HOME   PRIVILEGIA NE IRROGANTO   di  Mauro Novelli          www.mauronovelli.it


DOSSIER “BUROCRAZIA”

Torna all’indice mensile 2008

 

ARCHIVIO GENERALE  DEL DOSSIER  

TUTTI I DOSSIER


tARTICOLI DEL  2-4 giugno 2008       #TOP



Report "Burocrazia"

·                     Indice delle sezioni

·                     Indice degli articoli

·                     Articoli

Indice delle sezioni

Burocrazia (190)


Indice degli articoli

Sezione principale: Burocrazia

"Area Vasta", chi l'ha vista? ( da "Quotidiano.it, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ultimo unico elemento centrale di tutta la burocrazia tecnico politica amministrativa. Sulla tanto sbandierata "Aria Vasta" sanitaria, di cui ci sfugge il disegno strategico complessivo, per ora registriamo solo che sono state costituite commissioni (tante), si fanno riunioni (forse), si studiano i problemi (forse), ci si avvale della collaborazione dei movimenti dei consumatori (

Marchionne: Troppi vincoli, così la Fiat se ne va ( da "Trentino" del 02-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: In Cina si sta creando una burocrazia che li porterà presto alla paralisi". Il sindacato è inadeguato? "Il suo ruolo è utile, ma il dialogo tra il sindacato e l'azienda si basa su strumenti antiquati. Nella Fiat si vorrebbe mantenere un contratto del 1993: se non ci cambia sarò costretto a portare l'azienda altrove.

METTERSI IN PROPRIO Vorrei costituire un'impresa, che cosa devo fare? Se nelle vostr ( da "Giornale di Brescia" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Verranno affrontate diverse tematiche riguardanti la costituzione di un'impresa, dalla burocrazia all'elaborazione del progetto di fattibilità economica Il gruppo sarà formato da un massimo di 10 persone ed è richiesto il curriculum vitae e la compilazione di una scheda informativa. L'incontro si terrà nella sede di Confcooperative, in via XX Settembre 72, in città.

Caso Aguilar, ansia infinita Riscriviamo le regole ( da "Arena, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato.

A fuoco l'amianto, emergenza ambientale - luigi soriga ( da "Nuova Sardegna, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: i costi elevatissimi per lo smaltimento, i ritardi negli interventi e nella burocrazia, la vecchia scuola elementare sopravvive ancora. Gli abusivi, che nel frattempo non hanno nè trovato lavoro e nè trovato una altro posto dove vivere, forzano ancora una volta i sigilli. I vigili li ricacciano fuori per l'ennesima volta.

<Licenziare i fannulloni e premiare i migliori> ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ci teniamo una burocrazia opprimente che ci fa sentire sudditi e non cittadini (si pensi allo sportello unico per le attività produttive, prototipo dell'incapacità a fornire un servizio adeguato); tolleriamo che i dirigenti sempre meno rispondano alla Giunta ed al Consiglio comunale (con delibere che scientemente vengono dai medesimi disattese)

Lavori agricoli? no, grazie ( da "Tirreno, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Allarme in Maremma: impieghi troppo legati alla stagionalità e burocrazia tengono alla larga dai campi Lavori agricoli? No, grazie Manodopera e specialisti introvabili, aziende in crisi GROSSETO. Trovare un "potino", l'operaio che taglia viti e olivi, oggi in Maremma è difficile quasi come trovare un ingegnere nucleare.

Romoli: entro la settimana riaprono al traffico le vie oberdan e roma ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non bastasse la burocrazia a rallentare i lavori in piazza Vittoria, ci si è messo pure... un serbatoio d'acqua largo 4 metri, lungo 12. "Nei giorni scorsi, infatti, la ditta che si occupa dei lavori - fa sapere il sindaco Ettore Romoli che detiene anche la competenza ai Lavori pubblici - ha dovuto fare i conti con la presenza di una sorta di "

Il Festival di Marchionne Sciabolate ai banchieri <ignoranti> e al sistema Italia ( da "Adige, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: i risultati glielo permettono, non risparmiando sciabolate ai banchieri, al presidente americano Bush (accusato di portare avanti una politica economica criminale), ma soprattutto al sistema Italia, dove burocrazia e accordi sindacali fanno venire voglia alle imprese di fuggire. SERVIZI DA PAGINA 3 A PAGINA 11 02/06/2008.

LUISA MARIA PATRUNO l ( da "Adige, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: È molto difficile fare qualcosa in Italia per via della burocrazia e degli accordi sindacali. Con la Regione Piemonte volevamo trovare un accordo sindacale per introdurre sette turni per aumentare la produzione, non è stato possibile. A Verona invece siamo riusciti a raggiungere un accordo che ci consente di passare dall'occupazione di 400 a 1.

PAOLO MICHELETTO L'Unione europea è certamente un mercato commerciale ( da "Adige, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: non forma giovani per entrare nei ruoli centrali della burocrazia europea, quasi fosse vittima di un complesso di superiorità assolutamente ingiustificato. Al castello del Buonconsiglio sono passate due ore e il dibattito non ha annoiato il pubblico. Se si pensa all'Italia si esce spesso con un senso d'angoscia, da questi incontri promossi all'interno del Festival dell'Economia.

La cgil in crisi si processa "siamo vecchi e inadeguati" - roberto mania ( da "Repubblica, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: prigionieri dei propri riti e della propria burocrazia; spesso inadeguati a interpretare i cambiamenti che sta dettando la nuova fase della globalizzazione. E per la prima volta si sono ritrovati anche a fare i conti, in tutta la penisola non solo al nord, con i lavoratori iscritti alla Cgil che votano per la Lega, Forza Italia e anche Alleanza nazionale.

(segue dalla copertina) jenner meletti ( da "Repubblica, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia europea mette a rischio le nostre imprese e la stessa salute dei cittadini" "Ancora pochi giorni e poi faremo come i nostri colleghi in Germania" Stop a 15 milioni di litri provenienti dalla Baviera. Colpite alcune grandi industrie (SEGUE DALLA COPERTINA) JENNER MELETTI "Nel marzo 2007, più di un anno fa - racconta il presidente Aia,

Micheli, una svolta nella politica dopo Stava W alter Micheli, nel corso di una vita costantemente orientata dall'interesse pubblico e volta all'affermazione di un socialismo umani ( da "Adige, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ricerca troppo spesso ostacolata da quella burocrazia e da quella politica politicante che a parole decanta con magnificenza il cosiddetto "Progetto Sicurezza" ma nella realtà dei fatti oppone, alla necessità di qualificazione e professionalità unici veri viatici all'incremento della sicurezza dei cittadini ciechi rifiuti motivati da squallidi conti degni del peggior bottegaio,

A trieste la terza età continua il dialogo con il mondo ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E si deve pur cogliere la smentita che la radicale riforma in atto all'Itis oppone ad un diffuso luogo comune: che "pubblico" sia sempre sinonimo di spreco, di inefficienza e di pesante burocrazia. In qualche caso, invece, come si vede, il "pubblico" sa rivelare uno spirito di autentico servizio.

Multa a casa, ma è morto: il presidente Atm si scusa ( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia non registra il dolore, né mette a verbale il lutto. "È una situazione assurda - commenta ancora Fabio -. Almeno ora, oltre alle scuse, ci aspettiamo due righe di conferma dell'archiviazione della multa. E poi vorremmo vedere il verbale dei carabinieri, che stiamo ancora aspettando anche se sono scaduti i termini per riceverlo"

Addio arretrati se il dicastero cambia il nome ( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: In alcuni casi è la stessa burocrazia a creare confusione di ruoli e a determinare comportamenti poco virtuosi. Come nel caso del ministero delle Comunicazioni che deve alla municipalizzata romana Ama circa 3,2 milioni. Spacchettamenti e accorpamenti del dicastero hanno reso difficile comprendere chi deve pagare e quanto.

Sì alla laurea, no al permesso ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia "contro". Niente espatrio alla dottoressa camerunense Sì alla laurea, no al permesso di Carlo Giorgi C on una laurea in tasca, alla ricerca del permesso (di soggiorno) perduto tra faldoni di pratiche straniere in Italia. L'esempio concreto di come la burocrazia possa giocare da avversario, emerge nel caso degli oltre 40mila studenti universitari stranieri in Italia.

FRA i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi presidenti della Repub ( da "Messaggero, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica.

Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante, perché meno cont ( da "Messaggero, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica.

Porto a San Cataldo <L'iter prima dell'estate> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: avevano lamentato troppa burocrazia negli enti di governo pugliesi. Una lentezza che non era stata riscontrata in altri ambiti nazionali, ma soprattutto estere, tanto da convincere Piero Montinari, leader dell'omonimo gruppo e presidente di Confindustria Lecce, "a ripensare gli investimenti in atto nel Salento e nella Puglia".

Napolitano ai prefetti: attenti ai disagi di cittadini e imprese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: commento u pagina 12 Zapatero promette meno burocrazia per le aziende Il premier spagnolo Josè Luis Zapatero ha annunciato che entro un mese varerà misure per ridurre del 30% il carico burocratico che grava sulle imprese e per liberalizzare i servizi. Al via anche negoziati per la riforma del mercato del lavoro.

Zapatero: per le imprese tagli alla burocrazia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Annunciato un nuovo pacchetto di misure Zapatero: per le imprese tagli alla burocrazia Michele Calcaterra MADRID. Dal nostro corrispondente Riduzione del 30% dei carichi amministrativi, dovuti all'eccessiva burocrazia, che gravano sulle imprese spagnole e causano "disagi" calcolati in una mancata crescita del Pil pari al 2 per cento.

L'atto per le Piccole Imprese ( da "Libertà" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Riduzione della burocrazia, più accesso al credito di MATTEO FORNARA* Riduzione della burocrazia, migliore accesso ai mercati europei e alle gare pubbliche, più accesso al credito ma anche a una mano d'opera qualificata, sostegno alle imprese che vogliono crescere anche sul mercato internazionale.

I sindaci alle prese con il rebus Rom ( da "Corriere del Veneto" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: le loro baracche confinano con una burocrazia locale e statale che ci dà il tormento appena costruiamo un'abitazione, apriamo un negozio. Noi facciamo la "raccolta differenziata", la disciplina dell'immondizia ormai misura il livello di civiltà. I nomadi conducono un'esistenza "anarchica", nel solco di antiche tradizioni.

FRA i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi presidenti della Repub ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 02-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica.

Fate più figli, vi darò io una mano ( da "Panorama" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Asili nido, meno burocrazia per tutti e di conseguenza più figli riassume Meloni. In Italia la demografia è una delle principali criticità. In Europa la natalità media è di due figli per donna, nel nostro Paese la media è di 1,3 figli. Siamo di gran lunga sotto quota.

Dall'Italia alla Germania, nella Ue scatta la nuova battaglia del latte ( da "KataWeb News" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Alle 09:18 - Fonte: Homepage">repubblica.it - 0 commenti Migliaia di allevatori del nostro Paese, in crisi, minacciano il blocco Il ministrio Zaia: "La burocrazia mette a rischio le nostre imprese" Jenner Meletti.

PROMOZIONE. IL TESSERAMENTO CONTESTATO (CON RELATIVA PARALISI DEI PLAY OFF) SCATENA LA RABBIA DELLE SOCIETÀ ( da "Arena.it, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato.

Dirigenti e tecnici veronesi protestano per la tempistica del verdetto che non arriva: <Non ci siamo: è tutto falsato> ( da "Arena.it, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato.

LA RICERCA / DA UNO STUDIO DELLA BOCCONI EMERGE L'IDENTIKIT DEI FONDATORI DELLE START UP : GIOVANI, LAUREA IN TASCA, SPIRITO DI INIZIATIVA. DONNE E UOMINI PARTONO ALLA PARI MA LE P ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: alle tasse e alla burocrazia contribuisce a spiegare perché l'imprenditorialità earlystage in Italia è sotto la media europea (5,9%)" spiega Alexandra Dawson, coordinatrice della ricerca Bocconi. In particolare, dallo stesso rapporto si rileva che l'Italia è tra gli ultimi paesi europei riguardo alla facilità di reperire fondi (21°),

PATRIOTTISMO REPUBBLICANO ( da "Mattino, Il (City)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili politicamente, a scontrarsi tra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo Stato; sono pezzi dello Stato - magistrature, burocrazie, amministrazioni locali - ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. SEGUE A PAGINA 12.

Il Conte Verde ( da "Stampaweb, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: afflitta da troppe competenze, troppa burocrazia e poche risorse, presenta il conto. Bisognava sentirli, i discorsi degli amministratori convocati ieri a Perosa Argentina, Oulx, Susa e Bussoleno. Uniti nel lodare l'impegno della Protezione civile, della Regione e della Provincia, con cui c'è un rapporto diretto.

Sommese: Fondi europei, priorità a progetti cantierabili ( da "Denaro, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia è troppo lunga. D. Project financing: ripartirà l'iter della legge regionale? R. E' in commissione. Siamo alle battute finali. Dobbiamo recuperare credibilità politica, al momento un po' appannata. Dobbiamo spendere e spendere bene.

Un appello a continuare il volo ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: spesso a complicare le cose ci si metta la burocrazia. "Per una autorizzazione che deve darci l'Enac non riusciamo a ottenere i visori notturni, che permetterebbero ai piloti di raggiungere anche di notte la stessa quota che mantengono di giorno". Dai consiglieri regionali Dario Bond e Guido Trento è arrivata la promessa di fare sentire le istanze a Venezia circa il volo notturno.

La casa alloggio per disabili bloccata dalla burocrazia ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ancora entrata in funzione La casa alloggio per disabili bloccata dalla burocrazia Il recupero della palazzina è costato un milione di euro, ma dopo l'inaugurazione è iniziato un vero e proprio calvario per gli addetti dell'Anffas Inaugurata nel settembre 2006, al termine di un restauro finanziato con i soldi pubblici, non è mai entrata in funzione per colpa di cavilli burocratici.

<Abbiamo solo 400 bimbi su oltre 6 mila abitanti> ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: "La scuola funzione bene - ha esordito don Egidio Lot-, però la parificazione è avvenuta solo in termini di aumento della burocrazia. Pochi sono i soldi che ci dà lo Stato. In questo modo le spese vanno a gravare sulle famiglie e sulla parrocchia".

Viabilità, troppi vigili ad ammuffire negli uffici ( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dati Aci dimostrano che a Nordest gli organici sono in sofferenza perchè 4 agenti su 10 non svolgono i servizi su strada La burocrazia e le "esigenze" di bilancio strozzano gli organici dei vigili urbani e penalizzano la sicurezza stradale. È la sintesi dei dati emersi nel primo forum delle Polizie locali organizzato dall'Aci e tenutosi nei giorni scorsi a Riva del Garda (Trento).

Abbiamo lasciato la lettera insolitamente ( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: assurdità del groviglio di leggi che appesantiscono la burocrazia, ma sono spesso congeniali ai furbetti, ai corrotti, agli intrallazzatori più o meno collegati alla criminalità organizzata. Se i costi di un chilometro di strada in Italia sono superiori sette volte rispetto a un chilometro francese o tedesco, la spiegazione non è soltanto nelle leggi.

Mancini, Mourinho e gli stipendi degli ( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: serve a emancipare la persona e a liberarla dalla sudditanza alla burocrazia pubblica.L'ordinamento giuridico italiano deve basarsi sui principi del diritto romano: il singolo ha libertà su tutto, tranne su ciò che è esplicitamente vietato. Occorre delegiferare e concentrare in testi unici. La Costituzione ha più di 60 anni: non è perfetta e abbisogna di modifiche.

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA ( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazie, amministrazioni locali - ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica.

La sinistra in Tv dimostra di non capire Gentile direttore, ho più volte contestato lo spazio riservato sulla stampa e in Tv ai politici e amministratori pubblici in generale, che ( da "Provincia di Sondrio, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: disastri che hanno combinato negli ultimi recenti diciotto mesi ed anche col precedente governo hanno aumentato burocrazia e spesa pubblica, altro che parlare di riduzione del deficit. Prodi non è mai stato uno statista, ma solo un uomo di partito, come lo dimostrano le gravi calamità che ha provocato in seno all'amministrazione: svendita di Iri, acquisto di Telecom Serbia per contanti.

L'ENTUSIASMO DEGLI INDUSTRIALI ( da "Azione, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la riduzione dei costi della burocrazia". "Le elezioni del 13 aprile - concluderà poi la Marcegaglia - hanno segnato un'importante discontinuità: in Parlamento si è prodotta una formidabile semplificazione, sono rimaste fuori le forze anti impresa e anti mercato, c'è dialogo con l'opposizione, abbiamo un governo coeso.

Preside record: per 29 anni al Vallauri, ora va in pensione ( da "Gazzetta di Modena,La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma anche tanta burocrazia in più. In generale invece credo che andrebbe fatto un maggior lavoro di orientamento alla fine della terza media. Vi sono ragazzi che si iscrivono per assecondare aspettative dei genitori, ma che invece sarebbero più felici di seguire altri corsi di studio: come si può decidere a 14 anni il proprio futuro?

Senza soldi per la ricostruzione A Sarno disperati gli alluvionati ( da "Citta' di Salerno, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia a uccidere la loro speranza di rinascere. " L'esasperazione è al punto estremo. Dunque, non c'è da sorprendersi se si stanno organizzando per manifestare in maniera estrema il loro disagio davanti alle risposte che non arrivano. " Qualcuno sta anche studiando come ottenere dalla Regione un risarcimento dei danni patiti per le lungaggini nel completamento della ricostruzione

Cima Esy , per rifarla serve un appalto ( da "Trentino" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: come per la funivia gli investimenti sono frenati da norme e burocrazia "Cima Esy", per rifarla serve un appalto Levico Terme spa ha pronto un milione di euro per realizzare i lavori ROBERTO GEROLA PERGINE. Funivia pronta per l'estate 2010? La comunicazione è stata fatta dal presidente di Nuova Panarotta spa, Maurizio Fontnari durante l'assemblea dei soci.

Commercianti, facili prede della grande distribuzione organizzata ( da "Giornale di Brescia" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: arroganza di una burocrazia onnipresente. Costi che oramai non riusciamo più a sopportare. Gocce di sangue andate a nutrire apparati il cui unico scopo era ed è di mantenere se stessi. Esasperati da clienti capricciosi e a volte maleducati che pretendono da noi quello che loro stessi non vorrebbero mai concedere ad altri.

Fidanzati muoiono schiacciati nell'auto ( da "Nuova Sardegna, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: vescovo di Tempio Sebastiano Sanguinetti aveva puntato il dito contro la lentezza della burocrazia che bloccava i lavori per la quattro corsie. Ma la sua più che un'accusa era una richiesta di aiuto. Un sos per fermare un'inutile strage. Dopo 15 giorni la morte si riaffaccia. Orrore su orrore. L'asse Olbia-Sassari ingoia altre vite e cancella l'esistenza di due ragazzi di 22 anni.

A Palazzo si parla di Birmania ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia, restano sospesi fra l'indifferenza e la valutazione di un intervento. Eppure, è poi così lontana la Birmania? Il suo feroce regime militare fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i russi. La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita con la droga,

C'è l'intesa tra i sindaci sbloccata via Industria ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: elefantiaca burocrazia è stata superata, grazie ad un accordo tra i due primi cittadini (alla luce del nuovo incarico affidato a Dal Toso, dopo le recenti elezioni a Castelgomberto) che è servito per accelerare le procedure. Dunque, niente più spostamento "selvaggio" delle transenne da parte di chi, irritato, tutti i giorni era costretto a farsi "

Lignana, per sanare il bilancio sindaco rinuncia allo stipendio ( da "Stampa, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma soprattutto tanto burocrazia, che è la cosa che più mi ha frenato in questi anni, così ho accettato l'indennità e pagavo direttamente i conti. Non ci ho mai rimesso, certo, sono un imprenditore e sono abituato ai disbrighi". Così, da maggio è stato approvato a livello nazionale il nuovo contratto dei dipendenti pubblici e,

Pannelli solari bocciati dalla Soprintendenza ( da "Arena, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di pratiche bloccate e non per la burocrazia ma per un pregiudizio estetico. Questi impianti ci rispondono negli uffici "non piacciono". Un paradosso se si pensa che entro il 2012 sarà anche obbligatorio installarli per legge. Pannelli solari che oltre a far risparmiare 450-500 euro all'anno di combustibile, riescono ad immettere due tonnellate in meno di anidride carbonica nell'

Si profila una nuova battaglia contro industria di trasformazione e burocrazia europea <Stanchi di produrre in perdita> Prezzo del latte 'Libera' in campo <Adesso basta> ( da "Provincia di Cremona, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Review srl Si profila una nuova battaglia contro industria di trasformazione e burocrazia europea "Stanchi di produrre in perdita" Prezzo del latte 'Libera' in campo "Adesso basta" di Vittoriano Zanolli Dall'Olanda al Belgio, dalla Danimarca alla Germania esplode la protesta del latte: gli allevatori scendono in campo per ottenere la giusta remunerazione del prodotto alla stalla.

La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa ( da "Arena, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Vincenzo da sei settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa di Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio. E le cose peggiorano ulteriormente quando arriva il momento di lavarsi visto che è costretta a scaldare l'acqua,

Autonomi puniti dagli studi di settore ( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in conseguenza di una mancata congruità con i parametri fissati, in un paese dalla burocrazia infinita, con leggi che spesso si contraddicono tra loro, possono emergere altre problematiche: piccole inadempienze, incongruenze e, in ultimo, visto che si parla comunque di attività molto deboli, si può arrivare perfino alla chiusura".

NUOVO SILURO contro Gaia. A Casola il consigliere comunale Gemello Scaletti sta p ( da "Nazione, La (La Spezia)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il servizio in questi anni è peggiorato e la burocrazia è aumentata in modo esponenziale tanto che anche gli uffici comunali adesso devono chiamare il numero verde per contattare il gestore ? scrive Scaletti ? la società non ha neanche onorato gli impegni di assorbire i mutui e non ha dato al territorio alcun vantaggio a livello occupazionale.

Dagli asili alle poste così follonica non va ( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma la burocrazia e la mancanza di volontà della giunta hanno ostacolato tale iniziativa rendendo di fatto quasi impossibile la loro realizzazione. Il Comune potrebbe accedere a contributi regionali che permettano di costruire strutture idonee, dando posti di lavoro e ricavando oneri per le casse comunali, ma anche in questo caso non c'

La rivolta dei docenti: <I tagli porteranno al caos> ( da "Nazione, La (La Spezia)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: porterà carichi di lavoro insopportabili visto che sugli istituti ora grava anche la burocrazia delle graduatorie. Sorgeranno problemi, altro fatto da non sottovalutare, sulla vigilanza degli alunni. Meno bidelli? Indirettamente vuol dire favorire all'interno delle scuole il fenomeno bullismo lasciando i ragazzi in balia di se stessi".

Unione dei Comuni operativa da oggi ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia diventa più snella" A PARTIRE da oggi, l'Unione dei Comuni della Bassa Romagna è pienamente operativa. Nell'ultima seduta del 'super consiglio comunale' sono infatti state approvate tutte le convenzioni per la gestione dei 'servizi associati', Tra queste, approvate dalla maggioranza con l' astensione delle minoranze,

Costa azzurra sedotta dai sapori piemontesi - christian benna ( da "Repubblica, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Italie à table" di Nizza E Peveraro vuole snellire la burocrazia che frena un settore in pieno fermento CHRISTIAN BENNA NIZZA MARITTIMA - Salame al barolo accompagnato da grissini torinesi ancora in cerca di Igp. Risotto della Baraggia che invece ha appena vinto la sua battaglia di autenticità con il riconoscimento della Dop.

PONTEDERA E' IL SOLITO dilemma mai ri ( da "Nazione, La (Pisa)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: perché le trattative per l'acquisizione del titolo del CuoioCappiano si stanno scontrando con la burocrazia e necessitano a questo punto dell'ok di Macalli, presidente di Lega. Occorreranno ancora una diecina di giorni per avere una risposta definitiva. La "gallina", insomma, non è ancora certa?. Stefano Lemmi.

MENO burocrazia e maggiori tutele per ( da "Nazione, La (Empoli)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 9 MENO burocrazia e maggiori tutele per... MENO burocrazia e maggiori tutele per le aziende conciare alle prese con una crisi di non facile soluzione: calano produzione e fatturato senza segnali di ripresa a breve e medio termine. Una crisi su cui pesano tanti fattori: dalla moneta, alla perdita di competitività,

<Io, malato di cancro oppresso dai burocrati> ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: È IMBATTUTO nella solita burocrazia che, nei buoni propositi, tanti enti e istituzioni stanno tentando di alleggerire, ma in realtà pesa ancora troppo sulle spalle, e sulle tasche, dei cittadini. "Per avere quest'esenzione - prosegue Gravanati - non basta infatti una semplice dichiarazione del medico di famiglia, che pure sta seguendo da tempo la mia malattia.

Bandiere tricolori alle finestre Il corteo ha coinvolto l'intera cittadina ( da "Giorno, Il (Lecco)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia. Il federalismo fiscale? Serve per dare maggiore autonomia togliendo previlegi in certe Regioni". Al momento celebrativo dei 62 anni della Repubblica Italiana ma anche del sessantesimo anniversario di introduzione della "Magna carta" anche il presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci Cavaliere Luigi Turati e rappresentanze delle forze militari in congedo e militari

IL COMUNE di Cattolica assumerà 12 nuovi vigili stagionali per ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: per questioni di tempo e di burocrazia ora a palazzo Mancini si fatica a trovare altri vigili disponibili a ricoprire l'incarico stagionale. Motivo? Negli altri Comuni limitrofi sono stati effettuati contemporaneamente altri concorsi ed alcune divise hanno preferito accasarsi in tali realtà amministrative.

Agroalimentare, troppa burocrazia ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: troppa burocrazia LE DIFFICOLTÀ burocratiche ed amministrative sono il primo problema per i conduttori di imprese agroalimentari di qualità. Il dato risulta da un sondaggio tra gli operatori presenti alla manifestazione specializzata "Squisito!", che si tiene per la quinta edizione nella comunità di San Patrignano.

La malattia esonera dalla cintura in auto? Devi pagare 36 euro ( da "Giorno, Il (Milano)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: costosa burocrazia. "Per avere quest'esenzione - prosegue Gravanati - non basta una semplice dichiarazione del medico di famiglia, che pure sta seguendo da tempo la mia malattia. Bisogna pagare alla Regione un bollettino di 36 euro e prenotare una visita dal medico dell'Asl che può rilasciare il certificato".

Expo, la Spagna lancia la sfida a Milano ( da "Unita, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dal fatto che la realizzazione delle opera è stata favorita da una burocrazia organizzata ed efficiente. Spero che a Milano succeda altrettanto, ma ho l'impressione che in Italia ci sia l'abitudine a fare ciascuno per se. E poi - prosegue Rota - dopo la fine dell'Expo rimarrà moltissimo, il territorio non verrà abbandonato, resterà una parte della città vivibile".

Di GABRIELE GALLO C'È UN SOGNO comune che non è azzardato attri ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: A quel punto abbiamo fatto i passi necessari per aprire l'attività: qui la burocrazia è molto più semplice, tra l'altro". Dove si trova il vostro bed & breakfast? "A due passi dall'estasi, sulla Cote d'Or, probabilmente la spiaggia più bella dell'isola, non a caso è vicino a quelli che sono considerati gli hotel più gettonati del territorio.

Vertice i soldi ci sono, ma i messaggi sono confusi e la tempistica sbagliata ( da "Riformista, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rapporto si legge che la sua burocrazia è "pesante e costosa", che ha difficoltà a "identificare le vere priorità", che per cultura "rifugge dai rischi", che senza una riforma radicale "il suo declino sarà irreversibile". E queste non sono le parole di un rivale politico, come il presidente del Senegal Abdoulaye Wade che un mese fa ha attaccato Diouf invocando la chiusura della Fao.

Lo dico al tirreno ( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ci teniamo una burocrazia opprimente che ci fa sentire sudditi e non cittadini (si pensi allo sportello unico per le attività produttive, prototipo dell'incapacità a fornire un servizio adeguato); tolleriamo che i dirigenti sempre meno rispondano alla giunta e al consiglio comunale (con delibere che scientemente vengono dai medesimi disattese)

E' un Palio più forte di tutti i contrattempi ( da "Nuova Ferrara, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di burocrazia". Altro tema da affrontare, i tempi lunghi dell'atto finale in piazza Ariostea: "I tempi della mossa non può stabilirli nessuno, e spesso anche il mossiere è di fronte alle strategie dei fantini. Credo invece che possiamo intervenire per anticipare e rendere un po' più celere il percorso del corteo e la cerimonia in piazza Ariostea.

Eurografica senza palasport ( da "Centro, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di risolvere il problema nei tempi della burocrazia sportiva che siamo tenuti a rispettare". In città, l'unica via praticabile è il completamento del campo annesso alla piscina comunale, misure già da serie A ma copertura, spalti e spogliatoi da costruire di sana pianta. La risposta dell'amministrazione arriva a stretto giro.

Finanziamenti agevolati alle imprese ( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccesso di burocrazia, l'incremento dei costi delle materie prime, dei servizi e le problematiche connesse alla successione aziendale. Un sostegno concreto alle giovani aziende artigiane e in particolare alle realtà neocostituite chiamate a confrontarsi con un mercato in continuo cambiamento arriva dalle Banche di credito cooperativo che,

GOVERNO GRECO A FAVORE DEL DECENTRAMENTO ( da "marketpress.info" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Riguardo alla burocrazia e alla corruzione nel settore pubblico, Pavlopoulos ha riconosciuto che vi sono stati miglioramenti, sottolineando però che chi si occupa della vita quotidiana dei cittadini non può ancora essere soddisfatto. . . <<BACK.

ROMA - Da ieri in via Catullo, stradina senza uscita di Casal di Principe, si alternano poli ( da "Messaggero, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: grazie ai suoi agganci con la politica e la burocrazia, il Consorzio intercomunale detto Ce4 o Ecoquattro. Il Ce4 è un cancro nell'economia legale di Caserta, sostengono i magistrati della Dda che di lì sono partiti per istruire il processone in cui sono finiti tutti: da "Ciccio e' mezzanotte" a imprenditori con le mani in pasta, come i fratelli Orsi,

Pechino avverte gli stranieri di comportarsi bene alle Olimpiadi ( da "Reuters Italia" del 03-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: L'insieme di regole mira a far comprendere ai circa 500.000 visitatori che andranno in Cina in occasione dei Giochi di agosto che il paese possiede ancora molte zone vietate, una pesante burocrazia e molti organi deputati al mantenimento della sicurezza.

Relazioni industriali alla ricerca di nuovi modelli ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in un Paese che è ingessato dalla burocrazia". E l'ipotesi di acquistare Alitalia?, sollecita Cipolletta. Non è in agenda, assicura Arcuri per allontanare i fantasmi del passato. C.Fo. IL CONFRONTO Secondo la Cisl ora "c'è lo spirito giusto per avviare una riforma" Cipolletta: "Accorciare la durata dei contratti".

CAMPOBASSO Una storia che ha dell'incredibile, quella della ( da "Tempo, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che gli consenta di guadagnare uno stipendio con cui garantire il mantenimento della moglie e delle due figlie, malate e bisognose di cure specialistiche presso strutture di fuori regione. Un caso ben noto alle istituzioni locali, che si scontra con la burocrazia e alcune incongruenze della legge. Venditti a pagina 3.

Cipolletta: welfare, basta con il <ma anche> ( da "Corriere Alto Adige" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Quello che serve secondo lui all'Italia non sono nemmeno le infrastrutture, "quelle - dice - sono sempre venute dopo lo sviluppo, i veri problemi del paese sono i tempi della burocrazia e la scarsa chiarezza sulle tasse. Agli investitori stranieri non servono contributi, servono tempi e costi certi ". Tristano Scarpetta.

Bangkok, la svolta della Tigre ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia), che si fanno scudo del re, e i poteri emergenti (spesso di origine cinese) cui aveva cominciato a dar voce l'ex premier e tycoon Thaksin Shinawatra esautorato dai militari nel 2006. Il suo partito (Partito del potere del popolo), forte di un grande sostegno nelle campagne, è comunque tornato alla guida del Paese grazie alla vittoria nelle elezioni dello scorso anno,

Logistica e incentivi spingono la Danieli ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il sistema legislativo tutto sommato funziona e c'è meno burocrazia che in Cina o in India". Quanto ai settori di maggior interesse per l'industria italiana, "ci sono possibilità nel packaging, considerata l'importanza dell'agro-industria thailandese –afferma Luca Vianelli, direttore della Thai-Italian Chamber of commerce e partner di Mda Consulting –

Quei troppi vincoli all'industria ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Italia dove la burocrazia, la politica, le norme e una mentalità antindustriale diffusa inventano più problemi di quanti ne risolvano. "In Italia non si creano le condizioni per lo sviluppo dell'industria", ha ricordato Sergio Marchionne, l'amministratore delegato Fiat, domenica sera al Festival dell'Economia di Trento.

DECINE di chili di pratiche per rilevare un'azienda. Le chiamano pra ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Di ALESSANDRO BELEI DECINE di chili di pratiche per rilevare un'azienda. Le chiamano pratiche, ma sono delle incapaci. Il chilo è diventato unità di misura della burocrazia. Per riuscire a vedere la fine di una pratica oggi ci vuole fortuna. Anzi, chilo.

Federalismo fiscale, Bossi apre al Pd Fogliardi: parliamone ( da "Corriere del Veneto" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è che una riforma federale superficiale possa semplicemente sostituire la burocrazia romana a quella regionale. "Pensare solo di trasferire competenze da Roma a Venezia, non risolve il problema – secondo l'onorevole –. Poi serve la volontà di fare federalismo fiscale vero, delle autonomie, deve essere curato anche dal punto di vista istituzionale.

D'accordo, anche il forum di ieri a mezzogiorno è stato un <forfait festival> rispetto al programma troppo disinvoltamente approntato: non c'era Maroni e vabbè, si sa che il centro ( da "Adige, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia ne fa perdere sempre troppo) che al fattore denaro (nel mondo ne gira anche troppo rispetto alle possibilità di investimento), politiche meno indifferenziate ma più mirate sulle singole regioni (la Puglia non è la Calabria, la Sicilia non è la Sardegna) e meno Via (la valutazione d'impatto ambientale è un sistema per non fare investimenti in Italia)

Uno spreco chiamato Fao 800 milioni di bilancio divorati dalla burocrazia ( da "Giornale.it, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 800 milioni di bilancio divorati dalla burocrazia di Emanuela Fontana Circa la metà delle spese finisce nella gestione della struttura: ben 18 milioni solo per la sede di Bangkok, la più costosa da Roma La Fao spenderà 784 milioni per la fame nel mondo nel biennio 2008-2009. Ma quanto denaro arriverà ai 5 milioni di bambini sotto i 5 anni che rischiano di morire per malnutrizione?

"un'opportunità unica per esplorare altre culture" - federica sordi ( da "Repubblica, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ci potrebbero essere meno burocrazia, meno nepotismo, meno traffico. Cerca di vedere i vantaggi delle altre culture. Sii aperto a modi diversi di lavorare, diversi sistemi e diverse persone. Anche il clima accademico può essere molto diverso. Molti insegnanti non vogliono sentire quello che hanno detto in aula, vogliono che tu sia critico,

Scoppia la rivolta dei pescatori ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: pescatori di Arbatax devono fare i conti anche con la burocrazia della Regione e dell'Unione Europea. Entrambe non sono state in grado, a distanza di dieci anni dal completamento dell'opera, di assegnare in via definitiva la gestione del Centro pesca. La cooperativa pescatori Stella Maris, candidata naturale alla gestione della struttura data la rilevanza dell'attività nel settore,

Pannelli solari bocciati dalla Soprintendenza ( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di pratiche bloccate e non per la burocrazia ma per un pregiudizio estetico. Questi impianti ci rispondono negli uffici "non piacciono". Un paradosso se si pensa che entro il 2012 sarà anche obbligatorio installarli per legge. Pannelli solari che oltre a far risparmiare 450-500 euro all'anno di combustibile, riescono ad immettere due tonnellate in meno di anidride carbonica nell'

LEGNAGO. Un'inquilina della palazzina della San Vincenzo da sei settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni ( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa Il preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti     Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio.

Il preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti ( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Vincenzo da sei settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa Il preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti     Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio.

Diouf, il re dei fallimenti che non lascia mai il trono ( da "Giornale.it, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: famoso nel mondo per spendere oltre la metà delle sue risorse per alimentare se stesso e la sua fastosa burocrazia è il senegalese Jacques Diouf, 69 anni, studi alla Sorbona e cinque figli. L'anno scorso, un gruppo di esperti internazionali passò ai raggi X l'organizzazione che Diouf governa dal 1994 come un satrapo stendendo 490 pagine di commenti intrisi di curaro.

Pmi, appalti più agevoli Molte aziende oggi non riescono a concorrere per il peso della burocrazia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: agevoli Molte aziende oggi non riescono a concorrere per il peso della burocrazia Ue. La Commissione europea vuole favorire le piccole e medie imprese --> Le piccole e medie imprese potranno partecipare più agevolmente agli appalti pubblici nell'Unione europea. La Commissione, infatti, ha deciso di cofinanziare un progetto pilota, guidato da 8 Paesi (Austria, Danimarca, Finlandia,

(ACR) LAPENNA SU ANDAMENTO ECONOMIA IN BASILICATA NEL 2007 ( da "Basilicanet.it" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in più¹ i ritardi della burocrazia e lâ??immobilismo della Giunta De Filippo, di fronte a problematiche così
serie ed importanti, si ripercuotono sui lavoratori. È? necessario e non più¹ rinviabile unâ??analisi seria della crisi del Mezzogiorno e della nostra regione per porvi rimedio.

<Con il federalismo fiscale strada più semplice per l'autonomia di Belluno nel Veneto> ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è necessario snellire la burocrazia oggi troppo asfissiante, tanto che si allungano i tempi per dare il via ai lavori pubblici o capita che, per approvare una sola legge, debba passare un anno. Se il Pd a livello regionale, come sembra, darà la propria disponibilità a sostenere il nuovo statuto, si arriverà a qualcosa di concreto.

Un albo comunale per le badanti Il Comune organizza corsi di formazione ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: le burocrazie che regolano i flussi migratori. Una percentuale, seconda solo a quella delle persone di etnia asiatica, che già da sola fotografava un'implicita richiesta di aiuto. Adesso il Comune è pronto a stilare le prime liste, ma soprattutto si propone come ente pubblico di riferimento per un rapporto di lavoro troppo delicato per essere gestito solo dentro le mura di casa.

Maltempo, ancora apprensione ( da "Corriere Adriatico" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: invitando tutte le istituzioni interessate a mettere da parte la burocrazia e privilegiare i tempi rapidi. L'assessore regionale all'ambiente, Sibille, ha intenzione di chiedere di inserire nel decreto governativo per stanziare gli aiuti economici la voce "pulizia dei fiumi", per potere far ripartire in sincronia interventi riparatori e preventivi.

LA RASSEGNA ( da "Gazzettino, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il dibattito parte dalla burocrazia applicata al mondo dell'impresa, per arrivare alle "difficoltà di condurre una vita normale in Italia". Con l'intervento degli studenti del Liceo Filippin di Paderno del Grappa, Furini parla dei suoi due libri "Volevo solo vendere la pizza" e del suo seguito ideale "Volevo solo lavorare", entrambi editi da Garzanti,

LABORATORIO VETERINARIO DI NUOVO ATTIVO ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non si sapeva però che pigrizia burocrazia potesse mettere in ginocchio un progetto pilota del Ministero della Salute. A Maddaloni, sede storica di un focolaio endemico di leishmaniosi viscerale (contagioso per l'uomo) e, da 16 anni, area pilota per la profilassi animale, era stato chiusa, per espressa volontà del Comune, l'unica struttura capace di garantire un'

ALLOGGI IACP AL PALO 4 MILIONI INUTILIZZATI ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: "La burocrazia dell'Iacp - denuncia Carlo Scalera, responsabile provinciale del Sicet-Cisl - è così indolente che non riesce nemmeno ad onorare più le promesse, rinnovate appena qualche mese fa e divulgate incautamente dal sindaco Farina". La fine dell'attesa era stata fissata per gennaio.

RIFIUTI, ECCO LE CARTE SUL PATTO SCELLERATO CAMORRA-POLITICA ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: impressionante capacità di penetrazione nella burocrazia istituzionale, di intrecciare rapporti utili negli uffici della prefettura (in un precedente troncone dell'inchiesta era stato coinvolto il viceprefetto Ernesto Raio, all'epoca dei fatti contestati capo di gabinetto di Corrado Catenacci al Commissariato per l'emergenza rifiuti), della questura (coinvolto anche un ispettore di polizia,

Giovanni Lucchi consigliere P.R.I. di Forli - Cesena "Burocrazia emergenza democratica" ( da "Sestopotere.com" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che mette un altro tassello alla enorme burocrazia urbanistica in questo paese. In tutti i piani regolatori dei Comuni sono previsti interventi di pianificazione attuativa, comunemente chiamati piani particolareggiati in cui il cittadino predispone il progetto, realizza le opere di urbanizzazione ( strade, parcheggi, vede pubblico, rete dei servizi ) che poi cede al pubblico.

La nuova Provincia non scalda gli artigiani ( da "Giornale di Vimercate" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Fra gli interventi più urgenti richiesti ci sono uno snellimento della burocrazia (53%); finanziamenti mirati a progetti di sviluppo delle imprese (22%); la promozione di politiche del lavoro e della formazione a sostegno dell'occupazione (15%) e agevolazioni e incentivi per nuovi insediamenti (10%). Lo snellimento della burocrazia raggiunge il suo apice fra le imprese edili (58%),

Tempi e orari della città di Modena, ecco le linee guida ( da "Sestopotere.com" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Rimuovendo la burocrazia e ricordandosi che molte persone non sanno usare internet". Rosa Maria Fino, Società civile per il Ps, ha osservato: "oggi dopo 20 anni si parla di nuovo di quella che fu un'idea del sindaco Alfonsina Rinaldi. Vorrei ricordare che purtroppo ci sono uffici che non hanno la possibilità di tenere aperto né il sabato mattina,

Il mio amico Piero ( da "AprileOnline.info" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Pure la burocrazia ci si è messa. Addirittura hanno rifiutato i miei versamenti, poi dicono che sono in deficit... Molti miei colleghi sono andati in pensione come lavoratori precoci. Io posso andare prima in pensione?". "Mi posso informare, ma penso di no.

Gli enti locali da Tremonti ( da "Gazzetta di Reggio" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: avere un livello di federalismo fiscale, ridurre la burocrazia. Perfino le associazioni di volontariato fanno fatica a fare le feste nell'aia". Vi sentite parte della cosiddetta casta? Rossi sobbalza: "Non siamo una casta. "Friggo" quando sento queste cose. Il nostro è amore per ciò che facciamo, per il territorio che rappresentiamo.

Sindaci in allarme: ci tolgono l'autonomia ( da "Gazzetta di Reggio" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Dallasta: "La nostra burocrazia è frenata anche da altre burocrazie". Si parla di duplicazioni delle autonomie. Quali vanno evitate o superate? Beggi: "Le competenze a livello del sociale, della cultura e del turismo riguardano diversi livelli istituzionali: Regione, Provincia, Comuni.

Sei mesi per una visita al centro diabetico ( da "Trentino" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: e la burocrazia a cui sono stati sottoposti i professionisti del centro, oggi purtroppo dobbiamo rilevare che l'assistenza ai malati è venuta meno. Il problema riguarda i tempi d'attesa per le visite di controllo. Sia chi è affetto da diabete di tipo 1, sia chi ha il diabete di tipo 2 oggi, rispetto a un anno e mezzo fa,

L'autobotte arriverà, ma solo tra un anno ( da "Trentino" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia allunga i tempi. Questo è quanto emerso nel corso della recente assemblea della settantina di pompieri di Pergine convocati per l'annuale bilancio consuntivo sotto la presidenza del comandante Giorgio Fuoli, presenti anche l'ispettore Giancarlo Tomaselli e l'assessore Aldo Zanella.

Carta d'identità tessile, oggi sarà approvata la nuova versione ( da "MF Fashion" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: un po' di burocrazia, la fine del mandato e la riconferma al vertice di Itf di Luca Mantellassi, presidente della Camera di commercio fiorentina, hanno allungato i tempi della revisione della versione originaria della carta di identità tessile, quella che prevedeva solo come facoltativa l'indicazione della filatura.

Responsabilità, società in ritardo ( da "Italia Oggi" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: costi e burocrazia. L'88% ha coinvolto consulenti esterni e la scelta ha rappresentato un costo elevato per le società. Un costo necessario si legge nel documento Assonime, "perché ha consentito di introdurre conoscenze e esperienze nuove necessarie per sviluppare una sensibilità e una cultura aziendale adeguata alle nuove tendenze legislative in tema di responsabilità dell'

Acciaio, teso faccia a faccia tra Riva e istituzioni ( da "Secolo XIX, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di aver rallentato con i tempi lunghi e le complicazioni della burocrazia l'attuazione dell'accordo di programma che ha sancito la chiusura della produzione a caldo e la destinazione di parte delle aree alla città. Ma soprattutto Riva ha chiamato in causa il Comune sollevando la questione degli oneri di urbanizzazione, ritenuti troppo alti.

Andrea: Da 5 anni aspetto la risposta ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia, in questi anni, ha rallentato le procedure. "Quando ho fatto richiesta nel 2003, servivano 10 anni di residenza continuativa", racconta. Ed è proprio questo il nodo. Una cancellazione dagli elenchi anagrafici di Cividate Camuno, dove Saai era formalmente residente pur vivendo e lavorando a Brescia,

Confronto col governo su por e debiti ( da "Nuova Sardegna, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: uno dei problemi riguarda la lentezza da parte della burocrazia regionale nell'iter per l'erogazione dei contributi alle aziende agricole. Soprattutto nei servizi forniti da Argea si sono verificati ritardi nel saldo dei contributi. Ma ora l'assessorato ha dato un'accelerazione alle pratiche. Tra le partite aperte, naturalmente, resta quella delle imprese indebitate,

C'È STATO un tratto stradale mugellano, nel giorno del grande ingorgo d ( da "Nazione, La (Firenze)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ha vinto cioè la burocrazia, perché non si è fatto in tempo a 'passar le carte' tra Società Autostrade e Provincia di Firenze, che pure aveva manifestato la propria disponibilità a prendere in carico il nuovo tratto stradale. Ma che poi senza un atto di consegna formale, non si è voluta assumere le necessarie responsabilità.

Trieste Sede inedita per la Sagra della sardella edizione 2008. La popolare e seguita manifestazione... ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Giorgi comunque si è lamentato della "terribile burocrazia che impedisce di accedere attraverso una trafila normale agli spazi lungo le Rive". Sarà per il prossimo anno. Intanto tutto è pronto per l'inaugurazione di domani alle 18, sul campo del Campanelle, con la musica di Giorgio Manzin.

Il timore del presidente nel sud è realtà - massimo villone ( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: analisi Il timore del Presidente nel Sud è realtà MASSIMO VILLONE Di burocrazia si può anche morire. A Casal di Principe i killer uccidono chi avrebbe potuto testimoniare l'intreccio tra rifiuti, camorra, politica. Perché mancava la protezione richiesta? Si è sentito anche dire che non di un pentito si trattava, ma di qualcuno che si avviava a pentirsi.

Subappalti, abolito l'onere certificatorio complicazione in meno per le imprese ( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: per le imprese Burocrazia sconfitta. Perlomeno per quel che riguarda i subappaltatori sui quali ricadeva, sulla base di quanto stabilito dal regolamento attuativo in materia di appalti, di un "ingiustificato onere certificatorio". Il Governo, invece, recependo le richieste di Confartigianato, ha eliminato il balzello compiendo un passo in avanti sul fronte della semplificazione.

Invalidità, l'odissea di un ex emigrato ( da "Nuova Sardegna, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è quanto traspare da una storia di ordinaria burocrazia raccontata alla "Nuova" da un invalido di Bolotana, Giovanni Barrasca, 56 anni, ex emigrato, rientrato in paese nel 2005 da Reggio Emilia, dove lavorava come muratore. Lì ha lasciato i 4 figli, anche loro operai. "Sono tornato per cercare di stare meglio a casa mia, senza pagare l'affitto",

Tutti contro l'assenteista ma ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con le tante imposte dalla burocrazia. Ma l'attestato è poi diventato uno dei puntelli della difesa della Guglielmi. L'orientamento dell'ente su tutta la vicenda è parso comunque chiaro, se è vero che la Provincia ha subito nominato l'avvocato Verena Corradini "per partecipare al procedimento, nell'ambito del quale l'amministrazione potrebbe risultare parte offesa o danneggiata.

Di PAOLO GRILLI LA LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha che aumentato le ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con le tante imposte dalla burocrazia. Ma l'attestato è poi diventato uno dei puntelli della difesa della Guglielmi. L'orientamento dell'ente su tutta la vicenda è parso comunque chiaro, se è vero che la Provincia ha subito nominato l'avvocato Verena Corradini "per partecipare al procedimento, nell'ambito del quale l'amministrazione potrebbe risultare parte offesa o danneggiata.

Di MAURIZIO BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino Giunchi riceve ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ovvero la spina dorsale della burocrazia ? di strutture centrali della comunità sociale, come Hera, Ausl e Arpa, l'agenzia di protezione ambientale. Le condanne certificate dal giudice Francesco Cortesi, per il pm Santangelo e tutti gli investigatori impegnati in questa trincea cittadina suggellano un lavoro che sulle prime appariva a dir poco impervio.

Rifiutopoli, l'indulto ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ovvero la spina dorsale della burocrazia ? di strutture centrali della comunità sociale, come Hera, Ausl e Arpa, l'agenzia di protezione ambientale. Le condanne certificate dal giudice Francesco Cortesi, per il pm Santangelo e tutti gli investigatori impegnati in questa trincea cittadina suggellano un lavoro che sulle prime appariva a dir poco impervio.

Di ALBERTO ANDREOTTI PROBABILMENTE per Giovanni domani sarà il giorno pi& ( da "Nazione, La (Empoli)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: due medicine molto piùà efficaci della burocrazia, in questo Paese. Le maestre hanno deciso, appunto, di andare a casa del loro alunno speciale volontariamente, senza percepire alcun compenso straordinario. I RISULTATI sono stati sorprendenti, il bambino ha potuto seguire regolarmente tutte le materie ed ora può andare in seconda.

BUROCRAZIA ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 5 BUROCRAZIA Caos con i computer E in Comune non risultano i pagamenti già fatti CONTRIBUTI per l'affitto, assegni di cura per anziani e disabili, ma anche assegni di maternità, contributi per l'abbattimento della tassa rifiuti e tutte le altre agevolazioni economiche previste: le autocertificazioni firmate per ottenere queste agevolazioni nel 2007,

) MONUMENTO <La sinistra fa sempre quello che vuole> E' ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: una burocrazia che ci fa perdere solo del tempo e fa girare carta inutilmente. Si è persa un'altra buona occasione, ma lo segnaliamo ai solerti assessori competenti e in particolare all'assessore Bondi dedicato al ramo ed esperto del settore. Basta aggiungere la possibilità di inoltrare la domanda attraverso internet con gli estremi di avvenuto pagamento e si risparmierebbe in tre:

Santi e il Piano rurale: <Tante aziende a rischio> ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: paletti e burocrazia rendono lo sviluppo aziendale macchinoso e per nulla agevole. Sarebbe opportuno riflettere sulla possibilità di redigere un solo business plan come strumento per verificare l'efficacia dell'intervento. Il settore del biologico, per fare un altro esempio, rischia con i nuovi adempimenti di sparire,

Di FEDERICA ANDOLFI <LA SCUOLA non è più vista come risorsa sul ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: impoveriscono ulteriormente il territorio della Provincia, dimenticato dalla Regione, dalla direzione Generale, dai politici". "La burocrazia ? insiste Umberto Angeli, docente tecnico pratico del Liceo scientifico ? sta uccidendo la scuola. Per restituire un buon prodotto per la nuova classe dirigente, servono professionalità, soldi e risorse umane".

Professionalità nonostante tutto ( da "Nazione, La (Umbria)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia: addirittura, in un caso, è bastato un giorno. "D'Emilio ? si legge nell'ordinanza firmata dal gip Matteini ? riceveva dal Kokomani denaro e altre utilità" per 'aiutare' le persone di cui lo stesso albanese forniva i nomi. In alcune circostanze, spiega ancora il giudice, "abusando della sua qualità di ispettore e in particolare ingenerando nei soggetti la convinzione che

Di PATRIZIA PEPPOLONI FOLIGNO I TEMPI non sono ( da "Nazione, La (Umbria)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia permettendo, nel giro di pochi anni il progetto-Chiascio (che ha alle spalle anni tormentati da un'altalena di polemiche e silenzi) dovrebbe dare al territorio le risposte che si aspetta sul fronte delle molteplici esigenze idriche.

Il geometra non lavora più in Comune ( da "Nuova Ferrara, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: iter previsto dalla burocrazia giudiziaria, che prevede che il Comune debba attendere comunicazione ufficiale dal tribunale di Ferrara del passaggio in giudicato della sentenza che, anche per i patteggiamenti, deve avere il visto dalla procura generale. Gardenghi, dunque, si è fatto da parte: dopo essere stato sospeso per più di un anno con il classico "

FESTIVAL ECONOMIA: L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA FIAT MARCHIONNE FRA SINDACATI, FINANZA E MERCATI GLOBALI "L'ITALIA TROPPO DIVERSIFICATA, A VERONA TROVI L'ACCORDO, A TORINO NO." ( da "marketpress.info" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: troppo ingessata dalla burocrazia. E comunque, non si dedicherebbe ad attività di tipo finanziario. L'amministratore delegato della Fiat considera indispensabile la ricerca sui biocarburanti, anche per contrastare un problema ambientale che però, avverte, è generato ancora in massima parte dall'uso del carbone.

Burocrazia e disguidi postali tra le cause delle disfunzioni ( da "Provincia Pavese, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: AZIENDA "Burocrazia e disguidi postali tra le cause delle disfunzioni" PAVIA. Sono due le cause principali a cui Enel imputa il maggior numero di disfunzioni che gli utenti lamentano. "Con la liberalizzazione del mercato elettrico si sono delineate due categorie di clienti - spiega Enel - In primo luogo quelli vincolati,

FETIVAL ECONOMIA, L'UNIONE EUROPEA: UN MERCATO SENZA DEMOCRAZIA? L'INTERVENTO DEL PROFESSOR SERGIO FABBRINI E DEL GIORNALISTA CARLO BASTASIN ( da "marketpress.info" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia comunitaria ma persone elette direttamente o indirettamente dai cittadini degli stati. Inoltre esiste un complesso sistema di norme e di controlli giudiziari a garanzia della tenuta complessiva dell'impianto istituzionale. In sintesi l'Unione Europea è sicuramente un'organizzazione che regola un mercato ma è anche un vero e proprio sistema politico visto che prende decisioni

Una festa per leccarsi le ferite ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ora dobbiamo con i partiti, i movimenti, le associazioni e i singoli creare un percorso unitario, lontano dai verticismi e dalle burocrazie, da praticare e vivere soprattutto nelle realtà locali". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Una dieta per la Fao ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ha una burocrazia pletorica, incerta sulle priorità, incline a barcamenarsi. E però lamentosa degli egoismi, della miopia così diffusi nel mondo. Ha ragione. Ma dovrebbe guardarsi anche in casa. Dimagrisse, consumerebbe meno quattrini per se stessa.

Sacconi avvia la semplificazione delle procedure ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: alleggerimento della burocrazia. Nei 537 centri distribuiti equamente lungo la penisola, secondo un rapporto di uno ogni 100mila abitanti, lavorano 15mila persone. Di questi, da quanto emerge dai dati forniti dall'Isfol, il 60% sono ex dipendenti degli uffici di collocamento, mentre il resto sono arrivati in seguito a nuove assunzioni fatte nel corso degli ultimi dieci anni.

L'ORGANIZZAZIONE ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il 60% provengono dagli ex-uffici di collocamento, mentre il resto sono frutto di assunzioni fatte più recentemente 40% La burocrazia Le procedure e le attività di back office occupano quasi il 40% del lavoro degli impiegati dei centri per l'impiego.

Annullate le sei gare Qualità Italia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è stato macinato dalla macchina della burocrazia. Oggetto delle sei gare sotto i riflettori sono piccole opere pubbliche di importi compresi tra 1,1 e 7,4 milioni. Enti banditori sono amministrazioni di altrettante regioni del Mezzogiorno che in questi giorni stanno sospendendo gli iter concorsuali.

La lezione democratica americana ( da "Tempo, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La politica si rivela libera dalle burocrazie partitiche e si risolve tutta nella trasparenza delle competizioni elettorali, presupposto del primato delle istituzioni sui gruppi di pressione politici ed economici. La candidatura della senatrice Clinton sembrava un evento straordinario perché per la prima volta una donna puntava, con notevoli probabilità di successo,

Migranti italiani nel dopoguerra ( da "Manifesto, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia diplomatica e dei passaporti). Ad essi fanno riscontro, in relativa discontinuità rispetto al passato (si pensi solo all'emigrazione nella Francia dell'entre-deux-guerres), le stagioni degli "accordi" bilaterali dove peraltro all'Italia toccò sempre il posto del convitato più debole: a riprova del fatto che la stessa condizione di "

Così <lo squalo> è diventato avvocato dei piccoli ( da "Corriere della Sera" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della burocrazia. Perché in tutta questa vicenda, racconta Martinez, "mi sono accorto subito che qualcosa non andava". A partire dal provvedimento (articolo 403) preso il 14 marzo dal Comune di Basiglio in base alla denuncia di una maestra che indicava la bambina (9 anni) come autrice della vignetta.

La preoccupazione per la cementificazione della Piana è anche la mia. Lo schema d ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: snellire la burocrazia. Le linee guida sono quelle date dal consiglio comunale tra l'altro in maniera ancora più stringente rispetto alla legge regionale". Stringi stringi, nessuno nascondendosi sotto l'ombrello dell'utilizzazione aziendale amplierà più casali, moltiplicherà rimesse agricole, duplicherà annessi rurali allargando così la rete di sfregi che segna la piana reatina?

L'imprenditrice: Odio la burocrazia. E il piccolo senza l'aiuto della politica è destinato a morire ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: L'imprenditrice: "Odio la burocrazia. E il piccolo senza l'aiuto della politica è destinato a morire".

GABICCE - La gioia le si legge in viso. Paola Michelacci, imprenditrice del turismo, titolare di un ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: "Un sacco di burocrazia. Io odio la burocrazia. Con l'ultimo albergo nuovo, l'"M Glamour hotel" ex Valbruna, mi hanno fatto morire. Per il resto le Marche hanno tutto, possono offrire tutto. Se si valorizzasse l'aeroporto di Falconara saremmo padroni di tutto.

La corsa del turista low cost ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia più snella, dal settore un traino di 12 miliardi" Secondo il sondaggio elaborato in esclusiva dal Sole-24 Ore NordEst raccogliendo le valutazioni di Astoi, Federalberghi, Federturismo, Fiavet, Unioncamere e Confindustria Alberghi, i fattori che influenzano positivamente i turisti sono il livello di accoglienza e professionalità delle strutture e la bellezza del patrimonio

La mia riforma anti-burocrazia ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 2 autore: INTERVISTA Luca Zaia "La mia riforma anti-burocrazia" Ha passato due anni con gli operatori del turismo Luca Zaia, dimissionario vicepresidente della Regione Veneto e assessore al Turismo, oggi nuovo ministro dell'Agricoltura. "Due anni fianco a fianco con albergatori, campeggiatori, addetti dell'extralberghiero.

Passa dall'estero l'esame di maturità dell'Alessandrino ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Un altro tema chiave per il futuro è la semplificazione: "L'eccessiva incidenza della burocrazia e delle procedure- rileva Lulani, che è a.d. della Giuso, azienda di Acqui Terme del settoredolciario – non favorisce le decisioni delle imprese, aumenta i costi di produzione e di riflesso i prezzi al consumo". Vi sono poi le infrastrutture.

Un patto con il Veneto per le infrastrutture ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Quando penso alla burocrazia penso soprattutto alla eliminazione di adempimenti inutili per i cittadini e le aziende. Nel caso delle imprese, lei punta sull'autocertificazione. Certo,per l'aperturadi nuove attività prima del completamento delle autorizzazioni.

Bolzano chiede più infrastrutture ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: aumentare i salari netti e ridurre i costi della burocrazia sono priorità anche in Alto Adige. E quando il presidente Christof Oberrauch dice che "il 90% delle nostre richieste ormai sono rivolte a Roma, più che alla Provincia ", fa intendere come il destino dell'economia altoatesina sia legato a quella italiana molto più di quanto si potrebbe pensare.

Per i rischi industriali al via i nuovi controlli ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: esercizio industriale dovrà tener conto dei piani urbanistici comunali e dei rapporti di sicurezza, presentati dalle imprese al Comitato tecnico regionale. www.ilsole24ore.com/economia Il testo della legge Seveso pugliese PARERI FAVOREVOLI Secondo Confindustria la disciplina è da approvare perché ha procedure con poca burocrazia che danno risposte celeri.

La base - (segue dalla copertina) carlo bonini ( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Occidente pensare che non esista un lavoro di burocrazie alla base di un grande piano. Ma è esattamente così che ho condotto l'operazione 11 Settembre. Ho viaggiato anche fino a un giorno e mezzo per incontrare personalmente Osama Bin Laden e sottoporgli l'avanzamento dell'operazione. Talvolta ho messo giù i miei appunti su pezzetti di carta non più lunghi di 10 centimetri.

Brambilla, sottosegretario che scalpita "romperò le scatole, avrò più poteri" - giovanna casadio ( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ho già messo su una specie di "dipartimento" per rilanciare l'immagine dell'Italia. Penso a una terapia d'urto e tutti sappiamo che non andrà nulla alla burocrazia, ai funzionari all'estero: per ogni euro che spendiamo deve esserci un turista in più che arriva". Con Berlusconi si sente? "Sempre".

Atto finale a Guantanamo 11 settembre, il processo ( da "Repubblica.it" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Occidente pensare che non esista un lavoro di burocrazie alla base di un grande piano. Ma è esattamente così che ho condotto l'operazione 11 Settembre. Ho viaggiato anche fino a un giorno e mezzo per incontrare personalmente Osama Bin Laden e sottoporgli l'avanzamento dell'operazione. Talvolta ho messo giù i miei appunti su pezzetti di carta non più lunghi di 10 centimetri.

Sanità pubblica da rilanciare ( da "Centro, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sviluppo reale dell'assistenza domiciliare per scoraggiare burocrazia e ricoveri inutili. Queste alcune delle proposte per la sanità dei Giovani comunisti di Penne, impegnati a promuovere una nuova stagione di confronto, anche serrato, sulle tematiche ritenute fondamentali che interessano tutta la comunità dell'area.

La Sapienza e il rito dell'intolleranza ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.

Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.

D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.

Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.

Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.

Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.

Così le tecnologie ci cambiano la vita Dì la tua ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.

Racconta anche tu la partita della tua vita ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.

La lezione democratica americana ( da "Tempo, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La politica si rivela libera dalle burocrazie partitiche e si risolve tutta nella trasparenza delle competizioni elettorali, presupposto del primato delle istituzioni sui gruppi di pressione politici ed economici. La candidatura della senatrice Clinton sembrava un evento straordinario perché per la prima volta una donna puntava, con notevoli probabilità di successo,

Fao, Frattini difende il polo romano delle Nazioni Unite: ''E' importante'' ( da "Redattore sociale" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non mi unisco- ha ribadito Frattini- alle polemiche sull'esistenza di strumenti o di agenzie che hanno svolto e svolgono un ruolo prezioso. Quello che occorre e' che le agenzie funzionino risolvendo i problemi e non ne aggiungano complicazioni e burocrazia". (DIRE).

Incarichi in Regione Tagli alle consulenze ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Meno burocrazia. Questo è il secondo fronte, che vedrà impegnati innanzitutto il vicepresidente Luca Ciriani e De Anna. La Confartigianato ha dichiarato senza mezzi termini di aver calcolato nel 5,8 per cento di produttività in più il vantaggio che le imprese ricaverebbero in regione da una riduzione dei lacci burocratici che ora ne limitano pesantemente la capacità operativa.

Business oltreconfine, progetto Assindustria ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: estero devono muoversi tra burocrazia e imprevedibili mutamenti del mercato che rischiano di compromettere la fortuna di una attività produttiva o di commercializzazione. Con il serio rischio di prendersi qualche "fregatura". A supporto degli imprenditori arriva allora Assindustria di Belluno, che ha realizzato un vero e proprio "Progetto internazionalizzazione"

<Colpiti gli agenti di commercio> ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: lo studio di settore si accanisce mettendo addirittura in discussione le percentuali di provvigione stabilite con l'azienda committente, percentuali che si mantengono stabili ma se variano, spesso lo fanno al ribasso. "Ancora una volta -continua Zilio- siamo costretti a fare i conti con una burocrazia che tutto sembra conoscere fuorché la realtà dell'economia e del lavoro "vero"".

GIUNTA REGIONALE Burocrazia ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: GIUNTA REGIONALE Burocrazia e costi della politicasi studiano i disegni di leggeNei prossimi mesi la Giunta regionale intende presentare al Consiglio quattro disegni di legge: due ddl di rivisitazione delle attuali normative sull'urbanistica ed il reddito di cittadinanza e famiglia;

Tondo taglia del 10\% i costi della politica ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: BUROCRAZIA. Questo è il secondo fronte, che vedrà impegnati innanzitutto il vicepresidente Luca Ciriani e De Anna. La Confartigianato ha dichiarato senza mezzi termini di aver calcolato nel 5,8 per cento di produttività in più il vantaggio che le imprese ricaverebbero in Friuli Venezia Giulia da una riduzione dei lacci burocratici che ora ne limitano pesantemente la capacità operativa.

Furini e i problemi di lavoro ad "AsoloLibri" ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è un viaggio vissuto in prima persona dallo stesso autore nella burocrazia applicata alle aziende e nel mondo del lavoro in genere in Italia. Dall'esperienza diretta dell'autore ne è nato questo libro-inchiesta che è stato letto e discusso dai ragazzi del Liceo Filippin. Quante ne è emerso lo illustreranno questa sera al pubblico e nel contempo presenteranno anche l'autore.

Regioneall'opera ( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: avviare quegli investimenti rimasti impantanati nelle maglie della burocrazia. E l'Ars, in questa direzione, è chiamata ad uno sforzo straordinario di delegificazione. Ancora più duro il lavoro che attende il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ed il suo governo. Dai tagli alle spese, al piano di rientro del deficit sanitario, alla programmazione dei fondi europei 2007-2013.

ALBERI A RISCHIO, IL BOSCO DELLA REGGIA RESTA CHIUSO ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 04-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: "Cercherò di mettere tutti intorno allo stesso tavolo domani - conclude Borrelli - anche se questo rappresenta l'ennesimo caso in cui una burocrazia lenta e farraginosa si frappone alla rapida soluzione di problemi che sono molto più semplici di quanto possa apparire".

BUROCRAZIA. Al via a Rimini EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali ( da "HelpConsumatori" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: News BUROCRAZIA. Al via a Rimini EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali 04/06/2008 - 15:27 "Sta nascendo un team interministeriale per riformare la legislazione sugli enti locali, sulla strada del federalismo": è quanto annunciato oggi dal sottosegretario al ministero dell'Interno nella giornata inaugurale di EuroPA,

Vecchi (An-Pdl): tesserini venatori; disservizi nel Comune di Imola ( da "Sestopotere.com" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: , chiede alla Giunta di attivarsi per ovviare a questi disservizi e per limitare i disagi ai cacciatori dovuti ad una ingiustificabile burocrazia. Il consigliere, infine, chiede di conoscere quanti casi analoghi si sono registrati nei Comuni emiliano-romagnoli.

Alitalia sempre più nel caos Prestito-ponte nel mirino Ue ( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.

Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane" ( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.

Silvio: "No al reato di clandestinità" La Lega insiste: "Niente dietrofront" ( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.

Carla racconta la storia con Sarkò "La sua intelligenza mi ha sedotta" ( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.

Yahoo nella tempesta, Icahn non molla la presa ( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.

La sonda Phoenix arriva su Marte e invia immagini del pianeta rosso ( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.

Uno Statuto poco autonomista ( da "Opinione, L'" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Questo gran lavoro produce un solo risultato: quello di creare ulteriori strati di burocrazia con nuovi oneri e nuove tasse. La lunghezza del testo (quasi cento articoli, molto più della Costituzione americana) è un ulteriore prova che l'operazione sia stata concepita per consolidare il potere centrale fingendo di introdurre il federalismo.

Andrea: "Da 5 anni aspetto la risposta"   Nel 2006 Bresciaoggi si occupò del caso di Andrea Saai... ( da "Brescia Oggi" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia, in questi anni, ha rallentato le procedure. "Quando ho fatto richiesta nel 2003, servivano 10 anni di residenza continuativa", racconta. Ed è proprio questo il nodo. Una cancellazione dagli elenchi anagrafici di Cividate Camuno, dove Saai era formalmente residente pur vivendo e lavorando a Brescia,

"Dietro alle critiche alla Fao c'è anche una guerra di potere" ( da "Panorama.it" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: un rapporto interno da cui emerge che la Fao soffre di una burocrazia costosa, di un controllo eccessivo, di doppi impieghi, di concentrazione dei poteri, di una mancanza di communicazione tra i vari piani della sede centrale e tra quest'ultima e il terreno. Alcuni paesi, tra cui la Svizzera, hanno addirittura minacciato nel novembre scorso di rispedire al mittente il budget 2008/

"Tassare le compagnie petrolifere per redistribuire la ricchezza" ( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sottraendole alle mani adunche delle burocrazie statali?oppure questi sanno qualcosa che noi non sappiamo,ci sarà un asteroide in rotta di collisione con la terra... 03/06/2008 17:11 raimondo pistoia Ritengo che le proposte del Ministro Tremonti di tassare i petrolieri per ridistribuire le ricchezze sia cosa ben fatta.

Ambulanze del 118<Il medico a bordopuò salvare la vita> ( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E sono inoltre tante le difficoltà di orientamento in un territorio rurale disseminato da tanti insediamenti e le tante destinazioni nosocomiali errati. Di fronte ai morti sul campo, la burocrazia deve passare in secondo ordine e sono certo che un suo deciso impegno in proposito permetterà di superare tale precaria e rischiosa situazione". M. B.

Monaco incontra i tre segretari di Cgil, Cisl e Uilper parlare della riduzione dei costi della politica ( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: In tutto il territorio ci sono troppi lavoratori part time; necessaria la velocizzazione della burocrazia, ma anche una cabina di regia e una vera concertazione per ottenere dei risultati che consentano veramente uno sviluppo del territorio. f. g.

Un bisturi e quella soglia da non varcare ( da "Provincia di Como, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ci permettiamo di precisarlo perché diffidiamo della burocrazia e ancor più del linguaggio da mandarini che in certi uffici pubblici è di rito. L'esempio relativo alla delibera del Sant'Anna, sul servizio che da dopodomani dovrebbe ricoprire l'ormai ex primario parla chiaro e parla chiaro proprio perché scritto in modo così oscuro.

Fra scienza e allarmismi Il caldo ucciderà il pianeta ( da "Provincia di Como, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: disastri che hanno combinato negli ultimi recenti diciotto mesi ed anche col precedente governo hanno aumentato burocrazia e spesa pubblica, altro che parlare di riduzione del deficit. Prodi non è mai stato uno statista, ma solo un uomo di partito, come dimostrano le gravi calamità che ha provocato in seno all'amministrazione: svendita di Iri, acquisto di Telecom Serbia per contanti.


Articoli

"Area Vasta", chi l'ha vista? (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.it, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

San Benedetto del Tronto | "Si hanno più notizie dell'Area Vasta? Quali risultati concreti ha portato l'idea di Area Vasta?". A chiederlo è CittadinanzAttiva: "Se ne è parlato molto nel nostro territorio, ma dopo circa un anno e mezzo non abbiamo avuto responsi ufficiali". Dall'Assemblea territoriale di San Benedetto del Tronto di CittadinanzAttiva riceviamo e pubblichiamo quanto segue: Si hanno più notizie dell'area vasta? Quali risultati concreti ha portato l'idea di area vasta? Oltretutto ci chiediamo se giuridicamente sia mai esistita l'area vasta nel campo sanitario del Piceno. Può essere normale che in un contesto territoriale regionale ci sia una diversificazione di offerta qualitativa dove Ancona riveste un ruolo centrale in termini strutturali e di investimento di risorse economiche ed umane seguita, in ordine, da Pesaro, Urbino, Macerata dal fanalino di coda di Ascoli Piceno con tutta la rete degli altri ospedali? Il paziente in questo contesto deve essere curato assicurando la massima prestazione, ricorrendo, se occorre, al trasferimento nei punti di maggiore specializzazione. Questo è il principio sul quale ci si deve muovere ma, premesso quanto sopra facciamo difficoltà a percepire il significato di area vasta e cioè quale è stata la novità qualitativa di questo nuovo pensiero strategico. Se ne è parlato molto nel nostro territorio, ma dopo circa 1 anno e mezzo non abbiamo avuto responsi ufficiali sui risultati strategici dell'idea di area vasta. Ci chiediamo: cosa sta succedendo nelle aree di competenze specialistiche della zona 12? Cosa sta avvenendo in termini funzionali e programmatici nell'area Chirurgica, Medica, Emergenza, Materno Infantile, Territoriale, Salute Mentale, Prevenzione, Amministrativa anche alla luce di una diversificazione qualitativa con la Zona 13 ? Quali sono le attività di ogni specifica area che lasciano ben sperare al fine di ottenere una diversificata offerta qualitativa territoriale? La continua sofferenza sul piano delle risorse finanziarie non lascia presagire nulla di buono per la Zona 12, ma quello che più ci preoccupa è non essere a conoscenza di una strategia programmatica, chiara e condivisibile Avevamo chiesto, alcuni mesi fa, la CARTA DEI SERVIZI che ogni cittadino avrebbe potuto consultare a garanzia di tempi e qualità certi, ma da questa Direzione non si è andati oltre la promessa verbale. Per ottenere risultati occorrono programmi, risorse, competenze, ma anche scelte politico sanitarie, tutto rivolto a garantire il cittadino paziente, quest'ultimo unico elemento centrale di tutta la burocrazia tecnico politica amministrativa. Sulla tanto sbandierata "Aria Vasta" sanitaria, di cui ci sfugge il disegno strategico complessivo, per ora registriamo solo che sono state costituite commissioni (tante), si fanno riunioni (forse), si studiano i problemi (forse), ci si avvale della collaborazione dei movimenti dei consumatori (solo di facciata). In sintesi: parole, parole, parole. Per converso, la cruda realtà è che per la nostra zona, mancano risorse, mancano strumenti e, soprattutto, manca il personale, elemento cardine di ogni "esercito" che può anche fare a meno di tanti "generali" se poi non ha le truppe per combattere! 01/06/2008.

Torna all'inizio


Marchionne: Troppi vincoli, così la Fiat se ne va (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 02-06-2008)
Pubblicato anche in: (Alto Adige)

Argomenti: Burocrazia

Fila di oltre duecento metri per vedere il grande risanatore: "Dove investire? In Russia" Marchionne: "Troppi vincoli, così la Fiat se ne va" Folla da record per l'"ad". Protesta al Sociale di Ezio Casagranda (Cgil) sulla precarietà Il sindacato ha un ruolo utile ma il dialogo si basa su degli strumenti che sono troppo antiquati GIANPAOLO TESSARI TRENTO. Folla, e coda, da concerto rock ieri sera al Sociale per Sergio Marchionne, l'ad di Fiat che, in quattro anni, ha sestuplicato (tra l'altro) il valore delle azioni del gruppo. De Bortoli del resto, l'ha presentato così: "Con il manager della più grande industria italiana questa sera c'è la chiusura ideale di questo Festival dell'Economia". Chiusura che ha rischiato l'"incidente" in sala, in stile Prodi lo scorso anno, per una protesta della Cgil sulla precarietà. Ma dopo un breve intervento tutto è andato liscio. E dall'intervento in sala affidato a Sergio Casagranda della Cgil, Marchionne ha perso l'abbrivio: "La sicurezza è un problema enorme ed in Fiat ultimamente abbiamo dovuto fare i conti con alcuni infortuni gravi. Dovuti, ma lo dico senza voler rimproverare nessun vista la drammaticità del tema, anche alla non applicazione delle misure di sicurezza che pure erano previste. Per quanto riguarda la precarietà, occorre d'ora in avanti pensare a proteggere sempre di più il lavoratore e non il posto di lavoro. Servono infrastrutture, reti di protezione specifiche, ma che non possono essere lasciate sulle spalle dell'industria. Per quel che mi riguarda in Fiat, lo scorso anno, abbiamo assunto 6000 mila persone in Italia e 30 mila nel mondo". Si è utilizzato molto l'inglese nell'ora esatta che Marchionne ha dedicato al Festival. Si è parlato, ovvio, di subprime, ma il direttore del Sole, ha cercato di stimolare il top manager anche sulla sua playlist dell'Ipod. Ottenendo però più soddisfazione dall'ambito economico: "La crisi mondiale innescata dai "mutui subrime"? "Negli Usa c'è una grande carenza nella protezione di consumatori che non sanno bene nemmeno quello che stanno firmando sugli dei pezzi di carta. Gran parte del problema è stato smaltito. Le banche hanno risanato, dolorosamente, molto del buco che si era creato. Ma ci sono regole ben chiare sui rischi che si possono assumere con le banche". Giusto che le banche si impegnino in Alitalia? "E' l'unica società aerea in Europa che non guadagna. Avere questo pregio in Italia non è il massimo...". Ritiene che l'Italia si sottostimi? "C'è una realtà poco piacevole. L'Italia non ha le condizioni per attirare gli investimenti dall'estero. E non è solo questione di costi. Qui è tutto ingessato, è molto difficile muoversi: permessi, accordi sindacali". Se dovesse investire dove lo farebbe? "Se avessi le competenze per farlo andrei in Russia. In Cina si sta creando una burocrazia che li porterà presto alla paralisi". Il sindacato è inadeguato? "Il suo ruolo è utile, ma il dialogo tra il sindacato e l'azienda si basa su strumenti antiquati. Nella Fiat si vorrebbe mantenere un contratto del 1993: se non ci cambia sarò costretto a portare l'azienda altrove. Così è impossibile". Inevitabile che sia parlato di sviluppo dell'auto: "Tra 10 anni sarà ibrida. Tra 30 anni, forse, sarà ad idrogeno. Non c'è nemmeno una rete di distribuzione a metano. Noi siamo i primi produttori al mondo". Uno spot? "Sì, sono pronto a vendere auto qui fuori ai trentini e a prendere ordini. Anche per i camion".

Torna all'inizio


METTERSI IN PROPRIO Vorrei costituire un'impresa, che cosa devo fare? Se nelle vostr (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 02/06/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:GdB LAVORO IL SEMINARIO METTERSI IN PROPRIO Vorrei costituire un'impresa, che cosa devo fare? Se nelle vostre intenzioni fa capolino un progetto imprenditoriale ma non avete presente tutti gli aspetti necessari alla sua realizzazione, può fare al caso vostro il seminario "Creazione di un'impresa" organizzato dal Servizio politiche giovanili del Comune di Brescia, in collaborazione con Confcooperative di Brescia. Lo scopo del seminario è infatti di ridurre lo spazio tra la fantasia imprenditoriale e la vera e propria "business idea" facilitando il reperimento di informazioni utili a chi vuole mettere in pratica un proprio progetto imprenditoriale. È un incontro di informazione e primo orientamento per chi non ha ancora chiaro cosa ciò significhi a livello di impegno, responsabilità, competenza e abilità. Verranno affrontate diverse tematiche riguardanti la costituzione di un'impresa, dalla burocrazia all'elaborazione del progetto di fattibilità economica Il gruppo sarà formato da un massimo di 10 persone ed è richiesto il curriculum vitae e la compilazione di una scheda informativa. L'incontro si terrà nella sede di Confcooperative, in via XX Settembre 72, in città. Per informazioni e iscrizione (gratuita, ma obbligatoria): Informagiovani di via San Faustino 33/b, 25122 Brescia (tel. 030.3751480 - 030.3753004, fax 030.3777960, e-mail Infogiovani@comune.brescia.it). lau. mig.

Torna all'inizio


Caso Aguilar, ansia infinita Riscriviamo le regole (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

PROMOZIONE. IL TESSERAMENTO CONTESTATO (CON RELATIVA PARALISI DEI PLAY OFF) SCATENA LA RABBIA DELLE SOCIETÀ Caso Aguilar, ansia infinita "Riscriviamo le regole" GIANNI RECCHI di Andrea Mantovani Un dilemma degno del thriller più ardito, una situazione che mette in crisi le certezze del calcio dilettantistico bloccando i consueti meccanismi e lasciando in sospeso classifiche e ripescaggi, con formazioni che si allenano senza sapere a quale avversario potranno eventualmente contendere la vittoria finale: il campionato di Promozione vive la perdurante paralisi dei play off, bloccati dal caso Aguilar (con l'eventuale vizio nel tesseramento del giocatore del Sona Mazza), per cui a presidenti e allenatori delle formazioni veronesi immischiate non resta altro che ribadire l'inevitabile sconcerto. GIANNI RECCHI, vice presidente del Villafranca. "Quello che sta succedendo è estremamente dannoso sia per noi che per tutto il movimento dilettantistico veneto. Non doveva assolutamente capitare e bisognava essere concreti nelle decisioni fin dall'inizio senza tutti questi tira e molla. Non vedo particolari colpe da parte del presidente regionale Gianni Guardini ma noto piuttosto una scarsa chiarezza nel regolamento. Anni fa la cosa si sarebbe risolta subito grazie a regole molto più chiare, mentre adesso ci sono un sacco di varianti e postille da interpretare. Bisogna tornare ad un regolamento più definito. Resta il fatto che ora sta regnando una immensa confusione e che abbiamo una squadra che si sta allenando da più di mese per nulla. Spero che si giochi non olre l'8 gugno, altrimenti penso proprio che il Villafranca andrà comunque in vacanza... E che succeda quel che deve succedere". WALTER PADOVANI, allenatore del Team Santa Lucia Golosine. "Penso che questa sia una situazione a dire poco imbarazzante. Imbarazzante per tutti, frutto di chiari ed evidenti errori da pate di qualcuno - senza fare nomi - con l'effetto di aver creato tanta confusione. Bisognava decidere subito, nel bene o nel male. Non accuso e non difendo nessuno ma dico che bisogna rivedere il sistema. Per quello che riguarda l'aspetto tecnico, non posso sapere se la mia formazione risulterà danneggiata o meno, anche perché è la prima volta che mi succede - e che succede in assoluto - una cosa del genere. Quello che è evidente è che il discorso legato ai play off è logicamente falsato". DAMIANO ALBERTINI, presidente della Belfiorese. "Penso che quello che sta succedendo danneggia noi come gli altri, ma danneggia ancora di più l'immagine della federazione. Un mese di allenamenti senza sapere quando si gioca e con chi si gioca? È una situazione veramente stressante sia per noi che per i giocatori. Difficile è anche tenere alta la concentrazione del gruppo, tenere la tensione sempre costante. È veramente una situazione inverosimile che sicuramente, vada come vada, lascerà degli strascichi negativi, senza dimenticare che si è creato un precedente veramente pericoloso. Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato. È da tempo che non ci alleniamo perché siamo la formazione che ha vinto il torneo di Promozione. Qualsiasi altra decisione non verrà presa in considerazione, sia da me che dalla società. Se ci diranno di giocare i play-off sarà una bella soddisfazione per i giovani della rappresentativa allievi, quelli che eventualmente si presenteranno sul campo. Ripeto: noi abbiamo vinto il campionato, siamo in Eccellenza e non voglio sentire altro".

Torna all'inizio


A fuoco l'amianto, emergenza ambientale - luigi soriga (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sassari. Momenti di paura nel quartiere Latte Dolce per l'incendio di una scuola abbandonata da anni A fuoco l'amianto, emergenza ambientale Per ore una nube di fumo nero e tossico ha avvolto una vasta area della città Il Comune avrebbe dovuto procedere alla demolizione il prossimo anno LUIGI SORIGA SASSARI. Braccia conserte, orecchino, 29 anni, osserva le fiamme mangiarsi la scuola di via Bottego e molte pagine di ricordi. Sotto quel tetto che ora si accartoccia dal calore e diventa fumo nero e altamente tossico, lui ci ha vissuto troppi anni. Guarda impassibile come si assiste alla morte lenta di un nemico, come se dentro al fuoco ci gettasse volentieri un po' del suo passato. "Il Comune doveva buttarla giù l'anno prossimo - dice - qualcuno gli ha voluto risparmiare la fatica". Facendo però un danno ambientale incalcolabile. Una nuvola nera carica di fibre di amianto ha scorazzato nel cielo della città per due ore. Ha attraversato i palazzoni del Latte Dolce, sospinta dal vento ha sorvolato gli oliveti circostanti e ha guardato dall'alto gli altri quartieri e le strade che aspiravano migliaia di persone, i politici, le forze dell'ordine e le rovesciavano dentro l'interminabile fiume di fedeli che scivolava dietro la Madonnina delle grazie. Quando alle 16,30 arrivano i vigili del fuoco nel quartiere del Latte Dolce, la vecchia scuola in disuso, con il suo tetto fatto di eternit dal primo all'ultimo centimetro, è già condannata. L'interno è un'enorme fornace tossica che alimenta lingue di fuoco alte cinque metri. I vigili provano con gli idranti a placarne il vigore, ma le pareti e il tetto sono talmente sottili e infiammabili, imbottite di lana di vetro, che il fuoco si insinua dappertutto, le attraversano e le divora. E' un falò di amianto che la gente respira con disinvoltura e la città ignora, nonostante la colonna scura e alta venti metri si veda dalla parte bassa della Buddi Buddi. Sul rogo non ci sono gli nbcr, le squadre speciali nucleari, biologico, chimico e radiologico, con le loro tute bianche usa e getta, con la faccia protetta dalle mascherine, che intervengono quando ci sono incendi che sprigionano sostanze nocive alla salute. L'eternit è composto di fibre di amianto fatte di particelle migliaia di volte più sottili di un capello, considerate altamente cancerogene, che si possono mischiare col fumo e disperdersi nell'ambiente. Se l'edificio di via Bottego è stato considerato inagibile, è proprio per il tetto e le pareti di eternit. Le infiltrazioni e gli impianti elettrici non a norma sono piccoli e irrilevanti optional di fronte a tutto il resto. Basterebbe un esempio per capire la gravità della situazione: solo per smaltire un vecchio contenitore di acqua, fabbricato con l'eternit, bisogna ricorrere a una ditta specializzata nello smaltimento di materiali tossici, che isola l'eternit con dei solventi liquidi, in modo che non rilasci polvere, poi lo racchiude dentro il cellophane e lo porta negli impianti per essere distrutto. La zona dove si sviluppano le fiamme, invece, non è completamente isolata, e i vigili dirottano il traffico, e gli abitanti del quartiere guardano e commentano allegramente un simbolo di degrado che, dopo aver solcato diciassette anni di storia e troppe amministrazioni, adesso se ne va in fumo. Una piccola metatastasi di città che finora nessun sindaco era riuscito a estirpare e che, per vendetta, prima di finire all'inferno vuol fare ancora parlare di sè. "Lì dentro ho trascorso buona parte della mia vita - dice il ragazzo con l'orecchino - sono stato l'ultimo che ci ha abitato. Era uno schifo". In tutto tre famiglie, quindici persone, nessun altra alternativa di vita: lavori saltuari o in nero, disoccupazione, niente soldi per pagare un affitto, pochi figli e pochi punti per ottenere un alloggio popolare. Allora un capannone che cade a pezzi, che gronda infiltrazioni, col tetto in eternit che si gonfia di umidità, col freddo che scivola dentro pareti di cartapesta, con i fili elettrici volanti e rubinetti perennemente assetati, anche se con molta fatica può anche riuscire a farsi chiamare casa. Le amministrazioni chiudevano un occhio, i servizi sociali non avevano nè soldi, nè alloggi e nè bacchette magiche per tirare fuori soluzioni, i vigili del vuoco si facevano vivi per le emergenze, per un pezzo del soffitto piovuto giù. Diciassette anni a mollo nel degrado. Poi, nell'ottobre del 2007, il sindaco Gianfranco Ganau decide lo sgombero definitivo. Intervengono i vigili del fuoco che decretano l'inagibilità della struttura, l'Asl che sancisce la pericolosità ambientale, i servizi sociali che tentano opera di convincimento e un trasloco soft per le tre famiglie di abusivi, e i vigili urbani che mettono i sigilli alla scuola. Il destino dell'area è l'abbattimento e la bonifica. Passanno mesi, ma tra i sopralluoghi dell'Asl, i costi elevatissimi per lo smaltimento, i ritardi negli interventi e nella burocrazia, la vecchia scuola elementare sopravvive ancora. Gli abusivi, che nel frattempo non hanno nè trovato lavoro e nè trovato una altro posto dove vivere, forzano ancora una volta i sigilli. I vigili li ricacciano fuori per l'ennesima volta. Nel frattempo qualche sbandato, qualche barbone e qualche tossico, la cui ultima preoccupazione esistenziale è una tonnellata di aminato sopra la testa, sotto quel tetto pericolante ci trascorre le notti. GLi abitanti del Latte Dolce storcono nuovamente il naso. Pensavano che quella storia delle occupazioni fosse terminata. Ieri qualcuno ha deciso di chiudere defitinavente il capitolo. Ha cosparso di benzina le stanze e ha cancellato 17 anni di vergogna.

Torna all'inizio


<Licenziare i fannulloni e premiare i migliori> (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA PISTOIA pag. 25 "Licenziare i fannulloni e premiare i migliori" HO LETTO con interesse l'intervento di Antonio Pileggi sul rapporto fra costo del personale ed efficienza del servizio nelle pubbliche amministrazioni. Le osservazioni contenute nell'articolo sono ? come al solito ? centrate e pienamente condivisibili, specie in ordine alla necessità della introduzione di un sistema premiale per i Comuni che assicurano un buon rapporto fra efficienza e costi. Ma anche in assenza (o in attesa) di tale riforma, nel frattempo le amministrazioni non possono tuttavia restare inerti di fronte ad una fondamentale esigenza di razionalizzazione della spesa: finita l'era delle vacche grasse, in cui era ammesso di tutto e di più, adesso bisogna (finalmente!) fare i conti con la scarsità delle risorse e con la necessità di recupero di efficacia, oltre che di efficienza. Può allora la politica rimediare ai danni che ha prodotto? L'esperienza del comune di Pistoia appare significativa delle difficoltà che incontra un tentativo di riscossa del buon governo. All'inizio del mandato scorso, il sindaco Berti ha (coraggiosamente) commissionato uno studio all'Università di Castellanza, che ha messo impietosamente a nudo le tante e varie criticità di una gestione dissennata del personale. Dopo una serie di apprezzabili tentativi di riorganizzazione, l'amministrazione sembra essersi arresa di fronte a pressioni e resistenze, non solo sindacali, ma anche interne alle stesse maestranze, che hanno ostacolato il percorso di razionalizzazione. E' prevalsa la conservazione, che è assai più facile del cambiamento. E restiamo con un ufficio tecnico che non dà un servizio, ma crea ostacoli agli utenti (quante pratiche ? salvo eccezioni - sono congelate anche per anni, prima di una risposta!); ci teniamo una burocrazia opprimente che ci fa sentire sudditi e non cittadini (si pensi allo sportello unico per le attività produttive, prototipo dell'incapacità a fornire un servizio adeguato); tolleriamo che i dirigenti sempre meno rispondano alla Giunta ed al Consiglio comunale (con delibere che scientemente vengono dai medesimi disattese), e conserviamo un esercito di dipendenti comunali scontenti, talvolta poco professionalizzati, che non credono più ad un sistema meritocratico (con l'imprimatur del Giudice del lavoro che ha accolto vari ricorsi, evidenziando una gestione, diciamo così, "non trasparente" delle promozioni). Ha ragione allora Pileggi: non basta licenziare i fannulloni, occorre anche una seria politica sul personale, che premi solo chi lo merita, e che consenta ad ogni singolo lavoratore di essere e di sentirsi prezioso per il bene della collettività. Altrimenti sarà la politica, presto, ad essere licenziata. Alberto Niccolai (Capogruppo in Consiglio Comunale dei Laici Riformisti).

Torna all'inizio


Lavori agricoli? no, grazie (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Allarme in Maremma: impieghi troppo legati alla stagionalità e burocrazia tengono alla larga dai campi Lavori agricoli? No, grazie Manodopera e specialisti introvabili, aziende in crisi GROSSETO. Trovare un "potino", l'operaio che taglia viti e olivi, oggi in Maremma è difficile quasi come trovare un ingegnere nucleare. Colpa di impieghi stagionali e "brevi" (3 o 4 mesi al massimo), ma anche di lacciuoli burocratici che frenano - per esempio - il lavoro degli stranieri. E così, spiega il presidente provinciale della Cia, non si formano specialisti e l'intero sistema dell'agricoltura maremmana è in affanno. GIORGI in Grosseto I SEGUE A PAGINA 1.

