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DOSSIER “BUROCRAZIA”

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ARCHIVIO GENERALE  DEL DOSSIER  

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tARTICOLI DEL 1-4 dicembre 2008       #TOP



Report "Burocrazia"

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Indice delle sezioni

Burocrazia (179)


Indice degli articoli

Sezione principale: Burocrazia

"Servono subito strade adeguate e centri logistici" ( da "Stampa, La" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Inail più onerosi dei vantaggi percepiti a fine carriera, burocrazia imperante e sanzioni del codice della strada troppo pesanti. «Il Governo - ha detto Giachino - ha scongiurato una spesa di 3 miliardi, evitando il blocco dei Tir. Inoltre il ritocco alla Finanziaria a giugno ha trovato 70 milioni di euro per l'acquisto di mezzi "Euro 5".

Apre a Bari la nuova banca fai-da-te ( da "AreaPress" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: contraddistinta dall'assenza di limiti operativi, da meno carta e burocrazia, più consulenze, servizi e tempo per il cliente. In questa filiale del futuro il protagonista sarà davvero il cliente?. Marco Catalani ? Senior Account Executive Edelman Office Direct: +39 02.63116.221 Mobile +39 347.5448836

La competizione va a rilento ( da "ItaliaOggi Sette" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di Antonio Severi Visualizza la pagina in PDF Sul mercato europeo ancora tanta burocrazia nel mercato dei treni merci La competizione va a rilento Lungo i valichi alpini il maggior tasso di concorrenza L'espressione è affascinante, intermodal competition, e si riferisce alla interoperabilità sulle strade ferrate di tutta Europa.

Il "bancolat" avvicina la fattoria alla tavola ( da "Libertà" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in parte rallentato dalla burocrazia, ma oggi giunto finalmente a conclusione», ha detto Callori). Il sindaco si è poi soffermato sull'utilità del bancolat: «Un mezzo che consentirà ai cittadini di risparmiare sul prezzo del latte, e agli allevatori, che a volte tra spese sostenute e prezzo di vendita del prodotto non arrivano al pareggio,

chiamparino apre alla lega ( da "Mattino di Padova, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la solidarietà dei sindaci contro la burocrazia di partito. Il lancio di un «Pd del Nord» con una convention a Milano il 10 dicembre sta illuminando come un bengala la notte del centrosinistra, impegnato in una transizione mal governata dal centro e subìta in periferia. Due giorni dopo l'accelerazione impressa dal sindaco di Venezia, il suo collega di Torino,

Il mare torna all'attaccoallarme rosso sulla costa ( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: e i tempi lunghissimi della burocrazia. Non ci sentiamo abbandonati nel senso che il Municipio ci aiuta, abbiamo fato richiesta di risarcimento e però le procedure per i permessi, per i lavori urgenti dovrebbero essere più rapidi, altrimenti qui si chiude per sempre». C'è un posto che attira i bambini e i genitori comunque estasiati davanti alla potenza del mare grigio,

Spezia secondo pronosticoora la vetta è meno lontana ( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che ieri ha concluso il campionato della Repubblica Ceca e la burocrazia stopperà qualche tempo. E il diesse Osvaldo Olivari è comunque sempre al lavoro, in quanto la lista non pare conclusa. paolo rabajoli rabajoli@ilsecoloxix.it 01/12/2008 BERTAGNA 6 In una partita come questa il suo avversario più pericoloso è l'influenza.

LA GIUNTA CAMPANA FINANZIA IL CONSOLIDAMENTO DELLE PASSIVITÀ A BREVE PER ALTRE 100 IMPRESE. COZZOLINO: "UNA MISURA ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER FRONTEGGIARE LA CRISI. PRESTO ULTERIO ( da "marketpress.info" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: alleggerendo il peso della burocrazia e delle lunghe intermediazioni, a poche settimane dall´apertura del bando, siamo riusciti a finanziarie oltre l´80% dei progetti. Entro la fine dell´anno completeremo tutte le pratiche per le imprese che hanno dimostrato di avere le carte in regola e procederemo al finanziamento anche per gli incentivi per innovazione e sviluppo e,

la passione di un intellettuale del profondo sud - sante maurizi ( da "Nuova Sardegna, La" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rientrava nei suoi aspetti simpatici di avversione alla burocrazia accademica». Era «uno dei pochissimi etnologi italiani, certo il più brillante». Insegnavano a Cagliari in quegli anni nomi illustri della cultura umanistica: Giuseppe Petronio, Pietro Rossi, Paolo Rossi Monti, Cesare Vasoli, Mario Baratto, Pio Baldelli.

di GIOVANNI DEL GIACCIO Due anni di certificati medici, addirittura un indirizzo in Marocco c... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Da quel momento in poi la burocrazia ha fatto il suo corso e qualche giorno fa è arrivata la delibera con la quale si "risolve" il rapporto. A quasi quattro anni dal primo certificato. Della serie i "fannulloni" si trovano pure ma riuscire a mandarli via è tutt'altro che semplice.

Patentini fitosanitari: arrivano nuove regole ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: AGRICOLTURA 01-12-2008 BUROCRAZIA I CORSI DIVENTANO DI 18 ORE Patentini fitosanitari: arrivano nuove regole II La Regione Emilia-Romagna ha apportato delle importanti modifiche all'abilitazione alla vendita e all'autorizzazione all'acquisto dei prodotti fitosanitari.

La tutela del cittadino prima di tutto ( da "Italia Oggi" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dovuto al fatto che spesso la identifi cano con il concetto di burocrazia. Per questo motivo sempre più spesso si accomuna la parola «semplifi cazione» all?idea di assenza di regole: equivalenza certamente sbagliata, ma segnale di un problema che esiste. Eppure la sicurezza giuridica, nel nostro mondo politico ed economico, è e deve essere un bene comune a disposizione di tutti,

Vacanze. ( da "Giornale.it, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: it contatti Categorie Berlusconi IV (9) burocrazia (1) citazioni (2) finanza (11) pol economica (21) Varie (41) Ultime discussioni Talita: f.de marco, scommetto che ti sei chiesto il perché la percentuale di gradimento del nostro Presidente del... michela: Un breve commento sulla battuta della satira di sinistra ieri sera ad "ANNOZERO", penso che sia.

Intervista a DOUNIA ETTAIB Donne arabe d'Italia/ Ascoltare le donne per aiutarle a integrarsi ( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Le donne che vogliono sposare un occidentale si scontrano spesso con problemi di burocrazia. Avere il nulla osta dal consolato non è facile, perchè una musulmana in questo senso non è libera. Spesso le autorità chiedono ai mariti di convertirsi, per il timore che la donna cambi religione. E con il paese di origine, i problemi quali sono?

Offerte dimezzate e richieste di aiuto raddoppiate ( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: hanno ammesso che la crisi delle offerte potrebbe anche essere legata ad alcuni odiosi atteggiamenti presi dalle burocrazie amministrative di molti enti ecclesiastici che proprio nel mese di ottobre hanno messo in atto una serie di sfratti per finita locazione ai danni di tanta gente bisognosa, vedove anziane comprese. Il fenomeno, che iniziò in maniera preoccupante proprio nell?

La svolta a destra di Luigi de Marchi ( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma la burocrazia e le sue caste parassitarie e corrotte. È il momento che vi coalizziate tra di voi, cari sfruttati, Voi che producete reddito, lavorate e rischiate, perché il posto garantito non ve lo garantisce nessuno! Ecco, l?assunto della nuova lotta di classe (postulata dalla sua Teoria Liberale omonima) individua il vero conflitto storico come quello tra i ?

<Nostra madre lasciata sola col suo male> ( da "Sicilia, La" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: e contro la burocrazia. Contro la prima lei ci mette il suo impegno, il coraggio e il sostegno e l'amore della famiglia. E, cosa per certi versi incredibile, in un mondo abituato a lamentarsi al minimo alitar di vento, tanto buon umore: quello che le consente di andare avanti, nonostante le difficoltà nel muoversi e nel compiere ciò che,

SEI DISTRETTI SANITARI, UN TERZO DI PRIMARI IN MENO, MA ANCHE UN'UNICO SISTEMA ORGANIZZATIVO DE... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: unico sistema organizzativo della burocrazia interna incentrato tra via Nizza e via Settimio Mobilio a Salerno. L'unica Asl stravolge il sistema della sanità. Anche sul piano dei costi: meno dirigenti, a cominciare dai direttori sanitari e amministrativi dei distretti sanitari che saranno presumibilmente solo sei nella nuova organizzazione prevista dal piano ospedaliero.

ENZO CIACCIO A PRIMAVERA PROSSIMA, RIPETEVA SPESSO, BISOGNERà PIANTARE TANTI FIORI COL... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Nemmeno di fronte agli impicci della burocrazia. Per esempio, la scuola superiore: dopo anni di battaglie, era riuscito finalmente a ottenerne una qui a Pianura». C'è chi lo definisce «il super-consigliere». E chi una sorta di «cerniera». Tra l'immensa periferia sgarrupata e la città lontana che parla lingue forestiere.

La 'social card' mette in crisi i pensionati ( da "RomagnaOggi.it" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Bisogna indicare il suo reddito Isee (quello del bimbo) e se possiede più di un autoveicolo o più di una casa (sempre il bimbo)". Per Pizzica, occorrono "giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia, per ottenere un euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte".

Crisi e governo, la Cgil non arretra: sciopero generale il 12 dicembre ( da "RomagnaOggi.it" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Potenza della finanza creativa: 10 minuti per decidere leggi finanziarie e manovre straordinarie, giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia per ottenere 1 euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte, con buona pace del ministro per la Semplificazione".

Madre ucraina chiede aiuto per riavere con sè il figlio ( da "Stampa, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Svitlana è una mamma ucraina in lotta con la burocrazia per poter avere vicino a sè il figlio quindicenne, rimasto con la nonna paterna nel freddo di Chernivtzi, nell'ex paese sovietico. Da cinque anni in Italia, residente con il marito (che l'ha raggiunta nel 2005) in una casa di Millesimo, in via Delfino, da oltre quattro mesi è in attesa del nulla osta dalla prefettura:

<Con nuove categorie protette si apre ad altre discriminazioni> ( da "Cittadino, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato.elisa.pinna@ansa.it

Un brevetto in ogni giornata di lavoro ma scompaiono i piccoli inventori ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di Gabriele De Stefani Un brevetto in ogni giornata di lavoro ma scompaiono i piccoli inventori Tasse e burocrazia scoraggiano chi non ha il sostegno di un'azienda Ogni anno alla Camera di commercio di largo Pradella vengono registrati poco meno di duecento tra marchi e brevetti, destinati poi al vaglio definitivo del Ministero per lo sviluppo economico.

Casa ecologica: no ai tagli ( da "Alto Adige" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia va diminuita e le imprese e i cittadini necessitano di sgravi. Queste sono solo tre ricette per contrastare l'attuale crisi finanziaria». Tali misure sono contenute nel catalogo di dieci punti con 13 provvedimenti, consegnato di recente ai parlamentari altoatesini e alla Confcommercio a Roma.

Vignola, Oliviero Toscani ha presentato il libro di Crv ( da "Gazzetta di Modena,La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia ottusa, la convivenza non sempre facile in famiglia, il tempo che fugge; e ha esaltato nel contempo l'ozio creativo della grande tradizione greco-romana. Ha ricordato come il modo di vivere "latino" sia oggi il più adatto a superare anche questo momento di crisi: «E' il caso di chiedersi - ha detto - se non sia questa crisi un richiamo a vivere una vita più tranquilla

Palestre in uso a titolo gratuito ( da "Alto Adige" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Gli importi per la concessione di palestre e aule sono bassi e comportano troppa burocrazia», spiega il presidente provinciale Luis Durnwalder. L'uso diventerà gratuito. A loro volta, è stato spiegato, i Comuni rinunceranno a 300 mila euro alla prossima tornata di trattative sull'assegnazione dei fondi provinciali.

Più diritti ai gay, il no del Vaticano ( da "Arena, L'" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato.

"Ci saranno 2 mesi di tempo per far ricorso alla Regione" ( da "Stampa, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Considerati i tempi e le modalità del nuovo procedimento elettorale, è prevedibile che diventino operativi non prima dell'autunno 2009». Gli obiettivi della riforma? «Consente da una parte di realizzare risparmi, riducendo la burocrazia, dall'altra rende le Comunità montane più forti e preserva un patrimonio importante per la nostra Regione e per il Paese».

"Il giorno dopo il crollo Federica già dimenticata" ( da "Stampa, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Delle pratiche e della burocrazia ci occupiamo noi"». C'è amarezza nelle parole dei coniugi Ariotti. E anche molta rabbia: «Finché i giornali tengono i riflettori accesi sui fatti tutti sono pronti a promettere qualsiasi cosa. Poi le promesse svaniscono». Federica, nel crollo della controsoffittatura della 4 G, ha riportato la lesione a una vertebra.

Task force per ritrovare Enzo ( da "Stampa, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: se la burocrazia fosse stata più snella, forse quel passaggio non sarebbe così frequentato. Da ormai cinque anni infatti gli abitanti del Gnocchetto attendono che la Provincia realizzi un nuovo viadotto: lungo 61 metri e largo 6,5, costa 1 milione e 50 mila euro (450 mila euro da Provincia, 300 mila da Società Autostrade,

dal vaticano monito all'onu "l'omosessualità resti reato" - orazio la rocca ( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: al quale «non risulta che la Chiesa cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità». «La Chiesa - sostiene Buttiglione - si oppone, invece, a una iniziativa di alcuni Stati europei, o forse della burocrazia di Bruxelles, che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato».

"un terzo dei lavoratori edili rischia di perdere il posto" - simona casalini ( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: troppe discussioni e troppa burocrazia" SIMONA CASALINI «Su 150.000 addetti nel settore delle costruzioni in tutto il Lazio, almeno 50mila rischiano di trovarsi senza lavoro a breve». Eugenio Batelli, architetto laureatosi con una tesi sul riuso di Regina Coeli, neo-presidente dell´Acer, Associazione costruttori romani, lancia un grido d´allarme che sicuramente farà discutere.

barricate udc sulla riforma burocratica - massimo lorello ( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: e che rischiano di portare al fallimento la riforma della burocrazia e il taglio delle spese degli enti locali. A piazzare nuovi paletti sul cammino del governatore è stata, manco a dirlo, l´Udc che, attraverso il capogruppo all´Ars, Rudy Maira, si concentra sui poteri del governatore che devono «essere calibrati rispetto alle prerogative parlamentari e quindi dei singoli gruppi»

lombardo all'attacco degli alleati centrodestra diviso alla prova riforme - emanuele lauria ( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: approvare prima di Natale Mano tesa dei democratici sulla burocrazia "Voto, ma solo a certe condizioni" EMANUELE LAURIA «Raffaele è come Berlusconi. Quando attacca, non sai mai dove va a finire...». Diviso fra l´affetto dell´amico e il disagio di chi sa che ora gli toccherà ricomporre i cocci, il segretario dell´Mpa Lino Leanza commenta così l´ultima mossa a sorpresa di Lombardo.

"le mie radici riemergono da un abisso" - mario pintagro ( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della politica e della burocrazia, operando alla luce del sole contro il bene. Altri ancora, e sono tanti, operano nell´ombra, nelle pieghe di un´esistenza oscura e randagia e ancorché senza volto e senza dignità, si dicono uomini d´onore. Battiato prova un senso di sbigottimento davanti all´uso improprio di questo sostantivo.

Pietro Vavassori ( da "Milano Finanza (MF)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: infrastrutture e sullo snellimento della burocrazia sarà possibile tornare al sereno. è l'opinione di Pietro Vavassori, presidente di Confetra, la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica. «Per uscire dalla crisi serviranno provvedimenti legislativi che ridiano competitività ai nostri scali e ci permettano di affrontare la forte concorrenza del Nord Europa»

A Massa Carrara gli stati generali dell'edilizia ( da "Italia Oggi" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ossigeno in una realtà di appalti pubblici dove gli aggiudicatari sono spesso poche grandi imprese, per giunta, rileva Cna Massa Carrara, provenienti da altre province. «Anche la velocità della burocrazia», spiega l'associazione, «può dare un contributo al rilancio». L'appello è rivolto anche ai funzionari degli enti locali, che sono molte volte, rileva Cna, «l'ago della bilancia».

ateneo, sei candidati e un solo grido "orgoglio dei prof contro i burocrati" - ilaria venturi ( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ILARIA VENTURI CONTRO la burocrazia e lo «strapotere» dei dirigenti amministrativi in università. E contro la nomina, da parte del rettore uscente, a sei mesi dalle elezioni, del nuovo dirigente amministrativo dell´Alma Mater. L´affondo dei candidati al rettorato, al loro primo confronto pubblico avvenuto ieri nell´aula magna di Veterinaria,

arriva la vetreria sangalli, esporterà in cinque paesi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I tempi della burocrazia però hanno rischiato di vanificare un investimento che per gli addetti ai lavori, è destinato a portare una ventata di ottimismo per l'economia della Bassa friulana. «Dopo aver concluso un percorso per nulla facile - ha affermato Ciriani - la Sangalli è riuscita ad insediarsi sul nostro territorio.

medicine, niente rimborsi per colpa della burocrazia ( da "Tirreno, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: niente rimborsi per colpa della burocrazia» VIAREGGIO. «Non ne posso più. Ho 66 anni, sono invalido, malato, vivo in un camper e campo con una piccola pensione: non mi lamento di questo - e da raccontarne comunque ne avrei tante - ma della burocrazia». Giampiero Pestalardo, figura nota della darsena, racconta la sua battaglia.

i padroni del territorio - alessandro antichi* ( da "Tirreno, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: a presentarsi con il cappello in mano davanti ai mandarini della burocrazia degli uffici tecnici e ai loro padrini politici, quei pubblici amministratori diventati assolutamente arbitri del futuro del destino di individui, imprese, proprietà. Come ho avuto occasione di dire nel Parlamento toscano, il 4 aprile 2007: "Si è realizzata una devastante interposizione fra la società,

<Gay, no alla depenalizzazione> ( da "Libertà" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato. Elisa Pinna 02/12/2008

Il Comune riprende l'ex scuola allo Stato ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: In realtà, grazie alla burocrazia italiana ne sono serviti dodici. Il Comune spenderà 182mila euro per l?acquisto, buona parte già coperto da un mutuo acceso nel ?95. Una volta restaurato, l?edificio sarà utilizzato in qualità di centro servizi polivalente. m.d.a. Image: 20081202/foto/8131.

TRENTO - La scelta del Gruppo Poli di pagare a Bolzano, e non più a Trento, l'imposta sugli utili d'impresa (l'Ires, pari a circa 6 milioni di euro), in polemica con la burocrazia ( da "Adige, L'" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia provinciale e comunale trentina che gli bloccano da anni un centro commerciale in via Brennero, continua a far discutere TRENTO - La scelta del Gruppo Poli di pagare a Bolzano, e non più a Trento, l'imposta sugli utili d'impresa (l'Ires, pari a circa 6 milioni di euro), in polemica con la burocrazia provinciale e comunale trentina che gli bloccano da anni un centro commerciale

'Meno costi grazie ai sindaci' ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Avendo lavorato ben 22 anni nel sindacato conosco bene la burocrazia dello Stato: quelle persone che avranno diritto ad 1,33 euro al giorno dovranno passare giornate intere alle Poste, i Caf, l?Inps e i Comuni per compilare pratiche su pratiche e saranno soggetti ad un tormento senza fine per spendere quell?

SPOLETO VITTORIO SGARBI (nella foto) al Caio Melisso per presentare... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: interroga su cosa accade quando la cultura incontra la macchina organizzata della burocrazia. Accade, a suo avviso, che macchina decida di rischiare e quindi di lasciare libera la cultura di manifestarsi, oppure che la blocchi e la lasci agonizzare. La presentazione, organizzata dall?assessorato alla cultura di Spoleto, è alle 21.

Raccolta firme per riaprire il discount ( da "Giorno, Il (Milano)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nel tentativo di accelerare la burocrazia. «Sappiamo che la proposta si è fermata in Giunta ? spiega Diana De Marchi ? ma non sappiamo né perché, né quando il Comune deciderà di mettere mano alla situazione. Adesso il supermercato più vicino è in via Morgantini, troppo distante per gli anziani che incontrano infinite difficoltà per raggiungerlo.

la sicurezza sarà potenziata ( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: servano «più uomini, più donne, più risorse, più mezzi e meno burocrazia. La provincia di Gorizia è la terza per sicurezza in Italia, ma dobbiamo fare di più». Il questore Antonio Tozzi ha ribadito come sarebbe necessario «parlare di modelli di sicurezza, piuttosto che procedere con interventi a pioggia.

LA CRISI finanziaria sta indebolendo i movimenti euroscettici, soprattutto in que... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia e l?assenza di rappresentatività delle istituzioni europee rimangono problemi irrisolti. L?Europa basata solo sugli interessi continua ad essere un?idea senza anima, lontanissima dallo spirito dei suoi Padri Fondatori. (pierluigi.barrotta@libero.

'Social card', la Cgil: <Troppo complicata> ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ci vogliono «giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia, per ottenere un euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte». L?ITER più complesso, sempre secondo il sindacalista, è quello per ottenere la dichiarazione Isee: «Se il pensionato non ce l?ha, va ad un Caf (Centro di assistenza fiscale) o all?

Risparmio energetico, attacco al governo ( da "Corriere Alto Adige" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Misure simili non offrono un sostegno all'economia, la paralizzano — esclama il direttore Dieter Steger — l'economia ha bisogno di essere riavviata, la burocrazia va diminuita, imprese e cittadini necessitano di sgravi». Damiano Vezzosi

Prima in trappola e poi tartassati: troppi cittadini ostaggi di prepotenze, burocrazia e offerte col trucco ( da "Messaggero, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi Prima in trappola e poi tartassati: troppi cittadini ostaggi di prepotenze, burocrazia e offerte col trucco

Hai ricevuto bollette o cartelle pazze? Hai subito prepotenze della burocrazia o trappol... ( da "Messaggero, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi Hai ricevuto bollette o cartelle pazze? Hai subito prepotenze della burocrazia o trappole delle aziende che forniscono servizi? Denuncia i tuoi soprusi quotidiani

BENI A PERDERE ( da "Manifesto, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia altamente professionalizzata, fortemente armata sul piano politico e culturale, e capace di dialogare alla pari con il settore privato. Se ne avrebbe gran bisogno anche in Occidente, dove per l' assenza di un ceto professionalde di civil servants, perfino il bailout americano costituisce un nuovo episodio di privatizzazione di funzioni pubbliche alle grandi law firms di

DA COMUNISMO A CAPITALISMO I COSTI DELLA TRANSIZIONE ( da "Corriere della Sera" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la corruzione delle burocrazie, i conflitti tra bande nelle strade delle grandi città e soprattutto l'indigenza dei ceti sociali che il crollo dello Stato sovietico aveva ridotto in povertà. Vladimir Putin non ebbe torto quando sostenne che la disintegrazione dell'Urss era stata una delle più gravi catastrofi geopolitiche del Ventesimo secolo.

Sessanta imprese multinazionali associate a Confindustria, un'occupazione diretta pari a 13.000... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nella pressione fiscale, nei costi energetici, nelle carenze infrastrutturali, nella burocrazia. «Per tentare il rilancio - spiega Cursi - in provincia di Latina si dovranno attivare patti territoriali, contratti di programma e contratti d'area, definendo priorità e risorse da destinare ai settori in crisi».

VASTO - La burocrazia ha bloccato per due giorni nell'obitorio dell'ospedale di Vasto la salma di un... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi VASTO - La burocrazia ha bloccato per due giorni nell'obitorio dell'ospedale di Vasto la salma di un autotrasportatore di Napoli, A. G., 34 anni, morto per cause naturali, impedendone il ritorno a Napoli dove i familiari l'attendevano per le esequie funebri.

I socialisti italiani vogliono accasarsi in Europa ( da "Giornale.it, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: si dovrà misurare sul terreno ormai consunto di improbabili unificazioni o scissioni o coalizioni di burocrazie organizzative da tempo logore e inadeguate”. Ma dovrà nascere, invece, dal basso, e da concrete azioni di impegno civile, politico, culturale e sociale, a tutela dei salari, del lavoro, della solidarietà sociale, dell?ambiente, dei diritti civili e della laicità.

Il federalismo è la via d'uscita ( da "Opinione, L'" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E poi per averla richiede un complicato percorso di tempo e burocrazia; l?idea dei negozi convenzionati e delle connesse commissioni bancarie fanno sorgere maliziosi sospetti circa i veri beneficiati dell?operazione. Si può ipotizzare che gran parte degli utenti saranno anziani e li si obbligherà a una trafila più micraniosa di quella per entrare in auto a Milano.

<Burocrazia assillante? Non rispettiamola più> ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La Camera di commercio ha tenuto un convegno al Cuoa di Altavilla «Burocrazia assillante? Non rispettiamola più» Sul tema confronto serrato tra esponenti del mondo della politica e imprenditori E la pazienza è al limite   Roberto Luciani ALTAVILLA Un convegno di studi ma anche un laboratorio dove cominciare a isolare gli embrioni per nuove ed efficaci risposte.

L'artigianato tira un sospiro di sollievo ( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: alla burocrazia. E' inoltre fondamentale il sostegno delle istituzioni per creare un ambiente favorevole in termini di formazione delle risorse umane di certezza della legalità, non meno che in termini di infrastrutture e di incentivi. E se il problema principale denunciato dalle micro e piccole imprese, che rappresentano il tessuto produttivo più dinamico e maggiormente diffuso,

ALCESTE SANTINI ROMA. SCATENA UN GRANDE DIBATTITO SUL PIANO ETICO E POLITICO, L'OPPOSIZIONE ... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: interviene Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc: «Non mi risulta che la Chiesa sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità - osserva - ma si oppone a una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato».

Vitali sulla Cina: niente paura, è un'opportunità ( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: accelerare il federalismo regionale per allentare la morsa della burocrazia, non consentire la cassa integrazione dei dipendenti italiani a quelle aziende che hanno stabilimenti all'estero. "Non svendiamo questo paese alla Cina ha concluso - serve democrazia. I cinesi vogliono una piattaforma? Bene, che loro ne diano una a noi a Shangai".

Primarie, cura imperfetta utile a elettori e partiti ( da "Secolo XIX, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: indipendenza rispetto alle burocrazie partitiche. Non è un caso se le primarie sono un tassello centrale del progetto di riforma di Giovanni Guzzetta, il costituzionalista che ha promosso lo sfortunato referendum contro il "porcellum": le primarie, oltre tutto, rendono i candidati accountable, responsabili personalmente delle loro promesse e della loro performance;

Beni comuni, patto Variati-Cacciari ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Bertolissi ha comunque parlato di «dominio della burocrazia che non lascia traccia di saggezza. L'imperare della legge è cosa ben diversa dal diritto. Non c'è spazio per il ragionamento. Il modello sul quale andiamo a sbattere è il seguente: io ti sto ad ascoltare ma tanto ho già deciso diversamente».

Segno di croce imboccando l'autostrada ... ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che scaricano la proprie inettitudini sulla burocrazia, lasciando al fato le proprie responsabilità?Come si possono catalogare gli amministratori di tale autostrada che, pur avendo bilanci attivi, si sono ben guardati da mettere in sicurezza almeno la parte centrale dell'A4?Dobbiamo ancora parlare di tragedia, oppure d'omicidio annunciato?

Mazzacurati: <Con il Mose non sarebbe successo> ( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: unico problema: la burocrazia è ormai vinta».Senza gli ostacoli, quando sarebbero finiti i lavori?«Ragionevolmente entro il 2000».E quante acque alte si sarebbero risparmiate?«Dal 1966 le maree così alte sono state più di 10. Tra il 1966 e il 1975 la frequenza di maree sopra i 110 centimetri erano mediamente di 3 all'anno;

<Disposti al dialogo ma nessuno ci ha cercati> ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: alla fine anche lui è stato travolto dalla burocrazia e forse forse anche dagli eventi, come il resto della città. E alla fine, non ce l'ha fatta. «Mica potevamo sapere che oggi ci sarebbe stata un'acqua alta eccezionale...». Antonini è tra i leader del sindacato di base da tempo. É sempre stato impegnato nel settore autoferrotramvieri e in tanti anni di "sindacalismo antagonista"

Verona (D.V.) Coraggio, entrate. Se vi terrorizza il ... ( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ha scelto di vivere in Italia "perchè lontana dalla burocrazia artistica americana". Dice: "Qui da noi si ritrovano occasioni di freschezza paragonabili all'esperienza degli anni Settanta a New York". Così ha eletto Valeggio come suo domicilio per i ritmi di vita di un piccolo centro e perchè è vicino a aeroporto e autostrada.

Il mar. Girardi al comandodella stazione carabinieri ( da "Sicilia, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ovviamente - dice Messina - la burocrazia ha bisogno di tempo, ma l'emergenza ci impone un'urgenza e una priorità straordinarie, onde assicurare di ristabilire la normalità del servizio". Frattanto i lavoratori, fiduciosi della soluzione che dovrebbe arrivare a giorni, hanno ripreso a lavorare con grande senso di responsabilità.

Per un nuovo socialismo democratico, liberale e libertario ( da "AprileOnline.info" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazie organizzative da tempo logore e inadeguate. Dovrà nascere, invece, dal basso, e da concrete azioni di impegno civile, politico, culturale e sociale, a tutela dei salari, del lavoro, della solidarieà sociale, dell'ambiente, dei diritti civili della laicità, noi socialisti firmatari di questo appello decidiamo di avviare la costituzione di un coordinamento permanente delle

SANITÀ. Il rapporto di Cittadinanzattiva ( da "Vita non profit online" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia continua inoltre a rappresentare un ostacolo per la propria cura: oltre il 74% delle associazioni segnala infatti la presenza di procedure che rallentano l'accesso alla terapia. Inoltre, in quasi un caso su due (45%) viene segnalato come il mancato accesso gratuito a protesi e ausili necessari,

Piccole imprese, antidoto alla crisi ( da "Arena, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia inutile. È dunque cruciale che i governi dell'Ue, le regioni e le autorità locali uniscano le forze per sbloccare il potenziale delle Pmi. In questo contesto, abbiamo già presentato importanti proposte legislative al fine di ridurre le aliquote Iva in alcuni settori ad alta intensità di lavoro e stabilire un nuovo statuto privato europeo delle Società rendendo più facile

Sonia Masini: ma tutti i soldi li abbiamo dovuti mettere noi ( da "Gazzetta di Reggio" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Infine il Presidente, sottolineando come spesso i tempi perché si arrivi alla agibilità di una scuola siano lunghi a causa della «burocrazia», precisa che «la Provincia ha il bilancio in pareggio e per fare questi interventi ha dovuto contrarre dei mutui».

Translessinia chiusa per burocrazia ( da "Arena, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è stata rinnovata in tempo Translessinia chiusa per burocrazia All'origine ci sono passaggi di competenze e colpevoli ritardi Battipista in garage: «Se succede qualcosa, chi risponde?» Nessuno se lo sarebbe nemmeno immaginato: non è la mancanza neve, non sono le difficoltà tecniche, non sono per assurdo neanche i pochi soldi che a stento si riescono comunque sempre a racimolare,

Il Sait apre a Dao, ora si cercano alleanze ( da "Trentino" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: mescolate a recenti motivi di irritazione verso la burocrazia. Sono d'accordo che la lentezza dell'amministrazione pubblica a dire un sì o un no, talvolta è esasperante. Ma per questo prendersela con il Sait Il Gruppo Poli è una bell'azienda» aggiunge «compie le sue legittime scelte: se deve spostare il magazzino a Bergamo lo fa e chiude quello di Lavis,

Neve, il sindaco chiede scusa ( da "Stampa, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: non subirò la burocrazia, perchè il sottoscritto agisce per coscienza e non per pressioni». E annuncia «un riordino integrale del servizio e una riforma della struttura». «Voglio coinvolgere di più i vigili urbani, penso ad un sistema di controllo satellitare già installato sui bus Asp che ti consente di monitare la dislocazione dei mezzi,

Sportelli unici, iter più veloci ( da "Stampa, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: anche se i tempi della burocrazia continuano ad essere lenti. Il rilascio da parte degli Sportelli Unici delle autorizzazioni richieste avviene infatti in media in 72,75 giorni, valore comunque ben al di sotto dei 90 giorni previsti dalla legge. Nei quattro uffici, cui fanno capo complessivamente 51 dei 77 Comuni del Vco, nel 2007 sono state avviate 187 pratiche,

Invito alle imprese: investite in Albania ( da "Libertà" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Silvio Berlusconi assicura che al di là dell'Adriatico le industrie tricolore potranno trovare meno burocrazia che altrove. Al termine della visita del presidente del Consiglio a Tirana, insomma, il rapporto privilegiato che da anni lega Italia e Albania viene confermato dai due leader. Berlusconi è stato accolto con entusiasmo dal collega albanese.

<Più sviluppo per il territorio> ( da "Libertà" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in particolare Franco Albertini, sindaco di Pecorara, ha voluto sottolineare la realtà del suo Comune, attaccando da un lato gli sprechi della burocrazia che invece la messa in comune di servizi tra comuni attigui potrebbe attuare e dall'altro il rischio di un federalismo fiscale che non sia solidale. 03/12/2008

FABRIZIO TORCHIO VAL DI SOLE - Dopo una seconda notte al buio, senza corrente elettrica e (nelle abitazioni sprovviste di stufa a legna) in qualche caso anche al freddo, la Val di ( da "Adige, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La Provincia sta raccogliendo i pareri, fra cui quello del Parco dello Stelvio. «La chiusura dell'anello con Peio - ribadisce Penasa - è necessaria, mi auguro che i tempi della burocrazia siano brevi perché la Val di Rabbi ne ha bisogno». 03/12/2008

Ora è più facile aprire una ditta ( da "Provincia Pavese, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ora è più facile aprire una ditta Procedure unificate in provincia, presentata ieri una guida MENO BUROCRAZIA PAVIA. Niente più labirinti burocratici e code agli sportelli per una sola informazione, finalmente c'è un iter procedurale unificato e uguale per tutti i 190 Comuni della provincia di Pavia per chi voglia aprire una nuova attività.

Cantieri fermi, meno soldi al Comune ( da "Provincia Pavese, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nei meandri della burocrazia facendo ritardare il pagamento degli oneri. Noi sappiamo comunque che questi soldi entreranno in cassa e che questo mancato introito non ha danneggiato nessuno». A non partire, secondo i tempi previsti, il recupero della ex Misal ed una lottizzazione, alla fine di via Roma, che porterà tra l'altro alla realizzazione di un parco di 16mila metri quadrati.

scuole, la sicurezza va online - stefano parola ( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Qualcuno si è lamentato della troppa burocrazia, che a volte implica un´eccessiva attenzione su aspetti irrilevanti. Più di tutto si è parlato del ruolo del preside, schiacciato dal peso della propria responsabilità nonostante tocchi a Comuni e Province garantire la sicurezza nelle scuole: «Spesso - dice Nino Moro, dirigente scolastico del Liceo Pininfarina e padrone ci casa per l´

spiraglio per l'ex faraona ( da "Mattino di Padova, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Inps però la burocrazia è troppo lunga. Perciò abbiamo scritto una lettera al sindaco di Montagnana, facendo presente la grave situazione in cui si dibattono i lavoratori e le loro famiglie e chiedendo il sostegno dell'amministrazione comunale. In ballo ci sono 160 dipendenti che, se riassunti, risolleverebbero la situazione occupazionale in forte crisi qual'

i catalogatori passano alla beni culturali spa per le casse pubbliche aggravio da 13 milioni ( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ora la maggioranza che governa la Regione annuncia provvedimenti rapidi promettendo, entro 3-4 mesi (sono sempre indicazioni di Leanza), l´elaborazione della pianta organica dell´amministrazione siciliana. Quella mappa, cioè, attraverso la quale è possibile stabilire quanti dipendenti ha bisogno ogni settore della burocrazia.

la ghiotta mensa dei poveri a ballarò ( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che Mama Africa tiene più puliti che può, ma che per la burocrazia e le norme vigenti non sono adatti al pubblico ristoro. Fra le mattonelle bianche e azzurre, Abibata ha sistemato diverse bombole del gas, che alimentano i fornelli sui quali prepara i piatti, cucinati in grandi pentole di alluminio.

Ottimo, 9 e 10 oppure B e Aecco il gran valzer dei voti ( da "Secolo XIX, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: come recita la burocrazia ministeriale. Ottimo, distinto, buono, sufficiente, insufficiente, fino allo scorso anno scolastico (con giudizio scritto) Ritorno ai voti numerici nelle disposizioni recenti del ministero Gelmini-Tremonti (con giudizio scritto) Cambiano i termini, aggettivali o numerici, ma la sostanza rimane la stessa.

ora non ci freni la burocrazia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ora non ci freni la burocrazia» Appello di Pineta spa in vista dei lavori di ripristino LIGNANO. Un appello alla "burocrazia", affinché «non ostacoli il ripristino della spiaggia e delle infrastrutture di cui il turismo e Lignano hanno bisogno» è giunto ieri da Giorgio Ardito della Lignano Pineta Spa, società concessionaria dell'arenile di Pineta,

la mia vita da pastore - marco pomella ( da "Tirreno, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: uno degli ultimi pastori rimasti sul territorio, scopriamo che il suo mondo è fatto anche di burocrazia, di analisi e controanalisi. «Perché il mondo della pastorizia - racconta Bertolini - è tenuto sotto controllo come se tutti i mali di questi anni, dalla mucca pazza all'aviaria, siano colpa nostra. E fare il pastore non è più come una volta».

verifiche asl su igiene e prodotti ( da "Tirreno, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: aumento di burocrazia imposta agli allevatori. I controlli infatti da una parte vengono effettuati dall'Asl (per esempio sullo stato igienico delle stanze dove viene prodotto il formaggio o sulla composizione dei prodotti che si danno in pasto agli animali), dall'altra devono essere autocertificati dagli stessi pastori.

Carinzia e Tirolo mete oltreconfine ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: peso della burocrazia; elemento,quest'ultimo,ritenuto sempre più importante dagli imprenditori. Per attirare gli investimenti strategico è l'operato delle agenzie di marketing territoriale, come la carinziana Eak, appartenente al land e in grado di assistere le aziende dal momento della presentazione delle pratiche per l'insediamento fino alla ricerca di personale specializzato.

Spesa in aumento per i forestali ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Gli addetti alla 'burocrazia' sono 295, circa 60 collaboratori a progetto, il resto operai idraulico forestali che lavorano in ufficio. Il calo è dovuto ai pensionamenti e ai 259 esodi incentivati (questi ultimi costati 8 milioni). Nonostante ciò, i costi sono in aumento.

Nord-Est verso Carinzia e Tirolo ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia non soffocante. Sono questi quattro elementi a stimolare gli investimenti delle aziende nordestine nei land austriaci di confine e in Slovenia. Con un trend di crescita che si mantiene costante anche in questa difficile congiuntura per la Carinzia e il Tirolo, mentre diminuisce l'appeal di Lubiana.

Durst potenzia il polo di Lienz ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il peso della burocrazia locale, invece, era già ridotto rispetto a quella italiana». Una grossa mano anche per Durst è arrivato sul fronte degli incentivi, garantiti tanto da Vienna quanto dal land. «Particolarmente interessante – sottolinea Oberrauch –

Le aziende altoatesine fanno il pieno d'appalti ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: quello della burocrazia. Le nostre imprese occupano operai, non hanno grandi strutture amministrative. Appesantire il loro lavoro con documentazione spesso inutile fa solo aumentare i costi». Una richiesta che Mussner promette di portare avanti: «è vero che in alcuni casi il carico burocratico è eccessivo.

Un nuovo ciclo produttivo è aperto dalla Luna, pronta a cambiare fase nel proprio settore del l... ( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Mercoledì 03 Dicembre 2008 Chiudi Un nuovo ciclo produttivo è aperto dalla Luna, pronta a cambiare fase nel proprio settore del lavoro, venerdì. Attenti alla burocrazia, legge! Nettuno sostiene i progetti matrimoniali, il sogno di un figlio. Donne!

Giudici e politici, altalena continua Dal caso Craxi al caso Nugnes ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: insieme alla burocrazia, all'imprenditoria, alla cultura, a parlare di azione giudiziaria strumentale. O sospetta, nei tempi e nei modi. Se volesse farlo, dovrebbe prima cacciare, senza aspettare le inchieste o le sentenze, coloro che frequentano camorristi, vi fanno affari, continuano a prendere tangenti o a darle,

Pagare le tasse non può essere un optional ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia ». Per favorire l'affermazione di comportamenti fiscalmente virtuosi occorre allora prevedere e immaginare un sistema articolato di incentivi. Ci chiediamo se non sia possibile avanzare una sorta di analisi di fattibilità che consenta l'affermazione del nuovo principio "paga meno chi paga tutto".

Aprire un'impresa d'ora in poi sarà più facile ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: UN ULTERIORE passo per snellire la burocrazia, a favore delle imprese. L?assessore provinciale al Lavoro, Angelo Ciocca, ha presentato ieri mattina la nuova Guida provinciale alla compilazione della Dichiarazione di inizio attività produttiva (Diap). «Sono molto soddisfatto - commenta Ciocca - del risultato raggiunto.

Partirà entro fine mese un monitoraggio di tutte le scuole più antiche di Ro... ( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: In modo da snellire la burocrazia e dare la possibilità alle singole scuole, qualora si rompesse un vetro, di poter agire autonomamente senza dover aspettare i tempi di intervento del municipio». Ma non solo. «Tra le idee c'è anche quella di proporre un servizio di sorveglianza costante sulla condizione degli edifici scolastici dei singoli quartieri -

TRASPORTI Piazza Gondar, ridateci la fermata... ( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Lait Spa BUROCRAZIA La consegna della raccomandata Il giorno 2 ottobre, a metà mattina il portiere consegna a mio marito, in casa a lavorare, il classico cartoncino giallo (Mod. 26) per il ritiro di una raccomandata, presso l'ufficio postale di Roma 29, come indicato.

CAMERINO Per l'Università di Camerino oggi è l'inizio dell'anno accademico numero... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ambiente è dinamico e il fatto che si tratti di un piccolo ateneo implica tanti pregi, a partire da poca burocrazia e poche sovrastrutture. Ma ora?». Lo scotto che le università italiane pagheranno parla di numeri implacabili. Ogni ateneo si sta arrovellando per trovare le sue soluzioni, sia che si vada verso la trasformazione in fondazioni sia che si scelgano altre strade.

Il distributore di via della Balduina: quando la politica sta col cittadino ( da "Corriere della Sera" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: tra i meandri della burocrazia, si è ottenuto il risultato sperato. Non solo infatti è stato demolito, rimosso, raccolto e asportato quanto atteneva all'impianto della ex pompa e dintorni, ma, contemporaneamente ne è stato anche restaurato il sito. Non si è tralasciato neanche di riempire di materiali inerti l'antico serbatoio interrato,

Fiori, ma anche sciarpe e magliette Il calcio conforta funerali e memoria ( da "Corriere della Sera" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Olimpico espresse una volontà romantica che cozzava contro la burocrazia: «Seppellite il mio cuore in curva Sud». Dove batte appunto il cuore del tifo romanista. Dove, come in tutte le altre curve d'Italia, anche quelle delle serie minori, ogni domenica c'è un ricordo. «Sempre con noi», scrive al compagno di fede scomparso chi ha diviso chilometri di trasferte e un panino freddo all'

<San Rossore, ippodromo di primo livello> ( da "Nazione, La (Pisa)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Efficienza e snellezza anziché la lenta burocrazia di oggi. Qualcosa di simile a quanto avviene con il Coni e le varie federazioni sportive». Sugli altri provvedimenti da adottare, Benedetti ha detto:« Un punto essenziale dovrà essere la riqualificazione degli ippodromi. In questo processo io credo che San Rossore dovrà essere collocato, per la sua storia,

<Le cifre? Un triste balletto> ( da "Nazione, La (Grosseto)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia dei numeri, che ribadiscono comunque il fatto che la provincia di Grosseto presenta l?indice di infortuni sul lavoro più alto di tutta la Toscana. «E relativamente agli infortuni in itinere ? afferma ancora Franceschini ? forse varrebbe la pena che le istituzioni preposte indagassero sugli straordinari troppo pesanti che sommati a determinati orari di lavoro stressanti

La delibera arriva in ritardo Slitta la nomina di Ellecosta ( da "Corriere Alto Adige" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Più banalmente, è la burocrazia del consiglio comunale a frenare il passaggio di consegne tra Elmar Pichler Rolle ed Ellecosta. La delibera relativa alla sostituzione, infatti, era stata consegnata ai consiglieri con un preavviso inferiore alle 24 ore previste dal regolamento.

Il risparmio energetico rischia il corto circuito. Addirittura retroattivo. Complice il decreto anti... ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 03-12-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: conoscendo i tempi biblici della burocrazia italiana, il Governo ha messo le mani avanti: se in un mese non arriva una risposta, vale il silenzio-rifiuto. Ovvero, niente sgravio del 55%. Solo del 36%, fino a un massimo di 48.000 euro. Dal 2009, ulteriore stretta: nessuna risposta equivarrà a nessuno sgravio, neanche del 36%.

"IL Giardino delle delizie" sabato 6 alle 15 alla Rosa del Borghetto, strada d... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Un omaggio ai sans papiers di tutto il mondo, fantasmi per gli Stati e le burocrazie. Di e con i partecipanti del laboratorio teatrale interculturale Human Beings diretto da Danilo Cremonte. Info 0755734519. "Enrico IV" di Luigi Pirandello da oggi fino a sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 17 al Teatro Morlacchi di Perugia.

Parcheggi 'blu' nel caos ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dobbiamo aspettare che la burocrazia faccia il suo corso. Non possiamo intrometterci nella gestione dei parcometri, altrimenti sarebbe irregolare. Credo che ci vorranno ancora almeno due mesi per regolarizzare tutto. Nel frattempo i vigili continueranno a fare controlli e multe dove sarà necessario.

Lo storico postino spostato a Baiso. E' caos per la posta dei cittadini ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: azienda Poste la zona sia ora servita dalla postina di Baiso, sostituita nella sua zona dal veterano postino di Roteglia. Tutti e due, ovviamente, non conoscono la zona a loro assegnata e, anche se entrambi hanno chiesto di tornare a lavorare nei territori che da tempo hanno servito, la burocrazia ha opposto per ora un secco no. Image: 20081203/foto/6994.jpg

) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso ... ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 10 ) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso ... DISCUSSE Luminarie natalizie ) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso le 11.30 io, mia moglie e le mie due figlie di 5 e 2 anni ci siamo recati presso la guardia medica presente all?

lezioni il sabato in ospedale per non farle saltare scuola ( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: saltando i tempi lunghi della burocrazia - sono riconoscenti i genitori -. Il liceo si è fatto totalmente carico del progetto di integrazione». Lezioni al Gervasutta, e-learning sulla piattaforma della scuola quando la connessione internet sarà attivata in reparto e una mobilitazione corale per dare scuola a Giada.

A Nord di Roma ( da "Opinione, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: arrembaggio della burocrazia ?borbonica?, ci si chiedeva come fosse possibile che la metà del paese vivesse alla sua greppia e l?altra metà a lavorare per mantenerlo. Nessuno pose rimedio al contrasto insanabile, poiché sarebbe crollato l?intero edificio che si basava su uno storico equivoco.

India, gli eroi per caso che lottano contro il terrore ( da "Opinione, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: inefficienza: salari bassi, burocrazia lenta, equipaggiamenti obsoleti e carenza di analisti. Tutte caratteristiche che rendono impossibile la scoperta e la prevenzione di un commando di terroristi. Anche quando quest?ultimo si annuncia in pompa magna con mesi di anticipo.

Piccole imprese, antidoto alla crisi ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia inutile. È dunque cruciale che i governi dell?Ue, le regioni e le autorità locali uniscano le forze per sbloccare il potenziale delle Pmi. In questo contesto, abbiamo già presentato importanti proposte legislative al fine di ridurre le aliquote Iva in alcuni settori ad alta intensità di lavoro e stabilire un nuovo statuto privato europeo delle Società rendendo più facile

Urbanistica tra pubblico e privato ( da "Corriere Adriatico" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: frontedei project financing Mentre prima i tecnici si trovavano di fronte un'insormontabile burocrazia oraper aziendee amministrazionile procedure sono più snelle e veloci Convegno in Confindustria: al centro del dibattito le regole che agevolano il settore Urbanistica tra pubblico e privato pesaro - Nuovi orizzonti arrivano dal terzo decreto correttivo al codice dei contratti pubblici.

Appello agli imprenditori "Investite di più in Albania" ( da "Corriere Adriatico" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Silvio Berlusconi assicura che al di là dell'Adriatico le industrie tricolori potranno trovare meno burocrazia che altrove. Al termine della visita del presidente del Consiglio a Tirana, insomma, il rapporto privilegiato che da anni lega Italia e Albania viene confermato dai due leader. Berlusconi è stato accolto con entusiasmo dal collega albanese.

DALL'INVIATO ENZO CIACCIO CASALNUOVO. HA LASCIATO LA MOGLIE ROSA E TRE RAGAZZI ORMA... ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: scandalo dei villaggi abusivi che fece discutere mezzo pianeta e che oggi giace semi-irrisolto per burocrazia, lentezze e ritardi. Sarà lutto cittadino, a Casalnuovo, nel giorno dei funerali. Lungo via Filichito, serpentone angusto senza luci nè atmosfera, non si respira aria di Natale. E la tensione si mastica a bocconi. Ecco il cortile della rapina, ecco il negozio chiuso per lutto.

<È come dare l'aspirina a un malato terminale> ( da "Gazzettino, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: quanta burocrazia per i due soldi» della social card!».«L'elemosina di Stato - scrive Famiglia cristiana nell'editoriale del prossimo numero - non modifica d'una virgola la distribuzione del reddito, non lo sostiene, non crea nuovi posti di lavoro. Le grandi opere, finanziate con 16 milioni di euro, sono un libro dei sogni,

AUTOSTRADE: PEDAGGI SENZA PACE NICOLA PERENNE - C.MARE DI STABIA DR. LUBRANO, I PEDAGGI... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: pubblicata da Il Mattino mercoledì 12 novembre con il titolo «La burocrazia e gli arretrati», vorrei precisare che il pagamento degli arretrati relativi alla pensione di invalidità civile del signor Mario Capoccia, fratello del signor Umberto, era stato già effettuato dell'Inps con la rata del mese di ottobre, con accredito su conto corrente bancario.

Mezzo milione già stanziato resta bloccato da oltre un anno ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia sanitaria Mezzo milione già stanziato resta bloccato da oltre un anno Cinquecentomila euro bloccati da un anno, assegnati in Finanziaria grazie ad un emendamento firmato Raffaele Zanon e, nonostante la bisogna, "dormienti" nelle casse dell'Azienda ospedaliera: quei denari potrebbero servire ad allargare l'organico medico e infermieristico,

Burocrazia e crisi, scende il buio sulla festa dell'Immacolata ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: erogazione con la società Piesse energia» Burocrazia e crisi, scende il buio sulla festa dell'Immacolata CordenonsLa festa dell'Immacolata di piazza Beorcia teme il buio. Gli organizzatori non hanno trovato il modo per illuminarla. Colpa della crisi e della burocrazia? «Abbiamo chiesto al Comune la fornitura dell'energia elettrica ma ci è stata negata»,

Palmanova Un piano di opere pubbliche per rilanciare ... ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 03-12-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: interventi decisi contro la burocrazia: «Le imprese artigiane ha detto Lenna sono da sempre l'ossatura dell'economia regionale e quelle delle costruzioni in particolare e la Regione, anche se il quadro non è dei più rassicuranti, farà quanto è possibile per sostenerle. In attesa della riforma sanitaria che sarà approvata il prossimo anno per contenere la crescita della spesa che è del 3-

Portualità turistica, raddoppiano i fondi della Sicilia ( da "Travel Trade Italia.com" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: assessore non ha nascosto le criticità: "Troppo complesse le procedure dei bandi e troppa burocrazia - spiega - sono stati un freno alla sviluppo. Credo che per un settore strategico come quello della portualità turistica si debba procedere secondo le linee guida della legge Burlando, che prevede la finanza di progetto'' Siti sponsorizzati

I 25 anni del Parco Adda Nord, consorzio di qualità e bellezza, che deve fare i conti con la c ( da "Merateonline.it" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che deve fare i conti con la crisi economica e la burocrazia I relatori 1983-2008: un quarto di secolo dedicato alla conservazione e alla valorizzazione di un patrimonio floro-faunistico di prim'ordine: il Parco Adda Nord compie 25 anni e quale cornice migliore dell'ex-villaggio operaio di Crespi d'Adda frazione di Capriate San Gervasio - per celebrare a dovere la ricorrenza?

Friuli Venezia Giulia : grazie all'Obiettivo 2000 posti di lavoro creati e 2262 progetti avviati ( da "Sestopotere.com" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo". L'esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l'offerta di ricerca, un'esperienza sottolineata nell'intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico,

E' tempo di Premi ( da "superEva notizie" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la cecità propria di taluni vertici della burocrazia ministeriale, con una manovra oscura e trasversale, ottennero dall'editore di Ordine Pubblico il licenziamento di Fedeli. Eravamo nel dicembre 1976. Dopo un solo mese di silenzio, Franco Fedeli, la sua redazione e tanti amici poliziotti che lo avevano sempre seguito diedero vita al periodico Nuova Polizia e riforma dello Stato,

Lapam e Cna: risparmio energetico meno fondi, più burocrazia per tutti ( da "Gazzetta di Modena,La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: risparmio energetico meno fondi, più burocrazia per tutti Le associazioni contro il provvedimento retroattivo del governo "Le imprese hanno investito in strutture e tecnologie" Risparmio energetico penalizzato? Non è andato giù il provvedimento del governo in materia e naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere.

Quaranta mesi dopo, l'iter riparte da zero ( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia infatti prevede come primo passo l'approvazione da parte della commissione regionale Via (valutazione d'impatto ambientale) dei due impianti. Solo dopo il verdetto dei commissari, esclusivamente tecnico e consultivo, spetterà alla giunta regionale rilasciare le definitive autorizzazioni.

Assenteismo, quattro indagati ( da "Alto Adige" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia appieda Babbo Natale ARCO. Babbo Natale dovrà arrangiarsi in altra maniera per portare a spasso i bimbi della Busa. Il trenino del mercatino asburgico è stato fermato dalla burocrazia: per andare da Arco a Riva, infatti, deve avere le stesse autorizzazioni della Trentino Trasporti.

Rizzotto apre le porte alla Feltrese ( da "Corriere delle Alpi" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Adesso vedremo come si evolverà la situazione». Domenica Cesca. A Feltre, tutto è pronto per il debutto di Massimo Cesca. Il rinforzo trevigiano può giocare con la Liventina. Mentre sarà la burocrazia a decidere se il brasiliano Marco Aurelio Franco potrà essere tesserato. (g.s.)

La navigazione interna guarda ad una rete europea ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Anche per la navigazione interna la burocrazia è complicata, dispersa tra vari enti: è stata sollecitata l'istituzione di un Ufficio Nazionale della Navigazione Interna, ad evitare appunto l'attuale frammentazione delle competenze. Il convegno è stato patrocinato dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti;

In arrivo le bici dei comunali ( da "Trentino" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia dell'acquisto, invece che a metà settembre com'era stato anmnunciato, le biciclette arrivano a dicembre. Nelle settimane scorse gli uffici hanno provveduto a chiedere a cinque venditori presenti sulla piazza (cicli Pederzolli, Rosà, Stop anda go di Borto0lameotti, Bikbike di Paolo Ricciuti e cicli Adami) di mandare la loro miglior offerta per una bicicletta con ben specificate

La burocrazia appieda Babbo Natale ( da "Trentino" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di Gianluca Marcolini La burocrazia appieda Babbo Natale Per il trenino fra Arco e Riva occorrono troppe autorizzazioni La legge obbliga ad istituire un servizio pubblico in piena regola con tanto di tariffe e orari Bruno Lunelli: «Una scappatoia ci sarebbe ma serve flessibilità nell'interpretazione della norma» ARCO.

Oggi i funerali dell'imprenditore ammazzato a Belo Horizonte ( da "Stampa, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: salma è stata bloccata per quattro ore e mezzo in aeroporto da altra burocrazia: quella italiana. «Nessuno ci ha aiutato. A parte il contatto con il console italiano a Belo Horizonte, dalla Farnesina non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata. Ci sono italiani di serie A e di serie B. Mio fratello, purtroppo, era solo un piccolo imprenditore che si guadagnava da vivere all'estero.

napoli, l'inchiesta dei veleni sul "patto degli appalti" - napoli ( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Regolare qualche conto in sospeso tra le burocrazie della sicurezza. 3. Soffiare «per input politici e gerarchici» il nome di innocenti, incappati nelle intercettazioni telefoniche, per farne colpevoli da sbattere sui giornali. Bisogna allora cominciare da qui ? dalla disinformazione ?

un successo i pacchi anticrisi i macellai: già a gennaio il bis - marco trabucco ( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sono i normali tempi della burocrazia. Noi siamo molto favorevoli a queste iniziative e infatti intendiamo proseguire la collaborazione: con l´Ascom pensiamo di riproporre a partire da gennaio l´idea di «Commercio amico». Inoltre sto lavorando perché, sempre a partire dai primi mesi del 2009, parta un progetto di spesa ortofrutticola a chilometri zero o quasi:

dal brasile al burkina faso la strada dà spettacolo con i balli urbani e sociali di "afro e oltre... e altro" - claudia allasia ( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia, i visti incompleti e gli equivoci dei dialetti, tre persone che, da sole, sono riuscite nell´impresa di creare un festival ammirato da tutti. E ora possiamo dire di «Danze in rivolta», scelte dal Festival in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

quaranta mesi dopo, l'iter riparte da zero ( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia infatti prevede come primo passo l'approvazione da parte della commissione regionale Via (valutazione d'impatto ambientale) dei due impianti. Solo dopo il verdetto dei commissari, esclusivamente tecnico e consultivo, spetterà alla giunta regionale rilasciare le definitive autorizzazioni.

sgravi energia: via la retroattività, resta il tetto ( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ogni tentativo di snellire la burocrazia: il «silenzio negazione». Basta che la notizia si diffonda ed è un putiferio. All'origine c'è «la riqualificazione energetica degli edifici esistenti» prevista dai commi 344-349 della Finanziaria 2007, varata dal governo Prodi. 55% di detrazioni fiscali fino a 100mila euro da spalmare su tre anni negli interventi che tagliavano almeno il 20%

Social card: consegnate vuotenon si sa quando farle caricare ( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia A tre giorni dall'avvio del servizio c'è confusione sul meccanismo di ricarica e su quante tessere sono state spedite a Genova 04/12/2008 ATTORNO ALL'AVVIO del servizio della social card, la tessera destinata ai ceti sociali più deboli, continua a regnare la più totale confusione: non sono chiari i tempi e i meccanismi di ricarica,

obiettivo 2, l'ue promuove il friuli venezia giulia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo». L'esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l'offerta di ricerca, un'esperienza sottolineata nell'intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico,

<Errori nei quiz della patente> Ma il ministero non risponde ( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nome delle migliaia di automobilisti vittime della burocrazia 04/12/2008 stella. Storia Kafkiana quella di Enzo Ristagno, agente di commercio al quale per guida senza cintura di sicurezza sono stati decurtati tutti i punti della patente. Il signor Ristagno, reo confesso dopo aver pagato le sue multe, si prepara ridare l'esame nei pochi ritagli di tempo che il lavoro gli concede.

il morellino, gioiello per l'europa ( da "Tirreno, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: semplificandone la burocrazia e aggiungendo qualche criterio supplementare che consenta di limitare le approvazioni a non più di 100 marchi di qualità ogni anno». Alla commissaria le Regioni di Arepo hanno manifestato la loro preoccupazione per il rischio di una diminuita protezione in un mercato in cui i prodotti europei di qualità non possono contare sulla concorrenza dei prezzi.

La riforma dell'Università premia meriti e qualità ( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: alti costi di burocrazia e funzionamento, scarse risorse per la ricerca. Ora, invece, solo le Università relativamente "virtuose" accederanno al reclutamento di nuovi ricercatori. E una quota crescente del finanziamento pubblico sarà erogata sulla base della qualità della didattica e della ricerca, valutata secondo criteri internazionali.

regione, ecco le prime misure anticicliche ( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: bando fa il suo ingresso per la prima volta nella burocrazia regionale la posta elettronica certificata. Chi desidera partecipare a questo avviso ha a propria disposizione l´innovativa modalità on-line. Non più lettera raccomandata e documenti, ma posta elettronica e autocertificazione, purché la posta elettronica sia certificata e il legale rappresentante abbia la firma digitale.

La ricerca contro la crisi ( da "Manifesto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nozionismo e burocrazia». Perciò va «salvaguardato il tempo pieno, ridotta la didattica frontale, potenziati i laboratori e favorita la valutazione». E come obiettivo da perseguire, l'obbligo scolastico a 18 anni: «Quello fino a 16 anni sia privato degli equivoci che ancora gli gravano addosso con la riconferma del canale di serie B della formazione professionale»

Social card, i più poveri scivolano sulla burocrazia ( da "Giorno, Il (Milano)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: i più poveri scivolano sulla burocrazia Sindacati tempestati di telefonate ma poca gente alle Poste: fra norme e postille, un vero calvario di ALBINA OLIVATI ? MILANO ? ISINDACATI sono tempestati dalle telefonate. Le persone, che sperano di essere tra chi ha diritto alla social card o carta acquisti sono molte di più di quelle che ne avrebbero diritto.

PREDAZZO - Con voto unanime, e dopo una lunga discussione, il consiglio comunale di Predazzo ha approvato martedì sera anche il nuovo regolamento per la diffusione dell'edilizia so ( da "Adige, L'" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: miglioramento della qualità della vita è difficile da ottenere di fronte al morbo della burocrazia. Importante comunque è partire. Poi si potranno fare, anche a breve scadenza, tutti gli aggiustamenti del caso». «Un passo importante verso una nuova direzione» lo ha giudicato Maria Bosin della minoranza. Tutti d'accordo, pur con le raccomandazioni ricordate sopra, al momento del voto.

Oggi essere indigente è complicato Bisogna slalomeggiare fra i requisiti E rischi di essere segnato per sempre ( da "Giorno, Il (Milano)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: allora che la possibile validità della iniziativa rischia di perdersi nel labirinto della burocrazia, nei meandri oscuri dove si annida tutto ciò che è difficile, astruso, ostico al palato e al senso comune. La gente fa la coda davanti alle poste, tempesta di telefonate i sindacati invocando chiarimenti. La signora Rosa e il pensionato Francesco si assoggettano ad attese di ore.

Ottanta nuovi alloggi in via Terranera ( da "Adige, L'" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Semplicemente sono ingabbiati in una burocrazia assurda che rallenta tutti i procedimenti e li costringe ad una pazzesca corsa all'immediato, lasciandoli sempre in emergenza. Per ora almeno abbiamo rimediato al posto scoperto con un contratto a tempo determinato» spiega Gazzini.

Caldirola, dal rischio fallimento al rilancio ( da "Giorno, Il (Lecco)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «I più penalizzati in questo campo sono proprio i contadini che lavorano le vigne - ha commentato Priamo - e lo dico a ragion veduta perché io sono figlio di contadini. La legislazione e la burocrazia rendono la vita impossibile e i guadagni quasi nulli».

La ricerca che non produce Pochi brevetti in Italia ( da "Corriere della Sera" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: meno burocrazia, volontari meno costosi, assicurazione inesistente o ridotta al minimo. «Al contrario — dice Filippo De Braud, ricercatore oncologo dello Ieo —, attira fondi la nostra ricerca clinica precoce sui farmaci anticancro». Grazie anche a un network di coordinamento nato dieci anni fa: la Fondazione Sendo (

SAPPIAMO che nei giorni scorsi sono state effettuate ... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia che si connette ai rapporti di lavoro e che sommerge le nostre piccole e medie imprese con costi e giornate di lavoro perse dietro le carte. Si tratta quindi di condividere la filosofia delle ispezioni, che a nostro avviso sono indispensabili, ma devono essere effettivamente finalizzate a garantire la sicurezza dei lavoratori e la regolarità del loro rapporto di lavoro.

E Pantani scese dall'elicottero ( da "Adige, L'" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: presto gli ostacoli della burocrazia trentina smorzarono gli entusiasmi di Cenni e soci: la superficie di vendita era troppo estesa (3.200 metri quadrati) e la normativa provinciale ne consentiva solo 800. A tempo di record, nel giro di una sola settimana, l'ipermercato venne suddiviso in quattro negozi ma Cenni si chiedeva perché nello stesso periodo a pochi chilometri di distanza,

raid contro l'industriale anti-racket: "lasciato solo" - salvo palazzolo ( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con le burocrazie che funzionano e con tutti gli adempimenti che si realizzano velocemente». Per decidere sul futuro del suo cantiere a Siracusa, Vecchio attende il comitato per l´ordine e la sicurezza chiesto al prefetto dopo l´ultimo raid. Intanto, dal mondo politico arrivano appelli bipartisan a restare.

L'amore per l'agricoltura, qualche volta, è come il mal d'Africa. Magari fino ad... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Poi nel 1995 accade un episodio di ordinaria burocrazia, di quelli che ti fanno imbestialire. Il padre aveva ottenuto in affitto dal Comune un oliveto. Un funzionario telefona a Luciano e senza tanti giri di parole gli dice: devi restituircelo perché non sei abilitato a coltivarlo. E' la svolta, è l'inizio di una sfida.

UE: OBIETTIVO 2, 2 MILA NUOVI POSTI DI LAVORO IN FVG ( da "marketpress.info" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo". L´esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l´offerta di ricerca, un´esperienza sottolineata nell´intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico,

verso uno sportello unico per i pazienti ( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: uno sportello unico per i pazienti Troppa burocrazia: oggi in coda anche gli esenti da ticket. Liste d'attesa: ecco le priorità «Un ospedale forte ha bisogno di un territorio forte». Ed è per questo, secondo la Cgil, che i prossimi anni la sfida del territorio pordenonese non sarà solo quella di realizzare un nuovo ospedale, ma di creare una rete di servizi a misura di cittadino.

protesta contro la burocrazia di gaia insieme a sindaco e difensore civico ( da "Tirreno, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Pistoia Protesta contro la burocrazia di Gaia insieme a sindaco e difensore civico SAN MARCELLO. Cercare di rendere più semplice la complessa macchina di Gaia spa, il gestore unico del servizio idrico integrato, e portarla più vicina alle esigenze del cittadino. Era questo, in sostanza, lo scopo di Roberto Prioreschi, di professione architetto,

Bonus fiscali sull'energia "Penalizzati con i tagli" ( da "Stampa, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «E'un provvedimento - spiega Lomazzi - che introduce nuova burocrazia e aumenta i costi. E' incredibile che venga tolta una misura che aveva favorito la crescita di importanti settori dell'artigianato». Critiche al provvedimento anche da Pd e Rifondazione.

dietrofront a metà sul bonus energia tremonti assicura: nessuna retroattività ( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ogni tentativo di snellire la burocrazia: il «silenzio negazione». Basta che la notizia si diffonda ed è un putiferio. All'origine c'è «la riqualificazione energetica degli edifici esistenti» prevista dai commi 344-349 della Finanziaria 2007, varata dal governo Prodi. 55% di detrazioni fiscali fino a 100mila euro da spalmare su tre anni negli interventi che tagliavano almeno il 20%

Ats Group fa rinascere il mito Hitman">Malgrado la crisi, c'è chi ha coraggio Ats Group fa rinascere il mito Hitman ( da "Affari Italiani (Online)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il problema, al massimo, è la burocrazia: ci sono tempi un po' lenti sul fronte autorizzativo. Bisogna fare in fretta, perché nel settore della moda la programmazione è semestrale. E non ci possiamo permettere di perdere sei mesi. Avete fretta di rivendere, dopo aver ristrutturato?

<La burocrazia non salva vite> ( da "Corriere Alto Adige" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Hans Peter Munter inizia attaccando la burocrazia: «Con le carte non si salvano vite e purtroppo il risultato di tutti questi comitati e tavoli sono troppa carta e burocrazia. Così c'è poco tempo per guardare alla sicurezza effettiva. Questo approccio è sbagliato. Servono altre cose: convincere gli operatori che la sicurezza è un bene da seguire,

Social card, anziani nei Caf ma i moduli non ci sono ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il vero dramma si chiama burocrazia. Anche a Salerno è scattata la caccia alla ormai famosa card prepagata che il ministero dell'Economia ha voluto destinare a tutti gli over 65enni al di sotto di un certo reddito (variabile a seconda delle condizioni familiari e di salute) per combattere la crisi dei consumi e l'indebolimento dei redditi più bassi.

La posta elettronica certificata ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: fa il suo ingresso nella burocrazia regionale la posta elettronica certificata. Non più lettera raccomandata per chi desidera partecipare a questo avviso: è sufficiente la posta elettronica, purché sia certificata e il legale rappresentante abbia la firma digitale. La procedura permette di risparmiare carta e costo della documentazione,

Quelle due o tre cose che vorrei per Natale ( da "Corriere del Veneto" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: amministrazione pubblica per ridurre la burocrazia; così si potrebbero liberare un'enormità di risorse da destinare laddove realmente servono; bisogna eliminare le Province e ridurre il numero dei Comuni solo a quelli con numero di residenti superiore a cinquemila. In questo modo troveremmo valanghe di soldi per fare cose buone e ridurre le tasse;

<La ricerca contro la crisi> ( da "Manifesto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nozionismo e burocrazia». Perciò va «salvaguardato il tempo pieno, ridotta la didattica frontale, potenziati i laboratori e favorita la valutazione». E come obiettivo da perseguire, l'obbligo scolastico a 18 anni: «Quello fino a 16 anni sia privato degli equivoci che ancora gli gravano addosso con la riconferma del canale di serie B della formazione professionale»

MARCO ESPOSITO L'ITALIA è UNA CLESSIDRA CHE FUNZIONA AL ROVESCIO: PIù PASSA IL TEM... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia cambia nome persino ai soldi, che definisce Meuro. Per non confondersi troppo ci si può concentrare su due sole sigle: Fas e Parsec. Il primo è l'oggetto dei desideri del Nord. Il secondo è il simbolo di sprechi al limite del comico.

Formazione e credito per combattere la crisi ( da "Corriere Adriatico" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia". Attraverso un unico modello telematico si andranno a superare ben 5 adempimenti: (Inps, Inail, Albo Imprese, Registro ditte, Agenzia delle entrate). Per la Cna il responsabile di ambito, Luigi Colombaretti, il presidente Giorgio Aguzzi ed il segretario provinciale, Camilla Fabbri, hanno sottolineato come in questo momento si debba avere mantenere ottimismo e fiducia

FU SEQUESTRATO DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA A QUINDICI GIORNI DALLA SUA INAUGURAZIONE. DOVEVA ESSE... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia all'italiana. Ma c'è di più perchè l'accusa sostiene che il corso d'acqua a monte è un torrente mentre a valle viene declassato a semplice corso d'acqua, inficiando così tutte le cognizioni in materia idraulica. La storia cominicia quando lo Stato, le casse pubbliche, decide che in Campania i rifiuti dei cantieri edili debbono essere trattati in impianti appositi per realizzare

Hitman. Malgrado la crisi">Ats rilancia il mito Hitman. Malgrado la crisi ( da "Affari Italiani (Online)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il problema, al massimo, è la burocrazia: ci sono tempi un po' lenti sul fronte autorizzativo. Bisogna fare in fretta, perché nel settore della moda la programmazione è semestrale. E non ci possiamo permettere di perdere sei mesi. Avete fretta di rivendere, dopo aver ristrutturato?

Ma è proprio vero che lo strumento della Dia è così veloce? ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: come una sorda e sempre più assurda burocrazia.Una volta c'era solo il Sindaco e l'Assessore presso cui rivolgersi ed eventualmente protestare. Ora c'è anche il Responsabile del Settore. Sappiamo dalla statica che due forze uguali e contrarie si annullano, ma qui siamo nel campo del federalismo e della sussidiarietà, vicini cioè al territorio ed ai suoi abitanti,

Perdono madre e risparmi libretto bloccato dalle Poste ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Per cercare di avere ragione della burocrazia con la quale si sono subito scontrati, Dino e i suoi fratelli si sono anche rivolti ad un paio di professionisti. Senza alcuni risultato, finora.«Non le dico quante carte sono state richieste - spiega Marian - per ottenere la restituzione dei nostri soldi.

lo sfogo dell'imprenditore antiracket angelo vecchio dopo il quinto furto in un mese nel suo cantiere ( da "Sicilia, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia». Il porto di Augusta, intorno a cui dovrebbe svilupparsi l'intero sistema della portualità siciliana, costituisce l'esempio più eloquente di come la burocrazia possa frenare un'opera vitale per economia isolana. Secondo le stime del dipartimento Trasporti e comunicazione, per avere tutte le autorizzazioni necessarie al disinquinamento della rada occorrerebbero almeno

AGRICOLTURA. XI Rapporto di Confagricoltura/Nomisma: molte le criticità strutturali e di mercato ( da "HelpConsumatori" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: accesso al credito e al mercato, la burocrazia e il costo della manodopera. In particolare, oltre il 40% degli intervistati ritiene che gli adempimenti burocratici siano troppo complessi e richiedano troppo tempo mentre il 64% delle aziende che hanno indicato il credito come un fattore critico punta il dito contro i tassi elevati.


Articoli

"Servono subito strade adeguate e centri logistici" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

PIANFEI. CONVEGNO "Servono subito strade adeguate e centri logistici" [FIRMA]GIANNI SCARPACE PIANFEI «Soltanto il 7 per cento degli incidenti stradali in Italia coinvolge i camion, ma ancora leggiamo sui giornlai il grande clamore quando sono coinvolti mezzi pesanti. Non ne parliamo quando un Tir si traversa su un'autostrada bloccando inevitabilmente il traffico. Non si riflette, però, sul fatto che se quel tratto stradale fosse stato tenuto pulito, quell'inconveniente non si sarebbe verificato». Il presidente dell'Astra (Associazione Trasportatori) di Cuneo Luciano Cavallo, ieri, all'assemblea provinciale, ha sottolineato le ragioni e le difficoltà del settore. E' il sodalizio che raduna 500 aziende cuneesi, pari all'80 per cento della capacità di trasporto della provincia. «Una forza», hanno sottolineato i delegati dell'associazione, in prima linea con Valter Lannutti, alla guida della principale società che usa tir e camion. Ieri alla festa organizzata all'hotl «La Ruota» di Pianfei (grazie allo sponsor Nordiesel) hanno risposto in centinaia. Ospite d'onore, il sottosegretario al Ministero dei Trasporti Bartolomeo Giachino. «Ogni infrastruttura carente - ha detto Cavallo - per la nostra categoria significa costi fuori controllo per tempi di percorrenza a velocità commerciale ridotta. Trent'anni fa per entrare e uscire dall'Europa avevamo il Frejus, il Montebianco, il Brennero e la Svizzera. Le cose non sono cambiate, più o meno con le stesse infrastrutture. Peggiorano quando ci dobbiamo confrontare con un Paese come la Svizzera che contingenta gli ingressi, o con il Brennero, dove ci sono 200 chilimetri di divieto di sorpasso per i tir». Lannutti ha messo l'accento su altre infrastrutture mancanti, come le piattaforme logistiche, luoghi di carico e scarico comode per tutti, in una provincia in cui storicamente, gli autotrasportatori sono sempre stati più numerosi rispetto ad altre d'Italia. Altri problemi sul tavolo sono stati posti da Enzo Solaro, dirigente della Federazione nazionale: accise su carburanti, versamenti all'Inail più onerosi dei vantaggi percepiti a fine carriera, burocrazia imperante e sanzioni del codice della strada troppo pesanti. «Il Governo - ha detto Giachino - ha scongiurato una spesa di 3 miliardi, evitando il blocco dei Tir. Inoltre il ritocco alla Finanziaria a giugno ha trovato 70 milioni di euro per l'acquisto di mezzi "Euro 5". Ha poi speso quaranta milioni per fornire uno sconto di 700 euro sul bollo dei tir e altri trenta milioni per uno sconto sulle tasse degli straordinari. Sul piano delle infrastrutture accelereremo i lavori della Asti-Cuneo perché la provincia di Cuneo dà un contributo importante all'economia nazionale, quindi ha bisogno di essere collegata meglio con il mercato europeo».

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Apre a Bari la nuova banca fai-da-te (sezione: Burocrazia)

( da "AreaPress" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

pubblicato il 01/12/2008 - Lingua: ITALIANO A cura di: Banca di Credito Cooperativo di Bari - Tratto da: Uff. stampa Edelman Apre a Bari la nuova banca fai-da-te Completamente automatizzata e ipertecnologica, la nuova agenzia ?Libertà? della BCC di Bari offre ai clienti un nuovo modo di vivere il rapporto con il proprio istituto bancario, grazie a tecnologie e software made in Italy all?avanguardia Una banca ipertecnologica, dove le macchine, i computer e i software rendono possibile un rapporto nuovo con le più comuni operazioni di sportello, sollevando gli operatori dagli oneri di cassa e lasciando loro il tempo di dedicarsi all?accoglienza dei clienti e alla consulenza. Si chiama ?Agenzia Libertà?, è completamente italiana ed è stata realizzata e inaugurata oggi nel quartiere Libertà di Bari dalla Banca di Credito Cooperativo di Bari e da Auriga, azienda italiana specializzata nel campo delle soluzioni per l?IT banking. Alla base del progetto pilota la volontà di eliminare le lunghe code agli sportelli, i fogli volanti da compilare a penna (spesso con una lente d?ingrandimento) o ancora l?atmosfera chiusa tipica del mondo bancario, lasciando invece il posto ad un ambiente ben diverso: ampie vetrate, postazioni fai-da-te, versamenti rapidi, spazi appositi per la consulenza. ?Libertà? è il nome del quartiere dove la nuova agenzia è stata insediata ma è anche una chiara indicazione di quello che lo sportello sarà per i suoi visitatori. La libertà si percepisce infatti già all?entrata: si nota subito l?assenza delle tradizionali e anguste bussole, sostituite da ampie porte a vetri. Inoltre, l?area self service (dalla quale è possibile effettuare 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 bonifici, versamento di contanti o assegni in mazzette) rappresenta un?ulteriore eliminazione di vincoli e rende possibile innumerevoli operazioni bancarie in completa autonomia e in qualsiasi momento della giornata. Nonostante l?eliminazione delle barriere fisiche, l??Agenzia Libertà? è dotata dei più moderni sistemi di sicurezza: la filiale è infatti equipaggiata con sofisticate casse temporizzate dotate di sistemi evoluti di gestione del contante (cash-in - cash-out e recycling da cassiere) e di un sistema di video-sorveglianza di ultima generazione. Strumenti questi che garantiscono una assoluta sicurezza per clienti ed operatori. Tutto ciò rende l?Agenzia Libertà una filiale nuova, sicura e a misura di utente, da vivere in modo molto più immediato e con meno vincoli. In libertà. ?La rivoluzione virtuale è approdata nella BCC di Bari grazie allo sportello intelligente di Auriga ? spiega Vincenzo Fiore, Chief Executive Officer di Auriga Spa ? che espleterà tutte le funzioni di un normale sportello bancario con la differenza che ad accogliere il cliente non sarà un impiegato in carne ed ossa ma un ?bancomat intelligente? equipaggiato di WinWebServer, un software che permette agli utenti di depositare assegni/bonifici, pagare abbonamenti (mezzi pubblici, mense, ecopass, assicurazione auto, asili convenzionati, ecc.). La nostra alla fine sarà una filiale come non l?avete mai vista e, soprattutto, come non l?avete mai vissuta?. Questo è il miracolo dell?e-banking, dove la ?e? sta per l?irruzione del mondo internet dentro le rigide mura degli istituti di credito e si riferisce anche ad un tipo di banca ?emozionale?, che utilizza il suo personale ed i suoi spazi per avvicinare, consigliare e semplificare le operazioni del cliente. Il tutto in un ambiente confortevole, grazie alla possibilità di delegare la mera contabilità agli strumenti tecnologici e alle postazioni multimediali. ?A Bari nasce così la filiale del futuro ? aggiunge il Presidente della BCC di Bari l?On. Antonio La Forgia ? contraddistinta dall'assenza di limiti operativi, da meno carta e burocrazia, più consulenze, servizi e tempo per il cliente. In questa filiale del futuro il protagonista sarà davvero il cliente?. Marco Catalani ? Senior Account Executive Edelman Office Direct: +39 02.63116.221 Mobile +39 347.5448836

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La competizione va a rilento (sezione: Burocrazia)

( da "ItaliaOggi Sette" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi Sette     ItaliaOggi Sette  - Rapporto Logistica & Trasporti Numero 285, pag. 47 del 1/12/2008 Autore: di Antonio Severi Visualizza la pagina in PDF       Sul mercato europeo ancora tanta burocrazia nel mercato dei treni merci La competizione va a rilento Lungo i valichi alpini il maggior tasso di concorrenza L'espressione è affascinante, intermodal competition, e si riferisce alla interoperabilità sulle strade ferrate di tutta Europa. Nella pratica, invece, la strada per raggiungere questo traguardo è ancora lunga e intramezzata dalle resistenze opposte da governi e gestori delle infrastrutture ferroviarie nazionali, che non vedono di buon occhio la comparsa sul mercato di operatori stranieri. La conseguenza è che in ogni ferrovia europea sono tuttora in vigore regole e barriere tecniche insormontabili. Un container che viaggia per l'Europa su ferrovia rischia di misurarsi con almeno cinque sistemi di elettrificazione e 10 sistemi di segnalamento. In questa situazione, a meno che esistano accordi specifici tra governi o joint venture internazionali tra imprese ferroviarie, al container tocca essere trainato da un locomotore diverso quando passa il confine, condotto da personale diverso. Eppure, almeno formalmente, in tutta l'Unione europea è avviato da tempo nel settore del trasporto ferroviario delle merci il processo di apertura alla concorrenza e l'Italia è stata anche una delle prime ad adeguarsi alla normativa Ue che consentiva ai gruppi privati di acquisire la licenza ferroviaria nazionale. Negli ultimi tempi però molti altri paesi della Ue hanno fatto passi avanti anche più consistenti nel processo di liberalizzazione del mercato. Così che in Italia oggi si incontrano ostacoli che altrove sono stati ormai appianati. Per esempio è ancora applicato il principio di reciprocità, per cui il ministero rilascia licenze per il trasporto merci di «cabotaggio», ovvero con origine e destinazione in territorio nazionale, solo dopo il riconoscimento di un «titolo autorizzatorio», nel quale si certifica che l'accesso al mercato è garantito anche nel paese di provenienza dell'impresa ferroviaria che lo richiede. Questo principio di reciprocità oggi vige ancora solo in Spagna, Portogallo, Svezia, Finlandia e Slovenia. Per essere operativi sul mercato ferroviario, dopo il rilascio della licenza serve il certificato di sicurezza, assegnato all'impresa ferroviaria per ciascuna linea sulla quale intende operare: la procedura, i costi e i tempi necessari costituiscono ancora oggi una potente barriera all'accesso al mercato, che pertanto può dirsi liberalizzato più a parole che di fatto. Così, mentre in Svizzera si può ottenere un certificato di sicurezza in 30 giorni e lo stesso acade in Gran Bretagna (dove la procedura è gratuita, così come in Svezia), in Italia la procedura è complessa, può richiedere più di un anno (e arrivare a costare più di 30 mila euro) se il locomotore non è ancora stato omologato sulla rete, anche se all'estero magari circola da anni. Quello di protrarre i tempi per l'omologazione il più a lungo possibile è pratica comune fra le autorità di alcuni mercati nazionali maggiori ed è all'origine di reciproche accuse di ritardo per esempio tra società ferroviarie italiane e tedesche. Per l'Italia le speranze sono riposte sul passaggio delle competenze per la certificazione di sicurezza all'Ansf, nuova Agenzia nazionale della Sicurezza ferroviaria, indipendente da Rfi e percepita dagli operatori come attore imparziale. A differenza di Rfi che invece fa capo, come Trenitalia, alla holding FS. Sempre per iniziare a trasportare merce sulla rete italiana, il nuovo operatore deve poi acquistare con un anticipo di alcuni mesi, anche otto, le linee ferroviarie messe a disposizione da Rfi. Comunque per effetto della liberalizzazione gli operatori, compresa Trenitalia, hanno iniziato un percorso verso servizi ferroviari di qualità e verso la razionalizzazione della produzione, concentrando il traffico merci su assi di forza come i valichi alpini, serviti da terminal grandi e moderni, cui fa da contraltare una presenza capillare sul territorio con tratte a scarsa domanda e scali ferroviari obsoleti. Oggi in Italia si contano 10 operatori con certificato di sicurezza attivi nel settore merci. Tra loro Railion, Sncf e Sbb, sussidiarie delle ferrovie tedesche, francesi, svizzere. Sono invece più di 200 in Germania, più di 50 in Gran Bretagna, Olanda e Polonia. La quota di mercato dei nuovi operatori è circa l'8% in termini di treni/km prodotti (16% in Germania, 25% in Olanda, 45% in Svezia), mentre raggiunge l'11,5% in termini di tonnellate/km. La competizione è più accesa sulle tratte di accesso ai valichi alpini verso Svizzera e Austria, più redditizi perché veicolano le maggiori quantità di trasporto combinato in Europa. Sull'asse del Brennero la quota di mercato dei nuovi operatori supera il 30% e lì la competizione tra Trenitalia e la italo-tedesca Rtc ha portato elevati livelli di qualità per il ferro-merci, con tassi di puntualità medi dell'86%. A rendere più attraente il trasporto ferroviario, oltre ai treni più puntuali, concorrono poi i sempre più diffusi contratti di qualità, attraverso quali ai clienti si assicurano tempi di consegna certi, con tanto di rimborsi in caso di ritardi. I dati 2007 parlano così di un aumento complessivo delle tonnellate-km trasportate da Trenitalia fino a 24,5 miliardi cui vanno aggiunti i circa 2 miliardi movimentati dai nuovi operatori. Il dato è in crescita da due anni, in Italia così come nei maggiori mercati esteri e gli esperti si chiedono se il fenomeno sia alla base di un processo di un trasferimento stabile di traffico merci dalla strada alla ferrovia, che in Italia rimane attorno a una quota dell'8%. Tra i prossimi obiettivi quello di aumentare il traffico dei container sbarcati nei porti, oggi inoltrati su ferro in meno del 25% dei casi. (riproduzione riservata)

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Il "bancolat" avvicina la fattoria alla tavola (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il "bancolat" avvicina la fattoria alla tavola caorso - (a.stri) Il distributore di latte fresco è solo la prima tappa di un percorso destinato a valorizzare i prodotti agricoli locali e a favorire l'acquisto di beni alimentari di qualità a prezzi contenuti. La proposta di coordinare imprenditori agricoli locali, popolazione e amministrazione in un progetto di farmer market, una forma di vendita diretta delle merci, è stata rilanciata sabato, a un anno di distanza dalla prima discussione dal sindaco di Caorso Fabio Callori. L'occasione è stata data dall'inaugurazione del primo "bancolat" del paese, acquistato, gestito e rifornito dall'azienda di Paolo Losi, e installato in via Duca degli Abruzzi. Un'apertura con tanto di mascotte involontaria ma decisamente beneaugurante, data l'iniziativa: un gatto che, a sorpresa, si è intrufolato tra gli alunni delle scuole elementari in fila davanti al distributore, in attesa, probabilmente, del suo piattino di latte. Davanti al distributore, con gli studenti accompagnati dalle insegnanti e dalla vicepreside Vittoria Pozzoli, c'erano amministratori (oltre al sindaco, gli assessori Fabrizio Calamari e Gianfranco Lucchini, il consigliere Giordano Segalini), rappresentanti di categoria (Enrica Cabrini di Confagricoltura, Franco Fittavolini di Coldiretti) e caorsani. La cerimonia ha avuto inizio con una preghiera e la benedizione della "casetta", compiuta dal parroco, don Giuseppe Tosca, assistito dal diacono Cesare Scita. Prima di tagliare il nastro, il sindaco ha sintetizzato l'iter che ha portato all'installazione del distributore caorsano («Un iter partito nel 2005, in parte rallentato dalla burocrazia, ma oggi giunto finalmente a conclusione», ha detto Callori). Il sindaco si è poi soffermato sull'utilità del bancolat: «Un mezzo che consentirà ai cittadini di risparmiare sul prezzo del latte, e agli allevatori, che a volte tra spese sostenute e prezzo di vendita del prodotto non arrivano al pareggio, di guadagnare qualcosa in più». «Questo è solo l'inizio - ha precisato il primo cittadino di Caorso - E' importante lavorare sul tema del "made in Italy" e sulla vendita diretta. A Caorso abbiamo già iniziato, con un incontro avvenuto un anno fa con gli agricoltori, per valutare il discorso dei farmer market, e con varie esposizioni di prodotti locali durante le fiere e altre manifestazioni. Per proseguire però è necessario il coordinamento di imprenditori agricoli, amministrazione e cittadini». Il latte prodotto dall'azienda di Roncarolo, viene venduto a un euro al litro e sostituito ogni giorno. 01/12/2008

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chiamparino apre alla lega (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il pd del Nord in calendario entro il 19 dicembre. «Con il Carroccio si può discutere» Chiamparino apre alla Lega Ma i democratici veneti bocciano il sindaco di Torino VENEZIA. Cacciari e Chiamparino, la solidarietà dei sindaci contro la burocrazia di partito. Il lancio di un «Pd del Nord» con una convention a Milano il 10 dicembre sta illuminando come un bengala la notte del centrosinistra, impegnato in una transizione mal governata dal centro e subìta in periferia. Due giorni dopo l'accelerazione impressa dal sindaco di Venezia, il suo collega di Torino, in una intervista a Lucia Annunziata nella rubrica "In mezz'ora" su Rai3, giudica «un errore, ancorché solo formale, il divieto di usare il nome del Pd della Lombardia per le prossime elezioni». «Non si capisce - dice Chiamparino - perché negare un nome che dà molta più forza al Pd. L'autonomia del partito nelle regioni non la si conquista attraverso regolamenti e statuti. Comunque, non chiamiamolo partito del nord, ma coordinamento, che faccia leva sui segretari regionali e che riunisca presidenti di regione ed alcuni amministratori e troviamoci, a Milano, possibilmente prima del 19 dicembre, per mettere in fila quei temi sui quali riteniamo di lavorare per esercitare scelte autonome». Chiamparino non nega la possibilità di alleanze con la Lega a livello locale, «a condizione - dice - che la Lega metta da parte l'impianto populistico che tiene fondamentalmente insieme quel partito». E se dal centro - è l'obiezione - arrivasse ancora un no? «Non è che facciamo scissioni - risponde il sindaco di Torino - ma non può nemmeno succedere che all'ultim'ora dell'ultima notte uno si trova nell'elenco, quale candidato del territorio, dietro a un altro che non si sa chi è». Mano libera dunque su liste, candidature e alleanze: è questo che il Pd sta cercando anche nel Veneto. «La tesi di Cacciari - commenta Franco Frigo - è che la classe dirigente che ci ritroviamo è inadeguata per costruire un nuovo partito. E una nuova classe dirigente si costruisce solo partendo dal territorio, con candidature che non possono piovere da Roma. E' certo che bisogna de-romanizzare il Pd, nell'interesse prima di tutto del Veneto. Si pensi al taglio di 100 milioni di euro al Sfmr che passa sotto silenzio, anche se il Veneto ha 3 ministri. E' la prova che 3 ministri scelti dall'alto non servono a impedire i tagli. Per rappresentare il Veneto ci vogliono tre ministri scelti dal Veneto». «L'autonomia di un partito si vede dai finanziamenti e dalle alleanze - commenta Diego Bottacin -. Nel Pd il finanziamento pubblico è super-accentrato e le politiche per il Nord non esistono. Il Pd nazionale non ha consapevolezza della questione settentrionale, c'è perfino fastidio a pronunciare il nome. Abbiamo fatto un passo indietro rispetto alla pur tenue autonomia che esisteva nella Margherita. Che fare a questo punto?». Magari dar fuoco alla sede e buttare il numero dei pompieri prima di andarsene: può essere un'idea? «Bah, mi pare che ci sia molto da fare», conclude Bottacin. «C'è un accordo nazionale sul quale stiamo lavorando - sostiene invece Gianni Gallo -. Io la penso come Giaretta. Buttare il cuore oltre l'ostacolo non è sempre la cosa più giusta. Quanto alla Lega è inutile pensare ad alleanze. I dirigenti leghisti sanno che decide tutto Bossi e non mi pare che l'accoppiata Bossi-Berlusconi sia in crisi». (r.m.)

