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tARTICOLI DEL 2-4 giugno 2008 #TOP
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Articoli
Burocrazia (190)
"Area Vasta", chi l'ha vista?
( da "Quotidiano.it,
Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ultimo unico elemento centrale di tutta la burocrazia tecnico politica amministrativa. Sulla tanto sbandierata "Aria Vasta" sanitaria, di cui ci sfugge il disegno strategico complessivo, per ora registriamo solo che sono state costituite commissioni (tante), si fanno riunioni (forse), si studiano i problemi (forse), ci si avvale della collaborazione dei movimenti dei consumatori (
Marchionne:
Troppi vincoli, così la Fiat se ne va
( da "Trentino"
del 02-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: In Cina si sta creando una burocrazia che li porterà presto alla paralisi". Il sindacato è inadeguato? "Il suo ruolo è utile, ma il dialogo tra il sindacato e l'azienda si basa su strumenti antiquati. Nella Fiat si vorrebbe mantenere un contratto del 1993: se non ci cambia sarò costretto a portare l'azienda altrove.
METTERSI
IN PROPRIO Vorrei costituire un'impresa, che cosa devo fare? Se nelle vostr
( da "Giornale
di Brescia" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Verranno
affrontate diverse tematiche riguardanti la costituzione di un'impresa, dalla
burocrazia all'elaborazione del progetto di fattibilità economica Il gruppo
sarà formato da un massimo di 10 persone ed è richiesto il curriculum vitae e
la compilazione di una scheda informativa. L'incontro si terrà nella sede di
Confcooperative, in via XX Settembre
Caso
Aguilar, ansia infinita Riscriviamo le regole
( da "Arena,
L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato.
A
fuoco l'amianto, emergenza ambientale - luigi soriga
( da "Nuova
Sardegna, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: i costi elevatissimi per lo smaltimento, i ritardi negli interventi e nella burocrazia, la vecchia scuola elementare sopravvive ancora. Gli abusivi, che nel frattempo non hanno nè trovato lavoro e nè trovato una altro posto dove vivere, forzano ancora una volta i sigilli. I vigili li ricacciano fuori per l'ennesima volta.
<Licenziare
i fannulloni e premiare i migliori>
( da "Nazione,
La (Pistoia)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ci teniamo una burocrazia opprimente che ci fa sentire sudditi e non cittadini (si pensi allo sportello unico per le attività produttive, prototipo dell'incapacità a fornire un servizio adeguato); tolleriamo che i dirigenti sempre meno rispondano alla Giunta ed al Consiglio comunale (con delibere che scientemente vengono dai medesimi disattese)
Lavori
agricoli? no, grazie ( da "Tirreno, Il"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Allarme in Maremma: impieghi troppo legati alla stagionalità e burocrazia tengono alla larga dai campi Lavori agricoli? No, grazie Manodopera e specialisti introvabili, aziende in crisi GROSSETO. Trovare un "potino", l'operaio che taglia viti e olivi, oggi in Maremma è difficile quasi come trovare un ingegnere nucleare.
Romoli:
entro la settimana riaprono al traffico le vie oberdan e roma
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Non bastasse
la burocrazia a rallentare i lavori in piazza Vittoria, ci si è messo pure...
un serbatoio d'acqua largo
Il
Festival di Marchionne Sciabolate ai banchieri <ignoranti> e al sistema
Italia ( da "Adige, L'"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
i risultati
glielo permettono, non risparmiando sciabolate ai banchieri, al presidente
americano Bush (accusato di portare avanti una politica economica criminale),
ma soprattutto al sistema Italia, dove burocrazia e accordi sindacali fanno
venire voglia alle imprese di fuggire. SERVIZI DA PAGINA
LUISA
MARIA PATRUNO l ( da "Adige, L'"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
È molto
difficile fare qualcosa in Italia per via della burocrazia e degli accordi
sindacali. Con la Regione Piemonte volevamo trovare un accordo sindacale per introdurre
sette turni per aumentare la produzione, non è stato possibile. A Verona invece
siamo riusciti a raggiungere un accordo che ci consente di passare
dall'occupazione di
PAOLO
MICHELETTO L'Unione europea è certamente un mercato commerciale
( da "Adige,
L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: non forma giovani per entrare nei ruoli centrali della burocrazia europea, quasi fosse vittima di un complesso di superiorità assolutamente ingiustificato. Al castello del Buonconsiglio sono passate due ore e il dibattito non ha annoiato il pubblico. Se si pensa all'Italia si esce spesso con un senso d'angoscia, da questi incontri promossi all'interno del Festival dell'Economia.
La
cgil in crisi si processa "siamo vecchi e inadeguati" - roberto mania
( da "Repubblica,
La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: prigionieri dei propri riti e della propria burocrazia; spesso inadeguati a interpretare i cambiamenti che sta dettando la nuova fase della globalizzazione. E per la prima volta si sono ritrovati anche a fare i conti, in tutta la penisola non solo al nord, con i lavoratori iscritti alla Cgil che votano per la Lega, Forza Italia e anche Alleanza nazionale.
(segue
dalla copertina) jenner meletti ( da "Repubblica, La"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia europea mette a rischio le nostre imprese e la stessa salute dei cittadini" "Ancora pochi giorni e poi faremo come i nostri colleghi in Germania" Stop a 15 milioni di litri provenienti dalla Baviera. Colpite alcune grandi industrie (SEGUE DALLA COPERTINA) JENNER MELETTI "Nel marzo 2007, più di un anno fa - racconta il presidente Aia,
Micheli,
una svolta nella politica dopo Stava W alter Micheli, nel corso di una vita
costantemente orientata dall'interesse pubblico e volta all'affermazione di un
socialismo umani ( da "Adige, L'"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ricerca troppo spesso ostacolata da quella burocrazia e da quella politica politicante che a parole decanta con magnificenza il cosiddetto "Progetto Sicurezza" ma nella realtà dei fatti oppone, alla necessità di qualificazione e professionalità unici veri viatici all'incremento della sicurezza dei cittadini ciechi rifiuti motivati da squallidi conti degni del peggior bottegaio,
A
trieste la terza età continua il dialogo con il mondo
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: E si deve pur cogliere la smentita che la radicale riforma in atto all'Itis oppone ad un diffuso luogo comune: che "pubblico" sia sempre sinonimo di spreco, di inefficienza e di pesante burocrazia. In qualche caso, invece, come si vede, il "pubblico" sa rivelare uno spirito di autentico servizio.
Multa
a casa, ma è morto: il presidente Atm si scusa
( da "Giornale.it,
Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia non registra il dolore, né mette a verbale il lutto. "È una situazione assurda - commenta ancora Fabio -. Almeno ora, oltre alle scuse, ci aspettiamo due righe di conferma dell'archiviazione della multa. E poi vorremmo vedere il verbale dei carabinieri, che stiamo ancora aspettando anche se sono scaduti i termini per riceverlo"
Addio
arretrati se il dicastero cambia il nome
( da "Giornale.it,
Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: In alcuni casi è la stessa burocrazia a creare confusione di ruoli e a determinare comportamenti poco virtuosi. Come nel caso del ministero delle Comunicazioni che deve alla municipalizzata romana Ama circa 3,2 milioni. Spacchettamenti e accorpamenti del dicastero hanno reso difficile comprendere chi deve pagare e quanto.
Sì
alla laurea, no al permesso ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Burocrazia "contro". Niente espatrio alla dottoressa camerunense Sì alla laurea, no al permesso di Carlo Giorgi C on una laurea in tasca, alla ricerca del permesso (di soggiorno) perduto tra faldoni di pratiche straniere in Italia. L'esempio concreto di come la burocrazia possa giocare da avversario, emerge nel caso degli oltre 40mila studenti universitari stranieri in Italia.
FRA
i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi
presidenti della Repub ( da "Messaggero, Il"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica.
Ma
emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante, perché meno
cont ( da "Messaggero, Il"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica.
Porto
a San Cataldo <L'iter prima dell'estate>
( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: avevano lamentato troppa burocrazia negli enti di governo pugliesi. Una lentezza che non era stata riscontrata in altri ambiti nazionali, ma soprattutto estere, tanto da convincere Piero Montinari, leader dell'omonimo gruppo e presidente di Confindustria Lecce, "a ripensare gli investimenti in atto nel Salento e nella Puglia".
Napolitano
ai prefetti: attenti ai disagi di cittadini e imprese
( da "Sole
24 Ore, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: commento u pagina 12 Zapatero promette meno burocrazia per le aziende Il premier spagnolo Josè Luis Zapatero ha annunciato che entro un mese varerà misure per ridurre del 30% il carico burocratico che grava sulle imprese e per liberalizzare i servizi. Al via anche negoziati per la riforma del mercato del lavoro.
Zapatero:
per le imprese tagli alla burocrazia
( da "Sole
24 Ore, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Annunciato un nuovo pacchetto di misure Zapatero: per le imprese tagli alla burocrazia Michele Calcaterra MADRID. Dal nostro corrispondente Riduzione del 30% dei carichi amministrativi, dovuti all'eccessiva burocrazia, che gravano sulle imprese spagnole e causano "disagi" calcolati in una mancata crescita del Pil pari al 2 per cento.
L'atto
per le Piccole Imprese ( da "Libertà"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Riduzione della burocrazia, più accesso al credito di MATTEO FORNARA* Riduzione della burocrazia, migliore accesso ai mercati europei e alle gare pubbliche, più accesso al credito ma anche a una mano d'opera qualificata, sostegno alle imprese che vogliono crescere anche sul mercato internazionale.
I
sindaci alle prese con il rebus Rom
( da "Corriere
del Veneto" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: le loro baracche confinano con una burocrazia locale e statale che ci dà il tormento appena costruiamo un'abitazione, apriamo un negozio. Noi facciamo la "raccolta differenziata", la disciplina dell'immondizia ormai misura il livello di civiltà. I nomadi conducono un'esistenza "anarchica", nel solco di antiche tradizioni.
FRA
i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi
presidenti della Repub ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)"
del 02-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazie, amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica.
Fate
più figli, vi darò io una mano ( da "Panorama"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Asili nido, meno burocrazia per tutti e di conseguenza più figli riassume Meloni. In Italia la demografia è una delle principali criticità. In Europa la natalità media è di due figli per donna, nel nostro Paese la media è di 1,3 figli. Siamo di gran lunga sotto quota.
Dall'Italia
alla Germania, nella Ue scatta la nuova battaglia del latte
( da "KataWeb
News" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Alle 09:18 - Fonte: Homepage">repubblica.it - 0 commenti Migliaia di allevatori del nostro Paese, in crisi, minacciano il blocco Il ministrio Zaia: "La burocrazia mette a rischio le nostre imprese" Jenner Meletti.
PROMOZIONE.
IL TESSERAMENTO CONTESTATO (CON RELATIVA PARALISI DEI PLAY OFF) SCATENA LA
RABBIA DELLE SOCIETÀ ( da "Arena.it, L'"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato.
Dirigenti
e tecnici veronesi protestano per la tempistica del verdetto che non arriva:
<Non ci siamo: è tutto falsato>
( da "Arena.it,
L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il campionato.
LA
RICERCA / DA UNO STUDIO DELLA BOCCONI EMERGE L'IDENTIKIT DEI FONDATORI DELLE
START UP : GIOVANI, LAUREA IN TASCA, SPIRITO DI INIZIATIVA. DONNE E UOMINI
PARTONO ALLA PARI MA LE P ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: alle tasse e alla burocrazia contribuisce a spiegare perché l'imprenditorialità earlystage in Italia è sotto la media europea (5,9%)" spiega Alexandra Dawson, coordinatrice della ricerca Bocconi. In particolare, dallo stesso rapporto si rileva che l'Italia è tra gli ultimi paesi europei riguardo alla facilità di reperire fondi (21°),
PATRIOTTISMO
REPUBBLICANO ( da "Mattino, Il (City)"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili politicamente, a scontrarsi tra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo Stato; sono pezzi dello Stato - magistrature, burocrazie, amministrazioni locali - ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. SEGUE A PAGINA 12.
Il
Conte Verde ( da "Stampaweb, La"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: afflitta da troppe competenze, troppa burocrazia e poche risorse, presenta il conto. Bisognava sentirli, i discorsi degli amministratori convocati ieri a Perosa Argentina, Oulx, Susa e Bussoleno. Uniti nel lodare l'impegno della Protezione civile, della Regione e della Provincia, con cui c'è un rapporto diretto.
Sommese:
Fondi europei, priorità a progetti cantierabili
( da "Denaro,
Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia è troppo lunga. D. Project financing: ripartirà l'iter della legge regionale? R. E' in commissione. Siamo alle battute finali. Dobbiamo recuperare credibilità politica, al momento un po' appannata. Dobbiamo spendere e spendere bene.
Un
appello a continuare il volo ( da "Gazzettino, Il (Belluno)"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: spesso a complicare le cose ci si metta la burocrazia. "Per una autorizzazione che deve darci l'Enac non riusciamo a ottenere i visori notturni, che permetterebbero ai piloti di raggiungere anche di notte la stessa quota che mantengono di giorno". Dai consiglieri regionali Dario Bond e Guido Trento è arrivata la promessa di fare sentire le istanze a Venezia circa il volo notturno.
La
casa alloggio per disabili bloccata dalla burocrazia
( da "Gazzettino,
Il (Venezia)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ancora entrata in funzione La casa alloggio per disabili bloccata dalla burocrazia Il recupero della palazzina è costato un milione di euro, ma dopo l'inaugurazione è iniziato un vero e proprio calvario per gli addetti dell'Anffas Inaugurata nel settembre 2006, al termine di un restauro finanziato con i soldi pubblici, non è mai entrata in funzione per colpa di cavilli burocratici.
<Abbiamo
solo 400 bimbi su oltre 6 mila abitanti>
( da "Gazzettino,
Il (Belluno)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: "La scuola funzione bene - ha esordito don Egidio Lot-, però la parificazione è avvenuta solo in termini di aumento della burocrazia. Pochi sono i soldi che ci dà lo Stato. In questo modo le spese vanno a gravare sulle famiglie e sulla parrocchia".
Viabilità,
troppi vigili ad ammuffire negli uffici
( da "Gazzettino,
Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dati Aci dimostrano che a Nordest gli organici sono in sofferenza perchè 4 agenti su 10 non svolgono i servizi su strada La burocrazia e le "esigenze" di bilancio strozzano gli organici dei vigili urbani e penalizzano la sicurezza stradale. È la sintesi dei dati emersi nel primo forum delle Polizie locali organizzato dall'Aci e tenutosi nei giorni scorsi a Riva del Garda (Trento).
Abbiamo
lasciato la lettera insolitamente
( da "Gazzettino,
Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: assurdità del groviglio di leggi che appesantiscono la burocrazia, ma sono spesso congeniali ai furbetti, ai corrotti, agli intrallazzatori più o meno collegati alla criminalità organizzata. Se i costi di un chilometro di strada in Italia sono superiori sette volte rispetto a un chilometro francese o tedesco, la spiegazione non è soltanto nelle leggi.
Mancini,
Mourinho e gli stipendi degli ( da "Gazzettino, Il"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: serve a emancipare la persona e a liberarla dalla sudditanza alla burocrazia pubblica.L'ordinamento giuridico italiano deve basarsi sui principi del diritto romano: il singolo ha libertà su tutto, tranne su ciò che è esplicitamente vietato. Occorre delegiferare e concentrare in testi unici. La Costituzione ha più di 60 anni: non è perfetta e abbisogna di modifiche.
SEGUE
DALLA PRIMA PAGINA ( da "Gazzettino, Il"
del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazie, amministrazioni locali - ad agire secondo logiche autonome e non sempre compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune della fase fondativa della Repubblica.
La
sinistra in Tv dimostra di non capire Gentile direttore, ho più volte
contestato lo spazio riservato sulla stampa e in Tv ai politici e
amministratori pubblici in generale, che
( da "Provincia
di Sondrio, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: disastri che hanno combinato negli ultimi recenti diciotto mesi ed anche col precedente governo hanno aumentato burocrazia e spesa pubblica, altro che parlare di riduzione del deficit. Prodi non è mai stato uno statista, ma solo un uomo di partito, come lo dimostrano le gravi calamità che ha provocato in seno all'amministrazione: svendita di Iri, acquisto di Telecom Serbia per contanti.
L'ENTUSIASMO
DEGLI INDUSTRIALI ( da "Azione, L'"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la riduzione dei costi della burocrazia". "Le elezioni del 13 aprile - concluderà poi la Marcegaglia - hanno segnato un'importante discontinuità: in Parlamento si è prodotta una formidabile semplificazione, sono rimaste fuori le forze anti impresa e anti mercato, c'è dialogo con l'opposizione, abbiamo un governo coeso.
Preside
record: per 29 anni al Vallauri, ora va in pensione
( da "Gazzetta
di Modena,La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma anche tanta burocrazia in più. In generale invece credo che andrebbe fatto un maggior lavoro di orientamento alla fine della terza media. Vi sono ragazzi che si iscrivono per assecondare aspettative dei genitori, ma che invece sarebbero più felici di seguire altri corsi di studio: come si può decidere a 14 anni il proprio futuro?
Senza
soldi per la ricostruzione A Sarno disperati gli alluvionati
( da "Citta'
di Salerno, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia a uccidere la loro speranza di rinascere. " L'esasperazione è al punto estremo. Dunque, non c'è da sorprendersi se si stanno organizzando per manifestare in maniera estrema il loro disagio davanti alle risposte che non arrivano. " Qualcuno sta anche studiando come ottenere dalla Regione un risarcimento dei danni patiti per le lungaggini nel completamento della ricostruzione
Cima
Esy , per rifarla serve un appalto
( da "Trentino"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: come per la funivia gli investimenti sono frenati da norme e burocrazia "Cima Esy", per rifarla serve un appalto Levico Terme spa ha pronto un milione di euro per realizzare i lavori ROBERTO GEROLA PERGINE. Funivia pronta per l'estate 2010? La comunicazione è stata fatta dal presidente di Nuova Panarotta spa, Maurizio Fontnari durante l'assemblea dei soci.
Commercianti,
facili prede della grande distribuzione organizzata
( da "Giornale
di Brescia" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: arroganza di una burocrazia onnipresente. Costi che oramai non riusciamo più a sopportare. Gocce di sangue andate a nutrire apparati il cui unico scopo era ed è di mantenere se stessi. Esasperati da clienti capricciosi e a volte maleducati che pretendono da noi quello che loro stessi non vorrebbero mai concedere ad altri.
Fidanzati
muoiono schiacciati nell'auto ( da "Nuova Sardegna, La"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: vescovo di Tempio Sebastiano Sanguinetti aveva puntato il dito contro la lentezza della burocrazia che bloccava i lavori per la quattro corsie. Ma la sua più che un'accusa era una richiesta di aiuto. Un sos per fermare un'inutile strage. Dopo 15 giorni la morte si riaffaccia. Orrore su orrore. L'asse Olbia-Sassari ingoia altre vite e cancella l'esistenza di due ragazzi di 22 anni.
A
Palazzo si parla di Birmania ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la burocrazia, restano sospesi fra l'indifferenza e la valutazione di un intervento. Eppure, è poi così lontana la Birmania? Il suo feroce regime militare fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i russi. La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita con la droga,
C'è
l'intesa tra i sindaci sbloccata via Industria
( da "Giornale
di Vicenza, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: elefantiaca burocrazia è stata superata, grazie ad un accordo tra i due primi cittadini (alla luce del nuovo incarico affidato a Dal Toso, dopo le recenti elezioni a Castelgomberto) che è servito per accelerare le procedure. Dunque, niente più spostamento "selvaggio" delle transenne da parte di chi, irritato, tutti i giorni era costretto a farsi "
Lignana,
per sanare il bilancio sindaco rinuncia allo stipendio
( da "Stampa,
La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma soprattutto tanto burocrazia, che è la cosa che più mi ha frenato in questi anni, così ho accettato l'indennità e pagavo direttamente i conti. Non ci ho mai rimesso, certo, sono un imprenditore e sono abituato ai disbrighi". Così, da maggio è stato approvato a livello nazionale il nuovo contratto dei dipendenti pubblici e,
Pannelli
solari bocciati dalla Soprintendenza
( da "Arena,
L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di pratiche bloccate e non per la burocrazia ma per un pregiudizio estetico. Questi impianti ci rispondono negli uffici "non piacciono". Un paradosso se si pensa che entro il 2012 sarà anche obbligatorio installarli per legge. Pannelli solari che oltre a far risparmiare 450-500 euro all'anno di combustibile, riescono ad immettere due tonnellate in meno di anidride carbonica nell'
Si
profila una nuova battaglia contro industria di trasformazione e burocrazia
europea <Stanchi di produrre in perdita> Prezzo del latte 'Libera' in
campo <Adesso basta> ( da "Provincia di Cremona, La"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Review srl Si profila una nuova battaglia contro industria di trasformazione e burocrazia europea "Stanchi di produrre in perdita" Prezzo del latte 'Libera' in campo "Adesso basta" di Vittoriano Zanolli Dall'Olanda al Belgio, dalla Danimarca alla Germania esplode la protesta del latte: gli allevatori scendono in campo per ottenere la giusta remunerazione del prodotto alla stalla.
La
burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa
( da "Arena,
L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Vincenzo da sei settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa di Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio. E le cose peggiorano ulteriormente quando arriva il momento di lavarsi visto che è costretta a scaldare l'acqua,
Autonomi
puniti dagli studi di settore ( da "Tirreno, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: in conseguenza di una mancata congruità con i parametri fissati, in un paese dalla burocrazia infinita, con leggi che spesso si contraddicono tra loro, possono emergere altre problematiche: piccole inadempienze, incongruenze e, in ultimo, visto che si parla comunque di attività molto deboli, si può arrivare perfino alla chiusura".
NUOVO
SILURO contro Gaia. A Casola il consigliere comunale Gemello Scaletti sta p
( da "Nazione,
La (La Spezia)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il servizio in questi anni è peggiorato e la burocrazia è aumentata in modo esponenziale tanto che anche gli uffici comunali adesso devono chiamare il numero verde per contattare il gestore ? scrive Scaletti ? la società non ha neanche onorato gli impegni di assorbire i mutui e non ha dato al territorio alcun vantaggio a livello occupazionale.
Dagli
asili alle poste così follonica non va
( da "Tirreno,
Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma la burocrazia e la mancanza di volontà della giunta hanno ostacolato tale iniziativa rendendo di fatto quasi impossibile la loro realizzazione. Il Comune potrebbe accedere a contributi regionali che permettano di costruire strutture idonee, dando posti di lavoro e ricavando oneri per le casse comunali, ma anche in questo caso non c'
La
rivolta dei docenti: <I tagli porteranno al caos>
( da "Nazione,
La (La Spezia)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: porterà carichi di lavoro insopportabili visto che sugli istituti ora grava anche la burocrazia delle graduatorie. Sorgeranno problemi, altro fatto da non sottovalutare, sulla vigilanza degli alunni. Meno bidelli? Indirettamente vuol dire favorire all'interno delle scuole il fenomeno bullismo lasciando i ragazzi in balia di se stessi".
Unione
dei Comuni operativa da oggi ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia diventa più snella" A PARTIRE da oggi, l'Unione dei Comuni della Bassa Romagna è pienamente operativa. Nell'ultima seduta del 'super consiglio comunale' sono infatti state approvate tutte le convenzioni per la gestione dei 'servizi associati', Tra queste, approvate dalla maggioranza con l' astensione delle minoranze,
Costa
azzurra sedotta dai sapori piemontesi - christian benna
( da "Repubblica,
La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Italie à table" di Nizza E Peveraro vuole snellire la burocrazia che frena un settore in pieno fermento CHRISTIAN BENNA NIZZA MARITTIMA - Salame al barolo accompagnato da grissini torinesi ancora in cerca di Igp. Risotto della Baraggia che invece ha appena vinto la sua battaglia di autenticità con il riconoscimento della Dop.
PONTEDERA
E' IL SOLITO dilemma mai ri ( da "Nazione, La (Pisa)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: perché le trattative per l'acquisizione del titolo del CuoioCappiano si stanno scontrando con la burocrazia e necessitano a questo punto dell'ok di Macalli, presidente di Lega. Occorreranno ancora una diecina di giorni per avere una risposta definitiva. La "gallina", insomma, non è ancora certa?. Stefano Lemmi.
MENO
burocrazia e maggiori tutele per ( da "Nazione, La (Empoli)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 9 MENO burocrazia e maggiori tutele per... MENO burocrazia e maggiori tutele per le aziende conciare alle prese con una crisi di non facile soluzione: calano produzione e fatturato senza segnali di ripresa a breve e medio termine. Una crisi su cui pesano tanti fattori: dalla moneta, alla perdita di competitività,
<Io,
malato di cancro oppresso dai burocrati>
( da "Giorno,
Il (Lodi)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: È IMBATTUTO nella solita burocrazia che, nei buoni propositi, tanti enti e istituzioni stanno tentando di alleggerire, ma in realtà pesa ancora troppo sulle spalle, e sulle tasche, dei cittadini. "Per avere quest'esenzione - prosegue Gravanati - non basta infatti una semplice dichiarazione del medico di famiglia, che pure sta seguendo da tempo la mia malattia.
Bandiere
tricolori alle finestre Il corteo ha coinvolto l'intera cittadina
( da "Giorno,
Il (Lecco)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia. Il federalismo fiscale? Serve per dare maggiore autonomia togliendo previlegi in certe Regioni". Al momento celebrativo dei 62 anni della Repubblica Italiana ma anche del sessantesimo anniversario di introduzione della "Magna carta" anche il presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci Cavaliere Luigi Turati e rappresentanze delle forze militari in congedo e militari
IL
COMUNE di Cattolica assumerà 12 nuovi vigili stagionali per
( da "Resto
del Carlino, Il (Rimini)" del
03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: per questioni di tempo e di burocrazia ora a palazzo Mancini si fatica a trovare altri vigili disponibili a ricoprire l'incarico stagionale. Motivo? Negli altri Comuni limitrofi sono stati effettuati contemporaneamente altri concorsi ed alcune divise hanno preferito accasarsi in tali realtà amministrative.
Agroalimentare,
troppa burocrazia ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: troppa burocrazia LE DIFFICOLTÀ burocratiche ed amministrative sono il primo problema per i conduttori di imprese agroalimentari di qualità. Il dato risulta da un sondaggio tra gli operatori presenti alla manifestazione specializzata "Squisito!", che si tiene per la quinta edizione nella comunità di San Patrignano.
La
malattia esonera dalla cintura in auto? Devi pagare 36 euro
( da "Giorno,
Il (Milano)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: costosa burocrazia. "Per avere quest'esenzione - prosegue Gravanati - non basta una semplice dichiarazione del medico di famiglia, che pure sta seguendo da tempo la mia malattia. Bisogna pagare alla Regione un bollettino di 36 euro e prenotare una visita dal medico dell'Asl che può rilasciare il certificato".
Expo,
la Spagna lancia la sfida a Milano
( da "Unita,
L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dal fatto che la realizzazione delle opera è stata favorita da una burocrazia organizzata ed efficiente. Spero che a Milano succeda altrettanto, ma ho l'impressione che in Italia ci sia l'abitudine a fare ciascuno per se. E poi - prosegue Rota - dopo la fine dell'Expo rimarrà moltissimo, il territorio non verrà abbandonato, resterà una parte della città vivibile".
Di
GABRIELE GALLO C'È UN SOGNO comune che non è azzardato attri
( da "Resto
del Carlino, Il (R. Emilia)" del
03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: A quel punto abbiamo fatto i passi necessari per aprire l'attività: qui la burocrazia è molto più semplice, tra l'altro". Dove si trova il vostro bed & breakfast? "A due passi dall'estasi, sulla Cote d'Or, probabilmente la spiaggia più bella dell'isola, non a caso è vicino a quelli che sono considerati gli hotel più gettonati del territorio.
Vertice
i soldi ci sono, ma i messaggi sono confusi e la tempistica sbagliata
( da "Riformista,
Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: rapporto si legge che la sua burocrazia è "pesante e costosa", che ha difficoltà a "identificare le vere priorità", che per cultura "rifugge dai rischi", che senza una riforma radicale "il suo declino sarà irreversibile". E queste non sono le parole di un rivale politico, come il presidente del Senegal Abdoulaye Wade che un mese fa ha attaccato Diouf invocando la chiusura della Fao.
Lo
dico al tirreno ( da "Tirreno, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ci teniamo una burocrazia opprimente che ci fa sentire sudditi e non cittadini (si pensi allo sportello unico per le attività produttive, prototipo dell'incapacità a fornire un servizio adeguato); tolleriamo che i dirigenti sempre meno rispondano alla giunta e al consiglio comunale (con delibere che scientemente vengono dai medesimi disattese)
E'
un Palio più forte di tutti i contrattempi
( da "Nuova
Ferrara, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di burocrazia". Altro tema da affrontare, i tempi lunghi dell'atto finale in piazza Ariostea: "I tempi della mossa non può stabilirli nessuno, e spesso anche il mossiere è di fronte alle strategie dei fantini. Credo invece che possiamo intervenire per anticipare e rendere un po' più celere il percorso del corteo e la cerimonia in piazza Ariostea.
Eurografica
senza palasport ( da "Centro, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di risolvere il problema nei tempi della burocrazia sportiva che siamo tenuti a rispettare". In città, l'unica via praticabile è il completamento del campo annesso alla piscina comunale, misure già da serie A ma copertura, spalti e spogliatoi da costruire di sana pianta. La risposta dell'amministrazione arriva a stretto giro.
Finanziamenti
agevolati alle imprese ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: eccesso di burocrazia, l'incremento dei costi delle materie prime, dei servizi e le problematiche connesse alla successione aziendale. Un sostegno concreto alle giovani aziende artigiane e in particolare alle realtà neocostituite chiamate a confrontarsi con un mercato in continuo cambiamento arriva dalle Banche di credito cooperativo che,
GOVERNO
GRECO A FAVORE DEL DECENTRAMENTO ( da "marketpress.info"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Riguardo alla burocrazia e alla corruzione nel settore pubblico, Pavlopoulos ha riconosciuto che vi sono stati miglioramenti, sottolineando però che chi si occupa della vita quotidiana dei cittadini non può ancora essere soddisfatto. . . <<BACK.
ROMA
- Da ieri in via Catullo, stradina senza uscita di Casal di Principe, si
alternano poli ( da "Messaggero, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: grazie ai suoi agganci con la politica e la burocrazia, il Consorzio intercomunale detto Ce4 o Ecoquattro. Il Ce4 è un cancro nell'economia legale di Caserta, sostengono i magistrati della Dda che di lì sono partiti per istruire il processone in cui sono finiti tutti: da "Ciccio e' mezzanotte" a imprenditori con le mani in pasta, come i fratelli Orsi,
Pechino
avverte gli stranieri di comportarsi bene alle Olimpiadi
( da "Reuters
Italia" del 03-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: L'insieme di regole mira a far comprendere ai circa 500.000 visitatori che andranno in Cina in occasione dei Giochi di agosto che il paese possiede ancora molte zone vietate, una pesante burocrazia e molti organi deputati al mantenimento della sicurezza.
Relazioni
industriali alla ricerca di nuovi modelli
( da "Sole
24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: in un Paese che è ingessato dalla burocrazia". E l'ipotesi di acquistare Alitalia?, sollecita Cipolletta. Non è in agenda, assicura Arcuri per allontanare i fantasmi del passato. C.Fo. IL CONFRONTO Secondo la Cisl ora "c'è lo spirito giusto per avviare una riforma" Cipolletta: "Accorciare la durata dei contratti".
CAMPOBASSO
Una storia che ha dell'incredibile, quella della
( da "Tempo,
Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che gli consenta di guadagnare uno stipendio con cui garantire il mantenimento della moglie e delle due figlie, malate e bisognose di cure specialistiche presso strutture di fuori regione. Un caso ben noto alle istituzioni locali, che si scontra con la burocrazia e alcune incongruenze della legge. Venditti a pagina 3.
Cipolletta:
welfare, basta con il <ma anche>
( da "Corriere
Alto Adige" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Quello che serve secondo lui all'Italia non sono nemmeno le infrastrutture, "quelle - dice - sono sempre venute dopo lo sviluppo, i veri problemi del paese sono i tempi della burocrazia e la scarsa chiarezza sulle tasse. Agli investitori stranieri non servono contributi, servono tempi e costi certi ". Tristano Scarpetta.
Bangkok,
la svolta della Tigre ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia), che si fanno scudo del re, e i poteri emergenti (spesso di origine cinese) cui aveva cominciato a dar voce l'ex premier e tycoon Thaksin Shinawatra esautorato dai militari nel 2006. Il suo partito (Partito del potere del popolo), forte di un grande sostegno nelle campagne, è comunque tornato alla guida del Paese grazie alla vittoria nelle elezioni dello scorso anno,
Logistica
e incentivi spingono la Danieli ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: il sistema legislativo tutto sommato funziona e c'è meno burocrazia che in Cina o in India". Quanto ai settori di maggior interesse per l'industria italiana, "ci sono possibilità nel packaging, considerata l'importanza dell'agro-industria thailandese –afferma Luca Vianelli, direttore della Thai-Italian Chamber of commerce e partner di Mda Consulting –
Quei
troppi vincoli all'industria ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Italia dove la burocrazia, la politica, le norme e una mentalità antindustriale diffusa inventano più problemi di quanti ne risolvano. "In Italia non si creano le condizioni per lo sviluppo dell'industria", ha ricordato Sergio Marchionne, l'amministratore delegato Fiat, domenica sera al Festival dell'Economia di Trento.
DECINE
di chili di pratiche per rilevare un'azienda. Le chiamano pra
( da "Messaggero,
Il (Umbria)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Di ALESSANDRO BELEI DECINE di chili di pratiche per rilevare un'azienda. Le chiamano pratiche, ma sono delle incapaci. Il chilo è diventato unità di misura della burocrazia. Per riuscire a vedere la fine di una pratica oggi ci vuole fortuna. Anzi, chilo.
Federalismo
fiscale, Bossi apre al Pd Fogliardi: parliamone
( da "Corriere
del Veneto" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è che una riforma federale superficiale possa semplicemente sostituire la burocrazia romana a quella regionale. "Pensare solo di trasferire competenze da Roma a Venezia, non risolve il problema – secondo l'onorevole –. Poi serve la volontà di fare federalismo fiscale vero, delle autonomie, deve essere curato anche dal punto di vista istituzionale.
D'accordo,
anche il forum di ieri a mezzogiorno è stato un <forfait festival>
rispetto al programma troppo disinvoltamente approntato: non c'era Maroni e
vabbè, si sa che il centro ( da "Adige, L'"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la burocrazia ne fa perdere sempre troppo) che al fattore denaro (nel mondo ne gira anche troppo rispetto alle possibilità di investimento), politiche meno indifferenziate ma più mirate sulle singole regioni (la Puglia non è la Calabria, la Sicilia non è la Sardegna) e meno Via (la valutazione d'impatto ambientale è un sistema per non fare investimenti in Italia)
Uno
spreco chiamato Fao 800 milioni di bilancio divorati dalla burocrazia
( da "Giornale.it,
Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 800 milioni di bilancio divorati dalla burocrazia di Emanuela Fontana Circa la metà delle spese finisce nella gestione della struttura: ben 18 milioni solo per la sede di Bangkok, la più costosa da Roma La Fao spenderà 784 milioni per la fame nel mondo nel biennio 2008-2009. Ma quanto denaro arriverà ai 5 milioni di bambini sotto i 5 anni che rischiano di morire per malnutrizione?
"un'opportunità
unica per esplorare altre culture" - federica sordi
( da "Repubblica,
La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ci potrebbero essere meno burocrazia, meno nepotismo, meno traffico. Cerca di vedere i vantaggi delle altre culture. Sii aperto a modi diversi di lavorare, diversi sistemi e diverse persone. Anche il clima accademico può essere molto diverso. Molti insegnanti non vogliono sentire quello che hanno detto in aula, vogliono che tu sia critico,
Scoppia
la rivolta dei pescatori ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: pescatori di Arbatax devono fare i conti anche con la burocrazia della Regione e dell'Unione Europea. Entrambe non sono state in grado, a distanza di dieci anni dal completamento dell'opera, di assegnare in via definitiva la gestione del Centro pesca. La cooperativa pescatori Stella Maris, candidata naturale alla gestione della struttura data la rilevanza dell'attività nel settore,
Pannelli
solari bocciati dalla Soprintendenza
( da "Arena.it,
L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di pratiche bloccate e non per la burocrazia ma per un pregiudizio estetico. Questi impianti ci rispondono negli uffici "non piacciono". Un paradosso se si pensa che entro il 2012 sarà anche obbligatorio installarli per legge. Pannelli solari che oltre a far risparmiare 450-500 euro all'anno di combustibile, riescono ad immettere due tonnellate in meno di anidride carbonica nell'
LEGNAGO.
Un'inquilina della palazzina della San Vincenzo da sei settimane tenta di farsi
allacciare il servizio dall'Eni ( da "Arena.it, L'"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa Il preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio.
Il
preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci
sono due appartamenti ( da "Arena.it, L'"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Vincenzo da sei settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa Il preventivo presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio.
Diouf,
il re dei fallimenti che non lascia mai il trono
( da "Giornale.it,
Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: famoso nel mondo per spendere oltre la metà delle sue risorse per alimentare se stesso e la sua fastosa burocrazia è il senegalese Jacques Diouf, 69 anni, studi alla Sorbona e cinque figli. L'anno scorso, un gruppo di esperti internazionali passò ai raggi X l'organizzazione che Diouf governa dal 1994 come un satrapo stendendo 490 pagine di commenti intrisi di curaro.
Pmi,
appalti più agevoli Molte aziende oggi non riescono a concorrere per il peso
della burocrazia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: agevoli Molte aziende oggi non riescono a concorrere per il peso della burocrazia Ue. La Commissione europea vuole favorire le piccole e medie imprese --> Le piccole e medie imprese potranno partecipare più agevolmente agli appalti pubblici nell'Unione europea. La Commissione, infatti, ha deciso di cofinanziare un progetto pilota, guidato da 8 Paesi (Austria, Danimarca, Finlandia,
(ACR)
LAPENNA SU ANDAMENTO ECONOMIA IN BASILICATA NEL 2007
( da "Basilicanet.it"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
in più¹ i
ritardi della burocrazia e lâ??immobilismo della Giunta De Filippo, di fronte a
problematiche così
serie ed importanti, si ripercuotono sui lavoratori. È? necessario e non più¹
rinviabile unâ??analisi seria della crisi del Mezzogiorno e della nostra
regione per porvi rimedio.
<Con
il federalismo fiscale strada più semplice per l'autonomia di Belluno nel
Veneto> ( da "Gazzettino, Il (Belluno)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è necessario snellire la burocrazia oggi troppo asfissiante, tanto che si allungano i tempi per dare il via ai lavori pubblici o capita che, per approvare una sola legge, debba passare un anno. Se il Pd a livello regionale, come sembra, darà la propria disponibilità a sostenere il nuovo statuto, si arriverà a qualcosa di concreto.
Un
albo comunale per le badanti Il Comune organizza corsi di formazione
( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: le burocrazie che regolano i flussi migratori. Una percentuale, seconda solo a quella delle persone di etnia asiatica, che già da sola fotografava un'implicita richiesta di aiuto. Adesso il Comune è pronto a stilare le prime liste, ma soprattutto si propone come ente pubblico di riferimento per un rapporto di lavoro troppo delicato per essere gestito solo dentro le mura di casa.
Maltempo,
ancora apprensione ( da "Corriere Adriatico"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: invitando tutte le istituzioni interessate a mettere da parte la burocrazia e privilegiare i tempi rapidi. L'assessore regionale all'ambiente, Sibille, ha intenzione di chiedere di inserire nel decreto governativo per stanziare gli aiuti economici la voce "pulizia dei fiumi", per potere far ripartire in sincronia interventi riparatori e preventivi.
LA
RASSEGNA ( da "Gazzettino, Il"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il dibattito parte dalla burocrazia applicata al mondo dell'impresa, per arrivare alle "difficoltà di condurre una vita normale in Italia". Con l'intervento degli studenti del Liceo Filippin di Paderno del Grappa, Furini parla dei suoi due libri "Volevo solo vendere la pizza" e del suo seguito ideale "Volevo solo lavorare", entrambi editi da Garzanti,
LABORATORIO
VETERINARIO DI NUOVO ATTIVO ( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Non si sapeva però che pigrizia burocrazia potesse mettere in ginocchio un progetto pilota del Ministero della Salute. A Maddaloni, sede storica di un focolaio endemico di leishmaniosi viscerale (contagioso per l'uomo) e, da 16 anni, area pilota per la profilassi animale, era stato chiusa, per espressa volontà del Comune, l'unica struttura capace di garantire un'
ALLOGGI
IACP AL PALO 4 MILIONI INUTILIZZATI
( da "Mattino,
Il (Caserta)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: "La burocrazia dell'Iacp - denuncia Carlo Scalera, responsabile provinciale del Sicet-Cisl - è così indolente che non riesce nemmeno ad onorare più le promesse, rinnovate appena qualche mese fa e divulgate incautamente dal sindaco Farina". La fine dell'attesa era stata fissata per gennaio.
RIFIUTI,
ECCO LE CARTE SUL PATTO SCELLERATO CAMORRA-POLITICA
( da "Mattino,
Il (Benevento)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: impressionante capacità di penetrazione nella burocrazia istituzionale, di intrecciare rapporti utili negli uffici della prefettura (in un precedente troncone dell'inchiesta era stato coinvolto il viceprefetto Ernesto Raio, all'epoca dei fatti contestati capo di gabinetto di Corrado Catenacci al Commissariato per l'emergenza rifiuti), della questura (coinvolto anche un ispettore di polizia,
Giovanni
Lucchi consigliere P.R.I. di Forli - Cesena "Burocrazia emergenza
democratica" ( da "Sestopotere.com"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che mette un altro tassello alla enorme burocrazia urbanistica in questo paese. In tutti i piani regolatori dei Comuni sono previsti interventi di pianificazione attuativa, comunemente chiamati piani particolareggiati in cui il cittadino predispone il progetto, realizza le opere di urbanizzazione ( strade, parcheggi, vede pubblico, rete dei servizi ) che poi cede al pubblico.
La
nuova Provincia non scalda gli artigiani
( da "Giornale
di Vimercate" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Fra gli interventi più urgenti richiesti ci sono uno snellimento della burocrazia (53%); finanziamenti mirati a progetti di sviluppo delle imprese (22%); la promozione di politiche del lavoro e della formazione a sostegno dell'occupazione (15%) e agevolazioni e incentivi per nuovi insediamenti (10%). Lo snellimento della burocrazia raggiunge il suo apice fra le imprese edili (58%),
Tempi
e orari della città di Modena, ecco le linee guida
( da "Sestopotere.com"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Rimuovendo la burocrazia e ricordandosi che molte persone non sanno usare internet". Rosa Maria Fino, Società civile per il Ps, ha osservato: "oggi dopo 20 anni si parla di nuovo di quella che fu un'idea del sindaco Alfonsina Rinaldi. Vorrei ricordare che purtroppo ci sono uffici che non hanno la possibilità di tenere aperto né il sabato mattina,
Il
mio amico Piero ( da "AprileOnline.info"
del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Pure la burocrazia ci si è messa. Addirittura hanno rifiutato i miei versamenti, poi dicono che sono in deficit... Molti miei colleghi sono andati in pensione come lavoratori precoci. Io posso andare prima in pensione?". "Mi posso informare, ma penso di no.
Gli
enti locali da Tremonti ( da "Gazzetta di Reggio"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: avere un livello di federalismo fiscale, ridurre la burocrazia. Perfino le associazioni di volontariato fanno fatica a fare le feste nell'aia". Vi sentite parte della cosiddetta casta? Rossi sobbalza: "Non siamo una casta. "Friggo" quando sento queste cose. Il nostro è amore per ciò che facciamo, per il territorio che rappresentiamo.
Sindaci
in allarme: ci tolgono l'autonomia
( da "Gazzetta
di Reggio" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Dallasta: "La nostra burocrazia è frenata anche da altre burocrazie". Si parla di duplicazioni delle autonomie. Quali vanno evitate o superate? Beggi: "Le competenze a livello del sociale, della cultura e del turismo riguardano diversi livelli istituzionali: Regione, Provincia, Comuni.
Sei
mesi per una visita al centro diabetico
( da "Trentino"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e la burocrazia a cui sono stati sottoposti i professionisti del centro, oggi purtroppo dobbiamo rilevare che l'assistenza ai malati è venuta meno. Il problema riguarda i tempi d'attesa per le visite di controllo. Sia chi è affetto da diabete di tipo 1, sia chi ha il diabete di tipo 2 oggi, rispetto a un anno e mezzo fa,
L'autobotte
arriverà, ma solo tra un anno ( da "Trentino"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia allunga i tempi. Questo è quanto emerso nel corso della recente assemblea della settantina di pompieri di Pergine convocati per l'annuale bilancio consuntivo sotto la presidenza del comandante Giorgio Fuoli, presenti anche l'ispettore Giancarlo Tomaselli e l'assessore Aldo Zanella.
Carta
d'identità tessile, oggi sarà approvata la nuova versione
( da "MF
Fashion" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: un po' di burocrazia, la fine del mandato e la riconferma al vertice di Itf di Luca Mantellassi, presidente della Camera di commercio fiorentina, hanno allungato i tempi della revisione della versione originaria della carta di identità tessile, quella che prevedeva solo come facoltativa l'indicazione della filatura.
Responsabilità,
società in ritardo ( da "Italia Oggi"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: costi e burocrazia. L'88% ha coinvolto consulenti esterni e la scelta ha rappresentato un costo elevato per le società. Un costo necessario si legge nel documento Assonime, "perché ha consentito di introdurre conoscenze e esperienze nuove necessarie per sviluppare una sensibilità e una cultura aziendale adeguata alle nuove tendenze legislative in tema di responsabilità dell'
Acciaio,
teso faccia a faccia tra Riva e istituzioni
( da "Secolo
XIX, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di aver rallentato con i tempi lunghi e le complicazioni della burocrazia l'attuazione dell'accordo di programma che ha sancito la chiusura della produzione a caldo e la destinazione di parte delle aree alla città. Ma soprattutto Riva ha chiamato in causa il Comune sollevando la questione degli oneri di urbanizzazione, ritenuti troppo alti.
Andrea:
Da 5 anni aspetto la risposta ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia, in questi anni, ha rallentato le procedure. "Quando ho fatto richiesta nel 2003, servivano 10 anni di residenza continuativa", racconta. Ed è proprio questo il nodo. Una cancellazione dagli elenchi anagrafici di Cividate Camuno, dove Saai era formalmente residente pur vivendo e lavorando a Brescia,
Confronto
col governo su por e debiti ( da "Nuova Sardegna, La"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: uno dei problemi riguarda la lentezza da parte della burocrazia regionale nell'iter per l'erogazione dei contributi alle aziende agricole. Soprattutto nei servizi forniti da Argea si sono verificati ritardi nel saldo dei contributi. Ma ora l'assessorato ha dato un'accelerazione alle pratiche. Tra le partite aperte, naturalmente, resta quella delle imprese indebitate,
C'È
STATO un tratto stradale mugellano, nel giorno del grande ingorgo d
( da "Nazione,
La (Firenze)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ha vinto cioè la burocrazia, perché non si è fatto in tempo a 'passar le carte' tra Società Autostrade e Provincia di Firenze, che pure aveva manifestato la propria disponibilità a prendere in carico il nuovo tratto stradale. Ma che poi senza un atto di consegna formale, non si è voluta assumere le necessarie responsabilità.
Trieste
Sede inedita per la Sagra della sardella edizione 2008. La popolare e seguita
manifestazione... ( da "Piccolo di Trieste, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Giorgi comunque si è lamentato della "terribile burocrazia che impedisce di accedere attraverso una trafila normale agli spazi lungo le Rive". Sarà per il prossimo anno. Intanto tutto è pronto per l'inaugurazione di domani alle 18, sul campo del Campanelle, con la musica di Giorgio Manzin.
Il
timore del presidente nel sud è realtà - massimo villone
( da "Repubblica,
La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: analisi Il timore del Presidente nel Sud è realtà MASSIMO VILLONE Di burocrazia si può anche morire. A Casal di Principe i killer uccidono chi avrebbe potuto testimoniare l'intreccio tra rifiuti, camorra, politica. Perché mancava la protezione richiesta? Si è sentito anche dire che non di un pentito si trattava, ma di qualcuno che si avviava a pentirsi.
Subappalti,
abolito l'onere certificatorio complicazione in meno per le imprese
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: per le imprese Burocrazia sconfitta. Perlomeno per quel che riguarda i subappaltatori sui quali ricadeva, sulla base di quanto stabilito dal regolamento attuativo in materia di appalti, di un "ingiustificato onere certificatorio". Il Governo, invece, recependo le richieste di Confartigianato, ha eliminato il balzello compiendo un passo in avanti sul fronte della semplificazione.
Invalidità,
l'odissea di un ex emigrato ( da "Nuova Sardegna, La"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è quanto traspare da una storia di ordinaria burocrazia raccontata alla "Nuova" da un invalido di Bolotana, Giovanni Barrasca, 56 anni, ex emigrato, rientrato in paese nel 2005 da Reggio Emilia, dove lavorava come muratore. Lì ha lasciato i 4 figli, anche loro operai. "Sono tornato per cercare di stare meglio a casa mia, senza pagare l'affitto",
Tutti
contro l'assenteista ma ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: con le tante imposte dalla burocrazia. Ma l'attestato è poi diventato uno dei puntelli della difesa della Guglielmi. L'orientamento dell'ente su tutta la vicenda è parso comunque chiaro, se è vero che la Provincia ha subito nominato l'avvocato Verena Corradini "per partecipare al procedimento, nell'ambito del quale l'amministrazione potrebbe risultare parte offesa o danneggiata.
Di
PAOLO GRILLI LA LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha che aumentato le
( da "Resto
del Carlino, Il (Modena)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: con le tante imposte dalla burocrazia. Ma l'attestato è poi diventato uno dei puntelli della difesa della Guglielmi. L'orientamento dell'ente su tutta la vicenda è parso comunque chiaro, se è vero che la Provincia ha subito nominato l'avvocato Verena Corradini "per partecipare al procedimento, nell'ambito del quale l'amministrazione potrebbe risultare parte offesa o danneggiata.
Di
MAURIZIO BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino Giunchi riceve
( da "Resto
del Carlino, Il (Cesena)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ovvero la spina dorsale della burocrazia ? di strutture centrali della comunità sociale, come Hera, Ausl e Arpa, l'agenzia di protezione ambientale. Le condanne certificate dal giudice Francesco Cortesi, per il pm Santangelo e tutti gli investigatori impegnati in questa trincea cittadina suggellano un lavoro che sulle prime appariva a dir poco impervio.
Rifiutopoli,
l'indulto ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ovvero la spina dorsale della burocrazia ? di strutture centrali della comunità sociale, come Hera, Ausl e Arpa, l'agenzia di protezione ambientale. Le condanne certificate dal giudice Francesco Cortesi, per il pm Santangelo e tutti gli investigatori impegnati in questa trincea cittadina suggellano un lavoro che sulle prime appariva a dir poco impervio.
Di
ALBERTO ANDREOTTI PROBABILMENTE per Giovanni domani sarà il giorno pi&
( da "Nazione,
La (Empoli)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: due medicine molto piùà efficaci della burocrazia, in questo Paese. Le maestre hanno deciso, appunto, di andare a casa del loro alunno speciale volontariamente, senza percepire alcun compenso straordinario. I RISULTATI sono stati sorprendenti, il bambino ha potuto seguire regolarmente tutte le materie ed ora può andare in seconda.
BUROCRAZIA
( da "Resto
del Carlino, Il (Imola)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 5 BUROCRAZIA Caos con i computer E in Comune non risultano i pagamenti già fatti CONTRIBUTI per l'affitto, assegni di cura per anziani e disabili, ma anche assegni di maternità, contributi per l'abbattimento della tassa rifiuti e tutte le altre agevolazioni economiche previste: le autocertificazioni firmate per ottenere queste agevolazioni nel 2007,
)
MONUMENTO <La sinistra fa sempre quello che vuole> E'
( da "Resto
del Carlino, Il (Imola)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: una burocrazia che ci fa perdere solo del tempo e fa girare carta inutilmente. Si è persa un'altra buona occasione, ma lo segnaliamo ai solerti assessori competenti e in particolare all'assessore Bondi dedicato al ramo ed esperto del settore. Basta aggiungere la possibilità di inoltrare la domanda attraverso internet con gli estremi di avvenuto pagamento e si risparmierebbe in tre:
Santi
e il Piano rurale: <Tante aziende a rischio>
( da "Resto
del Carlino, Il (Pesaro)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: paletti e burocrazia rendono lo sviluppo aziendale macchinoso e per nulla agevole. Sarebbe opportuno riflettere sulla possibilità di redigere un solo business plan come strumento per verificare l'efficacia dell'intervento. Il settore del biologico, per fare un altro esempio, rischia con i nuovi adempimenti di sparire,
Di
FEDERICA ANDOLFI <LA SCUOLA non è più vista come risorsa sul
( da "Resto
del Carlino, Il (Ascoli)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: impoveriscono ulteriormente il territorio della Provincia, dimenticato dalla Regione, dalla direzione Generale, dai politici". "La burocrazia ? insiste Umberto Angeli, docente tecnico pratico del Liceo scientifico ? sta uccidendo la scuola. Per restituire un buon prodotto per la nuova classe dirigente, servono professionalità, soldi e risorse umane".
Professionalità
nonostante tutto ( da "Nazione, La (Umbria)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia: addirittura, in un caso, è bastato un giorno. "D'Emilio ? si legge nell'ordinanza firmata dal gip Matteini ? riceveva dal Kokomani denaro e altre utilità" per 'aiutare' le persone di cui lo stesso albanese forniva i nomi. In alcune circostanze, spiega ancora il giudice, "abusando della sua qualità di ispettore e in particolare ingenerando nei soggetti la convinzione che
Di
PATRIZIA PEPPOLONI FOLIGNO I TEMPI non sono
( da "Nazione,
La (Umbria)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Burocrazia permettendo, nel giro di pochi anni il progetto-Chiascio (che ha alle spalle anni tormentati da un'altalena di polemiche e silenzi) dovrebbe dare al territorio le risposte che si aspetta sul fronte delle molteplici esigenze idriche.
Il
geometra non lavora più in Comune
( da "Nuova
Ferrara, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: iter previsto dalla burocrazia giudiziaria, che prevede che il Comune debba attendere comunicazione ufficiale dal tribunale di Ferrara del passaggio in giudicato della sentenza che, anche per i patteggiamenti, deve avere il visto dalla procura generale. Gardenghi, dunque, si è fatto da parte: dopo essere stato sospeso per più di un anno con il classico "
FESTIVAL
ECONOMIA: L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA FIAT MARCHIONNE FRA SINDACATI,
FINANZA E MERCATI GLOBALI "L'ITALIA TROPPO DIVERSIFICATA, A VERONA TROVI
L'ACCORDO, A TORINO NO." ( da "marketpress.info"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: troppo ingessata dalla burocrazia. E comunque, non si dedicherebbe ad attività di tipo finanziario. L'amministratore delegato della Fiat considera indispensabile la ricerca sui biocarburanti, anche per contrastare un problema ambientale che però, avverte, è generato ancora in massima parte dall'uso del carbone.
Burocrazia
e disguidi postali tra le cause delle disfunzioni
( da "Provincia
Pavese, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: AZIENDA "Burocrazia e disguidi postali tra le cause delle disfunzioni" PAVIA. Sono due le cause principali a cui Enel imputa il maggior numero di disfunzioni che gli utenti lamentano. "Con la liberalizzazione del mercato elettrico si sono delineate due categorie di clienti - spiega Enel - In primo luogo quelli vincolati,
FETIVAL
ECONOMIA, L'UNIONE EUROPEA: UN MERCATO SENZA DEMOCRAZIA? L'INTERVENTO DEL
PROFESSOR SERGIO FABBRINI E DEL GIORNALISTA CARLO BASTASIN
( da "marketpress.info"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia comunitaria ma persone elette direttamente o indirettamente dai cittadini degli stati. Inoltre esiste un complesso sistema di norme e di controlli giudiziari a garanzia della tenuta complessiva dell'impianto istituzionale. In sintesi l'Unione Europea è sicuramente un'organizzazione che regola un mercato ma è anche un vero e proprio sistema politico visto che prende decisioni
Una
festa per leccarsi le ferite ( da "Giornale.it, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ora dobbiamo con i partiti, i movimenti, le associazioni e i singoli creare un percorso unitario, lontano dai verticismi e dalle burocrazie, da praticare e vivere soprattutto nelle realtà locali". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
Una
dieta per la Fao ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ha una burocrazia pletorica, incerta sulle priorità, incline a barcamenarsi. E però lamentosa degli egoismi, della miopia così diffusi nel mondo. Ha ragione. Ma dovrebbe guardarsi anche in casa. Dimagrisse, consumerebbe meno quattrini per se stessa.
Sacconi
avvia la semplificazione delle procedure
( da "Sole
24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: alleggerimento della burocrazia. Nei 537 centri distribuiti equamente lungo la penisola, secondo un rapporto di uno ogni 100mila abitanti, lavorano 15mila persone. Di questi, da quanto emerge dai dati forniti dall'Isfol, il 60% sono ex dipendenti degli uffici di collocamento, mentre il resto sono arrivati in seguito a nuove assunzioni fatte nel corso degli ultimi dieci anni.
L'ORGANIZZAZIONE
( da "Sole
24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: il 60% provengono dagli ex-uffici di collocamento, mentre il resto sono frutto di assunzioni fatte più recentemente 40% La burocrazia Le procedure e le attività di back office occupano quasi il 40% del lavoro degli impiegati dei centri per l'impiego.
Annullate
le sei gare Qualità Italia ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è stato macinato dalla macchina della burocrazia. Oggetto delle sei gare sotto i riflettori sono piccole opere pubbliche di importi compresi tra 1,1 e 7,4 milioni. Enti banditori sono amministrazioni di altrettante regioni del Mezzogiorno che in questi giorni stanno sospendendo gli iter concorsuali.
La
lezione democratica americana ( da "Tempo, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La politica si rivela libera dalle burocrazie partitiche e si risolve tutta nella trasparenza delle competizioni elettorali, presupposto del primato delle istituzioni sui gruppi di pressione politici ed economici. La candidatura della senatrice Clinton sembrava un evento straordinario perché per la prima volta una donna puntava, con notevoli probabilità di successo,
Migranti
italiani nel dopoguerra ( da "Manifesto, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia diplomatica e dei passaporti). Ad essi fanno riscontro, in relativa discontinuità rispetto al passato (si pensi solo all'emigrazione nella Francia dell'entre-deux-guerres), le stagioni degli "accordi" bilaterali dove peraltro all'Italia toccò sempre il posto del convitato più debole: a riprova del fatto che la stessa condizione di "
Così
<lo squalo> è diventato avvocato dei piccoli
( da "Corriere
della Sera" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della burocrazia. Perché in tutta questa vicenda, racconta Martinez, "mi sono accorto subito che qualcosa non andava". A partire dal provvedimento (articolo 403) preso il 14 marzo dal Comune di Basiglio in base alla denuncia di una maestra che indicava la bambina (9 anni) come autrice della vignetta.
La
preoccupazione per la cementificazione della Piana è anche la mia. Lo schema d
( da "Messaggero,
Il (Rieti)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: snellire la burocrazia. Le linee guida sono quelle date dal consiglio comunale tra l'altro in maniera ancora più stringente rispetto alla legge regionale". Stringi stringi, nessuno nascondendosi sotto l'ombrello dell'utilizzazione aziendale amplierà più casali, moltiplicherà rimesse agricole, duplicherà annessi rurali allargando così la rete di sfregi che segna la piana reatina?
L'imprenditrice:
Odio la burocrazia. E il piccolo senza l'aiuto della politica è destinato a
morire ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: L'imprenditrice: "Odio la burocrazia. E il piccolo senza l'aiuto della politica è destinato a morire".
GABICCE
- La gioia le si legge in viso. Paola Michelacci, imprenditrice del turismo,
titolare di un ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: "Un sacco di burocrazia. Io odio la burocrazia. Con l'ultimo albergo nuovo, l'"M Glamour hotel" ex Valbruna, mi hanno fatto morire. Per il resto le Marche hanno tutto, possono offrire tutto. Se si valorizzasse l'aeroporto di Falconara saremmo padroni di tutto.
La
corsa del turista low cost ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia più snella, dal settore un traino di 12 miliardi" Secondo il sondaggio elaborato in esclusiva dal Sole-24 Ore NordEst raccogliendo le valutazioni di Astoi, Federalberghi, Federturismo, Fiavet, Unioncamere e Confindustria Alberghi, i fattori che influenzano positivamente i turisti sono il livello di accoglienza e professionalità delle strutture e la bellezza del patrimonio
La
mia riforma anti-burocrazia ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 2 autore: INTERVISTA Luca Zaia "La mia riforma anti-burocrazia" Ha passato due anni con gli operatori del turismo Luca Zaia, dimissionario vicepresidente della Regione Veneto e assessore al Turismo, oggi nuovo ministro dell'Agricoltura. "Due anni fianco a fianco con albergatori, campeggiatori, addetti dell'extralberghiero.
Passa
dall'estero l'esame di maturità dell'Alessandrino
( da "Sole
24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Un altro tema chiave per il futuro è la semplificazione: "L'eccessiva incidenza della burocrazia e delle procedure- rileva Lulani, che è a.d. della Giuso, azienda di Acqui Terme del settoredolciario – non favorisce le decisioni delle imprese, aumenta i costi di produzione e di riflesso i prezzi al consumo". Vi sono poi le infrastrutture.
Un
patto con il Veneto per le infrastrutture
( da "Sole
24 Ore, Il (Nord Est)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Quando penso alla burocrazia penso soprattutto alla eliminazione di adempimenti inutili per i cittadini e le aziende. Nel caso delle imprese, lei punta sull'autocertificazione. Certo,per l'aperturadi nuove attività prima del completamento delle autorizzazioni.
Bolzano
chiede più infrastrutture ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: aumentare i salari netti e ridurre i costi della burocrazia sono priorità anche in Alto Adige. E quando il presidente Christof Oberrauch dice che "il 90% delle nostre richieste ormai sono rivolte a Roma, più che alla Provincia ", fa intendere come il destino dell'economia altoatesina sia legato a quella italiana molto più di quanto si potrebbe pensare.
Per
i rischi industriali al via i nuovi controlli
( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: esercizio industriale dovrà tener conto dei piani urbanistici comunali e dei rapporti di sicurezza, presentati dalle imprese al Comitato tecnico regionale. www.ilsole24ore.com/economia Il testo della legge Seveso pugliese PARERI FAVOREVOLI Secondo Confindustria la disciplina è da approvare perché ha procedure con poca burocrazia che danno risposte celeri.
La
base - (segue dalla copertina) carlo bonini
( da "Repubblica,
La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Occidente
pensare che non esista un lavoro di burocrazie alla base di un grande piano. Ma
è esattamente così che ho condotto l'operazione 11 Settembre. Ho viaggiato
anche fino a un giorno e mezzo per incontrare personalmente Osama Bin Laden e
sottoporgli l'avanzamento dell'operazione. Talvolta ho messo giù i miei appunti
su pezzetti di carta non più lunghi di
Brambilla,
sottosegretario che scalpita "romperò le scatole, avrò più poteri" -
giovanna casadio ( da "Repubblica, La"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ho già messo su una specie di "dipartimento" per rilanciare l'immagine dell'Italia. Penso a una terapia d'urto e tutti sappiamo che non andrà nulla alla burocrazia, ai funzionari all'estero: per ogni euro che spendiamo deve esserci un turista in più che arriva". Con Berlusconi si sente? "Sempre".
Atto
finale a Guantanamo 11 settembre, il processo
( da "Repubblica.it"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Occidente
pensare che non esista un lavoro di burocrazie alla base di un grande piano. Ma
è esattamente così che ho condotto l'operazione 11 Settembre. Ho viaggiato
anche fino a un giorno e mezzo per incontrare personalmente Osama Bin Laden e
sottoporgli l'avanzamento dell'operazione. Talvolta ho messo giù i miei appunti
su pezzetti di carta non più lunghi di
Sanità
pubblica da rilanciare ( da "Centro, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: sviluppo reale dell'assistenza domiciliare per scoraggiare burocrazia e ricoveri inutili. Queste alcune delle proposte per la sanità dei Giovani comunisti di Penne, impegnati a promuovere una nuova stagione di confronto, anche serrato, sulle tematiche ritenute fondamentali che interessano tutta la comunità dell'area.
La
Sapienza e il rito dell'intolleranza
( da "Giornale.it,
Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Roma,
quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra
( da "Giornale.it,
Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
D'Alema
batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la prende con la
( da "Giornale.it,
Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Berlusconi,
Veltroni e i nemici del dialogo ( da "Giornale.it, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Quel
venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni
( da "Giornale.it,
Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Berlusconi
e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
( da "Giornale.it,
Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Così
le tecnologie ci cambiano la vita Dì la tua
( da "Giornale.it,
Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Racconta
anche tu la partita della tua vita
( da "Giornale.it,
Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
La
lezione democratica americana ( da "Tempo, Il"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La politica si rivela libera dalle burocrazie partitiche e si risolve tutta nella trasparenza delle competizioni elettorali, presupposto del primato delle istituzioni sui gruppi di pressione politici ed economici. La candidatura della senatrice Clinton sembrava un evento straordinario perché per la prima volta una donna puntava, con notevoli probabilità di successo,
Fao,
Frattini difende il polo romano delle Nazioni Unite: ''E' importante''
( da "Redattore
sociale" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Non mi unisco- ha ribadito Frattini- alle polemiche sull'esistenza di strumenti o di agenzie che hanno svolto e svolgono un ruolo prezioso. Quello che occorre e' che le agenzie funzionino risolvendo i problemi e non ne aggiungano complicazioni e burocrazia". (DIRE).
Incarichi
in Regione Tagli alle consulenze ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Meno burocrazia. Questo è il secondo fronte, che vedrà impegnati innanzitutto il vicepresidente Luca Ciriani e De Anna. La Confartigianato ha dichiarato senza mezzi termini di aver calcolato nel 5,8 per cento di produttività in più il vantaggio che le imprese ricaverebbero in regione da una riduzione dei lacci burocratici che ora ne limitano pesantemente la capacità operativa.
Business
oltreconfine, progetto Assindustria
( da "Gazzettino,
Il (Belluno)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: estero devono muoversi tra burocrazia e imprevedibili mutamenti del mercato che rischiano di compromettere la fortuna di una attività produttiva o di commercializzazione. Con il serio rischio di prendersi qualche "fregatura". A supporto degli imprenditori arriva allora Assindustria di Belluno, che ha realizzato un vero e proprio "Progetto internazionalizzazione"
<Colpiti
gli agenti di commercio> ( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: lo studio di settore si accanisce mettendo addirittura in discussione le percentuali di provvigione stabilite con l'azienda committente, percentuali che si mantengono stabili ma se variano, spesso lo fanno al ribasso. "Ancora una volta -continua Zilio- siamo costretti a fare i conti con una burocrazia che tutto sembra conoscere fuorché la realtà dell'economia e del lavoro "vero"".
GIUNTA
REGIONALE Burocrazia ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: GIUNTA REGIONALE Burocrazia e costi della politicasi studiano i disegni di leggeNei prossimi mesi la Giunta regionale intende presentare al Consiglio quattro disegni di legge: due ddl di rivisitazione delle attuali normative sull'urbanistica ed il reddito di cittadinanza e famiglia;
Tondo
taglia del 10\% i costi della politica
( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: BUROCRAZIA. Questo è il secondo fronte, che vedrà impegnati innanzitutto il vicepresidente Luca Ciriani e De Anna. La Confartigianato ha dichiarato senza mezzi termini di aver calcolato nel 5,8 per cento di produttività in più il vantaggio che le imprese ricaverebbero in Friuli Venezia Giulia da una riduzione dei lacci burocratici che ora ne limitano pesantemente la capacità operativa.
Furini
e i problemi di lavoro ad "AsoloLibri"
( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è un viaggio vissuto in prima persona dallo stesso autore nella burocrazia applicata alle aziende e nel mondo del lavoro in genere in Italia. Dall'esperienza diretta dell'autore ne è nato questo libro-inchiesta che è stato letto e discusso dai ragazzi del Liceo Filippin. Quante ne è emerso lo illustreranno questa sera al pubblico e nel contempo presenteranno anche l'autore.
Regioneall'opera
( da "Sicilia,
La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: avviare quegli investimenti rimasti impantanati nelle maglie della burocrazia. E l'Ars, in questa direzione, è chiamata ad uno sforzo straordinario di delegificazione. Ancora più duro il lavoro che attende il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ed il suo governo. Dai tagli alle spese, al piano di rientro del deficit sanitario, alla programmazione dei fondi europei 2007-2013.
ALBERI
A RISCHIO, IL BOSCO DELLA REGGIA RESTA CHIUSO
( da "Mattino,
Il (Circondario Sud2)" del
04-06-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: "Cercherò di mettere tutti intorno allo stesso tavolo domani - conclude Borrelli - anche se questo rappresenta l'ennesimo caso in cui una burocrazia lenta e farraginosa si frappone alla rapida soluzione di problemi che sono molto più semplici di quanto possa apparire".
BUROCRAZIA.
Al via a Rimini EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali
( da "HelpConsumatori"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: News BUROCRAZIA. Al via a Rimini EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali 04/06/2008 - 15:27 "Sta nascendo un team interministeriale per riformare la legislazione sugli enti locali, sulla strada del federalismo": è quanto annunciato oggi dal sottosegretario al ministero dell'Interno nella giornata inaugurale di EuroPA,
Vecchi
(An-Pdl): tesserini venatori; disservizi nel Comune di Imola
( da "Sestopotere.com"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: , chiede alla Giunta di attivarsi per ovviare a questi disservizi e per limitare i disagi ai cacciatori dovuti ad una ingiustificabile burocrazia. Il consigliere, infine, chiede di conoscere quanti casi analoghi si sono registrati nei Comuni emiliano-romagnoli.
Alitalia
sempre più nel caos Prestito-ponte nel mirino Ue
( da "Quotidiano.net"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.
Ban-ki
Moon: "Si rischiano guerre del pane"
( da "Quotidiano.net"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.
Silvio:
"No al reato di clandestinità" La Lega insiste: "Niente
dietrofront" ( da "Quotidiano.net"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.
Carla
racconta la storia con Sarkò "La sua intelligenza mi ha sedotta"
( da "Quotidiano.net"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.
Yahoo
nella tempesta, Icahn non molla la presa
( da "Quotidiano.net"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.
La
sonda Phoenix arriva su Marte e invia immagini del pianeta rosso
( da "Quotidiano.net"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non dovevano giocare.
Uno
Statuto poco autonomista ( da "Opinione, L'"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Questo gran lavoro produce un solo risultato: quello di creare ulteriori strati di burocrazia con nuovi oneri e nuove tasse. La lunghezza del testo (quasi cento articoli, molto più della Costituzione americana) è un ulteriore prova che l'operazione sia stata concepita per consolidare il potere centrale fingendo di introdurre il federalismo.
Andrea:
"Da 5 anni aspetto la risposta" Nel 2006 Bresciaoggi si occupò
del caso di Andrea Saai... ( da "Brescia Oggi"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia, in questi anni, ha rallentato le procedure. "Quando ho fatto richiesta nel 2003, servivano 10 anni di residenza continuativa", racconta. Ed è proprio questo il nodo. Una cancellazione dagli elenchi anagrafici di Cividate Camuno, dove Saai era formalmente residente pur vivendo e lavorando a Brescia,
"Dietro
alle critiche alla Fao c'è anche una guerra di potere"
( da "Panorama.it"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: un rapporto interno da cui emerge che la Fao soffre di una burocrazia costosa, di un controllo eccessivo, di doppi impieghi, di concentrazione dei poteri, di una mancanza di communicazione tra i vari piani della sede centrale e tra quest'ultima e il terreno. Alcuni paesi, tra cui la Svizzera, hanno addirittura minacciato nel novembre scorso di rispedire al mittente il budget 2008/
"Tassare
le compagnie petrolifere per redistribuire la ricchezza"
( da "Quotidiano.net"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: sottraendole alle mani adunche delle burocrazie statali?oppure questi sanno qualcosa che noi non sappiamo,ci sarà un asteroide in rotta di collisione con la terra... 03/06/2008 17:11 raimondo pistoia Ritengo che le proposte del Ministro Tremonti di tassare i petrolieri per ridistribuire le ricchezze sia cosa ben fatta.
Ambulanze
del 118<Il medico a bordopuò salvare la vita>
( da "Sicilia,
La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: E sono inoltre tante le difficoltà di orientamento in un territorio rurale disseminato da tanti insediamenti e le tante destinazioni nosocomiali errati. Di fronte ai morti sul campo, la burocrazia deve passare in secondo ordine e sono certo che un suo deciso impegno in proposito permetterà di superare tale precaria e rischiosa situazione". M. B.
Monaco
incontra i tre segretari di Cgil, Cisl e Uilper parlare della riduzione dei
costi della politica ( da "Sicilia, La"
del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: In tutto il territorio ci sono troppi lavoratori part time; necessaria la velocizzazione della burocrazia, ma anche una cabina di regia e una vera concertazione per ottenere dei risultati che consentano veramente uno sviluppo del territorio. f. g.
Un
bisturi e quella soglia da non varcare
( da "Provincia
di Como, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ci permettiamo di precisarlo perché diffidiamo della burocrazia e ancor più del linguaggio da mandarini che in certi uffici pubblici è di rito. L'esempio relativo alla delibera del Sant'Anna, sul servizio che da dopodomani dovrebbe ricoprire l'ormai ex primario parla chiaro e parla chiaro proprio perché scritto in modo così oscuro.
Fra
scienza e allarmismi Il caldo ucciderà il pianeta
( da "Provincia
di Como, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: disastri che hanno combinato negli ultimi recenti diciotto mesi ed anche col precedente governo hanno aumentato burocrazia e spesa pubblica, altro che parlare di riduzione del deficit. Prodi non è mai stato uno statista, ma solo un uomo di partito, come dimostrano le gravi calamità che ha provocato in seno all'amministrazione: svendita di Iri, acquisto di Telecom Serbia per contanti.
( da "Quotidiano.it, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
San Benedetto del
Tronto | "Si hanno più notizie dell'Area Vasta? Quali risultati concreti
ha portato l'idea di Area Vasta?". A chiederlo è CittadinanzAttiva:
"Se ne è parlato molto nel nostro territorio, ma dopo circa un anno e
mezzo non abbiamo avuto responsi ufficiali". Dall'Assemblea territoriale
di San Benedetto del Tronto di CittadinanzAttiva riceviamo e pubblichiamo
quanto segue: Si hanno più notizie dell'area vasta? Quali risultati concreti ha
portato l'idea di area vasta? Oltretutto ci chiediamo se giuridicamente sia mai
esistita l'area vasta nel campo sanitario del Piceno. Può essere normale che in
un contesto territoriale regionale ci sia una diversificazione di offerta
qualitativa dove Ancona riveste un ruolo centrale in termini strutturali e di
investimento di risorse economiche ed umane seguita, in ordine, da Pesaro,
Urbino, Macerata dal fanalino di coda di Ascoli Piceno con tutta la rete degli
altri ospedali? Il paziente in questo contesto deve essere curato assicurando
la massima prestazione, ricorrendo, se occorre, al trasferimento nei punti di
maggiore specializzazione. Questo è il principio sul quale ci si deve muovere
ma, premesso quanto sopra facciamo difficoltà a percepire il significato di
area vasta e cioè quale è stata la novità qualitativa di questo nuovo pensiero
strategico. Se ne è parlato molto nel nostro territorio, ma dopo circa 1 anno e
mezzo non abbiamo avuto responsi ufficiali sui risultati strategici dell'idea
di area vasta. Ci chiediamo: cosa sta succedendo nelle aree di competenze
specialistiche della zona 12? Cosa sta avvenendo in termini funzionali e
programmatici nell'area Chirurgica, Medica, Emergenza, Materno Infantile,
Territoriale, Salute Mentale, Prevenzione, Amministrativa anche alla luce di
una diversificazione qualitativa con la Zona 13 ? Quali sono le attività di
ogni specifica area che lasciano ben sperare al fine di ottenere una
diversificata offerta qualitativa territoriale? La continua sofferenza sul
piano delle risorse finanziarie non lascia presagire nulla di buono per la Zona
12, ma quello che più ci preoccupa è non essere a conoscenza di una strategia
programmatica, chiara e condivisibile Avevamo chiesto, alcuni mesi fa, la CARTA
DEI SERVIZI che ogni cittadino avrebbe potuto consultare a garanzia di tempi e
qualità certi, ma da questa Direzione non si è andati oltre la promessa
verbale. Per ottenere risultati occorrono programmi, risorse, competenze, ma
anche scelte politico sanitarie, tutto rivolto a garantire il cittadino
paziente, quest'ultimo unico elemento centrale di tutta la burocrazia tecnico politica
amministrativa. Sulla tanto sbandierata "Aria Vasta" sanitaria, di
cui ci sfugge il disegno strategico complessivo, per ora registriamo solo che
sono state costituite commissioni (tante), si fanno riunioni (forse), si
studiano i problemi (forse), ci si avvale della collaborazione dei movimenti
dei consumatori (solo di facciata). In sintesi: parole, parole, parole.
Per converso, la cruda realtà è che per la nostra zona, mancano risorse,
mancano strumenti e, soprattutto, manca il personale, elemento cardine di ogni
"esercito" che può anche fare a meno di tanti "generali" se
poi non ha le truppe per combattere! 01/06/2008.
( da "Trentino" del 02-06-2008)
Pubblicato anche in: (Alto Adige)
Argomenti: Burocrazia
Fila di oltre
duecento metri per vedere il grande risanatore: "Dove investire? In
Russia" Marchionne: "Troppi vincoli, così la Fiat se ne va"
Folla da record per l'"ad". Protesta al Sociale di Ezio Casagranda
(Cgil) sulla precarietà Il sindacato ha un ruolo utile ma il dialogo si basa su
degli strumenti che sono troppo antiquati GIANPAOLO TESSARI TRENTO. Folla, e
coda, da concerto rock ieri sera al Sociale per Sergio Marchionne, l'ad di Fiat
che, in quattro anni, ha sestuplicato (tra l'altro) il valore delle azioni del
gruppo. De Bortoli del resto, l'ha presentato così: "Con il manager della
più grande industria italiana questa sera c'è la chiusura ideale di questo
Festival dell'Economia". Chiusura che ha rischiato l'"incidente"
in sala, in stile Prodi lo scorso anno, per una protesta della Cgil sulla
precarietà. Ma dopo un breve intervento tutto è andato liscio. E
dall'intervento in sala affidato a Sergio Casagranda della Cgil, Marchionne ha
perso l'abbrivio: "La sicurezza è un problema enorme ed in Fiat
ultimamente abbiamo dovuto fare i conti con alcuni infortuni gravi. Dovuti, ma
lo dico senza voler rimproverare nessun vista la drammaticità del tema, anche
alla non applicazione delle misure di sicurezza che pure erano previste. Per
quanto riguarda la precarietà, occorre d'ora in avanti pensare a proteggere
sempre di più il lavoratore e non il posto di lavoro. Servono infrastrutture,
reti di protezione specifiche, ma che non possono essere lasciate sulle spalle
dell'industria. Per quel che mi riguarda in Fiat, lo scorso anno, abbiamo
assunto 6000 mila persone in Italia e 30 mila nel mondo". Si è utilizzato
molto l'inglese nell'ora esatta che Marchionne ha dedicato al Festival. Si è
parlato, ovvio, di subprime, ma il direttore del Sole, ha cercato di stimolare
il top manager anche sulla sua playlist dell'Ipod. Ottenendo però più
soddisfazione dall'ambito economico: "La crisi mondiale innescata dai
"mutui subrime"? "Negli Usa c'è una grande carenza nella
protezione di consumatori che non sanno bene nemmeno quello che stanno firmando
sugli dei pezzi di carta. Gran parte del problema è stato smaltito. Le banche hanno
risanato, dolorosamente, molto del buco che si era creato. Ma ci sono regole
ben chiare sui rischi che si possono assumere con le banche". Giusto che
le banche si impegnino in Alitalia? "E' l'unica società aerea in Europa
che non guadagna. Avere questo pregio in Italia non è il massimo...".
Ritiene che l'Italia si sottostimi? "C'è una realtà poco piacevole.
L'Italia non ha le condizioni per attirare gli investimenti dall'estero. E non
è solo questione di costi. Qui è tutto ingessato, è molto difficile muoversi:
permessi, accordi sindacali". Se dovesse investire dove lo farebbe?
"Se avessi le competenze per farlo andrei in Russia. In
Cina si sta creando una burocrazia che li porterà presto alla paralisi". Il sindacato è
inadeguato? "Il suo ruolo è utile, ma il dialogo tra il sindacato e
l'azienda si basa su strumenti antiquati. Nella Fiat si vorrebbe mantenere un
contratto del 1993: se non ci cambia sarò costretto a portare l'azienda
altrove. Così è impossibile". Inevitabile che sia parlato di
sviluppo dell'auto: "Tra 10 anni sarà ibrida. Tra 30 anni, forse, sarà ad
idrogeno. Non c'è nemmeno una rete di distribuzione a metano. Noi siamo i primi
produttori al mondo". Uno spot? "Sì, sono pronto a vendere auto qui
fuori ai trentini e a prendere ordini. Anche per i camion".
( da "Giornale di Brescia" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione: 02/06/2008
testata: Giornale di Brescia sezione:GdB LAVORO IL SEMINARIO METTERSI IN
PROPRIO Vorrei costituire un'impresa, che cosa devo fare? Se nelle vostre
intenzioni fa capolino un progetto imprenditoriale ma non avete presente tutti
gli aspetti necessari alla sua realizzazione, può fare al caso vostro il
seminario "Creazione di un'impresa" organizzato dal Servizio
politiche giovanili del Comune di Brescia, in collaborazione con
Confcooperative di Brescia. Lo scopo del seminario è infatti di ridurre lo
spazio tra la fantasia imprenditoriale e la vera e propria "business
idea" facilitando il reperimento di informazioni utili a chi vuole mettere
in pratica un proprio progetto imprenditoriale. È un incontro di informazione e
primo orientamento per chi non ha ancora chiaro cosa ciò significhi a livello
di impegno, responsabilità, competenza e abilità. Verranno
affrontate diverse tematiche riguardanti la costituzione di un'impresa, dalla burocrazia all'elaborazione del progetto
di fattibilità economica Il gruppo sarà formato da un massimo di 10 persone ed
è richiesto il curriculum vitae e la compilazione di una scheda informativa.
L'incontro si terrà nella sede di Confcooperative, in via XX Settembre
( da "Arena, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PROMOZIONE. IL
TESSERAMENTO CONTESTATO (CON RELATIVA PARALISI DEI PLAY OFF) SCATENA LA RABBIA
DELLE SOCIETÀ Caso Aguilar, ansia infinita "Riscriviamo le regole"
GIANNI RECCHI di Andrea Mantovani Un dilemma degno del thriller più ardito, una
situazione che mette in crisi le certezze del calcio dilettantistico bloccando
i consueti meccanismi e lasciando in sospeso classifiche e ripescaggi, con
formazioni che si allenano senza sapere a quale avversario potranno
eventualmente contendere la vittoria finale: il campionato di Promozione vive
la perdurante paralisi dei play off, bloccati dal caso Aguilar (con l'eventuale
vizio nel tesseramento del giocatore del Sona Mazza), per cui a presidenti e
allenatori delle formazioni veronesi immischiate non resta altro che ribadire
l'inevitabile sconcerto. GIANNI RECCHI, vice presidente del Villafranca.
"Quello che sta succedendo è estremamente dannoso sia per noi che per
tutto il movimento dilettantistico veneto. Non doveva assolutamente capitare e
bisognava essere concreti nelle decisioni fin dall'inizio senza tutti questi
tira e molla. Non vedo particolari colpe da parte del presidente regionale
Gianni Guardini ma noto piuttosto una scarsa chiarezza nel regolamento. Anni fa
la cosa si sarebbe risolta subito grazie a regole molto più chiare, mentre
adesso ci sono un sacco di varianti e postille da interpretare. Bisogna tornare
ad un regolamento più definito. Resta il fatto che ora sta regnando una immensa
confusione e che abbiamo una squadra che si sta allenando da più di mese per
nulla. Spero che si giochi non olre l'8 gugno, altrimenti penso proprio che il
Villafranca andrà comunque in vacanza... E che succeda quel che deve
succedere". WALTER PADOVANI, allenatore del Team Santa Lucia Golosine.
"Penso che questa sia una situazione a dire poco imbarazzante.
Imbarazzante per tutti, frutto di chiari ed evidenti errori da pate di qualcuno
- senza fare nomi - con l'effetto di aver creato tanta confusione. Bisognava
decidere subito, nel bene o nel male. Non accuso e non difendo nessuno ma dico
che bisogna rivedere il sistema. Per quello che riguarda l'aspetto tecnico, non
posso sapere se la mia formazione risulterà danneggiata o meno, anche perché è
la prima volta che mi succede - e che succede in assoluto - una cosa del
genere. Quello che è evidente è che il discorso legato ai play off è
logicamente falsato". DAMIANO ALBERTINI, presidente della Belfiorese.
"Penso che quello che sta succedendo danneggia noi come gli altri, ma
danneggia ancora di più l'immagine della federazione. Un mese di allenamenti
senza sapere quando si gioca e con chi si gioca? È una situazione veramente
stressante sia per noi che per i giocatori. Difficile è anche tenere alta la
concentrazione del gruppo, tenere la tensione sempre costante. È veramente una
situazione inverosimile che sicuramente, vada come vada, lascerà degli
strascichi negativi, senza dimenticare che si è creato un precedente veramente
pericoloso. Parliamo di un prodotto distorto della burocrazia, tipico delle cose italiane,
che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una malattia grave. Bisognava
decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del Sona M. Mazza.
"Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto abbiamo vinto il
campionato. È da tempo che non ci alleniamo perché siamo la formazione
che ha vinto il torneo di Promozione. Qualsiasi altra decisione non verrà presa
in considerazione, sia da me che dalla società. Se ci diranno di giocare i
play-off sarà una bella soddisfazione per i giovani della rappresentativa
allievi, quelli che eventualmente si presenteranno sul campo. Ripeto: noi
abbiamo vinto il campionato, siamo in Eccellenza e non voglio sentire altro".
