esterna. In taglio basso del Tempo
spazio alla politica. Il consigliere comunale della lista civica Rieti viva,
Paolo Tigli, in passato sindaco di Rieti per il Pci, si trova ora “a disagio a
sinistra” e si “sfalda il fronte” dell'opposizione comunale. Il movimento di
Tigli sembra ormai distinguersi sempre di più dal resto del centrosinistra.
Ancora in taglio basso un articolo si occupa della crisi della Icosystel.
Confermato lo stato di agitazione dell'azienda e il presidio di fronte i
cancelli. A scatenare la protesta c'è il continuo ritardo nel pagamento degli
stipendi. Nelle pagine interne del Messaggero un articolo torna sullo stato dei
lavori nell'aeroporto Ciuffelli in vista dei mondiali di volo a vela in
programma tra 20 giorni. Per il quotidiano gli interventi sono in ritardo e
“l'obiettivo di coinvolgere la città nelle evento sembra lontanissimo”. I
lavori hanno dato “i loro frutti”, ma i ritardi “sono evidenti”. L'impresa che
gestisce l'appalto assicura che gli interventi saranno terminati in tempo.
Infine, la provincia di Rieti si è vista assegnare 26 progetti dall'Ufficio nazionale
per il servizio civile. Saranno 99 i posti disponibili per i giovani con un'età
compresa tra i 18 e i 28 anni. Viterbo. Il Corriere di Viterbo apre con una
storia di malasanità, col titolo: “Bimba partorita con danni celebrali”. La
madre sarebbe stata lasciata per 46 ore in travaglio dai ginecologi di
Belcolle. Pronto un esposto alla magistratura, ma il primario di si difende: “è
tutto nella norma, la bambina è nata con i parametri normali”. In primo piano
“L'isola del tesoro”: “Olio, amore al primo assaggio”, dedicato alla tenuta
Materazzo, sulla Tuscanese. Nel taglio medio, “Extracomunitari, ecco i fondi”:
dalla Provincia saranno destinato 75mila euro ai comuni per progetti
socio-assistenziali. Sempre nel taglio medio, “Subito in funzione la pista di
Viterbo”: la proposta di Stefano Caporossi, presidente dell'Aeroclub, per lo
scalo. Infine, nel taglio basso, “Un film sulla vita di Papa Paolo VI”:
prodotto dalla Rai, verrà girato a Viterbo e in provincia. Il Messaggero apre
con un allarme per lo scalo di Viterbo, col titolo “Sull'aeroporto l'urgenza
adesso non c'è più”: si allungano i tempi per la realizzazione
dell'infrastruttura nella Tuscia, Il ministro Matteoli non risponde ma anche in
Regione è tutto fermo. Si resta in attesa della burocrazia per convocare la conferenza
dei servizi. Spunta perciò l'ipotesi Grosseto, anche se l'Enac non conferma.
Nel taglio medio, “Parto, lunga attesa: bimba grave”: l'episodio della bambina
nata con una grave lesione cerebrale è accaduto nel reparto di ginecologia di
Belcolle. Una donna accusa: “Ho aspettato 46 ore”, ma la Asl si difende:
“Era tutto nella norma”. Richieste, intanto, le cartelle cliniche di madre e
figlia. Nel taglio basso, “Dopo 11 anni vogliono cacciare Biirillo e Jack, i
cani di quartiere”: al Pilastro un esercizio commerciale cerca di far sloggiare
i due cani, ma il quartiere insorge. Infine, sempre nel taglio basso, “Due o
forse più bombe in mare. Nei prossimo giorni la bonifica”: a Montalto rinvenuti
in acqua, in una zona dove si concentrano i pescatori, alcuni ordigni risalenti
alla Seconda guerra mondiale. (red) 12 giu 2008 10:07.
( da "Affari Italiani
(Online)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Essere comunista nel XXI secolo si può Giovedí
12.06.2008 09:38 --> Occorre assumere la consapevolezza di aver ricevuto un
mondo da chi ci ha preceduto e che esso va restituito a chi ci succede,
possibilmente migliore. Che a peggiorarlo nulla ci vuole, come spesso mi
ricorda Sandro, quando discutiamo la teoria del Caos, l'entropia aumenta da sé,
non ha bisogno di aiuto. L'uomo dovrebbe usare il suo lavoro per ridurla. In
forma semplificata verrebbe da dire: "Si auspica che l'Essere Umano ami il
suo prossimo, ma si deve pretendere che ne abbia rispetto e dal suo prossimo
riceva quello che dà". Se la forma sociale organizzata, nel tempo, debba
essere mercato, burocrazia, clan o
una loro combinazione, lo decideranno le condizioni politiche, civili ed
economiche. Essere comunisti nel XXI secolo, io credo, significa condividere lo
spirito della Dichiarazione ma anche spendersi senza riserve affinché la
decisione sull'organizzazione sociale, dati il tempo ed il luogo, sia
sempre la più ampia, partecipata e consapevole, in definitiva la più libera
possibile. Spero di avere il tempo e la forza di avere un comportamento
coerente con quanto sostengo, rifuggendo l'ipocrisia, le scorciatoie, la
vanagloria. Nel breve spazio di milleduecentoquarantotto parole spero di aver
offerto qualche spunto di riflessione e di aver aiutato alcuni amici, ai quali
voglio bene, ad aver sentimento più bonario nell'udire il termine:
"comunista". Pino De Luca, www.aprileonline.info.
( da "ITnews.it" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Roma, 12 giu. (Adnkronos) - "Siamo il Paese europeo
a piu' alto tasso burocratico , dove e' stabile una vera e propria diseconomia
dell'adempimento , arretrata e distorsiva, che alle micro imprese costa 11,4
miliardi all'anno in oneri certificatori, ritardi , duplicazioni e rinuncia a
far valere i prorpi diritti". Il J'accuse arriva dal presidente di
Confartigianato, Giorgio Guerrini, dal palco dell'assemblea. "Apprezziamo
l'impegnod el ministro Brunetta e abbiamo apprezzato il segnale lanciato dal
ministro Sacconi per l'eliminazione di gravosi adempimenti in materia di
appalti che avrebbero costretto migliaia di piccole imprese subappaltatrici a
produrre due milioni di inutili certificati", aggiunge.
( da "Stampa, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
S. STEFANO AL MARE "Sì a gestioni consortili No
agli accorpamenti" "Non si può fare un discorso puramente numerico,
ma di territorio". Marcello Pallini, sindaco di Santo Stefano (2255
residenti), al suo primo mandato, è sostanzialmente contrario agli
accorpamenti. "Ci possono essere paesi con soli duemila abitanti - afferma
- ma con una tale identità che non possono essere conglobati ad altri".
Non lo convince neppure la motivazione dei risparmi: "Sarebbe allora più
opportuno semplificare alcune procedure. Si pensi alla gestione del demanio
demandata ai Comuni che sostengono costi senza disporre dei proventi. In questo
caso, dovrebbe intervenire il nuovo Ministero per semplificare
la burocrazia". C'è,
poi, l'aspetto dei consorzi per la gestione dei servizi. "In questo caso -
spiega Pallini - sono favorevole. I consorzi di servizi sono utili o
indispensabili in alcuni paesi in determinate situazioni. Ad esempio, disponendo
di una polizia municipale in comune o gestendo insieme i rifiuti".
Se Santo Stefano dovesse essere accorpato con un altro Comune per raggiungere
la fatidica soglia dei 5000 abitanti, lo sarebbe sicuramente con Riva Ligure.
Un ritorno al passato. Infatti, nel 1928 il Comune venne unificato proprio con
la confinante Riva Ligure (i due centri sono separati dal torrente Santa
Caterina). Una simbiosi che continuò fino al 1954, quando fu ripristinata
l'indipendenza amministrativa tra i due centri. \.
( da "Arena.it, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CONTI PUBBLICI. Bankitalia: record del debito
"Liberalizzare per far ripartire l'economia" L'Antitrust chiede un
piano su energia, negozi, banche ROMA Nel giorno in cui Bankitalia
segnala una nuova crescita per il debito pubblico, l'Antitrust rilancia la
ricetta delle liberalizzazioni per far ripartire l'economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è stato raggiunto un nuovo tetto,
aggiornando per il terzo mese consecutivo il record negativo. A marzo il debito
è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto ai 1.623,7 di febbraio, con una
crescita rispetto a marzo 2007 di oltre 40 miliardi. Il precedente
record fu ad ottobre 2007, quando si arrivò a quota 1.629,185 miliardi. Di
fronte a questo quadro è arrivato il nuovo allarme dell'Antitrust su ritardi
decisionali e mancanza di concorrenza, veri mali dell'economia italiana. Ieri
il garante della concorrenza in un documento inviato in Parlamento ha messo
nero su bianco i settori in cui è più necessaria una scossa liberalizzatrice:
infrastrutture, energia, trasporti, servizi pubblici locali, farmaci,
professioni, distribuzione commerciale e servizi finanziari, in particolare
banche e assicurazioni. Per quanto riguarda le infrastrutture per l'Antitrust
bisogna eliminare i "veti incrociati" che ne bloccano la realizzazione,
mentre in campo energetico va potenziata la rete di trasmissione dell'energia
elettrica separando l'attività di distribuzione da quella di vendita. Per i
negozi si deve puntare a maggior flessibilità per l'apertura di nuovi esercizi
e per eliminare eccessivi vincoli di orario. Per quanto riguarda i carburanti
vanno eliminati i vincoli relativi alle distanze minime, alle superfici minime,
agli standard qualitativi, agli orari. L'accesso alla libera professione per
l'Antitrust deve essere, in linea di principio, libero e il prezzo dei servizi
dovrebbe essere stabilito d'intesa tra le parti. Vanno inoltre abrogate le
limitazioni numeriche agli accessi previsti per alcune professioni, come notai
e medici del servizio sanitario nazionale. Più forza va dispiegata nella liberalizzazione
di banche e assicurazioni, visto che specie in quest'ultimo settore la
liberalizzazione ha dato risultati insoddisfacenti. .
( da "Arena.it, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Liberalizzare per far ripartire l'economia"
L'Antitrust chiede un piano su energia, negozi, banche ROMA Nel giorno
in cui Bankitalia segnala una nuova crescita per il debito pubblico,
l'Antitrust rilancia la ricetta delle liberalizzazioni per far ripartire l'economia italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri
è stato raggiunto un nuovo tetto, aggiornando per il terzo mese consecutivo il
record negativo. A marzo il debito è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto
ai 1.623,7 di febbraio, con una crescita rispetto a marzo 2007 di oltre 40
miliardi. Il precedente record fu ad ottobre 2007, quando si arrivò a
quota 1.629,185 miliardi. Di fronte a questo quadro è arrivato il nuovo allarme
dell'Antitrust su ritardi decisionali e mancanza di concorrenza, veri mali
dell'economia italiana. Ieri il garante della concorrenza in un documento
inviato in Parlamento ha messo nero su bianco i settori in cui è più necessaria
una scossa liberalizzatrice: infrastrutture, energia, trasporti, servizi
pubblici locali, farmaci, professioni, distribuzione commerciale e servizi
finanziari, in particolare banche e assicurazioni. Per quanto riguarda le
infrastrutture per l'Antitrust bisogna eliminare i "veti incrociati"
che ne bloccano la realizzazione, mentre in campo energetico va potenziata la
rete di trasmissione dell'energia elettrica separando l'attività di
distribuzione da quella di vendita. Per i negozi si deve puntare a maggior
flessibilità per l'apertura di nuovi esercizi e per eliminare eccessivi vincoli
di orario. Per quanto riguarda i carburanti vanno eliminati i vincoli relativi
alle distanze minime, alle superfici minime, agli standard qualitativi, agli orari.
L'accesso alla libera professione per l'Antitrust deve essere, in linea di
principio, libero e il prezzo dei servizi dovrebbe essere stabilito d'intesa
tra le parti. Vanno inoltre abrogate le limitazioni numeriche agli accessi
previsti per alcune professioni, come notai e medici del servizio sanitario
nazionale. Più forza va dispiegata nella liberalizzazione di banche e
assicurazioni, visto che specie in quest'ultimo settore la liberalizzazione ha
dato risultati insoddisfacenti. .
( da "Opinione, L'" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Gio, 12 Giu 2008 Edizione 118 del 12-06-2008
Petrolieri, la truffa degli incentivi Giulio Tremonti Il governo sta preparando
una tassa per colpire le compagnie petrolifere di Ruggiero Capone La Dc ha
sempre utilizzato in funzione anti-Psi i soldi dei petrolieri italiani. Caduta
la prima Repubblica, le sinistre prodiane hanno trescato da Tangentopoli fino a
pochi giorni fa con i petrolieri in funzione anti-berlusconiana. Così la
politica conservatrice, quella vecchia politica sconfitta nel 2008, ha per
decenni salvaguardato gli interessi clientelari dei grandi magnati del
petrolio. Quelli che hanno in mano la produzione e la distribuzione
dell'energia. Basti pensare che il centro-sinistra ha accordato alle famiglie
petroliere anche i finanziamenti pubblici per lo "sviluppo
sostenibile". Una balla che si consuma sulle spalle degli italiani che,
ignari, versano soldi alle famiglie petroliere. Queste ultime fingono (complice
la vecchia politica) di utilizzare quei quattrini per fornire al paese
"energie rinnovabili", "energia pulita". Di fatto s'è per
anni trattato di vere e proprie truffe all'Unione Europea. Così mentre i
governanti certificavano che i petrolieri introitavano contributi pubblici a
fin di bene (in forza delle normative Cip 6 e dei Certificati Verdi) e per
produrre energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e biomasse, invece i
magnati italiani del petrolio utilizzavano quei soldi per alimentare le
raffinerie di petrolio e gli impianti di stoccaggio per le centrali ad olio
combustibile. Come se non bastasse, per legge l'Enel è costretta ad acquistare
elettricità da petrolieri "buoni" che producono fonti rinnovabili.
Così l'Enel riversa l'opera di bontà verso i petrolieri sulle bollette dei
consumatori. Gli italiani pagano di fatto un 10 per cento in più sulla bolletta
energetica che va in favore delle famiglie petroliere. E' stato calcolato che
annualmente le famiglie versano un obolo di 600 milioni di euro annui ai
petrolieri Edison, Erg, Foster Werler, Eni, Api, Elettra Lucchini e compari
vari. Vale a dire soldi spartiti tra le dinastie petroliere dei Moratti (Gruppo
Saras), dei Garrone (Gruppo Erg-Tamoil) e dei Conti Brachetti Peretti (Gruppo
Api). Così mentre gli italiani hanno rinunciato al nucleare, in provincia di
Cagliari i Moratti vengono finanziati per mantenere a Sarroch una struttura che
non aiuta la salute. La più grande raffineria di petrolio del Mediterraneo per
capacità produttiva: tratta 15 milioni di tonnellate l'anno di petrolio grezzo
(proveniente Libia e mare del Nord). I clienti principali sono Shell, Repsol,
Total, Eni, Q8, Tamoil. La raffineria venne fondata nel 1963 da Angelo Moratti,
è tuttora di proprietà della famiglia Moratti: è lo stabilimento principale del
Gruppo Saras (presieduto da Gianmarco Moratti e Massimo Moratti Amministratore
Delegato). Così i Moratti alimentano la centrale elettrica Sarlux: una società
di proprietà della stessa Saras. La centrale produce energia elettrica
bruciando gli scarti che la Saras produce raffinando il petrolio. Questi scarti
vengono definiti "tar": liquami semi solidi ad alto potenziale
tumorale, che per essere bruciati devono essere prima gassificati e poi
irrorati di ossigeno. Ma la Sarlux incassa milioni di euro all'anno di
finanziamenti pubblici per l'energia pulita, in quanto lo stato ha certificato
all'Ue che la centrale ha un carico inquinante paragonabile ad energia solare
od eolica. Stessi finanziamenti pubblici baciano il genovese Garrone per la
Priolo Gargallo di Siracusa: fattura 522 milioni di euro, 300 dei quali
derivanti dagli incentivi Cip 6. Invece Falconara Marittima (Ancona) c'è
l'impianto Api dei conti Brachetti Peretti: una raffineria che produce 2,9
milioni di tonnellate l'anno di petrolio (ricevono miseri 150 milioni di euro
in sovvenzioni Cip 6). Del resto nemmeno Bettino Craxi riuscì a piegare lo
strapotere dei petrolieri. Il leader socialista, notoriamente coraggioso,
sottolineò più volte (in scritti ed in commissioni parlamentari) che "La
prima volta che io ed alcuni miei compagni urtammo contro qualcosa che ci parve
subito qualcosa di occulto fu sul penoso e famigerato caso Eni Petromin".
Una vicenda di 30 anni fa che dimostra come gli affari petroliferi scavalchino
anche il potere politico, e vengano gestiti sempre dalle solite conventicole.
Così mentre Craxi ha subito una lapidazione in nome di Mani Pulite, ben pochi
ricordano che la Dc ed i boiardi di stato avevano intascato tangenti per
favorire il contratto di fornitura petrolifera dell'iraniana Petronim
all'italiana Eni. Soprattutto che l'affare Eni-Petronim servì alla Dc per
finanziare i nemici interni di Craxi. Quest'ultimo dispiaceva non poco ai
petrolieri, e per i bene dell'Italia voleva disboscare i tanti privilegi di chi
trafficava e traffica con petrolio ed affini. Di fatto l'affare Eni-Petronim ha
rappresentato la prima linfa per giornali, burocrazia, sindacalisti e politici uniti nel lavorare contro Bettino
Craxi. L'allora segretario amministrativo del Psi, Rino Formica, spiegava che
secondo lui con quelle centinaia di miliardi dovevano essere finanziati i
giornali del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, Monti (Il Resto del Carlino e
La Nazione) e Montedison (Il Messaggero) affinché appoggiassero un
governo accettabile al Pci. Affare che aveva un risvolto direttamente connesso
agli equilibri interni dei partiti, in particolare del Psi. La corrente della
cosiddetta sinistra di Signorile si proponeva infatti di rovesciare la
maggioranza craxiana, e fino al momento in cui il proposito fallì per
l'indubbia forza del leader Bettino. L'affare Eni-Petronim nasceva fuori dalla
Loggia 2, e chiaramente per rafforzare vecchi interessi consolidati contro i
nuovi poteri. In parole povere, faccendieri, petrolieri e filo-Pci uniti contro
Craxi, e non certo per il bene dell'Italia. Il leader socialista sembra a
distanza di anni un gigante abbattuto da una pletora di nani egoisti. Tremonti
s'è proposto come nuovo Robin Hood, è lecito credere che abbia imparato tanto
dalla storia di Bettino Craxi, si auspica possa aver la meglio su petrolieri e
banchieri, gente che annovera non pochi servi nei palazzi. [f](3 -
continua)[/f].
( da "Opinione, L'" del
12-06-2008)
Pubblicato anche in: (Opinione, L')
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Gio, 12 Giu 2008 Edizione 118 del 12-06-2008
Riflessioni sulla proposta di "Bologna Capitale" Elogio della
precarietà di Tomaso Freddi Senza dubbio è lodevole la proposta
dell'associazione "Bologna Capitale" e dell'architetto Glauco
Gresleri. Ha il merito di individuare una ricchezza che nella nostra città non
difetta, la presenza di tanti giovani universitari che costituiranno il futuro
del paese. Partendo dalla constatazione del calo demografico della città e del
parallelo insediamento di immigrati stranieri, l'obiettivo di trattenere
"giovani cervelli di livello culturale elevato" è largamente
condivisibile. Meno convincente risulta essere, a nostro parere, l'idea che per
creare un progetto di vita in città, il primo elemento sia avere la certezza di
una casa, naturalmente a buon mercato e fornita dall'autorità pubblica, in
larga misura a carico della comunità. L'esperienza dimostra che gli incentivi
che piovono dall'alto servono solo a creare privilegi e che, con buona pace dei
pianificatori, non risolvono i problemi. I risultati si ottengono quando chi deve
operare agisce con convinzioni profondamente radicate nel proprio intimo.
Comprendiamo che l'esperienza e le conoscenze professionali dell'architetto
Gresleri, a cui va tutta la nostra stima e il riconoscimento di essersi
impegnato con una proposta concreta per il bene della città, abbiano
individuato nella casa il principale strumento per trattenere i
"cervelli". Il problema esiste, ma a nostro parere occorre
prioritariamente concentrare l'attenzione sul lavoro, e più ancora sul tipo di
lavoro che può impegnare i "cervelli". Non si può puntare su attività
di basso livello, dalle quali i laureati giustamente rifuggono, ma su posti di
lavoro qualificati, nei quali i giovani possano impegnarsi con passione. Se si
vuole riprendere uno sviluppo della città, questi posti di lavoro devono essere
creati non con provvedimenti dall'alto ma dal basso, con iniziative individuali
o associative. Solo così potranno essere efficaci. Questa è l'unica strada
perseguibile. A ben vedere, essa è sempre stata congeniale alla istintiva
natura dei giovani, che hanno bisogno di un sogno e che hanno il desiderio di
cambiare, di intraprendere qualcosa di nuovo. Dunque occorre agire sulla
pubblica opinione, valorizzando il lavoro imprenditoriale, il gusto della
sfida. Bisogna indirizzare i giovani alla competizione, ad emulare i successi
di chi in passato li ha preceduti. In sintesi, al contrario di quanto oggi
avviene, occorre fare l"elogio della precarietà", perché precarietà è
anzitutto rifiuto di un lavoro stabile, che porta inevitabilmente alla
conservazione e alla pigrizia mentale. Se questo è vero, il nemico numero uno da combattere è la burocrazia nella sua espressione più deleteria, che consiste nel creare
posti di lavoro fissi ed immutabili, nel produrre la morte del lavoro creativo,
la fine di una cultura imprenditoriale, indispensabile per riprendere lo
sviluppo. Ecco perché, pur appezzando le iniziative di "Bologna
Capitale", non condivido il titolo della loro associazione. Bologna
Capitale di che? Certo non dell'Emilia-Romagna, che può portare solo burocrazia. Sono invece d'accordo se si intende Bologna
Capitale di un'area (metropolitana?) dove l'impresa e la libera iniziativa
regnano sovrane, dove ogni giovane, anche straniero, che desideri fare impresa,
possa individuare l'ambiente più favorevole per esprimere la sua personalità.
Alcune doti storiche e naturali per ambire ad una tale posizione, Bologna le
ha. La posizione geografica, le vecchie tradizioni di città libera, alcune
strutture (da rinnovare) come l'Università, la Fiera, l'Aeroporto, e
soprattutto fattori intangibili come cultura e amore della conoscenza,
costituiscono un patrimonio sul quale, in una nuova e rinnovata concezione del
futuro, si può senz'altro contare.
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL PROBLEMA Cognome da nubile cancellato d'imperio a una
cittadina britannica Sono una cittadina britannica, residente in Italia dal
1975. All'epoca, previa presentazione del passaporto, che reca il mio cognome
da sposata e documenti vari, fui iscritta d'ufficio col mio cognome da nubile,
con residenza nel Comune di Duino Aurisina dal 1975 e, dal 1983 a Trieste. Col
mio cognome da nubile ho ricevuto il codice fiscale, cui si sono riferiti gli
atti della mia vita. Il 6 marzo 2008, all'Anagrafe di Trieste d'autorità, mi è
stata ritirata la carta d'identità appena rinnovata, sostituita da una col
cognome da sposata. Il motivo addotto è stato che "la legge era
cambiata" e che era stato corretto, così ci è stato detto, il
"sopruso" di iscrivermi col mio cognome di nascita, previsto per le
cittadine italiane. Dato il mio attuale cattivo stato di salute, mi è stato
anche concesso un servizio a domicilio per la consegna della nuova carta
d'identità. Non ci è invece stato detto che avrei potuto presentare ricorso al
Prefetto entro 30 giorni, come ci è stato specificato in Prefettura a termini
ormai scaduti. Inizialmente, cambiare il cognome mi era sembrata una di quelle
cose a me incomprensibili che a volte succedono in Italia; poi ho capito che il
cambio di identità avrebbe coinvolto catasto, tavolare, motorizzazione,
assicurazioni, Inps, tessera sanitaria, tasse, banca, Acegas, utenze varie e
quant'altro, con l'aggravante che, nelle mie attuali condizioni di salute, non potrei certo saltellare da un ufficio all'altro, alle prese
con l'italica burocrazia.
Le domande che pongo sono le seguenti: da quale legge risulta che il cittadino
straniero debba essere identificato tramite passaporto e non altro valido
documento di identità e non è forse la carta d'identità italiana un documento
valido? Posto che ad una cittadina straniera la nuova legge conceda di
identificarsi secondo le leggi del paese d'origine, da che legge risulta che
una malcapitata sia costretta a inguaiarsi la vita per sottomettersi a tale
"privilegio", dopo oltre trent'anni in cui tutto è stato impostato
col corretto e certificato cognome d'origine? E se per caso divorziassi, dovrei
cambiare tutto di nuovo? Con tutto il lavoro che sicuramente ha l'Anagrafe di
Trieste, è mai possibile perdere e far perdere tanto tempo e denaro (documenti
e passaggi di contratto costano) per cambiare identità a chi era già stato
scrupolosamente identificato 33 anni prima? Chiedo aiuto per riavere il mio
cognome d'origine ed i relativi documenti e per non dovermi sottoporre al
kafkiano tour de force per evitare una sovrapposizione di identità. Ute Puls
coniugata Newbould.
( da "Brescia Oggi" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CONTI PUBBLICI. Bankitalia: record del debito
"Liberalizzare per far ripartire l'economia" L'Antitrust chiede un
piano su energia, negozi, banche ROMA Nel giorno in cui Bankitalia
segnala una nuova crescita per il debito pubblico, l'Antitrust rilancia la
ricetta delle liberalizzazioni per far ripartire l'economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è stato raggiunto un nuovo tetto,
aggiornando per il terzo mese consecutivo il record negativo. A marzo il debito
è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto ai 1.623,7 di febbraio, con una
crescita rispetto a marzo 2007 di oltre 40 miliardi. Il precedente
record fu ad ottobre 2007, quando si arrivò a quota 1.629,185 miliardi. Di
fronte a questo quadro è arrivato il nuovo allarme dell'Antitrust su ritardi
decisionali e mancanza di concorrenza, veri mali dell'economia italiana. Ieri
il garante della concorrenza in un documento inviato in Parlamento ha messo
nero su bianco i settori in cui è più necessaria una scossa liberalizzatrice:
infrastrutture, energia, trasporti, servizi pubblici locali, farmaci,
professioni, distribuzione commerciale e servizi finanziari, in particolare
banche e assicurazioni. Per quanto riguarda le infrastrutture per l'Antitrust
bisogna eliminare i "veti incrociati" che ne bloccano la realizzazione,
mentre in campo energetico va potenziata la rete di trasmissione dell'energia
elettrica separando l'attività di distribuzione da quella di vendita. Per i
negozi si deve puntare a maggior flessibilità per l'apertura di nuovi esercizi
e per eliminare eccessivi vincoli di orario. Per quanto riguarda i carburanti
vanno eliminati i vincoli relativi alle distanze minime, alle superfici minime,
agli standard qualitativi, agli orari. L'accesso alla libera professione per
l'Antitrust deve essere, in linea di principio, libero e il prezzo dei servizi
dovrebbe essere stabilito d'intesa tra le parti. Vanno inoltre abrogate le
limitazioni numeriche agli accessi previsti per alcune professioni, come notai
e medici del servizio sanitario nazionale. Più forza va dispiegata nella
liberalizzazione di banche e assicurazioni, visto che specie in quest'ultimo
settore la liberalizzazione ha dato risultati insoddisfacenti.
( da "Giornale di
Vicenza.it, Il" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CONTI PUBBLICI. Bankitalia: record del debito
"Liberalizzare per far ripartire l'economia" L'Antitrust chiede un
piano su energia, negozi, banche ROMA Nel giorno in cui Bankitalia
segnala una nuova crescita per il debito pubblico, l'Antitrust rilancia la
ricetta delle liberalizzazioni per far ripartire l'economia
italiana soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è stato raggiunto un nuovo tetto,
aggiornando per il terzo mese consecutivo il record negativo. A marzo il debito
è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto ai 1.623,7 di febbraio, con una
crescita rispetto a marzo 2007 di oltre 40 miliardi. Il precedente record
fu ad ottobre 2007, quando si arrivò a quota 1.629,185 miliardi. Di fronte a
questo quadro è arrivato il nuovo allarme dell'Antitrust su ritardi decisionali
e mancanza di concorrenza, veri mali dell'economia italiana. Ieri il garante
della concorrenza in un documento inviato in Parlamento ha messo nero su bianco
i settori in cui è più necessaria una scossa liberalizzatrice: infrastrutture,
energia, trasporti, servizi pubblici locali, farmaci, professioni,
distribuzione commerciale e servizi finanziari, in particolare banche e
assicurazioni. Per quanto riguarda le infrastrutture per l'Antitrust bisogna
eliminare i "veti incrociati" che ne bloccano la realizzazione,
mentre in campo energetico va potenziata la rete di trasmissione dell'energia
elettrica separando l'attività di distribuzione da quella di vendita. Per i
negozi si deve puntare a maggior flessibilità per l'apertura di nuovi esercizi
e per eliminare eccessivi vincoli di orario. Per quanto riguarda i carburanti
vanno eliminati i vincoli relativi alle distanze minime, alle superfici minime,
agli standard qualitativi, agli orari. L'accesso alla libera professione per
l'Antitrust deve essere, in linea di principio, libero e il prezzo dei servizi
dovrebbe essere stabilito d'intesa tra le parti. Vanno inoltre abrogate le
limitazioni numeriche agli accessi previsti per alcune professioni, come notai
e medici del servizio sanitario nazionale. Più forza va dispiegata nella
liberalizzazione di banche e assicurazioni, visto che specie in quest'ultimo
settore la liberalizzazione ha dato risultati insoddisfacenti. .
( da "Tirreno, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pistoia Il Centro commerciale naturale vuol conquistare
le mostre di mobili Bilancio positivo ma c'è il bisogno di crescere ancora
TIZIANA GORI QUARRATA. Il Centro commerciale naturale è passato dalle 40
adesioni del 2005 alle 120 del 2008. Negli ultimi mesi hanno fatto il loro
ingresso alcune ditte artigiane e di servizi. Restano invece sempre solo una
quindicina le mostre di mobili all'interno del Ccn, segno di un dialogo che
ancora stenta a decollare. Ma la presidentessa Maria Rita Mustacchio preferisce
vedere il bicchiere mezzo pieno. "I negozi si stanno riqualificando, e la
nuova piazza Risorgimento piace e sta portando clienti a Quarrata". Il Ccn
(il consorzio che riunisce commercianti e artigiani che operano nel centro
della città, ndr) è una realtà viva, afferma Maria Rita Mustacchio. Pur tra le
difficoltà con cui deve convivere ogni giorno: assenza di
infrastrutture, burocrazia
dilagante e (soprattutto) crisi dei consumi. "La nuova piazza Risorgimento
è il nostro cavallo di battaglia. Piace, la gente viene a visitare il centro e
si ferma a dare un'occhiata ai negozi. Da parte loro - afferma Mustacchio -
tanti esercenti stanno riqualificando la propria attività. Adesso
abbiamo negozi che hanno poco da invidiare a quelli del centro di
Pistoia". E la scelta di aderire al Ccn? "In questo particolare
momento economico l'unione fa la forza, e i commercianti lo hanno capito. Le
iniziative sin qui proposte, penso a Màgia e dintorni e a Vetrine viventi,
hanno portato un notevole afflusso di visitatori in centro". Uno degli
obiettivi dell'organismo creato da Confcommercio nel 2005 era la promozione
delle attività locali. Indispensabile, in questa operazione di marketing,
l'apporto dei media. Da alcuni giorni il Ccn ha iniziato una campagna
promozionale su radio e televisioni regionali. "Cerchiamo di vendere il
nostro prodotto. Avere 120 soci ci consente di organizzare eventi importanti, e
di darne adeguata comunicazione alla gente". I prossimi? "Da luglio,
al mercoledì sera, i negozi resteranno aperti e il centro si popolerà di
iniziative. A settembre riproporremo Vetrine viventi. Màgia e dintorni, che si
è svolta alcune settimane fa, cresce in qualità e gradimento". Continua
l'idillio con il Comune. Quando ce n'è stato bisogno Camera di commercio e
banca di Credito cooperativo di Vignole hanno dimostrato disponibilità ed
elargito contributi. Il dialogo con le mostre di mobili si prospetta invece
ancora incerto. Eppure il loro apporto sarebbe fondamentale per portare clienti
a Quarrata. "Da parte nostra possiamo dire che siamo disponibili al
confronto. Un paio di anni fa avevamo pensato ad un'iniziativa congiunta: le
mostre di mobili allestivano le loro vetrine, e noi portavamo in centro per 4
domeniche i prodotti tipici. Sembrava che il progetto dovesse andare a buon
fine, ma i commercianti di mobili si tirarono indietro". Se resta un sogno
il traforo nel Montalbano per collegare Quarrata a Vinci ed Empoli (costi
troppo alti, difficoltà a reperire i fondi) a fine mese il Comune dovrebbe
"partorire" il progetto di riqualificazione della prima parte di via
Montalbano. Un progetto atteso con impazienza, sia dai commercianti che dai
mobilieri.
( da "Tirreno, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prato Dogana, contratto da rivedere Rispondo al
Direttore delle Dogane di Prato. E visto che lo stesso scrive per amor di
verità nei confronti del lettore vorrei dire anche io come stanno le cose. I
locali dove svolge l'attività la Dogana sono di proprietà Interporto e sono
stati concessi in comodato gratuito, per la durata di 20 anni, all'Agenzia
delle Dogane. Si tratta di 3.548 mq di uffici di 3.000 mq di magazzini e di 500
di archivio. Valore stimato 10 milioni di euro. Lo sa il direttore perché fu
firmato quel contratto di comodato? Perché la Dogana di Firenze doveva
trasferire i propri uffici all'Interporto e quindi consolidare un servizio
doganale di area vasta con conseguente valore aggiunto, in termini di servizi,
per l'Interporto. Il fatto era stato previsto in un accordo di programma tra
diversi soggetti. Nessuno di questi ha mantenuto gli impegni presi con
quell'accordo ad eccezione dell'Interporto. Credo che il direttore dica
qualcosa di inesatto circa la cessione da parte dell'Agenzia delle Dogane a
favore del Comune di Firenze degli Uffici che ospitavano la ex Circoscrizione
Doganale, ma non è questo il punto; chi ha voglia può consultare il Bollettino
Ufficiale della Regione Toscana dove è pubblicato l'accordo di programma. Oggi
poco importa all'Interporto cosa sia successo tra Comune di Firenze e Agenzia
delle Dogane o chi altro. La cosa vera è che noi abbiamo un immobile come
quello sopra descritto che oltre a non produrre reddito non produce nemmeno
quel servizio che era nei propositi di chi lo destinò a tale scopo. Credo che
da subito vada ripreso in mano quell'accordo per vedere di portarlo a
compimento, altrimenti quel contratto di comodato andrà rivisto perché
quell'immobile è sopradimensionato rispetto alle attuali esigenze della Dogana
di Prato. Sulle altre vicende l'Interporto c'entra "come il cavolo a
merenda". Se ci siamo prestati a fare da camera di compensazione tra le
lamentele degli spedizionieri, che a loro dire trasmigrano in altri luoghi le operazioni doganali lamentando ritardi e
burocrazie eccessive qui a Prato e l'Ufficio Dogane di Prato, che invece
rivendica velocità ed efficenza, è perché vogliamo capire ancora una volta se
la Dogana all'Interporto sia un valore aggiunto o meno e decidere il da farsi.
Antonio Napolitano (presidente di Interporto) INTERPORTO/2 Tante polemiche per
colpire i "piccoli" L'Interporto di Gonfienti rappresenterà
una grande opportunità per il mondo dell'autotrasporto se, in tempi brevi,
riuscirà a posizionarsi come snodo di distribuzione delle merci lungo il
cosiddetto "Corridoio 1" che è, in pratica, l'asse che lega tutte le
merci che vengono smistate lungo la strada che va da Berlino a Palermo. Ogni polemica
che, di fatto, rallenti la realizzazione del nostro Interporto e di tutti quei
servizi necessari a renderlo tale, è colpevole di gravi danni a tutta
l'economia, e anche ai trasportatori. La logica dell'intermodalità, cioè della
costruzione di un sistema integrato tra tutti i mezzi di trasporto - nave,
treno, tir, aereo - in realtà, è destinata ad essere lo strumento di
valorizzazione del nostro mestiere: dalla gestione e l'organizzazione dei
trasporti nel cosiddetto ultimo miglio (cioè la distribuzione merci in ambito
urbano), alla realizzazione di quelle tratte che per loro caratteristica
potrebbero dare maggior valore e volumi d'affari al nostro settore. Talvolta le
polemiche condotte dai più "grossi", celano il solito interesse volto
a colpire le imprese più piccole e ad impedire loro di crescere, diventando più
redditizie. Per questo siamo molto attenti a quanto fanno - o non hanno ancora
fatto - le istituzioni sull'Interporto di Prato. Romano Bracci (presidente Fita
Cna).
( da "Tirreno, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prato Invalido al 100%, sparita l'indennità La protesta
della mamma di Riccardo: "Tutta colpa della burocrazia" LETIZIA MAGNOLFI
VAIANO. "Non è una recriminazione legata esclusivamente ai 450 euro;
piuttosto ci piacerebbe, soprattutto per nostro figlio Riccardo, non essere
presi in giro". Parla così la signora Gabriella Bardazzi, riferendosi
all'indennità di accompagnamento che si è vista togliere al figlio
trentasettenne. Affetto dalla nascita da una paraparesi spastica e da
ipovedenza, Riccardo è stato più volte riconoscIuto, nel corso delle visite
mediche effettuate, invalido al 100%. Ora, per un difetto burocratico, legato
alla contestazione della mancata revisione della certificazione come invalido
maggiorenne, Riccardo non avrà più l'accompagnamento, che consiste in una cifra
mensile di circa 450 euro. "Nell'accertamento medico avvenuto l'11 marzo
scorso si dice una cosa che non rispecchia la realtà dei fatti",
dichiarano i genitori. La commissione indicata ha effettivamente riconosciuto
Riccardo invalido al 100%, ma ha anche stabilito che non esistono requisiti per
conferire l'accompagnamento. "In realtà è sotto gli occhi di tutti che
Riccardo non sia autosufficiente nella vita di tutti i giorni. Mio figlio ha
problemi di deambulazione e ci vede pochissimo, mi domando come sia possibile
pensare che possa quotidianamente gestirsi da solo! Basta un piccolo
imprevisto, un piccolo ostacolo non calcolato e per Riccardo diventa davvero
difficoltoso destreggiarsi da sè". I genitori di Riccardo pretendono
soprattutto che venga riconosciuto al figlio ciò che gli spetta. Dell'ultimo
referto medico, Gabriella critica soprattutto la parte in cui si afferma la
mancata revisione da maggiorenne: "Viene affermato il falso, la
certificazione per avere l'indennità di accompagnamento da maggiorenne
l'abbiamo fatta eccome" dice Gabriella, mostrando il documento della
Prefettura di Firenze del 18 maggio 1989. "Constatare che per un difetto
burocratico, venga tolto un riconoscimento economico a una persona
effettivamente invalida, - conclude Gabriella - ci amareggia. Soprattutto per
la dignità di Riccardo. Aggiungo che per fortuna, in questo momento difficile,
abbiamo molte persone che ci sostengono moralmente, come la dottoressa Anna
Gori, che anzi ci ha invitato ad andare avanti nel chiedere quanto spetti di
diritto a Riccardo".
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 12-06-2008)
Pubblicato anche in: (Piccolo di Trieste, Il)
Argomenti: Burocrazia
ZIGRINO SOLLECITA REGIONE E COMUNE Polo sanitario di
Cattinara, fallito il patto con Modena Altri due anni di ritardo L'Azienda
emiliana ha chiesto troppi soldi per realizzare il progetto preliminare con
Trieste: si va a gara europea Spetta al Comune radunare di nuovo tutti gli enti
per approvare la viabilità voluta dal sindaco. Senza questo passo preliminare
l'iter resta fermo di GABRIELLA ZIANI Dopo otto anni in cui non s'è mossa
pietra, si aggiungono due nuovi anni di ritardo (facendo conti ottimistici)
alla realizzazione della nuova cittadella ospedaliera di Cattinara col nuovo
Burlo. Se da oggi tutto si mettesse improvvisamente a correre a cronometro,
senza intoppi, cosa che fin qui non è stata affatto, la fine lavori potrebbe
vedersi nel 2014, non più nel 2012 come l'Azienda ospedaliera ipotizzava fino a
pochi mesi fa. Rotto infatti alla vigilia della firma l'accordo con lo staff
tecnico dell'Azienda sanitaria di Modena per la progettazione preliminare da
realizzare "in casa" risparmiando i tempi della prima gara. Incerta
ancora (dopo molti mesi) la data in cui tutti gli enti coinvolti timbreranno un
nuovo accordo di programma che inserisce nel piano particolareggiato dell'area
- non ancora approvato dal Comune, a circa un anno dalla sua consegna - la
nuova viabilità d'accesso come modificata dal sindaco. In vista, adesso, ben
due gare europee, una per la progettazione preliminare e una per il project
financing, con le loro infinite complessità e lungaggini, e relative
approvazioni successive. Sconsolato il direttore generale Franco Zigrino,
all'indomani di un incontro ufficiale con la nuova amministrazione regionale
(l'assessore alla Sanità, Vladimir Kosic) che comunque ha pienamente confermato
il consenso al megaprogetto e raccolto l'invito a sveltire gli adempimenti.
"Ne ho informato il sindaco Dipiazza e il direttore del Burlo, Delendi -
sigla Zigrino -, purtroppo però in Italia la burocrazia è così, ogni carta richiederà
un mese, tre mesi, sei mesi alla volta. E la conferenza dei servizi non è
l'Azienda ospedaliera che può convocarla, ma il Comune: dipendesse da me,
l'avrei fatto da un pezzo". Oggi si pensa dunque che la nuova Cattinara,
con Burlo, Medicina molecolare, aule didattiche, palazzine servizi,
nuovi parcheggi per una prevista spesa sui 100 milioni di euro sarà visibile
appena fra sei anni. Questo ipotizzando con l'ottimismo della volontà che la
fase di cantiere duri poi solo due anni e mezzo. Poiché è già da mettere in
agenda che non mancheranno ulteriori slittamenti, il megaprogetto rischia - se
mai verrà realizzato - di portarsi sulla schiena la classica ventina d'anni che
a Trieste serve per portare a termine infrastrutture di una certa importanza.
