PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro
Novelli |
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DOSSIER “BUROCRAZIA” |
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Il
capitale comprime sempre più i salari
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia
oggetto della storia altrui «Siamo dominati dal mercato finanziario e intanto
si moltiplicano le distruzioni dei posti di lavoro» Lunedì 22 Giugno 2009
GENERALI, pagina 8 e-mail print Abbiamo chiesto a Alain De Benoist, pensatore
francese controcorrente, che cosa ne pensa della crisi economica nella quale
siamo precipitati e quali siano gli scenari che si vanno prospettando
Un'alba
amaranto Il Livorno è tornato ai piani alti del calcio Il ritorno in A dei
labronici dopo un anno di purgatorio in B La gavetta di Ruotolo, veterano al
debutto come allenat ( da "Unita, L'"
del 22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
la squadra
fosse stata cancellata da gestioni trapezistiche e burocrazie sorde alla
deroga. Ripartire non è stato semplice. Ora verranno nuove sfide con la
Fiorentina, un trapasso societario nel nome del padre (il figlio Simone
subentrerà ad Aldo) e processi kafkiani tra un allenamento e l'altro in
mancanza di risultati.
Riparte
l'esodo lombardo verso il Ticino ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Imposte basse
e burocrazia efficiente» Riparte l'esodo lombardo verso il Ticino Marco Alfieri
L'appuntamento è per questa mattina a Ville Ponti, cuore verde e appartato di
Varese. E sarà un confronto infuocato tra gli artigiani locali a secco di
creditoe di fidi e Alberto Pedroli, il responsabile delle strategie del credito
del gruppo Ubi banca,
Ai
consumers non serve altra protezione
( da "Sole
24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
i La
burocrazia non muore mai. Se crei una burocrazia e le assegni dei poteri, non
te la toglierai mai di torno: s'inventerà ogni più futile motivo per
giustificare la sua esistenza e il denaro versato dai contribuenti. Basta così:
purtroppo la tendenza a creare un regolamentatore per ogni problema si palesa negli
Stati Uniti a intervalli regolari.
Oms:
pochi medici e poche risorse per il Sud del mondo
( da "Sole
24 Ore, Il (Sanità)" del 22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Inoltre una
burocrazia lenta e tetti finanziari rigidi finiscono spesso per allontanare
medici e infermieri dal settore pubblico per dirottarli in quello privato. E
ancora, sono soprattutto le città ad attrarre medici e infermieri, che nelle
zone rurali diventano sempre più rari».
La
PA deve cambiare visione, lo impone la riforma Brunetta
( da "Data
Manager" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
voglia di
risolvere la complessità della burocrazia pubblica. “Per troppo tempo – ha
concluso Dal Co – abbiamo speso energie preziose per avere motori
efficientissimi, in grado di far fronte a migliaia di variabili possibili
dimenticando che un motore ha bisogno di un volante da affidare ad un
conducente e una frizione, in grado di trasferire il movimento alle ruote.
teddy,
testimone in fuga "abbandonato dallo stato" - raffaele sardo
( da "Repubblica,
La" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
La burocrazia
deve fare il suo corso. «Abbiamo trovato tanti ostacoli, a partire dal rinnovo
del permesso di soggiorno, ottenuto a distanza di due anni dalla richiesta.
Viviamo in uno stato di totale indigenza. Siamo pur sempre, anche se stranieri,
una famiglia vittima della mafia - racconta Teddy - sopravvissuta per miracolo
all´
il
grande sconfitto è il governatore martini
( da "Tirreno,
Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Dopo oltre 60
anni di grigia burocrazia politica, che ha occupato tutti gli spazi della
società - ha proseguito Magnolfi - i pratesi hanno avuto la forza di scegliere
la nostra proposta». «Per me poi - ha detto - si compie un impegno che avevo
preso con me stesso tanti anni fa: c'è voluto un pò di tempo ma i pratesi hanno
cacciato gli ex padroni».
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
«Meno
burocrazia nei porti o la nautica italiana soffrirà» intervista a fabio pesto
(federagenti yacht) «C'è un mondo semisommerso nel nostro settore. Non solo
cantieri» genova. «Serve più uniformità nei porti italiani. La legge viene
applicata, ma mai con gli stessi criteri».
mansi
(confindustria): il manifatturiero rende la regione più fragile
( da "Tirreno,
Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Il quarto
punto riguarda la necessità di imprimere una forte accelerazione allo
snellimento della burocrazia. La quinta priorità riguarda la Regione Toscana,
con la richiesta di estendere il Piano casa anche agli edifici ad uso
industriale. Carlo Bartoli
Le
facce sono quelle dei concorsi. Tirate e con tanta tensione che traspare dai
sorrisi di circostan... ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Giri di paure
da incubo della burocrazia, ma se anche i precari meno precari di tutti vanno
al consorso per tre ani da precario, vuol dire che l'aria che tira è brutta. I
sindacati (Cgil) hanno lanciato l'allarme: i numeri e le parole del rettore
Bistoni dicono che l'Università finché non vede la moneta del governo, non cede
il cammello del posto fisso e a tempo indeterminato.
Le
imprese chiedono sgravi per chi investe
( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia.
Tutti da riformare per aiutare l'Italia a ripartire. Parola della presidente di
Confindustria Emma Marcegaglia (nella foto) intervenuta ieri pomeriggio alle
assemblee delle locali associazioni industriali di Parma e Reggio. «La riforma
più importante è quella della scuola ha sottolineato la Marcegaglia I dati Ocse
indicano che noi spendiamo come gli altri paesi nella
Gli
operai occupano la Regione ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
paradosso di
una fabbrica ferma per le lentezze della politica e della burocrazia».
L'occupazione in viale Trento è proseguita per tutto il giorno. A tarda sera i
lavoratori si sono preparati a trascorrere la notte nel palazzo. «Non ce ne
andremo da qui fino a quando non sarà fissato un incontro con tutti gli
assessori competenti, la Presidenza della Giunta e l'azienda - dice Fabio Enne,
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
» I nemici
più temibili delle olive sono i parassiti o la burocrazia? «Nessun problema
burocratico». Difesa d'ufficio dei colleghi di un tempo. «La velocità della
burocrazia dipende anche dalla capacità e dalla correttezza di chi l'amministra».
Perché i giovani non vogliono più lavorare in campagna?
Ballottaggio,
vince Vitali: ''subito tagli stipendi politici''
( da "RomagnaOggi.it"
del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Tra gli
obiettivi primari "la riduzione del 10% dei costi della politica, a
partire dal mio stipendio, la creazione di Mister prezzi, un controllore del
carovita ed infine l'istituzione dell'agevolatore, una figura in Provincia che
deve accelerare i procedimenti della burocrazia".
Ultime
gare per stabilirela griglia di partenzadei quarti di finale
( da "Sicilia,
La" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
l'impatto con
una burocrazia molto miope. Il presidente De Luca apprezzando la vivacità dei
giovani presenti ha messo in evidenza la provenienza del giovane venticinquenne
Benedetto Valvo, figlio di Enrico, noto allevatore di Enna , con una certa
esperienza in campo agricolo.
Abstract: Così tra indifferenza e burocrazia a farne le spese è solo mia figlia». Inoltre pochi giorni fa al padre della ragazza arriva un documento del centro di Firenze che, nel ribadire il mancato pagamento di due fatture per circa 17.000 euro, annuncia la sospensione della terapia se entro 7 giorni non verrà regolarizzata la situazione economica.
Abstract: economia e della società nazionale e riguardano, secondo Confindustria, «liberalizzazioni, burocrazia, giustizia civile, istruzione, rapidità nelle infrastrutture». Altre due riforme, non citate nell?elenco, riguardano il sistema pensionistico e quello del lavoro. In particolare è quest?ultimo che richiede un minimo di riflessione, visto che l?
Abstract: miliziani, pasdaran e i membri della sterminata burocrazia di Stato. Gli stessi schieramenti che poi vediamo in strada, gli uni a urlare in favore di Moussavi, gli altri a menare per conto di Ahmadinejad. Poco importa, ormai, se dietro a tutto questo c?è anche la rivalità tra l?ayatollah Khamenei e l?
Abstract: burocrazia e i tempi che separano l'ente dai cittadini. «La gente si aspetta da noi risposte concrete in tempi brevi dovremo essere in grado di soddisfare queste esigenze -ammette Sozzani -. Nel primo incontro informale ho trovato persone entusiaste del loro nuovo ruolo in grando di rispondere alle esigenze della politiche ed al tempo stesso pragmatiche che ci consentiranno di tenere>
Case
in proprietà ai residenti trent'anni dopo la ricostruzione
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
affogata
per 58 anni nel fango della burocrazia. La vicenda della proprietà delle case
ricostruite dopo l'alluvione del 1951. Il disastro che costrinse gli abitanti
di Osini ad abbandonare il borgo madre per ricostruire una vita qualche
centinaio di metri più in là. Da oltre 30 anni le famiglie che vivono nelle
case, gli eredi, quelli che le case le hanno avute solo qualche anno fa,
ulrica
è la prima eletta nel collegio grosseto viii
( da "Tirreno, Il" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
tipiche e
dallo snellimento della burocrazia in agricoltura, fino all'apertura a Roselle
di una biglietteria per il Parco Archeologico, alla valorizzazione all'area
collinare compresa fra Batignano e Montepescali e al recupero del Centro di
Canottaggio di Istia. Oltre a questo, vorrei dare un contributo affinché
vengano valorizzate le iniziative di solidarietà dei Centri Anziani,
La
bolletta della luce? Un abbaglio
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Fino ad
ora però non si è fatto vivo nessuno ed io ho timore che con tutta questa
burocrazia va a finire che mi staccano la corrente!». Una ipotesi
fortunatamente remota dal momento che l'ufficio comunicazione dell'Enel, dopo
avere esaminato la pratica e fatte le verifiche, spiega al Carlino che si
tratta di un errore materiale che verrà al più presto corretto.
Servizio
civile decimato' da tagli e burocrazia
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
da tagli e
burocrazia La denuncia della Cnesc: «Giovani penalizzati» ANCHE impegnarsi per
gli altri può diventare difficile. Di recente infatti sono stati pubblicati
alcuni dati preoccupanti, che parlano di una riduzione del 75 % dei giovani che
saranno coinvolti nel servizio civile nel 2010 rispetto all'anno scorso (in
tutto saranno 25mila)
CON
UNA DECISIONE salomonica, il nuovo sindaco di Civitella Pierangelo
Bergamasch... ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Il sindaco
sarà in Comune dal martedì al venerdì con ricevimento al pubblico dalle 9 alle
13. I principali problemi che già scottano sul tavolo del primo cittadino? Il
mantenimento dei servizi, la sicurezza degli edifici scolastici, la viabilità
comunale, la difesa del cittadino e lo snellimento della burocrazia. Quinto
Cappelli
Sussidiarietà:
insieme la crisi non si subisce ma la si affronta
( da "Eco di Bergamo, L'" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
eccessiva
burocrazia - ha continuato Vittadini - che pesa per l'1% del Pil. Non c'è
semplificazione, ma irrazionalità. Una perdita di tempo che sottrae risorse
alla crescita». «Il rapporto pone poi l'accento sulla necessità della
contrattazione decentrata - ha proseguito - se si vuole che la produttività
diventi salario».
di
ANDREA ALESSANDRINI ANTONELLA Celletti (Lega) e Luigi...
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
sgravamento
della burocrazia e velocizzazione dei pagamenti da parte degli enti pubblici.
Ancora: i programmi di Lucchi su traffico e parcheggi lasciano prefigurare il
quadro di una città che sarà posta sotto vincolo e diventerà ancor meno
fruibile. Il Pdl li contrasterà affermando le ragioni di cittadini liberi e non
mortificati negli spostamenti e nelle soste»
Per
i giudici del Lavoro di Catania Salvatore La Ferlita è un caso che fa scuola:
da quattro an... ( da "Unita, L'"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
lesi dopo
un incidente dai datori di lavoro o dalla burocrazia delle Istituzioni. Oggi
l'Inail presenta i dati sugli infortuni in Italia, per i quali troppo spesso si
perdono il posto o i diritti di riconoscimento e indennizzo dei danni subiti.
Anni ad inseguire pratiche e visite mediche, che sovente si traducono in
udienze davanti al giudice, con un danno economico anche per l'
La
Basilicata rosa è seconda in Italia
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
dalla
burocrazia e dal difficile reperimento di manodopera specializzata, per non
parlare degli innumerevoli ostacoli allo startup. La legge
Costruttore
di case e intese ( da "Denaro, Il"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Il
problema è che l'orologio della burocrazia cittadina scandisce tempi molto
particolari, lentissimi. C'è poi dell'altro. Cosa?? Mi riferisco alla legge
sulla casa del Governo, i possibili ampliamenti per le ville mono e
bifamiliari, concordati con le regioni, una legge molto valida, tra l'altro
recepita celermente dalla Campania.
Meno
vigili in ufficio e più sulla strada: indagine "Sole 24 Ore" colloca
Asti tra le città più virtuose per le funzioni della Polizia Municipale
( da "Sestopotere.com" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Corpo di
Polizia Municipale è meno presente tra i cittadini ma più legato alla
burocrazia degli uffici. “Non mi stupisce questa positiva valutazione del
prestigioso quotidiano - afferma il sindaco Galvagno - perché in effetti questa
situazione è frutto di una precisa scelta dell'Amministrazione Comunale di
Asti, che dopo aver fortemente potenziato il Corpo dei Vigili Urbani,
Scrivono
a Berlusconi i tre assessori sospesi
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
delle
infrastrutture, dei trasporti, della sanità, intervenendo per semplificare e
alleggerire il peso della burocrazia sulla vita dei cittadini e delle imprese
siciliane. Questa è la risposta che gli elettori ci chiedono, non quella di
proporre fantasiose leggi per esautorare il presidente della Regione».
l'imbarazzo
dei presidenti "rossi" ( da "Tirreno, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Sapevo che
Carlesi avrebbe voluto rafforzare i poteri dei quartieri con una maggiore
entrata d risorse che avrebbe consentito di dare risposte più rapide ai
cittadini, in termini di burocrazia più snella. Non conosco ancora le
intenzioni di Cenni, ma spero vivamente che non venga meno il confronto
nell'interesse dei cittadini». Ma.La.
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
11 «Meno
burocrazia per risparmiare» Il presidente Cna Coltrinari: «Sfruttiamo al meglio
gli apparati esistenti» SENZA LA ZAVORRA burocratica, che pesa per 15 miliardi
di euro all'anno sui sistemi aziendali, la produttività delle microimprese
aumenterebbe del 5,8%.
Idee
innovative per la Carbon e un grande evento in cantiere
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
così come
ha annunciato la possibile sinergia con Roma nell'ambito di un progetto di
portata europea cui sta già lavorando il sindaco Alemanno. Castelli, infine, ha
parlato anche di regolamento per l'uso delle piazze, di nuovi sistemi per la
trasparenza amministrativa e di una riorganizzazione della macchina comunale
con snellimento della burocrazia.
Per
Tagliani debutto ufficiale a Unindustria
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
della
burocrazia, «di un progetto organico di rilancio del nostro sistema economico
prosegue Puglioli ; continuo a ritenere vitale che le amministrazioni pubbliche
debbano mettere l'impresa, ed a chi non ha ben compreso spiego che non parlo
solo dell'industria il riferimento sibillino a Sateriale , al centro del
progetto di rilancio della provincia.
di
FABIO ZECCHI E' STATO eletto sindaco da pochi giorni, ma si ritrova gi...
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
consentendo
ai cittadini di sbrigare la burocrazia direttamente online: ormai i servizi non
si fanno più agli sportelli». Piovono commenti, ma possiamo dire che su una
cosa tutti sono d'accordo: «Sono tante le cose da fare - dice Giuseppe - ma
l'importante è iniziare subito a risolvere i problemi piccoli e grandi dei
cittadini.
Scuola
Titanic in rotta verso il naufragio o il talk show
( da "Unita, L'" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
anche se
non è il paradiso, anche se la burocrazia è alle stelle». LA TRONISTA
L'emozione che, oltre al sorriso, suscitano queste testimonianze in forma di
racconto, risulta soprattutto dal contatto con ciò che tv e giornali tendono a
ignorare: la quantità e la qualità della passione degli insegnanti.
Il
mondo della scuola è l'unico, forse, dove è vero tutto e il contrario di tut...
( da "Unita, L'" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
anche se
non è il paradiso, anche se la burocrazia è alle stelle». LA TRONISTA
L'emozione che, oltre al sorriso, suscitano queste testimonianze in forma di
racconto, risulta soprattutto dal contatto con ciò che tv e giornali tendono a
ignorare: la quantità e la qualità della passione degli insegnanti.
PARLANO
di sicurezza e indicano piani di illuminazione, ronde... Tutto ok, ma dopo
poche ore... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Parlano di
ripresa economica ma abbiamo un carico fiscale enorme ed una burocrazia
paralizzante. Parlano di evasione fiscale ma ci sono sprechi nella politica e
nell'amministrazione pubblica enormi e insensati. Ho notato la compagine che
appoggiava Delbono. E' la fotocopia del governo Prodi L. B., Bologna
i
lavori fantasma dell'amia ( da "Repubblica, La"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Amia messo
nero su bianco dal presidente del Collegio dei revisori dei Conti del Comune
Luigi Di Simone che ha scritto una nota ai vertici della burocrazia. I lavori
"fantasma" si sarebbero svolti tra il 21 settembre e il 31 dicembre
quando presidente era ancora il senatore del Pdl Enzo Galioto. SARA SCARAFIA A
P
L'eolico
viaggia con il ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
eccesso di
burocrazia nelle autorizzazioni? «Questo è uno dei problemi: troppi lacci,
norme regionali troppo diverse tra loro e l'incertezza sul futuro degli
incentivi del conto energia. Poi ci sono i problemi tecnici» Che sarebbero? «Le
pale eoliche girano solo se c'è vento, le celle fotovoltaiche producono energia
solo col sole.
La
burocrazia rallenta le rinnovabili'
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
30 La
burocrazia rallenta le rinnovabili' «E' una giungla di leggi nelle Regioni»
Allarme di Assoelettrica per la «via crucis» di autorizzazioni per i nuovi
impianti di ELENA COMELLI MILANO SENZA un piano nazionale, che fissi la quota
di fonti rinnovabili da raggiungere per ogni Regione italiana, non ci sarà
sviluppo dell'energia del vento e del sole nel nostro Paese.
I
giovani imprenditori: Bisogna puntare sul merito
( da "Messaggero, Il" del
25-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Giovedì 25
Giugno 2009 Chiudi I giovani imprenditori: «Bisogna puntare sul merito»
Dall'ideatore delle Winx al creatore dell'algoritmo alla base di Google, tutti
d'accordo: «Meno burocrazia»
Una
crisi da cui Roma può uscire prima di altre città, purché si punti sul me...
( da "Messaggero, Il" del
25-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
auspicio è
di una minore burocrazia. «E' uno degli ostacoli più frequenti - conclude il
sindaco Gianni Alemanno - Se Comune e Regione riuscissero a spendere i soldi
che hanno, senza i lacci burocratici, si uscirà meglio e prima dalla crisi.
Vanno sostenuti i grandi progetti: il Gran Premio di Formula Uno garantirebbe
un indotto di un miliardo di euro per la città»
In
sei mesi il via alla direttiva servizi
( da "Sole 24 Ore, Il" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
della
burocrazia. è la più grande liberalizzazione mai realizzata. Quali effetti
concreti produrrà? La libera circolazione dei servizi e la creazione reale di
uno spazio senza frontiere, finora limitato da barriere anacronistiche e
burocratiche, aumenterà la competitività delle imprese europee e contribuirà
alla semplificazione e al varo di norme che non creino discriminazione all'
Di
recente, avendo proposto di esaminare a fondo i libri di testo mi sono sentito
ri... ( da "Messaggero, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
potere
dalle burocrazie ministeriali centraliste a gruppi di "esperti
scolastici" che non hanno mai insegnato un minuto né mai pubblicato una
riga se non relativamente alle loro tecniche gestionali, allora ci troveremmo
esattamente in questa situazione. Difatti, è manifesto che l'interesse di
questi "esperti" è di affermare la supremazia della loro specifica
competenza gestionale-
Stranieri
e burocrazia: Bergamo taglia i tempi
Argomenti: Burocrazia
IL
RICHIAMO del Governatore della Banca d'Italia è un'ulteriore autorevole
manife... ( da "Messaggero, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
potere
dalle burocrazie ministeriali centraliste a gruppi di "esperti
scolastici" che non hanno mai insegnato un minuto né mai pubblicato una
riga se non relativamente alle loro tecniche gestionali, allora ci troveremmo
esattamente in questa situazione. Difatti, è manifesto che l'interesse di
questi "esperti" è di affermare la supremazia della loro specifica
competenza gestionale-
usa,
copertura sanitaria per tutti per obama la sfida più difficile - alberto flores
d'arcais ( da "Repubblica, La"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
che
aumenti la burocrazia pubblica. La minaccia più grossa, poi, non arriva dalle
assicurazioni sanitarie o dai medici ma proprio dal Congressional Budget
Office. La settimana scorsa il Cbo ha stimato che le proposte di cui discute il
Senato costerebbero allo Stato mille miliardi di dollari, riducendo il numero
dei non-assicurati solo di 16 milioni.
Usa,
copertura sanitaria per tutti per Obama la sfida più difficile
( da "Repubblica.it" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
che
aumenti la burocrazia pubblica. La minaccia più grossa, poi, non arriva dalle
assicurazioni sanitarie o dai medici ma proprio dal Congressional Budget
Office. La settimana scorsa il Cbo ha stimato che le proposte di cui discute il
Senato costerebbero allo Stato mille miliardi di dollari, riducendo il numero
dei non-assicurati solo di 16 milioni.
La
sanità nazionale un colabrodo di spese
( da "SaluteEuropa.it" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia
mangiasoldi" fa la sua parte: negli ultimi dieci anni il costo della
macchina amministrativa locale è aumentato del 34,5% rispetto alla spesa
effettiva per i servizi erogati da quegli stessi enti. "Nel nostro sistema
assistenziale c'è qualcosa che non va ha proseguito Menicacci se l'Italia
possiede il triplo delle apparecchiature diagnostiche che ci sono in Francia,
Abstract: L'ho ripetuto spesso: produrre buona burocrazia, buona salute, buona giustizia, buona sicurezza, buon insegnamento è molto più importante che non produrre bulloni, Ferrari o griffe. Per questo ringrazio di cuore la signora Santina, unendomi con il mio applauso a quello di tutta la sua città».>
La
politica chiamataa uno scatto d'orgoglio
( da "Secolo XIX, Il" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
esistenza
di una burocrazia esperta, motivata, responsabile , condizionano in misura
decisiva - unitamente alla disponibilità di mezzi materiali e strumenti tecnici
adeguati - il funzionamento se non ottimale almeno accettabile della macchina
giudiziaria, rispetto alla quale il ruolo del giudice è come la famosa punta
dell'iceberg.
L'arte
di barcamenarsifra esperienze direttee citazioni aeree
( da "Secolo XIX, Il" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
L'invito dell'alta
burocrazia ministeriale preposta alle scelta dei temi assomiglia a un sorta di
situazione da Scilla e Cariddi. Forse, alla fine, avrà dovuto semplicemente
sapersi barcamenare o all'opposto puntare direttamente al bersaglio grosso,
eppoi incrociare le dita.
la
tassa occulta - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia.
Un´impresa di grande lena e lunga durata che non si può esaurire con il
«bricolage» degli scoppiettanti annunci del ministro Brunetta. Al quale
dovrebbe venire almeno il dubbio che il lassismo diffuso nei livelli più bassi
degli uffici possa essere niente altro che il riflesso conseguente alla
corruzione ben più sostanziosa praticata ai piani alti del sistema pubblico.
JESI
(Ancona) PER LA SUA ULTIMA uscita pubblica il presidente di...
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Nella sua
chiusura dei lavori il ministro Brunetta ha invece fatto un lungo
approfondimento storico sulle ragioni dei mali della pubblica amministrazione
italiana ed ha spiegato per quali ragioni oggi i suoi interventi di riforma
sono accettati dall'opinione pubblica: «Questo era il momento giusto, fino a
poco tempo fa il termine burocrazia era una bestemmia».
il
tonfo dell'ars: nessuna legge in due mesi - emanuele lauria
( da "Repubblica, La" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Non si sa
più nulla della legge di snellimento della burocrazia, con le sanzioni per i
funzionari lenti. E che fine hanno fatto le misure anticrisi, ovvero i 73
articoli presentati dal governo a metà aprile e in gran parte accantonati per
non "appesantire" la Finanziaria? C´era di tutto, dai finanziamenti
ai Comuni ai sussidi per l´Esa, fino ai contributi per i tassisti.
la
sinistra siciliana si rinnova partendo dalla base - piero di giorgi
( da "Repubblica, La" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
trattato
di una semplice sommatoria tra le burocrazie e oligarchie dei Ds e della
Margherita senza un´apertura di un ampio processo di discussione partecipata in
tutte le province e comuni. Il congresso che si preannuncia a ottobre non
mostra alcun segno di ravvedimento, ma si colloca ancora una volta all´insegna
di lotte leaderistiche, sbarrando la via a un´ampia discussione allargata,
aiuti
agli stranieri per l'istruzione, la sanità e il lavoro
( da "Tirreno, Il" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
attinente
le questioni legate all'ambito sociale e sanitario. Accanto a questi, ne
dovrebbe nascere un terzo, per rendere meno difficile il rapporto con la
burocrazia legato alle pratiche per il soggiorno - dai permessi al
ricongiungimento familiare -, al quale saranno invitate prefettura e questura.
in
carcere? si parla solo straniero ( da "Tirreno, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ma c'è di
più: per devolvere una cifra a favore dell'Abruzzo, il personale del carcere ha
dovuto fare una colletta. Il desiderio di donare la cifra stanziata per la
festa ha cozzato contro l'iceberg della burocrazia. «Stornare una spesa
pubblica infatti - ha spiegato Cerri - è reato penale».
la
crisi pistoiese si sposta a roma ( da "Tirreno, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
la
burocrazia, garantendo procedure più snelle, attraverso un patto di sangue con
le aziende in modo che gli stessi soggetti intenzionati ad investire a Pistoia
abbiano tempi certi e rapidi; un'attività di riqualificazione professionale per
le maestranze locali, un compito precipuo della Provincia».
C'è
troppa burocrazia nelle mosse di Bruxelles
( da "Sole 24 Ore, Il" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
INTERVISTA
Abdoulaye Wade Presidente del Senegal «C'è troppa burocrazia nelle mosse di
Bruxelles» Adriana Cerretelli BRUXELLES. Dal nostro inviato Non ha peli sulla
lingua Abdoulaye Wade, men che meno un atteggiamento ossequioso verso l'Europa:
la conosce da sempre e troppo bene. Il presidente del Senegal, 83 anni, uno
degli ultimi patriarchi del continente nero,
La
novità. ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
arrivo
norme più semplici sulle rinnovabili ROMA Stop alla burocrazia autorizzativa e
largo alle rinnovabili. Pressato dai rimproveri dell'Unione Europea e dalle
sollecitazioni degli operatori il governo si appresta a varare l'atteso decreto
sulle nuove "Linee guida per l'autorizzazione alla costruzione e
all'esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti
rinnovabili&
Sono
rimasto solo per questo vendo ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
professionalità,
soffocate dalla burocrazia ma soprattutto dalla disattenzione e dai silenzi.
Una vicenda comune a quella di tante microimprese che nessuno sembra vedere ma
in realtà sono un sostegno fondamentale per l'economia del nostro Paese. Ero e
sono arrabbiato per clamorose disparità di trattamento.
)
DELL'AMORE Già deciso il presidente: è strano TRO...
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia,
così come trovo assolutamente pertinente il suo richiamo a nuove modalità di
confronto all'interno delle istituzioni. A proposito delle proposte emerse
nell'assemblea di Confindustria tenutasi a Cesena anch'io sottolineo che le
imprese del nostro territorio stanno attraversando un momento di grande
difficoltà e chi fa politica deve avere come obiettivo il bene della città,
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
latte e
carne in primis, esistono problemi come i costi soffocanti della burocrazia, la
riforma della politica agraria comunitaria, la direttiva nitrati, la questione
Ogm, e soprattutto la cronica assenza di ammortizzatori sociali nel settore,
insieme a un accesso al credito che si è andato complicando negli ultimi mesi.
Bisogna
sconfiggere la cultura del no ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Venerdì 26
Giugno 2009 Chiudi L'Assemblea di Confindustria all'insegna delle strategie per
superare il difficile momento che stanno vivendo le aziende «Bisogna
sconfiggere la cultura del no» Il presidente Mazzenga e la crisi: troppa
burocrazia, cantieri fermi e regole certe
Al
suo secondo e ultimo mandato alla guida della Confindustria provinciale, Fabio
Mazzenga, ... ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Parla dei
costi della burocrazia che gravano sulle aziende, delle risorse umane e della
loro formazione e istruzione, degli investimenti infrastrutturali e delle
liberalizzazioni, della collaborazione con le forze sindacali, della necessità
di regole "certe, trasparenti e condivise".
PERUGIA
- L'ultimo caso è quello di un anziano di 87 anni: per lui cambiare reside...
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
è la
burocrazia da battere. E allora ecco che il cambio di residenza diventa un
rebus. Primo appuntamento all'ufficio anagrafe decentrato di San Sisto a
febbraio. «Torni a giungo», gli dicono gli uffici. Lui batte gli acciacchi, la
memoria che potrebbe perdere qualche colpo e si presenta puntuale: «Stavolta ce
la faccio»,
La
grande sfida dei cittadini. ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Venerdì 26
Giugno 2009 Chiudi La grande sfida dei cittadini. Quattro mesi per cambiare
residenza, novantenne finisce nei guai Burocrazia folle per pensioni e
assicurazioni Niente agriturismo, ma nel cuore del parco resta il tetto
all'amianto
E'
il caso di Abdiraim,, 54 anni, nato in Macedonia ma residente a Torgiano. E'
in... ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ma la
burocrazia è in agguato e quando l'ex boscaiolo presenta, nel 2005, la
richiesta di aprire un'istruttoria per ottenere l'invalidità civile, il Comune
di Perugia risponde picche. Il motivo è semplice: manca la carta di soggiorno.
Eppure l'avvocato Gentile tira fuori anche normative e regolamenti dell'Unione
Europea.
UPesaro
NA STORIA travagliata, quello di un film ingoiato dalle sabbie mobili del...
( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del
26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
quello di
un film ingoiato dalle sabbie mobili della burocrazia e riaffiorato dopo anni,
grazie alla tenacia del regista e di alcuni amici. E' la storia di La fisica
dell'acqua, film di Felice Farina con protagonisti Claudio Amendola, Paola Cortellesi
e Stefano Dionisi che sarà presentato stasera (ore 21,15), in piazza del Popolo
alla Mostra internazionale del nuovo cinema.
Qualità
della Vita dell'Impresa. Indagine Confartigianato : a Bolzano e nel Nord Est le
migliori condizioni ( da "Sestopotere.com"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Concorrenza
sleale del sommerso, Burocrazia, Credito, Tempi della giustizia civile,
Legalità e conflittualità, Utilities e servizi pubblici locali, Capitale
sociale del territorio e Infrastrutture. Anche nella classifica per regioni, la
prima piazza va al Trentino Alto - Adige), seguita da Emilia Romagna, Valle d?
Consiglio
comunalesul depuratore ( da "Sicilia, La"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
La
burocrazia comunale nei suoi più alti livelli non gode più della fiducia del
Consiglio comunale. Per fare nomi e cognomi, il segretario generale Calogero
Marrella ed i suoi più stretti collaboratori. Lo ha detto a chiare lettera il
presidente del Consiglio, Luca Gargano, al sindaco, Domenico Russello,
Il
Consiglio
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Il vertice
della burocrazia comunale nel mirino del civico consesso Lampedusa. «Molti
paesi europei, ci hanno definito il buco nero dal punto di vista
dell'immigrazione clandestina - afferma il ministro, Andrea Ronchi - perché a
loro il problema non interessava, oggi il buco nero è chiuso».
Comitato
per il
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
è da
pensare che si siano persi nei meandri della burocrazia», ha detto Di Maria che
ha aggiunto: «Il presidente dell'associazione Casa Famiglia Rosetta don
Vincenzo Sorce ha infatti ribadito che le somme non sono ancora arrivate nelle
casse dell'associazione che pertanto continua a non essere in condizioni di
potere pagare le mensilità di stipendio rivendicate dai lavoratori»
Bonus
a chi non licenzia e investe Ecco il decreto per le imprese
( da "Corriere.it" del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
mentre il
presidente del Senato Renato Schifani lo invita a proseguire anche nella lotta
alla burocrazia. «Non è facile fare tutto, ci vogliono anche i soldi...» ha
detto, aggiungendo pure che «bisogna essere realisti. C'è una diminuzione del
pil ha detto riferendosi alle stime di Bankitalia e Confindustria, che oggi
indicano una flessione del 5% per il 2009 ed un aumento del deficit.
E'
stato inaugurato, ieri pomeriggio, Palazzo Oddo, cuore del patrimonio
archeologi... ( da "Stampa, La"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
con
riferimento alla burocrazia che ha ritardo l'apertura. Ha detto: «Vorremmo che
l'Oddo fosse la palestra per la cultura dei nostri giovani». Il direttore della
società, Umberto Airaudi, ha ricordato che palazzo Oddo significa 4 piani nei
quali quasi
"Con
Montezemolo per rilanciare l'Italia che lavora"
( da "Stampa, La" del
27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia
difficile e contorta». Ha fatto riferimento a un aiuto concreto al Governo in
termini propositivi. Intende questo governo? «Be', nel momento in cui mi
confronto con le istituzioni, devo prendere atto di chi c'è in questo momento.
Ma in democrazia occorre lavorare per gli italiani, a prescindere di chi
governa e quindi dovremo confrontarci con le responsabilità del governo.
L'ecosostenibilità
passa in banca ( da "Finanza e Mercati"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
intervento
degli istituti di credito può così colmare una lacuna creata dalla burocrazia e
da una politica di incentivi statali apparsa spesso troppo debole o troppo
mutevole. «Salvo il Conto energia - ribadisce Fedeli - sono pochi gli stimoli e
troppe le difficoltà per ottenerli». Ciò nonostante, numeri alla mano, l'Italia
regge il confronto con le altre realtà internazionali,
le
public utilities reggono la crisi ma pagano i ritardi della burocrazia -
stefano parola ( da "Repubblica, La"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Le public
utilities reggono la crisi ma pagano i ritardi della burocrazia Il presidente
Romano: "I nostri dipendenti sono cresciuti, siamo una risorsa"
STEFANO PAROLA Vorrei ma non posso. Confservizi Piemonte, l´associazione di
categoria che riunisce le aziende ex municipalizzate della regione, mostra i
muscoli e lancia due appelli alle istituzioni.
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
stravolto
dagli inghippi della burocrazia, stritolato tra i ricorsi legali che si
susseguono con esiti diversi, sparigliando in modo inestricabile le carte della
partita? I vertici dell'Ufficio scolastico regionale assicurano che non sarà
così: la partenza avverrà come era stato stabilito, perché non è più possibile
fermare in corsa la macchina già avviata.
Il
presidente regionale Vitali ai saluti: i giovani possono risollevare l'Ascolano
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del
27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
abbattere
la burocrazia». Per Adolfo Guzzini, la qualità delle risorse umane, i brevetti
e la rimodellazione dei sistemi giocheranno un ruolo cruciale alla fine di
questa fase congiunturale. «Non sono qui con una ricetta spiega Maurizio
Pizzuti -, i cali ci sono in tutti i settori, nel nostro la crisi è selettiva:
ci sono aziende che vanno meglio e altre che sono in profonda difficoltà»
Tremonti:
meno costi allo sportello ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ma non
entrano perché sono bloccati dalla burocrazia». Ma Tremonti ha insistito anche
sull'«impressionante numero delle frodi sulle compensazioni. Abbiamo abusi
evidentissimi, c'è una casistica impressionante di frodi sulle compensazioni.
L'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza lavorano per ridurre questi
abusi.
Urbanistica
ed edilizia, il sindaco Cavallo: Meno burocrazia e un iter più snello
( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del
27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Sabato 27
Giugno 2009 Chiudi Urbanistica ed edilizia, il sindaco Cavallo: «Meno
burocrazia e un iter più snello»
MONDOLFO
- Non si ricorrerà più ad un piano particolareggiato per interventi di
ristruttur... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
viabilità
permettano ai privati interventi edilizi senza dover attendere i tempi lunghi
della burocrazia. Planivolumetrici che non dovranno essere approvati dalla
Provincia e che consentiranno ai cittadini di costruire dimostrando che c'è un
ritorno pubblico. A tal riguardo abbiamo individuato aree di intervento di
grande interesse che attualmente versano in condizioni di degrado.
Un'occasione
persa. Questo per Ance Umbria è il piano casa con cui la Giunta regionale ha
... ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Burocrazia.
«L'applicazione della legge regionale sarebbe dovuto, invece, essere un
grimaldello - sottolinea Paolo Ratini, presidente di Ance Terni - che facesse
saltare le lungaggini burocratiche per dare una spinta immediata al settore.
Quello che la legge promette nelle sue premesse poi si vanifica
nell'attuazione».
ASCOLI
Snellire la burocrazia politico-amministrativa, valorizzare e supportare
l'imprendit... ( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Sabato 27
Giugno 2009 Chiudi di LUCA CAPPONI ASCOLI Snellire la burocrazia
politico-amministrativa, valorizzare e supportare l'imprenditoria giovane e
adottare le opportune misure di controllo contro le speculazioni. Il tutto
senza perdere altro tempo, poiché la situazione attuale impedisce qualsiasi
previsione.
Incontro
con le imprese italiane ( da "Denaro, Il"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
cooperare
servendosi degli organi preposti a semplificare la burocrazia'' riferendosi
all'Unione delle Camere di Commercio libiche e al nuovo ufficio della
Confindustria locale di cui ha colto l'occasione per annunciare la recente
apertura. Alla Confindustria italiana Al Hawej ha chiesto ''l'impegno ad
organizzare corsi di formazione e ad incoraggiare lo scambio di innovazione''.
La
crisi del terzo millennio ( da "Denaro, Il"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Europa se
vuole tornare ad essere protagonista dello sviluppo economico mondiale deve
smantellare rapidamente le super burocrazie europee, che producono tonnellate
di carte di regolamentazioni, spesso assai astruse ed inutili, che
costituiscono una pesante palla al piede di tutte le imprese europee, con
aggravio dei costi e perdita di competitività sui mercati internazionali.
Fisherman
Fest, avanti tutta ( da "Sicilia, La"
del 27-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Consiglio
comunale relativi anche allo scollamento tra le istituzioni e la burocrazia,
lamentato dai consiglieri di diversi partiti. «La democrazia a Favara manca ad
ogni livello istituzionale - afferma Fallea - manca in Giunta, perché ogni
decisione viene presa senza il minimo contrasto, visto che Russello non deve
tenere conto del pensiero di assessori che fanno riferimento ai partiti,
Domani
alle 11 all'hotel Golden Palace (via Arcivescovado 18) è in programma
l'assemb... ( da "Stampa, La"
del 28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
quale
chiave principale per superare la crisi, ma anche fisco, burocrazia, alto costo
per l'energia che complicano la vita alle imprese. Secondo una rilevazione
dell'Ufficio studi di Confartigianato, è dal gennaio 2006 che i tassi medi
applicati dalle banche italiane sui prestiti alle imprese sono più elevati
rispetto alla media dell'area euro.
I
bus disertano l'opedale di Albenga
( da "Stampa, La" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Speriamo
che i tempi per una soluzione siano rapidi e che la burocrazia non si metta ad
intralciare le cose».Gabbiani e topi interviene l'Enpa Egregio Signor
"Lettera firmata", il problema dei gabbiani, specie intelligente in
espansione e crescita numerica nelle città, dovrebbe essere affrontato con
maggiore equilibrio: sono grossi e defecanti ma non sono pericolosi,
Alcide
e Carolina, due cuoridivisi da una casa di riposo
( da "Secolo XIX, Il" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
abitiamo
al Righi» INSIEME da una vita, separati - alla vigilia dei novant'anni - dalla
burocrazia che non sa cogliere le ragioni del cuore. «Nemmeno la guerra e i
tedeschi sono riusciti a tenermi lontano da Carolina - racconta Alcide
Beneventi, classe 1920 - e in 65 anni di matrimonio non siamo mai stati divisi
per più di poche ore.
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
si
aggiungono gli ostacoli della burocrazia, allora la tentazione di arrendersi
diventa forte. «Quando lunedì (domani) tornerò in ufficio, esaminerà certamente
il caso di questa persona - promette il professor Ernesto Palummeri,
responsabile del dipartimento Assistenza Anziani della Asl 3, sollecitato dal
Secolo XIX - e vedremo se è possibile accontentare la sua richiesta.
Il
recupero dell'ex ospedale fermo per malattia
( da "Secolo XIX, Il" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
recupero
del vecchio ospedale è bloccato dalla burocrazia. Mentre continuano i contatti
tra la Geo di Andrea Nucera e l'amministrazione comunale sul progetto che
l'impresario cerialese sta preparando per trasformare il vecchio Santa Maria di
Misericordia in parte in alloggi e in parte in un albergo di lusso, il grande
edificio abbandonato all'ingresso del centro storico è ancora,
le
"epurazioni" del governatore silurati gli amici degli ex-alleati -
emanuele lauria ( da "Repubblica, La"
del 28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
dagli Ato
rifiuti al regime di aiuti alle imprese) ma anche nuovi ritocchi alla mappa
della burocrazia. A fine anno scadrà l´incarico di un altro cuffariano doc,
Felice Crosta, capo di un´agenzia dei rifiuti e delle acque soppressa per
legge. E altri manager pubblici, come il vicepresidente dell´Irfis Massimo
Dell´Utri (uomo vicino a Saverio Romano), adesso tremano.
fondi
per i metrò 4 e 5 tra un mese la decisione
( da "Repubblica, La" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Mentre si
discute ancora della richiesta di una legge speciale per il 2015 per
velocizzare tempi e abbattere la burocrazia. «Non ho mai in nessuna circostanza
espresso valutazioni circa la necessità di richiedere norme speciali», precisa
Lucio Stanca, l´amministratore delegato della società. Nel suo cda, però, c´è
chi ci spera. Così come dentro al Pdl e alla Lega.
un
direttore per la provincia ( da "Tirreno, Il"
del 28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
«La
burocrazia è estrema - spiega il neo presidente - naturalmente è una decisione
che sarà presa insieme alla giunta, ma penso che sia fondamentale avere una
figura che agisca sopra le parti per raccordare il lavoro di tutti e renderlo
il più snello ed efficiente possibile».
gli
aiuti di palermo ai sinistrati di messina - sergio di giacomo
( da "Repubblica, La" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
che ha il
merito di portare alla luce contraddizioni e limiti della burocrazia ma anche
il «crogiolo di comportamenti pubblici e privati» e i tanti slanci umanitari
che coinvolsero comitati locali e internazionali. Nella "diaspora"
dei profughi un ruolo importante ebbe Palermo dove furono allestiti diversi
centri di assistenza pubblici e privati, tra cui l´Albergo degli emigranti,
la
burocrazia costa mille euro al mese
( da "Repubblica, La" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Pagina 25
- Economia Il caso La burocrazia costa mille euro al mese Mille euro al mese.
Tanto costa alle imprese, secondo i calcoli di Unioncamere, aver a che fare con
la burocrazia statale. Nel 2008 il sistema produttivo ha pagato per oneri
amministrativi 16,6 miliardi di euro (l´1,1% del Pil), cioè 12.
La
burocrazia costa 16,6 miliardi l'anno
( da "Eco di Bergamo, L'" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
La
burocrazia costa 16,6 miliardi l'anno --> Da una ricerca di Unioncamere sul
2008 ogni impresa spende in media oltre mille euro al mese Rispetto al
Berlusconi:
niente manovra correttiva ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
economia
Dossier di Unioncamere: la burocrazia in un anno è costata oltre 16 miliardi
alle imprese Domenica 28 Giugno 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Il presidente
del Consiglio Silvio Berlusconi smentisce l'ipotesi di una manovra correttiva
di fine anno: «Non abbiamo mai parlato o previsto una manovra di questo tipo»,
ha dichiarato ieri.
Burocrazia:
alle aziende costa mille euro al mese
( da "Unita, L'" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Burocrazia:
alle aziende costa mille euro al mese Cara burocrazia. Nel 2008 le imprese
italiane hanno speso 16,6 miliardi di euro per timbri, autorizzazioni, licenze,
carte, marche da bollo e, più in generale, i cosiddetti oneri amministrativi.
E'
un termine entrato in uso nel XVIII secolo per indicare il corpo dei funzionari
preposto... ( da "Messaggero, Il"
del 28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
un termine
entrato in uso nel XVIII secolo per indicare il corpo dei funzionari preposto
all'amministrazione pubblica. Nell'Ottocento, con lo sviluppo ulteriore delle
funzioni dello stato, la burocrazia allargò di molto le sue competenze. Oggi il
termine viene spesso usato in senso negativo ed è sinonimo di lentezza e sprechi.
Il
peso della burocrazia: costa l'1% del Pil
( da "Messaggero, Il" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Domenica
28 Giugno 2009 Chiudi Il sistema produttivo ha sborsato complessivamente nel
2008 16,6 miliardi ,
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Insieme al
Forum, ricordiamo, in contemporanea, come suo braccio operativo, è nato anche
lo "Sportello dei Popoli" ospitato nella sede dell'assessorato
sociale. Una risposta alle cento e più esigenze dei migranti, costretti a fare
i conti con la burocrazia a cui si aggiungono le difficoltà di comunicazione.
D. C.
Africa,
la crisi è un'opportunità per attirare investimenti
( da "Stampaweb, La" del
28-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
dalla debolezza
delle infrastrutture e dal peso della burocrazia. Il trasporto di un container
dal Ruanda al porto keniano di Mombasa, per circa un migliaio di chilometri, è
almeno due volte più costoso del suo trasferimento da Mombasa in Europa.
«L?Africa offre numerose opportunità. La sfida è nelle mani dei leader - ha
detto il Presidente sudafricano Jacob Zuma,
una
lotta fra ayatollah - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ex della
Guardia rivoluzionaria hanno invece fatto carriera nella burocrazia: il
ministro degli Interni Sadegh Mahsouli, il suo vice Kamran Daneshjou,
supervisore delle elezioni, e lo stesso presidente Ahmadinejad. Il loro
ispiratore è l´ayatollah Mohammed Taghi Mesbah Yazdi, il più conservatore dei
grandi capi religiosi.
barabino
e l'erosione delle spiagge bisogna farci sentire in provincia
( da "Tirreno, Il" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Troppa
burocrazia e anche una certa incapacità degli enti preposti. Sì, la Provincia,
ma anche il Comune che vi tiene stretti contatti». Sul ripascimento, le
previsioni più ottimistiche indicavano per fine anno l'apertura del cantiere.
Le più realistiche spostavano la scadenza alla prossima primavera.
Crisi
di condominio
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
allarme A
Ponente crescono sempre di più i morosi e i pignoramenti LA BUROCRAZIA che,
anche nel settore casa, si è complicata a dismisura facendo lievitare in
proporzione impegni e relative spese. I costi delle bollette, notoriamente al
galoppo, in particolare per quanto riguarda l'acqua, le cui tariffe «sono
cresciute di un buon 30 per cento dal '99 ad oggi».
Trasloco
di fine estateper il mercato della frutta
( da "Secolo XIX, Il" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Adesso
aspettiamo, ma non dipende che dalla burocrazia, che vengano liberati gli spazi
per gli allestimenti interni». I lavori agli stand richiederanno un
investimento superiore ai 3 milioni di euro, che saranno i grossisti a dover
sostenere. Prima, però, ci sono le carte delle autorizzazioni da sistemare.
la
donna che regnò sull'arte - roma ( da "Repubblica, La"
del 29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ritualizzato
da una decisa familiarità con la burocrazia e una instancabile applicazione in
ogni suo gesto, pensiero, comportamento. E´ una Leni Riefenstahl in versione
italiana, candore spudorato per un ruolo esercitato senza alcuna remissione o
incertezza: un amore totale, Leni per il cinema e Palma per l´arte.
Cicerone,
Cesare e gli antenati della corruzione
( da "Sole 24 Ore, Il" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Laddove la
burocrazia ha ampi margini sulle sanzioni da infliggere, l'interpretazione di
leggi oscure e i tempi di evasione delle pratiche, tutto contribuisce a creare
un rapporto distorto coi cittadini i quali hanno così l'incentivo ad ungere le
ruote.
Il
visto sui rimborsi esclude i tributaristi
( da "Sole 24 Ore, Il" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
in un
momento di crisi troppa burocrazia sarebbe da evitare ». Il provvedimento è
invece accolto positivamente da Marina Calderone, presidente del Consiglio
nazionale dei consulenti del lavoro: «I soggetti individuati per la
certificazione sono tutti iscritti a degli ordini, e questo è un segnale chiaro
dell'affidabilità e della valenza del sistema ordinistico»
Il
dumping dei camionisti dell'Est ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
E poi la
burocrazia. «Il nostro ispettorato del lavoro è inflessibile - spiega Thomas
Baumgartner, a.d. della Fercam di Bolzano - e siamo costrettia seguire una
serie incredibile di norme, compreso il dettaglio delle quantità di gasolio».
Fercam è uno dei giganti italiani dell'autotrasporto e della logistica con 2.
Iran,
è una lotta fra ayatollah ( da "Repubblica.it"
del 29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ex della
Guardia rivoluzionaria hanno invece fatto carriera nella burocrazia: il
ministro degli Interni Sadegh Mahsouli, il suo vice Kamran Daneshjou,
supervisore delle elezioni, e lo stesso presidente Ahmadinejad. Il loro
ispiratore è l'ayatollah Mohammed Taghi Mesbah Yazdi, il più conservatore dei
grandi capi religiosi.
Il
dolore di tutti i giorni. Che non si cura
( da "Corriere.it" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
azzerare
la burocrazia per farmaci anti-dolorifici quali gli oppioidi: niente più
ricettari speciali, né registri di entrata e di uscita, né obbligo di
conservarli in armadi chiusi a chiave. Insomma sono diventati anche per la
burocrazia italiana farmaci normali, prescrivibili come gli altri e non come
«sostanze stupefacenti ».
Il
sindaco Ravaioli: "Ideologie finite, oggi ogni voto costa fatica"
( da "RomagnaOggi.it" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
la
burocrazia. E restano i crucci: "Il primo- spiega Ravaioli- e' di non
avere fatto di piu' per accrescere una cultura della responsabilizzazione in
citta'". Il secondo e' di "essere in ritardo sul complesso tema del
rinnovamento della macchina comunale", anche se "siamo riusciti a
diminuire il numero delle figure dirigenziali"
Controlli
sanitari, Cia: nuove tasse mettono in ginocchio le aziende agricole toscane
( da "Sestopotere.com" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
come
cantine o macelli) che equivalgono a costi elevati e tanta burocrazia in più.
Anche perché il nuovo decreto introdotto dal Governo (tra l?altro non previsto
in questi termini dall?Ue) mette di fronte la Regione Toscana, a profonde
incertezze sulle modalità del controllo e del contributo che l?azienda si trova
a dover pagare.
Riformenon
manovre ( da "Sicilia, La"
del 29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ognuno di
questi livelli di amministrazione impiega burocrazia, foraggia politicanti,
spende e spande per gli obiettivi più discutibili e rappresenta un macigno che
stronca le nostre possibilità di sviluppo. Possiamo permetterci lo spreco di
non riformarlo, specie in un periodo di crisi? La fiscalità si porta via circa
la metà di tutto ciò che l'Italia produce,
Burocrazia
regionale e titolari dei bagni di spiaggia in "rivolta", solidarietà
di Giovanni Lucchi (Pri) e Luca Bartolini (An/PdL)
( da "Sestopotere.com" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Burocrazia
regionale e titolari dei bagni di spiaggia in "rivolta", solidarietà
di Giovanni Lucchi (Pri) e Luca Bartolini (An/PdL) (29/6/2009 14:13) | (Sesto
Potere) - Cesenatico - 29 giugno 2009 - Luca Bartolini, capogruppo di an-pdl,
in un?
Il
sindaco di Rimini confessa crucci e problemi ancora aperti della sua città
( da "Sestopotere.com" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
la
burocrazia. Resta soprattutto il problema dell?eccessiva lentezza dal momento
della decisione sino alla concretizzazione, soprattutto allorché si tratta di
opere necessitanti il contributo di Enti statali o sovracomunali. Rimini,
Italia, checché se ne possa pensare attraverso una visione magica,
autoassolutaria ma non realistica delle cose"
"Ero
convinto che il giornalismo fosse solo fatti, m'ero impigliato in un grosso
equivoco" ( da "Foglio, Il"
del 29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Se deve
chiedere qualche cosa alla burocrazia la ottiene assai più facilmente del
cittadino qualunque. Le mogli hanno sufficienti motivi per essere soddisfatte.
Per inciso – ma è un particolare di qualche importanza – aggiungerò che a poco
a poco negli ultimi anni, attraverso i segretari particolari o con mezze parole
scherzose scambiate nei corridoi di Montecitorio,
Liguria,
basta un click e la Galleria di Palazzo Bianco diventa una mostra virtuale
( da "Sestopotere.com" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Etnoantropologici
La mostra virtuale Fasti della burocrazia. Uniformi civili e di corte
XVIII-XIX, è visitabile in internet, www.CulturaInLiguria.it sotto il menù
pubblicazioni/multimedia/mostre virtuali/uniformi civili e di corte. Basta un
click, dunque, per ammirare uniformi che attraverso particolari elementi
rendevano riconoscibile la carica ed il ruolo che il personaggio ricopriva
nell'
Cna
Siena: Credito problema gravissimo e burocrazia killer per i virtuosi
( da "Sestopotere.com" del
29-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Cna Siena:
Credito problema gravissimo e burocrazia killer per i virtuosi (29/6/2009
18:50) | (Sesto Potere) - Siena - 29 giugno 2009 - Burocrazia e imprese, tante
dichiarazioni di intenti, pochi fatti concreti. Con queste poche parole si
potrebbe sintetizzare il pensiero della Cna sui tanti “
Provincia,
accordo last minute ( da "Stampa, La"
del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
abbattimento
della burocrazia, rispetto e collaborazione con l'opposizione chiamata «a
svolgere con chiarezza e schiettezza il suo ruolo». Un sassolino dalle scarpe:
«In campagna elettorale ci sono state volgarità. Maleducazione, maldicenza
restano comportamenti inqualificabili che è giusto lasciarci alle spalle,
relegate in un passato che spero non torni più»
"Pila
non resterà senza farmacia" ( da "Stampa, La"
del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Siamo
vincolati alla burocrazia, non ultimo per la gestione della licenza da parte
dello Sportello Unico». Incerti i tempi di riapertura. «Speriamo - ha aggiunto
Gorraz - che sia possibile entro fine luglio o, al massimo, nella prima settimana
di agosto». La minoranza ha presentato un'interpellanza anche sul crollo del
tetto dell'alpeggio comunale Champ Vert,
Provincia,
s'inizia l'era Nobili ( da "Stampa, La"
del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
La
semplificazione della burocrazia, Domo2 e l'autonomia sono tra le priorità». Ha
poi proposto al consiglio di aderire al progetto Lift e annunciato di voler
«puntare su innovazione tecnologica ed energie rinnovabili». Ars Uni Vco «dovrà
avere una funzione di alta specializzazione».
catasto
ai comuni, slitta tutto ( da "Tirreno, Il"
del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
BUROCRAZIA
Il decreto del presidente del Consiglio sul decentramento del Catasto risale al
giugno del 2007 - era in carica l'ultimo governo Prodi - ma è rientrato in
gioco di recente. Il tribunale amministrativo del Lazio, infatti, nel 2008 ne
aveva dichiarato l'illegittimità;
ad
alberto gilardino il premio versilia 2009 domani la consegna
( da "Tirreno, Il" del
30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia,
veri e propri bastoni tra le ruote, indifferenza ed oblio per quanto si è fatto
per imporre, nel mondo, il nome ed il prestigio della Versilia. E' stato questo
l'argomento principale di conversazione tra me e Sergio nel viaggio di ritorno
di quella sera, nonostante avessimo molti altri spunti dalla nostra giornata
"
L'impegno
dei Gibelli
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Non
possiamo continuare a essere ingabbiati dai tempi della burocrazia. I processi
di bonifica e reindustrializzazione potrebbero consentire di riassorbire i
lavoratori». L'ENI Dai sindacalisti il pressing su Eni. «I deficit contabili a
Porto Torres sono voluti dalla multinazionale per giustificare la chiusura», ha
attaccato Piero Cossu della Cgil.
Provincia,
meno assessori e ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
una nuova
delega spiega Sabattini che deve farci superare il grosso problema della
burocrazia: produciamo troppa carta») e alle risorse umane. Dal 2006 alla fine
del precedente mandato è stata assessore alle pari opportunità, agli interventi
economici e all'innovazione. Già prima cittadina di Camposanto, è stata
assessore all'urbanistica a Modena.
di
DAVIDE MISERENDINO OTTO assessori, sei del Pd (quattro i Ds), uno dell'...
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
una nuova
delega spiega Sabattini che deve farci superare il grosso problema della
burocrazia: produciamo troppa carta») e alle risorse umane. Dal 2006 alla fine
del precedente mandato è stata assessore alle pari opportunità, agli interventi
economici e all'innovazione. Già prima cittadina di Camposanto, è stata
assessore all'urbanistica a Modena.
Latina
dovrebbe finalmente avere una zona artigianale. La aspetta trent'anni, e non è
un m... ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
A fine
anno, burocrazia permettendo, il piano relativo alla zona artigianale dovrebbe
essere operativo. Un piano atteso e che dovrebbe ridare fiato all'economia.
Almeno così venne salutato nel 2005 quando arrivò il sì del Comitato tecnico
regionale alla variante.
FANO
- Il sistema economico fanese al gran completo, ieri pomeriggio in Municipio,
per un nuovo conf... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Le
associazioni chiedono meno pressione sul contribuente fanese, per riattivare i
consumi, meno burocrazia, opere pubbliche per dare ossigeno alle imprese e
interventi sulle banche, che continuano a tirare i cordoni del credito. Si
chiede, inoltre, di potenziare il ruolo della consulta come sede di confronto
sulla crisi e luogo per elaborare le contromisure.
Storia
di Palma una donna
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
tra i
meandri della burocrazia italiana per raggiungere un unico obiettivo: fare
della Galleria Nazionale un museo del presente che dialoghi con i maggiori
musei del mondo. Nel 1971 presenta la Merda d'Artista di Piero Manzoni,
guadagnandosi la censura democristiana, si innamora dei quadri specchianti di
Michelangelo Pistoletto e delle prime prove pittoriche di Jannis Kounellis,
Sanità
Amica, protocollo Fiaso-Innovazione
( da "Sole 24 Ore, Il (Sanità)" del
30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
in
esecuzione del protocollo, le parti istituiranno un gruppo di coordinamento
costituito da due rappresentanti per ciascun soggetto firmatario, per la
direzione e il coordinamento delle attività. «Si tratta di un nuovo colpo di
ariete», ha concluso Brunetta, «alla fortezza della cattiva burocrazia».
Indietro
Il segretario generale, 47
anni, in pensione ma non ora: per Abstract: nominato nell'alto ruolo di capo della burocrazia regionale, lo scorso febbraio durante una travagliata seduta di giunta, in realtà la domanda di pensionamento l'avrebbe presentata, ma poi differita. «Allo stato attuale - ha dichiarato - non è previsto che io vada in pensione, ma non è escluso che ciò possa accadere».