Torna all'inizio


Romoli: entro la settimana riaprono al traffico le vie oberdan e roma (sezione: Burocrazia)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Gorizia Romoli: entro la settimana riaprono al traffico le vie Oberdan e Roma IL SOPRALLUOGO Scoperto un serbatoio d'acqua interrato nel rialzo centrale di piazza Vittoria LAVORI PUBBLICI Il 28 luglio dovrebbe chiudere il cantiere davanti alla Prefettura di FRANCESCO FAIN "Entro la settimana riapriremo al traffico automobilistico le vie Roma e Oberdan. Ormai, la nuova pavimentazione si è consolidata e ritengo sia giunto il momento di chiudere definitivamente quel lotto di lavori". Il sindaco Ettore Romoli fa il punto della situazione sui lavori di piazza Vittoria dopo l'ennesimo sopralluogo. "I lavori sembrano proseguire speditamente e mi risulta che la ditta abbia lavorato anche di domenica. Speriamo continui così". DATE. Intanto - dopo la riapertura pedonale dell'incrocio con le vie Roma e Oberdan, è confermata la prossima scadenza del cronoprogramma presentato ufficialmente dalla ditta Luci costruzioni in una delle ultime riunioni dedicate all'intervento di piazza Vittoria. In sostanza, entro il 28 luglio dovrebbero essere ultimati i lavori davanti alla Prefettura. Il cantiere - inoltre - ha occupato integralmente, come noto, il rialzo centrale da pare della ditta: in questa maniera, la Luci costruzioni ha potuto dare il via all'attesa pavimentazione dell'area dove, sino a poco tempo fa, c'era il parcheggio. "E posso dire con estrema franchezza che l'intervento che sta prendendo corpo è davvero molto bello. Piazza Vittoria diventerà un salottino", si sbilancia il primo cittadino. La pietra - infatti - sta cambiando letteralmente il volto a quella che sino a poco tempo fa era una grigia distesa d'asfalto adibita a parcheggio. Una volta concluso l'intervento, si sa che l'area diventerà tutta pedonale con il punto interrogativo (tuttora irrisolto) della galleria Bombi che i commercianti vorrebbero aperta al traffico. Il nuovo cronoprogramma dei lavori prevede inoltre che il cantiere che verrà aperto nella zona della Fontana del Nettuno si chiuda entro e non oltre il 15 dicembre. I negozianti chiedono che il tunnel sia percorribile nel doppio senso di marcia: se proprio dovesse risultare difficile tale realizzazione si punta almeno a confermare quanto già succede oggi, ovvero: un solo senso di marcia da via Giustiniani verso la piazza, costringendo le auto (con una svolta obbligatoria) a incanalrsi a destra, davanti al "Kinemax" per non percorrere il centro della piazza che sarà interamente pedonale. SERBATOIO. Un intoppo. Superato brillantemente. Non bastasse la burocrazia a rallentare i lavori in piazza Vittoria, ci si è messo pure... un serbatoio d'acqua largo 4 metri, lungo 12. "Nei giorni scorsi, infatti, la ditta che si occupa dei lavori - fa sapere il sindaco Ettore Romoli che detiene anche la competenza ai Lavori pubblici - ha dovuto fare i conti con la presenza di una sorta di "deposito" d'acqua che si trovava interratto al centro della piazza. Mi hanno spiegato che è stato installato in tempo di guerra con l'obiettivo di intervenire rapidamente nel caso in cui venisse incendiata la Prefettura. Gli operai hanno, quindi, dovuto tombare quel serbatoio, riempiendolo di sabbia". L'accesso era nascosto, attraverso un tombino di cui in pochi conoscenzano l'esistenza, come confermato dagli uffici tecnici comunali. PARCHEGGI. Sono tre i parcheggi alternativi individuati dall'amministrazione comunale per compensare la cancellazione dei posti-auto sul rialzo centrale di piazza Vittoria: cancellazione determinata dal prossimo avvio della seconda fase dei lavori. Gli automobilisti potranno usufruire dell'area ex Artesac di via Cadorna e del cortile interno al mercato all'ingrosso. Complessivamente sono disponibili oltre 50 posti-auto. I commercianti, in quest'ultimo caso, si occupano della chiusura del cancello nelle ore serali: questo per evitare indesiderate incursioni vandaliche nell'area del mercato all'ingrosso. Non è tutto. Attraverso un avviso, l'amministrazione ricorda che c'è anche un altro posteggio, a disposizione: quello di via Giustiniani, all'uscita della galleria Bombi che - sin dalla sua costruzione - si è caratterizzato per lo scarso utilizzo.

Torna all'inizio


Il Festival di Marchionne Sciabolate ai banchieri <ignoranti> e al sistema Italia (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Festival di Marchionne Sciabolate ai banchieri "ignoranti" e al sistema Italia E ra l'appuntamento più atteso del Festival dell'economia e la serata con l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, non ha deluso. Teatro Sociale stracolmo per ascoltare l'uomo che ha salvato il colosso dell'auto, da lui ereditato in una situazione da "incubo". Ha parlato in modo schietto e diretto, i risultati glielo permettono, non risparmiando sciabolate ai banchieri, al presidente americano Bush (accusato di portare avanti una politica economica criminale), ma soprattutto al sistema Italia, dove burocrazia e accordi sindacali fanno venire voglia alle imprese di fuggire. SERVIZI DA PAGINA 3 A PAGINA 11 02/06/2008.

Torna all'inizio


LUISA MARIA PATRUNO l (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

LUISA MARIA PATRUNO l.patruno@ladige.ir Sarà l'immancabile maglioncino blu e il curioso modo di pronunciare le parole di chi come lui, che è cresciuto a Toronto, pensa in inglese. O forse sono soprattutto la schiettezza e il fare diretto di chi può permettersi di dire ciò che pensa, perché i risultati straordinari che ha ottenuto in Fiat, facendo rinascere una azienda che nel 2004 ha ereditato in una situazione da "incubo" - come l'ha definita lui stesso - lo rendono un personaggio non comune. Fatto sta che ieri sera al Sociale, nella serata-evento del Festival dell'economia, Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, ha conquistato il teatro, pieno soprattutto di giovani che hanno fatto la fila fin da un'ora prima dell'inizio per poterlo ascoltare, e lo hanno applaudito con slancio. Intervistato da un'abile Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24Ore, Marchionne non si è sottratto ai quesiti più spinosi sulla crisi finanziaria, la precarietà del lavoro, l'economia globale, il potere d'acquisto dei salari, il futuro dell'auto, l'ambiente, i giovani, i principi etici in una multinazionale, non risparmiando sciabolate ai banchieri: "Gente a cui non credo dal punto di vista industriale: ne ho sentiti alcuni esprimere opinioni senza avere la minima idea di quello che dicevano", ma anche all'amministrazione Bush. "Per il ribasso del dollaro - ha detto - stiamo arrivando al limite del possibile ma questo non vuol dire che non meriti un valore più basso perché quella americana, negli ultimi sette-otto anni è stata un'amministrazione non da testo di economia pura. Direi criminale". Ma soprattutto Sergio Marchionne ha parlato dell'Italia e ha descritto un Paese che non solo non è attrattivo per le imprese straniere, ma che fa venire voglia anche alle multinazionali italiane, come la Fiat, di andarsene. E proprio nel descrivere la situazione italiana le parole di Marchionne sono state particolarmente pesanti. "C'è una realtà non facile in Italia - ha detto il presidente di Fiat - perché non ci sono le condizioni per attirare capitali stranieri per il fatto che le cose sono così ingessate, incrostate. È molto difficile fare qualcosa in Italia per via della burocrazia e degli accordi sindacali. Con la Regione Piemonte volevamo trovare un accordo sindacale per introdurre sette turni per aumentare la produzione, non è stato possibile. A Verona invece siamo riusciti a raggiungere un accordo che ci consente di passare dall'occupazione di 400 a 1.000 persone. La realtà non è uniforme". E poi ha portato un altro esempio: "In Serbia abbiamo chiuso un accordo in tre settimane- Abbiamo provato per mesi una cosa simile a Termini Imerese per potenziare stabilimento da 90 a 200 mila vetture, e non ci siamo riusciti. Ma quando il sistema per ragioni di potere crea ostacoli a un obiettivo, una multinazionale come Fiat si sposta perché il mercato - ha concluso - non aspetta che qualcuno condivida certi obiettivi". Marchionne ha ricordato i risultati raggiunti da Fiat sotto la sua guida, che ha portato la più grande multinazionale italiana ad aumentare i dipendenti in Italia (in tutto il mondo sono ben 185 mila con una presenza in 190 Paesi). E a precisa domanda di De Bortoli sulla tentazione delle multinazionale a rendere elastici i propri principi etici a seconda del Paese dove si trovano ad operare, Marchionne ha risposto secco: "Noi non ci comportiamo in Cina diversamente che in Italia. Ogni volta che è capitata un'opportunità dove, per ragioni locali, ci sono state richieste di deviare dai nostri principi, ci siamo rifiutati di giocare". Prima dell'inizio del faccia a faccia con Marchionne, De Bortoli ha dato la parola a Ezio Casagranda, sindacalista e portavoce del movimento Stop precariato ("l'80% delle assunzioni avvengono con contratti a termine" ha denunciato) e poi ha richiamato l'attenzione sul problema degli infortuni sul lavoro. Marchionne ha risposto, riguardo agli infortuni, che in Fiat la maggior parte si verificano quando i lavoratori non rispettano le regole, mentre sul lavoro precario ha ricordato che negli ultimi quattro anni Fiat ha "regolarizzato duemila precari". 02/06/2008.

Torna all'inizio


PAOLO MICHELETTO L'Unione europea è certamente un mercato commerciale (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

PAOLO MICHELETTO L'Unione europea è certamente un mercato commerciale. Funzionante. Manca però ancora un quadro di democrazia: e la responsabilità è prima di tutto degli stati membri. Ma attenzione: non si torna indietro. Perché, ad esempio, solo l'Unione europea potrà far reagire l'Italia "che non si salva da sola. Al suo interno non ha gli anticorpi contro i suoi demoni" (Fabbrini). E senza la Costituzione europea resteranno enormi differenze tra gli stati membri. Di questo si è discusso ieri pomeriggio al Castello del Buonconsiglio. Da una parte Sergio Fabbrini, docente di scienze politiche dell'università di Trento e direttore della Scuola di studi internazionali. Dall'altra Carlo Bastasin, ex vicedirettore della "Stampa" di Torino, laureato in economia alla Bocconi, in passato corrispondente dalla Germania per "Il Sole 24 ore" e proprio da ieri tornato al giornale economico in veste di editorialista. A fare da moderatore Pierangelo Giovanetti, direttore dell'"Adige". Dibattito avviato proprio su domande di grande impatto. L'Unione europea è qualcosa di più di un'unione economica e commerciale? È un mercato o una democrazia? Domande che hanno portato Fabbrini a concludere che l'Unione è un vero e proprio sistema politico con caratteristiche democratiche e post nazionali. Ha bisogno però di una Costituzione per fare un passo in avanti, soprattutto per "contare" di più all'esterno. Inizia proprio Fabbrini, per ricordare la complessità dell'Unione europea. Una "repubblica commerciale" diventata "sistema politico", che incide sui Parlamenti nazionali nei due terzi delle loro decisioni. Nell'Unione europea c'è un deficit di democrazia? Molti cittadini dicono di sì, se si pensa come le decisioni siano assunte da burocrati lontani "dalla gente" e come il Parlamento europeo sia poco incisivo. Dice Fabbrini: "L'Unione europea diventa democratica se capiamo tutti che esiste un modello democratico diverso da quelli "classici". Non possiamo parlamentizzare l'Europa, perché in questo modo uccideremmo il malato, invece di salvarlo". Ecco quindi che il vero passo in avanti non potrà che essere rappresentato dalla Costituzione europea. Un risultato difficile da raggiungere: Bastasin non a caso ricorda "che tutte le decisioni della nostra vita ormai sono condizionate da Bruxelles" ma che il consenso sulle politiche continentali non sempre è sufficiente. Anzi, il calo di consenso nei confronti dell'Ue registrato soprattutto tra il '91 e il '98 "non è ancora stato recuperato". In effetti, bisogna ancora uscire dalle paure di quegli anni: "Era il periodo della gestione del processo di integrazione monetaria - ricorda Bastasin - L'Euro si è rivelato un fantastico strumento, che però ha messo a nudo le incoerenze della politica nazionale. Ora servono politiche di apertura, sia del lavoro che del capitale". Pierangelo Giovanetti chiede se si può sperare che l'Unione europea diventi davvero un'"Europa delle regioni", ricordando l'impegno a Bruxelles del "Land" Trentino. Risponde Fabbrini: "Mi auguro che si arrivi ad un'Europa degli stati, delle regioni, dei cittadini. Certo che l'Unione europea offre molte opportunità", che però i singoli paesi non arrivano a sfruttare in pieno. A questo proposito, impossibile non aprire il capitolo Italia, che sembra credere poco all'Europa. L'elenco delle "lamentele" è lungo: l'ultimo episodio è stato quelle delle dimissioni di Franco Frattini dal ruolo di vicepresidente della Commissione europea per partecipare alle elezioni politiche nazionali. Ma non basta: il paese non forma giovani per entrare nei ruoli centrali della burocrazia europea, quasi fosse vittima di un complesso di superiorità assolutamente ingiustificato. Al castello del Buonconsiglio sono passate due ore e il dibattito non ha annoiato il pubblico. Se si pensa all'Italia si esce spesso con un senso d'angoscia, da questi incontri promossi all'interno del Festival dell'Economia. L'Italia ce la farà o è destinata ad implodere una volta per tutte? E noi cittadini resteremo stritolati da ingranaggi sempre più oscuri? Come l'altra sera Guido Rossi aveva parlato della "speranza europea", così Fabbrini dà un compito ai giovani: "A voi spetta il lavoro conclusivo sulla Costituzione europea. Non buttatela nel cestino come fanno i nostri amici inglesi". 02/06/2008.

Torna all'inizio


La cgil in crisi si processa "siamo vecchi e inadeguati" - roberto mania (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Economia Il leader La conferenza organizzativa di Roma è stata l'occasione per una generale autocritica La Cgil in crisi si processa "Siamo vecchi e inadeguati" I delegati: non c'è solo la fabbrica, il mondo è cambiato "Dobbiamo aggiornare i nostri strumenti Siamo fermi al fordismo" "Oramai è sempre più frequente avere iscritti al sindacato che votano la Lega" ROBERTO MANIA ROMA - La Cgil è diventata il sindacato del prefisso "ri". Perché oggi la grande confederazione rossa vuole riprogettare il paese, riposizionare se stessa, ringiovanire i gruppi dirigenti, rinnovare il sindacato confederale, riformare la contrattazione e anche risindacalizzare il territorio. La verità è che la Cgil, con i suoi 5,6 milioni di tessere, non si piace più. Per tre giorni si è "rinchiusa" in un luogo isolato e desolato, alla Nuova Fiera di Roma, tra l'aeroporto di Fiumicino e la capitale. Ha celebrato la sua conferenza di organizzazione, a quindici anni dalla precedente, quando il segretario generale era ancora Bruno Trentin, il leader del lungo autunno caldo italiano. Novecentocinquanta delegati si sono riuniti nel padiglione 6 addobbato come sempre di rosso, con la presidenza schierata di fronte alla platea, e con gli "antichi" rituali democratici a cui non siamo quasi più abituati: il dibattito, la commissione politica, i documenti conclusivi, gli emendamenti e i sub-emendamenti. Ma i quasi mille delegati, gli uomini con le chiome canute e rade, perché i giovani non c'erano, e le donne (tante) segnate dagli anni che qui non si nascondo, si sono anche guardati allo specchio. Privati del potere di veto sulla politica dopo il "terremoto" delle elezioni, si sono lasciati andare a una sorta di autocoscienza collettiva. Alla fine si sono scoperti anziani, prigionieri dei propri riti e della propria burocrazia; spesso inadeguati a interpretare i cambiamenti che sta dettando la nuova fase della globalizzazione. E per la prima volta si sono ritrovati anche a fare i conti, in tutta la penisola non solo al nord, con i lavoratori iscritti alla Cgil che votano per la Lega, Forza Italia e anche Alleanza nazionale. Quelli che Susanna Camusso, segretario della Lombardia, e assai probabilmente il successore di Epifani, chiama, marcando con orgoglio la differenza, "loro", in quanto diversi nei valori e nella cultura. Problema, però, non da poco per la Cgil che mai ha pensato, e pensa, di essere solo un sindacato. "Grande è la confusione sotto il cielo", cita Maurizio Calà, segretario di Palermo, dopo aver ricordato che l'80 per cento degli operai della Fiat di Termini Imerese vota per il Pdl. Ma è il riflesso sullo specchio che intanto si impone. "Siamo vecchi. Siamo di una generazione che non molla, e che viene da quarant'anni di sconfitte", dice, quasi con distacco, Marigia Maulucci, segretario confederale, appartenente a quell'area che prima del Pd avremmo definito "riformista". Fa parte della maggioranza, non certo dell'opposizione che oggi guida il capo della Fiom, Gianni Rinaldini. Maulucci come quasi tutto il gruppo dirigente della Cgil è entrata nel sindacato negli anni Settanta. Oggi sono ultra cinquantenni, prossimi alla pensione nell'Italia dal welfare generoso che ha descritto sabato il governatore, Mario Draghi, nelle sue Considerazioni finali. Rinaldini lo ammette: "Anch'io sono un pezzo di archeologia industriale di questo paese". E' una generazione di sindacalisti che ha vissuto di rendita fino agli anni Novanta, forte dei successi ereditati. E che ha preso il potere quando i partiti di massa crollavano con Tangentopoli. Hanno dovuto fare le veci della politica e si sono affidati alla concertazione. Quell'epoca è finita. Nemmeno una volta si sente pronunciare la parola concertazione al padiglione 6. Ancora Maulucci: "La Cgil è in grandissima difficoltà. Il problema vero è che non riesce più a leggere i cambiamenti. Usiamo occhiali che forse non ci fanno più vedere come stanno le cose. Ecco proprio la nostra storia ci permette ora il lusso di rischiare un momento di discontinuità". Che, in fondo, è quello che dice Epifani quando incita a non rinchiudersi nella "casamatta". Però non basta, secondo Nicoletta Rocchi, anch'essa membro della segreteria nazionale, che con Epifani militò nel partito socialista. "Epifani - spiega Rocchi - è troppo continuista. Dobbiamo aggiornare i nostri strumenti di analisi sul lavoro e sul sindacato. Siamo fermi al fordismo, ma il mondo è cambiato. E noi siamo un sindacato di mezza età". Diversa è anche l'Italia. "Questo - sostiene ancora Rocchi - è il tempo della destra". Che fa votare per sé anche gli iscritti alla Cgil, l'unica "casa" che invece fa ancora convivere tutta la sinistra italiana. "C'è una divaricazione crescente tra rappresentanza politica e rappresentanza sociale", dice Carlo Podda, leader della Federazione del pubblico impiego che, non a caso, negli ultimi anni è diventata anche il primo sindacato della Cgil, scavalcando i metalmeccanici della Fiom. Ancora Podda: "Abbiamo in testa un modello di società che sta declinando. Per rappresentare la società non basta più ricorrere al lavoro. La politica sta occupando il nostro territorio. Il rischio vero è che gli iscritti alla Cgil siano un po' più simili ai partiti per i quali votano, oppure che non siano più iscritti alla Cgil". Camusso è più serena. Vive nella frontiera nordica da anni. Lei dice che la "dualità" (tessera Cgil e voto a destra) risale all'inizio degli anni Novanta. "D'altra parte - aggiunge - l'identità di classe non spiega quasi più niente". La sfida è, piuttosto, sui valori. "Questo è il vero problema della Cgil". Non resta che sentire gli operai. Eppure non si trovano facilmente nel padiglione 6 alla conferenza della Cgil. Bisogna andare a cercarli. "Perché qui - ci spiegano - è riunito il gruppo dirigente, l'apparato". Comunque c'è Dolores Frigerio, delegata Fiom alla Erc di Lecco, azienda con 300 dipendenti. Spiega che lei è ormai vicina alla pensione, che doveva esserci un 25 per cento di delegati dai posti di lavoro ma che non l'ha incontrato. Che sì, alla Fiera, "si sente una mosca bianca", ma anche che si sta abituando a scontrarsi con delegati Cgil che votano il Carroccio. "Mi domando - prosegue - che cosa sono venuta a fare. Sembra un rito. La Cgil deve cambiare perché un gruppo dirigente vicino alla pensione non va bene". Racconta come sia difficile "fare le tessere" all'epoca della precarietà e soprattutto convincere i giovani a fare i delegati: "Quando potrebbero farlo, perché hanno un contratto stabile, sono troppo vicino ai quarant'anni e non ne hanno più voglia". Ha davvero ragione Epifani: il sindacato del Novecento è andato in soffitta.

Torna all'inizio


(segue dalla copertina) jenner meletti (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Economia Migliaia di allevatori italiani in crisi minacciano il blocco delle consegne se l'industria di trasformazione continuerà ad abbassare i prezzi. "Siamo stanchi di produrre in perdita". E la protesta, iniziata in Germania, contagia tutta l'Europa. Il ministro Zaia accusa: "La burocrazia europea mette a rischio le nostre imprese e la stessa salute dei cittadini" "Ancora pochi giorni e poi faremo come i nostri colleghi in Germania" Stop a 15 milioni di litri provenienti dalla Baviera. Colpite alcune grandi industrie (SEGUE DALLA COPERTINA) JENNER MELETTI "Nel marzo 2007, più di un anno fa - racconta il presidente Aia, Nino Andena - noi produttori avevamo ottenuto un aumento. Si passava da 33,5 centesimi al litro a 38 centesimi. L'aumento era giustificato perché c'erano già stati i primi aumenti per soia e mais. Nel contratto era previsto che il prezzo salisse ancora, a 42 centesimi, dal marzo 2008. Gli industriali ci avevano chiesto di rateizzare l'aumento per avere il tempo di adeguare i listini di vendita e noi avevamo accettato. Ma quando ci siamo incontrati per applicare l'ultimo scatto del contratto 2007 e discutere il nuovo, ecco i produttori che si lamentano. Dicono che il prezzo del latte "spot" (quello venduto in cisterne giorno per giorno, senza un contratto annuale) è diminuito, che i consumi sono in crisi e che insomma, invece di arrivare ai 42 centesimi già decisi, loro vogliono abbassare il prezzo alla stalla: da 42 a una media di 35. Per noi è impossibile accettare un taglio come questo. Dal marzo 2007 i prezzi della soia e del mais e di altri farinacei sono praticamente raddoppiati. Il mercato sembra impazzito, pensiamo che ci sia stata una bolla speculativa. Noi non possiamo certo controllare il mercato mondiale dei cereali: paghiamo la fattura e basta, altrimenti il mangimista non rifornisce più l'azienda. Quarantadue centesimi sono il prezzo minimo per poter sopravvivere. Fino a dieci anni fa, con il latte, si guadagnava abbastanza bene: si viveva e soprattutto si potevano fare investimenti. Adesso tutti gli allevamenti sono in crisi. Non è più possibile trovare soldi per nuove stalle o impianti più moderni e se non investi non hai un'azienda competitiva. In più, questa crisi ha portato a un forte indebitamento verso le banche. Ecco, in una situazione come questa, mentre speri di avere qualche centesimo in più, ecco gli industriali che dicono: tagliamo. Noi siamo sempre stati aperti al dialogo e alla trattativa, ma se quelli insistono dobbiamo fare come in Germania. Non ci resta altra strada". La protesta tedesca è iniziata appena da una settimana ma ha già superato il Brennero. "Noi importiamo dalla Germania - dice Giorgio Apostoli della Coldiretti - il 40% del latte che beviamo o trasformiamo in formaggio. So che alcune grandi industrie, come la Lactalis ex Galbani, non hanno ricevuto le cisterne che aspettavano. La crisi italiana non scoppia all'improvviso. Gli industriali hanno tirato troppo la corsa e si sta spezzando. Facciamo l'esempio dei "granisti", i produttori di Grana padano. Meglio fare parlare i numeri. I dati AcNieles parlano chiaro: tra febbraio e marzo di quest'anno sono state consumate dalle famiglie italiane 11.729 tonnellate di Grana padano, con un aumento dei volumi di vendita del 9,2% rispetto allo stesso bimestre del 2007, registrando un aumento di valore del 15,3%. Insomma, si è venduto più prodotto con un prezzo maggiore dell'anno scorso. Il prezzo sui banchi della grande distribuzione nell'ultimo bimestre è stato di 11,06 euro e quindi superiore del 5,6% al prezzo di 10,58 euro dell'anno scorso. Pure l'export va bene: nell'ultimo anno sono state vendute 1.164.000 forme, con un aumento del 6,2% rispetto al 2006. Di fronte a questi numeri che riguardano una delle Dop di maggiori successo del nostro Made in Italy, gli industriali non solo non confermano il prezzo di 42 centesimi ma vogliono tagliarlo. E il contratto pilota della Lombardia sarà una guida per gli industriali di tutta Italia. Non ci si deve meravigliare se gli allevatori scendono in piazza e si preparano a una protesta che non si è mai vista". Proprio una settimana fa la Coldiretti aveva organizzato "Stalle aperte". "I cittadini hanno potuto comprare il latte - quello che dopo la scrematura viene venduto a 1,60 al litro nei negozi e nella grande distribuzione - con soli 50 centesimi. E abbiamo anche spiegato che mezzo euro al litro noi non lo vediamo mai e che quel latte che sembrava regalato in realtà era pagato ancora meno dagli industriali. Abbiamo voluto lanciare un messaggio: se ci fate arrabbiare, possiamo organizzarci per tagliare la trafila e vendere il latte nelle aziende. Sappiamo però che si tratterebbe di una piccola quota. Con la protesta tedesca almeno per ora il viaggio di 15 milioni di litri di latte fresco che arriva dalla Baviera (assieme a latte a lunga conservazione, burro, panna, yogurt, cagliate e tanti formaggi) si è fermato. Ma anche la nostra battaglia sarà difficile. Il latte non puoi metterlo in magazzino in attesa di tempi migliori. Se le consegne saranno bloccate anche noi daremo il latte fresco ai vitelli, lo manderemo nelle "torri di polverizzazione" per trasformarlo in polvere? Vedremo cosa siamo capaci di inventare. In Germania l'hanno buttato anche nelle piazze e nei fossi. Se l'Italia resterà senza latte, avrà l'occasione di riflettere. Perché senza una dura protesta, resterebbe senza per sempre. Le vacche sono belle, buone e generose ma hanno un difetto: mangiano tutti i giorni. E senza un giusto prezzo del latte, non puoi riempire le mangiatoie".

Torna all'inizio


Micheli, una svolta nella politica dopo Stava W alter Micheli, nel corso di una vita costantemente orientata dall'interesse pubblico e volta all'affermazione di un socialismo umani (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Tario e non ideologico, ha rappresentato emblematicamente una importante svolta nella politica della Provincia autonoma di Trento, a seguito della tragedia di Stava in val di Fiemme, nel 1985, quando 268 persone pagarono con la vita la esosità aziendale e l'incuria urbanistica Micheli, una svolta nella politica dopo Stava W alter Micheli, nel corso di una vita costantemente orientata dall'interesse pubblico e volta all'affermazione di un socialismo umanitario e non ideologico, ha rappresentato emblematicamente una importante svolta nella politica della Provincia autonoma di Trento, a seguito della tragedia di Stava in val di Fiemme, nel 1985, quando 268 persone pagarono con la vita la esosità aziendale e l'incuria urbanistica. Quella svolta infatti lo portò alla vicepresidenza della Giunta provinciale, ma soprattutto alla responsabilità della gestione del territorio e dell'ambiente. La sua azione influì in modo significativo sulla sicurezza civile, sulla tutela del paesaggio e sulla operatività dei parchi naturali Adamello-Brenta e Paneveggio-Pale di san Martino, e del parco nazionale dello Stelvio - dando di conseguenza concretezza e credibilità all'ambientalismo. Su un piano più personale egli ha mostrato un impegno costante di studio e di approfondimento storico dell'esperienza socialista nel Trentino, e la messa a fuoco di personaggi di rilievo nella storia di questa provincia, tra cui Cesare ed Ernesta Battisti, Bice Rizzi e con speciale attenzione Livia Battisti. Sandro Boato Ciao Walter, non smarriamo la tua stella polare P ochi giorni fa, presentando il bel libro di Sandro Boato "Frammenti d'Italia", Walter Micheli si era soffermato con un appassionato ricordo sulla figura di Livia Battisti, la donna trentina di carattere a cui il libro era dedicato. Con quel suo intervento Micheli aveva saputo evocare quel Trentino civile fatto di persone rette che al proprio tornaconto sempre sanno anteporre l'interesse comune. Ora che Micheli ci ha lasciato, il nobile castello, fatto di ideali e di profonda fede democratica, a cui egli amava sempre richiamarsi, ci appare sempre più lontano, quasi irraggiungibile. Che il mondo in cui Walter Micheli si era formato stesse scomparendo era cosa proprio da lui ben avvertita, e grande era il suo dolore nel vedere dissipato un patrimonio di ideali e di speranze di più generazioni, quelle che lui stesso ci ha raccontato nel suo recente lavoro sulla storia del socialismo trentino. Nello stesso tempo Micheli era una di quelle persone che non si arrendono, che continuano, nelle forme e nei modi che i tempi nuovi e le nuove sensibilità richiedono, una battaglia fatta di buoni sentimenti e di giuste cause da difendere, prima fra tutte quella della salvaguardia dell'ambiente trentino. Per quelli della sua generazione averlo come compagno e amico era un onore, i suoi consigli e la sua esperienza erano un bene prezioso per chi, pur fra le mille difficoltà di oggi, intendeva cimentarsi nell'impegno in difesa dei beni comuni. In molti cercavamo da lui una parola di incoraggiamento per proseguire nelle battaglie quotidiane, grandi e piccole; trovavamo sempre una risposta, un suggerimento a frenare le intemperanze, un invito a ragionare nel modo che la politica in senso nobile richiede. La perdita di Micheli è un duro colpo per il mondo della cultura, per il mondo delle scienze naturali e della Sat in primis: lo avevamo fra i soci più attivi del Museo Storico, attento alla valorizzazione del patrimonio battistiano, prodigo di consigli per lo studio e la valorizzazione dell'autonomia trentina, il bene più prezioso che abbiamo. Del suo impegno nelle istituzioni dell'autonomia negli anni difficili ma entusiasmanti della costruzione del Trentino autonomo parleranno quanti con lui hanno condiviso quel percorso: a noi, amici e compagni di fede politica, spetta il compito di non smarrire la stella polare a cui sempre Micheli faceva riferimento, quella della tutela del bene comune e della salvaguardia dei principi di giustizia e libertà. Vincenzo Calì Solidale con gli agenti che non vengono promossi D esidero esprimere la mia solidarietà ai sei agenti di polizia municipale di Riva costretti, immagino obtorto collo a citare l'amministrazione da cui dipendono perché venga loro riconosciuta la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria per la quale si sono impegnati a conseguire la necessaria attestazione. Lo stolido rifiuto loro opposto dalla giunta rivana a guida sinistroide purtroppo è solo l'ultimo di una serie di episodi che hanno costellato il percorso della polizia locale trentina nella ricerca della propria dimensione e professionalità, cito a esempio anche l'intervento a piedi pari del Presidente Dellai in merito alle attività dei vigili urbani di qualche tempo fa, ricerca troppo spesso ostacolata da quella burocrazia e da quella politica politicante che a parole decanta con magnificenza il cosiddetto "Progetto Sicurezza" ma nella realtà dei fatti oppone, alla necessità di qualificazione e professionalità unici veri viatici all'incremento della sicurezza dei cittadini ciechi rifiuti motivati da squallidi conti degni del peggior bottegaio, per non parlare dell'abbattimento della dignità professionale e dello spirito di corpo che invece si vorrebbe esaltare, nella convinzione di potere ottenere ad un costo di personale irrisorio un servizio di qualità. Citare percentuali di necessità di aliquote di personale qualificato o meno per motivare le proprie scelte, al misero costo di cinquanta euro lordi al mese infatti rivela nei fatti che chi amministra la città rivana nel migliore dei casi semplicemente non capisce cosa significa avere alle proprie dipendenze un maggior numero di ufficiali di polizia giudiziaria, che potrebbero così estendere di molto le loro competenze e possibilità di intervento e nel peggiore dei casi che invece semplicemente nulla importa di incrementare la sicurezza dei propri cittadini, anche se a quest'ultima ipotesi non voglio nemmeno credere. E non basta chiamare tecnici di valore come il dottor Zanetti, o l'impegno profuso dalla Fenalt per raddrizzare una situazione che se comparata ad altre realtà come quella del vicino Veneto non può che gridare a gran voce il fallimento politico della giunta Dellai in materia di sicurezza. Occorre un cambio di direzione che tagli con questa maniera di calare dall'alto le decisioni, siano esse i compensi per gli straordinari o la bandiera da giovani marmotte che si vuole imporre al corpo e che riconosca a questa comunità che si va formando le necessarie competenze e anche compensi, perché non si vive di sola - poca, pochissima, ahimè - gloria. Luigi Carretta - Pergine Valsugana Sì, mia nonna è vecchia ma perché non visitarla? L a vita mi ha dato una fortuna, ho conosciuto 2 nonni e quell'affetto incondizionato, gratuito e immenso che solo loro possono dare. Ormai più di 10 anni fa ho visto spegnersi la vita del nonno, ho perso quell'amore, ma ho potuto continuare ad apprezzare la vicinanza di sua moglie. Con lei ho passato momenti intensi, emozionanti, profondi, con lei ho potuto parlare di tutto, conoscere la sua vita, la sua storia, capire la vita vissuta nelle guerre, conoscere storie che sembrano uscite da un romanzo e questo mi ha permesso di affrontare con coraggio le esperienze della vita. Da un po' di tempo la mia nonna quando mi vede ha le lacrime agli occhi, non può più raccontare e quando lo fa, non riesco più a capirla, una malattia le sta togliendo la capacità di esprimersi con la voce. Hanno dato tanti nomi alla sua malattia, nomi che ho prontamente cancellato perché, per me, lei ne ha uno solo e non voglio rinchiudere il mio pensiero su di lei in una definizione medica. Il nome che le hanno attribuito sabato è "demenza senile" è stata una guardia medica che si è rifiutata di venirla a visitare, a sentire il suo cuore impazzito che batteva troppo veloce. È solo "demenza senile" e chiamandola così ha tolto ogni importanza a quella persona che per tanti ne ha. So che al mondo i problemi sono molti, so che i malati sono tanti, anche bambini, so che a quasi 83 anni le persone ti considerano vecchio, ma se una persona è anziana non significa che non ha più alcuna importanza, che non merita il tempo di qualcuno che è pagato per provare a regalarne ancora un po' alla gente. Si è lottato tanto per allungare la vita all'uomo, mi chiedo se ne valeva la pena, dato che da vecchi non si ha più alcun valore. Mi piacerebbe che la guardia medica di Pergine, la quale non ha voluto vedere la mia nonna, potesse vedere i suoi occhi oggi, che sta un po' meglio, dopo le cure dell'ospedale, per capire quanto è bello poter vedere una persona che è felice di aver guadagnato anche solo un giorno in più. Credevo fosse questo il bello del loro lavoro, ma forse non tutti lo hanno capito... Con l'occasione ringrazio di cuore il personale dell'ospedale di Borgo, che fin dal suo arrivo al pronto soccorso e per tutto il ricovero, l'ha trattata con professionalità e dolcezza. Annalisa Zeni - Pergine Valsugana Progetti faraonici per la città di Trento N on si sa bene cosa stia succedendo sulla città di Trento, fatto sta che sembra che una certa mania di grandezza fuori luogo stia prendendo un piede preoccupante. Progetti faraonici, spostamento della stazione e della ferrovia, ridestinazione di aree vastissime, portali d'ingresso... manco dovessimo ridisegnare una capitale imperiale. Ma questi signori si saranno mai sognati di chiedere il parere delle comunità locali, prima di avviare progetti che già nei preliminari devono essere costosissimi, visti i nomi degli architetti consultati? Per esempio, credo che nessun utente ferroviario sia a favore di un allontanamento dal centro storico della stazione: in tutta Europa, se non nel mondo, le stazioni principali sono sempre centralissime, conferendo al treno uno dei principali vantaggi rispetto ad altri mezzi di spostamento. E un'area verde fuori dalla stazione è altrettanto classica, nulla di anomalo; nel caso di Piazza Dante, si tratta anche di uno dei principali polmoni verdi della città, preziosissimo: guai a trasformarlo in uno "spazio aperto" (...non lo è già a sufficienza?), paventando una drastica riduzione della copertura arborea - peraltro già iniziata - magari solo perchè non si riesce a tenere a bada quei quattro disgraziati che usano il parco. Il comune denominatore di questi progetti tanto declamati sul futuro di Trento é un ruolo del tutto marginale del territorio e del paesaggio, mero supporto ad un'attività edilizia tuttovora, invadente ed inarrestabile: già oggi si sta evidenziando come fra Mattarello sud e Zambana (se non San Michele) la valle stia diventando un'unica grande palestra di edilizia selvaggia. Al centro di una provincia che continua a dichiararsi in armonia con l'ambiente! (sic). All'origine dei progetti del capoluogo, sembra volersi attribuire una presunta insoddisfazione della gente verso una città "tagliata in due", "allontanata del suo fiume", ecc. ecc. Ma la vera faccia della questione è che ormai l'unico vero polo d'attrazione degli interessi politici ed economici, in Trentino non diversamente dal resto d'Italia è la grande edilizia pubblica, quella dalle risorse infinite... e dai danni permanenti. Il principale problema è appunto questo, che in edilizia una volta che il danno è fatto, non si torna più indietro: le manomissioni del territorio sono per sempre.. Oltre al danno educativo! Ottone Taddei - Trento Grazie al primario di Borgo Valsugana D esidero esprimere pubblicamente il mio più vivo ringraziamento al dottor Natale, Primario di Chirurgia dell'Ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana. Sono stato da lui operato il mese scorso con un delicato intervento chirurgico dall'esito pienamente positivo.- Mi sono trovato benissimo, assistito con grande competenza e sollecitudine dal Primario, dai suoi collaboratori e da tutto il personale del reparto. Un grazie particolare anche al dottor Fichera. Alessandro Ceresola - Trento 02/06/2008.

Torna all'inizio


A trieste la terza età continua il dialogo con il mondo (sezione: Burocrazia)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cultura e spettacoli A Trieste la terza età continua il dialogo con il mondo di CORRADO BELCI Nella sede ottocentesca dell'Itis ha preso forma una collaborazione con la Fondazione Zancan di Padova, uno dei centri di eccellenza per lo studio dei servizi alla persona diretto da Tiziano Vecchiato Quante volte abbiamo sentito dire che ci vogliono le "riforme"? Le "riforme" sono il paravento dietro cui si nasconde chi, non sapendo proporre qualcosa di preciso, dispensa genericità. Eppure ci sono anche riforme vere, che si affermano senza bisogno di nuove leggi, attuando con intelligenza le leggi che già esistono. Ma queste riforme reali a volte sfuggono in un mondo in cui "si vive in fretta". A Trieste è il caso dell'Itis (Istituto Triestino Interventi Sociali) la cui sede ottocentesca ha visto trasformare nel tempo lo spirito che l'ha caratterizzata. Nato due secoli fa come Istituto (Casa) dei Poveri, ospitato nel 1862 nella nuova sede (Pia Casa) sostitutiva di via del Lazzaretto nuovo, oggi l'Itis è diventato Azienda di servizi alla persona. La riforma è tutta qui: un tempo i poveri e gli anziani bisognosi erano ricoverati nel centro di raccolta, appartati dalla società per cui erano considerati un peso; oggi è la società attiva che entra nella grande dimora dell'anziano. Detto senza mezzi termini: la trasformazione da luogo di attesa della morte a luogo dove "la vita continua", questa è la riforma attuata nel grande quadrilatero di via Pascoli. Lo si può percepire notando la brillantezza dei colori degli ambienti, la ricchezza della pinacoteca di arte moderna, la naturale allegria e comunicatività del personale. Non sono solo accorgimenti organizzativi i nomi delle varie residenze (Margherita, Ciclamino, Tulipano, Bucaneve, Iris, Narciso, Stella Alpina, Quercia, Palma) ma contributi alla costruzione di un clima di luminosità e di letizia che è subentrato) a quello di grigiore e di malinconia proprio dell'opprimente ricovero del passato. Alle residenze tradizionali si è aggiunto il centro diurno (una delle "Margherite") e i centri diurni esterni con residenza domiciliare propria (gli assistiti dormono a casa propria) protetta. Insomma il salto di qualità dal passato al presente è rappresentato dall'avvento del percorso di assistenza personalizzato, una battaglia contro la burocratizzazione dell'assistenza, un mutamento culturale radicale che pone al centro con forza la persona e la sua dignità. Questo spiega perché la grande casa dell'Itis è passata dai 350 posti occupati su 411 disponibili nel 2002 ad una lista di attesa attuale di 250 persone e per fronteggiare la richiesta sono stati avviati i servizi domiciliari. Malgrado la collaborazione con l'Azienda Sanitaria, con il Comune, con l'Azienda Ospedaliera, e la ripulsa di ogni tentazione di autoreferenzialità, l'Itis denuncia una certa fatica a far conoscere l'avvento di questa "città viva ed aperta". L'antica e cupa immagine della casa dei poveri è dura da cancellare, anche se da via Pascoli escono ogni giorno 15 o 20 persone per andare in gita, vedere la città e il paesaggio. "La poesia della vita", si intitola una pubblicazione (Hammerle Editori) curata dall'Istituto Triestino per gli interventi sociali nella quale testi vibranti di Claudio Grisancich Fulvio Salimbeni e toccanti interviste di Marina Moretti alla allora ultracentenaria "siora Pina", alla pasionaria Iole Burlo e al compianto latinista e traduttore di Virgilio, professore Sergio Pirnetti, testimoniano come fra quegli anziani "la vita va" e comprende ogni giovedì incontri poetico-letterari goduti. Da qualche tempo, per affinare sempre più i servizi alla persona, è in atto una convenzione assai significativa con la Fondazione Zancan di Padova, un centro di eccellenza in questo tipo di studi, che collabora con il Governo, con il Cnr, con università italiane e straniere anche d'oltre oceano. L'anima della Fondazione Zancan, diretta da Tiziano Vecchiato, è monsignor Giovanni Nervo, fondatore e per molti anni direttore generale della Caritas italiana. La finalità della Itis-Fondazione Zancan è quella di accrescere la qualificazione professionale e l'innovazione nei servizi alle persone fragili e non autosufficienti e alle famiglie. Questa sperimentazione è in atto e tende alla sempre maggiore personalizzazione ed umanizzazione dell'assistenza. In un'epoca assai incline al rumore e al sensazionalismo, almeno qualche volta si deve riconoscere che il bene costruito in silenzio può "far notizia". E si deve pur cogliere la smentita che la radicale riforma in atto all'Itis oppone ad un diffuso luogo comune: che "pubblico" sia sempre sinonimo di spreco, di inefficienza e di pesante burocrazia. In qualche caso, invece, come si vede, il "pubblico" sa rivelare uno spirito di autentico servizio.

Torna all'inizio


Multa a casa, ma è morto: il presidente Atm si scusa (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 22 del 2008-06-02 pagina 4 Multa a casa, ma è morto: il presidente Atm si scusa di Maria Sorbi "È stata una botta veder arrivare a casa quella multa, un tonfo allo stomaco". Fabio Stefanacci, 35 anni, ha perso suo fratello Diego in un incidente stradale quattro mesi fa, alla fine di gennaio. E ora che lotta ogni giorno per farsi una ragione di quanto è successo in quella maledetta sera, si è visto recapitare nella cassetta delle lettere una contravvenzione di 95 euro da parte di Atm intestata proprio a Diego. Il motivo? A causa di quell'incidente l'autobus della linea 73, che va da Milano a Peschiera Borromeo, è stato costretto a sospendere il servizio perché la carreggiata era del tutto bloccata per i vari rilevamenti. La moto di Diego era rimasta a terra, mentre lui veniva portato in fretta e furia in ospedale. Purtroppo inutilmente. "Ci ha fatto effetto vedere il suo nome scritto sulla carta - spiega Fabio -. Mia madre l'ha presa male. Malissimo direi. È come se avessero rigirato il coltello nella piaga. La nostra ferita è ancora aperta e questo episodio ha aggiunto tanta amarezza a un dolore che sentiamo vivo". Immediate le scuse di Atm, che non si è limitata a scrivere un semplice e stringato telegramma. Il presidente dell'azienda di trasporti in persona, Elio Catania, ha telefonato in negozio, una lavanderia, alla mamma di Diego per chiedere scusa e spiegarle che si è solo trattato di un disguido: "Signora, le facciamo le nostre più sentite condoglianze. Ci perdoni per quanto accaduto. È stato un errore. Consideri la multa nulla". Scuse accettate. Ma da qui a consolare una madre che ha perso il figlio ce ne vuole. "Accettiamo le scuse di Atm - continua Fabio - ma tutto questo non doveva accadere. Ovviamente non avremmo pagato nemmeno un centesimo, ero pronto a mobilitarmi e a scrivere al sindaco e al vicesindaco". Ora che la multa è stata archiviata e finirà nel dimenticatoio dell'azienda di trasporti milanesi, Fabio chiede "più attenzione". Se per gli uffici si tratta di "prassi", per una famiglia sono "tuffi al cuore" da evitare. Atm precisa che nessuno in azienda sapeva che l'incidente fosse stato mortale: "Se non fossero stati spediti i verbali per chiedere il risarcimento, qualcuno avrebbe anche potuto essere accusato di omissione di atti di ufficio". La burocrazia non registra il dolore, né mette a verbale il lutto. "È una situazione assurda - commenta ancora Fabio -. Almeno ora, oltre alle scuse, ci aspettiamo due righe di conferma dell'archiviazione della multa. E poi vorremmo vedere il verbale dei carabinieri, che stiamo ancora aspettando anche se sono scaduti i termini per riceverlo". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Addio arretrati se il dicastero cambia il nome (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 22 del 2008-06-02 pagina 10 Addio arretrati se il dicastero cambia il nome di Gian Maria De Francesco Spacchettamenti e accorpamenti hanno reso difficile capire chi deve liquidare le bollette. E Montecitorio contesta i versamenti da Roma Non ci sono solo tagli al bilancio degli enti pubblici tra le cause che determinano il mancato pagamento della tariffa sui rifiuti (Tari). In alcuni casi è la stessa burocrazia a creare confusione di ruoli e a determinare comportamenti poco virtuosi. Come nel caso del ministero delle Comunicazioni che deve alla municipalizzata romana Ama circa 3,2 milioni. Spacchettamenti e accorpamenti del dicastero hanno reso difficile comprendere chi deve pagare e quanto. "Il palazzo di viale America - spiega Michele Borelli, direttore generale per la gestione delle risorse strumentali e informative - è del vecchio ministero delle Poste e Telecomunicazioni e la riforma risale al 1994". I tecnici delle Poste, che ancora ne occupano una parte, si stanno interessando della divisione per millesimi di modo che la Spa e il ministero possano adempiere agli obblighi, ma la procedura va a rilento. "La prima comunicazione inviata a Poste - aggiunge Borelli - risale a 3-4 anni fa, ma i loro uffici non ci hanno fatto sapere ancora nulla". Grosso modo la stessa situazione del ministero delle Infrastrutture, che nel 2001 ricomprese Lavori pubblici e Trasporti, nel 2006 fu spacchettato nuovamente e oggi è tornato un unicum. "Mancano fondi statali", si sono limitati a far sapere da via Nomentana. Maria Domenica Testa, direttore generale per la politica finanziaria del ministero dell'Istruzione, ha invece messo in risalto come l'articolo 33-bis dell'ultimo decreto milleproroghe abbia consentito al ministero di farsi carico delle tariffe sui rifiuti non pagate dalle varie istituzioni scolastiche in tutta Italia (a Roma tra i grandi debitori figurano scuole medie ed elementari; ndr). Insomma, di volta in volta che il Tesoro concede risorse al ministero si pagano i debiti delle scuole e, piccolo particolare, a Napoli gli istituti sarebbero in debito di 18 milioni con il Comune per la Tarsu. Altro piccolo particolare: l'emergenza-rifiuti ha costretto molte scuole a chiudere per alcuni giorni. In altri casi ci sono priorità più stringenti. "Abbiamo fatto un'autodenuncia per metterci in regola - racconta il dottor Giuseppe Celotto, Direttore generale personale del ministero della Salute - perché fossero fatti gli opportuni accertamenti: il debito del 2000 e del 2001 è prescritto, mentre restano gli importi dal 2002 in poi e abbiamo chiesto al Tesoro di intervenire, ma se abbiamo delle disponibilità preferiamo impiegarle per far circolare le auto dei Nas che svolgono un servizio sociale importante". Alla Camera, invece, si registra una certa meraviglia. "Abbiamo già predisposto il versamento per il primo semestre 2008 e sono 495mila per tutti gli immobili della Camera dei deputati ed è stato inoltre pagato un conguaglio di 82.345 euro per il 2006". A sentir Montecitorio i 243mila euro dei tabulati Ama non corrisponderebbero alla realtà. Per altri enti è stato difficile ottenere risposte: all'Economia le competenze sono ripartite tra Affari generali e Tesoro, per ottenere informazioni dalla Difesa sono necessarie lunghe autorizzazioni interne. Il maggior debitore, la Fao, non ha rilasciato commenti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Sì alla laurea, no al permesso (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: IMMIGRAZIONE data: 2008-06-02 - pag: 11 autore: Burocrazia "contro". Niente espatrio alla dottoressa camerunense Sì alla laurea, no al permesso di Carlo Giorgi C on una laurea in tasca, alla ricerca del permesso (di soggiorno) perduto tra faldoni di pratiche straniere in Italia. L'esempio concreto di come la burocrazia possa giocare da avversario, emerge nel caso degli oltre 40mila studenti universitari stranieri in Italia. Giovani, capaci, istruiti: la punta di diamante dell'ampia schiera degli immigrati. Risorse intellettuali che la legge sull'immigrazione del nostro Paese non riesce a valorizzare. Julia Mimbang è una studentessa camerunense laureata in Italia e iscritta al corso specialistico di "Integrazione europea" dell'Università Cattolica di Milano. Da dicembre Julia è in attesa del rinnovo del premesso di soggiorno: "A settembre dovrei andarea Monaco di Baviera per la mia tesi specialistica – spiega Julia –,ma se non ho il rinnovo non posso partire perché rischio l'arresto: la ricevuta rilasciata non vale infatti come documento per i Paesi dell'area Schengen. A differenza degli altri studenti italiani sono bloccata e questo danneggia il mio futuro lavorativo. Negli altri Paesi d'Europa c'è una maggiore attenzione per gli studenti universitari stranieri. è assurdo che l'Italia ci faccia studiare e poi ci tratti così". Julia si è laureata lo scorso febbraio e ha deciso di rimanere in Italia, che considera la sua seconda patria, a specializzarsi. Ma le sue disavventure amministrative (si veda anche Il Sole 24 Ore del 4 aprile 2007) sono un vero calvario burocratico. Nel dicembre 2006 Julia, all'epoca studentessa universitaria, spedisce la richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno in scadenza, rimanendo con la ricevuta in mano. A gennaio 2007, doccia fredda: deve rinunciare alla sua prima proposta di lavoro perché il permesso di soggiorno nonè ancora arrivato e la sola ricevuta non basta per l'assunzione. A febbraio si laurea e si iscrive al corso specialistico. Ad aprile l'occasione di uno stage a Bruxelles si scontra con il fatto di essere ancora in attesa del permesso: non può espatriare e rinuncia allo stage. "Sono anche andata in Questura con il biglietto aereo e con la lettera d'invito della società di Bruxelles – ricorda Julia –, ma mi hanno spiegato che non potevano farci nulla e dovevo aspettare". A fine aprile arriva il permesso. Il documento, come ogni permesso per studio, non può superare la durata di un anno e parte da dicembre 2006. Così a fine 2007, dopo solo otto mesi, si ripropone la procedura del rinnovo. Oggi, a cinque mesi dalla richiesta dell'ultimo rinnovo, del documento nessuna notizia. "Da tre settimane ho iniziato uno stage in una azienda italiana di export management– racconta –: lavoro con l'Africa, America e Asia. Il titolare vorrebbe farmi lavorare anche con viaggi all'estero, ma non può perché ancora una volta non posso espatriare. Spero davvero che qualcuno si accorga di noi studenti stranieri". ATTESE INFINITE Il titolo accademico conseguito alla Cattolica non basta a garantire i documenti per lavorare anche all'estero.

Torna all'inizio


FRA i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi presidenti della Repub (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di GIOVANNI SABBATUCCI FRA i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, c'è sicuramente quello di aver saputo rilanciare e rivitalizzare simboli e ricorrenze dell'unità nazionale. A cominciare dalla giornata del 2 giugno, restituita, dopo anni di celebrazioni in tono minore, al suo rango di principale festività civile del calendario repubblicano. Un'operazione di indubbio successo (lo dimostra l'ampia partecipazione popolare alle sfilate militari romane degli ultimi anni) e tanto più notevole in quanto realizzata in tempi di dure e spesso laceranti contrapposizioni politiche. Oggi, anche per merito dello sforzo pedagogico ostinatamente esercitato dalla più alta autorità dello Stato, il clima del confronto parlamentare, e in genere lo stato dei rapporti fra maggioranza e opposizione, sembrano cambiati decisamente in meglio. Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante, perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili politicamente, a scontrarsi fra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo Stato; sono pezzi dello Stato magistrature, burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica. Lo ha fatto senza troppi giri di parole, in forma pacata ma esplicita. Gli esempi, del resto, sono sotto gli occhi di tutti, e non solo nella Campania dell'emergenza-rifiuti: piccole comunità che si organizzano secondo logiche tribali a difesa del proprio territorio; gruppi variamente connotati che, non sentendosi adeguatamente protetti dalle autorità, cercano di farsi giustizia da soli; l'università, che mai come ora avrebbe bisogno di congrue iniezioni di serietà e qualità, di nuovo attraversata da scontri para-ideologici e da pulsioni violente. Fenomeni limitati e, si spera, effimeri: ma non del tutto inquadrabili nella fisiologica conflittualità che contraddistingue ogni società libera. A fronte di tutto questo, un apparato statale che sempre più si configura come un insieme di corpi separati, occupati anche loro a difendere i propri spazi e le proprie competenze, anche a costo di intralciarsi vicendevolmente e di far impallidire l'immagine dello Stato come espressione e garante dell'interesse pubblico. Non c'è molto da stare allegri quando il capo della Polizia si produce in un'accorata, e purtroppo fondata, denuncia contro una magistratura che, più per inefficienza che per eccesso di garantismo, vanifica quotidianamente il lavoro delle forze dell'ordine; e quando la magistratura (nella fattispecie quella napoletana) mette sotto accusa l'operato delle stesse persone a cui due governi nazionali (di opposto colore politico) hanno affidato la soluzione del problema dei rifiuti. È un male oscuro che nasce spesso dallo scontro di ragioni diverse e che sarà difficile curare con singoli interventi legislativi. Serve piuttosto, ed è più che mai indispensabile, una comune assunzione di responsabilità. Serve la consapevolezza, invocata ancora ieri dal Capo dello Stato nel suo messaggio, di essere tutti nella stessa barca, ovvero di far parte di un unico sistema-Paese che non può e non potrà mai funzionare senza il generale rispetto di regole condivise e senza autorità riconosciute, capaci di farle osservare grazie al monopolio della forza legittima. Il patriottismo repubblicano è, oggi, soprattutto questo. E alla celebrazione delle sue ricorrenze debbono coerentemente seguire comportamenti adeguati alla serietà del momento. Va bene allora stringersi festosamente intorno ai simboli dell'unità nazionale. Va bene applaudire i reparti delle Forze armate che sfileranno oggi in via dei Fori imperiali. Purché poi ci si ricordi, in alto come in basso, di essere tutti cittadini di quella Repubblica che la Costituzione (art.5) definisce "una e indivisibile".

Torna all'inizio


Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante, perché meno cont (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di GIOVANNI SABBATUCCI Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante, perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili politicamente, a scontrarsi fra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo Stato; sono pezzi dello Stato magistrature, burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica. Lo ha fatto senza troppi giri di parole, in forma pacata ma esplicita. Gli esempi, del resto, sono sotto gli occhi di tutti, e non solo nella Campania dell'emergenza-rifiuti: piccole comunità che si organizzano secondo logiche tribali a difesa del proprio territorio; gruppi variamente connotati che, non sentendosi adeguatamente protetti dalle autorità, cercano di farsi giustizia da soli; l'università, che mai come ora avrebbe bisogno di congrue iniezioni di serietà e qualità, di nuovo attraversata da scontri para-ideologici e da pulsioni violente. Fenomeni limitati e, si spera, effimeri: ma non del tutto inquadrabili nella fisiologica conflittualità che contraddistingue ogni società libera. A fronte di tutto questo, un apparato statale che sempre più si configura come un insieme di corpi separati, occupati anche loro a difendere i propri spazi e le proprie competenze, anche a costo di intralciarsi vicendevolmente e di far impallidire l'immagine dello Stato come espressione e garante dell'interesse pubblico. Non c'è molto da stare allegri quando il capo della Polizia si produce in un'accorata, e purtroppo fondata, denuncia contro una magistratura che, più per inefficienza che per eccesso di garantismo, vanifica quotidianamente il lavoro delle forze dell'ordine; e quando la magistratura (nella fattispecie quella napoletana) mette sotto accusa l'operato delle stesse persone a cui due governi nazionali (di opposto colore politico) hanno affidato la soluzione del problema dei rifiuti. È un male oscuro che nasce spesso dallo scontro di ragioni diverse e che sarà difficile curare con singoli interventi legislativi. Serve piuttosto, ed è più che mai indispensabile, una comune assunzione di responsabilità. Serve la consapevolezza, invocata ancora ieri dal Capo dello Stato nel suo messaggio, di essere tutti nella stessa barca, ovvero di far parte di un unico sistema-Paese che non può e non potrà mai funzionare senza il generale rispetto di regole condivise e senza autorità riconosciute, capaci di farle osservare grazie al monopolio della forza legittima. Il patriottismo repubblicano è, oggi, soprattutto questo. E alla celebrazione delle sue ricorrenze debbono coerentemente seguire comportamenti adeguati alla serietà del momento. Va bene allora stringersi festosamente intorno ai simboli dell'unità nazionale. Va bene applaudire i reparti delle Forze armate che sfileranno oggi in via dei Fori imperiali. Purché poi ci si ricordi, in alto come in basso, di essere tutti cittadini di quella Repubblica che la Costituzione (art.5) definisce "una e indivisibile".

Torna all'inizio


Porto a San Cataldo <L'iter prima dell'estate> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2008-06-01 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Marine Così Frisullo, vice presidente della Regione Porto a San Cataldo "L'iter prima dell'estate" LECCE - "Il governo regionale ripone la massima attenzione nella diportistica e guarda con interesse l'investimento proposto dal Gruppo Montinari per la marina leccese di San Cataldo". L'assessore alle Infrastrutture e vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, scopre così i programmi del governo Vendola in materia di infrastrutture per la nautica da diporto. La dichiarazione di Frisullo indica anche i tempi necessari per il completamento del-l'iter autorizzativo del progetto, che da tempo giace negli uffici di via Capruzzi, a Bari. "Faremo di tutto perché le procedure si concludano prima della pausa estiva", promette il numero due della giunta regionale risollevando così l'umore degli investitori leccesi che, non più di dieci giorni fa, da queste stesse pagine, avevano lamentato troppa burocrazia negli enti di governo pugliesi. Una lentezza che non era stata riscontrata in altri ambiti nazionali, ma soprattutto estere, tanto da convincere Piero Montinari, leader dell'omonimo gruppo e presidente di Confindustria Lecce, "a ripensare gli investimenti in atto nel Salento e nella Puglia". Il piano infrastrutturale di San Cataldo della famiglia di costruttori leccese (con molteplici interessi in tutti i campi dell'economia anche internazionale), prevede un polo nautico da 450 posti barca che integrerebbe quelli esistenti. Un investimento importante del valore di 29 milioni di euro, di cui 6,5 di contributi pubblici e la restante parte da privati attraverso equity e debiti bancari con il sistema del project financing. "Un sistema che mi appassiona - commenta ancora l'assessore Frisullo - perché mette in gioco risorse private per il funzionamento di servizi utilità pubblica". Ideato per soddisfare le più moderne esigenze del turismo da diporto, il nuovo insediamento dei Montinari prevede attracchi per catamarani e idrovolanti utili per i collegamenti oltre Adriatico. Inoltre, un settore per lo yachting club con piscina, ristorante, bar, salone convegni. Nazareno Dinoi Piero Montinari, presidente di Confindustria.

Torna all'inizio


Napolitano ai prefetti: attenti ai disagi di cittadini e imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2008-06-01 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... Napolitano ai prefetti: attenti ai disagi di cittadini e imprese In occasione della festa del 2 giugno Giorgio Napolitano ha inviato a tutti i prefetti un messaggio in cui invita a "tener conto, in via prioritaria, del crescente disagio di persone e comunità e delle pressanti difficoltà delle imprese". Il capo dello Stato chiede collaborazione tra le istituzioni con "il massimo coinvolgimento delle rappresentanze sociali" e la tutela per i cittadini nei luoghi di lavoro e sulle strade. u pagina 14 Sette donne nominate Cavalieri del lavoro Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, domani, in occasione della Festa della Repubblica nominerà 25 nuovi Cavalieri del lavoro. Crescono i riconoscimenti alle donne, che quest'anno sono sette. u pagina 24 Al vertice Fao nessun incontro Papa-Ahmadinejad Benedetto XVI non riceverà in udienza il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, che sarà a Roma dal 3 al 5 giugno per il vertice Fao. Saltata anche l'ipotesi di un'udienza collettiva con i capi di Stato che arriveranno nella capitale per la conferenza. u pagina 14 Svizzera, oggi il referendum sugli stranieri La Svizzera vota oggi un referendum proposto dal partito di estrema destra di Blocher, che vuole dare ai Comuni la possibilità di far decidere con voto popolare le richieste di cittadinanza avanzate dai residenti stranieri. u pagina 11, commento u pagina 12 Zapatero promette meno burocrazia per le aziende Il premier spagnolo Josè Luis Zapatero ha annunciato che entro un mese varerà misure per ridurre del 30% il carico burocratico che grava sulle imprese e per liberalizzare i servizi. Al via anche negoziati per la riforma del mercato del lavoro. u pagina 11 Lanciato lo shuttle con il superlaboratorio giapponese è stato lanciato regolarmente ieri sera da Cape Canaveral, in Florida, lo shuttle Discovery con a bordo sette astronauti, che porterà sulla stazione spaziale internazionale il laboratorio hi-tech giapponese del valore di un miliardo di dollari.

Torna all'inizio


Zapatero: per le imprese tagli alla burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2008-06-01 - pag: 11 autore: Spagna. Annunciato un nuovo pacchetto di misure Zapatero: per le imprese tagli alla burocrazia Michele Calcaterra MADRID. Dal nostro corrispondente Riduzione del 30% dei carichi amministrativi, dovuti all'eccessiva burocrazia, che gravano sulle imprese spagnole e causano "disagi" calcolati in una mancata crescita del Pil pari al 2 per cento. è questa una delle misure che il Governo di Madrid varerà nel giro di un mese per far fronte al rallentamento economico. Un pacchetto in aggiunta agli interventi, per un valore complessivo di 18 miliardi in due anni, già annunciati qualche settimana fa. Josè Luis Zapatero, di fronte al rallentamento dell'economia spagnola, ha dunque deciso di non perdere tempo e di "prendere il toro per le corna". Del resto la situazione è delicata: nel primo trimestre la crescita del Paese è stata dello 0,3%, mentre quella del secondo trimestre potrebbe essere addirittura negativa. In aggiunta, l'inflazione è schizzata al 4,6%, la disoccupazione si avvicina al 10% e il deficit con l'estero è ormai al di sopra dell'11% del Pil. Tra le misure individuate dal presidente per tamponare la crisi, figurano anche una trasposizione ambiziosa della direttiva europea sui servizi, in modo da eliminare ingiustificate barriere alle attività; una maggiore concorrenza nel trasporto ferroviario delle merci; interventi sulle tariffe e nel settore delle tlc. L'obiettivo è quello di rendere più fluido il business in alcuni settori che fino a oggi hanno goduto di importanti rendite di posizione e in cui la concorrenza è stata limitata a detrimento del mercato e degli utenti. Zapatero ha anche annunciato che nei prossimi giorni riunirà imprenditori e organizzazioni sindacali per avviare negoziati che dovrebbero portare nel giro di qualche mese a una riforma del mercato del lavoro, ma anche a un esame della situazione previdenziale del Paese, in modo da garantire la sostenibilità futura del sistema. Al di là di ogni altra considerazione, ieri Zapatero ha ricordato che la situazione congiunturale della Spagna è sensibilmente migliore rispetto a quella di altri Paesi della Ue. I suoi punti di forza si basano infatti su un sistema creditizio forte che non è stato coinvolto nella crisi subprime e su conti pubblici in attivo che permettono di disporre di risorse in grado di finanziare importanti investimenti di carattere infrastrutturale e quindi di fare girare il motore dell'economia, nonostante il crollo del settore immobiliare. Come a dire, secondo il presidente, che la Spagna sta attraversando una fase di rallentamento e che non c'è alcuna avvisaglia di recessione. TORNARE A CRESCERE La ricetta anti-crisi del Governo prevede anche il rilancio della concorrenza, nei trasporti e nelle tlc, e la riforma del lavoro.

Torna all'inizio


L'atto per le Piccole Imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Riduzione della burocrazia, più accesso al credito di MATTEO FORNARA* Riduzione della burocrazia, migliore accesso ai mercati europei e alle gare pubbliche, più accesso al credito ma anche a una mano d'opera qualificata, sostegno alle imprese che vogliono crescere anche sul mercato internazionale. Sono queste le principali richieste emerse dalla consultazione lanciata dalla Commissione europea presso il vasto pubblico delle imprese europee (ce ne sono 25 milioni in Europa, di cui circa un quinto in Italia), in vista dell'adozione del nuovo "Atto sulla piccola Impresa" che l'Unione europea si appresta ad adottare in giugno: la prima "Legge-quadro" europea per le piccole imprese. Lo "Small Business Act" (questa è per ora la definizione che circola tra i responsabili comunitari) rappresenterà il primo quadro normativo sull'attività a sostegno della piccola impresa e sarà basato su un principio fondamentale: la sussidiarietà, cioè il rispetto delle esigenze dell'impresa e del territorio nel quale essa opera. Negli ultimi anni l'UE ha sviluppato un'intensa attività per migliorare l'ambiente in cui opera l'impresa. Dall'anno scorso, ad esempio, è in corso d'attuazione un programma di riduzione delle pratiche amministrative che gravano sulle piccole e medie imprese: in cinque anni (la data fissata è il 2012) sarà eliminato il 25% della burocrazia. E ancora: è cresciuta fortemente la quota di fondi europei riservata alle imprese di piccole dimensioni. Dai fondi di sviluppo regionale gestiti dalle singole regioni, fino al mega-programma europeo per la ricerca (che dispone di 54 miliardi di euro fino al 2013), ogni iniziativa ha una quota esclusiva per le PMI. Su questa spinta, molti Stati dell'UE si sono dati da fare a loro volta, e tempi e costi per creare nuove imprese si sono ridotti in maniera importante. Ma ora con l'Atto sulle Piccole Imprese si vuole cambiare marcia per mettere la promozione dell'imprenditorialità al centro dell'attività del'UE. Le oltre 500 risposte ricevute dalla Commissione europea alla consultazione lanciata in gennaio, provenienti dalle più svariate organizzazioni rappresentative dei diversi settori imprenditoriali, ma anche da singole imprese o amministrazioni locali in buon numero anche italiane hanno ribadito l'interesse del mondo produttivo per un'azione più efficace dell'Europa. Tra poco più di un mese arriveranno le proposte operative della Commissione europea. Il principale problema per le imprese resta legato all'eccesso di adempimenti amministrativi e burocratici. Il principio "Pensare soprattutto in piccolo" deve ispirare l'azione normativa attraverso i criteri di sussidiarietà e di proporzionalità: l'impatto di ogni nuova misura sulla piccola impresa deve sempre essere considerato prima di adottarla. Si richiede di differenziare il testo ma anche l'applicazione di ogni pezzo di legislazione a seconda della dimensione dell'impresa che la deve applicare. Seconda area di priorità: l'accesso al mercato per i prodotti delle piccole imprese. L'azione dell'UE deve favorire la partecipazione delle piccole imprese ai flussi commerciali del mercato unico europeo, ma anche la loro partecipazione alle gare pubbliche, ad esempio in quest'ultimo settore attraverso un'informazione specifica e la ricerca di partenariati per poter partecipare a gare di ampie dimensioni. Rimane poi il nodo della ricerca di capitale per l'attività di impresa: strumenti efficaci devono essere creati, o rinforzati laddove già esistono, sia attraverso i canali legati ad attività innovative, che su quelli più tradizionali. Ovvero: capitale a rischio come il venture capital per le imprese ad alto potenziale di crescita, favorendo anche gli investimenti transfrontalieri in questo settore, e migliori condizioni di credito tradizionale per tutte le imprese. Quella del micro-credito è un'area da promuovere. Infine, un'area d'azione definita cruciale dagli studiosi del mondo dell'impresa: l'educazione all'imprenditorialità, cioè lo sviluppo di competenze fin dalla più giovane età su come (ma anche perché) diventare imprenditori. Insomma, evidenziare la funzione "sociale" dell'impresa come sbocco personale e professionale, evitando magari di gettare la croce su chi fallisce, e dare magari una seconda opportunità come si fa ad esempio in America. Quindi, banche ma anche giochi nelle scuole, anche le primarie, su idee e impresa, creazione di imprese "virtuali", contatti tra le PMI, le scuole, gli insegnanti e gli alunni. *Rappresentanza a Milano della Commissione Europea 02/06/2008.

Torna all'inizio


I sindaci alle prese con il rebus Rom (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA - data: 2008-06-01 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE El canton delle busie di Fausto Pezzato I sindaci alle prese con il rebus Rom Sono nati quasi ovunque comitati anti-rom, a Mestre centinaia di persone hanno protestato in corteo contro la costruzione di un villaggio per i Sinti e poi si sono incatenate alle strutture dell'erigendo quartiere: il sindaco di Venezia Massimo Cacciari dice che, con le buone o le cattive, l'opera verrà portata a termine. Anche a Padova si sta cercando di fare qualcosa del genere, le difficoltà sono molte e la diffidenza è forte e diffusa. L'ostilità implicita o dichiarata che la presenza dei rom suscita in tutto il Veneto costringe i sindaci a imboccare una strada comunque impervia, si tratti di accoglienza o di "tolleranza zero". Mi sono chiesto: ti sentiresti tranquillo se ci fosse un insediamento di zingari nella tua zona? Poiché non posso mentire a me stesso, la risposta è stata: no. Perché? Perché dove hai fatto questa esperienza (prima tanti anni fa a Bologna, poi qui) si lamentava un aumento dei furti e dell'accattonaggio? Sì, anche per questo ma non solo. Il disagio, allora come oggi, e credo per tanta gente, in parte è causato dai ladri e dai mendicanti. E in misura forse maggiore dalla natura stessa del nomadismo che, a differenza della "normale" immigrazione, non accetta di lasciarsi assorbire nel costume e nella cultura del territorio: cerca di conservare se stesso. Nella mobilità, negli espedienti, nel vivere alla giornata. Sta (quasi beffardamente) ai confini di una società fortemente regolamentata, sovraccarica di leggi. Le loro roulotte, le loro baracche confinano con una burocrazia locale e statale che ci dà il tormento appena costruiamo un'abitazione, apriamo un negozio. Noi facciamo la "raccolta differenziata", la disciplina dell'immondizia ormai misura il livello di civiltà. I nomadi conducono un'esistenza "anarchica", nel solco di antiche tradizioni. Considerati come persone, singoli individui, non sono né peggiori, né migliori di noi. Amano le loro mogli, i loro mariti, i loro bambini. Pochissimi hanno un lavoro, e in qualche modo bisogna campare: nella percezione degli "stanziali", e nei rapporti delle forze dell'ordine e dei vigili urbani, questa necessità ha definizioni precise. Io li capisco i sindaci come Cacciari e Zanonato, perché vogliono essere i rappresentanti di cittadinanze disponibili ad affrontare senza pregiudizi "medievali" i problemi creati dal mescolamento delle razze e delle etnie. Ma il loro compito è difficilissimo perché si scontra col comune sentire, con l'opposizione sotterranea o aperta e crescente delle popolazioni. C'è, ovunque, una violenza latente che la paura alimenta senza sosta. E' sbagliato liquidare come "razzista" la percezione di tanta di gente che non sa che pesci pigliare, che non trova uno sbocco e deve scegliere fra l'ospitalità e il rifiuto. Senza dimenticare, però, che a forza ci cercare un "nemico" si finisce, prima o poi, per trovarlo. La Storia ci ricorda che molte tragedie sono cominciate così.

Torna all'inizio


FRA i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi presidenti della Repub (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 02-06-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Ostia))

Argomenti: Burocrazia

Chiudi di GIOVANNI SABBATUCCI FRA i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, c'è sicuramente quello di aver saputo rilanciare e rivitalizzare simboli e ricorrenze dell'unità nazionale. A cominciare dalla giornata del 2 giugno, restituita, dopo anni di celebrazioni in tono minore, al suo rango di principale festività civile del calendario repubblicano. Un'operazione di indubbio successo (lo dimostra l'ampia partecipazione popolare alle sfilate militari romane degli ultimi anni) e tanto più notevole in quanto realizzata in tempi di dure e spesso laceranti contrapposizioni politiche. Oggi, anche per merito dello sforzo pedagogico ostinatamente esercitato dalla più alta autorità dello Stato, il clima del confronto parlamentare, e in genere lo stato dei rapporti fra maggioranza e opposizione, sembrano cambiati decisamente in meglio. Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante, perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili politicamente, a scontrarsi fra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo Stato; sono pezzi dello Stato magistrature, burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica. Lo ha fatto senza troppi giri di parole, in forma pacata ma esplicita. Gli esempi, del resto, sono sotto gli occhi di tutti, e non solo nella Campania dell'emergenza-rifiuti: piccole comunità che si organizzano secondo logiche tribali a difesa del proprio territorio; gruppi variamente connotati che, non sentendosi adeguatamente protetti dalle autorità, cercano di farsi giustizia da soli; l'università, che mai come ora avrebbe bisogno di congrue iniezioni di serietà e qualità, di nuovo attraversata da scontri para-ideologici e da pulsioni violente. Fenomeni limitati e, si spera, effimeri: ma non del tutto inquadrabili nella fisiologica conflittualità che contraddistingue ogni società libera. A fronte di tutto questo, un apparato statale che sempre più si configura come un insieme di corpi separati, occupati anche loro a difendere i propri spazi e le proprie competenze, anche a costo di intralciarsi vicendevolmente e di far impallidire l'immagine dello Stato come espressione e garante dell'interesse pubblico. Non c'è molto da stare allegri quando il capo della Polizia si produce in un'accorata, e purtroppo fondata, denuncia contro una magistratura che, più per inefficienza che per eccesso di garantismo, vanifica quotidianamente il lavoro delle forze dell'ordine; e quando la magistratura (nella fattispecie quella napoletana) mette sotto accusa l'operato delle stesse persone a cui due governi nazionali (di opposto colore politico) hanno affidato la soluzione del problema dei rifiuti. È un male oscuro che nasce spesso dallo scontro di ragioni diverse e che sarà difficile curare con singoli interventi legislativi. Serve piuttosto, ed è più che mai indispensabile, una comune assunzione di responsabilità. Serve la consapevolezza, invocata ancora ieri dal Capo dello Stato nel suo messaggio, di essere tutti nella stessa barca, ovvero di far parte di un unico sistema-Paese che non può e non potrà mai funzionare senza il generale rispetto di regole condivise e senza autorità riconosciute, capaci di farle osservare grazie al monopolio della forza legittima. Il patriottismo repubblicano è, oggi, soprattutto questo. E alla celebrazione delle sue ricorrenze debbono coerentemente seguire comportamenti adeguati alla serietà del momento. Va bene allora stringersi festosamente intorno ai simboli dell'unità nazionale. Va bene applaudire i reparti delle Forze armate che sfileranno oggi in via dei Fori imperiali. Purché poi ci si ricordi, in alto come in basso, di essere tutti cittadini di quella Repubblica che la Costituzione (art.5) definisce "una e indivisibile".

Torna all'inizio


Fate più figli, vi darò io una mano (sezione: Burocrazia)

( da "Panorama" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Fate più figli, vi darò io una mano ROMANA LIUZZO Denatalità Asili, incentivi per pannolini e latte, fisco amico, mutui agevolati, revisione della legge sull'aborto... Le proposte del ministro Meloni per le giovani coppie. Asili di condominio, gestiti a turno da una madre, la cosiddetta baby sitter di pianerottolo, pagata per il servizio dallo Stato, come già accade in Francia. E un grande nido nella sede del Parlamento, a Montecitorio. Non solo per i figli dei deputati, ma soprattutto per quelli di funzionari, uscieri, dipendenti, persone senza orari certi. È questa in sintesi la proposta di legge, ancora in fase di stesura, di incentivo alla maternità che il ministro per le Politiche giovanili, Giorgia Meloni, anticipa in esclusiva a Panorama. Speriamo di portarla in Consiglio dei ministri il prima possibile: molti punti già erano nel programma di governo, altri sono mie aggiunte. Capelli lisci, un filo di trucco, quanto basta per fare risaltare gli occhi chiari, la più giovane parlamentare del 2006 (vicepresidente della Camera a 29 anni), oggi a 31 a capo di un dicastero, Meloni ama parlare solo di politica. Seduta a un bar della capitale, anticipa il suo progetto premettendo: Parlo di tutto tranne che di vita privata. L'obiettivo finale della sua proposta di legge? Asili nido, meno burocrazia per tutti e di conseguenza più figli riassume Meloni. In Italia la demografia è una delle principali criticità. In Europa la natalità media è di due figli per donna, nel nostro Paese la media è di 1,3 figli. Siamo di gran lunga sotto quota. Secondo il ministro del governo Berlusconi questo significa, per esempio, che nel 2050 come previsto dall'Istat, il 35 per cento della popolazione avrà più di 65 anni e questo implica enormi problemi. Di produttività per esempio, ma anche per un sistema pensionistico che non può reggere. Che paese vogliamo lasciare ai nostri nipoti? si domanda Meloni. La gente non fa più figli non perché non li voglia ma perché li considera un lusso. Proprio in quest'ottica rivedrebbe la legge 194 sull'aborto. Dal 1978 a oggi 4 milioni di donne hanno interrotto la gravidanza. Non è un successo, ma una sconfitta. Viene offerto loro di non fare un figlio, ma non si danno incentivi per farne. È una legge assurda. Occorre dare alternative concrete alle famiglie. Esempi? Sempre in Francia c'è il livello d'occupazione femminile più alto d'Europa, di conseguenza le donne non hanno paura di alzare la natalità. Per guardare al nostro Paese, a Reggio Calabria il sindaco Giuseppe Scopelliti ha sperimentato con successo l'asilo di condominio. Anche se non mancano problemi logistici legati agli spazi e alle zone all'aperto. Per avere l'ok per un nido, infatti, sono necessari svariati requisiti e la burocrazia sembra non aiuti. Ce l'ha fatta, qualche anno fa, a Palazzo Chigi l'attuale ministro all'Ambiente, Stefania Prestigiacomo: il suo asilo, dice chi l'ha visto, è da 10 e lode, con menù diversificati secondo preferenze alimentari o allergie. Fa parte della proposta di legge Meloni il sistema del quoziente familiare, ovvero una tassazione proporzionata al numero dei figli. Più se ne hanno, meno tasse si pagano. In pratica la somma dei redditi è suddivisa per tutti i componenti della famiglia. Questa idea la presentai già nella passata legislatura, ma fu fortemente osteggiata dalla sinistra, in particolare da Rifondazione comunista. Perché, mi dissero, "le donne che lavorano non devono avere nuclei numerosi". Altri incentivi della proposta di legge: aiuti concreti sui generi di prima necessità, dai pannolini al latte in polvere, come pure un sostegno per la retta dell'asilo e i libri di testo per tutta l'età dell'obbligo. Infine, allargare i congedi anche al padre. Tra i problemi che affliggono le giovani coppie c'è anzitutto quello della casa. Nello stesso progetto Meloni (questo è già nel programma di governo) è prevista una rateizzazione del mutuo come se fosse un affitto, in pratica senza anticipo, in modo da acquistare un'abitazione, senza indebitarsi fino al collo. E per gli spazi? Oltre ai luoghi già individuati per le case popolari, vogliamo fare un censimento di tutti i centri sociali e capire quali siano in regola, ovvero in quali si svolga effettivamente qualcosa che anche alla lontana abbia a che fare con la cultura e con l'aggregazione. Almeno per metà, a mio avviso, andrebbero chiusi. Ebbene, quegli spazi, troppo spesso devastati, potrebbero servire come alloggi, biblioteche o come circoli ricreativi per i giovani che realmente hanno voglia di fare qualcosa. Altro che bullismo. Il ministro alle Politiche giovanili anche su questo tema ha un'opinione chiara: i bulli sono eccezioni. Andrebbero presi e sottoposti all'insulto generalizzato. Sono casi isolati e se ne parla troppo. Mentre ci sono giovani bravissimi, che lavorano e fanno sacrifici in silenzio: a loro vanno dati incentivi. Di loro si deve parlare. I bulli? Ammesso che ci siano, vanno ignorati. È la pena peggiore.

Torna all'inizio


Dall'Italia alla Germania, nella Ue scatta la nuova battaglia del latte (sezione: Burocrazia)

( da "KataWeb News" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Alle 09:18 - Fonte: Homepage">repubblica.it - 0 commenti Migliaia di allevatori del nostro Paese, in crisi, minacciano il blocco Il ministrio Zaia: "La burocrazia mette a rischio le nostre imprese" Jenner Meletti.

Torna all'inizio


PROMOZIONE. IL TESSERAMENTO CONTESTATO (CON RELATIVA PARALISI DEI PLAY OFF) SCATENA LA RABBIA DELLE SOCIETÀ (sezione: Burocrazia)

( da "Arena.it, L'" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Caso Aguilar, ansia infinita "Riscriviamo le regole" Dirigenti e tecnici veronesi protestano per la tempistica del verdetto che non arriva: "Non ci siamo: è tutto falsato" Ci alleniamo da più di un mese per niente: o si gioca l'8 o mando tutti in vacanza GIANNI RECCHI VICEPRES. DEL VILLAFRANCA Situazione inverosimile che tra l'altro crea un precedente molto pericoloso DAMIANO ALBERTINI PRES. DELLA BELFIORESE     Andrea Mantovani Un dilemma degno del thriller più ardito, una situazione che mette in crisi le certezze del calcio dilettantistico bloccando i consueti meccanismi e lasciando in sospeso classifiche e ripescaggi, con formazioni che si allenano senza sapere a quale avversario potranno eventualmente contendere la vittoria finale: il campionato di Promozione vive la perdurante paralisi dei play off, bloccati dal caso Aguilar (con l'eventuale vizio nel tesseramento del giocatore del Sona Mazza), per cui a presidenti e allenatori delle formazioni veronesi immischiate non resta altro che ribadire l'inevitabile sconcerto. GIANNI RECCHI, vice presidente del Villafranca. "Quello che sta succedendo è estremamente dannoso sia per noi che per tutto il movimento dilettantistico veneto. Non doveva assolutamente capitare e bisognava essere concreti nelle decisioni fin dall'inizio senza tutti questi tira e molla. Non vedo particolari colpe da parte del presidente regionale Gianni Guardini ma noto piuttosto una scarsa chiarezza nel regolamento. Anni fa la cosa si sarebbe risolta subito grazie a regole molto più chiare, mentre adesso ci sono un sacco di varianti e postille da interpretare. Bisogna tornare ad un regolamento più definito. Resta il fatto che ora sta regnando una immensa confusione e che abbiamo una squadra che si sta allenando da più di mese per nulla. Spero che si giochi non olre l'8 gugno, altrimenti penso proprio che il Villafranca andrà comunque in vacanza... E che succeda quel che deve succedere". WALTER PADOVANI, allenatore del Team Santa Lucia Golosine. "Penso che questa sia una situazione a dire poco imbarazzante. Imbarazzante per tutti, frutto di chiari ed evidenti errori da pate di qualcuno - senza fare nomi - con l'effetto di aver creato tanta confusione. Bisognava decidere subito, nel bene o nel male. Non accuso e non difendo nessuno ma dico che bisogna rivedere il sistema. Per quello che riguarda l'aspetto tecnico, non posso sapere se la mia formazione risulterà danneggiata o meno, anche perché è la prima volta che mi succede - e che succede in assoluto - una cosa del genere. Quello che è evidente è che il discorso legato ai play off è logicamente falsato". DAMIANO ALBERTINI, presidente della Belfiorese. "Penso che quello che sta succedendo danneggia noi come gli altri, ma danneggia ancora di più l'immagine della federazione. Un mese di allenamenti senza sapere quando si gioca e con chi si gioca? È una situazione veramente stressante sia per noi che per i giocatori. Difficile è anche tenere alta la concentrazione del gruppo, tenere la tensione sempre costante. È veramente una situazione inverosimile che sicuramente, vada come vada, lascerà degli strascichi negativi, senza dimenticare che si è creato un precedente veramente pericoloso. Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato. È da tempo che non ci alleniamo perché siamo la formazione che ha vinto il torneo di Promozione. Qualsiasi altra decisione non verrà presa in considerazione, sia da me che dalla società. Se ci diranno di giocare i play-off sarà una bella soddisfazione per i giovani della rappresentativa allievi, quelli che eventualmente si presenteranno sul campo. Ripeto: noi abbiamo vinto il campionato, siamo in Eccellenza e non voglio sentire altro".

Torna all'inizio


Dirigenti e tecnici veronesi protestano per la tempistica del verdetto che non arriva: <Non ci siamo: è tutto falsato> (sezione: Burocrazia)

( da "Arena.it, L'" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

PROMOZIONE. IL TESSERAMENTO CONTESTATO (CON RELATIVA PARALISI DEI PLAY OFF) SCATENA LA RABBIA DELLE SOCIETÀ Caso Aguilar, ansia infinita "Riscriviamo le regole" Dirigenti e tecnici veronesi protestano per la tempistica del verdetto che non arriva: "Non ci siamo: è tutto falsato" Ci alleniamo da più di un mese per niente: o si gioca l'8 o mando tutti in vacanza GIANNI RECCHI VICEPRES. DEL VILLAFRANCA Situazione inverosimile che tra l'altro crea un precedente molto pericoloso DAMIANO ALBERTINI PRES. DELLA BELFIORESE     Andrea Mantovani Un dilemma degno del thriller più ardito, una situazione che mette in crisi le certezze del calcio dilettantistico bloccando i consueti meccanismi e lasciando in sospeso classifiche e ripescaggi, con formazioni che si allenano senza sapere a quale avversario potranno eventualmente contendere la vittoria finale: il campionato di Promozione vive la perdurante paralisi dei play off, bloccati dal caso Aguilar (con l'eventuale vizio nel tesseramento del giocatore del Sona Mazza), per cui a presidenti e allenatori delle formazioni veronesi immischiate non resta altro che ribadire l'inevitabile sconcerto. GIANNI RECCHI, vice presidente del Villafranca. "Quello che sta succedendo è estremamente dannoso sia per noi che per tutto il movimento dilettantistico veneto. Non doveva assolutamente capitare e bisognava essere concreti nelle decisioni fin dall'inizio senza tutti questi tira e molla. Non vedo particolari colpe da parte del presidente regionale Gianni Guardini ma noto piuttosto una scarsa chiarezza nel regolamento. Anni fa la cosa si sarebbe risolta subito grazie a regole molto più chiare, mentre adesso ci sono un sacco di varianti e postille da interpretare. Bisogna tornare ad un regolamento più definito. Resta il fatto che ora sta regnando una immensa confusione e che abbiamo una squadra che si sta allenando da più di mese per nulla. Spero che si giochi non olre l'8 gugno, altrimenti penso proprio che il Villafranca andrà comunque in vacanza... E che succeda quel che deve succedere". WALTER PADOVANI, allenatore del Team Santa Lucia Golosine. "Penso che questa sia una situazione a dire poco imbarazzante. Imbarazzante per tutti, frutto di chiari ed evidenti errori da pate di qualcuno - senza fare nomi - con l'effetto di aver creato tanta confusione. Bisognava decidere subito, nel bene o nel male. Non accuso e non difendo nessuno ma dico che bisogna rivedere il sistema. Per quello che riguarda l'aspetto tecnico, non posso sapere se la mia formazione risulterà danneggiata o meno, anche perché è la prima volta che mi succede - e che succede in assoluto - una cosa del genere. Quello che è evidente è che il discorso legato ai play off è logicamente falsato". DAMIANO ALBERTINI, presidente della Belfiorese. "Penso che quello che sta succedendo danneggia noi come gli altri, ma danneggia ancora di più l'immagine della federazione. Un mese di allenamenti senza sapere quando si gioca e con chi si gioca? È una situazione veramente stressante sia per noi che per i giocatori. Difficile è anche tenere alta la concentrazione del gruppo, tenere la tensione sempre costante. È veramente una situazione inverosimile che sicuramente, vada come vada, lascerà degli strascichi negativi, senza dimenticare che si è creato un precedente veramente pericoloso. Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato. È da tempo che non ci alleniamo perché siamo la formazione che ha vinto il torneo di Promozione. Qualsiasi altra decisione non verrà presa in considerazione, sia da me che dalla società. Se ci diranno di giocare i play-off sarà una bella soddisfazione per i giovani della rappresentativa allievi, quelli che eventualmente si presenteranno sul campo. Ripeto: noi abbiamo vinto il campionato, siamo in Eccellenza e non voglio sentire altro".

Torna all'inizio


LA RICERCA / DA UNO STUDIO DELLA BOCCONI EMERGE L'IDENTIKIT DEI FONDATORI DELLE START UP : GIOVANI, LAUREA IN TASCA, SPIRITO DI INIZIATIVA. DONNE E UOMINI PARTONO ALLA PARI MA LE P (sezione: Burocrazia)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Affari & Finanza > AF0RAPPORTO LA RICERCA / DA UNO STUDIO DELLA "BOCCONI" EMERGE L'IDENTIKIT DEI FONDATORI DELLE "START UP": GIOVANI, LAUREA IN TASCA, SPIRITO DI INIZIATIVA. DONNE E UOMINI PARTONO ALLA PARI MA LE PRIME INCONTRANO MAGGIORI DIFFICOLTà NELLA CRESCITA AZIENDALE CARLO ALBERTO PRATESI* Il punto di partenza nel processo di nascita di una nuova azienda può essere il più vario. Nel settore dell'informatica ci sono imprese famose che sono state concepite nel garage di casa (come la Apple o la Microsoft); altre che hanno visto la luce nel laboratorio informatico di una prestigiosa business school (come Cisco o Google i cui fondatori erano tutti studenti della Stanford University). C'è chi è partito con un prestito di 100 dollari per comprare una cinepresa usata (è il caso di Walt Disney), chi andando in bicicletta a consegnare i prodotti dell'azienda di famiglia (come Luciano Benetton). Il più delle volte si parte da un'idea geniale, venuta un po' per caso, magari durante un viaggio di piacere: nel 1983 Howard Schultz (fondatore di Starbucks) concepì la sua catena bevendo il caffè in un bar di Milano, mentre Eugenio Marinella trasse ispirazione dai negozi di stoffe londinesi per le sue celebri cravatte. In molti casi si parte reinterpretando, con l'aggiunta di un po' di tecnologia, prodotti normalissimi: come le scarpe (vedi le suole traspiranti di Geox), la pasta fresca ripiena (l'atmosfera modificata nelle vaschette dei tortellini Rana) o gli attrezzi da palestra (Technogym). Quello che accomuna una gran parte delle start up è il fatto di avere genitori piuttosto giovani. Perché quando si è ragazzi è più facile avere una buona intuizione e, soprattutto, la giusta motivazione per portarla avanti. A giudicare dai successi più noti, l'età adatta per fondare una nuova azienda è attorno ai vent'anni. Proprio a vent'anni Bill Gates ha messo in piedi la Microsoft; a ventuno Steve Jobs (che per una strana coincidenza è nato lo stesso anno di Bill, il 1955) ha creato la Apple; a vent'anni Mark Zuckerberg (nato trent'anni dopo di loro) ha lanciato Facebook. E la regola non vale solo per gli enfant prodige americani e per il settore delle Ict: Renzo Rosso ha creato Diesel a 23 anni; Nerio Alessandri a 22 anni fondava la Technogym. Ancora oggi, in Italia, a differenza di quanto ci propinano quotidianamente i media, che negli ultimi tempi tendono a sottolineare i peggiori difetti dei nostri giovani (i termini usati più di frequente sono "bamboccioni" e "bulli") oltre il 15% dei nuovi imprenditori ha meno di 24 anni e più del 37% si colloca tra i 25 e i 34 anni. Il che li mette, almeno in questo, perfettamente in linea con la media europea. Questi dati emergono da un recente studio realizzato dalla Bocconi (con il contributo di Ernst & Young e Atradius Credit Insurance) in occasione della decima edizione del rapporto Gem 2008 (Global Entrepreneurship Monitor basato su 150.000 interviste in 42 paesi). Nella stessa ricerca si evidenzia, tra l'altro, che la creazione di nuove imprese in Italia è cresciuta dal 3,5% al 5% (vale a dire che cinque adulti italiani su 100 hanno avviato un'attività imprenditoriale nel 2007): un tasso più alto di quello di paesi come la Francia (3,2%), e vicino alla Gran Bretagna (5,5%). Va detto che la nuova imprenditorialità italiana, a differenza degli altri paesi, è concentrata per due terzi nel settore dei servizi ed è sbilanciata nei business a basso contenuto tecnologico. "In Italia diventare imprenditore è considerato una buona scelta di carriera, rispetto agli altri paesi. Però la paura del fallimento è particolarmente elevata e vi è poco ottimismo rispetto alle aspettative di buone opportunità nei prossimi sei mesi. Questo, insieme alle notevoli difficoltà di accesso a risorse finanziarie, alle tasse e alla burocrazia contribuisce a spiegare perché l'imprenditorialità earlystage in Italia è sotto la media europea (5,9%)" spiega Alexandra Dawson, coordinatrice della ricerca Bocconi. In particolare, dallo stesso rapporto si rileva che l'Italia è tra gli ultimi paesi europei riguardo alla facilità di reperire fondi (21°), alle infrastrutture disponibili (21°), alla pressione tributaria e alla burocrazia (19°) e alla percezione delle opportunità presenti per avviare un'attività imprenditoriale (21°). L'identikit del tipico imprenditore italiano nelle fasi iniziali della sua impresa è: maschio, di età compresa tra i 25 ed i 34 anni e ben istruito. Quest'ultimo dato evidenzia una nostra peculiarità: il 36% dei nuovi imprenditori possiede una laurea, un tasso superiore alla Gran Bretagna e agli Usa. Per quanto riguarda il rapporto tra donne a uomini impegnati in prima persona nelle start up, dallo studio emerge un sostanziale equilibrio, del tutto in linea con gli altri paesi europei. Purtroppo la presenza femminile cala drasticamente quando si contano gli imprenditori ben avviati (il questo ambito l'incidenza è di 23 a 100): uno dei rapporti più bassi del mondo. Segno evidente che le donne in Italia hanno difficoltà nel trasformare le loro idee di business in imprese solide e durature. Quello della sopravvivenza è comunque un problema piuttosto rilevante in Italia. Dai dati Unioncamere si scopre che il nostro paese è piuttosto prolifico in termini di newbusiness ? nasce più o meno un'azienda al minuto (notte e festivi compresi) ? ma la mortalità "infantile" delle imprese è altissima: di tutte le nostre start up dopo cinque anni ne sopravvivono poco più della metà. E quelle che resistono il più delle volte tendono ad arrestare la propria crescita, correndo così il rischio di perdere nel tempo la propria unicità e la capacità competitiva. Il risultato (secondo l'Istat) è che oggi abbiamo 4,3 milioni di imprese, delle quali quelle con meno di 10 addetti rappresentano il 95%, mentre soltanto 3.417 imprese (ossia lo 0,08%) possono essere considerate "grandi" perché impiegano più di 250 addetti. Probabilmente, oltre ai servizi efficienti, alle infrastrutture e ai fondi, manca ai giovani una cultura imprenditoriale (anche di tipo accademico) che consenta ai più dinamici di passare da una buona idea a un vero e proprio business. Perché la regola è quella che suggeriva Accenture in una sua pubblicità di qualche anno fa: "Poco importa da dove arrivino le idee o chi le concepisca. Perché alla fine non conta quante idee avete. Ma quante ne riuscite a realizzare". *Università Roma Tre.