( da "Nuova Sardegna, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Sassari. Momenti di paura
nel quartiere Latte Dolce per l'incendio di una scuola abbandonata da anni A
fuoco l'amianto, emergenza ambientale Per ore una nube di fumo nero e tossico
ha avvolto una vasta area della città Il Comune avrebbe dovuto procedere alla
demolizione il prossimo anno LUIGI SORIGA SASSARI. Braccia conserte, orecchino,
29 anni, osserva le fiamme mangiarsi la scuola di via Bottego e molte pagine di
ricordi. Sotto quel tetto che ora si accartoccia dal calore e diventa fumo nero
e altamente tossico, lui ci ha vissuto troppi anni. Guarda impassibile come si
assiste alla morte lenta di un nemico, come se dentro al fuoco ci gettasse
volentieri un po' del suo passato. "Il Comune doveva buttarla giù l'anno
prossimo - dice - qualcuno gli ha voluto risparmiare la fatica". Facendo
però un danno ambientale incalcolabile. Una nuvola nera carica di fibre di
amianto ha scorazzato nel cielo della città per due ore. Ha attraversato i
palazzoni del Latte Dolce, sospinta dal vento ha sorvolato gli oliveti
circostanti e ha guardato dall'alto gli altri quartieri e le strade che
aspiravano migliaia di persone, i politici, le forze dell'ordine e le
rovesciavano dentro l'interminabile fiume di fedeli che scivolava dietro la
Madonnina delle grazie. Quando alle 16,30 arrivano i vigili del fuoco nel
quartiere del Latte Dolce, la vecchia scuola in disuso, con il suo tetto fatto
di eternit dal primo all'ultimo centimetro, è già condannata. L'interno è
un'enorme fornace tossica che alimenta lingue di fuoco alte cinque metri. I
vigili provano con gli idranti a placarne il vigore, ma le pareti e il tetto
sono talmente sottili e infiammabili, imbottite di lana di vetro, che il fuoco
si insinua dappertutto, le attraversano e le divora. E' un falò di amianto che
la gente respira con disinvoltura e la città ignora, nonostante la colonna
scura e alta venti metri si veda dalla parte bassa della Buddi Buddi. Sul rogo
non ci sono gli nbcr, le squadre speciali nucleari, biologico, chimico e
radiologico, con le loro tute bianche usa e getta, con la faccia protetta dalle
mascherine, che intervengono quando ci sono incendi che sprigionano sostanze
nocive alla salute. L'eternit è composto di fibre di amianto fatte di
particelle migliaia di volte più sottili di un capello, considerate altamente
cancerogene, che si possono mischiare col fumo e disperdersi nell'ambiente. Se
l'edificio di via Bottego è stato considerato inagibile, è proprio per il tetto
e le pareti di eternit. Le infiltrazioni e gli impianti elettrici non a norma
sono piccoli e irrilevanti optional di fronte a tutto il resto. Basterebbe un
esempio per capire la gravità della situazione: solo per smaltire un vecchio
contenitore di acqua, fabbricato con l'eternit, bisogna ricorrere a una ditta
specializzata nello smaltimento di materiali tossici, che isola l'eternit con
dei solventi liquidi, in modo che non rilasci polvere, poi lo racchiude dentro
il cellophane e lo porta negli impianti per essere distrutto. La zona dove si
sviluppano le fiamme, invece, non è completamente isolata, e i vigili dirottano
il traffico, e gli abitanti del quartiere guardano e commentano allegramente un
simbolo di degrado che, dopo aver solcato diciassette anni di storia e troppe
amministrazioni, adesso se ne va in fumo. Una piccola metatastasi di città che
finora nessun sindaco era riuscito a estirpare e che, per vendetta, prima di
finire all'inferno vuol fare ancora parlare di sè. "Lì dentro ho trascorso
buona parte della mia vita - dice il ragazzo con l'orecchino - sono stato
l'ultimo che ci ha abitato. Era uno schifo". In tutto tre famiglie,
quindici persone, nessun altra alternativa di vita: lavori saltuari o in nero,
disoccupazione, niente soldi per pagare un affitto, pochi figli e pochi punti
per ottenere un alloggio popolare. Allora un capannone che cade a pezzi, che gronda
infiltrazioni, col tetto in eternit che si gonfia di umidità, col freddo che
scivola dentro pareti di cartapesta, con i fili elettrici volanti e rubinetti
perennemente assetati, anche se con molta fatica può anche riuscire a farsi
chiamare casa. Le amministrazioni chiudevano un occhio, i servizi sociali non
avevano nè soldi, nè alloggi e nè bacchette magiche per tirare fuori soluzioni,
i vigili del vuoco si facevano vivi per le emergenze, per un pezzo del soffitto
piovuto giù. Diciassette anni a mollo nel degrado. Poi, nell'ottobre del 2007,
il sindaco Gianfranco Ganau decide lo sgombero definitivo. Intervengono i
vigili del fuoco che decretano l'inagibilità della struttura, l'Asl che
sancisce la pericolosità ambientale, i servizi sociali che tentano opera di
convincimento e un trasloco soft per le tre famiglie di abusivi, e i vigili
urbani che mettono i sigilli alla scuola. Il destino dell'area è l'abbattimento
e la bonifica. Passanno mesi, ma tra i sopralluoghi dell'Asl, i costi elevatissimi per lo smaltimento, i ritardi negli
interventi e nella burocrazia, la vecchia scuola elementare sopravvive ancora. Gli abusivi,
che nel frattempo non hanno nè trovato lavoro e nè trovato una altro posto dove
vivere, forzano ancora una volta i sigilli. I vigili li ricacciano fuori per
l'ennesima volta. Nel frattempo qualche sbandato, qualche barbone e
qualche tossico, la cui ultima preoccupazione esistenziale è una tonnellata di
aminato sopra la testa, sotto quel tetto pericolante ci trascorre le notti. GLi
abitanti del Latte Dolce storcono nuovamente il naso. Pensavano che quella
storia delle occupazioni fosse terminata. Ieri qualcuno ha deciso di chiudere
defitinavente il capitolo. Ha cosparso di benzina le stanze e ha cancellato 17
anni di vergogna.
( da "Nazione, La (Pistoia)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA PISTOIA pag.
25 "Licenziare i fannulloni e premiare i migliori" HO LETTO con
interesse l'intervento di Antonio Pileggi sul rapporto fra costo del personale
ed efficienza del servizio nelle pubbliche amministrazioni. Le osservazioni
contenute nell'articolo sono ? come al solito ? centrate e pienamente condivisibili,
specie in ordine alla necessità della introduzione di un sistema premiale per i
Comuni che assicurano un buon rapporto fra efficienza e costi. Ma anche in
assenza (o in attesa) di tale riforma, nel frattempo le amministrazioni non
possono tuttavia restare inerti di fronte ad una fondamentale esigenza di
razionalizzazione della spesa: finita l'era delle vacche grasse, in cui era
ammesso di tutto e di più, adesso bisogna (finalmente!) fare i conti con la
scarsità delle risorse e con la necessità di recupero di efficacia, oltre che
di efficienza. Può allora la politica rimediare ai danni che ha prodotto?
L'esperienza del comune di Pistoia appare significativa delle difficoltà che
incontra un tentativo di riscossa del buon governo. All'inizio del mandato scorso,
il sindaco Berti ha (coraggiosamente) commissionato uno studio all'Università
di Castellanza, che ha messo impietosamente a nudo le tante e varie criticità
di una gestione dissennata del personale. Dopo una serie di apprezzabili
tentativi di riorganizzazione, l'amministrazione sembra essersi arresa di
fronte a pressioni e resistenze, non solo sindacali, ma anche interne alle
stesse maestranze, che hanno ostacolato il percorso di razionalizzazione. E'
prevalsa la conservazione, che è assai più facile del cambiamento. E restiamo
con un ufficio tecnico che non dà un servizio, ma crea ostacoli agli utenti
(quante pratiche ? salvo eccezioni - sono congelate anche per anni, prima di
una risposta!); ci teniamo una burocrazia opprimente che ci fa sentire sudditi e non cittadini (si pensi
allo sportello unico per le attività produttive, prototipo dell'incapacità a
fornire un servizio adeguato); tolleriamo che i dirigenti sempre meno
rispondano alla Giunta ed al Consiglio comunale (con delibere che scientemente
vengono dai medesimi disattese), e conserviamo un esercito di dipendenti
comunali scontenti, talvolta poco professionalizzati, che non credono più ad un
sistema meritocratico (con l'imprimatur del Giudice del lavoro che ha accolto
vari ricorsi, evidenziando una gestione, diciamo così, "non
trasparente" delle promozioni). Ha ragione allora Pileggi: non basta
licenziare i fannulloni, occorre anche una seria politica sul personale, che
premi solo chi lo merita, e che consenta ad ogni singolo lavoratore di essere e
di sentirsi prezioso per il bene della collettività. Altrimenti sarà la
politica, presto, ad essere licenziata. Alberto Niccolai (Capogruppo in
Consiglio Comunale dei Laici Riformisti).
( da "Tirreno, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Allarme
in Maremma: impieghi troppo legati alla stagionalità e burocrazia tengono alla larga
dai campi Lavori agricoli? No, grazie Manodopera e specialisti introvabili,
aziende in crisi GROSSETO. Trovare un "potino", l'operaio che taglia
viti e olivi, oggi in Maremma è difficile quasi come trovare un ingegnere
nucleare. Colpa
di impieghi stagionali e "brevi" (3 o 4 mesi al massimo), ma anche di
lacciuoli burocratici che frenano - per esempio - il lavoro degli stranieri. E
così, spiega il presidente provinciale della Cia, non si formano specialisti e
l'intero sistema dell'agricoltura maremmana è in affanno. GIORGI in Grosseto I
SEGUE A PAGINA 1.
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Gorizia Romoli:
entro la settimana riaprono al traffico le vie Oberdan e Roma IL SOPRALLUOGO
Scoperto un serbatoio d'acqua interrato nel rialzo centrale di piazza Vittoria
LAVORI PUBBLICI Il 28 luglio dovrebbe chiudere il cantiere davanti alla
Prefettura di FRANCESCO FAIN "Entro la settimana riapriremo al traffico
automobilistico le vie Roma e Oberdan. Ormai, la nuova pavimentazione si è
consolidata e ritengo sia giunto il momento di chiudere definitivamente quel
lotto di lavori". Il sindaco Ettore Romoli fa il punto della situazione
sui lavori di piazza Vittoria dopo l'ennesimo sopralluogo. "I lavori
sembrano proseguire speditamente e mi risulta che la ditta abbia lavorato anche
di domenica. Speriamo continui così". DATE. Intanto - dopo la riapertura
pedonale dell'incrocio con le vie Roma e Oberdan, è confermata la prossima
scadenza del cronoprogramma presentato ufficialmente dalla ditta Luci
costruzioni in una delle ultime riunioni dedicate all'intervento di piazza
Vittoria. In sostanza, entro il 28 luglio dovrebbero essere ultimati i lavori
davanti alla Prefettura. Il cantiere - inoltre - ha occupato integralmente,
come noto, il rialzo centrale da pare della ditta: in questa maniera, la Luci
costruzioni ha potuto dare il via all'attesa pavimentazione dell'area dove,
sino a poco tempo fa, c'era il parcheggio. "E posso dire con estrema
franchezza che l'intervento che sta prendendo corpo è davvero molto bello.
Piazza Vittoria diventerà un salottino", si sbilancia il primo cittadino.
La pietra - infatti - sta cambiando letteralmente il volto a quella che sino a
poco tempo fa era una grigia distesa d'asfalto adibita a parcheggio. Una volta
concluso l'intervento, si sa che l'area diventerà tutta pedonale con il punto
interrogativo (tuttora irrisolto) della galleria Bombi che i commercianti
vorrebbero aperta al traffico. Il nuovo cronoprogramma dei lavori prevede
inoltre che il cantiere che verrà aperto nella zona della Fontana del Nettuno
si chiuda entro e non oltre il 15 dicembre. I negozianti chiedono che il tunnel
sia percorribile nel doppio senso di marcia: se proprio dovesse risultare
difficile tale realizzazione si punta almeno a confermare quanto già succede
oggi, ovvero: un solo senso di marcia da via Giustiniani verso la piazza,
costringendo le auto (con una svolta obbligatoria) a incanalrsi a destra,
davanti al "Kinemax" per non percorrere il centro della piazza che
sarà interamente pedonale. SERBATOIO. Un intoppo. Superato brillantemente. Non bastasse la burocrazia a rallentare i lavori in piazza Vittoria, ci si è messo pure...
un serbatoio d'acqua largo
( da "Adige, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Festival di
Marchionne Sciabolate ai banchieri "ignoranti" e al sistema Italia E
ra l'appuntamento più atteso del Festival dell'economia e la serata con
l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, non ha deluso. Teatro
Sociale stracolmo per ascoltare l'uomo che ha salvato il colosso dell'auto, da
lui ereditato in una situazione da "incubo". Ha parlato in modo
schietto e diretto, i risultati glielo permettono, non
risparmiando sciabolate ai banchieri, al presidente americano Bush (accusato di
portare avanti una politica economica criminale), ma soprattutto al sistema
Italia, dove burocrazia e
accordi sindacali fanno venire voglia alle imprese di fuggire. SERVIZI DA
PAGINA
( da "Adige, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LUISA MARIA PATRUNO
l.patruno@ladige.ir Sarà l'immancabile maglioncino blu e il curioso modo di
pronunciare le parole di chi come lui, che è cresciuto a Toronto, pensa in
inglese. O forse sono soprattutto la schiettezza e il fare diretto di chi può
permettersi di dire ciò che pensa, perché i risultati straordinari che ha
ottenuto in Fiat, facendo rinascere una azienda che nel
( da "Adige, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PAOLO MICHELETTO L'Unione
europea è certamente un mercato commerciale. Funzionante. Manca però ancora un
quadro di democrazia: e la responsabilità è prima di tutto degli stati membri.
Ma attenzione: non si torna indietro. Perché, ad esempio, solo l'Unione europea
potrà far reagire l'Italia "che non si salva da sola. Al suo interno non
ha gli anticorpi contro i suoi demoni" (Fabbrini). E senza la Costituzione
europea resteranno enormi differenze tra gli stati membri. Di questo si è
discusso ieri pomeriggio al Castello del Buonconsiglio. Da una parte Sergio
Fabbrini, docente di scienze politiche dell'università di Trento e direttore
della Scuola di studi internazionali. Dall'altra Carlo Bastasin, ex
vicedirettore della "Stampa" di Torino, laureato in economia alla Bocconi,
in passato corrispondente dalla Germania per "Il Sole 24 ore" e
proprio da ieri tornato al giornale economico in veste di editorialista. A fare
da moderatore Pierangelo Giovanetti, direttore dell'"Adige".
Dibattito avviato proprio su domande di grande impatto. L'Unione europea è
qualcosa di più di un'unione economica e commerciale? È un mercato o una
democrazia? Domande che hanno portato Fabbrini a concludere che l'Unione è un
vero e proprio sistema politico con caratteristiche democratiche e post
nazionali. Ha bisogno però di una Costituzione per fare un passo in avanti,
soprattutto per "contare" di più all'esterno. Inizia proprio
Fabbrini, per ricordare la complessità dell'Unione europea. Una
"repubblica commerciale" diventata "sistema politico", che
incide sui Parlamenti nazionali nei due terzi delle loro decisioni. Nell'Unione
europea c'è un deficit di democrazia? Molti cittadini dicono di sì, se si pensa
come le decisioni siano assunte da burocrati lontani "dalla gente" e
come il Parlamento europeo sia poco incisivo. Dice Fabbrini: "L'Unione
europea diventa democratica se capiamo tutti che esiste un modello democratico
diverso da quelli "classici". Non possiamo parlamentizzare l'Europa,
perché in questo modo uccideremmo il malato, invece di salvarlo". Ecco quindi
che il vero passo in avanti non potrà che essere rappresentato dalla
Costituzione europea. Un risultato difficile da raggiungere: Bastasin non a
caso ricorda "che tutte le decisioni della nostra vita ormai sono
condizionate da Bruxelles" ma che il consenso sulle politiche continentali
non sempre è sufficiente. Anzi, il calo di consenso nei confronti dell'Ue
registrato soprattutto tra il '91 e il '98 "non è ancora stato
recuperato". In effetti, bisogna ancora uscire dalle paure di quegli anni:
"Era il periodo della gestione del processo di integrazione monetaria -
ricorda Bastasin - L'Euro si è rivelato un fantastico strumento, che però ha
messo a nudo le incoerenze della politica nazionale. Ora servono politiche di
apertura, sia del lavoro che del capitale". Pierangelo Giovanetti chiede
se si può sperare che l'Unione europea diventi davvero un'"Europa delle
regioni", ricordando l'impegno a Bruxelles del "Land" Trentino.
Risponde Fabbrini: "Mi auguro che si arrivi ad un'Europa degli stati,
delle regioni, dei cittadini. Certo che l'Unione europea offre molte
opportunità", che però i singoli paesi non arrivano a sfruttare in pieno.
A questo proposito, impossibile non aprire il capitolo Italia, che sembra
credere poco all'Europa. L'elenco delle "lamentele" è lungo: l'ultimo
episodio è stato quelle delle dimissioni di Franco Frattini dal ruolo di
vicepresidente della Commissione europea per partecipare alle elezioni
politiche nazionali. Ma non basta: il paese non forma
giovani per entrare nei ruoli centrali della burocrazia europea, quasi fosse vittima di un complesso di superiorità
assolutamente ingiustificato. Al castello del Buonconsiglio sono passate due
ore e il dibattito non ha annoiato il pubblico. Se si pensa all'Italia si esce
spesso con un senso d'angoscia, da questi incontri promossi all'interno del
Festival dell'Economia. L'Italia ce la farà o è destinata ad implodere
una volta per tutte? E noi cittadini resteremo stritolati da ingranaggi sempre
più oscuri? Come l'altra sera Guido Rossi aveva parlato della "speranza
europea", così Fabbrini dà un compito ai giovani: "A voi spetta il
lavoro conclusivo sulla Costituzione europea. Non buttatela nel cestino come
fanno i nostri amici inglesi". 02/06/2008.
( da "Repubblica, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Economia Il leader
La conferenza organizzativa di Roma è stata l'occasione per una generale
autocritica La Cgil in crisi si processa "Siamo vecchi e inadeguati"
I delegati: non c'è solo la fabbrica, il mondo è cambiato "Dobbiamo
aggiornare i nostri strumenti Siamo fermi al fordismo" "Oramai è
sempre più frequente avere iscritti al sindacato che votano la Lega"
ROBERTO MANIA ROMA - La Cgil è diventata il sindacato del prefisso
"ri". Perché oggi la grande confederazione rossa vuole riprogettare
il paese, riposizionare se stessa, ringiovanire i gruppi dirigenti, rinnovare
il sindacato confederale, riformare la contrattazione e anche risindacalizzare
il territorio. La verità è che la Cgil, con i suoi 5,6 milioni di tessere, non
si piace più. Per tre giorni si è "rinchiusa" in un luogo isolato e
desolato, alla Nuova Fiera di Roma, tra l'aeroporto di Fiumicino e la capitale.
Ha celebrato la sua conferenza di organizzazione, a quindici anni dalla
precedente, quando il segretario generale era ancora Bruno Trentin, il leader
del lungo autunno caldo italiano. Novecentocinquanta delegati si sono riuniti
nel padiglione 6 addobbato come sempre di rosso, con la presidenza schierata di
fronte alla platea, e con gli "antichi" rituali democratici a cui non
siamo quasi più abituati: il dibattito, la commissione politica, i documenti
conclusivi, gli emendamenti e i sub-emendamenti. Ma i quasi mille delegati, gli
uomini con le chiome canute e rade, perché i giovani non c'erano, e le donne
(tante) segnate dagli anni che qui non si nascondo, si sono anche guardati allo
specchio. Privati del potere di veto sulla politica dopo il
"terremoto" delle elezioni, si sono lasciati andare a una sorta di
autocoscienza collettiva. Alla fine si sono scoperti anziani, prigionieri dei propri riti e della propria burocrazia; spesso inadeguati a
interpretare i cambiamenti che sta dettando la nuova fase della
globalizzazione. E per la prima volta si sono ritrovati anche a fare i conti,
in tutta la penisola non solo al nord, con i lavoratori iscritti alla Cgil che
votano per la Lega, Forza Italia e anche Alleanza nazionale. Quelli che
Susanna Camusso, segretario della Lombardia, e assai probabilmente il
successore di Epifani, chiama, marcando con orgoglio la differenza,
"loro", in quanto diversi nei valori e nella cultura. Problema, però,
non da poco per la Cgil che mai ha pensato, e pensa, di essere solo un
sindacato. "Grande è la confusione sotto il cielo", cita Maurizio
Calà, segretario di Palermo, dopo aver ricordato che l'80 per cento degli
operai della Fiat di Termini Imerese vota per il Pdl. Ma è il riflesso sullo
specchio che intanto si impone. "Siamo vecchi. Siamo di una generazione
che non molla, e che viene da quarant'anni di sconfitte", dice, quasi con
distacco, Marigia Maulucci, segretario confederale, appartenente a quell'area
che prima del Pd avremmo definito "riformista". Fa parte della
maggioranza, non certo dell'opposizione che oggi guida il capo della Fiom,
Gianni Rinaldini. Maulucci come quasi tutto il gruppo dirigente della Cgil è
entrata nel sindacato negli anni Settanta. Oggi sono ultra cinquantenni, prossimi
alla pensione nell'Italia dal welfare generoso che ha descritto sabato il
governatore, Mario Draghi, nelle sue Considerazioni finali. Rinaldini lo
ammette: "Anch'io sono un pezzo di archeologia industriale di questo
paese". E' una generazione di sindacalisti che ha vissuto di rendita fino
agli anni Novanta, forte dei successi ereditati. E che ha preso il potere
quando i partiti di massa crollavano con Tangentopoli. Hanno dovuto fare le
veci della politica e si sono affidati alla concertazione. Quell'epoca è
finita. Nemmeno una volta si sente pronunciare la parola concertazione al
padiglione 6. Ancora Maulucci: "La Cgil è in grandissima difficoltà. Il
problema vero è che non riesce più a leggere i cambiamenti. Usiamo occhiali che
forse non ci fanno più vedere come stanno le cose. Ecco proprio la nostra
storia ci permette ora il lusso di rischiare un momento di discontinuità".
Che, in fondo, è quello che dice Epifani quando incita a non rinchiudersi nella
"casamatta". Però non basta, secondo Nicoletta Rocchi, anch'essa
membro della segreteria nazionale, che con Epifani militò nel partito
socialista. "Epifani - spiega Rocchi - è troppo continuista. Dobbiamo
aggiornare i nostri strumenti di analisi sul lavoro e sul sindacato. Siamo
fermi al fordismo, ma il mondo è cambiato. E noi siamo un sindacato di mezza
età". Diversa è anche l'Italia. "Questo - sostiene ancora Rocchi - è
il tempo della destra". Che fa votare per sé anche gli iscritti alla Cgil,
l'unica "casa" che invece fa ancora convivere tutta la sinistra
italiana. "C'è una divaricazione crescente tra rappresentanza politica e
rappresentanza sociale", dice Carlo Podda, leader della Federazione del
pubblico impiego che, non a caso, negli ultimi anni è diventata anche il primo
sindacato della Cgil, scavalcando i metalmeccanici della Fiom. Ancora Podda:
"Abbiamo in testa un modello di società che sta declinando. Per
rappresentare la società non basta più ricorrere al lavoro. La politica sta
occupando il nostro territorio. Il rischio vero è che gli iscritti alla Cgil
siano un po' più simili ai partiti per i quali votano, oppure che non siano più
iscritti alla Cgil". Camusso è più serena. Vive nella frontiera nordica da
anni. Lei dice che la "dualità" (tessera Cgil e voto a destra) risale
all'inizio degli anni Novanta. "D'altra parte - aggiunge - l'identità di
classe non spiega quasi più niente". La sfida è, piuttosto, sui valori.
"Questo è il vero problema della Cgil". Non resta che sentire gli
operai. Eppure non si trovano facilmente nel padiglione 6 alla conferenza della
Cgil. Bisogna andare a cercarli. "Perché qui - ci spiegano - è riunito il
gruppo dirigente, l'apparato". Comunque c'è Dolores Frigerio, delegata
Fiom alla Erc di Lecco, azienda con 300 dipendenti. Spiega che lei è ormai
vicina alla pensione, che doveva esserci un 25 per cento di delegati dai posti
di lavoro ma che non l'ha incontrato. Che sì, alla Fiera, "si sente una
mosca bianca", ma anche che si sta abituando a scontrarsi con delegati
Cgil che votano il Carroccio. "Mi domando - prosegue - che cosa sono
venuta a fare. Sembra un rito. La Cgil deve cambiare perché un gruppo dirigente
vicino alla pensione non va bene". Racconta come sia difficile "fare
le tessere" all'epoca della precarietà e soprattutto convincere i giovani
a fare i delegati: "Quando potrebbero farlo, perché hanno un contratto
stabile, sono troppo vicino ai quarant'anni e non ne hanno più voglia". Ha
davvero ragione Epifani: il sindacato del Novecento è andato in soffitta.
( da "Repubblica, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Economia Migliaia di
allevatori italiani in crisi minacciano il blocco delle consegne se l'industria
di trasformazione continuerà ad abbassare i prezzi. "Siamo stanchi di
produrre in perdita". E la protesta, iniziata in Germania, contagia tutta
l'Europa. Il ministro Zaia accusa: "La burocrazia europea mette a rischio le
nostre imprese e la stessa salute dei cittadini" "Ancora pochi giorni
e poi faremo come i nostri colleghi in Germania" Stop a 15 milioni di
litri provenienti dalla Baviera. Colpite alcune grandi industrie (SEGUE DALLA
COPERTINA) JENNER MELETTI "Nel marzo 2007, più di un anno fa - racconta il
presidente Aia, Nino Andena - noi produttori avevamo ottenuto un
aumento. Si passava da 33,5 centesimi al litro a 38 centesimi. L'aumento era
giustificato perché c'erano già stati i primi aumenti per soia e mais. Nel
contratto era previsto che il prezzo salisse ancora, a 42 centesimi, dal marzo
2008. Gli industriali ci avevano chiesto di rateizzare l'aumento per avere il
tempo di adeguare i listini di vendita e noi avevamo accettato. Ma quando ci
siamo incontrati per applicare l'ultimo scatto del contratto 2007 e discutere
il nuovo, ecco i produttori che si lamentano. Dicono che il prezzo del latte
"spot" (quello venduto in cisterne giorno per giorno, senza un
contratto annuale) è diminuito, che i consumi sono in crisi e che insomma,
invece di arrivare ai 42 centesimi già decisi, loro vogliono abbassare il
prezzo alla stalla: da
( da "Adige, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Tario e non
ideologico, ha rappresentato emblematicamente una importante svolta nella
politica della Provincia autonoma di Trento, a seguito della tragedia di Stava
in val di Fiemme, nel 1985, quando 268 persone pagarono con la vita la esosità
aziendale e l'incuria urbanistica Micheli, una svolta nella politica dopo Stava
W alter Micheli, nel corso di una vita costantemente orientata dall'interesse
pubblico e volta all'affermazione di un socialismo umanitario e non ideologico,
ha rappresentato emblematicamente una importante svolta nella politica della
Provincia autonoma di Trento, a seguito della tragedia di Stava in val di
Fiemme, nel 1985, quando 268 persone pagarono con la vita la esosità aziendale
e l'incuria urbanistica. Quella svolta infatti lo portò alla vicepresidenza
della Giunta provinciale, ma soprattutto alla responsabilità della gestione del
territorio e dell'ambiente. La sua azione influì in modo significativo sulla
sicurezza civile, sulla tutela del paesaggio e sulla operatività dei parchi
naturali Adamello-Brenta e Paneveggio-Pale di san Martino, e del parco
nazionale dello Stelvio - dando di conseguenza concretezza e credibilità
all'ambientalismo. Su un piano più personale egli ha mostrato un impegno
costante di studio e di approfondimento storico dell'esperienza socialista nel
Trentino, e la messa a fuoco di personaggi di rilievo nella storia di questa
provincia, tra cui Cesare ed Ernesta Battisti, Bice Rizzi e con speciale
attenzione Livia Battisti. Sandro Boato Ciao Walter, non smarriamo la tua
stella polare P ochi giorni fa, presentando il bel libro di Sandro Boato
"Frammenti d'Italia", Walter Micheli si era soffermato con un
appassionato ricordo sulla figura di Livia Battisti, la donna trentina di
carattere a cui il libro era dedicato. Con quel suo intervento Micheli aveva
saputo evocare quel Trentino civile fatto di persone rette che al proprio
tornaconto sempre sanno anteporre l'interesse comune. Ora che Micheli ci ha
lasciato, il nobile castello, fatto di ideali e di profonda fede democratica, a
cui egli amava sempre richiamarsi, ci appare sempre più lontano, quasi
irraggiungibile. Che il mondo in cui Walter Micheli si era formato stesse
scomparendo era cosa proprio da lui ben avvertita, e grande era il suo dolore
nel vedere dissipato un patrimonio di ideali e di speranze di più generazioni,
quelle che lui stesso ci ha raccontato nel suo recente lavoro sulla storia del
socialismo trentino. Nello stesso tempo Micheli era una di quelle persone che
non si arrendono, che continuano, nelle forme e nei modi che i tempi nuovi e le
nuove sensibilità richiedono, una battaglia fatta di buoni sentimenti e di
giuste cause da difendere, prima fra tutte quella della salvaguardia
dell'ambiente trentino. Per quelli della sua generazione averlo come compagno e
amico era un onore, i suoi consigli e la sua esperienza erano un bene prezioso
per chi, pur fra le mille difficoltà di oggi, intendeva cimentarsi nell'impegno
in difesa dei beni comuni. In molti cercavamo da lui una parola di
incoraggiamento per proseguire nelle battaglie quotidiane, grandi e piccole;
trovavamo sempre una risposta, un suggerimento a frenare le intemperanze, un
invito a ragionare nel modo che la politica in senso nobile richiede. La
perdita di Micheli è un duro colpo per il mondo della cultura, per il mondo
delle scienze naturali e della Sat in primis: lo avevamo fra i soci più attivi
del Museo Storico, attento alla valorizzazione del patrimonio battistiano,
prodigo di consigli per lo studio e la valorizzazione dell'autonomia trentina,
il bene più prezioso che abbiamo. Del suo impegno nelle istituzioni
dell'autonomia negli anni difficili ma entusiasmanti della costruzione del
Trentino autonomo parleranno quanti con lui hanno condiviso quel percorso: a
noi, amici e compagni di fede politica, spetta il compito di non smarrire la
stella polare a cui sempre Micheli faceva riferimento, quella della tutela del
bene comune e della salvaguardia dei principi di giustizia e libertà. Vincenzo
Calì Solidale con gli agenti che non vengono promossi D esidero esprimere la
mia solidarietà ai sei agenti di polizia municipale di Riva costretti, immagino
obtorto collo a citare l'amministrazione da cui dipendono perché venga loro
riconosciuta la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria per la quale si
sono impegnati a conseguire la necessaria attestazione. Lo stolido rifiuto loro
opposto dalla giunta rivana a guida sinistroide purtroppo è solo l'ultimo di
una serie di episodi che hanno costellato il percorso della polizia locale
trentina nella ricerca della propria dimensione e professionalità, cito a
esempio anche l'intervento a piedi pari del Presidente Dellai in merito alle
attività dei vigili urbani di qualche tempo fa, ricerca
troppo spesso ostacolata da quella burocrazia e da quella politica politicante che a parole decanta con
magnificenza il cosiddetto "Progetto Sicurezza" ma nella realtà dei
fatti oppone, alla necessità di qualificazione e professionalità unici veri
viatici all'incremento della sicurezza dei cittadini ciechi rifiuti motivati da
squallidi conti degni del peggior bottegaio, per non parlare dell'abbattimento
della dignità professionale e dello spirito di corpo che invece si vorrebbe
esaltare, nella convinzione di potere ottenere ad un costo di personale
irrisorio un servizio di qualità. Citare percentuali di necessità di aliquote
di personale qualificato o meno per motivare le proprie scelte, al misero costo
di cinquanta euro lordi al mese infatti rivela nei fatti che chi amministra la
città rivana nel migliore dei casi semplicemente non capisce cosa significa
avere alle proprie dipendenze un maggior numero di ufficiali di polizia
giudiziaria, che potrebbero così estendere di molto le loro competenze e
possibilità di intervento e nel peggiore dei casi che invece semplicemente
nulla importa di incrementare la sicurezza dei propri cittadini, anche se a
quest'ultima ipotesi non voglio nemmeno credere. E non basta chiamare tecnici
di valore come il dottor Zanetti, o l'impegno profuso dalla Fenalt per
raddrizzare una situazione che se comparata ad altre realtà come quella del
vicino Veneto non può che gridare a gran voce il fallimento politico della
giunta Dellai in materia di sicurezza. Occorre un cambio di direzione che tagli
con questa maniera di calare dall'alto le decisioni, siano esse i compensi per
gli straordinari o la bandiera da giovani marmotte che si vuole imporre al
corpo e che riconosca a questa comunità che si va formando le necessarie
competenze e anche compensi, perché non si vive di sola - poca, pochissima,
ahimè - gloria. Luigi Carretta - Pergine Valsugana Sì, mia nonna è vecchia ma
perché non visitarla? L a vita mi ha dato una fortuna, ho conosciuto 2 nonni e
quell'affetto incondizionato, gratuito e immenso che solo loro possono dare.
Ormai più di 10 anni fa ho visto spegnersi la vita del nonno, ho perso
quell'amore, ma ho potuto continuare ad apprezzare la vicinanza di sua moglie.
Con lei ho passato momenti intensi, emozionanti, profondi, con lei ho potuto
parlare di tutto, conoscere la sua vita, la sua storia, capire la vita vissuta
nelle guerre, conoscere storie che sembrano uscite da un romanzo e questo mi ha
permesso di affrontare con coraggio le esperienze della vita. Da un po' di
tempo la mia nonna quando mi vede ha le lacrime agli occhi, non può più
raccontare e quando lo fa, non riesco più a capirla, una malattia le sta
togliendo la capacità di esprimersi con la voce. Hanno dato tanti nomi alla sua
malattia, nomi che ho prontamente cancellato perché, per me, lei ne ha uno solo
e non voglio rinchiudere il mio pensiero su di lei in una definizione medica.
Il nome che le hanno attribuito sabato è "demenza senile" è stata una
guardia medica che si è rifiutata di venirla a visitare, a sentire il suo cuore
impazzito che batteva troppo veloce. È solo "demenza senile" e
chiamandola così ha tolto ogni importanza a quella persona che per tanti ne ha.
So che al mondo i problemi sono molti, so che i malati sono tanti, anche
bambini, so che a quasi 83 anni le persone ti considerano vecchio, ma se una
persona è anziana non significa che non ha più alcuna importanza, che non
merita il tempo di qualcuno che è pagato per provare a regalarne ancora un po'
alla gente. Si è lottato tanto per allungare la vita all'uomo, mi chiedo se ne
valeva la pena, dato che da vecchi non si ha più alcun valore. Mi piacerebbe
che la guardia medica di Pergine, la quale non ha voluto vedere la mia nonna,
potesse vedere i suoi occhi oggi, che sta un po' meglio, dopo le cure
dell'ospedale, per capire quanto è bello poter vedere una persona che è felice
di aver guadagnato anche solo un giorno in più. Credevo fosse questo il bello
del loro lavoro, ma forse non tutti lo hanno capito... Con l'occasione
ringrazio di cuore il personale dell'ospedale di Borgo, che fin dal suo arrivo
al pronto soccorso e per tutto il ricovero, l'ha trattata con professionalità e
dolcezza. Annalisa Zeni - Pergine Valsugana Progetti faraonici per la città di
Trento N on si sa bene cosa stia succedendo sulla città di Trento, fatto sta
che sembra che una certa mania di grandezza fuori luogo stia prendendo un piede
preoccupante. Progetti faraonici, spostamento della stazione e della ferrovia,
ridestinazione di aree vastissime, portali d'ingresso... manco dovessimo
ridisegnare una capitale imperiale. Ma questi signori si saranno mai sognati di
chiedere il parere delle comunità locali, prima di avviare progetti che già nei
preliminari devono essere costosissimi, visti i nomi degli architetti
consultati? Per esempio, credo che nessun utente ferroviario sia a favore di un
allontanamento dal centro storico della stazione: in tutta Europa, se non nel
mondo, le stazioni principali sono sempre centralissime, conferendo al treno
uno dei principali vantaggi rispetto ad altri mezzi di spostamento. E un'area
verde fuori dalla stazione è altrettanto classica, nulla di anomalo; nel caso
di Piazza Dante, si tratta anche di uno dei principali polmoni verdi della
città, preziosissimo: guai a trasformarlo in uno "spazio aperto"
(...non lo è già a sufficienza?), paventando una drastica riduzione della
copertura arborea - peraltro già iniziata - magari solo perchè non si riesce a
tenere a bada quei quattro disgraziati che usano il parco. Il comune
denominatore di questi progetti tanto declamati sul futuro di Trento é un ruolo
del tutto marginale del territorio e del paesaggio, mero supporto ad
un'attività edilizia tuttovora, invadente ed inarrestabile: già oggi si sta
evidenziando come fra Mattarello sud e Zambana (se non San Michele) la valle
stia diventando un'unica grande palestra di edilizia selvaggia. Al centro di
una provincia che continua a dichiararsi in armonia con l'ambiente! (sic).
All'origine dei progetti del capoluogo, sembra volersi attribuire una presunta
insoddisfazione della gente verso una città "tagliata in due",
"allontanata del suo fiume", ecc. ecc. Ma la vera faccia della
questione è che ormai l'unico vero polo d'attrazione degli interessi politici
ed economici, in Trentino non diversamente dal resto d'Italia è la grande
edilizia pubblica, quella dalle risorse infinite... e dai danni permanenti. Il
principale problema è appunto questo, che in edilizia una volta che il danno è
fatto, non si torna più indietro: le manomissioni del territorio sono per
sempre.. Oltre al danno educativo! Ottone Taddei - Trento Grazie al primario di
Borgo Valsugana D esidero esprimere pubblicamente il mio più vivo
ringraziamento al dottor Natale, Primario di Chirurgia dell'Ospedale S. Lorenzo
di Borgo Valsugana. Sono stato da lui operato il mese scorso con un delicato
intervento chirurgico dall'esito pienamente positivo.- Mi sono trovato
benissimo, assistito con grande competenza e sollecitudine dal Primario, dai
suoi collaboratori e da tutto il personale del reparto. Un grazie particolare
anche al dottor Fichera. Alessandro Ceresola - Trento 02/06/2008.
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cultura e spettacoli
A Trieste la terza età continua il dialogo con il mondo di CORRADO BELCI Nella
sede ottocentesca dell'Itis ha preso forma una collaborazione con la Fondazione
Zancan di Padova, uno dei centri di eccellenza per lo studio dei servizi alla
persona diretto da Tiziano Vecchiato Quante volte abbiamo sentito dire che ci
vogliono le "riforme"? Le "riforme" sono il paravento
dietro cui si nasconde chi, non sapendo proporre qualcosa di preciso, dispensa
genericità. Eppure ci sono anche riforme vere, che si affermano senza bisogno
di nuove leggi, attuando con intelligenza le leggi che già esistono. Ma queste
riforme reali a volte sfuggono in un mondo in cui "si vive in
fretta". A Trieste è il caso dell'Itis (Istituto Triestino Interventi
Sociali) la cui sede ottocentesca ha visto trasformare nel tempo lo spirito che
l'ha caratterizzata. Nato due secoli fa come Istituto (Casa) dei Poveri,
ospitato nel 1862 nella nuova sede (Pia Casa) sostitutiva di via del Lazzaretto
nuovo, oggi l'Itis è diventato Azienda di servizi alla persona. La riforma è
tutta qui: un tempo i poveri e gli anziani bisognosi erano ricoverati nel centro
di raccolta, appartati dalla società per cui erano considerati un peso; oggi è
la società attiva che entra nella grande dimora dell'anziano. Detto senza mezzi
termini: la trasformazione da luogo di attesa della morte a luogo dove "la
vita continua", questa è la riforma attuata nel grande quadrilatero di via
Pascoli. Lo si può percepire notando la brillantezza dei colori degli ambienti,
la ricchezza della pinacoteca di arte moderna, la naturale allegria e
comunicatività del personale. Non sono solo accorgimenti organizzativi i nomi
delle varie residenze (Margherita, Ciclamino, Tulipano, Bucaneve, Iris,
Narciso, Stella Alpina, Quercia, Palma) ma contributi alla costruzione di un
clima di luminosità e di letizia che è subentrato) a quello di grigiore e di malinconia
proprio dell'opprimente ricovero del passato. Alle residenze tradizionali si è
aggiunto il centro diurno (una delle "Margherite") e i centri diurni
esterni con residenza domiciliare propria (gli assistiti dormono a casa
propria) protetta. Insomma il salto di qualità dal passato al presente è
rappresentato dall'avvento del percorso di assistenza personalizzato, una
battaglia contro la burocratizzazione dell'assistenza, un mutamento culturale
radicale che pone al centro con forza la persona e la sua dignità. Questo
spiega perché la grande casa dell'Itis è passata dai 350 posti occupati su 411
disponibili nel 2002 ad una lista di attesa attuale di 250 persone e per
fronteggiare la richiesta sono stati avviati i servizi domiciliari. Malgrado la
collaborazione con l'Azienda Sanitaria, con il Comune, con l'Azienda
Ospedaliera, e la ripulsa di ogni tentazione di autoreferenzialità, l'Itis
denuncia una certa fatica a far conoscere l'avvento di questa "città viva
ed aperta". L'antica e cupa immagine della casa dei poveri è dura da
cancellare, anche se da via Pascoli escono ogni giorno 15 o 20 persone per
andare in gita, vedere la città e il paesaggio. "La poesia della
vita", si intitola una pubblicazione (Hammerle Editori) curata
dall'Istituto Triestino per gli interventi sociali nella quale testi vibranti
di Claudio Grisancich Fulvio Salimbeni e toccanti interviste di Marina Moretti
alla allora ultracentenaria "siora Pina", alla pasionaria Iole Burlo
e al compianto latinista e traduttore di Virgilio, professore Sergio Pirnetti,
testimoniano come fra quegli anziani "la vita va" e comprende ogni
giovedì incontri poetico-letterari goduti. Da qualche tempo, per affinare
sempre più i servizi alla persona, è in atto una convenzione assai
significativa con la Fondazione Zancan di Padova, un centro di eccellenza in
questo tipo di studi, che collabora con il Governo, con il Cnr, con università
italiane e straniere anche d'oltre oceano. L'anima della Fondazione Zancan,
diretta da Tiziano Vecchiato, è monsignor Giovanni Nervo, fondatore e per molti
anni direttore generale della Caritas italiana. La finalità della
Itis-Fondazione Zancan è quella di accrescere la qualificazione professionale e
l'innovazione nei servizi alle persone fragili e non autosufficienti e alle
famiglie. Questa sperimentazione è in atto e tende alla sempre maggiore
personalizzazione ed umanizzazione dell'assistenza. In un'epoca assai incline
al rumore e al sensazionalismo, almeno qualche volta si deve riconoscere che il
bene costruito in silenzio può "far notizia". E
si deve pur cogliere la smentita che la radicale riforma in atto all'Itis
oppone ad un diffuso luogo comune: che "pubblico" sia sempre sinonimo
di spreco, di inefficienza e di pesante burocrazia. In qualche caso, invece, come si vede, il "pubblico"
sa rivelare uno spirito di autentico servizio.
( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 22 del 2008-06-02
pagina 4 Multa a casa, ma è morto: il presidente Atm si scusa di Maria Sorbi
"È stata una botta veder arrivare a casa quella multa, un tonfo allo
stomaco". Fabio Stefanacci, 35 anni, ha perso suo fratello Diego in un
incidente stradale quattro mesi fa, alla fine di gennaio. E ora che lotta ogni
giorno per farsi una ragione di quanto è successo in quella maledetta sera, si
è visto recapitare nella cassetta delle lettere una contravvenzione di 95 euro
da parte di Atm intestata proprio a Diego. Il motivo? A causa di
quell'incidente l'autobus della linea 73, che va da Milano a Peschiera
Borromeo, è stato costretto a sospendere il servizio perché la carreggiata era
del tutto bloccata per i vari rilevamenti. La moto di Diego era rimasta a
terra, mentre lui veniva portato in fretta e furia in ospedale. Purtroppo
inutilmente. "Ci ha fatto effetto vedere il suo nome scritto sulla carta -
spiega Fabio -. Mia madre l'ha presa male. Malissimo direi. È come se avessero
rigirato il coltello nella piaga. La nostra ferita è ancora aperta e questo
episodio ha aggiunto tanta amarezza a un dolore che sentiamo vivo".
Immediate le scuse di Atm, che non si è limitata a scrivere un semplice e
stringato telegramma. Il presidente dell'azienda di trasporti in persona, Elio
Catania, ha telefonato in negozio, una lavanderia, alla mamma di Diego per
chiedere scusa e spiegarle che si è solo trattato di un disguido:
"Signora, le facciamo le nostre più sentite condoglianze. Ci perdoni per
quanto accaduto. È stato un errore. Consideri la multa nulla". Scuse
accettate. Ma da qui a consolare una madre che ha perso il figlio ce ne vuole.
"Accettiamo le scuse di Atm - continua Fabio - ma tutto questo non doveva
accadere. Ovviamente non avremmo pagato nemmeno un centesimo, ero pronto a
mobilitarmi e a scrivere al sindaco e al vicesindaco". Ora che la multa è
stata archiviata e finirà nel dimenticatoio dell'azienda di trasporti milanesi,
Fabio chiede "più attenzione". Se per gli uffici si tratta di "prassi",
per una famiglia sono "tuffi al cuore" da evitare. Atm precisa che
nessuno in azienda sapeva che l'incidente fosse stato mortale: "Se non
fossero stati spediti i verbali per chiedere il risarcimento, qualcuno avrebbe
anche potuto essere accusato di omissione di atti di ufficio". La burocrazia
non registra il dolore, né mette a verbale il lutto. "È una situazione
assurda - commenta ancora Fabio -. Almeno ora, oltre alle scuse, ci aspettiamo
due righe di conferma dell'archiviazione della multa. E poi vorremmo vedere il verbale
dei carabinieri, che stiamo ancora aspettando anche se sono scaduti i termini
per riceverlo". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4
- 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 22 del 2008-06-02
pagina 10 Addio arretrati se il dicastero cambia il nome di Gian Maria De
Francesco Spacchettamenti e accorpamenti hanno reso difficile capire chi deve
liquidare le bollette. E Montecitorio contesta i versamenti da Roma Non ci sono
solo tagli al bilancio degli enti pubblici tra le cause che determinano il
mancato pagamento della tariffa sui rifiuti (Tari). In
alcuni casi è la stessa burocrazia a creare confusione di ruoli e a determinare comportamenti poco
virtuosi. Come nel caso del ministero delle Comunicazioni che deve alla
municipalizzata romana Ama circa 3,2 milioni. Spacchettamenti e accorpamenti
del dicastero hanno reso difficile comprendere chi deve pagare e quanto.
"Il palazzo di viale America - spiega Michele Borelli, direttore generale
per la gestione delle risorse strumentali e informative - è del vecchio ministero
delle Poste e Telecomunicazioni e la riforma risale al 1994". I tecnici
delle Poste, che ancora ne occupano una parte, si stanno interessando della
divisione per millesimi di modo che la Spa e il ministero possano adempiere
agli obblighi, ma la procedura va a rilento. "La prima comunicazione
inviata a Poste - aggiunge Borelli - risale a 3-4 anni fa, ma i loro uffici non
ci hanno fatto sapere ancora nulla". Grosso modo la stessa situazione del
ministero delle Infrastrutture, che nel 2001 ricomprese Lavori pubblici e
Trasporti, nel 2006 fu spacchettato nuovamente e oggi è tornato un unicum.
"Mancano fondi statali", si sono limitati a far sapere da via
Nomentana. Maria Domenica Testa, direttore generale per la politica finanziaria
del ministero dell'Istruzione, ha invece messo in risalto come l'articolo
33-bis dell'ultimo decreto milleproroghe abbia consentito al ministero di farsi
carico delle tariffe sui rifiuti non pagate dalle varie istituzioni scolastiche
in tutta Italia (a Roma tra i grandi debitori figurano scuole medie ed
elementari; ndr). Insomma, di volta in volta che il Tesoro concede risorse al
ministero si pagano i debiti delle scuole e, piccolo particolare, a Napoli gli
istituti sarebbero in debito di 18 milioni con il Comune per la Tarsu. Altro
piccolo particolare: l'emergenza-rifiuti ha costretto molte scuole a chiudere
per alcuni giorni. In altri casi ci sono priorità più stringenti. "Abbiamo
fatto un'autodenuncia per metterci in regola - racconta il dottor Giuseppe
Celotto, Direttore generale personale del ministero della Salute - perché
fossero fatti gli opportuni accertamenti: il debito del 2000 e del 2001 è
prescritto, mentre restano gli importi dal
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: IMMIGRAZIONE data: 2008-06-02 - pag: 11 autore: Burocrazia "contro". Niente espatrio alla dottoressa
camerunense Sì alla laurea, no al permesso di Carlo Giorgi C on una laurea in
tasca, alla ricerca del permesso (di soggiorno) perduto tra faldoni di pratiche
straniere in Italia. L'esempio concreto di come la burocrazia possa giocare da avversario, emerge nel caso degli oltre 40mila
studenti universitari stranieri in Italia. Giovani, capaci, istruiti: la
punta di diamante dell'ampia schiera degli immigrati. Risorse intellettuali che
la legge sull'immigrazione del nostro Paese non riesce a valorizzare. Julia
Mimbang è una studentessa camerunense laureata in Italia e iscritta al corso
specialistico di "Integrazione europea" dell'Università Cattolica di
Milano. Da dicembre Julia è in attesa del rinnovo del premesso di soggiorno:
"A settembre dovrei andarea Monaco di Baviera per la mia tesi
specialistica – spiega Julia –,ma se non ho il rinnovo non posso partire perché
rischio l'arresto: la ricevuta rilasciata non vale infatti come documento per i
Paesi dell'area Schengen. A differenza degli altri studenti italiani sono
bloccata e questo danneggia il mio futuro lavorativo. Negli altri Paesi
d'Europa c'è una maggiore attenzione per gli studenti universitari stranieri. è
assurdo che l'Italia ci faccia studiare e poi ci tratti così". Julia si è
laureata lo scorso febbraio e ha deciso di rimanere in Italia, che considera la
sua seconda patria, a specializzarsi. Ma le sue disavventure amministrative (si
veda anche Il Sole 24 Ore del 4 aprile 2007) sono un vero calvario burocratico.
Nel dicembre 2006 Julia, all'epoca studentessa universitaria, spedisce la
richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno in scadenza, rimanendo con la
ricevuta in mano. A gennaio 2007, doccia fredda: deve rinunciare alla sua prima
proposta di lavoro perché il permesso di soggiorno nonè ancora arrivato e la
sola ricevuta non basta per l'assunzione. A febbraio si laurea e si iscrive al
corso specialistico. Ad aprile l'occasione di uno stage a Bruxelles si scontra
con il fatto di essere ancora in attesa del permesso: non può espatriare e
rinuncia allo stage. "Sono anche andata in Questura con il biglietto aereo
e con la lettera d'invito della società di Bruxelles – ricorda Julia –, ma mi
hanno spiegato che non potevano farci nulla e dovevo aspettare". A fine
aprile arriva il permesso. Il documento, come ogni permesso per studio, non può
superare la durata di un anno e parte da dicembre 2006. Così a fine 2007, dopo
solo otto mesi, si ripropone la procedura del rinnovo. Oggi, a cinque mesi
dalla richiesta dell'ultimo rinnovo, del documento nessuna notizia. "Da
tre settimane ho iniziato uno stage in una azienda italiana di export
management– racconta –: lavoro con l'Africa, America e Asia. Il titolare vorrebbe
farmi lavorare anche con viaggi all'estero, ma non può perché ancora una volta
non posso espatriare. Spero davvero che qualcuno si accorga di noi studenti
stranieri". ATTESE INFINITE Il titolo accademico conseguito alla Cattolica
non basta a garantire i documenti per lavorare anche all'estero.
( da "Messaggero, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di GIOVANNI
SABBATUCCI FRA i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due
ultimi presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano,
c'è sicuramente quello di aver saputo rilanciare e rivitalizzare simboli e
ricorrenze dell'unità nazionale. A cominciare dalla giornata del 2 giugno,
restituita, dopo anni di celebrazioni in tono minore, al suo rango di
principale festività civile del calendario repubblicano. Un'operazione di
indubbio successo (lo dimostra l'ampia partecipazione popolare alle sfilate
militari romane degli ultimi anni) e tanto più notevole in quanto realizzata in
tempi di dure e spesso laceranti contrapposizioni politiche. Oggi, anche per
merito dello sforzo pedagogico ostinatamente esercitato dalla più alta autorità
dello Stato, il clima del confronto parlamentare, e in genere lo stato dei
rapporti fra maggioranza e opposizione, sembrano cambiati decisamente in
meglio. Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante,
perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso
in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a
collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle
proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili
politicamente, a scontrarsi fra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo
Stato; sono pezzi dello Stato magistrature, burocrazie,
amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre
compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il
Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in
occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune
della fase fondativa della Repubblica. Lo ha fatto senza troppi giri di
parole, in forma pacata ma esplicita. Gli esempi, del resto, sono sotto gli
occhi di tutti, e non solo nella Campania dell'emergenza-rifiuti: piccole
comunità che si organizzano secondo logiche tribali a difesa del proprio
territorio; gruppi variamente connotati che, non sentendosi adeguatamente
protetti dalle autorità, cercano di farsi giustizia da soli; l'università, che
mai come ora avrebbe bisogno di congrue iniezioni di serietà e qualità, di
nuovo attraversata da scontri para-ideologici e da pulsioni violente. Fenomeni
limitati e, si spera, effimeri: ma non del tutto inquadrabili nella fisiologica
conflittualità che contraddistingue ogni società libera. A fronte di tutto
questo, un apparato statale che sempre più si configura come un insieme di
corpi separati, occupati anche loro a difendere i propri spazi e le proprie
competenze, anche a costo di intralciarsi vicendevolmente e di far impallidire
l'immagine dello Stato come espressione e garante dell'interesse pubblico. Non
c'è molto da stare allegri quando il capo della Polizia si produce in
un'accorata, e purtroppo fondata, denuncia contro una magistratura che, più per
inefficienza che per eccesso di garantismo, vanifica quotidianamente il lavoro
delle forze dell'ordine; e quando la magistratura (nella fattispecie quella
napoletana) mette sotto accusa l'operato delle stesse persone a cui due governi
nazionali (di opposto colore politico) hanno affidato la soluzione del problema
dei rifiuti. È un male oscuro che nasce spesso dallo scontro di ragioni diverse
e che sarà difficile curare con singoli interventi legislativi. Serve
piuttosto, ed è più che mai indispensabile, una comune assunzione di
responsabilità. Serve la consapevolezza, invocata ancora ieri dal Capo dello
Stato nel suo messaggio, di essere tutti nella stessa barca, ovvero di far
parte di un unico sistema-Paese che non può e non potrà mai funzionare senza il
generale rispetto di regole condivise e senza autorità riconosciute, capaci di
farle osservare grazie al monopolio della forza legittima. Il patriottismo
repubblicano è, oggi, soprattutto questo. E alla celebrazione delle sue
ricorrenze debbono coerentemente seguire comportamenti adeguati alla serietà
del momento. Va bene allora stringersi festosamente intorno ai simboli
dell'unità nazionale. Va bene applaudire i reparti delle Forze armate che
sfileranno oggi in via dei Fori imperiali. Purché poi ci si ricordi, in alto
come in basso, di essere tutti cittadini di quella Repubblica che la
Costituzione (art.5) definisce "una e indivisibile".
( da "Messaggero, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di GIOVANNI
SABBATUCCI Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante,
perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso
in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a
collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle
proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili
politicamente, a scontrarsi fra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo
Stato; sono pezzi dello Stato magistrature, burocrazie,
amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre
compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il
Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in
occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune
della fase fondativa della Repubblica. Lo ha fatto senza troppi giri di
parole, in forma pacata ma esplicita. Gli esempi, del resto, sono sotto gli
occhi di tutti, e non solo nella Campania dell'emergenza-rifiuti: piccole
comunità che si organizzano secondo logiche tribali a difesa del proprio
territorio; gruppi variamente connotati che, non sentendosi adeguatamente
protetti dalle autorità, cercano di farsi giustizia da soli; l'università, che
mai come ora avrebbe bisogno di congrue iniezioni di serietà e qualità, di
nuovo attraversata da scontri para-ideologici e da pulsioni violente. Fenomeni
limitati e, si spera, effimeri: ma non del tutto inquadrabili nella fisiologica
conflittualità che contraddistingue ogni società libera. A fronte di tutto
questo, un apparato statale che sempre più si configura come un insieme di
corpi separati, occupati anche loro a difendere i propri spazi e le proprie
competenze, anche a costo di intralciarsi vicendevolmente e di far impallidire
l'immagine dello Stato come espressione e garante dell'interesse pubblico. Non
c'è molto da stare allegri quando il capo della Polizia si produce in
un'accorata, e purtroppo fondata, denuncia contro una magistratura che, più per
inefficienza che per eccesso di garantismo, vanifica quotidianamente il lavoro
delle forze dell'ordine; e quando la magistratura (nella fattispecie quella
napoletana) mette sotto accusa l'operato delle stesse persone a cui due governi
nazionali (di opposto colore politico) hanno affidato la soluzione del problema
dei rifiuti. È un male oscuro che nasce spesso dallo scontro di ragioni diverse
e che sarà difficile curare con singoli interventi legislativi. Serve
piuttosto, ed è più che mai indispensabile, una comune assunzione di
responsabilità. Serve la consapevolezza, invocata ancora ieri dal Capo dello
Stato nel suo messaggio, di essere tutti nella stessa barca, ovvero di far
parte di un unico sistema-Paese che non può e non potrà mai funzionare senza il
generale rispetto di regole condivise e senza autorità riconosciute, capaci di
farle osservare grazie al monopolio della forza legittima. Il patriottismo
repubblicano è, oggi, soprattutto questo. E alla celebrazione delle sue
ricorrenze debbono coerentemente seguire comportamenti adeguati alla serietà
del momento. Va bene allora stringersi festosamente intorno ai simboli
dell'unità nazionale. Va bene applaudire i reparti delle Forze armate che sfileranno
oggi in via dei Fori imperiali. Purché poi ci si ricordi, in alto come in
basso, di essere tutti cittadini di quella Repubblica che la Costituzione
(art.5) definisce "una e indivisibile".
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del
Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2008-06-01 num: - pag: 5
categoria: REDAZIONALE Marine Così Frisullo, vice presidente della Regione
Porto a San Cataldo "L'iter prima dell'estate" LECCE - "Il
governo regionale ripone la massima attenzione nella diportistica e guarda con
interesse l'investimento proposto dal Gruppo Montinari per la marina leccese di
San Cataldo". L'assessore alle Infrastrutture e vicepresidente della
Regione Puglia, Sandro Frisullo, scopre così i programmi del governo Vendola in
materia di infrastrutture per la nautica da diporto. La dichiarazione di
Frisullo indica anche i tempi necessari per il completamento del-l'iter
autorizzativo del progetto, che da tempo giace negli uffici di via Capruzzi, a
Bari. "Faremo di tutto perché le procedure si concludano prima della pausa
estiva", promette il numero due della giunta regionale risollevando così
l'umore degli investitori leccesi che, non più di dieci giorni fa, da queste
stesse pagine, avevano lamentato troppa burocrazia negli enti di governo
pugliesi. Una lentezza che non era stata riscontrata in altri ambiti nazionali,
ma soprattutto estere, tanto da convincere Piero Montinari, leader dell'omonimo
gruppo e presidente di Confindustria Lecce, "a ripensare gli investimenti
in atto nel Salento e nella Puglia". Il piano infrastrutturale di
San Cataldo della famiglia di costruttori leccese (con molteplici interessi in
tutti i campi dell'economia anche internazionale), prevede un polo nautico da
450 posti barca che integrerebbe quelli esistenti. Un investimento importante
del valore di 29 milioni di euro, di cui 6,5 di contributi pubblici e la
restante parte da privati attraverso equity e debiti bancari con il sistema del
project financing. "Un sistema che mi appassiona - commenta ancora
l'assessore Frisullo - perché mette in gioco risorse private per il
funzionamento di servizi utilità pubblica". Ideato per soddisfare le più
moderne esigenze del turismo da diporto, il nuovo insediamento dei Montinari
prevede attracchi per catamarani e idrovolanti utili per i collegamenti oltre
Adriatico. Inoltre, un settore per lo yachting club con piscina, ristorante,
bar, salone convegni. Nazareno Dinoi Piero Montinari, presidente di
Confindustria.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMA data: 2008-06-01 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... Napolitano ai
prefetti: attenti ai disagi di cittadini e imprese In occasione della festa del
2 giugno Giorgio Napolitano ha inviato a tutti i prefetti un messaggio in cui
invita a "tener conto, in via prioritaria, del crescente disagio di
persone e comunità e delle pressanti difficoltà delle imprese". Il capo
dello Stato chiede collaborazione tra le istituzioni con "il massimo
coinvolgimento delle rappresentanze sociali" e la tutela per i cittadini
nei luoghi di lavoro e sulle strade. u pagina 14 Sette donne nominate Cavalieri
del lavoro Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, domani, in occasione
della Festa della Repubblica nominerà 25 nuovi Cavalieri del lavoro. Crescono i
riconoscimenti alle donne, che quest'anno sono sette. u pagina 24 Al vertice
Fao nessun incontro Papa-Ahmadinejad Benedetto XVI non riceverà in udienza il
presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, che sarà a Roma dal 3 al 5 giugno per
il vertice Fao. Saltata anche l'ipotesi di un'udienza collettiva con i capi di
Stato che arriveranno nella capitale per la conferenza. u pagina 14 Svizzera,
oggi il referendum sugli stranieri La Svizzera vota oggi un referendum proposto
dal partito di estrema destra di Blocher, che vuole dare ai Comuni la
possibilità di far decidere con voto popolare le richieste di cittadinanza
avanzate dai residenti stranieri. u pagina 11, commento u
pagina 12 Zapatero promette meno burocrazia per le aziende Il premier spagnolo Josè Luis Zapatero ha
annunciato che entro un mese varerà misure per ridurre del 30% il carico
burocratico che grava sulle imprese e per liberalizzare i servizi. Al via anche
negoziati per la riforma del mercato del lavoro. u pagina 11 Lanciato lo
shuttle con il superlaboratorio giapponese è stato lanciato regolarmente ieri
sera da Cape Canaveral, in Florida, lo shuttle Discovery con a bordo sette
astronauti, che porterà sulla stazione spaziale internazionale il laboratorio
hi-tech giapponese del valore di un miliardo di dollari.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2008-06-01 - pag: 11 autore: Spagna. Annunciato
un nuovo pacchetto di misure Zapatero: per le imprese tagli alla burocrazia Michele Calcaterra MADRID.
Dal nostro corrispondente Riduzione del 30% dei carichi amministrativi, dovuti
all'eccessiva burocrazia,
che gravano sulle imprese spagnole e causano "disagi" calcolati in
una mancata crescita del Pil pari al 2 per cento. è questa una delle
misure che il Governo di Madrid varerà nel giro di un mese per far fronte al
rallentamento economico. Un pacchetto in aggiunta agli interventi, per un
valore complessivo di 18 miliardi in due anni, già annunciati qualche settimana
fa. Josè Luis Zapatero, di fronte al rallentamento dell'economia spagnola, ha
dunque deciso di non perdere tempo e di "prendere il toro per le
corna". Del resto la situazione è delicata: nel primo trimestre la
crescita del Paese è stata dello 0,3%, mentre quella del secondo trimestre
potrebbe essere addirittura negativa. In aggiunta, l'inflazione è schizzata al
4,6%, la disoccupazione si avvicina al 10% e il deficit con l'estero è ormai al
di sopra dell'11% del Pil. Tra le misure individuate dal presidente per
tamponare la crisi, figurano anche una trasposizione ambiziosa della direttiva
europea sui servizi, in modo da eliminare ingiustificate barriere alle
attività; una maggiore concorrenza nel trasporto ferroviario delle merci;
interventi sulle tariffe e nel settore delle tlc. L'obiettivo è quello di
rendere più fluido il business in alcuni settori che fino a oggi hanno goduto
di importanti rendite di posizione e in cui la concorrenza è stata limitata a
detrimento del mercato e degli utenti. Zapatero ha anche annunciato che nei
prossimi giorni riunirà imprenditori e organizzazioni sindacali per avviare
negoziati che dovrebbero portare nel giro di qualche mese a una riforma del
mercato del lavoro, ma anche a un esame della situazione previdenziale del
Paese, in modo da garantire la sostenibilità futura del sistema. Al di là di
ogni altra considerazione, ieri Zapatero ha ricordato che la situazione
congiunturale della Spagna è sensibilmente migliore rispetto a quella di altri
Paesi della Ue. I suoi punti di forza si basano infatti su un sistema
creditizio forte che non è stato coinvolto nella crisi subprime e su conti
pubblici in attivo che permettono di disporre di risorse in grado di finanziare
importanti investimenti di carattere infrastrutturale e quindi di fare girare
il motore dell'economia, nonostante il crollo del settore immobiliare. Come a
dire, secondo il presidente, che la Spagna sta attraversando una fase di
rallentamento e che non c'è alcuna avvisaglia di recessione. TORNARE A CRESCERE
La ricetta anti-crisi del Governo prevede anche il rilancio della concorrenza, nei
trasporti e nelle tlc, e la riforma del lavoro.
( da "Libertà" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Riduzione
della burocrazia, più accesso al credito di MATTEO FORNARA*
Riduzione della burocrazia, migliore accesso ai mercati
europei e alle gare pubbliche, più accesso al credito ma anche a una mano
d'opera qualificata, sostegno alle imprese che vogliono crescere anche sul
mercato internazionale. Sono queste le principali richieste emerse dalla consultazione
lanciata dalla Commissione europea presso il vasto pubblico delle imprese
europee (ce ne sono 25 milioni in Europa, di cui circa un quinto in Italia), in
vista dell'adozione del nuovo "Atto sulla piccola Impresa" che
l'Unione europea si appresta ad adottare in giugno: la prima
"Legge-quadro" europea per le piccole imprese. Lo "Small
Business Act" (questa è per ora la definizione che circola tra i responsabili
comunitari) rappresenterà il primo quadro normativo sull'attività a sostegno
della piccola impresa e sarà basato su un principio fondamentale: la
sussidiarietà, cioè il rispetto delle esigenze dell'impresa e del territorio
nel quale essa opera. Negli ultimi anni l'UE ha sviluppato un'intensa attività
per migliorare l'ambiente in cui opera l'impresa. Dall'anno scorso, ad esempio,
è in corso d'attuazione un programma di riduzione delle pratiche amministrative
che gravano sulle piccole e medie imprese: in cinque anni (la data fissata è il
2012) sarà eliminato il 25% della burocrazia. E
ancora: è cresciuta fortemente la quota di fondi europei riservata alle imprese
di piccole dimensioni. Dai fondi di sviluppo regionale gestiti dalle singole
regioni, fino al mega-programma europeo per la ricerca (che dispone di 54
miliardi di euro fino al 2013), ogni iniziativa ha una quota esclusiva per le
PMI. Su questa spinta, molti Stati dell'UE si sono dati da fare a loro volta, e
tempi e costi per creare nuove imprese si sono ridotti in maniera importante.
Ma ora con l'Atto sulle Piccole Imprese si vuole cambiare marcia per mettere la
promozione dell'imprenditorialità al centro dell'attività del'UE. Le oltre 500
risposte ricevute dalla Commissione europea alla consultazione lanciata in
gennaio, provenienti dalle più svariate organizzazioni rappresentative dei
diversi settori imprenditoriali, ma anche da singole imprese o amministrazioni
locali in buon numero anche italiane hanno ribadito l'interesse del mondo
produttivo per un'azione più efficace dell'Europa. Tra poco più di un mese
arriveranno le proposte operative della Commissione europea. Il principale
problema per le imprese resta legato all'eccesso di adempimenti amministrativi
e burocratici. Il principio "Pensare soprattutto in piccolo" deve
ispirare l'azione normativa attraverso i criteri di sussidiarietà e di
proporzionalità: l'impatto di ogni nuova misura sulla piccola impresa deve
sempre essere considerato prima di adottarla. Si richiede di differenziare il
testo ma anche l'applicazione di ogni pezzo di legislazione a seconda della
dimensione dell'impresa che la deve applicare. Seconda area di priorità:
l'accesso al mercato per i prodotti delle piccole imprese. L'azione dell'UE
deve favorire la partecipazione delle piccole imprese ai flussi commerciali del
mercato unico europeo, ma anche la loro partecipazione alle gare pubbliche, ad
esempio in quest'ultimo settore attraverso un'informazione specifica e la
ricerca di partenariati per poter partecipare a gare di ampie dimensioni.
Rimane poi il nodo della ricerca di capitale per l'attività di impresa:
strumenti efficaci devono essere creati, o rinforzati laddove già esistono, sia
attraverso i canali legati ad attività innovative, che su quelli più
tradizionali. Ovvero: capitale a rischio come il venture capital per le imprese
ad alto potenziale di crescita, favorendo anche gli investimenti
transfrontalieri in questo settore, e migliori condizioni di credito
tradizionale per tutte le imprese. Quella del micro-credito è un'area da
promuovere. Infine, un'area d'azione definita cruciale dagli studiosi del mondo
dell'impresa: l'educazione all'imprenditorialità, cioè lo sviluppo di
competenze fin dalla più giovane età su come (ma anche perché) diventare
imprenditori. Insomma, evidenziare la funzione "sociale" dell'impresa
come sbocco personale e professionale, evitando magari di gettare la croce su
chi fallisce, e dare magari una seconda opportunità come si fa ad esempio in
America. Quindi, banche ma anche giochi nelle scuole, anche le primarie, su idee
e impresa, creazione di imprese "virtuali", contatti tra le PMI, le
scuole, gli insegnanti e gli alunni. *Rappresentanza a Milano della Commissione
Europea 02/06/2008.
( da "Corriere del Veneto" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: PADOVA - data: 2008-06-01 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE El canton delle busie di Fausto Pezzato I sindaci alle prese con il
rebus Rom Sono nati quasi ovunque comitati anti-rom, a Mestre centinaia di
persone hanno protestato in corteo contro la costruzione di un villaggio per i
Sinti e poi si sono incatenate alle strutture dell'erigendo quartiere: il
sindaco di Venezia Massimo Cacciari dice che, con le buone o le cattive,
l'opera verrà portata a termine. Anche a Padova si sta cercando di fare
qualcosa del genere, le difficoltà sono molte e la diffidenza è forte e
diffusa. L'ostilità implicita o dichiarata che la presenza dei rom suscita in
tutto il Veneto costringe i sindaci a imboccare una strada comunque impervia,
si tratti di accoglienza o di "tolleranza zero". Mi sono chiesto: ti
sentiresti tranquillo se ci fosse un insediamento di zingari nella tua zona?
Poiché non posso mentire a me stesso, la risposta è stata: no. Perché? Perché
dove hai fatto questa esperienza (prima tanti anni fa a Bologna, poi qui) si
lamentava un aumento dei furti e dell'accattonaggio? Sì, anche per questo ma
non solo. Il disagio, allora come oggi, e credo per tanta gente, in parte è
causato dai ladri e dai mendicanti. E in misura forse maggiore dalla natura
stessa del nomadismo che, a differenza della "normale" immigrazione,
non accetta di lasciarsi assorbire nel costume e nella cultura del territorio:
cerca di conservare se stesso. Nella mobilità, negli espedienti, nel vivere
alla giornata. Sta (quasi beffardamente) ai confini di una società fortemente
regolamentata, sovraccarica di leggi. Le loro roulotte, le
loro baracche confinano con una burocrazia locale e statale che ci dà il tormento appena costruiamo
un'abitazione, apriamo un negozio. Noi facciamo la "raccolta
differenziata", la disciplina dell'immondizia ormai misura il livello di
civiltà. I nomadi conducono un'esistenza "anarchica", nel solco di
antiche tradizioni. Considerati come persone, singoli individui, non
sono né peggiori, né migliori di noi. Amano le loro mogli, i loro mariti, i
loro bambini. Pochissimi hanno un lavoro, e in qualche modo bisogna campare:
nella percezione degli "stanziali", e nei rapporti delle forze
dell'ordine e dei vigili urbani, questa necessità ha definizioni precise. Io li
capisco i sindaci come Cacciari e Zanonato, perché vogliono essere i
rappresentanti di cittadinanze disponibili ad affrontare senza pregiudizi
"medievali" i problemi creati dal mescolamento delle razze e delle
etnie. Ma il loro compito è difficilissimo perché si scontra col comune
sentire, con l'opposizione sotterranea o aperta e crescente delle popolazioni. C'è,
ovunque, una violenza latente che la paura alimenta senza sosta. E' sbagliato
liquidare come "razzista" la percezione di tanta di gente che non sa
che pesci pigliare, che non trova uno sbocco e deve scegliere fra l'ospitalità
e il rifiuto. Senza dimenticare, però, che a forza ci cercare un
"nemico" si finisce, prima o poi, per trovarlo. La Storia ci ricorda
che molte tragedie sono cominciate così.
( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
02-06-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Ostia))
Argomenti: Burocrazia
Chiudi di GIOVANNI SABBATUCCI
FRA i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno ai due ultimi
presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, c'è
sicuramente quello di aver saputo rilanciare e rivitalizzare simboli e
ricorrenze dell'unità nazionale. A cominciare dalla giornata del 2 giugno,
restituita, dopo anni di celebrazioni in tono minore, al suo rango di
principale festività civile del calendario repubblicano. Un'operazione di
indubbio successo (lo dimostra l'ampia partecipazione popolare alle sfilate
militari romane degli ultimi anni) e tanto più notevole in quanto realizzata in
tempi di dure e spesso laceranti contrapposizioni politiche. Oggi, anche per
merito dello sforzo pedagogico ostinatamente esercitato dalla più alta autorità
dello Stato, il clima del confronto parlamentare, e in genere lo stato dei
rapporti fra maggioranza e opposizione, sembrano cambiati decisamente in
meglio. Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante,
perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso
in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a
collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle
proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili
politicamente, a scontrarsi fra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo
Stato; sono pezzi dello Stato magistrature, burocrazie,
amministrazioni locali ad agire secondo logiche autonome e non sempre
compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il
Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in
occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune
della fase fondativa della Repubblica. Lo ha fatto senza troppi giri di
parole, in forma pacata ma esplicita. Gli esempi, del resto, sono sotto gli
occhi di tutti, e non solo nella Campania dell'emergenza-rifiuti: piccole
comunità che si organizzano secondo logiche tribali a difesa del proprio
territorio; gruppi variamente connotati che, non sentendosi adeguatamente
protetti dalle autorità, cercano di farsi giustizia da soli; l'università, che
mai come ora avrebbe bisogno di congrue iniezioni di serietà e qualità, di
nuovo attraversata da scontri para-ideologici e da pulsioni violente. Fenomeni
limitati e, si spera, effimeri: ma non del tutto inquadrabili nella fisiologica
conflittualità che contraddistingue ogni società libera. A fronte di tutto
questo, un apparato statale che sempre più si configura come un insieme di
corpi separati, occupati anche loro a difendere i propri spazi e le proprie
competenze, anche a costo di intralciarsi vicendevolmente e di far impallidire
l'immagine dello Stato come espressione e garante dell'interesse pubblico. Non
c'è molto da stare allegri quando il capo della Polizia si produce in
un'accorata, e purtroppo fondata, denuncia contro una magistratura che, più per
inefficienza che per eccesso di garantismo, vanifica quotidianamente il lavoro
delle forze dell'ordine; e quando la magistratura (nella fattispecie quella
napoletana) mette sotto accusa l'operato delle stesse persone a cui due governi
nazionali (di opposto colore politico) hanno affidato la soluzione del problema
dei rifiuti. È un male oscuro che nasce spesso dallo scontro di ragioni diverse
e che sarà difficile curare con singoli interventi legislativi. Serve
piuttosto, ed è più che mai indispensabile, una comune assunzione di
responsabilità. Serve la consapevolezza, invocata ancora ieri dal Capo dello
Stato nel suo messaggio, di essere tutti nella stessa barca, ovvero di far
parte di un unico sistema-Paese che non può e non potrà mai funzionare senza il
generale rispetto di regole condivise e senza autorità riconosciute, capaci di
farle osservare grazie al monopolio della forza legittima. Il patriottismo
repubblicano è, oggi, soprattutto questo. E alla celebrazione delle sue
ricorrenze debbono coerentemente seguire comportamenti adeguati alla serietà
del momento. Va bene allora stringersi festosamente intorno ai simboli dell'unità
nazionale. Va bene applaudire i reparti delle Forze armate che sfileranno oggi
in via dei Fori imperiali. Purché poi ci si ricordi, in alto come in basso, di
essere tutti cittadini di quella Repubblica che la Costituzione (art.5)
definisce "una e indivisibile".
( da "Panorama" del 02-06-2008)
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Fate più figli, vi
darò io una mano ROMANA LIUZZO Denatalità Asili, incentivi per pannolini e
latte, fisco amico, mutui agevolati, revisione della legge sull'aborto... Le
proposte del ministro Meloni per le giovani coppie. Asili di condominio,
gestiti a turno da una madre, la cosiddetta baby sitter di pianerottolo, pagata
per il servizio dallo Stato, come già accade in Francia. E un grande nido nella
sede del Parlamento, a Montecitorio. Non solo per i figli dei deputati, ma
soprattutto per quelli di funzionari, uscieri, dipendenti, persone senza orari
certi. È questa in sintesi la proposta di legge, ancora in fase di stesura, di
incentivo alla maternità che il ministro per le Politiche giovanili, Giorgia
Meloni, anticipa in esclusiva a Panorama. Speriamo di portarla in Consiglio dei
ministri il prima possibile: molti punti già erano nel programma di governo,
altri sono mie aggiunte. Capelli lisci, un filo di trucco, quanto basta per
fare risaltare gli occhi chiari, la più giovane parlamentare del 2006
(vicepresidente della Camera a 29 anni), oggi a
( da "KataWeb News" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Alle 09:18 - Fonte:
Homepage">repubblica.it - 0 commenti Migliaia di allevatori del nostro
Paese, in crisi, minacciano il blocco Il ministrio Zaia: "La burocrazia mette a rischio le nostre imprese" Jenner
Meletti.
( da "Arena.it, L'" del 02-06-2008)
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Caso Aguilar, ansia
infinita "Riscriviamo le regole" Dirigenti e tecnici veronesi
protestano per la tempistica del verdetto che non arriva: "Non ci siamo: è
tutto falsato" Ci alleniamo da più di un mese per niente: o si gioca l'8 o
mando tutti in vacanza GIANNI RECCHI VICEPRES. DEL VILLAFRANCA Situazione
inverosimile che tra l'altro crea un precedente molto pericoloso DAMIANO
ALBERTINI PRES. DELLA BELFIORESE Andrea Mantovani Un dilemma
degno del thriller più ardito, una situazione che mette in crisi le certezze
del calcio dilettantistico bloccando i consueti meccanismi e lasciando in
sospeso classifiche e ripescaggi, con formazioni che si allenano senza sapere a
quale avversario potranno eventualmente contendere la vittoria finale: il
campionato di Promozione vive la perdurante paralisi dei play off, bloccati dal
caso Aguilar (con l'eventuale vizio nel tesseramento del giocatore del Sona
Mazza), per cui a presidenti e allenatori delle formazioni veronesi immischiate
non resta altro che ribadire l'inevitabile sconcerto. GIANNI RECCHI, vice
presidente del Villafranca. "Quello che sta succedendo è estremamente
dannoso sia per noi che per tutto il movimento dilettantistico veneto. Non
doveva assolutamente capitare e bisognava essere concreti nelle decisioni fin
dall'inizio senza tutti questi tira e molla. Non vedo particolari colpe da
parte del presidente regionale Gianni Guardini ma noto piuttosto una scarsa
chiarezza nel regolamento. Anni fa la cosa si sarebbe risolta subito grazie a
regole molto più chiare, mentre adesso ci sono un sacco di varianti e postille
da interpretare. Bisogna tornare ad un regolamento più definito. Resta il fatto
che ora sta regnando una immensa confusione e che abbiamo una squadra che si
sta allenando da più di mese per nulla. Spero che si giochi non olre l'8 gugno,
altrimenti penso proprio che il Villafranca andrà comunque in vacanza... E che
succeda quel che deve succedere". WALTER PADOVANI, allenatore del Team
Santa Lucia Golosine. "Penso che questa sia una situazione a dire poco
imbarazzante. Imbarazzante per tutti, frutto di chiari ed evidenti errori da
pate di qualcuno - senza fare nomi - con l'effetto di aver creato tanta
confusione. Bisognava decidere subito, nel bene o nel male. Non accuso e non
difendo nessuno ma dico che bisogna rivedere il sistema. Per quello che
riguarda l'aspetto tecnico, non posso sapere se la mia formazione risulterà
danneggiata o meno, anche perché è la prima volta che mi succede - e che
succede in assoluto - una cosa del genere. Quello che è evidente è che il
discorso legato ai play off è logicamente falsato". DAMIANO ALBERTINI,
presidente della Belfiorese. "Penso che quello che sta succedendo
danneggia noi come gli altri, ma danneggia ancora di più l'immagine della
federazione. Un mese di allenamenti senza sapere quando si gioca e con chi si
gioca? È una situazione veramente stressante sia per noi che per i giocatori.
Difficile è anche tenere alta la concentrazione del gruppo, tenere la tensione
sempre costante. È veramente una situazione inverosimile che sicuramente, vada
come vada, lascerà degli strascichi negativi, senza dimenticare che si è creato
un precedente veramente pericoloso. Parliamo di un prodotto
distorto della burocrazia,
tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una
malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del
Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto
abbiamo vinto il campionato. È da tempo che non ci alleniamo perché
siamo la formazione che ha vinto il torneo di Promozione. Qualsiasi altra
decisione non verrà presa in considerazione, sia da me che dalla società. Se ci
diranno di giocare i play-off sarà una bella soddisfazione per i giovani della
rappresentativa allievi, quelli che eventualmente si presenteranno sul campo.
Ripeto: noi abbiamo vinto il campionato, siamo in Eccellenza e non voglio
sentire altro".
( da "Arena.it, L'" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PROMOZIONE. IL
TESSERAMENTO CONTESTATO (CON RELATIVA PARALISI DEI PLAY OFF) SCATENA LA RABBIA DELLE
SOCIETÀ Caso Aguilar, ansia infinita "Riscriviamo le regole"
Dirigenti e tecnici veronesi protestano per la tempistica del verdetto che non
arriva: "Non ci siamo: è tutto falsato" Ci alleniamo da più di un
mese per niente: o si gioca l'8 o mando tutti in vacanza GIANNI RECCHI
VICEPRES. DEL VILLAFRANCA Situazione inverosimile che tra l'altro crea un
precedente molto pericoloso DAMIANO ALBERTINI PRES. DELLA BELFIORESE
Andrea Mantovani Un dilemma degno del thriller più ardito, una situazione
che mette in crisi le certezze del calcio dilettantistico bloccando i consueti
meccanismi e lasciando in sospeso classifiche e ripescaggi, con formazioni che
si allenano senza sapere a quale avversario potranno eventualmente contendere
la vittoria finale: il campionato di Promozione vive la perdurante paralisi dei
play off, bloccati dal caso Aguilar (con l'eventuale vizio nel tesseramento del
giocatore del Sona Mazza), per cui a presidenti e allenatori delle formazioni
veronesi immischiate non resta altro che ribadire l'inevitabile sconcerto.
GIANNI RECCHI, vice presidente del Villafranca. "Quello che sta succedendo
è estremamente dannoso sia per noi che per tutto il movimento dilettantistico
veneto. Non doveva assolutamente capitare e bisognava essere concreti nelle
decisioni fin dall'inizio senza tutti questi tira e molla. Non vedo particolari
colpe da parte del presidente regionale Gianni Guardini ma noto piuttosto una
scarsa chiarezza nel regolamento. Anni fa la cosa si sarebbe risolta subito
grazie a regole molto più chiare, mentre adesso ci sono un sacco di varianti e
postille da interpretare. Bisogna tornare ad un regolamento più definito. Resta
il fatto che ora sta regnando una immensa confusione e che abbiamo una squadra
che si sta allenando da più di mese per nulla. Spero che si giochi non olre l'8
gugno, altrimenti penso proprio che il Villafranca andrà comunque in vacanza...
E che succeda quel che deve succedere". WALTER PADOVANI, allenatore del
Team Santa Lucia Golosine. "Penso che questa sia una situazione a dire
poco imbarazzante. Imbarazzante per tutti, frutto di chiari ed evidenti errori
da pate di qualcuno - senza fare nomi - con l'effetto di aver creato tanta
confusione. Bisognava decidere subito, nel bene o nel male. Non accuso e non
difendo nessuno ma dico che bisogna rivedere il sistema. Per quello che
riguarda l'aspetto tecnico, non posso sapere se la mia formazione risulterà
danneggiata o meno, anche perché è la prima volta che mi succede - e che
succede in assoluto - una cosa del genere. Quello che è evidente è che il
discorso legato ai play off è logicamente falsato". DAMIANO ALBERTINI,
presidente della Belfiorese. "Penso che quello che sta succedendo
danneggia noi come gli altri, ma danneggia ancora di più l'immagine della
federazione. Un mese di allenamenti senza sapere quando si gioca e con chi si
gioca? È una situazione veramente stressante sia per noi che per i giocatori.
Difficile è anche tenere alta la concentrazione del gruppo, tenere la tensione
sempre costante. È veramente una situazione inverosimile che sicuramente, vada
come vada, lascerà degli strascichi negativi, senza dimenticare che si è creato
un precedente veramente pericoloso. Parliamo di un prodotto
distorto della burocrazia,
tipico delle cose italiane, che ripropone tempi di decisione lunghissimi. Una
malattia grave. Bisognava decidere subito". ROBERTO PIUZZI, allenatore del
Sona M. Mazza. "Posso solo dire che questa cosa non ci tocca in quanto
abbiamo vinto il campionato. È da tempo che non ci alleniamo perché
siamo la formazione che ha vinto il torneo di Promozione. Qualsiasi altra
decisione non verrà presa in considerazione, sia da me che dalla società. Se ci
diranno di giocare i play-off sarà una bella soddisfazione per i giovani della
rappresentativa allievi, quelli che eventualmente si presenteranno sul campo.