Argomenti: Burocrazia
(
da "Eco di Bergamo, L'>"
del 22-06-2009)
( da "Unita, L'" del 22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Un'alba
amaranto Il Livorno è tornato ai piani alti del calcio Il ritorno in A dei
labronici dopo un anno di purgatorio in B La gavetta di Ruotolo, veterano al
debutto come allenatore Paolo Virzì, regista e tifoso: «La livornesità si può
indossare» MALCOM PAGANI Shangai, Corea e Congo nella testa. Al risveglio,
quando una notte di motorini scarburati, grida selvagge, brindisi, lucciconi,
bestemmie e ronde pacifiche tra i quartieri popolari è evaporata e tra le reti
appoggiate sul porto, le bandiere i volti bianciardiani abbandonati come boe
senza padrone ai tavolini, rimane un percepibile hang-over. «Abbiamo fatto
l'alba, felici, ebbri, insieme a migliaia di persone», dice Paolo Virzì e
racconta un delirio di popolo che promette repliche. «Se restate in B, vi
facciamo un culo così», minacciavano i tifosi qualche settimana fa, ai tempi in
cui Aldo Spinelli esonerava il profeta pauperista ed ex bancario umbro,
Leonardo Acori e regalava proscenio e salto nel buio al vice Gennaro Ruotolo da
Santa Maria a Vico, occhi chiarissimi, frequentazioni ardenzine a prova di
Spectre e ingegno sviluppato portando le borse tra le linee. Secondo il
commendatore del lavoro calabrese, presidente del Genoa di Scoglio e Bagnoli
dall'85 al '97, fila di container in zona porto, infanzia avventurosa con
tragedia familiare e scaramanzia patologica, poteva farcela solo lui. Gennarino
il generoso che divideva il pane (cifra unica di un'esistenza sorrentina con 8
fratelli) e riscopriva il buonumore da spandere tra i soldati di una congrega
intimorita. Costretto a parlare, Gennaro si è rivelato. E ha battezzato la cura
«democratica». Tutti utili, nessuno o quasi, indispensabile. Ha riattivato la
circolazione. Tre reti al Brescia e nuova gita a casa Berlusconi. La prima
volta, a San Siro, si presentarono irridenti in ottomila, tutti con la bandana,
sul futuro prossimo, nella città che diede respiro a destrutturanti beffe
mediatiche, nascite di partiti, rivalità pendenti a portata di torre, il
vernacolo è già al lavoro. Una freddura a superare l'altra. A Livorno,
libertaria e dogmatica, indomabile e disperata, è così da sempre. «La
livornesità si può indossare» riflette Virzì e descrive una rivincita che parte
da lontano «Sabato si respirava il senso di rivincita che solo una piccola
città può raccontare». Un pianto che si scioglie, la vita che si sceglie e
l'indifferenza verso i forestieri. Così Spinelli, l'unico disposto in zona e
non solo a rifornire la barca, è stato a più riprese invitato a prendere la via
del ritorno, nonostante non più di 15 anni fa, la squadra
fosse stata cancellata da gestioni trapezistiche e burocrazie sorde alla
deroga. Ripartire non è stato semplice. Ora verranno nuove sfide con la
Fiorentina, un trapasso societario nel nome del padre (il figlio Simone
subentrerà ad Aldo) e processi kafkiani tra un allenamento e l'altro in
mancanza di risultati. L'anno scorso fu retrocessione. Risalire sembrava
una chimera. Invece nel regno depresso dei fratelli Lucarelli e del principe
malinconico, Protti, della politica al centro del quotidiano, del Bar Civili e
di Bobo Rondelli, la differenza l'hanno fatta una parabola felice a qualche
assonanza pallonara. È bastato un Diamanti e "Venezia" non ha emanato
più cattivi odori. «A un livornese ci vole cento lire pe' fallo 'omincia e
mille pe' fallo smette'». Ora si naviga per inventare. E profanare, se si può.
Viaggiando in seconda, felicemente stretti. Il dossier
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-06-21 - pag: 15 autore: Territori &
competitività. Già cento le aziende migrate in Svizzera: «Imposte
basse e burocrazia efficiente»
Riparte l'esodo lombardo verso il Ticino Marco Alfieri L'appuntamento è per
questa mattina a Ville Ponti, cuore verde e appartato di Varese. E sarà un
confronto infuocato tra gli artigiani locali a secco di creditoe di fidi e
Alberto Pedroli, il responsabile delle strategie del credito del gruppo Ubi
banca, cioè l'ultimo lembo di sistema bancario autoctono (Bcc escluse),
dopo che nel 2003 i vicini bergamaschi hanno colonizzato i gloriosi istituti
del territorio (Popolare di Bergamo- Credito Varesino e Commercio &
Industria) accorpandoli in quella Bpu poi fusa in Ubi con Banca Lombarda. I
piccoli del capitalismo diffuso sono in guerra da mesi con le banche. Lamentano
«il rischio asfissia e la tendenza a dare i soldi ai soliti noti, Fiat e Alitalia
in primis», come denunciato l'altra sera da un gruppo di artigiani varesotti.
Eppure mentre il triangolo banche-imprese-istituzioni ai piani alti vacilla e
litiga, sul territorio la crisi rischia di avvitarsi incentivando chi vuol
continuare a produrre e innovare a trovarsi un contesto più funzionale al
proprio business. Un miraggio che per gli imprenditori di queste parti prende
le forme della fuga in Canton Ticino. Tutto cominciò qualche anno fa con il
programma Copernico. «A chi apriva attività nel cantone le autorità svizzere
offrivano agevolazioni finanziarie e assistenza burocratica», racconta Franco
Ambrosetti, presidente della Camera di Commercio ticinese. «La mossa funziona e
in poco tempo 53 società lombarde aprono il capannone tra Lugano, Bellinzonae
Chiasso». Per questo il trend rischia di ripartire. I primi spiragli diluce,
dopo l'estate, imporranno di stressare i fattori competitivi. Secondo i dati
camerali, su 500 imprese industriali presenti in Ticino, il 20% ha una matrice
tricolore: imprenditore, azionisti o management. Dai gruppi più strutturati
come Lagostina, Recordati, Bracco, Galbani, Inda, Zegna e Ugo Boss, alla
galassia delle imprese artigiane aderenti al Plat (Progetto di lavoro
transfrontaliero artigiano). Sono attratti da una fiscalità di vantaggio
evidente. Il sistema tributario elvetico prevede infatti 3 livelli molto
snelli: il confederale (aliquota 8,5%), il cantonale (9%) e il comunale (tra il
50 e il 100% dell'imposta cantonale), che poi il Ticino integra con alcune
misure ad hoc. Dai contributi a fondo perduto per l'innovazione (tra il 10% e
il 25% degli investimenti materiali e immateriali), alle agevolazioni fiscali
per nuove iniziative industriali e nel terziario avanzato (esenzioni sulle
imposte cantonali sull'utile e sul capitale fino a 10 anni). Mentre nel campo
della logistica l'esenzione sull'Iva in entrata è molto efficace. «Circa il 15%
dei nostri associati ha aperto unità produttive o realizzato joint venture con
imprese oltreconfine», spiega non a caso Franco Colombo, presidente di Api
Varese. «Dover pagare salari più alti è compensato dalla minor tassazione». Non
solo. «Anche la duttilità della Pa locale è un forte incentivo», spiega Sandro
Lombardi, per vent'anni a capo degli industriali ticinesi. «Un imprenditore vuole
esattamente questo: poter definire con certezza, per investimenti o start up, i
costi e gli standard di tassazione. Senza seccature e fastidi ». Insomma
fiscalità di vantaggio, burocrazia ridotta al minimo e
un rapporto trasparente con gli organi cantonali che spingono sempre più
vecchie lande di contrabbando e frontalierato ( il Lavenese,l'Ossola,l'Alto
Comasco e il Luinese raccontato nei romanzi di Piero Chiara) a trasformarsi in
teste di ponte per imprese che sconfinano in Ticino. Parrebbe una secessione di
velluto. Una goccia cinese che scava. «Ma solo per chi ragiona ancora
nell'ottica dei confini di ferro della statualità classica», ironizza Piero
Bassetti, primo presidente della Regione Lombardia e animatore della fondazione
Globus et Locus. A Varese, infatti, è dal 1995 che esiste la Regio Insubrica.
«Nello spirito delle Euroregioni, il nuovo europeismo che si riorganizza per
macroaree omogenee superando i vecchi vincoli di We-stfalia, armonizzando
mobilità e infrastrutture, economia e mercato del lavoro, cultura e autonomismo
». Ne fanno parte 5 province italiane (Varese, Como, Lecco, Novara e Vco) e,
appunto, il Canton Ticino. 757 comuni, 2,5 milioni di abitanti, 188 mila
imprese attive che generano un pil di 70 miliardi di euro. Difficile separare
con il bisturi dei confini di stato realtà così compenetrate anche se
transfrontaliere. E dove il 50%di forza lavoro nell'industria ticinese è
lombarda e piemontese. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI data: 2009-06-21 - pag: 10 autore: LA MANO VISIBILE ... Ai
«consumers» non serve altra protezione C oraggio, distogliamo lo sguardo da
Gheddafi e Patrizia D'Addario e volgiamolo verso Obama, il quale ha appena
annunciato la "nuova fondazione" del sistema finanziario americano
con alcune proposte del suo piano che possono darci qualche utile spunto di
riflessione in chiave locale. Luigi Zingales ha già commentato sul Sole 24 Ore
del 19 giugno gli aspetti generali del disegno di legge. Vorrei perciò
soffermarmi su un aspetto particolare,vale a dire l'idea d'istituire
un'apposita agenzia di protezione del consumatore di servizi finanziari (la
Consumer Financial Protection Agency, Cfpa), in particolar modo mutui, credito
al consumo, risparmio e carte di credito, che in parte erediterà i compiti di
altre istituzioni. In buona sostanza vigilerà sulle istituzioni finanziarie,
promuoverà standard di trasparenza e semplicità dei prodotti offerti,
eliminando le clausole contrattuali che nonostante tutto rimangano a suo
giudizio «inique», emanerà la regolamentazione di settore e ne perseguirà le
violazioni con ampi poteri d'indagine e decisori. Un altro compito un po'
bizzarro sarà di assicurarsi che i consumatori tradizionalmente «underserved»
(non serviti a sufficienza) abbiano accesso ai prestiti e altri servizi. Questa
norma ricorda il Community Investment Act che spalancò la porta ai mutui
subprime, "incoraggiando" le banche a concedere credito a chi non ne
era meritevole: forse a Geithner è sfuggito. Ebbene, il sistema americano è
molto complesso e un po' di semplificazione può far bene, così come
l'applicazione di standard di semplicità e trasparenza,ma c'è bisogno di
un'agenzia federale apposita? Ecco qui alcuni dubbi sull'utilità dientità
pubbliche autonome che ( in America come altrove) si occupino di consumer
protection. e Nemo iudex in re propria. Avere un'autorità che riunisca il ruolo
di legislatore, poliziotto e giudice è sbagliato. Difficile resistere alle
raccomandazioni, anche le più strampalate, di qualcuno che ti può cambiare la
norma, mandarti frotted'ispettori e poi irrogarti una bella sanzione. Ma ci si
può appellare in tribunale, no? Sì, campa cavallo... r Concorrenza. In un
mercato con regole intelligibili e una forte competizione i prodotti finanziari
migliori dovrebbero emergere spontaneamente. Negli Usa mancavano trasparenza e
chiarezza a causa del caos regolamentare: magari bastava ribadire
legislativamente i due principi. t Se la tua funzione è difendere i consumatori,
come ogni avvocato che si rispetti, sarai ben disposto verso i tuoi clienti (i
consumatori, appunto) e mal disposto verso le controparti (banche e istituzioni
finanziarie). Peccato che il Cfpa sia una pubblica autorità che dovrebbe quindi
essere neutrale, non partigiana. u In America i rimedi privati - in primis le
class action- abbondano. Non si può avere tutto: regolamentazione stringente ex
ante e vigoroso contenzioso ex post, altrimenti il sistema intero ne soffre e
perde d'efficienza. i La burocrazia non muore mai. Se crei una burocrazia e le assegni dei poteri, non te la toglierai mai di torno:
s'inventerà ogni più futile motivo per giustificare la sua esistenza e il
denaro versato dai contribuenti. Basta così: purtroppo la tendenza a creare un
regolamentatore per ogni problema si palesa negli Stati Uniti a intervalli
regolari. Noi almeno siamo più co-erenti: la fioritura continua di enti
e autorità pubbliche è sempre stata una caratteristica di tutti i governi del
Belpaese. adenicola@adamsmith.it © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PIANO DI OBAMA
Dubbi sull'utilità della creazione di una Consumer Financial Protection Agency
di Alessandro De Nicola
( da "Sole 24 Ore, Il (Sanità)" del
22-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Indietro 22
giugno 2009 Oms: pochi medici e poche risorse per il Sud del mondo Pochi
medici, altrettanto pochi infermieri e fondi così scarsi che costringono a fare
«sforzi incredibili»: al di là delle guerre e delle epidemie che spesso mettono
in ginocchio i Paesi più poveri, sono queste le emergenze maggiori nel Su del
mondo. Risulta dal rapporto nato dalla collaborazione di oltre cento esperti,
curato dall' Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)e discusso oggi a
Venezia, nella conferenza internazionale su sistemi sanitari e Iniziative di
salute globale. «La carenza di risorse umane sia fra i medici che fra gli
infermieri è un problema comune alla maggior parte dei Paesi considerati nel
rapporto», ha detto Francesca Celletti, dell'Oms, che ha partecipato allo
studio. «Medici e infermieri - ha aggiunto - non sono formati in numero
sufficiente, nelle università non ci sono abbastanza iscritti. Inoltre una burocrazia lenta e tetti finanziari rigidi finiscono spesso per allontanare
medici e infermieri dal settore pubblico per dirottarli in quello privato. E
ancora, sono soprattutto le città ad attrarre medici e infermieri, che nelle
zone rurali diventano sempre più rari». L'altro grande problema, ha
aggiunto, è «riuscire ad allineare i finanziamenti con i bisogni del Paese».
Una prospettiva che, secondo l'esperta, deve valere anche per i fondi messi a
disposizione dalle Iniziative per la salute globale, come il Fondo Globale per
la lotta ad Aids, tubercolosi e malaria, il Piano di emergenza per l'Aids voluto
dal governo statunitense (Pepfar) l'Alleanza globale per i vaccini e
l'immunizzazione (Gavi)e il programma sull'Aids della Banca Mondiale. «La prima
responsabilità nell'uso delle risorse è dei singoli Paesi, mentre l'Oms - ha
osservato l'esperta - ha un ruolo normativo e di supporto tecnico. Molte
Iniziative per la salute globale hanno meccanismi che consentono un
allineamento con le iniziative dei singoli Paesi e di conseguenza esiste uno
scambio fra Paesi e finanziatori». Tuttavia accade spesso che le iniziative
abbiano già dei loro particolari obiettivi da perseguire (ed è accaduto che a
volte abbiano generato sistemi sanitari paralleli, impoverendo quelli locali).
Per questo, ha concluso l'esperta, «serve un maggiore allineamento fra le
iniziative di salute globale e quelle dei singoli Paesi». Indietro
( da "Data Manager" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Basta con i
premi a pioggia per dirigenti e dipendenti della pubblica amministrazione. Da
oggi in poi su 100 lavoratori pubblici solo 25 potranno ricevere una
valutazione “eccellente” e, quindi, percepire il massimo dello stipendio
accessorio legato alla produttività, 25 dovranno necessariamente rinunciare al
premio, mentre i restanti 50 saranno nella cosiddetta “zona intermedia”. Su
questa premessa, contenuta nel Decreto Legislativo di attuazione della Riforma
Brunetta (Legge Delega n.15/marzo 2009) - cosiddetto “Decretone” per la
complessità e la quantità di elementi che contiene – si è svolto il 18 giugno a
Roma presso il Palazzo Rospigliosi il convegno “Governance strategica.
Innovazione normativa e processi tecnologici per il ciclo di gestione della
performance nelle PA”, organizzato da SAS e FORUM PA. Lincontro
ha richiamato lattenzione sul fatto che in 20 anni in Italia si sono
trovati tanti nomi per una stessa cosa (ciclo delle performance, ciclo dei
controlli, ciclo della valutazione, controllo strategico o governance strategica) eppure
mai, prima del “Decretone”, si era riusciti a sistematizzare in una norma il
processo né a descriverlo in maniera puntuale. In particolare il Decreto
individua sei elementi che dora in poi dovrebbero
divenire
patrimonio fondamentale di ogni amministrazione pubblica: â
Definizione degli obiettivi amministrativi, coerenti con gli obiettivi
strategici dettati dalla politica; â Allocazione delle risorse idonee al
raggiungimento degli obiettivi; â Monitoraggio in itinere del processo; â
Valutazione dellorganizzazione e delle performance individuali; â
Implementazione dei sistemi premiali; â Rendicontazione e Trasparenza.
“SAS è in grado di rispondere a tutte queste esigenze – dichiara Fabrizio Padua, responsabile SAS Italia per la
Pubblica Amministrazione e Sanità – con lutilizzo di
soluzioni tecnologiche in grado di applicare strumenti statistico-analitici a
qualunque tipologia di analisi: sistemi che vanno oltre la semplice analisi a
consuntivo o di
reporting, ma che supportano lutente nella
pianificazione e nelle scelte organizzative della struttura”. I giudizi dei
rappresentanti del mondo pubblico intervenuti allincontro non sono
concordi nei confronti del Decreto. Giancarlo Del Bufalo del Ministero dellEconomia,
ad esempio, ha mostrato qualche riserva sul fatto che la norma non distingue il
tipo di attività né dice “cosa” bisogna valutare; Gregorio Tito dellINPS
e Renzo Marin del CRC Veneto hanno portato la testimonianza di come la pa può introdurre sistemi di governance
strategica al suo interno puntando sulla misurazione delle perfomance, sullindividuazione
di livelli essenziali di servizio, su strumenti informatici in grado di
analizzare i dati e su uninnovazione graduale e costante nel tempo. A conclusione del convegno
Mario Dal Co, Consigliere del Ministro per la Pubblica Amministrazione e lInnovazione,
ha ricordato come il Ministro Brunetta abbia più volte annunciato
lintenzione di aumentare lefficienza della pubblica amministrazione del 50%, come obiettivo di
legislatura, e di raggiungere questo obiettivo non con grandi investimenti, ma
lavorando sullorganizzazione interna e
sullinnovazione gestionale. Raggiungere questo obiettivo è possibile se
si individuano i veri fattori di crisi e si interviene su quelli, senza lasciarsi prendere
dalla voglia di risolvere la complessità della burocrazia
pubblica. “Per troppo tempo – ha concluso Dal Co – abbiamo speso energie
preziose per avere motori efficientissimi, in grado di far fronte a migliaia di
variabili possibili dimenticando che un motore ha bisogno di un volante da
affidare ad un conducente e una frizione, in grado di trasferire il movimento
alle ruote. Con la sua riforma e il relativo Decreto il Ministro Brunetta ha
voluto puntare proprio su quegli elementi in grado di cambiare lapproccio
stesso alla gestione dellente e di trasmettere il cambiamento ai
dirigenti e ai lavoratori del pubblico impiego”." /> --> La PA deve cambiare
visione, lo impone la riforma Brunetta A cura di Redazione DMO Pubblicato il
23-06-2009 0:00 . --> Basta con i premi a pioggia per dirigenti e dipendenti
della pubblica amministrazione. Da oggi in poi su 100 lavoratori pubblici solo
25 potranno ricevere una valutazione “eccellente” e, quindi, percepire il massimo
dello stipendio accessorio legato alla produttività, 25 dovranno
necessariamente rinunciare al premio, mentre i restanti 50 saranno nella
cosiddetta “zona intermedia”. Su questa premessa, contenuta nel Decreto
Legislativo di attuazione della Riforma Brunetta (Legge Delega n.15/marzo 2009)
- cosiddetto “Decretone” per la complessità e la quantità di elementi che
contiene – si è svolto il 18 giugno a Roma presso il Palazzo Rospigliosi il
convegno “Governance strategica. Innovazione normativa e processi tecnologici
per il ciclo di gestione della performance nelle PA”, organizzato da SAS e
FORUM PA. Lincontro ha richiamato lattenzione
sul fatto che in 20 anni in Italia si sono trovati tanti nomi per una stessa
cosa (ciclo delle performance, ciclo dei controlli, ciclo della valutazione,
controllo strategico o governance strategica) eppure mai, prima del
“Decretone”, si era riusciti a sistematizzare in una norma il processo né a
descriverlo in maniera puntuale. In particolare il Decreto individua sei elementi
che dora in poi dovrebbero divenire patrimonio fondamentale di ogni
amministrazione pubblica: â Definizione degli obiettivi amministrativi,
coerenti con gli obiettivi strategici dettati dalla politica; â
Allocazione delle risorse idonee al raggiungimento degli obiettivi; â
Monitoraggio in itinere del processo; â Valutazione
dellorganizzazione e delle performance individuali; â
Implementazione dei sistemi premiali; â Rendicontazione e Trasparenza.
“SAS è in grado di rispondere a tutte queste esigenze – dichiara Fabrizio Padua,
responsabile SAS Italia per la Pubblica Amministrazione e Sanità – con lutilizzo
di soluzioni tecnologiche in grado di applicare strumenti statistico-analitici
a qualunque tipologia di analisi: sistemi che vanno oltre la semplice analisi a consuntivo o
di reporting, ma che supportano lutente nella
pianificazione e nelle scelte organizzative della struttura”. I giudizi dei
rappresentanti del mondo pubblico intervenuti allincontro non sono
concordi nei confronti del Decreto. Giancarlo Del Bufalo del Ministero dellEconomia,
ad esempio, ha mostrato qualche riserva sul fatto che la norma non distingue il
tipo di attività né dice “cosa” bisogna valutare; Gregorio Tito dellINPS
e Renzo Marin del CRC Veneto hanno portato la testimonianza di come la pa può
introdurre sistemi di governance strategica al suo interno puntando sulla
misurazione delle perfomance, sullindividuazione di
livelli essenziali di servizio, su strumenti informatici in grado di analizzare
i dati e su uninnovazione graduale e costante nel tempo. A conclusione del convegno
Mario Dal Co, Consigliere del Ministro per la Pubblica Amministrazione e lInnovazione,
ha ricordato come il Ministro Brunetta abbia più volte annunciato
lintenzione di aumentare lefficienza della pubblica amministrazione
del 50%, come obiettivo di legislatura, e di raggiungere questo obiettivo non
con grandi investimenti, ma lavorando sullorganizzazione
interna e sullinnovazione gestionale. Raggiungere questo obiettivo è
possibile se si
individuano i veri fattori di crisi e si interviene su quelli, senza lasciarsi
prendere dalla voglia di risolvere la complessità della burocrazia
pubblica. “Per troppo tempo – ha concluso Dal Co – abbiamo speso energie
preziose per avere motori efficientissimi, in grado di far fronte a migliaia di
variabili possibili dimenticando che un motore ha bisogno di un volante da
affidare ad un conducente e una frizione, in grado di trasferire il movimento
alle ruote. Con la sua riforma e il relativo Decreto il Ministro Brunetta ha
voluto puntare proprio su quegli elementi in grado di cambiare lapproccio
stesso alla gestione dellente e di trasmettere il cambiamento ai
dirigenti e ai lavoratori del pubblico impiego”.
( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VII -
Napoli La denuncia dell´ex presidente dell´associazione nigeriana Teddy,
testimone in fuga "Abbandonato dallo Stato" Fu vittima di un raid da
parte del gruppo camorristico di Giuseppe Setola RAFFAELE SARDO Teddy non ce la
fa più. è senza un lavoro. Racconta di essere stato lasciato solo con la sua
famiglia. Moglie e tre figli. Abbandonato da tutti, anche dallo Stato. Il
nigeriano Egonwman Nogiemwen, meglio conosciuto come "Teddy", fino ad
alcuni mesi fa era il presidente dell´associazione dei nigeriani campani e
promotore di iniziative contro il racket della prostituzione sul litorale
domizio. La moglie gestiva un negozio di prodotti etnici mentre i figli
frequentavano il liceo scientifico della vicina Mondragone. Il 18 agosto dello
scorso anno subì un attentato a Castel Volturno da parte del gruppo camorrista
di Giuseppe Setola. Quattro uomini con il volto coperto da caschi, armati di
kalashnikov e pistole, fecero irruzione nella sua villetta di via Cesare
Battisti. Ci furono cinque feriti. Una sorta di prova generale prima della
strage dei ghanesi a Ischitella, esattamente un mese dopo. A Casa di Teddy
arrivarono all´improvviso. Erano da poco passate le otto di sera. Le armi
automatiche spararono per uccidere: lui era sulla veranda della sua villetta
con la famiglia e alcuni amici. Si salvarono solo perché un cancelletto
impediva ai camorristi di centrare il loro obiettivo. «Da allora la mia vita -
dice Teddy - la vita di mia moglie Alice e la vita delle mie tre figlie è
cambiata radicalmente. A causa dell´attentato abbiamo perso tutto, siamo stati
costretti a scappare da Castel Volturno, a rinunciare alla nostra attività, a
dormire nelle stazioni ferroviarie, non avendo un posto dove andare. Ora non
abbiamo un lavoro, né risorse economiche sufficienti per vivere dignitosamente,
sradicati forzatamente dal tessuto sociale che faticosamente siamo riusciti a
costruirci in vent´anni di permanenza in Italia». Teddy si trova in una
località lontana da Castel Volturno. Ma non è riconosciuto ancora come
testimone di giustizia. La burocrazia deve fare il suo corso. «Abbiamo trovato tanti ostacoli, a
partire dal rinnovo del permesso di soggiorno, ottenuto a distanza di due anni
dalla richiesta. Viviamo in uno stato di totale indigenza. Siamo pur sempre,
anche se stranieri, una famiglia vittima della mafia - racconta Teddy -
sopravvissuta per miracolo all´attentato camorra. Lo Stato ci ha
abbandonato. Io vorrei solo avere una vita normale».
( da "Tirreno, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 3 -
Prato «Il grande sconfitto è il governatore Martini» Mazzoni spara anche sulla
Curia. Berlusconi: «Sonora vittoria» PRATO. Per il centrodestra è l'ora
dell'entusiasmo. E anche Berlusconi non si tira indietro da citare Prato come
simbolo «della sonora sconfitta del centrosinistra». E se dal presidente del
consiglio arrivano i complimenti, a Prato i politici locali cominciano già a
pensare al futuro. E questa volta non dall'opposizione. Berlusconi, una sonora
sconfitta. «Prato, con Savona e Crotone, è una delle tre città italiane
strappate dal Pdl al centrosinistra. Con 130.000 abitanti, terza città del
centro Italia, era un bastione rosso ininterrottamente da 63 anni. Una sonora
sconfitta per il centrosinistra». E' con queste parole che Silvio Berlusconi ha
commentato la vittoria di Roberto Cenni. Mazzoni, Pd disastro amministrativo.
«Oggi è una giornata straordinaria per Prato. E' giusto e legittimo festeggiare
ma già da subito dobbiamo metterci a lavorare per Prato», commenta il
parlamentare Mazzoni. «La storica vittoria di Roberto Cenni - ha aggiunto -
dimostra che la città aveva voglia e necessità di cambiare e che le acrobazie
politiche del Pd non erano più sufficienti a mascherare il disastro
amministrativo degli ultimi anni. La sinistra, nel tentativo di non perdere le
poltrone, è ricorsa purtroppo a tutto il vecchio armamentario di
delegittimazione e di calunnie, potendo contare sull'appoggio surrettizio di
una parte della Curia, cui nessuno contesta il diritto di pronunciarsi anche
sui temi della politica, ma che nelle ultime settimane si è trasformata in un
comitato elettorale per Carlesi. Sento il dovere di dirlo per dare voce a tanti
cattolici che si sono sentiti a disagio per certe omelie. Ma ora è il momento
di voltare pagina». «Questa è la vittoria di Prato e la grande sconfitta di
Martini, il dominus della politica pratese degli ultimi venti anni. Dispiace
per aver perso la Provincia di un soffio, ma Cristina Attucci, giovane e
preparata, ha compiuto un piccolo miracolo in una competizione che all'inizio
pareva impossibile». Magnolfi, una scelta di libertà. Una giornata che «cambia
la storia di Prato, una scelta di libertà». Così il capogruppo di Fi-Pdl in
Consiglio regionale Alberto Magnolfi, vice sindaco di una giunta Pci-Psi a metà
degli anni Ottanta saluta la vittoria di Roberto Cenni. «Dopo
oltre 60 anni di grigia burocrazia politica, che ha occupato tutti gli spazi della società - ha
proseguito Magnolfi - i pratesi hanno avuto la forza di scegliere la nostra
proposta». «Per me poi - ha detto - si compie un impegno che avevo preso con me
stesso tanti anni fa: c'è voluto un pò di tempo ma i pratesi hanno cacciato gli
ex padroni». Silli, la fine di un equivoco. E' con questa frase «la fine
di un equivoco durato 63 anni» che Giorgio Silli coordinatore di Forza Italia e
consigliere più votato del consiglio comunale commenta la vittoria di Cenni. E
precisa: «Lavoreremo per tutti i pratesi. Del resto ce n'è bisogno». Bernocchi,
abbiamo vinto per la città. «Non è stato facile - esordisce Filippo Bernocchi,
ex coordinatore di An e ora co-coordinatore del Pdl - ma il nostro Guazzaloca,
come chiamo affettuosamente Cenni, ha saputo prendere voti anche a sinistra.
Adesso abbiamo bisogno di governare in tempi brevi». ..E Chechi non ha votato.
Il signore degli anelli pratese, ex consigliere comunale del centrosinistra,
più volte negli ultimi tempi, ha criticato la città e il suo centro storico, i
politici che la amministravano.E aveva garantito che avrebbe votato Cenni. Così
non è stato. Yuri Chechi non si è recato al seggio.
( da "Secolo XIX, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
«Meno burocrazia nei porti o la nautica italiana
soffrirà» intervista a fabio pesto (federagenti yacht) «C'è un mondo
semisommerso nel nostro settore. Non solo cantieri» genova. «Serve più
uniformità nei porti italiani. La legge viene applicata, ma mai con gli stessi
criteri».
Andando avanti così la nautica potrebbe impazzire di burocrazia,
come un Asterix alle prese con una delle sue dodici fatiche più note,
l'andirivieni da un ufficio all'altro con un modulo in mano. Che, per
peggiorare le cose, non è mai lo stesso. Fabio Pesto, vicepresidente della
sezione yacht di Federagenti, chiede una maggior attenzione ai problemi del
settore, rivendicando il ruolo di tutti gli attori della nautica, perché«troppo
spesso si parla con Ucina pensando di parlare con l'unico interlocutore che sa
di tutto e di più di quel che è la nautica. Ma la nautica sono tante cose. Noi
agenti marittimi in particolare viviamo di un settore legato più alle grandi
imbarcazioni, all'operatività, alla navigazione, all'indotto collegato al
turismo nautico». Eppure proprio l'Ucina, per bocca del presidente Albertoni,
ha rilanciato l'ipotesi dei porti a secco. Un'idea che coinvolge un po'
tutti... «In linea di massima è una buona idea quella di parcheggiare le
piccole barche in una maniera diversa rispetto al solito porticciolo turistico.
E fare all'americana, costruendo piccoli capannoni dove sistemare le barche su
piani diversi, può funzionare. Ma l'ultimo posto dove si dovrebbe fare una cosa
del genere è la Liguria. Basta vedere i pochi spazi. Forse Albertoni ce l'ha
con i campi da calcio o da bocce, ma si ricordi che in Liguria c'è anche chi
gioca a bocce o a calcio». In Liguria dice no. E altrove? «Anche se
esteticamente questi cubotti non sono il massimo, altrove potrebbero
funzionare. In effetti i posti-barca mancano, costano troppo. Dove si può fare
è una gran bella soluzione». Ci sono alternative alla carenza di posti? «Ci
sono tante zone non sfruttate nei porti. Si potrebbe fare come a Genova,
recuperando parti dei porti commerciali inutilizzate per rilanciare il
turismo». Parlando invece di crisi. Per la nautica siamo passati dalla crescita
a doppia cifra al crollo... «C'è stata un crescita, negli ultimi anni,
superiore a ogni altro settore. Dovuta a tante cose: qualcosa si è mosso a
livello di porti, incentivi, cantieri e prezzi delle imbarcazioni, che costruite
in serie sono venute a costare meno. Per il momento, però, nessuna ripresa.
Forse si è arrestata la discesa. Per risalire bisognerà aspettare la prima metà
del 2010. Non più una crescita a due cifre, ma più graduale. Servirà tempo per
tornare a quei livelli. Gli sforzi economici degli espositori ai saloni
internazionali saranno il termometro». Come Federagenti, qual è la situazione a
livello occupazionale? «Sentiamo la crisi. Ma non credo ci siano problemi di
occupazione. Anche se c'è una flessione del 20%-25% sul numero di barche
circolanti nelle acque italiane. Stesso discorso per i noleggi. Da un punto di
vista occupazionale sono tutte realtà piccole o mediopiccole e questo ci ha
aiutato». State sgomitando per far capire i vostri obiettivi primari, ovvero...
«Uno dei problemi è far conoscere la nostra realtà, di cosa ci occupiamo. Cosa
significa l'indotto legato alla movimentazione dei grandi yacht. A tutto ciò
che accade dopo la consegna dello yacht da parte del cantiere. E penso,
soprattutto ai problemi legati alla burocrazia:
pratiche relative ad arrivi e partenze, dogana, immigrazione. Nei porti
italiani manca uniformità a livello di applicazione dei regolamenti». Un
esempio? «Può capitare che lo stesso yacht fa uno scalo, per dire, a Napoli e
gli vengono chieste determinate formalità o pratiche, poi arriva a Genova e
gliene vengono chieste delle altre. Completamente differenti». Ogni quanto
succedono succedono casi di questo tipo? «Spesso. Creando problemi di tempo e
concorrenza». Un problema italiano? «Sì. All'estero c'è più uniformità ma è
anche vero che c'è meno attenzione nell'applicare leggi o direttive europee.
Noi siamo più zelanti. È un bene, ma a volte crea problemi. Difficile spiegare
al cliente, magari americano, come mai in Francia tutto è filato più liscio.
Fondamentalmente abbiamo ragione noi. Siamo noi quelli in regola. Ma rimaniamo
troppo burocratizzati. D'altronde il problema per il cliente non è quando non
gli chiedono niente, ma quando gli chiedono qualcosa. Per lui è una rottura di scatole
e basta». E quindi? Cosa chiedete? «Non uno snellimento, ma chiarezza. Se le
disposizioni sono sempre le stesse sono poi anche più facili da gestire. Per un
comandante sarebbe l'ideale essere trattato allo stesso modo in tutti i porti».
A cos'altro vi preme dare risalto in un momento così difficile per la nautica?
«Vogliamo far capire cosa significa "refit" in Italia. Siamo i primi
costruttori, ma queste barche devono fare manutenzione: era un settore in
espansione prima della crisi, pur non essendo di forte impatto. Ma la
movimentazione di yacht e indotto che crea è notevole. È una realtà che va
salvaguardata. In media, ogni anno il 10% del valore di uno yacht viene speso
per il mantenimento degli standard. Che sono migliorati molto recentemente. A vantaggio
della sicurezza». Roberto scarcella scarcella@ilsecoloxix.it 23/06/2009
AZIONARIO 23/06/2009
( da "Tirreno, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
EXPORT IN CALO
Mansi (Confindustria): il manifatturiero rende la regione più fragile FIRENZE.
La crisi scuote il sistema produttivo italiano e la Toscana è la regione che
maggiormente accusa l'effetto della recessione. Una ricerca effettuata dal
Centro studi Sintesi per il Sole 24 ore assegna alla Toscana il triste primato
di maglia nera della crisi, seguita da Marche, Lombardia, Campania. Lo studio
condanna la Toscana e il cuore delle difficoltà della nostra regione è
costituito da export, occupazione e credito. Secondo Antonella Mansi,
presidente di Confindustria toscana, le difficoltà della nostra regione si
spiegano con la forte quota di manifatturiero prodotta e la rilevante apertura ai
mercati esteri delle nostre aziende. «Sicuramente - spiega - la crisi viene
assorbita più facilmente nelle regioni meridionali, dove l'incidenza delle
attività produttive è sensibilmente minore». Una crisi inevitabile, dunque, ma
anche un pericolo enorme, il perché lo spiega con chiarezza il numero uno di
Confindustria toscana. «C'è il rischio di perdere pezzi importanti del nostro
apparato produttivo. La crisi colpisce non più di tanto le aziende decotte, ma
aggredisce le imprese virtuose, quelle che hanno investito, che si sono
internazionalizzate e che adesso scontano una forte esposizione bancaria e
quindi sono più esposte al pericolo di asfissia finanziaria». Il credito resta
la prima emergenza da affrontare per gli industriali, in particolare per le
piccole e medie imprese. La spia della fame di finanziamenti è fornita dalla
valanga di richieste pervenute dalle aziende, oltre 2.700, alla Fidi toscana:
«Finora sono stati deliberati 450 interventi - precisa - e pur apprezzando il
lavoro svolto dalla Regione e la decisione di rifinanziare il fondo, è
indispensabile velocizzare al massimo le procedure per concedere i
finanziamenti. Il fattore tempo è essenziale, anche se alle banche diciamo che
non tutto può passare per il sistema delle garanzie». Al secondo punto delle
priorità dettate da Confindustria toscana ci sono gli interventi a sostegno
degli investimenti produttivi, varando un provvedimento che altre regioni hanno
già approvato e che sta iniziando a dare buoni frutti. Terza priorità, la
necessità di accelerare sulle infrastrutture, a partire dalle opere
immediatamente cantierabili. Il quarto punto riguarda la
necessità di imprimere una forte accelerazione allo snellimento della burocrazia. La quinta priorità riguarda
la Regione Toscana, con la richiesta di estendere il Piano casa anche agli
edifici ad uso industriale. Carlo Bartoli
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del
23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Martedì 23
Giugno 2009 Chiudi Le facce sono quelle dei concorsi. Tirate e con tanta
tensione che traspare dai sorrisi di circostanza. La corsa per 18 posti da
impiegato (per tre anni) all'Università utile per un contratto di tre anni
inizia, per qualcuno, troppo presto rispetto all'ora di convocazione per i
quiz. Quando arriva mezzogiorno c'è chi è lì da più di due ore. Il motivo è
semplice: c'è chi ha snobbato internet e si è fidato della prima convocazione
on-line, non guardando l'aggiornamento di venerdì. Fatica supplementare prima
di infilarsi nelle quattro aule dove è stato estratta la busta con la traccia
numero tre, venti domande e via. C'è stata qualche defezione, ma il limite dei
quattrocento concorrenti è stato sfiorato. Tanti comunque anche perché molte
facce erano le solite: quelle di chi è precario anche da più di dieci anni, di
chi ha fatto più di otto concorsi in pochi anni. Di più. L'occhio attento ha
scrutato anche alcuni precari "sine die", cioè non ancora
stabilizzati ma ahc e hanno in tasca una scrittura privata con l'Università che
li assicura che terranno il posto anche dopo la scadenza del contratto e
troveranno la stabilizzazione appena si libera un posto in pianta organica dei
dipendenti pensionati. Giri di paure da incubo della burocrazia, ma se anche i precari meno
precari di tutti vanno al consorso per tre ani da precario, vuol dire che
l'aria che tira è brutta. I sindacati (Cgil) hanno lanciato l'allarme: i numeri
e le parole del rettore Bistoni dicono che l'Università finché non vede la
moneta del governo, non cede il cammello del posto fisso e a tempo
indeterminato. E l'ultima battaglia si gioca sul filo delle date e dei
conti che presenterà in settimana il ministro Gelmini. Con l'incubo che i
precari, come è già successo, vadano a casa dopo anni di attesa e di diritti
conquistati per la stabilizzazione. Naturalmente al concorso c'erano anche i
precari già messi alla porta. Anche loro hanno combattuto contro l'aria
condizionata a palla. E anche loro sperano di arivare alle orali di domani.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
ECONOMIA &
FINANZA pag. 27 Le imprese chiedono sgravi per chi investe Anche le banche
chiamate a fare la loro parte REGGIO EMILIA SCUOLA, fisco, burocrazia. Tutti da riformare per aiutare l'Italia a ripartire. Parola
della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia (nella foto) intervenuta
ieri pomeriggio alle assemblee delle locali associazioni industriali di Parma e
Reggio. «La riforma più importante è quella della scuola ha sottolineato la
Marcegaglia I dati Ocse indicano che noi spendiamo come gli altri paesi nella
scuola, ma la qualità non è sempre al livello dei migliori». «Nel nostro paese
- ha spiegato ancora - manca la mobilità sociale, chi è povero resta povero
mentre la scuola deve essere un ascensore sociale». Promosso (ma senza lode) il
ministro Gelmini: «Qualcosa sta facendo, ma bisogna dare i soldi alle scuole
buone e agli insegnanti bravi». Tra le priorità nella nuova stagione di riforme
auspicata, il presidente di Confindustria mette inserisce le semplificazioni e
l'eliminazione degli enti inutili («Pensiamo che anche le province in parte lo
siano, ma partiamo pure dagli altri») e le liberalizzazioni. Ma c'è anche il
nodo della pressione fiscale. «In Italia - ha sottolineato - c'è una pressione
fiscale alta in generale, che è salita ulteriormente quest'anno. Sappiamo che
c'è un problema di limiti di bilancio, ma è chiaro che se vogliamo parlare di
competitività e far ripartire l'economia quello della pressione fiscale è un
problema molto serio». La presidente attende quindi con speranza la Tremonti Ter,
augurandosi che contenga sgravi fiscali per gli investimenti sulla tecnologia.
Ma c'è anche un ammonimento alle banche. «I banchieri devono tornare a fare il
loro mestiere. E cioè finanziare le imprese sane. Altrimenti si ritroveranno
con meno lavoro e un paese più povero». Infine, una stoccata al governo: «I
crediti dello Stato verso le imprese sono una vergogna nazionale. Vogliamo che
venerdì il governo dica che in futuro non si ripeterà mai più».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Prov Sulcis
Pagina 2026 Industrie. L'azienda minaccia la chiusura per i costi dell'energia.
Eurallumina, operai a casa e dirigenti tutti a lavoro Gli operai occupano la
Regione Industrie.. L'azienda minaccia la chiusura per i costi dell'energia.
Eurallumina, operai a casa e dirigenti tutti a lavoro I lavoratori della
Portovesme srl presidiano viale Trento --> I lavoratori della Portovesme srl
presidiano viale Trento La loro fabbrica rischia di fermarsi nel giro di dieci
giorni a causa del costo dell'energia la Regione tace. Così gli operai della
Portovesme srl hanno occupato la sede della Giunta regionale. Un centinaio di
lavoratori della Portovesme srl ha occupato ieri mattina la sede della Regione,
in viale Trento a Cagliari: alla fermata totale della fabbrica (annunciata
dalla direzione se non verrà sciolto il nodo sui costi dell'energia) mancano
dieci giorni, ma dalle istituzioni non arrivano risposte e dunque i lavoratori,
esasperati, hanno scelto la strada della protesta più clamorosa. Di buon
mattino sono partiti da Portovesme con pullman e auto, alla volta di Cagliari,
con l'obiettivo di ottenere notizie sul collegato alla Finanziaria regionale
che riguarda i progetti sull'eolico. ALLA REGIONE Era un atto che lavoratori ed
organizzazioni sindacali attendevano per lo scorso venerdì, e che avrebbe
potuto dare il via libera alla centrale eolica che la Glencore vuole realizzare
a Portovesme per l'autoproduzione. Uno dei provvedimenti (insieme alla proroga
delle tariffe energetiche scontate previste dal Governo) per ridurre i costi di
produzione ed evitare la fermata totale. Ma tra le delibere approvate dalla
Giunta Cappellacci non ce n'è traccia in quanto l'esecutivo avrebbe deciso di
inserirlo in un dispositivo ad hoc sull'energia, da approvare in seguito. «Continuiamo
a non trovarci d'accordo sul metodo - dice Mario Crò, segretario Uil - questa
mattina abbiamo dovuto aspettare quattro ore per avere un colloquio con
l'assessore all'Industria, e purtroppo non c'è stato nessun impegno concreto.
Ci chiedono tempo, ma il tempo è abbondantemente scaduto e il problema non si
sta affrontando con la giusta sensibilità». L'OCCUPAZIONE Senza nessuna
assicurazione in merito all'eolico, sindacati e lavoratori hanno deciso di
occupare la sede di viale Trento della Regione insediandosi una buona parte al
piano terra, altri al quarto piano, dove si trova la sede dell'assessorato
all'Industria. «È vergognoso che la politica non si adoperi concretamente per
evitare la fermata totale di una fabbrica, in presenza di una multinazionale
che vuole investire - dice Tore Cappai, della Filcem Cgil - l'obiettivo comune
dovrebbe essere la tutela dei posti di lavoro, invece le decisioni politiche
tardano ad arrivare e tra qualche giorno avremmo il paradosso
di una fabbrica ferma per le lentezze della politica e della burocrazia». L'occupazione in viale
Trento è proseguita per tutto il giorno. A tarda sera i lavoratori si sono
preparati a trascorrere la notte nel palazzo. «Non ce ne andremo da qui fino a
quando non sarà fissato un incontro con tutti gli assessori competenti, la
Presidenza della Giunta e l'azienda - dice Fabio Enne, segretario della
Cisl - purtroppo la giornata di oggi ha confermato tutta la nostra delusione:
abbiamo sentito tante parole, ma per scongiurare la fermata servono fatti
concreti che finora non ci sono stati». Nel tardo pomeriggio gli operai hanno
ricevuto la convocazione da parte del presidente Cappellacci e hanno deciso di
interrompere il presidio. EURALLUMINA Una fabbrica sta per fermarsi, ma nel
Sulcis ce n'e un'altra ferma ormai da marzo, l'Eurallumina di proprietà Rusal.
Venerdì è stata convocata un'assemblea generale dei lavoratori, particolarmente
preoccupati dalla notizia che, contrariamente a quanto era stato promesso, le
banche non hanno congelato i mutui per i prossimi 12 mesi. I lavoratori sono
anche sul piede di guerra perché nonostante la fabbrica sia chiusa sette
dirigenti sono rimasti regolarmente al loro posto. «A dirigere cosa e chi non
si capisce - dice Sergio Murenu, rappresentante Rsu - visto che la fabbrica è
ferma e i lavoratori in cassa integrazione». ANTONELLA PANI
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Prov Medio Camp
Pagina 3025 Dietro le quinte. La loro azienda di Villacidro ha vinto ad Andria
il primo premio internazionale per il miglior olio biologico «La libertà? È un
oliveto nel silenzio della campagna» Dietro le quinte.. La loro azienda di
Villacidro ha vinto ad Andria il primo premio internazionale per il miglior
olio biologico Giovanni Deidda e Franca Maria Serra: abbiamo realizzato un
sogno Impiegato e maestra hanno lasciato tutto per dedicarsi all'agricoltura
--> Giovanni Deidda e Franca Maria Serra: abbiamo realizzato un sogno
Impiegato e maestra hanno lasciato tutto per dedicarsi all'agricoltura DAL
NOSTRO INVIATO PAOLO PAOLINI VILLACIDRO All'ombra di 1850 ulivi si realizza il
sogno maturo di Giovanni Deidda e Franca Maria Serra. Impiegato comunale e maestra,
tra il 1999 e il 2000 hanno tagliato col passato per abbracciare l'agricoltura.
«Mai pentiti», giurano in un'intervista a due voci, «Abbiamo appena avuto il
premio internazionale Biol per il migliore olio biologico, meglio di così». Due
ragazzi di sessant'anni o giù di lì che hanno cambiato vita per scommessa.
Inscatolati in aule e uffici per una fetta importante della vita, non hanno mai
smesso di progettare la fuga: «Nel 1990 abbiamo fatto la ricerca dell'acqua in
un terreno che avevamo ricevuto in eredità. Pensavamo di venderlo, ma abbiamo
cambiato idea. C'era un mandorleto improduttivo che abbiamo sostituito con due
varietà di olive: nera di Villacidro e nera di Gonnosfanadiga. Pensavamo:
"Quando andremo in pensione, cosa faremo?" Così è nata l'azienda che
prende il nome dalla zona: Masoni-Becciu». Aiuti pubblici? «Un contributo per
impiantare gli ulivi». Quanto olio producete? «Più o meno tremilacinquecento
litri e un po' di olive in salamoia». Il bello del lavoro in campagna? «L'aria
aperta, il silenzio, sentirsi liberi e meditare. È un po' come stare in mezzo
al mare». Il lato brutto? «La stanchezza a fine giornata, ma per chi lavora la
fatica è parte dell'esistenza. Comunque è stato molto più usurante resistere in
Municipio per trent'anni, soprattutto perché non avevo le stesse idee dei
padroni del vapore. Arrivare in campagna è stata una liberazione». Rimedi
contro l'invidia altrui? «Se si è sicuri di ciò che si fa, l'invidia non ti
scalfisce. Dico sempre: è giusto che chi ha dei meriti li veda riconosciuti».
Come dividete i compiti? «Mio marito cura l'aspetto amministrativo, mentre io
garantisco l'ordine nel laboratorio. In azienda lui usa il trattore o la
motosega, ma la raccolta delle olive la facciamo insieme. Preparo anche il
pranzo per chi ci aiuta in queste occasioni». Mai pensato di mollare? «La nave
non si abbandona mai. E poi nostra figlia si è iscritta e laureata in Agraria,
anche il marito è un agronomo. Entrambi partecipano alla vita dell'azienda». Il
prezzo del vostro olio? «È fermo dal 2004, un litro di olio biologico sfuso lo
vendiamo otto euro. È un prodotto certificato a denominazione d'origine
protetta». C'è chi dice che il marchio biologico spesso è una finzione. «Dal
punto di vista ideale un prodotto biologico non esiste: la perfezione non è di
questo mondo. E infatti la legge parla di agricoltura biologica, non prodotto
biologico. D'altronde anche l'aria è inquinata, con le conseguenze che tutti
possono intuire». I vostri clienti? «Tanti privati e i migliori ristoranti
della Sardegna: la Ghinghetta e Sa Musciara a Portoscuso, a Cagliari Il corsaro
e Crackers, Andreini ad Alghero e tanti altri». Quanti pirati ci sono nel
vostro settore? «Se esistono, non li conosciamo. E non li vogliamo conoscere».
Progetti? «Un'espansione moderata, l'obiettivo è migliorare riuscendo
contemporaneamente a vendere tutto l'olio che produciamo. I nostri figli ci
hanno promesso che in futuro si occuperanno a tempo pieno dell'azienda». Quanti
ne avete? «Una, ma nostro genero ormai è un figlio adottivo». Le piccole
imprese sono la spina dorsale dell'Italia? «Non ho mai creduto a queste cose,
la spina dorsale sono tutti quelli che hanno voglia di fare bene il proprio
lavoro». È un Paese malato di evasione fiscale? «Sempre in regola su tutto, non
temiamo nulla. Se dovessimo sbagliare, pagheremmo subito la multa perché si
tratterebbe di un errore non voluto». Siete diventati ricchi? «Di soldi?» Sì.
«No, ma siamo carichi di soddisfazioni, che valgono molto di più. Avete
presente cosa si prova quando un cliente ti fa i complimenti per la qualità
dell'olio?» I nemici più temibili delle olive sono i
parassiti o la burocrazia?
«Nessun problema burocratico». Difesa d'ufficio dei colleghi di un tempo. «La
velocità della burocrazia dipende
anche dalla capacità e dalla correttezza di chi l'amministra». Perché i giovani
non vogliono più lavorare in campagna? «Non tutti la pensano così.
Comunque un giudizio non sono in grado di darlo perché non conosco la
situazione così bene». Il colore politico delle sue olive? «Non dobbiamo niente
a nessuno». L'agricoltura può aiutare il turismo? «Deve diventare il vero
valore aggiunto. Altrimenti del turismo ai sardi cosa resta?»
( da "RomagnaOggi.it" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
23 giugno 2009
- 0.42 (Ultima Modifica: 23 giugno 2009) RIMINI - Stefano Vitali è il
presidente della Provincia di Rimini. Il candidato del centrosinistra ha
sconfitto al ballottaggio con il 53,59% il candidato Pdl Marco Lombardi, che si
è fermato al 46,40%. Quest'ultimo ha a individuato nel presidente della Regione
Vasco Errani "l'artefice della vittoria" del centrosinistra. Creando
l'alleanza con l'Udc, ha spiegato, "ha cambiato lo scenario". Ma
Lombardi non si abbatte: "ne prendiamo atto e ci muoveremo di
conseguenza". Il vincitore Vitali già pensa al futuro: "nei prossimi
tempi noi dobbiamo subito governare: fin da martedì cercherò di mettermi in
contatto con gli uffici". Per il neo presidente della Provincia occorre
ripartire perché "il nostro territorio - come il resto d'Italia - sta
vivendo una crisi, ma ha grandi potenzialità per affrontarla al meglio". Tra gli obiettivi primari "la riduzione del 10% dei costi
della politica, a partire dal mio stipendio, la creazione di Mister prezzi, un
controllore del carovita ed infine l'istituzione dell'agevolatore, una figura
in Provincia che deve accelerare i procedimenti della burocrazia".
( da "Sicilia, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
il torneo di
leonforte Ultime gare per stabilire la griglia di partenza dei quarti di finale
I problemi delle giovani imprese agricole ennesi sono stati oggetto di un
attento esame da parte dei Giovani della Coldiretti, i quali, alla presenza del
presidente provinciale Francesco De Luca e del direttore provinciale Antonio
Ciotta si sono dati appuntamento per rinnovare il Comitato Coordinatore
provinciale dei Giovani Coldiretti. Il dibattito, vivace ed animato, ha visto
la presenza di numerosi giovani imprenditori agricoli , provenienti da tutto il
territorio provinciale. Gli imprenditori agricoli, in questo momento ,si
trovano in grande difficoltà , sono tante le problematiche che li travagliano
ed hanno avuto la opportunità di rappresentare ai vertici dell'Organizzazione
Professionale Agricola le carenze , che il comparto sta registrando. "In
particolare - sottolinea il presidente De Luca - è stato evidenziato come
l'economia di mercato abbia stimolato la nascita di numerose imprese agricole,
affidate nella gestione ai giovani che, prendendo le redini dell'impresa
familiare o sorgendo dal nulla, si sono scommessi in un progetto
imprenditoriale, mettendo in gioco la posta più alta che è il loro
futuro". Nel corso della riunione è stato eletto il delegato di Giovani
Impresa, nella persona di Benedetto Valvo, il quale ha sottolineato quali le
difficoltà di realizzazione del nuovo Psr i cui bandi ancora non vedono la
luce. Si è anche parlato dell'importanza di un'efficace sistema creditizio ,
che consenta alle giovani imprese una liquidità finanziaria per realizzare
investimenti; l'impatto con una burocrazia molto miope. Il presidente De Luca apprezzando la vivacità dei
giovani presenti ha messo in evidenza la provenienza del giovane venticinquenne
Benedetto Valvo, figlio di Enrico, noto allevatore di Enna , con una certa
esperienza in campo agricolo. Ampia soddisfazione è stata espressa dal
direttore della Coldiretti provinciale, Antonio Ciotta, al termine
dell'incontro, che ha sottolineato che occorre stare vicino alle aziende
agricole, abbandonando vecchie logiche politiche e costruendo insieme le
premesse per un'agricoltura che sia all'avanguardia. Flavio Guzzone
(
da "Sicilia, La"
del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
«Multato all'ospedale di S. Cataldo anche se ho il tesserino da disabile» «Che fine ha fatto il diritto alla salute?». A chiederselo è il padre di una ragazza di 18 anni, costretta a vivere su una sedia a rotelle in conseguenza di un incidente stradale risalente a due anni fa, quando la giovane aveva appena 16 anni e viaggiava, come passeggera, sull'automobile di un amico. Un incidente che stravolge la famiglia, dividendola tra Firenze e Siracusa. Con i problemi economici che una simile situazione comporta e soprattutto con una ragazza costretta a vivere su una sedia a rotelle. All'epoca dell'incidente la ragazza viene ricoverata a Villa Azzurra. Seguono giorni di coma e poi la diagnosi. Agghiacciante: tetraplegia post traumatica C5, che in poche parole si traduce in una vita costretta sulla carrozzina. Ma dopo un periodo di riabilitazione nel centro della Fondazione Sant'Angela Merici la famiglia della ragazza viene a conoscenza dell'esistenza di un istituto privato di medicina fisica e riabilitativa a Firenze, il centro «Giusti». Qui, con uno schema organizzativo mirato e personalizzato, la ragazza fa notevoli progressi. La sua muscolatura comincia a prendere tonicità e seppur aiutata da tutori, riesce perfino a muovere qualche passo. Ma i costi sono alti. «Mia moglie ? racconta il padre della ragazza ? si trasferisce a Firenze con lei e io resto qui con gli altri figli. Ma, a parte i costi per vivere fuori, il centro di riabilitazione ha un costo di quasi 2.000 euro a settimana». Operaio lui, casalinga la moglie, il padre della giovane decide di continuare su questa strada che ha dato i suoi frutti «nonostante ? precisa ? l'Asl mi abbia fatto sapere che non c'è alcuna possibilità di rimborso o di convenzione perché si tratta di un centro privato». Il padre racconta inoltre che, dopo aver speso tutto ciò di cui disponeva, potrebbe utilizzare i soldi dell'assicurazione. «Ma il giudice tutelare ? spiega ? li ha bloccati in quanto mia figlia è minorenne. >Così
tra indifferenza e burocrazia a farne le spese
è solo mia figlia». Inoltre pochi giorni fa al padre della ragazza arriva un
documento del centro di Firenze che, nel ribadire il mancato pagamento di due
fatture per circa 17.000 euro, annuncia la sospensione della terapia se entro 7
giorni non verrà regolarizzata la situazione economica. Ad essere messi da parte sono insomma solo i sogni
di una giovane donna che nonostante tutto continua a lottare e ad avere una
speranza nel futuro. È questo che spinge il padre ad andare avanti nella sua
battaglia. A chiedere un aiuto all'Asl o al giudice che se non
arriverà costringerà l'uomo a rivolgersi al Presidente della Repubblica. Paola
Altomonte
( da "Famiglia Cristiana"
del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
di Beppe Del Colle LITALIA DOPO IL
VOTO, TRA URGENZE ECONOMICHE E QUESTIONE MORALE LE RIFORME, UNA PRIORITÀ PER
RIDARE FIATO AL PAESE Nei giorni scorsi, Benedetto XVI ha invitato i politici a seguire lesempio
di De Gasperi (foto), lo statista di «riconosciuta dirittura morale, basata su
una indiscussa fedeltà ai valori umani e cristiani». Finita londata
elettorale a doppio turno, con linfelice puntata referendaria, è il momento in
cui ci si può permettere un esame di coscienza sullItalia
che cè e su quella che vorremmo. LItalia che cè sembra essere
quella denunciata dalla scarsa affluenza alle urne: un Paese deluso, una
democrazia indebolita psicologicamente da troppe cadute non solo di stile ma anche
di moralità, alle prese con una crisi che difficilmente può essere analizzata
partendo da punti di vista opposti, lottimismo e il
pessimismo. De Gasperi (foto Ansa). La Confindustria prevede per il 2009 un calo del 4,9 per cento nel
Prodotto interno lordo, del 17,3 per cento nelle esportazioni di beni e di
servizi, del 13,1 per cento negli investimenti fissi produttivi, di quasi il 2
per cento nei consumi delle famiglie; mentre aumenterà dell8,6
per cento la
disoccupazione. La presidente Marcegaglia ha detto che «senza riforme il
rischio vero è che ci metteremo cinque anni per tornare ai livelli di crescita
del 2007» (quando già non erano alti). Accettando queste percentuali e la
diagnosi che ne consegue, possiamo permetterci di discutere su un argomento
sulla bocca di tutti, politici di governo o di opposizione, economisti,
sindacalisti, giornalisti economici: le riforme necessarie. Si tratta di
riforme strutturali, cioè che toccano i fondamenti delleconomia
e della società nazionale e riguardano, secondo Confindustria,
«liberalizzazioni,
burocrazia, giustizia civile, istruzione, rapidità
nelle infrastrutture». Altre due riforme, non citate nellelenco,
riguardano il sistema pensionistico e quello del lavoro. In particolare è questultimo
che richiede un minimo di riflessione, visto che laumento della
disoccupazione toccherà circa un milione di persone, che in prevalenza sono già
vittime di una politica del lavoro fondata su una molteplicità di tipi di contratto a termine, stabiliti
nellultimo decennio: ben 45, come ha calcolato il sociologo Luciano
Gallino. Il quale sa benissimo da che cosa dipende il delicatissimo fenomeno:
dalla globalizzazione, che sta creando differenze sempre meno sopportabili fra il mondo occidentale (europeo,
in particolare) e il cosiddetto Bric (Brasile, Russia, India, Cina), in cui lassenza
di welfare e i costi del lavoro inferiori ai nostri costituiscono la vera
rivoluzione del secolo. Anche le "liberalizzazioni" (di cui parla la Marcegaglia; Gallino le
chiama più concretamente privatizzazioni) devono essere considerate con
attenzione, visto quanto incidono sulla strategia di trasformazione delleconomia
da produttrice di beni e di servizi per tutti gli abitanti della Terra in «un terreno su cui mietere
sempre maggiori rendite e profitti» (Luciano Gallino: Con i soldi degli altri,
Einaudi). Infine, per tornare allinizio: che Italia è
questa di oggi? Benedetto XVI ha ricordato la scorsa settimana Alcide De
Gasperi, statista di
«riconosciuta dirittura morale, basata su una indiscussa fedeltà ai valori
umani e cristiani», come pure la sua «serena coscienza che lo guidò nelle
scelte della politica, senza mai servirsi della Chiesa per fini politici». Non
facciamo paragoni offensivi. LItalia di oggi non è
più quella del dopoguerra, impegnata nel ricostruire sé stessa dai disastri
della dittatura, partendo dai princìpi cristiani contenuti nel Codice di
Camaldoli, profezia delleconomia mista pubblico-privato. Quella del "Piano
Fanfani" e
del sindaco La Pira, per intenderci. Dove sono adesso gli omologhi?