Torna all'inizio


PATRIOTTISMO REPUBBLICANO (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (City)" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Patriottismo repubblicano Giovanni Sabbatucci Tra i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, c'è sicuramente quello di aver saputo rilanciare e rivitalizzare simboli e ricorrenze dell'unità nazionale. A cominciare dalla giornata del 2 giugno, restituita, dopo anni di celebrazioni in tono minore, al suo rango di principale festività civile del calendario repubblicano. Un'operazione di indubbio successo (lo dimostra l'ampia partecipazione popolare alle sfilate militari romane degli ultimi anni) e tanto più notevole in quanto realizzata in tempi di dure e spesso laceranti contrapposizioni politiche. Oggi, anche per merito dello sforzo pedagogico ostinatamente esercitato dalla più alta autorità dello Stato, il clima del confronto parlamentare, e in genere lo stato dei rapporti fra maggioranza e opposizione, sembrano cambiati decisamente in meglio. Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante, perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili politicamente, a scontrarsi tra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo Stato; sono pezzi dello Stato - magistrature, burocrazie, amministrazioni locali - ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. SEGUE A PAGINA 12.

Torna all'inizio


Il Conte Verde (sezione: Burocrazia)

( da "Stampaweb, La" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Fiumi e torrenti ingombri di tronchi e sassi pronti a trasformarsi in proiettili micidiali, "tappi" di detriti non rimossi, boschi abbandonati a sé stessi, argini e muri di sostegno non completati. é il quadro desolante emerso durante gli incontri di Mercedes Bresso e Antonio Saitta con i sindaci delle vallate flagellate dal maltempo: Chisone, Germanasca, Susa, Pellice. Oggi Saitta sarà nelle Valli di Lanzo e nel Canavese. Non tanto e non solo opere straordinarie, in gran parte realizzate dopo l'alluvione del 2000 con buoni risultati. La calamità che ha devastato il Torinese è il frutto avvelenato di centinaia di interventi apparentemente minimali, rimandati troppo a lungo. Finisce che la montagna, afflitta da troppe competenze, troppa burocrazia e poche risorse, presenta il conto. Bisognava sentirli, i discorsi degli amministratori convocati ieri a Perosa Argentina, Oulx, Susa e Bussoleno. Uniti nel lodare l'impegno della Protezione civile, della Regione e della Provincia, con cui c'è un rapporto diretto. Altrettanto compatti nel censurare la "latitanza" dell'Aipo, l'ex-Magistrato del Po, l'incomunicabilità con Anas (Bresso ha ribadito che le strade statali dovrebbero passare alla Regione e da questa alla Provincia) e l'indifferenza dello Stato. Vallate diverse, problemi comuni per i sindaci: compresi quelli della Val di Susa. L'alluvione ha rubato la scena anche alla Tav. Troppa burocrazia. Hai voglia a deplorare le ostruzioni nei corsi d'acqua quando scopri che al solo pensiero di ripulire gli alvei gli amministratori si mettono le mani nei capelli. La ghiaia e le pietre recuperate, anche se di scarso valore, sono considerate bene demaniale e come tale vanno accatastate a bordo fiume: lì restano fino a quando il Comune interessato non bandisce un'asta pubblica, che il più delle volte va deserta, pronte a favorire la prima piena. E' solo uno dei paradossi riportati a galla dall'alluvione. Ne conviene anche Bresso: nell'ordinanza conseguente alla richiesta dello stato di emergenza verrà inserita una deroga. Troppe competenze. Autorità d'ambito, Aipo, Prefettura, Protezione civile, Regione, Provincia, Comuni... Troppo spesso non si capisce chi deve decidere cosa. Saitta, che come presidente della Provincia è responsabile della Protezione civile, ha annunciato di volersi riprendere la delega per intero ponendo fine alla cogestione con la Prefettura. Poche risorse. Vale per gli enti locali, che chiederanno l'esenzione dai vincoli del Patto di stabilità per la ricostruzione, e per la stessa Aipo: competente su 2 mila chilometri di corsi d'acqua in Piemonte, dispone di 4 milioni l'anno per la manutenzione ordinaria. Solo per gli interventi di emergenza legati alla piena il Governo ne ha stanziati 5. Figurarsi per le opere straordinarie. E' il caso delle vasche di laminazione o delle aree di espansione che si pensa di realizzare prima di Rivoli, approfittando dei terreni di proprietà dell'Ordine Mauriziano, per garantire uno sfogo alla Dora e minimizzare le piene su Torino (va da sé che in quelle aree verrebbero bloccati i diritti edificatori). Resta la preoccupazione per i danni e l'allerta-meteo. Da oggi ricomincia a piovere. commenti (0) scrivi.

Torna all'inizio


Sommese: Fondi europei, priorità a progetti cantierabili (sezione: Burocrazia)

( da "Denaro, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Campania Sommese: Fondi europei, priorità a progetti cantierabili Occorre coordinare la programmazione economico-finanziaria dei fondi europei con la cantierabilità delle iniziative e approvare subito i piani urbanistici territoriali. Pasquale Sommese, presidente della Quarta Commissione Urbanistica del Consiglio regionale, si dice d'accordo con Giovanni Cotroneo, presidente dell'Ance Campania, che lancia l'allarme sulle opere pubbliche e chiede un coinvolgimento sui Por 2007-2013. Domanda. L'Ance Campania lancia l'allarme sulle opere pubbliche in regione: che cosa risponde? Risposta. Sono d'accordo con Cotroneo. Ho tentato da tempo di avvertire sul rischio che si può correre di non riuscire a cantierare i tanti progetti di grande valore industriale e occupazionale. Bisogna che in poche sedute vengano approvati i piani urbanistici territoriali dal tavolo di copianificazione tra Regione, Comuni e Province. D. Cotroneo chiede un posto al tavolo di partenariato per i fondi strutturali 2007-2013: la Giunta glielo darà? R. Il tavolo è istituzionale. Le risorse non mancano. Credo che il problema non sia questo. Cotroneo di solito chiede certezza dei tempi. La burocrazia è troppo lunga. D. Project financing: ripartirà l'iter della legge regionale? R. E' in commissione. Siamo alle battute finali. Dobbiamo recuperare credibilità politica, al momento un po' appannata. Dobbiamo spendere e spendere bene. del 31-05-2008 num.

Torna all'inizio


Un appello a continuare il volo (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Un appello a continuare il volo notturno. Lo ha lanciato il primario del Suem Angelo Costola nella cerimonia per il ventennale dell'elisoccorso in provincia di Belluno. La sperimentazione si concluderà alla fine di agosto e la tribuna al cospetto di politici e amministratori era una ghiotta occasione per richiamare all'attenzione l'utilità del servizio. "Il volo notturno - ha affermato Costola - non è un capriccio, ma la necessità di avere interventi tempestivi di giorno e di notte, perché bisogna garantire equità e pari accesso a tutti i cittadini". Costola ha ricordato le tappe dell'elisoccorso in provincia, quando nel 1988 la Regione si prese carico di modificare il piano sanitario portando il servizio sulle Dolomiti. "Ci confrontammo con Elidolomiti del dottor Menegus, che oggi non è più tra noi, e partimmo". Oggi, ha ricordato Costola, si va verso una rete capillare di elisuperfici, completando quelle di Arabba e Falcade e studiandone la realizzazione a Santo Stefano e Comelico Superiore". Gli interventi dell'elicottero in 20 anni sono stati ben 13.883. Costola ha però ricordato come spesso a complicare le cose ci si metta la burocrazia. "Per una autorizzazione che deve darci l'Enac non riusciamo a ottenere i visori notturni, che permetterebbero ai piloti di raggiungere anche di notte la stessa quota che mantengono di giorno". Dai consiglieri regionali Dario Bond e Guido Trento è arrivata la promessa di fare sentire le istanze a Venezia circa il volo notturno. "Ma - ha detto Bond - l'elisoccorso non deve diventare una scusa per la Regione di tagliare i servizi esistenti, pensando magari all'area vasta". Il Suem, è stato affermato, non è solo un servizio indispensabile per i residenti, ma un valore aggiunto di sicurezza per l'offerta turistica. "Noi parliamo molto dell'elicottero, che è forse la cosa più evidente, ma non possiamo dimenticare la rete di volontari delle "Croci" su tutto il territorio". E, parimenti, il Corpo nazionale di soccorso alpino. "Il nostro lavoro deve essere coadiuvato, non ostacolato - ha detto Fabio Bristot - per la montagna chiediamo dignità e pari opportunità".Alla cerimonia hanno partecipato anche il prefetto Provvidenza Raimondo, la vicepresidente della Provincia Claudia Bettiol e il sindaco di Belluno Antonio Prade. Dalla Spagna è arrivato l'amministratore delegato della società che oggi controlla Elidolomiti, Jorge Diaz-Crespo Cardone e c'era anche Mariano Bazzarini dell'Agusta, la società che realizza gli elicotteri per il Suem.Maurizio Dorigo.

Torna all'inizio


La casa alloggio per disabili bloccata dalla burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Inaugurata nel settembre del 2006, al termine di un restauro finanziato con i soldi della Regione e del Comune, non è ancora entrata in funzione La casa alloggio per disabili bloccata dalla burocrazia Il recupero della palazzina è costato un milione di euro, ma dopo l'inaugurazione è iniziato un vero e proprio calvario per gli addetti dell'Anffas Inaugurata nel settembre 2006, al termine di un restauro finanziato con i soldi pubblici, non è mai entrata in funzione per colpa di cavilli burocratici. La casa alloggio ex docce pubbliche della Giudecca - una bella palazzina vista laguna ubicata dietro i nuovi fabbricati ex Junghans - è stata totalmente restaurata per ospitare dieci ragazzi disabili intellettivi grazie all'impegno della sezione Anffas di Venezia.Il recupero della palazzina è costato un milione di euro (220mila dati dalla Regione Veneto, 360mila del Comune di Venezia e 420mila prestati dall'Anfass nazionale). Dopo la cerimonia d'inaugurazione è iniziato un vero e proprio calvario per gli addetti dell'Anffas. "Nel dicembre 2006 - racconta Roberto Barina, vicepresidente dell'Anffas Venezia - abbiamo richiesto l'autorizzazione al funzionamento all'Ulss. Purtroppo proprio in quel periodo sono passate le competenze in materia dall'Ulss alla Regione. Nell'aprile del 2007, quindi, abbiamo ripresentato domanda d'autorizzazione al funzionamento alla Regione Veneto che ha incaricato l'Ulss di formare una commissione specifica per esaminare la struttura. La commissione è stata costituita nel settembre 2007 e dopo circa due mesi ha avuto luogo la prima visita della palazzina".Un sopralluogo che si rivela essere più complicato del previsto: "Abbiamo risposto punto per punto alle numerose e accurate osservazioni che ci sono state fatte - spiega Renato Susanetti, tesoriere dell'Anfass Venezia - dalla commissione dell'Ulss. Alla fine ci hanno richiesto anche un documento che attesta la valutazione dei rischi, non previsto in questa fase. Abbiamo avuto la sensazione che queste persone considerassero la casa alloggio come un piccolo ospedale non pensando alla caratteristica d'abitazione che devono mantenere queste strutture".L'ultimo certificato richiesto è stato consegnato il 20 marzo scorso. Dopo più di un mese non si sa ancora se la pratica è andata a buon fine. "Chiediamo aiuto alla Regione e al Comune di Venezia - continua Roberto Barina - affinché intercedano per trovare una risoluzione rapida a questo problema. Non riusciamo proprio a capire perché questa struttura, che è la più funzionale e nuova delle nostre case alloggio veneziane, non possa aprire i battenti. Un interessamento da parte del Comune e della Regione è dovuto, dal momento che per il restauro sono stati spesi soldi della comunità". Insomma bisogna fare presto perché il rischio di degrado è dietro l'angolo: ""La struttura è totalmente inutilizzata - conclude il tesoriere Anfass Venezia, Renato Susanetti - e se un edificio non è abitato il degrado corre veloce. In tutta questa faccenda fa sorridere il fatto che per avere un certificato di autorizzazione al funzionamento la legge prevede al massimo 180 giorni. Nel nostro caso di giorni ne sono passati più di quattrocento (dall'aprile 2007) e siamo ancora in attesa di una risposta".Francesca Scarpa.

Torna all'inizio


<Abbiamo solo 400 bimbi su oltre 6 mila abitanti> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

MEL Celebrata ieri la festa della famiglia alla materna "mons. Rosada" "Abbiamo solo 400 bimbi su oltre 6 mila abitanti" Mel(lr) Alla festa della famiglia della scuola per l'infanzia "mons. Rosada", svoltasi ieri, sono emerse due idee forti, presentate dal sindaco e dal parroco, poco prima dei saggi di fine anno sotto il capannone a pian del Toro. Dalle Sasse ha sottolineato: "A Mel abbiamo oggi circa 6.200 abitanti, dei quali quasi 3.000 hanno un'età tra 35 e 60 anni, 1.500 più di 60, 1.700 sotto i 35 e 400 sotto i 7. Bisogna che vi sia un'apertura per le famiglie, altrimenti rimarremo in pochi. Una realtà alla quale dobbiamo porre rimedio con una politica per la famiglia". "La scuola funzione bene - ha esordito don Egidio Lot-, però la parificazione è avvenuta solo in termini di aumento della burocrazia. Pochi sono i soldi che ci dà lo Stato. In questo modo le spese vanno a gravare sulle famiglie e sulla parrocchia".

Torna all'inizio


Viabilità, troppi vigili ad ammuffire negli uffici (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

La malaburocrazia penalizza la sicurezza urbana per l'eccesso di incarichi amministrativi, ma la gran parte dell'attività è fatta solo di contravvenzioni Viabilità, troppi vigili ad ammuffire negli uffici I dati Aci dimostrano che a Nordest gli organici sono in sofferenza perchè 4 agenti su 10 non svolgono i servizi su strada La burocrazia e le "esigenze" di bilancio strozzano gli organici dei vigili urbani e penalizzano la sicurezza stradale. È la sintesi dei dati emersi nel primo forum delle Polizie locali organizzato dall'Aci e tenutosi nei giorni scorsi a Riva del Garda (Trento). "La legge prevede un vigile urbano ogni mille abitanti - spiega Luigi Altamura, comandante della Polizia municipale di Verona e relatore al forum - Sulla carta a Nordest i numeri ci sono per avere organici "a norma", ma la realtà dei fatti dimostra invece che tutti i Corpi sono sottodimensionati: da Venezia a Treviso, da Vicenza a Verona, sia i Comuni governati dalla destra che dalla sinistra. Proprio in questi giorni stanno partendo le prove scritte o le pubblicazioni dei bandi di concorso per l'assunzione di nuovi agenti vista la situazione generale di sofferenza".Secondo i dati ufficiali delle Polizie municipali in ogni capoluogo del Nordest (ad eccezione della sola Pordenone) ci sono in media una quarantina di vigili in meno del necessario: "Questo perché - puntualizza il comandante Altamura - i numeri resi noti dalla ricerca del centro studo dell'Automobil Club Italia vanno interpretati: si tratta infatti della fotografia di una situazione che calcola tutto il personale in servizio nelle 13 Polizie municipali dei capoluoghi. Ma il problema è che vi sono tanti agenti che per motivi diversi che vanno dall'età alla formazione o a effettivi carichi amministrativi, non svolgono attività in strada. Per fare un esempio, a Verona il numero è ben più basso di quei 10,82 vigili per 10 mila abitanti: con i nuovi 30 assunti avremo 270 vigili per 260 mila abitanti. Siamo al limite, ma il problema è che ci sono pensionandi e anche una presenza significativa di vigili non più idonei all'attività su strada".Secondo i dati dell'Aci nei 7 capoluoghi veneti - che hanno in totale poco più di 1 milione di abitanti - sono in servizio 1250 vigili, uno ogni 833 abitanti ovvero sotto la soglia di legge dei mille, ma la realtà è ben diversa. Il 40 per cento dei vigili urbani (500 agenti) si dedica ad attività amministrative e burocratiche e non al servizio in strada sia per scelta (età, problemi fisici) che per mancanza delle qualità professionali. Il fenomeno si verifica in tutta Italia, ma colpisce in particolare le città medio-piccole. L'Aci chiede al governo d'intervenire per correggere il tiro sul tema delle polizie locali: devono fare più prevenzione e controlli che non repressione e... introiti.I numeri dicono infatti che nei 13 capoluoghi del Nordest, le attività dei vigili urbani sono in massima parte quelle di elevare multe, circa 525 a testa ogni anno (e nella stima è compreso che non fa attività in strada!). I bilanci dei Comuni si reggono sempre più sulle contravvenzioni elevate dalla Polizia municipale che totalizza con il suo miliardo di euro di multe (dato 2007), il 70\% delle sanzioni di tutti i Corpi delle forze dell'ordine. A Nordest al primo posto ci sono - con 600 mila multe l'anno (in media di 68 euro ciascuna) - le violazioni ai divieti di circolazione seguite dai divieti di sosta che sono circa altre 300 mila multe all'anno.Proprio sulla videosorveglianza per gli accessi alle Ztl la città di Verona fa scuola. "Abbiamo ricevuto la visita di una delegazione dei colleghi di Pordenone che hanno visionato e probabilmente adotteranno il nostro sistema - ricorda ancora Altamura - Ora a Verona possiamo contare su 44 telecamere installate e funzionanti che hanno permesso, per esempio, di fornire i poche ore agli inquirenti i fotogrammi del gruppo di teppisti che ha ucciso Nicola in centroi, il 1° maggio scorso. Il Comune ha già approvato l'acquisto di altre 12 telecamere (costo 130 mila euro finanziato al 50\% dalla Regione) per coprire anche le zone periferiche della città".Al forum dell'Aci la videosorveglianza è stata sviscerata dimostrandone gli effetti benefici sulla cronica carenza di personale, ma è stato anche ribadito che a gestirla devono essere i vigili. "Dando per scontato che la videosorveglianza deve avere come primo punto il rispetto della privacy - conclude il comandante Altamura - resta una tecnologia importante perché permette usi sul fronte sicurezza. A Verona, per esempio, telecamere ci sono anche sui bus con un sistema di allarme collegato alla nostra centrale, pochi giorni fa tale sistema ha portato all'arresto di un uomo che, su un autobus, aveva tentato di stuprare una donna".Il rapporto vigili/abitanti è più favorevole al Sud (tre operatori in più, rispetto alla media nazionale), mentre il Nord si segnala per il maggior numero di agenti sulle strade, per la maggior diffusione di autovelox (1,5 ogni 100 mila auto) e per un numero maggiore di multe effettuate. Per quanto riguarda, invece, il rapporto tra grandi e piccole città, sebbene in queste ultime si trovi la concentrazione maggiore di autovelox - nelle province con meno di 100 mila abitanti il "rischio autovelox" è tre volte superiore a quello delle province più grandi.M. Ro.

Torna all'inizio


Abbiamo lasciato la lettera insolitamente (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Abbiamo lasciato la lettera insolitamente lunga perché il professor Giorgio Brunetti è uno dei più seri e lucidi analisti economici del Paese e conosce le pieghe malate dell'Italia e del Nordest. È vero, c'è nell'aria, diffusa, una sorta di "melanconia" che non è soltanto nostalgia di giorni in cui si stava meglio. È soprattutto la paura di non ritrovare più quel tempo. C'è un "declino" che forse è meno dolce di quanto appaia. Sicuramente pesano i fattori individuati da Brunetti: le corporazioni avvolgono tutto, proteggono, dilatano l'errore. Le corporazioni non si condannano mai, si sviliscono piuttosto che punire: si pensi alla difesa corporativa dei fannulloni, pubblici e privati; alla difesa dei privilegi, dei monopoli. Si pensi alla promozione sistematica - nel pubblico e nel privato - non dei migliori per crescere, ma dei mediocri per avere il consenso. Non si cerca quello bravo e autonomo, ma quello che dice sempre di sì. In queste condizioni quale Paese cresce? Poi c'è l'assurdità del groviglio di leggi che appesantiscono la burocrazia, ma sono spesso congeniali ai furbetti, ai corrotti, agli intrallazzatori più o meno collegati alla criminalità organizzata. Se i costi di un chilometro di strada in Italia sono superiori sette volte rispetto a un chilometro francese o tedesco, la spiegazione non è soltanto nelle leggi. La politica ha facce e complicità che si leggono diversamente. Siamo un popolo pigro, ma ci si chiede: perché ha paura di cambiare o perché preferisce proprio non cambiare? Forse davvero nella palude ci si mimetizza meglio, come sostiene Brunetti. Ma c'è ancora un aspetto: la paura. Se si pensa di governare un Paese con la paura, lo si frena, lo si costringe a interessarsi soltanto di ciò che sta attorno, non si guarda un palmo oltre il proprio naso. In pratica, non si costruisce il futuro. Con la paura ci si mimetizza meglio nella palude, si pensa a come liberarsi dalla paura, si subisce il resto. Eppure sia la relazione del governatore della Banca d'Italia, sia l'appello del Presidente della Repubblica sono nella direzione dell'uscita dalla palude. Rimettere in moto l'Italia con più lavoro e meno tasse, significa guardare avanti. Superare il rischio di "regressione civile", come chiede Napolitano, significa guardare il futuro. Sono l'intolleranza, la violenza, il razzismo, la paura di tutto che trasformano la palude in sabbie mobili. Questo presuppone uno Stato che non ceda davanti alla piazza, che non si lasci sommergere dai rifiuti, ma nemmeno pensi che ogni cosa si risolva con la forza. L'Italia è al bivio: o cresce e si affida di più all'Europa, o rischia di spegnere la luce sul futuro.

Torna all'inizio


Mancini, Mourinho e gli stipendi degli (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mancini, Mourinhoe gli stipendidegli italianiIn questi giorni i giornali pubblicano i dati forniti dall'Istat sui redditi medi percepiti dagli italiani. In particolare risulta che circa il 50\% delle famiglie ha un reddito mensile inferiore a 1900 euro.Gli stessi giornali seguono le vicende relative al posto di allenatore dell'Inter per il prossimo anno pubblicando, tra l'altro, gli stratosferici compensi che la società corrisponderà a Roberto Mancini a titolo di buona uscita e al nuovo allenatore, il portoghese Josè Mourinho, a titolo di ingaggio.Non desta meraviglia se una buona parte di coloro che rientrano nel predetto 50\%, leggendo le questioni interiste, inarcano con perplessità le sopracciglia .Luigi FistarolloMira (Ve)Italia, non solol'immondiziadi NapoliDedicato a tutti quelli che pensano che all'estero si occupino dell'Italia solo quando c'è da sparlare della immondizia di Napoli, delle risse in parlamento o di altre vergogne nazionali. Mozilla Firefox, il programma per navigare in internet più famoso in assoluto, sta lanciando la sua nuovissima versione. La versione 3 di Firefox si chiamerà Gran Paradiso. Un giusto tributo alla bellezza delle nostre montagne, tanto per ricordare che in Italia c'è anche altro.Elettra CosfìPotenzaUna ricettaper i malidel PaeseIl Nord è stanco di finanziare (senza adeguata contropartita) costi e sprechi, specie nella sanità, del Sud: occorre il federalismo fiscale, per rimediare alle tentazioni secessioniste. Conviene adeguarsi alla prevalente normativa europea, che non prevede anticipi di pensionamento, per anzianità e cosiddetti lavori usuranti. I nostri neolaureati se non trovano occupazioni conformi agli studi compiuti si adattino temporaneamente a svolgere qualsiasi lavoro onesto (cameriere, commesso, benzinaio, ecc.), come fanno molti giovani stranieri, specie statunitensi. Occorre concedere incentivi economici, affinché ai lavoratori convenga restare in servizio fino a 65 anni. È opportuno migliorare l'offerta formativa, soprattutto professionale, e cercare d'eliminare prioritariamente la disoccupazione e inazione italiana: gli immigrati sono utili, ma se la loro presenza supera il 10\% della popolazione, l'integrazione risulta complicata (R. Illy, Così perdiamo il Nord, Mondadori 2008, p. 72; G. Sartori, Pluralismo, multiculturalismo e estranei, Rizzoli 2000, p. 106). Si auspica che l'istituto del Difensore civico tutore del cittadino, nei casi di disfunzioni dei pubblici uffici sia attivato in tutti i comuni, province e regioni: serve a emancipare la persona e a liberarla dalla sudditanza alla burocrazia pubblica.L'ordinamento giuridico italiano deve basarsi sui principi del diritto romano: il singolo ha libertà su tutto, tranne su ciò che è esplicitamente vietato. Occorre delegiferare e concentrare in testi unici. La Costituzione ha più di 60 anni: non è perfetta e abbisogna di modifiche. In particolare, l'art. 42 pospone la proprietà privata a quella pubblica: La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. Questo e altri articoli vanno rettificati, anche per evidenziare l'essenziale funzione incentivante e responsabilizzante della proprietà privata. Infatti: vale il principio di sussidiarietà; l'economia di mercato tende ad affermarsi nel mondo; la liberaldemocrazia esalta libertà, efficienza e sviluppo; la caduta del muro di Berlino ha segnato il crollo definitivo del collettivismo nell'Europa orientale.Gianfranco NìbalePadovaBrava Santanchè,riapriamole case chiuseGrazie, grazie mille Daniela Santanché di esistere. L'idea di ritornare ai tempi delle case chiuse e di eliminare la prostituzione "En plein air" accoglie in toto la mia approvazione. La bigotta legge Merlin del 1958 ha dato sì dignità alla donna, ma ha creato un mercato del sesso al di fuori di tutte le regole fiscali, igieniche e di sicurezza. Basta fare un giro a Padova, dopo le 23.00, in certe zone la mia amata città è diventata un vero e proprio bazar del sesso a pagamento, ci sono zone off-limits dove è meglio girare alla larga visto il numero elevato di prostitute, magnaccia, pusher e delinquentelli vari.I vari Paesi Europei, che hanno regolarizzato il mercato del sesso, si trovano ad avere dei veri e propri eros center che versano nelle casse comunali tante tasse e fanno osservare rigorosamente tutte le norme sulla salute pubblica. In Italia ci sono circa 70mila prostitute sulle strade, che portano il giro d'affari a 90 milioni di euro mensili, mica male vero?Vuoi vedere che questo sistema dei bordelli made in Italy farebbe introitare ai Comuni quello che hanno perso con l'abolizione dell'Ici sulla prima casa?D'accordo che la malavita farebbe carte false per entrare nel business delle case di tolleranza, questo senz'altro in Campania con la camorra, in Calabria con la 'ndrangheta e la mafia in Sicilia. Peccato che la Santanché non sia più in parlamento per fare una solenne battaglia in merito alla sua idea geniale, comunque può promuovere un bel referendum "casini sì o casini no", dato che il suo partito "La Destra" è si rimasto fuori dal parlamento, ma però avendo superato la soglia dell'1\% si porterà a casa la bellezza di 9.630.000 euro all'anno per tutta la legislatura. Allora Forza Daniela, i 9 milioni di frequentatori delle signorine & signore che esercitano il più vecchio mestiere del mondo, saranno tutti dalla tua parte e voteranno favorevolmente in caso di referendum.Silvio StoccoPadova.

Torna all'inizio


SEGUE DALLA PRIMA PAGINA (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il male oscuroOggi, anche per merito dello sforzo pedagogico ostinatamente esercitato dalla più alta autorità dello Stato, il clima del confronto parlamentare, e in genere lo stato dei rapporti fra maggioranza e opposizione, sembrano cambiati decisamente in meglio. Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante, perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili politicamente, a scontrarsi fra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo Stato; sono pezzi dello Stato - magistrature, burocrazie, amministrazioni locali - ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica. Lo ha fatto senza troppi giri di parole, in forma pacata ma esplicita.Gli esempi, del resto, sono sotto gli occhi di tutti, e non solo nella Campania dell'emergenza-rifiuti: piccole comunità che si organizzano secondo logiche tribali a difesa del proprio territorio; gruppi variamente connotati che, non sentendosi adeguatamente protetti dalle autorità, cercano di farsi giustizia da soli; l'università, che mai come ora avrebbe bisogno di congrue iniezioni di serietà e qualità, di nuovo attraversata da scontri para-ideologici e da pulsioni violente. Fenomeni limitati e, si spera, effimeri: ma non del tutto inquadrabili nella fisiologica conflittualità che contraddistingue ogni società libera. A fronte di tutto questo, un apparato statale che sempre più si configura come un insieme di corpi separati, occupati anche loro a difendere i propri spazi e le proprie competenze, anche a costo di intralciarsi vicendevolmente e di far impallidire l'immagine dello Stato come espressione e garante dell'interesse pubblico. Non c'è molto da stare allegri quando il capo della Polizia si produce in un'accorata, e purtroppo fondata, denuncia contro una magistratura che, più per inefficienza che per eccesso di garantismo, vanifica quotidianamente il lavoro delle forze dell'ordine; e quando la magistratura (nella fattispecie quella napoletana) mette sotto accusa l'operato delle stesse persone a cui due governi nazionali (di opposto colore politico) hanno affidato la soluzione del problema dei rifiuti.È un male oscuro che nasce spesso dallo scontro di ragioni diverse e che sarà difficile curare con singoli interventi legislativi. Serve piuttosto, ed è più che mai indispensabile, una comune assunzione di responsabilità. Serve la consapevolezza, invocata ancora ieri dal Capo dello Stato nel suo messaggio, di essere tutti nella stessa barca, ovvero di far parte di un unico sistema-Paese che non può e non potrà mai funzionare senza il generale rispetto di regole condivise e senza autorità riconosciute, capaci di farle osservare grazie al monopolio della forza legittima. Il patriottismo repubblicano è, oggi, soprattutto questo. E alla celebrazione delle sue ricorrenze debbono coerentemente seguire comportamenti adeguati alla serietà del momento. Va bene allora stringersi festosamente intorno ai simboli dell'unità nazionale. Va bene applaudire i reparti delle Forze armate che sfileranno oggi in via dei Fori imperiali. Purché poi ci si ricordi, in alto come in basso, di essere tutti cittadini di quella Repubblica che la Costituzione (art.5) definisce una e indivisibile.Giovanni SabbatucciSe la mammaMattina intensa di lezioni. Nessun allarme interno, nessun segnale rosso, nessun pensiero improvviso:"Oddio, non ho portato la bambina dalla tata!". "Oh Signore, l'ho lasciata in macchina!" No. Rimozione completa.Può un padre dimenticare il bambino in auto? Si, può, come era successo dieci anni fa a Catania, ad un operaio che dimenticò il suo bambino di quasi due anni in auto. Dimenticò di lasciarlo al nido, mentre andava al lavoro. Soprappensiero, lo lasciò addormentato nell'auto, nel parcheggio assolato. E alla fine del turno, lo trovò agonizzante nella macchina. Anche allora, una tragedia.Due casi drammatici in dieci anni. Rari, si dirà: solo perché con conseguenze estreme. Meritano invece una riflessione perché sono i segni pesanti e terribili di dimenticanze molto più frequenti, ma più brevi, che un numero crescente di genitori ha nei confronti dei figli, specie se piccoli. Dimenticanze che non si concludono in modo atroce perché di durata minore, perché accaduti in ambiti meno pericolosi di un'auto lasciata al sole, o perché qualche parente interviene prima, limitando i danni. Ma responsabili spesso di incidenti domestici, anche gravi, quando il bambino viene "perso di vista" perché ci si è dimenticati del piccolo, mentre si è occupati in altro, anche per pochi minuti. La dimenticanza originale, staccata dalle sue conseguenze, più o meno gravi, resta rinchiusa nei silenzi della famiglia, e se ne perde traccia e memoria. Ma sono dimenticanze di cui questi due bambini morti sono solo il segno più doloroso e purtroppo irreversibile.Che cosa facilita oggi questa dimenticanza grave, per il bambino ma anche per l'adulto? E' un incidente "impensabile", oppure il segno di una grave irresponsabilità, o, ancora, la conseguenza di una imperdonabile negligenza, o di qualcos'altro? Innanzitutto, dobbiamo riconoscere che il meccanismo feroce della dimenticanza ci tocca tutti: la stanchezza, la mancanza di attenzione e di concentrazione, ci portano ad una quantità crescente di "atti mancati", come li definì Sigmund Freud, che ne fece un'analisi accurata. Freud insisteva sull'aspetto inconscio del dimenticare, come un "non voler fare". L'atto mancato, in altre parole, direbbe la vera intenzione della persona: non faccio una cosa perché non ho voglia di farla, perché in realtà desidero fare l'opposto, perché mi interessa qualcos'altro. L'atto mancato esprimerebbe allora un'intenzionalità intensa e profonda, così potente da indurci a fare qualcosa di diverso o, addirittura, contrario a quanto vorremmo fare consapevolmente.Tuttavia, mi sembra che in queste dimenticanze nei confronti dei propri figli ci siano degli elementi che non ascriverei alla intenzionalità, seppure inconscia, ma semmai al sinistro effetto degli automatismi in cui tutti siamo crescentemente inseriti, per sopravvivere a vite sempre più concitate e frenetiche. L'obiettivo di ogni persona che lavori e abbia una famiglia diventa infatti l'ottimizzazione di quella corsa a cronometro che è l'avvio mattutino della famiglia, per scuola e lavoro. Se poi non ci sono aiuti domestici, la corsa continua nella giornata e nel tardo pomeriggio fino a notte, per riuscire a svolgere sufficientemente bene tutti i compiti che una donna e un uomo con famiglia si trovano ad affrontare. Molto spesso, più ancora le donne degli uomini. E allora, che cosa riducono le donne per riuscire a fare (quasi) tutto? Le ore di sonno. Ma la carenza cronica di sonno amputa drasticamente l'energia vitale, rendendo tutto più faticoso, e aumentando la quota di vita consegnata agli automatismi. Riduce drasticamente l'attenzione e la concentrazione su quello che si sta facendo, pilastri primi della memoria. Senza attenzione, la dimenticanza, è in agguato: dalle pentole sul fuoco, alle chiavi di casa, alla spesa sul pianerottolo, all'appuntamento dal dentista, al bambino che sta giocando in un'altra stanza, o da solo in giardino. La carenza di sonno causa anche depressione, o la peggiora. E anche questa contribuisce alle dimenticanze e agli errori di attenzione che lasciano la nostra vita in mano agli automatismi, sempre più pericolosi quanto più si abbassa la soglia di attenzione. Pericolosi fino a diventare mortali, soprattutto in caso di depressione. I bambini figli di madri depresse hanno il 44\% in più di ricorsi al Pronto soccorso pediatrico rispetto ai figli di madri non depresse, proprio in conseguenza di dimenticanze e disattenzioni. Un dato che parla da solo.Queste tragedie ci lasciano allora inquieti e turbati: per quel piccolino e quella piccolina morti soli, sentendosi abbandonati, piangenti e accorati, fino a morire, non solo di caldo ma forse di disperazione. Ma anche per quella madre e quel padre, che non si perdoneranno mai per le conseguenze così gravi di un gesto che non sanno spiegare nemmeno a se stessi. E' così orribile, la conseguenza del dimenticare un figlio, che un genitore può arrivare a desiderare la morte: perché sente di non poter più continuare a vivere, dopo quello che è successo, e perché il tormento per l'accaduto e i sensi di colpa possono essere così pervadenti da uccidere la sua stessa vita.Per tutti noi, che abbiamo figli o nipotini, fatti così gravi contengono un monito: facciamo attenzione alla stanchezza, alla carenza di sonno, alle piccole dimenticanze, se ci sono già capitate. Raddoppiamo l'autocontrollo, raddoppiamo le attenzioni, limitiamo gli automatismi. Soprattutto, rallentiamo i ritmi, soffermiamoci sulle cose (importanti) da fare, ancora di più se abbiamo bambini piccoli: perché la vita e la salute di un figlio sono le vere priorità della vita. E perché una dimenticanza più grave delle altre può essere fatale.Alessandra Graziottinwww.alessandragraziottin.it.

Torna all'inizio


La sinistra in Tv dimostra di non capire Gentile direttore, ho più volte contestato lo spazio riservato sulla stampa e in Tv ai politici e amministratori pubblici in generale, che (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia di Sondrio, La" del 02-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Già hanno troppa visibilità per quello che producono La sinistra in Tv dimostra di non capire Gentile direttore, ho più volte contestato lo spazio riservato sulla stampa e in Tv ai politici e amministratori pubblici in generale, che già hanno troppa visibilità per quello che producono. È naturalmente questa è una mia posizione. L'ultimo risultato elettorale può anche essere letto secondo le mie semplici riflessioni. Gli italiani sono attenti alla politica più di quello che qualcuno vorrebbe farci credere. Infatti, nonostante la batosta elettorale, in questi giorni a due importanti trasmissioni Tv, Ballarò e Porta a Porta, la sinistra ?spocchiosa? si è presentata come la vincitrice. Dimostrano questa mia convinzione gli interventi scomposti di Di Pietro a Ballarò e presuntuosi di Fassino a porta a Porta. Ricordo che Veltroni, in campagna elettorale, affermò: governa chi vince le elezioni, mentre oggi, l'opposizione perdente, pretenderebbe di ?collaborare?. Se Prodi e C. fossero stati intelligenti, dopo la lettura della loro risicata vittoria, (venticinque mila voti) avrebbero accettato la proposta di Berlusconi: governo di coalizione; oggi sarebbe ancora saldamente al potere. Non ostante il loro grave errore, perseverano. Pensano ancora d'essere superiori e di avere lasciato un buon profumo di fieno: il così detto tesoretto. Bisogna che qualcuno spieghi loro che i disastri che hanno combinato negli ultimi recenti diciotto mesi ed anche col precedente governo hanno aumentato burocrazia e spesa pubblica, altro che parlare di riduzione del deficit. Prodi non è mai stato uno statista, ma solo un uomo di partito, come lo dimostrano le gravi calamità che ha provocato in seno all'amministrazione: svendita di Iri, acquisto di Telecom Serbia per contanti. E chi ha dimestichezza, anche poca, con il concetto d'amministrazione della ?res publica? capisce cosa si può nascondere dietro ad un'enorme operazione per contanti: clientelismo, nepotismo, corruzione ecc. Ora, questi boiardi di partito alla Fassino che hanno un'interpretazione tutta personale della ridistribuzione della ricchezza: lui e signora sono stati ospiti a pagamento del nostro parlamento per circa una decina d''anni e come lui anche molti altri sinistri, quelli che dovevano difendere gli interessi dei più deboli hanno avuto analogo comportamento, tipico del Pci ed anche della Dc. Ergo, la smettano di pontificare come se fossero una benedizione per il paese. Non siamo degli sprovveduti, lo ripeto. Per finire, sarebbe davvero interessante che, senza ricorrere a sotterfugi, a queste trasmissioni fossero invitati dei cittadini comuni senza tessere di partito, ai quali chieder di intervenire civilmente alla trasmissione e non in maniera scorretta come fanno i nostri politici, non tutti per la verità. Giovanni Bartolozzi 02/06/2008.

Torna all'inizio


L'ENTUSIASMO DEGLI INDUSTRIALI (sezione: Burocrazia)

( da "Azione, L'" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'AZIONE - Articoli - L'entusiasmo degli industriali L'ENTUSIASMO DEGLI INDUSTRIALI Francesca Nicastro "La data di oggi è propizia per affermare la necessità di approntare una nuova linea del Piave dalla quale, come allora, l'Italia può e deve uscire vittoriosa". Non è un politico, a dirlo, ma un manager pragmatico come Andrea Tomat, nel suo ultimo discorso da presidente di Unindustria Treviso, sabato 24 maggio, a villa Loredan Gasparini a Venegazzù, dove l'assemblea generale dei soci è stata convocata per eleggere il nuovo presidente, il quarantacinquenne Alessandro Vardanega, della dinasty trevigiana del cotto. E anche se il 24 maggio, data dell'entrata in guerra dell'Italia nel 1915, c'entra poco con la linea del Piave, costituitasi tre anni più tardi per fermare l'avanzata nemica dopo la disfatta di Caporetto, la metafora è pregnante, e dice più, forse, di quanto vorrebbe. Nella sala gremita di imprenditori, del resto, il clima è da 24 maggio, euforico e irredento, e la relazione di Tomat è interrotta spesso dagli applausi. è un'onda in piena il manager pride, l'orgoglio imprenditoriale, e ora rompe gli argini: "Dobbiamo affermarlo con consapevole orgoglio - galvanizza la platea Tomat - in un tempo relativamente breve abbiamo riposizionato le nostre aziende e le loro produzioni". Osserva il past president: "è sufficiente percorrere le strade della nostra provincia lungo le quali possiamo riconoscere decine e decine di "marchi", di diversi settori industriali, noti ormai a consumatori e aziende di tutto il mondo". E sottolinea che proprio "il processo di rinnovamento avviato dall'industria trevigiana, in questi anni di crescente competizione internazionale, ha permesso di rimanere saldamenti agganciati ai mercati e alle economie che trainano la crescita mondiale". A villa Loredan c'è tutta la trevigianità che conta, quella che lavora sodo e che produce ricc hezza, quella che traina il Paese. Quella che ha saputo affrontare con successo "i difficili anni appena trascorsi", la sfida della globalizzazione, la crisi dell'economica, la Cina, l'euro... E pure i governi delle sinistre. E poi sono i politici, gli amministratori locali, i ministri veneti Sacconi, Zaia e Brunetta, il sindacato, Galan, Muraro, il vescovo Mazzocato, ma anche, ed è la prima volta, alcuni sacerdoti della Pastorale sociale e del lavoro. C'è la libera stampa, più in ghingheri degli industriali. Ci sono Bruno Vespa ed Emma Marcegaglia, neoeletta presidente di Confindustria, al suo primo intervento pubblico. Ma se il clima è da 24 maggio, traspare il timore che la realtà assomigli più alla linea del Piave, la trincea dell'ultima resistenza. Anche nella Marca della "sostanziale piena occupazione" e delle "esportazioni superiori a 10 miliardi di euro". "Gli anni che abbiamo davanti - avverte Tomat - rappresentano l'ultima occasione per il riscatto morale, economico e sociale di un'intera comunità nazionale". Perché se l'industria trevigiana ha saputo rinnovarsi e rimanere competitiva, lo ha fatto "nonostante i ritardi del Paese, il valore dell'euro, i costi delle materie prime". E oggi l'Italia non può più permettersi di "essere paralizzata da professionisti del veto". Perciò gli industriali invocano "rigorosa fermezza verso le forze politiche e sociali che ostacolano la soluzione dei problemi". E la speranza del ceto imprenditoriale trevigiano sembra addensarsi tutta lì, attorno a quei tre ministri veneti assisi in prima fila, rimirati e coccolati come una reliquia. Nelle loro mani ci mettono i problemi irrisolti del Paese: "La riduzione del carico fiscale a imprese e lavoratori, l'applicazione di un compiuto federalismo fiscale, la riduzione del debito e del la spesa pubblica, la realizzazione delle infrastrutture necessarie, l'avvio di una nuova politica energetica, la riduzione dei costi della burocrazia". "Le elezioni del 13 aprile - concluderà poi la Marcegaglia - hanno segnato un'importante discontinuità: in Parlamento si è prodotta una formidabile semplificazione, sono rimaste fuori le forze anti impresa e anti mercato, c'è dialogo con l'opposizione, abbiamo un governo coeso. Abbiamo un'occasione importante per cambiare il Paese. Non ci sono più alibi per nessuno". O il Piave o morte.

Torna all'inizio


Preside record: per 29 anni al Vallauri, ora va in pensione (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Festa d'addio per il prof. Silvano Fontanesi. Non ancora nominato il successore Dopo 29 anni di presidenza all'istituto Vallauri, il prof. Silvano Fontanesi va in pensione. Per lui studenti e insegnanti hanno organizzato, per sabato, una grande festa d'addio nella palestra della scuola. Il successore del dirigente scolastico non è ancora stato nominato. Preside per quasi 30 anni: un periodo di tempo lunghissimo. "Sì, è vero. Non ho statistiche, ma credo di tratti di un periodo record, soprattutto se passato nella stessa scuola". Mai pensato di chiedere trasferimenti? "In realtà ne ho avuto varie volte l'occasione, ma ho sempre rifiutato. In questa scuola ho trovato e costruito con tutti ottimi rapporti". Come è cambiata la scuola in questi ultimi 30 anni? "Il Vallauri prepara tecnici nell'ambito della moda, della meccanica e dell'elettronica. Nel corso del tempo l'istituto professionale si è maggiormente avvicinato al tecnico, con un percorso di studi che dà una maggiore base culturale ai ragazzi. Ma questo non toglie il fatto che alla fine dei 5 anni siano tante le aziende che ci contattano per chiedere i nostri neodiplomati". Cosa è migliorato e cosa è peggiorato negli anni nella scuola in generale? "Dal nostro punto di vista, quello dei dirigenti, c'è più autonomia, ma anche tanta burocrazia in più. In generale invece credo che andrebbe fatto un maggior lavoro di orientamento alla fine della terza media. Vi sono ragazzi che si iscrivono per assecondare aspettative dei genitori, ma che invece sarebbero più felici di seguire altri corsi di studio: come si può decidere a 14 anni il proprio futuro?". Che scuola lascia al suo successore? "Un buon istituto che ha saputo tenersi al passo coi tempi anche grazie ai finanziamenti della Fondazione Cassa Carpi". (ri.fi.).

Torna all'inizio


Senza soldi per la ricostruzione A Sarno disperati gli alluvionati (sezione: Burocrazia)

( da "Citta' di Salerno, La" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

" SARNO. Pronti ad occupare l'aula consiliare come segno di estrema protesta per l'indifferenza che li circonda. Con questo scopo gli alluvionati, che cercano di riottenere dallo Stato la casa distrutta dalla frana del '98, si sono dati appuntamento per fare il punto della loro situazione e per cercare il modo per far tornare alto il livello dell'attenzione pubblica sulle loro complesse problematiche. " Sono trascorsi, ormai, dieci anni dal tragico evento e le loro dimore sono ancora in fase di costruzione per alcuni, mentre per quelli che attendono la casa a totale spese dello stato, non è stata posta nemmeno la prima pietra al cantiere. " Tutti sono concentrati nel comparto di via Casasale. La loro ossessione, purtroppo, è di natura economica e in tanti cominciano a rimpiangere la scelta di voler ricostruire le proprie abitazioni nei luoghi in cui si trovavano prima della sciagura. Sotto accusa è sempre la Regione Campania, e segnatamente Bassolino, che tarda a inviare il proprio contributo e non intesta i terreni agli aventi diritto dopo averli espropriati. " Così, in tanti, non hanno i soldi per ricostruire. Chi li aveva attende con trepidazione la quota di soldi proveniente dallo Stato, che è giudicata di per sé assolutamente non consona alle esigenze di mercato. Chi, invece, vive alla giornata perché è operaio, oltre a non ricevere il contributo della Regione, non ha i soldi di propria quota in quanto la casa era l'unico bene che aveva. " I ritardi della struttura commissariale nell'intestazione dei lotti ai singoli aventi diritto hanno creato un altro grave pregiudizio. Infatti, non avendo beni intestati, i più disperati non possono nemmeno accedere ai mutui perché le banche richiedono garanzie solide da attivare attraverso le ipoteche sui beni. La situazione, quindi, è drammatica. Parecchi hanno sottoscritto contratti di appalto privati con le ditte edili per ricostruire, ma queste ultime, in assenza di pagamenti sospendono i lavori. " Un imprenditore edile sostiene: "Conosciamo bene la drammatica situazione di queste persone. Però, noi, senza soldi, non possiamo andare avanti. Abbiamo anticipato somme notevoli in attesa che si facesse chiarezza sul futuro. Dopo la sospensione dei lavori, il nostro passaggio successivo sarebbe quello di andare da un legale per un recupero delle somme. Nessuno di noi se la sente di fare questo perché capiamo il dramma. Però, le istituzioni devono risolvere il problema di questa gente che vuole solo riavere la casa". Insomma, i pochi alluvionati rischiano di vedersi portar via per la seconda volta la loro casa, anche se non ricostruita. Se prima, però, era stata la furia della natura, adesso sono i ritardi e l'eccessiva burocrazia a uccidere la loro speranza di rinascere. " L'esasperazione è al punto estremo. Dunque, non c'è da sorprendersi se si stanno organizzando per manifestare in maniera estrema il loro disagio davanti alle risposte che non arrivano. " Qualcuno sta anche studiando come ottenere dalla Regione un risarcimento dei danni patiti per le lungaggini nel completamento della ricostruzione che sta causando grosse noie economiche. Gaetano Ferrentino.

Torna all'inizio


Cima Esy , per rifarla serve un appalto (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

La struttura in Panarotta è del Comune di Pergine: come per la funivia gli investimenti sono frenati da norme e burocrazia "Cima Esy", per rifarla serve un appalto Levico Terme spa ha pronto un milione di euro per realizzare i lavori ROBERTO GEROLA PERGINE. Funivia pronta per l'estate 2010? La comunicazione è stata fatta dal presidente di Nuova Panarotta spa, Maurizio Fontnari durante l'assemblea dei soci. Tuttavia i "ma" non mancano. E la data sembra slittare, viste le perplessità emerse nell'immediato dopo assemblea da parte dei principali interlocutori, i sindaci Anderle e Stefenelli. Manca, per prima, la variante urbanistica al Prg di Levico. è indispensabile per la nuova destinazione a impianto di risalita e parcheggi dei terreni relativi alla funivia. Ma è complesso anche l'iter burocratico per il nuovo edificio "Cima Esy". Per non parlare dei finanziamenti necessari al nuovo bacino di raccolta dell'acqua (2 milioni) da utilizzare per l'innevamento artificiale, e i nuovi raccordi e piste per completare la stazione sciistica (spesa di minor entità). I 14 milioni di euro per realizzare la funivia Levico-Vetriolo-Panarotta (Cima Esy) ci sono. Sono messi da Trentino Sviluppo spa. Ma occorre appunto la variante urbanistica al Prg e occorrono mesi affinché in sede consiliare si giunga all'adozione definitiva della citata variante. Poi, la realizzazione del nuovo edificio di accoglienza "Cima Esy" all'arrivo della prevista funivia (dal versante levicense) e dell'esistente impianto di risalita "Malga" (dal versante perginese). La situazione attuale della costruzione è pessima e occorre una radicale intervento se non addirittura un suo totale rifacimento, compresa la demolizione della stazione d'arrivo della vecchia bidonvia che un tempo collegava Vetriolo, appunto, a Cima Esy, ora un rudere che deturpa l'intera area montana. La Levico Terme spa, secondo la proposta della presidente Donatella Bommassar, ha chiesto che il terreno (proprietà del Comune di Pergine) le venga ceduto. La stessa società investirà poi un milione di euro per realizzare (e quindi gestire) la nuova costruzione (bar, ristorante, locali di accoglienza e ritrovo). Ma il sindaco Anderle è stato chiaro: non si può, perché il Comune deve cedere l'area con un bando di gara. E quanto tempo ci vuole per giungere al termine dell'iter burocratico? Sempre la presidente Bommassar ha proposto che la futura funivia resti di proprietà pubblica ma la gestione sia data a un loro socio. Anche qui occorre un bando di gara. Ma il sindaco Stefenelli ha anche affermato che Levico Lerme spa dovrebbe entrare nella Nuova Panarotta spa e partecipare con capitali freschi. Ha ricevuto subito una risposta negativa. C'è tuttavia la volontà (come ha detto il sindaco Anderle) di cedere la stazione a privati "perché non è compito dell'ente pubblico gestire le piste da sci e la funivia con i ristoranti". Per il presidente Maurizio Fontanari è già un passo avanti indire un incontro tra le due spa per discuterne.

Torna all'inizio


Commercianti, facili prede della grande distribuzione organizzata (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 03/06/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:Lettere. CRISI Commercianti, facili prede della grande distribuzione organizzata Evidentemente noi del piccolo commercio abbiamo qualche colpa da espiare, un peccato originale che ci vede da sempre additati come protagonisti dei mali di questo sgangherato Paese. Sono passati i bei tempi in cui ci beavamo di una supposta ricchezza e ci era indifferente essere chiamati a sfregio "commercianti". Oggi anche noi possiamo recriminare, poiché le nostre botteghe sono vuote e il lavoro, ahimé, ci da la tregua necessaria per scrivere queste quattro righe. Facili prede della grande distribuzione organizzata (si dice così e ci sarà un perchè!) che con il controllo reciproco dei prezzi ha fatto cartello e oramai detta il bello e il cattivo tempo, non senza l'avallo di certa interessata politica. Vessati da una deregulation che, unica categoria, ci costringe, per implicita concorrenza, a lavorare anche la domenica e da quest'anno anche il giorno di Natale. Buttati nella mischia di un mercato liberista che altre categorie chiedono per noi e ripudiano per se stesse. Martellati da tasse, gabelle, assillanti incombenze fiscali e dall'arroganza di una burocrazia onnipresente. Costi che oramai non riusciamo più a sopportare. Gocce di sangue andate a nutrire apparati il cui unico scopo era ed è di mantenere se stessi. Esasperati da clienti capricciosi e a volte maleducati che pretendono da noi quello che loro stessi non vorrebbero mai concedere ad altri. Da sempre bersaglio della criminalità, estorsioni, furti e rapine. Abbiamo avuto più morti noi della missione italiana in Iraq. Noi, solerti e sempre con il sorriso anche se reduci da una malattia guarita con il lavoro o da un estenuante coda in qualche pubblico uffizio. Solo ora, timidamente, si comincia a parlare dell'assenteismo degli statali. Ma se è un problema portarli sul posto di lavoro figurarsi poi a farli lavorare! Noi, che abbiamo pazientemente "tirato su" garzoni che a loro volta hanno aperto bottega, creando benessere. Mentre i supermercati drenano ricchezza dal territorio, la portano altrove e distribuiscono miseria e precariato. Hanno fatto intorno il "deserto commerciale" e ora dettano le loro leggi al mercato e ai loro stessi dipendenti. Chiedete alle cassiere come vengono trattate e quali umiliazioni devono subire per 750 euro al mese, se scioperano finiscono in pescheria o vengono costrette a licenziarsi. Chiedete agli ortofrutticoli, formaggiari, allevatori ed altri, della ad arte tanto criminalizzata filiera distributiva. Le grandi catene dei "super", tre o quattro e per lo più straniere, hanno come mercato il mondo, comperano dove più gli conviene e strozzano i produttori nostrani. Noi, che ogni giorno alzando le serrande dei nostri negozi abbiamo contribuito all'aggregazione del tessuto urbano tenendo viva la città e quei piccoli paesi dove alla grande distribuzione non conviene esserci. Come faranno i nostri anziani a far spesa in questi quando i negozietti avranno definitivamente chiuso? Noi, da sempre accusati di evasione, ma se abbiamo evaso (chi non ha peccato scagli la prima pietra) abbiamo evaso del nostro lavoro, mentre il pubblico danaro satollava ventri ben più capienti ed ingordi. Mentre i dipendenti delle municipalizzate avevano un secondo lavoro, idraulico, elettricista, giardiniere, magari "a nero". Mentre quelli della scuola davano lezioni private magari "a nero"! Mentre ognuno del "pubblico" si arrangiava come poteva, magari "a nero"! Ovviamente con le debite e ancor più meritevoli eccezioni. Leggo sul nostro giornale del 23 maggio: "Il commercio tira la cinghia, Confesercenti lancia l'allarme chiusura dei piccoli negozi, le associazioni dei consumatori chiedono ad essi una riduzione dei prezzi del 15%". Forse non sanno o fanno finta di non sapere che l'80% della spesa alimentare (ISTAT) passa oggi per la grande distribuzione, forse non sanno che una visita specialistica costava 80.000 lire e oggi 120 euro, che i prezzi dei farmaci, delle assicurazioni, dei combustibili per autotrazione e riscaldamento, le tasse comunali e tutti i costi del non alimentare sono schizzati alle stelle. Rivolgano i loro strali altrove, facile prendersela con i più deboli. "Bottegai" razza in estinzione sì, capro espiatorio no, noi non ci stiamo! ERNESTO REMONDINA Trenzano.

Torna all'inizio


Fidanzati muoiono schiacciati nell'auto (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dall'inviato Luca Rojch Fidanzati muoiono schiacciati nell'auto Entrambi di Ploaghe, lui perde il controllo della Hyundai Un taxi sopraggiunge e li investe, illesi autista e passeggero L'incidente è avvenuto a un chilometro da Su Campu, in un tratto rettilineo l'utilitaria ha sbandato finendo nella corsia opposta mentre arrivava una Passat OSCHIRI. L'auto piegata ad arco, sconfitta, disintegrata come se fosse stata investita da un treno. Pezzi di macchina sbriciolati ovunque sulla carreggiata. Esplosi. Le lamiere molli, ricurve, hanno ingoiato le vite di Francesco e Lidia. 22 anni. Le ultime due vittime offerte alla strada che si nutre di morti e conta più cadaveri che chilometri. Il copione è già visto. La dinamica è banale. Semplice e tragica. La Hyundai Accord grigia, ritorna da Olbia verso Ploaghe. Scivola sull'asfalto umido, bagnato dalla prima pioggia, poco dopo il bivio di Su Campu. Di traverso, inerte, va alla deriva in attesa di un proiettile in arrivo dall'altra corsia. Si disintegra in un uno scontro violentissimo con una Wolkswagen Passat, che la trafigge. Balistica della morte. Alla guida della Hyundai c'è Francesco Gavino Congiatu, 22 anni di Ploaghe. Ritorna verso casa, sono le 16. In un attimo perde il controllo della macchina. L'auto si mette di traverso. Dall'altra parte della carreggiata arriva un taxi. La Wolkswagen bianca, guidata da un tassista di Arzachena. A bordo con lui un cliente. La macchina tedesca prende in pieno la fiancata della Hyundai dal lato del passeggero. Lidia Cerutti, 20 anni, vede arrivare l'avantreno della Passat. L'auto è già di traverso, inerte sulla carreggiata qualche attimo prima dello schianto. Le macchine in un macabro balletto fermano la loro corsa sul guardrail. Sono quasi allineate una dietro l'altra. Per i due ragazzi non c'è nulla da fare. Lo schianto stronca le loro esistenze. Per i soccorritori diventa difficile capire anche come sia avvenuta la dinamica dell'incidente. La ricostruzione viene fatta dai carabinieri che raccolgono pezzi delle due auto sparse per qualche decina di metri lungo la strada. Il parabrezza della Hyndai è sbriciolato. Nel punto di impatto, lo sportello sul lato del passeggero, il telaio è piegato ad arco, come una culla. Lo scontro avviene un chilometro dopo il bivio di Su Campu, ancora nel comune di Oschiri. Dopo un rettilineo lungo, noioso, sulla piana della Nurra, liscia come un tavolo da biliardo. Un punto pericoloso in cui la strada si restringe e una curva che si presenta innocua, facile da affrontare, si chiude all'improvviso. L'asfalto è bagnato dalle prime gocce di pioggia, diventa una superficie viscida, liscia come vetro. Il ragazzo forse non conosce bene la macchina, che gli è stata prestata dal padre, né la strada. Con lui Lidia Cerutti, qualcuno dice che i due giovani cominciavano a conoscersi, a frequentarsi da un po' di tempo. Vite da costruire. Piccoli pezzi di esistenza ancora in avanzamento. Due studenti, con facce da bambini, non ancora sgualcite dalla vita. Lidia ha altri due fratelli e una madre che si è trasferita dalla penisola e ha scelto di vivere a Ploaghe tanti anni fa. Sotto choc il tassista alla guida della Passat e il suo cliente. Per loro ferite lievi. Arrivano sul posto dello schianto i vigili del fuoco di Ozieri, i volontari del 118, diverse ambulanze, i carabinieri della stazione di Ozieri. Il traffico rimane bloccato per ore. Sulla strada atterra anche l'elicottero del 118, arrivato da Abbasanta, ma per i due ragazzi non c'è più speranza. I soccorritori portano via chi viaggiava nel taxi. Le forze dell'ordine ripetono gesti meccanici fatti decine di volte sulla strada carica di croci. Per loro solo una fredda contabilità fatta di metri, distanze, frenate. Segni di gesso sull'asfalto bagnato. Mentre il diluvio zavorra i vestiti. I vigili del fuoco lavorano per ore per estrarre i corpi. La pioggia sbatte incessante sulle lamiere. Le due auto restano accasciate, unite in un abbraccio macabro, impastate tra il guardrail e un muro di cemento. I feriti sono trasportati all'ospedale di Sassari per controlli. Per loro qualche ferita, nulla di grave. Il lenzuolo bianco si stende a coprire lo strazio di due ragazzi stretti accanto a una carcassa deformata. Nessuno trova il coraggio di avvertire le famiglie dei due giovani, a Ploaghe. La pioggia è diventata torrenziale. Il traffico riprende pigro a una sola corsia. In una finta apparenza di normalità. Le auto rallentano, l'occhio si stende fino a terra, fino al lenzuolo impastato di acqua, terra e sangue. Poi di nuovo gas in fuga dallo strazio. I carabinieri agitano le palette, si sbracciano, cercano di coprire l'orrore, la nuova esposizione della morte. Meno di due settimane fa altre tre vittime sulle Olbia-Sassari. Alle porte del capoluogo gallurese i tre fratelli Mauro, Paolo e Franco Diana morivano travolti sulla loro fiat Punto. Schiacciati da un camion impazzito che ha invaso la loro corsia, ha cancellato per sempre le loro vite, e ha lasciato una scia di orfani e vedove. Durante i funerali il vescovo di Tempio Sebastiano Sanguinetti aveva puntato il dito contro la lentezza della burocrazia che bloccava i lavori per la quattro corsie. Ma la sua più che un'accusa era una richiesta di aiuto. Un sos per fermare un'inutile strage. Dopo 15 giorni la morte si riaffaccia. Orrore su orrore. L'asse Olbia-Sassari ingoia altre vite e cancella l'esistenza di due ragazzi di 22 anni. Vampiro di anime.

Torna all'inizio


A Palazzo si parla di Birmania (sezione: Burocrazia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

ARRIVA CARMEN LASORELLA DOPO LE SERATE CON LILLY GRUBER, PAOLO CREPET, LUCIANO GAROFANO E IL RICERCATORE MARIO TOZZI A "Palazzo" si parla di Birmania APPUNTAMENTO GIOVEDÌ 5 GIUGNO NEL PICCOLO TEATRO DI PALAZZO DEODATO LAFFRANCHI L'associazione culturale "Sotto il Cielo dei Carpini" e il periodico Piazza Europa tornano ad essere protagonisti nella cittadina di Carpenedolo ospitando, giovedì 5 giugno alle 20.45, un personaggio di alta valenza culturale all'interno del programma messo a punto dal presidente Enzo Forleo per solleticare intellettualmente Carpenedolo e la provincia bresciana.Questa volta nel salotto allestito nel Piccolo Teatro di Palazzo Deodato Laffranchi che nei mesi scorsi ha ospitato Lilly Gruber, Paolo Crepet, Luciano Garofano dei Ris di Parma, il ricercatore Mario Tozzi, siederà la giornalista e scrittrice Carmen Lasorella per dibattere il tema "I popoli oppressi, il caso della Birmania". Un grave fatto che non è passato inosservato nella comunità internazionale e consentirà ai moderatori Enzo Trigiani e Silvio Masullo (segretario del comune di Carpenedolo) di approfondire quanto Carmen Lasorella ha scritto nella sua ultima fatica letteraria "Verde e zafferano, a voce alta per la Birmania" (editore Bompiani). La protesta dei monaci birmani contro il feroce regime del paese è scoppiata sui media nazionali nell'ottobre 2007, anche se affonda le sue radici molto lontano. "Le purghe del regime - è il messaggio del libro - cercano di cancellare da tempo i segni del bagno di sangue che è in atto da molti anni, mentre il resto dell'umanità, l'Occidente, la politica, la burocrazia, restano sospesi fra l'indifferenza e la valutazione di un intervento. Eppure, è poi così lontana la Birmania? Il suo feroce regime militare fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i russi. La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita con la droga, le gemme preziose, le prostitute-bambine, i legni pregiati". A raccontare questo, l'esperienza in diretta di una giornalista d'eccezione, Carmen Lasorella, una delle firme e dei volti più noti del giornalismo d'inchiesta che da anni siamo abituati a vedere in televisione.

Torna all'inizio


C'è l'intesa tra i sindaci sbloccata via Industria (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Vicenza, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

CASTELGOMBERTO C'è l'intesa tra i sindaci sbloccata via Industria Aperta la strada della discordia. E questa volta ufficialmente. Finalmente spariti ostacoli e cumuli di ghiaia che sbarravano la strada di collegamento di via dell'Industria, tra le due zone industriali di Castelgomberto e Cornedo. Un recente scambio di lettere fra i due sindaci, Lorenzo Dal Toso da una parte e Lucio Vigolo dall'altra, hanno sbloccato una situazione, che andava avanti da lungo tempo. Il collegamento era bloccato a causa della mancanza di un'autorizzazione che ne consentisse l'utilizzo. Alla fine l'elefantiaca burocrazia è stata superata, grazie ad un accordo tra i due primi cittadini (alla luce del nuovo incarico affidato a Dal Toso, dopo le recenti elezioni a Castelgomberto) che è servito per accelerare le procedure. Dunque, niente più spostamento "selvaggio" delle transenne da parte di chi, irritato, tutti i giorni era costretto a farsi "giustizia" da solo. Come è stato per gli operai degli stabilimenti delle due zone industriali, così da evitare di fare il giro per il vicino incrocio, pericoloso e sempre intasato di veicoli, sulla strada provinciale 246. In attesa del via libera ufficiale, il Comune aveva provveduto a chiudere il varco con ostacoli e cumuli di ghiaia, così da evitare il passaggio non autorizzato. Il provvedimento era stato preso per "motivi di sicurezza" dall'ex sindaco Battista Occhietti, per un'importante arteria che collega l'area industriale nord-est del paese con quella del Tezzon a Cornedo. Un provvedimento che era risultato incomprensibile, per chi proveniva dall'alta valle dell'Agno ed era costretto a fare dietro front davanti all'interruzione viaria, che rischiava di rendere pressoché inutilizzabile la nuova rotatoria al Piano di insediamenti produttivi del Tezzon. A.C.

Torna all'inizio


Lignana, per sanare il bilancio sindaco rinuncia allo stipendio (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

COMUNE.FINO AL 31 DICEMBRE Lignana, per sanare il bilancio sindaco rinuncia allo stipendio [FIRMA]LIZA BINELLI LIGNANA Non è da tutti rinunciare per così tanti mesi allo stipendio. Anche se non è il solo, Giovanni Perinotti, sindaco dal 2004 di Lignana ha chiesto la sospensione del suo onorario per sanare un capitolo in bilancio. Nello specifico lo stipendio e gli arretrati dei tre impiegati comunali. "Fin dal primo anno di nomina - dice - il vice sindaco Giuseppe Sassone e l'assessore Patrizia Piantavigna ed io abbiamo rinunciato alla busta paga per far fronte alle varie spese". Solo i consiglieri comunali percepiscono il gettone di presenza alle adunanze. "Poi durante il secondo anno di mandato c'erano troppe incombenze come feste civili, religiose - aggiunge - ma soprattutto tanto burocrazia, che è la cosa che più mi ha frenato in questi anni, così ho accettato l'indennità e pagavo direttamente i conti. Non ci ho mai rimesso, certo, sono un imprenditore e sono abituato ai disbrighi". Così, da maggio è stato approvato a livello nazionale il nuovo contratto dei dipendenti pubblici e, tra retroattivo del 2006 e stipendio mensile, la cifra ammonta a 10 mila euro. Per sanare la situazione, da qui al 31 dicembre, nuovamente Perinotti sospenderà il suo incasso da sindaco. Ci sono tre dipendenti di cui due impiegati in ufficio e un operatore ecologico. Fra l'altro: "Siamo alla ricerca di un segretario comunale - afferma il primo cittadino - è il terzo che cambiamo. Perché non è facile trovarlo pur attingendo all'albo, in quanto deve già collaborare per altri comuni, altrimenti la spesa per una singola amministrazione sarebbe impensabile, sui 100 mila euro annui".

Torna all'inizio


Pannelli solari bocciati dalla Soprintendenza (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

ENERGIA. L'assurda situazione in cui si vengono a trovare i Comuni come denuncia l'Assoterm, che raduna costruttori e installatori di impianti ecologici Pannelli solari bocciati dalla Soprintendenza di Annamaria Schiano L'Assolterm, l'associazione nazionale che rappresenta le aziende produttrici di pannelli solari, lancia un grido di allarme contro l'impossibilità di installazione degli impianti, giudicati dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, di alto impatto ambientale. A protestare il vice presidente dell'associazione italiana, Arrigo Burello, che spiega:"Ci troviamo di fronte ad un muro di gomma, la Soprintendenza di Verona, che governa anche Vicenza e zone del Basso mantovano, quindi un'area ampia, non rilascia le autorizzazioni necessarie al montaggio degli impianti. In Veneto è un disastro: ci sono migliaia di pratiche bloccate e non per la burocrazia ma per un pregiudizio estetico. Questi impianti ci rispondono negli uffici "non piacciono". Un paradosso se si pensa che entro il 2012 sarà anche obbligatorio installarli per legge. Pannelli solari che oltre a far risparmiare 450-500 euro all'anno di combustibile, riescono ad immettere due tonnellate in meno di anidride carbonica nell'atmosfera per ogni casa". Aggiunge Burello:"La crescita della domanda di impianti è enorme, grazie anche ai contributi governativi che rimborsano il 55% della spesa. Ciò vuol dire che un impianto dal costo di tremila euro, è ammortizzabile in due-tre anni. I veneti sono molto predisposti all'installazione dei pannelli solari e ci sono aziende che montano migliaia di impianti all'anno, ma ci sono altrettante domande che sono bloccate. Questa Regione si discosta molto da altre, come il Friuli, la Toscana o il Lazio, dove basta fare una semplice dichiarazione che l'impianto si monta". Ed eccoci alla burocrazia. Il vicepresidente Assolterm spiega:"L'Iter per l'installazione prevede che venga presentato all'ufficio tecnico-edilizia privata dei Comuni, la dia (dichiarazione inizio attività), laddove ci sia un regolamento edilizio che lo consente. Se il Comune rilascia l'autorizzazione, entro 30 giorni, l'impianto si monta, ma se la zona è coperta da vincolo paesaggistico-ambientale, il che vuol dire in Italia quasi dappertutto, il Comune deve inviare la richiesta alla Soprintendenza, la quale a sua volta dopo 30 giorni rilascia il permesso o meno. Passano quindi circa tre mesi solo per la domanda, che peraltro se non è precisa alla virgola deve essere rifatta dall'inizio, quindi alla fine possono passare anche 4-5 mesi per partire con il montaggio". Ci sono molti sindaci che si sono sensibilizzati al tema ed hanno promesso di modificare i regolamenti edilizi dei loro paesi laddove è considerato di "impatto ambientale" il pannello solare. "Queste promesse però sono rimaste ancora inapplicate", incalza Burello, "come nei Comuni di Castelnuovo, San Zeno di Montagna, Soave, Sona, Castel d'Azzano, San Martino Buon Albergo, Negrar e altri. Laddove invece, c'è l'autorizzazione municipale, scatta il rifiuto della Soprintendenza che boccia le richieste che gli giungono". "Noi come associazione", prosegue Burello, "abbiamo più volte richiesto incontri con la Soprintendente di Verona e tutte le volte ci è stato detto di rivolgerci al segretario, il quale ci ha indirizzato ai vari funzionari, i quali ci hanno risposto che dobbiamo parlare con la Soprintendente. Insomma, una partita a tennis e non siamo mai arrivati a nulla. Gli stessi cittadini che volevano installare impianti si sono rivolti alla Soprintendenza e sono stati trattati in malo modo, rinunciando così alla fine a montare i pannelli solari. L'associazione impone anche ai costruttori di fare il possibile per abbattere l'impatto visivo degli impianti. Abbiamo preso accordi con il comune di Verona per l'installazione camuffata, ma poi finisce sempre che le domande vengono bocciate in soprintendenza. Così cresce anche il rischio che alcuni li montino abusivamente. Come anche che altri li installino in buona fede, nell'arco di tempo della conclusione dell'iter burocratico e poi vengono denunciati per abuso edilizio, con sanzione di 600 euro e glieli facciano smontare come nel recente caso di Soave". Quindi pare non vengano accettati neanche gli impianti camuffati, quando altrove invece si può fare. "La soprintendenza di Brescia ha accettato le proposte di Assolterm", sottolinea il vicepresidente, "e le cose sono cambiate, questo perché si sono trovati funzionari ragionevoli. A Verona invece c'è un muro e non sembra ci sia a breve un'apertura. Faccio un esempio: qualche giorno fa, abbiamo dovuto fare una panoramica aerea di una zona in montagna perché la soprintendenza chiedeva la visione dell'impatto ambientale di un impianto di tre metri quadrati su una casa. Abbiamo dovuto spendere quattromila euro per comperare una macchina fotografica adatta alla panoramica. Tutto a spese dell'asssociazione, poiché l'azienda costruttrice non aveva abbastanza mezzi per rispondere alle richieste burocratiche". In conclusione, "ci sono regolamenti portati all'esasperazione e i cittadini si trovano nella giungla della burocrazia. La gente vuole vivere in modo naturale ed economico; lo Stato italiano è l'ultimo nella lista dei Paesi che rispettano il Protocollo di Kyoto e ogni giorno riceve multe dalla commissione europea per non rispettare gli impegni presi".

Torna all'inizio


Si profila una nuova battaglia contro industria di trasformazione e burocrazia europea <Stanchi di produrre in perdita> Prezzo del latte 'Libera' in campo <Adesso basta> (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia di Cremona, La" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione di Martedì 3 giugno 2008 Benvenuto P.Review srl Si profila una nuova battaglia contro industria di trasformazione e burocrazia europea "Stanchi di produrre in perdita" Prezzo del latte 'Libera' in campo "Adesso basta" di Vittoriano Zanolli Dall'Olanda al Belgio, dalla Danimarca alla Germania esplode la protesta del latte: gli allevatori scendono in campo per ottenere la giusta remunerazione del prodotto alla stalla. In provincia di Cremona la Libera associazione agricoltori capeggia la rivolta che nelle prossime ore potrebbe riservare clamorose e inedite azioni. Il braccio di ferro con gli industriali è già iniziato. I costi di produzione sono alle stelle e gli allevatori non percepiscono nemmeno 42 centesimi al litro, il prezzo di riferimento previsto a conclusione della passata campagna lattiera. E' in gioco la sopravvivenza di migliaia di aziende zootecniche in tutta Italia e Cremona, con la 'Libera', fa da capofila a una protesta destinata a estendersi all'intero Paese. Gli industriali che ritirano il latte vogliono pagarlo sempre meno, pur in presenza di consumi in aumento e di una carenza di materia prima. "Purtroppo per il secondo anno consecutivo siamo costretti a ripetere: 'Noi l'avevamo detto' ? commenta Antonio Piva, presidente della 'Libera' ?. Abbiamo bloccato la trattativa con gli industriali e siamo stati i primi a parlare di fatturazione a 42 centesimi al litro. Avevamo previsto ciò che sta accadendo in Europa. E abbiamo dovuto subire attacchi anche a Cremona da altre organizzazioni agricole per la posizione intransigente che avevamo assunto. Comunque i fatti ci stanno dando ragione. E' in atto il tentativo da parte dell'industria e della grande distribuzione organizzata, che giocano allo scaricabarile, di penalizzare la prima parte della filiera produttiva, cioè quella agricola. Di fronte alla progressiva diminuzione del valore del latte e all'aumento dei costi di produzione del 30 per cento, per tutelare le imprese siamo costretti a mettere in atto forme straordinarie di contestazione che colpiscano i trasformatori". A breve si attendono le decisioni dei produttori, stanchi di produrre in perdita. Si ipotizza il blocco delle consegne. In prima fila, in questa nuova battaglia a difesa del cosiddetto oro bianco e di chi lo produce, ci sono le cooperative, baluardo per gli agricoltori nei momenti di crisi. "Nel limite delle sue possibilità, il mondo della cooperazione è già andata in soccorso delle aziende che producono latte ? fa presente Tiziano Fusar Poli, presidente della Latteria Soresina ?. Solo la cooperazione garantisce protezione e remuneratività, incarnando il concetto di filiera breve, com'è largamente dimostrato da tempo negli altri Paesi europei e adesso anche in Italia. Non a caso nel settore lattiero caseario, la presenza dell'industria e quella della cooperazione sono cambiate a vantaggio di quest'ultima. In questa nuova situazione di crisi le cooperative sono disposte a valutare di volta in volta i singoli casi e ad andare in soccorso alle aziende in difficoltà, ritirando il latte". Agli agricoltori, che sono i protagonisti di questa battaglia, Antonella Ferri, presidente della sezione latte della Libera, lancia un messaggio: "Non lasciamoci terrorizzare. Seguiamo le indicazioni del nostro presidente che ci sprona a restare uniti e resistiamo. E' un momento cruciale nel quale bisogna rimanere compatti per respingere il tentativo degli industriali di ottenere la materia prima a prezzi irrisori. Ringrazio gli associati che sinora hanno dato prova di grande maturità e di una forte coscienza sindacale che non si era mai manifestata in modo così evidente. Comunque voglio rassicurare i produttori: la situazione del mercato lattiero in Europa è in evoluzione perciò una schiarita si attende già nei prossimi giorni". "Abbiamo bocciato l'accordo dello scorso anno e i fatti ci hanno dato ragione ? commenta il presidente dell'Unalat Ernesto Folli ?. Quest'anno abbiamo respinto un'indicizzazione sbagliata. In un momento nel quale il mercato era in ripresa, gli industriali non volevano inserire nell'indicizzazione la polvere del latte. Inoltre qualcuno della parte agricola aveva già accettato di utilizzare come parametro il prezzo del latte bavarese Zmp. La fermezza della delegazione cremonese ha consentito di non accettare questo parametro. Ci era stato prospettato di utilizzare il prezzo della soia come parametro per i costi di produzione del latte quando già si sapeva che questo indice stava diminuendo, come poi è avvenuto. L'evoluzione del mercato ci conferma che non si può scherzare con l'indicizzazione. Perciò respingiamo i tentativi degli industriali di giocare sulle nostre aziende sfruttando un'indicizzazione non corretta".

Torna all'inizio


La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

LEGNAGO. Un'inquilina della palazzina della San Vincenzo da sei settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa di Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio. E le cose peggiorano ulteriormente quando arriva il momento di lavarsi visto che è costretta a scaldare l'acqua, poco alla volta, nel forno a microonde e ad armarsi, perciò, di santa pazienza prima di infilarsi sotto la doccia. A meno di non voler buscarsi qualche malanno poichè dal miscelatore esce solo acqua fredda. In compenso può consolarsi con il fatto che, non dovendo accedere in questo periodo il riscaldamento, evita almeno di congelarsi. E tutto perchè nell'appartamento di viale dei Caduti, a Legnago, dove abita da fine di aprile manca ancora il gas per una serie di intoppi burocratici, legati al preventivo per il cambio di contatore, che stanno prolungando l'attesa e i disagi per l'inquilina. Non è affatto una situazione facile quella con cui da 40 giorni deve fare i conti una giovane domestica italo-brasiliana alla quale la San Vincenzo ha dato in affitto a canone agevolato un alloggio frutto di un lascito. Anche se per la felicità di avere un tetto fa la campeggiatrice in casa senza lamentarsi. "Non è per niente facile vivere così ma porto pazienza grazie anche all'aiuto delle famiglie dove lavoro", confida la donna. "Questa settimana", prosegue, "mi hanno promesso che mi attiveranno il gas e potrò finalmente godermi in pieno la mia bella casetta". Se la giovane minimizza alla San Vincenzo sono giunti, invece, al limite della sopportazione malgrado il punto di assistenza cittadino dell'Eni Gas assicuri di aver rispettato la procedura prevista per questo genere di pratiche. "Tutto questo disguido", spiega Alberto Pedron, uno dei volontari dell'associazione, "è sorto due mesi fa quando ho contattato la società per un cambio di inquilino. Sono intervenuti due tecnici che ci hanno imposto, giustamente, di separare i contatori di luce e gas e di portarli all'esterno. In quell'occasione ho fatto presente che uno dei tre lettori del gas era da rimuovere poichè gli appartamenti sono in realtà due. E la stessa segnalazione l'ho ripetuta durante un secondo sopralluogo nella palazzina e agli incaricati della locale agenzia Eni dove ho poi formalizzato la richiesta". A quanto pare, però, quegli avvisi sono caduti nel vuoto. "Quando 15 giorni dopo", prosegue Pedron, "sono stato inviato a sottoscrivere la pratica mi hanno presentato un preventivo per tre contatori che non ho accettato. Ed alla fine si sono convinti che c'era stato un errore e che bisognava rifare tutto da capo". Tant'è che dal 23 aprile ad oggi l'inquilina non ha ancora il gas.

Torna all'inizio


Autonomi puniti dagli studi di settore (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Grosseto Autonomi puniti dagli studi di settore Il lamento di artigiani e commercianti: "Maremma penalizzata" TASSE E LAVORO GROSSETO. Ormai è tradizione consolidata. Ogni anno, in questo periodo, associazioni come Cna e Confartigianato, Ascom e Confesercenti tornano a far sentire la propria voce riguardo ai parametri fissati dal Fisco per calcolare ricavi e compensi delle categorie. Stiamo parlando dei cosiddetti studi di settore, spesso contestati per la loro distanza dalla realtà. Da Palermo a Milano, per il Fisco tutti uguali. Con conseguenze facilmente immaginabili per province come la nostra. "In pratica - spiega Mauro Ciani, segretario di Confartigianato Grosseto - in materia di studi di settore, anche per il 2007, l'impatto della collocazione territoriale, tradotto nei calcoli con l'applicazione dei relativi indicatori, è ridottissimo. Capita quindi che un barbiere di Grosseto si trovi a pagare più o meno quanto un collega di Milano centro: assurdo. Oppure che un piccolo frantoio dell'entroterra, in una stagione di raccolti quasi azzerati, sia considerato alla stregua di un frantoio consorziato della Puglia". Il lavoro autonomo e il senso di responsabilità. "Io - prosegue Ciani - spero che il nuovo Governo ci dia ascolto, raccolga le preoccupazioni che si stanno diffondendo su un costante inasprimento degli studi di settore che riguardano gli artigiani e le attività di lavoro autonomo. Credo, infatti, che sia un'esigenza concreta su cui si debba lavorare. Il lavoro autonomo, non va dimenticato, rappresenta buona parte del tessuto economico del Paese e nei suoi confronti è necessario sviluppare un'accorta politica fiscale, che costruisca rapporti improntati a maggiore collaborazione e responsabilizzazione". No ai meccanismi automatici. Stimare le diverse velocità. Sì, perché l'applicazione delle modalità di accertamento dei redditi basato appunto sugli studi di settore - secondo molti artigiani - è diventato ormai un meccanismo quasi automatico, in cui non si tiene conto di variabili che invece sono sotto gli occhi di tutti. "Gli indici, i differenziali - sostiene ancora Ciani - andrebbero costruiti davvero insieme alle categorie, per individuare così, grazie alla collaborazione di chi sta in prima linea, le situazioni anomale su cui è doveroso intervenire". Territorialità insignificante. I paradossi. "Il problema, sottolineato di recente anche dal Sole 24 Ore - aggiunge Ciani - è invece sempre lo stesso. Da anni. Mancano criteri oggettivi di individuazione delle situazioni di marginalità e noi, soprattutto in certe categorie, ne soffriamo. Non si può pensare di ignorare i Pil regionali oppure di prevedere una variazione di appena il 5 per cento tra un'attività di Canicattì e una di Milano. Personalmente ritengo che il Governo potrebbe muoversi anche in altre direzioni: per esempio emanando direttive affinché il rapporto tra l'Agenzia delle Entrate e i contribuenti in materia di studi di settore sia improntato sempre di più a una cultura della collaborazione, sul modello dell'Osservatorio regionale". Con i controlli arrivano anche i guai. Ma gli studi di settore, facciamo notare, non sono uno strumento di accertamento automatico e i contribuenti non hanno alcun obbligo di adeguarsi agli stessi se ritengono che non rispecchino la loro realtà. "è vero che gli studi di settore, come stabilito dalla Legge, sono uno strumento utilizzabile solo come punto di riferimento dal contribuente, che adeguandosi può stare più tranquillo rispetto ad eventuali successivi controlli. Non va dimenticato, però, che nel momento in cui una posizione viene sottoposta a verifica, in conseguenza di una mancata congruità con i parametri fissati, in un paese dalla burocrazia infinita, con leggi che spesso si contraddicono tra loro, possono emergere altre problematiche: piccole inadempienze, incongruenze e, in ultimo, visto che si parla comunque di attività molto deboli, si può arrivare perfino alla chiusura".

Torna all'inizio


NUOVO SILURO contro Gaia. A Casola il consigliere comunale Gemello Scaletti sta p (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

LUNIGIANA pag. 13 NUOVO SILURO contro Gaia. A Casola il consigliere comunale Gemello Scaletti sta p... NUOVO SILURO contro Gaia. A Casola il consigliere comunale Gemello Scaletti sta promuovendo una petizione "per sollecitare la giunta a rivedere gli accordi siglati con Gaia circa 3 anni fa". L'esposto, che molti abitanti di Casola hanno già firmato, contiene un lungo elenco di "mancanze", tutte imputate a Gaia: "Il servizio in questi anni è peggiorato e la burocrazia è aumentata in modo esponenziale tanto che anche gli uffici comunali adesso devono chiamare il numero verde per contattare il gestore ? scrive Scaletti ? la società non ha neanche onorato gli impegni di assorbire i mutui e non ha dato al territorio alcun vantaggio a livello occupazionale. Senza dimenticare che nelle casse del Municipio mancano gli introiti derivanti dal servizio acquedotto e le seconde case presenti sul territorio vengono pesantemente penalizzate anche in assenza di consumi. In più fanno pagare il servizio di depurazione dei liquami anche se non c'è. Dulcis in fondo ? conclude il consigliere comunale ? il costo dell'acqua è gradualmente aumentato e le bollette arrivano sempre con maggiore frequenza. Le alternative sono due: o usciamo da Gaia o otteniamo condizioni di fornitura più favorevoli per residenti e non".

Torna all'inizio


Dagli asili alle poste così follonica non va (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il consigliere comunale Paletti all'attacco Dagli asili alle Poste "così Follonica non va" "La giunta Saragosa è poco attenta ai veri problemi della gente" FOLLONICA. I disservizi della città. Un lungo elenco corredato di fotografie che la lista civica "Insieme per Follonica" ha esaminato su segnalazioni dei cittadini. Un viaggio fra le criticità del territorio che il consigliere Giancarlo Paletti imputa senza indugio all'attuale amministrazione. "Uno dei disagi più evidenti è legato alla mancanza di asili nido - attacca Paletti - da anni molte famiglie per motivi di lavoro non sanno dove lasciare i piccoli, non avendo un appoggio familiare; sappiamo anche che privati sarebbero disposti a realizzare dei nidi, ma la burocrazia e la mancanza di volontà della giunta hanno ostacolato tale iniziativa rendendo di fatto quasi impossibile la loro realizzazione. Il Comune potrebbe accedere a contributi regionali che permettano di costruire strutture idonee, dando posti di lavoro e ricavando oneri per le casse comunali, ma anche in questo caso non c'è volontà politica". Altra nota dolente evidenziata da Paletti, gli uffici postali. E qui è un po' come sparare sulla Croce Rossa. "A breve si troveranno al collasso per mancanza di personale con enormi disagi per tutti i cittadini che giornalmente devono usufruire dei servizi postali - continua il consigliere - lunghe code agli sportelli, lunghi tempi di attesa anche per ritirare una semplice raccomandata. Gli impiegati si prodigano con volontà e serietà per alleviare i disagi, ma la situazione è al collasso; molti utenti sono costretti a fare le operazioni postali nei paesi limitrofi come Scarlino o Riotorto per non perdere mattinate o pomeriggi di lavoro: anche su tale situazione non abbiamo riscontri che il sindaco Saragosa sia intervenuto presso la direzione provinciale delle Poste per far presente la situazione di disagio in cui si trova la comunità cittadina". Paletti poi elenca i disservizi più segnalati dai cittadini: dal sottopasso della stazione, sporco e maleodorante oltre che ricovero per senzatetto; agli avvallamenti di strade e marciapiedi in tutta la città, fra le quali l'incompleta via Spinelli ormai ridotta a uno stato di abbandono; la mancata protezione fra la strada e la ferrovia; la sporcizia derivata dal mancato senso civico soprattutto dei tanti senza dimora che girano per le vie del Golfo. "è necessario ed impellente che il sindaco, come hanno fatto altri Comuni della Toscana, emani un'ordinanza chiara ed efficace dando mandato alla polizia urbana del controllo generale del territorio mirato a rendere più vivibile la nostra città - conclude il consigliere Paletti - questi sono temi veramente sentiti dalla popolazione, chiediamo a Saragosa di farsi carico di questi problemi urgenti cercando una soluzione adeguata per rendere la città più accogliente ai turisti e più vivibile per chi vi abita". Michele Nannini.