Ma se il "cronoprogramma" è imponente (e ne parliamo a fianco e in
tabella) altrettanto sorprendente è la fine dell'innovativa soluzione
amministrativa che Zigrino aveva ideato in accordo con la giunta Illy per
realizzare a Trieste, con un forte supporto tecnico individuato appunto
nell'Azienda sanitaria di Modena, il progetto preliminare. Tecnicamente, una
procedura di "avvalimento" tra enti pubblici affini. "Non solo
all'ultimo minuto si sono verificate divergenze fra i due reparti tecnici -
racconta Zigrino - ma soprattutto Modena ha chiesto un compenso ben superiore a
quello che, per legge, noi non potevamo superare". Pur di non perdere
l'opportunità, si è interpellato un legale: via libera al superamento di spesa
o no? No. E così l'accordo che pareva sicuro e conveniente è sfumato dopo mesi
di contrattazioni. E tutto deve ricominciare daccapo.
( da "Gazzettino, Il
(Padova)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Quote latte:un mercatodavvero loscoIl neoministro dell'agricoltura
Luca Zaia, nell'entrare dalla parte del "pronto soccorso", così ha
definito il suo Ministero. Ha affrontato con chiarezza d'intenti l'annoso,
controverso e scandaloso problema delle insufficienti "Quote latte"
riconosciute all'Italia. Tale urgenza paralizza gravemente gli allevamenti
bovini nella nazione.Nel gestire poi le varie sale operatorie del predetto
ministero si spera affronti con altrettanta decisione e competenza anche il
losco "mercato delle quote latte" che attualmente
favorisce una burocrazia
nazionale e regionale parassitaria oltre ad alimentare speculazioni
insostenibili: infatti, il valore delle quote latte necessarie per giustificare
la produzione lattea di una vacca e dell'allevamento supera il più delle volte
il valore d'acquisto degli animali. In questo losco affare considerato
sfacciatamente "recupero valore aggiunto" da parte di illustri
economisti di altri tempi, sono inserite le stesse organizzazioni sindacali
agricole le quali non operano certamente a vantaggio delle loro clientele.Sarà
poi facile al Ministro impedire l'importazione del latte da altre nazioni
commercializzato poi sotto forma di prodotti caseari italiani mascherati da
quote latte possedute da alcuni imprenditori privi di terra e di vacche.
Speriamo quindi che il mercato delle quote venga immediatamente soppresso
fornendo gratuitamente le quote esclusivamente ad imprenditori agricoli e loro
familiari delle nuove generazioni purché occupati nelle fattorie a tempo pieno
e desiderosi di continuare a coltivare proficuamente la terra.Le multe fissate
dall'Unione europea e poste a carico degli allevatori italiano sono da
considerare del tutto ingiustificate e quindi vanno poste a carico di chi ha
sbagliato o speculato. Stato compreso con importatori, manifatturieri, società
ed associazioni responsabili della precaria e disastrosa situazione
attuale.Buon lavoro chirurgico al neo Ministro che sicuramente sa distinguere
le foglie caduche del larice montano da quelle del cipresso calvo importato da
altri continenti anche nei giardini del Quirinale. Auguri di pace e bene
soprattutto per gli allevatori onesti.Luigi SpolaoreUn grande grazieall'Acd La
Roccadi MonseliceScrivo queste poche righe per dire "GRAZIE" alla
Società A.C.D. LA ROCCA di Monselice. "Grazie" a tutti Voi che Vi
dedicate con impegno, professionalità, competenza e passione ai nostri figli e
Vi impegnate ogni giorno a far capire loro che lo sport (in questo caso il
calcio) è gioco e divertimento. Grazie per la Vostra pazienza: mai una volta ho
sentito il "mister" alzare la voce, mai una volta l'ho visto
spazientito! Grazie per avere sempre parole cordiali con noi genitori, per
saper sempre dare una risposta ai nostri mille "perchè". Grazie per
le belle giornate che sapete organizzare per vivere tutti insieme lo sport.Ora
è tempo di vacanze, i bimbi sono dispiaciuti ma settembre arriverà presto e
saremo tutti pronti a ritornare coi nostri figli agli allenamenti. Nel
frattempo auguro alla Società LA ROCCA, ai tecnici allenatori e preparatori, ai
dirigenti accompagnatori e a tutte le squadre una felice estate. "Facciamo
grande lo sport" è uno slogan che mi piace tantissimo: con persone come
Voi diventerà un gigante!Cinzia SguottiFinalmenteuna bella piazzaa LimenaColgo
spunto dalla lettera di Marco Selmin pubblicata venerdi scorso sul vostro
giornale, per dire alcune cose sulla nuova piazza Diaz a Limena. Il due giugno
ho partecipato ai festeggiamenti dell'anniversario della Repubblica, dove con
molti limenesi presenti, abbiamo potuto constatare che oggi Limena ha finalmente
una bella piazza. Qualcuno si chiedeva se é stato giusto lasciare il monumento
nel sito originario oppure averlo spostato lungo il canale dove lo prevedeva il
progetto e al suo posto piantare un albero. Credo la soluzione adottata sia
stata quella giusta e credo sia giusto impedire il parcheggio dei veicoli in
piazza. Durante i lavori si é consentita la sosta delle auto ed il risultato é
stato che sul porfido rosa, sono rimaste parecchie macchie di olio che dovranno
essere lavate con appositi solventi, non possiamo quindi mettere a repentaglio
un lavoro prezioso come quello della nuova piazza.Pregevole anche la
realizzazione della prua di una imbarcazione, nello stesso luogo dove nei primi
anni del novecento c\'era lo squero Nicoletti che costruiva e riparava le
barche destinate al trasporto della sabbia scavata dal Brenta. A tale proposito
esiste una foto pubblicata nel libro che racconta la storia dei barcaioli a
cura di Renato Martinello. Attorno alla Piazza sono stati realizzati parecchi
parcheggi e i cittadini devono abituarsi a fare qualche passo a piedi, compreso
il sottoscritto.Per quanto riguarda le lamentele dei commercianti io sono del
parere che un negozio in una piazza rinnovata acquisisca valore e quindi
occorrono nuove strategie di mercato da mettere in campo per attrarre nuovi
clienti. E' ovvio comunque che nel caso del panificio, ad esempio, la piazza
abbia inciso poco, in un momento in cui a Limena si é aperto un nuovo punto
vendita con orario continuato fino a sera, o quanto abbia inciso sulle vendite
ad esempio l'aumento del 15\% del costo del pane negli ultimi mesi per le
famiglie in difficoltà economica. Se questi sono gli argomenti per dire che é
stato sbagliato rifare la piazza io dico invece il contrario.Melisi Stanco.
( da "Gazzettino, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pur non bloccandolo, la Ue apre un fascicolo sul
finanziamento-ponte considerato come "aiuto" di Stato RomaNOSTRA
REDAZIONEDa Bruxelles, la Ue apre la procedura contro il prestito ponte di 300
milioni di euro ad Alitalia, proprio nello stesso giorno in cui a Roma la
Camera approva il relativo decreto, che ora dovrà passare al Senato. Ed è
ovviamente scontro politico: la maggioranza fa spallucce (dalla
Ue solo un eccesso di burocrazia) mentre l'opposizione imputa al governo un pressappochismo che
porterà la compagnia di bandiera al fallimento.La procedura formalmente aperta
a Bruxelles è diretta ad accertare se l'intervento pubblico in favore di
Alitalia è un aiuto di Stato non compatibile con le norme sul Mercato unico
europeo. La Commissione Ue ritiene di sì: quel prestito conferisce un
vantaggio mediante risorse statali, il vantaggio è selettivo (perché Alitalia
ne è l'unica beneficiaria), può falsare concorrenza e incidere sugli scambi tra
gli Stati membri della Comunità. Nella sua analisi, la Commissione inoltre
rileva di "nutrire dei dubbi" in merito al fatto che lo Stato
italiano, concedendo ad Alitalia il prestito per un importo di 300 milioni di
euro, "si sia comportato come un azionista avveduto che persegue una
politica strutturale, globale o settoriale, guidato da prospettive di
redditività dei capitali investiti che sono a più lungo termine rispetto a
quelle di un investitore comune". Bruxelles entra anche nel merito del
tasso di interesse del prestito (superiore solo dell'1 per cento a quelli di
mercato) e mette in chiaro di non credere che "data la situazione
finanziaria gravemente compromessa di Alitalia, un investitore privato avrebbe
accettato di concederle qualsiasi prestito e, a maggior ragione, un prestito il
cui importo venga imputato in conto capitale e che pertanto, nell'ipotesi di
una liquidazione della compagnia, sarebbe rimborsato solo dopo che sono stati
soddisfatti tutti gli altri creditori". In sostanza, secondo la
Commissione Ue, il governo italiano ha concesso ad Alitalia un prestito al di
fuori di qualsiasi logica dei mercati finanziari, conferendo così alla
compagnia di bandiera "un vantaggio ingiustificato nei confronti dei suoi
concorrenti".L'apertura di questa procedura serve anche a permettere
all'Italia di "presentare le proprie osservazioni e a fornire qualunque
informazione" in materia, entro un mese: e il ministro Matteoli
(Infrastrutture) vi sta già lavorando. L'indagine avviata da Bruxelles
"può durare fino a 18 mesi" ma, nel frattempo, Alitalia potrà
comunque servirsi dei 300 milioni del prestito: alla luce della "buona
collaborazione con le autorità italiane", infatti, la commissione Ue
"non ha ritenuto necessario ordinare la sospensione" dell'aiuto
erogato dallo Stato. Potrebbe però sempre farlo in futuro, "secondo
l'evoluzione del caso".Per Aristide Police, presidente della comoagnia,
"sia l'intervento del passato governo sia quelli adottati per decreto
d'urgenza dall'attuale gabinetto sono compatibili con il diritto
comunitario". Intanto, la maggioranza - che proprio ieri ha ottenuto il sì
della Camera al decreto - fa mostra di non preoccuparsene. Per Bocchino (An),
su Alitalia "l'Europa dà risposte burocratiche, noi cerchiamo di
salvarla". Capezzone (portavoce Fi) assicura che "l'iniziativa della
Ue non deve destare allarme". Il presidente della Camera, Fini, commenta:
l'indagine della Commissione Ue sul prestito ponte ad Alitalia non è una misura
contro il governo ma aiuterà la compagnia a riprendersi e a rimanere sul
mercato in modo competitivo.Assai diversi i commenti delle opposizioni. L'ex
ministro Bersani (Pd) è durissimo e contesta a Berlusconi la responsabilità di
aver fatto saltare l'accordo con Air France. E attacca: "È evidente che
buttiamo soldi dalla finestra, aumentando il rischio di infrazione da parte
dell'Ue. E poi il vero capolavoro: insieme ad Air France si scopre che si è
buttata via la procedura standard di trasparenza", per cui il decreto
mette la privatizzazione di Alitalia "fuori da ogni regola di trasparenza,
di concorrenza, di vigilanza. Diventano legali modalità oscure e
discriminatorie. Un obbrobrio". Veltroni (Pd) afferma che la gestione del
governo su Alitalia è stata "dilettantesca". Tabacci (Udc) è
altrettanto critico: "Per fortuna che c'è l'Europa, per fortuna che
abbiamo l'euro in tasca. Diversamente saremmo già finiti come l'Argentina.
Questo governo non gira affatto pagina, insegue le sue promesse elettorali con
conseguenze che alla fine saranno pagate dai contribuenti italiani". E
Donadi (Idv) stigmatizza: "Questo governo non sta facendo il bene, ma il
male di Alitalia. In due mesi l'esecutivo è riuscito a far perdere un quarto
del valore in Borsa e un quarto del traffico aereo di Alitalia e oggi chiede
agli italiani, mettendogli le mani in tasca, trecento milioni di euro. Sono
soldi buttati via, perché non c'è un partner, non c'è un piano industriale e in
realtà non sanno come venirne fuori".M.Ant.
( da "Gazzettino, Il
(Udine)" del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'INTERVENTO Io, consigliere dico basta a chi spara
sulla caccia e crea disinformazione di Enore Picco (*) Sono cacciatore per
vocazione e iscritto da sempre alla Federcaccia. Mi sembra opportuno fare il
punto della situazione per mettere a tacere alcune voci malevole che stanno
artatamente alimentando polemiche strumentali attorno alla caccia, finendo con
il fare disinformazione e creare incertezze e dubbi tra i cacciatori.Rivolgo un
appello a queste persone: basta speculare su questo settore. Non possiamo
continuamente scatenare delle guerre su ogni punto. Intendo altresì replicare a
chi sostiene di rappresentare la Federcaccia: tanti soci sono discordi dalle
sparate apparse recentemente, e mi risulta che solo alcuni direttori di
distretto siano in linea con le esternazioni che sono uscite. Se come
presidente provinciale non riesce a conferire con l'assessore Claudio Violino,
si rivolga direttamente a Tondo, che ben conosce la situazione, o magari provi
con Berlusconi o, in ultima analisi, con il presidente Napolitano.Io, e con me
tutta la Lega Nord, partiamo dal messaggio che la gente ha mandato il 13 e 14
aprile: basta burocrazia, basta carrozzoni, i cittadini invocano la politica del fare.
Esattamente come il mio partito.I cacciatori chiedono fondamentalmente questo:
poter andare a caccia nella massima legalità, con costi equi e senza vessazioni
imposte da grandi ideologi e strateghi della caccia, che perseguono fini
personali e non pensano al bene dei cacciatori. Chi pratica l'attività
venatoria spesso non può permettersi di andare in riserve di caccia private e
costose: è gente comune, e la Lega tutela la base della società, non i
mercenari della caccia. Noi vogliamo tutelare tutti i tipi di caccia: dalla
falconeria al segugio, e chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire.
Questa pratica non è infatti mai stata messa in discussione. È nostro dovere
assecondare le evoluzioni del settore, ma il segugio non si tocca, e lo dice il
sottoscritto da sempre segugista.Il punto di riferimento resta sempre la
riserva di caccia, cellula base di questo mondo che noi intendiamo
salvaguardare e potenziare. È altresì corretto rimarcare un punto: noi
cacciatori siamo ospiti di proprietari e agricoltori, cui dobbiamo portare il
massimo rispetto e porci nel modo più appropriato.La Regione Friuli Venezia-
Giulia esiste dal 1963 e mai era successo, prima dell'aprile scorso, che una
legge venisse approvata con 22 voti favorevoli su 59. E' accaduto con la scorsa
maggioranza, mandata a casa dalla gente, che ha voluto confezionare una norma
in fretta e furia per soddisfare unicamente logiche elettorali senza
minimamente prendersi carico delle reali esigenze del mondo venatorio.Come ho
ribadito in più occasioni, è necessario che tutti facciamo un passo indietro,
perché ci sia una presa di coscienza generale che la caccia non è e non può
essere il problema più grave per la nostra Regione. Resta un divertimento, e
non deve diventare terreno di scontro di potere. Adesso dobbiamo rimboccarci le
maniche e lavorare con attenzione e lungimiranza, con la consapevolezza che,
come riferito dall'assessore Claudio Violino, non esiste alcun divieto per i
cacciatori, che possono continuare a operare in quanto valgono le norme
transitorie già previste dalla legge 6.* consigliere regionale Lega nord.
( da "Gazzettino, Il
(Udine)" del 12-06-2008)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Pordenone))
Argomenti: Burocrazia
I percorsi formativi della Cciaa Udine Aspiranti
imprenditori donne in prima linea Il 70\% di adesioni è al femminile UdinePer
aprire un'impresa, non basta avere un'idea geniale. Servono
competenze per partire con il piede giusto e soprattutto bisogna essere
consapevoli che i tempi della burocrazia richiedono come minimo un paio di settimane per girare i nove
diversi tipi di uffici che hanno competenze in materia.Se il novello
imprenditore, di fronte a tutto ciò non si arrende, resta poi l'ostacolo del
capitale necessario per partire. Consapevole di come questa situazione
rallenti la nascita di nuove imprese, la Camera di Commercio di Udine ha
predisposto un bando per concessione di contributi (360mila euro) rivolto ai
giovani e alle donne al quale è stato affiancato un percorso formativo di 10
ore: 2 ore di orientamento per verificare le condizioni di partenza, 4 ore per
gli aspetti economico finanziari e 4 ore di marketing. Chi ha scelto di seguire
il percorso, avrà un punteggio maggiore all'atto della valutazione del suo
progetto imprenditoriale. Entusiastica la risposta: le richieste di adesione al
percorso sono state 95, di cui 70 presentate da donne e 25 da uomini.Sono
sessantassei attualmente le persone hanno già iniziato il percorso formativo
(la conclusione è prevista per fine giugno), la maggior parte delle quali ha
presentato (o ha appena avviato), un progetto d'impresa nel settore del
commercio o del terziario. Tre i consulenti che la Camera di Commercio ha messo
a disposizione, ognuno specializzato in altrettante aree: marketing, economia e
finanza, bilancio e competenze. Quest'ultima in particolare, è strategica,
perché permette di verificare la fattibilità del progetto e di individuare gli
eventuali correttivi da apportare per renderlo più solido."Parlando di
giovani, spiega il presidente della Cciaa, Giovanni Da Pozzo troppo spesso si
cade nel luogo comune che li descrive poco dinamici, più propensi a cercare il
posto fisso e ad accontentarsi piuttosto che a rischiare. Ci sono, invece,
tanti ragazzi brillanti e creativi, che non hanno paura di affrontare il
mercato, ma a volte difettano dell'esperienza e soprattutto non conoscono né la
legislazione che regola la vita delle imprese, né gli incentivi a cui possono
accedere e nemmeno le strutture che potrebbero supportare la trasformazione di
un'idea in un'impresa, come i Confidi o i Centri di Assistenza Tecnica (Cat).
Le imprese che al terzo anno di vita si trovano in difficoltà sono numerose e i
motivi, nella maggior parte dei casi, sono dovuti a carenze di managerialità in
chi le guida". Le domande per partecipare al bando, devono essere inviate,
con raccomandata e ricevuta di ritorno, in Camera di Commercio, a partire dal 1
di luglio e fino al primo settembre.COMMERCIO ESTERO. Sono oltre 60 le imprese
finora aderenti alla missione economica che l'azienda speciale Aries della
Cciaa di Trieste sta organizzando in Serbia per l'Unioncamere nazionale dal 21
al 24 settembre prossimi. Le sessanta imprese sono suddivise tra Marche, Emilia
Romagna, Piemonte, Toscana, Veneto (13) e Friuli Venezia Giulia (23). La
missione di Aries ha carattere multisettoriale ed è indirizzata verso i
comparti agroindustria, legno-arredo, edilizia, Ict, infrastrutture e
alberghiero.
( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nuovo record negativo a quota 1.646,7 mld rispetto ai
1.623,7 di febbraio Roma. Nel giorno in cui Bankitalia segnala una nuova
crescita per il debito pubblico, l'Antitrust rilancia la ricetta delle
liberalizzazioni per far ripartire l'economia italiana
soffocata dal peso della burocrazia e dello stock di debito. Ieri è stato raggiunto un nuovo tetto,
aggiornando per il terzo mese consecutivo il record negativo. A marzo il debito
è giunto a quota 1.646,7 miliardi rispetto ai 1.623,7 di febbraio. La crescita
dello stock a marzo rispetto a febbraio, è stata di circa 23 miliardi di euro,
mentre rispetto a marzo 2007 l'aumento è stato di oltre 40 miliardi. Il
precedente record era stato registrato ad ottobre 2007, quando si arrivò a
quota 1.629,185 miliardi. Di fronte a questo quadro è arrivato il nuovo allarme
dell'Antitrust su ritardi decisionali e mancanza di concorrenza, veri mali
dell'economia italiana. Ieri il garante della concorrenza in un documento
inviato in Parlamento ha messo nero su bianco i settori più a rischio. Una
forte scossa liberalizzatrice è necessaria in comparti strategici come
infrastrutture, energia, trasporti, servizi pubblici locali, farmaci,
professioni, distribuzione commerciale e servizi finanziari, in particolare
banche e assicurazioni. Per quanto riguarda le infrastrutture per l'Antitrust
bisogna eliminare i "veti incrociati" che bloccano la realizzazione
delle opere, mentre in campo energetico va potenziata la rete di trasmissione
dell'energia elettrica separando l'attività di distribuzione da quella di
vendita. Importante anche la liberalizzazione delle Ferrovie e dei servizi
pubblici locali mentre per i negozi si deve puntare a maggior flessibilità per
l'apertura di nuovi esercizi e per eliminare eccessivi vincoli di orario. Per
quanto riguarda i carburanti vanno eliminati i vincoli relativi alle distanze
minime, alle superfici minime e agli standard qualitativi. Anche in questo caso
occorre liberalizzare gli orari massimi di apertura e rafforzare la
competitività degli operatori. Si punta inoltre a una massiccia diffusione di
farmaci generici rivedendo parallelamente il sistema di autorizzazione e
localizzazione delle farmacie. L'accesso alla libera professione per
l'Antitrust deve essere, in linea di principio, libero e il prezzo dei servizi
dovrebbe essere stabilito d'intesa tra le parti. Vanno inoltre abrogate le
limitazioni numeriche agli accessi previsti per alcune professioni, come per
esempio notai e medici del servizio sanitario nazionale. Più forza va
dispiegata nella liberalizzazione di banche e assicurazioni, visto che specie
in quest'ultimo settore la liberalizzazione ha dato risultati insoddisfacenti
in termini di prezzi, qualità delle prestazioni e intensità delle dinamiche
concorrenziali. Marco Santillo.
( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Studenti degli istituti comprensivi "Einaudi",
"Leonardo da Vinci" e "Padre Pio da Pietrelcina" "In
questi anni Scicli è cambiata, è più conosciuta, è più visitata. E' cresciuto
il valore della città". Inizia così la lettera di commiato del sindaco di
Scicli, Bartolomeo Falla, dopo dieci anni di amministrazione. "Al termine
di questi dieci anni mi sembra opportuno un breve bilancio del mio servizio di
Sindaco per la città. Uso il termine "servizio": riassume il modo in
cui ho inteso svolgere la mia attività amministrativa a vantaggio dei cittadini
tutti. Di quelli, e sono stati tanti, che mi hanno votato, e degli altri che
non hanno accolto la mia proposta. Tanti erano i miei propositi e le mie
speranze: non tutto ciò che speravo di realizzare si è potuto concretizzare.
Non parlerò delle varie ragioni che sana state di ostacolo alla azione
amministrativa, della opposizione politica, interna ed esterna, del formidabile freno rappresentato dalla burocrazia, specialmente
regionale". "A voi, giustamente, interessa ciò che è stato fatto ?
scrive ancora il sindaco ?. Ringrazio le persone che mi hanno aiutato in questi
anni, e sono state tante, in particolare tutti gli assessori, per l'impegno
profuso, per la correttezza e il rapporto amichevole che insieme abbiamo
instaurato. Un ringraziamento pubblico va alla mia famiglia, che mi è
stata sempre vicina e mi ha sostenuto. Ringrazio i dipendenti comunali: i tanti
che, con passione e dedizione, giorno per giorno, affrontano i loro impegni
consapevoli di operare per i cittadini, veri proprietari delle istituzioni
pubbliche; un saluto amichevole anche a quelli che hanno smarrito il senso del
lavoro e stancamente vanno avanti. In questi anni Scicli è cambiata, e
cresciuto il valore della città. L'inserimento nella lista del patrimonio
mondiale dell'Unesco e la fortunata serie del Commissario Montalbano sono state
fra le ragioni della visibilità conquistata. I finanziamenti, per un ammontare
di circa 100 milioni di euro, che siamo riusciti a ottenere e a spendere, non
hanno confronti nella nostra storia recente. Sono consapevole dei tanti
problemi della nostra città, sono i problemi del profondo Sud, della questione
Meridionale, della crisi dell'agricoltura, della marginalità infrastrutturale,
della disoccupazione giovanile e femminile, dell'immigrazione, del clientelismo
asfissiante. In questo contesto ho lavorato per migliorare la vivibilità di
Scicli". Giuseppe Savà.
( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
@@Percorso formativo in pneumologia organizzato dall'Asl
8 al Centro giovanile Avrebbe dovuto compiere dieci anni ieri, ma poco più di
un mese fa, Noemi si è dovuta arrendere alla malattia ed è morta. Eppure lei è
presente nel ricordo dei suoi cari e nei gesti straordinari di Antonina, mamma
coraggio, che ieri, proprio in occasione di quello che doveva essere una
giornata speciale, ha deciso di trasmettere un messaggio forte. La scorta di
latte destinata a Noemi, che veniva alimentata con una pompa ad infusione
enterale che le somministrava l'alimento ad alta digeribilità goccia a goccia,
rimasta, purtroppo, inutilizzata, sarà divisa fra i bambini che ne avranno
bisogno. Le confezioni riportanti la dicitura "In ricordo di Noemi",
sono state donate all'associazione "Giuseppe e Margherita e Coletta"
che provvederanno alla distribuzione nel territorio. E' stato deciso che una
parte sarà consegnata a suor Giulia, della chiesa dei Cappuccini, che
provvederà a darlo a quelle famiglie disagiate con bambini che soffrono di
gravi problemi di intolleranza al latte, un'altra ai pediatri del territorio e
un'altra ancora all'ospedale. Un gesto semplice, d'amore, che può contribuire a
dare sollievo a tante piccole esistenze e che al tempo stesso rappresenta una
grande testimonianza di coraggio da parte di due donne, la mamma di Noemi, Antonina,
e Margherita, la moglie del "brigadiere dei bambini" vittima
nell'attentato di Nasiriyah. Due donne accomunate da un triste destino che,
però, le unisce proprio nella capacità di infondere agli altri serenità e
coraggio. Antonina, dallo sguardo pulito, dagli occhi neri che arrivano in
fondo al cuore, è una giovane donna che troppo presto ha scoperto il dramma
della vita. Quando nacque Noemi nessun medico aveva saputo dirle come stavano
realmente le cose. Aveva poco più di ventuno anni quando l'infausto verdetto
degli specialisti del Gaslini di Genova non lasciò alcuno scampo per lei che
sognava una famiglia numerosa senza tanti problemi. Da allora un percorso irto
di difficoltà, di corse folli in ospedale, di battaglie
contro una burocrazia
troppo lenta e farraginosa, di interventi chirurgici ripetuti e indispensabili
per alimentare la piccola e strapparla con tutte le forze alla morte. Anche
dalla visita di Benedetto XVII ha saputo trarre quella forza, che non può
essere solo sua, di sperimentare Dio con amore. Gabriella Tiralongo.
( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Al circolo ufficiali della Marina si è svolta una tavola
rotonda sulle prospettive dello scalo "Il porto di Augusta va potenziato
con nuove infrastrutture per accogliere i grossi traffici marittimi che
potrebbero in futuro essere dirottati nel nostro scalo, ma è anche importante
che la gente di Augusta si avvicini al porto e cominci a conoscerlo e ad
amarlo". E' quanto è stato, tra l'altro, evidenziato nel corso della
tavola rotonda sul tema: "Problematiche e prospettive del Porto di
Augusta. Riflessi sul presente e sul futuro della nostra città",
organizzata dalla Stella Maris, che ha avuto luogo martedì sera nei locali del
circolo ufficiali della Marina Miliatre. I lavori sono stati introdotti e
coordinati dal comandante della Capitaneria di Porto di Augusta, Nunzio Martello.
Sono intervenuti: il presidente della Stella Maris, Salvatore La Spina; Alberto
Alberti del Cantiere Noè; Damiano Fassari, chimico del porto; Rosario Litrico,
presidente del comitato di Welfare gente di mare; Claudio Russo, capo
Corporazione piloti del porto; Domenico Tringali vice presidente Confindustria
Siracusa; Gaetano Vinci, presidente Federagenti di Augusta. "La categoria
a cui appartengo - ha detto Alberti - è preoccupata per i problemi che la
bonifica della rada potrebbe arrecare". Secondo Alberti occorre eliminare
carenze e lentezze nell'amministrazione e nella burocrazia del settore portale e
coinvolgere le scuole. Fassari ha parlato dei rigassificatori e relativamente
alla bonifica della rada ha evidenziato che è necessario fornire garanzie circa
le modalità dell'intervento."Si deve evitare che il dragaggio rimetta in
circolo le sostanze inquinanti al momento inerti". "Chiediamo
ai politici -ha aggiunto Vinci - di chiarire modalità e tempi di questa
bonifica, nonché un aiuto per incrementare il traffico del nostro porto che è
in calo rispetto al passato". "Il vero motore di Augusta è il porto -
ha detto La Spina - che ha bisogno di infrastrutture per prepararsi
all'evoluzione dei traffici". "Il porto megarese deve rinventarsi in
fretta - ha sottolineato Russo - per ricevere i Tieu (i giganti del mare) ha
bisogno di un pescaggio di 15 m e banchine adeguate". "Non ci saranno
limitazione dell'attività portuale, nel corso della bonifica - ha puntualizzato
Martello - su questo punto, come abbiamo ribadito, siamo irremovibili. Il porto
può contare su dei fondi, oltre ai 25 milioni ad esso destinati, sono stati
richiesti 10 milioni per apportare delle varianti al Prg. Per quanto concerne i
fondali, sono stati disposti degli interventi per verificare lo stato in cui
versano". Secondo Tringali, che ha lanciato un appello ad assessori
regionali e ministri competenti per dare risposte al nostro territorio, è
necessaria una sinergia più trasparente tra istituzioni, la piccola e la grande
impresa. Agnese Siliato.
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il servizio sarà aperto il 23 e consentirà di accedere
alle informazioni con più celerità Sportello per l'edilizia Aiuterà i cittadini
a superare gli ostacoli burocratici Forse non ridurrà i tempi d'attesa per le
autorizzazioni ma, sicuramente, permetterà ai cittadini di avere maggiori
informazioni e, soprattutto più celermente di quanto accada oggi, in un settore
decisamente complesso. Stiamo parlando dello sportello unico per l'edilizia che
sarà aperto, salvo problemi dell'ultima ora, il 23 giugno. Già oggi funziona un
ufficio, attivo un paio di volte la settimana, che si trasformerà, appunto, in
uno sportello aperto cinque giorni su sette e che fornirà alla gente tutte le
informazioni relative all'istruzione di una pratica edilizia e a tutti gli
adempimenti correlati. Il servizio doveva già partire qualche tempo fa ma per questioni
organizzative tutto è stato rinviato a fine di giugno. "Si tratta di
un'iniziativa che va incontro alle esigenze dei cittadini - evidenzia
l'assessore all'urbanistica, Dario Baresi - e che dovrebbe aiutarli a
districarsi nella complessa situazione della burocrazia
edilizia". E' un settore, quest'ultimo, che è stato al centro,
recentemente, di una polemica aperta dal consigliere di Forza Italia, Roberto
Sartori, che in un'interrogazione presentata in consiglio comunale al sindaco,
ha chiesto chiarimenti sui tempi riguardanti il rilascio delle autorizzazioni,
a suo avviso eccessivamente lunghi. Del resto, va ricordato che tutto ciò che
riguarda l'urbanistica, l'edilizia e i lavori pubblici è regolamentato da
un'infinità di norme che il personale deve seguire per ogni adempimento. Se è
vero che i tempi per il rilascio delle autorizzazioni vengono considerati
eccessivi che dire dei lavori pubblici, spesso messi sotto accusa proprio per
le lungaggini? Basti pensare a tutte le opere progettate nell'ultimo decennio,
ma in passato la situazione non era molto diversa, per l'avvio concreto delle
quali ci sono voluti anni. Più volte abbiamo ricordato il semaforo di Lucinico,
sulla Mainizza, per installare il quale c'è voluto quasi un decennio, ma di
esempi ce ne sono un'infinità, dal Museo dell'Arcidiocesi, terminato
ufficialmente nel 2001 ma praticamente mai aperto perché manca una serie di
lavori al terzo lotto dell'autoporto, di cui si parla da una vita ma che è
stato appaltato solo recentemente. Ma si può continuare ancora, con piazza
Vittoria, partita, al livello di progettazione ancora con l'amministrazione
Valenti e appaltata solo lo scorso anno. Si parla tanto dei costi della
politica, ma non sono sicuramente da meno, anzi, i costi dei lunghissimi tempi
dei lavori pubblici e delle lungaggini per le autorizzazioni, non solo per i
cittadini, ma anche per le imprese. (p.a.).
( da "Sicilia, La" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi il solenne pontificale Processione a Montalto
Mentre i candidati alle poltrone di sindaco e presidente della Provincia si
scambiano gli ultimi colpi in campagna elettorale, la
macchina della burocrazia è
in movimento perché tutto vada per il verso giusto. I seggi, in riva allo
Stretto, saranno 254 e già nella giornata di sabato riceveranno in dote il
materiale utile: le schede per l'elezione del presidente e del Consiglio
provinciale (in città i collegi sono due, Nord e Sud), quelle per la nomina del
sindaco e del nuovo civico consesso, nonché quelle relative al rinnovo
dei sei Consigli circoscrizionali; il bollo della sezione, le matite copiative,
la lista degli elettori e quella dei candidati da affiggere dietro la porta
della sezione stessa. Istituito il seggio, la parola passerà agli elettori che
dovranno sancire il rinnovo delle istituzioni peloritane. Tre le schede che
riceveranno: una di colore azzurro, una grigia e una rosa. La prima riguarda la
Provincia regionale: quattro i candidati alla presidenza - Nanni Ricevuto
(Pdl-Mpa-Udc), Santi La Rosa (Sinistra radicale), Paolo Siracusano (Pd) e
Giuseppe Scalisi (Forza Nuova) - cui sono collegate una o più liste,
rappresentate dai vari contrassegni accanto ai quali si può esprimere il voto
per il consigliere. Per la Provincia è previsto il voto disgiunto, ossia, si
può dare la preferenza al candidato presidente di uno schieramento e votare il
nome di un consigliere appartenente ad un altro. Otto i consiglieri che usciranno
dal Collegio Messina Sud, nove invece quelli del Collegio Messina Nord. Di
colore grigio la scheda per l'elezione del sindaco ed il rinnovo del Consiglio
comunale. Sei i candidati alla poltrona di primo cittadino: Giuseppe Buzzanca
(Pdl-Mpa-Udc), Fabio D'Amore (Risorgimento messinese), Rosario Ansaldo Patti
(Sinistra radicale), Saro Visicaro (Alternativa in Movimento), Filippo Clementi
(Forza Nuova) e Francantonio Genovese (Partito democratico). Le modalità di
voto ricalcano quelle già espresse per la Provincia regionale. Su 1.171
aspiranti soltanto 45 raggiungeranno l'agognato traguardo di consigliere
comunale. Infine, l'elettore riceverà la scheda di colore rosa per il rinnovo
dei Consigli circoscrizionali (18 seggi per ciascuno dei sei quartieri): in
questo caso basta apporre una ics sul contrassegno prescelto e scrivere accanto
il nome dell'aspirante consigliere. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle
8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Successivamente avrà inizio
lo spoglio. Massimiliano Mondello.
( da "Denaro, Il" del
12-06-2008)
Pubblicato anche in: (Denaro, Il)
Argomenti: Burocrazia
Soldi & Imprese qui bruxelles In arrivo meno burocrazia per le Pmi Simone D'Antonio
L'Unione europea interviene per ridurre i carichi burocratici che opprimono le
piccole e medie imprese europee. La Commissione europea proporrà la modifica di
alcune direttive ai capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles per il
Consiglio europeo di metà marzo con l'obiettivo di ridurre del 25 per cento
entro il 2012 i costi amministrativi che gravano sulle imprese.
L'applicazione del pacchetto di misure proposte fornirà, secondo la
Commissione, una spinta decisiva per l'economia europea, favorendo un guadagno
di oltre 150 miliardi di euro. Le proposte, elaborate dal gruppo di lavoro
presieduto dall'ex ministro-presidente della Baviera Edmund Stoiber, includono
azioni capaci di fornire risultati concreti già nel breve periodo.
Facilitazione delle procedure di traduzione dei documenti per l'apertura di
nuove imprese o filiali in altri paesi membri, agevolazione dell'introduzione
sul mercato di nuove tecnologie radiotelevisive, riduzione degli obblighi di
fornire dati statistici per le imprese europee : ecco alcune delle misure
previste dal pacchetto che si aggiungono a quelle già entrate in vigore dopo
una precedente consultazione nel 2007, che hanno già favorito un guadagno di
oltre 500 milioni di euro per l'economia europea. Del primo gruppo di proposte
fanno quindi parte una serie di modifiche a direttive e decisioni già
esistenti, tra cui il Regolamento della CommissioneNo 1722/93, che si chiede di
migliorare attraverso un miglioramento delle procedure di controllo o anche la
direttiva del Consiglio 68/151/Eec del 9 Marzo 1968, che si propone di emendare
con l'eliminazione dei costi di pubblicazione sulle gazzette ufficiali
nazionali delle informazioni già inserite nei registri commerciali. L'esigenza
di semplificazione amministrativa viene inoltre sintetizzata dalla proposta di
armonizzare le definizioni legislative adottate dai paesi membri per definire
le attività delle imprese mentre la necessità di utilizzare dati statistici aggiornati
in maniera completa viene rilanciata dalla proposta di semplificazione di
Intrastat, con un particolare accento sull'agevolazione all'accesso ai dati da
parte delle piccole e medie imprese. L'attuazione delle proposte della
Commissione comporterà vantaggi non soltanto ad alcuni settori esplicitamente
richiamati dai provvedimenti (radio-televisivo, farmaceutico, agricolo) ma più
in generale per le piccole e medie imprese che hanno rapporti commerciali con
altri paesi europei. In particolare, il primo pacchetto di proposte richiede la
notifica unica da parte delle imprese dell'immissione di nuovi prodotti nel
campo delle apparecchiature radiotelevisive e delle telecomunicazioni,
riducendo cosi' in maniera notevole gli oneri amministrativi. Inoltre un'altra
proposta riguarda la semplificazione dei documenti da presentare per le imprese
farmaceutiche, con un abbattimento dei costi di oltre il 60 per cento per le
imprese di questo settore. La semplificazione delle procedure amministrative,
soprattutto per quanto riguarda la traduzione dei documenti ufficiali necessari
per l'apertura di nuove sedi o filiali all'estero, favorirà un maggiore
dinamismo imprenditoriale e rimuoverà alcuni dei principali ostacoli
all'espansione internazionale delle imprese. Tutte le semplificazioni -
Facilitazione delle procedure di traduzione dei documenti per l'apertura di
nuove imprese o filiali in altri paesi membri - Agevolazione dell'introduzione
sul mercato di nuove tecnologie radiotelevisive - Riduzione degli obblighi di fornire
dati statistici per le imprese europee - Eliminazione dei costi di
pubblicazione sulle gazzette ufficiali nazionali delle informazioni già
inserite nei registri commerciali - Semplificazione di Intrastat, con un
particolare accento sull'agevolazione all'accesso ai dati da parte delle
piccole e medie imprese - Semplificazione dei documenti da presentare per le
imprese farmaceutiche Facilitate le procedure di traduzione dei documenti per
l'apertura di nuove imprese. Niente obblighi, poi, a fornire dati statistici xx
del 07-06-2008 num.
( da "Tirreno, Il" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Grosseto Diversivo beffa: il parco dei sogni rischia il
ko Dopo dieci anni di annunci trionfanti si scopre che l'area non è del Comune
MEGA PROGETTO IN CRISI GROSSETO. "Se, tra due anni, qualcuno ci dirà che
nonostante tutto non abbiamo cambiato la storia di Grosseto, gli risponderemo
che almeno abbiamo cambiato la geografia". L'allora sindaco Alessandro
Antichi parlava in questi termini del Parco del Diversivo, nel giorno in cui
presentava il progetto del terzo polmone verde della città, che avrebbe dovuto
vedere la luce nel 2006. Più realisticamente, oggi, il sindaco Emilio Bonifazi
si limita a far notare che si è ancora una volta venduta la pelle dell'orso
prima di averlo preso. Perché quella striscia di 20 ettari di verde compresa
tra la via Senese a sud e la via Aurelia a Nord, che ormai si trova nel cuore
di Grosseto e divide in due la città, ancora non è nel patrimonio del Comune e
non sarà facile che il Comune riesca ad averne la proprietà o, almeno, la
disponibilità. Bonifazi conferma che il Comune ha ancora la volontà di fare il
Parco del Diversivo, auspicata cerniera verde per ricucire due parti della
città. Ma anche in questo caso, come è già successo con le Terme di Roselle,
non è intenzionato a creare illusioni. Per il momento l'amministrazione
comunale deve limitarsi a falciare l'erba, a proprie spese, nel tratto di
quell'area che va dalla Senese a via Bulgaria, dove già esiste un embrione di
parco urbano, iniziato nel 1998 dal Rotary Club di Grosseto e proseguito negli
anni dal Comune che ha continuato a piantare qua e là decine di alberi, mentre
il Consorzio Bonifica Grossetana si occupa di falciare l'erba nella parte
restante che va da via Bulgaria fino all'Aurelia Nord. Quanto realizzato fino
ad oggi dal Comune nella prima parte dell'area è servito a farla sembrare un
po' meno desolata e a creare, comunque, qualche spazio di refrigerio, ma niente
di più. E d'altra parte il Comune non può investire in un terreno che non gli
appartiene. Quei 20 ettari, infatti, sono dello Stato e, dunque, sono di
competenza dell'agenzia del Demanio. "Oggi - fa notare Bonifazi - nessuno
fa regali e lo Stato non fa eccezione", nemmeno se l'altro soggetto è
comunque un ente pubblico come un Comune e se i piani urbanistici prevedono,
comunque, un'opera pubblica come un parco. Dunque, se il Comune vuole
cominciare a pensare seriamente a creare un terzo polmone verde oltre ai parchi
di via Giotto e di via Leoncavallo, deve mettere in conto che il valore di
quell'area oscilla tra i 3 e i 4 milioni di euro. Con buona pace di chi, come
il Rotary di Grosseto, non solo si è preoccupato, 10 anni fa, di mettere il
primo seme del parco, ma ha anche promosso, quest'anno, nelle scuole superiori
della città, un concorso per stimolare i ragazzi a partecipare alla costruzione
del Parco del Diversivo, ottenendo anche alcune idee progettuali che il club
vorrebbe donare alla città. "Siamo in trattativa con l'agenzia del Demanio
- dice il sindaco - per vedere se c'è una possibilità di acquisire l'area: si
potrebbe ipotizzare una permuta, o una concessione. Ma si tratta di procedure
lunghe". La burocrazia ci mette del suo e non è nemmeno facile, per i funzionari dello
Stato che debbono occuparsi della cosa, stabilire il reale valore del terreno e
procedere alla sdemanializzazione, senza dover temere di incappare nei
controlli della Corte dei Conti. Enrico Pizzi.