Ripeto: noi abbiamo vinto il campionato, siamo in Eccellenza e non voglio
sentire altro".
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del
02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Affari & Finanza
> AF0RAPPORTO LA RICERCA / DA UNO STUDIO DELLA "BOCCONI" EMERGE
L'IDENTIKIT DEI FONDATORI DELLE "START UP": GIOVANI, LAUREA IN TASCA,
SPIRITO DI INIZIATIVA. DONNE E UOMINI PARTONO ALLA PARI MA LE PRIME INCONTRANO
MAGGIORI DIFFICOLTà NELLA CRESCITA AZIENDALE CARLO ALBERTO PRATESI* Il punto di
partenza nel processo di nascita di una nuova azienda può essere il più vario.
Nel settore dell'informatica ci sono imprese famose che sono state concepite
nel garage di casa (come la Apple o la Microsoft); altre che hanno visto la luce
nel laboratorio informatico di una prestigiosa business school (come Cisco o
Google i cui fondatori erano tutti studenti della Stanford University). C'è chi
è partito con un prestito di 100 dollari per comprare una cinepresa usata (è il
caso di Walt Disney), chi andando in bicicletta a consegnare i prodotti
dell'azienda di famiglia (come Luciano Benetton). Il più delle volte si parte
da un'idea geniale, venuta un po' per caso, magari durante un viaggio di
piacere: nel 1983 Howard Schultz (fondatore di Starbucks) concepì la sua catena
bevendo il caffè in un bar di Milano, mentre Eugenio Marinella trasse
ispirazione dai negozi di stoffe londinesi per le sue celebri cravatte. In
molti casi si parte reinterpretando, con l'aggiunta di un po' di tecnologia, prodotti
normalissimi: come le scarpe (vedi le suole traspiranti di Geox), la pasta
fresca ripiena (l'atmosfera modificata nelle vaschette dei tortellini Rana) o
gli attrezzi da palestra (Technogym). Quello che accomuna una gran parte delle
start up è il fatto di avere genitori piuttosto giovani. Perché quando si è
ragazzi è più facile avere una buona intuizione e, soprattutto, la giusta
motivazione per portarla avanti. A giudicare dai successi più noti, l'età
adatta per fondare una nuova azienda è attorno ai vent'anni. Proprio a
vent'anni Bill Gates ha messo in piedi la Microsoft; a ventuno Steve Jobs (che
per una strana coincidenza è nato lo stesso anno di Bill, il 1955) ha creato la
Apple; a vent'anni Mark Zuckerberg (nato trent'anni dopo di loro) ha lanciato
Facebook. E la regola non vale solo per gli enfant prodige americani e per il
settore delle Ict: Renzo Rosso ha creato Diesel a 23 anni; Nerio Alessandri a
22 anni fondava la Technogym. Ancora oggi, in Italia, a differenza di quanto ci
propinano quotidianamente i media, che negli ultimi tempi tendono a
sottolineare i peggiori difetti dei nostri giovani (i termini usati più di
frequente sono "bamboccioni" e "bulli") oltre il 15% dei
nuovi imprenditori ha meno di 24 anni e più del 37% si colloca tra i 25 e i 34
anni. Il che li mette, almeno in questo, perfettamente in linea con la media
europea. Questi dati emergono da un recente studio realizzato dalla Bocconi
(con il contributo di Ernst & Young e Atradius Credit Insurance) in
occasione della decima edizione del rapporto Gem 2008 (Global Entrepreneurship
Monitor basato su 150.000 interviste in 42 paesi). Nella stessa ricerca si
evidenzia, tra l'altro, che la creazione di nuove imprese in Italia è cresciuta
dal 3,5% al 5% (vale a dire che cinque adulti italiani su 100 hanno avviato
un'attività imprenditoriale nel 2007): un tasso più alto di quello di paesi
come la Francia (3,2%), e vicino alla Gran Bretagna (5,5%). Va detto che la
nuova imprenditorialità italiana, a differenza degli altri paesi, è concentrata
per due terzi nel settore dei servizi ed è sbilanciata nei business a basso
contenuto tecnologico. "In Italia diventare imprenditore è considerato una
buona scelta di carriera, rispetto agli altri paesi. Però la paura del
fallimento è particolarmente elevata e vi è poco ottimismo rispetto alle
aspettative di buone opportunità nei prossimi sei mesi. Questo, insieme alle
notevoli difficoltà di accesso a risorse finanziarie, alle
tasse e alla burocrazia
contribuisce a spiegare perché l'imprenditorialità earlystage in Italia è sotto
la media europea (5,9%)" spiega Alexandra Dawson, coordinatrice della
ricerca Bocconi. In particolare, dallo stesso rapporto si rileva che l'Italia è
tra gli ultimi paesi europei riguardo alla facilità di reperire fondi (21°),
alle infrastrutture disponibili (21°), alla pressione tributaria e alla burocrazia (19°) e alla percezione delle opportunità
presenti per avviare un'attività imprenditoriale (21°). L'identikit del tipico
imprenditore italiano nelle fasi iniziali della sua impresa è: maschio, di età
compresa tra i 25 ed i 34 anni e ben istruito. Quest'ultimo dato evidenzia una
nostra peculiarità: il 36% dei nuovi imprenditori possiede una laurea, un tasso
superiore alla Gran Bretagna e agli Usa. Per quanto riguarda il rapporto tra
donne a uomini impegnati in prima persona nelle start up, dallo studio emerge
un sostanziale equilibrio, del tutto in linea con gli altri paesi europei.
Purtroppo la presenza femminile cala drasticamente quando si contano gli
imprenditori ben avviati (il questo ambito l'incidenza è di
( da "Mattino, Il (City)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Patriottismo repubblicano
Giovanni Sabbatucci Tra i meriti che i libri di storia di domani riconosceranno
ai due ultimi presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio
Napolitano, c'è sicuramente quello di aver saputo rilanciare e rivitalizzare
simboli e ricorrenze dell'unità nazionale. A cominciare dalla giornata del 2
giugno, restituita, dopo anni di celebrazioni in tono minore, al suo rango di
principale festività civile del calendario repubblicano. Un'operazione di
indubbio successo (lo dimostra l'ampia partecipazione popolare alle sfilate
militari romane degli ultimi anni) e tanto più notevole in quanto realizzata in
tempi di dure e spesso laceranti contrapposizioni politiche. Oggi, anche per
merito dello sforzo pedagogico ostinatamente esercitato dalla più alta autorità
dello Stato, il clima del confronto parlamentare, e in genere lo stato dei
rapporti fra maggioranza e opposizione, sembrano cambiati decisamente in
meglio. Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante,
perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso
in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a
collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica
irriducibilità delle proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso
non etichettabili politicamente, a scontrarsi tra di loro e a contrapporsi,
tutti insieme, allo Stato; sono pezzi dello Stato - magistrature, burocrazie,
amministrazioni locali - ad agire secondo logiche autonome e non sempre
compatibili. SEGUE A PAGINA 12.
( da "Stampaweb, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Fiumi e torrenti
ingombri di tronchi e sassi pronti a trasformarsi in proiettili micidiali,
"tappi" di detriti non rimossi, boschi abbandonati a sé stessi,
argini e muri di sostegno non completati. é il quadro desolante emerso durante
gli incontri di Mercedes Bresso e Antonio Saitta con i sindaci delle vallate
flagellate dal maltempo: Chisone, Germanasca, Susa, Pellice. Oggi Saitta sarà
nelle Valli di Lanzo e nel Canavese. Non tanto e non solo opere straordinarie,
in gran parte realizzate dopo l'alluvione del 2000 con buoni risultati. La
calamità che ha devastato il Torinese è il frutto avvelenato di centinaia di
interventi apparentemente minimali, rimandati troppo a lungo. Finisce che la
montagna, afflitta da troppe competenze, troppa burocrazia e poche risorse, presenta il
conto. Bisognava sentirli, i discorsi degli amministratori convocati ieri a
Perosa Argentina, Oulx, Susa e Bussoleno. Uniti nel lodare l'impegno della
Protezione civile, della Regione e della Provincia, con cui c'è un rapporto
diretto. Altrettanto compatti nel censurare la "latitanza"
dell'Aipo, l'ex-Magistrato del Po, l'incomunicabilità con Anas (Bresso ha
ribadito che le strade statali dovrebbero passare alla Regione e da questa alla
Provincia) e l'indifferenza dello Stato. Vallate diverse, problemi comuni per i
sindaci: compresi quelli della Val di Susa. L'alluvione ha rubato la scena
anche alla Tav. Troppa burocrazia. Hai voglia a
deplorare le ostruzioni nei corsi d'acqua quando scopri che al solo pensiero di
ripulire gli alvei gli amministratori si mettono le mani nei capelli. La ghiaia
e le pietre recuperate, anche se di scarso valore, sono considerate bene
demaniale e come tale vanno accatastate a bordo fiume: lì restano fino a quando
il Comune interessato non bandisce un'asta pubblica, che il più delle volte va
deserta, pronte a favorire la prima piena. E' solo uno dei paradossi riportati
a galla dall'alluvione. Ne conviene anche Bresso: nell'ordinanza conseguente
alla richiesta dello stato di emergenza verrà inserita una deroga. Troppe
competenze. Autorità d'ambito, Aipo, Prefettura, Protezione civile, Regione,
Provincia, Comuni... Troppo spesso non si capisce chi deve decidere cosa.
Saitta, che come presidente della Provincia è responsabile della Protezione
civile, ha annunciato di volersi riprendere la delega per intero ponendo fine
alla cogestione con la Prefettura. Poche risorse. Vale per gli enti locali, che
chiederanno l'esenzione dai vincoli del Patto di stabilità per la
ricostruzione, e per la stessa Aipo: competente su 2 mila chilometri di corsi
d'acqua in Piemonte, dispone di 4 milioni l'anno per la manutenzione ordinaria.
Solo per gli interventi di emergenza legati alla piena il Governo ne ha
stanziati 5. Figurarsi per le opere straordinarie. E' il caso delle vasche di
laminazione o delle aree di espansione che si pensa di realizzare prima di
Rivoli, approfittando dei terreni di proprietà dell'Ordine Mauriziano, per
garantire uno sfogo alla Dora e minimizzare le piene su Torino (va da sé che in
quelle aree verrebbero bloccati i diritti edificatori). Resta la preoccupazione
per i danni e l'allerta-meteo. Da oggi ricomincia a piovere. commenti (0)
scrivi.
( da "Denaro, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Campania Sommese:
Fondi europei, priorità a progetti cantierabili Occorre coordinare la
programmazione economico-finanziaria dei fondi europei con la cantierabilità
delle iniziative e approvare subito i piani urbanistici territoriali. Pasquale
Sommese, presidente della Quarta Commissione Urbanistica del Consiglio
regionale, si dice d'accordo con Giovanni Cotroneo, presidente dell'Ance
Campania, che lancia l'allarme sulle opere pubbliche e chiede un coinvolgimento
sui Por 2007-2013. Domanda. L'Ance Campania lancia l'allarme sulle opere
pubbliche in regione: che cosa risponde? Risposta. Sono d'accordo con Cotroneo.
Ho tentato da tempo di avvertire sul rischio che si può correre di non riuscire
a cantierare i tanti progetti di grande valore industriale e occupazionale.
Bisogna che in poche sedute vengano approvati i piani urbanistici territoriali
dal tavolo di copianificazione tra Regione, Comuni e Province. D. Cotroneo
chiede un posto al tavolo di partenariato per i fondi strutturali 2007-2013: la
Giunta glielo darà? R. Il tavolo è istituzionale. Le risorse non mancano. Credo
che il problema non sia questo. Cotroneo di solito chiede certezza dei tempi. La burocrazia
è troppo lunga. D. Project financing: ripartirà l'iter della legge regionale?
R. E' in commissione. Siamo alle battute finali. Dobbiamo recuperare
credibilità politica, al momento un po' appannata. Dobbiamo spendere e spendere
bene. del 31-05-2008 num.
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Un appello a
continuare il volo notturno. Lo ha lanciato il primario del Suem Angelo Costola
nella cerimonia per il ventennale dell'elisoccorso in provincia di Belluno. La
sperimentazione si concluderà alla fine di agosto e la tribuna al cospetto di
politici e amministratori era una ghiotta occasione per richiamare
all'attenzione l'utilità del servizio. "Il volo notturno - ha affermato
Costola - non è un capriccio, ma la necessità di avere interventi tempestivi di
giorno e di notte, perché bisogna garantire equità e pari accesso a tutti i
cittadini". Costola ha ricordato le tappe dell'elisoccorso in provincia,
quando nel 1988 la Regione si prese carico di modificare il piano sanitario
portando il servizio sulle Dolomiti. "Ci confrontammo con Elidolomiti del
dottor Menegus, che oggi non è più tra noi, e partimmo". Oggi, ha
ricordato Costola, si va verso una rete capillare di elisuperfici, completando
quelle di Arabba e Falcade e studiandone la realizzazione a Santo Stefano e
Comelico Superiore". Gli interventi dell'elicottero in 20 anni sono stati
ben 13.883. Costola ha però ricordato come spesso a
complicare le cose ci si metta la burocrazia. "Per una autorizzazione che deve darci l'Enac non
riusciamo a ottenere i visori notturni, che permetterebbero ai piloti di
raggiungere anche di notte la stessa quota che mantengono di giorno". Dai
consiglieri regionali Dario Bond e Guido Trento è arrivata la promessa di fare
sentire le istanze a Venezia circa il volo notturno. "Ma - ha detto
Bond - l'elisoccorso non deve diventare una scusa per la Regione di tagliare i
servizi esistenti, pensando magari all'area vasta". Il Suem, è stato
affermato, non è solo un servizio indispensabile per i residenti, ma un valore
aggiunto di sicurezza per l'offerta turistica. "Noi parliamo molto
dell'elicottero, che è forse la cosa più evidente, ma non possiamo dimenticare
la rete di volontari delle "Croci" su tutto il territorio". E,
parimenti, il Corpo nazionale di soccorso alpino. "Il nostro lavoro deve
essere coadiuvato, non ostacolato - ha detto Fabio Bristot - per la montagna
chiediamo dignità e pari opportunità".Alla cerimonia hanno partecipato
anche il prefetto Provvidenza Raimondo, la vicepresidente della Provincia
Claudia Bettiol e il sindaco di Belluno Antonio Prade. Dalla Spagna è arrivato
l'amministratore delegato della società che oggi controlla Elidolomiti, Jorge
Diaz-Crespo Cardone e c'era anche Mariano Bazzarini dell'Agusta, la società che
realizza gli elicotteri per il Suem.Maurizio Dorigo.
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Inaugurata nel
settembre del 2006, al termine di un restauro finanziato con i soldi della
Regione e del Comune, non è ancora entrata in funzione La
casa alloggio per disabili bloccata dalla burocrazia Il recupero della palazzina è costato un milione di euro, ma
dopo l'inaugurazione è iniziato un vero e proprio calvario per gli addetti
dell'Anffas Inaugurata nel settembre 2006, al termine di un restauro finanziato
con i soldi pubblici, non è mai entrata in funzione per colpa di cavilli
burocratici. La casa alloggio ex docce pubbliche della Giudecca - una
bella palazzina vista laguna ubicata dietro i nuovi fabbricati ex Junghans - è
stata totalmente restaurata per ospitare dieci ragazzi disabili intellettivi
grazie all'impegno della sezione Anffas di Venezia.Il recupero della palazzina
è costato un milione di euro (220mila dati dalla Regione Veneto, 360mila del
Comune di Venezia e 420mila prestati dall'Anfass nazionale). Dopo la cerimonia
d'inaugurazione è iniziato un vero e proprio calvario per gli addetti
dell'Anffas. "Nel dicembre 2006 - racconta Roberto Barina, vicepresidente
dell'Anffas Venezia - abbiamo richiesto l'autorizzazione al funzionamento
all'Ulss. Purtroppo proprio in quel periodo sono passate le competenze in
materia dall'Ulss alla Regione. Nell'aprile del 2007, quindi, abbiamo
ripresentato domanda d'autorizzazione al funzionamento alla Regione Veneto che
ha incaricato l'Ulss di formare una commissione specifica per esaminare la
struttura. La commissione è stata costituita nel settembre 2007 e dopo circa
due mesi ha avuto luogo la prima visita della palazzina".Un sopralluogo
che si rivela essere più complicato del previsto: "Abbiamo risposto punto
per punto alle numerose e accurate osservazioni che ci sono state fatte -
spiega Renato Susanetti, tesoriere dell'Anfass Venezia - dalla commissione
dell'Ulss. Alla fine ci hanno richiesto anche un documento che attesta la
valutazione dei rischi, non previsto in questa fase. Abbiamo avuto la sensazione
che queste persone considerassero la casa alloggio come un piccolo ospedale non
pensando alla caratteristica d'abitazione che devono mantenere queste
strutture".L'ultimo certificato richiesto è stato consegnato il 20 marzo
scorso. Dopo più di un mese non si sa ancora se la pratica è andata a buon
fine. "Chiediamo aiuto alla Regione e al Comune di Venezia - continua
Roberto Barina - affinché intercedano per trovare una risoluzione rapida a
questo problema. Non riusciamo proprio a capire perché questa struttura, che è
la più funzionale e nuova delle nostre case alloggio veneziane, non possa
aprire i battenti. Un interessamento da parte del Comune e della Regione è
dovuto, dal momento che per il restauro sono stati spesi soldi della
comunità". Insomma bisogna fare presto perché il rischio di degrado è
dietro l'angolo: ""La struttura è totalmente inutilizzata - conclude
il tesoriere Anfass Venezia, Renato Susanetti - e se un edificio non è abitato
il degrado corre veloce. In tutta questa faccenda fa sorridere il fatto che per
avere un certificato di autorizzazione al funzionamento la legge prevede al
massimo 180 giorni. Nel nostro caso di giorni ne sono passati più di
quattrocento (dall'aprile 2007) e siamo ancora in attesa di una
risposta".Francesca Scarpa.
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MEL Celebrata ieri
la festa della famiglia alla materna "mons. Rosada" "Abbiamo
solo 400 bimbi su oltre 6 mila abitanti" Mel(lr) Alla festa della famiglia
della scuola per l'infanzia "mons. Rosada", svoltasi ieri, sono
emerse due idee forti, presentate dal sindaco e dal parroco, poco prima dei saggi
di fine anno sotto il capannone a pian del Toro. Dalle Sasse ha sottolineato:
"A Mel abbiamo oggi circa 6.200 abitanti, dei quali quasi 3.000 hanno
un'età tra 35 e 60 anni, 1.500 più di 60, 1.700 sotto i 35 e 400 sotto i 7.
Bisogna che vi sia un'apertura per le famiglie, altrimenti rimarremo in pochi.
Una realtà alla quale dobbiamo porre rimedio con una politica per la
famiglia". "La scuola funzione bene - ha esordito
don Egidio Lot-, però la parificazione è avvenuta solo in termini di aumento
della burocrazia. Pochi
sono i soldi che ci dà lo Stato. In questo modo le spese vanno a gravare sulle
famiglie e sulla parrocchia".
( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La malaburocrazia penalizza la sicurezza urbana per l'eccesso di
incarichi amministrativi, ma la gran parte dell'attività è fatta solo di contravvenzioni
Viabilità, troppi vigili ad ammuffire negli uffici I dati
Aci dimostrano che a Nordest gli organici sono in sofferenza perchè 4 agenti su
10 non svolgono i servizi su strada La burocrazia e le "esigenze" di bilancio strozzano gli organici dei
vigili urbani e penalizzano la sicurezza stradale. È la sintesi dei dati emersi
nel primo forum delle Polizie locali organizzato dall'Aci e tenutosi nei giorni
scorsi a Riva del Garda (Trento). "La legge prevede un vigile
urbano ogni mille abitanti - spiega Luigi Altamura, comandante della Polizia
municipale di Verona e relatore al forum - Sulla carta a Nordest i numeri ci
sono per avere organici "a norma", ma la realtà dei fatti dimostra
invece che tutti i Corpi sono sottodimensionati: da Venezia a Treviso, da
Vicenza a Verona, sia i Comuni governati dalla destra che dalla sinistra.
Proprio in questi giorni stanno partendo le prove scritte o le pubblicazioni
dei bandi di concorso per l'assunzione di nuovi agenti vista la situazione
generale di sofferenza".Secondo i dati ufficiali delle Polizie municipali
in ogni capoluogo del Nordest (ad eccezione della sola Pordenone) ci sono in
media una quarantina di vigili in meno del necessario: "Questo perché -
puntualizza il comandante Altamura - i numeri resi noti dalla ricerca del
centro studo dell'Automobil Club Italia vanno interpretati: si tratta infatti
della fotografia di una situazione che calcola tutto il personale in servizio
nelle 13 Polizie municipali dei capoluoghi. Ma il problema è che vi sono tanti agenti
che per motivi diversi che vanno dall'età alla formazione o a effettivi carichi
amministrativi, non svolgono attività in strada. Per fare un esempio, a Verona
il numero è ben più basso di quei 10,82 vigili per 10 mila abitanti: con i
nuovi 30 assunti avremo 270 vigili per 260 mila abitanti. Siamo al limite, ma
il problema è che ci sono pensionandi e anche una presenza significativa di
vigili non più idonei all'attività su strada".Secondo i dati dell'Aci nei
7 capoluoghi veneti - che hanno in totale poco più di 1 milione di abitanti -
sono in servizio 1250 vigili, uno ogni 833 abitanti ovvero sotto la soglia di
legge dei mille, ma la realtà è ben diversa. Il 40 per cento dei vigili urbani
(500 agenti) si dedica ad attività amministrative e burocratiche e non al
servizio in strada sia per scelta (età, problemi fisici) che per mancanza delle
qualità professionali. Il fenomeno si verifica in tutta Italia, ma colpisce in
particolare le città medio-piccole. L'Aci chiede al governo d'intervenire per
correggere il tiro sul tema delle polizie locali: devono fare più prevenzione e
controlli che non repressione e... introiti.I numeri dicono infatti che nei 13
capoluoghi del Nordest, le attività dei vigili urbani sono in massima parte
quelle di elevare multe, circa
( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abbiamo lasciato la
lettera insolitamente lunga perché il professor Giorgio Brunetti è uno dei più
seri e lucidi analisti economici del Paese e conosce le pieghe malate
dell'Italia e del Nordest. È vero, c'è nell'aria, diffusa, una sorta di
"melanconia" che non è soltanto nostalgia di giorni in cui si stava
meglio. È soprattutto la paura di non ritrovare più quel tempo. C'è un
"declino" che forse è meno dolce di quanto appaia. Sicuramente pesano
i fattori individuati da Brunetti: le corporazioni avvolgono tutto, proteggono,
dilatano l'errore. Le corporazioni non si condannano mai, si sviliscono
piuttosto che punire: si pensi alla difesa corporativa dei fannulloni, pubblici
e privati; alla difesa dei privilegi, dei monopoli. Si pensi alla promozione
sistematica - nel pubblico e nel privato - non dei migliori per crescere, ma
dei mediocri per avere il consenso. Non si cerca quello bravo e autonomo, ma
quello che dice sempre di sì. In queste condizioni quale Paese cresce? Poi c'è
l'assurdità del groviglio di leggi che appesantiscono la burocrazia, ma sono spesso congeniali ai
furbetti, ai corrotti, agli intrallazzatori più o meno collegati alla
criminalità organizzata. Se i costi di un chilometro di strada in Italia sono
superiori sette volte rispetto a un chilometro francese o tedesco, la
spiegazione non è soltanto nelle leggi. La politica ha facce e
complicità che si leggono diversamente. Siamo un popolo pigro, ma ci si chiede:
perché ha paura di cambiare o perché preferisce proprio non cambiare? Forse
davvero nella palude ci si mimetizza meglio, come sostiene Brunetti. Ma c'è
ancora un aspetto: la paura. Se si pensa di governare un Paese con la paura, lo
si frena, lo si costringe a interessarsi soltanto di ciò che sta attorno, non
si guarda un palmo oltre il proprio naso. In pratica, non si costruisce il
futuro. Con la paura ci si mimetizza meglio nella palude, si pensa a come
liberarsi dalla paura, si subisce il resto. Eppure sia la relazione del
governatore della Banca d'Italia, sia l'appello del Presidente della Repubblica
sono nella direzione dell'uscita dalla palude. Rimettere in moto l'Italia con
più lavoro e meno tasse, significa guardare avanti. Superare il rischio di
"regressione civile", come chiede Napolitano, significa guardare il
futuro. Sono l'intolleranza, la violenza, il razzismo, la paura di tutto che
trasformano la palude in sabbie mobili. Questo presuppone uno Stato che non
ceda davanti alla piazza, che non si lasci sommergere dai rifiuti, ma nemmeno
pensi che ogni cosa si risolva con la forza. L'Italia è al bivio: o cresce e si
affida di più all'Europa, o rischia di spegnere la luce sul futuro.
( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mancini, Mourinhoe
gli stipendidegli italianiIn questi giorni i giornali pubblicano i dati forniti
dall'Istat sui redditi medi percepiti dagli italiani. In particolare risulta che
circa il 50\% delle famiglie ha un reddito mensile inferiore a 1900 euro.Gli
stessi giornali seguono le vicende relative al posto di allenatore dell'Inter
per il prossimo anno pubblicando, tra l'altro, gli stratosferici compensi che
la società corrisponderà a Roberto Mancini a titolo di buona uscita e al nuovo
allenatore, il portoghese Josè Mourinho, a titolo di ingaggio.Non desta
meraviglia se una buona parte di coloro che rientrano nel predetto 50\%,
leggendo le questioni interiste, inarcano con perplessità le sopracciglia
.Luigi FistarolloMira (Ve)Italia, non solol'immondiziadi NapoliDedicato a tutti
quelli che pensano che all'estero si occupino dell'Italia solo quando c'è da
sparlare della immondizia di Napoli, delle risse in parlamento o di altre vergogne
nazionali. Mozilla Firefox, il programma per navigare in internet più famoso in
assoluto, sta lanciando la sua nuovissima versione. La versione 3 di Firefox si
chiamerà Gran Paradiso. Un giusto tributo alla bellezza delle nostre montagne,
tanto per ricordare che in Italia c'è anche altro.Elettra CosfìPotenzaUna
ricettaper i malidel PaeseIl Nord è stanco di finanziare (senza adeguata
contropartita) costi e sprechi, specie nella sanità, del Sud: occorre il
federalismo fiscale, per rimediare alle tentazioni secessioniste. Conviene
adeguarsi alla prevalente normativa europea, che non prevede anticipi di
pensionamento, per anzianità e cosiddetti lavori usuranti. I nostri neolaureati
se non trovano occupazioni conformi agli studi compiuti si adattino temporaneamente
a svolgere qualsiasi lavoro onesto (cameriere, commesso, benzinaio, ecc.), come
fanno molti giovani stranieri, specie statunitensi. Occorre concedere incentivi
economici, affinché ai lavoratori convenga restare in servizio fino a 65 anni.
È opportuno migliorare l'offerta formativa, soprattutto professionale, e
cercare d'eliminare prioritariamente la disoccupazione e inazione italiana: gli
immigrati sono utili, ma se la loro presenza supera il 10\% della popolazione,
l'integrazione risulta complicata (R. Illy, Così perdiamo il Nord, Mondadori
2008, p. 72; G. Sartori, Pluralismo, multiculturalismo e estranei, Rizzoli
2000, p. 106). Si auspica che l'istituto del Difensore civico tutore del
cittadino, nei casi di disfunzioni dei pubblici uffici sia attivato in tutti i
comuni, province e regioni: serve a emancipare la persona e
a liberarla dalla sudditanza alla burocrazia pubblica.L'ordinamento giuridico italiano deve basarsi sui
principi del diritto romano: il singolo ha libertà su tutto, tranne su ciò che
è esplicitamente vietato. Occorre delegiferare e concentrare in testi unici. La
Costituzione ha più di 60 anni: non è perfetta e abbisogna di modifiche.
In particolare, l'art. 42 pospone la proprietà privata a quella pubblica: La
proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad
enti o a privati. Questo e altri articoli vanno rettificati, anche per
evidenziare l'essenziale funzione incentivante e responsabilizzante della
proprietà privata. Infatti: vale il principio di sussidiarietà; l'economia di
mercato tende ad affermarsi nel mondo; la liberaldemocrazia esalta libertà,
efficienza e sviluppo; la caduta del muro di Berlino ha segnato il crollo
definitivo del collettivismo nell'Europa orientale.Gianfranco NìbalePadovaBrava
Santanchè,riapriamole case chiuseGrazie, grazie mille Daniela Santanché di
esistere. L'idea di ritornare ai tempi delle case chiuse e di eliminare la
prostituzione "En plein air" accoglie in toto la mia approvazione. La
bigotta legge Merlin del
( da "Gazzettino, Il" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il male oscuroOggi,
anche per merito dello sforzo pedagogico ostinatamente esercitato dalla più
alta autorità dello Stato, il clima del confronto parlamentare, e in genere lo
stato dei rapporti fra maggioranza e opposizione, sembrano cambiati decisamente
in meglio. Ma emerge nel contempo una conflittualità diversa e più inquietante,
perché meno controllabile e più difficilmente componibile. Nel momento stesso
in cui le maggiori forze politiche riescono a dialogare, e in qualche misura a
collaborare, pur nella nettezza e nella fisiologica irriducibilità delle
proprie posizioni, sono pezzi della società civile, spesso non etichettabili
politicamente, a scontrarsi fra di loro e a contrapporsi, tutti insieme, allo
Stato; sono pezzi dello Stato - magistrature, burocrazie,
amministrazioni locali - ad agire secondo logiche autonome e non sempre
compatibili. A questa situazione di tendenziale scollamento si è riferito il
Presidente della Repubblica, nel messaggio che ha indirizzato agli italiani in
occasione del 2 giugno, per invitarli a ritrovare lo slancio e l'impegno comune
della fase fondativa della Repubblica. Lo ha fatto senza troppi giri di
parole, in forma pacata ma esplicita.Gli esempi, del resto, sono sotto gli
occhi di tutti, e non solo nella Campania dell'emergenza-rifiuti: piccole
comunità che si organizzano secondo logiche tribali a difesa del proprio
territorio; gruppi variamente connotati che, non sentendosi adeguatamente
protetti dalle autorità, cercano di farsi giustizia da soli; l'università, che
mai come ora avrebbe bisogno di congrue iniezioni di serietà e qualità, di
nuovo attraversata da scontri para-ideologici e da pulsioni violente. Fenomeni
limitati e, si spera, effimeri: ma non del tutto inquadrabili nella fisiologica
conflittualità che contraddistingue ogni società libera. A fronte di tutto
questo, un apparato statale che sempre più si configura come un insieme di
corpi separati, occupati anche loro a difendere i propri spazi e le proprie
competenze, anche a costo di intralciarsi vicendevolmente e di far impallidire
l'immagine dello Stato come espressione e garante dell'interesse pubblico. Non
c'è molto da stare allegri quando il capo della Polizia si produce in
un'accorata, e purtroppo fondata, denuncia contro una magistratura che, più per
inefficienza che per eccesso di garantismo, vanifica quotidianamente il lavoro
delle forze dell'ordine; e quando la magistratura (nella fattispecie quella napoletana)
mette sotto accusa l'operato delle stesse persone a cui due governi nazionali
(di opposto colore politico) hanno affidato la soluzione del problema dei
rifiuti.È un male oscuro che nasce spesso dallo scontro di ragioni diverse e
che sarà difficile curare con singoli interventi legislativi. Serve piuttosto,
ed è più che mai indispensabile, una comune assunzione di responsabilità. Serve
la consapevolezza, invocata ancora ieri dal Capo dello Stato nel suo messaggio,
di essere tutti nella stessa barca, ovvero di far parte di un unico
sistema-Paese che non può e non potrà mai funzionare senza il generale rispetto
di regole condivise e senza autorità riconosciute, capaci di farle osservare
grazie al monopolio della forza legittima. Il patriottismo repubblicano è,
oggi, soprattutto questo. E alla celebrazione delle sue ricorrenze debbono
coerentemente seguire comportamenti adeguati alla serietà del momento. Va bene
allora stringersi festosamente intorno ai simboli dell'unità nazionale. Va bene
applaudire i reparti delle Forze armate che sfileranno oggi in via dei Fori
imperiali. Purché poi ci si ricordi, in alto come in basso, di essere tutti
cittadini di quella Repubblica che la Costituzione (art.5) definisce una e
indivisibile.Giovanni SabbatucciSe la mammaMattina intensa di lezioni. Nessun
allarme interno, nessun segnale rosso, nessun pensiero improvviso:"Oddio,
non ho portato la bambina dalla tata!". "Oh Signore, l'ho lasciata in
macchina!" No. Rimozione completa.Può un padre dimenticare il bambino in
auto? Si, può, come era successo dieci anni fa a Catania, ad un operaio che
dimenticò il suo bambino di quasi due anni in auto. Dimenticò di lasciarlo al
nido, mentre andava al lavoro. Soprappensiero, lo lasciò addormentato
nell'auto, nel parcheggio assolato. E alla fine del turno, lo trovò agonizzante
nella macchina. Anche allora, una tragedia.Due casi drammatici in dieci anni.
Rari, si dirà: solo perché con conseguenze estreme. Meritano invece una
riflessione perché sono i segni pesanti e terribili di dimenticanze molto più
frequenti, ma più brevi, che un numero crescente di genitori ha nei confronti
dei figli, specie se piccoli. Dimenticanze che non si concludono in modo atroce
perché di durata minore, perché accaduti in ambiti meno pericolosi di un'auto lasciata
al sole, o perché qualche parente interviene prima, limitando i danni. Ma
responsabili spesso di incidenti domestici, anche gravi, quando il bambino
viene "perso di vista" perché ci si è dimenticati del piccolo, mentre
si è occupati in altro, anche per pochi minuti. La dimenticanza originale,
staccata dalle sue conseguenze, più o meno gravi, resta rinchiusa nei silenzi
della famiglia, e se ne perde traccia e memoria. Ma sono dimenticanze di cui
questi due bambini morti sono solo il segno più doloroso e purtroppo
irreversibile.Che cosa facilita oggi questa dimenticanza grave, per il bambino
ma anche per l'adulto? E' un incidente "impensabile", oppure il segno
di una grave irresponsabilità, o, ancora, la conseguenza di una imperdonabile
negligenza, o di qualcos'altro? Innanzitutto, dobbiamo riconoscere che il
meccanismo feroce della dimenticanza ci tocca tutti: la stanchezza, la mancanza
di attenzione e di concentrazione, ci portano ad una quantità crescente di
"atti mancati", come li definì Sigmund Freud, che ne fece un'analisi
accurata. Freud insisteva sull'aspetto inconscio del dimenticare, come un
"non voler fare". L'atto mancato, in altre parole, direbbe la vera
intenzione della persona: non faccio una cosa perché non ho voglia di farla, perché
in realtà desidero fare l'opposto, perché mi interessa qualcos'altro. L'atto
mancato esprimerebbe allora un'intenzionalità intensa e profonda, così potente
da indurci a fare qualcosa di diverso o, addirittura, contrario a quanto
vorremmo fare consapevolmente.Tuttavia, mi sembra che in queste dimenticanze
nei confronti dei propri figli ci siano degli elementi che non ascriverei alla
intenzionalità, seppure inconscia, ma semmai al sinistro effetto degli
automatismi in cui tutti siamo crescentemente inseriti, per sopravvivere a vite
sempre più concitate e frenetiche. L'obiettivo di ogni persona che lavori e
abbia una famiglia diventa infatti l'ottimizzazione di quella corsa a
cronometro che è l'avvio mattutino della famiglia, per scuola e lavoro. Se poi
non ci sono aiuti domestici, la corsa continua nella giornata e nel tardo
pomeriggio fino a notte, per riuscire a svolgere sufficientemente bene tutti i
compiti che una donna e un uomo con famiglia si trovano ad affrontare. Molto
spesso, più ancora le donne degli uomini. E allora, che cosa riducono le donne
per riuscire a fare (quasi) tutto? Le ore di sonno. Ma la carenza cronica di
sonno amputa drasticamente l'energia vitale, rendendo tutto più faticoso, e
aumentando la quota di vita consegnata agli automatismi. Riduce drasticamente
l'attenzione e la concentrazione su quello che si sta facendo, pilastri primi
della memoria. Senza attenzione, la dimenticanza, è in agguato: dalle pentole
sul fuoco, alle chiavi di casa, alla spesa sul pianerottolo, all'appuntamento
dal dentista, al bambino che sta giocando in un'altra stanza, o da solo in
giardino. La carenza di sonno causa anche depressione, o la peggiora. E anche
questa contribuisce alle dimenticanze e agli errori di attenzione che lasciano
la nostra vita in mano agli automatismi, sempre più pericolosi quanto più si
abbassa la soglia di attenzione. Pericolosi fino a diventare mortali,
soprattutto in caso di depressione. I bambini figli di madri depresse hanno il
44\% in più di ricorsi al Pronto soccorso pediatrico rispetto ai figli di madri
non depresse, proprio in conseguenza di dimenticanze e disattenzioni. Un dato
che parla da solo.Queste tragedie ci lasciano allora inquieti e turbati: per
quel piccolino e quella piccolina morti soli, sentendosi abbandonati, piangenti
e accorati, fino a morire, non solo di caldo ma forse di disperazione. Ma anche
per quella madre e quel padre, che non si perdoneranno mai per le conseguenze
così gravi di un gesto che non sanno spiegare nemmeno a se stessi. E' così
orribile, la conseguenza del dimenticare un figlio, che un genitore può
arrivare a desiderare la morte: perché sente di non poter più continuare a
vivere, dopo quello che è successo, e perché il tormento per l'accaduto e i
sensi di colpa possono essere così pervadenti da uccidere la sua stessa
vita.Per tutti noi, che abbiamo figli o nipotini, fatti così gravi contengono
un monito: facciamo attenzione alla stanchezza, alla carenza di sonno, alle
piccole dimenticanze, se ci sono già capitate. Raddoppiamo l'autocontrollo,
raddoppiamo le attenzioni, limitiamo gli automatismi. Soprattutto, rallentiamo
i ritmi, soffermiamoci sulle cose (importanti) da fare, ancora di più se
abbiamo bambini piccoli: perché la vita e la salute di un figlio sono le vere
priorità della vita. E perché una dimenticanza più grave delle altre può essere
fatale.Alessandra Graziottinwww.alessandragraziottin.it.
( da "Provincia di Sondrio, La" del 02-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Già hanno troppa
visibilità per quello che producono La sinistra in Tv dimostra di non capire
Gentile direttore, ho più volte contestato lo spazio riservato sulla stampa e
in Tv ai politici e amministratori pubblici in generale, che già hanno troppa
visibilità per quello che producono. È naturalmente questa è una mia posizione.
L'ultimo risultato elettorale può anche essere letto secondo le mie semplici
riflessioni. Gli italiani sono attenti alla politica più di quello che qualcuno
vorrebbe farci credere. Infatti, nonostante la batosta elettorale, in questi
giorni a due importanti trasmissioni Tv, Ballarò e Porta a Porta, la sinistra
?spocchiosa? si è presentata come la vincitrice. Dimostrano questa mia
convinzione gli interventi scomposti di Di Pietro a Ballarò e presuntuosi di
Fassino a porta a Porta. Ricordo che Veltroni, in campagna elettorale, affermò:
governa chi vince le elezioni, mentre oggi, l'opposizione perdente,
pretenderebbe di ?collaborare?. Se Prodi e C. fossero stati intelligenti, dopo
la lettura della loro risicata vittoria, (venticinque mila voti) avrebbero accettato
la proposta di Berlusconi: governo di coalizione; oggi sarebbe ancora
saldamente al potere. Non ostante il loro grave errore, perseverano. Pensano
ancora d'essere superiori e di avere lasciato un buon profumo di fieno: il così
detto tesoretto. Bisogna che qualcuno spieghi loro che i disastri
che hanno combinato negli ultimi recenti diciotto mesi ed anche col precedente
governo hanno aumentato burocrazia e spesa pubblica, altro che parlare di riduzione del deficit. Prodi
non è mai stato uno statista, ma solo un uomo di partito, come lo dimostrano le
gravi calamità che ha provocato in seno all'amministrazione: svendita di Iri,
acquisto di Telecom Serbia per contanti. E chi ha dimestichezza, anche
poca, con il concetto d'amministrazione della ?res publica? capisce cosa si può
nascondere dietro ad un'enorme operazione per contanti: clientelismo,
nepotismo, corruzione ecc. Ora, questi boiardi di partito alla Fassino che
hanno un'interpretazione tutta personale della ridistribuzione della ricchezza:
lui e signora sono stati ospiti a pagamento del nostro parlamento per circa una
decina d''anni e come lui anche molti altri sinistri, quelli che dovevano
difendere gli interessi dei più deboli hanno avuto analogo comportamento, tipico
del Pci ed anche della Dc. Ergo, la smettano di pontificare come se fossero una
benedizione per il paese. Non siamo degli sprovveduti, lo ripeto. Per finire,
sarebbe davvero interessante che, senza ricorrere a sotterfugi, a queste
trasmissioni fossero invitati dei cittadini comuni senza tessere di partito, ai
quali chieder di intervenire civilmente alla trasmissione e non in maniera
scorretta come fanno i nostri politici, non tutti per la verità. Giovanni
Bartolozzi 02/06/2008.
( da "Azione, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'AZIONE - Articoli
- L'entusiasmo degli industriali L'ENTUSIASMO DEGLI INDUSTRIALI Francesca Nicastro
"La data di oggi è propizia per affermare la necessità di approntare una
nuova linea del Piave dalla quale, come allora, l'Italia può e deve uscire
vittoriosa". Non è un politico, a dirlo, ma un manager pragmatico come
Andrea Tomat, nel suo ultimo discorso da presidente di Unindustria Treviso,
sabato 24 maggio, a villa Loredan Gasparini a Venegazzù, dove l'assemblea
generale dei soci è stata convocata per eleggere il nuovo presidente, il
quarantacinquenne Alessandro Vardanega, della dinasty trevigiana del cotto. E
anche se il 24 maggio, data dell'entrata in guerra dell'Italia nel 1915,
c'entra poco con la linea del Piave, costituitasi tre anni più tardi per
fermare l'avanzata nemica dopo la disfatta di Caporetto, la metafora è
pregnante, e dice più, forse, di quanto vorrebbe. Nella sala gremita di
imprenditori, del resto, il clima è da 24 maggio, euforico e irredento, e la
relazione di Tomat è interrotta spesso dagli applausi. è un'onda in piena il
manager pride, l'orgoglio imprenditoriale, e ora rompe gli argini:
"Dobbiamo affermarlo con consapevole orgoglio - galvanizza la platea Tomat
- in un tempo relativamente breve abbiamo riposizionato le nostre aziende e le
loro produzioni". Osserva il past president: "è sufficiente
percorrere le strade della nostra provincia lungo le quali possiamo riconoscere
decine e decine di "marchi", di diversi settori industriali, noti
ormai a consumatori e aziende di tutto il mondo". E sottolinea che proprio
"il processo di rinnovamento avviato dall'industria trevigiana, in questi
anni di crescente competizione internazionale, ha permesso di rimanere
saldamenti agganciati ai mercati e alle economie che trainano la crescita
mondiale". A villa Loredan c'è tutta la trevigianità che conta, quella che
lavora sodo e che produce ricc hezza, quella che traina il Paese. Quella che ha
saputo affrontare con successo "i difficili anni appena trascorsi",
la sfida della globalizzazione, la crisi dell'economica, la Cina, l'euro... E
pure i governi delle sinistre. E poi sono i politici, gli amministratori
locali, i ministri veneti Sacconi, Zaia e Brunetta, il sindacato, Galan,
Muraro, il vescovo Mazzocato, ma anche, ed è la prima volta, alcuni sacerdoti
della Pastorale sociale e del lavoro. C'è la libera stampa, più in ghingheri
degli industriali. Ci sono Bruno Vespa ed Emma Marcegaglia, neoeletta
presidente di Confindustria, al suo primo intervento pubblico. Ma se il clima è
da 24 maggio, traspare il timore che la realtà assomigli più alla linea del
Piave, la trincea dell'ultima resistenza. Anche nella Marca della
"sostanziale piena occupazione" e delle "esportazioni superiori
a 10 miliardi di euro". "Gli anni che abbiamo davanti - avverte Tomat
- rappresentano l'ultima occasione per il riscatto morale, economico e sociale
di un'intera comunità nazionale". Perché se l'industria trevigiana ha
saputo rinnovarsi e rimanere competitiva, lo ha fatto "nonostante i
ritardi del Paese, il valore dell'euro, i costi delle materie prime". E
oggi l'Italia non può più permettersi di "essere paralizzata da professionisti
del veto". Perciò gli industriali invocano "rigorosa fermezza verso
le forze politiche e sociali che ostacolano la soluzione dei problemi". E
la speranza del ceto imprenditoriale trevigiano sembra addensarsi tutta lì,
attorno a quei tre ministri veneti assisi in prima fila, rimirati e coccolati
come una reliquia. Nelle loro mani ci mettono i problemi irrisolti del Paese:
"La riduzione del carico fiscale a imprese e lavoratori, l'applicazione di
un compiuto federalismo fiscale, la riduzione del debito e del la spesa
pubblica, la realizzazione delle infrastrutture necessarie, l'avvio di una
nuova politica energetica, la riduzione dei costi della burocrazia". "Le elezioni del
13 aprile - concluderà poi la Marcegaglia - hanno segnato un'importante
discontinuità: in Parlamento si è prodotta una formidabile semplificazione,
sono rimaste fuori le forze anti impresa e anti mercato, c'è dialogo con
l'opposizione, abbiamo un governo coeso. Abbiamo un'occasione importante
per cambiare il Paese. Non ci sono più alibi per nessuno". O il Piave o
morte.
( da "Gazzetta di Modena,La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Festa d'addio per il
prof. Silvano Fontanesi. Non ancora nominato il successore Dopo 29 anni di
presidenza all'istituto Vallauri, il prof. Silvano Fontanesi va in pensione.
Per lui studenti e insegnanti hanno organizzato, per sabato, una grande festa
d'addio nella palestra della scuola. Il successore del dirigente scolastico non
è ancora stato nominato. Preside per quasi 30 anni: un periodo di tempo
lunghissimo. "Sì, è vero. Non ho statistiche, ma credo di tratti di un
periodo record, soprattutto se passato nella stessa scuola". Mai pensato
di chiedere trasferimenti? "In realtà ne ho avuto varie volte l'occasione,
ma ho sempre rifiutato. In questa scuola ho trovato e costruito con tutti
ottimi rapporti". Come è cambiata la scuola in questi ultimi 30 anni?
"Il Vallauri prepara tecnici nell'ambito della moda, della meccanica e
dell'elettronica. Nel corso del tempo l'istituto professionale si è
maggiormente avvicinato al tecnico, con un percorso di studi che dà una
maggiore base culturale ai ragazzi. Ma questo non toglie il fatto che alla fine
dei 5 anni siano tante le aziende che ci contattano per chiedere i nostri
neodiplomati". Cosa è migliorato e cosa è peggiorato negli anni nella
scuola in generale? "Dal nostro punto di vista, quello dei dirigenti, c'è
più autonomia, ma anche tanta burocrazia in più. In generale invece credo che andrebbe fatto un maggior
lavoro di orientamento alla fine della terza media. Vi sono ragazzi che si
iscrivono per assecondare aspettative dei genitori, ma che invece sarebbero più
felici di seguire altri corsi di studio: come si può decidere a 14 anni il
proprio futuro?". Che scuola lascia al suo successore? "Un
buon istituto che ha saputo tenersi al passo coi tempi anche grazie ai
finanziamenti della Fondazione Cassa Carpi". (ri.fi.).
( da "Citta' di Salerno, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
" SARNO. Pronti
ad occupare l'aula consiliare come segno di estrema protesta per l'indifferenza
che li circonda. Con questo scopo gli alluvionati, che cercano di riottenere
dallo Stato la casa distrutta dalla frana del '98, si sono dati appuntamento
per fare il punto della loro situazione e per cercare il modo per far tornare
alto il livello dell'attenzione pubblica sulle loro complesse problematiche.
" Sono trascorsi, ormai, dieci anni dal tragico evento e le loro dimore
sono ancora in fase di costruzione per alcuni, mentre per quelli che attendono
la casa a totale spese dello stato, non è stata posta nemmeno la prima pietra
al cantiere. " Tutti sono concentrati nel comparto di via Casasale. La
loro ossessione, purtroppo, è di natura economica e in tanti cominciano a
rimpiangere la scelta di voler ricostruire le proprie abitazioni nei luoghi in
cui si trovavano prima della sciagura. Sotto accusa è sempre la Regione
Campania, e segnatamente Bassolino, che tarda a inviare il proprio contributo e
non intesta i terreni agli aventi diritto dopo averli espropriati. " Così,
in tanti, non hanno i soldi per ricostruire. Chi li aveva attende con
trepidazione la quota di soldi proveniente dallo Stato, che è giudicata di per
sé assolutamente non consona alle esigenze di mercato. Chi, invece, vive alla
giornata perché è operaio, oltre a non ricevere il contributo della Regione,
non ha i soldi di propria quota in quanto la casa era l'unico bene che aveva.
" I ritardi della struttura commissariale nell'intestazione dei lotti ai
singoli aventi diritto hanno creato un altro grave pregiudizio. Infatti, non
avendo beni intestati, i più disperati non possono nemmeno accedere ai mutui
perché le banche richiedono garanzie solide da attivare attraverso le ipoteche
sui beni. La situazione, quindi, è drammatica. Parecchi hanno sottoscritto
contratti di appalto privati con le ditte edili per ricostruire, ma queste
ultime, in assenza di pagamenti sospendono i lavori. " Un imprenditore
edile sostiene: "Conosciamo bene la drammatica situazione di queste
persone. Però, noi, senza soldi, non possiamo andare avanti. Abbiamo anticipato
somme notevoli in attesa che si facesse chiarezza sul futuro. Dopo la
sospensione dei lavori, il nostro passaggio successivo sarebbe quello di andare
da un legale per un recupero delle somme. Nessuno di noi se la sente di fare
questo perché capiamo il dramma. Però, le istituzioni devono risolvere il
problema di questa gente che vuole solo riavere la casa". Insomma, i pochi
alluvionati rischiano di vedersi portar via per la seconda volta la loro casa,
anche se non ricostruita. Se prima, però, era stata la furia della natura,
adesso sono i ritardi e l'eccessiva burocrazia a uccidere la loro speranza di rinascere. " L'esasperazione
è al punto estremo. Dunque, non c'è da sorprendersi se si stanno organizzando
per manifestare in maniera estrema il loro disagio davanti alle risposte che
non arrivano. " Qualcuno sta anche studiando come ottenere dalla Regione
un risarcimento dei danni patiti per le lungaggini nel completamento della
ricostruzione che sta causando grosse noie economiche. Gaetano
Ferrentino.
( da "Trentino" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La struttura in
Panarotta è del Comune di Pergine: come per la funivia gli
investimenti sono frenati da norme e burocrazia "Cima Esy", per rifarla serve un appalto Levico Terme
spa ha pronto un milione di euro per realizzare i lavori ROBERTO GEROLA
PERGINE. Funivia pronta per l'estate 2010? La comunicazione è stata fatta dal
presidente di Nuova Panarotta spa, Maurizio Fontnari durante l'assemblea dei
soci. Tuttavia i "ma" non mancano. E la data sembra slittare,
viste le perplessità emerse nell'immediato dopo assemblea da parte dei
principali interlocutori, i sindaci Anderle e Stefenelli. Manca, per prima, la
variante urbanistica al Prg di Levico. è indispensabile per la nuova
destinazione a impianto di risalita e parcheggi dei terreni relativi alla
funivia. Ma è complesso anche l'iter burocratico per il nuovo edificio
"Cima Esy". Per non parlare dei finanziamenti necessari al nuovo
bacino di raccolta dell'acqua (2 milioni) da utilizzare per l'innevamento
artificiale, e i nuovi raccordi e piste per completare la stazione sciistica
(spesa di minor entità). I 14 milioni di euro per realizzare la funivia
Levico-Vetriolo-Panarotta (Cima Esy) ci sono. Sono messi da Trentino Sviluppo
spa. Ma occorre appunto la variante urbanistica al Prg e occorrono mesi
affinché in sede consiliare si giunga all'adozione definitiva della citata
variante. Poi, la realizzazione del nuovo edificio di accoglienza "Cima
Esy" all'arrivo della prevista funivia (dal versante levicense) e
dell'esistente impianto di risalita "Malga" (dal versante perginese).
La situazione attuale della costruzione è pessima e occorre una radicale
intervento se non addirittura un suo totale rifacimento, compresa la
demolizione della stazione d'arrivo della vecchia bidonvia che un tempo collegava
Vetriolo, appunto, a Cima Esy, ora un rudere che deturpa l'intera area montana.
La Levico Terme spa, secondo la proposta della presidente Donatella Bommassar,
ha chiesto che il terreno (proprietà del Comune di Pergine) le venga ceduto. La
stessa società investirà poi un milione di euro per realizzare (e quindi
gestire) la nuova costruzione (bar, ristorante, locali di accoglienza e
ritrovo). Ma il sindaco Anderle è stato chiaro: non si può, perché il Comune
deve cedere l'area con un bando di gara. E quanto tempo ci vuole per giungere
al termine dell'iter burocratico? Sempre la presidente Bommassar ha proposto
che la futura funivia resti di proprietà pubblica ma la gestione sia data a un
loro socio. Anche qui occorre un bando di gara. Ma il sindaco Stefenelli ha
anche affermato che Levico Lerme spa dovrebbe entrare nella Nuova Panarotta spa
e partecipare con capitali freschi. Ha ricevuto subito una risposta negativa.
C'è tuttavia la volontà (come ha detto il sindaco Anderle) di cedere la
stazione a privati "perché non è compito dell'ente pubblico gestire le
piste da sci e la funivia con i ristoranti". Per il presidente Maurizio
Fontanari è già un passo avanti indire un incontro tra le due spa per
discuterne.
( da "Giornale di Brescia" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione: 03/06/2008
testata: Giornale di Brescia sezione:Lettere. CRISI Commercianti, facili prede
della grande distribuzione organizzata Evidentemente noi del piccolo commercio
abbiamo qualche colpa da espiare, un peccato originale che ci vede da sempre
additati come protagonisti dei mali di questo sgangherato Paese. Sono passati i
bei tempi in cui ci beavamo di una supposta ricchezza e ci era indifferente
essere chiamati a sfregio "commercianti". Oggi anche noi possiamo
recriminare, poiché le nostre botteghe sono vuote e il lavoro, ahimé, ci da la
tregua necessaria per scrivere queste quattro righe. Facili prede della grande
distribuzione organizzata (si dice così e ci sarà un perchè!) che con il
controllo reciproco dei prezzi ha fatto cartello e oramai detta il bello e il
cattivo tempo, non senza l'avallo di certa interessata politica. Vessati da una
deregulation che, unica categoria, ci costringe, per implicita concorrenza, a
lavorare anche la domenica e da quest'anno anche il giorno di Natale. Buttati
nella mischia di un mercato liberista che altre categorie chiedono per noi e
ripudiano per se stesse. Martellati da tasse, gabelle, assillanti incombenze
fiscali e dall'arroganza di una burocrazia onnipresente. Costi che oramai non riusciamo più a sopportare.
Gocce di sangue andate a nutrire apparati il cui unico scopo era ed è di
mantenere se stessi. Esasperati da clienti capricciosi e a volte maleducati che
pretendono da noi quello che loro stessi non vorrebbero mai concedere ad altri.
Da sempre bersaglio della criminalità, estorsioni, furti e rapine. Abbiamo
avuto più morti noi della missione italiana in Iraq. Noi, solerti e sempre con
il sorriso anche se reduci da una malattia guarita con il lavoro o da un
estenuante coda in qualche pubblico uffizio. Solo ora, timidamente, si comincia
a parlare dell'assenteismo degli statali. Ma se è un problema portarli sul
posto di lavoro figurarsi poi a farli lavorare! Noi, che abbiamo pazientemente
"tirato su" garzoni che a loro volta hanno aperto bottega, creando
benessere. Mentre i supermercati drenano ricchezza dal territorio, la portano altrove
e distribuiscono miseria e precariato. Hanno fatto intorno il "deserto
commerciale" e ora dettano le loro leggi al mercato e ai loro stessi
dipendenti. Chiedete alle cassiere come vengono trattate e quali umiliazioni
devono subire per 750 euro al mese, se scioperano finiscono in pescheria o
vengono costrette a licenziarsi. Chiedete agli ortofrutticoli, formaggiari,
allevatori ed altri, della ad arte tanto criminalizzata filiera distributiva.
Le grandi catene dei "super", tre o quattro e per lo più straniere,
hanno come mercato il mondo, comperano dove più gli conviene e strozzano i
produttori nostrani. Noi, che ogni giorno alzando le serrande dei nostri negozi
abbiamo contribuito all'aggregazione del tessuto urbano tenendo viva la città e
quei piccoli paesi dove alla grande distribuzione non conviene esserci. Come
faranno i nostri anziani a far spesa in questi quando i negozietti avranno
definitivamente chiuso? Noi, da sempre accusati di evasione, ma se abbiamo
evaso (chi non ha peccato scagli la prima pietra) abbiamo evaso del nostro
lavoro, mentre il pubblico danaro satollava ventri ben più capienti ed ingordi.
Mentre i dipendenti delle municipalizzate avevano un secondo lavoro, idraulico,
elettricista, giardiniere, magari "a nero". Mentre quelli della
scuola davano lezioni private magari "a nero"! Mentre ognuno del
"pubblico" si arrangiava come poteva, magari "a nero"!
Ovviamente con le debite e ancor più meritevoli eccezioni. Leggo sul nostro
giornale del 23 maggio: "Il commercio tira la cinghia, Confesercenti
lancia l'allarme chiusura dei piccoli negozi, le associazioni dei consumatori
chiedono ad essi una riduzione dei prezzi del 15%". Forse non sanno o
fanno finta di non sapere che l'80% della spesa alimentare (ISTAT) passa oggi
per la grande distribuzione, forse non sanno che una visita specialistica
costava 80.000 lire e oggi 120 euro, che i prezzi dei farmaci, delle
assicurazioni, dei combustibili per autotrazione e riscaldamento, le tasse
comunali e tutti i costi del non alimentare sono schizzati alle stelle.
Rivolgano i loro strali altrove, facile prendersela con i più deboli.
"Bottegai" razza in estinzione sì, capro espiatorio no, noi non ci
stiamo! ERNESTO REMONDINA Trenzano.
( da "Nuova Sardegna, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Dall'inviato Luca
Rojch Fidanzati muoiono schiacciati nell'auto Entrambi di Ploaghe, lui perde il
controllo della Hyundai Un taxi sopraggiunge e li investe, illesi autista e
passeggero L'incidente è avvenuto a un chilometro da Su Campu, in un tratto
rettilineo l'utilitaria ha sbandato finendo nella corsia opposta mentre
arrivava una Passat OSCHIRI. L'auto piegata ad arco, sconfitta, disintegrata
come se fosse stata investita da un treno. Pezzi di macchina sbriciolati
ovunque sulla carreggiata. Esplosi. Le lamiere molli, ricurve, hanno ingoiato
le vite di Francesco e Lidia. 22 anni. Le ultime due vittime offerte alla
strada che si nutre di morti e conta più cadaveri che chilometri. Il copione è
già visto. La dinamica è banale. Semplice e tragica. La Hyundai Accord grigia,
ritorna da Olbia verso Ploaghe. Scivola sull'asfalto umido, bagnato dalla prima
pioggia, poco dopo il bivio di Su Campu. Di traverso, inerte, va alla deriva in
attesa di un proiettile in arrivo dall'altra corsia. Si disintegra in un uno
scontro violentissimo con una Wolkswagen Passat, che la trafigge. Balistica
della morte. Alla guida della Hyundai c'è Francesco Gavino Congiatu, 22 anni di
Ploaghe. Ritorna verso casa, sono le
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ARRIVA CARMEN
LASORELLA DOPO LE SERATE CON LILLY GRUBER, PAOLO CREPET, LUCIANO GAROFANO E IL RICERCATORE
MARIO TOZZI A "Palazzo" si parla di Birmania APPUNTAMENTO GIOVEDÌ 5
GIUGNO NEL PICCOLO TEATRO DI PALAZZO DEODATO LAFFRANCHI L'associazione
culturale "Sotto il Cielo dei Carpini" e il periodico Piazza Europa
tornano ad essere protagonisti nella cittadina di Carpenedolo ospitando,
giovedì 5 giugno alle 20.45, un personaggio di alta valenza culturale
all'interno del programma messo a punto dal presidente Enzo Forleo per
solleticare intellettualmente Carpenedolo e la provincia bresciana.Questa volta
nel salotto allestito nel Piccolo Teatro di Palazzo Deodato Laffranchi che nei
mesi scorsi ha ospitato Lilly Gruber, Paolo Crepet, Luciano Garofano dei Ris di
Parma, il ricercatore Mario Tozzi, siederà la giornalista e scrittrice Carmen
Lasorella per dibattere il tema "I popoli oppressi, il caso della
Birmania". Un grave fatto che non è passato inosservato nella comunità
internazionale e consentirà ai moderatori Enzo Trigiani e Silvio Masullo
(segretario del comune di Carpenedolo) di approfondire quanto Carmen Lasorella
ha scritto nella sua ultima fatica letteraria "Verde e zafferano, a voce
alta per la Birmania" (editore Bompiani). La protesta dei monaci birmani
contro il feroce regime del paese è scoppiata sui media nazionali nell'ottobre
2007, anche se affonda le sue radici molto lontano. "Le purghe del regime
- è il messaggio del libro - cercano di cancellare da tempo i segni del bagno
di sangue che è in atto da molti anni, mentre il resto dell'umanità,
l'Occidente, la politica, la burocrazia, restano sospesi fra l'indifferenza e la valutazione di un
intervento. Eppure, è poi così lontana la Birmania? Il suo feroce regime
militare fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i
russi. La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita con
la droga, le gemme preziose, le prostitute-bambine, i legni
pregiati". A raccontare questo, l'esperienza in diretta di una giornalista
d'eccezione, Carmen Lasorella, una delle firme e dei volti più noti del
giornalismo d'inchiesta che da anni siamo abituati a vedere in televisione.
( da "Giornale di Vicenza, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CASTELGOMBERTO C'è
l'intesa tra i sindaci sbloccata via Industria Aperta la strada della
discordia. E questa volta ufficialmente. Finalmente spariti ostacoli e cumuli
di ghiaia che sbarravano la strada di collegamento di via dell'Industria, tra
le due zone industriali di Castelgomberto e Cornedo. Un recente scambio di
lettere fra i due sindaci, Lorenzo Dal Toso da una parte e Lucio Vigolo
dall'altra, hanno sbloccato una situazione, che andava avanti da lungo tempo.
Il collegamento era bloccato a causa della mancanza di un'autorizzazione che ne
consentisse l'utilizzo. Alla fine l'elefantiaca burocrazia è stata superata, grazie ad
un accordo tra i due primi cittadini (alla luce del nuovo incarico affidato a
Dal Toso, dopo le recenti elezioni a Castelgomberto) che è servito per
accelerare le procedure. Dunque, niente più spostamento "selvaggio"
delle transenne da parte di chi, irritato, tutti i giorni era costretto a farsi
"giustizia" da solo. Come è stato per gli operai degli
stabilimenti delle due zone industriali, così da evitare di fare il giro per il
vicino incrocio, pericoloso e sempre intasato di veicoli, sulla strada
provinciale
( da "Stampa, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
COMUNE.FINO AL 31
DICEMBRE Lignana, per sanare il bilancio sindaco rinuncia allo stipendio
[FIRMA]LIZA BINELLI LIGNANA Non è da tutti rinunciare per così tanti mesi allo
stipendio. Anche se non è il solo, Giovanni Perinotti, sindaco dal 2004 di
Lignana ha chiesto la sospensione del suo onorario per sanare un capitolo in
bilancio. Nello specifico lo stipendio e gli arretrati dei tre impiegati
comunali. "Fin dal primo anno di nomina - dice - il vice sindaco Giuseppe
Sassone e l'assessore Patrizia Piantavigna ed io abbiamo rinunciato alla busta
paga per far fronte alle varie spese". Solo i consiglieri comunali
percepiscono il gettone di presenza alle adunanze. "Poi durante il secondo
anno di mandato c'erano troppe incombenze come feste civili, religiose - aggiunge
- ma soprattutto tanto burocrazia, che è la cosa che più mi ha frenato in questi anni, così ho
accettato l'indennità e pagavo direttamente i conti. Non ci ho mai rimesso,
certo, sono un imprenditore e sono abituato ai disbrighi". Così, da maggio
è stato approvato a livello nazionale il nuovo contratto dei dipendenti
pubblici e, tra retroattivo del 2006 e stipendio mensile, la cifra
ammonta a 10 mila euro. Per sanare la situazione, da qui al 31 dicembre,
nuovamente Perinotti sospenderà il suo incasso da sindaco. Ci sono tre
dipendenti di cui due impiegati in ufficio e un operatore ecologico. Fra
l'altro: "Siamo alla ricerca di un segretario comunale - afferma il primo
cittadino - è il terzo che cambiamo. Perché non è facile trovarlo pur
attingendo all'albo, in quanto deve già collaborare per altri comuni,
altrimenti la spesa per una singola amministrazione sarebbe impensabile, sui
100 mila euro annui".
( da "Arena, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ENERGIA. L'assurda
situazione in cui si vengono a trovare i Comuni come denuncia l'Assoterm, che
raduna costruttori e installatori di impianti ecologici Pannelli solari
bocciati dalla Soprintendenza di Annamaria Schiano L'Assolterm, l'associazione
nazionale che rappresenta le aziende produttrici di pannelli solari, lancia un
grido di allarme contro l'impossibilità di installazione degli impianti,
giudicati dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, di alto
impatto ambientale. A protestare il vice presidente dell'associazione italiana,
Arrigo Burello, che spiega:"Ci troviamo di fronte ad un muro di gomma, la
Soprintendenza di Verona, che governa anche Vicenza e zone del Basso mantovano,
quindi un'area ampia, non rilascia le autorizzazioni necessarie al montaggio
degli impianti. In Veneto è un disastro: ci sono migliaia di
pratiche bloccate e non per la burocrazia ma per un pregiudizio estetico. Questi impianti ci rispondono
negli uffici "non piacciono". Un paradosso se si pensa che entro il
2012 sarà anche obbligatorio installarli per legge. Pannelli solari che oltre a
far risparmiare 450-500 euro all'anno di combustibile, riescono ad immettere
due tonnellate in meno di anidride carbonica nell'atmosfera per ogni
casa". Aggiunge Burello:"La crescita della domanda di impianti è
enorme, grazie anche ai contributi governativi che rimborsano il 55% della
spesa. Ciò vuol dire che un impianto dal costo di tremila euro, è
ammortizzabile in due-tre anni. I veneti sono molto predisposti
all'installazione dei pannelli solari e ci sono aziende che montano migliaia di
impianti all'anno, ma ci sono altrettante domande che sono bloccate. Questa
Regione si discosta molto da altre, come il Friuli, la Toscana o il Lazio, dove
basta fare una semplice dichiarazione che l'impianto si monta". Ed eccoci
alla burocrazia. Il vicepresidente Assolterm
spiega:"L'Iter per l'installazione prevede che venga presentato
all'ufficio tecnico-edilizia privata dei Comuni, la dia (dichiarazione inizio
attività), laddove ci sia un regolamento edilizio che lo consente. Se il Comune
rilascia l'autorizzazione, entro 30 giorni, l'impianto si monta, ma se la zona
è coperta da vincolo paesaggistico-ambientale, il che vuol dire in Italia quasi
dappertutto, il Comune deve inviare la richiesta alla Soprintendenza, la quale
a sua volta dopo 30 giorni rilascia il permesso o meno. Passano quindi circa
tre mesi solo per la domanda, che peraltro se non è precisa alla virgola deve
essere rifatta dall'inizio, quindi alla fine possono passare anche 4-5 mesi per
partire con il montaggio". Ci sono molti sindaci che si sono
sensibilizzati al tema ed hanno promesso di modificare i regolamenti edilizi
dei loro paesi laddove è considerato di "impatto ambientale" il
pannello solare. "Queste promesse però sono rimaste ancora
inapplicate", incalza Burello, "come nei Comuni di Castelnuovo, San
Zeno di Montagna, Soave, Sona, Castel d'Azzano, San Martino Buon Albergo,
Negrar e altri. Laddove invece, c'è l'autorizzazione municipale, scatta il
rifiuto della Soprintendenza che boccia le richieste che gli giungono".
"Noi come associazione", prosegue Burello, "abbiamo più volte
richiesto incontri con la Soprintendente di Verona e tutte le volte ci è stato
detto di rivolgerci al segretario, il quale ci ha indirizzato ai vari
funzionari, i quali ci hanno risposto che dobbiamo parlare con la
Soprintendente. Insomma, una partita a tennis e non siamo mai arrivati a nulla.
Gli stessi cittadini che volevano installare impianti si sono rivolti alla
Soprintendenza e sono stati trattati in malo modo, rinunciando così alla fine a
montare i pannelli solari. L'associazione impone anche ai costruttori di fare
il possibile per abbattere l'impatto visivo degli impianti. Abbiamo preso
accordi con il comune di Verona per l'installazione camuffata, ma poi finisce
sempre che le domande vengono bocciate in soprintendenza. Così cresce anche il
rischio che alcuni li montino abusivamente. Come anche che altri li installino
in buona fede, nell'arco di tempo della conclusione dell'iter burocratico e poi
vengono denunciati per abuso edilizio, con sanzione di 600 euro e glieli
facciano smontare come nel recente caso di Soave". Quindi pare non vengano
accettati neanche gli impianti camuffati, quando altrove invece si può fare.
"La soprintendenza di Brescia ha accettato le proposte di Assolterm",
sottolinea il vicepresidente, "e le cose sono cambiate, questo perché si
sono trovati funzionari ragionevoli. A Verona invece c'è un muro e non sembra
ci sia a breve un'apertura. Faccio un esempio: qualche giorno fa, abbiamo
dovuto fare una panoramica aerea di una zona in montagna perché la
soprintendenza chiedeva la visione dell'impatto ambientale di un impianto di
tre metri quadrati su una casa. Abbiamo dovuto spendere quattromila euro per
comperare una macchina fotografica adatta alla panoramica. Tutto a spese
dell'asssociazione, poiché l'azienda costruttrice non aveva abbastanza mezzi
per rispondere alle richieste burocratiche". In conclusione, "ci sono
regolamenti portati all'esasperazione e i cittadini si trovano nella giungla
della burocrazia. La gente vuole vivere in modo
naturale ed economico; lo Stato italiano è l'ultimo nella lista dei Paesi che
rispettano il Protocollo di Kyoto e ogni giorno riceve multe dalla commissione
europea per non rispettare gli impegni presi".
( da "Provincia di Cremona, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione di Martedì
3 giugno 2008 Benvenuto P.Review srl Si profila una nuova
battaglia contro industria di trasformazione e burocrazia europea "Stanchi di produrre in perdita" Prezzo del
latte 'Libera' in campo "Adesso basta" di Vittoriano Zanolli
Dall'Olanda al Belgio, dalla Danimarca alla Germania esplode la protesta del
latte: gli allevatori scendono in campo per ottenere la giusta remunerazione
del prodotto alla stalla. In provincia di Cremona la Libera associazione
agricoltori capeggia la rivolta che nelle prossime ore potrebbe riservare
clamorose e inedite azioni. Il braccio di ferro con gli industriali è già
iniziato. I costi di produzione sono alle stelle e gli allevatori non
percepiscono nemmeno 42 centesimi al litro, il prezzo di riferimento previsto a
conclusione della passata campagna lattiera. E' in gioco la sopravvivenza di
migliaia di aziende zootecniche in tutta Italia e Cremona, con la 'Libera', fa
da capofila a una protesta destinata a estendersi all'intero Paese. Gli
industriali che ritirano il latte vogliono pagarlo sempre meno, pur in presenza
di consumi in aumento e di una carenza di materia prima. "Purtroppo per il
secondo anno consecutivo siamo costretti a ripetere: 'Noi l'avevamo detto' ?
commenta Antonio Piva, presidente della 'Libera' ?. Abbiamo bloccato la
trattativa con gli industriali e siamo stati i primi a parlare di fatturazione
a 42 centesimi al litro. Avevamo previsto ciò che sta accadendo in Europa. E
abbiamo dovuto subire attacchi anche a Cremona da altre organizzazioni agricole
per la posizione intransigente che avevamo assunto. Comunque i fatti ci stanno
dando ragione. E' in atto il tentativo da parte dell'industria e della grande
distribuzione organizzata, che giocano allo scaricabarile, di penalizzare la
prima parte della filiera produttiva, cioè quella agricola. Di fronte alla
progressiva diminuzione del valore del latte e all'aumento dei costi di
produzione del 30 per cento, per tutelare le imprese siamo costretti a mettere
in atto forme straordinarie di contestazione che colpiscano i
trasformatori". A breve si attendono le decisioni dei produttori, stanchi
di produrre in perdita. Si ipotizza il blocco delle consegne. In prima fila, in
questa nuova battaglia a difesa del cosiddetto oro bianco e di chi lo produce,
ci sono le cooperative, baluardo per gli agricoltori nei momenti di crisi.
"Nel limite delle sue possibilità, il mondo della cooperazione è già
andata in soccorso delle aziende che producono latte ? fa presente Tiziano
Fusar Poli, presidente della Latteria Soresina ?. Solo la cooperazione
garantisce protezione e remuneratività, incarnando il concetto di filiera
breve, com'è largamente dimostrato da tempo negli altri Paesi europei e adesso
anche in Italia. Non a caso nel settore lattiero caseario, la presenza
dell'industria e quella della cooperazione sono cambiate a vantaggio di
quest'ultima. In questa nuova situazione di crisi le cooperative sono disposte
a valutare di volta in volta i singoli casi e ad andare in soccorso alle
aziende in difficoltà, ritirando il latte". Agli agricoltori, che sono i
protagonisti di questa battaglia, Antonella Ferri, presidente della sezione
latte della Libera, lancia un messaggio: "Non lasciamoci terrorizzare.
Seguiamo le indicazioni del nostro presidente che ci sprona a restare uniti e
resistiamo. E' un momento cruciale nel quale bisogna rimanere compatti per
respingere il tentativo degli industriali di ottenere la materia prima a prezzi
irrisori. Ringrazio gli associati che sinora hanno dato prova di grande
maturità e di una forte coscienza sindacale che non si era mai manifestata in
modo così evidente. Comunque voglio rassicurare i produttori: la situazione del
mercato lattiero in Europa è in evoluzione perciò una schiarita si attende già
nei prossimi giorni". "Abbiamo bocciato l'accordo dello scorso anno e
i fatti ci hanno dato ragione ? commenta il presidente dell'Unalat Ernesto
Folli ?. Quest'anno abbiamo respinto un'indicizzazione sbagliata. In un momento
nel quale il mercato era in ripresa, gli industriali non volevano inserire
nell'indicizzazione la polvere del latte. Inoltre qualcuno della parte agricola
aveva già accettato di utilizzare come parametro il prezzo del latte bavarese
Zmp. La fermezza della delegazione cremonese ha consentito di non accettare
questo parametro. Ci era stato prospettato di utilizzare il prezzo della soia
come parametro per i costi di produzione del latte quando già si sapeva che
questo indice stava diminuendo, come poi è avvenuto. L'evoluzione del mercato
ci conferma che non si può scherzare con l'indicizzazione. Perciò respingiamo i
tentativi degli industriali di giocare sulle nostre aziende sfruttando
un'indicizzazione non corretta".
( da "Arena, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LEGNAGO.
Un'inquilina della palazzina della San Vincenzo da sei
settimane tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni La burocrazia le toglie il gas Costretta al
campeggio in casa di Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi
qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio.
E le cose peggiorano ulteriormente quando arriva il momento di lavarsi visto
che è costretta a scaldare l'acqua, poco alla volta, nel forno a microonde
e ad armarsi, perciò, di santa pazienza prima di infilarsi sotto la doccia. A
meno di non voler buscarsi qualche malanno poichè dal miscelatore esce solo
acqua fredda. In compenso può consolarsi con il fatto che, non dovendo accedere
in questo periodo il riscaldamento, evita almeno di congelarsi. E tutto perchè
nell'appartamento di viale dei Caduti, a Legnago, dove abita da fine di aprile
manca ancora il gas per una serie di intoppi burocratici, legati al preventivo
per il cambio di contatore, che stanno prolungando l'attesa e i disagi per
l'inquilina. Non è affatto una situazione facile quella con cui da 40 giorni
deve fare i conti una giovane domestica italo-brasiliana alla quale la San
Vincenzo ha dato in affitto a canone agevolato un alloggio frutto di un
lascito. Anche se per la felicità di avere un tetto fa la campeggiatrice in
casa senza lamentarsi. "Non è per niente facile vivere così ma porto
pazienza grazie anche all'aiuto delle famiglie dove lavoro", confida la
donna. "Questa settimana", prosegue, "mi hanno promesso che mi
attiveranno il gas e potrò finalmente godermi in pieno la mia bella
casetta". Se la giovane minimizza alla San Vincenzo sono giunti, invece,
al limite della sopportazione malgrado il punto di assistenza cittadino dell'Eni
Gas assicuri di aver rispettato la procedura prevista per questo genere di
pratiche. "Tutto questo disguido", spiega Alberto Pedron, uno dei
volontari dell'associazione, "è sorto due mesi fa quando ho contattato la
società per un cambio di inquilino. Sono intervenuti due tecnici che ci hanno
imposto, giustamente, di separare i contatori di luce e gas e di portarli
all'esterno. In quell'occasione ho fatto presente che uno dei tre lettori del
gas era da rimuovere poichè gli appartamenti sono in realtà due. E la stessa
segnalazione l'ho ripetuta durante un secondo sopralluogo nella palazzina e
agli incaricati della locale agenzia Eni dove ho poi formalizzato la
richiesta". A quanto pare, però, quegli avvisi sono caduti nel vuoto.
"Quando 15 giorni dopo", prosegue Pedron, "sono stato inviato a
sottoscrivere la pratica mi hanno presentato un preventivo per tre contatori
che non ho accettato. Ed alla fine si sono convinti che c'era stato un errore e
che bisognava rifare tutto da capo". Tant'è che dal 23 aprile ad oggi
l'inquilina non ha ancora il gas.
( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Grosseto Autonomi puniti
dagli studi di settore Il lamento di artigiani e commercianti: "Maremma
penalizzata" TASSE E LAVORO GROSSETO. Ormai è tradizione consolidata. Ogni
anno, in questo periodo, associazioni come Cna e Confartigianato, Ascom e
Confesercenti tornano a far sentire la propria voce riguardo ai parametri
fissati dal Fisco per calcolare ricavi e compensi delle categorie. Stiamo
parlando dei cosiddetti studi di settore, spesso contestati per la loro
distanza dalla realtà. Da Palermo a Milano, per il Fisco tutti uguali. Con
conseguenze facilmente immaginabili per province come la nostra. "In
pratica - spiega Mauro Ciani, segretario di Confartigianato Grosseto - in
materia di studi di settore, anche per il
( da "Nazione, La (La Spezia)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LUNIGIANA pag. 13
NUOVO SILURO contro Gaia. A Casola il consigliere comunale Gemello Scaletti sta
p... NUOVO SILURO contro Gaia. A Casola il consigliere comunale Gemello
Scaletti sta promuovendo una petizione "per sollecitare la giunta a
rivedere gli accordi siglati con Gaia circa 3 anni fa". L'esposto, che
molti abitanti di Casola hanno già firmato, contiene un lungo elenco di
"mancanze", tutte imputate a Gaia: "Il
servizio in questi anni è peggiorato e la burocrazia è aumentata in modo esponenziale tanto che anche gli uffici
comunali adesso devono chiamare il numero verde per contattare il gestore ?
scrive Scaletti ? la società non ha neanche onorato gli impegni di assorbire i
mutui e non ha dato al territorio alcun vantaggio a livello occupazionale.
Senza dimenticare che nelle casse del Municipio mancano gli introiti derivanti
dal servizio acquedotto e le seconde case presenti sul territorio vengono
pesantemente penalizzate anche in assenza di consumi. In più fanno pagare il
servizio di depurazione dei liquami anche se non c'è. Dulcis in fondo ?
conclude il consigliere comunale ? il costo dell'acqua è gradualmente aumentato
e le bollette arrivano sempre con maggiore frequenza. Le alternative sono due:
o usciamo da Gaia o otteniamo condizioni di fornitura più favorevoli per
residenti e non".
( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il consigliere
comunale Paletti all'attacco Dagli asili alle Poste "così Follonica non
va" "La giunta Saragosa è poco attenta ai veri problemi della
gente" FOLLONICA. I disservizi della città. Un lungo elenco corredato di
fotografie che la lista civica "Insieme per Follonica" ha esaminato
su segnalazioni dei cittadini. Un viaggio fra le criticità del territorio che
il consigliere Giancarlo Paletti imputa senza indugio all'attuale
amministrazione. "Uno dei disagi più evidenti è legato alla mancanza di
asili nido - attacca Paletti - da anni molte famiglie per motivi di lavoro non
sanno dove lasciare i piccoli, non avendo un appoggio familiare; sappiamo anche
che privati sarebbero disposti a realizzare dei nidi, ma la
burocrazia e la mancanza di
volontà della giunta hanno ostacolato tale iniziativa rendendo di fatto quasi
impossibile la loro realizzazione. Il Comune potrebbe accedere a contributi
regionali che permettano di costruire strutture idonee, dando posti di lavoro e
ricavando oneri per le casse comunali, ma anche in questo caso non c'è
volontà politica". Altra nota dolente evidenziata da Paletti, gli uffici
postali. E qui è un po' come sparare sulla Croce Rossa. "A breve si
troveranno al collasso per mancanza di personale con enormi disagi per tutti i
cittadini che giornalmente devono usufruire dei servizi postali - continua il
consigliere - lunghe code agli sportelli, lunghi tempi di attesa anche per
ritirare una semplice raccomandata. Gli impiegati si prodigano con volontà e
serietà per alleviare i disagi, ma la situazione è al collasso; molti utenti
sono costretti a fare le operazioni postali nei paesi limitrofi come Scarlino o
Riotorto per non perdere mattinate o pomeriggi di lavoro: anche su tale
situazione non abbiamo riscontri che il sindaco Saragosa sia intervenuto presso
la direzione provinciale delle Poste per far presente la situazione di disagio
in cui si trova la comunità cittadina". Paletti poi elenca i disservizi
più segnalati dai cittadini: dal sottopasso della stazione, sporco e
maleodorante oltre che ricovero per senzatetto; agli avvallamenti di strade e
marciapiedi in tutta la città, fra le quali l'incompleta via Spinelli ormai
ridotta a uno stato di abbandono; la mancata protezione fra la strada e la
ferrovia; la sporcizia derivata dal mancato senso civico soprattutto dei tanti
senza dimora che girano per le vie del Golfo. "è necessario ed impellente
che il sindaco, come hanno fatto altri Comuni della Toscana, emani un'ordinanza
chiara ed efficace dando mandato alla polizia urbana del controllo generale del
territorio mirato a rendere più vivibile la nostra città - conclude il
consigliere Paletti - questi sono temi veramente sentiti dalla popolazione,
chiediamo a Saragosa di farsi carico di questi problemi urgenti cercando una
soluzione adeguata per rendere la città più accogliente ai turisti e più
vivibile per chi vi abita". Michele Nannini.
( da "Nazione, La (La Spezia)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PRIMO PIANO pag. 2
La rivolta dei docenti: "I tagli porteranno al caos" Quasi sessanta
posti in meno, mentre aumenta il numero degli alunni. La scuola oggi si ferma:
disagi di MANRICO PARMA SI FERMA oggi la scuola. Docenti e personale ausiliario
hanno deciso di incrociare le braccia contro i "pesanti tagli di
personale" previsti dal prossimo anno scolastico. Lo sciopero ha creato
una situazione di incertezza e di disagio per i genitori: soltanto questa
mattina, al suono della campanella, si saprà se i bimbi entreranno in classe
oppure dovranno tornare a casa. La sforbiciata colpirà pesantemente nella
provincia spezzina: le scuole, in particolare le superiori, dovranno fare a
meno di venti docenti e quattordici ausiliari, secondo il calcolo dell'ufficio
regionale sugli organici di diritto, predisposto sul numero delle preiscrizioni
degli studenti. Di più. Entro fine mese la seconda doccia fredda, in
concomitanza con la redazione dell'organico di fatto, la veste definitiva alle
classi della stagione 2008-
( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del
03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LUGO pag. 15 Unione
dei Comuni operativa da oggi Accorpati sedici servizi della Bassa. "La burocrazia
diventa più snella" A PARTIRE da oggi, l'Unione dei Comuni della Bassa
Romagna è pienamente operativa. Nell'ultima seduta del 'super consiglio
comunale' sono infatti state approvate tutte le convenzioni per la gestione dei
'servizi associati', Tra queste, approvate dalla maggioranza con l' astensione
delle minoranze, rientra anche quella col Comune di Russi, che pur non
avendo aderito all' Unione ha scelto di usufruire dei servizi attivati. I
'servizi associati' sono in sostanza i medesimi che in precedenza erano
affidati alla 'vecchia' associazione intercomunale, Si tratta di 16 servizi,
tra cui quelli riguardanti casa e politiche abitative, politiche sociali e
assistenziali, protezione civile, polizia municipale, entrate, gestione del
personale, servizi educativi, informatica. Tra questi, anche il Psc, il 'super
piano regolatore' finalizzato a uniformare, in tutto il territorio dell'Unione,
le regole per l'edilizia e per la gestione del territorio. Anche l'istituzione
degli altri 'servizi associati' è finalizzata a rendere omogenee in tutti i
nove Comuni le regole e le procedure relative a ciascun servizio, snellendo la burocrazia e risparmiando sul personale. La seduta svoltasi
di recente era la terza dell'Unione: nella prima era stato nominato il
presidente nella persona del sindaco di Lugo, Cortesi; nella seconda era stato
presentati il bilancio e le convenzioni coi Comuni, e in quest'ultima si è
passati all'approvazione degli stessi, ed è stata nominata la commissione che
si occuperà del regolamento del consiglio, il cui presidente sarà Raffaele
Coletta, capogruppo lughese del Pd. Il bilancio ammonta a circa cinque milioni
di euro. "Si tratta di un bilancio 'al risparmio' ? afferma Cortesi ? che,
coi contributi regionali e nazionali consente di azzerare, almeno per quest'anno,
le spese di gestione, inoltre non prevede compensi per gli amministratori. Sono
soddisfatto in quanto ora l' Unione è operativa in tutto e per tutto. E mi
auguro che le convenzioni con Russi preludano all'entrata di questo Comune
nell'Unione". Lorenza Montanari.