( da "Famiglia Cristiana"
del 23-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
di Fulvio Scaglione foto AP/La Presse COSÌ CAMBIA IL MEDIO
ORIENTE - IRAN ALLE RADICI DELLO SCONTRO CHE SCUOTE IL PAESE UN POPOLO DUE
ANIME Giovani, donne e borghesi da un lato. Burocrati, miliziani e contadini
dallaltro. Gli ayatollah hanno spaccato lIran. Tutto può essere. Che Mahmud
Ahmadinejad abbia davvero ottenuto senza brogli i 24,5 milioni di preferenze
che gli vengono attribuite, cioè 8 milioni di voti in più di quelli ricevuti
nel 2005, quando da sindaco di Teheran divenne presidente della Repubblica. Che
il regime guidato dallayatollah Ali Khamenei riesca
infine a soffocare senza troppe vittime la protesta. Persino che
lOccidente continui a scambiare per rivoluzionario Mir Hossein Moussavi,
che fu tra i più stretti collaboratori di Khomeini e primo ministro negli anni della
guerra contro lIrak (1980-1988) e che sui temi decisivi
(per esempio il diritto dellIran al nucleare) la pensa come Ahmadinejad.
Ma da quando i seguaci di Moussavi sono scesi in piazza, una cosa è diventata
impossibile: nascondere
che lIran, trentanni dopo la rivoluzione islamica, è un Paese
diviso in due e più che mai diviso. Manifestazione a favore dell ayatollah Ali
Khamenei. Il paradosso sta nel fatto che proprio la Rivoluzione islamica, dei
cui valori Khamenei e Ahmadinejad si proclamano custodi, potrebbe aver innescato
alcuni dei mutamenti epocali che ora minacciano il loro potere. In nessun altro
Paese del Medio Oriente, per dirne una, il tasso di alfabetizzazione della
popolazione sfiora l80 per cento e le ragazze sanno di poter studiare tanto
quanto i maschi, in media 13 anni. Come stupirsi, dunque, se oggi, in prima
linea nei cortei, ci sono proprio le ragazze e magari le loro madri, che
giovanissime videro la caduta dello scià e il trionfo di Khomeini? E se lIran ha 24 milioni di utenti Internet
(e più di 30 milioni di cellulari) su meno di 67 milioni di abitanti, di nuovo
come nessuno in Medio Oriente, e connessioni telefoniche a costo relativamente
basso, come stupirsi poi se proprio in rete esplode e si diffonde la voglia di
cambiamento? Scuola e università. Computer e cellulari. Giovani e donne. Non si
parla di operai e contadini, o di soldati ribelli. E infatti quanto accade a
Teheran non somiglia a una rivoluzione (islamica, bolscevica
)
ma piuttosto alla fine
del socialismo reale, che abbiamo sempre chiamato "crollo" e avremmo
invece dovuto chiamare "collasso". Uno degli enormi cortei nel centro
di Teheran. Molto giovò, al disfacimento dellUrss
e del suo impero, la scomparsa del nemico. A che scopo campare così male, fare tanti sacrifici?
Un simile spaesamento colpisce oggi tanti iraniani. Saddam Hussein non cè
più, e in Irak è subentrato un regime dominato da sciiti che saranno pure
aiutati dagli Usa ma hanno studiato e sono stati in esilio in Iran. George Bush non cè
più e al suo posto è arrivato un nero come Obama, che manda pure gli auguri di
buon Capodanno. Chi resta ora da temere? Inevitabile, a questo punto, guardare
in casa propria. E la vista non è delle migliori. Sarebbe forse successo anche
prima se la
Casa Bianca non avesse invaso lIrak, fornendo così
agli ayatollah un gigantesco diversivo. Tra il 1988 (quando il prezzo del
greggio era sotto gli 11 dollari a barile) e il 2006, gli incassi petroliferi
dellIran crebbero di 4 volte. Negli stessi anni, il budget dello Stato crebbe
di 8 volte, facendo decollare linflazione, che le
autorità iraniane hanno valutato nel 28% lanno scorso, con la
disoccupazione al 13% e un debito pubblico pari al 25% del Prodotto interno
lordo. Risultato strepitoso, se si pensa che labbondanza di giovani
istruiti (il 60% degli iraniani ha meno di 25 anni) e di petrolio (il 9% delle
riserve mondiali di greggio è qui, lIran è il quarto tra i produttori)
renderebbe lo sviluppo economico quasi inevitabile. Sostenitori di Moussavi. Ma il sistema iraniano,
proprio come quello sovietico, non è fatto per sviluppare il Paese ma per
nutrire sé stesso. Le bonyad (fondazioni) controllano circa il 30% delleconomia
ma non pagano tasse, rispondono solo alla guida suprema Ali Khamenei, sono in un modo o nellaltro
legate ai comparti vitali del regime. Aggiungiamo a questo che il settore
petrolifero è controllato dallo Stato, che a sua volta pratica con larghezza
una politica di sussidio ai consumi delle fasce più povere della popolazione, e avremo la spiegazione di
quanto vediamo ora nelle strade di Teheran. Un sistema che non funziona e
mortifica la classe media imprenditrice, i commercianti, i giovani istruiti,
mentre spende per gratificare proletari, contadini, miliziani, pasdaran e i
membri della sterminata burocrazia di Stato. Gli
stessi schieramenti che poi vediamo in strada, gli uni a urlare in favore di
Moussavi, gli altri a menare per conto di Ahmadinejad. Poco importa, ormai, se
dietro a tutto questo cè anche la rivalità tra layatollah
Khamenei e layatollah Hashem Rafsanjani, già presidente (1989-1997) e
figura autorevole nella lista Forbes degli uomini più ricchi del mondo. Nel
Medio Oriente che cambia, anche personaggi come loro possono resistere o
seguire londa, ma non essere lacqua.
( da "Stampa, La" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
PALAZZO NATTA.LA PRESENTAZIONE Dieci assessori
"Giovani entusiasti" La giunta Sozzani è da ieri al lavoro Prevista
una verifica ogni sei mesi sulla attuazione del programma [FIRMA]RENATO AMBIEL
NOVARA Da ieri mattina la giunta Sozzani è operativa. Succede 15 giorni dopo le
elezioni: quasi un record. Il presidente ha firmato le deleghe per i dieci
assessori che sono poi stati presentati nell'aula consigliare prima di
raggiungere le rispettive sedi dislocate in diversi edifici del centro storico.
Dopo il tourbillon di cambiamenti decisi all'ultimo momento, da chi avrebbe
lasciato il palazzo, i nuovi devono racapezzarsi anche loro. Figurarsi i
cittadini utenti: sono a dir poco disorientati. Così si comprende come uno dei
primi impegni del nuovo esecutivo sarà quello di ridurre la burocrazia e i tempi che separano l'ente dai cittadini. «La gente si
aspetta da noi risposte concrete in tempi brevi dovremo essere in grado di
soddisfare queste esigenze -ammette Sozzani -. Nel primo incontro informale ho
trovato persone entusiaste del loro nuovo ruolo in grando di rispondere alle
esigenze della politiche ed al tempo stesso pragmatiche che ci consentiranno di
tenere fede all'impegno per una giunta del fare...e di lavoro ce n'è
davvero tanto». Esecutivo giovane, con un'età media di 41, anni e mezzo. Tre
assessori (Tenace, Policaro e Godio) hanno già avuto esperienze di giunta a
palazzo Natta ma tutti possono vantare un buon passato amministrativo. E poi si
va decisamente nella direzione del cambiamento. E' da intendere così anche una
sorta di coordinamento con i rappresentanti dei due partiti di maggioranza
(Antonio Tenace per il Pdl e Angelo Luca Bona per la Lega) che lavoreranno a
stretto contatto con il presidente per dar modo a Sozzani di avere sempre il
polso della situazione e l'umore della maggioranza quando si tratta di prendere
decisioni relative alle strategie politiche che richiedono consultazioni
immediate. Due le verifiche previste: ogni sei mesi per quanto concerne il
programma e ogni anno per l'andamento dell'attività amministrativa. Per
favorire la conoscenza delle problematiche sul territorio(ben rappresnetatoi
anche in Giunta oltre che in Consiglio) Sozzani ha ribadito la volontà di
istituire quanto prima cinque comprensori. Ma la giunta andrà anche in trasferta
proprio per testimoniare la volontà di vicinanza ai problemi della gente. Il
nuovo Consiglio che si riunirà per la prima volta lunedì prossimo dovrà
provvedere anche alla nomina di sei nuovi consiglieri in sostituzione degli
eletti che sono entrati a far parte dell'esecutivo.Marzio Liuni, Lega Nord
Giardiniere, 45 anni, novarese. Deleghe all'agricoltura, caccia e pesca,
parchi, aree protette e valorizzazione risorse naturali.Alessandro Canelli,Lega
Investigatore, 38 anni, di Novara si occuperà di cultura, università, ricerca,
sicurezza e polizia, sport e tempo libero.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Ogliastra Pagina 6032 Osini Case in proprietà ai residenti
trent'anni dopo la ricostruzione Osini --> Potrebbe essere vicino il lieto
fine per una grana senza tempo. Una storia che ha dell'incredibile, iniziata
con una frana e affogata per 58 anni nel fango della burocrazia. La vicenda della proprietà
delle case ricostruite dopo l'alluvione del 1951. Il disastro che costrinse gli
abitanti di Osini ad abbandonare il borgo madre per ricostruire una vita
qualche centinaio di metri più in là. Da oltre 30 anni le famiglie che vivono
nelle case, gli eredi, quelli che le case le hanno avute solo qualche anno fa,
aspettano venga loro riconosciuto il diritto alla nuda proprietà. Tante volte
negli ultimi anni (l'ultima nel 2004) sembrava che la faccenda potesse essere
risolta. Illusioni e speranze, una lunghissima scia di promesse mancate. Ma
forse è davvero arrivato il momento propizio. Nei giorni a Cagliari si è tenuta
una conferenza di servizi. È stato tracciato l'iter che nei prossimi mesi (con
tutti gli scongiuri del caso, dovrebbe sciogliere i nodi. Cosa succederà. A
settembre l'agenzia del demanio, che detiene i diritti sulle case cederà i
titoli alla Regione che a sua volta incaricherà il Comune di compiere tutti i
passi necessari per assegnare la piena proprietà ai cittadini. La buona notizia
arriva in un settore, quello dell'edilizia, che nell'ultimo anno a Osini ha
beneficiato di importanti novità. Nei primi mesi del 2008 erano infatti stati
assegnati 33 lotti agli eredi degli sfollati del dopo alluvione che nel 1951
distrusse il vecchio abitato. Nel contempo il Comune aveva avviato i lavori per
altri 20 appartamenti all'ingresso dell'abitato, mentre i primi sedici erano
già stati assegnati. Dopo anni di attesa tanti osinesi, e tra loro molte
persone che vivono fuori, emigrati di lungo corso che hanno deciso di rientrare
i paese, potranno avere una nuova abitazione. Da non dividere con nessuno,
neppure con i demanio.
( da "Tirreno, Il"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
LA NOVITà Ulrica è la prima eletta nel collegio Grosseto
VIII GROSSETO. Per la prima volta il collegio Grosseto VIII (Roselle, Istia,
Batignano, Grosseto zona ospedale) ha eletto un consigliere provinciale: è
Ulrica Fatarella, 36 anni, segretaria del circolo di Roselle e Istia del
Partito Democratico e neo consigliera provinciale. «E' un risultato importante,
soprattutto alla luce di alcuni ostacoli incontrati durante la campagna
elettorale - afferma Ulrica Fatarella -. Desidero ringraziare tutti gli elettori
che hanno dato fiducia al Partito Democratico e alla mia persona, e che hanno
così contribuito all'elezione di Leonardo Marras a Presidente della Provincia.
Un grazie, in particolare, a tutte quelle persone che hanno deciso di impegnare
una parte del loro tempo per partecipare in modo attivo alla campagna
elettorale. Sono convinta che il valore aggiunto del Partito Democratico sia
proprio nella capacità di condividere con la gente comune idee e proposte
politiche». «Per prima cosa, farò di tutto per mantenere le promesse fatte in
campagna elettorale - afferma la neo consigliera provinciale - a partire dalla
filiera corta per le produzioni tipiche e dallo snellimento
della burocrazia in
agricoltura, fino all'apertura a Roselle di una biglietteria per il Parco
Archeologico, alla valorizzazione all'area collinare compresa fra Batignano e
Montepescali e al recupero del Centro di Canottaggio di Istia. Oltre a questo,
vorrei dare un contributo affinché vengano valorizzate le iniziative di
solidarietà dei Centri Anziani, le loro reti di sostegno sociale e la
promozione del volontariato. Per finire, ritengo si debbano prendere in
considerazione soluzioni efficaci ai problemi della circolazione nella zona
dell'ospedale e a Roselle».
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
VETRINA CASALECCHIO pag. 18 La bolletta della luce? Un
abbaglio «Io centomila euro non li pago» MONTEVEGLIO MAXI FATTURA AD UN
RISTORANTE SARDO MONTEVEGLIO «QUANDO l'ho ricevuta mi sono preoccupato. E tanto
anche! Ma poi ho pensato: mica la pago una bolletta tanto alta, non ho neanche
i soldi!» e così Attilio Curreli, titolare del ristorante-pizzeria Ajo' di
Monteveglio, invece di pagare o contestare una salatissima fattura da 100 mila
euro emessa dell'Enel, l'ha affissa davanti alla cassa: un argomento in più per
uno scambio di battute con i suoi avventori. Eppure questa bolletta da
99.978,38 euro, riferita al bimestre maggio-giugno, non è uno scherzo, così
come la scadenza per il pagamento. L'ultimo giorno era ieri, 23 giugno.
Normalmente le bollette elettriche della società titolare di questo locale dove
si servono le specialità sarde ammontano a 5-600 euro a bimestre. E Attilio
Curreli non ha dubbi sul fatto che si tratti di un errore. «Mi sono accorto
subito dice che c'era qualcosa che non andava. Una bolletta da 200 milioni di
vecchie lire è per forza un abbaglio. Ma come si fa? Se ne sentono tante.
Ovviamente ho subito telefonato al numero verde e all'ufficio informazioni. Mi
sono fatto ore ed ore di attesa e di colloqui inconcludenti al call center racconta
il giovane cuoco sardo e solo dopo tre giorni sono riuscito a parlare con un
ufficio che mi ha dato una indicazione precisa: il numero di telefono della
sede di Bologna dove, secondo loro, io sarei dovuto andare per ricevere
spiegazioni. Ma come faccio? Io devo lavorare, dopo avere perso ore ed ore al
telefono mi perdo un'altra mezza giornata? Ho lasciato detto tutto
all'operatore, lasciato i dati, il numero di fattura, le scadenze. Tutto quello
che mi hanno chiesto. Fino ad ora però non si è fatto vivo
nessuno ed io ho timore che con tutta questa burocrazia va a finire che mi staccano la corrente!». Una ipotesi
fortunatamente remota dal momento che l'ufficio comunicazione dell'Enel, dopo
avere esaminato la pratica e fatte le verifiche, spiega al Carlino che si
tratta di un errore materiale che verrà al più presto corretto. «Siamo
davanti ad un errore di lettura del contatore e, trattandosi di una società, la
cosa non è stata subito rilevata. Ci scusiamo con il cliente, anche per il
disagio arrecato, correggeremo al più presto la bolletta» chiarisce la società
elettrica. Tira un respiro di sollievo anche Curreli: «Meno male! Adesso che
sento questo sono molto più sereno. Sarò comunque tranquillo solo quando avrò
la comunicazione ufficiale». Gabriele Mignardi Image: 20090624/foto/1189.jpg
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
MODENA pag. 13 Servizio civile decimato' da tagli e burocrazia La denuncia della Cnesc: «Giovani penalizzati» ANCHE impegnarsi
per gli altri può diventare difficile. Di recente infatti sono stati pubblicati
alcuni dati preoccupanti, che parlano di una riduzione del 75 % dei giovani che
saranno coinvolti nel servizio civile nel 2010 rispetto all'anno scorso (in
tutto saranno 25mila). Quello che stupisce è che la causa del calo non è
la mancanza di voglia o un improvviso crollo del senso civico da parte dei giovani,
ma sono i tagli delle risorse pubbliche e le lungaggini normative, che hanno
fatto slittare la pubblicazione dei bandi a ridosso delle ferie estive. Punti
che necessitano di una riflessione, e che sono al centro del Cnesc, la
conferenza nazionale enti servizio civile a cui aderiscono numerosi enti
operanti nel volontariato a livello nazionale, tra cui Arci, Acli, Wwf e
Legacoop. «I RITARDI accumulati e le lungaggini di cui si parlava spiegano dal
Cnesc hanno fatto slittare la pubblicazione delle graduatorie, prevista tra
pochi giorni, e così le associazioni e gli enti non sanno ancora quali progetti
potranno esser proposti ai giovani e quindi non possono attivarsi per la loro
promozione. A questo ritardo vanno aggiunte le difficoltà legate al periodo
estivo, che da sempre la Cnesc denuncia come inadatto per il bando. Sono tutti
ostacoli per i giovani che vogliono partecipare al servizio civile». Anche la
valutazione dei progetti è indicata dal Cnesc come fattore problematico. «Anche
quest'anno spiegano infatti si sono di nuovo manifestate in tutta la loro
evidenza le criticità del sistema di ripartizione delle competenze tra Stato e
Regioni. Pare che il bando verrà pubblicato solo il 26 giugno anche a causa del
ritardo con cui alcune Regioni hanno valutato i progetti di servizio civile
nazionale presentati dagli enti. Inoltre, i criteri di valutazione utilizzati e
il livello minimo necessario per l'ammissibilità dei progetti non sono stati
unanimi a livello regionale e tra questo e il livello nazionale». Sotto accusa
anche le scarse informazioni fornite sui criteri utilizzati per la valutazione
dei progetti e sulle regole che varranno per il futuro, «che contribuiscono a
rendere ancora più difficoltoso il lavoro di progettazione futuro». IN QUESTO
quadro poco confortante la Cnesc chiede «che parta subito il processo di
riforma normativa per superare insieme le criticità e per valorizzare le grandi
opportunità offerte dal servizio civile nazionale. Inoltre, si propone che si
prevedano risorse aggiuntive per l'avvio quest'anno di almeno altri 10mila
giovani e che si rendano subito noti i progetti che saranno inseriti nel
bando». Image: 20090624/foto/5511.jpg
( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
FORLI' PROVINCIA pag. 7 CON UNA DECISIONE salomonica, il
nuovo sindaco di Civitella Pierangelo Bergamasch... CON UNA DECISIONE
salomonica, il nuovo sindaco di Civitella Pierangelo Bergamaschi ha composto la
giunta di sei assessori, tre di Civitella e tre di Cusercoli. I tre civitellesi
sono: Chiara Cesarini, 31 anni, archeologo, che assume la carica di vice
sindaco; Tania Ravaioli, 28 anni, nubile, geometra; Maria Pia Mingozzi, 46
anni, insegnante, sposata e con due figli. I tre assessori che abitano a Cusercoli
sono: Katiuscia Gentili, 28 anni, psicologa, sposata e con una figlia, unico
assessore confermato della passata legislatura, che ha raccolto il maggior
numero di preferenze (69); Jimmi Ravaglia, 32 anni, sposato, imprenditore
agricolo, segretario comunale del Pd e consigliere comunale della passata
legislatura; Giovanni Rosati, 62 anni, pensionato, sposato e con una figlia.
«La giunta assicura Bergamaschi è stata formata non solo in base ai criteri di
territorialità dei due principali centri, ma soprattutto tenendo conto del
rinnovamento, delle preferenze, della disponibilità di tempo e impegno, della
professionalità». Per ora il primo cittadino ha individuato gli assessori,
senza però attribuire le deleghe, «che saranno decise spiega Bergamaschi insieme
a tutti i componenti della lista». LA GIUNTA sarà presentata al primo consiglio
comunale, fissato per domani alle 20.30. Il sindaco sarà in
Comune dal martedì al venerdì con ricevimento al pubblico dalle 9 alle 13. I
principali problemi che già scottano sul tavolo del primo cittadino? Il
mantenimento dei servizi, la sicurezza degli edifici scolastici, la viabilità
comunale, la difesa del cittadino e lo snellimento della burocrazia. Quinto Cappelli
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Sussidiarietà: insieme la crisi non si subisce ma la si
affronta --> Le piccole imprese puntano a più libertà, ma non a privilegi
Spirito collaborativo fondamentale per creare ricchezza diffusa Mercoledì 24
Giugno 2009 ECONOMIA, pagina 40 e-mail print Libertà d'impresa (non privilegi),
alleanza tra imprenditori e lavoratori, collaborazione tra imprese per creare
una ricchezza diffusa. Su questi cardini si sviluppa la sussidiarietà nelle
piccole e medie imprese, secondo quanto evidenziato dal Rapporto presentato
ieri al Centro Congressi Giovanni XXIII, nel convegno promosso da Imprese e
Territorio, Ikaros e Fondazione per la Sussidiarietà. «Le piccole e medie
imprese rappresentano il 99,9% del totale delle aziende attive nel Paese,
raccolgono l'81,7% degli occupati e contribuiscono per oltre il 71% alla
creazione di valore aggiunto. Il 54,5% delle Pmi coinvolte nell'indagine
(1.600, nella fascia tra 15 e 250 addetti) - ha spiegato Gianmaria Martini,
ordinario di Economia all'Università di Bergamo - vuole più semplificazione
burocratica amministrativa e fiscale per favorire lo sviluppo. La
defiscalizzazione per favorire le imprese che operano per scopi sociali trova
d'accordo il 28,5% delle aziende. Il 36,3% delle Pmi vuole la contrattazione
salariale decentrata e il 58,3% è abbastanza d'accordo con questa ipotesi. La
sussidiarietà per loro si estrinseca all'interno nella centralità e nella
crescita della persona e all'esterno nelle realtà con le quali quotidianamente
si trova a dialogare: clienti, fornitori, stakeholders (portatori di interessi,
Ndr), territorio». «Lo scopo dello Stato - ha osservato Daniele Nembrini,
presidente della Cooperativa Ikaros - è di garantire le condizioni perché
ciascuno possa esprimere se stesso, la propria capacità di intrapresa, il
proprio desiderio di costruire qualcosa di buono per sé e per tutti». Un concetto
di sussidiarietà che «Imprese e Territorio ha declinato nell'associazionismo -
ha ricordato Sergio Bonetti, presidente del sodalizio, soggetto politico
sindacale, nato nel 2007, che riunisce dieci associazioni d'impresa
bergamasche, dall'industria all'agricoltura, dal commercio alla cooperazione,
in rappresentanza di 90 mila aziende e 314 mila addetti - per favorire la
vicinanza al territorio e per far vivere le aziende, non far licenziare i
lavoratori, accompagnare le imprese nella loro crescita. Nel rispetto delle
regole, della solidarietà, nella visione del bene comune». «Il rapporto mette
bene in evidenza il nesso tra il bene delle persone e quello delle imprese - ha
sostenuto Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere -; mettere al
centro la persona vuol dire anche responsabilizzarla. È l'unica modalità
attraverso la quale si genera poi il bene comune». In questo ambito, «il ruolo
dei corpi intermedi è importante, perché la persona da sola non può far fronte
alle difficoltà. Insieme, la crisi non si subisce, ma si affronta.
L'individualismo uccide. I corpi intermedi, invece, svolgono un ruolo di
accompagnamento, creano socialità e la mantengono viva». «La crisi ci ha reso
più coscienti sull'importanza della valorizzazione della singola persona - ha
aggiunto Scholz - della sua dignità, a prescindere da quello che può dare.
Valorizzazione che, unita alla responsabilizzazione, può fornire un contributo
notevole alla democrazia del Paese». «Il rapporto ci dice che nella corsa dei
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
CESENA PRIMO PIANO pag. 5 di ANDREA ALESSANDRINI ANTONELLA
Celletti (Lega) e Luigi... di ANDREA ALESSANDRINI ANTONELLA Celletti (Lega) e
Luigi Di Placido (Pri) hanno già affilato le armi e graffiato la nuova
amministrazione e il sindaco Paolo Lucchi. Che opposizione faranno invece il
Pdl e il suo capogruppo Italo Macori, tacciato di eccessiva morbidezza e
financo di inciucismo col centrosinistra in campagna elettorale, che lunedì a
65 anni siederà per la prima volta nel seggio di consigliere comunale? «Sulla
storia dell'inciucio non rispondo neanche più, visto che è una abissale
stupidata. Quanto all'opposizione, vedrete: sarà seria, serissima risponde
Macori . Non urlata, perché il mio stile non è quello, ma fermissima sul merito
dei problemi e, qualora fosse richiesto, sul metodo. Faremo un'opposizione
utile, che paghi». Può essere più preciso? «Se, come dice a parole, il sindaco
Lucchi vuole puntare sul dialogo anche con i partiti non di governo, lavoreremo
per incidere sulle decisioni, per lasciare un segno anche dall'opposizione, non
per fare semplice velleitaria testimonianza». Ci fa un esempio? «Il nuovo
sindaco minimizza la crisi economica, da quel che ho evinto leggendo le sue
dichiarazioni programmatiche che illustrerà lunedì nella prima seduta del consiglio
e che ha già inviato ai capigruppo. Ecco, noi gli obietteremo, dati alla mano,
che la crisi non va sottovalutata, che le imprese vanno sostenute, che bisogna
intervenire subito con detassazione, sgravamento della burocrazia e velocizzazione dei pagamenti
da parte degli enti pubblici. Ancora: i programmi di Lucchi su traffico e
parcheggi lasciano prefigurare il quadro di una città che sarà posta sotto
vincolo e diventerà ancor meno fruibile. Il Pdl li contrasterà affermando le
ragioni di cittadini liberi e non mortificati negli spostamenti e nelle soste».
Lei crede davvero che la maggioranza possa farsi influenzare dall'opposizione?
«Avremo modo di verificarlo presto. Di certo noi vogliamo renderci utili alla
città e daremo molto filo da torcere a questa giunta». Cosa pensa degli
effettivi della nuova amministrazione? «I fatti diranno se Lucchi è stato
coraggioso o temerario». Lei è pronto a fare per cinque anni il leader
dell'opposizione? «È un impegno gravoso, ma in consiglio siamo in sei, una bella
squadra. Faremo bene e onoreremo l'impegno preso con gli elettori».
( da "Unita, L'" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
GIUSEPPE VESPO Per i giudici del Lavoro di Catania
Salvatore La Ferlita è un caso che fa scuola: da quattro anni entra ed esce dal
Tribunale etneo collezionando sentenze di reintegro al posto di lavoro, ma ogni
volta che ritorna in azienda viene licenziato. La sua colpa sta nell'essersi
infortunato gravemente al braccio sinistro nel 2004, quando aveva 38 anni e
lavorava alla Francesco Ferrara Accardi e Figli, impresa di bitumi e asfalto. Puliva
le macchine utilizzate dai suoi colleghi quando un flacone di sostanze chimiche
gli si è riversato sul braccio, che non era coperto integralmente dai guanti
speciali che si usano per queste mansioni. Risultato: compromessi tendini e
tessuti dell'avambraccio; la corsa in ospedale e i ripetuti interventi
chirurgici gli costano due mesi in corsia e un danno permanente che gli toglie
forza al braccio sinistro. Il calvario Quanto vale questo infortunio lo
stabilisce l'Inail, che valuta l'invalidità lavorativa dell'operaio al 10 per
cento. Troppo poco per avere diritto ad un indennizzo, troppo per svolgere gli
stessi compiti in azienda. La Ferlita fa ricorso e il giudice stabilisce che
l'handicap è del 40 per cento: ha diritto a ricevere dei soldi. Trascorsi sette
mesi dall'incidente, l'operaio torna al lavoro e viene accolto con una lettera
di licenziamento. Per l'azienda non è idoneo a svolgere l'attività per la quale
era stato assunto. Segue fulminea battaglia sindacale corredata dall'intervento
della Prefettura e La Ferlita viene riassunto nel giro di una settimana.
Stavolta dovrà occuparsi della pulizia dei nastri trasportatori. Incubo finito?
Macché, due anni dopo si riparte dal via: l'azienda gli chiede di guidare un
mezzo meccanico, ma viste le sue riconosciute difficoltà non può farlo:
licenziato. Di nuovo proteste, Prefettura, Tribunale. Il procedimento
d'urgenza, richiesto perché l'operaio mantiene con un solo stipendio moglie e
figlio, gli permette di tornare al lavoro dopo otto mesi. L'azienda fa ricorso
e lui vince anche l'appello, viene reintegrato ma visto che la sentenza non è
coercitiva, viene parcheggiato nella nullafacenza, anche se ha diritto allo
stipendio. Diventa così operaio generico. Trascorsi otto mesi l'azienda lo
licenzia di nuovo, perché non è adatto neanche a quel lavoro, stavolta a dirlo
è anche il medico legale. E allora di nuovo: ricorso, appello e reintegro. Il
quarto licenziamento arriva invece con "la soppressione del posto di
lavoro". A nulla sono servite le proteste dei suoi colleghi, due dei quali
si sono pure incatenati, e l'appello al gesto di coscienza fatto dalla
Prefettura ai datori di lavoro. Oggi le pratiche di Salvatore La Ferlita sono
ancora in Tribunale, fanno coppia con i decreti ingiuntivi presentati per ottenere
i soldi persi durante i periodi di inattività forzata. Inail e paradossi Questo
è uno dei tanti calvari che ogni anno i lavoratori infortunati affrontano per
far valere i loro diritti, lesi dopo un incidente dai
datori di lavoro o dalla burocrazia delle Istituzioni. Oggi l'Inail presenta i dati sugli infortuni
in Italia, per i quali troppo spesso si perdono il posto o i diritti di
riconoscimento e indennizzo dei danni subiti. Anni ad inseguire pratiche e
visite mediche, che sovente si traducono in udienze davanti al giudice, con un
danno economico anche per l'Istituto nazionale per l'assicurazione
contro gli infortuni. Chiamato, nel caso vinca il lavoratore, a pagare oltre
alle indennità le spese legali. Fatto sta che nel 2007 un lavoratore su cinque
ha dovuto aprire un contenzioso legale con l'ente per vedere riconosciuti i
propri diritti. Lo dice la Cgil, mentre i dati del bilancio sociale dello
stesso Inail dicono che nel 2006 su 500mila incidenti più di 100mila sono stati
definiti e trattati oltre il termine previsto di trenta giorni. Tempi lunghi
anche per le rendite ai superstiti, cioè gli assegni mensili (in attesa degli
indennizzi) che spettano ai familiari dei lavoratori morti a seguito di un
incidente. Nel 2006 il 29% dei casi (1.186)è stato trattato oltre i tempi
previsti (nel 2005 era il 35%). Ma i paradossi si spiegano meglio con i
protagonisti che con i numeri. Prendete Leopoldo Buzzo, napoletano di 42 anni
che lavorava all'Italcementi (oggi l'azienda fa parte di un'altra società). A
più di dieci anni dall'incidente che lo costringe a fare le pulizie là dove
prima era responsabile alle macchine, è in causa con l'Inail. Racconta che
l'ultimo giorno disponibile prima di chiudere la sua pratica (cioè dieci anni
dopo l'incidente) l'Istituto lo ha chiamato per una visita con la quale gli ha
tolto 10 punti di invalidità. Retrocedendo dal 60 al 50% il suo handicap e
tagliando da 1.200 euro a 700 il suo indennizzo mensile. Lui però ha le stesse
difficoltà di sempre. Certo ha superato le difficoltà psicologiche ma per il
resto è uguale. «Perché l'Inail deve risparmiare sulla mia pelle?», domanda.
Aurelio Ciaus, 52 anni romeno, nel 2002 stava lavorando al Mazda Palace (oggi
Palasharp) a Milano. Un collega gli ha riversato per errore il materiale
ferroso che trasportava col muletto. Gamba rotta e dito amputato, due mesi in
ospedale e tre in una comunità. Lavoro perso e indennizzo, dice il lavoratore,
"arrivato solo due anni dopo. Settemila euro". Mancanza di cultura
Volendo fare il punto, Walter Schiavella - segretario degli Edili della Cgil
(Fillea), categoria tra le più colpite dagli incidenti anche mortali -
individua tre elementi a danno degli infortunati: «I tempi lunghi per gli
indennizzi, il riconoscimento delle nuove tipologie di malattie professionali e
l'onerosità delle azioni legali, alle quali sono chiamati i lavoratori che non
vedono riconosciuti i propri diritti. Cioè quando al danno fisico si aggiunge
spesso la beffa». Un problema culturale per il sindacalista, che punta il dito
contro la direzione assunta dal governo nei confronti della sicurezza sul
lavoro: «Vedi quello che stanno facendo al Testo Unico» e contro le aziende,
che «in linea di principio sono d'accordo a rendere i luoghi di lavoro più
sicuri, poi però le intenzioni non si traducono in fatti, accordi e misure
reali». Ad di là dei numeri che ci fornirà l'Inail, aggiunge il sindacalista,
«è l'assenza di un approccio coerente che rende il fenomeno infortuni ancora
più complesso. Penso alla scarsa attenzione che viene data a quegli aspetti che
sembrano lontani dal problema, ma di cui in realtà fanno parte.
Dall'organizzazione del ciclo produttivo e quindi del lavoro, alle gare
d'appalto al massimo ribasso, giocate sui diritti dei lavoratori. Fino ai
controlli. Perché è vero che smantellando il sistema di leggi sulla sicurezza
smantelliamo diritti. Ma è altrettanto vero che la prevenzione, la formazione,
la regolamentazione del mercato e il Testo Unico, sono nulli se non ci sono
adeguati controlli ed equilibrate sanzioni". Sul tema oggi, contemporaneamente
al Rapporto annuale dell'Inail sull'andamento infortunistico, la Fillea-Cgil
insieme all'Ires, l'Istituto di ricerca di Corso d'Italia, presenta uno studio
sul dopo infortunio. L'obiettivo «è analizzare le conseguenze pratiche e
l'impatto psico-fisico sulla vita dei lavoratori infortunati e verificare quale
sia il percorso che deve essere affrontato per affermare i diritti e perseguire
un efficiente percorso di cura e reinserimento al lavoro».
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Sud sezione: BASILICATA data: 2009-06-24 - pag: 16 autore:
Imprenditoria femminile. Unioncamere: percentuale più alta solo in Molise La
Basilicata «rosa» è seconda in Italia POTENZA Massimo Brancati L'imprenditoria
lucana è sempre più rosa: poco meno di un terzo delle imprese individuali è
guidato da donne, con una percentuale (31,5%) seconda solo al Molise nella
classifica Unioncamere- InfoCamere (su base Registro imprese). Gli ultimi dati
camerali (relativi al 2008) registrano di 14.192 imprese lucane gestite da
donne e 30.862 da uomini, per un totale di 45.054. Scorporando i dati per
provincia, si scorge che Potenza è al 71esimo posto, in Italia, per numero di
imprese individuali al femminile (9.552), con un "peso" delle donne
del 33,21%. Matera è 77esima con 4.640 (il 28,49% rispetto al totale ditte
individuali locali). C'è stata una lieve diminuzione di numero nel 2008 ( come
in Campania, Lazio, Liguria, Piemonte e Val d'Aosta), in linea con la crisi in
atto (-1,75% tra le donne, -1,49% tra gli uomini e -1,58% complessivo).
«Ciononostante i numeri restano alquanto significativi anche in rapporto allo
scenario nazionale – dice il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale
Lamorte –, soprattutto se si pensa che fare impresa in tempi di crisi è molto
più difficile. Se il
( da "Denaro, Il" del
24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Commenti edilizia Costruttore di case e intese Clemente
Del Gaudio:Metto nella Borsa Immobiliare anche la conciliazione Clemente Del
Gaudio, 51 anni, avvocato, terza generazione di costruttori edili, è il
presidente della Borsa Immobiliare di Napoli S.r.l. (Bin), la società di
servizi istituita dalla Camera di Commercio di Napoli con lo scopo di
regolamentare, valorizzare e rendere trasparente il mercato immobiliare di
Napoli. Alla Borsa Immobiliare, società in house della Camera di Commercio di
Napoli, è stata affidata dalla giunta camerale la responsabilità di attuazione
dei servizi organizzativi di conciliazione . Gianpaolo Santoro Quando è nato il
legame con l'edilizia? Direi che è una passione di famiglia che mi è stata
trasmessa e che ho coltivato cercando di proseguire una sorta di tradizione.
Spero di esserci riuscito nel migliore dei modi. E l'altra grande passione? La
politica, nel senso di impegno e attenzione per offrire un contributo alla
soluzione dei problemi della mia città, per la quale nutro un grane amore. In
che modo crede che questi problemi possano essere risolti? Servono efficienza,
capacità di gestione e trasparenza. Credo sia necessaria una grande
concertazione delle categorie professionali, della società civile e delle
istituzioni politiche. In altre parole? Una grande mobilitazione collettiva per
rendere Napoli una città più vivibile ed elevarla al livello delle grandi
metropoli europee. Che definizione darebbe di se stesso? Potrei dire che sono
un imprenditore che ama la dialettica e lo sport, dal momento che ho sempre
coltivato l'hobby dell'equitazione. In un certo senso mi definisco cultore
della mente e del corpo. L'equitazione esercita sempre un certo fascino, è
d'accordo? Verissimo. Sono stato allievo del mitico Alberto Riario Sforza alla
scuola napoletana di equitazione. Quando posso cavalco ancora. Ho una cavalla,
Isotta della Mezzaluna, una mezzo sangue araba che mi dà grandi emozioni. Come
quella di averla vista in gara e ben figurare al concorso di Piazza Plebiscito.
L'organizzazione dello sportello del servizio di conciliazione è stato affidato
alla Borsa Immobiliare. Un compito importante, e anche oneroso? Si, un compito decisamente
di grande responsabilità che cercheremo di assolvere nel migliore dei modi. Per
il migliore funzionamento dello Sportello abbiamo assunto quattro unità
lavorative. Ma non è tutto. Per il settore immobiliare faremo di più.. Che cosa
intende? La Bin si farà promotrice di introdurre la clausola di conciliazione
nei contratti di locazione e compravendita di immobili. Questo, ovviamente, si
tradurrà in maggiore fiducia negli investimenti sul mattone da parte della
popolazione. L'istituto della conciliazione è il modo migliore, più rapido ed
economico per risolvere le controversie?. Certamente questo sistema può
aiutarae in maniera considerevole la soluzione extragiudiziale delle
controversie e snellire diverse procedure. E' una bella sfida anche per noi
operatori. A maggio si è svolto il secondo corso di Alta formazione per gli
operatori del settore immobiliare realizzato in collaborazione con l'Università
La Sapienza di Roma e Tecnoborsa. Vogliamo tracciare un bilancio? Molto
positivo. In due anni abbiamo avuto più di settanta partecipanti. Siamo molto
soddisfatti. E' una esperienza che porteremo certamente avanti. A Napoli c'è
una grande fame di case. E' emergenza abitativa? E' proprio così, siamo di
fronte a una esigenza abitativa molto forte e la fuga dal centro è la logica
conseguenza di una palese carenza di offerta rispetto ad una sempre crescente
domanda. Il "grande esodo" verso la grande area metropolitana è
diventato ormai l'unica soluzione possibile? La provincia è diventata al momento
l'unica valvola di sfogo possibile. Due le ragioni principali, i prezzi ed il
target delle case. Naturalmente la gran parte di domanda è assorbita dalla
richiesta di "prima casa", quindi giovani coppie, ragazzi che
vogliono andare a vivere da soli e pensionati. Ma le case per queste esigenze
sono rarissime E quali prospettive ci sono? Esiste una serie di progetti
dell'amministrazione comunale, nei quali sono impegnati anche i privati, in
avanzata fase di realizzazione. Manca l'espletamento di alcune procedure burocratiche.
Il problema è che l'orologio della burocrazia cittadina scandisce tempi
molto particolari, lentissimi. C'è poi dell'altro. Cosa?? Mi riferisco alla
legge sulla casa del Governo, i possibili ampliamenti per le ville mono e
bifamiliari, concordati con le regioni, una legge molto valida, tra l'altro recepita
celermente dalla Campania. Ma non solo. Si sta lavorando ad un progetto
affascinante che potrebbe consentire molto di più. A che cosa si riferisce? Una
valida prospettiva può essere la costruzione di case secondo la filosofia
dell'housing sociale, cioè ampliare e qualificare l'offerta degli alloggi in
affitto e, in misura minore anche in vendita, mettendo a disposizione nuove
unità abitative a favore di quelle persone che, escluse per ragioni di reddito
dall'accesso all'edilizia residenziale pubblica, non sono in grado però di
sostenere i costi del libero mercato. Ritiene che ci siano anche altre
soluzioni? Si può certamente puntare sugli insediamenti industriali
riconvertiti, che rappresenteranno in talune zone della città una risposta di
grande effetto architettonico con soluzioni innovative e che contribuirebbero
in positivo a modificare il concetto abitativo. Con quale risultato? In questo
modo riusciremmo a far compiere un grande passo in avanti alla città di Napoli
e inoltre a garantire un salto di qualità complessivo che partirebbe
dall'edilizia ed andrebbe a coinvolgere in maniera piena anche la qualità della
vita dei nostri concittadini. del 24-06-2009 num.
( da "Sestopotere.com"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Meno vigili in ufficio e più sulla strada: indagine Sole 24 Ore
colloca Asti tra le città più virtuose per le funzioni della Polizia Municipale
(24/6/2009 11:59) | (Sesto Potere) - Asti - 24 giugno 2009 - Da un'indagine de
“Il Sole 24 ore” risulta che la città di Asti è considerata tra le più virtuose in
relazione alla funzionalità dei servizi di Polizia Municipale e Sicurezza. Il
parametro scelto per tale valutazione è legato all'effettiva presenza dei
vigili sul territorio, infatti il 93% degli agenti è impegnato direttamente
sulla strada. Ciò non accade per esempio in altre città con la medesima densità
di abitanti, dove si è creato il cosiddetto fenomeno della “piramide
rovesciata” per cui il Corpo di Polizia Municipale è meno presente tra i
cittadini ma più legato alla burocrazia degli uffici.
“Non mi stupisce questa positiva valutazione del prestigioso quotidiano -
afferma il sindaco Galvagno - perché in effetti questa situazione è frutto di
una precisa scelta dell'Amministrazione Comunale di Asti, che dopo aver
fortemente potenziato il Corpo dei Vigili Urbani, con uomini e mezzi, ha
operato in modo che i propri agenti siano sempre a contatto con i cittadini, in
prima linea nei luoghi in cui è più necessaria la loro presenza”. “Ma non ci
fermiamo qui - ha aggiunto il Sindaco - è infatti nostra precisa volontà
potenziare ulteriormente i servizi di polizia locale in piena collaborazione
con le altre Forze dellOrdine, attraverso un piano
operativo che proprio in questa settimana il vice sindaco Sergio Ebarnabo, assessore delegato alla
Sicurezza, sta mettendo a punto con il Comando del Corpo. Tale piano prevede
anche una maggiore estensione dei controlli alle periferie e ai centri
frazionari, raggiungendo livelli di efficienza e di funzionalità sempre più elevati”.
( da "Sicilia, La"
del 24-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Scrivono a Berlusconi i tre assessori sospesi «Una parte
del Pdl persevera in vecchi riti» Giovanni Ciancimino Palermo. E' probabile che
il teatrino della politica siciliana si avvii alla fase terminale. Berlusconi
ha convocato protagonisti e comparse con l'intento di trovare una via d'uscita:
un compromesso che salvi la faccia di tutti. In questo quadro si innesta la
lettera al premier di Bufardeci, Cimino e Gentile, sospesi dal partito perché
riconfermati dal presidente Lombardo nel suo governo-bis, contro il parere dei
coordinatori del Pdl. Una lettera fondata sui loro meriti al servizio degli
ideali difesi da Fi fin dalla nascita per il rinnovamento del Paese. Gentile,
però, era sulla sponda di An che pur lottò per gli stessi impegni di
rinnovamento nel quadro dell'alleanza con Fi divenuta indissolubile fino alla
fusione in unico soggetto. Una lettera con cui, evidenziando le loro
benemerenze, i firmatari presentano una sorta di memoria difensiva: «Siamo
quelli che da sospesi abbiamo continuato con passione e orgoglio a ricercare il
consenso per le elezioni europee per il nostro partito, per lei e per il
candidato che abbiamo espresso (Cimino, ndr)». A giustificazione della loro
presenza nel Lombardo-bis, precisano: «In nome di quegli ideali poniamo la
difesa della Sicilia, l'impegno per il suo sviluppo sociale, civile ed
economico al centro del nostro lavoro politico». E poi: «In nome dei nostri
ideali condivisi, presidente, riteniamo doveroso anche lo stimolo, la critica
costruttiva, la proposta nei confronti del governo nazionale, laddove temiamo
che le ragioni dei siciliani possano passare in secondo piano». Quindi: «E' un
dovere che sentiamo da siciliani, perché il consenso del Pdl in Sicilia è un
patrimonio fondamentale per il nostro schieramento a livello nazionale, e non
possiamo correre il rischio che venga intaccato da attenuata sensibilità verso
la nostra Isola». Ecco il clou della memoria difensiva: «Ci siamo intestati la
battaglia per i fondi Fas che devono essere ragione di orgoglio e misura
dell'impegno del governo per la Sicilia e non una colpa, un elemento di
disaffezione dell'elettorato nei confronti del "nostro" governo
nazionale. Ci siamo battuti affinché le somme di denaro confiscate e depositate
nel fondo unico giustizia gestito da Equitalia spa, poste a disposizione del ministero
della Giustizia e dell'Interno, siano reimpiegate nel territorio siciliano».
Che fare, dunque? «Dobbiamo rappresentare - scrivono a Berlusconi i tre
assessori sospesi dal Pdl - con i nostri comportamenti, il nostro lavoro, le
nostre priorità, e anche con le nostre facce, il futuro della Sicilia, non il
suo passato». E qui arriva la stoccata di accusa nei confronti dell'altra parte
del Pdl, quella che ha sancito la loro sospensione: «Dobbiamo, come lei ci
insegna, presidente, segnare una rottura con le liturgie della vecchia
politica, con i veti, con i balletti di potere, che qui in Sicilia hanno una
storia antica e nefasta per la nostra terra». Come dire che, dall'altra parte
del Pdl, c'è il vecchio, anzi il marcio. Ecco, alla luce di queste
considerazioni la certificazione della loro presenza nel Lombardo-bis, seppure,
a onta del no del partito: «Questo è quello che fino a oggi abbiamo fatto
seguendo il suo esempio, presidente. Questo è ciò che riteniamo di dover
continuare a fare, governando la Regione, intervenendo con sollecitudine per
affrontare gli enormi problemi dello sviluppo, delle
infrastrutture, dei trasporti, della sanità, intervenendo per semplificare e
alleggerire il peso della burocrazia sulla vita dei cittadini e delle imprese siciliane. Questa è la
risposta che gli elettori ci chiedono, non quella di proporre fantasiose leggi
per esautorare il presidente della Regione».
( da "Tirreno, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
DAI QUARTIERI L'imbarazzo dei presidenti "rossi"
PRATO. 'è ancora un po' di rosso nella mappa del Comune di Prato. Una
spruzzatina di quel colore che per 63 anni ha riempito una pagina di storia di
questa città. Tocca ai quartieri (oltre alla Provincia) portare alta la
bandiera di questa tradizione politica che si è conservata per così tanti anni:
la circoscrizione Ovest, la Sud e la Nord. Ultimi baluardi di un centrosinistra
che si è fatto scappare una delle sue proverbiali roccaforti. Per i tre
presidenti usciti vittoriosi dalla prima tornata del 6-7 giugno (Giovanni Mosca
alla Ovest, Alberto Manzan alla Nord e Luisa Peris alla Sud), si profila un
passaggio obbligato, quello di misurarsi con un sindaco che esprime una
coalizione politica diversa dalla loro. Senza contare che il centrodestra si è
insediato negli altri due quartieri con Alessandro Ciardi alla presidenza
dell'Est e Massimo Taiti alla Centro. Non nasconde la sua preoccupazione
Giovanni Mosca, forte dei suoi 731 voti di preferenza ottenuti alla Ovest. «Ho
vinto presentandomi con un programma nei confronti degli elettori. Sono pronto
a confrontarlo con quello del sindaco, ma mi auguro che la giunta comunale dia
alle circoscrizioni gli strumenti per risolvere i problemi più urgenti sul
territorio, come la manutenzione delle strade». Nessun preconcetto, ad ogni
modo, per quanto riguarda il rapporto di collaborazione con il nuovo sindaco.
«Non ho ancora parlato con Cenni, ma mi aspetto da parte sua piena
disponibilità a discutere con i presidenti di circoscrizione sulle questioni
dirette che riguardano i territori». Stesso auspicio per Alberto Manzan, che ha
rinnovato il suo mandato alla circoscrizione Nord. «Sapevo
che Carlesi avrebbe voluto rafforzare i poteri dei quartieri con una maggiore
entrata d risorse che avrebbe consentito di dare risposte più rapide ai
cittadini, in termini di burocrazia più snella. Non conosco ancora le intenzioni di Cenni, ma spero
vivamente che non venga meno il confronto nell'interesse dei cittadini». Ma.La.
( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
FERMO IMPRESE E SERVIZI pag. 11 «Meno burocrazia per risparmiare» Il
presidente Cna Coltrinari: «Sfruttiamo al meglio gli apparati esistenti» SENZA
LA ZAVORRA burocratica, che pesa per 15 miliardi di euro all'anno sui sistemi
aziendali, la produttività delle microimprese aumenterebbe del 5,8%. La
Cna di Fermo è partita da questo interessante e, per certi versi, sconcertante
dato Istat per la scelta del tema di approfondimento alla prossima assemblea
provinciale in programma il 16 luglio all'hotel Royal di Porto San Giorgio e
alla quale parteciperanno, oltre alle autorità locali, il Segretario Nazionale
della Cna, Sergio Silvestrini. Il primato di difficoltà lo raggiunge
l'imprenditore che voglia avviare un'attività di raccolta e smaltimento
rifiuti, il quale deve svolgere ben 78 adempimenti burocratici e bussare' a 24
diverse amministrazioni; il secondo posto spetta invece al futuro carrozziere,
rispettivamente con 76 pratiche in 24 uffici; incalzato dal costruttore edile
che, per la sua società, deve affrontare 73 pratiche e rivolgersi a 18 uffici.
«Dobbiamo riconoscere sostiene Sandro Coltrinari, presidente della Cna di Fermo
e vice presidente della Camera di Commercio che negli ultimi anni qualche passo
avanti nel senso di una minore gravosità degli adempimenti è stato fatto. Ma
oltre ai nuovi strumenti di semplificazione sempre auspicabili sarebbe già ben
sufficiente, far funzionare quelli esistenti. Gli impegni e le promesse sono
importanti ma i risultati gli imprenditori li devono toccare con mano giorno
per giorno cercando di mandare avanti la propria attività». «Per ottenere
questo risultato la Cna aggiunge la coordinatrice interprovinciale, onorevole
Orietta Baldelli si sta muovendo da tempo e su più fronti. E' infatti forte e
determinata l'azione delle nostre strutture centrali a livello di Governo
nazionale, così come lo è a livello regionale. Come Cna di Fermo, inoltre,
stiamo portando avanti un progetto di sempre maggiore vicinanza alle imprese,
per aiutarle a districarsi meglio nella giungla della burocrazia.
Vanno in tal senso la costituzione di tutte le Unioni di mestiere, in grado di
monitorare le criticità capillarmente, settore per settore, e il potenziamento
degli strumenti di analisi aziendale che consentiranno ai nostri imprenditori
di valutare qual è la strada migliore da intraprendere per sviluppare la
propria impresa». Image: 20090625/foto/4073.jpg
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
ASCOLI PRIMO PIANO pag. 3 Idee innovative per la Carbon e
un grande evento in cantiere I PROGETTI DEL PRIMO CITTADINO SUBITO DOPO aver
metabolizzato la propria elezione, Guido Castelli è già pronto a muoversi su
alcune idee e direttrici che dovrebbero costituire i punti di partenza del suo
mandato. E così, nelle sue prime dichiarazioni sulle intenzioni e i nuovi
metodi amministrativi, il neo sindaco anticipa alcune delle proprie idee. Idee
che emergono dal primo confronto televisivo della sua legislatura da sindaco,
durante la trasmissione «Il dito nella piaga» sull'emittente locale Quintarete
(che andrà in onda questa sera alle 21,15 e in replica alle 00,30). A confronto
con alcuni rappresentanti del tessuto cittadino per quel che riguarda il mondo
giovanile, quello degli operatori economici e di quelli turistici, Castelli si
è sbilanciato su alcune linee guida che vorrebbe porre in essere. Ha parlato,
innanzitutto, di «un progetto di città da creare tutti insieme, attraverso un
continuo confronto e con l'obiettivo di programmare l'Ascoli dei prossimi 25
anni, assestando il tiro e apportando correttivi lungo il percorso». Tra le
idee emerse, la possibilità di andare a rivedere e studiare nel dettaglio
l'ipotesi per rendere vitale ed efficace il «cuore» del progetto Carbon,
pensando anche a possibili coinvolgimenti di quelle che ha definito
«archistar», ovvero architetti di grande livello o altre funzionalità in grado
di garantire sviluppo e occupazione. Si è detto, poi, favorevole
all'individuazione di un evento di grande riconoscibilità a livello nazionale
che possa fungere da traino anche dal punto di vista turistico. Ha inoltre
preannunciato la visita, in autunno, del presidente della Camera, Gianfranco
Fini, in città, così come ha annunciato la possibile
sinergia con Roma nell'ambito di un progetto di portata europea cui sta già
lavorando il sindaco Alemanno. Castelli, infine, ha parlato anche di
regolamento per l'uso delle piazze, di nuovi sistemi per la trasparenza
amministrativa e di una riorganizzazione della macchina comunale con
snellimento della burocrazia.
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
FERRARA CRONACA pag. 4 Per Tagliani debutto ufficiale a
Unindustria OGGI L'ASSEMBLEA Piero Puglioli di STEFANO LOLLI FORTUNA O intuito
che sia, l'assemblea annuale di Unindustria (in programma oggi nei saloni della
Pinacoteca di palazzo dei Diamanti, dalle
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
FERRARA CRONACA pag. 4 di FABIO ZECCHI E' STATO eletto
sindaco da pochi giorni, ma si ritrova gi... di FABIO ZECCHI E' STATO eletto
sindaco da pochi giorni, ma si ritrova già l'agenda fittissima. Finita la
campagna elettorale, ora è il tempo di rimboccarsi le maniche per Tiziano
Tagliani: le cose da fare non gli mancano di certo. Sono gli stessi cittadini a
ricordargliele, in un forum aperto sul nostro portale online in cui i nostri
lettori stanno segnalando i temi più urgenti cui mettere subito mano. Tra complimenti
e perplessità sul risultato elettorale, l'agenda si riempie presto. Tagliani
prenda nota... IL SONDAGGIO ancora in corso sul nostro sito propone ai lettori
di scegliere tra sette temi caldi' quello che Tagliani dovrebbe affrontare
subito. La più cliccata' è la questione relativa alla viabilità: il bisogno di
parcheggi e nuove strade è avvertito dal 28% dei votanti. Segue a breve
distanza, con il 24%, la crisi che morde fabbriche e famiglie. Più staccati, in
un'ideale classifica delle urgenze' da risolvere, temi come sicurezza, sanità e
ambiente, mentre i conti delle casse comunali e le politiche turistiche non
sembrano riscaldare gli animi dei lettori. Dal forum emergono i temi caldi' che
interessano la nostra città. Uno di questi, l'integrazione e la questione degli
immigrati, è particolarmente sentito. Francesco invita il neo sindaco a
«ripensare la politica abitativa del centro storico che ha portato alla
creazione delle casbah e delle China town'». La viabilità è segnalata come
priorità da più di un lettore: secondo Michele non ci si dovrà occupare solo
«di costruire nuove strade, ma anche di sistemare l'attuale manto stradale, ora
in condizioni indecenti». Francesco rilancia, invitando a «completare la
tangenziale, sbloccando i lotti rimanenti, e creare una sorta di via Emilia
bis». Non poteva mancare, tra i problemi della città, Cona e il suo polo
ospedaliero, che semina incertezza tra i lettori: Carlo è irremovibile,
«l'ospedale deve rimanere in città». Un altro spauracchio è il progetto dell'idrovia,
«un'idea insensata» secondo Michele, che invita a «non portarla avanti, ci sono
cose più urgenti su cui pensare e spendere soldi». C'È ANCHE CHI si avventura
in analisi sul risultato elettorale. Ale pensa che sia stato «il Pdl a perdere
un'occasione unica, non riuscendo a catalizzare l'opposizione e il malcontento
diffuso». Daniela è netta nel suo giudizio: «Tutto cambia per non cambiare
niente, i problemi sono sempre gli stessi così come i nostri amministratori».
Non si respira sicuramente grandissima fiducia nel forum sulle sorti della
nostra città. Secondo Stefano «Ferrara è una città in visibile declino rispetto
ai fasti degli anni 60 del secolo scorso e non regge con le altre città vicine
(Mantova, Verona, Ravenna, Bologna, ecc.)». Rivolgendosi direttamente a
Tagliani, uno sfiduciato Stefano gli chiede «di non rendere la nostra città
come la Kabul del libro Il Cacciatore di Aquiloni'». Non si guarda solo al
passato, ma si getta uno sguardo anche al futuro. Diana chiede di pensare
soprattutto «ai nostri bambini». E solleva la delicata questione relativa alla
ricerca sulle cellule staminali. «In tutte le strutture sanitarie si promuove
la donazione del sangue cordonale ma purtroppo al S.Anna di Ferrara - scrive
Diana - se si partorisce il fine settimana esso viene buttato via perchè non
c'è un corriere che lo porti alla banca di Bologna». Secondo Diana «basterebbe
poco poco a sistemare la situazione visto che ci sono molte associazioni di
volontariato, cui si potrebbero far calare le tasse alle imprese di corrieri di
Ferrara in cambio dell'impegno a gestire questo servizio nel fine settimana».
Sempre sul tema dell'infanzia, è ancora Michele a intervenire, ricordando al
nuovo sindaco come «la sistemazione delle scuole debba essere un obiettivo da
portare a termine nel minor tempo possibile». UN TEMA che provoca molti
malumori è la complessità della macchina burocratica comunale, vero e proprio
spauracchio tra i lettori del forum. Sarebbe davvero il caso di «snellire le
pratiche burocratiche che ormai congestiano tutte le attività del Comune»,
sottolinea Michele, che lancia un suggerimento a Tagliani: «Trasferire tutti i
servizi al pubblico su internet, consentendo ai cittadini
di sbrigare la burocrazia
direttamente online: ormai i servizi non si fanno più agli sportelli». Piovono
commenti, ma possiamo dire che su una cosa tutti sono d'accordo: «Sono tante le
cose da fare - dice Giuseppe - ma l'importante è iniziare subito a risolvere i
problemi piccoli e grandi dei cittadini. Auguri e buon lavoro, a ei ed a
tutti i suoi collaboratori». Sperando, come scrive Carlo, «che non siano parole
al vento». Image: 20090625/foto/3230.jpg
( da "Unita, L'" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Scuola Titanic in rotta verso il naufragio o il talk show
PAOLO DI PAOLO «Il mondo della scuola è l'unico, forse, dove è vero tutto e il
contrario di tutto», scrive Giulia Alberico nelle storie raccolte in Cuanta
pasión! (Mondadori). Proprio mentre iniziano gli esami, si chiude una stagione
editoriale incredibilmente ricca di racconti e testimonianze dalle aule
italiane. Testi e autori diversi hanno affrontato, nel corso di questi mesi,
l'universo-scuola con lo spirito di chi si affaccia da «un piccolo osservatorio
sul mondo, sulla infinita varietà di ciò che è la vita». Si tratta, di solito,
di insegnanti-scrittori; ne abbiamo in Italia una fitta e nota schiera, che
comprende Starnone e Affinati, Lodoli e Mastrocola. Tra questi, c'è anche
Giulia Alberico, che in Cuanta pasión! propone piccole ed enormi vicende di
vita tra i banchi, mescolando l'ironia alla tenerezza, la severità alla
comprensione. La scrittrice riesce come pochi a restituirci la verità complessa
dello stare dietro la cattedra: lo sforzo di comprendere, interpretare,
sedurre, guidare quella piccola folla di adolescenti detta «la classe». «Il
messaggio - scrive rivolta a un ipotetico alunno difficile - è, deve essere: io
non mi stancherò mai di dialogare con la parte bella che tu possiedi, nonostante
gli sforzi tremendi che fai per ostacolarmi, deridermi, fiaccarmi. Io reggerò,
sappilo. Perché sono più cocciuta e testarda di te». Alberico non blandisce i
lettori; la sua scrittura diretta, vivace, senza orpelli, arriva al cuore delle
cose: a volte con crudezza, e sempre con un tale carico di autenticità da
commuovere. Come quando racconta l'ostinato sforzo di insegnare letteratura,
sfidando il disinteresse generale, e intanto strappando «Urbani alla
depilazione delle sopracciglia, Lucrezia al pusher, Sara alla sua follia».