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Il mare torna all'attaccoallarme rosso sulla costa (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il mare torna all'attaccoallarme rosso sulla costa maltempo senza tregua Litorale devastato a Pegli e Quarto. Il barcaiolo: «In 54 anni mai visti due eventi simili nel breve spazio di pochi giorni» ARENZANO 01/12/2008 A PEGLI l'acqua s'infila sotto i moli, "sfiata" attraverso i tombini e questo rumore sembra il verso d'una balena, che calamita una mezza folla a distanza di sicurezza. Le onde hanno inghiottito terra e barche in quella che sarà una domenica di rabbia. A Quarto la gente in strada fissa i vigili del fuoco che sembrano equilibristi sui tetti, dopo che la notte prima in strada era finita pure una lancetta, mentre i soci della società sportiva di Priaruggia fuggivano dalla tromba d'aria: i pezzi di cornicione proiettati aull'asfalto - blocchi di pietra e cemento da 80-90 chili - solo per miracolo non hanno centrato nessuno, ma i parabrezza delle auto sono disintegrati ed è già andata bene così. Il maltempo è senza tregua, in provincia di Genova, flagella città ed entroterra alternando la neve e la pioggia e la grandine e il vento e la forza del mare, ormai da 48 ore. E le previsioni non confortano granché, se è vero che soltanto nella tarda serata di oggi si potrà (forse) tirare un po' il fiato ed è scattato l'allarme per l'operatività di porto e aeroporto. In un gioco di alternanze perfetto, quasi l'avessero scritto su un copione, il nubifragio ha ripreso a tormentare nella notte fra sabato e ieri, quando stavano scemando l'emergenza e le annesse polemiche per la neve. Il pericolo ha preso innanzitutto la forma del mini-tifone che ha travolto un pezzo di Levante, Priaruggia in particolar modo, facendo cedere di schianto un muraglione tra via Cinque Maggio e via Rossetti precipitato dritto sulle macchine in sosta. Ma il peggio ancora una volta arrivava dal mare, dove il mix d'aria e acqua si è accanito sulle barche strapazzandole quasi fossero di carta. Franco Arezio è il presidente dell'Unione sportiva Quarto, praticamente non ha dormito e la racconta così: «Eravamo a cena, un appuntamento con gli altri soci come facciamo spesso nel fine settimana. A un certo punto volava di tutto e non capivamo davvero cosa stesse accadendo». I locali affacciati sul litorale, "Cinque Maggio", "Monumento", fanno di nuovo la conta dei danni sebbene l'impatto non sia stato così devastante come il 30 ottobre. Semmai, nessuno s'aspettava un ritorno così rabbioso o in forme tanto imprevedibili, della natura e soprattutto del vento: «burrasca forte» (velocità fra 80 e 100 all'ora), «tempesta» (oltre 130) sono le definizioni in gergo tecnico che si traducono in due tetti quasi scoperchiati - sempre via Quarto e via Cinque Maggio - e cornicioni instabili, oppure nella strage di alberi lungo viale Quartara che trasforma in slalom l'accesso alle ville. Mentre la gente qui si assiepa alle fermate del bus per proteggersi dalla pioggia, che non si capisce mai se cessa o cresce, va in scena il nuovo incubo di Pegli, la delegazione più colpita a Ponente un mese fa, e segnata di nuovo da un'alba in apnea. Al club "Vela latina", il circolo storico di 200 barcaroli che è un punto di riferimento per l'intero quartiere, il presidente Pietro Gaveglio non stacca mai gli occhi dal terrapieno che in teoria doveva ospitare le barche d'inverno. Alle sei il maltempo che già lo aveva lavorato ai fianchi, a fine ottobre, l'ha ingoiato definitivamente con tutto quello che si portava appresso: cinque scafi, macchinari, le fondamenta del grande terrazzo che rischia di cedere da un momento all'altro. Nei fondi l'acqua arriva alle ginocchia, e meno male che hanno staccato la luce prima che fosse un disastro. Le onde intanto si schiantano contro la passeggiata, e il tappeto di pietre e schegge che accompagna chi s'è avventurato a ridosso del lido lo certifica più di tutto. Gaveglio non ha nemmeno la forza d'arrabbiarsi, non fa polemica. E indica un punto preciso, il vuoto fra la diga che protegge il Vte e l'aeroporto, ovvero una specie di gigantesco imbuto che proietta incanala i muri d'acqua dritti su Pegli. «In 54 anni non avevo mai visto una roba del genere, una doppia mareggiata nello spazio d'un mese capace di metterci in ginocchio così». Il punto è sempre lo stesso, il rinforzamento che non è mai arrivato «e i tempi lunghissimi della burocrazia. Non ci sentiamo abbandonati nel senso che il Municipio ci aiuta, abbiamo fato richiesta di risarcimento e però le procedure per i permessi, per i lavori urgenti dovrebbero essere più rapidi, altrimenti qui si chiude per sempre». C'è un posto che attira i bambini e i genitori comunque estasiati davanti alla potenza del mare grigio, delle onde che s'avvitano sbarrando l'orizzonte e coprendo in lontananza persino la vista delle gru al Voltri terminal Europa. Le colonne d'acqua al molo da cui ogni giorno parte il traghetto "Celestina", quello che collega Pegli al'Expo ed è ovviamente fuori servizio, s'alzano dai tombini ritmando a intervalli quasi regolari il lamento dell'acqua che prova ad abbattere ogni ostacolo e sbatte sulla banchina. La pioggia si sta trasformando in grandine, ora, da Pegli a Pra' lo scenario non si modifica troppo anche se l'impatto con la costa è più"filtrato". A Vesima Michele Chiaffalà, gestore dei bagni "Janua", fissa le cabine spodestate dal vento, il chioschetto dall'altra parte è ridotto a uno scheletro che può cedere da un momento all'altro. Ad Arenzano l'ultimo tratto della passeggiata è un acquitrino, il porticciolo regge. Ma non è ancora il momento di tirare il fiato. MATTEO INDICE indice@ilsecoloxix.it 01/12/2008 VESIMA 01/12/2008 CREVARI E VOLTRI 01/12/2008 PEGLI 01/12/2008 [+] www.ilsecoloxix.it 01/12/2008 Mandate le vostre foto di maltempo all'indirizzo noiweb@ilsecoloxix.it 01/12/2008 QUARTO 01/12/2008 PRIARUGGIA 01/12/2008

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Spezia secondo pronosticoora la vetta è meno lontana (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Spezia secondo pronosticoora la vetta è meno lontana niente da fare per la sestrese Attesa per l'arrivo di Lazzaro e Capuano. Tempi difficili per i genovesi spezia2 Masi 27' pt (rigore); Nieto 12' st sestrese0 spezia (3-4-3): Bertagna; Cintoi, Citterio, Fusco; Ferdani (11' st Biavan), Pessotton, Antonelli, Nastasi; Frateschi (23' st Baldini), Nieto, Masi (40' st Salvalaggio). A disp. Mozzachiodi, Cintoi, Del Padrone, Ballani. all. Marco Rossi. sestrese (4-4-2): Ivaldin; Bonavitacolan (37' st Buonocore), Romeo, Deodato, Garrasi; Sigona (26' st Carlevaro), Cammarosanon (14' st Maranzano), Puppo, Maisano; Piacentini, Cadenazzi. A disp. Chinchio, Virgili, Sabbione, Esposito. all. Roberto Balboni. Arbitro: Michele Chiantini di Pisa. note: spettatori 1.818, di cui paganti 595, 1.113 abbonati e 110 omaggi per un incasso di 6.378 euro. Angoli: 10-8 per lo Spezia. Recupero: pt 1', st 4'. La partita è stata giocata tutta con l'impianto di illuminazione acceso. 01/12/2008 la spezia. Pronostico rispettato per una partita giocata su di un campo pesantissimo, ma praticabile. Il fondo (rifatto due anni fa per la promozione in B, bei tempi) ha retto bene alla pioggia a tratti torrenziale che ha imperversato fino a poco prima dell'inizio. Spezia partito come al solito molto forte con la Sestrese chiusa a riccio a contendere metro su metro e con Ivaldi a compiere un balzo miracoloso già al 9', quando su corner di Ferdani ha tolto il pallone dalla testa di Citterio sul secondo palo. Ma l'episodio che ha cambiato il corso alla partita si è verificato al 26' quando Ivaldi è uscito al limite dell'area sul lato destro per intercettare un lancio lungo di Antonelli, ma il terreno ha tradito il portiere scuola Genova (ex Giulianova e Cuneo), Masi si è inserito, lo ha anticipato e nel contatto il calciatore spezzino è volato a terra: rigore, che lo stesso calciatore ha battuto e trasformato col piede mancino. E Masi (4 gol in campionato) aveva iniziato con tantissima vivacità l'incontro e già al 7' aveva costretto Bonavitacola a metterlo giù (da ultimo uomo?) mentre stava scappandogli per lanciarsi verso la porta. La Sestrese ha cercato di reagire, attaccando anche con tre uomini (Cadenazzi, Maisano, Sigona) a turno per fungere da spalla a Piacentini, l'attaccante diciottenne, stretto nella morsa di Citterio, di 15 anni più anziano o di Fusco, di 19 anni più grande. Con Puppo su tutto l'arco del campo a cercare di ispirare una manovra che tardava a svilupparsi. Ogni volta che la Sestrese ha messo il pallone verso la porta di Bertagna il pallone è rimbalzato via, come sbattendo contro un muro di gomma. Il portiere spezzino è dovuto uscire solo un paio di volte in tutta la partita. Anche perchè la difesa spezzina ha giostrato senza fronzoli mettendo in angolo o in fallo laterale quando il frangente non era sicuro al massimo. Mai fidarsi del terreno pesante. Confronto chiuso al 12' della ripresa, un minuto dopo l'entrata di Biava, che riprendendo un corner ribattuto dalla difesa, ha messo nel mezzo per Nieto che è svettato su tutti e di testa ha infilato in rete (quarto gol personale). L'attaccante al settimo cielo: nell'ultima partita casalinga disputata, contro il Casale, nella stessa porta aveva segnato il gol della vittoria. Comunque, partita finita che al 23' della ripresa ha fatto registrare l'esordio stagionale di Mattia Baldini, classe '91, figlio di Silvio allenatore dell'Empoli. Nel secondo tempo la Sestrese ha cercato di raddrizzare il risultato, si è sbilanciata, aprendo delle autostrade per le ripartenze spezzine. In due di queste Frateschi ha mancato di poco il guizzo decisivo, così come il sestrese Maranzano al 46', che dopo un batti e ribatti nell'area spezzina, si è trovato tra i piedi il pallone per la rete della bandiera, ma ha messo a lato. Per lo Spezia serviva soltanto la vittoria per mantenere alto il ritmo della rincorsa alla Biellese. Per la Sestrese di Roberto Balboni ci sarà da recuperare alcuni assenti e puntellare la squadra impegnata nella corsa salvezza, invertendo la tendenza, finora 9 sconfitte e 28 gol subiti. Con Biellese e Casale fermate dalla neve, lo Spezia torna secondo a tre punti dalla vetta. Sarà solo una galoppata temporanea in attesa dei recuperi del 10 dicembre, ma psicologicamente la cosa serve tanto.Importantissimo per lo Spezia questo successo in attesa dei rinforzi. I primi due arriveranno martedì e alle 12 saranno presentati nell'area hospitality. Si tratta dell'attaccante Nunzio Lazzaro e del centrocampista Giovanni Capuano, entrambi del Rivoli. Se l'allenatore Marco Rossi lo riterrà opportuno potranno già essere disponibili per la trasferta di Tortona. Una bella iniezione di forza nella corsa verso il primato. In attesa del terzo, Ondrej Herzan, che ieri ha concluso il campionato della Repubblica Ceca e la burocrazia stopperà qualche tempo. E il diesse Osvaldo Olivari è comunque sempre al lavoro, in quanto la lista non pare conclusa. paolo rabajoli rabajoli@ilsecoloxix.it 01/12/2008 BERTAGNA 6 In una partita come questa il suo avversario più pericoloso è l'influenza. Resta per 90 minuti al freddo sotto la pioggia senza che la Sestrese gli consenta di riscaldarsi un poco impegnandolo su qualche intervento. IVANI 6.5 Chissà se nel suo albero genealogico figura anche l'illustre letterato sarzanese Antonio, vissuto nel Quattrocento. Sicuramente la sua Signoria non concede lasciapassare a chiunque voglia transitare sul suo territorio. CITTERIO 6.5 Affronta una di quelle partite in cui potrebbe giocare con un braccio legato dietro la schiena, gli occhi bendati e magari saltellando su un solo piede tanta è la superiorità. FUSCO 6.5 Dopo lo scivolone di Cuneo aveva ammonito i suo compagni: "Sveglia ragazzi!". E allora ieri nel thermos ha infilato il caffè al posto del tè. FERDANI 6 Predilige i campi asciutti, ma si adegua alla circostanza. Argina, ma non spinge. Esce esausto, ma con la coscienza a posto (BIAVA 6 Si conferma calciatore part time, nel senso che predilige partire dalla panchina). ANTONELLI 7 La sua migliore prestazione da quando indossa la maglia bianca, che diventa marrone dal fango dopo pochi attimi. Tampona e fa ripartire la squadra con maestria. PESSOTTO 6.5 Ci mette la gamba e la testa. Non è un corazziere eppure nella palude del Picco si muove con potenza e agilità a beneficio dei compagni. NASTASI 6.5 È un carrarmato e fa girare i cingoli sul prato impedendo agli avversari di far breccia dalla sua parte. FRateschi 6.5 Malgrado il campo sfodera qualche buona giocata anche se il fango gli nega la gioia del gol su delizioso assist di Biava (BALDINI 6 Brinda per il debutto e fa felice il papà Silvio). NIETO 6.5 Tre gol e tutti segnati nella porta sotto la curva ospiti. Quando si dice il destino... MASI 7 Ribalta il luogo comune che vuole i calciatori rapidi in difficoltà sui campi pesanti. I suoi guizzi gettano schizzi contro i difensori avversari che non lo acchiappano mai (SALVALAGGIO s.v. Sognava una stagione diversa, per ora si goda l'attimo). Paolo Ardito 01/12/2008 il pagellone verdestellato 01/12/2008 IVALDI 5 Sconfessa il suo buon pedigrée aprendo la porta allo Spezia con un erroraccio. Dimostra che l'acqua non è elemento a lui gradito perchè il pallone scivoloso si trasforma sovente in una saponetta. Bonavitacola 5 Meno male che tutti gli attaccanti che deve affrontare non si chiamano Masi, altrimenti sarebbero dolori. Nonostante il terreno paludoso non riesce a far prevalere la sua maggior prestanza fisica (BUONOCORE s.v. Un'apparizione per dire: «Al Picco ho giocato anch'io»). Deodato 6 Il suo omonimo più famoso, Ruggero, è regista romano, lui prova allora a proporsi da attore protagonista nel ruolo di difensore. Per un po' regge, ma alla distanza sono dolori. Romeo 5.5 Guida la difesa più battuta del girone, ma sperava che il terreno pesante potesse agevolare i recuperi. Invece fa ancora splash. Garrasi 6 Il "face to face" con Frateschi è uno dei temi caldi del pomeriggio. I duellanti non risparmiano colpi, ma sempre al limite della correttezza. PUPPO 6.5 Da capitano indomito gioca in mezze maniche come faceva Pasquale Bruno. Mulina le sue gambette da bancario e talvolta riesce a mandare fuori fase i suoi dirimpettai. CAMMAROSANO 6.5 Giocoliere in mezzo al campo, nel senso che "lavora" un sacco di palloni facendo coraggio ai compagni quando il morale scende al gol del vantaggio aquilotto (MARANZANO 6 Confeziona l'unica opportunità della sua squadra. Ma lo fa mentre il pubblico comincia a sfollare). Maisano 6 Tampona su Ferdani e in seconda battuta gli inserimenti di Ivani. Tutto sommato se la cava e finché può prova anche a spingere sulla corsia esterna. SIGONA 5.5 Si trova davanti Fusco che probabilmente ammirava dagli spalti del Ferraris durante Genoa-Spezia. Comprensibile l'emozione. (CARLEVARO s.v. Entra quando non può più incidere sul risultato). Piacentini 5 Quando lui nasceva, il suo diretto avversario, Andrea Citterio, frequentava già le scuole superiori. E allora, nonostante la volontà, l'allievo non riesce mai a superare il maestro. Cadenazzi 5 Questa volta invece le parti si invertono. È l'allievo, solo per una questione anagrafica, Valentino Ivani, che supera il maestro nascondendogli il pallone come un abile prestigiatore. Arbitro Chiantini 6.5 A volte dà la sensazione di essere indulgente con il più debole, ma dirige con sapienza. P. A. 01/12/2008

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LA GIUNTA CAMPANA FINANZIA IL CONSOLIDAMENTO DELLE PASSIVITÀ A BREVE PER ALTRE 100 IMPRESE. COZZOLINO: "UNA MISURA ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER FRONTEGGIARE LA CRISI. PRESTO ULTERIO (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 01 Dicembre 2008 LA GIUNTA CAMPANA FINANZIA IL CONSOLIDAMENTO DELLE PASSIVITÀ A BREVE PER ALTRE 100 IMPRESE. COZZOLINO: "UNA MISURA ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER FRONTEGGIARE LA CRISI. PRESTO ULTERIORI FINANZIAMENTI" Napoli, 1 dicembre 2008 - Su proposta dell´assessore regionale alle Attività Produttive Andrea Cozzolino, la Giunta Regionale ha stanziato ulteriori risorse per finanziare 100 imprese ammesse ad usufruire degli incentivi regionali per il consolidamento delle passività a breve. A partire da questa settimana, le 100 imprese destinatarie dell´incentivo riceveranno complessivamente 9,581 milioni di euro di contributi pubblici erogati, grazie ai quali potranno essere consolidati dal breve al lungo periodo crediti bancari per 53,619 milioni di euro. Dal punto di vista territoriale, il maggior numero di imprese ammesse all´incentivo è concentrato in provincia di Salerno, con 42 finanziamenti, seguito da Napoli con 28, Avellino con 19, Benevento con 5 e Caserta con 6. Dal punto di vista settoriale, invece, il maggior numero di imprese ammesse al finanziamento si concentra nell´industria, con 41 progetti di consolidamento finanziati. Seguono il commercio con 28 istanze finanziate, le costruzioni con 14 istanze e le attività estrattive con 11. L´81% di richieste di consolidamento finanziate sarà erogato a favore di piccole imprese, il 19%, invece, a favore di imprese di media entità. Complessivamente, la media dell´importo per ogni consolidamento richiesto è pari a 536. 196 euro. L´incentivo per il consolidamento delle passività a breve è una delle cinque misure previste dalla nuova legge regionale sugli incentivi, in vigore dal dicembre 2007. Questa normativa ha razionalizzato lo strumento degli incentivi, passati da 44 a 5 (innovazione e sviluppo; credito d´imposta per gli investimenti; credito d´imposta per l´occupazione; consolidamento delle passività a breve; contratto di programma regionale), semplificando e sburocratizzando le procedure grazie al sostegno del sistema bancario e agli sportelli on line dove presentare le domande. Lo sportello per il consolidamento delle passività a breve è stato aperto lo scorso 14 luglio e si è chiuso in meno di 24 ore con 236 domande idonee presentate e il conseguente esaurimento delle risorse messe a disposizione. Il 31 ottobre scorso sono state finanziate le prime 82 imprese, per complessivi 10,2 milioni di euro di contributi pubblici già erogati, grazie ai quali sono stati consolidati dal breve al lungo periodo crediti bancari per 61,8 milioni di euro. "La legge sugli incentivi si sta dimostrando uno strumento estremamente efficace a sostegno del sistema delle nostre imprese", dichiara l´assessore Cozzolino. "Proprio adesso che la crisi finanziaria sta riversando i suoi effetti negativi sull´economia reale della produzione e del lavoro, il consolidamento per le passività a breve si sta rivelando una misura di grande utilità e concretezza per quelle aziende che hanno fatto investimenti importanti per lo sviluppo del territorio e ora hanno bisogno di più tempo per reggere all´impatto della difficile congiuntura. Uno dei risultati più positivi dei nuovi incentivi regionali lo stiamo ottenendo proprio sul versante del fattore tempo. Nei momenti di maggiore difficoltà è, infatti, importante attuare le giuste misure nella maniera più veloce possibile. Attraverso passaggi semplici e trasparenti, alleggerendo il peso della burocrazia e delle lunghe intermediazioni, a poche settimane dall´apertura del bando, siamo riusciti a finanziarie oltre l´80% dei progetti. Entro la fine dell´anno completeremo tutte le pratiche per le imprese che hanno dimostrato di avere le carte in regola e procederemo al finanziamento anche per gli incentivi per innovazione e sviluppo e, successivamente, per il contratto di programma regionale. Ora attendiamo soltanto che il Governo ci permetta di chiudere la convenzione con l´Agenzia delle Entrate per far partire anche i bandi sul credito d´imposta per gli investimenti e l´occupazione. Si tratta di misure che abbiamo fortemente voluto e per cui sono già disponibili le risorse. Sono due incentivi estremamente importanti per il rilancio dell´occupazione e della competitività", conclude Cozzolino. . <<BACK

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la passione di un intellettuale del profondo sud - sante maurizi (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 21 - Cultura e Spettacoli La passione di un intellettuale del profondo Sud Il grande studioso ed etnologo insegnò anche nell'ateneo di Cagliari SANTE MAURIZI «Basso di statura, napoletano di origine e di costumi, ma dotato di freddi occhi azzurri in forte contrasto con la sua napoletanità, De Martino era un geniale pensatore e ricercatore». In quelle lievissime «Confessioni di un ottuagenario» (Donzelli, 2003) che ripercorrono figure e avvenimenti di un Novecento culturale italiano che ingigantisce con la distanza, Cesare Cases ricorda la frequentazione con l'etnologo napoletano. Esule per varie università («grazie a intrighi accademici di carattere nepotistico») Cases approda a Cagliari chiamato appunto da Ernesto De Martino alla fine degli anni cinquanta per insegnare letteratura tedesca: «A Cagliari era f.f. (facente funzione) di Preside della facoltà di Magistero. All'f.f. ci teneva molto, rientrava nei suoi aspetti simpatici di avversione alla burocrazia accademica». Era «uno dei pochissimi etnologi italiani, certo il più brillante». Insegnavano a Cagliari in quegli anni nomi illustri della cultura umanistica: Giuseppe Petronio, Pietro Rossi, Paolo Rossi Monti, Cesare Vasoli, Mario Baratto, Pio Baldelli. De Martino vuole accanto a sé giovani studiosi continentali (Alberto Mario Cirese, Clara Gallini) e contribuisce a formare una generazione di isolani (Giulio Angioni, Placido Cherchi). «A differenza di noialtri letterati - ricorda Cases - aveva forti convincimenti e voleva interessare alla sua disciplina chiunque gli prestasse orecchio, me compreso, che altrimenti non me ne sarei occupato». è questa contagiosa passione a costituire forse il dato più caratteristico di De Martino, di cui oggi ricorre il centenario della nascita. Figlio di un ingegnere delle ferrovie, si laurea nel 1932 con Adolfo Omodeo con una tesi in storia delle religioni sugli scongiuri. Il rapporto con lo storicismo e la filosofia di Benedetto Croce caratterizzerà i primi anni di ricerca pur nella difficile conciliazione del proprio campo di indagine con discipline che il filosofo napoletano aveva praticamente ignorato. Contro quello che definirà «storicismo pigro e sermoneggiante» sono già i primi lavori (i diversi contributi nella rivista di Raffaele Pettazzoni «Studi e Materiali di Storia delle religioni», il primo volume pubblicato nel 1941, «Naturalismo e storicismo nell'etnologia»), quelli del pionieristico interesse per l'intreccio fra psicologia, pratiche magiche e sciamanismo. Ma è «Il mondo magico» (1948) a costituire un vero momento di svolta. Anzitutto nell'introduzione della categoria della «crisi della presenza», il rischio per l'uomo dell'annullamento da parte di forze incontrollabili, una ferita dell'io che la magia cicatrizza e rassicura. La crisi ha un carattere storico, non metafisico, che non è possibile ignorare né cancellare dall'orizzonte umano. Da qui l'affermazione della storicizzabilità delle categorie crociane, e al tempo stesso del definitivo allontanamento da quella tradizione che a partire dal fiorire di ricerche a cavallo tra otto e novecento aveva caratterizzato l'etnologia nel segno tutto italiano dell'erudito di provincia: innervato di cultura filosofica, appunto, che nel nostro paese allora non poteva non dirsi crociana; allontanamento a favore del riconoscimento di un'autonomia disciplinare e storiografica degli studi antropologici. A favore, soprattutto, della «ricerca sul campo», nella quale De Martino sarà maestro. Svolta anche editoriale e culturale più in generale. Il lavoro con Pavese per la realizzazione della collana viola Einaudi (inaugurata appunto dal «Mondo magico») aprì una finestra, con l'inopinata apertura all'irrazionalismo e al mito, nella cultura italiana dell'immediato dopoguerra, costretta alla disputa fra cattolicesimo e idealismi crociano e marxista. La definizione dell'operare scientifico di De Martino procedeva in quegli anni di pari passo con l'esperienza di militante politico. Segretario di federazione del Psiup, poi del Psi, in Puglia, aderisce nel 1950 al Partito Comunista. Il contatto diretto con i problemi del meridione contadino, l'incontro con l'opera (e le persone) di Carlo Levi e Rocco Scotellaro, la pubblicazione nel 1948 dei Quaderni dal Carcere di Antonio Gramsci contribuiscono a definire l'orizzonte del suo operare nella serie di leggendarie missioni etnografiche in Lucania e Salento con una «squadra» irripetibile: il fotografo Franco Pinna, l'etnomusicologo Diego Carpitella, il critico d'arte Marcello Venturoli. Per la prima volta in Italia la cinepresa, il magnetofono, la macchina fotografica, vengono impiegati secondo un progetto organico di ricerca. Sono gli anni di pubblicazione di «Sud e magia», «Morte e pianto rituale nel mondo antico», «La terra del rimorso». Sono gli scritti che contribuiscono a definire l'originalità dell'antropologia italiana nel senso di una disciplina non neutra, calata fortemente nel vivo della procedere storico. Che equivale, in quegli anni, a registrare l'impatto della modernità con il mondo «primitivo» delle classi subalterne. De Martino muore di tumore a cinquantasette anni, nel 1965. è ancora Cases a riassumere il cordoglio per la precoce scomparsa: «Molti (tra cui io) sono ancora persuasi che con lui sia andata perduta la maggior tempra di pensatore del Novecento italiano».

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di GIOVANNI DEL GIACCIO Due anni di certificati medici, addirittura un indirizzo in Marocco c... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 01 Dicembre 2008 Chiudi di GIOVANNI DEL GIACCIO Due anni di certificati medici, addirittura un indirizzo in Marocco con visita fiscale disposta - e non effettuata perché lei era assente - attraverso il Consolato italiano. Di lavorare una farmacista in servizio presso il presidio ospedaliero sud della Asl non aveva molta voglia. Né tantomeno di presentarsi alle convocazioni dell'azienda. Una scelta d'amore, a quanto sembra, che l'ha portata fino al licenziamento disposto di recente dalla direttrice generale dell'azienda, Ilde Coiro. Una storia, quella della farmacista che era stata assunta nell'89, iniziata a febbraio del 2005. Un certificato dopo l'altro, frequenti malattie subito dopo l'avvio di una relazione sentimentale con un cittadino di origine marocchina. Fino a dicembre del 2007 e quindi per quasi tre anni la dottoressa era puntualmente malata, con una situazione facilmente immaginabile per la Asl che di fatto era priva di un'unità lavorativa senza avere la possibilità di sostituirla. Da uno dei certificati è emerso che il domicilio della farmacista era appunto in Marocco ed è attivando il Consolato che si è provato, invano, a sottoporla a visita medica. Da Casablanca hanno risposto che a quel domicilio non c'era. E' partita la procedura per comunicare che le sarebbe stato defalcato lo stipendio per l'assenza alla visita fiscale ma anche che le sarebbe stato addebitato l'onorario del medico incaricato dall'autorità diplomatica. Lei non ha fatto una piega e non ha mandato ulteriori certificati, risultando così "scoperta" dal 7 dicembre. A quel punto la Asl l'ha invitata il 28 gennaio a riprendere servizio «entro cinque giorni» e a «presentare documentazione giustificativa dell'assenza», comunicando che in difetto si sarebbe avviata la risoluzione del rapporto. Lettera regolarmente ricevuta ma non in Marocco, bensì all'indirizzo nella città del sud pontino dove la farmacista risulta domiciliata. Nulla da fare, di lei nessuna traccia. Vana anche la sospensione della retribuzione, nonché la "contestazione" delle assenze con convocazione alla Asl il 23 giugno «per essere sentita in propria difesa» come prevede la legge «prima di recedere dal rapporto di lavoro per giusta causa». Ma all'incontro la farmacista non c'era e così la Asl non ha potuto far altro che prenderne atto. Da quel momento in poi la burocrazia ha fatto il suo corso e qualche giorno fa è arrivata la delibera con la quale si "risolve" il rapporto. A quasi quattro anni dal primo certificato. Della serie i "fannulloni" si trovano pure ma riuscire a mandarli via è tutt'altro che semplice. Anche se c'è di mezzo una scelta di... cuore.

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Patentini fitosanitari: arrivano nuove regole (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 01-12-2008)

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AGRICOLTURA 01-12-2008 BUROCRAZIA I CORSI DIVENTANO DI 18 ORE Patentini fitosanitari: arrivano nuove regole II La Regione Emilia-Romagna ha apportato delle importanti modifiche all'abilitazione alla vendita e all'autorizzazione all'acquisto dei prodotti fitosanitari. Con una deliberazione ad hoc, ha introdotto delle semplificazioni di carattere procedurale, al sistema di formazione e aggiornamento professionale in materia. Relativamente al rilascio delle abilitazioni e delle autorizzazioni, la principale novità riguarda la durata del corso formativo, che passa da 15 a 18 ore. Le procedure, invece, continuano a essere le seguenti: frequenza dello specifico corso, possesso d'idonea documentazione attestante la frequenza al corso e superamento della valutazione. Maggiormente modificato, invece, risulta il rinnovo delle abilitazioni (da parte dell'Ausl) e dei cosiddetti patentini (rilasciati dall'Amministrazione provinciale per acquisire l'autorizzazione all'uso e all'acquisto dei prodotti fitosanitari ndr). A partire dai prossimi rinnovi, infatti, dopo aver frequentato lo specifico corso di 9 ore e ottenuto l'attestazione della frequenza, la valutazione finale d'apprendimento sarà fatta dagli enti formatori nell'ambito del percorso formativo. Per questo, gli interessati non dovranno più sostenere un esame finale, gestito dalle Amministrazioni competenti. L'altra novità introdotta dalla Regione riguarda i laureati in chimica, medicina e chirurgia, medicina veterinaria, scienze biologiche e farmacia, i diplomati in farmacia, i periti chimici, i quali vengono esentati dai corsi, ma restano assoggettati alla valutazione della Provincia. Per approfondimenti si può consultare la pagina web: http://www.ermesagricoltura. it/wcm/ermesagricoltura/fitosanitario/difesa_diserbo/patentino/patentino_2008.htm.

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La tutela del cittadino prima di tutto (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - speciale congresso notai Numero 284, pag. 47 del 29/11/2008 Autore: di Paolo Setti * Visualizza la pagina in PDF     La tutela del cittadino prima di tutto Parliamo sempre più spesso di sicurezza giuridica. Per gli esperti di diritto e i notai, è un concetto chiaro. Dobbiamo però chiederci se è altrettanto chiaro per altri protagonisti del mondo economico e sociale e, soprattutto, per il cittadino che, quando acquista un?abitazione, chiede di essere rassicurato nell?ambito del suo, e solo del suo, rapporto giuridico. Quello di cui non può rendersi conto è che la sua sicurezza non potrebbe esistere se non fossero altrettanto sicuri anche i rapporti giuridici degli altri, cioè se il sistema non fosse sicuro. Gli operatori del mondo economico e sociale, dal canto loro, hanno nei confronti della sicurezza giuridica un atteggiamento di diffi denza, dovuto al fatto che spesso la identifi cano con il concetto di burocrazia. Per questo motivo sempre più spesso si accomuna la parola «semplifi cazione» all?idea di assenza di regole: equivalenza certamente sbagliata, ma segnale di un problema che esiste. Eppure la sicurezza giuridica, nel nostro mondo politico ed economico, è e deve essere un bene comune a disposizione di tutti, senza alcuna distinzione, nel semplice rispetto delle regole. Quindi, di fatto, costituisce un valore di democrazia di cui il notaio è uno strumento. In quanto pubblico uffi ciale, delegato dallo stato per il controllo preventivo di legalità, egli assicura a tutti i cittadini e residenti regolari casa e lavoro in imprese che rispondono a tutti i requisitidi legge, due diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione. Nei paesi di matrice anglosassone, dove il notaio di fatto non esiste, l?accesso al bene casa non viene garantito da un sistema pubblico. La tutela dell?acquirente è rimesso alla sua prudenza e alla capacità economica dell?individuo: in pratica deve munirsi di un buon avvocato e una buona assicurazione. E ciò che il privato spende in quei paesi non contribuisce a creare un sistema di pubblici registri affi dabile per la collettività, tali da assicurare il libero e regolare scambio dei beni e la loro esatta valutazione, presupposto essenziale per la fi ducia nel mercato e nelle istituzioni. *vicepresidente del Consiglio nazionale del notariato

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Vacanze. (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 01-12-2008)

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Chiudiamo per una settimana. E poi si riprende. Magari con qualche pietanza in più rispetto all'ultimo mese. Scritto in Varie Non commentato » (No Ratings Yet) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Nov 08 ColaNinjo Mi trovo in una situazione imbarazzate riguardo il ragioniere di Mantova. Quando scalò la Telecom, con 50 miliardi di euro a debito, dissi (all'epoca scrivevo sul Foglio) che si trattava di un'operazione rischiosa, ma di mercato. Si muovevano le acque, si dava una salutare bastonata a quel nocciolino molle degli imprenditori italiani che con quattro azioni volevano controllare le tlc. Insomma ero dalla parte dei D'Alema e Bersani che appoggiarono la scalata e che indubitabilmente la facilitarono. Ora ColaNinjo ha messo su una cordata per comprarsi Alitalia. E anche in questo caso non sono infastidito dall'operazione. Ferme restando tutte le obiezioni di cui abbiamo parlato altrove in questa zuppa. Questa volta ad appoggiare e favorire il nostro, sono l'adorato Cav e i suoi. Ma cari commensali un paio di giorni fa mi è suonato un fastidioso campanello d'allarme. Il Cola in un'intervista (smentita) alla Stampa ha detto più o meno che Berlusca è un grande e soprattutto che i suoi ex amici sono più o meno dei pirla. Non più tardi di un mese fa aveva ribadito la sua tendenza a sinistra e non ha mai nascosto le sue simpatie dalemin-bersanesche. Che brutto odore tutti questi imprenditori che si gettano tra le braccia del nostro adorato Cav. Magari cari commensali è tutto falso, l'intervista è frutto della follia di un giornalista e ColaNinjo farà bene il suo lavoro. Ma quella fastidiosa tendenza per la quale tutti i banchieri si misero in fila per le primarie dell'Ulivo quando governava Prodi e per la quale oggi tutti si spostano a destra, mi fa senso. Occupatevi di business, chè la politica è sufficientemente adulta per badare a se stessa. Scritto in Varie Commenti ( 49 ) » (7 votes, average: 4.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Nov 08 Io non voto Obama Ma che palle sto Obama. Ma è mai possibile questo impazzimento per il candidato democratico? E la Gelmini? stiamo qua a difendere il suo decreto giusto ma impopolare e questa che ti combina? gongola popolareggiando il ministro più impopolare nelle piazze. Insomma non la metto sui contenuti, ma sui sapori, cari commensali. Perchè il centrodestra deve sempre aver paura. Deve sempre cadere nella fichizia progressista? Perchè non è mai in grado, come direbbe il popolare Moretti, di dire qualcosa di liberale? Si ha l'impressione che il meccanismo sociale che si è scatenato a favore di Obama è identico (anche se di segno opposto) a quello che ostracizza il Cavaliere. In nessun salotto chic sentirete qualcuno a favore del Cav e in nessun salotto chic sentirete qualcuno contro Obama. é la stessa identica forma mentis. Non si discutono i contenuti (andate a raccontare a un sin sin il fatto che Obama sia più duro di Bush sull'Iran), ma si danno i voti su quell'insopportabile ebbrezza che nasce dal dire la cosa giusta, nel momento giusto, al posto giusto e condivisa da tutti i giusti. E cioè: sto con Obama. E io no. ps ecco il link al mio pezzo sul giornale:http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=303354#/a.pic1?ID=303354 Scritto in Varie Commenti ( 70 ) » (11 votes, average: 3.73 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Oct 08 Quando la stampa è democratica Scoop, e strascoop. Ecco i fatti. Due settimane fa il premier convoca nel palazzo presidenziale tutti i più importanti editori del paese, nessuno escluso. E chiede loro l'appoggio per le misure appena varate dal governo per contrastare la crisi finanziaria e per ottenere dalla stampa nazionale un'iniezione di fiducia e di ottimismo. Non vengono chiamati i direttori, ma addirittura coloro che gli pagano lo stipendio. Urca, roba forte. Ma Berlusconi è forse impazzito? Il solito regime, anche la libertà di stampa va a farsi benedire. In che paese viviamo! Roba da matti e da operetta. Andiamo tutti in piazza, manifestiamo davanti a Palazzo chigi. E poi come mai non abbiamo avuto nessuna nota sullo scandaloso comportamento sulla stampa. Opsss. Non è stato Berlusconi e manco Letta. Ma il nostro democratico vicino, bambi Zapatero. Il 13 ottobre scorso ha convocato Ignacio Polanco (gruppo Prisa, proprietario del Pais e non solo), Antonio Fernandez Galiano (Unedisa della Rizzoli che pubblica tra l'altro El Mundo), Diego de Alcazar (Vocento che pubblica Abc) e anche Maunel Lara (Razon). El Confindencial ci racconta in un bel articolo della riunione: Zapatero ha chiesto agli editori oltre a tutto ciò che abbiamo già detto, di limitare al massimo le critiche, visto il momento difficile. Non ci si può fidare più neanche dei sani democratici. Scritto in Varie Commenti ( 29 ) » (9 votes, average: 3.56 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Oct 08 Anno Zero Due considerazioni sul "mostro". Sono stato invitato tre volte ad Anno Zero, da Michele Santoro. E per tre volte ci sono andato. Troppo poco per essere definito un amico di Santoro, troppo per non conoscere i meccanismi del programma. Santoro costruisce con abilità il programma su una tesi. Un po' come faceva l'adorato (da me) Giuliano Ferrrara ad 8emezzo (che oggi è diventato una schifezza, si intende il programma). Tra i due le distanze sono abissali, e non sto a ripetere chi mi è più congeniale. Però le critiche che gli sono state mosse ieri sera, sul fatto di non aver fatto parlare uno studente di destra, sono demenziali. Scusatemi: ma vogliamo forse un tribunale del popolo sulle ospitate tv? ma che cavolo di polemica è mai questa? Santoro non è fazioso è faziosissimo. e dunque, ovviamente, è più che criticabile per la gestione della trasmissione. Ma cerchiamo di essere seri. Ho ricevuto alcune proteste, affettuose, sulla mia partecipazione al programma. Non altrettante rimostranze mi sono arrivate per le mie comparsate ad Omnibus e a Raitre in contesti altrettanto poco lib. C'è evidentemente una ragione di numeri, visto che Santoro riesce a fare ascolti in modo ineguagliabile. Ma resta un tema di fondo: un giornalista lib-lib non deve partecipare a trasmissioni di sin-sin? e perchè? Ci sarebbe una sola buona ragione (e non è ovviamente detto che non capiti): non riuscire minimamente a dire la propria idea. Finora, nelle puntate di Anno Zero a cui ho partecipato, non è avvenuto. Ieri il leghista Cota ha parlato quanto Veltroni, se non di più. In un contesto decisamente ostile, ma per tutti. E ce lo siamo reciprocamente detti alla fine del programma. Il contesto è quello che è, è santoriano. ps: cari commensali, pensate alla "mitica" Gabanelli. A mio avviso il suo report è cento volte peggio di Anno Zero. la Gabba lavora a tesi, ma a differenza di Santoro, se le prepara e se le cucina da sola, senza neanche il più debole contradditorio. Altro che studende ablante di destra. Scritto in Varie Commenti ( 45 ) » (14 votes, average: 3.57 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 12Oct 08 La crisi della Robin Qualcuno si ricorda che in Italia, grazie all'intuizione molto pop di Julius, è stata introdotta una nuova imposta? Si chiama Robin tax. E l'idea geniale era quella di colpire quegli sfruttatori dei banchieri e dei petrolieri (con appendice di chi invece il petrolio lo brucia, come le compagnie elettriche). Ebbene ora ci troviamo nella paradossale situazione per la quale gli stati nazionali con una mano tassano le banche (in particolare gli interessi che riconoscono ai correntisti sono in parte indeducibili) e con l'altra restituiscono soldi alle banche più o meno nazionalizzandole. Nel frattempo il petrolio è sceso sotto 80 dollari e gli extraprofitti (intuizione socialista) evaporano. Mi chiedo se Julius, come dice, aveva previsto tutto, non poteva prevedere anche questo elementare paradosso? Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 47 ) » (5 votes, average: 4.2 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 06Oct 08 Chi ci salva dai salvatori? L'america ha adottato misure per contrastare la crisi da 850 miliardi di dollari. L'Europa si è vista a quattro e ha detto che nessuna banca europea verrà lasciata fallire. Tutti, me compreso, hanno sostenuto che in una fase eccezionale come l'attuale si possono adottare provvedimenti eccezionali, con il ritorno dell'intervento statale. Poi sulle tecnicalità si può discutere per anni, ma il principio è che lo Stato debba fare qualcosa. Ma se sbagliassimo? é questo il punto. Guardiamo alla "deficiente regola" volta ad azzerare le vendite allo scoperto, che più o meno tutte le Borse del mondo stanno adottando. Chi pensava che solo attraverso questo strumento di limitassero i ribassi delle azioni, si è sbagliato di grosso. Si introduce una fortissima distorsione al mercato e non si porta a casa neanche un risultato. ragionamento simile si può. forse provocatoriamente, fare per gli attuali interventi statali nell'economia. Non stanno risolvedno il problema borsistica e a ruota neanche quello di operatività delle banche. Come se non fossero stati fatti. In compenso ci troviamo le manone ingombranti della politica sui nostri affari. Speriamo di non dovercene pentire. Gli americani sanno liquidare l'intervento dello Stato in pochi anni. Noi Europei quando ci sediamo alla tavola del mercato, ci restiamo anche dopo il dessert. Scritto in finanza Commenti ( 57 ) » (11 votes, average: 3.18 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante, ma non garantisce un buon servizio +I sindacati hanno le spalle al muro: o così o si muore -Sono inviatati al tavolo (passera dixit) per concordare il piano industriale +AirFrance in fondo, ma mica tanto, è una società pubblica (18% di Sarko') -Airfrance sa far fruttare una compagnia aerea e viaggia in tutto il mondo +Colaninno&co ci mettono il grano e si assumono un bel rischio (in Italia praticamente nessuno ha fatto quattrini con i voli di linea) -Aifrance avrebbe pagato qualcosa alle minoranze e allo Stato, mentre i nostri eroi oggi si assumono un rischio ma a prezzi ben più da saldo +E' stata Aifrance a rompere le trattative: aveva posto tre condizioni tra cui l'assenso dei sindacati al piano di vendita. Che ovviamente non c'è stato -E' stato l'adorato Cav, in campagna elettorale, a dare indirettamente man forte ai sindacati dicendo che la compagnia deve restare in mani italiane +Lufthansa e Airfrance e tutte le compagnie americane non possono essere acquistate da stranieri e dominano sui rispettivi mercati nazionali -Non è detto che il concetto di italinità o francesità corrisponda, alla fine, all'interesse molto concreto, dei cittadini-utenti La somma dei più e dei meno. cari commensali, che risultato dà? Scritto in Varie Commenti ( 142 ) » (14 votes, average: 3.21 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Aug 08 Alè Magno L'idea di Alè Magno di istituire una commissione, darla in mano a Giuliano Amato (quello che rinfaccia Craxi e forse anche lo scippo sui conti corrente) e discutere dei problemi de Roma, mi sembra una scemata pazzesca. Ogni stagione ha le commissioni di che si merita. Oggi con la moda dell'anticasta, si deve dunque dare una nobiltà ad una commissione che comunque non servirà a nulla. Voglio dire che senso ha per un amministratore cittadino inventarsi grandi temi di discussione. C'è bisogno di una Commissione per decidere ad esempio che l'acea debba essere privatizzata? assolutamente no. e di fatti, Alè magno non vuole venderla. C'è bisogno di una commissione per decidere di ampliare ed eventualmente liberalizzare le licenze dei tassisti romani? assolutamnete no. E di fatti Alè Magno è l'idoletto della corporazione dei tassisti. C'è bisogno di una commissione per spiegare ad un sindaco che se due suoi ospiti olandesi vengono stuprati e presi a mazzate tra i denti, è il caso almeno nel giorno del fattaccio di tenere la bocca chiusa o almeno aprirla per chiedere scusa a nome di una città anch'essa ferita? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (9 votes, average: 4.11 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Aug 08 Julius ha visto la luce Il nostro Julius (Tremonti, per chi non lo sapesse) ha visto la luce. Già si capiva per la verità leggendo con attenzione un interessante fondo del convertito (alle ragioni ministeriali) Giannino, di un paio di giorni fa. Un liberale doc, a patto che non si discuta dell'operato di Julius. Ma ritorniamo alla luce. Su Libero leggevamo: "il Papa su questo la pensa come Giulio Tremonti, non come gli alfieri del mercato che sul Corriere della sera e Sole 24 ore da mesi ribattono che quelli contro i derivati sul petrolio e sul grano sono attacchi di irriducibili passatisti, di vecchi arnesi nostalgici del protezionismo. Ora si è capito ancor meglio, che i giudizi del Papa non sono poi coincidenze casuali, con Tremonti" . E poi oggi finalmente sul Corrierone una domanda (anzi una non domanda) infilata lì per caso: "A luglio il papa ha condannato la speculazione." E Julius, poco prima: "Come sempre, nei grandi passaggi della Storia, la visione della Chiesa è fondamentale per la comprensione dell'esistente". La lieta novella della parabola di Julius: "L'azione dei governi ha fermato la speculazione". Sintetizziamo il filo logico del ragionamento: la speculazione è la peste del secolo-tremonti ha convinto di ciò il papa- la Chiesa ha sempre una grande visione e la condivide con Julius-i governi, incalzati da Julius hanno bloccato il contagio malefico. Hip hip hurra. Per fortuna che abbiamo il nostro adorato Cav. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 84 ) » (8 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Nato a Roma, vivo a Milano. Lavoro da qualche anno al Giornale e scrivo di economia e finanza. 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Intervista a DOUNIA ETTAIB Donne arabe d'Italia/ Ascoltare le donne per aiutarle a integrarsi (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Lun, 01 Dic 2008 Edizione 258 del 29-11-2008 Intervista a DOUNIA ETTAIB Donne arabe d?Italia/ Ascoltare le donne per aiutarle a integrarsi di Alessandro Litta Modignani Dounia Ettaib, 29 anni, nata a Casablanca (Marocco) è giunta in Italia nell?89, ad appena 10 anni. Laureata in psicologia, è attualmente l?animatrice di ?Dari?, associazione che si occupa delle difficoltà delle donne arabe che vivono in Italia. Da quanto tempo si occupa di questo problema? Ho iniziato a occuparmi di integrazione lavorando per la Provincia di Milano, dal 2002 fino al mese scorso. Ho incontrato la Confederazione marocchini d?Italia, che raccoglie molte associazioni sparse nel paese. E? una collettività eterogenea, composta da uomini e donne di ogni estrazione sociale e livello culturale, accomunati però da una mentalità aperta, favorevole all?emancipazione. Spesso anzi sono gli uomini i primi a farsi sentire. Nel 2006 ho conosciuto l?attività dell?Acmid presieduta da Souad Sbai ? oggi deputata del Pdl - e da questa esperienza è nata Dari. E? in quest?ambito che ho potuto iniziare a sviluppare il mio impegno per le donne. Il Marocco, in questo senso, è un paese evoluto? Certo. Con la modernizzazione in corso, il Marocco ha fatto passi da gigante. Da nove anni, le riforme del sovrano progressista Mohammed VI hanno scosso il paese. Il nuovo codice ha permesso di rifondare la famiglia su basi di uguaglianza, con l?abolizione della poligamia. Inoltre è stata condotta una dura lotta alla povertà e all?analfabetismo, responsabilizzando entrambi i coniugi. Parliamo della vostra associazione ?Donne arabe d?Italia?. Di Dari fanno parte donne italiane, ebree e naturalmente arabe, per lo più nordafricane. Dari dà ascolto alle donne e le aiuta a integrarsi, a partire dal loro vissuto. E? importante capire che integrazione non significa rinuncia alla propria cultura: l?integrazione è un di più, qualcosa che si aggiunge al vissuto, ma non lo sostituisce. Un arricchimento, non una sottrazione. Spesso le donne arabe si sentono accusare ingiustamente di essere delle convertite. Vengono additate come occidentalizzate, quasi fosse una colpa. Può raccontare alcuni esempi? Alcune di queste donne sono arrivate qui da sole, perché erano intraprendenti ed emancipate. Sposandosi hanno fatto un salto all?indietro, perché hanno perso il lavoro e l?indipendenza e si devono occupare del marito, dei figli, della casa. Altre sono vittime di matrimoni combinati quando erano minorenni, addirittura bambine: una volta cresciute, la famiglia si chiude e si ritrovano blindate in una specie di prigione. Com?è di solito il rapporto con gli uomini italiani? Le donne che vogliono sposare un occidentale si scontrano spesso con problemi di burocrazia. Avere il nulla osta dal consolato non è facile, perchè una musulmana in questo senso non è libera. Spesso le autorità chiedono ai mariti di convertirsi, per il timore che la donna cambi religione. E con il paese di origine, i problemi quali sono? Problemi enormi. Vi sono casi in cui la famiglia torna in Marocco per le vacanze, e il marito decide che vuole un?altra donna. Allora sottrae alla moglie i documenti e i figli, e la ricatta: se non acconsenti al divorzio, non potrai tornare in Italia. Poi vi sono i matrimoni celebrati solo in moschea, che non risultano agli effetti civili, per aggirare il divieto alla bigamia. Ci sono problemi per ottenere il divorzio? No, con il nuovo codice in Marocco il divorzio consensuale si ottiene in un mese, come in Francia. Sotto questo profilo, noi siamo molto più avanti dell?Italia. (Qui Dounia scoppia a ridere, n.d.r.). Prevalentemente, con quale stato d?animo le donne arabe si presentano da voi? Spesso non denunciano gli abusi. Sono impaurite, non si sentono tutelate. Se una donna non lavora, è ricattabile. Teme di perdere i figli, teme nel mancato rinnovo del permesso di soggiorno, ottenuto per ricongiungimento famigliare. Qual è il vostro raggio d?azione? Dalla sede di Milano seguiamo casi in tutta la Lombardia e alcuni anche in altre regioni. Purtroppo non siamo sostenute in alcun modo. La Provincia sta cercando di aiutarci, ma ha risorse limitate. La Regione potrebbe fare di più. Ci erano stati promessi una sede e dei contributi, però sinora non si è visto nulla. Eppure svolgiamo un ruolo essenziale: per l?integrazione degli immigrati in generale, per l?emancipazione delle donne in particolare? Per giunta, Lei vive da tempo sotto scorta... Ne parlo poco volentieri. Vivo sotto scorta dal giugno del 2007, quando venni aggredita in viale Jenner, fortunatamente senza conseguenze. Da allora ricevo continue minacce e devo evitare di apparire in pubblico. La mia attività mi porta a scontrarmi spesso con l?ostilità dei mariti: trovano il mio numero e mi tempestano di insulti e minacce. Mi ritengo comunque più fortunata delle loro mogli: io ho il privilegio di una scorta di grande professionalità e gentilezza, mentre loro vanno a letto ogni notte con il pericolo. Perciò mi auguro che il nostro lavoro venga apprezzato per la sua importanza e adeguatamente sostenuto. Le donne arabe non devono essere trattate come persone di serie B e non devono fare notizia solo quando vengono picchiate, o addirittura assassinate, dai loro mariti.

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Offerte dimezzate e richieste di aiuto raddoppiate (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Lun, 01 Dic 2008 Edizione 258 del 29-11-2008 Crisi e Chiesa Offerte dimezzate e richieste di aiuto raddoppiate di Dimitri Buffa La crisi si fa sentire e parecchio anche nelle chiese romane dove nell?ultimo anno e mezzo sono dimezzate le offerte dei fedeli e raddoppiate le richieste di aiuto. Lo hanno dichiarato nel corso delle due settimane passate, in diverse esternazioni, alcuni parroci ai giornali della capitale. I parroci hanno ammesso che la crisi delle offerte potrebbe anche essere legata ad alcuni odiosi atteggiamenti presi dalle burocrazie amministrative di molti enti ecclesiastici che proprio nel mese di ottobre hanno messo in atto una serie di sfratti per finita locazione ai danni di tanta gente bisognosa, vedove anziane comprese. Il fenomeno, che iniziò in maniera preoccupante proprio nell?anno dell?ultimo Giubileo, ha già portato tantissima cattiva pubblicità al Vaticano. Anche per via del sigillo papale sull?atto estero consegnato ad alcuni avvocati che lavorano per la Santa Sede per potere eseguire gli sfratti richiedendo ?se del caso? la forza pubblica. In chiese di quartieri popolari come il Santissimo redentore di Valmelaina o di rioni centrali come San Giovanni in Laterano e Trinità dei Monti, ci sono domeniche in cui nel bussolotto rimangono al massimo due o trecento euro, contro gli oltre mille dei tempi normali. In compenso, proprio nella centralissima chiesa della Trinità di villa Chigi le richieste di aiuto da parte di indigenti sono passate da 22 a 60 negli ultimi sei mesi. Di questo passo l?8 per mille non basterà presto più.

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La svolta a destra di Luigi de Marchi (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Lun, 01 Dic 2008 Edizione 258 del 29-11-2008 La svolta a destra di Luigi de Marchi di Maurizio Bonanni Svolta a destra per andare a sinistra? Pare di sì, stando alla bussola del collega Luigi de Marchi. Lui psicologo, politologo, editorialista (che, tra l?altro, ha frequentato a lungo queste colonne, quando ancora le facciate erano solo quattro!) se ne inventa una dietro l?altra. Il fulcro, però, è rappresentato da quella che lui considera la ?Nuova lotta di classe?, a causa del fatto che quella marxista-leninista ha semplicemente sbagliato ?classe?, per l?appunto, come accade nel primo giorno di scuola! In Max si trattava di far risaltare i ?bisogni economici?, descrivendo lo scontro epocale tra operai e padroni, i loro sfruttatori, per ipotizzare la vittoria dei primi, a certe condizioni. Ottanta anni di socialismo reale e di disastri umani fenomenali, sono bastati alla Storia per seppellire quell?idea bislacca sotto le macerie del famoso Muro. E De Marchi ci dice: contrordine, compagni! Avete sbagliato tutto. Il nemico non è quello di chi rischia i suoi capitali, ma la burocrazia e le sue caste parassitarie e corrotte. È il momento che vi coalizziate tra di voi, cari sfruttati, Voi che producete reddito, lavorate e rischiate, perché il posto garantito non ve lo garantisce nessuno! Ecco, l?assunto della nuova lotta di classe (postulata dalla sua Teoria Liberale omonima) individua il vero conflitto storico come quello tra i ?Produttori? (lavoratori dipendenti ed indipendenti del privato) e, dall?altro, la ?classe burocratica parassitaria e sfruttatrice con i suoi padrini politici?! La parola d?ordine del libro? Disboscare, segare i rami secchi, mandare a casa quanti più burocratici possibili, perché la maggior parte di loro non serve e fa solo danni. Visti i risultati di questi ultimi 60 anni di ?democrazia?, come dargli torto? Facile militare dalla parte di De Marchi: gli stipendi dei burocrati sono un?idrovora dei bilanci pubblici e della fiscalità, sequestrando in un solo anno più di due terzi del gettito fiscale (pari a più di 500 miliardi di ?!)! Per lui, bisogna fare alla svelta come fece Reagan, all?inizio degli anni ?80 del sec. scorso, privilegiando i bisogni ?psicologici?, anziché quelli economici! Insomma, per l?Autore, i burocrati sono i campioni del servilismo verso il potere, odiano il rischio (e, quindi, perseguitano con i loro regolamenti vessatori chi la pensa esattamente al contrario di loro!) e si affidano alla spada di Brenno dei sindacati per acquisire promozioni ?ope legis? ed aumenti salariali superiori alla media, ma che non hanno alcun riscontro con la produttività ed il merito individuale dei dipendenti pubblici. Ma qual è il vero grande flagello per l?umanità, secondo De marchi? Facile: l?esplosione demografica, che sta consumando ed espropriando alle future generazioni le risorse della terra. Se non si rimedierà, alla fine vi sarà una guerra di tutti contro tutti, per accaparrarsi le poche risorse rimanenti. Forse, esagerando un po?, De Marchi fa della sua Teoria Liberale della lotta di Classe uno strumento socio-psicologico onnicomprensivo, che offre soluzione ad ogni tipo di problema, che sia il terrorismo internazionale (tra questo, però, rientrano anche i falsi allarmi su supposte pandemie, come l?Aids, la Sars e il virus aviario che si sono dimostrati buoni soltanto a portare molti miliardi di euro nelle casse delle industrie farmaceutiche, per l?acquisto di costosissimi, quanto inutili vaccini!) e la crisi economica mondiale. Direi che il libro ?La svolta a destra? vada letto un po? da tutti, togliendosi il ?burka? ideologico di qualunque segno e colore. Certo, anche da parte mia qualche osservazione critica non manca, così come si addice ad ogni sano dibattito culturale. Mi soffermerei su di un punto, in particolare: la sparizione della burocrazia, auspicata da De Marchi, è un bene od un male? Né l?uno, né l?altro, a mio avviso. Serve e servirà sempre una casta ?sacerdotale? che amministri al di sopra delle parti le potestà e le risorse pubbliche (inconferibili a qualsiasi privato, per definizione), contemperando attentamente, nei suoi provvedimenti, gli interessi (legittimi) in gioco. Purché i suoi numeri rimangano sempre molto ?leggeri? e siano esattamente dimensionati sulle cose da fare ed i loro compensi siano strettamente correlati ai risultati raggiunti. Invece, tutto quello che costituisce un ?servizio a domanda? (consumi energetici, telecomunicazioni, trasporti, etc.) deve essere fatto solo da chi lo sa fare, a prezzi competitivi e con risposte tempestive alle richieste dell?utenza. Ovviamente, lo Stato, in funzione delle fasce di reddito, deve poter garantire ai meno abbienti tariffe agevolate all?interno dei servizi a pagamento forniti da privati, coprendo (proporzionalmente) la differenza di costi con la fiscalità generale. Idem per scuola e sanità: bisogna uscire dall?incubo ?pubblico è bello?, introducendo gli elementi ?sani? dell?economia di mercato, attraverso un sistema di ?bonus? e di copertura assicurativa per l?assistenza sanitaria, dopo aver privatizzato i servizi relativi. Per chi non ce la fa, l?assicurazione sanitaria va garantita da un fondo di solidarietà ?ad hoc?, e deve godere della stessa assistenza sanitaria di chi è più fortunato. Il bonus, invece, serve a premiare gli insegnanti e le scuole migliori, in funzione della libera scelta di genitori e studenti: le scuole più ?gettonate?, per qualità degli insegnamenti impartiti, saranno quelle più premiate. Le peggiori, saranno costrette a chiudere, stavolta per scelta dell?utenza e non dell?onnipotente ministero! ARMANDO CURCIO EDITORE Pagine 192 - Euro 12.90

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<Nostra madre lasciata sola col suo male> (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Nostra madre lasciata sola col suo male» Periodo di crisi nera, di bilanci in rosso, ma anche di tasche al verde. Fino a che punto la necessità di coprire buchi di bilancio o di contenere la spesa può toccare diritti inviolabili come quello alla salute? Fino a che punto può essere intaccata la voglia di vivere di una donna e della sua famiglia? Aggrappata ad un ventilatore portatile, che toglie solo per alimentarsi, chiamato a sostenere, con le annesse bombole d'ossigeno, polmoni malandati e un fisico già di suo mingherlino. Bombole d'ossigeno che, tra l'altro, novità del dicembre 2008, dovranno essere acquistate con il proprio denaro dalla signora Domenica F.. Che combatte ogni giorno una duplice battaglia: contro la malattia (la spondilite) e contro la burocrazia. Contro la prima lei ci mette il suo impegno, il coraggio e il sostegno e l'amore della famiglia. E, cosa per certi versi incredibile, in un mondo abituato a lamentarsi al minimo alitar di vento, tanto buon umore: quello che le consente di andare avanti, nonostante le difficoltà nel muoversi e nel compiere ciò che, a chiunque, potrebbe apparire la normalità. Ma se la lotta contro la malattia viene combattuta anche con questo genere di medicine, la battaglia contro il colosso burocratico appare insostenibile. È un continuo mutamento di leggi, di documenti, di lunghe file e trafile, di tagli, che privano la signora Domenica del diritto a un bene comune: l'aria che respiriamo! Che le potrebbe ben presto venirle preclusa dallo proprio stato di indigenza, da un lato, e dalla necessità di far fronte agli sprechi del passato, dall'altro. Su questo fronte, con metodo criticabile: facendo di tutta l'erba un fascio. Conseguenze pratiche? Addebito delle scorte di ossigeno, allungamento dei periodi di ricambio degli accessori, richiesta continua di certificazioni a medico generico e specialistico. Con scambi di vedute che si determinano sulla pelle del malato. Il tutto con conseguenze e rischi facilmente immaginabili. La signora Domenica, da maggio è senza ricambi per l'apparecchiatura fornitale e si ritrova a dover far fronte alle sue esigenze fisiche con una mascherina che le è stata riparata, con ingegnosità e fil di ferro, ma pur sempre alla meglio, dal cognato. I costi per la sostituzione della stessa ammonterebbero a ben trecentocinquanta euro. L'allungamento dei tempi per la sostituzione di questo e di altro materiale la pone in una condizione umiliante e, cosa maggiormente rilevante, di pericolo per la salute. «Non viviamo fuori dal mondo, quindi comprendiamo il periodo particolarmente negativo per l'economia privata e pubblica - esordiscono le tre figlie, Agata, Ina ed Eleonora -. Comprendiamo la necessità di contenere i costi della spesa pubblica. Non comprendiamo, invece, assolutamente l'accanimento contro chi sta veramente male ed è realmente in stato di bisogno. Si aumenti la spesa per controllare la reale sussistenza delle malattie e non si gravi su chi già soffre per le patologie. Siamo stanche - proseguono le figlie della signora Domenica - dell'andirivieni all'Asl, agli ospedali, del rimpallo di responsabilità. Non accettiamo che alla sofferenza di nostra madre, si aggiunga l'afflizione per il vedersi privati di sacrosanti diritti. Siamo pronte anche ad incatenarci per giorni davanti alla sede della Asl, qualora la situazione non si sblocchi definitivamente». Andrea Nuzzo

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SEI DISTRETTI SANITARI, UN TERZO DI PRIMARI IN MENO, MA ANCHE UN'UNICO SISTEMA ORGANIZZATIVO DE... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sei distretti sanitari, un terzo di primari in meno, ma anche un'unico sistema organizzativo della burocrazia interna incentrato tra via Nizza e via Settimio Mobilio a Salerno. L'unica Asl stravolge il sistema della sanità. Anche sul piano dei costi: meno dirigenti, a cominciare dai direttori sanitari e amministrativi dei distretti sanitari che saranno presumibilmente solo sei nella nuova organizzazione prevista dal piano ospedaliero. Tra le novità anche l'arrivo di una cinquantina di posti letto negli ospedali di III livello di Nocera e Vallo recuperati sui tagli ai policlinici napoletani. COLUCCI E MANGANIELLO A PAG. 22

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ENZO CIACCIO A PRIMAVERA PROSSIMA, RIPETEVA SPESSO, BISOGNERà PIANTARE TANTI FIORI COL... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ENZO CIACCIO «A primavera prossima, ripeteva spesso, bisognerà piantare tanti fiori colorati nelle aiuole. Così le rotonde sembreranno giardini. Sì, il rifacimento di via Montagna Spaccata era uno dei progetti per cui si era assai battuto. Insieme al risanamento idrogeologico (con le sette vasche per contenere i fanghi) e al contratto di quartiere che con 8 milioni e mezzo rifà il look al centro antico. Sì, quella strada tutta nuova se la coccolava come una sua creatura. E sognava di piantarci i fiori». A Pianura, il giorno dopo. Silenzio in centro. Aria di lutto. Via Grottole deserta. Le galline nella stia. L'odore di campagna. La targa sbagliata. Giorgio Lanzara, consigliere di municipalità, si guarda intorno e mormora: «Eh, quante volte siamo entrati in questo bar per scambiarci idee. Lui era un vulcano di progetti. Non si arrendeva mai. Nemmeno di fronte agli impicci della burocrazia. Per esempio, la scuola superiore: dopo anni di battaglie, era riuscito finalmente a ottenerne una qui a Pianura». C'è chi lo definisce «il super-consigliere». E chi una sorta di «cerniera». Tra l'immensa periferia sgarrupata e la città lontana che parla lingue forestiere. Un amico ricorda: «Quando la squadretta locale che milita in serie D vinse il campionato, lui accompagnò giocatori e dirigenti dal sindaco Iervolino. Per un premio fuori programma. Da tempo cercava un suolo per realizzare un campo sportivo adeguato alla squadra». Nugnes era fatto così. Democristiano. Sorridente. Testardo. E innamorato della sua gente. Chiesa stracolma. Confessioni in atto. Don Claudio il parroco allarga le braccia. Lo definisce «il difensore civico di noialtri». E torna ad allargare le braccia. Gianni Palmers, anche lui consigliere, racconta: «Qui dallo scorso luglio sono occupate da famiglie di abusivi la sede della Municipalità, un centro sociale e perfino una scuola elementare, il 72esimo circolo. 140 bambini costretti a far capriole per studiare. Nugnes operava in questa caotica realtà, contraddittoria e stressante, dove il tessuto sociale tiene nonostante i clan di camorra e si moltiplicano le associazioni e fioriscono gli oratori. Ma dove un po' di normalità non arriva mai e resta difficile non farsi prendere dalla tentazione di mollare tutto e scappar via». E continua, il consigliere Palmers: «Ricorda i famosi cento miliardi per Pianura? Del campo da golf si è persa ogni traccia. Per Giorgio, invece, erano motivo di quotidiano cruccio i gravi ritardi per le opere utili previste dal progetto: il mini-ospedale, il parcheggio di scambio alla stazione Cumana, il completamento di via Sartania e delle vasche di contenimento. Non c'era giorno che non tentasse di far avanzare i progetti». Pianura attonita. Che a gennaio scorso fu regno autonomo e indipendente. Ma solo per pochi giorni. Presto prevalse la ragione. E la gente perbene vinse sugli infingardi e su chi pretendeva di imporre diktat. Pianura che «si tira indietro». Ma che poi trova cinque coraggiosi che denunciano i veleni di discarica. Pianura che borbotta. E già rimastica sopiti sensi di colpa. Chi sa per quale reato si è ammazzato Giorgio Nugnes? Li chiamano i «Senza-Montagna». Perchè Pianura è terra padanica, però circondata dalle colline. Che su di lei sprofondano, se appena un poco grandina. I Camaldoli, soprattutto, groviglio ispido di rami e sterpaglie che isola e incute paura atavica. Perchè traballa e incombe, come una disgrazia ubriaca. 67mila le anime, secondo i dati Istat. In realtà, più di 100mila. Da sempre incapaci di eleggere un parlamentare. Ma per 43 anni capaci di farsi avvelenare dalla mega-discarica. E di affogare per trent'anni in una brodaglia di cemento fuorilegge. Lago, Marfella, Varriale. Alla luce delle fotoelettriche di camorra. Nei cantieri impuniti. Spalancati di notte. «E che ancora imperversano. E fungono da isolante culturale rispetto a Napoli e al resto del mondo», fa notare Gigi Cuomo, presidente Confesercenti, fra i protagonisti dell'associazione anti-racket voluta da Tano Grasso che qui da cinque anni fa da modello perfino ai ragazzi palermitani di Addio Pizzo (oggi «Libero Futuro») che sono venuti a prender lezione, e conta ormai una ottantina di aderenti. Racconta Cuomo: «Si può ben dire che a Pianura, se un commerciante non vuole più pagare il racket, ora può farlo. In sicurezza. E senza rischi». Troppo ottimista? «Non lo so - dice Fabio Tirelli, presidente della Municipalità - ma di sicuro si registrano enormi passi avanti. Viviamo un periodo difficilissimo, però i capi dei clan sono finiti tutti in carcere, grazie alle denunce dei commercianti. Per strada restano le quarte e quinte file di malviventi. Nugnes? Era uno dei pochi punti di riferimento credibili. Ora chissà chi prenderà il suo posto». Passi avanti. E molto di più, rispetto a quelle prime riunioni antiracket che si tenevano di sera tardi, sei anni fa, nel buio della cripta della Chiesa Madre di San Giorgio. Con padre Vittorio che ospitava. E i curiosi che impazzivano. Racconta Cuomo: «Qui era area agricola. Con l'Italsider a Bagnoli divenne zona agricolo-industriale. Qui per anni si diedero battaglia due Dc e due Pci, cioè la Dc e il Pci dei contadini e la Dc e il Pci degli operai. Che poi furono riunificati dal cemento illegale, che dilagando cancellò nell'obbrobrio ogni differenza. Oggi si vive di terziario di pessima qualità. È in questo contesto che Nugnes riusciva comunque a far politica». Periferia-mostro. Che divora i suoi figli. Specie quelli che più la amano. E si espongono a burrasca. Nugnes aveva individuato nel centro antico una possibile sede per l'associazione anti-racket. E si batteva per una casa della cultura, da affidare ai padri Vocazionisti. Dice Palmers: «Giorgio credeva nella democrazia dei partiti. E nella politica. Sapeva che qui con la bonifica stanno per piovere copiosi fiumi di denaro. E che bisogna stare all'erta».

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La 'social card' mette in crisi i pensionati (sezione: Burocrazia)

( da "RomagnaOggi.it" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

1 dicembre 2008 - 19.13 (Ultima Modifica: 01 dicembre 2008) La "social card", la carta lanciata dal Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per aiutare pensionati e famiglie povere con un contributo di 40 euro al mese, manda in crisi i pensionati bolognesi. Il segretario di Spi-Cgil di Bologna, Bruno Pizzica, ha spiegato che lunedì mattina oltre cinquecento persone si sono recati agli sportelli per "chiedere cosa fare con i moduli ricevuti". "Abbiamo guardato con attenzione le istruzioni e i moduli da compilare - ha esordito Pizzica -. Uno stillicidio di commi e sottocommi, richieste estrose (come quella di indicare il Pod dell'energia elettrica), vere e proprie stravaganze (per la famiglia con un bimbo sotto i 3 anni, il beneficiario della card e' il bimbo). Bisogna indicare il suo reddito Isee (quello del bimbo) e se possiede più di un autoveicolo o più di una casa (sempre il bimbo)". Per Pizzica, occorrono "giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia, per ottenere un euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte".

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Crisi e governo, la Cgil non arretra: sciopero generale il 12 dicembre (sezione: Burocrazia)

( da "RomagnaOggi.it" del 01-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

1 dicembre 2008 - 19.58 (Ultima Modifica: 01 dicembre 2008) Il principale sindacato italiano resta sul piede di guerra. La segreteria della Cgil conferma lo sciopero generale del 12 dicembre. Ad annunciare la decisione e' la confederazione guidata da Guglielmo Epifani. ''L'esame delle proposte del governo conferma- sottolinea una nota- che si tratta di un piano di interventi che non rappresenta la svolta economica, sociale e fiscale di cui il paese ha bisogno, perche' di fronte ad una crisi eccezionale occorrono risposte eccezionali''. Social card per "solo" un milione di pensionati. I pensionati che fruiranno della 'social card' "saranno poco piu' di 1 milione; per gli altri 15 milioni il paradiso puo' attendere". A fare i conti e' Bruno Pizzica , segretario Spi Cgil Bologna, che sostiene che il provvedimento "e' in realta' un remake da provvedimenti degli anni '40". Secondo Pizzica si tratta di "uno stillicidio di commi e sottocommi, richieste estrose (come quella di indicare il POD dell'energia elettrica), vere e proprie stravaganze". Ad esempio, fa presente il segretario, "per la famiglia con un bimbo sotto i 3 anni, il beneficiario della card e' il bimbo. Bisogna indicare il suo reddito Isee, se possiede piu' di un autoveicolo o piu' di una casa, sempre il bimbo. Potenza della finanza creativa: 10 minuti per decidere leggi finanziarie e manovre straordinarie, giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia per ottenere 1 euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte, con buona pace del ministro per la Semplificazione".

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Madre ucraina chiede aiuto per riavere con sè il figlio (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

il caso Da luglio in attesa del nulla osta della Prefettura MAURIZIO FICO Madre ucraina chiede aiuto per riavere con sè il figlio MILLESIMO B ionda, occhi chiari, Svitlana è una mamma ucraina in lotta con la burocrazia per poter avere vicino a sè il figlio quindicenne, rimasto con la nonna paterna nel freddo di Chernivtzi, nell'ex paese sovietico. Da cinque anni in Italia, residente con il marito (che l'ha raggiunta nel 2005) in una casa di Millesimo, in via Delfino, da oltre quattro mesi è in attesa del nulla osta dalla prefettura: «Sono collaboratrice domestica e anche mio marito lavora. Entrambi siamo in regola con il permesso di soggiorno. Alla fine del luglio scorso, esattamente il giorno 29, ho presentato la richiesta di nulla osta al ricongiungimento familiare. Posso capire qualche settimana di attesa, ma ora siamo quasi alla fine del 2008 e mi sembra assurdo dover aspettare ancora, senza peraltro avere un'indicazione precisa di quando potrò essere chiamata dallo sportello unico che si occupa di questi problemi». La pazienza di mamma Svitlana è quasi al limite, anche perchè il nulla osta italiano sarà solo il primo passo - sia pure importante - nella complessa procedura per portare in Val Bormida il figlio Haryuk Vasil. «Torneremo in Ucraina per le vacanze di Natale e la speranza è di poter mettere in valigia anche il nulla osta. Per completare la pratica, una volta in Ucraina dovò recarmi a Kiev, presso il ministero. Ma la richiesta può essere presentata solo quando si è in possesso della documentazione rilasciata dalle autorità italiane», spiega Svitlana. «Parlo anche a nome di altri connazionali. L'ufficio dovrebbe essere aperto più tempo e più facilmente raggiungibile via telefono. Spesso invece sono costretta a chiedere un permesso di soggiorno per poter andare a parlare con gli incaricati. Mi è stato detto che attualmente si stanno smaltendo le pratiche riferite a domande fatte a metà luglio. Dovrei essere quasi in dirittura d'arrivo ma non ho avuto garanzie sui tempi. Secondo me servirebbe anche una selezione all'origine, dando la precedenza ai casi più urgenti e importanti come ritengo possa essere il ricongiungimento con un figlio ancora adolescente». E conclude, con gli occhi velati di commozione: «Faccio un appello a nome della mia famiglia. Poter partire con il nulla osta sarebbe il più bel regalo di Natale». Dall'Ufficio di Gabinetto della prefettura spiegano che certe tempistiche sono inevitabili, «a conferma della serietà e dello scrupolo con cui vengono svolte le verifiche, particolamente attente quando - come in questo caso - c'è di mezzo un ragazzo minorenne». Quella della prefettura è una risposta generale e non riferita al caso specifico di Millesimo: «Per il rilascio dei nulla osta due prerogative importanti riguardano il raggiungimento di un reddito minimo e la disponibilità di un alloggio idoneo all'accoglimento del nuovo congiunto. Ancor prima di questi due riscontri oggettivi, vengono però valutati i requisiti soggettivi della persona: effettuate dalla Questura, sono le verifiche che richiedono più tempo e attenzione». In certi casi è anche necessario procedere a dei supplementi o integrazione di indagini che inevitabilmente allungano i tempi. «Ricordiamo che l'avanzamento delle pratiche può essere verificato via mail in ogni momento, senza perdite di tempo. Nelle scorse settimane l'attività dello sportello è stata assorbita principalmente dai flussi ma presto verranno programmate più giornate per gli appuntamenti, compresi quelli per le pratiche di ricongiungimento», concludono in prefettura.