( da "Repubblica, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IX - Torino
Costa Azzurra sedotta dai sapori piemontesi Successo della missione
agroalimentare a "L'Italie à table" di Nizza E
Peveraro vuole snellire la burocrazia che frena un settore in pieno fermento CHRISTIAN BENNA NIZZA
MARITTIMA - Salame al barolo accompagnato da grissini torinesi ancora in cerca
di Igp. Risotto della Baraggia che invece ha appena vinto la sua battaglia di
autenticità con il riconoscimento della Dop. Carne piemontese, toma e
Castelmagno stappando Barbera, ma anche la Birra Torino, la prima imbottigliata
sotto la Mole dopo l'esperienza "alcolica" negli anni '50 degli
editori Boringhieri. E per chiudere in dolcezza un pinguino dell'antica
gelateria, la più longeva del mondo, Pepino, mantecati dal 1884. è il menù che
le imprese artigiane dell'agroalimentare piemontese hanno apparecchiato sulla
Promenade des Anglais di Nizza per i centomila visitatori de "L'Italie à
table", la cinque giorni di sapori e golosità, che si è conclusa ieri,
dedicata al tricolore nel cuore della Costa Azzurra e promossa dalla Camera di
commercio italiana di Nizza. Una trentina di piccole aziende del territorio
presenti, pattuglia di quel microcosmo ruspante che, anche se polverizzato in
135 mila imprese (di cui 2300 sotto il marchio di "eccellenza
artigiana"), è in preda a una profonda rivoluzione. Tanto che per
inquadrarle nell'ottica di generatori di Pil, più che botteghe sotto casa, il
vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Piemonte Paolo Peveraro ha
pronta nel cassetto una nuova normativa, che verrà discussa questa settimana,
per definire al meglio le competenze e snellire burocrazie che appesantiscono
un settore in pieno fermento. è il caso dei produttori di qualità del Cuneese,
salumi, formaggi e dolci, circa un dozzina di ditte e aziende agricole, che si
sono presentate sotto un unico cappello, quello del "Consorzio Granda
Sapori", presieduto dal cioccolatiere Silvio Bessone, artigiano di
Vicoforte Mondovì. Così l'export, strada obbligata per le medie imprese, ma un
sogno per la maggior parte delle piccole, diventa una possibile, concreta
realtà. "Il Made in Italy - spiega Nicola Caprioni, presidente della
Camera di commercio italiana a Nizza e numero uno della Cna ligure -
rappresentato al meglio dalla cucina piemontese, probabilmente la migliore
d'Italia, non ha rivali oltre frontiera. Il problema è che si tarda a fare
sistema, a mettersi insieme per operare all'estero. Quando si forma una squadra
vendere oltreconfine diventa quasi un gioco". Piatti da gourmet in tavola
ma c'è anche chi mette i fornelli. è il caso di Luciano Demichelis,
imprenditore "transfrontaliero", che vende cucine a Nizza per un giro
d'affari di un milione di euro al mese impiegando 40 dipendenti. "La
Francia - dice - al contrario dell'Italia può vantare multinazionali di grosso
calibro, ma è molto debole sulle piccole taglie. Il che significa grandi
opportunità per le nostre imprese, perché oltre al valore del Made in Italy
esportiamo il contatto diretto, il savoir faire nostrano nei rapporti con la
clientela". Anche per questa ragione le esportazioni agroalimentari dal
Piemonte verso i dipartimenti transalpini sono in crescita: 830 milioni di euro
nel 2007 contro gli 800 dell'anno precedente. Il tutto malgrado un periodo di
magri consumi. E proprio in Francia, a Parigi, c'è il ritorno in grande stile
di Pepino, "gelati di lusso" dal 1884. Azienda artigiana, inventori
negli anni 30 del "copiatissimo" pinguino, 15 dipendenti nella
fabbrica di Avigliana, giunta alla quinta generazione, punta al rilancio in
casa - oltre alla storica cremeria di piazza Carignano ci sono programmi di
espansione - e all'estero con l'apertura di nuovi negozi all'estero. Business
della tradizione, stampi d'epoca e gelato mantecato fatto come una volta. Segue
questo filone anche il Birrificio Torino, che proprio a Nizza ripropone, dopo
50 anni, una birra imbottigliata nel capoluogo piemontese, con l'obbiettivo di
sfornarne ottantamila l'anno.
( da "Nazione, La (Pisa)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SPORT PROVINCIA PISA
pag. 27 ? PONTEDERA ? E' IL SOLITO dilemma mai ri... ? PONTEDERA ? E' IL SOLITO
dilemma mai risolto: è meglio un uovo oggi o una gallina domani? Che per il
Pontedera vuol dire: è meglio pensare subito a programmare la serie D,
categoria già certa, oppure aspettare l'esito degli sviluppi societari in corso
per sperare nella C2? La prima strada, quella dell'"uovo oggi",
sembra la risposta che è deciso a dare Stefano Tognozzi, direttore generale del
club granata, nonché incaricato di formare la squadra per la prossima stagione
agonistica. "Io lavoro per la serie D ? afferma Tognozzi ? perché questo è
il campionato che spetta al Pontedera e che rappresenta la continuazione del
programma triennale per il ritorno nel calcio dei professionisti". Già
oggi, così, il direttore generale comincia i colloqui con i giocatori. Perché
il tempo stringe e perché ci sono club rivali che, approfittando della
situazione di stallo del sodalizio granata, che, lo ricordiamo, sta ancora
lavorando per poter acquisire il titolo della CuoioCappiano e quindi il diritto
alla C2, hanno cominciato a corteggiare i giocatori che più si sono messi in
evidenza nel campionato scorso. "INIZIERÒ a parlare ? spiega Tognozzi ?
con Malventi, Ferrini, Pellegrini, Balleri, Magnani e Checchi, i giocatori cioè
che più sono a rischio partenza. Le sirene che arrivano da fuori sono tante e
alcune economicamente davvero importanti. Le nostre disponibilità invece sono
quelle che sono, ma io credo di avere a che fare con un gruppo di ragazzi
intelligenti e quindi posso pensare che l'aspetto umano, logistico e di
tradizione societaria, finisca per prevalere su quello economico". Non
dovrebbero esserci dubbi invece per l'allenatore, che sarà ancora Marco Masi:
"Con Masi ? rivela ancora Tognozzi ? ho già parlato e penso che non ci
siano problemi a trovare l'intesa". Sul fronte partenze sembrano certe
quelle di Semboloni (al Poggibonsi) e Rossetti, che a Pontedera ha trovato poco
spazio, mentre per quanto riguarda gli arrivi Tognozzi ribadisce interessi per
Giglioli e Galbiati, centrocampisti del Figline e per giovani provenienti da
Piacenza, Fiorentina, Empoli e Lucchese. Il Pontedera, insomma, fa bene a
muoversi, perché le trattative per l'acquisizione del
titolo del CuoioCappiano si stanno scontrando con la burocrazia e necessitano a questo punto dell'ok di Macalli, presidente di
Lega. Occorreranno ancora una diecina di giorni per avere una risposta
definitiva. La "gallina", insomma, non è ancora certa?. Stefano
Lemmi.
( da "Nazione, La (Empoli)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SANTA CROCE / SAN MINIATO
pag. 9 MENO burocrazia e maggiori tutele per... MENO burocrazia e maggiori tutele per le aziende conciare alle prese con una
crisi di non facile soluzione: calano produzione e fatturato senza segnali di
ripresa a breve e medio termine. Una crisi su cui pesano tanti fattori: dalla
moneta, alla perdita di competitività, alle oscillazioni del grezzo ed
il suo reperimento. Un importante accordo è stato siglato dal presidente della
Regione Martini con un bacino importante di materia prima per il conciario del
distretto di Santa Croce. Si tratta di un accordo istituzionale di cooperazione
fra la Regione Toscana e la Regione di Limpopo, nel nord del Sudafrica. Il
Governatore del Limpopo coadiuvato dall'ambasciatore sudafricano ha spiegato
che la sua regione, nota come il "paniere alimentare" della zona, è
ricca di prodotti agricoli e di materie prime, fra le quali le pelli in
particolare quelle esotiche di cui il Comprensorio è leader nella
trasformazione in moda. "Abbiamo una grande ricchezza culturale, alimentare
e di altre risorse ? ha detto ? abbiamo riscontrato un'ottima accoglienza in
Toscana e abbiamo avviato interessanti contatti con imprese toscane. In questo
momento il nostro assessore alle attività produttive si trova nella zona di
Santa Croce per parlare con imprese del ramo conciario interessate in
particolare a pellami esotici". Ne è nato un protocollo che garantirà
sicurezza e collaborazione. NOVITA' importanti sul fronte dello snellimento
burocratico con un registro unico e semplificato su cui annotare
cronologicamente arrivo e partenza delle partite di pelli: le aziende
scarnatrici e spaccatrici che operano nella filiera conciaria con attività in
conto terzi saranno così alleggerite da un inutile fardello burocratico. Lo ha
deciso la Regione con una delibera di semplificazione proposta dall'assessore
Enrico Rossi. "Non c'è niente di più negativo ? ha detto Rossi ? che
costringere le attività produttive a percorsi burocratici complessi senza che
da questi derivi neppure un beneficio sotto il profilo della sicurezza
sanitaria. Questa delibera fa spazio alla semplificazione e nello stesso tempo
rafforza l'efficacia dei controlli da parte della Asl, anche prevedendo
l'adozione e l'utilizzazione di strumenti per effettuare l'analisi del rischio".
Queste imprese sono di dimensioni ridotte (da un minimo di cinque ad un massimo
di diciotto addetti), sono spesso a carattere familiare e svolgono alcune
funzioni di servizio per le oltre 180 concerie non dotate delle attrezzature
adatte all'interno del proprio stabilimento. Finora le aziende erano obbligate
a tenere due registri di carico-scarico, uno per le pelli a qualifica sanitaria
alimentare per la fabbricazione di gelatina e l'altro per le pelli a qualifica
sanitaria, sottoprodotto non destinato all'alimentazione umana. Con
l'introduzione del registro unico, da un lato si alleggeriscono le imprese di
oneri amministrativi ingiustificati e dall'altro si aumentano considerevolmente
l'efficacia, anche a distanza di tempo, dei controlli veterinari circa la tempistica
delle lavorazioni e le necessarie operazioni di bonifica delle attrezzature.
Carlo Baroni.
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PAVIA pag. 11
"Io, malato di cancro oppresso dai burocrati" La denuncia:
sballottato per ottenere un certificato dall'Asl di STEFANO ZANETTE ? PAVIA ?
"PER ME SONO FORTI abusi, oltretutto nei confronti di chi già ha una grave
malattia e sta vivendo una situazione non certo piacevole". Fernando
Gravanati, 67 anni, conosciuto in città per la sua passione per la musica
(baritono e presidente della Corale Vittadini) e per la politica (attivo militante
già della Margherita, ora del Pd) racconta quello che a lui è accaduto in prima
persona, ma certo è accaduto anche a molti altri, meno combattivi, che in
silenzio subiscono e pagano. "Giustamente in automobile è d'obbligo la
cintura di sicurezza - spiega Gravanati - e io stesso ho cercato di allacciarla
nonostante sia appena stato operato per un tumore allo stomaco. Ma per le cure,
chemioterapia, a cui mi devo sottoporre, mi è stato innestato un port-cart,
proprio sulla spalla: la cintura di sicurezza allacciata mi ha provocato
un'emorragia. Così mi sono informato su cosa dovevo fare per ottenere
l'esenzione e poter andare in auto senza cintura ma senza rischiare la
multa". GRAVANATI S'È IMBATTUTO nella solita burocrazia che, nei buoni propositi,
tanti enti e istituzioni stanno tentando di alleggerire, ma in realtà pesa
ancora troppo sulle spalle, e sulle tasche, dei cittadini. "Per avere
quest'esenzione - prosegue Gravanati - non basta infatti una semplice
dichiarazione del medico di famiglia, che pure sta seguendo da tempo la mia
malattia. Evidentemente per la burocrazia il
medico di famiglia non è credibile. Bisogna andare all'Asl. E dopo la coda allo
sportello 8, la risposta è che per avere l'esenzione per non mettere la cintura
di sicurezza bisogna pagare un bollettino di 36 euro e prenotare una visita del
loro medico che può rilasciare il certificato. Avevo portato all'Asl tutta la
documentazione sulla mia situazione, con la cartella clinica di quello che mi
avevano fatto in ospedale e l'innesto del port-cart. Ma non basta. Devo fare
un'altra visita e pagare il bollettino, anche se per la mia malattia sono
esentato dal pagamento dei ticket. Per poter non mettere la cintura di
sicurezza, no, bisogna pagare 36 euro. Come una multa per divieto di
sosta". NON È CERTO L'ENTITÀ della cifra da pagare a provocare le proteste
di Gravanati, piuttosto il dover effettuare le solite trafile burocratiche per
ottenere una banale esenzione. "Capisco che si voglia evitare che i soliti
furbi - aggiunge ancora Gravanati - presentino dichiarazioni false e ottengano
facilmente un'esenzione per non pagare le multe se circolano in auto senza
cintura di sicurezza. Ma io, purtroppo, la devo chiedere per una reale
necessità, che è facilmente dimostrabile con la mia situazione, scritta nero su
bianco sulle cartelle cliniche". E questo accade nella Lombardia
informatizzata che di recente ha presentato i vantaggi della Card sanitaria,
che consente di visualizzare on-line le cartelle cliniche, ma che poi per un
certificato chiede il pagamento di 36 euro.
( da "Giorno, Il (Lecco)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LECCO E HINTERLAND
pag. 4 Bandiere tricolori alle finestre Il corteo ha coinvolto l'intera
cittadina OGGIONO CONFERITO UN ATTESTATO AL COMANDANTE DEI GHISA di GIANNI RIVA
? OGGIONO ? BANDIERE tricolori alle finestre, una piazza vestita a festa, messa
in Santa Eufemia celebrata dal prevosto e infine discorso del sindaco Pietro
Riva. Oggiono ha vissuto, a differenza del capoluogo, una Festa della
Repubblica degna della sua importanza. Ma è stata anche l'occasione per il
primo cittadino, a nome della sua amministrazione, consegnare un attestato
civile al tenente Mauro Sala, comandante della Polizia Locale per il suo
spirito di servizio in favore della comunità. Per l'ufficiale è stata una
sorpresa: "Non mi aspettavo simile riconoscimento". LA CRONACA della
giornata ha visto dopo la messa celebrata in Santa Eufemia dal prevosto don
Amintore Pagani il corteo aperto dal Gonfalone rossoblu del comune. I numerosi
partecipanti hanno poi raggiunto piazza Manzoni dove il sindaco ha prima
deposto un omaggio al monumento ai caduti delle guerre e poi nel discorso
celebrativo ha detto: "In questa giornata importante sono tre i verbi che
più degli altri servono per dare ulteriore contenuto: conoscere,rispettare e
amare. Il primo: conoscere i diritti e i doveri. il secondo: il rispetto. I
cittadini hanno pari dignità senza distinzioni e il terzo: amare lo
Stato". IL SINDACO Pietro Riva ha evidenziato anche le attuali realtà
comunali: "Se ci deve essere una riforma costituzionale è quella di
semplificare il lavoro nei vari livelli togliendo la burocrazia. Il federalismo fiscale? Serve per dare maggiore autonomia
togliendo previlegi in certe Regioni". Al momento celebrativo dei 62 anni
della Repubblica Italiana ma anche del sessantesimo anniversario di
introduzione della "Magna carta" anche il presidente
dell'Associazione Combattenti e Reduci Cavaliere Luigi Turati e rappresentanze
delle forze militari in congedo e militari come il Maresciallo Ambrosi,
comandante della stazione dei carabinieri. "UN MOMENTO toccante - ha
rimarcato il presidente Luigi Turati - un cammino iniziato nel secondo
Dopoguerra, che ha trovato pieno compimento". Al termine l'amministrazione
comunale ha offerto un rinfresco accompagnato dalle note del Corpo Musicale
Marco D'Oggiono.
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CATTOLICA E VALCONCA
pag. 12 IL COMUNE di Cattolica assumerà 12 nuovi vigili stagionali per... IL
COMUNE di Cattolica assumerà 12 nuovi vigili stagionali per il momento. Il
fatto è che nonostante sia stato effettuato un corso-concorso con oltre una
trentina di partecipanti, per questioni di tempo e di burocrazia ora a palazzo Mancini si
fatica a trovare altri vigili disponibili a ricoprire l'incarico stagionale.
Motivo? Negli altri Comuni limitrofi sono stati effettuati contemporaneamente
altri concorsi ed alcune divise hanno preferito accasarsi in tali realtà
amministrative. L'assessore alla Polizia Municipale Giovanni Ruggeri
aveva promesso circa 15-18 vigili stagionali in più ed ora assicura. "La
nostra graduatoria è molto ampia ed abbiamo intenzione nei prossimi giorni di
assumerne almeno altri tre sino a 15 complessivi". I ben informati temono
che però tale graduatoria si esaurisca in breve tempo. C'è anche la questione
economica da valutare con le casse comunali sempre in difficoltà e le
prospettive lavorative per un vigile appena assunto con un contratto di solo 4
mesi sono tutte da valutare cambiando opportunità e strategie in ogni singolo
Comune. "Non è una questione economica _ ribadisce Ruggeri _ ma solo
burocratica".
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
RIMINI AGENDA pag. 9
Agroalimentare, troppa burocrazia LE DIFFICOLTÀ burocratiche ed amministrative sono il primo
problema per i conduttori di imprese agroalimentari di qualità. Il dato risulta
da un sondaggio tra gli operatori presenti alla manifestazione specializzata
"Squisito!", che si tiene per la quinta edizione nella comunità di San
Patrignano. A indicare la criticità della burocrazia
è il 56% degli interpellati, che se la prendono anche con i prezzi alti dei
prodotti (57%) e le difficoltà di reperirli (36%) . Il questionario, elaborato
dal ricercatore dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Consiglio
nazionale delle ricerche di Avellino (Isa-Cnr), Gianvincenzo Barba, fornisce
l'immagine di un mercato in espansione con un occhio attento all'estero, che
interessa il 42% degli operatori. Il 90% ritiene che l'agro-alimentare di
qualità vada valorizzato attraverso il coordinamento di filiera e una maggiore
promozione.
( da "Giorno, Il (Milano)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACHE pag. 17 La
malattia esonera dalla cintura in auto? Devi pagare 36 euro IL CASO ? PAVIA ?
SI DEVE pagare un bollettino postale di 36 euro, come per una multa per divieto
di sosta, per richiedere all'Asl un certificato per poter circolare in
automobile senza cintura di sicurezza allacciata. Anche se la necessità è
dovuta a una grave patologia, facilmente documentabile attraverso il medico di
famiglia o le cartelle cliniche, di recente messa anche on-line grazie alla
Card sanitaria regionale. La denuncia arriva da Fernando Gravanati, 67 anni,
conosciuto a Pavia per la sua passione per la musica (baritono e presidente
della Corale Vittadini) e per la politica (attivo militante già della Margherita,
ora del Pd), che racconta quello che a lui è accaduto in prima persona.
"Giustamente in automobile è d'obbligo la cintura di sicurezza - spiega
Gravanati - e io stesso ho cercato di allacciarla nonostante sia appena stato
operato per un tumore allo stomaco. Ma per le cure, chemio-terapia, a cui mi
devo sottoporre, mi è stato innestato un port-cart, proprio sulla spalla: la
cintura di sicurezza allacciata mi ha provocato un'emorragia. Così mi sono
informato su cosa dovevo fare per ottenere l'esenzione e poter andare in auto
senza cintura ma senza rischiare la multa". E s'è imbattuto nella solita, costosa burocrazia. "Per avere quest'esenzione - prosegue Gravanati - non
basta una semplice dichiarazione del medico di famiglia, che pure sta seguendo
da tempo la mia malattia. Bisogna pagare alla Regione un bollettino di 36 euro
e prenotare una visita dal medico dell'Asl che può rilasciare il
certificato". Stefano Zanette.
( da "Unita, L'" del 03-06-2008)
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l'edizione del Expo, la Spagna lancia la sfida a Milano di Toni Fontanainviato
a Saragozza Gli spagnoli non lo dicono, ma l'obiettivo è chiaro: dimostrare di
essere i primi della classe, i primi nel mondo. Forse ci riusciranno e la sfida
con Milano è aperta. La Spagna moderna, ma alle prese con la crisi ed il
rallentamento del miracolo economico, la Spagna di Zapatero, gioca le sue carte
sull'Expo di Saragozza, la fiera internazionale, sorella minore di quella
universale in programma a Milano tra sette anni. Anche questa Expo doveva
svolgersi in Italia a Trieste, ma baruffe interne alla destra fecero fallire la
candidatura a vantaggio degli spagnoli. Per i quali l'argomento è tuttavia
tabù, l'Italia anzi ha ottenuto un posto d'onore dentro l'avveniristico
villaggio che sta sorgendo in un'ansa del fiume Ebro, in Aragona. Sfida dunque,
in più direzioni. Per prima cosa gli spagnoli vogliono dimostrare di essere un
passo avanti agli altri europei in quanto a fantasia e modernità. Saragozza
dista
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del
03-06-2008)
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REGGIO PRIMO PIANO pag.
2 di GABRIELE GALLO C'È UN SOGNO comune che non è azzardato attri... di
GABRIELE GALLO C'È UN SOGNO comune che non è azzardato attribuire a tutti gli
esseri umani che popolano i cosiddetti paesi "civilizzati": avere la
possibilità, un giorno, di lasciarsi alle spalle il ritmo frenetico,
martellante, spesso insano, certamente inumano, di quella che, non senza una
punta di presunzione, definiamo "civiltà". Ho messo via un po' di
illusioni, però lo so che sono lì, direbbe Luciano Ligabue. Be', Fiorella Marani,
di Bagnolo in Piano, e Paola Iemmi, da Campagnola Emilia, quel cassetto l'hanno
aperto. Da Reggio Emilia alle Seychelles, prendendo in affitto una villa e
trasformandola in un bed & breakfast, per cambiare vita e trovargli un
senso più compiuto e più a misura d'uomo. La Marani, nata a Carpi nel 1961, ma
vissuta sempre nella bassa reggiana, fino a pochi mesi fa gestiva un bar a
Bagnolo; poi la decisione di rivoluzionare la propria esistenza. Signora
Fiorella, lo sa in quanti oggi leggendo questo articolo la invidieranno?
"Lo immagino. Del resto l'ho fatto anch'io per tanto tempo, quando sognavo
di vivere in posti come questo". Che ora è realtà... "Non ce la
facevo più a vivere in Emilia. Troppo stress, tutti sempre di fretta. Ero
diventata insofferente alla vita quotidiana. Era terribilmente frustrante
rendersi conto, giorno dopo giorno, che la mia terra stava perdendo quei valori
di convivialità e ospitalità, che l'avevano sempre contraddistinta. Vedevo le
persone chiuse nel loro guscio: casa e lavoro e poi basta. Stavo diventando
così anch'io e ho capito che non ce l'avrei fatta a lungo". Che tipo di
vita conduceva dalle nostre parti? "Per vent'anni ho gestito varie
attività commerciali insieme ai miei familiari, in ultimo ho preso in carico il
Cafè Olè (ora del nipote Valentino, ndc) che è stato un primo passo verso le
mie attuali scelte. Lavorando in un bar ero sempre a contatto con la gente che
si raccontava, con cui, anche se per un breve lasso di tempo, si poteva
dialogare. Chi la conosce ci dice che, in anni passati, non si è fatta mancare
niente dal punto di vista delle emozioni... "Be' avevo hobby un po'
particolari. Ho fatto molti lanci col paracadute, quando potevo salivo in
montagna per sciare, affrontare scalate, ogni fiume agitato era un'occasione
per fare rafting. Col tempo però mi sono tranquillizzata. Ma non ho certo
rinunciato a emozionarmi". Come è arrivata alle Seychelles? "Quando
ho deciso di dire basta al tipo di vita che facevo in Italia mi sono messa alla
ricerca di un posto dove ritrovare i valori che mi erano stati trasmessi
nell'infanzia, dove si potesse vivere tranquilli, senza la competitività
ossessiva che c'è da noi, senza dover temere che in ogni persona che
frequentavo ci fosse qualcuno che volesse ingannarmi. Cercavo trasparenza e
lealtà e, lo ammetto, un bel mare e un clima caldo". È arrivata subito
nell'oceano Indiano? "Ho girato diversi posti. In realtà, all'inizio,
avevo puntato sul Brasile, poi, arrivando qui, ho conosciuto Paola, che mi ha
raccontato la sua storia, mi ha spiegato che da tempo trascorreva lunghi
periodi alle Seychelles; parlando e diventando amiche è nata la nostra idea di
diventare socie". Da cosa nasce cosa e adesso gestite una specie di
pensioncina... "Paola, negli anni, ha conosciuto molti abitanti del luogo,
si è inserita piuttosto bene. Piano piano si è rafforzata in lei l'idea di
restare: ha coltivato il terreno. Quando sono arrivata io abbiamo trovato
subito un'intesa e la condivisione di un progetto. Girando per Praslin abbiamo
visto una villa con le caratteristiche adatte a quello che avevamo in mente di
fare. A quel punto abbiamo fatto i passi necessari per
aprire l'attività: qui la burocrazia è molto più semplice, tra l'altro". Dove si trova il vostro
bed & breakfast? "A due passi dall'estasi, sulla Cote d'Or,
probabilmente la spiaggia più bella dell'isola, non a caso è vicino a quelli
che sono considerati gli hotel più gettonati del territorio. Siamo
immersi nel verde, a cento metri dal mare, praticamente è come essere in mezzo
a una foresta. Il salone ha due grandi vetrate, da cui è possibile osservare il
mare". Quanti turisti potete ospitare? "Per ora circa una decina: il
nostro scopo è far passare giorni sereni e rilassanti a chi viene a trovarci,
ma in un clima di convivialità, molto familiare, libero. C'è la possibilità di
usare la cucina autonomamente, ma anche di gustare i piatti indigeni, genuini e
prelibati, della tipica cucina creola, preparati dai nostri amici sul posto. Il
progetto di ingrandirci, col tempo, c'è, ma senza snaturare l'essenza di ciò in
cui crediamo. Anche potendo non faremmo mai un mega albergo da cento
stanze". Ha intenzione di fermarsi alle Seychelles per tutta la vita?
"Se le cose continuano ad andare come adesso, sì. Ma ai legami con le mie
origini non rinuncio: almeno una volta all'anno tornerò sempre a Bagnolo".
PAOLA IEMMI, 46 anni splendidamente portati, questo spettacolare angolo di
mondo, l'ha scoperto nel 2000 e da allora non l'ha più abbandonato. "Fu la
prima vacanza dopo la separazione ? racconta ? Prima sembra il peggiore dei
drammi, poi ti rendi conto che riacquistare la tua quota di libertà ti fa
toccare il cielo con un dito. Venni per quindici giorni con le amiche. Da quel
momento sono sempre tornata, fermandomi ogni volta un po' di più. L'anno scorso
sono rimasta tre mesi. D'ora in poi sarà il contrario, verrò nel reggiano per
un mese a salutare parenti e amici e per il resto dell'anno abiterò qui".
In Italia cosa faceva? "Ho lavorato per molto tempo in un negozio di
maglieria, quindi ho rilevato una gelateria a Rio Saliceto, che ho ceduto alla
fine del 2007 per trasferirmi a Praslin". Cosa l'ha fatta innamorare di
questi posti? "Sarebbe facile dire il sole, il mare, la straordinaria
vegetazione, il modo di vivere dei suoi abitanti, ma il vero motivo per cui ho
deciso di vivere qui è un altro". Lo spieghi? "Dopo anni di
frequentazione con questo popolo mi sento quasi una di loro. Col tempo ho
imparato a farmi conoscere e loro mi hanno accettato per quella che ero, cosa
ormai impensabile in Italia dove i contatti con le persone sono spesso
brevissimi e superficiali. Ormai posso dire che sono tutti miei amici, mi
salutano al mattino quando vado a fare la spesa, chiacchierano con me e
Fiorella volentieri, sovente ci danno una mano qui nella guesthouse. Mi piace tutto
di questo posto e non credo che tornerò indietro". Sappiamo che in Italia
vive sua figlia, Erika. Come ha accolto la sua decisione? "Intanto non
avrei mai lasciato casa e lavoro a Rio se lei non fosse stata d'accordo. Ce la
siamo sempre cavata da sole e siamo unitissime, se fosse stata contraria avrei
rinunciato. Erika ha appoggiato la mia scelta fin dall'inizio, e ora è molto
contenta. Mi dice che mi vede sempre sorridente e felice, cosa che in passato
non era così comune. Naturalmente la lontananza da lei mi pesa molto, però ogni
tanto riesce a venirmi a trovare e ci sentiamo spesso. In più lei è
indipendente e matura, anche se ha solo ventitre anni. Insomma, non sono
preoccupata per come affronta la sua vita". Com'è la sua giornata tipo
alle Seychelles? "Ora che abbiamo aperto l'alloggio molta parte è dedicata
alla sua gestione, ma io in un certo modo ne approfitto. Mi occupo infatti di
portare gli ospiti in giro per l'isola, in escursione alle sue incredibili
bellezze: in pratica loro si divertono e io pure. Non c'è nulla di Praslin che
ancora non mi emozioni". Si sente una donna realizzata? "Sono in pace
con me stessa. Credo di avere dato tanto agli altri per meritarmi ora qualcosa
anche per me. L'amicizia con Fiorella mi ha completato, lei è più tenace e dura
e mi ha aiutato ad esserlo anch'io, senza farmi perdere la mia tenerezza e la
mia sensibilità". Signore... "Ragazze, prego!". Ragazze, cosa
volete dire ai reggiani che vi leggeranno? "Che è il modo di vivere che la
società ha imposto in Italia e nel cosiddetto mondo civile, che non ci piace
più ? rispondono all'unisono Fiorella e Paola ? non i posti o la gente. Ci
piacerebbe che tanti dalle nostre parti ci facessero una visita, che venissero
qui, lontano da stress e tensioni, a rivivere, insieme a noi, la nostra
reggianità, il nostro temperamento più vero". CHI VUOLE accogliere
l'invito di Paola e Fiorella può contattare direttamente quest'ultima allo
00248740012, oppure, in Italia: 0522265050, riferimento Nazarena.
( da "Riformista, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Vertice i soldi ci sono,
ma i messaggi sono confusi e la tempistica sbagliata Ritardi ed errori della
Fao: agli ogm preferisce il bio Qualche giorno fa Jacques Diouf ha identificato
nel disinteresse della comunità internazionale la principale causa
dell'emergenza alimentare globale. "Tutti sapevano e nessuno ha voluto
fare nulla". Almeno in questo il direttore generale della Fao ha ragione:
anche se la siccità australiana e le manovre speculative hanno peggiorato le
cose, i contraccolpi dei sussidi ai biocarburanti erano prevedibili, l'aumento
dei consumi nei paesi emergenti era un fenomeno ampiamente studiato, così come
è risaputo che ostacolando la ricerca, la produttività agricola non può tenere
il passo. C'è una cosa però che Diouf ha dimenticato di dire e probabilmente non
dirà neppure nel corso della conferenza che si apre oggi a Roma: nemmeno la Fao
ha fatto ciò che avrebbe dovuto per prevenire la crisi. Nell'ultimo grande
summit, quello del 2002, è stato solennemente ribadito l'impegno di dimezzare
il numero degli affamati entro il 2015, ma ora ci ritroviamo con una nuova
emergenza che si è sommata alla vecchia. Mentre il carocibo ingrossa l'esercito
dei nuovi poveri svuotando le dispense delle popolazioni urbane, la fame
continua a uccidere i più miserabili, quelli che non comprano i prodotti
quotati sui mercati internazionali. Robert Paarlberg - autore di Starved for
Science: How Biotechnology Is Being Kept Out of Africa (Harvard University
Press, 2008) - ha spiegato che gli agricoltori africani oggi producono, su base
procapite, il 19% in meno rispetto al 1970 e questo accade in quasi tutta
l'Africa sub sahariana, "anche nei paesi che coltivano food crop più che
cash crop, anche in quelli che non sono dilaniati da conflitti interni, quelli
con governi eletti e bassa inflazione, persino nei paesi in cui i tassi di Hiv
sono modesti, quelli che hanno accesso ai mercati internazionali, quelli che
ricevono generosi aiuti dall'estero". La produzione è disperatamente
ferma, perché qui non sono arrivati i progressi tecnologici: non ci sono
sementi migliorate, fertilizzanti chimici, corrente elettrica, irrigazione.
Lavorando in queste condizioni i coltivatori africani (in gran parte donne e
bambini) guadagnano circa un dollaro al giorno e per un terzo sono denutriti.
Oltre a cercare di frenare l'impennata dei prezzi, dunque, bisogna puntare
sulla modernizzazione dell'agricoltura locale. Diouf lamenta che i suoi appelli
per aumentare gli investimenti in campo agricolo sono rimasti inascoltati. Ma
con uno staff di oltre tremila persone e un budget di oltre 400 milioni di
dollari l'anno avrebbe potuto fare di più, cominciando con il tenere dritta la
barra del timone. Troppo spesso l'organizzazione che il senegalese dirige dal
1993 è apparsa più preoccupata di non farsi nemici che di favorire l'adozione
di politiche efficaci. Qualche esempio? La conferenza internazionale del 2007
sull'agricoltura organica, il cui messaggio è stato così ambiguo da far
scrivere alla stampa che "il biologico può produrre abbastanza cibo per
tutti". Per rimediare all'equivoco la Fao ha diffuso un comunicato con un
titolo imbarazzante. La prima riga a grandi caratteri recitava
"L'agricoltura organica può contribuire a combattere la fame", la
seconda aggiungeva in piccoli caratteri "ma i fertilizzanti chimici sono
necessari per nutrire il mondo". Lo stesso vale per le moderne
biotecnologie, di cui la Fao ha riconosciuto l'utilità pubblicando un rapporto
ad hoc nel 2004, salvo poi inscenare il solito balletto di fronte alle
immancabili proteste. "Non abbiamo bisogno degli Ogm ora - è il leitmotiv
di Diouf - ma potremmo averne bisogno in futuro". Mai una volta che abbia
spiegato che continuando ad osteggiare le biotecnologie oggi, non avremmo
trovato questi prodotti pronti per l'uso domani, quando ce ne sarebbe stato più
bisogno. Quando autorevolezza e risorse economiche sono in calo, le istituzioni
diventano ricattabili. Probabilmente è anche per questo che la Fao non ha
tenuto testa alle lobby più rumorose, quelle che pretendono di rappresentare
gli interessi dell'ambiente e dei poveri propagandando ricette fuori dal tempo.
Lo stato di crisi dell'organizzazione è stato certificato lo scorso settembre
da una valutazione esterna indipendente. Nel rapporto si
legge che la sua burocrazia
è "pesante e costosa", che ha difficoltà a "identificare le vere
priorità", che per cultura "rifugge dai rischi", che senza una
riforma radicale "il suo declino sarà irreversibile". E queste non
sono le parole di un rivale politico, come il presidente del Senegal Abdoulaye
Wade che un mese fa ha attaccato Diouf invocando la chiusura della Fao.
Si tratta dell'analisi eseguita da un gruppo di valutatori che per 18 mesi
hanno visitato gli uffici, interrogato i dipendenti, studiato le carte, sotto
la supervisione di un comitato della stessa Fao. Se Diouf ha accettato di
sottoporre la sua organizzazione al giudizio, per la prima volta dopo
sessant'anni dalla creazione, probabilmente è perché dal 1994 al 2005 le
risorse finanziarie erano calate del 31% in termini reali e per cercare di
invertire il trend non restava altro che giocare la carta della trasparenza e
della buona volontà. Per voltare pagina, insomma, non basteranno le belle
promesse di un summit. Ci vorrà un'agenda chiara, che preveda oltre agli
interventi di emergenza anche strategie di lungo periodo e una riforma del
sistema di governance globale in campo agricolo e alimentare, come auspicato
dal direttore dell'International Food Policy Research Institute Joachim von
Braun. E soprattutto ci vorrà il coraggio di mettere questa agenda in pratica.
03/06/2008.
( da "Tirreno, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pistoia LO DICO AL TIRRENO
PERSONALE Il Comune si è arreso di fronte alle pressioni Ho letto con interesse
l'intervento di Antonio Pileggi sul rapporto fra costo del personale ed
efficienza del servizio nelle pubbliche amministrazioni. Le osservazioni
contenute nell'articolo sono, come al solito, centrate e pienamente
condivisibili, specie in ordine alla necessità della introduzione di un sistema
premiale per i Comuni che assicurano un buon rapporto fra efficienza e costi ed
al contempo sanzionatorio per chi spreca risorse non assicurando un buon
servizio. Ma anche in assenza (o in attesa) di tale riforma, nel frattempo le
amministrazioni non possono tuttavia restare inerti di fronte ad una
fondamentale esigenza di razionalizzazione della spesa: finita l'era delle
vacche grasse, in cui era ammesso di tutto e di più (piante organiche gonfiate,
assunzioni senza necessità, costi elevati per servizi scadenti), adesso bisogna
(finalmente!) fare i conti con la scarsità delle risorse e con la necessità di
recupero di efficacia, oltre che di efficienza. Può allora la politica
rimediare ai danni che ha prodotto? L'esperienza del Comune di Pistoia appare
significativa delle difficoltà che incontra un tentativo di riscossa del buon
governo. All'inizio del mandato scorso, il sindaco Berti ha (coraggiosamente)
commissionato uno studio all'Università di Castellanza, che ha messo
impietosamente a nudo le tante e varie criticità di una gestione dissennata del
personale. Dopo una serie di apprezzabili tentativi di riorganizzazione,
l'amministrazione sembra essersi arresa di fronte a pressioni e resistenze, non
solo sindacali, ma anche interne alle stesse maestranze, che hanno ostacolato
il percorso di razionalizzazione. E' prevalsa la conservazione, che è assai più
facile del cambiamento. E restiamo con un ufficio tecnico che non dà un
servizio, ma crea ostacoli agli utenti (quante pratiche, salvo eccezioni, sono
congelate anche per anni, prima di una risposta!); ci
teniamo una burocrazia
opprimente che ci fa sentire sudditi e non cittadini (si pensi allo sportello
unico per le attività produttive, prototipo dell'incapacità a fornire un
servizio adeguato); tolleriamo che i dirigenti sempre meno rispondano alla
giunta e al consiglio comunale (con delibere che scientemente vengono dai
medesimi disattese), e conserviamo un esercito di dipendenti comunali
scontenti, talvolta poco professionalizzati, che non credono più ad un sistema
meritocratico (con l'imprimatur del giudice del lavoro che ha accolto vari
ricorsi, evidenziando una gestione, diciamo così, "non trasparente"
delle promozioni). Ha ragione allora Pileggi: non basta licenziare i
fannulloni, occorre anche una seria politica sul personale, che premi solo chi
lo merita, e che consenta ad ogni singolo lavoratore di essere e di sentirsi
prezioso per il bene della collettività. Altrimenti sarà la politica, presto,
ad essere licenziata. Alberto Niccolai capogruppo Laici Riformisti in consiglio
comunale VIABILITà Al Fagiolo succederà come ad Agliana Vorrei uffrire la mia
umilissima opinione di cittadino Pistoiese e residente della zona sud, non per
presunzione ma perché, avendo letto delle 48 osservazioni presentate alla
variante sud e avendo come tutti osservato e subìto i cambiamenti al traffico
degli ultimi anni, oggettivamente viene da pensare che le opinioni più umili si
possano tranquillamente affiancare a quelle dei blasonati esperti che hanno
preso fior di quattrini dalle casse del Comune per proporre autentiche perle,
come il senso unico di viale Petrocchi con tutte le sue varianti sperimentali,
lo sbarramento di San Vitale, la rotondina di Porta Lucchese. E presto la
chiusura dell'incrocio del Fagiolo, che in passato ha portato qualcuno a gesti
estremi e ha attirato perfino le attenzioni di "Striscia la notizia".
Secondo me, la chiusura dell'incrocio, che, ricordiamolo, porterà chi percorre
via Fiorentina in direzione Bottegone a dover deviare fino alla rotonda della
Vergine e tornare indietro per poter proseguire, con un allungamento di circa
tre chilometri, somiglia molto alla modifica fatta due anni fa all'incrocio di
Agliana della provinciale con via Ferrucci, quello dell'Unieuro e del Rincao
Gaucho per intendersi, dove avevano vietato la svolta a sinistra invitando a
proseguire fino alla rotonda successiva e tornare indietro per raggiungere via
Ferrucci sud. Dopo due anni di code interminabili e insopportabili, sono stati
costretti a realizzare la rotonda dove serviva e non all'incrocio successivo.
Ringrazio chiunque legga questa opinione, sperando che non cada nel vuoto e
ricordando ai tecnici comunali che la politica della sordità rispetto alle
opinioni dei cittadini non mi pare abbia portato molti frutti alle ultime
amministrative. Giancarlo Milani residente zona Montesecco.
( da "Nuova Ferrara, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"E' un Palio
più forte di tutti i contrattempi" Merighi: forse è da rivedere la
procedura per l'iscrizione dei cavalli "Credo che abbia funzionato un po'
tutto, nonostante questa sia una edizione del Palio che ne ha viste parecchie.
E comunque siamo già impegnati per fare in modo di eliminare gli inconvenienti
di quest'anno". Vainer Merighi, presidente dell'Ente Palio, è soddisfatto:
il giorno di festa che segue il pomeriggio di gare in piazza Ariostea serve a
staccare un po' dopo un periodo di intenso lavoro. E' un viaggio lungo tutto il
Palio 2008 quello che fa il presidente, analizzando pregi e difetti della
manifestazione. "Davvero - spiega - questa è stata una edizione che ne ha
viste parecchie: siamo partiti bene in maggio, con la benedizione dei palii e
le gare degli sbandieratori: gare in sè davvero di altissimo livello e con una
presenza di pubblico davvero importante, come avevamo registrato solo in
occasione dei nazionali, un anno fa. Qui, a dire il vero, però non mi sono
piaciuti modi e toni con cui è stata contestata la giuria. Davvero non mi è
piaciuta...". Dopo l'inizio "scoppiettante", però, altri
inconvenienti, con la pioggia che ha "colpito" il corteo storico e il
giuramento... "Sì - dice Merighi - è stato un problema, che ha causato
disagi, ma sinceramente credo che abbiamo assistito a un corteo storico
bellissimo, con oltre 1.200 figuranti, l'impegno di tutte le contrade e della
corte ducale. E anche la qualità rappresentazioni è stata davvero di ottimo
livello... In ogni caso anche quel rinvio ha insegnato qualcosa: l'attaccamento
dei cittadini al Palio; la sera del rinvio, sotto la pioggia battente, c'erano
due ali di folla per assistere al corteo e la gente è rimasta lì nonostante
l'acqua che cadeva". Ecco, proprio il maltempo ha caratterizzato la
seconda parte delle manifestazioni del Palio, costringendo anche al rinvio di
una settimana della gara. Un rinvio, ricorda il presidente dell'Ente Palio,
necessario, "perchè i nostri obiettivi primari sono fare una bella
manifestazione e che si svolga in piena sicurezza. Quindi, non avendo potuto
stendere il secondo strato di materiale sulla pista - quello che proprio
garantisce la sicurezza dei cavalli - non avevamo garanzie. La seconda
settimana si è riusciti a lavorare davvero bene e la pista, domenica, era
davvero perfetta, grazie all'organizzazione, ai tecnici, al Comune". Sul
fronte della gara, vi sono stati comunque un paio di episodi problematici, a
cominciare da quanto accaduto a San Giovanni (fantino con certificato di
indisponibilità e due cavalli non idonei a gareggiare): "Credo che la
decisione assunta, con il confronto fra le contrade e nel maestrato dei savi,
sia stata quella più corretta. Ma risolta questa vicenda è arrivato l'episodio
di San Giacomo, che ha dovuto rinunciare ai due cavalli: la contrada ha
dimostrato estrema serietà, visto che pur essendo rimasta con un solo cavallo
ha chiesto la verifica delle sue condizioni, anche a costo di non correre pur
di non mettere a repentaglio il quadrupede. Mi è davvero dispiaciuto molto che
non abbiano potuto correre...". Proprio da questi episodi, l'intenzione di
Merighi è di cominciare da subito a valutare come mettere a punto e meglio
definire le procedure per l'iscrizione dei cavalli e "vedere con
l'amministrazione comunale se è possibile snellire l'iter, togliendo un po' di burocrazia".
Altro tema da affrontare, i tempi lunghi dell'atto finale in piazza Ariostea:
"I tempi della mossa non può stabilirli nessuno, e spesso anche il
mossiere è di fronte alle strategie dei fantini. Credo invece che possiamo
intervenire per anticipare e rendere un po' più celere il percorso del corteo e
la cerimonia in piazza Ariostea. Ma una cosa è da sottolineare -
ribadisce Merighi - lo stretto legame che il Palio ha con la città, dimostrato
da pubblico e consensi". (al.vin).
( da "Centro, Il" del 03-06-2008)
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La società di
pallamano ha bisogno di un impianto nuovo per il campionato Eurografica senza
palasport Appello della squadra neopromossa nella serie A2 GUARDIAGRELE.
Palazzetto dello sport cercasi, disperatamente. La Eurografica, neopromossa
alla serie A2 della pallamano, sente già la pressione della stagione 2008-2009,
da disputare in una massima serie che mai era arrivata nei venticinque anni
della sua storia. "Entro pochi giorni scade il termine per l'iscrizione al
campionato", racconta il presidente, Antonino Di Martino, "e ancora
non sappiamo quale sarà il nostro terreno di gioco". La A2 richiede di
disputare obbligatoriamente il campionato under 18, con spese che quindi si moltiplicano.
"Buona parte del nostro impegno economico è andato negli anni scorsi
proprio alle spese per il campo in cui disputare gli incontri casalinghi",
spiega il presidente, "una scelta divisa tra Bucchianico e Chieti al
modico costo di 750 euro a incontro e 100 euro alla settimana per gli
allenamenti". Se fino alla stagione vittoriosa appena conclusa si poteva
contare in modo saltuario su strutture guardiesi, come la palestra del liceo in
via Grele e la tensostruttura privata sulla strada per San Leonardo, quest'anno
le dimensioni regolamentari del rettangolo di gioco prescritte per la serie A,
38 per
( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-06-2008)
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Nel settore
artigianale Finanziamenti agevolati alle imprese Sono 618 le imprese artigiane
nate nel
( da "marketpress.info" del 03-06-2008)
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Atene, 3 giugno 2008
- Il Governo greco crede nella necessità di creare forti istituzioni locali,
riducendo il numero di municipalità e prefetture e aumentandone il potere. Lo
scrive "Seeurope", riportando le dichiarazioni del Ministro
dell'Interno, Prokopis Pavlopoulos. Pavlopoulos ha affermato che le attuali
municipalità potrebbero essere riunite e ridotte a un terzo del loro attuale
numero, mentre le prefetture non dovrebbero superare il numero delle regioni
amministrative del Paese, che attualmente è di 13. Il Ministro dell'Interno ha
espresso la speranza che la legge relativa possa essere pronta a inizio
autunno, così da poter essere votata dal Parlamento entro la fine dell'anno.
Riguardo alla burocrazia e alla corruzione nel settore
pubblico, Pavlopoulos ha riconosciuto che vi sono stati miglioramenti,
sottolineando però che chi si occupa della vita quotidiana dei cittadini non
può ancora essere soddisfatto. . . <<BACK.
( da "Messaggero, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di RITA DI
GIOVACCHINO ROMA - Da ieri in via Catullo, stradina senza uscita di Casal di
Principe, si alternano polizia e carabinieri. La casa di Sergio, fratello
dell'imprenditore assassinato, è presidiata dai baschi verdi della Gdf che
identificano parenti, giornalisti, curiosi. "Prima non si vedeva
nessuno", dice il fratello della vittima: "Non basta, ho paura".
Nella palazzina al civico 3, dove viveva Michele Orsi, le persiane sono
abbassate. In prefettura si è svolto un vertice, ma in paese c'è poca voglia di
parlare. L'unica domanda è chi sarà il prossimo, a chi toccherà. La mattanza
non è finita e la partita stavolta è alta. In quel maxiprocesso, che vedeva
Michele Orsi nel ruolo di pentito in grado di svelare i piani alti del
"business dei rifiuti", è in gioco la sopravvivenza del clan dei
Casalesi. Un clan mafioso, più che camorrista, per i suoi legami antichi con i
corleonesi da cui ha mutuato il fiuto per gli affari e la strategia del
terrore. Un clan che può farsi sequestrare trenta milioni di euro senza battere
ciglio, che dà da mangiare a mezza provincia con due milioni di euro al mese di
stipendi. Che è in grado di imporre assunzioni, di controllare lo smaltimento
di rifiuti a Mondragone e a Castelvolturno (il paese di Francesco Bidognetti,
detto "Ciccio 'e mezzanotte"), ma soprattutto di gestire, grazie ai suoi agganci con la politica e la burocrazia, il Consorzio intercomunale
detto Ce4 o Ecoquattro. Il Ce4 è un cancro nell'economia legale di Caserta,
sostengono i magistrati della Dda che di lì sono partiti per istruire il
processone in cui sono finiti tutti: da "Ciccio e' mezzanotte" a imprenditori
con le mani in pasta, come i fratelli Orsi, da Mario Landolfi (ex
presidente della Vigilanza Rai) a consulenti dell'Alto Commissariato. Un cancro
di cui ieri, come sottosegretario, ha chiesto lo scioglimento in applicazione
del decreto di governo del 23 maggio scorso: "Quanto accaduto conferma la
necessità di intervenire con urgenza". Ma forse è tardi. Chi era davvero
Michele Orsi? "Un dichiarante e non un pentito", dice il procuratore
Franco Roberti che lo fece arrestare. Il difensore conferma, in chiave diversa:
"Non era un pentito, piuttosto una vittima: lui e il fratello hanno
versato fino a 15 mila euro al mese, per quattro anni, al clan
mondragonese". Per la difesa era un imprenditore che pagava il pizzo, per
l'accusa un "colletto bianco" al servizio di Bidognetti. Lo scrittore
Roberto Saviano lo indica come il "Salvo Lima della camorra". Lima
era un politico non un imprenditore, uomo troppo potente per essere indagato.
Non lo fu mai e mai si sarebbe pentito. Il suo omicidio è un'altra storia. Orsi
era ormai un uomo solo, nella terra di nessuno, vittima non della guerra di
camorra, non di uno sgarro, ma della guerra tra la camorra e lo Stato, tra
Stato e Antistato. Da quando lo scorso anno si era deciso a parlare, senza fare
tutti i nomi però, senza rivelare fino in fondo la trama di chi era in grado di
trasformare la "monnezza" in oro nero. Il 17 giugno lo attendeva il
gip Enrico Campoli. Dice il pm Raffaele Cantone: "Siamo di fronte a
un'operazione chirurgica". L'unico paragone, che ci aiuta a capire, è tra
Bidognetti e Bagarella. Bidognetti è in carcere, ma ancora in grado di dare
ordini: ha alzato il tiro da quando la sua donna, Anna Carrino, si è pentita.
E' un modo per riaffermare la sua integrità all'interno del clan. Anche
Bagarella, quando si pentì Pino Marchese, fratello della moglie Vincenzina,
alzò il tiro. Lei è scomparsa, morta suicida, forse. Nessuno dei pentiti
davvero sa com'è andata.
( da "Reuters Italia" del 03-06-2008)
Pubblicato anche in: (Reuters Italia)
Argomenti: Burocrazia
PECHINO (Reuters) -
Gli organizzatori delle Olimpiadi di quest'estate hanno avvertito oggi tutti
gli stranieri intenzionati ad andare in Cina di comportarsi adeguatamente,
ricordando che protestare senza permesso o dormire all'aperto sono severamente
vietati. Secondo la lunga lista di regole e divieti, scritta solo in cinese e
consultabile sul sito ufficiale delle Olimpiadi (www.beijing2008.cn),
l'acquisto di un biglietto per assistere ai Giochi non garantisce
automaticamente la possibilità di ottenere un visto di ingresso per il paese.
Le frontiere, inoltre, saranno chiuse a chiunque abbia intenzione di compiere
azioni "sovversive" in Cina, ai soggetti affetti da malattie mentali
e sessualmente trasmissibili, e alle persone che intendono prostituirsi in
Cina. "Gli stranieri devono rispettare le leggi cinesi mentre si trovano
in Cina e non devono mettere in pericolo la sicurezza nazionale o l'ordine
sociale", si legge fra le norme. Il governo di Pechino, ossessionato dalla
volontà di mantenere la stabilità a tutti i costi, è deciso a far in modo che
le Olimpiadi si svolgano senza intoppi e negli ultimi mesi ha rafforzato i
controlli sui visti, sui permessi di soggiorno per stranieri e sui locali di
intrattenimento del paese. L'insieme di regole mira a far
comprendere ai circa 500.000 visitatori che andranno in Cina in occasione dei
Giochi di agosto che il paese possiede ancora molte zone vietate, una pesante burocrazia e molti organi deputati al
mantenimento della sicurezza.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-06-03 - pag: 21 autore: Relazioni
industriali alla ricerca di nuovi modelli TRENTO. Dal nostro inviato Il restyling
delle relazioni industriali, partendo dalla riforma del modello contrattuale, è
una strada che si può percorrere. Dopo le riflessioni di respiro internazionale
su economia e democrazia la terza edizione del Festival dell'economia di Trento
si chiude su un tema centrale nell'agenda italiana, rilanciato con un messaggio
molto chiaro domenica sera dall'a.d. di Fiat Sergio Marchionne: "Il ruolo
del sindacato è utile, ma la dialettica è portata avanti ancora con strumenti
antiquati". Ieri ha risposto per primo Giorgio Santini, segretario
confederale della Cisl. L'apertura, fa intendere, è già in corso: "è un
tema all'ordine del giorno- spiega- vanno trovate forme nuove per adeguare le
relazioni industriali. Veniamo da una lunga fase in cui il Paese è stato
sostanzialmente bloccato, ma ora c'è lo spirito giusto per aprire una fase
nuova". Sul pubblico impiego, in realtà, al primo tavolo con il
neo-ministro Brunetta la tensione con la Cgil è subito salita, e su questo
punto andrà misurata la coesione del sindacato. Dal canto suo il segretario
confederale Cisl preannuncia buona volontà e parla di un sindacato
"impegnato a uscire dai fortini di rendita che non vogliamo
alimentare". Ma sulla grande chance costituita dalla riforma contrattuale
restano interrogativi, e non pochi, cui rispondere. Ne solleva almeno uno
Innocenzo Cipolletta, presidente delle Fs: "In questo mese ci sarà un
round decisivo per le relazioni industriali. L'accordo di cui si è parlato
prevede di mantenere due livelli contrattuali ma anche di allungare le
scadenze. Ma perché, mi chiedo, in tutti i Paesi del mondo i contratti scadono
anno dopo anno, mentre solo in Italia i sindacati vogliono allungare i termini?
In questo modo, dopo quattro o anche tre anni, si arriva al rinnovo con un grado
eccessivo di attese e di drammatizzazione". Poi c'è tutto il capitolo
della contrattazione di secondo livello. Valeria Fedeli, segretaria nazionale
Filtea Cgil e presidente europeo dei lavoratori del tessile, incrocia il
fioretto con Giorgio Usai, direttore Relazioni industriali di Confindustria.
"I premi di risultati contrattati a livello aziendale – dice Usai – fanno
dell'Italia una delle realtà più avanzate per la partecipazione economica dei
lavoratori alle aziende. Il 30% delle imprese italiane fa contrattazione
aziendale coprendo il 70% dei dipendenti. Vuol dire che c'è poco nelle piccole
e piccolissime imprese, ma non che siano del tutto scoperte perché nel loro
caso può funzionare bene il rapporto diretto". "Su questo punto non
ci siamo – avverte Valeria Fedeli –.è il territorio l'ambito ideale per il
secondo livello. Non si può pensare che in una via abbia sede un'impresa con un
determinato sistema contrattuale e nella via adiacente una, magari
piccolissima, che ne sia priva". Sono i titoli di coda del Festival,
cinque giorni e quasi 70 incontri. Alla fine c'è spazio anche per una parentesi
su quella che una volta era Sviluppo Italia. "Una realtà che non c'è più –
dice l'a.d. dell'Agenzia, Domenico Arcuri – dopo gli anni dell'ipertrofica
crescita di partecipate e controllate ora il nostro unico obiettivo è
l'attrazione degli investimenti dall'estero. Per quanto difficile, in un Paese che è ingessato dalla burocrazia". E l'ipotesi di acquistare Alitalia?, sollecita
Cipolletta. Non è in agenda, assicura Arcuri per allontanare i fantasmi del
passato. C.Fo. IL CONFRONTO Secondo la Cisl ora "c'è lo spirito giusto per
avviare una riforma" Cipolletta: "Accorciare la durata dei
contratti".
( da "Tempo, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Stampa CAMPOBASSO
Una storia che ha dell'incredibile, quella della ... CAMPOBASSO Una storia che
ha dell'incredibile, quella della famiglia Perrella di Campobasso, che vive con
appena 257 euro al mese. Lui, ipovedente, è alla ricerca disperata di un posto
di lavoro, che gli consenta di guadagnare uno stipendio con
cui garantire il mantenimento della moglie e delle due figlie, malate e
bisognose di cure specialistiche presso strutture di fuori regione. Un caso ben
noto alle istituzioni locali, che si scontra con la burocrazia e alcune incongruenze della legge. Venditti a pagina 3.
( da "Corriere Alto Adige" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: FESTIVALECO - data: 2008-06-03 num: - pag: 9 categoria:
REDAZIONALE Il forum Arcuri (Sviluppo Italia): "Abbiamo
razionalizzato". L'ex ministro Ferrero out per un incidente Cipolletta:
welfare, basta con il "ma anche" TRENTO - Innocenzo Cipolletta e
Domenico Arcuri hanno cercato di far dimenticare i molti forfait dati al forum
di ieri su "mercato, welfare e solidarietà ". Non c'erano nè Roberto
Maroni, nè Pietro Ichino, nè Raffaele Bonanni. Alla fine non si è presentato
nemmeno Paolo Ferrero, bloccato da un incidente d'auto senza conseguenze.
"Su cosa sia da preferirsi, tra sicurezza del posto di lavoro e mercato,
la verità sta nel mezzo. Ecco, io - ha detto ieri Cipolletta in una stracolma
sala Depero -, vorrei che ognuno dichiarasse da dove parte, per arrivare in
mezzo. Basta con il "ma anche" alla Veltroni ". Secondo il
presidente delle ferrovie dello Stato "bisogna uscire dalla sicurezza come
posto di lavoro e passare alla sicurezza del lavoro. Ma perché, ad esempio, la
cassa integrazione deve rimanere in capo al pubblico? Imprese e lavoratori
paghino ciascuno la propria parte, magari in base allo stato del settore.
Aboliremmo un po' di cuneo fiscale". E ancora: "Perché i contratti di
lavoro non possono essere chiusi di anno in anno? Perché in questo paese
dobbiamo drammatizzare questa fase? ". Insomma, da che posizione parte
Cipolletta lo si capisce. "Siamo gli unici - ha proseguito - a far
viaggiare i treni con due macchinisti. Quando passeremo a uno avremo gli
scioperi. D'altronde in un sistema di monopolio è facile che monopolista e
sindacati si accordino a danno dei cittadini. Io, però, non vorrei fare la fine
di Alitalia. è in gioco l'efficienza del paese". A rispondere, ci hanno
provato Giorgio Santini, della segreteria Cisl e, su un altro fronte,
monsignore Gianpaolo Crepaldi. "Certo - ha riconosciuto il sindacalista -
dobbiamo ammettere che l'idea di una garanzia slegata dal mercato sia stata
un'illusione pagata molto cara, ma mercato e sicurezza hanno senso se riescono
a convivere ". "Anche molti imprenditori cattolici - ha affermato per
parte sua Crepaldi - credono che la dottrina sociale della chiesa vada contro
il mercato. Noi, invece, riteniamo il mercato lo strumento più efficace. Ma lo
strumento, non il fine: la persona non può essere oggetto di mercato, ci sono
bisogni che il mercato non può soddisfare, alcune persone non possono stare sul
mercato, esistono poi beni che è giusto restino di tutti. Infine, il mercato è
una gara dove non si riparte mai tutti alla pari". Domenico Arcuri,
invece, ha approfittato dell'occasione per un bilancio di quanto fatto a
Sviluppo Italia dal marzo
( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2008-06-03 - pag: 26 autore: Bangkok, la svolta
della Tigre Più consumi, non solo export - L'instabilità politica non ferma i
capitali esteri THAILANDIA BANGKOK. Dal nostro inviato Dalle facciate dei
grattacieli futuribili, su cui si stendono enormi suoi ritratti, il re Rama IX
guarda scorrere la vita convulsa di Bangkok e della sua gente. Un popolo armato
di sorrisi dalle tante sfaccettature e abituato a convivere con i paradossi che
nei sessant'anni di regno del sovrano (oggi ottantenne e non in salute) hanno
costellato la vita della Thailandia. Compresi 19 colpi di Stato: nelle ultime
settimane le voci di un altro golpe, dopo il ritorno alla democrazia lo scorso
dicembre, hanno scosso la fiducia degli investitori esteri. Eppure il 2008 è
stato definito l'anno degli investimenti interni e stranieri, che di stabilità
politica si nutrono. Paradossi thai, appunto. Sullo sfondo lo scontro tra i
poteri forti tradizionali (aristocrazia e burocrazia), che si fanno scudo del re, e i poteri emergenti (spesso di
origine cinese) cui aveva cominciato a dar voce l'ex premier e tycoon Thaksin
Shinawatra esautorato dai militari nel 2006. Il suo partito (Partito del potere
del popolo), forte di un grande sostegno nelle campagne, è comunque tornato
alla guida del Paese grazie alla vittoria nelle elezioni dello scorso anno,
e il primo ministro in carica Samak Sundaravej (72 anni) è uomo a lui molto
vicino. Il rinvio delle contestate modifiche alla Costituzione (riscritta dai
militari) e le dimissionidi un ancor più contestato ministro, sembrano aver
rasserenato (per ora) la situazione, anche se continuano le manifestazioni
dell'opposizione. Il Paese non si può permettere nuove avventure politiche.
Anche i militari lo sanno (considerato lo stop subito dall'economia dopo
l'ultimo sia pur incruento golpe). La posta in gioco è alta. A rischio è la
corsa verso il futuro della Thailandia, tigre asiatica che, a dispetto di crisi
finanziarie del passato, tsunami e esibizioni di muscoli militari, negli ultimi
anni ha visto la sua economia crescere (+6% il Pil nel primo trimestre 2008
contro il +4,8 del 2007) e i capitali esteri arrivare da tutto il mondo senza
sosta nei parchi industriali che costellano da Nord a Sud un terra benedetta da
Buddha. Un Paese che, in tempi di crisi alimentare internazionale, si ritrova a
essere il primo esportatore mondiale di riso e di altre derrate agricole, tanto
da meritarsi il nome di " cucina del mondo". Una posizione geografica
invidiabile nel cuore dell'Asia che attizza le ambizioni a diventare hub
logistico per l'area Asean (Association of South-East Asian Nations, che
raggruppa 10 Paesi), grazie anche a infrastrutture moderne che i Paesi vicini
ancora non possiedono: dal nuovissimo e scintillante aeroporto Suvarnabhumi (il
più grande dell'Asia) a strade a quattro corsie dentro e fuori Bangkok, ai due
porti di Laem Chabang e Map Ta Phout adatti all'attracco a pescaggio profondo
per le navi porta-container di nuova generazione. Nei piani del Governo,
peraltro, il 2008 deve essere un anno di svolta a patto che la Banca centrale,
guidata da Tarisa Wa-tanagase, riesca a domare l'inflazione interna (+7,6% a
maggio rispetto allo stesso mese del 2007) rinvigorita dai prezzi record del
petrolio. Nota nel mondo come la "Detroit dell'Asia" per la
sviluppata industria automotive che molto ha contribuito alla crescita a due
cifre dell'export thai (dopo gli Usa il Paese è il secondo esportatore al mondo
di pick-up, molto richiesti sui mercati emergenti), oggi la Thailandia vuol
fare un altro balzo in avanti. E ciò anche per non restare soffocata dalla
concorrenza della Cina, con cui peraltro cerca più stretta collaborazione sul
fronte degli investimenti infrastrutturali, per lo sviluppo dell'area del Mekong.
Da un modello trainato dalle esportazioni si vuol passare a uno trainato dai
consumi e dagli investimenti interni. A tal fine è stato varato un pacchetto di
stimoli fiscali e l'attrazione dei capitali esteri è finalizzata non più
all'incremento e alla diversificazione dell'export, ma all'aumento della
competitività della produzione domestica. "Tre C per il nostro sviluppo:
Connettività, Competitività e Comunità" spiega il dinamico ministro degli
Esteri, Noppadon Pattama ( 47 anni). La strategia varata punta infatti a un
aumento massiccio del trasporto di massa (7 nuove linee di metro solo a
Bangkok) e delle infrastrutture del Paese, come a collegamenti più veloci tra
il Mar delle Andamane a Ovest e il Golfo di Thailandia a Est. Quanto alla
competitività, dopo lo sviluppo dell'agroindustria e dell'automotive, oggi lo
sforzo si concentra su petrolchimico, energie pulite e il potenziamento dei
servizi in genere. A partire dal turismo tradizionale che contribuisce in
maniera determinante alla buona salute della bilancia dei pagamenti (in surplus
per 15 miliardi di dollari nel 2007), e a cui oggi si va sommando il turismo
medico, grazie a ospedali d'avanguardia (famoso il Bumrungrad Hospital a
Bangkok) e a servizi sanitari d'eccellenza per chi, soprattutto dagli Usa,
arriva contando su specializzazioni mediche a costi ben più contenuti che in
patria. Il discorso della comunità investe invece e soprattutto il contributo
che la Thailandia intende dare allo sviluppo dei suoi vicini più poveri, a
partire dalla Cambogia e dal Laos, per la crescita dell'Asean in vista
dell'area di libero scambio che dovrebbe vedere al luce nel 2015. E qui si
innesta la spina nel fianco del regime militare di Myanmar: un problema che
Bangkok preferirebbe risolvere non a colpi di sanzioni. "Meglio un
coinvolgimento – taglia corto Noppadon Pattama –. Il problema è in Asia e
l'Asia deve risolverlo. La stabilità politica dell'area è essenziale per la
prosperità economica e gli investimenti". A maggior ragione, se dal gas
naturale in arrivo da Myanmar la Thailandia deriva più del 20% del suo
fabbisogno energetico. sara.cristaldi@ilsole24ore.com NUOVI OBIETTIVI Varato un
pacchetto di agevolazioni fiscali finalizzato all'aumento e alla
diversificazione delle produzioni domestiche Manifestazioni a Bangkok. Sia pure
in misura ridotta, continuano da una settimana le proteste anti-governative
nella capitale thailandese AFP.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2008-06-03 - pag: 27 autore: Logistica e
incentivi spingono la Danieli RAYONG. Dal nostro inviato Parco industriale Eastern
Seabord,a un'ora e mezzo di strada da Bangkok. è qui che dal luglio 2007 opera
uno dei più grandi investimenti all'estero dell'italiana Danieli: uno
stabilimento che si estende su 365mila metri quadrati e occupa 1.500 persone.
"E l'espansione continua",afferma il managing director della Danieli
Far East, Giorgio Segurini, soddisfatto dell'andamento del business: 2mila
tonnellate di prodotti per l'industria siderurgica esportati ogni mese dai tre
porti non lontani dagli impianti. E spiega che,pur avendo due stabilimenti in
Cina, a fronte dell'aumento della domanda mondiale il gruppo di Buttrio (Udine)
ha pensato a un'espansione in Thailandia per le facilitazioni e gli incentivi
concessi dal Governo, per una manodopera più preparata che in altri Paesi dell'area
e per la logistica garantita da infrastrutture di livello. Danieli a parte,
tuttavia, di investimenti italiani in Thailandia non ce ne sono molti, fatta
eccezione per qualche presenza nell'occhialeria, nel packaging e nella
gioielleria. Recentissimo è l'arrivo di Luxottica che ha firmato un accordo di
franchising con la società Diethelm Keller che permetterà alla controllata
Sunglass Hut di aprire 15 nuovi negozi. E anche la presenza di Benetton sta
crescendo velocemente. Ma non è un Paese su cui si è concentrata l'attenzione
del Sistema Paese Italia. A differenza di quanto è avvenuto con il Vietnam.
L'ultima missione ufficiale risale al 2005, e qualcosa si era mosso sul fronte
dell'interesse delle imprese italiane, Pmi comprese. Poi, anche causa golpe, si
è fermato tutto."Eppure –sostiene l'ambasciatore italiano a Bangkok,
Ignazio Di Pace –qui ci sono infrastrutture e comunicazioni ottime, la forza
lavoro costa molto meno che da noi ma è abbastanza qualificata, il sistema legislativo tutto sommato funziona e c'è meno burocrazia che in Cina o in India".
Quanto ai settori di maggior interesse per l'industria italiana, "ci sono
possibilità nel packaging, considerata l'importanza dell'agro-industria
thailandese –afferma Luca Vianelli, direttore della Thai-Italian Chamber of
commerce e partner di Mda Consulting –. Buone opportunità anche nel
settore medicale. C'è poi il comparto yachting: la Thailandia potrebbe infatti
diventare un hub per questo tipo di costruzioni, sinergico a un settore
turistico che nel solo 2007 è stato corroborato da ben 12 milioni di
presenze". Quanto al settore automotive, quello thailandese è un mercato
non facile da penetrare, considerata la massiccia presenza delle case
giapponesi. Ma in seno al Governo thai c'è chi punta sulla futura presenza
dell'auto italiana: "è tempo per la Fiat di tornare in questa regione
"è l'auspicio esplicito di Suwit Khunkitti, vice primo ministro e ministro
dell'Industria. Ma c'è anche tutto il ricco comparto della componentistica, e
su questo fronte è in programma una missione di imprese in Thailandia nella
seconda metà di ottobre. Propedeutico sarà un seminario che si svolgerà a
Torino il 17 giugno. APRIPISTA La società friulana capofila delle presenze
italiane Accordo di franchising per Luxottica Meno burocrazia
che in Cina.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI data: 2008-06-03 - pag: 14 autore: ... L'ANALISI DI
MARCHIONNE Quei troppi vincoli all'industria U n o dei punti di forza - pochi -
dell'economia italiana, in un panorama nel complesso piuttosto malconcio, è che
ha rinunciato meno di altre all'industria, alla manifattura. Ha perso alcuni
importanti settori, ma non ha rinunciato alla voglia di fare. Meglio ha fatto
la Germania, e qualche altro Paese. Gli Stati Uniti piangono oggi per avere
solo 13 milioni di addetti al manifatturiero, neppure il triplo dell'Italia in
un'economia che è otto volte più grande; e Londra, nonostante la City, potrebbe
trovarsi spiazzata, una volta esaurito un petrolio offshore che non durerà a
lungo. L'industria "tiene" in un'Italia dove la burocrazia, la politica, le norme e una
mentalità antindustriale diffusa inventano più problemi di quanti ne risolvano.
"In Italia non si creano le condizioni per lo sviluppo
dell'industria", ha ricordato Sergio Marchionne, l'amministratore delegato
Fiat, domenica sera al Festival dell'Economia di Trento. è peggio che ai
tempi dell'einaudiana "mucca da mungere".
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di
ALESSANDRO BELEI DECINE di chili di pratiche per rilevare un'azienda. Le
chiamano pratiche, ma sono delle incapaci. Il chilo è diventato unità di misura
della burocrazia. Per riuscire a vedere la fine di una pratica oggi
ci vuole fortuna. Anzi, chilo.
( da "Corriere del Veneto" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto
- VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-06-03 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Dopo Pontida Federalismo fiscale, Bossi apre al Pd Fogliardi:
parliamone VERONA - Dal palco di Pontida, Umberto Bossi ha teso la mano al
Partito democratico per fare insieme la riforma delle riforme, ovvero il
federalismo fiscale. L'appello, subito raccolto dal sindaco di Vicenza Achille
Variati ieri al termine di un convegno sul federalismo fiscale
("L'autonomia degli enti locali - ha rilevato Variati - è ferma al 1861
con la nascita del Regno d'Italia"), raccoglie consensi anche a Verona.
"Noi siamo ben disposti – assicura il deputato veronese del Pd Giampaolo
Fogliardi -. Siamo anche noi favorevoli al federalismo fiscale, per un maggior
utilizzo sul territorio delle proprie risorse". Ma, alle aperture, si
affiancano anche i primi paletti. "Ci vuole la consapevolezza che una
simile riforma non si può fare dalla sera alla mattina, mentre dal tono della
Lega a Pontida pareva che tutto fosse già sostanzialmente deciso ", spiega
Fogliardi, anche membro della commissione Finanza della Camera. Il timore,
infatti, è che una riforma federale superficiale possa
semplicemente sostituire la burocrazia romana a quella regionale. "Pensare solo di trasferire
competenze da Roma a Venezia, non risolve il problema – secondo l'onorevole –.
Poi serve la volontà di fare federalismo fiscale vero, delle autonomie, deve
essere curato anche dal punto di vista istituzionale. Fa comodo a tutti
togliere un'imposta come l'Ici, ma c'è un dovere maggiore e superiore secondo
cui i cittadini devono concorrere secondo la propria capacità contributiva
". A.C. L'adesione Anche il sindaco Pd di Vicenza, Achille Variati, pronto
al dialogo con il partito del Carroccio Vertici Pd Walter Veltroni con
Giampaolo Fogliardi, Dario Franceschini e Paolo Giaretta.
( da "Adige, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
D'accordo, anche il
forum di ieri a mezzogiorno è stato un "forfait festival" rispetto al
programma troppo disinvoltamente approntato: non c'era Maroni e vabbè, si sa
che il centrodestra preferisce il dio Po e la divina Ciuìga; non c'era Bonanni,
non c'era il mitico Ichino e non c'era neppure Ferrero, unico giustificato da
un incidente d'auto incruento D'accordo, anche il forum di ieri a mezzogiorno è
stato un "forfait festival" rispetto al programma troppo
disinvoltamente approntato: non c'era Maroni e vabbè, si sa che il centrodestra
preferisce il dio Po e la divina Ciuìga; non c'era Bonanni, non c'era il mitico
Ichino e non c'era neppure Ferrero, unico giustificato da un incidente d'auto
incruento. Però ci ha pensato il sempre frizzante professore Cipolletta,
presidente dell'università di Trento e delle Ferrovie dello Stato, a mettere
sul piatto questioni bollenti e - a dispetto del suo nome di battesimo e del
clima educato - tutt'altro che innocenti. FERROVIE SCLEROTICHE. Per esempio:
perché la Cig, che non è il diminutivo di ciuìga, ma la cassa integrazione
guadagni, dev'essere proprio una faccenda dello Stato, e non può essere
privatizzata, lasciata all'accordo bilaterale imprese-lavoratori, diminuendo il
cuneo contributivo? perché si allungano le scadenze contrattuali quando si sa
che i contratti di un anno si firmano in fretta perché in fretta si rifanno,
mentre quelli per 3 o 4 non si chiudono mai perché i sindacati pretendono
troppi paletti di garanzie pro futuro? perché le regole contrattuali in giganti
come le Ferrovie sono così sclerotizzate che per trasferire un macchinista da
Crotone a Bolzano ci vogliono quintali di carte? perché anche le Fs non possono
fare come le ferrovie del resto del mondo, e lasciare un solo macchinista per
convoglio (e non due come il diktat sindacale oggi prevede), avendo i più alti
livelli di sicurezza al mondo? è stata una buona idea far saltare l'accordo
Alitalia-Air France per mire italiote? perché non riusciamo a rendere più
leggibili le buste paga, 2000 lordi, 1200 netti, e basta con tutte quelle voci
che rendono quasi impossibile capire in quali rivoli si disperdono gli elementi
della retribuzione e della contribuzione? perché Marchionne (superstar della
sera prima al Sociale) non investe in Sicilia ma in Serbia? TERMINI IMERESE. A
quest'ultima domanda ha risposto con un guizzo polemico Domenico Arcuri, ad
dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo
d'impresa (ex Sviluppo Italia): "Noi abbiamo lavorato all'ipotesi di
raddoppio della fabbrica Fiat di Termini Imerese, comparata con la prima
ipotesi estera, che era la Polonia. Diciamo che è impossibile investire in
Sicilia alle condizioni pretese da Marchionne". IL 40% TAGLIATO FUORI.
Arcuri ha comunque ammesso che è complicato attrarre investimenti in Italia
(abbiamo una tradizione di aziende comprate dagli stranieri, più che di nuove
attività intraprese, e siamo solo ventitreesimi, al mondo, per attrattività) e
ancora più complicato redistribuire investimenti al Sud: il 66% degli
investimenti diretti sono andati in Lombardia, il 99% a nord di Roma.
Conclusione drammatica: il 40% dell'Italia, quella che sta a sud di Roma, è
tagliata fuori dalle dinamiche dello sviluppo. Come uscirne? Il meridionale
Arcuri suggerisce più attenzione alla risorsa tempo (la burocrazia ne fa perdere sempre troppo)
che al fattore denaro (nel mondo ne gira anche troppo rispetto alle possibilità
di investimento), politiche meno indifferenziate ma più mirate sulle singole
regioni (la Puglia non è la Calabria, la Sicilia non è la Sardegna) e meno Via
(la valutazione d'impatto ambientale è un sistema per non fare investimenti in
Italia). E, parlando dell'ex Sviluppo Italia (in prima fila il suo capo
ufficio stampa Alberto Faustini, che qualcuno del Festival rimpiange come
tessitore di diplomazie romane: "con lui ci sarebbero stati meno forfait,
almeno un ministro sarebbe arrivato!") Arcuri rivendica almeno di aver
tagliato 130 delle 216 società di un anno fa, e 483 degli allora 492
consiglieri d'amministrazione che in certe società - come Autostrade del mare -
mangiavano il 70% del fatturato... FLEXSECURITY. Se il segretario confederale
della Cisl Giorgio Santini si è detto disposto a discutere di livelli di
contrattazione e di regole senza dogmatismi e irrigidimenti, approvando la
flexsecurity purché non diventi precarietà ("speriamo" ha sospirato
Cipolletta), l'ironico vescovo Giancarlo Crepaldi (segretario del Pontificio
consiglio giustizia e pace) si è scusato di non citare Crozza-Veltroni ma solo
Giovanni Paolo II, ha nominato una parola quasi assente dal Festival ("La
famiglia, non sparate sulla famiglia"), si è detto favorevole, più che
alla Banca etica, a un po' di etica in tutte le banche (applausi) e ha dipinto
l'Italia come un treno dove i vagoni di prima classe o superiore corrono
veloci, le carrozze della classe media sbuffano ma tengono indietro, ma i vagoni
di terza e quarta classe non ce la fanno. MEZZO, NON FINE. Secondo Crepaldi, il
mercato non è la risposta, perché è un mezzo e non un fine: 1) perché la
persona umana non può essere oggetto di mercato; 2) perché ci sono bisogni che
il mercato non può soddisfare; 3) perché ci sono persone, come suo fratello
Down, che non riescono a stare sul mercato; 4) perché ci sono beni che devono
rimanere di tutti, proprietà di tutti. E allora non bastano le regole, ci vuole
un'etica interiorizzata degli imprenditori, e ci sono valori immateriali che
l'architettura della politica deve garantire: fiducia, generosità. "Più
etica fa bene al mercato, i furbetti del quartiere lo truccano e lo rovinano,
il mercato". Ricetta di vescovo. Cipolletta, che confessa di aver studiato
dai gesuiti, annuisce. pgh 03/06/2008.
( da "Giornale.it, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 131 del
2008-06-03 pagina 4 Uno spreco chiamato Fao 800 milioni di
bilancio divorati dalla burocrazia di Emanuela Fontana Circa la metà delle spese finisce nella
gestione della struttura: ben 18 milioni solo per la sede di Bangkok, la più
costosa da Roma La Fao spenderà 784 milioni per la fame nel mondo nel biennio
2008-2009. Ma quanto denaro arriverà ai 5 milioni di bambini sotto i 5 anni che
rischiano di morire per malnutrizione? Circa la metà delle spese
dell'agenzia Onu se ne va nella gestione della struttura. Lo dice il recente
rapporto di un comitato di valutazione esterna commissionato dalle Nazioni
Unite: 470 pagine su presente e futuro dell'agenzia con sede a Roma. Scrive la
commissione Christoffersen: "In molti uffici i costi amministrativi sono
superiori ai costi del programma". Ma la sproporzione tra spese di
struttura e spese operative si legge anche dalle voci di bilancio. Qualche
esempio: per la sicurezza alimentare, tema al centro della conferenza che
partirà oggi a Roma, la Fao prevede uno stanziamento di 59 milioni di euro, per
l'"ufficio del direttore generale", 41,5 milioni di euro. La
struttura che lavora a stretto contatto con Jacques Diouf costa più di 9
milioni. Ma ne sono esclusi l'ufficio "di coordinamento e decentralizzazione"
(7,1 milioni di euro), l'ufficio legale (5,3 milioni di euro), l'ufficio del
programma e della gestione del budget (altri 11 milioni). Complessivamente, le
voci del bilancio Fao strettamente alimentari, in cui compare la parola cibo,
"food", sono tre, per un totale di 90 milioni di euro, circa il 15%
del bilancio generale. Queste voci "mirate" sono i 59 milioni per
sicurezza e "riduzione della povertà", 1,2 milioni di euro per
"emergenze e gestione post-crisi", 29 milioni per "politiche dell'alimentazione
e dell'agricoltura". Ci sono poi una serie di spese per conservazione e
gestione del pesce, del legno, della carta, delle sementi, lo sviluppo della
tecnologia: per tutte queste attività, strettamente legate allo scopo
dell'agenzia, la Fao spende 219 milioni di euro. Ha un costo anche la
"conoscenza": studi, statistiche, "alleanze" contro la
fame, a metà strada tra lo "scopo" e la gestione: sono altri 200
milioni circa. Ma proprio questa parte del bilancio è piuttosto criticata dal
rapporto di valutazione esterna: capita spesso alla Fao, si legge nel dossier,
che "tecnici specialisti non possono viaggiare per mancanza di fondi
destinati ai viaggi". In pratica si studiano progetti che poi non possono
essere condotti sul campo. La sede locale più costosa è quella di Bangkok (18
milioni di euro). Nel bilancio ci sono poi tutti i costi per il personale, per
le riunioni: altri 200 milioni di euro circa. Più di 7 milioni di euro se ne
vanno in "meeting e protocollo", 17,6 milioni si spendono per la
comunicazione, 20,2 milioni per "il coordinamento e la decentralizzazione
dei servizi". Ma non se ne occupava l'ufficio del direttore generale? Lo
spacchettamento delle competenze è uno dei gravi problemi della Fao. Si legge
dal rapporto Christoffersen: "La burocrazia della
Fao è molto costosa e farraginosa e si caratterizza per un elevato livello di
sovrapposizione e di duplicazione degli sforzi". E nonostante i 20 milioni
di euro spesi solo per "coordinare", il dossier nota che "le
relazioni tra le attività sul campo e la sede sono gravemente
frammentate". Nei giorni scorsi il presidente del Senegal Abdoulaya Wade
aveva creato scalpore con la sua dichiarazione: la Fao deve chiudere. Qualcuno
sostiene che sia uno spot politico in vista delle elezioni, ma già a fine 2007
i "supervisori esterni" avevano scritto che il rischio c'è, se non si
cambia passo: "L'organizzazione si trova in una crisi che pone in pericolo
il suo futuro". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano.
( da "Repubblica, La" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cronaca l'intervista
Hanneke Luth, presidente degli ex studenti "Un'opportunità unica per
esplorare altre culture" "Non aspettarti che tutto sia come a casa.
Ma in molti l'hanno fatto prima di te. La strada è tracciata" FEDERICA
SORDI Mi aspettavo un duro lavoro, grande divertimento, incontri con molte
persone interessanti di culture diverse, momenti intensi che avrebbero cambiato
la mia vita. E tutto questo è successo. L'Erasmus Mundus è un master molto
intenso e di elevata qualità: ti permette di incontrare persone di tutto il
mondo e puoi testare il tuo spirito di adattamento". Hanneke Luth ha 27
anni, viene dai Paesi Bassi ed è la presidente dell'associazione Erasmus Mundus
Students and Alumni, che raggruppa tutti gli ex studenti che hanno preso parte
all'Erasmus Mundus. La sua esperienza internazionale l'ha fatta tra Bologna,
Ghent, Berkeley e Rotterdam con un master in legge ed economia cominciato a
ottobre 2004. Cosa fa in concreto l'associazione degli ex studenti Erasmus
Mundus? "è una piattaforma per gli studenti che vogliono incontrarsi e
scambiarsi informazioni sulla casa, sul lavoro, su tutti gli eventi organizzati
in Europa, le esperienze che hanno fatto durante l'EM. Organizziamo conferenze
per promuovere l'Erasmus Mundus e aiutare le università ad alzare il livello dei
loro programmi". Che consigli daresti a chi sta per partire?
"Innanzitutto trovaun master che ti interessi; il luogo è meno importante
del contenuto. Poi, assicurati che il master sia riconosciuto nel tuo paese e
l'università accetti gli esami fatti all'estero come parte del tuo credito
universitario. In secondo luogo, comincia a cercarlo in anticipo. Molti master
hanno scadenze brevi. Terzo: prepara bene te stesso. Inizia a cercare
l'alloggio e non scoraggiarti per i problemi iniziali. Vai in giro, visita i
luoghi, fai tutto ciò che è possibile: è il tuo momento, la tua opportunità.