Torna all'inizio


La rivolta dei docenti: <I tagli porteranno al caos> (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 2 La rivolta dei docenti: "I tagli porteranno al caos" Quasi sessanta posti in meno, mentre aumenta il numero degli alunni. La scuola oggi si ferma: disagi di MANRICO PARMA SI FERMA oggi la scuola. Docenti e personale ausiliario hanno deciso di incrociare le braccia contro i "pesanti tagli di personale" previsti dal prossimo anno scolastico. Lo sciopero ha creato una situazione di incertezza e di disagio per i genitori: soltanto questa mattina, al suono della campanella, si saprà se i bimbi entreranno in classe oppure dovranno tornare a casa. La sforbiciata colpirà pesantemente nella provincia spezzina: le scuole, in particolare le superiori, dovranno fare a meno di venti docenti e quattordici ausiliari, secondo il calcolo dell'ufficio regionale sugli organici di diritto, predisposto sul numero delle preiscrizioni degli studenti. Di più. Entro fine mese la seconda doccia fredda, in concomitanza con la redazione dell'organico di fatto, la veste definitiva alle classi della stagione 2008-2009. In questo caso dovrebbero saltare un'altra trentina di posti a tempo indeterminato fra insegnanti e collaboratori. LA FORBICE infierisce sui docenti spezzini che negli ultimi cinque anni hanno perso più di cento cattedre a tempo indeterminato. Soprattutto giunge in un momento che nessuno se l'aspettava: quello della crescita del numero degli alunni (+ 1600 in Liguria, oltre un centinia nella nostra provincia). Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil scuola e lo Snals, che hanno proclamato lo sciopero, ritengono che a questo punto l'emergenza e il caos siano prospettive tutt'altro che remote. "Andremo ? denuncia Lara Ghiglione della Flc-Cgil ? verso classi più numerose e una qualità peggiore dell'offerta formativa. Non solo. Diversi istituti, in particolare quelli più piccoli, dovranno accorpare classi e in qualche istituto superiore cittadino non è esclusa l'ipotesi di tagli di indirizzi didattici nelle prime classi. Sarebbe un colpo durissimo". La soppressione di posti mette sulla graticola anche il personale Ata. "La riduzione del personale amministrativo nelle segreterie ? prosegue la Ghiglione ? porterà carichi di lavoro insopportabili visto che sugli istituti ora grava anche la burocrazia delle graduatorie. Sorgeranno problemi, altro fatto da non sottovalutare, sulla vigilanza degli alunni. Meno bidelli? Indirettamente vuol dire favorire all'interno delle scuole il fenomeno bullismo lasciando i ragazzi in balia di se stessi". L'UFFICIO scolastico regionale non ha ancora deciso dove affondate la mannaia. La riduzione di quasi sessanta posti fissi, prevista forse a fine mese, diventerà un problema nel problema costringendo il riassorbimento di docenti, segretari e collaboratori in altri istituti. A cascata, posti di lavoro in meno per i precari (occupano attualmente all'incirca cinquecento cattedre). Precari, nel frattempo, in attesa del decreto che prevede sulla Spezia una cinquantina di assunzioni a tempo indeterminato. Metà delle quali sembra ora che siano in alto mare. Oggi, come detto, la scuola si fermerà per l'intera giornata alla Spezia e in tutta la Regione. Una grossa manifestazione è prevista a Genova. Il corteo alle 9 si formerà in Largo Pertini per dirigersi alla sede della direzione regionale in via Aassarotti.

Torna all'inizio


Unione dei Comuni operativa da oggi (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

LUGO pag. 15 Unione dei Comuni operativa da oggi Accorpati sedici servizi della Bassa. "La burocrazia diventa più snella" A PARTIRE da oggi, l'Unione dei Comuni della Bassa Romagna è pienamente operativa. Nell'ultima seduta del 'super consiglio comunale' sono infatti state approvate tutte le convenzioni per la gestione dei 'servizi associati', Tra queste, approvate dalla maggioranza con l' astensione delle minoranze, rientra anche quella col Comune di Russi, che pur non avendo aderito all' Unione ha scelto di usufruire dei servizi attivati. I 'servizi associati' sono in sostanza i medesimi che in precedenza erano affidati alla 'vecchia' associazione intercomunale, Si tratta di 16 servizi, tra cui quelli riguardanti casa e politiche abitative, politiche sociali e assistenziali, protezione civile, polizia municipale, entrate, gestione del personale, servizi educativi, informatica. Tra questi, anche il Psc, il 'super piano regolatore' finalizzato a uniformare, in tutto il territorio dell'Unione, le regole per l'edilizia e per la gestione del territorio. Anche l'istituzione degli altri 'servizi associati' è finalizzata a rendere omogenee in tutti i nove Comuni le regole e le procedure relative a ciascun servizio, snellendo la burocrazia e risparmiando sul personale. La seduta svoltasi di recente era la terza dell'Unione: nella prima era stato nominato il presidente nella persona del sindaco di Lugo, Cortesi; nella seconda era stato presentati il bilancio e le convenzioni coi Comuni, e in quest'ultima si è passati all'approvazione degli stessi, ed è stata nominata la commissione che si occuperà del regolamento del consiglio, il cui presidente sarà Raffaele Coletta, capogruppo lughese del Pd. Il bilancio ammonta a circa cinque milioni di euro. "Si tratta di un bilancio 'al risparmio' ? afferma Cortesi ? che, coi contributi regionali e nazionali consente di azzerare, almeno per quest'anno, le spese di gestione, inoltre non prevede compensi per gli amministratori. Sono soddisfatto in quanto ora l' Unione è operativa in tutto e per tutto. E mi auguro che le convenzioni con Russi preludano all'entrata di questo Comune nell'Unione". Lorenza Montanari.

Torna all'inizio


Costa azzurra sedotta dai sapori piemontesi - christian benna (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina IX - Torino Costa Azzurra sedotta dai sapori piemontesi Successo della missione agroalimentare a "L'Italie à table" di Nizza E Peveraro vuole snellire la burocrazia che frena un settore in pieno fermento CHRISTIAN BENNA NIZZA MARITTIMA - Salame al barolo accompagnato da grissini torinesi ancora in cerca di Igp. Risotto della Baraggia che invece ha appena vinto la sua battaglia di autenticità con il riconoscimento della Dop. Carne piemontese, toma e Castelmagno stappando Barbera, ma anche la Birra Torino, la prima imbottigliata sotto la Mole dopo l'esperienza "alcolica" negli anni '50 degli editori Boringhieri. E per chiudere in dolcezza un pinguino dell'antica gelateria, la più longeva del mondo, Pepino, mantecati dal 1884. è il menù che le imprese artigiane dell'agroalimentare piemontese hanno apparecchiato sulla Promenade des Anglais di Nizza per i centomila visitatori de "L'Italie à table", la cinque giorni di sapori e golosità, che si è conclusa ieri, dedicata al tricolore nel cuore della Costa Azzurra e promossa dalla Camera di commercio italiana di Nizza. Una trentina di piccole aziende del territorio presenti, pattuglia di quel microcosmo ruspante che, anche se polverizzato in 135 mila imprese (di cui 2300 sotto il marchio di "eccellenza artigiana"), è in preda a una profonda rivoluzione. Tanto che per inquadrarle nell'ottica di generatori di Pil, più che botteghe sotto casa, il vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Piemonte Paolo Peveraro ha pronta nel cassetto una nuova normativa, che verrà discussa questa settimana, per definire al meglio le competenze e snellire burocrazie che appesantiscono un settore in pieno fermento. è il caso dei produttori di qualità del Cuneese, salumi, formaggi e dolci, circa un dozzina di ditte e aziende agricole, che si sono presentate sotto un unico cappello, quello del "Consorzio Granda Sapori", presieduto dal cioccolatiere Silvio Bessone, artigiano di Vicoforte Mondovì. Così l'export, strada obbligata per le medie imprese, ma un sogno per la maggior parte delle piccole, diventa una possibile, concreta realtà. "Il Made in Italy - spiega Nicola Caprioni, presidente della Camera di commercio italiana a Nizza e numero uno della Cna ligure - rappresentato al meglio dalla cucina piemontese, probabilmente la migliore d'Italia, non ha rivali oltre frontiera. Il problema è che si tarda a fare sistema, a mettersi insieme per operare all'estero. Quando si forma una squadra vendere oltreconfine diventa quasi un gioco". Piatti da gourmet in tavola ma c'è anche chi mette i fornelli. è il caso di Luciano Demichelis, imprenditore "transfrontaliero", che vende cucine a Nizza per un giro d'affari di un milione di euro al mese impiegando 40 dipendenti. "La Francia - dice - al contrario dell'Italia può vantare multinazionali di grosso calibro, ma è molto debole sulle piccole taglie. Il che significa grandi opportunità per le nostre imprese, perché oltre al valore del Made in Italy esportiamo il contatto diretto, il savoir faire nostrano nei rapporti con la clientela". Anche per questa ragione le esportazioni agroalimentari dal Piemonte verso i dipartimenti transalpini sono in crescita: 830 milioni di euro nel 2007 contro gli 800 dell'anno precedente. Il tutto malgrado un periodo di magri consumi. E proprio in Francia, a Parigi, c'è il ritorno in grande stile di Pepino, "gelati di lusso" dal 1884. Azienda artigiana, inventori negli anni 30 del "copiatissimo" pinguino, 15 dipendenti nella fabbrica di Avigliana, giunta alla quinta generazione, punta al rilancio in casa - oltre alla storica cremeria di piazza Carignano ci sono programmi di espansione - e all'estero con l'apertura di nuovi negozi all'estero. Business della tradizione, stampi d'epoca e gelato mantecato fatto come una volta. Segue questo filone anche il Birrificio Torino, che proprio a Nizza ripropone, dopo 50 anni, una birra imbottigliata nel capoluogo piemontese, con l'obbiettivo di sfornarne ottantamila l'anno.

Torna all'inizio


PONTEDERA E' IL SOLITO dilemma mai ri (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

SPORT PROVINCIA PISA pag. 27 ? PONTEDERA ? E' IL SOLITO dilemma mai ri... ? PONTEDERA ? E' IL SOLITO dilemma mai risolto: è meglio un uovo oggi o una gallina domani? Che per il Pontedera vuol dire: è meglio pensare subito a programmare la serie D, categoria già certa, oppure aspettare l'esito degli sviluppi societari in corso per sperare nella C2? La prima strada, quella dell'"uovo oggi", sembra la risposta che è deciso a dare Stefano Tognozzi, direttore generale del club granata, nonché incaricato di formare la squadra per la prossima stagione agonistica. "Io lavoro per la serie D ? afferma Tognozzi ? perché questo è il campionato che spetta al Pontedera e che rappresenta la continuazione del programma triennale per il ritorno nel calcio dei professionisti". Già oggi, così, il direttore generale comincia i colloqui con i giocatori. Perché il tempo stringe e perché ci sono club rivali che, approfittando della situazione di stallo del sodalizio granata, che, lo ricordiamo, sta ancora lavorando per poter acquisire il titolo della CuoioCappiano e quindi il diritto alla C2, hanno cominciato a corteggiare i giocatori che più si sono messi in evidenza nel campionato scorso. "INIZIERÒ a parlare ? spiega Tognozzi ? con Malventi, Ferrini, Pellegrini, Balleri, Magnani e Checchi, i giocatori cioè che più sono a rischio partenza. Le sirene che arrivano da fuori sono tante e alcune economicamente davvero importanti. Le nostre disponibilità invece sono quelle che sono, ma io credo di avere a che fare con un gruppo di ragazzi intelligenti e quindi posso pensare che l'aspetto umano, logistico e di tradizione societaria, finisca per prevalere su quello economico". Non dovrebbero esserci dubbi invece per l'allenatore, che sarà ancora Marco Masi: "Con Masi ? rivela ancora Tognozzi ? ho già parlato e penso che non ci siano problemi a trovare l'intesa". Sul fronte partenze sembrano certe quelle di Semboloni (al Poggibonsi) e Rossetti, che a Pontedera ha trovato poco spazio, mentre per quanto riguarda gli arrivi Tognozzi ribadisce interessi per Giglioli e Galbiati, centrocampisti del Figline e per giovani provenienti da Piacenza, Fiorentina, Empoli e Lucchese. Il Pontedera, insomma, fa bene a muoversi, perché le trattative per l'acquisizione del titolo del CuoioCappiano si stanno scontrando con la burocrazia e necessitano a questo punto dell'ok di Macalli, presidente di Lega. Occorreranno ancora una diecina di giorni per avere una risposta definitiva. La "gallina", insomma, non è ancora certa?. Stefano Lemmi.

Torna all'inizio


MENO burocrazia e maggiori tutele per (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Empoli)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

SANTA CROCE / SAN MINIATO pag. 9 MENO burocrazia e maggiori tutele per... MENO burocrazia e maggiori tutele per le aziende conciare alle prese con una crisi di non facile soluzione: calano produzione e fatturato senza segnali di ripresa a breve e medio termine. Una crisi su cui pesano tanti fattori: dalla moneta, alla perdita di competitività, alle oscillazioni del grezzo ed il suo reperimento. Un importante accordo è stato siglato dal presidente della Regione Martini con un bacino importante di materia prima per il conciario del distretto di Santa Croce. Si tratta di un accordo istituzionale di cooperazione fra la Regione Toscana e la Regione di Limpopo, nel nord del Sudafrica. Il Governatore del Limpopo coadiuvato dall'ambasciatore sudafricano ha spiegato che la sua regione, nota come il "paniere alimentare" della zona, è ricca di prodotti agricoli e di materie prime, fra le quali le pelli in particolare quelle esotiche di cui il Comprensorio è leader nella trasformazione in moda. "Abbiamo una grande ricchezza culturale, alimentare e di altre risorse ? ha detto ? abbiamo riscontrato un'ottima accoglienza in Toscana e abbiamo avviato interessanti contatti con imprese toscane. In questo momento il nostro assessore alle attività produttive si trova nella zona di Santa Croce per parlare con imprese del ramo conciario interessate in particolare a pellami esotici". Ne è nato un protocollo che garantirà sicurezza e collaborazione. NOVITA' importanti sul fronte dello snellimento burocratico con un registro unico e semplificato su cui annotare cronologicamente arrivo e partenza delle partite di pelli: le aziende scarnatrici e spaccatrici che operano nella filiera conciaria con attività in conto terzi saranno così alleggerite da un inutile fardello burocratico. Lo ha deciso la Regione con una delibera di semplificazione proposta dall'assessore Enrico Rossi. "Non c'è niente di più negativo ? ha detto Rossi ? che costringere le attività produttive a percorsi burocratici complessi senza che da questi derivi neppure un beneficio sotto il profilo della sicurezza sanitaria. Questa delibera fa spazio alla semplificazione e nello stesso tempo rafforza l'efficacia dei controlli da parte della Asl, anche prevedendo l'adozione e l'utilizzazione di strumenti per effettuare l'analisi del rischio". Queste imprese sono di dimensioni ridotte (da un minimo di cinque ad un massimo di diciotto addetti), sono spesso a carattere familiare e svolgono alcune funzioni di servizio per le oltre 180 concerie non dotate delle attrezzature adatte all'interno del proprio stabilimento. Finora le aziende erano obbligate a tenere due registri di carico-scarico, uno per le pelli a qualifica sanitaria alimentare per la fabbricazione di gelatina e l'altro per le pelli a qualifica sanitaria, sottoprodotto non destinato all'alimentazione umana. Con l'introduzione del registro unico, da un lato si alleggeriscono le imprese di oneri amministrativi ingiustificati e dall'altro si aumentano considerevolmente l'efficacia, anche a distanza di tempo, dei controlli veterinari circa la tempistica delle lavorazioni e le necessarie operazioni di bonifica delle attrezzature. Carlo Baroni.

Torna all'inizio


<Io, malato di cancro oppresso dai burocrati> (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

PAVIA pag. 11 "Io, malato di cancro oppresso dai burocrati" La denuncia: sballottato per ottenere un certificato dall'Asl di STEFANO ZANETTE ? PAVIA ? "PER ME SONO FORTI abusi, oltretutto nei confronti di chi già ha una grave malattia e sta vivendo una situazione non certo piacevole". Fernando Gravanati, 67 anni, conosciuto in città per la sua passione per la musica (baritono e presidente della Corale Vittadini) e per la politica (attivo militante già della Margherita, ora del Pd) racconta quello che a lui è accaduto in prima persona, ma certo è accaduto anche a molti altri, meno combattivi, che in silenzio subiscono e pagano. "Giustamente in automobile è d'obbligo la cintura di sicurezza - spiega Gravanati - e io stesso ho cercato di allacciarla nonostante sia appena stato operato per un tumore allo stomaco. Ma per le cure, chemioterapia, a cui mi devo sottoporre, mi è stato innestato un port-cart, proprio sulla spalla: la cintura di sicurezza allacciata mi ha provocato un'emorragia. Così mi sono informato su cosa dovevo fare per ottenere l'esenzione e poter andare in auto senza cintura ma senza rischiare la multa". GRAVANATI S'È IMBATTUTO nella solita burocrazia che, nei buoni propositi, tanti enti e istituzioni stanno tentando di alleggerire, ma in realtà pesa ancora troppo sulle spalle, e sulle tasche, dei cittadini. "Per avere quest'esenzione - prosegue Gravanati - non basta infatti una semplice dichiarazione del medico di famiglia, che pure sta seguendo da tempo la mia malattia. Evidentemente per la burocrazia il medico di famiglia non è credibile. Bisogna andare all'Asl. E dopo la coda allo sportello 8, la risposta è che per avere l'esenzione per non mettere la cintura di sicurezza bisogna pagare un bollettino di 36 euro e prenotare una visita del loro medico che può rilasciare il certificato. Avevo portato all'Asl tutta la documentazione sulla mia situazione, con la cartella clinica di quello che mi avevano fatto in ospedale e l'innesto del port-cart. Ma non basta. Devo fare un'altra visita e pagare il bollettino, anche se per la mia malattia sono esentato dal pagamento dei ticket. Per poter non mettere la cintura di sicurezza, no, bisogna pagare 36 euro. Come una multa per divieto di sosta". NON È CERTO L'ENTITÀ della cifra da pagare a provocare le proteste di Gravanati, piuttosto il dover effettuare le solite trafile burocratiche per ottenere una banale esenzione. "Capisco che si voglia evitare che i soliti furbi - aggiunge ancora Gravanati - presentino dichiarazioni false e ottengano facilmente un'esenzione per non pagare le multe se circolano in auto senza cintura di sicurezza. Ma io, purtroppo, la devo chiedere per una reale necessità, che è facilmente dimostrabile con la mia situazione, scritta nero su bianco sulle cartelle cliniche". E questo accade nella Lombardia informatizzata che di recente ha presentato i vantaggi della Card sanitaria, che consente di visualizzare on-line le cartelle cliniche, ma che poi per un certificato chiede il pagamento di 36 euro.

Torna all'inizio


Bandiere tricolori alle finestre Il corteo ha coinvolto l'intera cittadina (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

LECCO E HINTERLAND pag. 4 Bandiere tricolori alle finestre Il corteo ha coinvolto l'intera cittadina OGGIONO CONFERITO UN ATTESTATO AL COMANDANTE DEI GHISA di GIANNI RIVA ? OGGIONO ? BANDIERE tricolori alle finestre, una piazza vestita a festa, messa in Santa Eufemia celebrata dal prevosto e infine discorso del sindaco Pietro Riva. Oggiono ha vissuto, a differenza del capoluogo, una Festa della Repubblica degna della sua importanza. Ma è stata anche l'occasione per il primo cittadino, a nome della sua amministrazione, consegnare un attestato civile al tenente Mauro Sala, comandante della Polizia Locale per il suo spirito di servizio in favore della comunità. Per l'ufficiale è stata una sorpresa: "Non mi aspettavo simile riconoscimento". LA CRONACA della giornata ha visto dopo la messa celebrata in Santa Eufemia dal prevosto don Amintore Pagani il corteo aperto dal Gonfalone rossoblu del comune. I numerosi partecipanti hanno poi raggiunto piazza Manzoni dove il sindaco ha prima deposto un omaggio al monumento ai caduti delle guerre e poi nel discorso celebrativo ha detto: "In questa giornata importante sono tre i verbi che più degli altri servono per dare ulteriore contenuto: conoscere,rispettare e amare. Il primo: conoscere i diritti e i doveri. il secondo: il rispetto. I cittadini hanno pari dignità senza distinzioni e il terzo: amare lo Stato". IL SINDACO Pietro Riva ha evidenziato anche le attuali realtà comunali: "Se ci deve essere una riforma costituzionale è quella di semplificare il lavoro nei vari livelli togliendo la burocrazia. Il federalismo fiscale? Serve per dare maggiore autonomia togliendo previlegi in certe Regioni". Al momento celebrativo dei 62 anni della Repubblica Italiana ma anche del sessantesimo anniversario di introduzione della "Magna carta" anche il presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci Cavaliere Luigi Turati e rappresentanze delle forze militari in congedo e militari come il Maresciallo Ambrosi, comandante della stazione dei carabinieri. "UN MOMENTO toccante - ha rimarcato il presidente Luigi Turati - un cammino iniziato nel secondo Dopoguerra, che ha trovato pieno compimento". Al termine l'amministrazione comunale ha offerto un rinfresco accompagnato dalle note del Corpo Musicale Marco D'Oggiono.

Torna all'inizio


IL COMUNE di Cattolica assumerà 12 nuovi vigili stagionali per (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

CATTOLICA E VALCONCA pag. 12 IL COMUNE di Cattolica assumerà 12 nuovi vigili stagionali per... IL COMUNE di Cattolica assumerà 12 nuovi vigili stagionali per il momento. Il fatto è che nonostante sia stato effettuato un corso-concorso con oltre una trentina di partecipanti, per questioni di tempo e di burocrazia ora a palazzo Mancini si fatica a trovare altri vigili disponibili a ricoprire l'incarico stagionale. Motivo? Negli altri Comuni limitrofi sono stati effettuati contemporaneamente altri concorsi ed alcune divise hanno preferito accasarsi in tali realtà amministrative. L'assessore alla Polizia Municipale Giovanni Ruggeri aveva promesso circa 15-18 vigili stagionali in più ed ora assicura. "La nostra graduatoria è molto ampia ed abbiamo intenzione nei prossimi giorni di assumerne almeno altri tre sino a 15 complessivi". I ben informati temono che però tale graduatoria si esaurisca in breve tempo. C'è anche la questione economica da valutare con le casse comunali sempre in difficoltà e le prospettive lavorative per un vigile appena assunto con un contratto di solo 4 mesi sono tutte da valutare cambiando opportunità e strategie in ogni singolo Comune. "Non è una questione economica _ ribadisce Ruggeri _ ma solo burocratica".

Torna all'inizio


Agroalimentare, troppa burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

RIMINI AGENDA pag. 9 Agroalimentare, troppa burocrazia LE DIFFICOLTÀ burocratiche ed amministrative sono il primo problema per i conduttori di imprese agroalimentari di qualità. Il dato risulta da un sondaggio tra gli operatori presenti alla manifestazione specializzata "Squisito!", che si tiene per la quinta edizione nella comunità di San Patrignano. A indicare la criticità della burocrazia è il 56% degli interpellati, che se la prendono anche con i prezzi alti dei prodotti (57%) e le difficoltà di reperirli (36%) . Il questionario, elaborato dal ricercatore dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino (Isa-Cnr), Gianvincenzo Barba, fornisce l'immagine di un mercato in espansione con un occhio attento all'estero, che interessa il 42% degli operatori. Il 90% ritiene che l'agro-alimentare di qualità vada valorizzato attraverso il coordinamento di filiera e una maggiore promozione.

Torna all'inizio


La malattia esonera dalla cintura in auto? Devi pagare 36 euro (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACHE pag. 17 La malattia esonera dalla cintura in auto? Devi pagare 36 euro IL CASO ? PAVIA ? SI DEVE pagare un bollettino postale di 36 euro, come per una multa per divieto di sosta, per richiedere all'Asl un certificato per poter circolare in automobile senza cintura di sicurezza allacciata. Anche se la necessità è dovuta a una grave patologia, facilmente documentabile attraverso il medico di famiglia o le cartelle cliniche, di recente messa anche on-line grazie alla Card sanitaria regionale. La denuncia arriva da Fernando Gravanati, 67 anni, conosciuto a Pavia per la sua passione per la musica (baritono e presidente della Corale Vittadini) e per la politica (attivo militante già della Margherita, ora del Pd), che racconta quello che a lui è accaduto in prima persona. "Giustamente in automobile è d'obbligo la cintura di sicurezza - spiega Gravanati - e io stesso ho cercato di allacciarla nonostante sia appena stato operato per un tumore allo stomaco. Ma per le cure, chemio-terapia, a cui mi devo sottoporre, mi è stato innestato un port-cart, proprio sulla spalla: la cintura di sicurezza allacciata mi ha provocato un'emorragia. Così mi sono informato su cosa dovevo fare per ottenere l'esenzione e poter andare in auto senza cintura ma senza rischiare la multa". E s'è imbattuto nella solita, costosa burocrazia. "Per avere quest'esenzione - prosegue Gravanati - non basta una semplice dichiarazione del medico di famiglia, che pure sta seguendo da tempo la mia malattia. Bisogna pagare alla Regione un bollettino di 36 euro e prenotare una visita dal medico dell'Asl che può rilasciare il certificato". Stefano Zanette.

Torna all'inizio


Expo, la Spagna lancia la sfida a Milano (sezione: Burocrazia)

( da "Unita, L'" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Stai consultando l'edizione del Expo, la Spagna lancia la sfida a Milano di Toni Fontanainviato a Saragozza Gli spagnoli non lo dicono, ma l'obiettivo è chiaro: dimostrare di essere i primi della classe, i primi nel mondo. Forse ci riusciranno e la sfida con Milano è aperta. La Spagna moderna, ma alle prese con la crisi ed il rallentamento del miracolo economico, la Spagna di Zapatero, gioca le sue carte sull'Expo di Saragozza, la fiera internazionale, sorella minore di quella universale in programma a Milano tra sette anni. Anche questa Expo doveva svolgersi in Italia a Trieste, ma baruffe interne alla destra fecero fallire la candidatura a vantaggio degli spagnoli. Per i quali l'argomento è tuttavia tabù, l'Italia anzi ha ottenuto un posto d'onore dentro l'avveniristico villaggio che sta sorgendo in un'ansa del fiume Ebro, in Aragona. Sfida dunque, in più direzioni. Per prima cosa gli spagnoli vogliono dimostrare di essere un passo avanti agli altri europei in quanto a fantasia e modernità. Saragozza dista 300 chilometri da Madrid, da Barcellona e Bilbao. Dalla capitale ci si arriva a 300 all'ora sul treno Ave che raggiunge la stazione del capoluogo dell'Aragona in un'ora e mezza scarsa. Da qui, sotto le arcate ultramoderne della stazione, parte la "telecabina", una funivia con le cabine a forma di uovo che, volando sopra il fiume (2000 persone all'ora), porta fin nel cuore dell'Expo sotto la Torre dell'acqua, l'edificio più alto della mostra (76 metri, 2100 m2 di superficie). Poi ci si perde in un grande cantiere. In un angolo di un capannone ci sono le foto che mostrano la progressione dei lavori: nel marzo 2005 non c'era nulla, nel 2007 solo lo scheletro dei padiglioni, ora a pochi giorni dall'inaugurazione, manca solo qualche pennellata e un po' di stucco. L'Expo è dedicata all'acqua, ha tre porte d'entrata, comprede padiglioni allestiti da 106 paesi, il più grande acquario d'Europa, 1000 m2 di piazze tematiche che sezionano "l'oro blu" in tutte le sue facce, dai rischi rappresentati da uragani e tsumani, alla sete, al rapporto tra città e corsi d'acqua. "Per realizzare i recinti sono stati investiti 700 milioni di euro - spiega il capo della comunicazione Antonio Silva - in città sono stati spesi oltre 1600 milioni. L'Expo metterà in moto un giro d'affari di 9 miliardi di euro, sono attesi, tra il 14 giugno ed il 14 settembre, tra gli 8 e i 12 milioni di visitatori". E veniamo all'Italia che affronta l'appuntamento spagnolo come una prova generale di Milano Expo 2015. In effetti, nonostante le recenti polemiche tra Roma e Madrid, l'Italia ha ottenuto una piazza d'onore. "Il padiglione ha una forma ovale ed un'estensione di 1400 m2 su due piani con un altezza di 8 metri - spiega Ugo Trojano, responsabile della comunicazione per lo stand italiano - è collocato all'apice dell'esposizione nell'edificio chiamato Ebro visibile da tutti i settori, alla confluenza di due correnti di flusso dei visitatori". Ci si arriva anche percorrendo i 270 metri del ponte, a forma di fiore che si apre e si chiude, disegnato dall'architetto Zaha Hadid. Dai Musei capitolini arriverà a giorni, scortatissima, la Venere Esquilina, i visitatori verranno a contatto con allestimenti interattivi che descrivano le grandi opere idriche dall'impero romano ai giorni nostri. Non mancano il ristorante e la boutique delle firme della moda. "Il tema dell'acqua - interviene l'ambasciatore Claudio Moreno, commissario governativo per Expo Saragozza 2008 - coinvolge un ampio gruppo di imprese e di imprenditori italiani specializzati nel settore impiantistico e dei grandi lavori inflastrutturali che operano nei paesi in via di sviluppo e in paesi sviluppati colpiti da croniche carenze di acqua, come ad esempio i paesi del Golfo". Otto le regioni italiane rappresentate assieme a grandi gruppi e soggetti da Fincantieri e Enel, alla Marina Militare. "Il vero segreto - interviene l'archietto Italo Rota che ha curato il padiglione tematico dedicato all'acqua e alle città - è rappresentato dall'entusiasmo dei giovani che hanno preso parte alla realizzazione dell'Expo, dalla condivisione del progetto da parte della popolazione, dal fatto che la realizzazione delle opera è stata favorita da una burocrazia organizzata ed efficiente. Spero che a Milano succeda altrettanto, ma ho l'impressione che in Italia ci sia l'abitudine a fare ciascuno per se. E poi - prosegue Rota - dopo la fine dell'Expo rimarrà moltissimo, il territorio non verrà abbandonato, resterà una parte della città vivibile". Cerchiamo di saperne di più da Antonio Silva che conferma: "Dopo la fine dell'Expo inizierà la fase delle riutilizzazione. Abbiamo già venduto il 42% degli spazi, sarà realizzato un "parque empresarial" (centro direzionale) di 160mila m2, destinato a uffici, servizi, strutture per l'industria. Cercheremo di manterenere la struttura architettonica, prevedendo al tempo stesso la massima versatilità in quanto alla futura commercializzazione". Alla realizzazione dell'Expo hanno lavorato 30mila volontari, 3800 dei quali hanno frequentato corsi di formazione e sono stati integrati nella struttura della rassegna. Oltre 2000 esperti sono stati coinvolti nella definizione della "Carta dell'acqua" che sarà presentata il 5 e 6 giugno.

Torna all'inizio


Di GABRIELE GALLO C'È UN SOGNO comune che non è azzardato attri (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

REGGIO PRIMO PIANO pag. 2 di GABRIELE GALLO C'È UN SOGNO comune che non è azzardato attri... di GABRIELE GALLO C'È UN SOGNO comune che non è azzardato attribuire a tutti gli esseri umani che popolano i cosiddetti paesi "civilizzati": avere la possibilità, un giorno, di lasciarsi alle spalle il ritmo frenetico, martellante, spesso insano, certamente inumano, di quella che, non senza una punta di presunzione, definiamo "civiltà". Ho messo via un po' di illusioni, però lo so che sono lì, direbbe Luciano Ligabue. Be', Fiorella Marani, di Bagnolo in Piano, e Paola Iemmi, da Campagnola Emilia, quel cassetto l'hanno aperto. Da Reggio Emilia alle Seychelles, prendendo in affitto una villa e trasformandola in un bed & breakfast, per cambiare vita e trovargli un senso più compiuto e più a misura d'uomo. La Marani, nata a Carpi nel 1961, ma vissuta sempre nella bassa reggiana, fino a pochi mesi fa gestiva un bar a Bagnolo; poi la decisione di rivoluzionare la propria esistenza. Signora Fiorella, lo sa in quanti oggi leggendo questo articolo la invidieranno? "Lo immagino. Del resto l'ho fatto anch'io per tanto tempo, quando sognavo di vivere in posti come questo". Che ora è realtà... "Non ce la facevo più a vivere in Emilia. Troppo stress, tutti sempre di fretta. Ero diventata insofferente alla vita quotidiana. Era terribilmente frustrante rendersi conto, giorno dopo giorno, che la mia terra stava perdendo quei valori di convivialità e ospitalità, che l'avevano sempre contraddistinta. Vedevo le persone chiuse nel loro guscio: casa e lavoro e poi basta. Stavo diventando così anch'io e ho capito che non ce l'avrei fatta a lungo". Che tipo di vita conduceva dalle nostre parti? "Per vent'anni ho gestito varie attività commerciali insieme ai miei familiari, in ultimo ho preso in carico il Cafè Olè (ora del nipote Valentino, ndc) che è stato un primo passo verso le mie attuali scelte. Lavorando in un bar ero sempre a contatto con la gente che si raccontava, con cui, anche se per un breve lasso di tempo, si poteva dialogare. Chi la conosce ci dice che, in anni passati, non si è fatta mancare niente dal punto di vista delle emozioni... "Be' avevo hobby un po' particolari. Ho fatto molti lanci col paracadute, quando potevo salivo in montagna per sciare, affrontare scalate, ogni fiume agitato era un'occasione per fare rafting. Col tempo però mi sono tranquillizzata. Ma non ho certo rinunciato a emozionarmi". Come è arrivata alle Seychelles? "Quando ho deciso di dire basta al tipo di vita che facevo in Italia mi sono messa alla ricerca di un posto dove ritrovare i valori che mi erano stati trasmessi nell'infanzia, dove si potesse vivere tranquilli, senza la competitività ossessiva che c'è da noi, senza dover temere che in ogni persona che frequentavo ci fosse qualcuno che volesse ingannarmi. Cercavo trasparenza e lealtà e, lo ammetto, un bel mare e un clima caldo". È arrivata subito nell'oceano Indiano? "Ho girato diversi posti. In realtà, all'inizio, avevo puntato sul Brasile, poi, arrivando qui, ho conosciuto Paola, che mi ha raccontato la sua storia, mi ha spiegato che da tempo trascorreva lunghi periodi alle Seychelles; parlando e diventando amiche è nata la nostra idea di diventare socie". Da cosa nasce cosa e adesso gestite una specie di pensioncina... "Paola, negli anni, ha conosciuto molti abitanti del luogo, si è inserita piuttosto bene. Piano piano si è rafforzata in lei l'idea di restare: ha coltivato il terreno. Quando sono arrivata io abbiamo trovato subito un'intesa e la condivisione di un progetto. Girando per Praslin abbiamo visto una villa con le caratteristiche adatte a quello che avevamo in mente di fare. A quel punto abbiamo fatto i passi necessari per aprire l'attività: qui la burocrazia è molto più semplice, tra l'altro". Dove si trova il vostro bed & breakfast? "A due passi dall'estasi, sulla Cote d'Or, probabilmente la spiaggia più bella dell'isola, non a caso è vicino a quelli che sono considerati gli hotel più gettonati del territorio. Siamo immersi nel verde, a cento metri dal mare, praticamente è come essere in mezzo a una foresta. Il salone ha due grandi vetrate, da cui è possibile osservare il mare". Quanti turisti potete ospitare? "Per ora circa una decina: il nostro scopo è far passare giorni sereni e rilassanti a chi viene a trovarci, ma in un clima di convivialità, molto familiare, libero. C'è la possibilità di usare la cucina autonomamente, ma anche di gustare i piatti indigeni, genuini e prelibati, della tipica cucina creola, preparati dai nostri amici sul posto. Il progetto di ingrandirci, col tempo, c'è, ma senza snaturare l'essenza di ciò in cui crediamo. Anche potendo non faremmo mai un mega albergo da cento stanze". Ha intenzione di fermarsi alle Seychelles per tutta la vita? "Se le cose continuano ad andare come adesso, sì. Ma ai legami con le mie origini non rinuncio: almeno una volta all'anno tornerò sempre a Bagnolo". PAOLA IEMMI, 46 anni splendidamente portati, questo spettacolare angolo di mondo, l'ha scoperto nel 2000 e da allora non l'ha più abbandonato. "Fu la prima vacanza dopo la separazione ? racconta ? Prima sembra il peggiore dei drammi, poi ti rendi conto che riacquistare la tua quota di libertà ti fa toccare il cielo con un dito. Venni per quindici giorni con le amiche. Da quel momento sono sempre tornata, fermandomi ogni volta un po' di più. L'anno scorso sono rimasta tre mesi. D'ora in poi sarà il contrario, verrò nel reggiano per un mese a salutare parenti e amici e per il resto dell'anno abiterò qui". In Italia cosa faceva? "Ho lavorato per molto tempo in un negozio di maglieria, quindi ho rilevato una gelateria a Rio Saliceto, che ho ceduto alla fine del 2007 per trasferirmi a Praslin". Cosa l'ha fatta innamorare di questi posti? "Sarebbe facile dire il sole, il mare, la straordinaria vegetazione, il modo di vivere dei suoi abitanti, ma il vero motivo per cui ho deciso di vivere qui è un altro". Lo spieghi? "Dopo anni di frequentazione con questo popolo mi sento quasi una di loro. Col tempo ho imparato a farmi conoscere e loro mi hanno accettato per quella che ero, cosa ormai impensabile in Italia dove i contatti con le persone sono spesso brevissimi e superficiali. Ormai posso dire che sono tutti miei amici, mi salutano al mattino quando vado a fare la spesa, chiacchierano con me e Fiorella volentieri, sovente ci danno una mano qui nella guesthouse. Mi piace tutto di questo posto e non credo che tornerò indietro". Sappiamo che in Italia vive sua figlia, Erika. Come ha accolto la sua decisione? "Intanto non avrei mai lasciato casa e lavoro a Rio se lei non fosse stata d'accordo. Ce la siamo sempre cavata da sole e siamo unitissime, se fosse stata contraria avrei rinunciato. Erika ha appoggiato la mia scelta fin dall'inizio, e ora è molto contenta. Mi dice che mi vede sempre sorridente e felice, cosa che in passato non era così comune. Naturalmente la lontananza da lei mi pesa molto, però ogni tanto riesce a venirmi a trovare e ci sentiamo spesso. In più lei è indipendente e matura, anche se ha solo ventitre anni. Insomma, non sono preoccupata per come affronta la sua vita". Com'è la sua giornata tipo alle Seychelles? "Ora che abbiamo aperto l'alloggio molta parte è dedicata alla sua gestione, ma io in un certo modo ne approfitto. Mi occupo infatti di portare gli ospiti in giro per l'isola, in escursione alle sue incredibili bellezze: in pratica loro si divertono e io pure. Non c'è nulla di Praslin che ancora non mi emozioni". Si sente una donna realizzata? "Sono in pace con me stessa. Credo di avere dato tanto agli altri per meritarmi ora qualcosa anche per me. L'amicizia con Fiorella mi ha completato, lei è più tenace e dura e mi ha aiutato ad esserlo anch'io, senza farmi perdere la mia tenerezza e la mia sensibilità". Signore... "Ragazze, prego!". Ragazze, cosa volete dire ai reggiani che vi leggeranno? "Che è il modo di vivere che la società ha imposto in Italia e nel cosiddetto mondo civile, che non ci piace più ? rispondono all'unisono Fiorella e Paola ? non i posti o la gente. Ci piacerebbe che tanti dalle nostre parti ci facessero una visita, che venissero qui, lontano da stress e tensioni, a rivivere, insieme a noi, la nostra reggianità, il nostro temperamento più vero". CHI VUOLE accogliere l'invito di Paola e Fiorella può contattare direttamente quest'ultima allo 00248740012, oppure, in Italia: 0522265050, riferimento Nazarena.

Torna all'inizio


Vertice i soldi ci sono, ma i messaggi sono confusi e la tempistica sbagliata (sezione: Burocrazia)

( da "Riformista, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Vertice i soldi ci sono, ma i messaggi sono confusi e la tempistica sbagliata Ritardi ed errori della Fao: agli ogm preferisce il bio Qualche giorno fa Jacques Diouf ha identificato nel disinteresse della comunità internazionale la principale causa dell'emergenza alimentare globale. "Tutti sapevano e nessuno ha voluto fare nulla". Almeno in questo il direttore generale della Fao ha ragione: anche se la siccità australiana e le manovre speculative hanno peggiorato le cose, i contraccolpi dei sussidi ai biocarburanti erano prevedibili, l'aumento dei consumi nei paesi emergenti era un fenomeno ampiamente studiato, così come è risaputo che ostacolando la ricerca, la produttività agricola non può tenere il passo. C'è una cosa però che Diouf ha dimenticato di dire e probabilmente non dirà neppure nel corso della conferenza che si apre oggi a Roma: nemmeno la Fao ha fatto ciò che avrebbe dovuto per prevenire la crisi. Nell'ultimo grande summit, quello del 2002, è stato solennemente ribadito l'impegno di dimezzare il numero degli affamati entro il 2015, ma ora ci ritroviamo con una nuova emergenza che si è sommata alla vecchia. Mentre il carocibo ingrossa l'esercito dei nuovi poveri svuotando le dispense delle popolazioni urbane, la fame continua a uccidere i più miserabili, quelli che non comprano i prodotti quotati sui mercati internazionali. Robert Paarlberg - autore di Starved for Science: How Biotechnology Is Being Kept Out of Africa (Harvard University Press, 2008) - ha spiegato che gli agricoltori africani oggi producono, su base procapite, il 19% in meno rispetto al 1970 e questo accade in quasi tutta l'Africa sub sahariana, "anche nei paesi che coltivano food crop più che cash crop, anche in quelli che non sono dilaniati da conflitti interni, quelli con governi eletti e bassa inflazione, persino nei paesi in cui i tassi di Hiv sono modesti, quelli che hanno accesso ai mercati internazionali, quelli che ricevono generosi aiuti dall'estero". La produzione è disperatamente ferma, perché qui non sono arrivati i progressi tecnologici: non ci sono sementi migliorate, fertilizzanti chimici, corrente elettrica, irrigazione. Lavorando in queste condizioni i coltivatori africani (in gran parte donne e bambini) guadagnano circa un dollaro al giorno e per un terzo sono denutriti. Oltre a cercare di frenare l'impennata dei prezzi, dunque, bisogna puntare sulla modernizzazione dell'agricoltura locale. Diouf lamenta che i suoi appelli per aumentare gli investimenti in campo agricolo sono rimasti inascoltati. Ma con uno staff di oltre tremila persone e un budget di oltre 400 milioni di dollari l'anno avrebbe potuto fare di più, cominciando con il tenere dritta la barra del timone. Troppo spesso l'organizzazione che il senegalese dirige dal 1993 è apparsa più preoccupata di non farsi nemici che di favorire l'adozione di politiche efficaci. Qualche esempio? La conferenza internazionale del 2007 sull'agricoltura organica, il cui messaggio è stato così ambiguo da far scrivere alla stampa che "il biologico può produrre abbastanza cibo per tutti". Per rimediare all'equivoco la Fao ha diffuso un comunicato con un titolo imbarazzante. La prima riga a grandi caratteri recitava "L'agricoltura organica può contribuire a combattere la fame", la seconda aggiungeva in piccoli caratteri "ma i fertilizzanti chimici sono necessari per nutrire il mondo". Lo stesso vale per le moderne biotecnologie, di cui la Fao ha riconosciuto l'utilità pubblicando un rapporto ad hoc nel 2004, salvo poi inscenare il solito balletto di fronte alle immancabili proteste. "Non abbiamo bisogno degli Ogm ora - è il leitmotiv di Diouf - ma potremmo averne bisogno in futuro". Mai una volta che abbia spiegato che continuando ad osteggiare le biotecnologie oggi, non avremmo trovato questi prodotti pronti per l'uso domani, quando ce ne sarebbe stato più bisogno. Quando autorevolezza e risorse economiche sono in calo, le istituzioni diventano ricattabili. Probabilmente è anche per questo che la Fao non ha tenuto testa alle lobby più rumorose, quelle che pretendono di rappresentare gli interessi dell'ambiente e dei poveri propagandando ricette fuori dal tempo. Lo stato di crisi dell'organizzazione è stato certificato lo scorso settembre da una valutazione esterna indipendente. Nel rapporto si legge che la sua burocrazia è "pesante e costosa", che ha difficoltà a "identificare le vere priorità", che per cultura "rifugge dai rischi", che senza una riforma radicale "il suo declino sarà irreversibile". E queste non sono le parole di un rivale politico, come il presidente del Senegal Abdoulaye Wade che un mese fa ha attaccato Diouf invocando la chiusura della Fao. Si tratta dell'analisi eseguita da un gruppo di valutatori che per 18 mesi hanno visitato gli uffici, interrogato i dipendenti, studiato le carte, sotto la supervisione di un comitato della stessa Fao. Se Diouf ha accettato di sottoporre la sua organizzazione al giudizio, per la prima volta dopo sessant'anni dalla creazione, probabilmente è perché dal 1994 al 2005 le risorse finanziarie erano calate del 31% in termini reali e per cercare di invertire il trend non restava altro che giocare la carta della trasparenza e della buona volontà. Per voltare pagina, insomma, non basteranno le belle promesse di un summit. Ci vorrà un'agenda chiara, che preveda oltre agli interventi di emergenza anche strategie di lungo periodo e una riforma del sistema di governance globale in campo agricolo e alimentare, come auspicato dal direttore dell'International Food Policy Research Institute Joachim von Braun. E soprattutto ci vorrà il coraggio di mettere questa agenda in pratica. 03/06/2008.

Torna all'inizio


Lo dico al tirreno (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pistoia LO DICO AL TIRRENO PERSONALE Il Comune si è arreso di fronte alle pressioni Ho letto con interesse l'intervento di Antonio Pileggi sul rapporto fra costo del personale ed efficienza del servizio nelle pubbliche amministrazioni. Le osservazioni contenute nell'articolo sono, come al solito, centrate e pienamente condivisibili, specie in ordine alla necessità della introduzione di un sistema premiale per i Comuni che assicurano un buon rapporto fra efficienza e costi ed al contempo sanzionatorio per chi spreca risorse non assicurando un buon servizio. Ma anche in assenza (o in attesa) di tale riforma, nel frattempo le amministrazioni non possono tuttavia restare inerti di fronte ad una fondamentale esigenza di razionalizzazione della spesa: finita l'era delle vacche grasse, in cui era ammesso di tutto e di più (piante organiche gonfiate, assunzioni senza necessità, costi elevati per servizi scadenti), adesso bisogna (finalmente!) fare i conti con la scarsità delle risorse e con la necessità di recupero di efficacia, oltre che di efficienza. Può allora la politica rimediare ai danni che ha prodotto? L'esperienza del Comune di Pistoia appare significativa delle difficoltà che incontra un tentativo di riscossa del buon governo. All'inizio del mandato scorso, il sindaco Berti ha (coraggiosamente) commissionato uno studio all'Università di Castellanza, che ha messo impietosamente a nudo le tante e varie criticità di una gestione dissennata del personale. Dopo una serie di apprezzabili tentativi di riorganizzazione, l'amministrazione sembra essersi arresa di fronte a pressioni e resistenze, non solo sindacali, ma anche interne alle stesse maestranze, che hanno ostacolato il percorso di razionalizzazione. E' prevalsa la conservazione, che è assai più facile del cambiamento. E restiamo con un ufficio tecnico che non dà un servizio, ma crea ostacoli agli utenti (quante pratiche, salvo eccezioni, sono congelate anche per anni, prima di una risposta!); ci teniamo una burocrazia opprimente che ci fa sentire sudditi e non cittadini (si pensi allo sportello unico per le attività produttive, prototipo dell'incapacità a fornire un servizio adeguato); tolleriamo che i dirigenti sempre meno rispondano alla giunta e al consiglio comunale (con delibere che scientemente vengono dai medesimi disattese), e conserviamo un esercito di dipendenti comunali scontenti, talvolta poco professionalizzati, che non credono più ad un sistema meritocratico (con l'imprimatur del giudice del lavoro che ha accolto vari ricorsi, evidenziando una gestione, diciamo così, "non trasparente" delle promozioni). Ha ragione allora Pileggi: non basta licenziare i fannulloni, occorre anche una seria politica sul personale, che premi solo chi lo merita, e che consenta ad ogni singolo lavoratore di essere e di sentirsi prezioso per il bene della collettività. Altrimenti sarà la politica, presto, ad essere licenziata. Alberto Niccolai capogruppo Laici Riformisti in consiglio comunale VIABILITà Al Fagiolo succederà come ad Agliana Vorrei uffrire la mia umilissima opinione di cittadino Pistoiese e residente della zona sud, non per presunzione ma perché, avendo letto delle 48 osservazioni presentate alla variante sud e avendo come tutti osservato e subìto i cambiamenti al traffico degli ultimi anni, oggettivamente viene da pensare che le opinioni più umili si possano tranquillamente affiancare a quelle dei blasonati esperti che hanno preso fior di quattrini dalle casse del Comune per proporre autentiche perle, come il senso unico di viale Petrocchi con tutte le sue varianti sperimentali, lo sbarramento di San Vitale, la rotondina di Porta Lucchese. E presto la chiusura dell'incrocio del Fagiolo, che in passato ha portato qualcuno a gesti estremi e ha attirato perfino le attenzioni di "Striscia la notizia". Secondo me, la chiusura dell'incrocio, che, ricordiamolo, porterà chi percorre via Fiorentina in direzione Bottegone a dover deviare fino alla rotonda della Vergine e tornare indietro per poter proseguire, con un allungamento di circa tre chilometri, somiglia molto alla modifica fatta due anni fa all'incrocio di Agliana della provinciale con via Ferrucci, quello dell'Unieuro e del Rincao Gaucho per intendersi, dove avevano vietato la svolta a sinistra invitando a proseguire fino alla rotonda successiva e tornare indietro per raggiungere via Ferrucci sud. Dopo due anni di code interminabili e insopportabili, sono stati costretti a realizzare la rotonda dove serviva e non all'incrocio successivo. Ringrazio chiunque legga questa opinione, sperando che non cada nel vuoto e ricordando ai tecnici comunali che la politica della sordità rispetto alle opinioni dei cittadini non mi pare abbia portato molti frutti alle ultime amministrative. Giancarlo Milani residente zona Montesecco.

Torna all'inizio


E' un Palio più forte di tutti i contrattempi (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

"E' un Palio più forte di tutti i contrattempi" Merighi: forse è da rivedere la procedura per l'iscrizione dei cavalli "Credo che abbia funzionato un po' tutto, nonostante questa sia una edizione del Palio che ne ha viste parecchie. E comunque siamo già impegnati per fare in modo di eliminare gli inconvenienti di quest'anno". Vainer Merighi, presidente dell'Ente Palio, è soddisfatto: il giorno di festa che segue il pomeriggio di gare in piazza Ariostea serve a staccare un po' dopo un periodo di intenso lavoro. E' un viaggio lungo tutto il Palio 2008 quello che fa il presidente, analizzando pregi e difetti della manifestazione. "Davvero - spiega - questa è stata una edizione che ne ha viste parecchie: siamo partiti bene in maggio, con la benedizione dei palii e le gare degli sbandieratori: gare in sè davvero di altissimo livello e con una presenza di pubblico davvero importante, come avevamo registrato solo in occasione dei nazionali, un anno fa. Qui, a dire il vero, però non mi sono piaciuti modi e toni con cui è stata contestata la giuria. Davvero non mi è piaciuta...". Dopo l'inizio "scoppiettante", però, altri inconvenienti, con la pioggia che ha "colpito" il corteo storico e il giuramento... "Sì - dice Merighi - è stato un problema, che ha causato disagi, ma sinceramente credo che abbiamo assistito a un corteo storico bellissimo, con oltre 1.200 figuranti, l'impegno di tutte le contrade e della corte ducale. E anche la qualità rappresentazioni è stata davvero di ottimo livello... In ogni caso anche quel rinvio ha insegnato qualcosa: l'attaccamento dei cittadini al Palio; la sera del rinvio, sotto la pioggia battente, c'erano due ali di folla per assistere al corteo e la gente è rimasta lì nonostante l'acqua che cadeva". Ecco, proprio il maltempo ha caratterizzato la seconda parte delle manifestazioni del Palio, costringendo anche al rinvio di una settimana della gara. Un rinvio, ricorda il presidente dell'Ente Palio, necessario, "perchè i nostri obiettivi primari sono fare una bella manifestazione e che si svolga in piena sicurezza. Quindi, non avendo potuto stendere il secondo strato di materiale sulla pista - quello che proprio garantisce la sicurezza dei cavalli - non avevamo garanzie. La seconda settimana si è riusciti a lavorare davvero bene e la pista, domenica, era davvero perfetta, grazie all'organizzazione, ai tecnici, al Comune". Sul fronte della gara, vi sono stati comunque un paio di episodi problematici, a cominciare da quanto accaduto a San Giovanni (fantino con certificato di indisponibilità e due cavalli non idonei a gareggiare): "Credo che la decisione assunta, con il confronto fra le contrade e nel maestrato dei savi, sia stata quella più corretta. Ma risolta questa vicenda è arrivato l'episodio di San Giacomo, che ha dovuto rinunciare ai due cavalli: la contrada ha dimostrato estrema serietà, visto che pur essendo rimasta con un solo cavallo ha chiesto la verifica delle sue condizioni, anche a costo di non correre pur di non mettere a repentaglio il quadrupede. Mi è davvero dispiaciuto molto che non abbiano potuto correre...". Proprio da questi episodi, l'intenzione di Merighi è di cominciare da subito a valutare come mettere a punto e meglio definire le procedure per l'iscrizione dei cavalli e "vedere con l'amministrazione comunale se è possibile snellire l'iter, togliendo un po' di burocrazia". Altro tema da affrontare, i tempi lunghi dell'atto finale in piazza Ariostea: "I tempi della mossa non può stabilirli nessuno, e spesso anche il mossiere è di fronte alle strategie dei fantini. Credo invece che possiamo intervenire per anticipare e rendere un po' più celere il percorso del corteo e la cerimonia in piazza Ariostea. Ma una cosa è da sottolineare - ribadisce Merighi - lo stretto legame che il Palio ha con la città, dimostrato da pubblico e consensi". (al.vin).

Torna all'inizio


Eurografica senza palasport (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

La società di pallamano ha bisogno di un impianto nuovo per il campionato Eurografica senza palasport Appello della squadra neopromossa nella serie A2 GUARDIAGRELE. Palazzetto dello sport cercasi, disperatamente. La Eurografica, neopromossa alla serie A2 della pallamano, sente già la pressione della stagione 2008-2009, da disputare in una massima serie che mai era arrivata nei venticinque anni della sua storia. "Entro pochi giorni scade il termine per l'iscrizione al campionato", racconta il presidente, Antonino Di Martino, "e ancora non sappiamo quale sarà il nostro terreno di gioco". La A2 richiede di disputare obbligatoriamente il campionato under 18, con spese che quindi si moltiplicano. "Buona parte del nostro impegno economico è andato negli anni scorsi proprio alle spese per il campo in cui disputare gli incontri casalinghi", spiega il presidente, "una scelta divisa tra Bucchianico e Chieti al modico costo di 750 euro a incontro e 100 euro alla settimana per gli allenamenti". Se fino alla stagione vittoriosa appena conclusa si poteva contare in modo saltuario su strutture guardiesi, come la palestra del liceo in via Grele e la tensostruttura privata sulla strada per San Leonardo, quest'anno le dimensioni regolamentari del rettangolo di gioco prescritte per la serie A, 38 per 19 metri al minimo, costringono a giocare in trasferta anche le partite casalinghe. "Siamo preoccupati", annota Di Martino, "dal silenzio delle istituzioni che avevano promesso a fine aprile, quando l'Eurografica venne premiata in piazza, di risolvere il problema nei tempi della burocrazia sportiva che siamo tenuti a rispettare". In città, l'unica via praticabile è il completamento del campo annesso alla piscina comunale, misure già da serie A ma copertura, spalti e spogliatoi da costruire di sana pianta. La risposta dell'amministrazione arriva a stretto giro. "Il costo dell'operazione è di 350mila euro", spiega il sindaco, Mario Palmerio, "con il doppio risvolto del reperimento dei fondi e della variante da apportare al nostro piano delle opere pubbliche. Se la seconda operazione spetta interamente a noi, i fondi sono invece da ricercare nelle pieghe dei finanziamenti regionali allo sport, su cui sono all'opera l'assessore Franco Caramanico e il consigliere Angelo Orlando. La Eurografica dovrà giocare i primi incontri fuori dalle mura amiche, ma a stagione appena iniziata potrà disporre del palazzetto". L'opera sarà in legno lamellare, a completamento di un mini villaggio sportivo che prese forma col restauro e il ripristino della piscina di Colle Granaro. (f.b.).

Torna all'inizio


Finanziamenti agevolati alle imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nel settore artigianale Finanziamenti agevolati alle imprese Sono 618 le imprese artigiane nate nel 2007 in provincia di Pordenone, un'area dove il comparto rappresenta il 32,2 per cento del totale delle imprese attive che, nella Destra Tagliamento, al 31 dicembre dell'anno scorso erano 26 mila 410. Nonostante le nuove iscrizioni, però, il settore, per la prima volta dopo diverso tempo, presenta un saldo negativo. A fronte di 618 nuove iscrizioni, infatti, ci sono state 842 cancellazioni. A rendere difficile la vita alle imprese, oltre alla congiuntura economica negativa, vengono indicate la pressione fiscale, l'eccesso di burocrazia, l'incremento dei costi delle materie prime, dei servizi e le problematiche connesse alla successione aziendale. Un sostegno concreto alle giovani aziende artigiane e in particolare alle realtà neocostituite chiamate a confrontarsi con un mercato in continuo cambiamento arriva dalle Banche di credito cooperativo che, in collaborazione con la Confartigianato di Pordenone, mettono a disposizione delle imprese di nuova costituzione o in fase di successione aziendale "Fare impresa", un pacchetto di finanziamenti all'interno del quale sono previste linee di credito a tassi agevolati riservate ai giovani artigiani. L'offerta, regolata da una convenzione che è stata sottoscritta dal presidente della Federazione regionale delle Bcc Italo Del Negro e da Silvano Pascolo, presidente della Confartigianato di Pordenone, comprende finanziamenti destinati a sostenere investimenti aziendali (anche ad alto contenuto innovativo) e di sviluppo imprenditoriale, l'acquisto di beni usati, le spese correnti di gestione mediante apertura di credito in conto corrente e smobilizzo di crediti salvo buon fine e anticipo fatture. La formula del finanziamento è un mutuo chirografario con una durata massima di 84 mesi e un importo che arriva sino a 75 mila euro. Il tasso a carico dell'azienda sarà collegato all'Euribor più uno spread, molto vantaggioso, pari allo 0,95%. Le banche della Destra Tagliamento di riferimento saranno la Bcc Pordenonese e la Bcc di San Giorgio e Meduno, presenti in provincia di Pordenone con 38 sportelli, pari al 17% del sistema. "L'elemento qualificante della convenzione che la rende unica - ha affermato Del Negro - è rappresentato dal coinvolgimento del Confidi imprese Fvg, al quale viene richiesto un parere preventivo sulla finanziabilità del business plan aziendale, che, se ritenuto idoneo, potrà trasformarsi in garanzia. Questo procedimento, già operativo per le neoimprese artigiane della provincia di Udine, fornisce un valore aggiunto alla proposta di finanziamenti di cui le imprese potranno usufruire a condizioni molto vantaggiose".

Torna all'inizio


GOVERNO GRECO A FAVORE DEL DECENTRAMENTO (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Atene, 3 giugno 2008 - Il Governo greco crede nella necessità di creare forti istituzioni locali, riducendo il numero di municipalità e prefetture e aumentandone il potere. Lo scrive "Seeurope", riportando le dichiarazioni del Ministro dell'Interno, Prokopis Pavlopoulos. Pavlopoulos ha affermato che le attuali municipalità potrebbero essere riunite e ridotte a un terzo del loro attuale numero, mentre le prefetture non dovrebbero superare il numero delle regioni amministrative del Paese, che attualmente è di 13. Il Ministro dell'Interno ha espresso la speranza che la legge relativa possa essere pronta a inizio autunno, così da poter essere votata dal Parlamento entro la fine dell'anno. Riguardo alla burocrazia e alla corruzione nel settore pubblico, Pavlopoulos ha riconosciuto che vi sono stati miglioramenti, sottolineando però che chi si occupa della vita quotidiana dei cittadini non può ancora essere soddisfatto. . . <<BACK.

Torna all'inizio


ROMA - Da ieri in via Catullo, stradina senza uscita di Casal di Principe, si alternano poli (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di RITA DI GIOVACCHINO ROMA - Da ieri in via Catullo, stradina senza uscita di Casal di Principe, si alternano polizia e carabinieri. La casa di Sergio, fratello dell'imprenditore assassinato, è presidiata dai baschi verdi della Gdf che identificano parenti, giornalisti, curiosi. "Prima non si vedeva nessuno", dice il fratello della vittima: "Non basta, ho paura". Nella palazzina al civico 3, dove viveva Michele Orsi, le persiane sono abbassate. In prefettura si è svolto un vertice, ma in paese c'è poca voglia di parlare. L'unica domanda è chi sarà il prossimo, a chi toccherà. La mattanza non è finita e la partita stavolta è alta. In quel maxiprocesso, che vedeva Michele Orsi nel ruolo di pentito in grado di svelare i piani alti del "business dei rifiuti", è in gioco la sopravvivenza del clan dei Casalesi. Un clan mafioso, più che camorrista, per i suoi legami antichi con i corleonesi da cui ha mutuato il fiuto per gli affari e la strategia del terrore. Un clan che può farsi sequestrare trenta milioni di euro senza battere ciglio, che dà da mangiare a mezza provincia con due milioni di euro al mese di stipendi. Che è in grado di imporre assunzioni, di controllare lo smaltimento di rifiuti a Mondragone e a Castelvolturno (il paese di Francesco Bidognetti, detto "Ciccio 'e mezzanotte"), ma soprattutto di gestire, grazie ai suoi agganci con la politica e la burocrazia, il Consorzio intercomunale detto Ce4 o Ecoquattro. Il Ce4 è un cancro nell'economia legale di Caserta, sostengono i magistrati della Dda che di lì sono partiti per istruire il processone in cui sono finiti tutti: da "Ciccio e' mezzanotte" a imprenditori con le mani in pasta, come i fratelli Orsi, da Mario Landolfi (ex presidente della Vigilanza Rai) a consulenti dell'Alto Commissariato. Un cancro di cui ieri, come sottosegretario, ha chiesto lo scioglimento in applicazione del decreto di governo del 23 maggio scorso: "Quanto accaduto conferma la necessità di intervenire con urgenza". Ma forse è tardi. Chi era davvero Michele Orsi? "Un dichiarante e non un pentito", dice il procuratore Franco Roberti che lo fece arrestare. Il difensore conferma, in chiave diversa: "Non era un pentito, piuttosto una vittima: lui e il fratello hanno versato fino a 15 mila euro al mese, per quattro anni, al clan mondragonese". Per la difesa era un imprenditore che pagava il pizzo, per l'accusa un "colletto bianco" al servizio di Bidognetti. Lo scrittore Roberto Saviano lo indica come il "Salvo Lima della camorra". Lima era un politico non un imprenditore, uomo troppo potente per essere indagato. Non lo fu mai e mai si sarebbe pentito. Il suo omicidio è un'altra storia. Orsi era ormai un uomo solo, nella terra di nessuno, vittima non della guerra di camorra, non di uno sgarro, ma della guerra tra la camorra e lo Stato, tra Stato e Antistato. Da quando lo scorso anno si era deciso a parlare, senza fare tutti i nomi però, senza rivelare fino in fondo la trama di chi era in grado di trasformare la "monnezza" in oro nero. Il 17 giugno lo attendeva il gip Enrico Campoli. Dice il pm Raffaele Cantone: "Siamo di fronte a un'operazione chirurgica". L'unico paragone, che ci aiuta a capire, è tra Bidognetti e Bagarella. Bidognetti è in carcere, ma ancora in grado di dare ordini: ha alzato il tiro da quando la sua donna, Anna Carrino, si è pentita. E' un modo per riaffermare la sua integrità all'interno del clan. Anche Bagarella, quando si pentì Pino Marchese, fratello della moglie Vincenzina, alzò il tiro. Lei è scomparsa, morta suicida, forse. Nessuno dei pentiti davvero sa com'è andata.

Torna all'inizio


Pechino avverte gli stranieri di comportarsi bene alle Olimpiadi (sezione: Burocrazia)

( da "Reuters Italia" del 03-06-2008)
Pubblicato anche in: (Reuters Italia)

Argomenti: Burocrazia

PECHINO (Reuters) - Gli organizzatori delle Olimpiadi di quest'estate hanno avvertito oggi tutti gli stranieri intenzionati ad andare in Cina di comportarsi adeguatamente, ricordando che protestare senza permesso o dormire all'aperto sono severamente vietati. Secondo la lunga lista di regole e divieti, scritta solo in cinese e consultabile sul sito ufficiale delle Olimpiadi (www.beijing2008.cn), l'acquisto di un biglietto per assistere ai Giochi non garantisce automaticamente la possibilità di ottenere un visto di ingresso per il paese. Le frontiere, inoltre, saranno chiuse a chiunque abbia intenzione di compiere azioni "sovversive" in Cina, ai soggetti affetti da malattie mentali e sessualmente trasmissibili, e alle persone che intendono prostituirsi in Cina. "Gli stranieri devono rispettare le leggi cinesi mentre si trovano in Cina e non devono mettere in pericolo la sicurezza nazionale o l'ordine sociale", si legge fra le norme. Il governo di Pechino, ossessionato dalla volontà di mantenere la stabilità a tutti i costi, è deciso a far in modo che le Olimpiadi si svolgano senza intoppi e negli ultimi mesi ha rafforzato i controlli sui visti, sui permessi di soggiorno per stranieri e sui locali di intrattenimento del paese. L'insieme di regole mira a far comprendere ai circa 500.000 visitatori che andranno in Cina in occasione dei Giochi di agosto che il paese possiede ancora molte zone vietate, una pesante burocrazia e molti organi deputati al mantenimento della sicurezza.

Torna all'inizio


Relazioni industriali alla ricerca di nuovi modelli (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-06-03 - pag: 21 autore: Relazioni industriali alla ricerca di nuovi modelli TRENTO. Dal nostro inviato Il restyling delle relazioni industriali, partendo dalla riforma del modello contrattuale, è una strada che si può percorrere. Dopo le riflessioni di respiro internazionale su economia e democrazia la terza edizione del Festival dell'economia di Trento si chiude su un tema centrale nell'agenda italiana, rilanciato con un messaggio molto chiaro domenica sera dall'a.d. di Fiat Sergio Marchionne: "Il ruolo del sindacato è utile, ma la dialettica è portata avanti ancora con strumenti antiquati". Ieri ha risposto per primo Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl. L'apertura, fa intendere, è già in corso: "è un tema all'ordine del giorno- spiega- vanno trovate forme nuove per adeguare le relazioni industriali. Veniamo da una lunga fase in cui il Paese è stato sostanzialmente bloccato, ma ora c'è lo spirito giusto per aprire una fase nuova". Sul pubblico impiego, in realtà, al primo tavolo con il neo-ministro Brunetta la tensione con la Cgil è subito salita, e su questo punto andrà misurata la coesione del sindacato. Dal canto suo il segretario confederale Cisl preannuncia buona volontà e parla di un sindacato "impegnato a uscire dai fortini di rendita che non vogliamo alimentare". Ma sulla grande chance costituita dalla riforma contrattuale restano interrogativi, e non pochi, cui rispondere. Ne solleva almeno uno Innocenzo Cipolletta, presidente delle Fs: "In questo mese ci sarà un round decisivo per le relazioni industriali. L'accordo di cui si è parlato prevede di mantenere due livelli contrattuali ma anche di allungare le scadenze. Ma perché, mi chiedo, in tutti i Paesi del mondo i contratti scadono anno dopo anno, mentre solo in Italia i sindacati vogliono allungare i termini? In questo modo, dopo quattro o anche tre anni, si arriva al rinnovo con un grado eccessivo di attese e di drammatizzazione". Poi c'è tutto il capitolo della contrattazione di secondo livello. Valeria Fedeli, segretaria nazionale Filtea Cgil e presidente europeo dei lavoratori del tessile, incrocia il fioretto con Giorgio Usai, direttore Relazioni industriali di Confindustria. "I premi di risultati contrattati a livello aziendale – dice Usai – fanno dell'Italia una delle realtà più avanzate per la partecipazione economica dei lavoratori alle aziende. Il 30% delle imprese italiane fa contrattazione aziendale coprendo il 70% dei dipendenti. Vuol dire che c'è poco nelle piccole e piccolissime imprese, ma non che siano del tutto scoperte perché nel loro caso può funzionare bene il rapporto diretto". "Su questo punto non ci siamo – avverte Valeria Fedeli –.è il territorio l'ambito ideale per il secondo livello. Non si può pensare che in una via abbia sede un'impresa con un determinato sistema contrattuale e nella via adiacente una, magari piccolissima, che ne sia priva". Sono i titoli di coda del Festival, cinque giorni e quasi 70 incontri. Alla fine c'è spazio anche per una parentesi su quella che una volta era Sviluppo Italia. "Una realtà che non c'è più – dice l'a.d. dell'Agenzia, Domenico Arcuri – dopo gli anni dell'ipertrofica crescita di partecipate e controllate ora il nostro unico obiettivo è l'attrazione degli investimenti dall'estero. Per quanto difficile, in un Paese che è ingessato dalla burocrazia". E l'ipotesi di acquistare Alitalia?, sollecita Cipolletta. Non è in agenda, assicura Arcuri per allontanare i fantasmi del passato. C.Fo. IL CONFRONTO Secondo la Cisl ora "c'è lo spirito giusto per avviare una riforma" Cipolletta: "Accorciare la durata dei contratti".

Torna all'inizio


CAMPOBASSO Una storia che ha dell'incredibile, quella della (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Stampa CAMPOBASSO Una storia che ha dell'incredibile, quella della ... CAMPOBASSO Una storia che ha dell'incredibile, quella della famiglia Perrella di Campobasso, che vive con appena 257 euro al mese. Lui, ipovedente, è alla ricerca disperata di un posto di lavoro, che gli consenta di guadagnare uno stipendio con cui garantire il mantenimento della moglie e delle due figlie, malate e bisognose di cure specialistiche presso strutture di fuori regione. Un caso ben noto alle istituzioni locali, che si scontra con la burocrazia e alcune incongruenze della legge. Venditti a pagina 3.

Torna all'inizio


Cipolletta: welfare, basta con il <ma anche> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Alto Adige" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: FESTIVALECO - data: 2008-06-03 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Il forum Arcuri (Sviluppo Italia): "Abbiamo razionalizzato". L'ex ministro Ferrero out per un incidente Cipolletta: welfare, basta con il "ma anche" TRENTO - Innocenzo Cipolletta e Domenico Arcuri hanno cercato di far dimenticare i molti forfait dati al forum di ieri su "mercato, welfare e solidarietà ". Non c'erano nè Roberto Maroni, nè Pietro Ichino, nè Raffaele Bonanni. Alla fine non si è presentato nemmeno Paolo Ferrero, bloccato da un incidente d'auto senza conseguenze. "Su cosa sia da preferirsi, tra sicurezza del posto di lavoro e mercato, la verità sta nel mezzo. Ecco, io - ha detto ieri Cipolletta in una stracolma sala Depero -, vorrei che ognuno dichiarasse da dove parte, per arrivare in mezzo. Basta con il "ma anche" alla Veltroni ". Secondo il presidente delle ferrovie dello Stato "bisogna uscire dalla sicurezza come posto di lavoro e passare alla sicurezza del lavoro. Ma perché, ad esempio, la cassa integrazione deve rimanere in capo al pubblico? Imprese e lavoratori paghino ciascuno la propria parte, magari in base allo stato del settore. Aboliremmo un po' di cuneo fiscale". E ancora: "Perché i contratti di lavoro non possono essere chiusi di anno in anno? Perché in questo paese dobbiamo drammatizzare questa fase? ". Insomma, da che posizione parte Cipolletta lo si capisce. "Siamo gli unici - ha proseguito - a far viaggiare i treni con due macchinisti. Quando passeremo a uno avremo gli scioperi. D'altronde in un sistema di monopolio è facile che monopolista e sindacati si accordino a danno dei cittadini. Io, però, non vorrei fare la fine di Alitalia. è in gioco l'efficienza del paese". A rispondere, ci hanno provato Giorgio Santini, della segreteria Cisl e, su un altro fronte, monsignore Gianpaolo Crepaldi. "Certo - ha riconosciuto il sindacalista - dobbiamo ammettere che l'idea di una garanzia slegata dal mercato sia stata un'illusione pagata molto cara, ma mercato e sicurezza hanno senso se riescono a convivere ". "Anche molti imprenditori cattolici - ha affermato per parte sua Crepaldi - credono che la dottrina sociale della chiesa vada contro il mercato. Noi, invece, riteniamo il mercato lo strumento più efficace. Ma lo strumento, non il fine: la persona non può essere oggetto di mercato, ci sono bisogni che il mercato non può soddisfare, alcune persone non possono stare sul mercato, esistono poi beni che è giusto restino di tutti. Infine, il mercato è una gara dove non si riparte mai tutti alla pari". Domenico Arcuri, invece, ha approfittato dell'occasione per un bilancio di quanto fatto a Sviluppo Italia dal marzo 2007 a oggi: "Avevamo 216 controllate, di cui 156 facevano di tutto. Quella che si occupava di autostrade del mare spendeva per il proprio cda il 70% del fatturato. In 492 sedevano in cda vari senza alcuna delega, per un costo di sei milioni d'euro l'anno. Un giorno spero di poterne elencare i cognomi. Abbiamo più che dimezzato le controllate, siamo passati da 1800 dipendenti a 1200, stiamo trasferendo agli enti locali le varie Sviluppo Italia regionali". Di welfare, Arcuri parla poco. Quello che serve secondo lui all'Italia non sono nemmeno le infrastrutture, "quelle - dice - sono sempre venute dopo lo sviluppo, i veri problemi del paese sono i tempi della burocrazia e la scarsa chiarezza sulle tasse. Agli investitori stranieri non servono contributi, servono tempi e costi certi ". Tristano Scarpetta.

Torna all'inizio


Bangkok, la svolta della Tigre (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2008-06-03 - pag: 26 autore: Bangkok, la svolta della Tigre Più consumi, non solo export - L'instabilità politica non ferma i capitali esteri THAILANDIA BANGKOK. Dal nostro inviato Dalle facciate dei grattacieli futuribili, su cui si stendono enormi suoi ritratti, il re Rama IX guarda scorrere la vita convulsa di Bangkok e della sua gente. Un popolo armato di sorrisi dalle tante sfaccettature e abituato a convivere con i paradossi che nei sessant'anni di regno del sovrano (oggi ottantenne e non in salute) hanno costellato la vita della Thailandia. Compresi 19 colpi di Stato: nelle ultime settimane le voci di un altro golpe, dopo il ritorno alla democrazia lo scorso dicembre, hanno scosso la fiducia degli investitori esteri. Eppure il 2008 è stato definito l'anno degli investimenti interni e stranieri, che di stabilità politica si nutrono. Paradossi thai, appunto. Sullo sfondo lo scontro tra i poteri forti tradizionali (aristocrazia e burocrazia), che si fanno scudo del re, e i poteri emergenti (spesso di origine cinese) cui aveva cominciato a dar voce l'ex premier e tycoon Thaksin Shinawatra esautorato dai militari nel 2006. Il suo partito (Partito del potere del popolo), forte di un grande sostegno nelle campagne, è comunque tornato alla guida del Paese grazie alla vittoria nelle elezioni dello scorso anno, e il primo ministro in carica Samak Sundaravej (72 anni) è uomo a lui molto vicino. Il rinvio delle contestate modifiche alla Costituzione (riscritta dai militari) e le dimissionidi un ancor più contestato ministro, sembrano aver rasserenato (per ora) la situazione, anche se continuano le manifestazioni dell'opposizione. Il Paese non si può permettere nuove avventure politiche. Anche i militari lo sanno (considerato lo stop subito dall'economia dopo l'ultimo sia pur incruento golpe). La posta in gioco è alta. A rischio è la corsa verso il futuro della Thailandia, tigre asiatica che, a dispetto di crisi finanziarie del passato, tsunami e esibizioni di muscoli militari, negli ultimi anni ha visto la sua economia crescere (+6% il Pil nel primo trimestre 2008 contro il +4,8 del 2007) e i capitali esteri arrivare da tutto il mondo senza sosta nei parchi industriali che costellano da Nord a Sud un terra benedetta da Buddha. Un Paese che, in tempi di crisi alimentare internazionale, si ritrova a essere il primo esportatore mondiale di riso e di altre derrate agricole, tanto da meritarsi il nome di " cucina del mondo". Una posizione geografica invidiabile nel cuore dell'Asia che attizza le ambizioni a diventare hub logistico per l'area Asean (Association of South-East Asian Nations, che raggruppa 10 Paesi), grazie anche a infrastrutture moderne che i Paesi vicini ancora non possiedono: dal nuovissimo e scintillante aeroporto Suvarnabhumi (il più grande dell'Asia) a strade a quattro corsie dentro e fuori Bangkok, ai due porti di Laem Chabang e Map Ta Phout adatti all'attracco a pescaggio profondo per le navi porta-container di nuova generazione. Nei piani del Governo, peraltro, il 2008 deve essere un anno di svolta a patto che la Banca centrale, guidata da Tarisa Wa-tanagase, riesca a domare l'inflazione interna (+7,6% a maggio rispetto allo stesso mese del 2007) rinvigorita dai prezzi record del petrolio. Nota nel mondo come la "Detroit dell'Asia" per la sviluppata industria automotive che molto ha contribuito alla crescita a due cifre dell'export thai (dopo gli Usa il Paese è il secondo esportatore al mondo di pick-up, molto richiesti sui mercati emergenti), oggi la Thailandia vuol fare un altro balzo in avanti. E ciò anche per non restare soffocata dalla concorrenza della Cina, con cui peraltro cerca più stretta collaborazione sul fronte degli investimenti infrastrutturali, per lo sviluppo dell'area del Mekong. Da un modello trainato dalle esportazioni si vuol passare a uno trainato dai consumi e dagli investimenti interni. A tal fine è stato varato un pacchetto di stimoli fiscali e l'attrazione dei capitali esteri è finalizzata non più all'incremento e alla diversificazione dell'export, ma all'aumento della competitività della produzione domestica. "Tre C per il nostro sviluppo: Connettività, Competitività e Comunità" spiega il dinamico ministro degli Esteri, Noppadon Pattama ( 47 anni). La strategia varata punta infatti a un aumento massiccio del trasporto di massa (7 nuove linee di metro solo a Bangkok) e delle infrastrutture del Paese, come a collegamenti più veloci tra il Mar delle Andamane a Ovest e il Golfo di Thailandia a Est. Quanto alla competitività, dopo lo sviluppo dell'agroindustria e dell'automotive, oggi lo sforzo si concentra su petrolchimico, energie pulite e il potenziamento dei servizi in genere. A partire dal turismo tradizionale che contribuisce in maniera determinante alla buona salute della bilancia dei pagamenti (in surplus per 15 miliardi di dollari nel 2007), e a cui oggi si va sommando il turismo medico, grazie a ospedali d'avanguardia (famoso il Bumrungrad Hospital a Bangkok) e a servizi sanitari d'eccellenza per chi, soprattutto dagli Usa, arriva contando su specializzazioni mediche a costi ben più contenuti che in patria. Il discorso della comunità investe invece e soprattutto il contributo che la Thailandia intende dare allo sviluppo dei suoi vicini più poveri, a partire dalla Cambogia e dal Laos, per la crescita dell'Asean in vista dell'area di libero scambio che dovrebbe vedere al luce nel 2015. E qui si innesta la spina nel fianco del regime militare di Myanmar: un problema che Bangkok preferirebbe risolvere non a colpi di sanzioni. "Meglio un coinvolgimento – taglia corto Noppadon Pattama –. Il problema è in Asia e l'Asia deve risolverlo. La stabilità politica dell'area è essenziale per la prosperità economica e gli investimenti". A maggior ragione, se dal gas naturale in arrivo da Myanmar la Thailandia deriva più del 20% del suo fabbisogno energetico. sara.cristaldi@ilsole24ore.com NUOVI OBIETTIVI Varato un pacchetto di agevolazioni fiscali finalizzato all'aumento e alla diversificazione delle produzioni domestiche Manifestazioni a Bangkok. Sia pure in misura ridotta, continuano da una settimana le proteste anti-governative nella capitale thailandese AFP.

Torna all'inizio


Logistica e incentivi spingono la Danieli (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2008-06-03 - pag: 27 autore: Logistica e incentivi spingono la Danieli RAYONG. Dal nostro inviato Parco industriale Eastern Seabord,a un'ora e mezzo di strada da Bangkok. è qui che dal luglio 2007 opera uno dei più grandi investimenti all'estero dell'italiana Danieli: uno stabilimento che si estende su 365mila metri quadrati e occupa 1.500 persone. "E l'espansione continua",afferma il managing director della Danieli Far East, Giorgio Segurini, soddisfatto dell'andamento del business: 2mila tonnellate di prodotti per l'industria siderurgica esportati ogni mese dai tre porti non lontani dagli impianti. E spiega che,pur avendo due stabilimenti in Cina, a fronte dell'aumento della domanda mondiale il gruppo di Buttrio (Udine) ha pensato a un'espansione in Thailandia per le facilitazioni e gli incentivi concessi dal Governo, per una manodopera più preparata che in altri Paesi dell'area e per la logistica garantita da infrastrutture di livello. Danieli a parte, tuttavia, di investimenti italiani in Thailandia non ce ne sono molti, fatta eccezione per qualche presenza nell'occhialeria, nel packaging e nella gioielleria. Recentissimo è l'arrivo di Luxottica che ha firmato un accordo di franchising con la società Diethelm Keller che permetterà alla controllata Sunglass Hut di aprire 15 nuovi negozi. E anche la presenza di Benetton sta crescendo velocemente. Ma non è un Paese su cui si è concentrata l'attenzione del Sistema Paese Italia. A differenza di quanto è avvenuto con il Vietnam. L'ultima missione ufficiale risale al 2005, e qualcosa si era mosso sul fronte dell'interesse delle imprese italiane, Pmi comprese. Poi, anche causa golpe, si è fermato tutto."Eppure –sostiene l'ambasciatore italiano a Bangkok, Ignazio Di Pace –qui ci sono infrastrutture e comunicazioni ottime, la forza lavoro costa molto meno che da noi ma è abbastanza qualificata, il sistema legislativo tutto sommato funziona e c'è meno burocrazia che in Cina o in India". Quanto ai settori di maggior interesse per l'industria italiana, "ci sono possibilità nel packaging, considerata l'importanza dell'agro-industria thailandese –afferma Luca Vianelli, direttore della Thai-Italian Chamber of commerce e partner di Mda Consulting –. Buone opportunità anche nel settore medicale. C'è poi il comparto yachting: la Thailandia potrebbe infatti diventare un hub per questo tipo di costruzioni, sinergico a un settore turistico che nel solo 2007 è stato corroborato da ben 12 milioni di presenze". Quanto al settore automotive, quello thailandese è un mercato non facile da penetrare, considerata la massiccia presenza delle case giapponesi. Ma in seno al Governo thai c'è chi punta sulla futura presenza dell'auto italiana: "è tempo per la Fiat di tornare in questa regione "è l'auspicio esplicito di Suwit Khunkitti, vice primo ministro e ministro dell'Industria. Ma c'è anche tutto il ricco comparto della componentistica, e su questo fronte è in programma una missione di imprese in Thailandia nella seconda metà di ottobre. Propedeutico sarà un seminario che si svolgerà a Torino il 17 giugno. APRIPISTA La società friulana capofila delle presenze italiane Accordo di franchising per Luxottica Meno burocrazia che in Cina.

Torna all'inizio


Quei troppi vincoli all'industria (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI data: 2008-06-03 - pag: 14 autore: ... L'ANALISI DI MARCHIONNE Quei troppi vincoli all'industria U n o dei punti di forza - pochi - dell'economia italiana, in un panorama nel complesso piuttosto malconcio, è che ha rinunciato meno di altre all'industria, alla manifattura. Ha perso alcuni importanti settori, ma non ha rinunciato alla voglia di fare. Meglio ha fatto la Germania, e qualche altro Paese. Gli Stati Uniti piangono oggi per avere solo 13 milioni di addetti al manifatturiero, neppure il triplo dell'Italia in un'economia che è otto volte più grande; e Londra, nonostante la City, potrebbe trovarsi spiazzata, una volta esaurito un petrolio offshore che non durerà a lungo. L'industria "tiene" in un'Italia dove la burocrazia, la politica, le norme e una mentalità antindustriale diffusa inventano più problemi di quanti ne risolvano. "In Italia non si creano le condizioni per lo sviluppo dell'industria", ha ricordato Sergio Marchionne, l'amministratore delegato Fiat, domenica sera al Festival dell'Economia di Trento. è peggio che ai tempi dell'einaudiana "mucca da mungere".

Torna all'inizio


DECINE di chili di pratiche per rilevare un'azienda. Le chiamano pra (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di ALESSANDRO BELEI DECINE di chili di pratiche per rilevare un'azienda. Le chiamano pratiche, ma sono delle incapaci. Il chilo è diventato unità di misura della burocrazia. Per riuscire a vedere la fine di una pratica oggi ci vuole fortuna. Anzi, chilo.

Torna all'inizio


Federalismo fiscale, Bossi apre al Pd Fogliardi: parliamone (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-06-03 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Dopo Pontida Federalismo fiscale, Bossi apre al Pd Fogliardi: parliamone VERONA - Dal palco di Pontida, Umberto Bossi ha teso la mano al Partito democratico per fare insieme la riforma delle riforme, ovvero il federalismo fiscale. L'appello, subito raccolto dal sindaco di Vicenza Achille Variati ieri al termine di un convegno sul federalismo fiscale ("L'autonomia degli enti locali - ha rilevato Variati - è ferma al 1861 con la nascita del Regno d'Italia"), raccoglie consensi anche a Verona. "Noi siamo ben disposti – assicura il deputato veronese del Pd Giampaolo Fogliardi -. Siamo anche noi favorevoli al federalismo fiscale, per un maggior utilizzo sul territorio delle proprie risorse". Ma, alle aperture, si affiancano anche i primi paletti. "Ci vuole la consapevolezza che una simile riforma non si può fare dalla sera alla mattina, mentre dal tono della Lega a Pontida pareva che tutto fosse già sostanzialmente deciso ", spiega Fogliardi, anche membro della commissione Finanza della Camera. Il timore, infatti, è che una riforma federale superficiale possa semplicemente sostituire la burocrazia romana a quella regionale. "Pensare solo di trasferire competenze da Roma a Venezia, non risolve il problema – secondo l'onorevole –. Poi serve la volontà di fare federalismo fiscale vero, delle autonomie, deve essere curato anche dal punto di vista istituzionale. Fa comodo a tutti togliere un'imposta come l'Ici, ma c'è un dovere maggiore e superiore secondo cui i cittadini devono concorrere secondo la propria capacità contributiva ". A.C. L'adesione Anche il sindaco Pd di Vicenza, Achille Variati, pronto al dialogo con il partito del Carroccio Vertici Pd Walter Veltroni con Giampaolo Fogliardi, Dario Franceschini e Paolo Giaretta.

Torna all'inizio


D'accordo, anche il forum di ieri a mezzogiorno è stato un <forfait festival> rispetto al programma troppo disinvoltamente approntato: non c'era Maroni e vabbè, si sa che il centro (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

D'accordo, anche il forum di ieri a mezzogiorno è stato un "forfait festival" rispetto al programma troppo disinvoltamente approntato: non c'era Maroni e vabbè, si sa che il centrodestra preferisce il dio Po e la divina Ciuìga; non c'era Bonanni, non c'era il mitico Ichino e non c'era neppure Ferrero, unico giustificato da un incidente d'auto incruento D'accordo, anche il forum di ieri a mezzogiorno è stato un "forfait festival" rispetto al programma troppo disinvoltamente approntato: non c'era Maroni e vabbè, si sa che il centrodestra preferisce il dio Po e la divina Ciuìga; non c'era Bonanni, non c'era il mitico Ichino e non c'era neppure Ferrero, unico giustificato da un incidente d'auto incruento. Però ci ha pensato il sempre frizzante professore Cipolletta, presidente dell'università di Trento e delle Ferrovie dello Stato, a mettere sul piatto questioni bollenti e - a dispetto del suo nome di battesimo e del clima educato - tutt'altro che innocenti. FERROVIE SCLEROTICHE. Per esempio: perché la Cig, che non è il diminutivo di ciuìga, ma la cassa integrazione guadagni, dev'essere proprio una faccenda dello Stato, e non può essere privatizzata, lasciata all'accordo bilaterale imprese-lavoratori, diminuendo il cuneo contributivo? perché si allungano le scadenze contrattuali quando si sa che i contratti di un anno si firmano in fretta perché in fretta si rifanno, mentre quelli per 3 o 4 non si chiudono mai perché i sindacati pretendono troppi paletti di garanzie pro futuro? perché le regole contrattuali in giganti come le Ferrovie sono così sclerotizzate che per trasferire un macchinista da Crotone a Bolzano ci vogliono quintali di carte? perché anche le Fs non possono fare come le ferrovie del resto del mondo, e lasciare un solo macchinista per convoglio (e non due come il diktat sindacale oggi prevede), avendo i più alti livelli di sicurezza al mondo? è stata una buona idea far saltare l'accordo Alitalia-Air France per mire italiote? perché non riusciamo a rendere più leggibili le buste paga, 2000 lordi, 1200 netti, e basta con tutte quelle voci che rendono quasi impossibile capire in quali rivoli si disperdono gli elementi della retribuzione e della contribuzione? perché Marchionne (superstar della sera prima al Sociale) non investe in Sicilia ma in Serbia? TERMINI IMERESE. A quest'ultima domanda ha risposto con un guizzo polemico Domenico Arcuri, ad dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa (ex Sviluppo Italia): "Noi abbiamo lavorato all'ipotesi di raddoppio della fabbrica Fiat di Termini Imerese, comparata con la prima ipotesi estera, che era la Polonia. Diciamo che è impossibile investire in Sicilia alle condizioni pretese da Marchionne". IL 40% TAGLIATO FUORI. Arcuri ha comunque ammesso che è complicato attrarre investimenti in Italia (abbiamo una tradizione di aziende comprate dagli stranieri, più che di nuove attività intraprese, e siamo solo ventitreesimi, al mondo, per attrattività) e ancora più complicato redistribuire investimenti al Sud: il 66% degli investimenti diretti sono andati in Lombardia, il 99% a nord di Roma. Conclusione drammatica: il 40% dell'Italia, quella che sta a sud di Roma, è tagliata fuori dalle dinamiche dello sviluppo. Come uscirne? Il meridionale Arcuri suggerisce più attenzione alla risorsa tempo (la burocrazia ne fa perdere sempre troppo) che al fattore denaro (nel mondo ne gira anche troppo rispetto alle possibilità di investimento), politiche meno indifferenziate ma più mirate sulle singole regioni (la Puglia non è la Calabria, la Sicilia non è la Sardegna) e meno Via (la valutazione d'impatto ambientale è un sistema per non fare investimenti in Italia). E, parlando dell'ex Sviluppo Italia (in prima fila il suo capo ufficio stampa Alberto Faustini, che qualcuno del Festival rimpiange come tessitore di diplomazie romane: "con lui ci sarebbero stati meno forfait, almeno un ministro sarebbe arrivato!") Arcuri rivendica almeno di aver tagliato 130 delle 216 società di un anno fa, e 483 degli allora 492 consiglieri d'amministrazione che in certe società - come Autostrade del mare - mangiavano il 70% del fatturato... FLEXSECURITY. Se il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini si è detto disposto a discutere di livelli di contrattazione e di regole senza dogmatismi e irrigidimenti, approvando la flexsecurity purché non diventi precarietà ("speriamo" ha sospirato Cipolletta), l'ironico vescovo Giancarlo Crepaldi (segretario del Pontificio consiglio giustizia e pace) si è scusato di non citare Crozza-Veltroni ma solo Giovanni Paolo II, ha nominato una parola quasi assente dal Festival ("La famiglia, non sparate sulla famiglia"), si è detto favorevole, più che alla Banca etica, a un po' di etica in tutte le banche (applausi) e ha dipinto l'Italia come un treno dove i vagoni di prima classe o superiore corrono veloci, le carrozze della classe media sbuffano ma tengono indietro, ma i vagoni di terza e quarta classe non ce la fanno. MEZZO, NON FINE. Secondo Crepaldi, il mercato non è la risposta, perché è un mezzo e non un fine: 1) perché la persona umana non può essere oggetto di mercato; 2) perché ci sono bisogni che il mercato non può soddisfare; 3) perché ci sono persone, come suo fratello Down, che non riescono a stare sul mercato; 4) perché ci sono beni che devono rimanere di tutti, proprietà di tutti. E allora non bastano le regole, ci vuole un'etica interiorizzata degli imprenditori, e ci sono valori immateriali che l'architettura della politica deve garantire: fiducia, generosità. "Più etica fa bene al mercato, i furbetti del quartiere lo truccano e lo rovinano, il mercato". Ricetta di vescovo. Cipolletta, che confessa di aver studiato dai gesuiti, annuisce. pgh 03/06/2008.