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<Con nuove categorie protette si apre ad altre discriminazioni> (sezione: Burocrazia)

( da "Cittadino, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Aborto e omosessuali, uno stop del Vaticano alle proposte europee CITTÀ DEL VATICANO Prima ancora che venisse ufficialmente presentata all'Assemblea generale dell'Onu, è scoppiata la tempesta sull'iniziativa intrapresa dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue, di chiedere alle Nazioni Unite la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo. A scatenarla è stata ieri la posizione del Vaticano che, per bocca del suo rappresentante al Palazzo di Vetro di New York, si è detto contrario al passo Ue. La Santa Sede ha anche bocciato il progetto di alcune organizzazioni abortiste di far inserire l'interruzione di gravidanza tra i diritti universali dell'uomo. «Una barbarie», ha commentato monsignor Celestino Migliore, nunzio del Papa all'Onu, in un'intervista all'agenzia francofona I. Media. Ma se il veto su qualsiasi apertura abortista delle Nazioni Unite era scontato, e affermato in un'infinita serie di dichiarazioni, più a sorpresa è arrivato il «niet» sulla depenalizzazione dell'omosessualità. Rapporti tra persone dello stesso sesso sono illegali - ricordano i siti gay - in oltre 80 paesi del mondo e, in una decina di Stati islamici, sono puniti con la pena di morte. Nei mesi scorsi, il segretario di Stato francese ai diritti umani, Rama Yade, aveva annunciato che la Francia, in quanto paese presidente di turno della Ue, avrebbe chiesto entro dicembre all'Onu, di riconoscere, a livello mondiale, il diritto all'omosessualità e di imporre la fine di condanne e discriminazioni verso i gay. La proposta francese è stata firmata dai 27 paesi della Ue, Italia compresa. «Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale - ha precisato monsignor Migliore -. Ma qui la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni». «Per esempio - ha osservato monsignor Migliore - gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come matrimonio verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni». Il timore che una depenalizzazione dell'omosessualità, sancita dall'Onu, possa minare il matrimonio tradizionale, sembra essere dunque dietro le obiezioni della Santa Sede. Quanto all'idea di inserire l'aborto tra i diritti universali, monsignor Migliore l'ha definita, senza troppi giri di parole, «triste e indignante». «Rappresenta - ha profetizzato - l'introduzione del principio homo homini lupus, l'uomo diventa un lupo per i suoi simili». «Questa è la barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società», ha detto. La presa di posizione del Vaticano, specie in materia di omosessualità, non poteva che innescare commenti e polemiche. Così è stato. Indignazione unanime è stata espressa da tutte le organizzazioni omosessuali e per i diritti umani, che hanno anche minacciato di manifestare la loro rabbia a piazza San Pietro. A dare una spiegazione delle parole di monsignor Migliore, è intervenuto in serata Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. «Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato.elisa.pinna@ansa.it

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Un brevetto in ogni giornata di lavoro ma scompaiono i piccoli inventori (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

di Gabriele De Stefani Un brevetto in ogni giornata di lavoro ma scompaiono i piccoli inventori Tasse e burocrazia scoraggiano chi non ha il sostegno di un'azienda Ogni anno alla Camera di commercio di largo Pradella vengono registrati poco meno di duecento tra marchi e brevetti, destinati poi al vaglio definitivo del Ministero per lo sviluppo economico. Per l'esattezza, il bilancio dell'ufficio parla di 742 depositi dal gennaio 2005 ad oggi. Ma attenzione: l'abbondanza di marchi e brevetti non corrisponde necessariamente ad un popolo di tanti piccoli inventori. Anzi, i recenti aggiustamenti normativi hanno reso difficile la vita degli Archimede che fanno del proprio garage il laboratorio di sperimentazione. Infatti dall'inizio del 2008 le domande vanno presentate in duplice copia: in italiano e in inglese. Lo scopo è agevolare la protezione dell'invenzione a livello internazionale. Ma l'effetto pratico è che per molti piccoli inventori diventa difficile registrare la propria scoperta. Soprattutto perché le domande devono essere corredate dai caratteri di originalità e dai motivi di utilità del proprio lavoro. Serve insomma una descrizione particolareggiata e ricca di termini tecnici per la quale non basta una conoscenza generica dell'inglese. E così per chi non ha alle spalle una struttura produttiva il freno è notevole. Senza contare che da un paio d'anni è stata reintrodotta la tassa per proteggere la propria creazione. Anche per questi motivi, nei quasi 750 depositi mantovani dell'ultimo quadriennio dominano le aziende. «I settori più interessati - dice Marco Zanini, responsabile dell'area per i servizi alle imprese della Camera di commercio - sono il tessile, l'agroalimentare e la meccanica agricola. I primi due quasi esclusivamente per la protezione dei marchi: a chiedere i brevetti veri e propri è soprattutto il comparto della meccanica per l'agricoltura». Dall'industria alla Bondioli e Pavesi fino alla piccola azienda artigiana. Raramente compare l'innovazione rivoluzionaria: si tratta perlopiù di continui aggiustamenti, di tante piccole modifiche che solo sommandosi nel lungo periodo creano miglioramenti tecnologici considerevoli. Lo spazio per i piccoli inventori si è insomma molto ridotto. Ma ciò non significa che sia scomparso del tutto. Da una parte le norme, come si diceva, rendono la vita più difficile ma dall'altra l'ufficio brevetti offre nuovi servizi utili a valorizzare la propria trovata. Ad esempio viene fornito un elenco di tutte le imprese italiane a cui l'invenzione potrebbe interessare. Così il creativo di turno, se crede nella propria proposta, procede a registrarne il brevetto (il costo è di qualche centinaio di euro) e poi inizia a proporlo a tutte le imprese che potrebbero chiederlo in concessione o acquistarlo. A quel punto si apre una normale trattativa tra le due parti per fissare il prezzo. Ma c'è di più. Le grandi aziende monitorano continuamente i brevetti registrati in ogni angolo d'Italia (e non solo) allo scopo di battere sul tempo la concorrenza e accaparrarsi le invenzioni migliori che non siano state elaborate nei loro centri di ricerca e sviluppo. Il controllo è costante e capillare, anche perché viene incrociato con quello a tutela del proprio marchio. Diversamente da quanto accadeva fino a qualche anno fa, non esiste invenzione che non passi sotto l'occhio della grande industria. E così anche il piccolo inventore può fare l'affare. A patto che trovi l'idea giusta.

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Casa ecologica: no ai tagli (sezione: Burocrazia)

( da "Alto Adige" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il direttore dell'Unione commercio: l'economia chiede certezze, sgravi ai cittadini «Casa ecologica: no ai tagli» Durnwalder e Steger, proteste contro il decreto Tremonti BOLZANO. Coro di proteste contro il taglio nel decreto Tremonti agli sgravi fiscali per le ristrutturazioni delle case con misure di risparmio emergetico, da Dieter Steger, direttore dell'Unione commercio, al presidente provinciale Luis Durnwalder, che sottolinea: «Non solo cancellano gli sgravi, ma intervengono anche retroattivamente. Chi contava su quel denaro si sente preso in giro. Ricordo la bufera quando Prodi si permise tagli retroattivi, questo governo non si muove diversamente». Da Durnwalder l'invito ai parlamentari locali: «Presentare proposte di modifica quando il decreto verrà convertito in legge». Il tema è particolarmente sentito in Alto Adige, territorio avanzato dal punto di vista delle ristrutturazioni ecologich». Così Steger, da poco eletto presidente del consiglio provinciale, a nome dell'Unione Commercio: «Misure simili non offrono un sostegno all'economia, la paralizzano». L'economia, prosegue Steger, «ha bisogno di essere riavviata, la burocrazia va diminuita e le imprese e i cittadini necessitano di sgravi. Queste sono solo tre ricette per contrastare l'attuale crisi finanziaria». Tali misure sono contenute nel catalogo di dieci punti con 13 provvedimenti, consegnato di recente ai parlamentari altoatesini e alla Confcommercio a Roma. «Gli imprenditori e i cittadini hanno bisogno di certezza del diritto, trasparenza e affidabilità, soprattutto in ambito fiscale», prosegue Steger, «Il nuovo decreto invece causa confusione e incertezze non solo per gli investimenti già attuati ma anche per quelli futuri. Questo è il modo sbagliato di affrontare la crisi».

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Vignola, Oliviero Toscani ha presentato il libro di Crv (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Vignola, Oliviero Toscani ha presentato il libro di Crv VIGNOLA. E' stato presentato domenica pomeriggio il libro-strenna della Banca Crv; quest'anno il tema è «La felicità». «Chiuso il ciclo degli anni scorsi dedicato agli elementi naturali - ha spiegato Franco Rabitti, presidente della Banca Cassa di Risparmio di Vignola - il libro-strenna si propone come momento per affrontare i temi dell'uomo. Partiamo dalla felicità». Gli autori del libro - il sociologo Domenico De Masi e il fotografo Oliviero Toscani (nella foto) - hanno presentato la loro opera davanti al pubblico che ha gremito la Sala dei Contrari. De Masi ha proposto alcune riflessioni storiche sulla felicità, con qualche simpatica escursione sui peggiori nemici della felicità: la burocrazia ottusa, la convivenza non sempre facile in famiglia, il tempo che fugge; e ha esaltato nel contempo l'ozio creativo della grande tradizione greco-romana. Ha ricordato come il modo di vivere "latino" sia oggi il più adatto a superare anche questo momento di crisi: «E' il caso di chiedersi - ha detto - se non sia questa crisi un richiamo a vivere una vita più tranquilla e a misura d'uomo». Oliviero Toscani ha evidenziato la difficoltà di esplorare la felicità per immagini. «Alla fine ho scelto la via astratta», ha detto. (miria burani)

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Palestre in uso a titolo gratuito (sezione: Burocrazia)

( da "Alto Adige" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ASSOCIAZIONI Palestre in uso a titolo gratuito BOLZANO. Le associazioni non dovranno più pagare alla Provincia l'affitto di sale e palestre nelle scuole. Lo ha deciso ieri la giunta provinciale. «Gli importi per la concessione di palestre e aule sono bassi e comportano troppa burocrazia», spiega il presidente provinciale Luis Durnwalder. L'uso diventerà gratuito. A loro volta, è stato spiegato, i Comuni rinunceranno a 300 mila euro alla prossima tornata di trattative sull'assegnazione dei fondi provinciali.

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Più diritti ai gay, il no del Vaticano (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 02 Dicembre 2008 NAZIONALE Pagina 6 CITTÀ DEL VATICANO. La proposta, accolta dai 27 Paesi Ue, sarà discussa dalle Nazioni Unite Più diritti ai gay, il no del Vaticano Onu: Santa Sede contro l'iniziativa francese per la depenalizzazione dell'omosessualità CITTÀ DEL VATICANO Prima ancora che venisse ufficialmente presentata all'assemblea generale dell'Onu, è scoppiata la tempesta sull'iniziativa intrapresa dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea - e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue - di chiedere alle Nazioni Unite la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo. A scatenarla è stato il Vaticano che, per bocca del suo rappresentante al Palazzo di Vetro di New York, si è detto contrario al passo Ue. La Santa Sede ha anche bocciato il progetto di alcune organizzazioni abortiste di far inserire l'interruzione di gravidanza tra i diritti universali dell'uomo. «Una barbarie», ha commentato monsignor Celestino Migliore, nunzio del Papa all'Onu, in un'intervista all'agenzia francofona I. Ma se il veto su qualsiasi apertura abortista delle Nazioni Unite era scontato, e affermato in un'infinita serie di dichiarazioni, più a sorpresa è arrivato il «niet» sulla depenalizzazione dell'omosessualità. I rapporti tra persone dello stesso sesso sono illegali - ricordano i siti gay - in oltre 80 paesi del mondo e, in una decina di Stati islamici, sono puniti con la pena di morte. Nei mesi scorsi, il segretario di Stato francese ai diritti umani, Rama Yade, aveva annunciato che la Francia, in quanto paese presidente di turno della Ue, avrebbe chiesto entro dicembre all'Onu, di riconoscere, a livello mondiale, il diritto all'omosessualità e di imporre la fine di condanne e discriminazioni verso i gay. La proposta francese è stata firmata dai 27 paesi della Ue, Italia compresa. Monsignor Migliore ha spiegato: «Gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come matrimonio verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni». Il timore che una depenalizzazione dell'omosessualità, sancita dall'Onu, possa minare il matrimonio tradizionale, sembra essere dunque dietro le obiezioni della Santa Sede. Quanto all'idea di inserire l'aborto tra i diritti universali, Migliore l'ha definita, senza troppi giri di parole, «triste e indignante». «Rappresenta l'introduzione del principio homo homini lupus, è una barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società», ha detto. La presa di posizione del Vaticano, non poteva che innescare polemiche da parte di tutte le organizzazioni omosessuali e per i diritti umani, che hanno minacciato di manifestare la loro rabbia a piazza San Pietro. A dare una spiegazione delle parole di monsignor Migliore, è intervenuto Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. «Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato.  

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"Ci saranno 2 mesi di tempo per far ricorso alla Regione" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

domande a Bruna Sibille "Ci saranno 2 mesi di tempo per far ricorso alla Regione" 5Il Consiglio regionale ha approvato il 3 novembre la definizione delle zone omogenee che andranno a formare le nuove Comunità montane (6 in provincia di Cuneo). Qual è il futuro dei paesi esclusi dalle Comunità perché il loro territorio non è «montano»? «Potranno fare richiesta entro 60 giorni alla Regione di esservi compresi per motivi di continuità. Ciascun Comune interessato può proporre con delibera consiliare, la propria adesione a una delle nuove zone omogenee». E quelli «montani» inclusi in una nuova zona omogenea? «Potranno chiedere di passare all'ente montano vicino». Quando si saprà se le istanze sono state accettate? «Entro il 3 gennaio le amministrazioni interessate dovranno valutarle e deliberare». Quando saranno operativi i nuovi enti montani? «Considerati i tempi e le modalità del nuovo procedimento elettorale, è prevedibile che diventino operativi non prima dell'autunno 2009». Gli obiettivi della riforma? «Consente da una parte di realizzare risparmi, riducendo la burocrazia, dall'altra rende le Comunità montane più forti e preserva un patrimonio importante per la nostra Regione e per il Paese».

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"Il giorno dopo il crollo Federica già dimenticata" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lo sfogo del padre "Il giorno dopo il crollo Federica già dimenticata" [FIRMA]MARCO ACCOSSATO E' passata poco più di una settimana dal giorno del crollo al liceo Darwin di Rivoli, e l'insopportabile impressione di Guido Ariotti, padre di Federica, «è che si siano dimenticati di mia figlia, ferita sotto le macerie». Dopo le parole di solidarietà, la commozione, le promesse di rito, la corsa dei politici in ospedale. «Soltanto i professori e i compagni di nostra figlia sono venuti a trovarla e continuano a informarsi delle sue condizioni». Per il resto, dice, «silenzio». Silenzio «soprattutto dall'Asl e dal Comune». Peggio: Federica, dimessa dal Cto mercoledì scorso, deve stare allungata su un letto speciale che le tenga dritta la schiena: «Prima che la mandassero a casa ho telefonato all'Asl di Rivoli per sapere quali pratiche erano necessarie per avere quel letto - racconta papà Guido -: mi hanno risposto che non potevano fornirmelo perché non ce l'hanno. Ho chiesto che cosa potevo fare. Risposta: "Se lo deve procurare lei"». Così ha fatto: «Ho cercato ovunque, l'ho trovato a Chivasso, in una ditta dove con molta più sensibilità dell'Asl mi hanno detto: "Signor Ariotti, lei pensi a sua figlia. Delle pratiche e della burocrazia ci occupiamo noi"». C'è amarezza nelle parole dei coniugi Ariotti. E anche molta rabbia: «Finché i giornali tengono i riflettori accesi sui fatti tutti sono pronti a promettere qualsiasi cosa. Poi le promesse svaniscono». Federica, nel crollo della controsoffittatura della 4 G, ha riportato la lesione a una vertebra. «Io - dice il padre - faccio il dentista, conosco l'ambiente e so muovermi nella burocrazia. Se no, probabilmente, mi sentirei perso». Racconta ancora: «Quando l'Asl mi ha negato il letto ho telefonato in Comune, ho parlato con il sindaco di Rivoli. Mi ha promesso aiuto e che sarebbe venuto a trovare mia figlia. Non ho visto né l'aiuto né il sindaco...». «Lo Stato faccia lo Stato», ha detto subito, la sera dopo il crollo, Guido Ariotti dalle telecamere di Porta a Porta. Ringrazia la psicologa del Cto, «persona fantastica». Ma il resto? «Abbiamo dovuto pagarci persino l'ambulanza per riportare Federica a casa - sbotta -. So che la legge prevede che i trasferimenti non d'emergenza siano a carico dei pazienti, ma accidenti, su mia figlia, Andrea, Cinzia e sul povero Vito è caduto un controsoffitto della scuola. Immaginavamo sarebbe intervenuto il Comune o la Regione come segno di solidarietà». La versione dell'Asl è un'altra. Anche il sindaco di Rivoli, Guido Tallone, rifiuta le critiche: «Non è mio stile oltrepassare la soglia della delicatezza precipitandomi in casa Ariotti nel primo weekend dopo le dimissioni di Federica. Ma per questa ragazza ho fatto tutto il possibile, e anche di più: ho telefonato agli Ariotti, ho contattato personalmente il presidente della Provincia e ho fatto contattare la Regione. Manterremo tutte le promesse fatte. Onestamente, mi spiace molto questa accusa».

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Task force per ritrovare Enzo (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

TRAVOLTI Guado da brividi in attesa del ponte VITTIME DELLO STURA Tre falsi allarmi. Sulla riva parenti e amici del ragazzo seguono con angoscia le operazioni dei soccorritori Task force per ritrovare Enzo [FIRMA]MIRIAM MASSONE OVADA Dodici ore di lavoro, tre elicotteri e tre gruppi cinofili con cani da ricerca e da valanga, sommozzatori e soccorso alpino, una squadra speciale addestrata per il rafting, soccorritori del 118, Corpo forestale, carabinieri e volontari della Protezione civile: una task force di cento uomini ha passato al setaccio lo Stura ieri, dall'alba al tramonto. Ha perlustrato le sponde e scandagliato il fondale alla ricerca di Enzo Pronestì, 20 anni, inghiottito dal torrente in piena sabato notte mentre tentava insieme all'amico e coetaneo Peter De Roma di superare il guado del Gnocchetto per raggiungere l'autogrill Stura Ovest. Con le prime luci del giorno, ieri, l'elicottero del soccorso alpino ligure, lo stesso che domenica pomeriggio ha rintracciato la Focus incagliata nel torrente e recuperato Peter morto assiderato su un tappeto di neve lungo la riva, è tornato a sorvolare questa porzione di Appennino. Lo hanno fatto anche i velivoli di vigili del fuoco e carabinieri. «La nevicata notturna non gioca a nostro favore - spiega il presidente Alessandro Grosso, a bordo dell'AB412 -, nel caso del primo ragazzo infatti siamo riusciti a scorgere le orme lasciate sulla sponda. Con uno strato di almeno 15 centimetri di neve fresca non è più possibile e il potere olfattivo dei cani si affievolisce». La scorsa notte, dopo aver interrotto le ricerche per il maltempo e il buio, i cento uomini hanno studiato un piano di intervento: «Abbiamo diviso l'area, in modo da razionalizzare le operazioni delle diverse squadre» dice Antonio Quarta, comandante dei carabinieri della compagnia di Acqui, sul guado della tragedia con il comandante di Ovada, Salvatore Tropella. L'ex statale del Turchino resta sotto assedio, governata dai vigili e costellata da numerosi «quartier generale», dove ciclicamente le squadre si aggiornano. «Ancora nulla - dice, alle 16, Pier Bruno Piani, caposquadra Saf, squadra speciale speleo alpino fluviale, dei pompieri di Alessandria -, la maggiore difficoltà è data dai numerosi anfratti». A seguire il meticoloso via vai degli uomini imbracati e dei pastori Malinois dei nuclei cinofili del soccorso alpino (c'è anche quello di Alessandria), dei vigili del fuoco e dei carabinieri, ci sono parenti e amici di Enzo, arrivati anche dalla Calabria, terra d'origine della famiglia: stretti a capannello, seguono l'angosciante ritmo dei ripetuti falsi allarmi. Il primo alle 10: nel tratto di Stura sotto il ponte dell'A26 riaffiora un giubbotto turchese. Non è di Enzo. Poi una sciarpa, 100 metri oltre. Infine alle 15,30 un sacchetto di nylon e un altro giaccone. Oggi le ricerche riprenderanno: «Allargheremo il raggio d'azione» dice Grosso. È un passaggio da brividi, sterrato, pericoloso e provvisorio. Un cartello in cima al guado del Gnocchetto, che collega l'ex statale 456 del Turchino direttamente con l'autogrill Stura Ovest, mette in guardia: «Strada priva di protezioni laterali. Pericolo di allagamento in caso di piena. Si declina ogni responsabilità». Nonostante sia di proprietà privata, da quando è stato chiuso il vecchio ponte di Belforte (nel 2003) questa scorciatoia è la più praticata, soprattutto dagli oltre 120 dipendenti dell'area di servizio che la utilizzano per raggiungere il posto di lavoro bypassando l'A26 e che altrimenti sarebbero costretti a un giro dell'oca attraverso Pian Carpeneto. Ma anche dagli ovadesi, per i quali il cappuccino con brioche in autogrill da mezzanotte in poi è ormai un rito consolidato del sabato sera. Dopo la disgrazia di Enzo e Peter, scivolati nello Stura con la loro auto proprio mentre attraversavano il guado, la Procura eseguirà le indagini di prassi per valutare eventuali responsabilità. Resta il fatto che oggi, se la burocrazia fosse stata più snella, forse quel passaggio non sarebbe così frequentato. Da ormai cinque anni infatti gli abitanti del Gnocchetto attendono che la Provincia realizzi un nuovo viadotto: lungo 61 metri e largo 6,5, costa 1 milione e 50 mila euro (450 mila euro da Provincia, 300 mila da Società Autostrade, 100 mila da Autogrill, altrettanti dai Comuni di Belforte e Ovada). L'iter per la realizzazione si è sbloccato solo a fine estate con la firma della convenzione tra tutti i soggetti in gioco. Il progetto include una corona viaria intorno all'area e la realizzazione di nuovi spazi di sosta e manovra vicino all'area di servizio.

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dal vaticano monito all'onu "l'omosessualità resti reato" - orazio la rocca (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 6 - Cronaca Dal Vaticano monito all´Onu "L´omosessualità resti reato" No alla depenalizzazione proposta dalla Francia, è polemica "Aspettiamo ancora il mea culpa per i roghi del medioevo, non c´è da stupirsi" Padre Lombardi: non siamo i soli a chiederlo Critiche anche dal centrodestra ORAZIO LA ROCCA CITTà DEL VATICANO - Sui gay spira aria di crisi tra Onu e Santa Sede. Motivo: l´annunciata dichiarazione sulla depenalizzazione universale dell´omosessualità che a metà dicembre la Francia, a nome dei paesi Ue, presenterà al Palazzo di vetro di New York. Un passo apertamente criticato dall´arcivescovo Celestino Migliore, l´Osservatore permanente della Santa Sede all´Onu, che ieri, all´agenzia stampa francese i.Media, ha preannunciato il voto contrario del Vaticano sostenendo, tra l´altro, che se gli omosessuali venissero inseriti «nelle nuove categorie protette dalle discriminazioni, gli Stati che non riconoscono le unioni tra persone dello stesso sesso saranno oggetto di pressioni e verranno messi alla gogna, e si creeranno nuove ed implacabili discriminazioni». E ancora. Migliore si è detto pure «indignato e rattristato» dal progetto di introdurre l´aborto tra i diritti umani promosso da alcune associazioni sempre all´Onu. Una «barbarie moderna che - teme il presule - smantella le nostre società». A sostegno delle tesi del nunzio all´Onu in serata è intervenuto anche il portavoce papale padre Federico Lombardi per respingere punto per punto le numerose critiche piovute sul Vaticano da quasi tutti i partiti, del centrodestra e del cetrosinistra, e dai rappresentanti di organizzazioni gay storiche come l´Arcilesbica e l´Arcigay che accusano la Santa Sede di «coprire» quei Paesi che prevedono la pena di morte per gli omosessuali. «Non è così - controbatte padre Lombardi - l´intervista di monsignor Migliore dice cose chiare e del tutto condivisibili. Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali. I noti principi del rispetto dei diritti fondamentali della persona e del rifiuto di ogni ingiusta discriminazione, sanciti nello stesso Catechismo della Chiesa cattolica, escludono non solo la pena di morte, ma tutte le legislazioni penali violente o discriminatorie contro gli omosessuali». «Qui però - prosegue - non si tratta solo di depenalizzare l´omosessualità, ma di introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo con cui ogni norma, non solo legale ma anche relativa alla vita di gruppi sociali o religiosi, che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell´uomo». Simili norme «possono diventare - conclude il portavoce di papa Ratzinger - strumenti di pressione o discriminazione per chi, ad esempio, considera il matrimonio fra uomo e donna la forma fondamentale e originaria della vita sociale e come tale da privilegiare. Non per nulla meno di 50 Stati membri dell´Onu hanno aderito alla proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito. La Santa Sede non è sola». «è una posizione politica inaccettabile e falsa - controbatte Anna Paola Concia del Pd - perché confonde i piani della discussione. Depenalizzare l´omosessualità significa impedire ad alcuni Stati di condannare gli omosessuali alla pena di morte e alla galera: questa è l´ingiusta discriminazione». Analoghe critiche anche dal Pdl con Margherita Boniver, presidente del Comitato Schengen, che si dice «allarmata per la posizione anacronistica del Vaticano, perché la dichiarazione che la Francia presenterà all´Onu è stata già approvata da tutti i 27 governi europei, Italia compresa». Tra le poche voci favorevoli a Migliore, Rocco Buttiglione (Udc), al quale «non risulta che la Chiesa cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità». «La Chiesa - sostiene Buttiglione - si oppone, invece, a una iniziativa di alcuni Stati europei, o forse della burocrazia di Bruxelles, che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato».

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"un terzo dei lavoratori edili rischia di perdere il posto" - simona casalini (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XIII - Roma I mali del settore L´allarme di Batelli, neopresidente dell´Acer: "Rilanciare le infrastrutture" "Un terzo dei lavoratori edili rischia di perdere il posto" "Sulle grandi opere pubbliche serve uno scatto di decisionismo: troppe discussioni e troppa burocrazia" SIMONA CASALINI «Su 150.000 addetti nel settore delle costruzioni in tutto il Lazio, almeno 50mila rischiano di trovarsi senza lavoro a breve». Eugenio Batelli, architetto laureatosi con una tesi sul riuso di Regina Coeli, neo-presidente dell´Acer, Associazione costruttori romani, lancia un grido d´allarme che sicuramente farà discutere. Quali sono le emergenze della Capitale? «Quelle che coinvolgono tutto il paese. La mancanza di infrastrutture, l´housing sociale, e certamente la sofferenza del settore delle costruzioni. Gli ultimi dati Cresme parlano di un crollo del 30% su scala nazionale, a Roma si rischia anche di più». Lei è stato eletto in un momento delicato, con Alemanno che vuole rivedere il Prg targato Veltroni. Cosa ne pensa? «Che si può migliorare. Alcune scelte come il sistema delle compensazioni, il trasferimento di cubature senza l´utilizzo dell´esproprio molto più costoso, le abbiamo condivise. Ma il Prg è stato miope sulle infrastrutture». I maxi-appalti: l´amministrazione li smonta o li rinegozia uno ad uno. Dal parcheggio del Pincio alle Torri dell´Eur, dal ponte dei Congressi, alla stazione Tiburtina. «Ripensare gli appalti è nelle prerogative dell´amministrazione ma vanno scisse le opere pubbliche dalle private. Sono anche quest´ultime sotto stretta osservazione. A proposito di grandi opere, le Soprintendenze sono troppo chiuse nella loro logica, hanno tempi lentissimi. E le convenzioni urbanistiche sono ferme da due anni». Lei ha detto: "L´edilizia, volano per uscire dalla crisi". Per rilanciare l´economia c´è solo la visione cementizia? «Lo dicono studi su scala mondiale. Il sistema delle opere pubbliche è un antidoto anticrisi capace di riavviare tutti i settori. E´ l´unico che universalmente si riconosce». E´ appena uscito il bando per realizzare case di housing sociale sulle aree dell´Agro romano, coinvolti persino i parchi. Legambiente ipotizza un nuovo sacco di Roma... «Su quel bando c´è molta confusione. E´ fondamentale poiché permette all´amministrazione di acquisire al patrimonio pubblico, aree a trasformazione vincolata dove l´80% dei diritti edificatori diventano di proprietà pubblica». Ma davvero servono tante nuove case popolari (si parla di 30-40mila alloggi) con tanti immobili sfitti che si possono convertire? «Stiamo facendo un aggiornamento sul fabbisogno ma le ultime leggi hanno allargato la fascia delle categorie deboli. Il riuso di immobili vuoti? Costerebbe troppo, perché si dovrebbe espropriarli ai valori di mercato. Si risparmia a costruirli ex novo su aree pubbliche». Cos´altro chiede all´amministrazione? «Investimenti in opere pubbliche con una diffusione capillare alle piccole imprese. Siamo disposti a contribuire con i nostri soldi. Stiamo ragionando sulle proposte: finanza di progetto per il prolungamento della metro B, edilizia sociale, parcheggi di scambio». Lei, è un esperto di manutenzione stradale e la giunta Alemanno ha cancellato l´appaltone da 600 milioni con Romeo e Vianini... «Premesso che non ero dentro il maxi-appalto, poteva essere un´occasione per migliorare la manutenzione delle strade ma è stato gestito male: doveva essere diviso in più lotti, senza cabina di regia». Ma perché le strade di Roma sono un colabrodo? «Scarse risorse: 15 anni fa l´amministrazione metteva in bilancio il doppio dei finanziamenti». Erasmo Cinque, costruttore vicino ad An, ha già criticato Alemanno: "Si dia una mossa" gli ha detto. Lei che dice del sindaco? «Vedo buona volontà, diamogli ancora un po´ di tempo. Altri sei mesi, poi ne riparliamo».

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barricate udc sulla riforma burocratica - massimo lorello (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina II - Palermo Barricate udc sulla riforma burocratica Pioggia di emendamenti all´Ars. L´Mpa frena sui risparmi negli enti locali Lo scudocrociato vuole temperare il potere attribuito al presidente della Regione MASSIMO LORELLO La resa dei conti, l´ennesima, è stata programmata per questa mattina all´Assemblea regionale. La maggioranza, in testa il governatore Raffaele Lombardo, cercherà di trovare un accordo dopo le nuove, profonde, divergenze emerse ieri e che rischiano di portare al fallimento la riforma della burocrazia e il taglio delle spese degli enti locali. A piazzare nuovi paletti sul cammino del governatore è stata, manco a dirlo, l´Udc che, attraverso il capogruppo all´Ars, Rudy Maira, si concentra sui poteri del governatore che devono «essere calibrati rispetto alle prerogative parlamentari e quindi dei singoli gruppi». Proprio ieri scadeva il termine per presentare gli emendamenti al disegno di legge sulla riorganizzazione degli assessorati regionali e sulla riduzione dei dipartimenti da 39 a 31. L´Udc ha presentato, complessivamente per le leggi attualmente in esame, venti emendamenti alcuni dei quali, se approvati, modificherebbero in modo decisivo l´impostazione delle norme, almeno per come le aveva immaginate il fondatore dell´Mpa. Nel ddl sulla burocrazia, Lombardo prevedeva di affidare al presidente della Regione il programma di governo ma l´Udc vuole che si aggiunga l´incidentale, «previa delibera della giunta». Significa che la linea va condivisa con gli alleati. Altrimenti va cambiata. Ancora: il testo della legge dice che gli assessori «sono responsabili nei confronti del Presidente della Regione per la direzione politico-amministrativa», ma l´Udc fa sparire questa affermazione. Lo scudocrociato vuol mettere mano anche sulla paventata riduzione dei dipartimenti sdoppiando, per esempio, quello per le Infrastrutture e i trasporti, oppure intervenendo pesantemente sull´Agricoltura (granitico feudo cuffariano). Lombardo pensava di limitare i dipartimenti a due? L´Udc ne vuole tre ai quali aggiungere pure il comando del Corpo forestale. «Siamo entrati nella sessione di Bilancio che affronteremo adoperandoci per rafforzare il vincolo di maggioranza tra il governo e i partiti della coalizione - dice Maira - Sulla riforma dell´amministrazione regionale, riteniamo che i poteri del governatore debbano essere calibrati rispetto alle prerogative parlamentari e quindi dei singoli gruppi. Nel contempo, al presidente della Regione non potranno assegnarsi funzioni che finirebbero per determinare alterazioni negli equilibri tra i poteri della giunta regionale, dell´Ars e del governatore». E mentre Lombardo getta benzina sul fuoco, parlando di «disonesti» che siedono in Parlamento sui banchi della maggioranza, i suoi uomini provano a impallinare un´altra delle grandi riforme annunciate che porta la firma dell´assessore agli Enti Locali Francesco Scoma (Pdl). Francesco Musotto, che da poco ha lasciato i berlusconiani per approdare all´Mpa, giudica «demagogica e antidemocratica» la proposta di legge che punta alla riduzione del numero dei consiglieri comunali e regionali nonché al taglio delle relative indennità e all´abolizione della figura dei vicepresidenti. Proprio nei Comuni si concentra la grande forza elettorale del Movimento per l´autonomia che può contare oggi su un esercito composto da migliaia di consiglieri eletti e assessori. Anche Franco Mineo (Pdl, area Micciché) la pensa come Musotto. Su un punto, al momento, tutti i partiti della maggioranza si sono ritrovati d´accordo. Pdl, Mpa e Udc hanno firmato l´emendamento che si rimangia l´abolizione dell´Agenzia regionale per i rifiuti e le acque. Pure quello un feudo cuffariano che rischiava di saltare e che verrà mantenuta in vita. Così ha deciso la maggioranza. Per ora.

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lombardo all'attacco degli alleati centrodestra diviso alla prova riforme - emanuele lauria (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina III - Palermo Il retroscena Scontro sull´insulto del governatore che aveva detto: "In parlamento siedono anche dei disonesti" Lombardo all´attacco degli alleati centrodestra diviso alla prova riforme Oggi il vertice di maggioranza sulle norme da approvare prima di Natale Mano tesa dei democratici sulla burocrazia "Voto, ma solo a certe condizioni" EMANUELE LAURIA «Raffaele è come Berlusconi. Quando attacca, non sai mai dove va a finire...». Diviso fra l´affetto dell´amico e il disagio di chi sa che ora gli toccherà ricomporre i cocci, il segretario dell´Mpa Lino Leanza commenta così l´ultima mossa a sorpresa di Lombardo. Ovvero quelle parole al cianuro pronunciate dal governatore sabato a Catania e dedicate agli alleati che si oppongono alla riforma della sanità. Primo colpo: «I tagli colpiranno tutte le sacche di parassitismo, malaffare e mafia che si annidano nel settore sanitario». Secondo colpo, a proposito della presunta disinformazione sulla riduzione dei posti letto: «Non tagliamo un bel nulla ma riorganizziamo i servizi, chi dice cose diverse è un disonesto e di disonesti con cariche istituzionali, appartenenti a rami del Parlamento, soprattutto da queste parti ce ne sono parecchi». Disonesti. Intellettuali, certo. Ma quel termine rappresenta comunque la frontiera più avanzata dell´offensiva di Lombardo contro i cecchini annidati nella sua coalizione. A chi si riferiva il governatore? Lui ha precisato: «Non parlo di deputati dell´Ars». Gli alleati non hanno dubbi: il bersaglio principale era il senatore del Pdl Pino Firrarello, storico rivale nel Catanese alla stregua del genero Giuseppe Castiglione. Qualcuno, più maliziosamente, ha pensato anche all´ex amico Salvatore Cuffaro. Ma ora l´onda lunga di quell´insulto rischia di travolgere tutto. Di pregiudicare l´esito del dicembre caldo del governo regionale: rinviata la riforma del sistema sanitario, oggi comincia una settimana parlamentare decisiva per l´approvazione della nuova mappa di assessorati e dipartimenti regionali e per le norme che riducono le indennità per gli amministratori locali. Poi bilancio e finanziaria, da varare entro Natale. «Ho l´impressione che quell´affermazione non agevolerà il cammino dei disegni di legge in discussione a Sala d´Ercole», commenta il presidente dell´Ars Francesco Cascio. E il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini, uno dei più fieri oppositori interni alla riforma della sanità, in serata ha messo in guardia il governatore: «Abbiamo la necessità di lavorare in un clima che non sia inficiato da violente esternazioni e pesanti anatemi come quelli scagliati negli ultimi giorni. Esternazioni - precisa Leontini - che violano comunque il dovuto aplomb istituzionale». Fra Mpa e Pdl è guerra fredda. Come dimostrano anche le pubbliche lamentele di Diego Cammarata, presidente dell´Ancisicilia, sui tagli per i Comuni e sul forfait di Lombardo a una riunione dell´associazione. «Il governatore ha un´agenda fittissima, non va in vacanza, non fa pause e non gioca a tennis», è stata la risposta, perfiduccia, di Giuseppe Sorbello, assessore regionale al Territorio targato Mpa. Aggiungiamo che l´Udc ha già depositato una discreta mole di emendamenti sulla strada della riforma dei dipartimenti e che nell´Mpa - dietro Francesco Musotto - sta montando la fronda contro la riduzione del numero degli assessori e dei loro compensi chiesta dall´assessore forzista Francesco Scoma, e il quadro è completo. Basterà il lavoro del mediatore Leanza per far tornare il sereno nella maggioranza? Servirà il vertice in programma per questa mattina all´Ars a sedare gli animi più accesi nel centrodestra? Gli interrogativi che aleggiano su un´aula che riapre i battenti. Il rischio è che possa riaffiorare, puntuale, quell´aria di ostilità nei confronti delle proposte di Palazzo d´Orleans che ha prodotto sinora un risultato double-face dei lavori del Parlamento regionale: un inatteso exploit di leggi approvate (17 in cinque mesi, contro le 7 della scorsa legislatura e le 8 di quella precedente) da un lato, un picco negativo di norme di iniziativa governativa (appena 4) dall´altro. «La riforma dell´amministrazione per certi versi è più importante di quella della sanità, spero che gli alleati mettano da canto la visione del particolare e diano un contributo», dice Leanza. Giusto un auspicio, perché il segretario dell´Mpa ammette di attendersi un «clima avvelenato» in parlamento. E se alla fine fosse il Pd (che in commissione ha votato a favore della riforma dell´amministrazione) a dare una mano? «Noi siamo pronti ad appoggiare anche in aula un provvedimento che, seppur migliorabile, contiene principi di novità - dice il capogruppo Antonello Cracolici - Ma se il nostro voto dovesse risultare decisivo, Lombardo sarebbe chiamato a prendere atto dell´insufficienza della sua maggioranza». Affermazioni che, nel centrosinistra, non spazzano via l´ultima ombra di questa stagione incerta. Quella dell´inciucio.

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"le mie radici riemergono da un abisso" - mario pintagro (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina IX - Palermo "LE MIE RADICI RIEMERGONO DA UN ABISSO" Esce domani con l´editore Flaccovio un libro dedicato al musicista catanese Una confessione a tutto campo sulla mafia, sulla gente e sul suo appartenere all´Isola "Quello che detesto maggiormente è un aspetto della psicologia di molti conterranei che non accettano niente di tutto ciò che è diverso da loro: fanno di tutto per lasciare le cose come stanno" MARIO PINTAGRO (segue dalla prima di cronaca) E visto che l´autore è un siciliano che intervista un conterraneo, è l´occasione per fare un´analisi fredda e impietosa sui mali dell´isola, sulla condizione «di una terra che si dibatte fra ansia di Europa e un desiderio d´Africa». Ed è inevitabile parlare di mafia. Battiato ama subito mettere le cose in chiaro, distinguendo la Sicilia dai siciliani. Alla bellezza dell´isola che strega tutti, soprattutto chi è estraneo ai suoi colori e alle sue sensazioni, si contrappone la presenza del cancro mafioso. Siciliani malvagi e senza scrupoli si annidano nei meandri delle istituzioni, della politica e della burocrazia, operando alla luce del sole contro il bene. Altri ancora, e sono tanti, operano nell´ombra, nelle pieghe di un´esistenza oscura e randagia e ancorché senza volto e senza dignità, si dicono uomini d´onore. Battiato prova un senso di sbigottimento davanti all´uso improprio di questo sostantivo. Paragona la mafia ad un moderno e al tempo stesso arcaico invasore che ha schiacciato a lungo e duramente la Sicilia, opprimendola, costringendola a vivere in uno stato di arretratezza culturale e sociale. Emerge, in più punti dell´incontro con Battiato, il pessimismo che dominava il pensiero sciasciano, quell´irredimibilità che tanto ha fatto discutere, l´idea che le cose non possano mutare. «Quello che detesto maggiormente - dice Battiato - non è solo la piaga della corruzione e della criminalità organizzata, ma anche un aspetto spaventosamente negativo della psicologia di molti siciliani, che non accettano niente di tutto ciò che è diverso o semplicemente meglio di loro. Fanno di tutto per lasciare le cose come stanno, adoperandosi fino allo spasimo nel tentativo di impedire che altri possano portare una ventata di novità e di reattività intorno a loro». è un mondo statico e incapace di cambiare quello siciliano perché i suoi protagonisti sono perennemente dominati da un´apatia del vivere e una sfiducia nell´agire. Ma la Sicilia che è tanto ostile al cambiamento, offre anche straordinarie immagini positive. «Sia chiaro - aggiunge il musicista catanese - che in Sicilia non esistono solo forze oscure e negative. C´è anche gente meravigliosa che opera nella legalità e che si adopera per mantenere vivo il culto delle tradizioni antiche e dei valori, che altrove sono perduti. C´è insomma, una terra che respira ancora un´aura di sublime con uomini e donne di grande ingegno e fervida cultura che hanno lasciato una traccia indelebile». Si citano Falcone e Borsellino a modelli positivi e i sanguinari boss di Cosa nostra come contraltare. E si parla anche della funzione sociale dell´arte, che non dovrebbe occuparsi mai di problemi politici e sociali. «Ma davanti a tanta barbarie bisogna reagire». Si ipotizzano anche percorsi alternativi. «Le società materialistiche stanno arrivando alla loro fine. Ipotizzare una nuova società è un azzardo possibile». Battiato pensa che una nuova società dovrebbe investire in "ricerca esistenziale". «Io aprirei prestigiose scuole pubbliche per la formazione e lo sviluppo dei bambini. Istituti dove l´alto potenziale infantile possa trovare finalmente la sua giusta evoluzione, dove si possa insegnare, con la stessa severità e disciplina dei grandi conservatori, la musica classica ma anche danza, lingue, meditazione, yoga». Vien da pensare allo scrittore comisano Gesualdo Bufalino, più volte citato nel libro, e alla sua battuta che per sconfiggere la mafia occorrerebbero eserciti di insegnanti elementari. Il libro conduce per mano il lettore alla scoperta di un Battiato che si cimenta nella pittura. Vista così si potrebbe liquidare come l´hobby episodico di un artista multiforme, ma autorevoli osservatori e critici non la pensano allo stesso modo. «Nei volti che Battiato dipinge - scrive Falzone - c´è una proiezione di sé, sono il segno di un´identità, un´appartenenza. C´è la Sicilia araba tramandataci dagli scrittori Ibn Kalta e Ibn Hamdis». Battiato aggiunge in proposito: «In effetti non c´è alcun rapporto immediato tra la mia pittura e la Sicilia. Questo perché la mia pittura tende al misticismo e io non trovo che ci sia niente di mistico nell´espressione dei siciliani. Però io appartengo a questa terra, porto i caratteri genetici della sua storia e può darsi che sulla tela, da un´immagine, emerga il mio essere siciliano, come da un abisso profondo, come una reminiscenza». E c´è poi il musicista che approda al cinema e fa un film su Beethoven, cui l´artista sembra aggiungere «un palpito d´esistenza aggiuntivo». E infine la musica, contagiata dai misteri e dalle magie d´oriente. Testi e musiche riflettono un continuo gioco di rimandi fra occidente e oriente, tra musiche viennesi e cavilìgliere del Kathakali, tra ritmi balcanici e danze tribali. L´artista che più di tutti ha giocato con le lingue, con il nonsense, il pastiche e il misticismo registrando un successo che va al di là dei confini nazionali e contagia anche mondi lontanissimi culturalmente e geograficamente si sbilancia: «Non posso non avvertire nella musica la presenza di un ordine superiore - dice il musicista - di un´intelligenza». Affiora il ricordo del concerto tenuto a Baghdad. «Quel che conta - dice il musicista - è cercare di utilizzare la musica come strumento non soltanto di aggregazione, ma anche di riflessione. La musica deve servire a trasmettere sentimenti importanti o, quantomeno, a creare turbamenti, sbandamenti, dubbi. Deve dare il senso della comunicazione e del confronto».

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Pietro Vavassori (sezione: Burocrazia)

( da "Milano Finanza (MF)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

MF Numero 239  pag. 1 del 2/12/2008 | Indietro Pietro Vavassori un ottimista al giorno Sui porti italiani si addensa la bufera e solo puntando sulle infrastrutture e sullo snellimento della burocrazia sarà possibile tornare al sereno. è l'opinione di Pietro Vavassori, presidente di Confetra, la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica. «Per uscire dalla crisi serviranno provvedimenti legislativi che ridiano competitività ai nostri scali e ci permettano di affrontare la forte concorrenza del Nord Europa», spiega Vavassori. Altre sfide saranno il dragaggio dei bacini e il sostegno finanziario delle realtà di eccellenza.Domanda. Presidente Vavassori, si parla molto di crisi della portualità italiana. Che cosa accadrà nel 2009? Risposta. Sono molto prudente nel fare previsioni. Mi aspetto mesi difficili e non credo che la crisi possa rientrare prima del 2010. Ritengo comunque che fasi come questa possano essere sfruttate per innovare ed eliminare i nostri handicap. D. A quali handicap allude? R. Scontiamo ritardi molto profondi. Mancano le infrastrutture di collegamento (soprattutto le ferrovie), i bacini sono poco profondi per le navi di nuova generazione e c'è uno scarso coordinamento tra le varie autorità portuali. In questo contesto la concorrenza del Nord Europa si fa sempre più forte. D. Chiedete più risorse finanziarie al governo? R. Nell'incontro di ieri a Livorno il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha promesso interventi per 1,8 miliardi di euro. Bisogna però evitare i finanziamenti a pioggia. Per uscire dalla crisi occorre puntare su cinque-sei grandi porti che garantiscano l'eccellenza al sistema paese. D. C'è anche un problema di eccessiva burocrazia? R. Certo. Il tempo per muovere un contenitore nel porto di Genova è quattro volte superiore a quello di Rotterdam. Come Confetra abbiamo chiesto di snellire le procedure alle dogane per reggere alla concorrenza. Ancora oggi molte aziende estere che esportano in Italia fanno arrivare le merci nei porti del Nord Europa. D. Ha accennato anche al tema del dragaggio? R. è un'altra priorità per trasformare i nostri porti. Attualmente molti bacini sono poco profondi e le navi di nuova generazione non riescono ad attraccare. Bisogna intervenire subito con investimenti sostanziosi. Confetra  Altero Matteoli  Infrastrutture  Trasporti  Pietro Vavassori  Europa  

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A Massa Carrara gli stati generali dell'edilizia (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Economia e Impresa Numero 286, pag. 14 del 2/12/2008 Autore: Visualizza la pagina in PDF     A Massa Carrara gli stati generali dell'edilizia Centinaia di posti di lavoro a rischio nell'edilizia a Massa Carrara nei prossimi mesi. Già diverse le aziende che hanno chiesto di accedere alla cassa integrazione, altre che potrebbero farlo presto. L'analisi è di Cna Massa Carrara, che ha convocato un'assemblea straordinaria del comparto costruzioni il 28 novembre scorso, a cui seguirà un incontro, il prossimo 16 dicembre, legato al tema del recupero crediti. I numeri parlano da soli. Dopo anni di crescita e di indicatori positivi l'edilizia ha perso, nei primi sei mesi del 2008, l'8,2% del giro d'affari, ponendo la provincia di Massa Carrara al secondo posto, in Toscana, rispetto alle aree con il peggior trend. A naufragare, assieme agli edili, i comparti direttamente collegati come l'impiantistica, il lapideo e i servizi. «Non abbiamo la presunzione di risolvere la crisi», sottolinea Giovanni Pinelli, presidente provinciale Cna Costruzioni, «ma semplicemente di analizzare il settore per capire dove e come intervenire per ridare ossigeno alle imprese apuane. A partire dal mancato recupero dei crediti». Tra gli altri temi posti con forza in occasione dell'assemblea, quello dello scarso frazionamento del mercato delle opere pubbliche. «In questo momento», spiega Cna Massa Carrara, «c'è la necessità di frazionare le opere pubbliche tra le imprese locali che hanno i requisiti». Un'importante boccata d'ossigeno in una realtà di appalti pubblici dove gli aggiudicatari sono spesso poche grandi imprese, per giunta, rileva Cna Massa Carrara, provenienti da altre province. «Anche la velocità della burocrazia», spiega l'associazione, «può dare un contributo al rilancio». L'appello è rivolto anche ai funzionari degli enti locali, che sono molte volte, rileva Cna, «l'ago della bilancia».

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ateneo, sei candidati e un solo grido "orgoglio dei prof contro i burocrati" - ilaria venturi (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina IV - Bologna Aperta a Veterinaria la corsa a rettore con un confronto tra gli aspiranti Ateneo, sei candidati e un solo grido "Orgoglio dei prof contro i burocrati" ILARIA VENTURI CONTRO la burocrazia e lo «strapotere» dei dirigenti amministrativi in università. E contro la nomina, da parte del rettore uscente, a sei mesi dalle elezioni, del nuovo dirigente amministrativo dell´Alma Mater. L´affondo dei candidati al rettorato, al loro primo confronto pubblico avvenuto ieri nell´aula magna di Veterinaria, parte da qui. Il bando, con cui sarà scelto il sostituto di Ines Fabbro, il cui contratto scade a fine anno, è imminente e già circolano alcuni nomi tra i papabili aspiranti alla prima poltrona dell´amministrazione dell´università, tra cui quello di Bruno Quarta, ora dirigente alla ricerca. «Un assurdo, il rapporto è fiduciario, la decisione deve spettare al nuovo rettore», attacca Ivano Dionigi, il primo a sollevare il caso prima dell´estate. Giorgio Cantelli Forti non è da meno: «Questa nomina non deve farla il rettore uscente». Roberto Grandi e Andrea Segrè sono per una via di mezzo, già indicata nel bando: una scelta condivisa tra vecchio e nuovo rettore. «Ma è inconcepibile sentire già circolare i nomi adesso», fa notare il preside di Agraria. Dario Braga e Giuseppe Sassatelli si ritrovano sul fronte che attacca la burocrazia d´Ateneo. Un malessere che viene dagli stessi docenti. Una cinquantina in platea e non è poco in una piccola Facoltà, a Ozzano, che alla mattina aveva riempito l´aula magna per l´inaugurazione dell´anno accademico. Il primo faccia a faccia tra i sei candidati, promosso e aperto dal preside di Veterinaria Santino Prosperi, si consuma in tre ore di dibattito. Molto soft e politicamente corretto. Prima le presentazioni, con interventi in ordine alfabetico. Il chimico Dario Braga dice: «Serve un rettore visionario e insieme pragmatico, in grado di interloquire con tutti, senza sospetti di condizionamenti politici». Giorgio Cantelli Forti, per anni preside di Farmacia e membro del Cda, presidente del polo di Rimini, già sfidante «roversiano», nel 2000, di Calzolari, spiega: «In questa corsa conta ciò che uno ha fatto e se ha i canali giusti, se si è stati, per esempio, nei comitati a Bruxelles». Il latinista Ivano Dionigi così si presenta: «Ho avuto esperienze in Cda e per sei anni ho coordinato il collegio dei direttori di dipartimento. Ho sempre risposto agli elettori e non ad altri. Corro per fare il rettore e non per ipotesi subordinate. E sulla giunta che farò sto con Norberto Bobbio quando dice che ci sono giovani vecchi e vecchi giovani». Roberto Grandi il massmediologo allievo di Eco e prorettore agli esteri rimanda al programma sul suo sito: «Chi si propone rettore deve avere una visione ampia, per i prossimi 15 anni». Giuseppe Sassatelli richiama la sua esperienza di preside di Lettere e direttore di Archeologia, «ma l´idea di un candidato rettore rappresentante d´area va superata». Andrea Segrè, reduce dal salotto televisivo della Dandini per il suo progetto contro lo spreco, preside di Agraria, esordisce definendosi «un giovane vecchio». Poi il confronto aperto dal professor Falaschini che cita il premio assegnato anche a dirigenti risultati sotto le aspettative. La critica alla macchina amministrativa è il leit motiv. «Bisogna rimettere mano ai processi decisionali», dice Braga. «Abbiamo un dirigente per farci prendere l´autobus e non un capo dell´ufficio tecnico», attacca Cantelli. «L´amministrazione è fondamentale, ma da noi c´è un´anomalia, si sono invertiti i ruoli tra livello politico e amministrativo», dice Dionigi. «Recuperare chiarezza tra chi governa e chi è di supporto», vuole Sassatelli. «Il personale tecnico amministrativo è a supporto dei docenti, non il contrario», insiste Segrè che aggiunge: «Vedere dirigenti che guadagnano più di me fa male, ma la rivoluzione arriverà dal basso». Autonomia, valutazione, qualità: le parole d´ordine un po´ di tutti. «Fate emergere le differenze», sollecita il professor Franchini dalla platea. Scaramucce. Le bordate (e forse l´uscita di un altro candidato) arriveranno dopo Natale. SEGUE A PAGINA V

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arriva la vetreria sangalli, esporterà in cinque paesi (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

San Giorgio di Nogaro. Presentazione ufficiale, ieri alla Confindustria di Udine, del progetto del gruppo veneto. Saranno prodotte 200 tonnellate l'anno di float Arriva la Vetreria Sangalli, esporterà in cinque paesi Il nuovo stabilimento sarà operativo nel 2010 e inizialmente darà lavoro a duecento persone Una prospettiva che è stata accolta con soddisfazione da tutti gli amministratori e dagli imprenditori presenti a palazzo Torriani. Insieme al padrone di casa, il presidente della Confindustria Adriano Luci, sono intervenuti il presidente del Consorzio per lo Sviluppo della zona industriale dell'Aussa Corno Cesare Striscino, il vicepresidente della Regione Luca Ciriani, il vicepresidente della Provincia Fabio Marchetti e il numero uno della Sangalli Vetro Spa, Giorgio Sangalli. La consegna lavori del nuovo stabilimento è già avvenuta. Sarà costruito un impianto di lavorazione attraverso il processo "float", in cui il vetro, ottenuto per fusione delle materie prime, è formato in lastre per colata su stagno fuso, prima di essere tagliato nelle dimensioni commerciali. Una realtà che, paragonata da un punto di vista occupazionale al distretto del vetro Sangalli di Manfredonia, inizialmente potrà dare lavoro a circa 190 persone. Un'opera resa possibile grazie ad un investimento di 138 milioni di euro, che si svilupperà su una superficie di 70 mila metri, producendo circa 200 mila tonnellate annue di float. A beneficiarne sarà anche la zona portuale di San Giorgio, con il trasporto delle materie prime su nave, e proprio la centralità dell'Aussa Corno ha avuto un peso importante per l'insediamento della Vetroitalia. I tempi della burocrazia però hanno rischiato di vanificare un investimento che per gli addetti ai lavori, è destinato a portare una ventata di ottimismo per l'economia della Bassa friulana. «Dopo aver concluso un percorso per nulla facile - ha affermato Ciriani - la Sangalli è riuscita ad insediarsi sul nostro territorio. Per questo non possiamo che esserle grati per averci creduto ed essere andata fino in fondo. Un insediamento - ha aggiunto - che per la nostra Regione rappresenta un fiore all'occhiello, segnale inequivocabile della competitività del nostro territorio, che per svilupparsi ha ancora bisogno del settore manifatturiero». La giunta regionale è pronta a sostenere l'attività dei Consorzi industriali e di quello dell'Aussa Corno in particolare, con l'erogazione di 50 milioni di euro. A supporto del mondo economico è pronta ad intervenire anche la Provincia di Udine, come ha annunciato Fabio Marchetti: «La crisi c'è, è inutile nascondersi, per questo serve un lavoro sinergico delle varie istituzioni e in questo contesto - ha concluso l'esponente provinciale - l'investimento della Sangalli non può che rappresentare un buon auspicio per gli imprenditori locali». Alessandro Cesare

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medicine, niente rimborsi per colpa della burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

IL CASO «Medicine, niente rimborsi per colpa della burocrazia» VIAREGGIO. «Non ne posso più. Ho 66 anni, sono invalido, malato, vivo in un camper e campo con una piccola pensione: non mi lamento di questo - e da raccontarne comunque ne avrei tante - ma della burocrazia». Giampiero Pestalardo, figura nota della darsena, racconta la sua battaglia. Per ora persa. «Ho bisogno di medicine, spendo più 120 euro il mese come minimo e avrei diritto ad un sostegno. Ma le assistenti sociali prima mi dicono che devo essere residente. E io che da due anni vivo a Viareggio chiedo la certificazione. Un via vai con uffici, tante spese. Fatto sta che solo nei giorni scorsi sono riuscito a farmi la carta di identità aggiornata. Torno dai servizi sociali per la richiesta di sostegno per le medicine, ora sono residente: macchè, mi dicono che devo aspettare alemno altri due mesi. Possibile? Perchè tanta burocrazia e poco rispetto delle persone che hanno bisogno».

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i padroni del territorio - alessandro antichi* (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

VOLTIAMO PAGINA I PADRONI DEL TERRITORIO ALESSANDRO ANTICHI* La Toscana ha bisogno di guardare oltre scempi come Monticchiello, saccheggi di territorio stile Campi Bisenzio, inchieste giudiziarie come questa ultima su Castello. C'è la necessità di una svolta, di fronte al fallimento storico del governo del territorio in Toscana. I cittadini hanno la grande opportunità, nella primavera del 2009, di porre fine, con il voto, con la benedizione dell'alternanza, a quella che ho già avuto più volte l'occasione di chiamare la distruzione politicamente pianificata della Toscana. La bellezza secolare del nostro territorio è minacciata in ogni angolo della Toscana. La "colpa" non è di singoli "privati" ingordi e speculatori, o di qualche singolo amministratore "infedele". Tutto questo è invece il frutto coerente di una cattiva politica, di un sistema di malgoverno, del "regime" della vecchia sinistra toscana. Gli scempi sono avvenuti, e continueranno ad avvenire se non interviene una discontinuità, sotto la dettatura di una asfissiante pianificazione. Un sistema regolatorio apparentemente ferreo, concepito per fermare ogni iniziativa privata, vista, nella crisi spirituale e culturale dei postcomunisti, come intrinsecamente cattiva. In realtà, proprio perché le sue maglie strette impedivano ogni libera iniziativa privata, questa stessa pianificazione ha costretto proprietari, costruttori, portatori di legittimi interessi, a presentarsi con il cappello in mano davanti ai mandarini della burocrazia degli uffici tecnici e ai loro padrini politici, quei pubblici amministratori diventati assolutamente arbitri del futuro del destino di individui, imprese, proprietà. Come ho avuto occasione di dire nel Parlamento toscano, il 4 aprile 2007: "Si è realizzata una devastante interposizione fra la società, i cittadini, l'economia, da una parte, e i poteri locali, una oligarchia padrona del territorio, unica autorizzata a venderlo o a svenderlo.". E' stato un tempo oscuro, in cui gli unici autorizzati a costruire, sempre troppo e sempre male, sono stati solo gli "amici degli amici", gli "ammanicati", gli appartenenti a un sistema di potere. All'opinione pubblica toscana che cerca una alternativa, non ci presentiamo solo con degli auspici, ma forti di fatti ed esperienze. Abbiamo alle spalle anni di opposizione costruttiva e assertiva nel Parlamento regionale, ormai, ma soprattutto vantiamo delle esperienze di buona amministrazione. Fra le quali mi sia consentito ricordare quella da me guidata, sotto la quale ha visto la luce il Piano strutturale di Grosseto, che ha trovato qualche riconoscimento al di là dei confini locali (è stato pubblicato sulla rivista Urbanistica, n. 133). La sfida che abbiamo di fronte è il ritorno di una sana competizione, in un quadro di normative più chiare, più leggibili, più accessibili a tutta l'opinione pubblica e non solo agli addetti ai lavori. Non deve più essere la decisione politica a dare valore al terreno o al fabbricato. La ricchezza deve essere creata dalla competizione fra progetti. Ci deve essere concreta perequazione urbanistica, principio purtroppo ancora sconosciuto alla molto supponente ma piuttosto ignorante nomenklatura toscana. Ogni singola opera, ben costruita e armonicamente inserita nel suo contesto, può e deve aumentare anche il valore delle vicine proprietà. Un principio semplice, ma purtroppo sconosciuto alla vecchia sinistra toscana, che infatti ha lasciato che interi borghi e quartieri si riempissero di mostruosità edilizie, si ingolfassero, diventassero invivibili, conducendo tanti immobili alla perdita di valore sul mercato e alla rovina tante famiglie. * Consigliere regionale e responsabile regionale Enti Locali di Forza Italia Toscana, verso il PdL

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<Gay, no alla depenalizzazione> (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Gay, no alla depenalizzazione» Fulmini della Santa Sede sulla proposta dell'Ue da presentare all'Onu CITTÀ DEL VATICANO - Prima ancora che venisse ufficialmente presentata all'Assemblea generale dell'Onu, è scoppiata la tempesta sull'iniziativa intrapresa dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue, di chiedere alle Nazioni Unite la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo. A scatenarla è stato ieri il Vaticano che, per bocca del suo rappresentante al Palazzo di Vetro di New York, si è detto contrario al passo Ue. La Santa Sede ha anche bocciato il progetto di alcune organizzazioni abortiste di far inserire l'interruzione di gravidanza tra i diritti universali dell'uomo. «Una barbarie», ha commentato mons. Celestino Migliore, nunzio del Papa all'Onu, in un'intervista all'agenzia francofona I. Media. Ma se il veto su qualsiasi apertura abortista delle Nazioni Unite era scontato, e affermato in un'infinita serie di dichiarazioni, più a sorpresa è arrivato il "niet" sulla depenalizzazione dell'omosessualità. Rapporti tra persone dello stesso sesso sono illegali - ricordano i siti gay - in oltre 80 paesi del mondo e, in una decina di Stati islamici, sono puniti con la pena di morte. Nei mesi scorsi, il segretario di Stato francese ai diritti umani, Rama Yade, aveva annunciato che la Francia, in quanto paese presidente di turno della Ue, avrebbe chiesto entro dicembre all'Onu, di riconoscere, a livello mondiale, il diritto all'omosessualità e di imporre la fine di condanne e discriminazioni verso i gay. La proposta francese è stata firmata dai 27 paesi della Ue, Italia compresa. «Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale», ha precisato mons. Migliore. «Ma qui - ha avvertito - la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni». «Per esempio - ha osservato mons. Migliore - gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni». Il timore che una depenalizzazione dell'omosessualità, sancita dall'Onu, possa minare il matrimonio tradizionale, sembra essere dunque dietro le obiezioni della Santa Sede. Quanto all'idea di inserire l'aborto tra i diritti universali, mons. Migliore l'ha definita, senza troppi giri di parole, «triste e indignante». «Rappresenta - ha profetizzato - l'introduzione del principio homo homini lupus, l'uomo diventa un lupo per i suoi simili». «Questa è la barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società», ha detto. La presa di posizione del Vaticano, specie in materia di omosessualità, non poteva che innescare commenti e polemiche. Così è stato. Indignazione unanime è stata espressa da tutte le organizzazioni omosessuali e per i diritti umani, che hanno anche minacciato di manifestare la loro rabbia a piazza San Pietro. A dare una spiegazione delle parole di mons. Migliore, è intervenuto in serata Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. «Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato. Elisa Pinna 02/12/2008

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Il Comune riprende l'ex scuola allo Stato (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

CATTOLICA E VALCONCA pag. 11 Il Comune riprende l?ex scuola allo Stato MONTECOLOMBO SI CHIUDE UNA VICENDA DURATA OLTRE 60 ANNI DOPO una vicenda durata 64 anni, le ex scuole elementari di Taverna tornano al Comune di Monte Colombo. Alle 11 di oggi, in municipio, si terrà il rogito dell?immobile: un atto atteso da ben 12 anni, dal momento in cui gli amministratori comunali decisero di acquistare le scuole, dismesse dalla metà degli anni ?90. L?edificio scolastico, distrutto durante i bombardamenti del secondo conflitto mondiale, venne ricostruito nel ?48 su un terreno espropriato dalla prefettura. Nel 1986 l?amministrazione cedette la proprietà allo Stato, poi nel ?96 avanzò la proposta di riacquisto, attraverso una compravendita che sarebbe dovuta concludersi in poco più di un anno. In realtà, grazie alla burocrazia italiana ne sono serviti dodici. Il Comune spenderà 182mila euro per l?acquisto, buona parte già coperto da un mutuo acceso nel ?95. Una volta restaurato, l?edificio sarà utilizzato in qualità di centro servizi polivalente. m.d.a. Image: 20081202/foto/8131.jpg

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TRENTO - La scelta del Gruppo Poli di pagare a Bolzano, e non più a Trento, l'imposta sugli utili d'impresa (l'Ires, pari a circa 6 milioni di euro), in polemica con la burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

TRENTO - La scelta del Gruppo Poli di pagare a Bolzano, e non più a Trento, l'imposta sugli utili d'impresa (l'Ires, pari a circa 6 milioni di euro), in polemica con la burocrazia provinciale e comunale trentina che gli bloccano da anni un centro commerciale in via Brennero, continua a far discutere TRENTO - La scelta del Gruppo Poli di pagare a Bolzano, e non più a Trento, l'imposta sugli utili d'impresa (l'Ires, pari a circa 6 milioni di euro), in polemica con la burocrazia provinciale e comunale trentina che gli bloccano da anni un centro commerciale in via Brennero, continua a far discutere. Dopo Lorenzo Dellai , che gli ha dato ragione sull'arrabbiatura anti-cavilli ma torto sulla scelta di sottrarre risorse ai trentini, e dopo Alessandro Andreatta , sindaco reggente di Trento, che ha ammesso il ping-pong paralizzante tra Comune e Provincia sull'area adiacente a Media World, dove Poli vorrebbe costruire, parla Paolo Duiella , il dirigente provinciale che aveva raccolto lo sfogo privato dell'imprenditore-contribuente Marcello Poli : «C'era un complicato problema di interpretazione normativa su quell'area di via Brennero, e non è stato possibile risolverlo. Certo, pensavo che l'annuncio di obiezione fiscale del signor Poli fosse solo una battuta». Il dirigente provinciale del settore commercio Paolo Nicoletti chiarisce la questione: «La legge provinciale 4/2000, sull'urbanistica commerciale, regola i centri commerciali veri e propri, ma anche le strutture commerciali equiparate, come quella che intende realizzare il Gruppo Poli. Il progetto, sull'area di 2mila metri quadrati accanto a Media World, prevedeva un afflusso e un deflusso coordinati, tra i due centri, utilizzando la superficie della copertura come area parcheggi. Il problema è che Dalle Nogare ha costruito Media World utilizzando una vecchia licenza già rilasciata, mentre per consentire a Poli di realizzare il suo progetto, il Comune di Trento avrebbe dovuto individuare in quella zona un'aci, un'area commerciale integrata, che richiede una modifica del prg, con tutto il lungo iter conseguente. E il Comune non l'ha fatto». Lorenzo Bertoli , dirigente del Servizio entrate della Provincia, aggiunge: «Non mi pare che ci siano altri "casi Poli". Viceversa, da qualche anno la Provincia, anche a livello politico, ha spiegato ai commercialisti di grandi gruppi con sede legale fuori Trentino, che possono versare l'Ires qui, contribuendo allo sviluppo della Provincia. E il gettito, anche per questo, è in forte aumento». In effetti, in dieci anni l'Irpeg/Ires si è quintuplicata, raddoppiata negli ultimi 5. Il presidente dei grossisti di Unione commercio, Paolo Mondini , comprende invece appieno la scelta clamorosa di Poli: «La Provincia privilegia l'industria e la cooperazione. Ci sono altre 4-5 grandi società che sono pronte a fare lo stesso di Poli. E quando Dellai invita i consumatori a boicottare quei supermercati, fa uno scivolone, da uomo innervosito». pgh 02/12/2008

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'Meno costi grazie ai sindaci' (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

LETTERE E OPINIONI pag. 13 ?Meno costi grazie ai sindaci? Gadda: «E non è vero che intervengo solo a fine legislatura» DALLA PARTE DEI CITTADINI Gentile direttore, le chiedo un po? di spazio per due motivi: il primo, per precisare e dare onore al vero dell?articolo di Luca Bernardi (coordinatore Fi-Pdl di Mesola) che riprendeva alcune mie considerazioni. Non è vero che intervengo solo a fine legislatura (mi sembra anche scorretto pensarlo solamente) e questo valga per tutti i miei interventi pubblici sulla stampa e per tutte le assemblee romane dell?Anci contro i provvedimenti della finanziaria del Governo Prodi ? in special modo del ministro Lanzillotta ? che in un solo colpo si è messo contro i Comuni Italiani. Per non parlare, poi, dell?attività nel sistema delle autonomie ferraresi sul piano d?area, obiettivi europei, ecc. Il secondo è che l?amico Bernardi parla di smantellamento dei servizi a carico dei Comuni ma permettimi di dirti che se i Comuni non avessero messo in piedi i vecchi Consorzi poi trasformati per legge in società per azioni, forse oggi non avremmo avuto l?acqua e lo smantellamento dei rifiuti. Se queste società non sono finite, successivamente, nel calderone delle grandi utilities un motivo ci sarà! Se oggi le scelte sono gestite dai Comuni del Basso ferrarese (vedi Cadf e Area), il motivo è che una classe dirigente di bravi sindaci ha tenuto alta la politica dell?autonomia, e se oggi l?acqua e lo smaltimento dei rifiuti costa meno, da noi che altrove, credimi un motivo c?è! Ma soprattutto queste società sono amministrate bene e non hanno debiti. Come vedi la parola ??elefanti? rivolta agli amministratori mi sembra fuori luogo. Caro amico ricorda sempre che la propaganda è una cosa, la realtà è un?altra cosa! Nel mio articolo auspicavo una svolta nei rapporti tra le autonomie locali e il Governo, ma purtroppo i provvedimenti del Governo sono ben lontani dal documento Anci. La miseria dei provvedimenti propagandati in modo irreale dall??istrione? sono una carità, e i 4-5 miliardi di provvedimenti anti crisi servono ben poco; e pensare che la Spagna risponde con un provvedimento di 22 miliardi, la Francia con 18 e ben 22 l?Inghilterra. Avendo lavorato ben 22 anni nel sindacato conosco bene la burocrazia dello Stato: quelle persone che avranno diritto ad 1,33 euro al giorno dovranno passare giornate intere alle Poste, i Caf, l?Inps e i Comuni per compilare pratiche su pratiche e saranno soggetti ad un tormento senza fine per spendere quell? euro e 33 centesimi in chissà quali attività commerciali. Non era forse meglio applicare uno sgravio fiscale sulla busta paga o sulla pensione? Loris Gadda (sindaco) Image: 20081202/foto/3526.jpg

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SPOLETO VITTORIO SGARBI (nella foto) al Caio Melisso per presentare... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

CULTURA & SPETTACOLI UMBRIA pag. 28 ? SPOLETO ? VITTORIO SGARBI (nella foto) al Caio Melisso per presentare... ? SPOLETO ? VITTORIO SGARBI (nella foto) al Caio Melisso per presentare il suo nuovo libro «Clausura a Milano e non solo. Da suor Letizia a Salemi» (Bompiani). L?appuntamento è per stasera: da Letizia Moratti a Walter Veltroni, da Giulio Tremonti a Vladimir Luxuria, dall?Expo e dal Centro Sociale Leoncavallo a Andy Warhol e Clemente Mastella: nel suo libro Sgarbi racconta e commenta due anni di assessorato alla cultura a Milano e s?interroga su cosa accade quando la cultura incontra la macchina organizzata della burocrazia. Accade, a suo avviso, che macchina decida di rischiare e quindi di lasciare libera la cultura di manifestarsi, oppure che la blocchi e la lasci agonizzare. La presentazione, organizzata dall?assessorato alla cultura di Spoleto, è alle 21. Intervengono anche Marta Bravi, giornalista co-autrice del libro e Oliviero Toscani, fotografo e pubblicitario. Image: 20081202/foto/7379.jpg

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Raccolta firme per riaprire il discount (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

24 ORE MILANO pag. 18 Raccolta firme per riaprire il discount PIAZZALE SELINUNTE DA OGGI SIT IN OGNI MARTEDÌ FINO AL 16 DICEMBRE ? MILANO ? RIAPRIRE IL MERCATO comunale e rispondere alle difficoltà dei cittadini. È una protesta sentita quella di piazzale Selinunte, cominciata circa due settimane fa per chiedere al Comune la riapertura del discount del quartiere. Un sit in, con tanto di colazione in piazza, che si ripropone anche questa mattina e che promette di ripetersi, sempre alle 11, tutti i martedì. Ultimo appuntamento: il 16 dicembre. Un?occasione per i cittadini di far sentire la propria voce e di sottolineare i bisogni del quartiere. L?obiettivo? Raccogliere mille firme da presentare a Palazzo Marino. Nel mirino dei residenti la chiusura, a dicembre dell?anno scorso, del discount Lidl per il mancato rinnovo del contratto d?affitto. Da allora l?enorme spazio commerciale è rimasto vuoto, fatta eccezione per tre piccoli negozi (un panettiere, un formaggiaio e un macellaio) che ora rischiano di chiudere, messi in ginocchio dal calo della clientela. «Hanno finito da poco di ristrutturare la piazza ? osserva Diana De Marchi del Consiglio di Zona 7 ?. Un?insegna nuova di pacca indica il discount, peccato che sia chiuso. È impensabile che in un quartiere popolare come questo, abitato prevalentemente da persone anziane e che conta circa 16mila residenti, manchi un discount». A nulla sono servite le mozioni, presentate rispettivamente dal Consiglio di Zona (lo scorso aprile) e dal capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino Giulio Gallera, nel tentativo di accelerare la burocrazia. «Sappiamo che la proposta si è fermata in Giunta ? spiega Diana De Marchi ? ma non sappiamo né perché, né quando il Comune deciderà di mettere mano alla situazione. Adesso il supermercato più vicino è in via Morgantini, troppo distante per gli anziani che incontrano infinite difficoltà per raggiungerlo. E troppo caro». E se c?è chi, per affrontare la distanza, deve accontentarsi di fare la spesa ?a rate? rifornendo un po? per volta la dispensa, c?è anche chi deve fare i conti con i prezzi e accontentarsi di un solo un pacco di pasta. Da Palazzo Marino intanto piovono rassicurazioni: «Stiamo lavorando ? ha spiegato l?assessore al Tempo Libero Giovanni Terzi ? per trovare soluzioni che riescano a conciliare le esigenze degli operatori con quelle dei cittadini». Sabrina Perez

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la sicurezza sarà potenziata (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 14 - Gorizia «La sicurezza sarà potenziata» Monfalcone: l'obiettivo si raggiungerà con videosorveglianza e più vigili Il tema è stato al centro di un convegno organizzato dall'Ipa MONFALCONE. Una profonda collaborazione tra comuni e Regione, ma anche tra Regione e altre aree dell'Euroregione e tra le diverse forze di polizia: può essere questa la ricetta giusta per ottenere successi nel campo della sicurezza dei cittadini e nel controllo della mobilità dell'area Schengen, ricetta emersa a conclusione del convengo organizzato dall'Ipa, International police association di Monfalcone e che ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali locali, ma anche delle forze di polizia di Slovenia, Croazia e Austria. Utile per conoscere e confrontare le diverse realtà e attività di polizia, prevenzione e controllo dei paesi confinanti, il convegno ha visto anche la partecipazione dell'assessore regionale alla sicurezza Federica Seganti che non ha mancato di evidenziare l'importanza, appunto, della collaborazione e sinergia tra tutte le forze dell'ordine allo scopo di aumentare la sicurezza urbana e territoriale. Ha confermato, come già fatto in altre occasioni, che come a Trieste anche a Monfalcone sarà concretizzato a breve il collegamento delle diversa sale operative delle forze dell'ordine, «ciò per rispondere alle esigenze di un territorio come quello di Monfalcone che ha un porto, un aeroporto, ma su cui pesano anche i fenomeni di immigrazione e trasfertismo, legati alla produzione dei cantieri navali». Ha quindi spiegato la volontà della Regione di intervenire nella riorganizzazione delle polizia locale, per cui si provvederà ad una riforma di competenze e attività. «Abbiamo dato ai comuni - ha detto - la possibilità di creare dei pacchetti sicurezza, con interventi nella rete di videosorveglianza, di potenziamento dell'illuminazione pubblica, miglioramento della dotazione dei vigili». In merito è intervenuto l'assessore comunale alla sicurezza, Michele Luise, ricordando che il comune di Monfalcone ha approvato un progetto sicurezza per cui era stato chiesto il finanziamento regionale di 800 mila euro, «comprendendo interventi utili per rassicurare i nostri cittadini e dare risposte a una città composita su cui gravano aspetti legati proprio alla sicurezza. Abbiamo ottenuto 253 mila euro degli 800 mila richiesti, ma questo deve essere solo la prima tranche, il punto di partenza di un progetto più ampio su cui ragionare e dare un seguito nei prossimi anni. Le assicurazioni dell'assessore Seganti ci rassicurano e rassicurano la nostra gente». Se il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, ha sottolineato come per contrastare la criminalità organizzata e non solo per assicurare la sicurezza percepita, servano «più uomini, più donne, più risorse, più mezzi e meno burocrazia. La provincia di Gorizia è la terza per sicurezza in Italia, ma dobbiamo fare di più». Il questore Antonio Tozzi ha ribadito come sarebbe necessario «parlare di modelli di sicurezza, piuttosto che procedere con interventi a pioggia. Dobbiamo pensare a modelli di sicurezza in cui il cittadino è soggetto che partecipa».

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LA CRISI finanziaria sta indebolendo i movimenti euroscettici, soprattutto in que... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

I COMMENTI pag. 18 LA CRISI finanziaria sta indebolendo i movimenti euroscettici, soprattutto in que... LA CRISI finanziaria sta indebolendo i movimenti euroscettici, soprattutto in quei Paesi dove sono in maggioranza. In un?intervista rilasciata in Francia, il Presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, ha detto che alcuni politici britannici di primo piano gli hanno confidenzialmente detto di essersi convinti che anche la Gran Bretagna dovrebbe adottare l?euro. Quasi in contemporanea, in Danimarca e in Svezia sono stati pubblicati nuovi sondaggi sulla simpatia di cui gode l?euro. Ebbene, in Danimarca la maggioranza assoluta preferirebbe avere l?euro. In Svezia, la situazione è meno netta, ma gli euroscettici sono calati ai minimi storici. Di fronte a tante notizie allarmanti, Barroso troverà sicuramente in questi dati motivi di consolazione. Le ragioni del cambiamento di opinione non sono difficili da comprendere. L?euro dimostra la sua importanza soprattutto nei momenti di crisi. In situazioni di incertezza, gli investitori preferiscono monete più sicure, a danno di quelle marginali. Il risultato è che i britannici, i danesi e gli svedesi si trovano nel loro portafoglio monete che valgono sempre di meno. Se tutti rimanessero nei loro Paesi non sarebbe un gran danno, ma nel mondo della globalizzazione la gente si è abituata a viaggiare e ora scopre che all?estero sono più poveri di prima. Il ragionamento economico è semplice, ma evidentemente viene compreso appieno solo quando si tocca ?con mano? cosa significa nella vita quotidiana. Ora, pare che anche gli euroscettici lo abbiano capito e, con spirito pragmatico, stanno cambiando parere. Se per la Gran Bretagna ci vorrà ancora molto tempo, per la Svezia e soprattutto la Danimarca l?adesione all?euro appare all?ordine del giorno. Dopo il referendum irlandese, che ha nuovamente affossato il progetto di una ?Costituzione?, gli europeisti trovano paradossalmente nella crisi finanziaria motivi per sperare in un rilancio dell?Europa. Tuttavia, l?ottimismo sarebbe fuori luogo. Per anni, ci siamo illusi che la convergenza economica avrebbe condotto spontaneamente ad una maggiore coesione dell?Europa. Questa era e rimane un?illusione. La burocrazia e l?assenza di rappresentatività delle istituzioni europee rimangono problemi irrisolti. L?Europa basata solo sugli interessi continua ad essere un?idea senza anima, lontanissima dallo spirito dei suoi Padri Fondatori. (pierluigi.barrotta@libero.it)

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'Social card', la Cgil: <Troppo complicata> (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

BOLOGNA CRONACA pag. 15 ?Social card?, la Cgil: «Troppo complicata» IL CONTRIBUTO GOVERNATIVO LA ?SOCIAL CARD?, secondo lo Spi-Cgil, manda in crisi i pensionati bolognesi. «Questa mattina (ieri; ndr) più di 500 persone si sono rivolte ai nostri sportelli in città e provincia (esclusa Imola) per chiedere cosa fare con i moduli ricevuti», racconta Bruno Pizzica, segretario locale del sindacato dei pensionati aderente alla Cgil, riferendosi alle lettere di promozione della ?social card?, che da venerdì arrivano nelle caselle postali di chi ha un reddito annuo inferiore a 6.000 euro. La ?social card?, ideata dal ministro dell?Economia Giulio Tremonti, per aiutare pensionati e famiglie povere con un contributo di 40 euro al mese, sembra dunque disattendere, a detta del sindacalista della Cgil, la promessa di semplicità fatta dallo stesso ministro. ECCO il commento del segretario dello Spi, che si è trovato a dover spiegare ai pensionati il funzionamento della carta: «Abbiamo guardato con attenzione le istruzioni e i moduli da compilare. Uno stillicidio di commi e sottocommi, richieste estrose (come quella di indicare il Pod dell?energia elettrica), vere e proprie stravaganze (per la famiglia con un bimbo sotto i 3 anni, il beneficiario della card è il bimbo). Bisogna indicare il suo reddito Isee (quello del bimbo) e se possiede più di un autoveicolo o più di una casa (sempre il bimbo)». Secondo Pizzica, ci vogliono «giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia, per ottenere un euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte». L?ITER più complesso, sempre secondo il sindacalista, è quello per ottenere la dichiarazione Isee: «Se il pensionato non ce l?ha, va ad un Caf (Centro di assistenza fiscale) o all?Inps, con tutta la documentazione che serve: reddito, dati catastali, certificazione depositi bancari, azioni; poi fotocopia il tutto, più la propria carta di identità; e infine si reca all?ufficio postale per presentare la domanda», dove non è scontato che abbiano la card. Pizzica conclude: «La card è un bancomat, quindi ha un pin che va memorizzato; in più va firmata e può essere usata solo dal titolare che la firma».