Perché quello che conta in un docente, prima ancora della preparazione
culturale, è «saper tenere la classe»: «e chi è entrato in aula una volta nella
vita lo sa», scrive Chiara Valerio, trentenne, in Nessuna scuola mi consola (Nottetempo).
È il piccolo memoriale della giovane insegnante Faggi: «Entrare in un'aula oggi
è una grande doccia di umiltà del tipo non siamo niente». Il talento di
Valerio, che rende le pagine mosse, vibrate, quasi elettriche, si sofferma su
spazi interstiziali, istanti, scadenze della vita scolastica. Consigli di
classe, scrutini. Piccoli dialoghi riprodotti con straordinaria abilità e
perciò capaci di riassumere questioni gigantesche. «Sai che in IV G ci sono
solo maschi?, entro e, mentre faccio l'appello, mi dicono Prof lei è la nostra
tronista, e ridono»; ecco, allora, la televisione e la scuola, o la televisione
quando mette in scena la scuola, «un grande fratello didattico» in cui
l'allievo finisce per discutere con il docente di turno, per zittirlo: «Rispetto
la sua opinione ma io penso di averlo fatto bene e poi è una sua opinione».
Conclude la prof. Faggi: «Il messaggio è Insegnare non serve a niente». Eppure
anche se per molti fare il professore è una fatica inutile e malpagata, «io mi
diverto, mi sento utile. Io sono contenta di stare qui dove sto, anche se non è il paradiso, anche se la burocrazia è alle stelle». LA TRONISTA L'emozione che, oltre al sorriso,
suscitano queste testimonianze in forma di racconto, risulta soprattutto dal
contatto con ciò che tv e giornali tendono a ignorare: la quantità e la qualità
della passione degli insegnanti. Nonostante gli stipendi non esaltanti e
i pregiudizi diffusi: «Molti mi dicono che gli insegnanti non fanno un bel
nulla e che quello che prendono è fin troppo», scrive Cosimo Argentina,
scrittore e professore anche lui, in Beata ignoranza (Fandango). «Nella scala
sociale siamo scesi agli ultimi posti. Mi hanno chiesto dei ragazzi: perché non
ha fatto l'avvocato? faceva più soldi». La «scuola che resiste nell'era
Gelmini» - come la definisce Argentina nel sottotitolo del suo libro - si muove
a fatica tra problemi vecchi e nuovi. Professori precari alle prese, per
esempio, con alunni pachistani o cinesi. «Mohamed. hai capito l'astrattezza
della norma giuridica? - Eh? - L'astrattezza. - Prof. no capire! - Cosa? - Eh?
- Cos'è che non hai capito, Mohamed? - Prof. sì, bene!». La scuola come il
Titanic, dice Argentina: cambiano i ministri e la situazione peggiora. Ma guai
a parlare dei problemi dell'istruzione pubblica in astratto. Il punto di vista
dev'essere interno. Fosse pure quello, risentito, di Valerio, lo studente
protagonista dell'aspro romanzo di Simone Consorti In fuga dalla scuola e verso
il mondo (Hacca). L'autore, che insegna a Pomezia, dà voce alla rabbia giovane,
a un amore insofferente, di un ragazzo di periferia. Dice: i professori non si
fanno capire e nemmeno tra loro si capiscono, «da loro non c'è molto da
imparare»; insegue l'idea di una bomba che riduca «la scuola a brandelli» e si
prepara alla fuga. Alla voce brusca di Valerio un buon controcanto potrebbe
essere quello dell'immaginario prof. Libero Occhipinti, nel bel libro di
racconti Ultimo banco (Edilet) di Federica Bellinati e Palmira De Angelis,
docenti in un liceo romano. Occhipinti riassume in un lungo verbale le
disavventure di una gita a Mirabilandia. L'effetto che produce la lingua
solenne del professore a contatto con i guai della gita è esilarante: al
momento dell'appello sul pullman c'è uno studente in più, «ma li abbiamo
ricontati toccando le teste - non dando scappellotti, come qualche studente
bugiardo ha raccontato ai genitori, né dicendo cose come "fatela finita se
è uno scherzo non fa ridere guardate mi sto incazzando come una bestia e ve la
faccio pagare vi butto giù dalla ruota di Mirabilandia" - insisto a dire,
et iuro per omnes deos et caput meum, che né io né la collega ci siamo mai
sognati di usare tali indecorose espressioni». La punizione finale sull'alunno
in più, Carosi Mirko del IV B, «un coattone strafottente», non sarà però la
sospensione, spiega Occhipinti: «nella certezza che venire a scuola gli è più
sgradito dell'esserne fuori». Mentre cominciano gli esami, si chiude una
stagione editoriale incredibilmente ricca di racconti e testimonianze dalle
aule scolastiche: scrittori - insegnanti che raccontano la vita e le relazioni
dentro la scuola.
( da "Unita, L'" del
25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
«Il mondo della scuola è l'unico, forse, dove è vero tutto
e il contrario di tutto», scrive Giulia Alberico nelle storie raccolte in
Cuanta pasión! (Mondadori). Proprio mentre iniziano gli esami, si chiude una
stagione editoriale incredibilmente ricca di racconti e testimonianze dalle
aule italiane. Testi e autori diversi hanno affrontato, nel corso di questi
mesi, l'universo-scuola con lo spirito di chi si affaccia da «un piccolo
osservatorio sul mondo, sulla infinita varietà di ciò che è la vita». Si
tratta, di solito, di insegnanti-scrittori; ne abbiamo in Italia una fitta e
nota schiera, che comprende Starnone e Affinati, Lodoli e Mastrocola. Tra
questi, c'è anche Giulia Alberico, che in Cuanta pasión! propone piccole ed
enormi vicende di vita tra i banchi, mescolando l'ironia alla tenerezza, la
severità alla comprensione. La scrittrice riesce come pochi a restituirci la
verità complessa dello stare dietro la cattedra: lo sforzo di comprendere, interpretare,
sedurre, guidare quella piccola folla di adolescenti detta «la classe». «Il
messaggio - scrive rivolta a un ipotetico alunno difficile - è, deve essere: io
non mi stancherò mai di dialogare con la parte bella che tu possiedi,
nonostante gli sforzi tremendi che fai per ostacolarmi, deridermi, fiaccarmi.
Io reggerò, sappilo. Perché sono più cocciuta e testarda di te». Alberico non
blandisce i lettori; la sua scrittura diretta, vivace, senza orpelli, arriva al
cuore delle cose: a volte con crudezza, e sempre con un tale carico di
autenticità da commuovere. Come quando racconta l'ostinato sforzo di insegnare
letteratura, sfidando il disinteresse generale, e intanto strappando «Urbani
alla depilazione delle sopracciglia, Lucrezia al pusher, Sara alla sua follia».
Perché quello che conta in un docente, prima ancora della preparazione
culturale, è «saper tenere la classe»: «e chi è entrato in aula una volta nella
vita lo sa», scrive Chiara Valerio, trentenne, in Nessuna scuola mi consola
(Nottetempo). È il piccolo memoriale della giovane insegnante Faggi: «Entrare
in un'aula oggi è una grande doccia di umiltà del tipo non siamo niente». Il
talento di Valerio, che rende le pagine mosse, vibrate, quasi elettriche, si
sofferma su spazi interstiziali, istanti, scadenze della vita scolastica.
Consigli di classe, scrutini. Piccoli dialoghi riprodotti con straordinaria
abilità e perciò capaci di riassumere questioni gigantesche. «Sai che in IV G
ci sono solo maschi?, entro e, mentre faccio l'appello, mi dicono Prof lei è la
nostra tronista, e ridono»; ecco, allora, la televisione e la scuola, o la
televisione quando mette in scena la scuola, «un grande fratello didattico» in
cui l'allievo finisce per discutere con il docente di turno, per zittirlo:
«Rispetto la sua opinione ma io penso di averlo fatto bene e poi è una sua
opinione». Conclude la prof. Faggi: «Il messaggio è Insegnare non serve a
niente». Eppure anche se per molti fare il professore è una fatica inutile e
malpagata, «io mi diverto, mi sento utile. Io sono contenta di stare qui dove
sto, anche se non è il paradiso, anche se la burocrazia è alle stelle». LA TRONISTA
L'emozione che, oltre al sorriso, suscitano queste testimonianze in forma di
racconto, risulta soprattutto dal contatto con ciò che tv e giornali tendono a
ignorare: la quantità e la qualità della passione degli insegnanti.
Nonostante gli stipendi non esaltanti e i pregiudizi diffusi: «Molti mi dicono
che gli insegnanti non fanno un bel nulla e che quello che prendono è fin
troppo», scrive Cosimo Argentina, scrittore e professore anche lui, in Beata
ignoranza (Fandango). «Nella scala sociale siamo scesi agli ultimi posti. Mi
hanno chiesto dei ragazzi: perché non ha fatto l'avvocato? faceva più soldi».
La «scuola che resiste nell'era Gelmini» - come la definisce Argentina nel
sottotitolo del suo libro - si muove a fatica tra problemi vecchi e nuovi.
Professori precari alle prese, per esempio, con alunni pachistani o cinesi.
«Mohamed. hai capito l'astrattezza della norma giuridica? - Eh? - L'astrattezza.
- Prof. no capire! - Cosa? - Eh? - Cos'è che non hai capito, Mohamed? - Prof.
sì, bene!». La scuola come il Titanic, dice Argentina: cambiano i ministri e la
situazione peggiora. Ma guai a parlare dei problemi dell'istruzione pubblica in
astratto. Il punto di vista dev'essere interno. Fosse pure quello, risentito,
di Valerio, lo studente protagonista dell'aspro romanzo di Simone Consorti In
fuga dalla scuola e verso il mondo (Hacca). L'autore, che insegna a Pomezia, dà
voce alla rabbia giovane, a un amore insofferente, di un ragazzo di periferia.
Dice: i professori non si fanno capire e nemmeno tra loro si capiscono, «da
loro non c'è molto da imparare»; insegue l'idea di una bomba che riduca «la
scuola a brandelli» e si prepara alla fuga. Alla voce brusca di Valerio un buon
controcanto potrebbe essere quello dell'immaginario prof. Libero Occhipinti,
nel bel libro di racconti Ultimo banco (Edilet) di Federica Bellinati e Palmira
De Angelis, docenti in un liceo romano. Occhipinti riassume in un lungo verbale
le disavventure di una gita a Mirabilandia. L'effetto che produce la lingua
solenne del professore a contatto con i guai della gita è esilarante: al
momento dell'appello sul pullman c'è uno studente in più, «ma li abbiamo
ricontati toccando le teste - non dando scappellotti, come qualche studente
bugiardo ha raccontato ai genitori, né dicendo cose come "fatela finita se
è uno scherzo non fa ridere guardate mi sto incazzando come una bestia e ve la
faccio pagare vi butto giù dalla ruota di Mirabilandia" - insisto a dire,
et iuro per omnes deos et caput meum, che né io né la collega ci siamo mai
sognati di usare tali indecorose espressioni». La punizione finale sull'alunno
in più, Carosi Mirko del IV B, «un coattone strafottente», non sarà però la
sospensione, spiega Occhipinti: «nella certezza che venire a scuola gli è più
sgradito dell'esserne fuori».
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
LETTERE E COMMENTI pag. 31 PARLANO di sicurezza e indicano
piani di illuminazione, ronde... Tutto ok, ma dopo poche ore... PARLANO di
sicurezza e indicano piani di illuminazione, ronde... Tutto ok, ma dopo poche
ore il malvivente è in circolazione. Parlano di ripresa
economica ma abbiamo un carico fiscale enorme ed una burocrazia paralizzante. Parlano di evasione fiscale ma ci sono sprechi
nella politica e nell'amministrazione pubblica enormi e insensati. Ho notato la
compagine che appoggiava Delbono. E' la fotocopia del governo Prodi L. B.,
Bologna
( da "Repubblica, La"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina I - Palermo Rilievi dei revisori dei conti del
Comune sulle fatture emesse della ex municipalizzata per la manutenzione
stradale I lavori fantasma dell´Amia Tra gli introiti 4,5 milioni di euro per
opere mai eseguite Fatture da 4 milioni 678 mila euro per lavori di
manutenzione stradale che non sarebbero mai stati eseguiti. Ecco l´ultimo
giallo nei conti dell´Amia messo nero su bianco dal
presidente del Collegio dei revisori dei Conti del Comune Luigi Di Simone che
ha scritto una nota ai vertici della burocrazia. I lavori "fantasma" si sarebbero svolti tra il 21
settembre e il 31 dicembre quando presidente era ancora il senatore del Pdl
Enzo Galioto. SARA SCARAFIA A P
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
SPECIALE ENERGIA pag.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
SPECIALE ENERGIA pag. 30 La burocrazia rallenta le rinnovabili' «E'
una giungla di leggi nelle Regioni» Allarme di Assoelettrica per la «via
crucis» di autorizzazioni per i nuovi impianti di ELENA COMELLI MILANO SENZA un
piano nazionale, che fissi la quota di fonti rinnovabili da raggiungere per
ogni Regione italiana, non ci sarà sviluppo dell'energia del vento e del sole
nel nostro Paese. «Serve fissare al più presto un burden sharing per le
Regioni», ha detto Massimo Orlandi, vicepresidente di Assoelettrica,
intervenendo martedì a Roma al primo workshop dell'Osservatorio sull'industria
delle rinnovabili, dove sono state presentate le «Dieci priorità per lo
sviluppo delle fonti rinnovabili». «Vanno create le condizioni di una
cooperazione fattiva tra Stato e Regioni, con standard comuni per l'adeguamento
degli stimoli regionali e criteri condivisi per ripartire i nuovi obiettivi
fissati dalla Commissione europea», ha detto. PER QUESTO potrebbe essere utile
«individuare un meccanismo di premio-sanzione per le singole Regioni propone
Assoelettrica in modo che siano responsabilizzate. La direttiva Ue
Clima-Energia deve essere occasione per semplificare il quadro normativo in
Italia e regolamentare un settore che oggi mostra costi disparati a livello
locale o criteri addirittura opposti, con alcune aree prive di piano elettrico
regionale». Pure in presenza di incentivi, questa mappa nazionale estremamente
differenziata «è inaccettabile per gli investitori ha spiegato Orlandi con
costi più alti in Italia che altrove, che ci rendono meno competitivi e ben
lontani dal clima di grande effervescenza che vediamo oggi negli Stati Uniti
anche a livello di piccole aziende». LE DIFFERENZIAZIONI e i blocchi regionali
si avvertono in maniera evidente sull'eolico. «In Italia spiega Simone Togni,
segretario generale dell'Anev la crescita dell'eolico è bloccata da quasi
quattro anni in Sardegna, considerata l'area con il migliore potenziale eolico
d'Europa. E anche le altre regioni più ventose, dalla Sicilia alle Marche,
dall'Abruzzo alla Calabria, lungo tutta la dorsale appenninica, vanno avanti a
singhiozzo». «Ci vorrebbe una semplificazione normativa: al momento attuale,
tirare su una pala eolica è più difficile che costruire una centrale nucleare.
Ci vorrebbero linee guida nazionali, per introdurre principi di uniformità e
certezza su tutto il territorio italiano», conferma Togni. LA DELEGA alle
Regioni di competenze fondamentali in materia di pianificazione e
autorizzazione, infatti, ha portato ogni Regione a fissare regole diverse,
spesso condizionate da localismi. Nel proliferare del caos normativo, gli
operatori energetici hanno abbandonato le fasi di sviluppo e di autorizzazione
degli impianti, lasciando il passo ai cosiddetti developer'. Da questi
intermediari gli operatori acquistano poi i progetti una volta divenuti
cantierabili. Una semplificazione e unificazione delle norme eviterebbe questo
mercato di carta', che appesantisce il settore e lo espone all'infiltrazione di
elementi criminali, com'è successo recentemente in Sicilia.
( da "Messaggero, Il"
del 25-06-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero,
Il (Civitavecchia))
Argomenti: Burocrazia
Giovedì 25 Giugno 2009 Chiudi I
giovani imprenditori: «Bisogna puntare sul merito» Dall'ideatore delle Winx al
creatore dell'algoritmo alla base di Google, tutti d'accordo: «Meno burocrazia»
( da "Messaggero, Il"
del 25-06-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero,
Il (Civitavecchia))
Argomenti: Burocrazia
Giovedì 25 Giugno 2009 Chiudi di LUCA BRUGNARA Una crisi
da cui Roma può uscire prima di altre città, purché si punti sul merito. Lo
sottolinea il Gruppo dei Giovani imprenditori dell'Unione industriali di Roma.
«Nella Capitale, ci sono imprenditori di grande successo che investono nella
creatività, esportandola nel mondo - ricorda il presidente dei Giovani
imprenditori romani, Massimiliano Raffa. - La crisi, qui, è forse meno sentita
perché si lavora molto per la pubblica amministrazione. Occorre il coraggio di
investire sui giovani di talento e con merito». Roma e l'Italia possono vantare
eccellenze mondiali, come Iginio Straffi, ideatore delle Winx, Luca Ascani, 30
anni, editore on-line di 160 portali tra cui Excite, Massimo Marchiori,
creatore dell'algoritmo alla base di Google. All'assemblea degli imprenditori
hanno partecipato, tra gli altri, il presidente di Eur Spa, Mauro Miccio,
Federica Guidi, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria. «Le
piccole opere, facilmente cantierabili - afferma il presidente della Uir,
Aurelio Regina - sono essenziali per rimettere in moto l'economia delle piccole
e medie imprese». L'auspicio è di una minore burocrazia. «E' uno degli ostacoli più
frequenti - conclude il sindaco Gianni Alemanno - Se Comune e Regione
riuscissero a spendere i soldi che hanno, senza i lacci burocratici, si uscirà
meglio e prima dalla crisi. Vanno sostenuti i grandi progetti: il Gran Premio
di Formula Uno garantirebbe un indotto di un miliardo di euro per la città».
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-25 -
pag: 6 autore: INTERVISTA Andrea Ronchi Ministro per le Politiche europee In
sei mesi il via alla direttiva servizi Barbara Fiammeri ROMA «Tempo sei mesi e
la direttiva sui servizi per il mercato interno sarà pienamente operativa ». A
lanciare la sfida è Andrea Ronchi, ministro per le Politiche comunitarie,
all'indomani dell'approvazione della legge comunitaria, che recepisce
complessivamente 50 direttive europee tra cui quella che istituirà lo sportello
elettronico per le imprese e le norme che consentiranno di far scontare la pena
nel Paese d'origine ai cittadini comunitari condannati con sentenza definitiva.
Ministro, sei mesi non sono troppo pochi per realizzare lo sportello unico?
Questa per noi è una grande scommessa e intendiamo vincerla. Anche perché
l'Italia, rispetto agli altri paesi, è decisamente avanti nella fase di
attuazione. I servizi oggi rappresentano il 70% del Pil europeo ed è un settore
che ha ulteriori margini di sviluppo e quindi di occupazione. Abbiamo calcolato
che l'attuazione della direttiva consentirà alle imprese un risparmio di almeno
il 25% dei costi sopportati attualmente a causa del carico della
burocrazia. è la più grande
liberalizzazione mai realizzata. Quali effetti concreti produrrà? La libera
circolazione dei servizi e la creazione reale di uno spazio senza frontiere,
finora limitato da barriere anacronistiche e burocratiche, aumenterà la
competitività delle imprese europee e contribuirà alla semplificazione e al
varo di norme che non creino discriminazione all'interno del mercato
unico. In altre parole faciliterà le imprese di servizi a prestare la propria
attività in altri Paesi del continente europeo? Certo, perché ci sarà un
sistema di regole comuni che non consentirà più come è avvenuto finora di
introdurre barriere all'ingresso, sia pure di tipo burocratico. A partire da
gennaio, tutte le imprese europee che operano nel campo dei servizi avranno a
che fare con un unico interlocutore. Come funzionerà lo sportello unico?
Attraverso la rete e consentirà ai prestatori di servizi di poter espletare
tutte le procedure richieste nonché, ovviamente, di ottenere le informazioni
necessarie a esercitare la loro attività in tempi brevissimi. Vorrei che fosse
chiaro: questa è una vera e propria rivoluzione, le imprese potranno operare
liberamente, a prescindere dal paese d'origine e da quello dove realizzeranno
la loro prestazione. L'obiettivo è, dunque, una maggiore omogeneità all'interno
dell'Unione europea? Sì, e non vale solo in campo economico. Abbiamo migliorato
in modo sostanziale la collaborazione tra le forze di polizia europee. Non
solo: l'Italia ha spinto affinché fosse anticipata l'attuazione del principio
in base al quale le sentenze di condanna adottate da uno Stato membro nei
confronti di un cittadino di un altro Stato membro potranno essere eseguite nel
paese di origine. Vuol dire che chi ha commesso un reato in Italia potrà
scontare la pena all'estero? Esattamente. Ed è un principio che, grazie al
forcing del governo italiano, si applicherà fin dal 2010 e non dal 2011 come
previsto inizialmente. Tutti i cittadini della Ue che sono stati condannati in
Italia con sentenza definitiva, anche se non lo vogliono, dovranno scontare la
pena comminatagli dal tribunale italiano nel loro Paese d'origine. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA RISPARMI ATTESI «Per le imprese minori spese del 25%
rispetto al carico della burocrazia» SPORTELLO UNICO
«Dal primo gennaio tutte le aziende europee avranno un solo interlocutore in
rete» Andrea Ronchi, 53 anni, è un esponente del Pdl AGF
( da "Messaggero, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Giovedì 25 Giugno 2009 Chiudi di GIORGIO ISRAEL Di
recente, avendo proposto di esaminare a fondo i libri di testo mi sono sentito
rispondere da un pulpito autorevole: «Non faremo mai i poliziotti e i delatori
dei colleghi». È curioso che si ragioni in questo modo proprio mentre si parla
da mattina a sera di valutazione. O piuttosto fa capire che è più comodo
scegliere la valutazione che si nasconde dietro giudizi impersonali e
"oggettivi". Così tocchiamo il nodo dolente della questione. Tutti
concordano sul fatto che un sistema così ingessato e burocratizzato deve essere
reso più duttile. E allora le parole d'ordine sono "autonomia" e
"valutazione". Il sistema classico dell'istruzione statale va
certamente riformato, anche se nessuna persona ragionevole può negare che ad
esso dobbiamo la diffusione dell'istruzione di massa e che dal punto di vista
storico esso, quantomeno a livello della scuola, si è rivelato superiore a
qualsiasi sistema privatistico e liberista. Ma il problema è di evitare la
tradizionale caduta dalla padella nella brace. Se tutto dovesse risolversi nel
trasferire il potere dalle burocrazie ministeriali
centraliste a gruppi di "esperti scolastici" che non hanno mai
insegnato un minuto né mai pubblicato una riga se non relativamente alle loro
tecniche gestionali, allora ci troveremmo esattamente in questa situazione.
Difatti, è manifesto che l'interesse di questi "esperti" è di
affermare la supremazia della loro specifica competenza gestionale-valutativa
sulle competenze tipiche degli insegnanti e degli uomini di cultura. Difatti,
da questi esperti proviene spesso un atteggiamento sprezzante nei confronti dei
contenuti disciplinari, fino a proclamare che occorreranno ancora una decina di
anni di "lotta militante"per frantumare definitivamente il sistema
disciplinare. Allora ha ben ragione il celebre filologo Cesare Segre a
osservare che, si finirà col «mettere la museruola ai competenti, i soli ad
avere la capacità di giudicare», riducendo «le valutazioni, ormai affidabili a
chiunque, a puro calcolo quantitativo. Alla faccia della meritocrazia». È
altresì inquietante che un muro di silenzio assoluto si erga contro tutte le
critiche che vengono mosse nei confronti dell'uso spesso acritico e
sconsiderato vero esempio di mancanza di probità scientifica di metodi di valutazione
numerica a dir poco discutibili. Non importa che tali critiche vengano mosse da
organismi scientifici di primo livello, non importa che tutti sappiano che
metodologie di valutazione della ricerca come il "citation index"
siano delle assurdità totali, che le liste delle riviste scientifiche
accreditate per le valutazioni contengano omissioni scandalose. E qui parlo di
ricerca scientifica, ma anche l'esame delle statistiche internazionali sulla
scuola fornisce una materia per esercitarsi a trovarne le numerose falle e a
rivoltarne a piacere le conclusioni. Ci stiamo mettendo passivamente nelle mani
di "esperti" il cui potere spesso deriva soltanto dal far parte di
imprese e gruppi influenti. Agli inizi del Novecento, si svolse uno scambio di
idee tra il fondatore dell'economia matematica, Léon Walras e il grande
matematico Henri Poincaré sul significato e la portata di un concetto fondante
della teoria, l'utilità. Nessuno dei due, neppure Walras, ardiva supporre che
l'utilità potesse essere misurata: tutt'al più si discuteva se potesse essere
oggetto di una speculazione matematica generica, senza applicazioni numeriche
concrete. Ma oggi gli "esperti" si avventurano a misurare qualsiasi
qualità umana senza provare neppure a chiedersi se ciò abbia il minimo senso e
il minimo fondamento scientifico. Per misurare qualcosa occorre definirne
l'unità di misura: qual è l'unità di misura della "competenza"? La
questione è cruciale perché la presunzione di poter raggiungere una valutazione
strettamente oggettiva e quantitativa si basa sulla distinzione ormai invalsa
tra "conoscenze" e "competenze" che è ormai divenuta una
filastrocca ripetuta senza sapere neppure bene di cosa si tratti. La competenza
è ritenuta fondamentale in quanto su di essa si appuntano le speranze di una
valutazione oggettiva e, in alcuni Paesi, ciò è stato tentato proprio in
relazione alle prove del tipo "maturità". Ma cos'è la competenza? Con
questo termine si vorrebbe definire una dimensione soggettiva di capacità,
risorse e attitudini, non soltanto professionali ma anche relazionali,
acquisite nel processo formativo. Dietro certe affermazioni di facciata, gli
addetti ai lavori ammettono che una definizione univoca di competenza non
esiste. Anzi, una commissione mondiale istituita negli anni novanta per tentare
di pervenire a una siffatta definizione ne ha prodotte un numero enorme senza
concludere nulla. Non soltanto: si ammette che le definizioni che includono i
fattori relazionali e affettivi sono assolutamente inadatte a essere misurate,
mentre per altre definizioni "deboli" si è tentato qualcosa con poco
costrutto. Ad ogni modo, se anche gli specialisti in materia ammettono, sia
pure tra i denti, che per una valutazione delle competenze con test siamo
ancora in alto mare, è saggio affidarsi mani e piedi legati a simili
metodologie? Forse il tema della misurazione oggettiva dei fattori soggettivi è
un tema scientifico (e filosofico) troppo complesso per qualche azienda di
valutatori. Ma non è comunque un bel segnale che troppi ripetano parole come
"conoscenze-competenze", "valutazione" e
"autonomia" solo perché fanno parte dei codici dell'eurocrazia. Dove
muore lo spirito critico muore anche la cultura e l'istruzione. Cosa è più
urgente fare? Proviamo a dirlo in pillole. Occorre riqualificare la funzione
dell'insegnante introducendo una progressione di carriera e un sistema di
formazione e reclutamento basati sul merito (ovvero su prove e verifiche).
Occorre ricondurre gli attori della scuola ai loro ruoli: niente più famiglie
sindacati dei figli e studenti che comandano a scuola (da questo punto di vista
la vicenda dei tabelloni del Liceo Berchet di Milano con i voti dati dai
docenti agli studenti accanto a quelli dati dagli studenti ai docenti è un
episodio di squallida demagogia). La valutazione delle scuole va effettuata da
commissioni ispettive "umane" composte da insegnanti esterni o anche
in pensione. Occorre procedere a un riesame a fondo di curricula e programmi
mettendo al bando fumisterie e metodologismi vacui e procedendo a una rigorosa
riqualificazione disciplinare. Infine, occorre un esame della questione dei
libri di testo: troppi e non sempre di buona qualità; davvero troppi e spesso
pessimi alle elementari, probabilmente come conseguenza della loro gratuità. In
generale, meno statistiche e più valutazioni di contenuto. Per l'università va
fatto un discorso analogo. Appare ormai chiaro che il meccanismo di
reclutamento basato sulle liste nazionali è l'unica scelta sensata, mentre una
ristrutturazione della "governance" deve mantenere al corpo docente
il ruolo di indirizzo scientifico-didattico. Anche qui, per la valutazione meno
numeri e più "giudizi ponderati" per dirla con le parole della
International Mathematical Union.
(
da "Eco di Bergamo, L'>"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Stranieri e burocrazia:
Bergamo taglia i tempi «Famiglie riunite grazie all'aiuto delle istituzioni» -->
Giovedì 25 Giugno 2009 BERGAMONDO, pagina 32 e-mail print Dalla piazza ai
fatti. Grazie al dialogo con Prefettura e Questura, il tavolo tecnico della
«Rete Bergamo 28 marzo» ha raggiunto dei risultati significativi: tempistiche
rispettate per rilascio dei ricongiungimenti familiari; rilascio delle carte di
soggiorno per motivi familiari anche al coniuge senza cinque anni di residenza;
rinnovo del permesso di soggiorno per attesa occupazione della durata di almeno
sei mesi, a partire da quando il permesso è stampato dalla Zecca di Stato. Tra
i nodi da sciogliere: eliminare sia le discrezionalità applicate da alcuni
Comuni verso criteri di valutazione e costi per il rilascio dell'idoneità
alloggiativa, sia i ritardi della pubblica amministrazione nel visionare le
richieste di carta e permesso di soggiorno, il che, alla luce dell'attuale
crisi economica e occupazionale, può provocare dinieghi nel rilascio di tali
documenti, qualora il richiedente perda l'occupazione prima che la sua
richiesta venga vagliata. Criticità quest'ultima che rischia di portare al
fallimento i progetti migratori. Mentre tra i punti del documento politico
stilato dalla Rete si sottolinea la necessità di sensibilizzare la gente a
coesione sociale, contro intolleranza e paura favoriti da norme discriminatorie
previste nel pacchetto di sicurezza ora in corsa verso l'approvazione
definitiva da parte del Governo. Dopo la manifestazione di 2 mila persone, che
il 28 marzo hanno attraversato le strade cittadine per portare le istanze dei
cittadini stranieri come portatori di diritti e doveri, la Rete punta a
coinvolgere gli stranieri come attori privilegiati nel monitoraggio sulla
normativa sull'immigrazione e nel dialogo con le istituzioni, per sciogliere i
nodi critici, evitare ingiustizie a favore di politiche d'integrazione nel
rispetto dei diritti umani. Costituitasi all'inizio di quest'anno e composta da
cittadini, associazioni di immigrati, associazioni che operano con gli
stranieri, sindacati e partiti politici, la Rete si è ritrovata il 23 giugno
nella sede della Comunità Ruah per comunicare l'andamento dei lavori del tavolo
tecnico con Prefettura e Questura, nato dall'incontro tenutosi tra una
delegazione della Rete e il prefetto vicario Lucio Marotta, Gennaro Terrusi,
dirigente dell'area immigrazione della Prefettura, e Pasqualina Ciaccia,
dirigente ufficio immigrazione della Questura di Bergamo, a conclusione del
corteo dello scorso marzo. Bertha Bayon, portavoce della Rete, insieme ad
Adriano Allieri, Giuseppe Errico e Lorenzo Lanfranchi hanno esposto i risultati
positivi raggiunti e le criticità emerse dagli incontri del 2 aprile e del 26
maggio scorsi e svoltisi con Prefettura e Questura. Comune denominatore la
disponibilità delle istituzioni a risolvere i nodi critici, nonostante scarsità
di personale e lentezze burocratiche dovute a disguidi tecnici siano un cappio
al collo. «Da una settimana è fuori uso il portale ministeriale
dell'immigrazione, dove inserire i dati relativi al primo permesso e le
richieste di carte di soggiorno», ha dichiarato Adriano Allieri, aggiungendo:
«Grazie a una circolare prefettizia si sta lavorando per passare dalla
discrezionalità all'uniformità dei criteri di valutazione e dei costi per il
rilascio dell'idoneità alloggiativa. Alcuni Comuni, quali Brignano Gera d'Adda
o Caravaggio impongono criteri restrittivi e costi alti, quali 100 o 150 euro.
Per ora è una discriminazione imposta solo agli stranieri ma, con il pacchetto
sicurezza, l'idoneità alloggiativa verrà richiesta anche agli italiani».
Secondo nodo da sciogliere: i troppi documenti richiesti per l'iscrizione anagrafica
al Comune, dall'idoneità degli impianti elettrici e di gas, alla copia del
contratto di lavoro e alla busta paga, mentre «per legge l'iscrizione dovrebbe
avvenire per l'abituale dimora in un posto», ha incalzato Lanfranchi,
riportando il documento stilato dalla Rete. Redatto per promuovere coesione
sociale a dispetto del «deterioramento delle politiche immigratorie a favore di
intolleranza e paura - ha sottolineato Lanfranchi -, alla luce delle norme
discriminatorie del pacchetto sicurezza e dell'accordo sull'immigrazione
clandestina stretto con la Libia, che non ha ratificato la convenzione di
Ginevra sui diritti umani», il documento sottolinea alcune negatività delle
norme sull'immigrazione in dirittura d'arrivo per l'approvazione: prolungamento
da 30 giorni a sei mesi nei centri di identificazione ed espulsione;
introduzione del reato di clandestinità, fonte di un mercato sanitario
parallelo e clandestino; aggiunta di 200 euro al costo del rinnovo di permesso
di soggiorno e richiesta di cittadinanza. E chiede: diritto all'unità
familiare, semplificazione nel rinnovo e rilascio del permesso di soggiorno con
decentramento ai Comuni per le pratiche amministrative a esso correlate,
prolungamento dei permessi di soggiorno per attesa occupazione a seconda dei
casi del migrante. «L'interculturalità va riprogettata per contrastare
l'attuale mentalità di sospetto verso l'immigrato. Per questo, oltre al tavolo
tecnico, in programma vi sono la realizzazione sia di un corso di formazione
per i rappresentati delle associazioni della Rete, sia di un tavolo per
sensibilizzare il territorio al dialogo e alla conoscenza dello straniero, sia
l'iniziativa di indossare la maglietta "Essere
umani" in
occasione dell'imminente voto del pacchetto sicurezza», ha concluso Bertha Bayon che, da portavoce della Rete, farà parte del
Consiglio territoriale dell'immigrazione. Daniela Morandi 25/06/2009 nascosto-->
( da "Messaggero, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Giovedì 25 Giugno 2009 Chiudi di GIORGIO ISRAEL IL
RICHIAMO del Governatore della Banca d'Italia è un'ulteriore autorevole
manifestazione della consapevolezza sempre più diffusa che occorre riavviare un
sistema dell'istruzione inceppato. Ma una visione chiara dei rimedi non esiste
ancora. È sorprendente la diffusa resistenza a verificare programmi e contenuti
dell'insegnamento. Di recente, avendo proposto di esaminare a fondo i libri di
testo mi sono sentito rispondere da un pulpito autorevole: «Non faremo mai i
poliziotti e i delatori dei colleghi». È curioso che si ragioni in questo modo
proprio mentre si parla da mattina a sera di valutazione. O piuttosto fa capire
che è più comodo scegliere la valutazione che si nasconde dietro giudizi
impersonali e "oggettivi". Così tocchiamo il nodo dolente della
questione. Tutti concordano sul fatto che un sistema così ingessato e
burocratizzato deve essere reso più duttile. E allora le parole d'ordine sono
"autonomia" e "valutazione". Il sistema classico
dell'istruzione statale va certamente riformato, anche se nessuna persona
ragionevole può negare che ad esso dobbiamo la diffusione dell'istruzione di
massa e che dal punto di vista storico esso, quantomeno a livello della scuola,
si è rivelato superiore a qualsiasi sistema privatistico e liberista. Ma il
problema è di evitare la tradizionale caduta dalla padella nella brace. Se
tutto dovesse risolversi nel trasferire il potere dalle
burocrazie ministeriali centraliste a gruppi di "esperti scolastici"
che non hanno mai insegnato un minuto né mai pubblicato una riga se non
relativamente alle loro tecniche gestionali, allora ci troveremmo esattamente
in questa situazione. Difatti, è manifesto che l'interesse di questi
"esperti" è di affermare la supremazia della loro specifica
competenza gestionale-valutativa sulle competenze tipiche degli
insegnanti e degli uomini di cultura. Difatti, da questi esperti proviene
spesso un atteggiamento sprezzante nei confronti dei contenuti disciplinari,
fino a proclamare che occorreranno ancora una decina di anni di "lotta
militante"per frantumare definitivamente il sistema disciplinare. Allora
ha ben ragione il celebre filologo Cesare Segre a osservare che, si finirà col
«mettere la museruola ai competenti, i soli ad avere la capacità di giudicare»,
riducendo «le valutazioni, ormai affidabili a chiunque, a puro calcolo
quantitativo. Alla faccia della meritocrazia». È altresì inquietante che un
muro di silenzio assoluto si erga contro tutte le critiche che vengono mosse
nei confronti dell'uso spesso acritico e sconsiderato vero esempio di mancanza
di probità scientifica di metodi di valutazione numerica a dir poco
discutibili. Non importa che tali critiche vengano mosse da organismi
scientifici di primo livello, non importa che tutti sappiano che metodologie di
valutazione della ricerca come il "citation index" siano delle
assurdità totali, che le liste delle riviste scientifiche accreditate per le
valutazioni contengano omissioni scandalose. E qui parlo di ricerca
scientifica, ma anche l'esame delle statistiche internazionali sulla scuola
fornisce una materia per esercitarsi a trovarne le numerose falle e a
rivoltarne a piacere le conclusioni. Ci stiamo mettendo passivamente nelle mani
di "esperti" il cui potere spesso deriva soltanto dal far parte di
imprese e gruppi influenti. Agli inizi del Novecento, si svolse uno scambio di
idee tra il fondatore dell'economia matematica, Léon Walras e il grande
matematico Henri Poincaré sul significato e la portata di un concetto fondante
della teoria, l'utilità. Nessuno dei due, neppure Walras, ardiva supporre che
l'utilità potesse essere misurata: tutt'al più si discuteva se potesse essere
oggetto di una speculazione matematica generica, senza applicazioni numeriche
concrete. Ma oggi gli "esperti" si avventurano a misurare qualsiasi
qualità umana senza provare neppure a chiedersi se ciò abbia il minimo senso e
il minimo fondamento scientifico. Per misurare qualcosa occorre definirne
l'unità di misura: qual è l'unità di misura della "competenza"? La
questione è cruciale perché la presunzione di poter raggiungere una valutazione
strettamente oggettiva e quantitativa si basa sulla distinzione ormai invalsa
tra "conoscenze" e "competenze" che è ormai divenuta una
filastrocca ripetuta senza sapere neppure bene di cosa si tratti. La competenza
è ritenuta fondamentale in quanto su di essa si appuntano le speranze di una
valutazione oggettiva e, in alcuni Paesi, ciò è stato tentato proprio in
relazione alle prove del tipo "maturità". Ma cos'è la competenza? Con
questo termine si vorrebbe definire una dimensione soggettiva di capacità,
risorse e attitudini, non soltanto professionali ma anche relazionali,
acquisite nel processo formativo. Dietro certe affermazioni di facciata, gli
addetti ai lavori ammettono che una definizione univoca di competenza non
esiste. Anzi, una commissione mondiale istituita negli anni novanta per tentare
di pervenire a una siffatta definizione ne ha prodotte un numero enorme senza
concludere nulla. Non soltanto: si ammette che le definizioni che includono i
fattori relazionali e affettivi sono assolutamente inadatte a essere misurate,
mentre per altre definizioni "deboli" si è tentato qualcosa con poco
costrutto. Ad ogni modo, se anche gli specialisti in materia ammettono, sia pure
tra i denti, che per una valutazione delle competenze con test siamo ancora in
alto mare, è saggio affidarsi mani e piedi legati a simili metodologie? Forse
il tema della misurazione oggettiva dei fattori soggettivi è un tema
scientifico (e filosofico) troppo complesso per qualche azienda di valutatori.
Ma non è comunque un bel segnale che troppi ripetano parole come
"conoscenze-competenze", "valutazione" e
"autonomia" solo perché fanno parte dei codici dell'eurocrazia. Dove
muore lo spirito critico muore anche la cultura e l'istruzione. Cosa è più
urgente fare? Proviamo a dirlo in pillole. Occorre riqualificare la funzione
dell'insegnante introducendo una progressione di carriera e un sistema di
formazione e reclutamento basati sul merito (ovvero su prove e verifiche).
Occorre ricondurre gli attori della scuola ai loro ruoli: niente più famiglie
sindacati dei figli e studenti che comandano a scuola (da questo punto di vista
la vicenda dei tabelloni del Liceo Berchet di Milano con i voti dati dai
docenti agli studenti accanto a quelli dati dagli studenti ai docenti è un
episodio di squallida demagogia). La valutazione delle scuole va effettuata da
commissioni ispettive "umane" composte da insegnanti esterni o anche
in pensione. Occorre procedere a un riesame a fondo di curricula e programmi
mettendo al bando fumisterie e metodologismi vacui e procedendo a una rigorosa
riqualificazione disciplinare. Infine, occorre un esame della questione dei
libri di testo: troppi e non sempre di buona qualità; davvero troppi e spesso pessimi
alle elementari, probabilmente come conseguenza della loro gratuità. In
generale, meno statistiche e più valutazioni di contenuto. Per l'università va
fatto un discorso analogo. Appare ormai chiaro che il meccanismo di
reclutamento basato sulle liste nazionali è l'unica scelta sensata, mentre una
ristrutturazione della "governance" deve mantenere al corpo docente
il ruolo di indirizzo scientifico-didattico. Anche qui, per la valutazione meno
numeri e più "giudizi ponderati" per dirla con le parole della
International Mathematical Union.
( da "Repubblica, La"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 17 - Esteri Repubblicani sul piede di guerra.
Scettici anche molti senatori democratici Usa, copertura sanitaria per tutti
per Obama la sfida più difficile Entro l´anno la riforma. Ma al Congresso è
scontro ALBERTO FLORES D´ARCAIS dal nostro inviato NEW YORK - La riforma
sanitaria si farà «assolutamente» entro la fine del 2009. Barack Obama ne è
convinto, lo ha detto martedì in conferenza stampa, lo ha ripetuto ieri
nell´intervista alla rete Abc che riportiamo in questa pagina. Fornire
l´assicurazione sanitaria ai 45,7 milioni di americani che oggi ne sono
sprovvisti (otto milioni i bambini) è la sua sfida più grande, di gran lunga la
più importante sul piano interno. Era una promessa elettorale, è una necessità
«non rinviabile» ed il presidente intende portarla avanti fino in fondo. Non
sarà facile. L´opposizione repubblicana è sul piede di guerra ma anche diversi
senatori democratici sono scettici e una di loro, Dianne Feinstein, ha messo in
guardia la Casa Bianca («Obama potrebbe non avere i voti di tutti») dal fidarsi
troppo del proprio partito. I democratici sono ancora scottati da quanto
successe a Clinton nel biennio 93-94, quando
l´ambizioso piano sanitario voluto dall´allora First Lady Hillary (oggi segretario di Stato) fallì miseramente
aprendo le porte alla grande sconfitta del partito nelle elezioni di
medio-termine. Giornali e tv danno ogni giorno ampi spazi al dibattito in corso
anche con reciproche accuse - lo speciale di ieri sera (tre di notte in Italia)
della Abc è stato bollato dalla Fox come un «infomercial della Obama Tv» -
mentre le lobby più interessate (industrie farmaceutiche, ospedali,
associazioni mediche, assicurazioni) premono ognuna per proprio conto per
difendere gli interessi di bottega. La riforma non ha ancora un volto definito,
il progetto di legge presentato al Congresso dai democratici (Ted Kennedy in
testa) il 9 giugno è un librone di 615 pagine (titolo «Legge su scelte di
sanità accessibili») che nella prefazione indica come obiettivo quello di
«mettere a disposizione di tutti gli americani una protezione sanitaria di
qualità e accessibile, ridurre i costi, migliorare la loro qualità, prevenire
le malattie e rafforzare gli effettivi nel settore della sanità». I tre punti
essenziali restano quelli indicati da Obama: allargamento del programma
Medicaid (l´assistenza sanitaria pubblica per i poveri) in modo che vengano
assicurati tutti i bambini (otto milioni oggi senza copertura) e per aiutare le
famiglie che hanno i redditi più bassi ad acquistare (grazie a contributi e
sgravi fiscali) una polizza a condizioni agevolate; la creazione del National
Health Insurance Exchange, una sorta di "superassicurazione
governativa" formata da un pool di compagnie che avrebbero un tornaconto
economico nella negoziazione «collettiva» delle polizze e che permetterebbe
alle famiglie americane di risparmiare 2.500 dollari l´anno rispetto a quanto
paga oggi; 3) il divieto per le assicurazioni di rifiutare la polizza ai malati
cronici (la cosiddetta «pre-existing condition»). Il tutto accompagnato da una
radicale digitalizzazione del sistema sanitario che potrebbe fare risparmiare
miliardi di dollari. Parlando giorni fa all´Ama (l´American Medical
Association) il presidente Usa ha rassicurato i medici («l´opzione pubblica,
una forma di assistenza per tutti, non è nemica dei medici, ma amica») e ha
ricordato che controllare i costi sanitari è «un passo essenziale, perché gli
aumenti in questo campo sono una minaccia per la nostra economia». Per la sanità
gli Stati Uniti spendono ogni anno 2mila miliardi di dollari, nell´ultimo
decennio i costi delle assicurazioni sono raddoppiati e in futuro rischiano di
salire ancora di più. La Casa Bianca ha intenzione di creare un fondo in cui
saranno accantonati (per i prossimi dieci anni) 635 miliardi di dollari
destinati alla sanità in modo che l´impatto sul deficit sia «neutrale nell´arco
del prossimo decennio»; vuole anche «introdurre sul mercato farmaci generici»,
frenare i pagamenti eccessivi al Medicare, l´assistenza pubblica agli anziani
(«ogni anno crescono più di quanto dovrebbero») e utilizzare questi risparmi
per mettere insieme «una somma di 950 miliardi di dollari». Costi e cifre che
però non convincono del tutto il Congresso e una consistente minoranza dell´opinione
pubblica. Anche tra chi appoggia Obama (58 per cento) c´è «grande
preoccupazione» e un timore diffuso: che la riforma penalizzi i singoli, che la
qualità del servizio diminuisca, che aumenti la burocrazia pubblica. La minaccia più
grossa, poi, non arriva dalle assicurazioni sanitarie o dai medici ma proprio
dal Congressional Budget Office. La settimana scorsa il Cbo ha stimato che le
proposte di cui discute il Senato costerebbero allo Stato mille miliardi di
dollari, riducendo il numero dei non-assicurati solo di 16 milioni.
Cifre che fanno più male alla Casa Bianca di tutti gli attacchi repubblicani
contro la «medicina socialista».
( da "Repubblica.it"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
NEW YORK - La riforma sanitaria si farà
"assolutamente" entro la fine del 2009. Barack Obama ne è convinto,
lo ha detto martedì in conferenza stampa, lo ha ripetuto ieri nell'intervista
alla rete Abc che riportiamo in questa pagina. Fornire l'assicurazione
sanitaria ai 45,7 milioni di americani che oggi ne sono sprovvisti (otto
milioni i bambini) è la sua sfida più grande, di gran lunga la più importante
sul piano interno. Era una promessa elettorale, è una necessità "non
rinviabile" ed il presidente intende portarla avanti fino in fondo. Non
sarà facile. L'opposizione repubblicana è sul piede di guerra ma anche diversi
senatori democratici sono scettici e una di loro, Dianne Feinstein, ha messo in
guardia la Casa Bianca ("Obama potrebbe non avere i voti di tutti")
dal fidarsi troppo del proprio partito. I democratici sono ancora scottati da
quanto successe a Clinton nel biennio '93-'94, quando l'ambizioso piano
sanitario voluto dall'allora First Lady Hillary (oggi segretario di Stato)
fallì miseramente aprendo le porte alla grande sconfitta del partito nelle
elezioni di medio-termine. Giornali e tv danno ogni giorno ampi spazi al
dibattito in corso anche con reciproche accuse - lo speciale di ieri sera (tre
di notte in Italia) della Abc è stato bollato dalla Fox come un
"infomercial della Obama Tv" - mentre le lobby più interessate
(industrie farmaceutiche, ospedali, associazioni mediche, assicurazioni)
premono ognuna per proprio conto per difendere gli interessi di bottega. La
riforma non ha ancora un volto definito, il progetto di legge presentato al
Congresso dai democratici (Ted Kennedy in testa) il 9 giugno è un librone di
615 pagine (titolo "Legge su scelte di sanità accessibili") che nella
prefazione indica come obiettivo quello di "mettere a disposizione di
tutti gli americani una protezione sanitaria di qualità e accessibile, ridurre
i costi, migliorare la loro qualità, prevenire le malattie e rafforzare gli
effettivi nel settore della sanità". I tre punti essenziali restano quelli
indicati da Obama: allargamento del programma Medicaid (l'assistenza sanitaria
pubblica per i poveri) in modo che vengano assicurati tutti i bambini (otto
milioni oggi senza copertura) e per aiutare le famiglie che hanno i redditi più
bassi ad acquistare (grazie a contributi e sgravi fiscali) una polizza a
condizioni agevolate; la creazione del National Health Insurance Exchange, una
sorta di "superassicurazione governativa" formata da un pool di
compagnie che avrebbero un tornaconto economico nella negoziazione "collettiva"
delle polizze e che permetterebbe alle famiglie americane di risparmiare 2.500
dollari l'anno rispetto a quanto paga oggi; 3) il divieto per le assicurazioni
di rifiutare la polizza ai malati cronici (la cosiddetta "pre-existing
condition"). Il tutto accompagnato da una radicale digitalizzazione del
sistema sanitario che potrebbe fare risparmiare miliardi di dollari.
OAS_RICH('Middle'); Parlando giorni fa all'Ama (l'American Medical Association)
il presidente Usa ha rassicurato i medici ("l'opzione pubblica, una forma
di assistenza per tutti, non è nemica dei medici, ma amica") e ha
ricordato che controllare i costi sanitari è "un passo essenziale, perché
gli aumenti in questo campo sono una minaccia per la nostra economia". Per
la sanità gli Stati Uniti spendono ogni anno 2mila miliardi di dollari,
nell'ultimo decennio i costi delle assicurazioni sono raddoppiati e in futuro
rischiano di salire ancora di più. La Casa Bianca ha intenzione di creare un
fondo in cui saranno accantonati (per i prossimi dieci anni) 635 miliardi di
dollari destinati alla sanità in modo che l'impatto sul deficit sia
"neutrale nell'arco del prossimo decennio"; vuole anche
"introdurre sul mercato farmaci generici", frenare i pagamenti
eccessivi al Medicare, l'assistenza pubblica agli anziani ("ogni anno
crescono più di quanto dovrebbero") e utilizzare questi risparmi per
mettere insieme "una somma di 950 miliardi di dollari". Costi e cifre
che però non convincono del tutto il Congresso e una consistente minoranza dell'opinione
pubblica. Anche tra chi appoggia Obama (58 per cento) c'è "grande
preoccupazione" e un timore diffuso: che la riforma penalizzi i singoli,
che la qualità del servizio diminuisca, che aumenti la burocrazia pubblica. La minaccia più
grossa, poi, non arriva dalle assicurazioni sanitarie o dai medici ma proprio
dal Congressional Budget Office. La settimana scorsa il Cbo ha stimato che le
proposte di cui discute il Senato costerebbero allo Stato mille miliardi di
dollari, riducendo il numero dei non-assicurati solo di 16 milioni.
Cifre che fanno più male alla Casa Bianca di tutti gli attacchi repubblicani
contro la "medicina socialista". (25 giugno 2009
( da "SaluteEuropa.it"
del 25-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
25/06/2009 La sanità nazionale un colabrodo di spese
"Se si evitassero i tanti sprechi nelle spese del sistema sanitario
nazionale, potremmo dirottare risorse su servizi più utili ai cittadini ha
affermato il segretario dell'Associazione nazionale anziani e pensionati
(Anap), Fabio Menicacci, intervenendo al IV Congresso nazionale promosso dalla
Federazione italiana medicina geriatrica (FIMeG), illustrando poi alcune delle
soluzioni proposte da Anap. Il quadro generale di un sistema che spreca molte
delle sue risorse è ben illustrato dai dati sulla diffusione del parto cesareo
in Italia. "Nel 2004 i bambini nati nel nostro paese sono stati
(
da "Secolo XIX, Il"
del 26-06-2009)
Argomenti: Burocrazia
«anch'io mi uniscoall'applausodella sua città» la missiva ECCO il testo completo della lettera che il ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta, ha inviato ieri al sindaco di Bogliasco, Luca Pastorino. «SIGNOR SINDACO, con un pizzico di sincera commozione, ho appreso dal "Secolo XIX" la storia esemplare di Santina Terzi. La celebrazione bipartisan decisa in suo onore dal Comune di Bogliasco è un giusto riconoscimento al prezioso lavoro che questa dipendente pubblica ha svolto per quasi mezzo secolo al servizio della sua comunità. Mi aggiungo quindi, buon ultimo, a quanti in queste ore le stanno manifestando la loro riconoscenza e il loro affetto. La sua straordinaria professionalità e dedizione al dovere non è peraltro un caso isolato. Ogni giorno, all'interno della pubblica amministrazione, lavorano persone eccezionali che con il loro esempio aiutano a ridare il necessario prestigio a un lavoro fondamentale per la tenuta di un Paese. L'ho ripetuto spesso: produrre buona >burocrazia, buona salute, buona giustizia, buona sicurezza,
buon insegnamento è molto più importante che non produrre bulloni, Ferrari o
griffe. Per questo ringrazio di cuore la signora Santina, unendomi con il mio
applauso a quello di tutta la sua città». Renato Brunetta Ministro per la
Pubblica Amministrazione e l'Innovazione 26/06/2009 ( da "Secolo XIX, Il"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia La politica chiamataa uno scatto d'orgoglio luigi leone
Fermate l'Italia, voglio scendere. E' la sola reazione ragionevole che un
cittadino può avere rileggendo le durissime relazioni che accompagnano il
rendiconto generale dello Stato diffuso ieri dalla Corte dei Conti. Un Paese
ostaggio di una pubblica amministrazione corrotta («una tassa occulta» stimata
in 60 miliardi l'anno), di una sanità i cui costi sono abnormi a causa di
«reati, sprechi, disfunzioni, cattiva gestione», di un'evasione fiscale che
assume dimensioni da flagello biblica e verso la quale si sta allentando la
morsa del contrasto, di un debito che minaccia di debordare ogni sostenibile
compatibilità e crescerà perché la leva delle tassse non è più azionabile (la
pressione è già ai massimi) mentre la spesa non cala in modo soddisfacente e
anzi è la più alta del dopoguerra (il 40,4% del pil). Tutto ciò, dice la Corte,
riduce gli spazi per le manovre anticrisi, anche per la mancata realizzazione
di riforme strutturali come quella previdenziale. Peraltro, di nuovo invocata a
gran voce da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, e richiamata dal
governatore di Bankitalia, Mario Draghi, il quale ci avverte che quest'anno la
ricchezza prodotta sarà«almeno del 5% inferiore a quella del 2008». Lo scenario
è questo, basta e avanza per pensare davvero di tagliare la corda. Come sempre,
però, anche la peggiore delle veritàè una medaglia con il suo rovescio. La
stessa Corte, infatti, fa sapere che «il Paese ha solide basi per ripartire». Si
tratta solo di guardare ad esse senza farsene un alibi, magari iscrivendo la
magistratura contabile al partito degli "sfascisti" o con il
sottinteso (vedasi il commento del ministro Giulio Tremonti a Draghi: «Ma non
diceva il 2%?») che "tutto va bene madama la marchesa" perché
restiamo voraci consumatori di telefonini. Certo, quando viene sbattuta in
faccia la realtà fa più male, ma mica c'era bisogno delle toghe contabili per
sapere come gira il piccolo mondo antico italiota. Per questa ragione il vero motivo
d'allarme che viene dalla giornata di ieri non è il quadro a tinte fosche
dipinto dalla Corte, bensì le valutazioni andate emergendo dalla platea
politica. Il gioco dello scaricabarile subito avviato da opposizione e
maggioranza è esattamente ciò che ancora una volta non ci condurrà da nessuna
parte. Con avvedutezza dettata dal ruolo, il presidente del Senato Renato
Schifani definisce la corruzione «come la mafia» e, quindi, chiama alle armi
«tutte le forze sociali, sindacali e istituzionali» per combatterla. Ecco, due
sono i pericoli: che del rendiconto rimanga impresso solo l'elemento più
inquietante, oscurando tutto il resto (molto e non meno rilevante), e che
l'appello alla coesione si limiti a quest'aspetto più eclatante. L'emergenza
italiana, perché di emergenza si tratta e tanto vale chiamarla con il suo nome,
richiede invece uno scatto d'orgoglio della politica prima di tutti, secondo i
livelli di responsabilità che il corpo elettorale ha assegnato. Per cominciare,
dunque, è il governo a dover cambiare passo (e metodo - la deriva dell'uomo
solo al comando e perciò odiato è surreale). Ma l'opposizione deve saper dare
stimoli più credibili di quelli offerti finora. Impossibile? Sì, se la politica
è incapace di un gesto d'amore verso questo Paese. leone@ilsecoloxix.it
26/06/2009 michele marchesiello Ricorre il centenario della Associazione
nazionale magistrati. Ultra centennale è invece la crisi della giustizia ,
avviata a diventare una costante nella vita del nostro Paese. D'accordo nel
riconoscerne le cause nel sommarsi di più fattori: crisi di efficienza, di
credibilità e anche di potere, tutti - o quasi - finiscono però con l'addossare
quelle cause alla sola magistratura, di cui l'Anm è ente esponenziale per
eccellenza. Se è vero che quasi mai il capro è innocente, è altrettanto vero
che la sua funzione espiatoria va quasi sempre ben oltre le colpe effettive: il
povero animale rischia di stramazzare sotto il peso di un carico eccessivo e
ingiusto. Proviamo allora a ragionare sui fattori della crisi, sulle
responsabilità della magistratura e - per quanto di competenza - su quelle
dell'Anm. L'efficienza riguarda il buon funzionamento come macchina
burocratico-amministrativa; la credibilità riguarda il rapporto con i cittadini
e la pubblica opinione; il potere investe il rapporto che corre tra funzione
giudiziaria , legislativa ed esecutiva, essendo quella giudiziaria la
più"debole" ma - al tempo stesso - la più temibile e temuta delle
tre. L'efficienza è legata al funzionamento complessivo di una macchina che
solo in una parte relativamente minore dipende dall'esercizio della
giurisdizione. L'apparato amministrativo, l'esistenza di
una burocrazia esperta,
motivata, responsabile , condizionano in misura decisiva - unitamente alla
disponibilità di mezzi materiali e strumenti tecnici adeguati - il
funzionamento se non ottimale almeno accettabile della macchina giudiziaria,
rispetto alla quale il ruolo del giudice è come la famosa punta dell'iceberg.
