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tARTICOLI DEL 1-4 dicembre 2008
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Articoli
Burocrazia (179)
"Servono subito strade adeguate e centri
logistici" ( da "Stampa, La"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Inail più onerosi dei vantaggi percepiti a fine carriera, burocrazia imperante e sanzioni del codice della strada troppo pesanti. «Il Governo - ha detto Giachino - ha scongiurato una spesa di 3 miliardi, evitando il blocco dei Tir. Inoltre il ritocco alla Finanziaria a giugno ha trovato 70 milioni di euro per l'acquisto di mezzi "Euro 5".
Apre
a Bari la nuova banca fai-da-te ( da "AreaPress"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: contraddistinta dall'assenza di limiti operativi, da meno carta e burocrazia, più consulenze, servizi e tempo per il cliente. In questa filiale del futuro il protagonista sarà davvero il cliente?. Marco Catalani ? Senior Account Executive Edelman Office Direct: +39 02.63116.221 Mobile +39 347.5448836
La
competizione va a rilento ( da "ItaliaOggi Sette"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di Antonio Severi Visualizza la pagina in PDF Sul mercato europeo ancora tanta burocrazia nel mercato dei treni merci La competizione va a rilento Lungo i valichi alpini il maggior tasso di concorrenza L'espressione è affascinante, intermodal competition, e si riferisce alla interoperabilità sulle strade ferrate di tutta Europa.
Il
"bancolat" avvicina la fattoria alla tavola
( da "Libertà"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: in parte rallentato dalla burocrazia, ma oggi giunto finalmente a conclusione», ha detto Callori). Il sindaco si è poi soffermato sull'utilità del bancolat: «Un mezzo che consentirà ai cittadini di risparmiare sul prezzo del latte, e agli allevatori, che a volte tra spese sostenute e prezzo di vendita del prodotto non arrivano al pareggio,
chiamparino
apre alla lega ( da "Mattino di Padova, Il"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la solidarietà dei sindaci contro la burocrazia di partito. Il lancio di un «Pd del Nord» con una convention a Milano il 10 dicembre sta illuminando come un bengala la notte del centrosinistra, impegnato in una transizione mal governata dal centro e subìta in periferia. Due giorni dopo l'accelerazione impressa dal sindaco di Venezia, il suo collega di Torino,
Il
mare torna all'attaccoallarme rosso sulla costa
( da "Secolo
XIX, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e i tempi lunghissimi della burocrazia. Non ci sentiamo abbandonati nel senso che il Municipio ci aiuta, abbiamo fato richiesta di risarcimento e però le procedure per i permessi, per i lavori urgenti dovrebbero essere più rapidi, altrimenti qui si chiude per sempre». C'è un posto che attira i bambini e i genitori comunque estasiati davanti alla potenza del mare grigio,
Spezia
secondo pronosticoora la vetta è meno lontana
( da "Secolo
XIX, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
che ieri ha
concluso il campionato della Repubblica Ceca e la burocrazia stopperà qualche
tempo. E il diesse Osvaldo Olivari è comunque sempre al lavoro, in quanto la
lista non pare conclusa. paolo rabajoli rabajoli@ilsecoloxix.it 01/12/2008
BERTAGNA
LA
GIUNTA CAMPANA FINANZIA IL CONSOLIDAMENTO DELLE PASSIVITÀ A BREVE PER ALTRE 100
IMPRESE. COZZOLINO: "UNA MISURA ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER FRONTEGGIARE
LA CRISI. PRESTO ULTERIO ( da "marketpress.info"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: alleggerendo il peso della burocrazia e delle lunghe intermediazioni, a poche settimane dall´apertura del bando, siamo riusciti a finanziarie oltre l´80% dei progetti. Entro la fine dell´anno completeremo tutte le pratiche per le imprese che hanno dimostrato di avere le carte in regola e procederemo al finanziamento anche per gli incentivi per innovazione e sviluppo e,
la
passione di un intellettuale del profondo sud - sante maurizi
( da "Nuova
Sardegna, La" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: rientrava nei suoi aspetti simpatici di avversione alla burocrazia accademica». Era «uno dei pochissimi etnologi italiani, certo il più brillante». Insegnavano a Cagliari in quegli anni nomi illustri della cultura umanistica: Giuseppe Petronio, Pietro Rossi, Paolo Rossi Monti, Cesare Vasoli, Mario Baratto, Pio Baldelli.
di
GIOVANNI DEL GIACCIO Due anni di certificati medici, addirittura un indirizzo
in Marocco c... ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Da quel momento in poi la burocrazia ha fatto il suo corso e qualche giorno fa è arrivata la delibera con la quale si "risolve" il rapporto. A quasi quattro anni dal primo certificato. Della serie i "fannulloni" si trovano pure ma riuscire a mandarli via è tutt'altro che semplice.
Patentini
fitosanitari: arrivano nuove regole
( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: AGRICOLTURA 01-12-2008 BUROCRAZIA I CORSI DIVENTANO DI 18 ORE Patentini fitosanitari: arrivano nuove regole II La Regione Emilia-Romagna ha apportato delle importanti modifiche all'abilitazione alla vendita e all'autorizzazione all'acquisto dei prodotti fitosanitari.
La
tutela del cittadino prima di tutto
( da "Italia
Oggi" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dovuto al fatto che spesso la identifi cano con il concetto di burocrazia. Per questo motivo sempre più spesso si accomuna la parola «semplifi cazione» all?idea di assenza di regole: equivalenza certamente sbagliata, ma segnale di un problema che esiste. Eppure la sicurezza giuridica, nel nostro mondo politico ed economico, è e deve essere un bene comune a disposizione di tutti,
Vacanze.
( da "Giornale.it,
Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: it contatti Categorie Berlusconi IV (9) burocrazia (1) citazioni (2) finanza (11) pol economica (21) Varie (41) Ultime discussioni Talita: f.de marco, scommetto che ti sei chiesto il perché la percentuale di gradimento del nostro Presidente del... michela: Un breve commento sulla battuta della satira di sinistra ieri sera ad "ANNOZERO", penso che sia.
Intervista
a DOUNIA ETTAIB Donne arabe d'Italia/ Ascoltare le donne per aiutarle a
integrarsi ( da "Opinione, L'"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Le donne che vogliono sposare un occidentale si scontrano spesso con problemi di burocrazia. Avere il nulla osta dal consolato non è facile, perchè una musulmana in questo senso non è libera. Spesso le autorità chiedono ai mariti di convertirsi, per il timore che la donna cambi religione. E con il paese di origine, i problemi quali sono?
Offerte
dimezzate e richieste di aiuto raddoppiate
( da "Opinione,
L'" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: hanno ammesso che la crisi delle offerte potrebbe anche essere legata ad alcuni odiosi atteggiamenti presi dalle burocrazie amministrative di molti enti ecclesiastici che proprio nel mese di ottobre hanno messo in atto una serie di sfratti per finita locazione ai danni di tanta gente bisognosa, vedove anziane comprese. Il fenomeno, che iniziò in maniera preoccupante proprio nell?
La
svolta a destra di Luigi de Marchi
( da "Opinione,
L'" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma la burocrazia e le sue caste parassitarie e corrotte. È il momento che vi coalizziate tra di voi, cari sfruttati, Voi che producete reddito, lavorate e rischiate, perché il posto garantito non ve lo garantisce nessuno! Ecco, l?assunto della nuova lotta di classe (postulata dalla sua Teoria Liberale omonima) individua il vero conflitto storico come quello tra i ?
<Nostra
madre lasciata sola col suo male>
( da "Sicilia,
La" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e contro la burocrazia. Contro la prima lei ci mette il suo impegno, il coraggio e il sostegno e l'amore della famiglia. E, cosa per certi versi incredibile, in un mondo abituato a lamentarsi al minimo alitar di vento, tanto buon umore: quello che le consente di andare avanti, nonostante le difficoltà nel muoversi e nel compiere ciò che,
SEI
DISTRETTI SANITARI, UN TERZO DI PRIMARI IN MENO, MA ANCHE UN'UNICO SISTEMA
ORGANIZZATIVO DE... ( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: unico sistema organizzativo della burocrazia interna incentrato tra via Nizza e via Settimio Mobilio a Salerno. L'unica Asl stravolge il sistema della sanità. Anche sul piano dei costi: meno dirigenti, a cominciare dai direttori sanitari e amministrativi dei distretti sanitari che saranno presumibilmente solo sei nella nuova organizzazione prevista dal piano ospedaliero.
ENZO
CIACCIO A PRIMAVERA PROSSIMA, RIPETEVA SPESSO, BISOGNERà PIANTARE TANTI FIORI
COL... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Nemmeno di fronte agli impicci della burocrazia. Per esempio, la scuola superiore: dopo anni di battaglie, era riuscito finalmente a ottenerne una qui a Pianura». C'è chi lo definisce «il super-consigliere». E chi una sorta di «cerniera». Tra l'immensa periferia sgarrupata e la città lontana che parla lingue forestiere.
La
'social card' mette in crisi i pensionati
( da "RomagnaOggi.it"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Bisogna indicare il suo reddito Isee (quello del bimbo) e se possiede più di un autoveicolo o più di una casa (sempre il bimbo)". Per Pizzica, occorrono "giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia, per ottenere un euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte".
Crisi
e governo, la Cgil non arretra: sciopero generale il 12 dicembre
( da "RomagnaOggi.it"
del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Potenza della finanza creativa: 10 minuti per decidere leggi finanziarie e manovre straordinarie, giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia per ottenere 1 euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte, con buona pace del ministro per la Semplificazione".
Madre
ucraina chiede aiuto per riavere con sè il figlio
( da "Stampa,
La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Svitlana è una mamma ucraina in lotta con la burocrazia per poter avere vicino a sè il figlio quindicenne, rimasto con la nonna paterna nel freddo di Chernivtzi, nell'ex paese sovietico. Da cinque anni in Italia, residente con il marito (che l'ha raggiunta nel 2005) in una casa di Millesimo, in via Delfino, da oltre quattro mesi è in attesa del nulla osta dalla prefettura:
<Con
nuove categorie protette si apre ad altre discriminazioni>
( da "Cittadino,
Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato.elisa.pinna@ansa.it
Un
brevetto in ogni giornata di lavoro ma scompaiono i piccoli inventori
( da "Gazzetta
di Mantova, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di Gabriele De Stefani Un brevetto in ogni giornata di lavoro ma scompaiono i piccoli inventori Tasse e burocrazia scoraggiano chi non ha il sostegno di un'azienda Ogni anno alla Camera di commercio di largo Pradella vengono registrati poco meno di duecento tra marchi e brevetti, destinati poi al vaglio definitivo del Ministero per lo sviluppo economico.
Casa
ecologica: no ai tagli ( da "Alto Adige"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la burocrazia va diminuita e le imprese e i cittadini necessitano di sgravi. Queste sono solo tre ricette per contrastare l'attuale crisi finanziaria». Tali misure sono contenute nel catalogo di dieci punti con 13 provvedimenti, consegnato di recente ai parlamentari altoatesini e alla Confcommercio a Roma.
Vignola,
Oliviero Toscani ha presentato il libro di Crv
( da "Gazzetta
di Modena,La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia ottusa, la convivenza non sempre facile in famiglia, il tempo che fugge; e ha esaltato nel contempo l'ozio creativo della grande tradizione greco-romana. Ha ricordato come il modo di vivere "latino" sia oggi il più adatto a superare anche questo momento di crisi: «E' il caso di chiedersi - ha detto - se non sia questa crisi un richiamo a vivere una vita più tranquilla
Palestre
in uso a titolo gratuito ( da "Alto Adige"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: «Gli importi per la concessione di palestre e aule sono bassi e comportano troppa burocrazia», spiega il presidente provinciale Luis Durnwalder. L'uso diventerà gratuito. A loro volta, è stato spiegato, i Comuni rinunceranno a 300 mila euro alla prossima tornata di trattative sull'assegnazione dei fondi provinciali.
Più
diritti ai gay, il no del Vaticano
( da "Arena,
L'" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: «Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato.
"Ci
saranno 2 mesi di tempo per far ricorso alla Regione"
( da "Stampa,
La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Considerati i tempi e le modalità del nuovo procedimento elettorale, è prevedibile che diventino operativi non prima dell'autunno 2009». Gli obiettivi della riforma? «Consente da una parte di realizzare risparmi, riducendo la burocrazia, dall'altra rende le Comunità montane più forti e preserva un patrimonio importante per la nostra Regione e per il Paese».
"Il
giorno dopo il crollo Federica già dimenticata"
( da "Stampa,
La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Delle
pratiche e della burocrazia ci occupiamo noi"». C'è amarezza nelle parole
dei coniugi Ariotti. E anche molta rabbia: «Finché i giornali tengono i
riflettori accesi sui fatti tutti sono pronti a promettere qualsiasi cosa. Poi
le promesse svaniscono». Federica, nel crollo della controsoffittatura della
Task
force per ritrovare Enzo ( da "Stampa, La"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
se la
burocrazia fosse stata più snella, forse quel passaggio non sarebbe così frequentato.
Da ormai cinque anni infatti gli abitanti del Gnocchetto attendono che la
Provincia realizzi un nuovo viadotto: lungo
dal
vaticano monito all'onu "l'omosessualità resti reato" - orazio la
rocca ( da "Repubblica, La"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: al quale «non risulta che la Chiesa cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità». «La Chiesa - sostiene Buttiglione - si oppone, invece, a una iniziativa di alcuni Stati europei, o forse della burocrazia di Bruxelles, che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato».
"un
terzo dei lavoratori edili rischia di perdere il posto" - simona casalini
( da "Repubblica,
La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: troppe discussioni e troppa burocrazia" SIMONA CASALINI «Su 150.000 addetti nel settore delle costruzioni in tutto il Lazio, almeno 50mila rischiano di trovarsi senza lavoro a breve». Eugenio Batelli, architetto laureatosi con una tesi sul riuso di Regina Coeli, neo-presidente dell´Acer, Associazione costruttori romani, lancia un grido d´allarme che sicuramente farà discutere.
barricate
udc sulla riforma burocratica - massimo lorello
( da "Repubblica,
La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: e che rischiano di portare al fallimento la riforma della burocrazia e il taglio delle spese degli enti locali. A piazzare nuovi paletti sul cammino del governatore è stata, manco a dirlo, l´Udc che, attraverso il capogruppo all´Ars, Rudy Maira, si concentra sui poteri del governatore che devono «essere calibrati rispetto alle prerogative parlamentari e quindi dei singoli gruppi»
lombardo
all'attacco degli alleati centrodestra diviso alla prova riforme - emanuele
lauria ( da "Repubblica, La"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: approvare prima di Natale Mano tesa dei democratici sulla burocrazia "Voto, ma solo a certe condizioni" EMANUELE LAURIA «Raffaele è come Berlusconi. Quando attacca, non sai mai dove va a finire...». Diviso fra l´affetto dell´amico e il disagio di chi sa che ora gli toccherà ricomporre i cocci, il segretario dell´Mpa Lino Leanza commenta così l´ultima mossa a sorpresa di Lombardo.
"le
mie radici riemergono da un abisso" - mario pintagro
( da "Repubblica,
La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della politica e della burocrazia, operando alla luce del sole contro il bene. Altri ancora, e sono tanti, operano nell´ombra, nelle pieghe di un´esistenza oscura e randagia e ancorché senza volto e senza dignità, si dicono uomini d´onore. Battiato prova un senso di sbigottimento davanti all´uso improprio di questo sostantivo.
Pietro
Vavassori ( da "Milano Finanza (MF)"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: infrastrutture e sullo snellimento della burocrazia sarà possibile tornare al sereno. è l'opinione di Pietro Vavassori, presidente di Confetra, la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica. «Per uscire dalla crisi serviranno provvedimenti legislativi che ridiano competitività ai nostri scali e ci permettano di affrontare la forte concorrenza del Nord Europa»
A
Massa Carrara gli stati generali dell'edilizia
( da "Italia
Oggi" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ossigeno in una realtà di appalti pubblici dove gli aggiudicatari sono spesso poche grandi imprese, per giunta, rileva Cna Massa Carrara, provenienti da altre province. «Anche la velocità della burocrazia», spiega l'associazione, «può dare un contributo al rilancio». L'appello è rivolto anche ai funzionari degli enti locali, che sono molte volte, rileva Cna, «l'ago della bilancia».
ateneo,
sei candidati e un solo grido "orgoglio dei prof contro i burocrati"
- ilaria venturi ( da "Repubblica, La"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ILARIA VENTURI CONTRO la burocrazia e lo «strapotere» dei dirigenti amministrativi in università. E contro la nomina, da parte del rettore uscente, a sei mesi dalle elezioni, del nuovo dirigente amministrativo dell´Alma Mater. L´affondo dei candidati al rettorato, al loro primo confronto pubblico avvenuto ieri nell´aula magna di Veterinaria,
arriva
la vetreria sangalli, esporterà in cinque paesi
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: I tempi della burocrazia però hanno rischiato di vanificare un investimento che per gli addetti ai lavori, è destinato a portare una ventata di ottimismo per l'economia della Bassa friulana. «Dopo aver concluso un percorso per nulla facile - ha affermato Ciriani - la Sangalli è riuscita ad insediarsi sul nostro territorio.
medicine,
niente rimborsi per colpa della burocrazia
( da "Tirreno,
Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: niente rimborsi per colpa della burocrazia» VIAREGGIO. «Non ne posso più. Ho 66 anni, sono invalido, malato, vivo in un camper e campo con una piccola pensione: non mi lamento di questo - e da raccontarne comunque ne avrei tante - ma della burocrazia». Giampiero Pestalardo, figura nota della darsena, racconta la sua battaglia.
i
padroni del territorio - alessandro antichi*
( da "Tirreno,
Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: a presentarsi con il cappello in mano davanti ai mandarini della burocrazia degli uffici tecnici e ai loro padrini politici, quei pubblici amministratori diventati assolutamente arbitri del futuro del destino di individui, imprese, proprietà. Come ho avuto occasione di dire nel Parlamento toscano, il 4 aprile 2007: "Si è realizzata una devastante interposizione fra la società,
<Gay,
no alla depenalizzazione> ( da "Libertà"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha spiegato. Elisa Pinna 02/12/2008
Il
Comune riprende l'ex scuola allo Stato
( da "Resto
del Carlino, Il (Rimini)" del
02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: In realtà, grazie alla burocrazia italiana ne sono serviti dodici. Il Comune spenderà 182mila euro per l?acquisto, buona parte già coperto da un mutuo acceso nel ?95. Una volta restaurato, l?edificio sarà utilizzato in qualità di centro servizi polivalente. m.d.a. Image: 20081202/foto/8131.
TRENTO
- La scelta del Gruppo Poli di pagare a Bolzano, e non più a Trento, l'imposta
sugli utili d'impresa (l'Ires, pari a circa 6 milioni di euro), in polemica con
la burocrazia ( da "Adige, L'"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia provinciale e comunale trentina che gli bloccano da anni un centro commerciale in via Brennero, continua a far discutere TRENTO - La scelta del Gruppo Poli di pagare a Bolzano, e non più a Trento, l'imposta sugli utili d'impresa (l'Ires, pari a circa 6 milioni di euro), in polemica con la burocrazia provinciale e comunale trentina che gli bloccano da anni un centro commerciale
'Meno
costi grazie ai sindaci' ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Avendo lavorato ben 22 anni nel sindacato conosco bene la burocrazia dello Stato: quelle persone che avranno diritto ad 1,33 euro al giorno dovranno passare giornate intere alle Poste, i Caf, l?Inps e i Comuni per compilare pratiche su pratiche e saranno soggetti ad un tormento senza fine per spendere quell?
SPOLETO
VITTORIO SGARBI (nella foto) al Caio Melisso per presentare...
( da "Nazione,
La (Umbria)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: interroga su cosa accade quando la cultura incontra la macchina organizzata della burocrazia. Accade, a suo avviso, che macchina decida di rischiare e quindi di lasciare libera la cultura di manifestarsi, oppure che la blocchi e la lasci agonizzare. La presentazione, organizzata dall?assessorato alla cultura di Spoleto, è alle 21.
Raccolta
firme per riaprire il discount ( da "Giorno, Il (Milano)"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nel tentativo di accelerare la burocrazia. «Sappiamo che la proposta si è fermata in Giunta ? spiega Diana De Marchi ? ma non sappiamo né perché, né quando il Comune deciderà di mettere mano alla situazione. Adesso il supermercato più vicino è in via Morgantini, troppo distante per gli anziani che incontrano infinite difficoltà per raggiungerlo.
la
sicurezza sarà potenziata ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: servano «più uomini, più donne, più risorse, più mezzi e meno burocrazia. La provincia di Gorizia è la terza per sicurezza in Italia, ma dobbiamo fare di più». Il questore Antonio Tozzi ha ribadito come sarebbe necessario «parlare di modelli di sicurezza, piuttosto che procedere con interventi a pioggia.
LA
CRISI finanziaria sta indebolendo i movimenti euroscettici, soprattutto in
que... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia e l?assenza di rappresentatività delle istituzioni europee rimangono problemi irrisolti. L?Europa basata solo sugli interessi continua ad essere un?idea senza anima, lontanissima dallo spirito dei suoi Padri Fondatori. (pierluigi.barrotta@libero.
'Social
card', la Cgil: <Troppo complicata>
( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ci vogliono «giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia, per ottenere un euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte». L?ITER più complesso, sempre secondo il sindacalista, è quello per ottenere la dichiarazione Isee: «Se il pensionato non ce l?ha, va ad un Caf (Centro di assistenza fiscale) o all?
Risparmio
energetico, attacco al governo ( da "Corriere Alto Adige"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: «Misure simili non offrono un sostegno all'economia, la paralizzano — esclama il direttore Dieter Steger — l'economia ha bisogno di essere riavviata, la burocrazia va diminuita, imprese e cittadini necessitano di sgravi». Damiano Vezzosi
Prima
in trappola e poi tartassati: troppi cittadini ostaggi di prepotenze,
burocrazia e offerte col trucco ( da "Messaggero, Il"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi Prima in trappola e poi tartassati: troppi cittadini ostaggi di prepotenze, burocrazia e offerte col trucco
Hai
ricevuto bollette o cartelle pazze? Hai subito prepotenze della burocrazia o
trappol... ( da "Messaggero, Il"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi Hai ricevuto bollette o cartelle pazze? Hai subito prepotenze della burocrazia o trappole delle aziende che forniscono servizi? Denuncia i tuoi soprusi quotidiani
BENI
A PERDERE ( da "Manifesto, Il"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia altamente professionalizzata, fortemente armata sul piano politico e culturale, e capace di dialogare alla pari con il settore privato. Se ne avrebbe gran bisogno anche in Occidente, dove per l' assenza di un ceto professionalde di civil servants, perfino il bailout americano costituisce un nuovo episodio di privatizzazione di funzioni pubbliche alle grandi law firms di
DA
COMUNISMO A CAPITALISMO I COSTI DELLA TRANSIZIONE
( da "Corriere
della Sera" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la corruzione delle burocrazie, i conflitti tra bande nelle strade delle grandi città e soprattutto l'indigenza dei ceti sociali che il crollo dello Stato sovietico aveva ridotto in povertà. Vladimir Putin non ebbe torto quando sostenne che la disintegrazione dell'Urss era stata una delle più gravi catastrofi geopolitiche del Ventesimo secolo.
Sessanta
imprese multinazionali associate a Confindustria, un'occupazione diretta pari a
13.000... ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nella pressione fiscale, nei costi energetici, nelle carenze infrastrutturali, nella burocrazia. «Per tentare il rilancio - spiega Cursi - in provincia di Latina si dovranno attivare patti territoriali, contratti di programma e contratti d'area, definendo priorità e risorse da destinare ai settori in crisi».
VASTO
- La burocrazia ha bloccato per due giorni nell'obitorio dell'ospedale di Vasto
la salma di un... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Martedì 02 Dicembre 2008 Chiudi VASTO - La burocrazia ha bloccato per due giorni nell'obitorio dell'ospedale di Vasto la salma di un autotrasportatore di Napoli, A. G., 34 anni, morto per cause naturali, impedendone il ritorno a Napoli dove i familiari l'attendevano per le esequie funebri.
I
socialisti italiani vogliono accasarsi in Europa
( da "Giornale.it,
Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: si dovrà misurare sul terreno ormai consunto di improbabili unificazioni o scissioni o coalizioni di burocrazie organizzative da tempo logore e inadeguate”. Ma dovrà nascere, invece, dal basso, e da concrete azioni di impegno civile, politico, culturale e sociale, a tutela dei salari, del lavoro, della solidarietà sociale, dell?ambiente, dei diritti civili e della laicità.
Il
federalismo è la via d'uscita ( da "Opinione, L'"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: E poi per averla richiede un complicato percorso di tempo e burocrazia; l?idea dei negozi convenzionati e delle connesse commissioni bancarie fanno sorgere maliziosi sospetti circa i veri beneficiati dell?operazione. Si può ipotizzare che gran parte degli utenti saranno anziani e li si obbligherà a una trafila più micraniosa di quella per entrare in auto a Milano.
<Burocrazia
assillante? Non rispettiamola più>
( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La Camera di commercio ha tenuto un convegno al Cuoa di Altavilla «Burocrazia assillante? Non rispettiamola più» Sul tema confronto serrato tra esponenti del mondo della politica e imprenditori E la pazienza è al limite Roberto Luciani ALTAVILLA Un convegno di studi ma anche un laboratorio dove cominciare a isolare gli embrioni per nuove ed efficaci risposte.
L'artigianato
tira un sospiro di sollievo ( da "Corriere Adriatico"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: alla burocrazia. E' inoltre fondamentale il sostegno delle istituzioni per creare un ambiente favorevole in termini di formazione delle risorse umane di certezza della legalità, non meno che in termini di infrastrutture e di incentivi. E se il problema principale denunciato dalle micro e piccole imprese, che rappresentano il tessuto produttivo più dinamico e maggiormente diffuso,
ALCESTE
SANTINI ROMA. SCATENA UN GRANDE DIBATTITO SUL PIANO ETICO E POLITICO,
L'OPPOSIZIONE ... ( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: interviene Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc: «Non mi risulta che la Chiesa sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità - osserva - ma si oppone a una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato».
Vitali
sulla Cina: niente paura, è un'opportunità
( da "Corriere
Adriatico" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: accelerare il federalismo regionale per allentare la morsa della burocrazia, non consentire la cassa integrazione dei dipendenti italiani a quelle aziende che hanno stabilimenti all'estero. "Non svendiamo questo paese alla Cina ha concluso - serve democrazia. I cinesi vogliono una piattaforma? Bene, che loro ne diano una a noi a Shangai".
Primarie,
cura imperfetta utile a elettori e partiti
( da "Secolo
XIX, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: indipendenza rispetto alle burocrazie partitiche. Non è un caso se le primarie sono un tassello centrale del progetto di riforma di Giovanni Guzzetta, il costituzionalista che ha promosso lo sfortunato referendum contro il "porcellum": le primarie, oltre tutto, rendono i candidati accountable, responsabili personalmente delle loro promesse e della loro performance;
Beni
comuni, patto Variati-Cacciari ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Bertolissi ha comunque parlato di «dominio della burocrazia che non lascia traccia di saggezza. L'imperare della legge è cosa ben diversa dal diritto. Non c'è spazio per il ragionamento. Il modello sul quale andiamo a sbattere è il seguente: io ti sto ad ascoltare ma tanto ho già deciso diversamente».
Segno
di croce imboccando l'autostrada ...
( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che scaricano la proprie inettitudini sulla burocrazia, lasciando al fato le proprie responsabilità?Come si possono catalogare gli amministratori di tale autostrada che, pur avendo bilanci attivi, si sono ben guardati da mettere in sicurezza almeno la parte centrale dell'A4?Dobbiamo ancora parlare di tragedia, oppure d'omicidio annunciato?
Mazzacurati:
<Con il Mose non sarebbe successo>
( da "Gazzettino,
Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
unico
problema: la burocrazia è ormai vinta».Senza gli ostacoli, quando sarebbero
finiti i lavori?«Ragionevolmente entro il 2000».E quante acque alte si
sarebbero risparmiate?«Dal 1966 le maree così alte sono state più di 10. Tra il
1966 e il 1975 la frequenza di maree sopra i
<Disposti
al dialogo ma nessuno ci ha cercati>
( da "Gazzettino,
Il (Venezia)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: alla fine anche lui è stato travolto dalla burocrazia e forse forse anche dagli eventi, come il resto della città. E alla fine, non ce l'ha fatta. «Mica potevamo sapere che oggi ci sarebbe stata un'acqua alta eccezionale...». Antonini è tra i leader del sindacato di base da tempo. É sempre stato impegnato nel settore autoferrotramvieri e in tanti anni di "sindacalismo antagonista"
Verona
(D.V.) Coraggio, entrate. Se vi terrorizza il ...
( da "Gazzettino,
Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ha scelto di vivere in Italia "perchè lontana dalla burocrazia artistica americana". Dice: "Qui da noi si ritrovano occasioni di freschezza paragonabili all'esperienza degli anni Settanta a New York". Così ha eletto Valeggio come suo domicilio per i ritmi di vita di un piccolo centro e perchè è vicino a aeroporto e autostrada.
Il
mar. Girardi al comandodella stazione carabinieri
( da "Sicilia,
La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ovviamente - dice Messina - la burocrazia ha bisogno di tempo, ma l'emergenza ci impone un'urgenza e una priorità straordinarie, onde assicurare di ristabilire la normalità del servizio". Frattanto i lavoratori, fiduciosi della soluzione che dovrebbe arrivare a giorni, hanno ripreso a lavorare con grande senso di responsabilità.
Per
un nuovo socialismo democratico, liberale e libertario
( da "AprileOnline.info"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazie organizzative da tempo logore e inadeguate. Dovrà nascere, invece, dal basso, e da concrete azioni di impegno civile, politico, culturale e sociale, a tutela dei salari, del lavoro, della solidarieà sociale, dell'ambiente, dei diritti civili della laicità, noi socialisti firmatari di questo appello decidiamo di avviare la costituzione di un coordinamento permanente delle
SANITÀ.
Il rapporto di Cittadinanzattiva ( da "Vita non profit online"
del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia continua inoltre a rappresentare un ostacolo per la propria cura: oltre il 74% delle associazioni segnala infatti la presenza di procedure che rallentano l'accesso alla terapia. Inoltre, in quasi un caso su due (45%) viene segnalato come il mancato accesso gratuito a protesi e ausili necessari,
Piccole
imprese, antidoto alla crisi ( da "Arena, L'"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia inutile. È dunque cruciale che i governi dell'Ue, le regioni e le autorità locali uniscano le forze per sbloccare il potenziale delle Pmi. In questo contesto, abbiamo già presentato importanti proposte legislative al fine di ridurre le aliquote Iva in alcuni settori ad alta intensità di lavoro e stabilire un nuovo statuto privato europeo delle Società rendendo più facile
Sonia
Masini: ma tutti i soldi li abbiamo dovuti mettere noi
( da "Gazzetta
di Reggio" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Infine il Presidente, sottolineando come spesso i tempi perché si arrivi alla agibilità di una scuola siano lunghi a causa della «burocrazia», precisa che «la Provincia ha il bilancio in pareggio e per fare questi interventi ha dovuto contrarre dei mutui».
Translessinia
chiusa per burocrazia ( da "Arena, L'"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è stata rinnovata in tempo Translessinia chiusa per burocrazia All'origine ci sono passaggi di competenze e colpevoli ritardi Battipista in garage: «Se succede qualcosa, chi risponde?» Nessuno se lo sarebbe nemmeno immaginato: non è la mancanza neve, non sono le difficoltà tecniche, non sono per assurdo neanche i pochi soldi che a stento si riescono comunque sempre a racimolare,
Il
Sait apre a Dao, ora si cercano alleanze
( da "Trentino"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: mescolate a recenti motivi di irritazione verso la burocrazia. Sono d'accordo che la lentezza dell'amministrazione pubblica a dire un sì o un no, talvolta è esasperante. Ma per questo prendersela con il Sait Il Gruppo Poli è una bell'azienda» aggiunge «compie le sue legittime scelte: se deve spostare il magazzino a Bergamo lo fa e chiude quello di Lavis,
Neve,
il sindaco chiede scusa ( da "Stampa, La"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: non subirò la burocrazia, perchè il sottoscritto agisce per coscienza e non per pressioni». E annuncia «un riordino integrale del servizio e una riforma della struttura». «Voglio coinvolgere di più i vigili urbani, penso ad un sistema di controllo satellitare già installato sui bus Asp che ti consente di monitare la dislocazione dei mezzi,
Sportelli
unici, iter più veloci ( da "Stampa, La"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: anche se i tempi della burocrazia continuano ad essere lenti. Il rilascio da parte degli Sportelli Unici delle autorizzazioni richieste avviene infatti in media in 72,75 giorni, valore comunque ben al di sotto dei 90 giorni previsti dalla legge. Nei quattro uffici, cui fanno capo complessivamente 51 dei 77 Comuni del Vco, nel 2007 sono state avviate 187 pratiche,
Invito
alle imprese: investite in Albania
( da "Libertà"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Silvio Berlusconi assicura che al di là dell'Adriatico le industrie tricolore potranno trovare meno burocrazia che altrove. Al termine della visita del presidente del Consiglio a Tirana, insomma, il rapporto privilegiato che da anni lega Italia e Albania viene confermato dai due leader. Berlusconi è stato accolto con entusiasmo dal collega albanese.
<Più
sviluppo per il territorio> ( da "Libertà"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: in particolare Franco Albertini, sindaco di Pecorara, ha voluto sottolineare la realtà del suo Comune, attaccando da un lato gli sprechi della burocrazia che invece la messa in comune di servizi tra comuni attigui potrebbe attuare e dall'altro il rischio di un federalismo fiscale che non sia solidale. 03/12/2008
FABRIZIO
TORCHIO VAL DI SOLE - Dopo una seconda notte al buio, senza corrente elettrica
e (nelle abitazioni sprovviste di stufa a legna) in qualche caso anche al
freddo, la Val di ( da "Adige, L'"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La Provincia sta raccogliendo i pareri, fra cui quello del Parco dello Stelvio. «La chiusura dell'anello con Peio - ribadisce Penasa - è necessaria, mi auguro che i tempi della burocrazia siano brevi perché la Val di Rabbi ne ha bisogno». 03/12/2008
Ora
è più facile aprire una ditta ( da "Provincia Pavese, La"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ora è più facile aprire una ditta Procedure unificate in provincia, presentata ieri una guida MENO BUROCRAZIA PAVIA. Niente più labirinti burocratici e code agli sportelli per una sola informazione, finalmente c'è un iter procedurale unificato e uguale per tutti i 190 Comuni della provincia di Pavia per chi voglia aprire una nuova attività.
Cantieri
fermi, meno soldi al Comune ( da "Provincia Pavese, La"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nei meandri della burocrazia facendo ritardare il pagamento degli oneri. Noi sappiamo comunque che questi soldi entreranno in cassa e che questo mancato introito non ha danneggiato nessuno». A non partire, secondo i tempi previsti, il recupero della ex Misal ed una lottizzazione, alla fine di via Roma, che porterà tra l'altro alla realizzazione di un parco di 16mila metri quadrati.
scuole,
la sicurezza va online - stefano parola
( da "Repubblica,
La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Qualcuno si è lamentato della troppa burocrazia, che a volte implica un´eccessiva attenzione su aspetti irrilevanti. Più di tutto si è parlato del ruolo del preside, schiacciato dal peso della propria responsabilità nonostante tocchi a Comuni e Province garantire la sicurezza nelle scuole: «Spesso - dice Nino Moro, dirigente scolastico del Liceo Pininfarina e padrone ci casa per l´
spiraglio
per l'ex faraona ( da "Mattino di Padova, Il"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Inps però la burocrazia è troppo lunga. Perciò abbiamo scritto una lettera al sindaco di Montagnana, facendo presente la grave situazione in cui si dibattono i lavoratori e le loro famiglie e chiedendo il sostegno dell'amministrazione comunale. In ballo ci sono 160 dipendenti che, se riassunti, risolleverebbero la situazione occupazionale in forte crisi qual'
i
catalogatori passano alla beni culturali spa per le casse pubbliche aggravio da
13 milioni ( da "Repubblica, La"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ora la maggioranza che governa la Regione annuncia provvedimenti rapidi promettendo, entro 3-4 mesi (sono sempre indicazioni di Leanza), l´elaborazione della pianta organica dell´amministrazione siciliana. Quella mappa, cioè, attraverso la quale è possibile stabilire quanti dipendenti ha bisogno ogni settore della burocrazia.
la
ghiotta mensa dei poveri a ballarò
( da "Repubblica,
La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che Mama Africa tiene più puliti che può, ma che per la burocrazia e le norme vigenti non sono adatti al pubblico ristoro. Fra le mattonelle bianche e azzurre, Abibata ha sistemato diverse bombole del gas, che alimentano i fornelli sui quali prepara i piatti, cucinati in grandi pentole di alluminio.
Ottimo,
9 e 10 oppure B e Aecco il gran valzer dei voti
( da "Secolo
XIX, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: come recita la burocrazia ministeriale. Ottimo, distinto, buono, sufficiente, insufficiente, fino allo scorso anno scolastico (con giudizio scritto) Ritorno ai voti numerici nelle disposizioni recenti del ministero Gelmini-Tremonti (con giudizio scritto) Cambiano i termini, aggettivali o numerici, ma la sostanza rimane la stessa.
ora
non ci freni la burocrazia ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ora non ci freni la burocrazia» Appello di Pineta spa in vista dei lavori di ripristino LIGNANO. Un appello alla "burocrazia", affinché «non ostacoli il ripristino della spiaggia e delle infrastrutture di cui il turismo e Lignano hanno bisogno» è giunto ieri da Giorgio Ardito della Lignano Pineta Spa, società concessionaria dell'arenile di Pineta,
la
mia vita da pastore - marco pomella
( da "Tirreno,
Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: uno degli ultimi pastori rimasti sul territorio, scopriamo che il suo mondo è fatto anche di burocrazia, di analisi e controanalisi. «Perché il mondo della pastorizia - racconta Bertolini - è tenuto sotto controllo come se tutti i mali di questi anni, dalla mucca pazza all'aviaria, siano colpa nostra. E fare il pastore non è più come una volta».
verifiche
asl su igiene e prodotti ( da "Tirreno, Il"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: aumento di burocrazia imposta agli allevatori. I controlli infatti da una parte vengono effettuati dall'Asl (per esempio sullo stato igienico delle stanze dove viene prodotto il formaggio o sulla composizione dei prodotti che si danno in pasto agli animali), dall'altra devono essere autocertificati dagli stessi pastori.
Carinzia
e Tirolo mete oltreconfine ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: peso della burocrazia; elemento,quest'ultimo,ritenuto sempre più importante dagli imprenditori. Per attirare gli investimenti strategico è l'operato delle agenzie di marketing territoriale, come la carinziana Eak, appartenente al land e in grado di assistere le aziende dal momento della presentazione delle pratiche per l'insediamento fino alla ricerca di personale specializzato.
Spesa
in aumento per i forestali ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Gli addetti alla 'burocrazia' sono 295, circa 60 collaboratori a progetto, il resto operai idraulico forestali che lavorano in ufficio. Il calo è dovuto ai pensionamenti e ai 259 esodi incentivati (questi ultimi costati 8 milioni). Nonostante ciò, i costi sono in aumento.
Nord-Est
verso Carinzia e Tirolo ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia non soffocante. Sono questi quattro elementi a stimolare gli investimenti delle aziende nordestine nei land austriaci di confine e in Slovenia. Con un trend di crescita che si mantiene costante anche in questa difficile congiuntura per la Carinzia e il Tirolo, mentre diminuisce l'appeal di Lubiana.
Durst
potenzia il polo di Lienz ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il peso della burocrazia locale, invece, era già ridotto rispetto a quella italiana». Una grossa mano anche per Durst è arrivato sul fronte degli incentivi, garantiti tanto da Vienna quanto dal land. «Particolarmente interessante – sottolinea Oberrauch –
Le
aziende altoatesine fanno il pieno d'appalti
( da "Sole
24 Ore, Il (Nord Est)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: quello della burocrazia. Le nostre imprese occupano operai, non hanno grandi strutture amministrative. Appesantire il loro lavoro con documentazione spesso inutile fa solo aumentare i costi». Una richiesta che Mussner promette di portare avanti: «è vero che in alcuni casi il carico burocratico è eccessivo.
Un
nuovo ciclo produttivo è aperto dalla Luna, pronta a cambiare fase nel proprio
settore del l... ( da "Messaggero, Il"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Mercoledì 03 Dicembre 2008 Chiudi Un nuovo ciclo produttivo è aperto dalla Luna, pronta a cambiare fase nel proprio settore del lavoro, venerdì. Attenti alla burocrazia, legge! Nettuno sostiene i progetti matrimoniali, il sogno di un figlio. Donne!
Giudici
e politici, altalena continua Dal caso Craxi al caso Nugnes
( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: insieme alla burocrazia, all'imprenditoria, alla cultura, a parlare di azione giudiziaria strumentale. O sospetta, nei tempi e nei modi. Se volesse farlo, dovrebbe prima cacciare, senza aspettare le inchieste o le sentenze, coloro che frequentano camorristi, vi fanno affari, continuano a prendere tangenti o a darle,
Pagare
le tasse non può essere un optional
( da "Sole
24 Ore, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la burocrazia ». Per favorire l'affermazione di comportamenti fiscalmente virtuosi occorre allora prevedere e immaginare un sistema articolato di incentivi. Ci chiediamo se non sia possibile avanzare una sorta di analisi di fattibilità che consenta l'affermazione del nuovo principio "paga meno chi paga tutto".
Aprire
un'impresa d'ora in poi sarà più facile
( da "Giorno,
Il (Lodi)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: UN ULTERIORE passo per snellire la burocrazia, a favore delle imprese. L?assessore provinciale al Lavoro, Angelo Ciocca, ha presentato ieri mattina la nuova Guida provinciale alla compilazione della Dichiarazione di inizio attività produttiva (Diap). «Sono molto soddisfatto - commenta Ciocca - del risultato raggiunto.
Partirà
entro fine mese un monitoraggio di tutte le scuole più antiche di Ro...
( da "Messaggero,
Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: In modo da snellire la burocrazia e dare la possibilità alle singole scuole, qualora si rompesse un vetro, di poter agire autonomamente senza dover aspettare i tempi di intervento del municipio». Ma non solo. «Tra le idee c'è anche quella di proporre un servizio di sorveglianza costante sulla condizione degli edifici scolastici dei singoli quartieri -
TRASPORTI
Piazza Gondar, ridateci la fermata...
( da "Messaggero,
Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Lait Spa BUROCRAZIA La consegna della raccomandata Il giorno 2 ottobre, a metà mattina il portiere consegna a mio marito, in casa a lavorare, il classico cartoncino giallo (Mod. 26) per il ritiro di una raccomandata, presso l'ufficio postale di Roma 29, come indicato.
CAMERINO
Per l'Università di Camerino oggi è l'inizio dell'anno accademico numero...
( da "Messaggero,
Il (Marche)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ambiente è dinamico e il fatto che si tratti di un piccolo ateneo implica tanti pregi, a partire da poca burocrazia e poche sovrastrutture. Ma ora?». Lo scotto che le università italiane pagheranno parla di numeri implacabili. Ogni ateneo si sta arrovellando per trovare le sue soluzioni, sia che si vada verso la trasformazione in fondazioni sia che si scelgano altre strade.
Il
distributore di via della Balduina: quando la politica sta col cittadino
( da "Corriere
della Sera" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: tra i meandri della burocrazia, si è ottenuto il risultato sperato. Non solo infatti è stato demolito, rimosso, raccolto e asportato quanto atteneva all'impianto della ex pompa e dintorni, ma, contemporaneamente ne è stato anche restaurato il sito. Non si è tralasciato neanche di riempire di materiali inerti l'antico serbatoio interrato,
Fiori,
ma anche sciarpe e magliette Il calcio conforta funerali e memoria
( da "Corriere
della Sera" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Olimpico espresse una volontà romantica che cozzava contro la burocrazia: «Seppellite il mio cuore in curva Sud». Dove batte appunto il cuore del tifo romanista. Dove, come in tutte le altre curve d'Italia, anche quelle delle serie minori, ogni domenica c'è un ricordo. «Sempre con noi», scrive al compagno di fede scomparso chi ha diviso chilometri di trasferte e un panino freddo all'
<San
Rossore, ippodromo di primo livello>
( da "Nazione,
La (Pisa)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Efficienza e snellezza anziché la lenta burocrazia di oggi. Qualcosa di simile a quanto avviene con il Coni e le varie federazioni sportive». Sugli altri provvedimenti da adottare, Benedetti ha detto:« Un punto essenziale dovrà essere la riqualificazione degli ippodromi. In questo processo io credo che San Rossore dovrà essere collocato, per la sua storia,
<Le
cifre? Un triste balletto> ( da "Nazione, La (Grosseto)"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia dei numeri, che ribadiscono comunque il fatto che la provincia di Grosseto presenta l?indice di infortuni sul lavoro più alto di tutta la Toscana. «E relativamente agli infortuni in itinere ? afferma ancora Franceschini ? forse varrebbe la pena che le istituzioni preposte indagassero sugli straordinari troppo pesanti che sommati a determinati orari di lavoro stressanti
La
delibera arriva in ritardo Slitta la nomina di Ellecosta
( da "Corriere
Alto Adige" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Più banalmente, è la burocrazia del consiglio comunale a frenare il passaggio di consegne tra Elmar Pichler Rolle ed Ellecosta. La delibera relativa alla sostituzione, infatti, era stata consegnata ai consiglieri con un preavviso inferiore alle 24 ore previste dal regolamento.
Il
risparmio energetico rischia il corto circuito. Addirittura retroattivo.
Complice il decreto anti... ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)"
del 03-12-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: conoscendo i tempi biblici della burocrazia italiana, il Governo ha messo le mani avanti: se in un mese non arriva una risposta, vale il silenzio-rifiuto. Ovvero, niente sgravio del 55%. Solo del 36%, fino a un massimo di 48.000 euro. Dal 2009, ulteriore stretta: nessuna risposta equivarrà a nessuno sgravio, neanche del 36%.
"IL
Giardino delle delizie" sabato 6 alle 15 alla Rosa del Borghetto, strada
d... ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Un omaggio ai sans papiers di tutto il mondo, fantasmi per gli Stati e le burocrazie. Di e con i partecipanti del laboratorio teatrale interculturale Human Beings diretto da Danilo Cremonte. Info 0755734519. "Enrico IV" di Luigi Pirandello da oggi fino a sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 17 al Teatro Morlacchi di Perugia.