Torna all'inizio


Uno spreco chiamato Fao 800 milioni di bilancio divorati dalla burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 131 del 2008-06-03 pagina 4 Uno spreco chiamato Fao 800 milioni di bilancio divorati dalla burocrazia di Emanuela Fontana Circa la metà delle spese finisce nella gestione della struttura: ben 18 milioni solo per la sede di Bangkok, la più costosa da Roma La Fao spenderà 784 milioni per la fame nel mondo nel biennio 2008-2009. Ma quanto denaro arriverà ai 5 milioni di bambini sotto i 5 anni che rischiano di morire per malnutrizione? Circa la metà delle spese dell'agenzia Onu se ne va nella gestione della struttura. Lo dice il recente rapporto di un comitato di valutazione esterna commissionato dalle Nazioni Unite: 470 pagine su presente e futuro dell'agenzia con sede a Roma. Scrive la commissione Christoffersen: "In molti uffici i costi amministrativi sono superiori ai costi del programma". Ma la sproporzione tra spese di struttura e spese operative si legge anche dalle voci di bilancio. Qualche esempio: per la sicurezza alimentare, tema al centro della conferenza che partirà oggi a Roma, la Fao prevede uno stanziamento di 59 milioni di euro, per l'"ufficio del direttore generale", 41,5 milioni di euro. La struttura che lavora a stretto contatto con Jacques Diouf costa più di 9 milioni. Ma ne sono esclusi l'ufficio "di coordinamento e decentralizzazione" (7,1 milioni di euro), l'ufficio legale (5,3 milioni di euro), l'ufficio del programma e della gestione del budget (altri 11 milioni). Complessivamente, le voci del bilancio Fao strettamente alimentari, in cui compare la parola cibo, "food", sono tre, per un totale di 90 milioni di euro, circa il 15% del bilancio generale. Queste voci "mirate" sono i 59 milioni per sicurezza e "riduzione della povertà", 1,2 milioni di euro per "emergenze e gestione post-crisi", 29 milioni per "politiche dell'alimentazione e dell'agricoltura". Ci sono poi una serie di spese per conservazione e gestione del pesce, del legno, della carta, delle sementi, lo sviluppo della tecnologia: per tutte queste attività, strettamente legate allo scopo dell'agenzia, la Fao spende 219 milioni di euro. Ha un costo anche la "conoscenza": studi, statistiche, "alleanze" contro la fame, a metà strada tra lo "scopo" e la gestione: sono altri 200 milioni circa. Ma proprio questa parte del bilancio è piuttosto criticata dal rapporto di valutazione esterna: capita spesso alla Fao, si legge nel dossier, che "tecnici specialisti non possono viaggiare per mancanza di fondi destinati ai viaggi". In pratica si studiano progetti che poi non possono essere condotti sul campo. La sede locale più costosa è quella di Bangkok (18 milioni di euro). Nel bilancio ci sono poi tutti i costi per il personale, per le riunioni: altri 200 milioni di euro circa. Più di 7 milioni di euro se ne vanno in "meeting e protocollo", 17,6 milioni si spendono per la comunicazione, 20,2 milioni per "il coordinamento e la decentralizzazione dei servizi". Ma non se ne occupava l'ufficio del direttore generale? Lo spacchettamento delle competenze è uno dei gravi problemi della Fao. Si legge dal rapporto Christoffersen: "La burocrazia della Fao è molto costosa e farraginosa e si caratterizza per un elevato livello di sovrapposizione e di duplicazione degli sforzi". E nonostante i 20 milioni di euro spesi solo per "coordinare", il dossier nota che "le relazioni tra le attività sul campo e la sede sono gravemente frammentate". Nei giorni scorsi il presidente del Senegal Abdoulaya Wade aveva creato scalpore con la sua dichiarazione: la Fao deve chiudere. Qualcuno sostiene che sia uno spot politico in vista delle elezioni, ma già a fine 2007 i "supervisori esterni" avevano scritto che il rischio c'è, se non si cambia passo: "L'organizzazione si trova in una crisi che pone in pericolo il suo futuro". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


"un'opportunità unica per esplorare altre culture" - federica sordi (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cronaca l'intervista Hanneke Luth, presidente degli ex studenti "Un'opportunità unica per esplorare altre culture" "Non aspettarti che tutto sia come a casa. Ma in molti l'hanno fatto prima di te. La strada è tracciata" FEDERICA SORDI Mi aspettavo un duro lavoro, grande divertimento, incontri con molte persone interessanti di culture diverse, momenti intensi che avrebbero cambiato la mia vita. E tutto questo è successo. L'Erasmus Mundus è un master molto intenso e di elevata qualità: ti permette di incontrare persone di tutto il mondo e puoi testare il tuo spirito di adattamento". Hanneke Luth ha 27 anni, viene dai Paesi Bassi ed è la presidente dell'associazione Erasmus Mundus Students and Alumni, che raggruppa tutti gli ex studenti che hanno preso parte all'Erasmus Mundus. La sua esperienza internazionale l'ha fatta tra Bologna, Ghent, Berkeley e Rotterdam con un master in legge ed economia cominciato a ottobre 2004. Cosa fa in concreto l'associazione degli ex studenti Erasmus Mundus? "è una piattaforma per gli studenti che vogliono incontrarsi e scambiarsi informazioni sulla casa, sul lavoro, su tutti gli eventi organizzati in Europa, le esperienze che hanno fatto durante l'EM. Organizziamo conferenze per promuovere l'Erasmus Mundus e aiutare le università ad alzare il livello dei loro programmi". Che consigli daresti a chi sta per partire? "Innanzitutto trovaun master che ti interessi; il luogo è meno importante del contenuto. Poi, assicurati che il master sia riconosciuto nel tuo paese e l'università accetti gli esami fatti all'estero come parte del tuo credito universitario. In secondo luogo, comincia a cercarlo in anticipo. Molti master hanno scadenze brevi. Terzo: prepara bene te stesso. Inizia a cercare l'alloggio e non scoraggiarti per i problemi iniziali. Vai in giro, visita i luoghi, fai tutto ciò che è possibile: è il tuo momento, la tua opportunità. Un'opportunità unica per noi studenti europei, per esplorare l'Europa e il mondo. Tornerai più saggio, più forte, più flessibile, con più esperienza e certamente più ricercato dal mondo del lavoro". Quali invece gli errori da evitare? "Non aspettarti che tutto sia come a casa: il cibo non sarà lo stesso, né il tempo né il vino. Ci potrebbero essere meno burocrazia, meno nepotismo, meno traffico. Cerca di vedere i vantaggi delle altre culture. Sii aperto a modi diversi di lavorare, diversi sistemi e diverse persone. Anche il clima accademico può essere molto diverso. Molti insegnanti non vogliono sentire quello che hanno detto in aula, vogliono che tu sia critico, che esprima la tua opinione. Non aspettarti che tutto sia adatto a te; la vita non va in questo modo; perché la tua esperienza internazionale dovrebbe essere più facile? Non pensare neppure che sia difficile fare tutto; molti l'hanno fatto prima di te, la strada è tracciata". Quali garanzie può dare un'esperienza come quella dell'EM nel mondo del lavoro? "Sfortunatamente non ci sono mai garanzie. Dipende sempre dai tuoi sforzi, dalle tue capacità e da un pizzico di fortuna. Comunque un'esperienza internazionale vuol dire flessibilità, indipendenza e curiosità: e questo dà sicuramente un valore aggiunto al tuo curriculum".

Torna all'inizio


Scoppia la rivolta dei pescatori (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prov Ogliastra Pagina 6039 Arbatax. Le barche bloccate in porto per protesta: mille difficoltà per colpa delle esercitazioni militari Scoppia la rivolta dei pescatori Arbatax.. Le barche bloccate in porto per protesta: mille difficoltà per colpa delle esercitazioni militari Caro gasolio e missili: 40 marittimi licenziati --> Caro gasolio e missili: 40 marittimi licenziati Costretti dalle esercitazioni ad allontanarsi dalle abituali zone di pesca, mentre il prezzo del greggio sale a livelli mai visti e fa raddoppiare le spese. Il settore pesca in Ogliastra attraversa una crisi senza precedenti, la peggiore degli ultimi trent'anni. Pescatori penalizzati due volte: dal prezzo del gasolio in continua crescita e dalle esercitazioni militari che li costringono ad allontanarsi per decine di miglia prima di poter calare le reti. Sul settore ogliastrino della pesca, duecento addetti più l'indotto, tira aria di crisi nera e monta la protesta. Trenta pescherecci sono all'ancora da venerdì davanti al molo di Ponente, mentre una quarantina di marittimi sono rimasti a terra, licenziati in tronco. TEMPO DA LUPI In attesa di tempi migliori, che nessuno però è in grado di prevedere. "La situazione è diventata insostenibile - è il commento amaro di Tore Fara, presidente della cooperativa pescatori Stella Maris di Arbatax - in sei mesi il prezzo del gasolio, quello a tariffa agevolata per la pesca, è passato da 0,5 a 1,2 euro al litro. Se a questo si aggiunge il fatto che dobbiamo navigare sempre più a nord per evitare le esercitazioni militari, si capisce perchè gli incassi della pesca faticano a coprire le spese del gasolio, degli equipaggi e delle manutenzioni dei pescherecci". Tanto vale fermare le barche e attendere segnali di interesse da parte delle autorità statali e regionali. "Ad ambedue - incalza Tore Fara -abbiamo inviato da tempo relazioni dettagliate sul crescente peggioramento della situazione ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta Siamo pertanto costretti a prolungare il blocco delle attività fino a quando non avremo ricevuto segnali positivi che ci facciano vedere la luce oltre il tunnel della crisi, la più grave mai vista negli ultimi trent'anni". PESCA AD OSTACOLI Appena una settimana fa due pescherecci della cooperativa al largo di Cardedu sono stati costretti dalle motovedette militari a mollare le reti e a rifugiarsi nella cala di Su Sirboni . Altre volte i pescherecci hanno dovuto navigare per oltre sei ore in modo da evitare l'epicentro delle esercitazioni. "Il costo di quei trasferimenti a vuoto - sottolinea il presidente della cooperativa Stella Maris - raddoppia l'incidenza del carburante sulle spese generali, anch'esse in crescita costante. È giunto il tempo di valutare se ci siano i margini per proseguire l'attività della pesca. In caso contrario qualcuno si dovrà prendere la responsabilità di chiudere un settore produttivo che fino ad ora ha assicurato reddito e occupazione a diverse centinaia di famiglie in Ogliastra". Come se non bastasse la crisi derivata dalla lievitazione dei prezzi del carburante, comune a tutte le marinerie del Mediterraneo, i pescatori di Arbatax devono fare i conti anche con la burocrazia della Regione e dell'Unione Europea. Entrambe non sono state in grado, a distanza di dieci anni dal completamento dell'opera, di assegnare in via definitiva la gestione del Centro pesca. La cooperativa pescatori Stella Maris, candidata naturale alla gestione della struttura data la rilevanza dell'attività nel settore, è stata costretta a caricarsi gli oneri della corrente, della vigilanza e delle manutenzioni straordinarie per evitare che l'edificio vada in rovina o venga saccheggiato dai vandali. Ora la misura è colma. I pescatori hanno così deciso di incrociare le braccia e di lasciare i pescherecci in rada. NINO MELIS.

Torna all'inizio


Pannelli solari bocciati dalla Soprintendenza (sezione: Burocrazia)

( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

ENERGIA. L'assurda situazione in cui si vengono a trovare i Comuni come denuncia l'Assoterm, che raduna costruttori e installatori di impianti ecologici Pannelli solari bocciati dalla Soprintendenza Fanno risparmiare gli utenti e frenano l'inquinamento ma vengono giudicati ad "alto impatto ambientale"     Annamaria Schiano L'Assolterm, l'associazione nazionale che rappresenta le aziende produttrici di pannelli solari, lancia un grido di allarme contro l'impossibilità di installazione degli impianti, giudicati dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, di alto impatto ambientale. A protestare il vice presidente dell'associazione italiana, Arrigo Burello, che spiega:"Ci troviamo di fronte ad un muro di gomma, la Soprintendenza di Verona, che governa anche Vicenza e zone del Basso mantovano, quindi un'area ampia, non rilascia le autorizzazioni necessarie al montaggio degli impianti. In Veneto è un disastro: ci sono migliaia di pratiche bloccate e non per la burocrazia ma per un pregiudizio estetico. Questi impianti ci rispondono negli uffici "non piacciono". Un paradosso se si pensa che entro il 2012 sarà anche obbligatorio installarli per legge. Pannelli solari che oltre a far risparmiare 450-500 euro all'anno di combustibile, riescono ad immettere due tonnellate in meno di anidride carbonica nell'atmosfera per ogni casa". Aggiunge Burello:"La crescita della domanda di impianti è enorme, grazie anche ai contributi governativi che rimborsano il 55% della spesa. Ciò vuol dire che un impianto dal costo di tremila euro, è ammortizzabile in due-tre anni. I veneti sono molto predisposti all'installazione dei pannelli solari e ci sono aziende che montano migliaia di impianti all'anno, ma ci sono altrettante domande che sono bloccate. Questa Regione si discosta molto da altre, come il Friuli, la Toscana o il Lazio, dove basta fare una semplice dichiarazione che l'impianto si monta". Ed eccoci alla burocrazia. Il vicepresidente Assolterm spiega:"L'Iter per l'installazione prevede che venga presentato all'ufficio tecnico-edilizia privata dei Comuni, la dia (dichiarazione inizio attività), laddove ci sia un regolamento edilizio che lo consente. Se il Comune rilascia l'autorizzazione, entro 30 giorni, l'impianto si monta, ma se la zona è coperta da vincolo paesaggistico-ambientale, il che vuol dire in Italia quasi dappertutto, il Comune deve inviare la richiesta alla Soprintendenza, la quale a sua volta dopo 30 giorni rilascia il permesso o meno. Passano quindi circa tre mesi solo per la domanda, che peraltro se non è precisa alla virgola deve essere rifatta dall'inizio, quindi alla fine possono passare anche 4-5 mesi per partire con il montaggio". Ci sono molti sindaci che si sono sensibilizzati al tema ed hanno promesso di modificare i regolamenti edilizi dei loro paesi laddove è considerato di "impatto ambientale" il pannello solare. "Queste promesse però sono rimaste ancora inapplicate", incalza Burello, "come nei Comuni di Castelnuovo, San Zeno di Montagna, Soave, Sona, Castel d'Azzano, San Martino Buon Albergo, Negrar e altri. Laddove invece, c'è l'autorizzazione municipale, scatta il rifiuto della Soprintendenza che boccia le richieste che gli giungono". "Noi come associazione", prosegue Burello, "abbiamo più volte richiesto incontri con la Soprintendente di Verona e tutte le volte ci è stato detto di rivolgerci al segretario, il quale ci ha indirizzato ai vari funzionari, i quali ci hanno risposto che dobbiamo parlare con la Soprintendente. Insomma, una partita a tennis e non siamo mai arrivati a nulla. Gli stessi cittadini che volevano installare impianti si sono rivolti alla Soprintendenza e sono stati trattati in malo modo, rinunciando così alla fine a montare i pannelli solari. L'associazione impone anche ai costruttori di fare il possibile per abbattere l'impatto visivo degli impianti. Abbiamo preso accordi con il comune di Verona per l'installazione camuffata, ma poi finisce sempre che le domande vengono bocciate in soprintendenza. Così cresce anche il rischio che alcuni li montino abusivamente. Come anche che altri li installino in buona fede, nell'arco di tempo della conclusione dell'iter burocratico e poi vengono denunciati per abuso edilizio, con sanzione di 600 euro e glieli facciano smontare come nel recente caso di Soave". Quindi pare non vengano accettati neanche gli impianti camuffati, quando altrove invece si può fare. "La soprintendenza di Brescia ha accettato le proposte di Assolterm", sottolinea il vicepresidente, "e le cose sono cambiate, questo perché si sono trovati funzionari ragionevoli. A Verona invece c'è un muro e non sembra ci sia a breve un'apertura. Faccio un esempio: qualche giorno fa, abbiamo dovuto fare una panoramica aerea di una zona in montagna perché la soprintendenza chiedeva la visione dell'impatto ambientale di un impianto di tre metri quadrati su una casa. Abbiamo dovuto spendere quattromila euro per comperare una macchina fotografica adatta alla panoramica. Tutto a spese dell'asssociazione, poiché l'azienda costruttrice non aveva abbastanza mezzi per rispondere alle richieste burocratiche". In conclusione, "ci sono regolamenti portati all'esasperazione e i cittadini si trovano nella giungla della burocrazia. La gente vuole vivere in modo naturale ed economico; lo Stato italiano è l'ultimo nella lista dei Paesi che rispettano il Protocollo di Kyoto e ogni giorno riceve multe dalla commissione europea per non rispettare gli impegni presi".

Torna all'inizio


LEGNAGO. Un'inquilina della palazzina della San Vincenzo da sei settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni (sezione: Burocrazia)

( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa Il preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti     Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio. E le cose peggiorano ulteriormente quando arriva il momento di lavarsi visto che è costretta a scaldare l'acqua, poco alla volta, nel forno a microonde e ad armarsi, perciò, di santa pazienza prima di infilarsi sotto la doccia. A meno di non voler buscarsi qualche malanno poichè dal miscelatore esce solo acqua fredda. In compenso può consolarsi con il fatto che, non dovendo accedere in questo periodo il riscaldamento, evita almeno di congelarsi. E tutto perchè nell'appartamento di viale dei Caduti, a Legnago, dove abita da fine di aprile manca ancora il gas per una serie di intoppi burocratici, legati al preventivo per il cambio di contatore, che stanno prolungando l'attesa e i disagi per l'inquilina. Non è affatto una situazione facile quella con cui da 40 giorni deve fare i conti una giovane domestica italo-brasiliana alla quale la San Vincenzo ha dato in affitto a canone agevolato un alloggio frutto di un lascito. Anche se per la felicità di avere un tetto fa la campeggiatrice in casa senza lamentarsi. "Non è per niente facile vivere così ma porto pazienza grazie anche all'aiuto delle famiglie dove lavoro", confida la donna. "Questa settimana", prosegue, "mi hanno promesso che mi attiveranno il gas e potrò finalmente godermi in pieno la mia bella casetta". Se la giovane minimizza alla San Vincenzo sono giunti, invece, al limite della sopportazione malgrado il punto di assistenza cittadino dell'Eni Gas assicuri di aver rispettato la procedura prevista per questo genere di pratiche. "Tutto questo disguido", spiega Alberto Pedron, uno dei volontari dell'associazione, "è sorto due mesi fa quando ho contattato la società per un cambio di inquilino. Sono intervenuti due tecnici che ci hanno imposto, giustamente, di separare i contatori di luce e gas e di portarli all'esterno. In quell'occasione ho fatto presente che uno dei tre lettori del gas era da rimuovere poichè gli appartamenti sono in realtà due. E la stessa segnalazione l'ho ripetuta durante un secondo sopralluogo nella palazzina e agli incaricati della locale agenzia Eni dove ho poi formalizzato la richiesta". A quanto pare, però, quegli avvisi sono caduti nel vuoto. "Quando 15 giorni dopo", prosegue Pedron, "sono stato inviato a sottoscrivere la pratica mi hanno presentato un preventivo per tre contatori che non ho accettato. Ed alla fine si sono convinti che c'era stato un errore e che bisognava rifare tutto da capo". Tant'è che dal 23 aprile ad oggi l'inquilina non ha ancora il gas.

Torna all'inizio


Il preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti (sezione: Burocrazia)

( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

LEGNAGO. Un'inquilina della palazzina della San Vincenzo da sei settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa Il preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti     Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio. E le cose peggiorano ulteriormente quando arriva il momento di lavarsi visto che è costretta a scaldare l'acqua, poco alla volta, nel forno a microonde e ad armarsi, perciò, di santa pazienza prima di infilarsi sotto la doccia. A meno di non voler buscarsi qualche malanno poichè dal miscelatore esce solo acqua fredda. In compenso può consolarsi con il fatto che, non dovendo accedere in questo periodo il riscaldamento, evita almeno di congelarsi. E tutto perchè nell'appartamento di viale dei Caduti, a Legnago, dove abita da fine di aprile manca ancora il gas per una serie di intoppi burocratici, legati al preventivo per il cambio di contatore, che stanno prolungando l'attesa e i disagi per l'inquilina. Non è affatto una situazione facile quella con cui da 40 giorni deve fare i conti una giovane domestica italo-brasiliana alla quale la San Vincenzo ha dato in affitto a canone agevolato un alloggio frutto di un lascito. Anche se per la felicità di avere un tetto fa la campeggiatrice in casa senza lamentarsi. "Non è per niente facile vivere così ma porto pazienza grazie anche all'aiuto delle famiglie dove lavoro", confida la donna. "Questa settimana", prosegue, "mi hanno promesso che mi attiveranno il gas e potrò finalmente godermi in pieno la mia bella casetta". Se la giovane minimizza alla San Vincenzo sono giunti, invece, al limite della sopportazione malgrado il punto di assistenza cittadino dell'Eni Gas assicuri di aver rispettato la procedura prevista per questo genere di pratiche. "Tutto questo disguido", spiega Alberto Pedron, uno dei volontari dell'associazione, "è sorto due mesi fa quando ho contattato la società per un cambio di inquilino. Sono intervenuti due tecnici che ci hanno imposto, giustamente, di separare i contatori di luce e gas e di portarli all'esterno. In quell'occasione ho fatto presente che uno dei tre lettori del gas era da rimuovere poichè gli appartamenti sono in realtà due. E la stessa segnalazione l'ho ripetuta durante un secondo sopralluogo nella palazzina e agli incaricati della locale agenzia Eni dove ho poi formalizzato la richiesta". A quanto pare, però, quegli avvisi sono caduti nel vuoto. "Quando 15 giorni dopo", prosegue Pedron, "sono stato inviato a sottoscrivere la pratica mi hanno presentato un preventivo per tre contatori che non ho accettato. Ed alla fine si sono convinti che c'era stato un errore e che bisognava rifare tutto da capo". Tant'è che dal 23 aprile ad oggi l'inquilina non ha ancora il gas.

Torna all'inizio


Diouf, il re dei fallimenti che non lascia mai il trono (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 131 del 2008-06-03 pagina 0 Diouf, il re dei fallimenti che non lascia mai il trono di Luciano Gulli Il segretario della Fao è al vertice da 14 anni ed è considerato inamovibile. Sotto accusa la sua gestione dispendiosa, gli sprechi e le cene a base d'aragosta Memorabile è rimasto il menù d'apertura del festival 2002 dedicato dalla Fao alla fame nel mondo. La mattinata se n'era andata tra una relazione sulla desertificazione nella Mauritania e una sulla carestia sul sud Sudan. Poi, alle 13, tutti a tavola. Si partì con l'aragosta in vinaigrette, e poi avanti con il kiwi guarnito di foie gras, filetto d'oca con olive, crespelle ai funghi e risotto di arance e zucchini. E siccome l'appetito vien mangiando, e del doman non v'è certezza, come sanno bene i delegati dei Paesi sub-sahariani, si era passati al brasato, al salmone ai tre pepi, e al voilà finale a base di torta bigusto e composta di frutta con vaniglia. Momenti di tensione, a metà mattinata, si erano registrati a causa di un ritardo del camion che trasportava le aragoste. Ma poi la crisi si era dissolta grazie all'intervento di un mezzo dei servizi di sicurezza dotato di sirena "spartitraffico". Da allora, gli ospiti fissi raccontano che il menù si è come contratto, suscitando la stizza e la delusione di commissari e segretari regionali che vengono addirittura da Uagadugu (in aeroplano, va da sé). Gran cerimoniere dell'immenso carrozzone, famoso nel mondo per spendere oltre la metà delle sue risorse per alimentare se stesso e la sua fastosa burocrazia è il senegalese Jacques Diouf, 69 anni, studi alla Sorbona e cinque figli. L'anno scorso, un gruppo di esperti internazionali passò ai raggi X l'organizzazione che Diouf governa dal 1994 come un satrapo stendendo 490 pagine di commenti intrisi di curaro. Non c'era capitolo, in quella relazione, che non suonasse come un ceffone sulla collottola del signor direttore generale. Sprechi di risorse, burocrazia cervellotica, denaro in fuga per mille e più rivoli. Lui: sereno. A chi gli domandava se non avesse pensato mai di dimettersi, di fronte a quella gragnuola di accuse, il direttore generale rispose sgranando i suoi occhioni innocenti dietro le grandi lenti da pensatore: "Dimettermi? E perché mai? All'epoca sono stato eletto da 137 Paesi, in modo democratico, a scrutinio segreto. Centotrentasette Paesi sovrani hanno avuto fiducia in me. Perché dovrei andarmene? Quale primo ministro di qualsiasi governo farebbe mai una cosa del genere?". Il bello è che, a ben guardare, ha ragione lui. Eppure, già in quel 2002 benedetto dalle aragoste e dal salmone ai tre pepi, lo stesso Diouf aveva ammesso che i progressi nella lotta alla fame nel mondo si erano fermati: "Abbiamo fallito". E ancora: "Non abbiamo scuse". Però lui è sempre lì. L'ultima pillola avvelenata spedita al gran capo della Fao gli è arrivata un mese fa dal suo connazionale Abdoulaya Wade, presidente del Senegal e capo del governo. "La Fao è uno spreco di denaro e va abolita", ha detto papale papale il presidente senegalese. In passato, Wade aveva sostenuto che la sede centrale dell'organizzazione andava trasferita da Roma alla capitale di una nazione africana. "Ma questa volta mi spingo oltre: voglio che sia abolita", ha detto il 4 maggio alla radio e alla tv del suo Paese. A giudizio di Wade, i finanziamenti della Fao spesso finiscono a "organizzazioni non governative ingorde e divoratrici di aiuti... le quali li useranno in ogni genere di trucco, tra amministrazione, viaggi e spese in hotel di lusso per i cosiddetti esperti, invece di concrete azioni sul terreno". Insomma, del giochino che va avanti da 14 anni ormai si sono accorti anche in Africa. Ma lui, il direttore generale, pare inamovibile. Lussi, benefit, agi, stipendi d'oro ai suoi impiegati. Ma di risultati concreti sul terreno, come sanno anche a Dakar, non se ne sono visti. Gli unici ai quali la Fao ha sempre dato da mangiare sono i suoi comitati, le commissioni, le sottocommissioni e gli enti che sfornano piramidi alte così di analisi e di dotte disquisizioni sulla sfortuna di una gran parte del genere umano. Perfino Gino Strada, il fondatore di Emergency, in un momento di lucido pessimismo, arrivò a lambire la verità: "Comincio a pensare - disse proprio così - che la Fao sia l'organizzazione per mantenere la fame nel mondo...". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Pmi, appalti più agevoli Molte aziende oggi non riescono a concorrere per il peso della burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Impresa Oggi Pagina 11014 Ue La Commissione europea vuole favorire le piccole e medie imprese Pmi, appalti più agevoli Molte aziende oggi non riescono a concorrere per il peso della burocrazia Ue. La Commissione europea vuole favorire le piccole e medie imprese --> Le piccole e medie imprese potranno partecipare più agevolmente agli appalti pubblici nell'Unione europea. La Commissione, infatti, ha deciso di cofinanziare un progetto pilota, guidato da 8 Paesi (Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia e Norvegia), che consentirà di collegare i sistemi nazionali di appalti pubblici elettronici già esistenti. CONTRIBUTI Il progetto prevede un investimento di oltre 19 milioni di euro in tre anni (9,8 dal programma "Competitività e innovazione" della Commissione europea). Gli appalti pubblici rappresentano oltre il 16% del prodotto interno lordo dell'Unione europea, ma molte aziende, soprattutto piccole e medie imprese, non riescono a beneficiare di questa possibilità a causa dell'ingente lavoro amministrativo necessario per la presentazione delle offerte, soprattutto se si tratta di appalti che si svolgono in altri Paesi. L'iniziativa produrrà un notevole risparmio per le imprese. Inoltre, creando condizioni più eque per le Pmi, la spina dorsale dell'economia europea, gli appalti pubblici transfrontalieri potranno incentivare la competitività fornendo alle imprese strumenti che consentano loro di avere accesso all'intero mercato europeo dei servizi pubblici. Attualmente le piccole e medie imprese rappresentano il 67% dei posti di lavoro nel settore delle imprese e 58% del fatturato nell'Ue, ma si aggiudicano solo il 42% degli appalti pubblici. INFORMAZIONI I dettagli su http://ec.europa.eu/information_society/activities/egovernment/policy/impact/eproc/index_en.htm. ( al. co. ).

Torna all'inizio


(ACR) LAPENNA SU ANDAMENTO ECONOMIA IN BASILICATA NEL 2007 (sezione: Burocrazia)

( da "Basilicanet.it" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

LAPENNA SU ANDAMENTO ECONOMIA IN BASILICATA NEL 2007 03/06/2008 13.45.03 [Basilicata] (ACR) - â??Il 2007 ha rappresentato un nuovo indebolimento dellâ??economia lucana, in linea con il rallentamento della congiuntura nazionale ed internazionale, destinato a ripetersi anche nel 2008, poiché© ancora persistono i problemi strutturali di competitività  dellâ??apparato produttivo localeâ?. È? quanto dichiarato dal consigliere regionale Sergio Lapenna (Fi- Pdl), che ha espresso â??un giudizio molto critico in merito ai dati diffusi dallâ??Osservatorio economico della Basilicata, relativo allâ??anno 2007â?. â??La crescita del Pil in Basilicata continua a diminuire rispetto agli anni precedenti. Il periodo di recessione che stiamo attraversando comporta che lâ??attività  produttiva si contrae, la domanda diminuisce o ristagna e la situazione del mercato del lavoro tende a peggiorare. Ecco perché© è¨ importante â?" a parere di Lapenna â?" che le istituzioni che gestiscono la politica di bilancio e quella monetaria, individuino in modo preciso le tendenze congiunturali in atto, al fine di formulare le scelte di politica economica ritenute più¹ opportune. Ma i problemi nella nostra regione oramai hanno carattere strutturale e si trascinano da molti anni. Tutto ciò² oggi si traduce nella debolezza della domanda interna ed, in particolare, nella spesa per i consumi delle famiglie che si è¨ praticamente dimezzata, nellâ??andamento della dinamica dellâ??occupazione che segna ancora un dato negativo, nellâ??aumento costante dellâ??inflazione che sta influendo pesantemente sui bilanci familiari. Le difficoltà  delle famiglie lucane trovano conferma nel forte incremento al credito bancario e nella riduzione del risparmio accumulato in depositiâ?. â??Si registra solo un modesto segnale positivo â?" rileva Lapenna - nellâ??export regionale che, comunque, rispetto al dato nazionale, ha un fatturato estero quasi irrisorio rispetto alla media nazionale. Il tutto è¨ accompagnato dalle irrisolte crisi del settore industriale lucano, laddove il Governo regionale si dimostra lento e non in grado di gestire le situazioni di emergenza; in più¹ i ritardi della burocrazia e lâ??immobilismo della Giunta De Filippo, di fronte a problematiche così¬ serie ed importanti, si ripercuotono sui lavoratori. È? necessario e non più¹ rinviabile unâ??analisi seria della crisi del Mezzogiorno e della nostra regione per porvi rimedio. Ma il centro sinistra lucano â?" dice lâ??esponente di Fi - continua ad alimentare un sistema di gestione non produttivo, che implica scelte politiche sbagliate e non tempestive, che fino ad oggi hanno rappresentano solo un ulteriore spreco di risorse pubbliche, per tamponare il momento di crisi senza mai addivenire ad una soluzione seria, concreta e, soprattutto, definitiva per i problemi dei lavoratori. È? opportuno â?" conclude Lapenna - unâ??analisi approfondita, utile per costruire previsioni sugli andamenti futuri dellâ??economia e per cogliere la dinamica effettiva di variabili rilevanti per la comprensione della recente evoluzione dellâ??economiaâ?. (dt ).

Torna all'inizio


<Con il federalismo fiscale strada più semplice per l'autonomia di Belluno nel Veneto> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

INTERVENTO DELL'ASSESSORE REGIONALE DE BONA "Con il federalismo fiscale strada più semplice per l'autonomia di Belluno nel Veneto" "L'autonomia delle chiacchiere non mi interessa. L'importante è avere i soldi": è questo il pensiero centrale dell'intervista rilasciata a Il Gazzettino, dall'assessore regionale trichianese Oscar De Bona, ieri mattina, presente alla cerimonia del 2 giugno celebrata a Mel. Il titolare ai flussi migratori della giunta guidata da Giancarlo Galan ha evidenziato in tre punti il suo pensiero, in una sorta di risposta a quanto dichiarato dal consigliere regionale di minoranza, Guido Trento (Pd) (nella foto i due insieme), sul tipo di autonomia o specificità che immagina per la provincia di Belluno, sul suo invito a lavorare nella commissione regionale per lo statuto in cui l'articolo 16 riconoscerebbe la specificità di Belluno e sull'ipotesi che, se questo organismo rimanesse fermo, il Pd di Belluno organizzerebbe un referendum per chiedere l'autonomia, rivolto a tutti i Bellunesi, in modo da dare un segnale forte all'esecutivo e al consiglio lagunare."Quanto detto da Trento ha esordito De Bona - è una sollecitudine, rivolta alle forze politiche che sono rappresentate nella commissione statuto, a riprendere i lavori e a lavorare. Poi, va detto che lo statuto ha trent'anni e va cambiato, attualizzato, riconoscendo la specificità di Belluno. Infine, cosa che riguarda in generale tutte le comunità civili, è necessario snellire la burocrazia oggi troppo asfissiante, tanto che si allungano i tempi per dare il via ai lavori pubblici o capita che, per approvare una sola legge, debba passare un anno. Se il Pd a livello regionale, come sembra, darà la propria disponibilità a sostenere il nuovo statuto, si arriverà a qualcosa di concreto. L'attuale governo di Silvio Berlusconi, e in particolare Bossi, sostengono che il federalismo fiscale verrà approvato entro il corrente anno: questo atto dovrebbe semplificare la vita a Regione Veneto e a Belluno. Se il federalismo a cui ci si ispira è quello friulano, nella nostra Regione resterebbero 4 miliardi di euro. E se uno fosse attribuito a Belluno, si risolveranno anche i nostri problemi".Loris Robassa.

Torna all'inizio


Un albo comunale per le badanti Il Comune organizza corsi di formazione (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

PAESE L'INIZIATIVA Un albo comunale per le badanti Il Comune organizza corsi di formazione PaeseArriva l'albo comunale delle badanti. Tra non molto le famiglie che necessitano di una persona a cui affidare la cura di un proprio caro potranno presentarsi in municipio per consultare le liste stilate dai Servizi sociali e scegliere in modo più consapevole chi dovrà vivere in casa e occuparsi di un parente anziano o malato. E' questo l'obiettivo finale di un progetto di rete sociale che l'amministrazione ha avviato qualche mese fa. Al momento sono in corso degli incontri con famiglie e associazioni, il progetto è già entrato nella sua fase operativa e i primi risultati non dovrebbero tardare."L'obiettivo è quello di garantire il più possibile le famiglie che si prendono in casa una persona così intima - spiega l'assessore alle politiche sociali, Lorenzetto Rosella - l'albo aiuterà la regolarizzazione delle badanti, che a Paese si possono contare in qualche centinaio, e servirà da supporto alla famiglia anche per brevi sostituzioni". Il Comune cerca di sottrarre al caso la difficile scelta delle famiglie che si ritrovano a dover fare completo affidamento sul lavoro di una badante. Come sarà possibile garantire professionalità e serietà? Non attraverso un bollino, ma grazie alla certezza che le persone iscritte all'albo avranno seguito uno specifico corso di formazione gestito dall'amministrazione in collaborazione con alcune cooperative sociali."Il percorso inizierà con l'accoglimento delle badanti attraverso il supporto delle assistenti sociali e domiciliari e di un mediatore culturale - sottolinea ancora l'assessore Lorenzetto - mentre il momento di formazione si terrà direttamente all'interno della famiglia in modo che l'inserimento sia mirato caso per caso e seguito, anche in futuro, dalla presenza del Comune negli eventuali momenti di bisogno". La fase di accoglienza sarà coordinata dalla cooperativa "Servire" che già da qualche anno gestisce lo sportello immigrazione aperto ogni settimana in villa Gobbato. L'attività entra formalmente a far parte del progetto di network della solidarietà, ma i numeri di chi si è già rivolto al servizio parlano chiaro.Nel corso dello scorso anno, infatti, quasi il 20\% delle richieste giunte allo sportello immigrazione sono arrivate da cittadini italiani che, solitamente per questioni affettive o lavorative, vogliono orientarsi tra le norme e le burocrazie che regolano i flussi migratori. Una percentuale, seconda solo a quella delle persone di etnia asiatica, che già da sola fotografava un'implicita richiesta di aiuto. Adesso il Comune è pronto a stilare le prime liste, ma soprattutto si propone come ente pubblico di riferimento per un rapporto di lavoro troppo delicato per essere gestito solo dentro le mura di casa.Mauro Favaro.

Torna all'inizio


Maltempo, ancora apprensione (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Un altro cedimento del terreno costringe alla chiusurala statale 25 della Val Susa tra Bussoleno e Vanaus In Piemonte si lavora per la messa in sicurezza. Intanto sono in arrivo altre piogge Maltempo, ancora apprensione Nel Cuneese evacuato un paese su cui incombe una frana TORINO - Migliora lentamente la situazione maltempo in Piemonte, ma i problemi relativi ai soccorsi non sono stati ancora del tutto risolti per la zona del Cuneese. C'è infatti una grossa frana a Valloriate, in Valle Stura, che incombe sul paese e il sindaco ne ha ordinato l'evacuazione preventiva, un evento mai verificatosi finora in quella zona, concedendo il passaggio nella strada solo ai mezzi di soccorso. "Fino a quando non ci sarà la sicurezza assoluta, non torneranno in paese", dice il sindaco, Mario Berardengo, che si dice comunque pienamente soddisfatto del funzionamento dei soccorsi. Sempre una frana costringe ancora alla chiusura la statale 25 della Val Susa tra Bussoleno e Vanaus: vicino a quest'ultima località si è abbattuta una grossa frana i cui effetti si fanno ancora sentire. Qualche timore anche e ancora in Val Pellice, ma qui la situazione frane è meno grave. Per oggi è di nuovo prevista pioggia, ma i meteorologi sono ottimisti per metà settimana. Intanto si è mossa celermente la macchina burocratica per soccorsi e aiuti finanziari che il Piemonte ha chiesto: la presidente della Regione, Mercedes Bresso, ha sentito numerosi sindaci delle località colpite dal maltempo e ha dichiarato che il piano definitivo degli interventi è stato affidato al Politecnico, invitando tutte le istituzioni interessate a mettere da parte la burocrazia e privilegiare i tempi rapidi. L'assessore regionale all'ambiente, Sibille, ha intenzione di chiedere di inserire nel decreto governativo per stanziare gli aiuti economici la voce "pulizia dei fiumi", per potere far ripartire in sincronia interventi riparatori e preventivi. Dal Piemonte all'Emilia: la piena controllata del Po sta procedendo il suo percorso verso est, ma senza preoccupazioni secondo i tecnici della Protezione civile dell'Emilia-Romagna. Il colmo di piena è passato nelle prime ore di ieri da Piacenza, con una portata di 5.300-5.400 metri cubi al secondo, poi verso le 16 ha toccato Cremona e ha continuato la 'marcia' verso Boretto, nel reggiano, dove attorno alle 18 ha raggiunto i 5.500 mc/sec e si prevede che raggiunga il colmo oggi verso mezzogiorno; arriverà quindi a Pontelagoscuro (Ferrara) martedì sera e in Adriatico mercoledì pomeriggio. La Protezione civile ha comunque confermato i divieti di utilizzo delle aree golenali, a scopo precauzionale. "E' una piena importante - ha sottolineato Egidi - la seconda degli ultimi dieci anni, dopo quella del 2000, superando per portata quella del 2002. Abbiamo stimato che in mare arriverà un miliardo di metri cubi d'acqua, e una portata di 6.000 mc al secondo corrisponde a sei milioni di litri. Ma grazie agli interventi di messa in sicurezza sugli argini del Po fatti in questi anni non ci dovrebbero essere sorprese. Anche le previsioni meteomarine dicono che il mare dovrebbe ricevere bene, senza provocare situazioni sfavorevoli".

Torna all'inizio


LA RASSEGNA (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Asololbri riparte oggi alle 20.45 con Alfio Caruso per percorrere i più famosi misteri degli ultimi sessant'anni si storia d'Italia. In Sala della Ragione ad Asolo gli studenti del Liceo Cavanis di Possagno presentano "Il Lungo intrigo. Compromessi, casi d'impunità e complotti": nel nuovo libro dello scrittore e giornalista siciliano vero e verosimile si mescolano a raccontare il dietro le quinte di un'Italia segreta, dal 1943 ad oggi. Mercoledì 4 giugno (ore 20.45) si apre con Luigi Furini il primo dei due appuntamenti (il 6 giugno è attesa Renata Pisu) proposti alla Fornace dell'Innovazione con i quali Asololibri ha attivato un percorso attorno ai nuovi assetti sociali ed economici. Il dibattito parte dalla burocrazia applicata al mondo dell'impresa, per arrivare alle "difficoltà di condurre una vita normale in Italia". Con l'intervento degli studenti del Liceo Filippin di Paderno del Grappa, Furini parla dei suoi due libri "Volevo solo vendere la pizza" e del suo seguito ideale "Volevo solo lavorare", entrambi editi da Garzanti, per scoprire quello che succede oggi nel mondo del lavoro. Partendo dalla propria esperienza personale di giornalista "scomodo" che si ritrova costretto a lavorare nello sgabuzzino delle scope, dopo aver abbandonato il sogno di diventare piccolo imprenditore della pizza, Furini esplora un'Italia concreta che i media non raccontano e la politica ha dimenticato. Direttamente da Radio 24, giovedì 5 giugno, ore 20.45, in Sala della Ragione Chiara Gamberale propone la sua ultima fatica letteraria "La zona cieca" (Bompiani) assieme agli studenti del Liceo Verdi di Valdobbiadene. Incontri sono ad ingresso gratuito. Programma completo www.frontiereprogetti.comInformazioni Biblioteca di Asolo, tel. 0423 951317.

Torna all'inizio


LABORATORIO VETERINARIO DI NUOVO ATTIVO (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

MADDALONI Laboratorio veterinario di nuovo attivo Maddaloni. Rischio leishmaniosi viscerale di nuovo sotto controllo. È stato riaperto l'ambulatorio veterinario dell'Asl Ce1, istituito contro l'emergenza leishmaniosi viscerale nel 1991. Che Maddaloni fosse un sito sanitario di interesse nazionale era noto. Non si sapeva però che pigrizia burocrazia potesse mettere in ginocchio un progetto pilota del Ministero della Salute. A Maddaloni, sede storica di un focolaio endemico di leishmaniosi viscerale (contagioso per l'uomo) e, da 16 anni, area pilota per la profilassi animale, era stato chiusa, per espressa volontà del Comune, l'unica struttura capace di garantire un'azione di profilassi preventiva contro le larve degli insetti vettori, contro gli animali incubatori (cani e roditori) del contagio, nonché in grado di avviare un'anagrafe completa della popolazione canina e divulgare informazioni sul diserbamento sistematico di mura e siepi (habitat naturale per l'attecchimento delle larve degli insetti vettori). La profilassi veterinaria completa è di nuovo garantita (tutti i martedì e giovedì dalle 10 alle 12) presso l'ambulatorio territoriale di via Serao 55.

Torna all'inizio


ALLOGGI IACP AL PALO 4 MILIONI INUTILIZZATI (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Alloggi Iacp al palo 4 milioni inutilizzati Maddaloni. Ennesimo smacco per i quartieri dormitorio. Non si sblocca la paralisi dei fondi strutturali: restano inutilizzati i 4 milioni di euro, attesi da 25 anni, per il promesso recupero edilizio e urbano (ristrutturazione, consolidamento statico e rifacimento dei sottoservizi) dei casermoni popolari di via Feudo e via Serao. È record: da quattro anni, nonostante la disponibilità finanziaria (originariamente ammontante a 8 miliardi di vecchie lire), non si riesce a chiudere l'iter di affidamento dei lavori per tutelate la vivibilità di 1300 famiglie. "La burocrazia dell'Iacp - denuncia Carlo Scalera, responsabile provinciale del Sicet-Cisl - è così indolente che non riesce nemmeno ad onorare più le promesse, rinnovate appena qualche mese fa e divulgate incautamente dal sindaco Farina". La fine dell'attesa era stata fissata per gennaio. Poi c'era stata una proroga per l'inizio della primavera. In verità, l'avvio dei lavori non ci sarà nemmeno per l'inizio dell'estate. "Serve - conclude Scalera - un'azione forte: un atto ufficiale di censura politica e amministrativa verso gli uffici casertani di via Ruggiero". Dal dicembre 2003, non si riesce a completare lo schema convenzionale, tra l'Iacp e la Regione Campania, per la spesa di 4 milioni di euro: affidamento dei lavori, individuazione dell'impresa appaltante, avvio dei cantieri. Il Sicet contesta anche il silenzio inspiegabile del sindaco Farina. Il Comune, nella speranza delusa di accelerare i lavori, ha ceduto persino la proprietà dei suoli (e della aree circostanti) su cui sorgono le case popolari. È risultata inutile la dismissione immobiliare di quasi due quartieri: la cessione del diritto di superficie ha reso l'Iacp proprietario unico di suoli, stabili e sottoservizi. Inutile anche il finanziamento, sempre da parte del Comune, di tutte le opere propedeutiche al rifacimento dei sottoservizi, degli scarichi fecali, delle opere di irregimentazione delle acque pluviali, parte dei marciapiedi e intonaci esterni. L'urgenza investe anche le infiltrazioni degli scarichi nelle abitazioni. Esistono in aggiunta pure seri problemi di allagamento dei piano terra e dei vani ascensori. Insomma, è a rischio la sicurezza strutturale e la tutela socio-sanitaria dei residenti. Ritorna una vecchia polemica, sostenuta contro l'ex-presidente Carmine Iodice. L'Iacp provinciale aveva sempre lamentato la mancanza di opere infrastrutturali (fogne e assetti stradali), messe in carico al Comune (per circa un milione di euro), e perdite (collegate alla gestione del patrimonio maddalonese) collegabili alla morosità e ad un forte esborso dovuto alle aliquote Ici (sei per mille, mentre i patrimoni immobiliari privati pagano solo il quattro per mille). "Anche il tempo degli alibi è scaduto - spiega Ciro Cortese, segretario provinciale Sunia-Cgil - perché alla luce delle disposizioni che esentano il patrimonio di edilizia residenziale dal pagamento dell'Ici, oggi si deve chiedere conto all'Iacp quale sarà la destinazione futura dei risparmi accumulati, sul solo comune di Maddaloni". Chiesta infatti al comune l'avvio di un'istruttoria conoscitiva sugli sgravi Ici. "Rientrate le perdite Ici, cancellata parte della morosità storica e avviato il piano delle opere comunali - denuncia Ciro Cortese (Sunia-Cgil)- è tempo di fare chiarezza sui ritardi irritanti della risoluzione della querelle giudiziaria sull'attribuzione dei mega-lavori, affidati con un contestato ribasso del 40 per cento, per la ristrutturazione congelata di tutti gli alloggi Iacp cittadini".

Torna all'inizio


RIFIUTI, ECCO LE CARTE SUL PATTO SCELLERATO CAMORRA-POLITICA (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Rifiuti, ecco le carte sul "patto scellerato" camorra-politica L'uomo aveva entrature in ambienti istituzionali locali e nazionali Una consistenza traslucida, né opaca né trasparente, tale da far intravedere la forma di quanto si muoveva oltre la cortina di Ecoquattro senza però far distinguere compiutamente volti e nomi di tutti i protagonisti. Ombre indefinite, il contenuto degli omissis che compaiono nei verbali di interrogatorio dei fratelli Orsi, soprattutto di Michele. Fantasmi che si agitano sulla scena della lobby di cui Ecoquattro era la parte visibile, quella che gestiva l'affare rifiuti sul litorale domiziano e - attraverso la Gmc - in una fetta dell'agro aversano. Una lobby, dicevamo. Una consorteria mista nella quale gli imprenditori sedevano allo stesso tavolo dei camorristi, del clan La Torre e non solo, dei politici non soltanto locali, e di alcuni rappresentanti delle istituzioni: la prefettura e il commissariato di governo per l'emergenza, per esempio. Spulciando tra i verbali, di interrogatorio e di trascrizione delle telefonate, spunta con una certa prepotenza Claudio De Biasio: direttore del Ce4 (nei cui ruoli risultava ancora inserito fino alla data dell'arresto, il 3 aprile dello scorso anno), nel 2005 era transitato al Commissariato di governo per l'emergenza rifiuti, sotto la gestione di Corrado Catenacci. Ruolo per il quale si erano attivati gli amici. "È uno dei nostri", diceva Michele Orsi a telefono, appoggiandone la nomina. Incarico ottenuto proprio grazie a quelle pressioni. Interrogato, Catenacci racconterà di un pranzo durante il quale gli fu presentato De Biasio che però non aveva tutte le carte in regola per ricoprire l'incarico: architetto e non ingegnere, come era previsto dal contratto di consulenza. A quel pranzo aveva partecipato anche Michele Orsi. De Biasio era uomo di Orsi, De Biasio doveva controllare l'attività della Ecoquattro di Orsi. Una circostanza che, l'anno scorso, fu pesantemente criticata dal procuratore aggiunto Franco Roberti, che parlò di "commistione tra controllori e controllati". Commistione che avrebbe agevolato l'operazione-truffa che avvantaggiò i fratelli Orsi e che costò loro l'arresto: la vendita a un prezzo esorbitante - oltre nove milioni di euro - del 49 per cento di Ecoquattro al consorzio Ce4, valore determinato grazie all'inserimento in bilancio di crediti fittizi. Di se stesso Orsi dirà di essere un semplice imprenditore costretto a rapporti obliqui con i clan: "Voglio dire immediatamente chi ci sono due tipi di imprenditori: quello che nasce con la camorra (che è più camorrista del camorrista) e l'imprenditore che non lo è ma che poi è costretto ad entrare in contatto con la camorra ed a subirne le conseguenze". Negli atti dell'inchiesta della Dda, il primo troncone, c'è il tracciato della sua impressionante capacità di penetrazione nella burocrazia istituzionale, di intrecciare rapporti utili negli uffici della prefettura (in un precedente troncone dell'inchiesta era stato coinvolto il viceprefetto Ernesto Raio, all'epoca dei fatti contestati capo di gabinetto di Corrado Catenacci al Commissariato per l'emergenza rifiuti), della questura (coinvolto anche un ispettore di polizia, che aveva istruito la pratica per il rilascio del porto di pistola a Michele Orsi), del Gruppo antimafia, Salvatore Andreozzi, indagato per corruzione, dal quale Michele Orsi avrebbe ottenuto la copia di atti riservatissimi, e cioè le informative che avrebbero impedito il rilascio del nulla osta antimafia alla Ecoquattro. La conoscenza anticipata di quegli atti aveva consentito, quindi, la vendita delle quote della parte privata di Ecoquattro (cioè del pacchetto azionario della Flora Ambiente) ad altre società, i cui amministratori sarebbero semplici prestanome dei fratelli Orsi. Il nulla-osta arrivò poi. Michele Orsi rivelerà che per averlo aveva sollecitato anche l'intervento del deputato di An Mario Landolfi. r.cap.

Torna all'inizio


Giovanni Lucchi consigliere P.R.I. di Forli - Cesena "Burocrazia emergenza democratica" (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

(3/6/2008 14:56) | (Sesto Potere) - Forlì - 3 giugno 2008 - L'ex ministro Pecoraro Scanio prima di lasciare il suo dicastero ha emanato un Decreto Legge ( il numero 4 / 2008 ) che mette un altro tassello alla enorme burocrazia urbanistica in questo paese. In tutti i piani regolatori dei Comuni sono previsti interventi di pianificazione attuativa, comunemente chiamati piani particolareggiati in cui il cittadino predispone il progetto, realizza le opere di urbanizzazione ( strade, parcheggi, vede pubblico, rete dei servizi ) che poi cede al pubblico. Tali interventi sono già definiti e normati all'interno del piano regolatore addottato dal Consiglio Comunale e approvato dalla Provincia con un inter burocratico, tale da scoraggiare anche cittadini e imprenditori tenaci. "E come sovente si dice " piove sul bagnato " con il decreto citato - spiega Giovanni Lucchi consigliere P.R.I. della Provincia di Forli - Cesena - non sarà più sufficente predisporre il progetto nei termini fino ad ora stabiliti, con le procedure consolidate, si dovrà ottemperare ad un altro balzello burocratrico, con la redazione di una valutazione ambientale strategica in merito all'intervento già previsto nei piani regolatori. La Regione Emilia Romgna ha stabilito, nella sua proposta di Legge 207 / 2008 ,che sarà la Provincia a esaminare e approvare la valutazione ambientale strategica. Senza essere delle Cassandre è evidente che in tutto questo intreccio di norme e decreti ed enti che si devono esprimere i tempi di risposta delle amministrazioni, su ciò che è già stato previsto dal piano regolatore, saranno dilatati di molti mesi ad essere ottimisti. La burocrazia anche nel settore della trasformazione del territorio è diventata una vera " emergenza democratica " e in questo stato di cose chi ne paga le spese sono da un lato i cittadini dall'altro il territorio ove alla sostanza delle buone progettazioni si è sostituita la forma delle carte bollate". Sulla vicenda Giovanni Lucchi ha presentato un'interrogazione al presidente della Provincia Massimo Bulbi chidendo lumi sulla norma urbanistica che ha una grande rilevanza per tutti i cittadini della nostra Provincia, che chiedono ai Comuni permessi per costruire .

Torna all'inizio


La nuova Provincia non scalda gli artigiani (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Vimercate" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

SONDAGGIO Solo il 51% degli intervistati dà un giudizio positivo o molto positivo di Monza e Brianza LA NUOVA PROVINCIA NON SCALDA GLI ARTIGIANI L'Unione ha chiesto anche quali sono le esigenze prioritarie, al primo posto infrastrutture e sicurezza richiedi la foto Monza - Il 51% degli artigiani associati all'Unione giudica positivamente la nascita della nuova Provincia MB. Questo l'esito di un sondaggio presentato ufficialmente giovedì sera nella sede della Camera di Commercio. Come interpretarlo? Come un bicchiere mezzo pieno o come un bicchiere mezzo vuoto? In modo positivo a giudizio dell'assessore all'Attuazione della nuova Provincia Gigi Ponti, con qualche preoccupazione a giudizio del segretario dell'Unione artigiani della Provincia MB, Marco Accornero, che però ha detto chiaramente di stare dalla parte di chi vede nella nuova Provincia una risorsa. Nell'illustrare l'esito del sondaggio - 800 telefonate alle circa 22mila imprese di MB - Accornero si è soffermato anche sulle priorità che il nuovo ente dovrà affrontare, che sono le infrastrutture e la sicurezza. Staccate le politiche del lavoro, l'ambiente e il turismo e la cultura, che tra gli artigiani interpellati raccoglie un misero 3%. Fra gli interventi più urgenti richiesti ci sono uno snellimento della burocrazia (53%); finanziamenti mirati a progetti di sviluppo delle imprese (22%); la promozione di politiche del lavoro e della formazione a sostegno dell'occupazione (15%) e agevolazioni e incentivi per nuovi insediamenti (10%). Lo snellimento della burocrazia raggiunge il suo apice fra le imprese edili (58%), ma a tal proposito l'assessore Ponti ha avuto modo di rimarcare nel suo intervento che in questo campo la Provincia ha poche competenze. Segno che c'è un po' di disinformazione anche tra gli artigiani. "Grandi entusiasmi per la nascita della nuova Provincia - ha rimarcato Accornero davanti a una sala gremita - dunque non ce ne sono e probabilmente il dato è stato influenzato dal dibattito sull'utilità delle Province stesse che ha animato la politica negli ultimi mesi. Noi però ci iscriviamo tra gli ottimisti e siamo fiduciosi che la nuova Amministrazione possa andare incontro alle esigenze degli artigiani". Sulla stessa lunghezza d'onda Walter Mariani, presidente dell'Unione di Monza e Brianza e Salvatore Luca, membro della Giunta per l'artigianato per la Cciaa MB. Entrambi hanno posto l'accento sulle richieste emerse dal sondaggio, "sicuramente condivisibili". Carlo Edoardo Valli, presidente della Cciaa MB, dopo aver fatto un elogio del lavoro artigiano, ha auspicato che quel 51% di favorevoli alla nuova Provincia possa crescere. Si è quindi augurato che il nuovo ente possa essere in grado di promuovere iniziative specifiche per ogni categoria, perché anche la Brianza sta soffrendo per il difficile momento economico che c'è a livello internazionale. Ha spostato infine il discorso su Asam, la holding di servizi, argomento del quale trattiamo in altra parte. Assente l'assessore regionale con delega all'Attuazione del nuovo ente, Massimo Ponzoni, impegnato in una cena del Rotary pro Vigili del fuoco, che si teneva in contemporanea a Vimercate, è toccato all'assessore provinciale Gigi Ponti fare il punto sul cammino della nuova Provincia. "I dati emersi dal sondaggio - ha rimarcato Ponti - sono incoraggianti. La maggioranza assoluta degli artigiani intervistati dà infatti della nuova Provincia un giudizio positivo o molto positivo". Ponti ha quindi ricordato che in Brianza, a differenza che in altri luoghi, la gente non è scesa in piazza per festeggiare la nascita della Provincia. Ha continuato a lavorare. "I brianzoli - ha sottolineato Ponti - sono fatti così, diranno due anni dopo le elezioni se la Provincia va bene o va male". L'assessore provinciale ha quindi rimarcato come la nascita del nuovo Ente è pienamente giustificato, invitando tutti a fare rete per dare una Provincia una dote più ampia. E qui anche Ponti ha parlato di Asam. Un giudizio diverso da quello di Valli, che mentre Ponti parlava faceva segno di no con il dito indice. Nel corso della serata hanno portato il loro saluto anche i sindaci di Bovisio Masciago e Lissone, rispettivamente Giuseppina Stella e Ambrogio Fossati, mentre l'assessore monzese all'Edilizia privata e alle partecipate Cesare Boneschi ha invitato tutti, visto l'esito del sondaggio, a darsi da fare per comunicare meglio i vantaggi che la nuova Provincia potrà portare. Articolo pubblicato il 03/06/08 Maurizio Colombo.

Torna all'inizio


Tempi e orari della città di Modena, ecco le linee guida (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

(3/6/2008 18:35) | (Sesto Potere) - Modena - 3 giugno 2008 - Orari di lavoro più flessibili, più servizi a sostegno della famiglia anche in fasce orarie normalmente non coperte, servizi pubblici più efficienti per ridurre il tempo delle pratiche burocratiche, spostamenti cittadini più rapidi anche con il trasporto pubblico, più opportunità di scelta per il tempo libero: sono gli assi strategici previsti dalla delibera sulle Linee di indirizzo per i "Tempi e orari della città", presentata in consiglio comunale dall'assessore ai Tempi e orari della città Simona Arletti e approvata nella seduta di giovedì 29 maggio con il voto favorevole della maggioranza più il consigliere indipendente, contrario della Lega Nord e l'astensione delle altre opposizioni. "La visione strategica complessiva del Piano punta ad aumentare le opportunità di scelta per gli individui in merito alla gestione del tempo e aumentare l'efficienza del sistema urbano migliorando le compatibilità tra i diversi regimi di orario", ha spiegato l'assessore Simona Arletti, precisando che la delibera "dà mandato alla Giunta a predisporre, sulla base degli obiettivi strategici approvati, il Piano dei Tempi e Orari che speriamo di poter illustrare entro la fine del 2008". Tra le azioni già attivate c'è progetto che mette in rete gli uffici relazioni con il pubblico a livello provinciale, per condividere le principali informazioni da fornire agli utenti e per la semplificazione delle comunicazioni tra Enti. Rispetto agli orari delle attività economiche, l'indirizzo è mantenere una fascia oraria indicativa, all'interno della quale i singoli esercenti possano determinare liberamente i propri orari di apertura, nel rispetto delle leggi in vigore. Continuerà inoltre la programmazione delle aperture festive, domenicali, notturne, in accordo con le categorie economiche e le associazioni sindacali del commercio, dell'artigianato, dei lavoratori e dei consumatori. Si punterà a rendere compatibili i diversi interessi coinvolti: rispetto della libertà imprenditoriale, attenzione alla funzione di vivibilità civile e urbana, riguardo per le esigenze di riposo dei residenti. L'assessore Arletti ha fatto un quadro della situazione dei tempi di vita e di lavoro nella nostra città, ricordando che "l'organizzazione del tempo che si era strutturata con lo sviluppo industriale, e che aveva portato alla diffusione di regimi di orario di lavoro standard, è oggi di fatto scomparsa. Il processo di terziarizzazione determina intermittenza delle prestazioni, orari atipici, flessibili, poco compatibili con il lavoro costante a tempo pieno e percorsi semplici casa-lavoro. Questa diversificazione dei regimi di orario tende a innescare situazioni di disuguaglianza nell'utilizzo del tempo. Alcuni hanno maggiore disponibilità di tempo, sono in grado di organizzare le proprie attività su orari più comodi, e acquistano tempo da altri per risolvere i propri problemi quotidiani. Altri fanno dipendere i propri orari da quelli degli altri, perché appartengono a fasce sociali economicamente più deboli o perché su di essi converge una domanda di cura all'interno dei nuclei familiari. Emerge, in sostanza, l'importanza del tempo come possibile dimensione discriminante nelle diseguaglianze sociali, di reddito e di genere. Anche la consistente riduzione dell'orario di lavoro contrattuale avvenuta negli ultimi 50 anni non ha portato necessariamente ad un aumento del tempo libero, ma ha favorito piuttosto l'accettazione di più lunghe distanze tra casa e luogo di lavoro, pur incentivando anche l'entrata nel mondo del lavoro di molte donne con carichi di famiglia. Recenti ricerche della nostra Università segnalano un preoccupante aumento del numero delle ore lavorate a settimana, ben 44, che rendono la conciliazione dei tempi di vita e lavoro ancora più difficile. Modena è stata tra i primi Comuni d'Italia ad attivare la Banca del tempo, strumento di condivisione solidale tra chi ha un po' di tempo a disposizione e chi può restituirlo con diverse modalità". L'assessore ha poi precisato che "la legge 53 del 2000 ha recentemente dato indicazioni agli enti locali per elaborare il Piano Territoriale dei Tempi e Orari, ma il ruolo del Comune deve essere di coordinamento, non certo di unica gestione. Nell'allegato alla delibera abbiamo cercato di valorizzare tutti i progetti già avviati o in corso di attivazione in questa legislatura da parte dei vari assessorati. Non credo si tratti di poca cosa aprire a Natale i nidi, o estendere anche alla domenica l'assistenza domiciliare, allungare la frequenza del trasporto pubblico della linea 7 fino alle 24, favorire l'apertura di negozi con format innovativi, intervenire sugli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro per consentire più autonomia ai ragazzi. Una ricerca del 2006 su 500 cittadine modenesi tra i 25 e i 65 anni mostra che il 40% di loro hanno difficoltà a conciliare lavoro e impegno familiare. Queste donne chiedono in primis di ridurre i tempi di lavoro, poi di rendere l'orario di lavoro più flessibile, di avere maggiore condivisione col partner del lavoro di cura, infine, solo da ultimo, di rendere più flessibili gli orari dei servizi. Nella discussione in commissione è ben emersa dai consiglieri la consapevolezza che la difficoltà principale del lavorare sui tempi della città è nella conflittualità di interessi in campo: se si ampliano le aperture al pubblico dei servizi occorre più personale, se si chiede ai negozi di stare aperti la domenica si confligge col diritto al riposo del dipendente, se si dovessero aprire la sera i nidi per cogliere alcune richieste di flessibilità di fasce di lavoratori atipici non si rispetterebbero i diritti dei bambini e nemmeno degli educatori. Questa è la vera difficoltà". Simona Arletti ha infine concluso il suo intervento con una citazione di Marcel Proust: "un'ora non è solo un'ora , è un vaso colmo di profumi, di suoni, di progetti", ricordando che "tutti abbiamo diritto a un po' di tempo per noi stessi, nel ritmo frenetico della nostra vita se non troviamo quello spazio finiamo per perdere di vista il senso della nostra esistenza". Nel dibattito, Achille Caropreso, indipendente, ha ricordato: "ho affrontato questo tema in due istanze negli anni passati, con il precedente assessore. è evidente che per venire incontro alle esigenze di alcuni cittadini è necessario che qualcuno sia disponibile a fare un passo indietro, a sacrificarsi in alcuni orari e giornate, per rispondere a bisogni altrui. Credo sia molto difficile nel campo privatistico, delle attività commerciali o terziarie. Nel settore pubblico mi pare di vedere, al contrario, una migliore disponibilità e la concreta attuazione di orari più flessibili per i cittadini e le famiglie. Tutti gli uffici pubblici hanno le aperture pomeridiane o continuate, magari il giovedì. Mentre il problema lo vedo di più sui rapporti tra privati, perché si lavora tutti negli stessi orari". Ercole Toni, Pd, ha affermato: "seguo l'argomento da tempo e credo che molte cose siano molto migliorate, negli anni. Ho sentito parlare di attività rumorose e anche della questione di via Gallucci. La zona di via Gallucci e rua Pioppa è molto problematica per i rumori, le scritte sotto il portico, la sporcizia. Quando si vuole ripopolare una zona, accade che però a volte le attività creano più danni rispetto alla situazione precedente. Credo inoltre che in diversi uffici accada ancora troppo spesso che alcuni sportelli sono aperti e altre persone, in servizio, fanno tutto fuorché chiacchierare. Un altro problema è quello dei call center, che lasciano musichette che vanno avanti all'infinito, lasciano in attesa per lunghi minuti, con grandi difficoltà per le persone anziane. I tempi e orari vanno scanditi con la flessibilità ma anche con la chiarezza. Rimuovendo la burocrazia e ricordandosi che molte persone non sanno usare internet". Rosa Maria Fino, Società civile per il Ps, ha osservato: "oggi dopo 20 anni si parla di nuovo di quella che fu un'idea del sindaco Alfonsina Rinaldi. Vorrei ricordare che purtroppo ci sono uffici che non hanno la possibilità di tenere aperto né il sabato mattina, né il giovedì pomeriggio, per mancanza di personale. Gli orari di apertura al pubblico spesso sono ridotti perché poi deve rimanere il tempo di lavorare dietro le quinte. Credo comunque che la delega agli Orari e tempi sia stata sottovalutata, mentre invece mette in gioco tante risposte da dare agli anziani, ma anche alle donne che lavorano, ai bambini che vanno a scuola, e anche agli uomini. Apprezzo le aperture natalizie degli asili nido, perché non tutti possono permettersi di andare in vacanza. Apprezzo la formazione delle baby sitter, utile soprattutto a chi non ha parenti disponibili, e le convenzioni con gli asili nido privati, coinvolgendo in modo trasversale i diversi assessorati. Per quanto riguarda il settore commerciale, ricordo che in alcuni bandi è stato proposto punteggio aggiuntivo per quanti proponevano orari innovativi di apertura". Sergio Celloni del Ppl è intervenuto "come imprenditore", spiegando che "la lingua batte dove il dente duole: recarsi in un ufficio e ottenere i permessi necessari per lo svolgimento della propria attività è un'odissea continua. Le pratiche si devono riguardare e riesaminare fino allo sfinimento. è giusto che i tempi della città siano importanti per gli anziani e per tutte le famiglie, ma anche per i 4 milioni di imprenditori del nordest che danno da lavorare a 10 milioni di persone. Chiedo all'Amministrazione di semplificare al massimo anche queste regole, perché più si agevola nel lavoro e meglio è. A volte, nel pubblico impiego ci sono fenomeni di assenza dal lavoro di 80-90 giorni l'anno, mentre nel pubblico i dati vanno dai 15 ai 40 giorni al massimo. Porterei dunque una maggiore attenzione al discorso della burocrazia, incentivando il ricorso alla rete internet e semplificando, onde evitare che le imprese si scoraggino, perché sono poi loro a rendere operativo e ricco un territorio". Ubaldo Fraulini, Pd, ha evidenziato: "dobbiamo semplificare la vita dei cittadini, risparmiare tempo e denaro, mettere a disposizione dei cittadini più tempo libero, per dedicarsi a cose che altrimenti non farebbero mai. Se c'è un limite nella nostra cultura è che la cultura del lavoro esasperata non porta alla felicità. Una città con più tempo libero è una città più felice. La mia proposta riguarda i servizi pubblici: l'assessore ci ha detto che il budget è ridotto, ma non sempre servono risorse economiche per migliorare le cose. Non tutti gli uffici sono aperti al sabato. Un'altra cosa che non costa niente riguarda l'orario di apertura al pubblico: credo sia sbagliato fissare un orario più ridotto rispetto a quello di presenza degli operatori. La flessibilità deve servire a organizzare turni e presenze flessibili anche per ascoltare ed essere presenti per il pubblico, magari dalle 7.45, oppure prolungando fino alle 13.30, 13.45, per agevolare chi lavora. Questo non costa nulla, è solo un problema di organizzazione. Sono poi per la liberalizzazione delle attività commerciali". Baldo Flori di Modena a colori ha commentato: "sono tra coloro convinti che non bastano gli appelli, gli auspici o le denunce. Servono iniziative concrete, confronti o anche scontri. Ho apprezzato la citazione di Proust, ma credo che la situazione sia molto complessa. Non parlo della Signora Città e del 1984, perché ci sarebbero troppi riferimenti personali. Parlo dell'ultimo Piano Tempi e orari del 1996 e della normativa nazionale del 2000. Oggi siamo nel 2008, due anni fa c'è stato un ordine del giorno unitario in Consiglio, poi un tavolo su questo tema, ma ora bisogna cominciare a stringere. La presentazione ha mescolato problematiche molto diverse. Se all'inizio le analisi erano troppo schematiche, oggi invece la problematica pare così ampia che rischiamo di perdere di vista i temi concreti. Sono state citate diverse iniziative che hanno avuto riflesso sui tempi e orari, ma erano nate con obiettivi diversi. Ci sono in questo piano degli obiettivi condivisibili, ma noi ci aspetteremmo dei fatti nuovi. Qui mi pare che ci sia più ricognizione che azioni concrete. Ci sono problemi non risolti, dei quali non si parla più. Ben prima dell'85 si è cercato con il sindacato di affrontare il problema degli orari delle fabbriche e delle scuole, per evitare il contemporaneo affollamento degli autobus e delle strade nelle ore di punta. Anche su via Albinelli, l'ampliamento dell'orario non è nemmeno entrato nel nuovo regolamento". Ivo Esposito di Fi-Pdl ha definito "fondamentale la deliberazione di oggi", dicendosi convinto "che il tempo sia una risorsa importantissima, da valorizzare in ogni modo. Serve - ha detto Esposito - un'azione coordinata di tutti coloro che sono interessati a questo problema. Orari più razionali possono diminuire l'inquinamento atmosferico, acustico e anche lo stress. Bisogna creare una città che sia a dimensione del cittadino, definendo insieme le priorità non sulla carta, ma nella sostanza, per valorizzare alcune iniziative come la Banca del tempo, che favoriscono il buon vicinato. Tante difficoltà di oggi riguardano la famiglia, chi lavora, il tempo libero, il trasporto… ad esempio non esiste una linea di trasporto pubblico decente che colleghi, durante l'estate, la città di Modena con la bassa. Bisogna riscoprire anche, con il tempo libero dal lavoro, il gusto della famiglia e dello stare insieme. Qualcuno, anche per motivi economici, ha bisogno del trasporto pubblico ed è importante garantirlo". Antonio Maienza, Popolari per il centrosinistra, ha affermato: "oltre ad avere analizzato egregiamente il contesto, questa delibera ci dà l'occasione di migliorare, con nuove linee di indirizzo, questi tempi e orari della nostra città. La considerazione imprescindibile riguarda la nostra media occupazionale, che è tra le migliori a livello nazionale ed anche europeo. è da questo dato che bisogna partire per fare il punto della situazione, per capire quale tempo deve essere dedicato al lavoro e quale a noi stessi, ai nostri svaghi, alla vita sociale e di relazione. Si è proposta maggiore flessibilità e più telelavoro, una modalità che fatica ad affermarsi ma che altrove è ben utilizzata e interessante. Serve un'adeguata formazione professionale, legata ai computer e alle lingue straniere. In modo da poter poi anche usufruire al meglio del proprio tempo libero, ritrovando la voglia e lo spazio da dedicare alla famiglia. Un'importante analisi del Centro culturale Luigi Ferrari parla proprio di questo fenomeno e della mancanza di tempo". Mauro Manfredini della Lega Nord ha suggerito di "migliorare l'accesso ai servizi, rendere sostenibili i trasporti, con l'obiettivo di restituire tempo ai cittadini. Tema centrale è coordinare, armonizzare i tempi sociali e quelli individuali, gli orari di lavoro per il mercato e quelli dell'organizzazione familiare, il tempo della cura di sé e degli altri, gli orari della scuola e quelli del tempo libero. Gli orari degli uffici pubblici vanno ampliati e le code ridotte, utilizzando anche gli strumenti della moderna tecnologia. Apprezzo il lavoro dell'assessore ma credo che manchi un impegno preciso per dare un reale aiuto alle famiglie. Credo che, una volta individuati i problemi, sia necessario individuare e dare inizio alle cure. Credo che dalla relazione dell'assessore non emerga nessuna cura valida per le malattie della nostra città". Giuseppe Campana del Pd ha esordito con una domanda su "come la cittadinanza è stata coinvolta nel predisporre le linee di indirizzo strategico" e ha poi evidenziato "il tema dei ritmi di vita. Porto avanti e confermo la tesi, sostenuta da Fraulini e da Flori, sulla necessità di addolcire i ritmi di vita della popolazione attiva. Non i pensionati e gli anziani, ma le fasce forti, trentenni, quarantenni, cinquantenni. Ricordo l'introduzione da parte di alcune ditte inglesi di mezz'ora di pausa a disposizione dei dipendenti, con spazi deputati alla sosta, nella convinzione che da questo possa derivare un miglioramento della qualità del lavoro. Ci deve essere maggiore flessibilità anche per dare la possibilità di una formazione continua, e ritengo inoltre molto importante la suddivisione del lavoro tra uomo e donna. Non è una questione rituale, ma una campagna credo molto seria. Chiedo inoltre se è stato affrontato il tema di organizzare dei percorsi scuola lavoro con gruppi di studenti. Anche in questo senso la partecipazione è importante per raccogliere le osservazioni pratiche di chi vive i problemi nel quotidiano". Mara Masini, Pd, ha sottolineato: "si tende a classificare questo argomento come un tema esclusivamente o prevalentemente femminile. Anche nella trasmissione della scorsa settimana, le consigliere hanno avuto il loro momento di gloria. Inoltre, credo che il tema degli orari intrecci anche altri aspetti della nostra vita, come la sicurezza: avere locali aperti in diversi orari dà la percezione di luoghi più vissuti. Questo non sarà esaustivo ma è importante. Abbiamo inoltre bisogno di articolare meglio il nostro tempo. Credo che il tempo di lavoro sia pienamente, anche troppo, una componente del tempo di vita. Non vorrei, personalmente, essere costretta a fare la spesa la domenica, ma mi piacerebbe avere locali pubblici aperti in orari diversi o in luoghi diversi della città. Credo che il Comune possa agire sui servizi che sono suoi propri, ma che debba essere anche regista attento e flessibile sull'organizzazione di diverse attività, con una funzione di promozione e orientamento. è chiaro che in questo caso gli interessi degli utenti sono in parte contrapposti a quelli dei lavoratori". Dante Mazzi, Fi-Pdl, ha detto: "per quanto riguarda i servizi on line, si dice che non sono accessibili da tutti, ma credo che invece siano molto utili a migliorare la qualità della vita. Questo vale anche per i call center. Ci sono persone che non fanno l'autolettura del contatore di Hera per non trovarsi ad avere a che fare con il call center. In questo caso credo dovremmo tutti abituarci a regalare un po' di tempo agli altri, magari i giovani a dare una mano agli anziani. Così si semplifica la vita, e si sfrutta meno il territorio. Fare degli spostamenti, anche con il trasporto pubblico, sottrae tempo e risorse ad altre attività. Se si pensa per esempio al pendolarismo, chi si deve recare fuori città o fuori provincia spesso trova delle coincidenze non semplici per potersi muovere. Anche sul discorso di Atcm, quante volte abbiamo sentito lamentele e successivi aggiustamenti del tiro? Se si vuole incrementare il trasporto pubblico locale non si può pretendere una corsa ogni 10 minuti per ogni autobus, ma certo anche le zone più lontane devono essere meglio servite". Adolfo Morandi, FI - Pdl, ha osservato: "i percorsi dalla casa al lavoro vanno ricalibrati e resi meno congestionati e più sicuri. Un altro punto riguarda il settore dell'istruzione, quando si parla del pre scuola e del post scuola, ma ritengo che soprattutto il prolungamento dopo l'orario scolastico non sia ancora sufficiente. Se la scuola finisce alle 1630 e i genitori lavorano fino alle 18 quando va bene, questo è un problema. Ci sono orari di lavoro che si prolungano fino a tardi, ed esigenze alle quali non sempre si riesce a sopperire all'interno della famiglia. Serve spesso qualcuno che possa prendersi cura dei figli durante l'orario di lavoro. Esistono servizi convenzionati ma andrebbero ampliati e migliorati. Gli orari di apertura dei pubblici esercizi dovrebbero essere ampliati, e servirebbero non degli obblighi di apertura domenicale, perché questo comporterebbe dei problemi per i lavoratori del settore commerciale e soprattutto per gli esercizi a conduzione familiare, ma degli incentivi. Credo si debba lasciare maggiore libertà di scelta". Simona Arletti ha replicato sottolineando: "in molti interventi si sente il bisogno di una città più lenta, dove spostarsi in modo più rilassato, lasciare più spazi di libertà ai nostri ragazzi, liberarsi un po' da una dedizione al lavoro che è oramai enorme. Credo che vadano identificati, in base alle linee di indirizzo, dei tempi in cui attivare i progetti. Alcuni di questi sono già attivati. Non credo abbiamo fatto solo una ricognizione, ma un lavoro intersettoriale nel rispetto di un programma di mandato e di un impegno chiaro del Sindaco, per recuperare una dimensione della città più rispettosa dei tempi e dei bisogni della vita extralavorativa. Rispetto agli esercizi pubblici e alle attività imprenditoriale, credo sia importante conciliare la libertà di impresa con i tempi di vita dei residenti. Per quanto riguarda gli imprenditori, ricordo che si possono fare on line le Dia e numerose altre pratiche. Molti hanno valorizzato le Banche del tempo, modalità forse poco conosciuta, nella quale il tempo vale semplicemente anche se non viene considerato denaro. Per quanto riguarda l'apertura al pubblico, purtroppo salta fuori spesso il problema del back office, una parte delle pratiche che non si può fare nello stesso momento: richiede una concentrazione che l'afflusso continuo del pubblico non consente di avere e su questo punto è troppo difficile cambiare. Non si parla più degli orari delle scuole diversi da quelli delle fabbriche, ma di fatto non credo in questa possibilità. Credo che oramai molte cose siano cambiate. E credo che i servizi on line vadano comunque valorizzati. Al forum on line sugli orari del centro storico hanno partecipato anche sessantenni. Abbiamo fatto un'indagine sui clienti di via Albinelli, un tavolo di partecipazione su via Gallucci, e serviranno anche iniziative pubbliche aperte a tutta la città. Vogliamo creare una città con più opportunità e più tempo a disposizione". In dichiarazione di voto, Manfredini (Lega) ha annunciato il proprio voto contrario "in quanto mi sarei aspettato azioni più decise in tempi certi e rapidi". Fino (Società civile- Ps) ha affermato: "mi pare che sia un lavoro di prospettive molto positive, forse Manfredini non ha sentito". Flori (Modena a colori) ha annunciato l'astensione "perché tra le luci e le ombre privilegiamo le luci, sperando che si diano indicazioni di tempi e modi ad alcuni dei punti di questa delibera". Tesauro (Verdi) ha ribadito il voto positivo "per vedere finalmente, dopo anni di sperimentazioni, un vero piano regolatore degli orari e dei tempi della città". Orari di lavoro più flessibili, più servizi a sostegno della famiglia anche in fasce orarie normalmente non coperte, servizi pubblici più efficienti per ridurre il tempo delle pratiche burocratiche, spostamenti cittadini più rapidi anche con il trasporto pubblico, più opportunità di scelta per il tempo libero: sono gli assi strategici previsti dalla delibera sulle Linee di indirizzo per i "Tempi e orari della città", presentata in consiglio comunale dall'assessore ai Tempi e orari della città Simona Arletti e approvata nella seduta di giovedì 29 maggio con il voto favorevole della maggioranza più il consigliere indipendente, contrario della Lega Nord e l'astensione delle altre opposizioni. "La visione strategica complessiva del Piano punta ad aumentare le opportunità di scelta per gli individui in merito alla gestione del tempo e aumentare l'efficienza del sistema urbano migliorando le compatibilità tra i diversi regimi di orario", ha spiegato l'assessore Simona Arletti, precisando che la delibera "dà mandato alla Giunta a predisporre, sulla base degli obiettivi strategici approvati, il Piano dei Tempi e Orari che speriamo di poter illustrare entro la fine del 2008". Tra le azioni già attivate c'è progetto che mette in rete gli uffici relazioni con il pubblico a livello provinciale, per condividere le principali informazioni da fornire agli utenti e per la semplificazione delle comunicazioni tra Enti. Rispetto agli orari delle attività economiche, l'indirizzo è mantenere una fascia oraria indicativa, all'interno della quale i singoli esercenti possano determinare liberamente i propri orari di apertura, nel rispetto delle leggi in vigore. Continuerà inoltre la programmazione delle aperture festive, domenicali, notturne, in accordo con le categorie economiche e le associazioni sindacali del commercio, dell'artigianato, dei lavoratori e dei consumatori. Si punterà a rendere compatibili i diversi interessi coinvolti: rispetto della libertà imprenditoriale, attenzione alla funzione di vivibilità civile e urbana, riguardo per le esigenze di riposo dei residenti. L'assessore Arletti ha fatto un quadro della situazione dei tempi di vita e di lavoro nella nostra città, ricordando che "l'organizzazione del tempo che si era strutturata con lo sviluppo industriale, e che aveva portato alla diffusione di regimi di orario di lavoro standard, è oggi di fatto scomparsa. Il processo di terziarizzazione determina intermittenza delle prestazioni, orari atipici, flessibili, poco compatibili con il lavoro costante a tempo pieno e percorsi semplici casa-lavoro. Questa diversificazione dei regimi di orario tende a innescare situazioni di disuguaglianza nell'utilizzo del tempo. Alcuni hanno maggiore disponibilità di tempo, sono in grado di organizzare le proprie attività su orari più comodi, e acquistano tempo da altri per risolvere i propri problemi quotidiani. Altri fanno dipendere i propri orari da quelli degli altri, perché appartengono a fasce sociali economicamente più deboli o perché su di essi converge una domanda di cura all'interno dei nuclei familiari. Emerge, in sostanza, l'importanza del tempo come possibile dimensione discriminante nelle diseguaglianze sociali, di reddito e di genere. Anche la consistente riduzione dell'orario di lavoro contrattuale avvenuta negli ultimi 50 anni non ha portato necessariamente ad un aumento del tempo libero, ma ha favorito piuttosto l'accettazione di più lunghe distanze tra casa e luogo di lavoro, pur incentivando anche l'entrata nel mondo del lavoro di molte donne con carichi di famiglia. Recenti ricerche della nostra Università segnalano un preoccupante aumento del numero delle ore lavorate a settimana, ben 44, che rendono la conciliazione dei tempi di vita e lavoro ancora più difficile. Modena è stata tra i primi Comuni d'Italia ad attivare la Banca del tempo, strumento di condivisione solidale tra chi ha un po' di tempo a disposizione e chi può restituirlo con diverse modalità". L'assessore ha poi precisato che "la legge 53 del 2000 ha recentemente dato indicazioni agli enti locali per elaborare il Piano Territoriale dei Tempi e Orari, ma il ruolo del Comune deve essere di coordinamento, non certo di unica gestione. Nell'allegato alla delibera abbiamo cercato di valorizzare tutti i progetti già avviati o in corso di attivazione in questa legislatura da parte dei vari assessorati. Non credo si tratti di poca cosa aprire a Natale i nidi, o estendere anche alla domenica l'assistenza domiciliare, allungare la frequenza del trasporto pubblico della linea 7 fino alle 24, favorire l'apertura di negozi con format innovativi, intervenire sugli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro per consentire più autonomia ai ragazzi. Una ricerca del 2006 su 500 cittadine modenesi tra i 25 e i 65 anni mostra che il 40% di loro hanno difficoltà a conciliare lavoro e impegno familiare. Queste donne chiedono in primis di ridurre i tempi di lavoro, poi di rendere l'orario di lavoro più flessibile, di avere maggiore condivisione col partner del lavoro di cura, infine, solo da ultimo, di rendere più flessibili gli orari dei servizi. Nella discussione in commissione è ben emersa dai consiglieri la consapevolezza che la difficoltà principale del lavorare sui tempi della città è nella conflittualità di interessi in campo: se si ampliano le aperture al pubblico dei servizi occorre più personale, se si chiede ai negozi di stare aperti la domenica si confligge col diritto al riposo del dipendente, se si dovessero aprire la sera i nidi per cogliere alcune richieste di flessibilità di fasce di lavoratori atipici non si rispetterebbero i diritti dei bambini e nemmeno degli educatori. Questa è la vera difficoltà". Simona Arletti ha infine concluso il suo intervento con una citazione di Marcel Proust: "un'ora non è solo un'ora , è un vaso colmo di profumi, di suoni, di progetti", ricordando che "tutti abbiamo diritto a un po' di tempo per noi stessi, nel ritmo frenetico della nostra vita se non troviamo quello spazio finiamo per perdere di vista il senso della nostra esistenza". Nel dibattito, Achille Caropreso, indipendente, ha ricordato: "ho affrontato questo tema in due istanze negli anni passati, con il precedente assessore. è evidente che per venire incontro alle esigenze di alcuni cittadini è necessario che qualcuno sia disponibile a fare un passo indietro, a sacrificarsi in alcuni orari e giornate, per rispondere a bisogni altrui. Credo sia molto difficile nel campo privatistico, delle attività commerciali o terziarie. Nel settore pubblico mi pare di vedere, al contrario, una migliore disponibilità e la concreta attuazione di orari più flessibili per i cittadini e le famiglie. Tutti gli uffici pubblici hanno le aperture pomeridiane o continuate, magari il giovedì. Mentre il problema lo vedo di più sui rapporti tra privati, perché si lavora tutti negli stessi orari". Ercole Toni, Pd, ha affermato: "seguo l'argomento da tempo e credo che molte cose siano molto migliorate, negli anni. Ho sentito parlare di attività rumorose e anche della questione di via Gallucci. La zona di via Gallucci e rua Pioppa è molto problematica per i rumori, le scritte sotto il portico, la sporcizia. Quando si vuole ripopolare una zona, accade che però a volte le attività creano più danni rispetto alla situazione precedente. Credo inoltre che in diversi uffici accada ancora troppo spesso che alcuni sportelli sono aperti e altre persone, in servizio, fanno tutto fuorché chiacchierare. Un altro problema è quello dei call center, che lasciano musichette che vanno avanti all'infinito, lasciano in attesa per lunghi minuti, con grandi difficoltà per le persone anziane. I tempi e orari vanno scanditi con la flessibilità ma anche con la chiarezza. Rimuovendo la burocrazia e ricordandosi che molte persone non sanno usare internet". Rosa Maria Fino, Società civile per il Ps, ha osservato: "oggi dopo 20 anni si parla di nuovo di quella che fu un'idea del sindaco Alfonsina Rinaldi. Vorrei ricordare che purtroppo ci sono uffici che non hanno la possibilità di tenere aperto né il sabato mattina, né il giovedì pomeriggio, per mancanza di personale. Gli orari di apertura al pubblico spesso sono ridotti perché poi deve rimanere il tempo di lavorare dietro le quinte. Credo comunque che la delega agli Orari e tempi sia stata sottovalutata, mentre invece mette in gioco tante risposte da dare agli anziani, ma anche alle donne che lavorano, ai bambini che vanno a scuola, e anche agli uomini. Apprezzo le aperture natalizie degli asili nido, perché non tutti possono permettersi di andare in vacanza. Apprezzo la formazione delle baby sitter, utile soprattutto a chi non ha parenti disponibili, e le convenzioni con gli asili nido privati, coinvolgendo in modo trasversale i diversi assessorati. Per quanto riguarda il settore commerciale, ricordo che in alcuni bandi è stato proposto punteggio aggiuntivo per quanti proponevano orari innovativi di apertura". Sergio Celloni del Ppl è intervenuto "come imprenditore", spiegando che "la lingua batte dove il dente duole: recarsi in un ufficio e ottenere i permessi necessari per lo svolgimento della propria attività è un'odissea continua. Le pratiche si devono riguardare e riesaminare fino allo sfinimento. è giusto che i tempi della città siano importanti per gli anziani e per tutte le famiglie, ma anche per i 4 milioni di imprenditori del nordest che danno da lavorare a 10 milioni di persone. Chiedo all'Amministrazione di semplificare al massimo anche queste regole, perché più si agevola nel lavoro e meglio è. A volte, nel pubblico impiego ci sono fenomeni di assenza dal lavoro di 80-90 giorni l'anno, mentre nel pubblico i dati vanno dai 15 ai 40 giorni al massimo. Porterei dunque una maggiore attenzione al discorso della burocrazia, incentivando il ricorso alla rete internet e semplificando, onde evitare che le imprese si scoraggino, perché sono poi loro a rendere operativo e ricco un territorio". Ubaldo Fraulini, Pd, ha evidenziato: "dobbiamo semplificare la vita dei cittadini, risparmiare tempo e denaro, mettere a disposizione dei cittadini più tempo libero, per dedicarsi a cose che altrimenti non farebbero mai. Se c'è un limite nella nostra cultura è che la cultura del lavoro esasperata non porta alla felicità. Una città con più tempo libero è una città più felice. La mia proposta riguarda i servizi pubblici: l'assessore ci ha detto che il budget è ridotto, ma non sempre servono risorse economiche per migliorare le cose. Non tutti gli uffici sono aperti al sabato. Un'altra cosa che non costa niente riguarda l'orario di apertura al pubblico: credo sia sbagliato fissare un orario più ridotto rispetto a quello di presenza degli operatori. La flessibilità deve servire a organizzare turni e presenze flessibili anche per ascoltare ed essere presenti per il pubblico, magari dalle 7.45, oppure prolungando fino alle 13.30, 13.45, per agevolare chi lavora. Questo non costa nulla, è solo un problema di organizzazione. Sono poi per la liberalizzazione delle attività commerciali". Baldo Flori di Modena a colori ha commentato: "sono tra coloro convinti che non bastano gli appelli, gli auspici o le denunce. Servono iniziative concrete, confronti o anche scontri. Ho apprezzato la citazione di Proust, ma credo che la situazione sia molto complessa. Non parlo della Signora Città e del 1984, perché ci sarebbero troppi riferimenti personali. Parlo dell'ultimo Piano Tempi e orari del 1996 e della normativa nazionale del 2000. Oggi siamo nel 2008, due anni fa c'è stato un ordine del giorno unitario in Consiglio, poi un tavolo su questo tema, ma ora bisogna cominciare a stringere. La presentazione ha mescolato problematiche molto diverse. Se all'inizio le analisi erano troppo schematiche, oggi invece la problematica pare così ampia che rischiamo di perdere di vista i temi concreti. Sono state citate diverse iniziative che hanno avuto riflesso sui tempi e orari, ma erano nate con obiettivi diversi. Ci sono in questo piano degli obiettivi condivisibili, ma noi ci aspetteremmo dei fatti nuovi. Qui mi pare che ci sia più ricognizione che azioni concrete. Ci sono problemi non risolti, dei quali non si parla più. Ben prima dell'85 si è cercato con il sindacato di affrontare il problema degli orari delle fabbriche e delle scuole, per evitare il contemporaneo affollamento degli autobus e delle strade nelle ore di punta. Anche su via Albinelli, l'ampliamento dell'orario non è nemmeno entrato nel nuovo regolamento". Ivo Esposito di Fi-Pdl ha definito "fondamentale la deliberazione di oggi", dicendosi convinto "che il tempo sia una risorsa importantissima, da valorizzare in ogni modo. Serve - ha detto Esposito - un'azione coordinata di tutti coloro che sono interessati a questo problema. Orari più razionali possono diminuire l'inquinamento atmosferico, acustico e anche lo stress. Bisogna creare una città che sia a dimensione del cittadino, definendo insieme le priorità non sulla carta, ma nella sostanza, per valorizzare alcune iniziative come la Banca del tempo, che favoriscono il buon vicinato. Tante difficoltà di oggi riguardano la famiglia, chi lavora, il tempo libero, il trasporto… ad esempio non esiste una linea di trasporto pubblico decente che colleghi, durante l'estate, la città di Modena con la bassa. Bisogna riscoprire anche, con il tempo libero dal lavoro, il gusto della famiglia e dello stare insieme. Qualcuno, anche per motivi economici, ha bisogno del trasporto pubblico ed è importante garantirlo". Antonio Maienza, Popolari per il centrosinistra, ha affermato: "oltre ad avere analizzato egregiamente il contesto, questa delibera ci dà l'occasione di migliorare, con nuove linee di indirizzo, questi tempi e orari della nostra città. La considerazione imprescindibile riguarda la nostra media occupazionale, che è tra le migliori a livello nazionale ed anche europeo. è da questo dato che bisogna partire per fare il punto della situazione, per capire quale tempo deve essere dedicato al lavoro e quale a noi stessi, ai nostri svaghi, alla vita sociale e di relazione. Si è proposta maggiore flessibilità e più telelavoro, una modalità che fatica ad affermarsi ma che altrove è ben utilizzata e interessante. Serve un'adeguata formazione professionale, legata ai computer e alle lingue straniere. In modo da poter poi anche usufruire al meglio del proprio tempo libero, ritrovando la voglia e lo spazio da dedicare alla famiglia. Un'importante analisi del Centro culturale Luigi Ferrari parla proprio di questo fenomeno e della mancanza di tempo". Mauro Manfredini della Lega Nord ha suggerito di "migliorare l'accesso ai servizi, rendere sostenibili i trasporti, con l'obiettivo di restituire tempo ai cittadini. Tema centrale è coordinare, armonizzare i tempi sociali e quelli individuali, gli orari di lavoro per il mercato e quelli dell'organizzazione familiare, il tempo della cura di sé e degli altri, gli orari della scuola e quelli del tempo libero. Gli orari degli uffici pubblici vanno ampliati e le code ridotte, utilizzando anche gli strumenti della moderna tecnologia. Apprezzo il lavoro dell'assessore ma credo che manchi un impegno preciso per dare un reale aiuto alle famiglie. Credo che, una volta individuati i problemi, sia necessario individuare e dare inizio alle cure. Credo che dalla relazione dell'assessore non emerga nessuna cura valida per le malattie della nostra città". Giuseppe Campana del Pd ha esordito con una domanda su "come la cittadinanza è stata coinvolta nel predisporre le linee di indirizzo strategico" e ha poi evidenziato "il tema dei ritmi di vita. Porto avanti e confermo la tesi, sostenuta da Fraulini e da Flori, sulla necessità di addolcire i ritmi di vita della popolazione attiva. Non i pensionati e gli anziani, ma le fasce forti, trentenni, quarantenni, cinquantenni. Ricordo l'introduzione da parte di alcune ditte inglesi di mezz'ora di pausa a disposizione dei dipendenti, con spazi deputati alla sosta, nella convinzione che da questo possa derivare un miglioramento della qualità del lavoro. Ci deve essere maggiore flessibilità anche per dare la possibilità di una formazione continua, e ritengo inoltre molto importante la suddivisione del lavoro tra uomo e donna. Non è una questione rituale, ma una campagna credo molto seria. Chiedo inoltre se è stato affrontato il tema di organizzare dei percorsi scuola lavoro con gruppi di studenti. Anche in questo senso la partecipazione è importante per raccogliere le osservazioni pratiche di chi vive i problemi nel quotidiano". Mara Masini, Pd, ha sottolineato: "si tende a classificare questo argomento come un tema esclusivamente o prevalentemente femminile. Anche nella trasmissione della scorsa settimana, le consigliere hanno avuto il loro momento di gloria. Inoltre, credo che il tema degli orari intrecci anche altri aspetti della nostra vita, come la sicurezza: avere locali aperti in diversi orari dà la percezione di luoghi più vissuti. Questo non sarà esaustivo ma è importante. Abbiamo inoltre bisogno di articolare meglio il nostro tempo. Credo che il tempo di lavoro sia pienamente, anche troppo, una componente del tempo di vita. Non vorrei, personalmente, essere costretta a fare la spesa la domenica, ma mi piacerebbe avere locali pubblici aperti in orari diversi o in luoghi diversi della città. Credo che il Comune possa agire sui servizi che sono suoi propri, ma che debba essere anche regista attento e flessibile sull'organizzazione di diverse attività, con una funzione di promozione e orientamento. è chiaro che in questo caso gli interessi degli utenti sono in parte contrapposti a quelli dei lavoratori". Dante Mazzi, Fi-Pdl, ha detto: "per quanto riguarda i servizi on line, si dice che non sono accessibili da tutti, ma credo che invece siano molto utili a migliorare la qualità della vita. Questo vale anche per i call center. Ci sono persone che non fanno l'autolettura del contatore di Hera per non trovarsi ad avere a che fare con il call center. In questo caso credo dovremmo tutti abituarci a regalare un po' di tempo agli altri, magari i giovani a dare una mano agli anziani. Così si semplifica la vita, e si sfrutta meno il territorio. Fare degli spostamenti, anche con il trasporto pubblico, sottrae tempo e risorse ad altre attività. Se si pensa per esempio al pendolarismo, chi si deve recare fuori città o fuori provincia spesso trova delle coincidenze non semplici per potersi muovere. Anche sul discorso di Atcm, quante volte abbiamo sentito lamentele e successivi aggiustamenti del tiro? Se si vuole incrementare il trasporto pubblico locale non si può pretendere una corsa ogni 10 minuti per ogni autobus, ma certo anche le zone più lontane devono essere meglio servite". Adolfo Morandi, FI - Pdl, ha osservato: "i percorsi dalla casa al lavoro vanno ricalibrati e resi meno congestionati e più sicuri. Un altro punto riguarda il settore dell'istruzione, quando si parla del pre scuola e del post scuola, ma ritengo che soprattutto il prolungamento dopo l'orario scolastico non sia ancora sufficiente. Se la scuola finisce alle 1630 e i genitori lavorano fino alle 18 quando va bene, questo è un problema. Ci sono orari di lavoro che si prolungano fino a tardi, ed esigenze alle quali non sempre si riesce a sopperire all'interno della famiglia. Serve spesso qualcuno che possa prendersi cura dei figli durante l'orario di lavoro. Esistono servizi convenzionati ma andrebbero ampliati e migliorati. Gli orari di apertura dei pubblici esercizi dovrebbero essere ampliati, e servirebbero non degli obblighi di apertura domenicale, perché questo comporterebbe dei problemi per i lavoratori del settore commerciale e soprattutto per gli esercizi a conduzione familiare, ma degli incentivi. Credo si debba lasciare maggiore libertà di scelta". Simona Arletti ha replicato sottolineando: "in molti interventi si sente il bisogno di una città più lenta, dove spostarsi in modo più rilassato, lasciare più spazi di libertà ai nostri ragazzi, liberarsi un po' da una dedizione al lavoro che è oramai enorme. Credo che vadano identificati, in base alle linee di indirizzo, dei tempi in cui attivare i progetti. Alcuni di questi sono già attivati. Non credo abbiamo fatto solo una ricognizione, ma un lavoro intersettoriale nel rispetto di un programma di mandato e di un impegno chiaro del Sindaco, per recuperare una dimensione della città più rispettosa dei tempi e dei bisogni della vita extralavorativa. Rispetto agli esercizi pubblici e alle attività imprenditoriale, credo sia importante conciliare la libertà di impresa con i tempi di vita dei residenti. Per quanto riguarda gli imprenditori, ricordo che si possono fare on line le Dia e numerose altre pratiche. Molti hanno valorizzato le Banche del tempo, modalità forse poco conosciuta, nella quale il tempo vale semplicemente anche se non viene considerato denaro. Per quanto riguarda l'apertura al pubblico, purtroppo salta fuori spesso il problema del back office, una parte delle pratiche che non si può fare nello stesso momento: richiede una concentrazione che l'afflusso continuo del pubblico non consente di avere e su questo punto è troppo difficile cambiare. Non si parla più degli orari delle scuole diversi da quelli delle fabbriche, ma di fatto non credo in questa possibilità. Credo che oramai molte cose siano cambiate. E credo che i servizi on line vadano comunque valorizzati. Al forum on line sugli orari del centro storico hanno partecipato anche sessantenni. Abbiamo fatto un'indagine sui clienti di via Albinelli, un tavolo di partecipazione su via Gallucci, e serviranno anche iniziative pubbliche aperte a tutta la città. Vogliamo creare una città con più opportunità e più tempo a disposizione". In dichiarazione di voto, Manfredini (Lega) ha annunciato il proprio voto contrario "in quanto mi sarei aspettato azioni più decise in tempi certi e rapidi". Fino (Società civile- Ps) ha affermato: "mi pare che sia un lavoro di prospettive molto positive, forse Manfredini non ha sentito". Flori (Modena a colori) ha annunciato l'astensione "perché tra le luci e le ombre privilegiamo le luci, sperando che si diano indicazioni di tempi e modi ad alcuni dei punti di questa delibera". Tesauro (Verdi) ha ribadito il voto positivo "per vedere finalmente, dopo anni di sperimentazioni, un vero piano regolatore degli orari e dei tempi della città".