Avvocatura, cancellerie, polizia giudiziaria, strutture ministeriali,
collaborazione da parte degli "utenti", costituiscono altrettante
condizioni indispensabili. Se non funziona anche uno solo di questi elementi,
la macchina va in tilt: emette sentenze, in ipotesi, perfette, ma a distanza di
anni dai fatti, incorre in "vizi di forma" a ripetizione, incespica
nelle procedure, sollecita il giudice a farsi lui carico degli aspetti
"operativi" della sua attività. Se poi il giudice - incoraggiato da
una condizione che ne deprime la vocazione trasformandolo in un ottuso
produttore di sentenze - si arrende al divenire burocratico della sua funzione,
allora si manifestano in tutta la loro virulenza i mali consueti della pubblica
amministrazione: pigrizia, indifferenza, insofferenza verso gli
"utenti", arroganza, corporativismo. Il ministro Renato Brunetta,
nella sua opera moralizzatrice, ha cercato di far fronte a questa situazione,
ma non ha compreso - o ha mostrato di non comprendere - la specificità del
ruolo e la complessità della situazione che si proponeva di regolare con i
tornelli, il cartellino, riesumando una fordismo giudiziario che aspira a
trasformare il magistrato in un solerte, chapliniano operaio addetto alla
catena di montaggio della giustizia, secondo una distorta visione
produttivistica e quantitativa. Ben più gravi sono le responsabilità della
magistratura, in particolare della magistratura associata, con riferimento alla
credibilità come capacità di rendere la propria funzione non solo accessibile
ma, soprattutto, partecipabile al pubblico. Quella che nel gergo degli esperti
di marketing si chiama customer satisfaction non è certo una priorità per la
gran parte dei giudici, intesa per tale non la prospettiva banale di ottenere
una sentenza favorevole, ma quella - ben più importante ai fini della
credibilità - di rendere condivisibili o almeno comprensibili al pubblico le
ragioni e i percorsi argomentativi delle proprie decisioni. Il cosiddetto protagonismo
dei giudici non è che il tentativo malinteso di colmare un vuoto, di riempire
il silenzio che separa il magistrato dai cittadini, rivolgendosi direttamente a
questi ultimi. Se questo dialogo potesse finalmente aprirsi, si scoprirebbe che
i giudici parlano il linguaggio di tutti, nutrono il loro sapere del comune
senso della giustizia, sono in gran parte preparati, motivati, capaci di una
indipendenza che viene loro invidiata da Paesi con sistemi giudiziari di
maggiore reputazione. Rimane, irrisolta, la questione delle questioni: come
calibrare quel potere così originale che la Costituzione affida loro, in un
sistema che - nella pratica materiale - sembra incentrato più sul conflitto
permanente che sulla rispettosa e leale cooperazione dei tre poteri? La
questione è più complicata del necessario per essere stata troppo frequentata e
sfigurata nei suoi termini. Limitiamoci a osservare che il giudice esercita il
suo potere non quando arresta, condanna, o esercita l'azione penale, ma solo
quando interpreta la legge nel caso concreto. Questa è la forza, ma anche il
limite della sua funzione in un sistema democratico. Quello dei giudici non è
un potere in senso politico, ma è un potere a valenza politico-costituzionale,
che si esercita attraverso l'interpretazione della legge nel caso singolo. Solo
per questo il giudice è indipendente, sfugge alla rappresentanza degli
interessi ed è addirittura dichiarato dalla legge non responsabile civilmente
per la propria attività interpretativa. Non è un equivoco, ma una tragedia
della giustizia il fatto che si sia spesso confuso, o scambiato, questo
difficile potere con la possibilità di entrare direttamente, o di costringere i
giudici - gladiatori smarriti e disarmati - a entrare nella polverosa, confusa,
violenta arena del potere politico. Questa confusione è all'origine
dell'incapacità del nostro Paese di darsi una vera politica della giustizia,
sempre il frutto della collaborazione e del reciproco limitarsi dei poteri
costituzionali. La crisi non si potrà risolvere, quindi, se non affrontando
tutti insieme (voglio dire tutti e tre, ma anche con uno sforzo collettivo)
questi aspetti: efficienza, credibilità, potere. Non serve a nulla porre mano a
una riforma del sistema senza cercare al tempo stesso di ristabilire - l'Anm
per prima, ma insieme ad essa la politica, il governo e i mezzi di informazione
- una ragionevole sintonia della funzione giudiziaria con le aspettative e la
cultura complessiva del Paese. Senza, soprattutto, che si instauri un dialogo
finalmente normale tra quella funzione e le altre due componenti della trinità
laica cui sono affidate la sopravvivenza e la prosperità di un sistema
democratico.michele marchesiello è magistrato. 26/06/2009 Se non si
ristabiliscono efficienza, credibilità e potere non serve a nulla una riforma
del sistema 26/06/2009 ( da "Secolo XIX, Il"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia L'arte di barcamenarsifra esperienze direttee citazioni
aeree 2 / innamoramento e amore nL'ANTEFATTO o lo premessa potrebbero passare
sotto la voce incredibile ma vero. È questa, almeno, la prima impressione che
si avverte a proposito del tema su "innamoramento e amore" proposto
nel mazzo delle possibili tracce per la prima prova degli esami di maturità.
L'impressione si accentua se si entra nel merito delle indicazioni che
arricchiscono il titolo. In particolare, colpisce l'invito rivolto al maturando
di utilizzare nella sua esposizione un taglio di scrittura piuttosto speciale,
tecnico, quando non professionale, vuoi nell'accezione del "saggio
breve", vuoi in quella del pezzo giornalistico. Colpisce anche il fatto
che non ci si limita a tanto, ma si invita lo scrivente, nel caso della seconda
opzione, a esplicitare persino la testata in cui si intenderebbe collocare
l'articolo in questione. Okay, verrebbe da dire: "okay
professionale". Ma c'è dell'altro, ovvero un seguito con tanto di immagini
corredate da citazioni. L'ambito: letteratura, arti visive, sociologia con
un'oscillazione temporale almeno di due secoli. Impegnativa, quindi. Molto
impegnativa, verrebbe da aggiungere. Il maturando, insomma, la dovrebbe sapere
piuttosto lunga. Lavorare di bulino con un occhio avvertito alle tante
complessità legate al tema e alle citazioni allegate. Fare quindi di necessità
virtù. Aggirarsi intorno a "estasi e tormento", non senza tener nella
giusta misura le plastiche effusioni di "Amore e Psiche", ergo svoltare
fra le aeree pulsioni di Chagall (intendi "la passeggiata") o in
prossimità dei ciechi trasporti de "Gli innamorati" siglati Magritte.
Una faticaccia. Certo, il maturando alle prese con luci accecanti o opacità
diffuse può inerpicarsi lungo le alture che crede. Mescolare curiosità ed
esperienze in presa diretta. Fondere sublime e mediocre, tutto, di più. L'invito dell'alta burocrazia ministeriale preposta alle scelta dei temi assomiglia a un sorta
di situazione da Scilla e Cariddi. Forse, alla fine, avrà dovuto semplicemente
sapersi barcamenare o all'opposto puntare direttamente al bersaglio grosso,
eppoi incrociare le dita. Magari in forma di "saggio breve" o
perché no, di articolo di giornale, con la segnalazione da pubblicarsi sulla
testata ics oppure ipsilon. 26/06/2009 ( da "Repubblica, La"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina 39 - Commenti La tassa occulta (SEGUE DALLA PRIMA P ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia ECONOMIA & FINANZA pag. 27 JESI (Ancona) PER LA SUA
ULTIMA uscita pubblica il presidente di... JESI (Ancona) PER LA SUA ULTIMA
uscita pubblica il presidente di Confindustria Marche Federico Vitali sceglie
di declinare il tema della classe dirigente e chiama al tavolo dei relatori il
rettore della Luiss Egidi, il professor Carboni, l'imprenditore Guzzini, il
rettore della Politecnica delle Marche Pacetti ed il sindacalista Cisl
Mastrovincenzo. Una discussione che analizzando gli errori del passato ha però
avuto il merito di gettare un ponte verso il futuro utilizzando la parola
merito'. Un inevitabile richiamo ad una scala di valori che trasversalmente
dovrà attraversare tutti i settori della società del Paese. Ognuno dei relatori
intervenuti ha sottolineato come la scommessa del cambiamento debba partire dai
più giovani e per questo motivo non solo i relatori di stampo accademico ma
anche impresa e sindacato hanno posto l'attenzione sul tema della formazione.
Guzzini ha ricordato l'impegno del sistema confindustriale nel rilancio
dell'Istao, la scuola olivettiana che Fuà volle per creare classe dirigente e
cultura di impresa, Mastrovincenzo ha ricordato come il merito oggi, in tempi
di crisi, il merito debba essere qualità socialmente inclusiva e non soltanto
successo individuale. Pacetti ha ricordato come in realtà una classe dirigente
si cambia solo se è già pronta un'altra con la missione di sostituirla. Tutti
insieme hanno insistito sul fatto che l'affermazione di una meritocrazia
capillarmente diffusa nella società marchigiana possa essere il motore della
ripresa di un'economia marchigiana forse pronta più di altre a riprendere la
corsa. NEL SUO INTERVENTO il presidente della Regione Spacca ha riconosciuto i
meriti di Vitali nella guida di Confindustria, tre anni di leale confronto su
temi non sempre condivisi. Nella sua chiusura dei lavori il
ministro Brunetta ha invece fatto un lungo approfondimento storico sulle
ragioni dei mali della pubblica amministrazione italiana ed ha spiegato per
quali ragioni oggi i suoi interventi di riforma sono accettati dall'opinione
pubblica: «Questo era il momento giusto, fino a poco tempo fa il termine burocrazia era una bestemmia». ( da "Repubblica, La"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina V - Palermo Il tonfo dell´Ars: nessuna legge in due
mesi Aiuti alle imprese, Ato rifiuti, misure anticrisi. Ecco le norme al palo
De Benedictis: "La Sicilia in ginocchio Delle tattiche del centrodestra
alla gente non importa" EMANUELE LAURIA L´ultimo nulla di fatto, con il
governatore Lombardo a lambiccarsi per far tornare i conti della nuova giunta e
il presidente dell´Ars Cascio in trasferta in Spagna, si è registrato mercoledì
pomeriggio. Una Sala d´Ercole sonnecchiante, scossa solo dalla protesta del Pd,
ha rinviato ancora una volta il disegno di legge che sbloccherebbe i fondi
europei della nuova programmazione. Nuova si fa per dire, visto che
teoricamente la spesa sarebbe dovuta partire nel 2007 e la Regione, nei fatti,
è in ritardo di oltre due anni. Otto miliardi nel cassetto, 800 milioni da
spendere per forza entro dicembre. Ma i soldi di Bruxelles restano chiusi nella
cassaforte degli «aiuti alle imprese»: senza la legge niente bandi. L´assessore
alle Finanze Michele Cimino se l´è presa con il capogruppo del Pdl Leontini che
ha chiesto uno slittamento dei lavori definito «irresponsabile», per l´ennesima
guerra nella maggioranza. Nei fatti, dopo il bilancio e la Finanziaria varati
alla scadenza dell´esercizio provvisorio - era il 29 aprile - l´Ars non ha più
varato una legge. Segnando, in concomitanza con la campagna elettorale e la
crisi del governo Lombardo, una frenata più che brusca. Vertiginosa. Si è
fermata, la corsa del Parlamento, che aveva ringalluzzito il neo presidente
Cascio: ben 23 leggi da agosto a dicembre. Ma soltanto 7 nei primi sei mesi del
2009, compresi atti obbligatori come i documenti contabili e la proroga
dell´esercizio provvisorio. Non si hanno più notizie della riforma degli Ato
rifiuti sommersi da 900 milioni di debiti, bloccata dopo un´approvazione
trasversale in commissione. Non si sa più nulla della legge
di snellimento della burocrazia, con le sanzioni per i funzionari lenti. E che fine hanno fatto
le misure anticrisi, ovvero i 73 articoli presentati dal governo a metà aprile
e in gran parte accantonati per non "appesantire" la Finanziaria?
C´era di tutto, dai finanziamenti ai Comuni ai sussidi per l´Esa, fino ai
contributi per i tassisti. E il fondo unico per gli investimenti, che
avrebbe dovuto assorbire Irfis, Crias e Ircac e agevolare il credito.
Provvedimenti passati in secondo piano, dietro la raffica di scontri, accuse e
insulti che ha accompagnato il viaggio ancora non cominciato del Lombardo-bis.
Un «teatrino insopportabile», per il vicecapogruppo del Pd Roberto De
Benedictis. «Mi sa che alla gente, delle tattiche di bottega del centrodestra,
non frega più niente. Fuori dal Palazzo c´è una Sicilia colpita dai morsi della
crisi, c´è il declino di Termini Imerese o di Siracusa, dove 700 operai
dell´area industriale sono avviati alla cassa integrazione». L´allarme finisce
per toccare anche gli esponenti della maggioranza. A partire da Cascio, che ha
convocato per martedì una conferenza dei capigruppo. E che chiede un cambio di
marcia. Almeno per una questione d´onore: «L´Ars stava marciando a gran ritmo
sino a quando non sono esplose le tensioni fra alleati. Ma io non voglio
giocarmi la faccia». ( da "Repubblica, La"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina XVI - Palermo La sinistra siciliana si rinnova
partendo dalla base PIERO DI GIORGI L e elezioni amministrative in Sicilia
hanno messo in luce una trasversalità inaudita, che rivela in maniera
inequivocabile come qui la politica sia una manifestazione di pragmatismo
parossistico, al di fuori di ogni premessa valoriale e di ancoraggio ideale,
che ingenera sfiducia e disaffezione nella stessa. Si è visto un Pd inserito in
alleanze anomale, dall´Udc all´Mpa, a dissidenti del Pdl, in ammucchiate spesso
scandalose. La fine delle ideologie, salutata spesso positivamente, ha prodotto
omologazione di comportamenti e di pratiche politiche, che hanno dato spazio a
personalismi, lotte leaderistiche, riduzione della politica a interessi
personali, carrierismi e riduzione dello spazio pubblico. Penso che sia urgente
uscire dallo stato di «liquidità» della politica, riconsiderando e ridefinendo
linguaggi e terminologie. La fine delle ideologie può essere considerato un
fatto positivo se per ideologia s´intende fideismo, dogmatismo, arroccamento su
posizioni che ingenerano intolleranza e rigide barriere. Ideologia tuttavia è
sinonimo di un sistema di idee e ideali, di una visone di mondo e di società.
Senza un orizzonte di senso e di valori, si restringe lo spazio pubblico, la
politica si sclerotizza, trionfano gli egoismi e l´individualismo più bieco.
Quindici anni di berlusconismo sono stati forieri di una subcultura che ha
prodotto una mentalità diffusa di disimpegno, un coltivare il proprio privato e
cercare il proprio tornaconto. La sinistra non è stata in grado di costruire un
progetto alternativo al circuito produzione-consumo senza fine. Ed è anche per
questo che è oggi a pezzi. Da una parte un Pd senza identità, dall´altra una
sinistra radicale ancorata a un´ideologia dogmatica, incapace di aggiornarsi
rispetto alle enormi trasformazioni della società. Credo che sia urgente
pensare a una ricostruzione della sinistra, attraverso una sua ridefinizione
dal basso, consistente in una vera rivoluzione contro il clero politico e
contro l´usurpazione di ogni partecipazione e decisione dei cittadini. Tale
ricostruzione s´impone con assoluta priorità in Sicilia, dove, senza la
crescita di una cittadinanza attiva diffusa, è impossibile ogni cambiamento
elargito dalle oligarchie che, da decenni, spadroneggiano nella nostra regione,
alimentando assistenzialismo, clientele e voti di scambio. La nascita del Pd
poteva essere in Sicilia l´occasione per mettere in moto un processo di
aggregazione dal basso sulla base di un processo condiviso di un progetto di
società. C´è stato invece un vizio d´origine: si è trattato
di una semplice sommatoria tra le burocrazie e oligarchie dei Ds e della
Margherita senza un´apertura di un ampio processo di discussione partecipata in
tutte le province e comuni. Il congresso che si preannuncia a ottobre non
mostra alcun segno di ravvedimento, ma si colloca ancora una volta all´insegna
di lotte leaderistiche, sbarrando la via a un´ampia discussione allargata,
attraverso la quale dare un messaggio di speranza e un segnale che si voglia
cambiare rotta. La sinistra radicale, dopo la fallimentare esperienza
governativa nel governo Prodi, in occasione delle elezioni politiche del ( da "Tirreno, Il"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Incontro con il Consiglio dei Migranti Aiuti agli
stranieri per l'istruzione, la sanità e il lavoro CAPANNORI. Il presidente
della Provincia Stefano Baccelli e l'assessore provinciale alle politiche
sociali Mario Regoli hanno incontrato il Consiglio dei Migranti della Piana e
la Rete Antirazzista. Un momento di ascolto e di confronto con i rappresentati
delle molte comunità straniere. è stata presentata la richiesta di dare vita a
due tavoli. Uno di confronto con la Provincia, al quale prendano parte, oltre
all'assessorato alle politiche sociali, anche quello alle politiche del lavoro
e l'assessorato alla pubblica istruzione, per realizzare delle politiche
integrate che aiutino i migranti a orientarsi meglio nei vari settori della
vita lavorativa e sociale. Un altro, invece, di coordinamento, fra le
amministrazioni comunali della Piana e l'Asl 2, attinente
le questioni legate all'ambito sociale e sanitario. Accanto a questi, ne
dovrebbe nascere un terzo, per rendere meno difficile il rapporto con la burocrazia legato alle pratiche per il
soggiorno - dai permessi al ricongiungimento familiare -, al quale saranno
invitate prefettura e questura. ( da "Tirreno, Il"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il 75% dei detenuti non è italiano: primi i nordafricani,
seguiti da albanesi, rumeni e slavi In carcere? Si parla solo straniero Il
direttore denuncia: il Don Bosco scoppia e manca il personale La cerimonia è
stata l'occasione per tirare le somme sui tanti problemi della casa
circondariale pisana PISA. In carcere si parla straniero. Il 75% dei detenuti
infatti non è italiano, quelli che vengono dalla penisola sono solo il 25%. è
uno dei dati forniti ieri dal direttore del Don Bosco, Vittorio Cerri, durante
le cerimonie per la festa del Corpo di polizia penitenziaria, che sfiora i due
secoli. Ieri, nel 192º anno del Corpo, si è svolta nella caserma di polizia
penitenziaria, in via D'Achiardi, una cerimonia civile. Hanno partecipato
dirigenti di Pisa e Volterra, funzionari di polizia, carabinieri, finanza,
aeronautica e prefettura. Martedì prossimo alle 10, invece, nella chiesa del
carcere, l'arcivescovo, monsignor Giovanni Paolo Benotto, celebrerà una messa
per ricordare il patrono del corpo, San Basilide. La ricorrenza è stata per il
direttore l'occasione per tirare le somme su problematiche annose che
attanagliano il carcere, quella del sovraffollamento e della carenza di
personale. Sono arrivate infatti a 385 le presenze al Don Bosco, nonostante la
struttura abbia posto solo per 240 persone. La maggior parte dei detenuti è
straniera, per lo più nordafricani, marocchini, tunisini, algerini, e in misura
minore albanesi, rumeni ed ex yogoslavi. Solo 38 le donne, in misura uguale fra
italiane e non. «Le possibilità di recupero e interazione con gli italiani - ha
spiegato Cerri - sono molto più alte perché si possono mettere in atto tutte le
opportunità previste. Diverso è il discorso con gli stranieri, la cui cultura
crea non poche barriere di gestione e controllo, con credenze religiose di
"premi oltre la vita" che non risparmiano comuni comportamenti
suicidi o di autolesionismo. E non basta: la questione più urgente è quella del
personale, meno di 300 guardie, sotto organico di 28 unità per distacchi senza
cambio, cioè gente che ha ottenuto il trasferimento, quasi sempre al Sud, senza
sostituzione, mentre la presenza di un centro clinico fa affluire a Pisa
detenuti da tutta Italia, che si curano anche fuori, in ospedale, imponendo
servizi di piantonamento: ce ne sono stati 12 da gennaio al 15 giugno. Il ( da "Tirreno, Il"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina 3 - Pistoia La crisi pistoiese si sposta a Roma
Presto un blitz dal ministro. Martini in città: «Siamo al vostro fianco» E'
compito della task force, ma tutti devono contribuire, il trovare aziende
disposte ad investire in un progetto nuovo PISTOIA. Presto la vertenza Pistoia
si sposterà sui banchi del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Dell'imminente visita a Roma ha dato l'annuncio il sindaco Renzo Berti durante
l'incontro di ieri sulla crisi dell'economia pistoiese col governatore toscano
Claudio Martini e con gli assessori Brenna e Simoncini. Un doppio incontro, il
primo coi sindacati e i rappresentanti delle quattro aziende emblema di questa
crisi: Mas, Radicifil, AnsaldoBreda e Cdm di Pescia. Il secondo, in Sala
maggiore, su invito del sindaco Renzo Berti e della neo-presidente della
Provincia Federica Fratoni, con le istituzioni e le categorie economiche
pistoiesi. «La vertenza Pistoia non è l'unica in Toscana - ha sottolineato
Martini - Ogni provincia ha le sue vertenze aperte e tutte complicate. Assicuro
ai lavoratori di questa aziende il massimo impegno e chiedo a tutti di
contribuire a questo sforzo di dialogo sociale per gestire al meglio la crisi e
individuare vie di uscita. Tutti dobbiamo sentirsi impegnati al massimo, dal
governo nazionale a quelli locali, alle associazioni economiche e sociali fino
agli istituti di credito». «Ma - aggiunge - voglio essere chiaro fino in fondo:
qui c'è bisogno di un maggiore impegno e presenza del governo nazionale che ha
competenze e strumenti per intervenire in modo assai più efficace e
consistente. La Toscana ha bisogno di più attenzione, di più impegno e di più
risorse». Il presidente toscano ha poi descritto come funziona l'azione della
task force regionale contro la crisi. «La nostra strategia è quella di salvare
tutti i siti produttivi, guadagnare tempo, uno o due anni almeno, facendo
ricorso alla cassa integrazione e ad altri ammortizzatori sociali: utilizzare
questo spazio di tempo per cercare nuovi imprenditori disponibili a rilanciare
queste imprese attraverso l'attivazione di un processo di
reindustrializzazione. L'impegno deve accumularci tutti, la Regione non ha un
ufficio specializzato nella ricerca di nuovi imprenditori». Il modello da
seguire è quello che ha portato al rilancio della Electrolux di Scandicci, che
produceva frigoriferi e adesso pannelli fotovoltaici. Il sindaco Renzo Berti
nel suo intervento ha parlato della necessità di una riscossa, in grado di
guardare in faccia la realtà per quello che è. Berti ha annunciato un pacchetto
di misure anti-crisi che si muovono su tre linee di intervento: «L'urbanistica,
creando condizioni di rilancio dei siti produttivi, come per esempio
l'abbattimento degli oneri di urbanizzazione per i soggetti che presentino
piani industriali seri; la burocrazia, garantendo procedure più snelle, attraverso un patto di sangue
con le aziende in modo che gli stessi soggetti intenzionati ad investire a
Pistoia abbiano tempi certi e rapidi; un'attività di riqualificazione
professionale per le maestranze locali, un compito precipuo della Provincia».
Il primo cittadino di Pistoia ha poi rivolto un appello perché la richiesta al
governo di rivedere i vincoli che il patto di stabilità detta nei confronti
degli enti locali e «per il quale non abbiamo la possibilità di spendere ciò
che sia ha, con gravi ricadute sul sistema dell'economia locale» sia
considerata una richiesta di tutta la città. Francesco Albonetti ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-26 - pag: 8
autore: INTERVISTA Abdoulaye Wade Presidente del Senegal
«C'è troppa burocrazia nelle
mosse di Bruxelles» Adriana Cerretelli BRUXELLES. Dal nostro inviato Non ha
peli sulla lingua Abdoulaye Wade, men che meno un atteggiamento ossequioso
verso l'Europa: la conosce da sempre e troppo bene. Il presidente del Senegal,
83 anni, uno degli ultimi patriarchi del continente nero, preferisce
l'approccio business-like, libero mercato e concorrenza. Per questo dice:
attenta Europa, niente è più scontato quando ci sono Cina, India e Brasile che
all'Africa offrono le stesse cose a prezzi inferiori e a condizioni di credito
molto lunghe. Wade non perde l'occasione per lanciare un messaggio specifico
all'Italia. In particolare alla Fiat: perché non produrre auto di piccola
cilindrata sul nostro mercato? In Africa occidentale vivono 300 milioni di persone.
Davvero rien ne va plus tra Europa e Africa? L'Europa è il continente che
conosce meglio l'Africa però noi spesso abbiamo l'impressione di non essere
capiti, di non avere interlocutori. Meno male che ci sono persone come il
vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, che dice che bisogna
cambiare le cose. Cambiarle come, secondo lei? Una volta l'India era
considerata la capitale della miseria, oggi è un partner attivo dell'Africa. Ci
offre contratti di forniture di macchinari, riso, generi alimentari con
condizioni di credito a 15-20 anni. Di recente ha fornito al Senegal 10mila
trattori. Lo stesso fa la Cina.L'Europa si limita a distribuire aiuti a fondo
perduto e in tempi eterni. Per di più senza una strategia. Insomma un
disastro... L'Europa sta perdendo competitività in Africa. Oggi io posso
telefonare al presidente cinese Hu e so che, qualsiasi cosa gli chieda, nel
giro di qualche giorno avrò un sì o un no. A Bruxelles è impossibile. Tra
dossier, studi, burocrazie non si finisce più. Idem se ricorro alla Banca
mondiale: per fare cinque chilometri di strade ci vogliono almeno cinque anni.
Tutto questo non succede con India e Cina. Presto in Africa ci sarà anche il
Brasile con le sue grandi risorse tecnologiche. E la Russia? Il presidente Medvedev
sta facendo la sua tournée africana proprio in queste ore. Per anni l'Africa è
stato il buco nero della diplomazia russa. Ho tenuto un ambasciatore a Mosca,
anche se continuava a non succedere niente. Ora è scattata l'offensiva del
Cremlino che non vuole lasciare l'Africa a India e Cina. Uno scatto del genere
non è nel Dna e neanche nei meccanismi decisionali di Bruxelles. Il suo quadro
è nero però gli aiuti Ue sono sempre abbondanti. E poi i cinesi che arrivano
con al seguito centinaia di operai non tolgono lavoro ai locali? Sono uno degli
ultimi keynesiani. Supponiamo che l'Unione europea decida di investire un
miliardo di dollari nelle ferrovie africane. La procedura richiederà anni. Se
l'Europa volesse mandare le sue imprese, ricorrendo a aziende locali quando ci
sono, non avrei obiezioni perché sarebbe un'operazione in cui tutti
guadagniamo. Naturalmente non rifiuto i doni senza contropartite ma per me è
meglio cooperare attraverso i meccanismi economici. Anche quegli operai cinesi
che lavorano in Africa rispondono alla sua logica economica? I cinesi stanno
costruendo una diga in Ghana. Loro alla fine se ne andranno ma la diga resterà:
questo è quel che conta. E poi gli operai cinesi non fanno scioperi ed è un
grande vantaggio in un paese come il Senegal dove invece gli scioperi sono lo
sport nazionale. Dopo tante critiche, ha un messaggio positivo per l'Europa?
Non capiamo la Fiat. Prego? Non la capiamo perché va a costruire la 500 negli
Stati Uniti e non viene a produrre piccole auto da noi quando il mercato
dell'Africa occidentale conta 300 milioni di persone. Sono appena stato a
Lagos: è invasa dalle Honda e dalle Toyota. Dove è l'Europa? mi sono chiesto.
Dovete investire in Africa che è un mercato aperto. Molti africani continuano a
credere nella cooperazione con l'Europa. Però bisogna coltivarla. Altrimenti
può succedere che ci offriate, come oggi, di fare insieme strade, ferrovie e
porti ma poi saranno i cinesi e gli asiatici a venire a costruire. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA «Perché la Fiat non viene a produrre city car da noi? Il
mercato è enorme» Leader. Abdoulaye Wade AP/LAPRESSE ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data:
2009-06-26 - pag: 26 autore: La novità. Le regole saranno basate sul
silenzio-assenso - Eolico, fotovoltaico, biomasse e biogas i settori
interessati In arrivo norme più semplici sulle rinnovabili ROMA Stop alla burocrazia autorizzativa e largo alle rinnovabili. Pressato
dai rimproveri dell'Unione Europea e dalle sollecitazioni degli operatori il
governo si appresta a varare l'atteso decreto sulle nuove "Linee guida per
l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di impianti di produzione di
elettricità da fonti rinnovabili”. La bozza è in mano agli operatori per una
consultazione che si dovrà concludere entro il 3 luglio. Subito dopo – promette
il governo - il varo. Le nuove procedure, stando alla bozza, ruoteranno attorno
al principio dell'autorizzazione unica e del silenzio-assenso da parte della
Regione e della Provincia interessata. Con una decisa "blindatura"
dai possibili (per non dire abituali) intralci amministrativi pretestuosi. Una
semplice dichiarazione di inizio attività (Dia) sarà sufficiente per avviare la
realizzazione di impianti eolici fino a 60 kilowatt, fotovoltaici fino a 20 kW,
idroelettrici fino a 100 kW, da biomasse fino a 200 kW e da gas di discarica e
biogas fino a 250 kW. Entro 15 giorni dalla presentazione dell'istanza gli
amministratori locali dovranno in ogni caso verificare la documentazione
presentata, comunicando o il via libera all'opera o le eventuali contestazioni
sulla documentazione. Trascorso il termine il via libera è automaticamente
acquisito. Il testo del decreto prevede esplicitamente un argine alle normative
"locali" varate con i piani energetici regionali per limitare o
sbarrare la strada agli impianti.Norme che in ogni caso non precludono – si
legge nel testo – «l'avvio e la conclusione favorevole del procedimento». In
questi, e comunque in tutti i casi controversi, le amministrazioni devono
convocare entro 30 giorni la Conferenza dei servizi. Nessun margine,
oltretutto, per giustificare dilazioni nei tempi con l'eventuale affastellarsi
delle richieste: il procedimento di autorizzazione unica dovrà essere avviato
sulla base dell'ordine cronologico di presentazione delle istanze. E nella
bozza del provvedimento si sottolinea comunque che «non possono essere posti in
via generale divieti o restrizioni di tipo programmatico per l'utilizzo di
determinate fonti rinnovabili, mentre eventuali restrizioni o divieti di
utilizzo, nel caso concreto ossia sul singolo progetto, devono fondarsi su
criteri di ragionevolezza, adeguatezza e proporzionalità da valutarsi
nell'ambito del procedimento amministrativo». Solo pochi giorni fa gli
imprenditori del fotovoltaico associati al Gifi Anie avevano sottolineato in
una nota come i ritardi nella semplificazione normativa stessero producendo un
pericoloso rallentamento proprio nelle regioni più favorevoli al solare ma più
ostiche nella normativa: la Sicilia e la Basilicata. F.Re. © RIPRODUZIONE
RISERVATA L'INIZIATIVA Il 3 luglio termineranno le verifiche sulla bozza di
provvedimento Per i nuovi impianti basterà una dichiarazione ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-26 -
pag: 5 autore: Lettera «Sono rimasto solo per questo vendo» C aro direttore
cedo attività artigiana orafa con più di 3.500 modelli che vanno dallo stile
classico veneziano, allo stile etrusco, all'americano anni Cinquanta, oltre ad
una serie completa di animali smaltati e chiusure per collane. Cederei anche
più di mille disegni originali creati da me e da mio padre e mai visionati da
alcuno. Mi perdoni se, provocatoriamente, ho cominciato con una sorta di
annuncio economico. Nell'ottobre scorso il suo giornale raccolse la storia
della mia piccola azienda artigiana, una storia fatta di una grande passione e
di un'altrettanto grande, credo, professionalità, soffocate
dalla burocrazia ma
soprattutto dalla disattenzione e dai silenzi. Una vicenda comune a quella di
tante microimprese che nessuno sembra vedere ma in realtà sono un sostegno
fondamentale per l'economia del nostro Paese. Ero e sono arrabbiato per
clamorose disparità di trattamento. Per uno Stato che aiuta le banche
che hanno fatto ogni genere di pasticcio e dimentica la piccola impresa. Quelle
stesse banche che oggi sono forti con i deboli e deboli con i forti. Devono
dare fiducia ed essere "flessibili" verso la galassia di una piccola
e media impresa che è dispostaa vendere anche l'anima al diavolo per riuscire a
far fronte agli impegni presi con i fornitori e le banche stesse. Non sono
stati gli artigiani ed i lavoratori a creare questo disastro ma, anzi, sono
queste categorie con i loro risparmi che hanno dato la possibilità agli
istituti di credito di ingrandirsi. In questi mesi non è cambiato nulla.
Pensavo che, grazie allo spazio trovato sul suo giornale, il mio caso potesse
diventare un simbolo, accendesse una luce su questa realtà ed invece ho
raccolto solo la solidarietà della persona che all'Associazione artigiani si
occupa della mia contabilità. Un silenzio assordante è arrivato da
"quelli" che vediamo in televisione, di qualsiasi segno politico,
quelli che si sbracciano, si allentano il nodo della cravatta,sbraitano l'uno
contro l'altro accorati peri problemi dei cittadini italiani. Solo parole.
Nessuno ha chiamato almeno per cercare di capire, per chiedere a noi quali
possono essere i mezzi e le strategie per affrontare, oltre alla crisi, il
nostro grande disagio. Nessuno è venuto a toccare con mano, a vedere i tanti
capannoni chiusi. Anche noi abbiamo le nostre colpe: nei momenti migliori non
abbiamo saputo tutelare il nostro prodotto, abbiamo costruito troppi capannoni
puntando sulla quantità anziché sulla qualità. Oggi sentiamo paura e
solitudine, ci sentiamo abbandonati a noi stessi. Temiamo già la prima
settimana del mese, non certo la terza, e non troviamo nessuno al nostro
fianco. Ma non è certo questo il momento di piangerci addosso né di dividerci,
e lo dico anche a chi occupa certe poltrone. Mi rivolgo soprattutto alle
piccole e medie imprese, ai loro titolari, ai lavoratori: non dobbiamo lasciare
che qualcuno ci divida, abbiamo bisogno gli uni degli altri perchè uniti siamo
forti. Dobbiamo, tutti assieme, fare sistema. Solo così possiamo uscirne. Solo
così potrò cancellare il mia annuncio di vendita. La passione c'è ancora tutta,
vorrei solo trovare qualcuno concretamente al mio fianco. Andrea Gaviore
(Brendola, Vicenza) DISPARITà «Lo Stato aiuta le banche che hanno combinato
disastri ma noi "piccoli" ci sentiamo abbandonati proprio dagli
istituti aiutati» ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia AGENDA CESENA pag. 7 ) DELL'AMORE Già deciso il
presidente: è strano TRO... ) DELL'AMORE Già deciso il presidente: è strano
TROVO STRANO che si decida prima della convocazione del consiglio provinciale
che farà il presidente del consiglio senza avvertire i gruppi di minoranza
spiegando con quali criteri si scelga un segretario provinciale di partito per
un compito che deve essere sempre garanzia di tutti. E' un'anomalia che ha la
sua importanza perché non è giusta che la Provincia mantenga una persona, per quanto
autorevole, che poi svolge anche un compito importante nel Partito democratico
ma assolutamente non istituzionale. A meno che il consigliere Zoffoli di
svolgere tale compito gratuitamente anche per diminuire le spese di
rappresentanza della Provincia. Vittorio Dell'Amore ) FABIO DELLAMOTTA La
Garbuglia sia coerente: non accetti l'assessorato NEL RINGRAZIARE gli elettori
di San Mauro Pascoli e di Gatteo che mi hanno confermato la fiducia,
eleggendomi al consiglio provinciale. Non è stato facile, in quanto il Pd ha
presentato in contrapposizione un "pezzo da 90", come l'ex sindaco di
San Mauro Luciana Garbuglia. Eppure la Garbuglia, pur aumentando i voti del suo
partito, non stata eletta. Si dice però che il presidente della provincia Bulbi
la nominerà comunque assessore, anche se non è stata eletta, come esterno.
Ebbene, visto che, da avversario, riconosco alla Garbuglia forza e coraggio, ci
dimostri anche coerenza e onestà con quanto lei ha stabilito per San Mauro.
Infatti, nel Comune che lei ha amministrato, lo statuto comunale prevede,
all'articolo 21, che il sindaco può chiamare in giunta come assessore esterno
(cioè non eletto dal consiglio) chi vuole, purchè non abbia però partecipato
come candidato alle elezioni comunali. La "ratio" di questa norma è
chiara: non si può chiamare come assessore esterno in giunta chi è stato
bocciato dagli elettori. Una norma in vigore dal 1992 nel comune che la
Garbuglia ha amministrato come sindaco per nove anni. A San Mauro cioè, il
sindaco può chiamare in giunta qualunque consigliere eletto o cittadino
illustre, purchè non abbiano partecipato come candidati alle elezioni del
consiglio comunale in carica. Cioè non siano stati bocciati dagli elettori. SE
IN PROVINCIA fosse in vigore lo statuto che lei ha dato ai sanmauresi, la
Garbuglia non potrebbe fare l'assessore. Ma lo statuto di San Mauro non vale
per la Provincia quindi formalmente Bulbi potrebbe chiamare la Garbuglia in
giunta. Penso che moralmente la Luciana abbia l'obbligo di rispettare le regole
che lei stessa ha voluto per i suoi concittadini. Altrimenti verrebbe da
pensare che le regole vanno bene solo per gli altri. La Garbuglia dimostri
coraggio e coerenza e rinunci alla poltrona. Fabio Dellamotta ) LAURA BIANCONI
(PDL) Privatizzazione dei servizi: sono d'accordo con Ugolini TROVO DEL TUTTO
condivisibili e pertinenti le posizioni espresse dall'esponente del Pri Denis
Ugolini in merito alla privatizzazione dei servizi pubblici e alla lotta alla burocrazia, così come trovo
assolutamente pertinente il suo richiamo a nuove modalità di confronto
all'interno delle istituzioni. A proposito delle proposte emerse nell'assemblea
di Confindustria tenutasi a Cesena anch'io sottolineo che le imprese del nostro
territorio stanno attraversando un momento di grande difficoltà e chi fa
politica deve avere come obiettivo il bene della città, di chi ci
lavora, di chi ci vive. E non è con le sterili polemiche su questa o quella
presidenza a Palazzo Albornoz che si dà risposta ai problemi dei cittadini.
Bene ha fatto dunque Ugolini a porre l'attenzione sulla necessità di passare da
una politica delle parole a una politica della concretezza che impegni il nuovo
sindaco a confrontarsi con i cittadini, con il mondo delle imprese e con
l'opposizione. sen. Laura Bianconi vice presidente del gruppo Pdl al Senato ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia «L'agricoltura orobica deve aprirsi di più alle
innovazioni» --> Il presidente Colombi prima dell'assemblea provinciale
«Situazione terribile, ma c'è già chi sta rialzando la testa» Venerdì 26 Giugno
2009 ECONOMIA, pagina 45 e-mail print Nonostante la crisi, tanti comparti in
Coldiretti cominciano a dare qualche segno di rilancio «Sia chiaro, noi non ci
rassegnano: non abbiamo mai attraversato un momento così critico ma la volontà
è quella di risollevarsi, con ogni mezzo». Se la recessione travolge
l'agricoltura come un fiume in piena, ci sono sono due possibilità: rassegnarsi
o resistere, per poi ripartire. Alla vigilia forse della più difficile
assemblea provinciale della sua storia, Coldiretti sceglie senza indugi la
seconda strada. E attraverso il presidente Giancarlo Colombi rilancia, pur
consapevole che «questa crisi è durissima e per ora non arretra di un passo».
Eppure è importante «cogliere ogni opportunità per reagire: questa assemblea
dovrà dare un segnale importante, di vitalità innanzitutto al nostro interno,
per poi chiedere a gran voce aiuti che il settore merita, perché altrimenti
pezzi importanti della sua storia finiranno per morire». Poi rivolge un
messaggio agli iscritti: «Molti di loro - spiega il presidente -, di fronte a
un disastro di queste proporzioni, fanno fatica a mantenere la calma, perché vedono
andare in fumo non solo il loro lavoro, ma quello che era stato l'orgoglio dei
loro padri. Sono pronti ad azioni forti, ma è necessario che insieme alle
rivendicazioni sacrosante, anche da parte nostra si analizzino fino in fondo le
criticità, per tornare rapidamente ad essere competitivi». Sul tavolo non c'è
solo l'andamento «da profondo rosso» di certi comparti, latte
e carne in primis, esistono problemi come i costi soffocanti della burocrazia, la riforma della politica
agraria comunitaria, la direttiva nitrati, la questione Ogm, e soprattutto la
cronica assenza di ammortizzatori sociali nel settore, insieme a un accesso al
credito che si è andato complicando negli ultimi mesi. La questione
latte resta in primo piano: «Non si riesce ad avere un dialogo con le parti
industriali - sottilinea Colombi - che propongono quotazioni inferiori 30
centesimi al litro per il latte alla stalla, le stesse di 10-15 anni fa. Così
facendo le aziende non resisteranno a lungo. In Lombardia produciamo 40 milioni
di quintali e ne entrano ancora 30 milioni dall'esterno, eppure non riusciamo a
stare sul mercato perché nessuno ci aiuta. Il paradosso è che il latte continua
ad essere molto consumato dalle famiglie, e lo stesso vale per i formaggi, ma
c'è una strozzatura del prezzo nella filiera a monte, non certo a valle. Il
mondo politico promesse ne ha fatte tante, ma finora di concreto si è visto
poco». Colombi approva la richiesta del collega dell'Unione Renato Giavazzi,
che chiede di creare un'Authority con poteri forti di controllo sul prezzo del
latte e dei prodotti agricoli: «Può essere una strada, vedremo. Anche il nostro
progetto per richiedere a gran voce l'etichettatura dei prodotti migliorerebbe
le cose, perché così si scoraggia la trasformazione con il latte straniero di
nostri formaggi anche prestigiosi, persino alcune Dop. Chiediamo controlli più
rigidi: il cittadino vuole il made in Italy per tutta la filiera e crede di
essere garantito comprando un formaggio italiano: purtroppo non è sempre così».
Ma se alcuni comparti tradizionali sono in forte sofferenza, ne esistono altri
dove la crisi non ha quasi lasciato il segno: «Mi riferisco al florovivaismo,
alla viticoltura, all'orticoltura e agli oltre cento agriturismi - precisa
Colombi -: bisogna assecondare e incoraggiare questa voglia di natura che il
consumatore non perde occasione di dimostrarci, abbracciando anche nuove
attività. penso ad esempio a come si è sviluppato negli ultimi anni il discorso
delle fattorie didattiche per i bambini, che boom hanno avuto gli allevamenti
di caprini spesso affidati a giovani coppie che non arrivano neanche
dall'agricoltura, mentre anche nel florovivaismo, nostro punto di forza con
quasi 200 aziende sul territorio, sta proponendo formule alternative come
l'arredo urbano». Come organizzazione, Coldiretti sente su di sé la
responsabilità di dover rappresentare gran parte del mondo agricolo bergamasco:
«Pur nelle difficoltà - spiega il presidente - manteniamo un trend di crescita
in settori come l'agriturismo, florovivaismo, vitivinicolo e aziende dei
servizi. Rappresentiamo 3.500 aziende con 6.000 iscritti tra titolari e
coadiuvanti, numeri rimasti abbastanza stabili negli ultimi anni». Per il
futuro, Colombi punta forte sul binomio formazione-innovazione: «Già da tempo
abbiamo messo in campo una serie di corsi per sviluppare l'innovazione in
comparti strategici come latte, carne, ortaggi, florovivaismo e agriturismi.
Questi aggiornamenti, che svilupperemo ulteriormente, devono portare a un
approccio diverso verso l'esterno: l'azienda agricola deve aprirsi di più,
comunicare meglio le sue iniziative, magari legandole ad altri soggetti sul
territorio per varare un'offerta più completa e attraente». Maurizio Ferrari
26/06/2009 nascosto--> ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Venerdì 26 Giugno 2009 Chiudi
L'Assemblea di Confindustria all'insegna delle strategie per superare il
difficile momento che stanno vivendo le aziende «Bisogna sconfiggere la cultura
del no» Il presidente Mazzenga e la crisi: troppa burocrazia, cantieri
fermi e regole certe ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Venerdì 26 Giugno 2009 Chiudi di LAURA PESINO Al suo
secondo e ultimo mandato alla guida della Confindustria provinciale, Fabio
Mazzenga, nelle sale dell'antica infermeria di Fossanova, alla presenza del
ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, apre la 65^ assemblea pubblica
dell'Associazione industriali sulla grave crisi economica nazionale. L'immagine
è quella di una "forbice allargata": da un lato la caduta rapida
dell'economia, dall'altro la lenta ripresa, di cui pure qualche segnale si
avverte da lontano. Parla della "mutazione incompiuta" del sistema
economico del Paese, delle difficoltà delle piccole e medie imprese oppresse
dal crollo degli ordini, dei segnali preoccupanti che arrivano anche dal mondo
delle multinazionali. «La crisi è per tutti - esordisce il presidente - Ma la
partita decisiva si gioca dopo la crisi. Noi confermiamo il nostro
atteggiamento di fiducia, non c'è rassegnazione nel mondo delle imprese, ma
preoccupazione e voglia di andare avanti». Parla dei costi
della burocrazia che
gravano sulle aziende, delle risorse umane e della loro formazione e
istruzione, degli investimenti infrastrutturali e delle liberalizzazioni, della
collaborazione con le forze sindacali, della necessità di regole "certe,
trasparenti e condivise". Quanto alla provincia pontina, «il
territorio stenta - ammette il presidente di Confidustria Latina - e mostra
chiari segni di involuzione. C'è il rischio del collasso e di una vera e
propria destrutturazione generalizzata del sistema economico locale». Cosa
manca? Le infrastrutture prima di tutto. Strade, ferrovie, ponti e aeroporti.
«Non si possono aspettare anni per aprire i cantieri. Bisogna sconfiggere la
cultura dei no e dei veti. Confindustria continuerà la sua battaglia per dotare
la provincia pontina di grandi infrastrutture, che per ora restano ancora sulla
carta». Ma a monte c'è un nodo tutto istituzionale: il rapporto tra la
Provincia e la Regione, il ruolo preponderante di Roma da sciogliere nella
riforma di Roma Capitale. Poi, il presidente bacchetta la politica, locale e
regionale, sulla sanità, le tariffe e il sistema di tassazione e tutti i costi
che si abbattono sui cittadini. Snocciola anche i temi caldi del territorio:
rifiuti ed energia. Il primo affrontato in diversi incontri tra i presidenti
Cusani e Marrazzo, il secondo in un protocollo d'intesa per la realizzazione di
una centrale solare per la produzione di energia da fonti rinnovabili, il primo
nel Lazio e il secondo in Italia. Un accenno anche alla Camera di Commercio, rappresentata
in assemblea dal presidente Vincenzo Zottola, e alla sua ritrovata stabilità.
Infine, la speranza di una rinascita economica dalle ceneri della crisi. Per
concludere, gli interventi del presidente della piccola e media industria
Giuseppe Morandini e del prefetto Bruno Frattasi introdotti dal direttore di
Confidustria, Sergio Viceconte. L'appello di Frattasi è ancora una volta
rivolto alla sicurezza e alla legalità legati alla cultura della buona impresa,
contro il pericolo reale e concreto di "infiltrazioni mafiose di stampo
non autoctono". ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Venerdì 26 Giugno 2009 Chiudi di LUCA BENEDETTI PERUGIA -
L'ultimo caso è quello di un anziano di 87 anni: per lui cambiare residenza a
Perugia diventa un incubo. Eppure pensava che fosse la cosa più facile del mondo:
deve soltanto attraversare l'incrocio. «Ci riusciranno anche le scartoffie», ha
pensato. Errore. C'è la burocrazia da battere. E allora ecco che il cambio di residenza diventa un
rebus. Primo appuntamento all'ufficio anagrafe decentrato di San Sisto a febbraio.
«Torni a giungo», gli dicono gli uffici. Lui batte gli acciacchi, la memoria
che potrebbe perdere qualche colpo e si presenta puntuale: «Stavolta ce la
faccio», si dice. Niente da fare. L'impiegato, con garbo e gentilezza,
gli chiede di esibire le visure catastali. «Ma le avete», replica l'anziano un
po' spazientito. Niente da fare, deve tornare. Ma è caldo, l'estate è in
agguato e gli uffici di pomeriggio pare che siano chiusi e l'anziano ha mandato
al diavolo il cambio di residenza. Succede, insomma, che la burocrazia
diventi un ostacolo insormontabile. E non basta pagare per riuscire a venirne a
capo. Claudio, perugino, assistito dall'avocato Francesco Pierri, è uno che
paga la sua assicurazione sulla vita. La paga dal 1999. Nel ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Venerdì 26 Giugno 2009 Chiudi La
grande sfida dei cittadini. Quattro mesi per cambiare residenza, novantenne
finisce nei guai Burocrazia folle per pensioni e assicurazioni Niente
agriturismo, ma nel cuore del parco resta il tetto all'amianto ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Venerdì 26 Giugno 2009 Chiudi di LUCA BENEDETTI E' il caso
di Abdiraim,, 54 anni, nato in Macedonia ma residente a Torgiano. E' in Italia
dal ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Venerdì 26 Giugno 2009 Chiudi di CLAUDIO SALVI UPesaro NA
STORIA travagliata, quello di un film ingoiato dalle sabbie
mobili della burocrazia e
riaffiorato dopo anni, grazie alla tenacia del regista e di alcuni amici. E' la
storia di La fisica dell'acqua, film di Felice Farina con protagonisti Claudio
Amendola, Paola Cortellesi e Stefano Dionisi che sarà presentato stasera (ore
21,15), in piazza del Popolo alla Mostra internazionale del nuovo cinema.
In anteprima al festival (dopo circa sette anni di limbo produttivo e
distributivo), il film esplora le tinte del thriller gli antri più bui della
psiche di un bambino. Una pellicola diventata una vera e propria odissea
burocratica sulla quale anche Claudio Amendola nel corso della conferenza
stampa di presentazione del festival pesarese a Roma aveva usato parole di
fuoco: «Trovo indegno che un film come il nostro, girato spendendo tanti
milioni dei contribuenti possa poi arenarsi per una somma ridicola. Credo che
in questi casi lo Stato abbia il dovere di investire quel poco che manca per
portare avanti un film». Più morbido rispetto al protagonista, il regista che
dopo fallimento, blocco delle riprese e poi termine del montaggio della
pellicola si dice comunque soddisfatto perché tutte queste vicissitudini sono terminate.
Ma ora, dice Farina «ho fatto il film che volevo fare». Insomma uno stop quasi
provviddenziale? «Anche se non cercato, in un certo senso è stato così perché
il film mi è cambiato sotto le mani. Alla fine di tutto questo delirio ho
ritrovato in questa pellicola i miei sentimenti ed esattamente quello che
volevo esprimere. Anche se è un film pieno di difetti, ora e solo ora ci vedo
tutto quello che avrei voluto vedere». Perchè dopo tutti questi anni di
stand-by ha deciso di presentare il suo film proprio a Pesaro? «Perché sono
affezionato a Pesaro ed a questo festival di tono "alto" e poi perché
amo la piazza ed il suo pubblico e sono incuriosito dalle sue reazioni. Credo
che sia un bel banco di prova per ogni regista». Come ha fatto a rientrare in possesso
della pellicola e a finire il suo lavoro? «Dopo la chiusura della produzione il
film era finito al tribunale fallimentare dopodiché sarebbe andato
irrimediabilmente al macero. Questa cosa mi ha spinto a fare questa specie di
follia cercando di finirlo dando fondo a risorse personali e grazie all'aiuto
di alcuni amici e ad un modesto contributo di Raicinema». Ci sono parecchie
polemiche sui film finanziati dallo Stato. «Alimentate ad arte. In un Paese
dove si fa disprezzo della cultura e dove si fa largo uso di populismo, quello
del cinema finanziato è il classico luogo comune. Vi sono tanti settori in
questo Paese dove vengono elargite e sperperate risorse pubbliche e dove si
annidano fenomeni di corruttela. Il cinema gode di risorse irrisorie rispetto
ad altri paese. Un moderno Stato democratico ha il dovere di produrre
proteggere e incoraggiare la cultura e non sbeffeggiarla come ha fatto
recentemente qualche nostro ministro». ( da "Sestopotere.com"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Qualità della Vita dellImpresa.
Indagine Confartigianato : a Bolzano e nel Nord Est le migliori condizioni
(26/6/2009 13:10) | (Sesto Potere) - Roma - 26 giugno 2009 - Bolzano, è la
provincia italiana dove esistono le condizioni migliori per fare impresa. Seguono Trento, Ravenna, Rimini e
Reggio Emilia. Allultimo posto Crotone, preceduta da
Catanzaro e Cosenza. E quanto emerge dal Rapporto “Il cielo sopra la
crisi” curato dallUfficio Studi di Confartigianato e che è stato
presentato oggi in occasione dellAssemblea della Confederazione che
rappresenta 520.000 artigiani e piccole imprese. Per misurare lambiente
ideale per fare impresa, Confartigianato ha preso in esame 39 indicatori
raggruppati in 11 ambiti . Ne è scaturito lIndice della Qualità della Vita dellImpresa
che valuta la capacità di ciascun territorio provinciale di mettere a
disposizione degli imprenditori italiani il miglior contesto possibile dove
operare con la propria impresa. In particolare, sono stati analizzati i
seguenti ambiti: Densità imprenditoriale, Mercato del lavoro, Pressione fiscale,
Concorrenza sleale del sommerso, Burocrazia, Credito, Tempi della giustizia
civile, Legalità e conflittualità, Utilities e servizi pubblici locali,
Capitale sociale del territorio e Infrastrutture. Anche nella classifica per
regioni, la prima piazza va al Trentino Alto - Adige), seguita da Emilia
Romagna, Valle dAosta, Veneto e Lombardia. In fondo alla
classifica si trovano Sicilia, Campania e, in ultima posizione, Calabria. Dal
rapporto emerge che
è il Nord Est la macro area italiana più favorevole al fare impresa. A seguire
il Nord Ovest, il Centro, le Isole ed il Sud. Per gli indicatori relativi alla
Pressione fiscale le prime tre province virtusoe sono tutte quelle dotate di
una forte autonomia: Bolzano, Trento e Aosta. Le ultime tre, invece, sono
Salerno, Latina e Napoli. Per minore peso della Burocrazia le prime province
sono Prato, Ravenna e Reggio Emilia, mentre le ultime tre sono Roma, Campobasso
e Catanzaro. Per le condizioni del Credito le prime province sono Sondrio,
Piacenza e Terni, mentre le ultime tre sono Salerno, Napoli e Avellino. Per
Tempi della giustizia le province ideali per fare impresae sono Trento, Torino
e Como, mentre le ultime tre sono Messina, Catanzaro e Lecce. Per condizioni
legate ad Utilities e servizi pubblici locali le province con le migliori
condizioni sono Aosta, Milano e Genova, mentre le ultime tre sono Teramo,
Campobasso e Isernia.Bolzano, è la provincia italiana dove esistono le
condizioni migliori per fare impresa. Seguono Trento, Ravenna, Rimini e Reggio
Emilia. Allultimo posto Crotone, preceduta da
Catanzaro e Cosenza. E quanto emerge dal Rapporto “Il cielo sopra la
crisi” curato dallUfficio Studi di Confartigianato e che è stato
presentato oggi in occasione dellAssemblea della Confederazione che
rappresenta 520.000 artigiani e piccole imprese. Per misurare lambiente
ideale per fare impresa, Confartigianato ha preso in esame 39 indicatori
raggruppati in 11 ambiti . Ne è scaturito lIndice della Qualità della Vita dellImpresa
che valuta la capacità di ciascun territorio provinciale di mettere a
disposizione degli imprenditori italiani il miglior contesto possibile dove
operare con la propria impresa. In particolare, sono stati analizzati i
seguenti ambiti:
Densità imprenditoriale, Mercato del lavoro, Pressione fiscale, Concorrenza
sleale del sommerso, Burocrazia, Credito, Tempi della giustizia civile,
Legalità e conflittualità, Utilities e servizi pubblici locali, Capitale
sociale del territorio e Infrastrutture. Anche nella classifica per regioni, la
prima piazza va al Trentino Alto - Adige), seguita da Emilia Romagna, Valle dAosta,
Veneto e Lombardia. In fondo alla classifica si trovano Sicilia, Campania e, in
ultima posizione, Calabria. Dal rapporto emerge che è il Nord Est la macro
area italiana più favorevole al fare impresa. A seguire il Nord Ovest, il
Centro, le Isole ed il Sud. Per gli indicatori relativi alla Pressione fiscale
le prime tre province virtusoe sono tutte quelle dotate di una forte autonomia:
Bolzano, Trento e Aosta. Le ultime tre, invece, sono Salerno, Latina e Napoli.
Per minore peso della Burocrazia le prime province sono Prato, Ravenna e Reggio
Emilia, mentre le ultime tre sono Roma, Campobasso e Catanzaro. Per le
condizioni del Credito le prime province sono Sondrio, Piacenza e Terni, mentre
le ultime tre sono Salerno, Napoli e Avellino. Per Tempi della giustizia le
province ideali per fare impresae sono Trento, Torino e Como, mentre le ultime
tre sono Messina, Catanzaro e Lecce. Per condizioni legate ad Utilities e
servizi pubblici locali le province con le migliori condizioni sono Aosta,
Milano e Genova, mentre le ultime tre sono Teramo, Campobasso e Isernia. ( da "Sicilia, La"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia cammarata Consiglio comunale sul depuratore Favara. La burocrazia
comunale nei suoi più alti livelli non gode più della fiducia del Consiglio
comunale. Per fare nomi e cognomi, il segretario generale Calogero Marrella ed
i suoi più stretti collaboratori. Lo ha detto a chiare lettera il presidente
del Consiglio, Luca Gargano, al sindaco, Domenico Russello, durante il
faccia a faccia dopo la plateale protesta dei consiglieri che durante l'ultima
seduta hanno abbandonato l'aula in segno di protesta contro il segretario. Lo
ha ribadito l'intero Consiglio comunale firmando una lettera al sindaco dove si
manifesta questo disagio e si richiama il primo cittadino alle sue
responsabilità nei confronti della burocrazia
comunale. Il feeling in realtà non c'è mai stato, con gli scontri che si sono
man mano intensificati sia in aula, durante il dibattito consiliare che in
segreteria. L'ultimo martedì con la forte protesta innescata dal consigliere
Giovanni Mossuto che accusa il massimo burocrate del comune di ostacolate
l'attività propria del consigliere non favorendo ed in certi casi addirittura
negando l'accesso agli atti ai consiglieri. Accuse riprese con altri esempi
anche da Antonio Valenti del Mpa, Enzo Biancucci e Antonio Fallea del Pdl. E
naturalmente condivise dalla maggior parte dei consiglieri presenti che, come
dicevamo, hanno abbandonato l'aula. A seguito di questa forte presa di
posizione era necessario un incontro tra le due massime istituzioni comunali.
Ma il colloquio tra Gargano e Russello non è stato, forse, del tutto
chiarificatore in quanto, nonostante il vertice, i consiglieri comunali hanno
inviato una lettera al sindaco nella quale il giudizio sui vertici della burocrazia comunale è molto chiaro, e le accuse precise «non
sono garanti per i consiglieri nell'espletamento del loro ruolo istituzionale».
Si vuole chiedere la testa di Marrella e con lui quella di altri suoi
collaboratori? Espressamente la defenestrazione non è stata avanzata ma le
posizioni sembrano distanti così come i termini per una ricomposizione.
Nonostante tutto, però, l'azione amministrativa del consiglio comunale di
Favara non si ferma. La conferenza dei capigruppo ha deciso di riconvocare la
riunione del Consiglio comunale per continuare la trattazione dello schema di
massima del Prg. La seduta dovrebbe essere fissata dal presidente Luca Gargano per
le ore 19 del 2 luglio prossimo con all'ordine del giorno, oltre al Prg anche
una ventina di altri punti di ordinaria amministrazione Giuseppe Moscato ( da "Sicilia, La"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il Consiglio «sfiducia» MarrellaFavara. Il vertice della burocrazia comunale nel mirino del civico consesso Lampedusa. «Molti paesi
europei, ci hanno definito il buco nero dal punto di vista dell'immigrazione
clandestina - afferma il ministro, Andrea Ronchi - perché a loro il problema
non interessava, oggi il buco nero è chiuso». Lancia queste accuse il
ministro per le Politiche comunitarie, in visita ieri nella maggiore delle
Pelagie. Lo scopo principale del tour lampedusano è stato quello di poter
stabilire una strategia mirante a ridare all'isola sua immagine di isola turistica.
«Per affrontare il problema delle emergenze a Lampedusa - continua il ministro
- bisognava risolvere a monte il problema dell'immigrazione clandestina, questo
lo abbiamo fatto, il nostro governo lo ha fatto e per questo abbiamo restituito
a Lampedusa il suo ruolo di perla del turismo in Italia». Visita il centro di
accoglienza dove esprime apprezzamento al direttore Federico Miragliotta,
perché nonostante al momento il centro sia a «presenze zero» la
Lampedusaccoglienza continua a mantenere impiegato personale; lì ricorda la
precedente visita, avvenuta nel mese di luglio dello scorso anno, quando il
centro era strapieno di immigrati. Poi va al molo Favarolo per salutare gli
equipaggi delle motovedette di Fiamme Gialle, Carabinieri e Capitaneria di Porto.