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Risparmio energetico, attacco al governo (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Alto Adige" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2008-12-02 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Il decreto Tremonti Il ministero ha limitato la possibilità di detrarre le spese di ristrutturazione Risparmio energetico, attacco al governo Zeller: qui si è già investito, no ai tagli. Oberrauch: retroattività nociva BOLZANO — Coro di proteste in Alto Adige contro il decreto legge col quale il Governo ha limitato drasticamente la possibilità di detrarre il 55% sulle spese di ristrutturazione degli edifici con interventi mirati al risparmio energetico. Giunta provinciale, deputati Svp, Assoimprenditori e Unione commercio si schierano con tutti coloro che in Italia criticano il provvedimento governativo. Ieri in poche ore il decreto legge di Tremonti è stato attaccato dal Landeshauptmann Luis Durnwalder, dal deputato Svp Karl Zeller e dall'associazione degli imprenditori. Il primo a parlarne è Luis Durnwalder: «Quando il governo Prodi cancellò uno sconto fiscale in maniera retroattiva — ha dichiarato — Berlusconi promise che non avrebbe mai fatto niente, mentre adesso si comporta allo stesso modo. è un provvedimento inaccettabile che mette nei guai tutti coloro che hanno programmato questi lavori in base alla detrazione. Purtroppo non c'è molto che possiamo fare. I nostri parlamentari sono d'accordo con noi e cercheranno di fare il possibile a Roma ma non possiamo certo promettere molto se il governo non capisce l'errore che ha fatto». Karl Zeller spiega che «con questo decreto legge il Governo si contraddice in pochi giorni. La finanziaria in approvazione in questi giorni conferma le detrazioni fiscali per tre anni. Contemporaneamente viene emesso un decreto che le cancella di fatto. Perché stanziare 80 milioni di euro l'anno quando finora sono state presentate domande di esenzione per 1,8 miliardi di euro significa di fatto abolire il provvedimento. Così il governo perde credibilità nei confronti di tutti coloro che hanno iniziato i lavori contando sugli aiuti fiscali». Poi arriva il commento del presidente di assoimprenditori Christof Oberrauch: «è inaccettabile che il Governo voglia un'altra volta cambiare una legge con effetto retroattivo. Il Governo intende, infatti, mettere a disposizione per l'anno 2008 soltanto 83 milioni di Euro. Troppo poco, se si pensa che negli ultimi due anni sono state presentate domande pari a circa 1,8 miliardi di Euro di detrazioni. In questo modo, la certezza di diritto in Italia proprio non c'è. Come ha recentemente reso noto l'ente tecnico incaricato della gestione delle domande di detrazione – prosegue Oberrauch – dal 2007 gli interventi realizzati per complessive circa 230mila domande hanno permesso di ridurre le emissioni di anidride carbonica, tra i più pericolosi gas inquinanti. Da considerare, inoltre, è che la misura sulla detrazione fiscale non ha offerto la possibilità di eventuali evasioni fiscali». Infine l'Unione commercio. «Misure simili non offrono un sostegno all'economia, la paralizzano — esclama il direttore Dieter Steger — l'economia ha bisogno di essere riavviata, la burocrazia va diminuita, imprese e cittadini necessitano di sgravi». Damiano Vezzosi

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Prima in trappola e poi tartassati: troppi cittadini ostaggi di prepotenze, burocrazia e offerte col trucco (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi Prima in trappola e poi tartassati: troppi cittadini ostaggi di prepotenze, burocrazia e offerte col trucco

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Hai ricevuto bollette o cartelle pazze? Hai subito prepotenze della burocrazia o trappol... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi Hai ricevuto bollette o cartelle pazze? Hai subito prepotenze della burocrazia o trappole delle aziende che forniscono servizi? Denuncia i tuoi soprusi quotidiani

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BENI A PERDERE (sezione: Burocrazia)

( da "Manifesto, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

I GUARDIANI DEL MERCATO IN NOME DELL IMPRESA BENI A PERDERE Mentre i media continuano a veicolare l'idea che si tratta di un incidente di percorso, la crisi economica sta mettendo a nudo il progressivo declino dell'egemonia occidentale nel mondo Ugo Mattei L'Occidente è in recessione, il che significa stagnazione e arresto della crescita. Di per sé potrebbe trattarsi di un semplice arresto ciclico, ed anzi buona parte dei media «ufficiali» cercano di veicolare questa idea. Uno, due anni di «vacche magre»; qualche modifica istituzionale nella regolamentazione del capitale finanziario; una nuova «Bretton Woods», come ormai si usa dire, e il modello capitalistico, fondato sulla liberal-democrazia, tornerà ad essere il miglior sistema possibile. Secondo altri osservatori, potremmo invece trovarci di fronte ad un crollo sistemico, paragonabile a quello che ha travolto il modello sovietico. Entrambe le prospettive sono compatibili con il fatto che la leadership dell'Occidente sia perduta e che il G8 sia soltanto un brutto ricordo (non si sa se ci atenderà un G20 o un G14). Per l'Europa, la cui egemonia era stata già persa a favore degli Stati Uniti da molto tempo, si tratta di un nuovo trauma, cui si è giunti completamente impreparati in preda a divisioni e paure. Sotto la guida di leaders privi di qualsiasi credibilità culturale prima ancora che politica, si continua a vagheggiare di «patrimonio valoriale dell'Occidente», di «radici giudaico-cristiane» e di altre simili insulse amenità, che invano cercano di dare una patina di rispettabilità al razzismo dilagante. Una cosa è però certa: tutti i leaders europei non voglio accettare il fatto che gli equilibri del mondo sono mutati a sfavore dell'Europa e degli Stati Uniti. Declino europeo Per gli Stati Uniti, si tratta della prima macroscopica battuta d'arresto in una storia di costante crescita di influenza planetaria fin dalla propria nascita, mai in precedenza interrottasi, neppure nel periodo della guerra fredda. Un modello di superiorità occidentale radicato in Europa e potente veicolo di esportazione dell'arroganza dell'uomo bianco, ancorché sotto le diverse spoglie, non meno brutali, di privatizzazione, messa in vendita e dollarizzazione (strutturale a partire da Bretton Woods), piuttosto che della diretta colonizzazione. A differenza però che in Europa, dove gli ipocriti e velleitari volti di Gordon Brown, Nicolas Sarkozy, Manuel Barroso (meglio, forse, la figura di Angela Merkel, ma non parliamo di nostri provincialissimi e ininfluenti leaders) sono la dimostrazione ultima di una crisi irreversibile della politica europea, gli Stati Uniti riescono a sfoderare Barack Obama. Si tratta di un leader che, se non fosse esistito, doveva essere inventato, tanto incarna la logica della postmodernità: l'ibridazione culturale al servizio del libero mercato. Ma forse è troppo tardi affinché un buon presidente Usa (ammettendone la possibilità) potrebbe essere condizione necessaria ma certo non sufficiente per la salvezza, visto che la fiducia su un mercato finanziario del valore di 20 volte il Prodotto interno lordo mondiale annuo (ossia vent'anni di economia reale) è crollata al primo sussurro che «il re è nudo!», nonostante la retorica che accompagnava la possibilità di una sua crescita continua. Invero, la catastrofe economica attuale non è gestibile attraverso strumenti compatibili con il capitalismo finanziario che l'ha prodotta e quindi non può certo essere risolta dal principale prodotto politico del capitalismo finanziario medesimo, ossia il Presidente degli Stati Uniti. L'impatto della catastrofe al di fuori degli Stati Uniti, (della cui economia, dopo Bretton Woods, tutto il mondo è succube), può essere attenuato, certo non evitato, soltanto con strumenti politici, culturali ed istituzionali fortemente antagonistici rispetto al modello statunitense. La speranza è che almeno la sinistra se ne renda conto. Occorre perciò combattere innanzitutto quella isopportabile retorica celebrativa della libertà, intesa come diseguaglianza sociale fondata sulla santificazione della proprietà privata e dell'impresa. Cosa che certamente l'Occidente, ipnotizzato da decenni di ciance mediatiche sulla competizione, sulla meritocrazia, sullo sviluppo, sulla crescita, sulla legalità astratta, sui diritti umani non è pronto a fare, a meno di non esservi costretto da forze e da movimenti sociali e politici capaci di produrre una vera rivoluzione copernicana che porti a rendere possibile ciò che oggi pare impossibile. Istituzioni di lungo periodo Bisogna cioè che l'elaborazione teorica sia pronta e sappia ripensare adesso alla socializzazione dei più importanti mezzi di produzione (con cogestione dell'impresa, qualora essa rimanga privata), alla ridistribuzione radicale delle risorse (tramite tassazione progressiva ed imposta patrimoniale), alla costruzione di un modello misto in cui l'interesse pubblico sappia davvero imporsi, con le buone o con le cattive, su quello privato e sul conflitto di interessi. Si tratta di metter mano adesso ad istituzioni democratiche «di lungo periodo», capaci di bonificare il nostro modello di sviluppo, creandone uno nuovo, imperniato sulla qualità della vita di tutti come comunità e non sulla quantità delle risorse che ciascuno, individualmente, compete per controllare e consumare. Una simile trasformazione non può essere guidata dagli stessi leaders e dalle stesse forze che ci hanno portato a questo disastro sociale e politico, prodotto dell'individualismo consumistico. Può essere immaginata soltanto nel quadro di un'ascesa della «fantasia al potere», che abbia il coraggio di ridiscutere gli stessi spazi e gli stessi tempi del politico, schierandosi sistematicamente dalla parte dei perdenti dei processi sociali capitalistici. Non ovviamente una fantasia astratta ma, al contrario, il coraggio di saper scegliere, senza pregiudizi, dal ricco menù culturale che la civiltà umana anche oggi propone. Si tratta di disporsi con umiltà di fronte all'immensa ricchezza di culture rese vittime dallo sviluppo capitalistico, al fine di recuperarle in via dialogica ed accompagnarne la ricollocazione al centro delle istituzioni globali prima che sia troppo tardi per tutti. Ma se salvare l'Occdente da se stesso, dai suoi miti e dalle sue paure, appare un' impresa titanica, non c'è dubbio che si tratti pure di un'urgenza, che potrebbe comunque diventare molto presto una necessità assai più che una scelta. La prudenza dei giganti L'Africa affamata ed assetata dal continuo saccheggio, ed un mondo islamico rispetto al quale l'atteggiamento razzista di ingliustificata superiorità non sembra mutato a partire dall'XI secolo, stanno dando ampi segnali di come i cicli demografici finiranno per prevalere anche in Europa. D'altra parte essi offrono modelli di civiltà meno atomizzati e più aggreganti. L'America Latina, già da qualche anno principale beneficiaria dell'annunciato crollo dell'impero americano, distratto dalle sue folli avventure belliche in Medio Oriente, costituisce in questo momento il più importante laboratorio politico di alternative «umane» al capitalismo finanziario, dall'Equador alla Bolivia, Argentina, compreso il Brasile di Lula e il Venezuela di Chavez. Essa non ha comunque smesso di premere sull'incivile muro lungo il Rio Grande, e di «ibridare» la società statunitense con milioni di lavoratori sfruttati, a loro volta spinti da fame e privazioni. Cina e India non sono in recessione, sebbene la seconda sia stata ben più americanizzata della prima, e ne soffra le conseguenze. Al di là degli effetti ancora imponderabili dei tragici fatti di Mumbay, la crescita, sostengono molti analisti, potrebbe rallentare, scendendo sotto quell'incredibile 10% annuo dell'ultimo decennio. Ma si assesterebbe sul 6-7%. Fra mille contraddizioni, e con differenze notevoli, i due giganti asiatici riescono in qualche modo a cogliere i frutti della prudenza, della propensione al risparmio e del mantenimento in vita del primato dello stato e dell'elaborazione politica. CONTINUA | PAGINA 14 Lo sforzo in atto soprattutto in Cina di perequare finalmente campagne e città e di sviluppare un'economia meno fondata sull'esportazione di prodotti finiti a buon mercato, potrebbe far pensare ad una volontà di Pechino di chiedere il rendiconto agli Stati Uniti, rifiutando di continuare a finanziare le abitudini della cicala. Sarebbe una novità globale dalla portata immensa. Pechino detiene 2000 miliardi di riserve in dollari e 1200 miliartdi in buoni del tesoro statunitensi. Ma nel mondo post-occidentale ci sono molti altri protagonisti capaci di fornire modelli politici e culturali che, per scelta o per necessità, dovranno essere considerati. Il Giappone, in sofferenza da oltre un decennio, che tuttavia offre un modello di settore pubblico e di burocrazia altamente professionalizzata, fortemente armata sul piano politico e culturale, e capace di dialogare alla pari con il settore privato. Se ne avrebbe gran bisogno anche in Occidente, dove per l' assenza di un ceto professionalde di civil servants, perfino il bailout americano costituisce un nuovo episodio di privatizzazione di funzioni pubbliche alle grandi law firms di Wall Street. E non parliamo della nostra Italia dove, senza pudore, il «nocchiero dell'economia», pur autore di mediocri libri antimercatisti, continua a proporre oscene privatizzazioni-saccheggio (compresa, da ultimo, l'acqua), purtroppo col sostegno di «opposizione» e governi locali, intenti a far affari con i servizi e le partecipate pubbliche. E la vecchia protagonista della Guerra Fredda, quella Russia il cui crollo imperiale ha trascinato con sè il Welfare State in occidente? Recentemente, durante un incontro, Marcello Cini ha sostenuto che forse il modello Putin è quello su cui si sta fondando il «consenso» al crepuscolo dell'economia liberale di mercato: autoritarismo, nazionalismo, militarismo, saccheggio. Una chiave interpretativa condivisibile e che aiuterebbe a comprendere meglio la situazione europea attuale.

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DA COMUNISMO A CAPITALISMO I COSTI DELLA TRANSIZIONE (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-12-02 num: - pag: 39 categoria: REDAZIONALE Risponde Sergio Romano DA COMUNISMO A CAPITALISMO I COSTI DELLA TRANSIZIONE Verso il finire della guerra fredda tra Occidente e Unione Sovietica si parlò di crollo del sistema sovietico, di disfatta definitiva del comunismo e di trionfo del sistema occidentale. Ci fu addirittura chi intravide in quei mutamenti epocali l'avverarsi del terzo segreto di Fatima («la Russia si convertirà»). Eppure, per risollevare quel sistema piagato dai problemi economici ci volle appena qualche decina di miliardi di dollari, mentre adesso per risollevare il sistema bancario americano ne serviranno almeno 700 miliardi, senza considerare le migliaia di miliardi dei risparmiatori già andati in fumo. Alla luce di questi avvenimenti, secondo lei si potrebbe parlare di un rovinoso crollo del sistema capitalistico? Che lei sappia esiste per caso un quarto segreto di Fatima o, comunque, una previsione di qualche veggente in proposito? Paolo Manfredi paolo-man@libero.it Caro Manfredi, S ui segreti di Fatima e sulle previsioni dei veggenti sono incompetente. Ma sul collasso del sistema sovietico e la disintegrazione dell'Unione Sovietica ho impressioni e ricordi diversi dai suoi. Non so se qualche economista sia riuscito a quantificare il costo di quelle vicende, ma temo che sia molto più alto di quanto lei pensi. Non ce ne accorgemmo perché la stampa e le televisioni internazionali, in quegli anni, si occuparono prevalentemente di ciò che accadeva alle porte di casa nostra (Jugoslavia, Albania, Cecoslovacchia) o delle crisi africane (Algeria, Somalia, Liberia, Sierra Leone, Ruanda) in cui eravamo direttamente o indirettamente impegnati. Ma negli stessi anni in cui le vicende di Mogadiscio assorbivano la nostra attenzione, lo spazio ex sovietico fu teatro di guerre ignote, non meno sanguinose di quelle balcaniche e africane. Si combatté nel Nagorno-Karabach, dove gli armeni riconquistarono un pezzo di territorio che Stalin aveva generosamente assegnato alla repubblica sovietica dell'Azerbaigian. Si combatté in Georgia, dove gli osseti del sud e gli abkhazi insorsero contro il governo di Tbilisi e rivendicarono il diritto all'indipendenza. Si combatté in Moldavia, dove i russi e gli ucraini delle terre al di là del fiume Dniester si rivoltarono contro la maggioranza romena del nuovo Stato indipendente. Si combatté nelle repubbliche islamiche dell'Asia Centrale, dove gli islamisti combatterono contro i gruppi dirigenti post-comunisti. Quanto costarono le decine di migliaia di azeri che dovettero abbandonare il Nagorno-Karabach e vivono da allora in campi peggiori di quelli dei rifugiati palestinesi? Cominciammo a occuparci di questioni russe dopo lo scoppio della prima guerra cecena quando alcuni intellettuali fecero di quella regione il palcoscenico dei loro pellegrinaggi mediatici. Altre sventure sono ancora più difficilmente quantificabili. Parecchi milioni di russi divennero da un giorno all'altro minoranze dei nuovi Stati sorti dal collasso dell'Urss e furono spesso trattati con durezza burocratica dai nuovi padroni. Qualcuno alzò le spalle e rifiutò di commuoversi per la loro sorte. Ma non è necessario avere simpatie comuniste per riconoscere che lo Stato sovietico aveva la sua logica e soprattutto che aveva dimostrato di saper trattare con una certa equanimità i cento popoli della Grande Russia. Quanto costò il dramma di coloro che dovettero abbandonare casa e lavoro per sfuggire alla politica discriminatoria delle nuove amministrazioni repubblicane? è ancora meno facile quantificare il costo del passaggio dal comunismo al capitalismo dell'economia di mercato. Bisognerebbe misurare in denaro la spregiudicatezza degli oligarchi, la corruzione delle burocrazie, i conflitti tra bande nelle strade delle grandi città e soprattutto l'indigenza dei ceti sociali che il crollo dello Stato sovietico aveva ridotto in povertà. Vladimir Putin non ebbe torto quando sostenne che la disintegrazione dell'Urss era stata una delle più gravi catastrofi geopolitiche del Ventesimo secolo. Alla sua domanda, caro Manfredi, rispondo che quella in cui stiamo vivendo da qualche settimana non è la crisi del capitalismo. è la crisi del cattivo capitalismo.

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Sessanta imprese multinazionali associate a Confindustria, un'occupazione diretta pari a 13.000... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi di LAURA PESINO Sessanta imprese multinazionali associate a Confindustria, un'occupazione diretta pari a 13.000 dipendenti per un monte retribuzioni annuo stimato sui 400 milioni di euro, un'occupazione da indotto pari a 2.000 addetti. E poi un volume d'investimenti che si aggira sui 180 milioni e un fatturato di circa quattro miliardi di euro. Dati e numeri che dimostrano come le multinazionali siano ancora un elemento fondante per l'economia del territorio pontino, pur dando pericolosi e sempre più concreti segnali di un progressivo ridimensionamento che parte da importanti gruppi aziendali e che rischia di minare le basi dell'intero sistema industriale della provincia. Gli effetti negativi della crisi, concentrata in particolare sul chimico farmaceutico (che assorbe il 34,6% del totale delle imprese), cominciano del resto a mietere vittime, tra aziende che chiudono i battenti e nuove ondate di disoccupati. Con un nuovo pacchetto di proposte per sostenere il "caso Latina" i vertici provinciali di Confindustria incontrano quindi il senatore Cesare Cursi, presidente della commissione Industria, Commercio e Turismo, che spiega le misure di sostegno alle imprese finora adottate dal governo nazionale (dallo sblocco dei rimborsi Iva alla revisione degli studi di settore, dall'accesso al credito all'incentivazione dell'imprenditoria femminile e giovanile). «Latina ha un'occupazione d'eccellenza e di livello - esordisce il senatore - per questo abbiamo chiesto a Confindustria di far pervenire nei prossimi tavoli tecnici nazionali precise proposte operative che riguardino il rilancio e il sostengo dell'imprenditoria di Latina». L'associazione degli industriali, con il presidente Fabio Mazzenga e il direttore Sergio Viceconte, raccoglie quindi le istanze presentate dalle imprese locali che individuano i punti di debolezza, sul piano nazionale e locale, nella pressione fiscale, nei costi energetici, nelle carenze infrastrutturali, nella burocrazia. «Per tentare il rilancio - spiega Cursi - in provincia di Latina si dovranno attivare patti territoriali, contratti di programma e contratti d'area, definendo priorità e risorse da destinare ai settori in crisi».

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VASTO - La burocrazia ha bloccato per due giorni nell'obitorio dell'ospedale di Vasto la salma di un... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi VASTO - La burocrazia ha bloccato per due giorni nell'obitorio dell'ospedale di Vasto la salma di un autotrasportatore di Napoli, A. G., 34 anni, morto per cause naturali, impedendone il ritorno a Napoli dove i familiari l'attendevano per le esequie funebri. Solo l'intervento del comandante dei carabinieri, il capitano Giuseppe Loschiavo, ha permesso di sbloccare la vicenda. «Una situazione paradossale e che ha costretto il fratello della vittima - racconta Giancarlo Lemme, titolare dell'omonima agenzia funebre - ad un dolorosissimo pellegrinaggio da un ufficio all'altro. E tutto perché il medico necroforo della Asl non riteneva di poter firmare il modello Istat, necessario per il trasporto nella città di origine, in quanto non poteva accertare con esattezza le cause del decesso nonostante la ricognizione cadaverica avesse imputato la morte a cause naturali». A.G., sposato e padre di due bimbi, era stato rinvenuto cadavere sabato sera, a bordo del suo camion, nell'area di servizio "Q 8", all'uscita del casello Vasto Nord dell'A/14. L'ispezione cadaverica aveva accertato una morte per cause naturali. L'autorità giudiziaria aveva concesso il nulla osta ma, nella mattinata di ieri, ancora mancava il documento del medico necroforo. Solo l'intervento del Capitano dei carabinieri ha sbloccato la situazione riuscendo a rintracciare il medico curante del defunto, a Napoli, il quale, messosi in contatto con il medico necroforo, ha fornito informazioni utili sullo stato di salute del deceduto. Così, nel tardo pomeriggio di ieri, il documento indispensabile al trasferimento della salma è stato rilasciato. (M. R.)

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I socialisti italiani vogliono accasarsi in Europa (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

n. 288 del 2008-12-02 pagina 0 I socialisti italiani vogliono accasarsi in Europa: un appello di Roberto Scafuri Iscrizione diretta al Pse per dire basta alle deprimenti liti del Partito democratico e al ricatto di un?opposizione o dipietrista o radical-chic. Ripartire "dal basso": il nuovo corso in un appello portato a Madrid Perché in Italia ci tocca Veltroni, mentre in Spagna governa Zapatero? Quale maledizione attanaglia il riformismo del Belpaese, tanto da averci fatto meritare i Prodi e le Rosybindi? Tra le tante e possibili spiegazioni, la più lampante è la mancanza di un Partito socialista, dopo il tracollo derivato da Tangentopoli e le cattive prove date dai dirigenti del Psi. Eppure in Europa il riformismo socialista è l?unico ad avere corso legale, coniugando libertà e giustizia, libertarismo e diritti civili. Cancellare il Socialismo con un tratto di penna, con l?usurpazione del riformismo da parte dei partiti che l?hanno affossato (Pci e Dc soprattutto), è la somma ingiuria di una storia che però non muore. Siamo socialisti d?Europa. Basta con le deprimenti liti che stanno affossando il Partito democratico, che dimostra sempre più le proprie origini postcomuniste e postdemocristiane. Basta all?angoscioso ricatto di un?opposizione monopolizzata dal dipietrismo giustizialista o dalle utopie radical-chic. Basta anche con le querelle che hanno frantumato in mille rivoli gli eredi del Psi. I socialisti italiani cercano un nuovo corso in Europa, e vogliono “ripartire dal basso”. Azioni di lotta “per un nuovo socialismo democratico, liberale e libertario”, con al centro i valori di fratellanza, uguaglianza e libertà. Non trovando casa nei decrepiti partiti italiani, i Socialisti vogliono accasarsi in Europa, trasformando il Pse in partito transnazionale che consenta l?iscrizione individuale libera e diretta. Socialisti ovunque essi siano. Non è l?ennesimo appello a ricomporre la diaspora socialista, quello portato al Consiglio del Pse in corso di svolgimento a Madrid da Pia Locatelli, presidente dell?Internazionale Socialista Donne. La richiesta concreta è di consentire l'adesione diretta dei singoli cittadini al Pse, da trasformare in partito transnazionale. Promosso da 11 circoli socialisti e libertari di Milano, Torino, Genova, Vercelli, Biella e Verbania, deciso dopo un primo convegno a Galliate (Novara), l?appello è stato definitivamente approvato sabato scorso a un seminario sul tema "Progettare il futuro con un cuore antico", organizzato a Volpedo (Alessandria) dal Circolo Carlo Rosselli di Milano. Concludendo il dibattito a Volpedo (patria di Pelizza, autore del celebre quadro “Il quarto Stato”), Pia Locatelli, che è europarlamentare del Ps, il Partito socialista italiano aderente al Pse, si è impegnata a proporre a Madrid la sottoscrizione dell'appello anche agli esponenti dei Ds, partito che a sua volta fa parte del Pse. Il partito dei diritti. “Ci rivolgiamo a tutti i cittadini e le cittadine che hanno a cuore i valori di eguaglianza, di giustizia e di libertà, così come a quei partiti e movimenti che hanno fatto della difesa dei diritti sociali, non meno che di quelli individuali, la loro storica bandiera”: così comincia l?appello che vuole riunire i Socialisti al di là della loro attuale collocazione (o non collocazione) partitica e al di là di ogni frontiera, per riaffermare ciò che in Italia da tempo si è perduto. Un movimento democratico, liberale e libertario e sempre antiautoritario: “unico riferimento praticabile per chi voglia tenere sempre unite giustizia e libertà”. La frammentazione dei partiti di Sinistra, lo smarrimento della loro identità, che ha aperto la strada al trionfo elettorale della Destra impone – secondo i firmatari dell?appello – “il ritorno sulla scena dell'azione sociale e del progetto politico dei socialisti, comunque definiti e comunque collocati nelle rispettive formazioni”. Una crisi epocale. Non c?è solo la crisi economica, a preoccupare i socialisti italiani. L?incapacità a modernizzare il Paese, da parte dei due blocchi contrapposti, allontana i cittadini dalla partecipazione democratica e rischia di “creare una frattura tra la politica e la società, proprio nel momento in cui la politica viene invece chiamata a prendere decisioni epocali e a ristudiare le modalità dei rapporti tra Stato ed economia”. L'esigenza di un rilancio dell'iniziativa socialista nasce in primo luogo da queste considerazioni, dice l?appello. Una “ripresa di iniziativa” che “non si dovrà misurare sul terreno ormai consunto di improbabili unificazioni o scissioni o coalizioni di burocrazie organizzative da tempo logore e inadeguate”. Ma dovrà nascere, invece, dal basso, e da concrete azioni di impegno civile, politico, culturale e sociale, a tutela dei salari, del lavoro, della solidarietà sociale, dell?ambiente, dei diritti civili e della laicità. Come ripartire. Costituito un coordinamento nel Nord-Ovest per le associazioni, i circoli e i club d?ispirazione socialista e libertaria, l?appello invita tutti coloro che si rispecchiano nei valori del Socialismo a costituire circoli e associazioni di base in altre regioni d?Italia. In vista delle ormai prossime elezioni per il Parlamento Europeo, poi, i Socialisti italiani chiedono di avviare la trasformazione del Pse in un vero e proprio partito transnazionale, al quale sia possibile aderire individualmente e direttamente. I firmatari. Lunga la lista dei sottoscrittori dell?appello, autodefinitosi “il Gruppo di Volpedo": CIRCOLO LA RIFORMA – Milano, CIRCOLO CALOGERO-CAPITINI – Genova, LABOURATORIO PIEMONTE – Torino, CIRCOLO CARLO ROSSELLI - Milano, CIRCOLO LIBERALSOCIALISTA ROSSELLI – Torino, CLUB PORTO FRANCO – Milano, AREA PROGRESSISTA – Torino, ASSOCIAZIONE SANDRO PERTINI – Torino, ASSOCIAZIONE FRIDA MALAN – Torino, UNIONE CIVICA RIFORMATORI – Vercelli-Biella. IDEA SOCIALISTA – Verbania. L'adesione è aperta a tutti: i cittadini, le cittadine, i gruppi, le associazioni le organizzazioni, eccetera. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere a: Pia Locatelli 333-4444250 (presidente Internazionale Socialista Donne) Francesco Somaini 333-3111494 (presidente Circolo Carlo Rosselli Milano) © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Il federalismo è la via d'uscita (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Mar, 02 Dic 2008 Edizione 260 del 02-12-2008 Obiettivo autonomia Ogni comunità gestisca risorse proprie e risolva i suoi problemi: funzionerebbe Il federalismo è la via d?uscita Siamo nei guai per il troppo Stato e ci viene fatto credere invece che la soluzione consista nell?averne ancora di più di Gilberto Oneto Tanto tuonò che piovve. Finalmente si hanno notizie meno nebulose sulle misure anti-crisi che il Governo ha deciso di adottare e abbiamo la quasi certezza che non ne verremo fuori tanto facilmente. Chi si aspettava scelte drastiche, coraggiose e risolutive è rimasto deluso, chi si aspettava una ?cura da cavallo? si è ritrovato con le spugnette imbevute nell?aceto per combattere la peste. Senza entrare nel dettaglio dei singoli provvedimenti (su cui si stanno impegnando commentatori di grande capacità), è sufficiente dare un?occhiata ad alcuni dei rimedi proposti, in particolare a quelli cui è stata dedicata più attenzione mediatica e più enfasi propagandistica. Si è fatto un gran sventolio di ?bonus famiglie? e di ?bonus bebé?, cose che fanno tanto ?Dio-patria-famiglia?, ma che alla fine porteranno vantaggi solo al Meridione e agli immigrati, traducendosi in un altro trasferimento di risorse dalle tasche dei contribuenti padani. Si bloccano gli aumenti di talune tariffe che sono peraltro state vertiginosamente ingrossate negli ultimi mesi, si dà un contentino sui pagamenti dell?Iva e si butta lì qualche promessa sugli studi di settore. Si infierisce con una supertassazione sui film porno ma solo se i piselli sono bene in evidenza, sennò tutto resta come prima. Ma soprattutto si è strombazzato molto sulla cosiddetta Social Card. Per cominciare non si capisce perché debba avere un nome inglese. Forse perché ?Carta sociale? ricordava una lontana - e per qualcuno imbarazzante - vicenda avvenuta a Verona nel 1944? È il contrario della Carta oro che un grande istituto di credito è riuscito a far passare come un appetitoso status-symbol: è un ?cattivo-status-symbol?, un segno di indigenza. Verrà visto come una sorta di marchio della miseria e non sarà bello esibirla. E poi per averla richiede un complicato percorso di tempo e burocrazia; l?idea dei negozi convenzionati e delle connesse commissioni bancarie fanno sorgere maliziosi sospetti circa i veri beneficiati dell?operazione. Si può ipotizzare che gran parte degli utenti saranno anziani e li si obbligherà a una trafila più micraniosa di quella per entrare in auto a Milano. Non abituati al cartellino di plastica, molti lo smarriranno o se lo faranno fregare; ci saranno legioni di ingegnosi immigrati che ne faranno cloni a vagonate e succederà di tutto. Non sarebbe stato più facile, meno umiliante e arzigogolato aumentare le pensioni? Lo Stato italiano è il Robin Hood più sadico della storia: dice di togliere ai ricchi per dare ai poveri ma li tormenta entrambi. Non si contenta di rapinare i primi ma impone che il maltolto gli sia consegnato con dichiarazioni, moduli, code, scadenze, invii telematici, un sacco di bolli e di balle. Ma fa lo stesso anche con i poveri che per farsi dare qualcosa devono percorrere un analogo calvario di uffici, codici fiscali, patronati, certificati e altre borboniche pirlate. E tutto ruota sempre di più attorno allo Stato, ancora e sempre lui. Ci raccontano che se siamo nei pasticci la colpa è della congiuntura internazionale, dei fratelli Lehman, e dei loro sodali malandrini. Può darsi ma ? per quel che riguarda i nostri guai ? il responsabile è in gran parte proprio lo Stato italiano che ha trasformato una metà della penisola in un campo di lavoratori forzati da mungere, e l?altra metà in una riserva di mantenuti impiegati come forza votante. Come surplus del condimento ha aggiunto una bella comitiva di foresti che gravano sugli uni e sugli altri. È proprio lo Stato che ha inguaiato tutti, impedendo alle sue parti produttive di competere liberamente sul mercato globale e a quelle improduttive di riscattarsi: come può oggi presentarsi come quello che rimette in sesto le cose? Questo Stato che vuole fare la guardia e il ladro, il diavolo e il buon Dio? Siamo nei guai per il troppo Stato e ci viene fatto credere che la soluzione sia averne ancora di più. Perché di questo si tratta: ogni giorno lo Stato si prende un?altra fetta della nostra vita. Ha ragione Berlusconi a lamentarsi di essere costretto a fare una politica di sinistra. Ma allora non la faccia. Oppure è vero che la sopravvivenza di questa Italia si trova solo nell?essere sempre più Stato, sempre più centralista, sempre più oppressivo. La soluzione sta all?opposto: togliere potere allo Stato. Si chiama autonomia vera, si chiama federalismo, non solidale, fiscale o del piripicchio. Federalismo e basta! Ogni comunità si gestisca le proprie risorse e risolva i propri problemi. Nelle comunità più piccole si distinguono con chiarezza i bisognosi veri da quelli per vocazione. Questi provvedimenti hanno l?aria delle musichette suonate dall?orchestra del Titanic prima e anche dopo l?impatto. Spiace vedere che nella comitiva ci siano anche orchestranti leghisti che ci avevano promesso ben altre musiche.

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<Burocrazia assillante? Non rispettiamola più> (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 2 Dicembre 2008 IMPRESE & ISTITUZIONI. La Camera di commercio ha tenuto un convegno al Cuoa di Altavilla «Burocrazia assillante? Non rispettiamola più» Sul tema confronto serrato tra esponenti del mondo della politica e imprenditori E la pazienza è al limite   Roberto Luciani ALTAVILLA Un convegno di studi ma anche un laboratorio dove cominciare a isolare gli embrioni per nuove ed efficaci risposte. Promosso dalla Camera di Commercio di Vicenza e dal Centro Studi sull'Impresa e sul Patrimonio industriale "Imprese e Istituzioni - progettare insieme il futuro", il workshop organizzato alla Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina non ha soltanto riportato all'attenzione della platea di imprenditori i soliti e drammatici lacciuoli della burocrazia esasperata e dell'alta fiscalità che ancor di più, in un momento economico e finanziario così delicato anche alle nostre latitudini, stringono al collo le piccole e medie imprese del Nord-Est, ma si è proposto come una sorta di punto di partenza da cui cominciare a elaborare strategie d'azione diverse. Due i momenti di confronto della giornata aperta da Giuseppe Sbalchiero, vice-presidente dell'ente camerale vicentino. Sintetizzati da Mario Carraro, presidente dell?azienda omonima, in una sorta di chiamata alla responsabilità politica lanciata nella prima parte della mattinata, dopo gli interventi di Giuseppe Bortolussi segretario Cgia di Mestre e del prof. Fabio Buttignon: «Dobbiamo smettere di trovarci per parlare di quello che non va, è tempo di cominciare a proporre insieme delle soluzioni su come superare questi problemi». Un appello che Giuseppe Sbalchiero, raccoglie in una provocazione: «La burocrazia ci blocca? Non rispettiamola più. Un imprenditore deve dimostrare di essere a posto sotto il profilo ambientale, territoriale ed etico professionale quando poi in realtà non c'è nessuno che verifica. Io ribalto il concetto: è lo Stato che deve stabilire che queste condizioni siano attese. È lo Stato che deve ascoltare e non esasperare gli animi al punto che poi si cominciano a mettere in atto comportamenti da non fare». Parole forti come pure forte e sentita è la necessità di ridisegnare i rapporti alla luce di quel federalismo che nelle politiche industriali si traduce, come osserva Alberto Bramanti, professore associato di economia alla Bocconi di Milano, in uno spostamento della E-governance «dal centro (40%) alle Regioni (60%)». E se l'onorevole Fabio Gava mette in guardia contro i rischi delle sovrapposizioni di competenze, Elio Marioni invita a puntare con decisione sulla valorizzazione delle risorse interne nelle aziende mentre Giovanni Rana chiude: «Gli istituti di controllo non riescono a contrastare la concorrenza sleale, così la risposta non può che essere la qualità. A breve il marchio Italia del Gusto verrà apposto sui nostri prodotti alimentari a garanzia dei produttori ma pure dei consumatori».  

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L'artigianato tira un sospiro di sollievo (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

"La preoccupazione sta nel riuscire a dare una prospettiva di crescita consentendo a queste attivitàdi potersi strutturare nel tempo" Nel Senigalliese dopo mesi di blackout le imprese aperte superano quelle chiuse L'artigianato tira un sospiro di sollievo SENIGALLIA - A dispetto della crisi, non si ferma la voglia di tentare l'impresa, nonostante la congiuntura non favorevole. Sono globalmente confortanti i dati sulle aperture e chiusure di attività artigiane nel comprensorio di Senigallia che registrano da inizio anno al 31 ottobre, 167 iscrizioni e 127 cessazioni con un saldo positivo di 40 aziende artigiane: il dato migliore di tutta la provincia. Il solo comune di Senigallia ha registrato 111 nuove aperture e 75 chiusure ( +36). Nonostante il dato positivo, Confartigianato resta comunque preoccupata nel vedere in queste iscrizioni una prevalenza di ditte individuali nel settore edile, non strutturate spesso con titolari extracomunitari. La preoccupazione sta nel riuscire a dare a queste imprese una prospettiva di crescita consentendo loro di potersi strutturare nel tempo. "I dati positivi comunque sono elementi che ci fanno ben sperare - dichiara il presidente della Confartigianato di Senigallia Marco Bazzucchi, ma certo le difficoltà non mancano soprattutto per il comparto manifatturiero. Da segnalare inoltre che la " mortalità aziendale" nei primi tre anni di vita. Garantire efficaci risultati mirati a una ulteriore crescita dell'artigianato senigalliese: questo, in sintesi, l'obiettivo indicato dal presidente della Confartigianato di Senigallia Marco Bazzucchi. Vogliamo puntare sulle iniziative di tutela e sviluppo del comparto. Sul fronte economico, ovvero del rapporto fra la piccola impresa e il mercato, si proseguirà nella positiva esperienza delle forme di aggregazione tra aziende, diretta a reperire nuove opportunità commerciali". Le imprese artigiane, e più in generale tutto il mondo delle piccole e medie imprese, costituiscono una risorsa essenziale del nostro sistema produttivo. "La capacità di adattamento e modernizzazione che caratterizza queste aziende - sottolinea la Confartigianato - le spinge a perseguire quella costante attività di miglioramento dei prodotti e dei processi produttivi che è fattore indispensabile di competitività. L'attitudine a coniugare tradizione ed innovazione è un capitale strategico. Per sfruttarlo pienamente, contribuendo così più decisamente alla loro crescita, è necessario superare gli ostacoli: dal fisco opprimente alla burocrazia. E' inoltre fondamentale il sostegno delle istituzioni per creare un ambiente favorevole in termini di formazione delle risorse umane di certezza della legalità, non meno che in termini di infrastrutture e di incentivi. E se il problema principale denunciato dalle micro e piccole imprese, che rappresentano il tessuto produttivo più dinamico e maggiormente diffuso, è la difficoltà con cui le banche concedono il denaro, Stato e Regioni devono partire necessariamente da qui. Ognuno secondo le proprie competenze deve contribuire a rafforzare gli strumenti di garanzia pubblica al credito alle piccole imprese, potenziando il ruolo dei Consorzi fidi dell'artigianato". In particolare, Confartigianato ha sollecitato, l'attivazione di un Fondo di Garanzia di riassicurazione delle operazioni di credito attraverso l'assistenza del sistema dei Consorzi fidi.

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ALCESTE SANTINI ROMA. SCATENA UN GRANDE DIBATTITO SUL PIANO ETICO E POLITICO, L'OPPOSIZIONE ... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ALCESTE SANTINI Roma. Scatena un grande dibattito sul piano etico e politico, l'opposizione vaticana alla proposta che la Francia si appresta a presentare all'Onu il prossimo 10 dicembre a nome della Ue (27 i Paesi firmatari, tra cui l'Italia) sulla «depenalizzazione universale dell'omosessualità». Una data, quella del 10 dicembre, scelta perché si celebra, come sottolinea il segretario di stato francese, Rama Yade, il 60esimo anniversario della dichiarazione dei diritti umani. Un'occasione per riaffermare che i diritti appartengono a tutte le persone a prescindere dalla loro fede, filosofia come anche dalle loro preferenze sessuali. Ma contro questa proposta - più che naturale anche se dirompente rispetto al contesto internazionale - scende subito in campo, a nome della Santa Sede, il rappresentante del Papa presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore. Lo fa con un'intervista concessa all'agenzia francofona «I. Media». «Con questa dichiarazione - dice Migliore - di valore politico, sottoscritta da un gruppo di Paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tenere conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni». Ed aggiunge, a sostegno della sua tesi molto discutibile perché in stridente contrasto con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, che se la proposta fosse approvata «gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come matrimonio, verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressione». E monsignor Migliore definisce «una barbarie» pure il progetto di alcune organizzazioni abortiste di voler fare inserire l'interruzione della gravidanza tra i diritti universali della persona. Insomma, monsignor Migliore si preoccupa per le reazioni di quegli Stati che non ammettono e anzi condannano l'omosessualità e non del fatto che, nonostante i gay siano dotati degli stessi diritti inalienabili di tutti fin dalla nascita, in ben 91 Stati del mondo - come ha rilevato ieri l'Arcigay - sono persone perseguitate solo perché omosessuali. «Grave la posizione del Vaticano - ha affermato l'Arcigay - si prefigura come un atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari». Immediata la reazione del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi: «Nessuno vuole difendere la pena di morte per i gay» e sottolinea che la «Chiesa non è sola» in quanto «meno di 50 stati membri dell'Onu hanno aderito alla proposta, mentre più di 150 non vi hanno aderito». Ma per Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay: «Grazie allo status di cui gode il medioevale stato Vaticano presso l'Onu, la lobby clericale fa pressioni alleandosi con i regimi dittatoriali, compresi quelli islamici». È da tempo che la Chiesa cattolica è contro l'omosessualità e monsignor Migliore, infatti, si è richiamato anche al Catechismo che afferma, pur «disapprovandoli», che «gli omosessuali vanno accolti con rispetto, compassione, delicatezza». La sua presa di posizione apre un dibattito teologico all'interno della stessa Chiesa. Il grande teologo moralista, padre B. Haring, osserva infatti nel Dizionario di teologia morale che «se c'è un vero amore di amicizia, il matrimonio può divenire per gli omosessuali un successo, anche se non conduce all'armonia e alla soddisfazione sessuale», alludendo alla procreazione. Ma la polemica infuria. «Bisogna sostenere la proposta della Francia» afferma Barbara Pollastrini del Pd e fa appello alla Costituzione che invita a rimuovere «ogni ostacolo di uguaglianza». «Va ignorata la criminalizzazione del Vaticano» sostiene Franco Grillini, presidente di Gaynet. A spiegare le parole di monsignor Migliore, interviene Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc: «Non mi risulta che la Chiesa sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità - osserva - ma si oppone a una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato».

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Vitali sulla Cina: niente paura, è un'opportunità (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Fermani in allarmeper l'invasioneprogrammatadalla piattaformasulle importazioni Confindustria, incontro tra la sezione metalmeccanica e il presidente regionale sul progetto di aprire i mercati ai prodotti asiatici Vitali sulla Cina: niente paura, è un'opportunità FERMO - Una piattaforma per i prodotti cinesi nelle Marche: opportunità o minaccia? La tavola rotonda è stata convocata nel tardo pomeriggio di ieri dalla sezione Metalmeccanica di Confindustria Fermo. Obiettivo: chiedere spiegazioni al presidente di Confindustria Marche Federico Vitali sul progetto che vede la collaborazione della Regione. Nello specifico si tratta di una sorta di autostrada privilegiata per favorire l'ingresso della Cina nel mercato europeo, patendo proprio dalle Marche. Una notizia che ha messo in allarme i piccoli e medi imprenditori. Della serie: apriamo le porte al nemico? A sollecitare l'incontro il vice presidente della sezione Metalmeccanici del Fermano Paolo Giacomozzi che ha espresso tutti i suoi dubbi. "Perché dare una mano alla Cina? Le nostre piccole imprese saranno condannate ad un destino da terzisti nella lavorazione finale di prodotti che arrivano dall'Oriente? Se andiamo tutti a lavorare in Cina che fine fanno i dipendenti?" Giacomozzi che ha lanciato delle proposte per favorire il Made in Marche: "più tasse sui prodotti importati, accelerare il federalismo regionale per allentare la morsa della burocrazia, non consentire la cassa integrazione dei dipendenti italiani a quelle aziende che hanno stabilimenti all'estero. "Non svendiamo questo paese alla Cina ha concluso - serve democrazia. I cinesi vogliono una piattaforma? Bene, che loro ne diano una a noi a Shangai". Sulla stessa linea anche Stefano Luzi Presidente sezione Metalmeccanici: "la ricetta per la competitività sta nel capitale umano, negli investimenti tecnologici e nella ricerca per l'innovazione. La piattaforma cinese rappresenterebbe uno svantaggio". Presidente Vitali che si è dichiarato ben lieto dell'invito ricevuto per il dialogo. "Prima o poi la Cina troverà uno sbocco in Europa ha spiegato - io anticipo le cose e le do questa opportunità nelle Marche. Facendo in modo che costituisca un vantaggio. E' vero che i prodotti arriveranno dalla Cina, ma sarà una corsia preferenziale anche per noi". E qui subentra il Dna tutto italiano: "Non c'è futuro per chi non lega il proprio prodotto con il territorio di appartenenza. Guardate la Ferrari, produce qualche migliaia di auto l'anno. Cos'è in confronto alla General Motors? Nulla. Eppure quest'ultima è in crisi mentre il marchio Ferrari domina ovunque. Con la Cina è la stessa cosa. Non dobbiamo difenderci dalle differenze, ma saperle valorizzare. Come diceva Proust: non cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi".

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Primarie, cura imperfetta utile a elettori e partiti (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Primarie, cura imperfetta utile a elettori e partiti carlo stagnaro Le buone idee generano scompiglio. Il volume delle repliche alla proposta di Enrico Musso, di tenere le primarie nel centrodestra per le prossime elezioni regionali, è una sonora dimostrazione che il senatore del Pdl ha toccato un nervo scoperto. L'apertura di Sandro Biasotti, che si è così smarcato dal suo partito, lascia a sua volta intravvedere scenari interessanti. La ricerca di legittimazione popolare per le candidature, del resto, è anche un modo di lanciare un messaggio: in fondo, se si teme il giudizio della propria base, con che credibilità ci si può presentare di fronte agli elettori? Ma la questione delle primarie nasconde anche un tema più generale e profondo, come ha rilevato lo stesso Biasotti: sedici anni e dodici governi dopo le elezioni del 23 aprile 1992, il sistema politico italiano non è ancora riuscito a trovare un equilibrio. Sono cambiate le leggi elettorali, i partiti hanno mutato nome, hanno attraversato scissioni, si sono aggregati, ma ancora restano aperti i nodi della selezione della classe dirigente e del rapporto tra gli schieramenti. Le primarie possono aiutare nella ricerca del giusto grado di compenetrazione tra apparati politici e società civile. Perfino quando i risultati sono scontati - come con Romano Prodi nel 2006 e Walter Veltroni nel 2008 - esse servono a sostanziare una leadership che abbia l'ambizione di proiettarsi al di là dei confini del proprio schieramento. È, questa, una condizione essenziale per gettare le basi di un'attività di governo a 360 gradi, ma anche per segnare l'indipendenza rispetto alle burocrazie partitiche. Non è un caso se le primarie sono un tassello centrale del progetto di riforma di Giovanni Guzzetta, il costituzionalista che ha promosso lo sfortunato referendum contro il "porcellum": le primarie, oltre tutto, rendono i candidati accountable, responsabili personalmente delle loro promesse e della loro performance; riducono il peso delle negoziazioni condotte nelle stanze fumose e complicano la vita ai golpisti da congresso. La questione è delicata perché si colloca all'incrocio tra l'interesse pubblico e il diritto di qualunque associazione, compresi i partiti politici, di organizzarsi come vuole. Il problema, d'altro canto, è che il sistema oggi in vigore collide con obiettivi che la maggior parte degli esperti, dei politici e dei cittadini ritiene desiderabili e, almeno in teoria, perseguibili simultaneamente: consentire l'elezione di persone competenti e limitare, poiché scongiurarle è impossibile, le due derive a cui tutte le democrazie sono soggette. La prima deriva è quella partitocratica: l'incomunicabilità tra il Paese reale e i partiti, lo strapotere delle correnti e per loro mezzo dei gruppi di pressione. A effettuare tutte le scelte rilevanti sono i signori delle tessere, il Parlamento non è eletto ma si elegge. Le votazioni si riducono, come è stato negli ultimi anni, a un voto pro o contro i candidati premier, o addirittura a un referendum pro o contro Silvio Berlusconi, ed è significativo che sistematicamente i cittadini abbiano votato contro la maggioranza uscente, qualunque essa fosse. L'unica cosa che conta è raccogliere la maggioranza dei voti validi a livello nazionale: chi viene eletto nelle liste locali è del tutto secondario, al punto che spesso i cittadini neppure sanno chi stanno mandando a Roma quando mettono la croce sul simbolo a loro gradito, e in ogni caso che lo sappiano o no è del tutto irrilevante (anche a causa dell'impossibilità di esprimere una preferenza). Il rischio opposto è quello del populismo: soprattutto nei partiti con dinamiche meno complesse o con una struttura più verticistica, vi è un forte incentivo a rincorrere le tesi più strampalate o irrealistiche ma meglio in grado di cogliere gli umori della pancia del Paese, anche grazie alla consapevolezza che è per loro praticamente impossibile raggiungere il 50 per cento dei voti più uno, e quindi potranno attribuire la distanza tra le promesse fatte e i risultati ottenuti all'onere delle negoziazioni. Nell'Italia del 2008, paradossalmente, entrambi i rischi convivono, con un'aggravante: il venir meno del ruolo dei partiti come agenzie del consenso, capaci di formare e selezionare la loro classe dirigente, ha durante una prima fase aperto le porte a tutti indistintamente, e poi, come per reazione, ha portato a una chiusura quasi ermetica, per cui chi c'è c'è, chi non c'è resta fuori. Si è dunque passati dall'osmosi acritica con la società civile, al suo rigetto. In un tale contesto, le primarie possono contribuire, se non a risolvere i problemi, almeno a darvi una risposta. La scelta dei candidati attraverso elezioni aperte a tutti, iscritti e no, può garantire il giusto grado di permeabilità con la società civile. I signori delle tessere continueranno a essere determinanti, naturalmente, e questo è inevitabile; ma la partecipazione popolare ne diluirà l'influenza e ne farà crescere il pudore. Al tempo stesso, la tentazione populistica sarà temperata dal realismo tipico di chi ha consuetudine con la politica, e i suoi vizi. Le primarie non sono un meccanismo perfetto perché soffrono di tutti i limiti della democrazia, compresa la tensione tra populismo e cedimento agli interessi particolari; ma, quanto meno, aiutano a rendere più trasparente e forse più efficace la selezione interna, soprattutto in presenza di un dibattito schizofrenico e di una legge elettorale fatta apposta per offuscare il singolo candidato, che è sempre di più l'anonimo membro di una lista compilata da altri. Ha quindi ragione Musso quando afferma che «le primarie, all'interno del Popolo della libertà, sono una scelta ormai irrimandabile per stabilire chi portare davanti ai cittadini», sottintendendo un deficit di dialettica interna e di elaborazione culturale, peraltro visibile ai più. Lo stesso vale per il Partito democratico che pochi giorni fa ha messo sotto gli occhi dei media lo spettacolo sconsolante dell'elezione del coordinatore regionale del Lazio. Anche in quel caso non c'erano primarie e il congresso si è risolto in uno scontro in campo aperto tra veltroniani, dalemiani e altre razze minoritarie. Entrambi i partiti avrebbero tutto da guadagnare dall'adozione di procedure più limpide e responsabilizzanti, e quindi sarebbe una splendida notizia se il centrodestra ligure ascoltasse Musso. Il problema è che difficilmente, senza pressioni esterne, un organismo corregge spontaneamente i suoi errori. Il malessere della società italiana è tangibile, ma se non trova traduzione politica rischia di degenerare in paralisi civile. Un Paese che ha un dannato bisogno di riforme, semplicemente, non può permetterselo. 02/12/2008

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Beni comuni, patto Variati-Cacciari (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il caso Dal Molin ha aleggiato su tutto il convegno al Ridotto dedicato al problema del governo locale delle aree demaniali Beni comuni, patto Variati-Cacciari Il sindaco: «C?è un malessere diffuso. Lo Stato non può essere solo carabinieri e prefettura» Al nuovo Teatro Comunale di Vicenza nasce l'alleanza Variati-Cacciari per dare voci alle amministrazioni comunali sulle aree demaniali. «Aldilà del caso Dal Molin, il Comune di Vicenza è tutto sommato fortunato rispetto a quello di Venezia», ha commentato il sindaco veneziano riferendosi al margine d'azione della propria giunta sul territorio e le acque della Serenissima. Il primo cittadino lagunare sabato è intervenuto come ospite del convegno vicentino Chi governa le città?, appuntamento organizzato dalle liste civiche Vicenza Libera No Dal Molin, Variati Sindaco e Lista Giuliari- Vicenza Capoluogo . Un'occasione per ragionare sul federalismo dei beni comuni, cioè sulla possibilità delle comunità di poter concertare con lo Stato la destinazione di aree come quella del Dal Molin. L'incontro infatti si è chiuso con un accordo tra i sindaci di Vicenza e Venezia per dare il la, con l'appoggio dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, ad una legge che regoli i rapporti Comune-Stato in casi simili a quello del Dal Molin. Il convegno è iniziato con un lungo video sulla vicenda della nuova base Usa realizzato dal movimento locale che da oltre due anni si oppone al progetto militare statunitense.La parola è quindi andata all'urbanista del Politecnico di Milano Giorgio Ferraresi che ha utilizzato l'esempio del progetto relativo alla Pedemontana Lombarda per parlare di grandi opere che vanno contro il territorio invece che a favore: «La ragione arrogante, violenta e autoritaria delle opere va contro la ragione del territorio», ha affermato il professore. «Il territorio è il cuore dei beni comuni e ce lo stanno portando via. Mi batto contro il federalismo regionale, questo riprodurre il modello centrale a livello di Regione». È stato poi il turno di Mario Bertolissi, costituzionalista dell'Università di Padova che, per spiegare lo stato attuale dei beni pubblici in Italia, ha usato un'originale metafora: «È come l'adolescente che scopre il proprio corpo». Senza mai citare direttamente la vicenda processuale del Dal Molin, Bertolissi ha comunque parlato di «dominio della burocrazia che non lascia traccia di saggezza. L'imperare della legge è cosa ben diversa dal diritto. Non c'è spazio per il ragionamento. Il modello sul quale andiamo a sbattere è il seguente: io ti sto ad ascoltare ma tanto ho già deciso diversamente».Sul Dal Molin è andata invece direttamente Cinzia Bottene, portavoce del Presidio Permanente e consigliere comunale di opposizione: «Trovo idiota continuare a parlare di compensazioni per la nuova base. Un bene devastato non può essere compensato: nella vita ci sono cose che non possono essere monetizzate».«Ci hanno tolto anche la possibilità di esprimerci», ha ricordato il consigliere comunale di maggioranza Gianni Rolando riferendosi allo stop alla consultazione popolare imposto dal Consiglio di Stato in ottobre. «Ma siamo andati ugualmente al voto con i nostri gazebo: un evento straordinario che hanno visto in tutto il mondo».L'affollato Ridotto del Teatro Comunale vicentino era a quel punto abbastanza caldo per l'intervento di Cacciari: «I beni comuni sono trattati in realtà come proprietà privata di questo o quel demanio», ha attaccato il sindaco veneziano. «È difficile fare una politica dei beni comuni in queste condizioni: dobbiamo costringere lo Stato a concertare con i Comuni. La legge è applicata in modo pervasivo e addirittura punitivo nei confronti delle amministrazioni comunali, mentre in casi come il Dal Molin tutto è permesso. Ma in gioco non è la base di Vicenza; sono piuttosto le regole della convivenza democratica».Il finale è stato del sindaco Variati: «C'è da tempo un malessere che pervade il Veneto e non è di stampo leghista. Dentro i cancelli delle fabbriche le cose funzionano, ma fuori ci sono i beni comuni. Quando Berlusconi ci impedisce la consultazione e noi la facciamo lo stesso, in quel momento ritroviamo l'identità. Lo Stato non può essere solo carabinieri e Prefettura».Enrico Soli

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Segno di croce imboccando l'autostrada ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Segno di croce imboccando l'autostrada ... Segno di croceimboccandol'autostradaFacciamoci il segno della croce ogni volta che s'imbocca l'autostrada A4, non è per scaramanzia ma, il mettersi in pace con Dio, perché corriamo il rischio di non uscirne interi. Chi la percorre spesso, si trova immerso in una bolgia dantesca, non casuale ma normale. Come si può catalogare un'autostrada, a pagamento, ove i guard rail sono arrugginiti da anni, con paletti di sostegno a distanza doppia o tripla del normale e, così bassi che, un'auto di media cilindrata li può scavalcare con facilità, figurarsi un autoarticolato?Come si può catalogare un'autostrada dove la circolazione dei soli Tir, occupa la normale corsia di marcia, con sorpassi azzardati e, con la corsia di sorpasso intasata da autovetture e furgoni veloci? Come si possono catalogare i responsabili politici / amministrativi di tale autostrada (di solito gli stessi) che scaricano la proprie inettitudini sulla burocrazia, lasciando al fato le proprie responsabilità?Come si possono catalogare gli amministratori di tale autostrada che, pur avendo bilanci attivi, si sono ben guardati da mettere in sicurezza almeno la parte centrale dell'A4?Dobbiamo ancora parlare di tragedia, oppure d'omicidio annunciato?Il fato, la tragedia, la scalogna, la casualità, l'irresponsabilità dei conducenti, ovviamente sono da mettersi sempre in conto, ma, quando le barriere di contenimento (guard rail) non assolvono alcuna funzione seria: possiamo tranquillamente affermare che, in caso di sinistro, il dolo non solo esiste ma e già previsto.Si favoleggia da parte regionale, anche del trasporto su ferrovia: occorre chiedersi prima, se esistono i carri ferroviari, le infrastrutture nelle stazioni e, se, gli attuali sottopassi/gallerie ferroviarie hanno le dimensioni adatte a far passare convogli carichi di Tir. In ogni modo, stiamo parlando alla stregua del trasporto via mare lungo la costa adriatica. Interverrà la magistratura? Certamente, cercherà le cause, ma troverà il/i colpevoli che non hanno impedito i reiterati salti di corsia?Vittorio ScialpiMovimento politico La DestraWelfare e lavorole vereprioritàMaggiori risorse su sanità e sociale. La sicurezza, invece, è una falsa emergenza. I primi effetti della crisi e i segnali negativi che si susseguono richiedono un forte coordinamento delle politiche industriali, di quelle del lavoro e del welfare: è insomma necessario attivare anche in regione una vera e propria politica dei redditi.La maggioranza regionale sembra invece pensare ad altro. Da un lato si preoccupa di fissare requisiti sulla residenza per rendere più difficile l'accesso al welfare a quegli stessi lavoratori stranieri ai quali si chiede di supplire alle carenze del servizio sanitario regionale (si pensi alle migliaia di badanti straniere); e per farlo, tra l'altro, non si esita a colpire anche i cittadini italiani di altre regioni, ponendo un serio problema di legittimità costituzionale. Dall'altro si investono ben 16 milioni per la presunta emergenza sicurezza, tema con tutta evidenza ideologico, propagandistico e sfasato rispetto alle reali esigenze della società e dell'economia regionale. Lavoro e welfare diventano per noi strumenti cruciali: attendiamo dunque il confronto con gli assessori competenti per valutare nel merito le politiche della Giunta. Sul primo versante, quello del lavoro, si tratterà di decidere dove e come impiegare l'annunciato incremento di risorse. Per quanto riguarda la sanità e il sociale, invece, abbiamo già espresso la nostra contrarietà un'impostazione del bilancio esclusivamente contabile come quella delineata dall'assessore Kosic, perché il welfare può costituire, in questa fase, uno strumento importante di sostegno a salari e pensioni. Condividiamo in quest'ottica l'attivazione della carta famiglia, ma servono maggiori risorse per aumentare i posti negli asili nido, sostenendo in questo modo l'occupazione femminile e la natalità, per abbattere le rette degli asili stessi e delle case di riposo. Serve un maggiore impegno sia nella lotta alla povertà e al disagio sociale, sia nei confronti delle persone non autosufficienti, soprattutto se il Governo confermerà i tagli della finanziaria allo specifico fondo nazionale. Per quanto ci riguarda proponiamo di dirottare su altri capitoli i 16 milioni stanziati sulla sicurezza. Altre sono le priorità d'intervento, su tutte la tutela del lavoro e del potere d'acquisto di salari e pensioni. Oppure, se la sicurezza rappresenta davvero una scelta irrinunciabile, si ricorra all'indebitamento, senza pregiudicare interventi che in questa cruciale fase economica appaiono ben più importanti.Franco BelciSegretario generale Cgil FvgUdc, Lega:con coraggioverso la terza viaPlaudo al coraggio di Udc e Lega Nord di confrontarsi e dialogare «per» si no contro ma per costruire un progetto, forse è un po' forzato, «politico» per certi versi una terza via al Governo della cosa pubblica. Dio, Patria, Famiglia, uniti alla massima trasparenza e pulizia dell'azione amministrativa dovrebbero essere valori che uniscono, colla forte per un progetto friulano forte.Plaudo in tempi in cui si appiattiscono su due poli, solo due ipotesi di scelta, le proposte politiche una certa collocazione anche facile da ottenere, in altri tempi una «cadrega» sicura, c'è ancora il coraggio di dirla a voce alta. Vorrei non fossero parole al vento quelle dell'incontro di Buttrio fra i due soggetti politici sopra menzionati, c'è la forte necessità di unire idee e popolo su progetti comuni, valori forti della nostra identità.Si ancora Dio Patria e Famiglia, e poi autonomia è libertà. Oggi solo ipotesi, domani forse strada percorribile per un futuro migliore per i nostri figli. Ma attenzione alle solite interferenze «dall'estero». Se sarà progetto chiaro io ci sarò.Bassi EnzoUdine

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Mazzacurati: <Con il Mose non sarebbe successo> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mazzacurati: «Con il Mose non sarebbe successo» Il presidente del Consorzio Venezia Nuova: «Senza ostacoli l?opera poteva essere completata già nel 2000. Ora se arrivano i soldi in 5 anni finiamo» «Con il Mose le bocche di porto sarebbero state chiuse già da quattro ore, e in città non ci sarebbe neanche un goccio d'acqua. Speriamo che a Venezia qualcuno la stia tirando su con la cannuccia...». C'è rabbia e orgoglio nella sede del Consorzio Venezia Nuova: non è nemmeno mezzogiorno e gli impiegati hanno il fiatone come tutti, mentre lavorano con scarpe e calze ancora umide. Potrebbe essere il giorno nel quale sedersi sulla riva e veder passare i corpi dei "nemici" ma l'ingegner Giovanni Mazzacurati, che del Mose è l'anima principale, è costretto a casa più dall'influenza che dall'acqua alta. E preferisce non affondare il coltello nella piaga: «Preferisco guardare avanti e pensare che ormai manca poco per mettere fine a queste situazioni».Quanto?«Quattro, cinque anni al massimo. I lavori continuano nonostante tutto».Nonostante i tentativi di fermare l'opera o nonostante i finanziamenti che arrivano con il contagocce?«Da un punto di vista dei finanziamenti, se arriva la somma annunciata proprio pochi giorni fa dal Cipe e che dovrebbe essere ratificata la prossima settimana, si potranno fare le gare per l'appalto delle opere elettromeccaniche; ovvero i portelloni con i relativi apparati. La parte in cemento armato è invece già in avanzato stato di costruzione».Quanti soldi arriveranno stavolta?«Un miliardo di euro circa, forse meno. Per finire i lavori ne servirà un altro miliardo circa, e un altro ancora per spese aggiuntive legate a lavori imposti in fasi successive, con adeguamenti architettonici molto importanti e richieste specifiche dei Comuni interessati. Ma si tratta di aumenti perfino "contenuti" per opere di questo tipo».E a che punto sono i lavori?«Abbiamo un ritardo di un anno e mezzo causato dal rallentamento nei finanziamenti. Siamo al 50\% dell'opera, se arrivano i soldi in 5 anni finiamo. Certo, se il Mose fosse stato già pronto l'episodio di oggi sarebbe stato scongiurato».Ma tra le accuse al Mose c'è anche quella che in caso di maree più basse non si attiverebbe, e in casi eccezionali non basterebbe ugualmente.«Ridicolo. Si può non essere d'accordo, ma non si può inventare falsità. È stato fatto un uso politico delle informazioni: il Mose non ha vincoli d'uso, la sua dote principale è la flessibilità. Se la marea non è molto alta si può decidere di chiudere ad esempio le bocche del Lido quando c'è scirocco, o di Chioggia se c'è la bora. Oppure si chiudono solo tre "denti" per bocca. E in casi eccezionali blocca maree alte fino a 300 centimetri».Ci sono ancora ostacoli politici?«No, direi di no. Adesso anche il sindaco ha annunciato che è meglio finirlo il prima possibile. Il momento finanziario non è dei migliori, ma credo che sia ormai l'unico problema: la burocrazia è ormai vinta».Senza gli ostacoli, quando sarebbero finiti i lavori?«Ragionevolmente entro il 2000».E quante acque alte si sarebbero risparmiate?«Dal 1966 le maree così alte sono state più di 10. Tra il 1966 e il 1975 la frequenza di maree sopra i 110 centimetri erano mediamente di 3 all'anno; nel decennio 1996-2006 sono salite a 55. La frequenza si è praticamente raddoppiata».E quanti danni ha subito Venezia dal 2000 a oggi?«È difficile quantificare il costo diretto di una ventina di acque alte così gravi. Oltre ai beni danneggiati, c'è sempre un danno sottile sull'edilizia causata dalla risalita salina lungo i muri. E lo Stato paga. Nel novembre del 1996 una serie di maree ravvicinate ha reso inabitabile Venezia per tutto il mese, con migliaia di persone bloccate in casa. E questo ha provocato un effetto ancora più devastante del danno economico».Perché?«Perché migliaia di persone hanno deciso di andarsene. E con loro grandi aziende, penso alle Generali. Mi ricordo che nel 1979 c'è stata una marea di 166 centimetri, e diecimila persone che abitavano ai piani terra avevano promosso manifestazioni per chiedere delle dighe. Oggi quelle diecimila persone non vivono più a Venezia, al loro posto restano i negozianti e tocca a loro finire sott'acqua con conseguenze che durano giorni».A. G.

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<Disposti al dialogo ma nessuno ci ha cercati> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

I COMITATI DI BASE «Disposti al dialogo ma nessuno ci ha cercati» VeneziaGiampietro Antonini ha cercato di salvare il salvabile. Come sindacalista Rdb-Cub e come cittadino. Ha tentato il tutto per tutto, ma alla fine anche lui è stato travolto dalla burocrazia e forse forse anche dagli eventi, come il resto della città. E alla fine, non ce l'ha fatta. «Mica potevamo sapere che oggi ci sarebbe stata un'acqua alta eccezionale...». Antonini è tra i leader del sindacato di base da tempo. É sempre stato impegnato nel settore autoferrotramvieri e in tanti anni di "sindacalismo antagonista" è riuscito a sfilare oltre 300 iscritti a Cgil, Cisl e Uil del settore Actv. «Stamattina (ieri ndr) - racconta - sono arrivato a Mestre in bicicletta da Marcon e mi sono accorto fin da subito che la situazione meteorologica non era delle migliori. L'Osellino stava tracimando in più punti e allora ho pensato che forse era meglio chiamare la Prefettura e far presente, fin dalla mattina presto, la disponibilità di Rdb-Cub a sospendere l'agitazione...».E allora?«E allora non è stato per nulla facile. Mi sono attaccato al telefonino e ho cercato di chiamare la Prefettura per dichiarare la nostra disponibilità a soprassedere all'agitazione, ma, si e no, avrò trascorso forse mezz'ora, un'ora al telefono. Il cellulare squillava a vuoto e nessuno mi rispondeva fino a quando dopo varie insistenze ho lasciato un messaggio al centralinista, il primo che mi ha risposto. Non è passato che un quarto d'ora e sono stato richiamato dall'ufficio del rappresentante di governo. Ma intanto il tempo era passato inesorabilmente».Ma viste le previsione del tempo non sarebbe stato meglio revocare lo sciopero in anticipo di un giorno?«E chi sono io un meteorologo? Lo sciopero era stato annunciato da tempo. Nei modi stabiliti per legge. La Prefettura avrebbe dovuto farsi carico della situazione meteorologica e agire di conseguenza. Se ci fosse stato un atto formale di questa, probabilmente, non avremmo assistito ai disagi di ieri, anche se poi la situazione è notevolmente peggiorata con un'alta marea eccezionale. Nessuno, però, ci ha chiamato e nessuno ha aperto con dialogo con noi di questo tipo. E sia ben chiaro, però, rifiutiamo l'epiteto di capro espiatorio che ci vogliono affibbiare. Se di fronte ad una nostra richiesta inoltrata in mattinata, la Prefettura si "prega" di revocare lo sciopero con un fax inviato da Venezia alla nostra segreteria solo alle 12.16, ad emergenza terminata, dico: è colpa nostra? Direi proprio di no».Però una parte di responsabilità esiste.«Davvero? Lo ripeto noi Rdb-Cub non abbiamo un ufficio meteo per stabilire quando fare sciopero... Il nostro contratto di autoferrotramvieri è scaduto da oltre un anno. Cgil, Cisl e Uil non hanno fatto nulla finora. Troppo comodo adesso prendersela con noi».P.N.D

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Verona (D.V.) Coraggio, entrate. Se vi terrorizza il ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Verona (D.V.) Coraggio, entrate. Se vi terrorizza il ... Verona(D.V.) Coraggio, entrate. Se vi terrorizza il trapano, se l'angoscia di estrarre un molare, scalpellare un canino, scollare una gengiva vi spezza il respiro, sappiate che c'è chi vi consolerà alle soglie dell'ambulatorio. E' l'ultima provocazione dell'artista Lucio Pozzi che da New York approda a Verona per esporre le sue opere in un centro odontoiatrico della Valpolicella. Non grandguignolesche dentature alla Durer, neppure gli spazzolini-pennello di Mirò e neanche le dentiere sbilenche di un impossibile Van Gogh parodiato da Woody Allen: Lucio Pozzi firma oasi di pace, colori attinti dall'animo e distesi in composizioni floreali, dipinti a olio che cullano lo sguardo, inchiostri che conducono nei labirinti onirici, acrilici che accendono l'immaginazione di un'infanzia ritrovata anche per il paziente in ansiosa anticamera.Ha voluto esporli nella sala d'attesa di uno studio dentistico che si affaccia sulla statale (Synergy Dental Team, San Pietro in Cariano, dal lunedì al venerdì sino al primo maggio 2009), quindici opere che hanno già viaggiato in mezzo mondo trovando collocazione nei maggiori musei internazionali, come gran parte dei suoi lavori, a iniziare dal Modern Art di NY. Di casa tra gli Usa (lo studio è a Hudson) e la piccola Valeggio sul Mincio, Lucio Pozzi è autore anche di sculture, collage, fotografie, video e performance. Impossibile classificarlo. "Sono partito dall'arte concettuale - spiega - ma il mio lavoro ha preso numerose direzioni, anche se lo stile è unico". Ha utilizzato il disegno a occhi chiusi per scoprire forme imprevedibili. Nel '71 diede scandalo a New York con l'azione dal titolo "29 nudi che scendono le scale". Finì, senza saperlo, anche su Playboy. "Mi ero ispirato a un'opera di Marcel Duchamp. Volevo celebrare la fine della vecchia accademia e proposi di invertire il ruolo tra artisti e modelli".Quanto alla scelta di uno studio dentistico è in linea con la sua lunga esperienza artistica. "Il mio lavoro è adattabile a luoghi diversi. Il centro odontoiatrico è un improbabile posto dove mostrare i miei quadri, pittura su tela e su carta, direi arte convenzionale". Ma nelle scorse settimane ha esposto anche in una fabbrica dismessa a Marone Iseo, in provincia di Brescia, con la sua installazione "Angelus". Ha scelto di vivere in Italia "perchè lontana dalla burocrazia artistica americana". Dice: "Qui da noi si ritrovano occasioni di freschezza paragonabili all'esperienza degli anni Settanta a New York". Così ha eletto Valeggio come suo domicilio per i ritmi di vita di un piccolo centro e perchè è vicino a aeroporto e autostrada. Prossimamente esporrà a Verona. Ambiente artistico permettendo, precisa lui.

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Il mar. Girardi al comandodella stazione carabinieri (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Viagrande Il mar. Girardi al comando della stazione carabinieri Sedute straordinarie e urgenti. E non poteva essere altrimenti visto che il 30 novembre era il termine ultimo fissato per la variazioni dei bilanci comunali. A maggior ragione se la variazione avesse dovuto contemplare l'inserimento dei trasferimenti del flusso per il 2008 della Tariffa di igiene ambientale. Sicchè i civici consessi di Mascalucia e San Giovanni La Punta hanno "lavorato" anche di domenica ed entrambi hanno varato, in via ufficiale, il trasferimento dei flussi finanziari della Serit, con piena soddisfazione dei lavoratori di Mosema (per Mascalucia) e Sias (per San Giovanni La Punta) che hanno assistito allo svolgimento delle rispettive sedute. A Mascalucia il "via libera" è arrivato sia dalla maggioranza che dall'opposizione, confortati entrambi gli schieramenti dal benestare del presidente della Simeto Ambiente, Andrea Castelli, che ha concesso la delega per il trasferimento del flusso. "Ringraziamo il sindaco, l'amministrazione le associazioni sindacali per l'impegno profuso e per non averci abbandonato - hanno commentato i netturbini -. Siamo riusciti a sopportare la crisi solo grazie al sostegno economico di amici e parenti". Il primo cittadino, Salvatore Maugeri, intanto ha annunciato che anticiperà i fondi per pagare tre mensilità ai lavoratori. Anche a San Giovanni La Punta, dunque il consiglio comunale ha provato l'assestamento di bilancio inserendo le previsioni per permettere il trasferimento dei flussi finanziari secondo la delega concessa da Castelli. Il sindaco Andrea Messina già nella mattinata di ieri ha incontrato i dirigenti della Serit che stanno approntando una convenzione che possa realizzare la volontà dell'Ato. "Ovviamente - dice Messina - la burocrazia ha bisogno di tempo, ma l'emergenza ci impone un'urgenza e una priorità straordinarie, onde assicurare di ristabilire la normalità del servizio". Frattanto i lavoratori, fiduciosi della soluzione che dovrebbe arrivare a giorni, hanno ripreso a lavorare con grande senso di responsabilità. Nell'attesa che si formalizzano gli adempimenti che assicurano la disponibilità finanziaria, lavoratori e sindaci hanno indetto una manifestazione fissata per oggi alle 10 presso la sede della Regione di Catania, mentre una delegazione di sindaci si recherà a Palermo dove si svolge la Giunta di Governo per trovare una soluzione all'accesso al fondo di rotazione. CARMELO DI MAURO

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Per un nuovo socialismo democratico, liberale e libertario (sezione: Burocrazia)

( da "AprileOnline.info" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Per un nuovo socialismo democratico, liberale e libertario Il "gruppo di Volpedo", 02 dicembre 2008, 11:01 Il documento A tutela dei salari, del lavoro, della solidarieà sociale, dell'ambiente, dei diritti civili della laicità, noi socialisti firmatari di questo appello decidiamo di avviare la costituzione di un coordinamento permanente delle Associazioni, circoli e club di ispirazione socialista e libertaria del Nord ovest d'Italia, e facciamo appello a tutti i socialisti, ovunque oggi siano, a costruire e rilanciare circoli ed associazioni di base e ad aprire percorsi analoghi anche in altre regioni d'Italia Ci rivolgiamo a tutti cittadini e le cittadine che hanno a cuore i valori di eguaglianza, di giustizia e di libertà, così come a quei partiti e movimenti che hanno fatto della difesa dei diritti sociali, non meno che di quelli individuali, la loro storica bandiera. In questa difficile fase storica, in cui la gravissima crisi economico-finanziaria in corso in tutto il mondo sollecita una risposta politica, sociale, culturale non più differibile, i Socialisti, quale che sia la loro attuale collocazione (o non collocazione) partitica, vedono riconfermato il valore della loro tradizione, portatrice di valori etico-civili e di programmi economico-sociali oggi più che mai necessari. Il Socialismo democratico, liberale e libertario e sempre antiautoritario, resta insomma il solo riferimento praticabile, in Italia, in Europa e nel mondo, per chi voglia tenere sempre unite giustizia e libertà. In Italia in particolare la frammentazione dei partiti di Sinistra, lo smarrimento della loro identità, il trionfo elettorale della Destra (con la sua azione sistematica di distruzione di quel che resta dello stato sociale e delle garanzie costituzionali) impone il ritorno sulla scena dell'azione sociale e del progetto politico dei socialisti, comunque definiti e comunque collocati nelle rispettive formazioni. Noi socialisti esprimiamo oggi una preoccupata considerazione sulla contrazione degli spazi e delle forme di democrazia e di libertà e sull'espansione di un inquietante autoritarismo mediatico; e constatiamo con preoccupazione tanto le pericolose derive della Destra al governo quanto il vuoto di contenuti, di progetto e di proposta politica dell'attuale opposizione parlamentare. E' una situazione grave, che rischia di allontanare i cittadini dalla partecipazione democratica o di creare una frattura tra la politica e la società, proprio nel momento in cui la politica viene invece chiamata a prendere decisioni epocali e a ristudiare le modalità dei rapporti tra Stato ed economia. L'esigenza di un rilancio dell'iniziativa socialista nasce in primo luogo da queste considerazioni. Ma questa ripresa di iniziativa non si dovrà misurare sul terreno ormai consunto di improbabili unificazioni o scissioni o coalizioni di burocrazie organizzative da tempo logore e inadeguate. Dovrà nascere, invece, dal basso, e da concrete azioni di impegno civile, politico, culturale e sociale, a tutela dei salari, del lavoro, della solidarieà sociale, dell'ambiente, dei diritti civili della laicità, noi socialisti firmatari di questo appello decidiamo di avviare la costituzione di un coordinamento permanente delle Associazioni, circoli e club di ispirazione socialista e libertaria del Nord ovest d'Italia, e facciamo appello a tutti i socialisti ovuneuq oggi siano a costruire e rilanciare circoli ed associazioni di base e ad aprire percorsi analoghi anche in altre regioni d'Italia. Riteniamo altresì che l'Europa costituisca un orizzonte politico imprescindibile, ed un quadro di riferimento essenziale. Per questo, quali che siano le identità e distinzioni dei diversi partiti socialisti d'Europa, NOI CI SENTIAMO SOCIALISTI EUROPEI. In vista delle ormai prossime elezioni per il Parlamento Europeo pensiamo perciò che tutti coloro che si riconoscono nella tradizione storica e ideale del Socialismo, rappresentata dal Gruppo parlamentare del Partito Socialista Europeo, debbano DICHIARARE PREVENTIVAMENTE LA LORO APPARTENENZA AL PARTITO SOCIALISTA EUROPEO. Noi qui facciamo tale dichiarazione e chiediamo di avviare la trasformazione del PSE in un vero e proprio partito transnazionale, al quale sia possibile aderire individualmente e direttamente. Quali che siano le identità e distinzioni dei diversi partiti, occorre che tutti i socialisti possano ISCRIVERSI DIRETTAMENTE AL PARTITO SOCIALISTA EUROPEO, considerando l'eventuale iscrizione ad un partito nazionale come adesione al la sezione di quel Paese (nella fattispecie l'Italia) di UN UNICO PARTITO SOCIALISTA EUROPEO. Il "gruppo di Volpedo" L'appello è aperto alle adesioni individuali e collettive da indirizzare a: appellodivolpedo@libero.it

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SANITÀ. Il rapporto di Cittadinanzattiva (sezione: Burocrazia)

( da "Vita non profit online" del 02-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

SANITÀ. Il rapporto di Cittadinanzattiva Reading time: 3 minutes --> di Redazione - pubblicato il 02 Dicembre 2008 alle 19:45 Presentati i dati oggi a Roma Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Una malattia cronica riconosciuta in ritardo è destinata a pesare non solo sulla qualità della vita, ma anche sul portafogli del paziente, con costi che superano i 1.400 euro al mese fra farmaci, ausili e aiuti esterni non rimborsati dalla sanità pubblica. è la fotografia scattata dal VIII Rapporto del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (Cnamc) di Cittadinanzattiva, i cui dati sono stati presentati oggi a Roma, in occasione dell'apertura del IV Congresso nazionale di Cittadinanzattiva, dal titolo Trent'anni di diritti a tinte forti: la rivoluzione civica, in programma fino al 6 dicembre. Il Cnamc - informa una nota - è una rete di Cittadinanzattiva a cui aderiscono circa 140 organizzazioni. Dai primi dati del suo rapporto emerge come nel 57% dei casi la patologia venga individuata con ritardo anche dal proprio medico di famiglia. Molto spesso inoltre (43% dei casi) il paziente è obbligato a farsi carico delle spese per farmaci indispensabili e insostituibili per la cura, con un costo medio mensile di circa 420 euro. La burocrazia continua inoltre a rappresentare un ostacolo per la propria cura: oltre il 74% delle associazioni segnala infatti la presenza di procedure che rallentano l'accesso alla terapia. Inoltre, in quasi un caso su due (45%) viene segnalato come il mancato accesso gratuito a protesi e ausili necessari, obblighi i cittadini a farsi carico di una spesa media annuale di circa 916 euro cui si va ad aggiungere, nel 55% dei casi, la necessità di fare ricorso ad aiuti esterni a proprie spese, come la badante, per un costo medio mensile aggiuntivo di circa 986 euro. «Il sottofinanziamento del Fondo sanitario nazionale per i prossimi anni e i progetti del Governo rispetto al Welfare» - ha commentato Maddalena Pelagalli, presidente del Cnamc-Cittadinanzattiva - «potrebbero aggravare una situazione già difficile per i cittadini che soffrono di una patologia cronica».

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Piccole imprese, antidoto alla crisi (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 03 Dicembre 2008 NAZIONALE Pagina 7 La politica Ue di sostegno Piccole imprese, antidoto alla crisi In un'economia di libero mercato, la prosperità sostenibile ha sempre fatto affidamento sul potenziale imprenditoriale. Sono 23 milioni le piccole e medie imprese (Pmi) che forniscono quasi il 70 per cento dell'occupazione nel settore privato in Europa e che hanno creato la stragrande maggioranza di nuovi impieghi nell'Ue negli ultimi 10 anni. Finanziare il potenziale delle Pmi può aiutare nella crescita iniziale, quando necessario. Gli sviluppi recenti del mercato finanziario hanno turbato la fiducia nel funzionamento dell'economia globale. A seguito della scossa causata dall'aumento improvviso dei prezzi di materie prime, energia e prodotti alimentari, le grandi e piccole società devono ora far fronte a vincoli di liquidità e di credito e alla continua diminuzione della richiesta dei loro prodotti e servizi. Non è così sorprendente l'aspettativa dei cittadini verso politici e imprenditori affinché si responsabilizzino e aiutino a trovare una soluzione. A seguito della messa in opera di una politica dedicata alla Pmi, nel 2005, possiamo lavorare costruttivamente su alcuni risultati concreti. Nella maggior parte degli Stati della Ue, i centri d'informazione dello «sportello unico» sono ora al servizio degli imprenditori che vogliono creare un'impresa, ed esistono già procedure semplificate per l'avviamento. In Italia, per esempio, è stata lanciata una nuova iniziativa chiamata «un'impresa in un giorno», mirata a ridurre ad un giorno appena il tempo per la messa in opera di una società. Grazie a questa nuova procedura un nuovo imprenditore dovrà riempire solo una richiesta on-line per poter creare la sua società. Inoltre, un servizio di sostegno all'impresa, la «Enterprise Europe Network», assiste le Pmi nei primi passi, con consulenze, eventi di intermediazione, consulenze per l'innovazione e informazioni su tutte le politiche pertinenti dell'Ue. Oggi, più che mai, la linea dell'Unione europea come piattaforma di reciproco miglioramento dovrebbe essere utilizzata maggiormente. Ognuno è invitato a condividere con gli altri il meglio del proprio modo di lavorare e imparare dalle loro esperienze. Qualunque sia la situazione nazionale, dobbiamo avere un obiettivo comune e riconoscere il contributo che gli imprenditori danno alla società. I posti di lavoro non sono creati dai politici ma da quelle persone pronte ad assumere rischi e avviare nuove iniziative imprenditoriali. Tutti gli attori nell'Ue dovrebbero aiutare le Pmi a liberalizzare le risorse e concentrarsi sulle attività produttive. Alle imprese non interessa da dove provenga la burocrazia inutile. È dunque cruciale che i governi dell'Ue, le regioni e le autorità locali uniscano le forze per sbloccare il potenziale delle Pmi. In questo contesto, abbiamo già presentato importanti proposte legislative al fine di ridurre le aliquote Iva in alcuni settori ad alta intensità di lavoro e stabilire un nuovo statuto privato europeo delle Società rendendo più facile per le Pmi il commercio transfrontaliero. Abbiamo inoltre rivisto le nostre regole sugli aiuti di Stato, concedendo alle autorità regionali e nazionali maggiore libertà di sostegno a favore delle Pmi. Per quanto riguarda il cruciale fronte finanziario, stiamo lavorando a livello europeo per consentire alle Pmi di affrontare la grave condizione causata della crisi bancaria internazionale. La Banca europea per gli investimenti ha erogato un ulteriore finanziamento di 15 miliardi di euro, e grazie a questa iniziativa circa 30 miliardi saranno disponibili per il periodo 2008-2011 in modo da facilitare l'accesso delle Pmi a servizi finanziari come prestiti, il ricorso a capitali di rischio o un insieme di queste iniziative. Queste misure sono immediatamente necessarie poiché possono reintegrare la capacità delle banche di erogare i fondi tanto necessari per le Pmi. È ora di fare un passo avanti per aiutare le nostre imprese a resistere alla recessione economica e favorire la crescita e l'occupazione.  

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Sonia Masini: ma tutti i soldi li abbiamo dovuti mettere noi (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

LA POLEMICA Sonia Masini: ma tutti i soldi li abbiamo dovuti mettere noi «Noi stiamo facendo il massimo, ma è una vergogna che dallo Stato non arrivino fondi per la sicurezza nelle scuole e sul sapere». Chiarisce subito il suo pensiero il presidente della Provincia, Sonia Masini, che sottolinea come «tutte le risorse messe a bilancio siano dell'Amministrazione provinciale. Abbiamo lavorato e investito senza aspettare i fondi statali. Anche qui come nella sanità ed in altri settori, Reggio continua a fare bene e da sola». Poi cita un dato indicativo di un ritardo congenito: «Rispetto ai 4 milioni di euro di interventi compiuti nel 2008 per sicurezza statica, adeguamenti normativi e manutenzioni straordinarie, per tutte le scuole reggiane sono arrivati 700 mila euro e di questi alla Provincia ne sono toccati 300mila». Infine il Presidente, sottolineando come spesso i tempi perché si arrivi alla agibilità di una scuola siano lunghi a causa della «burocrazia», precisa che «la Provincia ha il bilancio in pareggio e per fare questi interventi ha dovuto contrarre dei mutui».

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Translessinia chiusa per burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 03 Dicembre 2008 PROVINCIA Pagina 25 BOSCOCHIESANUOVA. Incredibile: piste di fondo coperte da un metro di neve ma impraticabili perché è scaduta la concessione, e non è stata rinnovata in tempo Translessinia chiusa per burocrazia All'origine ci sono passaggi di competenze e colpevoli ritardi Battipista in garage: «Se succede qualcosa, chi risponde?» Nessuno se lo sarebbe nemmeno immaginato: non è la mancanza neve, non sono le difficoltà tecniche, non sono per assurdo neanche i pochi soldi che a stento si riescono comunque sempre a racimolare, a impedire di aprire le piste di sci della Translessinia, ma solo la burocrazia, e colpevoli ritardi. Eppure il tracciato più famoso dei monti veronesi (e uno dei più conosciuti a livello nazionale), eccezionalmente coperto quest'anno già a fine novembre da un metro di neve, e sul quale si pratica fondo fin dagli albori dello sci in Italia, rischia per quest'inverno di non essere battuto. Ben 60 chilometri di piste e 40 chilometri di tracciato pedonale sono rimasti bloccati negli uffici perché la concessione regionale è scaduta e la neve è arrivata prima del suo rinnovo. La concessione ha una vita di nove anni e per legge può essere prorogata solo di un altro anno, senza chiedere il rinnovo, ma già lo scorso inverno si era usufruito della proroga prevista e per questa stagione non restava che il rinnovo imposto dalle leggi. La competenza dalla Regione è nel frattempo passata alla Provincia, ma le pratiche andavano istruite dall'ufficio tecnico della Comunità montana della Lessinia, che avrebbe dovuto chiedere in tempo utile il rinnovo della concessione. «Dalla fine della scorsa stagione invernale sono salito decine di volte negli uffici comunitari per sollecitare il completamento della pratica, ma la documentazione è stata depositata in Provincia, fra l'altro incompleta, solo il 10 novembre scorso, quando ci era stato promesso, a parole, che entro maggio la pratica sarebbe stata chiusa», denuncia Giuseppe Massella, presidente di Lessinia Turistsport, la società a partecipazione pubblica e privata che ha materialmente in gestione dalla Comunità montana la battitura e la manutenzione delle piste. Il 17 novembre, per la cronaca, c'era stata la presentazione in pompa magna nella sede del Consiglio provinciale con interventi fiume di politici e amministratori per raccontare come la montagna vada sostenuta e lo sport della neve incentivato. «Mi sono morso la lingua per non parlare, ma sarebbe stata l'occasione per dire davvero come stavano le cose e denunciare l'inattività di un ente che non ha fatto il suo dovere», ammette Massella, amareggiato per quanto sta succedendo. Fuori nevica ancora abbondantemente e i mezzi battipista sono già con i motori accesi, ma nessuno si azzarda ad uscire: «Se succede qualcosa? Se qualcuno si fa male lavorando sulle piste o una volta aperte si infortuna qualcuno che le utilizza, chi risponde?», si chiede Massella, che dal consiglio di amministrazione di Lessinia Turistsport ha ricevuto l'ordine di non togliere i lucchetti ai garage dei «gatti delle nevi» utilizzati per la battitura finché non ci sarà la concessione approvata e il conseguente contratto. In assenza del titolare dell'Ufficio tecnico, il geometra Giuseppe Laiti,, impegnato in un viaggio all'estero, la questione è passata nelle mani del direttore del Parco Diego Lonardoni, che si è fatto in quattro per cercare di superare gli ostacoli, restando in diretto contatto con la Provincia, che per accelerare i tempi dell'istruttoria ha anticipato a voce quali documenti siano necessari per il rinnovo della concessione. È così emersa la richiesta di Vinca (valutazione di incidenza ambientale) già fornita, e perfino di Via (valutazione di impatto ambientale), sebbene non ci sia alcun movimento di terra, visto che le strade su cui viene tracciata la Translessinia esistono da almeno un secolo. «In quattro giorni siamo riusciti ad avere anche la Via, che trasmetteremo immediatamente in Provincia appena controfirmata dal segretario dell'ente», promette Lonardoni, ma sui tempi necessari al rinnovo della concessione alza gli occhi al cielo e non sa rispondere.  