Torna all'inizio


Il mio amico Piero (sezione: Burocrazia)

( da "AprileOnline.info" del 03-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Leo Sansone, 03 giugno 2008, 11:25 Storie al telefono Il governatore Draghi nella sua relazione all'assemblea annuale di Banca d'Italia ha sollecitato un innalzamento dell'età pensionabile per ridurre la spesa pubblica. Un'ipotesi che lo stesso Berlusconi aveva accantonato ma che ha raccolto un preoccupante consenso politico Non credo alle mie orecchie e mi attacco al telefonino. "Hai sentito? Mario Draghi propone di alzare l'età per andare in pensione?". Prima è solo silenzio. Poi Piero mi risponde: "Cosa...? Draghi chi?". Mi arriva una voce incredula. Piero non è "un bamboccione", secondo l'infelice definizione dell'ex ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. E' nato nel 1954, lavora dall'età di 15 anni. Iniziò alla Twa nel lontano 1969, il mitico anno dell'Autunno caldo delle lotte sindacali. Si alzava alle cinque del mattino per andare a prendere l'autobus, poi arrivava alla stazione Termini di Roma e quindi raggiungeva con il treno l'aeroporto di Fiumicino. La sera, dopo il lavoro di assistenza a terra ai voli della Twa, andava a studiare ragioneria in una scuola privata ad Ostia, il quartiere di Roma sul mare vicino all'aeroporto. Una vita dura e libera fin da ragazzo. Da allora sono trascorsi 39 anni, ha girato in sette aziende diverse (grandi, medie e piccole); è stato costretto a cambiare lavoro quattro volte, due volte è rimasto imbrogliato ed è stato salvato dal pretore, ha perso 3 anni di contributi previdenziali nella sue svariate traversie. Ora, dopo essere rimasto disoccupato, è consulente di una impresa di prodotti informatici. Lavora con una partita Iva. E' un libero professionista o un precario? Fate voi. E' deluso e spompato. Da anni il suo miraggio è la pensione. "Chi è Draghi?", ripete. "E' il governatore della Banca d'Italia. Nella relazione all'assemblea annuale ha sollecitato 'un innalzamento dell'età pensionabile' per ridurre la spesa pubblica", gli rispondo. E' attonito: "Ancora? Una nuova riforma delle pensioni? Ma quante ne hanno già fatte? Non bastano?". "Fammi fare i conti. Se non sbaglio sono state cinque. C'è stata la riforma del governo Amato nel 1992, quella di Dini nel 1995. Poi sono seguite quelle del primo esecutivo Prodi nel 1997 e di Maroni verso il 2004 che ha introdotto lo scalone. Quindi il secondo governo Prodi ha approvato un'altra riforma l'anno scorso, quella degli scalini...". "Troppe. E i conti ancora non tornano? Pagano sempre gli stessi... Noi fessi. Io voglio andare in pensione subito". "Non puoi. Hai 53 anni, la mia età. Sei troppo giovane e non hai nemmeno 40 anni di contributi. Se li avessi, avresti svoltato". "Ma io sono un lavoratore precoce. Ho cominciato a lavorare a 15 anni, quando gli altri si divertivano. Ho anche perso 3 anni di contributi quando sono rimasto disoccupato. Ho pure chiesto di poterli versare successivamente, ma l'Inps mi ha risposto di no. Pure la burocrazia ci si è messa. Addirittura hanno rifiutato i miei versamenti, poi dicono che sono in deficit... Molti miei colleghi sono andati in pensione come lavoratori precoci. Io posso andare prima in pensione?". "Mi posso informare, ma penso di no. Informati anche tu.... Sai: la società invecchia, i conti previdenziali rischiano di saltare. Draghi ha addirittura riparlato di alzare l'età pensionabile, anche oltre i 65 anni di età". "Ma nessuno protesta? Nessuno dice niente? Ogni volta riducono le spese tagliando le pensioni? Non è giusto. Ma dov'è finito il sindacato? Dove sono finiti i socialisti, i comunisti, la sinistra? Ne ho fatti di scioperi...". "Socialisti, comunisti, sinistra radicale hanno perso rovinosamente le elezioni e sono rimasti fuori del Parlamento. C'è Veltroni, il Partito democratico...Comanda Berlusconi. Al governo c'è lui e il centrodestra". "Sinistra, destra, centro. Sono tutti uguali. I politici tagliano le pensioni degli altri, di chi ha lavorato per una vita. Ma non mi rassegno. Sono un lavoratore precoce e voglio andare in pensione. Scrivi su tante questioni! Perché non scrivi un articolo sulle pensioni? Alle volte... Ciao". La telefonata si chiude. Un articolo va fatto. Draghi ora sta esagerando, perfino Silvio Berlusconi ha escluso un nuovo giro di vite sulle pensioni, presentando il programma del suo quarto governo alle Camere. Il governatore della Banca d'Italia ha raccolto un coro di consensi. Troppi. Il Pd, Rifondazione comunista, il Partito socialista, la sinistra radicale si facciano sentire. "Mi chiamo Antonio. Sono del '54 e sono matto", canta Simone Cristicchi. Attenzione, anche Piero è del '54 e, come tanti altri, è un deluso della sinistra. C'è un grande vuoto all'opposizione. E se lo riempisse il Cavaliere interpretando contemporaneamente il ruolo di presidente del Consiglio e di leader della minoranza?.

Torna all'inizio


Gli enti locali da Tremonti (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

"Lì il confronto vero, i segnali sono preoccupanti" "Portiamo all'esterno il malessere che già esiste e che presto potrebbe acutizzarsi" REGGIO. Gli enti locali attendono l'esito dell'incontro, previsto a breve, fra il ministro Tremonti e l'Anci (Associazione comuni. Ferri: "Il confronto vero avverrà in quella occasione. Attendiamo. Ma i primi segnali sono preoccupanti". Voi siete 6 sindaci dei 44 Comuni reggiani (esclusa la città, che ha dinamiche diverse). Vi sentite di parlare a nome di tutti? "Sì", rispondono i sindaci del forum in Gazzetta. Iotti: "Chiedendo coerenza sul federalismo, ci mettiamo in una condizione non di contrapposizione rispetto al governo e aspettiamo che metta in pratica alcune cose, ma i segnali sono di segno opposto. Il primo atto sull'Ici è un atto incoerente". Rossi: "I primi provvedimenti rispecchiano la campagna elettorale. Noi chiediamo un dialogo: dateci le condizioni per poter governare il nostro territorio, per rispondere ai bisogni, avere un livello di federalismo fiscale, ridurre la burocrazia. Perfino le associazioni di volontariato fanno fatica a fare le feste nell'aia". Vi sentite parte della cosiddetta casta? Rossi sobbalza: "Non siamo una casta. "Friggo" quando sento queste cose. Il nostro è amore per ciò che facciamo, per il territorio che rappresentiamo. Tentiamo di portare all'esterno un malessere che c'è e che presto potrebbe acutizzarsi". Marconi: "Ci sentiamo vicini ai cittadini. Questa è la nostra forza". Dal punto di vista dell'esercizio finanziario, l'abolizione dell'Ici mette a rischio i vostri servizi? Dallasta: "Tutti abbiamo fatto i bilanci con i tempi dovuti. In provincia non ci sono sofferenze, se non nel rispetto del patto di stabilità. Non si potranno superare certi livelli di spesa, quindi ci sarà il dilazionamento di alcuni pagamenti". Ferri: "Al massimo avremo problemi di liquidità". Iotti: "Se non entrassero 1.300.000 euro dell'Ici sulla prima casa, noi dovremmo chiudere dei servizi". Dallasta: "Adesso ci siamo consegnati con le mani legate al governo. L'anno prossimo lo stato potrà anche ridurci la spesa". Lotterete? Protesterete? Iotti: "No, perché sarebbe impopolare andare contro il taglio dell'Ici sulla prima casa. La gente non capirebbe".

Torna all'inizio


Sindaci in allarme: ci tolgono l'autonomia (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

"Con l'abolizione dell'Ici sulla prima casa perdiamo gli strumenti per pagare i servizi" "Addio federalismo I Comuni vogliono un'altra forma di capacità impositiva" REGGIO. I Comuni sono in allarme a causa del decreto fiscale con cui il governo ha abolito l'Ici sulla prima casa (fatto visto in modo positivo), ma contemporaneamente ha bloccato gli aumenti dei tributi locali. E' vero che a settembre è prevista una compensazione conseguente ad una autocertificazione, per cui i Comuni riceveranno dal governo la differenza tra la somma prevista e quella realmente incassata dall'Ici dopo l'introduzione del decreto fiscale; ma gli enti locali denunciano ugualmente una serie di problemi e incertezze: dalla forte limitazione dell'autonomia dei Comuni ai dubbi circa il modo di far fronte, dal punto di vista economico, ai servizi rivolti ai cittadini. La Gazzetta ne ha discusso con i sindaci dei distretti reggiani. Il governo ha abolito l'Ici sulla prima casa, bloccando però i tributi locali. E' stato annunciato un provvedimento con cui ripianare gli scompensi derivanti dal mancato introito Ici. Per recuperare queste somme, i Comuni devono fare un'autocertificazione. I Comuni, soprattutto quelli piccoli, quanto risentono di questa situazione? Beggi: "E' una perdita di autonomia impositiva, uno spaccato di federalismo che se ne va. Era l'unica manovra di finanza locale con cui si mettevamo in pari i bilanci. Come Anci chiediamo che ciò avvenga tramite un'altra forma di capacità impositiva. Ora ci vincolano a non aumentare altre imposizioni, come l'addizionale Irpef. Così le difficoltà crescono. Non accogliamo il principio di restringere l'autonomia impositiva degli enti locali. Raccogliere le risorse che si producono nel territorio e trasformarle in servizi è un elemento di grande democrazia". Abolire l'Ici in realtà sembra un modo per andare contro il federalismo fiscale. E' la soluzione giusta? Iotti: "L'Ici sulla prima casa è una tassa odiosa. In realtà, in 15 anni la responsabilizzazione degli enti locali era avvenuta sia sul fronte delle uscite che delle entrate, nel senso che noi siamo responsabili, nei confronti dei cittadini, anche della politica delle entrate. Quindi è sicuramente un arretramento su questo piano. Bisogna trovare una forma sostitutiva per restituirci questa parte di autonomia; ci sentiamo deresponsabilizzati. L'Ici sarebbe stata la prima cosa che avrei tolto, ma occorre avere altre autonomie". Il problema non è tanto la tassa sulla casa, ma il rapporto con il fisco. Qual è la vostra proposta? Beggi: "Abbiamo chiesto di unire tutte le tasse che riguardano la casa (Irpef ed altri balzelli) per unificare il tutto e darlo in gestione ai Comuni". Ferri: "Il governo si è pronunciato affermando il decentramento catastale. Il provvedimento sulla prima casa ha avuto un effetto positivo sulla gente; tuttavia, sul piano dell'equità sociale, quella fascia di 25% di italiani che non hanno la casa di proprietà, e magari sono quelli messi peggio economicamente, non trarranno alcun beneficio. Non è del tutto equa". Dallasta: "Tutto va riferito al rapporto del cittadino con il fisco. E' a livello locale che si devono raccogliere le tasse, e poi si stabilisce quanto va trasferito allo stato. E' l'ente locale che deve verificare chi paga e chi evade. Ma ci sono troppe misure contraddittorie: si parla di accentramento delle risorse; siamo in un periodo di militarizzazione della politica e dell'economia. Stiamo arrivando lì, anche per quanto riguarda gli enti locali. Noi diremo al Tesoro quanto è il mancato incasso relativo alla prima casa, ma non so che cosa avverrà, perché lo strumento è in mano allo stato: quando vorrà, potrà tagliare i trasferimenti e ridurre i bilanci comunali". Quali situazioni di sofferenza o quali problema particolari derivano da questa situazione? Rossi: "Casalgrande è il Comune meno adatto per fare considerazioni, visto che solo il 20% su 4,675 milioni di gettito Ici complessivo è legato alla prima casa, mentre il resto è legato all'industria. Senza voler fare una battaglia contro l'Ici (anche il centrosinistra l'aveva ridotta del 40%), il problema è capire, a fronte delle trasformazioni sociali che stanno avvenendo, come i Comuni vengono messi nelle condizioni economiche per rispondere a tutte le domande di servizio. Casalgrande aumenta del 30% dal punto di vista demografico. E' una comunità che si sta ampliando in un distretto industriale che, nonostante la crisi, continua ad avere la necessità di manodopera. Occorre vedere come garantire il livello dei servizi. Il problema è: come riusciremo ad aumentare le entrate, in considerazione dell'incremento demografico e con l'Irpef bloccata? I Comuni fanno anche front office e si confrontano coi cittadini". Dal punto di vista contabile, gli introiti Ici sono iscritti nel bilancio 2008? Beggi: "Sì, rileveremo una minore entrata accertandola con un extrabilancio da parte dello stato. Ora ci sarà da divertirsi, perché ci sarà una autocertificazione da parte dei dirigenti delle ragionerie. Dovrà poi essere suggellata fra un anno, quando i calcoli saranno più definiti, e c'è il rischio che qualche autocertificazione sia inferiore o superiore al gettito presunto. Il problema dell'Ici rischia di essere enfatizzato". Per quale motivo? Beggi: "Siamo di fronte ad un aumento delle spese derivanti da inflazione, dal costo dell'energia, dall'aumento delle tariffe e della popolazione, eccetera. Ma aumentano anche le tipologie dei bisogni: non ci sono più solo quelli relativi ad anziani e prima infanzia; ora ci sono altri aspetti, come la solitudine e le famiglie sempre più piccole, che un tempo erano sostenute dalla solidarietà parentale. Il sistema del volontariato tiene, ma fa più fatica, senza sostegni. Il governo vuole compensare i 2,4 miliardi di euro in meno attraverso risparmi di spesa che sono derivati dai minori contributi (società sportive, eccetera). Ma i cittadini si rivolgono solo ai Comuni, non vanno a lamentarsi in Provincia, in Regione o altrove". E la riduzione del numero dei Comuni? "Dicono: dobbiamo ridurre da 45 a 20 i Comuni, perché così costano meno. Questo non solo è riduttivo, ma è anche rischioso, perché se viene a meno il rapporto che c'è tra il cittadino e il Comune, è un problema". Secondo voi quali potrebbero essere le forme di finanziamento degli enti locali? Beggi: "Non ci sarà mai federalismo compiuto finché ci sarà questo debito pubblico così elevato. Nessun governo può mettere a disposizione del territorio i soldi. Il 75% degli introiti dello stato va a carico dei debiti contratti, ed è chiaro che gli enti locali ne soffriranno perché le tasse verranno utilizzate dallo stato. L'unica soluzione percorribile: creare le condizioni perché lo stato possa razionalizzare al meglio le capacità di competenza, con il codice delle autonomie locali per definire meglio le funzioni di ogni livello istituzionale". Rossi: "Un segnale molto chiaro emerge dalle ultime elezioni: la burocrazia. Il cittadino deve avere ben chiaro chi è il soggetto di riferimento per determinate competenze. Invece abbiamo degli iter lunghissimi, per cui a volte anche i sindaci abbandonano il campo quando si tratta di avere le autorizzazioni per mettere in moto un'azienda. Nel nostro territorio, per consentire un ampliamento ceramico ci si mettono due o tre anni". Dallasta: "La nostra burocrazia è frenata anche da altre burocrazie". Si parla di duplicazioni delle autonomie. Quali vanno evitate o superate? Beggi: "Le competenze a livello del sociale, della cultura e del turismo riguardano diversi livelli istituzionali: Regione, Provincia, Comuni. Bisognerebbe unificare queste competenze. La Provincia ha un assessorato con tanto di struttura per svolgere la funzione della cultura. Anche le politiche sociali vengono seguite da più enti. Vanno concentrate le fuzioni e le competenze ad un unico livello istituzionale". Ferri: "Sull'edilizia scolastica e abitativa ci sono troppi passaggi: l'iter si allunga e se hai delle esigenze passano mesi prima della conferma".

Torna all'inizio


Sei mesi per una visita al centro diabetico (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di Marco Guidotto Sei mesi per una visita al centro diabetico L'associazione locale accusa: "Manca il personale per seguire 4.000 malati" Rudari e Sandrinelli all'attacco: "Trento segue lo stesso numero di pazienti ma con una struttura autonoma e molti più operatori. La situazione non è più sostenibile: molti vanno a farsi curare a Negrar" ROVERETO. Sei mesi d'attesa per una visita di controllo. Appena tredici visite al giorno anzichè 25, come si verificava un anno e mezzo fa. Succede al centro antidiabetico roveretano, che fa capo al reparto di geriatria del Santa Maria del Carmine. "Il centro - denuncia l'associazione diabetici - non offre la necessaria e imprescindibile assistenza. Non è colpa degli operatori, che sono bravissimi. E' colpa dell'organizzazione del centro, che non ha sufficiente personale". L'associazione - presidente Livio Rudari, vice Elvio Sandrinelli, referente per i giovani Michele Paissan - ha fatto presente la situazione ("disastrosa") del centro roveretano prima all'azienda sanitaria e al direttore del reparto di geriatria Girardello, poi, più recentemente, alla quarta commissione provinciale, dove era presente anche l'assessore Remo Andreolli: "Ad oggi - afferma il vice presidente Sandrinelli - non abbiamo ottenuto risposte". Per l'associazione, attorno a cui gravitano i ben 4 mila diabetici in cura al centro roveretano, la situazione è diventata intollerabile. Il problema riguarda visite di controllo e terapie per quelle persone alle quali è stata diagnosticata una malattia che tocca oggi circa l'8% della popolazione, e che è in costante crescita. Sandrinelli e Paissan tengono a fare una premessa: "La nostra insoddisfazione, che è totale, non riguarda minimamente il personale medico e paramedico attualmente impegnato nel centro: che è non solo estremamente competente, ma anche straordinariamente disponibile". Il problema è il modello organizzativo del centro: "Causa l'aumento delle persone diabetiche, e la burocrazia a cui sono stati sottoposti i professionisti del centro, oggi purtroppo dobbiamo rilevare che l'assistenza ai malati è venuta meno. Il problema riguarda i tempi d'attesa per le visite di controllo. Sia chi è affetto da diabete di tipo 1, sia chi ha il diabete di tipo 2 oggi, rispetto a un anno e mezzo fa, deve aspettare sei mesi per una visita di controllo. Anzichè 3 visite all'anno a paziente, il centro oggi riesce a garantirne solo 1 o 2. Non si fa più nessun tipo di prevenzione. E il rischio complicanze, per noi diabetici, è estremamente elevato: ci sono gravissimi rischi per la vista, per la mobilità degli arti inferiori, per il cuore". Per avvalorare la propria protesta, Sandrinelli e Paissan prendono ad esempio il centro di Trento: "Che ha praticamente lo stesso numero di pazienti, 4 mila, ma può disporre di una pianta organica di tutt'altra dimensione: hanno un responsabile unico, più infermeri, uno psicologo, un nefrologo, un dietologo, un neurologo, un oculista, una segreteria autonoma. Tutte cose che il centro roveretano non ha. La nostra richiesta è per l'appunto questa: dotare anche il centro roveretano dello stesso personale che ha il centro del capoluogo. E rendere autonomo rispetto al reparto di geriatria il centro locale, così come lo è quello di Trento: solo così l'organizzazione del centro può tornare efficiente. Oggi i pazienti roveretani sono male assistiti, nonostante la grandissima disponibilità da parte dell'attuale personale. E così molti diabetici roveretani sono costretti a farsi curare altrove: c'è chi va a Negrar, molti anche a Pisa".

Torna all'inizio


L'autobotte arriverà, ma solo tra un anno (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Tempi lenti: i pompieri perginesi dovranno attendere ancora ROBERTO GEROLA PERGINE. Solo fra un anno sarà possibile per il Corpo dei vigili del fuoco volontari di Pergine avere in dotazione la nuova autobotte e poter disporre quindi di una maggior efficienza. La burocrazia allunga i tempi. Questo è quanto emerso nel corso della recente assemblea della settantina di pompieri di Pergine convocati per l'annuale bilancio consuntivo sotto la presidenza del comandante Giorgio Fuoli, presenti anche l'ispettore Giancarlo Tomaselli e l'assessore Aldo Zanella. L'autobotte è già stata finanziata (costo 363.000), ma occorrerà attendere l'esito del bando di concorso europeo e quindi equipaggiarla. è stata anche acquistata una nuova pompa carrellata ed altra attrezzatura. Così il parco automezzi compresi i carrelli comprende una ventina di macchine. Donata invece da Cassa rurale e Usi civici di Pergine una "termocamera", utilissima per controllare l'entità delle fonti di calore in caso di incendio. Il bilancio (approvato all'unanimità) pareggia sulla cifra di 559.000 euro e presenta un avanzo di amministrazione di 6.000 euro dovuto ai rimborsi per le ore impiegate in incendi boschivi. Nel corso dei lavori sono emerse anche interessanti novità di iniziative per la vita del Corpo. Per esempio, due nuovi elementi sono entrati come vigili attivi dopo essere stati allievi: Luca Puecher e Antonio Gretter. Nuovo allievo invece è Mattia Gretter. Altra novità riguarda il Trofeo Carlo Beber che verrà ripetuto domenica 15 giugno. Si tratta della gara Ctif per allievi in memoria dell'istruttore perginese scomparso un paio di anni fa. Alla manifestazione, oltre a numerose squadre trentine, parteciperanno anche squadre straniere: le squadre del Lussemburgo e due austriache (di Amstetten, la "gemella" di Pergine) e del NiederÖsterraich. Tra il comandante Giorgio Fuoli e l'ispettore Giancarlo Tomaselli sono stati poi riferiti i risultati di incontri, riunioni e discussioni su argomenti interenti l'attività dei corpi. (r.g.).

Torna all'inizio


Carta d'identità tessile, oggi sarà approvata la nuova versione (sezione: Burocrazia)

( da "MF Fashion" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mff Numero 110  pag. 5 del 4/6/2008 | Indietro Carta d'identità tessile, oggi sarà approvata la nuova versione Di Alessandro Wagner Made in Italy Alla vigilia dell'assemblea dello Smi, Itf-Italian textile fashion dovrebbe finalmente introdurre nel documento di tracciabilità l'obbligo di indicazione dell'origine della filatura. Questa mattina, alla vigilia dell'assemblea di Sistema Moda Italia, durante la quale l'ormai ex-presidente Paolo Zegna darà le dimissioni per entrare a far parte della nuova squadra di Emma Marcegaglia, la riunione di Itf-Italian textile fashion che si terrà presso la Camera di commercio di Firenze dovrebbe chiudere definitivamente la questione della tracciabilità dei prodotti dell'industria tessile, oltre che di quella conciaria, introducendo l'obbligo di indicazione anche della filatura. Resistenze, un po' di burocrazia, la fine del mandato e la riconferma al vertice di Itf di Luca Mantellassi, presidente della Camera di commercio fiorentina, hanno allungato i tempi della revisione della versione originaria della carta di identità tessile, quella che prevedeva solo come facoltativa l'indicazione della filatura. Versione contro la quale si era levata la vigorosa protesta dell'Unione industriale biellese, dei filatori e di parte delle aziende tessili, perché consentendo di non indicare l'origine della filatura si metteva sullo stesso piano il made in Italy più genuino e quello che invece realizza all'estero almeno il primo step della filiera. Lo stesso Paolo Zegna, lo scorso aprile in un'intervista a MFF, aveva sostenuto l'opportunità di una rapida revisione della versione originaria della carta di identità dei prodotti tessili (il documento di tracciabilità, ndr), presentato con una certa enfasi, lo scorso 13 febbraio, in occasione della fiera MilanoUnica: "Ha assolutamente ragione Biella, la filatura non può non essere parte della tracciabilità". Dunque sono state accolte le critiche e le richieste dell'Unione industriale biellese e a monte la posizione delle aziende che di propria iniziativa avevano già introdotto un documento di tracciabilità, cioè Vitale Barberis Canonico, Successori Reda, Barbera e Lane cardate. "Noi dichiariamo anche dove è stata effettuata la pettinatura, ma capisco che la materia prima possa arrivare a volte già pettinata", aveva dichiarato in quella occasione Luciano Barberis Canonico, "omettere la filatura però è mancanza di trasparenza". Capire quali siano state le aziende che inizialmente hanno "remato contro" al varo di una carta di identità tessile già comprensiva dell'obbligo di indicazione della filatura passa così in secondo piano di fronte al varo, finalmente, di un documento che consentirà al made in Italy di essere trasparente e certificato da Itf, il soggetto ideato dal sistema camerale per governare il sistema delle dichiarazioni di tracciabilità anche sotto il profilo delle verifiche ed eventualmente delle sanzioni. Ma non sarà solo il tessile-abbigliamento a beneficiare dell'entrata in vigore di un documento che certifichi quanto made in Italy c'è in ogni prodotto: la carta di identità per questo settore sarà affiancata anche da un analogo documento rivolto ai prodotti in pelle. A questo punto si tratterà di passare dalla teoria alla pratica e di vedere quante e quali aziende aderiranno all'iniziativa di Smi-Itf. (riproduzione riservata)  .

Torna all'inizio


Responsabilità, società in ritardo (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Giustizia e Società Numero 132, pag. 34 del 4/6/2008 Autore: di Cristina Bartelli Visualizza la pagina in PDF       I risultati in una indagine di Assonime sull'attuazione del dlgs 231/01 da parte delle quotate Responsabilità, società in ritardo Il 74% non ha ancora aggiornato i modelli ai nuovi reati Modelli 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle imprese , aggiornamenti al giro di boa. Dall'entrata in vigore della norma, 2001, il 63% delle società ha provveduto a riformulare ex novo i modelli di prevenzione delle norme sui reati di impresa. Il motivo? L'estensione, durante i sette anni di applicazione della legge a nuove figure di reati. Dai tre reati iniziali: indebita percezione di erogazioni; truffa in danno dello stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello stato o di un ente pubblico; concussione e corruzione; la normativa è stata ampliata arrivando a prevedere ben 12 nuove fattispecie. Le ultime due in particolare sono quelle che riguardano la sicurezza sul lavoro e i cyber reati. Ma secondo la ricerca condotta da Assonime sull'applicazione della 231 da parte delle società, solo il 26% ha provveduto a uniformare le indicazioni del modello al tema sicurezza sul lavoro. Il 74% ancora non ha compiuto le modifiche. L'indagine condotta da Assonime ha coinvolto un campione di 300 società, di medio grande dimensioni, quotate o sul mercato di borsa italiana o sul segmento Star. E subito emerge il dato sulle imprese che hanno fornito le risposte più complete al questionario. Sono quelle di dimensioni medio grandi. Le altre appartenenti al gruppo e quindi srl di più piccole dimensioni hanno dichiarato di non aver adottato nessun modello organizzativo di controllo. Chi ha adottato il modello organizzativo di controllo: il 73% delle società ha adottato il modello organizzativo di controllo. L'indagine di Assonime, evidenzia che i modelli, solo raramente tengono conto della distinzione tra soggetti apicali e sottoposti, non differenziando tra le due figure, le differenze per la prevenzione dei reati. Consulenza, costi e burocrazia. L'88% ha coinvolto consulenti esterni e la scelta ha rappresentato un costo elevato per le società. Un costo necessario si legge nel documento Assonime, "perché ha consentito di introdurre conoscenze e esperienze nuove necessarie per sviluppare una sensibilità e una cultura aziendale adeguata alle nuove tendenze legislative in tema di responsabilità dell'impresa e di controlli societari". I consulenti esterni coinvolti per la predisposizione sono, nella maggior parte dei casi, esperti legali, coadiuvati talvolta da esperti di organizzazione e società di consulenza, o da revisore. Una sola società ha coinvolto anche l'esperto in salute e sicurezza del lavoro. Una consulenza a 360 gradi che ha coinvolto nel 57% tutte le società del gruppo e che, nel 63% dei casi continua per la fase di attuazione e aggiornamento. I costi non si limitano poi alla sola predisposizione del modello ma anche all'attività di formazione e al costo del personale. E non solo. All'elenco si aggiungono anche i costi per la remunerazione dei componenti dell'organo di vigilanza e il budget per questo organismo. E anche se si riconoscono le diverse voci dei costi che incidono sulla predisposizione del modello la maggior parte delle società non vuole dare una stima dei costi. L'organismo che dà il via libera al modello. Nella maggior parte dei casi il modello è stato predisposto dal consiglio di amministrazione anche se coadiuvato da gruppi di lavoro o consulenti esterni. Il 95% del campione ha individuato attraverso l'uso di questionari o interviste mirate alle funzioni aziendali, aree di rischio di reato all'interno della propria azienda. La gamma delle procedure è varia e spazia dall'adozione degli adempimenti più formali a procedure elaborate che consentono di monitorare costantemente l'attività di impresa.

Torna all'inizio


Acciaio, teso faccia a faccia tra Riva e istituzioni (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

RIUNIONE A CORNIGLIANO Bonifica, infrastrutture e piano industriale oggetto di un nuovo incontro che si svolgerà l'11 giugno nella sede della Regione 04/06/2008 "LA RIPRESA della trattativa ora è più difficile perché mi sembra si siano allentati i rapporti di fiducia tra le parti". L'assessore allo Sviluppo economico del Comune, Mario Margini, scuote la testa al termine della lunga riunione svoltasi ieri nella sede della Società per Cornigliano, in via Muratori, sulla partita dell'acciaio che sta diventando sempre più complicata. Un faccia a faccia teso. Da una parte, il presidente della Regione, Claudio Burlando, l'assessore provinciale alle Attività produttive, Paolo Perfigli, Margini e i rappresentanti sindacali; dall'altra i vertici dell'Ilva, tra cui Emilio e Daniele Riva. A coordinare il confronto il prefetto, Anna Maria Cancellieri. Subito è partito all'attacco Emilia Riva mettendo sul tavolo la lista delle presunte inadempienze degli enti pubblici, colpevoli - a suo dire - di aver rallentato con i tempi lunghi e le complicazioni della burocrazia l'attuazione dell'accordo di programma che ha sancito la chiusura della produzione a caldo e la destinazione di parte delle aree alla città. Ma soprattutto Riva ha chiamato in causa il Comune sollevando la questione degli oneri di urbanizzazione, ritenuti troppo alti. Immediata e ferma la replica di Margini: "Gli oneri sono regolati per legge. Da parte nostra, non possiamo che attenerci alle valutazioni dei nostri tecnici. Su questo punto ci può essere flessibilità, non certo contrattazione". Ma il vero braccio di ferro si gioca sul nuovo piano industriale. L'intesa del 2005 prevedeva 700 milioni di investimento e l'impiego di 2.700 lavoratori contro i 2.145 attuali. La crisi della banda stagnata ha costretto l'azienda a rivedere gli impegni: a regime si arriverà al massimo a 2.200 unità. Regione, enti locali e sindacati chiedono da tempo una verifica. Ma prima hanno chiesto all'industriale di sgomberare il campo da alcuni ostacoli: la cassa integrazione per altri 37 operai, scattata dopo il braccio di ferro per la riconferma di sette apprendisti ai primi di marzo. La vicenda era sfociata in una serie di scioperi e nella denuncia dei sindacati da parte dell'Ilva per mancato preavviso. Ieri c'è stato il primo round. L'11 giugno, in Regione, è previsto un nuovo incontro per dirimere le controversie tecniche e fare il punto su strade, infrastrutture, bonifica e logistica; il giorno successivo Riva vedrà i sindacati. "Mi sembra che ci sia un clima più positivo", è il commento di Burlando. Ottimista anche il prefetto: "È nell'interesse di tutti che si lavori bene perché questo accordo possa essere compiutamente realizzato". V. G. 04/06/2008.

Torna all'inizio


Andrea: Da 5 anni aspetto la risposta (sezione: Burocrazia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cronaca pag. 7 Andrea: "Da 5 anni aspetto la risposta" Nel 2006 Bresciaoggi si occupò del caso di Andrea Saai, in Italia da oltre 20 anni e da 3 in attesa della cittadinanza. Molto tempo è trascorso ma Andrea, che si occupa di problemi burocratici degli immigrati in questura, la cittadinanza l'aspetta ancora. E di anni ora ne sono passati ben cinque. "LA GENTE RIDE quando sente quanto tempo ci ho impiegato - racconta -. Ora mi hanno detto che in prefettura ci sarebbero i documenti firmati. Ma io non ci credo, ormai non mi fido più finchè non faccio il giuramento". La burocrazia, in questi anni, ha rallentato le procedure. "Quando ho fatto richiesta nel 2003, servivano 10 anni di residenza continuativa", racconta. Ed è proprio questo il nodo. Una cancellazione dagli elenchi anagrafici di Cividate Camuno, dove Saai era formalmente residente pur vivendo e lavorando a Brescia, ha causato non pochi problemi. Eppure, conferma, "io già allora stavo ed ero impiegato a Brescia, ero regolare, posso confermare la mia presenza anche con le buste paga che ho conservato". "Mi sento italiano a tutti gli effetti - conclude - ho vissuto molto più tempo qui che nel mio paese d'origine, in Tunisia. Ho 40 anni, sono 21 che vivo in Italia e mi sento bresciano". NA.DA.

Torna all'inizio


Confronto col governo su por e debiti (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sardegna Confronto col governo su Por e debiti Le organizzazioni accusano: "Finora è mancata la concertazione" CAGLIARI. Le organizzazioni degli agricoltori sono sul piede di guerra nei confronti della Regione perché - secondo la Coldiretti - "finora non abbiamo consiviso la programmazione né abbiamo concertato nulla". Di contro, l'assessore all'Agricoltura, Francesco Foddis, ha sempre sostenuto che sono state avviate riforme fondamentali, come quelle che hanno coinvolto gli enti agricoli. Resta il problema di fondo di un settore che, se fosse una Spa,avrebbe dovuto portare i libri in tribunale visto che la produzione lorda vendibile è pari al fatturato stesso. L'assessore Foddis ha già avviato il confronto con il nuovo ministero e ha definito l'agenda degli impegni e delle priorità che saranno sottoposte al neo ministro Zaia. Le riforme avviate riguardano oltre gli enti agricoli gli storici Consorzi di Bonifica che sono stati rivisitati dal Consiglio regionale. Ma ora si tratta di modernizzazione e regolazione i mercati nel settore agricolo, agroalimentare e della pesca, la vera scommessa del futuro per il settore. Per gli agricoltori sardi, infine, uno dei problemi riguarda la lentezza da parte della burocrazia regionale nell'iter per l'erogazione dei contributi alle aziende agricole. Soprattutto nei servizi forniti da Argea si sono verificati ritardi nel saldo dei contributi. Ma ora l'assessorato ha dato un'accelerazione alle pratiche. Tra le partite aperte, naturalmente, resta quella delle imprese indebitate, i serricultori "traditi" dalla legge non notificata a suo tempo all'Ue. Poi i bandi Por: alcune misure stanno andando decisamente bene, altre stentano. Per il miglioramento aziendale la spesa è del 75% (151 milioni). C'è qualche difficoltà per i progetti che si scontrano con l'entità delle risorse.

Torna all'inizio


C'È STATO un tratto stradale mugellano, nel giorno del grande ingorgo d (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

MUGELLO pag. 24 C'È STATO un tratto stradale mugellano, nel giorno del grande ingorgo d... C'È STATO un tratto stradale mugellano, nel giorno del grande ingorgo del Motomondiale, rimasto completamente libero da auto e moto. E dire che quegli ottocento metri di asfalto, pensati e progettati da anni, da quando cioè si affacciò la prospettiva del grande outlet da costruire nei pressi del casello barberinesi, sono stati realizzati proprio per alleviare la pressione del traffico intorno al casello. Gli amministratori barberinesi, già anni fa, invocarono una completa ristrutturazione della viabilità intorno al casello di Barberino, temendo che l'apertura dell'outlet Fratini-McArthurGlen, con i suoi 3 milioni di arrivi annui avrebbe provocato gravi disagi alla circolazione. Si arrivò perfino a ipotizzare, se non fosse stato realizzato in tempo il nuovo casello e le nuove strade, colonne di veicoli fermi, in uscita, perfino all'interno dell'Autosole. E i ritardi nell'approntamento del nuovo sistema viario consigliarono anche un rinvio nell'apertura del grande centro commerciale. Poi, due anni fa, l'outlet è stato comunque aperto, anche senza nuove strutture viarie, e l'impatto non è stato così terribile come si era pronosticato. E poi, con i tempi delle opere pubbliche nel nostro Paese, prima ha aperto il nuovo casello, ed è stato predisposto il 'by-pass' per il Mugello. CHE DOMENICA avrebbe potuto dare un po' di ossigeno alla circolazione, fortemente rallentata, nelle ore calde dell'arrivo e della ripartenza delle decine di migliaia di motociclisti e automobilisti venuti a veder correre e vincere Valentino Rossi. Ma il nuovo tratto, noto come 'bretella per il Mugello' è rimasto sempre chiuso. Ha vinto cioè la burocrazia, perché non si è fatto in tempo a 'passar le carte' tra Società Autostrade e Provincia di Firenze, che pure aveva manifestato la propria disponibilità a prendere in carico il nuovo tratto stradale. Ma che poi senza un atto di consegna formale, non si è voluta assumere le necessarie responsabilità. Ora ci si chiede per quanto tempo ancora la 'bretella' rimarrà chiusa al traffico. P. G.

Torna all'inizio


Trieste Sede inedita per la Sagra della sardella edizione 2008. La popolare e seguita manifestazione... (sezione: Burocrazia)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Trieste Sede inedita per la Sagra della sardella edizione 2008. La popolare e seguita manifestazione enogastronomica e musicale, ufficialmente denominata "Trieste in festa", che aprirà i battenti domani sul campo di calcio del Campanelle, dopo aver ospitato per anni sulle Rive decine di migliaia di appassionati del genere, stavolta ha dovuto fare i bagagli e spostarsi in periferia. "Ma non tutto il male viene per nuocere - ha detto ieri in sede di presentazione il patron della Sagra, Lorenzo Giorgi - perché l'area scelta quest'anno presenta numerosi vantaggi, come la facilità di parcheggio, che sulle Rive era limitata, l'accessibilità con i mezzi pubblici, in particolare le linee 33 e "C" alla sera tardi, la garanzia del fresco, perché saremo in un punto spesso accarezzato dal vento". Giorgi comunque si è lamentato della "terribile burocrazia che impedisce di accedere attraverso una trafila normale agli spazi lungo le Rive". Sarà per il prossimo anno. Intanto tutto è pronto per l'inaugurazione di domani alle 18, sul campo del Campanelle, con la musica di Giorgio Manzin. Il programma prevede quattro sere di apertura, dal giovedì alla domenica, per tutte le settimane di giugno e luglio e nella prima di agosto. Dal 7 di quest'ultimo mese, serie più lunga senza interruzioni dal 7 al 17, per comprendere Ferragosto. "In totale - ha precisato Giorgio - le giornate saranno le stesse degli ultimi anni". In collaborazione con l'assessorato comunale per la Promozione e la protezione sociale si procederà a inserire nello staff di servizio persone diversamente abili e con quello alla Cultura si curerà sul posto la distribuzione di depliant dei Musei della città. Gli appassionati di calcio poi possono stare tranquilli: in occasione delle partite della Nazionale, impegnata agli Europei, saranno accesi i televisori e gli schermi. All'organizzazione daranno il loro contributo anche la Polisportiva Roiano Gretta Barcola, la sezione triestina del Movimento sport popolare, Action Aid, l'organizzazione internazionale che si occupa di adozioni a distanza e ovviamente la società di calcio del Campanelle. Sul palcoscenico si alterneranno ogni sera i maggiori rappresentanti della musica triestina. (u. s.).

Torna all'inizio


Il timore del presidente nel sud è realtà - massimo villone (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina I - Napoli L'analisi Il timore del Presidente nel Sud è realtà MASSIMO VILLONE Di burocrazia si può anche morire. A Casal di Principe i killer uccidono chi avrebbe potuto testimoniare l'intreccio tra rifiuti, camorra, politica. Perché mancava la protezione richiesta? Si è sentito anche dire che non di un pentito si trattava, ma di qualcuno che si avviava a pentirsi. Che quindi non era nella condizione prevista per la protezione. Se fosse vero, sarebbe una risposta burocratica e terribile. Si sapeva o no che l'ucciso era una grave minaccia per il potere criminale? L'ordine di uccidere dimostra che gli interessati lo sapevano. Mentre lo Stato ha torpidamente lasciato che l'irreparabile accadesse. Le carte saranno certo in ordine. Ma questa morte si poteva e doveva evitare. Nel messaggio del 2 giugno il presidente Napolitano esprime il timore di una regressione civile. Parole forti e dure, giustificate da quel che accade e certo condivise dalla parte migliore del paese. Nel Mezzogiorno poi - in specie a Napoli e in Campania - il timore del Presidente è in ampia misura realtà. La presenza delle istituzioni sul territorio si indebolisce, la politica è clientelare, frantumata, corrosa, collusa. Non sa o non può mettere in campo reazioni, proposte, rimedi. Anche questa è regressione civile. Ha poi ragione il Presidente quando chiede a tutti di non cedere al localismo esasperato, al ribellismo, di rispettare le decisioni legittime dello Stato. Ma l'appello deve fare i conti con una realtà in cui illegalità e violenza quotidianamente prevalgono. Dove la contiguità tra potere pubblico e potere criminale è visibile, e dimostrata da fatti eclatanti come l'omicidio di Casal di Principe. SEGUE A PAGINA VIII.

Torna all'inizio


Subappalti, abolito l'onere certificatorio complicazione in meno per le imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pordenone Subappalti, abolito l'onere certificatorio Complicazione in meno per le imprese Burocrazia sconfitta. Perlomeno per quel che riguarda i subappaltatori sui quali ricadeva, sulla base di quanto stabilito dal regolamento attuativo in materia di appalti, di un "ingiustificato onere certificatorio". Il Governo, invece, recependo le richieste di Confartigianato, ha eliminato il balzello compiendo un passo in avanti sul fronte della semplificazione. "I primi atti del Governo appaiono in sintonia con le aspettative degli imprenditori in materia di semplificazione. Apprezziamo la sensibilità manifestata dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che ha recepito le sollecitazioni di Confartigianato eliminando un onere certificatorio ingiustificato a carico delle piccole imprese". Così il presidente di Confartigianato Pordenone, Silvano Pascolo, commenta l'abrogazione, da parte del Consiglio dei ministri, dell'articolo 29 del Regolamento attuativo in materia di appalti (il Decreto Ministeriale n. 74/2008) sulla responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore. "L'intervento del Governo - spiega Pascolo - ha evitato che su migliaia di piccole imprese subappaltatrici si abbattesse un nuovo adempimento burocratico e che fossero costrette a presentare, entro il 16 giugno, un'enorme mole di certificazioni retributive, contributive e fiscali per ottenere dalle imprese appaltanti il pagamento dei lavori eseguiti". Soddisfazione viene espressa dal presidente Pascolo anche per il rinvio dei termini per la presentazione delle dichiarazioni fiscali, deciso sempre dal Consiglio dei ministri e sollecitato dalle associazioni del sistema Confartigianato.

Torna all'inizio


Invalidità, l'odissea di un ex emigrato (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nuoro Invalidità, l'odissea di un ex emigrato "Con il ritorno a Bolotana ho perso l'indennità ottenuta a Reggio Emilia" BOLOTANA. "Le leggi sono uguali in tutto il territorio dello Stato". Un principio sacrosanto che, senza scomodare Socrate e Platone, si impara con la prima lezione di educazione civica. Eppure, può accadere che in due città del Belpaese, in questo caso Reggio Emilia e Nuoro, leggi, procedure ecc. vengano applicate in modo diverso. E, talvolta, persino ignorate. è quanto traspare da una storia di ordinaria burocrazia raccontata alla "Nuova" da un invalido di Bolotana, Giovanni Barrasca, 56 anni, ex emigrato, rientrato in paese nel 2005 da Reggio Emilia, dove lavorava come muratore. Lì ha lasciato i 4 figli, anche loro operai. "Sono tornato per cercare di stare meglio a casa mia, senza pagare l'affitto", dice con voce sofferta. E, invece, per lui, è stato l'inizio del calvario. Già, perché tra Reggio Emilia e Nuoro, in materia di applicazione delle leggi sull'indennità di invalidità, sembra esserci un abisso. Eccola la storia: "In seguito a un infortunio sul lavoro in un cantiere di Milano, sono stato sottoposto a un intervento chirurgico nel corso del quale, dopo una trasfusione, ho contratto l'epatite. Successivamente, la commissione medica di Bologna, mi riconobbe l'invalidità permanente assegnandomi un indennizzo mensile a vita, che percepivo dal Dipartimento di sanità pubblica della Asl di Reggio Emilia, dove ero residente". Il tutto in base a una legge dello Stato che Giovanni Barrasca conosce a memoria perché la vive sulla pelle: la legge 25 febbraio 1992, numero 210. "In base a questa legge - dice - mi venne assegnato un indennizzo che la Asl di Reggio Emilia pagava ogni due mesi con un bonifico". Fin qui tutto regolare. Tutto cambia quando l'ex emigrato rientra a Bolotana il 3 agosto 2005. "Ho continuato a percepire l'indennizzo fino al 31 dicembre dello stesso anno - racconta - Poi, però, con il trasferimento della residenza a Bolotana, la Asl di Reggio Emilia inviò il mio fascicolo alla Asl di Nuoro che avrebbe dovuto continuare i pagamenti". Invece tutto si blocca: dal 1º gennaio 2006 Giovanni Barrasca non riceve più nulla. Perché? Perché comincia il gioco dello scaricabarile. "Dalla Asl - continua l'ex emigrato - hanno scritto all'ufficio provinciale del Tesoro di Nuoro dicendo che loro non si occupavano di liquidazioni di indennizzi della legge 210/92. Dal Tesoro non ho saputo nulla". Chi deve pagare, dunque? L'unica cosa certa è che l'ex emigrato, l'indennizzo, garantito a vita da una legge dello Stato, qui non lo riceve più. "Perché a Reggio Emilia sì e a Nuoro no?". Già: ma a chi va girata la domanda? (f.s.).

Torna all'inizio


Tutti contro l'assenteista ma (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

MODENA PRIMO PIANO pag. 2 Tutti contro l'assenteista ma Confronto con Sabattini. "Resto al mio posto". E l'ente va da un legale. IL CASO IN GIUNTA di PAOLO GRILLI LA LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha che aumentato le distanze fra la Provincia e Mira Guglielmi, la dirigente delll'area Ambiente (oltre 5mila euro al mese di stipendio) indagata dalla procura per presunto assenteismo. E così, per lei, è già alle porte lo spostamento in un altro ufficio, ancor prima che si chiariscano le sue reponsabilità sul piano giudiziario. Ufficialmente per ora la Provincia non ha adottato provvedimenti ma è quasi certo che nel giro di 48 ore verrà probabilmente destinata ad altro incarico. La sua posizione, pur in attesa dell'esito dell'inchiesta della Procura, sembra "incompatibile" con il ruolo che ricopre. Intorno alle 13 e 30 di ieri la 55enne ha incontrato il presidente dell'ente, Emilio Sabattini: un confronto "cordiale e sereno", certo, ma più che altro formale. Era anche presente il legale della Guglielmi, Henrich Stove, oltre al consulente, l'avvocato Matilde Palmieri, legale dei dirigenti degli enti locali. La direttrice non ha mostrato alcun segno di ravvedimento, rimanendo ferma nella convinzione di lavorare per obiettivi e non con un vincolo di orari. Quanto stabilito dal suo contratto (ma non dal regolamento interno aggiuntivo della Provincia) e anche dall'encomio firmato dall'assessore all'Ambiente Alberto Caldana. PROPRIO quest'ultimo, suo malgrado, è stato il protagonista degli altri due incontri chiave in Provincia, quelli che hanno dimostrato l'estrema freddezza dell'ente nei confronti dell'indagata, se non un netto isolamento. Già nella prima mattinata, Caldana ha confessato a Sabattini che aver firmato l'encomio è stata "una grave ingenuità, ma compiuta in buona fede. E' stata lei a chiedermi una nota di riconoscimento degli obiettivi raggiunti, a esclusivo uso interno. Visto il rapporto di fiducia fra noi ? ha aggiunto l'assessore ? non ho verificato il testo effettivo della lettera". Una confessione di 'leggerezza' ribadita poi da Caldana anche davanti a tutta la giunta provinciale. La quale ha mostrato una certa comprensione nei confronti di chi aveva siglato quella carta confondendola con le tante imposte dalla burocrazia. Ma l'attestato è poi diventato uno dei puntelli della difesa della Guglielmi. L'orientamento dell'ente su tutta la vicenda è parso comunque chiaro, se è vero che la Provincia ha subito nominato l'avvocato Verena Corradini "per partecipare al procedimento, nell'ambito del quale l'amministrazione potrebbe risultare parte offesa o danneggiata. Il danno di immagine ? ha precisato Sabattini ? ci impone di mettere in campo ogni azione volta a tutelare l'istituzione". L'UFFICIO LEGALE dell'ente e quello del personale dunque stanno già studiando soluzioni per 'ricollocare' in Provincia la Guglielmi. La posizione di dirigente di primo livello pone vincoli piuttosto rigidi in campo disciplinare. Ma già prima che una decisione sia presa, il clima che circonda la dirigente è pesantissimo. Con la dovuta premessa della fiducia nell'operato della magistratura, i sindacati hanno già promesso a Modena la massima severità nei confronti degli assenteisti. A ben vedere, nessuna voce si è alzata in favore della Guglielmi. Negli uffici del settore Ambiente di via Barozzi la tensione è palpabile. Qualcuno ha attaccato alla macchinetta del caffè tutti gli articoli di giornale usciti sul caso Guglielmi. E la signora, per ora, evita di bere caffè.

Torna all'inizio


Di PAOLO GRILLI LA LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha che aumentato le (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

MODENA PRIMO PIANO pag. 3 di PAOLO GRILLI LA LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha che aumentato le... di PAOLO GRILLI LA LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha che aumentato le distanze fra la Provincia e Mira Guglielmi, la dirigente delll'area Ambiente (oltre 5mila euro al mese di stipendio) indagata dalla procura per presunto assenteismo. E così, per lei, è già alle porte lo spostamento in un altro ufficio, ancor prima che si chiariscano le sue reponsabilità sul piano giudiziario. Ufficialmente per ora la Provincia non ha adottato provvedimenti ma è quasi certo che nel giro di 48 ore verrà probabilmente destinata ad altro incarico. La sua posizione, pur in attesa dell'esito dell'inchiesta della Procura, sembra "incompatibile" con il ruolo che ricopre. Intorno alle 13 e 30 di ieri la 55enne ha incontrato il presidente dell'ente, Emilio Sabattini: un confronto "cordiale e sereno", certo, ma più che altro formale. Era anche presente il legale della Guglielmi, Henrich Stove, oltre al consulente, l'avvocato Matilde Palmieri, legale dei dirigenti degli enti locali. La direttrice non ha mostrato alcun segno di ravvedimento, rimanendo ferma nella convinzione di lavorare per obiettivi e non con un vincolo di orari. Quanto stabilito dal suo contratto (ma non dal regolamento interno aggiuntivo della Provincia) e anche dall'encomio firmato dall'assessore all'Ambiente Alberto Caldana. PROPRIO quest'ultimo, suo malgrado, è stato il protagonista degli altri due incontri chiave in Provincia, quelli che hanno dimostrato l'estrema freddezza dell'ente nei confronti dell'indagata, se non un netto isolamento. Già nella prima mattinata, Caldana ha confessato a Sabattini che aver firmato l'encomio è stata "una grave ingenuità, ma compiuta in buona fede. E' stata lei a chiedermi una nota di riconoscimento degli obiettivi raggiunti, a esclusivo uso interno. Visto il rapporto di fiducia fra noi ? ha aggiunto l'assessore ? non ho verificato il testo effettivo della lettera". Una confessione di 'leggerezza' ribadita poi da Caldana anche davanti a tutta la giunta provinciale. La quale ha mostrato una certa comprensione nei confronti di chi aveva siglato quella carta confondendola con le tante imposte dalla burocrazia. Ma l'attestato è poi diventato uno dei puntelli della difesa della Guglielmi. L'orientamento dell'ente su tutta la vicenda è parso comunque chiaro, se è vero che la Provincia ha subito nominato l'avvocato Verena Corradini "per partecipare al procedimento, nell'ambito del quale l'amministrazione potrebbe risultare parte offesa o danneggiata. Il danno di immagine ? ha precisato Sabattini ? ci impone di mettere in campo ogni azione volta a tutelare l'istituzione". L'UFFICIO LEGALE dell'ente e quello del personale dunque stanno già studiando soluzioni per 'ricollocare' in Provincia la Guglielmi. La posizione di dirigente di primo livello pone vincoli piuttosto rigidi in campo disciplinare. Ma già prima che una decisione sia presa, il clima che circonda la dirigente è pesantissimo. Con la dovuta premessa della fiducia nell'operato della magistratura, i sindacati hanno già promesso a Modena la massima severità nei confronti degli assenteisti. A ben vedere, nessuna voce si è alzata in favore della Guglielmi. Negli uffici del settore Ambiente di via Barozzi la tensione è palpabile. Qualcuno ha attaccato alla macchinetta del caffè tutti gli articoli di giornale usciti sul caso Guglielmi. E la signora, per ora, evita di bere caffè.

Torna all'inizio


Di MAURIZIO BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino Giunchi riceve (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

FORLI' PRIMO PIANO pag. 11 di MAURIZIO BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino Giunchi riceve ... di MAURIZIO BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino Giunchi riceve un bel regalo prenatalizio, 210 milioni di lire. Il denaro viene elargito sotto forma di quota partecipativa della società Immobiliare Ex Zuccherificio ? titolare dell'area dismessa di via Gorizia ?, che viene intestata all'anziana madre dell'ingegner Tolmino, zar della Provincia ? per i maligni, di tutta l'amministrazione, non solo del suo settore, l'Ambiente. L'omaggio, assai gradito dall'aitante Giunchi ? allora è già alla soglia dei sessanta, ma imperiosamente portati a spasso ? emerge quattro anni dopo, dragando il mare oscuro di Rifiutopoli Uno. Ad allungare con devozione quella fetta di torta è Giacomo Laghi, padre fondatore dell'omonima ditta di San Lorenzo in Noceto, leader nello smaltimento dei rifiuti e nello spurgo dei pozzi neri ? suoi sono gli appalti delle ditte pubbliche più importanti, tra cui Trenitalia e Ausl di Forlì. L'EPISODIO è agli atti del procedimento, ieri approdato in molo dopo sette anni d'inchiesta grazie alla preziosa scialuppa di un maxi-patteggiamento (il rito alternativo prevede lo sconto di un terzo): complessivamente gli imputati sono stati condannati a 17 anni 5 mesi e 15 giorni. Un verdetto smaltito grazie all'indulto firmato dell'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella nell'estate del 2006, specie per quel che riguarda Giacomo Laghi e il figlio Roberto, usciti dal tribunale con 4 anni a testa. Quattro meno tre di indulto fa uno. Buona parte della pena residuale è però già stata scontata con le misure cautelari del 2004. Il resto del debito con la giustizia (poco più di sei mesi) verrà assorbito con l'affidamento ai servizi sociali. QUELLA QUOTA di 210 milioni ? intestata alla madre di Giunchi per evitare sospetti di conflitto d'interessi ? sarebbe servita a riscaldare i muscoli dello 'zar', che avrebbe in questo modo fatto pressioni negli uffici provinciali preposti ? in cui lui spadroneggiava ? per ottenere il rilascio della certificazione dell'avvenuta bonifica di quell'area, pronta in quel modo a spiccare il volo verso la riconversione in centro commerciale ? in realtà un'altra inchiesta scattata nel 2002 tarperà le ali all'Ex Eridania, tuttora presidiata da una melassa d'incuria: edifici pericolanti, bubboni di erbacce e rovi dappertutto. La regalìa di Giacomo a Tolmino è solo un frammento delle migliaia di carte e delle centinaia d'intercettazioni telefoniche che dal 2001 al 2004 ha cibato il fascicolo targato Rifiutopoli Uno. Frammento esemplare di un panorama investigativo che ha tenuto impegnati il pm Filippo Santangelo e i carabinieri per giornate (e nottate) intere. Lo sbocco raggiunto ieri soddisfa un po' tutti: la procura in primo luogo, che per la prima volta ha delineato un affresco inquietante di una Forlì non sempre impeccabile quando c'è da riflettersi nello specchio delle pubbliche virtù. I vizi privati sono affiorati a volontà. E hanno travolto dirigenti e impiegati ? ovvero la spina dorsale della burocrazia ? di strutture centrali della comunità sociale, come Hera, Ausl e Arpa, l'agenzia di protezione ambientale. Le condanne certificate dal giudice Francesco Cortesi, per il pm Santangelo e tutti gli investigatori impegnati in questa trincea cittadina suggellano un lavoro che sulle prime appariva a dir poco impervio. MA IL BILANCIO maturato ieri non suona affatto stonato per le difese. Tra patteggiamenti e prescrizioni la scrematura è stata forte. I protagonisti della scena lasciano i riflettori senza troppi traumi. Escono puliti i dirigenti di Hera. E soprattutto ora sono vuote le sedie delle star, quelle che nella sceneggiatura iniziale spiccavano su tutte. E su tutti, spiccava Tolmino (difeso da Marco Martines). Accusato d'essere il gran collettore del flusso tangentizio che rimbalzava tra Provincia e aziende private, Tolmino esce con due anni di pena. Al posto della cifra paventata un anno fa (un milione di euro!), sborserà 70mila euro per coprie la spesa delle intercettazioni telefoniche. La Regione e la Provincia (parti civili), avranno come danni 3.428 e 1.400 euro. Ieri Tolmino appariva soddisfatto: era privo del solito borsalino in testa, e in giacca di lino verde oliva, camicia rosa, cravatta sul rosso damascato e due Ray-ban marroncini sul naso se n'è andato nel tardo pomeriggio per le vie della città. E' cominciata così, ufficialmente, la sua vita da pensionato. Image: 20080604/foto/1388.jpg.

Torna all'inizio


Rifiutopoli, l'indulto (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

FORLI' PRIMO PIANO pag. 10 Rifiutopoli, l'indulto Giunchi e i Laghi patteggiano pene lievi di MAURIZIO BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino Giunchi riceve un bel regalo prenatalizio, 210 milioni di lire. Il denaro viene elargito sotto forma di quota partecipativa della società Immobiliare Ex Zuccherificio ? titolare dell'area dismessa di via Gorizia ?, che viene intestata all'anziana madre dell'ingegner Tolmino, zar della Provincia ? per i maligni, di tutta l'amministrazione, non solo del suo settore, l'Ambiente. L'omaggio, assai gradito dall'aitante Giunchi ? allora è già alla soglia dei sessanta, ma imperiosamente portati a spasso ? emerge quattro anni dopo, dragando il mare oscuro di Rifiutopoli Uno. Ad allungare con devozione quella fetta di torta è Giacomo Laghi, padre fondatore dell'omonima ditta di San Lorenzo in Noceto, leader nello smaltimento dei rifiuti e nello spurgo dei pozzi neri ? suoi sono gli appalti delle ditte pubbliche più importanti, tra cui Trenitalia e Ausl di Forlì. L'EPISODIO è agli atti del procedimento, ieri approdato in molo dopo sette anni d'inchiesta grazie alla preziosa scialuppa di un maxi-patteggiamento (il rito alternativo prevede lo sconto di un terzo): complessivamente gli imputati sono stati condannati a 17 anni 5 mesi e 15 giorni. Un verdetto smaltito grazie all'indulto firmato dell'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella nell'estate del 2006, specie per quel che riguarda Giacomo Laghi e il figlio Roberto, usciti dal tribunale con 4 anni a testa. Quattro meno tre di indulto fa uno. Buona parte della pena residuale è però già stata scontata con le misure cautelari del 2004. Il resto del debito con la giustizia (poco più di sei mesi) verrà assorbito con l'affidamento ai servizi sociali. QUELLA QUOTA di 210 milioni ? intestata alla madre di Giunchi per evitare sospetti di conflitto d'interessi ? sarebbe servita a riscaldare i muscoli dello 'zar', che avrebbe in questo modo fatto pressioni negli uffici provinciali preposti ? in cui lui spadroneggiava ? per ottenere il rilascio della certificazione dell'avvenuta bonifica di quell'area, pronta in quel modo a spiccare il volo verso la riconversione in centro commerciale ? in realtà un'altra inchiesta scattata nel 2002 tarperà le ali all'Ex Eridania, tuttora presidiata da una melassa d'incuria: edifici pericolanti, bubboni di erbacce e rovi dappertutto. La regalìa di Giacomo a Tolmino è solo un frammento delle migliaia di carte e delle centinaia d'intercettazioni telefoniche che dal 2001 al 2004 ha cibato il fascicolo targato Rifiutopoli Uno. Frammento esemplare di un panorama investigativo che ha tenuto impegnati il pm Filippo Santangelo e i carabinieri per giornate (e nottate) intere. Lo sbocco raggiunto ieri soddisfa un po' tutti: la procura in primo luogo, che per la prima volta ha delineato un affresco inquietante di una Forlì non sempre impeccabile quando c'è da riflettersi nello specchio delle pubbliche virtù. I vizi privati sono affiorati a volontà. E hanno travolto dirigenti e impiegati ? ovvero la spina dorsale della burocrazia ? di strutture centrali della comunità sociale, come Hera, Ausl e Arpa, l'agenzia di protezione ambientale. Le condanne certificate dal giudice Francesco Cortesi, per il pm Santangelo e tutti gli investigatori impegnati in questa trincea cittadina suggellano un lavoro che sulle prime appariva a dir poco impervio. MA IL BILANCIO maturato ieri non suona affatto stonato per le difese. Tra patteggiamenti e prescrizioni la scrematura è stata forte. I protagonisti della scena lasciano i riflettori senza troppi traumi. Escono puliti i dirigenti di Hera. E soprattutto ora sono vuote le sedie delle star, quelle che nella sceneggiatura iniziale spiccavano su tutte. E su tutti, spiccava Tolmino (difeso da Marco Martines). Accusato d'essere il gran collettore del flusso tangentizio che rimbalzava tra Provincia e aziende private, Tolmino esce con due anni di pena. Al posto della cifra paventata un anno fa (un milione di euro!), sborserà 70mila euro per coprie la spesa delle intercettazioni telefoniche. La Regione e la Provincia (parti civili), avranno come danni 3.428 e 1.400 euro. Ieri Tolmino appariva soddisfatto: era privo del solito borsalino in testa, e in giacca di lino verde oliva, camicia rosa, cravatta sul rosso damascato e due Ray-ban marroncini sul naso se n'è andato nel tardo pomeriggio per le vie della città. E' cominciata così, ufficialmente, la sua vita da pensionato. Image: 20080604/foto/1388.jpg.

Torna all'inizio


Di ALBERTO ANDREOTTI PROBABILMENTE per Giovanni domani sarà il giorno pi& (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Empoli)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA EMPOLI pag. 2 di ALBERTO ANDREOTTI PROBABILMENTE per Giovanni domani sarà il giorno pi&... di ALBERTO ANDREOTTI PROBABILMENTE per Giovanni domani sarà il giorno più bello della sua ancor giovane esistenza, 7 anni appena. Domani Giovanni va a scuola, dove finalmente conoscerà i suoi compagni di prima elementare, alla primaria di Cerreto Guidi, dove risiede. Giovanni, infatti, non ha potuto frequentare per tutto l'anno le lezioni, perché era affetto da leucemia, praticava chemioterapie e le sue difese immunitarie erano bassissime. Tanto chee un banale raffreddore avrebbe potuto nuocergli seriamente. ORA GIOVANNI sta meglio, così i medici dell'equipe del Santa Chiara di Pisa che lo hanno in cura, hanno acconsentito di farlo uscire per conoscere i suoi compagni di classe che per tutto l'anno gli hanno inviato messaggi e bigliettini di incoraggiamento, di affetto, di amicizia. Non solo, ma Stefano e Barbara, i genitori di Giovanni, pensano proprio che il prossimo anno loro figlio potrà frequentare le lezioni con regolarità. INTANTO, in questo anno scolastico, attorno a Giovanni si è creata una stupenda catena di solidarietà. Le sue maestre si sono alternate volontariamente per andare a casa sua a fare lezione. Così l'alunno ha potuto seguire il programma ed ora, sostenendo un piccolo esame, potrà essere ammesso alla seconda classe. Francesca, l'insegnante di italiano, Mariliana (matematica), Gabriella (storia e geografia), Rossella (inglese) e Jenny (religione), con l'autorizzazione della dirigente scolastica, hanno sfruttato ogni momento libero, ogni "buco" nel pur intenso orario scolastico, per stare con Giovanni e fargli lezione. C'era stata qualche apprensione, durante le vacanze di Natale, perché la dirigente scolastica aveva detto che erano finiti i fondi e non si sapeva come continuare il servizio inviando le maestre a casa. Anche la Regione e la Provincia erano state contattate, ma non avevano trovato una soluzione. Così si è fatto ricorso al buonsenso e soprattutto ad una buona dose di generosità, due medicine molto piùà efficaci della burocrazia, in questo Paese. Le maestre hanno deciso, appunto, di andare a casa del loro alunno speciale volontariamente, senza percepire alcun compenso straordinario. I RISULTATI sono stati sorprendenti, il bambino ha potuto seguire regolarmente tutte le materie ed ora può andare in seconda. Non solo, ma in quella casa quando entrava una maestra entrava, con il corredo di disegni, messaggi e bigliettini, l'affetto di tutta la classe di Giovanni, una piccola comunità che per tutto l'anno "ha fatto il tifo" per la guarigione del compagno e che domani finalmente potrà abbracciarlo. Attraverso le nostre colonne, Stefano e Barbara desiderano ringraziare tutti a nome di Giovanni: le maestre per la loro straordinaria dedizione, la scuola per la disponibilità ed i piccoli compagni per le stupende dimostrazioni di affetto.

Torna all'inizio


BUROCRAZIA (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

IMOLA pag. 5 BUROCRAZIA Caos con i computer E in Comune non risultano i pagamenti già fatti CONTRIBUTI per l'affitto, assegni di cura per anziani e disabili, ma anche assegni di maternità, contributi per l'abbattimento della tassa rifiuti e tutte le altre agevolazioni economiche previste: le autocertificazioni firmate per ottenere queste agevolazioni nel 2007, verranno sorteggiate martedì alle 10.30 alla sede dell'Asp di viale D'Agostino 2/a, per essere poi sottoposte a controlli approfonditi. "I cittadini che hanno ottenuto contributi o benefici ? fa sapere la direzione dell'Asp ? possono partecipare alle operazioni di sorteggio presentandosi alla sede di viale D'Agostino, muniti di un documento di identità valido, entro le 10.30 di martedì 10".

Torna all'inizio


) MONUMENTO <La sinistra fa sempre quello che vuole> E' (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

IMOLA AGENDA pag. 7 ) MONUMENTO "La sinistra fa sempre quello che vuole" E'... ) MONUMENTO "La sinistra fa sempre quello che vuole" E' MAI possibile che a Imola la sinistra debba fare sempre quello che vuole, anche andando contro la volontà dei cittadini? Sul monumento ai Caduti di piazza Matteotti, io nel 2001 scrissi all'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per chiedere se era davvero lecito spostare il monumento. Mi fu risposto che qualsiasi monumento sulla guerra del '15-'18 non poteva essere toccato, pena multe salatissime. In tutte le piazze ci sono monumenti e quello di Imola è stato pagato dai cittadini in memoria di 533 morti: sono forse troppo pochi? Sono figlia di un perseguitato politico però da 30 anni non dò più il voto alla sinistra che prima avevo sempre votato in memoria di mio padre. Poi ho detto basta, anche perché su vicende come questa del monumento c'è da vergognarsi. Irene Landini ) DOZZA Dietrofront sulle accuse ALCUNI giorni addietro ho scritto una lettera sulla manifestazione per il progetto lettura svoltosi nel borgo di Dozza. In quell'occasione ho assistito a un'intervista fatta al nostro sindaco Antonio Borghi dall'emittente televisiva Canale 11 e ho esternato il mio disappunto sul fatto che non avesse citato gli altri partecipanti all'organizzazione della serata, tra cui la scuola e gli insegnanti di Toscanella. Solo ora, dopo essermi informato e documentato sulla completa partecipazione alle idee, progetti e attività che la nostra giunta comunale svolge in perfetta sinergia con scuola, chiesa e cittadini, mi rendo conto che nel lavoro di gruppo, il successo di uno è il successo di tutti. Essendo stato anche informato sulle reali difficoltà che ci sono a gestire una comunità quale Toscanella e Dozza, mi sento in dovere di ringraziare per il lavoro che ogni giorno il sindaco Borghi e la sua giunta svolgono per cercare di dare il meglio a noi cittadini. In particolar modo per il sostegno dato al progetto lettura nel patrocinio della serata, nelle spese di promozione attraverso il canale televisivo, nel materiale stampato, e nel mettere a disposizione le strutture e il borgo cittadino. Detto ciò, ci tengo vivamente a scusarmi con tutti, sperando di non aver arrecato danno alcuno, essendo certo che tutti comprendano che l'impegno, il lavoro e i risultati vanno premiati e non denigrati, mettendo in disparte possibili pregiudizi, o colori politici. Renato Cardone ) INTERNET "Pasticcio sistemato ma non basta" FINALMENTE è stato sistemato completamente (o quasi) il sito del Comune, dopo che avevamo segnalato il guazzabuglio sulle commissioni comunali e sull'Ici, dove il Comune continuava a richiederne il pagamento anche a mezzo del sito, oltre a fornire indicazioni abbondantemente superate e che ingeneravano non poche perplessità. Finalmente sono apparsi i nomi dei componenti di commissione che rappresentano il Popolo delle libertà ed è riapparsa la commissione pari opportunità, soppiantata dai risultati delle ultime amministrative. Ancora, vengono fornite indicazioni più precise anche in merito al non pagamento dell'Ici per la prima casa. Tutto bene quindi, fatto salvo per quei cittadini che hanno già solertemente effettuato il pagamento attraverso i bollettini spediti a casa dal Comune o attraverso il modello 730. Per questi resta un cortese invito ad arrangiarsi, presentando una generica domanda da inoltrare al Comune o rivolgendosi al proprio Caf. Non sarebbe stato poi tanto difficile aggiungere il modulo da scaricare e presentare (magari attraverso internet): sarebbe stato un importante segnale di modernizzazione delle strutture comunali e di abbattimento di una burocrazia che ci fa perdere solo del tempo e fa girare carta inutilmente. Si è persa un'altra buona occasione, ma lo segnaliamo ai solerti assessori competenti e in particolare all'assessore Bondi dedicato al ramo ed esperto del settore. Basta aggiungere la possibilità di inoltrare la domanda attraverso internet con gli estremi di avvenuto pagamento e si risparmierebbe in tre: il cittadino, il Comune e la natura. evitando di sprecare carta inutile. Giuseppe Rago, An-Pdl.

Torna all'inizio


Santi e il Piano rurale: <Tante aziende a rischio> (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

FOSSOMBRONE, CAGLI E URBANIA pag. 16 Santi e il Piano rurale: "Tante aziende a rischio" Il presidente della Cia: "Benefici solo per pochi" Sotto, Gianfranco Santi, presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltura. A lato, il lavoro nelle campagne di DAVIDE EUSEBI C'È GRANDE preoccupazione da parte della Cia (Confederazione italiana agricoltura) per le norme applicative, misure a sostegno dell'impresa agricola, rispetto al Psr (Piano di sviluppo rurale) a suo tempo approvato. "La preoccupazione ? spiega il presidente provinciale Gianfranco Santi ? deriva dai parametri illustrati in Regione, non ancora ufficiali, ritenuti, dopo una proiezione tecnica eseguita, troppo elevati. Infatti, in base a questo studio, potrebbero avere accesso ai benefici pro impresa solo il 4-5% del totale delle imprese". In base a ciò, spiega Santi "si profilano diversi problemi, primo fra tutti quello di non porre sullo stesso piano tutte le imprese, operando una sorta di discriminazione. Non è possibile, infatti, creare norme che stravolgano la natura del Piano stesso che, come noto, dovrebbe promuovere l'innovazione, lo sviluppo e la crescita delle piccole e medie imprese". PER FARE un esempio, aggiunge Santi "a fronte di un totale di circa duemila aziende nella nostra provincia che potrebbero beneficiare delle norme del Psr per ciò che concerne il piano di sviluppo aziendale, solo alcune potranno effettivamente averne accesso, nelle aree interne. In special modo, solo le aziende zootecniche con una stalla di oltre sessanta capi di bestiame potrà usufruirne". Santi si chiede quale sia la causa di queste scelte sbilanciate: "Se si miri a far chiudere certe aziende oppure che sia una carenza di conoscenza del tessuto agricolo dell'Assessorato competente? Benché consapevoli di essere ancora in fase di confronto, ci chiediamo quale sia la politica adottata dalla regione per le imprese agricole. Un'azienda dovrebbe essere libera da vincoli per i propri investimenti; paletti e burocrazia rendono lo sviluppo aziendale macchinoso e per nulla agevole. Sarebbe opportuno riflettere sulla possibilità di redigere un solo business plan come strumento per verificare l'efficacia dell'intervento. Il settore del biologico, per fare un altro esempio, rischia con i nuovi adempimenti di sparire, mentre per anni è stato il fiore all'occhiello dell' economia agricola della Regione". IL PRESIDENTE della Cia si augura "che le indicazioni espresse dai reali rappresentanti degli interessi dell'impresa agricola, siano recepiti dalla Regione soprattutto alla luce del fatto che le Marche sono state in passato un modello di sviluppo, per avere messo in campo la piccola e la media impresa. Le scelte attuate dall'assessore regionale per l'attuale Psr sono rivolte esclusivamente alla grande impresa agricola, per questo la categoria è mobilitata per mettere in campo tutte le azioni possibili per modificare le azioni punitive. Con il vecchio Psr si è dato impulso per iniziare un processo di crescita economico, che ha dato la possibilità alle piccole aziende di crescere. Ora quelle imprese vengono spazzate via, in quanto non riescono più a fare investimenti per stare sul mercato. L'Ente pubblico dovrebbe accompagnare lo sviluppo delle imprese e non determinarne le scelte imprenditoriali e la stessa sopravvivenza, come sta facendo con questo piano". Image: 20080604/foto/5567.jpg.

Torna all'inizio


Di FEDERICA ANDOLFI <LA SCUOLA non è più vista come risorsa sul (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

ASCOLI PRIMO PIANO pag. 3 di FEDERICA ANDOLFI "LA SCUOLA non è più vista come risorsa sul... di FEDERICA ANDOLFI "LA SCUOLA non è più vista come risorsa sulla quale investire, ma come risorsa sulla quale tagliare". Le parole di Paola Federici, segretaria provinciale Cisl, trovano una condivisione di massa tra i manifestanti, in via Dino Angelini, contro i 19 tagli all'organico del personale ATA nelle scuole di Ascoli sui 24 previsti a livello generale. "L'Ufficio Scolastico Regionale parla di una mancata crescita delle iscrizioni nelle sedi scolastiche rispetto alle altre province. Eppure ? informa Giuseppe Vaglieco, segretario provinciale Flc Cgil ? rispetto all'anno scorso c'è stato un incremento di 187 iscrizioni". "I tagli sono ingiustificati ? sentenzia Adalberto Tieghi, segretario generale Cisl scuola? la Direzione Provinciale non dà un' informazione corretta nè spiegazioni sulla politica adottata". Mentre tra i presenti si diffonde la notizia , ancora da verificare, che ci sia un decreto con il quale l'Ufficio Scolastico Provinciale abbia rinunciato a ben 6 posti favorendo altre province, la denuncia dei sindacati continua. "La politica dei tagli può essere ritenuta in linea con l'Agenda di Lisbona? ? s'interroga Feliciana Capretta, segretaria Cisl scuola ? La scuola della conoscenza, seguendo tali logiche, non può essere garantita". "Il risparmio nell'ambito scolastico sta colpendo l'istuzione dei più piccoli ? rileva Filippo Cappelli dell'Anpa ? è necessario riflettere sulla gestibilità e la sicurezza degli alunni partendo da un confronto numerico con il personale ATA a disposizione degli istituti".Ma il prolema sembra essere noto anche nelle sedi d'istuzione secondaria. "Turni massacranti ? denuncia Giorgio Felicetti, del personale ATA del Liceo scientifico ? siamo 10 bidelli per 960 alunni". " I Tagli ? dice il segretario UIL SCUOLA, Giovanni Camaioni ? sommati alla sirtuazione che stanno vivendo le aziende del piceno, impoveriscono ulteriormente il territorio della Provincia, dimenticato dalla Regione, dalla direzione Generale, dai politici". "La burocrazia ? insiste Umberto Angeli, docente tecnico pratico del Liceo scientifico ? sta uccidendo la scuola. Per restituire un buon prodotto per la nuova classe dirigente, servono professionalità, soldi e risorse umane".

Torna all'inizio


Professionalità nonostante tutto (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACHE pag. 18 Professionalità nonostante tutto IL PLAUSO di ANNALISA ANGELICI ? PERUGIA ? E' ENTRATO in servizio in questura, come ogni giorno. Ma i colleghi, che per mesi hanno indagato su di lui, lo hanno arrestato nel suo ufficio. Tommaso Luciano D'Emilio, ispettore dell'Ufficio immigrazione, 46 anni originario di Villa San Giovanni in provincia di Reggio Calabria, è finito in carcere ieri mattina. E' accusato di corruzione, concussione e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Arrestati con l'ispettore anche sua moglie Caroline Mac Laren (51 anni, nata a Edimburgo) e Dishrim Kokomani, quarantatreenne albanese, da tempo residente ad Assisi. I due uomini sono a Capanne, la donna è agli arresti domiciliari. Secondo l'accusa, sostenuta dal pubblico ministero Manuela Comodi (le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip Claudia Matteini), D'Emilio aveva messo in piedi una sorta di "ufficio parallelo". Ovvero: stando al pm, l'ispettore accelerava, occupandosene personalmente, i tempi di rilascio dei permessi o delle carte di soggiorno, anche se mancava la documentazione necessaria. Tutto in cambio di denaro contante, forniture di frutta e verdura, ricambi per auto, legna da ardere, ricariche per cellulari, camicie (di cui chiedeva espressamente taglia e colore), scarpe. Ma anche rapporti sessuali, almeno in quattro casi. Tempi record per i permessi, da fare invidia alla burocrazia: addirittura, in un caso, è bastato un giorno. "D'Emilio ? si legge nell'ordinanza firmata dal gip Matteini ? riceveva dal Kokomani denaro e altre utilità" per 'aiutare' le persone di cui lo stesso albanese forniva i nomi. In alcune circostanze, spiega ancora il giudice, "abusando della sua qualità di ispettore e in particolare ingenerando nei soggetti la convinzione che senza il suo interessamento non avrebbero ottenuto il permesso di soggiorno o il suo rinnovo, o l'avrebbero ottenuto in tempi molto lunghi, induceva gli stessi a consegnargli altre utilità". D'Emilio (che ieri il questore Arturo De Felice ha sospeso dal servizio) e la moglie sono accusati di essersi fatti consegnare denaro, capi d'abbigliamento, telefoni cellulari, condizionatori e di aver 'approfittato' di cene mettendo 'sotto scacco' un uomo di origini cinesi, titolare di un negozio di abbigliamento e di alcuni ristoranti. In un caso D'Emilio e un legale si sarebbero fatti consegnare 2.500 euro da uno straniero per il rinnovo di un permesso di soggiorno al quale non avrebbe avuto diritto. E l'inchiesta, condotta dalla squadra mobile di Perugia, parte proprio da qui. Dalla 'protesta' presentata al commissariato di Foligno di quest'ultimo: l'uomo aveva raccontato agli agenti di non aver più avuto il permesso di soggiorno nonostante l''interessamento' dell'ispettore D'Emilio e dell'avvocato. L'inchiesta decolla e viene accolta la richiesta degli investigatori di intercettare le utenze telefoniche (sia cellulari che fisse) intestate all'ispettore e di organizzare un'intercettazione ambientale, nella macchina di D'Emilio. DA SUBITO agli inquirenti appare chiaro che il rapporto tra il poliziotto e Kokomani è consolidato: si incontrano numerosissime volte, "soprattutto in ore serali e in luoghi isolati", si legge nell'ordinanza. E per darsi un appuntamento i due usano un "linguaggio dissimulato al fine di evitare che un eventuale 'terzo orecchio' possa comprendere le loro intenzioni, senza peraltro ? scrive il giudice Matteini ? riuscire a 'coprire' i loro veri intendimenti". Quando Kokomani ha bisogno di incontrare l'ispettore, come risulta dalle intercettazioni, gli telefona e gli chiede "possiamo prendere un caffè?". Da parte sua D'Emilio lo sollecita con la frase "... Ci sono novità??... Hai novità per me?". E, secondo gli investigatori, si tratta di una sollecitazione volta "a retribuire i servigi resi". C'è poi un'altra circostanza che, secondo il pm e gli agenti della mobile, è da segnalare: D'Emilio, a volte accompagnato dalla moglie, è solito rifornirsi di frutta in un negozio di Assisi dove lavora come commesso il nipote di Kokomani che, all'insaputa del proprietario, consegna merce all'ispettore, a titolo gratuito. Anche perché D'Emilio ha 'favorito' il rilascio del permesso di soggiorno per quel ragazzo. Cosa alla quale il poliziotto fa riferimento anche in una conversazione telefonica: "... è stato fortunatissimo perché lo zio (riferito a Kokomani, ndr) ha un buon amico...", sottolinenando più volte che il suo interessamento è stato fondamentale. Ma, in quella stessa conversazione, l'albanese si rivolge all'ispettore chiedendogli a che punto sono "...gli altri tre...". C'è, poi, una comunicazione che, secondo gli inquirenti, assume un "formidabile valore probatorio": è la telefonata che D'Emilio riceve mentre si trova in ospedale da un cinese, alla fine di settembre del 2007. L'uomo dice che "..aveva preparato poco..." che ora si trova in condizione di avere "un poco da portare". L'ispettore sembra in difficoltà per i termini così espliciti utilizzati dal suo interlocutore e conclude dicendo: "...che ne so? Passerà mia moglie... io non so niente...". Qualcosa, però, a un certo punto smette di funzionare. Sono proprio i rapporti con i cinesi a rompersi: c'è una telefonata che dura oltre cinque minuti, nella quale uno di loro si ribella e minaccia di andare a parlare con il Questore. D'Emilio ne parla con la moglie e con Kokomani. Alla fine raccoglie degli oggetti in alcuni scatoloni e li mette nel portabagagli della macchina, per disfarsene. A quanto pare, stando all'accusa, ha intenzione di nasconderli a casa di un'amica delle due figlie. Succede alla fine del 2007. Ieri le manette. E oggi D'Emilio, la Mac Laren (difesi dagli avvocati Daniela Paccoi, Silvia Egidi e Guido Maria Rondoni) e Kokomani (assistito dall'avvocato Valter Biscotti) saranno interrogati dal gip Matteini.

Torna all'inizio


Di PATRIZIA PEPPOLONI FOLIGNO I TEMPI non sono (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

FOLIGNO pag. 14 di PATRIZIA PEPPOLONI ? FOLIGNO ? I TEMPI non sono ... di PATRIZIA PEPPOLONI ? FOLIGNO ? I TEMPI non sono certi ma l'obiettivo si presenta storico. Prende consistenza, per ora nel progetto, la diga del Chiascio, indicata come l'unica soluzione non palliativa ai problemi di approvvigionamento idrico e alle necessità irrigue della Valle Umbra. Ieri il progetto di utilizzo plurimo delle acque provenienti dalla diga del Chiascio ( per i fondi ci sono adeguate certezze) è stato presentato a Palazzo Deli dal presidente dell'Ente Irriguo umbro-toscano, Diego Zurli, con lui il presidente del Consorgio della Bonificazione Umbra, Ugo Giannantoni, il sindaco Manlio Marini e l'assessore Paolo Trenta (nella foto). Burocrazia permettendo, nel giro di pochi anni il progetto-Chiascio (che ha alle spalle anni tormentati da un'altalena di polemiche e silenzi) dovrebbe dare al territorio le risposte che si aspetta sul fronte delle molteplici esigenze idriche. L'obiettifo finale è quello di arrivare ad eliminare in toto gli attingimenti di superficie (che per questo territorio vorrebbe dire salvare il fiume Topino) e limitare al massimo quello dai pozzi. L'invaso del Chiascio è in grado di contenere 225 milioni di metri cubi, di questi oltre 150 sarebbero disponibili per l'erogazione annuale. Il fabbisogno della Valle Umbra è di 44 milioni di metri cubi, di questi una ventina potrebbero arrivare dal Chiascio. L'opera è indubbiamente imponente, anche nei costi: all'inizio 140 miliardi di vecchie lire, cui si sono aggiunti poi, sempre in lire, altri due blocchi da 60 miliardi ciascuno, più, in tempi recenti, i 42 milioni di euro per l'impianto di stabilizzazione. "Dopo l'emergenza idrica del 2002 ? ha detto Zurli ? il sistema regionale ha realizzato di essere vulnerabile e si è posto con urgenza il problema delle soluzioni. Nel 1995 la diga era un'opera essenzialmente abbandonata, per una serie di problemi, anche di dissesto. Ora sono terminati i lavori più significativi, come la galleria di derivazione, le opere di completamento e spostamento dell'acquedotto proveniente da Perugia, sul fronte della sicurezza la realizzazione del nuovo scarico di fondo e la stabilizzazione del versante, e c'è stata una rilettura delle condizioni geomorfologiche". Per Zurli la diga del Chiascio resta la vera, grande, scommessa dell'Umbria. L'importante ricaduta sul territorio del progetto-Chiascio è stata ribadita dall'ingegner Giannantoni, che ha voluto sottolineare come l'acqua del Chiascio non interessi solo gli agricoltori ma sia essenzialmente una questione ambientale. "Nello specifico della crescente richiesta di approvvigionamento idrico, è chiaro che l'unica risposta definitiva al problema resta la diga del Chiascio, fermo restando che anche la diga di Acciano deve andare avanti, anche se non darà la soluzione definitiva". Giannantoni ha anche annunciato che è partito l'appalto per la progettazione preliminare della trasformazione dell'impianto di irrigazione a scorrimento di Foligno in impianto a pioggia, cosa che che dovrebbe produrre un notevole risparmio di acqua.