Visita la stazione operativa della Guardia di finanza, dove guardando il
monitor che segnala le operazioni in corso, sottolinea come «tutto sia in stato
di tranquillità». Ed infine il ministro si reca nella sede dell'Area marina
protetta Isole Pelagie dove c'è l'incontro con gli amministratori locali e gli
operatori del settore turistico, i quali lamentano un calo di presenze pari al
50%, dato questo molto preoccupante per l'economia isolana. Ed è proprio qui
che il ministro lancia la sua proposta «Parlerò domani con il ministro
Brambilla, che si è appena insediata - dice Ronchi - proprio per trovare un
modo strutturale di dialogo, realtà locale Lampedusa e istituzione
governativa». La visita che è durata 5 ore era iniziata alle 10 all'aeroporto,
dove ad attendere il ministro sottobordo c'era il sindaco Bernardino De Rubeis,
e alcuni amministratori. «Purtroppo nel passato si è parlato tanto e non si è
parlato certamente bene di Lampedusa - dice il sindaco De Rubeis - ecco perché
noi chiediamo un atto di compensazione; la nostra isola a saputo accogliere i
disperati quando ce ne stato di bisogno, adesso la situazione è cambiata, per
questo non può essere abbandonata. Queste sono isole - continua il sindaco -
che hanno volontà di crescere nel settore turistico». CALOGERO MARIA SPARMA ( da "Sicilia, La"
del 26-06-2009) Argomenti: Burocrazia Costituito dai 40 licenziati del call center delle Poste
Comitato per il «diritto al pane quotidiano» Si inasprisce la protesta dei
dipendenti dell'associazione Casa Famiglia Rosetta da 7 mesi senza stipendio
che minacciano lo sciopero e la conseguente sospensione dei servizi che
assicurano. Oggi i lavoratori effettueranno un sit-in davanti alla prefettura per
dare visibilità alla nostra protesta e per indurre chi di dovere a
intervenire. Nel corso della protesta chiederanno di essere ricevuti dal
prefetto
Vincenzo Petrucci. Intanto hanno detto chiaramente di non volere più prestare
servizio sino a quando non riceveranno le mensilità di stipendio maturate. «I
lavoratori - ha detto ieri il segretario provinciale della Cisl Fp Gianfranco
Di Maria - sono esasperati e sono pronti a tutto. Non vogliono più aspettare
perché hanno aspettato già tanto e non si può dare loro torto». Anche ieri sono
state effettuate ricerche dei mandati di pagamento che l'Assessorato regionale
alla Sanità ha comunicato ufficialmente di avere emesso la settimana scorsa in
favore dell'associazione. «È come se si fossero volatilizzati anche se c'è da pensare che si siano persi nei meandri della burocrazia», ha detto Di Maria che ha
aggiunto: «Il presidente dell'associazione Casa Famiglia Rosetta don Vincenzo
Sorce ha infatti ribadito che le somme non sono ancora arrivate nelle casse
dell'associazione che pertanto continua a non essere in condizioni di potere
pagare le mensilità di stipendio rivendicate dai lavoratori». Di Maria
ha comunicato di avere già chiesto l'intervento del prefetto. Si è detto
rammaricato per le manifestazioni di protesta che i lavoratori si accingono ad
effettuare «anche perché lo sciopero - ha affermato - comporterà la sospensione
del servizio che assicurano ai sofferenti che hanno tanto bisogno di assistenza
continua, ma bisogna capire la loro disperazione». L. S. ( da "Corriere.it"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia la crisi Bonus a chi non licenzia e investe Ecco il
decreto per le imprese Misure per 2 miliardi, tagli e nuovi prelievi.
Pagamenti, Cassa depositi in campo. Il pacchetto Sacconi ROMA Un solo decreto
legge da approvare prima della pausa estiva e che, a regime, vale circa due
miliardi di euro l'anno. Con una lunga serie di sgravi per le imprese diretti a
favorire gli investimenti e l'occupazione, coperti in gran parte da nuovi tagli
alla spesa pubblica, ma anche da «prelievi» che, sottolineano fonti di governo,
«non colpiranno, né si scaricheranno direttamente o indirettamente sui
cittadini». Il piatto forte del provvedimento, che avrà al suo interno anche
alcune norme di «manutenzione» della Finanziaria triennale dell'anno scorso,
sarà «la detassazione degli utili che vengono reinvestiti nell'azienda» ha
spiegato ieri il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, confermando anche
il «bonus per le imprese che non licenziano», e l'accelerazione dei pagamenti
arretrati della pubblica amministrazione alle imprese. «È scandaloso che lo
Stato non rispetti le scadenze» ha detto il presidente del Consiglio, spiegando
che sarà introdotto un meccanismo di certificazione dei crediti delle imprese,
che potranno dunque essere scontati dalla Cassa Depositi e Prestiti. Il decreto
messo a punto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti conterrà anche una
nuova disciplina per i crediti delle imprese nei confronti del fisco. Sarà
innalzato il limite dei 516 mila euro entro i quali i crediti possono essere
compensati con i debiti fiscali, ma dovrebbe essere eliminato anche
l'automatismo dell'operazione oltre una certa soglia da definire. Nel pacchetto
ci sono diverse misure per favorire l'occupazione, studiate dal ministro del
Welfare, Maurizio Sacconi. A cominciare dalle agevolazioni per le imprese che
assumono lavoratori in cassa integrazione o in mobilità, che potranno
incamerare i sussidi pubblici non utilizzati. Altri interventi sono diretti ai
lavoratori in cassa integrazione: potranno ricevere in un'unica volta tutto l'assegno
per avviare nuove attività in proprio, svolgere lavori occasionali pagati con
un voucher, rientrare in azienda per seguire corsi di formazione. Dovrebbe
esserci anche l'aumento dal 60 all'80% dell'integrazione del salario da parte
dello Stato, nel caso in cui le aziende in difficoltà facessero ricorso ai
contratti di solidarietà per evitare i licenziamenti. Buone notizie anche per i
possessori delle obbligazioni Alitalia: il rimborso, dall'attuale 30%, potrebbe
salire con vari meccanismi fino al 70%. E nel decreto potrebbero esserci misure
anche a favore degli azionisti della vecchia compagnia di bandiera, oggi
commissariata. Nel provvedimento ci sarà anche una norma che rende nulle, e
quindi inapplicabili, le clausole attraverso le quali le banche ripropongono
fittiziamente le commissioni per il massimo scoperto sui fidi bancari. Un
orientamento già maturato dal ministero dell'Economia, che il governo avrebbe
deciso di rendere esplicito nel decreto. In arrivo anche una nuova stretta
sulle regioni che sforano il tetto della spesa sanitaria. Le norme che portano
al commissariamento in caso di mancato rientro, dovrebbero essere rafforzate. E
non si escludono nuovi tagli per il 2010 al prezzo dei farmaci. «Speriamo di
fermarci al 2009» ha detto ieri Berlusconi all'assemblea della Farmindustria,
ribadendo il suo ottimismo sul superamento della crisi economica. «Siamo in
grado di venirne fuori e di superare le difficoltà», ha detto, mentre il presidente del Senato Renato Schifani lo invita a
proseguire anche nella lotta alla burocrazia. «Non è facile fare tutto, ci vogliono anche i soldi...» ha
detto, aggiungendo pure che «bisogna essere realisti. C'è una diminuzione del
pil ha detto riferendosi alle stime di Bankitalia e Confindustria, che oggi
indicano una flessione del 5% per il 2009 ed un aumento del deficit. Ne
parleremo domani in Consiglio dei ministri». Tremonti dovrebbe illustrare le
grandi linee del nuovo Documento di Programmazione, che sarà presentato tra due
o tre settimane. Con la manutenzione della manovra triennale già nel decreto,
la Finanziaria di settembre sarà ridotta solo alle tabelle. . M. Sen stampa | ( da "Stampa, La" del
27-06-2009) Argomenti: Burocrazia E' stato inaugurato, ieri pomeriggio, Palazzo Oddo,
«cuore» del patrimonio archeologico e museale della città, ove è stato ricavato
spazio per la mostra delle «Magiche trasparenze - I vetri dell'antica
Albingaunum» con lo stupendo «Piatto di vetro antico più bello del mondo». La
gestione del complesso che sorge accanto all'auditorium San Carlo, in via Roma,
è ora affidata alla Oddo srl. Il restauro dell'Oddo è durato quasi 30 anni,
durante i quali si arrivò persino a ipotizzarne l'uso per la realizzazione di
un piano di edilizia pubblico-residenziale. La scelta fu fermata dall'allora
sindaco Mauro Zunino. «Alla fine ce l'abbiamo fatta: la goccia scava la
roccia», ha ricordato Carlo Basso, presidente della Oddo srl, con riferimento alla burocrazia che ha ritardo l'apertura. Ha detto: «Vorremmo che l'Oddo fosse
la palestra per la cultura dei nostri giovani». Il direttore della società,
Umberto Airaudi, ha ricordato che palazzo Oddo significa 4 piani nei quali
quasi ( da "Stampa, La" del
27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Intervista Flavio Repetto "Con Montezemolo per
rilanciare l'Italia che lavora" GINO FORTUNATO NOVI LIGURE Dobbiamo capire
e valorizzare i valori che abbiamo in casa. Sono valori capaci di trasformare
la crisi, cogliendo opportunità importanti. Ci sono momenti di riflessione e
altri in cui occorre svegliarsi presto al mattino per mettersi subito in moto».
E lui è pronto a mettersi in gioco, come sempre. Flavio Repetto, patron della
Novi Elah Dufour è stato chiamato dal presidente della Fiat, Luca Cordero di
Montezemolo, per costituire il centro studi «Italia futura» che sarà presentato
martedì. Oltre a loro ci sono altri personaggi dell'imprenditoria nazionale,
come il casalese Sandro Buzzi, Carlo Calenda, Gianni Punzo, Agostino Gallozzi.
C'è già chi definisce Italia futura «il partito di Montezemolo». «Se si
prospettasse una cosa del genere sarei il primo a defilarmi. Un partito è fatto
di politici, nel qual caso dovremmo cambiare mestiere e non darei vita a questa
idea. Piuttosto siamo una parte importante dell'impresa Italia, ovvero un
segmento che produce e che non vende fumo. Vede, durante la mia vita di
imprenditore, ho avuto molte occasioni tra Senato e Camera, ma ho sempre risposto
che il mio mestiere lo sto ancora imparando. Fare l'imprenditore mi emoziona
ancora oggi e non cambierò i miei orientamenti». Che cosa è oggi e cosa
diventerà Italia futura? «È un'iniziativa molto opportuna ideata dell'avvocato
Montezemolo. In sostanza riunisce imprenditori che hanno dimostrato competenza
e capacità sul piano nazionale e internazionale. Attraverso sforzi congiunti
valuteremo cosa fare per rilanciare il Paese sotto l'aspetto economico e
produttivo, per arrivare a costituire un sistema Italia che sia competitivo
rispetto al resto del mondo. La partita si gioca a livello internazionale.
L'Italia possiede cose meravigliose e se saremo capaci di mettere le imprese
nelle condizioni di lavorare in un mercato aperto, emergeranno ottime
professionalità. Sinora abbiamo avuto personaggi che hanno scambiato la finanza
per un bene, mentre invece è un servizio. Rappresentiamo una nazione fondata
sul lavoro e quindi siamo un territorio di trasformazioni di beni che occorre
portarli al consumatore finale. Ma anche il governo dovrà svolgere la sua
parte». Quali problemi punterete a risolvere? «Al momento puntiamo su nomi di
ottimi imprenditori della Liguria e del Piemonte e presto ci saranno altri
colleghi della Lombardia, dell' Emilia e di altre regioni. Siamo solo agli
inizi. La nostra sarà una politica imprenditoriale che aiuterà, come ho detto,
il sistema Italia, appesantito da una burocrazia difficile e contorta». Ha fatto riferimento a un aiuto concreto
al Governo in termini propositivi. Intende questo governo? «Be', nel momento in
cui mi confronto con le istituzioni, devo prendere atto di chi c'è in questo
momento. Ma in democrazia occorre lavorare per gli italiani, a prescindere di
chi governa e quindi dovremo confrontarci con le responsabilità del governo.
Le dirò un'altra cosa, durante un incontro con l'onorevole novese Manuela
Repetti, dopo aver esposto il mio punto di vista, la signora mi ha detto
ironicamente: "Ma Cavaliere, non sarà mica di sinistra!". Le ho
risposto che non è questione né di sinistra né di destra, contano solo le
persone e le loro capacità. Dall' ( da "Finanza e Mercati"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia L'ecosostenibilità passa in banca da Finanza&Mercati
del 27-06-2009 Banche e ambiente. Ecco le parole chiavi per un mondo più verde,
che non rinuncia al profitto. Sempre più imprese e famiglie sono interessate a
investire in energie rinnovabili e per questo rappresentano, agli occhi del
sistema bancario, una fetta di mercato ancora tutta da scoprire. «Secondo i
nostri studi esistono almeno cinque milioni di persone che esprimono un bisogno
consapevole di ecosostenibilità», dichiara Marco Fedeli, docente all'Università
di Genova e managing director di Globiz, la società che organizza la Green
Globe Banking Conference, la cui terza edizione si è tenuta nelle scorse
settimane. «Lo vediamo anche nelle pubblicità - continua - tutto sta diventando
più verde». Una domanda, quella dell'ecosostenibilità, che per ora resta
maggiore dell'offerta. Ma cosa c'entrano gli istituti di credito e finanziari
con la sensibilità ambientale? «Le banche - spiega Fedeli - possono avere due
tipi di approcci per rendere la loro vision più verde: possono mettere
direttamente in pratica comportamenti virtuosi, come fare attenzione agli
sprechi pratiche di risparmio energetico negli uffici, oppure, e questo è quel
che più ci interessa, incidere sui comportamenti dei clienti, esercitando un
impatto indiretto attraverso la proposta di prodotti finanziari che favoriscano
l'acquisto di beni eco-compatibili come impianti fotovoltaici o auto ibride».
Ma per le piccole imprese decidere di affrontare un investimento ecosostenibile
è una scelta che può pesare sul bilancio aziendale senza contare che spesso gli
stessi imprenditori non sanno come mettere in pratica un progetto di questo
tipo. Ecco perché molte banche, in cerca della via di uscita da una crisi che
in molti casi ne ha anche minato la credibilità, stanno cercando di occupare
questo spazio nascente. Una vera e propria corsa che, almeno dal punto di vista
dimensionale, non esclude nessuno, dalle grandi realtà come Intesa Sanpaolo e Unicredit
fino alle esperienze locali di istituti di credito cooperativo. «Si assiste a
una coevoluzione - spiega il managing director di Globiz - in una logica
win-win, ossia il verificarsi di un doppio profit: da una parte il cliente che
riesce a migliorare la sua qualità di vita soddisfacendo le sue esigenze etiche
ed ecologiche, dall'altra le banche che emettono prodotti finanziari
conquistando nuove fette di mercato. E poi - chiosa - è anche un'occasione
irrinunciabile per il sistema bancario di rifarsi una reputazione». L'intervento degli istituti di credito può così colmare una lacuna
creata dalla burocrazia e
da una politica di incentivi statali apparsa spesso troppo debole o troppo
mutevole. «Salvo il Conto energia - ribadisce Fedeli - sono pochi gli stimoli e
troppe le difficoltà per ottenerli». Ciò nonostante, numeri alla mano, l'Italia
regge il confronto con le altre realtà internazionali, soprattutto
rispetto ai competitor continentali. «Il mondo oggi è costretto a reagire ai
problemi ambientali ma l'Italia - osserva - ha tutte le carte in regola per
ottenere la leadership in questo settore. Bisogna crederci e ovviamente
investire. Ormai da tre anni - continua - come Globiz organizziamo una
conferenza e un premio sul rapporto fra sistema bancario ed ecosostenibilità e
ogni volta constatiamo la crescita dell'interesse. I partner che decidono di
affiancarsi in questa campagna di sensibilizzazione sono in aumento e con loro
aumenta l'autorevolezza dell'iniziativa. Per ora l'Abi ci dà un appoggio esterno
- conclude - noi speriamo comunque di fare sempre meglio». Anche perché «fare
sempre meglio», dal punto di vista del sistema-paese, vorrebbe dire
moltiplicare le chance di arrivare preparati alla scadenza del 2020 rispettando
il Protocollo di Kyoto. ( da "Repubblica, La"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina IV - Torino L´allarme di Confservizi:
"Strangolati dalla mancanza di semplificazione amministrativa" Le public utilities reggono la crisi ma pagano i ritardi della burocrazia Il presidente Romano: "I
nostri dipendenti sono cresciuti, siamo una risorsa" STEFANO PAROLA Vorrei
ma non posso. Confservizi Piemonte, l´associazione di categoria che riunisce le
aziende ex municipalizzate della regione, mostra i muscoli e lancia due appelli
alle istituzioni. Il primo: i tempi burocratici degli enti pubblici sono
troppo lunghi, quasi eterni. Il secondo: siamo troppo frenati dai regolamenti,
vogliamo essere più liberi di crescere. Perché, a ben guardare, le cosiddette
pubblic utilities sono quelle che meno hanno risentito del momento economico
sfavorevole: «Sviluppo occupazionale ed investimenti rappresentano
indubbiamente un apporto concreto che le aziende dei servizi pubblici locali
stanno dando per contenere gli effetti negativi della crisi», ha detto Paolo
Romano, presidente di Confservizi, durante il dibattito che ha fatto seguito
alla quarantacinquesima assemblea dei soci. Un settore in piena salute, che
mette sul piatto somme importanti come i 75 milioni investiti dall´Amiat tra il
2006 e l´anno passato, o i 240 milioni che il Gtt spenderà nel 2009, tanto per
fare due esempi. Un comparto che dà lavoro in forma diretta a 13 mila addetti e
che crea anche un discreto indotto consentendo l´impiego di 14 mila dipendenti
attraverso le attività che vengono affidate ad aziende esterne. Dati che sono
rimasti stabili negli anni e che i management delle varie aziende prevedono
quantomeno stabili. Insomma, le pubblic utilities si sentono abbastanza forti
da aiutare l´economia piemontese ad uscire dall´impasse in cui si trova. Ma c´è
un problema: i tempi della burocrazia piemontese.
Confservizi ha svolto un´indagine per quantificarli e i dati che emergono sono
sconfortanti. Per avere un parere da Rfi, la società delle Ferrovie, sulla
possibile interferenza di un´opera con la rete dei treni ci vogliono in media
313 giorni, più di dieci mesi. E non va tanto meglio con le ferrovie locali:
272 giorni. Anche la Regione si rivela un ente pachidermico: otto mesi e mezzo
per una valutazione d´impatto ambientale, poco meno di mezzo anno per una
risposta dalle attività produttive, 157 giorni per un parere idrogeologico. Il
tutto per le sole fasi iniziali, perché poi, come ha evidenziato Romano, «i
tempi per aprire il cantiere di un progetto sono il doppio o il triplo». E poi
ci sono i vincoli istituzionali, che tarpano le ali alle ex municipalizzate.
Amiat per esempio ricava 23 milioni dal trattamento dei rifiuti di terzi,
denaro utile a coprire le spese per l´igiene urbana. Ma la società torinese
vorrebbe fare di più: «Però - ha rimarcato l´ad Maurizio Magnabosco - il
contratto di servizio non ci permette di partecipare a gare che potremmo
vincere facilmente». Ragionamento simile per la Smat, la società che gestisce
gli acquedotti torinesi: «Viviamo - ha detto il presidente Giorgio Gilli - in
una gabbia governativa. Nel 2008 i nostri "side business", cioè le
nostre attività collaterali, hanno generato 8 milioni: troppo poco rispetto
alle nostre potenzialità». ( da "Secolo XIX, Il"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia «Il piano sulla scuoladeve andare avanti» medie, linea
dura sugli accorpamenti Il Provveditorato: tempi stretti. Cassini e Da Vinci,
ricorsi bocciati L'ANNO SCOLASTICO (che verrà) stravolto
dagli inghippi della burocrazia, stritolato tra i ricorsi legali che si susseguono con esiti
diversi, sparigliando in modo inestricabile le carte della partita? I vertici
dell'Ufficio scolastico regionale assicurano che non sarà così: la partenza
avverrà come era stato stabilito, perché non è più possibile fermare in corsa
la macchina già avviata. Ma il quadro legale della vicenda si fa sempre
più intricato. Perché gli accorpamenti previsti dal piano, con il passaggio
dalle attuali ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia ASCOLI PRIMO PIANO pag. 3 Il presidente regionale Vitali
ai saluti: i giovani possono risollevare l'Ascolano ASSEMBLEA CONFINDUSTRIA
RICETTE' PER IL RILANCIO: LE TESTIMONIANZE DI CIMINI, GUZZINI E PIZZUTI di
EMANUELA ASTOLFI ALLA SUA ULTIMA uscita ufficiale da presidente di
Confindustria Marche, Federico Vitali, lancia un appello accorato ai giovani.
«Abbiate coraggio, entusiasmo e fantasia. E' mai uscito un filo d'erba
dall'asfalto? La risposta è sì». Da lunedì cederà il testimone del vertice
dell'Associazione degli Industriali delle Marche e ad Ascoli, in occasione
dell'assemblea ordinaria di Confindustria, lancia la ricetta per uscire da
questa fase di crisi economica e produttiva che ha investito anche le aziende
del Piceno. «L'Ascolano - dice - sta pagando la delocalizzazione fatta da tante
multinazionali che non sono attaccate al territorio. Quando questo legame non
c'è, le imprese lasciano. Per uscire dalla crisi dobbiamo comunicare
l'impresa». Creare una nuova cultura imprenditoriale, in primis, nelle giovani
generazioni. Contro la tanto discussa fuga di cervelli e la convinzione che il
Piceno può tornare ad essere la punta di diamante della Regione', Vitali lancia
un messaggio: «Si può fare impresa, le banche hanno liquidità, ma si fidano
poco. Se c'è un progetto nuovo, difficilmente dicono no». La crisi economica
per Federico Vitali è una sorta di selezione che uccide le imprese che non sono
in grado di sfruttare le proprie potenzialità per affrontarla. «Ci sono imprese
che nonostante le difficoltà - sottolinea - stanno andando avanti, perché hanno
saputo innovarsi e ritagliare nnuove nicchie di mercato. Confindustria è vicina
alle idee che non meritano di essere sottovalutate». Vitali ricorda che i
cinesi nelle crisi vedono sempre un'opportunità e così introduce l'esempio di
alcuni grandi imprenditori che con la loro esperienza hanno cercato di superare
momenti di difficoltà. Per Giovanni Cimini che ha partecipato all'assemblea per
conto di Roberto Benigni la terapia' per uscire dalla crisi è tutta nella
produzione di energia. «Sviluppare nuovi sistemi di generazione di energia dal
vento - dice sarà un'opportunità per le aziende del Piceno. Alle banche chiediamo
di supportare la ricerca, mentre alla politica regionale chiediamo di abbattere la burocrazia». Per Adolfo Guzzini, la qualità delle risorse umane, i brevetti
e la rimodellazione dei sistemi giocheranno un ruolo cruciale alla fine di
questa fase congiunturale. «Non sono qui con una ricetta spiega Maurizio
Pizzuti -, i cali ci sono in tutti i settori, nel nostro la crisi è selettiva:
ci sono aziende che vanno meglio e altre che sono in profonda difficoltà». ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Tremonti: meno costi allo sportello --> Sabato 27
Giugno 2009 GENERALI, pagina 2 e-mail print RomaCompromesso per le banche nella
trattativa con il governo per modificare le commissioni di massimo scoperto. Il
regime viene modificato e non cancellato come prevedeva la prima bozza del decreto
legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Nell'ultima versione del
testo, si stabilisce che «allo scopo di accelerare e rendere effettivi i
benefici derivanti dal divieto della commissione di massimo scoperto,
l'ammontare del corrispettivo onnicomprensivo non può comunque superare lo 0,5
per cento, per trimestre, dell'importo dell'affidamento, a pena di nullità del
patto di remunerazione». «Noi - ha detto il ministro parlando delle commissioni
bancarie - abbiamo deciso di intervenire in modo "spintaneo". Avere
un buon rapporto con la banca è interesse della banca stessa. Quindi aiutiamo
le famiglie ma anche lo stesso settore bancario con livelli per le commissioni
accettabili per tutti». «ALLE BANCHE UN CADEAU» Poi il «cadeau»: il decreto
contiene «un incremento della svalutazione fiscale dei crediti che entrano in
sofferenza, che passa dalla 0,30 allo 0,50%. Non credo che le banche conoscano
questa misura. I giornalisti possono segnalarla come un cadeau», ha aggiunto il
ministro. Tremonti ha poi precisato che «l'articolo 2 del decreto prevede il
contenimento del costo delle commissioni bancarie», sottolineando di avere
«ragione di ritenere che il mondo bancario alla fine condividerà i nostri
provvedimenti. Si anticipa quello che le banche avrebbero fatto sul mercato. I
livelli delle commissioni diventano, così, sopportabili sia per le banche che
per le famiglie». CAPITALI BLOCCATI Su altri fronti, uno degli interventi
contenuti nel decreto anticrisi «consentirà di sbloccare capitali che sono
pronti a entrare nell'economia, ma non entrano perché sono
bloccati dalla burocrazia».
Ma Tremonti ha insistito anche sull'«impressionante numero delle frodi sulle
compensazioni. Abbiamo abusi evidentissimi, c'è una casistica impressionante di
frodi sulle compensazioni. L'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza
lavorano per ridurre questi abusi. Con quei soldi - ha riferito -
aumentiamo i coefficienti per le compensazioni reali». Infine una conferma: il
decreto fiscale varato dal governo contiene la proroga della sospensione
dell'entrata in vigore della class action. Una proroga non condivisa dalle
associazioni dei consumatori e da parte della politica. 27/06/2009
nascosto--> ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Sabato 27 Giugno 2009 Chiudi
Urbanistica ed edilizia, il sindaco Cavallo: «Meno burocrazia e un iter
più snello» ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Sabato 27 Giugno 2009 Chiudi MONDOLFO - Non si ricorrerà
più ad un piano particolareggiato per interventi di ristrutturazione viaria ed
edilizia in alcune aree lungo via Litoranea a Marotta. A tale determinazione è
arrivata la giunta-Cavallo che lunedì proporrà al consiglio comunale di
utilizzare uno strumento urbanistico più rapido ed innovativo. Si tratta di
planivolumetrici a risposta immediata alle richieste di interventi edilizi nel
rispetto, ovviamente, delle norme tecniche del piano regolatore. Come anticipa
il sindaco Cavallo:«Con la crisi in atto non possiamo affidarci a piani
particolareggiati per la cui approvazione ed attuazione sono necessari tempi
lunghi. Di qui la necessità di trovare soluzioni, strumenti urbanistici in
grado di giungere in tempi brevi a compimento. Soluzioni che avendo un ritorno
pubblico in termini di verde, parcheggi e viabilità
permettano ai privati interventi edilizi senza dover attendere i tempi lunghi
della burocrazia.
Planivolumetrici che non dovranno essere approvati dalla Provincia e che
consentiranno ai cittadini di costruire dimostrando che c'è un ritorno
pubblico. A tal riguardo abbiamo individuato aree di intervento di grande
interesse che attualmente versano in condizioni di degrado. E mi
riferisco principalmente alle zone ex Ideal Marmi, Moretti Forni, Dama Luce ed
Alberto Abbigliamento. Inoltre stiamo acquisendo l'immobile a ridosso
dell'incrocio della Sp 424 con la Statale Adriatica che ci permetterà, tramite
la permuta della cubatura col proprietario, di realizzare una rotatoria e di
eliminare il semaforo». Gi.Bi. ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Sabato 27 Giugno 2009 Chiudi Un'occasione persa. Questo
per Ance Umbria è il piano casa con cui la Giunta regionale ha recepito
l'intesa stato-regioni del 31 marzo scorso che, secondo l'associazione del
costruttori edili, ne risulta addirittura depotenziata. «Anche se alcune delle
osservazioni che avevamo mostrato a suo tempo sono state recepite - commenta
Massimo Calzoni, presidente di Ance Perugia - il fatto è che la legge regionale
"Norme per il governo del territorio e la pianificazione e per il rilancio
dell'economia attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio
esistente" di fatto è un'occasione persa se lo scopo era quello di
combattere la crisi attuale attraverso il rilancio del settore edilizio». Se da
un lato il governo nazionale non ha ancora dato il via al procedimento di
semplificazione (soprattutto burocratica) a livello locale il tutto sarebbe
recepito in maniera anomala e cioè introducendo e accentuando limiti e vincoli.
«Vogliamo comunque ribadire - precisano i vertici regionali di Ance - che le
nostre osservazioni vogliono rimanere al di fuori del dibattito politico, al di
fuori di ogni possibile strumentalizzazione». Sotto accusa è per esempio il
termine a 18 mesi dalla pubblicazione della legge per le imprese per presentare
la documentazione per l'accesso. Burocrazia.
«L'applicazione della legge regionale sarebbe dovuto, invece, essere un
grimaldello - sottolinea Paolo Ratini, presidente di Ance Terni - che facesse
saltare le lungaggini burocratiche per dare una spinta immediata al settore.
Quello che la legge promette nelle sue premesse poi si vanifica
nell'attuazione». Altra storia, poi, quella del settore agricolo
totalmente escluso dalla normativa, ma «ancora più grave è il fatto che i
Comuni potranno ulteriormente appesantire la legge oppure rifiutarsi di
applicarla con una semplice delibera». «Trovo ingenerosa l'insoddisfazione
espressa oggi dall'Ance umbra», ha commentato in serata l'assessore Bottini.
F.Arm. ( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Sabato 27 Giugno 2009 Chiudi di
LUCA CAPPONI ASCOLI Snellire la burocrazia
politico-amministrativa, valorizzare e supportare l'imprenditoria giovane e
adottare le opportune misure di controllo contro le speculazioni. Il tutto
senza perdere altro tempo, poiché la situazione attuale impedisce qualsiasi
previsione.
Sono questi i passaggi salienti della "ricetta anticrisi" proposta da
Confindustria Ascoli durante l'assemblea generale ordinaria 2009 tenutasi ieri
pomeriggio presso l'Hotel Casale di Colli del Tronto. Si è ritrovato il gotha
del mondo imprenditoriale regionale. A presenziare, oltre ai presidenti
Federico Vitali (Confindustria Marche) ed Adriano Federici (Ascoli), c'erano il
professor Giacomo Vaciago, illustre ordinario di politica economica all'Università
Cattolica di Milano, Antonio Berloni (a capo dell'omonimo gruppo leader nel
mondo della produzione di cucine), Adolfo Guzzini (tra i massimi esponenti nel
settore dell'illuminazione), Gennaro Pieralisi (produzione di impianti per
l'estrazione dell'olio di oliva), Maurizio Pizzuti (colosso nel campo della
moda con i marchi Cult e Docksteps) e Giovanni Cimini (presidente della Western
Co, impegnata nel fotovoltaico). Assente per motivi di lavoro Roberto Benigni,
presidente dell'Ascoli Calcio, a capo di Elettromeccanica Adriatica. «La crisi
è nata da un corto circuito finanziario e si è espansa a tutti livelli mettendo
in ginocchio intere zone, mi riferisco in particolare proprio al Piceno ha
spiegato Adriano Federici Confindustria non ha né i mezzi né l'autorità per
cambiare le sorti dell'economia mondiale, ma può tutelare gli interessi della
categoria attraverso il confronto con le istituzioni. Penso, ad esempio, al
lavoro fatto per ridurre i tempi di approvazione della cassa integrazione ed
alla dotazione di 3milioni di euro ottenuta al fine di spostare la scadenza dei
debiti per le piccole e medie imprese della nuova Provincia di Ascoli». «Il
fattore tempo rappresenta il punto nodale. continua Federici Agli operatori
economici ed ai decisori non resta dunque che agire rapidamente per adeguarsi
alle contingenze, cosa che non sta avvenendo nel mondo politico e
amministrativo, soprattutto in fase di contromisure normative, controllo e
sanzioni in materia di speculazione». «Le liquidità nelle banche ci sono, ciò
che manca è la fiducia nei giovani e nei progetti seri, che sono sempre più
rari. ha ribadito Federico Vitali Per questo credo che, oltre alle evidenti
difficoltà economiche, si tratti anche di un problema culturale. Non a caso il
ruolo di Confindustria è anche quello di individuare le potenzialità inespresse
da parte dei nuovi imprenditori, sempre più sfiduciati da tale situazione. Non
possiamo permetterci di perdere questa opportunità». «Il futuro è nello
sviluppo sostenibile ha detto Giovanni Cimini poiché le Marche sono al secondo
posto in Italia per questo tipo di politica. Il fotovoltaico può essere ad
esempio il settore dove investire in modo preponderante». ( da "Denaro, Il" del
27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Mediterraneo libia Incontro con le imprese italiane
Agevolazioni, semplificazioni burocratiche, fiducia reciproca e legalita'. E'
questa la ricetta del Ministro libico per l'Industria, l'Economia e il
Commercio, Mohammed Ali Al Hawej, per ''attivare concretamente i punti del
Trattato di Amicizia italo-libico che riguardano la cooperazione economica''.
Con queste parole, a meno di due settimane dalla visita in Italia del Leader
Gheddafi e della sua delegazione, il Ministro Al Hawej, ha voluto incontrare giovedì
sera a Tripoli, nella sede della Camera di Commercio cittadina, gli operatori
economici italiani che operano nel Paese. Agli oltre 50 imprenditori convenuti,
alla presenza dei presidenti dell'Unione delle Camere di Commercio libiche e
dell'associazione di Amicizia libico-italiana, del direttore dell'Ice di
Tripoli, Umberto Bonito, e dell'ambasciatore d'Italia, Francesco Paolo
Trupiano, il Ministro ha chiesto di ''cooperare servendosi
degli organi preposti a semplificare la burocrazia'' riferendosi all'Unione delle Camere di Commercio libiche e al
nuovo ufficio della Confindustria locale di cui ha colto l'occasione per
annunciare la recente apertura. Alla Confindustria italiana Al Hawej ha chiesto
''l'impegno ad organizzare corsi di formazione e ad incoraggiare lo scambio di
innovazione''. Il Ministro ha poi ribadito di avere individuato "45
zone dove potranno investire aziende italiane". del 27-06-2009 num. ( da "Denaro, Il" del
27-06-2009) Argomenti: Burocrazia Cultura economia e politica internazionale La crisi del
terzo millennio Cambiare le strategie di crescita del Vecchio continente
europeo Pubblichiamo la seconda parte dell'intervento di Carlo Zappatori,
presidente della Fecec, Federazione europea diregenti del credito, tenuto a
Lisbona in occasione del convegno sull'economia europea e la crisi
internazionale. La prima parte dell'intervento è stata pubblicato sul Denaro di
sabato 20 giugno Carlo Zappatori* Il crollo avvenuto sui mercati finanziari si
è rapidamente diffuso ai settori dell'economia reale, amplificato dai timori
della gente comune che, in presenza di un clima economico turbolento ed
incerto, con pesanti ricadute negative sul fronte occupazionale, è spinto a
ridurre i consumi e, con ciò, indirettamente contribuisce ad un'ulteriore
caduta del prodotto interno lordo. La caduta del PIL dei vari Paesi europei è
stata, nell'ultimo trimestre del 2008 e nei primi mesi del 2009, molto forte,
mentre, nello stesso periodo, cresceva l'indebitamento pubblico per alimentare
gli ammortizzatori sociali e tentare di sostenere la ripresa dell'economia. La
Bce riduceva i tassi ai minimi storici e, per la prima volta, l'idea del
Ministro dell'Economia italiano, Giulio Tremonti, dell'emissione di Eurobond da
parte dell'Istituto Centrale di Francoforte, di cui avevamo discusso a Lisbona
lo scorso anno, ha fatto breccia nella generalità dei Governi europei e
nell'Unione Europea ed ora si sta concretamente realizzando, dotando, così, la
Banca Centrale Europea di un nuovo strumento di politica economica che può
rimettere in moto la stagnate economia del vecchio continente. La crisi
economica internazionale ha messo a nudo i limiti di una Unione Europea, in cui
solo in parte vi è una moneta comune, ma che è, in realtà priva di una
strategia e politica economica comune, come sarebbe, invece, necessario. Gli
Stati Uniti, con la nuova Amministrazione di Barack Obama, stanno producendo
uno sforzo finanziario pubblico di dimensioni gigantesche, in cui lo Stato sta
esercitando, nel cuore del mondo capitalistico, un ruolo di guida e stimolo
all'economia finanziaria e reale, che, solo alcuni anni fa, era inimmaginabile,
come quello di salvataggio, ad opera dell'Erario statunitense, di moltissime
Banche, Assicurazioni, ma anche società manifatturiere in ogni settore, a
partire da quello più in crisi che era quello automobilistico, che, in base
alle regole della libera concorrenza e del mercato, sarebbe dovuto fallire, con
conseguenze drammatiche sul piano economico e sociale. La prima crisi economica
del terzo millennio sembra essere arrivata al suo punto più basso e, dopo il
secondo semestre del ( da "Sicilia, La"
del 27-06-2009) Argomenti: Burocrazia lampedusa Fisherman Fest, avanti tutta favara Fallea
attacca Russello g.mo.) - Un nuovo duro attacco al sindaco Russello. A
sferrarlo Antonio Fallea consigliere comunale del Pdl (area Alfano), suo
sostenitore e compagno di partito, fino allo scorso anno, quando il sindaco ha
deciso di lasciare i partiti e continuare da solo. «La democrazia a Favara non
esiste più, l'ha uccisa Russello - scrive in una Fallea - un sindaco che opera
ed agisce senza tenere conto dei partiti che hanno contribuito alla sua
elezione, è un monarca senza regno». L'attacco arriva dopo gli ultimi recenti
scontri in Consiglio comunale relativi anche allo
scollamento tra le istituzioni e la burocrazia, lamentato dai consiglieri di diversi partiti. «La democrazia a
Favara manca ad ogni livello istituzionale - afferma Fallea - manca in Giunta,
perché ogni decisione viene presa senza il minimo contrasto, visto che Russello
non deve tenere conto del pensiero di assessori che fanno riferimento ai
partiti, essendo una Giunta personale. Manca anche in Consiglio comunale
in quanto Russello è stato capace di distruggere una maggioranza all'inizio
costituita da 25 consiglieri ed oggi tutti 30 all'opposizione». La conseguenza
di questa situazione, secondo Fallea, è sotto gli occhi di tutti: «Un paese in
ginocchio». ( da "Stampa, La" del
28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Domani alle 11 all'hotel Golden Palace (via Arcivescovado
18) è in programma l'assemblea annuale di Confartigianato Piemonte. L'assemblea
si articolerà in due momenti: l'elezione del nuovo presidente regionale e la
tavola rotonda «Non solo credito per battere la crisi». Interverranno il
sottosegretario alle Infrastrutture Bartolomeo Giachino, il direttore generale
di Unicredit Banca Rodolfo Ortolani, il segretario regionale di Confartigianato
Silvano Berna e il presidente della Regione Mercedes Bresso. Non solo il
credito, quale chiave principale per superare la crisi, ma
anche fisco, burocrazia,
alto costo per l'energia che complicano la vita alle imprese. Secondo una
rilevazione dell'Ufficio studi di Confartigianato, è dal gennaio 2006 che i
tassi medi applicati dalle banche italiane sui prestiti alle imprese sono più
elevati rispetto alla media dell'area euro. ( da "Stampa, La" del
28-06-2009) Argomenti: Burocrazia La parola ai lettori «I bus disertano l'opedale di
Albenga» Lettere ed e-mail vanno inviate a:LA STAMPA REDAZIONE DI SAVONA p.za
Marconi, 3/6 - 17100 Savona Fax: 019 810.971, e.mail: savona@lastampa.it
Preghiamo i lettori di essere sintetici. I testi privi di generalità, indirizzo
e recapito telefonico non saranno pubblicati.Siamo una coppia di anziani
lettori. Ci permettiamo pertanto di segnalare il profondo disagio che abbiamo
subìto giovedì nel recarci nel nuovo ospedale di Albenga. Purtroppo per un
problema alla schiena mio marito non può più guidare e ci siamo recati in
pullman. Abbiamo davvero sudato per raggiungere l'ospedale considerato che il
pullman prevede una fermata relativamente lontana. Ci erano stati promessi
pullman navetta o comunque in grado di entrare all'interno dell'ospedale.
Invece niente. Per noi, come per tanti altri, un disagio che ci costringerà,
per la visita di controllo di martedì, a disturbare nostro figlio che ci
porterà in macchina. LETTERA FIRMATA ALBENGA Risponde Gian Paolo Carlini:
«Pubblichiamo con speranza questa vostra lettera. Crediamo che con un pizzico
di buona volontà il problema si possa superare. In fondo si chiede soltanto di
far entrare qualche pullman all'interno dell'ospedale. Speriamo
che i tempi per una soluzione siano rapidi e che la burocrazia non si metta ad intralciare le cose».Gabbiani e topi interviene
l'Enpa Egregio Signor "Lettera firmata", il problema dei gabbiani,
specie intelligente in espansione e crescita numerica nelle città, dovrebbe
essere affrontato con maggiore equilibrio: sono grossi e defecanti ma non sono
pericolosi, neppure quando difendono i piccoli e ti svolazzano attorno
strillanti ma senza mai toccarti. Per "fare qualcosa" di efficace
occorre capire perché si sono spostati dalle spiagge e scogliere marine alle
scogliere (palazzi) cittadine. Per farveli ritornare potrebbe essere utile
preservare ciò che è rimasto della costa e difendere gli animali marini di cui
si cibano; oltre gestire meglio le discariche ed eliminare quelle abusive,
occorrerebbe quindi vietare la pesca sub e sportiva da terra e la raccolta di
frutti di mare, patelle e polpetti, ricci e pesciolini. Siamo disposti a farlo?
Noi temiamo di no e alle inevitabili proteste rispondiamo che sono sempre tanti
i cannisti e sub e, soprattutto, i turisti piemontesi, che ogni giorno
dell'anno eliminano ogni essere che tenti di vivere vicino a riva. E allora,
escludendo l'opzione di autorizzarne la caccia nelle vie cittadine, saremo
costretti a tenerci i gabbiani in città. --------------------------- Circola da
qualche tempo a Savona, la "leggenda metropolitana" secondo cui i
topi aumenterebbero a causa degli avanzi del pasto dei gatti liberi, che gli
animalisti e le animaliste posizionano ogni giorno per le colone feline di
Corso Ricci. A parte qualche raro caso, l'Enpa ricorda che le gattare, che
agiscono secondo le vigenti norme di legge, dosano esattamente il cibo in
funzione del numero dei gatti presenti e in modo da non sprecarne, pur assicurando
il quantitativo necessario alla corretta alimentazione degli animali; inoltre
il numero dei gatti cittadini è sotto controllo, grazie alle campagne di
sterilizzazione che conduce ininterrottamente dal 1992; ogni anno i volontari
dell'associazione, con grande fatica ed impegno personali e scarso aiuto dal
Comune di Savona, catturano circa 200 gatti, li consegnano al Servizio
Veterinario Asl2 o ai medici convenzionati con l'Enpa per le operazioni di
sterilizzazione, assicurano le cure di pre e postdegenza nei locali di via
Cavour e li reimmettono poi nella colonia felina di provenienza. Sono ben altre
le fonti di alimentazione a cui accedono i topi: i rifiuti umidi ed edibili
abbandonati ovunque dai soliti maleducati, le discariche, i sacchetti lasciati fuori
dei cassonetti, le dispense private ed i depositi alimentari scarsamente
segregati, etc. ENPA SAVONA ( da "Secolo XIX, Il"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Alcide e Carolina, due cuoridivisi da una casa di riposo
la storia Lei ricoverata a Quinto: «Troppo lontana: ho 90 anni, abitiamo al Righi» INSIEME da una vita, separati - alla vigilia
dei novant'anni - dalla burocrazia che non sa cogliere le ragioni del cuore. «Nemmeno la guerra e i
tedeschi sono riusciti a tenermi lontano da Carolina - racconta Alcide
Beneventi, classe 1920 - e in 65 anni di matrimonio non siamo mai stati divisi
per più di poche ore. Ma lei ora è a Quinto in un centro di
riabilitazione dopo un ricovero al Galliera, lontanissima per me che abito al
Righi...». Alcide, che ha scoperto di avere quasi sotto casa un'altra struttura
convenzionata con la Asl, è disperato: «Lì non c'è posto, mi hanno detto». È
una storia d'amore che commuove, nella città dei tanti anziani e delle coppie
giovani che hanno vita sempre più breve. E inizia negli anni lontani del fascismo
e delle speranze poi deluse di una generazione. «Abitavamo entrambi in una
palazzo popolare di via Achille Papa - racconta - e siamo cresciuti fianco a
fianco». Lei, una bambina con i capelli neri, è la figlia della portinaia. Lui
un monello che, a quattordici anni, inizia già a lavorare a tempo pieno alle
Officine elettriche di via Canevari. Alcide e Carolina crescono e sognano, da
sempre, un futuro insieme. Ma le nuvole della storia si addensano, Carolina -
lasciati i giochi dell'infanzia - impara a chinarsi con ago e filo per cucire
le divise per i militari di un'Italia che, di lì a poco,entrerà in guerra. E
per aiutare la sua famiglia ad arrivare a fine mese. «Io sono stato richiamato
alle armi, alla Spezia - racconta - ma dopo l'8 Settembre sono entrato nei
partigiani, mente lei era sfollata con la famiglia a Castelnuovo Monti».
All'approssimarsi della Liberazione, la famiglia di Carolina torna a Genova e
Alcide la segue come può, passando alla brigata partigiana "Lattanzi"
che presidia le campagne alle spalle di Torriglia. «Da lì potevo tornare a
valle, qualche volta. E anche se lei non poteva mai uscire da sola dopo il
tramonto, riuscivo almeno a vederla da lontano, senza uscire allo scoperto». Il
25 Aprile è festa per tutta Italia,ma per i due innamorati è qualcosa di più.
Esattamente tre mesi dopo, il 25 luglio, possono coronare il loro sogno. Si
sposano nella chiesa di Loreto a Oregina, senza troppe cerimonie: lui, lei, i
rispettivi genitori e il prete. E, come nido d'amore, una stanza affittata da una
signora nella stessa scala del vecchio palazzo popolare dove sono cresciuti.
Sessant'anni dopo, il cuore sempre giovane di Carolina comincia a perdere
colpi. Un ricovero, poi un altro. L'ultimo due settimane fa, al Galliera.
«Hanno detto che aveva bisogno di trascorrere un periodo in una struttura di
riabilitazione - riprende il marito - e mi hanno presentato una lunga lista di
centri convenzionati. Ma diversi erano già pieni, l'unica possibilità era
presso una residenza di Quinto: lontanissimo, per me che vivo vicino al Righi,
in via Costanzi». Con gli acciacchi dell'età, i confini della città possono
dilatarsi a dismisura. E mentre il popolo dei giovani e dei sani viaggia a
tutta velocità, per chi è nato all'epoca dei telefoni bianchi salire su un bus
può essere una impresa impossibile. Alcide Beneventi cammina faticosamente
appoggiandosi a un bastone, ha perso la vista da un occhio e dall'altro non gli
è rimasto che un residuo di poco più di un decimo. «Nel nostro quartiere, tutti
mi conoscono - racconta - e se scendo in strada c'èsempre qualcuno che mi tende
il braccio. Per andare a Quinto a trovare Carolina, subito dopo il suo
trasferimento, ho dovuto prendere un taxi e ho speso sessanta euro tra andata e
ritorno». Le ragioni del cuore e quelle dell'economia sono difficilmente
conciliabili, ma chi lo conosce sa che è impossibile fermare l'ex partigiano
Alcide, che per vedere da lontano la sua giovane innamorata scendeva dai monti
di Torriglia sfidando il pericolo dei tedeschi. E oggi, con i capelli bianchi,
non intende certo fermarsi davanti ai primi ostacoli della burocrazia.
«Mi hanno detto che si era appena liberato un posto nel centro di
riabilitazione vicino a casa, ma era già assegnato, lunedì entrerà un'altra
persona. E mi sono detto: magari abita in un quartiere del levante, forse
sarebbe possibile fare cambio». Lui, giura, lontano dalla sua Carolina - dopo
tanti anni fianco a fianco - non sa stare. Bruno Viani viani@ilsecoloxix.it [+]
www.ilsecoloxix.it Commenta la notizia sul nostro sito 28/06/2009 ( da "Secolo XIX, Il"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia «faremo tutto il possibileper avvicinarli» la asl C'È UNA
CITTÀ con i capelli bianchi che fatica a far sentire la sua voce, per spiegare
al mondo che - quando gli anni si fanno sentire - ogni azione quotidiana può
diventare un peso. E quando alle difficoltà economiche, e ai problemi di
salute, si aggiungono gli ostacoli della burocrazia, allora la tentazione di
arrendersi diventa forte. «Quando lunedì (domani) tornerò in ufficio, esaminerà
certamente il caso di questa persona - promette il professor Ernesto Palummeri,
responsabile del dipartimento Assistenza Anziani della Asl 3, sollecitato dal
Secolo XIX - e vedremo se è possibile accontentare la sua richiesta. Mi
impegno fin d'ora a fare il possibile». Nel caso dei ricoveri temporanei
destinati alla riabilitazione, aggiunge, il primo criterio seguito è quello
della rapidità dell'intervento. Ma i posti letto sono sufficienti? «In questo
periodo - risponde - esiste una carenza legata alla ristrutturazione del
Brignole, ma contiamo dopo l'estate di tornare a pieno regime, 460 posti. Più
problematica è la situazione per le sistemazioni definitive in residenze
assistite: abbiamo a disposizione 2600 posti e bisognerebbe arrivare a oltre
tremila per coprire le richieste. Soprattutto a ponente, la mancanza si fa sentire».
28/06/2009 ( da "Secolo XIX, Il"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il recupero dell'ex ospedale fermo per malattia manca il
nulla osta della soprintendenza L'assenza di alcuni funzionari fa slittare
l'avvio dell'operazione che trasformerà l'ex S.Maria in alloggi e albergo di
lusso 28/06/2009 Albenga. Il recupero del vecchio ospedale
è bloccato dalla burocrazia.
Mentre continuano i contatti tra la Geo di Andrea Nucera e l'amministrazione
comunale sul progetto che l'impresario cerialese sta preparando per trasformare
il vecchio Santa Maria di Misericordia in parte in alloggi e in parte in un
albergo di lusso, il grande edificio abbandonato all'ingresso del centro
storico è ancora, almeno formalmente, di proprietà dell'Asl, nonostante
il nuovo ospedale sia operativo dall'ottobre scorso. In realtà l'Asl avrebbe
dovuto cedere il vecchio ospedale a Progetto Ponente (società composta da Arte
e Nucera) a parziale pagamento della costruzione del nuovo, e a sua volta
Progetto Ponente, visto il naufragio del progetto delle torri di Consuegra, lo
dovrebbe cedere alla ditta Geo (cioè Nucera) per la trasformazione. Dopo i
problemi legati ad alcuni debiti non saldati da alcune ditte, finalmente Asl e
Progetto Ponente si sono date appuntamento dal notaio per venerdì pomeriggio,
ma l'incontro è stato rinviato. Manca il nulla osta alla vendita da parte della
soprintendenza ai beni architettonici, che è stato richiesto a marzo. Così i
protagonisti della compravendita si sono chiesti perché quel nulla osta non
arrivasse ancora e hanno scoperto che i ritardi non sarebbero dovuti a problemi
di merito (anzi, tutti i documenti sarebbero già pronti) ma che il via libera
sarebbe rimasto imbrigliato nei passaggi tra un ufficio e l'altro, anche per
questioni di avvicendamenti e assenze (peraltro giustificate) di funzionari. Il
documento dovrebbe comunque arrivare in tempi brevi, e probabilmente già nel
mese di luglio dovrebbero essere firmati i due contratti di vendita. Poi
bisognerà approvare i progetti e cominciare i lavori. E chi vive nel centro
storico si augura che tutto si concluda in fretta, perché quel palazzone
abbandonato è visto dai più come un pericolo, sia dal punto di vista
igienico-sanitario, sia per il riparo che può offrire a clandestini e
delinquenti, anziché quella occasione di rilancio per la città antica promesso
al momento del trasferimento dell'ospedale. L. Reb. 28/06/2009 ( da "Repubblica, La"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina III - Palermo Rimossa la commissaria del Consorzio
autostrade e ridotto il compenso del liquidatore Eas Le "epurazioni"
del governatore silurati gli amici degli ex-alleati Nell´agenda della nuova
giunta Agenzia rifiuti e Irfis In bilico gli uomini di Cuffaro e Romano e
vicini a Castiglione che occupano posti ritenuti strategici EMANUELE LAURIA
(segue dalla prima di cronaca) I primi due atti del nuovo esecutivo, adottati
in un´insolita seduta del sabato, vanno a colpire due funzionari vicini al
senatore dell´Udc e al coordinatore del Pdl. Il primo provvedimento riguarda
l´avvocato Marcello Massinelli, uno dei simboli dell´era cuffariana, consulente
di fiducia dell´ex governatore. Massinelli dal settembre del 2004 è commissario
liquidatore dell´Eas e reclama compensi arretrati per oltre un milione e mezzo
di euro. Ieri la giunta ha determinato la sua indennità, sulla base di un
parere dell´Avvocatura dello Stato: è stato fissato un tetto di 3.500 euro
mensili, cifra alla quale corrispondono arretrati per non più di 200 mila euro.
Massinelli è pronto a impugnare la delibera: «Quel parere si riferisce ai
commissari straordinari degli enti, non ai liquidatori. Io mi dimetto anche
subito, a patto che mi venga corrisposto quanto mi spetta». L´assessore al
Bilancio, Michele Cimino, pone una questione morale: «Certe parcelle non sono
accettabili. A meno che non vogliamo far fare alla Regione la fine di
Alitalia». Uno, due. Dall´Ente acquedotti al Consorzio autostrade, guidato da
poco più di un anno da Patrizia Valenti, commissario che ha denunciato sprechi
e inefficienze di un ente cui l´Anas ha minacciato di revocare la concessione.
Lombardo ha deciso di sciogliere l´intero cda. Per ora, al consorzio è stato
inviato un commissario ad acta: Manlio Munafò, dirigente vicino a Gianfranco
Micciché. Un ennesimo motivo di amarezza per Giuseppe Castiglione, che ha
sempre sostenuto la Valenti, ex capo di gabinetto dell´assessore La Via.
«Lombardo e Micciché, pur di rimettere le mani sul consorzio, hanno interrotto
un percorso amministrativo finalmente trasparente. Ma io porto tutte le carte
alla procura della Corte dei conti», dice il coordinatore del Pdl. Non si
placa, quella che Cuffaro chiamò la «furia sostitutrice» di Lombardo. Via i
superburocrati cuffariani, rimpiazzati in qualche caso da dirigenti dell´Mpa
quali Vernuccio e Interlandi. Smantellati i cda delle società regionali dove
avevano trovato spazio «trombati» dell´Udc e di Forza Italia, oltre che
dirigenti regionali legati all´ex governatore. «Dobbiamo ridurre le spese», ha
detto Lombardo. Che non ha esitato a piazzare, nei posti liberati, i suoi
fedelissimi. Come gli ex deputati Pietro Rao, presidente di Italia Lavoro
Sicilia, e Nino Amendolia, nominato nel servizio di controllo strategico. E
quando non è intervenuto per sostituire un alfiere del sottogoverno, Lombardo
ha comunque ottenuto un atto di fedeltà: basti pensare a Sebastiano Burgaretta,
presidente di Multiservizi, passato in campagna elettorale dall´Udc all´Mpa. Piazza
pulita. Continuerà, c´è da scommetterci, il repulisti del governatore che si è
svincolato dalla marcatura stretta dell´Udc e dell´ala più ostile del Pdl. E
che in agenda ora ha sì le grandi riforme e le leggi sblocca-spesa (dagli Ato rifiuti al regime di aiuti alle imprese) ma anche nuovi
ritocchi alla mappa della burocrazia. A fine anno scadrà l´incarico di un altro cuffariano doc,
Felice Crosta, capo di un´agenzia dei rifiuti e delle acque soppressa per
legge. E altri manager pubblici, come il vicepresidente dell´Irfis Massimo
Dell´Utri (uomo vicino a Saverio Romano), adesso tremano. Il Lombardo II
è appena cominciato. ( da "Repubblica, La"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina V - Milano L´Expo Fondi per i metrò 4 e 5 tra un
mese la decisione I cantieri per il 2015 dovranno vincere la concorrenza
fratricida di altre città italiane. Il Cipe ha infatti inserito le
metropolitane 4 e 5 di Milano nella lista di grandi opere che si dovranno
iniziare a finanziare nel corso dell´anno. Ma insieme a fondi per i trasporti
di Palermo, Catania, Bari, Cagliari, Roma, Torino e Napoli. Concorrenza
interna, appunto. E per nessuno, ancora, il vero sblocco dei finanziamenti: per
le nuove linee milanesi è atteso a fine luglio. Ci spera Letizia Moratti. E ci
sperano nella società per i cantieri dell´Expo. Mentre si
discute ancora della richiesta di una legge speciale per il 2015 per
velocizzare tempi e abbattere la burocrazia. «Non ho mai in nessuna circostanza espresso valutazioni circa
la necessità di richiedere norme speciali», precisa Lucio Stanca,
l´amministratore delegato della società. Nel suo cda, però, c´è chi ci spera.
Così come dentro al Pdl e alla Lega. Ma quelle sono «affermazioni di
altri a me attribuite in modo strumentale e forse malizioso», annota Stanca. ( da "Tirreno, Il"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Gestri annuncia una riorganizzazione a partire dalla
figura mancante Un direttore per la Provincia PRATO. Il presidente della
Provincia Lamberto Gestri annuncia una riorganizzazione in Provincia
finalizzata alla razionalizzazione e all'efficienza del servizio, da un anno,
infatti, manca il direttore generale, che potrebbe essere nominato in autunno. «La burocrazia è estrema - spiega il neo presidente - naturalmente è una
decisione che sarà presa insieme alla giunta, ma penso che sia fondamentale
avere una figura che agisca sopra le parti per raccordare il lavoro di tutti e
renderlo il più snello ed efficiente possibile». La nuova organizzazione
porterà anche ad un chiarimento dei ruoli di ciascuno. ( da "Repubblica, La"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina XIX - Palermo Storia Gli aiuti di palermo ai
sinistrati di Messina SERGIO DI GIACOMO Il centenario del terremoto di Messina
del 1908 continua a essere l´occasione per approfondire e rievocare episodi,
momenti, personaggi, argomenti di grande rilevanza storiografica. Un contributo
a questa ricerca e analisi, che apre nuove frontiere di ricerca, lo offre la
monografia La grande diaspora di Luciana Caminiti, ordinaria di storia
contemporanea nell´Ateneo messinese. La disamina delle fonti presenti presso
l´Archivio centrale dello Stato di Roma permette alla storica di rintracciare
elementi significativi legati al sisma siculo-calabro e a tutte le
problematiche legate ai soccorsi e alla ricostruzione. La gestione degli aiuti,
i rapporti centro-periferia, il riaffiorare di pregiudizi antimeridionali
rappresentano gli elementi conduttori del volume, che ha il
merito di portare alla luce contraddizioni e limiti della burocrazia ma anche il «crogiolo di
comportamenti pubblici e privati» e i tanti slanci umanitari che coinvolsero
comitati locali e internazionali. Nella "diaspora" dei profughi un
ruolo importante ebbe Palermo dove furono allestiti diversi centri di assistenza
pubblici e privati, tra cui l´Albergo degli emigranti, la Badia Vecchia,
il monastero della Pietà di via Alloro, il sanatorio dello Spasimo, la scuola
"Crispi" a Porta San Giorgio adattata dalla Croce Rossa in ospedale,
il Fricker´s Savoy Hotel e l´Excelsior Palace Hotel gestita dalla
anglopalermitana Anna Landry, mentre le dame dello Sporting Club vestivano con
cura i derelitti e i consoli francesi e americani si attivarono per fornire
biancheria per i terremotati. SEGUE A P ( da "Repubblica, La"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina 25 - Economia Il caso La burocrazia costa mille
euro al mese Mille euro al mese. Tanto costa alle imprese, secondo i calcoli di
Unioncamere, aver a che fare con la burocrazia statale.
Nel 2008 il sistema produttivo ha pagato per oneri amministrativi 16,6 miliardi
di euro (l´1,1% del Pil), cioè 12.334 euro a società. ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia La burocrazia costa 16,6 miliardi
l'anno --> Da una ricerca di Unioncamere sul 2008 ogni impresa spende in
media oltre mille euro al mese Rispetto al ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Berlusconi: niente manovra correttiva --> «A
istituzioni e giornali ho chiesto prudenza». Draghi: non fermare gli aiuti all'economia Dossier di Unioncamere: la burocrazia in un anno è costata oltre 16 miliardi alle imprese Domenica 28
Giugno 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi smentisce l'ipotesi di una manovra correttiva di fine anno: «Non
abbiamo mai parlato o previsto una manovra di questo tipo», ha dichiarato ieri.