Parcheggi
'blu' nel caos ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dobbiamo aspettare che la burocrazia faccia il suo corso. Non possiamo intrometterci nella gestione dei parcometri, altrimenti sarebbe irregolare. Credo che ci vorranno ancora almeno due mesi per regolarizzare tutto. Nel frattempo i vigili continueranno a fare controlli e multe dove sarà necessario.
Lo
storico postino spostato a Baiso. E' caos per la posta dei cittadini
( da "Resto
del Carlino, Il (R. Emilia)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: azienda Poste la zona sia ora servita dalla postina di Baiso, sostituita nella sua zona dal veterano postino di Roteglia. Tutti e due, ovviamente, non conoscono la zona a loro assegnata e, anche se entrambi hanno chiesto di tornare a lavorare nei territori che da tempo hanno servito, la burocrazia ha opposto per ora un secco no. Image: 20081203/foto/6994.jpg
)
SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso ...
( da "Resto
del Carlino, Il (Forlì)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 10 ) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso ... DISCUSSE Luminarie natalizie ) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso le 11.30 io, mia moglie e le mie due figlie di 5 e 2 anni ci siamo recati presso la guardia medica presente all?
lezioni
il sabato in ospedale per non farle saltare scuola
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: saltando i tempi lunghi della burocrazia - sono riconoscenti i genitori -. Il liceo si è fatto totalmente carico del progetto di integrazione». Lezioni al Gervasutta, e-learning sulla piattaforma della scuola quando la connessione internet sarà attivata in reparto e una mobilitazione corale per dare scuola a Giada.
A
Nord di Roma ( da "Opinione, L'"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: arrembaggio della burocrazia ?borbonica?, ci si chiedeva come fosse possibile che la metà del paese vivesse alla sua greppia e l?altra metà a lavorare per mantenerlo. Nessuno pose rimedio al contrasto insanabile, poiché sarebbe crollato l?intero edificio che si basava su uno storico equivoco.
India,
gli eroi per caso che lottano contro il terrore
( da "Opinione,
L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: inefficienza: salari bassi, burocrazia lenta, equipaggiamenti obsoleti e carenza di analisti. Tutte caratteristiche che rendono impossibile la scoperta e la prevenzione di un commando di terroristi. Anche quando quest?ultimo si annuncia in pompa magna con mesi di anticipo.
Piccole
imprese, antidoto alla crisi ( da "Giornale di Vicenza.it, Il"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia inutile. È dunque cruciale che i governi dell?Ue, le regioni e le autorità locali uniscano le forze per sbloccare il potenziale delle Pmi. In questo contesto, abbiamo già presentato importanti proposte legislative al fine di ridurre le aliquote Iva in alcuni settori ad alta intensità di lavoro e stabilire un nuovo statuto privato europeo delle Società rendendo più facile
Urbanistica
tra pubblico e privato ( da "Corriere Adriatico"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: frontedei project financing Mentre prima i tecnici si trovavano di fronte un'insormontabile burocrazia oraper aziendee amministrazionile procedure sono più snelle e veloci Convegno in Confindustria: al centro del dibattito le regole che agevolano il settore Urbanistica tra pubblico e privato pesaro - Nuovi orizzonti arrivano dal terzo decreto correttivo al codice dei contratti pubblici.
Appello
agli imprenditori "Investite di più in Albania"
( da "Corriere
Adriatico" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Silvio Berlusconi assicura che al di là dell'Adriatico le industrie tricolori potranno trovare meno burocrazia che altrove. Al termine della visita del presidente del Consiglio a Tirana, insomma, il rapporto privilegiato che da anni lega Italia e Albania viene confermato dai due leader. Berlusconi è stato accolto con entusiasmo dal collega albanese.
DALL'INVIATO
ENZO CIACCIO CASALNUOVO. HA LASCIATO LA MOGLIE ROSA E TRE RAGAZZI ORMA...
( da "Mattino,
Il (Circondario Nord)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: scandalo dei villaggi abusivi che fece discutere mezzo pianeta e che oggi giace semi-irrisolto per burocrazia, lentezze e ritardi. Sarà lutto cittadino, a Casalnuovo, nel giorno dei funerali. Lungo via Filichito, serpentone angusto senza luci nè atmosfera, non si respira aria di Natale. E la tensione si mastica a bocconi. Ecco il cortile della rapina, ecco il negozio chiuso per lutto.
<È
come dare l'aspirina a un malato terminale>
( da "Gazzettino,
Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: quanta burocrazia per i due soldi» della social card!».«L'elemosina di Stato - scrive Famiglia cristiana nell'editoriale del prossimo numero - non modifica d'una virgola la distribuzione del reddito, non lo sostiene, non crea nuovi posti di lavoro. Le grandi opere, finanziate con 16 milioni di euro, sono un libro dei sogni,
AUTOSTRADE:
PEDAGGI SENZA PACE NICOLA PERENNE - C.MARE DI STABIA DR. LUBRANO, I PEDAGGI...
( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: pubblicata da Il Mattino mercoledì 12 novembre con il titolo «La burocrazia e gli arretrati», vorrei precisare che il pagamento degli arretrati relativi alla pensione di invalidità civile del signor Mario Capoccia, fratello del signor Umberto, era stato già effettuato dell'Inps con la rata del mese di ottobre, con accredito su conto corrente bancario.
Mezzo
milione già stanziato resta bloccato da oltre un anno
( da "Gazzettino,
Il (Padova)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Burocrazia sanitaria Mezzo milione già stanziato resta bloccato da oltre un anno Cinquecentomila euro bloccati da un anno, assegnati in Finanziaria grazie ad un emendamento firmato Raffaele Zanon e, nonostante la bisogna, "dormienti" nelle casse dell'Azienda ospedaliera: quei denari potrebbero servire ad allargare l'organico medico e infermieristico,
Burocrazia
e crisi, scende il buio sulla festa dell'Immacolata
( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: erogazione con la società Piesse energia» Burocrazia e crisi, scende il buio sulla festa dell'Immacolata CordenonsLa festa dell'Immacolata di piazza Beorcia teme il buio. Gli organizzatori non hanno trovato il modo per illuminarla. Colpa della crisi e della burocrazia? «Abbiamo chiesto al Comune la fornitura dell'energia elettrica ma ci è stata negata»,
Palmanova
Un piano di opere pubbliche per rilanciare ...
( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 03-12-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia
Abstract: interventi decisi contro la burocrazia: «Le imprese artigiane ha detto Lenna sono da sempre l'ossatura dell'economia regionale e quelle delle costruzioni in particolare e la Regione, anche se il quadro non è dei più rassicuranti, farà quanto è possibile per sostenerle. In attesa della riforma sanitaria che sarà approvata il prossimo anno per contenere la crescita della spesa che è del 3-
Portualità
turistica, raddoppiano i fondi della Sicilia
( da "Travel
Trade Italia.com" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: assessore non ha nascosto le criticità: "Troppo complesse le procedure dei bandi e troppa burocrazia - spiega - sono stati un freno alla sviluppo. Credo che per un settore strategico come quello della portualità turistica si debba procedere secondo le linee guida della legge Burlando, che prevede la finanza di progetto'' Siti sponsorizzati
I
25 anni del Parco Adda Nord, consorzio di qualità e bellezza, che deve fare i
conti con la c ( da "Merateonline.it"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che deve fare i conti con la crisi economica e la burocrazia I relatori 1983-2008: un quarto di secolo dedicato alla conservazione e alla valorizzazione di un patrimonio floro-faunistico di prim'ordine: il Parco Adda Nord compie 25 anni e quale cornice migliore dell'ex-villaggio operaio di Crespi d'Adda frazione di Capriate San Gervasio - per celebrare a dovere la ricorrenza?
Friuli
Venezia Giulia : grazie all'Obiettivo 2000 posti di lavoro creati e 2262
progetti avviati ( da "Sestopotere.com"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo". L'esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l'offerta di ricerca, un'esperienza sottolineata nell'intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico,
E'
tempo di Premi ( da "superEva notizie"
del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la cecità propria di taluni vertici della burocrazia ministeriale, con una manovra oscura e trasversale, ottennero dall'editore di Ordine Pubblico il licenziamento di Fedeli. Eravamo nel dicembre 1976. Dopo un solo mese di silenzio, Franco Fedeli, la sua redazione e tanti amici poliziotti che lo avevano sempre seguito diedero vita al periodico Nuova Polizia e riforma dello Stato,
Lapam
e Cna: risparmio energetico meno fondi, più burocrazia per tutti
( da "Gazzetta
di Modena,La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: risparmio energetico meno fondi, più burocrazia per tutti Le associazioni contro il provvedimento retroattivo del governo "Le imprese hanno investito in strutture e tecnologie" Risparmio energetico penalizzato? Non è andato giù il provvedimento del governo in materia e naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere.
Quaranta
mesi dopo, l'iter riparte da zero
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia infatti prevede come primo passo l'approvazione da parte della commissione regionale Via (valutazione d'impatto ambientale) dei due impianti. Solo dopo il verdetto dei commissari, esclusivamente tecnico e consultivo, spetterà alla giunta regionale rilasciare le definitive autorizzazioni.
Assenteismo,
quattro indagati ( da "Alto Adige"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia appieda Babbo Natale ARCO. Babbo Natale dovrà arrangiarsi in altra maniera per portare a spasso i bimbi della Busa. Il trenino del mercatino asburgico è stato fermato dalla burocrazia: per andare da Arco a Riva, infatti, deve avere le stesse autorizzazioni della Trentino Trasporti.
Rizzotto
apre le porte alla Feltrese ( da "Corriere delle Alpi"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Adesso vedremo come si evolverà la situazione». Domenica Cesca. A Feltre, tutto è pronto per il debutto di Massimo Cesca. Il rinforzo trevigiano può giocare con la Liventina. Mentre sarà la burocrazia a decidere se il brasiliano Marco Aurelio Franco potrà essere tesserato. (g.s.)
La
navigazione interna guarda ad una rete europea
( da "Gazzetta
di Mantova, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Anche per la navigazione interna la burocrazia è complicata, dispersa tra vari enti: è stata sollecitata l'istituzione di un Ufficio Nazionale della Navigazione Interna, ad evitare appunto l'attuale frammentazione delle competenze. Il convegno è stato patrocinato dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti;
In
arrivo le bici dei comunali ( da "Trentino"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia dell'acquisto, invece che a metà settembre com'era stato anmnunciato, le biciclette arrivano a dicembre. Nelle settimane scorse gli uffici hanno provveduto a chiedere a cinque venditori presenti sulla piazza (cicli Pederzolli, Rosà, Stop anda go di Borto0lameotti, Bikbike di Paolo Ricciuti e cicli Adami) di mandare la loro miglior offerta per una bicicletta con ben specificate
La
burocrazia appieda Babbo Natale ( da "Trentino"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: di Gianluca Marcolini La burocrazia appieda Babbo Natale Per il trenino fra Arco e Riva occorrono troppe autorizzazioni La legge obbliga ad istituire un servizio pubblico in piena regola con tanto di tariffe e orari Bruno Lunelli: «Una scappatoia ci sarebbe ma serve flessibilità nell'interpretazione della norma» ARCO.
Oggi
i funerali dell'imprenditore ammazzato a Belo Horizonte
( da "Stampa,
La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: salma è stata bloccata per quattro ore e mezzo in aeroporto da altra burocrazia: quella italiana. «Nessuno ci ha aiutato. A parte il contatto con il console italiano a Belo Horizonte, dalla Farnesina non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata. Ci sono italiani di serie A e di serie B. Mio fratello, purtroppo, era solo un piccolo imprenditore che si guadagnava da vivere all'estero.
napoli,
l'inchiesta dei veleni sul "patto degli appalti" - napoli
( da "Repubblica,
La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Regolare qualche conto in sospeso tra le burocrazie della sicurezza. 3. Soffiare «per input politici e gerarchici» il nome di innocenti, incappati nelle intercettazioni telefoniche, per farne colpevoli da sbattere sui giornali. Bisogna allora cominciare da qui ? dalla disinformazione ?
un
successo i pacchi anticrisi i macellai: già a gennaio il bis - marco trabucco
( da "Repubblica,
La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Sono i normali tempi della burocrazia. Noi siamo molto favorevoli a queste iniziative e infatti intendiamo proseguire la collaborazione: con l´Ascom pensiamo di riproporre a partire da gennaio l´idea di «Commercio amico». Inoltre sto lavorando perché, sempre a partire dai primi mesi del 2009, parta un progetto di spesa ortofrutticola a chilometri zero o quasi:
dal
brasile al burkina faso la strada dà spettacolo con i balli urbani e sociali di
"afro e oltre... e altro" - claudia allasia
( da "Repubblica,
La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la burocrazia, i visti incompleti e gli equivoci dei dialetti, tre persone che, da sole, sono riuscite nell´impresa di creare un festival ammirato da tutti. E ora possiamo dire di «Danze in rivolta», scelte dal Festival in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
quaranta
mesi dopo, l'iter riparte da zero
( da "Nuova
Venezia, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia infatti prevede come primo passo l'approvazione da parte della commissione regionale Via (valutazione d'impatto ambientale) dei due impianti. Solo dopo il verdetto dei commissari, esclusivamente tecnico e consultivo, spetterà alla giunta regionale rilasciare le definitive autorizzazioni.
sgravi
energia: via la retroattività, resta il tetto
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ogni tentativo di snellire la burocrazia: il «silenzio negazione». Basta che la notizia si diffonda ed è un putiferio. All'origine c'è «la riqualificazione energetica degli edifici esistenti» prevista dai commi 344-349 della Finanziaria 2007, varata dal governo Prodi. 55% di detrazioni fiscali fino a 100mila euro da spalmare su tre anni negli interventi che tagliavano almeno il 20%
Social
card: consegnate vuotenon si sa quando farle caricare
( da "Secolo
XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia A tre giorni dall'avvio del servizio c'è confusione sul meccanismo di ricarica e su quante tessere sono state spedite a Genova 04/12/2008 ATTORNO ALL'AVVIO del servizio della social card, la tessera destinata ai ceti sociali più deboli, continua a regnare la più totale confusione: non sono chiari i tempi e i meccanismi di ricarica,
obiettivo
2, l'ue promuove il friuli venezia giulia
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo». L'esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l'offerta di ricerca, un'esperienza sottolineata nell'intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico,
<Errori
nei quiz della patente> Ma il ministero non risponde
( da "Secolo
XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nome delle migliaia di automobilisti vittime della burocrazia 04/12/2008 stella. Storia Kafkiana quella di Enzo Ristagno, agente di commercio al quale per guida senza cintura di sicurezza sono stati decurtati tutti i punti della patente. Il signor Ristagno, reo confesso dopo aver pagato le sue multe, si prepara ridare l'esame nei pochi ritagli di tempo che il lavoro gli concede.
il
morellino, gioiello per l'europa ( da "Tirreno, Il"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: semplificandone la burocrazia e aggiungendo qualche criterio supplementare che consenta di limitare le approvazioni a non più di 100 marchi di qualità ogni anno». Alla commissaria le Regioni di Arepo hanno manifestato la loro preoccupazione per il rischio di una diminuita protezione in un mercato in cui i prodotti europei di qualità non possono contare sulla concorrenza dei prezzi.
La
riforma dell'Università premia meriti e qualità
( da "Secolo
XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: alti costi di burocrazia e funzionamento, scarse risorse per la ricerca. Ora, invece, solo le Università relativamente "virtuose" accederanno al reclutamento di nuovi ricercatori. E una quota crescente del finanziamento pubblico sarà erogata sulla base della qualità della didattica e della ricerca, valutata secondo criteri internazionali.
regione,
ecco le prime misure anticicliche
( da "Repubblica,
La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: bando fa il suo ingresso per la prima volta nella burocrazia regionale la posta elettronica certificata. Chi desidera partecipare a questo avviso ha a propria disposizione l´innovativa modalità on-line. Non più lettera raccomandata e documenti, ma posta elettronica e autocertificazione, purché la posta elettronica sia certificata e il legale rappresentante abbia la firma digitale.
La
ricerca contro la crisi ( da "Manifesto, Il"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nozionismo e burocrazia». Perciò va «salvaguardato il tempo pieno, ridotta la didattica frontale, potenziati i laboratori e favorita la valutazione». E come obiettivo da perseguire, l'obbligo scolastico a 18 anni: «Quello fino a 16 anni sia privato degli equivoci che ancora gli gravano addosso con la riconferma del canale di serie B della formazione professionale»
Social
card, i più poveri scivolano sulla burocrazia
( da "Giorno,
Il (Milano)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: i più poveri scivolano sulla burocrazia Sindacati tempestati di telefonate ma poca gente alle Poste: fra norme e postille, un vero calvario di ALBINA OLIVATI ? MILANO ? ISINDACATI sono tempestati dalle telefonate. Le persone, che sperano di essere tra chi ha diritto alla social card o carta acquisti sono molte di più di quelle che ne avrebbero diritto.
PREDAZZO
- Con voto unanime, e dopo una lunga discussione, il consiglio comunale di
Predazzo ha approvato martedì sera anche il nuovo regolamento per la diffusione
dell'edilizia so ( da "Adige, L'"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: miglioramento della qualità della vita è difficile da ottenere di fronte al morbo della burocrazia. Importante comunque è partire. Poi si potranno fare, anche a breve scadenza, tutti gli aggiustamenti del caso». «Un passo importante verso una nuova direzione» lo ha giudicato Maria Bosin della minoranza. Tutti d'accordo, pur con le raccomandazioni ricordate sopra, al momento del voto.
Oggi
essere indigente è complicato Bisogna slalomeggiare fra i requisiti E rischi di
essere segnato per sempre ( da "Giorno, Il (Milano)"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: allora che la possibile validità della iniziativa rischia di perdersi nel labirinto della burocrazia, nei meandri oscuri dove si annida tutto ciò che è difficile, astruso, ostico al palato e al senso comune. La gente fa la coda davanti alle poste, tempesta di telefonate i sindacati invocando chiarimenti. La signora Rosa e il pensionato Francesco si assoggettano ad attese di ore.
Ottanta
nuovi alloggi in via Terranera ( da "Adige, L'"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Semplicemente sono ingabbiati in una burocrazia assurda che rallenta tutti i procedimenti e li costringe ad una pazzesca corsa all'immediato, lasciandoli sempre in emergenza. Per ora almeno abbiamo rimediato al posto scoperto con un contratto a tempo determinato» spiega Gazzini.
Caldirola,
dal rischio fallimento al rilancio
( da "Giorno,
Il (Lecco)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: «I più penalizzati in questo campo sono proprio i contadini che lavorano le vigne - ha commentato Priamo - e lo dico a ragion veduta perché io sono figlio di contadini. La legislazione e la burocrazia rendono la vita impossibile e i guadagni quasi nulli».
La
ricerca che non produce Pochi brevetti in Italia
( da "Corriere
della Sera" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: meno burocrazia, volontari meno costosi, assicurazione inesistente o ridotta al minimo. «Al contrario — dice Filippo De Braud, ricercatore oncologo dello Ieo —, attira fondi la nostra ricerca clinica precoce sui farmaci anticancro». Grazie anche a un network di coordinamento nato dieci anni fa: la Fondazione Sendo (
SAPPIAMO
che nei giorni scorsi sono state effettuate ...
( da "Resto
del Carlino, Il (Ancona)" del
04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia che si connette ai rapporti di lavoro e che sommerge le nostre piccole e medie imprese con costi e giornate di lavoro perse dietro le carte. Si tratta quindi di condividere la filosofia delle ispezioni, che a nostro avviso sono indispensabili, ma devono essere effettivamente finalizzate a garantire la sicurezza dei lavoratori e la regolarità del loro rapporto di lavoro.
E
Pantani scese dall'elicottero ( da "Adige, L'"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
presto gli
ostacoli della burocrazia trentina smorzarono gli entusiasmi di Cenni e soci:
la superficie di vendita era troppo estesa (
raid
contro l'industriale anti-racket: "lasciato solo" - salvo palazzolo
( da "Repubblica,
La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: con le burocrazie che funzionano e con tutti gli adempimenti che si realizzano velocemente». Per decidere sul futuro del suo cantiere a Siracusa, Vecchio attende il comitato per l´ordine e la sicurezza chiesto al prefetto dopo l´ultimo raid. Intanto, dal mondo politico arrivano appelli bipartisan a restare.
L'amore
per l'agricoltura, qualche volta, è come il mal d'Africa. Magari fino ad...
( da "Messaggero,
Il (Umbria)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Poi nel 1995 accade un episodio di ordinaria burocrazia, di quelli che ti fanno imbestialire. Il padre aveva ottenuto in affitto dal Comune un oliveto. Un funzionario telefona a Luciano e senza tanti giri di parole gli dice: devi restituircelo perché non sei abilitato a coltivarlo. E' la svolta, è l'inizio di una sfida.
UE:
OBIETTIVO 2, 2 MILA NUOVI POSTI DI LAVORO IN FVG
( da "marketpress.info"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: politica e burocrazia dinamica per sfruttare al meglio le opportunità concesse al territorio dal nuovo Obiettivo". L´esperienza dimostrata dal Friuli Venezia Giulia nella mediazione tra la domanda e l´offerta di ricerca, un´esperienza sottolineata nell´intervento della rappresentante del ministero Sviluppo Economico,
verso
uno sportello unico per i pazienti
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: uno sportello unico per i pazienti Troppa burocrazia: oggi in coda anche gli esenti da ticket. Liste d'attesa: ecco le priorità «Un ospedale forte ha bisogno di un territorio forte». Ed è per questo, secondo la Cgil, che i prossimi anni la sfida del territorio pordenonese non sarà solo quella di realizzare un nuovo ospedale, ma di creare una rete di servizi a misura di cittadino.
protesta
contro la burocrazia di gaia insieme a sindaco e difensore civico
( da "Tirreno,
Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Pistoia Protesta contro la burocrazia di Gaia insieme a sindaco e difensore civico SAN MARCELLO. Cercare di rendere più semplice la complessa macchina di Gaia spa, il gestore unico del servizio idrico integrato, e portarla più vicina alle esigenze del cittadino. Era questo, in sostanza, lo scopo di Roberto Prioreschi, di professione architetto,
Bonus
fiscali sull'energia "Penalizzati con i tagli"
( da "Stampa,
La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: «E'un provvedimento - spiega Lomazzi - che introduce nuova burocrazia e aumenta i costi. E' incredibile che venga tolta una misura che aveva favorito la crescita di importanti settori dell'artigianato». Critiche al provvedimento anche da Pd e Rifondazione.
dietrofront
a metà sul bonus energia tremonti assicura: nessuna retroattività
( da "Nuova
Venezia, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ogni tentativo di snellire la burocrazia: il «silenzio negazione». Basta che la notizia si diffonda ed è un putiferio. All'origine c'è «la riqualificazione energetica degli edifici esistenti» prevista dai commi 344-349 della Finanziaria 2007, varata dal governo Prodi. 55% di detrazioni fiscali fino a 100mila euro da spalmare su tre anni negli interventi che tagliavano almeno il 20%
Ats
Group fa rinascere il mito Hitman">Malgrado la crisi, c'è chi ha
coraggio Ats Group fa rinascere il mito Hitman
( da "Affari
Italiani (Online)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il problema, al massimo, è la burocrazia: ci sono tempi un po' lenti sul fronte autorizzativo. Bisogna fare in fretta, perché nel settore della moda la programmazione è semestrale. E non ci possiamo permettere di perdere sei mesi. Avete fretta di rivendere, dopo aver ristrutturato?
<La
burocrazia non salva vite> ( da "Corriere Alto Adige"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Hans Peter Munter inizia attaccando la burocrazia: «Con le carte non si salvano vite e purtroppo il risultato di tutti questi comitati e tavoli sono troppa carta e burocrazia. Così c'è poco tempo per guardare alla sicurezza effettiva. Questo approccio è sbagliato. Servono altre cose: convincere gli operatori che la sicurezza è un bene da seguire,
Social
card, anziani nei Caf ma i moduli non ci sono
( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: il vero dramma si chiama burocrazia. Anche a Salerno è scattata la caccia alla ormai famosa card prepagata che il ministero dell'Economia ha voluto destinare a tutti gli over 65enni al di sotto di un certo reddito (variabile a seconda delle condizioni familiari e di salute) per combattere la crisi dei consumi e l'indebolimento dei redditi più bassi.
La
posta elettronica certificata ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: fa il suo ingresso nella burocrazia regionale la posta elettronica certificata. Non più lettera raccomandata per chi desidera partecipare a questo avviso: è sufficiente la posta elettronica, purché sia certificata e il legale rappresentante abbia la firma digitale. La procedura permette di risparmiare carta e costo della documentazione,
Quelle
due o tre cose che vorrei per Natale
( da "Corriere
del Veneto" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: amministrazione pubblica per ridurre la burocrazia; così si potrebbero liberare un'enormità di risorse da destinare laddove realmente servono; bisogna eliminare le Province e ridurre il numero dei Comuni solo a quelli con numero di residenti superiore a cinquemila. In questo modo troveremmo valanghe di soldi per fare cose buone e ridurre le tasse;
<La
ricerca contro la crisi> ( da "Manifesto, Il"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nozionismo e burocrazia». Perciò va «salvaguardato il tempo pieno, ridotta la didattica frontale, potenziati i laboratori e favorita la valutazione». E come obiettivo da perseguire, l'obbligo scolastico a 18 anni: «Quello fino a 16 anni sia privato degli equivoci che ancora gli gravano addosso con la riconferma del canale di serie B della formazione professionale»
MARCO
ESPOSITO L'ITALIA è UNA CLESSIDRA CHE FUNZIONA AL ROVESCIO: PIù PASSA IL TEM...
( da "Mattino,
Il (Circondario Sud2)" del
04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia cambia nome persino ai soldi, che definisce Meuro. Per non confondersi troppo ci si può concentrare su due sole sigle: Fas e Parsec. Il primo è l'oggetto dei desideri del Nord. Il secondo è il simbolo di sprechi al limite del comico.
Formazione
e credito per combattere la crisi
( da "Corriere
Adriatico" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia". Attraverso un unico modello telematico si andranno a superare ben 5 adempimenti: (Inps, Inail, Albo Imprese, Registro ditte, Agenzia delle entrate). Per la Cna il responsabile di ambito, Luigi Colombaretti, il presidente Giorgio Aguzzi ed il segretario provinciale, Camilla Fabbri, hanno sottolineato come in questo momento si debba avere mantenere ottimismo e fiducia
FU
SEQUESTRATO DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA A QUINDICI GIORNI DALLA SUA
INAUGURAZIONE. DOVEVA ESSE... ( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia all'italiana. Ma c'è di più perchè l'accusa sostiene che il corso d'acqua a monte è un torrente mentre a valle viene declassato a semplice corso d'acqua, inficiando così tutte le cognizioni in materia idraulica. La storia cominicia quando lo Stato, le casse pubbliche, decide che in Campania i rifiuti dei cantieri edili debbono essere trattati in impianti appositi per realizzare
Hitman.
Malgrado la crisi">Ats rilancia il mito Hitman. Malgrado la crisi
( da "Affari
Italiani (Online)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il problema, al massimo, è la burocrazia: ci sono tempi un po' lenti sul fronte autorizzativo. Bisogna fare in fretta, perché nel settore della moda la programmazione è semestrale. E non ci possiamo permettere di perdere sei mesi. Avete fretta di rivendere, dopo aver ristrutturato?
Ma
è proprio vero che lo strumento della Dia è così veloce?
( da "Gazzettino,
Il (Rovigo)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: come una sorda e sempre più assurda burocrazia.Una volta c'era solo il Sindaco e l'Assessore presso cui rivolgersi ed eventualmente protestare. Ora c'è anche il Responsabile del Settore. Sappiamo dalla statica che due forze uguali e contrarie si annullano, ma qui siamo nel campo del federalismo e della sussidiarietà, vicini cioè al territorio ed ai suoi abitanti,
Perdono
madre e risparmi libretto bloccato dalle Poste
( da "Gazzettino,
Il (Belluno)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Per cercare di avere ragione della burocrazia con la quale si sono subito scontrati, Dino e i suoi fratelli si sono anche rivolti ad un paio di professionisti. Senza alcuni risultato, finora.«Non le dico quante carte sono state richieste - spiega Marian - per ottenere la restituzione dei nostri soldi.
lo
sfogo dell'imprenditore antiracket angelo vecchio dopo il quinto furto in un
mese nel suo cantiere ( da "Sicilia, La"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia». Il porto di Augusta, intorno a cui dovrebbe svilupparsi l'intero sistema della portualità siciliana, costituisce l'esempio più eloquente di come la burocrazia possa frenare un'opera vitale per economia isolana. Secondo le stime del dipartimento Trasporti e comunicazione, per avere tutte le autorizzazioni necessarie al disinquinamento della rada occorrerebbero almeno
AGRICOLTURA.
XI Rapporto di Confagricoltura/Nomisma: molte le criticità strutturali e di
mercato ( da "HelpConsumatori"
del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: accesso al credito e al mercato, la burocrazia e il costo della manodopera. In particolare, oltre il 40% degli intervistati ritiene che gli adempimenti burocratici siano troppo complessi e richiedano troppo tempo mentre il 64% delle aziende che hanno indicato il credito come un fattore critico punta il dito contro i tassi elevati.
( da "Stampa, La" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
PIANFEI. CONVEGNO
"Servono subito strade adeguate e centri logistici" [FIRMA]GIANNI
SCARPACE PIANFEI «Soltanto il 7 per cento degli incidenti stradali in Italia
coinvolge i camion, ma ancora leggiamo sui giornlai il grande clamore quando
sono coinvolti mezzi pesanti. Non ne parliamo quando un Tir si traversa su
un'autostrada bloccando inevitabilmente il traffico. Non si riflette, però, sul
fatto che se quel tratto stradale fosse stato tenuto pulito, quell'inconveniente
non si sarebbe verificato». Il presidente dell'Astra (Associazione
Trasportatori) di Cuneo Luciano Cavallo, ieri, all'assemblea provinciale, ha
sottolineato le ragioni e le difficoltà del settore. E' il sodalizio che raduna
500 aziende cuneesi, pari all'80 per cento della capacità di trasporto della
provincia. «Una forza», hanno sottolineato i delegati dell'associazione, in
prima linea con Valter Lannutti, alla guida della principale società che usa
tir e camion. Ieri alla festa organizzata all'hotl «La Ruota» di Pianfei
(grazie allo sponsor Nordiesel) hanno risposto in centinaia. Ospite d'onore, il
sottosegretario al Ministero dei Trasporti Bartolomeo Giachino. «Ogni
infrastruttura carente - ha detto Cavallo - per la nostra categoria significa
costi fuori controllo per tempi di percorrenza a velocità commerciale ridotta.
Trent'anni fa per entrare e uscire dall'Europa avevamo il Frejus, il
Montebianco, il Brennero e la Svizzera. Le cose non sono cambiate, più o meno
con le stesse infrastrutture. Peggiorano quando ci dobbiamo confrontare con un
Paese come la Svizzera che contingenta gli ingressi, o con il Brennero, dove ci
sono 200 chilimetri di divieto di sorpasso per i tir». Lannutti ha messo
l'accento su altre infrastrutture mancanti, come le piattaforme logistiche,
luoghi di carico e scarico comode per tutti, in una provincia in cui
storicamente, gli autotrasportatori sono sempre stati più numerosi rispetto ad
altre d'Italia. Altri problemi sul tavolo sono stati posti da Enzo Solaro,
dirigente della Federazione nazionale: accise su carburanti, versamenti all'Inail più onerosi dei vantaggi percepiti a fine carriera, burocrazia imperante e sanzioni del
codice della strada troppo pesanti. «Il Governo - ha detto Giachino - ha
scongiurato una spesa di 3 miliardi, evitando il blocco dei Tir. Inoltre il
ritocco alla Finanziaria a giugno ha trovato 70 milioni di euro per l'acquisto
di mezzi "Euro 5". Ha poi speso quaranta milioni per fornire
uno sconto di 700 euro sul bollo dei tir e altri trenta milioni per uno sconto
sulle tasse degli straordinari. Sul piano delle infrastrutture accelereremo i
lavori della Asti-Cuneo perché la provincia di Cuneo dà un contributo
importante all'economia nazionale, quindi ha bisogno di essere collegata meglio
con il mercato europeo».
( da "AreaPress" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
pubblicato il
01/12/2008 - Lingua: ITALIANO A cura di: Banca di Credito Cooperativo di Bari -
Tratto da: Uff. stampa Edelman Apre a Bari la nuova banca fai-da-te
Completamente automatizzata e ipertecnologica, la nuova agenzia ?Libertà? della
BCC di Bari offre ai clienti un nuovo modo di vivere il rapporto con il proprio
istituto bancario, grazie a tecnologie e software made in Italy all?avanguardia
Una banca ipertecnologica, dove le macchine, i computer e i software rendono
possibile un rapporto nuovo con le più comuni operazioni di sportello,
sollevando gli operatori dagli oneri di cassa e lasciando loro il tempo di
dedicarsi all?accoglienza dei clienti e alla consulenza. Si chiama ?Agenzia
Libertà?, è completamente italiana ed è stata realizzata e inaugurata oggi nel
quartiere Libertà di Bari dalla Banca di Credito Cooperativo di Bari e da
Auriga, azienda italiana specializzata nel campo delle soluzioni per l?IT
banking. Alla base del progetto pilota la volontà di eliminare le lunghe code
agli sportelli, i fogli volanti da compilare a penna (spesso con una lente
d?ingrandimento) o ancora l?atmosfera chiusa tipica del mondo bancario,
lasciando invece il posto ad un ambiente ben diverso: ampie vetrate, postazioni
fai-da-te, versamenti rapidi, spazi appositi per la consulenza. ?Libertà? è il
nome del quartiere dove la nuova agenzia è stata insediata ma è anche una
chiara indicazione di quello che lo sportello sarà per i suoi visitatori. La
libertà si percepisce infatti già all?entrata: si nota subito l?assenza delle
tradizionali e anguste bussole, sostituite da ampie porte a vetri. Inoltre,
l?area self service (dalla quale è possibile effettuare 7 giorni su 7 e 24 ore
su 24 bonifici, versamento di contanti o assegni in mazzette) rappresenta
un?ulteriore eliminazione di vincoli e rende possibile innumerevoli operazioni
bancarie in completa autonomia e in qualsiasi momento della giornata.
Nonostante l?eliminazione delle barriere fisiche, l??Agenzia Libertà? è dotata
dei più moderni sistemi di sicurezza: la filiale è infatti equipaggiata con
sofisticate casse temporizzate dotate di sistemi evoluti di gestione del
contante (cash-in - cash-out e recycling da cassiere) e di un sistema di
video-sorveglianza di ultima generazione. Strumenti questi che garantiscono una
assoluta sicurezza per clienti ed operatori. Tutto ciò rende l?Agenzia Libertà
una filiale nuova, sicura e a misura di utente, da vivere in modo molto più
immediato e con meno vincoli. In libertà. ?La rivoluzione virtuale è approdata
nella BCC di Bari grazie allo sportello intelligente di Auriga ? spiega
Vincenzo Fiore, Chief Executive Officer di Auriga Spa ? che espleterà tutte le
funzioni di un normale sportello bancario con la differenza che ad accogliere
il cliente non sarà un impiegato in carne ed ossa ma un ?bancomat intelligente?
equipaggiato di WinWebServer, un software che permette agli utenti di
depositare assegni/bonifici, pagare abbonamenti (mezzi pubblici, mense,
ecopass, assicurazione auto, asili convenzionati, ecc.). La nostra alla fine
sarà una filiale come non l?avete mai vista e, soprattutto, come non l?avete
mai vissuta?. Questo è il miracolo dell?e-banking, dove la ?e? sta per
l?irruzione del mondo internet dentro le rigide mura degli istituti di credito
e si riferisce anche ad un tipo di banca ?emozionale?, che utilizza il suo
personale ed i suoi spazi per avvicinare, consigliare e semplificare le
operazioni del cliente. Il tutto in un ambiente confortevole, grazie alla
possibilità di delegare la mera contabilità agli strumenti tecnologici e alle
postazioni multimediali. ?A Bari nasce così la filiale del futuro ? aggiunge il
Presidente della BCC di Bari l?On. Antonio La Forgia ? contraddistinta
dall'assenza di limiti operativi, da meno carta e burocrazia,
più consulenze, servizi e tempo per il cliente. In questa filiale del futuro il
protagonista sarà davvero il cliente?. Marco Catalani ? Senior Account
Executive Edelman Office Direct: +39 02.63116.221 Mobile +39 347.5448836
( da "ItaliaOggi Sette" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi Sette
ItaliaOggi Sette - Rapporto Logistica & Trasporti
Numero 285, pag. 47 del 1/12/2008 Autore: di Antonio Severi Visualizza la
pagina in PDF Sul mercato europeo ancora tanta burocrazia nel mercato dei treni merci La competizione va a
rilento Lungo i valichi alpini il maggior tasso di concorrenza L'espressione è
affascinante, intermodal competition, e si riferisce alla interoperabilità
sulle strade ferrate di tutta Europa. Nella pratica, invece, la strada per
raggiungere questo traguardo è ancora lunga e intramezzata dalle resistenze
opposte da governi e gestori delle infrastrutture ferroviarie nazionali, che
non vedono di buon occhio la comparsa sul mercato di operatori stranieri. La
conseguenza è che in ogni ferrovia europea sono tuttora in vigore regole e
barriere tecniche insormontabili. Un container che viaggia per l'Europa su
ferrovia rischia di misurarsi con almeno cinque sistemi di elettrificazione e
10 sistemi di segnalamento. In questa situazione, a meno che esistano accordi
specifici tra governi o joint venture internazionali tra imprese ferroviarie,
al container tocca essere trainato da un locomotore diverso quando passa il confine,
condotto da personale diverso. Eppure, almeno formalmente, in tutta l'Unione
europea è avviato da tempo nel settore del trasporto ferroviario delle merci il
processo di apertura alla concorrenza e l'Italia è stata anche una delle prime
ad adeguarsi alla normativa Ue che consentiva ai gruppi privati di acquisire la
licenza ferroviaria nazionale. Negli ultimi tempi però molti altri paesi della
Ue hanno fatto passi avanti anche più consistenti nel processo di
liberalizzazione del mercato. Così che in Italia oggi si incontrano ostacoli
che altrove sono stati ormai appianati. Per esempio è ancora applicato il
principio di reciprocità, per cui il ministero rilascia licenze per il
trasporto merci di «cabotaggio», ovvero con origine e destinazione in territorio
nazionale, solo dopo il riconoscimento di un «titolo autorizzatorio», nel quale
si certifica che l'accesso al mercato è garantito anche nel paese di
provenienza dell'impresa ferroviaria che lo richiede. Questo principio di
reciprocità oggi vige ancora solo in Spagna, Portogallo, Svezia, Finlandia e
Slovenia. Per essere operativi sul mercato ferroviario, dopo il rilascio della
licenza serve il certificato di sicurezza, assegnato all'impresa ferroviaria
per ciascuna linea sulla quale intende operare: la procedura, i costi e i tempi
necessari costituiscono ancora oggi una potente barriera all'accesso al
mercato, che pertanto può dirsi liberalizzato più a parole che di fatto. Così,
mentre in Svizzera si può ottenere un certificato di sicurezza in 30 giorni e
lo stesso acade in Gran Bretagna (dove la procedura è gratuita, così come in
Svezia), in Italia la procedura è complessa, può richiedere più di un anno (e
arrivare a costare più di 30 mila euro) se il locomotore non è ancora stato
omologato sulla rete, anche se all'estero magari circola da anni. Quello di
protrarre i tempi per l'omologazione il più a lungo possibile è pratica comune
fra le autorità di alcuni mercati nazionali maggiori ed è all'origine di
reciproche accuse di ritardo per esempio tra società ferroviarie italiane e
tedesche. Per l'Italia le speranze sono riposte sul passaggio delle competenze
per la certificazione di sicurezza all'Ansf, nuova Agenzia nazionale della
Sicurezza ferroviaria, indipendente da Rfi e percepita dagli operatori come attore
imparziale. A differenza di Rfi che invece fa capo, come Trenitalia, alla
holding FS. Sempre per iniziare a trasportare merce sulla rete italiana, il
nuovo operatore deve poi acquistare con un anticipo di alcuni mesi, anche otto,
le linee ferroviarie messe a disposizione da Rfi. Comunque per effetto della
liberalizzazione gli operatori, compresa Trenitalia, hanno iniziato un percorso
verso servizi ferroviari di qualità e verso la razionalizzazione della
produzione, concentrando il traffico merci su assi di forza come i valichi
alpini, serviti da terminal grandi e moderni, cui fa da contraltare una
presenza capillare sul territorio con tratte a scarsa domanda e scali
ferroviari obsoleti. Oggi in Italia si contano 10 operatori con certificato di
sicurezza attivi nel settore merci. Tra loro Railion, Sncf e Sbb, sussidiarie
delle ferrovie tedesche, francesi, svizzere. Sono invece più di
( da "Libertà" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il
"bancolat" avvicina la fattoria alla tavola caorso - (a.stri) Il
distributore di latte fresco è solo la prima tappa di un percorso destinato a
valorizzare i prodotti agricoli locali e a favorire l'acquisto di beni
alimentari di qualità a prezzi contenuti. La proposta di coordinare
imprenditori agricoli locali, popolazione e amministrazione in un progetto di
farmer market, una forma di vendita diretta delle merci, è stata rilanciata
sabato, a un anno di distanza dalla prima discussione dal sindaco di Caorso
Fabio Callori. L'occasione è stata data dall'inaugurazione del primo
"bancolat" del paese, acquistato, gestito e rifornito dall'azienda di
Paolo Losi, e installato in via Duca degli Abruzzi. Un'apertura con tanto di
mascotte involontaria ma decisamente beneaugurante, data l'iniziativa: un gatto
che, a sorpresa, si è intrufolato tra gli alunni delle scuole elementari in
fila davanti al distributore, in attesa, probabilmente, del suo piattino di
latte. Davanti al distributore, con gli studenti accompagnati dalle insegnanti
e dalla vicepreside Vittoria Pozzoli, c'erano amministratori (oltre al sindaco,
gli assessori Fabrizio Calamari e Gianfranco Lucchini, il consigliere Giordano
Segalini), rappresentanti di categoria (Enrica Cabrini di Confagricoltura,
Franco Fittavolini di Coldiretti) e caorsani. La cerimonia ha avuto inizio con
una preghiera e la benedizione della "casetta", compiuta dal parroco,
don Giuseppe Tosca, assistito dal diacono Cesare Scita. Prima di tagliare il
nastro, il sindaco ha sintetizzato l'iter che ha portato all'installazione del
distributore caorsano («Un iter partito nel
( da "Mattino di Padova, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il pd del Nord in
calendario entro il 19 dicembre. «Con il Carroccio si può discutere»
Chiamparino apre alla Lega Ma i democratici veneti bocciano il sindaco di
Torino VENEZIA. Cacciari e Chiamparino, la solidarietà dei
sindaci contro la burocrazia di partito. Il lancio di un «Pd del Nord» con una convention a
Milano il 10 dicembre sta illuminando come un bengala la notte del
centrosinistra, impegnato in una transizione mal governata dal centro e subìta
in periferia. Due giorni dopo l'accelerazione impressa dal sindaco di Venezia,
il suo collega di Torino, in una intervista a Lucia Annunziata nella
rubrica "In mezz'ora" su Rai3, giudica «un errore, ancorché solo
formale, il divieto di usare il nome del Pd della Lombardia per le prossime
elezioni». «Non si capisce - dice Chiamparino - perché negare un nome che dà
molta più forza al Pd. L'autonomia del partito nelle regioni non la si
conquista attraverso regolamenti e statuti. Comunque, non chiamiamolo partito
del nord, ma coordinamento, che faccia leva sui segretari regionali e che
riunisca presidenti di regione ed alcuni amministratori e troviamoci, a Milano,
possibilmente prima del 19 dicembre, per mettere in fila quei temi sui quali
riteniamo di lavorare per esercitare scelte autonome». Chiamparino non nega la
possibilità di alleanze con la Lega a livello locale, «a condizione - dice -
che la Lega metta da parte l'impianto populistico che tiene fondamentalmente
insieme quel partito». E se dal centro - è l'obiezione - arrivasse ancora un
no? «Non è che facciamo scissioni - risponde il sindaco di Torino - ma non può
nemmeno succedere che all'ultim'ora dell'ultima notte uno si trova nell'elenco,
quale candidato del territorio, dietro a un altro che non si sa chi è». Mano
libera dunque su liste, candidature e alleanze: è questo che il Pd sta cercando
anche nel Veneto. «La tesi di Cacciari - commenta Franco Frigo - è che la
classe dirigente che ci ritroviamo è inadeguata per costruire un nuovo partito.
E una nuova classe dirigente si costruisce solo partendo dal territorio, con
candidature che non possono piovere da Roma. E' certo che bisogna
de-romanizzare il Pd, nell'interesse prima di tutto del Veneto. Si pensi al
taglio di 100 milioni di euro al Sfmr che passa sotto silenzio, anche se il
Veneto ha 3 ministri. E' la prova che 3 ministri scelti dall'alto non servono a
impedire i tagli. Per rappresentare il Veneto ci vogliono tre ministri scelti
dal Veneto». «L'autonomia di un partito si vede dai finanziamenti e dalle
alleanze - commenta Diego Bottacin -. Nel Pd il finanziamento pubblico è
super-accentrato e le politiche per il Nord non esistono. Il Pd nazionale non
ha consapevolezza della questione settentrionale, c'è perfino fastidio a
pronunciare il nome. Abbiamo fatto un passo indietro rispetto alla pur tenue
autonomia che esisteva nella Margherita. Che fare a questo punto?». Magari dar
fuoco alla sede e buttare il numero dei pompieri prima di andarsene: può essere
un'idea? «Bah, mi pare che ci sia molto da fare», conclude Bottacin. «C'è un
accordo nazionale sul quale stiamo lavorando - sostiene invece Gianni Gallo -.
Io la penso come Giaretta. Buttare il cuore oltre l'ostacolo non è sempre la
cosa più giusta. Quanto alla Lega è inutile pensare ad alleanze. I dirigenti
leghisti sanno che decide tutto Bossi e non mi pare che l'accoppiata
Bossi-Berlusconi sia in crisi». (r.m.)
( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il mare torna
all'attaccoallarme rosso sulla costa maltempo senza tregua Litorale devastato a
Pegli e Quarto. Il barcaiolo: «In 54 anni mai visti due eventi simili nel breve
spazio di pochi giorni» ARENZANO 01/12/2008 A PEGLI l'acqua s'infila sotto i
moli, "sfiata" attraverso i tombini e questo rumore sembra il verso
d'una balena, che calamita una mezza folla a distanza di sicurezza. Le onde
hanno inghiottito terra e barche in quella che sarà una domenica di rabbia. A
Quarto la gente in strada fissa i vigili del fuoco che sembrano equilibristi
sui tetti, dopo che la notte prima in strada era finita pure una lancetta,
mentre i soci della società sportiva di Priaruggia fuggivano dalla tromba
d'aria: i pezzi di cornicione proiettati aull'asfalto - blocchi di pietra e
cemento da 80-90 chili - solo per miracolo non hanno centrato nessuno, ma i
parabrezza delle auto sono disintegrati ed è già andata bene così. Il maltempo
è senza tregua, in provincia di Genova, flagella città ed entroterra alternando
la neve e la pioggia e la grandine e il vento e la forza del mare, ormai da 48
ore. E le previsioni non confortano granché, se è vero che soltanto nella tarda
serata di oggi si potrà (forse) tirare un po' il fiato ed è scattato l'allarme
per l'operatività di porto e aeroporto. In un gioco di alternanze perfetto,
quasi l'avessero scritto su un copione, il nubifragio ha ripreso a tormentare
nella notte fra sabato e ieri, quando stavano scemando l'emergenza e le annesse
polemiche per la neve. Il pericolo ha preso innanzitutto la forma del
mini-tifone che ha travolto un pezzo di Levante, Priaruggia in particolar modo,
facendo cedere di schianto un muraglione tra via Cinque Maggio e via Rossetti
precipitato dritto sulle macchine in sosta. Ma il peggio ancora una volta
arrivava dal mare, dove il mix d'aria e acqua si è accanito sulle barche
strapazzandole quasi fossero di carta. Franco Arezio è il presidente
dell'Unione sportiva Quarto, praticamente non ha dormito e la racconta così:
«Eravamo a cena, un appuntamento con gli altri soci come facciamo spesso nel
fine settimana. A un certo punto volava di tutto e non capivamo davvero cosa
stesse accadendo». I locali affacciati sul litorale, "Cinque Maggio",
"Monumento", fanno di nuovo la conta dei danni sebbene l'impatto non
sia stato così devastante come il 30 ottobre. Semmai, nessuno s'aspettava un
ritorno così rabbioso o in forme tanto imprevedibili, della natura e
soprattutto del vento: «burrasca forte» (velocità fra 80 e 100 all'ora),
«tempesta» (oltre 130) sono le definizioni in gergo tecnico che si traducono in
due tetti quasi scoperchiati - sempre via Quarto e via Cinque Maggio - e
cornicioni instabili, oppure nella strage di alberi lungo viale Quartara che
trasforma in slalom l'accesso alle ville. Mentre la gente qui si assiepa alle
fermate del bus per proteggersi dalla pioggia, che non si capisce mai se cessa
o cresce, va in scena il nuovo incubo di Pegli, la delegazione più colpita a
Ponente un mese fa, e segnata di nuovo da un'alba in apnea. Al club "Vela
latina", il circolo storico di 200 barcaroli che è un punto di riferimento
per l'intero quartiere, il presidente Pietro Gaveglio non stacca mai gli occhi
dal terrapieno che in teoria doveva ospitare le barche d'inverno. Alle sei il
maltempo che già lo aveva lavorato ai fianchi, a fine ottobre, l'ha ingoiato
definitivamente con tutto quello che si portava appresso: cinque scafi,
macchinari, le fondamenta del grande terrazzo che rischia di cedere da un momento
all'altro. Nei fondi l'acqua arriva alle ginocchia, e meno male che hanno
staccato la luce prima che fosse un disastro. Le onde intanto si schiantano
contro la passeggiata, e il tappeto di pietre e schegge che accompagna chi s'è
avventurato a ridosso del lido lo certifica più di tutto. Gaveglio non ha
nemmeno la forza d'arrabbiarsi, non fa polemica. E indica un punto preciso, il
vuoto fra la diga che protegge il Vte e l'aeroporto, ovvero una specie di
gigantesco imbuto che proietta incanala i muri d'acqua dritti su Pegli. «In 54
anni non avevo mai visto una roba del genere, una doppia mareggiata nello
spazio d'un mese capace di metterci in ginocchio così». Il punto è sempre lo
stesso, il rinforzamento che non è mai arrivato «e i tempi
lunghissimi della burocrazia. Non ci sentiamo abbandonati nel senso che il Municipio ci
aiuta, abbiamo fato richiesta di risarcimento e però le procedure per i
permessi, per i lavori urgenti dovrebbero essere più rapidi, altrimenti qui si
chiude per sempre». C'è un posto che attira i bambini e i genitori comunque
estasiati davanti alla potenza del mare grigio, delle onde che
s'avvitano sbarrando l'orizzonte e coprendo in lontananza persino la vista
delle gru al Voltri terminal Europa. Le colonne d'acqua al molo da cui ogni giorno
parte il traghetto "Celestina", quello che collega Pegli al'Expo ed è
ovviamente fuori servizio, s'alzano dai tombini ritmando a intervalli quasi
regolari il lamento dell'acqua che prova ad abbattere ogni ostacolo e sbatte
sulla banchina. La pioggia si sta trasformando in grandine, ora, da Pegli a
Pra' lo scenario non si modifica troppo anche se l'impatto con la costa è
più"filtrato". A Vesima Michele Chiaffalà, gestore dei bagni
"Janua", fissa le cabine spodestate dal vento, il chioschetto
dall'altra parte è ridotto a uno scheletro che può cedere da un momento
all'altro. Ad Arenzano l'ultimo tratto della passeggiata è un acquitrino, il
porticciolo regge. Ma non è ancora il momento di tirare il fiato. MATTEO INDICE
indice@ilsecoloxix.it 01/12/2008 VESIMA 01/12/2008 CREVARI E VOLTRI 01/12/2008
PEGLI 01/12/2008 [+] www.ilsecoloxix.it 01/12/2008 Mandate le vostre foto di
maltempo all'indirizzo noiweb@ilsecoloxix.it 01/12/2008 QUARTO 01/12/2008
PRIARUGGIA 01/12/2008
( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Spezia secondo
pronosticoora la vetta è meno lontana niente da fare per la sestrese Attesa per
l'arrivo di Lazzaro e Capuano. Tempi difficili per i genovesi spezia2 Masi 27'
pt (rigore); Nieto 12' st sestrese0 spezia (3-4-3): Bertagna; Cintoi, Citterio,
Fusco; Ferdani (11' st Biavan), Pessotton, Antonelli, Nastasi; Frateschi (23'
st Baldini), Nieto, Masi (40' st Salvalaggio). A disp. Mozzachiodi, Cintoi, Del
Padrone, Ballani. all. Marco Rossi. sestrese (4-4-2): Ivaldin; Bonavitacolan
(37' st Buonocore), Romeo, Deodato, Garrasi; Sigona (26' st Carlevaro),
Cammarosanon (14' st Maranzano), Puppo, Maisano; Piacentini, Cadenazzi. A disp.
Chinchio, Virgili, Sabbione, Esposito. all. Roberto Balboni. Arbitro: Michele
Chiantini di Pisa. note: spettatori 1.818, di cui paganti 595, 1.113 abbonati e
110 omaggi per un incasso di 6.378 euro. Angoli: 10-8 per lo Spezia. Recupero:
pt 1', st 4'. La partita è stata giocata tutta con l'impianto di illuminazione
acceso. 01/12/2008 la spezia. Pronostico rispettato per una partita giocata su
di un campo pesantissimo, ma praticabile. Il fondo (rifatto due anni fa per la
promozione in B, bei tempi) ha retto bene alla pioggia a tratti torrenziale che
ha imperversato fino a poco prima dell'inizio. Spezia partito come al solito
molto forte con la Sestrese chiusa a riccio a contendere metro su metro e con
Ivaldi a compiere un balzo miracoloso già al 9', quando su corner di Ferdani ha
tolto il pallone dalla testa di Citterio sul secondo palo. Ma l'episodio che ha
cambiato il corso alla partita si è verificato al 26' quando Ivaldi è uscito al
limite dell'area sul lato destro per intercettare un lancio lungo di Antonelli,
ma il terreno ha tradito il portiere scuola Genova (ex Giulianova e Cuneo),
Masi si è inserito, lo ha anticipato e nel contatto il calciatore spezzino è
volato a terra: rigore, che lo stesso calciatore ha battuto e trasformato col
piede mancino. E Masi (4 gol in campionato) aveva iniziato con tantissima
vivacità l'incontro e già al 7' aveva costretto Bonavitacola a metterlo giù (da
ultimo uomo?) mentre stava scappandogli per lanciarsi verso la porta. La
Sestrese ha cercato di reagire, attaccando anche con tre uomini (Cadenazzi,
Maisano, Sigona) a turno per fungere da spalla a Piacentini, l'attaccante
diciottenne, stretto nella morsa di Citterio, di 15 anni più anziano o di
Fusco, di 19 anni più grande. Con Puppo su tutto l'arco del campo a cercare di
ispirare una manovra che tardava a svilupparsi. Ogni volta che la Sestrese ha
messo il pallone verso la porta di Bertagna il pallone è rimbalzato via, come
sbattendo contro un muro di gomma. Il portiere spezzino è dovuto uscire solo un
paio di volte in tutta la partita. Anche perchè la difesa spezzina ha giostrato
senza fronzoli mettendo in angolo o in fallo laterale quando il frangente non
era sicuro al massimo. Mai fidarsi del terreno pesante. Confronto chiuso al 12'
della ripresa, un minuto dopo l'entrata di Biava, che riprendendo un corner
ribattuto dalla difesa, ha messo nel mezzo per Nieto che è svettato su tutti e
di testa ha infilato in rete (quarto gol personale). L'attaccante al settimo
cielo: nell'ultima partita casalinga disputata, contro il Casale, nella stessa
porta aveva segnato il gol della vittoria. Comunque, partita finita che al 23'
della ripresa ha fatto registrare l'esordio stagionale di Mattia Baldini,
classe '91, figlio di Silvio allenatore dell'Empoli. Nel secondo tempo la
Sestrese ha cercato di raddrizzare il risultato, si è sbilanciata, aprendo
delle autostrade per le ripartenze spezzine. In due di queste Frateschi ha
mancato di poco il guizzo decisivo, così come il sestrese Maranzano al 46', che
dopo un batti e ribatti nell'area spezzina, si è trovato tra i piedi il pallone
per la rete della bandiera, ma ha messo a lato. Per lo Spezia serviva soltanto
la vittoria per mantenere alto il ritmo della rincorsa alla Biellese. Per la
Sestrese di Roberto Balboni ci sarà da recuperare alcuni assenti e puntellare
la squadra impegnata nella corsa salvezza, invertendo la tendenza, finora 9
sconfitte e 28 gol subiti. Con Biellese e Casale fermate dalla neve, lo Spezia
torna secondo a tre punti dalla vetta. Sarà solo una galoppata temporanea in
attesa dei recuperi del 10 dicembre, ma psicologicamente la cosa serve
tanto.Importantissimo per lo Spezia questo successo in attesa dei rinforzi. I
primi due arriveranno martedì e alle 12 saranno presentati nell'area
hospitality. Si tratta dell'attaccante Nunzio Lazzaro e del centrocampista
Giovanni Capuano, entrambi del Rivoli. Se l'allenatore Marco Rossi lo riterrà
opportuno potranno già essere disponibili per la trasferta di Tortona. Una
bella iniezione di forza nella corsa verso il primato. In attesa del terzo,
Ondrej Herzan, che ieri ha concluso il campionato della
Repubblica Ceca e la burocrazia stopperà qualche tempo. E il diesse Osvaldo Olivari è comunque
sempre al lavoro, in quanto la lista non pare conclusa. paolo rabajoli
rabajoli@ilsecoloxix.it 01/12/2008 BERTAGNA
( da "marketpress.info" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Lunedì 01 Dicembre 2008
LA GIUNTA CAMPANA FINANZIA IL CONSOLIDAMENTO DELLE PASSIVITÀ A BREVE PER ALTRE
100 IMPRESE. COZZOLINO: "UNA MISURA ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER
FRONTEGGIARE LA CRISI. PRESTO ULTERIORI FINANZIAMENTI" Napoli, 1 dicembre
2008 - Su proposta dell´assessore regionale alle Attività Produttive Andrea
Cozzolino, la Giunta Regionale ha stanziato ulteriori risorse per finanziare
100 imprese ammesse ad usufruire degli incentivi regionali per il
consolidamento delle passività a breve. A partire da questa settimana, le 100
imprese destinatarie dell´incentivo riceveranno complessivamente 9,581 milioni
di euro di contributi pubblici erogati, grazie ai quali potranno essere
consolidati dal breve al lungo periodo crediti bancari per 53,619 milioni di
euro. Dal punto di vista territoriale, il maggior numero di imprese ammesse
all´incentivo è concentrato in provincia di Salerno, con 42 finanziamenti,
seguito da Napoli con 28, Avellino con 19, Benevento con 5 e Caserta con 6. Dal
punto di vista settoriale, invece, il maggior numero di imprese ammesse al
finanziamento si concentra nell´industria, con 41 progetti di consolidamento
finanziati. Seguono il commercio con 28 istanze finanziate, le costruzioni con
14 istanze e le attività estrattive con 11. L´81% di richieste di consolidamento
finanziate sarà erogato a favore di piccole imprese, il 19%, invece, a favore
di imprese di media entità. Complessivamente, la media dell´importo per ogni
consolidamento richiesto è pari a 536. 196 euro. L´incentivo per il
consolidamento delle passività a breve è una delle cinque misure previste dalla
nuova legge regionale sugli incentivi, in vigore dal dicembre 2007. Questa
normativa ha razionalizzato lo strumento degli incentivi, passati da
( da "Nuova Sardegna, La" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 21 - Cultura
e Spettacoli La passione di un intellettuale del profondo Sud Il grande
studioso ed etnologo insegnò anche nell'ateneo di Cagliari SANTE MAURIZI «Basso
di statura, napoletano di origine e di costumi, ma dotato di freddi occhi
azzurri in forte contrasto con la sua napoletanità, De Martino era un geniale
pensatore e ricercatore». In quelle lievissime «Confessioni di un ottuagenario»
(Donzelli, 2003) che ripercorrono figure e avvenimenti di un Novecento
culturale italiano che ingigantisce con la distanza, Cesare Cases ricorda la
frequentazione con l'etnologo napoletano. Esule per varie università («grazie a
intrighi accademici di carattere nepotistico») Cases approda a Cagliari
chiamato appunto da Ernesto De Martino alla fine degli anni cinquanta per
insegnare letteratura tedesca: «A Cagliari era f.f. (facente funzione) di
Preside della facoltà di Magistero. All'f.f. ci teneva molto, rientrava nei suoi aspetti simpatici di avversione alla burocrazia accademica». Era «uno dei
pochissimi etnologi italiani, certo il più brillante». Insegnavano a Cagliari
in quegli anni nomi illustri della cultura umanistica: Giuseppe Petronio,
Pietro Rossi, Paolo Rossi Monti, Cesare Vasoli, Mario Baratto, Pio Baldelli.
De Martino vuole accanto a sé giovani studiosi continentali (Alberto Mario
Cirese, Clara Gallini) e contribuisce a formare una generazione di isolani
(Giulio Angioni, Placido Cherchi). «A differenza di noialtri letterati -
ricorda Cases - aveva forti convincimenti e voleva interessare alla sua
disciplina chiunque gli prestasse orecchio, me compreso, che altrimenti non me
ne sarei occupato». è questa contagiosa passione a costituire forse il dato più
caratteristico di De Martino, di cui oggi ricorre il centenario della nascita.
Figlio di un ingegnere delle ferrovie, si laurea nel 1932 con Adolfo Omodeo con
una tesi in storia delle religioni sugli scongiuri. Il rapporto con lo
storicismo e la filosofia di Benedetto Croce caratterizzerà i primi anni di
ricerca pur nella difficile conciliazione del proprio campo di indagine con
discipline che il filosofo napoletano aveva praticamente ignorato. Contro
quello che definirà «storicismo pigro e sermoneggiante» sono già i primi lavori
(i diversi contributi nella rivista di Raffaele Pettazzoni «Studi e Materiali
di Storia delle religioni», il primo volume pubblicato nel 1941, «Naturalismo e
storicismo nell'etnologia»), quelli del pionieristico interesse per l'intreccio
fra psicologia, pratiche magiche e sciamanismo. Ma è «Il mondo magico» (1948) a
costituire un vero momento di svolta. Anzitutto nell'introduzione della
categoria della «crisi della presenza», il rischio per l'uomo dell'annullamento
da parte di forze incontrollabili, una ferita dell'io che la magia cicatrizza e
rassicura. La crisi ha un carattere storico, non metafisico, che non è
possibile ignorare né cancellare dall'orizzonte umano. Da qui l'affermazione
della storicizzabilità delle categorie crociane, e al tempo stesso del
definitivo allontanamento da quella tradizione che a partire dal fiorire di
ricerche a cavallo tra otto e novecento aveva caratterizzato l'etnologia nel
segno tutto italiano dell'erudito di provincia: innervato di cultura filosofica,
appunto, che nel nostro paese allora non poteva non dirsi crociana;
allontanamento a favore del riconoscimento di un'autonomia disciplinare e
storiografica degli studi antropologici. A favore, soprattutto, della «ricerca
sul campo», nella quale De Martino sarà maestro. Svolta anche editoriale e
culturale più in generale. Il lavoro con Pavese per la realizzazione della
collana viola Einaudi (inaugurata appunto dal «Mondo magico») aprì una
finestra, con l'inopinata apertura all'irrazionalismo e al mito, nella cultura
italiana dell'immediato dopoguerra, costretta alla disputa fra cattolicesimo e
idealismi crociano e marxista. La definizione dell'operare scientifico di De
Martino procedeva in quegli anni di pari passo con l'esperienza di militante
politico. Segretario di federazione del Psiup, poi del Psi, in Puglia, aderisce
nel 1950 al Partito Comunista. Il contatto diretto con i problemi del meridione
contadino, l'incontro con l'opera (e le persone) di Carlo Levi e Rocco
Scotellaro, la pubblicazione nel 1948 dei Quaderni dal Carcere di Antonio
Gramsci contribuiscono a definire l'orizzonte del suo operare nella serie di
leggendarie missioni etnografiche in Lucania e Salento con una «squadra»
irripetibile: il fotografo Franco Pinna, l'etnomusicologo Diego Carpitella, il
critico d'arte Marcello Venturoli. Per la prima volta in Italia la cinepresa,
il magnetofono, la macchina fotografica, vengono impiegati secondo un progetto
organico di ricerca. Sono gli anni di pubblicazione di «Sud e magia», «Morte e
pianto rituale nel mondo antico», «La terra del rimorso». Sono gli scritti che
contribuiscono a definire l'originalità dell'antropologia italiana nel senso di
una disciplina non neutra, calata fortemente nel vivo della procedere storico.
Che equivale, in quegli anni, a registrare l'impatto della modernità con il
mondo «primitivo» delle classi subalterne. De Martino muore di tumore a
cinquantasette anni, nel 1965. è ancora Cases a riassumere il cordoglio per la
precoce scomparsa: «Molti (tra cui io) sono ancora persuasi che con lui sia
andata perduta la maggior tempra di pensatore del Novecento italiano».
( da "Messaggero, Il (Latina)" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Lunedì 01 Dicembre
2008 Chiudi di GIOVANNI DEL GIACCIO Due anni di certificati medici, addirittura
un indirizzo in Marocco con visita fiscale disposta - e non effettuata perché
lei era assente - attraverso il Consolato italiano. Di lavorare una farmacista
in servizio presso il presidio ospedaliero sud della Asl non aveva molta
voglia. Né tantomeno di presentarsi alle convocazioni dell'azienda. Una scelta
d'amore, a quanto sembra, che l'ha portata fino al licenziamento disposto di
recente dalla direttrice generale dell'azienda, Ilde Coiro. Una storia, quella
della farmacista che era stata assunta nell'89, iniziata a febbraio del 2005.
Un certificato dopo l'altro, frequenti malattie subito dopo l'avvio di una
relazione sentimentale con un cittadino di origine marocchina. Fino a dicembre
del 2007 e quindi per quasi tre anni la dottoressa era puntualmente malata, con
una situazione facilmente immaginabile per la Asl che di fatto era priva di
un'unità lavorativa senza avere la possibilità di sostituirla. Da uno dei
certificati è emerso che il domicilio della farmacista era appunto in Marocco
ed è attivando il Consolato che si è provato, invano, a sottoporla a visita
medica. Da Casablanca hanno risposto che a quel domicilio non c'era. E' partita
la procedura per comunicare che le sarebbe stato defalcato lo stipendio per
l'assenza alla visita fiscale ma anche che le sarebbe stato addebitato
l'onorario del medico incaricato dall'autorità diplomatica. Lei non ha fatto
una piega e non ha mandato ulteriori certificati, risultando così
"scoperta" dal 7 dicembre. A quel punto la Asl l'ha invitata il 28
gennaio a riprendere servizio «entro cinque giorni» e a «presentare
documentazione giustificativa dell'assenza», comunicando che in difetto si
sarebbe avviata la risoluzione del rapporto. Lettera regolarmente ricevuta ma
non in Marocco, bensì all'indirizzo nella città del sud pontino dove la
farmacista risulta domiciliata. Nulla da fare, di lei nessuna traccia. Vana
anche la sospensione della retribuzione, nonché la "contestazione"
delle assenze con convocazione alla Asl il 23 giugno «per essere sentita in
propria difesa» come prevede la legge «prima di recedere dal rapporto di lavoro
per giusta causa». Ma all'incontro la farmacista non c'era e così la Asl non ha
potuto far altro che prenderne atto. Da quel momento in poi
la burocrazia ha fatto il
suo corso e qualche giorno fa è arrivata la delibera con la quale si
"risolve" il rapporto. A quasi quattro anni dal primo certificato.
Della serie i "fannulloni" si trovano pure ma riuscire a mandarli via
è tutt'altro che semplice. Anche se c'è di mezzo una scelta di... cuore.
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
AGRICOLTURA
01-12-2008 BUROCRAZIA I CORSI DIVENTANO DI 18 ORE Patentini fitosanitari:
arrivano nuove regole II La Regione Emilia-Romagna ha apportato delle
importanti modifiche all'abilitazione alla vendita e all'autorizzazione
all'acquisto dei prodotti fitosanitari. Con una deliberazione ad hoc, ha introdotto delle
semplificazioni di carattere procedurale, al sistema di formazione e
aggiornamento professionale in materia. Relativamente al rilascio delle
abilitazioni e delle autorizzazioni, la principale novità riguarda la durata
del corso formativo, che passa da
( da "Italia Oggi" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi
ItaliaOggi - speciale congresso notai Numero 284, pag. 47 del
29/11/2008 Autore: di Paolo Setti * Visualizza la pagina in PDF
La tutela del cittadino prima di tutto Parliamo sempre più spesso di sicurezza
giuridica. Per gli esperti di diritto e i notai, è un concetto chiaro. Dobbiamo
però chiederci se è altrettanto chiaro per altri protagonisti del mondo
economico e sociale e, soprattutto, per il cittadino che, quando acquista
un?abitazione, chiede di essere rassicurato nell?ambito del suo, e solo del
suo, rapporto giuridico. Quello di cui non può rendersi conto è che la sua
sicurezza non potrebbe esistere se non fossero altrettanto sicuri anche i
rapporti giuridici degli altri, cioè se il sistema non fosse sicuro. Gli
operatori del mondo economico e sociale, dal canto loro, hanno nei confronti
della sicurezza giuridica un atteggiamento di diffi denza, dovuto al fatto che
spesso la identifi cano con il concetto di burocrazia.
Per questo motivo sempre più spesso si accomuna la parola «semplifi cazione»
all?idea di assenza di regole: equivalenza certamente sbagliata, ma segnale di
un problema che esiste. Eppure la sicurezza giuridica, nel nostro mondo
politico ed economico, è e deve essere un bene comune a disposizione di tutti,
senza alcuna distinzione, nel semplice rispetto delle regole. Quindi, di fatto,
costituisce un valore di democrazia di cui il notaio è uno strumento. In quanto
pubblico uffi ciale, delegato dallo stato per il controllo preventivo di
legalità, egli assicura a tutti i cittadini e residenti regolari casa e lavoro
in imprese che rispondono a tutti i requisitidi legge, due diritti fondamentali
garantiti dalla Costituzione. Nei paesi di matrice anglosassone, dove il notaio
di fatto non esiste, l?accesso al bene casa non viene garantito da un sistema
pubblico. La tutela dell?acquirente è rimesso alla sua prudenza e alla capacità
economica dell?individuo: in pratica deve munirsi di un buon avvocato e una
buona assicurazione. E ciò che il privato spende in quei paesi non contribuisce
a creare un sistema di pubblici registri affi dabile per la collettività, tali
da assicurare il libero e regolare scambio dei beni e la loro esatta
valutazione, presupposto essenziale per la fi ducia nel mercato e nelle
istituzioni. *vicepresidente del Consiglio nazionale del notariato
( da "Giornale.it, Il" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chiudiamo per una
settimana. E poi si riprende. Magari con qualche pietanza in più rispetto
all'ultimo mese. Scritto in Varie Non commentato » (No Ratings Yet) Loading ...
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post a un amico 15Nov 08 ColaNinjo Mi trovo in una situazione imbarazzate
riguardo il ragioniere di Mantova. Quando scalò la Telecom, con 50 miliardi di
euro a debito, dissi (all'epoca scrivevo sul Foglio) che si trattava di
un'operazione rischiosa, ma di mercato. Si muovevano le acque, si dava una
salutare bastonata a quel nocciolino molle degli imprenditori italiani che con
quattro azioni volevano controllare le tlc. Insomma ero dalla parte dei D'Alema
e Bersani che appoggiarono la scalata e che indubitabilmente la facilitarono.
Ora ColaNinjo ha messo su una cordata per comprarsi Alitalia. E anche in questo
caso non sono infastidito dall'operazione. Ferme restando tutte le obiezioni di
cui abbiamo parlato altrove in questa zuppa. Questa volta ad appoggiare e
favorire il nostro, sono l'adorato Cav e i suoi. Ma cari commensali un paio di
giorni fa mi è suonato un fastidioso campanello d'allarme. Il Cola in
un'intervista (smentita) alla Stampa ha detto più o meno che Berlusca è un
grande e soprattutto che i suoi ex amici sono più o meno dei pirla. Non più
tardi di un mese fa aveva ribadito la sua tendenza a sinistra e non ha mai
nascosto le sue simpatie dalemin-bersanesche. Che brutto odore tutti questi
imprenditori che si gettano tra le braccia del nostro adorato Cav. Magari cari
commensali è tutto falso, l'intervista è frutto della follia di un giornalista
e ColaNinjo farà bene il suo lavoro. Ma quella fastidiosa tendenza per la quale
tutti i banchieri si misero in fila per le primarie dell'Ulivo quando governava
Prodi e per la quale oggi tutti si spostano a destra, mi fa senso. Occupatevi
di business, chè la politica è sufficientemente adulta per badare a se stessa.
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questo post a un amico 02Nov 08 Io non voto Obama Ma che palle sto Obama. Ma è
mai possibile questo impazzimento per il candidato democratico? E la Gelmini?
stiamo qua a difendere il suo decreto giusto ma impopolare e questa che ti
combina? gongola popolareggiando il ministro più impopolare nelle piazze.
Insomma non la metto sui contenuti, ma sui sapori, cari commensali. Perchè il
centrodestra deve sempre aver paura. Deve sempre cadere nella fichizia
progressista? Perchè non è mai in grado, come direbbe il popolare Moretti, di
dire qualcosa di liberale? Si ha l'impressione che il meccanismo sociale che si
è scatenato a favore di Obama è identico (anche se di segno opposto) a quello
che ostracizza il Cavaliere. In nessun salotto chic sentirete qualcuno a favore
del Cav e in nessun salotto chic sentirete qualcuno contro Obama. é la stessa
identica forma mentis. Non si discutono i contenuti (andate a raccontare a un
sin sin il fatto che Obama sia più duro di Bush sull'Iran), ma si danno i voti
su quell'insopportabile ebbrezza che nasce dal dire la cosa giusta, nel momento
giusto, al posto giusto e condivisa da tutti i giusti. E cioè: sto con Obama. E
io no. ps ecco il link al mio pezzo sul
giornale:http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=303354#/a.pic1?ID=303354 Scritto in
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un amico 26Oct 08 Quando la stampa è democratica Scoop, e strascoop. Ecco i
fatti. Due settimane fa il premier convoca nel palazzo presidenziale tutti i
più importanti editori del paese, nessuno escluso. E chiede loro l'appoggio per
le misure appena varate dal governo per contrastare la crisi finanziaria e per
ottenere dalla stampa nazionale un'iniezione di fiducia e di ottimismo. Non
vengono chiamati i direttori, ma addirittura coloro che gli pagano lo
stipendio. Urca, roba forte. Ma Berlusconi è forse impazzito? Il solito regime,
anche la libertà di stampa va a farsi benedire. In che paese viviamo! Roba da
matti e da operetta. Andiamo tutti in piazza, manifestiamo davanti a Palazzo
chigi. E poi come mai non abbiamo avuto nessuna nota sullo scandaloso
comportamento sulla stampa. Opsss. Non è stato Berlusconi e manco Letta. Ma il
nostro democratico vicino, bambi Zapatero. Il 13 ottobre scorso ha convocato
Ignacio Polanco (gruppo Prisa, proprietario del Pais e non solo), Antonio
Fernandez Galiano (Unedisa della Rizzoli che pubblica tra l'altro El Mundo),
Diego de Alcazar (Vocento che pubblica Abc) e anche Maunel Lara (Razon). El
Confindencial ci racconta in un bel articolo della riunione: Zapatero ha
chiesto agli editori oltre a tutto ciò che abbiamo già detto, di limitare al
massimo le critiche, visto il momento difficile. Non ci si può fidare più
neanche dei sani democratici. Scritto in Varie Commenti ( 29 ) » (9 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Oct 08 Anno Zero Due
considerazioni sul "mostro". Sono stato invitato tre volte ad Anno
Zero, da Michele Santoro. E per tre volte ci sono andato. Troppo poco per
essere definito un amico di Santoro, troppo per non conoscere i meccanismi del
programma. Santoro costruisce con abilità il programma su una tesi. Un po' come
faceva l'adorato (da me) Giuliano Ferrrara ad 8emezzo (che oggi è diventato una
schifezza, si intende il programma). Tra i due le distanze sono abissali, e non
sto a ripetere chi mi è più congeniale. Però le critiche che gli sono state
mosse ieri sera, sul fatto di non aver fatto parlare uno studente di destra,
sono demenziali. Scusatemi: ma vogliamo forse un tribunale del popolo sulle
ospitate tv? ma che cavolo di polemica è mai questa? Santoro non è fazioso è
faziosissimo. e dunque, ovviamente, è più che criticabile per la gestione della
trasmissione. Ma cerchiamo di essere seri. Ho ricevuto alcune proteste,
affettuose, sulla mia partecipazione al programma. Non altrettante rimostranze
mi sono arrivate per le mie comparsate ad Omnibus e a Raitre in contesti
altrettanto poco lib. C'è evidentemente una ragione di numeri, visto che
Santoro riesce a fare ascolti in modo ineguagliabile. Ma resta un tema di
fondo: un giornalista lib-lib non deve partecipare a trasmissioni di sin-sin? e
perchè? Ci sarebbe una sola buona ragione (e non è ovviamente detto che non
capiti): non riuscire minimamente a dire la propria idea. Finora, nelle puntate
di Anno Zero a cui ho partecipato, non è avvenuto. Ieri il leghista Cota ha
parlato quanto Veltroni, se non di più. In un contesto decisamente ostile, ma
per tutti. E ce lo siamo reciprocamente detti alla fine del programma. Il
contesto è quello che è, è santoriano. ps: cari commensali, pensate alla
"mitica" Gabanelli. A mio avviso il suo report è cento volte peggio
di Anno Zero. la Gabba lavora a tesi, ma a differenza di Santoro, se le prepara
e se le cucina da sola, senza neanche il più debole contradditorio. Altro che
studende ablante di destra. Scritto in Varie Commenti ( 45 ) » (14 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 12Oct 08 La crisi della
Robin Qualcuno si ricorda che in Italia, grazie all'intuizione molto pop di
Julius, è stata introdotta una nuova imposta? Si chiama Robin tax. E l'idea
geniale era quella di colpire quegli sfruttatori dei banchieri e dei petrolieri
(con appendice di chi invece il petrolio lo brucia, come le compagnie
elettriche). Ebbene ora ci troviamo nella paradossale situazione per la quale
gli stati nazionali con una mano tassano le banche (in particolare gli
interessi che riconoscono ai correntisti sono in parte indeducibili) e con
l'altra restituiscono soldi alle banche più o meno nazionalizzandole. Nel
frattempo il petrolio è sceso sotto 80 dollari e gli extraprofitti (intuizione
socialista) evaporano. Mi chiedo se Julius, come dice, aveva previsto tutto,
non poteva prevedere anche questo elementare paradosso? Scritto in Berlusconi
IV Commenti ( 47 ) » (5 votes, average: 4.2 out of 5) Loading ... Il Blog di
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amico 06Oct 08 Chi ci salva dai salvatori? L'america ha adottato misure per
contrastare la crisi da 850 miliardi di dollari. L'Europa si è vista a quattro
e ha detto che nessuna banca europea verrà lasciata fallire. Tutti, me
compreso, hanno sostenuto che in una fase eccezionale come l'attuale si possono
adottare provvedimenti eccezionali, con il ritorno dell'intervento statale. Poi
sulle tecnicalità si può discutere per anni, ma il principio è che lo Stato
debba fare qualcosa. Ma se sbagliassimo? é questo il punto. Guardiamo alla
"deficiente regola" volta ad azzerare le vendite allo scoperto, che
più o meno tutte le Borse del mondo stanno adottando. Chi pensava che solo
attraverso questo strumento di limitassero i ribassi delle azioni, si è
sbagliato di grosso. Si introduce una fortissima distorsione al mercato e non
si porta a casa neanche un risultato. ragionamento simile si può. forse
provocatoriamente, fare per gli attuali interventi statali nell'economia. Non
stanno risolvedno il problema borsistica e a ruota neanche quello di
operatività delle banche. Come se non fossero stati fatti. In compenso ci
troviamo le manone ingombranti della politica sui nostri affari. Speriamo di
non dovercene pentire. Gli americani sanno liquidare l'intervento dello Stato
in pochi anni. Noi Europei quando ci sediamo alla tavola del mercato, ci
restiamo anche dopo il dessert. Scritto in finanza Commenti ( 57 ) » (11 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Sep 08 I conti su
Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo
(Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i
contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo
suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air)
amplifica una posizione dominante, ma non garantisce un buon servizio +I
sindacati hanno le spalle al muro: o così o si muore -Sono inviatati al tavolo
(passera dixit) per concordare il piano industriale +AirFrance in fondo, ma
mica tanto, è una società pubblica (18% di Sarko') -Airfrance sa far fruttare
una compagnia aerea e viaggia in tutto il mondo +Colaninno&co ci mettono il
grano e si assumono un bel rischio (in Italia praticamente nessuno ha fatto
quattrini con i voli di linea) -Aifrance avrebbe pagato qualcosa alle minoranze
e allo Stato, mentre i nostri eroi oggi si assumono un rischio ma a prezzi ben
più da saldo +E' stata Aifrance a rompere le trattative: aveva posto tre
condizioni tra cui l'assenso dei sindacati al piano di vendita. Che ovviamente
non c'è stato -E' stato l'adorato Cav, in campagna elettorale, a dare
indirettamente man forte ai sindacati dicendo che la compagnia deve restare in
mani italiane +Lufthansa e Airfrance e tutte le compagnie americane non possono
essere acquistate da stranieri e dominano sui rispettivi mercati nazionali -Non
è detto che il concetto di italinità o francesità corrisponda, alla fine,
all'interesse molto concreto, dei cittadini-utenti La somma dei più e dei meno.
cari commensali, che risultato dà? Scritto in Varie Commenti ( 142 ) » (14
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Aug 08 Alè Magno
L'idea di Alè Magno di istituire una commissione, darla in mano a Giuliano
Amato (quello che rinfaccia Craxi e forse anche lo scippo sui conti corrente) e
discutere dei problemi de Roma, mi sembra una scemata pazzesca. Ogni stagione
ha le commissioni di che si merita. Oggi con la moda dell'anticasta, si deve
dunque dare una nobiltà ad una commissione che comunque non servirà a nulla.
Voglio dire che senso ha per un amministratore cittadino inventarsi grandi temi
di discussione. C'è bisogno di una Commissione per decidere ad esempio che
l'acea debba essere privatizzata? assolutamente no. e di fatti, Alè magno non
vuole venderla. C'è bisogno di una commissione per decidere di ampliare ed
eventualmente liberalizzare le licenze dei tassisti romani? assolutamnete no. E
di fatti Alè Magno è l'idoletto della corporazione dei tassisti. C'è bisogno di
una commissione per spiegare ad un sindaco che se due suoi ospiti olandesi
vengono stuprati e presi a mazzate tra i denti, è il caso almeno nel giorno del
fattaccio di tenere la bocca chiusa o almeno aprirla per chiedere scusa a nome
di una città anch'essa ferita? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (9 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Aug 08 Julius ha
visto la luce Il nostro Julius (Tremonti, per chi non lo sapesse) ha visto la
luce. Già si capiva per la verità leggendo con attenzione un interessante fondo
del convertito (alle ragioni ministeriali) Giannino, di un paio di giorni fa.
Un liberale doc, a patto che non si discuta dell'operato di Julius. Ma
ritorniamo alla luce. Su Libero leggevamo: "il Papa su questo la pensa come
Giulio Tremonti, non come gli alfieri del mercato che sul Corriere della sera e
Sole 24 ore da mesi ribattono che quelli contro i derivati sul petrolio e sul
grano sono attacchi di irriducibili passatisti, di vecchi arnesi nostalgici del
protezionismo. Ora si è capito ancor meglio, che i giudizi del Papa non sono
poi coincidenze casuali, con Tremonti" . E poi oggi finalmente sul
Corrierone una domanda (anzi una non domanda) infilata lì per caso: "A
luglio il papa ha condannato la speculazione." E Julius, poco prima:
"Come sempre, nei grandi passaggi della Storia, la visione della Chiesa è
fondamentale per la comprensione dell'esistente". La lieta novella della
parabola di Julius: "L'azione dei governi ha fermato la
speculazione". Sintetizziamo il filo logico del ragionamento: la
speculazione è la peste del secolo-tremonti ha convinto di ciò il papa- la
Chiesa ha sempre una grande visione e la condivide con Julius-i governi,
incalzati da Julius hanno bloccato il contagio malefico. Hip hip hurra. Per
fortuna che abbiamo il nostro adorato Cav. Scritto in Berlusconi IV Commenti (
84 ) » (8 votes, average: 3.75 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro ©
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precedenti Chi sono Nato a Roma, vivo a Milano. Lavoro da qualche anno al
Giornale e scrivo di economia e finanza. Tutti gli articoli di Nicola Porro su
ilGiornale.it contatti Categorie Berlusconi IV (9) burocrazia (1) citazioni (2) finanza
(11) pol economica (21) Varie (41) Ultime discussioni Talita: f.de marco,
scommetto che ti sei chiesto il perché la percentuale di gradimento del nostro
Presidente del... michela: Un breve commento sulla battuta della satira di
sinistra ieri sera ad "ANNOZERO", penso che sia... mauro:
Condivido appieno le considerazioni di giessebi sul Dr. Porro. Il Giornale è
uno dei pochissimi quotidiani... marco: Farli passare per salvatori della
patria, poi.. Sono dei tycons, comprano, spezzettano, tagliano i rami... Luca:
L' inflazione che la BCE ha sempre temuto, è causata dal rialzo dei prezzi al
consumo, e bisogna tenerla... I più inviati I "cagasotto" - 4 Emails
Ancora sui Precari Veneti - 1 Emails AliTaglia - 1 Emails Morti di ipocrisia -
1 Emails Piccolo sfogo sul meraviglioso Ferrara - 1 Emails Il casco per i
baresi e i mutui per gli americani - 1 Emails I conti su Alitalia - 1 Emails
Quando la stampa è democratica - 1 Emails Blog amici Alex Tabarrok crilla
Finanza e Macro freakkkettoni IBL La città dei liberi Libertysoldier rass.stamp
11min In prova Ecodiario December
( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Lun, 01 Dic
2008 Edizione 258 del 29-11-2008 Intervista a DOUNIA ETTAIB Donne arabe
d?Italia/ Ascoltare le donne per aiutarle a integrarsi di Alessandro Litta
Modignani Dounia Ettaib, 29 anni, nata a Casablanca (Marocco) è giunta in
Italia nell?89, ad appena 10 anni. Laureata in psicologia, è attualmente
l?animatrice di ?Dari?, associazione che si occupa delle difficoltà delle donne
arabe che vivono in Italia. Da quanto tempo si occupa di questo problema? Ho
iniziato a occuparmi di integrazione lavorando per la Provincia di Milano, dal
2002 fino al mese scorso. Ho incontrato la Confederazione marocchini d?Italia,
che raccoglie molte associazioni sparse nel paese. E? una collettività
eterogenea, composta da uomini e donne di ogni estrazione sociale e livello
culturale, accomunati però da una mentalità aperta, favorevole
all?emancipazione. Spesso anzi sono gli uomini i primi a farsi sentire. Nel
2006 ho conosciuto l?attività dell?Acmid presieduta da Souad Sbai ? oggi
deputata del Pdl - e da questa esperienza è nata Dari. E? in quest?ambito che
ho potuto iniziare a sviluppare il mio impegno per le donne. Il Marocco, in
questo senso, è un paese evoluto? Certo. Con la modernizzazione in corso, il
Marocco ha fatto passi da gigante. Da nove anni, le riforme del sovrano
progressista Mohammed VI hanno scosso il paese. Il nuovo codice ha permesso di
rifondare la famiglia su basi di uguaglianza, con l?abolizione della poligamia.
Inoltre è stata condotta una dura lotta alla povertà e all?analfabetismo,
responsabilizzando entrambi i coniugi. Parliamo della vostra associazione
?Donne arabe d?Italia?. Di Dari fanno parte donne italiane, ebree e
naturalmente arabe, per lo più nordafricane. Dari dà ascolto alle donne e le
aiuta a integrarsi, a partire dal loro vissuto. E? importante capire che
integrazione non significa rinuncia alla propria cultura: l?integrazione è un
di più, qualcosa che si aggiunge al vissuto, ma non lo sostituisce. Un
arricchimento, non una sottrazione. Spesso le donne arabe si sentono accusare
ingiustamente di essere delle convertite. Vengono additate come
occidentalizzate, quasi fosse una colpa. Può raccontare alcuni esempi? Alcune
di queste donne sono arrivate qui da sole, perché erano intraprendenti ed
emancipate. Sposandosi hanno fatto un salto all?indietro, perché hanno perso il
lavoro e l?indipendenza e si devono occupare del marito, dei figli, della casa.
Altre sono vittime di matrimoni combinati quando erano minorenni, addirittura
bambine: una volta cresciute, la famiglia si chiude e si ritrovano blindate in
una specie di prigione. Com?è di solito il rapporto con gli uomini italiani? Le donne che vogliono sposare un occidentale si scontrano spesso
con problemi di burocrazia.
Avere il nulla osta dal consolato non è facile, perchè una musulmana in questo
senso non è libera. Spesso le autorità chiedono ai mariti di convertirsi, per
il timore che la donna cambi religione. E con il paese di origine, i problemi
quali sono? Problemi enormi. Vi sono casi in cui la famiglia torna in
Marocco per le vacanze, e il marito decide che vuole un?altra donna. Allora
sottrae alla moglie i documenti e i figli, e la ricatta: se non acconsenti al
divorzio, non potrai tornare in Italia. Poi vi sono i matrimoni celebrati solo
in moschea, che non risultano agli effetti civili, per aggirare il divieto alla
bigamia. Ci sono problemi per ottenere il divorzio? No, con il nuovo codice in
Marocco il divorzio consensuale si ottiene in un mese, come in Francia. Sotto
questo profilo, noi siamo molto più avanti dell?Italia. (Qui Dounia scoppia a
ridere, n.d.r.). Prevalentemente, con quale stato d?animo le donne arabe si presentano
da voi? Spesso non denunciano gli abusi. Sono impaurite, non si sentono
tutelate. Se una donna non lavora, è ricattabile. Teme di perdere i figli, teme
nel mancato rinnovo del permesso di soggiorno, ottenuto per ricongiungimento
famigliare. Qual è il vostro raggio d?azione? Dalla sede di Milano seguiamo
casi in tutta la Lombardia e alcuni anche in altre regioni. Purtroppo non siamo
sostenute in alcun modo. La Provincia sta cercando di aiutarci, ma ha risorse
limitate. La Regione potrebbe fare di più. Ci erano stati promessi una sede e
dei contributi, però sinora non si è visto nulla. Eppure svolgiamo un ruolo
essenziale: per l?integrazione degli immigrati in generale, per l?emancipazione
delle donne in particolare? Per giunta, Lei vive da tempo sotto scorta... Ne
parlo poco volentieri. Vivo sotto scorta dal giugno del 2007, quando venni
aggredita in viale Jenner, fortunatamente senza conseguenze. Da allora ricevo
continue minacce e devo evitare di apparire in pubblico. La mia attività mi
porta a scontrarmi spesso con l?ostilità dei mariti: trovano il mio numero e mi
tempestano di insulti e minacce. Mi ritengo comunque più fortunata delle loro
mogli: io ho il privilegio di una scorta di grande professionalità e
gentilezza, mentre loro vanno a letto ogni notte con il pericolo. Perciò mi
auguro che il nostro lavoro venga apprezzato per la sua importanza e
adeguatamente sostenuto. Le donne arabe non devono essere trattate come persone
di serie B e non devono fare notizia solo quando vengono picchiate, o addirittura
assassinate, dai loro mariti.
( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Lun, 01 Dic
2008 Edizione 258 del 29-11-2008 Crisi e Chiesa Offerte dimezzate e richieste
di aiuto raddoppiate di Dimitri Buffa La crisi si fa sentire e parecchio anche
nelle chiese romane dove nell?ultimo anno e mezzo sono dimezzate le offerte dei
fedeli e raddoppiate le richieste di aiuto. Lo hanno dichiarato nel corso delle
due settimane passate, in diverse esternazioni, alcuni parroci ai giornali
della capitale. I parroci hanno ammesso che la crisi delle offerte potrebbe
anche essere legata ad alcuni odiosi atteggiamenti presi dalle burocrazie
amministrative di molti enti ecclesiastici che proprio nel mese di ottobre
hanno messo in atto una serie di sfratti per finita locazione ai danni di tanta
gente bisognosa, vedove anziane comprese. Il fenomeno, che iniziò in maniera
preoccupante proprio nell?anno dell?ultimo Giubileo, ha già portato tantissima
cattiva pubblicità al Vaticano. Anche per via del sigillo papale sull?atto
estero consegnato ad alcuni avvocati che lavorano per la Santa Sede per potere
eseguire gli sfratti richiedendo ?se del caso? la forza pubblica. In chiese di
quartieri popolari come il Santissimo redentore di Valmelaina o di rioni
centrali come San Giovanni in Laterano e Trinità dei Monti, ci sono domeniche
in cui nel bussolotto rimangono al massimo due o trecento euro, contro gli
oltre mille dei tempi normali. In compenso, proprio nella centralissima chiesa
della Trinità di villa Chigi le richieste di aiuto da parte di indigenti sono
passate da
( da "Opinione, L'" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Lun, 01 Dic
2008 Edizione 258 del 29-11-2008 La svolta a destra di Luigi de Marchi di
Maurizio Bonanni Svolta a destra per andare a sinistra? Pare di sì, stando alla
bussola del collega Luigi de Marchi. Lui psicologo, politologo, editorialista
(che, tra l?altro, ha frequentato a lungo queste colonne, quando ancora le
facciate erano solo quattro!) se ne inventa una dietro l?altra. Il fulcro,
però, è rappresentato da quella che lui considera la ?Nuova lotta di classe?, a
causa del fatto che quella marxista-leninista ha semplicemente sbagliato
?classe?, per l?appunto, come accade nel primo giorno di scuola! In Max si
trattava di far risaltare i ?bisogni economici?, descrivendo lo scontro epocale
tra operai e padroni, i loro sfruttatori, per ipotizzare la vittoria dei primi,
a certe condizioni. Ottanta anni di socialismo reale e di disastri umani
fenomenali, sono bastati alla Storia per seppellire quell?idea bislacca sotto
le macerie del famoso Muro. E De Marchi ci dice: contrordine, compagni! Avete
sbagliato tutto. Il nemico non è quello di chi rischia i suoi capitali, ma la burocrazia e le sue caste parassitarie e corrotte. È il
momento che vi coalizziate tra di voi, cari sfruttati, Voi che producete
reddito, lavorate e rischiate, perché il posto garantito non ve lo garantisce
nessuno! Ecco, l?assunto della nuova lotta di classe (postulata dalla sua
Teoria Liberale omonima) individua il vero conflitto storico come quello tra i
?Produttori? (lavoratori dipendenti ed indipendenti del privato) e, dall?altro,
la ?classe burocratica parassitaria e sfruttatrice con i suoi padrini
politici?! La parola d?ordine del libro? Disboscare, segare i rami secchi,
mandare a casa quanti più burocratici possibili, perché la maggior parte di
loro non serve e fa solo danni. Visti i risultati di questi ultimi 60 anni di
?democrazia?, come dargli torto? Facile militare dalla parte di De Marchi: gli
stipendi dei burocrati sono un?idrovora dei bilanci pubblici e della fiscalità,
sequestrando in un solo anno più di due terzi del gettito fiscale (pari a più
di 500 miliardi di ?!)! Per lui, bisogna fare alla svelta come fece Reagan,
all?inizio degli anni ?80 del sec. scorso, privilegiando i bisogni
?psicologici?, anziché quelli economici! Insomma, per l?Autore, i burocrati
sono i campioni del servilismo verso il potere, odiano il rischio (e, quindi,
perseguitano con i loro regolamenti vessatori chi la pensa esattamente al
contrario di loro!) e si affidano alla spada di Brenno dei sindacati per
acquisire promozioni ?ope legis? ed aumenti salariali superiori alla media, ma
che non hanno alcun riscontro con la produttività ed il merito individuale dei
dipendenti pubblici. Ma qual è il vero grande flagello per l?umanità, secondo
De marchi? Facile: l?esplosione demografica, che sta consumando ed espropriando
alle future generazioni le risorse della terra. Se non si rimedierà, alla fine
vi sarà una guerra di tutti contro tutti, per accaparrarsi le poche risorse
rimanenti. Forse, esagerando un po?, De Marchi fa della sua Teoria Liberale
della lotta di Classe uno strumento socio-psicologico onnicomprensivo, che
offre soluzione ad ogni tipo di problema, che sia il terrorismo internazionale
(tra questo, però, rientrano anche i falsi allarmi su supposte pandemie, come
l?Aids, la Sars e il virus aviario che si sono dimostrati buoni soltanto a
portare molti miliardi di euro nelle casse delle industrie farmaceutiche, per
l?acquisto di costosissimi, quanto inutili vaccini!) e la crisi economica
mondiale. Direi che il libro ?La svolta a destra? vada letto un po? da tutti, togliendosi
il ?burka? ideologico di qualunque segno e colore. Certo, anche da parte mia
qualche osservazione critica non manca, così come si addice ad ogni sano
dibattito culturale. Mi soffermerei su di un punto, in particolare: la
sparizione della burocrazia, auspicata da De Marchi, è
un bene od un male? Né l?uno, né l?altro, a mio avviso. Serve e servirà sempre
una casta ?sacerdotale? che amministri al di sopra delle parti le potestà e le
risorse pubbliche (inconferibili a qualsiasi privato, per definizione),
contemperando attentamente, nei suoi provvedimenti, gli interessi (legittimi)
in gioco. Purché i suoi numeri rimangano sempre molto ?leggeri? e siano
esattamente dimensionati sulle cose da fare ed i loro compensi siano
strettamente correlati ai risultati raggiunti. Invece, tutto quello che
costituisce un ?servizio a domanda? (consumi energetici, telecomunicazioni,
trasporti, etc.) deve essere fatto solo da chi lo sa fare, a prezzi competitivi
e con risposte tempestive alle richieste dell?utenza. Ovviamente, lo Stato, in
funzione delle fasce di reddito, deve poter garantire ai meno abbienti tariffe
agevolate all?interno dei servizi a pagamento forniti da privati, coprendo
(proporzionalmente) la differenza di costi con la fiscalità generale. Idem per
scuola e sanità: bisogna uscire dall?incubo ?pubblico è bello?, introducendo
gli elementi ?sani? dell?economia di mercato, attraverso un sistema di ?bonus?
e di copertura assicurativa per l?assistenza sanitaria, dopo aver privatizzato
i servizi relativi. Per chi non ce la fa, l?assicurazione sanitaria va
garantita da un fondo di solidarietà ?ad hoc?, e deve godere della stessa
assistenza sanitaria di chi è più fortunato. Il bonus, invece, serve a premiare
gli insegnanti e le scuole migliori, in funzione della libera scelta di
genitori e studenti: le scuole più ?gettonate?, per qualità degli insegnamenti
impartiti, saranno quelle più premiate. Le peggiori, saranno costrette a
chiudere, stavolta per scelta dell?utenza e non dell?onnipotente ministero!
ARMANDO CURCIO EDITORE Pagine 192 - Euro 12.90
( da "Sicilia, La" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
«Nostra madre lasciata
sola col suo male» Periodo di crisi nera, di bilanci in rosso, ma anche di
tasche al verde. Fino a che punto la necessità di coprire buchi di bilancio o
di contenere la spesa può toccare diritti inviolabili come quello alla salute?
Fino a che punto può essere intaccata la voglia di vivere di una donna e della
sua famiglia? Aggrappata ad un ventilatore portatile, che toglie solo per
alimentarsi, chiamato a sostenere, con le annesse bombole d'ossigeno, polmoni
malandati e un fisico già di suo mingherlino. Bombole d'ossigeno che, tra
l'altro, novità del dicembre 2008, dovranno essere acquistate con il proprio
denaro dalla signora Domenica F.. Che combatte ogni giorno una duplice
battaglia: contro la malattia (la spondilite) e contro la burocrazia. Contro la prima lei ci mette
il suo impegno, il coraggio e il sostegno e l'amore della famiglia. E, cosa per
certi versi incredibile, in un mondo abituato a lamentarsi al minimo alitar di
vento, tanto buon umore: quello che le consente di andare avanti, nonostante le
difficoltà nel muoversi e nel compiere ciò che, a chiunque, potrebbe
apparire la normalità. Ma se la lotta contro la malattia viene combattuta anche
con questo genere di medicine, la battaglia contro il colosso burocratico
appare insostenibile. È un continuo mutamento di leggi, di documenti, di lunghe
file e trafile, di tagli, che privano la signora Domenica del diritto a un bene
comune: l'aria che respiriamo! Che le potrebbe ben presto venirle preclusa
dallo proprio stato di indigenza, da un lato, e dalla necessità di far fronte
agli sprechi del passato, dall'altro. Su questo fronte, con metodo criticabile:
facendo di tutta l'erba un fascio. Conseguenze pratiche? Addebito delle scorte
di ossigeno, allungamento dei periodi di ricambio degli accessori, richiesta
continua di certificazioni a medico generico e specialistico. Con scambi di
vedute che si determinano sulla pelle del malato. Il tutto con conseguenze e
rischi facilmente immaginabili. La signora Domenica, da maggio è senza ricambi
per l'apparecchiatura fornitale e si ritrova a dover far fronte alle sue
esigenze fisiche con una mascherina che le è stata riparata, con ingegnosità e
fil di ferro, ma pur sempre alla meglio, dal cognato. I costi per la
sostituzione della stessa ammonterebbero a ben trecentocinquanta euro.
L'allungamento dei tempi per la sostituzione di questo e di altro materiale la
pone in una condizione umiliante e, cosa maggiormente rilevante, di pericolo
per la salute. «Non viviamo fuori dal mondo, quindi comprendiamo il periodo particolarmente
negativo per l'economia privata e pubblica - esordiscono le tre figlie, Agata,
Ina ed Eleonora -. Comprendiamo la necessità di contenere i costi della spesa
pubblica. Non comprendiamo, invece, assolutamente l'accanimento contro chi sta
veramente male ed è realmente in stato di bisogno. Si aumenti la spesa per
controllare la reale sussistenza delle malattie e non si gravi su chi già
soffre per le patologie. Siamo stanche - proseguono le figlie della signora
Domenica - dell'andirivieni all'Asl, agli ospedali, del rimpallo di
responsabilità. Non accettiamo che alla sofferenza di nostra madre, si aggiunga
l'afflizione per il vedersi privati di sacrosanti diritti. Siamo pronte anche
ad incatenarci per giorni davanti alla sede della Asl, qualora la situazione
non si sblocchi definitivamente». Andrea Nuzzo
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Sei distretti
sanitari, un terzo di primari in meno, ma anche un'unico
sistema organizzativo della burocrazia interna incentrato tra via Nizza e via Settimio Mobilio a
Salerno. L'unica Asl stravolge il sistema della sanità. Anche sul piano dei
costi: meno dirigenti, a cominciare dai direttori sanitari e amministrativi dei
distretti sanitari che saranno presumibilmente solo sei nella nuova
organizzazione prevista dal piano ospedaliero. Tra le novità anche
l'arrivo di una cinquantina di posti letto negli ospedali di III livello di
Nocera e Vallo recuperati sui tagli ai policlinici napoletani. COLUCCI E
MANGANIELLO A PAG. 22
( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del
01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ENZO CIACCIO «A primavera
prossima, ripeteva spesso, bisognerà piantare tanti fiori colorati nelle
aiuole. Così le rotonde sembreranno giardini. Sì, il rifacimento di via
Montagna Spaccata era uno dei progetti per cui si era assai battuto. Insieme al
risanamento idrogeologico (con le sette vasche per contenere i fanghi) e al
contratto di quartiere che con 8 milioni e mezzo rifà il look al centro antico.
Sì, quella strada tutta nuova se la coccolava come una sua creatura. E sognava
di piantarci i fiori». A Pianura, il giorno dopo. Silenzio in centro. Aria di
lutto. Via Grottole deserta. Le galline nella stia. L'odore di campagna. La
targa sbagliata. Giorgio Lanzara, consigliere di municipalità, si guarda
intorno e mormora: «Eh, quante volte siamo entrati in questo bar per scambiarci
idee. Lui era un vulcano di progetti. Non si arrendeva mai. Nemmeno di fronte agli impicci della burocrazia. Per esempio, la scuola superiore: dopo anni di battaglie, era
riuscito finalmente a ottenerne una qui a Pianura». C'è chi lo definisce «il
super-consigliere». E chi una sorta di «cerniera». Tra l'immensa periferia
sgarrupata e la città lontana che parla lingue forestiere. Un amico
ricorda: «Quando la squadretta locale che milita in serie D vinse il
campionato, lui accompagnò giocatori e dirigenti dal sindaco Iervolino. Per un
premio fuori programma. Da tempo cercava un suolo per realizzare un campo
sportivo adeguato alla squadra». Nugnes era fatto così. Democristiano.
Sorridente. Testardo. E innamorato della sua gente. Chiesa stracolma. Confessioni
in atto. Don Claudio il parroco allarga le braccia. Lo definisce «il difensore
civico di noialtri». E torna ad allargare le braccia. Gianni Palmers, anche lui
consigliere, racconta: «Qui dallo scorso luglio sono occupate da famiglie di
abusivi la sede della Municipalità, un centro sociale e perfino una scuola
elementare, il 72esimo circolo. 140 bambini costretti a far capriole per
studiare. Nugnes operava in questa caotica realtà, contraddittoria e
stressante, dove il tessuto sociale tiene nonostante i clan di camorra e si
moltiplicano le associazioni e fioriscono gli oratori. Ma dove un po' di
normalità non arriva mai e resta difficile non farsi prendere dalla tentazione
di mollare tutto e scappar via». E continua, il consigliere Palmers: «Ricorda i
famosi cento miliardi per Pianura? Del campo da golf si è persa ogni traccia.
Per Giorgio, invece, erano motivo di quotidiano cruccio i gravi ritardi per le
opere utili previste dal progetto: il mini-ospedale, il parcheggio di scambio
alla stazione Cumana, il completamento di via Sartania e delle vasche di
contenimento. Non c'era giorno che non tentasse di far avanzare i progetti».
Pianura attonita. Che a gennaio scorso fu regno autonomo e indipendente. Ma
solo per pochi giorni. Presto prevalse la ragione. E la gente perbene vinse
sugli infingardi e su chi pretendeva di imporre diktat. Pianura che «si tira
indietro». Ma che poi trova cinque coraggiosi che denunciano i veleni di
discarica. Pianura che borbotta. E già rimastica sopiti sensi di colpa. Chi sa per
quale reato si è ammazzato Giorgio Nugnes? Li chiamano i «Senza-Montagna».
Perchè Pianura è terra padanica, però circondata dalle colline. Che su di lei
sprofondano, se appena un poco grandina. I Camaldoli, soprattutto, groviglio
ispido di rami e sterpaglie che isola e incute paura atavica. Perchè traballa e
incombe, come una disgrazia ubriaca. 67mila le anime, secondo i dati Istat. In
realtà, più di 100mila. Da sempre incapaci di eleggere un parlamentare. Ma per
43 anni capaci di farsi avvelenare dalla mega-discarica. E di affogare per
trent'anni in una brodaglia di cemento fuorilegge. Lago, Marfella, Varriale.
Alla luce delle fotoelettriche di camorra. Nei cantieri impuniti. Spalancati di
notte. «E che ancora imperversano. E fungono da isolante culturale rispetto a
Napoli e al resto del mondo», fa notare Gigi Cuomo, presidente Confesercenti,
fra i protagonisti dell'associazione anti-racket voluta da Tano Grasso che qui
da cinque anni fa da modello perfino ai ragazzi palermitani di Addio Pizzo
(oggi «Libero Futuro») che sono venuti a prender lezione, e conta ormai una
ottantina di aderenti. Racconta Cuomo: «Si può ben dire che a Pianura, se un
commerciante non vuole più pagare il racket, ora può farlo. In sicurezza. E
senza rischi». Troppo ottimista? «Non lo so - dice Fabio Tirelli, presidente
della Municipalità - ma di sicuro si registrano enormi passi avanti. Viviamo un
periodo difficilissimo, però i capi dei clan sono finiti tutti in carcere,
grazie alle denunce dei commercianti. Per strada restano le quarte e quinte
file di malviventi. Nugnes? Era uno dei pochi punti di riferimento credibili.
Ora chissà chi prenderà il suo posto». Passi avanti. E molto di più, rispetto a
quelle prime riunioni antiracket che si tenevano di sera tardi, sei anni fa,
nel buio della cripta della Chiesa Madre di San Giorgio. Con padre Vittorio che
ospitava. E i curiosi che impazzivano. Racconta Cuomo: «Qui era area agricola.
Con l'Italsider a Bagnoli divenne zona agricolo-industriale. Qui per anni si
diedero battaglia due Dc e due Pci, cioè la Dc e il Pci dei contadini e la Dc e
il Pci degli operai. Che poi furono riunificati dal cemento illegale, che
dilagando cancellò nell'obbrobrio ogni differenza. Oggi si vive di terziario di
pessima qualità. È in questo contesto che Nugnes riusciva comunque a far
politica». Periferia-mostro. Che divora i suoi figli. Specie quelli che più la
amano. E si espongono a burrasca. Nugnes aveva individuato nel centro antico
una possibile sede per l'associazione anti-racket. E si batteva per una casa della
cultura, da affidare ai padri Vocazionisti. Dice Palmers: «Giorgio credeva
nella democrazia dei partiti. E nella politica. Sapeva che qui con la bonifica
stanno per piovere copiosi fiumi di denaro. E che bisogna stare all'erta».
( da "RomagnaOggi.it" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
1 dicembre 2008 -
19.13 (Ultima Modifica: 01 dicembre 2008) La "social card", la carta
lanciata dal Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per aiutare pensionati e
famiglie povere con un contributo di 40 euro al mese, manda in crisi i
pensionati bolognesi. Il segretario di Spi-Cgil di Bologna, Bruno Pizzica, ha
spiegato che lunedì mattina oltre cinquecento persone si sono recati agli
sportelli per "chiedere cosa fare con i moduli ricevuti".
"Abbiamo guardato con attenzione le istruzioni e i moduli da compilare -
ha esordito Pizzica -. Uno stillicidio di commi e sottocommi, richieste estrose
(come quella di indicare il Pod dell'energia elettrica), vere e proprie
stravaganze (per la famiglia con un bimbo sotto i 3 anni, il beneficiario della
card e' il bimbo). Bisogna indicare il suo reddito Isee
(quello del bimbo) e se possiede più di un autoveicolo o più di una casa
(sempre il bimbo)". Per Pizzica, occorrono "giorni per districarsi
nel dedalo della burocrazia,
per ottenere un euro e 33 centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul
latte".
( da "RomagnaOggi.it" del 01-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
1 dicembre 2008 - 19.58
(Ultima Modifica: 01 dicembre 2008) Il principale sindacato italiano resta sul
piede di guerra. La segreteria della Cgil conferma lo sciopero generale del 12
dicembre. Ad annunciare la decisione e' la confederazione guidata da Guglielmo
Epifani. ''L'esame delle proposte del governo conferma- sottolinea una nota-
che si tratta di un piano di interventi che non rappresenta la svolta
economica, sociale e fiscale di cui il paese ha bisogno, perche' di fronte ad
una crisi eccezionale occorrono risposte eccezionali''. Social card per
"solo" un milione di pensionati. I pensionati che fruiranno della
'social card' "saranno poco piu' di 1 milione; per gli altri 15 milioni il
paradiso puo' attendere". A fare i conti e' Bruno Pizzica , segretario Spi
Cgil Bologna, che sostiene che il provvedimento "e' in realta' un remake
da provvedimenti degli anni '40". Secondo Pizzica si tratta di "uno
stillicidio di commi e sottocommi, richieste estrose (come quella di indicare
il POD dell'energia elettrica), vere e proprie stravaganze". Ad esempio,
fa presente il segretario, "per la famiglia con un bimbo sotto i 3 anni,
il beneficiario della card e' il bimbo. Bisogna indicare il suo reddito Isee,
se possiede piu' di un autoveicolo o piu' di una casa, sempre il bimbo. Potenza della finanza creativa: 10 minuti per decidere leggi
finanziarie e manovre straordinarie, giorni per districarsi nel dedalo della burocrazia per ottenere 1 euro e 33
centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte, con buona pace del
ministro per la Semplificazione".
( da "Stampa, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
il caso Da luglio in
attesa del nulla osta della Prefettura MAURIZIO FICO Madre ucraina chiede aiuto
per riavere con sè il figlio MILLESIMO B ionda, occhi chiari, Svitlana è una mamma ucraina in lotta con la burocrazia per poter avere vicino a sè
il figlio quindicenne, rimasto con la nonna paterna nel freddo di Chernivtzi,
nell'ex paese sovietico. Da cinque anni in Italia, residente con il marito (che
l'ha raggiunta nel 2005) in una casa di Millesimo, in via Delfino, da oltre
quattro mesi è in attesa del nulla osta dalla prefettura: «Sono
collaboratrice domestica e anche mio marito lavora. Entrambi siamo in regola
con il permesso di soggiorno. Alla fine del luglio scorso, esattamente il
giorno 29, ho presentato la richiesta di nulla osta al ricongiungimento
familiare. Posso capire qualche settimana di attesa, ma ora siamo quasi alla
fine del 2008 e mi sembra assurdo dover aspettare ancora, senza peraltro avere
un'indicazione precisa di quando potrò essere chiamata dallo sportello unico
che si occupa di questi problemi». La pazienza di mamma Svitlana è quasi al
limite, anche perchè il nulla osta italiano sarà solo il primo passo - sia pure
importante - nella complessa procedura per portare in Val Bormida il figlio
Haryuk Vasil. «Torneremo in Ucraina per le vacanze di Natale e la speranza è di
poter mettere in valigia anche il nulla osta. Per completare la pratica, una
volta in Ucraina dovò recarmi a Kiev, presso il ministero. Ma la richiesta può
essere presentata solo quando si è in possesso della documentazione rilasciata
dalle autorità italiane», spiega Svitlana. «Parlo anche a nome di altri
connazionali. L'ufficio dovrebbe essere aperto più tempo e più facilmente
raggiungibile via telefono. Spesso invece sono costretta a chiedere un permesso
di soggiorno per poter andare a parlare con gli incaricati. Mi è stato detto
che attualmente si stanno smaltendo le pratiche riferite a domande fatte a metà
luglio. Dovrei essere quasi in dirittura d'arrivo ma non ho avuto garanzie sui
tempi. Secondo me servirebbe anche una selezione all'origine, dando la
precedenza ai casi più urgenti e importanti come ritengo possa essere il
ricongiungimento con un figlio ancora adolescente». E conclude, con gli occhi
velati di commozione: «Faccio un appello a nome della mia famiglia. Poter
partire con il nulla osta sarebbe il più bel regalo di Natale». Dall'Ufficio di
Gabinetto della prefettura spiegano che certe tempistiche sono inevitabili, «a
conferma della serietà e dello scrupolo con cui vengono svolte le verifiche,
particolamente attente quando - come in questo caso - c'è di mezzo un ragazzo
minorenne». Quella della prefettura è una risposta generale e non riferita al
caso specifico di Millesimo: «Per il rilascio dei nulla osta due prerogative
importanti riguardano il raggiungimento di un reddito minimo e la disponibilità
di un alloggio idoneo all'accoglimento del nuovo congiunto. Ancor prima di
questi due riscontri oggettivi, vengono però valutati i requisiti soggettivi
della persona: effettuate dalla Questura, sono le verifiche che richiedono più
tempo e attenzione». In certi casi è anche necessario procedere a dei
supplementi o integrazione di indagini che inevitabilmente allungano i tempi.
«Ricordiamo che l'avanzamento delle pratiche può essere verificato via mail in
ogni momento, senza perdite di tempo. Nelle scorse settimane l'attività dello
sportello è stata assorbita principalmente dai flussi ma presto verranno
programmate più giornate per gli appuntamenti, compresi quelli per le pratiche
di ricongiungimento», concludono in prefettura.
( da "Cittadino, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Aborto e omosessuali,
uno stop del Vaticano alle proposte europee CITTÀ DEL VATICANO Prima ancora che
venisse ufficialmente presentata all'Assemblea generale dell'Onu, è scoppiata
la tempesta sull'iniziativa intrapresa dalla presidenza di turno francese
dell'Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue, di chiedere alle
Nazioni Unite la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo. A scatenarla è
stata ieri la posizione del Vaticano che, per bocca del suo rappresentante al
Palazzo di Vetro di New York, si è detto contrario al passo Ue. La Santa Sede
ha anche bocciato il progetto di alcune organizzazioni abortiste di far
inserire l'interruzione di gravidanza tra i diritti universali dell'uomo. «Una
barbarie», ha commentato monsignor Celestino Migliore, nunzio del Papa all'Onu,
in un'intervista all'agenzia francofona I. Media. Ma se il veto su qualsiasi
apertura abortista delle Nazioni Unite era scontato, e affermato in un'infinita
serie di dichiarazioni, più a sorpresa è arrivato il «niet» sulla depenalizzazione
dell'omosessualità. Rapporti tra persone dello stesso sesso sono illegali -
ricordano i siti gay - in oltre 80 paesi del mondo e, in una decina di Stati
islamici, sono puniti con la pena di morte. Nei mesi scorsi, il segretario di
Stato francese ai diritti umani, Rama Yade, aveva annunciato che la Francia, in
quanto paese presidente di turno della Ue, avrebbe chiesto entro dicembre
all'Onu, di riconoscere, a livello mondiale, il diritto all'omosessualità e di
imporre la fine di condanne e discriminazioni verso i gay. La proposta francese
è stata firmata dai 27 paesi della Ue, Italia compresa. «Tutto ciò che va in
favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio
umano e spirituale - ha precisato monsignor Migliore -. Ma qui la questione è
un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo
di paesi, si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e
controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla
discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e
implacabili discriminazioni». «Per esempio - ha osservato monsignor Migliore -
gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come
matrimonio verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni». Il timore
che una depenalizzazione dell'omosessualità, sancita dall'Onu, possa minare il
matrimonio tradizionale, sembra essere dunque dietro le obiezioni della Santa
Sede. Quanto all'idea di inserire l'aborto tra i diritti universali, monsignor
Migliore l'ha definita, senza troppi giri di parole, «triste e indignante».
«Rappresenta - ha profetizzato - l'introduzione del principio homo homini
lupus, l'uomo diventa un lupo per i suoi simili». «Questa è la barbarie moderna
che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società», ha detto. La
presa di posizione del Vaticano, specie in materia di omosessualità, non poteva
che innescare commenti e polemiche. Così è stato. Indignazione unanime è stata
espressa da tutte le organizzazioni omosessuali e per i diritti umani, che
hanno anche minacciato di manifestare la loro rabbia a piazza San Pietro. A
dare una spiegazione delle parole di monsignor Migliore, è intervenuto in
serata Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. «Non mi risulta
che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di
omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa
di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status
privilegiato», ha spiegato.elisa.pinna@ansa.it
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
di
Gabriele De Stefani Un brevetto in ogni giornata di lavoro ma scompaiono i
piccoli inventori Tasse e burocrazia scoraggiano
chi non ha il sostegno di un'azienda Ogni anno alla Camera di commercio di
largo Pradella vengono registrati poco meno di duecento tra marchi e brevetti,
destinati poi al vaglio definitivo del Ministero per lo sviluppo economico. Per l'esattezza, il bilancio
dell'ufficio parla di 742 depositi dal gennaio 2005 ad oggi. Ma attenzione:
l'abbondanza di marchi e brevetti non corrisponde necessariamente ad un popolo
di tanti piccoli inventori. Anzi, i recenti aggiustamenti normativi hanno reso
difficile la vita degli Archimede che fanno del proprio garage il laboratorio
di sperimentazione. Infatti dall'inizio del 2008 le domande vanno presentate in
duplice copia: in italiano e in inglese. Lo scopo è agevolare la protezione
dell'invenzione a livello internazionale. Ma l'effetto pratico è che per molti
piccoli inventori diventa difficile registrare la propria scoperta. Soprattutto
perché le domande devono essere corredate dai caratteri di originalità e dai
motivi di utilità del proprio lavoro. Serve insomma una descrizione
particolareggiata e ricca di termini tecnici per la quale non basta una conoscenza
generica dell'inglese. E così per chi non ha alle spalle una struttura
produttiva il freno è notevole. Senza contare che da un paio d'anni è stata
reintrodotta la tassa per proteggere la propria creazione. Anche per questi
motivi, nei quasi 750 depositi mantovani dell'ultimo quadriennio dominano le
aziende. «I settori più interessati - dice Marco Zanini, responsabile dell'area
per i servizi alle imprese della Camera di commercio - sono il tessile,
l'agroalimentare e la meccanica agricola. I primi due quasi esclusivamente per
la protezione dei marchi: a chiedere i brevetti veri e propri è soprattutto il
comparto della meccanica per l'agricoltura». Dall'industria alla Bondioli e
Pavesi fino alla piccola azienda artigiana. Raramente compare l'innovazione rivoluzionaria:
si tratta perlopiù di continui aggiustamenti, di tante piccole modifiche che
solo sommandosi nel lungo periodo creano miglioramenti tecnologici
considerevoli. Lo spazio per i piccoli inventori si è insomma molto ridotto. Ma
ciò non significa che sia scomparso del tutto. Da una parte le norme, come si
diceva, rendono la vita più difficile ma dall'altra l'ufficio brevetti offre
nuovi servizi utili a valorizzare la propria trovata. Ad esempio viene fornito
un elenco di tutte le imprese italiane a cui l'invenzione potrebbe interessare.
Così il creativo di turno, se crede nella propria proposta, procede a
registrarne il brevetto (il costo è di qualche centinaio di euro) e poi inizia
a proporlo a tutte le imprese che potrebbero chiederlo in concessione o
acquistarlo. A quel punto si apre una normale trattativa tra le due parti per
fissare il prezzo. Ma c'è di più. Le grandi aziende monitorano continuamente i
brevetti registrati in ogni angolo d'Italia (e non solo) allo scopo di battere
sul tempo la concorrenza e accaparrarsi le invenzioni migliori che non siano
state elaborate nei loro centri di ricerca e sviluppo. Il controllo è costante
e capillare, anche perché viene incrociato con quello a tutela del proprio
marchio. Diversamente da quanto accadeva fino a qualche anno fa, non esiste
invenzione che non passi sotto l'occhio della grande industria. E così anche il
piccolo inventore può fare l'affare. A patto che trovi l'idea giusta.
( da "Alto Adige" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il direttore
dell'Unione commercio: l'economia chiede certezze, sgravi ai cittadini «Casa ecologica:
no ai tagli» Durnwalder e Steger, proteste contro il decreto Tremonti BOLZANO.
Coro di proteste contro il taglio nel decreto Tremonti agli sgravi fiscali per
le ristrutturazioni delle case con misure di risparmio emergetico, da Dieter
Steger, direttore dell'Unione commercio, al presidente provinciale Luis
Durnwalder, che sottolinea: «Non solo cancellano gli sgravi, ma intervengono
anche retroattivamente. Chi contava su quel denaro si sente preso in giro.
Ricordo la bufera quando Prodi si permise tagli retroattivi, questo governo non
si muove diversamente». Da Durnwalder l'invito ai parlamentari locali:
«Presentare proposte di modifica quando il decreto verrà convertito in legge».
Il tema è particolarmente sentito in Alto Adige, territorio avanzato dal punto
di vista delle ristrutturazioni ecologich». Così Steger, da poco eletto
presidente del consiglio provinciale, a nome dell'Unione Commercio: «Misure
simili non offrono un sostegno all'economia, la paralizzano». L'economia,
prosegue Steger, «ha bisogno di essere riavviata, la burocrazia va diminuita e le imprese e i
cittadini necessitano di sgravi. Queste sono solo tre ricette per contrastare
l'attuale crisi finanziaria». Tali misure sono contenute nel catalogo di dieci
punti con 13 provvedimenti, consegnato di recente ai parlamentari altoatesini e
alla Confcommercio a Roma. «Gli imprenditori e i cittadini hanno bisogno
di certezza del diritto, trasparenza e affidabilità, soprattutto in ambito
fiscale», prosegue Steger, «Il nuovo decreto invece causa confusione e
incertezze non solo per gli investimenti già attuati ma anche per quelli
futuri. Questo è il modo sbagliato di affrontare la crisi».
( da "Gazzetta di Modena,La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Vignola, Oliviero
Toscani ha presentato il libro di Crv VIGNOLA. E' stato presentato domenica
pomeriggio il libro-strenna della Banca Crv; quest'anno il tema è «La
felicità». «Chiuso il ciclo degli anni scorsi dedicato agli elementi naturali -
ha spiegato Franco Rabitti, presidente della Banca Cassa di Risparmio di
Vignola - il libro-strenna si propone come momento per affrontare i temi
dell'uomo. Partiamo dalla felicità». Gli autori del libro - il sociologo
Domenico De Masi e il fotografo Oliviero Toscani (nella foto) - hanno
presentato la loro opera davanti al pubblico che ha gremito la Sala dei
Contrari. De Masi ha proposto alcune riflessioni storiche sulla felicità, con
qualche simpatica escursione sui peggiori nemici della felicità: la burocrazia ottusa, la convivenza non
sempre facile in famiglia, il tempo che fugge; e ha esaltato nel contempo
l'ozio creativo della grande tradizione greco-romana. Ha ricordato come il modo
di vivere "latino" sia oggi il più adatto a superare anche questo
momento di crisi: «E' il caso di chiedersi - ha detto - se non sia questa crisi
un richiamo a vivere una vita più tranquilla e a misura d'uomo».
Oliviero Toscani ha evidenziato la difficoltà di esplorare la felicità per
immagini. «Alla fine ho scelto la via astratta», ha detto. (miria burani)
( da "Alto Adige" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ASSOCIAZIONI
Palestre in uso a titolo gratuito BOLZANO. Le associazioni non dovranno più
pagare alla Provincia l'affitto di sale e palestre nelle scuole. Lo ha deciso
ieri la giunta provinciale. «Gli importi per la concessione
di palestre e aule sono bassi e comportano troppa burocrazia», spiega il presidente provinciale Luis Durnwalder. L'uso
diventerà gratuito. A loro volta, è stato spiegato, i Comuni rinunceranno a 300
mila euro alla prossima tornata di trattative sull'assegnazione dei fondi
provinciali.
( da "Arena, L'" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Martedì 02 Dicembre
2008 NAZIONALE Pagina 6 CITTÀ DEL VATICANO. La proposta, accolta dai 27 Paesi
Ue, sarà discussa dalle Nazioni Unite Più diritti ai gay, il no del Vaticano
Onu: Santa Sede contro l'iniziativa francese per la depenalizzazione
dell'omosessualità CITTÀ DEL VATICANO Prima ancora che venisse ufficialmente
presentata all'assemblea generale dell'Onu, è scoppiata la tempesta
sull'iniziativa intrapresa dalla presidenza di turno francese dell'Unione
europea - e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue - di chiedere alle Nazioni
Unite la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo. A scatenarla è stato il
Vaticano che, per bocca del suo rappresentante al Palazzo di Vetro di New York,
si è detto contrario al passo Ue. La Santa Sede ha anche bocciato il progetto
di alcune organizzazioni abortiste di far inserire l'interruzione di gravidanza
tra i diritti universali dell'uomo. «Una barbarie», ha commentato monsignor
Celestino Migliore, nunzio del Papa all'Onu, in un'intervista all'agenzia
francofona I. Ma se il veto su qualsiasi apertura abortista delle Nazioni Unite
era scontato, e affermato in un'infinita serie di dichiarazioni, più a sorpresa
è arrivato il «niet» sulla depenalizzazione dell'omosessualità. I rapporti tra
persone dello stesso sesso sono illegali - ricordano i siti gay - in oltre 80
paesi del mondo e, in una decina di Stati islamici, sono puniti con la pena di
morte. Nei mesi scorsi, il segretario di Stato francese ai diritti umani, Rama
Yade, aveva annunciato che la Francia, in quanto paese presidente di turno
della Ue, avrebbe chiesto entro dicembre all'Onu, di riconoscere, a livello
mondiale, il diritto all'omosessualità e di imporre la fine di condanne e
discriminazioni verso i gay. La proposta francese è stata firmata dai 27 paesi
della Ue, Italia compresa. Monsignor Migliore ha spiegato: «Gli Stati che non
riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come matrimonio verranno
messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni». Il timore che una
depenalizzazione dell'omosessualità, sancita dall'Onu, possa minare il
matrimonio tradizionale, sembra essere dunque dietro le obiezioni della Santa
Sede. Quanto all'idea di inserire l'aborto tra i diritti universali, Migliore
l'ha definita, senza troppi giri di parole, «triste e indignante». «Rappresenta
l'introduzione del principio homo homini lupus, è una barbarie moderna che, dal
di dentro, ci porta a smantellare le nostre società», ha detto. La presa di
posizione del Vaticano, non poteva che innescare polemiche da parte di tutte le
organizzazioni omosessuali e per i diritti umani, che hanno minacciato di
manifestare la loro rabbia a piazza San Pietro. A dare una spiegazione delle
parole di monsignor Migliore, è intervenuto Rocco Buttiglione, presidente
dell'Udc. «Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia
contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò
a cui la Chiesa «si oppone è una iniziativa di alcuni stati europei (o forse
della burocrazia di
Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato», ha
spiegato.
( da "Stampa, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
domande a Bruna
Sibille "Ci saranno 2 mesi di tempo per far ricorso alla Regione" 5Il
Consiglio regionale ha approvato il 3 novembre la definizione delle zone
omogenee che andranno a formare le nuove Comunità montane (
( da "Stampa, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Lo sfogo del padre
"Il giorno dopo il crollo Federica già dimenticata" [FIRMA]MARCO
ACCOSSATO E' passata poco più di una settimana dal giorno del crollo al liceo
Darwin di Rivoli, e l'insopportabile impressione di Guido Ariotti, padre di
Federica, «è che si siano dimenticati di mia figlia, ferita sotto le macerie».
Dopo le parole di solidarietà, la commozione, le promesse di rito, la corsa dei
politici in ospedale. «Soltanto i professori e i compagni di nostra figlia sono
venuti a trovarla e continuano a informarsi delle sue condizioni». Per il
resto, dice, «silenzio». Silenzio «soprattutto dall'Asl e dal Comune». Peggio:
Federica, dimessa dal Cto mercoledì scorso, deve stare allungata su un letto
speciale che le tenga dritta la schiena: «Prima che la mandassero a casa ho
telefonato all'Asl di Rivoli per sapere quali pratiche erano necessarie per
avere quel letto - racconta papà Guido -: mi hanno risposto che non potevano
fornirmelo perché non ce l'hanno. Ho chiesto che cosa potevo fare. Risposta:
"Se lo deve procurare lei"». Così ha fatto: «Ho cercato ovunque, l'ho
trovato a Chivasso, in una ditta dove con molta più sensibilità dell'Asl mi
hanno detto: "Signor Ariotti, lei pensi a sua figlia. Delle
pratiche e della burocrazia
ci occupiamo noi"». C'è amarezza nelle parole dei coniugi Ariotti. E anche
molta rabbia: «Finché i giornali tengono i riflettori accesi sui fatti tutti
sono pronti a promettere qualsiasi cosa. Poi le promesse svaniscono». Federica,
nel crollo della controsoffittatura della
( da "Stampa, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
TRAVOLTI Guado da brividi
in attesa del ponte VITTIME DELLO STURA Tre falsi allarmi. Sulla riva parenti e
amici del ragazzo seguono con angoscia le operazioni dei soccorritori Task
force per ritrovare Enzo [FIRMA]MIRIAM MASSONE OVADA Dodici ore di lavoro, tre
elicotteri e tre gruppi cinofili con cani da ricerca e da valanga, sommozzatori
e soccorso alpino, una squadra speciale addestrata per il rafting, soccorritori
del 118, Corpo forestale, carabinieri e volontari della Protezione civile: una
task force di cento uomini ha passato al setaccio lo Stura ieri, dall'alba al
tramonto. Ha perlustrato le sponde e scandagliato il fondale alla ricerca di
Enzo Pronestì, 20 anni, inghiottito dal torrente in piena sabato notte mentre
tentava insieme all'amico e coetaneo Peter De Roma di superare il guado del
Gnocchetto per raggiungere l'autogrill Stura Ovest. Con le prime luci del
giorno, ieri, l'elicottero del soccorso alpino ligure, lo stesso che domenica
pomeriggio ha rintracciato la Focus incagliata nel torrente e recuperato Peter
morto assiderato su un tappeto di neve lungo la riva, è tornato a sorvolare
questa porzione di Appennino. Lo hanno fatto anche i velivoli di vigili del
fuoco e carabinieri. «La nevicata notturna non gioca a nostro favore - spiega
il presidente Alessandro Grosso, a bordo dell'AB412 -, nel caso del primo
ragazzo infatti siamo riusciti a scorgere le orme lasciate sulla sponda. Con
uno strato di almeno
( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 6 - Cronaca
Dal Vaticano monito all´Onu "L´omosessualità resti reato" No alla
depenalizzazione proposta dalla Francia, è polemica "Aspettiamo ancora il
mea culpa per i roghi del medioevo, non c´è da stupirsi" Padre Lombardi:
non siamo i soli a chiederlo Critiche anche dal centrodestra ORAZIO LA ROCCA
CITTà DEL VATICANO - Sui gay spira aria di crisi tra Onu e Santa Sede. Motivo:
l´annunciata dichiarazione sulla depenalizzazione universale dell´omosessualità
che a metà dicembre la Francia, a nome dei paesi Ue, presenterà al Palazzo di
vetro di New York. Un passo apertamente criticato dall´arcivescovo Celestino
Migliore, l´Osservatore permanente della Santa Sede all´Onu, che ieri,
all´agenzia stampa francese i.Media, ha preannunciato il voto contrario del
Vaticano sostenendo, tra l´altro, che se gli omosessuali venissero inseriti
«nelle nuove categorie protette dalle discriminazioni, gli Stati che non
riconoscono le unioni tra persone dello stesso sesso saranno oggetto di
pressioni e verranno messi alla gogna, e si creeranno nuove ed implacabili
discriminazioni». E ancora. Migliore si è detto pure «indignato e rattristato»
dal progetto di introdurre l´aborto tra i diritti umani promosso da alcune
associazioni sempre all´Onu. Una «barbarie moderna che - teme il presule -
smantella le nostre società». A sostegno delle tesi del nunzio all´Onu in
serata è intervenuto anche il portavoce papale padre Federico Lombardi per
respingere punto per punto le numerose critiche piovute sul Vaticano da quasi
tutti i partiti, del centrodestra e del cetrosinistra, e dai rappresentanti di
organizzazioni gay storiche come l´Arcilesbica e l´Arcigay che accusano la
Santa Sede di «coprire» quei Paesi che prevedono la pena di morte per gli
omosessuali. «Non è così - controbatte padre Lombardi - l´intervista di
monsignor Migliore dice cose chiare e del tutto condivisibili. Nessuno vuole
difendere la pena di morte per gli omosessuali. I noti principi del rispetto
dei diritti fondamentali della persona e del rifiuto di ogni ingiusta
discriminazione, sanciti nello stesso Catechismo della Chiesa cattolica,
escludono non solo la pena di morte, ma tutte le legislazioni penali violente o
discriminatorie contro gli omosessuali». «Qui però - prosegue - non si tratta
solo di depenalizzare l´omosessualità, ma di introdurre una dichiarazione di valore
politico che si può riflettere in meccanismi di controllo con cui ogni norma,
non solo legale ma anche relativa alla vita di gruppi sociali o religiosi, che
non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale può venire
considerata contraria al rispetto dei diritti dell´uomo». Simili norme «possono
diventare - conclude il portavoce di papa Ratzinger - strumenti di pressione o
discriminazione per chi, ad esempio, considera il matrimonio fra uomo e donna
la forma fondamentale e originaria della vita sociale e come tale da
privilegiare. Non per nulla meno di 50 Stati membri dell´Onu hanno aderito alla
proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito. La Santa Sede
non è sola». «è una posizione politica inaccettabile e falsa - controbatte Anna
Paola Concia del Pd - perché confonde i piani della discussione. Depenalizzare
l´omosessualità significa impedire ad alcuni Stati di condannare gli
omosessuali alla pena di morte e alla galera: questa è l´ingiusta
discriminazione». Analoghe critiche anche dal Pdl con Margherita Boniver,
presidente del Comitato Schengen, che si dice «allarmata per la posizione
anacronistica del Vaticano, perché la dichiarazione che la Francia presenterà
all´Onu è stata già approvata da tutti i 27 governi europei, Italia compresa».
Tra le poche voci favorevoli a Migliore, Rocco Buttiglione (Udc), al quale «non risulta che la Chiesa cattolica sia contraria alla
depenalizzazione del reato di omosessualità». «La Chiesa - sostiene Buttiglione
- si oppone, invece, a una iniziativa di alcuni Stati europei, o forse della burocrazia di Bruxelles, che vuole
definire per gli omosessuali uno status privilegiato».
( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XIII - Roma I
mali del settore L´allarme di Batelli, neopresidente dell´Acer:
"Rilanciare le infrastrutture" "Un terzo dei lavoratori edili
rischia di perdere il posto" "Sulle grandi opere pubbliche serve uno
scatto di decisionismo: troppe discussioni e troppa burocrazia" SIMONA CASALINI «Su
150.000 addetti nel settore delle costruzioni in tutto il Lazio, almeno 50mila rischiano
di trovarsi senza lavoro a breve». Eugenio Batelli, architetto laureatosi con
una tesi sul riuso di Regina Coeli, neo-presidente dell´Acer, Associazione
costruttori romani, lancia un grido d´allarme che sicuramente farà discutere.
Quali sono le emergenze della Capitale? «Quelle che coinvolgono tutto il paese.
La mancanza di infrastrutture, l´housing sociale, e certamente la sofferenza
del settore delle costruzioni. Gli ultimi dati Cresme parlano di un crollo del
30% su scala nazionale, a Roma si rischia anche di più». Lei è stato eletto in
un momento delicato, con Alemanno che vuole rivedere il Prg targato Veltroni.
Cosa ne pensa? «Che si può migliorare. Alcune scelte come il sistema delle
compensazioni, il trasferimento di cubature senza l´utilizzo dell´esproprio
molto più costoso, le abbiamo condivise. Ma il Prg è stato miope sulle
infrastrutture». I maxi-appalti: l´amministrazione li smonta o li rinegozia uno
ad uno. Dal parcheggio del Pincio alle Torri dell´Eur, dal ponte dei Congressi,
alla stazione Tiburtina. «Ripensare gli appalti è nelle prerogative
dell´amministrazione ma vanno scisse le opere pubbliche dalle private. Sono
anche quest´ultime sotto stretta osservazione. A proposito di grandi opere, le
Soprintendenze sono troppo chiuse nella loro logica, hanno tempi lentissimi. E
le convenzioni urbanistiche sono ferme da due anni». Lei ha detto:
"L´edilizia, volano per uscire dalla crisi". Per rilanciare
l´economia c´è solo la visione cementizia? «Lo dicono studi su scala mondiale. Il
sistema delle opere pubbliche è un antidoto anticrisi capace di riavviare tutti
i settori. E´ l´unico che universalmente si riconosce». E´ appena uscito il
bando per realizzare case di housing sociale sulle aree dell´Agro romano,
coinvolti persino i parchi. Legambiente ipotizza un nuovo sacco di Roma... «Su
quel bando c´è molta confusione. E´ fondamentale poiché permette
all´amministrazione di acquisire al patrimonio pubblico, aree a trasformazione
vincolata dove l´80% dei diritti edificatori diventano di proprietà pubblica».