( da "SaluteEuropa.it" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Un caso di eccezionale gravità che deve
interrogare sull'attuale sistema dei controlli e sulla necessità di rilanciare
il Servizio sanitario nazionale. Non si può scherzare con la vita di uomini e
donne che si affidano nelle mani delle strutture sanitarie". E' questo il
commento di Giuseppe Garraffo, segretario generale della Cisl Medici, alle
notizie sulla vicenda della Clinica Santa Rita di Milano. "La magistratura
ha aggiunto Garraffo - deve accertare le responsabilità personali della
vicenda, ma quello di Milano rimane un caso emblematico che ci deve interrogare
sulle disfunzioni di una filiera dei controlli che è troppo disarticolata. E'
necessario pensare a una struttura centrale operativa, una cabina di regia
nazionale all'interno del ministero della Salute in modo da garantire una
separazione netta tra controllo e gestione. Il sistema di pagamento DRG delle
prestazioni ha proseguito - ha forse fatto il suo tempo perché nel pubblico ha
creato di fatto lunghe liste di attesa, prestazioni inutili e, a volte, dannose
mentre nel privato accreditato può portare ad ulteriori pericolose
degenerazioni. Occorre un forte cambiamento per rilanciare
il Servizio sanitario pubblico ridando al medico la gestione clinica e il tempo
adeguato per curare il rapporto con il paziente, senza dover inseguire le
direttive della burocrazia
sanitaria e i relativi business, ma sottostare a scienza e coscienza, a
rigorosi controlli e ad un puntuale rigore etico e morale su cui gli Ordini dei
Medici devono costantemente vigilare".
( da "Redattore sociale" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SCUOLA 16.3312/06/2008 Sindacati alla Gelmini: ''Subito
assunzioni e meno burocrazia'' Roma - Rinnovo del
contratto scaduto degli insegnanti, assunzione in ruolo dei precari, revisione
dei tagli all'organico. Sono questi i temi attorno a cui ha ruotato il primo
incontro tra i sindacati della scuola e il ministro dell'Istruzione e
dell'Universita', Mariastella Gelmini, che si e' svolto questa mattina a Viale
Trastevere. Tra le priorita' indicate dagli esponenti sindacali anche quelle delle
risorse ("servono piu' investimenti sul comparto") e della
sburocratizzazione del sistema scolastico. "Oggi- spiega il segretario
generale della Flc-Cgil, Enrico Panini- abbiamo lanciato al ministro tre sfide:
la prima e' quella di aprire un tavolo di confronto sulla qualita' della scuola
per liberarla dalle molestie burocratiche che fanno male a docenti, studenti e
famiglie". Poi "abbiamo chiesto- continua Panini- di aprire un tavolo
sulla valutazione come previsto dal contratto. Terzo punto, le abbiamo chiesto
di cambiare rotta rispetto al passato e di smetterla con i tagli ciechi che non
falciano solo l'organico ledono i diritti dei bambini". In questo senso,
il primo banco di prova, spiega il sindacalista, "sara' il decreto che il
governo varera' il 18 giugno", quello che prevede, tra l'altro, il
recupero dell'Ici. Ci sono 5 miliardi di "buco" da coprire. "E
pare- dice Panini- che il 70% di questi soldi debba venire dalla scuola, ci
auguriamo non sia cosi'". Sulle immissioni in ruolo, intanto, il ministro
Mariastella Gelmini ha fornito una prima indicazione. "Ha detto- racconta
il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima- che ne sta
discutendo con il ministro Tremonti per arrivare ad una soluzione. Intanto, noi
le abbiamo chiesto anche di rivedere i tagli che stanno mettendo in ginocchio
la scuola e di inserire nel prossimo Dpef le risorse per il contratto, perche'
e' inaccettabile che per il rinnovo ci siano solo 8 euro a disposizione a
testa". E anche per la riqualificazione della figura dei docenti, di cui
il ministro ha parlato negli scorsi giorni alla Camera, ricorda la Cisl
"servono investimenti". Sulla valutazione i sindacati sono aperti al
confronto. "Siamo d'accordo- conferma Massimo Di Menna, leader della Uil
Scuola- ma a patto che ci siano le risorse per premiare i meritevoli. Il cuore
della questione sono le risorse. Siamo anche disposti a collaborare sulla
razionalizzazione della spesa ma il governo deve mettere mano al
portafogli". Infine, il tema della burocrazia
eccessiva delle scuole. "Per ridare autorevolezza e dignita' professionale
ai docenti bisogna eliminare la burocrazia
eccessiva", chiude il segretario generale dello Snals-Confsal, Marco Paolo
Nigi. Intanto, oggi pomeriggio si terra' al ministero un incontro per rivedere
la circolare sui tagli agli organici.(DIRE).
( da "Stampa, La" del 12-06-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)
Argomenti: Burocrazia
"Non si può fare un discorso puramente numerico, ma
di territorio". Marcello Pallini, sindaco di Santo Stefano (2255
residenti), al suo primo mandato, è sostanzialmente contrario agli accorpamenti.
"Ci possono essere paesi con soli duemila abitanti - afferma - ma con una
tale identità che non possono essere conglobati ad altri". Non lo convince
neppure la motivazione dei risparmi: "Sarebbe allora più opportuno
semplificare alcune procedure. Si pensi alla gestione del demanio demandata ai
Comuni che sostengono costi senza disporre dei proventi. In questo caso, dovrebbe intervenire il nuovo Ministero per semplificare la burocrazia". C'è, poi, l'aspetto
dei consorzi per la gestione dei servizi. "In questo caso - spiega Pallini
- sono favorevole. I consorzi di servizi sono utili o indispensabili in alcuni
paesi in determinate situazioni. Ad esempio, disponendo di una polizia
municipale in comune o gestendo insieme i rifiuti". Se Santo
Stefano dovesse essere accorpato con un altro Comune per raggiungere la
fatidica soglia dei 5000 abitanti, lo sarebbe sicuramente con Riva Ligure. Un
ritorno al passato. Infatti, nel 1928 il Comune venne unificato proprio con la
confinante Riva Ligure (i due centri sono separati dal torrente Santa
Caterina). Una simbiosi che continuò fino al 1954, quando fu ripristinata
l'indipendenza amministrativa tra i due centri. \.
( da "Virgilio Notizie" del
12-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IMPRESCINDIBILE "Più controlli e adeguata
formazione personale evitano tragedie" postato fa da APCOM ARTICOLI A TEMA
Altri Roma, 12 giu. (Apcom) - "La sicurezza sul lavoro deve essere una
condizione imprescindibile per tutti i settori produttivi del nostro
Paese". Lo sostiene Pino Apprendi, deputato Pd all'Ars, ricordando la
morte di sei operai avvenuta ieri a Mineo, il disastro dello scorso anno presso
lo stabilimento torinese della Thyssenkrupp ed i "quasi settecento operai
morti dall'inizio dell'anno che testimoniano l'importanza della
questione". "Dobbiamo fare in modo - continua - che avvenga un cambio
di paradigma: la sicurezza nei posti di lavoro deve essere interpretata come un
valore aggiunto e non come un costo ingiustificato". Tragedie
come queste, spiega, si possono evitare "tramite un'adeguata formazione
del personale e uno snellimento della burocrazia. Servono controlli continui da parte delle autorità preposte: il
sistema delle autocertificazioni non può e non deve essere applicato ad un tema
delicato come quello della sicurezza".
( da "Stampa, La" del
12-06-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)
Argomenti: Burocrazia
Giro d'Alpe TRE UOMINI SULLE ORME DI "RE" BUHL
MA IN DISCESA Enrico Martinet Il Nanga Parbat è un gigante pakistano che fa
parte del mito dell'alpinismo. Ogni Ottomila ha la sua storia carica di imprese
e di sciagure, di polemiche e perfino di scontri, ma il Nanga Parbat è legato
al nome di un alpinista insuperato come Hermann Buhl. Lo salì senza ossigeno
nel 1953 "slegandosi" dalla spedizione, arrivando sulla vetta da
solo. Ora c'è chi vuole tentare una doppia impresa: salire una parete inviolata
quale la Rakhiot e scendere con gli sci sul ghiacciaio dove salì Buhl. E' così
svelato, come annuncia il sito montagna.org, il segreto dell'impresa pakistana
di Karl Unterkircher, Walter Nones e Simon Kehrer. Respinti
dalla burocrazia per fare
una cosa analoga sul Gasherbrum I hanno "ripiegato" sul Nanga Parbat.
Avventura complessa con rischi imprevedibili quali le seraccate e i ghiacciai
pensili. Diamir, Rupal sono nomi di pareti di questo Ottomila che riportano
alla mente grandi imprese di Reinhold Messner. Sul versante Diamir morì
il fratello Gunther che con lui aveva fatto la spaventosa Rupal, paretone fra i
più complessi e pericolosi di tutti i 14 Ottomila della Terra. I tre alpinisti
provano a firmare due imprese mai fatte finora. Tra la vetta della Rakhiot e la
cima della Nanga Parbat c'è una attraversata di due chilometri su ghiaccio, poi
la discesa sulle orme di Buhl.
( da "Stampa, La" del
12-06-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)
Argomenti: Burocrazia
TUNNEL. DISEGNO DI LEGGE Consiglio dei ministri domani
esaminerà il trattato del Tenda bis C'è anche il disegno di legge sul trattato
internazionale del Tenda bis fra i punti all'ordine del giorno del Consiglio
dei ministri convocato domani mattina. Nella riunione in cui vengono proposti
il decreto legge sulle intercettazioni telefoniche giudiziarie e un
provvedimento con ulteriori norme per l'emergenza rifiuti in Campania, a
palazzo Chigi sarà discussa la ratifica ed esecuzione dell'accordo
Italia-Francia per il nuovo tunnel del Tenda. La questione della seconda
galleria internazionale si è arenata alla Camera. Con un ritardo di quasi un
anno dall'accordo sottoscritto a Parigi, il 27 febbraio il disegno di legge è
passato al Senato. La burocrazia impone anche l'ok da parte della Camera, ma tutto si è bloccato
per via delle elezioni. Così ora si deve nuovamente affrontare l'iter. "Il
disegno di legge - spiega il presidente della Provincia, Raffaele Costa -,
approvato dal precedente governo, era passato solo a Palazzo Madama.
Deve ottenere nuovamente il sì dal Consiglio dei ministri e quindi tornare al
Parlamento. Il Governo è stato sensibile al nostro appello e all'impegno da
parte dei nostri parlamentari. Sono sicuro che il disegno di legge otterrà l'ok
definitivo prima delle vacanze". Ottenuto il via libera, scatteranno le
procedure per l'appalto e i lavori potrebbero davvero iniziare nei primi mesi
2009. Sulla questione del Tenda bis i deputati del Pd della circoscrizione
Piemonte 2 chiedono al governo di "accelerare le procedure per la ratifica
e l'esecuzione dell'accordo". "Si deve dare una risposta - dicono
Mario Lovelli e l'ex ministro Cesare Damiano - ad un intervento necessario e
atteso per i collegamenti fra Cuneo e la Francia. Non sono più consentiti
ritardi". Intanto la galleria ultracentenaria resta chiusa di notte, dal
lunedì al venerdì, fino al 28 giugno per lavori di competenza transalpina: gli
operai hanno interrato i cavi che prima si trovavano sulla calotta. Ora si
procede al ripristino della carreggiata e a interventi all'impianto elettrico.
\.
( da "Gazzetta del Sud" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'insostenibile burocrazia della scuola Irene Cavallari
Burocrazia non è un termine di etimologia classica se non nella seconda parte
della parola (dal greco kratéo, "ho potere"): nella parte iniziale è
un banale francesismo da bureau. Il significato negativo nasce dal termine
bure, "tessuto grossolano per foderare le scrivanie". In
effetti il burocrate ha in sé qualcosa di "grossolano" o almeno di
"formale", in quanto è più attento agli adempimenti di una pratica
piuttosto che allo spirito della legge, alla sequenza inesorabile e spesso
incoerente dei decreti e delle circolari, piuttosto che alla comprensione della
realtà immediata. Da bureau nasce, ahimé, come evoluzione e ampliamento di
significato "ufficio direttivo". Paola Mastrocola, ne La scuola
raccontata al mio cane, descrive con fine ironia lo sfascio cumulato nella
scuola grazie a progetti, recuperi, percorsi, crediti, debiti, obiettivi, Pof:
strumenti introdotti da Luigi Berlinguer insieme a concetti ambivalenti come
quello di autonomia e a figure para-manageriali come il dirigente e il
direttore. Ci si è dimenticati solo dei docenti e dei discenti. Nell'epoca
della conclamata autonomia degli istituti scolastici quella che manca è proprio
l'autonomia dei docenti, sempre più stretti in ambiti asfittici e grigi dalla
pressione di una dirigenza che ignora la didattica o la schiaccia verso il
basso o non la riconosce, facendo di tutta l'erba un fascio. Nella scuola
italiana non può esistere il Merito (concetto classista?), perché né i docenti
né i discenti hanno più tempo per lo studio: moltissime sono le ore sprecate
dai docenti in interminabili collegi su programmazioni fantozziane e
"griglie" valutative in cui si cerca di incasellare scientificamente
la "performance" dei discenti; questi ultimi, dal canto loro, sono
contesi, anche nelle ore curriculari (le vecchie, care, estinte ore di
lezione), da associazioni, atenei, proiezioni, presentazioni e spettacoli. Il
docente, che ha a cuore la propria dignità e cultura, cerca di scuotere il
giogo burocratico insolente, defilandosi o accorciando i tempi morti con fughe
salvifiche; il discente, invece, non ha scampo. Oggi l'allievo deve
necessariamente sapere poco o niente (pena il rischio di sembrare un
disadattato). Sempre la Mastrocola scrive: "dove sono finiti lo studio, la
lettura, il tema, la concentrazione, il tempo, la logica, gli apostrofi, la
noia?". Sì, gli studenti non hanno più il tempo di annoiarsi. Un
"dinamismo nevrotico", ben descritto da Seneca come desidiosa
occupatio, si impossessa di loro. Abituati come sono a un "ozioso
affaccendarsi" si caricano ogni anno di più di una voglia di distruzione
che esercitano nel vuoto pneumatico di mente e psiche contro i compagni e le
strutture scolastiche, spesso in gruppi contrapposti, soprattutto alla fine
dell'anno. Questo è un altro effetto perverso della burocratizzazione della
scuola: il vuoto formativo, il nulla culturale.
( da "Giornale di
Brescia" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione: 13/06/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:LETTERE VOTO BRESCIANO Partiti, liste civiche e ampie coalizioni Il
voto bresciano ci comunica che nonostante il portato di buona e riconosciuta
amministrazione di centrosinistra (oggi rappresentata in grandissima parte dal
Pd), essa non è riuscita a consolidare una consistente base elettorale, si è
sempre dovuto ricorrere a coalizioni ampie e a liste civiche. Svariati saranno
i motivi, compreso il fatto che evidentemente Brescia non sia una città di
sinistra, ma suppongo tra essi, quelli di una classe politica percepita come
"casta illuminata", ma pur sempre casta, espressione di un pensiero
guidato in prevalenza dal cattolicesimo sociale e dal mondo di alcune professioni,
dove sono stati fatti percorsi comuni con la sinistra di governo ma camminando
su marciapiedi diversi. A destra questo fenomeno è stato meno rilevante, per
due ordini di ragioni: minori occasioni di governo; è stato cavalcato il
malcontento popolare facendo erroneamente credere che l'ergersi a cavalieri
implicasse l'essere i depositari delle soluzioni. È indispensabile recuperare
un rapporto fiduciario con i cittadini quale condizione necessaria affinché la
complessità delle questioni confronti politici trasparenti e lucidi con
cittadini attenti. La trasmissione di un messaggio chiaro, breve, che colga in
pieno le istanze più urgenti dei cittadini li rende disponibili anche per
ascolti più complessi, diversamente diventa un dialogo tra sordi. La fiducia si
guadagna perseguendo l'eliminazione di ogni forma di spreco e casta politica,
sindacale, cooperativa, nelle società partecipate, negli ordini professionali,
nelle comunicazioni; così come negli enti e le burocrazie
inutili, nelle pubbliche consulenze, nei privilegi professionali e di
categorie, cancellando balzelli e tutte le forme di elusione (le evasioni di
furbi e potenti) e nell'esaltazione dei meriti e dei talenti. La credibilità
nei confronti dei cittadini passa nel dimostrare dall'avere a cuore le loro stesse
questioni, per priorità ed intensità (oggi sicurezza, potere d'acquisto
e sgravi fiscali) e prospettarne le soluzioni. Di fronte all'evidenza di
disagio sociale e/o economico, non si può temporeggiare, bisogna produrre
soluzioni e dare l'esempio. Ing. CIRO RAMASCHIELLO Pd: Idee in Cammino Circolo
on-line Concesio.
( da "Giornale di
Brescia" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione: 13/06/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:IN PRIMO PIANO L'Assemblea di Confartigianato disponibile alle riforme,
ma chiede meno tasse e meno burocrazia Berlusconi: "Lasciateci lavorare" Berlusconi
all'assemblea di Confartigianato ROMA Con la semplificazione e le riforme un
nuovo miracolo economico è possibile, ma servono coraggio e orgoglio delle
decisioni da parte del Governo. Questo il messaggio dell'assemblea di
Confartigianato, lanciato ieri a Roma dal suo presidente, Giorgio
Guerrini, che chiede al governo di "allentare la pressione fiscale, che
oggi è al 43,3% del Pil ed è divenuta insostenibile", e di "eliminare
la burocrazia superflua, che pesa per ben 11,4
miliardi di euro l'anno sulle piccole e micro imprese italiane". Le
"Mpi", così le ha ribattezzate Guerrini, "rappresentano circa il
98% del sistema imprenditoriale italiano". Nel suo messaggio di saluto
all'assemblea, il presidente Napolitano, le ha definite "una risorsa
essenziale del nostro sistema produttivo". Concetto che è riecheggiato
nell'intervento del premier Berlusconi all'assemblea. Le "Mpi" sono
però "una risorsa schiacciata da tasse e burocrazia,
ma anche - ha sottolineato Guerrini nella sua relazione - dai costi
dell'energia, superiori del 38% rispetto alla media europea, e da quelli della
giustizia, che pesano per 2,3 miliardi di euro l'anno". In materia fiscale
i piccoli imprenditori dicono sì al federalismo, "che può contribuire a
migliorare l'efficienza della spesa". Confartigianato è pronta a partecipare
a un programma di riforme che, superata la fase elettorale, appaiono sempre
meno di destra e sinistra e sempre più legate a esigenze di modernizzazione e
miglioramento della qualità del lavoro e dell'impresa. Le risposte del ministro
del Welfare Sacconi e del premier Berlusconi, non si sono fatte attendere.
Berlusconi, nel suo breve saluto, ha parlato di "totale sintonia" del
Governo con la relazione di Guerrini, sottolineando che l'Esecutivo "vuole
lavorare per cambiare l'Italia". E ha anche fatto suo il motto dell'ex
presidente di Confartigianato Spallanzani: "Lasciateci lavorare".
"Questo può essere lo slogan del nostro governo, un governo di fatti, del
buon senso artigiano, che vuole lavorare". Dal canto suo Sacconi ha detto
che bisogna liberare "impresa e lavoro dai tanti vincoli atavici
accumulati, soprattutto nell'ultimo biennio, per la cultura del sospetto".
( da "Italia Oggi" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi ItaliaOggi - I
commenti Numero 140, pag. 2 del 13/6/2008 Autore: di Pierluigi Magnaschi
Visualizza la pagina in PDF L'analisi Il Nord non si
stacca più. Si limita a scivolare via Mentre la maggioranza politica in
Parlamento è impegnata sulle intercettazioni (problema importante ma che
non finisce certo in busta paga) e l'opposizione si sta dividendo in parti
sempre più piccole come le gocce di mercurio finite per terra, le domande vere
del paese continuano a rimanere inevase. Nessuno infatti pensa a come far
crescere l'occupazione né quali decisioni sia opportuno assumere per far
aumentare il prodotto nazionale lordo. L'Italia procede perciò a vista. Forse è
meglio così, visto dove viene portata quando è guidata dalle scelte elaborate
dai politici. Ma, procedendo a vista, spesso, non si sa dove si va. Prendiamo
il destino del Nord Italia. Politici e media italiani, nell'affrontare questo
tema, adoperano le armi interpretative usate nel vecchio conflitto. Armi
superate. Anche la Lega Nord è stata aggirata dai fatti. Oggi non è più
l'Italia del Nord che si vuol staccare da quella del Sud. L'Italia del Nord sta
semplicemente scivolando fuori dall'Italia. E lo fa ogni giorno, sotto gli occhi
ciechi di media e degli analisti. Oggi l'Italia del Nord non ha più confini di
stato. Dalla Francia, dall'Austria e dalla Slovenia non ci divide più nulla. La
targa che segna l'ex confine di stato ha lo stesso valore delle indicazioni
stradali che segnalano i confini fra le nostre regioni. Sono informazioni
turistiche. E anche i confini con la Svizzera cadranno entro quest'anno e
quindi pure la Baviera, e la Germania tutta, saranno raggiungibili dall'Italia
senza mai incontrare un doganiere. A fine 2007, tanto per dare l'idea
dell'entità del fenomeno, erano già 600 le imprese del Nordest che erano
emigrate in Austria. Il 65% in più dell'anno precedente. Il presidente
dell'azienda friulana Danieli, Giampietro De Benedetti, spiega, per esempio,
perché ha scelto l'Austria. "Gli enti pubblici della Carinzia ci hanno
offerto quattro aree. Abbiamo scelto quella ideale, vicino allo svincolo
autostradale. Ci è costata un 30% in meno che in Italia. Paghiamo poi meno
tasse: sulle società di capitali la quota fiscale fissa è del 25%. La burocrazia
è impeccabile: sono bastati sei mesi per iniziare a costruire con tutti i
permessi in mano". In Alto Adige (in Alto Adige!) aggiunge un altro
imprenditore (che ora infatti ha scelto la Baviera) per costruire il suo
stabilimento ci ha messo sette anni, mentre le regole, nel frattempo, sono
cambiate cinque volte. Senza confini e usando la stessa moneta (l'euro),
le aree entrano in competizione. E gli imprenditori che, per mestiere, debbono
far tornare i conti, capiscono subito dov'è meglio andare. Qualche chilometro
"più in là" si fa la metà fatica a produrre. Chi non andrebbe
"più in là"? pmagnaschi@class.it.
( da "Giornale di
Vicenza, Il" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IMPRESE. Il raggruppamento di Assoindustria guarda
avanti con la consapevolezza che bisogna agire in sintonia "Uniti per
affrontare tutte le sfide" Conoscersi, dialogare, confrontarsi sui
problemi comuni. Era l'obiettivo degli incontri fra imprenditori promossi dal
Raggruppamento bassanese di Confindustria Vicenza nelle varie aree del
Comprensorio. Un'iniziativa che ha portato alla luce molti nodi irrisolti del
nostro territorio e le difficoltà che incontra ogni giorno chi ha scelto di
fare impresa nel Bassanese. Preoccupano le condizioni della viabilità e delle
infrastrutture, i tempi di realizzazione della Pedemontana, della nuova
Valsugana e dell'Area Vasta, progetti tuttora sormontati da grossi punti
interrogativi. Gli imprenditori bassanesi hanno sottolineato più volte la loro lotta quotidiana con la burocrazia e con la proliferazione di leggi e normative, ma anche le
difficoltà legate al credito, in un contesto economico fortemente condizionato
dalla concorrenza da Cina e India e dal cambio euro-dollaro. Gli incontri hanno
ribadito noltre l'importanza della formazione e di un rapporto più stretto con
il mondo scolastico e delle Università. "L'umore non è decisamente
dei migliori, ma nonostante tutti i problemi che incontrano, gli imprenditori
hanno voglia di andare avanti e di fare squadra per affrontare uniti le sfide -
osserva Arianna Tassotti, referente del Gruppo Comunicazione di Bassano -. C'è
la volontà di dimostrare la positività del mondo dell'impresa, vista come
risorsa sociale e quindi di benessere del territorio". Le sollecitazioni
espresse dagli associati hanno fornito al Consiglio di Raggruppamento nuovi
spunti con cui integrare il programma delle proprie attività. "Il
seminario dello scorso 28 maggio sulla sicurezza nel lavoro è una delle
iniziative nate dai suggerimenti dei nostri imprenditori - afferma Carlo
Brunetti, presidente degli Industriali bassanesi -. È un tema molto sentito,
che approfondiremo anche in altri incontri più settoriali e in un convegno. È
stato definito anche un programma di formazione che toccherà vari ambiti.
( da "Gazzetta di Reggio" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il ministro Sacconi vuole informatizzare il sistema,
però la nostra città è già nel futuro Ma a Reggio l'80% dei medici è già
on-line "Nei primi sei mesi dell'anno erogate via internet oltre 350mila
prestazioni" CLAUDIO FORLEO REGGIO. Una mezza rivoluzione? Non per Reggio.
Un progetto che porterà modifiche sostanziali al rapporto medico-paziente? Solo
in parte. Si fa un gran parlare negli ultimi giorni del nuovo pacchetto di
misure sulla sanità, allo studio del Tesoro in vista della Finanziaria, la cui
anticipazione è prevista, con apposito decreto, il prossimo 19 giugno. Il
pacchetto dovrebbe prevedere l'informatizzazione del sistema, vale a dire la
realizzazione di un "fascicolo sanitario elettronico del cittadino".
Si tratta di un archivo elettronico, consultabile via internet, il quale
funzionerà come una cartella clinica, aggiornata in tempo reale, che conterrà i
dati medici del paziente: cure seguite, terapie in corso, farmaci prescritti,
allergie e patologie. Il sistema, se confermato, entrerà in vigore,
gradualmente, a partire dall'anno prossimo. Spariranno i foglietti che il
medico compila per le ricette. Sarà sufficiente esibire in farmacia la tessera
sanitaria e tra le ipotesi allo studio si parla anche della ricetta
informatizzata periodica per i malati cronici. La novità dell'archivio
elettronico rappresenterebbe una grossa mano d'aiuto per ospedali e pronto
soccorsi che, in pochi secondi, potranno sapere tutto della storia clinica
della persona oggetto di cure. La proposta all'esame del ministero
dell'Economia non fa saltare dalla sedia chi, a Reggio, gestisce la sanità. Non
perchè siano contrari al progetto. Tutt'altro. E' semplicemente la reazione di
chi porta avanti un sistema cittadino che usa già da tempo il computer per
ridurre tempi e costi della sanità reggiana. Si chiama "Sole"
(acronimo di Sanità OnLinE) il progetto portato avanti dall'Ausl e dalla
regione Emilia Romagna che informatizza (anche se solo in parte) il sistema
sanitario reggiano. Da tempo infatti molti medici locali usano un archivio
computerizzato che "scheda" i pazienti. 321 è il numero complessivo
dei medici di famiglia in città. Di questi, 299 sono
"informatizzati". In pratica nove famiglie reggiane su dieci hanno
già "assaggiato" la riforma allo studio del Tesoro. Il numero è
destinato a salire. Entro la fine dell'anno è previsto infatti l'ingresso nel
progetto dei pediatri di comunità, ossia i pediatri di famiglia. Per dare
un'idea delle semplificazioni che "Sole" permette, basti pensare che
dall'inizio dell'anno ad oggi sono 356.698 le prescrizioni mediche on-line
effettuate utilizzando il mezzo informatico. Una montagna di carta e di tempo
risparmiata. I numeri e le caratteristiche del sistema sanitario reggiano sopra
citati sono stati spiegati da Mirco Pinotti, responsabile del programma
aziendale "Cure primarie" dell'Ausl: "I medici che partecipano
al progetto "Sole" utilizzano già da tempo un archivio elettronico in
grado di aggiornarli continuamente sulla storia clinica del paziente, di
ricevere la notifica di un suo possibile ricovero e che permette uno scambio di
dati tra il personale di medicina generale e gli altri professionisti". Il
futuro pacchetto sanità non porta dunque con sè una ventata di novità, almeno a
Reggio. Ma i due sistemi sono proprio gli stessi? Risponde Pinotti: "Per
una precisa scelta della Regione, al momento è possibile utilizzare questo
sistema per prescrivere prestazioni specialistiche e non per le ricette
mediche, incluse invece nel decreto del governo. Per quanto riguarda il
problema della privacy, prima di inserire un paziente nel nostro archivio,
quest'ultimo deve dare il proprio consenso per il trattamento dei propri
dati". "Sole" non obbliga i pazienti ad usare il mezzo informatico.
Cosa che potrebbe risultare particolarmente difficile per pazienti
ultrasessantenni che hanno probabilmente poca dimestichezza con l'informatica.
Il sistema non cambia, nella forma, per i pazienti. Nella sostanza però i
vantaggi sono evidenti. Perché l'utilizzo del mezzo informatico riduce oltre ai
costi (si pensi ad esempio al risparmio sulla carta), anche i tempi
dell'intervento sanitario, permettendo al medico una rapida visualizzazione
della situazione, non sempre possibile in precedenza. "Sole" e il
pacchetto sanità della Finanziaria si pongono, nella sostanza, i medesimi
obiettivi anche se questi vengono raggiunti con metodologie differenti. Reggio
sarà quindi pronta in caso di approvazione del prossimo decreto? Lo abbiamo
chiesto a Euro Grassi, presidente dei medici di base di Reggio: "Le
presunte novità introdotte nella Finanziaria mi fanno sorridere. Sono almeno
quindici anni che portiamo avanti iniziative simili. Il problema è che, seppur
già informatizzati, i medici reggiani non sono ancora "in linea" con
l'ospedale". Le cause secondo Grassi sono diverse: "In questi tre
lustri l'informatica è andata avanti, a rimanere immobile è
la burocrazia. Ci sono
stati gravi ritardi imputabili alle istituzioni pubbliche. Penso anche ai 2500
milioni che ogni anno il servizio sanitario nazionale mette a disposizione
delle amministrazioni. Sarebbe auspicabile che parte di questi fondi vengano
investiti, con continuità, nei progetti di cui tanto si parla".
( da "Gazzetta di
Mantova, La" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ROME E SINTI IN ITALIA LE ERBACCE INFESTANO IL GIARDINO
CHE ALTRI HANNO PROGETTATO... Nel dicembre 2006 a Opera, piccolo comune
dell'Interland milanese, la Lega Nord e Alleanza Nazionale formano un presidio
all'ingresso di un insediamento di Rom rumeni, allestito dalla Protezione
Civile. Queste forze politiche chiedono la cacciata dei Rom rumeni. Il campo,
allestito dalla Protezione Civile, alcuni giorni prima era stato bruciato da
una folla di manifestanti, usciti dal Consiglio comunale. I Rom rumeni sono 76
persone, di cui una quarantina sono bambini, sgomberati da una baraccopoli a
Milano. Alla fine le famiglie Rom cedono e vengono allontanate. Pochi giorni
fa, giugno 2008, a Mestre (Venezia) la Lega Nord e un esponente di Forza Italia
formano un presidio che blocca l'inizio dei lavori per un villaggio destinato a
quaranta famiglie di Sinti veneziani che vivono da decenni su un terreno di un
sacerdote, senza bagni, fognature... Lo slogan utilizzato dalla Lega Nord è:
"Per il sindaco Cacciari vengono prima i nomadi che i veneziani
indigenti". Tra questi due avvenimenti è passato un anno e mezzo in cui le
popolazioni sinte e rom sono state calunniate, denigrate, insultate, offese...
e in molti casi cacciate. Stiamo parlando di cittadini italiani, cittadini
europei e cittadini extracomunitari. L'elenco è lunghissimo. In questa drammatica
classifica non esiste una distinzione "politica partitica" che
governi il centro-sinistra o che governi il centro destra la musica non cambia
e il risultato in molti casi è la cacciata. Un sondaggio fatto da Renato
Mannheimer ha infatti fatto emergere chiaramente che non esiste una grande
differenza di vedute sulla questione sinta e rom tra gli elettori del centro
destra e gli elettori del centro sinistra. Ma è indubbio che una forza politica
si è particolarmente distinte in questi mesi: la Lega Nord che ha cavalcato con
forza lo slogan: "Padroni a casa nostra". In questa situazione un
ruolo fondamentale l'hanno giocato i media: quotidiani, settimanali,
televisioni. Notizie tambureggianti e titoli a tutta pagina su reati compiuti
da singoli che però generalizzavano un singolo comportamento a tutti i Sinti e
Rom. Un esempio: se il sottoscritto è accusato di un reato compiuto a Verona,
nessun quotidiano veronese titolerà la notizia: "Mantovano ubriaco uccide
quattro ragazzi". Al contrario se il reato lo compie un Rom, i titoli dei
giornali evidenzieranno immediatamente l'appartenenza etnica: "Rom ubriaco
uccide quattro ragazzi". Ma non solo la stessa notizia sarebbe offerta ai
lettori con un rilievo molto differente. In generale è comunque passato un
messaggio che imponeva la tolleranza zero. Si ricordino in questo senso le
parole di Berlusconi che in campagna elettorale ha affermato: "Tolleranza
zero con rom, clandestini, criminali, con un no alla politica delle porte
aperte e pene più gravi per i recidivi e introdurremo subito poliziotti e
carabinieri di quartiere nelle città dai 15mila abitanti in su". Parole
condannate da tutti gli organismi internazionali a partire dall'Onu ma che in
Italia, al contrario di tutto il mondo occidentale, hanno avuto scarso eco sulla
stampa e nei media in genere. In tutto questo mai è stata data voce ai leader
sinti e rom. Pochi, frammentari e deboli gli spazi offerti dalla politica e dai
media alla voce dei diretti interessati e dei loro leader. L'unico giornalista,
di livello nazionale, che da tempo ospita anche Sinti e Rom è Gad Lerner nel
suo "L'Infedele" trasmesso da La7. Ma si sa lui è ebreo e conosce
bene la storia. Tutto questo per fare emergere che oggi con le manifestazioni a
Mestre contro dei cittadini italiani il filo intessuto a partire dai fatti di
Opera, un anno e mezzo fa, ha di fatto costruito una corda per impiccare le
minoranze sinte e rom in Italia. Lo slogan "Padroni a casa nostra"
non viene più utilizzato per cittadini immigrati, comunitari ed extracomunitari,
ma è utilizzato anche contro dei cittadini italiani che vivono nel Nord Italia
da seicento anni. Purtroppo aveva ragione Barman... La società/cultura italiana
può essere assimilata ad un giardino. Il giardino è progettato da alcune
persone che escludono altre persone dal partecipare allo stesso progetto. Una
volta ultimato il progetto del giardino abbiamo fiori, erbe, insomma le persone
che si sono progettate il loro mondo. Ora però è indiscutibile che in questa
Italia e quindi anche nello stesso giardino esistono ancora le persone che non
hanno partecipato al progetto. Però "infestano" la perfezione
progettuale ideata e quindi bisogna intervenire e qui entra
in scena la politica e la burocrazia: "il giardiniere" che ha il compito di
"estirpare" le erbe e i fiori che non entrano appunto nell'idea
progettuale. Questo è ciò che succede con i Sinti e i Rom. Non hanno potuto
partecipare all'ideazione del progetto del "nostro" giardino e quindi
un "giardiniere" (per esempio Matteo Salvini a Milano) si
"incammina" per il giardino per indicare quali siano le
"erbe infestanti" da estirpare. Oggi il Italia sembra di vivere nella
Germania nazista degli anni Trenta, quando un piccolo uomo prima promosse la
violenza. Poi annunciò ad una nazione che bisogna fermare le violenze e che lui
è pronto a risolvere tutti i problemi, a partire proprio dai Rom. E fu eletto.
Si aprì subito la "settimana contro la piaga zingara" che portò tutti
i Sinti e i Rom ad essere rinchiusi in campi sosta sorvegliati. Poi si pensò di
fare la mappa genetica di queste persone e alla fine tentò di sterminarli.
Serve oggi ricordare in Italia quanto è successo settanta anni fa? Non credo
perché una nazione come l'Italia si è lavata la coscienza con il sangue di
pochi gerarchi in Piazzale Loreto. Ora rimane solo una domanda nel mio cuore e
nella mia mente: l'Europa si farà trasportare ancora una volta dall'Italia nel
baratro della barbarie? Carlo Berini Associazione Sucar Drom.
( da "Gazzetta di Reggio" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Sarà più facile aprire un'attività, ma saranno più
severe le norme da rispettare Nuove regole per parrucchieri, estetisti,
tatuatori e laboratori di piercing. Ora sarà più facile aprire un'attività, ma
bisognerà rispettare, in particolare per gli "artisti del corpo",
norme igieniche rigorose. Il cambio di passo lo ha stabilito il consiglio
comunale con una delibera che, seguendo le indicazioni della legge Bersani in
materia di liberalizzazione degli esercizi pubblici, semplifica le procedure
per l'apertura di nuove attività. Parrucchieri, estetisti, tatuatori e
laboratori di piercing che vorranno entrare sul mercato potranno farlo
semplicemente presentando una dichiarazione di inizio attività (Dia), nel
rispetto dei requisiti richiesti: possesso di idonea qualifica professionale,
conformità dei locali con le normative edilizie e possesso del certificato
igienico sanitario rispetto a locali e attrezzature. Studi e laboratori per la
realizzazione di tatuaggi e piercing dovranno inoltre attenersi alle
disposizioni indicate nella relativa delibera della Regione che stabilisce
norme igieniche rigorose per evitare che nell'ambito di tali attività possano
verificarsi infezioni e trasmissioni di virus. "Il
nuovo regolamento - dice l'assessore alle Attività produttive Mimmo Spadoni - è
il risultato di un lavoro svolto insieme all'Ausl e alle associazioni di
categoria. Grazie a questa nuova normativa si snellisce la burocrazia di avvio delle attività e si
dà maggior dinamismo al mercato, pur nel rispetto dei requisiti igienici
necessari".
( da "Provincia di
Cremona, La" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione di Venerdì 13 giugno 2008 Benvenuto P.Review
srl La parola ai lettori Da presidente del S.Zeno sono "ferito ed
offeso" Egregio direttore, sorpreso e con estremo disagio ho letto ? con
occhi da cittadino, con animo di servitore dello stato e con la passionalità
del presidente ? quanto affermato nello scritto "Tamoil/2 Troppo facile
sparare contro la dirigenza Bissolati" firmato da "un socio bissolatino"
e pubblicato il 12 c.m. sul Suo quotidiano. (...) Come cittadino che dialoga
con altri cittadini: costernato e preoccupato per le cospicue informazioni sul
"caso Tamoil". Come uomo dello Stato, con oltre sei lustri di
attività investigativa, da sempre abituato a rapportarsi e collaborare con
altri servitori dello stato: confuso e turbato per talune lapidarie
dichiarazioni di "improvvidi paladini". Come passionale presidente,
sempre pronto sia a tutelare i diritti dei propri soci sia a fornire una gamma
di servizi efficienti e funzionali nei fatti e non solo a parole sia a colmare
quel malsano divario fra simili soggetti impegnati su medesime problematiche:
ferito ed offeso per le affermazioni rivolte al Centro sportivo S. Zeno e per
tutto ciò che l'articolo stesso rappresenta e vuol significare. Non vi è dubbio
che, proprio in funzione a specifici fattori (...), talune imprudenti
affermazioni assumano rilevanze talmente serie da ingenerare nell'opinione
pubblica infondate e pericolose convinzioni. In una società moderna così
freneticamente prepotente e cinica, purtroppo, l'umano desiderio di apparire
forse troppo spesso intorpidisce la razionalità dell'intelletto. Ci si
permetta, pertanto, alcune ulteriori riflessioni (...). Si ribadisce che se
questa cooperativa non fosse stata certa della serietà degli amministratori e
dei soci della Canottieri Bissolati sicuramente non vi sarebbe stato spazio
alcuno per proseguire l'attuale "accordo di reciproca ospitalità".
Tuttavia, se è vero come è vero che la Canottieri Bissolati è una delle realtà
locali leader del settore è altrettanto vero che il Centro sportivo S. Zeno è
una società seria che merita il giusto rispetto. (...) Siamo pronti ad ospitare
il firmatario dello scritto affinchè possa personalmente verificare la infondatezza
dei suoi giudizi. Giuseppe Torrisi (Presidente del Centro sportivo S. Zeno,
Cremona) Già in programma al cimitero una manutenzione straordinaria Egregio
direttore, rispondo alle sollecitazioni del sig. Paolo Italia (e di altri...),
in ordine allo stato manutentivo del chiostro multipiano del civico cimitero.
Come più volte ribadito dall'arch. Carletti (dirigente dei servizi
cimiteriali), il chiostro multipiano risente dei guasti tipici derivati dalla
tipologia di progettazione e realizzazione tipica degli edifici degli anni '70.
Ha ragione quindi il sig. Italia a rilevare i danni prodotti dal tempo,
peraltro aggravatisi negli ultimi due anni e impietosamente sottolineati dalla
eccezionale piovosità di questa primavera. Risponde al vero che abbiamo dovuto
concentrare le risorse in uno sforzo edificatorio notevole (...) necessario a
rispondere all'esigenza inderogabile di nuovi spazi (...). È giunto il momento
però di procedere con una straordinaria manutenzione che riguardi soprattutto
il multipiano, ma anche parte delle coperture degli androni a croce. Le risorse
da impegnare sono notevoli: è per questo che la procedura di progettazione,
assegnazione e realizzazione dei lavori è complessa quanto per una nuova opera.