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Il Sait apre a Dao, ora si cercano alleanze (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sait apre a Dao, ora si cercano alleanze Schelfi richiama le Famiglie all'unità. E a Poli dice: «Polemiche vecchie e inutili» TRENTO. Schelfi l'aveva sollecitata. E il consiglio d'amministrazione del Sait ieri ha dato la propria disponibilità a valutare con la Dao la possibilità di una collaborazione tra soci della stessa Federazione. Sarebbe un'interessante esperimento tra un consorzio di consumatori il primo ed una cooperativa di imprenditori il secondo. E' la novità scaturita dall'uscita della Famiglia cooperativa della Val di Non da Via Maccani. Intanto il Sait si prepara a chiudere il bilancio 2008m, mentre Schelfi respinge le polemiche sui supposti privilegi del consorzio guidato da Giorgio Fiorini. Tensioni nella cooperazione di consumo. Una Famiglia lascia la grande rete del Sait, i presidenti delle cooperative chiedono più ascolto. E il più agguerrito concorrente privato, il Gruppo Poli, punta il dito sui «privilegi» del Sait. Nulla di veramente nuovo, anzi nervosismi e polemiche cicliche, influenze di stagione. Ma Schelfi non sottovaluta, non dà per scontato nulla. «La decisione della Famiglia Cooperativa della Val di Non di lasciare il Sait ed aderire al consorzio Dao non è proprio stata un fulmine a ciel sereno. C'era un ragionamento in corso con il presidente Giorgio Turri. Non è stato possibile concluderlo, mi spiace, anche se la sua scelta è legittima. L'episodio però pone un problema» dice Schelfi «Ha senso che soci della medesima Federazione - Sait e Dao - si facciano questo genere di "concorrenza"? Ho perciò chiesto al consorzio del presidente Fiorini di ragionare con Dao su possibili, comuni terreni di lavoro. La disponibilità c'è e di questo sono grato a Sait. Ora sentiremo cosa dice Dao. Mi auguro una analoga apertura». Dopo lo scossone, è all'opera la mediazione. Il nervosismo però resta. Anche se tra Sait e Turri c'erano già state questioni aperte. Fors'anche perché il presidente della Val di Non non aveva gradito l'esclusione dal consiglio d'amministrazione di Via Maccani, mentre ha apprezzato la possibilità offerta da Dao di rafforzare l'attività della sua cooperativa a Cles, con l'apertura di un nuovo punto vendita. Nei mesi scorsi, poi, assieme ai colleghi Mario Ventura della Famiglia di Fiemme e Mauro Cominotti di Pinzolo, aveva animato una sorta di fronda contro la gestione del Sait di Giorgio Fiorini. Stavolta ha fatto un passo in più, concreto, che ha spinto i colleghi presidenti - le Famiglie sono un'ottantina - a chiedere momenti di maggior confronto. Sentimento di cui se n'è fatto interprete Giuliano Berltrami di Storo, voce costruttiva. «Porte aperte. Se c'è l'esigenza di ulteriori momenti di confronto su temi sia contingenti, sia di strategia, ben vengano. Tanto più» risponde Schelfi «che nelle parole di Beltrami non ho avvertito né polemica, né tentazioni di rottura». Via libera, dunque, all'ipotizzata "conferenza" dei presidenti, per elaborare le tensioni, trovare nuove mediazioni con il vertice Sait, rafforzare «un progetto assieme imprenditoriale e sociale». «E' una prospettiva che non tutti vogliono apprezzare o capire» considera Schelfi riferendosi alla polemica, rispolvera di recente dal Gruppo Poli «sui presunti privilegi assegnati dall'ente pubblico al Sait». «Critiche che non hanno ragion d'essere. Mi paiono vecchie storie rispolverate di licenze, mescolate a recenti motivi di irritazione verso la burocrazia. Sono d'accordo che la lentezza dell'amministrazione pubblica a dire un sì o un no, talvolta è esasperante. Ma per questo prendersela con il Sait Il Gruppo Poli è una bell'azienda» aggiunge «compie le sue legittime scelte: se deve spostare il magazzino a Bergamo lo fa e chiude quello di Lavis, partecipa alle gare facendo le proprie offerte in busta chiusa come tutti e se punta ad ottenere certi margini apre superfici di determinate dimensioni, in determinate zone urbane. Potrebbe anche» continua Schelfi «aprire qualche negozietto nei paesi delle valli più lontane, magari un multiservizio. Il Gruppo Poli non lo fa ed io non ho nulla da obiettare. Ma non venga a contestare alle Famiglie i contributi per tenere aperto un negozio in quei paesi che Poli non degnerebbe neanche di un'occhiata». «Le Famiglie cooperative, invece, sono lì e svolgono la loro funzione sociale. Cercando - pensate un po'- di fare tornare pure i conti. Come dicevo: imprenditori e operatori sociali. Noi siamo radicati qui, paghiamo le tasse qui e, se ci sono dei problemi, tentiamo di risolverli qui. Per noi e per gli altri. Insomma, siamo differenti. Consapevoli che c'è spazio per tutti. Senza necessità di rispolverare polemiche d'antan. Non servono».

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Neve, il sindaco chiede scusa (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

IL DOPO MALTEMPO.GALVAGNO Querelle tra Robotti a Lattanzio Neve, il sindaco chiede scusa «Per me è stato un pugno nello stomaco perchè tutto era pronto per funzionare bene» «Venga a casa mia lo metto sull'albero» [FIRMA]FRANCO CAVAGNINO ASTI Era sveglio il sindaco Galvagno, nel suo alloggio di piazza Statuto, la notte tra giovedì e venerdì quando la neve ha cominciato a cadere copiosa: «Dalla finestra la vedevo salire e mi dicevo: si deve partire. Era tutto a posto, avevamo lavorato bene, avevo detto di buttare sale quanto basta perchè non c'erano problemi di denaro, tutti erano allertati». Chi comandava gli spartineve, evidentemente, non aveva l'orologio sincronizzato con quello del sindaco. «C'è stato un errore di valutazione - sbotta il primo cittadino - Se mi dicono che si sono mossi in città alle 7,30, rispondo che hanno sbagliato perchè a quell'ora che cosa fai con tutta la gente che viaggia in macchina. Alle 5, almeno, bisognava andare». L'onorevole chiede scusa agli astigiani: lo fa con una lettera istituzionale pubblicata a pagamento sui giornali, lettera che diventerà un manifesto da affiggere in città. Nel testo è spiegato con chiarezza che Galvagno metterà mano al servizio sgombero neve. Che deve funzionare meglio: perchè costa (140 mila euro per 450 km di strade urbane ed extraurbane) e i cittadini ne reclamano l'efficienza. «Sappiatelo, questa nevicata - confessa - è stata per me come un cazzotto nello stomaco e anche l'assessore Quaglia è rimasto malissimo perchè ha lavorato davvero tanto: tutto era pronto affinché le cose andassero bene. Ma io non mi sottraggo alle critiche, il messaggio, cari astigiani, l'ho raccolto eccome. Diro di più - incalza come un fiume in piena - Io rispondo dei disguidi, ma voglio anche ricordare che chi risponde deve poter pure comandare. E io prenderò tutte le decisioni del caso, non subirò la burocrazia, perchè il sottoscritto agisce per coscienza e non per pressioni». E annuncia «un riordino integrale del servizio e una riforma della struttura». «Voglio coinvolgere di più i vigili urbani, penso ad un sistema di controllo satellitare già installato sui bus Asp che ti consente di monitare la dislocazione dei mezzi, terrò ciò che di buono c'è del Piano neve, ricordando che ci sono funzionari comunali rimasti per 18 ore sul campo a lavorare sodo, cambierò che cosa non va». In conclusione un invito: «Ammetto i disagi e le polemiche - afferma - ma vorreri anche che si ricordasse la situazione di quasi paralisi causata alla città dall'assedio dei Tir in tangenziale e sui corsi di accesso e dai mezzi non attrezzati per la neve. Criticate pure, ma proviamo anche ad aiutarci, magari spazzando dalla neve lungo i tre metri davanti a casa propria. E' un dovere morale, un segno di rispetto prima che un obbligo».L'assessore Lattanzio, si è sentito chiamato in causa da una velenosa dichiarazione del consigliere regionale Robotti (Pdci), arricchita da ironici richiami all'albero di Natale, critico verso l'inefficienza dell'Amministrazione comunale di fronte alla neve. Lattanzio ha invitato Robotti a formulare pubbliche scuse, minacciando, in caso contrario, querela. «Se Lattanzio vuole venire a casa mia il giorno di Natale - è la controreplica - sono pronto a concedergli il posto di punta natalizia sull'abete».

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Sportelli unici, iter più veloci (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

BAVENO.POSITIVO IL BILANCIO PER LE ATTIVITA PRODUTTIVE Sportelli unici, iter più veloci I tempi delle pratiche si attestano in media su 72,75 giorni, gravati dai pareri di «enti terzi» [FIRMA]LUCA GEMELLI BAVENO Cresce l'utilizzo degli Sportelli Unici Associati per le attività produttive del Verbano Cusio Ossola, articolati nelle 4 unità di Domodossola, Omegna, Verbania e Vogogna, anche se i tempi della burocrazia continuano ad essere lenti. Il rilascio da parte degli Sportelli Unici delle autorizzazioni richieste avviene infatti in media in 72,75 giorni, valore comunque ben al di sotto dei 90 giorni previsti dalla legge. Nei quattro uffici, cui fanno capo complessivamente 51 dei 77 Comuni del Vco, nel 2007 sono state avviate 187 pratiche, in leggera crescita rispetto alle 179 esaminate nel 2006. Il rendiconto dell'attività svolta dai quattro «Saup» è stato presentato ieri nella sede della Camera di Commercio di Baveno, ente promotore degli Sportelli Unici, nati con lo scopo di rendere più celeri ed efficaci le procedure per l'autorizzazione all'insediamento o alla trasformazione di un impianto o una struttura produttiva. Nel 2007 è cresciuto l'utilizzo dello sportello da parte delle società di capitali (Spa e Srl) passato da 42 pratiche nel 2006 a 65 nel 2007, mentre sul fronte dei settori di attività delle aziende rivoltesi ai Saup nel 2007 è stato il settore del commercio con 50 pratiche esaminate quello che più frequentemente si è avvalso dei servizi delle strutture. L'introduzione dei Saup ha migliorato il servizio alle aziende, anche se continuano a manifestarsi alcuni colli di bottiglia, che portano a lentezze dei processi autorizzativi: ad incidere in maniera determinante sulla durata dei procedimenti, che oscilla dai 53 giorni di Verbania agli 83 di Vogogna, sono spesso i cosiddetti pareri degli enti terzi. In questa speciale classifica la più virtuosa è l'Asl con un tempo medio di risposta di 33,5 giorni, seguita dal settore Ambiente della Regione con 47,5 giorni: tempi più lunghi richiedono invece in media i pareri dei Comuni e dei Vigili del fuoco (entrambi 60 giorni). In fondo alla classifica il settore Ambiente della Provincia, con 63,5 giorni.

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Invito alle imprese: investite in Albania (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Invito alle imprese: investite in Albania TIRANA - Sali Berisha, premier albanese, lancia un appello agli imprenditori italiani affinché investano in Albania, soprattutto nel settore dell'energia nucleare. Silvio Berlusconi assicura che al di là dell'Adriatico le industrie tricolore potranno trovare meno burocrazia che altrove. Al termine della visita del presidente del Consiglio a Tirana, insomma, il rapporto privilegiato che da anni lega Italia e Albania viene confermato dai due leader. Berlusconi è stato accolto con entusiasmo dal collega albanese. «Un grande amico che ha aiutato tanto il mio Paese», ha detto in italiano Berisha nel corso della conferenza stampa congiunta. I due leader hanno presenziato alla firma di quattro intese fra altrettante imprese italiane e il governo albanese: il gruppo Falcone per la realizzazione di un rigassificatore del valore di un miliardo di euro e il gruppo Moncada Costruzioni per la posa di un cavo elettrico sottomarino. Gli altri due accordi (siglati dalla Colacem e dalla Todini costruzioni), pur se di minore entità, permetteranno la realizzazione di un cementificio e di un tratto stradale. I due governi hanno anche firmato due accordi bilaterali: uno per la cooperazione allo sviluppo e l'altro sulla regolamentazione dei flussi migratori. Berisha ha annunciato che «dalla prossima settimana potranno iniziare i trasferimenti degli albanesi detenuti in Italia». 03/12/2008

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<Più sviluppo per il territorio> (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Più sviluppo per il territorio» A Pianello incontro del centrodestra in vista delle provinciali pianello - In una sala Novara stracolma, il Popolo della Libertà ha incontrato domenica mattina gli amministratori e i cittadini di Pianello e della Valtidone nell'ambito del tour "Piacenza 2009, la nostra Provincia cambia colore. Facciamolo insieme". Strutturazione del Pdl ed elezioni provinciali gli argomenti forti proposti nel corso dell'incontro. A fare gli onori di casa il sindaco di Pianello, Franco Carlappi, che ha salutato con soddisfazione l'iniziativa proposta dal Pdl provinciale di confronto con gli enti locali e i cittadini. E' stata poi la volta del consigliere provinciale Gian Paolo Fornasari che, giocando in casa, ha potuto tracciare quelli che sono gli interventi che grazie al lavoro della minoranza di centrodestra in Provincia sono stati fatti per la Valtidone, come ad esempio l'asfaltatura di un tratto di strada a Tassara, e i tanti problemi che invece la Provincia di Boiardi ha tralasciato e quindi aggravato, come ad esempio il ponte di Pieve Porto Morone, le cui pessime condizioni di manutenzione sono state ricordate più volte negli interventi successivi degli amministratori locali. Partendo dal discorso infrastrutture, l'on. Tommaso Foti (Pdl) ha voluto sottolineare le potenzialità che Pianello e la Valtidone hanno da un punto di vista turistico, ma quante maggiori opportunità potrebbero avere se si prestasse più attenzione alle infrastrutture stesse. «Infrastrutture e promozione territoriale - ha sottolineato Foti - non vanno disgiunte. Per questo, penso sia ora che i fondi strutturali europei vengano utilizzati dai territori per le infrastrutture e non come ammortizzatori sociali come fa la sinistra». «Vogliamo una Provincia che sviluppi il territorio e non che sviluppi se stessa. Più un Ente pensa a sviluppare se stesso, più lo fa a detrimento del territorio che amministra. Questa non è la nostra idea di Provincia». Con queste parole, Massimo Trespidi, ha voluto tracciare l'idea di Amministrazione provinciale del Pdl e del centrodestra; «la politica deve interpretare, valorizzare ed esaltare le potenzialità di un territorio e della sua gente». Non potevano mancare interventi sui temi caldi di attualità politica, dalle Comunità montane alla riforma della scuola. Su entrambi gli argomenti, è stato l'on. Foti a intervenire con molta chiarezza. «Non possiamo pensare - ha sottolineato Foti - che paesi piccoli come Pecorara o Caminata possano fare tutto da soli. Se non più le comunità montane, sicuramente le unioni di comuni possono favorire economie di scala indispensabili per realtà così piccole. Anche il federalismo fiscale deve essere pensato in un'ottica solidale». «Per quanto riguarda la scuola e la cosiddetta riforma Gelmini - ha proseguito il deputato della Pdl - bisogna evitare inutili allarmismi. La riforma riguarda prima di tutto l'accorpamento delle istituzioni scolastiche, non degli istituti; vale a dire delle segreterie amministrative». Molti gli interventi del pubblico, in particolare Franco Albertini, sindaco di Pecorara, ha voluto sottolineare la realtà del suo Comune, attaccando da un lato gli sprechi della burocrazia che invece la messa in comune di servizi tra comuni attigui potrebbe attuare e dall'altro il rischio di un federalismo fiscale che non sia solidale. 03/12/2008

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FABRIZIO TORCHIO VAL DI SOLE - Dopo una seconda notte al buio, senza corrente elettrica e (nelle abitazioni sprovviste di stufa a legna) in qualche caso anche al freddo, la Val di (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

FABRIZIO TORCHIO VAL DI SOLE - Dopo una seconda notte al buio, senza corrente elettrica e (nelle abitazioni sprovviste di stufa a legna) in qualche caso anche al freddo, la Val di Rabbi è tornata ieri alla normalità FABRIZIO TORCHIO VAL DI SOLE - Dopo una seconda notte al buio, senza corrente elettrica e (nelle abitazioni sprovviste di stufa a legna) in qualche caso anche al freddo, la Val di Rabbi è tornata ieri alla normalità. Numerosi cavi sono stati tranciati da alberi e rami schiantati dal peso della neve e in zona hanno lavorato i tecnici della Set, assieme ai vigili del fuoco, per ripristinare la la fornitura di corrente. Il ritorno della «luce» è stato accolto con grande sollievo, mentre il pericolo di valanghe rimane elevato (due slavine erano cadute sulla provinciale chiusa) e molte strade interne alla valle restano precauzionalmente sbarrate. Oggi, comunque, le scuole riapriranno. L'isolamento della Valle di Rabbi era terminato lunedì sera con la riapertura della strada provinciale e ieri è stata riaperta anche la strada statale del Tonale, che era stata chiusa a monte di Vermiglio. Dopo il blackout, protesta però l'ex sindaco di Rabbi Franca Penasa (ora in consiglio provinciale nelle fila della Lega Nord): «Dopo quello che è successo bisognerebbe cominciare a chiedere i danni - accusa - perché sulla strada provinciale il pericolo è stato elevato: se si sono abbattute delle piante è perché non c'è una fascia adeguata libera da vegetazione ai lati della strada. Lo stesso - continua Penasa - è accaduto per le linee elettriche: non è possibile che ad ogni nevicata pesante la valle resti senza corrente, con tutti i disagi che ne conseguono per gli abitanti. Chi non lo prova non lo può capire: si sarebbe dovuta vedere la felicità delle famiglie che abitano nelle frazioni più lontane quando i mezzi comunali li hanno raggiunti sgombrando la neve». Maurizio Zanin , dirigente del Servizio foreste e fauna, fa notare però che le squadre forestali sono state impegnate per tre giorni nella riapertura delle strade chiuse per neve, compresa quella della Val di Rabbi, e che le fasce di rispetto stradali vengono gestite in funzione della sicurezza, ma anche della protezione dalla caduta di sassi e del paesaggio: «Le valutazioni - fa inoltre notare Zanin - vengono fatte annche sulla base del tipo di pianta e della resistenza allo sradicamento. La situazione della Val di Rabbi è poi più marcata per la quota e la pendenza dei versanti». Non è la prima volta che fra Pracorno e Tassé la linea elettrica si interrompe e nel 1986 - ricordano in tanti - la valle rimase senza corrente per diversi giorni. Che il problema vada risolto lo pensano anche a Set, la società di distribuzione del gruppo Trentino Servizi. La spa ha un progetto per collegare la Val di Rabbi a Cogolo, in Val di Peio, con una linea elettrica aerea, interrata in qualche tratto. Il progetto, con tre ipotesi di tracciato, dovrebbe valicare il crinale fra le due valli nella zona di Passo Cercen. La Provincia sta raccogliendo i pareri, fra cui quello del Parco dello Stelvio. «La chiusura dell'anello con Peio - ribadisce Penasa - è necessaria, mi auguro che i tempi della burocrazia siano brevi perché la Val di Rabbi ne ha bisogno». 03/12/2008

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Ora è più facile aprire una ditta (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia Pavese, La" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Ora è più facile aprire una ditta Procedure unificate in provincia, presentata ieri una guida MENO BUROCRAZIA PAVIA. Niente più labirinti burocratici e code agli sportelli per una sola informazione, finalmente c'è un iter procedurale unificato e uguale per tutti i 190 Comuni della provincia di Pavia per chi voglia aprire una nuova attività. è questo l'obiettivo raggiunto dal Tavolo di coordinamento degli Sportelli unici della provincia di Pavia che dopo un anno di lavoro e incontri a cadenza mensile ieri mattina ha presentato nella sala colonne dell'Assessorato alle Attività Produttive della Provincia di Pavia la «Guida provinciale alla compilazione della dichiarazione di inizio attività produttiva». In caso di apertura e riconversione di un'azienda sul territorio provinciale sarà sufficiente seguire la procedura resa chiara nelle 251 pagine della guida le quali, punto per punto, spiegano cosa fare e a chi rivolgersi per ottenere licenze e documenti. Ha commentato l'assessore Angelo Ciocca: «Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra le varie istituzioni. è la prima volta che i soggetti del territorio si riuniscono per unificare le procedure autorizzative per i 190 Comuni, ma si tratta di un punto di partenza per continuare a lavorare per dare all'imprenditore tempi certi e rapidi». L'assessore alle attività produttive ha sottolineato l'importanza di tale mossa in un momento di difficoltà economica: «Il sistema economico della provincia sta vivendo una situazione difficile. Vogliamo dare un segno tangibile della collaborazione tra istituzioni e tessuto produttivo della nostra provincia, favorendo la semplificazione amministrativa e facilitando le imprese e i professionisti nella predisposizione della documentazione tecnica da presentare allo Sportello unico per le attività produttive». Da novembre 2007 il Tavolo interistituzionale, che ha visto la partecipazione di enti autorizzatori, associazioni di categoria, sportelli unici della provincia e professionisti, ha svolto il lavoro di semplificazione delle procedure per l'avvio e l'implementazione delle attività imprenditoriali. Il risultato è una guida che, come ha spiegato l'assessore Angelo Ciocca, «indica con chiarezza ed in modo univoco le modalità di compilazione della modulistica unificata (Diap) regionale». Il documento si compone di tre parti: una prima dedicata agli aspetti normativi e alla redazione della Dichiarazione di inizio attività produttiva e dei relativi allegati, una seconda sull'analisi della conformità di aspetti non previsti dalla modulistica unificata, ma oggetto di verifica da parte degli organi di vigilanza e un'ultima contenente una serie di schede di approfondimento e di allegati dedicati ad alcune specifiche attività produttive. Un segnale positivo del legame tra istituzioni e imprenditori è dato anche dalla crescita sul territorio degli sportelli unici per le imprese, i luoghi deputati a raccogliere e semplificare la burocrazia per chi abbia o decida di avviare un'azienda: nel 2007 solo il 59% dei Comuni pavesi aveva questa struttura, ora il numero è salito al 70%. Anna Ghezzi

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Cantieri fermi, meno soldi al Comune (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia Pavese, La" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cantieri fermi, meno soldi al Comune San Martino, non partono due lottizzazioni da 640mila euro La minoranza accusa: «Costruite 800 case e il mercato è saturo» SAN MARTINO. Nelle casse comunali entra solo il 50% degli oneri di urbanizzazione previsti nel bilancio 2008. Slitta all'inizio dell'anno prossimo un'entrata di 640mila euro. Due importanti lottizzazioni, peraltro già approvate dal consiglio comunale, non sono partite. I privati hanno preferito attendere l'avvio del cantiere. E la legge glielo consente. L'amministrazione comunale, tuttavia, aveva indicato per il 2008 oneri per una cifra davvero ragguardevole: 1milione e 300mila euro. «Per vari motivi - spiega il sindaco - abbiamo incassato solo la metà del previsto». «Sfido chiunque a dirci che non abbiamo fatto i lavori pubblici previsti - aggiunge -. Il fatto è che quando una amministrazione concede ad un privato il permesso di costruire, non può imporgli i tempi di realizzazione». Un esempio, a questo proposito, è ben noto a San Martino dove in via Togliatti non sono ancora state costruite le palazzine approvate nel 2000. Abbiati, però, è fiducioso: non si tratta di soldi persi. Questo è solo un ritardo nelle aspettative di incasso. «Votiamo sempre l'immediata esecutività delle delibere - spiega il sindaco - proprio per evitare che il privato si perda nei meandri della burocrazia facendo ritardare il pagamento degli oneri. Noi sappiamo comunque che questi soldi entreranno in cassa e che questo mancato introito non ha danneggiato nessuno». A non partire, secondo i tempi previsti, il recupero della ex Misal ed una lottizzazione, alla fine di via Roma, che porterà tra l'altro alla realizzazione di un parco di 16mila metri quadrati. Ma Abbiati è convinto che non sia un segnale della crisi economica in corso. Lo dimostrerebbe il fatto che a metà dicembre c'è la firma della convenzione per la lottizzazione di Cascina Madonna. E che proprio oggi ci sarà un incontro con chi realizzerà il piano di via Roma. Il sindaco assicura di aver previsto e valutato il possibile rischio di non entrate per il 2008. Le uscite, quindi, sono state controllate. Per la precisione è stato rinviato l'inizio di due importanti opere: la nuova scuola media (di cui è già pronto il progetto esecutivo) e la riqualificazione di un altro tratto di via Roma. Sul mancato introito degli oneri di urbanizzazione è intervenuta in modo forte anche la minoranza. «Questi incassi mancati - afferma il consigliere Fabio Amodio - discendono dal fatto che si è costruito troppo». Tesi sostenuta anche dal consigliere Francesco Cupella secondo cui «un buon amministratore deve capire quando il mercato è saturo». «E' fin troppo evidente e prevedibile - precisa Amodio - che in un comune come quello di San Martino, dove, negli ultimi 8 anni sono stati costruiti o approvati quasi 800 nuovi appartamenti, il mercato sia saturo. L'amministrazione doveva saperlo. E quindi doveva prevedere quanto accaduto. Quando l'offerta è troppa rispetto alla domanda, gli appartamenti rimangono invenduti e le case si deprezzano. Per questo motivo il privato, che ha acquisito il titolo per costruire, per farlo effettivamente, aspetterà, tempi migliori». La minoranza, insomma, ritiene il rinvio dell'incasso degli oneri possa essere anche di alcuni anni. «Finchè non cambiano le condizioni di mercato». Decisamente più ottimista la maggioranza convinta che tutto si risolverà nei primi mesi del 2009. Raffaella Costa

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scuole, la sicurezza va online - stefano parola (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina VI - Torino Il direttore regionale De Sanctis riunisce i dirigenti e annuncia un monitoraggio automatico Scuole, la sicurezza va online Due incontri all´istituto Moro: ci sono fondi per formare oltre tremila addetti STEFANO PAROLA Una riunione per fare il punto sulla questione sicurezza. Il direttore regionale Francesco De Sanctis e il suo vice Paolo Iennaco l´hanno organizzata in tutta fretta dopo la tregedia del liceo Darwin di Rivoli. Ne è nato, spiega De Sanctis, «un momento di discussione importante, che ci ha dato l´opportunità di interagire con i dirigenti scolastici. Il personale degli istituti piemontesi ha risposto in massa: poco meno di 700 persone, tra dirigenti scolastici e responsabili alla sicurezza di scuole elementari, medie e superiori. Divisi in due turni e seduti nell´aula magna del Liceo Pininfarina di Moncalieri, si sono confrontati con i vertici dell´Ufficio regionale scolastico, tirando fuori perplessità, timori, lamentele. A rompere il ghiaccio di questa conferenza di servizio straordinaria è stato lo stesso De Sanctis, che ha dato due annunci. Il primo riguardava il prossimo avvio di un sistema di monitoraggio online sulla sicurezza degli edifici, con i presidi che potranno segnalare direttamente tramite Internet qualsiasi tipo di problema. Il secondo era relativo alla formazione dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza. Prima i fondi venivano dati direttamente alle scuole, ora invece l´Ufficio scolastico regionale intende riprendere in mano la situazione. L´idea è di sfruttare una o due scuole della regione tra quelle considerate eccellenti e di svolgervi circa un centinaio di corsi destinati ad oltre tremila tra dirigenti scolastici e addetti alla sicurezza. Il soldi ci sono: due milioni di euro in tutto, di cui 1,3 dai fondi disponibili per il 2008 e 700 mila dai fondi avanzati lo scorso anno. Poi è toccato ai presidi aprire il loro vaso di Pandora. Alcuni hanno denunciato i ritardi nella partenza dei lavori commissionati dai vari enti locali di riferimento, altri ne hanno evidenziato la scarsa qualità delle manutenzioni probabilmente generata dalle gare al ribasso innescate dalle procedure di appalto. Qualcuno si è lamentato della troppa burocrazia, che a volte implica un´eccessiva attenzione su aspetti irrilevanti. Più di tutto si è parlato del ruolo del preside, schiacciato dal peso della propria responsabilità nonostante tocchi a Comuni e Province garantire la sicurezza nelle scuole: «Spesso - dice Nino Moro, dirigente scolastico del Liceo Pininfarina e padrone ci casa per l´occasione - siamo responsabili di cose che non riusciamo a governare, abbiamo le mani legate: se succede qualcosa di brutto le colpe ricadono anche su di noi, ma allo stesso tempo non abbiamo il potere di provvedere a sistemare le cose».

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spiraglio per l'ex faraona (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 36 - Provincia Spiraglio per l'ex «Faraona» Riunione in Regione il 9 dicembre, 160 operai sperano MONTAGNANA. Ancora un'attesa snervante per i dipendenti dell'Avicola Marchigiana, più nota come «Faraona». Il Consiglio di Amministrazione del gruppo Arena-Solagrital non ha ancora deciso sul futuro del macello avicolo della città murata. Un'altra riunione del Cda seguirà oggi per approfondire il progetto di riattivazione, oltre che della piattaforma logistica, anche del macello. Questo è quanto in sintesi riferito ai dipendenti dell'Avicola Marchigiana, nella riunione tenuta lunedì da Cgil, Cisl e Uil. Ma dalla riunione con i lavoratori sono uscite delle novità. «E' da due mesi che non ricevono un euro - riferisce Andrea Gambillara, esponente della Cgil - non voglio addebitare alcuna colpa all'Inps però la burocrazia è troppo lunga. Perciò abbiamo scritto una lettera al sindaco di Montagnana, facendo presente la grave situazione in cui si dibattono i lavoratori e le loro famiglie e chiedendo il sostegno dell'amministrazione comunale. In ballo ci sono 160 dipendenti che, se riassunti, risolleverebbero la situazione occupazionale in forte crisi qual'è quella di Montagnana». Già fissata una riunione in Regione il dicembre. Fino ad allora cìè tempo per trattare. «Speriamo bene - conclude l'esponente della Cgil - perché in caso contrario la vedo veramente brutta». (Roberto Morello)

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i catalogatori passano alla beni culturali spa per le casse pubbliche aggravio da 13 milioni (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina II - Palermo Trovata la soluzione per l´assunzione definitiva. Ma sulle prestazioni dovrà essere pagata l´Iva I catalogatori passano alla Beni culturali spa per le casse pubbliche aggravio da 13 milioni Per colpa della pianta organica che non c´è, che non è mai stata elaborata, la Regione non può assumere i 430 catalogatori che da oltre vent´anni si occupano, da lavoratori precari, dei beni culturali della Sicilia. Per stabilizzarli ugualmente, la Regione dovrà allora affidarsi a una seconda soluzione che però si prospetta molto più costosa: inciderà nelle casse regionali per 13 milioni di euro, esattamente il 20 per cento in più rispetto all´assunzione diretta nelle file dell´amministrazione siciliana. «Non abbiamo altre scelte - si giustifica il segretario regionale dell´Mpa, nonché ex assessore ai Beni culturali, Lino Leanza - I catalogatori possono essere assunti solo dalla società Beni culturali spa che lavora per conto della Regione ma per farsi pagare presenta regolare fattura. Così, l´amministrazione siciliana è costretta a pagare il 20 per cento di Iva su ogni prestazione». Un´imposta che potrebbe risparmiarsi se la forza lavoro della quale si serve fosse alle sue dirette dipendenze. La prima svolta per i catalogatori, precari da oltre vent´anni, era arrivata il 21 novembre dello scorso anno quando l´Ars ne ha approvato la stabilizzazione. La norma, varata da un fronte bipartisan, ha esteso al personale impiegato nei progetti di catalogazione i benefici previsti dalla Finanziaria dello Stato. In attesa che venisse adeguata la pianta organica, i catalogatori sono entrati a far parte della società regionale Beni culturali. Ma la pianta organica non è mai arrivata e i catalogatori sono destinati a restare a Beni culturali spa. Ora la maggioranza che governa la Regione annuncia provvedimenti rapidi promettendo, entro 3-4 mesi (sono sempre indicazioni di Leanza), l´elaborazione della pianta organica dell´amministrazione siciliana. Quella mappa, cioè, attraverso la quale è possibile stabilire quanti dipendenti ha bisogno ogni settore della burocrazia.

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la ghiotta mensa dei poveri a ballarò (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina X - Palermo L´iniziativa La gestisce "Mama Africa", un´ivoriana che è diventata un punto di riferimento per la gente del posto La ghiotta mensa dei poveri a Ballarò carla incorvaia è la chef dei poveri di Ballarò. Degli emarginati, degli immigrati, di chi insomma, arrivato a Palermo, non ha un posto dove andare a mangiare e, a volte, neppure dormire. Così Abibata Konatè, meglio nota come Mama Africa, ivoriana giunta in città nel 1994 per ricongiungersi al marito del Burkina Faso, aiuta la gente bisognosa, cucinando e ospitando chi ha la necessità di un pasto o di un tetto. In questo modo è riuscita ad aprire una piccola cucina, una sorta di mensa nel cuore del centro storico della città, in piazza Santa Chiara, vicino al centro sociale aperto agli immigrati e alla gente del posto. La sua specialità pare proprio essere il cuscus, un piatto tipico del Nord Africa ed entrato nella tradizione siciliana, con il quale ha vinto per due anni premi al Cous Cous fest di San Vito Lo Capo. Una vera prelibatezza a detta di chi lo ha già assaggiato. Mama Africa è conosciuta e anche molto ricercata: di lei e della sua arte culinaria si è presto sparsa la voce, così in molti richiedono le sue prelibatezze e Mama Africa lavora per prepararle, a domicilio o su commissione. «La gente viene e ordina le cose ? racconta Antonio Giunta, insegnante di italiano a Santa Chiara, professore anche di Abibata, che in due anni è riuscita a prendere la terza media. è molto brava ? continua l´insegnante ai corsi per adulti della Federico II, ospitati a Santa Chiara ? la sua cucina è diventata un punto di aggregazione, un centro nevralgico per la vita quotidiana di chi gravita attorno alla piazza». Qualche tempo fa, l´irruzione degli agenti della polizia amministrativa, che ha controllato le condizioni igieniche dei locali, ha portato a sospendere l´attività di questo angolo culinario nel cuore di Ballarò. Si tratta di locali a pian terreno, che Mama Africa tiene più puliti che può, ma che per la burocrazia e le norme vigenti non sono adatti al pubblico ristoro. Fra le mattonelle bianche e azzurre, Abibata ha sistemato diverse bombole del gas, che alimentano i fornelli sui quali prepara i piatti, cucinati in grandi pentole di alluminio. E anche se mancano i requisiti, il sogno più grande di Mama Africa continua a essere quello di trovare un posto tutto suo, il suo angolo di accoglienza dove poter realizzare i suoi piatti e continuare a cucinare per i suoi figli adottivi. E pare proprio che lo stia cercando. «Il mio desiderio ? dice ? è quello di poter aiutare tutti».

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Ottimo, 9 e 10 oppure B e Aecco il gran valzer dei voti (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Ottimo, 9 e 10 oppure B e Aecco il gran valzer dei voti Un' insegnante di " lungo corso" ripercorre i numerosi cambiamentidei sistemi di valutazione dal fascismo a oggi. «Ma sono giudizi questi?» LA RIFORMA GELMINI prevede tra l'altro il ritorno al voto numerico nella scuola elementare e media; ma credo che sarebbe un grave errore opporsi al ritorno al voto numerico difendendo il sistema attualmente in vigore. I due sistemi sono, a mio parere, sostanzialmente identici. Credo invece che renderebbe un buon servizio alla scuola dell'obbligo chi ripensasse per intero il sistema di valutazione. Da almeno cento anni la scuola italiana ha sempre valutato nello stesso modo, sia pure usando termini diversi. Lodevole, Buono, Sufficiente, Mediocre, Insufficiente durante il fascismo. Voti numerici fino alla fine degli anni '70. A, B, C, D, E per un breve periodo, affiancati da un giudizio scritto "adeguatamente informativo", come recita la burocrazia ministeriale. Ottimo, distinto, buono, sufficiente, insufficiente, fino allo scorso anno scolastico (con giudizio scritto) Ritorno ai voti numerici nelle disposizioni recenti del ministero Gelmini-Tremonti (con giudizio scritto) Cambiano i termini, aggettivali o numerici, ma la sostanza rimane la stessa. Il risultato migliore si può chiamare lodevole, dieci, A, ottimo: ma si tratta sempre di parti uguali tra disuguali. Inutili, per di più, allo scopo per la quale sembrerebbero esistere. Se chiedessimo ad un genitore a che cosa serve la valutazione scolastica, sicuramente ci sentiremmo rispondere: "Ad informare la famiglia circa l'impegno, le capacità ed il risultato scolastico di ciascun alunno". Ma siamo certi che due alunni, ugualmente valutati con ottimo (oggi) o con dieci (domani) dimostrino lo stesso impegno, le stesse capacità, gli stessi risultati? E' mai possibile che tra famiglie ed insegnanti non possa esistere un miglior modo di comunicare? Che cosa penseremmo di un medico, o di un avvocato, che ci informasse sul nostro stato di salute o sullo stato di una nostra causa, usando un numero, o un solo aggettivo? Non gli chiederemmo di spendere qualche parola in più per informarci sui casi nostri? E qualunque genitore insoddisfatto della valutazione attribuita al proprio figlio non avrà alcuna difficoltà nel riconoscere i difetti del sistema di valutazione. "La maestra è troppo severa"; "La mia non mette ottimo a nessuno"; "Con tre errori nella verifica, solo sufficiente?" Interpellando invece gli alunni ci sentiremo certamente rispondere che il voto serve ad individuare "chi è bravo" e "chi studia". Ma se qualche buon voto ha incentivato qualche pigro, quanti voti negativi hanno demotivato e respinto gli alunni più fragili? In molte delle nostre scuole dell'obbligo viene adottata una didattica collaborativa e non competitiva. Ma buona parte degli sforzi dell'insegnante che vuole educare alla solidarietà vengono vanificati al momento della consegna delle schede di valutazione. I discorsi che si sentono per le scale non possono essere molto differenti dal banale "Quanti ottimi hai?". L'insegnante possiede decine di modi per esprimere ad un alunno la propria approvazione o disapprovazione per lo studio o l'impegno. Ed è solo per pigrizia mentale che "ottimo" o un "insufficiente" ci appaiano l'unico modo di comunicare; forse perché anche nella scuola che frequentavamo noi si faceva così. Qualsiasi insegnante serio ha elaborato modi per valutare il proprio lavoro: rileva la frequenza con la quale un errore si presenta, il numero di compiti o test eseguiti in modo insoddisfacente, o il numero di compiti eseguiti in modo eccellente. Ma non è detto che l'autovalutazione dell'insegnante possa condizionare o essere trasferita direttamente nella valutazione degli alunni. Durante lo scorso anno scolastico ho valutato "ottimo" in lingua italiana un alunno di eccezionale intelligenza, con una famiglia colta, decine di libri a disposizione, che vedeva poca televisione e compiva settimanalmente visite a mostre e musei. Scrivere in un ottimo italiano non gli costava alcuno sforzo. E ho dato "buono" alla bambina di madrelingua sudamericana, che in tre anni ha imparato a destreggiarsi nella nostra lingua, tanto da cogliere ironie e doppi sensi; e capace come pochi di usare perifrasi quando le mancava qualche parola in italiano. Inevitabilmente, la sua punteggiatura e la sua ortografia risentivano della scarsa abitudine alla lettura e del fatto di non essere di madrelingua italiana. Non ero per niente soddisfatta di questa parte del mio lavoro. Anche la bambina avrebbe meritato un "ottimo", se non altro per percorso compiuto. Correi concludere con un appunto significativo: consapevoli dell'inadeguatezza del nostro sistema di valutazione, gli insegnanti di scuola media preferiscono sottoporre i ragazzi che arrivano dalla scuola elementare a "prove di ingresso", piuttosto che dare un'occhiata ai loro voti. Norma Bertulacelli insegnante elementare 03/12/2008

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ora non ci freni la burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 9 - Udine «Ora non ci freni la burocrazia» Appello di Pineta spa in vista dei lavori di ripristino LIGNANO. Un appello alla "burocrazia", affinché «non ostacoli il ripristino della spiaggia e delle infrastrutture di cui il turismo e Lignano hanno bisogno» è giunto ieri da Giorgio Ardito della Lignano Pineta Spa, società concessionaria dell'arenile di Pineta, dove si sono verificati i danni maggiori a causa del maltempo dei giorni scorsi. La spiaggia è la parte più colpita e avrà bisogno di un sostanzioso ripascimento. Ardito ha reso noto che i danni, gli oltre 100 mila metri cubi di spiaggia asportata e la distruzione di parte del pontile a mare, potrebbero essere superiori alla prima stima, di circa un milione di euro. In totale, su tutto l'arenile di Lignano Sabbiadoro dovrebbero esser stati erosi circa 200 mila metri cubi di sabbia. «Dal Tagliamento alla spiaggia - afferma Ardito, azzardando una soluzione per non compromettere la stagione 2009 - è in programma, già appaltata, un'opera triennale di spostamento della sabbia per 50 mila metri cubi all'anno. Ma di fronte a questa eccezionale mareggiata, se fattibile, bisognerebbe spostarne 70 mila e poi 40 mila per i due anni successivi, in modo da dare una risposta pratica per le emergenze». «Noi ci stiamo muovendo con ingegneri, sentendo diverse imprese per iniziare un intervento di ristrutturazione del pontile ma impossibile parlare di tempi, sia perché la burocrazia è un punto di domanda, sia perché i lavori marittimi hanno una certa complessità». «Il sindaco - ha aggiunto Giorgio Ardito -, riunirà le aziende danneggiate. Faremo di tutto però non ci illudiamo e non vorremmo creare illusioni nei turisti». Ricordiamo che a causa della mareggiata il lavoro di spostamento della sabbia dalla foce del Tagliamento all'arenile di Lignano Pineta, portato avanti negli ultimi tre anni dalla Regione Friuli Venezia Giulia, l'Arpa, il Comune di Lignano Sabbiadoro, il Consorzio Marine Lignano ed il concessionario Lignano Pineta spa è stato completamente vanificato. Oltre 100 mila metri cubi sono scomparsi in poche ore. (d.s.)

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la mia vita da pastore - marco pomella (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 7 - Viareggio «La mia vita da pastore» Un giorno con Alberto Bertolini e il suo gregge «Tanto lavoro, poco riposo e un mare di carte» MARCO POMELLA MASSAROSA. La sua vita è un po' come ce la immaginiamo: sveglia alle prime luci dell'alba, sotto lo coperte al primo buio. Mani rugose, rovinate dal tempo. Pochi svaghi, nessun riposo. Bastone sotto il braccio e una voce pacata. Ma a parlare con Alberto Bertolini, uno degli ultimi pastori rimasti sul territorio, scopriamo che il suo mondo è fatto anche di burocrazia, di analisi e controanalisi. «Perché il mondo della pastorizia - racconta Bertolini - è tenuto sotto controllo come se tutti i mali di questi anni, dalla mucca pazza all'aviaria, siano colpa nostra. E fare il pastore non è più come una volta». Alberto ha 160 pecore e qualche montone. Ce le mostra nel suo terreno a Piano del Quercione, dove ci accompagna con un furgoncino a tre ruote. Le pecore ci sembrano tutte uguali, a parte quelle più piccole, gli agnellini. «In realtà - dice mentre le fa uscire dal recinto per abbeverarsi - le riconosco ad una ad una. Se c'è ne una che sta male, che zoppica o ha qualche problema me ne accorgo subito». Il lavoro, per Alberto, è una passione. Una passione che ha ereditato dal padre. E che sta "diffondendo" in famiglia: ad aiutarlo, nella sua attività, è impegnata anche la moglie e due dei suoi tre figli (uno è ancora troppo piccolo). Ma è un lavoro duro, questo è sicuro. «Mi alzo all'alba per mungere le pecore - racconta - e torno nel pomeriggio per farle mangiare e uscire. Il resto del tempo faccio il formaggio». Non c'è domenica, non c'è festa, non ci sono ferie. «Gli animali vanno accuditi tutti i giorni, sotto la pioggia d'inverno e sotto il sole cocente in estate». Fare il pastore però non è più come una volta. «Anche solo per il fatto - dice Alberto - che con le nuove costruzioni lo spazio per il pascolo è sempre più limitato». Poi ci si mette la legge. Giusta, ma che complica le cose. «In alcuni periodi le porto al pascolo - dice Alberto - in altri do loro da mangiare del mangime rigorosamente controllato, in parte, come il granturco, prodotto direttamente da me». Ma tutti i mesi sono necessari svariati controlli (che costano) sugli animali, e sui mangimi, e sui formaggi. Sì, perché Alberto porta, tutti i giorni, il latte da Piano del Quercione a Stiava dove vive e dove ha un piccolo laboratorio. Produce formaggio e ricotta. Che rivende ad alimentari sparsi un po' in tutta la Versilia. Ogni giorno riesce a produrre cinque o sei forme di pecorino. «Alcune le rivendo quasi subito perché i clienti li preferiscono freschi - racconta - altri li lascio stagionare anche per 3-4 mesi». Lo vende, agli alimentari, a 9-10 euro al chilo. Sui banchi si trova tra i 14 e i 16 euro al chilo. Di carne, invece, ne riesce a vendere poca. «Qui in Versilia - ci dice - non c'è un macello. Il che vuol dire che anziché vendere la carne di agnello, siamo costretti a vendere gli animali vivi a Lucca. E a ricavare molto meno: quasi non conviene». Alberto Bertolini ha 51 anni ed è orgoglioso del suo lavoro. «Con le pecore - dice - non ho mai fatto mancare nulla a casa». Alla pensione non pensa neanche, nonostante il peso di un lavoro non certo facile, e non solo dal punto di vista del pur notevole impegno fisico che richiede. E a vederlo sorridere, mentre accarezza i suoi due cani che cercano di tenere unito il gregge, un po' proviamo invidia.

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verifiche asl su igiene e prodotti (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

I CONTROLLI Verifiche Asl su igiene e prodotti MASSAROSA. Controlli sempre più serrati e sempre più onerosi. Sono quelli che, dall'esplosione dei timori per mucca pazza, afta epizootica e febbre aviaria, sono stati imposti agli allevatori. «Il pastore oggi deve avere a che fare più con la penna che con il bastone». Così uno degli agronomi che in Versilia effettua le analisi, Flavio Andreini, commenta l'aumento di burocrazia imposta agli allevatori. I controlli infatti da una parte vengono effettuati dall'Asl (per esempio sullo stato igienico delle stanze dove viene prodotto il formaggio o sulla composizione dei prodotti che si danno in pasto agli animali), dall'altra devono essere autocertificati dagli stessi pastori. «Come associazione provinciale allevatori - spiega Andreini - noi provvediamo a verificare la carica batterica del latte. E, sotto l'aspetto microbiologico, effettuiamo controlli su formaggi e ricotte». Mantenere un'azienda senza incorrere in sanzioni però è sempre più difficile. «Nell'immaginario - dice Andreini - si pensa al pastore che gira con le sue pecore da un campo all'altro. Oggi invece è costretto a certificare dove e cosa i suoi animali mangiano».

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Carinzia e Tirolo mete oltreconfine (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-12-03 - pag: 1 autore: Triveneto. Nuove aperture di aziende Carinzia e Tirolo mete oltreconfine Nonostante la difficile congiuntura, cresce l'interesse delle imprese del Triveneto nei confronti delle opportunità di insediamento offerte dalla Carinzia e dal Tirolo, i land austriaci più vicini ai confini con l'Italia. A favore dell'internazionalizzazione in questi territori giocano un ruolo importante elementi come la prossimità alle sedi centrali, le imposte più contenute e il minor peso della burocrazia; elemento,quest'ultimo,ritenuto sempre più importante dagli imprenditori. Per attirare gli investimenti strategico è l'operato delle agenzie di marketing territoriale, come la carinziana Eak, appartenente al land e in grado di assistere le aziende dal momento della presentazione delle pratiche per l'insediamento fino alla ricerca di personale specializzato. Strumenti grazie ai quali sono approdate oltre confine realtà del calibro della Danieli di Buttrio (Ud) o, nel caso del Tirolo, della Durst di Bressanone (Bz), presente da anni e in costante ampliamento. Rallenta, invece, l'interesse delle Pmi per la Slovenia, penalizzata dai costi energetici e da un mercato del lavoro poco flessibile. Pizzin u pagina 4 l'articolo prosegue in altra pagina

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Spesa in aumento per i forestali (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sud sezione: CALABRIA data: 2008-12-03 - pag: 5 autore: Ambiente. Il numero degli operai è sceso di alcune centinaia ma i costi sono cresciuti fino a raggiungere i 300 milioni Spesa in aumento per i forestali Il settore resta in attesa del trasferimento dei lavoratori agli enti locali PAGINA A CURA DI Domenico Murrone CATANZARO L'auspicio è che entro l'anno si completi il passaggio dei lavoratori idraulico forestali alle province, come previsto un anno e mezzo fa, e che la forestazione calabrese dal 2009 inizi un nuovo ciclo. Sarebbe un miracolo, visti i problemi organizzativi, i costi crescenti che nel 2008 sfiorano i 300 milioni (più 10% rispetto al 2007), i debiti (67 milioni solo verso l'Inps) accumulati in anni e anni di cattiva gestione o meglio di non gestione dell'Afor,l'azienda regionale posta in liquidazione dalla Giunta e affidata a un commissario. A regime la gestione della forestazione prevede il coinvolgimento delle 5 Province che dovrebbero assorbire i 6.643 dipendenti (di cui 5.313 a tempo pieno e 1.333 appartenenti all'ex Fondo sollievo a 180 giornate lavorative annue e ciò nonostante il divieto di una legge statale del 1984 di aumentare il numero dei forestali); gli 11 consorzi di bonifica (recentemente ridotti di numero) a cui rimangono in carico gli altri 3.550 operatori idraulico forestali (Oif). La programmazione è in fase di discussione tra Regione e province e riguarderà gli interventi da effettuare sui 612 mila ettari di boschi (di cui 55 mila ettari demaniali). Per ciò che riguarda i con-tratti di lavoro dei dipendenti sarà coinvolta l'Uncem (l'Unione nazionale comuni, comunità, enti montani). Anche gli Enti parco e le Comunità montane avranno un ruolo, visto che l'attività degli Oif riguarderà il loro territorio. Non sarà semplice coordinare il tutto. I lavoratori impegnati nella forestazione sono diminuiti: erano quasi 11 mila l'anno scorso, oggi sono 10.196. Gli addetti alla 'burocrazia' sono 295, circa 60 collaboratori a progetto, il resto operai idraulico forestali che lavorano in ufficio. Il calo è dovuto ai pensionamenti e ai 259 esodi incentivati (questi ultimi costati 8 milioni). Nonostante ciò, i costi sono in aumento. I dati dell'ufficio del commissario dicono che il 2007 si è chiuso con costi di competenza pari a 270 milioni, quest'anno ne occorreranno 297 milioni. L'aumento è spiegato con gli adeguamenti contrattuali e con le sentenze dei tribunali che riconoscono ai lavoratori una paga maggiorata, avendo svolto mansioni superiori alla propria qualifica. Il contenzioso in quest'ambito è ancora elevatissimo. I fondi disponibili, però, ammontano a 254,5 milioni (160 milioni statali e 94,5 milioni regionali): sono da reperire entro fine anno ulteriori 42,7 milioni di euro, ci dovrà pensare la Regione, che spera di recuperare parte della cifra da fondi comunitari. Per il prossimo anno, intanto, è stato confermato dal Governo il finanziamento statale di 160 milioni. L'ufficio del commissario opera da oltre un anno e ha iniziato la ricognizione degli attivi e dei passivi, in vista delle liquidazione dell'Afor. Al momento sono pochi i dati disponibili. Tra le poste attive si segnalano, oltre ai 55 mila ettari di terreni demaniali, 416 immobili di varia natura (dalle baracche ai fabbricati veri e propri), nessuna stima sul loro valore è ancora disponibile. Tra le poste passive, sono stati quantificati puntualmente solo i debiti verso l'Inps, che al 31 dicembre 2007 erano oltre 67 milioni di euro. La precedente stima era di soli 50 milioni. Non sono stati approvati ancora i bilanci consuntivi dal 2003 in poi. Quello del 2007 è in attesa di verifiche da parte di una commissione istituita dalla Giunta. Negli ultimi mesi ha creato notevoli polemiche la decisione del commissario di eliminare i rimborsi chilometrici per gli operai che utilizzano la propria auto per raggiungere il luogo di lavoro. Sono stati affittati 600 pulmini (400 già consegnati) che dovrebbero, a regime, portare la spesa annua dagli attuali 14,1 milioni di euro a 6,4 milioni. 7,5 milioni di minori costi. Ciò ha suscitato malumori, i 100/150 euro di rimborso chilometrico al mese era ormai considerato una componente consolidata della busta paga. Non mancano gli abusi, qualche operaio incassa fino a 700/ 800 euro di rimborso mensile, grazie al meccanismo della residenza fittizia in un comune molto distante dal posto di lavoro. Nelle ultime settimane sono stati incendiati diversi pulmini dell'Afor. CONTESTO DIFFICILE Abolita dall'azienda foreste l'indennità chilometrica e arriva la reazione: nelle ultime settimane numerose le intimidazioni

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Nord-Est verso Carinzia e Tirolo (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-12-03 - pag: 4 autore: Nord-Est verso Carinzia e Tirolo Cresce l'appeal dei due Land austriaci, mentre cala l'interesse per la Slovenia Mauro Pizzin Vicinanza alle sedi centrali, fiscalità contenuta, incentivi per l'insediamento, burocrazia non soffocante. Sono questi quattro elementi a stimolare gli investimenti delle aziende nordestine nei land austriaci di confine e in Slovenia. Con un trend di crescita che si mantiene costante anche in questa difficile congiuntura per la Carinzia e il Tirolo, mentre diminuisce l'appeal di Lubiana. Si tratta di scelte determinate il più delle volte dalla necessità di presidiare quei mercati o di utilizzare gli stabilimenti in loco come trampolini di lancio verso l'Europa Centrale, ma che in talune circostanze potrebbero prefigurare un vero e proprio spostamento della sede d'impresa, allarmando una regione come il Friuli-Venezia Giulia, che per trattenere e attirare le imprese pensa allo strumento della fiscalità di vantaggio (si legga l'articolo a fianco). Numeri alla mano, come anticipato, non frena l'interesse per i siti produttivi della Carinzia. Secondo i dati Apa- Invest ed Eak (necessariamente parziali perchè sono diversi i canali d'insediamento scelti dalle Pmi), se nel 2004 i progetti complessivi realizzati nel land da aziende nazionali erano stati 11 (di cui 2 del Nord-Est), nel 2007 la percentuale di imprese trivenete è diventata più marcata (10 su 13 per le sole aziende censite da Eak), coinvolgendo realtà venete (5), friulane (4) e altoatesine (1). Merito di un Irpeg/Ires al 25% (contro il 31,4%dell'Italia),di contributi per investimenti nell'industria e nell'artigianato (fino al 25%) e per progetti di R&S (fino al 60%), ma anche e soprattutto di procedure burocratiche per autorizzazione e permessi di costruzione dalle tempistiche incomparabili rispetto al nostro sistema Paese. Ne sa qualcosa la Refrion di Talmassons (Ud), azienda del Gruppo omonimo (20 milioni la previsione di fatturato per il 2008) fortemente tentata di spostare un centinaio di chilometri più a nord, ad Arnoldstein, il proprio stabilimento dopo avere atteso a lungo la variante urbanistica comunale per ampliare la sua fabbrica su terreno di proprietà. «Nel corso di un incontro in cui era presente anche Heider – spiega l'amministratore unico Daniele Stolfo – il defunto governatore carinziano si era davvero interessato alla nostra situazione, dicendosi disposto a realizzare, nel caso, una struttura ad hoc che ci avrebbe poi affittato. Ora siamo in una fase di stallo,ma l'intenzione è di decidere entro gennaio». Braccio armato del marketing carinziano è l'Eak, l'Agenzia per lo sviluppo economico di proprietà del land che ha frai suoi obiettivi quello di promuovere le innovazioni, cooperazioni e gli insediamenti aziendali. «Eak – precisa il project manager Natascha Zmerzlikar – fornisce assistenza gratuita agli investitori stranieri, affiancandoli dalle incombenze per la documentazione di base fino alla ricerca del personale». Le potenzialità del territorio vengono promosse negli incontri organizzati in collaborazione con l'ambasciata d'Austria in varie località italiane, a cui prendono parte anche esperti legali per meglio chiarire i vantaggi fiscali e di diritto societario. In questo 2008 la società si sta occupando di 125 progetti, di cui 50 dall'Italia,senza riscontrare un calo d'interesse per la congiuntura internazionale. «L'azione di marketing proposta – tiene a precisare Zmerzlikar – non viene svolta per convincere le aziende a lasciare l'Italia,ma solo per ricordare loro, nel caso in cui avessero intenzione di internazionalizzare, che la Carinzia è poco distante e offre numerosi vantaggi. Per il resto, promuoviamo le collaborazioni tra realtà italiane e carinziane». La preoccupazione di non turbare i buoni rapporti di vicinato, stavolta soprattutto con l'Alto Adige, è manifestata anche da Marcus Hofer, della Tiroler Zukunftsstiftung, fondazione che si occupa della promozione economica del land austriaco più occidentale. «Nostra intenzione – spiega –è di collaborare con le istituzioni di Bolzano per realizzare un'unica area economica». Le richieste di insediamenti in Tirolo sono un centinaio all'anno, in costante crescita, e di esse il 30-35% proviende da aziende non solo altoatesine ma anche trentine e venete. Quanto agli insediamenti ef-fettivi, i dati parziali (stavolta della sola Apa) parlano di 7 realtà che hanno aperto dal 2004 a oggi sul territorio.«Negli ultimi 18 mesi – precisa Hofer –gli investimenti di fonte italiana sono stati pari a 50 milioni». Il land punta molto sulla ricerca, sostenuta con aiuti su misura e numerose strutture concentrate sul territorio, su cui possono appoggiarsi le Pmi. Più ad est pare essersi raffreddato, invece,l'interesse imprenditoriale verso la Slovenia. Secondo una rilevazione della sede di Lubiana dell'Ice sono un centinaio le aziende slovene con capitale italiano e il loro numero si sta mantendendo stabile. «In questi momenti di crisi – chiarisce Edi Kraus, responsabile della Julon, azienda tessile di Lubiana nella costellazione del Gruppo Bonazzi (Vr) – l'interesse è scemato. Peraltro, il mio punto di vista è che di delocalizzare in Slovenia negli ultimi 15 anni molto si è parlato ma poco si è fatto». A pesare sull'attrattività del Paese èstato l'aumento dei costi energetici nell'ultimo triennio e il venire meno della defiscalizzazione degli investimenti. Si sconta, inoltre, la difficoltà di reperimento di manodopera e l'aumento della paga minima mensile, portata da 432 a 450 euro («ma ora si sta parlando – chiarisce Florindo Blandolino, direttore dell'ufficio Ice di Lubiana – di effettuare un taglio secco del 5% dei contributi sociali a carico delle aziende»). «Uno dei problemi principali – sottolinea Kraus –è che qui la flessibilità nelle politiche del lavoro è scarsa, senza previsioni di Cig o mobilità. Nei momenti difficili un'azienda è costretta a chiudere l'intero stabilimento o a tagliare dei comparti per "esuberi tecnici", senza la possibilità di procedere poi a nuovi assunzioni per un determinato periodo di tempo». mauro.pizzin@ilsole24ore.com (Ha collaborato Mirco Marchiodi) SUPPORTO A TUTTO CAMPO Decisa l'azione delle agenzie di marketing, che seguono gli imprenditori dalle pratiche iniziali fino all'attività di ricerca di personale locale

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Durst potenzia il polo di Lienz (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-12-03 - pag: 4 autore: L'azienda brissinese progetta un centro di ricerca inchiostri Durst potenzia il polo di Lienz LIENZ Con un giro d'affari annuo che tocca i 45 milioni, la Durst Digital Technology Gmbh di Lienz, nel Tirolo, rappresenta uno degli stabilimenti di punta del gruppo di Bressanone (Bz) – ai vertici a livello mondiale nella realizzazione di sistemi innovativi per la riproduzione di immagini – che ha chiuso il 2007 con ricavi complessivi per 100 milioni. La struttura produttiva, inaugurata nel luglio del 1999 con l'avvento della tecnologia a getto d'inchiostro, è stata ampliata nel tempo fino agli attuali 5.600 metri quadrati. «A Lienz siamo partiti con 15 persone, poi diventate un centinaio – spiega il presidente di Durst Phototechnik Spa e numero uno di Assoimprenditori Bolzano, Christof Oberrauch – spinti soprattutto dalla necessità di reperire manodopera specializzata, che in Alto Adige non riuscivamo più a selezionare. A quel tempo il Tirolo orientale era considerato un'area depressa ma dalle tasse, poi diminuite, ancora piuttosto elevate. Il peso della burocrazia locale, invece, era già ridotto rispetto a quella italiana». Una grossa mano anche per Durst è arrivato sul fronte degli incentivi, garantiti tanto da Vienna quanto dal land. «Particolarmente interessante – sottolinea Oberrauch – è il sostegno offerto agli investimenti in ricerca e sviluppo, anche con contributi del 25% a fondo perduto, segno che in Austria anche lo Stato si assume parte del rischio d'impresa». I prodotti che escono dalla fabbrica tirolese sono destinati per il 99% all'estero: nella scelta di aprire in Austria non ha quindi pesato, almeno nel caso di Durst, un interesse preciso per il mercato d'oltralpe. «La verità – continua il responsabile di Durst – è che per i motivi sopra esposti siamo destinati a crescere più a Lienz che a Bressanone, anche se le nostre radici restano saldamente in Alto Adige». Su questo fronte,nell'area dell'insediamento tirolese sarà pronto entro il 2009 un centro di ricerca destinato agli inchiostri, per il quale è stato previsto un investimento da 10 milioni.«Una somma –conclude Oberrauch – che si è tuttavia ridotta in seguito ad un ridimensionamento della nuova struttura in vetro a causa di alcuni problemi con gli ambientalisti locali. Ma per il futuro non escludiamo ulteriori ampliamenti». M. Piz. www.durst.it RICAVI PER 45 MILIONI Lo stabilimento tirolese della spa altoatesina produce quasi la metà del fatturato di gruppo ed è destinato a crescere ulteriormente

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Le aziende altoatesine fanno il pieno d'appalti (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-12-03 - pag: 7 autore: Costruzioni. Cresce il peso dei proventi da gare pubbliche Le aziende altoatesine fanno il pieno d'appalti Mirco Marchiodi BOLZANO Dopo anni di crescita, l'edilizia altoatesina si trova in forti difficoltà. «Entro la primavera prossima potremmo perdere 500 posti sui 18mila complessivi », dice il segretario degli edili della Cisl, Michele Buonerba. La Provincia corre ai ripari: il presidente Luis Durnwalder promette che si cercherà di favorire le imprese locali nell'assegnazione degli appalti pubblici, ad esempio aumentando il numero dei lotti – riducendone l'importo singolo – per garantire delle chance di vittoria anche alle aziende più piccole, ma in realtà sarà difficile migliorare la situazione attuale: se nel 2003 finivano alle imprese altoatesine "solo" due terzi degli importi, nel 2007 sono rimasti in provincia più del 90% dei fondi messi a disposizione dall'edilizia pubblica. Che non sono affatto pochi: nel 2007 sono stati aggiudicati 3.795 bandi di gara pubblici per un importo complessivo di 232,57 milioni. Ebbene, le imprese locali si sono aggiudicate il 96,6% delle gare (3.666) lasciando alle aziende extra-provinciali solo le briciole, ossia 129. Che la stragrande maggioranza degli appalti venga assegnata alle imprese locali non è una novità (dal 2003 la percentuale è sempre stata superiore al 95% con l'unica eccezione del 2005,quando si è scesi al 94,2%), ma rispetto al recente passato è aumentato anche l'importo. I grandi appalti in genere venivano assegnati ad imprese provenienti da fuori, che così si portavano via una fetta di torta relativamente grossa se messa in relazione con l'effettivo numero di appalti vinti. Ora l'inversione di tendenza: nel 2007 alle imprese locali sono finiti 208,23 milioni, quasi il 90% del totale.Come mai?Spiega l'assessore provinciale ai Lavori pubblici, Florian Mussner: «Accanto al prezzo, abbiamo inserito la qualità come criterio per l'assegnazione dei lavori. Negli anni passati le imprese locali hanno dimostrato di lavorare bene e hanno continuato ad aggiudicarsi nuovi appalti. Bene così, perché in questo modo i soldi sono rimasti sul territorio e abbiamo potuto dare una mano alla nostra economia». Questa tendenza è destinata a proseguire. Mussner, infatti, assicura che i fondi a disposizione non caleranno: «Dovrebbero essere garantiti 240 milioni che ci permetteranno di portare avanti il nostro programma». I costruttori chiedono degli interventi speciali: «Serve un piano provinciale straordinario per fa-re ripartire l'edilizia, ma bisognerebbe anche rendere più flessibile la legge urbanistica, perché i Comuni altoatesini hanno esigenze del tutto diverse tra loro », dice ad esempio il presidente della Cassa edile e vicepresidente di Assoimprenditori, Vittorio Repetto. Josef Negri, segretario generale del collegio edile, ammette che per l'assegnazione diappalti pubblici alle imprese locali non sarà possibile fare molto meglio: «Però – dice – la Provincia dovrebbe intervenire su un altro aspetto, quello della burocrazia. Le nostre imprese occupano operai, non hanno grandi strutture amministrative. Appesantire il loro lavoro con documentazione spesso inutile fa solo aumentare i costi». Una richiesta che Mussner promette di portare avanti: «è vero che in alcuni casi il carico burocratico è eccessivo. Una delle priorità del nuovo governo provinciale sarà certamente quello di facilitare la vita alle aziende sotto questo profilo». LE PREOCCUPAZIONI La congiuntura frena le Pmi Repetto (Assoimprenditori); «C'è bisogno di un piano straordinario provinciale per fare ripartire il settore»

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Un nuovo ciclo produttivo è aperto dalla Luna, pronta a cambiare fase nel proprio settore del l... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 03 Dicembre 2008 Chiudi Un nuovo ciclo produttivo è aperto dalla Luna, pronta a cambiare fase nel proprio settore del lavoro, venerdì. Attenti alla burocrazia, legge! Nettuno sostiene i progetti matrimoniali, il sogno di un figlio. Donne!

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Giudici e politici, altalena continua Dal caso Craxi al caso Nugnes (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2008-12-03 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE SCONTRO TRA POTERI Giudici e politici, altalena continua Dal caso Craxi al caso Nugnes di GEO NOCCHETTI SEGUE DALLA PRIMA E cita l'inchiesta Mastella, un rivolo di quella sui rifiuti, la più recente sulla sicurezza del museo Madre. Nei rapporti tra magistratura, soprattutto penale, e politica, fino ad ora si è scelta l'oscillazione opportunistica, anziché la fermezza della divisione dei ruoli. Assecondando, da parte di entrambi, l'onda dell'umore popolare, anziché arginarla o quantomeno orientarla. Quando alla politica ha fatto comodo, e alla classe dirigente campana, di governo e di opposizione, ha fatto comodo quindici anni fa, le forzature procedurali, la distribuzione generalizzata di manette anche a distanza di decenni dal presunto reato, i suicidi, non hanno generato sdegni, né richiami allo Stato di diritto. Dall'altro lato, la pericolosa convivenza tra una concezione civile del diritto, contrapposta a quella etica e moralisteggiante di una rumorosa e influente minoranza, è stata tollerata dalla maggioranza dei magistrati che né nelle correnti, né al Csm, hanno mosso un dito nei confronti di chi, soprattutto pm d'assalto, su giornali e televisioni, parlava di inchieste da lui stesso condotte, anticipando sentenze, stilando giudizi inappellabili, sconfinando dal dato oggettivo giuridico a quello dell'opinione politica, morale e perfino estetica. In quell'epoca, chiamata con locuzione da esorcismo di massa «Mani Pulite», gli esponenti dell'intera classe politica (parecchi dei quali ancora in servizio), salvo ininfluenti eccezioni, preferirono salire sulla tavola da surf e cavalcare le ondate di infame populismo giustizialista, sperando che ad essere travolto dai flutti fosse sempre l'altro, avversario o collega che fosse. Rimase dapprima inascoltato, poi seppellito a colpi di monetine fuori all'hotel Raphael di Roma, l'invito del segretario del Psi Bettino Craxi alla «Grande e Pubblica Confessione» da parte di tutti i partiti e dei propri esponenti. Se avessimo avuto quella Grande Confessione, anziché una miriade di piccole confessioni e molte delazioni, l'insano rapporto tra giustizia e politica che sta portando la Campania e l'intero Paese nel vicolo cieco dell'assolutismo autoritario, sarebbe stato sanato all'origine. Facendo luce su quelli che erano stati 45 anni di democrazia repubblicana, nessun politico avrebbe potuto travestirsi da Catone il Censore e invocare la distruzione della Cartagine «avversaria» politica. Invece che attraverso le inchieste a furor di popolo o il tintinnar di manette, gli italiani, e quindi anche noi campani e napoletani, avrebbero appreso dalla «politica» dell'esistenza di un sistema parallelo di finanziamento dei partiti, che fino a quel momento aveva fatto comodo ed era funzionale per buona parte degli stessi «probi » cittadini. Anche coloro, per tornare all'inizio, che si radunavano dinanzi alle caserme o alle carceri per sputare sulle macchine di quei politici dai quali, qualche settimana prima, erano andati a piangere un favore per sé o per i propri figli o financo la propria amante. Con la Grande Confessione la classe politica, e il popolo, si sarebbero guardati allo specchio e non avrebbero avuto, o dato, alibi a nessuno, magistrati o censori fittizi, per decidere chi fosse il cattivo e chi il buono. Le responsabilità morali e politiche sarebbero ricadute su tutti, in quota parte, naturalmente, mentre le responsabilità personali dei ladrocini e delle schifezze che alcuni politici avevano commesso, insieme a burocrati, professionisti, imprenditori, sarebbero restate competenza di una magistratura libera di esercitare solo quel controllo di legalità vitale in una democrazia, e non anche supplire a quel ruolo, politico, al quale quella classe aveva abdicato. Quella classe politica, come questa attuale, napoletana e campana, non era, e non è legittimata, insieme alla burocrazia, all'imprenditoria, alla cultura, a parlare di azione giudiziaria strumentale. O sospetta, nei tempi e nei modi. Se volesse farlo, dovrebbe prima cacciare, senza aspettare le inchieste o le sentenze, coloro che frequentano camorristi, vi fanno affari, continuano a prendere tangenti o a darle, inventano progetti a tavolino che non producono sviluppo, ma sottraggono risorse alla collettività che vanno a finire nelle loro tasche. Dall'altra sponda, la magistratura potrebbe rivendicare l'obbligatorietà dell'azione penale per fugare i sospetti di inchieste ad orologeria, se l'obbligo valesse per tutti. E cito solamente due casi, senza nomi, giacché ho frequentato e frequento il diritto, e voglio risparmiare ad un direttore coraggioso altre noie giudiziarie. A febbraio di quest'anno sono stati raggiunti da avvisi di garanzia numerosi soprintendenti, direi il Ghota degli stessi e un imprenditore edile. L'imputazione, quasi per tutti, era l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d'asta. Reati non molto dissimili da quelli ipotizzati in altre inchieste, tra queste quella citata da Macry sul partito di Mastella. Quello che appare incomprensibile, che pure rientra nella discrezionalità del magistrato, è che per i soprintendenti, che si definirono innocenti e vittime di una macchinazione, tra tutte le misure cautelari possibili, non ne è stata adottata nemmeno una, a differenza della vicenda Udeur dove venne messa ai domiciliari anche la presidente del consiglio regionale. Segno, evidentemente, che né il pm, forse, o il gip, forse, anche a fronte di reati così pesanti, non hanno ravvisato quei gravi indizi che potessero giustificare anche una sola delle misure cautelari, come è invece accaduto in altre inchieste, con le medesime ipotesi accusatorie, ma con altri imputati e con altri magistrati. Cose legittime entrambi e fisiologiche, anche se il silenzio che ha avvolto l'intera vicenda, dopo il clamore iniziale, lascia perplessi. Non giova agli indagati, che, se già prosciolti, hanno diritto a veder pubblicamente fugata ogni ombra sulla correttezza del loro alto e delicato operato. Se, al contrario, fosse intervenuto un rinvio a giudizio per tutti o per qualcuno, quelli rinviati non potrebbero restare un minuto in più nel loro incarico e questo nell'interesse della collettività. Fermo restando la loro presunzione di innocenza fino a sentenza di condanna passata in giudicato. Un silenzio, perciò, lo ribadiamo, anomalo e non osservato in molti altri casi. E, per concludere, come non dare ragione al procuratore generale Galgano, quando si indigna per Gigi D'Alessio che ha cantato ai matrimoni dei boss della camorra? Ma se invece che un cantante è un magistrato, tuttora in servizio nel distretto giudiziario del procuratore Galgano, ad andare, non a un matrimonio, ma a un pranzo con imprenditori notoriamente in odore di camorra e sotto inchiesta da parte della Dda di Napoli, non sarebbe il caso, oltre che indignarsi, di adottare dei provvedimenti? Evitiamo, come sta accadendo in questi giorni, che dietro il suicidio di Nugnes si nascondano corrotti e mascalzoni della politica, dell'imprenditoria, delle professioni, proprio come dietro la stragrande maggioranza di toghe pulite e indipendenti, nere o rosse che siano, se ne potrebbe nascondere qualcuna macchiata, se non sporca.

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Pagare le tasse non può essere un optional (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-12-03 - pag: 17 autore: Lo stralcio. Il Governo deve investire sui controlli Pagare le tasse non può essere un optional di Dino Pesole e Francesco Piu I l manifesto fiscale della sinistra sociale e politica è storicamente pagare tutti per pagare meno. L'assunto è civicamente ed eticamente irreprensibile, ma in buona parte astratto, e si direbbe oggi buonista. Certo, la sinistra pone l'accento sulla lotta all'evasione, ma in mancanza di un cambio di marcia "forte" e convincente appare arduo ipotizzare che si possano finanziare nel breve periodo consistenti piani di riduzione fiscale, esclusivamente attraverso gli auspicati proventi della lotta all'evasione. Finora non è riuscito a nessuno. La destra espone un altro sonoro manifesto storico: pagare meno per pagare tutti. L'assuntoè che se il fisco fosse meno ingombrante, tutti sarebbero indotti ad assolvere il proprio dovere, crescerebbe il gettito e in tal modo si riuscirebbe a rimettere in moto l'economia. Ma da noi il vincolo del debito pubblico impedisce di mettere in campo piani massicci di riduzione della pressione fiscale. Il livello d'insofferenza e malcontento per il peso eccessivo del fisco, ora aggravato dalla crisi economica, ha raggiunto una soglia limite. Per altro verso, non è ancora maturata nella nostra società la consapevolezza che gli evasori arrecano un danno all'intera collettività. Anzi, spesso nutriamo una malcelata "ammirazione" per chi riesce a farla franca, e al tempo stesso avvertiamo che il popolo degli evasori ci considera come degli ingenui, passivi sudditi di uno Stato che ci tartassa, restituendo in cambio servizi scadenti. Accertato tutto ciò, occorre fare un passo in avanti. Le analisi abbondano, sono utili e importanti ma non più sufficienti. è necessario uscire dalla logica del "tutti contro tutti", della contrapposizione frontale che sembra essere la cifra caratterizzante dei nostri tempi. Ecco che allora s'impone un "Patto", che parta dalla netta riaffermazione di un principio generale, assolutamente incontrovertibile in uno Stato di diritto: pagare le tasse non è un optional. è un dovere sancito dalla Costituzione e dalle leggi vigenti. Dunque, chi contravviene a questo obbligo si colloca al di fuori della legalità, arreca un grave danno non solo a chi le tasse le paga regolarmente ma all'intero Paese, e dunque per questo va perseguito e punito. Il passaggio fondamentale è che l'amministrazione pubblica in genere, e nel caso specifico la "macchina delle tasse", sia posta in un lasso di tempo ragionevole nelle condizioni d'operare quel deciso salto d'efficienza che le consenta di recuperare credibilità agli occhi dei cittadini. Non è utopia, né una chimera. Neppure una mission impossible. Basta cominciare ad applicare sul serio le leggi e i regolamenti che già esistono. Il Governo "deve" investire sull'amministrazione motivando e coinvolgendo i dipendenti in un reale processo di riforma. Il cittadino (utilizzando anche il Manuale di autodifesa allegato al volume) " deve" pretendere che i diritti sanciti da leggi e regolamenti vengano rispettati. L'amministrazione pubblica "deve" poter contare su un supporto legislativo e regolamentare che le consenta di applicare le norme in vigore. L'istituzione di una figura intermedia, una sorta di "tutor" super partes, un "Mister tasse" che vigili sulla corretta applicazione delle norme, sulla "qualità" delle leggi prodotte, sui comportamenti che ne conseguono da parte degli uffici pubblici e dell'utenza, potrebbe agevolare il percorso verso un nuovo ciclo di rapporti più civili e costruttivi tra l'amministrazione pubblica e i cittadini. Nell'immediato va sicuramente rafforzata la figura del Garante del contribuente. Il Patto comporta un impegno reciproco: la maggiore probità fiscale, in cambio dell'efficienza. Occorre una ferma e decisa volontà politica che ponga tale questione in cima all'agenda delle priorità per gli anni a venire.è un terreno di possibili, auspicabili intese bipartisan. Sul fronte della deterrenza, è del tutto evidente che la propensione a evadere è strettamente correlata alla probabilità di subire un controllo ( da noi, nella media, tale eventualità è percepita come remota). Ecco allora che occorre puntare su controlli veri, sistematici e mirati sui contribuenti effettivamente a rischio, evitando inutili dispersioni di energie e denaro pubblico nel perseguire gli errori formali. Affinando gli strumenti telematici e i controlli incrociati di cui dispone l'amministrazione, si potrebbero potenziare i sistemi di analisi sui comportamenti dei soggetti effettivamente a rischio. Non facciamoci illusioni. La questione è molto complessa.Il vero macigno che sifrappone all'affermazione di una corretta condotta fiscale è soprattutto di tipo culturale ed etico. Se infatti è intollerabile che la pressione fiscale sia giunta all'attuale livello (anche per effetto della "sovrattassa" che versiamo a causa dell'evasione), è altresì intollerabile che un Paese moderno, tra i più avanzati e industrializzati del mondo, continui a esprimere un così scarso senso civico. Su questo aspetto occorrerebbe una mobilitazione culturale, civile, intellettuale in grado di coinvolgere l'intera società in tutte le sue articolazioni. In Italia - scriveva Italo Calvino - «le cose semplici non vengono mai dette. Quest'epidemia ha colpito la politica, i giornali, la burocrazia ». Per favorire l'affermazione di comportamenti fiscalmente virtuosi occorre allora prevedere e immaginare un sistema articolato di incentivi. Ci chiediamo se non sia possibile avanzare una sorta di analisi di fattibilità che consenta l'affermazione del nuovo principio "paga meno chi paga tutto". Proposta che potrebbe (è la finalità di questo libro) aprire una prima breccia. Lungi dal ritenere che con essa si possa risolvere una questione di tale complessità, si ritiene comunque utile e indispensabile che attraverso questa sorta di "provocazione" si apra una riflessione sui mezzi d'informazione, tra gli addetti ai lavori, tra le forze politiche, sociali e produttive,in Parlamento e all'interno del Governo, che punti a scardinare l'attuale situazione di stallo. Il primo passo è che s'affermi una nuova figura cui attribuire un visibile riconoscimento civico e sociale, il contribuente totale, azionista del risanamento fiscale del Paese. Si tratta di segnali, prima di tutto. Del resto, un Paese comincia a cambiare quando s'iniziano a porre in discussione alcuni dei luoghi comuni alla base della sua arretratezza. I gesti e i segnali hanno un grande valore, come quegli imprenditori in Sicilia che rifiutano di pagare il pizzo.

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Aprire un'impresa d'ora in poi sarà più facile (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

PAVIA pag. 10 Aprire un?impresa d?ora in poi sarà più facile PROVINCIA ? PAVIA ? UN ULTERIORE passo per snellire la burocrazia, a favore delle imprese. L?assessore provinciale al Lavoro, Angelo Ciocca, ha presentato ieri mattina la nuova Guida provinciale alla compilazione della Dichiarazione di inizio attività produttiva (Diap). «Sono molto soddisfatto - commenta Ciocca - del risultato raggiunto. Il lavoro fatto è da un lato un traguardo, perché è la prima volta che i soggetti del territorio si riuniscono per unificare le procedure autorizzative per i 190 comuni, dall?altro è un punto di partenza, per continuare a lavorare per dare all?imprenditore tempi certi e rapidi». Il Tavolo di coordinamento degli sportelli unici della provincia di Pavia, avviato dal novembre del 2007, in un anno di lavoro è riuscito a portare a termine il primo obiettivo, la redazione della Guida per la compilazione della Diap. Nell?arco di un anno i Suap (Sportelli unici per le attività produttive) sono aumentati in provincia di Pavia: da 8 a 9 quelli gestiti in forma associata da più Comuni, da 13 a 20 quelli attivi in singoli Comuni, facendo diminuire dal 41 al 30% i Comuni senza Suap. S.Z.

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Partirà entro fine mese un monitoraggio di tutte le scuole più antiche di Ro... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 03 Dicembre 2008 Chiudi di VERONICA CURSI «Partirà entro fine mese un monitoraggio di tutte le scuole più antiche di Roma per verificare le condizioni delle strutture storiche della città e mettere in campo eventuali interventi di manutenzione». Ad annunciarlo è l'assessore capitolino ai Lavori pubblici Fabrizio Ghera che ieri mattina ha incontrato gli uffici tecnici dei municipi per verificare le priorità d'intervento da attuare nelle scuole e identificare le criticità dei plessi scolastici, anche di quelli colpiti dal maltempo. «Entro breve tempo - annuncia l'assessore - daremo il via a una verifica di tutti gli immobili più antichi di Roma, quelli che risalgono agli anni '30 e che si trovano per lo più nelle aree centrali della città. Vogliamo dare inizio ad un'opera generale di controlli negli edifici scolastici perché la sicurezza non sia un'emergenza ma una priorità». Tra gli interventi da effettuare in breve tempo anche quelli che riguardano le scuole colpite dalla pioggia degli ultimi giorni, in particolare gli edifici del XII e XII municipio. Ma nell'incontro di ieri, l'assessore ha raccolto anche le richieste avanzate dai municipi in tema di edilizia scolastica: «L'obiettivo è quello di arrivare a un monitoraggio complessivo delle scuole di Roma - spiega - in modo da poter avere un quadro generale sulla situazione delle strutture e in sede di bilancio e di assestamento, poter avanzare la richiesta di un aumento dei fondi a disposizione per garantire interventi mirati ed efficaci. Gli edifici scolastici hanno bisogno di controlli costanti e maggiore monitoraggio delle strutture». Per questo tra le richieste che l'assessore vuole portare all'attenzione del consiglio comunale e del sindaco Alemanno c'è la proposta di «reinserire il piccolo fondo a disposizione dei dirigenti scolastici per i piccoli interventi di manutenzione ordinaria. In modo da snellire la burocrazia e dare la possibilità alle singole scuole, qualora si rompesse un vetro, di poter agire autonomamente senza dover aspettare i tempi di intervento del municipio». Ma non solo. «Tra le idee c'è anche quella di proporre un servizio di sorveglianza costante sulla condizione degli edifici scolastici dei singoli quartieri - conclude Ghera - Non solo in materia di interventi ma anche di applicazione delle norme da parte della Giunta c'è un impegno forte affinché la manutenzione scolastica diventi una priorità».