Ma davvero servono tante nuove case popolari (si parla di 30-40mila alloggi)
con tanti immobili sfitti che si possono convertire? «Stiamo facendo un
aggiornamento sul fabbisogno ma le ultime leggi hanno allargato la fascia delle
categorie deboli. Il riuso di immobili vuoti? Costerebbe troppo, perché si
dovrebbe espropriarli ai valori di mercato. Si risparmia a costruirli ex novo
su aree pubbliche». Cos´altro chiede all´amministrazione? «Investimenti in
opere pubbliche con una diffusione capillare alle piccole imprese. Siamo
disposti a contribuire con i nostri soldi. Stiamo ragionando sulle proposte:
finanza di progetto per il prolungamento della metro B, edilizia sociale,
parcheggi di scambio». Lei, è un esperto di manutenzione stradale e la giunta
Alemanno ha cancellato l´appaltone da 600 milioni con Romeo e Vianini...
«Premesso che non ero dentro il maxi-appalto, poteva essere un´occasione per
migliorare la manutenzione delle strade ma è stato gestito male: doveva essere
diviso in più lotti, senza cabina di regia». Ma perché le strade di Roma sono
un colabrodo? «Scarse risorse: 15 anni fa l´amministrazione metteva in bilancio
il doppio dei finanziamenti». Erasmo Cinque, costruttore vicino ad An, ha già
criticato Alemanno: "Si dia una mossa" gli ha detto. Lei che dice del
sindaco? «Vedo buona volontà, diamogli ancora un po´ di tempo. Altri sei mesi,
poi ne riparliamo».
( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Palermo
Barricate udc sulla riforma burocratica Pioggia di emendamenti all´Ars. L´Mpa
frena sui risparmi negli enti locali Lo scudocrociato vuole temperare il potere
attribuito al presidente della Regione MASSIMO LORELLO La resa dei conti,
l´ennesima, è stata programmata per questa mattina all´Assemblea regionale. La
maggioranza, in testa il governatore Raffaele Lombardo, cercherà di trovare un
accordo dopo le nuove, profonde, divergenze emerse ieri e
che rischiano di portare al fallimento la riforma della burocrazia e il taglio delle spese degli
enti locali. A piazzare nuovi paletti sul cammino del governatore è stata,
manco a dirlo, l´Udc che, attraverso il capogruppo all´Ars, Rudy Maira, si
concentra sui poteri del governatore che devono «essere calibrati rispetto alle
prerogative parlamentari e quindi dei singoli gruppi». Proprio ieri
scadeva il termine per presentare gli emendamenti al disegno di legge sulla
riorganizzazione degli assessorati regionali e sulla riduzione dei dipartimenti
da
( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina III - Palermo
Il retroscena Scontro sull´insulto del governatore che aveva detto: "In
parlamento siedono anche dei disonesti" Lombardo all´attacco degli alleati
centrodestra diviso alla prova riforme Oggi il vertice di maggioranza sulle
norme da approvare prima di Natale Mano tesa dei
democratici sulla burocrazia "Voto, ma solo a certe condizioni" EMANUELE LAURIA
«Raffaele è come Berlusconi. Quando attacca, non sai mai dove va a finire...». Diviso
fra l´affetto dell´amico e il disagio di chi sa che ora gli toccherà ricomporre
i cocci, il segretario dell´Mpa Lino Leanza commenta così l´ultima mossa a
sorpresa di Lombardo. Ovvero quelle parole al cianuro pronunciate dal
governatore sabato a Catania e dedicate agli alleati che si oppongono alla
riforma della sanità. Primo colpo: «I tagli colpiranno tutte le sacche di
parassitismo, malaffare e mafia che si annidano nel settore sanitario». Secondo
colpo, a proposito della presunta disinformazione sulla riduzione dei posti
letto: «Non tagliamo un bel nulla ma riorganizziamo i servizi, chi dice cose
diverse è un disonesto e di disonesti con cariche istituzionali, appartenenti a
rami del Parlamento, soprattutto da queste parti ce ne sono parecchi». Disonesti.
Intellettuali, certo. Ma quel termine rappresenta comunque la frontiera più
avanzata dell´offensiva di Lombardo contro i cecchini annidati nella sua
coalizione. A chi si riferiva il governatore? Lui ha precisato: «Non parlo di
deputati dell´Ars». Gli alleati non hanno dubbi: il bersaglio principale era il
senatore del Pdl Pino Firrarello, storico rivale nel Catanese alla stregua del
genero Giuseppe Castiglione. Qualcuno, più maliziosamente, ha pensato anche
all´ex amico Salvatore Cuffaro. Ma ora l´onda lunga di quell´insulto rischia di
travolgere tutto. Di pregiudicare l´esito del dicembre caldo del governo
regionale: rinviata la riforma del sistema sanitario, oggi comincia una
settimana parlamentare decisiva per l´approvazione della nuova mappa di assessorati
e dipartimenti regionali e per le norme che riducono le indennità per gli
amministratori locali. Poi bilancio e finanziaria, da varare entro Natale. «Ho
l´impressione che quell´affermazione non agevolerà il cammino dei disegni di
legge in discussione a Sala d´Ercole», commenta il presidente dell´Ars
Francesco Cascio. E il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini, uno dei più fieri
oppositori interni alla riforma della sanità, in serata ha messo in guardia il
governatore: «Abbiamo la necessità di lavorare in un clima che non sia
inficiato da violente esternazioni e pesanti anatemi come quelli scagliati
negli ultimi giorni. Esternazioni - precisa Leontini - che violano comunque il
dovuto aplomb istituzionale». Fra Mpa e Pdl è guerra fredda. Come dimostrano
anche le pubbliche lamentele di Diego Cammarata, presidente dell´Ancisicilia,
sui tagli per i Comuni e sul forfait di Lombardo a una riunione
dell´associazione. «Il governatore ha un´agenda fittissima, non va in vacanza,
non fa pause e non gioca a tennis», è stata la risposta, perfiduccia, di
Giuseppe Sorbello, assessore regionale al Territorio targato Mpa. Aggiungiamo
che l´Udc ha già depositato una discreta mole di emendamenti sulla strada della
riforma dei dipartimenti e che nell´Mpa - dietro Francesco Musotto - sta
montando la fronda contro la riduzione del numero degli assessori e dei loro
compensi chiesta dall´assessore forzista Francesco Scoma, e il quadro è
completo. Basterà il lavoro del mediatore Leanza per far tornare il sereno
nella maggioranza? Servirà il vertice in programma per questa mattina all´Ars a
sedare gli animi più accesi nel centrodestra? Gli interrogativi che aleggiano
su un´aula che riapre i battenti. Il rischio è che possa riaffiorare, puntuale,
quell´aria di ostilità nei confronti delle proposte di Palazzo d´Orleans che ha
prodotto sinora un risultato double-face dei lavori del Parlamento regionale:
un inatteso exploit di leggi approvate (
( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IX - Palermo
"LE MIE RADICI RIEMERGONO DA UN ABISSO" Esce domani con l´editore
Flaccovio un libro dedicato al musicista catanese Una confessione a tutto campo
sulla mafia, sulla gente e sul suo appartenere all´Isola "Quello che
detesto maggiormente è un aspetto della psicologia di molti conterranei che non
accettano niente di tutto ciò che è diverso da loro: fanno di tutto per lasciare
le cose come stanno" MARIO PINTAGRO (segue dalla prima di cronaca) E visto
che l´autore è un siciliano che intervista un conterraneo, è l´occasione per
fare un´analisi fredda e impietosa sui mali dell´isola, sulla condizione «di
una terra che si dibatte fra ansia di Europa e un desiderio d´Africa». Ed è
inevitabile parlare di mafia. Battiato ama subito mettere le cose in chiaro,
distinguendo la Sicilia dai siciliani. Alla bellezza dell´isola che strega
tutti, soprattutto chi è estraneo ai suoi colori e alle sue sensazioni, si
contrappone la presenza del cancro mafioso. Siciliani malvagi e senza scrupoli
si annidano nei meandri delle istituzioni, della politica e
della burocrazia, operando
alla luce del sole contro il bene. Altri ancora, e sono tanti, operano nell´ombra,
nelle pieghe di un´esistenza oscura e randagia e ancorché senza volto e senza
dignità, si dicono uomini d´onore. Battiato prova un senso di sbigottimento
davanti all´uso improprio di questo sostantivo. Paragona la mafia ad un
moderno e al tempo stesso arcaico invasore che ha schiacciato a lungo e
duramente la Sicilia, opprimendola, costringendola a vivere in uno stato di
arretratezza culturale e sociale. Emerge, in più punti dell´incontro con
Battiato, il pessimismo che dominava il pensiero sciasciano,
quell´irredimibilità che tanto ha fatto discutere, l´idea che le cose non
possano mutare. «Quello che detesto maggiormente - dice Battiato - non è solo
la piaga della corruzione e della criminalità organizzata, ma anche un aspetto
spaventosamente negativo della psicologia di molti siciliani, che non accettano
niente di tutto ciò che è diverso o semplicemente meglio di loro. Fanno di
tutto per lasciare le cose come stanno, adoperandosi fino allo spasimo nel
tentativo di impedire che altri possano portare una ventata di novità e di
reattività intorno a loro». è un mondo statico e incapace di cambiare quello
siciliano perché i suoi protagonisti sono perennemente dominati da un´apatia
del vivere e una sfiducia nell´agire. Ma la Sicilia che è tanto ostile al cambiamento,
offre anche straordinarie immagini positive. «Sia chiaro - aggiunge il
musicista catanese - che in Sicilia non esistono solo forze oscure e negative.
C´è anche gente meravigliosa che opera nella legalità e che si adopera per
mantenere vivo il culto delle tradizioni antiche e dei valori, che altrove sono
perduti. C´è insomma, una terra che respira ancora un´aura di sublime con
uomini e donne di grande ingegno e fervida cultura che hanno lasciato una
traccia indelebile». Si citano Falcone e Borsellino a modelli positivi e i
sanguinari boss di Cosa nostra come contraltare. E si parla anche della
funzione sociale dell´arte, che non dovrebbe occuparsi mai di problemi politici
e sociali. «Ma davanti a tanta barbarie bisogna reagire». Si ipotizzano anche
percorsi alternativi. «Le società materialistiche stanno arrivando alla loro
fine. Ipotizzare una nuova società è un azzardo possibile». Battiato pensa che
una nuova società dovrebbe investire in "ricerca esistenziale". «Io
aprirei prestigiose scuole pubbliche per la formazione e lo sviluppo dei
bambini. Istituti dove l´alto potenziale infantile possa trovare finalmente la
sua giusta evoluzione, dove si possa insegnare, con la stessa severità e
disciplina dei grandi conservatori, la musica classica ma anche danza, lingue,
meditazione, yoga». Vien da pensare allo scrittore comisano Gesualdo Bufalino,
più volte citato nel libro, e alla sua battuta che per sconfiggere la mafia
occorrerebbero eserciti di insegnanti elementari. Il libro conduce per mano il
lettore alla scoperta di un Battiato che si cimenta nella pittura. Vista così
si potrebbe liquidare come l´hobby episodico di un artista multiforme, ma
autorevoli osservatori e critici non la pensano allo stesso modo. «Nei volti
che Battiato dipinge - scrive Falzone - c´è una proiezione di sé, sono il segno
di un´identità, un´appartenenza. C´è la Sicilia araba tramandataci dagli
scrittori Ibn Kalta e Ibn Hamdis». Battiato aggiunge in proposito: «In effetti
non c´è alcun rapporto immediato tra la mia pittura e la Sicilia. Questo perché
la mia pittura tende al misticismo e io non trovo che ci sia niente di mistico
nell´espressione dei siciliani. Però io appartengo a questa terra, porto i
caratteri genetici della sua storia e può darsi che sulla tela, da un´immagine,
emerga il mio essere siciliano, come da un abisso profondo, come una
reminiscenza». E c´è poi il musicista che approda al cinema e fa un film su
Beethoven, cui l´artista sembra aggiungere «un palpito d´esistenza aggiuntivo».
E infine la musica, contagiata dai misteri e dalle magie d´oriente. Testi e
musiche riflettono un continuo gioco di rimandi fra occidente e oriente, tra
musiche viennesi e cavilìgliere del Kathakali, tra ritmi balcanici e danze
tribali. L´artista che più di tutti ha giocato con le lingue, con il nonsense,
il pastiche e il misticismo registrando un successo che va al di là dei confini
nazionali e contagia anche mondi lontanissimi culturalmente e geograficamente
si sbilancia: «Non posso non avvertire nella musica la presenza di un ordine
superiore - dice il musicista - di un´intelligenza». Affiora il ricordo del
concerto tenuto a Baghdad. «Quel che conta - dice il musicista - è cercare di
utilizzare la musica come strumento non soltanto di aggregazione, ma anche di
riflessione. La musica deve servire a trasmettere sentimenti importanti o,
quantomeno, a creare turbamenti, sbandamenti, dubbi. Deve dare il senso della
comunicazione e del confronto».
( da "Milano Finanza (MF)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
MF Numero 239
pag. 1 del 2/12/2008 | Indietro Pietro Vavassori un
ottimista al giorno Sui porti italiani si addensa la bufera e solo puntando
sulle infrastrutture e sullo snellimento della burocrazia sarà possibile tornare al
sereno. è l'opinione di Pietro Vavassori, presidente di Confetra, la
Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica. «Per uscire dalla
crisi serviranno provvedimenti legislativi che ridiano competitività ai nostri
scali e ci permettano di affrontare la forte concorrenza del Nord Europa»,
spiega Vavassori. Altre sfide saranno il dragaggio dei bacini e il sostegno
finanziario delle realtà di eccellenza.Domanda. Presidente Vavassori, si parla
molto di crisi della portualità italiana. Che cosa accadrà nel 2009? Risposta.
Sono molto prudente nel fare previsioni. Mi aspetto mesi difficili e non credo
che la crisi possa rientrare prima del 2010. Ritengo comunque che fasi come
questa possano essere sfruttate per innovare ed eliminare i nostri handicap. D.
A quali handicap allude? R. Scontiamo ritardi molto profondi. Mancano le
infrastrutture di collegamento (soprattutto le ferrovie), i bacini sono poco
profondi per le navi di nuova generazione e c'è uno scarso coordinamento tra le
varie autorità portuali. In questo contesto la concorrenza del Nord Europa si
fa sempre più forte. D. Chiedete più risorse finanziarie al governo? R.
Nell'incontro di ieri a Livorno il ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Altero Matteoli, ha promesso interventi per 1,8 miliardi di euro.
Bisogna però evitare i finanziamenti a pioggia. Per uscire dalla crisi occorre
puntare su cinque-sei grandi porti che garantiscano l'eccellenza al sistema
paese. D. C'è anche un problema di eccessiva burocrazia?
R. Certo. Il tempo per muovere un contenitore nel porto di Genova è quattro
volte superiore a quello di Rotterdam. Come Confetra abbiamo chiesto di
snellire le procedure alle dogane per reggere alla concorrenza. Ancora oggi
molte aziende estere che esportano in Italia fanno arrivare le merci nei porti
del Nord Europa. D. Ha accennato anche al tema del dragaggio? R. è un'altra
priorità per trasformare i nostri porti. Attualmente molti bacini sono poco
profondi e le navi di nuova generazione non riescono ad attraccare. Bisogna
intervenire subito con investimenti sostanziosi. Confetra Altero Matteoli
Infrastrutture Trasporti Pietro Vavassori Europa
( da "Italia Oggi" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Economia e Impresa Numero 286, pag. 14 del 2/12/2008
Autore: Visualizza la pagina in PDF A Massa Carrara gli stati
generali dell'edilizia Centinaia di posti di lavoro a rischio nell'edilizia a
Massa Carrara nei prossimi mesi. Già diverse le aziende che hanno chiesto di
accedere alla cassa integrazione, altre che potrebbero farlo presto. L'analisi
è di Cna Massa Carrara, che ha convocato un'assemblea straordinaria del
comparto costruzioni il 28 novembre scorso, a cui seguirà un incontro, il
prossimo 16 dicembre, legato al tema del recupero crediti. I numeri parlano da
soli. Dopo anni di crescita e di indicatori positivi l'edilizia ha perso, nei
primi sei mesi del
( da "Repubblica, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IV - Bologna
Aperta a Veterinaria la corsa a rettore con un confronto tra gli aspiranti
Ateneo, sei candidati e un solo grido "Orgoglio dei prof contro i
burocrati" ILARIA VENTURI CONTRO la burocrazia e lo «strapotere» dei
dirigenti amministrativi in università. E contro la nomina, da parte del
rettore uscente, a sei mesi dalle elezioni, del nuovo dirigente amministrativo dell´Alma
Mater. L´affondo dei candidati al rettorato, al loro primo confronto pubblico
avvenuto ieri nell´aula magna di Veterinaria, parte da qui. Il bando,
con cui sarà scelto il sostituto di Ines Fabbro, il cui contratto scade a fine
anno, è imminente e già circolano alcuni nomi tra i papabili aspiranti alla
prima poltrona dell´amministrazione dell´università, tra cui quello di Bruno
Quarta, ora dirigente alla ricerca. «Un assurdo, il rapporto è fiduciario, la
decisione deve spettare al nuovo rettore», attacca Ivano Dionigi, il primo a
sollevare il caso prima dell´estate. Giorgio Cantelli Forti non è da meno:
«Questa nomina non deve farla il rettore uscente». Roberto Grandi e Andrea
Segrè sono per una via di mezzo, già indicata nel bando: una scelta condivisa
tra vecchio e nuovo rettore. «Ma è inconcepibile sentire già circolare i nomi
adesso», fa notare il preside di Agraria. Dario Braga e Giuseppe Sassatelli si
ritrovano sul fronte che attacca la burocrazia
d´Ateneo. Un malessere che viene dagli stessi docenti. Una cinquantina in
platea e non è poco in una piccola Facoltà, a Ozzano, che alla mattina aveva
riempito l´aula magna per l´inaugurazione dell´anno accademico. Il primo faccia
a faccia tra i sei candidati, promosso e aperto dal preside di Veterinaria
Santino Prosperi, si consuma in tre ore di dibattito. Molto soft e
politicamente corretto. Prima le presentazioni, con interventi in ordine
alfabetico. Il chimico Dario Braga dice: «Serve un rettore visionario e insieme
pragmatico, in grado di interloquire con tutti, senza sospetti di
condizionamenti politici». Giorgio Cantelli Forti, per anni preside di Farmacia
e membro del Cda, presidente del polo di Rimini, già sfidante «roversiano», nel
2000, di Calzolari, spiega: «In questa corsa conta ciò che uno ha fatto e se ha
i canali giusti, se si è stati, per esempio, nei comitati a Bruxelles». Il
latinista Ivano Dionigi così si presenta: «Ho avuto esperienze in Cda e per sei
anni ho coordinato il collegio dei direttori di dipartimento. Ho sempre
risposto agli elettori e non ad altri. Corro per fare il rettore e non per
ipotesi subordinate. E sulla giunta che farò sto con Norberto Bobbio quando
dice che ci sono giovani vecchi e vecchi giovani». Roberto Grandi il
massmediologo allievo di Eco e prorettore agli esteri rimanda al programma sul
suo sito: «Chi si propone rettore deve avere una visione ampia, per i prossimi
15 anni». Giuseppe Sassatelli richiama la sua esperienza di preside di Lettere
e direttore di Archeologia, «ma l´idea di un candidato rettore rappresentante
d´area va superata». Andrea Segrè, reduce dal salotto televisivo della Dandini
per il suo progetto contro lo spreco, preside di Agraria, esordisce definendosi
«un giovane vecchio». Poi il confronto aperto dal professor Falaschini che cita
il premio assegnato anche a dirigenti risultati sotto le aspettative. La
critica alla macchina amministrativa è il leit motiv. «Bisogna rimettere mano
ai processi decisionali», dice Braga. «Abbiamo un dirigente per farci prendere
l´autobus e non un capo dell´ufficio tecnico», attacca Cantelli.
«L´amministrazione è fondamentale, ma da noi c´è un´anomalia, si sono invertiti
i ruoli tra livello politico e amministrativo», dice Dionigi. «Recuperare
chiarezza tra chi governa e chi è di supporto», vuole Sassatelli. «Il personale
tecnico amministrativo è a supporto dei docenti, non il contrario», insiste
Segrè che aggiunge: «Vedere dirigenti che guadagnano più di me fa male, ma la
rivoluzione arriverà dal basso». Autonomia, valutazione, qualità: le parole
d´ordine un po´ di tutti. «Fate emergere le differenze», sollecita il professor
Franchini dalla platea. Scaramucce. Le bordate (e forse l´uscita di un altro
candidato) arriveranno dopo Natale. SEGUE A P
( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
San Giorgio di
Nogaro. Presentazione ufficiale, ieri alla Confindustria di Udine, del progetto
del gruppo veneto. Saranno prodotte 200 tonnellate l'anno di float Arriva la
Vetreria Sangalli, esporterà in cinque paesi Il nuovo stabilimento sarà
operativo nel 2010 e inizialmente darà lavoro a duecento persone Una
prospettiva che è stata accolta con soddisfazione da tutti gli amministratori e
dagli imprenditori presenti a palazzo Torriani. Insieme al padrone di casa, il
presidente della Confindustria Adriano Luci, sono intervenuti il presidente del
Consorzio per lo Sviluppo della zona industriale dell'Aussa Corno Cesare
Striscino, il vicepresidente della Regione Luca Ciriani, il vicepresidente
della Provincia Fabio Marchetti e il numero uno della Sangalli Vetro Spa,
Giorgio Sangalli. La consegna lavori del nuovo stabilimento è già avvenuta. Sarà
costruito un impianto di lavorazione attraverso il processo "float",
in cui il vetro, ottenuto per fusione delle materie prime, è formato in lastre
per colata su stagno fuso, prima di essere tagliato nelle dimensioni
commerciali. Una realtà che, paragonata da un punto di vista occupazionale al
distretto del vetro Sangalli di Manfredonia, inizialmente potrà dare lavoro a
circa 190 persone. Un'opera resa possibile grazie ad un investimento di 138
milioni di euro, che si svilupperà su una superficie di 70 mila metri,
producendo circa 200 mila tonnellate annue di float. A beneficiarne sarà anche
la zona portuale di San Giorgio, con il trasporto delle materie prime su nave,
e proprio la centralità dell'Aussa Corno ha avuto un peso importante per
l'insediamento della Vetroitalia. I tempi della burocrazia però hanno rischiato di
vanificare un investimento che per gli addetti ai lavori, è destinato a portare
una ventata di ottimismo per l'economia della Bassa friulana. «Dopo aver
concluso un percorso per nulla facile - ha affermato Ciriani - la Sangalli è
riuscita ad insediarsi sul nostro territorio. Per questo non possiamo
che esserle grati per averci creduto ed essere andata fino in fondo. Un
insediamento - ha aggiunto - che per la nostra Regione rappresenta un fiore
all'occhiello, segnale inequivocabile della competitività del nostro
territorio, che per svilupparsi ha ancora bisogno del settore manifatturiero».
La giunta regionale è pronta a sostenere l'attività dei Consorzi industriali e
di quello dell'Aussa Corno in particolare, con l'erogazione di 50 milioni di
euro. A supporto del mondo economico è pronta ad intervenire anche la Provincia
di Udine, come ha annunciato Fabio Marchetti: «La crisi c'è, è inutile
nascondersi, per questo serve un lavoro sinergico delle varie istituzioni e in
questo contesto - ha concluso l'esponente provinciale - l'investimento della
Sangalli non può che rappresentare un buon auspicio per gli imprenditori
locali». Alessandro Cesare
( da "Tirreno, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL CASO «Medicine, niente rimborsi per colpa della burocrazia» VIAREGGIO. «Non ne posso più. Ho 66 anni, sono invalido,
malato, vivo in un camper e campo con una piccola pensione: non mi lamento di
questo - e da raccontarne comunque ne avrei tante - ma della burocrazia». Giampiero Pestalardo,
figura nota della darsena, racconta la sua battaglia. Per ora persa. «Ho
bisogno di medicine, spendo più 120 euro il mese come minimo e avrei diritto ad
un sostegno. Ma le assistenti sociali prima mi dicono che devo essere
residente. E io che da due anni vivo a Viareggio chiedo la certificazione. Un
via vai con uffici, tante spese. Fatto sta che solo nei giorni scorsi sono
riuscito a farmi la carta di identità aggiornata. Torno dai servizi sociali per
la richiesta di sostegno per le medicine, ora sono residente: macchè, mi dicono
che devo aspettare alemno altri due mesi. Possibile? Perchè tanta burocrazia e poco rispetto delle persone che hanno bisogno».
( da "Tirreno, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
VOLTIAMO P
( da "Libertà" del 02-12-2008)
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«Gay, no alla
depenalizzazione» Fulmini della Santa Sede sulla proposta dell'Ue da presentare
all'Onu CITTÀ DEL VATICANO - Prima ancora che venisse ufficialmente presentata
all'Assemblea generale dell'Onu, è scoppiata la tempesta sull'iniziativa
intrapresa dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea, e accolta da
tutti i 27 Paesi della Ue, di chiedere alle Nazioni Unite la depenalizzazione
dell'omosessualità nel mondo. A scatenarla è stato ieri il Vaticano che, per
bocca del suo rappresentante al Palazzo di Vetro di New York, si è detto
contrario al passo Ue. La Santa Sede ha anche bocciato il progetto di alcune
organizzazioni abortiste di far inserire l'interruzione di gravidanza tra i
diritti universali dell'uomo. «Una barbarie», ha commentato mons. Celestino
Migliore, nunzio del Papa all'Onu, in un'intervista all'agenzia francofona I.
Media. Ma se il veto su qualsiasi apertura abortista delle Nazioni Unite era
scontato, e affermato in un'infinita serie di dichiarazioni, più a sorpresa è
arrivato il "niet" sulla depenalizzazione dell'omosessualità.
Rapporti tra persone dello stesso sesso sono illegali - ricordano i siti gay -
in oltre 80 paesi del mondo e, in una decina di Stati islamici, sono puniti con
la pena di morte. Nei mesi scorsi, il segretario di Stato francese ai diritti
umani, Rama Yade, aveva annunciato che la Francia, in quanto paese presidente
di turno della Ue, avrebbe chiesto entro dicembre all'Onu, di riconoscere, a
livello mondiale, il diritto all'omosessualità e di imporre la fine di condanne
e discriminazioni verso i gay. La proposta francese è stata firmata dai 27 paesi
della Ue, Italia compresa. «Tutto ciò che va in favore del rispetto e della
tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale», ha
precisato mons. Migliore. «Ma qui - ha avvertito - la questione è un'altra. Con
una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si
chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei
diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione,
senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili
discriminazioni». «Per esempio - ha osservato mons. Migliore - gli Stati che
non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come
"matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».
Il timore che una depenalizzazione dell'omosessualità, sancita dall'Onu, possa
minare il matrimonio tradizionale, sembra essere dunque dietro le obiezioni
della Santa Sede. Quanto all'idea di inserire l'aborto tra i diritti
universali, mons. Migliore l'ha definita, senza troppi giri di parole, «triste
e indignante». «Rappresenta - ha profetizzato - l'introduzione del principio
homo homini lupus, l'uomo diventa un lupo per i suoi simili». «Questa è la
barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società»,
ha detto. La presa di posizione del Vaticano, specie in materia di
omosessualità, non poteva che innescare commenti e polemiche. Così è stato.
Indignazione unanime è stata espressa da tutte le organizzazioni omosessuali e
per i diritti umani, che hanno anche minacciato di manifestare la loro rabbia a
piazza San Pietro. A dare una spiegazione delle parole di mons. Migliore, è
intervenuto in serata Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. «Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione
del reato di omosessualità», ha osservato. Ciò a cui la Chiesa «si oppone è una
iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole definire per gli omosessuali uno status
privilegiato», ha spiegato. Elisa Pinna 02/12/2008
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
CATTOLICA E VALCONCA
pag. 11 Il Comune riprende l?ex scuola allo Stato MONTECOLOMBO SI CHIUDE UNA
VICENDA DURATA OLTRE 60 ANNI DOPO una vicenda durata 64 anni, le ex scuole
elementari di Taverna tornano al Comune di Monte Colombo. Alle 11 di oggi, in
municipio, si terrà il rogito dell?immobile: un atto atteso da ben 12 anni, dal
momento in cui gli amministratori comunali decisero di acquistare le scuole,
dismesse dalla metà degli anni ?
( da "Adige, L'" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
TRENTO - La scelta
del Gruppo Poli di pagare a Bolzano, e non più a Trento, l'imposta sugli utili
d'impresa (l'Ires, pari a circa 6 milioni di euro), in polemica con la burocrazia provinciale e comunale
trentina che gli bloccano da anni un centro commerciale in via Brennero,
continua a far discutere TRENTO - La scelta del Gruppo Poli di pagare a
Bolzano, e non più a Trento, l'imposta sugli utili d'impresa (l'Ires, pari a
circa 6 milioni di euro), in polemica con la burocrazia provinciale e comunale trentina che gli bloccano da anni un
centro commerciale in via Brennero, continua a far discutere. Dopo Lorenzo
Dellai , che gli ha dato ragione sull'arrabbiatura anti-cavilli ma torto sulla
scelta di sottrarre risorse ai trentini, e dopo Alessandro Andreatta , sindaco
reggente di Trento, che ha ammesso il ping-pong paralizzante tra Comune e
Provincia sull'area adiacente a Media World, dove Poli vorrebbe costruire,
parla Paolo Duiella , il dirigente provinciale che aveva raccolto lo sfogo
privato dell'imprenditore-contribuente Marcello Poli : «C'era un complicato
problema di interpretazione normativa su quell'area di via Brennero, e non è
stato possibile risolverlo. Certo, pensavo che l'annuncio di obiezione fiscale
del signor Poli fosse solo una battuta». Il dirigente provinciale del settore
commercio Paolo Nicoletti chiarisce la questione: «La legge provinciale 4/2000,
sull'urbanistica commerciale, regola i centri commerciali veri e propri, ma
anche le strutture commerciali equiparate, come quella che intende realizzare
il Gruppo Poli. Il progetto, sull'area di 2mila metri quadrati accanto a Media
World, prevedeva un afflusso e un deflusso coordinati, tra i due centri,
utilizzando la superficie della copertura come area parcheggi. Il problema è
che Dalle Nogare ha costruito Media World utilizzando una vecchia licenza già
rilasciata, mentre per consentire a Poli di realizzare il suo progetto, il
Comune di Trento avrebbe dovuto individuare in quella zona un'aci, un'area
commerciale integrata, che richiede una modifica del prg, con tutto il lungo
iter conseguente. E il Comune non l'ha fatto». Lorenzo Bertoli , dirigente del
Servizio entrate della Provincia, aggiunge: «Non mi pare che ci siano altri
"casi Poli". Viceversa, da qualche anno la Provincia, anche a livello
politico, ha spiegato ai commercialisti di grandi gruppi con sede legale fuori
Trentino, che possono versare l'Ires qui, contribuendo allo sviluppo della
Provincia. E il gettito, anche per questo, è in forte aumento». In effetti, in
dieci anni l'Irpeg/Ires si è quintuplicata, raddoppiata negli ultimi 5. Il
presidente dei grossisti di Unione commercio, Paolo Mondini , comprende invece
appieno la scelta clamorosa di Poli: «La Provincia privilegia l'industria e la
cooperazione. Ci sono altre 4-5 grandi società che sono pronte a fare lo stesso
di Poli. E quando Dellai invita i consumatori a boicottare quei supermercati,
fa uno scivolone, da uomo innervosito». pgh 02/12/2008
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
LETTERE E OPINIONI
pag. 13 ?Meno costi grazie ai sindaci? Gadda: «E non è vero che intervengo solo
a fine legislatura» DALLA PARTE DEI CITTADINI Gentile direttore, le chiedo un
po? di spazio per due motivi: il primo, per precisare e dare onore al vero
dell?articolo di Luca Bernardi (coordinatore Fi-Pdl di Mesola) che riprendeva
alcune mie considerazioni. Non è vero che intervengo solo a fine legislatura
(mi sembra anche scorretto pensarlo solamente) e questo valga per tutti i miei
interventi pubblici sulla stampa e per tutte le assemblee romane dell?Anci
contro i provvedimenti della finanziaria del Governo Prodi ? in special modo
del ministro Lanzillotta ? che in un solo colpo si è messo contro i Comuni
Italiani. Per non parlare, poi, dell?attività nel sistema delle autonomie
ferraresi sul piano d?area, obiettivi europei, ecc. Il secondo è che l?amico
Bernardi parla di smantellamento dei servizi a carico dei Comuni ma permettimi
di dirti che se i Comuni non avessero messo in piedi i vecchi Consorzi poi
trasformati per legge in società per azioni, forse oggi non avremmo avuto
l?acqua e lo smantellamento dei rifiuti. Se queste società non sono finite,
successivamente, nel calderone delle grandi utilities un motivo ci sarà! Se
oggi le scelte sono gestite dai Comuni del Basso ferrarese (vedi Cadf e Area),
il motivo è che una classe dirigente di bravi sindaci ha tenuto alta la
politica dell?autonomia, e se oggi l?acqua e lo smaltimento dei rifiuti costa
meno, da noi che altrove, credimi un motivo c?è! Ma soprattutto queste società
sono amministrate bene e non hanno debiti. Come vedi la parola ??elefanti?
rivolta agli amministratori mi sembra fuori luogo. Caro amico ricorda sempre
che la propaganda è una cosa, la realtà è un?altra cosa! Nel mio articolo
auspicavo una svolta nei rapporti tra le autonomie locali e il Governo, ma
purtroppo i provvedimenti del Governo sono ben lontani dal documento Anci. La
miseria dei provvedimenti propagandati in modo irreale dall??istrione? sono una
carità, e i 4-5 miliardi di provvedimenti anti crisi servono ben poco; e
pensare che la Spagna risponde con un provvedimento di 22 miliardi, la Francia
con 18 e ben
( da "Nazione, La (Umbria)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
CULTURA &
SPETTACOLI UMBRIA pag. 28 ? SPOLETO ? VITTORIO SGARBI (nella foto) al Caio
Melisso per presentare... ? SPOLETO ? VITTORIO SGARBI (nella foto) al Caio
Melisso per presentare il suo nuovo libro «Clausura a Milano e non solo. Da
suor Letizia a Salemi» (Bompiani). L?appuntamento è per stasera: da Letizia
Moratti a Walter Veltroni, da Giulio Tremonti a Vladimir Luxuria, dall?Expo e
dal Centro Sociale Leoncavallo a Andy Warhol e Clemente Mastella: nel suo libro
Sgarbi racconta e commenta due anni di assessorato alla cultura a Milano e
s?interroga su cosa accade quando la cultura incontra la macchina organizzata
della burocrazia. Accade, a suo avviso, che macchina
decida di rischiare e quindi di lasciare libera la cultura di manifestarsi,
oppure che la blocchi e la lasci agonizzare. La presentazione, organizzata
dall?assessorato alla cultura di Spoleto, è alle 21. Intervengono anche Marta
Bravi, giornalista co-autrice del libro e Oliviero Toscani, fotografo e
pubblicitario. Image: 20081202/foto/7379.jpg
( da "Giorno, Il (Milano)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
24 ORE MILANO pag.
18 Raccolta firme per riaprire il discount PIAZZALE SELINUNTE DA OGGI SIT IN
OGNI MARTEDÌ FINO AL 16 DICEMBRE ? MILANO ? RIAPRIRE IL MERCATO comunale e rispondere
alle difficoltà dei cittadini. È una protesta sentita quella di piazzale
Selinunte, cominciata circa due settimane fa per chiedere al Comune la
riapertura del discount del quartiere. Un sit in, con tanto di colazione in
piazza, che si ripropone anche questa mattina e che promette di ripetersi,
sempre alle 11, tutti i martedì. Ultimo appuntamento: il 16 dicembre.
Un?occasione per i cittadini di far sentire la propria voce e di sottolineare i
bisogni del quartiere. L?obiettivo? Raccogliere mille firme da presentare a
Palazzo Marino. Nel mirino dei residenti la chiusura, a dicembre dell?anno
scorso, del discount Lidl per il mancato rinnovo del contratto d?affitto. Da
allora l?enorme spazio commerciale è rimasto vuoto, fatta eccezione per tre
piccoli negozi (un panettiere, un formaggiaio e un macellaio) che ora rischiano
di chiudere, messi in ginocchio dal calo della clientela. «Hanno finito da poco
di ristrutturare la piazza ? osserva Diana De Marchi del Consiglio di Zona 7 ?.
Un?insegna nuova di pacca indica il discount, peccato che sia chiuso. È
impensabile che in un quartiere popolare come questo, abitato prevalentemente
da persone anziane e che conta circa 16mila residenti, manchi un discount». A
nulla sono servite le mozioni, presentate rispettivamente dal Consiglio di Zona
(lo scorso aprile) e dal capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino Giulio
Gallera, nel tentativo di accelerare la burocrazia.
«Sappiamo che la proposta si è fermata in Giunta ? spiega Diana De Marchi ? ma
non sappiamo né perché, né quando il Comune deciderà di mettere mano alla
situazione. Adesso il supermercato più vicino è in via Morgantini, troppo
distante per gli anziani che incontrano infinite difficoltà per raggiungerlo. E
troppo caro». E se c?è chi, per affrontare la distanza, deve accontentarsi di
fare la spesa ?a rate? rifornendo un po? per volta la dispensa, c?è anche chi
deve fare i conti con i prezzi e accontentarsi di un solo un pacco di pasta. Da
Palazzo Marino intanto piovono rassicurazioni: «Stiamo lavorando ? ha spiegato
l?assessore al Tempo Libero Giovanni Terzi ? per trovare soluzioni che riescano
a conciliare le esigenze degli operatori con quelle dei cittadini». Sabrina
Perez
( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 14 - Gorizia
«La sicurezza sarà potenziata» Monfalcone: l'obiettivo si raggiungerà con
videosorveglianza e più vigili Il tema è stato al centro di un convegno
organizzato dall'Ipa MONFALCONE. Una profonda collaborazione tra comuni e
Regione, ma anche tra Regione e altre aree dell'Euroregione e tra le diverse
forze di polizia: può essere questa la ricetta giusta per ottenere successi nel
campo della sicurezza dei cittadini e nel controllo della mobilità dell'area
Schengen, ricetta emersa a conclusione del convengo organizzato dall'Ipa,
International police association di Monfalcone e che ha visto la partecipazione
di rappresentanti istituzionali locali, ma anche delle forze di polizia di
Slovenia, Croazia e Austria. Utile per conoscere e confrontare le diverse
realtà e attività di polizia, prevenzione e controllo dei paesi confinanti, il
convegno ha visto anche la partecipazione dell'assessore regionale alla
sicurezza Federica Seganti che non ha mancato di evidenziare l'importanza,
appunto, della collaborazione e sinergia tra tutte le forze dell'ordine allo
scopo di aumentare la sicurezza urbana e territoriale. Ha confermato, come già
fatto in altre occasioni, che come a Trieste anche a Monfalcone sarà
concretizzato a breve il collegamento delle diversa sale operative delle forze
dell'ordine, «ciò per rispondere alle esigenze di un territorio come quello di
Monfalcone che ha un porto, un aeroporto, ma su cui pesano anche i fenomeni di
immigrazione e trasfertismo, legati alla produzione dei cantieri navali». Ha
quindi spiegato la volontà della Regione di intervenire nella riorganizzazione
delle polizia locale, per cui si provvederà ad una riforma di competenze e
attività. «Abbiamo dato ai comuni - ha detto - la possibilità di creare dei
pacchetti sicurezza, con interventi nella rete di videosorveglianza, di
potenziamento dell'illuminazione pubblica, miglioramento della dotazione dei
vigili». In merito è intervenuto l'assessore comunale alla sicurezza, Michele
Luise, ricordando che il comune di Monfalcone ha approvato un progetto
sicurezza per cui era stato chiesto il finanziamento regionale di 800 mila
euro, «comprendendo interventi utili per rassicurare i nostri cittadini e dare
risposte a una città composita su cui gravano aspetti legati proprio alla
sicurezza. Abbiamo ottenuto 253 mila euro degli 800 mila richiesti, ma questo
deve essere solo la prima tranche, il punto di partenza di un progetto più ampio
su cui ragionare e dare un seguito nei prossimi anni. Le assicurazioni
dell'assessore Seganti ci rassicurano e rassicurano la nostra gente». Se il
presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, ha sottolineato come per
contrastare la criminalità organizzata e non solo per assicurare la sicurezza
percepita, servano «più uomini, più donne, più risorse, più
mezzi e meno burocrazia. La
provincia di Gorizia è la terza per sicurezza in Italia, ma dobbiamo fare di
più». Il questore Antonio Tozzi ha ribadito come sarebbe necessario «parlare di
modelli di sicurezza, piuttosto che procedere con interventi a pioggia.
Dobbiamo pensare a modelli di sicurezza in cui il cittadino è soggetto che
partecipa».
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
I COMMENTI pag. 18 LA
CRISI finanziaria sta indebolendo i movimenti euroscettici, soprattutto in
que... LA CRISI finanziaria sta indebolendo i movimenti euroscettici,
soprattutto in quei Paesi dove sono in maggioranza. In un?intervista rilasciata
in Francia, il Presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, ha
detto che alcuni politici britannici di primo piano gli hanno confidenzialmente
detto di essersi convinti che anche la Gran Bretagna dovrebbe adottare l?euro.
Quasi in contemporanea, in Danimarca e in Svezia sono stati pubblicati nuovi
sondaggi sulla simpatia di cui gode l?euro. Ebbene, in Danimarca la maggioranza
assoluta preferirebbe avere l?euro. In Svezia, la situazione è meno netta, ma
gli euroscettici sono calati ai minimi storici. Di fronte a tante notizie
allarmanti, Barroso troverà sicuramente in questi dati motivi di consolazione.
Le ragioni del cambiamento di opinione non sono difficili da comprendere.
L?euro dimostra la sua importanza soprattutto nei momenti di crisi. In
situazioni di incertezza, gli investitori preferiscono monete più sicure, a
danno di quelle marginali. Il risultato è che i britannici, i danesi e gli
svedesi si trovano nel loro portafoglio monete che valgono sempre di meno. Se
tutti rimanessero nei loro Paesi non sarebbe un gran danno, ma nel mondo della
globalizzazione la gente si è abituata a viaggiare e ora scopre che all?estero
sono più poveri di prima. Il ragionamento economico è semplice, ma
evidentemente viene compreso appieno solo quando si tocca ?con mano? cosa
significa nella vita quotidiana. Ora, pare che anche gli euroscettici lo
abbiano capito e, con spirito pragmatico, stanno cambiando parere. Se per la
Gran Bretagna ci vorrà ancora molto tempo, per la Svezia e soprattutto la
Danimarca l?adesione all?euro appare all?ordine del giorno. Dopo il referendum
irlandese, che ha nuovamente affossato il progetto di una ?Costituzione?, gli
europeisti trovano paradossalmente nella crisi finanziaria motivi per sperare
in un rilancio dell?Europa. Tuttavia, l?ottimismo sarebbe fuori luogo. Per
anni, ci siamo illusi che la convergenza economica avrebbe condotto
spontaneamente ad una maggiore coesione dell?Europa. Questa era e rimane
un?illusione. La burocrazia e l?assenza di
rappresentatività delle istituzioni europee rimangono problemi irrisolti.
L?Europa basata solo sugli interessi continua ad essere un?idea senza anima,
lontanissima dallo spirito dei suoi Padri Fondatori.
(pierluigi.barrotta@libero.it)
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
BOLOGNA CRONACA pag.
15 ?Social card?, la Cgil: «Troppo complicata» IL CONTRIBUTO GOVERNATIVO LA
?SOCIAL CARD?, secondo lo Spi-Cgil, manda in crisi i pensionati bolognesi.
«Questa mattina (ieri; ndr) più di 500 persone si sono rivolte ai nostri
sportelli in città e provincia (esclusa Imola) per chiedere cosa fare con i
moduli ricevuti», racconta Bruno Pizzica, segretario locale del sindacato dei
pensionati aderente alla Cgil, riferendosi alle lettere di promozione della
?social card?, che da venerdì arrivano nelle caselle postali di chi ha un
reddito annuo inferiore a 6.000 euro. La ?social card?, ideata dal ministro
dell?Economia Giulio Tremonti, per aiutare pensionati e famiglie povere con un
contributo di 40 euro al mese, sembra dunque disattendere, a detta del
sindacalista della Cgil, la promessa di semplicità fatta dallo stesso ministro.
ECCO il commento del segretario dello Spi, che si è trovato a dover spiegare ai
pensionati il funzionamento della carta: «Abbiamo guardato con attenzione le
istruzioni e i moduli da compilare. Uno stillicidio di commi e sottocommi,
richieste estrose (come quella di indicare il Pod dell?energia elettrica), vere
e proprie stravaganze (per la famiglia con un bimbo sotto i 3 anni, il
beneficiario della card è il bimbo). Bisogna indicare il suo reddito Isee
(quello del bimbo) e se possiede più di un autoveicolo o più di una casa
(sempre il bimbo)». Secondo Pizzica, ci vogliono «giorni per districarsi nel
dedalo della burocrazia, per ottenere un euro e 33
centesimi al giorno di buono sconto sulla pasta o sul latte». L?ITER più
complesso, sempre secondo il sindacalista, è quello per ottenere la dichiarazione
Isee: «Se il pensionato non ce l?ha, va ad un Caf (Centro di assistenza
fiscale) o all?Inps, con tutta la documentazione che serve: reddito, dati
catastali, certificazione depositi bancari, azioni; poi fotocopia il tutto, più
la propria carta di identità; e infine si reca all?ufficio postale per
presentare la domanda», dove non è scontato che abbiano la card. Pizzica
conclude: «La card è un bancomat, quindi ha un pin che va memorizzato; in più
va firmata e può essere usata solo dal titolare che la firma».