Parte degli interventi tesi a evitare infiltrazioni nei sotterranei partiranno
nei prossimi mesi e una parte relativa alle coperture, più consistente, tra la
fine del 2008 e l'inizio del 2009. Stefano Campagnolo (Assessore alle Aree e
servizi cimiteriali, Cremona) Cremonese/1. Senza Arvedi calcio finito a Cremona
Caro direttore, il gruppo storico dei tifosi grigiorossi del bar Ariston
intende in questo momento di grande delusione per la mancata promozione in
serie B ringraziare il presidente Giovanni Arvedi per aver ridato un sogno alla
Cremonese ed ai suoi tifosi. Senza di lui il calcio a Cremona sarebbe finito.
E' stata comunque una avventura entusiasmante, che ha riportato il grande
pubblico allo Zini. Capiamo il momento di delusione del presidente, ma lo
incitiamo a riprendere il cammino insieme a noi per provare a raggiungere il
traguardo che già quest'anno avremmo meritato.(...) I tifosi dello storico club
Ariston (Cremona) Cremonese/2.Dopo l'incubo poche mosse per riprovare Egregio
direttore, dopo alcune notti insonni (1-3: è un incubo o è realmente avvenuto?)
vorrei tornare alla partita Cremo-Cittadella. Da un'attenta analisi, è evidente
che alcuni macroscopici errori (contropiede al 3'- via libera a Coralli sul 2°
gol- mancato rinvio sul 3° gol) hanno pesantemente condizionato l'esito dell'incontro,
ad ulteriore conferma che l'organico a disposizione di Mondonico era ben lungi
dall'essere "l'invincibile corazzata" (...). Detto questo, purtroppo
anche la terna arbitrale ha influito indiscutibilmente sul risultato finale
(...) Come non scordare, in ordine cronologico, le principali "perle"
della terna Romano/Barese? a mancata ammonizione di DeGasperi per un
evidentissimo fallo da "rosso" nei primi minuti (nota: DeGasperi, poi
autore del 3° gol) s rigore dubbio affibbiato ad Argilli d fallo ignorato su
Ferrarese, cui è scaturito il 3° gol (ma dov'era il marcatore di Carteri?) f
fuorigioco inesistente fischiato a Temelin (era rigore ed espulsione del
portiere) g sbandieramento gratuito al 95'. In conclusione, comprendo anche lo
scoramento della nostra dirigenza (...). Ma poi ricordo gli obiettivi
dichiarati a luglio 2007: in 5 anni puntare alla A; se dopo un campionato di
vetta, con promozione fallita all'ultimo secondo di gioco, già si sta
"riflettendo" sulla linea da tenere per il prossimo campionato, fa
dubitare che le tanto sbandierate intenzioni fossero uno specchietto per
allodole, giocando con l'entusiasmo dei "veri" tifosi grigiorossi!
Voglio credere che non sarà così (...): assumere un direttore tecnico
"professionista", esperto di calciomercato; confermare (ci
mancherebbe...) mister Mondonico, autentico professionista e grande
intenditore; inserire 4/5 giocatori di categoria: basterebbero queste poche
mosse per riconfermarci assoluta aspirante alla promozione, facendo però debito
tesoro degli innegabili errori (...) Ivan Marco Brazzoli (Castelleone) Una
vicenda portata alla luce e risolta. Grazie a Guglielmone Egregio signor
direttore, la ringrazio per l'articolo pubblicato sul suo giornale "La
Provincia" mercoledì 4 giugno 2008; ma soprattutto vorrei dire
"grazie" al signor Guglielmone che, con i suoi articoli, ha
contribuito a far conoscere una vicenda, la mia, destinata
ad essere sepolta negli archivi della burocrazia. Se poi si è conclusa in modo soddisfacente, in parte è anche
merito suo. Venendone a conoscenza la gente ha parlato, discusso, commentato e
tutto questo ha portato alla luce altri casi che spero vengano risolti in modo
altrettanto positivo. Gianfranco Zeli (Cremona) Cassonetti e piazzole
dei rifiuti Una vergogna anche a Bagnara Egregio direttore, mi associo alla
lettera del 6-6-08 del prof. Ugo Di Felice. Molte piazzole si presentano così
anche a Bagnara. Ad avvicinarsi a depositare rifiuti nei cassonetti (...) c'è
da impantanarsi di liquido delle campane rotte, in terra c'è di tutto, vetri
rotti con pericolo di tagli e sporcizia, è una vergogna (non parliamo solo di
Napoli). Ho reclamato alla Aem all'ufficio relazione pubblico Urp senza
risultato, ora chiedo dove andare a reclamare per avere rispetto e pulizia
civile dell'ambiente, non basta passarci qualche rara volta la macchina che
pulisce le strade solo al centro. C'è bisogno di mandare personale addetto con
scope e disinfettare più spesso. Anche noi paghiamo un contributo per le tasse
e desideriamo più civiltà e pulizia (...). D.A.A. (Cremona) L'incompatibilità
di Fanti discende da una cultura Signor direttore, lungi da me l'idea di
impicciarmi della diatriba fra Luciano Pizzetti e Beppe Carletti. Ritengo,
tuttavia, di manifestare la mia opinione relativamente alla questione della
doppia carica di Mauro Fanti, quale presidente del Consiglio comunale e
segretario provinciale del Partito democratico. Non avendo nulla di personale
nei confronti dell'interessato e non avendo alcuna motivazione per
strumentalizzare politicamente la vicenda, penso di poter tranquillamente
esprimermi al riguardo(...). Partendo proprio da una affermazione di Pizzetti,
allorché scrive che "Sino a non molto tempo fa il ruolo di presidente non
esisteva ed il Consiglio era presieduto dal sindaco, figura oggettivamente
assai poco imparziale". Assumendo come motivata tale considerazione(...)
sostenni con molta convinzione e determinazione - quale consigliere provinciale
all'interno della commissione incaricata di redigere lo statuto della Provincia
- l'esigenza di istituire la figura del presidente del Consiglio provinciale,
onde separare il ruolo di capo della giunta provinciale da quello di presidente
delle sedute consiliari. Ciò al fine di garantire - al di là delle persone
investite da tali ruoli - il massimo di imparzialità nella conduzione dei
lavori consiliari, soprattutto a garanzia dei consiglieri chiamati a svolgere
il ruolo di oppositori rispetto alla giunta ed alla maggioranza sua
sostenitrice. Tant'è vero che, personalmente, sarei incline ad attribuire le
presidenze dei consigli a rappresentanti dell'opposizione. Va da sè che vidi
con favore il fatto che la linea da me sostenuta si fosse affermata - oltreché
in Provincia - anche in Comune e codificata nella legislazione. A distanza di
oltre dieci anni, non mi trovo affatto pentito di avere sostenuto quella
posizione. Oggi, però - proprio seguendo le affermazioni di Pizzetti - non
riesco a comprendere come, dopo aver considerato il sindaco "figura
oggettivamente assai poco imparziale" al fine della conduzione dei lavori
del Consiglio comunale, ritenga che si ritrovino maggiori garanzie di
imparzialità nel fatto che la carica di presidente del Consiglio comunale (che
dovrebbe essere, appunto, di garanzia e non politicamente condizionata) venga ricoperta
dal segretario del più grande partito della maggioranza consiliare. Si tratta
di un passaggio logico che neppure l'abilità di un uomo politico esperto ed
intelligente come Pizzetti riesce a rendermi... logico. Ciò indipendentemente
dal fatto che l'interessato si chiami Fanti o con un altro nome e con un'altra
appartenenza politica. So bene che, al riguardo, non esistono incompatibilità
di ordine formale nel riassumere nella stessa persona le due cariche. Ma che
esista una questione di opportunità politica mi pare fuori da ogni dubbio(...).
Così la penso io, perché questa è stata (ed è) la mia cultura istituzionale (e
la mia condotta pratica). (...). Evelino Abeni (Cremona).
( da "Nazione, La
(Empoli)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ESTERI pag. 25 di DEBORAH BONETTI ? LONDRA ? L'IRLANDA
ha vot... di DEBORAH BONETTI ? LONDRA ? L'IRLANDA ha votato ieri sul Trattato
di Lisbona, sotto lo sguardo attento del resto d'Europa. Con poco meno di 3
milioni di elettori, la piccola Eire ha di fatto il potere di decidere del
futuro dell'intera Ue, parlando a nome dei circa 500 milioni di elettori
europei che negli altri paesi (compreso il nostro) non hanno potuto
pronunciarsi con il voto. I risultati verranno resi noti oggi pomeriggio, ma
già ieri il fronte del "sì" vantava di aver vinto (anche se solo per
un soffio), basando le proprie proiezioni positive principalmente su due
fattori: la storica riconoscenza irlandese verso Bruxelles ? che ha permesso
all'Eire di uscire dalla crisi e diventare uno dei principali Stati dell'Unione
? e l'affluenza alle urne, ieri giudicata migliore delle aspettative. Eppure,
in molte aree, la partecipazione al voto non ha superato il 20-25%, un dato che
potenzialmente sminuiva le previsioni rosee del governo irlandese e faceva
pensare ad un voto al "foto-finish". Le ultime proiezioni ieri sera
erano infatti al cardiopalma: 52% per i sì e 48% per i no. IL TRATTATO DI
LISBONA, sottoposto al gradimento degli irlandesi, di fatto sostituirebbe la
costituzione europea rifiutata nel 2005 da Francia e Olanda, e darebbe il via
alla più grande riforma istituzionale nella storia dell'Ue. Il trattato creerebbe
nuove posizioni di potere, come la figura di un presidente europeo e quella di
un ministro per le finanze targato Ue, e alleggerirebbe la
tanto odiata burocrazia
dell'Unione, limitando le possibilità di usare il veto nazionale e facilitando
i processi decisionali delle singole nazioni, sostituendo l'attuale unanimità
con un sistema di voto di maggioranza, cosa che accelererebbe di parecchio
l'efficacia del parlamento di Bruxelles. Alcune delle riforme proposte
nella ex-costituzione Ue verrebbero recuperate con piccoli ritocchi, tra cui
quella che prevede la riduzione della commissione europea da 27 a 18 membri. LA
MAGGIORANZA dei partiti irlandesi, nonché i mass media e i sindacati nazionali
si sono schierati a favore del sì, mentre Sinn Fein è a capo del fronte del no,
sottolineando che con la ratifica del Trattato, l'Irlanda perderebbe di fatto
la propria sovranità morale, militare ed economica. Nonostante gli ultimi exit
poll di ieri sera davano il risultato ancora incerto (con i sì in vantaggio di
appena 3 o 4 punti percentuali), il nuovo Taoiseach (primo ministro) Brian
Cowen, ha deciso di mettere in gioca la sua reputazione politica puntando tutto
sulla vittoria del sì e dichiarando: "Un voto negativo danneggerebbe
l'Irlanda e l'Unione europea nel suo complesso. Io so che la gente ha capito
che si tratta di una decisione importante. Sono convinto che il buon senso
degli irlandesi prevarrà al momento del voto".
( da "Resto del Carlino,
Il (Bologna)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA pag. 11 di RENATA ORTOLANI EMPATICO con la città
e con la realtà circostante... di RENATA ORTOLANI EMPATICO con la città e con
la realtà circostante come il suo curriculum dimostra che è sempre stato,
Roberto Grandi, dal suo ufficio che guarda piazza Verdi, si candida
ufficialmente a fare il rettore "per il mandato dal 2009 al 2013".
Con un messaggio forte e chiaro: "Ho fatto l'assessore e il prorettore,
ora posso fare solo il sindaco e il rettore. Non domando l'adesione a un
programma ma mi propongo come rettore, perché in base a quello che ho fatto in
questi anni ho l'autorevolezza e la credibilità per farlo, dentro e fuori
l'Università". Coerente con un preambolo tanto diretto, il prorettore alle
Relazioni internazionali conclude una delle due lettere inviate ai 4.500
colleghi con una frase che sa di primarie americane:" "Sono convinto
che insieme possiamo farcela". Le sue non sono però, rimarca
Grandi,lettere-programma: ai docenti dell'Alma Mater trasmette e chiede di
condividere una "visione" dell'Università fondata su "un valore
strategico e una centralità" che l'Ateneo deve recuperare e proiettare "da
qui ai prissimi 20-25 anni". Giustamente galvanizzato dal successo
dell'apertura dell'Alma Mater da lui propugnata verso l'estero ("gli
iscritti stranieri in questi ultimi 8 anni sono aumentati del 50%"),
Grandi la vede "al centro della società italiana ed europea", con una
identità fortificata dal fatto di essere basata "sulla qualità e sul
merito, che non possono andare disgiunte da innovazione, eticità dei
comportamenti, efficacia e trasparenza nei processi decisionali". DUE i
concetti cardine della visione che il docente di Comunicazioni di Massa
sottolinea e: l'Ateneo deve contare molto in Europa, ma soprattutto deve avere
un ruolo da protagonista qui. "Formulerò una proposta esplicita ? prosegue
il docente, che annuncia per l'autunno il suo programma elettorale ? : quando
si parlerà di sviluppo della città, la voce del rettore dovrà essere la più
ascoltata e autorevole. Questo non sempre accade, ma io chiederò che in futuro
chiunque si candiderà a sindaco e proporrà un programma elettorale per Bologna
debba dichiarare anche che cosa vuole fare per l'Università. Perché, per fare
un solo esempio, anche il problema di piazza Verdi non è affrontabile se non
nell'ambito di una pianificazione urbanistica complessiva". Molta
attenzione il prorettore pone sia ai giovani ricercatori ("negli ultimi
due anni ne sono entrati 500: si facciano avanti, non siano timidi, sono i
nostri ambasciatori nel futuro. E non temano le cordate: con 3mila elettori non
c'è più posto per giochi di vecchio stampo"), sia ai docenti di lungo
corso. "Abbiamo molte competenze, specialisti, esperti in differenti campi
e discipline. Potranno dare consigli e suggerire soluzioni preziose, senza che
ci sia bisogno di ricorrere a forze esterne". INELUDIBILE, ecco il tema
della governance, della "paralisi" che, conferma Grandi, blocca
spesso la vita dell'Ateneo: "Bisogna eliminare l'esasperazione delle
procedure, che oggi rendono impossibile la gestione, che io conosco bene. Così
come è ora, l'Ateneo non può andare avanti, e il nuovo rettore - fatta la
revisione dello Statuto-governerà con una nuova direzione amministrativa. L'Alma Mater, come tutto il Paese, è prigionera della burocrazia: per fare sì che fosse in
inglese anche il bando dei master totalmente in lingua inglese ho impiegato un
anno e mezzo. Oggi la burocrazia è talmente farraginosa che finisce per pesare anche sulle
decisioni politiche".
( da "Resto del Carlino,
Il (Bologna)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA pag. 10 "Sarò un rettore Roberto Grandi:
"Per l'Ateneo voglio un ruolo di RENATA ORTOLANI EMPATICO con la città e
con la realtà circostante come il suo curriculum dimostra che è sempre stato,
Roberto Grandi, dal suo ufficio che guarda piazza Verdi, si candida
ufficialmente a fare il rettore "per il mandato dal 2009 al 2013".
Con un messaggio forte e chiaro: "Ho fatto l'assessore e il prorettore,
ora posso fare solo il sindaco e il rettore. Non domando l'adesione a un
programma ma mi propongo come rettore, perché in base a quello che ho fatto in
questi anni ho l'autorevolezza e la credibilità per farlo, dentro e fuori
l'Università". Coerente con un preambolo tanto diretto, il prorettore alle
Relazioni internazionali conclude una delle due lettere inviate ai 4.500
colleghi con una frase che sa di primarie americane:" "Sono convinto
che insieme possiamo farcela". Le sue non sono però, rimarca
Grandi,lettere-programma: ai docenti dell'Alma Mater trasmette e chiede di
condividere una "visione" dell'Università fondata su "un valore
strategico e una centralità" che l'Ateneo deve recuperare e proiettare
"da qui ai prissimi 20-25 anni". Giustamente galvanizzato dal
successo dell'apertura dell'Alma Mater da lui propugnata verso l'estero
("gli iscritti stranieri in questi ultimi 8 anni sono aumentati del
50%"), Grandi la vede "al centro della società italiana ed
europea", con una identità fortificata dal fatto di essere basata
"sulla qualità e sul merito, che non possono andare disgiunte da
innovazione, eticità dei comportamenti, efficacia e trasparenza nei processi
decisionali". DUE i concetti cardine della visione che il docente di
Comunicazioni di Massa sottolinea e: l'Ateneo deve contare molto in Europa, ma
soprattutto deve avere un ruolo da protagonista qui. "Formulerò una
proposta esplicita ? prosegue il docente, che annuncia per l'autunno il suo
programma elettorale ? : quando si parlerà di sviluppo della città, la voce del
rettore dovrà essere la più ascoltata e autorevole. Questo non sempre accade,
ma io chiederò che in futuro chiunque si candiderà a sindaco e proporrà un
programma elettorale per Bologna debba dichiarare anche che cosa vuole fare per
l'Università. Perché, per fare un solo esempio, anche il problema di piazza
Verdi non è affrontabile se non nell'ambito di una pianificazione urbanistica
complessiva". Molta attenzione il prorettore pone sia ai giovani
ricercatori ("negli ultimi due anni ne sono entrati 500: si facciano
avanti, non siano timidi, sono i nostri ambasciatori nel futuro. E non temano
le cordate: con 3mila elettori non c'è più posto per giochi di vecchio
stampo"), sia ai docenti di lungo corso. "Abbiamo molte competenze,
specialisti, esperti in differenti campi e discipline. Potranno dare consigli e
suggerire soluzioni preziose, senza che ci sia bisogno di ricorrere a forze
esterne". INELUDIBILE, ecco il tema della governance, della
"paralisi" che, conferma Grandi, blocca spesso la vita dell'Ateneo:
"Bisogna eliminare l'esasperazione delle procedure, che oggi rendono
impossibile la gestione, che io conosco bene. Così come è ora, l'Ateneo non può
andare avanti, e il nuovo rettore - fatta la revisione dello Statuto-governerà
con una nuova direzione amministrativa. L'Alma Mater, come
tutto il Paese, è prigionera della burocrazia: per fare sì che fosse in inglese anche il bando dei master
totalmente in lingua inglese ho impiegato un anno e mezzo. Oggi la burocrazia è talmente farraginosa che
finisce per pesare anche sulle decisioni politiche".
( da "Trentino" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Caldes, in consiglio c'è necessità di saperne di più
ALBERTO MOSCA CALDES. Mai fidarsi dell'ordine del giorno. Sì, perché le cose
più interessanti nel consiglio comunale di mercoledì sera erano tra le
"varie ed eventuali". Si è registrata qualche polemica e, anche,
qualche passaggio esilaranti, come nel racconto del motociclista "irrorato"
da un contadino - consigliere. Il quesito: la colpa è di chi irrora senza
guardare chi passa o di chi va in moto sulle strade di campagna? Ma a fare la
parte del leone è stata la discussione sullo statuto della costituenda comunità
di valle. Il sindaco Michele Mocatti ha comunicato di aver approvato, con la
giunta, la bozza di statuto, confermando la propria contrarietà all'elezione
diretta che non garantirebbe la rappresentanza a tutti i territori. Peraltro,
in consiglio si è appreso che a Caldes solo a chi abbia una funzione
istituzionale è permesso chiedere integrazioni all'ordine del giorno. Era stato
infatti Salvatore Ferrari a chiedere con lettera di inserire nella discussione
un punto specifico dedicato alla comunità di valle, di cui poi effettivamente
si è parlato, anche se in alcuni passaggi il consiglio ha dimostrato di non
avere le idee chiare sul progetto di riforma istituzionale. Sul punto la
discussione si è accesa: il consigliere Massimo Ferrari ha chiesto chiarimenti
sul fatto che "ad aprile dello statuto non si sapeva nulla e ora sembra
che sia tutto già fatto". La soluzione sarà un consiglio informale che,
convocato a breve, permetterà ai consiglieri di approfondire la materia.
Mocatti ha poi espresso la propria soddisfazione per la risposta ottenuta su
Castel Caldes dall'assessore Cogo (inizio lavori nella primavera del 2009) a
seguito dell'interrogazione presentata dal consigliere Guido Ghirardini:
"Speriamo che le specificazioni date da Cogo siano veritiere" ha
detto Mocatti, convinto che si debba "calcare su tempi rapidi per
l'appalto, al di là della burocrazia, ma anche che si apra il confronto sul riuso del castello con
tutta la valle, dato che esso è un bene non solo per Caldes". Positive
novità sono venute poi dalla raccolta differenziata: in un anno la quantità di
rifiuti procapite annua si è ridotta della metà, passando da 300 kg a 160;
inoltre l'amministrazione ha chiesto all'ingegner Martorano del Servizio opere
stradali della Provincia un piano lavori dettagliato per la realizzazione in
corso delle varianti già in passato oggetto di polemica. Una positiva novità
viene da un progetto di restauro di quattro importanti capitelli del comune: le
stazioni della Via Crucis a San Giacomo, tra Bordiana e Bozzana, a Samoclevo e
la cappella di S. Apollonia a Caldes. Infine, polemica è stata all'approvazione
del verbale del consiglio precedente, nel quale Massimo Ferrari ha lamentato
l'assenza della discussione sul progetto di centrale idroelettrica sul Noce. Il
segretario provvederà.
( da "Nazione, La
(Firenze)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SESTO FIORENTINO pag. 14 Commercio, tutte le pratiche
on-line COMUNE PIU' INNOVAZIONE, MENO BUROCRAZIA DA POCHI
GIORNI è attivo il servizio di gestione on-line di alcune pratiche del
commercio di competenza dello sportello unico attività produttive del Comune.
Il servizio, presentato ieri dagli assessori all'innovazione Massimo Andorlini
e all'economia Roberto Drovandi, permette di fare una serie di operazioni
direttamente su Internet: avvio dell'attività di affittacamere, guida
ambientale, guida turistica, accompagnatore turistico, cessazione dell'attività
di commercio su area pubblica, cessazione e subingresso nell'esercizio di
commercio al dettaglio di vicinato e vendite straordinarie. Per accedere ai
servizi web è necessario prima fare una registrazione gratuita in due fasi:
compilando un modello on-line e presentando un documento di identità all'Urp
del Comune che fornirà un codice utente e una password. Con la stessa procedura
si potranno richiedere appuntamenti via internet a membri della giunta, per ora
in via sperimentale solo all'assessore Drovandi.
( da "Eco di Bergamo, L'" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ROMA Con la semplificazione e le riforme un nuovo
miracolo economico è possibile, ma servono coraggio e orgoglio delle decisioni
da parte del governo. Questo il messaggio dell'assemblea di Confartigianato
lanciato ieri a Roma dal suo presidente, Giorgio Guerrini. "Meno
tasse e burocrazia"
Confartigianato chiede al governo di "allentare la pressione fiscale, che
oggi è al 43,3% del Pil ed è divenuta insostenibile", e di "eliminare
la burocrazia superflua,
che pesa per ben 11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole e micro imprese
italiane". Le "Mpi", così le ha ribattezzate Guerrini,
"rappresentano circa il 98% del sistema imprenditoriale italiano".
Nel suo messaggio di saluto all'assemblea, il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, le ha definite "una risorsa essenziale del nostro
sistema produttivo". Concetto che è riecheggiato nell'intervento del
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all'assemblea della Confederazione.
Le "Mpi" sono, però, "una risorsa schiacciata da tasse e burocrazia, ma anche ? ha sottolineato Guerrini nella sua
relazione ? dai costi dell'energia, superiori del 38% rispetto alla media
europea, e da quelli della giustizia, che pesano per 2,3 miliardi di euro
l'anno". In materia fiscale i piccoli imprenditori dicono sì al
federalismo, "che può contribuire a migliorare l'efficienza della
spesa". Il presidente di Confartigianato ha chiesto però
"l'avvicinamento del momento del pagamento delle imposte all'effettiva
disponibilità finanziaria" e "l'introduzione della tassazione per
cassa in favore delle imprese con volumi d'affari ridotti". Stabilità politica
e riforme Guerrini, che aveva cominciato la relazione ricordando i sei operai
morti tragicamente in Sicilia mercoledì, ha sottolineato che anche nella lotta
contro gli incidenti sul lavoro servono semplificazione e prevenzione. Il
presidente di Confartigianato ha detto, poi, che oggi "c'è la stabilità
politica per avviare le riforme e per decidere, per far tornare l'Italia
protagonista". Confartigianato è pronta a partecipare a un programma di
riforme che, superata la fase elettorale, appaiono sempre meno di destra e
sinistra e sempre più legate a esigenze di modernizzazione e miglioramento
della qualità del lavoro e dell'impresa. Siamo pronti ? ha aggiunto Guerrini ?
a fare la nostra parte, ben consapevoli e orgogliosi del patrimonio economico e
sociale rappresentato dai nostri imprenditori, con le loro aziende e le loro
famiglie. Berlusconi, nel suo breve saluto, ha parlato di "totale
sintonia" del governo con la relazione di Guerrini.
( da "Nazione, La
(Umbria)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
TERNI pag. 19 Leo Venturi: decalogo dell'associazione
culturale L'ASSOCIAZIONE culturale "Terni Oltre", presieduta da Leo
Venturi, ha presentato ieri il suo "decalogo": meno
burocrazia, meno sprechi,
meno costi dei servizi e oneri che gravano sui cittadini, una seria politica
ambientale, più sicurezza, più partecipazione, maggiore centralità di Terni in
un contesto umbro che la vede invece sempre più marginale. L'approdo
dell'associazione dovrebbe essere quello di una lista civica alle prossime
elezioni amministrative. "Abbiamo voglia di guardare ? spiega
Venturi ? oltre la grigia, sonnolenta e routinaria realtà di questi anni.
Vogliamo guardare avanti rispetto a una realtà che non coglie più necessità e
desideri della gente, che frustra le aspirazioni dei giovani ad avere delle
possibilità di studio e lavoro in cui credere seriamente. L'associazione
cercereà di dare risposte a questa nostra realtà cittadina, che noi sembra da
troppo tempo immobile e incapace di cogliere i tanti fermenti".
( da "Giorno, Il (Como)" del
13-06-2008)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Ravenna))
Argomenti: Burocrazia
VETRINA ESTERI pag. 25 di DEBORAH BONETTI ?
LONDRA ? L'IRLANDA ha vot... di DEBORAH BONETTI ? LONDRA ? L'IRLANDA ha votato
ieri sul Trattato di Lisbona, sotto lo sguardo attento del resto d'Europa. Con
poco meno di 3 milioni di elettori, la piccola Eire ha di fatto il potere di
decidere del futuro dell'intera Ue, parlando a nome dei circa 500 milioni di
elettori europei che negli altri paesi (compreso il nostro) non hanno potuto
pronunciarsi con il voto. I risultati verranno resi noti oggi pomeriggio, ma
già ieri il fronte del "sì" vantava di aver vinto (anche se solo per
un soffio), basando le proprie proiezioni positive principalmente su due
fattori: la storica riconoscenza irlandese verso Bruxelles ? che ha permesso
all'Eire di uscire dalla crisi e diventare uno dei principali Stati dell'Unione
? e l'affluenza alle urne, ieri giudicata migliore delle aspettative. Eppure,
in molte aree, la partecipazione al voto non ha superato il 20-25%, un dato che
potenzialmente sminuiva le previsioni rosee del governo irlandese e faceva
pensare ad un voto al "foto-finish". Le ultime proiezioni ieri sera
erano infatti al cardiopalma: 52% per i sì e 48% per i no. IL TRATTATO DI
LISBONA, sottoposto al gradimento degli irlandesi, di fatto sostituirebbe la
costituzione europea rifiutata nel 2005 da Francia e Olanda, e darebbe il via
alla più grande riforma istituzionale nella storia dell'Ue. Il trattato
creerebbe nuove posizioni di potere, come la figura di un presidente europeo e
quella di un ministro per le finanze targato Ue, e
alleggerirebbe la tanto odiata burocrazia dell'Unione, limitando le possibilità di usare il veto nazionale
e facilitando i processi decisionali delle singole nazioni, sostituendo
l'attuale unanimità con un sistema di voto di maggioranza, cosa che
accelererebbe di parecchio l'efficacia del parlamento di Bruxelles.
Alcune delle riforme proposte nella ex-costituzione Ue verrebbero recuperate
con piccoli ritocchi, tra cui quella che prevede la riduzione della commissione
europea da 27 a 18 membri. LA MAGGIORANZA dei partiti irlandesi, nonché i mass
media e i sindacati nazionali si sono schierati a favore del sì, mentre Sinn
Fein è a capo del fronte del no, sottolineando che con la ratifica del
Trattato, l'Irlanda perderebbe di fatto la propria sovranità morale, militare
ed economica. Nonostante gli ultimi exit poll di ieri sera davano il risultato
ancora incerto (con i sì in vantaggio di appena 3 o 4 punti percentuali), il
nuovo Taoiseach (primo ministro) Brian Cowen, ha deciso di mettere in gioca la
sua reputazione politica puntando tutto sulla vittoria del sì e dichiarando:
"Un voto negativo danneggerebbe l'Irlanda e l'Unione europea nel suo
complesso. Io so che la gente ha capito che si tratta di una decisione
importante. Sono convinto che il buon senso degli irlandesi prevarrà al momento
del voto".
( da "Giornale.it, Il" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 140 del 2008-06-13 pagina 32 Un pensatore
totalitario E il concetto di egemonia è tutt'altro che liberale di Gianni Baget
Bozzo Citare Gramsci è un omaggio culturale alla sinistra, un atto di
gentilezza in cui il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi eccelle. Pensare
che il concetto di egemonia di Gramsci consista nel dire che "l'agire
politico sta nella diffusione delle idee nella società civile" è un uso
ben modesto del concetto gramsciano come lo espone Lucia Annunziata. Nella
città delle immagini e delle tecnologie, le visioni del mondo non hanno più
corso, la filosofia politica è morta e l'egemonia si è frantumata. Avviene in
tutte le aree politiche italiane. Per definire un pensatore politico cattolico
occorre ritrovare Augusto Del Noce, per un pensatore di destra Giovanni
Gentile. E non si vede in che cosa le loro idee abbiano significato nella
politica di oggi. L'egemonia gramsciana è tutt'altro che un concetto liberale,
se prendiamo per liberalismo il riferimento culturale più adatto alla forza
politica creata da Silvio Berlusconi. Gramsci non è certo un filosofo della
persona umana di ispirazione cattolica, è un pensatore comunista che ha visto
sempre in Lenin l'autore della "rivoluzione contro il Capitale" di Marx.
È cioè un pensatore totalitario, legato all'idea globale di rivoluzione che
comprende tutte le aree del pensiero ma soprattutto quella del potere. La sua
teoria è che il potere debba generare consenso, ma usando i mezzi del potere e
dando ad essi un fondamento teorico e culturale. Possiamo ricordare con
simpatia la vita di Gramsci in carcere e la sua morte solitaria che ci ha
rievocato Sandro Pertini. Il Partito comunista d'Italia lo aveva isolato perché
egli aveva sostenuto Zinoviev e Bukarin nella polemica contro Stalin. Era
favorevole al concetto di Lenin sull'imposizione del comunismo alla società
russa ma ben contrario alla violenza contro i membri del partito. Questi erano
per lui una piccola setta gnostica che condivideva il senso della storia. La
loro figura ideale impediva che venisse usata contro di essi la medesima
coercizione adoperata contro i cittadini comuni: una bella distinzione gnostica
tra i perfetti e i semplici, tra i predestinati e gli annessi soggiogati. Sia
il monopolio della conoscenza degli eletti, sia l'uso della forza contro il
popolo comune sono principi che Gramsci usa, il senso in cui egli è un
pensatore rivoluzionario. La rivoluzione in Occidente, dai giacobini in poi, ha
voluto sempre significare totalità culturale e politica, teorica e pratica,
partitica ed istituzionale a tutti i livelli. L'egemonia è una parte del
potere, non una precondizione di essa. E l'egemonia in Italia l'abbiamo ben
conosciuta perché i comunisti hanno capito l'importanza della cultura che i
democristiani avevano rifiutato: anche un liberale come Scelba parlava di
"culturame". Chi tra i cattolici aveva compreso il valore della
cultura, anche letteraria, era il fondatore dei Comitati civici, l'uomo che
vinse il 18 aprile del 1948 le elezioni politiche, Luigi Gedda, un uomo che
conosceva il valore della cultura per cementare il consenso, una lezione che la
Dc non comprese. Il Partito comunista italiano vinse la battaglia sul piano
culturale usando il concetto gramsciano di cultura nazionale. E la vinse usando
il potere politico acquisito nelle istituzioni democratiche
per selezionare gli intellettuali da proteggere e promuovere nella burocrazia, nella cultura accademica e
scolastica, nella magistratura e nell'università. Gramsci è una splendida figura,
ma è un cattivo maestro. Anche la sinistra postcomunista oggi lo sa.
bagetbozzo@ragionpolitica.it © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
TERZA CORSIA SULL'A4
Commissari e burocrazia Siamo imbottigliati sull'autostrada Trieste-Venezia, senza nulla
fare da trent'anni ormai, col raccordo Villesse-Gorizia vergognosamente a 80
all'ora, imbuto tombale del sistema viario del nord-est italiano, per l'inerzia
fattuale degli amministratori. Che invocano o gi un
Commissario straordinario per la terza corsia. Cioè, invece di fare in modo che
tutti i lavori pubblici si compiano secondo quella dinamica virtuosa,
concretamente realizzativa, che permea altri paesi della Comunità europea, il
"politico" prima si inventa 5 "Merloni", assieme a decine e
decine di decreti e leggi collegate, per impantanare solidamente le opere
pubbliche nel fango iperdenso della burocrazia. Poi,
quasi con sorpresa, scopre che grazie alle norme da lui stesso prodotte, non si
posa un mattone prima di 5 o 10 anni. Riducendosi infine al confidare, anche
per questioni di ordinaria amministrazione come dovrebbe essere nel caso della
corsia aggiuntiva, in un Super commissario. In Slovenia, nel giro di una decina
d'anni si è costruita una rete autostradale tutta nuova, con leggi ordinarie subordinate
alle direttive europee come le nostre. Il regime commissariale, di norma
s'instaura quando c'è emergenza vera, quando riguarda questioni di Protezione
Civile. Quando è una questione di vite umane e non c'è tempo per ogni
regolarità. Ma in casi come questo, della A4, previsti da anni... Però,
pensandoci bene, può essere un buon sistema che ogni comune potrebbe utilmente
utilizzare. Se prima del '94 si costruiva un parcheggio in 2 anni e oggi ce ne
vogliono almeno 6 e non ci stiamo nella legislatura, si dichiara lo stato
d'emergenza e il giuoco è fatto. Col Commissario e la sua bacchetta magica,
come una volta nel giro di un paio d'anni, si cantiera mezzo centinaio di posti
auto e voilà, si arriva alle urne con concreti risultati politici. dott. Diego
Kuzmin Gorizia.
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
INDAGINE DELLA FONDAZIONE NORDEST PER
UNICREDIT Economia e istituzioni, imprese sfiduciate Ma si mantengono le
aspettative di crescita. Bocciata la contrattazione nazionale TRIESTE Aumenta
la sfiducia delle imprese italiane per lo scenario economico futuro, ma anche
verso le istituzioni. Solo il presidente della Repubblica si salva registrando
il maggior consenso. È quanto emerge dalla ricerca nazionale "L'Italia
delle imprese" giunta quest'anno alla settima edizione, promossa da
UniCredit Corporate Banking, progettata e realizzata dalla Fondazione Nord Est.
L'indagine ha coinvolto un campione nazionale di imprenditori (Nord Ovest, Nord
Est, Centro, Sud e Isole), titolari di imprese con 10 e più addetti dei diversi
settori economici (industria, commercio, servizi), attivi in Italia. Il
campione ammonta a 1.216 unità. Le interviste sono state realizzate
telefonicamente con il sistema C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone
Interviewing), fra il 15 aprile e il 14 maggio, dalla società di rilevazione
Demetra di Venezia. Sfiducia dunque per lo scenario economico futuro, il saldo
dell'opinione delle imprese scende a -5,7% per l'economia della propria
regione, a -10,4% per quella italiana e a -13% per quella internazionale.
Nonostante la sfiducia non vengono riviste al ribasso le aspettative di
crescita delle imprese. Il 35,1% prevede uno sviluppo, solo il 19,4% vede una
flessione. Secondo gli imprenditori l'internazionalizzazione è un fenomeno
ormai strutturale. Il 48,5% degli imprenditori dice di intrattenere rapporti
con l'estero. L'apertura di stabilimentio all'estero comunque non comporta
chiusure in Italia (98,1% dei casi) e il 91,3% non ha diminuito gli organici.
Si passa al tema della scarsa produttività. Il 43,3% delle imprese italiane dà
la colpa all'inefficace azione del governo. Una percentuale che sale al 45% al
Nord Ovest, al Centro e al Sud. Si abbassa al 39% invece tra le aziende del
Nordest. Queste ultime poi attribuiscono la "mancata crescita" della
produzione all'inadeguata riogranizzazione delle imprese. Sul tema del
super-euro poi il 38,6% delle imprese dice che non ha determinato alcun
effetto. Il 37,2% invece ritiene che abbia prodotto una riduzione dei margini.
Secondo gli imprenditori poi la competitività va rilanciata solo con
l'alleggerimento della pressione fiscale (41,8%). Tra le
richieste degli imprenditori lo snellimento della burocrazia. Di rilievo la posizione delle imprese sui contratti di lavoro.
Il 61% chiede che i contratti vengano decisi solo in parte a livello nazionale,
ma con molta autonomia a livello aziendale e territoriale. Un dato in crescita:
nel 2002 era a quota 57,4%. Ben l'81,5% degli imprenditori guarda al
sindacato come ostacolo, il 31,5% ritiene che debba partecipare alle decisioni
dell'azienda prendendo parte ai cda. (g.g.).
( da "AltaLex" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Articolo di Sergio Sabetta 13.06.2008 Stampa
Il diritto nello sviluppo economico Un caso emblematico: la prima rivoluzione
industriale inglese di Sergio Sabetta Vi sono stati molti studi sull'influsso
del diritto e la sua rilevanza ai fini del decollo della rivoluzione industriale,
tuttavia le opinioni non sono concordi. La scuola marxista tradizionale
concepisce le relazioni economiche come la struttura, mentre le istituzioni
legali, come del resto l'etica e la cultura, sono semplice sovrastruttura (
Renner ), analoga è la tesi sostenuta da Holdsworth per cui fu la situazione
economica a modificare il diritto secondo le sue esigenze. Altri storici del
diritto hanno mantenuto posizioni più possibiliste sulle influenze reciproche
tra sistema economico e diritto ( Kahn ? Freund), fino ad affermare che nella
misura in cui il diritto influì lo fece solo in termini negativi ostacolando il
nuovo processo economico, per cui durante la rivoluzione industriale inglese la
sua influenza negativa fu poco rilevante, in quanto gli ostacoli giuridici
erano stati già rimossi nel secolo precedente (Flinn ? Mathias). Gli storici
dell'economia e del diritto hanno genericamente riconosciuto che il sistema
giuridico inglese del '700 non ha dato ostacolo al cambiamento economico di cui
fu anzi un pilastro, non vanno infatti sottovalutate le connessioni reciproche
tra diritto ed economia, né le varie istituzioni legali nate fuori dal sistema
legislativo parlamentare. L'attenzione è stata nella maggioranza dei casi
concentrata sul ruolo dello Stato nel passaggio dal mercantilismo al
laissez-faire, operato attraverso l'abolizione da parte di questi dei vari
regolamenti e normative che ingessavano la crescita economica (Deane). Si
registrò un declino dei poteri della Corona di controllare il commercio interno
affidandolo a privati o compagnie, basti pensare alle varie Compagnie delle
Indie, la cancellazione della possibilità per i giudici di pace di fissare per
legge prezzi e salari, l'introduzione di espedienti fiscali a tutela
dell'industria nazionale abolendo i dazi locali e creando per tale via un unico
vasto mercato interno, la proibizione di esportare macchine e l'assorbimento
nel sistema giuridico dei nuovi istituti commerciali elaborati direttamente
dalla pratica quotidiana (Hartwell). In Inghilterra il sistema del Common Law
fu particolarmente adatto alle esigenze della incipiente industrializzazione
per la grossa flessibilità del sistema, che permetteva di modellarsi
rapidamente alle nuove necessità adattando e introducendo in corso d'opera nuovi
istituti, senza che fosse necessario un intervento ritardato del Parlamento.