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TRASPORTI Piazza Gondar, ridateci la fermata... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 03 Dicembre 2008 Chiudi TRASPORTI Piazza Gondar, ridateci la fermata Circa un mese fa sul segnale della fermata prima di piazza Gondar (direzione Monte Sacro) venne applicato un cartello: "La fermata verrà abolita". Preoccupati, noi anziani ci siamo rivolti all'azienda comunale dei trasporti e ci è stato risposto che non sapeva nulla nessuno di quel cartello e, anzi, dopo qualche giorno, è sparito. Improvvisamente (una settimana fa, circa) la fermata è stata abolita, la precedente sta a metà viale Libia. Ciò con gravi disagi per chi abita a piazza Gondar, viale Etiopia (c'è la coincidenza con la fermata della linea ferroviaria Fm1 per Fiumicino), viale Somalia, Sabina, praticamente in tutto il quartiere Africano. Immaginate quando piove il disagio per anziani, handicappati costretti a percorrere anche 300 metri a piedi! In proposito, qualcuno si è fatto promotore di raccogliere firme per una petizione e chiedere che tutto venga ripristinato come era prima, o a fianco. Una soluzione sarebbe ripristinare la fermata appena prima via Lago Tana. Sembra che arretrare la fermata sia stato fatto per agevolare la viabiiltà, riaperta da qualche tempo anche al traffico privato. Ma chi è il genio che ha preso l'iniziativa con i lavori che occupano metà della strada e con il viavai di mezzi pesanti di lavoro per la metro? Un gruppo di anziani della zona viale Libia MEDICI IN RETE Precisazioni su Me.Sir. In merito all'articolo apparso il 30 novembre, "Niente dottori in rete, mille modem WiFi inutilizzati", la LAit spa intende fare alcune precisazioni. Il progetto Mesir è frutto di un Accordo di Programma Quadro Governo nazionale-Regione Lazio, risalente al 2004. Su mandato della Regione, quindi, nell'esercizio delle funzioni da questa delegatele, la società LAit ha proceduto ad espletare con celerità e correttezza i propri compiti di stazione appaltante, tra cui la fornitura delle "black box". Ogni successiva situazione è eventualmente da attribuire a sopravvenute esigenze di adeguare il progetto ai mutati scenari, e non certo a ritardi e negligenze della società. Il tavolo tecnico regionale sta valutando i criteri per le consegne degli strumenti, la cui tecnologia e funzione non ha nulla a che vedere con le normali reti internet o WiFi, ma consente altre applicazioni, come ad esempio lo scambio di dati sensibili. Sismed, è un intervento contenuto nel progetto Mesir: oltre all'hardware (gli apparati black box) e alla connettività, è stato sviluppato il software di sistema, ovvero Sismed. Non esiste, dunque, alcuna sovrapposizione. Sanmed, infine, è un servizio svolto da LAit, su incarico regionale fin dal 2002, e non ha alcuna attinenza diretta con Mesir. La cifra di 210 milioni di euro è quella ricevuta in 3 anni: l'80% va a generare indotto, solo il 20 a coprire le spese. Lait Spa BUROCRAZIA La consegna della raccomandata Il giorno 2 ottobre, a metà mattina il portiere consegna a mio marito, in casa a lavorare, il classico cartoncino giallo (Mod. 26) per il ritiro di una raccomandata, presso l'ufficio postale di Roma 29, come indicato. Alle rimostranze del perché non avesse preso lui stesso la raccomandata, come era solito fare, egli riferisce che era andato da un condomino a consegnarne a sua volta una, arrivata poco prima. Non è chiaro, a questo punto, perché il postino non si sia preoccupato né di citofonare al destinatario della raccomandata, né di suonare al portiere, che seppure per le scale, avrebbe sentito il campanello e potuto ritirarla lui stesso. Era mia intenzione quindi, recandomi, l'indomani all'ufficio postale per il ritiro, presentare reclamo, anche perché sul Mod. 26, non era indicata l'ora in cui il postino era venuto. Mi reco all'ufficio postale suindicato. Dopo un'ora di inutili ricerche, l'impiegato mi consegna un foglio, stampa di una schermata di computer, in cui la raccomandata risultava consegnata, addirittura il giorno 1 ottobre. A quel punto non mi restava che presentare un duplice reclamo. Trascorsa una settimana, circa, mi chiama un'operatrice del call center di Poste Italiane che, come soluzione al problema, mi invita a recarmi in un qualunque ufficio postale per richiedere la "prova di avvenuta consegna". Mi reco presso l'Ufficio Postale di Roma 62, all'interno della Città Universitaria, dove seduta a un tavolo a lavorare, trovo la signora Tiziana, la quale, in un quarto d'ora, ha risolto il mio problema: la raccomandata si trovava in un ufficio postale diverso da quello indicato sul Mod. 26. Elisabetta Bona

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CAMERINO Per l'Università di Camerino oggi è l'inizio dell'anno accademico numero... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 03 Dicembre 2008 Chiudi di VALENTINA POLCI CAMERINO Per l'Università di Camerino oggi è l'inizio dell'anno accademico numero 673. Una storia importante, concentrata in una cerimonia che parlerà dell'"Università che vogliamo per essere e rimanere università", all'ombra di una riforma che segna anche il futuro di questo ateneo. La relazione inaugurale è affidata a un intellettuale di eccezione, Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole24Ore, che parlerà subito dopo il rettore Fulvio Esposito. Appuntamento alle 10.30 al teatro Marchetti. Nell'aria un presente che soffoca gli entusiasmi. Di quasi 10 mila studenti (9.661 per la precisione), 183 docenti fra ordinari e associati, 152 ricercatori, inclusi quelli a tempo determinato, a cui vanno sommati assegnisti a progetto, co.co.co., vincitori di borse di studio, chi lavora con contrattini da tre mesi per tre mesi, e 307 fra tecnici e amministrativi. Un presente su cui pesa - denuciano da queste parti - lo strascico dell'errore maldestro del ministro Gelmini, che ha inserito Camerino tra le università sull'orlo del tracollo finanziario (mentre la realtà parla di bilancio in pareggio), e in cui si attende la sentenza del Tar Marche sulla regolarità dell'elezione del rettore Esposito, avvenuta un anno fa. E, sopra ogni cosa, aleggiano i tagli del Governo. La flessione dei finanziamenti statali per Unicam dal 2008 al 2009 è relativamente modesta, 200 mila euro. «Se però ci vediamo dietro le persone sono 8 ricercatori che non potrò assumere, che diventano 9 se consideriamo l'inflazione». Il rettore Esposito tralascia ogni valutazione etica e generalista sulla riforma, e parte dalle voci di bilancio qui e ora per proseguire nel segno della matematica. «Nel 2008 il Fondo di finanziamento ordinario per la nostra università è stato di 37 milioni di euro, nel 2009, stando alle previsioni, sarà di 36 milioni 817 mila euro, nel 2010 di 33 milioni 464 mila euro (- 3,5 milioni) e nel 2011 di 30,5 milioni di euro, meno 6,5 milioni. Questa è la realtà. Se l'anno prossimo respireremo ancora, nel 2010 saliranno a 70 i ricercatori che non potrò assumere. Diciamo allora che in termini di crisi non esiste solo la Antonio Merloni». «Questi tagli generalizzati - commenta Fabrizio Agosta, assegnista di ricerca del dipartimento di Scienze della terra - impatteranno sulle nostre carriere, che verrano interrotte. Nessuno chiede un posto fisso, ma all'improvviso ci tolgono anche la possibilità di partecipare a concorsi per metterci in gioco. Dopo tanti anni di studio all'estero sono approdato a Camerino perché c'è una visione innovativa, strategica della ricerca. L'ambiente è dinamico e il fatto che si tratti di un piccolo ateneo implica tanti pregi, a partire da poca burocrazia e poche sovrastrutture. Ma ora?». Lo scotto che le università italiane pagheranno parla di numeri implacabili. Ogni ateneo si sta arrovellando per trovare le sue soluzioni, sia che si vada verso la trasformazione in fondazioni sia che si scelgano altre strade. «Ma se i tagli saranno questi non so proprio come faremo», afferma Esposito. Sensazione di impotenza, nuda e cruda, che anche in questo caso parte da un assunto matematico: «A turn over zero, cioè se d'ora in avanti non sostituirò nessuno, nel 2011 il fondo di finanziamento non basterà neanche per gli stipendi. Dovrò andare in banca a chiedere un prestito. Non solo. In tre anni stimo che andranno in pensione circa 100 persone, che non rimpiazzerò. Significherà taglio dell'offerta didattica e dei servizi». E la scure non cadrà sui corsi "inutili" (con iscritti che si contano sulle dita di una mano o poco più). «Quelli li abbiamo già disattivati - sottolinea - Dovrei forse chiudere l'unico corso di Fisica delle Marche (che conta 26 matricole) quando sappiamo quanto sia necessaria la ricerca scientifica per lo sviluppo?». Riguardo al bilancio, che non ha buchi, l'Università di Camerino è una delle pochissime in Italia a ragionare in termini di contabilità economico-patrimoniale. «Questa - continua il rettore - mi dice che quest'anno non avrò soldi per la fotocopiatrice, fra due anni li avrò per sostituire i microscopi, fra tre non potrò cambiare attrezzature per la ricerca ormai obsolete o provvedere alla manutenzione degli edifici». Allora come se ne viene fuori? Una soluzione è nel privato. «La settimana scorsa ho firmato con alcuni imprenditori un contratto da 2,5 milioni di euro per fare una citycar innovativa - prosegue Esposito - Ma non si può chiedere a un privato di investire sulla ricerca di base, che darà risultati fra 10 anni. E se Roma, il Governo, si tira indietro, bisogna che si facciano avanti Ancona, Macerata e Ascoli. Signori, credete nell'università marchigiana? Allora dateci risorse. E' questo che esigo dagli amministratori. E non dicano che non ci sono fondi, è una questione di priorità».

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Il distributore di via della Balduina: quando la politica sta col cittadino (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 03-12-2008)

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Corriere della Sera - ROMA - sezione: Lettere - data: 2008-12-03 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Caro amico ti scrivo di Goffredo Buccini Il distributore di via della Balduina: quando la politica sta col cittadino Caro Buccini, tramite il vostro giornale, che per ben due volte quest'anno ha pubblicato il mio appello, sento il bisogno e il dovere di ringraziare l'assessore Fulvio Accorinti, del XIX Municipio. Egli infatti è stato l'unico ad aver raccolto la denuncia al fine di far demolire, in via della Balduina, le «vestigia» di un dismesso rifornimento di carburanti. Lo stesso impianto, che era rimasto dimenticato lì, da circa vent'anni a darne testimonianza, e che si era arricchito via via, di ogni tipo di rifiuti. Grazie a questo benemerito servitore della comunità, che si è mosso con competenza e professionalità, tra i meandri della burocrazia, si è ottenuto il risultato sperato. Non solo infatti è stato demolito, rimosso, raccolto e asportato quanto atteneva all'impianto della ex pompa e dintorni, ma, contemporaneamente ne è stato anche restaurato il sito. Non si è tralasciato neanche di riempire di materiali inerti l'antico serbatoio interrato, onde evitare, nel malaugurato caso di apertura di una falla che, esalazioni venefiche di fangosi residui potessero fuoriuscire. Questo caso deve essere di esempio di come debbano operare tutti coloro che sono eletti a servizio della comunità. Ringrazio anche a nome dei cittadini che hanno l'affaccio su tale sito e mi auguro ardentemente che questa bella persona, che non conosco personalmente, ma che ho avuto solo l'onore di sentire per telefono, faccia parte di una squadra di politici volenterosi e attenti ai bisogni della cittadinanza, di cui sentiamo prepotentemente il bisogno. Franca Basetti Cara signora Franca, che cosa aggiungere? Alleluja. Capita, di tanto in tanto, che le cose vadano per il verso giusto. gbuccini@rcs.it

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Fiori, ma anche sciarpe e magliette Il calcio conforta funerali e memoria (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 03-12-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Sport - data: 2008-12-03 num: - pag: 50 categoria: REDAZIONALE Rituale In cerimonie pubbliche o private, sulla bara di giovani e non, i colori della squadra amata Fiori, ma anche sciarpe e magliette Il calcio conforta funerali e memoria E al cimitero di Genova ci sono più simboli dei due club che religiosi I grandi campioni spesso le mandano personalmente per i giovani tifosi tragicamente scomparsi MILANO — C'era rabbia e tensione, quel giorno a Torino, perché i fiori della ThyssenKrupp, la fabbrica dove sette operai avevano trovato la morte, non li voleva proprio nessuno. Ma la maglia di Alessandro Del Piero, sul feretro di Giuseppe Demasi, commosse anche il più irriducibile dei granata. Era un'altra storia, era un'altra città ma anche per Davide, quindicenne stroncato da uno spinello nell'hinterland milanese, hanno voluto la casacca del capitano della Juve. Per l'avvocato Donatello Zoboli, vittima di un incidente ferroviario, hanno raddoppiato: Del Piero e Paolo Di Canio, che a lui piacevano entrambi un bel po'. Perché il calcio è così. Claudio Monetti aveva una tabaccheria a Torino ma tifava da sempre per il Verona. L'hanno ucciso a coltellate per rubargli qualche euro. Gli hanno messo una maglia gialloblù sul feretro mentre ancora si domandavano il perché. Per la tredicenne Pasma, che è stata portata via da una pirata della strada alla periferia di Roma, e per il coetaneo Nicolò, ucciso dalla caduta di un pioppo a causa di un nubifragio che si è abbattuto sulla capitale, nessuno ha avuto dubbi: il numero 10 di Francesco Totti. E a Vito, i cui sogni da diciassettenne si sono spezzati in una scuola maledetta, hanno messo quella di Nicola Legrottaglie, il campione che si è ritrovato dopo aver riscoperto la fede in Dio. è stato l'ultimo in ordine di tempo dei funerali dove si sono accese le luci delle telecamere. Ma sono altri, tanti altri ancora, «i giorni di dolore» privati dove parenti e amici mettono accanto al defunto, giovane studente o stimato professionista, o appoggiano delicatamente sulla bara la maglia della squadra del cuore. Perché l'accompagni e, magari, lo protegga nell'ultimo viaggio. Ma non solo. A Genova, nel cimitero di Staglieno, sulle lapidi e sulle tombe ci sono maglie rossoblù e simboli blucerchiati. Tanto che monsignor Giuseppe Lanfranconi, rettore della chiesa, 86 anni, ha dovuto alzare la voce: «Ci sono più magliette della Sampdoria e del Genoa che simboli religiosi». All'estero sono andati oltre. Per i tifosi dell'Amburgo è stata creata un'ala riservata del cimitero cittadino. Potranno riposare in pace in una bara con i colori sociali. Ne hanno fatto uno speciale a pochi chilometri da Buenos Aires, con le lapidi il marchio del club e la fontana con lo scudetto, per i sostenitori del Boca Juniors, solo per quelli doc. Non voleva patenti Mario Appignani, il celebre «Cavallo Pazzo» delle incursioni sul palco di Sanremo. Il protagonista di invasioni solitarie sul prato dell'Olimpico espresse una volontà romantica che cozzava contro la burocrazia: «Seppellite il mio cuore in curva Sud». Dove batte appunto il cuore del tifo romanista. Dove, come in tutte le altre curve d'Italia, anche quelle delle serie minori, ogni domenica c'è un ricordo. «Sempre con noi», scrive al compagno di fede scomparso chi ha diviso chilometri di trasferte e un panino freddo all'autogrill. «Canta con noi da lassù », è l'ultimo saluto a chi ha lasciato un seggiolino libero in una curva piena. Perché ci sono vuoti che non si possono riempire. E, quando le sciarpe servono per asciugare le lacrime, anche i nemici dell'altra curva, quelli divisi da un odio che non sente ragioni, tacciono e si fermano in religioso silenzio. Come accadde per il commovente ultimo saluto a Gabriele Sandri. Non si fermano, il più delle volte, gli automobilisti. Se lo facessero, potrebbero vedere ai bordi delle strade consolari o sui marciapiedi delle grandi metropoli piccoli altari a cielo aperto. Dove si è interrotta tragicamente una vita, la memoria resta. Una foto sorridente circondata da un muro di sciarpe. E una maglia di un giocatore. Quella indossata quando si aveva tutta la vita davanti. E, anche, dopo la morte. Bianconera Sulla bara di Vito la maglia di Legrottaglie e quella della sua squadra (Ansa) Giallorossa La maglia di Totti sulla bara di Pasma, travolta da una pirata della strada (Faraglia) Roberto Stracca

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<San Rossore, ippodromo di primo livello> (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 03-12-2008)

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CRONACA PISA pag. 7 «San Rossore, ippodromo di primo livello» LA CRISI DELL?IPPICA IL RESPONSABILE NAZIONALE DI AN, BENEDETTI: «UNIRE DA AZZERARE» I PROBLEMI dell?ippica nazionale hanno un immediato effetto sulle attività ippiche a Pisa dove il fenomeno sportivo si coniuga con quello economico e ha, com?è noto, rilevanza primaria. Dopo le decisioni dei due rami del Parlamento in ordine alle risorse, devono definirsi ora le strategie da adottare per il rilancio dell?ippica, ed è da queste strategie che l?ippodromo di San Rossore attende un?adeguata considerazione. Sul tema è intervenuto il responsabile di An per i problemi dell?ippica, Roberto Benedetti, anche nella sua veste di capogruppo di An in consiglio regionale. L?incontro, organizzato dal consigliere comunale Diego Petrucci, si è svolto nella sede del periodico ?Laboratorio ?99?. «Un prefetto in pensione e un generale che ha operato in Afghanistan, certamente due bravissime persone ma del tutto al di fuori dellla realtà dell?ippica, non possono, da presidente e vicepresidente dell?Unire, guidare il riordino del settore ippico. ABBIAMO la necessità di avere ai vertici validi manager e di grande competenza specifica. Trovate le risorse per l?ippica, ora dovremo operare per la loro distribuzione, procedendo all?approvazione di una legge di riordino che cancelli i nefasti risultati delle legge 449, varata sotto il governo D?Alema, che cancellò gli enti tecnici, un provvedimento che dette il via al caos generale nell?Unire. La legge di riordino del settore dovrà procedere alla cancellazione dell?attuale struttura dell?Unire sostituita, secondo la nostra visione, da un ente assai più snello al quale dovranno fare capo tre federazioni: galoppo, trotto, cavallo da sella. Efficienza e snellezza anziché la lenta burocrazia di oggi. Qualcosa di simile a quanto avviene con il Coni e le varie federazioni sportive». Sugli altri provvedimenti da adottare, Benedetti ha detto:« Un punto essenziale dovrà essere la riqualificazione degli ippodromi. In questo processo io credo che San Rossore dovrà essere collocato, per la sua storia, la qualità degli impianti e l?ottima gestione, ai primi tre posti in Italia, con Milano e Roma. Del resto, fu proprio durante la gestione di Alemanno al ministero delle politiche agricole che San Rossore fu riconosciuto dall?Unire ?ippodromo di interesse nazionale? ricavandone positivi vantaggi convenzionali».

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<Le cifre? Un triste balletto> (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Grosseto)" del 03-12-2008)

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CRONACA GROSSETO pag. 2 «Le cifre? Un triste balletto» INFORTUNI L?UGL CRITICA I DATI DELLA ASL 9 «SPERIAMO che a questo triste balletto di cifre metta fine la nuova legge entrata in vigore». Così il segretario territoriale dell?Ugl, Gianfranco Franceschini, contesta le cifre riportate dalla Medicina del lavoro della Asl 9 in merito agli infortuni sul luogo di lavoro. E sostiene che «le cifre attorno agli infortuni mortali viene tirata a seconda delle interpretazioni di convenienza da chiunque intenda affrontare l?argomento. Noi non disponiamo di dati statici nostri, ma ci basiamo sui dati ufficiali forniti dalle varie istituzioni pubbliche che si occupano della materia». Cifre e statistiche troppo fredde, quindi, per raccontare una situazione che in provincia di Grosseto ha un?entità sicuramente di rilievo. E proprio su quest?entità, l?Ugl mette in guardia, sostenendo tra le righe che il rischio è che il dramma vada a perdersi proprio nella burocrazia dei numeri, che ribadiscono comunque il fatto che la provincia di Grosseto presenta l?indice di infortuni sul lavoro più alto di tutta la Toscana. «E relativamente agli infortuni in itinere ? afferma ancora Franceschini ? forse varrebbe la pena che le istituzioni preposte indagassero sugli straordinari troppo pesanti che sommati a determinati orari di lavoro stressanti sono capaci di appannare i riflessi del dipendente. Da parte nostra siamo disponibili al confronto in ogni sede, a tutela della salute dei lavoratori».

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La delibera arriva in ritardo Slitta la nomina di Ellecosta (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Alto Adige" del 03-12-2008)

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Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2008-12-03 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Comune Il «falco»: ringrazio chi mi ha sopportato La delibera arriva in ritardo Slitta la nomina di Ellecosta BOLZANO — Si era presentato in consiglio comunale con giacca elegante e cravatta, cosa per lui alquanto inusuale. Ma Oswald Ellecosta dovrà pazientare un altro paio di giorni prima di diventare vicesindaco: per questioni formali, infatti, la sua nomina è stata rinviata alla prossima seduta. Cosa è successo? Gli amanti delle dietrologie si sono subito attivati, ma a quanto pare sul rinvio non esiste alcun «giallo». Più banalmente, è la burocrazia del consiglio comunale a frenare il passaggio di consegne tra Elmar Pichler Rolle ed Ellecosta. La delibera relativa alla sostituzione, infatti, era stata consegnata ai consiglieri con un preavviso inferiore alle 24 ore previste dal regolamento. Ciò significa che se l'atto fosse stato presentato e approvato ieri, tutti gli atti del futuro vicesindaco sarebbero stati a rischio d'impugnazione. Nella conferenza dei capigruppo, prima della seduta, il sindaco Gigi Spagnolli ha provato a chiedere all'opposizione un impegno a non presentare ricorsi. «Ma non avendo ottenuto garanzie — riferisce il sindaco — abbiamo preferito spostare di due giorni la nomina». L'appuntamento, dunque, è per domani sera. Intanto ieri Ellecosta si è dimesso da capogruppo, cedendo il testimone al giovane Luis Walcher. In un breve intervento, il «falco» ha ringraziato i compagni di gruppo: «è stato piacevole lavorare con voi — ha detto —. Grazie per avermi sopportato in tutti questi anni». Una delle richieste che l'Svp comunale porterà avanti in questo scampolo di mandato è il tavolo su convivenza e simboli. «Importante — osserva Spagnolli — che anche l'Università sia stata coinvolta: il dibattito culturale deve precedere e aiutare quello politico». F. Cle.

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Il risparmio energetico rischia il corto circuito. Addirittura retroattivo. Complice il decreto anti... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 03-12-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Viterbo))

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Mercoledì 03 Dicembre 2008 Chiudi di FEDERICA LUPINO Il risparmio energetico rischia il corto circuito. Addirittura retroattivo. Complice il decreto anticrisi approvato dal governo, che sugli sgravi fiscali per chi ristruttura l'abitazione ricorrendo a caldaie a condensazione, pannelli solari o nuovi infissi, cambia le regole del gioco quando la partita è ormai iniziata. Il risultato? La maggioranza di chi ha effettuato i lavori nel 2008, sapendo di poter contare su una detrazione d'imposta del 55%, si dovrà accontentare del 36%. A partire dal 2009, scompare addirittura la certezza di ottenere qualsiasi agevolazione. Una misura che nel Viterbese interessa le circa 4.000 imprese che operano nel settore, e quelle centinaia di cittadini che quest'anno hanno deciso di investire in energia pulita. Pensando che «tanto c'è il contributo statale». Una misura bocciata dalle associazioni datoriali, che temono una contrazione del settore. Arrivederci ristrutturazioni, insomma. E, come sottolinea Federlazio, nella Tuscia ne potrebbe risentire anche il già claudicante comparto delle ceramiche. Andiamo per ordine. Il governo Prodi, con la Finanziaria 2007, aveva introdotto la possibilità di detrarre dalla denuncia dei redditi il 55% delle spese sostenute per apportare ad abitazioni e imprese quelle migliorie che consentono di risparmiare energia. «La procedura - spiega Luigia Melaragni, responsabile di Cna-sostenibile - era semplice: un tecnico certifica la correttezza dell'intervento, si invia il documento all'Enea che dà una ricevuta. Questa si presenta al commercialista al momento della denuncia dei redditi e il gioco è fatto». Così, fino al 30 novembre. Quando sulla Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il decreto governativo, che rende molto più complicato il percorso per ottenere gli sgravi. Per le spese sostenute dopo il 31 dicembre 2007, i contribuenti devono inviare all'Agenzia delle entrate, esclusivamente per via telematica, «un'apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi». Le domande, che vanno spedite tra il 15 gennaio e il 27 febbraio, verranno esaminate in base all'ordine cronologico di invio, entro 30 giorni. Ma, conoscendo i tempi biblici della burocrazia italiana, il Governo ha messo le mani avanti: se in un mese non arriva una risposta, vale il silenzio-rifiuto. Ovvero, niente sgravio del 55%. Solo del 36%, fino a un massimo di 48.000 euro. Dal 2009, ulteriore stretta: nessuna risposta equivarrà a nessuno sgravio, neanche del 36%. A questo, si aggiunge l'introduzione di un tetto massimo di fondi disponibili, da qui al 2010. Insomma, sull'energia si va a esaurimento. Preoccupati gli artigiani. «Il pacchetto anticrisi - sostiene Adalberto Meschini, segretario della Cna - non aiuta la diffusione delle energie rinnovabili. Anzi, rischia di provocare una riduzione degli investimenti da parte di imprese e famiglie. Mentre l'utilizzo delle nuove tecnologie, oltre a tradursi in risparmio, è occasione di crescita per le imprese e di creazione di posti di lavoro». Mentre per la Confartigianato viterbese «dalla certezza della fruibilità di un meccanismo automatico, si passa all'incertezza e alla discrezionalità. E a una drastica riduzione delle risorse disponibili», dice il presidente Stefano Signori. Un provvedimento, quello del governo Berlusconi, che non convince neanche la Federlazio viterbese. «Il taglio agli incentivi - dice il direttore Giuseppe Crea - va a colpire un comparto, quello dell'edilizia e dell'impiantistica elettrica e industriale, che è già in crisi. E' chiaro che ci saranno ripercussioni». Tant'è che tra gli operatori del settore sono in allerta: «C'è preoccupazione - dice Crea - perché il pericolo è che venga a mancare il lavoro. E a risentirne, a cascata, sarebbero anche gli ordinativi delle industrie ceramiche».

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"IL Giardino delle delizie" sabato 6 alle 15 alla Rosa del Borghetto, strada d... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-12-2008)

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Mercoledì 03 Dicembre 2008 Chiudi di STELLA CARNEVALI "IL Giardino delle delizie" sabato 6 alle 15 alla Rosa del Borghetto, strada del Borghetto10 a Prepo di Perugia. Incontro sul tema dei frutti minori a cura di Isabella Dalla Ragione. Il privilegio di assaporare la pera carovella, anona cherimolia, fejioa sellowiana, giuggioli dei pranzi rinascimentali. Un incontro per parlare e conoscere di quei frutti cosiddetti minori perché scomparsi dalle coltivazioni intensive e dunque scomparsi anche dai nostri mercati e dalle nostre tavole. Piccoli tesori del palato noti ai nostri progenitori e ormai in estinzione ma che possono ancora essere recuperati nei nostri giardini. Info www.larosadelborghetto.it "Lu Santo Jullare Francesco" di Dario Fo interpretato da Mario Pirovano domenica 7 alle 21 al teatro comunale di Monteleone di Spoleto. Il tema della pace e della guerra, in particolare il discorso di Francesco ai bolognesi con la famosa Concione del 1222 ricostruita da Fo sulla base della tradizione popolare, delle cronache e delle testimonianze dirette. Info 3471769629. "Gli amici di Manlio" domenica 7 con raduno alle 8 presso il Palazzetto dello sport a Pian di Massiano di Perugia. Escursione su Monte Pacciano: tre colline come spugne trasudano acqua che tanto tempo fa si riversava nella vena maestra della Barigiana e poi si cumulava in un vascone da cui un acquedotto la portava a zampillare fino alla Fontana Maggiore. Restano grandi conservoni tra freschi boschi e un incantevole panorama. Durata 3-4 ore per tutti coloro che amano camminare per viottoli e sentieri di montagna. Prenotarsi al 3888947087. "Papiers" venerdì 5 alle 21.15 al teatro Subasio di Spello. Un omaggio ai sans papiers di tutto il mondo, fantasmi per gli Stati e le burocrazie. Di e con i partecipanti del laboratorio teatrale interculturale Human Beings diretto da Danilo Cremonte. Info 0755734519. "Enrico IV" di Luigi Pirandello da oggi fino a sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 17 al Teatro Morlacchi di Perugia. Commedia in tre atti con Ugo Pagliai e Paola Gassman. Una delle commedie più originali dell'artista siciliano che ha sempre attratto i più grandi attori, da Romolo Valli a Giulio Bosetti e Giorgio Albertazzi. Info 07557542222.

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Parcheggi 'blu' nel caos (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

CATTOLICA E VALCONCA pag. 13 Parcheggi ?blu? nel caos La convenzione sta per finire e nessuno ripara i parcometri CATTOLICA ARRIVA il Natale e le strisce blu sono sempre più nel caos. Per i commercianti non è un bella premessa riguardo agli affari di fine anno. Come se non bastasse la crisi ad animare questi giorni pre-natalizi, c?è anche la questione della gestione dei parcheggi a pagamento in città. I vigili continuano a far multe ma in alcuni quartieri i parcometri sono fuori uso e dunque è difficile per gli stessi cittadini ritirare il tagliandino di sosta e pagare regolarmente. Morale? C?è ancora chi parcheggia a sbafo o chi è costretto a farsi anche mezzo chilometro e più a piedi, nonostante la fretta, per trovare un parcometro in funzione. L?assessore alla Polizia Municipale Giovanni Ruggeri conferma una situazione paradossale: «La gestione non è ancora passata al Comune ma gli incassi dei parcometri ed i parcometri stessi sono di competenza ancora dei privati ? dice Ruggeri ? dobbiamo aspettare che la burocrazia faccia il suo corso. Non possiamo intrometterci nella gestione dei parcometri, altrimenti sarebbe irregolare. Credo che ci vorranno ancora almeno due mesi per regolarizzare tutto. Nel frattempo i vigili continueranno a fare controlli e multe dove sarà necessario. E noi continueremo a sensibilizzare i cittadini a pagare la sosta». Qualche settimana fa il consiglio comunale ha deliberato che la gestione di tutti i parcheggi blu in città passino dai privati all?amministrazione ma non è così facile sciogliere una tale matassa dopo mesi, anzi anni di polemiche. Di certo gli interessi sono tanti e la situazione paralizza un?intera città dove insistono oltre 600 posti auto blu con relativa viabilità condizionata. Per i commercianti del centro e dei dintorni sarebbe, invece, molto meglio che per i propri clienti non ci fossero ulteriori intoppi ed ostacoli. L?unica nota lieta è che al momento la Polizia Municipale sta dimostrando una certa sensibilità ed anche nelle contravvenzioni ha scelto di applicare sanzioni contenute. Una multa per mancato pagamento della sosta sulle strisce blu porta «solamente» ad una pnalità di 36 euro. Di questi tempi una cifra ragionevole con la crisi che galoppa. Image: 20081203/foto/7361.jpg

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Lo storico postino spostato a Baiso. E' caos per la posta dei cittadini (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

SCANDIANO E ZONA DELLE CERAMICHE pag. 18 Lo storico postino spostato a Baiso. E? caos per la posta dei cittadini ROTEGLIA RACCOLTA FIRME DEGLI ABITANTI ? ROTEGLIA (Castellarano) ? QUALCHE raccomandata consegnata in mezzo alla posta ordinaria, forse nemmeno alla persona giusta, diverse lettere importanti (come l?esito di esami clinici) che arrivano ai vicini e da questi consegnati ai giusti destinatari. E? un vero e proprio caos quello lamentato nella zona di Roteglia dai cittadini. Almeno da quando, sembra secondo una graduatoria, il postino che da almeno 20 anni consegnava le lettere è stato spostato a Baiso. Lettere recapitate a persone che non c?entrano nulla (poi saranno loro a consegnarle con spirito civico ai veri destinatari, ndr), raccomandate che vengono rinviate al mittente perché mai ritirate dagli interessati (che pare non abbiano mai avuto conoscenza del loro arrivo, ndr). Un vero macello, sul quale la direzione Poste sta cercando di fare chiarezza e, anche su nostra richiesta, fornirà presto chiarimenti. Roteglia (ma altre zone della provincia sembrano essere al pari, ndr) paga la politica della forte rotazione dei precari per i quali, una volta conosciuti gli utenti vedono in scadenza il contratto temporaneo e se ne vanno. Per Roteglia, a detta dei cittadini che stanno raccogliendo migliaia di firme per una vera e propria denuncia della situazione e dello stesso sindaco Alberto Caprari che ha in questi giorni richiesto diverse volte rassicurazioni ai responsabili del servizio postale, la situazione è peggiore. Perché pare che a norma di una graduatoria stilata dall?azienda Poste la zona sia ora servita dalla postina di Baiso, sostituita nella sua zona dal veterano postino di Roteglia. Tutti e due, ovviamente, non conoscono la zona a loro assegnata e, anche se entrambi hanno chiesto di tornare a lavorare nei territori che da tempo hanno servito, la burocrazia ha opposto per ora un secco no. Image: 20081203/foto/6994.jpg

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) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso ... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

FORLI' AGENDA pag. 10 ) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso ... DISCUSSE Luminarie natalizie ) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso le 11.30 io, mia moglie e le mie due figlie di 5 e 2 anni ci siamo recati presso la guardia medica presente all?ospedale per far visitare la mia figlia più grande, che lamentava nuovamente un problema che sembrava risolto la settimana precedente. Visto che l?ambulatorio era pieno di gente, abbiamo deciso di andare direttamente al reparto di Pediatria. Arrivati, con nostra sorpresa, siamo stati dirottati al Pronto soccorso dove è iniziato il nostro calvario. Davanti a noi avevamo una bimba con mamma e nonna, che nonostante fossero state alla Guardia medica, sono comunque state dirottate al Pronto soccorso e dopo diverse ore di attesa mandate al reparto di Pediatria. Se la cosa fosse svelta nessuno si potrebbe arrabbiare, purtroppo però non è così: mi devono spiegare perché fanno stare i bambini in attesa per ore, senza mangiare, per poi dirottarli ovviamente in Pediatria dove capiscono i problemi dei nostri figli. La nostra attesa è stata di 4-5 ore e tengo a precisare che il personale del Pronto soccorso non ha colpe, anzi, gli infermieri sono i primi ad essere scandalizzati del fatto che bimbi e familiari debbano essere costretti ad aspettare ore prima di essere mandati al reparto di Pediatria. Preciso, non ho pretesi di passare davanti a qualcuno, però penso che il pronto soccorso pediatrico nel fine settimana, quando i pediatri di famiglia non sono rintracciabili, debba essere un servizio indispensabile, anche perché mi hanno detto che dal lunedì al venerdì di mattina esiste, ma in quei giorni si trova anche il pediatra. Gianluca Versari ) LUMINARIE Luci e fiori in corso Diaz Quest?anno ci mancheranno COME era bello corso Diaz con le luminarie a ricordarci le festività, sintomo di letizia e prosperità. Ma quest?anno no, non è così. Per colpa di pochi, chi ha cercato di valorizzare il proprio lavoro e il corso è stato oltraggiato. Ci sono negozi che hanno curato le piante di anni fa hanno reso il corso un po? più gradevole... perché non continuare? Ringrazio quei negozi che hanno contribuito negli anni passati, sperando di ritrovare quel calore che quest?anno ci mancherà. Domenico ?Memo? Dall?Agata ) PRIMARIE/1 Masini o Balzani? Fuori i programmi NON PASSA giorno senza che, nella mia cassetta per le lettere, non trovi appelli a sostenere questo o quell?altro candidato alle primarie del Partito Democratico. Sento parlare troppo di nomi e poco do contenuti. «La fiducia è una cosa seria? e si dà alle cose serie?» recitava uno slogan pubblicitario della mia infanzia. Io credo che, mai come ora, occorra riportare la politica ai programmi. La prevalenza della forma sui contenuti è sempre nefasta, soprattutto quando si dovrebbe scegliere chi ci dovrà governare. Roberto Casadei ) PRIMARIE/2 Serve un salto di qualità degli amministratori Bene fa Diego Cicognani a sottolineare che i Verdi sono quelli di un progetto di città sul modello dei più avanzati centri urbani. Ora, non voglio minimamente interferire con le primarie del Pd ma Cicognani offre l?occasione per indicare a questi elettori una possibilità di scelta su opzioni sempre più contrapposte. La chiarezza su singole proposte ogni tanto emerge ma non pare ancora, purtroppo, un dato programmatico scontato dato che Masini (nettamente contraria al porta a porta) è sostenuta dai cosiddetti ?Ecodem? che solo la scorsa settimana hanno organizzato una iniziativa per sostenere la raccolta differenziata e Balzani, invece, trova appoggio in chi (laico del Pd?) ha fortemente avversato - in sintonia con il Sindaco in carica - l?attuazione di parti importanti del programma pur votato dalla maggioranza dei forlivesi nel 2004. I Verdi non parteggiano per l?uno o per l?altro ma lavorano e lavoreranno nel progetto di una Forlì proiettata verso un benessere duraturo che può essere garantito solo con un bel salto di qualità dei propri amministratori. Sandra Morelli Verdi Forli ) PRIMARIE/3 Bravo Balzani il porta a porta funziona HO APPREZZATO molto la scelta del candidato sindaco Roberto Balzani di sposare con fermezza il progetto della raccolta differenziata ?porta a porta? per la città. Nell?esperienza di cittadina forlimpopolese, dove la raccolta differenziata porta a porta sta funzionando in maniera ottimale, posso affermare che la crescita e la maturazione della cittadinanza su questo problema può avvenire solo per gradi. La scelta di Balzani è quindi, non solo appropriata, ma indispensabile per la città e il territorio, tenendo conto, inoltre, che a breve ci saranno contributi e riduzioni a livello europeo e regionale per i paesi virtuosi e al contrario sanzioni e rincari per le città a basso tasso di differenziato. In tutto ciò si inserisce la scadenza dei contratti con Hera prevista nel 2011, che permetterà la ricerca di partner sul mercato libero. Elena Toni Componente Direzione territoriale Pd )PRIMARIE/4 Non mi convince l?ambientalismo di Balzani TROVO molto strano che Roberto Balzani, sostenuto dai maggiori studi di progettazione di Forlì, parli di città senza cemento. Siamo di fronte ad un ambientalista della domenica. La coerenza è una merce sempre più rara: oggi si fa l?occhiolino alla Morelli, qualche tempo fa si volevano le auto in piazza Saffi. Mi pare manchi proprio la misura. Roberto Bertaccini ) VIABILITÀ Zona 30 km, via Mambelli danneggiata ERO sinceramente contento dell?idea del Comune di realizzare la zona 30 km orari a Cà Ossi. Qualche giorno fa l?idea è diventata realtà, ma da residente in via Valeriano Mambelli devo dire che la situazione di questa strada è peggiorata. Infatti chi prima proveniva da via Nievo era solito arrivare in fondo e svoltare in via Cicognani, strada ora diventata a senso unico: quindi adesso tutti gli automezzi sono obbligati a girare in via Mambelli, che da tranquilla stradina è diventata strada trafficatissima. Un sentito grazie ai tecnici del Comune artefici di una simile pensata. Davide Casadei

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lezioni il sabato in ospedale per non farle saltare scuola (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giada Rossi è costretta a una lunga riabilitazione e il liceo Leopardi-Majorana le è andato incontro Lezioni il sabato in ospedale per non farle saltare scuola Un tuffo nella piscina di casa, l'impatto violento che provoca la frattura la sesta vertebra cervicale e la vita è cambiata, il 2 agosto 2008, per Giada Rossi. La corsa da Zoppola all'ospedale di Udine, i ferri del chirurgo e la lunga riabilitazione nell'istituto Gervasutta di Udine sono il flashback di una brutta estate. La cronaca era stata interrotta a fine agosto: «Serve tempo», aveva detto l'équipe degli specialisti del nosocomio udinese. Il tempo a 14 anni di solito corre veloce tra la scuola, gli amici, lo sport. Per Giada, rischiava di rimanere bloccato sul quadrante delle ore e dei mesi di terapia in reparto. Di lei, la cronaca aveva perso le tracce in una camera di ospedale, 3 mesi fa. «Il 2 settembre volevamo ritirare Giada dal primo anno del liceo Leopardi-Majorana», hanno rivelato i genitori Mara e Andrea Rossi -. "Non se ne parla, ci attiviamo subito per creare una scuola in ospedale": è stata questa la risposta del dirigente Sergio Chiarotto. Ci ha fatto un gran bel regalo il 15 settembre, primo giorno di scuola. E' andato con una docente all'ospedale da Giada e le ha detto: "Oggi si fa lezione anche per te". Tutti i sabati, da metà settembre, Giada fa scuola in ospedale». Dalle 14 alle 18 lezioni in camera di latino, matematica, italiano, storia e psicologia, con docenti volontari e pendolari Pordenone - Udine. Le compagne della classe prima B Giulia e Greta hanno cominciato i lavori di gruppo in novembre. Il computer è il banco di scuola e dal vocabolario ha cancellato una parola soltanto. «Giada ha cancellato da anni dal vocabolario una parola - ha testimoniato la caparbietà la mamma Mara -: bocciata». E' determinata. «La scuola si è mossa grazie al dirigente Chiarotto, saltando i tempi lunghi della burocrazia - sono riconoscenti i genitori -. Il liceo si è fatto totalmente carico del progetto di integrazione». Lezioni al Gervasutta, e-learning sulla piattaforma della scuola quando la connessione internet sarà attivata in reparto e una mobilitazione corale per dare scuola a Giada. «Per una famiglia, avere la scuola così vicina è un problema in meno - è il bilancio su un periodo di emergenza per Mara e Andrea Rossi -. Vuole dire tanto, in una situazione in cui tutto è esagerato: la scuola è una risorsa importante per noi e per Giada». I ragazzi della prima B, quella che Giada frequenta da lontano, hanno scritto 18 lettere. «Per dirle che non vedono l'ora di conoscerla - ha osservato la docente che coordina i contatti -. Vogliono creare un blog sul web. La rete di solidarietà è forte». Chiara Benotti

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A Nord di Roma (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Mer, 03 Dic 2008 Edizione 261 del 03-12-2008 Federalismo necessario Perché la sinistra rischia una scissione territoriale I partiti nazionali non reggono ...perché l?Italia è sempre stata divisa in due A Nord di Roma di Romano Bracalini Come riconquistare il Nord dopo averlo perso già dal 1948? Sono sessant?anni che la sinistra non vince nelle regioni sopra il Po. Dopo il 1994 è cominciata l?emorragia di voti che hanno fatto perdere alla sinistra il primato storico che aveva in fabbrica. Un dubbio è venuto al sindaco Chiamparino e da Torino s?è propagato fino a Milano e Venezia. Non si sa con certezza cosa frulli nella testa di Chiamparino, a parte il terrore di nuove elezioni, ma tutti sembrano essersi convinti che le aspirazioni del Nord esigano un partito più ?leghista? e meno romano. La presa di posizione dei sindaci del Nord nasce da un motivo di delusione e dal fatto che il partito, così com?è, non pare più in grado di arginare l?avanzata della Lega che minaccia di fagocitare l?elettorato di sinistra. Veltroni aveva promesso una ?forte struttura federale? e i leader del Nord - mostrando di crederci o di sperarci - avevano rinunciato all?idea di un progressivo distacco dal Pd romano per rivendicare una maggiore autonomia. Mal gliene incolse. Le sconfitte elettorali alle politiche, a Roma e in Sicilia e l?ambiguo procedere della segreteria nazionale, ostaggio del ?calunniatore e violento? Di Pietro, hanno rimesso in moto il processo di autonomia che tante apprensioni suscita nel Pd romano. E? insomma cominciata la fronda che potrebbe, alla lunga, prefigurare perfino una scissione. Parola che fa paura e che non viene nemmeno adombrata; ma che potrebbe diventare inevitabile se prendesse forma un Pd del Nord in grado di competere con la Lega sul medesimo terreno degli interessi territoriali e locali. La Lega, come elemento di novità nel panorama politico italiano, ha riportato alla luce temi e considerazioni che il centralismo romano aveva cancellato dalla scena politica come improponibili e contrari agli interessi nazionali: l?autonomia territoriale, il decentramento amministrativo, il federalismo politico. Temi che tornano d?attualità e che furono alla base di un contrastato dibattito negli anni successivi all?unità quando ci si trovò davanti al difficile compito di mettere insieme due Italie diverse e incompatibili. Cominciò allora il contrasto Nord/Sud, benché le gazzette asservite al potere si sforzassero di presentarlo unicamente come un problema economico che il tempo avrebbe risolto in un rinnovato clima di concordia. Era una menzogna. Il divario economico era evidente; ma più accentuati erano il senso dell?etica e della giustizia, un contrasto di mentalità e di stili di vita. Appena un trentennio dopo, con l?arrembaggio della burocrazia ?borbonica?, ci si chiedeva come fosse possibile che la metà del paese vivesse alla sua greppia e l?altra metà a lavorare per mantenerlo. Nessuno pose rimedio al contrasto insanabile, poiché sarebbe crollato l?intero edificio che si basava su uno storico equivoco. Nemmeno oggi la sinistra e la destra sembrano in sintonia con il sentimento prevalente delle popolazioni settentrionali che più di tutte sentono quello che è stato chiamato il ?generale senso di ingiustizia? che s?avverte nel Paese. Senso di ingiustizia che si traduce nelle sentenze assurde di magistrati che assolvono ladri e furfanti umiliando lo spirito di onestà di chi in silenzio tira la carretta e vede calpestati i propri diritti. I costumi fanno le leggi. I risultati si vedono e sono maggiormente avvertiti nel Lombardo-Veneto dove il decoro e il senso civico non sono un mero attributo. Non sono incline stilare l?elenco dei virtuosi e dei reprobi. Ma bisognerà pur chiederci perché a fronte di una tassazione tra le più alte in Europa abbiamo i peggiori servizi pubblici e la burocrazia tra le più tiranniche e inefficienti dopo quella sovietica e ottomana. E avrà pure un senso domandarsi perché un malato parte dalla Sicilia o dalla Calabria per venire a curarsi a Milano. Il problema è innanzi tutto di moralità e di pulizia degli enti pubblici: Rai, Ferrovie, burocrazia, amministrazioni locali, ridotti a uffici di collocamento delle segreterie dei partiti. Dopo il fascismo c?è stato l?avvento di una nuova dittatura ?pluralista? che Pietro Nenni nei suoi taccuini definì con felice intuito ?partitocrazia?. Ciascun partito, di destra e di sinistra, è prigioniero del proprio vizio di forma. La sinistra, ha scritto un osservatore equanime, Luca Ricolfi, sulla Stampa, confonde ?l?equità con la solidarietà?, quando il concetto di solidarietà, residuato di dottrina, serve a dividere l?umanità in nuove odiose categorie secondo l?inappellabile codice ?buonista?. La destra paralizzata dall?intreccio di interessi parassitari e clientali al Sud, ha forse rinunciato alla ?rivoluzione liberale? promessa. Un partito del Nord potrebbe cambiare il paese se solo diventasse più forte dei partiti tradizionali che nella guerra di predominio condannano il paese all?immobilismo. Ma forse cambiare i partiti equivale in Italia al titanico sforzo di cambiare il Paese.

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India, gli eroi per caso che lottano contro il terrore (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Mer, 03 Dic 2008 Edizione 261 del 03-12-2008 Dopo Mumbai India, gli eroi per caso che lottano contro il terrore di Dimitri Buffa C?è Vishnu Datta Ram Zende che di mestiere fa il capo stazione, ha 37 anni e quel maledetto mercoledì alle 10 di sera si è messo a gridare ?si esce da questa parte?, quasi cantilenando l?annuncio, al microfono della Victoria?s station di Mumbai alla gente : grazie a lui, in centinaia sono riusciti a defluire e andarsene senza creare ulteriori vittime per la ressa e il panico. C?è Nirin Minocha, cuoco dell?hotel-ristorante The Chambers, a poche decine di metri dal Taj Mahal, che quando ha sentito le prime esplosioni è riuscito a raggruppare oltre 200 clienti del suo ristorante e a farli entrare nel club interno del locale, dove potevano stare più al sicuro, passando la serata a rifornirli gratis di viveri e di informazioni. Prendendosi anche due proiettili in una gamba. C?è Hemant Oberoi che ha spronato il suo team alberghiero a mettersi a disposizione dei clienti in preda al panico. E ci sono decine di altri eroi più o meno misconosciuti che sono per Mumbai e alla sua tragedia provocata dal terrorismo islamico esattamente quello che gli eroici pompieri di New York erano per le Torri Gemelle. L?unico lato positivo, quando accadono queste tragedie, è che il mondo si accorge di esser pieno di piccoli eroi quotidiani. Sono loro i primi resistenti di Mumabai, venuti alla luce solo a una settimana dagli attentati quando i giornalisti locali e gli inviati internazionali hanno cominciato ad andare a caccia di storie edificanti. E ne hanno trovate tante. La gente a Mumbai purtroppo si aspettava qualcosa del genere, troppe le frizioni nei mesi passati con un Pakistan ambiguo, dominato dall?antisemitismo e dal terrorismo islamico anche nei gangli delle più alte istituzioni, e c?era nell?aria che qualcosa di terribile stava per accadere. Tutti si sono fatti trovare umanamente pronti, all?altezza.. E? la guerra asimmetrica tra India e Pakistan, quella che si è scatenata già prima dell?11 settembre 2001 tra i servizi deviati e quelli lealisti con l?Occidente, e sembra non dovere finire mai. Prima gli alleati di Bin Laden hanno destabilizzato l?Afghanistan adesso tentano il colpo grosso con l?India, approfittando dei tanti musulmani che vi risedono e sapendo che una percentuale non piccola di essi è facile da tentare con le sirene del fanatismo. A questo disegno da ieri l?India non ha da opporre solo il proprio ruolo di potenza mondiale e le relazioni con America e Israele. Adesso sa di poter contare anche su qualcosa di più: i piccoli eroi che mercoledì scorso hanno rischiato la propria vita per salvare quella degli altri. DOPO MUMBAI2/ La sconfitta dei servizi di sicurezza indiani La polizia indiana ?non poteva non sapere? che si stava preparando un attentato contro Mumbai. Ad affermarlo non è qualche complottista, ma la Cia, il servizio segreto statunitense. Che nei mesi precedenti l?attacco aveva passato a New Dehli informazioni su un possibile attacco dal mare contro Mumbai. I servizi segreti della grande democrazia asiatica avrebbero inoltre ignorato o sottovalutato altri sintomi: informazioni fornite da militanti musulmani arrestati nel Nord dell?India e diverse intercettazioni, rivelavano l?intenzione di colpire Mumbai e fornivano già un quadro chiaro sugli obiettivi dei terroristi. Insomma: le segnalazioni erano una mezza dozzina. Perché è stato ignorato tutto? I servizi di sicurezza indiani sono affetti dall?inefficienza: salari bassi, burocrazia lenta, equipaggiamenti obsoleti e carenza di analisti. Tutte caratteristiche che rendono impossibile la scoperta e la prevenzione di un commando di terroristi. Anche quando quest?ultimo si annuncia in pompa magna con mesi di anticipo.

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Piccole imprese, antidoto alla crisi (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 3 Dicembre 2008 La politica Ue di sostegno Piccole imprese, antidoto alla crisi   In un?economia di libero mercato, la prosperità sostenibile ha sempre fatto affidamento sul potenziale imprenditoriale. Sono 23 milioni le piccole e medie imprese (Pmi) che forniscono quasi il 70 per cento dell?occupazione nel settore privato in Europa e che hanno creato la stragrande maggioranza di nuovi impieghi nell?Ue negli ultimi 10 anni. Finanziare il potenziale delle Pmi può aiutare nella crescita iniziale, quando necessario. Gli sviluppi recenti del mercato finanziario hanno turbato la fiducia nel funzionamento dell?economia globale. A seguito della scossa causata dall?aumento improvviso dei prezzi di materie prime, energia e prodotti alimentari, le grandi e piccole società devono ora far fronte a vincoli di liquidità e di credito e alla continua diminuzione della richiesta dei loro prodotti e servizi. Non è così sorprendente l?aspettativa dei cittadini verso politici e imprenditori affinché si responsabilizzino e aiutino a trovare una soluzione. A seguito della messa in opera di una politica dedicata alla Pmi, nel 2005, possiamo lavorare costruttivamente su alcuni risultati concreti. Nella maggior parte degli Stati della Ue, i centri d?informazione dello «sportello unico» sono ora al servizio degli imprenditori che vogliono creare un?impresa, ed esistono già procedure semplificate per l?avviamento. In Italia, per esempio, è stata lanciata una nuova iniziativa chiamata «un?impresa in un giorno», mirata a ridurre ad un giorno appena il tempo per la messa in opera di una società. Grazie a questa nuova procedura un nuovo imprenditore dovrà riempire solo una richiesta on-line per poter creare la sua società. Inoltre, un servizio di sostegno all?impresa, la «Enterprise Europe Network», assiste le Pmi nei primi passi, con consulenze, eventi di intermediazione, consulenze per l?innovazione e informazioni su tutte le politiche pertinenti dell?Ue. Oggi, più che mai, la linea dell?Unione europea come piattaforma di reciproco miglioramento dovrebbe essere utilizzata maggiormente. Ognuno è invitato a condividere con gli altri il meglio del proprio modo di lavorare e imparare dalle loro esperienze. Qualunque sia la situazione nazionale, dobbiamo avere un obiettivo comune e riconoscere il contributo che gli imprenditori danno alla società. I posti di lavoro non sono creati dai politici ma da quelle persone pronte ad assumere rischi e avviare nuove iniziative imprenditoriali. Tutti gli attori nell?Ue dovrebbero aiutare le Pmi a liberalizzare le risorse e concentrarsi sulle attività produttive. Alle imprese non interessa da dove provenga la burocrazia inutile. È dunque cruciale che i governi dell?Ue, le regioni e le autorità locali uniscano le forze per sbloccare il potenziale delle Pmi. In questo contesto, abbiamo già presentato importanti proposte legislative al fine di ridurre le aliquote Iva in alcuni settori ad alta intensità di lavoro e stabilire un nuovo statuto privato europeo delle Società rendendo più facile per le Pmi il commercio transfrontaliero. Abbiamo inoltre rivisto le nostre regole sugli aiuti di Stato, concedendo alle autorità regionali e nazionali maggiore libertà di sostegno a favore delle Pmi. Per quanto riguarda il cruciale fronte finanziario, stiamo lavorando a livello europeo per consentire alle Pmi di affrontare la grave condizione causata della crisi bancaria internazionale. La Banca europea per gli investimenti ha erogato un ulteriore finanziamento di 15 miliardi di euro, e grazie a questa iniziativa circa 30 miliardi saranno disponibili per il periodo 2008-2011 in modo da facilitare l?accesso delle Pmi a servizi finanziari come prestiti, il ricorso a capitali di rischio o un insieme di queste iniziative. Queste misure sono immediatamente necessarie poiché possono reintegrare la capacità delle banche di erogare i fondi tanto necessari per le Pmi. È ora di fare un passo avanti per aiutare le nostre imprese a resistere alla recessione economica e favorire la crescita e l?occupazione.  

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Urbanistica tra pubblico e privato (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Novità sul frontedei project financing Mentre prima i tecnici si trovavano di fronte un'insormontabile burocrazia oraper aziendee amministrazionile procedure sono più snelle e veloci Convegno in Confindustria: al centro del dibattito le regole che agevolano il settore Urbanistica tra pubblico e privato pesaro - Nuovi orizzonti arrivano dal terzo decreto correttivo al codice dei contratti pubblici. La buona notizia riguarda soprattutto amministratori e imprese del collegio dei Costruttori di Pesaro che ieri pomeriggio si sono riuniti a palazzo Ciacchi, la sede di Confindustria di Pesaro e Urbino, per approfondire e discutere insieme il nuovo provvedimento. Che ha introdotto regole più stringenti per la realizzazione degli oneri di urbanizzazione a scomputo, nuovi strumenti di contrattazione relativi alla riqualificazione urbana e infine cambiamenti sostanziali alle procedure per il project financing. Al convegno di Confindustria hanno partecipato tra gli altri anche l'avvocato Massimo Ghiloni, direttore mercato privato dell'Ance e Andrea Calzolaio avvocato amministrativista Con questo incontro - ha infatti introdotto il presidente dei Costruttori della Provincia di pesaro e Urbino, Alberto Roscini - vogliamo offrire alle imprese, alle amministrazioni e ai professionisti delle indicazioni per orientarsi nell'ambito delle disposizioni previste dall'attuale normativa. Nodi centrali del tavolo sono stati i nuovi rapporti tra pubblico e privato nella realizzazione delle opere pubbliche e delle operazioni urbanistiche in seguito all'entrata in vigore del terzo decreto correttivo del Codice dei Contratti. Uno per tutt, la realizzazione delle opere pubbliche e il Project financing approfondito dal direttore della direzione legislazione opere pubbliche dell'Ance, Cesare Loria. Il Project financing della prima versione era difficile da usare e da mettere in pratica per le aziende e per l'amministrazione - ha spiegato il direttore Loria - , ora invece le procedure sono più snelle e veloci. Le procedure passate prevedevano tre subprocedimenti per un totale di 36 mesi di tempo, ora invece si attua solo la prima procedura. L'amministrazione deve presentare uno studio di fattibilità, poi pubblicare il bando e qualsiasi privato può presentare l'offerta. Prima invece si selezionava il miglior progetto preliminare e si apriva una procedura di negoziato con le altre due offerte. Insomma il provvedimento ha portato molti benefici in tempo e fatica. Benefici che non sono arrivati, anzi, alle imprese dell'edilizia, dell'impiantistica e della manifattura della provincia di Pesaro e Urbino, sul piede di guerra per la repentina e inaspettata stretta sulle detrazioni del 55 per cento a cittadini e aziende che investono in risparmio energetico. Il decreto legge 185 - articolo 29 - è stato approvato venerdì scorso dal Governo e ha già causato bufera. Infatti da oggi in poi sarà più difficile fruire delle detrazioni Irpef e Ires del 55 per cento sugli interventi per il risparmio energetico effettuati nel 2008, 2009 e 2010. I fondi per l'anno dell'investimento potrebbero essere già terminati. Per questo Cna invita tutti gli interessati ad inviare il consuntivo dell'Enea e la documentazione e la domanda all'Ufficio delle Entrate. L'istanza riguarda le spese sostenute nel 2208, 2009 e 2010 per le persone fisiche e le società con periodi d'imposta coincidente con l'anno solare. VALENTINA GALLI,

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Appello agli imprenditori "Investite di più in Albania" (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Positivo incontro del premier con Sali Berisha Appello agli imprenditori "Investite di più in Albania" TIRANA - Sali Berisha, premier albanese, lancia un appello agli imprenditori italiani affinché investano in Albania, soprattutto nel settore dell'energia nucleare. Silvio Berlusconi assicura che al di là dell'Adriatico le industrie tricolori potranno trovare meno burocrazia che altrove. Al termine della visita del presidente del Consiglio a Tirana, insomma, il rapporto privilegiato che da anni lega Italia e Albania viene confermato dai due leader. Berlusconi è stato accolto con entusiasmo dal collega albanese. "Un grande amico che ha aiutato tanto il mio Paese", ha detto in italiano Berisha nel corso della conferenza stampa congiunta. I due leader hanno presenziato alla firma di quattro intese fra altrettante imprese italiane e il governo albanese: il gruppo Falcone per la realizzazione di un rigassificatore del valore di un miliardo di euro e il gruppo Moncada Costruzioni per la posa di un cavo elettrico sottomarino. Gli altri due accordi (siglati dalla Colacem e dalla Todini costruzioni), pur se di minore entità, permetteranno la realizzazione di un cementificio e di un tratto stradale. I due governi hanno anche firmato due accordi bilaterali: uno per la cooperazione allo sviluppo e l'altro sulla regolamentazione dei flussi migratori. Parlando alla stampa, Berisha ha annunciato che "dalla prossima settimana potranno iniziare i trasferimenti degli albanesi detenuti in Italia". Ma è sul fronte economico che il leader albanese ha insistito maggiormente, con un invito diretto agli imprenditori italiani. "Ho detto al mio amico Silvio che ci sono più di tre miliardi di euro pronti per essere investiti nel mio Paese", ha riferito ricordando che le tasse in Albania sono le "più basse d'Europa".

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DALL'INVIATO ENZO CIACCIO CASALNUOVO. HA LASCIATO LA MOGLIE ROSA E TRE RAGAZZI ORMA... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

DALL'INVIATO ENZO CIACCIO Casalnuovo. «Ha lasciato la moglie Rosa e tre ragazzi ormai grandi: Fabio, Sergio e Domenico. Il figliolo che era in negozio con lui, insieme a un altro familiare e a due clienti, negli attimi della rapina mi ha raccontato tra le lacrime di essere scivolato sul pavimento durante il trambusto. E che Raffaele, il suo papà che ora non c'è più, sarebbe intervenuto col bastone contro i rapinatori perchè pensava che uno di loro lo avesse appena colpito. Povero Raffaele: non è morto per proteggere l'incasso, è morto per proteggere la vita del suo figliolo che credeva in pericolo». Giovanni Romano, ex vicesindaco di Casalnuovo, è un caro amico d'infanzia del commerciante ammazzato in via Filichito. Se quel che gli ha raccontato il giovane tra le lacrime risponde al vero e non è solo frutto di comprensibile suggestione, Raffaele Manna avrebbe l'altra sera reagito col bastone per impedire ai rapinatori di far del male al proprio figliolo, che aveva appena visto cadere di schianto sul pavimento. Dunque, sarebbe stato l'istinto di proteggere la sua creatura che riteneva aggredita e non tanto la rabbia per l'incasso appena rubato a indurlo a non restar fermo mentre i quattro fuggivano dal cortile per scomparire col magro bottino. Stamattina si chiacchiera a bassa voce. Bandiere a mezz'asta davanti al municipio, commissariato dal dicembre 2007 dopo lo scandalo dei villaggi abusivi che fece discutere mezzo pianeta e che oggi giace semi-irrisolto per burocrazia, lentezze e ritardi. Sarà lutto cittadino, a Casalnuovo, nel giorno dei funerali. Lungo via Filichito, serpentone angusto senza luci nè atmosfera, non si respira aria di Natale. E la tensione si mastica a bocconi. Ecco il cortile della rapina, ecco il negozio chiuso per lutto. Ecco la folla silente di amici e parenti a ridosso della palazzina di due piani tinteggiata color mattone abitata dai Manna, arrivati qui due anni fa da via Vittorio Emanuele. C'è rabbia, nel cortile affollato. Dolore profondo. E tanto altro ancora, di giusto e di sbagliato. Lo chiamavano affettuosamente «il capitano». Nel senso di comandante. «Perchè Raffaele - spiega malinconico un vicino - era un uomo fatto all'antica, un ex contadino dai valori forti, abituato a svegliarsi alle tre di mattina per coltivare i campi, uno che non ammetteva prepotenze e soprusi e che grazie al suo sguardo, serio e autorevole, sapeva farsi rispettare. I suoi tre figli, che gli erano affezionatissimi, gli parlavano dandogli del voi. Come si usava, per rispetto, nelle famiglie per bene di una volta». Una famiglia compatta, i Manna. Costituita da una folla di fratelli, figli, cugini e parenti. Una famiglia numerosa, capace di esprimere in paese una sua autosufficiente «forza elettorale», tanto che nel recente passato si è mobilitata per far eleggere un consigliere comunale, Maria Pelliccia, nipote del commerciante ucciso. Quella dell'altra sera non è stata la prima rapina in zona. Nei negozi, sguardi cupi. Anzi, arrabbiati. È un coro: «Qui vendere merce è come scendere in guerra. Lo Stato? Si fa vedere e fa la faccia feroce solo quando c'è da buttar giù le case senza licenza. Ponticelli, grazie alla superstrada, dista solo cinque minuti di auto da qui. E da via Argine, appena fa buio, partono bande armate di giovanotti pronti agli assalti quotidiani». Commenta Alessandro Ortolani, uno dei commissari che col collega Codispoti si è recato ieri a casa della vittima: «Quell'uomo ha agito in base a un istinto qualificato. A muoverlo è stato lo sdegno contro chi pretendeva di offendere i suoi cari e di privarlo del frutto del suo lavoro». C'è paura, in questa estrema periferia che sconfina oltre le mura municipali. Gennaro Fatigati, assessore al commercio del contiguo comune di Acerra, scrive al presidente Berlusconi. Chiede che, in vista delle festività natalizie, i militari ora impegnati nella sorveglianza del termovalorizzatore siano spostati sulla prevenzione anti-crimine, in particolare per le rapine ai negozi. Una richiesta da stato di emergenza. Come in zona di guerra. Appunto.

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<È come dare l'aspirina a un malato terminale> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Famiglia cristiana contro la manovra economica «È come dare l'aspirina a un malato terminale» RomaNuovo, duro attacco al governo Berlusconi dalle pagine di Famiglia cristiana. Per il settimanale dei paolini la manovra finanziaria a sostegno delle famiglie è «un tampone: come dare l'aspirina a un malato terminale». E la social card è da bocciare, come «cesarismo populista che ha trasformato i diritti in elemosine», e per il quale non c'è neppure la copertura economica. Il settimanale lo scrive nell'editoriale del prossimo numero.La manovra dunque per Famiglia cristiana è «demagogia, più che l'inizio d'una politica familiare seria», poiché le misure si riveleranno inefficaci: «Servirà a poco, non farà ripartire i consumi, né ridurrà quella fascia di famiglie che non arriva a metà mese», e farraginose: «quanta burocrazia per i due soldi» della social card!».«L'elemosina di Stato - scrive Famiglia cristiana nell'editoriale del prossimo numero - non modifica d'una virgola la distribuzione del reddito, non lo sostiene, non crea nuovi posti di lavoro. Le grandi opere, finanziate con 16 milioni di euro, sono un libro dei sogni, che nessuno ha aperto». Da bocciare, per il settimanale dei paolini, specialmente la social card: « Si tratta di poco più d'un euro al giorno a famiglia. Impresa degna del «cesarismo» populista, che ha trasformato i diritti in elemosine, come s'addice a sudditi più che a cittadini. È un certificato di povertà», per il quale peraltro non è garantita la copertura finanziaria («Tremonti dice che userà i «conti dormienti» e le multe dell'Antitrust. Ma quei soldi li aveva già promessi alle vittime del crack Parmalat e Cirio»). Per Famiglia Cristiana dunque per la manovra «ci voleva più coraggio, soprattutto a sostegno delle famiglie, cenerentole d'Italia».

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AUTOSTRADE: PEDAGGI SENZA PACE NICOLA PERENNE - C.MARE DI STABIA DR. LUBRANO, I PEDAGGI... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Autostrade: pedaggi senza pace Nicola Perenne - C.MARE DI STABIA Dr. Lubrano, i pedaggi autostradali sono senza pace. Ogni due per tre le società che gestiscono le maggiori vie di comunicazione annunciano un ritocco. Adesso ho letto che dal I. gennaio 09 potrebbe esserci un aumento del 2,5%. Il fatto che sia stata rinnovata la convenzione fino al 2038 mette al sicuro i gestori ma questo che cosa significa: che possono fare quello che vogliono? L'amministratore delegato di Atlantia,il gruppo che controlla Autostrade per l'Italia (Aspi), la maggiore delle 22 concessionarie, dice che comunque il ritocco del 2,5% sarebbe «largamente inferiore all'inflazione». Infatti, pensate un po', gli altri gestori parlano di ritocchi del 5, persino del 6%. Qualche giorno fa ho registrato con soddisfazione sul mio blog(www.lubranorisponde.info) la dichiarazione di Tremonti a proposito di balzelli autostradali e di posizioni monopolistiche. Cambiamo - ha detto il ministro - le tariffe autostradali legandole agli investimenti che le concessionarie faranno. Evidentemente, dicevo, finora le concessionarie non hanno realizzato investimenti ed hanno invece continuamente ritoccato i pedaggi. Lo stop di Tremonti, cioè, vuole ricondurre entro certi limiti le pretese dei gestori delle autostrade italiane. E concludevo: la convenzione che da pochi mesi è stata prorogata fino al 2038 non rende semi-perpetua la pacchia? Ora l'ipotesi del nuovo ritocco è sfrontata. Mentre il governo - in linea, è da credere, con la presa di posizione di Tremonti - pensa di imporre un blocco degli adeguamenti tariffari, l'Aiscat(l'associazione delle concessionarie) si dice molto preoccupata della "presunta" volontà del governo di stopparli. Questa, secondo me, è l'orchestra dei senza vergogna, per rubare un titolo a Renzo Arbore. Le classi differenziate siete indignati o no? Loredana Franca - NAPOLI Caro dr. Lubrano, vorrei esprimere anch'io la mia opinione sulla proposta della Lega che vorrebbe nella scuola italiana classi differenziate per i figli degli emigrati. E dico no. Capisco che il mio no vale poco, sono una qualsiasi. Ma ho l'impressione tuttavia che non ci sia stata sufficiente protesta per una idea del genere. Mi sbaglio, ci stiamo assuefacendo a tutto? Insomma quanta gente dice sì e quanta no? Ho ricevuto quasi contemporaneamente a questa lettera il seguente messaggio circolare dal prof. Domenico de Masi, uno dei sociologi più noti d'Italia. Ne condivido il contenuto e mi fa piacere che altri possano aderirvi anche attraverso il mio blog (www.lubrano risponde.info). «Cari amici, ho frequentato la mia prima classe elementare in una scuola ancora fascista, dove si adottava un libro fatto di domande e risposte. Alla domanda "Chi è il meticcio?" dovevamo rispondere tutti in coro: "Il meticcio è un essere fisicamente e psichicamente inferiore". Immagino che anche voi siate indignati per la mozione della Lega Nord votata in Aula il 14 ottobre, relativa all'istituzione di "classi ponte" per ghettizzate i bambini immigrati. È il primo passo verso un nuovo razzismo di Stato. Spero perciò che, in tutte le sedi opportune, facciate valere la vostra voce contraria, forti di quanto gridava Don Milani: " Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri». Arretrati: l'Inps risponde Annalisa Guidotti, dir. relaz. est. Inps - NAPOLI Gentile dottor Lubrano, in relazione alla lettera del signor Umberto Capoccia, pubblicata da Il Mattino mercoledì 12 novembre con il titolo «La burocrazia e gli arretrati», vorrei precisare che il pagamento degli arretrati relativi alla pensione di invalidità civile del signor Mario Capoccia, fratello del signor Umberto, era stato già effettuato dell'Inps con la rata del mese di ottobre, con accredito su conto corrente bancario. Il signor Umberto, al quale porgiamo le nostre più sentite condoglianze per la perdita del fratello, è stato contattato dagli uffici di Napoli e ha confermato l'avvenuto pagamento. Spero che il nostro lettore sia soddisfatto. La «class action» per la monnezza M. P. - CASERTA Caro Lubrano, sono un cittadino campano e mi chiedo se con la nuova legge sulla class action non sia possibile promuovere un'azione per un rimborso delle tasse sulla spazzatura, sia pure simbolico o parziale, dato che i risultati sono quelli che tutti conosciamo. Tra l'altro credo che la Campania abbia una delle tassazioni locali più alte d'Italia. È possibile, sì! Un'azione risarcitoria collettiva nei confronti del Comune che pretende di riscuotere la tassa sui rifiuti ma non fornisce agli utenti il servizio di rimozione e smaltimento, è attuabile - eccome! - purchè l'iniziativa sia affiancata o promossa da un'associazione di consumatori. Tanto attuabile che se ricordo bene qualche mese fa una associazione di consumatori, il Codacons di cui è segretario Giorgio Rienzi, ci ha già pensato. Semmai il rimborso non dev'essere «simbolico» e forse nemmeno parziale perchè qui si può ipotizzare anche un reato: interruzione di un servizio pubblico. E tuttavia fossi in lei sig. M.P: non mi farei molte illusioni. La legge sull'azione risarcitoria collettiva (la «class action»), approvata l'1 luglio 2008 è stata rinviata all'1 gennaio 2009 ma già si profilano nuovi rinvii. Nel frattempo la modifica più significativa che è stata apportata al testo già approvato riguarda la non retroattività dell'azione. Questo vuol dire che chi ha avuto ha avuto e «scurdàmmece 'o passato» Nel senso che se oggi, a distanza di qualche mese dalla soluzione dell'emergenza monnezza, un gruppo di cittadini utenti volesse rivalersi col Comune, non potrebbe più farlo: la legge riveduta e corretta assolve i peccati. Scandalo formaggi: com'è finita? Roberto Angelo - NAPOLI Carissimo Lubrano, è stato fatto tanto chiasso intorno ai formaggi contraffatti, scaduti e rivenduti. Poi di botto il silenzio, gà non se ne sa più niente. Come mai? Era scoppiato ai primi di luglio: prodotti caseari scaduti e andati a male, riciclati da aziende senza scrupoli e rimessi bellamente in commercio, a prezzi pudicamente più bassi. Uno scandalo su cui hanno fatto più rumore i giornali che le autorità sanitarie, chissà perché (anche questo è un mistero, caro lettore). Gli scarti «rivitalizzati» contenevano di tutto, da muffe a corteccie di grana, a escrementi di topi, a muffe d'ogni genere. Stando alle loro dichiarazioni alla magistratura , da anni alcuni dipenenti di una nota azienda sarebbero stati obbligati a vendere merce con la data di scadenza contraffatta. Naturalmente aspettiamo la conclusione delle indagini. Perciò, come lei dice, «di botto il silenzio». Nel frattempo però val la pena di fare qualche considerazione. 1) Visto che gli scandali alimentari si ripetono con frequenza e nascono sospetti su questo o quella azienda famosa, prezzi alti a parte, non dobbiamo sorprenderci se la sfiducia o la diffidenza dei consumatori cresce. 2) Se scoppiano simili scandali, è lecito chiedersi che valore hanno i controlli delle cosiddette «autorità preposte»? Sono forse inesistenti? Per giunta nel giugno scorso il governo ha soppresso l'Alto commissariato per la lotta alla contraffazione, invocando il contenimento della spesa pubblica. I sofisticatori ringraziano. 3) Infine tutte le associazioni di consumatori dovrebbero a questo punto costituirsi parte civile (come ha annunciato Altroconsumo) nel processo che scaturirà dall'inchiesta della magistratura nei confronti delle aziende che hanno truffato o si sono prestate alla truffa. L'Alta Velocità ritardi e rimborsi Andrea Bucci - TORINO Gent.mo Antonio Lubrano, mi ha colpito una lettera apparsa sul Corriere della Sera alcuni giorni fa nella quale un viaggiatore si lamentava del fatto che nonostrante il suo treno (ad alta velocità) fosse arrivato con ben un'ora di ritardo sulla tratta Napoli-Milano, gli è stato negato il rimborso in quanto il ritardo sarebbe stato causato da alcuni topi che si erano rosicchiati i cavi elettrici. In altre parole, ogni occasione è buona per dare dispiaceri agli utenti. In Europa le cose funzionano in modo decisamente diverso. Ad inizio ottobre atterro a Dublino e di lì prendo un treno per Belfast con un biglietto di andata e ritorno. Il biglietto viene utilizzato solo all'andata. Contatto via mail il customer relations delle ferrovie irlandesi e il giorno stesso mi rispondono: per il rimborso non ci sono problemi, mi invitano a spedire il biglietto (va bene anche una fotocopia). Roba da non crederci, si fidano ed emettono un rimborso sulla base di una semplice fotocopia, ben sapendo che una volta ottenuto il rimborso potrei tranquillamente rivenderlo magari su Ebay. Posso aggiungere qualche altra perla ferroviaria? Il T-biz, meglio noto come «il treno dei manager», che impiega 4 ore 4 da Milano a Roma, a differenza degli eurostar che impiegano 4 ore e mezza, è arrivato a destinazione giovedì 20 novembre con venticinque minuti di ritardo. Il biglietto del t-biz costa di più, per chi non lo sapesse. Spiegazioni? Sempre vaghe. E se non fossi partito per qualche ragione di forza maggiore, il biglietto non mi sarebbe stato rimborsato. Nota a margine: fa piacere constatare che il Mattino abbia lettori fedeli(napoletani e non) un po' dovunque. Errore riconosciuto ma non riparato Antonio Politi - NAPOLI Egregio dr. Lubrano, in qualità di proprietario di un box, pertinenza dell'abitazione principale, per gli anni 2003-04-05-06 mi sono stati notificati avvisi di liquidazione che sono stati da me regolarmente pagati. Tali importi, si badi bene, erano la conseguenza di un errore dell'Ufficio tributario area Ici del Comune di Napoli(c.so A.Lucci), in quanto non ha considerato il box come pertinenza ed ha applicato quindi l'aliquota del 7 invece che del 5,50%. Il 25 ottobre dell'anno scorso ho presentato istanza di rimborso Ici(bolletta n.005953). Successivamente, il 19 novembre del medesimo anno, con lettera prot. 5981, la mia istanza è stata accolta dal Comune, direzione strategie, ufficio tributario area Ici. Ma allo stato dei fatti, vale a dire oggi, non mi è stato rimborsato nulla. Anzi, mi è arrivata una cartella di pagamento dell'Equitalia in data 28 luglio 08 con la stessa richiesta di liquidazione per l'anno 2002. Mi chiedo e le chiedo perché si persevera in tal snso e sinceramente mi rammarico di dover ricorrere ad un avvocato tributarista per un ricorso che mi comporterà una spesa maggiore di quanto pagato. Chi mi può aiutare senza farmi spendere altri soldi? Perché si persevera? Perché ancora una volta nell'era dell'elettronica la destra non sa quello che fa la sinistra. Immagino che Equitalia non sia stata informata dell'errore riconosciuto dal Comune e abbia proceduto per l'anno 2002 come se niente fosse. Chi può aiutarla? La sua lettera mi è pervenuta ora e dunque non mi azzardo a chiederle: come mai da luglio ha lasciato passare tanto tempo? Ad ogni modo mi auguro che la pubblicazione di questo errore riconosciuto ma non riparato le sia utile. Il valore di 1000 euro fra ventiquattro anni Pietro Giorgione - ARIANO IRPINO Dr. Lubrano, sono un commerciante che quest'anno va in pensione. Sto trasferendo l'attività a mia moglie e sono andato al Consorzio Idrico dell'Alto Calore per la voltura del contratto dell'acqua. Be', hanno chiesto una cauzione al subentrante di mille euro, infruttifera.Cioè alla fine del contratto questi mille euro saranno restituiti senza interessi. Chiedo: se il contratto dovesse durare 24 anni come il mio, che valore avrebbero nel 2032 questi 1000 euro? Ma è legale infine questa cauzione infruttifera? Se dovessero conservare lo stesso valore di oggi, questi mille euro sarebbe meglio dimenticarli.. Sulla legalità della cauzione infruttifera ho anch'io dei dubbi. Chissà che non voglia risolverli lo stesso Consorzio. Parlare di asini fa bene alla salute Vincenzo Digilio - Napoli Gentile dr. Lubrano, medico in pensione e modesto scrittore mi diletto a inviare agli amici le mie piccole pubblicazioni. Una di queste, stampata in 70 esemplari, riguarda gli asini. Ho letto sul Mattino di una iniziativa scolastica intitolata «bimbi a lezione di asinello» e perciò vorrei inviare il mio libretto alla biologa A. Maltese che se ho capito bene si è occupata dell'argomento, anzi ne è stata promotrice. Vorrei far notare a chi legge che con tutti i guai che ci affligono parlare di asini fa bene alla salute. Soprattutto se si tratta di asini veri. Perché sono quelli che ci capita di incontrare ogni giorno che ci fanno star male.

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Mezzo milione già stanziato resta bloccato da oltre un anno (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Burocrazia sanitaria Mezzo milione già stanziato resta bloccato da oltre un anno Cinquecentomila euro bloccati da un anno, assegnati in Finanziaria grazie ad un emendamento firmato Raffaele Zanon e, nonostante la bisogna, "dormienti" nelle casse dell'Azienda ospedaliera: quei denari potrebbero servire ad allargare l'organico medico e infermieristico, a dare stabilità ad alcune figure che vivono di precariato, non ultimo a cominciare a pianificare seriamente la costruzione della clean room, la camera sterile, argomento annoso e travagliato che non ha ancora trovato soluzione definitiva. I soldi ci sono ma non vengono utilizzati: lo denunciano il professor Luigi Zanesco, già direttore della Clinica oncoematologica e lo stesso Zanon che all'epoca si diede da fare per portarli a casa.«Quei finanziamenti probabilmente giacciono invischiati nelle pastoie burocracratiche, speriamo che in questo ultimo scorcio dell'anno - si augura il consigliere regionale di Alleanza nazionale - la faccenda si blocchi, per questo formalizzerò una richiesta di audizione in quinta Commissione del direttore generale dell'Azienda Adriano Cestrone, del direttore della Clinica Modesto Carli e delle associazioni di volontariato che operano a favore dei bambini affetti da leucemia e malattie oncoematologiche maligne». Ieri Zanon ha consegnato nelle mani di Zanesco un assegno di 1.500 euro a favore del Centro leucemie infantili, raccolto grazie alle iniziative promosse dall'associazione "Mascalzone Veneto" che per domani sera al Lounge Bar "Q" di Vicolo dei Dotto ha organizzato una serata solidale trasversale al credo politico, durante la quale verranno raccolti ulteriori fondi a favore dei bimbi malati e delle loro famiglie. «Saranno presenti numerosi personaggi del mondo della politica, della cultura e della comunicazione, tutti potranno - chiude Zanon - comprare le magliette e le felpe realizzate da "Mascalzone Veneto", prodotti non commercializzati, distribuiti esclusivamente su contributo: l'intero incasso verrà destinato all'associazione Casop onlus, Comitato assistenza socio-sanitario in oncoematologia pediatrica, presieduta dal professor Zanesco e animata da Chiara Girello Azzena».F.Capp.

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Burocrazia e crisi, scende il buio sulla festa dell'Immacolata (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

CORDENONS Gli organizzatori: «Il Comune ci ha negato la fornitura di energia». Il municipio: «Stiamo valutando l?erogazione con la società Piesse energia» Burocrazia e crisi, scende il buio sulla festa dell'Immacolata CordenonsLa festa dell'Immacolata di piazza Beorcia teme il buio. Gli organizzatori non hanno trovato il modo per illuminarla. Colpa della crisi e della burocrazia? «Abbiamo chiesto al Comune la fornitura dell'energia elettrica ma ci è stata negata», ha detto Antonio Macchia, unoi degli organizzatori della kermesse. Da dieci anni la festa dell'8 dicembre viene organizzata allo scopo di completare i lavori di ristrutturazione della chiesetta della Beorcia per poterne nuovamente usufruire.«Se pure trovassimo il modo per illuminare la manifestazione con generatori propri avremmo comunque bisogno della dichiarazione di conformità che rilasciano tecnici specializzati con un onere che, noi volontari, dovremmo accollarci».L'impianto elettrico del Comune è gestito dalla società Piesse energia. La manifestazione è privata e l'amministrazione dovrebbe intervenire per commissionare il controllo di conformità alla ditta. «Il nostro non è un rifiuto ha spiegato l'assessore Mario Rodini siamo in attesa di valutare quanto per andare incontro agli organizzatori. Non si possono effettuare variazioni di propria iniziativa. Esiste un regolamento per maneggiare il flusso di energia e solo la Piesse è demandata a questo compito. Valuteremo un possibile collaudo anche con la commissione di sicurezza».Nei tre giorni precedenti alla festa, il triduo per l'Immacolata, avrà la recitazione del Santo Rosario nella chiesetta della Beorcia alle 20.Lunedì il comitato organizzatore offrirà muset, brovada, pane e vino, in serata vino e brulè. Le mostre e i vari stand resteranno allestiti per tutta la giornata in piazza Beorcia e San Pietro. Al mattino la messa nella chiesa San Pietro e la processione con la statua della Madonna fino alla chiesetta. Alle 12 il concerto della corale cordenonese e musica anni '60. Dalle 14 ci sarà animazione e spettacolo, il concerto musicale, il mercatino di Natale e luna park.Si.Ba.