Un'opportunità unica per noi studenti europei, per esplorare l'Europa e il
mondo. Tornerai più saggio, più forte, più flessibile, con più esperienza e
certamente più ricercato dal mondo del lavoro". Quali invece gli errori da
evitare? "Non aspettarti che tutto sia come a casa: il cibo non sarà lo
stesso, né il tempo né il vino. Ci potrebbero essere meno burocrazia, meno nepotismo, meno
traffico. Cerca di vedere i vantaggi delle altre culture. Sii aperto a modi
diversi di lavorare, diversi sistemi e diverse persone. Anche il clima
accademico può essere molto diverso. Molti insegnanti non vogliono sentire
quello che hanno detto in aula, vogliono che tu sia critico, che esprima
la tua opinione. Non aspettarti che tutto sia adatto a te; la vita non va in
questo modo; perché la tua esperienza internazionale dovrebbe essere più
facile? Non pensare neppure che sia difficile fare tutto; molti l'hanno fatto
prima di te, la strada è tracciata". Quali garanzie può dare un'esperienza
come quella dell'EM nel mondo del lavoro? "Sfortunatamente non ci sono mai
garanzie. Dipende sempre dai tuoi sforzi, dalle tue capacità e da un pizzico di
fortuna. Comunque un'esperienza internazionale vuol dire flessibilità,
indipendenza e curiosità: e questo dà sicuramente un valore aggiunto al tuo
curriculum".
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prov Ogliastra
Pagina 6039 Arbatax. Le barche bloccate in porto per protesta: mille difficoltà
per colpa delle esercitazioni militari Scoppia la rivolta dei pescatori
Arbatax.. Le barche bloccate in porto per protesta: mille difficoltà per colpa
delle esercitazioni militari Caro gasolio e missili: 40 marittimi licenziati
--> Caro gasolio e missili: 40 marittimi licenziati Costretti dalle
esercitazioni ad allontanarsi dalle abituali zone di pesca, mentre il prezzo
del greggio sale a livelli mai visti e fa raddoppiare le spese. Il settore
pesca in Ogliastra attraversa una crisi senza precedenti, la peggiore degli
ultimi trent'anni. Pescatori penalizzati due volte: dal prezzo del gasolio in
continua crescita e dalle esercitazioni militari che li costringono ad
allontanarsi per decine di miglia prima di poter calare le reti. Sul settore
ogliastrino della pesca, duecento addetti più l'indotto, tira aria di crisi
nera e monta la protesta. Trenta pescherecci sono all'ancora da venerdì davanti
al molo di Ponente, mentre una quarantina di marittimi sono rimasti a terra,
licenziati in tronco. TEMPO DA LUPI In attesa di tempi migliori, che nessuno
però è in grado di prevedere. "La situazione è diventata insostenibile - è
il commento amaro di Tore Fara, presidente della cooperativa pescatori Stella
Maris di Arbatax - in sei mesi il prezzo del gasolio, quello a tariffa
agevolata per la pesca, è passato da
( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ENERGIA. L'assurda situazione
in cui si vengono a trovare i Comuni come denuncia l'Assoterm, che raduna
costruttori e installatori di impianti ecologici Pannelli solari bocciati dalla
Soprintendenza Fanno risparmiare gli utenti e frenano l'inquinamento ma vengono
giudicati ad "alto impatto ambientale" Annamaria
Schiano L'Assolterm, l'associazione nazionale che rappresenta le aziende
produttrici di pannelli solari, lancia un grido di allarme contro
l'impossibilità di installazione degli impianti, giudicati dalla Soprintendenza
ai Beni architettonici e paesaggistici, di alto impatto ambientale. A
protestare il vice presidente dell'associazione italiana, Arrigo Burello, che
spiega:"Ci troviamo di fronte ad un muro di gomma, la Soprintendenza di
Verona, che governa anche Vicenza e zone del Basso mantovano, quindi un'area
ampia, non rilascia le autorizzazioni necessarie al montaggio degli impianti.
In Veneto è un disastro: ci sono migliaia di pratiche
bloccate e non per la burocrazia ma per un pregiudizio estetico. Questi impianti ci rispondono
negli uffici "non piacciono". Un paradosso se si pensa che entro il
2012 sarà anche obbligatorio installarli per legge. Pannelli solari che oltre a
far risparmiare 450-500 euro all'anno di combustibile, riescono ad immettere due
tonnellate in meno di anidride carbonica nell'atmosfera per ogni
casa". Aggiunge Burello:"La crescita della domanda di impianti è
enorme, grazie anche ai contributi governativi che rimborsano il 55% della
spesa. Ciò vuol dire che un impianto dal costo di tremila euro, è
ammortizzabile in due-tre anni. I veneti sono molto predisposti
all'installazione dei pannelli solari e ci sono aziende che montano migliaia di
impianti all'anno, ma ci sono altrettante domande che sono bloccate. Questa
Regione si discosta molto da altre, come il Friuli, la Toscana o il Lazio, dove
basta fare una semplice dichiarazione che l'impianto si monta". Ed eccoci
alla burocrazia. Il vicepresidente Assolterm
spiega:"L'Iter per l'installazione prevede che venga presentato
all'ufficio tecnico-edilizia privata dei Comuni, la dia (dichiarazione inizio
attività), laddove ci sia un regolamento edilizio che lo consente. Se il Comune
rilascia l'autorizzazione, entro 30 giorni, l'impianto si monta, ma se la zona
è coperta da vincolo paesaggistico-ambientale, il che vuol dire in Italia quasi
dappertutto, il Comune deve inviare la richiesta alla Soprintendenza, la quale
a sua volta dopo 30 giorni rilascia il permesso o meno. Passano quindi circa
tre mesi solo per la domanda, che peraltro se non è precisa alla virgola deve
essere rifatta dall'inizio, quindi alla fine possono passare anche 4-5 mesi per
partire con il montaggio". Ci sono molti sindaci che si sono
sensibilizzati al tema ed hanno promesso di modificare i regolamenti edilizi
dei loro paesi laddove è considerato di "impatto ambientale" il
pannello solare. "Queste promesse però sono rimaste ancora
inapplicate", incalza Burello, "come nei Comuni di Castelnuovo, San
Zeno di Montagna, Soave, Sona, Castel d'Azzano, San Martino Buon Albergo,
Negrar e altri. Laddove invece, c'è l'autorizzazione municipale, scatta il
rifiuto della Soprintendenza che boccia le richieste che gli giungono".
"Noi come associazione", prosegue Burello, "abbiamo più volte
richiesto incontri con la Soprintendente di Verona e tutte le volte ci è stato
detto di rivolgerci al segretario, il quale ci ha indirizzato ai vari
funzionari, i quali ci hanno risposto che dobbiamo parlare con la
Soprintendente. Insomma, una partita a tennis e non siamo mai arrivati a nulla.
Gli stessi cittadini che volevano installare impianti si sono rivolti alla
Soprintendenza e sono stati trattati in malo modo, rinunciando così alla fine a
montare i pannelli solari. L'associazione impone anche ai costruttori di fare
il possibile per abbattere l'impatto visivo degli impianti. Abbiamo preso
accordi con il comune di Verona per l'installazione camuffata, ma poi finisce
sempre che le domande vengono bocciate in soprintendenza. Così cresce anche il
rischio che alcuni li montino abusivamente. Come anche che altri li installino
in buona fede, nell'arco di tempo della conclusione dell'iter burocratico e poi
vengono denunciati per abuso edilizio, con sanzione di 600 euro e glieli
facciano smontare come nel recente caso di Soave". Quindi pare non vengano
accettati neanche gli impianti camuffati, quando altrove invece si può fare.
"La soprintendenza di Brescia ha accettato le proposte di Assolterm",
sottolinea il vicepresidente, "e le cose sono cambiate, questo perché si
sono trovati funzionari ragionevoli. A Verona invece c'è un muro e non sembra
ci sia a breve un'apertura. Faccio un esempio: qualche giorno fa, abbiamo
dovuto fare una panoramica aerea di una zona in montagna perché la
soprintendenza chiedeva la visione dell'impatto ambientale di un impianto di
tre metri quadrati su una casa. Abbiamo dovuto spendere quattromila euro per
comperare una macchina fotografica adatta alla panoramica. Tutto a spese
dell'asssociazione, poiché l'azienda costruttrice non aveva abbastanza mezzi
per rispondere alle richieste burocratiche". In conclusione, "ci sono
regolamenti portati all'esasperazione e i cittadini si trovano nella giungla
della burocrazia. La gente vuole vivere in modo
naturale ed economico; lo Stato italiano è l'ultimo nella lista dei Paesi che
rispettano il Protocollo di Kyoto e ogni giorno riceve multe dalla commissione
europea per non rispettare gli impegni presi".
( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La
burocrazia le toglie il
gas Costretta al campeggio in casa Il preventivo presentato dalla società è per
tre contatori quando in realtà ci sono due appartamenti Stefano
Nicoli Se deve prepararsi un caffè o cucinarsi qualcosa da mangiare deve
ingegnarsi con un fornelletto elettrico da campeggio. E le cose peggiorano ulteriormente
quando arriva il momento di lavarsi visto che è costretta a scaldare l'acqua,
poco alla volta, nel forno a microonde e ad armarsi, perciò, di santa pazienza
prima di infilarsi sotto la doccia. A meno di non voler buscarsi qualche
malanno poichè dal miscelatore esce solo acqua fredda. In compenso può
consolarsi con il fatto che, non dovendo accedere in questo periodo il
riscaldamento, evita almeno di congelarsi. E tutto perchè nell'appartamento di
viale dei Caduti, a Legnago, dove abita da fine di aprile manca ancora il gas
per una serie di intoppi burocratici, legati al preventivo per il cambio di
contatore, che stanno prolungando l'attesa e i disagi per l'inquilina. Non è
affatto una situazione facile quella con cui da 40 giorni deve fare i conti una
giovane domestica italo-brasiliana alla quale la San Vincenzo ha dato in
affitto a canone agevolato un alloggio frutto di un lascito. Anche se per la
felicità di avere un tetto fa la campeggiatrice in casa senza lamentarsi.
"Non è per niente facile vivere così ma porto pazienza grazie anche
all'aiuto delle famiglie dove lavoro", confida la donna. "Questa
settimana", prosegue, "mi hanno promesso che mi attiveranno il gas e
potrò finalmente godermi in pieno la mia bella casetta". Se la giovane
minimizza alla San Vincenzo sono giunti, invece, al limite della sopportazione
malgrado il punto di assistenza cittadino dell'Eni Gas assicuri di aver
rispettato la procedura prevista per questo genere di pratiche. "Tutto
questo disguido", spiega Alberto Pedron, uno dei volontari
dell'associazione, "è sorto due mesi fa quando ho contattato la società
per un cambio di inquilino. Sono intervenuti due tecnici che ci hanno imposto,
giustamente, di separare i contatori di luce e gas e di portarli all'esterno.
In quell'occasione ho fatto presente che uno dei tre lettori del gas era da
rimuovere poichè gli appartamenti sono in realtà due. E la stessa segnalazione
l'ho ripetuta durante un secondo sopralluogo nella palazzina e agli incaricati
della locale agenzia Eni dove ho poi formalizzato la richiesta". A quanto
pare, però, quegli avvisi sono caduti nel vuoto. "Quando 15 giorni
dopo", prosegue Pedron, "sono stato inviato a sottoscrivere la
pratica mi hanno presentato un preventivo per tre contatori che non ho
accettato. Ed alla fine si sono convinti che c'era stato un errore e che
bisognava rifare tutto da capo". Tant'è che dal 23 aprile ad oggi
l'inquilina non ha ancora il gas.
( da "Arena.it, L'" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LEGNAGO.
Un'inquilina della palazzina della San Vincenzo da sei settimane
tenta di farsi allacciare il servizio dall'Eni La burocrazia le toglie il gas Costretta al campeggio in casa Il preventivo
presentato dalla società è per tre contatori quando in realtà ci sono due
appartamenti Stefano Nicoli Se deve prepararsi un caffè o
cucinarsi qualcosa da mangiare deve ingegnarsi con un fornelletto elettrico da
campeggio. E le cose peggiorano ulteriormente quando arriva il momento
di lavarsi visto che è costretta a scaldare l'acqua, poco alla volta, nel forno
a microonde e ad armarsi, perciò, di santa pazienza prima di infilarsi sotto la
doccia. A meno di non voler buscarsi qualche malanno poichè dal miscelatore
esce solo acqua fredda. In compenso può consolarsi con il fatto che, non
dovendo accedere in questo periodo il riscaldamento, evita almeno di
congelarsi. E tutto perchè nell'appartamento di viale dei Caduti, a Legnago,
dove abita da fine di aprile manca ancora il gas per una serie di intoppi
burocratici, legati al preventivo per il cambio di contatore, che stanno prolungando
l'attesa e i disagi per l'inquilina. Non è affatto una situazione facile quella
con cui da 40 giorni deve fare i conti una giovane domestica italo-brasiliana
alla quale la San Vincenzo ha dato in affitto a canone agevolato un alloggio
frutto di un lascito. Anche se per la felicità di avere un tetto fa la
campeggiatrice in casa senza lamentarsi. "Non è per niente facile vivere
così ma porto pazienza grazie anche all'aiuto delle famiglie dove lavoro",
confida la donna. "Questa settimana", prosegue, "mi hanno
promesso che mi attiveranno il gas e potrò finalmente godermi in pieno la mia
bella casetta". Se la giovane minimizza alla San Vincenzo sono giunti,
invece, al limite della sopportazione malgrado il punto di assistenza cittadino
dell'Eni Gas assicuri di aver rispettato la procedura prevista per questo
genere di pratiche. "Tutto questo disguido", spiega Alberto Pedron,
uno dei volontari dell'associazione, "è sorto due mesi fa quando ho
contattato la società per un cambio di inquilino. Sono intervenuti due tecnici
che ci hanno imposto, giustamente, di separare i contatori di luce e gas e di
portarli all'esterno. In quell'occasione ho fatto presente che uno dei tre
lettori del gas era da rimuovere poichè gli appartamenti sono in realtà due. E
la stessa segnalazione l'ho ripetuta durante un secondo sopralluogo nella
palazzina e agli incaricati della locale agenzia Eni dove ho poi formalizzato
la richiesta". A quanto pare, però, quegli avvisi sono caduti nel vuoto.
"Quando 15 giorni dopo", prosegue Pedron, "sono stato inviato a
sottoscrivere la pratica mi hanno presentato un preventivo per tre contatori
che non ho accettato. Ed alla fine si sono convinti che c'era stato un errore e
che bisognava rifare tutto da capo". Tant'è che dal 23 aprile ad oggi
l'inquilina non ha ancora il gas.
( da "Giornale.it, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 131 del 2008-06-03
pagina 0 Diouf, il re dei fallimenti che non lascia mai il trono di Luciano
Gulli Il segretario della Fao è al vertice da 14 anni ed è considerato
inamovibile. Sotto accusa la sua gestione dispendiosa, gli sprechi e le cene a
base d'aragosta Memorabile è rimasto il menù d'apertura del festival 2002
dedicato dalla Fao alla fame nel mondo. La mattinata se n'era andata tra una
relazione sulla desertificazione nella Mauritania e una sulla carestia sul sud
Sudan. Poi, alle 13, tutti a tavola. Si partì con l'aragosta in vinaigrette, e
poi avanti con il kiwi guarnito di foie gras, filetto d'oca con olive,
crespelle ai funghi e risotto di arance e zucchini. E siccome l'appetito vien
mangiando, e del doman non v'è certezza, come sanno bene i delegati dei Paesi
sub-sahariani, si era passati al brasato, al salmone ai tre pepi, e al voilà
finale a base di torta bigusto e composta di frutta con vaniglia. Momenti di
tensione, a metà mattinata, si erano registrati a causa di un ritardo del
camion che trasportava le aragoste. Ma poi la crisi si era dissolta grazie
all'intervento di un mezzo dei servizi di sicurezza dotato di sirena
"spartitraffico". Da allora, gli ospiti fissi raccontano che il menù
si è come contratto, suscitando la stizza e la delusione di commissari e
segretari regionali che vengono addirittura da Uagadugu (in aeroplano, va da
sé). Gran cerimoniere dell'immenso carrozzone, famoso nel
mondo per spendere oltre la metà delle sue risorse per alimentare se stesso e
la sua fastosa burocrazia è
il senegalese Jacques Diouf, 69 anni, studi alla Sorbona e cinque figli. L'anno
scorso, un gruppo di esperti internazionali passò ai raggi X l'organizzazione
che Diouf governa dal 1994 come un satrapo stendendo 490 pagine di commenti
intrisi di curaro. Non c'era capitolo, in quella relazione, che non
suonasse come un ceffone sulla collottola del signor direttore generale.
Sprechi di risorse, burocrazia cervellotica, denaro in
fuga per mille e più rivoli. Lui: sereno. A chi gli domandava se non avesse
pensato mai di dimettersi, di fronte a quella gragnuola di accuse, il direttore
generale rispose sgranando i suoi occhioni innocenti dietro le grandi lenti da
pensatore: "Dimettermi? E perché mai? All'epoca sono stato eletto da 137
Paesi, in modo democratico, a scrutinio segreto. Centotrentasette Paesi sovrani
hanno avuto fiducia in me. Perché dovrei andarmene? Quale primo ministro di
qualsiasi governo farebbe mai una cosa del genere?". Il bello è che, a ben
guardare, ha ragione lui. Eppure, già in quel 2002 benedetto dalle aragoste e
dal salmone ai tre pepi, lo stesso Diouf aveva ammesso che i progressi nella
lotta alla fame nel mondo si erano fermati: "Abbiamo fallito". E
ancora: "Non abbiamo scuse". Però lui è sempre lì. L'ultima pillola
avvelenata spedita al gran capo della Fao gli è arrivata un mese fa dal suo
connazionale Abdoulaya Wade, presidente del Senegal e capo del governo.
"La Fao è uno spreco di denaro e va abolita", ha detto papale papale
il presidente senegalese. In passato, Wade aveva sostenuto che la sede centrale
dell'organizzazione andava trasferita da Roma alla capitale di una nazione
africana. "Ma questa volta mi spingo oltre: voglio che sia abolita",
ha detto il 4 maggio alla radio e alla tv del suo Paese. A giudizio di Wade, i
finanziamenti della Fao spesso finiscono a "organizzazioni non governative
ingorde e divoratrici di aiuti... le quali li useranno in ogni genere di
trucco, tra amministrazione, viaggi e spese in hotel di lusso per i cosiddetti
esperti, invece di concrete azioni sul terreno". Insomma, del giochino che
va avanti da 14 anni ormai si sono accorti anche in Africa. Ma lui, il
direttore generale, pare inamovibile. Lussi, benefit, agi, stipendi d'oro ai
suoi impiegati. Ma di risultati concreti sul terreno, come sanno anche a Dakar,
non se ne sono visti. Gli unici ai quali la Fao ha sempre dato da mangiare sono
i suoi comitati, le commissioni, le sottocommissioni e gli enti che sfornano
piramidi alte così di analisi e di dotte disquisizioni sulla sfortuna di una
gran parte del genere umano. Perfino Gino Strada, il fondatore di Emergency, in
un momento di lucido pessimismo, arrivò a lambire la verità: "Comincio a
pensare - disse proprio così - che la Fao sia l'organizzazione per mantenere la
fame nel mondo...". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Impresa Oggi Pagina
11014 Ue La Commissione europea vuole favorire le piccole e medie imprese Pmi,
appalti più agevoli Molte aziende oggi non riescono a concorrere per il peso
della burocrazia Ue. La Commissione europea vuole
favorire le piccole e medie imprese --> Le piccole e medie imprese potranno
partecipare più agevolmente agli appalti pubblici nell'Unione europea. La
Commissione, infatti, ha deciso di cofinanziare un progetto pilota, guidato da
8 Paesi (Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia e
Norvegia), che consentirà di collegare i sistemi nazionali di appalti pubblici
elettronici già esistenti. CONTRIBUTI Il progetto prevede un investimento di
oltre 19 milioni di euro in tre anni (9,8 dal programma "Competitività e
innovazione" della Commissione europea). Gli appalti pubblici
rappresentano oltre il 16% del prodotto interno lordo dell'Unione europea, ma
molte aziende, soprattutto piccole e medie imprese, non riescono a beneficiare
di questa possibilità a causa dell'ingente lavoro amministrativo necessario per
la presentazione delle offerte, soprattutto se si tratta di appalti che si
svolgono in altri Paesi. L'iniziativa produrrà un notevole risparmio per le
imprese. Inoltre, creando condizioni più eque per le Pmi, la spina dorsale
dell'economia europea, gli appalti pubblici transfrontalieri potranno
incentivare la competitività fornendo alle imprese strumenti che consentano
loro di avere accesso all'intero mercato europeo dei servizi pubblici.
Attualmente le piccole e medie imprese rappresentano il 67% dei posti di lavoro
nel settore delle imprese e 58% del fatturato nell'Ue, ma si aggiudicano solo
il 42% degli appalti pubblici. INFORMAZIONI I dettagli su http://ec.europa.eu/information_society/activities/egovernment/policy/impact/eproc/index_en.htm.
( al. co. ).
( da "Basilicanet.it" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
LAPENNA SU ANDAMENTO
ECONOMIA IN BASILICATA NEL 2007 03/06/2008 13.45.03 [Basilicata] (ACR) - â??Il
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
INTERVENTO
DELL'ASSESSORE REGIONALE DE BONA "Con il federalismo fiscale strada più
semplice per l'autonomia di Belluno nel Veneto" "L'autonomia delle
chiacchiere non mi interessa. L'importante è avere i soldi": è questo il
pensiero centrale dell'intervista rilasciata a Il Gazzettino, dall'assessore
regionale trichianese Oscar De Bona, ieri mattina, presente alla cerimonia del
2 giugno celebrata a Mel. Il titolare ai flussi migratori della giunta guidata
da Giancarlo Galan ha evidenziato in tre punti il suo pensiero, in una sorta di
risposta a quanto dichiarato dal consigliere regionale di minoranza, Guido
Trento (Pd) (nella foto i due insieme), sul tipo di autonomia o specificità che
immagina per la provincia di Belluno, sul suo invito a lavorare nella
commissione regionale per lo statuto in cui l'articolo 16 riconoscerebbe la
specificità di Belluno e sull'ipotesi che, se questo organismo rimanesse fermo,
il Pd di Belluno organizzerebbe un referendum per chiedere l'autonomia, rivolto
a tutti i Bellunesi, in modo da dare un segnale forte all'esecutivo e al
consiglio lagunare."Quanto detto da Trento ha esordito De Bona - è una
sollecitudine, rivolta alle forze politiche che sono rappresentate nella
commissione statuto, a riprendere i lavori e a lavorare. Poi, va detto che lo
statuto ha trent'anni e va cambiato, attualizzato, riconoscendo la specificità
di Belluno. Infine, cosa che riguarda in generale tutte le comunità civili, è necessario snellire la burocrazia oggi troppo asfissiante, tanto che si allungano i tempi per dare
il via ai lavori pubblici o capita che, per approvare una sola legge, debba
passare un anno. Se il Pd a livello regionale, come sembra, darà la propria
disponibilità a sostenere il nuovo statuto, si arriverà a qualcosa di concreto.
L'attuale governo di Silvio Berlusconi, e in particolare Bossi, sostengono che
il federalismo fiscale verrà approvato entro il corrente anno: questo atto
dovrebbe semplificare la vita a Regione Veneto e a Belluno. Se il federalismo a
cui ci si ispira è quello friulano, nella nostra Regione resterebbero 4
miliardi di euro. E se uno fosse attribuito a Belluno, si risolveranno anche i
nostri problemi".Loris Robassa.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
PAESE L'INIZIATIVA
Un albo comunale per le badanti Il Comune organizza corsi di formazione
PaeseArriva l'albo comunale delle badanti. Tra non molto le famiglie che
necessitano di una persona a cui affidare la cura di un proprio caro potranno
presentarsi in municipio per consultare le liste stilate dai Servizi sociali e
scegliere in modo più consapevole chi dovrà vivere in casa e occuparsi di un
parente anziano o malato. E' questo l'obiettivo finale di un progetto di rete
sociale che l'amministrazione ha avviato qualche mese fa. Al momento sono in
corso degli incontri con famiglie e associazioni, il progetto è già entrato
nella sua fase operativa e i primi risultati non dovrebbero
tardare."L'obiettivo è quello di garantire il più possibile le famiglie che
si prendono in casa una persona così intima - spiega l'assessore alle politiche
sociali, Lorenzetto Rosella - l'albo aiuterà la regolarizzazione delle badanti,
che a Paese si possono contare in qualche centinaio, e servirà da supporto alla
famiglia anche per brevi sostituzioni". Il Comune cerca di sottrarre al
caso la difficile scelta delle famiglie che si ritrovano a dover fare completo
affidamento sul lavoro di una badante. Come sarà possibile garantire
professionalità e serietà? Non attraverso un bollino, ma grazie alla certezza
che le persone iscritte all'albo avranno seguito uno specifico corso di
formazione gestito dall'amministrazione in collaborazione con alcune
cooperative sociali."Il percorso inizierà con l'accoglimento delle badanti
attraverso il supporto delle assistenti sociali e domiciliari e di un mediatore
culturale - sottolinea ancora l'assessore Lorenzetto - mentre il momento di
formazione si terrà direttamente all'interno della famiglia in modo che
l'inserimento sia mirato caso per caso e seguito, anche in futuro, dalla
presenza del Comune negli eventuali momenti di bisogno". La fase di
accoglienza sarà coordinata dalla cooperativa "Servire" che già da
qualche anno gestisce lo sportello immigrazione aperto ogni settimana in villa
Gobbato. L'attività entra formalmente a far parte del progetto di network della
solidarietà, ma i numeri di chi si è già rivolto al servizio parlano chiaro.Nel
corso dello scorso anno, infatti, quasi il 20\% delle richieste giunte allo
sportello immigrazione sono arrivate da cittadini italiani che, solitamente per
questioni affettive o lavorative, vogliono orientarsi tra le norme e le burocrazie che regolano i flussi migratori. Una percentuale,
seconda solo a quella delle persone di etnia asiatica, che già da sola fotografava
un'implicita richiesta di aiuto. Adesso il Comune è pronto a stilare le prime
liste, ma soprattutto si propone come ente pubblico di riferimento per un
rapporto di lavoro troppo delicato per essere gestito solo dentro le mura di
casa.Mauro Favaro.
( da "Corriere Adriatico" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Un altro cedimento del
terreno costringe alla chiusurala statale 25 della Val Susa tra Bussoleno e
Vanaus In Piemonte si lavora per la messa in sicurezza. Intanto sono in arrivo
altre piogge Maltempo, ancora apprensione Nel Cuneese evacuato un paese su cui
incombe una frana TORINO - Migliora lentamente la situazione maltempo in
Piemonte, ma i problemi relativi ai soccorsi non sono stati ancora del tutto
risolti per la zona del Cuneese. C'è infatti una grossa frana a Valloriate, in
Valle Stura, che incombe sul paese e il sindaco ne ha ordinato l'evacuazione
preventiva, un evento mai verificatosi finora in quella zona, concedendo il
passaggio nella strada solo ai mezzi di soccorso. "Fino a quando non ci
sarà la sicurezza assoluta, non torneranno in paese", dice il sindaco,
Mario Berardengo, che si dice comunque pienamente soddisfatto del funzionamento
dei soccorsi. Sempre una frana costringe ancora alla chiusura la statale 25
della Val Susa tra Bussoleno e Vanaus: vicino a quest'ultima località si è
abbattuta una grossa frana i cui effetti si fanno ancora sentire. Qualche
timore anche e ancora in Val Pellice, ma qui la situazione frane è meno grave.
Per oggi è di nuovo prevista pioggia, ma i meteorologi sono ottimisti per metà
settimana. Intanto si è mossa celermente la macchina burocratica per soccorsi e
aiuti finanziari che il Piemonte ha chiesto: la presidente della Regione,
Mercedes Bresso, ha sentito numerosi sindaci delle località colpite dal
maltempo e ha dichiarato che il piano definitivo degli interventi è stato
affidato al Politecnico, invitando tutte le istituzioni
interessate a mettere da parte la burocrazia e privilegiare i tempi rapidi. L'assessore regionale
all'ambiente, Sibille, ha intenzione di chiedere di inserire nel decreto
governativo per stanziare gli aiuti economici la voce "pulizia dei
fiumi", per potere far ripartire in sincronia interventi riparatori e
preventivi. Dal Piemonte all'Emilia: la piena controllata del Po sta
procedendo il suo percorso verso est, ma senza preoccupazioni secondo i tecnici
della Protezione civile dell'Emilia-Romagna. Il colmo di piena è passato nelle
prime ore di ieri da Piacenza, con una portata di 5.300-
( da "Gazzettino, Il" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Asololbri riparte oggi
alle 20.45 con Alfio Caruso per percorrere i più famosi misteri degli ultimi
sessant'anni si storia d'Italia. In Sala della Ragione ad Asolo gli studenti
del Liceo Cavanis di Possagno presentano "Il Lungo intrigo. Compromessi,
casi d'impunità e complotti": nel nuovo libro dello scrittore e
giornalista siciliano vero e verosimile si mescolano a raccontare il dietro le
quinte di un'Italia segreta, dal 1943 ad oggi. Mercoledì 4 giugno (ore 20.45)
si apre con Luigi Furini il primo dei due appuntamenti (il 6 giugno è attesa
Renata Pisu) proposti alla Fornace dell'Innovazione con i quali Asololibri ha
attivato un percorso attorno ai nuovi assetti sociali ed economici. Il dibattito parte dalla burocrazia applicata al mondo dell'impresa, per arrivare alle "difficoltà
di condurre una vita normale in Italia". Con l'intervento degli studenti
del Liceo Filippin di Paderno del Grappa, Furini parla dei suoi due libri
"Volevo solo vendere la pizza" e del suo seguito ideale "Volevo
solo lavorare", entrambi editi da Garzanti, per scoprire quello che
succede oggi nel mondo del lavoro. Partendo dalla propria esperienza personale
di giornalista "scomodo" che si ritrova costretto a lavorare nello
sgabuzzino delle scope, dopo aver abbandonato il sogno di diventare piccolo
imprenditore della pizza, Furini esplora un'Italia concreta che i media non
raccontano e la politica ha dimenticato. Direttamente da Radio 24, giovedì 5
giugno, ore 20.45, in Sala della Ragione Chiara Gamberale propone la sua ultima
fatica letteraria "La zona cieca" (Bompiani) assieme agli studenti
del Liceo Verdi di Valdobbiadene. Incontri sono ad ingresso gratuito. Programma
completo www.frontiereprogetti.comInformazioni Biblioteca di Asolo, tel. 0423
951317.
( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MADDALONI
Laboratorio veterinario di nuovo attivo Maddaloni. Rischio leishmaniosi viscerale
di nuovo sotto controllo. È stato riaperto l'ambulatorio veterinario dell'Asl
Ce1, istituito contro l'emergenza leishmaniosi viscerale nel 1991. Che
Maddaloni fosse un sito sanitario di interesse nazionale era noto. Non si sapeva però che pigrizia burocrazia potesse mettere in ginocchio un progetto pilota del Ministero
della Salute. A Maddaloni, sede storica di un focolaio endemico di leishmaniosi
viscerale (contagioso per l'uomo) e, da 16 anni, area pilota per la profilassi
animale, era stato chiusa, per espressa volontà del Comune, l'unica struttura
capace di garantire un'azione di profilassi preventiva contro le larve
degli insetti vettori, contro gli animali incubatori (cani e roditori) del
contagio, nonché in grado di avviare un'anagrafe completa della popolazione
canina e divulgare informazioni sul diserbamento sistematico di mura e siepi
(habitat naturale per l'attecchimento delle larve degli insetti vettori). La
profilassi veterinaria completa è di nuovo garantita (tutti i martedì e giovedì
dalle 10 alle 12) presso l'ambulatorio territoriale di via Serao 55.
( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Alloggi Iacp al palo
4 milioni inutilizzati Maddaloni. Ennesimo smacco per i quartieri dormitorio.
Non si sblocca la paralisi dei fondi strutturali: restano inutilizzati i 4
milioni di euro, attesi da 25 anni, per il promesso recupero edilizio e urbano
(ristrutturazione, consolidamento statico e rifacimento dei sottoservizi) dei
casermoni popolari di via Feudo e via Serao. È record: da quattro anni,
nonostante la disponibilità finanziaria (originariamente ammontante a 8
miliardi di vecchie lire), non si riesce a chiudere l'iter di affidamento dei
lavori per tutelate la vivibilità di 1300 famiglie. "La
burocrazia dell'Iacp -
denuncia Carlo Scalera, responsabile provinciale del Sicet-Cisl - è così
indolente che non riesce nemmeno ad onorare più le promesse, rinnovate appena
qualche mese fa e divulgate incautamente dal sindaco Farina". La fine
dell'attesa era stata fissata per gennaio. Poi c'era stata una proroga
per l'inizio della primavera. In verità, l'avvio dei lavori non ci sarà nemmeno
per l'inizio dell'estate. "Serve - conclude Scalera - un'azione forte: un
atto ufficiale di censura politica e amministrativa verso gli uffici casertani
di via Ruggiero". Dal dicembre 2003, non si riesce a completare lo schema
convenzionale, tra l'Iacp e la Regione Campania, per la spesa di 4 milioni di
euro: affidamento dei lavori, individuazione dell'impresa appaltante, avvio dei
cantieri. Il Sicet contesta anche il silenzio inspiegabile del sindaco Farina.
Il Comune, nella speranza delusa di accelerare i lavori, ha ceduto persino la
proprietà dei suoli (e della aree circostanti) su cui sorgono le case popolari.
È risultata inutile la dismissione immobiliare di quasi due quartieri: la
cessione del diritto di superficie ha reso l'Iacp proprietario unico di suoli,
stabili e sottoservizi. Inutile anche il finanziamento, sempre da parte del
Comune, di tutte le opere propedeutiche al rifacimento dei sottoservizi, degli
scarichi fecali, delle opere di irregimentazione delle acque pluviali, parte
dei marciapiedi e intonaci esterni. L'urgenza investe anche le infiltrazioni
degli scarichi nelle abitazioni. Esistono in aggiunta pure seri problemi di
allagamento dei piano terra e dei vani ascensori. Insomma, è a rischio la
sicurezza strutturale e la tutela socio-sanitaria dei residenti. Ritorna una
vecchia polemica, sostenuta contro l'ex-presidente Carmine Iodice. L'Iacp
provinciale aveva sempre lamentato la mancanza di opere infrastrutturali (fogne
e assetti stradali), messe in carico al Comune (per circa un milione di euro),
e perdite (collegate alla gestione del patrimonio maddalonese) collegabili alla
morosità e ad un forte esborso dovuto alle aliquote Ici (sei per mille, mentre
i patrimoni immobiliari privati pagano solo il quattro per mille). "Anche
il tempo degli alibi è scaduto - spiega Ciro Cortese, segretario provinciale
Sunia-Cgil - perché alla luce delle disposizioni che esentano il patrimonio di
edilizia residenziale dal pagamento dell'Ici, oggi si deve chiedere conto
all'Iacp quale sarà la destinazione futura dei risparmi accumulati, sul solo
comune di Maddaloni". Chiesta infatti al comune l'avvio di un'istruttoria
conoscitiva sugli sgravi Ici. "Rientrate le perdite Ici, cancellata parte
della morosità storica e avviato il piano delle opere comunali - denuncia Ciro
Cortese (Sunia-Cgil)- è tempo di fare chiarezza sui ritardi irritanti della
risoluzione della querelle giudiziaria sull'attribuzione dei mega-lavori,
affidati con un contestato ribasso del 40 per cento, per la ristrutturazione
congelata di tutti gli alloggi Iacp cittadini".
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Rifiuti, ecco le
carte sul "patto scellerato" camorra-politica L'uomo aveva entrature
in ambienti istituzionali locali e nazionali Una consistenza traslucida, né
opaca né trasparente, tale da far intravedere la forma di quanto si muoveva
oltre la cortina di Ecoquattro senza però far distinguere compiutamente volti e
nomi di tutti i protagonisti. Ombre indefinite, il contenuto degli omissis che
compaiono nei verbali di interrogatorio dei fratelli Orsi, soprattutto di
Michele. Fantasmi che si agitano sulla scena della lobby di cui Ecoquattro era
la parte visibile, quella che gestiva l'affare rifiuti sul litorale domiziano e
- attraverso la G
( da "Sestopotere.com" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
(3/6/2008 14:56) |
(Sesto Potere) - Forlì - 3 giugno 2008 - L'ex ministro Pecoraro Scanio prima di
lasciare il suo dicastero ha emanato un Decreto Legge ( il numero 4 / 2008 ) che mette un altro tassello alla enorme burocrazia urbanistica in questo paese. In tutti i piani regolatori dei
Comuni sono previsti interventi di pianificazione attuativa, comunemente
chiamati piani particolareggiati in cui il cittadino predispone il progetto,
realizza le opere di urbanizzazione ( strade, parcheggi, vede pubblico, rete
dei servizi ) che poi cede al pubblico. Tali interventi sono già
definiti e normati all'interno del piano regolatore addottato dal Consiglio
Comunale e approvato dalla Provincia con un inter burocratico, tale da
scoraggiare anche cittadini e imprenditori tenaci. "E come sovente si dice
" piove sul bagnato " con il decreto citato - spiega Giovanni Lucchi
consigliere P.R.I. della Provincia di Forli - Cesena - non sarà più sufficente
predisporre il progetto nei termini fino ad ora stabiliti, con le procedure
consolidate, si dovrà ottemperare ad un altro balzello burocratrico, con la
redazione di una valutazione ambientale strategica in merito all'intervento già
previsto nei piani regolatori. La Regione Emilia Romgna ha stabilito, nella sua
proposta di Legge 207 / 2008 ,che sarà la Provincia a esaminare e approvare la
valutazione ambientale strategica. Senza essere delle Cassandre è evidente che
in tutto questo intreccio di norme e decreti ed enti che si devono esprimere i
tempi di risposta delle amministrazioni, su ciò che è già stato previsto dal
piano regolatore, saranno dilatati di molti mesi ad essere ottimisti. La burocrazia anche nel settore della trasformazione del
territorio è diventata una vera " emergenza democratica " e in questo
stato di cose chi ne paga le spese sono da un lato i cittadini dall'altro il
territorio ove alla sostanza delle buone progettazioni si è sostituita la forma
delle carte bollate". Sulla vicenda Giovanni Lucchi ha presentato
un'interrogazione al presidente della Provincia Massimo Bulbi chidendo lumi
sulla norma urbanistica che ha una grande rilevanza per tutti i cittadini della
nostra Provincia, che chiedono ai Comuni permessi per costruire .
( da "Giornale di Vimercate" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SONDAGGIO Solo il
51% degli intervistati dà un giudizio positivo o molto positivo di Monza e
Brianza LA NUOVA PROVINCIA NON SCALDA GLI ARTIGIANI L'Unione ha chiesto anche
quali sono le esigenze prioritarie, al primo posto infrastrutture e sicurezza
richiedi la foto Monza - Il 51% degli artigiani associati all'Unione giudica
positivamente la nascita della nuova Provincia MB. Questo l'esito di un
sondaggio presentato ufficialmente giovedì sera nella sede della Camera di
Commercio. Come interpretarlo? Come un bicchiere mezzo pieno o come un
bicchiere mezzo vuoto? In modo positivo a giudizio dell'assessore
all'Attuazione della nuova Provincia Gigi Ponti, con qualche preoccupazione a
giudizio del segretario dell'Unione artigiani della Provincia MB, Marco
Accornero, che però ha detto chiaramente di stare dalla parte di chi vede nella
nuova Provincia una risorsa. Nell'illustrare l'esito del sondaggio - 800
telefonate alle circa 22mila imprese di MB - Accornero si è soffermato anche
sulle priorità che il nuovo ente dovrà affrontare, che sono le infrastrutture e
la sicurezza. Staccate le politiche del lavoro, l'ambiente e il turismo e la
cultura, che tra gli artigiani interpellati raccoglie un misero 3%. Fra gli interventi più urgenti richiesti ci sono uno snellimento
della burocrazia (53%);
finanziamenti mirati a progetti di sviluppo delle imprese (22%); la promozione
di politiche del lavoro e della formazione a sostegno dell'occupazione (15%) e
agevolazioni e incentivi per nuovi insediamenti (10%). Lo snellimento della burocrazia raggiunge il suo apice fra le
imprese edili (58%), ma a tal proposito l'assessore Ponti ha avuto modo
di rimarcare nel suo intervento che in questo campo la Provincia ha poche
competenze. Segno che c'è un po' di disinformazione anche tra gli artigiani.
"Grandi entusiasmi per la nascita della nuova Provincia - ha rimarcato
Accornero davanti a una sala gremita - dunque non ce ne sono e probabilmente il
dato è stato influenzato dal dibattito sull'utilità delle Province stesse che
ha animato la politica negli ultimi mesi. Noi però ci iscriviamo tra gli
ottimisti e siamo fiduciosi che la nuova Amministrazione possa andare incontro
alle esigenze degli artigiani". Sulla stessa lunghezza d'onda Walter
Mariani, presidente dell'Unione di Monza e Brianza e Salvatore Luca, membro
della Giunta per l'artigianato per la Cciaa MB. Entrambi hanno posto l'accento
sulle richieste emerse dal sondaggio, "sicuramente condivisibili".
Carlo Edoardo Valli, presidente della Cciaa MB, dopo aver fatto un elogio del
lavoro artigiano, ha auspicato che quel 51% di favorevoli alla nuova Provincia
possa crescere. Si è quindi augurato che il nuovo ente possa essere in grado di
promuovere iniziative specifiche per ogni categoria, perché anche la Brianza
sta soffrendo per il difficile momento economico che c'è a livello
internazionale. Ha spostato infine il discorso su Asam, la holding di servizi,
argomento del quale trattiamo in altra parte. Assente l'assessore regionale con
delega all'Attuazione del nuovo ente, Massimo Ponzoni, impegnato in una cena
del Rotary pro Vigili del fuoco, che si teneva in contemporanea a Vimercate, è
toccato all'assessore provinciale Gigi Ponti fare il punto sul cammino della
nuova Provincia. "I dati emersi dal sondaggio - ha rimarcato Ponti - sono
incoraggianti. La maggioranza assoluta degli artigiani intervistati dà infatti
della nuova Provincia un giudizio positivo o molto positivo". Ponti ha
quindi ricordato che in Brianza, a differenza che in altri luoghi, la gente non
è scesa in piazza per festeggiare la nascita della Provincia. Ha continuato a
lavorare. "I brianzoli - ha sottolineato Ponti - sono fatti così, diranno
due anni dopo le elezioni se la Provincia va bene o va male". L'assessore
provinciale ha quindi rimarcato come la nascita del nuovo Ente è pienamente
giustificato, invitando tutti a fare rete per dare una Provincia una dote più
ampia. E qui anche Ponti ha parlato di Asam. Un giudizio diverso da quello di
Valli, che mentre Ponti parlava faceva segno di no con il dito indice. Nel
corso della serata hanno portato il loro saluto anche i sindaci di Bovisio
Masciago e Lissone, rispettivamente Giuseppina Stella e Ambrogio Fossati,
mentre l'assessore monzese all'Edilizia privata e alle partecipate Cesare
Boneschi ha invitato tutti, visto l'esito del sondaggio, a darsi da fare per
comunicare meglio i vantaggi che la nuova Provincia potrà portare. Articolo
pubblicato il 03/06/08 Maurizio Colombo.
( da "Sestopotere.com" del 03-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
(3/6/2008 18:35) |
(Sesto Potere) - Modena - 3 giugno 2008 - Orari di lavoro più flessibili, più
servizi a sostegno della famiglia anche in fasce orarie normalmente non
coperte, servizi pubblici più efficienti per ridurre il tempo delle pratiche
burocratiche, spostamenti cittadini più rapidi anche con il trasporto pubblico,
più opportunità di scelta per il tempo libero: sono gli assi strategici
previsti dalla delibera sulle Linee di indirizzo per i "Tempi e orari
della città", presentata in consiglio comunale dall'assessore ai Tempi e
orari della città Simona Arletti e approvata nella seduta di giovedì 29 maggio
con il voto favorevole della maggioranza più il consigliere indipendente,
contrario della Lega Nord e l'astensione delle altre opposizioni. "La
visione strategica complessiva del Piano punta ad aumentare le opportunità di
scelta per gli individui in merito alla gestione del tempo e aumentare
l'efficienza del sistema urbano migliorando le compatibilità tra i diversi
regimi di orario", ha spiegato l'assessore Simona Arletti, precisando che
la delibera "dà mandato alla Giunta a predisporre, sulla base degli
obiettivi strategici approvati, il Piano dei Tempi e Orari che speriamo di
poter illustrare entro la fine del 2008". Tra le azioni già attivate c'è
progetto che mette in rete gli uffici relazioni con il pubblico a livello
provinciale, per condividere le principali informazioni da fornire agli utenti
e per la semplificazione delle comunicazioni tra Enti. Rispetto agli orari
delle attività economiche, l'indirizzo è mantenere una fascia oraria
indicativa, all'interno della quale i singoli esercenti possano determinare
liberamente i propri orari di apertura, nel rispetto delle leggi in vigore.
Continuerà inoltre la programmazione delle aperture festive, domenicali,
notturne, in accordo con le categorie economiche e le associazioni sindacali
del commercio, dell'artigianato, dei lavoratori e dei consumatori. Si punterà a
rendere compatibili i diversi interessi coinvolti: rispetto della libertà
imprenditoriale, attenzione alla funzione di vivibilità civile e urbana,
riguardo per le esigenze di riposo dei residenti. L'assessore Arletti ha fatto
un quadro della situazione dei tempi di vita e di lavoro nella nostra città,
ricordando che "l'organizzazione del tempo che si era strutturata con lo
sviluppo industriale, e che aveva portato alla diffusione di regimi di orario
di lavoro standard, è oggi di fatto scomparsa. Il processo di terziarizzazione
determina intermittenza delle prestazioni, orari atipici, flessibili, poco
compatibili con il lavoro costante a tempo pieno e percorsi semplici
casa-lavoro. Questa diversificazione dei regimi di orario tende a innescare
situazioni di disuguaglianza nell'utilizzo del tempo. Alcuni hanno maggiore
disponibilità di tempo, sono in grado di organizzare le proprie attività su
orari più comodi, e acquistano tempo da altri per risolvere i propri problemi
quotidiani. Altri fanno dipendere i propri orari da quelli degli altri, perché
appartengono a fasce sociali economicamente più deboli o perché su di essi
converge una domanda di cura all'interno dei nuclei familiari. Emerge, in
sostanza, l'importanza del tempo come possibile dimensione discriminante nelle
diseguaglianze sociali, di reddito e di genere. Anche la consistente riduzione
dell'orario di lavoro contrattuale avvenuta negli ultimi 50 anni non ha portato
necessariamente ad un aumento del tempo libero, ma ha favorito piuttosto
l'accettazione di più lunghe distanze tra casa e luogo di lavoro, pur
incentivando anche l'entrata nel mondo del lavoro di molte donne con carichi di
famiglia. Recenti ricerche della nostra Università segnalano un preoccupante
aumento del numero delle ore lavorate a settimana, ben 44, che rendono la
conciliazione dei tempi di vita e lavoro ancora più difficile. Modena è stata
tra i primi Comuni d'Italia ad attivare la Banca del tempo, strumento di
condivisione solidale tra chi ha un po' di tempo a disposizione e chi può
restituirlo con diverse modalità". L'assessore ha poi precisato che
"la legge 53 del
( da "AprileOnline.info" del 03-06-2008)
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Leo Sansone, 03
giugno 2008, 11:25 Storie al telefono Il governatore Draghi nella sua relazione
all'assemblea annuale di Banca d'Italia ha sollecitato un innalzamento dell'età
pensionabile per ridurre la spesa pubblica. Un'ipotesi che lo stesso Berlusconi
aveva accantonato ma che ha raccolto un preoccupante consenso politico Non
credo alle mie orecchie e mi attacco al telefonino. "Hai sentito? Mario
Draghi propone di alzare l'età per andare in pensione?". Prima è solo
silenzio. Poi Piero mi risponde: "Cosa...? Draghi chi?". Mi arriva
una voce incredula. Piero non è "un bamboccione", secondo l'infelice
definizione dell'ex ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. E' nato nel
1954, lavora dall'età di 15 anni. Iniziò alla Twa nel lontano 1969, il mitico
anno dell'Autunno caldo delle lotte sindacali. Si alzava alle cinque del
mattino per andare a prendere l'autobus, poi arrivava alla stazione Termini di
Roma e quindi raggiungeva con il treno l'aeroporto di Fiumicino. La sera, dopo
il lavoro di assistenza a terra ai voli della Twa, andava a studiare ragioneria
in una scuola privata ad Ostia, il quartiere di Roma sul mare vicino
all'aeroporto. Una vita dura e libera fin da ragazzo. Da allora sono trascorsi
39 anni, ha girato in sette aziende diverse (grandi, medie e piccole); è stato
costretto a cambiare lavoro quattro volte, due volte è rimasto imbrogliato ed è
stato salvato dal pretore, ha perso 3 anni di contributi previdenziali nella
sue svariate traversie. Ora, dopo essere rimasto disoccupato, è consulente di
una impresa di prodotti informatici. Lavora con una partita Iva. E' un libero
professionista o un precario? Fate voi. E' deluso e spompato. Da anni il suo
miraggio è la pensione. "Chi è Draghi?", ripete. "E' il
governatore della Banca d'Italia. Nella relazione all'assemblea annuale ha
sollecitato 'un innalzamento dell'età pensionabile' per ridurre la spesa
pubblica", gli rispondo. E' attonito: "Ancora? Una nuova riforma
delle pensioni? Ma quante ne hanno già fatte? Non bastano?". "Fammi
fare i conti. Se non sbaglio sono state cinque. C'è stata la riforma del
governo Amato nel 1992, quella di Dini nel 1995. Poi sono seguite quelle del
primo esecutivo Prodi nel 1997 e di Maroni verso il 2004 che ha introdotto lo
scalone. Quindi il secondo governo Prodi ha approvato un'altra riforma l'anno
scorso, quella degli scalini...". "Troppe. E i conti ancora non
tornano? Pagano sempre gli stessi... Noi fessi. Io voglio andare in pensione
subito". "Non puoi. Hai 53 anni, la mia età. Sei troppo giovane e non
hai nemmeno 40 anni di contributi. Se li avessi, avresti svoltato".
"Ma io sono un lavoratore precoce. Ho cominciato a lavorare a 15 anni,
quando gli altri si divertivano. Ho anche perso 3 anni di contributi quando
sono rimasto disoccupato. Ho pure chiesto di poterli versare successivamente,
ma l'Inps mi ha risposto di no. Pure la burocrazia ci si è messa. Addirittura
hanno rifiutato i miei versamenti, poi dicono che sono in deficit... Molti miei
colleghi sono andati in pensione come lavoratori precoci. Io posso andare prima
in pensione?". "Mi posso informare, ma penso di no. Informati
anche tu.... Sai: la società invecchia, i conti previdenziali rischiano di
saltare. Draghi ha addirittura riparlato di alzare l'età pensionabile, anche
oltre i 65 anni di età". "Ma nessuno protesta? Nessuno dice niente?
Ogni volta riducono le spese tagliando le pensioni? Non è giusto. Ma dov'è
finito il sindacato? Dove sono finiti i socialisti, i comunisti, la sinistra?
Ne ho fatti di scioperi...". "Socialisti, comunisti, sinistra
radicale hanno perso rovinosamente le elezioni e sono rimasti fuori del
Parlamento. C'è Veltroni, il Partito democratico...Comanda Berlusconi. Al
governo c'è lui e il centrodestra". "Sinistra, destra, centro. Sono
tutti uguali. I politici tagliano le pensioni degli altri, di chi ha lavorato
per una vita. Ma non mi rassegno. Sono un lavoratore precoce e voglio andare in
pensione. Scrivi su tante questioni! Perché non scrivi un articolo sulle
pensioni? Alle volte... Ciao". La telefonata si chiude. Un articolo va
fatto. Draghi ora sta esagerando, perfino Silvio Berlusconi ha escluso un nuovo
giro di vite sulle pensioni, presentando il programma del suo quarto governo
alle Camere. Il governatore della Banca d'Italia ha raccolto un coro di
consensi. Troppi. Il Pd, Rifondazione comunista, il Partito socialista, la
sinistra radicale si facciano sentire. "Mi chiamo Antonio. Sono del '54 e
sono matto", canta Simone Cristicchi. Attenzione, anche Piero è del '54 e,
come tanti altri, è un deluso della sinistra. C'è un grande vuoto
all'opposizione. E se lo riempisse il Cavaliere interpretando
contemporaneamente il ruolo di presidente del Consiglio e di leader della
minoranza?.
( da "Gazzetta di Reggio" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Lì il confronto
vero, i segnali sono preoccupanti" "Portiamo all'esterno il malessere
che già esiste e che presto potrebbe acutizzarsi" REGGIO. Gli enti locali
attendono l'esito dell'incontro, previsto a breve, fra il ministro Tremonti e
l'Anci (Associazione comuni. Ferri: "Il confronto vero avverrà in quella
occasione. Attendiamo. Ma i primi segnali sono preoccupanti". Voi siete 6
sindaci dei 44 Comuni reggiani (esclusa la città, che ha dinamiche diverse). Vi
sentite di parlare a nome di tutti? "Sì", rispondono i sindaci del
forum in Gazzetta. Iotti: "Chiedendo coerenza sul federalismo, ci mettiamo
in una condizione non di contrapposizione rispetto al governo e aspettiamo che
metta in pratica alcune cose, ma i segnali sono di segno opposto. Il primo atto
sull'Ici è un atto incoerente". Rossi: "I primi provvedimenti
rispecchiano la campagna elettorale. Noi chiediamo un dialogo: dateci le
condizioni per poter governare il nostro territorio, per rispondere ai bisogni,
avere un livello di federalismo fiscale, ridurre la burocrazia. Perfino le associazioni di
volontariato fanno fatica a fare le feste nell'aia". Vi sentite parte
della cosiddetta casta? Rossi sobbalza: "Non siamo una casta.
"Friggo" quando sento queste cose. Il nostro è amore per ciò che
facciamo, per il territorio che rappresentiamo. Tentiamo di portare
all'esterno un malessere che c'è e che presto potrebbe acutizzarsi".
Marconi: "Ci sentiamo vicini ai cittadini. Questa è la nostra forza".
Dal punto di vista dell'esercizio finanziario, l'abolizione dell'Ici mette a
rischio i vostri servizi? Dallasta: "Tutti abbiamo fatto i bilanci con i
tempi dovuti. In provincia non ci sono sofferenze, se non nel rispetto del
patto di stabilità. Non si potranno superare certi livelli di spesa, quindi ci
sarà il dilazionamento di alcuni pagamenti". Ferri: "Al massimo
avremo problemi di liquidità". Iotti: "Se non entrassero 1.300.000
euro dell'Ici sulla prima casa, noi dovremmo chiudere dei servizi".
Dallasta: "Adesso ci siamo consegnati con le mani legate al governo.
L'anno prossimo lo stato potrà anche ridurci la spesa". Lotterete?
Protesterete? Iotti: "No, perché sarebbe impopolare andare contro il
taglio dell'Ici sulla prima casa. La gente non capirebbe".
( da "Gazzetta di Reggio" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Con
l'abolizione dell'Ici sulla prima casa perdiamo gli strumenti per pagare i
servizi" "Addio federalismo I Comuni vogliono un'altra forma di
capacità impositiva" REGGIO. I Comuni sono in allarme a causa del decreto
fiscale con cui il governo ha abolito l'Ici sulla prima casa (fatto visto in
modo positivo), ma contemporaneamente ha bloccato gli aumenti dei tributi
locali. E' vero che a settembre è prevista una compensazione conseguente ad una
autocertificazione, per cui i Comuni riceveranno dal governo la differenza tra
la somma prevista e quella realmente incassata dall'Ici dopo l'introduzione del
decreto fiscale; ma gli enti locali denunciano ugualmente una serie di problemi
e incertezze: dalla forte limitazione dell'autonomia dei Comuni ai dubbi circa
il modo di far fronte, dal punto di vista economico, ai servizi rivolti ai
cittadini. La Gazzetta ne ha discusso con i sindaci dei distretti reggiani. Il
governo ha abolito l'Ici sulla prima casa, bloccando però i tributi locali. E'
stato annunciato un provvedimento con cui ripianare gli scompensi derivanti dal
mancato introito Ici. Per recuperare queste somme, i Comuni devono fare
un'autocertificazione. I Comuni, soprattutto quelli piccoli, quanto risentono
di questa situazione? Beggi: "E' una perdita di autonomia impositiva, uno
spaccato di federalismo che se ne va. Era l'unica manovra di finanza locale con
cui si mettevamo in pari i bilanci. Come Anci chiediamo che ciò avvenga tramite
un'altra forma di capacità impositiva. Ora ci vincolano a non aumentare altre
imposizioni, come l'addizionale Irpef. Così le difficoltà crescono. Non
accogliamo il principio di restringere l'autonomia impositiva degli enti
locali. Raccogliere le risorse che si producono nel territorio e trasformarle
in servizi è un elemento di grande democrazia". Abolire l'Ici in realtà
sembra un modo per andare contro il federalismo fiscale. E' la soluzione
giusta? Iotti: "L'Ici sulla prima casa è una tassa odiosa. In realtà, in
15 anni la responsabilizzazione degli enti locali era avvenuta sia sul fronte
delle uscite che delle entrate, nel senso che noi siamo responsabili, nei confronti
dei cittadini, anche della politica delle entrate. Quindi è sicuramente un
arretramento su questo piano. Bisogna trovare una forma sostitutiva per
restituirci questa parte di autonomia; ci sentiamo deresponsabilizzati. L'Ici
sarebbe stata la prima cosa che avrei tolto, ma occorre avere altre
autonomie". Il problema non è tanto la tassa sulla casa, ma il rapporto
con il fisco. Qual è la vostra proposta? Beggi: "Abbiamo chiesto di unire
tutte le tasse che riguardano la casa (Irpef ed altri balzelli) per unificare
il tutto e darlo in gestione ai Comuni". Ferri: "Il governo si è
pronunciato affermando il decentramento catastale. Il provvedimento sulla prima
casa ha avuto un effetto positivo sulla gente; tuttavia, sul piano dell'equità
sociale, quella fascia di 25% di italiani che non hanno la casa di proprietà, e
magari sono quelli messi peggio economicamente, non trarranno alcun beneficio.
Non è del tutto equa". Dallasta: "Tutto va riferito al rapporto del
cittadino con il fisco. E' a livello locale che si devono raccogliere le tasse,
e poi si stabilisce quanto va trasferito allo stato. E' l'ente locale che deve
verificare chi paga e chi evade. Ma ci sono troppe misure contraddittorie: si
parla di accentramento delle risorse; siamo in un periodo di militarizzazione
della politica e dell'economia. Stiamo arrivando lì, anche per quanto riguarda
gli enti locali. Noi diremo al Tesoro quanto è il mancato incasso relativo alla
prima casa, ma non so che cosa avverrà, perché lo strumento è in mano allo
stato: quando vorrà, potrà tagliare i trasferimenti e ridurre i bilanci
comunali". Quali situazioni di sofferenza o quali problema particolari
derivano da questa situazione? Rossi: "Casalgrande è il Comune meno adatto
per fare considerazioni, visto che solo il 20% su 4,675 milioni di gettito Ici
complessivo è legato alla prima casa, mentre il resto è legato all'industria.
Senza voler fare una battaglia contro l'Ici (anche il centrosinistra l'aveva
ridotta del 40%), il problema è capire, a fronte delle trasformazioni sociali
che stanno avvenendo, come i Comuni vengono messi nelle condizioni economiche
per rispondere a tutte le domande di servizio. Casalgrande aumenta del 30% dal
punto di vista demografico. E' una comunità che si sta ampliando in un
distretto industriale che, nonostante la crisi, continua ad avere la necessità
di manodopera. Occorre vedere come garantire il livello dei servizi. Il
problema è: come riusciremo ad aumentare le entrate, in considerazione
dell'incremento demografico e con l'Irpef bloccata? I Comuni fanno anche front
office e si confrontano coi cittadini". Dal punto di vista contabile, gli
introiti Ici sono iscritti nel bilancio 2008? Beggi: "Sì, rileveremo una
minore entrata accertandola con un extrabilancio da parte dello stato. Ora ci
sarà da divertirsi, perché ci sarà una autocertificazione da parte dei
dirigenti delle ragionerie. Dovrà poi essere suggellata fra un anno, quando i
calcoli saranno più definiti, e c'è il rischio che qualche autocertificazione
sia inferiore o superiore al gettito presunto. Il problema dell'Ici rischia di
essere enfatizzato". Per quale motivo? Beggi: "Siamo di fronte ad un
aumento delle spese derivanti da inflazione, dal costo dell'energia,
dall'aumento delle tariffe e della popolazione, eccetera. Ma aumentano anche le
tipologie dei bisogni: non ci sono più solo quelli relativi ad anziani e prima
infanzia; ora ci sono altri aspetti, come la solitudine e le famiglie sempre
più piccole, che un tempo erano sostenute dalla solidarietà parentale. Il
sistema del volontariato tiene, ma fa più fatica, senza sostegni. Il governo
vuole compensare i 2,4 miliardi di euro in meno attraverso risparmi di spesa
che sono derivati dai minori contributi (società sportive, eccetera). Ma i
cittadini si rivolgono solo ai Comuni, non vanno a lamentarsi in Provincia, in
Regione o altrove". E la riduzione del numero dei Comuni? "Dicono:
dobbiamo ridurre da
( da "Trentino" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di Marco Guidotto
Sei mesi per una visita al centro diabetico L'associazione locale accusa:
"Manca il personale per seguire 4.000 malati" Rudari e Sandrinelli
all'attacco: "Trento segue lo stesso numero di pazienti ma con una
struttura autonoma e molti più operatori. La situazione non è più sostenibile:
molti vanno a farsi curare a Negrar" ROVERETO. Sei mesi d'attesa per una
visita di controllo. Appena tredici visite al giorno anzichè 25, come si
verificava un anno e mezzo fa. Succede al centro antidiabetico roveretano, che
fa capo al reparto di geriatria del Santa Maria del Carmine. "Il centro -
denuncia l'associazione diabetici - non offre la necessaria e imprescindibile
assistenza. Non è colpa degli operatori, che sono bravissimi. E' colpa
dell'organizzazione del centro, che non ha sufficiente personale".
L'associazione - presidente Livio Rudari, vice Elvio Sandrinelli, referente per
i giovani Michele Paissan - ha fatto presente la situazione
("disastrosa") del centro roveretano prima all'azienda sanitaria e al
direttore del reparto di geriatria Girardello, poi, più recentemente, alla
quarta commissione provinciale, dove era presente anche l'assessore Remo
Andreolli: "Ad oggi - afferma il vice presidente Sandrinelli - non abbiamo
ottenuto risposte". Per l'associazione, attorno a cui gravitano i ben 4
mila diabetici in cura al centro roveretano, la situazione è diventata
intollerabile. Il problema riguarda visite di controllo e terapie per quelle
persone alle quali è stata diagnosticata una malattia che tocca oggi circa l'8%
della popolazione, e che è in costante crescita. Sandrinelli e Paissan tengono
a fare una premessa: "La nostra insoddisfazione, che è totale, non
riguarda minimamente il personale medico e paramedico attualmente impegnato nel
centro: che è non solo estremamente competente, ma anche straordinariamente
disponibile". Il problema è il modello organizzativo del centro:
"Causa l'aumento delle persone diabetiche, e la burocrazia a cui sono stati sottoposti i
professionisti del centro, oggi purtroppo dobbiamo rilevare che l'assistenza ai
malati è venuta meno. Il problema riguarda i tempi d'attesa per le visite di
controllo. Sia chi è affetto da diabete di tipo 1, sia chi ha il diabete di
tipo 2 oggi, rispetto a un anno e mezzo fa, deve aspettare sei mesi per
una visita di controllo. Anzichè 3 visite all'anno a paziente, il centro oggi
riesce a garantirne solo 1 o 2. Non si fa più nessun tipo di prevenzione. E il
rischio complicanze, per noi diabetici, è estremamente elevato: ci sono
gravissimi rischi per la vista, per la mobilità degli arti inferiori, per il
cuore". Per avvalorare la propria protesta, Sandrinelli e Paissan prendono
ad esempio il centro di Trento: "Che ha praticamente lo stesso numero di
pazienti, 4 mila, ma può disporre di una pianta organica di tutt'altra
dimensione: hanno un responsabile unico, più infermeri, uno psicologo, un
nefrologo, un dietologo, un neurologo, un oculista, una segreteria autonoma.
Tutte cose che il centro roveretano non ha. La nostra richiesta è per l'appunto
questa: dotare anche il centro roveretano dello stesso personale che ha il
centro del capoluogo. E rendere autonomo rispetto al reparto di geriatria il
centro locale, così come lo è quello di Trento: solo così l'organizzazione del
centro può tornare efficiente. Oggi i pazienti roveretani sono male assistiti,
nonostante la grandissima disponibilità da parte dell'attuale personale. E così
molti diabetici roveretani sono costretti a farsi curare altrove: c'è chi va a
Negrar, molti anche a Pisa".
( da "Trentino" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Tempi lenti: i
pompieri perginesi dovranno attendere ancora ROBERTO GEROLA PERGINE. Solo fra un
anno sarà possibile per il Corpo dei vigili del fuoco volontari di Pergine
avere in dotazione la nuova autobotte e poter disporre quindi di una maggior
efficienza. La burocrazia allunga i tempi. Questo è quanto emerso nel corso della recente
assemblea della settantina di pompieri di Pergine convocati per l'annuale
bilancio consuntivo sotto la presidenza del comandante Giorgio Fuoli, presenti
anche l'ispettore Giancarlo Tomaselli e l'assessore Aldo Zanella.
L'autobotte è già stata finanziata (costo 363.000), ma occorrerà attendere
l'esito del bando di concorso europeo e quindi equipaggiarla. è stata anche
acquistata una nuova pompa carrellata ed altra attrezzatura. Così il parco
automezzi compresi i carrelli comprende una ventina di macchine. Donata invece
da Cassa rurale e Usi civici di Pergine una "termocamera", utilissima
per controllare l'entità delle fonti di calore in caso di incendio. Il bilancio
(approvato all'unanimità) pareggia sulla cifra di 559.000 euro e presenta un
avanzo di amministrazione di 6.000 euro dovuto ai rimborsi per le ore impiegate
in incendi boschivi. Nel corso dei lavori sono emerse anche interessanti novità
di iniziative per la vita del Corpo. Per esempio, due nuovi elementi sono
entrati come vigili attivi dopo essere stati allievi: Luca Puecher e Antonio
Gretter. Nuovo allievo invece è Mattia Gretter. Altra novità riguarda il Trofeo
Carlo Beber che verrà ripetuto domenica 15 giugno. Si tratta della gara Ctif
per allievi in memoria dell'istruttore perginese scomparso un paio di anni fa.
Alla manifestazione, oltre a numerose squadre trentine, parteciperanno anche
squadre straniere: le squadre del Lussemburgo e due austriache (di Amstetten,
la "gemella" di Pergine) e del NiederÖsterraich. Tra il comandante
Giorgio Fuoli e l'ispettore Giancarlo Tomaselli sono stati poi riferiti i
risultati di incontri, riunioni e discussioni su argomenti interenti l'attività
dei corpi. (r.g.).
( da "MF Fashion" del 04-06-2008)
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Mff Numero 110
pag. 5 del 4/6/2008 | Indietro Carta d'identità tessile,
oggi sarà approvata la nuova versione Di Alessandro Wagner Made in Italy Alla vigilia
dell'assemblea dello Smi, Itf-Italian textile fashion dovrebbe finalmente
introdurre nel documento di tracciabilità l'obbligo di indicazione dell'origine
della filatura. Questa mattina, alla vigilia dell'assemblea di Sistema Moda
Italia, durante la quale l'ormai ex-presidente Paolo Zegna darà le dimissioni
per entrare a far parte della nuova squadra di Emma Marcegaglia, la riunione di
Itf-Italian textile fashion che si terrà presso la Camera di commercio di
Firenze dovrebbe chiudere definitivamente la questione della tracciabilità dei
prodotti dell'industria tessile, oltre che di quella conciaria, introducendo
l'obbligo di indicazione anche della filatura. Resistenze, un
po' di burocrazia, la fine
del mandato e la riconferma al vertice di Itf di Luca Mantellassi, presidente
della Camera di commercio fiorentina, hanno allungato i tempi della revisione
della versione originaria della carta di identità tessile, quella che prevedeva
solo come facoltativa l'indicazione della filatura. Versione contro la
quale si era levata la vigorosa protesta dell'Unione industriale biellese, dei
filatori e di parte delle aziende tessili, perché consentendo di non indicare
l'origine della filatura si metteva sullo stesso piano il made in Italy più
genuino e quello che invece realizza all'estero almeno il primo step della
filiera. Lo stesso Paolo Zegna, lo scorso aprile in un'intervista a MFF, aveva
sostenuto l'opportunità di una rapida revisione della versione originaria della
carta di identità dei prodotti tessili (il documento di tracciabilità, ndr),
presentato con una certa enfasi, lo scorso 13 febbraio, in occasione della
fiera MilanoUnica: "Ha assolutamente ragione Biella, la filatura non può
non essere parte della tracciabilità". Dunque sono state accolte le
critiche e le richieste dell'Unione industriale biellese e a monte la posizione
delle aziende che di propria iniziativa avevano già introdotto un documento di
tracciabilità, cioè Vitale Barberis Canonico, Successori Reda, Barbera e Lane
cardate. "Noi dichiariamo anche dove è stata effettuata la pettinatura, ma
capisco che la materia prima possa arrivare a volte già pettinata", aveva
dichiarato in quella occasione Luciano Barberis Canonico, "omettere la
filatura però è mancanza di trasparenza". Capire quali siano state le
aziende che inizialmente hanno "remato contro" al varo di una carta
di identità tessile già comprensiva dell'obbligo di indicazione della filatura
passa così in secondo piano di fronte al varo, finalmente, di un documento che
consentirà al made in Italy di essere trasparente e certificato da Itf, il
soggetto ideato dal sistema camerale per governare il sistema delle
dichiarazioni di tracciabilità anche sotto il profilo delle verifiche ed
eventualmente delle sanzioni. Ma non sarà solo il tessile-abbigliamento a
beneficiare dell'entrata in vigore di un documento che certifichi quanto made
in Italy c'è in ogni prodotto: la carta di identità per questo settore sarà
affiancata anche da un analogo documento rivolto ai prodotti in pelle. A questo
punto si tratterà di passare dalla teoria alla pratica e di vedere quante e
quali aziende aderiranno all'iniziativa di Smi-Itf. (riproduzione riservata)
.
( da "Italia Oggi" del 04-06-2008)
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ItaliaOggi
ItaliaOggi - Giustizia e Società Numero 132, pag. 34 del
4/6/2008 Autore: di Cristina Bartelli Visualizza la pagina in PDF
I risultati in una indagine di Assonime sull'attuazione del dlgs 231/01
da parte delle quotate Responsabilità, società in ritardo Il 74% non ha ancora
aggiornato i modelli ai nuovi reati Modelli 231/01 sulla responsabilità
amministrativa delle imprese , aggiornamenti al giro di boa. Dall'entrata in
vigore della norma, 2001, il 63% delle società ha provveduto a riformulare ex
novo i modelli di prevenzione delle norme sui reati di impresa. Il motivo?
L'estensione, durante i sette anni di applicazione della legge a nuove figure
di reati. Dai tre reati iniziali: indebita percezione di erogazioni; truffa in
danno dello stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni
pubbliche e frode informatica in danno dello stato o di un ente pubblico; concussione
e corruzione; la normativa è stata ampliata arrivando a prevedere ben 12 nuove
fattispecie. Le ultime due in particolare sono quelle che riguardano la
sicurezza sul lavoro e i cyber reati. Ma secondo la ricerca condotta da
Assonime sull'applicazione della 231 da parte delle società, solo il 26% ha
provveduto a uniformare le indicazioni del modello al tema sicurezza sul
lavoro. Il 74% ancora non ha compiuto le modifiche. L'indagine condotta da
Assonime ha coinvolto un campione di 300 società, di medio grande dimensioni,
quotate o sul mercato di borsa italiana o sul segmento Star. E subito emerge il
dato sulle imprese che hanno fornito le risposte più complete al questionario.
Sono quelle di dimensioni medio grandi. Le altre appartenenti al gruppo e quindi
srl di più piccole dimensioni hanno dichiarato di non aver adottato nessun
modello organizzativo di controllo. Chi ha adottato il modello organizzativo di
controllo: il 73% delle società ha adottato il modello organizzativo di
controllo. L'indagine di Assonime, evidenzia che i modelli, solo raramente
tengono conto della distinzione tra soggetti apicali e sottoposti, non
differenziando tra le due figure, le differenze per la prevenzione dei reati.
Consulenza, costi e burocrazia. L'88% ha coinvolto consulenti esterni e la scelta ha
rappresentato un costo elevato per le società. Un costo necessario si legge nel
documento Assonime, "perché ha consentito di introdurre conoscenze e
esperienze nuove necessarie per sviluppare una sensibilità e una cultura aziendale
adeguata alle nuove tendenze legislative in tema di responsabilità dell'impresa
e di controlli societari". I consulenti esterni coinvolti per la
predisposizione sono, nella maggior parte dei casi, esperti legali, coadiuvati
talvolta da esperti di organizzazione e società di consulenza, o da revisore.
Una sola società ha coinvolto anche l'esperto in salute e sicurezza del lavoro.
Una consulenza a 360 gradi che ha coinvolto nel 57% tutte le società del gruppo
e che, nel 63% dei casi continua per la fase di attuazione e aggiornamento. I
costi non si limitano poi alla sola predisposizione del modello ma anche
all'attività di formazione e al costo del personale. E non solo. All'elenco si
aggiungono anche i costi per la remunerazione dei componenti dell'organo di
vigilanza e il budget per questo organismo. E anche se si riconoscono le
diverse voci dei costi che incidono sulla predisposizione del modello la
maggior parte delle società non vuole dare una stima dei costi. L'organismo che
dà il via libera al modello. Nella maggior parte dei casi il modello è stato
predisposto dal consiglio di amministrazione anche se coadiuvato da gruppi di
lavoro o consulenti esterni. Il 95% del campione ha individuato attraverso
l'uso di questionari o interviste mirate alle funzioni aziendali, aree di
rischio di reato all'interno della propria azienda. La gamma delle procedure è
varia e spazia dall'adozione degli adempimenti più formali a procedure
elaborate che consentono di monitorare costantemente l'attività di impresa.
( da "Secolo XIX, Il" del 04-06-2008)
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RIUNIONE A
CORNIGLIANO Bonifica, infrastrutture e piano industriale oggetto di un nuovo
incontro che si svolgerà l'11 giugno nella sede della Regione 04/06/2008
"LA RIPRESA della trattativa ora è più difficile perché mi sembra si siano
allentati i rapporti di fiducia tra le parti". L'assessore allo Sviluppo
economico del Comune, Mario Margini, scuote la testa al termine della lunga
riunione svoltasi ieri nella sede della Società per Cornigliano, in via
Muratori, sulla partita dell'acciaio che sta diventando sempre più complicata.
Un faccia a faccia teso. Da una parte, il presidente della Regione, Claudio
Burlando, l'assessore provinciale alle Attività produttive, Paolo Perfigli,
Margini e i rappresentanti sindacali; dall'altra i vertici dell'Ilva, tra cui
Emilio e Daniele Riva. A coordinare il confronto il prefetto, Anna Maria
Cancellieri. Subito è partito all'attacco Emilia Riva mettendo sul tavolo la
lista delle presunte inadempienze degli enti pubblici, colpevoli - a suo dire -
di aver rallentato con i tempi lunghi e le complicazioni
della burocrazia
l'attuazione dell'accordo di programma che ha sancito la chiusura della
produzione a caldo e la destinazione di parte delle aree alla città. Ma
soprattutto Riva ha chiamato in causa il Comune sollevando la questione degli
oneri di urbanizzazione, ritenuti troppo alti. Immediata e ferma la
replica di Margini: "Gli oneri sono regolati per legge. Da parte nostra,
non possiamo che attenerci alle valutazioni dei nostri tecnici. Su questo punto
ci può essere flessibilità, non certo contrattazione". Ma il vero braccio
di ferro si gioca sul nuovo piano industriale. L'intesa del 2005 prevedeva 700
milioni di investimento e l'impiego di 2.700 lavoratori contro i 2.145 attuali.
La crisi della banda stagnata ha costretto l'azienda a rivedere gli impegni: a
regime si arriverà al massimo a 2.200 unità. Regione, enti locali e sindacati
chiedono da tempo una verifica. Ma prima hanno chiesto all'industriale di
sgomberare il campo da alcuni ostacoli: la cassa integrazione per altri 37
operai, scattata dopo il braccio di ferro per la riconferma di sette
apprendisti ai primi di marzo. La vicenda era sfociata in una serie di scioperi
e nella denuncia dei sindacati da parte dell'Ilva per mancato preavviso. Ieri
c'è stato il primo round. L'11 giugno, in Regione, è previsto un nuovo incontro
per dirimere le controversie tecniche e fare il punto su strade,
infrastrutture, bonifica e logistica; il giorno successivo Riva vedrà i
sindacati. "Mi sembra che ci sia un clima più positivo", è il
commento di Burlando. Ottimista anche il prefetto: "È nell'interesse di
tutti che si lavori bene perché questo accordo possa essere compiutamente
realizzato". V. G. 04/06/2008.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cronaca pag. 7
Andrea: "Da 5 anni aspetto la risposta" Nel 2006 Bresciaoggi si
occupò del caso di Andrea Saai, in Italia da oltre 20 anni e da
( da "Nuova Sardegna, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Sardegna Confronto
col governo su Por e debiti Le organizzazioni accusano: "Finora è mancata
la concertazione" CAGLIARI. Le organizzazioni degli agricoltori sono sul
piede di guerra nei confronti della Regione perché - secondo la Coldiretti -
"finora non abbiamo consiviso la programmazione né abbiamo concertato
nulla". Di contro, l'assessore all'Agricoltura, Francesco Foddis, ha
sempre sostenuto che sono state avviate riforme fondamentali, come quelle che
hanno coinvolto gli enti agricoli. Resta il problema di fondo di un settore
che, se fosse una Spa,avrebbe dovuto portare i libri in tribunale visto che la
produzione lorda vendibile è pari al fatturato stesso. L'assessore Foddis ha
già avviato il confronto con il nuovo ministero e ha definito l'agenda degli
impegni e delle priorità che saranno sottoposte al neo ministro Zaia. Le
riforme avviate riguardano oltre gli enti agricoli gli storici Consorzi di
Bonifica che sono stati rivisitati dal Consiglio regionale. Ma ora si tratta di
modernizzazione e regolazione i mercati nel settore agricolo, agroalimentare e
della pesca, la vera scommessa del futuro per il settore. Per gli agricoltori
sardi, infine, uno dei problemi riguarda la lentezza da
parte della burocrazia
regionale nell'iter per l'erogazione dei contributi alle aziende agricole.
Soprattutto nei servizi forniti da Argea si sono verificati ritardi nel saldo
dei contributi. Ma ora l'assessorato ha dato un'accelerazione alle pratiche.
Tra le partite aperte, naturalmente, resta quella delle imprese indebitate,
i serricultori "traditi" dalla legge non notificata a suo tempo
all'Ue. Poi i bandi Por: alcune misure stanno andando decisamente bene, altre
stentano. Per il miglioramento aziendale la spesa è del 75% (151 milioni). C'è
qualche difficoltà per i progetti che si scontrano con l'entità delle risorse.
( da "Nazione, La (Firenze)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MUGELLO pag.
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Trieste Sede inedita
per la Sagra della sardella edizione 2008. La popolare e seguita manifestazione
enogastronomica e musicale, ufficialmente denominata "Trieste in
festa", che aprirà i battenti domani sul campo di calcio del Campanelle,
dopo aver ospitato per anni sulle Rive decine di migliaia di appassionati del
genere, stavolta ha dovuto fare i bagagli e spostarsi in periferia. "Ma
non tutto il male viene per nuocere - ha detto ieri in sede di presentazione il
patron della Sagra, Lorenzo Giorgi - perché l'area scelta quest'anno presenta
numerosi vantaggi, come la facilità di parcheggio, che sulle Rive era limitata,
l'accessibilità con i mezzi pubblici, in particolare le linee 33 e
"C" alla sera tardi, la garanzia del fresco, perché saremo in un
punto spesso accarezzato dal vento". Giorgi comunque
si è lamentato della "terribile burocrazia che impedisce di accedere attraverso una trafila normale agli
spazi lungo le Rive". Sarà per il prossimo anno. Intanto tutto è pronto
per l'inaugurazione di domani alle 18, sul campo del Campanelle, con la musica
di Giorgio Manzin. Il programma prevede quattro sere di apertura, dal
giovedì alla domenica, per tutte le settimane di giugno e luglio e nella prima
di agosto. Dal 7 di quest'ultimo mese, serie più lunga senza interruzioni dal 7
al 17, per comprendere Ferragosto. "In totale - ha precisato Giorgio - le
giornate saranno le stesse degli ultimi anni". In collaborazione con
l'assessorato comunale per la Promozione e la protezione sociale si procederà a
inserire nello staff di servizio persone diversamente abili e con quello alla
Cultura si curerà sul posto la distribuzione di depliant dei Musei della città.
Gli appassionati di calcio poi possono stare tranquilli: in occasione delle
partite della Nazionale, impegnata agli Europei, saranno accesi i televisori e
gli schermi. All'organizzazione daranno il loro contributo anche la
Polisportiva Roiano Gretta Barcola, la sezione triestina del Movimento sport
popolare, Action Aid, l'organizzazione internazionale che si occupa di adozioni
a distanza e ovviamente la società di calcio del Campanelle. Sul palcoscenico
si alterneranno ogni sera i maggiori rappresentanti della musica triestina. (u.
s.).
( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina I - Napoli L'analisi Il timore del Presidente nel Sud è realtà MASSIMO VILLONE
Di burocrazia si può anche
morire. A Casal di Principe i killer uccidono chi avrebbe potuto testimoniare
l'intreccio tra rifiuti, camorra, politica. Perché mancava la protezione
richiesta? Si è sentito anche dire che non di un pentito si trattava, ma di
qualcuno che si avviava a pentirsi. Che quindi non era nella condizione
prevista per la protezione. Se fosse vero, sarebbe una risposta burocratica e
terribile. Si sapeva o no che l'ucciso era una grave minaccia per il potere
criminale? L'ordine di uccidere dimostra che gli interessati lo sapevano.
Mentre lo Stato ha torpidamente lasciato che l'irreparabile accadesse. Le carte
saranno certo in ordine. Ma questa morte si poteva e doveva evitare. Nel
messaggio del 2 giugno il presidente Napolitano esprime il timore di una
regressione civile. Parole forti e dure, giustificate da quel che accade e
certo condivise dalla parte migliore del paese. Nel Mezzogiorno poi - in specie
a Napoli e in Campania - il timore del Presidente è in ampia misura realtà. La
presenza delle istituzioni sul territorio si indebolisce, la politica è
clientelare, frantumata, corrosa, collusa. Non sa o non può mettere in campo
reazioni, proposte, rimedi. Anche questa è regressione civile. Ha poi ragione
il Presidente quando chiede a tutti di non cedere al localismo esasperato, al
ribellismo, di rispettare le decisioni legittime dello Stato. Ma l'appello deve
fare i conti con una realtà in cui illegalità e violenza quotidianamente
prevalgono. Dove la contiguità tra potere pubblico e potere criminale è
visibile, e dimostrata da fatti eclatanti come l'omicidio di Casal di Principe.
SEGUE A PAGINA VIII.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pordenone
Subappalti, abolito l'onere certificatorio Complicazione in meno per le imprese Burocrazia sconfitta. Perlomeno per quel che
riguarda i subappaltatori sui quali ricadeva, sulla base di quanto stabilito
dal regolamento attuativo in materia di appalti, di un "ingiustificato
onere certificatorio". Il Governo, invece, recependo le richieste di
Confartigianato, ha eliminato il balzello compiendo un passo in avanti sul
fronte della semplificazione. "I primi atti del Governo appaiono in
sintonia con le aspettative degli imprenditori in materia di semplificazione.
Apprezziamo la sensibilità manifestata dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi
che ha recepito le sollecitazioni di Confartigianato eliminando un onere
certificatorio ingiustificato a carico delle piccole imprese". Così il
presidente di Confartigianato Pordenone, Silvano Pascolo, commenta
l'abrogazione, da parte del Consiglio dei ministri, dell'articolo 29 del
Regolamento attuativo in materia di appalti (il Decreto Ministeriale n.
74/2008) sulla responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore.
"L'intervento del Governo - spiega Pascolo - ha evitato che su migliaia di
piccole imprese subappaltatrici si abbattesse un nuovo adempimento burocratico
e che fossero costrette a presentare, entro il 16 giugno, un'enorme mole di
certificazioni retributive, contributive e fiscali per ottenere dalle imprese
appaltanti il pagamento dei lavori eseguiti". Soddisfazione viene espressa
dal presidente Pascolo anche per il rinvio dei termini per la presentazione
delle dichiarazioni fiscali, deciso sempre dal Consiglio dei ministri e
sollecitato dalle associazioni del sistema Confartigianato.
( da "Nuova Sardegna, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nuoro Invalidità,
l'odissea di un ex emigrato "Con il ritorno a Bolotana ho perso
l'indennità ottenuta a Reggio Emilia" BOLOTANA. "Le leggi sono uguali
in tutto il territorio dello Stato". Un principio sacrosanto che, senza
scomodare Socrate e Platone, si impara con la prima lezione di educazione
civica. Eppure, può accadere che in due città del Belpaese, in questo caso
Reggio Emilia e Nuoro, leggi, procedure ecc. vengano applicate in modo diverso.
E, talvolta, persino ignorate. è quanto traspare da una
storia di ordinaria burocrazia raccontata alla "Nuova" da un invalido di Bolotana,
Giovanni Barrasca, 56 anni, ex emigrato, rientrato in paese nel 2005 da Reggio
Emilia, dove lavorava come muratore. Lì ha lasciato i 4 figli, anche loro
operai. "Sono tornato per cercare di stare meglio a casa mia, senza pagare
l'affitto", dice con voce sofferta. E, invece, per lui, è stato
l'inizio del calvario. Già, perché tra Reggio Emilia e Nuoro, in materia di applicazione
delle leggi sull'indennità di invalidità, sembra esserci un abisso. Eccola la
storia: "In seguito a un infortunio sul lavoro in un cantiere di Milano,
sono stato sottoposto a un intervento chirurgico nel corso del quale, dopo una
trasfusione, ho contratto l'epatite. Successivamente, la commissione medica di
Bologna, mi riconobbe l'invalidità permanente assegnandomi un indennizzo
mensile a vita, che percepivo dal Dipartimento di sanità pubblica della Asl di
Reggio Emilia, dove ero residente". Il tutto in base a una legge dello
Stato che Giovanni Barrasca conosce a memoria perché la vive sulla pelle: la
legge 25 febbraio 1992, numero 210. "In base a questa legge - dice - mi
venne assegnato un indennizzo che la Asl di Reggio Emilia pagava ogni due mesi
con un bonifico". Fin qui tutto regolare. Tutto cambia quando l'ex
emigrato rientra a Bolotana il 3 agosto 2005. "Ho continuato a percepire
l'indennizzo fino al 31 dicembre dello stesso anno - racconta - Poi, però, con
il trasferimento della residenza a Bolotana, la Asl di Reggio Emilia inviò il
mio fascicolo alla Asl di Nuoro che avrebbe dovuto continuare i
pagamenti". Invece tutto si blocca: dal 1º gennaio 2006 Giovanni Barrasca
non riceve più nulla. Perché? Perché comincia il gioco dello scaricabarile.