Il premier è poi tornato sull'invito fatto venerdì a «chiudere la bocca» ai
catastrofisti, dalla stampa alle istituzioni economiche: «Io non ho mai detto
di chiudere la bocca agli enti o ai media», ha affermato, sostenendo che il suo
obiettivo era piuttosto quello di «chiedere maggiore prudenza» nel fornire dati
che rischiano di accrescere la sfiducia. Intanto, dal governatore della Banca
d'Italia, Mario Draghi, è arrivato ieri un invito al governo a non fermare gli
aiuti all'economia. E sempre ieri, da un dossier di Unioncamere, è emerso che
la burocrazia costa in un anno alle imprese oltre 16
miliardi di euro. alle pagine 2 e 3 28/06/2009 nascosto--> ( da "Unita, L'" del
28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Burocrazia: alle aziende costa
mille euro al mese Cara burocrazia. Nel 2008
le imprese italiane hanno speso 16,6 miliardi di euro per timbri,
autorizzazioni, licenze, carte, marche da bollo e, più in generale, i
cosiddetti oneri amministrativi. La cifra, indicata da uno studio di Unioncamere,
equivale a poco più di un punto di Pil, 1,1 per l'esattezza. È come se ogni
azienda avesse pagato per l'anno scorso 12.334 euro i costi della burocrazia. Più di mille euro al mese. Oneri che sono
lievitati di 1,7 miliardi - evidenzia l'indagine - rispetto al 2006, con un
incremento medio per ogni impresa del 4,4 per cento. Una crescita, comunque,
inferiore a quella dell'inflazione nello stesso periodo. «I costi che le
imprese pagano per gli adempimenti amministrativi sono purtroppo ancora molto
elevati - commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - È
necessario procedere sulla strada della semplificazione e della diffusione
della telematica, che oggi, e il dato conforta, interessa il triplo delle
imprese rispetto al 2006». Proprio l'informatica registra un boom per l'espletamento
degli adempimenti amministrativi: oltre l'85% delle imprese intervistate
dichiara di utilizzare almeno qualche volta modalità telematiche (46,5% nel
2006), mentre sale al 44,3% (dal 16,3% del 2006) la quota di chi utilizza solo
procedure informatiche. Dall'indagine risulta inoltre che a pagare di più, in
media, sono le imprese di servizi (circa 12.700 euro) seguite da quelle
manifatturiere (11.700 euro). A crescere è anche la percezione dei costi legati
alla burocrazia. Per il 27 per cento degli
intervistati, infatti, gli oneri sono aumentati rispetto al 2007 (nel 2006
questa percezione interessava il 24,6% delle aziende) mentre per il 63,6 per
cento sono rimasti invariati. Unioncamere ( da "Messaggero, Il"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Domenica 28 Giugno 2009 Chiudi E' un
termine entrato in uso nel XVIII secolo per indicare il corpo dei funzionari
preposto all'amministrazione pubblica. Nell'Ottocento, con lo sviluppo
ulteriore delle funzioni dello stato, la burocrazia allargò di molto le sue competenze. Oggi il termine viene spesso
usato in senso negativo ed è sinonimo di lentezza e sprechi. ( da "Messaggero, Il"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia Domenica 28 Giugno 2009 Chiudi Il
sistema produttivo ha sborsato complessivamente nel 2008 16,6 miliardi , ( da "Sicilia, La"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia «Battaglia vinta, guerra no» La città di Vittoria ha un
cittadino in più. E' il senegalese Dieng Allasen che venerdì 26, con il seguito
di parenti, famiglia ed amici, è andato a Palazzo di Città a ricevere
direttamente dalle mani del primo cittadino vittoriese Giuseppe Nicosia il suo
status di "cittadino onorario". "Siamo felici- commenta il
sindaco- di avere conferito la cittadinanza a Dieng Allasen". Scatto di
rito per celebrare la storica giornata, Dieng Allasen ha manifestato tutta la
gioia e l'orgoglio di essere diventato un vittoriese a tutti gli effetti. La
città conferma cosi il suo volto più ospitale nel segno di un percorso di una
cultura dell'integrazione. Appena qualche mese fa è infatti nato il Forum per
l'immigrazione, una rete istituzionale e civile con il compito di raccordare
tutte e organizzazioni impegnate a prospettare proposte, azioni,soluzioni in
materia di integrazione, accoglienza ed interculturalità, contrattualizzando la
volontà del dialogo. Insieme al Forum, ricordiamo, in
contemporanea, come suo braccio operativo, è nato anche lo "Sportello dei
Popoli" ospitato nella sede dell'assessorato sociale. Una risposta alle
cento e più esigenze dei migranti, costretti a fare i conti con la burocrazia a cui si aggiungono le
difficoltà di comunicazione. D. C. ( da "Stampaweb, La"
del 28-06-2009) Argomenti: Burocrazia CITTA' DEL CAPO La crisi economica mondiale potrebbe
rivelarsi unopportunità per lAfrica, attirando
investimenti in una delle poche regione che nel 2009 dovrebbe comunque
registrare un tasso di crescita di almeno il 2%. Tuttavia, ammoniscono gli
esperti, per
approfittare di tale situazione, il continente dovrà dimostrarsi più
"flessibile". Ma secondo l'Osservatore Romano, è colpa dei «grandi
consessi internazionali, compreso il G8, da anni assumono impegni con il
ContinenteAfricano, ma le promesse restano in gran parte non mantenute e le
aspettative disattese». «Proprio il precedente vertice del G8 tenuto in Italia,
quello del luglio ( da "Repubblica, La"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina 25 - Commenti UNA LOTTA FRA AYATOLLAH Khamenei e
Ahmadinejad agitano polverosi fantasmi capaci di accendere l´immaginazione
popolare L´Inghilterra è un bersaglio provvisorio, nell´attesa che si
chiariscano gli equilibri tra le varie correnti (SEGUE DALLA PRIMA P ( da "Tirreno, Il"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il capo dell'opposizione condivide le preoccupazioni delle
categorie Barabino e l'erosione delle spiagge «Bisogna farci sentire in
Provincia» CECINA. «Se fossi stato eletto sindaco mi sarei già fatto sentire».
Paolo Barabino interviene così sull'erosione delle spiagge e sul tormentone
ripascimento. Perso il ballottaggio per pochi punti percentuali, il candidato
della lista civica "La città per la città" sostenuto dal centrodestra
si prepara a fare opposizione «non fine a se stessa ma costruttiva». Modo di dire
inflazionato ma al quale Barabino dice di credere profondamente. «Faremo un
governo ombra - aggiunge - porteremo in consiglio le nostre proposte,
cercheremo di attuare il più possibile il nostro programma anche dai banchi
della minoranza. A cominciare dalle opere a mare. Trovo assurdo che i soldi
siano lì, pronti, e che il ripascimento non possa partire per un ritardo nella
redazione del progetto esecutivo. Troppa burocrazia e anche una certa incapacità
degli enti preposti. Sì, la Provincia, ma anche il Comune che vi tiene stretti
contatti». Sul ripascimento, le previsioni più ottimistiche indicavano per fine
anno l'apertura del cantiere. Le più realistiche spostavano la scadenza alla
prossima primavera. «Non si può prevedere niente senza avere in mano il
progetto esecutivo - aggiunge Barabino - e prima di aver aperto il bando per
l'appalto dei lavori. Un bando europeo, mica una trattativa privata».
Confcommercio e Confesercenti hanno criticato il silenzio degli uffici
provinciali dicendo di tornare a chiedere un incontro col presidente Giorgio
Kutufà. «Hanno ragione - dice Barabino - fanno bene a fare pressione. Per
quanto mi riguarda, non appena sarà insediato il consiglio farò la mia parte.
Sono un avvocato, farò una verifica sulle procedure amministrative. Altro al
momento non posso dire. Certo, se fossi stato eletto sindaco mi sarei già fatto
sentire...». (adg) ( da "Secolo XIX, Il"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Crisi di condominio«Migliaia non pagano» l'allarme A Ponente crescono sempre di più i morosi e i
pignoramenti LA BUROCRAZIA che, anche nel settore casa, si è complicata a
dismisura facendo lievitare in proporzione impegni e relative spese. I costi
delle bollette, notoriamente al galoppo, in particolare per quanto riguarda
l'acqua, le cui tariffe «sono cresciute di un buon 30 per cento dal '99 ad
oggi». L'annuale "mazzata" degli anticipi sulle spese di
riscaldamento, calcolati sulla base di consumi (presunti) del gas sino al 30
per cento superiori a quelli dell'anno precedente. Infine la crisi economica,
che ha falcidiato posti di lavoro e salari, rendendo spesso insostenibili le
rate dei mutui accesi sulla prima casa. Un quadro negativo in cui non stupisce
più di tanto l'allarme lanciato in coro dai vertici e dalla "base"
dell'Anaci, l'Associazione nazionale degli amministratori condominiali e
immobiliari: «Il 20 per cento dei proprietari di appartamento paga cronicamente
in ritardo le spese del proprio condominio e i pignoramenti immobiliari, per il
recupero di questo tipo di crediti, sono schizzati a livelli mai visti in
passato». «Il dato negativo sulla morositàè stabilizzato ormai da oltre un anno
e non accenna a migliorare», dice Pierluigi D'Angelo, presidente provinciale
dell'Anaci e amministratore di circa 7 mila appartamenti concentrati
soprattutto in centro. «Sino a 10-15 anni fa - continua D'Angelo - i
pignoramenti si contavano sulla punta delle dita, adesso sono centinaia, in
città, gli appartamenti messi in vendita per recuperare i mancati pagamenti
delle utenze e delle forniture condominiali». Non solo, quindi, è cresciuto a
dismisura il numero degli inquilini che procrastina anche di mesi il versamento
delle rate condominiali, ma sono sempre di più anche coloro che hanno
completamente cancellato dal proprio bilancio tale uscita. «La difficile
congiuntura economica ha certamente acuito il problema. È anche vero, però, -
continua D'Angelo - che, tradizionalmente, le spese condominiali non sono
considerate una priorità. Ancora, oggi, c'è chi dà precedenza alle vacanze, al
telefonino o al televisore». Sono certamente di più quelli che proprio non ce
la fanno a onorare i debiti, a tal punto da perdere la casa. Quanto è grave
l'emergenza? Un campione, senza alcuna pretesa statistica ma sicuramente molto
ampio, è costituito dai 300 palazzi amministrati da Giacomo Ricciuti, Giuseppe
Miceli e Francesco Bossi, tre professionisti che operano a stretto contatto e
affiliati all'Anaci. A loro fanno capo 9 mila famiglie e «un indotto -
sottolineano - che dà lavoro a circa 15 aziende, 12 compagnie di assicurazione,
quattro studi legali, tre studi di ingegneria, 300 conti correnti bancari.
«Personalmente - fa sapere Ricciuti - registro il 18 per cento di morosità
cronica: vuol dire che circa 700 famiglie sulle 4 mila che amministro pagano
regolarmente in ritardo». Gli uffici di Ricciuti, Miceli e Bossi rappresentano
un osservatorio privilegiato sul fenomeno: «Su 9 mila proprietari di
appartamenti, sparsi tra Sampierdarena e Voltri, 2 mila hanno difficoltà a
pagare le utenze condominiali e circa il 10 per cento di loro (200 famiglie)
hanno ricevuto un decreto ingiuntivo di pagamento, con costi legali che
appesantiscono il debito del condominio». Mediamente il 15-20 per cento dei
morosi cronici colpiti dall'ingiunzione del giudice, subisce la vendita coatta
dell'abitazione. «Capita pure che il ricavato dell'alloggio, gravato da
ipoteca, - riprende Ricciuti - finisca alle banche e che agli altri inquilini
restino sulle spese legali». Ricciuti, Miceli e Bossi sono alle prese,
attualmente, con una quarantina di pignoramenti per debiti mai estinti.
D'Angelo, a sua volta, denuncia 22 pignoramenti «contro i 3-4 all'anno del
passato». «Dal '97 ad oggi - riprende Ricciuti - sono aumentate enormemente le
incombenze fiscali, tra presentazione di modelli, ritenute alla fonte sulle
fatture dei fornitori, rendiconti. Il nostro lavoro è sempre più simile a
quello dei commercialisti e i costi, inevitabilmente, si ribaltano sugli
inquilini». Poi ci sono le spese "vive": «Negli ultimi otto anni
l'acqua è divenuta più cara del 30 per cento e sono lievitati anche gli
anticipi sulla bolletta del gas». Risultato: «Dal 2000 ad oggi le spese condominiali
sono salite di circa il 35 per cento». A farne le spese sono, soprattutto
cassintegrati, disoccupati, coppie giovani ed extracomunitari. «In genere tra i
morosi non figurano gli anziani - sottolinea Ricciuti - che, con grandi
sacrifici, riescono a pagare le rate con puntualità». Quanto agli stranieri, il
nodo è anche culturale: «Tanti di loro non sanno che lo sforzo economico non
finisce con l'acquisto della casa e che bisogna fronteggiare spese annuali per
mantenerla». Vincenzo Galiano galiano@ilsecoloxix.it 29/06/2009 Laurea Il 25
giugno Giulia Olivieri si è brillantemente laureata in Scienze della
Formazione, relatore il chiarissimo professor Pino Boero. Congratulazioni da
genitori e amici. 29/06/2009 ( da "Secolo XIX, Il"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Trasloco di fine estateper il mercato della frutta la
città che cambia Corso Sardegna chiude il 18 settembre, il 21 apre Bolzaneto
DICIOTTO settembre 2009: chiude per sempre il mercato di Corso Sardegna.
Ventuno settembre 2009: apre il mercato ortofrutticolo di Bolzaneto. A
precisare date e scadenze, dopo mesi di incertezze ed empasse, una lettera
inviata dall'ufficio Patrimonio del Comune ai singoli operatori del mercato di
Corso Sardegna. Nella comunicazione si indica anche che ci sarà tempo fino al
30 settembre per completare lo sgombero degli spazi occupati a San Fruttuoso.
Nero su bianco, ecco svelato il piano di uno dei traslochi più imponenti che
Genova abbia mai visto.Dopo i ritardi relativi a finanziamenti rimasti in
sospeso l'operazione sembra essere in dirittura d'arrivo.«Ci troviamo di fronte
all'unica chiusura di un mercato in Europa che indichi l'immediata apertura
della nuova sede e il percorso di riqualificazione della vecchia sede»,
puntualizza l'assessore ai Lavori pubblici Mario Margini. «Quanto ai tempi -
continua - crediamo di poter dire che se non ci saranno intoppi burocratici si
arriverà a rispettare le scadenze indicate dai nostri uffici che stanno
lavorando al progetto». Nel dettaglio Tursi ha invitato nei giorni scorsi tutti
gli operatori - ma anche le associazioni che oggi trovano posto nella vecchia
struttura - a lasciare gli spazi attualmente occupati entro e non oltre il 30
settembre prossimo. Il mercato chiuderà prima, venerdì 18. Nel fine settimana
così si potrà procedere al trasloco delle merci in via Sardorella, a Bolzaneto,
dove sarà pronta la nuova struttura. In corso Sardegna all'indomani
dell'abbandono dei locali inizieranno i lavori per trasformare l'area del
mercato in qualcosa di completamente diverso. L'intervento - che costerà alla
società Rizzani De Eccher 56 milioni di euro - porterà nella zona una nuova
casa dello studente da 200 posti letto, una piastra sanitaria, 230 nuovi posti
auto nel sottosuolo, trenta appartamenti - il 20% dei quali in regime di
edilizia agevolata - la nuova sede della polizia municipale della zona e due
asili nido. A Bolzaneto andranno 36 realtà commerciali, un numero più ristretto
dell'attuale, che si attesta intorno alle 45 unità. Molte infatti procederanno
all'accorpamento per diminuire l'onere dei costi da sostenere. Sui tempi e sul
rispetto degli accordi da parte del Comune Gianni Ratto, portavoce dei
grossisti, si dichiara soddisfatto e fiducioso. «L'appalto che abbiamo gestito
per conto della pubblica amministrazione è stato concluso il 22 giugno, come da
accordi. Adesso aspettiamo, ma non dipende che dalla burocrazia, che vengano liberati gli
spazi per gli allestimenti interni». I lavori agli stand richiederanno un
investimento superiore ai 3 milioni di euro, che saranno i grossisti a dover
sostenere. Prima, però, ci sono le carte delle autorizzazioni da sistemare.
«Mancano le certificazioni ambientali e le dichiarazioni di conformità - spiega
Mario Margini - non abbiamo motivi per pensare che ci possano essere ulteriori
proroghe rispetto alle date ipotizzate, ma i tempi di queste autorizzazioni non
sono mai perfettamente definibili». daniele grillo grillo@ilsecoloxix.it
29/06/2009 ( da "Repubblica, La"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina 36 - Cultura LA DONNA CHE REGNò SULL´ARTE A cento
anni dalla nascita della sua appassionata direttrice, la Gnam di Roma le dedica
un´esposizione ROMA Già Indro Montanelli aveva colto nel segno: «La leggenda
vuole che Palma abbia un pessimo carattere, che qualcuno definisce addirittura
infernale. Gli unici che non condividono questa opinione sono quel centinaio di
dipendenti della Galleria nazionale d´arte moderna, di cui essa è direttrice e
che l´adorano». Ora con felice anticipo la soprintendente Maria Vittoria Marini
Clarelli, in occasione del prossimo centenario della nascita, promuove la
mostra su un mito e su un´icona insieme: «Palma Bucarelli - Il museo come
avanguardia», a cura Mariastella Margozzi e con la collaborazione di tutto il
personale della Galleria, catalogo Electa. Palma Bucarelli (1910-1998) nasce a
Roma dove, allieva di Rodolfo Venturi, si laurea nel 1931. Nel 1939 entra nella
Galleria Nazionale d´Arte Moderna e Contemporanea, di cui assume la direzione
nel 1942 per lasciarla nel 1975. Immediata la sua adesione totale
all´istituzione, nei due edifici a Valle Giulia costruiti da Cesare Bazzani nel
1911 e nel 1934. Mostra subito carattere, senso strategico a difesa e custodia
del patrimonio artistico. Memorabile il trasferimento di numerose opere d´arte
su camion di fortuna nel Palazzo Farnese di Caprarola, salvandole da una sicura
predazione nazista. Subito manifesta forza d´animo e amore per l´avventura.
Un´esaltata identificazione con il proprio ruolo fino all´ossimoro, narcisismo etico,
volontà di potenza al servizio della grande Causa: difesa e valorizzazione
dell´arte moderna e contemporanea. Indossa il potere con piglio e disinvoltura
come una musa vestita dalla Marucelli, porta gli emblemi dell´autorità sicura
di una bellezza che crea una opportuna distanza e forte della sua conoscenza
dell´arte. Un furore contenuto e determinato, ritualizzato
da una decisa familiarità con la burocrazia e una instancabile applicazione in ogni suo gesto, pensiero,
comportamento. E´ una Leni Riefenstahl in versione italiana, candore spudorato
per un ruolo esercitato senza alcuna remissione o incertezza: un amore totale,
Leni per il cinema e Palma per l´arte. Per loro l´arte e il cinema non
sono né di destra né di sinistra semmai di centro, al centro di ogni strategia
e pensiero. Per la Nostra con qualche eliminazione e riserva ideologica verso
futurismo e metafisica, evidenti nella collezione da lei costruita. Palma
potenzia il museo sul piano internazionale collaborando con americani,
giapponesi, russi, tedeschi, inglesi e francesi. La Galleria Nazionale d´Arte
Moderna è l´unico baluardo in Italia a difesa del contemporaneo, un museo
creato dal nulla, che sperimenta fin dalla fine degli anni Quaranta con l´aiuto
teorico di Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan, un modello espositivo con un
livello didattico ed uno teorico-riflessivo con mostre e arricchimento delle
collezioni. Forte è il suo sostegno all´arte italiana all´estero e
l´investimento nell´arte europea e americana astratta e informale per la sua
Galleria. Memorabili le mostre di Picasso nel 53,
Mondrian nel 56 e Pollock nel 58. Impenetrabile vestale, resa più
sicura dal sodalizio umano e culturale con Giulio Carlo Argan, resiste ad ogni
pressione. Presa a tenaglia tra l´indifferenza democristiana del governo che elargisce
pochi fondi per il contemporaneo e l´egemonia culturale del PCI che lamenta la
mancanza di pluralismo, cioè l´assenza di Guttuso e del realismo italiano nel
museo. Anche De Chirico, in nome di una vagheggiata classicità, esprime
malumore verso l´operato della Bucarelli, che inserisce artisti giovani nel
circuito internazionale con la mostra «Arte italiana contemporanea» del 1955 ed
ospita a Valle Giulia l´arte più attuale americana in una esposizione
organizzata dal Guggenheim di New York nel 1956. Questa mostra-omaggio, 150
opere, si può leggere come una Bucarelli´s story divisa in diverse sezioni: la
scultura italiana degli anni 50 e 60 (Fontana,
Consagra, Leoncillo, Melotti, Pascali, Uncini, Pomodoro, Zorio ecc.); l´arte cinetica e programmata (Alviani,
Gruppo T, Gruppo N, Le Parc ecc.); una selezione di opere di Mondrian, Pollock,
Morandi, Scipione, Kandinskji, Richter, Malevic, Fautrier, Capogrossi, Burri,
Fontana, Scialoja, Accardi, Sanfilippo, Vedova, Rotella, Twombly, Tancredi,
Schifano, Festa ecc. Lampante come il Mito corrisponda all´Icona, i ritratti e
le fotografie (da Savinio a Ghitta Carrel) testimoniano una bellezza imperiosa
che giustifica la terza persona del suo comportamento al servizio dell´unico
ruolo possibile: sovrintendere alla formazione del gusto contemporaneo e del
suo pubblico. Sovvertendo l´immaginario collettivo di freelance e dipendenti,
sotto gli occhi di tutti azzittiti e magnetizzati, compresa la generazione
degli «arganauti», quella venuta dopo Argan, spesso risentita e rassegnata
nello stesso tempo. Profezia di un film già visto molto prima di Meryl Streep
ne Il diavolo veste Prada, girato da David Frankel. Nel nostro caso mito e
icona di una donna in anticipo sui tempi che, utilizzando anche il dispotismo
della propria seduzione, ha esercitato la sua femminilità al maschile. Per
tutto questo un plauso anche all´amministrazione comunale che ha intestato una
via a Palma Bucarelli. ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data:
2009-06-28 - pag: 12 autore: LA MANO VISIBILE ... Cicerone, Cesare e gli
antenati della corruzione di Alessandro De Nicola «O ptimi corruptio pessima
caro il mio Crasso ». Siamo nell'Ade e Cicerone è a passeggio con i suoi vecchi
amici-nemici, Crasso e Cesare. «Sì, Marco Tullio, la corruzione dei migliori è
la peggiore,ma a me sembra che nella nostra povera Italia il fenomeno sia più
esteso che ai nostri tempi. Io traviavo i senatori prestando loro il denaro,
compravo i capi delle tribù per le elezioni, ma non davo sesterzi a destra e
manca a ogni funzionario pubblico dell'Impero». «Crasso, amico mio- lo
interrompe Cesare- io che tanto ho fatto conto sui tuoi soldi per le mie
campagne, posso invece dirti che la nostra Repubblica era marcia perché non
c'erano gli incentivi alla virtus civica e non vorrei stesse accadendo lo
stesso ora. La fotografia che la Corte dei conti ha scattato giovedì scorso è
impietosa: secondo la magistratura contabile la corruzione è una tassa immorale
e occulta pagata con il denaro prelevato dalle tasche dei cittadini per un
totale di 50-60 miliardi l'anno. Le regioni del Sud sono in testa alla
classifica e non è un caso che gli investimenti stranieri laggiù siano pari a
zero, se non quando lautamente incoraggiati dallo Stato». «è come quando
c'eravate voi,inquinatori dei mores antiqui, e lo posso ben dire io che feci
condannare il depravato Verre, governatore della Sicilia», gorgheggia Cicerone.
«Ma va là Marcus: il tuo amichetto Pompeo era forse uno stinco di santo?»,
ringhia Crasso accarezzandosi un anello di diamanti. «Insomma - sbotta il divo
Giulio - non è una questione solo di morale o di uomini, ma di incentivi e
quindi di istituzioni. Le ricerche empiriche dimostrano che un primo fattore
decisivo è quello della responsabilità della politica di fronte agli elettori.
Il malaffare è più facile nei paesi autoritari e in quelli democratici dove gli
eletti non sono chiamati a rispondere: ad esempio se non devono più
ripresentarsi alle elezioni o se sono selezionati dai capi partito che li
inseriscono in liste bloccate. Inoltre, c'è una correlazione statistica tra
vivacità e concorrenza tra i media e tasso di malcostume. Nelle nazioni in cui
stampa, tv e radio sono timidi i corruptores hanno vita semplice. Altri fattori
indiscutibili sono l'efficienza del sistema giudiziario e la discrezionalità
della pubblica amministrazione. Laddove la burocrazia ha ampi margini sulle
sanzioni da infliggere, l'interpretazione di leggi oscure e i tempi di evasione
delle pratiche, tutto contribuisce a creare un rapporto distorto coi cittadini
i quali hanno così l'incentivo ad ungere le ruote. Infine la spesa
pubblica. è vero che in paesi di grandissima onestà come quelli scandinavi le
uscite statali sono più alte che da noi. Ma si tratta in genere di prestazioni
sociali obbligatorie, non di interventismo nell'economia. Svezia, Danimarca e
Finlandia sono anche ai primi posti nella libertà economica: pochi appalti e
prebende da distribuire». «Et ergo, quid?». «E quindi,giudicate voi, patres
conscripti, se l'Italia con il suo ginepraio legislativo, la lentezza dei
tribunali, la pervicace presenza statale nell'economia fatta di aiuti, sussidi,
esenzioni, il sistema politico distante dal controllo dei cittadini e dei mass
media, giudicati poco mordaci e vicini al potere, non sia, al di là dello
scarso civismo dei suoi cittadini, comoda preda dei tentacoli della
corruzione». «Poveracci, meno male che almeno i brani per le versioni della
maturità li sanno scegliere...», sorride sornione Cicerone.
adenicola@adamsmith.it © RIPRODUZIONE RISERVATA LA CORTE DEI CONTI Una tassa
impropria del valore di circa 60 miliardi all'anno ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-28 -
pag: 7 autore: Il «visto» sui rimborsi esclude i tributaristi Andrea Tempestini
ROMA Fra le disposizioni della manovra d'estate figura anche l'incremento delle
compensazioni dei crediti fiscali, rese però più rigorose con la creazione di
uno spazio per l'intervento dei professionisti, suscitando le polemiche degli
esclusi. Il decreto legge, all'articolo 10, stabilisce che per la compensazione
di crediti superiori a 10mila euro, i contribuenti hanno l'obbligo di
richiedere l'apposizione del visto di conformità. I soggetti che possono
sottoscrivere tale visto sono dottori commercialisti, ragionieri, consulenti
del lavoro, rappresentanti legali o negoziali dell'interessato e chi
sottoscrive la relazione di revisione. Mancano i consulenti tributari: compresa
la lettera a, il decreto legge non indica però fra i soggetti abilitati quelli
riportati alla lettera b, comma 3, articolo 3 del decreto legislativo 241/97
(«soggetti iscritti, alla data del 30 settembre 1993, nei ruoli di periti ed
esperti tenuti dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura
per la sub-categoria tributi»). è contrariato Riccardo Alemanno, presidente
del-l'Istituto nazionale tributaristi: «chiederemo al Ministero e all'agenzia
dell Entrate un chiarimento, e non potremo fare a meno di rivolgerci
all'antitrust: se esistono dei soggetti autorizzati a rilasciare il visto di
conformità, sono da coinvolgere tutti. Inoltre per le aziende - conclude - in un momento di crisi troppa burocrazia sarebbe da evitare ». Il provvedimento è invece accolto
positivamente da Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei
consulenti del lavoro: «I soggetti individuati per la certificazione sono tutti
iscritti a degli ordini, e questo è un segnale chiaro dell'affidabilità e della
valenza del sistema ordinistico». Anche per Claudio Siciliotti,
presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti, la disposizione
«è positiva per il fatto che, nell'istante in cui si ritiene necessario per la
tutela dell'interesse pubblico il visto di conformità, quest'ultimo possa
essere rilasciato esclusivamente dai professionisti che lo Stato riconosce come
tali ». © RIPRODUZIONE RISERVATA ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: ECONOMIA E IMPRESE
data: 2009-06-29 - pag: 17 autore: NUOVI CONCORRENTI Il dumping dei camionisti
dell'Est L' idraulico polacco torna in patria a causa della recessione, ma
dall'Est avanzano "minacciosi" i camionisti in versione low cost. Un
grattacapo in più per le imprese italiane che lamentano un rapporto di
concorrenza sleale. E non essendoci difese valide, alcune hanno deciso di
spostare la concorrenza sul loro terreno, aprendo società nei paesi dell'Est.
In Italia le imprese sono costrette a pagare un autista fino a 2.500 euro in
più al mese rispetto a uno dell'Est. E poi la burocrazia. «Il nostro ispettorato del
lavoro è inflessibile - spiega Thomas Baumgartner, a.d. della Fercam di Bolzano
- e siamo costrettia seguire una serie incredibile di norme, compreso il
dettaglio delle quantità di gasolio». Fercam è uno dei giganti italiani
dell'autotrasporto e della logistica con 2.200 mezzi di carico, 1.450
addetti e 460 milioni di fatturato che deriva per metà dal trasporto e per il
resto dalla logistica. Sul primo quest'anno il calo è del 15% e sull'altro la
perdita è contenuta nel 2-3%: le aziende hanno deciso di razionalizzare la
logistica e di affidarla, spesso, in outsourcing. Fercam è uno dei grandi
operatori ad aver aperto società in Polonia. «Così in Italia - conclude
Baumgartner dopo la delocalizzazione dei siti produttivi abbiamo realizzato la
delocalizzazione dell'autotrasporto». © RIPRODUZIONE RISERVATA ( da "Repubblica.it"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia di BERNARDO VALLI LA PROTESTA è stata dispersa,
frantumata, almeno per ora, dalle milizie islamiche, e adesso, con le piazze
deserte, il regime basato su un voto inquinato cerca di squalificare quella
protesta di massa. Non era una spontanea collera popolare, esplosa all'interno
della società, ma un complotto ordito dai nemici storici dell'Iran. Questo
dicono, in coro, la Guida suprema Khamenei e il presidente Ahmadinejad, e con
loro tutti gli artefici dell'elezione contestata. La trionfante comitiva dei
repressori tenta di darsi una legittimità denunciando la mano straniera alle
spalle dei milioni di manifestanti che hanno fatto barcollare la Repubblica
islamica. E, frugando più nel passato che nel presente, sceglie come bersaglio
principale delle invettive la vecchia Inghilterra. La riesumazione dell'ex
potenza coloniale, ormai più presente nei testi di storia che nelle memorie,
equivale a un colpo di scena. Sembra un trucco teatrale ad uso non soltanto
interno. È un'idea geniale mettere sotto accusa l'ex impero britannico, un
tempo tanto presente nella regione, e in particolare coautore, con la Cia, nel
1953, del colpo di Stato contro Mohammed Mossadegh, colpevole di avere
nazionalizzato il petrolio e di avere cacciato (temporaneamente) lo shah e la
moglie Soraya. La storia alimenta così il sempre vivo orgoglio della patria
persiana. Khamenei e Ahmadinejad agitano polverosi fantasmi capaci di accendere
l'immaginazione popolare: espellono (la settimana scorsa) due diplomatici
britannici provocando la risposta di Londra, che espelle a sua volta due
diplomatici iraniani. È un conflitto incruento destinato ad avvalorare la tesi
della mano straniera dietro la protesta di piazza. OAS_RICH('Middle'); Seguendo
lo stesso copione, viene messo alla porta il corrispondente della Bbc, voce
della perfida Albione che diffonde in lingua farsi notizie ignorate o truccate
dalle emittenti iraniane. Ulteriore colpo di teatro, nelle ultime ore:
l'arresto di impiegati iraniani dell'ambasciata di Gran Bretagna, accusati di
essere tra gli ammiratori del complotto contro la Repubblica islamica. Questa è
una prima lettura, direi classica. Il regime squalifica gli oppositori,
denunciando interessi stranieri alle loro spalle, e rilancia lo scontro con
l'Occidente. È una tattica elementare. Ma perché indicare come principale
nemico la vecchia potenza coloniale, e non il "grande satana", ossia
gli Stati Uniti? Anche a loro sono indirizzate le accuse di Teheran. Barack
Obama non è risparmiato. Viene descritto come una brutta copia di Bush Jr. E la
Cia non è trascurata. Sarebbe difficile ignorarla. La stessa stampa americana
ha più volte dato notizia dei milioni di dollari destinati da Washington, ai
tempi di Bush Jr., alla "destabilizzazione" della Repubblica
islamica, sospettata di preparare armi nucleari. Tuttavia l'America non è il
bersaglio principale. Non è risparmiata, è investita frontalmente, ma
l'Inghilterra fa da schermo. Pur ricorrendo agli stereotipi dei momenti di
crisi, ad uso interno, l'ayatollah Khamenei e il presidente Ahmadinejad esitano
a sbattere la porta in faccia a Barack Obama. Con lui dovranno affrontare un
giorno la questione nucleare, la quale resta all'ordine del giorno, chiunque
sia ufficialmente al potere a Teheran. Attaccare l'Inghilterra costa poco. La
vecchia potenza coloniale è, appunto, uno schermo ideale. Il bersaglio inglese
rivela anche l'incerta situazione interna al gruppo dirigente che, secondo Mir
Hussein Moussavi, il leader dell'opposizione repressa, ha preparato e compiuto
il "colpo elettorale". L'Inghilterra è un bersaglio provvisorio,
nell'attesa che si chiariscano gli equilibri tra le varie correnti. I
comandanti della Guardia rivoluzionaria, espressione dell'estrema destra e
della seconda generazione dall'avvento della Repubblica islamica, sarebbero i
veri autori del colpo elettorale. Avevano vent'anni nel '78-'79, quando
l'ayatollah Khomeini arrivò al potere, e hanno vissuto tutte le successive
prove: la guerra contro l'Iraq di Saddam Hussein; la repressione interna
avvenuta a conclusione di quel conflitto; la precedente eliminazione dei
Mujahiddin Khalq, gli islamici di sinistra decimati ed esiliati; la morte di
Khomeini e la nomina di Khamenei al suo posto, come guida suprema, ossia vero
capo dello Stato. Nel corso degli anni si è formata la forte corrente di
estrema destra che ha via via preso il controllo della Guardia rivoluzionaria.
I nomi più noti sono quelli oggi alla sua testa: i generali Jafari e Javani,
che hanno accusato Moussavi di promuovere una "rivoluzione di
velluto". Ex della Guardia rivoluzionaria hanno invece
fatto carriera nella burocrazia: il ministro degli Interni Sadegh Mahsouli, il suo vice Kamran
Daneshjou, supervisore delle elezioni, e lo stesso presidente Ahmadinejad. Il
loro ispiratore è l'ayatollah Mohammed Taghi Mesbah Yazdi, il più conservatore
dei grandi capi religiosi. Molti si sono formati nel suo seminario
"la scuola Haghani" a Qom. L'ayatollah Mesbah, così è chiamato in
Iran, è noto per le sue sentenze. Ne viene spesso citata una: "Non ha
importanza quel che pensa la gente. La gente è ignorante come una capra".
Gli attuali capi dell'intelligence, come non pochi responsabili delle milizie
Bassiji, formazioni paramilitari controllate dalla Guardia rivoluzionaria, sono
discepoli dell'ayatollah Mesbah. Il quale, prima delle elezioni, avrebbe
lanciato una fatwa che autorizzava l'uso di qualsiasi mezzo al fine di far
rieleggere Ahmadinejad. L'ayatollah Mesbah e lo stesso Ahmadinejad citano di
rado la Repubblica islamica, preferiscono parlare di governo islamico.
L'espressione "repubblica" non va a genio né a l'uno né all'altro,
implica un coinvolgimento popolare e quindi elezioni che essi tendono a
rifiutare. Il potere discende direttamente dalla volontà di dio, e loro ne sono
gli interpreti. Per questo attendono che l'ayatollah Khamenei, malandato di
salute e non del tutto allineato sulle loro posizioni, tolga il disturbo. Per
designare il successore. Ma la lotta tra le varie correnti non si è ancora
conclusa. (29 giugno 2009 ( da "Corriere.it"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Nel 2007 sono stati spesi 3 milioni di euro per
prestazioni e farmaci Il dolore di tutti i giorni. Che non si cura In Italia
200 centri per 12 milioni di malati. Sei mesi per una visita. Emicrania e mal
di schiena i più diffusi Il dolore cronico è una malattia, e non un sintomo. Va
diagnosticato e curato. Lo dice l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms),
lo affermano le scuole di medicina più all'avanguardia, lo ribadiscono
economisti sanitari, conti alla mano. È stato calcolato negli Stati Uniti che
solo il mal di schiena costa ben 100 miliardi di euro all'anno in ore di lavoro
perse, farmaci sbagliati e ricoveri per le conseguenze di una terapia non appropriata.
Se ben trattato, l'80 per cento di questa spesa sarebbe utilizzabile in altro
modo. In Italia, 3 milioni di euro sono stati spesi nel 2007 per prestazioni e
farmaci a causa del dolore e 3 milioni sono le ore lavorative perse in un anno.
Secondo un'indagine Istat, poi, nel 23% dei casi i pazienti dichiarano di aver
dovuto cambiare la propria posizione sociale: quasi il 20% dei pazienti ha
perso l'impiego (ogni anno in media i pazienti perdono per malattia 15 giorni
lavorativi), il 28% è stato costretto a un cambio peggiorativo di mansione, il
20% ha cambiato lavoro. Chi è colpito ha un'età media di 48 anni. Età in cui
non è bello ritrovarsi a spasso e sofferenti. Cifre enormi, perché enorme è
l'incidenza del dolore cronico non da cancro: un cittadino su cinque, americano
o italiano che sia. Il 20% della popolazione adulta europea, con picchi in
Norvegia, Belgio e Italia (a pari merito con la Polonia). Sessanta milioni
sono i sofferenti negli Stati Uniti, 75 milioni in Europa, 12 milioni in
Italia. E solo per il 7 per cento di questi un cancro ne è la causa.
Curiosità: di dolore cronico soffre un terzo di tutte le casalinghe europee. Il
mal di schiena è al primo posto per giorni di lavoro persi e qualità di vita
rovinata: negli Stati Uniti ne soffre il 30% di chi si reca dal medico per una
cura analgesica. Il mal di testa (emicrania, cefalea), al secondo posto, con
il 20-25%. Poi c'è un 45% dovuto a patologie osteoarticolari da suddividere tra
schiena e articolazioni, tra malattie degenerative e eredità di traumi da
sport o incidenti. Per arrivare a malattie come l'artrite reumatoide. E non va
dimenticato il classico «fuoco di Sant'Antonio». Quando si soffre, in pochi
casi in Italia vi sono specialisti competenti. Paese, il nostro, dove per
tradizione e cultura soffrire sembra un obbligo. Il più delle volte la cura è
per sentito dire. Se va bene c'è il consiglio del farmacista, se va male il
classico anti- infiammatorio di cui i cassetti degli italiani sono pieni.
Spesso il dolore resta ma è lo stomaco a soffrire. I centri specializzati
(diagnosi e terapia del dolore adeguata) sono circa 200 e 3-6 mesi sono i
tempi d'attesa per una visita specialistica. Chi è dilaniato dal mal di testa
può aspettare sei mesi? Soffrire non è un obbligo, ma in Italia sembra che
ancora lo sia. Nella cura del dolore, inquadrato come malattia, il mondo ha
fatto passi da gigante soprattutto negli ultimi dieci anni. «Oggi si può
affermare che il 90% di chi soffre trova la giusta cura. L'importante è proporla»,
dice Paolo Mariconti, presidente della sezione milanese della Fondazione Isal.
La medicina italiana, inoltre, ha l'etichetta di «oppiofobica» pur essendo
morfina e suoi derivati uno dei parametri su cui si basa l'Oms nel valutare una
corretta terapia del dolore. L'Italia è ancora ultima in Europa e tra i Paesi
ricchi in numero di dosi utilizzate. Anche se, a piccoli passi, sembra avviarsi
nella direzione giusta. Lo confermano i dati del Centro studi Mundipharma:
«Per quanto riguarda l'impiego di farmaci oppioidi nella terapia del dolore cronico,
si evidenziano in Italia i primi importanti segnali di crescita. Nonostante
continui ad occupare l'ultimo posto in Europa per spesa e consumo procapite
(rispettivamente: 0,74 euro e 69,12 milligrammi a testa), è il nostro Paese ad
aver registrato il maggiore incremento nel 2008 rispetto all'anno precedente,
con un più 23,83% sulla spesa per singolo cittadino, contro un più 6,76% della
media europea. Ma dipende dal terreno da recuperare, che è molto. Tradotto: se
nel 2006 le dosi vendute bastavano a non far soffrire la metà dei malati terminali
di cancro (65 mila), nel 2008 si è saliti al 70% (circa 95 mila). Questo,
però, senza curare il dolore cronico non da cancro. Una delle difficoltà era
la prescrizione di questi farmaci. Oltre all'oppiofobia della nostra medicina,
c'era la burocrazia. Rimossa soltanto ora dal
viceministro Ferruccio Fazio, che ha dato ordine a Guido Fanelli, coordinatore
della commissione ministeriale per la terapia del dolore e le cure palliative,
di riformare «radicalmente» il settore. Primo atto del viceministro Fazio, con
ordinanza in vigore dal 20 giugno 2009, azzerare la burocrazia per farmaci anti-dolorifici
quali gli oppioidi: niente più ricettari speciali, né registri di entrata e di
uscita, né obbligo di conservarli in armadi chiusi a chiave. Insomma sono diventati
anche per la burocrazia
italiana farmaci normali, prescrivibili come gli altri e non come «sostanze
stupefacenti ». C'è poi un disegno di legge sul trattamento del dolore
che prevede una rete di centri specialistici e i medici di famiglia come primo
cardine della terapia. In commissione, il ddl è stato criticato dall'ex
ministro della Salute Livia Turco. Soprattutto per la mancanza di fondi.
«Francamente siamo un po' stupiti dal fatto che su un tema per sua natura
sottratto alla contesa politica, come la cura del dolore, si accendano
polemiche da parte dell'opposizione commenta Mauro Martini, presidente
nazionale del sindacato Snami . Come medici di famiglia, che ogni giorno hanno
a che fare con i pazienti che soffrono, riteniamo fondamentale che si sia
imboccata la strada giusta». L'obiettivo di Fazio è quello di un «territorio
senza dolore». Con quali fondi? Spiega Fanelli: «Il 25 marzo 2009 la conferenza
Stato-Regioni ha approvato la proposta di Fazio nel destinare a progetti sul
dolore 100 milioni di euro ricavati dagli obiettivi di piano delle Regioni (un
miliardo e 400 milioni di euro per obiettivi specifici). Cento milioni
all'anno, per tre anni: 94 al dolore in generale, mezzo milione per un
osservatorio nazionale su organizzazione e sprechi, 4.5 milioni all'anno alle
cure palliative. Il Veneto ha già presentato un progetto di legge. Il
ministero ha poi stanziato 300 mila euro per il 2008 per un progetto pilota di
tutor per formare medici di famiglia in Veneto, Emilia Romagna, Lazio e
Sicilia. Il progetto è già partito». Sprechi? Risponde Fanelli: «In un anno più
di 50 mila morti con neoplasia in reparti per acuti, nonostante gli hospice,
con un milione di giornate di degenza pari a 346 milioni di euro di spreco.
Quei malati non possono stare in reparti per acuti, ma o negli hospice o
assistiti a casa». Tutti soldi che sarebbero stati utili alla rete «territorio
senza dolore». Mario Pappagallo stampa | ( da "RomagnaOggi.it"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia 27 giugno 2009 - 15.14 (Ultima Modifica: 27 giugno 2009)
RIMINI - E' finita l'epoca delle ideologie, ora ogni voto va conquistato con
fatica e lovoro. Celebra con una lunga lettera i suoi dieci anni da sindaco di
Rimini Alberto Ravaioli. Era infatti il 27 giugno del '99 quando i riminesi
scelsero un "uomo della societa' civile" a reggere le sorti di
Palazzo Garampi. Del resto quella fu "la stagione dei sindaci della
cosiddetta 'societa' civile',- scrive- una stagione aperta con entusiasmo e
quindi archiviata un po' troppo frettolosamente". Allora, "il
tentativo di spostare l'asse dei governi locali dal piano ideologico a quello
puramente amministrativo e' stata una grande intuizione politica". Peccato
"che non ci si sia creduto abbastanza,- manda a dire Ravaioli- risucchiati
i partiti nell'antico tatticismo e diffidenza". Il primo cittadino, oggi
oramai al termine della sua corsa, racconta quindi i suoi esordi e i pregiudizi
degli avversari: "Dieci anni fa il circuito politico riminese definiva la
Giunta Ravaioli 'dilettanti allo sbaraglio', profetizzando che non avrei
'mangiato il panettone' gia' a Natale '99". Invece, il patron di Palazzo
Garampi puo' rivendicare un'esperienza amministrativa tra le piu' longeve.
"L'impatto del rinnovamento fu brusco, senza dubbio", ammette, ma
alla fine qualcuno dovette ricredersi perche' "i dilettanti allo sbaraglio
di allora forse non erano tali". Ravaioli analizza poi come la citta' e la
provincia di Rimini siano cambiate nell'ultimo decennio. Ma scopre analogie sul
fronte politico: e' vero, "sono scomparsi e nati nuovi movimenti, si sono
strette alleanze un tempo impensabili". E ancora oggi, "il
centrosinistra e' ancora forza di governo nella stragrande maggioranza dei
Comuni e in ambito provinciale". Ma pensando ll'esito delle ultime
provinciali e alla vittoria al secondo turno del Pd, il sindaco ammette:
"Sono cresciuti i problemi di appartenenza e di radicamento
territoriale". Questo perche', tra gli elettori, ieri come oggi, perde
attrattiva "il collante ideologico" e "ogni voto va conquistato
con lavoro e fatica". E il centrodestra, "anche se appare in
crescita, in realta' non si scosta dai valori numerici del '99". Questo
perche', secondo il sindaco, "lo scarso rinnovamento della sua classe
dirigente continua a essere un fardello che ne affossa le ambizioni".
Paradossalmente, "dimostra piu' coraggio il centrosinistra, alle prese con
una persistente fibrillazione frutto di personalismi e con una evidente e
generale incertezza identitaria che ne limita e disturba anche l'azione di
governo". Poi Ravaioli elenca i suoi "cavalli di battaglia": una
Rimini cresciuta in dieci anni, passando da ( da "Sestopotere.com"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Controlli sanitari, Cia: nuove tasse mettono in ginocchio
le aziende agricole toscane (29/6/2009 11:29) | (Sesto Potere) - Firenze - 29
giugno 2009 - Settore agricolo vicino al collasso per la crisi economica? Sarà
sempre peggio -sottolinea la Cia Toscana - perché per gli agricoltori toscani
sono in arrivo dei nuovi balzelli, ovvero ulteriori controlli sanitari per
aziende agricole, e aziende di trasformazione (come cantine o macelli) che
equivalgono a costi elevati e tanta burocrazia in più.
Anche perché il nuovo decreto introdotto dal Governo (tra laltro
non previsto in questi termini dallUe) mette di fronte la Regione
Toscana, a profonde incertezze sulle modalità del controllo e del contributo
che lazienda si trova a dover pagare. “Non si tiene poi conto dei piccoli produttori”, spiega
la Cia Toscana: unazienda vitivinicola che produce 100 o
5mila ettolitri di vino si trova a dover sborsare la stessa cifra per i
controlli sanitari da parte delle Asl. E così ci sono regioni in Italia che non
applicano il
decreto o lo applicano diversamente, e Aziende sanitarie locali che in alcune
province della Toscana hanno già iniziato a richiedere contributi salatissimi
da pagare (da ( da "Sicilia, La"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Riforme non manovre Dei numerosi commenti al decreto anti
crisi approvato venerdì dal Consiglio dei ministri mi ha particolarmente
colpito quello del Foglio. Il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara non può
essere accusato di pregiudiziale ostilità al governo ed è quindi significativo
il suo giudizio sul provvedimento del governo: "Nessuna delle molteplici
misure appare dotata dell'incisività necessaria ai fini del rilancio
economico." Puntualmente l'editoriale passa in rassegna tutti i punti del
decreto sottolineandone la scarsa o dubbia efficacia e perviene ad una
conclusione che, come sanno i lettori di questo giornale, da sempre condivido:
"La crisi congiunturale dovrebbe invece stimolare il governo ad affrontare
le nostre debolezze strutturali e le riforme necessarie per dare slancio
all'economia e alleggerire il debito pensionistico che pesa sulla nostra
finanza pubblica. Il piccolo cabotaggio - seppure comprensibile - adesso va
superato con una scossa riformatrice". Va segnalato incidentalmente che
questo articolo mette in evidenza una peculiarità tutta italiana della nostra
politica: dal momento che le opposizioni si guardano bene dal fare il loro
mestiere, che dovrebbe consistere nello stimolare il governo a fare quanto si
ritiene necessario, e preferiscono occuparsi di altro anziché di politica, a
fare la loro parte deve provvedere la maggioranza. Che sia un giornale amico
del governo a pungolarlo dimostra la latitanza delle opposizioni. Ma lasciamo i
sinistri al loro infausto destino e torniamo alla tesi del Foglio. Una delle
argomentazioni addotte a giustificazione del rinvio delle riforme è che la
crisi in atto non le rende possibili. La tesi è assai poco convincente: un
Paese dissestato, tartassato, indebitato, e con un'economia ingessata può
sopravvivere (male) quando le cose vanno bene, ma quando è colpito da una crisi
globale non può sperare di superarla continuando a rinviare le riforme di cui necessita
e che l'Italia attende invano da decenni. Correttamente il Foglio accenna in
particolare al problema dell'enorme debito pensionistico: cosa aspettiamo a
rimediare alle insensatezze di un sistema insostenibile, iniquo, farraginoso e
costosissimo? La speranza di vita delle donne è mediamente superiore a quella
degli uomini di dieci anni... e le mandiamo in pensione prima! Date le tendenze
demografiche che inequivocabilmente dimostrano che l'Italia è moribonda, come
provvederemo a pagare le pensioni ad un numero crescente di anziani che
peraltro vivono sempre più a lungo, dato che il numero dei giovani che
finanziano il sistema cresce assai poco? Riteniamo davvero che sia politica
sensata dare per scontato che, dal momento che il problema diverrà drammatico
solo in futuro, saranno i governanti futuri a doverlo risolvere? La sacrosanta
battaglia patrocinata da Libero per l'abolizione delle province sottolinea un
altro gigantesco problema: l'assurdità del nostro apparato di governo composto
da circoscrizioni, un numero spropositato di comuni, province che continuano ad
aumentare di numero, regioni che dilapidano senza ritegno il pubblico denaro,
comunità montane (anche al livello del mare!), parchi nazionali, autorità
indipendenti, per non parlare dello Stato e dell'Unione Europea. Ognuno di questi livelli di amministrazione impiega burocrazia, foraggia politicanti, spende
e spande per gli obiettivi più discutibili e rappresenta un macigno che stronca
le nostre possibilità di sviluppo. Possiamo permetterci lo spreco di non
riformarlo, specie in un periodo di crisi? La fiscalità si porta via circa la
metà di tutto ciò che l'Italia produce, rendendo difficile risparmiare
ed investire, scoraggiando il lavoro e penalizzando l'occupazione. La crisi
rende indilazionabile la riforma fiscale, con la drastica riduzione delle
aliquote e la chiusura delle troppe scappatoie fiscali. Anch'io, come
l'editorialista del Foglio, sono convinto che l'Italia abbia bisogno di riforme
non di manovre, e sono certo che anche la maggioranza degli italiani la pensa
allo stesso modo. Le sinistre hanno dimostrato in modo inequivocabile che non
sono in grado nemmeno di gestire l'esistente, dal nostro governo mi attendo che
lo modifichi profondamente per salvare l'Italia. ( da "Sestopotere.com"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Burocrazia regionale e titolari dei bagni di spiaggia in
"rivolta", solidarietà di Giovanni Lucchi (Pri) e Luca Bartolini
(An/PdL) (29/6/2009 14:13) | (Sesto Potere) - Cesenatico - 29 giugno 2009 -
Luca Bartolini, capogruppo di an-pdl, in uninterrogazione alla Giunta regionale segnala le
difficoltà burocratiche denunciate dagli operatori del turismo balneare di
Cesenatico, Gatteo Mare, Savignano Mare e San Mauro Mare, i quali, – riferisce
– “al pari dei quelli di altri comuni della Riviera, sono condizionati
negativamente da una legge regionale che crea un profondo limite nei lavori di
ristrutturazione delle strutture balneari e ludiche di supporto alla ricezione
turistica”. “Questo quadro normativo – commenta Bartolini - penalizza e
disincentiva ogni volontà dinvestimento per il
recupero architettonico, paesistico, turistico delle strutture presenti sulle
spiagge, con grave pregiudizio dellintero territorio”. Le spiagge del
nostro litorale, ricorda il consigliere, "sono di proprietà del demanio
marittimo",
sul quale la Regione è competente in materia di autorizzazioni e concessioni. I
comuni, a loro volta, nellambito delle funzioni
delegate, rilasciano i permessi per costruire o per effettuare interventi di
ristrutturazione e manutenzione degli stabilimenti balneari in base alla legge
regionale (Disciplina generale delledilizia (L.r.31/2002)
la quale prevede anche che - ricorda ancora Bartolini - “sulle aree naturali
protette e quindi anche demaniali ogni intervento difforme dal titolo abitativo
sia variante
essenziale (art.18)”. Il consigliere contesta che in questo modo, “ogni
imprenditore che ha lavori in corso non ha possibilità di eseguire nessuna
variante in corso dopera, pena commettere abuso edilizio sul
demanio, anche quando questi, per paradosso, consistono in scostamenti di uno
o due centimetri”. Per queste ragioni lesponente di
an-pdl chiede alla Giunta regionale di verificare “le reali difficoltà”
riscontrate da Comuni e imprenditori su quanto segnalato e sollecita
chiarimenti, anche mediante una semplice circolare esplicativa, in merito allapplicazione
nelle aree demaniali costiere, ove sono presenti strutture edilizie per il
turismo balneare, dellarticolo 19 varianti minori in corso
dopera della citata legge regionale 31/2002). E ciò – precisa - “al fine di favorire chi
ancora ha, per fortuna della collettività, voglia di investire per migliorare lofferta
turistica della nostra riviera”. Insieme allArch. Giovanni Lucchi, già
capogruppo PRI al Consiglio Provinciale di Forlì-Cesena, Luca Bartolini ha incontrato una
delegazione di tecnici di alcuni titolari dei bagni di spiaggia che ci hanno
lamentato una situazione non più sostenibile. ( da "Sestopotere.com"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il sindaco di Rimini confessa crucci e problemi ancora
aperti della sua città (29/6/2009 13:35) | (Sesto Potere) - Rimini - 29 giugno
2009 - In una lunga lettera aperta inviata a tutte le testate locali , il
sindaco di Rimini , Alberto Ravaioli , fra l'altro afferma che : "Rimini è
cambiata dal 99 ad oggi, molto più di quello che gli
opinion maker pensano. Eravamo 130 mila, siamo 140 mila. Da 16 mila siamo
passati a quasi 19 mila imprese. Abbiamo circa 10 mila auto private circolanti
in più. I fenomeni migratori si sono irrobustiti, gli arrivi e presenze
turistiche sono in lieve aumento nonostante concorrenza, rivoluzione nella rapidità
di spostamento, crisi economiche. Merito, se vogliamo, anche del miglioramento
della dotazione infrastrutturale realizzata e in essere (Fiera, Centro
Agroalimentare, Darsena, Palacongressi, recupero ex colonie, nuova via Roma,
contenitori culturali) e del consistente programma di riqualificazioni messo in
atto (350 milioni di euro spesi). Abbiamo cambiato pelle in molti settori, non
avendo però scompensi tali da mettere a rischio gli equilibri sostanziali della
comunità." Però, ammette lo stesso Alberto Ravaioli : "Restano sul
tappeto i problemi di un luogo sempre più metropolitano: la mobilità, la
sicurezza, la burocrazia. Resta soprattutto il
problema delleccessiva lentezza dal momento della
decisione sino alla concretizzazione, soprattutto allorché si tratta di opere necessitanti
il contributo di Enti statali o sovracomunali. Rimini, Italia, checché se ne
possa pensare attraverso una visione magica, autoassolutaria ma non realistica
delle cose". Ho i miei crucci, confessa il sindaco di Rimini, che elenca:
" Il primo è di non avere fatto di più per accrescere una cultura della
responsabilizzazione in città: la voglia di fare e intervenire anche sulle
piccole questioni crea spesso un cortocircuito che disincentiva limpegno
personale per cui tocca al Comune o è colpa del
Comune persino se capita un incidente stradale a causa di un rosso
ignorato. Il secondo è di essere in ritardo sul complesso tema del rinnovamento
della macchina comunale: siamo riusciti- come era nostro obiettivo dieci anni
or sono- a
diminuire il numero delle figure dirigenziali ma cè
ancora tanta strada da compiere nella ricostruzione del rapporto tra cittadino
e Istituzione, in cui è la struttura ad avere un ruolo fondamentale. E
vero, il problema è lo stesso per tutte le Amministrazioni ma questo non può e
non deve essere una consolazione. Il terzo è il restauro del teatro Galli che
ha un valore molto più ampio e profondo di quello che qualcuno pensi o ritenga;
in ogni caso, nei prossimi due anni recupereremo adeguatamente questa
carenza". ( da "Foglio, Il" del
29-06-2009) Argomenti: Burocrazia 29 giugno 2009 Millecinquecento lettori "Ero convinto
che il giornalismo fosse solo fatti, m'ero impigliato in un grosso
equivoco" "Un giornalista politico, nel nostro paese, può contare su
circa millecinquecento lettori: i ministri e i sottosegretari (tutti), i
parlamentari (parte), i dirigenti di partito, sindacalisti, alti prelati e
qualche industriale che vuole mostrarsi informato. Il resto non conta, anche se
il giornale vende trecentomila copie. Prima di tutto non è accertato che i
lettori comuni leggano le prime pagine dei giornali, e in ogni caso la loro
influenza è minima. Tutto il sistema è organizzato sul rapporto tra il
giornalista politico e quel gruppo di lettori privilegiati. Trascurando questo
elemento, ci si esclude la comprensione dellaspetto
più caratteristico del nostro giornalismo politico, forse della intera politica
italiana: è latmosfera delle recite in famiglia, con protagonisti che si
conoscono sin dallinfanzia, si offrono a vicenda le battute, parlano una
lingua allusiva
e, anche quando si detestano, si vogliono bene. Si recita soltanto per il
proprio piacere, beninteso, dal momento che non esiste pubblico pagante. Il
rapporto dei millecinquecento lettori con il giornalista politico è molto
stretto, in un certo senso si può dire che giunge fino alla identificazione:
ogni mattina essi fanno colazione con lui (se hanno labitudine
di leggere i giornali mentre prendono il caffè latte), spesso lo invitano a
pranzo e gli fanno pervenire attraverso colleghi o amici comuni i sensi della loro considerazione. A
Natale, e quando è molto importante anche a Pasqua, il giornalista politico
riceve dai suoi estimatori molte cassette di liquori. E
invitato a tutti i ricevimenti. Ha onorificenze. Se deve chiedere qualche cosa
alla burocrazia la ottiene assai più facilmente del cittadino
qualunque. Le mogli hanno sufficienti motivi per essere soddisfatte. Per inciso
– ma è un particolare di qualche importanza – aggiungerò che a poco a poco
negli ultimi anni, attraverso i segretari particolari o con mezze parole
scherzose scambiate nei corridoi di Montecitorio, i ministri e gli altri
donatori di cassette sono stati convinti a cambiare i liquori italiani
(particolarmente Buton, Sarti e Landy frères) con whisky scozzese, cognac e
champagne francese ed ora anche vodka polacca o russa. Nel Natale del 1958 la
paziente e difficile opera di convincimento aveva ormai raggiunto le più restie
roccaforti. I vinai di quartiere non sono stati più sollecitati a permute
complicate ma in definitiva sempre vantaggiose per entrambe le parti; sulle
mense dei portieri le bottiglie di spumante nazionale sono apparse in numero
estremamente ridotto. […] Questi sono i piaceri del giornalista politico. Se ne
deve dedurre che egli è ammesso a godere, di riflesso, i vantaggi del potere? O
non è lui stesso un elemento del potere, e proprio in tale certezza trova il
suo maggiore e impagabile piacere, il piacere della potenza? E
una questione controversa. Ho conosciuto colleghi convinti, in perfetta buona
fede, di aver creato
e fatto cadere governi, imposto svolte radicali nella politica delle alleanze,
creato o spezzato carriere di Primi ministri. Personalmente sono piuttosto
scettico sul potere reale del famoso quarto potere o più esattamente – poiché
solo di questo si tratta – di coloro che lo esercitano per conto dei direttori
e dei proprietari di giornale. Penso che si limitino a registrare, quando
glielo consentono e non senza un certo disgusto, i comunicati di una partita
che si svolge sopra le loro teste. Non nego che qualcosa si possa fare,
specialmente quando si trova gusto al gioco e se ne conosce a fondo la tecnica,
ma i margini sono limitati e i dispositivi di sicurezza con cui gli effettivi
detentori del potere difendono i loro domini scattano quasi sempre efficacemente
al momento giusto. Su questo punto, tuttavia, mi è molto difficile essere
obiettivo. Conosco il pericolo di sbagliare, per eccesso o per difetto […] Le
millecinquecento persone che danno al giornalista politico i suoi più attraenti
e meno venali piaceri sono anche quelle che gli possono infliggere i più
cocenti dispiaceri. Un aggettivo di troppo, una notizia che sarebbe stato
opportuno dimenticare tra i tasti della macchina per scrivere determinano
reazioni a catena, spiacevolissime. Quanti tesori di flaubertiana pazienza alla
ricerca della parola adatta si sono spesi e continuano a consumarsi nelle
stanze maleodoranti della “sala stampa”; e quale miracoloso senso del tempo e
del limite deve presiedere alla scelta di una annotazione se si vuole comunicare
limpressione senza includervi lelemento negativo che essa
comporta […] Quando cominciai a fare il giornalista pensavo che il giornalismo
fosse prima di ogni altra cosa informazioni, fatti, notizie. (Era appena finita
la guerra, mi rendevo confusamente conto che la politica sarebbe stata per molti anni la
misura della nostra vita ma capivo anche che non avrei mai potuto
identificarmici completamente; limpiego politico, come
del resto ogni tipo di azione, comporta una dose di fanatismo, una capacità di accettare la falsificazione
strumentale della realtà, che sono estranei alla mia natura. Seguivo con la
stessa appassionata attenzione una processione religiosa o una Festa dellUnità:
non sarei mai stato né un cattolico né un comunista ma ritenevo che il giornalismo fosse anche questo,
la comprensione di quel poco o molto di autentico che decide la partecipazione
della gente a quei riti). Mi sono accorto lentamente, troppo lentamente, di
essermi impigliato in un grosso equivoco. I fatti, per un giornalista politico,
non parlano mai da soli. O dicono troppo o dicono troppo poco. Quando dicono
troppo bisogna farli parlare più sottovoce, quando dicono troppo poco bisogna
integrarli per renderli al loro significato. Ma la chiarezza, in questo lavoro,
è una virtù ingombrante. Le note di servizio che raccomandano: “Tenersi ai
fatti, senza commenti o interpretazioni” sono un invito ad accettare come
autentica la verità propagandistica che i politici hanno interesse a
diffondere, e rinunciare a spiegare che cosa si nasconde dietro la genericità,
lottimismo di maniera, i falsi furori e la interessata confusione
dei comunicati ufficiali. Tutti i dispiaceri del giornalista politico, forse,
si riducono ad uno fondamentale, che è quello di non riuscire a fare il proprio mestiere. Spero di non
avvalorare limpressione che lesercizio della
libertà di stampa sia pressoché impossibile nel nostro paese. Al contrario: lo
si può praticare con relativa facilità purché si usino alcuni accorgimenti e si
sia abbastanza pratici nei trucchi del mestiere. Cercherò di elencare alcune regole che
potrebbero facilitare il compito di un giovane allinizio
della carriera. 1) Il “sistema” non è monolitico. Si può, senza farsi troppe
illusioni, giocare sulle sue contraddizioni. Cè quasi sempre un angolo dal quale si può
fare un po di anticonformismo riscuotendo
lapprovazione di altri conformisti. Da questo punto di vista è una
fortuna che ci sia toccato in sorte un partito di maggioranza come il
democristiano. Con tutti i “vespisti”, “notabili”, “concentrazionisti”, “iniziativisti”,
“doroteiani” che movimentano le sue cronache, la copertura delle spalle è
diventata un gioco da bambini. Linsinuazione contro
Andreotti farà felice Fanfani, che forse troverà anche il modo di farvi
pervenire le
sue congratulazioni; e viceversa. (Non alternare troppo le insinuazioni per non
essere accusati di ipercriticismo pregiudiziale distruttore. 2) Conformismo e
paura scoraggiano i timidi ma offrono un salvacondotto ai guastatori. Si è in
famiglia, lho già detto, e non si rischia quasi niente. Si può
rimanere per alcuni anni in un posto chiave sforzandosi di stillare
quotidianamente la propria goccia di veleno (non più di una goccia, altrimenti
ci si mette fuori del sistema) ed ottenere elogi, aumenti di stipendio. La
gente odia lo scandalo e viviamo in un paese dove, da un certo grado in su, non
viene più licenziato nessuno. 3) Gli attacchi della stampa di estrema sinistra.