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Palmanova Un piano di opere pubbliche per rilanciare ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 03-12-2008)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Udine))

Argomenti: Burocrazia

Palmanova Un piano di opere pubbliche per rilanciare ... PalmanovaUn piano di opere pubbliche per rilanciare l'economia del Fvg. È la proposta del presidente di Confartigianato Fvg Graziano Tilatti, avanzata ieri all'assessore regionale ai Lavori pubblici Vanni Lenna al convegno le proposte di Confartigianato in tema di lavori pubblici, edilizia convenzionata e urbanistica.«Il piano ha aggiunto Tilatti deve essere però accompagnato da regole e normative nuove per le costruzioni». Secondo Tilatti la situazione è preoccupante: «La crisi sta facendo sentire sul settore i suoi morsi: gli occupati a settembre 2008 nella sola provincia di Udine sono calati del 9,28\%; diminuite anche le ore lavorate del 16\%. Alla stessa data erano 12.961 le imprese artigiane attive delle costruzioni con circa 25.000 addetti. Per rilanciare il settore ha aggiunto fondamentali sono le politiche regionali sui lavori pubblici, sull'edilizia residenziale pubblica, sull'urbanistica e sull'ambiente».Un appello raccolto dall'assessore Lenna intervenuto dopo il presidente di Confartigianato Udine Carlo Faleschini, che ha sollecitato interventi decisi contro la burocrazia: «Le imprese artigiane ha detto Lenna sono da sempre l'ossatura dell'economia regionale e quelle delle costruzioni in particolare e la Regione, anche se il quadro non è dei più rassicuranti, farà quanto è possibile per sostenerle. In attesa della riforma sanitaria che sarà approvata il prossimo anno per contenere la crescita della spesa che è del 3-4\% annuo, le poche risorse che abbiamo le utilizzeremo per finanziare le infrastrutture e l'edilizia. Oltre alla terza corsia, daremo soluzione a questioni aperte da anni come la bretella Villesse Gorizia, la tangenziale di Udine, la Cimpello-Sequals. Abbiamo aumentato le poste per i lavori pubblici, l'edilizia nei comuni e le opere di culto, ambiente e infrastrutture. Daremo il via all'accordo di programma per l'area della Bassa friulana (sito inquinato della laguna e criticità presenti). Fra le priorità della Regione c'è pure il piano casa del Governo che prevede interventi anche in Fvg. Ma la rivoluzione si avrà nei prossimi anni, attraverso lo sviluppo di iniziative di finanza di progetto che mettano assieme le risorse pubbliche e private per finanziare l'edilizia residenziale e i lavori pubblici. Daremo vita a conferenze di servizi per snellire gli aspetti burocratici». Lenna ha poi annunciato una nuova legge sui lavori pubblici e l'attivazione di un ufficio che assicuri un collegamento con comuni e imprese attraverso un osservatorio capace di monitorare la situazione. Numerose le richieste di Confartigianato consegnate all'assessore: tra queste, un maggior utilizzo della procedura negoziata e dei lavori in economia (con soglie riviste al rialzo) in analogia con i criteri utilizzati da altri Paesi Ue e "correzioni" al regolamento della L.R. 6/03 sull'edilizia convenzionata e il miglioramento della legislazione regionale in tema urbanistico.

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Portualità turistica, raddoppiano i fondi della Sicilia (sezione: Burocrazia)

( da "Travel Trade Italia.com" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

03/12/2008 16.10 Portualità turistica, raddoppiano i fondi della Sicilia ''La portualità turistica è uno dei principali cardini su cui verte la politica di sviluppo turistico soprattutto in un momento, come questo, di crisi difficilissima, probabilmente la più complicata per la Sicilia dal secondo dopoguerra ad oggi". Lo ha detto il vicepresidente della Regione siciliana e assessore ai Trasporti, Titti Bufardeci, che questa mattina ha preso parte ai lavori del convegno sulla portualità turistica, organizzato dalla Facoltà di Economia e commercio di Palermo e dall'International propellers club. "È il momento di scelte condivise e partecipate, perché la nostra regione ha tutte le possibilità di vivere una stagione di rilancio, se riusciremo a far prevalere quelle eccellenze di cui la Sicilia dispone in ogni settore''. Per la portualità turistica, con la programmazione di Agenda 2000 sono stati effettuati investimenti per quasi 200 milioni di euro. ''Una somma altrettanto cospicua - continua Bufardeci - verrà stanziata con la programmazione futura''. L'assessore non ha nascosto le criticità: "Troppo complesse le procedure dei bandi e troppa burocrazia - spiega - sono stati un freno alla sviluppo. Credo che per un settore strategico come quello della portualità turistica si debba procedere secondo le linee guida della legge Burlando, che prevede la finanza di progetto'' Siti sponsorizzati

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I 25 anni del Parco Adda Nord, consorzio di qualità e bellezza, che deve fare i conti con la c (sezione: Burocrazia)

( da "Merateonline.it" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cronaca >> Cronaca dal territorio 3 / 12 / 2008 I 25 anni del Parco Adda Nord, consorzio di qualità e bellezza, che deve fare i conti con la crisi economica e la burocrazia I relatori 1983-2008: un quarto di secolo dedicato alla conservazione e alla valorizzazione di un patrimonio floro-faunistico di prim'ordine: il Parco Adda Nord compie 25 anni e quale cornice migliore dell'ex-villaggio operaio di Crespi d'Adda frazione di Capriate San Gervasio - per celebrare a dovere la ricorrenza? E infatti l'Assemblea straordinaria del Parco si è svolta nella mattina del 2 dicembre proprio nel Teatro di Crespi, nella particolare atmosfera evocata dalle fabbriche di mattoni a vista, preziosa testimonianza di urbanizzazione legata all'industrializzazione ottocentesca e proclamata "Patrimonio dell'umanità" nel 1996 dall'UNESCO. Proprio considerando la bellezza del luogo e l'importanza dell'occasione hanno suscitato un particolare dispiacere le defezioni all'ultimo minuto dei presidenti della Provincia di Milano Filippo Penati (convocato d'urgenza a Roma) e della Provincia di Bergamo Valerio Bettoni, oltre che dell'assessore regionale Massimo Ponzoni, trattenuto a Milano in consiglio. Il presidente Agostino Agostinelli Dopo il saluto del sindaco di Capriate San Gervasio Cristiano Esposito, il Presidente del Parco Adda Nord Agostino Agostinelli ha preso la parola catturando da subito l'attenzione del pubblico con il suo piglio vivace. Per prima cosa ha espresso con una immagine la sua personale idea di buon governo della cosa pubblica: la buona politica è fatta di moderazione e sensibilità ha spiegato mostrando le mani chiuse a pungo come quando si ha in mano una rondine: se la si stringe troppo soffre, se la si stringe poco scappa via. "Non voglio che questo incontro ha continuato - sia l'occasione per celebrazioni fuori luogo: il mio intento, pur riconoscendo il buono stato di salute del consorzio, è quello di migliorarne ulteriormente la performance, per questo intendo prima di tutto sottolineare gli elementi di difficoltà che dovremo affrontare nelle settimane a venire". Agostinelli ha quindi fatto presente le difficoltà finanziarie che sta attraversando il Paese nel suo complesso, con il "pubblico" che si ritrova "povero" e il "privato" ricco. Il Parco muove circa un milione di euro all'anno, di cui solo il 12% viene dalle province che vengono attraversate dall'asta del fiume nel tratto interessato dal Parco, vale a dire Milano, Lecco e Bergamo. "Dovremo essere come sempre fantasiosi e perseveranti nel procurarci sponsor, dovremo fare come l'ebreo errante ha scherzato Agostinelli gireremo e gireremo finchè non avremo trovato quello che ci interessa". Un altro motivo di preoccupazione, ha ribadito, è la stratificazione delle politiche territoriali (comuni, province,regione) che non sempre produce risultati normativi armonici. La speranza di Agostinelli è che la nuova legge sui parchi, su cui stanno lavorando in consiglio regionale, possa risolvere almeno in parte i problemi con cui si è trovato a dover combattere da presidente del Parco. "Quali sono le prospettive di sviluppo? Il Nord-Est forse? Se così fosse stiamo freschi ha continuato perché la cementificazione che si è osservata tra Milano e Venezia negli ultimi dieci anni è pari solo a quella che in tutta Italia si è avuta negli anni immediatamente successivi all'ultima guerra, con il conseguente scempio del paesaggio naturale: il nostro territorio è già fortemente antropizzato e non sempre le infrastrutture sono state pensate considerando le esigenze di tutti". Veduta di Crespi d`Adda Nella mente del presidente tutela ambientale e sviluppo non sono contrapposte. Occorre trovare la giusta misura, come con la rondine, e un politico che si arroccasse su posizioni intransigenti da una parte o dall'altra sarebbe un politico miope, perché estetica ed economia vanno di pari passo. Così come l'obiettivo di rivalorizzare l'area dell'ex-villaggio operaio sarà raggiunto solo se si riuscirà a mediare tra le istanze di chi vorrebbe "museificare" tutte le testimonianze architettoniche rimaste e chi vorrebbe invece commercializzare la zona in modo da renderla omogenea al resto del territorio circostante per quanto concerne gli esercizi e le attività commerciali. "La nostra idea del paesaggio ha precisato Agostinelli è quella espressa dalla Convenzione Europea in materia di ecologia del territorio: il paesaggio deve essere inteso in movimento, abitato, non una cartolina senza nessuno dentro, ma nemmeno un posto dove si abita in troppi e male, quindi, ancora una volta, moderazione". Moderazione e lavoro di cervello. Di cervelli, anzi, perché Agostinelli ha intenzione di indire un concorso internazionale per l'utilizzo e la rivalorizzazione dei monumenti di archeologia industriale di Crespi d'Adda. Ne parlerà al prossimo CdA del Consorzio Ente Parco. Agostinelli si è detto certo che il Parco saprà ben comportarsi all'EXPO 2015, perché "è inevitabile che le cose vadano bene quando si crede in quello che si fa". "Einstein ha detto da qualche parte ha concluso Agostinelli che se le api sparissero dalla faccia della terra dopo quattro anni anche l'uomo smetterebbe di esistere. Bene, dico io, ha fatto bene a ricordarcelo, ma mi piace aggiungere che se l'uomo scomparisse dalla faccia della terra le api vivrebbero benissimo lo stesso, e non per quattro, ma per altri quattrocento anni! Non dimentichiamocelo quando pensiamo al nostro territorio". Alla tavola rotonda che è seguita moderata dalla giornalista Monica Autunno - hanno partecipato il Presidente della Provincia di Lecco Virginio Brivio, la Dott.ssa Secchi, direttrice dell'Unità Parchi della Regione Lombardia e lo stesso Agostinelli. Virginio Brivio ha auspicato che in futuro si riesca a unificare le politiche dei comuni consorziati, in modo da poter aumentare anche il potere contrattuale con la Regione. "25 anni fa ha ricordato Brivio si doveva andare in Regione anche solo per chiedere se il colore delle persiane andava bene. Ora la cosa è diversa, la nostra autorevolezza è aumentata, così come la nostra autonomia". La dott.ssa Secchi ha espresso compiacimento per le molto iniziative come quella che ha permesso la navigazione del fiume (si prevede che il prossimo anno sarà navigabile fino a Lecco), e ha promesso che in Regione farà in modo semplificare il più possibile il Piano Regionale Aree Protette in modo che in vista dell'Expo 2015 si riesca ad organizzare un piano di marketing territoriale su misura del Parco Adda Nord. "Dando in mano la cosa a dei professionisti della promozione avremo la garanzia di un turismo di qualità, non troppo invasivo, di nicchia, al quale sarebbe utile poter offrire le nostre piccole perle in pacchetti di offerte coordinate, maggiormente appetibili. Per noi è normale pensare alle chiuse di Leonardo o al Museo della Seta di Garlate, - ha continuato il presidente - ma chi ci va? Mandiamo i nostri figli a fare chissà quali esperienze all'estero, esperienze che vanno benissimo, d'accordo, però non li portiamo mai in riva al fiume o a vedere il bosco di notte o tutte le altre cose che offre il nostro Parco. E perché? Se ci fossero degli itinerari che uniscono i nostri piccoli monumenti ecco che avremmo tra le mani un filo di perle". A ribadire il successo dell'attività del Parco, in conclusione di giornata, le recenti richieste di ammissione da parte dei comuni di Grezzago, Inzago, Arzago d'Adda e Treviglio. Massimo Colombo Articoli Correlati: (c)www.merateonline.it Il primo giornale digitale della provincia di Lecco Scritto il 3/12/2008 alle 17.31

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Friuli Venezia Giulia : grazie all'Obiettivo 2000 posti di lavoro creati e 2262 progetti avviati (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Friuli Venezia Giulia : grazie all'Obiettivo 2000 posti di lavoro creati e 2262 progetti avviati (3/12/2008 19:23) | (Sesto Potere) - Udine - 3 dicembre 2008 -Oltre il 90 per cento delle risorse impiegate con un investimento di 670 milioni di euro, 2000 posti di lavoro creati e 2262 progetti avviati, di cui 1400 in area montana (e 700 in fascia C altamente disagiata), 1500 imprese coinvolte e 338 opere pubbliche finanziate per una spesa ammissibile di 230 milioni di euro. E' questo il bilancio più che lusinghiero delle iniziative attuate in Friuli Venezia Giulia grazie all'Obiettivo 2 nel periodo di programmazione 2000-2006, che "hanno permesso - ha affermato il vice direttore Relazioni internazionali e comunitarie della Regione, Giuseppe Napoli - coinvolgendo pubblico e privato di imprimere una significativa accelerazione alla crescita delle aree più svantaggiate del territorio regionale, come la montagna, consolidando l'occupazione, favorendo la riconversione e l'innovazione produttiva, promuovendo una maggiore integrazione con le aree più dinamiche". All'evento di chiusura del Docup Obiettivo 2, al quale interverrà nel pomeriggio di oggi il presidente della Regione, Renzo Tondo, hanno partecipato nella sessione della mattina, moderata da Francesco Forte per l'Autorità di gestione, rappresentati della Commissione europea e del ministero dello Sviluppo economico. Secondo Stefano Zilli, che per la Commissione Europea ha seguito le pratiche dell'Obiettivo 2, "il Friuli Venezia Giulia è stata una regione pioniera, che ha dedicato un intero asse del programma allo sviluppo di progetti in area montana anticipando così i criteri che informeranno la programmazione post-Lisbona in cui il riferimento al territorio risulterà più marcato". Tra i comparti che secondo Zilli maggiormente fruiranno del beneficio di questi anni di progettualità appena conclusi c'è di certo il turismo, "che nel 2000-2006 è stato elemento caratterizzante". In merito alla nuova fase 2007-2013, dedicata alla "Competitività regionale e occupazione" e che dovrà mettere a disposizione risorse per oltre 303 milioni di euro (altri 70 milioni verranno garantiti dalla Regione per eventuali overbooking progettuali), Napoli ha indicato "nella ricerca, nel trasferimento tecnologico e nella sostenibilità ambientale" i principali obiettivi su cui concentrare lo sforzo progettuale, auspicando una "forte lobby tra economia, politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo". L'esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l'offerta di ricerca, un'esperienza sottolineata nell'intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico, Giuseppina Caldarola, che dal 1994 segue la regione, sarà a questo proposito preziosa. "Il Friuli Venezia Giulia è tra le uniche regioni, se non l'unica, ad aver dimostrato di saper focalizzare questa capacità di mediazione, di animazione e di guida per il trasferimento tecnologico - ha affermato Caldarola - e si tratta di una capacità che non si improvvisa ma che ho avuto modo di constatare e seguire da anni".

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E' tempo di Premi (sezione: Burocrazia)

( da "superEva notizie" del 03-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

E' tempo di Premi Torna il Premio Fedeli giunto alla sua Dodicesima edizione, tra i passati vincitori nomi di spicco della letteratura poliziesca italiana, tra cui Carlo Lucarelli, Valerio Varesi, Andrea Camilleri, Gianni Biondillo. Siamo alla stretta finale, premiazione prevista per il 17 Dicembre a Bologna. Unico vincolo? Che i protagonisti del romanzo siano le forze di polizia, naturalmente. SIULP Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia Premio Franco Fedeli 2008 XII edizione Concorso per il miglior romanzo poliziesco italiano (dove il poliziotto del presente, passato o futuro è il protagonista periodo compreso aprile 2007 maggio 2008) In collaborazione con la rivista "Polizia e Democrazia" Bologna 17 dicembre 2008 ore 18.00 Sala Farnese, Palazzo d'Accursio Nell'ambito del Convegno Riforma di Polizia tra profezia democratica e decostituente sociale Bologna, palazzo d'Accursio, 17-18 dicembre 2008 COMITATO ORGANIZZATORE PREMIO FRANCO FEDELI Giuseppe Giliberti: Presidente, Valerio Calzolaio e Maurizio Matrone, consiglieri. GIURIA Composta da poliziotti/scrittori Francesco Altan, Ansoino Andreassi, Maurizio Blini, Piergiorgio di Cara, Basilio di Iorio, Nicolò D'Amico, Girolamo Lacquaniti, Maurizio Lorenzi, Simona Mammano, Mauro Marcialis (Guardia di Finanza), Marco Melloni, Carmelo Pecora, Giuseppe Pizzo, Andrea Testa (Carabinieri), Gianpaolo Trevisi TESTI SEGNALATI E AMMESSI Dalla parte del torto, Bucciarelli; Passato imperfetto, Bolognesi, Invernizzi, Paolocci; Il campo del vasaio, Camilleri; L'uomo cannone, Colaprico; La donna del campione, Colaprico; Il senso del dolore, De Giovanni La sentenza di sibilla, Diddi; Fragile, Fogli; L'ombra del lupo, Ingenuo; A nozze col delitto, Ingrosso; Uno sbirro femmina, La Spina; Un giorno perfetto, Mazzucco; Benedetto tra le spie, Paloscia; Camilla e il grande fratello, Pederiali; E' normale, commissario Marè, Quattrucci; Io sono la prova, Proietti; Rosa elettrica, Simi; Oro, incenso e polvere, Varesi. TESTI FINALISTI Passato imperfetto, Bolognesi, Invernizzi, Paolocci; Una banale rapina in un caveau; un malvivente con un occhio bendato e una passione per i fumetti Manga che gli sono valsi l'appellativo di Capitan Harlock. Un magistrato corrotto che nasconde un terribile segreto, schiavo di un ricatto al quale non si può sottrarre. Nella tranquilla città di Arezzo un giovane e caparbio ispettore di Polizia affronta intrighi massonici e delitti che lo porteranno a raggiungere una verità sconvolgente. Rosa elettrica, Simi; Cociss ha appena compiuto diciotto anni. È già capozona nel quartiere 167, ha una ventina di soldati sotto di sé che spacciano cocaina e altro. C'è stata una faida, per sbaglio sono state uccise anche due bambine. Cociss viene arrestato e subito parla. Può portare in alto. Il compito di proteggerlo è affidato a Rosa, giovane poliziotta al suo primo incarico serio. Lei crede di avere una missione. Ci metterà poco a capire che c'è qualcosa di poco chiaro nel programma di protezione di Cociss, malgrado le rassicurazioni del commissario. Quando scopre che forse Cociss è la vittima sacrificale designata dai clan, Rosa si ribella. E fugge con il ragazzo, per salvarlo, arrogandosi un diritto che non ha. Oro, incenso e polvere, Varesi. Il cadavere carbonizzato di una giovane immigrata rumena e la morte misteriosa di un connazionale sono il punto di partenza per quest'ultima indagine del commissario Soneri. La storia è di quelle sordide: lei, bella e sensuale, per sopravvivere frequentava un giro di ricchi parmensi, ma soprattutto era l'amante di un commerciante di gioielli sposato a una ricca orafa, fornitrice di oggetti sacri per la Curia. Tutto filava nel tacito consenso generale, ma a un certo punto la ragazza si è scoperta incinta. e l'uomo, per non rinunciare alla sua vita agiata, l'ha eliminata. Ma questo delitto rappresenta solo una parte del marcio che Soneri andrà via via scoprendo nel corso della propria inchiesta. VINCITORI DELLE PASSATE EDIZIONI 1997: Andrea Camilleri, Il cane di terracotta; 1998: Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli, Macaroni; 1999: Edoardo Angelino, Binario morto; 2000: Carlo Lucarelli, L'isola dell'angelo caduto; 2001: Alessandro Perissinotto, La canzone di Colombano; 2002: Ex aequo Marcello Fois, Dura madre e Valerio Varesi, Il cineclub del mistero 2003: Santo Piazzese, Il soffio della valanga 2004: Marco Vichi, Il nuovo venuto 2005: Gianni Biondillo, Con la morte nel cuore; 2006: Leonardo Gori, L'angelo del fango; 2007: Marco Bettini, Mai più la verità. Chi era Franco Fedeli Nato a Roma nel 1922, a soli diciannove anni, viene arrestato dall'Ovra per aver manifestato sentimenti antifascisti. Dopo una permanenza in carcere, partecipa attivamente alla lotta di liberazione. Vice comandante di una formazione partigiana, è stato componente del Comitato di Liberazione Nazionale. Dopo la Liberazione è inviato speciale dei più importanti giornali europei e americani. Fedeli gira tutto il mondo: Africa, Estremo e Medio Oriente, America. Negli anni Sessanta, accetta la vicedirezione del mensile Ordine Pubblico. Qui si mette subito all'opera prefigurando (cosa impensabile per quegli anni) una riforma della Polizia che la smilitarizzi. Gli "irriducibili" del Ministero, con la cecità propria di taluni vertici della burocrazia ministeriale, con una manovra oscura e trasversale, ottennero dall'editore di Ordine Pubblico il licenziamento di Fedeli. Eravamo nel dicembre 1976. Dopo un solo mese di silenzio, Franco Fedeli, la sua redazione e tanti amici poliziotti che lo avevano sempre seguito diedero vita al periodico Nuova Polizia e riforma dello Stato, che in pochissimo tempo riconquistò, e anzi accrebbe, il numero dei sostenitori. E giunse così la storica data dell'aprile 1981, quando fu approvata la legge di riforma dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza e la nascita della Polizia di Stato. Ma Franco Fedeli non volle adagiarsi sugli allori. C'era ancora tanto da fare per la riforma in termini di efficienza degli apparati dello Stato. Ed eccoci all'importante tappa della nascita della rivista Polizia e Democrazia, una creatura a cui Fedeli era tenacemente affezionato. Il comitato del Premio Fedeli Giuseppe Giliberti Valerio Calzolaio Maurizio Matrone PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 3 dicembre 2008 in: Concorsi Letterari » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni

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Lapam e Cna: risparmio energetico meno fondi, più burocrazia per tutti (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lapam e Cna: risparmio energetico meno fondi, più burocrazia per tutti Le associazioni contro il provvedimento retroattivo del governo "Le imprese hanno investito in strutture e tecnologie" Risparmio energetico penalizzato? Non è andato giù il provvedimento del governo in materia e naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere. Cna e Lapam sono andate subito all'attacco: «Un enorme passo indietro - affermano le due associazioni, senza mezzi termini - Il decreto legge recentemente varato dal governo Berlusconi, agendo retroattivamente anche per il 2008, aggrava pesantemente la normativa sull'agevolazione. Imprese, famiglie e ambiente sono stati così penalizzati da un provvedimento che priva il paese di una forte possibilità di rilancio». Il Decreto Legge 185/2008 che modifica la normativa sull'agevolazione riguardante il risparmio energetico e che coinvolge imprese e cittadini, ha mandato su tutte le furie Cna e Lapam. «Il Decreto - si legge in una nota - dispone infatti, una sensibile riduzione (di circa il 20%), per il triennio 2009-2011, dei fondi destinati agli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici e agisce per il 2008 retroattivamente». Così - proseguono le due associazioni - chi ha investito in quest'ambito, incentivato dalle agevolazioni, dovrà attendere il giugno 2009 per presentare domanda, peraltro con un appesantimento dell'iter burocratico. E, dulcis in fundo, attendere la risposta dell'amministrazione, visto che in questo caso sarà vincolante il principio del silenzio-rifiuto. Un silenzio-rifiuto che, secondo alcune stime, coinvolgerà otto contribuenti su nove: cioè, solo il 12% avrà accesso, nell'anno in corso, alle agevolazioni - fino ad ieri garantite dalla Legge - sulla base di un mero criterio cronologico di presentazione delle domande». «A parte l'iniquità di penalizzare chi ha già operato la scelta - affermano - il provvedimento appare anacronistico e ben poco lungimirante. Il comparto del risparmio energetico, aiutato dalla detrazione fiscale, ha contribuito alla crescita economica del paese. Le oltre 230000 domande presentate in due anni portano a calcolare circa 3,3 miliardi di euro di investimenti in: ristrutturazioni ed isolamento di edifici, pannelli solari, caldaie a condensazione, ecc., contribuendo da un lato al risparmio energetico e dall'altro all'ambiente». «Inoltre, in questo ambito - tengono a precisare - è significativa la presenza di imprese artigiane e Pmi del settore delle costruzioni, dell'impiantistica e della manifattura. Imprese che hanno investito in formazione e tecnologie e che ora vedono in pericolo la propria competitività. Essendo inoltre uno dei settori forieri di sviluppo, nell'attuale contesto economico, tagliarne il sostegno significa rinunciare ad una possibilità di rilancio. Cosa beffarda che tutto ciò si inserisce tra le manovre anticrisi». Cna e Lapam invitano quindi il governo e tutti i parlamentari modenesi a porre rimedio ad un provvedimento paradossale che «prevedendo la sua retroattività mina la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato, oltre che essere assolutamente improduttivo nella sostanza». (f.p.)

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Quaranta mesi dopo, l'iter riparte da zero (sezione: Burocrazia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Quaranta mesi dopo, l'iter riparte da zero Le prime carte depositate nel settembre 2005. Ma la «Via» è lunga TREVISO. Si trascina ormai dal settembre del 2005 il lunghissimo iter per l'approvazione dei due inceneritori per rifiuti industriali proposti da Unindustria. Quaranta mesi in cui le polemiche si sono alternate ai colpi di scena. La burocrazia infatti prevede come primo passo l'approvazione da parte della commissione regionale Via (valutazione d'impatto ambientale) dei due impianti. Solo dopo il verdetto dei commissari, esclusivamente tecnico e consultivo, spetterà alla giunta regionale rilasciare le definitive autorizzazioni. I due progetti in questione, per impianti che saranno localizzati a Mogliano e a Silea, verranno trattati in contemporanea. Un anno e mezzo fa la commissione regionale per la Via aveva iniziato ad analizzare gli studi presentati da Iniziative Ambientali, stabilendo l'elenco dei comuni che, in quanto interessati dalle emissioni, avrebbero avuto il diritto di relazionare e produrre osservazioni in sede di Via. Pochi mesi dopo però quell'elenco è stato reso praticamente nullo da una nuova normativa che regola i sistemi di analisi. In sostanza si dovrà ripartire da zero. In primavera poi sarebbero giunte dalla Regione delle richieste di integrazione al progetto direttamente a Iniziative ambientali. Nel luglio scorso, la società gemmazione di Unindustria ha redatto e consegnato a palazzo Balbi due nuovi progetti, che sono appunto quelli che illustriamo in questa pagina. Le previsioni, ma non c'è ancora alcuna conferma ufficiale a riguardo, dicono che nei primi mesi del 2009 i commissari della Regione Veneto cominceranno a prendere in mano il metro cubo di carta che costituisce progetto e studio d'impatto ambientale dei due impianti. Da quel momento in poi l'iter dovrebbe essere più snello. Una volta ottenuto il parere consultivo della commissione, la giunta Galan dovrà autorizzare o meno. (fe.cip.)

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Assenteismo, quattro indagati (sezione: Burocrazia)

( da "Alto Adige" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Val di Fassa, tra loro anche il segretario del Comprensorio ladino Assenteismo, quattro indagati L'accusa: timbravano il cartellino e poi andavano a fare la spesa TRENTO. Timbravano il cartellino, poi abbandonavano il posto di lavoro e si dedicavano a tutt'altro: dalla spesa al supermercato agli incontri con gli amici al bar. Tre dipendenti del Comprensorio ladino di Fassa e un dipendente del Comune di Moena sono indagati con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Nei guai è finito anche il segretario generale del Comprensorio (e consigliere comunale di Moena), Bruno Sommariva. L'indagine dei carabinieri di Cavalese è partita alcuni mesi fa in seguito ad una segnalazione partita dall'interno del Comprensorio ladino di Fassa. Una segnalazione precisa, che raccontava del vizietto (sfacciato, secondo «gola profonda») di alcuni dipendenti, tra i quali il segretario generale, di abbandonare il posto di lavoro. I carabinieri hanno raccolto in questi mesi una serie di elementi che inchioderebbero le persone indagate. Foto e riprese video fatte durante i pedinamenti immortalerebbero i quattro in situazioni compromettenti durante l'orario di lavoro: al bar con gli amici, al supermercato o in altri negozi, in compagnia di familiari, in alcuni casi dal meccanico. Non si tratterebbe, secondo quanto accertato dai carabinieri, di «peccatucci», di brevi assenze per far fronte a qualche emergenza personale. I quattro si sarebbero allontanati per ore e senza giustificazioni dal loro posto di lavoro. Alcune volte uscivano per sbrigare commissioni legate la lavoro, ma secondo gli inquirenti erano impegni che potevano portare a termine nell'arco di pochi minuti, non di ore. La frequenza delle lunghe assenze sarebbe notevole, anche tre giorni in settimana. Nei guai, oltre a Sommariva e a due impiegati del Comprensorio, è finito anche un dipendente del Comune di Moena. A questo viene contestato non solo l'assenteismo, ma anche una gestione «allegra» dei soldi pubblici che maneggiava. Secondo gli investigatori, infatti, il dipendente avrebbe in più occasioni fatto la cresta sulle spese di cancelleria. Non solo: gli viene contestato anche di aver fatto pagare a privati cittadini cifre superiori a quanto stabilito dalla legge per il rilascio di documenti. Non parliamo di cifre enormi: pochissimi euro, a volte solo un pugno di centesimi. Ma con questo sistema a fine anno il dipendente si sarebbe intascato alcune migliaia di euro: un bel premio di produzione non dovuto. Gli investigatori hanno già acquisito tutta la documentazione per poter ricostruire nel dettaglio gli ammanchi. La posizione più pesante è quella di Bruno Sommariva, segretario generale del Comprensorio. In quanto dirigente Sommariva non ha l'obbligo di timbrare il cartellino, tuttavia secondo quanto appurato dagli inquirenti il segretario avrebbe violato ripetutamente gli obblighi di presenza previsti dal suo contratto. Sommariva - secondo gli investigatori - dovrà anche spiegare ai magistrati per quale motivo entrava spesso nel suo ufficio nel cuore della notte ed usciva all'alba. L'indagine non si è ancora conclusa. La Procura vuole chiarire se i comportamenti dei dipendenti del Comprensorio, e in particolare di Sommariva, hanno comportato ritardi nella realizzazione di progetti pubblici, in particolare del teatro comprensoriale Navalge di Moena: i lavori di costruzione, iniziati nel 1997, non sono ancora conclusi. La burocrazia appieda Babbo Natale ARCO. Babbo Natale dovrà arrangiarsi in altra maniera per portare a spasso i bimbi della Busa. Il trenino del mercatino asburgico è stato fermato dalla burocrazia: per andare da Arco a Riva, infatti, deve avere le stesse autorizzazioni della Trentino Trasporti.

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Rizzotto apre le porte alla Feltrese (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ECCELLENZA - IL DIFENSORE E' DI ALANO Rizzotto apre le porte alla Feltrese «Potrei anche accettare l'offerta, anche se sto bene all'Imolese» IMOLA. Feltrese, perché no? Una telefonata al cellulare di Luigi Rizzotto è arrivata e non ha lasciato insensibile il difensore centrale dell'Imolese. Ieri l'ex Belluno era impegnato soprattutto nel ritorno della finale della Coppa dell'Emilia Romagna contro il Cesenatico, ma già oggi comincerà a riflettere con calma, sulla proposta che gli ha presentato il direttore sportivo granata Rinaldo Mazzonetto. Non si può escludere niente: «Mi hanno chiamato e il fatto che si siano interessati a me è qualcosa che mi fa molto piacere. Ho parlato con Mazzonetto e la prima impressione è decisamente buona, anche perché mi è stato detto che la Feltrese vorrebbe vincere il campionato di Eccellenza, nel giro di due anni». «C'è la possibilità». Rizzotto è originario di Alano di Piave e, trasferendosi a Feltre, sarebbe comodissimo, a parità di categoria: «Ci può essere qualche possibilità, malgrado qui stia abbastanza bene. Fra l'altro, non sono arrivato da chissà quanto tempo. Bisognerà sentire anche cosa ne pensa la dirigenza. Da parte mia, non sottovaluto nessun contatto, specialmente se dall'altra parte c'è una società ambiziosa, come la Feltrese». Una settimana, grazie. Non è che Rizzotto potesse dire «vengo subito», se non altro perché è solo giovedì e ci sono stati due impegni agonistici ravvicinati: prima la partita di campionato e poi quella di Coppa. Non c'è stato il tempo materiale, per prendere alcuna decisione: «Ho invitato i miei conterranei a portare un po' di pazienza. Credo che una settimana potrebbe essere sufficiente a essere più chiari. Un'operazione come questa non è molto facile, visto anche che sto facendo un buon campionato». Il dopo Belluno. Rizzotto è passato per piazzale della Resistenza, nella stagione 2005/2006, quando sulla panchina gialloblù c'era Daniele Pasa. Non un'esperienza eccezionale. Ma poi? «Sono stato a Castelletto Ticino, piuttosto che a Gualdo Tadino. Qualche tempo l'ho trascorso anche a Tolentino, prima di accettare la proposta dell'Imolese. Adesso vedremo come si evolverà la situazione». Domenica Cesca. A Feltre, tutto è pronto per il debutto di Massimo Cesca. Il rinforzo trevigiano può giocare con la Liventina. Mentre sarà la burocrazia a decidere se il brasiliano Marco Aurelio Franco potrà essere tesserato. (g.s.)

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La navigazione interna guarda ad una rete europea (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

IL CONVEGNO La navigazione interna guarda ad una rete europea Acque interne: navigabili e navigate per trasporto merci e persone o per diporto. Settore con una sua realtà che, in Italia, va oltre il presente ma, per avere un futuro, deve allargare la visuale all'Europa, nel rapporto con le nuove direttive dell'Unione Europea. Problemi affrontati dal recente convegno promosso a Mantova dal Gruppo Acque Interne e Promiscue di Atena, nato nel 2006 e che già riunisce più d'un centinaio di imprese. Lo presiede l'ingegner Carmelo Telesca. Sulla motonave Andes 2 della NaviAndes Negrini, erano rappresentate imprese di navigazione del Mincio-Po, del Brenta, del Delta padano, della Laguna di Marano, di Venezia, del Tevere; dei laghi Maggiore, di Como, di Garda, di Bracciano; la cantieristica con Maccari Leandro & C. di Governolo; l'Interporto di Rovigo. Poi gli enti preposti: ministero dei Trasporti; Agenzia interregionale per il fiume Po; Azienda regionale navigazione interna; Servizi integrati infrastrutture e trasporti; Rete dei porti della navigazione interna del Nord Italia. Per le istituzioni: Province di Mantova (vicepresidente Claudio Camocardi) e Cremona (vicepresidente Agostino Alloni). Coordinato dal professor Antonio Fiorentino, presidente nazionale di Atena, il dibattito si è allargato a tutti i problemi ma, per la presenza di Willem Zondag, della Direzione generale Energia e Trasporti della Commissione Europea, ha riguardato in particolare la Direttiva 2006/87/CEE sulle norme di sicurezza che, con il 30 dicembre 2008, dovranno essere applicate per i natanti di nuova costruzione. «La direttiva si riferisce a modelli come il Reno e altri grandi fiumi europei in rete - spiega Giuliano Negrini di NaviAndes - ma la situazione italiana è del tutto particolare, richiede chiarimenti e deroghe per non essere penalizzante, anche per gli sviluppi del trasporto in acque interne». In tema di prospettive, si è insistito sul rilancio del trasporto commerciale sulla rete idroviaria Padano-Veneta (Po-Mincio), sulle idrovie Mantova-Adriatico e della Litoranea Veneta: le ricadute positive sulla riduzione dei costi di trasporto, sull'alleggerimento del traffico stradale e dell'inquinamento sono ben note. Anche per la navigazione interna la burocrazia è complicata, dispersa tra vari enti: è stata sollecitata l'istituzione di un Ufficio Nazionale della Navigazione Interna, ad evitare appunto l'attuale frammentazione delle competenze. Il convegno è stato patrocinato dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti; dalle Province di Mantova e Cremona. Sponsor Maccari Leandro & C. con altre imprese private del settore. (rda)

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In arrivo le bici dei comunali (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

In arrivo le bici dei comunali Tutti i giorni dall'Incompiuta in ufficio a pedali RIVA. Sarà Santa Lucia a portare la bicicletta ad un grupetto di dipendenti del comune di Riva. Nel corso dell'estate scorsa, su proposta dell'assessore Matteotti, la giunta aveva accettato di acquistare dei velocipedi da mettere a disposizione dei venticinque impiegati pendolari dichiaratisi disposti a lasciare l'auto nell'interrato del comprensorio (che dispone di molti più posti di quanti non siano gli occupanti) e raggiungere l'ufficio sulle due ruote, ecologiche e sportive. Un po' i lavori in corso per il teleriscaldamento, un po' la burocrazia dell'acquisto, invece che a metà settembre com'era stato anmnunciato, le biciclette arrivano a dicembre. Nelle settimane scorse gli uffici hanno provveduto a chiedere a cinque venditori presenti sulla piazza (cicli Pederzolli, Rosà, Stop anda go di Borto0lameotti, Bikbike di Paolo Ricciuti e cicli Adami) di mandare la loro miglior offerta per una bicicletta con ben specificate caratteristiche, semplice e robusta, in maniera da risolvere fin dall'acquisto il problema della manutenzione. Fra le risposte ottenute è stata scelta quella di Rosà che la chiesto, per un modello marca Hazard che andava bene all'amministrazione, 224,90 euro l'uno. La giunta ha ora deliberato la spesa di 5622,50 euro.

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La burocrazia appieda Babbo Natale (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

di Gianluca Marcolini La burocrazia appieda Babbo Natale Per il trenino fra Arco e Riva occorrono troppe autorizzazioni La legge obbliga ad istituire un servizio pubblico in piena regola con tanto di tariffe e orari Bruno Lunelli: «Una scappatoia ci sarebbe ma serve flessibilità nell'interpretazione della norma» ARCO. Babbo Natale dovrà arrangiarsi in altra maniera per portare a spasso i bimbi della Busa. Il suo trenino, ghiotta novità delle iniziative che quest'anno fanno da contorno al mercatino asburgico, non potrà fare avanti e indietro sulle strade dell'Alto Garda. A fermare locomotiva e vagoni, stavolta, non è lo sciopero di qualche categoria sindacale ma la burocrazia provinciale: per andare da Arco a Riva il «Treno di Natale» deve avere le stesse autorizzazioni della Trentino Trasporti. A meritare il poco ambito premio di «Scrooge» del 2008 è la ferrea normativa trentina che in un colpo solo ha rovinato la festa a grandi (i commercianti che organizzano i mercatini di Arco) e piccini (i tanti bambini pronti a salire sul trenino rosso). Per la burocrazia non c'è Natale che tenga: il trenino, per viaggiare, deve avere tutte le autorizzazioni del caso. Per quelle previste dal codice della strada non ci sono problemi perché il mezzo ha tanto di targa, quindi può circolare ovunque, ed è conforme alla normativa antinquinamento. A mettere i bastoni fra le ruote, invece, è la legge che disciplina il trasporto urbano. Il servizio che andrebbe a svolgere il trenino, infatti, viene equiparato a quello della Trentino Trasporti e pertanto necessita delle medesime concessioni, compresa una delibera della giunta provinciale. Ad accorgersi di questo inghippo sono stati gli stessi organizzatori e gli uffici municipali al momento di ottenere il via libera definitivo. «In buona sostanza dovremmo dare vita ad un servizio di trasporto pubblico in piena regola - commenta amareggiato Bruno Lunelli, presidente dell'Assocentro che allestisce i mercatini - con tanto di tariffe e orari. E' difficile commentare tutto questo. Eppure una scappatoia ci sarebbe. La legge, infatti, prevede una sorta di "deroga" se il servizio viene istituito in occasione di qualche manifestazione. Ecco perché, durante il mercatino, il trenino può circolare tranquillamente. Il problema nasce dal fatto che dal 6 dicembre si vorrebbe collegare Arco con Riva. Non si tiene, però, conto che pure nel centro storico rivano va in scena un evento natalizio. Basta considerare le due iniziative come un tutt'uno e il gioco è fatto. E' una questione di elasticità». «Il trenino - prosegue Lunelli - ha anche un significato educativo perché richiama la gente all'utilizzo di mezzi alternativi all'auto. E' una sorta di "Car Charing" e non fa concorrenza agli altri servizi pubblici e privati». L'ultima speranza, a questo punto, è affidata nelle mani dei due sindaci e alla loro volontà di "aggirare" la normativa. In questo caso i vigili chiuderanno serenamente gli occhi...

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Oggi i funerali dell'imprenditore ammazzato a Belo Horizonte (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

LA SALMA DI CARMINE SACCO PROVENIENTE DAL BRASILE FERMA PER OLTRE QUATTRO ORE ALL'AEROPORTO La sorella: «Nessun aiuto dalla Farnesina Ci sono italiani di serie A e di serie B» Oggi i funerali dell'imprenditore ammazzato a Belo Horizonte [FIRMA]MASSIMILIANO PEGGIO CANDIOLO Un pomeriggio intero in un hangar dell'aeroporto di Malpensa in attesa di timbri, controlli di polizia e nullaosta della dogana. Si potrebbe quasi definire un'odissea, il rientro in Italia della salma di Carmine Sacco, l'imprenditore di 49 anni ucciso due settimane fa in un agguato in Brasile, nella città di Belo Horizonte. Per giorni i familiari hanno dovuto combattere contro le procedure delle autorità locali, superando le barriere internazionali, al telefono, e organizzare il viaggio di ritorno. Ieri, alla fine, la salma è stata bloccata per quattro ore e mezzo in aeroporto da altra burocrazia: quella italiana. «Nessuno ci ha aiutato. A parte il contatto con il console italiano a Belo Horizonte, dalla Farnesina non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata. Ci sono italiani di serie A e di serie B. Mio fratello, purtroppo, era solo un piccolo imprenditore che si guadagnava da vivere all'estero. Evidentemente non era così importante da interessare il Governo» dice amareggiata la sorella Nicolina, residente a Candiolo. Proprio a Candiolo, oggi alle 15, si terranno i funerali, nella chiesa di San Giovanni Battista. «Mi dispiace insistere - aggiunge la donna - ma anche quando è stato ucciso, lo abbiamo saputo tramite un passaparola di conoscenti, non certo attraverso i canali ufficiali. Strano modo di essere informati su un fatto tanto grave». Originario del Salernitano, Carmine Sacco si era trasferito in Brasile da oltre sette anni. Conviveva con una donna brasiliana, dalla quale ha avuto una figlia di 4 anni e mezzo. Inizialmente aveva lavorato come capo officina, poi con un socio brasiliano aveva creato la «Dispomec», un'azienda di progettazione e realizzazione di componenti per il settore automobilistico. Una scommessa imprenditoriale inserita tra le tante attività sorte negli ultimi anni attorno al polo industriale creato dal Gruppo Fiat, alla periferia di Belo Horizonte. L'omicidio è avvenuto il 21 novembre scorso, nel tardo pomeriggio. Carmine Sacco era nella sua ditta, stava lavorando. Probabilmente ha ricevuto una telefonata ed è uscito all'esterno dello stabilimento. Un tranello. Di fronte al portone della fabbrica, due uomini in motocicletta lo hanno freddato sparandogli addosso nove colpi di pistola. Non ha avuto scampo. La vittima era in società con un imprenditore brasiliano. Stando a fonti locali, i loro rapporti negli ultimi tempi erano molto tesi: Sacco, avrebbe addirittura ricevuto ripetute minacce. Minacce regolarmente denunciate alle polizia di Belo Horizonte. «Al momento non sappiamo nulla sugli sviluppi dell'inchiesta. Anche in questo caso il Governo è assente e non ci sta aiutando a ottenere giustizia. Da soli non possiamo fare molto» afferma la sorella.

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napoli, l'inchiesta dei veleni sul "patto degli appalti" - napoli (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 1 - Prima Pagina Il caso Triangolo di politici nelle indagini Napoli, l´inchiesta dei veleni sul "patto degli appalti" NAPOLI Il fatto è che una manina si è portata via dagli uffici della Direzione investigativa antimafia di Napoli una copia delle intercettazioni dell´indagine che, nel suo avvio e senza alcuna ironia, gli investigatori chiamavano Magnanapoli. Dicono fonti vicine all´inchiesta che ora il boccino ce l´hanno in mano un paio di "barbe finte" ? di spioni ? che distillano veleni con almeno tre obiettivi ormai espliciti. 1. Azzoppare un´inchiesta che, presto svelerà come sinistra e destra, governo cittadino e opposizione consiliare vivono, a Napoli, d´amorosi sensi quando si discute e si decide di appalti e affari. 2. Regolare qualche conto in sospeso tra le burocrazie della sicurezza. 3. Soffiare «per input politici e gerarchici» il nome di innocenti, incappati nelle intercettazioni telefoniche, per farne colpevoli da sbattere sui giornali. Bisogna allora cominciare da qui ? dalla disinformazione ? per diradare qualche nebbia. L´operazione consente di vedere all´opera le manine galeotte, gli utilizzatori en plein air, i virtuali beneficiari, gli sventurati target. Uno sventurato target è Antonio Di Pietro. Suo figlio Cristiano, 34 anni, al tempo consigliere provinciale di Campobasso, si mette in contatto con Mario Mautone, provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise. Mal gliene incolse. SEGUE A PAGINA 6 DEL PORTO A PAGINA 7

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un successo i pacchi anticrisi i macellai: già a gennaio il bis - marco trabucco (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina V - Torino L´associazione di categoria fa pace con Altamura: presto arriverà il contributo Un successo i pacchi anticrisi I macellai: già a gennaio il bis Il Comune sta pensando a una busta di frutta e verdure a prezzo calmierato MARCO TRABUCCO I pacchi spesa anticrisi, in vendita a 6 euro nelle macellerie di Torino e provincia, hanno avuto un successo «superiore ad ogni aspettativa»: in tutto ne sono stati acquistati 45 mila durante il periodo in cui l´iniziativa è stata in vigore: e cioè da settembre a novembre, negli ultimi dieci giorni del mese, per coprire le difficoltà che molte famiglie incontrano per la cosiddetta «quarta settimana». A fornire la cifra del successo è stato, ieri il presidente dell´Associazione provinciale macellai, Sergio Demo, che ha annunciato anche di avere già allo studio «qualcosa di nuovo per il prossimo anno». Un nuovo progetto per venire incontro ai consumatori in questo momento di crisi su cui però «preferisce, per adesso, non dare anticipazioni». L´offerta della spesa a sei euro era stata proposta da 121 macellai di Torino e Pinerolo, (meno della metà del totale di questo tipo di esercizi commerciali). Comprendeva due etti e mezzo di prosciutto cotto, un pacco di pasta da mezzo chilo, quattro hamburger da un etto l´uno e un vasetto di yogurt. «Si tratta di prodotti tutti di prima qualità. E l´iniziativa non aveva nessuno sponsor», ha voluto sottolineare Demo. Un progetto analogo (che garantiscono all´Ascom ha avuto uguale successo) era stato varato anche dall´Associazione Commercianti: «Commercio amico» il nome dell´iniziativa che è durata dal 14 al 29 novembre e che ha visto centinaia di gastronomie, negozi di alimentari, di ortofrutta, anche minimarket della Crai e panificatori, mettere a disposizione dei consumatori speciali «borse della spesa», sempre al costo di sei euro, e con differenti combinazioni di prodotti a seconda dell´esercizio commerciale che lo proponeva. Demo è però polemico con il Comune: «L´amministrazione civica aveva promesso di aiutarci a ripianare almeno le spese dei cartelloni che pubblicizzavano l´iniziativa e delle buste dentro le quali, con un contributo di cinquemila euro, ma finora non abbiamo visto neppure un soldo. E abbiamo sborsato ben ventimila euro. Siamo soddisfatti di questa iniziativa a favore della città, siamo molto sensibili e volevamo dimostrarlo, ma aspettiamo il sostegno che c´era stato promesso». «Demo si tranquillizzi - replica Alessandro Altamura assessore al commercio del Comune - la delibera che stabilisce il pagamento di quei cinquemila euro è stata varata due settimane fa e i soldi saranno versati entro pochi giorni. Sono i normali tempi della burocrazia. Noi siamo molto favorevoli a queste iniziative e infatti intendiamo proseguire la collaborazione: con l´Ascom pensiamo di riproporre a partire da gennaio l´idea di «Commercio amico». Inoltre sto lavorando perché, sempre a partire dai primi mesi del 2009, parta un progetto di spesa ortofrutticola a chilometri zero o quasi: anche qui potrebbe trattarsi di pacchetti di prodotti piemontesi in vendita a prezzi calmierati in tutti i 45 mercati rionali di Torino».

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dal brasile al burkina faso la strada dà spettacolo con i balli urbani e sociali di "afro e oltre... e altro" - claudia allasia (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XIV - Torino Dal Brasile al Burkina Faso la strada dà spettacolo con i balli urbani e sociali di "Afro e oltre... e altro" Storie di schiavitù ed emancipazione di vitale allegria e di ribellione dal Sud del mondo CLAUDIA ALLASIA Prima di raccontare «Danze in rivolta», titolo e tema della 9° edizione del Festival internazionale di danza e musica «Afro e oltre... e altro» (in scena da stasera a lunedì 8 dicembre alle Fonderie Limone) fondato e diretto dai fratelli Genero con l´insostituibile apporto di Rosanna Zingaretti, è doveroso dire «chapeau!», tanto di cappello: ai nove anni faticosi e bellissimi del festival e alla passione di tre persone in lotta perenne con il bilancio, la burocrazia, i visti incompleti e gli equivoci dei dialetti, tre persone che, da sole, sono riuscite nell´impresa di creare un festival ammirato da tutti. E ora possiamo dire di «Danze in rivolta», scelte dal Festival in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Sono danze di strada, urbane, nere o afro-brasiliane, arrivano da quartieri difficili del Sud Africa, del Brasile e degli Usa dove svolgono un ruolo educativo e sociale offrendo nuovi orizzonti ai giovani ribelli. Per la serata inaugurale, stasera e domani alle 21, i sedici ballerini della brasiliana Companhia de DanÇa Balé de Rua (di Uberlandia, nello stato di Minas Gerais) presentano in prima nazionale O Corpo negro na danÇa, con le coreografie di Marco Antonio Garcia e le musiche di Nanà Vasconcelos, Marlui Miranda e i poemi di Neide Arcanio. Rivelazione della Biennale de Lyon 2002, la compagnia nel 2007 ha inaugurato il primo Centro Balé de Rua, coinvolgendo 160 ragazzi su una popolazione di 500 mila. E, nei primi tre mesi di quest´anno, è stata ospite al Trianon di Parigi, facendo ogni sera il tutto esaurito. Lo spettacolo che vedremo parla d´amore, allegria e celebrazione della vita, per evidenziare le capacità di resistenza del corpo negro, che ha saputo cadere e rialzarsi lungo i trecento anni della schiavitù. Domani arrivano dal Sud Africa i dieci performers della compagnia Via Katlehong Dance - che prende il nome da Katlehong, banlieue dell´East Rand celebre per le insurrezioni degli anni 80 - con lo spettacolo Nkululeko (in prima nazionale) creato per celebrare i dieci anni di libertà del Paese. Pochi gruppi come questa Compagnia hanno saputo portare sulla scena l´energia e la rabbia del pantsula, l´hip-hop africano generoso e ludico, che somiglia sia alla danza Zulu che alla tape dance, mescolando sia lo steps che il gumboots dei minatori, eseguito con gli stivali di caucciù dalle claquette metalliche. Domenica invece, dal Burkina Faso, arriva Babemba, spettacolo «engagé» della Compagnie Faso Danse Théatre dedicato alle quattro figure storiche dell´Africa contemporanea: Patrice Lumumba, Thomas Sankara, Kwamé Nkrumah e Nelson Mandela. Firmano la coreografia, attuale ma rispettosa della tradizione, Serge-Aimé e Lacina Coulibaly, anche interpreti, con altri tre danzatori, altrettanti musicisti e la cantante Djénéba Koné. Il finale lunedì, con la proiezione di Rize, docu-film sulle danze di strada che il fotografo David LaChapelle ha immortalato con sguardo da antropologo (nel 2006), come ponte tra i riti tribali e la loro configurazione post-moderna. Chiude la performance live degli statunitensi Tommy the Clown & Hip-Hop Clowns.

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quaranta mesi dopo, l'iter riparte da zero (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 13 - Regione Quaranta mesi dopo, l'iter riparte da zero Le prime carte depositate nel settembre 2005. Ma la «Via» è lunga TREVISO. Si trascina ormai dal settembre del 2005 il lunghissimo iter per l'approvazione dei due inceneritori per rifiuti industriali proposti da Unindustria. Quaranta mesi in cui le polemiche si sono alternate ai colpi di scena. La burocrazia infatti prevede come primo passo l'approvazione da parte della commissione regionale Via (valutazione d'impatto ambientale) dei due impianti. Solo dopo il verdetto dei commissari, esclusivamente tecnico e consultivo, spetterà alla giunta regionale rilasciare le definitive autorizzazioni. I due progetti in questione, per impianti che saranno localizzati a Mogliano e a Silea, verranno trattati in contemporanea. Un anno e mezzo fa la commissione regionale per la Via aveva iniziato ad analizzare gli studi presentati da Iniziative Ambientali, stabilendo l'elenco dei comuni che, in quanto interessati dalle emissioni, avrebbero avuto il diritto di relazionare e produrre osservazioni in sede di Via. Pochi mesi dopo però quell'elenco è stato reso praticamente nullo da una nuova normativa che regola i sistemi di analisi. In sostanza si dovrà ripartire da zero. In primavera poi sarebbero giunte dalla Regione delle richieste di integrazione al progetto direttamente a Iniziative ambientali. Nel luglio scorso, la società gemmazione di Unindustria ha redatto e consegnato a palazzo Balbi due nuovi progetti, che sono appunto quelli che illustriamo in questa pagina. Le previsioni, ma non c'è ancora alcuna conferma ufficiale a riguardo, dicono che nei primi mesi del 2009 i commissari della Regione Veneto cominceranno a prendere in mano il metro cubo di carta che costituisce progetto e studio d'impatto ambientale dei due impianti. Da quel momento in poi l'iter dovrebbe essere più snello. Una volta ottenuto il parere consultivo della commissione, la giunta Galan dovrà autorizzare o meno. (fe.cip.)

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sgravi energia: via la retroattività, resta il tetto (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 3 - Attualità Sgravi energia: via la retroattività, resta il tetto DIETROFRONT ROMA. Migliaia di proteste e sugli incentivi energetici arriva un mezzo dietrofront del governo. «Abbiamo presentato un emendamento che sopprime le norme del decreto anticrisi sulle spese per la riqualificazione energetica», dice Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente. «Cancelleremo il comma 10 sulla retroattività», fa sapere il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nell'audizione alla Camera. «A chi dobbiamo credere - dice Ermete Realacci, Pd - a Tremonti o a Prestigiacomo? Il governo chiarisca la confusione. Il dietrofront di Tremonti rimedierebbe a una palese illegalità, ma non ripara il segnale di arresto nei confronti di una misura che tiene assieme la sfida ambientale e il rilancio dell'economia e dell'occupazione». «È difficile applicare un tetto annuale alle risorse ad uno sconto che si spalma su più anni» segnala l'economista Stefano Fassina, consigliere economico del governo ombra che sottolinea che se un credito d'imposta supera la stima del governo significa che sta funzionando e che, in questo caso, producono gettito su un altro fronte: attraverso l'Iva che si paga sugli interventi e sulle imposte che si pagano sui lavoratori che vengono impiegati. E' la polemica di questi giorni, che ha scatenato una valanga di proteste, con migliaia di lettere, mail, telefonate arrivate a Palazzo Chigi: riduzione drastica degli incentivi fiscali (sotto forma di detrazione) per chi installa pannelli solari, fotovoltaici, per chi aggiorna la caldaia, mette vetri antidispersione del calore. Insomma per tutti quelli che credono nel risparmio energetico e investono soldi per realizzarlo. Le norme dell'articolo 29 del decreto varato venerdì scorso (commi 6-11, vedi testo pubblicato su cittadinolex.It) stabiliscono che la detrazione è sì al 55%, ma tocca solo a chi si prenota in fretta, per gli altri niente. Con una novità contro ogni tentativo di snellire la burocrazia: il «silenzio negazione». Basta che la notizia si diffonda ed è un putiferio. All'origine c'è «la riqualificazione energetica degli edifici esistenti» prevista dai commi 344-349 della Finanziaria 2007, varata dal governo Prodi. 55% di detrazioni fiscali fino a 100mila euro da spalmare su tre anni negli interventi che tagliavano almeno il 20% il fabbisogno di riscaldamento invernale. E poi a scalare detrazioni per altri interventi, sempre al 55%, ma con importi massimi di 60mila e 30mila euro. Poi è arrivato il decreto legge di venerdì scorso: tutto cancellato, ovvero, la detrazione c'è ancora, ma non tocca a tutti. C'è un tetto di spesa (82,7 milioni per il 2009, 185,9 per il 2010 e 314,8 per il 2011). E per il 2008? Si rientra nel tetto di spesa 2009, va fatta domanda fra il 15 gennaio e il 27 febbraio del prossimo anno, se l'amministrazione finanziaria non ti risponde entro 30 giorni vuol dire che non hai diritto allo sconto perché i soldi sono finiti. In un solo comma, il 10 dell'articolo 29 del decreto, vengono sancite due novità assolute: la retroattività della norma e il «silenzio negazione», ovvero il contrario di ciò che serve per rendere più svelte le pratiche. Se l'amministrazione non risponde non ti paga e, quindi, risparmi

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Social card: consegnate vuotenon si sa quando farle caricare (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Social card: consegnate vuotenon si sa quando farle caricare benefit & burocrazia A tre giorni dall'avvio del servizio c'è confusione sul meccanismo di ricarica e su quante tessere sono state spedite a Genova 04/12/2008 ATTORNO ALL'AVVIO del servizio della social card, la tessera destinata ai ceti sociali più deboli, continua a regnare la più totale confusione: non sono chiari i tempi e i meccanismi di ricarica, i soggetti deputati alla compilazione dei moduli di richiesta (lo stesso beneficiario o enti terzi), il numero delle schede destinate alle province, i prodotti e le catene commerciali toccate dal provvedimento (tanti negozianti non sono stati avvisati dell'iniziativa). A rimanere nel dubbio soprattutto gli anziani: chi, materialmente, dovrebbe fruire del bonus dei 40 euro mensili. La carta acquisti, riservata agli over 65 con trattamento pensionistico o assistenziale inferiore ai 6 mila euro lordi annui (8 mila per gli over 70) dovrebbe essere utilizzata solo per generi alimentari e bollette energetiche, escludendo la possibilità di prelevare contanti. Ma come verrà effettuata la ricarica, una volta esaurita la scorta? L'accredito verrà erogato automaticamente ogni bimestre (80 euro). «Le autorità competenti procederanno alla verifica periodica della sussistenza dei requisiti - si legge nel documento consegnato dalle poste su funzioni e utilizzo della card - In caso di perdita degli stessi il titolare del beneficio sarà avvertito mediante lettera al proprio domicilio, e la carta disattivata». Ma chi effettuerà materialmente l'accredito bimestrale? «Il Ministero dell'Economia - spiegano al dipartimento genovese di Poste Italiane - che darà mandato alle poste di effettuare la ricarica. Così come avviene per il pagamento delle pensioni: l'Inps dà mandato a noi che siamo coloro cui materialmente si rivolge l'utenza». A destare dubbi l'avvio stesso del servizio: a 3 giorni dalla consegna delle prime tessere (vuote) ancora non si sa quando verrà erogata la prima ricarica di 120 euro, comprensiva dei mesi da ottobre a dicembre. Mistero anche sul numero delle card spedite dal Ministero dell'Economia ai depositi provinciali delle poste incaricati della distribuzione agli uffici sul territorio: nel comparto genovese una cifra ancora non è stata quantificata. F. AM. 04/12/2008

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obiettivo 2, l'ue promuove il friuli venezia giulia (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

I commissari: è stata una regione pioniera che ha anticipato la programmazione post-Lisbona. In sei anni investiti 670 milioni e creati 2.000 posti Obiettivo 2, l'Ue promuove il Friuli Venezia Giulia Pronti altri 303 milioni di euro per ricerca, sostenibilità ambientale e sviluppo territoriale UDINE. Più di 300 milioni da impiegare nella ricerca, la sostenibilità ambientale e lo sviluppo territoriale: l'annuncio è atteso stamattina, nell'Auditorium della sede della regione in via Sabbadini a Udine, nell'ambito del Docup Obiettivo 2, programma comunitario grazie al quale sono stati investiti 670 milioni (oltre il 90% delle risorse impiegate), creati 2.000 posti di lavoro e avviati 2.262 progetti, di cui 1.400 in area montana (e 700 in fascia C altamente disagiata), 1.500 imprese coinvolte e 338 opere pubbliche finanziate per una spesa ammissibile di 230 milioni. Il bilancio - «più che lusinghiero» - delle iniziative attuate in Friuli Venezia Giulia grazie all'Obiettivo 2 nel periodo di programmazione 2000-2006 è stato presentato ieri nella prima giornata dei lavori. Iniziative che «hanno permesso - ha spiegato il vicedirettore relazioni internazionali e comunitarie della Regione, Giuseppe Napoli - coinvolgendo pubblico e privato di imprimere una significativa accelerazione alla crescita delle aree più svantaggiate del territorio regionale, come la montagna, consolidando l'occupazione, favorendo la riconversione e l'innovazione produttiva, promuovendo una maggiore integrazione con le aree più dinamiche». All'evento di apertura del Docup Obiettivo 2 hanno partecipato nella sessione della mattina, moderata da Francesco Forte per l'Autorità di gestione, rappresentati della Commissione europea e del ministero dello Sviluppo economico. Secondo Stefano Zilli, che per la Commissione Europea ha seguito le pratiche dell'Obiettivo 2, «il Friuli Venezia Giulia è stata una regione pioniera, che ha dedicato un intero asse del programma allo sviluppo di progetti in area montana anticipando così i criteri che informeranno la programmazione post-Lisbona in cui il riferimento al territorio risulterà più marcato». Tra i comparti che secondo Zilli maggiormente fruiranno del beneficio di questi anni di progettualità appena conclusi c'è di certo il turismo, «che nel 2000-2006 è stato elemento caratterizzante». In merito alla nuova fase 2007-2013, dedicata alla «Competitività regionale e occupazione» e che dovrà mettere a disposizione risorse per oltre 303 milioni di euro (altri 70 milioni saranno garantiti dalla Regione per eventuali overbooking progettuali), Napoli ha indicato «nella ricerca, nel trasferimento tecnologico e nella sostenibilità ambientale» i principali obiettivi su cui concentrare lo sforzo progettuale, auspicando una «forte lobby tra economia, politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo». L'esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l'offerta di ricerca, un'esperienza sottolineata nell'intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico, Giuseppina Caldarola, che dal 1994 segue la regione, sarà a questo proposito preziosa. «Il Friuli Venezia Giulia è tra le uniche regioni, se non l'unica, ad aver dimostrato di saper focalizzare questa capacità di mediazione, di animazione e di guida per il trasferimento tecnologico - ha affermato Caldarola - e si tratta di una capacità che non si improvvisa, ma che ho avuto modo di constatare e seguire da anni».

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<Errori nei quiz della patente> Ma il ministero non risponde (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Errori nei quiz della patente» Ma il ministero non risponde la storia Enzo Ristagno, agente di commercio, ha intrapreso una battaglia in nome delle migliaia di automobilisti vittime della burocrazia 04/12/2008 stella. Storia Kafkiana quella di Enzo Ristagno, agente di commercio al quale per guida senza cintura di sicurezza sono stati decurtati tutti i punti della patente. Il signor Ristagno, reo confesso dopo aver pagato le sue multe, si prepara ridare l'esame nei pochi ritagli di tempo che il lavoro gli concede. Ma scopre che molte delle domande dei quiz possono avere una doppia o tripla risposta esatta, che sono mal poste ed equivoche. «Chi ha fatto questi quiz - - si chiede Ristagno - Probabilmente un impiegato del Ministero che passa le giornate in ufficio e a lavorare va in autobus, pagato anche coi miei soldi di contribuente. Posso assicurare che una buona parte di suddetti quiz non hanno praticamente nessuna relazione con la vita vera e e un buon dieci per cento della restante metà sono formulati in modo, se non volutamente o meno, obiettivamente fuorviante». L'unica soluzione è studiare le 800 schede a memoria , ma si fa lavorando 12-14 ore al giorno per 5.000 km. al mese? Iniziano a partire una serie di fax e e-mail nelle quali Enzo Ristagno , da buon cittadino, segnala gli errori e la sua condizione: per lavorare, e di conseguenza pagare le tasse, e mantenere la famiglia ha bisogno di quella patente. Chiede fra il serio e l'rionico una "pena" alternativa , magari di essere assegnato a lavori socialmente utili come si fa coi peggiori delinquenti o «20 frustate, una per punto, e non se ne parla più». La prima mail è per il Ministero dei trasporti. Ristagno chiede che gli venga indicato un responsabile al quale rivolgersi. Nessuna risposta. Seguono altre mail e finalmente qualcuno si fa vivo per rispondere enel più freddo burocratese con un consiglio. «Gentile signore bene ha fatto a inviare la sua istanza ma le suggeriamo comunque di prepararsi ad affrontare l'esame». Ed è lì che l'automobilista ha uno sprazzo d'orgolio e noi tutti ci sentiamo solidali con il signor Ristagno quando scrive ai burocrati del Ministero : «comunque vada , lor signori, potete togliermi la patente, anche la vita terrena se è per questo. Ma di sicuro non potrete mai togliermi il mio onore e la mia dignità». e.r. 04/12/2008

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il morellino, gioiello per l'europa (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 10 - Grosseto Il Morellino, gioiello per l'Europa La Toscana lo porta a Bruxelles come uno dei suoi prodotti di punta BRUXELLES. La Toscana, insieme alle altre Regioni europee dell'Associazione dei prodotti d'origine (Arepo), ha incontrato a Bruxelles la commissaria Ue all'agricoltura Mariann Fischer Boel. Nell'occasione le regioni di Arepo hanno presentato le loro osservazioni al Libro Verde della Commissione Ue sulla qualità dei prodotti agricoli, accompagnate da una scelta particolarmente attraente di alcuni dei loro migliori prodotti di origine, che la commissaria si è soffermata a degustare. Nello stand della Toscana, la commissaria Fischer Boel ha potuto trovare una scelta di sette prodotti ai quali la Commissione ha riconosciuto la certificazione di origine: il lardo di Colonnata Igp, il prosciutto toscano Aop, il fagiolo di Sorana Igp, il pecorino toscano Aop, il miele della Lunigiana Aop, il Morellino di Scansano 2006 Aop, l'olio extravergine di oliva toscano Igp. Fischer Boel ha illustrato alle regioni le scelte che hanno presieduto alla redazione del Libro Verde, prima tappa verso una comunicazione della Commissione europea prevista nel prossimo mese di maggio, da cui dovrà partire una revisione del sistema delle certificazioni di qualità. «Il regime delle indicazioni di origine è vittima del suo stesso successo - ha detto la commissaria - e per questo va rivisto, semplificandone la burocrazia e aggiungendo qualche criterio supplementare che consenta di limitare le approvazioni a non più di 100 marchi di qualità ogni anno». Alla commissaria le Regioni di Arepo hanno manifestato la loro preoccupazione per il rischio di una diminuita protezione in un mercato in cui i prodotti europei di qualità non possono contare sulla concorrenza dei prezzi. Le Regioni si sono dette d'accordo con l'intenzione della Commissione europea di rafforzare le indicazioni di origine, grazie a campagne di comunicazione e promozione, purché vengano individuati fondi supplementari e queste campagne non si fermino all'Europa ma riescano a parlare anche ai consumatori del mercato globale.

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La riforma dell'Università premia meriti e qualità (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

La riforma dell'Università premia meriti e qualità enrico musso Ho vissuto e lavorato nell'Università per 24 anni, dalla laurea all'elezione in Parlamento. Ho studiato e insegnato in Italia e all'estero, confrontando università di diversi Paesi. Il quadro dipinto da alcuni colleghi («poche mele marce, ma il sistema funziona, migliora, l'unico problema sono le scarse risorse pubbliche») è una balla. L'Università che conosco io è diversa. E non perché qualche barone fa vincere il concorso al figlio, cosa che non succede quasi mai. Il problema è un'Università che spesso recluta ricercatori e docenti premiando più l'anzianità o i servizi resi che le capacità scientifiche e didattiche. Che non differenzia carriere e stipendi in base ai risultati. Che agli studenti non chiede più un alto livello di impegno e di studio, né offre una cultura e una formazione adeguata. E chiede loro tasse sempre più alte, vendendo quel che le rimane, garantito da un monopolio di legge: il "pezzo di carta", il valore legale del titolo. E reintroduce una selezione sulla ricchezza, contrario dell'uguaglianza delle opportunità che è fondamento di una società aperta. La causa non è l'assenza di risorse. È l'egualitarismo che ignora il merito. L'idea che il diritto allo studio sia il diritto al titolo, e non all'opportunità di studiare; che la "produttività" si misuri, com'è oggi, con il numero di laureati e la rapidità della laurea. Certo, la carenza di risorse non aiuta. Ridurre la spesa pubblica è purtroppo una necessità, non una scelta, dopo decenni di politica irresponsabile che ha generato un debito e una pressione fiscale fra i più alti del mondo. Ma qualunque risorsa iniettata in un corpo così malato può solo indebitare il malato, ma non guarirlo. È cruciale, invece, che il decreto del ministro Mariastella Gelmini, ora approvato, abbia reso i tagli "selettivi", anziché colpire insieme buoni e cattivi. L'autonomia senza responsabilità ha generato spese senza controllo, alti costi di burocrazia e funzionamento, scarse risorse per la ricerca. Ora, invece, solo le Università relativamente "virtuose" accederanno al reclutamento di nuovi ricercatori. E una quota crescente del finanziamento pubblico sarà erogata sulla base della qualità della didattica e della ricerca, valutata secondo criteri internazionali. Oggi gli Atenei sono valutati sul numero dei laureati, e ciò li spinge ad attrarre studenti con qualunque mezzo - come la promessa di voti alti e titoli "facili"- e poi a laurearli rapidamente. Al contrario di oggi, le risorse saranno utilizzate in massima parte per nuovi ricercatori. E le commissioni, sorteggiate e non più elette, saranno formate da soli ordinari (ponendo fine alla possibilità che candidati in un concorso siano contemporaneamente commissari in un altro, a fianco dei loro stessi giudici). Importanti segnali per ostacolare il "pilotaggio" dei concorsi. Innalzare la qualità del reclutamento restituirà finalmente speranze a chi vale e si impegna, ma è oggi alla merce di commissioni combinate capaci di preferire candidati mediocri dalle qualità spesso inconfessabili. Il disegno della futura riforma individua le altre linee guida fondamentali: riduzione dell'enorme numero di corsi con nomi fantasiosi e prospettive professionali improbabili; ritorno ai concorsi nazionali per fermare la farsa dei concorsi locali in favore dei candidati indigeni; avanzamenti legati alla sistematica valutazione dei risultati. Misure a costo zero, che permetteranno di concentrare le risorse sui punti di eccellenza che l'Università italiana tuttora mantiene. E la strategia di premiare l'eccellenza per moltiplicarla può finalmente permettere la concorrenza virtuosa fra Atenei, basata su corsi eccellenti e prospettive di lavoro, in luogo di una concorrenza al ribasso fatta di studi facili, voti alti, titoli inutili. Perché l'Università torni a promuovere le opportunità dei giovani e con esse la crescita culturale, civile ed economica del Paese. Enrico Musso è senatore della Repubblica, gruppo Pdl. 04/12/2008

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regione, ecco le prime misure anticicliche (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina V - Bari La manovra Pubblicati i tre bandi per contratti di programma, aiuti alle imprese e sostegno alla ricerca: pronti 246 milioni di euro Regione, ecco le prime misure anticicliche Sono stati pubblicati i primi tre bandi delle misure anticrisi della Regione Puglia. La modulistica è sul www. sistema. puglia. it. I bandi sono i Contratti di Programma regionali, che sviluppano investimenti per 550 milioni di euro mettendo in campo 130 milioni di fondi pubblici. Sul web anche il bando per gli aiuti alle medie imprese ed ai consorzi di piccole e medie imprese per programmi integrati di agevolazione che determinano investimenti per 270 milioni di euro, grazie ad 88 milioni di risorse pubbliche. Altro bando quello relativo agli aiuti agli investimenti in ricerca per le piccole e medie imprese: 70 milioni gli investimenti sviluppati rispetto a 28 milioni di fondi pubblici. Il maggior interesse delle imprese si è concentrato sui Pia, seguiti dal bando sulla Ricerca che ha registrato un flusso di contatti di gran lunga maggiore del previsto, in ultimo i Contratti di Programma. In tutti e tre i casi le domande dovranno essere presentate a partire dal 19 gennaio. Per i Pia e i Contratti di programma è prevista la procedura a sportello, che si chiude con l´esaurimento delle risorse, nel caso della Ricerca per le PMI invece la data di scadenza è il 20 marzo. Le novità più rilevante riguarda proprio gli Aiuti alla Ricerca. Con questo bando fa il suo ingresso per la prima volta nella burocrazia regionale la posta elettronica certificata. Chi desidera partecipare a questo avviso ha a propria disposizione l´innovativa modalità on-line. Non più lettera raccomandata e documenti, ma posta elettronica e autocertificazione, purché la posta elettronica sia certificata e il legale rappresentante abbia la firma digitale. Questa procedura permette di risparmiare carta e costo della documentazione, ma soprattutto di abbattere i tempi del 50 per cento. Si calcola che - informa una nota dell´assessorato allo Sviluppo economico della Regione Puglia - dall´uscita del bando alla graduatoria provvisoria si possa velocizzare di sei mesi l´intero iter. «Un´innovazione fondamentale - afferma il vice presidente della Regione, Sandro Frisullo - soprattutto in tempi di crisi, tant´è che è stata prevista dallo stesso Tremonti nella propria manovra anticiclica. Solo che nel caso del governo nazionale la novità sarà operativa fra tre anni.

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La ricerca contro la crisi (sezione: Burocrazia)

( da "Manifesto, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

UNIVERSITÀ La Cgil presenta la sua riforma. In vista dello sciopero generale del 12 «La ricerca contro la crisi» Le proposte alternative: fondi all'edilizia, ricambio generazionale Eleonora Martini ROMA La formazione come tema centrale dello sciopero generale indetto da Cgil, Cobas, Cub e Sdl intercategoriale, per il prossimo 12 dicembre. Perché «è del tutto evidente la relazione tra la necessità di investire sui sistemi della conoscenza e i modi con cui si può uscire dalla crisi economica e sociale». Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, introduce così la grande convention ospitata ieri nell'aula magna della facoltà di Lettere dell'università Roma Tre e organizzata dal suo sindacato per presentare alcune proposte concrete alternative ai tanto contestati provvedimenti governativi su scuola, università, ricerca e Afam (Alta formazione artistica e musicale). Un programma di lavoro che prevede «una svolta radicale e non aggiustamenti a interventi già varati», e che accoglie le istanze rivendicate nelle piazze dal movimento degli studenti, dei maestri e dei docenti - prime tra tutte, le grandi manifestazioni della scuola del 30 ottobre e degli universitari del 14 novembre - ma che è comunque «una base di partenza da cui aprire una grande campagna di ascolto». Dialogo, dunque, a trecentosessanta gradi. Ma, come dice a conclusione dei lavori Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil, «se restano 8 miliardi di tagli, di cosa si vuole dialogare?». Perciò, prima di tutto l'Flc chiede che venga «sospesa l'attuazione dei provvedimenti approvati e si ritirino quelli in via di approvazione». Fare carta straccia dunque della legge 133/08, del decreto 112, meglio conosciuto come l'"ammazza precari" di Brunetta, e la legge Gelmini sulla scuola. Da qui in poi si può cominciare a ragionare, sempre che siano tenuti ben fermi alcuni capisaldi. Pantaleo li riassume così: ogni euro risparmiato dislocando meglio le risorse va reinvestito nell'istruzione; occorre un piano straordinario pluriennale che stanzi fondi certi sull'edilizia scolastica; bisogna puntare ad un «serio ricambio generazionale di tutto il corpo docente e non solo nella prospettiva di stabilizzazione dei precari, ma con l'ampliamento massimo del turnover». In particolare, per la scuola, «l'idea del maestro unico è inaccettabile». Anzi, la programmazione didattica necessita di un «profondo e strutturale cambiamento» che ricollochi l'istituzione a contatto con la realtà sociale, liberandola da «nozionismo e burocrazia». Perciò va «salvaguardato il tempo pieno, ridotta la didattica frontale, potenziati i laboratori e favorita la valutazione». E come obiettivo da perseguire, l'obbligo scolastico a 18 anni: «Quello fino a 16 anni sia privato degli equivoci che ancora gli gravano addosso con la riconferma del canale di serie B della formazione professionale». Per il sistema universitario invece al primo punto c'è la salvaguardia della sua natura pubblica, lasciando al privato «un ruolo di utile integrazione, uno stimolo e una risorsa». L'abolizione graduale del numero chiuso garantisce il diritto allo studio universale. Per spalancare poi le porte ai giovani docenti, servono nuove regole per il reclutamento: un contratto triennale retribuito, con garanzie sul rapporto di lavoro, al termine del quale una «valutazione seria della qualità e della produzione scientifica del candidato dà luogo all'accesso al ruolo di ricercatore». I finti concorsi per i passaggi di fascia vanno eliminati. Mentre l'Agenzia nazionale di valutazione voluta dall'ex ministro Fabio Mussi e mai avviata, giudicherà la qualità degli atenei per una distribuzione «giusta» dei fondi. «Perché crediamo - sottolinea Pantaleo - che la meritocrazia sia effettivamente l'unico riferimento». Ma «un ruolo forte nella definizione del merito e degli obiettivi deve essere restituito agli studenti, a chi l'università la vive». Infine, la ricerca, il cui «Programma nazionale deve diventare uno strumento essenziale per la definizione del Dpef con l'obiettivo di superare la frammentazione degli interventi e coordinare le politiche per la ricerca scientifica e tecnologica, anche per sostenere i progetti d'innovazione industriale». Vanno istituiti inoltre «uno o più fondi specifici, distinti da quelli ordinari e alimentati da risorse aggiuntive». Con queste proposte, insomma, l'Flc-Cgil risponde a chi l'accusa di essere il sindacato del no. Alle altre sigle tende ancora una mano, ponendo sul tavolo tre questioni aperte: contratti, regolamenti attuativi della legge Gelmini sulla scuola, e riforma di università e ricerca. «Se riusciamo a trovare una sintesi su questi punti, bene. Altrimenti - conclude Pantaleo - andremo ai tavoli con le nostre opinioni e soprattutto proseguiremo il nostro percorso di lotta».

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Social card, i più poveri scivolano sulla burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

MILANO ATTUALITA' pag. 2 Social card, i più poveri scivolano sulla burocrazia Sindacati tempestati di telefonate ma poca gente alle Poste: fra norme e postille, un vero calvario di ALBINA OLIVATI ? MILANO ? ISINDACATI sono tempestati dalle telefonate. Le persone, che sperano di essere tra chi ha diritto alla social card o carta acquisti sono molte di più di quelle che ne avrebbero diritto. La card dà la disponibilità di 40 euro al mese. In posta, non si vede ancora nessuno a ritirarla, perché oltre alla necessità di avere determinati requisiti, c?è da superare lo scoglio della documentazione. «Chiamano e vogliono sapere come devono fare per avere la carta. In due giorni in 39 hanno chiesto il calcolo dell?Isee», specifica Vincenzo Vita, responsabile Cat Cisl di Milano. LA DOMANDA più frequente riguarda i titoli: «C?è chi pensa di farcela e poi non ce la fa. Tra le altre cose, non bisogna avere depositi bancari che superino i 15 mila euro». Il problema più grosso però è il calcolo Isee (indicatore di stato economico equivalente, ndr.), il riccometro per intenderci, e i Caf sono al lavoro. «I parametri da considerare sono diversi. C?è la questione delle utenze, non più di una per gas e luce, le famiglie, con un reddito non superiore ai 6 mila euro, devono avere un bambino con meno di 3 anni oppure bisogna essere pensionati. Il provvedimento riguarda chi ha più di 65 anni e un reddito massimo di 6 mila euro. Se invece l?età va dai 70 anni in su, il tetto non deve essere oltre gli 8 mila». LA CGIL ha sempre criticato il provvedimento: «No, non siamo d?accordo, però se qualcuno viene a chiedere informazioni noi aiutiamo» afferma Metello Cavallo, direttore Inca. Ieri, al Caf si sono presentate 4 persone. «Abbiamo 20 sedi e non abbiamo ancora raccolto i dati. A Rho, ad esempio, non s?è presentato nessuno, a Melegnano in 10. Parlo di richieste di informazioni. Stiamo fissando degli appuntamenti. Tutti domandano dell?Isee, condizione necessaria per accedere alla carta. Nel calcolo entrano anche le erogazioni assistenziali». All Cgil fanno l?esempio di un invalido che, con l?integrazione, arriva a percepire 620 euro al mese ed è così tagliato fuori dalla social card. Cavallo consiglia di stare molto attenti all?autocertificazione, possibile al capitolo utenze. «In caso di dichiarazione inesatta e senza la prova della buona fede, le sanzioni sono veramente dure». Il responsabile Inca aggiunge: «Questi sono soggetti non abituati a usare una carta magnetica, immagino cosa potrà succedere. Poi, in caso di smarrimento, le operazioni sono troppo complicate». DAL CAF UIL confermano che da lunedì sono cominciate ad arrivare parecchie richieste di aiuto. Soprattutto per la compilazione del modulo recapitato per posta dall?Inps. «Non sanno che si devono presentare all?ufficio postale con l?Isee. Per ottenere la carta bisogna essere poveri, poveri. Se una persona vive con un figlio che lavora, perde ogni diritto». Buona volontà, pazienza e aiuto è quanto occorre per raccogliere la documentazione da presentare in posta, dove gli impiegati sono pronti e documentati. Le carte acquisti sono arrivate.

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PREDAZZO - Con voto unanime, e dopo una lunga discussione, il consiglio comunale di Predazzo ha approvato martedì sera anche il nuovo regolamento per la diffusione dell'edilizia so (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

PREDAZZO - Con voto unanime, e dopo una lunga discussione, il consiglio comunale di Predazzo ha approvato martedì sera anche il nuovo regolamento per la diffusione dell'edilizia sostenibile PREDAZZO - Con voto unanime, e dopo una lunga discussione, il consiglio comunale di Predazzo ha approvato martedì sera anche il nuovo regolamento per la diffusione dell'edilizia sostenibile. In esso, viene sostanzialmente fissato il sistema dei punteggi riguardanti i vari livelli di prestazione degli edifici, attraverso i quali sarà possibile accedere agli incentivi programmati. In altre parole, l'obiettivo di fondo è quello di orientare le trasformazioni territoriali verso modelli costruttivi rispettosi dei limiti di sostenibilità degli ecosistemi ambientali, elevando gli standard di qualità e di comfort degli edifici residenziali, attraverso una progettazione che considera l'organismo edilizio in tutte le sue componenti, ecologica, biologica e sociale. Obiettivo che si raggiunge attuando tutti o parte dei requisiti di sostenibilità previsti dalla norma. Come contropartita, sono previsti incentivi di natura economica, con la riduzione degli oneri di urbanizzazione in proporzione ai punteggi conseguiti nella valutazione finale del Comune, ed incentivi di superficie, con incrementi della superficie utile lorda edificabile fino al 10% per le destinazioni residenziali e fino al 15% per quelle ricettive alberghiere. Il regolamento si articola in tre sezioni: le norme e le procedure, i requisiti di sostenibilità e le strategie con le prescrizioni tecniche. In esso vengono anche previste in dettaglio la procedura di assegnazione degli incentivi e le modalità di verifica e controllo da parte del Comune dei progetti e delle realizzazioni, con la decadenza degli incentivi ed eventuali sanzioni per la mancata realizzazione del progetto di sostenibilità da parte del titolare della concessione edilizia. L'architetto Eccheli , affiancato dall'ingegner Celva dello Studio Bioengeenering di Trento, ha illustrato nei particolari i contenuti tecnici ed operativi del regolamento, che il sindaco Silvano Longo ha battezzato come «un cambiamento culturale, in grado di garantire la crescita della sensibilità dei cittadini», con la soddisfazione «per essersi dotati di uno strumento efficace nella direzione giusta». Unanime la condivisione da parte del consiglio, anche se Nicolò Tonini ha segnalato, a suo parere, due carenze: l'eccessiva onerosità dell'iter amministrativo e la limitatezza degli incentivi nelle fasce centrali della tabella punti. «Condivido in parte le perplessità di Tonini» ha commentato il sindaco. «Il miglioramento della qualità della vita è difficile da ottenere di fronte al morbo della burocrazia. Importante comunque è partire. Poi si potranno fare, anche a breve scadenza, tutti gli aggiustamenti del caso». «Un passo importante verso una nuova direzione» lo ha giudicato Maria Bosin della minoranza. Tutti d'accordo, pur con le raccomandazioni ricordate sopra, al momento del voto. M. F. 04/12/2008

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Oggi essere indigente è complicato Bisogna slalomeggiare fra i requisiti E rischi di essere segnato per sempre (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

MILANO ATTUALITA' pag. 2 Oggi essere indigente è complicato Bisogna slalomeggiare fra i requisiti E rischi di essere segnato per sempre C?ERANO UNA VOLTA I POVERI. Poveri e basta, antitesi dei ricchi. Il loro opposto. Poveri. Anche se un poeta del cinema come Vittorio De Sica i suoi poveri (per l?occasione i milanesissimi barboni) li faceva salire gioiosamente in cielo montati sulle scope. «Taci tu, che sei povero», sbatteva il bambino ricco in faccia al meno fortunato coetaneo e raramente un manrovescio paterno si abbatteva sulla gota paffuta. I tempi sono cambiati. Oggi essere poveri è anche complicato. Fare la domanda per la social card o carta acquisti che sia significa addentrarsi in una selva assolutamente oscura di calcoli di parametri, valutazioni del riccometro, verifiche sull?anagrafe, la prole, il reddito, le utenze. Con un pericolo: in caso di dichiarazione inesatta sono pronte ad abbattersi severe sanzioni. E valla a dimostrare, caro signore povero, la tua buona fede, la nessuna volontà di dolo, insomma il fatto che oltre a essere nullatenente sei anche onesto e per nulla furbetto. Ecco allora che la possibile validità della iniziativa rischia di perdersi nel labirinto della burocrazia, nei meandri oscuri dove si annida tutto ciò che è difficile, astruso, ostico al palato e al senso comune. La gente fa la coda davanti alle poste, tempesta di telefonate i sindacati invocando chiarimenti. La signora Rosa e il pensionato Francesco si assoggettano ad attese di ore. La social card da 40 euro, si dovrebbe concludere, convince, viene richiesta. Quella tessera magnetica è appetita. A una condizione. Che la card non diventi il bollino blu dell?indigenza. Sarebbe triste e ingiusto. D?accordo per la social. Dissenso totale sulle pubbliche patenti di povertà. Meglio i poveri di De Sica, allora.