Torna all'inizio


Il geometra non lavora più in Comune (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

SCANDALO PRATICHE VELOCI Il geometra non lavora più in Comune Gardenghi autolicenziato, clamorosi sviluppi per i due colleghi indagati Aveva patteggiato una pena di 3 anni e 4 mesi, Gianni Gardenghi, il tecnico comunale accusato di ben 21 episodi di concussione, per aver chiesto soldi a tecnici privati per velocizzare le pratiche. Dopo la "condanna", a metà aprile, ha fatto la cosa giusta: si è autolicenziato. Anticipando il provvedimento di licenziamento che il Comune di Ferrara aveva attivato e che sarebbe stato esecutivo, però in diversi mesi. La pratica, infatti, sarebbe andata per le lunghe visto l'iter previsto dalla burocrazia giudiziaria, che prevede che il Comune debba attendere comunicazione ufficiale dal tribunale di Ferrara del passaggio in giudicato della sentenza che, anche per i patteggiamenti, deve avere il visto dalla procura generale. Gardenghi, dunque, si è fatto da parte: dopo essere stato sospeso per più di un anno con il classico "assegno alimentare". Ma intanto va avanti l'inchiesta che procura e carabinieri hanno aperto sul suo conto e che ha coinvolto liberi professionisti e tecnici privati nel ruolo di concussi - ossia, obbligati, pagavano tangenti - ora tutti sottoposti a procedimenti disciplinari dal collegio dei geometri o dagli ordini professionali d'architetti e ingegneri. E i due "geometri" pubblici, indagati per concorso in concussione con Gardenghi, chiamati in causa da lui stesso? Al momento, per questioni di opportunità, sono stati trasferiti ad altre mansioni rispetto quelle ricoperte prima dell'inchiesta a loro carico: Ivan Passerini e Raffaele Turatti, che si "spartirono" mazzette con Gardenghi (così recita il capo di imputazione contestato a Gardenghi stesso) hanno sempre rigettato ogni addebito. Tuttavia, sarebbero attesi a breve clamorosi sviluppi nell'inchiesta a loro carico. (d.p.).

Torna all'inizio


FESTIVAL ECONOMIA: L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA FIAT MARCHIONNE FRA SINDACATI, FINANZA E MERCATI GLOBALI "L'ITALIA TROPPO DIVERSIFICATA, A VERONA TROVI L'ACCORDO, A TORINO NO." (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

"L'AUTO IBRIDA FRA DIECI ANNI, L'IDROGENO FRA TRENTA." Trento, 4 giugno 2008 - E' cominciata con un vibrato intervento in sala di Sergio Casagranda della Cgil del Trentino sul precariato e gli infortuni sul lavoro l'incontro di stasera con Sergio Marchionne, classe 1952, doppia cittadinanza, italiana e canadese, amministratore delegato del gruppo Fiat dal 2004 e alla guida di Fiat auto dal 2005. Un incontro guidato da Ferruccio De Bortoli, ed iniziato con un fuoco di fila di domande sulla crisi finanziaria e i rischi dei fondi subprimes e conclusosi con un excursus sull'auto del futuro: "L'ibrida fra dieci anni, quella ad idrogeno fra trenta, perché ci sono da superare enormi problemi infrasrutturali, anche se il problema ambientale è gravissimo, il che giustifica la ricerca che si sta facendo sull'impiego di biocarburanti. " "La Fiat di oggi è in linea con quello che chiedeva il sindacalista ? ha detto Marchionne in apertura ? ma abbiamo avuto incidenti inaspettati. La maggior parte degli incidenti può essere evitata rimanendo fedeli al sistema di regole presenti all'interno dell'azienda. " "Lei è mai stato precario?", ha incalzato De Bortoli. "No, ma io sono cresciuto negli Usa, lì tutti sono precari. Sono arrivato a 56 anni senza un contratto di lavoro che mi abbia protetto. " Come sceglie una multinazionale dove investire? La democrazia conta? Per il manager Fiat sì, è una variabile da prendere in considerazione. In quanto all'Italia, la situazione è troppo diversa da regione a regione. "Sono appena stato a Pescara, dove abbiamo uno stabilimento assieme alla Peugeot, che ha lavorato per quattro mesi di fila, domeniche comprese. Siamo passati da una produzione di 4000 auto a 7000. Non è che l'Italia non sia capace di fare certe cose, ma a Termini Imerese, ad esempio, abbiamo cercato un accordo con tutti gli attori, per espandere la produzione, passando da 90. 000 a 200. 000 auto. Non ci siamo riusciti. Se il sistema, per ragioni di potere o conservazione dei ruoli, mette tutti gli ostacoli possibili, la multinazionale si sposta, perché il mercato non aspetta. " Marchionne poi ha negato che la Fiat adotti standard diversi a seconda del fatto che operi nel suo paese o in realtà dove le regole sono meno rigide. "Gestire l'azienda con principi chiari in ogni paese oggi è fondamentale. " Una lunga parte della conversazione a due voci è stata dedicata ai mercati finanziari ? schiacciati fra un'attività che è globale e un sistema di vigilanza locale - e al problema della crisi dei mutui subprimes. "Non vi voglio terrorizzare ? ha ripetuto più volte Marchionne ? ma è chiaro che ci vogliono regole chiare sui rischi che le banche possono assumersi e sulla trasparenza del loro operato. " Ma interrogato sul coinvolgimento della Société Generale, massima banca francese e una delle più grandi d'Europa, nella crisi dei mutui, ha glissato: "Abbiamo ottimi rapporti, quando eravamo in difficoltà ci hanno aiutato, non voglio giudicare. " "Il problema ? ha aggiunto ? è che quando si manifesta una crisi finanziaria si vanno sempre a cercare i responsabili, ma nel sistema finanziario non è così facile. Chi ha creato il marchingegno dei subprimes saranno state cento persone. " Di nuovo, per Marchionne, bisogna creare regole chiare sulle attività e i rischi che i gruppi finanziari possono assumersi. , anche perché stiamo parlando di realtà che possono distruggere un paese. Poi ancora questioni tecniche. I fondi sovrani (ovvero controllati dai governi e usati per investimenti all'estero)? "Bisogna stare attenti. " "Quando i libici entrarono in Fiat?" "Io non c'ero". E i fondi attivisti, sempre positivi? "No. " "I fondi di private equity? "Non mi sono mai piaciuti. " Sono peggio gli analisti o i giornalisti? "Fin che lei rimane qui gli analisti. " Dopo avere spezzato una lancia in favore del Centro ricerche Fiat di Trento, Marchionne è tornato a parlare dell'Italia come di un paese con scarsa capacità di attirare investimenti. "Ci sono troppi problemi da superare, accordi da fare. Abbiamo cercato un accordo sindacale per mesi, in Piemonte. Impossibile. Siamo venuti a Verona, abbiamo fatto l'accordo con la Provincia. Parliamo di una fabbrica che passerà da 400 a 1000 posto di lavoro. I 400 pian piano andranno in pensione. 1000 posti di lavoro nuovi creati. A Verona le cose si fanno, a Torino no. Questa è l'Italia. Una realtà molto disomogenea. " Contano le corporazioni? "Sì. " E il sindacato? "Il sindacato è utile, il problema è il rapporto con un'impresa che deve essere la più competitiva nel mondo, e invece deve usare strumenti antiquati, mantenere un accordo fatto nel '93, quando la realtà del mercato era completamente diversa. Io voglio bene all'Italia, ma operiamo in 190 paesi?" Ma nel Sud, ci sono possibilità? "In Provincia di Chieti. A Sud del Po'" (Marchionne è originario di Chieti ndr). Esiste una questione salariale? "Si. Per risolverla bisogna tagliare gli oneri sociali. E' uno scandalo la differenza fra la busta paga e quel che resta in tasca al dipendente alla fine. " Ma non è scandalosa anche la differenza di retribuzione fra un supermanager e un suo operaio? "La maggior parte della mia retribuzione è variabile. Se non ottengo risultati prendo zero. E posso essere mandato a casa. Io sono il più precario alla Fiat. " Infine, anche alcune questioni un po' più "leggere". Ad un giovane Marchionne consiglierebbe soprattutto apertura mentale, perché "quando un ingegnere esce dall'università pensa di sapere tutto, e invece non è così. " Se potesse ripartire a studiare Marchionne andrebbe in Inghilterra, "perché mi piace la pioggia", e se dovesse invece scegliere un Paese ideale, diciamo un Eldorado degli affari, sceglierebbe a sorpresa la Russia, non la Cina, troppo ingessata dalla burocrazia. E comunque, non si dedicherebbe ad attività di tipo finanziario. L'amministratore delegato della Fiat considera indispensabile la ricerca sui biocarburanti, anche per contrastare un problema ambientale che però, avverte, è generato ancora in massima parte dall'uso del carbone. Ma l'auto ad idrogeno è lontana, bisognerà aspettare trent'anni. . <<BACK.

Torna all'inizio


Burocrazia e disguidi postali tra le cause delle disfunzioni (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia Pavese, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'AZIENDA "Burocrazia e disguidi postali tra le cause delle disfunzioni" PAVIA. Sono due le cause principali a cui Enel imputa il maggior numero di disfunzioni che gli utenti lamentano. "Con la liberalizzazione del mercato elettrico si sono delineate due categorie di clienti - spiega Enel - In primo luogo quelli vincolati, che hanno mantenuto la posizione nel vecchio mercato (Enel distribuzione) e poi quelli che sono passati al mercato libero (Enel energia). Se un cliente resta vincolato al vecchio mercato la bolletta la riceve regolarmente, se invece passa a quello libero la bolletta viene spedita, e quindi ricevuta, solo dopo che Enel distribuzione ha comunicato il passaggio a Enel energia. In pratica si verifica uno slittamento determinato dal passaggio dei dati dell'utente". Infine, sempre secondo Enel, si sono ricevute segnalazioni di casi in cui "il disguido si verifica con le Poste, e quindi non prevedibili".

Torna all'inizio


FETIVAL ECONOMIA, L'UNIONE EUROPEA: UN MERCATO SENZA DEMOCRAZIA? L'INTERVENTO DEL PROFESSOR SERGIO FABBRINI E DEL GIORNALISTA CARLO BASTASIN (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Trento, 4 giugno 2008 - L'unione Europea è qualcosa di più di un'unione economica e commerciale? E' un mercato o una democrazia? Da questi interrogativi ha preso avvio il dibattito che ha portato Sergio Fabbrini a concludere che l'Unione è un vero e proprio sistema politico con caratteristiche democratiche e post nazionali. Ha bisogno però di una Costituzione per fare un notevole passo in avanti, soprattutto nell'ottica di proiettare la sua influenza all'esterno. Le istituzioni europee, come ha ricordato il politologo dell'Università di Trento Sergio Fabbrini, sono una realtà molto complessa che regola la vita di circa 500 milioni di abitanti in 27 stati diversi. Sono nate grazie ad una serie di trattati e come risposta di pace alle due guerre mondiali. Per questo motivo l'Unione rappresenta una formidabile esperienza di combinazione di elementi statali e sovrastatali. Non poteva essere costruita centralizzando il potere o seguendo lo schema classico di rappresentanza che si adotta nei singoli stati proprio perché è una realtà che tiene assieme paesi di dimensioni e di peso molto diversi tra loro. E' caratterizzata dall'assenza di un governo, inteso nel senso statale di luogo ultimo dove si decide, perché è costruita sulla base della negoziazione e del confronto dialettico tra istituzioni diverse. Nonostante questo non può non essere definita democratica poiché chi prende le decisioni a Bruxelles non sono i componenti della burocrazia comunitaria ma persone elette direttamente o indirettamente dai cittadini degli stati. Inoltre esiste un complesso sistema di norme e di controlli giudiziari a garanzia della tenuta complessiva dell'impianto istituzionale. In sintesi l'Unione Europea è sicuramente un'organizzazione che regola un mercato ma è anche un vero e proprio sistema politico visto che prende decisioni vincolanti per tutti e che incidono nella vita di tutti come dimostra il fatto che circa due terzi delle leggi nazionali consistono in adattamenti o applicazioni delle decisioni prese a Bruxelles. Per fare un vero salto di qualità l'Unione ha bisogno però di una Costituzione, soprattutto per rivolgere la sua influenza verso l'esterno. Carlo Bastasin ha evidenziato che il calo di consenso nei confronti dell'Unione, registrato soprattutto tra il '91 e il '98, e ancora non recuperato, è dovuto in buona parte al processo di integrazione monetaria che ha messo a nudo le incoerenze e le inadeguatezze delle politiche nazionali di difesa del lavoro e del capitale. . <<BACK.

Torna all'inizio


Una festa per leccarsi le ferite (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 132 del 2008-06-04 pagina 2 Una festa per leccarsi le ferite di Stefania Antonetti Da domani al 15 la manifestazione della sinistra radicale "Dopo la sonora scoppola che abbiamo preso alle ultime elezioni, c'è bisogno di rilanciare una grande battaglia politica in grado di ricostruire un dibattito politico, sociale e culturale di sinistra. Un nuovo processo unitario, che parta dal basso". A chiarire le idee è Simone Leoncini di Rifondazione comunista che lancia l'appello ai compagni: "uniti insieme alla Festa a sinistra". È con questa volontà che parte domani, fino al 15 giugno nella fascia di rispetto di Prà, la "Festa a sinistra", promossa dall'associazione Sartori, dalla Sinistra democratica e dal Partito della rifondazione comunista. Nessuna sigla a propagandare la manifestazione: "perché non è la festa dei quattro partiti, ma di tutti i cittadini che vogliono partecipare. Meglio una semplice bussola stilizzata sui manifesti, che guarda a sinistra" spiegano gli organizzatori. "Cambiamo tutto, ma la direzione è sempre la stessa - aggiunge ancora Leoncini -. C'è bisogno di aria nuova, di elementi innovati. I residui del passato non ci saranno. La mummia di Lenin, neanche. Perché la sinistra che si vuole rifondare deve guardare soprattutto all'etica morale e sociale". "Questo non significa che non ci saranno bandiere - spiega il consigliere comunale di Rifondazione, Arcadio Nacini -. Non vorremmo diventi però, una palestra congressuale". Lo spazio del Network Giovani "Casetta per le idee" e la gara di karaoke inaugurano domani la manifestazione. Seguono poi spazi-incontri e la festa per la fine della scuola. Ci sarà musica, animazione sudamericana e proiezione di film. Per lunedì 9 giugno alle 17.30 è atteso Nichi Vendola e Claudio Fava con i "Dialoghi a sinistra" che verranno ripresi, martedì 10 da Fausto Bertinotti che arriva accompagnato dal poeta Edoardo Sanguineti (ore 21). Tra un aperitivo politico e un ballo liscio c'è spazio anche per il cabaret di Ceccon, Balbontin e Mastar Fla (giovedì 12, alle 21). Il sindaco Marta Vincenzi partecipa alla festa sabato alle 18, per fare il punto sulla città e i cittadini. Domenica si chiude con gli incontri: "Costruiamo la sinistra del futuro" e con il ballo liscio dell'orchestra Mokambo. "Dalla festa unitaria a Sestri Ponente dello scorso anno sono avvenuti fatti che hanno sconvolto il panorama politico. Ora dobbiamo con i partiti, i movimenti, le associazioni e i singoli creare un percorso unitario, lontano dai verticismi e dalle burocrazie, da praticare e vivere soprattutto nelle realtà locali". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Torna all'inizio


Una dieta per la Fao (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-06-04 - pag: 12 autore: Una dieta per la Fao Una volta, quando ero giovane e idealista, avevo una grandissima fiducia nelle Nazioni Unite e nelle sue Agenzie. Una di queste, la Fao, accendeva addirittura il mio entusiasmo per la sua nobile missione: sconfiggere la fame nel mondo. Devo dire che, passando gli anni, il mio entusiasmo è scemato di molto: ho l'impressione amara che il passo dalle idee ai fatti sia sempre più lungo. Annarita Bellicchi e-mail C' è da vergognarsi per il numero dei bambini che ogni anno muoiono per via della fame. I soldi per gli aiuti non bastano, e il rincaro dei prezzi rende ancora più cupa la sorte di milioni di innocenti. La Fao parla spesso nel loro nome, e da questo ricava un'autorità anche morale. Non sempre la merita. Costa molto, rende poco. Ha una burocrazia pletorica, incerta sulle priorità, incline a barcamenarsi. E però lamentosa degli egoismi, della miopia così diffusi nel mondo. Ha ragione. Ma dovrebbe guardarsi anche in casa. Dimagrisse, consumerebbe meno quattrini per se stessa. Sia chiaro: poca roba rispetto alle necessità. Però sarebbe un buon esempio. Si potrebbero comprare più cose da mangiare. E meno bambini morirebbero di fame. - Vera sicurezza I cittadini chiedono sicurezza, chiedono che le leggi siano rispettate, che chi trasgredisce sia punito e soprattutto che la forza pubblica sia presente sul territorio e lo controlli costantemente, come accade in altri Paesi europei. Il nuovo Governo cerca di assumere provvedimenti che colpiscano l'immaginario collettivo e diano l'impressione della massima severità, perché – come ci ha insegnato cinquecento anni fa uno che di politica se ne intendeva – gli uomini “iudicano più agli occhi che alle mani”. Tra queste misure annunciate ce n'è qualcuna che non solo è inutile, ma addirittura autolesionistica. Pensare di introdurre il reato di clandestinità sapendo che vi sono già 700mila clandestini significa o varare un'ulteriore “grida” destinata a mettere a nudo tutta l'impotenza dello Stato o mandare in blocco il sistema giudiziario e quello carcerario. Chi governa dovrebbe innanzitutto spiegarci perché non si unificano in un solo corpo le forze dell'ordine, oggi disarticolate, scoordinate e – spiace dirlo - spesso mal impiegate e poco presenti sul territorio. Del resto, il deprecabile fenomeno delle ronde non è forse la dimostrazione che non ci si sente tutelati dalle forze dell'ordine? E a che vale introdurre nuovi reati se manca una seria azione di controllo? Lettera firmata Senza scorta Dopo l'operazione "chirurgica" dei Casalesi contro un pentito senza protezione, vorrei chiedere un censimento delle scorte che hanno decine di ministri e sottosegretari. Proteggiamo i poveretti che rischiano di morire e muoiono veramente! Chi è responsabile per non aver protetto l'ultimo imprenditore ucciso dai Casalesi? Perché non gli hanno dato la protezione dello Stato? Lo Stato in Campania c'è? Graziella Iaccarino Idelson (Napoli).

Torna all'inizio


Sacconi avvia la semplificazione delle procedure (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: JOB 24 data: 2008-06-04 - pag: 27 autore: Il Governo prepara nuovi interventi Sacconi avvia la semplificazione delle procedure Semplificazione è la parola d'ordine che dovrà guidare la trasformazione del rapporto di lavoro. La pensa così il nuovo ministro del Welfare Maurizio Sacconi e i primi effetti di questo pensiero si sono visti già la settimana scorsa con l'approvazione di due norme sulla deregolazione di adempimenti relativi alla gestione del rapporto di lavoro. Ma la semplificazione riguarderà anche la Borsa del lavoro che come ha detto Sacconi "potrebbe essere ripresa in mano". E a cascata anche i centri per l'impiego che sono tra gli enti che ne fanno parte. Che in questi dieci anni i vecchi uffici di collocamento si siano evoluti notevolmente lo si vede a partire dal modo in cui si presentano. Non c'è più la triste atmosfera delle vecchie sedi con un bancone spoglio, una bacheca e impiegati abituati soltanto a inserire in un elenco i dati dei lavoratori in cerca di occupazione. E a cambiare non è stata solo l'atmosfera ma anche la competenza negli interlocutori che i disoccupati si trovano di fronte. Tuttavia l'elenco delle cose da fare resta lungo. Una delle questioni più urgenti appare senza dubbio la piena operatività del Sil, il Sistema informativo lavoro di cui si parla da oltre dieci anni, ma che ha iniziato a funzionare soltanto in marzo. E poi l'alleggerimento della burocrazia. Nei 537 centri distribuiti equamente lungo la penisola, secondo un rapporto di uno ogni 100mila abitanti, lavorano 15mila persone. Di questi, da quanto emerge dai dati forniti dall'Isfol, il 60% sono ex dipendenti degli uffici di collocamento, mentre il resto sono arrivati in seguito a nuove assunzioni fatte nel corso degli ultimi dieci anni. Non si può dire che il personale non sia motivato, soprattutto perché persone che in passato erano state relegate a un lavoro quasi esclusivamente procedurale, ora sono molto più a contatto con il pubblico e svolgono un lavoro più stimolante. Col tempo sono state formate per svolgere un lavoro nuovo: oltre che di raccolta datiè diventato anche di "consulenza" per i lavoratori con i quali viene costruito un percorso di inserimento nel mondo del lavoro che prevede di discutere e concordare una parte di aggiornamento e formazione professionale legata anche alle esigenze delle imprese che offrono lavoro. Proprio questo però rappresenta uno dei nodi più intricati. Il rapporto con le imprese è ancora difficile perché in genere i centri per l'impiego hanno tempi lunghi e le aziende invece chiedono tempi rapidi. Inoltre non sempre i centri sono aggiornati sulla domanda proveniente dalle industrie che va monitorata attraverso la costruzione di un rapporto di collaborazione efficace che manca. Qualcosa però sta lentamente cambiando. Il sistema è infatti impegnato a fortificare un approccio di servizio alle imprese attraverso la realizzazione di azioni di analisi dei fabbisogni e di sollecitazione delle vacancies. Una delle ragioni che portano alla dilatazione dei tempi risiede nelle procedure, ancora lunghe, numerose e poco informatizzate. Gli impiegati dei centri sono ancora oppressi dalla burocrazia che in media occupa il 40% del loro lavoro. La liberazione dei centri per l'impiego da attività di back office potrebbe rappresentare proprio una delle vie per risollevarne l'operatività. Unita a un radicale cambiamento della mentalità dell'organizzazione del lavoro di questi uffici che ancora non è orientata ai risultati ma alla procedura. Resiste ancora l'idea per cui l'importante è fare le cose nella giusta sequenza, ma non raggiungere determinati risultati. Anche perché se è vero che per i centri esistono dei piani, è altrettanto vero che non c'è un controllo e quindi nessuna conseguenza se non vengono realizzati.

Torna all'inizio


L'ORGANIZZAZIONE (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: JOB 24 data: 2008-06-04 - pag: 27 autore: L'ORGANIZZAZIONE 537 I centri I centri per l'impiego sono dislocati in maniera omogenea, secondo un rapporto di uno ogni 100mila abitanti lungo la penisola 15mila I dipendenti Negli ex uffici di collocamento lavorano circa 15mila persone; il 60% provengono dagli ex-uffici di collocamento, mentre il resto sono frutto di assunzioni fatte più recentemente 40% La burocrazia Le procedure e le attività di back office occupano quasi il 40% del lavoro degli impiegati dei centri per l'impiego.

Torna all'inizio


Annullate le sei gare Qualità Italia (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-06-04 - pag: 24 autore: Arenati i concorsi di architettura per interventi promossi dal Governo nelle regioni del Sud Annullate le sei gare "Qualità Italia" Paola Pierotti ROMA Sono sessanta i gruppi di progettazione che hanno sprecato tempo e risorse in sei concorsi di architettura pubblici improvvisamente arenati.L'iniziativa era nata con il lodevole intento di favorire il confronto per garantire la qualità delle opere pubbliche; interessava in particolare il Sud Italia; e c'erano anche i finanziamenti. Ma non è bastato. E così il programma "Qualità Italia", ideato e promosso dai due ministeri per i Beni culturali (direzione Parc) e per lo Sviluppo economico (dipartimento Dps) con le Regioni del Mezzogiorno, è stato macinato dalla macchina della burocrazia. Oggetto delle sei gare sotto i riflettori sono piccole opere pubbliche di importi compresi tra 1,1 e 7,4 milioni. Enti banditori sono amministrazioni di altrettante regioni del Mezzogiorno che in questi giorni stanno sospendendo gli iter concorsuali. La scintilla è partita nella sede dell'Ordine degli architetti di Campobasso, Comune oggetto di una delle sei competizioni. Già lo scorso gennaio l'Ordine aveva inviato una lettera agli altri ordini, al Consiglio Nazionale e alla Parc per chiedere una modifica del bando, contestando il "mancato rispetto del principio di anonimato" e la "commistione tra l'istituto del concorso di progettazione e quello di idee", ma senza alcun riscontro. A quel punto l'Ordine si è appellato all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici che lo scorso 17 aprile ha bocciato il bando perchè "non conforme alla normativa". Un parere non vincolante, ma per evitare eventuali ricorsi dei 564 gruppi candidati nella prima fase, la Parc ha consigliato alle sei stazioni appaltanti di "valutare la possibilità di esercitare il potere diautotutela previsto dalla normativa e procedere all'annullamento".L'indicazione è stata accolta - ad oggi manca solo la conferma ufficiale da parte della provincia di Cagliari – ed è in programma per il prossimo 10 giugno un incontro tra le sei stazioni appaltanti e i ministeri per decidere come e quando indire i nuovi avvisi. Nuovi concorsi in una sola fase, aperta, che ripartiranno entro l'estate. Ma gli studi non ci stanno e la polemica colpisce non solo l'operazione Qualità Italia ma anche l'Ordine degli architetti di Campobasso, origine del "casus belli", e la consuetudine del ricorso, tanto seguita in Italia proprio a partire dalla questione dell'anonimato. "Ancora una volta gli architetti ci rimettono – ha detto Luca Galofaro, dello studio Ian+ - . I progettisti lavorano con i concorsi e dal momento che quando si rescinde un contratto il cliente normalmente paga una penale, siamo intenzionati in questo caso a fare ricorso e a chiedere per danni il valore del primo premio, dell'incarico quindi". Nonostante l'entità relativa dell'incarico il marchio Qualità Italia aveva attirato l'interesse di numerosi studi già affermati nel panorama internazionale. Tra loro anche il veneziano Alberto Cecchetto, il napoletano Massimo Pica Ciamarra e il romano Paolo Portoghesi. O ancora gli studi Lfl, n!studio, C+S, Archingegno, 5+1AA, Garofalo Miura Architetti, o ancora quelli di Aldo Aymonino, Vincenzo Latina e Giovanni Vaccarini. Tra gli stranieri ci sono anche l'enfant prodige britannico David Adjaye e l'architetto portoghese GonÇalo Byrne. "L'annullamento – si legge in una lettera della segreteria del concorso – purtroppo, è stato deciso a seguito di un parere dell'Authority che ha dichiarato illeggittimi i bandi in quanto violano il principio dell'anonimato, poichè, gli schizzi e gli schemi grafici, richiesti nella prequalifica, consentirebbero il riconoscimento delle idee progettuali nella fase concorsuale. Pertanto, pur ribadendo la nostra assoluta buona fede e l'intento di aprire il concorso a tutti i professionisti, anche giovani, siamo costretti a questa decisione non potendo, come Istituzione statale centrale, non conformarci a tale parere". Un programma nato per incentivare gli enti locali a realizzare nuove opere affidandosi ai concorsi piuttosto che agli incarichi fiduciari, dove i ministeri e le sei Regioni del Sud si impegnavano ad offrire un contributo di centomila euro a ciascuna amministrazione locale (anch'esse scelte attraverso una competizione) e una consulenza fino alla realizzazione dell'opera, che si è inceppato troppo in fretta. Oggi termina anche la fase di candidatura riservata alle amministrazioni per la seconda edizione di Qualità Italia. Il programma ideato per certificare la qualità dell'architettura pubblica riparte, scontando però una sfiducia diffusa da parte dei professionisti. IL FLOP è polemica tra i 60 progettisti costretti a ricominciare da zero per il ritiro del bando Entro l'estate sarà pubblicato un nuovo avviso.

Torna all'inizio


La lezione democratica americana (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Stampa La lezione democratica americana Inoltre l'outsider ha sconfitto l'apparato democratico - cosa non secondaria - che, anche in ragione degli antichi rapporti con il presidente Clinton, ha lavorato per il successo dell'ex first lady. In definitiva l'America si dimostra ancora una volta un popolo integrato e una società aperta che non discrimina né donne né gruppi etnici che pure in passato erano stati tenuti ai margini. La politica si rivela libera dalle burocrazie partitiche e si risolve tutta nella trasparenza delle competizioni elettorali, presupposto del primato delle istituzioni sui gruppi di pressione politici ed economici. La candidatura della senatrice Clinton sembrava un evento straordinario perché per la prima volta una donna puntava, con notevoli probabilità di successo, alla presidenza degli Stati Uniti dopo i 43 uomini che si sono succeduti dal 1790 al 2004. Ha invece incontrato sulla strada un nero che rappresenta un fenomeno ancor più straordinario, perché è stato scelto come candidato proprio da quel partito che fino al 1968 aveva il suo punto di forza nel Dixieland, ossia in quel Sud dove i democratici hanno rappresentato per un secolo la tradizione segregazionista. Ma questa è l'America che tante volte gli italiani non sanno riconoscere. Una democrazia che non finisce di stupire e da cui abbiamo ancora molto da imparare. Massimo Teodori.

Torna all'inizio


Migranti italiani nel dopoguerra (sezione: Burocrazia)

( da "Manifesto, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Le politiche migratorie fra il '45 e il '57 sono il tema del saggio di Michele Colucci "Lavoro in movimento", per Donzelli. Una indagine documentata e avvincente su uno dei fenomeni fondanti della nostra società Emilio Franzina Passata a lungo sotto silenzio anche da parte degli studi specialistici su migrazioni e migranti, la ripresa a tratti tumultuosa, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, degli espatri dall'Italia per motivi economici e di lavoro costituisce un capitolo affascinante e sin qui poco conosciuto della nostra storia politica e sociale. Mentre imperversano i dibattiti innescati dall'ansia securitaria che sembra pervadere l'opinione pubblica di fronte all'arrivo di stranieri e d'immigranti percepiti tutti, in maniera sommaria e sbagliata, come soggetti a rischio o, nella migliore delle ipotesi, come pericolosi clandestini, è andato pressoché perduto il ricordo dei caratteri assunti, subito dopo l'ultima guerra, dalle massicce partenze, spontanee o pilotate, degli italiani per l'estero. In particolare, si direbbe, per quelle parti del vecchio continente in cui l'opera di ricostruzione postbellica scelse di avvalersi di lavoratori provenienti da quasi ogni regione della penisola spesso varcando in modo palesemente "illegale" i confini nazionali. Se infatti le peripezie dei "nostri" emigranti della seconda metà del '900 si associano nella memoria collettiva alla disoccupazione dilagante sino alle soglie del boom e - complici sciagure sul genere di Marcinelle o i "grandi numeri" di alcuni esodi di massa - a destinazioni particolari come il Belgio carbonifero e presto maggioritarie come, dalla fine degli anni '50, la Germania federale (e industriale) di Bonn, una sorta di rimozione avvolge le vicende di quella manodopera a basso costo che ebbe inizialmente per meta la Francia e la Svizzera, ma persino la Cecoslovacchia e la stessa Gran Bretagna. Già buon conoscitore delle esperienze fatte proprio nel Regno Unito dalle avanguardie di questi flussi che avrebbero finito, soprattutto altrove, per assumere proporzioni gigantesche, ne dà conto oggi Michele Colucci con un'indagine esaustiva ed esemplare che prende in esame l'emigrazione italiana in Europa dal 1945 al 1957, Lavoro in movimento (Donzelli, pp. 257, euro 23,50). L'autore appartiene alla schiera di giovani e bravi ricercatori cui il nostro sistema universitario, sempre più impoverito, stenta a fare spazio, incoraggiando per necessità i loro progetti all'espatrio verso lidi scientifici lontani. C'è, insomma, dell'ironia in questa vicenda che nondimeno ruota attorno a un argomento di grande rilevanza. Benché l'oggetto principale del libro rimangano le politiche migratorie dell'Italia repubblicana e quelle di richiamo e di "accoglienza" degli Stati coinvolti nell'immane tourbillon (nel senso stretto di "gabbia rotante") di partenze e di arrivi, Colucci fornisce - sulla scia delle analisi di Romero, di Pugliese e più recentemente di Rinauro, ma molto approfondendo - una ricostruzione convincente e avvincente degli avvenimenti. Essa è insieme un affresco delle storie di migliaia di uomini e di donne espatriati in cerca di miglior fortuna, e una acuta riflessione sulle dinamiche delle migrazioni internazionali in età contemporanea. Le scelte compiute dai primi e quelle fatte dalle forze politiche e di governo aiutano a comprendere meglio gli sviluppi successivi e persino alcune configurazioni attuali di un fenomeno troppo tardi riconosciuto come fondante dei destini (non solo economici) del mondo occidentale. Il volgere all'apparenza breve dei dodici anni in cui si racchiude la materia del racconto non deve trarre in inganno perché dopo la stasi determinata non tanto dalla guerra quanto dalla prolungata chiusura degli sbocchi emigratori dopo la crisi del '29, essi rappresentano statu nascenti la cornice esatta di una molto relativa "restaurazione liberista" postbellica dei mercati: qui, ovviamente, di un mercato del lavoro in cui tuttavia la persistenza delle pratiche stataliste già proprie del tardo fascismo interagirono costantemente, a conti fatti, con le spinte provenienti "dal basso" ossia dalle autonome decisioni prese dai migranti in ambito familiare e locale. Che la "restaurazione liberista" avvenisse, come suggeriva molti anni fa Ester Fano Damascelli, dentro un quadro ideologico condizionato dall'antifascismo e dalle avvisaglie della guerra fredda dipendeva anche dal fatto che tutte le aperture liberoscambiste della nostra politica governativa, al pari di quelle degli altri paesi del vecchio continente, puntavano sì all'inserzione dell'Italia in spazi mercantili più ampi e alla sua partecipazione al processo appena avviato dell'integrazione europea, ma anche al mantenimento (o alla sagace manutenzione), come ha ben spiegato Rolf Petri, di un notevole controllo statale sull'economia e di conseguenza sull'andamento dei flussi rimasti a lungo, per il nostro paese, la moneta di scambio privilegiata onde agevolarne l'ingresso nella nuova area geopolitica occidentale in fieri dopo la guerra ed auspicata, all'epoca, dagli stessi Stati Uniti. Facendo ricorso a un imponente lavoro di scavo archivistico e a una invidiabile padronanza sia della produzione pubblicistica e giornalistica del tempo sia della letteratura storiografica esistente, Colucci propone già in apertura del suo lavoro l'interessante profilo "interpretativo" entro cui calare ogni riflessione riguardante un tale insieme di circostanze. Alla descrizione del ruolo ricoperto fra ricostruzione e miracolo economico dall'emigrazione europea degli italiani definita (e obiettivamente risultata) di tipo "temporaneo", l'autore fa seguire una attenta rassegna dei dibattiti che dal periodo finale del conflitto e dai lavori della Costituente cercarono di prendere le misure d'una realtà sul serio "in movimento". Con una facile battuta ispirata al titolo del libro si potrebbe anzi dire che Colucci ci parla così di un lavoro che, dopo la Liberazione, rapidamente mobilita l'uomo, ma sempre in mezzo a grovigli di esperienze pagate a caro prezzo e a coacervi stratificati di provvedimenti normativi di cui diventano emblema, in Italia, gli apparati pubblici di direzione e di controllo (Uffici del Lavoro e della "massima occupazione", centri d'emigrazione e di smistamento o d'inoltro, burocrazia diplomatica e dei passaporti). Ad essi fanno riscontro, in relativa discontinuità rispetto al passato (si pensi solo all'emigrazione nella Francia dell'entre-deux-guerres), le stagioni degli "accordi" bilaterali dove peraltro all'Italia toccò sempre il posto del convitato più debole: a riprova del fatto che la stessa condizione di "ospiti" più e meno provvisori, socialmente penalizzati, quando non discriminati e maltrattati, consegue senz'altro da paure incontrollate dei "nativi" già ben note alla storia degli italiani all'estero, ma in grande misura dipende anche dal modo in cui se ne pilotò la "scomoda" inserzione nei contesti lavorativi e sociali di arrivo. Qui la xenofobia e l'intolleranza, all'insegna di una non infrequente razzializzazione e di un'altrettanto diffusa criminalizzazione, aumentarono a dismisura il prezzo di un sacrificio di cui alla fine in Italia, si avvantaggiarono soprattutto i "rimasti" e, nel suo insieme, l'organismo economico nazionale. Rivista col senno di poi e con lo sguardo che in un libro di duecentocinquanta pagine può essere dedicato solo ad alcune delle infinite vicissitudini "private" delle persone in carne ed ossa, la situazione affrontata da Colucci dovrebbe quindi venir buona per capir meglio il presente in cui, a parti rovesciate, ci troviamo a vivere (anche se di questi tempi fra Bossi&Fini e Maroni c'è molto da dubitarne); in ogni caso conferma l'idea che quella decina d'anni dei quali egli ci regala, per l'emigrazione in Europa, una lettura partecipe e documentata costituiscono, come ennesimo "laboratorio del dopoguerra", un punto d'osservazione meritevole d'essere da tutti ripensato.

Torna all'inizio


Così <lo squalo> è diventato avvocato dei piccoli (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2008-06-04 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Il caso Il difensore dei due fratellini racconta il caso: due mesi di lavoro, quattro chili persi e tanta rabbia. "Sono cambiato" Così "lo squalo" è diventato avvocato dei piccoli Martinez è stato "nominato" dal bimbo di Basiglio che gioca a pallone con suo figlio MILANO - "Sono la mamma di Giovanni, il compagno di pallone del suo bambino. Ci aiuti, la prego". Alle 7 del mattino del 15 marzo, un sabato, una madre disperata chiama Antonello Martinez (foto a destra), avvocato d'impresa, studio con 65 legali in centro a Milano e un figlio che gioca a calcio nella squadra di Basiglio. "Ieri sera i servizi sociali ci hanno portato via Giovanni e Giorgia - continua la donna - Giuro che non hanno fatto niente". Da quel momento la vita di Martinez - "lo squalo dei contratti" - prende una piega inaspettata. Smette di dedicarsi a firme milionarie e si concentra sui fratellini di Basiglio, accusati da un disegno osé di fare giochi a sfondo sessuale. Studia le carte, combatte contro tutto e tutti. Ci mette la faccia, gli occhi scuri che non temono di rivelare tutta la rabbia che c'è dietro. Perde due mesi di lavoro e quattro chili. Ma riesce a riportare i due bimbi a casa. E a "scagionarli". "Raramente - dice - mi sono sentito così felice". Un abbraccio - con Giorgia e Giovanni al momento del loro rientro a casa dopo 62 e 68 giorni in comunità - "mi ha ripagato di tutto". Della fatica, "del pressappochismo degli assistenti sociali", della burocrazia. Perché in tutta questa vicenda, racconta Martinez, "mi sono accorto subito che qualcosa non andava". A partire dal provvedimento (articolo 403) preso il 14 marzo dal Comune di Basiglio in base alla denuncia di una maestra che indicava la bambina (9 anni) come autrice della vignetta. Decreto urgente: la sera stessa i due fratelli vengono prelevati da casa. Senza essere mai sentiti, come i genitori. "Il 403 - spiega - è lapidario. Per chi fa l'avvocato da tanti anni non è difficile riconoscere un provvedimento preso alla leggera". Ed è così che anche un legale di lungo corso come Martinez riesce a indignarsi, a scontrarsi con il Tribunale per i minorenni di Milano che il 15 aprile conferma l'allontanamento dei bimbi senza aver prima avviato una perizia grafologica sui disegni incriminati. "Com'è che noi ci abbiamo impiegato un'ora a nominare un perito e a dimostrare che quel tratto non era di Giorgia e a loro sono serviti 41 giorni?". La certezza: "Se non fossimo intervenuti con tanta forza i fratellini sarebbero stati "dentro" altri due anni". Perché in fondo quei 68 giorni di attacchi, peripezie, di disguidi burocratici (il ritorno del ragazzo è stato posticipato per colpa di un educatore arrivato in ritardo alla visita psichiatrica) "sono niente in confronto ai tempi della giustizia minorile". Certo, "non possiamo generalizzare, ci sono assistenti sociali e giudici che fanno il loro dovere in modo esemplare, ma la posta in palio qui è troppo alta. Il magistrato dovrebbe intervenire solo se i minori corrono pericoli immediati". Ora il tono è calmo, ma Martinez ricorda bene "i momenti di rabbia e impotenza vissuti in quei due mesi". Uno dei tanti: "Quando ci hanno detto che l'intervento dei media era negativo per i bambini. E invece Giovanni ha ripreso a mangiare solo quando ha saputo che io e suo padre stavamo facendo il diavolo a quattro per riportarlo a casa". L'episodio più grave: il 23 maggio, il giorno del ritorno a casa di Giovanni: "Hanno trattenuto per due ore e mezzo il papà obbligandolo a scrivere che non avrebbe portato il figlio alla festa di bentornato che avevamo organizzato per lui. In quel testo c'è la sintesi di tutta la cattiveria subita dalla famiglia". Un uomo cambiato. Martinez lo confessa: "Io non sono una mammola, anzi. Ma ora è aumentato il mio istinto protettivo nei confronti dei più piccoli: queste creature spesso sono affidate a persone non all'altezza del loro compito". E i fratellini? "Stanno meglio. Ma quando il grande è in crisi, suo papà me lo porta. Passiamo un'ora insieme, io lui e mio figlio. E così si tranquillizza, passa il terrore di dover tornare in comunità". Un ragazzo spaventato. Ma in gamba. Fin dall'inizio aveva individuato il suo angelo custode. Quella sera del 14 marzo, il giorno del suo compleanno, appena prima di salire sulla macchina dei servizi sociali, i vestiti nello zaino, Giovanni aveva sussurrato alla mamma: "Chiama il papà di Valentino. Lui ci aiuterà". Annachiara Sacchi.

Torna all'inizio


La preoccupazione per la cementificazione della Piana è anche la mia. Lo schema d (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di ALESSANDRA LANCIA "La preoccupazione per la cementificazione della Piana è anche la mia. Lo schema di convenzione dei Pua che ho portato prima in commissione e poi in consiglio serviva proprio a dettare delle regole e a mettere dei paletti per evitare certi scempi. In commissione c'è chi del centrosinistra mi ha fatto i complimenti per questo. Altri hanno presentato emendamenti che sono stati accolti. Per me la discussione e il confronto sono il sale della politica. Poi in consiglio hanno cambiato idea e provato a tirarla per le lunghe". Invece Marzio Leoncini ha tirato diritto: "Certo, sono qua per fare le cose, per risolvere i problemi, non per fare affari come dicono. Non ho scheletri nell'armadio io: altri, che hanno allegramente cementato la Piana, non lo so". Fine dello sfogo dell'assessore all'Urbanistica, per niente contento di essere finito sulla graticola "dopo che per la prima volta ho messo mano a un problema lasciato a marcire per anni". E se invece il presidente della Commissione urbanistica Oreste De Santis tace, scrive invece il collega presidente della Commissione statuto e regolamenti Moreno Imperatori. In difesa della maggioranza e all'attacco "di una sinistra radicale che continua nella politica dei no che tanto danno ha arrecato all'Italia": "In commissione urbanistica la questione è stata affrontata a lungo, ben cinque sedute. La commissione si è espressa favorevolmente con il solo voto contrario di Marroni (Sd) e l'astensione di Giuseppini (Udeur). La scelta di conferire al dirigente del settore Urbanistica il potere di concedere il permesso è servita solo a snellire la burocrazia. Le linee guida sono quelle date dal consiglio comunale tra l'altro in maniera ancora più stringente rispetto alla legge regionale". Stringi stringi, nessuno nascondendosi sotto l'ombrello dell'utilizzazione aziendale amplierà più casali, moltiplicherà rimesse agricole, duplicherà annessi rurali allargando così la rete di sfregi che segna la piana reatina? Imperatori rassicura: accadrà solo in "particolari e ristrettissime condizioni". Eccezioni, insomma. Nel paese dove quelle sono le vere regole.

Torna all'inizio


L'imprenditrice: Odio la burocrazia. E il piccolo senza l'aiuto della politica è destinato a morire (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'imprenditrice: "Odio la burocrazia. E il piccolo senza l'aiuto della politica è destinato a morire".

Torna all'inizio


GABICCE - La gioia le si legge in viso. Paola Michelacci, imprenditrice del turismo, titolare di un (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di FRANCO ELISEI GABICCE - La gioia le si legge in viso. Paola Michelacci, imprenditrice del turismo, titolare di un gruppo che opera nella riviera adriatica e nel Trentino, 14 alberghi, tra cui una struttura per non vedenti a Santa Sofia e oltre mille posti letto, ha appena ricevuto l'ufficialità della sua nomina a "cavaliere del lavoro". E a fine giugno ha già in mente una grande festa a Gabicce, dove ha il suo quartier generale. "Sono felicissima - sorride - E' il massimo che un cittadino italiano possa avere. Ho combattuto tanto e ci sono riuscita. Di solito è un riconoscimento che arriva a fine carriera. Io sono ancora nel pieno dell'attività. E mia figlia, anche se farmacista, continuerà". Componente della giunta Confindustria Pesaro, vicepresidente regionale Federturismo e presidente Aidda, ora è anche la prima donna "cavaliere" nelle Marche, molti direbbero che è una "quota rosa" che si sta imponendo.... "Posso dire che la storia delle Marche è fatta dal 70 per cento dalle donne. E io ora mi sento di rappresentare quelle donne che non hanno potuto avere riconoscimenti. Guardi, le cosiddette "quote rosa" sono una cretinata. Deve vincere e andare avanti chi se lo merita. Le quote rosa, di positivo, hanno avuto solo il merito di aver smosso una organizzazione troppo maschilista. Altrimenti sono una grande stupidaggine". Lei e Giancarlo Selci, due pesaresi e unici marchigiani tra i 25 scelti dal presidente della Repubblica, un premio che assume maggior valore... "Anche per il territorio. Non è solo un premio personale. E' un'onorificenza per una provincia che ha bisogno di rilanciare il turismo. E credo che sia andata al di sopra della logica di spartizione". Lei ha iniziato con un piccolo residence.. "Che ancora ho, qui a Gabicce. Ho iniziato senza avere alcun amico che mi insegnasse. E mi ricordo ancora il primo cliente. Una motociclista austriaca. Si fermò e la prima cosa che mi chiese è stato il prezzo: "Wieviel kostet?" Le chiesi se era proprio convinta di fermarsi qui. Lei insistette. E quella austriaca di me non ricorderà più nulla, ma io di lei sì". Qual è la ricetta del suo successo? "Cercare ogni volta di migliorare. Quando per esempio vado a Roma, cambio sempre albergo. Così mi confronto. Dobbiamo guardare e vedere, perchè spesso guardiamo e non vediamo. Montezemolo dice: leggi, studia e applica. Così faccio. Mi collego anche ad iniziative esistenti nel territorio. Le suggerisco ai clienti, le inserisco nel "pacchetto". A Pesaro a Natale, molti alberghi sono chiusi. Io sono piena. E mi cercano. Ora comunque il turismo è un'industria. Il piccolo, se la politica non interviene, è destinato a morire. In Francia esistono i family hotel perchè hanno un sopporto dal governo. Altrimenti arrivano le multinazionali e la nostra costa rischia di essere snaturalizzata". Questo è uno dei rischi. Altri? "Un sacco di burocrazia. Io odio la burocrazia. Con l'ultimo albergo nuovo, l'"M Glamour hotel" ex Valbruna, mi hanno fatto morire. Per il resto le Marche hanno tutto, possono offrire tutto. Se si valorizzasse l'aeroporto di Falconara saremmo padroni di tutto. Lo si affitti alle compagnie aeree cinesi. Vedrete". Le sue tre lauree, in Scienze politiche, Filosofia e lettere antiche le sono servite? "La cultura serve sempre. Ho viaggiato in tutto il mondo. E a me è servita. Amo il bello e la ricerca dei particolari. Che diventano sostanza. E poi bisogna emozionare. Il turismo deve emozionare. I tempi della vacanza si sono ridotti e chi si concede un week end vuole bruciare le tappe che prima spalmava in 14 giorni. Siamo in un consumismo all'americana. Bisogna investire, innovare e cambiare mentalità. Il "Glamour" è tutto tecnologico e di emozione, stanze colorate, in cui anche le lenzuola sono in tinta e vari dettagli come un divano in coccodrillo o una vasca matrimoniale davanti alla camera da letto. Un pizzico di atmosfera sensuale e sessuale. Il turista ricorda i particolari, quelli che appunto diventano sostanza. Ebbene l'hotel è già tutto prenotato, dal 6 giugno fino a settembre. Vendiamo emozioni".

Torna all'inizio


La corsa del turista low cost (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-06-04 - pag: 1 autore: Operatori e Ciset stimano un'estate in lieve aumento per arrivi e presenze ma una stagnazione del giro d'affari La corsa del turista "low cost" Zaia: "In Veneto burocrazia più snella, dal settore un traino di 12 miliardi" Secondo il sondaggio elaborato in esclusiva dal Sole-24 Ore NordEst raccogliendo le valutazioni di Astoi, Federalberghi, Federturismo, Fiavet, Unioncamere e Confindustria Alberghi, i fattori che influenzano positivamente i turisti sono il livello di accoglienza e professionalità delle strutture e la bellezza del patrimonio artistico e culturale. Secondo lo stesso sondaggio c'è un forte calo (10% in media) dei flussi provenienti da Usa e Giappone, e una crescita per Russiae Paesi dell'Est. Nel complesso secondo il Ciset, il Centro studi di economia turistica di Ca' Foscari, sono positive le previsioni sulle dinamiche dei flussi per l'estate 2008, soprattutto in Veneto dove si prevede un aumento del 3,5% degli arrivi internazionali (9,4 milioni di turisti esteri). Anche gli arrivi in Veneto dai 21 Paesi più importanti per l'indotto regionale (Area mediterranea, Nord e Centro Europa, Usa, Giappone) attestano una variazione 2008/2007 del +2,8 per cento. Secondo gli operatori, però, nonostante il buon andamento degli arrivi,c'è una stagnazione del giro d'affari. "Il Veneto è un mercato da 61,5 milionidi presenze– dice Marco Michielli, presidente di Federalberghi – ma è un turismo sempre più povero". In Friuli-V.G. gli operatori puntano a replicare i risultati del 2007: quasi 2 milioni di arrivi (+5,6% rispetto al 2006). Le presenze sono state 8,6 milioni (+1%). Infine anche in Trentino-Alto Adige prevedono di confermare i risultati dell'estate 2007: in Alto Adige si sono registrate 16,594 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, mentre in Trentino 16,716 milioni di presenze. Servizi u pagina 2 l'articolo prosegue in altra pagina.

Torna all'inizio


La mia riforma anti-burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-06-04 - pag: 2 autore: INTERVISTA Luca Zaia "La mia riforma anti-burocrazia" Ha passato due anni con gli operatori del turismo Luca Zaia, dimissionario vicepresidente della Regione Veneto e assessore al Turismo, oggi nuovo ministro dell'Agricoltura. "Due anni fianco a fianco con albergatori, campeggiatori, addetti dell'extralberghiero. Ho cercato di raccogliere le istanze di un settore che accoglie ogni anno 61,5 milioni di presenze, 14,1 milioni di arrivi con un flusso di stranieri del 58,7%, per un'offerta che va dai 189mila posti letto alberghieri ai 480mila di extralberghiero. Il mercato turistico veneto vale 12 miliardi l'anno". Snocciola dati al volo, a memoria ("é un mondo che mi è rimasto nel cuore, gli operatori lo sanno" dice). Il risultato di tanto lavoro è la nuova legge regionale sul turismo, un tomo dicento pagine che recepisce la legge regionale 24 dicembre 2004, n.33, approdata in questi giorni sui banchi della Giunta regionale. Com'è la nuova disciplina sul turismo? è un testo innovativo, che può fare da modello alle altre regioni. Si introduce una forte semplificazione burocratica, snellendo le procedure a carico degli operatori. E poi da un ordine al settore, con regole chiare sulle mansioni di ognuno. A partire dalla Regione, che sarà una sorta di ufficio marketing. Gli operatori turistici individuano le promozioni, e i 13 sistemi turistici locali, ovvero le aree dei consorzi di promozione, vanno alle fiere e preparano i pacchetti da vendere. Altre novità? La legge introduce una classificazione del settore extralberghiero. Come le stelle per gli alberghi, le strutture del'extralberghiero veneto avranno i leoncini. Verranno distribuiti dei moduli di autocertificazione secondo parametri stabiliti. Nel caso in cui l'autocertificazione non sia veritiera? La legge prevede controlli severi, e la chiusura coatta delle attività che hanno bleffato per avere una classificazione più alta. Stava anche per partire un numero verde per le segnalazioni di turisti scontenti, ma anche per fornire informazioni GRAZIA NERI sui siti turistici e sulle strutture di accoglienza della regione. Ovviamente rimane a discrezione del nuovo assessore, che vedrà se proseguire per questa strada. La legge disciplina anche l'albergo diffuso... Si, è stato pensato per differenziare l'offerta turistica, secondo l'esigenza manifestata dai visitatori di cercare anche luoghi meno battuti, di nicchia. L'albergo diffuso riguarda i Comuni con meno di 5mila abitanti, è localizzato in più edifici, con aree ad uso comune degli ospiti. Insomma è bello pensare ai turisti che si bevono un caffè in un posto, dormono in un altro e mangiano in un altro ancora, in modo da godere di una località in maniera completa, diffusa appunto. Come è cambiato il turismo in Veneto? Un tempo si rimaneva un mese, oggi la permanenza media è di 2,7 notti pro capite. Significa vacanze molto brevi, con visite e spostamenti veloci. Il Veneto comunque ha una ricchezza ta-le, con le sue 4mila ville antiche, il delta del Po, la montagna, il mare, che anche se si vede solo una di queste mete, si torna a casa soddisfatti. E.d.F. "Alberghi diffusi e leoncini al posto delle stelle le novità della nuova legge" Luca Zaia. Ex assessore Turismo oggi è ministro dell'Agricoltura.

Torna all'inizio


Passa dall'estero l'esame di maturità dell'Alessandrino (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Ovest sezione: ECONOMIA e IMPRESE Piemonte data: 2008-06-04 - pag: 5 autore: Congiuntura. Export a quota 3,5 miliardi Passa dall'estero l'esame di maturità dell'Alessandrino Filippo Bonsignore ALESSANDRIA Un approccio innovativo nelle relazioni industriali e un forte orientamento all'internazionalizzazione. Sono le linee guida su cui puntare per favorire la crescita del sistema industriale alessandrino. è il pensiero di Bruno Lulani, presidente dell'Unione industriale di Alessandria ( circa 500 imprese associate per 27mila addetti), alla vigilia dell'assemblea straordinaria che martedì 10 giugno (ospite il neo-vicepresidente di Confindustria con delega all'organizzazione e al marketing territoriale, Edoardo Garrone), approverà una modifica allo statuto che cambierà la denominazione in Confindustria Alessandria. "Una buona riuscita delle relazioni industriali, e mi riferisco ai nuovi contratti, permetterà di legare sempre di più gli obiettivi degli imprenditori a quelli dei lavoratori. L'altra scommessa è quella dell'internazionalizzazione, intesa non semplicemente in termini di export, ma di confronto che può portare alle nostre aziende un importante valore aggiunto, intellettuale prima che economico". Le imprese alessandrine, dal canto loro, hanno una forte vocazione alla presenza sui mercati internazionali: in base agli ultimi dati dell'Ice, nel 2006 il valore dell'export ha raggiunto complessivamente i 3,5 miliardi di euro (+12,6%), in maggior parte (2,2 miliardi) diretto verso i paesi dell'Ue. In generale l'industria della provincia di Alessandria –fortemente diversificata, in cui spiccano i comparti del meccanico e metalmeccanico, della chimica, della gomma-plastica, dell'alimentare e del cemento e costruzioni – continua a godere di buona salute. Nell'ultima indagine congiunturale, i principali indici Sop (che registrano lo sbilancio fra imprenditori ottimisti e pessimisti) sono tutti positivi: l'occupazione (+7), la produzione (+9, anche se è in calo dal +13 del trimestre precedente), gli ordini totali (+17, in aumento da +11)e gli ordini relativi all'export (+12 da +17). Cresce, inoltre, la propensione ad investire, segnalata dal 62% delle imprese, rispetto al precedente 58%. "I settori principali, come il gomma-plastica e il chimico, mostrano buone previsioni – prosegue il presidente – Brillano un po' meno il metalmeccanico e l'alimentare, quest'ultimo per fattori legati alla stagionalità. Nonostante un calo della produttività negli ultimi sei mesi, lo scenario è nel complesso soddisfacente ". Un altro tema chiave per il futuro è la semplificazione: "L'eccessiva incidenza della burocrazia e delle procedure- rileva Lulani, che è a.d. della Giuso, azienda di Acqui Terme del settoredolciario – non favorisce le decisioni delle imprese, aumenta i costi di produzione e di riflesso i prezzi al consumo". Vi sono poi le infrastrutture. Che per l'Alessandrino significano Terzo Valico ma anche logistica. "Il nostro territorio ha una naturale vocazione come retroporto di Genova e di recente si è finalmente arrivati alla firma del protocollo d'intesa tra le Regioni Piemonte e Liguria. Per questo al nostro interno abbiamo creato un Comitato per la logistica con gli operatori del settore". VERSO L'ASSEMBLEA Nell'assise straordinaria del 9 giugno verrà deciso il cambio di nome: l'Unione industriale diventerà Confindustria Presidente. Bruno Lulani guida l'Unione industriale di Alessandria.

Torna all'inizio


Un patto con il Veneto per le infrastrutture (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-06-04 - pag: 4 autore: INTERVISTA Renzo Tondo Presidente del Friuli-Venezia Giulia "Un patto con il Veneto per le infrastrutture" Dialogo con Galan sulla partecipazione al Passante di Mauro Pizzin R iuscire a farsi largo nell'agenda zeppa di impegni di Renzo Tondo, 51 anni, da poche settimane presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, è un'operazione complessa.Tra riunioni di Giunta, incontri istituzionali, impegni legati al mandato, le giornate del politico tolmezzino sono diventate, infatti, sempre più lunghe. Fra i problemi maggiori che gli si chiederà di affrontare nell'arco del suo mandato si collocano quelli relativi alle infrastrutture, alla sburocratizzazione, all'approvvigionamento energetico, su cui sarà costante la necessità di dialogo e confronto con le categorie produttive. Sullo sfondo,l'urgenzadimantenerecompetiti-vounterritoriodiconfinechiamatoacon-frontarsiconPaesilimitrofispessoavvan-taggiatisulfrontedellaf scalitàedell'efficienza amministrativa. Presidente Tondo,il tema dell'indebitamento della Regione è stato al centro della sua campagna elettorale. Le imminenti variazioni di bilancio saranno un'occasione per cominciare il ripianamento? Senz'altro. Dei 151 milioni che costituiscono il nostro avanzo di amministrazione, infatti, 35 andranno alla sanità, mentre gli altri 116 saranno destinati alla copertura del debito. Un altro punto fermo del suo programma è stato quello della sburocratizzazione. Su questo fronte, pesa anche il fardello del bagaglio normativo regionale, rispetto al quale la Giunta Illy aveva cercato di agire attraverso lo strumento dei testi unici. Lei seguirà questa strada? Io non darei una lettura salvifica dei testi unici perchè so bene che in una società dinamica è impensabile che ci siano delle norme su cui si possa non intervenire per un certo lasso di tempo, soprattutto se hanno ad oggetto tematiche economiche: su questo fronte sono realista. Quando penso alla burocrazia penso soprattutto alla eliminazione di adempimenti inutili per i cittadini e le aziende. Nel caso delle imprese, lei punta sull'autocertificazione. Certo,per l'aperturadi nuove attività prima del completamento delle autorizzazioni. Intendo fare riferimento all'etica della responsabilità: la Regione fa un investimento sulla buona fede dell'imprenditore, sulla sua buona volontà, ma se sbaglia lo punisce. è un'idea, questa, che sarà concretizzata attraverso regolamenti specifici. Ha parlato di pacchetti integrati di agevolazioni per aiutare la pianificazione degli investimenti. Cosa intende? Ora come ora disponiamo di fondi europei, statali e regionali, che variano a seconda degli assessorati. Io credo che nostro compito sia quello di inserirli tutti in un solo pacchetto per fare in modo che quando un imprenditore intende avviare un'iniziativa possa avere un punto di riferimento unico e tempi certi. Penso, inoltre, di mettere mano allo Sportello unico delle imprese, che non ha mai funzionato. Nel suo programma si pone l'accento sulla necessità di negoziare a livello statale affinchè la Regione abbia la possibilità di introdurre regimi di tassazione diversificati territorialmente per le imprese. Pensa a una fiscalità di vantaggio? La domanda che mi pongo è: una volta definiti quanti devono essere i trasferimenti a Roma, sulle mie risorse posso differenziare? Posso fare in modo, ad esempio, che almeno l'Iva per un'azienda di montagna sia al 4% e non al 10? Se il Governo decide di applicare il federalismo fiscale, credo che la mia possa essere una richiesta lecita e logica. Si tratterebbe, nel definire le aree, di una scelta difficile, ma federalismo significa anche assunzione di maggiori responsabilità da parte di chi decide. A proposito di tasse, lei ha accusato il precedente Esecutivo di avere concesso la riduzione Irap solo alle grandi realtà, a discapito delle aziende più piccole, anche del commercio e dell'artigianato. Non teme di dover rinunciare ad una fetta importante di entrate? Ribalterei il concetto: se faccio in modo che le aziende paghino meno, queste ultime avranno una minore necessità di contributi. Fondi da impiegare per la realizzazione di quelle infrastrutture che chiede tutto il mondo imprenditoriale. Allora parliamo di infrastrutture, partendo dall'autostrada A4. Uno dei temi più discussi è stato quello della compartecipazione nel Passante di Me-stre, negata alla concessionaria Autovie Venete. Lei ritiene che il discorso si possa riaprire? Si tratta di un argomento che vorrei affrontare nel prossimo incontro con il presidente Galan. Magari agganciandolo alla richiesta del Veneto –con cui penso ad un forte asse in materia di infrastrutture – di avere una maggiore presenza nell'azionariato di Autovie. Non mi sembra un problema irrimediabile. Un tema su cui la Regione dovrà spendersi è quello del rigassificatore di Trieste. La questione relativa al suo via libera potrebbe intrecciarsi con quella della dismissione della Ferriera di Servola, i cui vertici hanno evidenziato interesse per il business gasiero. Sareste disposti a discuterne? Ritengo che le vie legali e della forza siano sempre le ultime da esperire. Dico, quindi, che se può servire a risolvere il problema del siderurgico a Trieste, si tratta di un'ipotesi su cui si può senz'altro ragionare. Sul fronte delle merchant-lines, il progetto di elettrodotto interrato di Burgo, bocciato dalla Regione, è tornato d'attualità dopo il ricorso vittorioso del Gruppo cartario al Tar. Cosa si sente di dire? Che la pratica andrà avanti: non sono contrario in linea di principio agli elettrodotti privati. Per quanto mi riguarda non ci sono pregiudiziali, purchè sia garantita la massima compatibilità ambientale. Lei alla necessità di trovare il consenso della popolazione nella costruzione delle grandi opere ha dedicato un passaggio del suo programma. In quest'ottica, si sentirebbe di offrire all'Enel un sito regionale in caso di ritorno del nucleare, come ha fatto Galan? Diciamo che se ci fossero siti con le caretteristiche idonee di sicurezza in un territorio sismico, non mi opporrei. Anche perchè sono da sempre favorevole all'atomo. Nodo Insiel. La Giunta ha deciso lo scorporo in due società per consentire anche incarichi esterni. Vi hanno accusato, comunque, di non avere mantenuto gli impegni presi. Il Governo ci ha detto che intende andare avanti sulla strada del Bersani, quindi c'era poco da fare. A questo punto, io sogno un'Insiel privata ma con una partecipazione significativa della Regione. Secondo i suoi intendimenti Friulia Holding dovrebbe cambiare. Perchè? Perchè così com'è la finanziaria regionale è poco presente nelle piccole e medie imprese. Ha fatto invece interventi creditizi e finanziari, che non credo siano nella sua mission. Un'ultima cosa: sui fondi alle imprese lei si sente di dire che ci sarà qualcosa in più o in meno? Ora come ora, francamente non mi sento di dire nulla. mauro.pizzin@ilsole24ore.com.

Torna all'inizio


Bolzano chiede più infrastrutture (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-06-04 - pag: 9 autore: Verso l'assise. Il 6 giugno l'assemblea degli imprenditori - Tunnel ferroviario del Brennero e aeroporto i temi principali Bolzano chiede più infrastrutture Prioritari per le imprese anche l'aumento dei salari e la riduzione del peso fiscale ACURADI Mirco Marchiodi BOLZANO Le elezioni provinciali del prossimo ottobre, il tunnel ferroviario del Brennero, le grandi sfide da affrontare assieme al resto del Paese. Ruoterà attorno a questi temi l'assemblea generale dell'associazione degli Imprenditori dell'Alto Adige che si svolgerà dopodomani a Bolzano. Che si tratti di un momento particolare per l'economia provinciale lo dimostrano gli ospiti invitati per l'occasione: il presidente della Provincia Luis Durnwalder, quello di Trenitalia Innocenzo Cipolletta e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. I numeri del 2007 dicono che l'Alto Adige ha una marcia in più rispetto al resto d'Italia: crescita dell'economia pari al 2,3%, export in aumento del 9,5%, numero degli occupati in crescita del 3,3% e disoccupazione ferma al 2,6% con il Pil pro capite che si attesta attorno ai 35mila euro. Le previsioni per il 2008 indicano una lieve frenata, con il Pil che dovrebbe comunque crescere attorno al 2%, ben al di sopra della media nazionale. Ma non per questo i problemi dell'economia altoatesina sono diversi da quelli del resto d'Italia. Diminuire il carico fiscale, aumentare i salari netti e ridurre i costi della burocrazia sono priorità anche in Alto Adige. E quando il presidente Christof Oberrauch dice che "il 90% delle nostre richieste ormai sono rivolte a Roma, più che alla Provincia ", fa intendere come il destino dell'economia altoatesina sia legato a quella italiana molto più di quanto si potrebbe pensare. Il presidente non l'ha mai nascosto: uno dei compiti principali dell'associazione è la politica di lobbying. In questi ultimi anni sono stati raggiunti obiettivi importanti: dal taglio dell'Irap alla nuova legge sull'innovazione, dal rinnovato sistema di agevolazione all'economia alla nascita di due società para-pubbliche come Eos e Bls per affrontare debolezze storiche del sistema altoatesino come l'export e l'alto costo dei terreni. Resta però ancora molto da fare, "perché come terra di confine paghiamo le differenze rispetto a Austria e Germania", sottolinea il direttore di Assoimprenditori Udo Perkmann. Per quanto riguarda le infrastrutture, la recente fotografia dell'Istituto Tagliacarne è impietosa: Bolzano è agli ultimi po-sti in Italia. E se in parte la spiegazione è data dalla morfologia del territorio, che non permette di ampliare più di tanto la rete stradale e ferroviaria, è anche vero che non sempre dove gli spazi ci sono questi vengono sfruttati. Emblematico l'esempio dell'aeroporto di Bolzano, il cui ampliamento è stato bloccato sull'onda delle proteste, e ricorsi e controricorsi rischiano anche di far slittare i lavori del traforo di base del Brennero. Il cantiere è stato inaugurato qualche settimana fa, ma per vedere l'opera completata ci vorranno ancora una quindicina d'anni. "Bisogna accelerare, perché opere come il tunnel di base o l'aeroporto sono indispensabili per l'economia", rileva il presidente regionale di Assindustria Enrico Valentinelli. LA POLITICA Tra gli ospiti dell'evento anche il presidente Luis Durnwalder a cui gli industriali chiedono stabilità di governo.

Torna all'inizio


Per i rischi industriali al via i nuovi controlli (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sud sezione: ISTITUZIONE data: 2008-06-04 - pag: 12 autore: PUGLIA. Legge Seveso, varate le disposizioni regionali Per i rischi industriali al via i nuovi controlli Gian Vito Cafaro BARI La Puglia vara la sua legge Seveso per adeguarsi alle ultime disposizioni nazionali ed europee in materia d'incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. Tutte norme (compresa quella regionale, la 6/08) note col nome della cittadina lombarda dove negli anni 70 ci fu una disastrosa fuga di diossina dalla fabbrica Icmesa. La nuova legge regionale era necessaria per far partire i controlli volti ad assicurare innanzitutto il rispetto delle tre direttive europee sulla materia. Viene istituito un Comitato tecnico di controllo, fondamentale per le autorizzazioni (articolo 8). Poi ci sono disposizioni per Province e Comuni (articoli 3 e 4), Piani di gestione per le emergenze (articolo 7) e norme per la mitigazione del rischio industriale. C'è un giro di vite sul sistema dei controlli per la prevenzione dei rischi che nemmeno secondo imprese e organizzazioni di categoria penalizzano il sistema industriale. Anche se, dice Donato D'Agostino, vicepresidente di Confindustria Bari e titolare della Chimica D'Agostino, "non mi risulta che la nostra organizzazione sia stata coinvolta nella stesura della legge: avremmo potuto fornire il contributo della nostra esperienza di campo". "Nonostante tutto – aggiunge D'Agostino – è fondamentale rimarcare che le ragioni della sicurezza non vadano a svantaggio della competitività. Ad una prima lettura, la legge regionale non dà particolari motivi di preoccupazione solo per gli adempimenti burocratici, in quanto appare in linea con le normative nazionali che recepiscono a loro volta le disposizioni europee". "Colma un vuoto normativo– aggiunge Antonio Loparco, amministratore della Contea srl e membro del direttivo della sezioneChimici e ambiente di Confindustria Taranto –. S'innesta sul Dlgs 334/99. La vera novità è l'istituzione di un Comitato tecnico regionale che dovrà sovrintendere le politiche future di insediamento. Credo che il fatto di avere un riferimento regionale permetta alle aziende di avere risposte più celeri". Qualche perplessità la desta la composizione del Comitato (si veda la scheda a fianco): "L'assenza – spiega D'Agostino – sia dei Comandi provinciali sia della Direzione regionale dei Vigili del Fuoco come componenti obbligatori, col rischio di comportare un passaggio burocratico in più rispetto al passato, perché dopo la valutazione del Comitato tecnico regionale le imprese dovranno richiedere il Certificato prevenzione incendi ai Vigili del fuoco, costringendo quindi ad affrontare un'ulteriore istruttoria". Anche per le piccole e medie imprese il commento è positivo. Per il responsabile del settore Energia e ambiente di Confapi, Salvatore Adamo, "la Regione con questa legge sta completando la sua programmazione in diversi settori e la costituzione di un organismo tecnico deputato ai controlli, oltre alla definizione di competenze precise ad Enti locali, è un fatto positivo". La legge sui rischi industriali per l'uso di sostanze pericolose, infatti, introduce specifiche per gli Enti locali. Le Province dovranno varare piani di controllo territoriali annuali (articolo 3). Ai Comuni, invece, il compito di adottare le varianti urbanistiche a seconda della presenza di stabilimenti a rischio (articolo 4). Quanto alla prevenzione degli incidenti, si ribadisce la necessitàdello scambio reciproco delle informazioni fra i gestori degli stabilimenti (articolo 5) sulla scorta dell'effetto domino (la vicinanza di più industrie con sostanze pericolose). La Regione, sentito il Comitato tecnico, dovrà individuare gli stabilimenti a rischio incidente. Le imprese, a loro volta, dovranno predisporre lo studio di sicurezza integrato dell'area in cui operano. "Questi obblighi – dice ancora D'Agostino – non rappresentano un onere aggiuntivo, perché sono già contemplati dalla normativa nazionale ed europea. Anche l'adozione del Piano di emergenza esterno all'articolo 7, cheè a cura delle autorità competenti, non implica particolari appesantimenti burocratici per l'impresa, perché alle aziende viene semplicemente richiesto di fornire le necessarie informazioni circa gli eventi incidentali che potrebbero verificarsi con effetti all'esterno dello stabilimento. Infine, le autorizzazioni: dalle imprese nessuna obiezione in particolare. Il rilascio dei nulla osta abilitanti all'esercizio industriale dovrà tener conto dei piani urbanistici comunali e dei rapporti di sicurezza, presentati dalle imprese al Comitato tecnico regionale. www.ilsole24ore.com/economia Il testo della legge Seveso pugliese PARERI FAVOREVOLI Secondo Confindustria la disciplina è da approvare perché ha procedure con poca burocrazia che danno risposte celeri.

Torna all'inizio


La base - (segue dalla copertina) carlo bonini (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

La base Giudici, avvocati difensori e pubblica accusa: tutti militari scelti dal Pentagono Khalid Sheikh Muhammed ha confessato tutto, ma accusa: mi hanno torturato 2.973 capi di imputazione per omicidio, uno per ciascuna vittima degli attentati (SEGUE DALLA COPERTINA) CARLO BONINI Dei giudici militari di corte marziale costituiti in un tribunale speciale battezzato per legge "commissione", assistiti da pubblici ministeri e avvocati difensori, militari come loro e come loro scelti dal Pentagono, giudicheranno della responsabilità di cinque civili, militanti di Al Qaeda accusati di 2.973 capi di imputazione per omicidio. Uno per ciascuna vittima dell'11 settembre. Non è, né sarà la Norimberga del Terrore. Come non lo sono stati il processo a Saddam Hussein e le immagini rubate della forca cui è stato appeso. Sarà, se ha ragione Eugene Fidell, avvocato di Washington, presidente del prestigioso National institute for military justice, voce autorevole e ascoltata al Congresso, "un momento di profonda lacerazione". "Perché - osserva - con questo processo l'America realizzerà che il cammino intrapreso dalla Casa Bianca con Guantanamo prima e le commissioni militari poi, ci ha resi prigionieri della galera che abbiamo costruito. Consegnandoci un frutto avvelenato: la terribile scoperta dell'inconciliabilità tra il legittimo desiderio, e direi pure diritto, a vedere puniti i colpevoli di crimini orrendi e l'altrettanto legittimo desiderio e diritto che questa punizione esemplare venga inflitta nel rispetto delle regole di uno Stato di diritto". Khalid Sheikh Mohammed, il mastermind dell'11 settembre, il suo architetto, prigioniero dell'intelligence americana a far data dall'ormai lontano 2003, quando venne catturato nel suo rifugio pachistano, è colpevole di strage per averne reso piena confessione. E come lui, lo sono i suoi coimputati, responsabili di aver prima indottrinato i 19 martiri dell'11 settembre nei campi afgani, quindi di averne finanziato il soggiorno e l'addestramento al volo negli Stati Uniti. Ma quelle confessioni, ottenute in assenza di un qualsivoglia simulacro di garanzia difensiva, in interminabili sedute di waterboarding, di annegamento simulato, e di sleep deprivation, di privazione del sonno, che valore possono avere? Che valore avranno? Il processo sta tutto nella risposta che i giudici militari sapranno e vorranno dare. Così come il suo esito: la morte degli imputati, come sembra intenzionata a chiedere la pubblica accusa interrompendo la moratoria che dal 1961 non vede un solo condannato andare al patibolo per ordine di una corte marziale, o la loro improbabile assoluzione. "Khalid Sheikh Mohammed, che del processo è evidentemente l'imputato chiave - dice ancora Fidell - dovrà decidere se assumere un atteggiamento remissivo rispetto alla confessione che ha firmato nelle mani della Cia, ovvero contestarne ogni singolo passaggio. Chiederne la nullità. I giudici che lo ascolteranno dovranno stabilire, per la prima volta nella storia di questo Paese, se in un processo possono trovare ingresso prove estorte con la tortura o con strumenti a lei succedanei, eufemisticamente definiti in questi anni, "mezzi di interrogatorio impropri". E ancora: se il controesame dei testimoni chiamati dall'accusa sarà o meno impedito, o quantomeno ridimensionato, dal segreto di Stato che protegge le fonti di intelligence". Dalla scelta, come detto, dipenderà l'esito del giudizio, ma anche ciò che resterà della ricostruzione della trama che ha condotto all'11 settembre. Di questa storia, oggi, esistono infatti soltanto 58 pagine di documenti ufficiali. "Sostitutive" - come ricorda l'epigrafe scelta dalla Cia, "Substitution for the testimony of Khalid Sheikh Mohammed" - della voce dell'uomo, Khalid Sheikh Mohammed, che ha contribuito a redigerle ma che nessuno, tranne i suoi carcerieri ha sin qui mai potuto ascoltare. Cinquantotto pagine che - insieme alla fotografia in canottiera dell'imputato - sono e restano, ad oggi, l'immagine e lo scheletro istruttorio del processo che si va ad aprire a Guantanamo. Dal febbraio scorso, non sono più segrete. La Cia e il Pentagono ne hanno autorizzato la diffusione. Prima nell'aula di giustizia della corte federale che ha giudicato Zakarias Moussawi (il cosiddetto ventesimo attentatore dell'11 settembre), quindi in rete. Perché l'America e il mondo sapessero come, quando e da chi, la strage delle Torri Gemelle e del Pentagono è stata incubata. Articolate in 114 paragrafi, quelle pagine raccontano come la crudele "semplicità di un piano di distruzione" riuscì ad avere ragione di un colosso dai sistemi di difesa complessi, ma dai piedi di argilla. Al punto che nessun contatto privilegiato fu necessario ai martiri una volta raggiunta San Diego, se non un vecchio elenco telefonico acquistato su una bancarella di Karachi. Documentano - se Khalid ha detto il vero - che tra gli obiettivi, almeno all'inizio, fu anche una centrale nucleare in Pennsylvania e che Osama Bin Laden aveva scelto un altro numero per trascinare il mondo e l'America nel cratere di Ground zero. Il 12 non l'11. Perché, fosse stato per le sue "insistenze", i martiri di Allah avrebbero dovuto colpire il 12 maggio del 2001, a sette mesi esatti di distanza dall'attentato alla nave della marina militare americana Uss Cole. In una data e in circostanze che restano coperte da un segreto di Stato che, verosimilmente, il processo non autorizzerà a sciogliere, Khalid Sheikh Mohammed consegnò ai suoi carcerieri un foglio manoscritto che è diventata una delle principali prove di accusa nei suoi confronti. Si legge: "So bene che la mentalità capitalista dell'Occidente non è in grado afferrare l'idea, né è in grado di comprendere che i dirigenti di Al Qaeda non conoscono nel dettaglio le operazioni condotte dagli operativi. So bene che è inaccettabile per l'Occidente pensare che non esista un lavoro di burocrazie alla base di un grande piano. Ma è esattamente così che ho condotto l'operazione 11 Settembre. Ho viaggiato anche fino a un giorno e mezzo per incontrare personalmente Osama Bin Laden e sottoporgli l'avanzamento dell'operazione. Talvolta ho messo giù i miei appunti su pezzetti di carta non più lunghi di 10 centimetri. Talvolta, ne ho discusso al telefono articolando frasi senza senso. Dovete capire che operazioni complesse possono essere portate a termine con mezzi primitivi, semplici". Ebbene, chi lo ha interrogato e oggi lo porta a processo, sembra averlo preso in parola. In un contrappasso che non sembra curarsi di quel che le cancellerie, le opinioni pubbliche e le organizzazioni per i diritti umani del resto dell'Occidente avranno da dire, o delle eventuali obiezioni che dovesse tornare a sollevare la Corte Suprema, la giustizia americana che Khalid Sheikh Mohammed conoscerà a Guantanamo non avrà nulla della complessità, della "burocrazia", delle garanzie che hanno reso l'America un obiettivo semplice da mettere in ginocchio. La vita di Khalid e dei suoi quattro coimputati sarà nelle mani di giudici cui - per parafrasare l'ordine impartito alla Cia da Gorge W. Bush all'indomani dell'11 settembre - è stato ordinato di "togliersi i guanti".

Torna all'inizio


Brambilla, sottosegretario che scalpita "romperò le scatole, avrò più poteri" - giovanna casadio (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

La "Rossa" ieri al Vittoriano alla sua prima inaugurazione. "Per Berlusconi io farei anche il ministro delle tovaglie blu..." Brambilla, sottosegretario che scalpita "Romperò le scatole, avrò più poteri" "Il turismo deve crescere ancora molto. Non voglio dare un solo euro ai burocrati" GIOVANNA CASADIO ROMA - "Anche Berlusconi sa che sono una rompiballe, che non mi arrendo mai". Michela Vittoria Brambilla "la rossa" ha molti fans. Gente che si avvicina e le dice: "Lo sa che lei è più bella dal vivo che in tv?". Qualcuno è tentato di sbirciarle le gambe: avrà le autoreggenti? La neo sottosegretaria al Turismo, ieri alla sua prima uscita pubblica per l'inaugurazione al Vittoriano del Centro espositivo-informativo dedicato all'Unità d'Italia, diventa di ghiaccio sul tema-autoreggenti: "Basta, non rispondo neppure". Parla di turismo, ovvio. Ma anche del "capo", il presidente del Consiglio, e del fatto che l'incarico che le ha dato nel governo "non è stata una diminutio, c'è dell'altro in prospettiva": Berlusconi le darà nuove deleghe, altri poteri. Neppure ha bisogno di battere i pugni per questo, "il presidente" gliel'ha promesso. Sottosegretario Brambilla, è d'accordo con il ministro Sandro Bondi per il quale "serve più bellezza" in Italia? "C'è tantissima bellezza nel nostro paese, si tratta di valorizzarla e comunicarla meglio". Bondi è il suo referente? "Io sono sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, i miei referenti sono Berlusconi e Gianni Letta". C'è della ruggine fra lei e Bondi, ex coordinatore di Fi, che non l'ha certo aiutata ad avere un ministero? "Non c'è mai stata ruggine, io cercherò di coordinarmi con lui, con Scajola e Matteoli". Lei aveva il copyright del Partito delle libertà, Berlusconi la indicava come sua "delfina": diventare solo sottosegretario al Turismo le sarà dispiaciuto. è stata una diminutio? "Nessuna diminutio anche perché aspetto sviluppi, vedrà che all'orizzonte ci sono belle sorprese". Le saranno trasferiti altri poteri? "Non usiamo il termine "trasferimento". Però il turismo è l'unica impresa nazionale che può raddoppiare il suo fatturato. Per me non è un'improvvisazione occuparmi di questo settore, anche se rilanciare l'immagine dell'Italia non è una bazzecola, ma credo di poter dire: so di cosa parlo". Dica la verità, rimpiange di non avere avuto un altro ruolo nel governo, magari le Pari opportunità al posto della Carfagna? "Se il presidente Berlusconi mi mette a fare il ministro delle tovaglie blu, io studio e gliele vendo, ma essere nel settore del Turismo per me è meglio. Affidarmi l'unica industria che può raddoppiare il fatturato è il segno di una grande stima. In cinque anni come presidente dei giovani Confcommercio ho conosciuto tutti i problemi dell'impresa turistica, sono stata al di là del tavolo e oggi sono al di qua. Penso di essere competente e ho un obiettivo: se l'economia del turismo oggi vale in Italia 150 miliardi di euro, cioè l'11 per cento del Pil, bisogna riuscire ad aumentarla di molto. In Spagna vale il 18,9% del Pil". E lei per prima cosa farà? "In Italia la materia è stata delegata alle Regioni che hanno svolto il loro compito come potevano, ma c'è anche bisogno di una politica nazionale. Il mio primo impegno è a Napoli, dove andrò nei prossimi giorni per un incontro con le imprese del turismo. Ho già messo su una specie di "dipartimento" per rilanciare l'immagine dell'Italia. Penso a una terapia d'urto e tutti sappiamo che non andrà nulla alla burocrazia, ai funzionari all'estero: per ogni euro che spendiamo deve esserci un turista in più che arriva". Con Berlusconi si sente? "Sempre".

Torna all'inizio


Atto finale a Guantanamo 11 settembre, il processo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica.it" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

IL GIORNO è arrivato. "Gli Stati Uniti d'America contro Khalid Sheikh Mohammed, Ali Abdul Aziz Ali, Ramzi Binalshibh, Mustafa Ahmed Al-Hawsawi, Walid Bin Attash". 11 settembre 2001. 5 giugno 2008. Due guerre, sei anni, otto mesi e tre settimane dopo la mattina che ha cambiato il corso della Storia, si compie la parabola della punizione "legale" inflitta al nemico in nome del diritto "speciale" della Guerra al Terrore. Nella base navale di Guantanamo, isola di Cuba, in un prefabbricato aperto a quattrocento osservatori selezionati e per il resto isolato dagli sguardi del mondo chiamato Camp Justice, tirato su in una prigione di fuoco e di acciaio chiamata Camp Delta dove sono ancora 280 i prigionieri in attesa di un giudizio o di un ritorno alla libertà, va ad aprirsi il processo agli architetti e ai manovali del martedì di sangue delle Torri Gemelle e del Pentagono. Dei giudici militari di corte marziale costituiti in un tribunale speciale battezzato per legge "commissione", assistiti da pubblici ministeri e avvocati difensori, militari come loro e come loro scelti dal Pentagono, giudicheranno della responsabilità di cinque civili, militanti di Al Qaeda accusati di 2.973 capi di imputazione per omicidio. Uno per ciascuna vittima dell'11 settembre. Non è, né sarà la Norimberga del Terrore. Come non lo sono stati il processo a Saddam Hussein e le immagini rubate della forca cui è stato appeso. Sarà, se ha ragione Eugene Fidell, avvocato di Washington, presidente del prestigioso National institute for military justice, voce autorevole e ascoltata al Congresso, "un momento di profonda lacerazione". "Perché - osserva - con questo processo l'America realizzerà che il cammino intrapreso dalla Casa Bianca con Guantanamo prima e le commissioni militari poi, ci ha resi prigionieri della galera che abbiamo costruito. Consegnandoci un frutto avvelenato: la terribile scoperta dell'inconciliabilità tra il legittimo desiderio, e direi pure diritto, a vedere puniti i colpevoli di crimini orrendi e l'altrettanto legittimo desiderio e diritto che questa punizione esemplare venga inflitta nel rispetto delle regole di uno Stato di diritto". Khalid Sheikh Mohammed, il mastermind dell'11 settembre, il suo architetto, prigioniero dell'intelligence americana a far data dall'ormai lontano 2003, quando venne catturato nel suo rifugio pachistano, è colpevole di strage per averne reso piena confessione. E come lui, lo sono i suoi coimputati, responsabili di aver prima indottrinato i 19 martiri dell'11 settembre nei campi afgani, quindi di averne finanziato il soggiorno e l'addestramento al volo negli Stati Uniti. Ma quelle confessioni, ottenute in assenza di un qualsivoglia simulacro di garanzia difensiva, in interminabili sedute di waterboarding, di annegamento simulato, e di sleep deprivation, di privazione del sonno, che valore possono avere? Che valore avranno? Il processo sta tutto nella risposta che i giudici militari sapranno e vorranno dare. Così come il suo esito: la morte degli imputati, come sembra intenzionata a chiedere la pubblica accusa interrompendo la moratoria che dal 1961 non vede un solo condannato andare al patibolo per ordine di una corte marziale, o la loro improbabile assoluzione. "Khalid Sheikh Mohammed, che del processo è evidentemente l'imputato chiave - dice ancora Fidell - dovrà decidere se assumere un atteggiamento remissivo rispetto alla confessione che ha firmato nelle mani della Cia, ovvero contestarne ogni singolo passaggio. Chiederne la nullità. I giudici che lo ascolteranno dovranno stabilire, per la prima volta nella storia di questo Paese, se in un processo possono trovare ingresso prove estorte con la tortura o con strumenti a lei succedanei, eufemisticamente definiti in questi anni, "mezzi di interrogatorio impropri". E ancora: se il controesame dei testimoni chiamati dall'accusa sarà o meno impedito, o quantomeno ridimensionato, dal segreto di Stato che protegge le fonti di intelligence". Dalla scelta, come detto, dipenderà l'esito del giudizio, ma anche ciò che resterà della ricostruzione della trama che ha condotto all'11 settembre. Di questa storia, oggi, esistono infatti soltanto 58 pagine di documenti ufficiali. "Sostitutive" - come ricorda l'epigrafe scelta dalla Cia, "Substitution for the testimony of Khalid Sheikh Mohammed" - della voce dell'uomo, Khalid Sheikh Mohammed, che ha contribuito a redigerle ma che nessuno, tranne i suoi carcerieri ha sin qui mai potuto ascoltare. Cinquantotto pagine che - insieme alla fotografia in canottiera dell'imputato - sono e restano, ad oggi, l'immagine e lo scheletro istruttorio del processo che si va ad aprire a Guantanamo. Dal febbraio scorso, non sono più segrete. La Cia e il Pentagono ne hanno autorizzato la diffusione. Prima nell'aula di giustizia della corte federale che ha giudicato Zakarias Moussawi (il cosiddetto ventesimo attentatore dell'11 settembre), quindi in rete. Perché l'America e il mondo sapessero come, quando e da chi, la strage delle Torri Gemelle e del Pentagono è stata incubata. Articolate in 114 paragrafi, quelle pagine raccontano come la crudele "semplicità di un piano di distruzione" riuscì ad avere ragione di un colosso dai sistemi di difesa complessi, ma dai piedi di argilla. Al punto che nessun contatto privilegiato fu necessario ai martiri una volta raggiunta San Diego, se non un vecchio elenco telefonico acquistato su una bancarella di Karachi. Documentano - se Khalid ha detto il vero - che tra gli obiettivi, almeno all'inizio, fu anche una centrale nucleare in Pennsylvania e che Osama Bin Laden aveva scelto un altro numero per trascinare il mondo e l'America nel cratere di Ground zero. Il 12 non l'11. Perché, fosse stato per le sue "insistenze", i martiri di Allah avrebbero dovuto colpire il 12 maggio del 2001, a sette mesi esatti di distanza dall'attentato alla nave della marina militare americana Uss Cole. In una data e in circostanze che restano coperte da un segreto di Stato che, verosimilmente, il processo non autorizzerà a sciogliere, Khalid Sheikh Mohammed consegnò ai suoi carcerieri un foglio manoscritto che è diventata una delle principali prove di accusa nei suoi confronti. Si legge: "So bene che la mentalità capitalista dell'Occidente non è in grado afferrare l'idea, né è in grado di comprendere che i dirigenti di Al Qaeda non conoscono nel dettaglio le operazioni condotte dagli operativi. So bene che è inaccettabile per l'Occidente pensare che non esista un lavoro di burocrazie alla base di un grande piano. Ma è esattamente così che ho condotto l'operazione 11 Settembre. Ho viaggiato anche fino a un giorno e mezzo per incontrare personalmente Osama Bin Laden e sottoporgli l'avanzamento dell'operazione. Talvolta ho messo giù i miei appunti su pezzetti di carta non più lunghi di 10 centimetri. Talvolta, ne ho discusso al telefono articolando frasi senza senso. Dovete capire che operazioni complesse possono essere portate a termine con mezzi primitivi, semplici". Ebbene, chi lo ha interrogato e oggi lo porta a processo, sembra averlo preso in parola. In un contrappasso che non sembra curarsi di quel che le cancellerie, le opinioni pubbliche e le organizzazioni per i diritti umani del resto dell'Occidente avranno da dire, o delle eventuali obiezioni che dovesse tornare a sollevare la Corte Suprema, la giustizia americana che Khalid Sheikh Mohammed conoscerà a Guantanamo non avrà nulla della complessità, della "burocrazia", delle garanzie che hanno reso l'America un obiettivo semplice da mettere in ginocchio. La vita di Khalid e dei suoi quattro coimputati sarà nelle mani di giudici cui - per parafrasare l'ordine impartito alla Cia da Gorge W. Bush all'indomani dell'11 settembre - è stato ordinato di "togliersi i guanti". (4 giugno 2008.

Torna all'inizio


Sanità pubblica da rilanciare (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pescara "Sanità pubblica da rilanciare" Il decalogo proposto dai Giovani comunisti di Penne PENNE.Ridurre gli aiuti regionali alla sanità privata; aumentare gli incentivi in tecnologia e professionalità per la ripresa dei piccoli ospedali come quello di Penne; rilanciare le scuole professionali per infermieri a livello locale e creare concrete opportunità di occupazione per i giovani; razionalizzare gli stipendi d'oro di manager e dirigenti ospedalieri; creare una scuola professionale per sindacalisti specificatamente nel settore sanitario, destinato a giovani residenti che ben conoscono territorio e sistema sociale; promuovere la meritocrazia per personale medico e infermieristico con progetti obiettivo che ne migliorino redditi e professionalità; lotta all'assenteismo e alla cattiva assistenza; sviluppo reale dell'assistenza domiciliare per scoraggiare burocrazia e ricoveri inutili. Queste alcune delle proposte per la sanità dei Giovani comunisti di Penne, impegnati a promuovere una nuova stagione di confronto, anche serrato, sulle tematiche ritenute fondamentali che interessano tutta la comunità dell'area. "La sanità, quella buona e produttiva, era la perla dell'economia vestina", sostiene il dirigente dei Giovani comunisti Gabriele Frisa, "migliaia di famiglie e soprattutto centinaia di migliaia di utenti facevano e fanno affidamento sulle qualità storiche dell'ospedale San Massimo. Oggi il realismo della disfatta, dei conti in rosso, dell'insicurezza del lavoro, dell'assistenza non sempre legata alla qualità è disarmante. Si legge negli occhi degli operatori la paura di non farcela", continua, "e noi non possiamo non urlare questa vergogna. Promuoviamo delle idee che si possono sviluppare, registreremo i passi avanti e lotteremo con la gente, senza demagogia, contro il lassismo che sta scandendo il passare del tempo del nostro presidio ospedaliero". Ercole D'Alessandro.