( da "Corriere Alto Adige" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere dell'Alto Adige
- BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2008-12-02 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE Il decreto Tremonti Il ministero ha limitato la possibilità di
detrarre le spese di ristrutturazione Risparmio energetico, attacco al governo
Zeller: qui si è già investito, no ai tagli. Oberrauch: retroattività nociva
BOLZANO — Coro di proteste in Alto Adige contro il decreto legge col quale il
Governo ha limitato drasticamente la possibilità di detrarre il 55% sulle spese
di ristrutturazione degli edifici con interventi mirati al risparmio
energetico. Giunta provinciale, deputati Svp, Assoimprenditori e Unione
commercio si schierano con tutti coloro che in Italia criticano il
provvedimento governativo. Ieri in poche ore il decreto legge di Tremonti è
stato attaccato dal Landeshauptmann Luis Durnwalder, dal deputato Svp Karl
Zeller e dall'associazione degli imprenditori. Il primo a parlarne è Luis
Durnwalder: «Quando il governo Prodi cancellò uno sconto fiscale in maniera
retroattiva — ha dichiarato — Berlusconi promise che non avrebbe mai fatto
niente, mentre adesso si comporta allo stesso modo. è un provvedimento
inaccettabile che mette nei guai tutti coloro che hanno programmato questi
lavori in base alla detrazione. Purtroppo non c'è molto che possiamo fare. I nostri
parlamentari sono d'accordo con noi e cercheranno di fare il possibile a Roma
ma non possiamo certo promettere molto se il governo non capisce l'errore che
ha fatto». Karl Zeller spiega che «con questo decreto legge il Governo si
contraddice in pochi giorni. La finanziaria in approvazione in questi giorni
conferma le detrazioni fiscali per tre anni. Contemporaneamente viene emesso un
decreto che le cancella di fatto. Perché stanziare 80 milioni di euro l'anno
quando finora sono state presentate domande di esenzione per 1,8 miliardi di
euro significa di fatto abolire il provvedimento. Così il governo perde
credibilità nei confronti di tutti coloro che hanno iniziato i lavori contando
sugli aiuti fiscali». Poi arriva il commento del presidente di assoimprenditori
Christof Oberrauch: «è inaccettabile che il Governo voglia un'altra volta
cambiare una legge con effetto retroattivo. Il Governo intende, infatti,
mettere a disposizione per l'anno 2008 soltanto 83 milioni di Euro. Troppo
poco, se si pensa che negli ultimi due anni sono state presentate domande pari
a circa 1,8 miliardi di Euro di detrazioni. In questo modo, la certezza di
diritto in Italia proprio non c'è. Come ha recentemente reso noto l'ente
tecnico incaricato della gestione delle domande di detrazione – prosegue
Oberrauch – dal 2007 gli interventi realizzati per complessive circa 230mila
domande hanno permesso di ridurre le emissioni di anidride carbonica, tra i più
pericolosi gas inquinanti. Da considerare, inoltre, è che la misura sulla detrazione
fiscale non ha offerto la possibilità di eventuali evasioni fiscali». Infine
l'Unione commercio. «Misure simili non offrono un sostegno
all'economia, la paralizzano — esclama il direttore Dieter Steger — l'economia
ha bisogno di essere riavviata, la burocrazia va diminuita, imprese e cittadini necessitano di sgravi».
Damiano Vezzosi
( da "Messaggero, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Martedì
02 Dicembre 2008 Chiudi Prima in trappola e poi tartassati: troppi cittadini
ostaggi di prepotenze, burocrazia e offerte col trucco
( da "Messaggero, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Martedì
02 Dicembre 2008 Chiudi Hai ricevuto bollette o cartelle pazze? Hai subito
prepotenze della burocrazia o trappole delle aziende che
forniscono servizi? Denuncia i tuoi soprusi quotidiani
( da "Manifesto, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
I GUARDIANI DEL
MERCATO IN NOME DELL IMPRESA BENI A PERDERE Mentre i media continuano a
veicolare l'idea che si tratta di un incidente di percorso, la crisi economica
sta mettendo a nudo il progressivo declino dell'egemonia occidentale nel mondo
Ugo Mattei L'Occidente è in recessione, il che significa stagnazione e arresto
della crescita. Di per sé potrebbe trattarsi di un semplice arresto ciclico, ed
anzi buona parte dei media «ufficiali» cercano di veicolare questa idea. Uno,
due anni di «vacche magre»; qualche modifica istituzionale nella
regolamentazione del capitale finanziario; una nuova «Bretton Woods», come
ormai si usa dire, e il modello capitalistico, fondato sulla
liberal-democrazia, tornerà ad essere il miglior sistema possibile. Secondo
altri osservatori, potremmo invece trovarci di fronte ad un crollo sistemico,
paragonabile a quello che ha travolto il modello sovietico. Entrambe le
prospettive sono compatibili con il fatto che la leadership dell'Occidente sia
perduta e che il G8 sia soltanto un brutto ricordo (non si sa se ci atenderà un
G20 o un G14). Per l'Europa, la cui egemonia era stata già persa a favore degli
Stati Uniti da molto tempo, si tratta di un nuovo trauma, cui si è giunti
completamente impreparati in preda a divisioni e paure. Sotto la guida di
leaders privi di qualsiasi credibilità culturale prima ancora che politica, si
continua a vagheggiare di «patrimonio valoriale dell'Occidente», di «radici
giudaico-cristiane» e di altre simili insulse amenità, che invano cercano di
dare una patina di rispettabilità al razzismo dilagante. Una cosa è però certa:
tutti i leaders europei non voglio accettare il fatto che gli equilibri del
mondo sono mutati a sfavore dell'Europa e degli Stati Uniti. Declino europeo
Per gli Stati Uniti, si tratta della prima macroscopica battuta d'arresto in
una storia di costante crescita di influenza planetaria fin dalla propria
nascita, mai in precedenza interrottasi, neppure nel periodo della guerra
fredda. Un modello di superiorità occidentale radicato in Europa e potente
veicolo di esportazione dell'arroganza dell'uomo bianco, ancorché sotto le
diverse spoglie, non meno brutali, di privatizzazione, messa in vendita e
dollarizzazione (strutturale a partire da Bretton Woods), piuttosto che della
diretta colonizzazione. A differenza però che in Europa, dove gli ipocriti e
velleitari volti di Gordon Brown, Nicolas Sarkozy, Manuel Barroso (meglio,
forse, la figura di Angela Merkel, ma non parliamo di nostri provincialissimi e
ininfluenti leaders) sono la dimostrazione ultima di una crisi irreversibile
della politica europea, gli Stati Uniti riescono a sfoderare Barack Obama. Si
tratta di un leader che, se non fosse esistito, doveva essere inventato, tanto
incarna la logica della postmodernità: l'ibridazione culturale al servizio del
libero mercato. Ma forse è troppo tardi affinché un buon presidente Usa
(ammettendone la possibilità) potrebbe essere condizione necessaria ma certo
non sufficiente per la salvezza, visto che la fiducia su un mercato finanziario
del valore di 20 volte il Prodotto interno lordo mondiale annuo (ossia
vent'anni di economia reale) è crollata al primo sussurro che «il re è nudo!»,
nonostante la retorica che accompagnava la possibilità di una sua crescita
continua. Invero, la catastrofe economica attuale non è gestibile attraverso
strumenti compatibili con il capitalismo finanziario che l'ha prodotta e quindi
non può certo essere risolta dal principale prodotto politico del capitalismo
finanziario medesimo, ossia il Presidente degli Stati Uniti. L'impatto della
catastrofe al di fuori degli Stati Uniti, (della cui economia, dopo Bretton
Woods, tutto il mondo è succube), può essere attenuato, certo non evitato,
soltanto con strumenti politici, culturali ed istituzionali fortemente
antagonistici rispetto al modello statunitense. La speranza è che almeno la
sinistra se ne renda conto. Occorre perciò combattere innanzitutto quella
isopportabile retorica celebrativa della libertà, intesa come diseguaglianza
sociale fondata sulla santificazione della proprietà privata e dell'impresa.
Cosa che certamente l'Occidente, ipnotizzato da decenni di ciance mediatiche
sulla competizione, sulla meritocrazia, sullo sviluppo, sulla crescita, sulla
legalità astratta, sui diritti umani non è pronto a fare, a meno di non esservi
costretto da forze e da movimenti sociali e politici capaci di produrre una
vera rivoluzione copernicana che porti a rendere possibile ciò che oggi pare
impossibile. Istituzioni di lungo periodo Bisogna cioè che l'elaborazione
teorica sia pronta e sappia ripensare adesso alla socializzazione dei più
importanti mezzi di produzione (con cogestione dell'impresa, qualora essa
rimanga privata), alla ridistribuzione radicale delle risorse (tramite
tassazione progressiva ed imposta patrimoniale), alla costruzione di un modello
misto in cui l'interesse pubblico sappia davvero imporsi, con le buone o con le
cattive, su quello privato e sul conflitto di interessi. Si tratta di metter
mano adesso ad istituzioni democratiche «di lungo periodo», capaci di
bonificare il nostro modello di sviluppo, creandone uno nuovo, imperniato sulla
qualità della vita di tutti come comunità e non sulla quantità delle risorse
che ciascuno, individualmente, compete per controllare e consumare. Una simile
trasformazione non può essere guidata dagli stessi leaders e dalle stesse forze
che ci hanno portato a questo disastro sociale e politico, prodotto
dell'individualismo consumistico. Può essere immaginata soltanto nel quadro di
un'ascesa della «fantasia al potere», che abbia il coraggio di ridiscutere gli
stessi spazi e gli stessi tempi del politico, schierandosi sistematicamente
dalla parte dei perdenti dei processi sociali capitalistici. Non ovviamente una
fantasia astratta ma, al contrario, il coraggio di saper scegliere, senza
pregiudizi, dal ricco menù culturale che la civiltà umana anche oggi propone.
Si tratta di disporsi con umiltà di fronte all'immensa ricchezza di culture rese
vittime dallo sviluppo capitalistico, al fine di recuperarle in via dialogica
ed accompagnarne la ricollocazione al centro delle istituzioni globali prima
che sia troppo tardi per tutti. Ma se salvare l'Occdente da se stesso, dai suoi
miti e dalle sue paure, appare un' impresa titanica, non c'è dubbio che si
tratti pure di un'urgenza, che potrebbe comunque diventare molto presto una
necessità assai più che una scelta. La prudenza dei giganti L'Africa affamata
ed assetata dal continuo saccheggio, ed un mondo islamico rispetto al quale
l'atteggiamento razzista di ingliustificata superiorità non sembra mutato a
partire dall'XI secolo, stanno dando ampi segnali di come i cicli demografici
finiranno per prevalere anche in Europa. D'altra parte essi offrono modelli di
civiltà meno atomizzati e più aggreganti. L'America Latina, già da qualche anno
principale beneficiaria dell'annunciato crollo dell'impero americano, distratto
dalle sue folli avventure belliche in Medio Oriente, costituisce in questo
momento il più importante laboratorio politico di alternative «umane» al
capitalismo finanziario, dall'Equador alla Bolivia, Argentina, compreso il
Brasile di Lula e il Venezuela di Chavez. Essa non ha comunque smesso di
premere sull'incivile muro lungo il Rio Grande, e di «ibridare» la società
statunitense con milioni di lavoratori sfruttati, a loro volta spinti da fame e
privazioni. Cina e India non sono in recessione, sebbene la seconda sia stata
ben più americanizzata della prima, e ne soffra le conseguenze. Al di là degli
effetti ancora imponderabili dei tragici fatti di Mumbay, la crescita,
sostengono molti analisti, potrebbe rallentare, scendendo sotto
quell'incredibile 10% annuo dell'ultimo decennio. Ma si assesterebbe sul 6-7%.
Fra mille contraddizioni, e con differenze notevoli, i due giganti asiatici
riescono in qualche modo a cogliere i frutti della prudenza, della propensione
al risparmio e del mantenimento in vita del primato dello stato e
dell'elaborazione politica. CONTINUA | P
( da "Corriere della Sera" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-12-02 num: - pag: 39
categoria: REDAZIONALE Risponde Sergio Romano DA COMUNISMO A CAPITALISMO I
COSTI DELLA TRANSIZIONE Verso il finire della guerra fredda tra Occidente e
Unione Sovietica si parlò di crollo del sistema sovietico, di disfatta
definitiva del comunismo e di trionfo del sistema occidentale. Ci fu addirittura
chi intravide in quei mutamenti epocali l'avverarsi del terzo segreto di Fatima
(«la Russia si convertirà»). Eppure, per risollevare quel sistema piagato dai
problemi economici ci volle appena qualche decina di miliardi di dollari,
mentre adesso per risollevare il sistema bancario americano ne serviranno
almeno 700 miliardi, senza considerare le migliaia di miliardi dei
risparmiatori già andati in fumo. Alla luce di questi avvenimenti, secondo lei
si potrebbe parlare di un rovinoso crollo del sistema capitalistico? Che lei
sappia esiste per caso un quarto segreto di Fatima o, comunque, una previsione
di qualche veggente in proposito? Paolo Manfredi paolo-man@libero.it Caro
Manfredi, S ui segreti di Fatima e sulle previsioni dei veggenti sono incompetente.
Ma sul collasso del sistema sovietico e la disintegrazione dell'Unione
Sovietica ho impressioni e ricordi diversi dai suoi. Non so se qualche
economista sia riuscito a quantificare il costo di quelle vicende, ma temo che
sia molto più alto di quanto lei pensi. Non ce ne accorgemmo perché la stampa e
le televisioni internazionali, in quegli anni, si occuparono prevalentemente di
ciò che accadeva alle porte di casa nostra (Jugoslavia, Albania,
Cecoslovacchia) o delle crisi africane (Algeria, Somalia, Liberia, Sierra
Leone, Ruanda) in cui eravamo direttamente o indirettamente impegnati. Ma negli
stessi anni in cui le vicende di Mogadiscio assorbivano la nostra attenzione,
lo spazio ex sovietico fu teatro di guerre ignote, non meno sanguinose di
quelle balcaniche e africane. Si combatté nel Nagorno-Karabach, dove gli armeni
riconquistarono un pezzo di territorio che Stalin aveva generosamente assegnato
alla repubblica sovietica dell'Azerbaigian. Si combatté in Georgia, dove gli
osseti del sud e gli abkhazi insorsero contro il governo di Tbilisi e
rivendicarono il diritto all'indipendenza. Si combatté in Moldavia, dove i
russi e gli ucraini delle terre al di là del fiume Dniester si rivoltarono
contro la maggioranza romena del nuovo Stato indipendente. Si combatté nelle
repubbliche islamiche dell'Asia Centrale, dove gli islamisti combatterono
contro i gruppi dirigenti post-comunisti. Quanto costarono le decine di
migliaia di azeri che dovettero abbandonare il Nagorno-Karabach e vivono da
allora in campi peggiori di quelli dei rifugiati palestinesi? Cominciammo a
occuparci di questioni russe dopo lo scoppio della prima guerra cecena quando
alcuni intellettuali fecero di quella regione il palcoscenico dei loro
pellegrinaggi mediatici. Altre sventure sono ancora più difficilmente
quantificabili. Parecchi milioni di russi divennero da un giorno all'altro
minoranze dei nuovi Stati sorti dal collasso dell'Urss e furono spesso trattati
con durezza burocratica dai nuovi padroni. Qualcuno alzò le spalle e rifiutò di
commuoversi per la loro sorte. Ma non è necessario avere simpatie comuniste per
riconoscere che lo Stato sovietico aveva la sua logica e soprattutto che aveva
dimostrato di saper trattare con una certa equanimità i cento popoli della
Grande Russia. Quanto costò il dramma di coloro che dovettero abbandonare casa
e lavoro per sfuggire alla politica discriminatoria delle nuove amministrazioni
repubblicane? è ancora meno facile quantificare il costo del passaggio dal
comunismo al capitalismo dell'economia di mercato. Bisognerebbe misurare in
denaro la spregiudicatezza degli oligarchi, la corruzione
delle burocrazie, i conflitti tra bande nelle strade delle grandi città e
soprattutto l'indigenza dei ceti sociali che il crollo dello Stato sovietico
aveva ridotto in povertà. Vladimir Putin non ebbe torto quando sostenne che la
disintegrazione dell'Urss era stata una delle più gravi catastrofi geopolitiche
del Ventesimo secolo. Alla sua domanda, caro Manfredi, rispondo che
quella in cui stiamo vivendo da qualche settimana non è la crisi del
capitalismo. è la crisi del cattivo capitalismo.
( da "Messaggero, Il (Latina)" del 02-12-2008)
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Martedì 02 Dicembre
2008 Chiudi di LAURA PESINO Sessanta imprese multinazionali associate a
Confindustria, un'occupazione diretta pari a 13.000 dipendenti per un monte
retribuzioni annuo stimato sui 400 milioni di euro, un'occupazione da indotto
pari a 2.000 addetti. E poi un volume d'investimenti che si aggira sui 180
milioni e un fatturato di circa quattro miliardi di euro. Dati e numeri che
dimostrano come le multinazionali siano ancora un elemento fondante per
l'economia del territorio pontino, pur dando pericolosi e sempre più concreti
segnali di un progressivo ridimensionamento che parte da importanti gruppi
aziendali e che rischia di minare le basi dell'intero sistema industriale della
provincia. Gli effetti negativi della crisi, concentrata in particolare sul
chimico farmaceutico (che assorbe il 34,6% del totale delle imprese),
cominciano del resto a mietere vittime, tra aziende che chiudono i battenti e
nuove ondate di disoccupati. Con un nuovo pacchetto di proposte per sostenere
il "caso Latina" i vertici provinciali di Confindustria incontrano
quindi il senatore Cesare Cursi, presidente della commissione Industria,
Commercio e Turismo, che spiega le misure di sostegno alle imprese finora
adottate dal governo nazionale (dallo sblocco dei rimborsi Iva alla revisione
degli studi di settore, dall'accesso al credito all'incentivazione
dell'imprenditoria femminile e giovanile). «Latina ha un'occupazione
d'eccellenza e di livello - esordisce il senatore - per questo abbiamo chiesto
a Confindustria di far pervenire nei prossimi tavoli tecnici nazionali precise
proposte operative che riguardino il rilancio e il sostengo dell'imprenditoria
di Latina». L'associazione degli industriali, con il presidente Fabio Mazzenga
e il direttore Sergio Viceconte, raccoglie quindi le istanze presentate dalle
imprese locali che individuano i punti di debolezza, sul piano nazionale e
locale, nella pressione fiscale, nei costi energetici,
nelle carenze infrastrutturali, nella burocrazia. «Per tentare il rilancio - spiega Cursi - in provincia di
Latina si dovranno attivare patti territoriali, contratti di programma e
contratti d'area, definendo priorità e risorse da destinare ai settori in
crisi».
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 02-12-2008)
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Martedì
02 Dicembre 2008 Chiudi VASTO - La burocrazia ha bloccato
per due giorni nell'obitorio dell'ospedale di Vasto la salma di un
autotrasportatore di Napoli, A. G., 34 anni, morto per cause naturali,
impedendone il ritorno a Napoli dove i familiari l'attendevano per le esequie
funebri. Solo
l'intervento del comandante dei carabinieri, il capitano Giuseppe Loschiavo, ha
permesso di sbloccare la vicenda. «Una situazione paradossale e che ha
costretto il fratello della vittima - racconta Giancarlo Lemme, titolare
dell'omonima agenzia funebre - ad un dolorosissimo pellegrinaggio da un ufficio
all'altro. E tutto perché il medico necroforo della Asl non riteneva di poter
firmare il modello Istat, necessario per il trasporto nella città di origine, in
quanto non poteva accertare con esattezza le cause del decesso nonostante la
ricognizione cadaverica avesse imputato la morte a cause naturali». A.G.,
sposato e padre di due bimbi, era stato rinvenuto cadavere sabato sera, a bordo
del suo camion, nell'area di servizio "Q 8", all'uscita del casello
Vasto Nord dell'A/14. L'ispezione cadaverica aveva accertato una morte per
cause naturali. L'autorità giudiziaria aveva concesso il nulla osta ma, nella
mattinata di ieri, ancora mancava il documento del medico necroforo. Solo
l'intervento del Capitano dei carabinieri ha sbloccato la situazione riuscendo
a rintracciare il medico curante del defunto, a Napoli, il quale, messosi in
contatto con il medico necroforo, ha fornito informazioni utili sullo stato di
salute del deceduto. Così, nel tardo pomeriggio di ieri, il documento
indispensabile al trasferimento della salma è stato rilasciato. (M. R.)
( da "Giornale.it, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
n. 288 del
2008-12-02 pagina 0 I socialisti italiani vogliono accasarsi in Europa: un
appello di Roberto Scafuri Iscrizione diretta al Pse per dire basta alle deprimenti
liti del Partito democratico e al ricatto di un?opposizione o dipietrista o
radical-chic. Ripartire "dal basso": il nuovo corso in un appello
portato a Madrid Perché in Italia ci tocca Veltroni, mentre in Spagna governa
Zapatero? Quale maledizione attanaglia il riformismo del Belpaese, tanto da
averci fatto meritare i Prodi e le Rosybindi? Tra le tante e possibili
spiegazioni, la più lampante è la mancanza di un Partito socialista, dopo il
tracollo derivato da Tangentopoli e le cattive prove date dai dirigenti del
Psi. Eppure in Europa il riformismo socialista è l?unico ad avere corso legale,
coniugando libertà e giustizia, libertarismo e diritti civili. Cancellare il
Socialismo con un tratto di penna, con l?usurpazione del riformismo da parte dei
partiti che l?hanno affossato (Pci e Dc soprattutto), è la somma ingiuria di
una storia che però non muore. Siamo socialisti d?Europa. Basta con le
deprimenti liti che stanno affossando il Partito democratico, che dimostra
sempre più le proprie origini postcomuniste e postdemocristiane. Basta
all?angoscioso ricatto di un?opposizione monopolizzata dal dipietrismo
giustizialista o dalle utopie radical-chic. Basta anche con le querelle che
hanno frantumato in mille rivoli gli eredi del Psi. I socialisti italiani
cercano un nuovo corso in Europa, e vogliono “ripartire dal basso”. Azioni di
lotta “per un nuovo socialismo democratico, liberale e libertario”, con al
centro i valori di fratellanza, uguaglianza e libertà. Non trovando casa nei
decrepiti partiti italiani, i Socialisti vogliono accasarsi in Europa,
trasformando il Pse in partito transnazionale che consenta l?iscrizione
individuale libera e diretta. Socialisti ovunque essi siano. Non è l?ennesimo
appello a ricomporre la diaspora socialista, quello portato al Consiglio del
Pse in corso di svolgimento a Madrid da Pia Locatelli, presidente
dell?Internazionale Socialista Donne. La richiesta concreta è di consentire
l'adesione diretta dei singoli cittadini al Pse, da trasformare in partito
transnazionale. Promosso da 11 circoli socialisti e libertari di Milano,
Torino, Genova, Vercelli, Biella e Verbania, deciso dopo un primo convegno a
Galliate (Novara), l?appello è stato definitivamente approvato sabato scorso a
un seminario sul tema "Progettare il futuro con un cuore antico",
organizzato a Volpedo (Alessandria) dal Circolo Carlo Rosselli di Milano.
Concludendo il dibattito a Volpedo (patria di Pelizza, autore del celebre
quadro “Il quarto Stato”), Pia Locatelli, che è europarlamentare del Ps, il
Partito socialista italiano aderente al Pse, si è impegnata a proporre a Madrid
la sottoscrizione dell'appello anche agli esponenti dei Ds, partito che a sua
volta fa parte del Pse. Il partito dei diritti. “Ci rivolgiamo a tutti i
cittadini e le cittadine che hanno a cuore i valori di eguaglianza, di
giustizia e di libertà, così come a quei partiti e movimenti che hanno fatto
della difesa dei diritti sociali, non meno che di quelli individuali, la loro
storica bandiera”: così comincia l?appello che vuole riunire i Socialisti al di
là della loro attuale collocazione (o non collocazione) partitica e al di là di
ogni frontiera, per riaffermare ciò che in Italia da tempo si è perduto. Un
movimento democratico, liberale e libertario e sempre antiautoritario: “unico
riferimento praticabile per chi voglia tenere sempre unite giustizia e
libertà”. La frammentazione dei partiti di Sinistra, lo smarrimento della loro
identità, che ha aperto la strada al trionfo elettorale della Destra impone –
secondo i firmatari dell?appello – “il ritorno sulla scena dell'azione sociale
e del progetto politico dei socialisti, comunque definiti e comunque collocati
nelle rispettive formazioni”. Una crisi epocale. Non c?è solo la crisi
economica, a preoccupare i socialisti italiani. L?incapacità a modernizzare il
Paese, da parte dei due blocchi contrapposti, allontana i cittadini dalla
partecipazione democratica e rischia di “creare una frattura tra la politica e
la società, proprio nel momento in cui la politica viene invece chiamata a
prendere decisioni epocali e a ristudiare le modalità dei rapporti tra Stato ed
economia”. L'esigenza di un rilancio dell'iniziativa socialista nasce in primo
luogo da queste considerazioni, dice l?appello. Una “ripresa di iniziativa” che
“non si dovrà misurare sul terreno ormai consunto di improbabili unificazioni o
scissioni o coalizioni di burocrazie organizzative da tempo logore e
inadeguate”. Ma dovrà nascere, invece, dal basso, e da concrete azioni di
impegno civile, politico, culturale e sociale, a tutela dei salari, del lavoro,
della solidarietà sociale, dell?ambiente, dei diritti civili e della laicità.
Come ripartire. Costituito un coordinamento nel Nord-Ovest per le associazioni,
i circoli e i club d?ispirazione socialista e libertaria, l?appello invita tutti
coloro che si rispecchiano nei valori del Socialismo a costituire circoli e
associazioni di base in altre regioni d?Italia. In vista delle ormai prossime
elezioni per il Parlamento Europeo, poi, i Socialisti italiani chiedono di
avviare la trasformazione del Pse in un vero e proprio partito transnazionale,
al quale sia possibile aderire individualmente e direttamente. I firmatari.
Lunga la lista dei sottoscrittori dell?appello, autodefinitosi “il Gruppo di
Volpedo": CIRCOLO LA RIFORMA – Milano, CIRCOLO CALOGERO-CAPITINI – Genova,
LABOURATORIO PIEMONTE – Torino, CIRCOLO CARLO ROSSELLI - Milano, CIRCOLO
LIBERALSOCIALISTA ROSSELLI – Torino, CLUB PORTO FRANCO – Milano, AREA
PROGRESSISTA – Torino, ASSOCIAZIONE SANDRO PERTINI – Torino, ASSOCIAZIONE FRIDA
MALAN – Torino, UNIONE CIVICA RIFORMATORI – Vercelli-Biella. IDEA SOCIALISTA –
Verbania. L'adesione è aperta a tutti: i cittadini, le cittadine, i gruppi, le
associazioni le organizzazioni, eccetera. Per ulteriori informazioni ci si può
rivolgere a: Pia Locatelli 333-4444250 (presidente Internazionale Socialista
Donne) Francesco Somaini 333-3111494 (presidente Circolo Carlo Rosselli Milano)
© SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Opinione, L'" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Mar, 02 Dic
2008 Edizione 260 del 02-12-2008 Obiettivo autonomia Ogni comunità gestisca
risorse proprie e risolva i suoi problemi: funzionerebbe Il federalismo è la
via d?uscita Siamo nei guai per il troppo Stato e ci viene fatto credere invece
che la soluzione consista nell?averne ancora di più di Gilberto Oneto Tanto
tuonò che piovve. Finalmente si hanno notizie meno nebulose sulle misure
anti-crisi che il Governo ha deciso di adottare e abbiamo la quasi certezza che
non ne verremo fuori tanto facilmente. Chi si aspettava scelte drastiche,
coraggiose e risolutive è rimasto deluso, chi si aspettava una ?cura da
cavallo? si è ritrovato con le spugnette imbevute nell?aceto per combattere la
peste. Senza entrare nel dettaglio dei singoli provvedimenti (su cui si stanno
impegnando commentatori di grande capacità), è sufficiente dare un?occhiata ad
alcuni dei rimedi proposti, in particolare a quelli cui è stata dedicata più
attenzione mediatica e più enfasi propagandistica. Si è fatto un gran sventolio
di ?bonus famiglie? e di ?bonus bebé?, cose che fanno tanto
?Dio-patria-famiglia?, ma che alla fine porteranno vantaggi solo al Meridione e
agli immigrati, traducendosi in un altro trasferimento di risorse dalle tasche
dei contribuenti padani. Si bloccano gli aumenti di talune tariffe che sono
peraltro state vertiginosamente ingrossate negli ultimi mesi, si dà un
contentino sui pagamenti dell?Iva e si butta lì qualche promessa sugli studi di
settore. Si infierisce con una supertassazione sui film porno ma solo se i
piselli sono bene in evidenza, sennò tutto resta come prima. Ma soprattutto si
è strombazzato molto sulla cosiddetta Social Card. Per cominciare non si
capisce perché debba avere un nome inglese. Forse perché ?Carta sociale?
ricordava una lontana - e per qualcuno imbarazzante - vicenda avvenuta a Verona
nel 1944? È il contrario della Carta oro che un grande istituto di credito è
riuscito a far passare come un appetitoso status-symbol: è un
?cattivo-status-symbol?, un segno di indigenza. Verrà visto come una sorta di
marchio della miseria e non sarà bello esibirla. E poi per averla richiede un
complicato percorso di tempo e burocrazia; l?idea dei
negozi convenzionati e delle connesse commissioni bancarie fanno sorgere
maliziosi sospetti circa i veri beneficiati dell?operazione. Si può ipotizzare
che gran parte degli utenti saranno anziani e li si obbligherà a una trafila
più micraniosa di quella per entrare in auto a Milano. Non abituati al
cartellino di plastica, molti lo smarriranno o se lo faranno fregare; ci
saranno legioni di ingegnosi immigrati che ne faranno cloni a vagonate e
succederà di tutto. Non sarebbe stato più facile, meno umiliante e arzigogolato
aumentare le pensioni? Lo Stato italiano è il Robin Hood più sadico della
storia: dice di togliere ai ricchi per dare ai poveri ma li tormenta entrambi.
Non si contenta di rapinare i primi ma impone che il maltolto gli sia consegnato
con dichiarazioni, moduli, code, scadenze, invii telematici, un sacco di bolli
e di balle. Ma fa lo stesso anche con i poveri che per farsi dare qualcosa
devono percorrere un analogo calvario di uffici, codici fiscali, patronati,
certificati e altre borboniche pirlate. E tutto ruota sempre di più attorno
allo Stato, ancora e sempre lui. Ci raccontano che se siamo nei pasticci la
colpa è della congiuntura internazionale, dei fratelli Lehman, e dei loro
sodali malandrini. Può darsi ma ? per quel che riguarda i nostri guai ? il
responsabile è in gran parte proprio lo Stato italiano che ha trasformato una
metà della penisola in un campo di lavoratori forzati da mungere, e l?altra
metà in una riserva di mantenuti impiegati come forza votante. Come surplus del
condimento ha aggiunto una bella comitiva di foresti che gravano sugli uni e
sugli altri. È proprio lo Stato che ha inguaiato tutti, impedendo alle sue
parti produttive di competere liberamente sul mercato globale e a quelle
improduttive di riscattarsi: come può oggi presentarsi come quello che rimette
in sesto le cose? Questo Stato che vuole fare la guardia e il ladro, il diavolo
e il buon Dio? Siamo nei guai per il troppo Stato e ci viene fatto credere che
la soluzione sia averne ancora di più. Perché di questo si tratta: ogni giorno
lo Stato si prende un?altra fetta della nostra vita. Ha ragione Berlusconi a
lamentarsi di essere costretto a fare una politica di sinistra. Ma allora non
la faccia. Oppure è vero che la sopravvivenza di questa Italia si trova solo
nell?essere sempre più Stato, sempre più centralista, sempre più oppressivo. La
soluzione sta all?opposto: togliere potere allo Stato. Si chiama autonomia
vera, si chiama federalismo, non solidale, fiscale o del piripicchio.
Federalismo e basta! Ogni comunità si gestisca le proprie risorse e risolva i
propri problemi. Nelle comunità più piccole si distinguono con chiarezza i
bisognosi veri da quelli per vocazione. Questi provvedimenti hanno l?aria delle
musichette suonate dall?orchestra del Titanic prima e anche dopo l?impatto.
Spiace vedere che nella comitiva ci siano anche orchestranti leghisti che ci
avevano promesso ben altre musiche.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Martedì 2 Dicembre
2008 IMPRESE & ISTITUZIONI. La Camera di commercio ha
tenuto un convegno al Cuoa di Altavilla «Burocrazia assillante? Non rispettiamola
più» Sul tema confronto serrato tra esponenti del mondo della politica e
imprenditori E la pazienza è al limite Roberto Luciani ALTAVILLA Un
convegno di studi ma anche un laboratorio dove cominciare a isolare gli
embrioni per nuove ed efficaci risposte. Promosso dalla Camera di
Commercio di Vicenza e dal Centro Studi sull'Impresa e sul Patrimonio
industriale "Imprese e Istituzioni - progettare insieme il futuro",
il workshop organizzato alla Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina non ha soltanto
riportato all'attenzione della platea di imprenditori i soliti e drammatici
lacciuoli della burocrazia esasperata e dell'alta
fiscalità che ancor di più, in un momento economico e finanziario così delicato
anche alle nostre latitudini, stringono al collo le piccole e medie imprese del
Nord-Est, ma si è proposto come una sorta di punto di partenza da cui
cominciare a elaborare strategie d'azione diverse. Due i momenti di confronto
della giornata aperta da Giuseppe Sbalchiero, vice-presidente dell'ente
camerale vicentino. Sintetizzati da Mario Carraro, presidente dell?azienda
omonima, in una sorta di chiamata alla responsabilità politica lanciata nella
prima parte della mattinata, dopo gli interventi di Giuseppe Bortolussi
segretario Cgia di Mestre e del prof. Fabio Buttignon: «Dobbiamo smettere di
trovarci per parlare di quello che non va, è tempo di cominciare a proporre
insieme delle soluzioni su come superare questi problemi». Un appello che
Giuseppe Sbalchiero, raccoglie in una provocazione: «La burocrazia
ci blocca? Non rispettiamola più. Un imprenditore deve dimostrare di essere a
posto sotto il profilo ambientale, territoriale ed etico professionale quando
poi in realtà non c'è nessuno che verifica. Io ribalto il concetto: è lo Stato
che deve stabilire che queste condizioni siano attese. È lo Stato che deve
ascoltare e non esasperare gli animi al punto che poi si cominciano a mettere
in atto comportamenti da non fare». Parole forti come pure forte e sentita è la
necessità di ridisegnare i rapporti alla luce di quel federalismo che nelle
politiche industriali si traduce, come osserva Alberto Bramanti, professore
associato di economia alla Bocconi di Milano, in uno spostamento della
E-governance «dal centro (40%) alle Regioni (60%)». E se l'onorevole Fabio Gava
mette in guardia contro i rischi delle sovrapposizioni di competenze, Elio
Marioni invita a puntare con decisione sulla valorizzazione delle risorse
interne nelle aziende mentre Giovanni Rana chiude: «Gli istituti di controllo
non riescono a contrastare la concorrenza sleale, così la risposta non può che
essere la qualità. A breve il marchio Italia del Gusto verrà apposto sui nostri
prodotti alimentari a garanzia dei produttori ma pure dei consumatori».
( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
"La
preoccupazione sta nel riuscire a dare una prospettiva di crescita consentendo
a queste attivitàdi potersi strutturare nel tempo" Nel Senigalliese dopo
mesi di blackout le imprese aperte superano quelle chiuse L'artigianato tira un
sospiro di sollievo SENIGALLIA - A dispetto della crisi, non si ferma la voglia
di tentare l'impresa, nonostante la congiuntura non favorevole. Sono
globalmente confortanti i dati sulle aperture e chiusure di attività artigiane
nel comprensorio di Senigallia che registrano da inizio anno al 31 ottobre, 167
iscrizioni e 127 cessazioni con un saldo positivo di 40 aziende artigiane: il
dato migliore di tutta la provincia. Il solo comune di Senigallia ha registrato
111 nuove aperture e 75 chiusure ( +36). Nonostante il dato positivo,
Confartigianato resta comunque preoccupata nel vedere in queste iscrizioni una
prevalenza di ditte individuali nel settore edile, non strutturate spesso con
titolari extracomunitari. La preoccupazione sta nel riuscire a dare a queste
imprese una prospettiva di crescita consentendo loro di potersi strutturare nel
tempo. "I dati positivi comunque sono elementi che ci fanno ben sperare -
dichiara il presidente della Confartigianato di Senigallia Marco Bazzucchi, ma
certo le difficoltà non mancano soprattutto per il comparto manifatturiero. Da
segnalare inoltre che la " mortalità aziendale" nei primi tre anni di
vita. Garantire efficaci risultati mirati a una ulteriore crescita
dell'artigianato senigalliese: questo, in sintesi, l'obiettivo indicato dal
presidente della Confartigianato di Senigallia Marco Bazzucchi. Vogliamo
puntare sulle iniziative di tutela e sviluppo del comparto. Sul fronte
economico, ovvero del rapporto fra la piccola impresa e il mercato, si
proseguirà nella positiva esperienza delle forme di aggregazione tra aziende,
diretta a reperire nuove opportunità commerciali". Le imprese artigiane, e
più in generale tutto il mondo delle piccole e medie imprese, costituiscono una
risorsa essenziale del nostro sistema produttivo. "La capacità di
adattamento e modernizzazione che caratterizza queste aziende - sottolinea la
Confartigianato - le spinge a perseguire quella costante attività di
miglioramento dei prodotti e dei processi produttivi che è fattore
indispensabile di competitività. L'attitudine a coniugare tradizione ed
innovazione è un capitale strategico. Per sfruttarlo pienamente, contribuendo
così più decisamente alla loro crescita, è necessario superare gli ostacoli:
dal fisco opprimente alla burocrazia. E' inoltre fondamentale il sostegno delle istituzioni per
creare un ambiente favorevole in termini di formazione delle risorse umane di
certezza della legalità, non meno che in termini di infrastrutture e di
incentivi. E se il problema principale denunciato dalle micro e piccole
imprese, che rappresentano il tessuto produttivo più dinamico e maggiormente
diffuso, è la difficoltà con cui le banche concedono il denaro, Stato e
Regioni devono partire necessariamente da qui. Ognuno secondo le proprie
competenze deve contribuire a rafforzare gli strumenti di garanzia pubblica al
credito alle piccole imprese, potenziando il ruolo dei Consorzi fidi
dell'artigianato". In particolare, Confartigianato ha sollecitato,
l'attivazione di un Fondo di Garanzia di riassicurazione delle operazioni di
credito attraverso l'assistenza del sistema dei Consorzi fidi.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ALCESTE SANTINI
Roma. Scatena un grande dibattito sul piano etico e politico, l'opposizione
vaticana alla proposta che la Francia si appresta a presentare all'Onu il
prossimo 10 dicembre a nome della Ue (27 i Paesi firmatari, tra cui l'Italia)
sulla «depenalizzazione universale dell'omosessualità». Una data, quella del 10
dicembre, scelta perché si celebra, come sottolinea il segretario di stato
francese, Rama Yade, il 60esimo anniversario della dichiarazione dei diritti
umani. Un'occasione per riaffermare che i diritti appartengono a tutte le
persone a prescindere dalla loro fede, filosofia come anche dalle loro
preferenze sessuali. Ma contro questa proposta - più che naturale anche se
dirompente rispetto al contesto internazionale - scende subito in campo, a nome
della Santa Sede, il rappresentante del Papa presso le Nazioni Unite, monsignor
Celestino Migliore. Lo fa con un'intervista concessa all'agenzia francofona «I.
Media». «Con questa dichiarazione - dice Migliore - di valore politico,
sottoscritta da un gruppo di Paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi
internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove
categorie protette dalla discriminazione, senza tenere conto che, se adottate,
esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni». Ed aggiunge, a sostegno della
sua tesi molto discutibile perché in stridente contrasto con la Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo del 1948, che se la proposta fosse approvata
«gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come
matrimonio, verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressione». E
monsignor Migliore definisce «una barbarie» pure il progetto di alcune
organizzazioni abortiste di voler fare inserire l'interruzione della gravidanza
tra i diritti universali della persona. Insomma, monsignor Migliore si
preoccupa per le reazioni di quegli Stati che non ammettono e anzi condannano
l'omosessualità e non del fatto che, nonostante i gay siano dotati degli stessi
diritti inalienabili di tutti fin dalla nascita, in ben 91 Stati del mondo - come
ha rilevato ieri l'Arcigay - sono persone perseguitate solo perché omosessuali.
«Grave la posizione del Vaticano - ha affermato l'Arcigay - si prefigura come
un atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la
sfortuna di abitare in paesi sanguinari». Immediata la reazione del portavoce
vaticano, padre Federico Lombardi: «Nessuno vuole difendere la pena di morte
per i gay» e sottolinea che la «Chiesa non è sola» in quanto «meno di 50 stati
membri dell'Onu hanno aderito alla proposta, mentre più di 150 non vi hanno
aderito». Ma per Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay: «Grazie allo status
di cui gode il medioevale stato Vaticano presso l'Onu, la lobby clericale fa
pressioni alleandosi con i regimi dittatoriali, compresi quelli islamici». È da
tempo che la Chiesa cattolica è contro l'omosessualità e monsignor Migliore,
infatti, si è richiamato anche al Catechismo che afferma, pur
«disapprovandoli», che «gli omosessuali vanno accolti con rispetto,
compassione, delicatezza». La sua presa di posizione apre un dibattito
teologico all'interno della stessa Chiesa. Il grande teologo moralista, padre
B. Haring, osserva infatti nel Dizionario di teologia morale che «se c'è un
vero amore di amicizia, il matrimonio può divenire per gli omosessuali un
successo, anche se non conduce all'armonia e alla soddisfazione sessuale»,
alludendo alla procreazione. Ma la polemica infuria. «Bisogna sostenere la
proposta della Francia» afferma Barbara Pollastrini del Pd e fa appello alla
Costituzione che invita a rimuovere «ogni ostacolo di uguaglianza». «Va
ignorata la criminalizzazione del Vaticano» sostiene Franco Grillini,
presidente di Gaynet. A spiegare le parole di monsignor Migliore, interviene Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc: «Non mi risulta
che la Chiesa sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità -
osserva - ma si oppone a una iniziativa di alcuni stati europei (o forse della burocrazia di Bruxelles) che vuole
definire per gli omosessuali uno status privilegiato».
( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Fermani in
allarmeper l'invasioneprogrammatadalla piattaformasulle importazioni
Confindustria, incontro tra la sezione metalmeccanica e il presidente regionale
sul progetto di aprire i mercati ai prodotti asiatici Vitali sulla Cina: niente
paura, è un'opportunità FERMO - Una piattaforma per i prodotti cinesi nelle
Marche: opportunità o minaccia? La tavola rotonda è stata convocata nel tardo
pomeriggio di ieri dalla sezione Metalmeccanica di Confindustria Fermo.
Obiettivo: chiedere spiegazioni al presidente di Confindustria Marche Federico
Vitali sul progetto che vede la collaborazione della Regione. Nello specifico
si tratta di una sorta di autostrada privilegiata per favorire l'ingresso della
Cina nel mercato europeo, patendo proprio dalle Marche. Una notizia che ha
messo in allarme i piccoli e medi imprenditori. Della serie: apriamo le porte
al nemico? A sollecitare l'incontro il vice presidente della sezione
Metalmeccanici del Fermano Paolo Giacomozzi che ha espresso tutti i suoi dubbi.
"Perché dare una mano alla Cina? Le nostre piccole imprese saranno
condannate ad un destino da terzisti nella lavorazione finale di prodotti che
arrivano dall'Oriente? Se andiamo tutti a lavorare in Cina che fine fanno i
dipendenti?" Giacomozzi che ha lanciato delle proposte per favorire il
Made in Marche: "più tasse sui prodotti importati, accelerare
il federalismo regionale per allentare la morsa della burocrazia, non consentire la cassa integrazione dei dipendenti italiani a
quelle aziende che hanno stabilimenti all'estero. "Non svendiamo questo
paese alla Cina ha concluso - serve democrazia. I cinesi vogliono una
piattaforma? Bene, che loro ne diano una a noi a Shangai". Sulla
stessa linea anche Stefano Luzi Presidente sezione Metalmeccanici: "la
ricetta per la competitività sta nel capitale umano, negli investimenti tecnologici
e nella ricerca per l'innovazione. La piattaforma cinese rappresenterebbe uno
svantaggio". Presidente Vitali che si è dichiarato ben lieto dell'invito
ricevuto per il dialogo. "Prima o poi la Cina troverà uno sbocco in Europa
ha spiegato - io anticipo le cose e le do questa opportunità nelle Marche.
Facendo in modo che costituisca un vantaggio. E' vero che i prodotti
arriveranno dalla Cina, ma sarà una corsia preferenziale anche per noi". E
qui subentra il Dna tutto italiano: "Non c'è futuro per chi non lega il
proprio prodotto con il territorio di appartenenza. Guardate la Ferrari,
produce qualche migliaia di auto l'anno. Cos'è in confronto alla General
Motors? Nulla. Eppure quest'ultima è in crisi mentre il marchio Ferrari domina
ovunque. Con la Cina è la stessa cosa. Non dobbiamo difenderci dalle
differenze, ma saperle valorizzare. Come diceva Proust: non cercare nuove
terre, ma avere nuovi occhi".