Tuttavia il sistema poggiava su una situazione del tutto particolare
dell'Inghilterra, la quale emergeva dal Medio Evo già con un ordinamento
giuridico consolidato intorno alla Corona e un ordinamento professionale solido
e cosciente delle proprie funzioni. L'obiettivo precipuo era la ricerca di
soluzioni pratiche e non, come nel continente, la formulazione di concetti
teorici coerenti al fine di sviluppare codici
autosufficienti al consolidamento delle burocrazie centralizzate regie e per
tale via sostituire i particolarismi locali con una forte azione concentrica
dall'alto. La complessità di un sistema così impostato poteva scivolare
facilmente dalla complessità flessibile e adattabile al caos se non
intervenivano degli attrattori caotici efficienti, che potevano
individuarsi nei tribunali e nell'ordine professionale forense. L'introduzione
diretta dei nuovi istituti giuridici commerciali elaborati prima dal ceto
commerciale e successivamente dal ceto industriale fu favorito dal nuovo
prestigio da questi acquisito, anche dal punto di vista etico e religioso, con
la riforma del XVI secolo, circostanza che permise di superare restrizioni
quali il saggio di interessi sui prestiti che non fu più visto come usura,
anche se rimase regolamentato con modifiche ed esclusioni particolari fino alla
metà dell'Ottocento quando fu completamente liberalizzato, venne inoltre
superato definitivamente il concetto di pauperismo medioevale di cui erano espressione
gli ordini mendicanti. Durante il Medio Evo e fino agli albori dell'età moderna
nel povero si era vista l'immagine di Cristo, si che la povertà risultava
qualcosa di non oltraggioso se non desiderabile per gli spiriti più eletti, che
privandosi del più potevano attraverso l'umiltà concentrarsi verso l'elevazione
spirituale mentre per gli altri l'elemosina costituiva atto di purificazione,
ecco sorgere tutti gli ordini mendicanti e monastici dell'età di mezzo. Solo
con l'intervento della riforma e il crescere della popolazione si creò un
problema di ordine pubblico della mendicità e attraverso appropriate
istituzioni assistenziali, vedi il caso di Lione e gli alberghi/ospizi sorti in
tutta Europa, si iniziò ad arginare con interventi sistematici e non più
episodici il problema di ordine pubblico che queste masse erratiche
comportavano. Ma l'aggravarsi del problema stesso e l'insufficienza dei mezzi,
seppure razionalizzati, a disposizione fece sì che in molte realtà, specie
riformate, si procedette alla repressione dell'accattonaggio mediante arresti e
costrizione in luoghi o manifatture rieducative, dove il povero avrebbe
imparato un mestiere rendendosi utile alla società, parallelamente si iniziò la
deportazione verso le colonie quale manodopera a buon mercato. Il problema
iniziò tuttavia ad essere risolto solo con l'avvento dell'industrializzazione
alla fine del Settecento e la conseguente crescita rapida del bisogno di
manodopera e della ricchezza nazionale prodotta. Le istituzioni deputate alla mendicità
persero progressivamente l'aspetto repressivo e assistenziale accentuando
progressivamente sempre più una funzione educativa preparatoria alle
manifatture, finché una maggiore ricchezza pubblica conseguente
all'industrializzazione in atto permise di porre a disposizione i capitali
necessari per una educazione pubblica sistematica e generalizzata. Gli
interventi legislativi divennero più efficaci e furono adottate istituzioni che
incisero più profondamente sul sistema. Altri strumenti per il credito, quali
le cambiali, ottennero tutela già dall'inizio del Seicento ad opera dei
tribunali della Common Law, a differenza dei tribunali commerciali del resto
dell'Europa in cui le usanze erano lente a introdursi. Un esempio suggestivo
può chiarire la rilevanza del diritto nella crescita economica, si tratta di un
caso relativo al diritto di proprietà immobiliare in Grecia durante
l'Ottocento, circostanza che impedì per tutto il secolo lo sviluppo di un
mercato immobiliare moderno. La legge prevedeva che il diritto di proprietà si
estendesse verso l'alto e il basso per tutti i piani dell'edificio fino alle
fondamenta secondo una immaginaria colonna, circostanza che non permise la
costruzione di edifici suddivisi in appartamenti, limitando l'espansione delle città
(Papelasis). Un ulteriore elemento che facilitò l'ascesa della classe
mercantile e la creazione del sistema giuridico bilanciato innanzi descritto,
fu la rivoluzione di Cromwell che impedendo la nascita di una monarchia
assoluta garantì le prerogative parlamentari e indirettamente impedì
l'asservimento del sistema del Commom Law ad un sistema codicistico accentrato
e rigido di matrice assolutistica, in cui vi fosse una giustizia pedantemente
istituzionalizzata, questa circostanza evitò la fase degli sconvolgimenti
napoleonici e delle successive rivoluzioni e conflitti che il continente
dovette subire a partire dalla fine del Settecento fino agli anni '70 della
seconda metà dell'Ottocento. Il sistema permise, da un punto di vista
istituzionale, la tutela di un mercato sempre più efficiente nella collocazione
delle risorse, premiando la risposta positiva ai bisogni del mercato e punendo,
esempio legge sul fallimento, le inefficienze si da incoraggiare comportamenti
economici razionali. Può senz'altro riconoscersi l'importanza di un sistema
giuridico efficiente, ossia flessibile, al fine di recepire le innovazioni
commerciali istituzionali necessarie per sostenere la crescita economica e non
trasformarsi in ostacolo, quello che non deve comunque dimenticarsi sono gli
strumenti atti a ridurre gli inevitabili scompensi sociali che qualsiasi rapida
trasformazione economica comporta e che il sistema inglese iniziò ad adottare
solo dalla seconda metà dell'Ottocento. ________________ Bibliografia O. Kahn ?
Freund introduzione a K. Renner, The Institutions of private law and their
social functions, Londra, 1949; W. Holdsworth, A history of English Law,
Londra,1938; M. W. Flinn, The origins of the industrial revolution, Londra,
1966; P. Mathias, The first industrial nation, Londra, 1969; P. Deane, La prima
rivoluzione industriale, Bologno, 1971; D. Landes, The unbound Prometheus,
Cambridge, 1969; R. M. Hartwell, Business management in England during the
period of early industrialization: inducements and obstacles, in "Carte
della XVI Conferenza di Storia Economica", Università del Nebraska, 1969;
A. A. Papelasis, The legal system and economic development of Greece, in
"Journal of economic history", 1959; P. Leon, Storia economica e
sociale del mondo, Bari, 1980; R. M. Hartwell, La rivoluzione industriale
inglese, Bari, 1973.
( da "Messaggero, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di PIER PAOLO PITTAU ROMA Era di buon umore,
il presidente Bush, quando è arrivato all'American Academy per la tavola
rotonda con otto borsisti italiani della "Fulbright Best". Qualcosa,
in realtà, alcuni studenti di Villa Aurelia avevano organizzato per guastargli
il primo impegno della giornata, l'unico non istituzionale della visita romana:
avevano issato striscioni con la scritta "Basta Bush" ed altri,
invece, inneggianti ad Obama. Ma si sostiene che il presidente non li abbia
neanche visti. E' un fatto che una volta dentro ha esordito sostenendo che da
questa parte dell'Atlantico abbondano "propaganda e disinformazione"
contro gli Usa; ed è appunto facendo come i borsisti della Fulbright, cioè
visitando gli States o trascorrendovi un periodo di studio, che se ne scopre
"il vero volto". L'America, dice un Bush sorridente ai giovani
piuttosto intimiditi, è "un Paese aperto, solidale, che ha a cuore i
destini delle persone". E poi: "La miglior diplomazia dell'America è
far venire la gente nel nostro Paese". Niente politica estera per i futuri
manager che grazie al programma di scambi tra Italia e Usa hanno trascorso
cinque mesi nella Silicon Valley. "Non sono qui per parlarvi da politico",
dice Bush. Piuttosto, il presidente parla di "business": presenti,
l'ambasciatore Usa in Italia Ronald Spogli, il sindaco di Milano Letizia
Moratti, il presidente di Mediaset Felice Confalonieri, il rettore del
Politecnico di Torino Francesco Profumo, l'ad di Poste Italiane Massimo Sarmi e
il presidente di Farmindustria Sergio Dompè, tutti sponsor del progetto che ha
portato gli otto giovani in Usa. Bush ha parlato del "fare impresa":
"Se qualcuno ha un sogno e lavora per realizzarlo, dà anche un contributo
alla società e crea opportunità di lavoro". Certo, "per mettere su
un'impresa non ci può volere una vita", non devono essere necessarie tante
"scartoffie". L'eccessiva burocrazia scoraggia "chi ha
un'idea". Vedere per credere: "Venite ad osservare - dice - la verità
dell'America: capirete che gli Stati Uniti amano lo spirito
imprenditoriale". Il primo impegno romano di Laura Bush, arrivata ieri a
Ciampino, è stato un intervento presso la sede del Programma Alimentare
Mondiale. Tema, l'emergenza alimentare, "problema globale che
richiede una risposta globale": gli Usa nei prossimi due anni verseranno 5
milioni di dollari. L'attenzione è poi rivolta all'Afghanistan, dove
"oltre cinque milioni rischiano ogni giorno la fame", e alla
Birmania: "Esorto la giunta birmana a concedere il pieno accesso al Paese
per gli Usa, le ong e le organizzazioni impegnati nel portare aiuto
umanitario". Fine giornata fuori programma, per la sola First Lady
accompagnata da una piccola delegazione: cena in un noto ristorante del centro.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data:
2008-06-13 - pag: 3 autore: Berlusconi-Pmi, patto sulle riforme Il premier: ciò
che va bene a voi, va bene al Paese - Guerrini: faremo la nostra parte
Nicoletta Picchio ROMA "Quello che va bene per la piccola impresa va bene
per l'Italia". Più esplicito di così non poteva essere il messaggio di
Silvio Berlusconi alla platea della Confartigianato. Poco prima di lui, era
stato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a parafrasare lo slogan del
passato: "Ciò che va bene alla Fiat va bene per il Paese ", attualizzandolo
al contesto dell'assemblea della confederazione guidata da Giorgio Guerrini. è
cambiata l'Italia, con molte grandi imprese ridimensionate o scomparse (la
Fiat, comunque, in pieno rilancio). Ed è la piccola e media impresa, insieme al
popolo degli autonomi e delle partite Iva, la base a cui si rivolge il Popolo
della libertà. C'è piena sintonia, in effetti, tra le parole del Governo e la
relazione di Guerrini, che denuncia un costo di 11,4
miliardi di euro all'anno per le complicazioni della burocrazia, una pressione fiscale insostenibile, al 43,3%, ipotizzando, con
le riforme, un nuovo "miracolo economico". Berlusconi parla poco,
solo un saluto, ma dice ciò che gli artigiani vogliono sentire: "Il nostro
è un Governo artigiano... Lo slogan di un vostro ex presidente,
Spallanzani, "lasciateci lavorare", è anche nostro. Un Governo di
fatti e di buon senso ". I fatti li aveva elencati poco prima il ministro
Sacconi: è in arrivo una "deregolazione" fiscale e burocratica per il
lavoro, che verrà inserita nella manovra triennale per la "crescita,
stabilità finanziaria e consenso sociale" che il Governo varerà nei
prossimi giorni. E se Guerrini chiede uno stop alle "politiche dei veti
", e una concertazione "semplificata" e che "rispetti le
esigenze di rappresentanza delle imprese", Sacconi risponde: "Per noi
la concertazione non è solo con Cgil, Cisl, Uil e Confindustria". In
campagna elettorale, di fronte a Berlusconi, il presidente della
Confartigianato si era augurato di averlo presente, da presidente del
Consiglio, all'assemblea di ieri. Un auspicio elettorale che si è verificato.
In platea erano molti gli esponenti del centro-destra, a partire dal presidente
del Senato, Renato Schifani. Gli artigiani sono pronti a fare la loro parte
nell'attuazione delle riforme. Guerrini ha insistito sulla necessità di
intervenire sulla burocrazia e sul fisco ed ha
sollecitato la nascita di un Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio
con il compito di valutare l'impatto di ogni normativa sulle piccole imprese e
di preparare ogni anno un Rapporto su questa specifica realtà imprenditoriale.
Il presidente della Confartigianato se l'è presa con il Durc, il Documento
unico di regolarità contributiva, simbolo della "cultura del
sospetto" nei confronti dell'impresa. Sì alla lotta all'evasione, sì anche
agli studi di settore "riportati al ruolo originario e senza utilizzo
retroattivo ". Ma no ad un fisco esagerato, pieno di "disposizioni
contraddittorie". è una strada giusta il federalismo fiscale, che non deve
penalizzare il Mezzogiorno. In chiave federale va vista anche la
contrattazione: "Il contratto a taglia unica non è adatto al Paese".
Gli artigiani, ha ricordato Guerrini, già dal 2006 hanno varato una riforma che
prevede di distribuire la produttività al secondo livello di contrattazione,
che nell'artigianato è territoriale. E sta pensando di arrivare anche ad un
"contratto unico per le diverse categorie dell'artigianato". Dopo
Guerrini, ha preso la parola Sacconi: e tutti i suoi programmi di "deregolazione"
sono stati accolti da appalusi scroscianti. Verrà abrogata la normativa sulle
dimissioni volontarie, il libro presenze e il libro paga per sostituirli con un
semplice libro presenze; sarà superato il divieto delle visite mediche pre
assunzione; si riformerà l'apprendistato, puntualizzando il principio che
l'impresa è il luogo tipico della formazione. Verrà ripristinato il lavoro
intermittente, e, nel campo della giustizia del lavoro, si amplierà il ricorso
all'arbitrato e alla conciliazione. Più spazio infine agli enti bilaterali e al
loro ruolo di sussidiarietà: potrebbero occuparsi di sicurezza e anche
stabilire la cassa integrazione. CONFARTIGIANATO "Serve un Dipartimento ad
hoc per valutare l'impatto delle normative" Consensi alla deregolazione del
lavoro di Sacconi CORBIS Il carico burocratico e fiscale sulle Pmi.
( da "Messaggero, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Coraggio e orgoglio delle decisioni da parte
del Governo. Questo il messaggio dell'assemblea di Confartigianato, lanciato a
Roma dal suo presidente, Giorgio Guerrini, che chiede al governo di
"allentare la pressione fiscale, che oggi è al 43,3% del Pil ed è divenuta
insostenibile", e di "eliminare la burocrazia superflua, che pesa per ben
11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole e micro imprese italiane". Le
risposte del ministro del Welfare Maurizio Sacconi e del presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi, non si sono fatte attendere. Il presidente
Berlusconi, nel suo breve saluto, ha parlato di "totale sintonia" del
Governo con la relazione di Guerrini, sottolineando che l'Esecutivo
"vuole lavorare per cambiare l'Italia". E ha anche fatto suo il motto
dell'ex presidente di Confartigianato Spallanzani: "lasciateci
lavorare". "Questo può essere lo slogan del nostro governo, un
governo - ha detto Berlusconi - di fatti, del buon senso artigiano, che vuole lavorare".
Dal canto suo il ministro Sacconi, intervenendo poco prima aveva detto che
bisogna liberare "impresa e lavoro dai tanti vincoli atavici accumulati,
soprattutto nell'ultimo biennio, per la cultura del sospetto". Il
ministro, in merito alla semplificazione ha poi illustrato all'assemblea il suo
piano di azione, articolato su "cinque aree di deregulation burocratica e
fiscale", che propone tra l'altro anche di ripristinare la norma della
legge Biagi per quanto riguarda "il lavoro intermittente" e "un
maggiore ricorso ad arbitrato e conciliazione".
( da "Libertà" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di PIERLUIGI MAGNASCHI Mentre la maggioranza
politica in Parlamento è impegnata sulle intercettazioni (problema importante
ma che non finisce certo in busta paga) e l'opposizione si sta dividendo in
parti sempre più piccole come le gocce di mercurio finite per terra, le domande
vere del paese continuano a rimanere inevase. Nessuno infatti pensa a come far
crescere l'occupazione né quali decisioni sia opportuno assumere per far
aumentare il prodotto nazionale lordo. L'Italia procede perciò a vista. Forse è
meglio così, visto dove viene portata quando è guidata dalle scelte elaborate
dai politici. Ma, procedendo a vista, spesso, non si sa dove si va. Prendiamo
il destino del Nord Italia. Politici e media italiani, nell'affrontare questo
tema, adoperano le armi interpretative usate nel vecchio conflitto. Armi
superate. Anche la Lega Nord è stata aggirata dai fatti. Oggi non è più
l'Italia del Nord che si vuol staccare da quella del Sud. L'Italia del Nord sta
semplicemente scivolando fuori dall'Italia. E lo fa ogni giorno, sotto gli
occhi ciechi di media e degli analisti. Oggi l'Italia del Nord non ha più
confini di stato. Dalla Francia, dall'Austria e dalla Slovenia non ci divide
più nulla. La targa che segna l'ex confine di stato ha lo stesso valore delle
indicazioni stradali che segnalano i confini fra le nostre regioni. Sono
informazioni turistiche. E anche i confini con la Svizzera cadranno entro
quest'anno e quindi pure la Baviera, e la Germania tutta, saranno raggiungibili
dall'Italia senza mai incontrare un doganiere. A fine 2007, tanto per dare
l'idea dell'entità del fenomeno, erano già 600 le imprese del Nord Est che
erano emigrate in Austria. Il 65% in più dell'anno precedente. Il presidente
dell'azienda friulana Danieli, Giampietro De Benedetti, spiega, ad esempio,
perché ha scelto l'Austria. ""Gli enti pubblici della Carinzia ci
hanno offerto quattro aree. Abbiamo scelto quella ideale, vicino allo svincolo
autostradale. Ci è costata in 30% in meno che in Italia. Paghiamo poi meno
tasse: sulle società di capitali la quota fiscale fissa è del 25%. La burocrazia
è impeccabile: sono bastati sei mesi per iniziare a costruire con tutti i
permessi in mano". In Alto-Adige (in Alto Adige!) aggiunge un altro
imprenditore (che ora infatti ha scelto la Baviera) per costruire il suo
stabilimento ci ha messo sette anni mentre le regole, nel frattempo, sono
cambiate cinque volte. Senza confini e usando la stessa moneta (l'euro)
, le aree entrano in competizione. E gli imprenditori che, per mestiere,
debbono far tornare i conti, capiscono subito dov'è meglio andare. Qualche
chilometro "più in là" si fa la metà fatica a produrre. Chi non
andrebbe "più in là"? 13/06/2008.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE
data: 2008-06-13 - pag: 21 autore: Burocrazia. Due anni e
mezzo di attesa senza ottenere l'autorizzazione al nuovo negozio La Rinascente
non aprirà a Napoli Cristina Jucker MILANO Due anni e mezzo per avere le
autorizzazioni, che non sono ancora arrivate. Troppo. Così la Rinascente ha
deciso di lasciare Napoli, dopo più di vent'anni."Con tempi così
lunghi l'operazione diventa finanziariamente troppo costosa", spiega
Vittorio Radice, amministratore delegato della Rinascente. Il gruppo, infatti,
aveva acquistato uno stabile in via Depretis, 4mila metri quadrati, per
sostituire la vecchia sede di via Toledo (da anni in perdita): ora l'immobile
sarà venduto e il vecchio negozio chiuso. "Resta solo da stabilire la data
", aggiunge Radice. Non che le cose stiano andando molto meglio a Roma:
anche qui è stato fatto un grosso investimento immobiliare in via del Tritone,
concluso nel 2006, dove migrerà l'attuale negozio di Piazza Colonna, da tempo è
stato presentato un progetto, condiviso con la Sovrintendenza, e ora la
speranza è di ottenere i necessari via libera almeno per la fine del prossimo
anno. Così il più grande department store del gruppo (20mila metri quadrati)
sarà pronto non prima del 2012. "Chi ti finanzia se ci metti sei anni ad
aprire un negozio? – chiede Radice, esasperato dalla lentezza della burocrazia italiana – E pensare che sono in ballo mille
posti di lavoro nel centro di Roma". Il gruppo, nel frattempo, procede nel
lavoro di ristrutturazione della propria rete di 15 punti vendita, (tra due
anni dovrebbe essere pronta anche la nuova sede di Palermo): in Piazza Duomo a
Milano, ieri è stata presentato il nuovo look del secondo piano, firmato da
Dordoni architetti e dedicato all'abbigliamento maschile, con l'ingresso di
numerosi brand del lusso "che mai prima d'ora avevano accettato di entrare
in Italia in un grande magazzino", ha sottolineato Tiziana Cardini, fashion
director della Rinascente. Ma, soprattutto, il gruppo milanese si avvia a
raggiungere finalmente il pareggio di bilancio, previsto per il prossimo anno.
"Nel 2007 – ha detto Radice – abbiamo chiuso con 400 milioni circa di
ricavi, il 50% circa dei quali realizzato nella sede di Milano Piazza Duomo,
che anche quest'anno sta crescendo del 10% per cui dovrebbe raggiungere 205
milioni a fine 2008". Proprio in piazza Duomo (14 milioni di visitatori
all'anno sui 34,4 milioni di tutta Italia) la trasformazione radicale dei
diversi piani dovrebbe concludersi nel 2010. In particolare, ha raccontato ieri
l'amministratore delegato, si è rivelato un grande successo l'ultimo piano,
quello dedicato al gusto, cioè all'alimentare e ai ristoranti: il giro d'affari
oggi supera di quattro volte quello del 2007, 70 dipendenti iniziali sono già
diventati 140 e ogni giorno vengono serviti 900 coperti, che diventano 2.500
nel week end. Non solo. Con l'arrivo dei grandi brand della moda, il business
legato al turismo è quintuplicato: ora rappresenta il 25% del fatturato di
Piazza Duomo, e questo calcolando solo i turisti extraeuropei che chiedono il
rimborso dell'Iva, non gli italiani o gli europei. Ma la presenza dei grandi
marchi (ormai sono decine, solo gli ultimi arrivi per l'uomo comprendono Armani
collezioni, Burberry, Canali, Church's, C.P. Company, Etro, Fay e Polo Ralph
Lauren) ha portato anche un forte aumento delle vendite di abbigliamento
maschile, che hanno raggiunto i 100 milioni di euro circa, "una cifra
importante " sottolinea Radice. Convinto però che la Rinascente, in
prospettiva, debba ridurre la propria dipendenza dall'abbigliamento, che
rappresenta oggi il 70% circa dei ricavi, accanto al 15% della cosmetica, al
10% della casa e al 4-5% del food. L'obiettivo è crescere anche in altri
settori. Quali? Per esempio l'elettronica, la cartoleria, i libri. Poi il
design per la casa:l'anno prossimo cominceranno i lavori nel piano sotterraneo,
che diventerà, assicura Radice, un vero supermarket dei grandi brand del
design. cristina.jucker@ilsole24ore.com VENDITE IN CRESCITA Il fatturato 2007
supera 400 milioni, per metà realizzati nella sede di Milano Stime positive per
il 2008.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI
data: 2008-06-13 - pag: 31 autore: Graduatoria temporale. Il "peso"
della banda larga Le Olimpiadi del mouse di Umberto Rapetto * A ltro che Olimpiadi:
il pentatleta nostrano è quello che si cimenta – armato di mouse – nelle
furibonde competizioni multidisciplinari degli ormai noti "click
day". La disciplina sportiva in questione si differenzia dai giochi della
buonanima di De Coubertin non solo per il ridotto sforzo fisico necessario, ma
soprattutto per l'imperscrutabilità della dinamica con cui vengono stilate le
classifiche. Mentre le regole di qualsivoglia agone sotto l'egida dei cinque
cerchi sono state rigorosamente scolpite a imperitura memoria, i principi di
merito di queste moderne gare si riducono a un tanto semplice quanto
incommensurabile "arrivare prima". è il sistema della
"graduatoria temporale": chi prima arriva, più in alto posiziona-
questa voltala propria prenotazione di "bonus" per gli investimenti
effettuatinelperiodopartitoil1Ú gennaio 2007. Prima, sì, ma prima di chi? E,
soprattutto, prima come? Il traguardo telematico è particolare e si distingue
da quello di una corsa piana o di un circuito ciclistico, dove l'ordine di arrivo
è puntualmente sancito da un inesorabile e ineluttabile photo-finish. Come nei
menu del ristorante, potrebbero esserci più primi. Quali? Fin troppo semplice.
Il primo che stabilisce la connessione, ad esempio. Oppure il primo che
conclude il trasferimento del file. Quale ne sia il criterio, è avvantaggiato
comunque chi ha lo sprint da centometrista che è garantito da un collegamento a
internet privilegiato come nel caso degli abbonati a servizi Adsl: più larga è
la banda, maggiore è la velocità per raggiungere lo sportello virtuale e per
consegnare il proprio modulo elettronico. Chi pensa di avventurarsi confidando
nel buon vecchio modem, magari Isdn, deve disporre di fortuna proporzionale
all'evidente gap tecnologico. Mentre non è facile consigliare l'allenamento
ideale per arrivare "in forma" all'immaginario colpo di pistola che
l'ipotetico starter dell'agenzia delle Entrate farà esplodere alle 10 di oggi,
ci si augura per il futuro un approccio meno cabalistico alla formulazione di
determinate istanze. L'alluvionistica esperienza delle domande per badanti&
co. probabilmente non è stata sufficiente per individuare meccanismi più umani
per affrontare i periodici adempimenti online. La burocrazia è pervasa dalla sindrome
della slot machine, cui solo i più fortunati possono sopravvivere e magari
sperare in un jackpot informatico. E intanto chi non ha internet si domanda se
per la prossima prenotazione potrà contare su uno speciale Gratta e vinci.
* colonnello Gdf - comandante del Gat Nucleo speciale Frodi telematiche PRIMI
AL TRAGUARDO La burocrazia è pervasa dalla sindrome
della slot machine: solo i più fortunati possono sopravvivere.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE
data: 2008-06-13 - pag: 27 autore: INTERVISTA Jean-Philippe Courtois Presidente
di Microsoft International "Sgravi per le zone d'innovazione" La ricetta
del manager per rilanciare le Pmi e i poli industriali europei Enrico Brivio
BRUXELLES. Dal nostro inviato Creare delle "zone speciali di
innovazione" in Europa, in alcuni poli industriali di eccellenza già
esistenti. Liberarli da vincoli legislativi e fiscali, prevedendo sgravi agli
imprenditori che investono in ricerca, semplificando il carico burocratico e
facilitando l'arrivo diricercatori da ogni parte del mondo. Uno status speciale
al quale potrebbero aspirare anche zone del Nord Italia. è una proposta
lanciata da Jean-Philippe Courtois, francese, 46 anni, presidente di Microsoft
International, responsabile delle attività internazionali e unico europeo nel
top management, a Bruxelles per una Giornata dedicata alle Pmi innovative. C'è
chi dice che in Europa l'innovazione è frenata da troppe regole su lavoro,
ambiente e an-titrust, con le quali anche Microsoft ha dovuto fare i conti. Lei
cosa ne pensa? Abbiamo chiesto ai piccoli imprenditori
europei di redigere una lista dei desideri e al primo posto c'è la riduzione
della burocrazia. In
Germania ci sono 91mila leggi, se si contano le norme federali, regionali e
direttive europee. Lei pensa che un piccolo imprenditore possa leggere 91mila
leggi prima di cominciare l'attività. è ridicolo. Dove si deve intervenire
prioritariamente? Prima di tutto si deve poter creare un'azienda in un
giorno. L'Europa sta facendo progressi. Qualche tempo fa ci volevano un anno o
sei mesi, adesso in molti Paesi europei bastano pochi giorni, ma si deve
migliorare. Secondo: un regime fiscale che incoraggi le società innovative a
reinvestire i profitti in ricerca e a espandersi globalmente, con sgravi per 5
anni o 10 anni. Hanno un sistema così India e Cina, l'Europa solo in forma
limitata. Pensa che l'Europa nell'innovazione possa recuperare il terreno perso
sull'Asia? Sì. Prenda Microsoft, 8 anni fa non avevamo praticamente alcuna
attività di ricerca in Europa. Oggi abbiamo 2mila persone impegnate qui nella
ricerca e sviluppo, abbiamo laboratori a Cambridge, in Francia e in Italia dove
c'è un'interessante cooperazione con l'Università di Trento, tra informatica e
scienze biologiche. E poi in Danimarca, in Norvegia e altrove. Quali le ragioni
di questo sviluppo? Perché troviamo eccellenti talenti in Europa. E ancor più
con l'accesso dei Paesi dell'Est.Se rendiamo l'ambiente più adatto a muoversi
velocemente, l'Europa può fare meraviglie. Lei chiede anche al nuovo Governo
italiano di impegnarsi nella semplificazione delle leggi? Certamente, come alla
Francia. Berlusconi e Sarkozy hanno molto lavoro da fare. Ci sono incredibili
imprenditori nel Norditalia e altrove da aiutare. E i fondi pubblici impegnati
in Europa per la ricerca sono sufficienti? L'Europa investe una quantità
considerevole di risorse nella ricerca, ma è un po' complesso accedervi.
Bisognerebbe rendere più semplice e meno costoso, soprattutto per le Pmi,
depositare un unico brevetto a livello comunitario in un'unica lingua. Se ne
parla da tempo, ma si sono fatti pochi progressi. Quali proposte a Bruxelles?
Si dovrebbero creare delle Size, Special innovation zones in Europe. Già ci
sono 2mila poli dell'innovazione,forse sono troppi, ma quanti comparabili con
Silicon Valley o con le aree innovative in India o Cina? Molto pochi. Perché
non prendere alcuni dei poli esistenti e aiutarli a essere "liberi da
leggi". Da lì si devono poter presentare brevetti in tutta Europa, ci
devono essere sgravi fiscali per 10 anni per chi investe in ricerca e la
possibilità di assumere talenti da tutto il mondo. Queste zone non rischierebbero
di creare squilibri nel mercato unico europeo? No, se si fanno queste aree per
aiutare le nuove piccole aziende, non Microsoft. L'Europa investe miliardi nei
fondi strutturali, perché non destinare il 5% a poche aree e fare vere scelte
destinandoli a zone da facilitare. E zone del Norditalia potrebbero candidarsi?
Forse, perché no. In fondo si tratta di fare quello che hanno fatto India e
Cina. Le zone speciali in India, con sgravi fiscali, incentivi e sostegni alle
università, sono i motori che hanno portato il Paese a esportare 41 miliardi
dollari di servizi software nel mondo. enrico.brivio@skynet.be "Al primo
posto nei desideri dei cittadini c'è la riduzione delle leggi, sono
troppe" Jean-Philippe Courtois. è l'unico europeo nel board di Microsoft.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA -
sezione: OPINIONI - data: 2008-06-13 num: - pag: 16 categoria: REDAZIONALE
L'appello Una proposta per uscire dall'emergenza L'infantilismo sta uccidendo
Napoli, ma una nuova élite può salvarla di DOMENICO DE MASI SEGUE DALLA PRIMA
Pino Daniele o Roberto De Simone non sono meno creativi di Caetano Veloso o di
Chico Buarque, ma il nostro mondo culturale non fa sistema, non riesce a
compattare in un unico, vincente movimento meridionalista ciò che i brasiliani
sono riusciti a compattare in un unico, vincente movimento tropicalista. La
Campania non riesce a produrre ciò che saprebbe vendere e non riesce a vendere
ciò che saprebbe produrre. I media locali ignorano le idee valide elaborate
dalle nostre università, dai nostri artisti, dai nostri intellettuali. Mentre
altri hanno inventato polimeri e microprocessori, noi abbiamo continuato a
gingillarci con le infinite varianti della pizza e del caffè. Abbiamo
smantellato acciaierie, porti e raffinerie impiegando più tempo di quanto era
stato necessario per costruirle e senza sapere con che cosa sostituirle. Nella
nostra regione centinaia di migliaia di studenti, di professori e di
professionisti, convivono disinvoltamente con le masse semianalfabete. Una
folla sconfinata di intellettuali - l'eterna, piccola borghesia intellettuale
di cui parlava Salvemini già nel 1911 - continua a tirarsi furbescamente fuori
dalla storia, delegando la rivoluzione e il cambiamento a chi le sta sopra o a
chi le sta sotto: al ceto politico, carnefice e vittima dell'attuale collasso;
o a ciò che essi intellettuali chiamano "plebe", e che non hanno mai
contribuito a trasformare in proletariato. Siamo giunti così al paradossale
prodigio per cui un ragazzo solo e inerme come Roberto Saviano è riuscito a
cartografare la camorra come non hanno saputo fare le migliaia di sociologi
della nostra università. Mentre il nostro sistema economico, improntato
all'improvvisazione, inclina verso il fallimento, il nostro sistema psichico,
sottomesso all'emotività, inclina verso l'infantilismo. Questo infantilismo
protratto si manifesta attraverso la continua ricerca di un capro espiatorio,
attraverso il paternalismo e il clientelismo, attraverso una testarda
resistenza ai cambiamenti. Inchiodati, dopo l'Unificazione, all'economia
pre-industriale, siamo approdati recentemente alla società postindu-striale,
senza passare attraverso un'esperienza industriale fatta di severa disciplina,
di rigida razionalità, di culto dell'efficienza, di rispetto della gerarchia e
delle competenze. La mancanza di un'esperienza industriale è causa ed effetto
della nostra incapacità organizzativa. In teoria scegliamo méte eccellenti e
strategie originali; in pratica non riusciamo a organizzare le nostre risorse
per trasformare i desideri in progetti e i progetti in opere concrete. Così
Napoli e la Campania sono diventate un grande repertorio, una summa e un
estuario di tutte le patologie postindustriali: la sovrappopolazione, il
consumismo insostenibile, il disastro ambientale, l'impotenza di fronte alla
complessità, la resa di fronte alla criminalità. Siamo intelligenze lucide e
colte: dunque pienamente consapevoli di questo fallimento totale, che ci getta
in uno stato di insopportabile prostrazione, in una sensazione di crisi
irreversibile. Il senso di crisi, a sua volta, ha un effetto paralizzante che
ci impedisce di progettare il nostro futuro se non in termini velleitari. E
quando una società non riesce a progettare il proprio futuro, qualche altro,
dall'esterno, gli impone un futuro estraneo ed ostile. In questa débcle, le
colpe delle classi dirigenti - politiche, economiche, sociali, culturali -
restano imperdonabili. Trascinate da un furore autodistruttivo, esse non hanno
sbagliato un colpo: dovunque c'era da gestire aliquote di potere, le hanno
affidate, a seconda dell'opportunità contingente, a persone intelligenti ma
ladre o a persone oneste ma stupide. Ne è scaturita una ininterrotta sequenza
di sindaci, assessori, dirigenti, giornalisti, insegnanti capaci di alternare e
persino di sommare la disonestà con la stupidità. Le strade invase
dall'immondizia sono la rappresentazione plastica di questo capolavoro
disorganizzato dove l'inestricabile circolarità delle colpe impedisce di
trovare il bandolo della matassa. A modo suo, in Campania l'unica
organizzazione professionale e meritocratica - dunque efficiente - resta la
camorra. Fuori dal mondo criminale, soprattutto per il
disfattismo di una burocrazia lenta e capziosa, è molto più facile impedire che realizzare,
sicché qualsiasi impresa richiede sforzi così sovrumani da indurre alla resa.
L'organizzazione di un cantiere, di una scuola, di un evento, in Campania
richiede una fatica dieci volte maggiore che nel Nord. Perciò dieci
volte maggiori sono le probabilità di rinunzia o di fallimento. Abdicando per
decenni a qualsiasi funzione pedagogica delle masse, costringendo i migliori ad
abbandonare il campo, la classe dirigente, la scuola, i media hanno operato una
selezione darwiniana alla rovescia, decretando la progressiva estinzione della
specie evoluta e il proliferare insensato della mediocrità. Il nostro
sistema-regione, con il suo pullulare di province, enti, comunità montane,
parchi, sovrintendenze, conferenze dei servizi e patti territoriali, spreca
risorse ingenti, drenate in tutto il Paese: fondi stivati in banca per mancanza
di progettualità, immobili inghiottiti dall'incuria, poteri paralizzati dal
gioco contrapposto delle camarille locali. Un immenso pantano di burocrati e di
pigmei insonni, buoni a nulla ma capaci di tutto, sono perennemente mobilitati nel
tentativo di bloccare pratiche, ostacolare carriere, impedire spese,
dilazionare finanziamenti, rinviare provvedimenti. Il risultato è che la
Campania ha un reddito pari alla metà di quello piemontese o lombardo. I
risultati delle ultime elezioni politiche hanno indicato una profonda
stanchezza nei confronti di questo vecchio mondo politichese. Ciò potrebbe
finalmente spazzare via le decrepite cosche partitiche ma, senza un presidio
efficace, potrebbe anche preparare l'avvento di nuovi, più famelici caporioni.
Occorre perciò mobilitare una ad una quelle personalità che, pur nel collasso
totale, hanno continuato a dare prova di intelligenza e di onestà
intellettuale, affinché si trasformino in altrettante sentinelle del corretto
mutamento. La scuola, ad esempio, deve imporre ai giovani una formazione
severissima, aperta alla postmodernità internazionale. Questo tira in ballo i
provveditori, i rettori, i presidi, gli insegnanti: vestali spesso incolpevoli
di quel malato terminale che è il nostro sistema formativo, ormai incapace di
trasmettere valori, cultura e professionalità. Per trasformare il sottobosco
scolastico in agenzia efficiente di acculturazione occorre rivoluzionarlo dalle
fondamenta. Il ministro della Pubblica istruzione trova in Campania il suo
banco di prova più difficile, ma trova pure intellettuali come Giuseppe
Galasso, Cesare de Seta, Paolo Macry, Massimo Galluppi, Francesco Barbagallo -
per citarne solo alcuni - che possono indicare con piena cognizione di causa le
strategie più efficaci. Accanto alla scuola, in funzione delle stesse linee di
sviluppo, andrebbero mobilitati i professionisti migliori, gli artisti, le
agenzie di socializzazione, i grandi soggetti culturali. Si pensi al San Carlo
se, abbandonate le sue sterili megalomanie gattopardesche, diventasse grande
incubatore della cultura musicale. Si pensi all'azione rigeneratrice che
potrebbe essere svolta da vecchi e nuovi intellettuali di razza come Francesco
Rosi, Lina Wertmuller, Lia Rumma, Mirella Barracco, Mario Martone, Toni Servillo,
Mimmo Jodice, Achille Bonito Oliva, Mimmo Paladino, Matteo Garrone, Roberto
Saviano, Paolo Sorrentino. I media locali, indispensabili per accreditare
questa rivoluzione, dovrebbero riscattarsi dalla loro provincialità. Questo
chiama in causa editori, direttori e giornalisti. Nella gestione della cosa
pubblica la rissosità, l'infantilismo, l'incompetenza, l'individualismo
dovrebbero cedere il passo alla professionalità e alla sinergia. Si pensi ai
danni provocati dal perdurante conflitto tra due politici intelligenti come
Antonio Bassolino e Vincenzo De Luca, e alle crepe che, dal loro vertice, si
sono diffuse giù giù, fino ai valvassori e ai valvassini. E si pensi alla forza
trainante che essi potrebbero esercitare se il loro dissidio si trasformasse in
unità d'azione. A livello imprenditoriale, si pensi a quanto potrebbero fare la
Confindustria della Mercegaglia e i giovani industriali della Coppola. In
questo frangente, tutto dipende dagli uomini che piloteranno la ripresa. Ciò
esige una scelta severissima, basata non più sull'appartenenza ma finalmente
sulla competenza, per creare una nuova élite, capace di riscuotere la fiducia
dei cittadini e di motivarne l'impegno civile. Oggi Napoli si offre alla
sorpresa del mondo intero come un aggregato disarmonico, una spirale avvitata
su se stessa, un corpo sociale sopraffatto dalle cellule cancerogene della
criminalità e della disorganizzazione. Ma se la sua crisi eclatante rappresenta
un monito per tutte le altre città del mondo, perché non dovrebbe essere un
monito anche per se stessa? Perché non dovrebbe accelerare la nascita di
un'élite capace di imprimere alla regione un colpo d'ala, nuovamente
consapevole che "il servaggio è male volontario di popolo - ed è colpa de'
servi più che de' padroni"? Dopo questa vicenda dei rifiuti, niente sarà
più come prima. Per lo meno avremo imparato che, se non si è vigili, si può
sempre ricadere nel mortificante vicolo cieco in cui oggi siamo imbottigliati.
Per lo meno avremo fatto nostro il monito di Albert Camus: "che il bacillo
della peste non muore né scompare mai... e che forse potrebbe venire giorno in
cui, sventura e insegnamento agli uomini, la peste sveglierà nuovamente i suoi
sorci per mandarli a morire in una città felice ".
( da "Messaggero Veneto,
Il"
del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Dalla categoria pressante
appello a ridurre tasse e burocrazia Il Cavaliere rassicura Confartigianato: lasciateci lavorare,
cambieremo l'Italia L'ASSEMBLEA ROMA. Con la semplificazione e le riforme un
nuovo miracolo economico è possibile, ma servono coraggio e orgoglio delle
decisioni da parte del governo. Questo il messaggio
dell'assemblea di Confartigianato, lanciato ieri a Roma dal suo presidente,
Giorgio Guerrini, che chiede al governo di "allentare la pressione
fiscale, che oggi è al 43,3% del Pil ed è divenuta insostenibile", e di
"eliminare la burocrazia superflua, che pesa per
ben 11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole e micro imprese italiane".
Le "Mpi", così le ha ribattezzate Guerrini, "rappresentano circa
il 98% del sistema imprenditoriale italiano". Il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, le ha definite "una risorsa essenziale del nostro
sistema produttivo". Concetto che è riecheggiato nell'intervento del
presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Le "mpi" sono però
"una risorsa schiacciata da tasse e burocrazia,
ma anche - ha sottolineato Guerrini - dai costi dell'energia, superiori del 38%
rispetto alla media europea, e da quelli della giustizia, che pesano per 2,3
miliardi di euro l'anno". In materia fiscale i piccoli imprenditori dicono
sì al federalismo, "che può contribuire a migliorare l'efficienza della
spesa". Le risposte del ministro del Welfare Maurizio Sacconi (foto) e del
presidente Berlusconi non si sono fatte attendere. Il Cavaliere ha parlato di
"totale sintonia" del governo con la relazione di Guerrini,
sottolineando che l'esecutivo "vuole lavorare per cambiare l'Italia".
E ha aggiunto: "Lasciateci lavorare".
( da "Sole 24 Ore, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: ITALIA DELLE IMPRESE
data: 2008-06-13 - pag: 20 autore: Meno fisco per ripartire Sì alla
flessibilità, ma il merito conta di più della moderazione salariale U n forte rilancio
del ruolo delle imprese come volàno dello sviluppo economico e sociale e una
politica incisiva di alleggerimento fiscale, gradita ancor di più
dall'imprenditoria giovane. Queste sono in sintesi le priorità individuate
dagli imprenditori per il nuovo Governo. La politica fiscale prevale come
strumento per fronteggiare le sfide su competitività e politiche del lavoro, il
rilancio dei consumi deve passare, oltre che per la riduzione delle aliquote
Irpef (29,5%), soprattutto per un collegamento tra produttività e aumento dei
salari (38,2%). La competitività delle imprese italiane si favorisce con la
leva fiscale. Sono d'accordo due imprenditori su cinque nel diminuire la
pressione fiscale per ridare competitività alle imprese. A questa soluzione
segue, per numero di citazioni, la necessità di snellire la
burocrazia ( 21,3%).