Torna all'inizio


La Sapienza e il rito dell'intolleranza (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News Mestre, ancora blocchi contro il campo nomadi"La clandestinità è solo un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25 milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio occupazione e deficit"Fao, Ban Ki-Moon: "La fame genera instabilità" Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News Mestre, ancora blocchi contro il campo nomadi"La clandestinità è solo un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25 milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio occupazione e deficit"Fao, Ban Ki-Moon: "La fame genera instabilità" Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News An error has occured; the feed is probably down. Try again later. Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News Mestre, ancora blocchi contro il campo nomadi"La clandestinità è solo un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25 milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio occupazione e deficit"Fao, Ban Ki-Moon: "La fame genera instabilità" Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News Mestre, ancora blocchi contro il campo nomadi"La clandestinità è solo un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25 milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio occupazione e deficit"Fao, Ban Ki-Moon: "La fame genera instabilità" Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News Mestre, ancora blocchi contro il campo nomadi"La clandestinità è solo un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25 milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio occupazione e deficit"Fao, Ban Ki-Moon: "La fame genera instabilità" Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Così le tecnologie ci cambiano la vita Dì la tua (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News Mestre, ancora blocchi contro il campo nomadi"La clandestinità è solo un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25 milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio occupazione e deficit"Fao, Ban Ki-Moon: "La fame genera instabilità" Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


Racconta anche tu la partita della tua vita (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima il no dei Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti ( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime News An error has occured; the feed is probably down. Try again later. Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille June 2008 M T W T F S S " May 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts La Sapienza e il rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

Torna all'inizio


La lezione democratica americana (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Stampa l'editoriale La lezione democratica americana Qual è il vero significato della sconfitta che Hillary Clinton si appresta a rendere ufficiale - se pure tra contraddizioni che permangono nel momento in cui scriviamo -, riconoscendo in Barak Obama il candidato democratico per le presidenziali del prossimo 4 novembre? Da tempo si attendeva questa presa d'atto da parte della senatrice che sei mesi fa aveva affrontato le primarie, sicura di essere l'imbattibile candidata del suo partito. Per settimane è sembrato quasi che Hillary non accettasse il successo del suo competitore che aumentava giorno dopo giorno, prima con i voti popolari delle primarie, poi con il denaro raccolto da milioni di cittadini in piccole quote, e infine con il sostegno di autorevoli personalità quali l'ex candidato Jim Edwards e il magnate dei media Rupert Murdoch. L'autentico significato dell'inatteso e fin qui inconcepibile itinerario che porterà alla nomina di Obama consiste nella vitalità della democrazia americana che travolge i luoghi comuni da sempre incombenti sulla politica degli USA, talvolta descritta a casa nostra come una riserva per ricchi e potenti. Al contrario, questa volta ha vinto un politico afroamericano del gruppo etnico che fino a quarant'anni non poteva neppure votare per la segregazione razziale. Si consideri anche che Obama ha raccolto così tanto denaro da ribaltare i generosi finanziamenti che i grandi gruppi economici e finanziari avevano riversato sulla sua concorrente. Inoltre l'outsider ha sconfitto l'apparato democratico - cosa non secondaria - che, anche in ragione degli antichi rapporti con il presidente Clinton, ha lavorato per il successo dell'ex first lady. In definitiva l'America si dimostra ancora una volta un popolo integrato e una società aperta che non discrimina né donne né gruppi etnici che pure in passato erano stati tenuti ai margini. La politica si rivela libera dalle burocrazie partitiche e si risolve tutta nella trasparenza delle competizioni elettorali, presupposto del primato delle istituzioni sui gruppi di pressione politici ed economici. La candidatura della senatrice Clinton sembrava un evento straordinario perché per la prima volta una donna puntava, con notevoli probabilità di successo, alla presidenza degli Stati Uniti dopo i 43 uomini che si sono succeduti dal 1790 al 2004. Ha invece incontrato sulla strada un nero che rappresenta un fenomeno ancor più straordinario, perché è stato scelto come candidato proprio da quel partito che fino al 1968 aveva il suo punto di forza nel Dixieland, ossia in quel Sud dove i democratici hanno rappresentato per un secolo la tradizione segregazionista. Ma questa è l'America che tante volte gli italiani non sanno riconoscere. Una democrazia che non finisce di stupire e da cui abbiamo ancora molto da imparare.

Torna all'inizio


Fao, Frattini difende il polo romano delle Nazioni Unite: ''E' importante'' (sezione: Burocrazia)

( da "Redattore sociale" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

ECONOMIA 11.4504/06/2008 Fao, Frattini difende il polo romano delle Nazioni Unite: ''E' importante'' ''Il Polo romano delle Nazioni Unite (Fao, Ifad, Pam) riveste un'importanza speciale'', insieme alla ''task force presieduta e istituita dal segretario generale del... Roma - "Il Polo romano delle Nazioni Unite (Fao, Ifad, Pam) riveste un'importanza speciale", insieme alla "task force presieduta e istituita dal segretario generale delle nazioni Unite". Lo ha ribadito, intervenendo stamattina al vertice Fao sull'emergenza alimentare mondiale, il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha difeso, dunque, il polo nonostante alcune critiche sollevate nei suoi confronti. "Il nostro auspicio- ha continuato Frattini- e'che il polo romano, nelle sue articolazioni di Fao, Ifad e Pam, con l'ampia rete che ad esse fa riferimento, in Italia e anche in altri paesei, completi rapidamente il processo di riforma gia' intrapreso e che colga questa opportunita' per riproporsi con autorevolezza al servizio del rinnovato impegno della comunita'internazionale nell'agricoltura. Non mi unisco- ha ribadito Frattini- alle polemiche sull'esistenza di strumenti o di agenzie che hanno svolto e svolgono un ruolo prezioso. Quello che occorre e' che le agenzie funzionino risolvendo i problemi e non ne aggiungano complicazioni e burocrazia". (DIRE).

Torna all'inizio


Incarichi in Regione Tagli alle consulenze (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prima "limata" ai costi della politica Incarichi in Regione Tagli alle consulenze "Necessario comprimere le spese" TriesteUn taglio del 10 per cento a tutti gli incarichi manageriali e di consulenza per l'intera durata della legislatura: è quanto intende fare la Regionein base a unsuggerimento del presidente Renzo Tondo, un segnale per dimostrare che i costi della politica e della macchina amministrativa possono essere ridotti. L'annuncio viene dall'assessore Elio De Anna, che riceverà anche la delega ai rapporti con il Consiglio regionale e che rappresenterà in Aula il governatore nei casi di assenza. Incontrando le Rsu della Regione, ieri mattina al Palazzo di piazza Unità, De Anna ha spiegato che Tondo intende definire quattro priorità sotto forma di disegni di legge: uno riguarda proprio i costi e vedrà impegnati il presidente medesimo e De Anna, che commenta. "Come in una famiglia, quando i soldi abbondano puoi cambiare il cappotto ogni due anni. Ora invece bisogna rivoltarlo e comprarne uno nuovo dopo tre o quattro anni". Il taglio ai compensi sarà "un esempio", poiché s'intende "individuare una serie di spese comprimibili su cui agire". Il primo manager dal compenso "scontato" è stato Dino Cozzi, neo-amministratore delegato di Insiel.Meno burocrazia. Questo è il secondo fronte, che vedrà impegnati innanzitutto il vicepresidente Luca Ciriani e De Anna. La Confartigianato ha dichiarato senza mezzi termini di aver calcolato nel 5,8 per cento di produttività in più il vantaggio che le imprese ricaverebbero in regione da una riduzione dei lacci burocratici che ora ne limitano pesantemente la capacità operativa.Urbanistica. "Il presidente ha constatato che i Comuni, di fronte alla necessità di gestire la legge varata dalla Giunta precedente, sono in subbuglio. Dobbiamo evitare una situazione di vuoto normativo - spiega De Anna - e perciò metteremo a punto un sistema di norme e di programmazione che forniscano gli strumenti necessari". Di questo gruppo di lavoro faranno parte anche gli assessori Federica Seganti e Vanni Lenna.Cittadinanza e famiglia. Qui saranno impegnati gli assessori Vladimir Kosic, Roberto Molinaro e Alessia Rosolen: la Giunta Tondo punta a riorganizzare le risorse attualmente destinate al cosiddetto reddito di cittadinanza a favore delle attività assistenziali dei Comuni e di una legge a sostegno delle famiglie. Alcune novità sono destinate ad assumere efficacia già quest'anno, prima cioè che si compia quel periodo diinterregno fra l'attuale reddito di cittadinanza e le annunciate nuove forme di sostegno che è stato prefigurato dal presidente Tondo. I quattro temi-guida saranno discussi nella riunione della maggioranza regionale di centro-destra prevista per lunedì 16 giugno prossimo.Personale.Niente trasferimenti traumatici, da un capo all'altro della Regione. Lo ha promesso l'assessore regionale Elio De Anna alle Rsu della Regione, alle quali ha illustrato come s'intendano trasferire 700 dipendenti e relative competenze agli enti locali, soprattutto alle Province. De Anna ha ribadito di voler gestire in modosoftl'operazione nell'ambito del comparto unico, che ha definito "irreversibile", e ha incassato dagli esponenti sindacali la promessa che la Rsu sarà "interlocutore attento e collaborativo". Non è invece prioritatio l'inserimento dei 200 dipendenti delle quattro Camere di commercio nel comparto unico.Maurizio Bait.

Torna all'inizio


Business oltreconfine, progetto Assindustria (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Varato un piano di supporto per l'internazionalizzazione che fornisce dati alle imprese in cerca di nuovi mercati. Belluno nel "Club dei 15" più avanzati del Paese Business oltreconfine, progetto Assindustria Indagine su 400 aziende già fuori dell'Italia. Faggioli: "Conoscere prima le opportunità accorcia i tempi e aumenta la sicurezza" Conoscere e poter sfruttare tutte le opportunità per fare business nei Paesi stranieri. Dirlo sembra facile, ma spesso non è così. Lo sanno bene gli industriali bellunesi, che per aprire un'impresa all'estero devono muoversi tra burocrazia e imprevedibili mutamenti del mercato che rischiano di compromettere la fortuna di una attività produttiva o di commercializzazione. Con il serio rischio di prendersi qualche "fregatura". A supporto degli imprenditori arriva allora Assindustria di Belluno, che ha realizzato un vero e proprio "Progetto internazionalizzazione", raccogliendo una serie di dati da fornire alle imprese che intendono aprirsi ai nuovi mercati. Costi della manodopera e dell'energia, agevolazioni, tasse da pagare, aliquota dell'Iva, la possibilità di reperire manodopera, queste alcune delle indicazioni essenziali per pensare ad un'attività all'estero. Dati reperiti "di persona" negli stetti Paesi o comunque di prima mano, testati da partner attendibili. Il progetto è nato due anni fa ed è già riuscito concretamente a sviluppare una serie di azioni importanti a servizio degli associati, fornendo il supporto alle imprese in espansione mediante informazioni, contatti, reti di relazioni e i collegamenti con esperti nei vari settori. "Per fare tutto questo - spiega Michele Faggioli, delegato da Assindustria per il progetto - abbiamo realizzato degli studi sulle opportunità di alcuni Paesi, cercando anche la sinergia di Enti e istituzioni italiane che già operano all'estero: Informest, Finest, Simest, Centro Estero Veneto, ma anche con soggetti stranieri. Il primo risultato è stato una rubrica di contatti relativa a 14 Paesi nei quali esistono possibilità di sviluppo". Tra le nazioni con maggiori possibilità insediative ci sono Russia, Cina, India, Brasile e Messico, quest'ultimo porta privilegiata della commercializzazione verso gli Stati Uniti. Assindustria è riuscita anche ad avviare un gruppo di aziende apripista che si confrontano periodicamente su problemi reali e ha raggiunto un accordo con Assindustria di Vicenza e Treviso, con grande esperienza nell'internazionalizzazione, per sviluppare azioni comuni. Inoltre Belluno partecipa al "Club dei 15", che raggruppa le province italiane più industrializzate d'Italia. Il progetto ha anche attivato un'indagine, condotta da una società di telemarketing, su 400 aziende bellunesi che già operano all'estero, ma si punta anche sull'organizzazione di seminari che prendono in esame i temi dell'internazionalizzazione. Tutti i dati raccolti sono disponibili sul sito internet di Assindustria Belluno. "Per aprire un insediamento all'estero -conclude Michele Faggioli - ci vogliono anche molti mesi. Conoscendo le opportunità si possono accorciare i tempi e arrivare ad attivare l'iniziativa imprenditoriale con un buon margine di sicurezza. Evitando intoppi che possono mandare in fumo investimenti anche importanti da parte delle nostre imprese".M.D.

Torna all'inizio


<Colpiti gli agenti di commercio> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

ZILIO (ASCOM) CONTESTA LO STUDIO DI SETTORE "Colpiti gli agenti di commercio" ?Le 50 mila firme raccolte lo scorso anno sono state l'inizio della fine per il governo Prodi, non vorrei che una nuova campagna contro gli studi di settore fosse la fine della luna di miele col governo Berlusconi". E' pronto a tornare sulle "barricate", rappresentate dai banchetti ai gazebo, Fernando Zilio, presidente dell'Ascom di Padova e leader della "rivolta" che, lo scorso anno, mobilitò l'intera società veneta. "E quando dico "società veneta" -continua il presidente dei commercianti padovani- voglio proprio sottolineare che a firmare non furono solo commercianti ed artigiani, ma anche operai ed impiegati pubblici, casalinghe e pensionati, docenti universitari e studenti".Dunque, a distanza di un anno, la storia si ripete. "E' evidente che il nuovo governo c'entra poco e che si tratta delle "polpette avvelenate" dell'ex viceministro Visco che ha brillato per manie persecutorie nei confronti dei piccoli imprenditori - continua Zilio - ma non vi è dubbio che spetta al dicastero diretto da Giulio Tremonti fare giustizia di una stagione che ci ha visti ingiustamente criminalizzati per motivi di principio che poco hanno a che fare con la determinazione dei redditi dei contribuenti".In particolare, a sollevare la nuova ondata di preoccupazione prima e di contestazione poi, sono i redditi degli agenti di commercio e del tessile-abbigliamento. "I nostri tecnici - continua il presidente dell'Ascom - stanno elaborando i dati in loro possesso e relativi alle dichiarazioni in corso d'opera, ma pare che siano molte le incongruenze e, soprattutto, siano nell'ordine del 25/30 per cento quelle afferenti agli agenti di commercio le dichiarazioni dei quali, congrue lo scorso anno, ora non lo sono più a parità di volumi e di contratti".Agenti di commercio, peraltro, che in qualità di operatori che lavorano per aziende di una certa importanza, non è che possano nascondere alcunché al fisco. Eppure, nei loro confronti - secondo Zilio - lo studio di settore si accanisce mettendo addirittura in discussione le percentuali di provvigione stabilite con l'azienda committente, percentuali che si mantengono stabili ma se variano, spesso lo fanno al ribasso. "Ancora una volta -continua Zilio- siamo costretti a fare i conti con una burocrazia che tutto sembra conoscere fuorché la realtà dell'economia e del lavoro "vero"".

Torna all'inizio


GIUNTA REGIONALE Burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

GIUNTA REGIONALE Burocrazia e costi della politicasi studiano i disegni di leggeNei prossimi mesi la Giunta regionale intende presentare al Consiglio quattro disegni di legge: due ddl di rivisitazione delle attuali normative sull'urbanistica ed il reddito di cittadinanza e famiglia; altri due dedicati alla semplificazione burocratica ed ai costi della politica. Nuovi strumenti di legge che di certo vengono a riguardare lo stesso assetto dell'Amministrazione regionale, anche per quanto concerne i suoi dipendenti - ha indicato l'assessore regionale al Personale De Anna nella riunione con i rappresentanti di Cgil, Cisal, Csa, Direr, Ugl e Uil - fermo restando che il grande obiettivo del Governo regionale resta quello di una Legge quadro del comparto, partendo da una bozza già esistente ma che probabilmente ha l'esigenza di alcuni aggiustamenti e sempre e comunque nell'ottica "irreversibile" - ha confermato l'assessore - del comparto unico. Un percorso, questo, sul quale la Rsu - è stato sottolineato - vuole essere "interlocutore attento e collaborativo".

Torna all'inizio


Tondo taglia del 10\% i costi della politica (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Annunciato un disegno di legge Tondo taglia del 10\% i costi della politica I manager saranno pagati di meno TriesteNOSTRO INVIATOUn taglio del 10 per cento a tutti gli incarichi manageriali e di consulenza per l'intera durata della legislatura: è quanto intende fare la Regionein base a unsuggerimento del presidente Renzo Tondo, un segnale per dimostrare che i costi della politica e della macchina amministrativa possono essere ridotti.L'annuncio viene dall'assessore Elio De Anna, che riceverà anche la delega ai rapporti con il Consiglio regionale e che rappresenterà in Aula il governatore nei casi di assenza. Incontrando le Rsu della Regione, ieri mattina al Palazzo di piazza Unità, De Anna ha spiegato che Tondo intende definire quattro priorità sotto forma di disegni di legge: uno riguarda proprio i costi e vedrà impegnati il presidente medesimo e De Anna, che commenta: "Come in una famiglia, quando i soldi abbondano puoi cambiare il cappotto ogni due anni. Ora invece bisogna rivoltarlo e comprarne uno nuovo dopo tre o quattro anni". Il taglio ai compensi sarà "un esempio", poiché s'intende "individuare una serie di spese comprimibili su cui agire", visto che "di spese inutili proprio non ne facciamo". Il primo manager dal compenso "scontato" è stato Dino Cozzi, neo-amministratore delegato di Insiel. MENO BUROCRAZIA. Questo è il secondo fronte, che vedrà impegnati innanzitutto il vicepresidente Luca Ciriani e De Anna. La Confartigianato ha dichiarato senza mezzi termini di aver calcolato nel 5,8 per cento di produttività in più il vantaggio che le imprese ricaverebbero in Friuli Venezia Giulia da una riduzione dei lacci burocratici che ora ne limitano pesantemente la capacità operativa. URBANISTICA. "Il presidente ha constatato che i Comuni, di fronte alla necessità di gestire la legge varata dalla Giunta precedente, sono in subbuglio. Dobbiamo evitare una situazione di vuoto normativo - spiega De Anna - e perciò metteremo a punto un sistema di norme e di programmazione che fornisca gli strumenti necessari". Di questo gruppo di lavoro faranno parte gli assessori Federica Seganti e Vanni Lenna con l'aggiunta di De Anna per una serie di aspetti specifici, a cominciare dagli ambiti territoriali dell'acqua. CITTADINANZA E FAMIGLIA. Qui saranno impegnati gli assessori Vladimir Kosic, Roberto Molinaro e Alessia Rosolen: la Giunta Tondo punta a riorganizzare le risorse attualmente destinate al cosiddetto reddito di cittadinanza a favore delle attività assistenziali dei Comuni e di una legge a sostegno delle famiglie. Alcune novità sono destinate ad assumere efficacia già quest'anno, prima cioè che si compia quel periodo diinterregno fra l'attuale reddito di cittadinanza e le annunciate nuove forme di sostegno che è stato prefigurato dal presidente Tondo.I quattro temi-guida saranno discussi nella riunione della maggioranza regionale di centro-destra prevista per lunedì 16 giugno prossimo. Per quella data Tondo e la sua squadra porteranno al confronto un primo pacchetto di proposte concrete. Soltanto in una seconda fase si stabilirà se dar vita a disegni di legge della Giunta o del Consiglio regionale.Maurizio Bait.

Torna all'inizio


Furini e i problemi di lavoro ad "AsoloLibri" (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

ASOLO Furini e i problemi di lavoro ad "AsoloLibri" AsoloE dopo Alfio Caruso con il suo "Il lungo intrigo" è la volta di Luigi Furini con "Volevo solo lavorare" edito da Garzanti. Non c'è sosta ad "AsoloLibri" la rassegna letteraria che ha già mandato in archivio la prima settimana di programmazioni e si appresta alla seconda.Il programma odierno è particolarmente di attualità perchè si parla della difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro. Di questa parla appunto il libro di Luigi Furini che sarà presentato questa sera con inizio alle 20,45 presso La Fornace di Asolo dalla classe quinta del Liceo Filippin di Paderno del Grappa. "Volevo solo lavorare" è un viaggio vissuto in prima persona dallo stesso autore nella burocrazia applicata alle aziende e nel mondo del lavoro in genere in Italia. Dall'esperienza diretta dell'autore ne è nato questo libro-inchiesta che è stato letto e discusso dai ragazzi del Liceo Filippin. Quante ne è emerso lo illustreranno questa sera al pubblico e nel contempo presenteranno anche l'autore. Gli stessi leceale di Paderno poi solleciteranno Furini con una serie di domande sull'argomento. Domani sera incontro con Chiara Gamberale ed il suo "La zona cieca". La rassegna dunque è entrata nel vivo.Gabriele Zanchin.

Torna all'inizio


Regioneall'opera (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Regione all'opera La settimana politica che comincia oggi, si annuncia ricca di novità, ma anche di tensioni. La novità consiste nel fatto che il nuovo governo regionale, presieduto da Raffaele Lombardo, potrà finalmente mettersi all'opera dopo le fibrillazioni che hanno caratterizzato i rapporti tra le forze politiche della maggioranza per l'attribuzione delle competenze assessoriali. Ma le tensioni non sono state del tutto archiviate. In giornata, infatti, è prevista una nuova riunione del leader siciliani del centrodestra: domani l'Ars tornerà a riunirsi per eleggere l'ufficio di presidenza: due vice presidenti, uno per la maggioranza ed uno per l'opposizione; tre questori, due per la maggioranza ed uno per l'opposizione; tre segretari, due per la maggioranza ed uno per l'opposizione. E se il Partito democratico ha già designato Camillo Oddo per la carica di vice presidente, Baldassare Gucciardi per quella di questore e Gaspare Vitrano per quella di segretario, nel centrodestra i giochi si devono ancora chiudere. Il Pdl, dopo avere ottenuto la presidenza per Francesco Cascio (Forza Italia), chiede anche la vice presidenza per Santi Formica (An) per compensarlo della mancata riconferma in giunta. Mpa e Udc, a loro volta, pretendono di occupare entrambe le poltrone di questore che toccano alla maggioranza. Ma il Pdl (Fi-An), forte dei propri 34 deputati, non ci sta. Forza Italia, infatti, avrebbe indicato per la carica di questore l'ex assessore alla Cooperazione, Nino Beninati. Controproposta dell'Udc: prendetevi pure una questura, ma lasciateci la vice presidenza dell'Ars. In questo caso, entrerebbe in ballo Giovanni Ardizzone. Formica, da parte sua, non è disposto ad accettare cariche alternative. Le tensioni, dunque, sono destinate a riemergere dopo appena due giorni di pausa. Un accordo, comunque, va trovato anche per evitare la tentazione di "inciuci" con l'opposizione. Che sarebbero deleteri per una maggioranza che può contare su 61 deputati su 90. Eppoi, non c'è più tempo da perdere nei giochini di potere. La Sicilia chiede di essere governata e, soprattutto, di essere liberata di una serie di norme-pastoia che impediscono alle categorie produttive di avviare quegli investimenti rimasti impantanati nelle maglie della burocrazia. E l'Ars, in questa direzione, è chiamata ad uno sforzo straordinario di delegificazione. Ancora più duro il lavoro che attende il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ed il suo governo. Dai tagli alle spese, al piano di rientro del deficit sanitario, alla programmazione dei fondi europei 2007-2013. Soprattutto, c'è da avviare l'ambizioso programma per la realizzazione di quelle grandi infrastrutture delle quali la Sicilia è carente. A cominciare dal Ponte sullo Stretto di Messina i cui fondi disponibili sono stati utilizzati dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per compensare il taglio dell'Ici. Fondi che, assicurano a Palazzo Chigi, saranno restituiti con la prossima legge finanziaria. Una manovra che ha consentito all'opposizione di mettere in dubbio la politica meridionalista di Berlusconi. E oggi, a Palermo, arriva il "governo ombra".

Torna all'inizio


ALBERI A RISCHIO, IL BOSCO DELLA REGGIA RESTA CHIUSO (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 04-06-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Burocrazia

Alberi a rischio, il bosco della Reggia resta chiuso Domani nuovo vertice per valutare gli interventi da compiere MAURIZIO CAPOZZO Portici. Resterà chiuso, almeno per i prossimi giorni, il bosco della Reggia. I tecnici del settore Agrario della Provincia, inviati d'urgenza a Portici dall'assessore Borrelli, hanno riscontrato il pericolo di crollo per 12 alberi ad alto fusto che rendono impraticabile il parco. Confermato, dunque, il provvedimento emesso lo scorso 30 maggio dai tecnici di piazza Matteotti, che tante polemiche aveva innescato, soprattutto per la mancata comunicazione al sindaco ed al presidente della Provincia. Durante l'ispezione di ieri la situazione è apparsa più complessa di quanto era sembrato all'inizio. In effetti, dei dodici alberi pericolanti, classificati in categoria D, per i quali è inevitabile l'abbattimento, tre si trovano lungo il viale principale d'ingresso del parco. Proprio questo elemento avrebbe indotto i funzionari della Provincia a insistere per la chiusura prolungata del parco, almeno finquando la situazione non sarà chiarita. Gli interrogativi, però, restano: il bosco dovrebbe essere costantemente monitorato per quanto attiene allo stato di salute della pregiata vegetazione. Gli abituali frequentatori del sito, custodi compresi, assicurano, invece, che da tempo si sapeva che alcuni grossi alberi rischiavano il crollo. Eppure la chiusura è arrivata come un fulmine a ciel sereno, se è vero che lo stesso presidente Di Palma ed il sindaco Cuomo hanno appreso della situazione solo dal Mattino. Per quanto tempo, allora, il bosco resterà chiuso? L'assessore Borrelli si lascia andare ad una promessa: "Ce la metteremo tutta per restituire il bosco ai cittadini entro la fine della settimana - spiega - tanto è vero che domani sarò personalmente a Portici con i tecnici della Provincia e, auspico, anche gli esperti della Sovrintendenza. Stiamo valutando la possibilità di aprire un altro varco di accesso al bosco - aggiunge l'assessore - in modo da interdire solo la zona del viale d'ingresso per consentire l'intervento dei tecnici e la eventuale rimozione degli alberi pericolanti". Proprio questo è un altro aspetto delicato della questione: l'abbattimento di alberi in un sito vincolato presuppone una valutazione congiunta da parte di esperti dei vari enti riuniti in commissione. "Cercherò di mettere tutti intorno allo stesso tavolo domani - conclude Borrelli - anche se questo rappresenta l'ennesimo caso in cui una burocrazia lenta e farraginosa si frappone alla rapida soluzione di problemi che sono molto più semplici di quanto possa apparire".

Torna all'inizio


BUROCRAZIA. Al via a Rimini EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali (sezione: Burocrazia)

( da "HelpConsumatori" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

News BUROCRAZIA. Al via a Rimini EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali 04/06/2008 - 15:27 "Sta nascendo un team interministeriale per riformare la legislazione sugli enti locali, sulla strada del federalismo": è quanto annunciato oggi dal sottosegretario al ministero dell'Interno nella giornata inaugurale di EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali, che si svolge alla Fiera di Rimini fino al 7 giugno come punto di incontro per dirigenti, amministratori e funzionari degli enti locali. "Cittadini, imprese e attori territoriali - ha detto il sottosegretario al ministero dell'Interno Michelino Davico - chiedono agli enti locali risposte concrete e chiare sulle questioni più rilevanti, come la sicurezza e la semplificazione burocratica. Per questo, il Governo centrale deve fornire linee guida e di indirizzo che consentano a Comuni e Province di avere gli strumenti concreti per uscire da una situazione da troppo tempo bloccata. Per questo il Governo sta impostando, con la collaborazione di vari ministeri, la predisposizione di un una nuova legge-quadro sugli enti locali, in grado di disciplinare sia gli aspetti finanziari, sia quelli decisionali". Per il sottosegretario "la strada è quella del federalismo, anche in materia fiscale": "Nascerà - ha annunciato - un team interministeriale per dare forma a questo progetto". Fra le aree tematiche del Salone una novità è rappresentata da "Città + Sicura", che intende rappresentare uno spazio espositivo e di convegni per parlare in particolare di progetti e impianti per la sicurezza, strumenti operativi per il monitoraggio stradale, ztl e parcheggi, oltre a rappresentare una vetrina per gli enti pubblici attenti alla sicurezza dei cittadini. Da segnalare anche l'area "Sviluppo Sociale", spazio che il Salone dedica alla gestione dei servizi alla persona. 2008 - redattore: BS.

Torna all'inizio


Vecchi (An-Pdl): tesserini venatori; disservizi nel Comune di Imola (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

(4/6/2008 14:47) | (Sesto Potere) - Imola - 4 maggio 2008 - Alberto Vecchi (an-pdl) ha rivolto una interrogazione alla Giunta per sapere se la Regione è a conoscenza dei disservizi che si sono verificati nel Comune di Imola, dove alcuni cacciatori, nonostante abbiano effettuato regolare pagamento, non possono esercitare l'attività venatoria per la mancanza del tesserino che attesti l'avvenuto versamento. Vecchi, nel rilevare che il Comune di Imola e precisamente l'Ufficio caccia ha precisato che “i disservizi sono causati principalmente dal programma di rilascio dei tesserini venatori espletato dalla Regione”, chiede alla Giunta di attivarsi per ovviare a questi disservizi e per limitare i disagi ai cacciatori dovuti ad una ingiustificabile burocrazia. Il consigliere, infine, chiede di conoscere quanti casi analoghi si sono registrati nei Comuni emiliano-romagnoli.

Torna all'inizio


Alitalia sempre più nel caos Prestito-ponte nel mirino Ue (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

La documentazione mandata dall'Italia è ancora sotto l'esame di Bruxelles. Tre le opzioni: la bocciatura, la promozione come aiuto di stato compatibile, la continuazione dell'indagine formale

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica & Economia Esteri Cultura Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo FIRMATO IL SUPERDECRETO Alitalia sempre più nel caos Prestito-ponte nel mirino Ue La documentazione mandata dall'Italia è ancora sotto l'esame di Bruxelles. Tre le opzioni: la bocciatura, la promozione come aiuto di stato compatibile, la continuazione dell'indagine formale Roma, 4 giugno 2008 - Alitalia sempre più nel caos: non ha trovato una conferma ufficiale la notizia secondo cui la Ue si appresterebbe ad aprire una procedura d'infrazione a carico dell'Italia per il prestito ponte da 300 milioni, che figurerebbero quindi come aiuti di Stato. Da Bruxelles, un portavoce ha fatto sapere che la documentazione mandata dall'Italia è ancora sotto esame. Una volta concluso, prassi vuole che le possibilità che si aprono siano tre: la bocciatura, la promozione come aiuto di stato compatibile o come intervento non riconosciuto come aiuto di stato. Oppure, la continuazione dell'indagine formale. Sempre secondo indiscrezioni, se si optasse per questa terza strada, non verrebbe chiesta subito la restituzione del prestito ma si darebbe tempo ad Alitalia fino a metà ottobre (la tempistica delle procedure europee è infatti di circa 4 mesi) per trovare una soluzione e quindi un acquirente. Sulla non compatibilità de prestito ponte con le regole Ue, si erano ieri British Airways e Ryanair. Il Governo italiano ha nel frattempo deciso di integrare il decreto sul prestito ponte con le misure contenute nel decreto fiscale, in particolare sul patrimonio e sulla deroga alla disciplina della privatizzazione (che peraltro contiene anche l'indicazione di Intesa Sanpaolo come advisor). Per il Ministro dei Rapporti col Parlamento Elio Vito ciò riuscirà a dissipare i dubbi di Bruxelles, visto che si chiarisce la natura del prestito ponte, che è quella di essere una misura finalizzata alla privatizzazione. Il provvedimento è all'esame di Montecitorio, che riprenderà la seduta nel pomeriggio. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge che riavvia le procedure di privatizzazione di Alitalia ha fatto decidere alla Borsa Italiana di sospendere il titolo dalle negoziazioni "fino ad un successivo provvedimento". Sono coinvolte sie le azioni ordinarie, sia le obbligazioni convertibili che i relativi strumenti derivati. L'advisor è Intesa-San PaoloA chi si dovrebbe vendere? Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun commento presente Clicca qui per inviare il tuo commento sei già iscritto a Club? Accedi ora! Nome: Email: Commento: Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio (118 commenti) Santanché: "Aboliamo la legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64 commenti) Sergio Cofferati scioglie la riserva "Rimango per lavorare per la città" (63 commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60 commenti) Scrivi qui il tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte delle confische "Ma come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti) 15:59:27 - Si sa' che i no global, come i "sinistri" stanno non difendono piu' i lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai decretato la fine del PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli elettor[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:52:07 - Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della testa! Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax, sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO Cuore di mamma Pamela Anderson col figlio Brandon Thomas Lee prima della partita di basket Nba tra Charlotte Bobcats e Lakers al Staples Center di Los Angeles. Ma l'ex bagnina protegge il piccolo dai fotografi o dalla vista delle majorette? RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

Torna all'inizio


Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane" (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il segretario generale dell'Onu sollecita "investimenti sostanziosi e intelligenti in agricoltura". Il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick contro le politiche protezionistiche Commenta

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica & Economia Esteri Cultura Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo VERTICE FAO A ROMA Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane" Il segretario generale dell'Onu sollecita "investimenti sostanziosi e intelligenti in agricoltura". Il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick contro le politiche protezionistiche Commenta Roma, 4 giugno 2008 - Il mondo "non può assolutamente permettersi di fallire" nella sfida posta dalla crisi mondiale dei prezzi dei generi alimentari. Con questo monito del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è aperta la seconda giornata di lavori del vertice Fao sulla sicurezza alimentare, il clima e il biofuel. Un dibattito segnato anche oggi da contrapposizioni forti sulla diagnosi di questa crisi e sulle ricette per superarla. "Centinaia di milioni di persone non aspettano altro: il nostro dovere è agire subito. Dobbiamo fare in modo che il sistema internazionale di scambi sia più efficiente, affinchè il cibo sia disponibile a prezzi ragionevoli", ha detto Ban nel sollecitare "investimenti sostanziosi e intelligenti in agricoltura". Quella che si sta affrontando "è una battaglia contro un nemico troppo grande: la fame". Lo stesso nemico, ha proseguito Ban, che negli ultimi decenni "ha causato rivolte e instabilità". L'impegno, ha aggiunto, "riparte da Roma", con un vertice che può essere "un successo per milioni di affamati". Il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, si è espresso contro le politiche protezionistiche che contribuiscono all'inflazione del prezzo dei generi alimentari e "colpiscono le popolazioni più povere". L'economista ha invocato "la revoca dei divieti e delle restrizioni internazionali alle esportazioni", perchè "questi controlli incoraggiano l'accaparramento delle merci, fanno schizzare i prezzi e colpiscono quelle popolazioni che in tutto il mondo devono lottare per sfamarsi". Una banca europea del grano in grado di creare scorte strategiche cui ricorrere in caso di emergenza è la proposta avanzata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini. Un nuovo meccanismo internazionale, ha spiegato, "con un ruolo di stabilizzazione dei prezzi agricoli, così da ridurre anche i rischi di speculazioni sulle derrate alimentari". Frattini ha poi detto che nel contesto della crisi alimentare mondiale occorre "approfondire il ruolo dei biocarburanti, senza rigidità e chiusure dogmatiche, ma chiarendo quali siano le condizioni per assicurarne la sostenibilità". Anche per quanto riguarda gli ogm, ha detto, "è errato negarne pregiudizialmente l'uso ed è privo di senso il loro utilizzo nella produzione di biofuel". Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha intanto annunciato un impegno della Banca islamica per lo sviluppo a donare 1,5 miliardi di dollari a sostegno dell'agricoltura nei Paesi in via di sviluppo. FRATTINI "Non tolleriamo la linea dell'Iran" - Ahmadinejad: "Israele sparirà" Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun commento presente Clicca qui per inviare il tuo commento sei già iscritto a Club? Accedi ora! Nome: Email: Commento: Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio (118 commenti) Santanché: "Aboliamo la legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64 commenti) Sergio Cofferati scioglie la riserva "Rimango per lavorare per la città" (63 commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60 commenti) Scrivi qui il tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte delle confische "Ma come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti) 15:59:27 - Si sa' che i no global, come i "sinistri" stanno non difendono piu' i lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai decretato la fine del PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli elettor[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:52:07 - Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della testa! Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax, sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO Cuore di mamma Pamela Anderson col figlio Brandon Thomas Lee prima della partita di basket Nba tra Charlotte Bobcats e Lakers al Staples Center di Los Angeles. Ma l'ex bagnina protegge il piccolo dai fotografi o dalla vista delle majorette? RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

Torna all'inizio


Silvio: "No al reato di clandestinità" La Lega insiste: "Niente dietrofront" (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il premier accoglie le sollecitazioni di Vaticano, Onu e Quirinale: "Per me dev'essere solo un'aggravante". E Zapatero elogia il Cavaliere: "Tra noi c'è perfetta intesa" Commenta

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica & Economia Esteri Cultura Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo PACCHETTO SICUREZZA Silvio: "No al reato di clandestinità" La Lega insiste: "Niente dietrofront" Ghedini: "Si riferiva alle badanti" Il premier accoglie le sollecitazioni di Vaticano, Onu e Quirinale: "Per me dev'essere solo un'aggravante". E Zapatero elogia il Cavaliere: "Tra noi c'è perfetta intesa" Commenta ROMA, 4 giugno 2008 - Silvio Berlusconi frena sul reato di clandestinità e il Pdl rinvia ogni approfondimento all'esame del Parlamento, ma la Lega insiste. E l'opposizione apprezza i toni soft del premier, sottolinea le diverse posizioni in maggioranza e avanza qualche perplessità anche sull'idea di clandestinità come aggravante di reato. Ieri, al termine del colloquio con il presidente francese Sarkozy, Berlusconi ha sottolineato che la clandestinità non è un reato in sè ma una aggravante di reato. La Lega ha dichiarato la sua perplessità su questa impostazione e il portavoce del premier Paolo Bonaiuti ha precisato che non c'è nessuna polemica in maggioranza. Ma stamane il Carroccio insiste. Il capogruppo alla Camera, Roberto Cota, afferma che "sarebbe un errore" tornare indietro sul reato di clandestinità e il ministro Roberto Calderoli ha parlato di equivoco facendo presente che "non si possono deludere gli elettori". Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ammette che eliminare il reato "diminuirebbe un pò l'effetto di deterrenza" ma sottolinea che comunque il pacchetto rimarrebbe positivo. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi assicura che da parte di Berlusconi non c'è stato "nessun dietrofront" e il vicecapogruppo Pdl alla Camera Italo Bocchino spiega: "La vicenda relativa all'immigrazione clandestina è all'attenzione del Parlamento e della sua sovranità. Se Berlusconi, alla luce di una serie di riflessioni che sono giunte a partire dal Vaticano, ritiene che l'aggravante possa bastare è nelle possibilità del presidente Consiglio correggere la propria idea mentre il Parlamento verifica il provvedimento". E il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri fa presente: "Ci confronteremo comunque serenamente in Parlamento, al quale spetta l'ultima parola, e troveremo le soluzioni migliori per la sicurezza degli italiani". Mentre il decreto è già all'esame delle commissioni del Senato e approderà all'aula martedì prossimo, il ddl è stato trasmesso ieri sera dall'esecutivo a palazzo Madama. E dall'opposizione si sottolineano i contrasti in maggioranza. "Dopo i primi fuochi d'artificio mi sembra che ora nel campo della maggioranza si sia aperta una dura discussione che, per ora, produce solo molta confusione", dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. Sia lei che il ministro ombra dell'Interno, Marco Minniti esprimono poi riserve anche sull'ipotesi di aggravante, che potrebbe avere, per il Pd, problemi di costituzionalità. ONU Attacco all'Italia. Calderoli: "Basta difendere i criminali"Guarda la videonewsGiusto introdurre il reato di clandestinità? - Gli italiani sono razzisti? Commenti Invia commento Segnala ad un amico 04/06/2008 08:40 ivan no dai, non rimangiarti le parole il giorno dopo come al tuo solito... ci rimangono male quelli (non io) che ti hanno votato. 04/06/2008 08:42 GRAZIE PRESIDENTE .... Ecco!!, cari italiani siamo già sistemati. Il Cavaliere ha abbassato la lancia e ha mostrato la bandiera bianca della resa. Fine di un sogno. Ma la cosa che mi fa più inc..... è che ora si ammette pure che c'è intesa perfetta con Zapatero e soprattutto con il Vaticano, ma ci rendiamo conto, dopo tutto quello che ci hanno detto. Siamo proprio un popolo senza midollo,... triste dirlo, ... ma forse questa fine ce la meritiamo pure !!, chi è il prossimo in lista che tocca a darci ordini?? Avanti, in Italia accettiamo i diktat di tutti ...... che tristezza, che schifo !!!! 04/06/2008 09:28 UnoStufo VERGOGNA, Berlusconi, VERGOGNA, 1000 VOLTE VERGOGNA! Ma guarda un po', pur essendo del centro (esattamente centro-nord) mi tocca essere d'accprdo votare chi mi considera un terrone, ovvero la LEGA! E qualora non bastasse voterò La Destra, o chiunque altro non si cali le braghe di fronte al vaticano (preferisco non affibbiargli degli aggettivi) e della TIRANNA EUROPA (qui li uso). Adesso BASTA! O questo governicchio tutto chiacchiere e distintivo mantiene fede E SUBITO agli impegni elettorali oppure è meglio che se ne vada A CASA! Auspico che questo spazio sia letto dal premier in persona. 04/06/2008 09:32 corado e no non ci stò caro berlusconi io sono d'accordo con marroni non abbassare la guardia se no cominci gia ha essre un perdente caro il mio silvio non bisogna farsi intimorire dagli altri a volte bisogna fare delle leggi che vanno anche contro l'europa e il vaticano per il bene del paese. se vuoi bene all'italia e ai italiani pensci bene non tirarti le pietre adosso e guarda i sondaggi per la clandestinità cosa pansa il popolo. MARONI TIENI DURO 04/06/2008 09:38 Nokturnal Se il berlusca fa marcia indietro su una cosa cosi' importante spero che la lega lo faccia cadere! siamo una discarica che vuole chiudere e gli altri paesi non vogliono perchè altrimenti anche loro saranno invasi dalla spazzatura! stop immigrazione...non è una risorsa! ci danneggia e basta! 04/06/2008 09:49 Lukas Che dire....Riabbassati Italia e già che ci sei tirati giù le braghe....! Grazie Silvio...Ma vaff... 04/06/2008 10:32 Pier Mi rattrista vedere che ,tutte le sante volte che si decide a livello di foverno , di fare chiarezza e pulizia nel ns paese , vi sia sempre qualcuno che si permetta di fare commenti le ns decisioni . Quando la Spagna Francia ed inghilterra hanno introdotto il reato di clandestinità , la chiesa ha forse detto qualche cosa contro ? Allora perchè sempre a mettere i bastoni tra le ruote e non provare invece a guardarsi in casa propria . Se il vaticano o altri paesi che commentano in maniera negativa certe ns decisioni , si tengono sul loro territorio questi sbandati allora OK . In caso contrario non si debbono permettere di fare commenti ne sparare a vuoto su decisioni che sono l'espressione di una maggioranza al governo , votato dalla gran parte del popolo italiano . Maroni è nel giusto e spero solo che non molli la presa e vada avanti per la sua strada . 04/06/2008 10:41 gabriele per tutti quelli che l'hanno votato vi dico senza offesa SE UN CI FOSSERO I BISCHERI UN CI SAREBBERO I FURBI, auguri ragazzi. che misera fine,l'italia e gli italiani schiavi, di chi spara discorsi su discorsi 04/06/2008 10:57 ALE Grazie Sig. Presidente Berlusconi, grazie di cuore per il bel colpo basso che ci inferto ai desideri compromessi di chi voleva credere (e sperare) di poter migliorare questa Italia composta da onesti ma anche da molta m..... Grazie ancora ce ne ricorderemo. Alle prossime elezioni Lega -Nord o AN il 100% dei consensi. 04/06/2008 11:06 giuliano Presidente Berlusconi, se non saranno varate leggi severe contro la criminalità e la clandestinità ne pagheremo presto le conseguenze in termini di sicurezza sociale. Ma non solo. Il suo governo rischierebbe di cadere molto presto per aver tradito le promesse fatte in campagna elettorale. Non ascolti le troppe sirene che La tempestano quotidianamente: vada diritto per la sua strada se vuole governare per l'intera legislatura. 04/06/2008 11:14 Mario Sign.On Presidente Cav.Berlusconi, siamo alle solite prima tolleranza zero e la firmi, poi... metti la retro. A proposito farai così anche sulle intercettazioni? Li di sicuro no ma ricordati che le persone per bene non hanno paura di essere intercettate, la paura sopraggiunge quando uno fa cose non legali. Capito Presidente? 04/06/2008 11:39 ANGELO66 Ma come?? due critiche da parte di chi dovrebeb solo che star zitto e ci si cala le brache?? No così non va caro Presidente.. La stimo e la ho difeso sempre per il suo impegno e le sue idee.. ho sperato assieme a milioni di italiani che finalmente le cose sarebbero cambiate ma così no.. dopo 42 anni di voto a destra mi vien quasi voglia di di cambiare se solo "quegli altri" non facessero così schifo!! Non faccia retromarcie presidente!! MAI INDIETRO!! 04/06/2008 12:09 giovanni Ahahah.. ecco il vostro berlusconi. L'ha sparata grossa e naturalmente il suo avvocato è prontamente sceso in suo soccorso.. 04/06/2008 12:29 FRANCISCO Ecco la prima,di questo governo e l'ennesima marcia indietro di Berlusconi. hahah adesso voglio vedere i vostri commenti...cosa vi inventerete per difenderlo stavolta! haha 04/06/2008 13:02 Mario Se già cominci così fra poco dovrai tornare sul predellino!! Non prendertela con gli altri perchè loro le promesse le rispettano. Ma questa volta ti seguiranno gli agnellini e le pecore? Gli Italiani ascoltano ma non sono mica ignoranti e si fanno un nodo al fazzoletto sai! 04/06/2008 13:05 X IVAN HAI LO STESSO PENSIERO CRITICO DEI COMPAGNI CHE NON TI RAPPRESENTANO PIU' NEL PARLAMENTO PERCHE' CACCIATI DAL 97% DEGLI ELETTORI ITALIANI!!! CHI HA VOTATO LA CASA DELLE LIBERTA' SI SENTIREBBE VERAMENTE SCONCERTATO SE AVESSE AVUTO UN ELETTORE COME TE E POI IL NIKE NAME CHE TI SEI SCELTO DICE TUTTO.....SE VALEVATE QUALCOSA DI POSITIVO INVECE DI SPARIRE AVRESTE DOVUTO INCREMENTARE IL CONSENSO CHE INVECE VI VIENE NEGATO OGNI GIORNO DI PIU' !!!.... GIOIR 04/06/2008 13:14 axel No ai clandestini, no ai no-global, no ai gay... silvio stai attento, quando si ha un amico si marcia con lui fino in fondo, la Lega è fedele. 04/06/2008 13:49 Aldebaran No, cosi non ci siamo ! Cosi cari governanti state solo facendo vedere che siete uguali a quelli che ci hanno governato per gli ultimi 2 anni ( ed alle prime elezioni sono stati "estinti"... ). Una cosa giusta avevate deciso : Reato di Immigrazione, e se l'europa, L'onu, Saddam, il papa, Bin Laden o Zapatero non sono d'accordo, chissene,,, non ci sono mica loro qui a doversi difendere ogni giorno. Loro sono solo buoni a dire che cosa dobbiamo fare noi italiani, ma loro ? ( francia/inghilterra e gli stessi Usa) il reato ce l'hanno ! Ha ragione il lettore che ha detto, che l'italia e' la discarica del mondo, se chiudiamo noi, i rifiuti incominciano ad andare dalle altre parti... e non sia mai.... 04/06/2008 14:23 rondine Cosa leggo berlusconi, si rimangia le parole, ha paura di zapatero e di altri quaquaraqua', perche' no usa la linea piu' dura mandandoli da quelli che protestano ,mi meraviglio della spagna che parla dove si uniscono in matrimonio i gay, si vede berlusconi e' uguale a prodi, credo hanno ragione di quelli che dicono si stava meglio quando si stava peggio, no mafia, no troppa corruzione, ordine e disciplina. adesso una sola cosa e' rimasta forza lega sei l'ultimo baluardo per la difesa degli italiani e italia. Sono presenti 19 commenti, invia il tuo commento! Pagine: 1 sei già iscritto a Club? Accedi ora! Nome: Email: Commento: Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio (118 commenti) Santanché: "Aboliamo la legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64 commenti) Sergio Cofferati scioglie la riserva "Rimango per lavorare per la città" (63 commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60 commenti) Scrivi qui il tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte delle confische "Ma come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti) 15:59:27 - Si sa' che i no global, come i "sinistri" stanno non difendono piu' i lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai decretato la fine del PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli elettor[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:52:07 - Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della testa! Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax, sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO A tempo di record la squadra di Silvio IV 'Parità' tra Lega e An con 4 ministri. E l'età media si abbassa a 50 anni. I titolari di dicastero sono 21: 12 con portafoglio e 9 senza, solo quattro le donne, 13 le new entry. Oggi il giuramento, martedì e mercoledì la fiducia LEGGI LA NOTIZIA RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

Torna all'inizio


Carla racconta la storia con Sarkò "La sua intelligenza mi ha sedotta" (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

La modella diventata 'premiere dame' di Francia lo scorso febbraio, racconta la sua storia d'amore con il presidente nel libro 'Carla e Nicolas: la vera storia', firmato dai giornalisti Valerie Benaim e Yves Azeroual

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Gossip SPORT FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica & Economia Esteri Cultura Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo LA COPPIA DELL'ANNO Carla racconta la storia con Sarkò "La sua intelligenza mi ha sedotta" La modella diventata 'premiere dame' di Francia lo scorso febbraio, racconta la sua storia d'amore con il presidente nel libro 'Carla e Nicolas: la vera storia', firmato dai giornalisti Valerie Benaim e Yves Azeroual Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio (118 commenti) Santanché: "Aboliamo la legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64 commenti) Sergio Cofferati scioglie la riserva "Rimango per lavorare per la città" (63 commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60 commenti) Scrivi qui il tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte delle confische "Ma come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti) 15:59:27 - Si sa' che i no global, come i "sinistri" stanno non difendono piu' i lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai decretato la fine del PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli elettor[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:52:07 - Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della testa! Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax, sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO Sophie, la miss del golf va a caccia di contratti Sophie Sandolo è una delle migliori professioniste di golf europee. Italo-francese, non ha esitato a utilizzare la propria femminilità conquistando le copertine LEGGI LA NOTIZIA RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec >.

Torna all'inizio


Yahoo nella tempesta, Icahn non molla la presa (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'investitore intende andare avanti nella sua battaglia tentando di rimuovere il numero uno del colosso Internet Jerry Yang e gli altri membri del consiglio di amministrazione

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Tecnologia SPORT FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica & Economia Esteri Cultura Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo GUERRE STELLARI Yahoo nella tempesta, Icahn non molla la presa L'investitore intende andare avanti nella sua battaglia tentando di rimuovere il numero uno del colosso Internet Jerry Yang e gli altri membri del consiglio di amministrazione New York, 4 giugno 2008- L'investitore attivista Carl Icahn non ha alcuna intenzione di gettare la spugna nella sua battaglia contro l'amministratore delegato e il cda di Yahoo. E' quanto riporta il Wall Street Journal, precisando che Icahn andrà avanti, tentando di rimuovere il numero uno del colosso Internet Jerry Yang e gli altri membri del consiglio di amministrazione. La battaglia contro i dirigenti di Yahoo era stata in realtà annunciata da Icahn già lo scorso 15 maggio, quando l'investitore aveva anche ammesso di mirare a un seggio nel cda di Yahoo. "Il cda di Yahoo - ha scritto in una lettera inviata al presidente di Yahoo Roy Bostock - ha agito in modo irrazionale e ha perso la fiducia degli azionisti". In quell'occasione, tuttavia, Icahn non aveva esplicitamente fatto riferimento alla sua volontà di sostituire in qualche modo Yang. A scatenare la battaglia di Icahn è stata la vicenda che ha visto protagonista insieme a Yahoo il colosso software Microsoft, che lo scorso 3 maggio ha ritirato la propria offerta di acquisizione del valore di 47,5 miliardi di dollari su Yahoo, per un mancato accordo sul prezzo. Ieri Icahn ha ribadito la propria posizione, sottolineando quanto detto già in precedenza, ovvero che "Yahoo non ha considerato sinceramente l'offerta di Microsoft" e dunque non si è lasciata scappare un'occasione per massimizzare il valore dei suoi azionisti. E' attesa intanto per la giornata di domani, quando si riunirà il consiglio di amministrazione di Yahoo. L'investitore attivista detiene nel capitale di Yahoo una quota pari al 3,5%, per un valore di 1,3 miliardi di dollari circa. MICROSOFT Nuove trattative per accordi 'alternativi' Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio (118 commenti) Santanché: "Aboliamo la legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64 commenti) Sergio Cofferati scioglie la riserva "Rimango per lavorare per la città" (63 commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60 commenti) Scrivi qui il tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte delle confische "Ma come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti) 15:59:27 - Si sa' che i no global, come i "sinistri" stanno non difendono piu' i lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai decretato la fine del PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli elettor[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:52:07 - Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della testa! Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax, sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO Virtual Wall Ecco il muro virtuale progettato dall'ingegnere Hanyoung Lee. Il Virtual Wall crea una barriera laser di plasma che permette di visualizza meglio i pedoni che stanno attraversando la strada al semaforo. Il laser non ha il potere di fermare un'auto in corsa ma rende più visibili i passanti RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

Torna all'inizio


La sonda Phoenix arriva su Marte e invia immagini del pianeta rosso (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dopo un viaggio di quasi dieci mesi e un tragitto di 680 milioni di chilometri, la navetta inviata dalla Nasa ha toccato il suolo di Marte. La missione ha l'obiettico di individuare eventuali tracce di vita Commenta

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Tecnologia SPORT FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica & Economia Esteri Cultura Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo LE MERAVIGLIE DELLO SPAZIO La sonda Phoenix arriva su Marte e invia immagini del pianeta rosso Dopo un viaggio di quasi dieci mesi e un tragitto di 680 milioni di chilometri, la navetta inviata dalla Nasa ha toccato il suolo di Marte. La missione ha l'obiettico di individuare eventuali tracce di vita Commenta Commenti Segnala ad un amico 26/05/2008 18:50 jetset Fantastico!!! Però ora acchiappate Bin Laden... 28/05/2008 09:34 Christian Ma le foto che avete pubblicato sono vere? Sembrano fatto al computer. Ma la sonda si è fotografata da sola? 30/05/2008 11:59 Bollicina effettivamente risultano molto strane le foto....forse sono solo simulazioni!! 31/05/2008 23:54 fabry certo che sono fatte al computer arnimalu... Sono presenti 4 commenti, invia il tuo commento! Pagine: 1 Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio (118 commenti) Santanché: "Aboliamo la legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64 commenti) Sergio Cofferati scioglie la riserva "Rimango per lavorare per la città" (63 commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60 commenti) Scrivi qui il tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte delle confische "Ma come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti) 15:59:27 - Si sa' che i no global, come i "sinistri" stanno non difendono piu' i lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai decretato la fine del PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli elettor[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:52:07 - Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della testa! Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax, sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO Virtual Wall Ecco il muro virtuale progettato dall'ingegnere Hanyoung Lee. Il Virtual Wall crea una barriera laser di plasma che permette di visualizza meglio i pedoni che stanno attraversando la strada al semaforo. Il laser non ha il potere di fermare un'auto in corsa ma rende più visibili i passanti RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

Torna all'inizio


Uno Statuto poco autonomista (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Mer, 04 Giu 2008 Edizione 111 del 04-06-2008 Critiche alla carta Uno Statuto poco autonomista di Marina Giona Alcuni giorni fa il Consiglio regionale lombardo ha approvato, il nuovo statuto regionale. "Il gradimento ampio e bipartisan del documento - afferma Roberto Bernardelli, segretario della Lega Padana - ne rivela la tiepida spinta autonomista e la sostanziale sottomissione a Roma. La parola "autonomia" compare per la prima e unica volta nell'articolo 1 dello statuto per definire arbitrariamente la Lombardia una regione "autonoma"". Sempre secondo il leader dei leghisti contrari alla svolta "romana" del Carroccio, il testo, eccessivamente lungo, è ricco di buoni propositi assolutamente inutili, in quanto già presenti nella Costituzione. Il nuovo Statuto appare orientato alla gestione di un potere che le viene delegato dallo Stato e non è quindi un potere per cui si è combattuto. Questo gran lavoro produce un solo risultato: quello di creare ulteriori strati di burocrazia con nuovi oneri e nuove tasse. La lunghezza del testo (quasi cento articoli, molto più della Costituzione americana) è un ulteriore prova che l'operazione sia stata concepita per consolidare il potere centrale fingendo di introdurre il federalismo. "Per cambiare veramente le cose - continua Bernardelli - è necessario che ci sia un movimento regionale, con radici locali, che non sia un'emanazione di Roma e, soprattutto, che non partecipi al potere centralista, evitando accuratamente di candidarsi alle elezioni politiche. Un movimento che sia capace di contrattare dal basso per ottenere cambiamenti sempre più radicali da cui non si possa tornare indietro. Questo avrebbe dovuto fare il nuovo statuto: diventare il "grimaldello" come disse Miglio, per scardinare l'ordinamento di una Repubblica tirannica, partitocratrica e corrotta, come punto di partenza per la riforma federale". Esistono dei movimenti locali, molto radicati nel territorio, che si stanno facendo strada. La Lega padana Lombardia propone la trasformazione della Lombardia in regione a statuto speciale, come il Trentino Alto Adige. Ciò consentirebbe di trattenere nel territorio la maggior parte delle entrate fiscali e di avere una reale autonomia rispetto a Roma.

Torna all'inizio


Andrea: "Da 5 anni aspetto la risposta"   Nel 2006 Bresciaoggi si occupò del caso di Andrea Saai... (sezione: Burocrazia)

( da "Brescia Oggi" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Andrea: "Da 5 anni aspetto la risposta"   Nel 2006 Bresciaoggi si occupò del caso di Andrea Saai, in Italia da oltre 20 anni e da 3 in attesa della cittadinanza. Molto tempo è trascorso ma Andrea, che si occupa di problemi burocratici degli immigrati in questura, la cittadinanza l'aspetta ancora. E di anni ora ne sono passati ben cinque. "LA GENTE RIDE quando sente quanto tempo ci ho impiegato - racconta -. Ora mi hanno detto che in prefettura ci sarebbero i documenti firmati. Ma io non ci credo, ormai non mi fido più finchè non faccio il giuramento". La burocrazia, in questi anni, ha rallentato le procedure. "Quando ho fatto richiesta nel 2003, servivano 10 anni di residenza continuativa", racconta. Ed è proprio questo il nodo. Una cancellazione dagli elenchi anagrafici di Cividate Camuno, dove Saai era formalmente residente pur vivendo e lavorando a Brescia, ha causato non pochi problemi. Eppure, conferma, "io già allora stavo ed ero impiegato a Brescia, ero regolare, posso confermare la mia presenza anche con le buste paga che ho conservato". "Mi sento italiano a tutti gli effetti - conclude - ho vissuto molto più tempo qui che nel mio paese d'origine, in Tunisia. Ho 40 anni, sono 21 che vivo in Italia e mi sento bresciano". NA.DA.

Torna all'inizio


"Dietro alle critiche alla Fao c'è anche una guerra di potere" (sezione: Burocrazia)

( da "Panorama.it" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mondo - http://blog.panorama.it/mondo - "Dietro alle critiche alla Fao c'è anche una guerra di potere" Posted By joshua.massarenti On 3/6/2008 @ 16:35 In Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] [2] Segui la diretta tv sul vertice Fao Marie-Martine Buckens, giornalista belga, è un'istituzione nel campo della politica ambientale, energetica e agricola dell'Unione europea. Per il [3] Courrier, bimensile di informazione sui rapporti tra l'Europa e Acp (Africa, Caraibi, Pacifico), sta preparando un dossier dedicato all'attuale crisi alimentare al centro del[4] vertice Fao. Un organismo che il presidente del Senegal, Abdulaye Wade, ha definito senza mezzi termine "un carrozzone che sperpera soldi per il funzionamento interno ma fa pochi interventi sul terreno". Buckens, quella del presidente senegalese non è una critica troppo ingenerosa oppure davvero la Fao non serve a quasi niente? Wade ha fatto riferimento a un rapporto interno da cui emerge che la Fao soffre di una burocrazia costosa, di un controllo eccessivo, di doppi impieghi, di concentrazione dei poteri, di una mancanza di communicazione tra i vari piani della sede centrale e tra quest'ultima e il terreno. Alcuni paesi, tra cui la Svizzera, hanno addirittura minacciato nel novembre scorso di rispedire al mittente il budget 2008/2009, chiedendo l'attuazione di riforme profonde all'interno della Fao. Un bilancio tutt'altro che positivo dunque. Non voglio sottovalutare le critiche ma non sono così disfattista. La Fao non deve salvare il mondo, ma fornire ai governi gli strumenti per comprendere e attuare politiche in campo agricolo e di sicurezza alimentare. Cosa che non ha mai mancato di fare con i suoi rapporti, tra cui le "prospettive agricole all'orizzonte 2013-20303 o ancora quello congiunto assieme all'Osce per il periodo 2007-2016. Alcuni analisti mettono anche l'accento sulla guerra per la leadership all'interno della Fao tra il presidente senegalese il direttore Jacques Diouf. Le critiche consentono al presidente senegalese di attaccare frontalmente Jacques Diouf, il direttore della Fao, senegalese anche lui e sospettato di avere ambizioni politiche molto forti per le prossime presidenziali del Paese. Wade ha inoltre criticato il fatto che la sede della Fao sia in un paese sviluppato, raccogliendo un consenso trasversale tra i leader del Terzo mondo. E probabilmente nel Summit che si è aperto oggi proporrà l'integrazione della Fao nel Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (FIDA). Ma non è detto che le cose vadano come lui dice. Perché? Wade deve fare i conti con l'Alleanza per la rivoluzione verde in Africa (AGRA) finanziata da due fondazioni americane, quella di Bill Gates e la Rockefeller Foundation, e presieduta dall'ex Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Incentrata sull'Africa, mobiliterà tre agenzie onusiane: il FIDA, il Programma alimentare mondiale (PAM) e guarda caso la FAO. Insomma, la guerra di Wade potrebbe anche essere perdente. [5] Il direttore della Fao Jacques Diouf Molti temono che la crisi alimentare possa spalancare le porte agli Ogm. Come sono schierati grandi della terra e i paesi in via di sviluppo? Non credo che si possa fare una distinzione tra paesi ricchi e paesi poveri. Gli Ogm sono prodotti essenzialmente da multinazionali americane. La coltura degli ogm è possibile soltanto in un'economia agricola strutturata, dove gli agricoltori dispongono di fondi a sufficienza per pagarsi semi molto cari e brevettati. Questo spiega il loro fallimento presso i produttori indiani di cotone per esempio, che non hanno i soldi per comprare le sementi. E questo spiega anche perché AGRA ha dichiarato in un primo tempo di non voler diffondere gli Ogm in Africa. In un primo tempo soltanto, anche perché l'Alleanza promossa da Gates, Rockefeller e Annan non esclude il riscorso agli Ogm "nel momento voluto" come sostiene il suo sito. In altre parole, aspettano che gli agricoltori africani ricevano un numero consistente di finanziamenti, ivi compreso quelli dell'AGRA, per diventare più solidi dal punto di vista finanziare e così essere in grado di acquistare semi Ogm. Inoltre, molti analsiti, ivi compreso presso la Commissione europea, concordano nel dire che la crisi alimentare è innanzitutto politica e sociale. Alcuni temono una fuga in avanti delle nuove tecnologie che, in fine, non risolverebbe il problema. In un'intervista rilasciata ieri sera alla Rai, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ritiene che l'eliminazione dei sussidi all'agricoltura dei Paesi ricchi sia tra le priorità per superare la crisi alimentare causata dall'esplosione dei prezzi. Anche lei è del parere che il protezionismo agricolo di Usa e Europa (e la politica dei sussidi) sia controproducente per i paesi poveri? È una vicenda molto complessa. Tutti oggi reclamano l'autosufficienza alimentare dei paesi. È quello a cui ambiva oltre 40 anni fa l'Unione europea creando la Politica agricola comune (Pac). Se non altro, una certa forma di protezionismo sembrerebbe indispensabile per consentirte ai paesi poveri di creare un sistema agricolo capace di garantire l'autosufficienza alimentare. Viceversa, ciò che ha contribuito a rovinare i paesi sottosviluppati, in particolar modo quelli appartenenti all'area Acp (Africa-Caraibi-Pacifico) con i quali l'Ue intrattiene rapporti privilegiati, è stata la politica estera adottata da Bruxelles sul fronte agricolo. Diminuendo i suoi prodotti agricoli destinati all'esportazione attraverso politiche di sovvenzioni molto discutibili, l'Ue ha contribuito assieme agli Stati Uniti alla caduta dei prezzi dei prodotti alimentari negli ultimi 30 anni, condannando di conseguenza il destino dei piccoli contadini del Sud del mondo.

Torna all'inizio


"Tassare le compagnie petrolifere per redistribuire la ricchezza" (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il ministro dell'Economia ha descritto così la Robin Hood Tax: "L'idea è di ragionare sui profitti e non di applicazione dell'Iva alla pompa", anche perché "tra il prezzo alla pompa e quello che c'è dietro in mezzo c'è il barile con sopra una bottiglia di champagne, che è la speculazione" Commenta Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica & Economia Esteri Cultura Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo LA PROPOSTA DI TREMONTI "Tassare le compagnie petrolifere per redistribuire la ricchezza" Il ministro dell'Economia ha descritto così la Robin Hood Tax: "L'idea è di ragionare sui profitti e non di applicazione dell'Iva alla pompa", anche perché "tra il prezzo alla pompa e quello che c'è dietro in mezzo c'è il barile con sopra una bottiglia di champagne, che è la speculazione" Commenta Lussemburgo, 3 giugno 2008- Tassare le compagnie petrolifere per ridistribuire le ricchezze ai più deboli. E' questa la proposta allo studio del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che nel corso di una conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo ha descritto così la Robin Hood Tax: "L'idea è di ragionare sui profitti e non di applicazione dell'Iva alla pompa", anche perché "tra il prezzo alla pompa e quello che c'è dietro in mezzo c'è il barile con sopra una bottiglia di champagne, che è la speculazione". "Ha senso parlare di Iva alla pompa, ma ha anche senso parlare di corporate tax. Non c'è nulla di definitivo, ma a noi sembra che dato il drammatico bisogno degli strati più deboli questo tipo di prelievo Robin Hood ha senso", ha aggiunto Tremonti, spiegando: "Sono temi che vedono vicino la destra e la sinistra. E' necessario che ci sia un'informativa in Europa, ma queste sono iniziative assolutamente nazionali". Robin Hood Tax, sei d'accordo?CONTI PUBBLICI L'Ue cancella la procedura di deficit Commenti Invia commento Segnala ad un amico 03/06/2008 17:06 Claudio La situazione è grave,questo è peggio della rivoluzione copernicana.evidentemente anche i poteri forti se la stanno passando male o sono in guerra tra di loro, se escono proposte di questo tipo e vengono pubblicizzate.tassare le multinazionali petrolifere? confiscare la bottiglia di champagne alle grandi banche d'affari? ridurre le imposte sui consumi energetici,sottraendole alle mani adunche delle burocrazie statali?oppure questi sanno qualcosa che noi non sappiamo,ci sarà un asteroide in rotta di collisione con la terra... 03/06/2008 17:11 raimondo pistoia Ritengo che le proposte del Ministro Tremonti di tassare i petrolieri per ridistribuire le ricchezze sia cosa ben fatta. Bisognerebbe però abbassare i costi del carburante, che in Italia è troppo alto. 03/06/2008 17:14 inqbo ottima idea ! e mi immagino diliberto o bertinotti che si mangiano le mani per non averci pensato loro ! una mossa così ed il 'rosso' sparirà persino dal sugo della pasta... di tremonti parlerà bene moretti che dirà a d'alema 'questa è una cosa di sinistra'.... 03/06/2008 17:29 frank ero sicuro che questa maggioranza con questi uomini e donne amministratori avrebbero ben fatto. grazie governo con tutte le idee che state attuando. 03/06/2008 17:35 xavier Tassare le compagnie petrolifere e solo polvere negli occhi. Sarebbe più opportuno obbligarle ad abbassare i prezzi dei carburanti perchè il carburante lo paghiamo noi, con i nostri soldi, quindi le compagnie petrolifere non devono fare altro che aumentare i prezzi per rifarsi delle tasse, ed a noi toccaranno altri aumenti ingiustificati tanto c'è il libero mercato e loro potranno fare quello che gli pare e piace. Ed il governo potrà vantarsi di avere anche aumentato gli introiti ma a scapito di chi? A voi l'ardua sentenza. Io sono di un solo parere a pagare sono sempre gli stessi, NOIIIIIIIIIIII. A proposito di questo oggi ho scoperto che un mio vicino imprenditore miliardario dichiara poco più di me e cosi accede anche alle convenzioni per le famiglie disagiate del mio comue. 03/06/2008 18:11 daniele tassa, tassa e dopo a chi si rivolgeranno le compagnie petrolifere?? al consumatore...lo stato dovrebbe bloccare le accise, che ora sono a percentuale e permettono maggiori introiti ogniqualvolta si aumenta il prezzo..mi accontenterei solo di questo..e toglieteci ste cavolo di tasse per l'abissinia, per gli aumenti dei ferrotranvieri, per i terremoti di inizio 900 e varie 03/06/2008 20:16 alien e le accise quando le tolgono? paghiamo ancora la guerra in Abissinia, l'alluvione di Firenze e se non sbaglio il terremoto del Belice. che dite possiamo smettere? se poi ci sono altri provvedimenti, ben vengano. il fine e' queello voluto da tutti. 03/06/2008 20:38 IL CAMMELLO TREMONTI , se fosse veramente vero, sono contento di aver votato per TE ! 03/06/2008 20:48 GIOIR ABBIATE FIDUCIA E PAZIENZA. A NAPOLI DICONO : " NO FESSO A VOTA "....... ALLE PAROLE DEBBONO SEGUIRE I FATTI !!! LE TASSE ALLE COMPAGNIE PETROLIFERE NON DOVRANNO AVERE IL SAPORE DELLE CAREZZE (SIMBOLICHE), MA DEI VERI SCAPACCIONI ( MEGLIO, CALCI IN C......) IN MODO DA ABBASSARE SENSIBILMENTE IL PREZZO DEI CARBURANTI ALLA POMPA E L'INCIDENZA SULLE BOLLETTE ELETTRICHE. ABBASSAMENTO DELLE TARIFFE DEI TRASPORTI SU GOMMA CON IL CONSEGUENTE RITOCCO AL RIBASSO DEI BENI DI CONSUMO.- NON SARA' MOLTO MA E' SEMPRE QUALCOSA.......... 03/06/2008 21:19 ivan x fortuna che questi sono i teoreti della legge di mercato... fino a quando le macchine non andranno ad aria, i petrolieri caricheranno in un modo o nell'altro le tasse sui cittadini... come fanno le banche del resto. poi se volete credere che gli asini volano... prego... ah... l'ici che vi hanno tolto era l'imposta più federalista che sia mai stata concepita in italia... e la riforma dei mutui è dimostrato che porterà più interessi nel lungo termine alla banche. 03/06/2008 21:24 luciano io Tremonti nel ruolo di robin hood proprio non ce lo vedo, ma come proprio colui che ha messo in piedi la famosa finanza creativa che e' riuscita a non sprofondare grazie ai condoni fatti e che ha arricchito fior di evasori ora mi viene a raccontare che anche i ricchi devono piangere? ma via se una superpetroliera nel corso del suo viaggio cambia proprieta' diverse volte a seconda della fluttuazione del mercato il rischio sara' che andra' nel paese dove conviene di piu'. Questo e' il mercato prendere o lasciare. 04/06/2008 01:13 gabriele tassate,tassate,carissimi che genio il tremonti,tanto non cambiera'mai nulla,le compagnie sono colossi,i vostri politici sono messi male se fanno queste proposte. continuate cosi va' tutto bene..ciao 04/06/2008 07:09 adriana Bene, giusto, come mai lo Stato paga a Moratti l'eliminazione delle scorie delle raffinerie di petrolio? Perchè tant privilegi? Dovrebbe pagarli lui, speriamo che si mettano a posto un po' di cose. Bravo Tremonti continuate così 04/06/2008 08:47 ivan le compagnie petrolifere le tasse le pagano e le riversano sui contribuenti.. come fanno le banche.. è la legge di quel mercato di cui tremonti è teoreta. finora il governo ha tolto la sola imposta realmente federalista, ha fatto una legge sui mutui che (basta leggere i commenti unanimi degli economisti)porterà più soldi nel lungo periodo come interessi alle banche e quindi farà spendere di più agli italiani e sta facendo fallire l'alitalia dopo avere fatto saltare le trattative con airfrance (= più licenziamenti)... in compenso con prodi i napoletani incendiavano i rifiuti ed ora i rifiuti "si sono incendiati" (testuale dal televideo rai)... ah ah ah. 04/06/2008 09:26 Lorenzo tremonti! A chi pensi che scaricheranno la tassazione extra le compagnie petrolifere, se non sull'utente finale? Bisogna forse insegnarti che per le aziende l'iva è solo un passamano, e chi la paga effettivamente è solo l'utente finale? Mi apetto 6 euro di prezzo alla pompa...dovrò vendere la panda cabrio con i sedili di vimini.... 04/06/2008 09:47 sam bravo Tremonti!gli automobilisti sono tutti con te! 04/06/2008 09:57 max18.63@alice.it tassare le companie petrolifere e una buona idea visto che non hanno una lira per le tasse poi sperperano milioni di euro per le squadre di calcio e pagando milioni di euro giocatori bizzosi. comunque questa tassa la pagheremo sempre noi sui repentini rincari e sulla sempre crescente speculazione. 04/06/2008 10:23 enzo Per fortuna che c'è la legge sul conflitto di interessi che ha obbligato il Presidente del consiglio a rinunciare alla presidenza del Milan, così potrà tranquillamente presenziare al CDM che ratificherà la punizione per Moratti e Sensi che con le loro Roma e l'Inter hanno messo in crisi la grandezza del Milan. Per quanto riguarda la Iuve è chiaro che debbono assolutamente finire gli incentivi alla rottamazione e alla trasformazione in GPL e Metano ed inoltre è anche chiaro che la ventilata ipotesi di compensare i maggiori introiti dalle tasse sui petrolieri con diminuzione delle accise e quindi del costo alla pompa è assolutamente impraticabile. Sono presenti 18 commenti, invia il tuo commento! Pagine: 1 sei già iscritto a Club? Accedi ora! Nome: Email: Commento: Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio (127 commenti) Santanché: "Aboliamo la legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64 commenti) Sergio Cofferati scioglie la riserva "Rimango per lavorare per la città" (63 commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60 commenti) Scrivi qui il tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte delle confische "Ma come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (40 commenti) 16:58:49 - prima o poi i nodi vengono al pettine, il problema dei rom ce lo trasciniamo da tempo immemorabile c[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 16:56:12 - Caspita che stress ora i cosidetti onorevoli chiederanno una indennità di presenza. IN miniera li ma[...] Alla Camera dal lunedì al venerdì Ma solo tre settimane al mese16:54:54 - Ecco che fini va ad assistere il suo premier cercando di togliere l'attenzione dal conflitto tra ber[...] Alla Camera dal lunedì al venerdì Ma solo tre settimane al mese16:52:30 - Il problema di ciò che non funziona in italia sono le leggi fatte ad personam, la legge è uguale per[...] "Silvio si riferiva alle badanti"16:50:07 - claudiaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!! Il fatto stesso che quella Champions il Milan l'abbia vinta dimostr[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"16:48:15 - no, dico, scusate. Non vi siete accorti che sono stati i soliti giornalisti a fraintendere e a travi[...] Silvio e il prezzo dell'armonia16:47:37 - Tanto se fosse venuto allo stadio, voi ipocriti avreste gridato allo scandalo dicendo che l'avrebbe [...] Il presidente: "Io non andrò dal sindaco" Angelo Vercesi non allenerà più la Scavolini, cosa ne pensi?Chi vorresti come allenatore dell'Arezzo?Gli studenti italiani sono meno preparati rispetto al passato?Chi vorresti come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax, sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei d'accordo? LA FOTO DEL GIORNO A tempo di record la squadra di Silvio IV 'Parità' tra Lega e An con 4 ministri. E l'età media si abbassa a 50 anni. I titolari di dicastero sono 21: 12 con portafoglio e 9 senza, solo quattro le donne, 13 le new entry. Oggi il giuramento, martedì e mercoledì la fiducia LEGGI LA NOTIZIA RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

Torna all'inizio


Ambulanze del 118<Il medico a bordopuò salvare la vita> (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lettera aperta di Gurrieri Ambulanze del 118 "Il medico a bordo può salvare la vita" Sebastiano Gurrieri, esponente del Pd, ha inviato una lettera aperta al neo assessore regionale alla sanità, Massimo Russo, e per conoscenza al tribunale dei diritti del malato, affinché si provveda a verificare la possibilità di istituire, nell'ambito del servizio del 118, ambulanze con medico a bordo, al contrario, dunque, di quanto avviene attualmente. Gurrieri, che evidenzia come il neo assessore abbia dichiarato di voler collaborare con tutti per migliorare i servizi sanitari regionali, dice che "si attendono atti decisivi per tutte le questioni aperte, e tra queste hanno un posto di estremo rilievo quelle relative al servizio di emergenza regionale 118 e quelle riguardanti la mancata attuazione delle disposizioni previste dal dpr del 27 marzo 2001". Gurrieri, da parlamentare regionale, si era occupato più volte, con denunce e interrogazioni parlamentari, della questione. "La problematica delle ambulanze medicalizzate in sostituzione delle ambulanze di tipo B ha avuto un inizio di normalizzazione, ma sono consapevole che per la piena attuazione delle previsioni occorreranno risorse e tempo". Gurrieri chiede inoltre di delocalizzare le attuali quattro centrali operative del 118, attualmente allocate a Palermo, Caltanissetta, Messina e Catania, per crearne una per ciascun capoluogo. "In questo caso e' tutto rimasto fermo rispetto alle proposte che erano state avanzate. Giusto per fare un esempio ? scrive ancora Gurrieri al neo assessore Russo ? per quanto riguarda la mia provincia, quella di Ragusa, più e più volte nel soccorso ad incidenti sulla Ragusa ? Catania, purtroppo assai frequenti, i vari operatori, incaricati di smistare da Catania gli interventi senza conoscere il territorio, facilmente equivocavano sulla localizzazione del punto di intervento in quanto la chiamata segnala spesso come riferimento la stazione di servizio della Tamoil, benché siano tre le stazioni dello stesso tipo nell'arco di 15 ? 20 chilometri, con equivoci e ritardi che in alcuni casi hanno determinato anche situazioni irreversibili. Il paradosso e', poi, che per lo più viene chiamata l'ambulanza da Ragusa, o quella di Comiso non medicalizzata, mentre c'è un presidio d'emergenza con ambulanza medicalizzata a cinque minuti dal tratto di strada in questione. E sono inoltre tante le difficoltà di orientamento in un territorio rurale disseminato da tanti insediamenti e le tante destinazioni nosocomiali errati. Di fronte ai morti sul campo, la burocrazia deve passare in secondo ordine e sono certo che un suo deciso impegno in proposito permetterà di superare tale precaria e rischiosa situazione". M. B.

Torna all'inizio


Monaco incontra i tre segretari di Cgil, Cisl e Uilper parlare della riduzione dei costi della politica (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il candidato del centrodestra alla presidenza della provincia Monaco incontra i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil per parlare della riduzione dei costi della politica Ieri mattina il candidato alla presidenza della Provincia per il centro destra, Pippo Monaco, ha incontrato nella sede della Cisl i tre segretari provinciali dei sindacati, Michele Pagliaro per la Cgil, Giuseppe Aleo per la Cisl e Vincenzo Mudaro per l'Uil. Pippo Monaco ha parlato chiaro su quelli che sono i suoi programmi, in particolare sulla riduzione dei costi della politica, una metodologia nuova ed efficace per uno sviluppo vero che sia in grado sfruttare adeguatamente le risorse più qualificanti del territorio. "Per ottenere dei risultati probanti - ha dichiarato Pippo Monaco - è necessaria una politica trasparente, una vera rivoluzione culturale, applicando una concertazione che si alla luce del sole, lotta ai consociativismi. I rappresentanti sindacali hanno fatto delle richieste ben precise sottolineando che c'è stata e c'è parecchia ingerenza della politica, specie nelle scelte che hanno riguardato il mondo del lavoro; a causa di una selezione troppo forte tra sindacato e politica tanto è vero che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali non sono stati mai chiamati a decidere ma solo a ratificare le scelte che erano già stata fatte da altri". E' stato anche sottolineato che il cosiddetto "modello Enna" è stato un risultato perdente, che sono troppe ed improduttive le società miste, che vanno rimodulate. Sugli Ato è stato sostenuto che si è trattato solo ed esclusivamente di un carrozzone politico. Anche sull'Università sono state rivolte delle critiche sostenendo che in atto la stessa sembra essere slegata dal territorio. In tutto il territorio ci sono troppi lavoratori part time; necessaria la velocizzazione della burocrazia, ma anche una cabina di regia e una vera concertazione per ottenere dei risultati che consentano veramente uno sviluppo del territorio. f. g.

Torna all'inizio


Un bisturi e quella soglia da non varcare (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia di Como, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il commento Un bisturi e quella soglia da non varcare La porta della sala visite era aperta e per entrare Rumi non dovette bussare e anche se fosse stata chiusa probabilmente non l'avrebbe fatto. Un tipo spiccio, Angelo Rumi. Professionale e spiccio: non il tipo che si formalizza di fronte a una porta aperta o chiusa. Così lo ricorda la mamma della bimba che s'era beccata una zecca tra la scapola e il braccio. Una cosa da poco, un'inezia, più che altro un fastidio, se non fosse stato per le strilla di quella bambina di tre anni appena, con dotti, medici e sapienti tutt'attorno. Il dottore dai capelli bianchi entrò, chiese cosa stesse succedendo, prese i ferri del mestiere, praticò un'incisione, risolse in un battibaleno la situazione e se ne andò, senza salutare ma sorridendo alla piccola, come aveva fatto entrando. Era l'autunno del 2001. Oggi, sette anni e un processo dopo, quel dottore non potrebbe cimentarsi neppure con un intervento da farmacista di paese, figuriamoci con un'operazione da gran chirurgo. È giusto sia così e lo scriviamo perché non ci piace nasconderci dietro un dito. È giusto sia così, a prescindere dal fatto che la condanna sia di primo grado. È giusto sia così ed è lui stesso, il dottor Rumi, a dirlo. Glielo riconosciamo. Troppo l'equilibrio, troppa la serenità che occorre quando si ha un bisturi in mano. Se Angelo Rumi deve tornare al lavoro lo faccia, ma con un ruolo, una mansione che lo collochi al di sopra, e non al di sotto, di ogni sospetto. Ci permettiamo di precisarlo perché diffidiamo della burocrazia e ancor più del linguaggio da mandarini che in certi uffici pubblici è di rito. L'esempio relativo alla delibera del Sant'Anna, sul servizio che da dopodomani dovrebbe ricoprire l'ormai ex primario parla chiaro e parla chiaro proprio perché scritto in modo così oscuro. Citiamo, copiando: "Implementazione di un approccio innovativo su cui indirizzare le attività sanitarie dell'Azienda Ospedaliera e promozione di strategie di programmazione e di governo gestionale nell'ambito dell'erogazione delle prestazione ospedaliere ambulatoriali, strumentali e diagnostiche nelle sedi territoriali". Ora, non vogliamo entrare nei meandri della mente che ha partorito un simile capolavoro. Un punto però sia chiaro: a Como o a Cantù o, com'é deciso, a Mariano, Rumi non sia messo nelle condizioni di nuocere. A sé stesso e non soltanto. 04/06/2008.

Torna all'inizio


Fra scienza e allarmismi Il caldo ucciderà il pianeta (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia di Como, La" del 04-06-2008)

Argomenti: Burocrazia

Fra scienza e allarmismi Il caldo ucciderà il pianeta. Prima o poi Egregio direttore, lunedì 26 Maggio La Provincia ha pubblicato un suo editoriale dal titolo: ?Moriremo di caldo. Intanto piove?. Le faccio i complimenti per l'ironia (dote rara e sempre apprezzabile), ma ho trovato assolutamente fuori luogo le aspre critiche al fenomeno del ?global warming?, definito: ??una fesseria di Al Gore, un polpettone hollywoodiano buono per un premio ideologico a Cannes o Venezia, il risultato di convegni dominati dalla presenza di signori in maglietta e jeans stinti al punto giusto, musicalmente roba da Festivalbar?. Lasciando da parte la differenza tra il Festivalbar e il premio Nobel, sono molto dispiaciuto che un giornale così importante e un giornalista del suo livello possa pubblicare in prima pagina tali affermazioni. Il dibattito sui cambiamenti climatici non riguarda solo Al Gore; i maggiori scienziati del pianeta continuano a mettere in guardia sui rischi provocati dal riscaldamento globale, mentre l'ONU è dalla fine degli anni '80 che sta cercando di diffondere (purtroppo con poco successo) l'idea di uno sviluppo che sia sostenibile. Tornando all'articolo, il suo sarcasmo sull'argomento è ravvisabile fin dal titolo, traducibile (se posso permettermi) in: ?i sostenitori del global warming ci dicono che moriremo di caldo, ma visto che piove da tre settimane ci stanno raccontando favole?. Mi sembra un conclusione a dir poco sbrigativa, spero basata più sull'intenzione di far sorridere il lettore che sull'informarlo. All'inizio pensavo che la sua intenzione fosse quella, ma continuando la lettura ho osservato che la sua critica era seria. Mi sembra allora opportuno informarla che il riscaldamento globale non provoca solo un aumento delle temperature, ma cambiamenti climatici veri e propri che possono favorire l'insorgere di eventi violenti come uragani, alluvioni, andate di gelo o di calore. Il Corriere della Sera, venerdì 30 Maggio, ha pubblicato un'intervista al climatologo Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto di biometeorologia (IBIMET) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dopo l'ondata di maltempo che ha colpito il Piemonte. Secondo l'esperto sarebbe in atto ?una vera rivoluzione del quadro climatico del Mediterraneo?, dovuta alla ?sostituzione del famoso anticiclone Atlantico con quello della Libia?. Continua Maracchi: ?l'anticiclone atlantico si indebolisce, oppure si sposta molto più a settentrione, lasciandoci esposti alle perturbazioni provenienti da Ovest, cariche di umidità e pioggia. [?] quello libico, che solitamente staziona sul Nord Africa a circa 30 gradi di latitudine, arriva sempre più spesso fino a 45 gradi, cioè circa alla latitudine di Milano e Venezia, pompando nel Mediterraneo aria caldissima.? Sarebbe stato proprio questo fenomeno a provocare i disastri meteorologici di queste ore. L'articolo termina così: ?sulle cause più profonde di questi fenomeni Maracchi non ha dubbi: sono la conseguenza del riscaldamento globale.? Sarà pure vero che le frane e le alluvioni sono sempre esistite, però credo che ridurre il global warming ad un ?tema radical chic per animare annoiate serate di ancor più annoiati signori? sia quantomeno un azzardo. Recenti carotaggi in Antartide hanno riscontrato un'insolita stabilità climatica negli ultimi 10.000 anni; tale periodo coincide esattamente con l'evoluzione dell'umanità e la fioritura della civiltà. Penso che se si riflettesse e ci si informasse prima di giungere a conclusioni affrettate, ci si renderebbe conto che, se non altro, i cambiamenti climatici sono una cosa troppo seria per non occuparsene con la dovuta prudenza. Quindi ben venga l'ironia, ma scherzare sul futuro del pianeta non mi sembra nel nostro interesse. Cordiali saluti Luca Martinelli Como (gi. gan.) Gentile signor Martinelli, l'ha detto lei: da diecimila anni il clima è insospettabilmente stabile. E chi conosce l'argomento in profondità sa che nelle principali città d'Europa c'era più inquinamento all'inizio del Novecento che adesso. Intanto ha smesso di piovere e si preannuncia un'estate torrida. Non perchè stiamo arrostendo, ma perchè è sempre stato così. Noi rispettiamo sommamente la scienza del clima, che fotografa realtà e azzarda proiezioni serie. Ma diffidiamo di chi crea allarmismi per guadagnarci sopra milioni di euro. politica La sinistra in Tv dimostra di non capire Gentile direttore, ho più volte contestato lo spazio riservato sulla stampa e in Tv ai politici e amministratori pubblici in generale, che già hanno troppa visibilità per quello che producono. È naturalmente questa è una mia posizione. L'ultimo risultato elettorale può anche essere letto secondo le mie semplici riflessioni. Gli italiani sono attenti alla politica più di quello che qualcuno vorrebbe farci credere. Infatti, nonostante la batosta elettorale, in questi giorni a due importanti trasmissioni Tv, Ballarò e Porta a Porta, la sinistra ?spocchiosa? si è presentata come la vincitrice. Dimostrano questa mia convinzione gli interventi scomposti di Di Pietro a Ballarò e presuntuosi di Fassino a porta a Porta. Ricordo che Veltroni, in campagna elettorale, affermò: governa chi vince le elezioni, mentre oggi, l'opposizione perdente, pretenderebbe di ?collaborare?. Se Prodi e C. fossero stati intelligenti, dopo la lettura della loro risicata vittoria, (venticinque mila voti) avrebbero accettato la proposta di Berlusconi: governo di coalizione; oggi sarebbe ancora saldamente al potere. Nonostante il loro grave errore, perseverano. Pensano ancora d'essere superiori e di avere lasciato un buon profumo di fieno: il così detto tesoretto. Bisogna che qualcuno spieghi loro che i disastri che hanno combinato negli ultimi recenti diciotto mesi ed anche col precedente governo hanno aumentato burocrazia e spesa pubblica, altro che parlare di riduzione del deficit. Prodi non è mai stato uno statista, ma solo un uomo di partito, come dimostrano le gravi calamità che ha provocato in seno all'amministrazione: svendita di Iri, acquisto di Telecom Serbia per contanti. E chi ha dimestichezza, anche poca, con il concetto d'amministrazione della ?res publica? capisce cosa si può nascondere dietro ad un'enorme operazione per contanti: clientelismo, nepotismo, corruzione ecc. Ora, questi boiardi di partito alla Fassino hanno un'interpretazione tutta personale della ridistribuzione della ricchezza: lui e signora sono stati ospiti a pagamento del nostro parlamento per circa una decina d''anni e come lui anche molti altri esponenti della sinistra, quelli che dovevano difendere gli interessi dei più deboli hanno avuto analogo comportamento, tipico del Pci ed anche della Dc. Ergo, la smettano di pontificare come se fossero una benedizione per il Paese. Non siamo degli sprovveduti, lo ripeto. Per finire, sarebbe davvero interessante che, senza ricorrere a sotterfugi, a queste trasmissioni fossero invitati dei cittadini comuni senza tessere di partito, ai quali chiedere di intervenire civilmente alla trasmissione e non in maniera scorretta come fanno i nostri politici, non tutti per la verità. Giovanni Bartolozzi e.mail disservizi Da Enel mi aspettavo gli interessi e le scuse Cara Provincia, faccio seguito alla mia e-mail pubblicata il 22 maggio scorso per gli ulteriori sviluppi della questione: Il 27 maggio scorso ho ricevuto e-mail da Enel con la quale mi venivano richiesti "il n° cliente e il codice fiscale", come se la mia richiesta di rimborso fosse stata formulata da pochi giorni anziché dal 18 marzo scorso (numerosi poi i solleciti successivi a tale data). Ma il 29 maggio scorso ho ricevuto assegno bancario (datato 22 maggio) di euro 370,10 direttamene dalla Banca trassata e col solo riferimento "per conto Enel rimborso versamento (!) non dovuto" Evidente lo "scollamento" fra le competenze di uffici o addetti Enel. Ciò mi ha comportato un ulteriore disagio perché ho dovuto recarmi in banca (percorso, posteggio, attesa) e non mi spego perché mi siano state richieste in precedenza le coordinate bancarie. Inoltre non mi sono stati corrisposti, come da me espressamente richiesto, per una mera questione di principio, gli interessi legali sulla somma per me indisponibile per 87 giorni a seguito di errore non certo a me imputabile. Ma non è finita qui perché il 30 mag.sc. ho ricevuto nuova e-mail facente riferimento alla precedente del 27 mag., con la quale mi veniva precisato che i dati richiesti dovevano essere comunicati via fax e con "tanto di firma". Ma i fax del 18, 19 marzo e 3 aprile scorsi inviati dalla Banca, con tanto di firma"del direttore, che fine avranno fatto? E due righe di scuse - seppur formali - per il disagio arrecato e per la totale assenza di attenzione al cliente non sarebbero dovute? Luciano Introzzi e.mail 04/06/2008.

Torna all'inizio