( da "Secolo XIX, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Primarie, cura
imperfetta utile a elettori e partiti carlo stagnaro Le buone idee generano
scompiglio. Il volume delle repliche alla proposta di Enrico Musso, di tenere
le primarie nel centrodestra per le prossime elezioni regionali, è una sonora
dimostrazione che il senatore del Pdl ha toccato un nervo scoperto. L'apertura
di Sandro Biasotti, che si è così smarcato dal suo partito, lascia a sua volta
intravvedere scenari interessanti. La ricerca di legittimazione popolare per le
candidature, del resto, è anche un modo di lanciare un messaggio: in fondo, se
si teme il giudizio della propria base, con che credibilità ci si può
presentare di fronte agli elettori? Ma la questione delle primarie nasconde
anche un tema più generale e profondo, come ha rilevato lo stesso Biasotti:
sedici anni e dodici governi dopo le elezioni del 23 aprile 1992, il sistema
politico italiano non è ancora riuscito a trovare un equilibrio. Sono cambiate
le leggi elettorali, i partiti hanno mutato nome, hanno attraversato scissioni,
si sono aggregati, ma ancora restano aperti i nodi della selezione della classe
dirigente e del rapporto tra gli schieramenti. Le primarie possono aiutare
nella ricerca del giusto grado di compenetrazione tra apparati politici e
società civile. Perfino quando i risultati sono scontati - come con Romano
Prodi nel 2006 e Walter Veltroni nel 2008 - esse servono a sostanziare una
leadership che abbia l'ambizione di proiettarsi al di là dei confini del
proprio schieramento. È, questa, una condizione essenziale per gettare le basi
di un'attività di governo a 360 gradi, ma anche per segnare l'indipendenza rispetto alle burocrazie partitiche. Non è un caso
se le primarie sono un tassello centrale del progetto di riforma di Giovanni
Guzzetta, il costituzionalista che ha promosso lo sfortunato referendum contro
il "porcellum": le primarie, oltre tutto, rendono i candidati
accountable, responsabili personalmente delle loro promesse e della loro
performance; riducono il peso delle negoziazioni condotte nelle stanze
fumose e complicano la vita ai golpisti da congresso. La questione è delicata
perché si colloca all'incrocio tra l'interesse pubblico e il diritto di qualunque
associazione, compresi i partiti politici, di organizzarsi come vuole. Il
problema, d'altro canto, è che il sistema oggi in vigore collide con obiettivi
che la maggior parte degli esperti, dei politici e dei cittadini ritiene
desiderabili e, almeno in teoria, perseguibili simultaneamente: consentire
l'elezione di persone competenti e limitare, poiché scongiurarle è impossibile,
le due derive a cui tutte le democrazie sono soggette. La prima deriva è quella
partitocratica: l'incomunicabilità tra il Paese reale e i partiti, lo
strapotere delle correnti e per loro mezzo dei gruppi di pressione. A
effettuare tutte le scelte rilevanti sono i signori delle tessere, il
Parlamento non è eletto ma si elegge. Le votazioni si riducono, come è stato
negli ultimi anni, a un voto pro o contro i candidati premier, o addirittura a
un referendum pro o contro Silvio Berlusconi, ed è significativo che
sistematicamente i cittadini abbiano votato contro la maggioranza uscente,
qualunque essa fosse. L'unica cosa che conta è raccogliere la maggioranza dei
voti validi a livello nazionale: chi viene eletto nelle liste locali è del
tutto secondario, al punto che spesso i cittadini neppure sanno chi stanno
mandando a Roma quando mettono la croce sul simbolo a loro gradito, e in ogni
caso che lo sappiano o no è del tutto irrilevante (anche a causa
dell'impossibilità di esprimere una preferenza). Il rischio opposto è quello
del populismo: soprattutto nei partiti con dinamiche meno complesse o con una
struttura più verticistica, vi è un forte incentivo a rincorrere le tesi più
strampalate o irrealistiche ma meglio in grado di cogliere gli umori della
pancia del Paese, anche grazie alla consapevolezza che è per loro praticamente
impossibile raggiungere il 50 per cento dei voti più uno, e quindi potranno
attribuire la distanza tra le promesse fatte e i risultati ottenuti all'onere
delle negoziazioni. Nell'Italia del 2008, paradossalmente, entrambi i rischi
convivono, con un'aggravante: il venir meno del ruolo dei partiti come agenzie del
consenso, capaci di formare e selezionare la loro classe dirigente, ha durante
una prima fase aperto le porte a tutti indistintamente, e poi, come per
reazione, ha portato a una chiusura quasi ermetica, per cui chi c'è c'è, chi
non c'è resta fuori. Si è dunque passati dall'osmosi acritica con la società
civile, al suo rigetto. In un tale contesto, le primarie possono contribuire,
se non a risolvere i problemi, almeno a darvi una risposta. La scelta dei
candidati attraverso elezioni aperte a tutti, iscritti e no, può garantire il
giusto grado di permeabilità con la società civile. I signori delle tessere
continueranno a essere determinanti, naturalmente, e questo è inevitabile; ma
la partecipazione popolare ne diluirà l'influenza e ne farà crescere il pudore.
Al tempo stesso, la tentazione populistica sarà temperata dal realismo tipico
di chi ha consuetudine con la politica, e i suoi vizi. Le primarie non sono un
meccanismo perfetto perché soffrono di tutti i limiti della democrazia,
compresa la tensione tra populismo e cedimento agli interessi particolari; ma,
quanto meno, aiutano a rendere più trasparente e forse più efficace la
selezione interna, soprattutto in presenza di un dibattito schizofrenico e di
una legge elettorale fatta apposta per offuscare il singolo candidato, che è
sempre di più l'anonimo membro di una lista compilata da altri. Ha quindi
ragione Musso quando afferma che «le primarie, all'interno del Popolo della
libertà, sono una scelta ormai irrimandabile per stabilire chi portare davanti ai
cittadini», sottintendendo un deficit di dialettica interna e di elaborazione
culturale, peraltro visibile ai più. Lo stesso vale per il Partito democratico
che pochi giorni fa ha messo sotto gli occhi dei media lo spettacolo
sconsolante dell'elezione del coordinatore regionale del Lazio. Anche in quel
caso non c'erano primarie e il congresso si è risolto in uno scontro in campo
aperto tra veltroniani, dalemiani e altre razze minoritarie. Entrambi i partiti
avrebbero tutto da guadagnare dall'adozione di procedure più limpide e
responsabilizzanti, e quindi sarebbe una splendida notizia se il centrodestra
ligure ascoltasse Musso. Il problema è che difficilmente, senza pressioni
esterne, un organismo corregge spontaneamente i suoi errori. Il malessere della
società italiana è tangibile, ma se non trova traduzione politica rischia di
degenerare in paralisi civile. Un Paese che ha un dannato bisogno di riforme,
semplicemente, non può permetterselo. 02/12/2008
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il caso Dal Molin ha
aleggiato su tutto il convegno al Ridotto dedicato al problema del governo locale
delle aree demaniali Beni comuni, patto Variati-Cacciari Il sindaco: «C?è un
malessere diffuso. Lo Stato non può essere solo carabinieri e prefettura» Al
nuovo Teatro Comunale di Vicenza nasce l'alleanza Variati-Cacciari per dare
voci alle amministrazioni comunali sulle aree demaniali. «Aldilà del caso Dal
Molin, il Comune di Vicenza è tutto sommato fortunato rispetto a quello di
Venezia», ha commentato il sindaco veneziano riferendosi al margine d'azione
della propria giunta sul territorio e le acque della Serenissima. Il primo
cittadino lagunare sabato è intervenuto come ospite del convegno vicentino Chi
governa le città?, appuntamento organizzato dalle liste civiche Vicenza Libera
No Dal Molin, Variati Sindaco e Lista Giuliari- Vicenza Capoluogo . Un'occasione
per ragionare sul federalismo dei beni comuni, cioè sulla possibilità delle
comunità di poter concertare con lo Stato la destinazione di aree come quella
del Dal Molin. L'incontro infatti si è chiuso con un accordo tra i sindaci di
Vicenza e Venezia per dare il la, con l'appoggio dell'Associazione Nazionale
Comuni Italiani, ad una legge che regoli i rapporti Comune-Stato in casi simili
a quello del Dal Molin. Il convegno è iniziato con un lungo video sulla vicenda
della nuova base Usa realizzato dal movimento locale che da oltre due anni si
oppone al progetto militare statunitense.La parola è quindi andata
all'urbanista del Politecnico di Milano Giorgio Ferraresi che ha utilizzato
l'esempio del progetto relativo alla Pedemontana Lombarda per parlare di grandi
opere che vanno contro il territorio invece che a favore: «La ragione
arrogante, violenta e autoritaria delle opere va contro la ragione del
territorio», ha affermato il professore. «Il territorio è il cuore dei beni
comuni e ce lo stanno portando via. Mi batto contro il federalismo regionale,
questo riprodurre il modello centrale a livello di Regione». È stato poi il
turno di Mario Bertolissi, costituzionalista dell'Università di Padova che, per
spiegare lo stato attuale dei beni pubblici in Italia, ha usato un'originale
metafora: «È come l'adolescente che scopre il proprio corpo». Senza mai citare
direttamente la vicenda processuale del Dal Molin, Bertolissi
ha comunque parlato di «dominio della burocrazia che non lascia traccia di saggezza. L'imperare della legge è
cosa ben diversa dal diritto. Non c'è spazio per il ragionamento. Il modello
sul quale andiamo a sbattere è il seguente: io ti sto ad ascoltare ma tanto ho
già deciso diversamente».Sul Dal Molin è andata invece direttamente
Cinzia Bottene, portavoce del Presidio Permanente e consigliere comunale di
opposizione: «Trovo idiota continuare a parlare di compensazioni per la nuova
base. Un bene devastato non può essere compensato: nella vita ci sono cose che
non possono essere monetizzate».«Ci hanno tolto anche la possibilità di
esprimerci», ha ricordato il consigliere comunale di maggioranza Gianni Rolando
riferendosi allo stop alla consultazione popolare imposto dal Consiglio di
Stato in ottobre. «Ma siamo andati ugualmente al voto con i nostri gazebo: un
evento straordinario che hanno visto in tutto il mondo».L'affollato Ridotto del
Teatro Comunale vicentino era a quel punto abbastanza caldo per l'intervento di
Cacciari: «I beni comuni sono trattati in realtà come proprietà privata di questo
o quel demanio», ha attaccato il sindaco veneziano. «È difficile fare una
politica dei beni comuni in queste condizioni: dobbiamo costringere lo Stato a
concertare con i Comuni. La legge è applicata in modo pervasivo e addirittura
punitivo nei confronti delle amministrazioni comunali, mentre in casi come il
Dal Molin tutto è permesso. Ma in gioco non è la base di Vicenza; sono
piuttosto le regole della convivenza democratica».Il finale è stato del sindaco
Variati: «C'è da tempo un malessere che pervade il Veneto e non è di stampo
leghista. Dentro i cancelli delle fabbriche le cose funzionano, ma fuori ci
sono i beni comuni. Quando Berlusconi ci impedisce la consultazione e noi la
facciamo lo stesso, in quel momento ritroviamo l'identità. Lo Stato non può essere
solo carabinieri e Prefettura».Enrico Soli
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Segno di croce
imboccando l'autostrada ... Segno di croceimboccandol'autostradaFacciamoci il
segno della croce ogni volta che s'imbocca l'autostrada A4, non è per
scaramanzia ma, il mettersi in pace con Dio, perché corriamo il rischio di non
uscirne interi. Chi la percorre spesso, si trova immerso in una bolgia
dantesca, non casuale ma normale. Come si può catalogare un'autostrada, a
pagamento, ove i guard rail sono arrugginiti da anni, con paletti di sostegno a
distanza doppia o tripla del normale e, così bassi che, un'auto di media
cilindrata li può scavalcare con facilità, figurarsi un autoarticolato?Come si
può catalogare un'autostrada dove la circolazione dei soli Tir, occupa la
normale corsia di marcia, con sorpassi azzardati e, con la corsia di sorpasso
intasata da autovetture e furgoni veloci? Come si possono catalogare i
responsabili politici / amministrativi di tale autostrada (di solito gli
stessi) che scaricano la proprie inettitudini sulla burocrazia, lasciando al fato le proprie
responsabilità?Come si possono catalogare gli amministratori di tale autostrada
che, pur avendo bilanci attivi, si sono ben guardati da mettere in sicurezza
almeno la parte centrale dell'A4?Dobbiamo ancora parlare di tragedia, oppure
d'omicidio annunciato?Il fato, la tragedia, la scalogna, la casualità,
l'irresponsabilità dei conducenti, ovviamente sono da mettersi sempre in conto,
ma, quando le barriere di contenimento (guard rail) non assolvono alcuna
funzione seria: possiamo tranquillamente affermare che, in caso di sinistro, il
dolo non solo esiste ma e già previsto.Si favoleggia da parte regionale, anche
del trasporto su ferrovia: occorre chiedersi prima, se esistono i carri
ferroviari, le infrastrutture nelle stazioni e, se, gli attuali
sottopassi/gallerie ferroviarie hanno le dimensioni adatte a far passare
convogli carichi di Tir. In ogni modo, stiamo parlando alla stregua del
trasporto via mare lungo la costa adriatica. Interverrà la magistratura?
Certamente, cercherà le cause, ma troverà il/i colpevoli che non hanno impedito
i reiterati salti di corsia?Vittorio ScialpiMovimento politico La DestraWelfare
e lavorole vereprioritàMaggiori risorse su sanità e sociale. La sicurezza,
invece, è una falsa emergenza. I primi effetti della crisi e i segnali negativi
che si susseguono richiedono un forte coordinamento delle politiche
industriali, di quelle del lavoro e del welfare: è insomma necessario attivare
anche in regione una vera e propria politica dei redditi.La maggioranza
regionale sembra invece pensare ad altro. Da un lato si preoccupa di fissare
requisiti sulla residenza per rendere più difficile l'accesso al welfare a
quegli stessi lavoratori stranieri ai quali si chiede di supplire alle carenze
del servizio sanitario regionale (si pensi alle migliaia di badanti straniere);
e per farlo, tra l'altro, non si esita a colpire anche i cittadini italiani di
altre regioni, ponendo un serio problema di legittimità costituzionale.
Dall'altro si investono ben 16 milioni per la presunta emergenza sicurezza,
tema con tutta evidenza ideologico, propagandistico e sfasato rispetto alle
reali esigenze della società e dell'economia regionale. Lavoro e welfare
diventano per noi strumenti cruciali: attendiamo dunque il confronto con gli
assessori competenti per valutare nel merito le politiche della Giunta. Sul
primo versante, quello del lavoro, si tratterà di decidere dove e come
impiegare l'annunciato incremento di risorse. Per quanto riguarda la sanità e
il sociale, invece, abbiamo già espresso la nostra contrarietà un'impostazione
del bilancio esclusivamente contabile come quella delineata dall'assessore
Kosic, perché il welfare può costituire, in questa fase, uno strumento
importante di sostegno a salari e pensioni. Condividiamo in quest'ottica
l'attivazione della carta famiglia, ma servono maggiori risorse per aumentare i
posti negli asili nido, sostenendo in questo modo l'occupazione femminile e la
natalità, per abbattere le rette degli asili stessi e delle case di riposo.
Serve un maggiore impegno sia nella lotta alla povertà e al disagio sociale,
sia nei confronti delle persone non autosufficienti, soprattutto se il Governo
confermerà i tagli della finanziaria allo specifico fondo nazionale. Per quanto
ci riguarda proponiamo di dirottare su altri capitoli i 16 milioni stanziati sulla
sicurezza. Altre sono le priorità d'intervento, su tutte la tutela del lavoro e
del potere d'acquisto di salari e pensioni. Oppure, se la sicurezza rappresenta
davvero una scelta irrinunciabile, si ricorra all'indebitamento, senza
pregiudicare interventi che in questa cruciale fase economica appaiono ben più
importanti.Franco BelciSegretario generale Cgil FvgUdc, Lega:con coraggioverso
la terza viaPlaudo al coraggio di Udc e Lega Nord di confrontarsi e dialogare
«per» si no contro ma per costruire un progetto, forse è un po' forzato,
«politico» per certi versi una terza via al Governo della cosa pubblica. Dio,
Patria, Famiglia, uniti alla massima trasparenza e pulizia dell'azione
amministrativa dovrebbero essere valori che uniscono, colla forte per un progetto
friulano forte.Plaudo in tempi in cui si appiattiscono su due poli, solo due
ipotesi di scelta, le proposte politiche una certa collocazione anche facile da
ottenere, in altri tempi una «cadrega» sicura, c'è ancora il coraggio di dirla
a voce alta. Vorrei non fossero parole al vento quelle dell'incontro di Buttrio
fra i due soggetti politici sopra menzionati, c'è la forte necessità di unire
idee e popolo su progetti comuni, valori forti della nostra identità.Si ancora
Dio Patria e Famiglia, e poi autonomia è libertà. Oggi solo ipotesi, domani
forse strada percorribile per un futuro migliore per i nostri figli. Ma
attenzione alle solite interferenze «dall'estero». Se sarà progetto chiaro io
ci sarò.Bassi EnzoUdine
( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mazzacurati: «Con il
Mose non sarebbe successo» Il presidente del Consorzio Venezia Nuova: «Senza
ostacoli l?opera poteva essere completata già nel 2000. Ora se arrivano i soldi
in 5 anni finiamo» «Con il Mose le bocche di porto sarebbero state chiuse già
da quattro ore, e in città non ci sarebbe neanche un goccio d'acqua. Speriamo che
a Venezia qualcuno la stia tirando su con la cannuccia...». C'è rabbia e
orgoglio nella sede del Consorzio Venezia Nuova: non è nemmeno mezzogiorno e
gli impiegati hanno il fiatone come tutti, mentre lavorano con scarpe e calze
ancora umide. Potrebbe essere il giorno nel quale sedersi sulla riva e veder
passare i corpi dei "nemici" ma l'ingegner Giovanni Mazzacurati, che
del Mose è l'anima principale, è costretto a casa più dall'influenza che
dall'acqua alta. E preferisce non affondare il coltello nella piaga:
«Preferisco guardare avanti e pensare che ormai manca poco per mettere fine a
queste situazioni».Quanto?«Quattro, cinque anni al massimo. I lavori continuano
nonostante tutto».Nonostante i tentativi di fermare l'opera o nonostante i
finanziamenti che arrivano con il contagocce?«Da un punto di vista dei
finanziamenti, se arriva la somma annunciata proprio pochi giorni fa dal Cipe e
che dovrebbe essere ratificata la prossima settimana, si potranno fare le gare
per l'appalto delle opere elettromeccaniche; ovvero i portelloni con i relativi
apparati. La parte in cemento armato è invece già in avanzato stato di
costruzione».Quanti soldi arriveranno stavolta?«Un miliardo di euro circa,
forse meno. Per finire i lavori ne servirà un altro miliardo circa, e un altro
ancora per spese aggiuntive legate a lavori imposti in fasi successive, con
adeguamenti architettonici molto importanti e richieste specifiche dei Comuni
interessati. Ma si tratta di aumenti perfino "contenuti" per opere di
questo tipo».E a che punto sono i lavori?«Abbiamo un ritardo di un anno e mezzo
causato dal rallentamento nei finanziamenti. Siamo al 50\% dell'opera, se
arrivano i soldi in 5 anni finiamo. Certo, se il Mose fosse stato già pronto
l'episodio di oggi sarebbe stato scongiurato».Ma tra le accuse al Mose c'è
anche quella che in caso di maree più basse non si attiverebbe, e in casi
eccezionali non basterebbe ugualmente.«Ridicolo. Si può non essere d'accordo,
ma non si può inventare falsità. È stato fatto un uso politico delle informazioni:
il Mose non ha vincoli d'uso, la sua dote principale è la flessibilità. Se la
marea non è molto alta si può decidere di chiudere ad esempio le bocche del
Lido quando c'è scirocco, o di Chioggia se c'è la bora. Oppure si chiudono solo
tre "denti" per bocca. E in casi eccezionali blocca maree alte fino a
300 centimetri».Ci sono ancora ostacoli politici?«No, direi di no. Adesso anche
il sindaco ha annunciato che è meglio finirlo il prima possibile. Il momento
finanziario non è dei migliori, ma credo che sia ormai l'unico
problema: la burocrazia è
ormai vinta».Senza gli ostacoli, quando sarebbero finiti i
lavori?«Ragionevolmente entro il 2000».E quante acque alte si sarebbero
risparmiate?«Dal 1966 le maree così alte sono state più di 10. Tra il 1966 e il
1975 la frequenza di maree sopra i
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
I COMITATI DI BASE
«Disposti al dialogo ma nessuno ci ha cercati» VeneziaGiampietro Antonini ha
cercato di salvare il salvabile. Come sindacalista Rdb-Cub e come cittadino. Ha
tentato il tutto per tutto, ma alla fine anche lui è stato
travolto dalla burocrazia e
forse forse anche dagli eventi, come il resto della città. E alla fine, non ce
l'ha fatta. «Mica potevamo sapere che oggi ci sarebbe stata un'acqua alta
eccezionale...». Antonini è tra i leader del sindacato di base da tempo. É
sempre stato impegnato nel settore autoferrotramvieri e in tanti anni di
"sindacalismo antagonista" è riuscito a sfilare oltre 300
iscritti a Cgil, Cisl e Uil del settore Actv. «Stamattina (ieri ndr) - racconta
- sono arrivato a Mestre in bicicletta da Marcon e mi sono accorto fin da
subito che la situazione meteorologica non era delle migliori. L'Osellino stava
tracimando in più punti e allora ho pensato che forse era meglio chiamare la
Prefettura e far presente, fin dalla mattina presto, la disponibilità di
Rdb-Cub a sospendere l'agitazione...».E allora?«E allora non è stato per nulla
facile. Mi sono attaccato al telefonino e ho cercato di chiamare la Prefettura
per dichiarare la nostra disponibilità a soprassedere all'agitazione, ma, si e
no, avrò trascorso forse mezz'ora, un'ora al telefono. Il cellulare squillava a
vuoto e nessuno mi rispondeva fino a quando dopo varie insistenze ho lasciato
un messaggio al centralinista, il primo che mi ha risposto. Non è passato che
un quarto d'ora e sono stato richiamato dall'ufficio del rappresentante di
governo. Ma intanto il tempo era passato inesorabilmente».Ma viste le
previsione del tempo non sarebbe stato meglio revocare lo sciopero in anticipo
di un giorno?«E chi sono io un meteorologo? Lo sciopero era stato annunciato da
tempo. Nei modi stabiliti per legge. La Prefettura avrebbe dovuto farsi carico
della situazione meteorologica e agire di conseguenza. Se ci fosse stato un
atto formale di questa, probabilmente, non avremmo assistito ai disagi di ieri,
anche se poi la situazione è notevolmente peggiorata con un'alta marea
eccezionale. Nessuno, però, ci ha chiamato e nessuno ha aperto con dialogo con
noi di questo tipo. E sia ben chiaro, però, rifiutiamo l'epiteto di capro
espiatorio che ci vogliono affibbiare. Se di fronte ad una nostra richiesta
inoltrata in mattinata, la Prefettura si "prega" di revocare lo
sciopero con un fax inviato da Venezia alla nostra segreteria solo alle 12.16,
ad emergenza terminata, dico: è colpa nostra? Direi proprio di no».Però una parte
di responsabilità esiste.«Davvero? Lo ripeto noi Rdb-Cub non abbiamo un ufficio
meteo per stabilire quando fare sciopero... Il nostro contratto di
autoferrotramvieri è scaduto da oltre un anno. Cgil, Cisl e Uil non hanno fatto
nulla finora. Troppo comodo adesso prendersela con noi».P.N.D
( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Verona (D.V.)
Coraggio, entrate. Se vi terrorizza il ... Verona(D.V.) Coraggio, entrate. Se
vi terrorizza il trapano, se l'angoscia di estrarre un molare, scalpellare un
canino, scollare una gengiva vi spezza il respiro, sappiate che c'è chi vi
consolerà alle soglie dell'ambulatorio. E' l'ultima provocazione dell'artista
Lucio Pozzi che da New York approda a Verona per esporre le sue opere in un
centro odontoiatrico della Valpolicella. Non grandguignolesche dentature alla
Durer, neppure gli spazzolini-pennello di Mirò e neanche le dentiere sbilenche
di un impossibile Van Gogh parodiato da Woody Allen: Lucio Pozzi firma oasi di
pace, colori attinti dall'animo e distesi in composizioni floreali, dipinti a
olio che cullano lo sguardo, inchiostri che conducono nei labirinti onirici,
acrilici che accendono l'immaginazione di un'infanzia ritrovata anche per il
paziente in ansiosa anticamera.Ha voluto esporli nella sala d'attesa di uno
studio dentistico che si affaccia sulla statale (Synergy Dental Team, San Pietro
in Cariano, dal lunedì al venerdì sino al primo maggio 2009), quindici opere
che hanno già viaggiato in mezzo mondo trovando collocazione nei maggiori musei
internazionali, come gran parte dei suoi lavori, a iniziare dal Modern Art di
NY. Di casa tra gli Usa (lo studio è a Hudson) e la piccola Valeggio sul
Mincio, Lucio Pozzi è autore anche di sculture, collage, fotografie, video e
performance. Impossibile classificarlo. "Sono partito dall'arte
concettuale - spiega - ma il mio lavoro ha preso numerose direzioni, anche se
lo stile è unico". Ha utilizzato il disegno a occhi chiusi per scoprire
forme imprevedibili. Nel '71 diede scandalo a New York con l'azione dal titolo
"29 nudi che scendono le scale". Finì, senza saperlo, anche su
Playboy. "Mi ero ispirato a un'opera di Marcel Duchamp. Volevo celebrare
la fine della vecchia accademia e proposi di invertire il ruolo tra artisti e
modelli".Quanto alla scelta di uno studio dentistico è in linea con la sua
lunga esperienza artistica. "Il mio lavoro è adattabile a luoghi diversi.
Il centro odontoiatrico è un improbabile posto dove mostrare i miei quadri,
pittura su tela e su carta, direi arte convenzionale". Ma nelle scorse
settimane ha esposto anche in una fabbrica dismessa a Marone Iseo, in provincia
di Brescia, con la sua installazione "Angelus". Ha
scelto di vivere in Italia "perchè lontana dalla burocrazia artistica americana". Dice: "Qui da noi si ritrovano
occasioni di freschezza paragonabili all'esperienza degli anni Settanta a New
York". Così ha eletto Valeggio come suo domicilio per i ritmi di vita di
un piccolo centro e perchè è vicino a aeroporto e autostrada.
Prossimamente esporrà a Verona. Ambiente artistico permettendo, precisa lui.
( da "Sicilia, La" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Viagrande Il mar.
Girardi al comando della stazione carabinieri Sedute straordinarie e urgenti. E
non poteva essere altrimenti visto che il 30 novembre era il termine ultimo
fissato per la variazioni dei bilanci comunali. A maggior ragione se la
variazione avesse dovuto contemplare l'inserimento dei trasferimenti del flusso
per il 2008 della Tariffa di igiene ambientale. Sicchè i civici consessi di
Mascalucia e San Giovanni La Punta hanno "lavorato" anche di domenica
ed entrambi hanno varato, in via ufficiale, il trasferimento dei flussi
finanziari della Serit, con piena soddisfazione dei lavoratori di Mosema (per
Mascalucia) e Sias (per San Giovanni La Punta) che hanno assistito allo
svolgimento delle rispettive sedute. A Mascalucia il "via libera" è
arrivato sia dalla maggioranza che dall'opposizione, confortati entrambi gli
schieramenti dal benestare del presidente della Simeto Ambiente, Andrea
Castelli, che ha concesso la delega per il trasferimento del flusso.
"Ringraziamo il sindaco, l'amministrazione le associazioni sindacali per
l'impegno profuso e per non averci abbandonato - hanno commentato i netturbini
-. Siamo riusciti a sopportare la crisi solo grazie al sostegno economico di
amici e parenti". Il primo cittadino, Salvatore Maugeri, intanto ha
annunciato che anticiperà i fondi per pagare tre mensilità ai lavoratori. Anche
a San Giovanni La Punta, dunque il consiglio comunale ha provato l'assestamento
di bilancio inserendo le previsioni per permettere il trasferimento dei flussi
finanziari secondo la delega concessa da Castelli. Il sindaco Andrea Messina
già nella mattinata di ieri ha incontrato i dirigenti della Serit che stanno
approntando una convenzione che possa realizzare la volontà dell'Ato. "Ovviamente - dice Messina - la burocrazia ha bisogno di tempo, ma l'emergenza ci impone un'urgenza e una
priorità straordinarie, onde assicurare di ristabilire la normalità del
servizio". Frattanto i lavoratori, fiduciosi della soluzione che dovrebbe
arrivare a giorni, hanno ripreso a lavorare con grande senso di responsabilità.
Nell'attesa che si formalizzano gli adempimenti che assicurano la disponibilità
finanziaria, lavoratori e sindaci hanno indetto una manifestazione fissata per
oggi alle 10 presso la sede della Regione di Catania, mentre una delegazione di
sindaci si recherà a Palermo dove si svolge la Giunta di Governo per trovare
una soluzione all'accesso al fondo di rotazione. CARMELO DI MAURO
( da "AprileOnline.info" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Per un nuovo
socialismo democratico, liberale e libertario Il "gruppo di Volpedo",
02 dicembre 2008, 11:01 Il documento A tutela dei salari, del lavoro, della
solidarieà sociale, dell'ambiente, dei diritti civili della laicità, noi
socialisti firmatari di questo appello decidiamo di avviare la costituzione di
un coordinamento permanente delle Associazioni, circoli e club di ispirazione
socialista e libertaria del Nord ovest d'Italia, e facciamo appello a tutti i
socialisti, ovunque oggi siano, a costruire e rilanciare circoli ed
associazioni di base e ad aprire percorsi analoghi anche in altre regioni
d'Italia Ci rivolgiamo a tutti cittadini e le cittadine che hanno a cuore i
valori di eguaglianza, di giustizia e di libertà, così come a quei partiti e
movimenti che hanno fatto della difesa dei diritti sociali, non meno che di
quelli individuali, la loro storica bandiera. In questa difficile fase storica,
in cui la gravissima crisi economico-finanziaria in corso in tutto il mondo
sollecita una risposta politica, sociale, culturale non più differibile, i
Socialisti, quale che sia la loro attuale collocazione (o non collocazione)
partitica, vedono riconfermato il valore della loro tradizione, portatrice di
valori etico-civili e di programmi economico-sociali oggi più che mai
necessari. Il Socialismo democratico, liberale e libertario e sempre
antiautoritario, resta insomma il solo riferimento praticabile, in Italia, in
Europa e nel mondo, per chi voglia tenere sempre unite giustizia e libertà. In
Italia in particolare la frammentazione dei partiti di Sinistra, lo smarrimento
della loro identità, il trionfo elettorale della Destra (con la sua azione
sistematica di distruzione di quel che resta dello stato sociale e delle
garanzie costituzionali) impone il ritorno sulla scena dell'azione sociale e
del progetto politico dei socialisti, comunque definiti e comunque collocati
nelle rispettive formazioni. Noi socialisti esprimiamo oggi una preoccupata
considerazione sulla contrazione degli spazi e delle forme di democrazia e di
libertà e sull'espansione di un inquietante autoritarismo mediatico; e
constatiamo con preoccupazione tanto le pericolose derive della Destra al
governo quanto il vuoto di contenuti, di progetto e di proposta politica
dell'attuale opposizione parlamentare. E' una situazione grave, che rischia di
allontanare i cittadini dalla partecipazione democratica o di creare una
frattura tra la politica e la società, proprio nel momento in cui la politica
viene invece chiamata a prendere decisioni epocali e a ristudiare le modalità
dei rapporti tra Stato ed economia. L'esigenza di un rilancio dell'iniziativa
socialista nasce in primo luogo da queste considerazioni. Ma questa ripresa di
iniziativa non si dovrà misurare sul terreno ormai consunto di improbabili unificazioni
o scissioni o coalizioni di burocrazie organizzative da
tempo logore e inadeguate. Dovrà nascere, invece, dal basso, e da concrete
azioni di impegno civile, politico, culturale e sociale, a tutela dei salari,
del lavoro, della solidarieà sociale, dell'ambiente, dei diritti civili della
laicità, noi socialisti firmatari di questo appello decidiamo di avviare la
costituzione di un coordinamento permanente delle Associazioni, circoli
e club di ispirazione socialista e libertaria del Nord ovest d'Italia, e
facciamo appello a tutti i socialisti ovuneuq oggi siano a costruire e
rilanciare circoli ed associazioni di base e ad aprire percorsi analoghi anche
in altre regioni d'Italia. Riteniamo altresì che l'Europa costituisca un
orizzonte politico imprescindibile, ed un quadro di riferimento essenziale. Per
questo, quali che siano le identità e distinzioni dei diversi partiti
socialisti d'Europa, NOI CI SENTIAMO SOCIALISTI EUROPEI. In vista delle ormai
prossime elezioni per il Parlamento Europeo pensiamo perciò che tutti coloro
che si riconoscono nella tradizione storica e ideale del Socialismo,
rappresentata dal Gruppo parlamentare del Partito Socialista Europeo, debbano
DICHIARARE PREVENTIVAMENTE LA LORO APPARTENENZA AL PARTITO SOCIALISTA EUROPEO.
Noi qui facciamo tale dichiarazione e chiediamo di avviare la trasformazione
del PSE in un vero e proprio partito transnazionale, al quale sia possibile
aderire individualmente e direttamente. Quali che siano le identità e
distinzioni dei diversi partiti, occorre che tutti i socialisti possano
ISCRIVERSI
( da "Vita non profit online" del 02-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
SANITÀ. Il rapporto
di Cittadinanzattiva Reading time: 3 minutes --> di Redazione - pubblicato
il 02 Dicembre 2008 alle 19:45 Presentati i dati oggi a Roma Normal 0 14 false false
false MicrosoftInternetExplorer4 Una
malattia cronica riconosciuta in ritardo è destinata a pesare non solo sulla
qualità della vita, ma anche sul portafogli del paziente, con costi che
superano i 1.400 euro al mese fra farmaci, ausili e aiuti esterni non
rimborsati dalla sanità pubblica. è la fotografia scattata dal VIII Rapporto
del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (Cna
( da "Arena, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mercoledì 03
Dicembre 2008 NAZIONALE Pagina 7 La politica Ue di sostegno Piccole imprese, antidoto
alla crisi In un'economia di libero mercato, la prosperità sostenibile ha
sempre fatto affidamento sul potenziale imprenditoriale. Sono 23 milioni le
piccole e medie imprese (Pmi) che forniscono quasi il 70 per cento
dell'occupazione nel settore privato in Europa e che hanno creato la stragrande
maggioranza di nuovi impieghi nell'Ue negli ultimi 10 anni. Finanziare il
potenziale delle Pmi può aiutare nella crescita iniziale, quando necessario.
Gli sviluppi recenti del mercato finanziario hanno turbato la fiducia nel
funzionamento dell'economia globale. A seguito della scossa causata
dall'aumento improvviso dei prezzi di materie prime, energia e prodotti
alimentari, le grandi e piccole società devono ora far fronte a vincoli di
liquidità e di credito e alla continua diminuzione della richiesta dei loro
prodotti e servizi. Non è così sorprendente l'aspettativa dei cittadini verso
politici e imprenditori affinché si responsabilizzino e aiutino a trovare una
soluzione. A seguito della messa in opera di una politica dedicata alla Pmi,
nel 2005, possiamo lavorare costruttivamente su alcuni risultati concreti.
Nella maggior parte degli Stati della Ue, i centri d'informazione dello
«sportello unico» sono ora al servizio degli imprenditori che vogliono creare un'impresa,
ed esistono già procedure semplificate per l'avviamento. In Italia, per
esempio, è stata lanciata una nuova iniziativa chiamata «un'impresa in un
giorno», mirata a ridurre ad un giorno appena il tempo per la messa in opera di
una società. Grazie a questa nuova procedura un nuovo imprenditore dovrà
riempire solo una richiesta on-line per poter creare la sua società. Inoltre,
un servizio di sostegno all'impresa, la «Enterprise Europe Network», assiste le
Pmi nei primi passi, con consulenze, eventi di intermediazione, consulenze per
l'innovazione e informazioni su tutte le politiche pertinenti dell'Ue. Oggi,
più che mai, la linea dell'Unione europea come piattaforma di reciproco
miglioramento dovrebbe essere utilizzata maggiormente. Ognuno è invitato a
condividere con gli altri il meglio del proprio modo di lavorare e imparare
dalle loro esperienze. Qualunque sia la situazione nazionale, dobbiamo avere un
obiettivo comune e riconoscere il contributo che gli imprenditori danno alla
società. I posti di lavoro non sono creati dai politici ma da quelle persone
pronte ad assumere rischi e avviare nuove iniziative imprenditoriali. Tutti gli
attori nell'Ue dovrebbero aiutare le Pmi a liberalizzare le risorse e
concentrarsi sulle attività produttive. Alle imprese non interessa da dove
provenga la burocrazia inutile. È
dunque cruciale che i governi dell'Ue, le regioni e le autorità locali uniscano
le forze per sbloccare il potenziale delle Pmi. In questo contesto, abbiamo già
presentato importanti proposte legislative al fine di ridurre le aliquote Iva
in alcuni settori ad alta intensità di lavoro e stabilire un nuovo statuto
privato europeo delle Società rendendo più facile per le Pmi il
commercio transfrontaliero. Abbiamo inoltre rivisto le nostre regole sugli
aiuti di Stato, concedendo alle autorità regionali e nazionali maggiore libertà
di sostegno a favore delle Pmi. Per quanto riguarda il cruciale fronte
finanziario, stiamo lavorando a livello europeo per consentire alle Pmi di
affrontare la grave condizione causata della crisi bancaria internazionale. La
Banca europea per gli investimenti ha erogato un ulteriore finanziamento di 15
miliardi di euro, e grazie a questa iniziativa circa 30 miliardi saranno
disponibili per il periodo 2008-
( da "Gazzetta di Reggio" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
LA POLEMICA Sonia
Masini: ma tutti i soldi li abbiamo dovuti mettere noi «Noi stiamo facendo il
massimo, ma è una vergogna che dallo Stato non arrivino fondi per la sicurezza
nelle scuole e sul sapere». Chiarisce subito il suo pensiero il presidente
della Provincia, Sonia Masini, che sottolinea come «tutte le risorse messe a
bilancio siano dell'Amministrazione provinciale. Abbiamo lavorato e investito
senza aspettare i fondi statali. Anche qui come nella sanità ed in altri
settori, Reggio continua a fare bene e da sola». Poi cita un dato indicativo di
un ritardo congenito: «Rispetto ai 4 milioni di euro di interventi compiuti nel
2008 per sicurezza statica, adeguamenti normativi e manutenzioni straordinarie,
per tutte le scuole reggiane sono arrivati 700 mila euro e di questi alla
Provincia ne sono toccati 300mila». Infine il Presidente,
sottolineando come spesso i tempi perché si arrivi alla agibilità di una scuola
siano lunghi a causa della «burocrazia», precisa che «la Provincia ha il bilancio in pareggio e per
fare questi interventi ha dovuto contrarre dei mutui».
( da "Arena, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mercoledì 03
Dicembre 2008 PROVINCIA Pagina 25 BOSCOCHIESANUOVA. Incredibile: piste di fondo
coperte da un metro di neve ma impraticabili perché è scaduta la concessione, e
non è stata rinnovata in tempo Translessinia chiusa per burocrazia All'origine ci sono passaggi
di competenze e colpevoli ritardi Battipista in garage: «Se succede qualcosa,
chi risponde?» Nessuno se lo sarebbe nemmeno immaginato: non è la mancanza
neve, non sono le difficoltà tecniche, non sono per assurdo neanche i pochi
soldi che a stento si riescono comunque sempre a racimolare, a impedire
di aprire le piste di sci della Translessinia, ma solo la burocrazia,
e colpevoli ritardi. Eppure il tracciato più famoso dei monti veronesi (e uno
dei più conosciuti a livello nazionale), eccezionalmente coperto quest'anno già
a fine novembre da un metro di neve, e sul quale si pratica fondo fin dagli
albori dello sci in Italia, rischia per quest'inverno di non essere battuto.
Ben
( da "Trentino" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sait apre a Dao, ora
si cercano alleanze Schelfi richiama le Famiglie all'unità. E a Poli dice:
«Polemiche vecchie e inutili» TRENTO. Schelfi l'aveva sollecitata. E il
consiglio d'amministrazione del Sait ieri ha dato la propria disponibilità a
valutare con la Dao la possibilità di una collaborazione tra soci della stessa
Federazione. Sarebbe un'interessante esperimento tra un consorzio di
consumatori il primo ed una cooperativa di imprenditori il secondo. E' la
novità scaturita dall'uscita della Famiglia cooperativa della Val di Non da Via
Maccani. Intanto il Sait si prepara a chiudere il bilancio 2008m, mentre
Schelfi respinge le polemiche sui supposti privilegi del consorzio guidato da
Giorgio Fiorini. Tensioni nella cooperazione di consumo. Una Famiglia lascia la
grande rete del Sait, i presidenti delle cooperative chiedono più ascolto. E il
più agguerrito concorrente privato, il Gruppo Poli, punta il dito sui
«privilegi» del Sait. Nulla di veramente nuovo, anzi nervosismi e polemiche
cicliche, influenze di stagione. Ma Schelfi non sottovaluta, non dà per
scontato nulla. «La decisione della Famiglia Cooperativa della Val di Non di
lasciare il Sait ed aderire al consorzio Dao non è proprio stata un fulmine a
ciel sereno. C'era un ragionamento in corso con il presidente Giorgio Turri.
Non è stato possibile concluderlo, mi spiace, anche se la sua scelta è
legittima. L'episodio però pone un problema» dice Schelfi «Ha senso che soci
della medesima Federazione - Sait e Dao - si facciano questo genere di
"concorrenza"? Ho perciò chiesto al consorzio del presidente Fiorini
di ragionare con Dao su possibili, comuni terreni di lavoro. La disponibilità
c'è e di questo sono grato a Sait. Ora sentiremo cosa dice Dao. Mi auguro una
analoga apertura». Dopo lo scossone, è all'opera la mediazione. Il nervosismo
però resta. Anche se tra Sait e Turri c'erano già state questioni aperte.
Fors'anche perché il presidente della Val di Non non aveva gradito l'esclusione
dal consiglio d'amministrazione di Via Maccani, mentre ha apprezzato la possibilità
offerta da Dao di rafforzare l'attività della sua cooperativa a Cles, con
l'apertura di un nuovo punto vendita. Nei mesi scorsi, poi, assieme ai colleghi
Mario Ventura della Famiglia di Fiemme e Mauro Cominotti di Pinzolo, aveva
animato una sorta di fronda contro la gestione del Sait di Giorgio Fiorini.
Stavolta ha fatto un passo in più, concreto, che ha spinto i colleghi
presidenti - le Famiglie sono un'ottantina - a chiedere momenti di maggior
confronto. Sentimento di cui se n'è fatto interprete Giuliano Berltrami di
Storo, voce costruttiva. «Porte aperte. Se c'è l'esigenza di ulteriori momenti
di confronto su temi sia contingenti, sia di strategia, ben vengano. Tanto più»
risponde Schelfi «che nelle parole di Beltrami non ho avvertito né polemica, né
tentazioni di rottura». Via libera, dunque, all'ipotizzata
"conferenza" dei presidenti, per elaborare le tensioni, trovare nuove
mediazioni con il vertice Sait, rafforzare «un progetto assieme imprenditoriale
e sociale». «E' una prospettiva che non tutti vogliono apprezzare o capire»
considera Schelfi riferendosi alla polemica, rispolvera di recente dal Gruppo
Poli «sui presunti privilegi assegnati dall'ente pubblico al Sait». «Critiche
che non hanno ragion d'essere. Mi paiono vecchie storie rispolverate di licenze,
mescolate a recenti motivi di irritazione verso la burocrazia. Sono d'accordo che la
lentezza dell'amministrazione pubblica a dire un sì o un no, talvolta è
esasperante. Ma per questo prendersela con il Sait Il Gruppo Poli è una
bell'azienda» aggiunge «compie le sue legittime scelte: se deve spostare il
magazzino a Bergamo lo fa e chiude quello di Lavis, partecipa alle gare
facendo le proprie offerte in busta chiusa come tutti e se punta ad ottenere
certi margini apre superfici di determinate dimensioni, in determinate zone
urbane. Potrebbe anche» continua Schelfi «aprire qualche negozietto nei paesi
delle valli più lontane, magari un multiservizio. Il Gruppo Poli non lo fa ed
io non ho nulla da obiettare. Ma non venga a contestare alle Famiglie i contributi
per tenere aperto un negozio in quei paesi che Poli non degnerebbe neanche di
un'occhiata». «Le Famiglie cooperative, invece, sono lì e svolgono la loro
funzione sociale. Cercando - pensate un po'- di fare tornare pure i conti. Come
dicevo: imprenditori e operatori sociali. Noi siamo radicati qui, paghiamo le
tasse qui e, se ci sono dei problemi, tentiamo di risolverli qui. Per noi e per
gli altri. Insomma, siamo differenti. Consapevoli che c'è spazio per tutti.
Senza necessità di rispolverare polemiche d'antan. Non servono».
( da "Stampa, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL DOPO MALTEMPO.GALVAGNO
Querelle tra Robotti a Lattanzio Neve, il sindaco chiede scusa «Per me è stato
un pugno nello stomaco perchè tutto era pronto per funzionare bene» «Venga a
casa mia lo metto sull'albero» [FIRMA]FRANCO CAVAGNINO ASTI Era sveglio il
sindaco Galvagno, nel suo alloggio di piazza Statuto, la notte tra giovedì e
venerdì quando la neve ha cominciato a cadere copiosa: «Dalla finestra la
vedevo salire e mi dicevo: si deve partire. Era tutto a posto, avevamo lavorato
bene, avevo detto di buttare sale quanto basta perchè non c'erano problemi di
denaro, tutti erano allertati». Chi comandava gli spartineve, evidentemente,
non aveva l'orologio sincronizzato con quello del sindaco. «C'è stato un errore
di valutazione - sbotta il primo cittadino - Se mi dicono che si sono mossi in
città alle 7,30, rispondo che hanno sbagliato perchè a quell'ora che cosa fai
con tutta la gente che viaggia in macchina. Alle 5, almeno, bisognava andare».
L'onorevole chiede scusa agli astigiani: lo fa con una lettera istituzionale
pubblicata a pagamento sui giornali, lettera che diventerà un manifesto da
affiggere in città. Nel testo è spiegato con chiarezza che Galvagno metterà
mano al servizio sgombero neve. Che deve funzionare meglio: perchè costa (140
mila euro per
( da "Stampa, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
BAVENO.POSITIVO IL
BILANCIO PER LE ATTIVITA PRODUTTIVE Sportelli unici, iter più veloci I tempi
delle pratiche si attestano in media su 72,75 giorni, gravati dai pareri di
«enti terzi» [FIRMA]LUCA GEMELLI BAVENO Cresce l'utilizzo degli Sportelli Unici
Associati per le attività produttive del Verbano Cusio Ossola, articolati nelle
4 unità di Domodossola, Omegna, Verbania e Vogogna, anche
se i tempi della burocrazia
continuano ad essere lenti. Il rilascio da parte degli Sportelli Unici delle
autorizzazioni richieste avviene infatti in media in 72,75 giorni, valore
comunque ben al di sotto dei 90 giorni previsti dalla legge. Nei quattro
uffici, cui fanno capo complessivamente 51 dei 77 Comuni del Vco, nel 2007 sono
state avviate 187 pratiche, in leggera crescita rispetto alle 179
esaminate nel 2006. Il rendiconto dell'attività svolta dai quattro «Saup» è
stato presentato ieri nella sede della Camera di Commercio di Baveno, ente
promotore degli Sportelli Unici, nati con lo scopo di rendere più celeri ed
efficaci le procedure per l'autorizzazione all'insediamento o alla
trasformazione di un impianto o una struttura produttiva. Nel 2007 è cresciuto
l'utilizzo dello sportello da parte delle società di capitali (Spa e Srl)
passato da 42 pratiche nel
( da "Libertà" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Invito alle imprese:
investite in Albania TIRANA - Sali Berisha, premier albanese, lancia un appello
agli imprenditori italiani affinché investano in Albania, soprattutto nel
settore dell'energia nucleare. Silvio Berlusconi assicura
che al di là dell'Adriatico le industrie tricolore potranno trovare meno burocrazia che altrove. Al termine della
visita del presidente del Consiglio a Tirana, insomma, il rapporto privilegiato
che da anni lega Italia e Albania viene confermato dai due leader. Berlusconi è
stato accolto con entusiasmo dal collega albanese. «Un grande amico che
ha aiutato tanto il mio Paese», ha detto in italiano Berisha nel corso della
conferenza stampa congiunta. I due leader hanno presenziato alla firma di
quattro intese fra altrettante imprese italiane e il governo albanese: il
gruppo Falcone per la realizzazione di un rigassificatore del valore di un
miliardo di euro e il gruppo Moncada Costruzioni per la posa di un cavo
elettrico sottomarino. Gli altri due accordi (siglati dalla Colacem e dalla
Todini costruzioni), pur se di minore entità, permetteranno la realizzazione di
un cementificio e di un tratto stradale. I due governi hanno anche firmato due
accordi bilaterali: uno per la cooperazione allo sviluppo e l'altro sulla
regolamentazione dei flussi migratori. Berisha ha annunciato che «dalla
prossima settimana potranno iniziare i trasferimenti degli albanesi detenuti in
Italia». 03/12/2008
( da "Libertà" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
«Più sviluppo per il
territorio» A Pianello incontro del centrodestra in vista delle provinciali
pianello - In una sala Novara stracolma, il Popolo della Libertà ha incontrato
domenica mattina gli amministratori e i cittadini di Pianello e della Valtidone
nell'ambito del tour "Piacenza 2009, la nostra Provincia cambia colore.