Particolarmente interessante e confortante è il dato relativo alle imprese –
11,8% – che ritengono la riduzione del costo del lavoro un argomento valido per
il rilancio competitivo delle aziende: 9 imprenditori su 10 non credono che il
costo del lavoro sia il campo su cui si giocherà la sfida competitiva
aziendale. Si rafforza perciò, con le opinioni espresse, un'idea
positiva di flessibilità del lavoro, volta a puntare più sulla produttività e
sul merito dei lavoratori piuttosto che sul contenimento dei salari. La più
recente azione del Governo riguardante la detassazione degli straordinari non è
letta come un aiuto alla competitività delle imprese ( 10,2%). Questa misura
viene considerata piuttosto, come illustrato dalla domanda successiva, un
intervento utile per i lavoratori dipendenti. Sono proprio gli sgravi fiscali
peri lavoratori dipendenti (43,8%) e la detassazione degli straordinari (35,2%)
a concentrare le risposte di 4 imprenditori su 5 in tema di sostegno dei
lavoratori. Emerge nettamente che per incidere sui salari, così come per la
compe-titività, la mossa vincente e obbligata è la riduzione della pressione
fiscale. Ottengono una scarsa considerazione invece sia le riforme degli
ammortizzatori sociali (4,9%) sia il compenso minimo legale (4,3%). Se per la
competitività e il sostegno dei lavoratori dipendenti le azioni più incisive
devono passare attraverso il fisco, per favorire la crescita dei consumi
occorre un mix di politiche dei redditi e di riduzione delle imposte. Il 38,2%
del campione ritiene prioritario legare gli stipendi alla produttività dei
lavoratori per creare un ciclo virtuoso di ripresa dei consumi. A tale quota si
somma la riduzione delle aliquote Irpef per il 29,5% e la possibilità di
scaricare affitto e altre spese dalla dichiarazione dei redditi (19,8%). Anche
per questa domanda è interessante analizzare le risposte che ricevono un minor
numero di citazioni, ovvero l'aumento delle pensioni minime (7,7%) e
l'eliminazione dell'Ici (4,8%); entrambi temi presenti nella campagna
elettorale dell'attuale Governo che evidentemente non fanno presa sugli
imprenditori. Approfondendo l'analisi sulle priorità del Governo segnalate
dall'indagine, emerge una sostanziale omogeneità tra i rispondenti nelle
indicazioni fornite. Gli imprenditori paiono essere sostanzialmente concordi,
presentando al loro interno alcune differenze solamente per temi specifici. Ad
esempio, sono le donnee gli imprenditori con meno di 50 anni a sostenere con
più forza una politica di diminuzione della pressione fiscale per le imprese
(rispettivamente 49,1% e 47,0%). Un segnale chiaro che viene dall'imprenditoria
giovanile, vista la più alta presenza al suo interno di imprenditrici, che
necessita di un'azione di sostegno con l'alleggerimento del peso del prelievo.
Passando alle priorità per i salari, gli imprenditori del Nord-Ovest dimostrano
con maggiore convinzione l'appoggio alla detassazione degli straordinari
(45,6%), mentre nel Nord-Est e nel Sud del Paese la maggioranza di risposte
indica gli sgravi fiscali come risposta credibile (rispettivamente 49,0% e
50,9%). Un'ulteriore indicazione interessante è data dalla sostanziale
omogeneità del campione nelle risposte riferite al rilancio dei consumi
interni. Gli imprenditori, anche di diversa collocazione politica, si
dichiarano concordi nelle risposte. Segnale che indica come il tema dei consumi
sia trasversale alle differenti idee politiche, può perciò ottenere un consenso
allargato tra i diversi segmenti dell'imprenditoria italiana. Fabio Marzella.
( da "Corriere della
Sera" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione:
Lettere al Corriere - data: 2008-06-13 num: - pag: 49 categoria: BREVI RICHARD
PIPES La cultura russa Caro Romano, il politologo americano Richard Pipes ha
affermato che i russi sono europei per razza, ma non per cultura. Lei come
giudica questa affermazione? La condivide? Stefano Vizioli ste_viz@yahoo.it
Richard Pipes è un grande storico della rivoluzione russa e della Russia
precomunista. Ma è d'origine polacca e, a quanto si dice, autore dello slogan
"impero del Male" di cui Ronald Reagan si servì per definire l'Unione
Sovietica durante la sua prima campagna elettorale per la Casa Bianca. No, non
condivido. SUL NAZISMO Il dibattito storico Caro Romano, sul Corriere del 10
giugno sono riportate le dichiarazioni di alcuni esponenti della Comunità
ebraica sull'opportunità di ripubblicare "Mein Kampf", il farraginoso
testo che Adolf Hitler pubblicò nel 1925. In un'intervista lei dichiarò di
essere favorevole alla sua pubblicazione, invitando a non farsi intrappolare da
tentazioni censorie e considerando "fragile e superficiale una condanna
del nazismo che prescindesse dalla conoscenza diretta dei testi nazisti".
Ora, a distanza di tanti anni, lei è rimasto della stessa opinione oppure
ritiene che l'operazione editoriale possa favorire la diffusione
dell'antisemitismo? Nunzio Dell'Erba, Torino Parecchi anni fa proposi alla
Bompiani (la casa editrice presso la quale "Mein Kampf " apparve
prima della guerra in una versione abbreviata) di farne una nuova edizione con
introduzione e note. Continuo a pensare che non può esservi dibattito storico
sul nazismo senza la conoscenza delle sue "sacre scritture ". REATI E
PENE Questione di tempi A proposito di intercettazioni telefoniche, ho sentito
un ministro dichiarare che saranno permesse solo quelle per i reati che
prevedono una pena superiore ai 10 anni. Sono confuso: si sa prima di
cominciare a indagare a quale pena saranno condannati gli indagati? Ennio
Zucchellini Zhennio@tin.it COSTI DELLA BUROCRAZIA Le nuove
province Il nuovo governo a parole vuole tagliare i costi della burocrazia, però le nuove province
dimostrano il contrario. Se i cittadini desiderano avere la loro provincia,
nulla in contrario, ma se la paghino con un'addizionale Irpef e tutti gli altri
saranno contenti. V. Bossi v.bossi@virgilio.it NELLA NOSTRA SANITà Una
storia di degrado La clinica Santa Rita è l'espressione massima, al momento,
del degrado e dello spreco in cui versa la sanità italiana. La cosa
preoccupante è che sia successo nella ricca e dinamica Lombardia. Non oso
immaginare che cosa possa accadere nelle regioni del sud, con l'ulteriore
carico della criminalità organizzata. Luigi D'Alessandro Campagna (Sa) PREZZO
UGUALE Peso ridotto Molti prodotti hanno ridotto il peso del pezzo singolo (ad
esempio, le saponette da 125 grammi a 100) ma il prezzo è rimasto uguale.
L'inflazione come tiene conto di questo, di fatto, aumento di prezzo? Carlo
Corsi, Milano FAMIGLIA Significato della tutela Lavoro domenicale inglobato
nell'orario di servizio, straordinari pagati solo dopo la 60 ora, pause
"contrattuali" di settimane, tempi e luoghi "flessibili"
per non dire casuali e allora che significa dare valore e tutelare la famiglia?
Forse poter detrarre dalle tasse le spese del proprio canarino? Intanto il
rapporto annuale Censis "Società italiana al 2007" indica che il 42%
degli italiani sotto i 35 anni si trova all'estero: da quel che ne so io
(certo, non sono il Censis) a parte una vaga nostalgia ci sta benone! Anna
Donazzan anna.dnz@libero.it ALITALIA Il prestito e l'indagine La Commissione
europea, dopo aver formalmente aperto un'inchiesta per il prestito di trecento
milioni di euro concesso dallo Stato all'Alitalia, ha pure autorizzato la
compagnia aerea italiana a utilizzare liberamente la cospicua somma, durante il
corso dell'indagine. Ma se poi, alla fine dell'investigazione, Bruxelles
considererà il "prestito " un aiuto di Stato non compatibile con le
norme europee e obbligherà l'Alitalia alla restituzione del finanziamento, la
compagnia aerea italiana come farà a rimborsare i soldi se nel frattempo li
avrà già spesi tutti? Ho il presentimento che toccherà sempre ai contribuenti
italiani pagare anche la multa (e forse pure i danni alle altre compagnie
aeree) che verrà comminata al nostro Paese, dall'Unione europea! Giovanni
Papandrea Ardore Marina (Rc) NAPOLI / 1 Volontari per i rifiuti Che cosa
dovrebbero fare i volontari a Napoli per i rifiuti? Mancano i siti per la
raccolta o le braccia per spostarla? Finora è stato detto che di braccia ce ne
sono fin troppe! Mario Algranati marioalgranati@tele.it NAPOLI / 2
L'assistenzialismo Dopo le montagne di denaro che lo Stato ha destinato alla
Campania, dopo i blocchi alle discariche, ora si ravvisa la necessità di
mandare dei volontari a raccattare la spazzatura. Non si tratta di una calamità
tipo terremoto o alluvione. Credevo che l'assistenzialismo avesse dei limiti,
ma qui si sfocia nel ridicolo! Leonardo Cecca Rivalta di Gazzola (Pc).
( da "Corriere di
Bologna" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione:
CRONACA - data: 2008-06-13 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Lungo il fiume due
anime e una crescita edilizia violenta Barca e Santa Viola: storie diverse,
stessi palazzoni che rubano verde Nel quartiere dei nonni civici e delle
polisportive pochi i servizi per i bimbi Mobilità congestionata sulle grandi
arterie e un'immigrazione straniera difficile da gestire C'è chi chiede di
sfruttare meglio il nuovo Lungoreno Due anime sono meglio di una. Perché
significa che poi ci sono anche due cuori, due menti, due storie. In mezzo, la
via Emilia. A unire o dividere, dipende dai punti di vista, ma pur sempre spina
dorsale di un territorio che una volta erano due. Di qui, Santa Viola che alla
fine dell'800 era terra di vacanze delle famiglie ricche e che a metà del '900
si era già trasformata nell'avamposto dell'industrializzazione bolognese con la
GD, la Calzoni, la Sabiem, la Panigal. Di là, la Barca, nata a metà degli anni
'70 con la migrazione degli operai dal Sud, identificata da sempre
dall'edilizia popolare, dal "treno " dell'architetto Vaccaro. Un po'
quello che per il Pilastro è il "virgolone". Stesse critiche per la
struttura, stessa brutta fama per l'umanità che vi gravitava. A un certo punto
le due anime sono state forzatamente strette dentro il quartiere Reno. Ma
siccome l'anima ha memoria e non accetta classificazioni, le polisportive
(Barca e Pontelungo) sono rimaste due, come due sono i centri sociali anziani,
due i mercati. "Santa Viola e la Barca hanno due storie molto diverse -
spiega Mariangela Neri, presidente del centro anziani Santa Viola - e molto
diversi sono anche i due centri sociali: da noi si fa più cultura, pubblichiamo
molti libri per tramandare la storia dei nostri posti ai giovani". Alla
Barca nel '77, quando in via Zamboni gli studenti stavano facendo la
rivoluzione, si pose la prima pietra dell'altro centro sociale anziani del
Reno, il primo esperimento italiano, ci tiene a sottolineare il suo presidente
Luciano Galletti, 78 anni. Qui gravitano in 1.600, si fa meno cultura, sono più
pratici i figli degli operai. Si gioca a carte, si cucinano le crescentine, si fanno
corsi di ballo, di canto, di tutto quello che serve per restare attaccati alla
giovinezza. Due super-paesi, la Barca e Santa Viola. Uniti, soprattutto negli
ultimi anni, da una crescita edilizia avvertita dagli abitanti come
sproporzionata rispetto alle reali esigenze della popolazione. Un progresso di
cemento che si è mangiato spazi e verde. "Speravamo che nelle aree
industriali dismesse di Santa Viola - spiega Gianfranco Paganelli - si desse
spazio ai parchi e che venissero almeno conservati alcuni pezzi che
ricordassero il passato del nostro quartiere". E invece da un giorno
all'altro la ciminiera dell'ex Panigal, che tutti volevano conservare come
totem di una storia gloriosa di fumo e produttività, un giorno è stata buttata
giù. "E lì hanno costruito in un attimo un palazzo che non doveva
esserci", aggiunge Paganelli. Lì, come altrove. Anche alla Barca ormai
hanno cementificato tutto. E la cosa non va giù ai residenti per diversi
motivi. "Continuano a costruire senza un'analisi dettagliata di quante abitazioni
servono ", osserva Maria Teresa Martini. Mentre Alberto Bertani entra nel
dettaglio: "Nella zona di piazza Capitini si viveva bene, fino a che non
hanno costruito le case dell'Acer e non le hanno riempite di stranieri che
hanno abitudini diverse". Una saturazione, quella del Reno, prevista dal
vecchio piano regolatore, ma che è arrivata quando ormai tutti si erano
dimenticati cosa doveva succedere. Perché la burocrazia fa diventare passato anche il
futuro e capita che certe cose finiscano nel dimenticatoio. Intanto il boom
edilizio si è portato (e si porterà) dietro altri due problemi: la mancanza di
servizi proporzionati alla crescita e un congestionamento del traffico di cui
questa zona, già attraversata dalle grandi arterie, non aveva bisogno. "Non
ci sono strutture adatte per i bambini - spiega Roberto Borgatti, 64 anni,
factotum di piazza Capitini -: gli anziani hanno i centri sociali e ai giovani
continuano a togliere verde". Ma anche i vecchi, che comunque pure al Reno
restano il motore unico della cittadinanza attiva (e iper attiva), lamentano
che alla fine a loro ci pensano i coetanei. "Abbiamo carenza di ambulatori
- spiega Giuseppe Costa, 81 anni - e allora al centro sociale Barca abbiamo
comprato un furgone per il trasporto delle persone in carrozzina, perché a
volte dobbiamo andare fino a Borgo Panigale per avere una prestazione medica
". Insomma, quando la rivoluzione edilizia è arrivata, i servizi erano già
in ritardo. E adesso è partita la rincorsa. A Santa Viola stanno costruendo nuove
scuole, per esempio. Ma il problema della mobi-lità, che verrà aggravato dal
maggior afflusso, resta un'incognita che spaventa. E spaventa anche il
presidente del Quartiere, Vincenzo Naldi: "Il traffico è la nostra più
grande criticità: la via Emilia soffre una congestione storica e via della
Barca ha tanti problemi, per non parlare degli stradoni e della velocità delle
auto che li attraversano". La dimostrazione proprio sotto ai nostri occhi
ieri mattina: mentre il camper del Corriere era in piazza Capitini, alla nuova
rotonda in fondo a via della Barca un'anziana Cosa non va I residenti sono
contro la.
( da "Messaggero, Il
(Umbria)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di WALTER PATALOCCO Sembra ci sia, in giro
per Terni, un bacillo che innesca una specie di "sindrome Ciaurro".
Manca un anno alle elezioni amministrative con cui si eleggerà un n uovo
consiglio comunale e, soprattutto,un nuovo sindaco, visto che Paolo Raffaelli
concluderà il secondo mandato. E oltre ai candidati sussurrati e in lotta tra
loro dentro il Pd (da Leopoldo Di Girolamo a Gianluca Rossi; da Eros Brega ad
Alberto Pileri e poi chissà) c'è già un nome sicuro: è quello di Leo Venturi
che sarà il candidato sindaco sostenuto da una lista civica. "Terni
Oltre", si chiama e già qualche settimana fa si è presentata come
associazione. Ieri mattina, "Terni Oltre" ha tenuto una conferenza
stampa nella propria sede, che è stata appena aperta ed ancora in allestimento
(in via Goldoni 9, terzo piano), e che verrà inaugurata ufficialmente il 21
giugno. "Terni Oltre" ha tenuto una riunione "plenaria" la
scorsa settimana a palzzo Gazzoli ed ha contato, in quella sede, 250 iscritti.
Ora avvierà una campagna di proselitismo "verso quei cittadini che come
noi abbiano voglia di guardare oltre la realtà sonnolenta e routinaria di
questi ultimi anni spiega Leo Venturi Vogliamo andare oltre un modo di
concepire il rapporto fra istituzioni e cittadini, oggi
fatto solo di pesante burocrazia; vogliamo andare avanti rispetto ad una realtà che non coglie
più le necessità e i desideri della gente, che frustra le aspirazioni dei giovani,
che chiede alle donne di accontentarsi di ruoli subalterni". Ci sarà un
gazebo, da giovedì a sabato della prossima settimana, a corso Tacito, proprio
per raccogliere adesioni, "poi questo gazebo si sposterà in altri
luoghi cittadini", dice Venturi. "Terni Oltre", per ora
associazione culturale, lo dice apertamente che lo scopo è quello di presentare
una lista civica alle prossime amministrative. Ma sembra che non sia la sola
"civica" in costruzione. A fine giugno, nell'opera di proselitismo
tanto per dirne una troverà dei concorrenti. Sono quelli di "Terni
c'è", per ora solo un "gruppo promotore" che proprio alla fine
del mese darà avvio ad una fase costituente "chiamando in causa si legge
in una nota tutti i soggetti che vogliono contribuire ad un "nuovo
progetto per Terni". Quali le linee guida? "Oggi la realtà ternana si
presenta indebolita e priva di slancio. L'esigenza è di aprire ancor più i
nostri occhi e vedere altresì le risorse e i "talenti" che abbiamo
per costruire il futuro comune di questa nostra città perché sia migliore per
tutti a partire dai più deboli e svantaggiati". Sembra, pari pari, uno dei
concetti usati dal vescovo nell'annunciare il convegno che si terrà (domani e
dopodomani), organizzato dal consiglio pastorale diocesano ma pure dalla Curia
proprio per parlare e confrontarsi sul futuro della città. E due, quindi, le
liste civiche. Non basta, però: Massimo Valigi, che fu consigliere comunale
negli anni '90 nelle fila di Alleanza per Terni (la lista di Ciaurro) annuncia
a propria volta che oggi alle 18 presenterà (all'Hotel Garden) il movimento
civico di cui - si suppone - è leader e ne annuncerà anche il nome ed il logo;
il simbolo elettorale, cioè. E a fare da contorno va registrata una certa
attività epistolare (via internet) di un comitato "Amici di Antonio
Baldassarre", che qualcuno ricorderà come presidente della Corte
costituzionale e poi della Rai. Baldassarre, folignate, abita a Terni. I suoi
esordi pubblici risalgono agli anni Ottanta, nelle file di coloro che si
opponevano al cementificio di Acquasparta. Ora c'è chi lo indica come possibile
candidato a sindaco nel 2009, sedici anni dopo Ciaurro, che le elezioni le
vinse nel 1993, quando la situazione politico-amministrativa ternana
attraversava una fase del tutto particolare. Ci sarà, nel 2009, chi come
"Il professore" sapràpescare il jolly?.
( da "Libertà" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Gli agricoltori: "La vita è diventata
impossibile". Ieri sera assemblea SALSOMAGGIORE - I residenti piacentini e
parmensi della zona protetta del parco fluviale dello Stirone insorgono. Ieri
sera a Salsomaggiore, al palazzo dei congressi, si è svolta un'assemblea voluta
dai residenti del parco, per protestare contro la "burocrazia e la repressione" che da un paio d'anni, dicono, si
registra all'interno dell'area, dove sono insediate abitazioni, attività
agricole, d'allevamento, agrituristiche. "E dove la vita - denunciano ora
i residenti - è diventata impossibile, tra permessi, burocrazia, multe salate che arrivano senza nemmeno preavviso":
così tuonano gli agricoltori dell'area, di cui la metà del territorio è
piacentino, tra Alseno e Vigoleno. A chiedere l'assemblea, sono stati proprio
gli abitanti del parco, che hanno presentato un documento di protesta alla
direzione del parco fluviale seguito da oltre cento firme (contando solo
titolari di azienda o capofamiglia). Tra i tanti problemi, quello delle multe.
Qualche esempio? E' stata emessa contro un piacentino una multa da 4mila euro
per la manutenzione di un canale che sarebbe stata fatta in modo non conforme:
il residente aveva rimosso alcune piante secche cadute, le guardie del parco lo
hanno multato perché la pianta serviva agli uccelli per nidificare, lui si è
rivolto al tribunale. Un'altra sanzione da oltre 2mila euro è arrivata ad un
abitante che aveva costruito un cancello anch'esso giudicato non conforme con
l'ambiente circostante. Persino un'amministrazione comunale piacentina è stata
multata per un movimento terra. La preoccupazione cresce: "Il rapporto che
una volta era di collaborazione tra agricoltori e allevatori ed ente parco - si
legge nel documento - è diventato ora molto teso, per la volontà di applicare i
regolamenti in modo quasi repressivo, senza voler capire le ragioni degli
allevatori". "Le multe arrivano senza preavviso, quando in passato -
riferisce un allevatore - le guardie prima di sanzionarci, spiegavano la via
giusta da seguire". Anche l'apparato burocratico sembra ingigantirsi: il
documento denuncia "un'eccessiva burocrazia
nell'ottenere permessi e autorizzazioni di tutti i generi". I regolamenti
pongono poi molti vincoli, come "il blocco di qualsiasi attività sportiva
o ricreativa anche spontanea all'interno del parco". Tra i problemi
particolarmente sentiti dagli agricoltori, la sovrappopolazione di cinghiali e
corvi, nutrie e altri nocivi, che rovinano il raccolto, che potrebbero essere
affrontati con i piani di contenimento ad opera dei cacciatori. Ma anche su
questo aspetto, viene detto, la direzione del parco non sembra essere
collaborativa. Alla riunione di ieri anche esponenti politici e gli
amministratori comunali dell'area protetta. Donata Meneghelli 13/06/2008.
( da "Gazzetta di Parma
(abbonati)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ECONOMIA 13-06-2008 CONFARTIGIANATO
ALL'ASSEMBLEA I "NODI" DELLE MICROIMPRESE Meno tasse per sopravvivere
ROMA II Con la semplificazione e le riforme un nuovo miracolo economico è
possibile, ma servono coraggio e orgoglio delle decisioni da parte del governo.
Questo il messaggio dell'assemblea di Confartigianato, lanciato ieri a Roma dal
suo presidente, Giorgio Guerrini, che chiede al governo di "allentare la
pressione fiscale, che attualmente è al 43,3% del Pil ed è divenuta
insostenibile ", e di "eliminare la burocrazia superflua, che pesa per ben
11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole e micro imprese italiane". Le
"mpi", così le ha ribattezzate Guerrini, "rappresentano circa il
98% del sistema imprenditoriale italiano". Concetto ripreso dal presidente
del consiglio Silvio Berlusconi. Le "mpi" sono però "una
risorsa schiacciata da tasse e burocrazia, ma anche ha
sottolineato Guerrini dai costi dell'energia, superiori del 38% rispetto alla
media europea, e da quelli della giustizia, che pesano per 2,3 miliardi di euro
l'anno". In materia fiscale i piccoli imprenditori dicono sì al
federalismo, "che può contribuire a migliorare l'efficienza della spesa
". Il presidente di Confartigianato ha chiesto però "l'avvicinamento
del momento del pagamento delle imposte all'effettiva disponibilità finanziaria"
e "l'introduzione della tassazione per cassa in favore delle imprese con
volumi d'affari ridotti, che maggiormente risentono del peso del ricorso al
credito". Guerrini, ha cominciato la relazione ricordando i sei operai
morti tragicamente in Sicilia: Anche nella lotta contro gli incidenti sul
lavoro - ha detto - servono semplificazione e prevenzione".
( da "Centro, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chiodi annuncia un atto di forza:
"Adesso basta con questa burocrazia" Piazza
Dante, da lunedì si riparte TERAMO. "Lunedì riprenderanno gli scavi in
piazza Dante, la sovrintendenza faccia quello che vuole". E' un atto di
forza quello annunciato ieri, in consiglio comunale, dal sindaco Gianni Chiodi.
Dopo le accuse pesantissime rivolte nei giorni scorsi alla burocrazia
che sta bloccando le grandi opere, il primo cittadino ha deciso di passare
all'azione. Il cantiere del parcheggio sotterraneo di piazza Dante è fermo da
oltre un mese, per le verifiche su alcuni reperti emersi durante gli scavi. Le
verifiche hanno accertato che i pezzi di muro tornati alla luce non sono
d'interesse rilevante, ma la direzione regionale della sovrintendenza ai beni architettonici
ha deciso di mandare la pratica a Roma per il via libera definitivo. Secondo il
sindaco, si tratta di un "eccesso di zelo" che rischia di ritardare
ancora di più la ripresa dei lavori. "Abbiamo fatto tutto quello che ci
hanno chiesto", sottolinea. Chiodi non ne vuol sapere di perdere altro
tempo e da lunedì farà ripartire i lavori. "Ho mandato un telegramma a
Roma", fa sapere il sindaco, "per richiedere un incontro urgente con
il direttore generale dei Beni culturali". Il primo cittadino affronterà
la questione dei cantieri bloccati in città anche con il capo di gabinetto del
ministro Sandro Bondi. "Un'opera pubblica", afferma, "non può
avere i tempi di uno scavo archeologico". Tra le interrogazioni presentate
ieri in aula spiccano quelle polemiche con l'amministrazione firmate da
Gabriele De Luca (Forza Italia). Il consigliere di maggioranza ha criticato il
decesugliamento, che sarebbe troppo dispendioso per il Comune e fatto male, i
ritardi nel completamento delle rotonde alla Cona, dove bisogna sistemare
l'illuminazione, e la manutenzione del manto stradale in piazza Garibaldi,
rovinato dai lavori per l'apertura delle sale espositive sotterranee. Roberto
Zilli ha chiesto chiarimenti sulla gestione dei rifiuti. Il sindaco ha colto
l'occasione per sottolinare che il costo per lo smaltimento del pattume a Colle
Cese, nel Pescarese, aumenterà presto di dieci euro. "Potremo utilizzare
l'impianto di Pescara fino a dicembre, al massimo fino a febbraio", ha
evidenziato Chiodi, "poi scoppierà la vera emergenza". (g.d.m.).
( da "Giornale.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 140 del 2008-06-13 pagina 0 Il concetto
di egemonia non è liberale di Gianni Baget Bozzo Gramsci era un pensatore
totalitario. La sua teoria è che il potere debba generare consenso dando a esso
fondamento culturale Citare Gramsci è un omaggio culturale alla sinistra, un
atto di gentilezza in cui il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi eccelle.
Pensare che il concetto di egemonia di Gramsci consista nel dire che
"l'agire politico sta nella diffusione delle idee nella società
civile" è un uso ben modesto del concetto gramsciano come lo espone Lucia
Annunziata. Nella città delle immagini e delle tecnologie, le visioni del mondo
non hanno più corso, la filosofia politica è morta e l'egemonia si è
frantumata. Avviene in tutte le aree politiche italiane. Per definire un
pensatore politico cattolico occorre ritrovare Augusto Del Noce, per un
pensatore di destra Giovanni Gentile. E non si vede in che cosa le loro idee
abbiano significato nella politica di oggi. L'egemonia gramsciana è tutt'altro
che un concetto liberale, se prendiamo per liberalismo il riferimento culturale
più adatto alla forza politica creata da Silvio Berlusconi. Gramsci non è certo
un filosofo della persona umana di ispirazione cattolica, è un pensatore
comunista che ha visto sempre in Lenin l'autore della "rivoluzione contro
il Capitale" di Marx. è cioè un pensatore totalitario, legato all'idea
globale di rivoluzione che comprende tutte le aree del pensiero ma soprattutto
quella del potere. La sua teoria è che il potere debba generare consenso, ma
usando i mezzi del potere e dando ad essi un fondamento teorico e culturale.
Possiamo ricordare con simpatia la vita di Gramsci in carcere e la sua morte
solitaria che ci ha rievocato Sandro Pertini. Il Partito comunista d'Italia lo
aveva isolato perché egli aveva sostenuto Zinoviev e Bukarin nella polemica
contro Stalin. Era favorevole al concetto di Lenin sull'imposizione del
comunismo alla società russa ma ben contrario alla violenza contro i membri del
partito. Questi erano per lui una piccola setta gnostica che condivideva il
senso della storia. La loro figura ideale impediva che venisse usata contro di
essi la medesima coercizione adoperata contro i cittadini comuni: una bella
distinzione gnostica tra i perfetti e i semplici, tra i predestinati e gli
annessi soggiogati. Sia il monopolio della conoscenza degli eletti, sia l'uso
della forza contro il popolo comune sono principi che Gramsci usa, il senso in
cui egli è un pensatore rivoluzionario. La rivoluzione in Occidente, dai
giacobini in poi, ha voluto sempre significare totalità culturale e politica,
teorica e pratica, partitica ed istituzionale a tutti i livelli. L'egemonia è
una parte del potere, non una precondizione di essa. E l'egemonia in Italia
l'abbiamo ben conosciuta perché i comunisti hanno capito l'importanza della
cultura che i democristiani avevano rifiutato: anche un liberale come Scelba
parlava di "culturame". Chi tra i cattolici aveva compreso il valore
della cultura, anche letteraria, era il fondatore dei Comitati civici, l'uomo
che vinse il 18 aprile del 1948 le elezioni politiche, Luigi Gedda, un uomo che
conosceva il valore della cultura per cementare il consenso, una lezione che la
Dc non comprese. Il Partito comunista italiano vinse la battaglia sul piano
culturale usando il concetto gramsciano di cultura nazionale. E la vinse usando
il potere politico acquisito nelle istituzioni democratiche
per selezionare gli intellettuali da proteggere e promuovere nella burocrazia, nella cultura accademica e
scolastica, nella magistratura e nell'università. Gramsci è una splendida
figura, ma è un cattivo maestro. Anche la sinistra postcomunista oggi lo sa. ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Centro, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chieti. I costruttori: nuove
"responsabilità di gestione" Lavori pubblici, tempi
troppo lunghi Allarme-burocrazia. L'Ance rivela: servono 7-8 anni per un'opera CHIETI. Malati di burocrazia lentissima, di
procedure-lumaca, vittime di impiegati che non decidono. I lavori pubblici
risentono di codici, lacci e lacciuoli che allungano i tempi, ma anche le
imprese talvolta non sono esenti da ritardi e problemi vari. Il
presidente provinciale dei costruttori, Paolo Primavera, punta il dito contro
le regole che ritardano le opere pubbliche. Per l'Ance, che ha studiato
attentamente il problema, ci vogliono 7-8 anni dalla progettazione alla
conclusione di un lavoro regolato da un appalto. E chiede nuove procedure. (In
Chieti).
( da "Centro, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chieti "Sette anni per un'opera
pubblica" I costruttori invocano una tabella di marcia più rapida Il
presidente provinciale: amministrazioni-lumaca Ma vanno rivisti i codici
FRANCESCO CIOCE CHIETI. Ostaggi della burocrazia, vittime dei tempi lunghi,
colpiti dagli inesorabili cecchini di amministrazioni-lumaca dove in genere
operano impiegati molto prudenti nelle scelte da adottare in base a codici e
leggi che impongono tempi e procedure. Lavori pubblici, i costruttori accusano:
"Un'indagine dell'Ance ha quantificato i tempi medi per realizzare un'infrastruttura
in oltre 7-8 anni dalla fase di progettazione alla completa realizzazione per
importi inferiori a 50 milioni di euro". Il presidente provinciale dell'Ance-Confindustria,
l'ingegner Paolo Primavera di Guardiagrele, titolare di un'impresa edile che
lavora molto con le pubbliche amministrazioni, dall'Odissea personale e di
categoria ha elaborato un modello dell'inefficienza generale riassunto in una
tabella: il progetto preliminare dell'opera pubblica da realizzare richiede
almeno 6 mesi di tempo, 1 anno e 9 mesi vanno via di solito per il progetto
definitivo, per il progetto esecutivo bisogna aspettare in media un altro anno
e un mese in attesa del bando di gara la cui pubblicazione comporta un'attesa
di 3 mesi. Finito qui? Macché. Restano gli 8 mesi della durata della procedura
di gara, naturalmente se tutto va bene e non intervengono esposti o ricorsi.
Quindi ecco che passano 3 mesi per la consegna dei lavori. A quel punto
l'esausto imprenditore deve correre, per realizzare restano in genere 1 anno e
9 mesi, esclusi naturalmente gli intoppi, se non vuole andare oltre ogni
limite. Tempi, già lunghi ed esasperati dalla burocrazia,
di solito dettati dai codici che regolano gli appalti anche ai fini della
trasparenza, ma che penalizzano l'efficacia degli interventi anche per i
ritardi che talvolta sono da attribuire alle imprese. Primavera nella relazione
annuale all'assemblea provinciale dei costruttori ha calcolato in un miliardo
di euro i fondi congelati dalle pubbliche amministrazioni abruzzesi chiedendo
alla Regione di darsi da fare per garantire procedure più efficienti in grado
di dare ossigeno vitale all'economia e al mondo del lavoro. E di fronte alle amministrazioni-lumaca
e a tempi tanto lunghi invoca: "C'è bisogno di uno scatto di efficienza da
parte di tutto il sistema amministrativo, nel quale c'è da privilegiare e
potenziare il profilo della responsabilità, che non riguarda esclusivamente le
competenze ma anche i risultati della gestione. Bisogna rivedere il processo di
pianificazione e approvazione delle opere strutturali. Serve una procedura che,
dopo una completa informazione e il pieno coinvolgimento delle istituzioni e
del territorio, giunga entro un termine ultimo prestabilito e inderogabile per
la scelta finale". Primavera naturalmente parla di costi, ritiene
"essenziale prevedere dei meccanismi di compensazione per far fronte ai
rincari in alcuni casi assai rilevanti dei materiali di costruzione. Un dato su
tutti: in sei mesi il costo dell'acciaio è quasi triplicato. Un problema
fortemente avvertito dalle imprese impegnate in opere pubbliche di durata
pluriennale".
( da "Centro, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chieti Disabile grave multata sul bus Il
fratello-tutore: la società Multicredit ci ha messo in mora IL CASO La donna è
titolare di abbonamento CHIETI. Disabile psichica al cento per cento multata
sull'autobus per non avere esibito l'abbonamento al controllore. Il fatto è
accaduto nel settembre scorso su un mezzo della Panoramica, a Chieti, ma
soltanto in questi giorni si vedono gli effetti della contravvenzione mai
pagata. Che tra spese di rintraccio, diritti di agenzia, spese amministrative e
di esazione, è passata dagli originari 26 euro a oltre 111 euro. A raccontare
la storia è il tutore, fratello della donna che nei mesi scorsi si era
rifiutata di mostrare l'abbonamento sul bus. "Non sapevamo nulla della
contravvenzione", dice mentre mostra la cartella esattoriale della società
Multicredit, "fino al giorno in cui abbiamo ricevuto questo avviso di
messa in mora". Si può in ogni caso essere vittime della
burocrazia, ma quando
questo accade a una persona disabile è più difficile farsene una ragione. La
questione va naturalmente al di là dei 111 euro di multa contestati. "Mia
sorella", spiega il fratello-tutore, "quel giorno aveva regolarmente
con sé l'abbonamento che spetta a tutti gli invalidi gravi. Lo portava
in tasca come sempre fa quando si muove autonomamente, adesso non più perché è
peggiorata e non può uscire da sola. Quando quel giorno il controllore del bus
le aveva chiesto di esibire il biglietto, lei si è rifiutata. Perché? E'
disabile psichica al cento per cento e assume comportamenti inspiegabili. Sennò
non avrebbe i problemi che ha. Lei dice che non ha voluto esibire l'abbonamento
perché si vergognava. Tutto qui". La faccenda si complica maledettamente
come entra in azione la burocrazia. "Ho pensato
che sarebbe stato facile chiarire tutto con la società di esazione,
semplicemente dimostrando che mia sorella è titolare di abbonamento per
invalidi e che non deve pagare nessuna multa. Ma non c'è stato nulla da
fare". Infatti la procedura di esazione è partita come un rullo
compressore, senza offrire vie di uscita alla disabile e alla sua famiglia. Di
invalidità gravi e di politiche di inclusione sociale in Abruzzo si parlerà nel
corso di un convegno al Ciapi che ha come tema proprio una riflessione sul
"sistema Abruzzo per la disabilità". La vicenda della invalida
multata sul bus conferma quanto sia necessario partire dai bisogni più semplici
per aiutare le persone che vivono ai margini della società. (f.c.).
( da "Emilianet" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Viaggi Raccolta funghi più facile nel
Reggiano Comunità Montana, Parco e Provincia hanno definito una nuova
convenzione snellendo le pratiche burocratiche REGGIO EMILIA, 13 GIU. 2008 - Più
semplice, più facile e meno burocratico andare a funghi quest'anno e il
prossimo. Comunità Montana, Parco e Provincia hanno definito una nuova
convenzione. La novità più grande è che i residenti nei cinque comuni di
crinale non avranno bisogno di rinnovare il tesserino, essendo sufficiente
quello dello scorso anno accompagnato dalla carta di identità. Altra
semplificazione per i proprietari nel territorio del Parco ed ex pre-Parco che
andranno a funghi gratis con il tesserino dello scorso anno, la cui validità
viene prorogata fino al 2009. Altre semplificazioni saranno contenute nella
convenzione tra Parco e Comunità Montana per la gestione dei tesserini, costi e
proventi compresi. Per il presidente Fausto Giovanelli: "Abbiamo voluto
mandare un segnale ai residenti nel crinale, più o meno con la stessa logica
con la quale abbiamo prorogato per più anni ai cacciatori i permessi già
in loro possesso per l'attraversamento del Parco. La nostra parola d'ordine è:
meno carte e meno burocrazia possibile. Inoltre
abbiamo rinunciato agli introiti dell'ex Parco del Gigante per affidarli
alla Comunità Montana che a sua volta li rigirerà ai consorzi del proprietari e
degli usi civici. Sono innovazioni che vanno incontro ai cittadini". Dello
stesso avviso è il vicepresidente della Comunità Montana Alberto Ovi, per il
quale: "Abbiamo voluto snellire la gestione dei funghi estendendo a due
anni la validità della regolamentazione, prorogando la validità dei tesserini
gratuiti rilasciati nel 2007, limitando a uno il tesserino valido sul
territorio provinciale non montano. Inoltre è stato ridotto a 20 euro il costo
del tesserino annuale per i residenti negli otto comuni della Comunità Montana.
Confermiamo la volontà di far beneficiare il territorio di buona parte degli introiti
netti destinati alla Comunità Montana, questo attraverso i Consorzi volontari
forestali convenzionati e gli usi civici." Si ricorda che i tesserini,
valevoli solo all'interno del territorio della provincia di Reggio Emilia, sono
gratuiti o a pagamento. I tesserini gratuiti per i residenti nei cinque comuni
del crinale sono validi sul territorio dei comuni di Busana, Collagna,
Ligonchio, Ramiseto e Villa Minozzo e hanno validità fino al 31/12/2009. I
tesserini gratuiti per i residenti negli altri otto comuni della Comunità
Montana valgono solo sul territorio del comune di residenza e hanno validità
fino al 31/12/2009. Inoltre sono gratuiti anche i tesserini per i proprietari
di terreni ricadenti nel territorio reggiano del Parco Nazionale e dell'ex pre
Parco del Gigante. I tesserini gratuiti rilasciati nell'anno 2007 alle predette
categorie si intendono rinnovati automaticamente fino a tutto il 2009. Tutti i
tesserini gratuiti sono rilasciati solo presso la Comunità Montana Appennino
Reggiano e lo IAT di Castelnovo ne' Monti, a Cervarezza presso l'Ufficio
Informazioni Museo del Sughero (piazza I° maggio), mentre quelli gratuiti per i
residenti sono rilasciati anche dai comuni nei normali orari di ufficio. I
tesserini a pagamento scadono comunque il 31/12/2008, hanno durata variabile
(giornaliera, settimanale, mensile, semestrale) e costi differenziati,
ridotti al 50% a favore dei turisti. Le giornate di raccolta sono: il sabato,
la domenica, il martedì e il giovedì per tutti, cui si aggiunge il mercoledì per
i residenti nei comuni montani e i proprietari e conduttori di terreni
nell'area del Parco Nazionale e dell'ex pre Parco. Vanno rispettati i limiti di
quantità e qualità delle specie fungine raccolte giornalmente e sono escluse
dalla raccolta le zone 1 del Parco nazionale. Sul territorio montano sono
presenti due consorzi forestali (Alpe di Succiso e Alta Val Secchia) i cui
territori sono adeguatamente tabellati, nei quali, per la raccolta giornaliera,
occorre munirsi di un tesserino specifico per ciascun Consorzio, mentre valgono
tutti gli altri tesserini plurigiornalieri (settimanali, mensili, semestrali).
Le informazioni dettagliate sono consultabili sul sito della Comunità Montana
(www.comunita-montana.re.it), e presenti nell'avviso pubblico esposto nelle
sedi istituzionali e nei locali di vendita dei tesserini, mentre su ciascun
tesserino sono riportate le regole valide per il medesimo.
( da "Nuova Venezia, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Impressionanti analogie tra la tragedia in
Sicilia e quella che in gennaio a Porto Marghera costò la vita a Zanon e
Ferrara Nave killer, indagini a rilento Manca una perizia, altri 6 mesi per la
verità sulla morte nella stiva VENEZIA. Morti sul lavoro: sono impressionanti
le analogie tra la tragedia di Mineo e quella in cui, il 18 gennaio scorso
nella stiva di una nave a Porto Marghera, trovarono la morte gli operai Denis
Zanon e Paolo Ferrara. In quest'ultimo caso la burocrazia ha battuto in velocità la
giustizia: Zanon ha già ottenuto la Medaglia d'oro al valore civile, mentre le
indagini per individuare le responsabilità dell'accaduto proseguono a rilento.
Il pm ha chiesto nei giorni scorsi una proroga di sei mesi perché manca una
perizia. DE ROSSI E FAVARATO A PAGINA 3.