Rallegrarsene quando arrivano. Provocarli se è possibile. Sono un lasciapassare
indispensabile per assicurarsi una certa libertà di critica tra i detentori del
potere […] E mia ferma convinzione, come forse è già
risultato chiaro dalla lettura di queste note, che nellattività di un
giornalista politico il conto dei dispiaceri supera quello dei piaceri. Perché allora
tante esitazioni? Sono pieno di simpatia per i miei colleghi. Anche se potessi
(sono troppo carico di rispetti umani) non vorrei parlare male di tutti, solo
di una parte. Cercherò di rispondere allinterrogativo
badando soltanto
alla mia esperienza e contenendo perciò le eventuali conclusioni nei limiti di
un “caso personale”. Non è mai facile tirare la mano fuori dallingranaggio.
Il bilancio tra piaceri e dispiaceri non si presenta mai allo stato puro e la
rigorosa semplicità
del processo dialettico è tale soltanto nei ragionamenti a posteriori dei
filosofi. Si esita, un giorno prevale la nausea ed un altro giorno la
soddisfazione per avercela ancora fatta. La stessa nausea può trovare un
compenso psicologico nella contemplazione di se stessa. Per esempio, scrivere
un saggio o un diario, dove la nota sofferta emergerà dalla onesta brutalità
della analisi, sul tema: “Siamo gli intellettuali alienati della nostra società
borghese dalla quale peraltro non possiamo divorziare perché ne condividiamo
gli originari valori fondamentali”. E poi: quale è la tentazione alla quale
bisogna resistere, quella della rottura o quella di insistere nellinserimento?
Il mondo è da sempre. diviso tra inseriti e protestatari, ma ai nostri tempi
sono primi che
conducono la partita. Tutte le ideologie dellepoca
sono contrarie alla rottura. Marxisti, cattolici, psicanalisti diramano in
continuazione messaggi di invito a resistere, ad accettare (sia pure con una
riserva mentale), a lavorare dallinterno. E
anche vero che, contemporaneamente, propongono di ammirare, nel cinematografo e
nella vita, i personaggi che si ribellano al loro stato: è lultimo
rifugio del libero arbitrio, la società provvede a tutto ma ci lascia la scelta
essenziale. Personalmente sono sempre stato portato a comprendere tanto le ragioni degli
inseriti che quelle dei protestatari ed ho cercato nella mia attività
professionale di riecheggiare entrambe, volta per volta, a seconda delle
circostanze. Lavoravo in un giornale cui non dispiaceva una vena di
spregiudicatezza, sempre che non diventasse troppo compromettente. Il direttore
sapeva come stavano le cose ma riusciva a nasconderlo anche a se stesso. A
settantanni, se ci è rimasta abbastanza
intelligenza per distinguere, è triste dover ammettere che siamo soltanto dei modesti
esecutori dordini e non, come abbiamo sempre sognato,
dei geni della navigazione di notte. Lo assecondavo tirando la corda sempre
sino al punto giusto, mai un centimetro oltre. Me ne era silenziosamente grato, andavamo molto daccordo.
Perché, nonostante tutto, un certo giorno la corda si spezza? […] So soltanto
che piano piano, sempre più forte, si comincia a sentire il bisogno di
scrollarsi un po di tutta la falsa rispettabilità che ci si è accumulata
addosso nel
corso degli anni. Si moltiplicano i segni dellinsofferenza.
Ne ho abbastanza di questa politica e, forse, del giornalismo. Arriva tutto, ma
sempre così in ritardo. Lunico grosso motivo di sconforto è in questa
sensazione di essere in ritardo su me stesso almeno di dieci anni. Certe ribellioni, alla mia
età, sono onorevoli e un poco ridicole. Mi sembra di soffrire per cose che
altri, arrivati qualche anno dopo, hanno sempre saputo. di Enzo Forcella © 2009
- FOGLIO QUOTIDIANO ( da "Sestopotere.com"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Liguria, basta un click e la Galleria di Palazzo Bianco
diventa una mostra virtuale (29/6/2009 16:40) | (Sesto Potere) - Genova - 29
giugno 2009 - Una mostra su web per mostrare preziose uniformi civili e di
corte indossate da nobili, gentiluomini e a tanti potenti personaggi dello
stato e della vita pubblica genovese e non solo, dalla seconda metà del
Settecento fino al primo Novecento. Sono uniformi che fanno parte delle
Collezioni Tessili del Comune di Genova, ma non sono visibili al pubblico. La
mostra, realizzata la Regione Liguria in collaborazione con la Direzione per i
Beni Culturali e Paesaggistici e la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici
e Etnoantropologici La mostra virtuale Fasti della burocrazia. Uniformi civili e di corte
XVIII-XIX, è visitabile in internet, www.CulturaInLiguria.it sotto il menù
pubblicazioni/multimedia/mostre virtuali/uniformi civili e di corte. Basta un
click, dunque, per ammirare uniformi che attraverso particolari elementi
rendevano riconoscibile la carica ed il ruolo che il personaggio ricopriva
nell'ambito dell'amministrazione. La mostra virtuale è ambientata nel
cortile della Galleria di Palazzo Bianco e si snoda attraverso sei stanze
virtuali, dove sono esposte le tredici uniformi, dodici provenienti dalle
Collezioni Tessili del Comune di Genova ed una del Museo del Risorgimento,
l'unica esposta anche realmente nel capoluogo ligure. Gli abiti sono stati
realizzati in tre dimensioni, come un oggetto reale - intorno al quale si può
girare , che si può vedere dall'alto e dal basso- in un compendio visivo
talmente ampio da poterne ammirare la bellezza ed apprezzare tutti i
particolari. Ogni uniform è affiancata da una scheda tecnico-scientifica
arricchita da numerose fotografie degli originali, alcune talmente ravvicinate
da rendere possibile, ad esempio, la visione dei punti di ricamo, della materia
del filo dorato, dei particolare dei bottoni… Un ricco materiale iconografico e
legislativo è esposto alle pareti delle singole sale, quale elemento di
raccordo e di raffronto delle uniformi. Si tratta molto spesso di materiale del
tutto inedito o poco conosciuto: figurini, a matita ad inchiostro a volte
acquerellati, che raffiguravano l'uniforme in intero o nei vari particolari,
album di disegno dei ricamatori ufficiali delle case reali quasi un repertorio
di immagini al quale attingere per i loro incarichi, tavole originali spesso
d'ottima qualità per pubblicazioni a stampa. Altre uniformi, del tutto simili a
quelle esposte, sono state recuperate in collezioni italiane e straniere (Los
Angeles, Madrid, Parigi, Vienna…). Come una bibliografia tematica virtuale, i
link correlati segnalano altri siti che presentano uniformi civili in
collezioni italiane e straniere o che trattano argomenti di riferimento. La
visita alla mostra può essere guidata o a percorso libero. Nella prima sala si
trovano tre uniformi di corte; le uniformi di gala e di mezza gala per la
carica di Gentiluomo di Camera sabaudo che potrebbero essere state indossate
dal nobile genovese Stefano Giustiniani, Gentiluomo di Camera del re Carlo
Felice (1821-1831). Per l'uniforme spagnola di gran gala del Mayordomo Mayor de
Semana sono presentate le riproduzioni d'altre uniformi similari e dei disegni
dei ricami, conservati a Madrid al Palacio Real De Aranjuez. La seconda stanza
presenta due uniformi del periodo Napoleonico: la prima, di Consigliere di
Stato del Primo Impero Francese (1804-1815), potrebbe essere appartenuta a
Luigi Crovetto (Corvetto), personaggio assai importante nell'ambiente genovese,
in stretto contatto con Napoleone che lo volle Consigliere di Stato
dall'annessione della Liguria alla Francia alla caduta dell'Impero. La stessa
uniforme è raffigurata nelle tavole acquerellate del volume di Hoffman,
Costumes Civils, realizzato intorno al 1811, che insieme al precedente volume
del 1796, Costumes des autorités constituées, di Jacques Grasset de
Saint-Sauveur (1757 - 1810), sono conservati a Parigi nella Bibliothèque
nationale de France. Alcuni di questi figurini insieme al dipinto.
l'Installation du Conseil d'Etat au Petit Luxembourg di Auguste Courder del
Castello di Versailles sono riprodotti alle pareti. La seconda uniforme,
sicuramente genovese, è la giubba per Postiglione delle Poste aux chevaux de
Gênes come si legge nello scudo ovale in metallo sbalzato, appuntato al braccio
destro, che presenta lo stemma dell'aquila coronata che stringe tra gli artigli
uno scettro, simbolo di Napoleone I. La terza stanza presenta un abito da
corte, per la prima volta presentato al pubblico, che era stato in origine considerato
un'uniforme civile e due marsine: una di Segretario d'Etichetta di Ferdinando
III di Lorena, Granduca di Toscana dal 1814 al 1824 e l'altra d'Agente
Consolare del Regno delle due Sicilie. Alle pareti le riproduzioni d'alcuni
abiti di riferimento provenienti dalla Galleria di Palazzo Pitti a Firenze e
dal County Museum of Art di Los Angeles, oltre a disegni inediti dell'Archivio
di Stato di Napoli. Nella quarta stanza è esposta una problematica uniforme
massonica, riconoscibile dai simboli ricamati e due uniformi di gala
austriache, di Ciambellano o Consigliere intimo e di Scalco, che trovano il
proprio raffronto in due uniformi di fine Ottocento, conservate nel
Kunsthistorisches Museum di Vienna. Le ultime due stanze presentano ognuna una
sola uniforme, per la ricchezza della documentazione ritrovata. Nella quinta
stanza la marsina per l'uniforme civile di Primo Presidente della Corte di
Cassazione del Regno d'Italia, appartenne al giureconsulto genovese Domenico De
Ferrari che assunse tale carica l'11 agosto del 1842, per questa è stato
individuato il decreto a stampa con le tavole allegate che raffigurano
l'uniforme, gli accessori ed i ricami. Nella sesta l'uniforme completa di
Cavaliere dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, indossata da Pio Perrone
figlio dell'industriale Ferdinando Maria, proprietario dell'Ansaldo, e nominato
Cavaliere dal re d'Italia, Vittorio Emanuele III, il 9 giugno 1904. ( da "Sestopotere.com"
del 29-06-2009) Argomenti: Burocrazia Cna Siena: Credito problema gravissimo e burocrazia killer per i virtuosi (29/6/2009 18:50) | (Sesto
Potere) - Siena - 29 giugno 2009 - Burocrazia e imprese, tante dichiarazioni di
intenti, pochi fatti concreti. Con queste poche parole si potrebbe sintetizzare
il pensiero della Cna sui tanti “micro salassi” e “occulti balzelli” che
quotidianamente si presentano alle imprese. Un recente studio quantifica lo
spreco dovuto agli atti e complicazioni amministrative con numeri assolutamente
allarmanti e che, drammaticamente, sono vicini alla realtà. Si parla di 15
miliardi di euro che pesano sul sistema produttivo del nostro paese. L1%
del pil che se ne va in burocrazia, in gran parte sulle spalle delle
piccole e medie imprese ed in particolare degli artigiani. Cè
chi ipotizza (ci trova daccordo), che sarebbe possibile dare uno scatto produttivo
di quasi il 6% alle micro imprese con una burocrazia più
snella. Dalledilizia allimpiantistica le imprese
che si comportano in modo trasparente, attente alle normative e soprattutto
oneste sono sottoposte a vincoli, regole ed oneri che oramai hanno abbondantemente superato non
solo il limite del buonsenso, ma anche quello della decenza. Sono oltre 40 i
documenti che devono essere presenti in cantiere, decine le autorizzazioni per
un impiantista, ferree le regole per gli smaltimenti di ogni tipo (magari poi
non troviamo il dove). Di ciò ne siamo coscienti, perché è prioritario il
rispetto della legalità, dellambiente e delle
regole, iniziando prioritariamente al riportare su questi canoni chi ne è
completamente avulso. Cosa fare dunque? Prima (ed unica) cosa smettendo con la politica degli
annunci, passando ai fatti, rendendo “normale” e più agevole la voglia di fare
impresa. A noi artigiani, piccole imprese prima di tutto sta a cuore la nostra
sicurezza e quella dei nostri collaboratori e per questo compieremo ogni
sforzo, ogni passo in avanti per porre condizioni di lavoro sempre più al passo
coi tempi, ma non per questo non combatteremo la troppa burocrazia,
fatta solo da chi di lavoro vero ne sa ben poco. Che le banche tornino indietro
con la commissione affidamenti, che lo Stato renda “accettabili” gli studi di
settore, non limitandosi alla contingenza di questi mesi, ma creando un sistema
virtuoso che consenta di poter pianificare gli investimenti. Alle amministrazioni
locali chiediamo il coraggio del buonsenso nelle pratiche quotidiane, velocità,
capacità di guardare oltre, creare le condizioni per ridare un giusto ruolo a
chi investe e imprende in prima persona, in una parola scommettere assieme agli
artigiani e alle imprese sul futuro. ( da "Stampa, La" del
30-06-2009) Argomenti: Burocrazia POLITICA.NELLA PRIMA SEDUTA IL GRAZIE DELLA GANCIA AL
PREDECESSORE COSTA Provincia, accordo last minute Leghista anche il presidente
del Consiglio, che parteciperà alla giunta [FIRMA]GIANNI MARTINI CUNEO La più
giovane presidente di Provincia d'Italia ha dovuto mediare e contrattare fino
alle 14 per arrivare in Consiglio con una squdra di assessori che accontentasse
la sua maggioranza e le evitasse sorprese. Per riuscirci ha dovuto invertire
due caselle fra quelle annunciate alla vigilia: l'assessore Giorgio Bergesio
(Lega nord) torna a fare il presidente del Consiglio; il designato presidente
del Consiglio Colombatto (Pdl) entra in giunta. Di fatto il Pdl porta a 7 (su
10) il numero degli assessori contro i sei concordati ma Giorgio Bergesio avrà
un ruolo inedito: da presidente del Consiglio potrà partecipare a tutte le
riunioni di Giunta. Accontentati anche i saluzzesi che con Colombatto di Barge
hanno un rappresentante in giunta (prima l'area ne aveva 4). Infine qualche
limatura sulle deleghe (ad esempio il maestro di sci Blengino perde il turismo
e dovrà occuparsi di lavoro). La presidente Gianna Gancia tra l'altro tiene per
sé le grandi infrastrutture e i rapporti con i piccoli Comuni. Critiche, poche.
Mino Taricco: «Aveva promesso in campagna elettorale due donne, ne ha una sola
in giunta. E la delega al Bilancio a un assessore che arriva da Alessandria ci
pare singolare anche perché sono convinto che in questa provincia ci siano
figure di altissimo livello in grado di ricoprire quell'incarico». La Gancia:
«Delfino l'ho voluto io. Per la nostra Provincia voglio il meglio. Lui lo è, un
grande esperto al quale ho chiesto un sacrificio che ha accettato». Sulle donne
la risposta è arrivata da Alberto Cirio (Pdl): «La presenza di donne è
ampiamente rispettata visto che la Provincia è guidata da una donna». Per il
resto il primo Consiglio non ha riservato sorprese. C'era l'emozione della
pattuglia di leghisti (8 consiglieri su 20) e l'emozione dichiarata della
presidente che ha preferito leggere l'intervento. Il primo applauso l'ha
raccolto ringraziando Raffaele Costa che era in aula, seduto fra il pubblico e
i consiglieri: «Ha dato moltissimo a questa terra. Speriamo di poter essere
alla sua altezza». Poi il programma. Punti chiave: lavoro, trasparenza, grandi opere,
abbattimento della burocrazia, rispetto e collaborazione con l'opposizione chiamata «a
svolgere con chiarezza e schiettezza il suo ruolo». Un sassolino dalle scarpe:
«In campagna elettorale ci sono state volgarità. Maleducazione, maldicenza
restano comportamenti inqualificabili che è giusto lasciarci alle spalle,
relegate in un passato che spero non torni più» (secondo applauso).
Taricco: «Siccome questi metodi non ci appartengono invito la Gancia a fare
nome e cognomi». In chiusura dalla Gancia sono arrivati i ringraziamenti per
tutti. Ma i nomi ha preferito tenerli per sé. ( da "Stampa, La" del
30-06-2009) Argomenti: Burocrazia GRESSAN. L'ANNUNCIO IN CONSIGLIO COMUNALE Nomina
"Pila non resterà senza farmacia" Scontro tra sindaco e gruppo di
minoranza per il crollo del tetto dell'alpe Champ Vert Una commissione per
l'Ici [FIRMA]GIANPAOLO CHARRERE GRESSAN Sarà la Envers srl a riaprire il
dispensario farmaceutico di Pila, chiuso dal 3 giugno. Se ne è parlato in
Consiglio comunale a Gressan, in seguito a un'interpellanza presentata dal
gruppo di minoranza «Ensemble pour le Pays». «La società si farà carico del
servizio - ha detto l'assessore ai Servizi sociali Adriano Gorraz -, dopo la
decisione del dottor Detragiache di chiuderlo dopo 22 anni di attività». Envers
srl è la società che gestisce alcuni servizi in forma associata per conto dei
Comuni di Gressan, Charvensod, Pollein e Jovençan. Tra questi, anche la
farmacia consortile di Pont Suaz. «Abbiamo presentato l'interpellanza - ha
detto il capogruppo di minoranza Michel Martinet - perché un presidio
farmaceutico a Pila è indispensabile, soprattutto in un momento di crisi per
questa località turistica». «Con la stagione estiva alle porte - ha detto
ancora Gorraz - per ridurre al massimo il disservizio ci siamo attivati per
fare un contratto di locazione. Siamo vincolati alla burocrazia, non ultimo per la gestione
della licenza da parte dello Sportello Unico». Incerti i tempi di riapertura.
«Speriamo - ha aggiunto Gorraz - che sia possibile entro fine luglio o, al
massimo, nella prima settimana di agosto». La minoranza ha presentato
un'interpellanza anche sul crollo del tetto dell'alpeggio comunale Champ Vert,
avvenuto il 1° maggio. «Sono ancora in corso - ha spiegato il sindaco Mirco
Impérial - i lavori per il ripristino. Il cedimento del tetto non comporta
alcun danno per l'amministrazione. Il problema è in capo all'impresa che, come
da contratto, dovrà consegnare l'opera finita». Immediata la replica di
Martinet: «Non capiamo perché il sindaco non ha relazionato sull'evento nel
Consiglio del 18 maggio. Se per il crollo ci sono colpe, è giusto che chi ha
sbagliato si assuma le sue responsabilità». La risposta del sindaco: «Siamo
venuti a conoscenza del fatto in modo ufficiale all'inizio di maggio da una
lettera del direttore dei lavori». Sulla vicenda è intervenuto anche l'altro
consigliere di minoranza, Eligio Cunéaz, sottolineando che l'area di cantiere
non è delimitata in modo adeguato e presenta pecche da un punto di vista della
sicurezza. «E' un aspetto che abbiamo già appurato e fatto presente all'azienda
che esegue i lavori - ha detto il sindaco -. Ribadiremo la lamentela, anche se
sulla responsabilità all'intero del cantiere non abbiamo potere». I lavori si
sono conclusi con l'approvazione a maggioranza di una variazione al bilancio
per un importo di 286 mila euro, in buona parte destinati a interventi di
manutenzione. Il Consiglio comunale di Gressan ha nominato una commissione che
si occuperà di approfondire le problematiche sull'applicazione dell'Ici. La
maggioranza ha eletto il presidente del Consiglio Loris Chabod e l'assessore
alle Opere pubbliche Massimo Fiabane. Per l'opposizione, la scelta è caduta sul
capogruppo Michel Martinet. «Iniziativa positiva - dice quest'ultimo -. Il
rammarico è per il ritardo. Gli effetti del lavoro della Commissione si
potranno vedere solo l'anno prossimo». ( da "Stampa, La" del
30-06-2009) Argomenti: Burocrazia Provincia, s'inizia l'era Nobili [FIRMA]MARIA ELISA
GUALANDRIS VERBANIA Sarà il consigliere del Pdl Rino Porini il successore di
Giancarlo Zoppi alla presidenza del consiglio provinciale. E' la prima
decisione presa a villa San Remigio, al debutto della nuova amministrazione di
Massimo Nobili. I vice di Porini sono Giuseppe Sterpone, per la minoranza, e
Giulio Lapidari per il Pdl. Accordo immediato tra maggioranza e opposizione sul
nome di Porini: «Dedico l'elezione a Gravellona Toce, di cui è la festa patronale
e di cui sono stato sindaco per tre mandati» ha commentato. Il fair-play della
campagna elettorale è rimasto intatto. «Ringrazio Paolo Ravaioli e Carlo Poli,
mi spiace che quest'ultimo non sia tra i consiglieri» ha detto Nobili in
apertura del suo intervento. Emozionato, ha ricordato gli altri predecessori:
lo scomparso Giuseppe Ravasio e Ivan Guarducci, in sala. «Il programma sarà
presentato entro il termine di legge del 29 settembre, ma prima lo farò leggere
ai consiglieri, per i suggerimenti». Nobili ha annunciato gli indirizzi:
«Modificheremo il piano territoriale per togliere alcuni vincoli alle imprese. La semplificazione della burocrazia, Domo2 e l'autonomia sono tra le priorità». Ha poi proposto al
consiglio di aderire al progetto Lift e annunciato di voler «puntare su
innovazione tecnologica ed energie rinnovabili». Ars Uni Vco «dovrà avere una
funzione di alta specializzazione». Grande attenzione sarà assicurata al
mondo del volontariato. «Vi lascio una Provincia sana, con i conti a posto - ha
detto Ravaioli -, nonostante questo territorio abbia disperato bisogno di
risorse. Mi auguro che non si faccia piazza pulita di tutto». L'opposizione
sarà «corretta e costruttiva», ha assicurato per il Pd Giuseppe Grieco, che ha
ammonito: «Se porterete a termine la separazione dall'Ato, sarete costretti ad
aumentare le tariffe». L'autonomia nella gestione dell'acqua è invece una
priorità per la Lega, come ha sottolineato Michele Marinello, che ha iniziato
il discorso in dialetto: «Per ricordare le nostre radici. Apprezzo la giunta,
un mix di innovazione e continuità». Ha proposto la creazione del bilancio
sociale Lucio Pizzi: «Per far capire alla gente cosa si sta facendo». «Non
rappresenterò solo la Lista Comunista che mi ha candidato - ha detto Christian Scatamacchia
-, ma anche i movimenti che difendono l'ambiente, i lavoratori e i diritti
degli omosessuali». Da Liliana Graziobelli, del Pd, è arrivato l'invito a
impegnarsi per le scuole di montagna; da Vittoria Albertini a proseguire
l'impegno per la fibra ottica e a non perdere le conquiste per Domo2, e da
Silvia Magistrini a creare iniziative culturali che facciano sentire gli
abitanti del Vco «cittadini del mondo». Costituiti i gruppi con Pizzi alla
guida del Pdl, Marinello della Lega, Antonio Lillo di «Nuove prospettive» e
Grieco per il Pd. Ravaioli si è costituito come gruppo a sé «per rappresentare
tutti i componenti della coalizione che mi ha sostenuto, ma il mio partito
resta il Pd». Gli altri gruppi contano su un solo rappresentante: Albertini dell'Idv,
Scatamacchia dei Comunisti e Sterpone di «Per il Vco con Ravaioli». ( da "Tirreno, Il"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia Il servizio. «Gli enti locali non possono caricarsi nuove
funzioni senza mezzi adeguati» Catasto ai Comuni, slitta tutto Gli uffici non
sono pronti: mancano indicazioni precise LUCCA. La scadenza è il 15 luglio, ma
nessuno la rispetterà. Perché ad oggi i Comuni non hanno idea di come prendersi
in carico alcune funzioni del Catasto, come prescrive un decreto ministeriale.
E per la gestione dei dati dagli sportelli comunali bisognerà aspettare ancora.
Nonostante tutti, tecnici e politici, siano d'accordo sull'importanza del
servizio. BUROCRAZIA Il decreto del presidente del
Consiglio sul decentramento del Catasto risale al giugno del 2007 - era in
carica l'ultimo governo Prodi - ma è rientrato in gioco di recente. Il
tribunale amministrativo del Lazio, infatti, nel 2008 ne aveva dichiarato
l'illegittimità; il 7 aprile di quest'anno, però, il Consiglio di Stato
ha annullato la decisione del Tar Lazio. Perciò il testo è di nuovo valido, e
dovrebbe essere recepito dagli enti locali entro il 15 luglio per diventare
operativo. Tuttavia, sostengono i tecnici degli uffici comunali della
Lucchesia, non c'è chiarezza su modi, tempi e soprattutto costi comportati da
questa operazione. Tanto che la situazione di stallo non si sbloccherà molto
presto. «A metà luglio ci sarà un incontro promosso dall'Anci - avverte Luca
Leone, assessore alle finanze e tributi del comune di Lucca - lì capiremo
l'evoluzione della materia. Il punto è che non si può scaricare sulle spalle
degli enti locali nuove funzioni, senza spiegare se e come ci saranno dei
contributi dallo Stato per poterle sostenere. Poi c'è il problema della
formazione del personale. Una soluzione potrebbe essere il trasferimento di
dipendenti dall'Agenzia del territorio ai Comuni». LE FUNZIONI Aggiornamento e inserimento
dei dati sulle proprietà, visure (con l'esclusione delle rendite) e
certificazioni. Queste sarebbero le operazioni possibili dagli sportelli dei
Comuni, qualora il decreto venisse completamente recepito. Un obiettivo
condiviso da tutti. «L'interlocutore unico - dice Leone - sarebbe un vantaggio
per il cittadino. Tra l'altro, noi abbiamo speso negli ultimi tempi qualcosa
come 200mila euro di soldi nostri per la digitalizzazione delle informazioni
catastali, in modo da averli a disposizione più rapidamente». LE SCELTE In
effetti, si tratta di un settore dove ognuno ha seguito un proprio percorso. A
Lucca c'è stato, come si capisce dalle parole dell'assessore Leone, un
investimento per facilitare l'incrocio tra dati in possesso dei Comuni e dati
del Catasto. Per quanto riguarda Capannori, è già attivo sul sito Internet
dell'amministrazione un servizio (Sit) che contiene informazioni catastali. «Le
usiamo per la verifica del pagamento dell'Imposta comunale sugli immobili -
afferma l'architetto Stefano Modena, responsabile del servizio governo del
territorio - Per l'uscita delle certificazioni e le visure, invece, siamo
indietro. D'altra parte - conclude - avremmo bisogno di forze ulteriori per
aumentare i servizi». Ad Altopascio si era scelto di limitarsi all'accettazione
delle domande, da inoltrare poi all'Agenzia del territorio. «Non riusciremmo ad
accollarci altro - spiega Giuliano Puccetti, responsabile dell'ufficio tecnico
comunale - non ci sono le risorse. Tempo fa si parlò anche di un consorzio tra
i Comuni per ridurre le spese, ma non so se sia una strada ancora praticabile».
Matteo Tuccini ( da "Tirreno, Il"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia Pagina 10 - Viareggio Ad Alberto Gilardino il premio
Versilia 2009 Domani la consegna Il racconto del segretario storico del Ct
Italia di Forte: «L'idea? è nata da un viaggio in treno con Bernardini»
L'ESTATE DEI VIP FORTE. Va al bomber della Fiorentina Alberto Gilardino il
premio Versilia 2009, il riconoscimento che ogni anno viene assegnato ad un
personaggio del mondo dello sport o dello spettacolo che ha legato il proprio
nome a quello della Versilia. La consegna avverrà domani, mercoledì 1º luglio,
al Tennis Italia di Forte dei Marmi dalle mani di Alessandro Petacchi, il
ciclista spezzino che ha già ricevuto il premio nel 2006. Fra i tanti
personaggi iscritti nell'albo d'oro della manifestazione - dedicata
all'indimenticato Sergio Bernardini, inventore della Bussola e di BussolaDomani
- ricordiamo Andrea Bocelli, Giorgio Panariello, Gina Lollobrigida, Marcello
Lippi, Pierluigi Collina, Alessandro Costacurta, Marina Colombari e Sebastian
Frey. di Giuliano Baudone (*) Una mattina di primavera del 1991 (la data non è
certissima, ma poco importa), dalla stazione di Viareggio, assieme a Sergio
Marrai, saliamo sull' Eurostar che ci porterà a Roma per partecipare ad
un'assemblea della Federazione Italiana Tennis. Iniziamo a cercare il nostro
posto, così come stanno facendo gli altri viaggiatori saliti a Viareggio. Poco
avanti a noi due signori stanno per sedersi ai loro posti, dopo aver sistemato
una borsa nella cappelliera. A quel punto sento Sergio esclamare, col suo
solito tono deciso e gioviale: «Buongiorno Sergio». Uno dei due signori si
volta e, riconosciuto chi lo salutava, risponde con un partecipato ed evidente
piacere. A quel punto anch'io identifico, in quel secondo Sergio, la nota
figura del mitico patron della Bussola. «Come stai», «cosa fai», «dove vai».
Contemporaneamente allo scambio di questi convenevoli, chiediamo alla coppia
che occupava i posti di rimpetto a Bernardini, se avessero nulla in contrario a
cederci i loro posti in cambio dei nostri, poco più indietro. Ci troviamo così,
faccia a faccia, Sergio ed io da una parte, l'altro Sergio ed il suo amico
dall'altra, come al tavolinetto di un bar. Sergio mi presentò Bernardini, come
colui che gli aveva concesso la chance, forse più importante della sua vita,
affidandogli la gestione del Tc Focette, senza chiedere in cambio alcuna
garanzia, ma fidandosi soltanto del suo entusiasmo e della buona impressione
che aveva avuto nel parlarci la prima volta. L'altro Sergio, a sua volta
presentò, Marrai all'amico, come suo possibile erede, definendolo l'unica
persona che, in Versilia, avrebbe potuto far qualcosa di analogo a quello che
aveva fatto lui. Mai un viaggio Viareggio-Roma mi è sembrato di così breve
durata: ricordi, episodi, aneddoti, si susseguivano e si accavallavano come in
un romanzo di cui divori le pagine. Una brillantezza ed forza creativa uniche,
sostenute da un immutato entusiasmo, velato però da una sorta di malinconia e
da un'esplicita delusione nel constatare quanto sia facile essere dimenticati,
nel momento in cui non si è più sulla cresta dell'onda: burocrazia, veri e propri bastoni tra le ruote, indifferenza ed oblio per
quanto si è fatto per imporre, nel mondo, il nome ed il prestigio della
Versilia. E' stato questo l'argomento principale di conversazione tra me e
Sergio nel viaggio di ritorno di quella sera, nonostante avessimo molti altri
spunti dalla nostra giornata "tennstica". E' stato in quel
momento che si è pensato di organizzare, nel nostro circolo, una giornata da
dedicare a Sergio Bernardini, consegnandoli un simbolico premio per quanto
aveva fatto per la nostra terra e come ringraziamento da parti dei tanti
operatori che dovevano essergli grati per i benefici, diretti ed indiretti, che
ne avevano tratto nelle proprie attività professionali. Quella giornata si
concretizzò nel febbraio successivo e fu veramente una gran bella giornata, con
tutti quegli ingredienti che solo Sergio (Marrai), sa amalgamare così
mirabilmente. Qualche mese dopo, inaspettatamente, Sergio Bernardini venne a
mancare. Da lì l'istintiva idea di istituire un premio, in suo nome, da
destinare ad un personaggio che avesse contribuito a diffondere, in qualche
modo, il nome della Versilia. Ci è stato detto, più o meno esplicitamente, di
non farlo, perché era prevista un'iniziativa "ufficiale", sicuramente
più importante e prestigiosa di quella che avremmo potuto mettere in campo noi.
Ne abbiamo preso atto, senza però abbandonare l'idea e continuando ad
organizzare periodicamente una giornata in cui consegnare un riconoscimento ad
un personaggio che, a nostro giudizio, aveva permesso di far citare la
Versilia, magari anche solo averla scelta come propria residenza, principale o
secondaria. Ne sono stati destinatari, tra gli altri, Andrea Bocelli, Giorgio
Panariello, Gina Lollobrigida, Pierluigi Collina, Billy Costacurta, Marcello
Lippi, Alessandro Petacchi, Martina Colombari, Sebastian Frey. Non vi
abbiniamo, esplicitamente, il nome di Bernardini, ma il ricordo ed il
riferimento è, implicitamente, a lui. In fondo noi possiamo orgogliosamente
affermare di essercene ricordati da vivo e quando in molti, se proprio non lo
evitavano, sicuramente non facevano salti mortali per incontrarlo od invitarlo.
(*) segretario storico del Tennis Italia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia Economia Pagina 212 La vertenza La visita dei parlamentari
L'impegno dei Gibelli «Tutti in difesa dei posti di lavoro» La vertenza. La
visita dei parlamentari --> La commissione Attività produttive della Camera
al capezzale della chimica sarda. Per ridare ossigeno a un settore da cui il
protagonista principale (l'Eni) intende smarcarsi «serve una forte azione
politica, al di là del mercato, perché esiste una responsabilità sociale,
quella della difesa dei posti di lavoro di migliaia di persone». Così il presidente
della commissione, Andrea Gibelli (Lega) che, con i parlamentari Ludovico Vico,
Paolo Fadda (Pd) e Catia Polidori (Pdl), ieri mattina a Porto Torres ha
incontrato le istituzioni e i responsabili dello stabilimento. BONIFICHE Il
salvataggio della chimica come priorità, quindi. Ma è arrivata un'altra
rivendicazione: un commissario straordinario per le bonifiche dell'area
industriale turritana. Circa ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia MODENA PRIMO PIANO pag. 2 Provincia, meno assessori e
Presentata ieri la nuova giunta. Tre le conferme, la vicepresidenza va all'Idv.
di DAVIDE MISERENDINO OTTO assessori, sei del Pd (quattro i Ds), uno
dell'Italia dei Valori (il vicepresidente) e uno dei Comunisti italiani. Tre le
donne, quasi 48 anni l'età media. E' questo l'identikit della nuova giunta
provinciale, che è stata presentata ieri dal rieletto presidente Emilio
Sabattini. Dopo giorni e giorni di calcoli e valutazioni, finalmente i nomi
degli otto alfieri' di viale Martiri sono diventati ufficiali. E questa mattina
la squadra si riunirà per la prima volta. «Quest'anno dice Sabattini abbiamo
messo insieme una giunta sobria, efficiente e capace di governare». Dopo i
grattacapi della scorsa legislatura, specialmente in tema di sviluppo del
territorio e politiche ambientali, il presidente sembra in effetti aver puntato
su un team più compatto, meno incline ai voltafaccia. «Questo non toglie
aggiunge però con una punta di sarcasmo che nonostante il compito della giunta
sia quello di accompagnare il presidente per cinque anni, questo possa anche
non succedere». PASSIAMO agli otto nomi, partendo dai tre riconfermati, che
sono Stefano Vaccari, Palma Costi ed Egidio Pagani. Stefano Vaccari, 42 anni è
stato nominato assessore all'ambiente e alla mobilità. Una delega impegnativa,
che farà lavorare l'ex sindaco di Nonantola (dal 1995 al 2004), già assessore
provinciale allo sport, al bilancio e alle risorse umane, a stretto contatto
con l'esperto Egidio Pagani, che invece si occuperà di infrastrutture e
sviluppo della città e del territorio. Pagani, nella sua lunga carriera
politica è stato dirigente delle Acli, ha ricoperto l'incarico di sindaco di
Fiorano dal 1980 al 2004 e nell'ultimo mandato ha avuto l'assessorato alla
viabilità, mobilità, edilizia e patrimonio. Anche lui, come Vaccari, è in quota
Ds. Dalle file degli ex Democratici di sinistra arriva anche la terza
riconfermata, Palma Costi, assessore alle politiche per l'economia locale,
l'innovazione e la semplificazione amministrativa («una
nuova delega spiega Sabattini che deve farci superare il grosso problema della burocrazia: produciamo troppa carta») e
alle risorse umane. Dal 2006 alla fine del precedente mandato è stata assessore
alle pari opportunità, agli interventi economici e all'innovazione. Già prima
cittadina di Camposanto, è stata assessore all'urbanistica a Modena. DAI
DS arriva anche Francesco Ori, che con i suoi 32 anni è il più giovane nella
nuova giunta. A lui sono andate le deleghe a formazione professionale e
politiche del lavoro, «due ambiti spiega Sabattini che abbiamo voluto fossero
strettamente collegati». Ori, solierese, è già un politico esperto. E' stato
segretario provinciale e regionale della Sinistra giovanile, poi, dopo aver
lavorato in un'azienda informatica, è diventato consigliere a Castelnuovo.
Nella scorsa legislatura è stato eletto in consiglio provinciale. In quota
Margherita ci sono, invece, Elena Malaguti e Gian Domenico Tomei. La prima, 49
anni, di San Felice, insegna storia e filosofia al liceo Morandi' (ieri era
assente perché stava correggendo i compiti della maturità). E' già stata in
consiglio comunale come vice capogruppo del Pd, e ora ha ricevuto le deleghe
all'istruzione, le politiche giovanili e la cultura. Il secondo, 51 anni, ha
lavorato come impiegato alla Cnh di Modena per oltre trent'anni, ed è stato
sindaco di Polinago e presidente della Comunità montana del Frignano. E' stato
nominato assessore all'agricoltura e alla qualità del territorio rurale. Due deleghe
che vanno a braccetto con quelle dell'altro rappresentante della montagna, il
vicepresidente della Provincia Mario Galli, dell'Idv, che si occuperà di
politiche sociali, per la salute e la sicurezza, ma anche di promozione del
territorio e delle sue eccellenze. «E' un tema afferma Sabattini che ci sta
molto a cuore». Anche Galli è stato ai vertici della Comunità montana del
Frignano, e ha presieduto il consorzio invernale del monte Cimone. Chiude il
quadro dei nuovi assessori Marcella Valentini, 39 anni, segretaria del Pdci
della sezione di Carpi. A lei sono andate le deleghe al bilancio (per la prima
volta a una donna), al patrimonio, alle reti informatiche e alle pari
opportunità. La Valentini, avvocato civilista, è già stata assessore a Carpi, dove
si occupata tra le altre cose di politiche giovanili e terzo settore. QUESTA,
dunque, la nuova giunta Sabattini: un organismo ridimensionato (la legislatura
scorsa gli assessori erano dieci), che si propone di «convincere anche chi non
ha votato il centrosinistra», spiega il presidente. Il primo consiglio è
previsto per domani. Rimane, dunque, solo una cosa da dire: buon lavoro. ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia MODENA PRIMO PIANO pag. 3 di DAVIDE MISERENDINO OTTO
assessori, sei del Pd (quattro i Ds), uno dell'... di DAVIDE MISERENDINO OTTO
assessori, sei del Pd (quattro i Ds), uno dell'Italia dei Valori (il
vicepresidente) e uno dei Comunisti italiani. Tre le donne, quasi 48 anni l'età
media. E' questo l'identikit della nuova giunta provinciale, che è stata
presentata ieri dal rieletto presidente Emilio Sabattini. Dopo giorni e giorni
di calcoli e valutazioni, finalmente i nomi degli otto alfieri' di viale
Martiri sono diventati ufficiali. E questa mattina la squadra si riunirà per la
prima volta. «Quest'anno dice Sabattini abbiamo messo insieme una giunta
sobria, efficiente e capace di governare». Dopo i grattacapi della scorsa
legislatura, specialmente in tema di sviluppo del territorio e politiche
ambientali, il presidente sembra in effetti aver puntato su un team più
compatto, meno incline ai voltafaccia. «Questo non toglie aggiunge però con una
punta di sarcasmo che nonostante il compito della giunta sia quello di
accompagnare il presidente per cinque anni, questo possa anche non succedere».
PASSIAMO agli otto nomi, partendo dai tre riconfermati, che sono Stefano
Vaccari, Palma Costi ed Egidio Pagani. Stefano Vaccari, 42 anni è stato
nominato assessore all'ambiente e alla mobilità. Una delega impegnativa, che
farà lavorare l'ex sindaco di Nonantola (dal 1995 al 2004), già assessore provinciale
allo sport, al bilancio e alle risorse umane, a stretto contatto con l'esperto
Egidio Pagani, che invece si occuperà di infrastrutture e sviluppo della città
e del territorio. Pagani, nella sua lunga carriera politica è stato dirigente
delle Acli, ha ricoperto l'incarico di sindaco di Fiorano dal 1980 al 2004 e
nell'ultimo mandato ha avuto l'assessorato alla viabilità, mobilità, edilizia e
patrimonio. Anche lui, come Vaccari, è in quota Ds. Dalle file degli ex
Democratici di sinistra arriva anche la terza riconfermata, Palma Costi,
assessore alle politiche per l'economia locale, l'innovazione e la
semplificazione amministrativa («una nuova delega spiega
Sabattini che deve farci superare il grosso problema della burocrazia: produciamo troppa carta») e alle
risorse umane. Dal 2006 alla fine del precedente mandato è stata assessore alle
pari opportunità, agli interventi economici e all'innovazione. Già prima
cittadina di Camposanto, è stata assessore all'urbanistica a Modena. DAI
DS arriva anche Francesco Ori, che con i suoi 32 anni è il più giovane nella
nuova giunta. A lui sono andate le deleghe a formazione professionale e
politiche del lavoro, «due ambiti spiega Sabattini che abbiamo voluto fossero
strettamente collegati». Ori, solierese, è già un politico esperto. E' stato
segretario provinciale e regionale della Sinistra giovanile, poi, dopo aver
lavorato in un'azienda informatica, è diventato consigliere a Castelnuovo.
Nella scorsa legislatura è stato eletto in consiglio provinciale. In quota
Margherita ci sono, invece, Elena Malaguti e Gian Domenico Tomei. La prima, 49
anni, di San Felice, insegna storia e filosofia al liceo Morandi' (ieri era
assente perché stava correggendo i compiti della maturità). E' già stata in
consiglio comunale come vice capogruppo del Pd, e ora ha ricevuto le deleghe
all'istruzione, le politiche giovanili e la cultura. Il secondo, 51 anni, ha
lavorato come impiegato alla Cnh di Modena per oltre trent'anni, ed è stato
sindaco di Polinago e presidente della Comunità montana del Frignano. E' stato
nominato assessore all'agricoltura e alla qualità del territorio rurale. Due
deleghe che vanno a braccetto con quelle dell'altro rappresentante della
montagna, il vicepresidente della Provincia Mario Galli, dell'Idv, che si
occuperà di politiche sociali, per la salute e la sicurezza, ma anche di
promozione del territorio e delle sue eccellenze. «E' un tema afferma Sabattini
che ci sta molto a cuore». Anche Galli è stato ai vertici della Comunità
montana del Frignano, e ha presieduto il consorzio invernale del monte Cimone.
Chiude il quadro dei nuovi assessori Marcella Valentini, 39 anni, segretaria
del Pdci della sezione di Carpi. A lei sono andate le deleghe al bilancio (per
la prima volta a una donna), al patrimonio, alle reti informatiche e alle pari
opportunità. La Valentini, avvocato civilista, è già stata assessore a Carpi,
dove si occupata tra le altre cose di politiche giovanili e terzo settore.
QUESTA, dunque, la nuova giunta Sabattini: un organismo ridimensionato (la
legislatura scorsa gli assessori erano dieci), che si propone di «convincere
anche chi non ha votato il centrosinistra», spiega il presidente. Il primo
consiglio è previsto per domani. Rimane, dunque, solo una cosa da dire: buon
lavoro. ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia Martedì 30 Giugno 2009 Chiudi Latina dovrebbe finalmente
avere una zona artigianale. La aspetta trent'anni, e non è un modo di dire: dal
1980. E' una di quelle storie infinite che ieri è arrivata finalmente
all'epilogo: parere favorevole dalla commissione Urbanistica. Soddisfatto il
presidente Ivano Di Matteo: «La proposta illustrata dai tecnici del settore
Urbanistica è stata approvata all'unanimità dei presenti. Il Piano è stato
esplicitamente richiesto dalla Regione Lazio che nel ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia Martedì 30 Giugno 2009 Chiudi FANO - Il sistema economico
fanese al gran completo, ieri pomeriggio in Municipio, per un nuovo confronto
sulla crisi. Bandito l'ottimismo di maniera, si preannuncia un settembre molto
difficile. I possibili rimedi? Cercare unità d'intenti ed evitare di
rinchiudersi nell'orticello dei confini comunali. La dimensione del distretto,
Fano insieme con le basse vallate del Cesano e del Metauro, è considerata la
migliore per progettare il rilancio. Tutte le associazioni di categoria, i
sindacati e il Consorzio navale marchigiano hanno risposto all'invito del
sindaco Stefano Aguzzi, che aveva convocato la consulta economica per valutare
la situazione del distretto fanese. Il primo cittadino ha presieduto la
riunione ancora dolorante (aveva un polso fasciato) a causa dell'incidente che
l'aveva coinvolto in precedenza: è stato tamponato in via Roma, mentre era alla
guida della sua macchina. Danni seri alla vettura, per lui qualche acciacco non
preoccupante. Un incontro per riprendere le fila di un discorso interrotto,
quello della crisi, dalla campagna elettorale. Per il momento nulla fa pensare
che i dati sul tavolo dei sindacati siano sul punto di essere superati da una
nuova tendenza. Nel distretto fanese erano 44 le imprese in difficoltà nel
2008, sono diventate 65 nei primi quattro mesi dell'anno in corso; erano 485 i
cassintegrati, sono diventati 1.440; erano 76 i lavoratori in mobilità, sono
diventati 235, più del triplo. Alla seduta della consulta economica è stato
invitato anche il Consorzio navale marchigiano. La cantieristica è una fetta
significativa del sistema economico locale ed è stato tra i primi settori ad
accusare la crisi. Ma con il fiato sospeso ci stanno ormai un po' tutte le
imprese della zona: piccole o grandi, artigianali o industriali, tessili o
meccaniche, dell'edilizia oppure della vetroresina, del commercio o
dell'agricoltura. Ben presto scadranno gli ammortizzatori sociali e molte
attività, finita l'estate, dovranno decidere se chiudere i battenti oppure
tentare di resistere. I sindacati auspicano che la crisi diventi l'opportunità
di ammodernare il sistema produttivo locale, senza comprimere i diritti dei
lavoratori e i livelli di sicurezza. Le associazioni
chiedono meno pressione sul contribuente fanese, per riattivare i consumi, meno
burocrazia, opere pubbliche
per dare ossigeno alle imprese e interventi sulle banche, che continuano a
tirare i cordoni del credito. Si chiede, inoltre, di potenziare il ruolo della
consulta come sede di confronto sulla crisi e luogo per elaborare le
contromisure. Il sindaco ha confermato il suo rammarico per gli effetti
del patto di stabilità e le sue speranze di rilancio sia dal piano regolatore
sia dalle terme di Carignano. Disponibilità a ricalibrare gli interventi per le
famiglie in difficoltà. O.S. ( da "Riformista, Il"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia Storia di Palma una donna «moderna» al comando Bucarelli.
Direttrice della Gnam a soli 32 anni, in sella per 35. Le sue scelte
rivoluzionarie sono entrate nel catalogo del 900. Bella, antipatica e
irresistibile. Portò in Italia Picasso e Mondrian, in Europa Pollock. Con Burri
finì in parlamento. Fece scandalo con le labbra di Pascali, i manifesti di
Rotella e la merda di Manzoni. Divenne un punto di riferimento, avanguardia e giovani
compresi. di Costantino D'Orazio C'è da impallidire a paragonare la squallida
immagine televisiva della donna italiana di oggi con quella sublime di Palma
Bucarelli, storica direttrice della Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Negli
anni Quaranta, un'epoca molto lontana dalle quote rosa e dalle donne al potere,
seppe interpretare la sua responsabilità pubblica con eccezionale integrità e
concretezza. «Prima donna a sfondare il cielo di cristallo del vertice
nell'amministrazione statale - secondo Maria Vittoria Marini Clarelli, che oggi
riveste lo stesso ruolo - consapevole dei sospetti che gravavano sulla sua
rapida ascesa, fece leva sulla sua ferrea determinazione. Era bella, ma doveva
sembrarlo in ogni dettaglio». Fu un funzionario pubblico di alto livello che
non rinunciò alla sua femminilità. Figlia del viceprefetto di Roma nel pieno
ventennio fascista, è allieva di Giulio Carlo Argan e di Lionello Venturi,
mentori di una intera generazione di storici dell'arte cresciuti nel secondo
dopoguerra. La sua passione per lo sport l'aiuta a forgiare un corpo già ben
preparato da madre natura: una dote che saprà unire ad una intelligenza fuori
dal comune per dare forza ai suoi progetti culturali, in un mondo governato
dagli uomini. Lei stessa, all'inizio della sua carriera, si meraviglia del
successo riscosso nel mondo dell'arte: «Non ho capito bene - scrive al
giornalista Paolo Monelli, suo compagno dell'epoca - se gli omaggi erano
rivolti a me come ispettrice della Galleria nazionale che poteva adoperarsi per
comprare le loro opere
o a me come donna». Al suo arrivo,
il museo è un tempio dell'arte dell'Ottocento, ha una collezione non aggiornata
e, soprattutto, non è testimone di alcuna "modernità". Dopo il suo
incarico, mantenuto per oltre trent'anni, ne uscirà completamente trasformato,
rinnovato nel suo contenuto e nella sua organizzazione. A lei, alla sua
lungimiranza e alla forza del suo carattere, la GNAM dedica in questi giorni
una grande mostra presentando oltre centocinquanta capolavori che sono entrati
nella collezione della galleria grazie al suo impegno e ancora oggi
costituiscono il nucleo fondamentale di opere del Novecento del più prestigioso
museo italiano dedicato all'arte del nostro tempo. Entrata giovanissima in
forza all'Amministrazione delle Antichità e Belle Arti del Ministero della
Pubblica Istruzione, Palma ha solo trentadue anni quando assume il ruolo di
direttrice. È il 1942. Poco dopo la sua nomina, le truppe tedesche entrano
nella Capitale e le si presenta l'occasione per realizzare il suo primo gesto
eroico, che entrerà negli annali. Lei, attenta e sagace, intuisce l'urgenza di
mettere al riparo le opere della Galleria e riesce ad ottenere i permessi e i
finanziamenti da un governo in guerra per nasconderle presso Palazzo Farnese a
Caprarola e poi a Castel Sant'Angelo. Grazie a questa impresa si guadagna la
stima di Indro Montanelli, che nel 1951 ne compone un celebre ritratto. «La
leggenda vuole che Palma abbia un pessimo carattere, che qualcuno definisce
addirittura infernale - scrive il giornalista - A molti sembrò una pazzia aver
affidato un incarico così delicato ad una donna». Eppure in pochi giorni la
Bucarelli guida personalmente una squadra di operai nella folle impresa di
trasportare le opere di notte, sotto il rischio dei bombardamenti. La sua fama
supera i confini del piccolo contesto artistico e si impone nel panorama
italiano come modello di professionalità e impegno civile. Nel 1944 la GNAM è
il primo museo a riaprire dopo la guerra, con una audace mostra di giovani
artisti. Le numerose polemiche e stroncature con la quale viene accolta fanno
intuire un futuro burrascoso per l'attività della direttrice. Eppure cominciano
a darle fiducia i grandi maestri già affermati, che prima avevano forse
dubitato di una così giovane direttrice. Giorgio Morandi nel 1946 non le
rifiuterà il dono di due dipinti bellissimi, una composizione di bottiglie e un
paesaggio. Meglio non sarebbe potuta iniziare la nuova campagna del museo, per
la quale la Bucarelli si impegnerà fino al 1975. Oltre tre decenni di attività
indefessa durante i quali la galleria si identificherà completamente con la sua
direttrice, divenendo arbitro assoluto dell'arte italiana. «Quando entrava in
una stanza affollata - ricorda Angelo Bucarelli, suo nipote prediletto, oggi artista
- esercitava un potere d'attrazione eccezionale. Il suo fascino era
irresistibile». Lo avvertì Alberto Savinio, che ne dipinse il ritratto più
bello, non seppe resistergli una intera classe politica che si dimostrò
inutilmente riluttante nei confronti delle sue richieste di acquisizioni per la
collezione del museo. Richieste spesso audaci, come i labbroni rossi di Pino
Pascali, che spingono la tela fuori dal muro, o i manifesti strappati di Mimmo
Rotella. Capolavori che facevano inorridire l'opinione pubblica del tempo,
ancora legata alla pittura figurativa di de Chirico e Sironi e che a mala pena
aveva iniziato ad assimilare le provocazioni dei Futuristi. Nel ( da "Sole 24 Ore, Il (Sanità)"
del 30-06-2009) Argomenti: Burocrazia Indietro 30 giugno 2009 Sanità Amica, protocollo
Fiaso-Innovazione Il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta,
il presidente della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie ed
ospedaliere) Giovanni Monchiero, il presidente del Formez Carlo Flamment e il
presidente del Cnipa Fabio Pistella hanno firmato oggi a palazzo Vidoni un
protocollo d'intesa per migliorare il rapporto fra cittadini, Asl e Aziende
ospedaliere. L'operazione «Sanità amica» allarga al settore della salute la
linea del ministro Brunetta incentrata sulla qualità del servizio al cittadino
attraverso la capacità di ascolto della pubblica amministrazione, la
rilevazione del gradimento del cliente e il premio della produttività ai
dipendenti. «Coinvolgiamo con questo protocollo 140 aziende sanitarie
ospedaliere nel Dl sulla trasparenza e il merito», ha spiegato Brunetta. «Le
Asl e gli ospedali entreranno nel network di linea amica e, se domani o
dopodomani una riunione del Cipe andrà a buon fine, avremo le risorse per il
numero unico in tutta Italia e, con esse, la sostituzione con un numero unico
di circa mille verdi». Quattro i punti dell'intesa: «la partecipazione di Asl e
ospedali all'iniziativa 'mettiamoci la faccià, che con l'utilizzo di emotikon,
già sperimetate con successo dalle pubbliche amministrazioni di altri paesi,
consentiranno la rilevazione della customer sadisfaction», ha spiegato
Brunetta: «Il secondo punto riguarda il coinvolgimento di Asl e aziende
ospedaliere nel progetto linea amica, già avviato nel comparto sanitario con
l'adesione di diversi cup e numerose Asl; il terzo punto riguarda lo sviluppo
di modelli di interoperabilità tecnologica tra le strutture coinvolte dalla
Fiaso per favorire la tracciabilità di dati su singoli servizi e sviluppare
azioni di miglioramento. Infine, si prevede la definizione di un piano di
applicazione ad Asl e aziende ospedaliere del decreto di riforma del lavoro nel
settore pubblico». L'accordo ha la durata di due anni e, in
esecuzione del protocollo, le parti istituiranno un gruppo di coordinamento
costituito da due rappresentanti per ciascun soggetto firmatario, per la
direzione e il coordinamento delle attività. «Si tratta di un nuovo colpo di
ariete», ha concluso Brunetta, «alla fortezza della cattiva burocrazia». Indietro
(
da "Sicilia, La"
del 30-06-2009)
Argomenti: Burocrazia Il segretario generale, 47 anni, in pensione ma non ora: per «conflitto d'interpretazioni» Palermo. Ha fatto scalpore la notizia del baby pensionamento, a soli 47 anni, del segretario generale della Regione, Pier Carmelo Russo, benché ridimensionata dall'interessato che ha anche l'interim di dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali. Russo, >nominato
nell'alto ruolo di capo della
La politica chiamataa uno scatto d'orgoglio (sezione: Burocrazia)
L'arte di barcamenarsifra esperienze direttee
citazioni aeree (sezione: Burocrazia)
la tassa occulta - (segue dalla prima pagina) (sezione: Burocrazia)
JESI (Ancona) PER LA SUA ULTIMA uscita pubblica il
presidente di... (sezione: Burocrazia)
il tonfo dell'ars: nessuna legge in due mesi -
emanuele lauria (sezione: Burocrazia)
la sinistra siciliana si rinnova partendo dalla base
- piero di giorgi (sezione: Burocrazia)
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lavoro (sezione: Burocrazia)
in carcere? si parla solo straniero (sezione: Burocrazia)
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) DELL'AMORE Già deciso il presidente: è strano
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FANO - Il sistema economico fanese al gran completo,
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Storia di Palma una donna
Sanità Amica, protocollo Fiaso-Innovazione (sezione: Burocrazia)
Il segretario generale, 47 anni, in pensione ma non
ora: per