"Dalla Asl - continua l'ex emigrato - hanno scritto all'ufficio
provinciale del Tesoro di Nuoro dicendo che loro non si occupavano di
liquidazioni di indennizzi della legge 210/92. Dal Tesoro non ho saputo
nulla". Chi deve pagare, dunque? L'unica cosa certa è che l'ex emigrato,
l'indennizzo, garantito a vita da una legge dello Stato, qui non lo riceve più.
"Perché a Reggio Emilia sì e a Nuoro no?". Già: ma a chi va girata la
domanda? (f.s.).
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
MODENA PRIMO PIANO
pag. 2 Tutti contro l'assenteista ma Confronto con Sabattini. "Resto al
mio posto". E l'ente va da un legale. IL CASO IN GIUNTA di PAOLO GRILLI LA
LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha che aumentato le distanze fra la
Provincia e Mira Guglielmi, la dirigente delll'area Ambiente (oltre 5mila euro
al mese di stipendio) indagata dalla procura per presunto assenteismo. E così,
per lei, è già alle porte lo spostamento in un altro ufficio, ancor prima che
si chiariscano le sue reponsabilità sul piano giudiziario. Ufficialmente per
ora la Provincia non ha adottato provvedimenti ma è quasi certo che nel giro di
48 ore verrà probabilmente destinata ad altro incarico. La sua posizione, pur
in attesa dell'esito dell'inchiesta della Procura, sembra
"incompatibile" con il ruolo che ricopre. Intorno alle 13 e 30 di
ieri la 55enne ha incontrato il presidente dell'ente, Emilio Sabattini: un
confronto "cordiale e sereno", certo, ma più che altro formale. Era
anche presente il legale della Guglielmi, Henrich Stove, oltre al consulente,
l'avvocato Matilde Palmieri, legale dei dirigenti degli enti locali. La
direttrice non ha mostrato alcun segno di ravvedimento, rimanendo ferma nella
convinzione di lavorare per obiettivi e non con un vincolo di orari. Quanto
stabilito dal suo contratto (ma non dal regolamento interno aggiuntivo della
Provincia) e anche dall'encomio firmato dall'assessore all'Ambiente Alberto
Caldana. PROPRIO quest'ultimo, suo malgrado, è stato il protagonista degli
altri due incontri chiave in Provincia, quelli che hanno dimostrato l'estrema
freddezza dell'ente nei confronti dell'indagata, se non un netto isolamento.
Già nella prima mattinata, Caldana ha confessato a Sabattini che aver firmato
l'encomio è stata "una grave ingenuità, ma compiuta in buona fede. E'
stata lei a chiedermi una nota di riconoscimento degli obiettivi raggiunti, a
esclusivo uso interno. Visto il rapporto di fiducia fra noi ? ha aggiunto
l'assessore ? non ho verificato il testo effettivo della lettera". Una
confessione di 'leggerezza' ribadita poi da Caldana anche davanti a tutta la
giunta provinciale. La quale ha mostrato una certa comprensione nei confronti
di chi aveva siglato quella carta confondendola con le
tante imposte dalla burocrazia. Ma l'attestato è poi diventato uno dei puntelli della difesa
della Guglielmi. L'orientamento dell'ente su tutta la vicenda è parso comunque
chiaro, se è vero che la Provincia ha subito nominato l'avvocato Verena
Corradini "per partecipare al procedimento, nell'ambito del quale
l'amministrazione potrebbe risultare parte offesa o danneggiata. Il
danno di immagine ? ha precisato Sabattini ? ci impone di mettere in campo ogni
azione volta a tutelare l'istituzione". L'UFFICIO LEGALE dell'ente e
quello del personale dunque stanno già studiando soluzioni per 'ricollocare' in
Provincia la Guglielmi. La posizione di dirigente di primo livello pone vincoli
piuttosto rigidi in campo disciplinare. Ma già prima che una decisione sia
presa, il clima che circonda la dirigente è pesantissimo. Con la dovuta
premessa della fiducia nell'operato della magistratura, i sindacati hanno già
promesso a Modena la massima severità nei confronti degli assenteisti. A ben
vedere, nessuna voce si è alzata in favore della Guglielmi. Negli uffici del
settore Ambiente di via Barozzi la tensione è palpabile. Qualcuno ha attaccato
alla macchinetta del caffè tutti gli articoli di giornale usciti sul caso
Guglielmi. E la signora, per ora, evita di bere caffè.
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
04-06-2008)
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MODENA PRIMO PIANO
pag. 3 di PAOLO GRILLI LA LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha che
aumentato le... di PAOLO GRILLI LA LUNGA mattinata dei faccia a faccia non ha
che aumentato le distanze fra la Provincia e Mira Guglielmi, la dirigente
delll'area Ambiente (oltre 5mila euro al mese di stipendio) indagata dalla
procura per presunto assenteismo. E così, per lei, è già alle porte lo
spostamento in un altro ufficio, ancor prima che si chiariscano le sue
reponsabilità sul piano giudiziario. Ufficialmente per ora la Provincia non ha
adottato provvedimenti ma è quasi certo che nel giro di 48 ore verrà
probabilmente destinata ad altro incarico. La sua posizione, pur in attesa
dell'esito dell'inchiesta della Procura, sembra "incompatibile" con
il ruolo che ricopre. Intorno alle 13 e 30 di ieri la 55enne ha incontrato il
presidente dell'ente, Emilio Sabattini: un confronto "cordiale e
sereno", certo, ma più che altro formale. Era anche presente il legale
della Guglielmi, Henrich Stove, oltre al consulente, l'avvocato Matilde
Palmieri, legale dei dirigenti degli enti locali. La direttrice non ha mostrato
alcun segno di ravvedimento, rimanendo ferma nella convinzione di lavorare per
obiettivi e non con un vincolo di orari. Quanto stabilito dal suo contratto (ma
non dal regolamento interno aggiuntivo della Provincia) e anche dall'encomio
firmato dall'assessore all'Ambiente Alberto Caldana. PROPRIO quest'ultimo, suo
malgrado, è stato il protagonista degli altri due incontri chiave in Provincia,
quelli che hanno dimostrato l'estrema freddezza dell'ente nei confronti
dell'indagata, se non un netto isolamento. Già nella prima mattinata, Caldana
ha confessato a Sabattini che aver firmato l'encomio è stata "una grave
ingenuità, ma compiuta in buona fede. E' stata lei a chiedermi una nota di
riconoscimento degli obiettivi raggiunti, a esclusivo uso interno. Visto il
rapporto di fiducia fra noi ? ha aggiunto l'assessore ? non ho verificato il
testo effettivo della lettera". Una confessione di 'leggerezza' ribadita
poi da Caldana anche davanti a tutta la giunta provinciale. La quale ha
mostrato una certa comprensione nei confronti di chi aveva siglato quella carta
confondendola con le tante imposte dalla burocrazia. Ma l'attestato è poi
diventato uno dei puntelli della difesa della Guglielmi. L'orientamento
dell'ente su tutta la vicenda è parso comunque chiaro, se è vero che la
Provincia ha subito nominato l'avvocato Verena Corradini "per partecipare
al procedimento, nell'ambito del quale l'amministrazione potrebbe risultare
parte offesa o danneggiata. Il danno di immagine ? ha precisato
Sabattini ? ci impone di mettere in campo ogni azione volta a tutelare
l'istituzione". L'UFFICIO LEGALE dell'ente e quello del personale dunque
stanno già studiando soluzioni per 'ricollocare' in Provincia la Guglielmi. La
posizione di dirigente di primo livello pone vincoli piuttosto rigidi in campo
disciplinare. Ma già prima che una decisione sia presa, il clima che circonda la
dirigente è pesantissimo. Con la dovuta premessa della fiducia nell'operato
della magistratura, i sindacati hanno già promesso a Modena la massima severità
nei confronti degli assenteisti. A ben vedere, nessuna voce si è alzata in
favore della Guglielmi. Negli uffici del settore Ambiente di via Barozzi la
tensione è palpabile. Qualcuno ha attaccato alla macchinetta del caffè tutti
gli articoli di giornale usciti sul caso Guglielmi. E la signora, per ora,
evita di bere caffè.
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
04-06-2008)
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FORLI' PRIMO PIANO
pag. 11 di MAURIZIO BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino Giunchi
riceve ... di MAURIZIO BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino
Giunchi riceve un bel regalo prenatalizio, 210 milioni di lire. Il denaro viene
elargito sotto forma di quota partecipativa della società Immobiliare Ex
Zuccherificio ? titolare dell'area dismessa di via Gorizia ?, che viene
intestata all'anziana madre dell'ingegner Tolmino, zar della Provincia ? per i
maligni, di tutta l'amministrazione, non solo del suo settore, l'Ambiente.
L'omaggio, assai gradito dall'aitante Giunchi ? allora è già alla soglia dei
sessanta, ma imperiosamente portati a spasso ? emerge quattro anni dopo,
dragando il mare oscuro di Rifiutopoli Uno. Ad allungare con devozione quella
fetta di torta è Giacomo Laghi, padre fondatore dell'omonima ditta di San
Lorenzo in Noceto, leader nello smaltimento dei rifiuti e nello spurgo dei
pozzi neri ? suoi sono gli appalti delle ditte pubbliche più importanti, tra
cui Trenitalia e Ausl di Forlì. L'EPISODIO è agli atti del procedimento, ieri
approdato in molo dopo sette anni d'inchiesta grazie alla preziosa scialuppa di
un maxi-patteggiamento (il rito alternativo prevede lo sconto di un terzo):
complessivamente gli imputati sono stati condannati a 17 anni 5 mesi e 15 giorni.
Un verdetto smaltito grazie all'indulto firmato dell'ex ministro della
Giustizia Clemente Mastella nell'estate del 2006, specie per quel che riguarda
Giacomo Laghi e il figlio Roberto, usciti dal tribunale con 4 anni a testa.
Quattro meno tre di indulto fa uno. Buona parte della pena residuale è però già
stata scontata con le misure cautelari del 2004. Il resto del debito con la
giustizia (poco più di sei mesi) verrà assorbito con l'affidamento ai servizi
sociali. QUELLA QUOTA di 210 milioni ? intestata alla madre di Giunchi per
evitare sospetti di conflitto d'interessi ? sarebbe servita a riscaldare i
muscoli dello 'zar', che avrebbe in questo modo fatto pressioni negli uffici
provinciali preposti ? in cui lui spadroneggiava ? per ottenere il rilascio
della certificazione dell'avvenuta bonifica di quell'area, pronta in quel modo
a spiccare il volo verso la riconversione in centro commerciale ? in realtà
un'altra inchiesta scattata nel 2002 tarperà le ali all'Ex Eridania, tuttora
presidiata da una melassa d'incuria: edifici pericolanti, bubboni di erbacce e
rovi dappertutto. La regalìa di Giacomo a Tolmino è solo un frammento delle
migliaia di carte e delle centinaia d'intercettazioni telefoniche che dal 2001
al
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
FORLI' PRIMO PIANO
pag. 10 Rifiutopoli, l'indulto Giunchi e i Laghi patteggiano pene lievi di MAURIZIO
BURNACCI UNDICI anni fa, 27 novembre 1997: Tolmino Giunchi riceve un bel regalo
prenatalizio, 210 milioni di lire. Il denaro viene elargito sotto forma di
quota partecipativa della società Immobiliare Ex Zuccherificio ? titolare
dell'area dismessa di via Gorizia ?, che viene intestata all'anziana madre
dell'ingegner Tolmino, zar della Provincia ? per i maligni, di tutta
l'amministrazione, non solo del suo settore, l'Ambiente. L'omaggio, assai
gradito dall'aitante Giunchi ? allora è già alla soglia dei sessanta, ma
imperiosamente portati a spasso ? emerge quattro anni dopo, dragando il mare
oscuro di Rifiutopoli Uno. Ad allungare con devozione quella fetta di torta è
Giacomo Laghi, padre fondatore dell'omonima ditta di San Lorenzo in Noceto,
leader nello smaltimento dei rifiuti e nello spurgo dei pozzi neri ? suoi sono
gli appalti delle ditte pubbliche più importanti, tra cui Trenitalia e Ausl di
Forlì. L'EPISODIO è agli atti del procedimento, ieri approdato in molo dopo
sette anni d'inchiesta grazie alla preziosa scialuppa di un maxi-patteggiamento
(il rito alternativo prevede lo sconto di un terzo): complessivamente gli
imputati sono stati condannati a 17 anni 5 mesi e 15 giorni. Un verdetto
smaltito grazie all'indulto firmato dell'ex ministro della Giustizia Clemente
Mastella nell'estate del 2006, specie per quel che riguarda Giacomo Laghi e il
figlio Roberto, usciti dal tribunale con 4 anni a testa. Quattro meno tre di
indulto fa uno. Buona parte della pena residuale è però già stata scontata con le
misure cautelari del 2004. Il resto del debito con la giustizia (poco più di
sei mesi) verrà assorbito con l'affidamento ai servizi sociali. QUELLA QUOTA di
210 milioni ? intestata alla madre di Giunchi per evitare sospetti di conflitto
d'interessi ? sarebbe servita a riscaldare i muscoli dello 'zar', che avrebbe
in questo modo fatto pressioni negli uffici provinciali preposti ? in cui lui
spadroneggiava ? per ottenere il rilascio della certificazione dell'avvenuta
bonifica di quell'area, pronta in quel modo a spiccare il volo verso la
riconversione in centro commerciale ? in realtà un'altra inchiesta scattata nel
2002 tarperà le ali all'Ex Eridania, tuttora presidiata da una melassa
d'incuria: edifici pericolanti, bubboni di erbacce e rovi dappertutto. La regalìa
di Giacomo a Tolmino è solo un frammento delle migliaia di carte e delle
centinaia d'intercettazioni telefoniche che dal 2001 al
( da "Nazione, La (Empoli)" del 04-06-2008)
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CRONACA EMPOLI pag.
2 di ALBERTO ANDREOTTI PROBABILMENTE per Giovanni domani sarà il giorno
pi&... di ALBERTO ANDREOTTI PROBABILMENTE per Giovanni domani sarà il
giorno più bello della sua ancor giovane esistenza, 7 anni appena. Domani
Giovanni va a scuola, dove finalmente conoscerà i suoi compagni di prima
elementare, alla primaria di Cerreto Guidi, dove risiede. Giovanni, infatti,
non ha potuto frequentare per tutto l'anno le lezioni, perché era affetto da
leucemia, praticava chemioterapie e le sue difese immunitarie erano bassissime.
Tanto chee un banale raffreddore avrebbe potuto nuocergli seriamente. ORA
GIOVANNI sta meglio, così i medici dell'equipe del Santa Chiara di Pisa che lo
hanno in cura, hanno acconsentito di farlo uscire per conoscere i suoi compagni
di classe che per tutto l'anno gli hanno inviato messaggi e bigliettini di
incoraggiamento, di affetto, di amicizia. Non solo, ma Stefano e Barbara, i
genitori di Giovanni, pensano proprio che il prossimo anno loro figlio potrà
frequentare le lezioni con regolarità. INTANTO, in questo anno scolastico,
attorno a Giovanni si è creata una stupenda catena di solidarietà. Le sue
maestre si sono alternate volontariamente per andare a casa sua a fare lezione.
Così l'alunno ha potuto seguire il programma ed ora, sostenendo un piccolo
esame, potrà essere ammesso alla seconda classe. Francesca, l'insegnante di
italiano, Mariliana (matematica), Gabriella (storia e geografia), Rossella
(inglese) e Jenny (religione), con l'autorizzazione della dirigente scolastica,
hanno sfruttato ogni momento libero, ogni "buco" nel pur intenso
orario scolastico, per stare con Giovanni e fargli lezione. C'era stata qualche
apprensione, durante le vacanze di Natale, perché la dirigente scolastica aveva
detto che erano finiti i fondi e non si sapeva come continuare il servizio
inviando le maestre a casa. Anche la Regione e la Provincia erano state
contattate, ma non avevano trovato una soluzione. Così si è fatto ricorso al
buonsenso e soprattutto ad una buona dose di generosità, due
medicine molto piùà efficaci della burocrazia, in questo Paese. Le maestre hanno deciso, appunto, di andare a
casa del loro alunno speciale volontariamente, senza percepire alcun compenso
straordinario. I RISULTATI sono stati sorprendenti, il bambino ha potuto
seguire regolarmente tutte le materie ed ora può andare in seconda. Non
solo, ma in quella casa quando entrava una maestra entrava, con il corredo di
disegni, messaggi e bigliettini, l'affetto di tutta la classe di Giovanni, una
piccola comunità che per tutto l'anno "ha fatto il tifo" per la
guarigione del compagno e che domani finalmente potrà abbracciarlo. Attraverso
le nostre colonne, Stefano e Barbara desiderano ringraziare tutti a nome di
Giovanni: le maestre per la loro straordinaria dedizione, la scuola per la
disponibilità ed i piccoli compagni per le stupende dimostrazioni di affetto.
( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IMOLA pag. 5 BUROCRAZIA Caos con i computer E in Comune non risultano i
pagamenti già fatti CONTRIBUTI per l'affitto, assegni di cura per anziani e
disabili, ma anche assegni di maternità, contributi per l'abbattimento della
tassa rifiuti e tutte le altre agevolazioni economiche previste: le
autocertificazioni firmate per ottenere queste agevolazioni nel 2007,
verranno sorteggiate martedì alle 10.30 alla sede dell'Asp di viale D'Agostino
2/a, per essere poi sottoposte a controlli approfonditi. "I cittadini che
hanno ottenuto contributi o benefici ? fa sapere la direzione dell'Asp ?
possono partecipare alle operazioni di sorteggio presentandosi alla sede di
viale D'Agostino, muniti di un documento di identità valido, entro le 10.30 di
martedì 10".
( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IMOLA AGENDA pag. 7
) MONUMENTO "La sinistra fa sempre quello che vuole" E'... )
MONUMENTO "La sinistra fa sempre quello che vuole" E' MAI possibile
che a Imola la sinistra debba fare sempre quello che vuole, anche andando
contro la volontà dei cittadini? Sul monumento ai Caduti di piazza Matteotti,
io nel 2001 scrissi all'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
per chiedere se era davvero lecito spostare il monumento. Mi fu risposto che
qualsiasi monumento sulla guerra del '15-'18 non poteva essere toccato, pena
multe salatissime. In tutte le piazze ci sono monumenti e quello di Imola è
stato pagato dai cittadini in memoria di 533 morti: sono forse troppo pochi?
Sono figlia di un perseguitato politico però da 30 anni non dò più il voto alla
sinistra che prima avevo sempre votato in memoria di mio padre. Poi ho detto
basta, anche perché su vicende come questa del monumento c'è da vergognarsi.
Irene Landini ) DOZZA Dietrofront sulle accuse ALCUNI giorni addietro ho
scritto una lettera sulla manifestazione per il progetto lettura svoltosi nel
borgo di Dozza. In quell'occasione ho assistito a un'intervista fatta al nostro
sindaco Antonio Borghi dall'emittente televisiva Canale 11 e ho esternato il
mio disappunto sul fatto che non avesse citato gli altri partecipanti
all'organizzazione della serata, tra cui la scuola e gli insegnanti di
Toscanella. Solo ora, dopo essermi informato e documentato sulla completa
partecipazione alle idee, progetti e attività che la nostra giunta comunale
svolge in perfetta sinergia con scuola, chiesa e cittadini, mi rendo conto che
nel lavoro di gruppo, il successo di uno è il successo di tutti. Essendo stato
anche informato sulle reali difficoltà che ci sono a gestire una comunità quale
Toscanella e Dozza, mi sento in dovere di ringraziare per il lavoro che ogni
giorno il sindaco Borghi e la sua giunta svolgono per cercare di dare il meglio
a noi cittadini. In particolar modo per il sostegno dato al progetto lettura
nel patrocinio della serata, nelle spese di promozione attraverso il canale
televisivo, nel materiale stampato, e nel mettere a disposizione le strutture e
il borgo cittadino. Detto ciò, ci tengo vivamente a scusarmi con tutti,
sperando di non aver arrecato danno alcuno, essendo certo che tutti comprendano
che l'impegno, il lavoro e i risultati vanno premiati e non denigrati, mettendo
in disparte possibili pregiudizi, o colori politici. Renato Cardone ) INTERNET
"Pasticcio sistemato ma non basta" FINALMENTE è stato sistemato
completamente (o quasi) il sito del Comune, dopo che avevamo segnalato il
guazzabuglio sulle commissioni comunali e sull'Ici, dove il Comune continuava a
richiederne il pagamento anche a mezzo del sito, oltre a fornire indicazioni
abbondantemente superate e che ingeneravano non poche perplessità. Finalmente
sono apparsi i nomi dei componenti di commissione che rappresentano il Popolo
delle libertà ed è riapparsa la commissione pari opportunità, soppiantata dai
risultati delle ultime amministrative. Ancora, vengono fornite indicazioni più
precise anche in merito al non pagamento dell'Ici per la prima casa. Tutto bene
quindi, fatto salvo per quei cittadini che hanno già solertemente effettuato il
pagamento attraverso i bollettini spediti a casa dal Comune o attraverso il
modello 730. Per questi resta un cortese invito ad arrangiarsi, presentando una
generica domanda da inoltrare al Comune o rivolgendosi al proprio Caf. Non
sarebbe stato poi tanto difficile aggiungere il modulo da scaricare e
presentare (magari attraverso internet): sarebbe stato un importante segnale di
modernizzazione delle strutture comunali e di abbattimento di una burocrazia che ci fa perdere solo del tempo e fa girare carta inutilmente.
Si è persa un'altra buona occasione, ma lo segnaliamo ai solerti assessori
competenti e in particolare all'assessore Bondi dedicato al ramo ed esperto del
settore. Basta aggiungere la possibilità di inoltrare la domanda attraverso
internet con gli estremi di avvenuto pagamento e si risparmierebbe in tre:
il cittadino, il Comune e la natura. evitando di sprecare carta inutile.
Giuseppe Rago, An-Pdl.
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
FOSSOMBRONE, CAGLI E
URBANIA pag. 16 Santi e il Piano rurale: "Tante aziende a rischio" Il
presidente della Cia: "Benefici solo per pochi" Sotto, Gianfranco Santi,
presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltura. A lato, il
lavoro nelle campagne di DAVIDE EUSEBI C'È GRANDE preoccupazione da parte della
Cia (Confederazione italiana agricoltura) per le norme applicative, misure a
sostegno dell'impresa agricola, rispetto al Psr (Piano di sviluppo rurale) a
suo tempo approvato. "La preoccupazione ? spiega il presidente provinciale
Gianfranco Santi ? deriva dai parametri illustrati in Regione, non ancora
ufficiali, ritenuti, dopo una proiezione tecnica eseguita, troppo elevati.
Infatti, in base a questo studio, potrebbero avere accesso ai benefici pro
impresa solo il 4-5% del totale delle imprese". In base a ciò, spiega
Santi "si profilano diversi problemi, primo fra tutti quello di non porre
sullo stesso piano tutte le imprese, operando una sorta di discriminazione. Non
è possibile, infatti, creare norme che stravolgano la natura del Piano stesso
che, come noto, dovrebbe promuovere l'innovazione, lo sviluppo e la crescita
delle piccole e medie imprese". PER FARE un esempio, aggiunge Santi
"a fronte di un totale di circa duemila aziende nella nostra provincia che
potrebbero beneficiare delle norme del Psr per ciò che concerne il piano di
sviluppo aziendale, solo alcune potranno effettivamente averne accesso, nelle
aree interne. In special modo, solo le aziende zootecniche con una stalla di
oltre sessanta capi di bestiame potrà usufruirne". Santi si chiede quale
sia la causa di queste scelte sbilanciate: "Se si miri a far chiudere
certe aziende oppure che sia una carenza di conoscenza del tessuto agricolo
dell'Assessorato competente? Benché consapevoli di essere ancora in fase di
confronto, ci chiediamo quale sia la politica adottata dalla regione per le
imprese agricole. Un'azienda dovrebbe essere libera da vincoli per i propri
investimenti; paletti e burocrazia rendono lo sviluppo aziendale macchinoso e per nulla agevole.
Sarebbe opportuno riflettere sulla possibilità di redigere un solo business
plan come strumento per verificare l'efficacia dell'intervento. Il settore del
biologico, per fare un altro esempio, rischia con i nuovi adempimenti di
sparire, mentre per anni è stato il fiore all'occhiello dell' economia
agricola della Regione". IL PRESIDENTE della Cia si augura "che le
indicazioni espresse dai reali rappresentanti degli interessi dell'impresa
agricola, siano recepiti dalla Regione soprattutto alla luce del fatto che le
Marche sono state in passato un modello di sviluppo, per avere messo in campo
la piccola e la media impresa. Le scelte attuate dall'assessore regionale per
l'attuale Psr sono rivolte esclusivamente alla grande impresa agricola, per
questo la categoria è mobilitata per mettere in campo tutte le azioni possibili
per modificare le azioni punitive. Con il vecchio Psr si è dato impulso per
iniziare un processo di crescita economico, che ha dato la possibilità alle
piccole aziende di crescere. Ora quelle imprese vengono spazzate via, in quanto
non riescono più a fare investimenti per stare sul mercato. L'Ente pubblico
dovrebbe accompagnare lo sviluppo delle imprese e non determinarne le scelte
imprenditoriali e la stessa sopravvivenza, come sta facendo con questo
piano". Image: 20080604/foto/5567.jpg.
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ASCOLI PRIMO PIANO
pag. 3 di FEDERICA ANDOLFI "LA SCUOLA non è più vista come risorsa sul... di
FEDERICA ANDOLFI "LA SCUOLA non è più vista come risorsa sulla quale
investire, ma come risorsa sulla quale tagliare". Le parole di Paola
Federici, segretaria provinciale Cisl, trovano una condivisione di massa tra i
manifestanti, in via Dino Angelini, contro i 19 tagli all'organico del
personale ATA nelle scuole di Ascoli sui 24 previsti a livello generale.
"L'Ufficio Scolastico Regionale parla di una mancata crescita delle
iscrizioni nelle sedi scolastiche rispetto alle altre province. Eppure ? informa
Giuseppe Vaglieco, segretario provinciale Flc Cgil ? rispetto all'anno scorso
c'è stato un incremento di 187 iscrizioni". "I tagli sono
ingiustificati ? sentenzia Adalberto Tieghi, segretario generale Cisl scuola?
la Direzione Provinciale non dà un' informazione corretta nè spiegazioni sulla
politica adottata". Mentre tra i presenti si diffonde la notizia , ancora
da verificare, che ci sia un decreto con il quale l'Ufficio Scolastico
Provinciale abbia rinunciato a ben 6 posti favorendo altre province, la denuncia
dei sindacati continua. "La politica dei tagli può essere ritenuta in
linea con l'Agenda di Lisbona? ? s'interroga Feliciana Capretta, segretaria
Cisl scuola ? La scuola della conoscenza, seguendo tali logiche, non può essere
garantita". "Il risparmio nell'ambito scolastico sta colpendo
l'istuzione dei più piccoli ? rileva Filippo Cappelli dell'Anpa ? è necessario
riflettere sulla gestibilità e la sicurezza degli alunni partendo da un
confronto numerico con il personale ATA a disposizione degli istituti".Ma
il prolema sembra essere noto anche nelle sedi d'istuzione secondaria.
"Turni massacranti ? denuncia Giorgio Felicetti, del personale ATA del
Liceo scientifico ? siamo 10 bidelli per 960 alunni". " I Tagli ?
dice il segretario UIL SCUOLA, Giovanni Camaioni ? sommati alla sirtuazione che
stanno vivendo le aziende del piceno, impoveriscono
ulteriormente il territorio della Provincia, dimenticato dalla Regione, dalla
direzione Generale, dai politici". "La burocrazia ? insiste Umberto Angeli, docente tecnico pratico del Liceo
scientifico ? sta uccidendo la scuola. Per restituire un buon prodotto per la
nuova classe dirigente, servono professionalità, soldi e risorse umane".
( da "Nazione, La (Umbria)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACHE pag. 18
Professionalità nonostante tutto IL PLAUSO di ANNALISA ANGELICI ? PERUGIA ? E'
ENTRATO in servizio in questura, come ogni giorno. Ma i colleghi, che per mesi
hanno indagato su di lui, lo hanno arrestato nel suo ufficio. Tommaso Luciano
D'Emilio, ispettore dell'Ufficio immigrazione, 46 anni originario di Villa San
Giovanni in provincia di Reggio Calabria, è finito in carcere ieri mattina. E'
accusato di corruzione, concussione e corruzione per atti contrari ai doveri di
ufficio. Arrestati con l'ispettore anche sua moglie Caroline Mac Laren (51
anni, nata a Edimburgo) e Dishrim Kokomani, quarantatreenne albanese, da tempo
residente ad Assisi. I due uomini sono a Capanne, la donna è agli arresti
domiciliari. Secondo l'accusa, sostenuta dal pubblico ministero Manuela Comodi
(le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip Claudia
Matteini), D'Emilio aveva messo in piedi una sorta di "ufficio
parallelo". Ovvero: stando al pm, l'ispettore accelerava, occupandosene
personalmente, i tempi di rilascio dei permessi o delle carte di soggiorno,
anche se mancava la documentazione necessaria. Tutto in cambio di denaro contante,
forniture di frutta e verdura, ricambi per auto, legna da ardere, ricariche per
cellulari, camicie (di cui chiedeva espressamente taglia e colore), scarpe. Ma
anche rapporti sessuali, almeno in quattro casi. Tempi record per i permessi,
da fare invidia alla burocrazia:
addirittura, in un caso, è bastato un giorno. "D'Emilio ? si legge
nell'ordinanza firmata dal gip Matteini ? riceveva dal Kokomani denaro e altre
utilità" per 'aiutare' le persone di cui lo stesso albanese forniva i
nomi. In alcune circostanze, spiega ancora il giudice, "abusando della sua
qualità di ispettore e in particolare ingenerando nei soggetti la convinzione
che senza il suo interessamento non avrebbero ottenuto il permesso di
soggiorno o il suo rinnovo, o l'avrebbero ottenuto in tempi molto lunghi,
induceva gli stessi a consegnargli altre utilità". D'Emilio (che ieri il
questore Arturo De Felice ha sospeso dal servizio) e la moglie sono accusati di
essersi fatti consegnare denaro, capi d'abbigliamento, telefoni cellulari,
condizionatori e di aver 'approfittato' di cene mettendo 'sotto scacco' un uomo
di origini cinesi, titolare di un negozio di abbigliamento e di alcuni
ristoranti. In un caso D'Emilio e un legale si sarebbero fatti consegnare 2.500
euro da uno straniero per il rinnovo di un permesso di soggiorno al quale non
avrebbe avuto diritto. E l'inchiesta, condotta dalla squadra mobile di Perugia,
parte proprio da qui. Dalla 'protesta' presentata al commissariato di Foligno
di quest'ultimo: l'uomo aveva raccontato agli agenti di non aver più avuto il
permesso di soggiorno nonostante l''interessamento' dell'ispettore D'Emilio e
dell'avvocato. L'inchiesta decolla e viene accolta la richiesta degli
investigatori di intercettare le utenze telefoniche (sia cellulari che fisse)
intestate all'ispettore e di organizzare un'intercettazione ambientale, nella
macchina di D'Emilio. DA SUBITO agli inquirenti appare chiaro che il rapporto
tra il poliziotto e Kokomani è consolidato: si incontrano numerosissime volte,
"soprattutto in ore serali e in luoghi isolati", si legge
nell'ordinanza. E per darsi un appuntamento i due usano un "linguaggio
dissimulato al fine di evitare che un eventuale 'terzo orecchio' possa
comprendere le loro intenzioni, senza peraltro ? scrive il giudice Matteini ? riuscire
a 'coprire' i loro veri intendimenti". Quando Kokomani ha bisogno di
incontrare l'ispettore, come risulta dalle intercettazioni, gli telefona e gli
chiede "possiamo prendere un caffè?". Da parte sua D'Emilio lo
sollecita con la frase "... Ci sono novità??... Hai novità per me?".
E, secondo gli investigatori, si tratta di una sollecitazione volta "a
retribuire i servigi resi". C'è poi un'altra circostanza che, secondo il
pm e gli agenti della mobile, è da segnalare: D'Emilio, a volte accompagnato
dalla moglie, è solito rifornirsi di frutta in un negozio di Assisi dove lavora
come commesso il nipote di Kokomani che, all'insaputa del proprietario,
consegna merce all'ispettore, a titolo gratuito. Anche perché D'Emilio ha
'favorito' il rilascio del permesso di soggiorno per quel ragazzo. Cosa alla
quale il poliziotto fa riferimento anche in una conversazione telefonica:
"... è stato fortunatissimo perché lo zio (riferito a Kokomani, ndr) ha un
buon amico...", sottolinenando più volte che il suo interessamento è stato
fondamentale. Ma, in quella stessa conversazione, l'albanese si rivolge
all'ispettore chiedendogli a che punto sono "...gli altri tre...".
C'è, poi, una comunicazione che, secondo gli inquirenti, assume un
"formidabile valore probatorio": è la telefonata che D'Emilio riceve
mentre si trova in ospedale da un cinese, alla fine di settembre del
( da "Nazione, La (Umbria)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
FOLIGNO pag. 14 di
PATRIZIA PEPPOLONI ? FOLIGNO ? I TEMPI non sono ... di PATRIZIA PEPPOLONI ?
FOLIGNO ? I TEMPI non sono certi ma l'obiettivo si presenta storico. Prende
consistenza, per ora nel progetto, la diga del Chiascio, indicata come l'unica
soluzione non palliativa ai problemi di approvvigionamento idrico e alle
necessità irrigue della Valle Umbra. Ieri il progetto di utilizzo plurimo delle
acque provenienti dalla diga del Chiascio ( per i fondi ci sono adeguate
certezze) è stato presentato a Palazzo Deli dal presidente dell'Ente Irriguo
umbro-toscano, Diego Zurli, con lui il presidente del Consorgio della
Bonificazione Umbra, Ugo Giannantoni, il sindaco Manlio Marini e l'assessore
Paolo Trenta (nella foto). Burocrazia permettendo, nel giro
di pochi anni il progetto-Chiascio (che ha alle spalle anni tormentati da
un'altalena di polemiche e silenzi) dovrebbe dare al territorio le risposte che
si aspetta sul fronte delle molteplici esigenze idriche. L'obiettifo
finale è quello di arrivare ad eliminare in toto gli attingimenti di superficie
(che per questo territorio vorrebbe dire salvare il fiume Topino) e limitare al
massimo quello dai pozzi. L'invaso del Chiascio è in grado di contenere 225 milioni
di metri cubi, di questi oltre 150 sarebbero disponibili per l'erogazione
annuale. Il fabbisogno della Valle Umbra è di 44 milioni di metri cubi, di
questi una ventina potrebbero arrivare dal Chiascio. L'opera è indubbiamente
imponente, anche nei costi: all'inizio 140 miliardi di vecchie lire, cui si
sono aggiunti poi, sempre in lire, altri due blocchi da 60 miliardi ciascuno,
più, in tempi recenti, i 42 milioni di euro per l'impianto di stabilizzazione.
"Dopo l'emergenza idrica del 2002 ? ha detto Zurli ? il sistema regionale
ha realizzato di essere vulnerabile e si è posto con urgenza il problema delle
soluzioni. Nel 1995 la diga era un'opera essenzialmente abbandonata, per una
serie di problemi, anche di dissesto. Ora sono terminati i lavori più significativi,
come la galleria di derivazione, le opere di completamento e spostamento
dell'acquedotto proveniente da Perugia, sul fronte della sicurezza la
realizzazione del nuovo scarico di fondo e la stabilizzazione del versante, e
c'è stata una rilettura delle condizioni geomorfologiche". Per Zurli la
diga del Chiascio resta la vera, grande, scommessa dell'Umbria. L'importante
ricaduta sul territorio del progetto-Chiascio è stata ribadita dall'ingegner
Giannantoni, che ha voluto sottolineare come l'acqua del Chiascio non interessi
solo gli agricoltori ma sia essenzialmente una questione ambientale.
"Nello specifico della crescente richiesta di approvvigionamento idrico, è
chiaro che l'unica risposta definitiva al problema resta la diga del Chiascio,
fermo restando che anche la diga di Acciano deve andare avanti, anche se non
darà la soluzione definitiva". Giannantoni ha anche annunciato che è
partito l'appalto per la progettazione preliminare della trasformazione
dell'impianto di irrigazione a scorrimento di Foligno in impianto a pioggia,
cosa che che dovrebbe produrre un notevole risparmio di acqua.
( da "Nuova Ferrara, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
SCANDALO PRATICHE
VELOCI Il geometra non lavora più in Comune Gardenghi autolicenziato, clamorosi
sviluppi per i due colleghi indagati Aveva patteggiato una pena di 3 anni e 4 mesi,
Gianni Gardenghi, il tecnico comunale accusato di ben 21 episodi di
concussione, per aver chiesto soldi a tecnici privati per velocizzare le
pratiche. Dopo la "condanna", a metà aprile, ha fatto la cosa giusta:
si è autolicenziato. Anticipando il provvedimento di licenziamento che il
Comune di Ferrara aveva attivato e che sarebbe stato esecutivo, però in diversi
mesi. La pratica, infatti, sarebbe andata per le lunghe visto l'iter previsto dalla burocrazia giudiziaria, che prevede che il Comune debba attendere
comunicazione ufficiale dal tribunale di Ferrara del passaggio in giudicato
della sentenza che, anche per i patteggiamenti, deve avere il visto dalla
procura generale. Gardenghi, dunque, si è fatto da parte: dopo essere stato
sospeso per più di un anno con il classico "assegno
alimentare". Ma intanto va avanti l'inchiesta che procura e carabinieri
hanno aperto sul suo conto e che ha coinvolto liberi professionisti e tecnici
privati nel ruolo di concussi - ossia, obbligati, pagavano tangenti - ora tutti
sottoposti a procedimenti disciplinari dal collegio dei geometri o dagli ordini
professionali d'architetti e ingegneri. E i due "geometri" pubblici,
indagati per concorso in concussione con Gardenghi, chiamati in causa da lui
stesso? Al momento, per questioni di opportunità, sono stati trasferiti ad
altre mansioni rispetto quelle ricoperte prima dell'inchiesta a loro carico:
Ivan Passerini e Raffaele Turatti, che si "spartirono" mazzette con
Gardenghi (così recita il capo di imputazione contestato a Gardenghi stesso)
hanno sempre rigettato ogni addebito. Tuttavia, sarebbero attesi a breve
clamorosi sviluppi nell'inchiesta a loro carico. (d.p.).
( da "marketpress.info" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
"L'AUTO IBRIDA FRA
DIECI ANNI, L'IDROGENO FRA TRENTA." Trento, 4 giugno 2008 - E' cominciata
con un vibrato intervento in sala di Sergio Casagranda della Cgil del Trentino
sul precariato e gli infortuni sul lavoro l'incontro di stasera con Sergio
Marchionne, classe 1952, doppia cittadinanza, italiana e canadese,
amministratore delegato del gruppo Fiat dal 2004 e alla guida di Fiat auto dal
2005. Un incontro guidato da Ferruccio De Bortoli, ed iniziato con un fuoco di
fila di domande sulla crisi finanziaria e i rischi dei fondi subprimes e
conclusosi con un excursus sull'auto del futuro: "L'ibrida fra dieci anni,
quella ad idrogeno fra trenta, perché ci sono da superare enormi problemi
infrasrutturali, anche se il problema ambientale è gravissimo, il che
giustifica la ricerca che si sta facendo sull'impiego di biocarburanti. "
"La Fiat di oggi è in linea con quello che chiedeva il sindacalista ? ha
detto Marchionne in apertura ? ma abbiamo avuto incidenti inaspettati. La
maggior parte degli incidenti può essere evitata rimanendo fedeli al sistema di
regole presenti all'interno dell'azienda. " "Lei è mai stato
precario?", ha incalzato De Bortoli. "No, ma io sono cresciuto negli
Usa, lì tutti sono precari. Sono arrivato a 56 anni senza un contratto di lavoro
che mi abbia protetto. " Come sceglie una multinazionale dove investire?
La democrazia conta? Per il manager Fiat sì, è una variabile da prendere in
considerazione. In quanto all'Italia, la situazione è troppo diversa da regione
a regione. "Sono appena stato a Pescara, dove abbiamo uno stabilimento
assieme alla Peugeot, che ha lavorato per quattro mesi di fila, domeniche
comprese. Siamo passati da una produzione di 4000 auto a 7000. Non è che
l'Italia non sia capace di fare certe cose, ma a Termini Imerese, ad esempio,
abbiamo cercato un accordo con tutti gli attori, per espandere la produzione,
passando da 90.
( da "Provincia Pavese, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'AZIENDA "Burocrazia e disguidi postali tra le cause delle
disfunzioni" PAVIA. Sono due le cause principali a cui Enel imputa il
maggior numero di disfunzioni che gli utenti lamentano. "Con la
liberalizzazione del mercato elettrico si sono delineate due categorie di
clienti - spiega Enel - In primo luogo quelli vincolati, che hanno
mantenuto la posizione nel vecchio mercato (Enel distribuzione) e poi quelli
che sono passati al mercato libero (Enel energia). Se un cliente resta
vincolato al vecchio mercato la bolletta la riceve regolarmente, se invece
passa a quello libero la bolletta viene spedita, e quindi ricevuta, solo dopo
che Enel distribuzione ha comunicato il passaggio a Enel energia. In pratica si
verifica uno slittamento determinato dal passaggio dei dati dell'utente".
Infine, sempre secondo Enel, si sono ricevute segnalazioni di casi in cui
"il disguido si verifica con le Poste, e quindi non prevedibili".
( da "marketpress.info" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Trento, 4 giugno
2008 - L'unione Europea è qualcosa di più di un'unione economica e commerciale?
E' un mercato o una democrazia? Da questi interrogativi ha preso avvio il
dibattito che ha portato Sergio Fabbrini a concludere che l'Unione è un vero e
proprio sistema politico con caratteristiche democratiche e post nazionali. Ha
bisogno però di una Costituzione per fare un notevole passo in avanti,
soprattutto nell'ottica di proiettare la sua influenza all'esterno. Le
istituzioni europee, come ha ricordato il politologo dell'Università di Trento
Sergio Fabbrini, sono una realtà molto complessa che regola la vita di circa
500 milioni di abitanti in 27 stati diversi. Sono nate grazie ad una serie di
trattati e come risposta di pace alle due guerre mondiali. Per questo motivo
l'Unione rappresenta una formidabile esperienza di combinazione di elementi
statali e sovrastatali. Non poteva essere costruita centralizzando il potere o
seguendo lo schema classico di rappresentanza che si adotta nei singoli stati
proprio perché è una realtà che tiene assieme paesi di dimensioni e di peso
molto diversi tra loro. E' caratterizzata dall'assenza di un governo, inteso
nel senso statale di luogo ultimo dove si decide, perché è costruita sulla base
della negoziazione e del confronto dialettico tra istituzioni diverse.
Nonostante questo non può non essere definita democratica poiché chi prende le
decisioni a Bruxelles non sono i componenti della burocrazia comunitaria ma persone elette direttamente o indirettamente dai
cittadini degli stati. Inoltre esiste un complesso sistema di norme e di
controlli giudiziari a garanzia della tenuta complessiva dell'impianto
istituzionale. In sintesi l'Unione Europea è sicuramente un'organizzazione che
regola un mercato ma è anche un vero e proprio sistema politico visto che
prende decisioni vincolanti per tutti e che incidono nella vita di tutti
come dimostra il fatto che circa due terzi delle leggi nazionali consistono in
adattamenti o applicazioni delle decisioni prese a Bruxelles. Per fare un vero
salto di qualità l'Unione ha bisogno però di una Costituzione, soprattutto per
rivolgere la sua influenza verso l'esterno. Carlo Bastasin ha evidenziato che
il calo di consenso nei confronti dell'Unione, registrato soprattutto tra il
'91 e il '98, e ancora non recuperato, è dovuto in buona parte al processo di
integrazione monetaria che ha messo a nudo le incoerenze e le inadeguatezze
delle politiche nazionali di difesa del lavoro e del capitale. . <<BACK.
( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
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N. 132 del
2008-06-04 pagina 2 Una festa per leccarsi le ferite di Stefania Antonetti Da
domani al 15 la manifestazione della sinistra radicale "Dopo la sonora
scoppola che abbiamo preso alle ultime elezioni, c'è bisogno di rilanciare una
grande battaglia politica in grado di ricostruire un dibattito politico,
sociale e culturale di sinistra. Un nuovo processo unitario, che parta dal
basso". A chiarire le idee è Simone Leoncini di Rifondazione comunista che
lancia l'appello ai compagni: "uniti insieme alla Festa a sinistra".
È con questa volontà che parte domani, fino al 15 giugno nella fascia di
rispetto di Prà, la "Festa a sinistra", promossa dall'associazione
Sartori, dalla Sinistra democratica e dal Partito della rifondazione comunista.
Nessuna sigla a propagandare la manifestazione: "perché non è la festa dei
quattro partiti, ma di tutti i cittadini che vogliono partecipare. Meglio una
semplice bussola stilizzata sui manifesti, che guarda a sinistra" spiegano
gli organizzatori. "Cambiamo tutto, ma la direzione è sempre la stessa -
aggiunge ancora Leoncini -. C'è bisogno di aria nuova, di elementi innovati. I
residui del passato non ci saranno. La mummia di Lenin, neanche. Perché la
sinistra che si vuole rifondare deve guardare soprattutto all'etica morale e
sociale". "Questo non significa che non ci saranno bandiere - spiega
il consigliere comunale di Rifondazione, Arcadio Nacini -. Non vorremmo diventi
però, una palestra congressuale". Lo spazio del Network Giovani "Casetta
per le idee" e la gara di karaoke inaugurano domani la manifestazione.
Seguono poi spazi-incontri e la festa per la fine della scuola. Ci sarà musica,
animazione sudamericana e proiezione di film. Per lunedì 9 giugno alle 17.30 è
atteso Nichi Vendola e Claudio Fava con i "Dialoghi a sinistra" che
verranno ripresi, martedì 10 da Fausto Bertinotti che arriva accompagnato dal
poeta Edoardo Sanguineti (ore 21). Tra un aperitivo politico e un ballo liscio
c'è spazio anche per il cabaret di Ceccon, Balbontin e Mastar Fla (giovedì 12,
alle 21). Il sindaco Marta Vincenzi partecipa alla festa sabato alle 18, per
fare il punto sulla città e i cittadini. Domenica si chiude con gli incontri:
"Costruiamo la sinistra del futuro" e con il ballo liscio dell'orchestra
Mokambo. "Dalla festa unitaria a Sestri Ponente dello scorso anno sono
avvenuti fatti che hanno sconvolto il panorama politico. Ora
dobbiamo con i partiti, i movimenti, le associazioni e i singoli creare un
percorso unitario, lontano dai verticismi e dalle burocrazie, da praticare e
vivere soprattutto nelle realtà locali". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA
- Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-06-04 - pag: 12 autore: Una dieta per
la Fao Una volta, quando ero giovane e idealista, avevo una grandissima fiducia
nelle Nazioni Unite e nelle sue Agenzie. Una di queste, la Fao, accendeva
addirittura il mio entusiasmo per la sua nobile missione: sconfiggere la fame
nel mondo. Devo dire che, passando gli anni, il mio entusiasmo è scemato di
molto: ho l'impressione amara che il passo dalle idee ai fatti sia sempre più
lungo. Annarita Bellicchi e-mail C' è da vergognarsi per il numero dei bambini
che ogni anno muoiono per via della fame. I soldi per gli aiuti non bastano, e
il rincaro dei prezzi rende ancora più cupa la sorte di milioni di innocenti.
La Fao parla spesso nel loro nome, e da questo ricava un'autorità anche morale.
Non sempre la merita. Costa molto, rende poco. Ha una burocrazia pletorica, incerta sulle
priorità, incline a barcamenarsi. E però lamentosa degli egoismi, della miopia
così diffusi nel mondo. Ha ragione. Ma dovrebbe guardarsi anche in casa.
Dimagrisse, consumerebbe meno quattrini per se stessa. Sia chiaro: poca
roba rispetto alle necessità. Però sarebbe un buon esempio. Si potrebbero
comprare più cose da mangiare. E meno bambini morirebbero di fame. - Vera
sicurezza I cittadini chiedono sicurezza, chiedono che le leggi siano
rispettate, che chi trasgredisce sia punito e soprattutto che la forza pubblica
sia presente sul territorio e lo controlli costantemente, come accade in altri
Paesi europei. Il nuovo Governo cerca di assumere provvedimenti che colpiscano
l'immaginario collettivo e diano l'impressione della massima severità, perché –
come ci ha insegnato cinquecento anni fa uno che di politica se ne intendeva –
gli uomini “iudicano più agli occhi che alle mani”. Tra queste misure
annunciate ce n'è qualcuna che non solo è inutile, ma addirittura
autolesionistica. Pensare di introdurre il reato di clandestinità sapendo che
vi sono già 700mila clandestini significa o varare un'ulteriore “grida”
destinata a mettere a nudo tutta l'impotenza dello Stato o mandare in blocco il
sistema giudiziario e quello carcerario. Chi governa dovrebbe innanzitutto
spiegarci perché non si unificano in un solo corpo le forze dell'ordine, oggi
disarticolate, scoordinate e – spiace dirlo - spesso mal impiegate e poco
presenti sul territorio. Del resto, il deprecabile fenomeno delle ronde non è
forse la dimostrazione che non ci si sente tutelati dalle forze dell'ordine? E
a che vale introdurre nuovi reati se manca una seria azione di controllo?
Lettera firmata Senza scorta Dopo l'operazione "chirurgica" dei
Casalesi contro un pentito senza protezione, vorrei chiedere un censimento
delle scorte che hanno decine di ministri e sottosegretari. Proteggiamo i
poveretti che rischiano di morire e muoiono veramente! Chi è responsabile per
non aver protetto l'ultimo imprenditore ucciso dai Casalesi? Perché non gli
hanno dato la protezione dello Stato? Lo Stato in Campania c'è? Graziella
Iaccarino Idelson (Napoli).
( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione:
JOB 24 data: 2008-06-04 - pag: 27 autore: Il Governo prepara nuovi interventi
Sacconi avvia la semplificazione delle procedure Semplificazione è la parola
d'ordine che dovrà guidare la trasformazione del rapporto di lavoro. La pensa
così il nuovo ministro del Welfare Maurizio Sacconi e i primi effetti di questo
pensiero si sono visti già la settimana scorsa con l'approvazione di due norme
sulla deregolazione di adempimenti relativi alla gestione del rapporto di
lavoro. Ma la semplificazione riguarderà anche la Borsa del lavoro che come ha
detto Sacconi "potrebbe essere ripresa in mano". E a cascata anche i
centri per l'impiego che sono tra gli enti che ne fanno parte. Che in questi
dieci anni i vecchi uffici di collocamento si siano evoluti notevolmente lo si
vede a partire dal modo in cui si presentano. Non c'è più la triste atmosfera
delle vecchie sedi con un bancone spoglio, una bacheca e impiegati abituati
soltanto a inserire in un elenco i dati dei lavoratori in cerca di occupazione.
E a cambiare non è stata solo l'atmosfera ma anche la competenza negli
interlocutori che i disoccupati si trovano di fronte. Tuttavia l'elenco delle
cose da fare resta lungo. Una delle questioni più urgenti appare senza dubbio
la piena operatività del Sil, il Sistema informativo lavoro di cui si parla da
oltre dieci anni, ma che ha iniziato a funzionare soltanto in marzo. E poi l'alleggerimento della burocrazia. Nei 537 centri distribuiti equamente lungo la penisola, secondo
un rapporto di uno ogni 100mila abitanti, lavorano 15mila persone. Di questi,
da quanto emerge dai dati forniti dall'Isfol, il 60% sono ex dipendenti degli
uffici di collocamento, mentre il resto sono arrivati in seguito a nuove
assunzioni fatte nel corso degli ultimi dieci anni. Non si può dire che
il personale non sia motivato, soprattutto perché persone che in passato erano
state relegate a un lavoro quasi esclusivamente procedurale, ora sono molto più
a contatto con il pubblico e svolgono un lavoro più stimolante. Col tempo sono
state formate per svolgere un lavoro nuovo: oltre che di raccolta datiè
diventato anche di "consulenza" per i lavoratori con i quali viene
costruito un percorso di inserimento nel mondo del lavoro che prevede di
discutere e concordare una parte di aggiornamento e formazione professionale
legata anche alle esigenze delle imprese che offrono lavoro. Proprio questo
però rappresenta uno dei nodi più intricati. Il rapporto con le imprese è
ancora difficile perché in genere i centri per l'impiego hanno tempi lunghi e
le aziende invece chiedono tempi rapidi. Inoltre non sempre i centri sono
aggiornati sulla domanda proveniente dalle industrie che va monitorata
attraverso la costruzione di un rapporto di collaborazione efficace che manca.
Qualcosa però sta lentamente cambiando. Il sistema è infatti impegnato a
fortificare un approccio di servizio alle imprese attraverso la realizzazione
di azioni di analisi dei fabbisogni e di sollecitazione delle vacancies. Una
delle ragioni che portano alla dilatazione dei tempi risiede nelle procedure,
ancora lunghe, numerose e poco informatizzate. Gli impiegati dei centri sono
ancora oppressi dalla burocrazia che in media occupa
il 40% del loro lavoro. La liberazione dei centri per l'impiego da attività di
back office potrebbe rappresentare proprio una delle vie per risollevarne
l'operatività. Unita a un radicale cambiamento della mentalità
dell'organizzazione del lavoro di questi uffici che ancora non è orientata ai
risultati ma alla procedura. Resiste ancora l'idea per cui l'importante è fare le
cose nella giusta sequenza, ma non raggiungere determinati risultati. Anche
perché se è vero che per i centri esistono dei piani, è altrettanto vero che
non c'è un controllo e quindi nessuna conseguenza se non vengono realizzati.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: JOB 24 data: 2008-06-04 - pag: 27 autore: L'ORGANIZZAZIONE 537 I
centri I centri per l'impiego sono dislocati in maniera omogenea, secondo un
rapporto di uno ogni 100mila abitanti lungo la penisola 15mila I dipendenti
Negli ex uffici di collocamento lavorano circa 15mila persone; il 60% provengono dagli ex-uffici di collocamento, mentre il
resto sono frutto di assunzioni fatte più recentemente 40% La burocrazia Le procedure e le attività di
back office occupano quasi il 40% del lavoro degli impiegati dei centri per
l'impiego.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-06-04 - pag: 24 autore: Arenati i
concorsi di architettura per interventi promossi dal Governo nelle regioni del
Sud Annullate le sei gare "Qualità Italia" Paola Pierotti ROMA Sono
sessanta i gruppi di progettazione che hanno sprecato tempo e risorse in sei
concorsi di architettura pubblici improvvisamente arenati.L'iniziativa era nata
con il lodevole intento di favorire il confronto per garantire la qualità delle
opere pubbliche; interessava in particolare il Sud Italia; e c'erano anche i
finanziamenti. Ma non è bastato. E così il programma "Qualità Italia",
ideato e promosso dai due ministeri per i Beni culturali (direzione Parc) e per
lo Sviluppo economico (dipartimento Dps) con le Regioni del Mezzogiorno, è stato macinato dalla macchina della burocrazia. Oggetto delle sei gare sotto i riflettori sono piccole opere
pubbliche di importi compresi tra 1,1 e 7,4 milioni. Enti banditori sono
amministrazioni di altrettante regioni del Mezzogiorno che in questi giorni
stanno sospendendo gli iter concorsuali. La scintilla è partita nella
sede dell'Ordine degli architetti di Campobasso, Comune oggetto di una delle
sei competizioni. Già lo scorso gennaio l'Ordine aveva inviato una lettera agli
altri ordini, al Consiglio Nazionale e alla Parc per chiedere una modifica del
bando, contestando il "mancato rispetto del principio di anonimato" e
la "commistione tra l'istituto del concorso di progettazione e quello di
idee", ma senza alcun riscontro. A quel punto l'Ordine si è appellato
all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici che lo scorso 17 aprile ha
bocciato il bando perchè "non conforme alla normativa". Un parere non
vincolante, ma per evitare eventuali ricorsi dei 564 gruppi candidati nella
prima fase, la Parc ha consigliato alle sei stazioni appaltanti di
"valutare la possibilità di esercitare il potere diautotutela previsto
dalla normativa e procedere all'annullamento".L'indicazione è stata
accolta - ad oggi manca solo la conferma ufficiale da parte della provincia di
Cagliari – ed è in programma per il prossimo 10 giugno un incontro tra le sei
stazioni appaltanti e i ministeri per decidere come e quando indire i nuovi
avvisi. Nuovi concorsi in una sola fase, aperta, che ripartiranno entro
l'estate. Ma gli studi non ci stanno e la polemica colpisce non solo
l'operazione Qualità Italia ma anche l'Ordine degli architetti di Campobasso,
origine del "casus belli", e la consuetudine del ricorso, tanto
seguita in Italia proprio a partire dalla questione dell'anonimato.
"Ancora una volta gli architetti ci rimettono – ha detto Luca Galofaro,
dello studio Ian+ - . I progettisti lavorano con i concorsi e dal momento che
quando si rescinde un contratto il cliente normalmente paga una penale, siamo
intenzionati in questo caso a fare ricorso e a chiedere per danni il valore del
primo premio, dell'incarico quindi". Nonostante l'entità relativa
dell'incarico il marchio Qualità Italia aveva attirato l'interesse di numerosi
studi già affermati nel panorama internazionale. Tra loro anche il veneziano
Alberto Cecchetto, il napoletano Massimo Pica Ciamarra e il romano Paolo Portoghesi.
O ancora gli studi Lfl, n!studio, C+S, Archingegno, 5+1AA, Garofalo Miura
Architetti, o ancora quelli di Aldo Aymonino, Vincenzo Latina e Giovanni
Vaccarini. Tra gli stranieri ci sono anche l'enfant prodige britannico David
Adjaye e l'architetto portoghese GonÇalo Byrne. "L'annullamento – si legge
in una lettera della segreteria del concorso – purtroppo, è stato deciso a
seguito di un parere dell'Authority che ha dichiarato illeggittimi i bandi in
quanto violano il principio dell'anonimato, poichè, gli schizzi e gli schemi
grafici, richiesti nella prequalifica, consentirebbero il riconoscimento delle
idee progettuali nella fase concorsuale. Pertanto, pur ribadendo la nostra
assoluta buona fede e l'intento di aprire il concorso a tutti i professionisti,
anche giovani, siamo costretti a questa decisione non potendo, come Istituzione
statale centrale, non conformarci a tale parere". Un programma nato per
incentivare gli enti locali a realizzare nuove opere affidandosi ai concorsi
piuttosto che agli incarichi fiduciari, dove i ministeri e le sei Regioni del
Sud si impegnavano ad offrire un contributo di centomila euro a ciascuna
amministrazione locale (anch'esse scelte attraverso una competizione) e una
consulenza fino alla realizzazione dell'opera, che si è inceppato troppo in
fretta. Oggi termina anche la fase di candidatura riservata alle
amministrazioni per la seconda edizione di Qualità Italia. Il programma ideato
per certificare la qualità dell'architettura pubblica riparte, scontando però
una sfiducia diffusa da parte dei professionisti. IL FLOP è polemica tra i 60
progettisti costretti a ricominciare da zero per il ritiro del bando Entro
l'estate sarà pubblicato un nuovo avviso.
( da "Tempo, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Stampa La lezione
democratica americana Inoltre l'outsider ha sconfitto l'apparato democratico -
cosa non secondaria - che, anche in ragione degli antichi rapporti con il
presidente Clinton, ha lavorato per il successo dell'ex first lady. In
definitiva l'America si dimostra ancora una volta un popolo integrato e una
società aperta che non discrimina né donne né gruppi etnici che pure in passato
erano stati tenuti ai margini. La politica si rivela libera
dalle burocrazie partitiche e si risolve tutta nella trasparenza delle
competizioni elettorali, presupposto del primato delle istituzioni sui gruppi
di pressione politici ed economici. La candidatura della senatrice Clinton
sembrava un evento straordinario perché per la prima volta una donna puntava,
con notevoli probabilità di successo, alla presidenza degli Stati Uniti
dopo i 43 uomini che si sono succeduti dal 1790 al
( da "Manifesto, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Le politiche
migratorie fra il '45 e il '57 sono il tema del saggio di Michele Colucci
"Lavoro in movimento", per Donzelli. Una indagine documentata e
avvincente su uno dei fenomeni fondanti della nostra società Emilio Franzina
Passata a lungo sotto silenzio anche da parte degli studi specialistici su
migrazioni e migranti, la ripresa a tratti tumultuosa, dopo la fine del secondo
conflitto mondiale, degli espatri dall'Italia per motivi economici e di lavoro
costituisce un capitolo affascinante e sin qui poco conosciuto della nostra
storia politica e sociale. Mentre imperversano i dibattiti innescati dall'ansia
securitaria che sembra pervadere l'opinione pubblica di fronte all'arrivo di
stranieri e d'immigranti percepiti tutti, in maniera sommaria e sbagliata, come
soggetti a rischio o, nella migliore delle ipotesi, come pericolosi
clandestini, è andato pressoché perduto il ricordo dei caratteri assunti,
subito dopo l'ultima guerra, dalle massicce partenze, spontanee o pilotate,
degli italiani per l'estero. In particolare, si direbbe, per quelle parti del
vecchio continente in cui l'opera di ricostruzione postbellica scelse di
avvalersi di lavoratori provenienti da quasi ogni regione della penisola spesso
varcando in modo palesemente "illegale" i confini nazionali. Se
infatti le peripezie dei "nostri" emigranti della seconda metà del
'900 si associano nella memoria collettiva alla disoccupazione dilagante sino
alle soglie del boom e - complici sciagure sul genere di Marcinelle o i
"grandi numeri" di alcuni esodi di massa - a destinazioni particolari
come il Belgio carbonifero e presto maggioritarie come, dalla fine degli anni
'50, la Germania federale (e industriale) di Bonn, una sorta di rimozione
avvolge le vicende di quella manodopera a basso costo che ebbe inizialmente per
meta la Francia e la Svizzera, ma persino la Cecoslovacchia e la stessa Gran
Bretagna. Già buon conoscitore delle esperienze fatte proprio nel Regno Unito
dalle avanguardie di questi flussi che avrebbero finito, soprattutto altrove,
per assumere proporzioni gigantesche, ne dà conto oggi Michele Colucci con
un'indagine esaustiva ed esemplare che prende in esame l'emigrazione italiana
in Europa dal 1945 al 1957, Lavoro in movimento (Donzelli, pp. 257, euro
23,50). L'autore appartiene alla schiera di giovani e bravi ricercatori cui il
nostro sistema universitario, sempre più impoverito, stenta a fare spazio,
incoraggiando per necessità i loro progetti all'espatrio verso lidi scientifici
lontani. C'è, insomma, dell'ironia in questa vicenda che nondimeno ruota
attorno a un argomento di grande rilevanza. Benché l'oggetto principale del
libro rimangano le politiche migratorie dell'Italia repubblicana e quelle di
richiamo e di "accoglienza" degli Stati coinvolti nell'immane
tourbillon (nel senso stretto di "gabbia rotante") di partenze e di
arrivi, Colucci fornisce - sulla scia delle analisi di Romero, di Pugliese e
più recentemente di Rinauro, ma molto approfondendo - una ricostruzione
convincente e avvincente degli avvenimenti. Essa è insieme un affresco delle
storie di migliaia di uomini e di donne espatriati in cerca di miglior fortuna,
e una acuta riflessione sulle dinamiche delle migrazioni internazionali in età
contemporanea. Le scelte compiute dai primi e quelle fatte dalle forze
politiche e di governo aiutano a comprendere meglio gli sviluppi successivi e
persino alcune configurazioni attuali di un fenomeno troppo tardi riconosciuto
come fondante dei destini (non solo economici) del mondo occidentale. Il
volgere all'apparenza breve dei dodici anni in cui si racchiude la materia del
racconto non deve trarre in inganno perché dopo la stasi determinata non tanto
dalla guerra quanto dalla prolungata chiusura degli sbocchi emigratori dopo la
crisi del '29, essi rappresentano statu nascenti la cornice esatta di una molto
relativa "restaurazione liberista" postbellica dei mercati: qui,
ovviamente, di un mercato del lavoro in cui tuttavia la persistenza delle
pratiche stataliste già proprie del tardo fascismo interagirono costantemente,
a conti fatti, con le spinte provenienti "dal basso" ossia dalle
autonome decisioni prese dai migranti in ambito familiare e locale. Che la
"restaurazione liberista" avvenisse, come suggeriva molti anni fa
Ester Fano Damascelli, dentro un quadro ideologico condizionato
dall'antifascismo e dalle avvisaglie della guerra fredda dipendeva anche dal
fatto che tutte le aperture liberoscambiste della nostra politica governativa,
al pari di quelle degli altri paesi del vecchio continente, puntavano sì
all'inserzione dell'Italia in spazi mercantili più ampi e alla sua
partecipazione al processo appena avviato dell'integrazione europea, ma anche
al mantenimento (o alla sagace manutenzione), come ha ben spiegato Rolf Petri,
di un notevole controllo statale sull'economia e di conseguenza sull'andamento
dei flussi rimasti a lungo, per il nostro paese, la moneta di scambio
privilegiata onde agevolarne l'ingresso nella nuova area geopolitica
occidentale in fieri dopo la guerra ed auspicata, all'epoca, dagli stessi Stati
Uniti. Facendo ricorso a un imponente lavoro di scavo archivistico e a una
invidiabile padronanza sia della produzione pubblicistica e giornalistica del
tempo sia della letteratura storiografica esistente, Colucci propone già in
apertura del suo lavoro l'interessante profilo "interpretativo" entro
cui calare ogni riflessione riguardante un tale insieme di circostanze. Alla
descrizione del ruolo ricoperto fra ricostruzione e miracolo economico
dall'emigrazione europea degli italiani definita (e obiettivamente risultata)
di tipo "temporaneo", l'autore fa seguire una attenta rassegna dei
dibattiti che dal periodo finale del conflitto e dai lavori della Costituente
cercarono di prendere le misure d'una realtà sul serio "in
movimento". Con una facile battuta ispirata al titolo del libro si
potrebbe anzi dire che Colucci ci parla così di un lavoro che, dopo la
Liberazione, rapidamente mobilita l'uomo, ma sempre in mezzo a grovigli di
esperienze pagate a caro prezzo e a coacervi stratificati di provvedimenti
normativi di cui diventano emblema, in Italia, gli apparati pubblici di
direzione e di controllo (Uffici del Lavoro e della "massima occupazione",
centri d'emigrazione e di smistamento o d'inoltro, burocrazia diplomatica e dei passaporti). Ad essi fanno riscontro, in
relativa discontinuità rispetto al passato (si pensi solo all'emigrazione nella
Francia dell'entre-deux-guerres), le stagioni degli "accordi"
bilaterali dove peraltro all'Italia toccò sempre il posto del convitato più
debole: a riprova del fatto che la stessa condizione di "ospiti"
più e meno provvisori, socialmente penalizzati, quando non discriminati e
maltrattati, consegue senz'altro da paure incontrollate dei "nativi"
già ben note alla storia degli italiani all'estero, ma in grande misura dipende
anche dal modo in cui se ne pilotò la "scomoda" inserzione nei
contesti lavorativi e sociali di arrivo. Qui la xenofobia e l'intolleranza,
all'insegna di una non infrequente razzializzazione e di un'altrettanto diffusa
criminalizzazione, aumentarono a dismisura il prezzo di un sacrificio di cui
alla fine in Italia, si avvantaggiarono soprattutto i "rimasti" e,
nel suo insieme, l'organismo economico nazionale. Rivista col senno di poi e
con lo sguardo che in un libro di duecentocinquanta pagine può essere dedicato
solo ad alcune delle infinite vicissitudini "private" delle persone
in carne ed ossa, la situazione affrontata da Colucci dovrebbe quindi venir
buona per capir meglio il presente in cui, a parti rovesciate, ci troviamo a
vivere (anche se di questi tempi fra Bossi&Fini e Maroni c'è molto da
dubitarne); in ogni caso conferma l'idea che quella decina d'anni dei quali
egli ci regala, per l'emigrazione in Europa, una lettura partecipe e
documentata costituiscono, come ennesimo "laboratorio del
dopoguerra", un punto d'osservazione meritevole d'essere da tutti
ripensato.
( da "Corriere della Sera" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2008-06-04 num: - pag: 11 categoria:
REDAZIONALE Il caso Il difensore dei due fratellini racconta il caso: due mesi
di lavoro, quattro chili persi e tanta rabbia. "Sono cambiato" Così
"lo squalo" è diventato avvocato dei piccoli Martinez è stato
"nominato" dal bimbo di Basiglio che gioca a pallone con suo figlio
MILANO - "Sono la mamma di Giovanni, il compagno di pallone del suo
bambino. Ci aiuti, la prego". Alle 7 del mattino del 15 marzo, un sabato,
una madre disperata chiama Antonello Martinez (foto a destra), avvocato
d'impresa, studio con 65 legali in centro a Milano e un figlio che gioca a
calcio nella squadra di Basiglio. "Ieri sera i servizi sociali ci hanno
portato via Giovanni e Giorgia - continua la donna - Giuro che non hanno fatto
niente". Da quel momento la vita di Martinez - "lo squalo dei contratti"
- prende una piega inaspettata. Smette di dedicarsi a firme milionarie e si
concentra sui fratellini di Basiglio, accusati da un disegno osé di fare giochi
a sfondo sessuale. Studia le carte, combatte contro tutto e tutti. Ci mette la
faccia, gli occhi scuri che non temono di rivelare tutta la rabbia che c'è
dietro. Perde due mesi di lavoro e quattro chili. Ma riesce a riportare i due
bimbi a casa. E a "scagionarli". "Raramente - dice - mi sono
sentito così felice". Un abbraccio - con Giorgia e Giovanni al momento del
loro rientro a casa dopo 62 e 68 giorni in comunità - "mi ha ripagato di
tutto". Della fatica, "del pressappochismo degli assistenti
sociali", della burocrazia. Perché in tutta questa vicenda, racconta Martinez, "mi
sono accorto subito che qualcosa non andava". A partire dal provvedimento
(articolo 403) preso il 14 marzo dal Comune di Basiglio in base alla denuncia
di una maestra che indicava la bambina (9 anni) come autrice della vignetta.
Decreto urgente: la sera stessa i due fratelli vengono prelevati da casa. Senza
essere mai sentiti, come i genitori. "Il 403 - spiega - è lapidario. Per
chi fa l'avvocato da tanti anni non è difficile riconoscere un provvedimento
preso alla leggera". Ed è così che anche un legale di lungo corso come
Martinez riesce a indignarsi, a scontrarsi con il Tribunale per i minorenni di
Milano che il 15 aprile conferma l'allontanamento dei bimbi senza aver prima
avviato una perizia grafologica sui disegni incriminati. "Com'è che noi ci
abbiamo impiegato un'ora a nominare un perito e a dimostrare che quel tratto
non era di Giorgia e a loro sono serviti 41 giorni?". La certezza:
"Se non fossimo intervenuti con tanta forza i fratellini sarebbero stati
"dentro" altri due anni". Perché in fondo quei 68 giorni di
attacchi, peripezie, di disguidi burocratici (il ritorno del ragazzo è stato
posticipato per colpa di un educatore arrivato in ritardo alla visita
psichiatrica) "sono niente in confronto ai tempi della giustizia
minorile". Certo, "non possiamo generalizzare, ci sono assistenti
sociali e giudici che fanno il loro dovere in modo esemplare, ma la posta in
palio qui è troppo alta. Il magistrato dovrebbe intervenire solo se i minori
corrono pericoli immediati". Ora il tono è calmo, ma Martinez ricorda bene
"i momenti di rabbia e impotenza vissuti in quei due mesi". Uno dei
tanti: "Quando ci hanno detto che l'intervento dei media era negativo per
i bambini. E invece Giovanni ha ripreso a mangiare solo quando ha saputo che io
e suo padre stavamo facendo il diavolo a quattro per riportarlo a casa".
L'episodio più grave: il 23 maggio, il giorno del ritorno a casa di Giovanni:
"Hanno trattenuto per due ore e mezzo il papà obbligandolo a scrivere che
non avrebbe portato il figlio alla festa di bentornato che avevamo organizzato per
lui. In quel testo c'è la sintesi di tutta la cattiveria subita dalla
famiglia". Un uomo cambiato. Martinez lo confessa: "Io non sono una
mammola, anzi. Ma ora è aumentato il mio istinto protettivo nei confronti dei
più piccoli: queste creature spesso sono affidate a persone non all'altezza del
loro compito". E i fratellini? "Stanno meglio. Ma quando il grande è
in crisi, suo papà me lo porta. Passiamo un'ora insieme, io lui e mio figlio. E
così si tranquillizza, passa il terrore di dover tornare in comunità". Un
ragazzo spaventato. Ma in gamba. Fin dall'inizio aveva individuato il suo
angelo custode. Quella sera del 14 marzo, il giorno del suo compleanno, appena
prima di salire sulla macchina dei servizi sociali, i vestiti nello zaino,
Giovanni aveva sussurrato alla mamma: "Chiama il papà di Valentino. Lui ci
aiuterà". Annachiara Sacchi.
( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 04-06-2008)
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Di ALESSANDRA LANCIA
"La preoccupazione per la cementificazione della Piana è anche la mia. Lo
schema di convenzione dei Pua che ho portato prima in commissione e poi in consiglio
serviva proprio a dettare delle regole e a mettere dei paletti per evitare
certi scempi. In commissione c'è chi del centrosinistra mi ha fatto i
complimenti per questo. Altri hanno presentato emendamenti che sono stati
accolti. Per me la discussione e il confronto sono il sale della politica. Poi
in consiglio hanno cambiato idea e provato a tirarla per le lunghe".
Invece Marzio Leoncini ha tirato diritto: "Certo, sono qua per fare le
cose, per risolvere i problemi, non per fare affari come dicono. Non ho
scheletri nell'armadio io: altri, che hanno allegramente cementato la Piana,
non lo so". Fine dello sfogo dell'assessore all'Urbanistica, per niente
contento di essere finito sulla graticola "dopo che per la prima volta ho
messo mano a un problema lasciato a marcire per anni". E se invece il
presidente della Commissione urbanistica Oreste De Santis tace, scrive invece
il collega presidente della Commissione statuto e regolamenti Moreno
Imperatori. In difesa della maggioranza e all'attacco "di una sinistra
radicale che continua nella politica dei no che tanto danno ha arrecato
all'Italia": "In commissione urbanistica la questione è stata
affrontata a lungo, ben cinque sedute. La commissione si è espressa
favorevolmente con il solo voto contrario di Marroni (Sd) e l'astensione di
Giuseppini (Udeur). La scelta di conferire al dirigente del settore Urbanistica
il potere di concedere il permesso è servita solo a snellire
la burocrazia. Le linee
guida sono quelle date dal consiglio comunale tra l'altro in maniera ancora più
stringente rispetto alla legge regionale". Stringi stringi, nessuno
nascondendosi sotto l'ombrello dell'utilizzazione aziendale amplierà più
casali, moltiplicherà rimesse agricole, duplicherà annessi rurali allargando
così la rete di sfregi che segna la piana reatina? Imperatori rassicura:
accadrà solo in "particolari e ristrettissime condizioni". Eccezioni,
insomma. Nel paese dove quelle sono le vere regole.
( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'imprenditrice:
"Odio la burocrazia. E il piccolo senza l'aiuto della
politica è destinato a morire".
( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 04-06-2008)
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Di FRANCO ELISEI
GABICCE - La gioia le si legge in viso. Paola Michelacci, imprenditrice del
turismo, titolare di un gruppo che opera nella riviera adriatica e nel Trentino,
14 alberghi, tra cui una struttura per non vedenti a Santa Sofia e oltre mille
posti letto, ha appena ricevuto l'ufficialità della sua nomina a
"cavaliere del lavoro". E a fine giugno ha già in mente una grande
festa a Gabicce, dove ha il suo quartier generale. "Sono felicissima -
sorride - E' il massimo che un cittadino italiano possa avere. Ho combattuto
tanto e ci sono riuscita. Di solito è un riconoscimento che arriva a fine
carriera. Io sono ancora nel pieno dell'attività. E mia figlia, anche se
farmacista, continuerà". Componente della giunta Confindustria Pesaro,
vicepresidente regionale Federturismo e presidente Aidda, ora è anche la prima
donna "cavaliere" nelle Marche, molti direbbero che è una "quota
rosa" che si sta imponendo.... "Posso dire che la storia delle Marche
è fatta dal 70 per cento dalle donne. E io ora mi sento di rappresentare quelle
donne che non hanno potuto avere riconoscimenti. Guardi, le cosiddette
"quote rosa" sono una cretinata. Deve vincere e andare avanti chi se
lo merita. Le quote rosa, di positivo, hanno avuto solo il merito di aver
smosso una organizzazione troppo maschilista. Altrimenti sono una grande
stupidaggine". Lei e Giancarlo Selci, due pesaresi e unici marchigiani tra
i 25 scelti dal presidente della Repubblica, un premio che assume maggior
valore... "Anche per il territorio. Non è solo un premio personale. E'
un'onorificenza per una provincia che ha bisogno di rilanciare il turismo. E
credo che sia andata al di sopra della logica di spartizione". Lei ha iniziato
con un piccolo residence.. "Che ancora ho, qui a Gabicce. Ho iniziato
senza avere alcun amico che mi insegnasse. E mi ricordo ancora il primo
cliente. Una motociclista austriaca. Si fermò e la prima cosa che mi chiese è
stato il prezzo: "Wieviel kostet?" Le chiesi se era proprio convinta
di fermarsi qui. Lei insistette. E quella austriaca di me non ricorderà più
nulla, ma io di lei sì". Qual è la ricetta del suo successo? "Cercare
ogni volta di migliorare. Quando per esempio vado a Roma, cambio sempre
albergo. Così mi confronto. Dobbiamo guardare e vedere, perchè spesso guardiamo
e non vediamo. Montezemolo dice: leggi, studia e applica. Così faccio. Mi
collego anche ad iniziative esistenti nel territorio. Le suggerisco ai clienti,
le inserisco nel "pacchetto". A Pesaro a Natale, molti alberghi sono
chiusi. Io sono piena. E mi cercano. Ora comunque il turismo è un'industria. Il
piccolo, se la politica non interviene, è destinato a morire. In Francia
esistono i family hotel perchè hanno un sopporto dal governo. Altrimenti
arrivano le multinazionali e la nostra costa rischia di essere
snaturalizzata". Questo è uno dei rischi. Altri? "Un
sacco di burocrazia. Io
odio la burocrazia. Con
l'ultimo albergo nuovo, l'"M Glamour hotel" ex Valbruna, mi hanno
fatto morire. Per il resto le Marche hanno tutto, possono offrire tutto. Se si
valorizzasse l'aeroporto di Falconara saremmo padroni di tutto. Lo si
affitti alle compagnie aeree cinesi. Vedrete". Le sue tre lauree, in
Scienze politiche, Filosofia e lettere antiche le sono servite? "La
cultura serve sempre. Ho viaggiato in tutto il mondo. E a me è servita. Amo il
bello e la ricerca dei particolari. Che diventano sostanza. E poi bisogna
emozionare. Il turismo deve emozionare. I tempi della vacanza si sono ridotti e
chi si concede un week end vuole bruciare le tappe che prima spalmava in 14
giorni. Siamo in un consumismo all'americana. Bisogna investire, innovare e
cambiare mentalità. Il "Glamour" è tutto tecnologico e di emozione,
stanze colorate, in cui anche le lenzuola sono in tinta e vari dettagli come un
divano in coccodrillo o una vasca matrimoniale davanti alla camera da letto. Un
pizzico di atmosfera sensuale e sessuale. Il turista ricorda i particolari,
quelli che appunto diventano sostanza. Ebbene l'hotel è già tutto prenotato,
dal 6 giugno fino a settembre. Vendiamo emozioni".
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2008-06-04 - pag: 1 autore: Operatori e Ciset stimano un'estate
in lieve aumento per arrivi e presenze ma una stagnazione del giro d'affari La
corsa del turista "low cost" Zaia: "In Veneto burocrazia più snella, dal settore un traino di 12 miliardi" Secondo
il sondaggio elaborato in esclusiva dal Sole-24 Ore NordEst raccogliendo le
valutazioni di Astoi, Federalberghi, Federturismo, Fiavet, Unioncamere e
Confindustria Alberghi, i fattori che influenzano positivamente i turisti sono
il livello di accoglienza e professionalità delle strutture e la bellezza del
patrimonio artistico e culturale. Secondo lo stesso sondaggio c'è un
forte calo (10% in media) dei flussi provenienti da Usa e Giappone, e una
crescita per Russiae Paesi dell'Est. Nel complesso secondo il Ciset, il Centro
studi di economia turistica di Ca' Foscari, sono positive le previsioni sulle
dinamiche dei flussi per l'estate 2008, soprattutto in Veneto dove si prevede
un aumento del 3,5% degli arrivi internazionali (9,4 milioni di turisti
esteri). Anche gli arrivi in Veneto dai 21 Paesi più importanti per l'indotto
regionale (Area mediterranea, Nord e Centro Europa, Usa, Giappone) attestano
una variazione 2008/2007 del +2,8 per cento. Secondo gli operatori, però,
nonostante il buon andamento degli arrivi,c'è una stagnazione del giro
d'affari. "Il Veneto è un mercato da 61,5 milionidi presenze– dice Marco
Michielli, presidente di Federalberghi – ma è un turismo sempre più
povero". In Friuli-V.G. gli operatori puntano a replicare i risultati del
2007: quasi 2 milioni di arrivi (+5,6% rispetto al 2006). Le presenze sono
state 8,6 milioni (+1%). Infine anche in Trentino-Alto Adige prevedono di
confermare i risultati dell'estate 2007: in Alto Adige si sono registrate
16,594 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, mentre in Trentino 16,716
milioni di presenze. Servizi u pagina
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
04-06-2008)
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Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2008-06-04 - pag: 2 autore: INTERVISTA Luca
Zaia "La mia riforma anti-burocrazia" Ha passato due anni con gli operatori del turismo Luca
Zaia, dimissionario vicepresidente della Regione Veneto e assessore al Turismo,
oggi nuovo ministro dell'Agricoltura. "Due anni fianco a fianco con
albergatori, campeggiatori, addetti dell'extralberghiero. Ho cercato di
raccogliere le istanze di un settore che accoglie ogni anno 61,5 milioni di
presenze, 14,1 milioni di arrivi con un flusso di stranieri del 58,7%, per
un'offerta che va dai 189mila posti letto alberghieri ai 480mila di
extralberghiero. Il mercato turistico veneto vale 12 miliardi l'anno".
Snocciola dati al volo, a memoria ("é un mondo che mi è rimasto nel cuore,
gli operatori lo sanno" dice). Il risultato di tanto lavoro è la nuova
legge regionale sul turismo, un tomo dicento pagine che recepisce la legge
regionale 24 dicembre 2004, n.33, approdata in questi giorni sui banchi della
Giunta regionale. Com'è la nuova disciplina sul turismo? è un testo innovativo,
che può fare da modello alle altre regioni. Si introduce una forte semplificazione
burocratica, snellendo le procedure a carico degli operatori. E poi da un
ordine al settore, con regole chiare sulle mansioni di ognuno. A partire dalla
Regione, che sarà una sorta di ufficio marketing. Gli operatori turistici
individuano le promozioni, e i 13 sistemi turistici locali, ovvero le aree dei
consorzi di promozione, vanno alle fiere e preparano i pacchetti da vendere.
Altre novità? La legge introduce una classificazione del settore
extralberghiero. Come le stelle per gli alberghi, le strutture
del'extralberghiero veneto avranno i leoncini. Verranno distribuiti dei moduli
di autocertificazione secondo parametri stabiliti. Nel caso in cui
l'autocertificazione non sia veritiera? La legge prevede controlli severi, e la
chiusura coatta delle attività che hanno bleffato per avere una classificazione
più alta. Stava anche per partire un numero verde per le segnalazioni di
turisti scontenti, ma anche per fornire informazioni GRAZIA NERI sui siti
turistici e sulle strutture di accoglienza della regione. Ovviamente rimane a
discrezione del nuovo assessore, che vedrà se proseguire per questa strada. La
legge disciplina anche l'albergo diffuso... Si, è stato pensato per
differenziare l'offerta turistica, secondo l'esigenza manifestata dai
visitatori di cercare anche luoghi meno battuti, di nicchia. L'albergo diffuso
riguarda i Comuni con meno di 5mila abitanti, è localizzato in più edifici, con
aree ad uso comune degli ospiti. Insomma è bello pensare ai turisti che si
bevono un caffè in un posto, dormono in un altro e mangiano in un altro ancora,
in modo da godere di una località in maniera completa, diffusa appunto. Come è
cambiato il turismo in Veneto? Un tempo si rimaneva un mese, oggi la permanenza
media è di 2,7 notti pro capite. Significa vacanze molto brevi, con visite e
spostamenti veloci. Il Veneto comunque ha una ricchezza ta-le, con le sue 4mila
ville antiche, il delta del Po, la montagna, il mare, che anche se si vede solo
una di queste mete, si torna a casa soddisfatti. E.d.F. "Alberghi diffusi
e leoncini al posto delle stelle le novità della nuova legge" Luca Zaia.
Ex assessore Turismo oggi è ministro dell'Agricoltura.
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Ovest sezione:
ECONOMIA e IMPRESE Piemonte data: 2008-06-04 - pag: 5 autore: Congiuntura.