( da "Giornale di
Vicenza.it, Il" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IMPRESE. Il raggruppamento di Assoindustria
guarda avanti con la consapevolezza che bisogna agire in sintonia "Uniti
per affrontare tutte le sfide" Conoscersi, dialogare, confrontarsi sui
problemi comuni. Era l'obiettivo degli incontri fra imprenditori promossi dal
Raggruppamento bassanese di Confindustria Vicenza nelle varie aree del
Comprensorio. Un'iniziativa che ha portato alla luce molti nodi irrisolti del
nostro territorio e le difficoltà che incontra ogni giorno chi ha scelto di
fare impresa nel Bassanese. Preoccupano le condizioni della viabilità e delle
infrastrutture, i tempi di realizzazione della Pedemontana, della nuova
Valsugana e dell'Area Vasta, progetti tuttora sormontati da grossi punti
interrogativi. Gli imprenditori bassanesi hanno sottolineato più volte la loro lotta quotidiana con la burocrazia e con la proliferazione di leggi e normative, ma anche le
difficoltà legate al credito, in un contesto economico fortemente condizionato
dalla concorrenza da Cina e India e dal cambio euro-dollaro. Gli incontri hanno
ribadito noltre l'importanza della formazione e di un rapporto più stretto con
il mondo scolastico e delle Università. "L'umore non è decisamente
dei migliori, ma nonostante tutti i problemi che incontrano, gli imprenditori
hanno voglia di andare avanti e di fare squadra per affrontare uniti le sfide ?
osserva Arianna Tassotti, referente del Gruppo Comunicazione di Bassano -. C'è
la volontà di dimostrare la positività del mondo dell'impresa, vista come
risorsa sociale e quindi di benessere del territorio". Le sollecitazioni
espresse dagli associati hanno fornito al Consiglio di Raggruppamento nuovi
spunti con cui integrare il programma delle proprie attività. "Il seminario
dello scorso 28 maggio sulla sicurezza nel lavoro è una delle iniziative nate
dai suggerimenti dei nostri imprenditori ? afferma Carlo Brunetti, presidente
degli Industriali bassanesi -. È un tema molto sentito, che approfondiremo
anche in altri incontri più settoriali e in un convegno. È stato definito anche
un programma di formazione che toccherà vari ambiti. .
( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 13-06-2008)
Pubblicato anche in: (Unione Sarda, L' (Nazionale))
Argomenti: Burocrazia
Economia Pagina 214 Confartigianato chiede
semplificazione --> Con la semplificazione e le riforme un nuovo miracolo
economico è possibile. Questo il messaggio dell'assemblea
di Confartigianato, lanciato ieri a Roma dal suo presidente, Giorgio Guerrini,
che chiede al governo di "allentare la pressione fiscale, che oggi è al
43,3% del Pil", e di "eliminare la burocrazia superflua, che pesa per 11,4 miliardi di euro l'anno sulle
piccole imprese".
( da "Velino.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Velino presenta, in esclusiva per gli
abbonati, le notizie via via che vengono inserite. AMB - L'Ambiente e l'Energia
sui giornali di oggi Roma, 13 giu (Velino) - IL SOLE 24 ORE – “A1 varo il nuovo
decreto rifiuti”. Saranno affidate all'esercito (che assumerà anche le funzioni
di pubblica sicurezza) le operazioni di vigilanza e protezione delle discariche
e degli impianti di selezione dei rifiuti solidi urbani (Cdr) in attesa di
passare le competenze alle Province. Nel nuovo decreto legge sui rifiuti che il
Governo approverà oggi sono anche contenute norme per il completamento del
termovalorizzatore di Acerra (Napoli) da parte della Fibe. E come più volte
ribadito, l'impianto dovrebbe entrare in funzione a fine anno, anche se la
gestione provvisoria finirà nel2009. Nei cinque articoli del Dl è anche
precisato che Guido Bertolaso svolgerà le funzioni di sottosegretario senza
ulteriori emolumenti (come egli stesso ha richiesto) e che crediti e debiti
della gestione commissariale per l'emergenza rifiuti passeranno dal commissario
liquidatore a1 ministro dell'Economia. MILANO FINANZA - “Iberdrola si ritira da
British Energy”. Iberdrola, la seconda compagnia spagnola di produzione di
energia, ha deciso di ritirarsi definitivamente dalla partita per l'operatore
nucleare British Energy. Lo ha reso noto ieri il portavoce di Ignacio Sanchez
Galan, presidente del gruppo - energetico spagnolo, spiegando che la decisione
è legata all'alto prezzo per azione fissato dal colosso inglese del nucleare.
Il titolo di British Energy, proprietaria dell' 80 per cento delle centrali
nucleari sul territorio britannico, ha chiuso a 737 pence, un prezzo nettamente
superiore ai 680 pence offerti da Edf e puntualmente rifiutati all'inizio della
settimana dal board della utilità inglese. I1 dietro front della compagnia
energetica spagnola non esclude un interesse a partecipare allo sviluppo
dell'industria nucleare nel Regno Unito, ma semplicemente frutto di una
valutazione economica sul reale valore dell'asset in vendita. “Non abbiamo mai
fatto un'offerta formale per British Energy e ora possiamo confermare che non
la faremo. Pensiamo che il prezzo sia troppo elevato e che il deal
pregiudicherebbe i nostri ratio di bilancio”. Il presidente ha annunciato anche
che la compagnia investirà 10 milioni di dollari negli Stati Uniti fino al 2010
per potenziare la presenza nell'area dell'energia. CORRIERE DELLA SERA - “Eni,
si rafforza il legame con la Libia”. L'Eni mette in sicurezza per almeno altri
25 anni i preziosi giacimenti in Libia, il Paese nordafricano che rappresenta
il 5 per cento del suo petrolio. Ieri, a Tripoli, il capo azienda fresco di
riconferma, Paolo Scaroni, ha messo nero su bianco gli accordi delineati lo
scorso ottobre con la compagnia di Stato di Tripoli, la Noc. “E per il momento
- dice - il gruppo non ha altri motivi di contenzioso in giro per il mondo”,
dopo la definizione nei mesi scorsi di quelli in Kazakhstan e in Venezuela.
Tutti i contratti in Libia, dove il cane a sei zampe vanta una presenza storica
dal 1959 ed è la prima compagnia petrolifera (produce poco meno di 600 mila
barili al giorno e la metà sono di sua proprietà), sono stati riscadenzati e
allungati, e considerate le estensioni già previste arriveranno fino a1 2042
per il petrolio e al 2047 per il gas. LIBERO MERCATO – “Senato: Parte
l'indagine della commissione sul nucleare”. Le commissioni Industria e
Istruzione del Senato hanno deciso ieri di avviare una indagine conoscitiva
congiunta per fare il punto sulle attività di ricerca e sviluppo svolte nel
settore del nucleare negli ultimi venti anni in Italia. Il programma
dell'indagine, la cui conclusione e prevista per la fine dell'anno, comprende
una serie di audizioni di esperti di Cnr, Enea, Euratom e Progetto Iter, nonché
di professori universitari italiani e di livello internazionale. Per poter
essere avviata, la proposta deve ora ricevere l'autorizzazione della presidenza
del Senato che ne formalizzerà lo status operativo. IL SOLE 24 ORE – “Gli
advisor al lavoro sul maxi-polo Acea”. Sono almeno cinque gli advisor e
consulenti schierati per lavorare alla nuova organizzazione del gruppo Acea
dopo la fusione tra Suez e Gaz de France e il conferimento degli asset del gas
che saranno portati in dote dalle nozze. Secondo l'agenzia Radiocor, per Acea sono
in campo Dresdner Kleinwort, Lazard e lo Studio Chiomenti, mentre per Gdf sono
schierati Bnp Paribas e Banca Leonardo. Ieri intanto, a fronte di smentite
rispetto all'articolo pubblicato dal Sole 24Ore (che parlava della volontà del
Comune di prendere tempo per rivedere gli accordi coni francesi) ipotizzate da
un'agenzia di stampa, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha diffuso la
seguente dichiarazione: “Non ho nulla da smentire o da confermare, ho
semplicemente detto e ribadito che affronteremo queste questioni subito dopo
aver concluso positivamente la verifica con il Governo per risolvere lo
squilibrio dei conti nel bilancio capitolino. I miei tecnici sono intanto al
lavoro anche per valutare la strategia fin qui seguita dall'Acea, come è
doveroso fare da parte delle nuova amministrazione. Trattandosi di una società
quotata, buon senso vuole che io non aggiunga altro oltre a quello che ho già
affermato sulla necessiti di mantenere un ruolo importante e di controllo del
Comune nell'assetto azionario”. LA REPUBBLICA - “Rifiuti nel treno, passeggeri
in rivolta”. “Vesuvio” pieno di rifiuti. è questo il nome del treno 582
Napoli-Milano delle 6,32 di ieri mattina, trovato dai passeggeri nello stesso
stato in cui versano le strade della città partenopea. “Sono stata la prima a
salire, il treno era stato appena aperto – racconta la signora Teresa
Cuccurese, una delle più accese nella protesta -. Su tutti i sedili erano
sparsi i rifiuti. Di tutto, anche ossi di pollo mangiucchiati e, guardi qua,
macchie di ketchup sui sedili. E sacchetti sventrati nei corridoi. Hanno
aumentato il prezzo dei biglietti. Va bene, dico io, fateci pure pagare, ma
almeno fateci viaggiare come esseri umani”. Conferma un addetto alla
ristorazione: “Non avevo mai visto un treno ridotto così. Carrozze sporche
all'inverosimile. Le aziende sono subito state denunciate da Trenitalia per
interruzione di pubblico servizio perché hanno bloccato la partenza di alcuni
convogli (l'Eurostar Napoli-Roma delle7,10 è stato addirittura soppresso), ma
anche accusati di boicottaggio dei convogli, come l'aver “volontariamente
sporcato” il 582. LA REPUBBLICA - “Fs, gare europee per pulire i treni”. Le
pulizie sui treni non sono fatte a regola d'arte e le Fs lanciano delle gare
europee per un nuovo affidamento del servizio. Oggi partiranno per Bruxelles
gli avvisi per attivare tutte le procedure necessarie a indire la gare e
giungere presto alla stipula di nuovi contratti che “assicurino adeguati
livelli di servizio a vantaggio dei viaggiatori” avverte il gruppo ferroviario.
Ma secondo le Fs “queste decisione sta già producendo reazioni e agitazioni che
oggi hanno determinato il blocco di alcuni treni in partenza da Napoli e azioni
di boicottaggio su alcuni convogli, come l'intercity 582 Napoli-Milano,
sporcati volontariamente”. LA REPUBBLICA - “Ecco la squadra di Bertolaso, con
lui l'uomo del Giubileo”. Marcello Fiori è praticamente il vice di Bertolaso.
Ex dirigente Acea, gia segretario generale del ministero delle Comunicazioni ed
ex direttore delle emergenze al dipartimento della Protezione civile, nonché
vice capo di gabinetto al Comune di Roma in epoca Rutelli, quando si occupò del
Giubileo, Fiori guiderà il gruppo di lavoro di cui ieri si è dotato il
sottosegretario ai rifiuti. Silvio Berlusconi ha firmato la nomina per questa
nuova squadra, che prende il posto del vecchio commissariato, retto fino a un
paio di giorni fa da Gianni De Gennaro. Accanto a Fiori, che coordinerà tutte
le attività emergenziali, ci saranno gli altri quattro direttori di struttura:
il generale dell'Esercito Franco Giannini (già vice di De Gennaro), si occuperà
del settore tecnico operativo- impiantistico; il dirigente dei servizi
ispettivi di finanza pubblica Guido De Marco andrà alle finanze; Antonio
Repucci, ex capo di gabinetto di De Gennaro, si occuperà del settore
amministrativo-legale; Maurizio D'Amore, dirigente del settore grandi eventi
della Protezione civile, guiderà la comunicazione. LA REPUBBLICA - “Campania,
la differenziata prenderà il via tra un mese”. La raccolta differenziata in
città, con l'aiuto dei volontari della Protezione civile, partirà a meta
luglio. Mercoledì Berlusconi ha annunciato che mille volontari in arrivo da
tutta Italia arriveranno a Napoli per collaborare con il Comune nella raccolta
porta a porta. Ora Agostino Miozzo, dirigente della Protezione civile per il
volontariato, scende nei dettagli del piano: stiamo trattando l'emergenza
rifiuti come se fosse un'alluvione o un terremoto, abbiamo gia convocato le
associazioni nazionali di volontariato. La differenziata partirà dalle
periferie e riguarderà, nella prima fase, circa duecentomila napoletani
residenti a Pianura, Chiaiano, Soccavo e Secondigliano. La Protezione civile
sta organizzando la mappa di tutte le utenze, familiari e commerciali. Tra
breve la distribuzione di sacchetti e “campane” per la raccolta. Anche i
militari vigileranno affinché la differenziata venga effettuata correttamente.
IL SOLE 24 ORE – “Impregilo a Bertolaso: lasciamo la Campania”. Impregilo
lascia Napoli. O meglio, dal prossimo 18 giugno abbandonerà definitivamente la
gestione degli impianti di Cdr affidati alla controllata Fibe. Il punto di non
ritorno sarebbe stato deciso ieri insieme ai legali del gruppo e in serata è
stata inviata una raccomandata al sottosegretario per l'emergenza rifiuti Guido
Bertolaso. Una missiva dai toni forti in cui Impregilo sottolinea come non sia
neppure ipotizzabile un principio in virtù del quale un soggetto possa essere
obbligato – da chi che sia – ad esercitare un attività che ad avviso della Magistratura
penale costituisce reato. Il gruppo milanese ribadisce come già il 15 dicembre
2005 il contratto di affidamento per lo smaltimento rifiuti sia stato risolto.
FINANZA MERCATI – “Impregilo di nuovo in tibia, favorita per deal a Tripoli”.
Il gruppo Impregilo di nuovo in pole in Libia. Il general concracton sarebbe
tra i favoriti per l'assegnazione del progetto di realizzazione di opere
infrastrutturali (strade, rete fognaria, illuminazione) a Tripoli. Deal che
dovrebbe essere assegnato a Impregilo Lidco: joint venture controllata a1 60
per cento dal gruppo italiano e per la quota restante da Lybian Investment
Company, in partnership con un'impresa spagnola. Recentemente Impresilo si è
aggiudicata tre contratti, che saranno formalizzati definitivamente a breve,
per la progettazione e costruzione di tre campus universitari a Misuratah,
Tarhunah e Zitlen. LIBERO MERCATO - “Alitalia, Anas e Trenitalia bruciano 7,2
mln al giorno. Confartigianato denuncia la paralisi del sistema Italia,
infrastrutture e servizi poco efficienti e troppo costosi”. A che velocità
viaggiano i treni e gli aerei italiani? A 300 mila euro all'ora. Così, con una
battuta, potrebbero essere sintetizzati i dati forniti dalla Confartigianato,
che ieri, durante l'assemblea annuale, ha duramente contestato il sistema
Italia, imprigionato da una burocrazia soffocante e da un mercato che soffre della quasi totale assenza
delle liberalizzazioni, tanto sbandierate, quanto rinviate. Elaborando i
bilanci degli scorsi anni, 1'Ufficio studi di Confartigianato ha calcolato che
tra il 2003 e il2007 Alitalia e Trenitalia hanno registrato perdite per quasi 6
miliardi di euro, bruciando insieme ben 3,2 milioni di euro al giorno.
Un buco the cresce se si aggiunge anche il bilancio dell'Anas. Le tre società
messe insieme hanno perso 7,6 milioni di euro a1 giorno: una “velocità di
perdita” di 300 mila euro all'ora”, si legge nella scheda elaborata
dall'associazione che rappresenta artigiani e piccoli imprenditori. In
particolare, a pesare ancora di più sono gli aiuti che lo Stato passa alle
grandi compagnie pubbliche, che si traducono in ingenti quantitativi di spesa
pubblica che, secondo Confartigianato, non va a buon fine. IL GIORNALE - “Robin
Hood, con la tassa arriva il fondo-calmiere”. Giuseppe Vegas tratteggia il
profilo della legge finanziaria davanti alla Conferenza unificata. La manovra
triennale - annuncia il sottosegretario all'Economia - sarà da 34,8 miliardi di
euro. Di questi, 13,l nel 2009; e una parte verrà anticipata a prima
dell'estate. Il varo è atteso in un consiglio dei ministri della prossima
settimana. Nel 2010 gli interventi complessivi saliranno a 20,2 miliardi. La
parte restante nel 2011, così da raggiungere il pareggio di bilancio. Dei 13,l
miliardi del 2009, 3,4 arriveranno da risparmi degli enti locali, e un altro
miliardo all'anno nel triennio da tagli alla Sanità. Al di là degli interventi
previsti per azzerare il deficit entro il2011, nei provvedimenti che verranno
varati la prossima settimana (molto probabilmente due decreti e un disegno di
legge) debutterà anche la “Robin Hood tax”. Si tratta dell'imposta che Giulio
Tremonti vuole introdurre per raggiungere quelli che (utilizzando una formula
coniata da Luigi Einaudi) il ministro dell'Economia definisce “guadagni di
congiuntura”. Si tratta di quei profitti realizzati dai diversi settori grazie
all'andamento congiunturale. E al primo posto, ci sono gli extra utili
realizzati da chi commercia e vende carburanti. (red/fed) 13 giu 2008 12:03.
( da "Redattore sociale" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MORTI BIANCHE 14.1413/06/2008 Passoni (pd):
sicurezza non è burocrazia Roma - "Quando si parla
di sicurezza Governo e Confindustria non possono considerare il tema come una
procedura burocratica e convincersi che non e' un costo aggiuntivo da ridurre
al minimo. Gli oneri per la sicurezza sono assolutamente indispensabili".
E' quanto sostiene Achille Passoni, senatore del Partito democratico, che
ricorda come "solo questa mattina, in un una giornata di lutto per la
Sicilia e per l'intero Paese, contiamo gia' tre morti sul lavoro e due feriti
gravi. E' evidente- va avanti- che non possiamo piu' permetterci di perdere
tempo in discussioni sulla modifica della delega. L'obbiettivo deve essere il
diritto alla sicurezza nel mondo del lavoro". "Le tante morti bianche
degli ultimi giorni- chiude il parlamentare del Pd- evidenziano, ancora di
piu', la vera urgenza: vigilare sull'applicazione della normativa per la
sicurezza ed impegnarsi per costruire una cultura di controllo che coinvolga le
imprese ed i lavoratori: una cultura della vita e del lavoro". (DIRE).
( da "Gazzettino, Il
(Pordenone)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SACILE Slittano di una settimana gli
appuntamenti estivi. Invito agli esercenti a praticare
sconti dal 20 al 50 per cento Burocrazia e meteo bloccano le aperture serali
Sacile(ms) Problemi burocratici, nuove disposizioni in materia di pubblici
spettacoli e la previsione di condizioni meteorologiche avverse hanno indotto
il Consorzio Commercianti a rinviare di una settimana l'avvio delle
manifestazioni serali con i negozi aperti. "Purtroppo - spiega il
presidente del Consorzio Andrea De Filippo - le sempre nuove disposizioni in
materia di pubblici spettacoli e problemi burocratici ci mettono
nell'impossibilità di partire come previsto con la prima serata dell'edizione
2008 di "Sacile ti aspetta di sera" e accogliere così i visitatori
che, sono sicuro, saranno con noi la prossima settimana per iniziare assieme
un'edizione che, sia pure ridotta nella quantità degli spettacoli, sarà
qualitativamente valida".Il presidente del Consorzio annuncia che comunque
da oggi partirà un'altra iniziativa rivolta ai consumatori, l'invito ai
commercianti del Centro a praticare uno sconto cassa dal 20 al 50 per cento su
tutti gli articoli in vendita. Per De Filippo si tratta di un primo gesto
concreto dei commercianti, nel duplice intento di "aiutare il comparto che
attraversa un momento di congiuntura sotto gli occhi di tutti e andare incontro
ai bilanci delle famiglie, sempre più risicati".Nel dare pertanto
appuntamento a venerdì prossimo, il presidente del Consorzio anticipa alcuni
appuntamenti: la serata inaugurale vedrà, distribuiti nei vari angoli del
centro storico, ben 12 complessi; in largo Salvadorini ci saranno le scuole di
ballo che, accanto alle esibizioni dei propri associati, coinvolgeranno anche
il pubblico; in Campo Marzio, le esibizioni delle società sportive. Il 27 e 28
giugno ci sarà il concorso "Una voce dal Livenza", manifestazione a
livello nazionale con le migliori voci giovanili; l'8 agosto, infine, in piazza
del Popolo ci sarà la finale regionale di Miss Italia.
( da "Corriere Di Como,
Il"
del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Ieri a Roma Venticinque i delegati comaschi
all'assemblea nazionale Ritrovo alle 5.30, partenza in aereo alle 7. Destinazione
Roma, Auditorium Parco della Musica, assemblea nazionale di Confartigianato.
Dal Lario partono 25 artigiani, pronti a incontrare il nuovo governo: portano
le istanze, se non di tutti i 18mila artigiani lariani, almeno dei 6mila
iscritti a Confartigianato Como. Nel tragitto in bus da Como a Lugano
l'atmosfera è carica di aspettative per il faccia a faccia con il ministro del
Lavoro, Maurizio Sacconi, e con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
La loro interfaccia sarà Giorgio Guerrini, presidente
nazionale di Confartigianato, che illustrerà una situazione pesante: burocrazia elefantiaca, fiscalità alle
stelle e tanti altri ostacoli che la categoria lamenta da anni. Anche gli
artigiani lariani partono alla volta di Roma con un carico di richieste,
istanze e problemi da risolvere. E attendono impegni, più che promesse.
Sul volo Lugano-Roma gli artigiani iniziano a discutere sullo stato di salute
della categoria. Sono rappresentati praticamente tutti i settori: edile,
tessile, chimico, navale, servizi. Dal mobiliere alla parrucchiera,
dall'imprenditore con dieci dipendenti all'artigiano vecchio stile, i problemi
lamentati sono spesso uguali. La burocrazia che frena
"non solo la crescita - lamentano i comaschi - ma anche l'attività
ordinaria delle aziende". Le tasse, le infrastrutture che mancano, le
difficoltà nel riuscire a ottenere i soldi dai clienti. "Gli artigiani -
spiega Giorgio Colombo, segretario generale di Confartigianato Como - stanno
per confrontarsi con una realtà centrale che, a volte, sentono lontana. Hanno
l'occasione di ascoltare direttamente chi governa, e sono rappresentati dal
presidente nazionale". Cosa si aspettano dall'incontro' "Vogliono una
svolta. Sanno di essere di fronte a un bivio, allo stesso modo sanno che questo
governo ha i numeri per garantire la stabilità e venire incontro alle esigenze
della categoria. Che è fatta da gente concreta, che non vuole promesse ma fatti
concreti. Un esempio' È stata abolita l'Ici sulla prima casa, potremmo abolirla
anche sui laboratori". Ed è proprio di problemi concreti che si discute in
aereo. Non di strategie, scenari o prospettive economiche. Ma di forniture e
fornitori, di giungle burocratiche e fiscali, di concorrenza. Un misto di
timori e aspettative. Al Parco della Musica di Roma i 25 delegati di Como
prendono posto in un'ala dell'auditorium. Arriva anche il gotha della politica
nazionale: Gianni Alemanno, sindaco di Roma, Rocco Buttiglione, Emma
Marcegaglia (presidente di Confindustria), Renato Schifani (presidente del Senato),
Roberto Castelli e il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Non manca nemmeno
il centrosinistra: dal leader dell'opposizione, Walter Veltroni, a Enrico
Letta, all'ex ministro Pierluigi Bersani. Un autentico boato si scatena alle
10.50, all'ingresso di Berlusconi. Il presidente Guerrini inizia a snocciolare
ogni spina nel fianco e ogni richiesta degli artigiani. Risponde il ministro
Sacconi, che strappa più di un applauso: parla di deregulation, semplificazione
dei rapporti di lavoro, di formazione e apprendistato. La platea gradisce e
sembra proprio che anche i comaschi ottengano le promesse che si aspettavano.
L'assemblea termina alle 12.30, dopo una seconda ovazione a Berlusconi che ha
salutato dal podio gli artigiani. Appena fuori dall'auditorium, i cellulari
degli artigiani ricominciano a squillare all'impazzata: è giovedì e la loro
azienda a Como deve continuare a macinare clienti e fatturato. Andrea Bambace
Nella foto: Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato, durante
il suo intervento ieri a Roma Home Guasto informatico, code ed esami rinviati
Caso-nidi, ritirata la delibera Travolsero ciclista sulla Novedratese Il gip
scarcera due giovani Neonato morto al Valduce Domani i funerali a Cantù Anziana
sfiorata dal treno Paura alla stazione di Rovello Una richiesta su tutte:
semplificazione Viale Geno, al via le limitazioni estive "Rave
party", 20 indagati Tossicodipendenti in crescita sul Lario.
( da "Gazzettino, Il
(Vicenza)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CONVEGNO UMCE Gli infortuni sono frequenti
anche nel commercio e nei servizi Bassano(B.T.) La drammatica giornata di mercoledì
che, in Italia, ha registrato ben nove vittime, in quattro diversi incidenti
sul lavoro, ha riportato ancora una volta al centro dell'attenzione il triste
problema delle "morti bianche" e della sicurezza sui luoghi di
lavoro. Proprio questo argomento è stato al centro di un convegno indetto
all'hotel Palladio dall'Unione mandamentale del commercio, che ha preso in
esame la nuova normativa in materia e i nuovi obblighi a carico delle aziende e
che ha permesso di fare il punto sull'andamento degli incidenti, nel nostro
comprensorio. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare spiega il
responsabile dello Spisal dell'Asl 3, Tommy Mabilia se guardiamo al territorio
della nostra Azienda sanitaria, dall'inizio del 2000 al 31 dicembre dello
scorso anno, il totale degli infortuni registrati è in calo, seppur leggero. Se
poi guardiamo agli incidenti con esito mortale, dobbiamo dire che in una
piccola realtà come la nostra si tratta di eventi spesso legati
all'accidentalità. È per questo che spesso è difficile spiegare perché in un
anno magari si registrano tre vittime e l'anno successivo non si verificano
episodi tanto drammatici.Spesso si è portati a pensare che gli incidenti
riguardino solamente il lavoro nei cantieri o nelle grandi industrie: in
realtà, spiega Mabilia, anche le aziende commerciali non ne sono immuni. I dati
congiunti dei quattro Spisal della provincia dimostrano che i comparti più a
rischio, come da previsione, sono quelli meccanico e dell'edilizia, ma quello
che spesso sorprende è che subito dopo compaiono due settori insospettabili,
come quello dei servizi e del commercio, dove gli infortuni accadono
ugualmente.Fortunatamente, in questo caso, gli incidenti con esito mortale sono
molto più rari, anche se non mancano episodi di una certa gravità. Sinceramente
non ho ricordo di eventi mortali registrati nella nostra zona in questi
comparti conferma Tommy Mabilia ma infortuni che comportano prognosi anche
superiori ai 40 giorni sono frequenti. Il più delle volte sono dovuti a cadute
dei lavoratori o incidenti stradali e spesso anche ad errori della
movimentazione della merce. Per queste ragioni, dunque, anche i commercianti, ricorda il direttore dell'Umce, Riccardo Celleghin sono tenuti a
rispettare tutte le norme in materia di sicurezza, che il nuovo testo unico ha
ampliato anche alle imprese unipersonali. Una cosa però ci preoccupa più della burocrazia: l'aspetto sanzionatorio, che
per chi commette errori prevede multe salate.
( da "Corriere Adriatico" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La lista civica Recanati in
consiglio comunale Burocrazia nel mirino RECANATI - "L'altra sera nella
sala del Consiglio comunale il ridicolo si è unito all'ipocrisia quando ho
terminato l'intervento sul punto all'ordine del giorno riguardante
l'ampliamento dello stabilimento della Clementoni". Si
apre così l'intervento del consigliere comunale della lista civica Recanati per
chiarire il suo comportamento l'altra sera in assise. "Ho continuato
scrive Taddei- mettendo in guardia il neo assessore sulla possibilità che possa
diventare strumento inconsapevole in mani consapevolissime. Punto. Quindi ho
fatto notare che in un momento non felice per le imprese, una azienda chiede di
ampliare il suo stabilimento, creando quindi nuovi posti di lavoro per la
nostra città e farla aspettare sei mesi è sicuramente significato un colpevole
ritardo e un sicuro danno alla ditta. Quindi a questo punto sono arrivate
alcune prese di posizione francamente prive di sostanza e ridicole nella forma,
come chi ha provato, ignorando i documenti, ad indicare date fantasiose della
presentazione degli atti, o chi, non smentendosi mai, ad incolpare sempre chi
non c'è; è un vizio ormai riconosciuto dai più , è facile oltre che comodo e
subdolo parlar male di chi non c'è. Insomma dopo aver assistito alla gara di
arrampicata sugli specchi e girata della frittata, invece di dire semplicemente
ok sei mesi forse sono troppi, l'ufficio forse ha dormito, speriamo di non aver
arrecato eccessivi disagi all' azienda e amen, si è preferito lasciare posto al
ridicolo all'ipocrisia e alla gogna".
( da "Corriere Adriatico" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La Confartigianato chiede di tagliare le
tasse Il premier agli artigiani "Ora lasciateci lavorare" ROMA - Con
la semplificazione e le riforme un nuovo miracolo economico è possibile, ma
servono coraggio e orgoglio delle decisioni da parte del governo. Questo il
messaggio dell'assemblea di Confartigianato, lanciato ieri a Roma dal suo
presidente, Giorgio Guerrini, che chiede al governo di "allentare la
pressione fiscale, che oggi è al 43,3% del Pil ed è divenuta
insostenibile", e di "eliminare la burocrazia superflua, che pesa per ben
11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole e micro imprese italiane". Le
"mpi", così le ha ribattezzate Guerrini, "rappresentano circa il
98% del sistema imprenditoriale italiano". Nel suo messaggio di saluto
all'assemblea, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le ha
definite "una risorsa essenziale del nostro sistema produttivo".
Concetto che è riecheggiato nell'intervento del presidente del consiglio Silvio
Berlusconi all'assemblea della Confederazione. Le "mpi" sono però
"una risorsa schiacciata da tasse e burocrazia,
ma anche - ha sottolineato Guerrini nella sua relazione - dai costi
dell'energia, superiori del 38% rispetto alla media europea, e da quelli della
giustizia, che pesano per 2,3 miliardi di euro l'anno". Il presidente
Berlusconi, nel suo breve saluto, ha parlato di "totale sintonia" del
governo con la relazione di Guerrini, sottolineando che l'Esecutivo "vuole
lavorare per cambiare l'Italia". E ha anche fatto suo il motto dell'ex
presidente di Confartigianato Spallanzani: "lasciateci lavorare".
"Questo può essere lo slogan del nostro governo, un governo - ha detto Berlusconi
- di fatti, del buon senso artigiano, che vuole lavorare".
( da "Redattore sociale" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MORTI BIANCHE 14.1413/06/2008 Passoni (pd):
''Sicurezza non è burocrazia'' Roma - "Quando si
parla di sicurezza Governo e Confindustria non possono considerare il tema come
una procedura burocratica e convincersi che non e' un costo aggiuntivo da
ridurre al minimo. Gli oneri per la sicurezza sono assolutamente
indispensabili". E' quanto sostiene Achille Passoni, senatore del Partito
democratico, che ricorda come "solo questa mattina, in un una giornata di
lutto per la Sicilia e per l'intero Paese, contiamo gia' tre morti sul lavoro e
due feriti gravi. E' evidente- va avanti- che non possiamo piu' permetterci di
perdere tempo in discussioni sulla modifica della delega. L'obbiettivo deve
essere il diritto alla sicurezza nel mondo del lavoro". "Le tante
morti bianche degli ultimi giorni- chiude il parlamentare del Pd- evidenziano,
ancora di piu', la vera urgenza: vigilare sull'applicazione della normativa per
la sicurezza ed impegnarsi per costruire una cultura di controllo che coinvolga
le imprese ed i lavoratori: una cultura della vita e del lavoro". (DIRE).
( da "Sicilia, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Scucces: "Risposte subito" Giovanni
Scucces, candidato sindaco di PdL-Udc, assieme all'assessore regionale al
lavoro Carmelo Incardona ha incontrato numerosi residenti del quartiere
d'Oriente. L'incontro è stato promosso da Giovanni Cassarino, esponente di An e
vi hanno preso parte , fra gli altri, il commissario cittadino di An, Gianni
Celestre, il consigliere provinciale Marco Nanì, l'assessore designato Riccardo
Radenza e i candidati al consiglio comunale nella lista del Pdl, Donatella
Denaro e Enrico Moncada. "Sono soddisfatto della riuscita dell'incontro -
dichiara Cassarino - non mi aspettavo una partecipazione così calorosa e
numerosa da parte dei residenti del quartiere e di numerosi amici". I
presenti hanno preso atto dell'impegno di risolvere i molteplici problemi del
quartiere, alcuni dei quali si legano alla realizzazione d'infrustrutture.
Giovanni Scucces ieri mattina in compagnia dell'onorevole Nino Minardo e
dell'assessore designato Riccardo Radenza ha incontrato i commissionari del
mercato ortofrutticolo di viale Medaglie d'oro. "Ho visitato il mercato,
incontrato e parlato con gli operatori - dichiara Scucces - discutendo delle
difficoltà che il settore sta attraversando, delle problematiche della città,
del nostro futuro. Il mio impegno è ascoltare la gente e la mia intenzione è
risolvere i problemi laddove ci sono, ma soprattutto proseguire nel processo di
crescita della nostra città. Creare una sinergia tra le istituzioni e i
cittadini. Intendo sottolineare che la burocrazia non deve essere lontana e
nemica dei cittadini, ma vicina ed amica". Parlando quindi del
"programma dei cento giorni", esplicitato in una conferenza stampa e
contenuto in otto punti di priorità il candidato di PdL-Udc dice: "I punti
emersi sono senz'altro la sostanziale conferma della volontà di agire subito e
bene per dare spinta alla città, valorizzando gli aspetti positivi di
essa ("che sono tanti e che solida parte di coloro i quali sono in
malafede si possono tacere") e mettendo mano dove c'è la necessità. Il
quadro della nostra città è tale che un preciso programma di 100 giorni di
massiccia azione governativa ci permetterà di riprendere con passo spedito il
cammino già iniziato, senza indulgere in inutili perdite di tempo e dando
subito le risposte". Stasera lo schieramento PdL-Udc chiuderà la campagna
elettorale alle 22 in piazza Matteotti, ove oltre a Scucces parlerà il
sottosegretario alla Programmazione Economica della Presidenza del Consiglio
dei ministri, on. Gianfranco Miccichè. Giorgio Buscema.
( da "Sicilia, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Totò Leotta (Pd) "Meno
burocrazia alla
Provincia" Il candidato sindaco Nello Musumeci - che oggi chiuderà la
campagna con un comizio alle 20, in piazza Federico di Svevia, davanti al
Castello Ursino, "uno dei simboli del degrado culturale della città"
- ha incontrato i pescatori catanesi che hanno manifestato rabbia per le
condizioni di forte disagio in cui opera il settore. "L'aumento del
gasolio del 240 % negli ultimi 4 anni - ha affermato Musumeci - ha messo in
ginocchio un'attività che potrebbe dare reddito e occupazione. A ciò si
aggiungano i limiti imposti dall'Unione europea che penalizzano solo le nostre
flotte, lasciando quelle extracomunitarie padrone del Mediterraneo".
Musumeci ha poi ricordato le sue iniziative da eurodeputato a favore della
marineria, soprattutto di quella artigianale e sottocosta, e ha espresso il
proposito di istituire, se eletto sindaco, un tavolo azzurro per "un
costante confronto, con la categoria". Durante una passeggiata alla fiera
di piazza Carlo Alberto, l'europarlamentare ha invece rinnovato l'appello al
voto disgiunto, "una possibilità - ha sottolineato - che con il passare
delle ore sta facendo sempre più breccia tra gli elettori che hanno ben chiara
l'opportunità di votare sia per la loro lista che il sindaco Musumeci".
PAOLONE CHIUDE IN PIAZZA VITTORIO EMANUELE Manifestazione di chiusura, stasera
alle 21 in piazza Vittorio Emanuele, per l'on. Benito Paolone, decano del
Consiglio comunale e candidato per il Pdl.
( da "Sicilia, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Rispettare le leggi è cosa buona e giusta. È
un obbligo, anche morale. Ma quando la rigorosa osservanza delle norme
travalica i criteri del buon senso forse un po' di trasgressione potrebbe
risultare benefica. E c'è una storia, tutta montana, che ne è l'eclatante
esempio. È accaduta a Ferla. Un venditore ambulante, certamente zelante,
sicuramente ansioso di conoscere la nuova determina municipale sulla
distribuzione degli spazi pubblici per il comparto, si è recato a palazzo di
città per avere copia del prezioso documento. Rivoltosi allo sportello di
competenza, da un coscenzioso impiegato si è sentito rispondere che doveva
presentare regolare istanza scritta e inviarla con tanto di raccomandata con
ricevuta di ritorno (non si sa mai...). E così il venditore si è diretto
all'ufficio postale, non prima di aver compilato regolare richiesta per entrare
in possesso della tanto agognata delibera. Spesa: 3,50 euro. Inviata la
raccomandata, è rimasto per qualche giorno in trepida attesa fino a quando si è
visto recapitare una raccomandata, in risposta alla sua. Anche questa con
ricevuta di ritorno, per altri 3,50 euro. L'intestatario della busta era il
Comune. L'ambulante, convinto di avere ricevuto il documento richiesto, ha
aperto la busta e?sorpresa. Dentro c'era sì un documento, ma non certo quello
che aspettava. Il foglio indicava le spese che l'utente avrebbe dovuto
affrontare per ottenere copia della delibera: se in formato A4 10 centesimi una
sola facciata e 15 se avanti-retro; in formato A3, 15 centesimi per una sola
facciata e 26 per due. E non è finita qui. La spesa di
cancelleria a carico dell'utente doveva essere corrisposta attraverso vaglia
postale. E a questo il nostro "eroe" ha dovuto arrendersi alla burocrazia. Niente delibera, pazienza.
Ma un liberatorio "vaffa", quello sì. Tanto è gratis.
( da "Stampaweb, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Sono molto addolorato per l'esito del
referendum irlandese anche perché questo viene da un popolo che più di ogni
altro ha goduto i vantaggi della sua appartenenza all'Unione Europea e ha avuto
tassi di sviluppo elevatissimi e aiuti economici che non hanno confronto in
situazioni analoghe", afferma Romano Prodi in una nota. "E' chiaro -
aggiunge - che la volontà popolare va rispettata ma è altrettanto chiaro che
l'Unione Europea deve andare avanti e che i popoli che decidono in modo
autonomo e democratico di rifiutare i trattati sottoscritti dai loro governi ne
traggono coerentemente le conseguenze. L'Europa - conclude Prodi - non può più
procedere a singhiozzo bloccata dai veti di coloro che non si sentono più
appartenenti a questa grande impresa".(ANSA). ----------------------------------------------------------------------------------
-------------------- Il presidente del Pse,t Poul Nyrup Rasmussen: “A no to the
Treaty is not a no to Europe. There is still so much we need to do together.
Europe cannot afford to waste any more time in institutional crisis or pausing
for reflection. If we want citizens to support Europe we need to create a
Europe for citizens. We need to tackle the insecurities of ordinary people and
families – we need to create more and better jobs, we need to tackle climate
change and ensure a secure supply of affordable and sustainable energy, we need
to manage globalization in a fairer way for all, we need to deal better with
migration.” ----------------------------------------------------------
------------------------------------------ "L'impopolarità di quella che
da anni denunciamo come Europa trasformata da patria europea a Europa delle
Patrie trova una ulteriore conferma". Lo ha detto Marco Pannella, in
diretta a Radio Radicale sul referendum irlandese. "In Irlanda al massimo
un elettore su cinque, il venti per cento, a fronte del sostegno della politica
irlandese, ha deciso di approvare questa proposta, di dire sì a questa Europa.
Il leader laburista irlandese ha sottolineato come il no sia più netto nelle
zone operaie. I ceti medi non sono andati a votare. La perdita di carisma, di
segnale positivo dell'unità europea, é ormai clamorosa. Nella Bruxelles
barocca, malamente barocca, in mano alle burocrazie nazionali, non se ne
preoccuperanno e potranno escogitare - conclude - quel che vogliono".
(ANSA). --------------------- "L'Europa non può continuare ad essere
ostaggio di chi non la vuole". E' quanto ha dichiarato Gianni Pittella,
capodelegazione del Pse al Parlamento europeo, in merito ai risultati, ancora
provvisori, del referendum irlandese sul Trattato, che danno il 'no'
vittorioso. "Il voto negativo dei cittadini irlandesi al trattato di
Lisbona, ratificato già da 18 paesi, stupisce ancor di più perché viene da uno
dei paesi che più ha beneficiato degli aiuti provenienti dall'Ue", spiega
Pittella. "Se da un lato bisogna comunque rispettare la volontà espressa,
è innegabile che deve esserci la possibilità, per coloro che lo vogliono, di
continuare sulla strada della maggior integrazione e cooperazione europea anche
attraverso il sistema delle cooperazioni rafforzate già utilizzato per Schengen
e l'euro", conclude. (apcom)
----------------------------------------------------------------------------------------
"Il No al trattato di Lisbona è una pesante battuta d'arresto per tutti
coloro che speravano di rimettere in moto il metodo d'intervento che ha portato
pace e sviluppo per 50 anni" - è la reazione con la quale l'On. Mario
Mauro, Vicepresidente del Parlamento europeo, accoglie il voto negativo del
popolo irlandese al referendum sulla ratifica del nuovo Trattato sull'Unione
europea. "Non possiamo sottrarci alla responsabilità di questa sconfitta,
frutto senza dubbio della persistente lontananza delle istituzioni europee dai
cittadini, non si può prospettare cessione di sovranità senza che l'ultimo dei
cittadini ne sia pienamente cosciente" - prosegue - "Per questo si
ripropone con forza l'urgenza di superare il deficit democratico all'interno
dell'Unione dando vita a un vero dibattito politico europeo" - conclude
Mauro - "C'è la necessità di creare un'opinione pubblica europea, per
colmare un vuoto che rischia di compromettere il futuro del progetto europeo,
non dobbiamo commettere l'errore di far crescere una generazione che tema l'Europa
e che tema il compimento di questo progetto come un'imposizione".
----------------------------------------------------------------------------------------------
Il presidente della Conferenza delle regioni periferiche marittime e della
Regione Toscana, Claudio Martini, ha espresso "profonda amarezza e
preoccupazione per un voto che indebolisce il processo d'integrazione politica
dell'Europa". "Il risultato del referendum - ricorda Martini - arriva
proprio nel momento in cui tutti riconoscono a gran voce che c'é sempre più
bisogno dell'Europa: i Paesi non riescono a risolvere da soli i grandi
problemi, mentre anche le grandi istituzioni internazionali incontrano
crescenti difficoltà, come il recente fallimento della Conferenza della Fao ha
dimostrato". Secondo Martini quello irlandese è "un voto paradossale,
se si pensa che l'Irlanda è il Paese che più di ogni altro ha beneficiato delle
politiche e dei finanziamenti europei e che ha conosciuto negli ultimi anni una
crescita enorme grazie all'Europa". Per il presidente "sul voto hanno
pesato evidentemente paure ed egoismi privati e nazionali in un clima di
diffusa ingratitudine verso gli sforzi comuni che non dice niente di buono sul
futuro delle prospettive unitarie". ---------------------------------------------------------------------------------
"Saluto con immensa gioia la notizia la vittoria del no al referendum
irlandese sul Trattato". Questa la reazione del capodelegazione della Lega
Nord all'europarlamento, Mario Borghezio, riportata da 'affaritaliani.it'.