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Ottanta nuovi alloggi in via Terranera (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mori, martedì il consiglio comunale ha approvato la lottizzazione alle porte del paese Ottanta nuovi alloggi in via Terranera MORI - In via Terranera, di fronte alla stazione dei carabinieri, sorgerà un complesso residenziale di 22 mila metri cubi, suddivisi in circa 80 alloggi. Nel consiglio comunale di martedì sera è infatti stata approvata la lottizzazione del comparto 1 nel cartiglio 45, riguardante proprio la zona di via Terranera. Su questi terreni, oltre agli appartamenti, saranno quindi migliorate le opere di urbanizzazione primaria, come la pista ciclabile, il verde privato ed il viale alberato. «Via Terranera - spiega il sindaco di Mori Mario Gurlini - è una via d'accesso importante al paese per chi proviene da sud. Ormai è quasi totalmente edificata, manca solo da intervenire sulla vecchia "masera". Per quella ragioneremo con i proprietari e vedremo cosa realizzare». A sollevare qualche discussione nell'aula consiliare è stato poi il tema del organizzazione all'interno del comune. «Attualmente - spiega Valter Gazzini, assessore al turismo - i compiti dei vari uffici sono fortemente compartimentati, segmentati. Ognuno si limita a svolgere il suo pezzettino di incarico e spesso la pratica prima di essere conclusa deve subire innumerevoli passaggi in altri uffici rallentando di fatto ogni iniziativa». A peggiorare la situazione ci ha pensato poi un incarico rimasto a lungo scoperto a causa di un avanzamento di carriera. «Non è vero che i dipendenti pubblici sono fannulloni. Semplicemente sono ingabbiati in una burocrazia assurda che rallenta tutti i procedimenti e li costringe ad una pazzesca corsa all'immediato, lasciandoli sempre in emergenza. Per ora almeno abbiamo rimediato al posto scoperto con un contratto a tempo determinato» spiega Gazzini. La soluzione auspicata per risolvere i problemi organizzativi in municipio sarebbe la creazione di una sorta di front-office proprio all'entrata del comune, uno sportello in grado di rispondere alle più diffuse esigenze dei cittadini, circa il 70% delle richieste, senza costringerli ad inoltrarsi nel labirinto della struttura interna e permettendo in questo modo ai dipendenti un più rapido svolgimento delle pratiche. «Anche di pomeriggio, quando gli uffici sono chiusi al pubblico, in comune c'è un grande andirivieni di gente che cerca informazioni. Con uno sportello sempre a disposizioni tutto ciò si risolverebbe e i cittadini sarebbero più soddisfatti» conclude Gazzini. L. Ga. 04/12/2008

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Caldirola, dal rischio fallimento al rilancio (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

LECCO: PRIMO PIANO pag. 2 Caldirola, dal rischio fallimento al rilancio La storica azienda vinicola salvata da un gruppo piemontese che punta ai mercati dell?Est MISSAGLIA di DANIELE DE SALVO ? MISSAGLIA ? SINO A UN PAIO di mesi fa le prospettive della «Casa vinicola Caldirola» erano tutt?altro che buone. I dissidi tra gli ex soci di maggioranza facevano temere il peggio, con il rischio addirittura della chiusura e del licenziamento in tronco di tutti i dipendenti. I nuovi vertici della società, presentata ufficialmente ieri nella sede di via San Bartolomeo di Contra, hanno però scongiurato in extremis il naufragio di una delle più antiche e floride società della Brianza, fondata nel 1897 e in grado di muovere 65 milioni di euro all?anno. A salvare la storica azienda ci hanno pensato un gruppo di investitori piemontesi con interessi nel settore e tre componenti che facevano parte del vecchio management. I PRIMI ci hanno messo soprattutto i soldi per consentire all?attività di proseguire, gli altri l?esperienza e la passione. Questi ultimi sono Michele Redaelli, ex direttore finanziario, nominato ora amministratore delegato; Luigi Maggioni, responsabile commerciale ed Enzo Priamo, intermediatore tra i produttori. Svolge invece il ruolo di presidente Renato Gaggiano, costruttore edile. «I primi risvolti concreti del passaggio di mano - ha spiegato il neo amministratore delegato - sono già riscontrabili, perché abbiamo assorbito tutto il personale, 77 unità in tutto che altrimenti avrebbero perso il posto. Non solo: abbiamo assunto anche due persone che facevano capo a una cooperativa. Inoltre si è salvato anche l?indotto». Per il futuro le aspettative sono comunque molto più ambiziose. «Intendiamo far registrare ancora aumenti di fatturato e di quote di mercato nonostante le inevitabili difficoltà». Ciò significa consolidamento degli affari a livello italiano, attraverso i canali della grande distribuzione, ma pure un?espansione all?estero, specialmente nell?Europa dell?Est. ENTRO IL 2009 inoltre la srl che adesso gestisce l?importante marchio dovrebbe arrivare ad acquistare definitivamente gli stabilimenti, compreso quello di Gattinara, attualmente in carico mediante la formula dell?affitto del ramo d?azienda. A dispetto del periodo di crisi, interna ma anche economica, per la vinicola, che si occupa sostanzialmente di imbottigliare e smerciare vini da tavola, i danni sono stati comunque limitati, grazie alla reputazione conquistata e alla solida rete di distribuzione. «I DATI DI ANALISI sono molto confortanti - ha confermato Maggioni -. Siamo il primo operatore privato italiano e nei canali della grande distribuzione la nostra è una posizione di assoluto prestigio. La proiezione di fatturato 2008 è di 50 milioni di euro: sostanzialmente stabile. Ma si guarda al futuro». Di qui la decisione ad esempio di immettere in commercio una bottiglia da 1 litro, invece dei tradizionali 0,75 centilitri e una confezione in brick, ovvero in cartone, con lo scopo di diventare punto di riferimento sia dei produttori che dei consumatori, mantenendo sempre vantaggioso il rapporto tra la qualità e il prezzo. Senza dimenticare nel contempo i piccoli agricoltori e le aziende agricole che forniscono la materia prima. «I più penalizzati in questo campo sono proprio i contadini che lavorano le vigne - ha commentato Priamo - e lo dico a ragion veduta perché io sono figlio di contadini. La legislazione e la burocrazia rendono la vita impossibile e i guadagni quasi nulli».

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La ricerca che non produce Pochi brevetti in Italia (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2008-12-04 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE I tagli Diminuiscono i finanziamenti pubblici, nonostante gli impegni dell'incontro di Lisbona La proposta Vescovi: «No al posto a vita, sì a controlli ogni 5 anni per capire come si lavora» La ricerca che non produce Pochi brevetti in Italia «Aiuterebbero a far rientrare i cervelli» Q ual è la materia prima del nostro Paese? Il cervello, dicono in molti. Nel Rinascimento si investiva nel genio e in Italia. Tempi lontani. Leonardo da Vinci oggi lavorerebbe negli Stati Uniti. Ricerca e brevetti non sembrano più essere il motore del nostro sistema produttivo. Ancor più di fronte a una crisi economica mondiale come l'attuale. «Investire in ricerca», è la ricetta su cui puntano Barack Obama a Nicolas Sarkozy. «Non tagliate in questo settore», ammonisce governo e Parlamento il presidente Giorgio Napolitano. Nella realtà, la situazione non è rosea. Il 2009 si annuncia ancor più povero in fondi pubblici e privati. Le multinazionali, in crisi nei Paesi d'origine, non possono certo favorire l'Italia. Il problema, però, è anche quello dei brevetti: va bene pochi soldi, ma almeno produttivi. Quanti brevetti vengono dalla ricerca italiana in Italia? Pochi in proporzione a quelli firmati dagli italiani all'estero. Soprattutto in campo biomedico. «Dietro alla scrivania di Antonio Giordano alla Temple University o nello studio di Carlo Croce all'Ohio University spiccano decine di brevetti firmati da italiani», racconta Ignazio Marino, anche lui chirurgo e ricercatore negli Stati Uniti prima dell'elezione a senatore del Pd. E' made in Italy il 10-20% di quanto brevettato nelle università americane. Diverso in Italia. Eccellenza nelle pubblicazioni scientifiche, disinteresse nei brevetti. In particolare in medicina. I Politecnici, il San Raffaele, la Normale di Pisa hanno da anni un ufficio brevetti. Altre università si sono attivate dal 2002-2003. Ancora poche. Registrare un brevetto biomedico può costare 20-30 mila dollari negli Stati Uniti, anche il doppio in Italia. Quindi, meglio che del brevetto si occupino altri. Per esempio le aziende farmaceutiche. «La cultura della ricerca in Italia va cambiata — ammonisce il sottosegretario del Welfare, Ferruccio Fazio —. I pochi fondi vanno erogati per progetti e valutati all'inizio e durante la loro realizzazione da una commissione di esperti internazionali. Modello che ho già indicato per i nostri fondi». E le aziende si adeguano. La Fondazione Lilly, per esempio, d'ora in poi adotterà questi criteri per finanziare la ricerca in Italia con, ogni anno, un grant di 360.000 euro (durata 4 anni) al miglior progetto di ricerca selezionato nel campo delle scienze per la vita. «Il problema — commenta Enrico Garaci, presidente dell'Istituto superiore di sanità — è che oggi in Italia esiste una profonda divaricazione tra la produzione di conoscenza e la sua valorizzazione economica e sociale. L'Italia da sola crea il 4% della conoscenza mondiale con una vasta produzione scientifica, eppure nella classifica della competitività nei Paesi Ocse il nostro Paese occupa solo il 46Ë? posto». Come fare? Due le vie: attrarre investimenti; puntare di più sui brevetti. «Un modo per far rientrare i cervelli», dice il senatore Marino, che avverte: «Salvo modifiche, dai 331 milioni e 628 mila euro della finanziaria Prodi per il 2008, la manovra Tremonti in discussione taglia 35 milioni e mezzo alla ricerca sanitaria». E i brevetti? Risponde Antonio Giordano: «Un modo per far rientrare i ricercatori perché vuol dire che ci sono loro progetti approvati e finanziati». A Lisbona i big europei erano d'accordo: più fondi alla ricerca. L'Italia aveva assicurato di arrivare al 3% del Pil, dall'1,1 del 2008. Ora scende allo 0,9-1% (pari a 810 milioni di euro). La Francia, invece, aumenta del 50% il budget destinato alla ricerca. Anche la Svezia, prima in Europa (4,27% del Pil), ha deciso di destinare altri 500 milioni di corone alla ricerca per il 2009. «Cominciamo a dire no al posto a vita, istituendo controlli regolari ogni 5 anni», dice Angelo Vescovi, biologo cellulare dell'università Milano-Bicocca. Milano-Bicocca ha un ufficio brevetti. Però non ne esiste uno a livello istituzionale e non lo hanno nemmeno le nostre charity. O meglio Telethon lo ha istituito l'anno scorso. Chiara Cecchi è responsabile del trasferimento tecnologico: «Nei bandi di quest'anno il 40% dei diritti è nostro». L'Airc invece non ha nulla. Il suo centro d'eccellenza, l'Ifom, ha però brevettato tre marcatori tumorali. Qualcosa sta cambiando in Italia. Le charity americane e inglesi con i brevetti finanziano altre ricerche. Peraltro il nostro Paese non è appetibile per studi sull'uomo. Le multinazionali preferiscono Est Europa, Cina, India, Malesia: meno burocrazia, volontari meno costosi, assicurazione inesistente o ridotta al minimo. «Al contrario — dice Filippo De Braud, ricercatore oncologo dello Ieo —, attira fondi la nostra ricerca clinica precoce sui farmaci anticancro». Grazie anche a un network di coordinamento nato dieci anni fa: la Fondazione Sendo ( South european new drug organisation). Dice il direttore Silvia Marsoni: «Coordiniamo centri in Svizzera, Italia e Spagna. In 10 anni abbiamo testato 23 nuovi farmaci». Infine, alle multinazionali che investono non piace la lentezza italiana nell'autorizzare i farmaci innovativi. L'Aifa di Guido Rasi garantisce: «Accelereremo». E spunta, in un convegno di Novartis, l'ipotesi di una «corsia preferenziale» per chi investe in Italia (come in Francia). Il senatore Pdl Antonio Tomassini aggiunge: «Valuteremo anche un credito di imposta per chi fa ricerca da noi». Mario Pappagallo

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SAPPIAMO che nei giorni scorsi sono state effettuate ... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ANCONA AGENDA pag. 7 SAPPIAMO che nei giorni scorsi sono state effettuate ... SAPPIAMO che nei giorni scorsi sono state effettuate molte visite nei cantieri per scovare e sanzionare lavoro nero e infrazioni alle norme di sicurezza; tema a noi molto caro, visto che da sempre siamo impegnati sulla informazione e formazione alle imprese, oltre che nella prevenzione attraverso il comitato paritetico territoriale, che ci vede, assieme ai sindacati dei lavoratori, effettuare mensilmente centinaia di visite nei cantieri, per indicare la corretta applicazione delle norme. Riteniamo infatti che le imprese che praticano ampiamente lavoro nero e non rispettano le norme di sicurezza devono essere colpite duramente perché, oltre screditare l?intero settore, fanno concorrenza sleale alle imprese più serie, mettendole fuori mercato. Capita però alcune che alcune imprese ispezionate ci chiamino per contestare una sanzione, e scopriamo che queste sono spesso imprese serie e strutturate, con lavoratori in regola tutti con il loro cartellino, il casco e scarpe antinfortunistiche, impalcature a regola d?arte, che però vengono sanzionate ugualmente per irregolarità formali. Dobbiamo ricordare che il numero dei soli adempimenti relativi alla sicurezza per ciascun cantiere sono 62, senza parlare delle decine di adempimenti, denunce, versamenti e burocrazia che si connette ai rapporti di lavoro e che sommerge le nostre piccole e medie imprese con costi e giornate di lavoro perse dietro le carte. Si tratta quindi di condividere la filosofia delle ispezioni, che a nostro avviso sono indispensabili, ma devono essere effettivamente finalizzate a garantire la sicurezza dei lavoratori e la regolarità del loro rapporto di lavoro. Più che concentrarsi sulle carte quindi, nelle quali qualche «virgola» può mancare, le ispezioni dovrebbero riguardare le questioni realmente importanti; la sicurezza è fatta di cose concrete: le impalcature, i presidi di sicurezza e l?organizzazione del cantiere. Inutile dire che i lavoratori dovranno risultare tutti regolarmente assunti e l?impresa essere in regola con i versamenti contributivi ed assicurativi. E? poi evidente che le imprese più irregolari sono quelle che neanche denunciano l?avvio di un lavoro e magari non vengono ispezionate perché non si ha conoscenza ufficiale del cantiere, mentre accade che imprese che fanno ogni sforzo per essere in regola vengano invece colpite per qualche cavillo, ed è facile sanzionare sulle carte. Sarebbe invece importante conoscere quante imprese sono state sanzionate perché gli operai lavorano in nero e quante perché non rispettate le norme tecniche di sicurezza nei cantieri. Mettiamo quindi a disposizione degli organismi ispettivi deputati ai controlli la nostra esperienza per un confronto ed una collaborazione continua rivolta a condividere le priorità ed a finalizzare l?attività ispettiva al più ampio rispetto delle regole. Annalisa Canuti Presidente del Collegio Costruttori di Ancona

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E Pantani scese dall'elicottero (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

La storia Ricorsi e condanne E Pantani scese dall'elicottero SAN MICHELE - Dieci anni fa sbarcava dall'elicottero a San Michele l'indimenticabile Marco Pantani per inaugurare l'unico punto vendita di Mercatone Uno nel Trentino Alto Adige. Tutti conoscevano questo marchio disegnato sulla maglia del grande campione delle due ruote; pochi sapevano, invece, che Mercatone Uno non era solo una squadra di ciclismo, ma la più importante catena italiana della grande distribuzione. Con Romano Cenni , fondatore e presidente di Mercatone Uno, Pantani salutò la folla accorsa nel negozio di San Michele ma ben presto gli ostacoli della burocrazia trentina smorzarono gli entusiasmi di Cenni e soci: la superficie di vendita era troppo estesa (3.200 metri quadrati) e la normativa provinciale ne consentiva solo 800. A tempo di record, nel giro di una sola settimana, l'ipermercato venne suddiviso in quattro negozi ma Cenni si chiedeva perché nello stesso periodo a pochi chilometri di distanza, nella vicina Mezzolombardo, veniva pubblicizzata l'apertura di un negozio di articoli sportivi con 2.000 metri di superficie di vendita. Il «caso» Mercatone Uno rimbalzò persino nelle aule giudiziarie dopo il ricorso alla magistratura presentato dall'Unione commercio e turismo; il sindaco dell'epoca Dario Chilovi e l'assessore alle attività economiche Livio Fadanelli furono condannati per aver rilasciato la deroga sulle superfici di vendita a Mercatone Uno mentre la competenza era della Provincia. Ora quei tempi sono passati e Mercatone Uno è oggi la più nota azienda commerciale dell'intera regione. 04/12/2008

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raid contro l'industriale anti-racket: "lasciato solo" - salvo palazzolo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 19 - Cronaca Raid contro l´industriale anti-racket: "Lasciato solo" Siracusa, furto nel cantiere di Vecchio: "Diventeremo come uno stato dell´Africa centrale" "Non serve uno stato di polizia, la sicurezza si ottiene con l´efficienza" SALVO PALAZZOLO PALERMO - All´inizio, sembravano solo banali furti. Ma sono proseguiti ogni mese, con singolare puntualità nel cantiere dove Andrea Vecchio, l´imprenditore simbolo dell´antiracket in Sicilia, sta realizzando l´impianto di illuminazione della strada Cassibile-Rosolini, in provincia di Siracusa. Il primo raid a maggio, il quinto la notte scorsa. Otto escavatori sono stati portati via, solo due nell´ultima incursione. Davvero troppo anche per Andrea Vecchio, abituato alle minacce delle cosche di mezza Sicilia e a una vita sotto scorta. «Non so che fare ? dice - sono indeciso tra chiudere il cantiere e licenziare i 45 dipendenti che ci lavorano o fare arrivare altri due escavatori e munire gli operai di armi, le armi di nuova consapevolezza contro il racket». Vecchio, che è presidente dell´associazione dei costruttori di Catania, ribadisce: «Io non mi fermerò, ma le istituzioni devono intervenire. Ho la sensazione che questa nostra Italia sia destinata a diventare come uno stato dell´Africa centrale nel breve periodo di quattro, cinque anni. Vedo un´inefficienza diffusa negli organi amministrativi burocratici e politici». è davvero amareggiato l´imprenditore che non si è fermato neanche davanti alle pesanti minacce del clan Santapaola di Catania, denunciando e facendo arrestare chi voleva imporgli il ricatto del pizzo: «Questo nostro paese ? prosegue - non riesce ad alzarsi e ad andare avanti. Non vorrei essere uccello di malaugurio ma secondo me questa è la strada che il paese ha intrapreso». Vecchio ha una sua idea ben precisa sul concetto di sicurezza: «Non serve uno Stato di polizia ? spiega - la tutela e la sicurezza si ottengono con l´efficienza, con le burocrazie che funzionano e con tutti gli adempimenti che si realizzano velocemente». Per decidere sul futuro del suo cantiere a Siracusa, Vecchio attende il comitato per l´ordine e la sicurezza chiesto al prefetto dopo l´ultimo raid. Intanto, dal mondo politico arrivano appelli bipartisan a restare. Il caso Vecchio suggerisce che Cosa nostra stia sperimentando nuove forme di intimidazione. «Sanno che non possono chiedermi soldi ? dice l´imprenditore ? tentano di darmi fastidio con lo stillicidio dei furti». La strada dell´antiracket in Sicilia è ancora in salita. Nonostante un numero sempre maggiore di imprenditori e di commercianti scelga di denunciare i ricatti degli esattori. Proprio ieri pomeriggio, il gup di Palermo Mario Conte ha condannato 13 fra boss e gregari che avevano seminato il terrore in provincia di Agrigento. Le indagini della squadra mobile, coordinate dai pm Gianfranco Scarfò, Fernando Asaro e Giuseppe Fici, avevano ricevuto la sperata svolta con le denunce di otto imprenditori, fra cui figura anche il vicepresidente di Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro. Dopo il blitz dell´anno scorso, a tempo record, sono arrivate le condanne, a pene fra i tre e gli otto anni, ma soprattutto i risarcimenti per le parti civili: gli imprenditori che hanno denunciato, poi anche Confindustria, la presidenza del Consiglio e la Regione Siciliana. Ma ad Agrigento restano ancora imprendibili i capi provinciali di Cosa nostra, sono latitanti Giuseppe Falsone e Gerlandino Messina. Dice Andrea Vecchio: «Questa nostra terra non merita tutto ciò. Le istituzioni intervengano al più presto».

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L'amore per l'agricoltura, qualche volta, è come il mal d'Africa. Magari fino ad... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 04 Dicembre 2008 Chiudi L'amore per l'agricoltura, qualche volta, è come il mal d'Africa. Magari fino ad un minuto primo non ne volevi sapere della campagna, poi ne sei preso all'improvviso totalmente. Luciano Capodicasa, 48 anni e due figlie che gli riempiono la vita, è veterinario all'Asl. Fino a quindici anni fa, dedicava tutta la sua giornata a curare gli animali e saliva da Spello sul monte Subasio per ammirare il panorama. Poi un colpo che in tutte le famiglie strappa un pezzo di cuore: la morte del padre. Luciano, «orgogliosamente figlio di contadini», comincia a guardare la campagna che il padre lavorava con altri occhi. Poi nel 1995 accade un episodio di ordinaria burocrazia, di quelli che ti fanno imbestialire. Il padre aveva ottenuto in affitto dal Comune un oliveto. Un funzionario telefona a Luciano e senza tanti giri di parole gli dice: devi restituircelo perché non sei abilitato a coltivarlo. E' la svolta, è l'inizio di una sfida. Luciano Capodicasa non molla l'oliveto al Comune e racconta: «Pensando che da un momento all'altro me l'avrebbero tolto, ho smesso di pagare il canone d'affitto. Si sono fatti sentire soltanto nel 2006». Comincia a coltivare gli olivi lasciati dal padre, ne prende in affitto altri, comincia ad acquistarli. Ora ne cura seimila. Molla la libera professione. Sale tutti i giorni sul Subasio, in località Calvarone, che è anche il nome dell'azienda, non più per godersi il bellissimo panorama della Valle Umbra, ma per faticare e godersi gli olivi. E per studiare, perché è convinto che l'olio umbro è splendido ma va cercata, giorno dopo giorno, la massima qualità. «Il mio concetto di qualità - sottolinea Luciano Capodicasa - non si limita al momento della spremitura ma comincia ben prima. Ho grande rispetto per l'ambiente e per l'agricoltura biologica, amore e rispetto per ciò che coltivo. La natura ci dà, ma dobbiamo creare le condizioni per un ambiente in cui gli ecosistemi siano rispettati. Nella campagna che coltivo, tutti gli animali sono i benvenuti; perfino i cinghiali. Faccio in modo che gli animali trovino sempre da mangiare. Rovinano un po' di campagna? Non importa. E' tornata perfino la pernice rossa tra i miei olivi, molti dei quali piantati quattro secoli fa. Non uso concimazioni tradizionali. Pulisco continuamente il manto erboso olivato per non lasciare spazio alle piante infestanti. Insomma, un ambiente in cui fauna e flora vengono trattate con rispetto». E il momento della raccolta? «Va fatta nel momento ideale, quando l'oliva è per un terzo verde, per un terzo violacea e per un terzo matura. Va fatta da personale istruito, stressando il meno possibile piante ed olive. Noi le mettiamo in cassette piccole, non in cassoni, con molte foglie e le portiamo al molino anche due volte al giorno. L'oliva la maciniamo rigorosamente a 20 gradi in modo che l'olio esca a 27-28 gradi e lo filtriamo. Tutti dicono di macinare a freddo, ma le macine di una volta danno la massima garanzia? Per me macinare a freddo è quando la pasta delle olive non supera i 20 gradi. E' questo per me il percorso della qualità». L'olio umbro è ottimo, quello ovviamente che esce dalle olive coltivate qui, ma ancora non si è riusciti a farlo volare davvero. Troppi campanilismi, troppi contributi a pioggia, promozione frammentata ed individualistica. «Ma soprattutto ho un cruccio - dice Luciano - e riguarda la cooperazione. Secondo me la struttura cooperativa è quanto di meglio per raccordare tantissimi piccoli produttori. Ma la cooperazione non va intesa come occasione per sistemare politicamente qualcuno. Deve esserci gente competente. Vanno coinvolti i produttori, vanno seguite le linee del mercato. Insomma, va fatto un salto di qualità. Quello che è riuscito, per esempio, al vino Sagrantino. Meno campanilismi, meno egoismi e più compattezza e capacità. Il mondo corre, la piccola Umbria può conquistarsi una nicchia di prestigio soltanto se riesce a catturare le migliaia di persone che amano mangiare bene. Dovrebbero aiutarci a costruire neli uliveti strutture per accogliere i turisti. E noi potremmo così al consumatore cos'è il nostro olio, come nasce, quale è la sua storia, come va usato. Io, per quel che posso lo faccio: mi metto ai fornelli, altra mia passione, e poi mi emoziono quando prendo la bottiglia d'olio». U.Na.

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UE: OBIETTIVO 2, 2 MILA NUOVI POSTI DI LAVORO IN FVG (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 04 Dicembre 2008 UE: OBIETTIVO 2, 2 MILA NUOVI POSTI DI LAVORO IN FVG Udine, 4 dicembre 2008 - Oltre il 90 per cento delle risorse impiegate con un investimento di 670 milioni di euro, 2000 posti di lavoro creati e 2262 progetti avviati, di cui 1400 in area montana (e 700 in fascia C altamente disagiata), 1500 imprese coinvolte e 338 opere pubbliche finanziate per una spesa ammissibile di 230 milioni di euro. E´ questo il bilancio più che lusinghiero delle iniziative attuate in Friuli Venezia Giulia grazie all´Obiettivo 2 nel periodo di programmazione 2000-2006, che "hanno permesso - ha affermato il vice direttore Relazioni internazionali e comunitarie della Regione, Giuseppe Napoli - coinvolgendo pubblico e privato di imprimere una significativa accelerazione alla crescita delle aree più svantaggiate del territorio regionale, come la montagna, consolidando l´occupazione, favorendo la riconversione e l´innovazione produttiva, promuovendo una maggiore integrazione con le aree più dinamiche". All´evento di chiusura del Docup Obiettivo 2, al quale è intervenuto nel pomeriggio di ieri il presidente della Regione, Renzo Tondo, hanno partecipato nella sessione della mattina, moderata da Francesco Forte per l´Autorità di gestione, rappresentati della Commissione europea e del ministero dello Sviluppo economico. Secondo Stefano Zilli, che per la Commissione Europea ha seguito le pratiche dell´Obiettivo 2, "il Friuli Venezia Giulia è stata una regione pioniera, che ha dedicato un intero asse del programma allo sviluppo di progetti in area montana anticipando così i criteri che informeranno la programmazione post-Lisbona in cui il riferimento al territorio risulterà più marcato". Tra i comparti che secondo Zilli maggiormente fruiranno del beneficio di questi anni di progettualità appena conclusi c´è di certo il turismo, "che nel 2000-2006 è stato elemento caratterizzante". In merito alla nuova fase 2007-2013, dedicata alla "Competitività regionale e occupazione" e che dovrà mettere a disposizione risorse per oltre 303 milioni di euro (altri 70 milioni verranno garantiti dalla Regione per eventuali overbooking progettuali), Napoli ha indicato "nella ricerca, nel trasferimento tecnologico e nella sostenibilità ambientale" i principali obiettivi su cui concentrare lo sforzo progettuale, auspicando una "forte lobby tra economia, politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo". L´esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l´offerta di ricerca, un´esperienza sottolineata nell´intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico, Giuseppina Caldarola, che dal 1994 segue la regione, sarà a questo proposito preziosa. "Il Friuli Venezia Giulia è tra le uniche regioni, se non l´unica, ad aver dimostrato di saper focalizzare questa capacità di mediazione, di animazione e di guida per il trasferimento tecnologico - ha affermato Caldarola - e si tratta di una capacità che non si improvvisa ma che ho avuto modo di constatare e seguire da anni". . <<BACK

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verso uno sportello unico per i pazienti (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 3 - Pordenone Verso uno sportello unico per i pazienti Troppa burocrazia: oggi in coda anche gli esenti da ticket. Liste d'attesa: ecco le priorità «Un ospedale forte ha bisogno di un territorio forte». Ed è per questo, secondo la Cgil, che i prossimi anni la sfida del territorio pordenonese non sarà solo quella di realizzare un nuovo ospedale, ma di creare una rete di servizi a misura di cittadino. Il primo passo - come spiegato in un convegno organizzato a Torre dai pensionati della Cgil - potrebbe essere il punto unico di accesso alla sanità, ovvero uno sportello che si prende in carico il paziente dalla fase informativa alla diagnosi. Lo sportello. La Regione, come anticipato dal direttore generale dell'Ass 6, Nicola Delli Quadri, attiverà nel 2009 una sperimentazione in due aziende del Friuli Venezia Giulia per costituire il punto unico di accesso alla sanità, ovvero il luogo fisico in cui il cittadino si reca per chiedere informazioni sui servizi ma anche per prendere appuntamenti, avere risposte su quale sia il percorso che deve seguire per accedere ai servizi. «Come azienda - ha detto Delli Quadri -ci siamo candidati a partecipare alla sperimentazione. Il negoziato sul piano aziendale partirà il 16 dicembre, poi la Regione deciderà». Il punto unico è uno dei livelli di integrazione dei servizi che l'azienda vuole raggiungere, ma non è l'unico. Liste d'attesa. «Un altro passo avanti - ha ricordato Delli Quadri - è stato il protocollo sottoscritto con i medici di medicina generale. Il problema delle liste d'attesa è annoso e di difficile soluzione, ma oggi i medici hanno le modalità per accorciare i tempi ai loro pazienti per alcune patologie». La Regione ha definito prioritario dare risposta, infatti, alle prestazioni radiologiche, oncologiche, dermatologiche e cardiologiche. Il Fap. Un altro esempio di integrazione di servizi è quello rappresentato dal Fap (fondo per l'autonomia possibile) psichiatrico. «Anche in questo caso - ha proseguito Delli Quadri - grazie alla previsione di un fondo idoneo da parte della Regione e alla collaborazione tra azienda, Dipartimento di salute mentale e Ambito socio assistenziale, sarà possibile realizzare progetti personalizzati per trattare persone affette da disagio mentale a domicilio. Il primo anno saranno una trentina i casi seguiti, a regime un centinaio». Cure palliative. In questo contesto si inserisce anche l'esperienza delle cure palliative che l'azienda, insieme all'ospedale Santa Maria degli Angeli, al Cro e al Policlinico e vuole estendere a tutta la provincia a partire dal 2009 dopo il progetto sperimentale che ha riguardato 120 persone e che ha dato buoni risultati. Burocrazia. «Siamo pronti a collaborare con le altre aziende - ha aggiunto il direttore del Cro di Aviano,Giovanni Del Ben - a mettere insieme risorse e competenze, mettendo in rete anche il volontariato». Prioritaria resta poi «la formazione degli operatori» e la riduzione dei problemi organizzativi ai pazienti. «Oggi le persone - ha ricordato Del Ben - devono affrontare le code per il ticket anche se sono esenti, hanno una tessera sanitaria dotata di microchip ma senza la vecchia tesseradi carta non possono fare nulla. C'è la necessità di superare la burocrazia». Il futuro. Gli investimenti nel territorio devono proseguire «e anche nell'attuale ospedale di Pordenone - ha evidenziato Diego Grizzo (Spi Cgil) - diversamente tra dieci anni ci troveremo un ospedale vecchio in un edificio nuovo e rischieremo di essere inglobati a Udine». Lo scenario che si delinea - secondo il referente nazionale dei pensionati Cgil, Bruno Benini - è quello che trent'anni fa, «quando il sistema delle mutue era al collasso e il paese viveva una crisi economica», portò alla creazione del sistema sanitario nazionale. Di quell'esperienza va mantenuta «l'universalità della risposta sanitaria e il principio di equità». Ciò che invece va contrastato oggi «sono i ricoveri impropri, le liste d'attesa, il mercantilismo delle prestazioni». Ecco perché «bisogna ridurre l'ospedalizzazione e avere risposte nel territorio: per avere un buon ospedale - ha evidenziato Benini - serve un buon territorio». Martina Milia

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protesta contro la burocrazia di gaia insieme a sindaco e difensore civico (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 7 - Pistoia Protesta contro la burocrazia di Gaia insieme a sindaco e difensore civico SAN MARCELLO. Cercare di rendere più semplice la complessa macchina di Gaia spa, il gestore unico del servizio idrico integrato, e portarla più vicina alle esigenze del cittadino. Era questo, in sostanza, lo scopo di Roberto Prioreschi, di professione architetto, che nei giorni scorsi si è presentato all'ufficio Gaia di Mammiano, accompagnato dal sindaco di San Marcello Carla Strufaldi e dal difensore civico Sonny Paccagnini. Prioreschi è stato ricevuto da cinque tecnici della società per affrontare alcuni problemi che lo riguardavano direttamente ma che per la loro natura sono gli stessi contro cui si scontrano quotidianamente numerosi altri cittadini-utenti. Funzionamento dei depuratori (con fuoriuscite di liquami), attese infruttuose al call-center di Gaia senza mai avere risposte esaurienti, essere costretti a farsi riconoscere attraverso un numero utente e non con i propri dati anagrafici e avventurarsi tra le difficoltà della distribuzione idrica senza riuscire a levarci le gambe. Ma questa è solo una piccola rosa delle problematiche che pesano sulle spalle del cittadino, il quale ha l'impressione di non essere abbastanza tutelato. «Mi è sembrato un incontro molto interessante - ha detto Sonny Paccagnini, difensore civico - perché molti problemi esposti dalla discussione di Proioreschi coincidono con quelli che effettivamente sono le contestazioni che maggiormente scaturiscono dai cittadini che si rivolgono al mio ufficio. Il problema "depuratore" è il più frequente, poi c'è la difficoltà in generale di risolvere piccoli quesiti a causa della complessità della macchina burocratica che sta dietro Gaia spa. D'altra parte, la maggior parte della popolazione è anziana e fa fatica a star dietro a tutte le regole». «Mi ha fatto piacere - spiega il sindaco Carla Strufaldi - essere presente all'incontro con Gaia spa. Di certe problematiche mi sono occupata anch'io in passato e sono rimasta favorevolmente colpita dalla disponibilità dimostrata da Gaia a cercare di fare il possibile». «Purtroppo - continua Sonny Paccagnini - Gaia non fa altro che far rispettare alla lettera il regolamento imposto dall'Ato, e se vogliamo modificare certi aspetti dobbiamo avere un confronto gerarchicamente più in alto. Comunque, è stato un incontro estremamente positivo». «La mia intenzione - ha spiegato Roberto Prioreschi - non voleva essere distruttiva, ma costruttiva. Visitando i siti internet in difesa dei consumatori, si nota vede che arrivano centinaia di lettere di protesta scritte da cittadini-utenti da cui risulta evidente che non solo Gaia, ma la totalità delle società che prestano servizi ai cittadini, non sono nel modo più assoluto al loro servizio, ma sembra il contrario. Bisognerebbe cercare, quindi, di frenare questa tendenza». (C.B.)

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Bonus fiscali sull'energia "Penalizzati con i tagli" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

ARTIGIANANI Bonus fiscali sull'energia "Penalizzati con i tagli" Critiche del presidente della Cna Lino Lomazzi al decreto governativo anche se «emendato» «Il decreto del governo penalizza le imprese artigiane impegnate nell'innovazione e non aiuta la ripresa economica». E' quanto sostiene Lino Lomazzi, presidente della Cna del Vco, a proposito delle nuove procedure che riguardano il bonus fiscale del 55 per cento a vantaggio di chi fa interventi per il risparmio energetico. Se prima era sufficiente fare una semplice domanda, ora le cose si complicano. Innanzitutto è stato fissato un tetto di risorse, in secondo luogo è necessario passare attraverso le selezioni dell'Agenzia delle entrate che introduce l'istituto del «silenzio-diniego», se alla richiesta non viene data risposta positiva entro trenta giorni. Il giudizio di Lomazzi sul decreto è negativo anche se ieri è stato annunciato un emendamento del ministro Prestigiacomo per modificarlo. L'unica certezza, però, riguarda la cancellazione della retroattività e forse del «silenzio-diniego». «E'un provvedimento - spiega Lomazzi - che introduce nuova burocrazia e aumenta i costi. E' incredibile che venga tolta una misura che aveva favorito la crescita di importanti settori dell'artigianato». Critiche al provvedimento anche da Pd e Rifondazione.

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dietrofront a metà sul bonus energia tremonti assicura: nessuna retroattività (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dopo le migliaia di proteste di chi ha messo in casa i pannelli solari Dietrofront a metà sul bonus energia Tremonti assicura: nessuna retroattività ROMA. Migliaia di proteste e sugli incentivi energetici arriva un mezzo dietrofront del governo. «Abbiamo presentato un emendamento che sopprime le norme del decreto anticrisi sulle spese per la riqualificazione energetica», dice Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente. «Cancelleremo il comma 10 sulla retroattività», fa sapere il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «A chi dobbiamo credere - dice Ermete Realacci, Pd - a Tremonti nella sua audizione alla Camera o a Prestigiacomo? Il governo chiarisca la confusione». E' la polemica di questi giorni, che ha scatenato una valanga di proteste, con migliaia di lettere, mail, telefonate arrivate a Palazzo Chigi: riduzione drastica degli incentivi fiscali (sotto forma di detrazione) per chi installa pannelli solari, fotovoltaici, per chi aggiorna la caldaia, mette vetri antidispersione del calore. Insomma per tutti quelli che credono nel risparmio energentico e investono soldi per realizzarlo. Le norme dell'articolo 29 del decreto varato venerdì scorso (commi 6-11, vedi testo pubblicato su cittadinolex.it) stabiliscono che la detrazione è sì al 55%, ma tocca solo a chi si prenota in fretta, per gli altri niente. Con una novità contro ogni tentativo di snellire la burocrazia: il «silenzio negazione». Basta che la notizia si diffonda ed è un putiferio. All'origine c'è «la riqualificazione energetica degli edifici esistenti» prevista dai commi 344-349 della Finanziaria 2007, varata dal governo Prodi. 55% di detrazioni fiscali fino a 100mila euro da spalmare su tre anni negli interventi che tagliavano almeno il 20% il fabbisogno di riscaldamento invernale. E poi a scalare detrazioni per altri interventi, sempre al 55%, ma con importi massimi di 60mila e 30mila euro. Poi è arrivato il decreto legge di venerdì scorso: tutto cancellato, ovvero, la detrazione c'è ancora, ma non tocca a tutti. C'è un tetto di spesa (82,7 milioni per il 2009, 185,9 per il 2010 e 314,8 per il 2011). E per il 2008? Si rientra nel tetto di spesa 2009, va fatta domanda fra il 15 gennaio e il 27 febbraio del prossimo anno, se l'amministrazione finanziaria non ti risponde entro 30 giorni vuol dire che non hai diritto allo sconto perché i soldi sono finiti. In un solo comma, il 10 dell'articolo 29 del decreto, vengono sancite due novità assolute: la retroattività della norma e il «silenzio negazione»: se l'amministrazione non risponde non ti paga e, quindi, risparmia. (a.ce.)

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Ats Group fa rinascere il mito Hitman">Malgrado la crisi, c'è chi ha coraggio Ats Group fa rinascere il mito Hitman (sezione: Burocrazia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

MilanoItalia Milano/ Hitman rinasce dal fallimento. Grazie a Penati e al gruppo ATS Giovedí 04.12.2008 09:34 di Fabio Massa C'era un tempo nel quale la Hitman vestiva mezza Milano. Erano gli anni Sessanta e Settanta. Un tempo nel quale chi aveva più soldi si rivolgeva direttamente al sarto. Gli altri, invece, cercavano abiti di alta qualità, ma a minor prezzo. E la Hitman, fondata per volere di Nino Cerruti nel 1957, faceva proprio questo. Tanto da diventare in breve tempo un laboratorio di moda e tendenza. Fino al 1970 è Armani a guidarne la ricerca artistica. Gli anni passano, successo dopo successo. Poi, con il nuovo millennio, il tracollo. Nel 2005 la Hitman fallisce, centinaia di persone finiscono in mezzo alla strada, il marchio Cerruti viene ceduto. Insomma, un disastro. Ma è proprio da un disastro che - oggi - nasce un miracolo. Per merito di ATS Group, la società che ha rilevato la Hitman, e delle istituzioni provinciali (Filippo Penati e Bruno Casati, assessore al lavoro di Rifondazione). Palazzo Isimbardi infatti "chiama" la ATS nel 2007. E la ATS risponde. Affari ha intervistato in esclusiva l'amministratore unico della Hitman Andrea Grispo, che è anche il direttore finanziario della controllante ATS. Che rivela: "Questa crisi ci obbliga a stare attenti. Ma non abbiamo paura" Dottor Grispo, state facendo rinascere un marchio storico come Hitman. Ma non avete un po' di paura, con questi venti di crisi? No, non parlerei proprio di paura. Per almeno due buoni motivi. Il primo è che il nostro modello è quello di andare a prendere aziende in crisi per riqualificarle, rilanciarle, riattivarne la produttività. Quindi, siamo abituati a ragionare in termini di difficoltà. La crisi globale ci obbligherà a stare attenti, ma abbiamo calcolato bene i tempi. Noi torneremo a puntare sulla distribuzione tra un anno e mezzo. Anzi, può darsi pure che la crisi ci possa dare degli spunti particolari... Ottimismo, quindi. Nel vostro passato il successo è una costante... Diciamo che nella nostra esperienza abbiamo già effettuato vari interventi di questo tipo. Su Roma abbiamo effettuato l'operazione Santa Palomba, con l'ex stabilimento IBM. Aveva un valore di 50 milioni di euro, 100mila metri quadrati. Abbiamo subito ripreso 300 dipendenti dalla cassa integrazione. Oggi ci lavorano in mille. Qual è il segreto? Il segreto è una buona visione di management, conoscenza della vocazione territoriale, capacità di coinvolgere altri partner industriali. E poi ci vuole un know how profondo e l'umiltà. Umiltà? Sì, umiltà. Perché dobbiamo essere consapevoli della nostra forza per rilanciare un'azienda, ma dobbiamo anche cercare aiuto in quei settori che per noi sono inesplorati. Faccio un esempio sulla Hitman: per dominare al meglio i settori chiave dell'azienda abbiamo chiesto l'aiuto a quelli che in questa azienda ci hanno lavorato per 20 anni e ne conoscono tutti i segreti. Ha parlato anche di riassumere i lavoratori. Siete consci che il fallimento della Hitman è stata una ferita terribile per il territorio del sud Milano. Sì, lo sappiamo bene. E posso dire che siamo partiti subito forte. Da luglio abbiamo riassunto 80 persone, con l'acquisizione del ramo d'azienda. Oggi già 10 persone sono attive nell'outlet, quindi non sono in cassa integrazione. Nel primo semestre del 2009 prevediamo di assumere altre 20 persone per la linea produttiva. Siamo in anticipo di otto mesi sul piano iniziale. Ma non è finita. Con l'apertura di ben sei siti di vendita, veri e proprio superstore dedicati al total look per l'uomo, ci saranno nuove assunzioni. Da questo punto di vista avremo un partner molto esperto, del centro nord, che però per adesso è top-secret. E' vero che è stata la Provincia a chiamarvi a risolvere la situazione? E' vero. Ed è vero che ha funzionato tutto benissimo nella fase iniziale: abbiamo condiviso il piano di rilancio e gli sforzi, con una sintonia incredibile. Va tutto bene. Il problema, al massimo, è la burocrazia: ci sono tempi un po' lenti sul fronte autorizzativo. Bisogna fare in fretta, perché nel settore della moda la programmazione è semestrale. E non ci possiamo permettere di perdere sei mesi. Avete fretta di rivendere, dopo aver ristrutturato? No, assolutamente. Anzi. Abbiamo assicurato a tutti che per quattro anni noi saremo l'interlocutore principale. Noi vogliamo far produrre questa società, la vogliamo far rinascere. Certo è che se qualche imprenditore importante vorrà entrare nel capitale, noi non ci tireremo indietro. Anche perché così la Hitman potrà essere sempre più solida.

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<La burocrazia non salva vite> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Alto Adige" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2008-12-04 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Lavoro e salute Bufera sui dati dell'Ipl. Oberrauch: «La politica deve aiutare le aziende» «La burocrazia non salva vite» Infortuni, Munter contrattacca. Margheri: più controlli Gnecchi: «Il problema sono i subappalti che abbassano il livello di formazione del singolo dipendente» BOLZANO — Fare prevenzione vera, senza aggravare le imprese di burocrazia e senza sanzioni assurde. è quello che chiedono Cristoph Oberrauch (Assoimprenditori) e Hans Peter Munter (Apa) dando la piena disponibilità delle rispettive associazioni a un progetto serio di prevenzione. Sul fronte politico invece Luisa Gnecchi ricorda quanto la Provincia fa e ricorda le controindicazioni di avere la piena occupazione. Cristoph Oberrauch: «Sono un imprenditore ma sono della stessa opinione dei lavoratori. Ogni incidente sul lavoro è di troppo, bisogna fare tutto il possibile per evitarli. Per fare questo ci sono molti modi: multe e sanzioni per chi non rispetta le norme, intervento della provincia, una lista di casi negativi che evidenzi i problemi più frequenti in modo che si possano cercare e soluzioni migliori ». Oberrauch punta l'accento sulla prevenzione anche senza nominare direttamente il comitato provinciale sulla sicurezza. «Occorre che tutti i soggetti coinvolti in questo settore lavorino insieme: la politica deve aiutare le aziende, ma anche gli impiegati e gli operai devono capire quanto è importante impegnarsi in questo senso. Le pene invece non servono a molto, se non in casi molto gravi. Non dimentichiamo che negli ultimi cinque anni gli incidenti sul lavoro sono diminuiti, ma non nella misura desiderata. Confermo che noi di assoimprenditori siamo disposti a fare tutto il possibile per la prevenzione». Hans Peter Munter inizia attaccando la burocrazia: «Con le carte non si salvano vite e purtroppo il risultato di tutti questi comitati e tavoli sono troppa carta e burocrazia. Così c'è poco tempo per guardare alla sicurezza effettiva. Questo approccio è sbagliato. Servono altre cose: convincere gli operatori che la sicurezza è un bene da seguire, non reprimere in maniera eccessiva. L'Apa lavora alla sicurezza effettiva vissuta sul lavoro. Abbiamo formato migliaia di lavoratori per aspetto sicurezza. Apa conduce da anni il tavolo della sicurezza e anche quest'anno lo ha fatto. Ci siamo dimostrati sensibili all'argomento. Bisogna anche dire che gli incidenti più gravi e mortali sono in diminuzione rispetto a 10/15 anni. Si vede il miglioramento, nonostante il boom dell'edilizia negli ultimi dieci anni gli infortuni non sono cresciuti in modo parallelo a settore». L'onorevole ed ex assessore provinciale Luisa Gnecchi affronta il problema da un altro punto di vista: «I datori di lavori si lamentano di burocrazia e controlli ma la Provincia ha sempre cercato di semplificare tutto quello che poteva, per esempio con l'informatizzazione dei servizi all'impiego. Non dimentichiamo inoltre la formazione diretta ai lavoratori a spese della Provincia: due milioni l'anno. Il guaio è che la Provincia con tante attività edilizie abbiamo molti subappalti, che abbassano il livello di formazione del singolo lavoratore. Se tutti facessero il percorso locale di formazione gli incidenti sarebbero molti meno». L'unico partito che chiede a chiare lettere il comitato provinciale sulla sicurezza è Sinistra democratica: «è un problema di prevenzione, formazione e innovazione, ma anche di controlli più capillari . Si tratta di coordinare tutti gli interventi con il Comitato permanente per la sicurezza e di modificare le norme sugli appalti introducendo la sicurezza del lavoro come elemento fondamentale. è possibile istituire subito il comitato: sarebbe ingiusto non farlo e continuare a subire i veti di alcune lobbies economiche in attesa del prossimo incidente ». Damiano Vezzosi Sospeso Un operaio al lavoro in un cantiere edile

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Social card, anziani nei Caf ma i moduli non ci sono (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2008-12-04 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Corsa al sussidio Centinaia di pensionati anche alle poste Social card, anziani nei Caf ma i moduli non ci sono SALERNO — Social card, il vero dramma si chiama burocrazia. Anche a Salerno è scattata la caccia alla ormai famosa card prepagata che il ministero dell'Economia ha voluto destinare a tutti gli over 65enni al di sotto di un certo reddito (variabile a seconda delle condizioni familiari e di salute) per combattere la crisi dei consumi e l'indebolimento dei redditi più bassi. I pensionati salernitani stanno però combattendo non solo con le code agli uffici postali, ma soprattutto con la complicata e farraginosa documentazione che occorre presentare alle Poste per ottenere la social card. Gli uffici preposti alla consulenza per la compilazione della dichiarazione di reddito Isee sono i Caf, i centri di assistenza fiscale, che in queste ore sono stati presi d'assalto da centinaia di anziani. Molti sono soli, altri non hanno gli strumenti per poter compilare con esattezza il modulo e le richieste di assistenza superano di gran lunga la mole di lavoro normalmente coperta dagli operatori e in diverse situazioni mancano anche i modelli appositi. «Ho fatto un'ora e mezzo di fila al Caf commenta Antonio Rosinato di Mariconda, in coda all'ufficio di via Fiume - ed ora sono in fila alle poste da altre due ore. è davvero vergognoso costringere persone anziane e malate a questo iter per ricevere un piccolo contributo mensile ». Stessa scena nell'ufficio postale di piazza Vittorio Veneto. «Per consegnare questi documenti - sottolinea Anna Moliterno - sono andata ieri al Caf e ho fatto due ore di fila. Oggi sono qui per presentare la richiesta. Non è possibile, non era meglio farci avere un bonus sulla pensione mensile?» Situazioni critiche si registrano, in particolare, presso gli sportelli di via Fiume, piazza Vittorio Veneto e Santa Lucia. Umberto Adinolfi

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La posta elettronica certificata (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: ECONOMIA - data: 2008-12-04 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE Regione La posta elettronica certificata Arrivano i primi tre bandi per gli aiuti alle imprese, previsti dalla manovra anticrisi decisa dalla Regione. E, contemporaneamente, arriva una novità rilevante. Col bando che concerne gli aiuti alla ricerca, fa il suo ingresso nella burocrazia regionale la posta elettronica certificata. Non più lettera raccomandata per chi desidera partecipare a questo avviso: è sufficiente la posta elettronica, purché sia certificata e il legale rappresentante abbia la firma digitale. La procedura permette di risparmiare carta e costo della documentazione, ma soprattutto di abbattere i tempi del 50 per cento. è stata prevista anche dalle disposizioni volute dal ministro Tremonti spiega una nota dell'assessore Sandro Frisullo - ma nel caso del governo nazionale «la novità sarà operativa fra tre anni». Gli interessati possono collegarsi al sito dell'assessorato allo Sviluppo economico (www.sistema.puglia.it) e aprire la schermata per l'immissione dei dati. Lì potranno trovare anche tutte le informazioni relative agli altri due bandi, prima ancora che siano pubblicate sul Bollettino Ufficiale. In sintesi, i bandi sono relativi ai Contratti di programma regionali (130 milioni di fondi pubblici a disposizione per investimenti prevedibili fino a 550); aiuti alle medie imprese ed ai consorzi di Pmi (88 milioni di risorse pubbliche, investimenti previsti di 270): aiuti agli investimenti nella ricerca per le Pmi (28 milioni pubblici e investimenti fino a 70). Domande a partire dal 19 gennaio. ( f. str.)

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Quelle due o tre cose che vorrei per Natale (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: NOTTEEGIORNO - data: 2008-12-04 num: - pag: 21 categoria: REDAZIONALE L'intervento Quelle due o tre cose che vorrei per Natale di DAVIDE CERVELLIN L'anno arriva alla fine. L'America ha un nuovo presidente, gli equilibri mondiali cambiano con gli Stati dell'Asia sempre più forti e la globalizzazione dei mercati che ha messo in ginocchio le economie di Paesi che mai si sarebbero aspettati di vivere tempi di recessione. I giornali e i media anticipano e amplificano ciò che ancora non c'è, e la politica non ha il coraggio di trovare le soluzioni. Rischiamo di sembrare qualunquisti nel dire che tutta la politica è nel caos più totale, ma tant'è, quando in un Paese l'opposizione si solleva per l'aumento dell'Iva sugli abbonamenti Sky che certamente sono in possesso di quelli a cui finora non son mancati i «schei», allora vuol dire che abbiamo perso proprio la bussola. Vuo, dire che, per dirla con il Nobel Saramago, la cecità ha colpito tutti cosicché più nessuno vede la realtà e non resta che annaspare a caso. Ma sotto l'albero vorremmo trovare dei doni che ci facciano tornare l'ottimismo; vorremmo non essere più martellati da voci di Cassandre che ci dipingono un futuro nero e pieno di sciagure. Vorremmo che accadesse quel che finora non è mai accaduto: — cambiare radicalmente la scuola e l'università, diventando istituzioni primarie con al centro di ogni intervento gli studenti e non più le corporazioni. Una scuola e un'università con la capacità di educare a crescere saperi, selezionare, valorizzare per ciascuno le abilità e far prendere atto dei propri limiti; in grado di trasmettere il fare accanto all'elaborare e al pensare; un'università con meno fantasmagorici, illusori e dannosi indirizzi con l'accesso alle facoltà a numero chiuso così da non sfornare più architetti, psicologi, avvocati e tante altre figure che una volta in possesso di titolo si complicano e complicano l'esistenza degli altri per giustificare il loro ruolo; — riformare la sanità introducendo un approccio non più aziendalistico ma legato alla missione, alla vocazione del medico a curare. La salute è un bene insostituibile che non ha prezzo e un Paese civile ha il dovere di sostenerla e realizzarla per tutti quindi i medici sul territorio devono fare i medici e non gli impiegati, gli ospedali devono essere improntati alla cura e gli aspetti amministrativi devono essere razionalizzati e concentrati in una o poche unità per ciascun territorio regionale. Che senso ha che ogni Asl, nonostante non goda di alcuna autonomia rispetto alla regione, disponga di un apparato amministrativo quando basterebbe l'amministrazione della regione a governare l'erogazione della salute? — tagliare i rami secchi dell'amministrazione pubblica per ridurre la burocrazia; così si potrebbero liberare un'enormità di risorse da destinare laddove realmente servono; bisogna eliminare le Province e ridurre il numero dei Comuni solo a quelli con numero di residenti superiore a cinquemila. In questo modo troveremmo valanghe di soldi per fare cose buone e ridurre le tasse; — avere la capacità di guardare avanti concentrando davvero la ricerca per l'innovazione nei settori della cura dell'ambiente, delle energie pulite e rinnovabili, dei sistemi di trasporto non inquinanti, dei beni e dei servizi che realmente fanno la differenza nella qualità della vita della gente. L'innovazione e l'economia, voglio sperare per il nostro Paese, non siano soltanto reality, entertainement e fiction; vorrei davvero avessimo dal 2009 la capacità di fare di più. Sotto l'albero vorrei i tre doni che ho chiesto già l'anno scorso e che non avevo trovato: riduzione della spesa pubblica, cambiamento della scuola in senso meritocratico, recupero del potere d'acquisto dei salari. Questa volta ancora spero ma, se sotto l'albero non troverò nulla, vorrà dire che non mi resta che ritirarmi da qualche parte dove poter vivere con pochi affetti: una mucca, un maiale, quattro galline e un orticello, possibilmente senza più bisogno di Stato.

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<La ricerca contro la crisi> (sezione: Burocrazia)

( da "Manifesto, Il" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

UNIVERSITÀ «La ricerca contro la crisi» La Cgil presenta la sua riforma. In vista dello sciopero generale del 12 Le proposte alternative: fondi all'edilizia, ricambio generazionale Eleonora Martini ROMA La formazione come tema centrale dello sciopero generale indetto da Cgil, Cobas, Cub e Sdl intercategoriale, per il prossimo 12 dicembre. Perché «è del tutto evidente la relazione tra la necessità di investire sui sistemi della conoscenza e i modi con cui si può uscire dalla crisi economica e sociale». Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, introduce così la grande convention ospitata ieri nell'aula magna della facoltà di Lettere dell'università Roma Tre e organizzata dal suo sindacato per presentare alcune proposte concrete alternative ai tanto contestati provvedimenti governativi su scuola, università, ricerca e Afam (Alta formazione artistica e musicale). Un programma di lavoro che prevede «una svolta radicale e non aggiustamenti a interventi già varati», e che accoglie le istanze rivendicate nelle piazze dal movimento degli studenti, dei maestri e dei docenti - prime tra tutte, le grandi manifestazioni della scuola del 30 ottobre e degli universitari del 14 novembre - ma che è comunque «una base di partenza da cui aprire una grande campagna di ascolto». Dialogo, dunque, a trecentosessanta gradi. Ma, come dice a conclusione dei lavori Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil, «se restano 8 miliardi di tagli, di cosa si vuole dialogare?». Perciò, prima di tutto l'Flc chiede che venga «sospesa l'attuazione dei provvedimenti approvati e si ritirino quelli in via di approvazione». Fare carta straccia dunque della legge 133/08, del decreto 112, meglio conosciuto come l'"ammazza precari" di Brunetta, e la legge Gelmini sulla scuola. Da qui in poi si può cominciare a ragionare, sempre che siano tenuti ben fermi alcuni capisaldi. Pantaleo li riassume così: ogni euro risparmiato dislocando meglio le risorse va reinvestito nell'istruzione; occorre un piano straordinario pluriennale che stanzi fondi certi sull'edilizia scolastica; bisogna puntare ad un «serio ricambio generazionale di tutto il corpo docente e non solo nella prospettiva di stabilizzazione dei precari, ma con l'ampliamento massimo del turnover». In particolare, per la scuola, «l'idea del maestro unico è inaccettabile». Anzi, la programmazione didattica necessita di un «profondo e strutturale cambiamento» che ricollochi l'istituzione a contatto con la realtà sociale, liberandola da «nozionismo e burocrazia». Perciò va «salvaguardato il tempo pieno, ridotta la didattica frontale, potenziati i laboratori e favorita la valutazione». E come obiettivo da perseguire, l'obbligo scolastico a 18 anni: «Quello fino a 16 anni sia privato degli equivoci che ancora gli gravano addosso con la riconferma del canale di serie B della formazione professionale». Per il sistema universitario invece al primo punto c'è la salvaguardia della sua natura pubblica, lasciando al privato «un ruolo di utile integrazione, uno stimolo e una risorsa». L'abolizione graduale del numero chiuso garantisce il diritto allo studio universale. Per spalancare poi le porte ai giovani docenti, servono nuove regole per il reclutamento: un contratto triennale retribuito, con garanzie sul rapporto di lavoro, al termine del quale una «valutazione seria della qualità e della produzione scientifica del candidato dà luogo all'accesso al ruolo di ricercatore». I finti concorsi per i passaggi di fascia vanno eliminati. Mentre l'Agenzia nazionale di valutazione voluta dall'ex ministro Fabio Mussi e mai avviata, giudicherà la qualità degli atenei per una distribuzione «giusta» dei fondi. «Perché crediamo - sottolinea Pantaleo - che la meritocrazia sia effettivamente l'unico riferimento». Ma «un ruolo forte nella definizione del merito e degli obiettivi deve essere restituito agli studenti, a chi l'università la vive». Infine, la ricerca, il cui «Programma nazionale deve diventare uno strumento essenziale per la definizione del Dpef con l'obiettivo di superare la frammentazione degli interventi e coordinare le politiche per la ricerca scientifica e tecnologica, anche per sostenere i progetti d'innovazione industriale». Vanno istituiti inoltre «uno o più fondi specifici, distinti da quelli ordinari e alimentati da risorse aggiuntive». Con queste proposte, insomma, l'Flc-Cgil risponde a chi l'accusa di essere il sindacato del no. Alle altre sigle tende ancora una mano, ponendo sul tavolo tre questioni aperte: contratti, regolamenti attuativi della legge Gelmini sulla scuola, e riforma di università e ricerca. «Se riusciamo a trovare una sintesi su questi punti, bene. Altrimenti - conclude Pantaleo - andremo ai tavoli con le nostre opinioni e soprattutto proseguiremo il nostro percorso di lotta».

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MARCO ESPOSITO L'ITALIA è UNA CLESSIDRA CHE FUNZIONA AL ROVESCIO: PIù PASSA IL TEM... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Marco Esposito L'Italia è una clessidra che funziona al rovescio: più passa il tempo, più i granelli di sabbia risalgono, dal basso verso l'alto. La sabbia rappresenta sia le persone che migrano verso il Nord con un bagaglio di speranze ed esperienze, sia i soldi pubblici, che vengono risucchiati verso l'alto a finanziare progetti più credibili di quelli proposti nel Mezzogiorno. E così il Sud è in questi giorni di fronte a un dilemma che lo vede comunque perdente: è peggio spendere male i soldi pubblici o non averne affatto? Il presidente Napolitano ha provato a indicare una via d'uscita: il Sud faccia autocritica e solo allora la difesa dei fondi esistenti e futuri sarà credibile. L'autocritica è un esercizio difficile che impone di capire cosa sia accaduto e perché. Districarsi tra gli aiuti al Mezzogiorno significa inoltrarsi in una foresta di sigle: Qsn, Por, Pon, Fesr, Ival... La burocrazia cambia nome persino ai soldi, che definisce Meuro. Per non confondersi troppo ci si può concentrare su due sole sigle: Fas e Parsec. Il primo è l'oggetto dei desideri del Nord. Il secondo è il simbolo di sprechi al limite del comico. SEGUE A PAGINA 10

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Formazione e credito per combattere la crisi (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Assemblea Cna con 150 imprenditori: confronto tra politici. Entro Natale sì del Consiglio a caserma e Prg Formazione e credito per combattere la crisi FANO - Due date fondamentali per il futuro amministrativo della città: il 16 dicembre prossimo sarà presentata in consiglio Comunale la società di trasformazione urbana che dovrà procedere all'acquisto della Caserma Paolini, mentre il prossimo 22 dicembre sarà approvato in Consiglio comunale il Piano regolatore generale. Lo ha confermato l'altra sera il sindaco Stefano Aguzzi nel corso dell'incontro su Imprese e Politica, società a responsabilità limitata organizzato dalla Cna nella sala assemblee della Cooperativa Tre Ponti per favorire un confronto tra imprese e istituzioni. Nell'occasione, il primo cittadino, di fronte alla platea di 150 imprenditori, ha ribadito la sua volontà di superare i tagli operati dalla Provincia alle zone B5 e alle aree Pip, adottando un piano particolareggiato e una variante al piano stesso. Non poteva mancare al dibattito l'argomento della valorizzazione dell'aeroporto, in merito al quale Aguzzi si è mostrato favorevole alla realizzazione di una pista in cemento per sviluppare sullo scalo il traffico di aerotaxi. Il Comune quindi farà la sua parte, come intende dare una decisa accelerazione alla realizzazione del progetto esecutivo della strada delle barche in collaborazione con la Camera di Commercio e la Regione Marche. Un appello Aguzzi lo ha infine rivolto agli istituti di credito per non lasciare sole le imprese in un momento di forte richiesta di liquidità. All' incontro della Cna, era presente anche il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli, il quale senza rinunciare completamente alle sue obiezioni sullo sviluppo dell'aeroporto, si è detto comunque disponibile a sedersi attorno ad un tavolo. Per quanto riguarda il Prg ha evidenziato: "la Provincia, ha fatto di tutto per abbattere i tempi. Doverosi comunque sono stati i tagli, in quanto motivati dal mancato supporto dei necessari elementi urbanistici". Il presidente dell'Amministrazione provinciale è poi intervenuto sull'ampliamento della terza corsia della A14 annunciando l'apertura del secondo casello di Pesaro. Da parte sua l'assessore regionale Vittoriano Solazzi ha rivolto agli operatori un forte richiamo alla fiducia. Il debito pubblico condiziona fortemente le scelte della Regione ma le Marche continueranno a investire in formazione e innovazione. Il direttore generale della Camera di Commercio, Fabrizio Schiavoni, intervenuto al posto del presidente Drudi in missione all'estero, ha poi annunciato che l'ente ha stanziato 200 mila euro in conto interessi per supportare la crisi creditizia delle imprese. Per lo sviluppo dell'aeroporto, la Camera di Commercio ha previsto anche per il 2009 la somma dì 300 mila euro. Schiavoni ha infine annunciato che l'ente ha elaborato il progetto "Comunica per abbattere la burocrazia". Attraverso un unico modello telematico si andranno a superare ben 5 adempimenti: (Inps, Inail, Albo Imprese, Registro ditte, Agenzia delle entrate). Per la Cna il responsabile di ambito, Luigi Colombaretti, il presidente Giorgio Aguzzi ed il segretario provinciale, Camilla Fabbri, hanno sottolineato come in questo momento si debba avere mantenere ottimismo e fiducia pur senza sottovalutare la crisi. Bene ha fatto la Regione - ha detto la Fabbri - a stanziare 5 milioni di euro per le garanzie di secondo livello a sostegno dei confidi. Un risultato straordinario del Confidi Cna ha elaborato 4.363 pratiche per un importo di 240 milioni di euro ad oltre 19 mila imprese. Per questo Cna chiede un impegno agli istituti bancari a garantire gli stessi volumi di credito del 2009. MASSIMO FOGHETTI,

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FU SEQUESTRATO DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA A QUINDICI GIORNI DALLA SUA INAUGURAZIONE. DOVEVA ESSE... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

Fu sequestrato dalla procura della Repubblica a quindici giorni dalla sua inaugurazione. Doveva essere il primo impianto in Campania per il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti inerti, cioè tutti quei rifiuti provenienti da cantieri edili che spesse volte vengono abusivamente scaricati ai margini delle strade. L'unico impianto autorizzato dalla Regione - all'azienda Rame - fin dal 14 marzo del 2006 è fermo da diciotto mesi, due volte sequestrato, una volta dissequestrato dal Riesame, dissequestro confermato dalla Cassazione ma l'impianto è ancora fermo e l'inchiesta penale ancora in corso con una udienza che stamattina avvia il processo. Intanto, proprio i rifiuti inerti che dovrebbero essere trattati dall'impianto vengono scaricati ovunque. Motivo del contendere è la presenza di un vicino canale o fosso che secondo alcuni è un torrente, il solito Vallemonio, e quindi soggetto a vincolo, e secondo altri un modesto rigagnolo e non inserito tra le acque soggette a particolari tutele. Proprio dietro incertezza c'è l'ennesima storia di burocrazia all'italiana. Ma c'è di più perchè l'accusa sostiene che il corso d'acqua a monte è un torrente mentre a valle viene declassato a semplice corso d'acqua, inficiando così tutte le cognizioni in materia idraulica. La storia cominicia quando lo Stato, le casse pubbliche, decide che in Campania i rifiuti dei cantieri edili debbono essere trattati in impianti appositi per realizzare nuove materie prime: lo Stato finanzia con tre milioni di euro, in parte finanziato da Sviluppo Italia. A quindici giorni dal termine dei lavori e dall'inaugurazione dell'impianto il sequestro dell'impianto per un'inchiesta della procura salernitana. Tutti i sequestri sono stati smentiti dal Riesame e dalla Cassazione. Oggi comincia un processo, l'impianto è fermo, i rifiuti abbandonati per le strade. L'impianto è fermo, le macchine rischiano l'obsolescenza. Alla fine della storia di ordinaria burocrazia lo Stato potrebbe vedersi un impianto non realizzato, la possibile revoca del finanziamento e dall'altra parte il pagamento delle amminsitrazioni degli eventuali danni cagionati. a.m.

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Hitman. Malgrado la crisi">Ats rilancia il mito Hitman. Malgrado la crisi (sezione: Burocrazia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

MilanoItalia Milano/ Hitman rinasce dal fallimento. Grazie a Penati e al gruppo ATS Giovedí 04.12.2008 14:00 di Fabio Massa C'era un tempo nel quale la Hitman vestiva mezza Milano. Erano gli anni Sessanta e Settanta. Un tempo nel quale chi aveva più soldi si rivolgeva direttamente al sarto. Gli altri, invece, cercavano abiti di alta qualità, ma a minor prezzo. E la Hitman, fondata per volere di Nino Cerruti nel 1957, faceva proprio questo. Tanto da diventare in breve tempo un laboratorio di moda e tendenza. Fino al 1970 è Armani a guidarne la ricerca artistica. Gli anni passano, successo dopo successo. Poi, con il nuovo millennio, il tracollo. Nel 2005 la Hitman fallisce, centinaia di persone finiscono in mezzo alla strada, il marchio Cerruti viene ceduto. Insomma, un disastro. Ma è proprio da un disastro che - oggi - nasce un miracolo. Per merito di ATS Group, la società che ha rilevato la Hitman, e delle istituzioni provinciali (Filippo Penati e Bruno Casati, assessore al lavoro di Rifondazione). Palazzo Isimbardi infatti "chiama" la ATS nel 2007. E la ATS risponde. Affari ha intervistato in esclusiva l'amministratore unico della Hitman Andrea Grispo, che è anche il direttore finanziario della controllante ATS. Che rivela: "Questa crisi ci obbliga a stare attenti. Ma non abbiamo paura" Dottor Grispo, state facendo rinascere un marchio storico come Hitman. Ma non avete un po' di paura, con questi venti di crisi? No, non parlerei proprio di paura. Per almeno due buoni motivi. Il primo è che il nostro modello è quello di andare a prendere aziende in crisi per riqualificarle, rilanciarle, riattivarne la produttività. Quindi, siamo abituati a ragionare in termini di difficoltà. La crisi globale ci obbligherà a stare attenti, ma abbiamo calcolato bene i tempi. Noi torneremo a puntare sulla distribuzione tra un anno e mezzo. Anzi, può darsi pure che la crisi ci possa dare degli spunti particolari... Ottimismo, quindi. Nel vostro passato il successo è una costante... Diciamo che nella nostra esperienza abbiamo già effettuato vari interventi di questo tipo. Su Roma abbiamo effettuato l'operazione Santa Palomba, con l'ex stabilimento IBM. Aveva un valore di 50 milioni di euro, 100mila metri quadrati. Abbiamo subito ripreso 300 dipendenti dalla cassa integrazione. Oggi ci lavorano in mille. Qual è il segreto? Il segreto è una buona visione di management, conoscenza della vocazione territoriale, capacità di coinvolgere altri partner industriali. E poi ci vuole un know how profondo e l'umiltà. Umiltà? Sì, umiltà. Perché dobbiamo essere consapevoli della nostra forza per rilanciare un'azienda, ma dobbiamo anche cercare aiuto in quei settori che per noi sono inesplorati. Faccio un esempio sulla Hitman: per dominare al meglio i settori chiave dell'azienda abbiamo chiesto l'aiuto a quelli che in questa azienda ci hanno lavorato per 20 anni e ne conoscono tutti i segreti. Ha parlato anche di riassumere i lavoratori. Siete consci che il fallimento della Hitman è stata una ferita terribile per il territorio del sud Milano. Sì, lo sappiamo bene. E posso dire che siamo partiti subito forte. Da luglio abbiamo riassunto 80 persone, con l'acquisizione del ramo d'azienda. Oggi già 10 persone sono attive nell'outlet, quindi non sono in cassa integrazione. Nel primo semestre del 2009 prevediamo di assumere altre 20 persone per la linea produttiva. Siamo in anticipo di otto mesi sul piano iniziale. Ma non è finita. Con l'apertura di ben sei siti di vendita, veri e proprio superstore dedicati al total look per l'uomo, ci saranno nuove assunzioni. Da questo punto di vista avremo un partner molto esperto, del centro nord, che però per adesso è top-secret. E' vero che è stata la Provincia a chiamarvi a risolvere la situazione? E' vero. Ed è vero che ha funzionato tutto benissimo nella fase iniziale: abbiamo condiviso il piano di rilancio e gli sforzi, con una sintonia incredibile. Va tutto bene. Il problema, al massimo, è la burocrazia: ci sono tempi un po' lenti sul fronte autorizzativo. Bisogna fare in fretta, perché nel settore della moda la programmazione è semestrale. E non ci possiamo permettere di perdere sei mesi. Avete fretta di rivendere, dopo aver ristrutturato? No, assolutamente. Anzi. Abbiamo assicurato a tutti che per quattro anni noi saremo l'interlocutore principale. Noi vogliamo far produrre questa società, la vogliamo far rinascere. Certo è che se qualche imprenditore importante vorrà entrare nel capitale, noi non ci tireremo indietro. Anche perché così la Hitman potrà essere sempre più solida.

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Ma è proprio vero che lo strumento della Dia è così veloce? (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

L?INTERVENTO Ma è proprio vero che lo strumento della Dia è così veloce? di Pietro Tracco * Abbiamo tutti aspettato la D.I.A. (Denuncia Inizio Attività) come un avvenimento importante per il nostro lavoro di tecnici, di imprese, di committenti, in un contesto dove il tempo è diventato essenziale. Su tale argomento proprio il Collegio Provinciale dei Geometri di Rovigo ha profuso idee ed energie in Convegni tematici a partire dagli anni novanta e, con orgoglio, possono dire che questo importante strumento edilizio è anche un po' frutto delle loro proposte.Ci accorgiamo però che in molti casi, quando si ritiene di essere ormai alla vigilia di poter iniziare i lavori, all'ultimo minuto arriva dal Comune una letterina che dice che quei lavori non si possono fare: manca ancora una cartina, oppure non si è proprio in regola con l'intervento che si deve fare.A prescindere che molti dei documenti integrativi richiesti dovrebbero essere già nella disponibilità della P.A., per cui, a rigore della Riforma Bassanini sul funzionamento degli Enti Locali, dovrebbe essere onere del Comune stesso provvedervi, molti dei lavori che in un primo tempo sembrava non si potessero fare, alla fine si dimostrano fattibili.Considerato questo quadro non certo allettante, nel quale versano molti Comuni, compreso il capoluogo di Rovigo, ci si chiede se non si possa adottare una prassi diversa della Diffida dell'ultima ora. E' possibile che come alternativa al diniego ci possa essere solo il ricorso al Presidente della Repubblica, o al T.A.R., come indica il Comune? Senza disturbare il Presidente della Repubblica, già molto impegnato in altre cose, o spendere una quantità di soldi che è sempre improponibile per un ricorso al T.A.R., non si potrebbe adottare, prima di queste scelte catastrofiche, una fase interlocutoria fra il Settore Urbanistica ed il progettista per integrare, chiarire o mendare durante un colloquio quello che ad una prima lettura degli elaborati non va?Non sempre l'interpretazione del tecnico comunale è vangelo, vista la complessità del contesto legislativo e regolamentare che si deve affrontare in questo campo, spesso in concomitanza di più casi diversi, con una normativa che tra l'altro è in continua evoluzione. La decisione del tecnico comunale può diventare, a volte gratuitamente, una fonte di disagio e di costi per molti.Un confronto con il tecnico che ha firmato gli elaborati della richiesta potrebbe essere quanto mai utile per una parte o per l'altra ed in fin dei conti per la comunità stessa che, nonostante tanto zelo, si trova davanti un pessimo sviluppo della città, con dei costi da sostenere sempre più inaffrontabili. Questa prassi del confronto sarebbe auspicabile fosse adottata anche nell'esame di un progetto soggetto a Permesso di Costruire.Qualche Comune sembra che abbia già adottato questo modo più umano di agire.Nei giorni della rapidità del tempo reale usare il telefono, il fax, l'e-mail e tutto ciò che possa accorciare i tempi, usando un po' più di efficienza senza terrorizzare il cittadino con diffide estreme, non sarebbe sconveniente neanche per il Comune.Dimostrerebbe, soprattutto, che non è tanto prendere il caffè durante il tempo d'ufficio che conta, ma ben altre cose: come una sorda e sempre più assurda burocrazia.Una volta c'era solo il Sindaco e l'Assessore presso cui rivolgersi ed eventualmente protestare. Ora c'è anche il Responsabile del Settore. Sappiamo dalla statica che due forze uguali e contrarie si annullano, ma qui siamo nel campo del federalismo e della sussidiarietà, vicini cioè al territorio ed ai suoi abitanti, dove i principi della statica non dovrebbero entrarci.*SegretarioCollegio dei Geometri

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Perdono madre e risparmi libretto bloccato dalle Poste (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

LIMANA Perdono madre e risparmi libretto bloccato dalle Poste Limana(ep) Di mezzo ci sono ventimila euro che servono per curare un familiare affetto da una grave malattia. Ventimila euro che Dino Marian, che abita a Limana, in via Canalet, ha in comune con due fratelli, uno dei quali, appunto, è gravemente ammalato, e la madre morta qualche mese fa.Ventimila euro che dormono in un libretto di risparmio postale. Ventimila euro che i tre fratelli, dopo la morte della madre, non riescono più a riavere. Per cercare di avere ragione della burocrazia con la quale si sono subito scontrati, Dino e i suoi fratelli si sono anche rivolti ad un paio di professionisti. Senza alcuni risultato, finora.«Non le dico quante carte sono state richieste - spiega Marian - per ottenere la restituzione dei nostri soldi. Dopo la morte di mia madre, abbiamo consegnato il libretto con circa ventimila euro alle Poste di Castion. Una burocrazia infernale ci ha rivoltato come un calzino. Il libretto è stato inviato a Roma per la conversione nel nuovo modello. Ma sono passati ormai più di due mesi dall'invio a Roma ed il libretto dormirà ancora sotto qualche pila di altri suoi confratelli in attesa che a qualche solerte burocrate venga la voglia di darsi una mossa».Come non farsi prendere dallo sconforto, in una tale situazione, vista soprattutto la necessità di usare al più presto quei soldi per aiutare il fratello ammalato gravemente?«Ma che cosa possiamo fare - si sfoga Marian - per riavere indietro i nostri soldi? Legarci ad una colonna della Prefettura di Belluno reclamando i nostri sacrosanti diritti, oppure fare uno sciopero della fame? Abbiamo informato l'ufficio delle Poste di Belluno che quei soldi ci servono per far curare da una grave malattia il nostro congiunto, cointestatario del libretto ma residente in in Svizzera. Qui da noi hanno capito la necessità ma si sentono disarmati di fronte al muro di gomma di Roma. Chi ci ascolta? A chi dobbiamo rivolgerci per far sentire la nostra rabbia? In Svizzera non vogliono nemmeno credere a questa storia. Per loro è impossibile concepire che accada una cosa del genere. Già. Ma loro sono in Svizzera, mica in Italia...».

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lo sfogo dell'imprenditore antiracket angelo vecchio dopo il quinto furto in un mese nel suo cantiere (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

lo sfogo dell'imprenditore antiracket angelo vecchio dopo il quinto furto in un mese nel suo cantiere Palermo. La burocrazia frena lo sviluppo dell'Isola. Ne sono convinti il presidente dell'Ars Francesco Cascio e il vicepresidente della Regione, oltre che assessore al Turismo e ai trasporti, Titti Bufardeci, intervenuti ad un convegno sulla portualità siciliana, organizzato dall'International Propeller Clubs e dalla Facoltà di Economia e commercio dell'Università degli studi di Palermo. «La portualità turistica - ha detto Bufardeci - è uno dei principali cardini su cui verte la politica di sviluppo turistico ed è un argomento sul quale far convergere le politiche di coesione». I dati forniti dal dipartimento dei Trasporti dimostrano che con la programmazione di Agenda 2000 sono stati effettuati investimenti per quasi 200 milioni di euro. Bufardeci, però, non ha nascosto le criticità: «Troppo complesse le procedure dei bandi e troppa burocrazia sono stati un freno alla sviluppo. Credo che per un settore strategico come quello della portualità turistica si debba procedere secondo le linee guida della legge Burlando che prevede la finanza di progetto. Il sistema gestionale dei fondi comunitari ha rischiato di fare perdere molti fondi, in questa logica il sistema dei bandi si è dimostrato perdente». Secondo Cascio è necessario creare un unico ufficio cui facciano capo gli adempimenti del settore portuale. «Nell'ambito - ha sottolineato Cascio - del riordino dei dipartimenti regionali è stato previsto un dipartimento del Mare che dovrà accorpare le competenze al momento dislocate fra i vari assessorati. Sul settore del turismo nautico sono state convogliate risorse ingenti ma alcuni esempi dimostrano che la politica corre in modo più veloce della burocrazia». Il porto di Augusta, intorno a cui dovrebbe svilupparsi l'intero sistema della portualità siciliana, costituisce l'esempio più eloquente di come la burocrazia possa frenare un'opera vitale per economia isolana. Secondo le stime del dipartimento Trasporti e comunicazione, per avere tutte le autorizzazioni necessarie al disinquinamento della rada occorrerebbero almeno 20 anni. La Sicilia ha bisogno di un grande hub su cui convogliare il traffico dei container. L'unica possibilità è offerta dal porto di Agusta con i suoi fondali da 12 metri. I tempi tecnici e burocratici per il disinquinamento della rada, però, potrebbero essere decennali per non parlare dei collegamenti, ferroviari e stradali, con il sistema retro portuale. Maria Modica

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AGRICOLTURA. XI Rapporto di Confagricoltura/Nomisma: molte le criticità strutturali e di mercato (sezione: Burocrazia)

( da "HelpConsumatori" del 04-12-2008)

Argomenti: Burocrazia

News AGRICOLTURA. XI Rapporto di Confagricoltura/Nomisma: molte le criticità strutturali e di mercato 04/12/2008 - 15:32 Piccole taglie aziendali, bassa produttività del lavoro, ridotto sviluppo tecnologico, scarso ricambio generazionale e carenti dotazioni viarie. Queste alcune delle "criticità che arrugginiscono le leve della competitività del sistema agroalimentare nazionale" secondo Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, che ha oggi presentato a Roma il XI Rapporto Nomisma sull'Agricoltura di Nomisma promosso dalla confederazione. Al centro del documento il tema della competitività ovvero del come "conquistare nuove quote di mercato e mantenerle". Il rapporto evidenzia una serie di problematiche sia a livello generale che tramite una indagine che ha visto coinvolte direttamente le imprese. Secondo gli imprenditori intervistati i fattori critici della competitività sono essenzialmente l'accesso al credito e al mercato, la burocrazia e il costo della manodopera. In particolare, oltre il 40% degli intervistati ritiene che gli adempimenti burocratici siano troppo complessi e richiedano troppo tempo mentre il 64% delle aziende che hanno indicato il credito come un fattore critico punta il dito contro i tassi elevati. Il basso indice di ricambio generazionale e la polverizzazione del mercato sono altre caratteristiche e anche criticità del sistema agricolto italiano. E non solo. Dal rapporto "si scopre così - ha detto Vecchioni - che nell'agricoltura italiana si investono notevoli somme in valore assoluto ma poco in relazione alle numerose imprese attive: meno di 6.500 euro per azienda e per anno; tra i Paesi dell'Ue-15 si investono notevoli somme in valore assoluto ma poco inrelazione alle numerose imprese attive: meno di 6.500 euro per azienda e per anno. O, infine, che seppure in Italia vi siano più autostrade rispetto alla media europea, sono invece molto carenti le altre dotazioni viarie e abbiamo solo la metà delle linee ferroviarie per unità di superficie vantate dalla Germania". Dall'analisi delle problematiche il presidente di Confagricoltura è poi passato alle proposte: "Ora più che mai occorre più coraggio. Varando un vero e proprio "piano per la competitività" che incida sulle opportunità di mercato, sulla dimensione economica sino all'internazionalizzazione. Non trascurando nodi storici irrisolti come la ncessità di una politica dell'innovazione in agricoltura e di una sburocratizzazione degli adempimenti a carico delle imprese". In particolare, Vecchioni ha avanzato la necessità di "promuovere l'organizzazione economica, la certificazione e la qualificazione del prodotto dei propri associati". Necessario inoltre incentivare "l'internazionalizzazione e i rapporto con la grande distribuzione organizzata" e limitare "gli adempimenti burocratici e amministrativi che gravano sulle imprese" e la valorizzazione dei mezzi tecnici e servizi "per una agricoltura moderna e di qualità". Proprio in funzione della caratteristica dimensionale del mercato agricolto italiano è stata evidenziata la necessità di politiche diverse per le "aziende imprese" e le "aziende non imprese": una distinzione introdotta dal rapporto stesso che individua le prime (83% del totale) nelle aziende a dimensione ridotta e le seconde in quelle con un reddito superiore ai 9600 euro annui e una media di 22 ettari di superficie. Per Confagricoltura l'attenzione si deve concentrare sulle "aziende imprese" prechè esse mostrano una maggiore capacità di adattamento, sono in grando di realizzare una diversificazione del mercato e sono indirizzate alla ricerca e alla innovazione. 2008 - redattore: SB

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