Export a quota 3,5 miliardi Passa dall'estero l'esame di maturità dell'Alessandrino
Filippo Bonsignore ALESSANDRIA Un approccio innovativo nelle relazioni
industriali e un forte orientamento all'internazionalizzazione. Sono le linee
guida su cui puntare per favorire la crescita del sistema industriale
alessandrino. è il pensiero di Bruno Lulani, presidente dell'Unione industriale
di Alessandria ( circa 500 imprese associate per 27mila addetti), alla vigilia
dell'assemblea straordinaria che martedì 10 giugno (ospite il
neo-vicepresidente di Confindustria con delega all'organizzazione e al
marketing territoriale, Edoardo Garrone), approverà una modifica allo statuto
che cambierà la denominazione in Confindustria Alessandria. "Una buona
riuscita delle relazioni industriali, e mi riferisco ai nuovi contratti,
permetterà di legare sempre di più gli obiettivi degli imprenditori a quelli
dei lavoratori. L'altra scommessa è quella dell'internazionalizzazione, intesa
non semplicemente in termini di export, ma di confronto che può portare alle
nostre aziende un importante valore aggiunto, intellettuale prima che
economico". Le imprese alessandrine, dal canto loro, hanno una forte
vocazione alla presenza sui mercati internazionali: in base agli ultimi dati
dell'Ice, nel 2006 il valore dell'export ha raggiunto complessivamente i 3,5
miliardi di euro (+12,6%), in maggior parte (2,2 miliardi) diretto verso i
paesi dell'Ue. In generale l'industria della provincia di Alessandria
–fortemente diversificata, in cui spiccano i comparti del meccanico e
metalmeccanico, della chimica, della gomma-plastica, dell'alimentare e del
cemento e costruzioni – continua a godere di buona salute. Nell'ultima indagine
congiunturale, i principali indici Sop (che registrano lo sbilancio fra
imprenditori ottimisti e pessimisti) sono tutti positivi: l'occupazione (+7),
la produzione (+9, anche se è in calo dal +13 del trimestre precedente), gli
ordini totali (+
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione: NORD
EST data: 2008-06-04 - pag: 4 autore: INTERVISTA Renzo Tondo Presidente del
Friuli-Venezia Giulia "Un patto con il Veneto per le infrastrutture"
Dialogo con Galan sulla partecipazione al Passante di Mauro Pizzin R iuscire a
farsi largo nell'agenda zeppa di impegni di Renzo Tondo, 51 anni, da poche
settimane presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, è un'operazione
complessa.Tra riunioni di Giunta, incontri istituzionali, impegni legati al
mandato, le giornate del politico tolmezzino sono diventate, infatti, sempre
più lunghe. Fra i problemi maggiori che gli si chiederà di affrontare nell'arco
del suo mandato si collocano quelli relativi alle infrastrutture, alla
sburocratizzazione, all'approvvigionamento energetico, su cui sarà costante la
necessità di dialogo e confronto con le categorie produttive. Sullo
sfondo,l'urgenzadimantenerecompetiti-vounterritoriodiconfinechiamatoacon-frontarsiconPaesilimitrofispessoavvan-taggiatisulfrontedellaf
scalitàedell'efficienza amministrativa. Presidente Tondo,il tema
dell'indebitamento della Regione è stato al centro della sua campagna
elettorale. Le imminenti variazioni di bilancio saranno un'occasione per
cominciare il ripianamento? Senz'altro. Dei 151 milioni che costituiscono il
nostro avanzo di amministrazione, infatti, 35 andranno alla sanità, mentre gli
altri 116 saranno destinati alla copertura del debito. Un altro punto fermo del
suo programma è stato quello della sburocratizzazione. Su questo fronte, pesa
anche il fardello del bagaglio normativo regionale, rispetto al quale la Giunta
Illy aveva cercato di agire attraverso lo strumento dei testi unici. Lei
seguirà questa strada? Io non darei una lettura salvifica dei testi unici
perchè so bene che in una società dinamica è impensabile che ci siano delle norme
su cui si possa non intervenire per un certo lasso di tempo, soprattutto se
hanno ad oggetto tematiche economiche: su questo fronte sono realista. Quando penso alla burocrazia penso soprattutto alla eliminazione di adempimenti inutili per i
cittadini e le aziende. Nel caso delle imprese, lei punta
sull'autocertificazione. Certo,per l'aperturadi nuove attività prima del
completamento delle autorizzazioni. Intendo fare riferimento all'etica
della responsabilità: la Regione fa un investimento sulla buona fede
dell'imprenditore, sulla sua buona volontà, ma se sbaglia lo punisce. è
un'idea, questa, che sarà concretizzata attraverso regolamenti specifici. Ha
parlato di pacchetti integrati di agevolazioni per aiutare la pianificazione
degli investimenti. Cosa intende? Ora come ora disponiamo di fondi europei,
statali e regionali, che variano a seconda degli assessorati. Io credo che
nostro compito sia quello di inserirli tutti in un solo pacchetto per fare in
modo che quando un imprenditore intende avviare un'iniziativa possa avere un
punto di riferimento unico e tempi certi. Penso, inoltre, di mettere mano allo
Sportello unico delle imprese, che non ha mai funzionato. Nel suo programma si
pone l'accento sulla necessità di negoziare a livello statale affinchè la Regione
abbia la possibilità di introdurre regimi di tassazione diversificati
territorialmente per le imprese. Pensa a una fiscalità di vantaggio? La domanda
che mi pongo è: una volta definiti quanti devono essere i trasferimenti a Roma,
sulle mie risorse posso differenziare? Posso fare in modo, ad esempio, che
almeno l'Iva per un'azienda di montagna sia al 4% e non al 10? Se il Governo
decide di applicare il federalismo fiscale, credo che la mia possa essere una
richiesta lecita e logica. Si tratterebbe, nel definire le aree, di una scelta
difficile, ma federalismo significa anche assunzione di maggiori responsabilità
da parte di chi decide. A proposito di tasse, lei ha accusato il precedente
Esecutivo di avere concesso la riduzione Irap solo alle grandi realtà, a
discapito delle aziende più piccole, anche del commercio e dell'artigianato.
Non teme di dover rinunciare ad una fetta importante di entrate? Ribalterei il
concetto: se faccio in modo che le aziende paghino meno, queste ultime avranno
una minore necessità di contributi. Fondi da impiegare per la realizzazione di
quelle infrastrutture che chiede tutto il mondo imprenditoriale. Allora
parliamo di infrastrutture, partendo dall'autostrada A4. Uno dei temi più
discussi è stato quello della compartecipazione nel Passante di Me-stre, negata
alla concessionaria Autovie Venete. Lei ritiene che il discorso si possa
riaprire? Si tratta di un argomento che vorrei affrontare nel prossimo incontro
con il presidente Galan. Magari agganciandolo alla richiesta del Veneto –con
cui penso ad un forte asse in materia di infrastrutture – di avere una maggiore
presenza nell'azionariato di Autovie. Non mi sembra un problema irrimediabile.
Un tema su cui la Regione dovrà spendersi è quello del rigassificatore di
Trieste. La questione relativa al suo via libera potrebbe intrecciarsi con
quella della dismissione della Ferriera di Servola, i cui vertici hanno
evidenziato interesse per il business gasiero. Sareste disposti a discuterne?
Ritengo che le vie legali e della forza siano sempre le ultime da esperire.
Dico, quindi, che se può servire a risolvere il problema del siderurgico a
Trieste, si tratta di un'ipotesi su cui si può senz'altro ragionare. Sul fronte
delle merchant-lines, il progetto di elettrodotto interrato di Burgo, bocciato
dalla Regione, è tornato d'attualità dopo il ricorso vittorioso del Gruppo
cartario al Tar. Cosa si sente di dire? Che la pratica andrà avanti: non sono
contrario in linea di principio agli elettrodotti privati. Per quanto mi
riguarda non ci sono pregiudiziali, purchè sia garantita la massima
compatibilità ambientale. Lei alla necessità di trovare il consenso della
popolazione nella costruzione delle grandi opere ha dedicato un passaggio del
suo programma. In quest'ottica, si sentirebbe di offrire all'Enel un sito
regionale in caso di ritorno del nucleare, come ha fatto Galan? Diciamo che se
ci fossero siti con le caretteristiche idonee di sicurezza in un territorio
sismico, non mi opporrei. Anche perchè sono da sempre favorevole all'atomo.
Nodo Insiel. La Giunta ha deciso lo scorporo in due società per consentire
anche incarichi esterni. Vi hanno accusato, comunque, di non avere mantenuto
gli impegni presi. Il Governo ci ha detto che intende andare avanti sulla
strada del Bersani, quindi c'era poco da fare. A questo punto, io sogno
un'Insiel privata ma con una partecipazione significativa della Regione.
Secondo i suoi intendimenti Friulia Holding dovrebbe cambiare. Perchè? Perchè
così com'è la finanziaria regionale è poco presente nelle piccole e medie
imprese. Ha fatto invece interventi creditizi e finanziari, che non credo siano
nella sua mission. Un'ultima cosa: sui fondi alle imprese lei si sente di dire
che ci sarà qualcosa in più o in meno? Ora come ora, francamente non mi sento
di dire nulla. mauro.pizzin@ilsole24ore.com.
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2008-06-04 - pag: 9 autore: Verso l'assise. Il 6 giugno
l'assemblea degli imprenditori - Tunnel ferroviario del Brennero e aeroporto i
temi principali Bolzano chiede più infrastrutture Prioritari per le imprese
anche l'aumento dei salari e la riduzione del peso fiscale ACURADI Mirco
Marchiodi BOLZANO Le elezioni provinciali del prossimo ottobre, il tunnel
ferroviario del Brennero, le grandi sfide da affrontare assieme al resto del
Paese. Ruoterà attorno a questi temi l'assemblea generale dell'associazione
degli Imprenditori dell'Alto Adige che si svolgerà dopodomani a Bolzano. Che si
tratti di un momento particolare per l'economia provinciale lo dimostrano gli
ospiti invitati per l'occasione: il presidente della Provincia Luis Durnwalder,
quello di Trenitalia Innocenzo Cipolletta e la presidente di Confindustria Emma
Marcegaglia. I numeri del 2007 dicono che l'Alto Adige ha una marcia in più
rispetto al resto d'Italia: crescita dell'economia pari al 2,3%, export in
aumento del 9,5%, numero degli occupati in crescita del 3,3% e disoccupazione
ferma al 2,6% con il Pil pro capite che si attesta attorno ai 35mila euro. Le
previsioni per il 2008 indicano una lieve frenata, con il Pil che dovrebbe
comunque crescere attorno al 2%, ben al di sopra della media nazionale. Ma non
per questo i problemi dell'economia altoatesina sono diversi da quelli del
resto d'Italia. Diminuire il carico fiscale, aumentare i
salari netti e ridurre i costi della burocrazia sono priorità anche in Alto Adige. E quando il presidente Christof
Oberrauch dice che "il 90% delle nostre richieste ormai sono rivolte a
Roma, più che alla Provincia ", fa intendere come il destino dell'economia
altoatesina sia legato a quella italiana molto più di quanto si potrebbe
pensare. Il presidente non l'ha mai nascosto: uno dei compiti principali
dell'associazione è la politica di lobbying. In questi ultimi anni sono stati
raggiunti obiettivi importanti: dal taglio dell'Irap alla nuova legge
sull'innovazione, dal rinnovato sistema di agevolazione all'economia alla
nascita di due società para-pubbliche come Eos e Bls per affrontare debolezze
storiche del sistema altoatesino come l'export e l'alto costo dei terreni.
Resta però ancora molto da fare, "perché come terra di confine paghiamo le
differenze rispetto a Austria e Germania", sottolinea il direttore di
Assoimprenditori Udo Perkmann. Per quanto riguarda le infrastrutture, la
recente fotografia dell'Istituto Tagliacarne è impietosa: Bolzano è agli ultimi
po-sti in Italia. E se in parte la spiegazione è data dalla morfologia del
territorio, che non permette di ampliare più di tanto la rete stradale e
ferroviaria, è anche vero che non sempre dove gli spazi ci sono questi vengono
sfruttati. Emblematico l'esempio dell'aeroporto di Bolzano, il cui ampliamento
è stato bloccato sull'onda delle proteste, e ricorsi e controricorsi rischiano
anche di far slittare i lavori del traforo di base del Brennero. Il cantiere è
stato inaugurato qualche settimana fa, ma per vedere l'opera completata ci
vorranno ancora una quindicina d'anni. "Bisogna accelerare, perché opere
come il tunnel di base o l'aeroporto sono indispensabili per l'economia",
rileva il presidente regionale di Assindustria Enrico Valentinelli. LA POLITICA
Tra gli ospiti dell'evento anche il presidente Luis Durnwalder a cui gli
industriali chiedono stabilità di governo.
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Sud sezione:
ISTITUZIONE data: 2008-06-04 - pag: 12 autore: PUGLIA. Legge Seveso, varate le
disposizioni regionali Per i rischi industriali al via i nuovi controlli Gian
Vito Cafaro BARI La Puglia vara la sua legge Seveso per adeguarsi alle ultime
disposizioni nazionali ed europee in materia d'incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose. Tutte norme (compresa quella regionale, la
6/08) note col nome della cittadina lombarda dove negli anni 70 ci fu una
disastrosa fuga di diossina dalla fabbrica Icmesa. La nuova legge regionale era
necessaria per far partire i controlli volti ad assicurare innanzitutto il
rispetto delle tre direttive europee sulla materia. Viene istituito un Comitato
tecnico di controllo, fondamentale per le autorizzazioni (articolo 8). Poi ci
sono disposizioni per Province e Comuni (articoli 3 e 4), Piani di gestione per
le emergenze (articolo 7) e norme per la mitigazione del rischio industriale.
C'è un giro di vite sul sistema dei controlli per la prevenzione dei rischi che
nemmeno secondo imprese e organizzazioni di categoria penalizzano il sistema
industriale. Anche se, dice Donato D'Agostino, vicepresidente di Confindustria
Bari e titolare della Chimica D'Agostino, "non mi risulta che la nostra
organizzazione sia stata coinvolta nella stesura della legge: avremmo potuto
fornire il contributo della nostra esperienza di campo". "Nonostante
tutto – aggiunge D'Agostino – è fondamentale rimarcare che le ragioni della
sicurezza non vadano a svantaggio della competitività. Ad una prima lettura, la
legge regionale non dà particolari motivi di preoccupazione solo per gli
adempimenti burocratici, in quanto appare in linea con le normative nazionali
che recepiscono a loro volta le disposizioni europee". "Colma un
vuoto normativo– aggiunge Antonio Loparco, amministratore della Contea srl e
membro del direttivo della sezioneChimici e ambiente di Confindustria Taranto
–. S'innesta sul Dlgs 334/99. La vera novità è l'istituzione di un Comitato
tecnico regionale che dovrà sovrintendere le politiche future di insediamento.
Credo che il fatto di avere un riferimento regionale permetta alle aziende di
avere risposte più celeri". Qualche perplessità la desta la composizione
del Comitato (si veda la scheda a fianco): "L'assenza – spiega D'Agostino
– sia dei Comandi provinciali sia della Direzione regionale dei Vigili del
Fuoco come componenti obbligatori, col rischio di comportare un passaggio
burocratico in più rispetto al passato, perché dopo la valutazione del Comitato
tecnico regionale le imprese dovranno richiedere il Certificato prevenzione
incendi ai Vigili del fuoco, costringendo quindi ad affrontare un'ulteriore
istruttoria". Anche per le piccole e medie imprese il commento è positivo.
Per il responsabile del settore Energia e ambiente di Confapi, Salvatore Adamo,
"la Regione con questa legge sta completando la sua programmazione in
diversi settori e la costituzione di un organismo tecnico deputato ai
controlli, oltre alla definizione di competenze precise ad Enti locali, è un
fatto positivo". La legge sui rischi industriali per l'uso di sostanze
pericolose, infatti, introduce specifiche per gli Enti locali. Le Province
dovranno varare piani di controllo territoriali annuali (articolo 3). Ai
Comuni, invece, il compito di adottare le varianti urbanistiche a seconda della
presenza di stabilimenti a rischio (articolo 4). Quanto alla prevenzione degli
incidenti, si ribadisce la necessitàdello scambio reciproco delle informazioni
fra i gestori degli stabilimenti (articolo 5) sulla scorta dell'effetto domino
(la vicinanza di più industrie con sostanze pericolose). La Regione, sentito il
Comitato tecnico, dovrà individuare gli stabilimenti a rischio incidente. Le
imprese, a loro volta, dovranno predisporre lo studio di sicurezza integrato
dell'area in cui operano. "Questi obblighi – dice ancora D'Agostino – non
rappresentano un onere aggiuntivo, perché sono già contemplati dalla normativa
nazionale ed europea. Anche l'adozione del Piano di emergenza esterno
all'articolo 7, cheè a cura delle autorità competenti, non implica particolari
appesantimenti burocratici per l'impresa, perché alle aziende viene
semplicemente richiesto di fornire le necessarie informazioni circa gli eventi
incidentali che potrebbero verificarsi con effetti all'esterno dello
stabilimento. Infine, le autorizzazioni: dalle imprese nessuna obiezione in
particolare. Il rilascio dei nulla osta abilitanti all'esercizio
industriale dovrà tener conto dei piani urbanistici comunali e dei rapporti di sicurezza,
presentati dalle imprese al Comitato tecnico regionale.
www.ilsole24ore.com/economia Il testo della legge Seveso pugliese PARERI
FAVOREVOLI Secondo Confindustria la disciplina è da approvare perché ha
procedure con poca burocrazia che danno risposte celeri.
( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La base Giudici,
avvocati difensori e pubblica accusa: tutti militari scelti dal Pentagono
Khalid Sheikh Muhammed ha confessato tutto, ma accusa: mi hanno torturato 2.973
capi di imputazione per omicidio, uno per ciascuna vittima degli attentati
(SEGUE DALLA COPERTINA) CARLO BONINI Dei giudici militari di corte marziale
costituiti in un tribunale speciale battezzato per legge
"commissione", assistiti da pubblici ministeri e avvocati difensori,
militari come loro e come loro scelti dal Pentagono, giudicheranno della
responsabilità di cinque civili, militanti di Al Qaeda accusati di 2.973 capi
di imputazione per omicidio. Uno per ciascuna vittima dell'11 settembre. Non è,
né sarà la Norimberga del Terrore. Come non lo sono stati il processo a Saddam
Hussein e le immagini rubate della forca cui è stato appeso. Sarà, se ha
ragione Eugene Fidell, avvocato di Washington, presidente del prestigioso
National institute for military justice, voce autorevole e ascoltata al
Congresso, "un momento di profonda lacerazione". "Perché - osserva
- con questo processo l'America realizzerà che il cammino intrapreso dalla Casa
Bianca con Guantanamo prima e le commissioni militari poi, ci ha resi
prigionieri della galera che abbiamo costruito. Consegnandoci un frutto
avvelenato: la terribile scoperta dell'inconciliabilità tra il legittimo
desiderio, e direi pure diritto, a vedere puniti i colpevoli di crimini orrendi
e l'altrettanto legittimo desiderio e diritto che questa punizione esemplare
venga inflitta nel rispetto delle regole di uno Stato di diritto". Khalid Sheikh
Mohammed, il mastermind dell'11 settembre, il suo architetto, prigioniero
dell'intelligence americana a far data dall'ormai lontano 2003, quando venne
catturato nel suo rifugio pachistano, è colpevole di strage per averne reso
piena confessione. E come lui, lo sono i suoi coimputati, responsabili di aver
prima indottrinato i 19 martiri dell'11 settembre nei campi afgani, quindi di
averne finanziato il soggiorno e l'addestramento al volo negli Stati Uniti. Ma
quelle confessioni, ottenute in assenza di un qualsivoglia simulacro di
garanzia difensiva, in interminabili sedute di waterboarding, di annegamento
simulato, e di sleep deprivation, di privazione del sonno, che valore possono
avere? Che valore avranno? Il processo sta tutto nella risposta che i giudici
militari sapranno e vorranno dare. Così come il suo esito: la morte degli
imputati, come sembra intenzionata a chiedere la pubblica accusa interrompendo
la moratoria che dal 1961 non vede un solo condannato andare al patibolo per
ordine di una corte marziale, o la loro improbabile assoluzione. "Khalid
Sheikh Mohammed, che del processo è evidentemente l'imputato chiave - dice
ancora Fidell - dovrà decidere se assumere un atteggiamento remissivo rispetto
alla confessione che ha firmato nelle mani della Cia, ovvero contestarne ogni
singolo passaggio. Chiederne la nullità. I giudici che lo ascolteranno dovranno
stabilire, per la prima volta nella storia di questo Paese, se in un processo
possono trovare ingresso prove estorte con la tortura o con strumenti a lei
succedanei, eufemisticamente definiti in questi anni, "mezzi di
interrogatorio impropri". E ancora: se il controesame dei testimoni
chiamati dall'accusa sarà o meno impedito, o quantomeno ridimensionato, dal
segreto di Stato che protegge le fonti di intelligence". Dalla scelta,
come detto, dipenderà l'esito del giudizio, ma anche ciò che resterà della
ricostruzione della trama che ha condotto all'11 settembre. Di questa storia,
oggi, esistono infatti soltanto 58 pagine di documenti ufficiali. "Sostitutive"
- come ricorda l'epigrafe scelta dalla Cia, "Substitution for the
testimony of Khalid Sheikh Mohammed" - della voce dell'uomo, Khalid Sheikh
Mohammed, che ha contribuito a redigerle ma che nessuno, tranne i suoi
carcerieri ha sin qui mai potuto ascoltare. Cinquantotto pagine che - insieme
alla fotografia in canottiera dell'imputato - sono e restano, ad oggi,
l'immagine e lo scheletro istruttorio del processo che si va ad aprire a
Guantanamo. Dal febbraio scorso, non sono più segrete. La Cia e il Pentagono ne
hanno autorizzato la diffusione. Prima nell'aula di giustizia della corte
federale che ha giudicato Zakarias Moussawi (il cosiddetto ventesimo
attentatore dell'11 settembre), quindi in rete. Perché l'America e il mondo
sapessero come, quando e da chi, la strage delle Torri Gemelle e del Pentagono
è stata incubata. Articolate in 114 paragrafi, quelle pagine raccontano come la
crudele "semplicità di un piano di distruzione" riuscì ad avere
ragione di un colosso dai sistemi di difesa complessi, ma dai piedi di argilla.
Al punto che nessun contatto privilegiato fu necessario ai martiri una volta
raggiunta San Diego, se non un vecchio elenco telefonico acquistato su una
bancarella di Karachi. Documentano - se Khalid ha detto il vero - che tra gli
obiettivi, almeno all'inizio, fu anche una centrale nucleare in Pennsylvania e
che Osama Bin Laden aveva scelto un altro numero per trascinare il mondo e
l'America nel cratere di Ground zero. Il 12 non l'11. Perché, fosse stato per
le sue "insistenze", i martiri di Allah avrebbero dovuto colpire il
12 maggio del
( da "Repubblica, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La "Rossa"
ieri al Vittoriano alla sua prima inaugurazione. "Per Berlusconi io farei
anche il ministro delle tovaglie blu..." Brambilla, sottosegretario che
scalpita "Romperò le scatole, avrò più poteri" "Il turismo deve
crescere ancora molto. Non voglio dare un solo euro ai burocrati" GIOVANNA
CASADIO ROMA - "Anche Berlusconi sa che sono una rompiballe, che non mi
arrendo mai". Michela Vittoria Brambilla "la rossa" ha molti
fans. Gente che si avvicina e le dice: "Lo sa che lei è più bella dal vivo
che in tv?". Qualcuno è tentato di sbirciarle le gambe: avrà le
autoreggenti? La neo sottosegretaria al Turismo, ieri alla sua prima uscita
pubblica per l'inaugurazione al Vittoriano del Centro espositivo-informativo
dedicato all'Unità d'Italia, diventa di ghiaccio sul tema-autoreggenti:
"Basta, non rispondo neppure". Parla di turismo, ovvio. Ma anche del
"capo", il presidente del Consiglio, e del fatto che l'incarico che
le ha dato nel governo "non è stata una diminutio, c'è dell'altro in
prospettiva": Berlusconi le darà nuove deleghe, altri poteri. Neppure ha
bisogno di battere i pugni per questo, "il presidente" gliel'ha
promesso. Sottosegretario Brambilla, è d'accordo con il ministro Sandro Bondi
per il quale "serve più bellezza" in Italia? "C'è tantissima
bellezza nel nostro paese, si tratta di valorizzarla e comunicarla
meglio". Bondi è il suo referente? "Io sono sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, i miei referenti sono Berlusconi e Gianni
Letta". C'è della ruggine fra lei e Bondi, ex coordinatore di Fi, che non
l'ha certo aiutata ad avere un ministero? "Non c'è mai stata ruggine, io
cercherò di coordinarmi con lui, con Scajola e Matteoli". Lei aveva il
copyright del Partito delle libertà, Berlusconi la indicava come sua
"delfina": diventare solo sottosegretario al Turismo le sarà dispiaciuto.
è stata una diminutio? "Nessuna diminutio anche perché aspetto sviluppi,
vedrà che all'orizzonte ci sono belle sorprese". Le saranno trasferiti
altri poteri? "Non usiamo il termine "trasferimento". Però il
turismo è l'unica impresa nazionale che può raddoppiare il suo fatturato. Per
me non è un'improvvisazione occuparmi di questo settore, anche se rilanciare
l'immagine dell'Italia non è una bazzecola, ma credo di poter dire: so di cosa
parlo". Dica la verità, rimpiange di non avere avuto un altro ruolo nel
governo, magari le Pari opportunità al posto della Carfagna? "Se il
presidente Berlusconi mi mette a fare il ministro delle tovaglie blu, io studio
e gliele vendo, ma essere nel settore del Turismo per me è meglio. Affidarmi
l'unica industria che può raddoppiare il fatturato è il segno di una grande
stima. In cinque anni come presidente dei giovani Confcommercio ho conosciuto
tutti i problemi dell'impresa turistica, sono stata al di là del tavolo e oggi
sono al di qua. Penso di essere competente e ho un obiettivo: se l'economia del
turismo oggi vale in Italia 150 miliardi di euro, cioè l'11 per cento del Pil,
bisogna riuscire ad aumentarla di molto. In Spagna vale il 18,9% del Pil".
E lei per prima cosa farà? "In Italia la materia è stata delegata alle
Regioni che hanno svolto il loro compito come potevano, ma c'è anche bisogno di
una politica nazionale. Il mio primo impegno è a Napoli, dove andrò nei
prossimi giorni per un incontro con le imprese del turismo. Ho già messo su una specie di "dipartimento" per
rilanciare l'immagine dell'Italia. Penso a una terapia d'urto e tutti sappiamo
che non andrà nulla alla burocrazia, ai funzionari all'estero: per ogni euro che spendiamo deve
esserci un turista in più che arriva". Con Berlusconi si sente?
"Sempre".
( da "Repubblica.it" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL GIORNO è
arrivato. "Gli Stati Uniti d'America contro Khalid Sheikh Mohammed, Ali
Abdul Aziz Ali, Ramzi Binalshibh, Mustafa Ahmed Al-Hawsawi, Walid Bin
Attash". 11 settembre 2001. 5 giugno 2008. Due guerre, sei anni, otto mesi
e tre settimane dopo la mattina che ha cambiato il corso della Storia, si compie
la parabola della punizione "legale" inflitta al nemico in nome del
diritto "speciale" della Guerra al Terrore. Nella base navale di
Guantanamo, isola di Cuba, in un prefabbricato aperto a quattrocento
osservatori selezionati e per il resto isolato dagli sguardi del mondo chiamato
Camp Justice, tirato su in una prigione di fuoco e di acciaio chiamata Camp
Delta dove sono ancora 280 i prigionieri in attesa di un giudizio o di un
ritorno alla libertà, va ad aprirsi il processo agli architetti e ai manovali
del martedì di sangue delle Torri Gemelle e del Pentagono. Dei giudici militari
di corte marziale costituiti in un tribunale speciale battezzato per legge
"commissione", assistiti da pubblici ministeri e avvocati difensori,
militari come loro e come loro scelti dal Pentagono, giudicheranno della
responsabilità di cinque civili, militanti di Al Qaeda accusati di 2.973 capi
di imputazione per omicidio. Uno per ciascuna vittima dell'11 settembre. Non è,
né sarà la Norimberga del Terrore. Come non lo sono stati il processo a Saddam
Hussein e le immagini rubate della forca cui è stato appeso. Sarà, se ha
ragione Eugene Fidell, avvocato di Washington, presidente del prestigioso
National institute for military justice, voce autorevole e ascoltata al
Congresso, "un momento di profonda lacerazione". "Perché -
osserva - con questo processo l'America realizzerà che il cammino intrapreso
dalla Casa Bianca con Guantanamo prima e le commissioni militari poi, ci ha
resi prigionieri della galera che abbiamo costruito. Consegnandoci un frutto
avvelenato: la terribile scoperta dell'inconciliabilità tra il legittimo
desiderio, e direi pure diritto, a vedere puniti i colpevoli di crimini orrendi
e l'altrettanto legittimo desiderio e diritto che questa punizione esemplare
venga inflitta nel rispetto delle regole di uno Stato di diritto". Khalid
Sheikh Mohammed, il mastermind dell'11 settembre, il suo architetto,
prigioniero dell'intelligence americana a far data dall'ormai lontano 2003,
quando venne catturato nel suo rifugio pachistano, è colpevole di strage per
averne reso piena confessione. E come lui, lo sono i suoi coimputati,
responsabili di aver prima indottrinato i 19 martiri dell'11 settembre nei
campi afgani, quindi di averne finanziato il soggiorno e l'addestramento al volo
negli Stati Uniti. Ma quelle confessioni, ottenute in assenza di un
qualsivoglia simulacro di garanzia difensiva, in interminabili sedute di
waterboarding, di annegamento simulato, e di sleep deprivation, di privazione
del sonno, che valore possono avere? Che valore avranno? Il processo sta tutto
nella risposta che i giudici militari sapranno e vorranno dare. Così come il
suo esito: la morte degli imputati, come sembra intenzionata a chiedere la
pubblica accusa interrompendo la moratoria che dal 1961 non vede un solo
condannato andare al patibolo per ordine di una corte marziale, o la loro
improbabile assoluzione. "Khalid Sheikh Mohammed, che del processo è
evidentemente l'imputato chiave - dice ancora Fidell - dovrà decidere se
assumere un atteggiamento remissivo rispetto alla confessione che ha firmato
nelle mani della Cia, ovvero contestarne ogni singolo passaggio. Chiederne la
nullità. I giudici che lo ascolteranno dovranno stabilire, per la prima volta
nella storia di questo Paese, se in un processo possono trovare ingresso prove
estorte con la tortura o con strumenti a lei succedanei, eufemisticamente
definiti in questi anni, "mezzi di interrogatorio impropri". E
ancora: se il controesame dei testimoni chiamati dall'accusa sarà o meno impedito,
o quantomeno ridimensionato, dal segreto di Stato che protegge le fonti di
intelligence". Dalla scelta, come detto, dipenderà l'esito del giudizio,
ma anche ciò che resterà della ricostruzione della trama che ha condotto all'11
settembre. Di questa storia, oggi, esistono infatti soltanto 58 pagine di
documenti ufficiali. "Sostitutive" - come ricorda l'epigrafe scelta
dalla Cia, "Substitution for the testimony of Khalid Sheikh Mohammed"
- della voce dell'uomo, Khalid Sheikh Mohammed, che ha contribuito a redigerle
ma che nessuno, tranne i suoi carcerieri ha sin qui mai potuto ascoltare.
Cinquantotto pagine che - insieme alla fotografia in canottiera dell'imputato -
sono e restano, ad oggi, l'immagine e lo scheletro istruttorio del processo che
si va ad aprire a Guantanamo. Dal febbraio scorso, non sono più segrete. La Cia
e il Pentagono ne hanno autorizzato la diffusione. Prima nell'aula di giustizia
della corte federale che ha giudicato Zakarias Moussawi (il cosiddetto
ventesimo attentatore dell'11 settembre), quindi in rete. Perché l'America e il
mondo sapessero come, quando e da chi, la strage delle Torri Gemelle e del
Pentagono è stata incubata. Articolate in 114 paragrafi, quelle pagine
raccontano come la crudele "semplicità di un piano di distruzione"
riuscì ad avere ragione di un colosso dai sistemi di difesa complessi, ma dai
piedi di argilla. Al punto che nessun contatto privilegiato fu necessario ai
martiri una volta raggiunta San Diego, se non un vecchio elenco telefonico
acquistato su una bancarella di Karachi. Documentano - se Khalid ha detto il
vero - che tra gli obiettivi, almeno all'inizio, fu anche una centrale nucleare
in Pennsylvania e che Osama Bin Laden aveva scelto un altro numero per
trascinare il mondo e l'America nel cratere di Ground zero. Il 12 non l'11.
Perché, fosse stato per le sue "insistenze", i martiri di Allah
avrebbero dovuto colpire il 12 maggio del
( da "Centro, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pescara "Sanità
pubblica da rilanciare" Il decalogo proposto dai Giovani comunisti di
Penne PENNE.Ridurre gli aiuti regionali alla sanità privata; aumentare gli
incentivi in tecnologia e professionalità per la ripresa dei piccoli ospedali
come quello di Penne; rilanciare le scuole professionali per infermieri a
livello locale e creare concrete opportunità di occupazione per i giovani;
razionalizzare gli stipendi d'oro di manager e dirigenti ospedalieri; creare
una scuola professionale per sindacalisti specificatamente nel settore sanitario,
destinato a giovani residenti che ben conoscono territorio e sistema sociale;
promuovere la meritocrazia per personale medico e infermieristico con progetti
obiettivo che ne migliorino redditi e professionalità; lotta all'assenteismo e
alla cattiva assistenza; sviluppo reale dell'assistenza
domiciliare per scoraggiare burocrazia e ricoveri inutili. Queste alcune delle proposte per la sanità
dei Giovani comunisti di Penne, impegnati a promuovere una nuova stagione di
confronto, anche serrato, sulle tematiche ritenute fondamentali che interessano
tutta la comunità dell'area. "La sanità, quella buona e produttiva,
era la perla dell'economia vestina", sostiene il dirigente dei Giovani
comunisti Gabriele Frisa, "migliaia di famiglie e soprattutto centinaia di
migliaia di utenti facevano e fanno affidamento sulle qualità storiche
dell'ospedale San Massimo. Oggi il realismo della disfatta, dei conti in rosso,
dell'insicurezza del lavoro, dell'assistenza non sempre legata alla qualità è
disarmante. Si legge negli occhi degli operatori la paura di non farcela",
continua, "e noi non possiamo non urlare questa vergogna. Promuoviamo
delle idee che si possono sviluppare, registreremo i passi avanti e lotteremo
con la gente, senza demagogia, contro il lassismo che sta scandendo il passare
del tempo del nostro presidio ospedaliero". Ercole D'Alessandro.
( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima il no dei
Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle
foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una
"tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi,
quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto
periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo
caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di
sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi
chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma
stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema
dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario
Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato
di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il
tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare.
L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di
parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a
dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi
sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e
della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si
costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un
varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e
queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal
tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice
(giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della
violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso
voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe
stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader
del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La
Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema
dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando:
"E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa,
democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che
ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani
vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare
questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare
nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace
di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si
diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non
pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto.
Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano
la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E'
facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi
l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio
condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una
sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o
alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato
appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura
di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile).
Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa
parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno
i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o
meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa
editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la
realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable".
Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si
propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia
nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il
Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle
Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo
spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e
che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti
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un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di
Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura
unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del
premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero
cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e
politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse
non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di
Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto
cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori,
anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa:
contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle
urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito
"giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi
il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le
ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra
giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata
di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo
cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla.
Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato
Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza
solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non
è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo.
Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa
su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori
il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa",
alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio
dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i
veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per
Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale?
Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in
campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha
capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter
diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989,
Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni
spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi l'articolo).
Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana esperienza partorita
a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità - fu un fallimento e
l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni diventa "premier
ombra" del "governo dell'opposizione": alla fine dopo trattative
e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi),
tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto" (Bersani) ed
entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito democratico ha varato
lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per ora le analogie
finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che sulla carta sono
buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata presentata al presidente
Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo
è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato a dichiarare "con
D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in due.". Come dire:
non sono io quello che polemizza e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al
D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante che deve svolgere"
alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è
più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla
direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce
il "caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che
affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di
rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra
nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti (
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08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul
governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e
stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere
che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che
contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella
chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini
nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra
31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è
riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma
molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che
potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario
alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci
sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23
giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il
presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della
Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra
non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga
il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in
Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A
questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in
nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi
no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel
venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie
(politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti
all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni
politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello
di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora,
povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del
bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da
Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra
defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E
Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal
centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In
fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche
soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già,
perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una.
Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo
europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate?
Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare
il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali
sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la
conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato
sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono
scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico,
periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi
della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e
Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha
attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon
divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle
11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A
proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie
Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog
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a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana.
Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha
fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di
slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun
merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso,
pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più
attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi
democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt
, ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato,
lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti
demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"?
Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da
farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il
realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è
andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema
Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei
clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato
Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei
sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale
davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della
sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi
giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv
Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone,
assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa.
Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza
e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista"
toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa
sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con
che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia,
come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"?
GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58
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precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano
"adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli
articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37)
Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle
foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono
certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto
ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi
a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica
dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la...
remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli
altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della
mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della
condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter
diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime
News Mestre, ancora blocchi contro il campo nomadi"La clandestinità è solo
un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25
milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio
occupazione e deficit"Fao, Ban Ki-Moon: "La fame genera
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( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima il no dei
Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle
foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una
"tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi,
quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto
periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo
caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di
sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi
chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma
stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema
dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario
Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato
di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il
tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare.
L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di
parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a
dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi
sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e
della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si
costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un
varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e
queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal
tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice
(giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della
violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso
voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe
stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader
del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La
Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa
come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E'
necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa,
democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che
ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani
vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare
questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare
nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace
di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si
diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non
pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto.
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Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano
la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E'
facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi
l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio
condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una
sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o
alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato
appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura
di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale
futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di
noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi
mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno
vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice
francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un
cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha
ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un
salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era
dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in
occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della
Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le
vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda
il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08
Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi
alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo
con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd),
sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento
e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha
riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno
scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta
rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd:
l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella
distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e
Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E
parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra
massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei
giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani)
e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E'
lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a
indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro
alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno.
Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia
personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio
non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto
popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico.
C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel
mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo
D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come
racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della
consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri,
Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho
avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve
un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più
l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna
elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito
anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter
diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989,
Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni
spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no
eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì
accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del
Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo
anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle
intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è
stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della
prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è
affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe
essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i
distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo
importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto
il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti.
Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita
dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il
coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino.
Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima
leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di
Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79
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RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti
del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo
Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo
12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a
Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già
collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni).
Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del
suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato.
Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su
un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza
del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e
La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere
a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio
Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna.").
Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.".
Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare
attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo)
Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora
Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al
congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere
un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche
lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non
sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira
contro la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta
feste e terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni,
"matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA
Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che
diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni
Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo
Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha
aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta
senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita
del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato
spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a
volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo
lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta
elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto
popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come
una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure
farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e
qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone
l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno
all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di
costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri
in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o
dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo
leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio
si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni
Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i
leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli).
E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando
per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon
divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione
col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa
fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11
firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A
proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie
Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog
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a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana.
Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha
fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di
slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun
merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso,
pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più
attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi
democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt
, ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato,
lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti
demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"?
Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da
farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il
realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è
andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema
Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei
clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato
Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei
sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale
davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della
sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi
giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv
Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone,
assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa.
Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza
e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista"
toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa
sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con
che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia,
come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"?
GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58
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"adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli
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Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle
foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono
certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto
ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi
a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica
dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la...
remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli
altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della
mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della
condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter
diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime
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un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25
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ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti
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Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta
feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni
Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la
partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano"
all'amatriciana. Dì la tua Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori
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( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima il no dei
Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle
foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una
"tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi,
quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto
periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo
caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di
sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi
chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma
stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema
dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario
Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato
di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il
tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare.
L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di
parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a
dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi
sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e
della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si
costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un
varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e
queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal
tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice
(giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della
violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso
voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe
stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader
del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La
Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema
dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E'
necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa,
democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che
ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani
vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare
questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare
nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace
di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si diceva
una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non
pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto.
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la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E'
facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi
l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio
condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una
sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o
alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato
appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura
di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile).
Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa
parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno
i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o
meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa
editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la
realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable".
Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si
propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia
nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il
Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle
Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo
spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e
che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti
( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di
Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a
un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di
Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura
unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del
premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero
cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e
politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse
non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di
Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto
cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori,
anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa:
contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle
urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito
"giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi
il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le
ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra
giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La
sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non
intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo
perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha
parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una
maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e
di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio,
Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come
ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro
e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla
"Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le
riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei
un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora
vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una
Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di
Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma
anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della
vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio
dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non
pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 )
" (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani
© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May
08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds)
nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente
Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no
eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto"
(Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito
democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per
ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che
sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata
presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima
compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è
affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe
essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i
distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo
importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto
il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti.
Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita
dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il
coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino.
Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima
leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di
Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo
del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti
del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo
Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo
12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a
Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già
collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni).
Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del
suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato.
Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su
un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza
del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e
La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere
a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio
Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna.").
Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà (giustizia).
E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra non ha un
suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga il fatto
che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in Gran
Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A questo
punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in nessun
altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi no".
Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche interessante
nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci sono delle
persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e che certo
non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da Massimo
D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un punto di
forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo in
mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare allo
sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie Commenti
( 65 ) " (48 votes, average: 2.06 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità" se la
prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine Massimo
D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più
"silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per
scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta
del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e
ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa
dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra.
"La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una
riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi
e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd
"deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono
alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale
"non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre
sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il
33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord?
"Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel
territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto
colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono
antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto
significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge
"l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a
D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in
cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni
regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso
anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno
di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per
ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono
certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro
la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e
terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni,
"matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA
Scritto in Varie Commenti ( 18 ) " (120 votes, average: 1.38 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che
diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni Alemanno
che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma
ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la
strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e
senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita del
Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato
via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli
stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e
atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei
partiti di sinistra defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si
sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano
infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la
guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente,
potrebbe anche soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente
parlando. Già, perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne
azzeccata una. Veltroni è in grado di costruire un grande partito di
centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di
farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo
voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti (
58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo
scontro per la conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del
candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco
Rutelli, sono scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom,
traffico, periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi
caldissimi della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi
per Comune e Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi,
che ha attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha
sottolineato Fini: "Condizione irripetibile per vincere nella
Capitale". Con Veltroni e i suoi impegnati a difendere la poltrona di
sindaco dopo la sconfitta alle politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma
come? Quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la
vostra Scritto in Varie Commenti ( 92 ) " (91 votes, average: 1.55 out of
5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo post a un amico 23Apr 08 Racconta anche tu la partita
della tua vita Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme
del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro
partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di
emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più
bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita
della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti
sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog
ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non
troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è
la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il
Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti
a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di
articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5
del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per
lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista,
ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) " (129
votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008
Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08
Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera
su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia
del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang
"padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita
un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso,
pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più
attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi
democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt
, ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato,
lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti
demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"?
Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da
farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il
realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è
andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema
Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini,
dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti,
sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi
non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri
sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come
una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che
siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd,
non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono
meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli
elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza.
Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio
a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno,
Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale -
andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà
parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI
CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58 votes, average: 1.6
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani:
Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri
giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei,
Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza
ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i
risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di
parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca:
Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono
della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime
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Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra"
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
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( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima il no dei
Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle
foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una
"tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi,
quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto
periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo
caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di
sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi
chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma
stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema
dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario
Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato
di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il
tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare.
L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di
parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a
dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi
sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e
della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si
costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un
varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e
queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal
tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice
(giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della
violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso
voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe
stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader
del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La
Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema
dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando:
"E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di
autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le
sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli
italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova
strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova
tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più
forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche
("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo
ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra
strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32
votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008
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le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare
il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato,
perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi.
Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha
rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno
delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è
stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si
chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione
di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La
tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando?
Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un
futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una
prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista
attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou
probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di
Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una
giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il
dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle
Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo
spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e
che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti
( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di
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Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura
unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del
premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero
cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e
politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse
non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di
Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto
cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche
Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare
amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la
sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino",
quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso
Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote
proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra
giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata
di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo
cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla.
Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha parlato
Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza
solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non
è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo.
Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa
su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori
il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa",
alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del
Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un
avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale
anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una
Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di
Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma
anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della
vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio
dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non
pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 )
" (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani
© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May
08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds)
nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente
Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no
eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì
accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del
Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo
anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle
intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è
stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della
prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è
affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe
essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i
distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo
importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto
il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti.
Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita
dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il
coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino.
Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima
leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di
Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo
del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti
del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo
Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo
12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a
Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già
collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità,
insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del suo progetto Paese
interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il
governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un nocciolo duro di
governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni
Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco
spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto,
come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano
("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità,
azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la
scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di
maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la
strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è
deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al
caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono
"problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale,
sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché
Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come
chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei
partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con
il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra"
voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i
suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo ombra
non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si aggiunga
il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due come in
Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in commissione. A
questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran Bretagna in
nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da noi
no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08
Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie
(politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti
all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni
politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che
venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni.
E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del
bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da
Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra
defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E
Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal
centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In
fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche
soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già,
perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una.
Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo
europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate?
Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare
il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali
sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la
conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato
sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono
scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico,
periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi
della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e
Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha
attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano"
all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza
Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni,
parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el
risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una
riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo
capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro
editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora,
vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner
tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e
sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni
"padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire
e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad
esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura
sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.
Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno
della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha
sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al
"Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della
sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si
poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo
poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una
polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per
convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini
all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già
detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il
"Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e
Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un
leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare,
a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando
"padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
ilGiornale.it contatti Categorie Varie (37) Ultime discussioni Alberto Taliani:
Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri
giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei,
Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza
ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i
risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di
parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca:
Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono
della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime
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un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25
milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio
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Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier
ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti
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Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta
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( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima il no dei Collettivi
di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle foibe: alla
Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una "tradizione
democratica" che tenta di riproporre schemi antichi, quelli del
"rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto periodo
quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo caso dei
manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di sinistra,
della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi chiarire
(rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma stabilire
colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema dell'intolleranza
travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario Cervi, a preoccupare.
E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato di ricreare un clima di
tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il tentativo di tornare allo
schema degli opposti estremismi, ad allarmare. L'intolleranza si traveste,
sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di parte e da parte di pochi.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire: "Noi dobbiamo
lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi sono solati, estranei al
contesto culturale e storico della nostra città e della nostra nazione. Questo
è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si costruiscono teoremi
politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un varco e armare le
contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e queste persone
vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal tempo". Veltroni
invita la destra a "non minimizzare" e dice (giustamente) che le
istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della violenza. Ma quale?
quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso voglia dire quella di
tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe stato bene, per
evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader del Partito
comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza - sullo
sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa come
diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E' necessario
che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente
designate e controllate". Parole gravi, le sue che ricordano proprio quegli
anni di piombo che la maggioranza degli italiani vorrebbe consegnare agli
archivi della storia. A chi giova strumentalizzare questi episodi per interessi
di parte politica? A chi giova tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno,
una democrazia è tanto più forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza
delle estreme politiche ("frange" si diceva una volta). Il
"giustificazionismo ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani
hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti
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16May 08 Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di
dimenticare il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete
provato, perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si
sente persi. Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori
britannici ha rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella
del giorno delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista.
Addirittura è stato coniato appositamente un termine medico.
"Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo"
è l'abbreviazione di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo
ammetterlo. La tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove
stiamo andando? Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo
ricopriranno in un futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo
Editis, una prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di
vista attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato
"Possible ou probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo
al festival di Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella
vita di una giovane coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis
apre il dibattito. Il Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata
mondiale delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue
lasciando a voi lo spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni
su quello che è e che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto
in Varie Commenti ( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ...
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questo post a un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il
discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier),
l'apertura unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla
telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che
qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche
il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo
istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera
Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza
Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il
"sì" di Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si
rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non
sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani
qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto
Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il
partito "giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla
carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i
bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che
la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una
prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non
abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non
intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica".
Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha
una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter,
e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro,
Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del
2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore
dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla
"Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le
riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei
un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora
vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una
Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di
Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma
anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della
vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio
dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non
pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 )
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08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds)
nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente
Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no eccellenti
(D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì accetto"
(Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del Partito
democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone. Per
ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che
sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata
presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima
compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è affrettato
a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe essere in
due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i distinguo.
Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo importante
che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto il
centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti. Andare
avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita dall'assemblea
costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il coordinamento
dei "nove" che affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni
riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se
anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in
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post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni
e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi
quater va e stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile
sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri
(quelli che contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con
la casella chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati
uomini nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro
hanno fra 31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso
è riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi,
ma molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto,
che potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al
sottegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi,
Maroni. e poi ci sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi
di partito e 23 giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto
soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più
veloci della Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato
l'efficace "decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che
hanno semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto
più "decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da
"fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla
vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono "problemini" non da
poco che si chiamano stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione
clandestina, rilancio del sistema paese, costi della
politica e della burocrazia,
federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una
volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come chiedono gli
italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora
ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con il Paese e
le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi. Intanto
la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra" voluto
da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi
problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie
(politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti
all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni
politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che
venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni.
E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del
bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da
Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra
defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E
Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal
centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In
fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche
soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già,
perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una.
Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo
europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate?
Veltroni deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare
il Pd? Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali
sono le priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la
conquista del Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato
sindaco del Pdl, Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono
scesi in campo anche i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico,
periferie abbandonate, futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi
della campagna elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e
Provincia. Ed è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha
attaccato frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
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post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano"
all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza
Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni,
parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el
risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una
riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo
capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro
editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete,
io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere
conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre
meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni
"padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire
e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad
esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura
sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.
Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno
della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha
sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al
"Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della
sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si
poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo
poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera.
Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza
il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini
all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già
detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il
"Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e
Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un
leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare,
a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando
"padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI
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Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri
giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei,
Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza
ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i
risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di
parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca:
Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono
della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime
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( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima il no dei
Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle
foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una
"tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi,
quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto
periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo
caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di
sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi
chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma
stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema
dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario
Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato
di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il
tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare.
L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di
parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a
dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi
sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e
della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si
costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un
varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e
queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal
tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice
(giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della
violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso
voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe
stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader
del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La
Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema
dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando:
"E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di
autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le
sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli
italiani vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova
strumentalizzare questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova
tornare a pescare nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più
forte quanto è capace di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche
("frange" si diceva una volta). Il "giustificazionismo
ideologico" stavolta non pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra
strada. Il dibattito è aperto. Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così
le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare
il cellulare a casa? E' facile immaginare la sensazione che avete provato,
perché la maggioranza di noi l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi.
Vulnerabili. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha
rilevato che è una sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno
delle nozze" o alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è
stato coniato appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si
chiama la paura di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione
di no mobile). Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La
tecnologia fa parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando?
Quali saranno i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un
futuro più o meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una
prestigiosa casa editrice francese, ha proposto il suo punto di vista
attraverso la realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou
probable". Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di
Creusot, si propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane
coppia nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il
Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle
Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo
spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e
che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti
( 12 ) " (109 votes, average: 1.11 out of 5) Loading ... Il Blog di
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un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di
Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura
unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del
premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero
cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e
politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse
non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di
Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto
cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori,
anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa:
contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle
urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito
"giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi
il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le
ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra
giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La
sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non
intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo
perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha
parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una
maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e
di Pietro non è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro,
Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del
2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran
manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini
sulla "Stampa", alla cerimonia della consegna della Campanella usata
per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi:
"Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La
battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare
debole in una Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze?
L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta
Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il
riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti
ma anche l'equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti
da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie
Commenti ( 100 ) " (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog
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a un amico 09May 08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto
(Pci poi Pds) nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi
(ovviamente Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo
ombra" (leggi l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di
quella lontana esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato
Visco all'Unità - fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis).
Veltroni diventa "premier ombra" del "governo
dell'opposizione": alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e
riavvicinamenti, no eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla
fine un "sì accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini)
il leader del Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di
stampo anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il
processo alle intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei
ministri ombra è stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte -
Esteri - della prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui
Walter si è affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché
bisognerebbe essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza
e fa i distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel
suo"ruolo importante che deve svolgere" alla fondazione
ItalianiEuropei. Dopotutto il centralismo democratico non c'è più in casa degli
ex-post e a-comunisti. Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che
sarà partorita dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il
"caminetto" e nasce il coordinamento dei "nove" che
affiancherà il segretario piddino. Insomma, Veltroni riparte per tentare di
rafforzare la sua non fortissima leadership. Vedremo se anche a sinistra
nascerà davvero il "partito di Veltroni". Scritto in Varie Commenti (
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08May 08 Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul
governo "ombra". Dite la vostra Il governo Berlusconi quater va e
stavolta per i detrattori più accaniti del Cavaliere sarà difficile sostenere che
non c'è niente di nuovo a Palazzo Chigi. Già, perché i ministri (quelli che
contano, con portafoglio) sono solo 12 (9 senza portafoglio ma con la casella
chiave delle Riforme affidata a Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini
nuovi che affiancano ministri già collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra
31 e 40 anni). Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è
riprendere il filo del suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma
molto è cambiato. Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che
potrà contare su un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario
alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci
sono Matteoli e La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23
giorni per mettere a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il
presidente Giorgio Napolitano ("Lungaggini? Siamo stati più veloci della
Spagna."). Velocità, azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace
"decisionismo"), la scelta bipartitica degli elettori che hanno
semplificato il quadro politico di maggioranza e opposizione rende tutto più
"decisionista" e apre la strada a una nuova stagione del
"fare". Berlusconi su questo è deciso: anche perché da "fare"
c'è davvero molto: pensiamo solo al caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti
in Campania. E poi ci sono "problemini" non da poco che si chiamano
stipendi, carico fiscale, sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del
sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e
problemi nuovi. Ecco perché Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le
carte. Per "fare", come chiedono gli italiani, serve un governo del
premier (il Cavaliere) più che dei partiti. Ora ci aspettano i primi cento
giorni di "luna di miele" con il Paese e le responsabilità di governo
e maggioranza sono davvero grandi. Intanto la sinistra litiga sul
governo che non ha sul "governo ombra" voluto da Veltroni (leggi
l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i suoi problemi. Intanto
D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto, mentre Fassino ha
detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il governo ombra?
Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal Pci poi
diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò andò in
crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la maggioranza
era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri), Visco
(finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità"
se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine
Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più
"silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per
scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta
del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e
ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa
dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel centrosinistra.
"La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve quindi una
riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra Berlusconi
e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo colpo. Il Pd
"deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si oppongono
alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra radicale
"non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a correre
sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali diverse. Con il
33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo. Partito del Nord?
"Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale, fortemente radicato nel
territorio, con una struttura federale che abbia dei leader". Quinto
colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna carica, quindi non sono
antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più pericoloso perché, tradotto
significa "caro Vetroni, mi tengo le mani libere.". Così emerge
"l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che sembra saldare attorno a
D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e furibondo) Rutelli, in
cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo sbaraglio. Per ora Veltroni
regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione di andare al congresso
anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è da escludere un ritorno
di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno. In fondo anche lui per
ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha mandato in giro non sono
certo rassicuranti per Veltroni. Intanto "L'Unità" fa satira contro
la sinistra veltroniana, come spiega il nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e
terrazze, con una serie di amare vignette-denuncia di Stefano Disegni,
"matita cult" della sinistra. E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA
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Commenti Invia questo post a un amico 29Apr 08 Quel venticello di Roma che
diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la straordinaria vittoria di Gianni
Alemanno che ha abbattuto il "muro" di Roma, non ha travolto solo
Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche) il loft veltroniano. E ha
aperto la strada alla resa dei conti all'interno del Pd. Dopo la sconfitta
senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la mazzata della perdita
del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il centrosinistra è stato
spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter? Quando inizieranno a
volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo
lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta
elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di voto
popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere come
una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure
farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e
qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone
l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno
all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di
costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri
in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o
dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo
leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio
si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni
Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i
leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
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post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano"
all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza
Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni,
parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el
risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una
riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo
capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro
editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora,
vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner
tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e
sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni
"padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire
e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad
esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura
sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.
Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno
della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha
sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al
"Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della
sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si
poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo
poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una
polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per
convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini
all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già
detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il
"Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e
Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un
leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare,
a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano"
o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie
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toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
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è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono
certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto
ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi
a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica
dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la...
remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli
altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della
mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della
condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter
diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime
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dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua Berlusconi,
Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra"
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( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima il no dei
Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle
foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una
"tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi,
quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto
periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo
caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di
sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi
chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma
stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema
dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario
Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato
di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il
tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare.
L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di
parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a
dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi
sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e
della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si
costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un
varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e
queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal
tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice
(giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della
violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso
voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe
stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader
del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La Sapienza
- sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell'autodifesa
come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando: "E'
necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa,
democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le sue che
ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani
vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare
questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare
nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace
di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si
diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non
pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto.
Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano
la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E'
facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi
l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio
condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una
sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o
alla paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato
appositamente un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura
di rimanere senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile).
Quale futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa
parte di noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno
i nuovi mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o
meno vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa
editrice francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la
realizzazione di un cortometraggio intitolato "Possible ou probable".
Il film, che ha ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si
propone di fare un salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia
nell'era dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il
Giornale.it, in occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle
Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo
spazio per esprimere le vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e
che potrà essere. Guarda il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti
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un amico 14May 08 Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di
Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura
unilaterale al dialogo con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del
premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero
cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e
politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse
non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il "sì" di
Fassino a nome del Pd: l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto
cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori,
anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa:
contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle
urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito
"giacobino", quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi
il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le
ruote proprio a Veltroni. E' lui l'anello "debole" che la sinistra
giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La
sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: "Noi non abboccheremo, non
intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo
perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica". Così ha
parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza
solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non
è certo il suo solo nemico. C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo.
Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa
su un altro versante Massimo D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori
il Pd. Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa",
alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del
Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un
avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro.". La battuta ora vale
anche per Veltroni. A cosa serve un'opposizione parlamentare debole in una
Paese normale? Peserà di più l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi
(ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche
l'Italia. L'ha capito anche Walter: "Occorre il riconoscimento della
vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio
dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non
pensate di avere il paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 )
" (51 votes, average: 2.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani
© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May
08 E Walter diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds)
nel 1989, Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente
Veltroni spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no
eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì
accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del
Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo anglosassone.
Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle intenzioni che
sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è stata
presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della prima
compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è
affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe
essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i
distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo
importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto
il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti.
Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita
dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il
coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino.
Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima
leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di Veltroni".
Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average: 2.79 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti
del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo
Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo
12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a
Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già
collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni).
Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del
suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato.
Questo sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su
un nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza
del Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e
La Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere
a posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano
("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità,
azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la
scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di
maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la
strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è
deciso: anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al
caso Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono
"problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale,
sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché
Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come
chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei
partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con
il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra"
voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i
suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E "L'Unità"
se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e terrazze E alla fine
Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è apparsa ai più
"silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in Campania per
scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima sconfitta
del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di partito e
ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché la resa
dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie (politiche)
il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti all'interno del
Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni politiche è arrivata la
mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che venticello di Roma, il
centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni. E ora, povero Walter?
Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del bi-sconfitto, accusato da
Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da Massimo D'Alema? Dopo la
sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra defenestrati a furor di
voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E Veltroni? Resterà a combattere
come una sorta di San Sebastiano infilzato dal centrodestra e dai suoi, oppure
farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In fondo lui sogna l'Africa e
qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche soprannominarlo "sciupone
l'africano", politicamente parlando. Già, perché dall'I care all'inno
all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una. Veltroni è in grado di
costruire un grande partito di centrosinistra di stampo europeo o ci sono altri
in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni deve restare o
dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd? Vota il tuo
leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average: 1.48 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le priorità da
affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del Campidoglio
si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl, Gianni
Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche i
leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
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post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano"
all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza
Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni,
parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el
risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una
riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo
capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro
editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora,
vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner
tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e
sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni
"padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire
e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad
esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla
legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che
sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della
legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha
sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al
"Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della
sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si
poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo
poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una
polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per
convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini
all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già
detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il
"Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e
Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un
leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare,
a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando
"padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
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Caro Traumarcello, guardi che una delle foto è sul mio post nel blog, altri
giornali... Traumarcello: Guardi, io sono certamente più di parte di lei,
Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto ne... mimma suraci: La Sapienza
ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi a giudici supremi,ignorando i
risultati... giovanna 57: Una Università pubblica dove si impedisce al Papa di
parlare, dove hanno accesso per interpretare la... remo Odense Danimarca:
Questa gente che pensa di essere più intelligente degli altri solo perchè sono
della... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime
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un'aggravante, non un reato"Cecchi Gori in carcere: ha debiti per 25
milioniIl bullo record: sospeso 6 volte, 77 giorni a casaOcse: "A rischio
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rito dell'intolleranza Così le tecnologie ci cambiano la vita. Dì la tua
Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier
ombra" Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti
sul governo "ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro
Walter. E "L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta
feste e terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni
Roma, quali sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la
partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano"
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( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima il no dei
Collettivi di sinistra a Papa Benedetto XVI, poi il no al dibattito sulle
foibe: alla Sapienza di Roma l'intolleranza è di casa in nome di una
"tradizione democratica" che tenta di riproporre schemi antichi,
quelli del "rituale antifascista" degli anni Settanta. Già, brutto
periodo quello, nelle università e nel Paese. con il corollario nel secondo
caso dei manifesti di Forza Nuova strappati dai militanti dei Collettivi di
sinistra, della rissa, degli arresti, delle polemiche e delle accuse. Salvo poi
chiarire (rapporto della Digos) che l'aggressione è partita da sinistra. Ma
stabilire colpe e responsabilità spetta ai giudici. E' il tema
dell'intolleranza travestita da antifascismo, come scrive il nostro Mario
Cervi, a preoccupare. E' il tentativo a questo punto nemmeno tanto mascherato
di ricreare un clima di tensione, di scontro e di odio, a preoccupare. E' il
tentativo di tornare allo schema degli opposti estremismi, ad allarmare.
L'intolleranza si traveste, sbandiera ideali nobili, ma resta intolleranza: di
parte e da parte di pochi. Bene ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a
dire: "Noi dobbiamo lanciare messaggi chiari, ovvero che questi episodi
sono solati, estranei al contesto culturale e storico della nostra città e
della nostra nazione. Questo è il messaggio che deve venire da tutti. Quando si
costruiscono teoremi politici su una rissa tra giovani si comincia ad aprire un
varco e armare le contrapposizioni ideologiche. Bisogna evitare questi schemi e
queste persone vanno trattate come imbecilli fuori dalla storia e dal
tempo". Veltroni invita la destra a "non minimizzare" e dice
(giustamente) che le istituzioni devono stroncare subito l'insorgere della
violenza. Ma quale? quella di una parte o di quella di tutte le parti? penso
voglia dire quella di tutte. forse il "ma anche" stavolta ci sarebbe
stato bene, per evitare fraintendimenti. Cosa che non fa Marco Ferrando, leader
del Partito comunista dei lavoratori: "L'aggressione fascista a La
Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema
dell'autodifesa come diritto democratico elementare.E. E aggiunge il Ferrando:
"E' necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di
autodifesa, democraticamente designate e controllate". Parole gravi, le
sue che ricordano proprio quegli anni di piombo che la maggioranza degli italiani
vorrebbe consegnare agli archivi della storia. A chi giova strumentalizzare
questi episodi per interessi di parte politica? A chi giova tornare a pescare
nel torbido? Credo a nessuno, una democrazia è tanto più forte quanto è capace
di rifiutare l'intolleranza delle estreme politiche ("frange" si
diceva una volta). Il "giustificazionismo ideologico" stavolta non
pagherebbe, gli italiani hanno scelto un' altra strada. Il dibattito è aperto.
Scritto in Varie Commenti ( 68 ) " (32 votes, average: 3.75 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 16May 08 Così le tecnologie ci cambiano
la vita. Dì la tua Vi è mai successo di dimenticare il cellulare a casa? E'
facile immaginare la sensazione che avete provato, perché la maggioranza di noi
l'ha vissuta in prima persona. Ci si sente persi. Vulnerabili. Uno studio
condotto da un gruppo di ricercatori britannici ha rilevato che è una
sensazione paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o alla
paura di quando si va dal dentista. Addirittura è stato coniato appositamente
un termine medico. "Nomofobia", così si chiama la paura di rimanere
senza portatile ("nomo" è l'abbreviazione di no mobile). Quale
futuro? Non c'è niente da fare. Dobbiamo ammetterlo. La tecnologia fa parte di
noi. Della nostra quotidianità. Ma dove stiamo andando? Quali saranno i nuovi
mezzi di comunicazione e quale ruolo ricopriranno in un futuro più o meno
vicino? Possible. ou probable Il Gruppo Editis, una prestigiosa casa editrice
francese, ha proposto il suo punto di vista attraverso la realizzazione di un
cortometraggio intitolato "Possible ou probable". Il film, che ha
ricevuto il Laurier di bronzo al festival di Creusot, si propone di fare un
salto in avanti nel tempo. Nella vita di una giovane coppia nell'era
dell'editoria digitale. Di' la tua Editis apre il dibattito. Il Giornale.it, in
occasione del 17 maggio, giornata mondiale delle Telecomunicazioni e della
Società dell'Informazione, segue lasciando a voi lo spazio per esprimere le
vostre idee e le vostre riflessioni su quello che è e che potrà essere. Guarda
il cortometraggio (9 minuti) Scritto in Varie Commenti ( 12 ) " (109
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14May 08
Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo Il discorso di Silvio Berlusconi
alla Camera (leggi il discorso del premier), l'apertura unilaterale al dialogo
con l'opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd),
sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento
e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha
riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno
scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta
rileggere le parole del premier, il "sì" di Fassino a nome del Pd:
l'asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella
distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e
Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici.
E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra
massimalista, resta da sconfiggere il partito "giacobino", quei
giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani)
e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E'
lui l'anello "debole" che la sinistra giacobina vuole colpire fino a
indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro
alla Camera: "Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del
ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia
personale e politica". Così ha parlato Tonino, l'ex pm. Ma il bersaglio
non è il Cavaliere. No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto
popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico.
C'è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo. Tonino punta dritto su quel
mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo
D'Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd. Del resto, come
racconta Augusto Minzolini sulla "Stampa", alla cerimonia della
consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri,
Prodi ha detto a Berlusconi: "Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho
avuti qua dentro.". La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve
un'opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più
l'opposizione nelle piazze? L'apertura di Berlusconi (ma già in campagna
elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l'Italia. L'ha capito
anche Walter: "Occorre il riconoscimento della vittoria e della
responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l'equilibrio dei vincitori,
perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il
paese in mano". Scritto in Varie Commenti ( 100 ) " (51 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09May 08 E Walter
diventa il "premier ombra" Dopo Occhetto (Pci poi Pds) nel 1989,
Veltroni (Pci, Pds, Ds, Pd): la storia sembra ripetersi (ovviamente Veltroni
spera in esiti migliori.) e torna il "governo ombra" (leggi
l'articolo). Edizione rinnovata e aggiornata ai tempi di quella lontana
esperienza partorita a Botteghe Oscure che - come ha ricordato Visco all'Unità
- fu un fallimento e l'ex ministro ritiene che ci sarà il bis). Veltroni
diventa "premier ombra" del "governo dell'opposizione":
alla fine dopo trattative e incontri, divisioni e riavvicinamenti, no
eccellenti (D'Alema e Parisi), tentennamenti divenuti alla fine un "sì
accetto" (Bersani) ed entusiasti (Fassino, Franceschini) il leader del
Partito democratico ha varato lo "shadow cabinet" di stampo
anglosassone. Per ora le analogie finiscono qui, inutile fare il processo alle
intenzioni che sulla carta sono buone. Tanto che la lista dei ministri ombra è
stata presentata al presidente Napolitano (che fece parte - Esteri - della
prima compagine occhettiana). Certo è sospetta la fretta con cui Walter si è
affrettato a dichiarare "con D'Alema nessun conflitto, perché bisognerebbe
essere in due.". Come dire: non sono io quello che polemizza e fa i
distinguo. Insomma ponti d'oro al D'Alema portatore d'idee nel suo"ruolo
importante che deve svolgere" alla fondazione ItalianiEuropei. Dopotutto
il centralismo democratico non c'è più in casa degli ex-post e a-comunisti.
Andare avanti, pensare subito alla direzione del Pd che sarà partorita
dall'assemblea costituente. Mentre sprisce il "caminetto" e nasce il
coordinamento dei "nove" che affiancherà il segretario piddino.
Insomma, Veltroni riparte per tentare di rafforzare la sua non fortissima
leadership. Vedremo se anche a sinistra nascerà davvero il "partito di
Veltroni". Scritto in Varie Commenti ( 87 ) " (29 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08May 08 Berlusconi e il governo
del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra Il governo Berlusconi quater va e stavolta per i detrattori più accaniti
del Cavaliere sarà difficile sostenere che non c'è niente di nuovo a Palazzo
Chigi. Già, perché i ministri (quelli che contano, con portafoglio) sono solo
12 (9 senza portafoglio ma con la casella chiave delle Riforme affidata a
Umberto Bossi) e perché sono entrati uomini nuovi che affiancano ministri già
collaudati: 13 new entry (quattro hanno fra 31 e 40 anni).
Continuità-discontinuità, insomma. Il premier è deciso è riprendere il filo del
suo progetto Paese interrotto dai due anni di Prodi, ma molto è cambiato. Questo
sarà davvero il governo del premier, innanzitutto, che potrà contare su un
nocciolo duro di governo che ruota attorno al sottegretario alla Presidenza del
Consiglio Gianni Letta, a Tremonti, Bossi, Maroni. e poi ci sono Matteoli e La
Russa. Poco spazio ai tradizionali giochi di partito e 23 giorni per mettere a
posto tutto, come ha riconosciuto soddisfatto il presidente Giorgio Napolitano
("Lungaggini? Siamo stati più veloci della Spagna."). Velocità,
azione (ai tempi di Craxi fu coniato l'efficace "decisionismo"), la
scelta bipartitica degli elettori che hanno semplificato il quadro politico di
maggioranza e opposizione rende tutto più "decisionista" e apre la
strada a una nuova stagione del "fare". Berlusconi su questo è deciso:
anche perché da "fare" c'è davvero molto: pensiamo solo al caso
Alitalia o alla vergogna dei rifiuti in Campania. E poi ci sono
"problemini" non da poco che si chiamano stipendi, carico fiscale,
sicurezza, immigrazione clandestina, rilancio del sistema paese, costi della politica e della burocrazia, federalismo. Mali antichi e problemi nuovi. Ecco perché
Berlusconi ancora una volta ha sparigliato le carte. Per "fare", come
chiedono gli italiani, serve un governo del premier (il Cavaliere) più che dei
partiti. Ora ci aspettano i primi cento giorni di "luna di miele" con
il Paese e le responsabilità di governo e maggioranza sono davvero grandi.
Intanto la sinistra litiga sul governo che non ha sul "governo ombra"
voluto da Veltroni (leggi l'articolo). Già perché anche il premier ombra ha i
suoi problemi. Intanto D'Alema e Parisi hanno detto no, Bersani non è convinto,
mentre Fassino ha detto sì per recuperare ruolo e visibilità. Ma serve il
governo ombra? Esperienza di stampo anglosassone già sperimentata nel 1989 dal
Pci poi diventato Pds. Allora non funzionò. lo volle Achille Occhetto quandò
andò in crisi il governo De Mita e subentrò Andreotti (sesto governo) e la
maggioranza era pentapartito. Sapete chi c'era? Giorgio Napolitano (esteri),
Visco (finanze), Giovanni Berlinguer (sanità), Scola (spettacolo), Rodotà
(giustizia). E oggi sull'Unità lo stesso Visco lo stronca: "Il governo
ombra non ha un suo ruolo istituzionale e dunque non riesce ad operare. Si
aggiunga il fatto che in un sistema dove ci sono più partiti, e non solo due
come in Gran Bretagna, ciascun partito ha gruppi e rappresentanti in
commissione. A questo punto si capisce perché non è stato esportato dalla Gran
Bretagna in nessun altro paese. Lì è un luogo riconosciuto dell'opposizione. Da
noi no". Senza contare, fa notare Visco, che tale proposta "anche
interessante nella nostra esperienza passata non funzionò" e che "ci
sono delle persone autorevoli dei partiti che stanno fuori dal governo ombra e
che certo non smetteranno di dire quello che pensano", a cominciare da
Massimo D'Alema. Comunque Walter ci riprova ma quello che dovrebbe essere un
punto di forza del Pd rischia di rivelare che il re è nudo, perché sta mettendo
in mostra divisioni correntizie, lacerazioni personali di un partito che pare
allo sbando ed in cerca della rotta con una bussola rotta. Scritto in Varie
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a un amico 05May 08 D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze E alla fine Massimo D'Alema parlò. Dopo una campagna elettorale che è
apparsa ai più "silente" (salvo evitare le dimissioni di Bassolino in
Campania per scongiurare il voto anticipato alla Regione ed rinviare l'ennesima
sconfitta del Pd), il ministro degli Esteri ha rivestito i panni dell'uomo di
partito e ha iniziato a sparigliare le carte nel loft veltroniano. già, perché
la resa dei conti post elettorali sarà lunga e sicuramente non indolore nel
centrosinistra. "La sconfitta è stata grave, ed è di lungo periodo. Serve
quindi una riflessione approfondita.". Primo colpo. "La sintonia tra
Berlusconi e il Paese, cominciata nel '94, non è mai finita". Secondo
colpo. Il Pd "deve cercare di coalizzare coalizzare tutte le forze che si
oppongono alla destra" perché anche se non è in Parlamento la sinistra
radicale "non è scomparsa dal Paese e il Pd non è chiamato a continuare a
correre sempre da solo, anche perché in Italia ci sono leggi elettorali
diverse. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore". Quarto colpo.
Partito del Nord? "Abbiamo bisogno di un grande partito nazionale,
fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei
leader". Quinto colpo. "Non sono candidato nè aspiro a nessuna
carica, quindi non sono antagonista di nessuno". Sesto colpo, il più
pericoloso perché, tradotto significa "caro Vetroni, mi tengo le mani
libere.". Così emerge "l'altra linea del Pd" a-veltroniano, che
sembra saldare attorno a D'Alema anche il prodiano Parisi e il delusissimo (e
furibondo) Rutelli, in cerca di rivincite, lui che è stato mandato allo
sbaraglio. Per ora Veltroni regge, per ora. Vedremo se avrà davvero intenzione
di andare al congresso anticipato e alla inevitabile conta. Anche perché non è
da escludere un ritorno di Prodi, quando cadono le prime foglie dell'autunno.
In fondo anche lui per ora si tiene le mani libere, ma i messaggi che ha
mandato in giro non sono certo rassicuranti per Veltroni. Intanto
"L'Unità" fa satira contro la sinistra veltroniana, come spiega il
nostro Gianni Penncchi: è tutta feste e terrazze, con una serie di amare
vignette-denuncia di Stefano Disegni, "matita cult" della sinistra.
E' COSI'? COSA NE PENSI? DI' LA TUA Scritto in Varie Commenti ( 18 ) "
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Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Ebbene sì, la
straordinaria vittoria di Gianni Alemanno che ha abbattuto il "muro"
di Roma, non ha travolto solo Rutelli ma ha anche ridotto in macerie
(politiche) il loft veltroniano. E ha aperto la strada alla resa dei conti
all'interno del Pd. Dopo la sconfitta senza se e senza ma alle elezioni
politiche è arrivata la mazzata della perdita del Campidoglio. Altro che
venticello di Roma, il centrosinistra è stato spazzato via dall'uragano Gianni.
E ora, povero Walter? Quando inizieranno a volare gli stracci in casa del
bi-sconfitto, accusato da Rutelli di averlo lasciato solo e atteso al varco da
Massimo D'Alema? Dopo la sconfitta elettorale i leader dei partiti di sinistra
defenestrati a furor di voto popolare dal parlamento, si sono dimessi. E
Veltroni? Resterà a combattere come una sorta di San Sebastiano infilzato dal
centrodestra e dai suoi, oppure farebbe meglio a lasciare la guida del Pd? In
fondo lui sogna l'Africa e qualcuno dei suoi, perfidamente, potrebbe anche
soprannominarlo "sciupone l'africano", politicamente parlando. Già,
perché dall'I care all'inno all'obamismo pare proprio non averne azzeccata una.
Veltroni è in grado di costruire un grande partito di centrosinistra di stampo
europeo o ci sono altri in grado, meglio di lui, di farlo? Cosa ne pensate? Veltroni
deve restare o dimettersi? Dì la tua Secondo voi, chi dovrebbe guidare il Pd?
Vota il tuo leader Scritto in Varie Commenti ( 58 ) " (129 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Apr 08 Roma, quali sono le
priorità da affrontare? Dite la vostra A Roma lo scontro per la conquista del
Campidoglio si fa sempre più acceso, a fianco del candidato sindaco del Pdl,
Gianni Alemanno e di quello del Pd Francesco Rutelli, sono scesi in campo anche
i leader dei partiti. Sicurezza, campi rom, traffico, periferie abbandonate,
futuro di Fiumicino e Alitalia sono i temi caldissimi della campagna
elettorale: domenica e lunedì ci sono i ballottaggi per Comune e Provincia. Ed
è una sfida decisiva. Come hanno detto Berlusconi, che ha attaccato
frontalmente Rutelli (è un voltagabbana) e come ha sottolineato Fini:
"Condizione irripetibile per vincere nella Capitale". Con Veltroni e
i suoi impegnati a difendere la poltrona di sindaco dopo la sconfitta alle
politiche. Roma deve voltare pagina, si dice, ma come? Quali sono le priorità
che il nuovo sindaco dovrà affrontare? Dite la vostra Scritto in Varie Commenti
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23Apr 08 Racconta anche tu la partita della tua vita Nelle pagine dello sport
del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario
Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio,
quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro
ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli
articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla
diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e
buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di
ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta
divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa,
campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a
Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in
redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione
di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e
alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande
partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in
Varie Commenti ( 19 ) " (129 votes, average: 1.14 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano"
all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza
Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni,
parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el
risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun".
"Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord.
Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che
noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico
con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del
risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el
parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"?
Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da
farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il
realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è
andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema
Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei
clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato
Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei
sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti
agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza
come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni
dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il
leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e
poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il
Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e
legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando
il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco
della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che
faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come
si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"?
GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 57 ) " (58
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"adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli
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Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Traumarcello, guardi che una delle
foto è sul mio post nel blog, altri giornali... Traumarcello: Guardi, io sono
certamente più di parte di lei, Alberto, quindi mi corregga se sbaglio: di foto
ne... mimma suraci: La Sapienza ostaggio delle sinistre,che insistono ergendosi
a giudici supremi,ignorando i risultati... giovanna 57: Una Università pubblica
dove si impedisce al Papa di parlare, dove hanno accesso per interpretare la...
remo Odense Danimarca: Questa gente che pensa di essere più intelligente degli
altri solo perchè sono della... I più inviati Sayed, primo risultato della
mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della
condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter
diventa il "premier ombra" - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails Ultime
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Veltroni e i nemici del dialogo E Walter diventa il "premier ombra"
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra D'Alema batte un colpo. Contro Walter. E
"L'Unità" se la prende con la sinistra veltroniana tutta feste e
terrazze Quel venticello di Roma che diventa uragano. Per Veltroni Roma, quali
sono le priorità da affrontare? Dite la vostra Racconta anche tu la partita
della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la
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( da "Tempo, Il" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Stampa l'editoriale
La lezione democratica americana Qual è il vero significato della sconfitta che
Hillary Clinton si appresta a rendere ufficiale - se pure tra contraddizioni
che permangono nel momento in cui scriviamo -, riconoscendo in Barak Obama il
candidato democratico per le presidenziali del prossimo 4 novembre? Da tempo si
attendeva questa presa d'atto da parte della senatrice che sei mesi fa aveva
affrontato le primarie, sicura di essere l'imbattibile candidata del suo
partito. Per settimane è sembrato quasi che Hillary non accettasse il successo
del suo competitore che aumentava giorno dopo giorno, prima con i voti popolari
delle primarie, poi con il denaro raccolto da milioni di cittadini in piccole
quote, e infine con il sostegno di autorevoli personalità quali l'ex candidato
Jim Edwards e il magnate dei media Rupert Murdoch. L'autentico significato
dell'inatteso e fin qui inconcepibile itinerario che porterà alla nomina di
Obama consiste nella vitalità della democrazia americana che travolge i luoghi
comuni da sempre incombenti sulla politica degli USA, talvolta descritta a casa
nostra come una riserva per ricchi e potenti. Al contrario, questa volta ha
vinto un politico afroamericano del gruppo etnico che fino a quarant'anni non
poteva neppure votare per la segregazione razziale. Si consideri anche che
Obama ha raccolto così tanto denaro da ribaltare i generosi finanziamenti che i
grandi gruppi economici e finanziari avevano riversato sulla sua concorrente.
Inoltre l'outsider ha sconfitto l'apparato democratico - cosa non secondaria -
che, anche in ragione degli antichi rapporti con il presidente Clinton, ha
lavorato per il successo dell'ex first lady. In definitiva l'America si
dimostra ancora una volta un popolo integrato e una società aperta che non
discrimina né donne né gruppi etnici che pure in passato erano stati tenuti ai
margini. La politica si rivela libera dalle burocrazie
partitiche e si risolve tutta nella trasparenza delle competizioni elettorali,
presupposto del primato delle istituzioni sui gruppi di pressione politici ed
economici. La candidatura della senatrice Clinton sembrava un evento
straordinario perché per la prima volta una donna puntava, con notevoli
probabilità di successo, alla presidenza degli Stati Uniti dopo i 43
uomini che si sono succeduti dal 1790 al 2004. Ha invece incontrato sulla
strada un nero che rappresenta un fenomeno ancor più straordinario, perché è
stato scelto come candidato proprio da quel partito che fino al 1968 aveva il
suo punto di forza nel Dixieland, ossia in quel Sud dove i democratici hanno
rappresentato per un secolo la tradizione segregazionista. Ma questa è
l'America che tante volte gli italiani non sanno riconoscere. Una democrazia
che non finisce di stupire e da cui abbiamo ancora molto da imparare.
( da "Redattore sociale" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ECONOMIA
11.4504/06/2008 Fao, Frattini difende il polo romano delle Nazioni Unite: ''E'
importante'' ''Il Polo romano delle Nazioni Unite (Fao, Ifad, Pam) riveste
un'importanza speciale'', insieme alla ''task force presieduta e istituita dal
segretario generale del... Roma - "Il Polo romano delle Nazioni Unite (Fao,
Ifad, Pam) riveste un'importanza speciale", insieme alla "task force
presieduta e istituita dal segretario generale delle nazioni Unite". Lo ha
ribadito, intervenendo stamattina al vertice Fao sull'emergenza alimentare
mondiale, il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha difeso, dunque, il
polo nonostante alcune critiche sollevate nei suoi confronti. "Il nostro
auspicio- ha continuato Frattini- e'che il polo romano, nelle sue articolazioni
di Fao, Ifad e Pam, con l'ampia rete che ad esse fa riferimento, in Italia e
anche in altri paesei, completi rapidamente il processo di riforma gia'
intrapreso e che colga questa opportunita' per riproporsi con autorevolezza al
servizio del rinnovato impegno della comunita'internazionale nell'agricoltura. Non mi unisco- ha ribadito Frattini- alle polemiche
sull'esistenza di strumenti o di agenzie che hanno svolto e svolgono un ruolo
prezioso. Quello che occorre e' che le agenzie funzionino risolvendo i problemi
e non ne aggiungano complicazioni e burocrazia". (DIRE).
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Prima
"limata" ai costi della politica Incarichi in Regione Tagli alle
consulenze "Necessario comprimere le spese" TriesteUn taglio del 10
per cento a tutti gli incarichi manageriali e di consulenza per l'intera durata
della legislatura: è quanto intende fare la Regionein base a unsuggerimento del
presidente Renzo Tondo, un segnale per dimostrare che i costi della politica e
della macchina amministrativa possono essere ridotti. L'annuncio viene
dall'assessore Elio De Anna, che riceverà anche la delega ai rapporti con il Consiglio
regionale e che rappresenterà in Aula il governatore nei casi di assenza.
Incontrando le Rsu della Regione, ieri mattina al Palazzo di piazza Unità, De
Anna ha spiegato che Tondo intende definire quattro priorità sotto forma di
disegni di legge: uno riguarda proprio i costi e vedrà impegnati il presidente
medesimo e De Anna, che commenta. "Come in una famiglia, quando i soldi
abbondano puoi cambiare il cappotto ogni due anni. Ora invece bisogna
rivoltarlo e comprarne uno nuovo dopo tre o quattro anni". Il taglio ai
compensi sarà "un esempio", poiché s'intende "individuare una
serie di spese comprimibili su cui agire". Il primo manager dal compenso
"scontato" è stato Dino Cozzi, neo-amministratore delegato di Insiel.Meno burocrazia. Questo è il secondo fronte, che vedrà impegnati innanzitutto il
vicepresidente Luca Ciriani e De Anna. La Confartigianato ha dichiarato senza
mezzi termini di aver calcolato nel 5,8 per cento di produttività in più il
vantaggio che le imprese ricaverebbero in regione da una riduzione dei lacci
burocratici che ora ne limitano pesantemente la capacità operativa.Urbanistica.