"Nei distretti operai di Dublino - ha osservato Borghezio - si è votato
massicciamente contro Lisbona: evidentemente, anche in Irlanda, la classe
operaia vuole andare in paradiso e non nell'inferno dei tecnocrati e dei
banchieri di Bruxelles". ---------------------------------------------------------------------------------------------------------
"Fino a quando i burocrati europei continueranno a scrivere testi ispirati
dagli illuminati e non dalle necessita" dei popoli europei, ci sarà sempre
un popolo in Europa che dirà di no. Stavolta è stato il popolo della celtica e
verde Irlanda". Lo afferma Roberto Castelli, sottosegretario al ministero
delle Infrastrutture e Trasporti, commentando il no dell' Irlanda al referendum
sul Trattato Ue. (nota per il Signor Castelli : il trattato lo hanno fatto i
GOVERNI!!!)
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Se i primi dati dall'Irlanda saranno confermati e l'Irlanda respingerà il
trattato europeo si tratta di una grave battuta d'arresto per l'Europa".
Lo afferma Giorgio La Malfa (Pri). "Ritengo che i leader politici europei
dovranno riflettere profondamente sulla crisi del processo di integrazione
europea e valutare le ragioni per le quali in molti paesi dell'Unione le
istituzioni europee vengono considerate negativamente. Non è possibile -
conclude - sottovalutare le ragioni di questa crisi dell'Europa come è avvenuto
dopo il referendum francese e olandese". -------------------------------------------------------------------------------------------------------------
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( da "Stampaweb, La" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Sono molto addolorato per l'esito del
referendum irlandese anche perché questo viene da un popolo che più di ogni
altro ha goduto i vantaggi della sua appartenenza all'Unione Europea e ha avuto
tassi di sviluppo elevatissimi e aiuti economici che non hanno confronto in
situazioni analoghe", afferma Romano Prodi in una nota. "E' chiaro -
aggiunge - che la volontà popolare va rispettata ma è altrettanto chiaro che
l'Unione Europea deve andare avanti e che i popoli che decidono in modo autonomo
e democratico di rifiutare i trattati sottoscritti dai loro governi ne traggono
coerentemente le conseguenze. L'Europa - conclude Prodi - non può più procedere
a singhiozzo bloccata dai veti di coloro che non si sentono più appartenenti a
questa grande impresa". (ansa
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"Il No al trattato di Lisbona è una pesante battuta d'arresto per tutti
coloro che speravano di rimettere in moto il metodo d'intervento che ha portato
pace e sviluppo per 50 anni" - è la reazione con la quale l'On. Mario
Mauro, Vicepresidente del Parlamento europeo (Pdl), accoglie il voto negativo
del popolo irlandese al referendum sulla ratifica del nuovo Trattato
sull'Unione europea. "Non possiamo sottrarci alla responsabilità di questa
sconfitta, frutto senza dubbio della persistente lontananza delle istituzioni
europee dai cittadini, non si può prospettare cessione di sovranità senza che
l'ultimo dei cittadini ne sia pienamente cosciente" - prosegue - "Per
questo si ripropone con forza l'urgenza di superare il deficit democratico
all'interno dell'Unione dando vita a un vero dibattito politico europeo" -
conclude Mauro - "C'è la necessità di creare un'opinione pubblica europea,
per colmare un vuoto che rischia di compromettere il futuro del progetto
europeo, non dobbiamo commettere l'errore di far crescere una generazione che
tema l'Europa e che tema il compimento di questo progetto come
un'imposizione". ----------------------------------------------------------------------------------
-------------------- Il presidente del Pse,t Poul Nyrup Rasmussen: “A no to the
Treaty is not a no to Europe. There is still so much we need to do together.
Europe cannot afford to waste any more time in institutional crisis or pausing
for reflection. If we want citizens to support Europe we need to create a
Europe for citizens. We need to tackle the insecurities of ordinary people and
families – we need to create more and better jobs, we need to tackle climate
change and ensure a secure supply of affordable and sustainable energy, we need
to manage globalization in a fairer way for all, we need to deal better with
migration.” ----------------------------------------------------------
------------------------------------------ "L'impopolarità di quella che
da anni denunciamo come Europa trasformata da patria europea a Europa delle
Patrie trova una ulteriore conferma". Lo ha detto Marco Pannella, in
diretta a Radio Radicale sul referendum irlandese. "In Irlanda al massimo
un elettore su cinque, il venti per cento, a fronte del sostegno della politica
irlandese, ha deciso di approvare questa proposta, di dire sì a questa Europa.
Il leader laburista irlandese ha sottolineato come il no sia più netto nelle
zone operaie. I ceti medi non sono andati a votare. La perdita di carisma, di
segnale positivo dell'unità europea, é ormai clamorosa. Nella Bruxelles
barocca, malamente barocca, in mano alle burocrazie nazionali, non se ne
preoccuperanno e potranno escogitare - conclude - quel che vogliono".
(ANSA). --------------------- "L'Europa non può continuare ad essere
ostaggio di chi non la vuole". E' quanto ha dichiarato Gianni Pittella,
capodelegazione del Pse al Parlamento europeo, in merito ai risultati, ancora
provvisori, del referendum irlandese sul Trattato, che danno il 'no'
vittorioso. "Il voto negativo dei cittadini irlandesi al trattato di
Lisbona, ratificato già da 18 paesi, stupisce ancor di più perché viene da uno
dei paesi che più ha beneficiato degli aiuti provenienti dall'Ue", spiega
Pittella. "Se da un lato bisogna comunque rispettare la volontà espressa,
è innegabile che deve esserci la possibilità, per coloro che lo vogliono, di
continuare sulla strada della maggior integrazione e cooperazione europea anche
attraverso il sistema delle cooperazioni rafforzate già utilizzato per Schengen
e l'euro", conclude. (apcom)
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Il presidente della Conferenza delle regioni periferiche marittime e della
Regione Toscana, Claudio Martini, ha espresso "profonda amarezza e
preoccupazione per un voto che indebolisce il processo d'integrazione politica
dell'Europa". "Il risultato del referendum - ricorda Martini - arriva
proprio nel momento in cui tutti riconoscono a gran voce che c'é sempre più
bisogno dell'Europa: i Paesi non riescono a risolvere da soli i grandi
problemi, mentre anche le grandi istituzioni internazionali incontrano
crescenti difficoltà, come il recente fallimento della Conferenza della Fao ha
dimostrato". Secondo Martini quello irlandese è "un voto paradossale,
se si pensa che l'Irlanda è il Paese che più di ogni altro ha beneficiato delle
politiche e dei finanziamenti europei e che ha conosciuto negli ultimi anni una
crescita enorme grazie all'Europa". Per il presidente "sul voto hanno
pesato evidentemente paure ed egoismi privati e nazionali in un clima di
diffusa ingratitudine verso gli sforzi comuni che non dice niente di buono sul
futuro delle prospettive unitarie". ---------------------------------------------------------------------------------
"Saluto con immensa gioia la notizia la vittoria del no al referendum
irlandese sul Trattato". Questa la reazione del capodelegazione della Lega
Nord all'europarlamento, Mario Borghezio, riportata da 'affaritaliani.it'.
"Nei distretti operai di Dublino - ha osservato Borghezio - si è votato
massicciamente contro Lisbona: evidentemente, anche in Irlanda, la classe
operaia vuole andare in paradiso e non nell'inferno dei tecnocrati e dei banchieri
di Bruxelles".
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"Fino a quando i burocrati europei continueranno a scrivere testi ispirati
dagli illuminati e non dalle necessita" dei popoli europei, ci sarà sempre
un popolo in Europa che dirà di no. Stavolta è stato il popolo della celtica e
verde Irlanda". Lo afferma Roberto Castelli, sottosegretario al ministero
delle Infrastrutture e Trasporti, commentando il no dell' Irlanda al referendum
sul Trattato Ue. (nota per il Signor Castelli : il trattato lo hanno fatto i
GOVERNI!!!)
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Se i primi dati dall'Irlanda saranno confermati e l'Irlanda respingerà il
trattato europeo si tratta di una grave battuta d'arresto per l'Europa".
Lo afferma Giorgio La Malfa (Pri). "Ritengo che i leader politici europei
dovranno riflettere profondamente sulla crisi del processo di integrazione europea
e valutare le ragioni per le quali in molti paesi dell'Unione le istituzioni
europee vengono considerate negativamente. Non è possibile - conclude -
sottovalutare le ragioni di questa crisi dell'Europa come è avvenuto dopo il
referendum francese e olandese". -------------------------------------------------------------------------------------------------------------
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( da "Affari Italiani
(Online)" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Venerdí 13.06.2008 16:00 --> Di Pasquale
Della Torca Caro Direttore, gli irlandesi sono gente tosta e hanno fatto
benissimo a bocciare il Trattato di Lisbona. E' proprio vero che per leggerla
la storia bisogna prima farla, poi scriverla e in ultimo interpretarla. E'
quello che hanno fatto gli irlandesi. Questa Unione europea così prolissa,
dandy e burocratica è invisa un po' a tutti. L'enclave dei palazzi che ospitano
l'Unione è vista come un ostacolo a tutto ciò che è fare e sbagliare. Ormai
siamo entrati nell'ottica che la costruzione dell'Unione europea ci sta
costando molto, moltissimo, più del dovuto. Abbiamo, in sostanza, barattato un
po' di finta stabilità monetaria con un impoverimento che ogni giorno diventa
più insopportabile. La bocciatura del Trattato è la bocciatura di una intera
megacasta europea ancora più pericolosa di quella dei politici: la casta dei
burocrati. E i libri ne sono pieni dei guasti delle
burocrazie al potere. Come in una macchina del tempo siamo tornati indietro di
secoli, al momento in cui la burocrazia dopo un processo costante di autocostruzione si sostanzia quale
elemento fondamentale dell'impero bizantino. Ma l'Unione europea, senza andare così
lontano, si è data una struttura burocratica che forse nemmeno Max Weber
intendeva così asettica, tecnicista e totalmente avulsa dalla realtà in
cui opera. Il risultato non poteva essere che quello giunto dall'Irlanda.
L'Unione europea che non crea autonomia, non libera, non permette di fare e di
sbagliare, infingarda sotto certi punti di vista e soprattutto che frena e non
è capace di creare valore, crescita e sviluppo è l'Europa attuale e l'idea di
Europa popalata dai burocrati che è stata bocciata. Questa non è nemmeno
lontanamente l'idea di Europa immaginata da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi;
è un'Europa alla quale a malincuore ci siamo adattati ma come moderni Nerone
consideriamo la nostra Agrippina.
( da "Giornale.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cari commensali, le nostre ultime
discussioni sono nate da alcune provocazioni che ho voluto fare su alcune
misure pop annunciate dal governo Berlsuconi. Ho parlato, e male, della Robin
tax e dei tetti agli stipendi, e financo delle esclusioni Ici. Non ho parlato
della giusta richiesta del nucleare, delle ottime misure su premi e
straordinari e sulle ipotesi di riforma della pa. Insomma sono stato fazioso,
più che fazioso. Devo una spiegazione. Quando un governo ha davanti a sè cinque
anni di legislatura e ne ha avuti altrettanti dietro alle spalle, ha una grande
carta per provare a riformare il nostro benedetto Stato. Mi sarei immaginato
una partenza sprint. Avrei voluto la medesima decisione mostrata su Napoli,
anche sull'economia. Insomma avrei voluto un esecutivo meno pop e più impop.
Chiessenefrega delle critiche popolari, quanto si ha un tratto preciso e
univoco. Assecondare gli umori o frenarsi per non essere criticati da sinistra
non vuol dire essere democratici. Probabilmente questo è il miglior governo che
potessimo votare. Ma le difese d'ufficio sono una spezia che non piace al cuoco
di questa zuppa. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 2 ) " (No Ratings
Yet) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo post a un amico 05Jun 08 Robin pop L'idea di tassare i
petrolieri per i loro extraprofitti (ma chi quantifica e come l'extra? ed è l'unico
settore ad avere extra? e nel futuro tutti gli extra saranno da bastonare?) ha
l'aria di essere l'idea più pop degli ultimi giorni. 1. Lo Stato, attraverso
l'iva, ha già portato a casa tasse extra dai profitti extra del barile extra.
Si calcola che in un anno esso ammonti già a 500 milioni. Insomma se proprio
crede lo stato potrebbe rinunciare a parte dell'Iva applicata sulla benzina che
in Italia è al 20 per cento e in altri paesi europei è al 16 per cento. 2. I
profitti maggiori sono realizzati da chi buca e spilla petrolio. Su 1,6 milioni
di barili consumati al giorno in Italia, meno di 100mila sono di produzione
domestica. Dunque toccare le royalties sui buchi rende poco niente. 3. Il
petroliere di gran lunga più ricco d'Italia si chiama l'Eni per un terzo
proprietà dello stato. Fattura quasi 90 miliardi di euro con utile vicino ai 10
miliardi (pari al fatturato totale di Erg, secondo petroliere in Italia) ed ha
un margine operativo di 20 miliardi. Tassare i petrolieri in Italia, vuol dire
per lo Stato tassare se stesso: una partita di giro. 4. Annunciare un'imposta
che può facilmente essere traslata sul consumatore ha effetti perversi. Basti
pensare che il rincaro di 1 centesimo del costo finale al consumatore della
benzina vale per le compagnie petrolifere 500 milioni di euro. Sono solo alcune
notazioni, peraltro imprecise poichè ancora non è preciso l'imponibile della
nuova tassa. Ad esempio se veniesse colpita la raffinazione, il discorso
sarebbe parzialmente diverso. Resta l'idea molto pop che la manina dello Stato
asi occupi degli affari privati. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 28 )
" (1 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro ©
2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 27May 08
L'Ici pop dei Liberali pop Il governo Berlusconi ha promesso in campagna
elettorale di eliminare l'Ici sulla prima casa. Lo ha fatto con l'eccezione
degli immobili accatastati a/1, a/8 e a/9. Il motivo è che sono immobili di
lusso. Non vogliamo aprire una discussione sull'essenza di questa imposta.
Piuttosto ci interessa determinare la ragione politica per la quale siano stati
esclusi dal beneficio i proprietari di immobili, cosiddetti di lusso. E la
ragione, cari commensali, è semplice: demagogia allo stato puro. Vedete, alcune
manovre fiscali opportune questo governo non potrà farle per motivi di
bilancio: e lo possiamo capire. Ma sull'Ici pop non ci siamo. Le
"abitazioni di tipo signorile" accatastate così in Italia ammontano
alla ridicola cifra di 35701 (trentacinquemila e rotti), di ville
(burocraticamente chiamate a/8) ce ne sono 34.141 e infine ci sono 2397 tra
castelli e palazzi di pregio. Insomma ci sono 72mila "ricchi" che non
godranno dell'esenzione Ici, su 31 milioni di immobili in Italia. Posto, come
si capisce, che estendere lo sconto anche a costoro non sarebbe stato un
salasso, resta il pop. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 29 ) " (2
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 25May 08 Mutui e
azzzzzardi Vi segnalo un bel articolo di Claudi Borghi sul Giornale di un paio
di giorni fa. Si parla dell'intesa governo-banche sulla rimodulazione dei mutui
a tasso variabile. Borghi dice chiaramente e subito che "non si tratta di
un regalo" e mette in chiaro (è il caso di dirlo, vista la semplicità con
cui spiega la manovra) la portata del provvedimento. Due sole notazioni
aggiuntive e provocatorie. 1. Gli economisti lo chiamano moral azard: è la
circostanza per la quale un individuo o un impresa assume rischi alti sapendo
che poi alla fine qualcun altro sarà tenuto a pagare per il comportamento che
eventualmente si è rivelato troppo rischioso. Ebbene ci si può domandare se
questo intervento dello Stato non crei l'impressione che gli errori di
valutazione dei cittadini possano essere sempre e comunque sanati dal
legislatore. Chi ha contratto un mutuo a tasso variabile sapeva che il tasso
sarebbe potuto cambiare. L'ha fatto perchè inizialmente i saggi erano bassi, ma
poi quando sono saliti, zac ci pensa l'aiuto di mamma stato-banche. 2. La
convezione pensata da governo-abi ha un forte effetto di riduzione della
concorrenza. Chiunque avesse avuto una rata alta avrebbe (grazie alla Bersani,
per la verità molto osteggiata dalle banche) potuto verificare offerte
alternative per portare il mutuo in banche alla ricerca di nuovi clienti e
dunque disposte ad applicare condizioni migliori. Con la rimodulazione prevista
dalla convenzione, si fa tutto in casa. Dunque le banche si tengono stretti i
propri clienti: gli fanno diventare la rata fissa e se li tengono così in
portafoglio per decine di anni. Senza alcun rischio che qualche istituto
bancario particolarmente aggressivo vada a rompere loro le scatole. I circa 1,5
milioni di italiani con la rata alta otterranno un beneficio temporaneo a
cambiare il mutuo in fisso e per di più ai tassi del 2006, ma l'Italia perderà
in termini di concorrenza del sistema e di educazione finanziaria dei suoi
cittadini. Scritto in pol economica Commenti ( 20 ) " (1 votes, average: 5
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Commenti Invia questo post a un amico 15May 08 Dietro la lavagna/2 A proposito
di stipendi d'oro, perchè non pensare ad una tassazione eccezionale per chi ha
case con più di trenta camere? Oppure perchè non aumentare la tassazione su chi
ha la barca più lunga di trenta metri? E ancora perchè non tassare i
proprietari di Ferrari e Lamborghini? Anzi, ideona, perchè non introdurre una
imposta eccezionale per coloro che hanno un diamante superiore ai tre carati,
colore f, e inclusioni wsi? Ma veramente risolviamo i problemi della finanza
pubblica con manovre e annunci così pop e demagogici come quello di tassare gli
stipendi dei manager? I ricconi, per la verità in gran parte antiberlusconiani,
non hanno certamente bisogno del sottoscritto per essere difesi. Fa proprio
rabbia dover essere costretti a difendere questa categoria e con essa il
principio che le retribuzioni e i suoi eventuali tetti, in uno stato liberale,
non li definisce lo Stato. Chissà perchè mi viene in mente un manifesto
sinistro il cui refrain era: Anche i ricchi piangono, con una barca sullo
sfondo. Tremonti dietro alla lavagna per quattro-cinque ore. Scritto in
Berlusconi IV Commenti ( 30 ) " (6 votes, average: 3.67 out of 5) Loading
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questo post a un amico 10May 08 Dietro alla lavagna/1 Prima dichiarazione
ufficiale del ministro dell'Ambiente: "Ringrazio tantissimo Alfonso".
Per Alfonso, la Presti-Giacomo intende Pecoraro Scanio. Ma non basta: "Ha
fatto tanto in questi due anni per questo motivo con lui intendo mantenere un
rapporto". Complimenti al neo ministro. Ci resta il dubbio se i suoi ringraziamenti
si riferiscono specificatamente ai veti sui termovalorizzatori (caso Campania,
ma non solo), a quelli sul nucleare, o a quelli sui rigassificatori? O
piuttosto se i ringraziamenti ad Alfonso siano giustificati per la la
composizione della commissione del Via, o per la retorica veteroambientalista,
o per le ultime nomine fatte in fretta e furia al ministero, o per i viaggi
pagati in alberghi extralusso su cui indaga la magistratura? Gentile
Presti-Alfonso sono questi i motivi per cui intende mantenere un rapporto? Un
rapporto, sia detto per inciso al neoministro, che gli italiani votando il suo
partito e cancellando quello dei verdi, avrebbero voluto vedere raso al suolo.
Per il ministro dell'ambiente, due ore dietro alla lavagna. E non fiati.
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Commenti Invia questo post a un amico 30Apr 08 1929 Oggi è stato reso pubblico
il dato del Pil negli Stati uniti, nel primo trimestre del 2008. La crescita
della ricchezza americana è dello 0,6 per cento. Poco (anche ancora doppia
rispetto a quella italiana), ma non da giustificare tecnicamente la paura di
una recessione. La produzione industriale è cresciuta dello 0,7 per cento. I consumi
dei cittadini dell'1 per cento. E per finire sul mercato di Borsa: all'inizio
dell'anno il Dow Jones era a quota 13043 e oggi siamo ritornati più o meno là.
Perdonate i numeri, ma forse a coloro che parlano di 29 converrebbe ricordarli.
Scritto in finanza Commenti ( 16 ) " (3 votes, average: 3.67 out of 5)
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Invia questo post a un amico 17Apr 08 Chi non capisce, pontifica Mercoledì
mattina sono stato inviato a Omnibus della Sette. Ascoltavo tanti dotti
commenti sul successo della lega e sui suoi motivi e sui flussi elettorali e
bla bla bla. Ma insomma con che coraggio. Abbiamo sbagliato tutto, ma
pretendiamo di commentare i risultati diversi delle nostre previsioni. Ma come
fanno i tanti che ci hanno detto che il parlamento sarebbe stato massacrato e
polverizzato da questa legge elettorale, oggi a parlare di bipolarismo. Come
fanno i tanti che davano la lega, come piccolo movimento di razzisti, a
spiegare il suo successo. Cosa ha aperto loro gli occhi? Dovremmo tacere, stare
zitti, fare la cronaca, ascoltare e smetterla di pontificare su fenomeni di cui
non capiamo un cavolo. Ho la triste sensazione che i giornalisti stiano
diventando sempre più simili ai politici: non riescono a vedere ciò che avviene
fuori dai loro palazzi. Il corsera per due giorni consecutivi ci ha detto che
sarebbe stato meglio il pareggio e oggi si compiace di una maggioranza chiara.
L'universo mondo si interroga da dove siano arrivati i voti alla lega. Se un
partito prende nelle città del nord un voto ogni cinque elettori, i voti li ha
presi da tutti. Ma andiamo al bar Scritto in Varie Commenti ( 32 ) " (17
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Apr 08 Piccolo sfogo
sul meraviglioso Ferrara Cari comensali in questa campagna elettorale moscia,
piena, come sempre, di promesse, le quotazioni di Ferrara salgono. Almeno,
ovviamente, per me. Gli lanciano le pietre e lui risponde. Va nelle piazze con
idee pazze. é un simbolo di passione e di politica. E divide, ma fa pensare. é
adorabile. Scritto in Varie Commenti ( 63 ) " (7 votes, average: 4.43 out
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Commenti Invia questo post a un amico 16Mar 08 Alitaglia/2 Cari commensali,
l'amico Gamaximo scrive: "Egr. Sig. Porro, come certamente avrà inteso
sono uno tra i sostenitori del fatto che Alitalia debba essere venduta ad una
società privata che abbia le competenze per rimettere a posto una situazione
che noi, in vent'anni, non siamo stati capaci di sistemare. Mi sembra tra
l'altro che Air France-KLM possa essere proprio la soluzione giusta ma .. le
ultime notizie trapelate questa mattina, dopo la lunga riunione dei vertici
Alitalia, mi fa pensare che forse sarebbe il caso di rivedere la cosa. In
pratica, sembrerebbe, che AF-KLM vogliano acquistare il pacchetto Alitalia ad
esclusione di AZ service cioè comprando a poco più di niente una società che in
effetti vale poco ma lasciandoci una società ( 10.000 persone) che vive sui
servizi dati agli aeromobili e a tutto quanto ci gira intorno ma ..togliendoci
gli aeromobili. Cosa vuol dire? Che affare è? In pratica mi sembra che ci venga
offerto un bel panino imbottito da quale viene sfilato in prosciutto! Cosa ne
dice? Forse bisognerà dire ad AF-KLM che gli affari bisogna farli in due
!!". Sapete che vi dico: qualche sospetto mi inizia a venire anche a me.
Sono da 20 ore in viaggio: sono andato a Los angeles, ovviamente via Monaco. E
sono ancora qui, a Monaco, che aspetto la mia coincidenza per Malpensa. Sono
disponibile, ma anche rattristato, di non avere un volo diretto da Milano a
Lax, ma il costo di questo sacrificio deve valere la pena. Certo, poi penso al
servizio e al costo di Alitalia peri contribuenti, e mi viene un po' di
pessimismo. L'idea che Airfrance si compri Alitalia, ci sposti a Parigi, e non
si prenda tutto il "pacco" mi fa però imbufalire Scritto in Varie
Commenti ( 61 ) " (8 votes, average: 4 out of 5) Loading ... Il Blog di
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anno al Giornale e scrivo di economia e finanza. Tutti gli articoli di Nicola
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cuoco che nonn tenesse in conto anche i tempi di cottura, ravvivando eccessivamente
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vogliamo. fare riforme impopolare, seppur necessarie,... Marco Locci:
Non so che dire ! Non mi intendo affatto di economia, ma leggendo tutti i
commenti ho... Giulio di Siena: A proposito di Robin Hood tax, non sarebbe più
conveniente che il mitico personaggio si esercitasse... Franco R: L'aroganza
purtroppo non è solo di sinistra, devo ammettere che anche dalle nostre parti
non si... I più inviati I "cagasotto" - 4 Emails Ancora sui Precari
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( da "Velino.it, Il" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Velino presenta, in esclusiva per gli
abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Farnesina, Alberti
(Avsi): Nomina Belloni è molto gradita Roma, 13 giu (Velino) - “Gradiamo molto
la nomina della Belloni” spiega al VELINO spiega Arturo Alberti, presidente
dell'Avsi, l'ong vicina alla Compagnia delle opere nonché presidente di Link
2007, il coordinamento che raggruppa undici delle maggiori organizzazioni non
governative italiane. “Con il neo direttore generale – continua – siamo certi
di poterci misurare in modo costruttivo in quanto la sua esperienza all'Unità
di crisi la ha portata a conoscere molto bene le problematiche dei Paesi in via
di sviluppo e delle emergenze, che ha avuto modo di affrontare sin dal 2004 con
lo Tsunami, ma anche recentemente con il Libano e negli ultimi giorni con i due
italiani rapiti in Somalia”. Non sfugge al presidente dell'Avsi come sia
necessaria una correzione della legge che regola la Cooperazione allo sviluppo,
la 49/87 che ormai ha più di 30 anni. “Speriamo in un nuovo impulso alla
riforma – prosegue Alberti -, come speriamo che vengano predisposti degli
aggiustamenti alle procedure. Mi riferisco, ad esempio, al ripristino della
contabilità straordinaria per i fondi indirizzati alle nostre organizzazioni, in quanto mal si sposa la lentezza della burocrazia con la necessaria urgenza
delle nostre attività”. Ma Alberti pensa anche al ripristino di una Consulta
per la cooperazione che abbia modo di riunirsi una volta l'anno per mettere
insieme tutte le anime del settore: “Ma che non sia un luogo di chiacchiere, ma
anche di confronto” conclude Alberti. (der) 13 giu 2008 15:37.
( da "Giornale di
Calabria, Il" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Riunione nei locali del Settore Urbanistica
per discutere del Piano comunale di spiaggia Si è tenuta, nei locali del
Settore Urbanistica del comune di Catanzaro, la conferenza dei servizi circa la
rappresentazione dell'Atto d'indirizzo della Giunta Comunale sull'adeguamento
del Piano Comunale di Spiaggia alla recente normativa regionale L.R. 17/05 e
sue norme di attuazione il P.I.R. (Piano di Indirizzo Regionale). Ne dà notizia
un comunicato della Fiba, federazione imprese balneari. "Abbiamo appreso
con grande soddisfazione - si legge nella nota - che il documento oggetto della
Conferenza è stato approvato all'unanimità dalla Giunta Comunale. Un primo
passo in avanti è stato compiuto verso la realizzazione dell'adeguamento, tanto
auspicato, alle nuove norme del piano spiaggia esistente. Un lavoro iniziato
qualche mese fa, fortemente voluto dall'Assessore all'Urbanistica Domenico
Iaconantonio, convinto della rilevanza che potrà avere tale strumento per lo
sviluppo del territorio costiero e della città tutta. Sin dall'inizio ha
promosso la concertazione con la Categoria, nell'intento di raggiungere
obiettivi condivisi. Certo il lavoro non è ancora finito, ma il modus operandi
adottato, da noi molto apprezzato, ci conforta circa il futuro risultato
finale. L'estate 2008 rimane ancora un momento di transizione, di passaggio
dagli iter burocratici da anni vigenti, piuttosto farraginosi ed
"ingessati", alle nuove linee guida contenute nella Legge Regionale e
nel P.I.R. ben più snelli (che non prescindono dalla sicurezza e dell'igiene),
volti in particolare alla promozione della destagionalizzazione e alla
riqualificazione dell'esistente (le concessioni in essere sono elementi
costitutivi del PCS) magari aumentando il numero e la qualità dei servizi
offerti. Comprendiamo - continua la Fiba - che per un
comune così strettamente legato alla burocrazia un tale passaggio non è proprio cosa immediata". "Al
tempo stesso però - secondo la federazione - i settori che hanno competenza
sull'attività di stabilimento balneare si sono dimostrati disponibili, seppur
individualmente, ad attivare delle procedure di transizione valide solo per
questo anno, nel tentativo di scongiurare il danno allo svolgimento
dell'esercizio delle attività. Siamo coscienti che oggi il litorale catanzarese
offre ben poco spazio ad una nuova programmazione, ma la "nuova
programmazione" sarà principalmente un'opera di migliore armonizzazione
dell'esistente, andando a colmare alcune lacune che ancora oggi esistono, per
una tale motivazione l'Assessorato ha inteso partire con l'adeguamento delle
Norme Tecniche. La nostra attenzione è indirizzata fortemente agli iter
procedurali amministrativi. A tal proposito - prosegue la nota - riteniamo che
il Piano Comunale di Spiaggia (PCS), debba essere anche una sorta di vademecum,
la sintesi, l'atto finale di un lavoro di concertazione tra la Categoria e
l'Amministrazione, di concertazione e coordinamento tra i diversi Settori
dell'Amministrazione interessati, di modo che frutto di cotanta sinergia sia
anche l'indicazione puntuale ed inequivocabile (oggi siamo fortemente
supportati dalla L.R. 17/05 e dal P.I.R) di tutte le procedure da espletare per
l'avvio delle attività balneari. Alla luce dell'impegno assunto dall'Assessore
all'Urbanistica, con il quale condividiamo l'impostazione del lavoro, siamo
fiduciosi - conclude la nota - che il risultato finale sarà uno strumento
basilare dal quale partire, per poi proseguire con la collaborazione degli
ulteriori Assessorati, ed essere protagonisti di una programmazione tale che ci
porterà ad investire tutte le nostre energie al fine di rendere i catanzaresi,
e non solo, orgogliosi del proprio litorale e magari innescare un'inversione di
tendenza evitando le migrazioni verso altre spiagge altri "lidi"
".
( da "Giornale di
Calabria, Il" del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il segretario di zona della Cgil, Larosa,
invita Loiero a porre fine ai "duelli" per la supremazia sul porto
GIOIA TAURO. Un invito a mettere fine ai tatticismi sul porto di Gioia Tauro è
stato rivolto al Presidente della Regione, dal segretario generale della Cgil
di zona, Pasquale Larosa. "Sicuramente - scrive Larosa a Loiero in una
lettera aperta - lei è a conoscenza dell'ormai infinita querelle o meglio dei
"duelli" per il controllo e la supremazia sul Porto. Il perdurare di
questa inutile e dannosa disputa rischia di veder sprecare le grandi chance di
crescita e di far perdere lo scalo gioiese in competitività ed efficienza nei
confronti degli altri scali del Mediterraneo e del Nord Europa".
"Bisogna dire con estrema chiarezza - prosegue Larosa - che tutti gli
interventi da lei fin qui svolti per dirimere problemi e contenziosi tra
l'Autorità portuale e l'Asi di Reggio Calabria non hanno sortito nessun
effetto. Anzi, proprio in questi ultimi giorni tutti i progetti e gli accordi
faticosamente raggiunti nei mesi scorsi tra Governo, Regione, Commissario
delegato e Autorità portuale rischiano di fallire, privando il porto non solo
del Piano regolatore portuale, strumento indispensabile, ma anche dei tre
progetti industriali necessari al raggiungimento degli obiettivi occupazionali
e precisamente M.S.C., ICO-BLG e del gateway ferroviario. Mentre Gioia Tauro è
paralizzata dall'ormai eterno scontro per le aree, i porti concorrenti stanno
investendo ingenti risorse, vedi il Porto di Barcellona dove ben 70 aziende
multinazionali hanno fatto domanda per avere spazi nella nuova area ad uso
logistica. Quanti di questi avrebbero potuto scegliere Gioia Tauro se le
condizioni infrastrutturali fossero già state risolte?. Chi aveva il compito di
pianificare, ha miseramente fallito: la politica, la burocrazia, gli Enti preposti".
"Alla luce di tutto questo - conclude Larosa - non le sembra che sia
giunto il momento di mettere la parola fine ai tatticismi, al politichese, agli
interessi di parte, di lobby e di quant'altro fino ad oggi hanno ostacolato la
crescita e le prospettive di sviluppo di questa emblematica area che è l'unico
punto di eccellenza della nostra Regione? Non le sembra che sia giunto il
momento di buttare ogni maschera e fare in modo di pianificare ed assicurare un
futuro ai tanti giovani calabresi che purtroppo ogni anno devono continuare ad
emigrare fuori Regione? Non le sembra che sia giunto il momento di aprire un
tavolo con il Sindacato, peraltro già richiesto da giorni, per affrontare,
risolvere e sciogliere definitivamente i nodi che bloccano lo sviluppo
dell'area di Gioia Tauro?.
( da "Azione, L'" del
13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'AZIONE - Articoli - "priorità
sicurezza" "PRIORITÀ SICUREZZA" Luca Zaia, da Bibano, vola a
Roma a fare il ministro, e sulla sua poltrona di vicepresidente della Regione
Veneto arriva Franco Manzato, quarantaduenne leghista di Oderzo, laureato in
filosofia, da vent'anni in politica. Gli esordi a Ormelle con la Liga, poi a
Oderzo come consigliere comunale della Lega (1993-2006) infine in Regione come
consigliere (2000) e capogruppo (2001-2008). Manzato ha le stesse deleghe di
Zaia: turismo e agricoltura. "La nostra terra ha ora una rappresentanza
mai avuta prima, ma anche una grande responsabilità. Io e Luca abbiamo lavorato
tanto sul territorio, chi in maniera più evidente, chi più nascosta, ma
apparteniamo alla stessa cultura della Sinistra Piave, di lavoro e religiosa.
Una cultura di chi sta in mezzo alla gente, e per questo parto avvantaggiato,
perché i temi che devo affrontare sono vasti ma li conosco". Ha preso il
referato di Zaia, all'agricoltura. Sul tappeto c'è subito la questione delle
quote latte. "Un tema che abbiamo già affrontato e che vogliamo portare ad
un tavolo nazionale: ci sono realtà che hanno agito correttamente, ed altre che
hanno avuto motivo per non essere completamente in linea con le norme Ue perché
ne andava di mezzo la competitività stessa dell'azienda agricola. Di concerto
con Luca puntiamo ad una trattativa a livello europeo per risolvere la
questione. Il problema fondamentale dell'agricoltura è comunque la sua
sburocratizzazione. A volte all'agricoltore costano più la consulenza
di un tecnico e la burocrazia che gli va dietro rispetto al contributo che poi gli arriva
dalla Regione. Al centro dell'attenzione va messa l'impresa agricola, non la
regione o gli enti strumentali come Avepa o Veneto Agricoltura. Penso alle funzioni
degli ispettorati agrari: non sarà il caso di trasferirli all'interno di Avepa
per darle una maggiore funzionalità?". Sta già combattendo una
battaglia sui consorzi di bonifica. "C'erano diverse posizioni sul
funzionamento e sulla nec essità di esistenza degli stessi. Ne abbiamo fatta
una sintesi, ora in discussione in aula. Sono emerse quattro esigenze. Primo: i
consorzi siano espressione del mondo agricolo. Secondo: bisogna razionalizzare
i consorzi, lasciandone al massimo 14 (oggi sono oltre 20), riorganizzati
secondo le aste dei fiumi, eliminando 300 consiglieri (con annesso risparmio).
Terzo: flessibilità della tassa sulla bonifica. I consorzi non si occupano più
di bonifica, ma di mantenimento del territorio bonificato, che non interessa
solo gli agricoltori (che per la loro attività pagano già la tassa sull'acqua
per l'irrigazione): per questo deve intervenire direttamente la Regione. Quando
può permetterselo, la Regione paga tutto, quando non ce la fa, i consorzi
emettono le cartelle per la differenza. Quarto: lo sfruttamento energetico dei
salti d'acqua". Quali sono gli interventi più urgenti per la Sinistra
Piave? "Innanzitutto la sicurezza. I cambiamenti in termini di accoglienza
si possono fare, ma il politico deve tenere conto della percezione del
cittadino, che oggi pone la sicurezza come priorità. Si può accogliere nel
momento in cui c'è una serenità del territorio e una sua capacità ricettiva. E
poi l'autonomia finanziaria. L'abbattimento della pressione fiscale non
riguarda solo il rapporto tra cittadino e Stato ma anche la competitività del
territorio". Intanto si alza il grido di dolore dei sindaci, con le tasche
vuote. "Ho parlato con loro, ho un buon rapporto. Le casse dei comuni sono
vuote, e i finanziamenti sono blindati dai servizi. Se però si legano le spese
correnti sull'Irpef, dal momento che nessun comune mai diminuirà i servizi, non
si potranno mai abbassare le tasse. Il ragionamento deve invece essere
virtuoso, per esempio puntando sull'Iva: se la regione è competitiva (magari abbattendo
i tributi), ho più produzione, i cittadini spendono di più e il surplus di Iva
va ai comuni". L'hanno definita "figlio politico di Covre", che
si definisce eretico della Lega. "Politicamente esco dal fabbro Piero
Zanatta, di Ormelle, capo storico della Liga Veneta, assieme al barbiere
Sartori. Con Covre, poi, a Oderzo, abbiamo avuto sempre una grande sintonia,
pure con schietti confronti. Lo rispetto profondamente. Molti stimoli sono
partiti da lui: il movimento dei sindaci che ha modificato la legge Bassanini,
la battaglia contro la cementificazione dei capannoni, che ha condizionato la
nuova legge urbanistica... Ancor oggi, anche se non lo si scrive, operiamo
assieme, per esempio finanziando la costruzione di pozzi in Africa". Covre
è andato giù pesante con la Casta... "Nel suo libro, Stella ha fatto nomi
e cognomi. Io conosco decine di consiglieri comunali, provinciali e regionali
che fanno il loro dovere, e conosco anche il rovescio della medaglia. Ma non si
deve fare di ogni erba un fascio". FC.
( da "Provincia di Como,
La"
del 13-06-2008)
Pubblicato anche in: (Provincia di Lecco, La)
Argomenti: Burocrazia
RomaCon la semplificazione e le riforme un
nuovo miracolo economico è possibile, ma servono coraggio e orgoglio delle
decisioni da parte del governo romaCon la semplificazione e le riforme un nuovo
miracolo economico è possibile, ma servono coraggio e orgoglio delle decisioni
da parte del governo. Questo il messaggio dell'assemblea di Confartigianato,
lanciato ieri a Roma dal suo presidente, Giorgio Guerrini, che chiede al
governo di "allentare la pressione fiscale, oggi al 43,3% del Pil ed è
divenuta insostenibile", e di "eliminare la burocrazia superflua, che pesa per ben
11,4 miliardi di euro l'anno sulle piccole e micro imprese italiane". Le
"mpi", così le ha ribattezzate Guerrini, "rappresentano circa il
98% del sistema imprenditoriale italiano". Nel suo messaggio di saluto
all'assemblea, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le ha
definite "una risorsa essenziale del nostro sistema produttivo".
Concetto che è riecheggiato nell'intervento del presidente del consiglio Silvio
Berlusconi all'assemblea della Confederazione. Le "mpi" sono però
"una risorsa schiacciata da tasse e burocrazia,
ma anche - ha sottolineato Guerrini nella sua relazione - dai costi
dell'energia, superiori del 38% rispetto alla media europea, e da quelli della
giustizia, che pesano per 2,3 miliardi di euro l'anno". In materia fiscale
i piccoli imprenditori dicono sì al federalismo, "che può contribuire a
migliorare l'efficienza della spesa". Il presidente di Confartigianato ha
chiesto però "l'avvicinamento del momento del pagamento delle imposte
all'effettiva disponibilità finanziaria" e "l'introduzione della
tassazione per cassa in favore delle imprese con volumi d'affari ridotti, che
maggiormente risentono del peso del ricorso al credito per il pagamento delle
imposte". Guerrini, che aveva cominciato la relazione ricordando i sei
operai morti tragicamente in Sicilia ieri, ha detto che anche nella lotta
contro gli incidenti sul lavoro servono semplificazione e prevenzione. Il
presidente di Confartigianato ha detto poi che oggi "c'e la stabilità
politica per avviare le riforme e per decidere, per far tornare l'Italia
protagonista". Confartigianato è pronta a partecipare a un programma di
riforme che, superata la fase elettorale, appaiono sempre meno di destra e
sinistra e sempre più legate a esigenze di modernizzazione e miglioramento
della qualità del lavoro e dell'impresa. 13/06/2008.
( da "Provincia di Como,
La"
del 13-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La scheda L'inchiesta Continua il nostro viaggio tra i disservizi e i paradossi della burocrazia. La puntata odierna riguarda
i disservizi patiti ieri da decine di comaschi che avrebbero dovuto sottoporsi
a esami clinici al Sant'Anna. Nella morsa è quasi sempre il cittadino a finire
stritolato. Se volete fare sentire la vostra voce e segnalare cosa vi è
capitato, potete farlo scrivendo una lettera (Redazione cronaca, via P.
Paoli 21, 22100 Como) o mandando una mail a: redcronaca@laprovincia.it
13/06/2008.