"Il presidente ha constatato che i Comuni, di fronte alla necessità di
gestire la legge varata dalla Giunta precedente, sono in subbuglio. Dobbiamo
evitare una situazione di vuoto normativo - spiega De Anna - e perciò metteremo
a punto un sistema di norme e di programmazione che forniscano gli strumenti
necessari". Di questo gruppo di lavoro faranno parte anche gli assessori
Federica Seganti e Vanni Lenna.Cittadinanza e famiglia. Qui saranno impegnati
gli assessori Vladimir Kosic, Roberto Molinaro e Alessia Rosolen: la Giunta
Tondo punta a riorganizzare le risorse attualmente destinate al cosiddetto
reddito di cittadinanza a favore delle attività assistenziali dei Comuni e di
una legge a sostegno delle famiglie. Alcune novità sono destinate ad assumere
efficacia già quest'anno, prima cioè che si compia quel periodo diinterregno
fra l'attuale reddito di cittadinanza e le annunciate nuove forme di sostegno
che è stato prefigurato dal presidente Tondo. I quattro temi-guida saranno
discussi nella riunione della maggioranza regionale di centro-destra prevista
per lunedì 16 giugno prossimo.Personale.Niente trasferimenti traumatici, da un
capo all'altro della Regione. Lo ha promesso l'assessore regionale Elio De Anna
alle Rsu della Regione, alle quali ha illustrato come s'intendano trasferire
700 dipendenti e relative competenze agli enti locali, soprattutto alle
Province. De Anna ha ribadito di voler gestire in modosoftl'operazione
nell'ambito del comparto unico, che ha definito "irreversibile", e ha
incassato dagli esponenti sindacali la promessa che la Rsu sarà
"interlocutore attento e collaborativo". Non è invece prioritatio
l'inserimento dei 200 dipendenti delle quattro Camere di commercio nel comparto
unico.Maurizio Bait.
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Varato un piano di
supporto per l'internazionalizzazione che fornisce dati alle imprese in cerca
di nuovi mercati. Belluno nel "Club dei 15" più avanzati del Paese
Business oltreconfine, progetto Assindustria Indagine su 400 aziende già fuori
dell'Italia. Faggioli: "Conoscere prima le opportunità accorcia i tempi e
aumenta la sicurezza" Conoscere e poter sfruttare tutte le opportunità per
fare business nei Paesi stranieri. Dirlo sembra facile, ma spesso non è così.
Lo sanno bene gli industriali bellunesi, che per aprire un'impresa all'estero devono muoversi tra burocrazia e imprevedibili mutamenti del mercato che rischiano di
compromettere la fortuna di una attività produttiva o di commercializzazione.
Con il serio rischio di prendersi qualche "fregatura". A supporto
degli imprenditori arriva allora Assindustria di Belluno, che ha realizzato un
vero e proprio "Progetto internazionalizzazione", raccogliendo
una serie di dati da fornire alle imprese che intendono aprirsi ai nuovi
mercati. Costi della manodopera e dell'energia, agevolazioni, tasse da pagare,
aliquota dell'Iva, la possibilità di reperire manodopera, queste alcune delle
indicazioni essenziali per pensare ad un'attività all'estero. Dati reperiti
"di persona" negli stetti Paesi o comunque di prima mano, testati da
partner attendibili. Il progetto è nato due anni fa ed è già riuscito
concretamente a sviluppare una serie di azioni importanti a servizio degli
associati, fornendo il supporto alle imprese in espansione mediante informazioni,
contatti, reti di relazioni e i collegamenti con esperti nei vari settori.
"Per fare tutto questo - spiega Michele Faggioli, delegato da Assindustria
per il progetto - abbiamo realizzato degli studi sulle opportunità di alcuni
Paesi, cercando anche la sinergia di Enti e istituzioni italiane che già
operano all'estero: Informest, Finest, Simest, Centro Estero Veneto, ma anche
con soggetti stranieri. Il primo risultato è stato una rubrica di contatti
relativa a 14 Paesi nei quali esistono possibilità di sviluppo". Tra le
nazioni con maggiori possibilità insediative ci sono Russia, Cina, India,
Brasile e Messico, quest'ultimo porta privilegiata della commercializzazione
verso gli Stati Uniti. Assindustria è riuscita anche ad avviare un gruppo di
aziende apripista che si confrontano periodicamente su problemi reali e ha
raggiunto un accordo con Assindustria di Vicenza e Treviso, con grande
esperienza nell'internazionalizzazione, per sviluppare azioni comuni. Inoltre
Belluno partecipa al "Club dei 15", che raggruppa le province
italiane più industrializzate d'Italia. Il progetto ha anche attivato
un'indagine, condotta da una società di telemarketing, su 400 aziende bellunesi
che già operano all'estero, ma si punta anche sull'organizzazione di seminari
che prendono in esame i temi dell'internazionalizzazione. Tutti i dati raccolti
sono disponibili sul sito internet di Assindustria Belluno. "Per aprire un
insediamento all'estero -conclude Michele Faggioli - ci vogliono anche molti
mesi. Conoscendo le opportunità si possono accorciare i tempi e arrivare ad
attivare l'iniziativa imprenditoriale con un buon margine di sicurezza.
Evitando intoppi che possono mandare in fumo investimenti anche importanti da
parte delle nostre imprese".M.D.
( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ZILIO (ASCOM)
CONTESTA LO STUDIO DI SETTORE "Colpiti gli agenti di commercio" ?Le 50
mila firme raccolte lo scorso anno sono state l'inizio della fine per il
governo Prodi, non vorrei che una nuova campagna contro gli studi di settore
fosse la fine della luna di miele col governo Berlusconi". E' pronto a
tornare sulle "barricate", rappresentate dai banchetti ai gazebo,
Fernando Zilio, presidente dell'Ascom di Padova e leader della
"rivolta" che, lo scorso anno, mobilitò l'intera società veneta.
"E quando dico "società veneta" -continua il presidente dei
commercianti padovani- voglio proprio sottolineare che a firmare non furono
solo commercianti ed artigiani, ma anche operai ed impiegati pubblici,
casalinghe e pensionati, docenti universitari e studenti".Dunque, a
distanza di un anno, la storia si ripete. "E' evidente che il nuovo
governo c'entra poco e che si tratta delle "polpette avvelenate"
dell'ex viceministro Visco che ha brillato per manie persecutorie nei confronti
dei piccoli imprenditori - continua Zilio - ma non vi è dubbio che spetta al
dicastero diretto da Giulio Tremonti fare giustizia di una stagione che ci ha
visti ingiustamente criminalizzati per motivi di principio che poco hanno a che
fare con la determinazione dei redditi dei contribuenti".In particolare, a
sollevare la nuova ondata di preoccupazione prima e di contestazione poi, sono
i redditi degli agenti di commercio e del tessile-abbigliamento. "I nostri
tecnici - continua il presidente dell'Ascom - stanno elaborando i dati in loro
possesso e relativi alle dichiarazioni in corso d'opera, ma pare che siano
molte le incongruenze e, soprattutto, siano nell'ordine del 25/30 per cento
quelle afferenti agli agenti di commercio le dichiarazioni dei quali, congrue
lo scorso anno, ora non lo sono più a parità di volumi e di
contratti".Agenti di commercio, peraltro, che in qualità di operatori che
lavorano per aziende di una certa importanza, non è che possano nascondere
alcunché al fisco. Eppure, nei loro confronti - secondo Zilio - lo studio di settore si accanisce mettendo addirittura in
discussione le percentuali di provvigione stabilite con l'azienda committente,
percentuali che si mantengono stabili ma se variano, spesso lo fanno al
ribasso. "Ancora una volta -continua Zilio- siamo costretti a fare i conti
con una burocrazia che
tutto sembra conoscere fuorché la realtà dell'economia e del lavoro
"vero"".
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
GIUNTA
REGIONALE Burocrazia e costi della politicasi studiano i disegni di leggeNei
prossimi mesi la Giunta regionale intende presentare al Consiglio quattro
disegni di legge: due ddl di rivisitazione delle attuali normative
sull'urbanistica ed il reddito di cittadinanza e famiglia; altri due dedicati alla
semplificazione burocratica ed ai costi della politica. Nuovi strumenti di
legge che di certo vengono a riguardare lo stesso assetto dell'Amministrazione
regionale, anche per quanto concerne i suoi dipendenti - ha indicato
l'assessore regionale al Personale De Anna nella riunione con i rappresentanti
di Cgil, Cisal, Csa, Direr, Ugl e Uil - fermo restando che il grande obiettivo
del Governo regionale resta quello di una Legge quadro del comparto, partendo
da una bozza già esistente ma che probabilmente ha l'esigenza di alcuni
aggiustamenti e sempre e comunque nell'ottica "irreversibile" - ha
confermato l'assessore - del comparto unico. Un percorso, questo, sul quale la
Rsu - è stato sottolineato - vuole essere "interlocutore attento e
collaborativo".
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Annunciato un
disegno di legge Tondo taglia del 10\% i costi della politica I manager saranno
pagati di meno TriesteNOSTRO INVIATOUn taglio del 10 per cento a tutti gli
incarichi manageriali e di consulenza per l'intera durata della legislatura: è
quanto intende fare la Regionein base a unsuggerimento del presidente Renzo
Tondo, un segnale per dimostrare che i costi della politica e della macchina
amministrativa possono essere ridotti.L'annuncio viene dall'assessore Elio De
Anna, che riceverà anche la delega ai rapporti con il Consiglio regionale e che
rappresenterà in Aula il governatore nei casi di assenza. Incontrando le Rsu
della Regione, ieri mattina al Palazzo di piazza Unità, De Anna ha spiegato che
Tondo intende definire quattro priorità sotto forma di disegni di legge: uno
riguarda proprio i costi e vedrà impegnati il presidente medesimo e De Anna,
che commenta: "Come in una famiglia, quando i soldi abbondano puoi
cambiare il cappotto ogni due anni. Ora invece bisogna rivoltarlo e comprarne
uno nuovo dopo tre o quattro anni". Il taglio ai compensi sarà "un
esempio", poiché s'intende "individuare una serie di spese
comprimibili su cui agire", visto che "di spese inutili proprio non
ne facciamo". Il primo manager dal compenso "scontato" è stato
Dino Cozzi, neo-amministratore delegato di Insiel. MENO BUROCRAZIA.
Questo è il secondo fronte, che vedrà impegnati innanzitutto il vicepresidente
Luca Ciriani e De Anna. La Confartigianato ha dichiarato senza mezzi termini di
aver calcolato nel 5,8 per cento di produttività in più il vantaggio che le
imprese ricaverebbero in Friuli Venezia Giulia da una riduzione dei lacci
burocratici che ora ne limitano pesantemente la capacità operativa.
URBANISTICA. "Il presidente ha constatato che i Comuni, di fronte alla necessità
di gestire la legge varata dalla Giunta precedente, sono in subbuglio. Dobbiamo
evitare una situazione di vuoto normativo - spiega De Anna - e perciò metteremo
a punto un sistema di norme e di programmazione che fornisca gli strumenti
necessari". Di questo gruppo di lavoro faranno parte gli assessori
Federica Seganti e Vanni Lenna con l'aggiunta di De Anna per una serie di
aspetti specifici, a cominciare dagli ambiti territoriali dell'acqua.
CITTADINANZA E FAMIGLIA. Qui saranno impegnati gli assessori Vladimir Kosic,
Roberto Molinaro e Alessia Rosolen: la Giunta Tondo punta a riorganizzare le
risorse attualmente destinate al cosiddetto reddito di cittadinanza a favore
delle attività assistenziali dei Comuni e di una legge a sostegno delle famiglie.
Alcune novità sono destinate ad assumere efficacia già quest'anno, prima cioè
che si compia quel periodo diinterregno fra l'attuale reddito di cittadinanza e
le annunciate nuove forme di sostegno che è stato prefigurato dal presidente
Tondo.I quattro temi-guida saranno discussi nella riunione della maggioranza
regionale di centro-destra prevista per lunedì 16 giugno prossimo. Per quella
data Tondo e la sua squadra porteranno al confronto un primo pacchetto di
proposte concrete. Soltanto in una seconda fase si stabilirà se dar vita a
disegni di legge della Giunta o del Consiglio regionale.Maurizio Bait.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
ASOLO Furini e i
problemi di lavoro ad "AsoloLibri" AsoloE dopo Alfio Caruso con il
suo "Il lungo intrigo" è la volta di Luigi Furini con "Volevo
solo lavorare" edito da Garzanti. Non c'è sosta ad "AsoloLibri"
la rassegna letteraria che ha già mandato in archivio la prima settimana di
programmazioni e si appresta alla seconda.Il programma odierno è
particolarmente di attualità perchè si parla della difficoltà di inserimento
nel mondo del lavoro. Di questa parla appunto il libro di Luigi Furini che sarà
presentato questa sera con inizio alle 20,45 presso La Fornace di Asolo dalla
classe quinta del Liceo Filippin di Paderno del Grappa. "Volevo solo
lavorare" è un viaggio vissuto in prima persona dallo
stesso autore nella burocrazia applicata alle aziende e nel mondo del lavoro in genere in
Italia. Dall'esperienza diretta dell'autore ne è nato questo libro-inchiesta
che è stato letto e discusso dai ragazzi del Liceo Filippin. Quante ne è emerso
lo illustreranno questa sera al pubblico e nel contempo presenteranno anche
l'autore. Gli stessi leceale di Paderno poi solleciteranno Furini con
una serie di domande sull'argomento. Domani sera incontro con Chiara Gamberale
ed il suo "La zona cieca". La rassegna dunque è entrata nel
vivo.Gabriele Zanchin.
( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Regione all'opera La
settimana politica che comincia oggi, si annuncia ricca di novità, ma anche di
tensioni. La novità consiste nel fatto che il nuovo governo regionale,
presieduto da Raffaele Lombardo, potrà finalmente mettersi all'opera dopo le
fibrillazioni che hanno caratterizzato i rapporti tra le forze politiche della
maggioranza per l'attribuzione delle competenze assessoriali. Ma le tensioni
non sono state del tutto archiviate. In giornata, infatti, è prevista una nuova
riunione del leader siciliani del centrodestra: domani l'Ars tornerà a riunirsi
per eleggere l'ufficio di presidenza: due vice presidenti, uno per la
maggioranza ed uno per l'opposizione; tre questori, due per la maggioranza ed
uno per l'opposizione; tre segretari, due per la maggioranza ed uno per
l'opposizione. E se il Partito democratico ha già designato Camillo Oddo per la
carica di vice presidente, Baldassare Gucciardi per quella di questore e
Gaspare Vitrano per quella di segretario, nel centrodestra i giochi si devono
ancora chiudere. Il Pdl, dopo avere ottenuto la presidenza per Francesco Cascio
(Forza Italia), chiede anche la vice presidenza per Santi Formica (An) per
compensarlo della mancata riconferma in giunta. Mpa e Udc, a loro volta,
pretendono di occupare entrambe le poltrone di questore che toccano alla
maggioranza. Ma il Pdl (Fi-An), forte dei propri 34 deputati, non ci sta. Forza
Italia, infatti, avrebbe indicato per la carica di questore l'ex assessore alla
Cooperazione, Nino Beninati. Controproposta dell'Udc: prendetevi pure una
questura, ma lasciateci la vice presidenza dell'Ars. In questo caso, entrerebbe
in ballo Giovanni Ardizzone. Formica, da parte sua, non è disposto ad accettare
cariche alternative. Le tensioni, dunque, sono destinate a riemergere dopo
appena due giorni di pausa. Un accordo, comunque, va trovato anche per evitare
la tentazione di "inciuci" con l'opposizione. Che sarebbero deleteri
per una maggioranza che può contare su 61 deputati su 90. Eppoi, non c'è più
tempo da perdere nei giochini di potere. La Sicilia chiede di essere governata
e, soprattutto, di essere liberata di una serie di norme-pastoia che
impediscono alle categorie produttive di avviare quegli
investimenti rimasti impantanati nelle maglie della burocrazia. E l'Ars, in questa direzione, è chiamata ad uno sforzo
straordinario di delegificazione. Ancora più duro il lavoro che attende il
presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ed il suo governo. Dai tagli alle
spese, al piano di rientro del deficit sanitario, alla programmazione dei fondi
europei 2007-2013. Soprattutto, c'è da avviare l'ambizioso programma per
la realizzazione di quelle grandi infrastrutture delle quali la Sicilia è
carente. A cominciare dal Ponte sullo Stretto di Messina i cui fondi
disponibili sono stati utilizzati dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti,
per compensare il taglio dell'Ici. Fondi che, assicurano a Palazzo Chigi,
saranno restituiti con la prossima legge finanziaria. Una manovra che ha
consentito all'opposizione di mettere in dubbio la politica meridionalista di
Berlusconi. E oggi, a Palermo, arriva il "governo ombra".
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del
04-06-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Sud1))
Argomenti: Burocrazia
Alberi a rischio, il
bosco della Reggia resta chiuso Domani nuovo vertice per valutare gli
interventi da compiere MAURIZIO CAPOZZO Portici. Resterà chiuso, almeno per i
prossimi giorni, il bosco della Reggia. I tecnici del settore Agrario della
Provincia, inviati d'urgenza a Portici dall'assessore Borrelli, hanno
riscontrato il pericolo di crollo per 12 alberi ad alto fusto che rendono
impraticabile il parco. Confermato, dunque, il provvedimento emesso lo scorso
30 maggio dai tecnici di piazza Matteotti, che tante polemiche aveva innescato,
soprattutto per la mancata comunicazione al sindaco ed al presidente della
Provincia. Durante l'ispezione di ieri la situazione è apparsa più complessa di
quanto era sembrato all'inizio. In effetti, dei dodici alberi pericolanti,
classificati in categoria D, per i quali è inevitabile l'abbattimento, tre si
trovano lungo il viale principale d'ingresso del parco. Proprio questo elemento
avrebbe indotto i funzionari della Provincia a insistere per la chiusura
prolungata del parco, almeno finquando la situazione non sarà chiarita. Gli
interrogativi, però, restano: il bosco dovrebbe essere costantemente monitorato
per quanto attiene allo stato di salute della pregiata vegetazione. Gli
abituali frequentatori del sito, custodi compresi, assicurano, invece, che da
tempo si sapeva che alcuni grossi alberi rischiavano il crollo. Eppure la
chiusura è arrivata come un fulmine a ciel sereno, se è vero che lo stesso
presidente Di Palma ed il sindaco Cuomo hanno appreso della situazione solo dal
Mattino. Per quanto tempo, allora, il bosco resterà chiuso? L'assessore
Borrelli si lascia andare ad una promessa: "Ce la metteremo tutta per
restituire il bosco ai cittadini entro la fine della settimana - spiega - tanto
è vero che domani sarò personalmente a Portici con i tecnici della Provincia e,
auspico, anche gli esperti della Sovrintendenza. Stiamo valutando la
possibilità di aprire un altro varco di accesso al bosco - aggiunge l'assessore
- in modo da interdire solo la zona del viale d'ingresso per consentire
l'intervento dei tecnici e la eventuale rimozione degli alberi
pericolanti". Proprio questo è un altro aspetto delicato della questione:
l'abbattimento di alberi in un sito vincolato presuppone una valutazione
congiunta da parte di esperti dei vari enti riuniti in commissione. "Cercherò di mettere tutti intorno allo stesso tavolo domani
- conclude Borrelli - anche se questo rappresenta l'ennesimo caso in cui una burocrazia lenta e farraginosa si
frappone alla rapida soluzione di problemi che sono molto più semplici di
quanto possa apparire".
( da "HelpConsumatori" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
News
BUROCRAZIA. Al via a Rimini EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali 04/06/2008
- 15:27 "Sta nascendo un team interministeriale per riformare la
legislazione sugli enti locali, sulla strada del federalismo": è quanto
annunciato oggi dal sottosegretario al ministero dell'Interno nella giornata
inaugurale di EuroPA, il Salone delle Autonomie Locali, che si svolge alla Fiera di Rimini
fino al 7 giugno come punto di incontro per dirigenti, amministratori e
funzionari degli enti locali. "Cittadini, imprese e attori territoriali -
ha detto il sottosegretario al ministero dell'Interno Michelino Davico -
chiedono agli enti locali risposte concrete e chiare sulle questioni più rilevanti,
come la sicurezza e la semplificazione burocratica. Per questo, il Governo
centrale deve fornire linee guida e di indirizzo che consentano a Comuni e
Province di avere gli strumenti concreti per uscire da una situazione da troppo
tempo bloccata. Per questo il Governo sta impostando, con la collaborazione di
vari ministeri, la predisposizione di un una nuova legge-quadro sugli enti
locali, in grado di disciplinare sia gli aspetti finanziari, sia quelli
decisionali". Per il sottosegretario "la strada è quella del
federalismo, anche in materia fiscale": "Nascerà - ha annunciato - un
team interministeriale per dare forma a questo progetto". Fra le aree
tematiche del Salone una novità è rappresentata da "Città + Sicura",
che intende rappresentare uno spazio espositivo e di convegni per parlare in
particolare di progetti e impianti per la sicurezza, strumenti operativi per il
monitoraggio stradale, ztl e parcheggi, oltre a rappresentare una vetrina per
gli enti pubblici attenti alla sicurezza dei cittadini. Da segnalare anche
l'area "Sviluppo Sociale", spazio che il Salone dedica alla gestione
dei servizi alla persona. 2008 - redattore: BS.
( da "Sestopotere.com" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
(4/6/2008 14:47) |
(Sesto Potere) - Imola - 4 maggio 2008 - Alberto Vecchi (an-pdl) ha rivolto una
interrogazione alla Giunta per sapere se la Regione è a conoscenza dei
disservizi che si sono verificati nel Comune di Imola, dove alcuni cacciatori,
nonostante abbiano effettuato regolare pagamento, non possono esercitare
l'attività venatoria per la mancanza del tesserino che attesti l'avvenuto
versamento. Vecchi, nel rilevare che il Comune di Imola e precisamente
l'Ufficio caccia ha precisato che “i disservizi sono causati principalmente dal
programma di rilascio dei tesserini venatori espletato dalla Regione”, chiede alla Giunta di attivarsi per ovviare a questi disservizi
e per limitare i disagi ai cacciatori dovuti ad una ingiustificabile burocrazia. Il consigliere, infine,
chiede di conoscere quanti casi analoghi si sono registrati nei Comuni
emiliano-romagnoli.
( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
La documentazione
mandata dall'Italia è ancora sotto l'esame di Bruxelles. Tre le opzioni: la
bocciatura, la promozione come aiuto di stato compatibile, la continuazione
dell'indagine formale
"
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Tecnologia Casa--> Meteo FIRMATO IL SUPERDECRETO Alitalia sempre più nel
caos Prestito-ponte nel mirino Ue La documentazione mandata dall'Italia è
ancora sotto l'esame di Bruxelles. Tre le opzioni: la bocciatura, la promozione
come aiuto di stato compatibile, la continuazione dell'indagine formale Roma, 4
giugno 2008 - Alitalia sempre più nel caos: non ha trovato una conferma
ufficiale la notizia secondo cui la Ue si appresterebbe ad aprire una procedura
d'infrazione a carico dell'Italia per il prestito ponte da 300 milioni, che
figurerebbero quindi come aiuti di Stato. Da Bruxelles, un portavoce ha fatto
sapere che la documentazione mandata dall'Italia è ancora sotto esame. Una
volta concluso, prassi vuole che le possibilità che si aprono siano tre: la
bocciatura, la promozione come aiuto di stato compatibile o come intervento non
riconosciuto come aiuto di stato. Oppure, la continuazione dell'indagine
formale. Sempre secondo indiscrezioni, se si optasse per questa terza strada,
non verrebbe chiesta subito la restituzione del prestito ma si darebbe tempo ad
Alitalia fino a metà ottobre (la tempistica delle procedure europee è infatti
di circa 4 mesi) per trovare una soluzione e quindi un acquirente. Sulla non
compatibilità de prestito ponte con le regole Ue, si erano ieri British Airways
e Ryanair. Il Governo italiano ha nel frattempo deciso di integrare il decreto
sul prestito ponte con le misure contenute nel decreto fiscale, in particolare
sul patrimonio e sulla deroga alla disciplina della privatizzazione (che
peraltro contiene anche l'indicazione di Intesa Sanpaolo come advisor). Per il
Ministro dei Rapporti col Parlamento Elio Vito ciò riuscirà a dissipare i dubbi
di Bruxelles, visto che si chiarisce la natura del prestito ponte, che è quella
di essere una misura finalizzata alla privatizzazione. Il provvedimento è
all'esame di Montecitorio, che riprenderà la seduta nel pomeriggio. La
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge che riavvia le procedure di
privatizzazione di Alitalia ha fatto decidere alla Borsa Italiana di sospendere
il titolo dalle negoziazioni "fino ad un successivo provvedimento".
Sono coinvolte sie le azioni ordinarie, sia le obbligazioni convertibili che i
relativi strumenti derivati. L'advisor è Intesa-San PaoloA chi si dovrebbe
vendere? Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun commento presente
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Più commentati Commenti Sondaggi La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no
global nella sede del Carroccio (118 commenti) Santanché: "Aboliamo la
legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64 commenti) Sergio
Cofferati scioglie la riserva "Rimango per lavorare per la città" (63
commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60 commenti) Scrivi qui il
tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte delle confische "Ma
come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al
reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non
vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti) 15:59:27 - Si sa'
che i no global, come i "sinistri" stanno non difendono piu' i
lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no
global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai decretato la fine del
PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli elettor[...] La Lega
ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:52:07 - Beh,
come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più sconcertanti
prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la pianti
Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della testa!
Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane"15:27:37 -
PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia,
l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai
proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il
Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E'
impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non
dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan
ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti
come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax,
sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta
d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi
guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente
contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza
sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale
nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di
Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei
d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli
italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO Cuore di mamma Pamela
Anderson col figlio Brandon Thomas Lee prima della partita di basket Nba tra
Charlotte Bobcats e Lakers al Staples Center di Los Angeles. Ma l'ex bagnina
protegge il piccolo dai fotografi o dalla vista delle majorette? RICERCA
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( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il segretario
generale dell'Onu sollecita "investimenti sostanziosi e intelligenti in
agricoltura". Il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick contro
le politiche protezionistiche Commenta
"
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Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo VERTICE FAO A ROMA Ban-ki Moon:
"Si rischiano guerre del pane" Il segretario generale dell'Onu
sollecita "investimenti sostanziosi e intelligenti in agricoltura".
Il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick contro le politiche
protezionistiche Commenta Roma, 4 giugno 2008 - Il mondo "non può
assolutamente permettersi di fallire" nella sfida posta dalla crisi
mondiale dei prezzi dei generi alimentari. Con questo monito del segretario
generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è aperta la seconda giornata di lavori del
vertice Fao sulla sicurezza alimentare, il clima e il biofuel. Un dibattito
segnato anche oggi da contrapposizioni forti sulla diagnosi di questa crisi e
sulle ricette per superarla. "Centinaia di milioni di persone non
aspettano altro: il nostro dovere è agire subito. Dobbiamo fare in modo che il
sistema internazionale di scambi sia più efficiente, affinchè il cibo sia
disponibile a prezzi ragionevoli", ha detto Ban nel sollecitare
"investimenti sostanziosi e intelligenti in agricoltura". Quella che
si sta affrontando "è una battaglia contro un nemico troppo grande: la
fame". Lo stesso nemico, ha proseguito Ban, che negli ultimi decenni
"ha causato rivolte e instabilità". L'impegno, ha aggiunto,
"riparte da Roma", con un vertice che può essere "un successo
per milioni di affamati". Il presidente della Banca mondiale, Robert
Zoellick, si è espresso contro le politiche protezionistiche che contribuiscono
all'inflazione del prezzo dei generi alimentari e "colpiscono le
popolazioni più povere". L'economista ha invocato "la revoca dei
divieti e delle restrizioni internazionali alle esportazioni", perchè
"questi controlli incoraggiano l'accaparramento delle merci, fanno
schizzare i prezzi e colpiscono quelle popolazioni che in tutto il mondo devono
lottare per sfamarsi". Una banca europea del grano in grado di creare
scorte strategiche cui ricorrere in caso di emergenza è la proposta avanzata
dal ministro degli Esteri, Franco Frattini. Un nuovo meccanismo internazionale,
ha spiegato, "con un ruolo di stabilizzazione dei prezzi agricoli, così da
ridurre anche i rischi di speculazioni sulle derrate alimentari". Frattini
ha poi detto che nel contesto della crisi alimentare mondiale occorre
"approfondire il ruolo dei biocarburanti, senza rigidità e chiusure
dogmatiche, ma chiarendo quali siano le condizioni per assicurarne la
sostenibilità". Anche per quanto riguarda gli ogm, ha detto, "è
errato negarne pregiudizialmente l'uso ed è privo di senso il loro utilizzo
nella produzione di biofuel". Il direttore generale della Fao, Jacques
Diouf, ha intanto annunciato un impegno della Banca islamica per lo sviluppo a
donare 1,5 miliardi di dollari a sostegno dell'agricoltura nei Paesi in via di
sviluppo. FRATTINI "Non tolleriamo la linea dell'Iran" - Ahmadinejad:
"Israele sparirà" Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun
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Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più
sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la
pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della
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"Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e
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niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica:
"E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions
che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan
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guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente
contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza
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( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il premier accoglie
le sollecitazioni di Vaticano, Onu e Quirinale: "Per me dev'essere solo
un'aggravante". E Zapatero elogia il Cavaliere: "Tra noi c'è perfetta
intesa" Commenta
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al reato di clandestinità" La Lega insiste: "Niente dietrofront"
Ghedini: "Si riferiva alle badanti" Il premier accoglie le
sollecitazioni di Vaticano, Onu e Quirinale: "Per me dev'essere solo
un'aggravante". E Zapatero elogia il Cavaliere: "Tra noi c'è perfetta
intesa" Commenta ROMA, 4 giugno 2008 - Silvio Berlusconi frena sul reato
di clandestinità e il Pdl rinvia ogni approfondimento all'esame del Parlamento,
ma la Lega insiste. E l'opposizione apprezza i toni soft del premier,
sottolinea le diverse posizioni in maggioranza e avanza qualche perplessità
anche sull'idea di clandestinità come aggravante di reato. Ieri, al termine del
colloquio con il presidente francese Sarkozy, Berlusconi ha sottolineato che la
clandestinità non è un reato in sè ma una aggravante di reato. La Lega ha
dichiarato la sua perplessità su questa impostazione e il portavoce del premier
Paolo Bonaiuti ha precisato che non c'è nessuna polemica in maggioranza. Ma
stamane il Carroccio insiste. Il capogruppo alla Camera, Roberto Cota, afferma
che "sarebbe un errore" tornare indietro sul reato di clandestinità e
il ministro Roberto Calderoli ha parlato di equivoco facendo presente che
"non si possono deludere gli elettori". Il ministro della Difesa
Ignazio La Russa ammette che eliminare il reato "diminuirebbe un pò
l'effetto di deterrenza" ma sottolinea che comunque il pacchetto
rimarrebbe positivo. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi assicura che da
parte di Berlusconi non c'è stato "nessun dietrofront" e il
vicecapogruppo Pdl alla Camera Italo Bocchino spiega: "La vicenda relativa
all'immigrazione clandestina è all'attenzione del Parlamento e della sua
sovranità. Se Berlusconi, alla luce di una serie di riflessioni che sono giunte
a partire dal Vaticano, ritiene che l'aggravante possa bastare è nelle
possibilità del presidente Consiglio correggere la propria idea mentre il
Parlamento verifica il provvedimento". E il capogruppo al Senato, Maurizio
Gasparri fa presente: "Ci confronteremo comunque serenamente in
Parlamento, al quale spetta l'ultima parola, e troveremo le soluzioni migliori
per la sicurezza degli italiani". Mentre il decreto è già all'esame delle
commissioni del Senato e approderà all'aula martedì prossimo, il ddl è stato
trasmesso ieri sera dall'esecutivo a palazzo Madama. E dall'opposizione si
sottolineano i contrasti in maggioranza. "Dopo i primi fuochi d'artificio
mi sembra che ora nel campo della maggioranza si sia aperta una dura
discussione che, per ora, produce solo molta confusione", dice Anna
Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. Sia lei che il ministro
ombra dell'Interno, Marco Minniti esprimono poi riserve anche sull'ipotesi di
aggravante, che potrebbe avere, per il Pd, problemi di costituzionalità. ONU
Attacco all'Italia. Calderoli: "Basta difendere i criminali"Guarda la
videonewsGiusto introdurre il reato di clandestinità? - Gli italiani sono
razzisti? Commenti Invia commento Segnala ad un amico 04/06/2008 08:40 ivan no
dai, non rimangiarti le parole il giorno dopo come al tuo solito... ci
rimangono male quelli (non io) che ti hanno votato. 04/06/2008 08:42 GRAZIE
PRESIDENTE .... Ecco!!, cari italiani siamo già sistemati. Il Cavaliere ha
abbassato la lancia e ha mostrato la bandiera bianca della resa. Fine di un
sogno. Ma la cosa che mi fa più inc..... è che ora si ammette pure che c'è
intesa perfetta con Zapatero e soprattutto con il Vaticano, ma ci rendiamo
conto, dopo tutto quello che ci hanno detto. Siamo proprio un popolo senza
midollo,... triste dirlo, ... ma forse questa fine ce la meritiamo pure !!, chi
è il prossimo in lista che tocca a darci ordini?? Avanti, in Italia accettiamo
i diktat di tutti ...... che tristezza, che schifo !!!! 04/06/2008 09:28
UnoStufo VERGOGNA, Berlusconi, VERGOGNA, 1000 VOLTE VERGOGNA! Ma guarda un po',
pur essendo del centro (esattamente centro-nord) mi tocca essere d'accprdo
votare chi mi considera un terrone, ovvero la LEGA! E qualora non bastasse
voterò La Destra, o chiunque altro non si cali le braghe di fronte al vaticano
(preferisco non affibbiargli degli aggettivi) e della TIRANNA EUROPA (qui li
uso). Adesso BASTA! O questo governicchio tutto chiacchiere e distintivo
mantiene fede E SUBITO agli impegni elettorali oppure è meglio che se ne vada A
CASA! Auspico che questo spazio sia letto dal premier in persona. 04/06/2008
09:32 corado e no non ci stò caro berlusconi io sono d'accordo con marroni non
abbassare la guardia se no cominci gia ha essre un perdente caro il mio silvio
non bisogna farsi intimorire dagli altri a volte bisogna fare delle leggi che
vanno anche contro l'europa e il vaticano per il bene del paese. se vuoi bene
all'italia e ai italiani pensci bene non tirarti le pietre adosso e guarda i
sondaggi per la clandestinità cosa pansa il popolo. MARONI TIENI DURO
04/06/2008 09:38 Nokturnal Se il berlusca fa marcia indietro su una cosa cosi'
importante spero che la lega lo faccia cadere! siamo una discarica che vuole
chiudere e gli altri paesi non vogliono perchè altrimenti anche loro saranno
invasi dalla spazzatura! stop immigrazione...non è una risorsa! ci danneggia e
basta! 04/06/2008 09:49 Lukas Che dire....Riabbassati Italia e già che ci sei
tirati giù le braghe....! Grazie Silvio...Ma vaff... 04/06/2008 10:32 Pier Mi
rattrista vedere che ,tutte le sante volte che si decide a livello di foverno ,
di fare chiarezza e pulizia nel ns paese , vi sia sempre qualcuno che si permetta
di fare commenti le ns decisioni . Quando la Spagna Francia ed inghilterra
hanno introdotto il reato di clandestinità , la chiesa ha forse detto qualche
cosa contro ? Allora perchè sempre a mettere i bastoni tra le ruote e non
provare invece a guardarsi in casa propria . Se il vaticano o altri paesi che
commentano in maniera negativa certe ns decisioni , si tengono sul loro
territorio questi sbandati allora OK . In caso contrario non si debbono
permettere di fare commenti ne sparare a vuoto su decisioni che sono
l'espressione di una maggioranza al governo , votato dalla gran parte del
popolo italiano . Maroni è nel giusto e spero solo che non molli la presa e
vada avanti per la sua strada . 04/06/2008 10:41 gabriele per tutti quelli che
l'hanno votato vi dico senza offesa SE UN CI FOSSERO I BISCHERI UN CI SAREBBERO
I FURBI, auguri ragazzi. che misera fine,l'italia e gli italiani schiavi, di
chi spara discorsi su discorsi 04/06/2008 10:57 ALE Grazie Sig. Presidente
Berlusconi, grazie di cuore per il bel colpo basso che ci inferto ai desideri
compromessi di chi voleva credere (e sperare) di poter migliorare questa Italia
composta da onesti ma anche da molta m..... Grazie ancora ce ne ricorderemo.
Alle prossime elezioni Lega -Nord o AN il 100% dei consensi. 04/06/2008 11:06
giuliano Presidente Berlusconi, se non saranno varate leggi severe contro la
criminalità e la clandestinità ne pagheremo presto le conseguenze in termini di
sicurezza sociale. Ma non solo. Il suo governo rischierebbe di cadere molto
presto per aver tradito le promesse fatte in campagna elettorale. Non ascolti
le troppe sirene che La tempestano quotidianamente: vada diritto per la sua
strada se vuole governare per l'intera legislatura. 04/06/2008 11:14 Mario
Sign.On Presidente Cav.Berlusconi, siamo alle solite prima tolleranza zero e la
firmi, poi... metti la retro. A proposito farai così anche sulle
intercettazioni? Li di sicuro no ma ricordati che le persone per bene non hanno
paura di essere intercettate, la paura sopraggiunge quando uno fa cose non
legali. Capito Presidente? 04/06/2008 11:39 ANGELO66 Ma come?? due critiche da
parte di chi dovrebeb solo che star zitto e ci si cala le brache?? No così non
va caro Presidente.. La stimo e la ho difeso sempre per il suo impegno e le sue
idee.. ho sperato assieme a milioni di italiani che finalmente le cose
sarebbero cambiate ma così no.. dopo 42 anni di voto a destra mi vien quasi
voglia di di cambiare se solo "quegli altri" non facessero così
schifo!! Non faccia retromarcie presidente!! MAI INDIETRO!! 04/06/2008 12:09
giovanni Ahahah.. ecco il vostro berlusconi. L'ha sparata grossa e naturalmente
il suo avvocato è prontamente sceso in suo soccorso.. 04/06/2008 12:29
FRANCISCO Ecco la prima,di questo governo e l'ennesima marcia indietro di Berlusconi.
hahah adesso voglio vedere i vostri commenti...cosa vi inventerete per
difenderlo stavolta! haha 04/06/2008 13:02 Mario Se già cominci così fra poco
dovrai tornare sul predellino!! Non prendertela con gli altri perchè loro le
promesse le rispettano. Ma questa volta ti seguiranno gli agnellini e le
pecore? Gli Italiani ascoltano ma non sono mica ignoranti e si fanno un nodo al
fazzoletto sai! 04/06/2008 13:05 X IVAN HAI LO STESSO PENSIERO CRITICO DEI
COMPAGNI CHE NON TI RAPPRESENTANO PIU' NEL PARLAMENTO PERCHE' CACCIATI DAL 97%
DEGLI ELETTORI ITALIANI!!! CHI HA VOTATO LA CASA DELLE LIBERTA' SI SENTIREBBE
VERAMENTE SCONCERTATO SE AVESSE AVUTO UN ELETTORE COME TE E POI IL NIKE NAME
CHE TI SEI SCELTO DICE TUTTO.....SE VALEVATE QUALCOSA DI POSITIVO INVECE DI
SPARIRE AVRESTE DOVUTO INCREMENTARE IL CONSENSO CHE INVECE VI VIENE NEGATO OGNI
GIORNO DI PIU' !!!.... GIOIR 04/06/2008 13:14 axel No ai clandestini, no ai
no-global, no ai gay... silvio stai attento, quando si ha un amico si marcia
con lui fino in fondo, la Lega è fedele. 04/06/2008 13:49 Aldebaran No, cosi
non ci siamo ! Cosi cari governanti state solo facendo vedere che siete uguali
a quelli che ci hanno governato per gli ultimi 2 anni ( ed alle prime elezioni
sono stati "estinti"... ). Una cosa giusta avevate deciso : Reato di
Immigrazione, e se l'europa, L'onu, Saddam, il papa, Bin Laden o Zapatero non
sono d'accordo, chissene,,, non ci sono mica loro qui a doversi difendere ogni
giorno. Loro sono solo buoni a dire che cosa dobbiamo fare noi italiani, ma
loro ? ( francia/inghilterra e gli stessi Usa) il reato ce l'hanno ! Ha ragione
il lettore che ha detto, che l'italia e' la discarica del mondo, se chiudiamo
noi, i rifiuti incominciano ad andare dalle altre parti... e non sia mai....
04/06/2008 14:23 rondine Cosa leggo berlusconi, si rimangia le parole, ha paura
di zapatero e di altri quaquaraqua', perche' no usa la linea piu' dura
mandandoli da quelli che protestano ,mi meraviglio della spagna che parla dove
si uniscono in matrimonio i gay, si vede berlusconi e' uguale a prodi, credo
hanno ragione di quelli che dicono si stava meglio quando si stava peggio, no
mafia, no troppa corruzione, ordine e disciplina. adesso una sola cosa e'
rimasta forza lega sei l'ultimo baluardo per la difesa degli italiani e italia.
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campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio (118 commenti) Santanché:
"Aboliamo la legge Merlin Case chiuse? No, meglio le coop" (64
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la città" (63 commenti) Immigrazione, blitz dei vigili sui bus (60
commenti) Scrivi qui il tuo messaggio al Bologna in A (50 commenti) La notte
delle confische "Ma come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca
l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come
centralinista non vedente ma poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti)
15:59:27 - Si sa' che i no global, come i "sinistri" stanno non
difendono piu' i lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il
campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai
decretato la fine del PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli
elettor[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del
Carroccio 15:52:07 - Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una
delle più sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17
- Ma la pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un
occhio della testa! Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del
pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO
QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...]
"Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e
Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più
niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica:
"E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions
che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan
ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti
come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax,
sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta
d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi
guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente
contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza
sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale
nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di
Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei
d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli
italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO A tempo di record la
squadra di Silvio IV 'Parità' tra Lega e An con 4 ministri. E l'età media si
abbassa a 50 anni. I titolari di dicastero sono 21: 12 con portafoglio e 9
senza, solo quattro le donne, 13 le new entry. Oggi il giuramento, martedì e
mercoledì la fiducia LEGGI LA NOTIZIA RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci
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Argomenti: Burocrazia
La modella diventata
'premiere dame' di Francia lo scorso febbraio, racconta la sua storia d'amore
con il presidente nel libro 'Carla e Nicolas: la vera storia', firmato dai
giornalisti Valerie Benaim e Yves Azeroual
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"La sua intelligenza mi ha sedotta" La modella diventata 'premiere
dame' di Francia lo scorso febbraio, racconta la sua storia d'amore con il
presidente nel libro 'Carla e Nicolas: la vera storia', firmato dai giornalisti
Valerie Benaim e Yves Azeroual Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome
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come, perdo l'auto?" (41 commenti) L'Onu attacca l'Italia: "No al reato
di clandestinità" (40 commenti) Lavora come centralinista non vedente ma
poi legge il giornale e guida l'auto (39 commenti) 15:59:27 - Si sa' che i no
global, come i "sinistri" stanno non difendono piu' i lavoratori
italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global
nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai decretato la fine del PD!!!
Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli elettor[...] La Lega ha
occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:52:07 - Beh,
come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una delle più sconcertanti
prove di forza del[...] Nadal, numeri da... Borg!15:32:17 - Ma la pianti
Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e costa un occhio della testa!
Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano guerre del pane"15:27:37 -
PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...] "Italia,
l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e Irap"15:20:39 - hai
proprio ragione, strano che nessuno commenti più niente..............[...] Il
Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E'
impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions che non
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come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax,
sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta
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guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente
contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza
sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale
nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di
Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei
d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli
italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO Sophie, la miss del
golf va a caccia di contratti Sophie Sandolo è una delle migliori
professioniste di golf europee. Italo-francese, non ha esitato a utilizzare la
propria femminilità conquistando le copertine LEGGI LA NOTIZIA RICERCA ANNUNCI
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Argomenti: Burocrazia
L'investitore
intende andare avanti nella sua battaglia tentando di rimuovere il numero uno
del colosso Internet Jerry Yang e gli altri membri del consiglio di
amministrazione
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Mondo Salute Tecnologia Casa--> Meteo GUERRE STELLARI Yahoo nella tempesta,
Icahn non molla la presa L'investitore intende andare avanti nella sua
battaglia tentando di rimuovere il numero uno del colosso Internet Jerry Yang e
gli altri membri del consiglio di amministrazione New York, 4 giugno 2008-
L'investitore attivista Carl Icahn non ha alcuna intenzione di gettare la
spugna nella sua battaglia contro l'amministratore delegato e il cda di Yahoo.
E' quanto riporta il Wall Street Journal, precisando che Icahn andrà avanti,
tentando di rimuovere il numero uno del colosso Internet Jerry Yang e gli altri
membri del consiglio di amministrazione. La battaglia contro i dirigenti di
Yahoo era stata in realtà annunciata da Icahn già lo scorso 15 maggio, quando
l'investitore aveva anche ammesso di mirare a un seggio nel cda di Yahoo. "Il
cda di Yahoo - ha scritto in una lettera inviata al presidente di Yahoo Roy
Bostock - ha agito in modo irrazionale e ha perso la fiducia degli
azionisti". In quell'occasione, tuttavia, Icahn non aveva esplicitamente
fatto riferimento alla sua volontà di sostituire in qualche modo Yang. A
scatenare la battaglia di Icahn è stata la vicenda che ha visto protagonista
insieme a Yahoo il colosso software Microsoft, che lo scorso 3 maggio ha
ritirato la propria offerta di acquisizione del valore di 47,5 miliardi di
dollari su Yahoo, per un mancato accordo sul prezzo. Ieri Icahn ha ribadito la
propria posizione, sottolineando quanto detto già in precedenza, ovvero che
"Yahoo non ha considerato sinceramente l'offerta di Microsoft" e
dunque non si è lasciata scappare un'occasione per massimizzare il valore dei
suoi azionisti. E' attesa intanto per la giornata di domani, quando si riunirà
il consiglio di amministrazione di Yahoo. L'investitore attivista detiene nel
capitale di Yahoo una quota pari al 3,5%, per un valore di 1,3 miliardi di
dollari circa. MICROSOFT Nuove trattative per accordi 'alternativi' Segnala ad
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guerre del pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI
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Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più
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"E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions
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ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti
come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax,
sei d'accordo?Il futuro presidente della CarrareseImpronte digitali sulla carta
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guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente
contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza
sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale
nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di
Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei
d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli
italiani sono un popolo di razzisti? LA FOTO DEL GIORNO Virtual Wall Ecco il
muro virtuale progettato dall'ingegnere Hanyoung Lee. Il Virtual Wall crea una barriera
laser di plasma che permette di visualizza meglio i pedoni che stanno
attraversando la strada al semaforo. Il laser non ha il potere di fermare
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Argomenti: Burocrazia
Dopo un viaggio di quasi
dieci mesi e un tragitto di 680 milioni di chilometri, la navetta inviata dalla
Nasa ha toccato il suolo di Marte. La missione ha l'obiettico di individuare
eventuali tracce di vita Commenta
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Phoenix arriva su Marte e invia immagini del pianeta rosso Dopo un viaggio di
quasi dieci mesi e un tragitto di 680 milioni di chilometri, la navetta inviata
dalla Nasa ha toccato il suolo di Marte. La missione ha l'obiettico di
individuare eventuali tracce di vita Commenta Commenti Segnala ad un amico
26/05/2008 18:50 jetset Fantastico!!! Però ora acchiappate Bin Laden...
28/05/2008 09:34 Christian Ma le foto che avete pubblicato sono vere? Sembrano
fatto al computer. Ma la sonda si è fotografata da sola? 30/05/2008 11:59
Bollicina effettivamente risultano molto strane le foto....forse sono solo
simulazioni!! 31/05/2008 23:54 fabry certo che sono fatte al computer
arnimalu... Sono presenti 4 commenti, invia il tuo commento! Pagine: 1 Tuo
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l'Italia: "No al reato di clandestinità" (40 commenti) Lavora come
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15:59:27 - Si sa' che i no global, come i "sinistri" stanno non
difendono piu' i lavoratori italiani, ma i deli[...] La Lega ha occupato il
campo rom? Blitz no global nella sede del Carroccio 15:58:56 - Cacciari hai
decretato la fine del PD!!! Con questa tua arrogante azione hai sancito che gli
elettor[...] La Lega ha occupato il campo rom? Blitz no global nella sede del
Carroccio 15:52:07 - Beh, come dargli torto? Quella giorno si è assistito a una
delle più sconcertanti prove di forza del[...] Nadal, numeri da...
Borg!15:32:17 - Ma la pianti Ki-Moon, che la sua organizzazione non fa niente e
costa un occhio della testa! Invece [...] Ban-ki Moon: "Si rischiano
guerre del pane"15:27:37 - PER FAR RIPARTIREL'ITALIA BISOGNA SCROLLARLE DI
DOSSO QUELL'INUTILE FARDELLO DI NOME BUROCRAZIA CHE [...]
"Italia, l'economia è in stallo Vi pentirete dei tagli di Ici e
Irap"15:20:39 - hai proprio ragione, strano che nessuno commenti più
niente..............[...] Il Milan ripescato in Champions? L'Uefa replica:
"E' impossibile"15:19:35 - Hanno già giocato (e vinto) una Champions
che non dovevano giocare. Mi meraviglio che non si vergogn[...] Il Milan
ripescato in Champions? L'Uefa replica: "E' impossibile" Chi vorresti
come punta del Bologna?Bologna, chi è il tuo candidato sindaco?Robin Hood Tax,
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d'identità, sì o no?Ridurre da 0,5 a zero la soglia di alcol nel sangue per chi
guida?Clandestinità come aggravante, con un aumento di pena: sarà un deterrente
contro la criminalità?Sei favorevole alla decisione di sospendere l'ordinanza
sulle polveri?Chi vincerà gli Europei di calcio 2008?Vorresti una centrale
nucleare in Lombardia?Giusto che Sergio Cofferati si ricandidi a sindaco di
Bologna?Il Comune di Pesaro vuole rendere viale Trieste pedonale, sei
d'accordo?centro chiuso al trafficoPollo al cloro made in Usa: lo comprerai?Gli
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muro virtuale progettato dall'ingegnere Hanyoung Lee. Il Virtual Wall crea una
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attraversando la strada al semaforo. Il laser non ha il potere di fermare
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( da "Opinione, L'" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Mer, 04 Giu
2008 Edizione 111 del 04-06-2008 Critiche alla carta Uno Statuto poco
autonomista di Marina Giona Alcuni giorni fa il Consiglio regionale lombardo ha
approvato, il nuovo statuto regionale. "Il gradimento ampio e bipartisan
del documento - afferma Roberto Bernardelli, segretario della Lega Padana - ne
rivela la tiepida spinta autonomista e la sostanziale sottomissione a Roma. La
parola "autonomia" compare per la prima e unica volta nell'articolo 1
dello statuto per definire arbitrariamente la Lombardia una regione
"autonoma"". Sempre secondo il leader dei leghisti contrari alla
svolta "romana" del Carroccio, il testo, eccessivamente lungo, è
ricco di buoni propositi assolutamente inutili, in quanto già presenti nella
Costituzione. Il nuovo Statuto appare orientato alla gestione di un potere che
le viene delegato dallo Stato e non è quindi un potere per cui si è combattuto.
Questo gran lavoro produce un solo risultato: quello di
creare ulteriori strati di burocrazia con nuovi oneri e nuove tasse. La lunghezza del testo (quasi
cento articoli, molto più della Costituzione americana) è un ulteriore prova
che l'operazione sia stata concepita per consolidare il potere centrale
fingendo di introdurre il federalismo. "Per cambiare veramente le
cose - continua Bernardelli - è necessario che ci sia un movimento regionale,
con radici locali, che non sia un'emanazione di Roma e, soprattutto, che non
partecipi al potere centralista, evitando accuratamente di candidarsi alle
elezioni politiche. Un movimento che sia capace di contrattare dal basso per
ottenere cambiamenti sempre più radicali da cui non si possa tornare indietro.
Questo avrebbe dovuto fare il nuovo statuto: diventare il
"grimaldello" come disse Miglio, per scardinare l'ordinamento di una
Repubblica tirannica, partitocratrica e corrotta, come punto di partenza per la
riforma federale". Esistono dei movimenti locali, molto radicati nel territorio,
che si stanno facendo strada. La Lega padana Lombardia propone la
trasformazione della Lombardia in regione a statuto speciale, come il Trentino
Alto Adige. Ciò consentirebbe di trattenere nel territorio la maggior parte
delle entrate fiscali e di avere una reale autonomia rispetto a Roma.
( da "Brescia Oggi" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Andrea: "Da 5
anni aspetto la risposta" Nel 2006 Bresciaoggi si occupò del caso
di Andrea Saai, in Italia da oltre 20 anni e da 3 in attesa della cittadinanza.
Molto tempo è trascorso ma Andrea, che si occupa di problemi burocratici degli
immigrati in questura, la cittadinanza l'aspetta ancora. E di anni ora ne sono
passati ben cinque. "LA GENTE RIDE quando sente quanto tempo ci ho
impiegato - racconta -. Ora mi hanno detto che in prefettura ci sarebbero i
documenti firmati. Ma io non ci credo, ormai non mi fido più finchè non faccio
il giuramento". La burocrazia, in questi anni, ha rallentato le procedure. "Quando ho
fatto richiesta nel 2003, servivano 10 anni di residenza continuativa",
racconta. Ed è proprio questo il nodo. Una cancellazione dagli elenchi
anagrafici di Cividate Camuno, dove Saai era formalmente residente pur vivendo
e lavorando a Brescia, ha causato non pochi problemi. Eppure, conferma,
"io già allora stavo ed ero impiegato a Brescia, ero regolare, posso
confermare la mia presenza anche con le buste paga che ho conservato".
"Mi sento italiano a tutti gli effetti - conclude - ho vissuto molto più
tempo qui che nel mio paese d'origine, in Tunisia. Ho 40 anni, sono 21 che vivo
in Italia e mi sento bresciano". NA.DA.
( da "Panorama.it" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mondo -
http://blog.panorama.it/mondo - "Dietro alle critiche alla Fao c'è anche
una guerra di potere" Posted By joshua.massarenti On 3/6/2008 @ 16:35 In
Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] [2] Segui la diretta tv sul vertice
Fao Marie-Martine Buckens, giornalista belga, è un'istituzione nel campo della
politica ambientale, energetica e agricola dell'Unione europea. Per il [3]
Courrier, bimensile di informazione sui rapporti tra l'Europa e Acp (Africa,
Caraibi, Pacifico), sta preparando un dossier dedicato all'attuale crisi
alimentare al centro del[4] vertice Fao. Un organismo che il presidente del
Senegal, Abdulaye Wade, ha definito senza mezzi termine "un carrozzone che
sperpera soldi per il funzionamento interno ma fa pochi interventi sul
terreno". Buckens, quella del presidente senegalese non è una critica
troppo ingenerosa oppure davvero la Fao non serve a quasi niente? Wade ha fatto
riferimento a un rapporto interno da cui emerge che la Fao
soffre di una burocrazia
costosa, di un controllo eccessivo, di doppi impieghi, di concentrazione dei
poteri, di una mancanza di communicazione tra i vari piani della sede centrale
e tra quest'ultima e il terreno. Alcuni paesi, tra cui la Svizzera, hanno
addirittura minacciato nel novembre scorso di rispedire al mittente il budget
2008/2009, chiedendo l'attuazione di riforme profonde all'interno della
Fao. Un bilancio tutt'altro che positivo dunque. Non voglio sottovalutare le
critiche ma non sono così disfattista. La Fao non deve salvare il mondo, ma
fornire ai governi gli strumenti per comprendere e attuare politiche in campo
agricolo e di sicurezza alimentare. Cosa che non ha mai mancato di fare con i
suoi rapporti, tra cui le "prospettive agricole all'orizzonte 2013-20303 o
ancora quello congiunto assieme all'Osce per il periodo 2007-2016. Alcuni
analisti mettono anche l'accento sulla guerra per la leadership all'interno
della Fao tra il presidente senegalese il direttore Jacques Diouf. Le critiche
consentono al presidente senegalese di attaccare frontalmente Jacques Diouf, il
direttore della Fao, senegalese anche lui e sospettato di avere ambizioni
politiche molto forti per le prossime presidenziali del Paese. Wade ha inoltre
criticato il fatto che la sede della Fao sia in un paese sviluppato,
raccogliendo un consenso trasversale tra i leader del Terzo mondo. E
probabilmente nel Summit che si è aperto oggi proporrà l'integrazione della Fao
nel Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (FIDA). Ma non è detto che le
cose vadano come lui dice. Perché? Wade deve fare i conti con l'Alleanza per la
rivoluzione verde in Africa (AGRA) finanziata da due fondazioni americane,
quella di Bill Gates e la Rockefeller Foundation, e presieduta dall'ex
Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Incentrata sull'Africa,
mobiliterà tre agenzie onusiane: il FIDA, il Programma alimentare mondiale
(PAM) e guarda caso la FAO. Insomma, la guerra di Wade potrebbe anche essere
perdente. [5] Il direttore della Fao Jacques Diouf Molti temono che la crisi
alimentare possa spalancare le porte agli Ogm. Come sono schierati grandi della
terra e i paesi in via di sviluppo? Non credo che si possa fare una distinzione
tra paesi ricchi e paesi poveri. Gli Ogm sono prodotti essenzialmente da
multinazionali americane. La coltura degli ogm è possibile soltanto in
un'economia agricola strutturata, dove gli agricoltori dispongono di fondi a
sufficienza per pagarsi semi molto cari e brevettati. Questo spiega il loro
fallimento presso i produttori indiani di cotone per esempio, che non hanno i
soldi per comprare le sementi. E questo spiega anche perché AGRA ha dichiarato
in un primo tempo di non voler diffondere gli Ogm in Africa. In un primo tempo
soltanto, anche perché l'Alleanza promossa da Gates, Rockefeller e Annan non
esclude il riscorso agli Ogm "nel momento voluto" come sostiene il
suo sito. In altre parole, aspettano che gli agricoltori africani ricevano un
numero consistente di finanziamenti, ivi compreso quelli dell'AGRA, per
diventare più solidi dal punto di vista finanziare e così essere in grado di
acquistare semi Ogm. Inoltre, molti analsiti, ivi compreso presso la
Commissione europea, concordano nel dire che la crisi alimentare è innanzitutto
politica e sociale. Alcuni temono una fuga in avanti delle nuove tecnologie
che, in fine, non risolverebbe il problema. In un'intervista rilasciata ieri
sera alla Rai, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ritiene
che l'eliminazione dei sussidi all'agricoltura dei Paesi ricchi sia tra le
priorità per superare la crisi alimentare causata dall'esplosione dei prezzi.
Anche lei è del parere che il protezionismo agricolo di Usa e Europa (e la
politica dei sussidi) sia controproducente per i paesi poveri? È una vicenda
molto complessa. Tutti oggi reclamano l'autosufficienza alimentare dei paesi. È
quello a cui ambiva oltre 40 anni fa l'Unione europea creando la Politica
agricola comune (Pac). Se non altro, una certa forma di protezionismo
sembrerebbe indispensabile per consentirte ai paesi poveri di creare un sistema
agricolo capace di garantire l'autosufficienza alimentare. Viceversa, ciò che
ha contribuito a rovinare i paesi sottosviluppati, in particolar modo quelli
appartenenti all'area Acp (Africa-Caraibi-Pacifico) con i quali l'Ue
intrattiene rapporti privilegiati, è stata la politica estera adottata da
Bruxelles sul fronte agricolo. Diminuendo i suoi prodotti agricoli destinati
all'esportazione attraverso politiche di sovvenzioni molto discutibili, l'Ue ha
contribuito assieme agli Stati Uniti alla caduta dei prezzi dei prodotti
alimentari negli ultimi 30 anni, condannando di conseguenza il destino dei
piccoli contadini del Sud del mondo.
( da "Quotidiano.net" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il ministro
dell'Economia ha descritto così la Robin
Hood Tax: "L'idea è di ragionare sui profitti e non di
applicazione dell'Iva alla pompa", anche perché "tra il prezzo alla
pompa e quello che c'è dietro in mezzo c'è il barile con sopra una bottiglia di
champagne, che è la speculazione" Commenta" /> Leggi il giornale Nome utente:
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PROPOSTA DI TREMONTI "Tassare le compagnie petrolifere per redistribuire
la ricchezza" Il ministro dell'Economia ha descritto così la Robin Hood
Tax: "L'idea è di ragionare sui profitti e non di applicazione dell'Iva
alla pompa", anche perché "tra il prezzo alla pompa e quello che c'è
dietro in mezzo c'è il barile con sopra una bottiglia di champagne, che è la
speculazione" Commenta Lussemburgo, 3 giugno 2008- Tassare le compagnie
petrolifere per ridistribuire le ricchezze ai più deboli. E' questa la proposta
allo studio del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che nel corso di una
conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo ha descritto così la Robin Hood
Tax: "L'idea è di ragionare sui profitti e non di applicazione dell'Iva
alla pompa", anche perché "tra il prezzo alla pompa e quello che c'è
dietro in mezzo c'è il barile con sopra una bottiglia di champagne, che è la
speculazione". "Ha senso parlare di Iva alla pompa, ma ha anche senso
parlare di corporate tax. Non c'è nulla di definitivo, ma a noi sembra che dato
il drammatico bisogno degli strati più deboli questo tipo di prelievo Robin
Hood ha senso", ha aggiunto Tremonti, spiegando: "Sono temi che
vedono vicino la destra e la sinistra. E' necessario che ci sia un'informativa
in Europa, ma queste sono iniziative assolutamente nazionali". Robin Hood
Tax, sei d'accordo?CONTI PUBBLICI L'Ue cancella la procedura di deficit
Commenti Invia commento Segnala ad un amico 03/06/2008 17:06 Claudio La
situazione è grave,questo è peggio della rivoluzione copernicana.evidentemente
anche i poteri forti se la stanno passando male o sono in guerra tra di loro,
se escono proposte di questo tipo e vengono pubblicizzate.tassare le
multinazionali petrolifere? confiscare la bottiglia di champagne alle grandi
banche d'affari? ridurre le imposte sui consumi energetici,sottraendole
alle mani adunche delle burocrazie statali?oppure questi sanno qualcosa che noi
non sappiamo,ci sarà un asteroide in rotta di collisione con la terra...
03/06/2008 17:11 raimondo pistoia Ritengo che le proposte del Ministro Tremonti
di tassare i petrolieri per ridistribuire le ricchezze sia cosa ben fatta.
Bisognerebbe però abbassare i costi del carburante, che in Italia è troppo
alto. 03/06/2008 17:14 inqbo ottima idea ! e mi immagino diliberto o bertinotti
che si mangiano le mani per non averci pensato loro ! una mossa così ed il
'rosso' sparirà persino dal sugo della pasta... di tremonti parlerà bene
moretti che dirà a d'alema 'questa è una cosa di sinistra'.... 03/06/2008 17:29
frank ero sicuro che questa maggioranza con questi uomini e donne
amministratori avrebbero ben fatto. grazie governo con tutte le idee che state
attuando. 03/06/2008 17:35 xavier Tassare le compagnie petrolifere e solo
polvere negli occhi. Sarebbe più opportuno obbligarle ad abbassare i prezzi dei
carburanti perchè il carburante lo paghiamo noi, con i nostri soldi, quindi le
compagnie petrolifere non devono fare altro che aumentare i prezzi per rifarsi
delle tasse, ed a noi toccaranno altri aumenti ingiustificati tanto c'è il
libero mercato e loro potranno fare quello che gli pare e piace. Ed il governo
potrà vantarsi di avere anche aumentato gli introiti ma a scapito di chi? A voi
l'ardua sentenza. Io sono di un solo parere a pagare sono sempre gli stessi,
NOIIIIIIIIIIII. A proposito di questo oggi ho scoperto che un mio vicino
imprenditore miliardario dichiara poco più di me e cosi accede anche alle
convenzioni per le famiglie disagiate del mio comue. 03/06/2008 18:11 daniele
tassa, tassa e dopo a chi si rivolgeranno le compagnie petrolifere?? al
consumatore...lo stato dovrebbe bloccare le accise, che ora sono a percentuale
e permettono maggiori introiti ogniqualvolta si aumenta il prezzo..mi
accontenterei solo di questo..e toglieteci ste cavolo di tasse per l'abissinia,
per gli aumenti dei ferrotranvieri, per i terremoti di inizio 900 e varie
03/06/2008 20:16 alien e le accise quando le tolgono? paghiamo ancora la guerra
in Abissinia, l'alluvione di Firenze e se non sbaglio il terremoto del Belice.
che dite possiamo smettere? se poi ci sono altri provvedimenti, ben vengano. il
fine e' queello voluto da tutti. 03/06/2008 20:38 IL CAMMELLO TREMONTI , se
fosse veramente vero, sono contento di aver votato per TE ! 03/06/2008 20:48
GIOIR ABBIATE FIDUCIA E PAZIENZA. A NAPOLI DICONO : " NO FESSO A VOTA
"....... ALLE PAROLE DEBBONO SEGUIRE I FATTI !!! LE TASSE ALLE COMPAGNIE
PETROLIFERE NON DOVRANNO AVERE IL SAPORE DELLE CAREZZE (SIMBOLICHE), MA DEI
VERI SCAPACCIONI ( MEGLIO, CALCI IN C......) IN MODO DA ABBASSARE SENSIBILMENTE
IL PREZZO DEI CARBURANTI ALLA POMPA E L'INCIDENZA SULLE BOLLETTE ELETTRICHE.
ABBASSAMENTO DELLE TARIFFE DEI TRASPORTI SU GOMMA CON IL CONSEGUENTE RITOCCO AL
RIBASSO DEI BENI DI CONSUMO.- NON SARA' MOLTO MA E' SEMPRE QUALCOSA..........
03/06/2008 21:19 ivan x fortuna che questi sono i teoreti della legge di
mercato... fino a quando le macchine non andranno ad aria, i petrolieri
caricheranno in un modo o nell'altro le tasse sui cittadini... come fanno le
banche del resto. poi se volete credere che gli asini volano... prego... ah...
l'ici che vi hanno tolto era l'imposta più federalista che sia mai stata
concepita in italia... e la riforma dei mutui è dimostrato che porterà più
interessi nel lungo termine alla banche. 03/06/2008 21:24 luciano io Tremonti
nel ruolo di robin hood proprio non ce lo vedo, ma come proprio colui che ha
messo in piedi la famosa finanza creativa che e' riuscita a non sprofondare
grazie ai condoni fatti e che ha arricchito fior di evasori ora mi viene a
raccontare che anche i ricchi devono piangere? ma via se una superpetroliera
nel corso del suo viaggio cambia proprieta' diverse volte a seconda della fluttuazione
del mercato il rischio sara' che andra' nel paese dove conviene di piu'. Questo
e' il mercato prendere o lasciare. 04/06/2008 01:13 gabriele
tassate,tassate,carissimi che genio il tremonti,tanto non cambiera'mai nulla,le
compagnie sono colossi,i vostri politici sono messi male se fanno queste
proposte. continuate cosi va' tutto bene..ciao 04/06/2008 07:09 adriana Bene,
giusto, come mai lo Stato paga a Moratti l'eliminazione delle scorie delle
raffinerie di petrolio? Perchè tant privilegi? Dovrebbe pagarli lui, speriamo
che si mettano a posto un po' di cose. Bravo Tremonti continuate così
04/06/2008 08:47 ivan le compagnie petrolifere le tasse le pagano e le
riversano sui contribuenti.. come fanno le banche.. è la legge di quel mercato
di cui tremonti è teoreta. finora il governo ha tolto la sola imposta realmente
federalista, ha fatto una legge sui mutui che (basta leggere i commenti unanimi
degli economisti)porterà più soldi nel lungo periodo come interessi alle banche
e quindi farà spendere di più agli italiani e sta facendo fallire l'alitalia
dopo avere fatto saltare le trattative con airfrance (= più licenziamenti)...
in compenso con prodi i napoletani incendiavano i rifiuti ed ora i rifiuti
"si sono incendiati" (testuale dal televideo rai)... ah ah ah.
04/06/2008 09:26 Lorenzo tremonti! A chi pensi che scaricheranno la tassazione
extra le compagnie petrolifere, se non sull'utente finale? Bisogna forse
insegnarti che per le aziende l'iva è solo un passamano, e chi la paga
effettivamente è solo l'utente finale? Mi apetto 6 euro di prezzo alla
pompa...dovrò vendere la panda cabrio con i sedili di vimini.... 04/06/2008
09:47 sam bravo Tremonti!gli automobilisti sono tutti con te! 04/06/2008 09:57
max18.63@alice.it tassare le companie petrolifere e una buona idea visto che
non hanno una lira per le tasse poi sperperano milioni di euro per le squadre
di calcio e pagando milioni di euro giocatori bizzosi. comunque questa tassa la
pagheremo sempre noi sui repentini rincari e sulla sempre crescente speculazione.
04/06/2008 10:23 enzo Per fortuna che c'è la legge sul conflitto di interessi
che ha obbligato il Presidente del consiglio a rinunciare alla presidenza del
Milan, così potrà tranquillamente presenziare al CDM che ratificherà la
punizione per Moratti e Sensi che con le loro Roma e l'Inter hanno messo in
crisi la grandezza del Milan. Per quanto riguarda la Iuve è chiaro che debbono
assolutamente finire gli incentivi alla rottamazione e alla trasformazione in
GPL e Metano ed inoltre è anche chiaro che la ventilata ipotesi di compensare i
maggiori introiti dalle tasse sui petrolieri con diminuzione delle accise e
quindi del costo alla pompa è assolutamente impraticabile. Sono presenti 18
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'Parità' tra Lega e An con 4 ministri. E l'età media si abbassa a 50 anni. I
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( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Lettera aperta di
Gurrieri Ambulanze del 118 "Il medico a bordo può salvare la vita"
Sebastiano Gurrieri, esponente del Pd, ha inviato una lettera aperta al neo
assessore regionale alla sanità, Massimo Russo, e per conoscenza al tribunale
dei diritti del malato, affinché si provveda a verificare la possibilità di
istituire, nell'ambito del servizio del 118, ambulanze con medico a bordo, al
contrario, dunque, di quanto avviene attualmente. Gurrieri, che evidenzia come
il neo assessore abbia dichiarato di voler collaborare con tutti per migliorare
i servizi sanitari regionali, dice che "si attendono atti decisivi per
tutte le questioni aperte, e tra queste hanno un posto di estremo rilievo
quelle relative al servizio di emergenza regionale 118 e quelle riguardanti la
mancata attuazione delle disposizioni previste dal dpr del 27 marzo 2001".
Gurrieri, da parlamentare regionale, si era occupato più volte, con denunce e
interrogazioni parlamentari, della questione. "La problematica delle
ambulanze medicalizzate in sostituzione delle ambulanze di tipo B ha avuto un
inizio di normalizzazione, ma sono consapevole che per la piena attuazione
delle previsioni occorreranno risorse e tempo". Gurrieri chiede inoltre di
delocalizzare le attuali quattro centrali operative del 118, attualmente
allocate a Palermo, Caltanissetta, Messina e Catania, per crearne una per ciascun
capoluogo. "In questo caso e' tutto rimasto fermo rispetto alle proposte
che erano state avanzate. Giusto per fare un esempio ? scrive ancora Gurrieri
al neo assessore Russo ? per quanto riguarda la mia provincia, quella di
Ragusa, più e più volte nel soccorso ad incidenti sulla Ragusa ? Catania,
purtroppo assai frequenti, i vari operatori, incaricati di smistare da Catania
gli interventi senza conoscere il territorio, facilmente equivocavano sulla
localizzazione del punto di intervento in quanto la chiamata segnala spesso
come riferimento la stazione di servizio della Tamoil, benché siano tre le
stazioni dello stesso tipo nell'arco di 15 ? 20 chilometri, con equivoci e
ritardi che in alcuni casi hanno determinato anche situazioni irreversibili. Il
paradosso e', poi, che per lo più viene chiamata l'ambulanza da Ragusa, o
quella di Comiso non medicalizzata, mentre c'è un presidio d'emergenza con
ambulanza medicalizzata a cinque minuti dal tratto di strada in questione. E sono inoltre tante le difficoltà di orientamento in un
territorio rurale disseminato da tanti insediamenti e le tante destinazioni
nosocomiali errati. Di fronte ai morti sul campo, la burocrazia deve passare in secondo ordine e sono certo che un suo deciso
impegno in proposito permetterà di superare tale precaria e rischiosa
situazione". M. B.
( da "Sicilia, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il candidato del
centrodestra alla presidenza della provincia Monaco incontra i tre segretari di
Cgil, Cisl e Uil per parlare della riduzione dei costi della politica Ieri
mattina il candidato alla presidenza della Provincia per il centro destra,
Pippo Monaco, ha incontrato nella sede della Cisl i tre segretari provinciali
dei sindacati, Michele Pagliaro per la Cgil, Giuseppe Aleo per la Cisl e
Vincenzo Mudaro per l'Uil. Pippo Monaco ha parlato chiaro su quelli che sono i
suoi programmi, in particolare sulla riduzione dei costi della politica, una
metodologia nuova ed efficace per uno sviluppo vero che sia in grado sfruttare
adeguatamente le risorse più qualificanti del territorio. "Per ottenere
dei risultati probanti - ha dichiarato Pippo Monaco - è necessaria una politica
trasparente, una vera rivoluzione culturale, applicando una concertazione che
si alla luce del sole, lotta ai consociativismi. I rappresentanti sindacali
hanno fatto delle richieste ben precise sottolineando che c'è stata e c'è
parecchia ingerenza della politica, specie nelle scelte che hanno riguardato il
mondo del lavoro; a causa di una selezione troppo forte tra sindacato e
politica tanto è vero che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali non
sono stati mai chiamati a decidere ma solo a ratificare le scelte che erano già
stata fatte da altri". E' stato anche sottolineato che il cosiddetto
"modello Enna" è stato un risultato perdente, che sono troppe ed
improduttive le società miste, che vanno rimodulate. Sugli Ato è stato
sostenuto che si è trattato solo ed esclusivamente di un carrozzone politico.
Anche sull'Università sono state rivolte delle critiche sostenendo che in atto
la stessa sembra essere slegata dal territorio. In tutto il
territorio ci sono troppi lavoratori part time; necessaria la velocizzazione
della burocrazia, ma anche
una cabina di regia e una vera concertazione per ottenere dei risultati che
consentano veramente uno sviluppo del territorio. f. g.
( da "Provincia di Como, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il commento Un
bisturi e quella soglia da non varcare La porta della sala visite era aperta e
per entrare Rumi non dovette bussare e anche se fosse stata chiusa
probabilmente non l'avrebbe fatto. Un tipo spiccio, Angelo Rumi. Professionale
e spiccio: non il tipo che si formalizza di fronte a una porta aperta o chiusa.
Così lo ricorda la mamma della bimba che s'era beccata una zecca tra la scapola
e il braccio. Una cosa da poco, un'inezia, più che altro un fastidio, se non
fosse stato per le strilla di quella bambina di tre anni appena, con dotti,
medici e sapienti tutt'attorno. Il dottore dai capelli bianchi entrò, chiese
cosa stesse succedendo, prese i ferri del mestiere, praticò un'incisione,
risolse in un battibaleno la situazione e se ne andò, senza salutare ma
sorridendo alla piccola, come aveva fatto entrando. Era l'autunno del 2001.
Oggi, sette anni e un processo dopo, quel dottore non potrebbe cimentarsi
neppure con un intervento da farmacista di paese, figuriamoci con un'operazione
da gran chirurgo. È giusto sia così e lo scriviamo perché non ci piace
nasconderci dietro un dito. È giusto sia così, a prescindere dal fatto che la
condanna sia di primo grado. È giusto sia così ed è lui stesso, il dottor Rumi,
a dirlo. Glielo riconosciamo. Troppo l'equilibrio, troppa la serenità che
occorre quando si ha un bisturi in mano. Se Angelo Rumi deve tornare al lavoro
lo faccia, ma con un ruolo, una mansione che lo collochi al di sopra, e non al
di sotto, di ogni sospetto. Ci permettiamo di precisarlo
perché diffidiamo della burocrazia e ancor più del linguaggio da mandarini che in certi uffici
pubblici è di rito. L'esempio relativo alla delibera del Sant'Anna, sul
servizio che da dopodomani dovrebbe ricoprire l'ormai ex primario parla chiaro
e parla chiaro proprio perché scritto in modo così oscuro. Citiamo,
copiando: "Implementazione di un approccio innovativo su cui indirizzare
le attività sanitarie dell'Azienda Ospedaliera e promozione di strategie di
programmazione e di governo gestionale nell'ambito dell'erogazione delle
prestazione ospedaliere ambulatoriali, strumentali e diagnostiche nelle sedi
territoriali". Ora, non vogliamo entrare nei meandri della mente che ha
partorito un simile capolavoro. Un punto però sia chiaro: a Como o a Cantù o,
com'é deciso, a Mariano, Rumi non sia messo nelle condizioni di nuocere. A sé
stesso e non soltanto. 04/06/2008.
( da "Provincia di Como, La" del 04-06-2008)
Argomenti: Burocrazia
Fra scienza e
allarmismi Il caldo ucciderà il pianeta. Prima o poi Egregio direttore, lunedì
26 Maggio La Provincia ha pubblicato un suo editoriale dal titolo: ?Moriremo di
caldo. Intanto piove?. Le faccio i complimenti per l'ironia (dote rara e sempre
apprezzabile), ma ho trovato assolutamente fuori luogo le aspre critiche al
fenomeno del ?global warming?, definito: ??una fesseria di Al Gore, un
polpettone hollywoodiano buono per un premio ideologico a Cannes o Venezia, il
risultato di convegni dominati dalla presenza di signori in maglietta e jeans
stinti al punto giusto, musicalmente roba da Festivalbar?. Lasciando da parte
la differenza tra il Festivalbar e il premio Nobel, sono molto dispiaciuto che
un giornale così importante e un giornalista del suo livello possa pubblicare
in prima pagina tali affermazioni. Il dibattito sui cambiamenti climatici non
riguarda solo Al Gore; i maggiori scienziati del pianeta continuano a mettere
in guardia sui rischi provocati dal riscaldamento globale, mentre l'ONU è dalla
fine degli anni '80 che sta cercando di diffondere (purtroppo con poco
successo) l'idea di uno sviluppo che sia sostenibile. Tornando all'articolo, il
suo sarcasmo sull'argomento è ravvisabile fin dal titolo, traducibile (se posso
permettermi) in: ?i sostenitori del global warming ci dicono che moriremo di
caldo, ma visto che piove da tre settimane ci stanno raccontando favole?. Mi
sembra un conclusione a dir poco sbrigativa, spero basata più sull'intenzione
di far sorridere il lettore che sull'informarlo. All'inizio pensavo che la sua
intenzione fosse quella, ma continuando la lettura ho osservato che la sua
critica era seria. Mi sembra allora opportuno informarla che il riscaldamento
globale non provoca solo un aumento delle temperature, ma cambiamenti climatici
veri e propri che possono favorire l'insorgere di eventi violenti come uragani,
alluvioni, andate di gelo o di calore. Il Corriere della Sera, venerdì 30
Maggio, ha pubblicato un'intervista al climatologo Giampiero Maracchi,
direttore dell'Istituto di biometeorologia (IBIMET) del Consiglio Nazionale
delle Ricerche, dopo l'ondata di maltempo che ha colpito il Piemonte. Secondo
l'esperto sarebbe in atto ?una vera rivoluzione del quadro climatico del
Mediterraneo?, dovuta alla ?sostituzione del famoso anticiclone Atlantico con
quello della Libia?. Continua Maracchi: ?l'anticiclone atlantico si
indebolisce, oppure si sposta molto più a settentrione, lasciandoci esposti
alle perturbazioni provenienti da Ovest, cariche di umidità e pioggia. [?]
quello libico, che solitamente staziona sul Nord Africa a circa 30 gradi di
latitudine, arriva sempre più spesso fino a 45 gradi, cioè circa alla
latitudine di Milano e Venezia, pompando nel Mediterraneo aria caldissima.?
Sarebbe stato proprio questo fenomeno a provocare i disastri meteorologici di
queste ore. L'articolo termina così: ?sulle cause più profonde di questi
fenomeni Maracchi non ha dubbi: sono la conseguenza del riscaldamento globale.?
Sarà pure vero che le frane e le alluvioni sono sempre esistite, però credo che
ridurre il global warming ad un ?tema radical chic per animare annoiate serate
di ancor più annoiati signori? sia quantomeno un azzardo. Recenti carotaggi in
Antartide hanno riscontrato un'insolita stabilità climatica negli ultimi 10.000
anni; tale periodo coincide esattamente con l'evoluzione dell'umanità e la
fioritura della civiltà. Penso che se si riflettesse e ci si informasse prima
di giungere a conclusioni affrettate, ci si renderebbe conto che, se non altro,
i cambiamenti climatici sono una cosa troppo seria per non occuparsene con la
dovuta prudenza. Quindi ben venga l'ironia, ma scherzare sul futuro del pianeta
non mi sembra nel nostro interesse. Cordiali saluti Luca Martinelli Como (gi.
gan.) Gentile signor Martinelli, l'ha detto lei: da diecimila anni il clima è
insospettabilmente stabile. E chi conosce l'argomento in profondità sa che
nelle principali città d'Europa c'era più inquinamento all'inizio del Novecento
che adesso. Intanto ha smesso di piovere e si preannuncia un'estate torrida.
Non perchè stiamo arrostendo, ma perchè è sempre stato così. Noi rispettiamo
sommamente la scienza del clima, che fotografa realtà e azzarda proiezioni
serie. Ma diffidiamo di chi crea allarmismi per guadagnarci sopra milioni di
euro. politica La sinistra in Tv dimostra di non capire Gentile direttore, ho
più volte contestato lo spazio riservato sulla stampa e in Tv ai politici e
amministratori pubblici in generale, che già hanno troppa visibilità per quello
che producono. È naturalmente questa è una mia posizione. L'ultimo risultato
elettorale può anche essere letto secondo le mie semplici riflessioni. Gli
italiani sono attenti alla politica più di quello che qualcuno vorrebbe farci
credere. Infatti, nonostante la batosta elettorale, in questi giorni a due
importanti trasmissioni Tv, Ballarò e Porta a Porta, la sinistra ?spocchiosa?
si è presentata come la vincitrice. Dimostrano questa mia convinzione gli
interventi scomposti di Di Pietro a Ballarò e presuntuosi di Fassino a porta a
Porta. Ricordo che Veltroni, in campagna elettorale, affermò: governa chi vince
le elezioni, mentre oggi, l'opposizione perdente, pretenderebbe di
?collaborare?. Se Prodi e C. fossero stati intelligenti, dopo la lettura della
loro risicata vittoria, (venticinque mila voti) avrebbero accettato la proposta
di Berlusconi: governo di coalizione; oggi sarebbe ancora saldamente al potere.
Nonostante il loro grave errore, perseverano. Pensano ancora d'essere superiori
e di avere lasciato un buon profumo di fieno: il così detto tesoretto. Bisogna
che qualcuno spieghi loro che i disastri che hanno
combinato negli ultimi recenti diciotto mesi ed anche col precedente governo
hanno aumentato burocrazia
e spesa pubblica, altro che parlare di riduzione del deficit. Prodi non è mai
stato uno statista, ma solo un uomo di partito, come dimostrano le gravi
calamità che ha provocato in seno all'amministrazione: svendita di Iri,
acquisto di Telecom Serbia per contanti. E chi ha dimestichezza, anche
poca, con il concetto d'amministrazione della ?res publica? capisce cosa si può
nascondere dietro ad un'enorme operazione per contanti: clientelismo,
nepotismo, corruzione ecc. Ora, questi boiardi di partito alla Fassino hanno
un'interpretazione tutta personale della ridistribuzione della ricchezza: lui e
signora sono stati ospiti a pagamento del nostro parlamento per circa una
decina d''anni e come lui anche molti altri esponenti della sinistra, quelli
che dovevano difendere gli interessi dei più deboli hanno avuto analogo
comportamento, tipico del Pci ed anche della Dc. Ergo, la smettano di
pontificare come se fossero una benedizione per il Paese. Non siamo degli
sprovveduti, lo ripeto. Per finire, sarebbe davvero interessante che, senza
ricorrere a sotterfugi, a queste trasmissioni fossero invitati dei cittadini
comuni senza tessere di partito, ai quali chiedere di intervenire civilmente
alla trasmissione e non in maniera scorretta come fanno i nostri politici, non
tutti per la verità. Giovanni Bartolozzi e.mail disservizi Da Enel mi aspettavo
gli interessi e le scuse Cara Provincia, faccio seguito alla mia e-mail
pubblicata il 22 maggio scorso per gli ulteriori sviluppi della questione: Il
27 maggio scorso ho ricevuto e-mail da Enel con la quale mi venivano richiesti
"il n° cliente e il codice fiscale", come se la mia richiesta di
rimborso fosse stata formulata da pochi giorni anziché dal 18 marzo scorso
(numerosi poi i solleciti successivi a tale data). Ma il 29 maggio scorso ho
ricevuto assegno bancario (datato 22 maggio) di euro 370,10 direttamene dalla
Banca trassata e col solo riferimento "per conto Enel rimborso versamento
(!) non dovuto" Evidente lo "scollamento" fra le competenze di
uffici o addetti Enel. Ciò mi ha comportato un ulteriore disagio perché ho
dovuto recarmi in banca (percorso, posteggio, attesa) e non mi spego perché mi
siano state richieste in precedenza le coordinate bancarie. Inoltre non mi sono
stati corrisposti, come da me espressamente richiesto, per una mera questione
di principio, gli interessi legali sulla somma per me indisponibile per 87
giorni a seguito di errore non certo a me imputabile. Ma non è finita qui
perché il 30 mag.sc. ho ricevuto nuova e-mail facente riferimento alla
precedente del 27 mag., con la quale mi veniva precisato che i dati richiesti
dovevano essere comunicati via fax e con "tanto di firma". Ma i fax
del 18, 19 marzo e 3 aprile scorsi inviati dalla Banca, con tanto di
firma"del direttore, che fine avranno fatto? E due righe di scuse - seppur
formali - per il disagio arrecato e per la totale assenza di attenzione al
cliente non sarebbero dovute? Luciano Introzzi e.mail 04/06/2008.