Facciamolo insieme". Strutturazione del Pdl ed elezioni provinciali gli
argomenti forti proposti nel corso dell'incontro. A fare gli onori di casa il
sindaco di Pianello, Franco Carlappi, che ha salutato con soddisfazione
l'iniziativa proposta dal Pdl provinciale di confronto con gli enti locali e i
cittadini. E' stata poi la volta del consigliere provinciale Gian Paolo
Fornasari che, giocando in casa, ha potuto tracciare quelli che sono gli
interventi che grazie al lavoro della minoranza di centrodestra in Provincia
sono stati fatti per la Valtidone, come ad esempio l'asfaltatura di un tratto
di strada a Tassara, e i tanti problemi che invece la Provincia di Boiardi ha
tralasciato e quindi aggravato, come ad esempio il ponte di Pieve Porto Morone,
le cui pessime condizioni di manutenzione sono state ricordate più volte negli
interventi successivi degli amministratori locali. Partendo dal discorso
infrastrutture, l'on. Tommaso Foti (Pdl) ha voluto sottolineare le potenzialità
che Pianello e la Valtidone hanno da un punto di vista turistico, ma quante
maggiori opportunità potrebbero avere se si prestasse più attenzione alle
infrastrutture stesse. «Infrastrutture e promozione territoriale - ha
sottolineato Foti - non vanno disgiunte. Per questo, penso sia ora che i fondi
strutturali europei vengano utilizzati dai territori per le infrastrutture e
non come ammortizzatori sociali come fa la sinistra». «Vogliamo una Provincia
che sviluppi il territorio e non che sviluppi se stessa. Più un Ente pensa a
sviluppare se stesso, più lo fa a detrimento del territorio che amministra.
Questa non è la nostra idea di Provincia». Con queste parole, Massimo Trespidi,
ha voluto tracciare l'idea di Amministrazione provinciale del Pdl e del
centrodestra; «la politica deve interpretare, valorizzare ed esaltare le
potenzialità di un territorio e della sua gente». Non potevano mancare
interventi sui temi caldi di attualità politica, dalle Comunità montane alla
riforma della scuola. Su entrambi gli argomenti, è stato l'on. Foti a
intervenire con molta chiarezza. «Non possiamo pensare - ha sottolineato Foti -
che paesi piccoli come Pecorara o Caminata possano fare tutto da soli. Se non
più le comunità montane, sicuramente le unioni di comuni possono favorire
economie di scala indispensabili per realtà così piccole. Anche il federalismo
fiscale deve essere pensato in un'ottica solidale». «Per quanto riguarda la scuola
e la cosiddetta riforma Gelmini - ha proseguito il deputato della Pdl - bisogna
evitare inutili allarmismi. La riforma riguarda prima di tutto l'accorpamento
delle istituzioni scolastiche, non degli istituti; vale a dire delle segreterie
amministrative». Molti gli interventi del pubblico, in
particolare Franco Albertini, sindaco di Pecorara, ha voluto sottolineare la
realtà del suo Comune, attaccando da un lato gli sprechi della burocrazia che invece la messa in comune
di servizi tra comuni attigui potrebbe attuare e dall'altro il rischio di un
federalismo fiscale che non sia solidale. 03/12/2008
( da "Adige, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
FABRIZIO TORCHIO VAL
DI SOLE - Dopo una seconda notte al buio, senza corrente elettrica e (nelle
abitazioni sprovviste di stufa a legna) in qualche caso anche al freddo, la Val
di Rabbi è tornata ieri alla normalità FABRIZIO TORCHIO VAL DI SOLE - Dopo una
seconda notte al buio, senza corrente elettrica e (nelle abitazioni sprovviste
di stufa a legna) in qualche caso anche al freddo, la Val di Rabbi è tornata
ieri alla normalità. Numerosi cavi sono stati tranciati da alberi e rami
schiantati dal peso della neve e in zona hanno lavorato i tecnici della Set,
assieme ai vigili del fuoco, per ripristinare la la fornitura di corrente. Il
ritorno della «luce» è stato accolto con grande sollievo, mentre il pericolo di
valanghe rimane elevato (due slavine erano cadute sulla provinciale chiusa) e
molte strade interne alla valle restano precauzionalmente sbarrate. Oggi,
comunque, le scuole riapriranno. L'isolamento della Valle di Rabbi era
terminato lunedì sera con la riapertura della strada provinciale e ieri è stata
riaperta anche la strada statale del Tonale, che era stata chiusa a monte di
Vermiglio. Dopo il blackout, protesta però l'ex sindaco di Rabbi Franca Penasa
(ora in consiglio provinciale nelle fila della Lega Nord): «Dopo quello che è
successo bisognerebbe cominciare a chiedere i danni - accusa - perché sulla
strada provinciale il pericolo è stato elevato: se si sono abbattute delle
piante è perché non c'è una fascia adeguata libera da vegetazione ai lati della
strada. Lo stesso - continua Penasa - è accaduto per le linee elettriche: non è
possibile che ad ogni nevicata pesante la valle resti senza corrente, con tutti
i disagi che ne conseguono per gli abitanti. Chi non lo prova non lo può
capire: si sarebbe dovuta vedere la felicità delle famiglie che abitano nelle
frazioni più lontane quando i mezzi comunali li hanno raggiunti sgombrando la
neve». Maurizio Zanin , dirigente del Servizio foreste e fauna, fa notare però
che le squadre forestali sono state impegnate per tre giorni nella riapertura
delle strade chiuse per neve, compresa quella della Val di Rabbi, e che le
fasce di rispetto stradali vengono gestite in funzione della sicurezza, ma
anche della protezione dalla caduta di sassi e del paesaggio: «Le valutazioni -
fa inoltre notare Zanin - vengono fatte annche sulla base del tipo di pianta e
della resistenza allo sradicamento. La situazione della Val di Rabbi è poi più
marcata per la quota e la pendenza dei versanti». Non è la prima volta che fra
Pracorno e Tassé la linea elettrica si interrompe e nel 1986 - ricordano in
tanti - la valle rimase senza corrente per diversi giorni. Che il problema vada
risolto lo pensano anche a Set, la società di distribuzione del gruppo Trentino
Servizi. La spa ha un progetto per collegare la Val di Rabbi a Cogolo, in Val
di Peio, con una linea elettrica aerea, interrata in qualche tratto. Il
progetto, con tre ipotesi di tracciato, dovrebbe valicare il crinale fra le due
valli nella zona di Passo Cercen. La Provincia sta
raccogliendo i pareri, fra cui quello del Parco dello Stelvio. «La chiusura
dell'anello con Peio - ribadisce Penasa - è necessaria, mi auguro che i tempi
della burocrazia siano
brevi perché la Val di Rabbi ne ha bisogno». 03/12/2008
( da "Provincia Pavese, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Ora
è più facile aprire una ditta Procedure unificate in provincia, presentata ieri
una guida MENO BUROCRAZIA PAVIA. Niente più labirinti burocratici e code agli
sportelli per una sola informazione, finalmente c'è un iter procedurale
unificato e uguale per tutti i 190 Comuni della provincia di Pavia per chi
voglia aprire una nuova attività. è questo l'obiettivo raggiunto dal Tavolo di
coordinamento degli Sportelli unici della provincia di Pavia che dopo un anno
di lavoro e incontri a cadenza mensile ieri mattina ha presentato nella sala
colonne dell'Assessorato alle Attività Produttive della Provincia di Pavia la
«Guida provinciale alla compilazione della dichiarazione di inizio attività
produttiva». In caso di apertura e riconversione di un'azienda sul territorio
provinciale sarà sufficiente seguire la procedura resa chiara nelle 251 pagine
della guida le quali, punto per punto, spiegano cosa fare e a chi rivolgersi
per ottenere licenze e documenti. Ha commentato l'assessore Angelo Ciocca:
«Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra
le varie istituzioni. è la prima volta che i soggetti del territorio si
riuniscono per unificare le procedure autorizzative per i 190 Comuni, ma si
tratta di un punto di partenza per continuare a lavorare per dare
all'imprenditore tempi certi e rapidi». L'assessore alle attività produttive ha
sottolineato l'importanza di tale mossa in un momento di difficoltà economica:
«Il sistema economico della provincia sta vivendo una situazione difficile.
Vogliamo dare un segno tangibile della collaborazione tra istituzioni e tessuto
produttivo della nostra provincia, favorendo la semplificazione amministrativa
e facilitando le imprese e i professionisti nella predisposizione della
documentazione tecnica da presentare allo Sportello unico per le attività
produttive». Da novembre 2007 il Tavolo interistituzionale, che ha visto la
partecipazione di enti autorizzatori, associazioni di categoria, sportelli
unici della provincia e professionisti, ha svolto il lavoro di semplificazione
delle procedure per l'avvio e l'implementazione delle attività imprenditoriali.
Il risultato è una guida che, come ha spiegato l'assessore Angelo Ciocca,
«indica con chiarezza ed in modo univoco le modalità di compilazione della
modulistica unificata (Diap) regionale». Il documento si compone di tre parti:
una prima dedicata agli aspetti normativi e alla redazione della Dichiarazione
di inizio attività produttiva e dei relativi allegati, una seconda sull'analisi
della conformità di aspetti non previsti dalla modulistica unificata, ma
oggetto di verifica da parte degli organi di vigilanza e un'ultima contenente
una serie di schede di approfondimento e di allegati dedicati ad alcune
specifiche attività produttive. Un segnale positivo del legame tra istituzioni
e imprenditori è dato anche dalla crescita sul territorio degli sportelli unici
per le imprese, i luoghi deputati a raccogliere e semplificare la burocrazia per chi abbia o decida di avviare un'azienda: nel
2007 solo il 59% dei Comuni pavesi aveva questa struttura, ora il numero è
salito al 70%. Anna Ghezzi
( da "Provincia Pavese, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cantieri fermi, meno
soldi al Comune San Martino, non partono due lottizzazioni da 640mila euro La
minoranza accusa: «Costruite 800 case e il mercato è saturo» SAN MARTINO. Nelle
casse comunali entra solo il 50% degli oneri di urbanizzazione previsti nel
bilancio 2008. Slitta all'inizio dell'anno prossimo un'entrata di 640mila euro.
Due importanti lottizzazioni, peraltro già approvate dal consiglio comunale,
non sono partite. I privati hanno preferito attendere l'avvio del cantiere. E
la legge glielo consente. L'amministrazione comunale, tuttavia, aveva indicato
per il 2008 oneri per una cifra davvero ragguardevole: 1milione e 300mila euro.
«Per vari motivi - spiega il sindaco - abbiamo incassato solo la metà del
previsto». «Sfido chiunque a dirci che non abbiamo fatto i lavori pubblici
previsti - aggiunge -. Il fatto è che quando una amministrazione concede ad un
privato il permesso di costruire, non può imporgli i tempi di realizzazione».
Un esempio, a questo proposito, è ben noto a San Martino dove in via Togliatti
non sono ancora state costruite le palazzine approvate nel 2000. Abbiati, però,
è fiducioso: non si tratta di soldi persi. Questo è solo un ritardo nelle
aspettative di incasso. «Votiamo sempre l'immediata esecutività delle delibere
- spiega il sindaco - proprio per evitare che il privato si perda nei meandri della burocrazia facendo ritardare il pagamento degli oneri. Noi sappiamo
comunque che questi soldi entreranno in cassa e che questo mancato introito non
ha danneggiato nessuno». A non partire, secondo i tempi previsti, il recupero
della ex Misal ed una lottizzazione, alla fine di via Roma, che porterà tra
l'altro alla realizzazione di un parco di 16mila metri quadrati. Ma
Abbiati è convinto che non sia un segnale della crisi economica in corso. Lo dimostrerebbe
il fatto che a metà dicembre c'è la firma della convenzione per la
lottizzazione di Cascina Madonna. E che proprio oggi ci sarà un incontro con
chi realizzerà il piano di via Roma. Il sindaco assicura di aver previsto e
valutato il possibile rischio di non entrate per il 2008. Le uscite, quindi,
sono state controllate. Per la precisione è stato rinviato l'inizio di due
importanti opere: la nuova scuola media (di cui è già pronto il progetto
esecutivo) e la riqualificazione di un altro tratto di via Roma. Sul mancato
introito degli oneri di urbanizzazione è intervenuta in modo forte anche la
minoranza. «Questi incassi mancati - afferma il consigliere Fabio Amodio -
discendono dal fatto che si è costruito troppo». Tesi sostenuta anche dal consigliere
Francesco Cupella secondo cui «un buon amministratore deve capire quando il
mercato è saturo». «E' fin troppo evidente e prevedibile - precisa Amodio - che
in un comune come quello di San Martino, dove, negli ultimi 8 anni sono stati
costruiti o approvati quasi 800 nuovi appartamenti, il mercato sia saturo.
L'amministrazione doveva saperlo. E quindi doveva prevedere quanto accaduto.
Quando l'offerta è troppa rispetto alla domanda, gli appartamenti rimangono
invenduti e le case si deprezzano. Per questo motivo il privato, che ha
acquisito il titolo per costruire, per farlo effettivamente, aspetterà, tempi
migliori». La minoranza, insomma, ritiene il rinvio dell'incasso degli oneri
possa essere anche di alcuni anni. «Finchè non cambiano le condizioni di mercato».
Decisamente più ottimista la maggioranza convinta che tutto si risolverà nei
primi mesi del 2009. Raffaella Costa
( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VI - Torino
Il direttore regionale De Sanctis riunisce i dirigenti e annuncia un
monitoraggio automatico Scuole, la sicurezza va online Due incontri
all´istituto Moro: ci sono fondi per formare oltre tremila addetti STEFANO
PAROLA Una riunione per fare il punto sulla questione sicurezza. Il direttore
regionale Francesco De Sanctis e il suo vice Paolo Iennaco l´hanno organizzata
in tutta fretta dopo la tregedia del liceo Darwin di Rivoli. Ne è nato, spiega
De Sanctis, «un momento di discussione importante, che ci ha dato l´opportunità
di interagire con i dirigenti scolastici. Il personale degli istituti
piemontesi ha risposto in massa: poco meno di 700 persone, tra dirigenti scolastici
e responsabili alla sicurezza di scuole elementari, medie e superiori. Divisi
in due turni e seduti nell´aula magna del Liceo Pininfarina di Moncalieri, si
sono confrontati con i vertici dell´Ufficio regionale scolastico, tirando fuori
perplessità, timori, lamentele. A rompere il ghiaccio di questa conferenza di
servizio straordinaria è stato lo stesso De Sanctis, che ha dato due annunci.
Il primo riguardava il prossimo avvio di un sistema di monitoraggio online
sulla sicurezza degli edifici, con i presidi che potranno segnalare
direttamente tramite Internet qualsiasi tipo di problema. Il secondo era
relativo alla formazione dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza.
Prima i fondi venivano dati direttamente alle scuole, ora invece l´Ufficio
scolastico regionale intende riprendere in mano la situazione. L´idea è di
sfruttare una o due scuole della regione tra quelle considerate eccellenti e di
svolgervi circa un centinaio di corsi destinati ad oltre tremila tra dirigenti
scolastici e addetti alla sicurezza. Il soldi ci sono: due milioni di euro in
tutto, di cui 1,3 dai fondi disponibili per il 2008 e 700 mila dai fondi
avanzati lo scorso anno. Poi è toccato ai presidi aprire il loro vaso di
Pandora. Alcuni hanno denunciato i ritardi nella partenza dei lavori
commissionati dai vari enti locali di riferimento, altri ne hanno evidenziato
la scarsa qualità delle manutenzioni probabilmente generata dalle gare al
ribasso innescate dalle procedure di appalto. Qualcuno si è
lamentato della troppa burocrazia, che a volte implica un´eccessiva attenzione su aspetti
irrilevanti. Più di tutto si è parlato del ruolo del preside, schiacciato dal
peso della propria responsabilità nonostante tocchi a Comuni e Province
garantire la sicurezza nelle scuole: «Spesso - dice Nino Moro, dirigente
scolastico del Liceo Pininfarina e padrone ci casa per l´occasione -
siamo responsabili di cose che non riusciamo a governare, abbiamo le mani
legate: se succede qualcosa di brutto le colpe ricadono anche su di noi, ma
allo stesso tempo non abbiamo il potere di provvedere a sistemare le cose».
( da "Mattino di Padova, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 36 -
Provincia Spiraglio per l'ex «Faraona» Riunione in Regione il 9 dicembre, 160
operai sperano MONTAGNANA. Ancora un'attesa snervante per i dipendenti
dell'Avicola Marchigiana, più nota come «Faraona». Il Consiglio di
Amministrazione del gruppo Arena-Solagrital non ha ancora deciso sul futuro del
macello avicolo della città murata. Un'altra riunione del Cda seguirà oggi per
approfondire il progetto di riattivazione, oltre che della piattaforma
logistica, anche del macello. Questo è quanto in sintesi riferito ai dipendenti
dell'Avicola Marchigiana, nella riunione tenuta lunedì da Cgil, Cisl e Uil. Ma
dalla riunione con i lavoratori sono uscite delle novità. «E' da due mesi che
non ricevono un euro - riferisce Andrea Gambillara, esponente della Cgil - non
voglio addebitare alcuna colpa all'Inps però la burocrazia è troppo lunga. Perciò
abbiamo scritto una lettera al sindaco di Montagnana, facendo presente la grave
situazione in cui si dibattono i lavoratori e le loro famiglie e chiedendo il
sostegno dell'amministrazione comunale. In ballo ci sono 160 dipendenti che, se
riassunti, risolleverebbero la situazione occupazionale in forte crisi qual'è
quella di Montagnana». Già fissata una riunione in Regione il dicembre. Fino ad
allora cìè tempo per trattare. «Speriamo bene - conclude l'esponente della Cgil
- perché in caso contrario la vedo veramente brutta». (Roberto Morello)
( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Palermo
Trovata la soluzione per l´assunzione definitiva. Ma sulle prestazioni dovrà
essere pagata l´Iva I catalogatori passano alla Beni culturali spa per le casse
pubbliche aggravio da 13 milioni Per colpa della pianta organica che non c´è,
che non è mai stata elaborata, la Regione non può assumere i 430 catalogatori
che da oltre vent´anni si occupano, da lavoratori precari, dei beni culturali
della Sicilia. Per stabilizzarli ugualmente, la Regione dovrà allora affidarsi
a una seconda soluzione che però si prospetta molto più costosa: inciderà nelle
casse regionali per 13 milioni di euro, esattamente il 20 per cento in più
rispetto all´assunzione diretta nelle file dell´amministrazione siciliana. «Non
abbiamo altre scelte - si giustifica il segretario regionale dell´Mpa, nonché
ex assessore ai Beni culturali, Lino Leanza - I catalogatori possono essere
assunti solo dalla società Beni culturali spa che lavora per conto della
Regione ma per farsi pagare presenta regolare fattura. Così, l´amministrazione
siciliana è costretta a pagare il 20 per cento di Iva su ogni prestazione».
Un´imposta che potrebbe risparmiarsi se la forza lavoro della quale si serve
fosse alle sue dirette dipendenze. La prima svolta per i catalogatori, precari
da oltre vent´anni, era arrivata il 21 novembre dello scorso anno quando l´Ars
ne ha approvato la stabilizzazione. La norma, varata da un fronte bipartisan,
ha esteso al personale impiegato nei progetti di catalogazione i benefici
previsti dalla Finanziaria dello Stato. In attesa che venisse adeguata la
pianta organica, i catalogatori sono entrati a far parte della società regionale
Beni culturali. Ma la pianta organica non è mai arrivata e i catalogatori sono
destinati a restare a Beni culturali spa. Ora la
maggioranza che governa la Regione annuncia provvedimenti rapidi promettendo,
entro 3-4 mesi (sono sempre indicazioni di Leanza), l´elaborazione della pianta
organica dell´amministrazione siciliana. Quella mappa, cioè, attraverso la
quale è possibile stabilire quanti dipendenti ha bisogno ogni settore della burocrazia.
( da "Repubblica, La" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina X - Palermo
L´iniziativa La gestisce "Mama Africa", un´ivoriana che è diventata
un punto di riferimento per la gente del posto La ghiotta mensa dei poveri a
Ballarò carla incorvaia è la chef dei poveri di Ballarò. Degli emarginati,
degli immigrati, di chi insomma, arrivato a Palermo, non ha un posto dove
andare a mangiare e, a volte, neppure dormire. Così Abibata Konatè, meglio nota
come Mama Africa, ivoriana giunta in città nel 1994 per ricongiungersi al
marito del Burkina Faso, aiuta la gente bisognosa, cucinando e ospitando chi ha
la necessità di un pasto o di un tetto. In questo modo è riuscita ad aprire una
piccola cucina, una sorta di mensa nel cuore del centro storico della città, in
piazza Santa Chiara, vicino al centro sociale aperto agli immigrati e alla
gente del posto. La sua specialità pare proprio essere il cuscus, un piatto
tipico del Nord Africa ed entrato nella tradizione siciliana, con il quale ha
vinto per due anni premi al Cous Cous fest di San Vito Lo Capo. Una vera
prelibatezza a detta di chi lo ha già assaggiato. Mama Africa è conosciuta e
anche molto ricercata: di lei e della sua arte culinaria si è presto sparsa la
voce, così in molti richiedono le sue prelibatezze e Mama Africa lavora per
prepararle, a domicilio o su commissione. «La gente viene e ordina le cose ?
racconta Antonio Giunta, insegnante di italiano a Santa Chiara, professore anche
di Abibata, che in due anni è riuscita a prendere la terza media. è molto brava
? continua l´insegnante ai corsi per adulti della Federico II, ospitati a Santa
Chiara ? la sua cucina è diventata un punto di aggregazione, un centro
nevralgico per la vita quotidiana di chi gravita attorno alla piazza». Qualche
tempo fa, l´irruzione degli agenti della polizia amministrativa, che ha
controllato le condizioni igieniche dei locali, ha portato a sospendere
l´attività di questo angolo culinario nel cuore di Ballarò. Si tratta di locali
a pian terreno, che Mama Africa tiene più puliti che può,
ma che per la burocrazia e
le norme vigenti non sono adatti al pubblico ristoro. Fra le mattonelle bianche
e azzurre, Abibata ha sistemato diverse bombole del gas, che alimentano i
fornelli sui quali prepara i piatti, cucinati in grandi pentole di alluminio.
E anche se mancano i requisiti, il sogno più grande di Mama Africa continua a
essere quello di trovare un posto tutto suo, il suo angolo di accoglienza dove
poter realizzare i suoi piatti e continuare a cucinare per i suoi figli
adottivi. E pare proprio che lo stia cercando. «Il mio desiderio ? dice ? è
quello di poter aiutare tutti».
( da "Secolo XIX, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Ottimo, 9 e 10
oppure B e Aecco il gran valzer dei voti Un' insegnante di " lungo
corso" ripercorre i numerosi cambiamentidei sistemi di valutazione dal
fascismo a oggi. «Ma sono giudizi questi?» LA RIFORMA GELMINI prevede tra
l'altro il ritorno al voto numerico nella scuola elementare e media; ma credo
che sarebbe un grave errore opporsi al ritorno al voto numerico difendendo il
sistema attualmente in vigore. I due sistemi sono, a mio parere,
sostanzialmente identici. Credo invece che renderebbe un buon servizio alla
scuola dell'obbligo chi ripensasse per intero il sistema di valutazione. Da almeno
cento anni la scuola italiana ha sempre valutato nello stesso modo, sia pure
usando termini diversi. Lodevole, Buono, Sufficiente, Mediocre, Insufficiente
durante il fascismo. Voti numerici fino alla fine degli anni '
( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 9 - Udine «Ora non ci freni la burocrazia» Appello di Pineta spa in vista dei lavori di ripristino
LIGNANO. Un appello alla "burocrazia", affinché «non ostacoli il ripristino della spiaggia e
delle infrastrutture di cui il turismo e Lignano hanno bisogno» è giunto ieri
da Giorgio Ardito della Lignano Pineta Spa, società concessionaria dell'arenile
di Pineta, dove si sono verificati i danni maggiori a causa del maltempo
dei giorni scorsi. La spiaggia è la parte più colpita e avrà bisogno di un
sostanzioso ripascimento. Ardito ha reso noto che i danni, gli oltre 100 mila
metri cubi di spiaggia asportata e la distruzione di parte del pontile a mare,
potrebbero essere superiori alla prima stima, di circa un milione di euro. In
totale, su tutto l'arenile di Lignano Sabbiadoro dovrebbero esser stati erosi
circa 200 mila metri cubi di sabbia. «Dal Tagliamento alla spiaggia - afferma
Ardito, azzardando una soluzione per non compromettere la stagione 2009 - è in
programma, già appaltata, un'opera triennale di spostamento della sabbia per 50
mila metri cubi all'anno. Ma di fronte a questa eccezionale mareggiata, se
fattibile, bisognerebbe spostarne 70 mila e poi 40 mila per i due anni
successivi, in modo da dare una risposta pratica per le emergenze». «Noi ci
stiamo muovendo con ingegneri, sentendo diverse imprese per iniziare un
intervento di ristrutturazione del pontile ma impossibile parlare di tempi, sia
perché la burocrazia è un punto di domanda, sia perché
i lavori marittimi hanno una certa complessità». «Il sindaco - ha aggiunto
Giorgio Ardito -, riunirà le aziende danneggiate. Faremo di tutto però non ci
illudiamo e non vorremmo creare illusioni nei turisti». Ricordiamo che a causa
della mareggiata il lavoro di spostamento della sabbia dalla foce del
Tagliamento all'arenile di Lignano Pineta, portato avanti negli ultimi tre anni
dalla Regione Friuli Venezia Giulia, l'Arpa, il Comune di Lignano Sabbiadoro,
il Consorzio Marine Lignano ed il concessionario Lignano Pineta spa è stato
completamente vanificato. Oltre 100 mila metri cubi sono scomparsi in poche
ore. (d.s.)
( da "Tirreno, Il" del 03-12-2008)
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Pagina 7 - Viareggio
«La mia vita da pastore» Un giorno con Alberto Bertolini e il suo gregge «Tanto
lavoro, poco riposo e un mare di carte» MARCO POMELLA MASSAROSA. La sua vita è
un po' come ce la immaginiamo: sveglia alle prime luci dell'alba, sotto lo
coperte al primo buio. Mani rugose, rovinate dal tempo. Pochi svaghi, nessun
riposo. Bastone sotto il braccio e una voce pacata. Ma a parlare con Alberto
Bertolini, uno degli ultimi pastori rimasti sul territorio,
scopriamo che il suo mondo è fatto anche di burocrazia, di analisi e controanalisi. «Perché il mondo della pastorizia -
racconta Bertolini - è tenuto sotto controllo come se tutti i mali di questi
anni, dalla mucca pazza all'aviaria, siano colpa nostra. E fare il pastore non
è più come una volta». Alberto ha 160 pecore e qualche montone. Ce le
mostra nel suo terreno a Piano del Quercione, dove ci accompagna con un
furgoncino a tre ruote. Le pecore ci sembrano tutte uguali, a parte quelle più
piccole, gli agnellini. «In realtà - dice mentre le fa uscire dal recinto per abbeverarsi
- le riconosco ad una ad una. Se c'è ne una che sta male, che zoppica o ha
qualche problema me ne accorgo subito». Il lavoro, per Alberto, è una passione.
Una passione che ha ereditato dal padre. E che sta "diffondendo" in
famiglia: ad aiutarlo, nella sua attività, è impegnata anche la moglie e due
dei suoi tre figli (uno è ancora troppo piccolo). Ma è un lavoro duro, questo è
sicuro. «Mi alzo all'alba per mungere le pecore - racconta - e torno nel
pomeriggio per farle mangiare e uscire. Il resto del tempo faccio il
formaggio». Non c'è domenica, non c'è festa, non ci sono ferie. «Gli animali
vanno accuditi tutti i giorni, sotto la pioggia d'inverno e sotto il sole
cocente in estate». Fare il pastore però non è più come una volta. «Anche solo
per il fatto - dice Alberto - che con le nuove costruzioni lo spazio per il
pascolo è sempre più limitato». Poi ci si mette la legge. Giusta, ma che
complica le cose. «In alcuni periodi le porto al pascolo - dice Alberto - in
altri do loro da mangiare del mangime rigorosamente controllato, in parte, come
il granturco, prodotto direttamente da me». Ma tutti i mesi sono necessari
svariati controlli (che costano) sugli animali, e sui mangimi, e sui formaggi.
Sì, perché Alberto porta, tutti i giorni, il latte da Piano del Quercione a
Stiava dove vive e dove ha un piccolo laboratorio. Produce formaggio e ricotta.
Che rivende ad alimentari sparsi un po' in tutta la Versilia. Ogni giorno
riesce a produrre cinque o sei forme di pecorino. «Alcune le rivendo quasi
subito perché i clienti li preferiscono freschi - racconta - altri li lascio
stagionare anche per 3-4 mesi». Lo vende, agli alimentari, a 9-10 euro al
chilo. Sui banchi si trova tra i 14 e i 16 euro al chilo. Di carne, invece, ne
riesce a vendere poca. «Qui in Versilia - ci dice - non c'è un macello. Il che
vuol dire che anziché vendere la carne di agnello, siamo costretti a vendere
gli animali vivi a Lucca. E a ricavare molto meno: quasi non conviene». Alberto
Bertolini ha 51 anni ed è orgoglioso del suo lavoro. «Con le pecore - dice -
non ho mai fatto mancare nulla a casa». Alla pensione non pensa neanche,
nonostante il peso di un lavoro non certo facile, e non solo dal punto di vista
del pur notevole impegno fisico che richiede. E a vederlo sorridere, mentre accarezza
i suoi due cani che cercano di tenere unito il gregge, un po' proviamo invidia.
( da "Tirreno, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
I CONTROLLI
Verifiche Asl su igiene e prodotti MASSAROSA. Controlli sempre più serrati e
sempre più onerosi. Sono quelli che, dall'esplosione dei timori per mucca
pazza, afta epizootica e febbre aviaria, sono stati imposti agli allevatori.
«Il pastore oggi deve avere a che fare più con la penna che con il bastone».
Così uno degli agronomi che in Versilia effettua le analisi, Flavio Andreini,
commenta l'aumento di burocrazia imposta agli allevatori. I controlli infatti da una parte
vengono effettuati dall'Asl (per esempio sullo stato igienico delle stanze dove
viene prodotto il formaggio o sulla composizione dei prodotti che si danno in
pasto agli animali), dall'altra devono essere autocertificati dagli stessi
pastori. «Come associazione provinciale allevatori - spiega Andreini -
noi provvediamo a verificare la carica batterica del latte. E, sotto l'aspetto
microbiologico, effettuiamo controlli su formaggi e ricotte». Mantenere
un'azienda senza incorrere in sanzioni però è sempre più difficile.
«Nell'immaginario - dice Andreini - si pensa al pastore che gira con le sue
pecore da un campo all'altro. Oggi invece è costretto a certificare dove e cosa
i suoi animali mangiano».
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2008-12-03 - pag: 1 autore: Triveneto. Nuove aperture di aziende
Carinzia e Tirolo mete oltreconfine Nonostante la difficile congiuntura, cresce
l'interesse delle imprese del Triveneto nei confronti delle opportunità di
insediamento offerte dalla Carinzia e dal Tirolo, i land austriaci più vicini
ai confini con l'Italia. A favore dell'internazionalizzazione in questi
territori giocano un ruolo importante elementi come la prossimità alle sedi
centrali, le imposte più contenute e il minor peso della burocrazia;
elemento,quest'ultimo,ritenuto sempre più importante dagli imprenditori. Per
attirare gli investimenti strategico è l'operato delle agenzie di marketing
territoriale, come la carinziana Eak, appartenente al land e in grado di
assistere le aziende dal momento della presentazione delle pratiche per
l'insediamento fino alla ricerca di personale specializzato. Strumenti
grazie ai quali sono approdate oltre confine realtà del calibro della Danieli
di Buttrio (Ud) o, nel caso del Tirolo, della Durst di Bressanone (Bz),
presente da anni e in costante ampliamento. Rallenta, invece, l'interesse delle
Pmi per la Slovenia, penalizzata dai costi energetici e da un mercato del
lavoro poco flessibile. Pizzin u pagina
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Sud sezione:
CALABRIA data: 2008-12-03 - pag: 5 autore: Ambiente. Il numero degli operai è
sceso di alcune centinaia ma i costi sono cresciuti fino a raggiungere i 300
milioni Spesa in aumento per i forestali Il settore resta in attesa del
trasferimento dei lavoratori agli enti locali P
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2008-12-03 - pag: 4 autore: Nord-Est verso Carinzia e Tirolo
Cresce l'appeal dei due Land austriaci, mentre cala l'interesse per la Slovenia
Mauro Pizzin Vicinanza alle sedi centrali, fiscalità contenuta, incentivi per
l'insediamento, burocrazia non
soffocante. Sono questi quattro elementi a stimolare gli investimenti delle
aziende nordestine nei land austriaci di confine e in Slovenia. Con un trend di
crescita che si mantiene costante anche in questa difficile congiuntura per la
Carinzia e il Tirolo, mentre diminuisce l'appeal di Lubiana. Si tratta
di scelte determinate il più delle volte dalla necessità di presidiare quei
mercati o di utilizzare gli stabilimenti in loco come trampolini di lancio
verso l'Europa Centrale, ma che in talune circostanze potrebbero prefigurare un
vero e proprio spostamento della sede d'impresa, allarmando una regione come il
Friuli-Venezia Giulia, che per trattenere e attirare le imprese pensa allo
strumento della fiscalità di vantaggio (si legga l'articolo a fianco). Numeri
alla mano, come anticipato, non frena l'interesse per i siti produttivi della
Carinzia. Secondo i dati Apa- Invest ed Eak (necessariamente parziali perchè
sono diversi i canali d'insediamento scelti dalle Pmi), se nel 2004 i progetti
complessivi realizzati nel land da aziende nazionali erano stati 11 (di cui 2
del Nord-Est), nel 2007 la percentuale di imprese trivenete è diventata più
marcata (10 su 13 per le sole aziende censite da Eak), coinvolgendo realtà
venete (5), friulane (4) e altoatesine (1). Merito di un Irpeg/Ires al 25%
(contro il 31,4%dell'Italia),di contributi per investimenti nell'industria e
nell'artigianato (fino al 25%) e per progetti di R&S (fino al 60%), ma
anche e soprattutto di procedure burocratiche per autorizzazione e permessi di
costruzione dalle tempistiche incomparabili rispetto al nostro sistema Paese.
Ne sa qualcosa la Refrion di Talmassons (Ud), azienda del Gruppo omonimo (20
milioni la previsione di fatturato per il 2008) fortemente tentata di spostare
un centinaio di chilometri più a nord, ad Arnoldstein, il proprio stabilimento
dopo avere atteso a lungo la variante urbanistica comunale per ampliare la sua
fabbrica su terreno di proprietà. «Nel corso di un incontro in cui era presente
anche Heider – spiega l'amministratore unico Daniele Stolfo – il defunto
governatore carinziano si era davvero interessato alla nostra situazione,
dicendosi disposto a realizzare, nel caso, una struttura ad hoc che ci avrebbe
poi affittato. Ora siamo in una fase di stallo,ma l'intenzione è di decidere
entro gennaio». Braccio armato del marketing carinziano è l'Eak, l'Agenzia per
lo sviluppo economico di proprietà del land che ha frai suoi obiettivi quello
di promuovere le innovazioni, cooperazioni e gli insediamenti aziendali. «Eak –
precisa il project manager Natascha Zmerzlikar – fornisce assistenza gratuita
agli investitori stranieri, affiancandoli dalle incombenze per la
documentazione di base fino alla ricerca del personale». Le potenzialità del
territorio vengono promosse negli incontri organizzati in collaborazione con
l'ambasciata d'Austria in varie località italiane, a cui prendono parte anche
esperti legali per meglio chiarire i vantaggi fiscali e di diritto societario.
In questo 2008 la società si sta occupando di 125 progetti, di cui 50
dall'Italia,senza riscontrare un calo d'interesse per la congiuntura
internazionale. «L'azione di marketing proposta – tiene a precisare Zmerzlikar
– non viene svolta per convincere le aziende a lasciare l'Italia,ma solo per
ricordare loro, nel caso in cui avessero intenzione di internazionalizzare, che
la Carinzia è poco distante e offre numerosi vantaggi. Per il resto,
promuoviamo le collaborazioni tra realtà italiane e carinziane». La
preoccupazione di non turbare i buoni rapporti di vicinato, stavolta
soprattutto con l'Alto Adige, è manifestata anche da Marcus Hofer, della
Tiroler Zukunftsstiftung, fondazione che si occupa della promozione economica
del land austriaco più occidentale. «Nostra intenzione – spiega –è di
collaborare con le istituzioni di Bolzano per realizzare un'unica area
economica». Le richieste di insediamenti in Tirolo sono un centinaio all'anno, in
costante crescita, e di esse il 30-35% proviende da aziende non solo
altoatesine ma anche trentine e venete. Quanto agli insediamenti ef-fettivi, i
dati parziali (stavolta della sola Apa) parlano di 7 realtà che hanno aperto
dal
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2008-12-03 - pag: 4 autore: L'azienda brissinese progetta un
centro di ricerca inchiostri Durst potenzia il polo di Lienz LIENZ Con un giro
d'affari annuo che tocca i 45 milioni, la Durst Digital Technology Gmbh di
Lienz, nel Tirolo, rappresenta uno degli stabilimenti di punta del gruppo di
Bressanone (Bz) – ai vertici a livello mondiale nella realizzazione di sistemi
innovativi per la riproduzione di immagini – che ha chiuso il 2007 con ricavi complessivi
per 100 milioni. La struttura produttiva, inaugurata nel luglio del 1999 con
l'avvento della tecnologia a getto d'inchiostro, è stata ampliata nel tempo
fino agli attuali
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2008-12-03 - pag: 7 autore: Costruzioni. Cresce il peso dei
proventi da gare pubbliche Le aziende altoatesine fanno il pieno d'appalti
Mirco Marchiodi BOLZANO Dopo anni di crescita, l'edilizia altoatesina si trova
in forti difficoltà. «Entro la primavera prossima potremmo perdere 500 posti
sui 18mila complessivi », dice il segretario degli edili della Cisl, Michele
Buonerba. La Provincia corre ai ripari: il presidente Luis Durnwalder promette
che si cercherà di favorire le imprese locali nell'assegnazione degli appalti
pubblici, ad esempio aumentando il numero dei lotti – riducendone l'importo
singolo – per garantire delle chance di vittoria anche alle aziende più
piccole, ma in realtà sarà difficile migliorare la situazione attuale: se nel
2003 finivano alle imprese altoatesine "solo" due terzi degli
importi, nel 2007 sono rimasti in provincia più del 90% dei fondi messi a
disposizione dall'edilizia pubblica. Che non sono affatto pochi: nel 2007 sono
stati aggiudicati 3.795 bandi di gara pubblici per un importo complessivo di
232,57 milioni. Ebbene, le imprese locali si sono aggiudicate il 96,6% delle
gare (3.666) lasciando alle aziende extra-provinciali solo le briciole, ossia
129. Che la stragrande maggioranza degli appalti venga assegnata alle imprese
locali non è una novità (dal 2003 la percentuale è sempre stata superiore al
95% con l'unica eccezione del 2005,quando si è scesi al 94,2%), ma rispetto al
recente passato è aumentato anche l'importo. I grandi appalti in genere
venivano assegnati ad imprese provenienti da fuori, che così si portavano via
una fetta di torta relativamente grossa se messa in relazione con l'effettivo
numero di appalti vinti. Ora l'inversione di tendenza: nel 2007 alle imprese
locali sono finiti 208,23 milioni, quasi il 90% del totale.Come mai?Spiega
l'assessore provinciale ai Lavori pubblici, Florian Mussner: «Accanto al
prezzo, abbiamo inserito la qualità come criterio per l'assegnazione dei
lavori. Negli anni passati le imprese locali hanno dimostrato di lavorare bene
e hanno continuato ad aggiudicarsi nuovi appalti. Bene così, perché in questo
modo i soldi sono rimasti sul territorio e abbiamo potuto dare una mano alla
nostra economia». Questa tendenza è destinata a proseguire. Mussner, infatti, assicura
che i fondi a disposizione non caleranno: «Dovrebbero essere garantiti 240
milioni che ci permetteranno di portare avanti il nostro programma». I
costruttori chiedono degli interventi speciali: «Serve un piano provinciale
straordinario per fa-re ripartire l'edilizia, ma bisognerebbe anche rendere più
flessibile la legge urbanistica, perché i Comuni altoatesini hanno esigenze del
tutto diverse tra loro », dice ad esempio il presidente della Cassa edile e
vicepresidente di Assoimprenditori, Vittorio Repetto. Josef Negri, segretario
generale del collegio edile, ammette che per l'assegnazione diappalti pubblici
alle imprese locali non sarà possibile fare molto meglio: «Però – dice – la
Provincia dovrebbe intervenire su un altro aspetto, quello
della burocrazia. Le nostre
imprese occupano operai, non hanno grandi strutture amministrative. Appesantire
il loro lavoro con documentazione spesso inutile fa solo aumentare i costi».
Una richiesta che Mussner promette di portare avanti: «è vero che in alcuni
casi il carico burocratico è eccessivo. Una delle priorità del nuovo
governo provinciale sarà certamente quello di facilitare la vita alle aziende
sotto questo profilo». LE PREOCCUPAZIONI La congiuntura frena le Pmi Repetto
(Assoimprenditori); «C'è bisogno di un piano straordinario provinciale per fare
ripartire il settore»
( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mercoledì
03 Dicembre 2008 Chiudi Un nuovo ciclo produttivo è aperto dalla Luna, pronta a
cambiare fase nel proprio settore del lavoro, venerdì. Attenti alla burocrazia, legge! Nettuno
sostiene i progetti matrimoniali, il sogno di un figlio. Donne!
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-12-2008)
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Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2008-12-03 num: - pag: 10
categoria: REDAZIONALE SCONTRO TRA POTERI Giudici e politici, altalena continua
Dal caso Craxi al caso Nugnes di GEO NOCCHETTI SEGUE DALLA PRIMA E cita
l'inchiesta Mastella, un rivolo di quella sui rifiuti, la più recente sulla
sicurezza del museo Madre. Nei rapporti tra magistratura, soprattutto penale, e
politica, fino ad ora si è scelta l'oscillazione opportunistica, anziché la
fermezza della divisione dei ruoli. Assecondando, da parte di entrambi, l'onda
dell'umore popolare, anziché arginarla o quantomeno orientarla. Quando alla
politica ha fatto comodo, e alla classe dirigente campana, di governo e di opposizione,
ha fatto comodo quindici anni fa, le forzature procedurali, la distribuzione
generalizzata di manette anche a distanza di decenni dal presunto reato, i
suicidi, non hanno generato sdegni, né richiami allo Stato di diritto.
Dall'altro lato, la pericolosa convivenza tra una concezione civile del
diritto, contrapposta a quella etica e moralisteggiante di una rumorosa e
influente minoranza, è stata tollerata dalla maggioranza dei magistrati che né
nelle correnti, né al Csm, hanno mosso un dito nei confronti di chi,
soprattutto pm d'assalto, su giornali e televisioni, parlava di inchieste da
lui stesso condotte, anticipando sentenze, stilando giudizi inappellabili,
sconfinando dal dato oggettivo giuridico a quello dell'opinione politica,
morale e perfino estetica. In quell'epoca, chiamata con locuzione da esorcismo
di massa «Mani Pulite», gli esponenti dell'intera classe politica (parecchi dei
quali ancora in servizio), salvo ininfluenti eccezioni, preferirono salire
sulla tavola da surf e cavalcare le ondate di infame populismo giustizialista,
sperando che ad essere travolto dai flutti fosse sempre l'altro, avversario o
collega che fosse. Rimase dapprima inascoltato, poi seppellito a colpi di
monetine fuori all'hotel Raphael di Roma, l'invito del segretario del Psi
Bettino Craxi alla «Grande e Pubblica Confessione» da parte di tutti i partiti
e dei propri esponenti. Se avessimo avuto quella Grande Confessione, anziché
una miriade di piccole confessioni e molte delazioni, l'insano rapporto tra
giustizia e politica che sta portando la Campania e l'intero Paese nel vicolo
cieco dell'assolutismo autoritario, sarebbe stato sanato all'origine. Facendo
luce su quelli che erano stati 45 anni di democrazia repubblicana, nessun
politico avrebbe potuto travestirsi da Catone il Censore e invocare la
distruzione della Cartagine «avversaria» politica. Invece che attraverso le
inchieste a furor di popolo o il tintinnar di manette, gli italiani, e quindi
anche noi campani e napoletani, avrebbero appreso dalla «politica»
dell'esistenza di un sistema parallelo di finanziamento dei partiti, che fino a
quel momento aveva fatto comodo ed era funzionale per buona parte degli stessi
«probi » cittadini. Anche coloro, per tornare all'inizio, che si radunavano
dinanzi alle caserme o alle carceri per sputare sulle macchine di quei politici
dai quali, qualche settimana prima, erano andati a piangere un favore per sé o
per i propri figli o financo la propria amante. Con la Grande Confessione la
classe politica, e il popolo, si sarebbero guardati allo specchio e non
avrebbero avuto, o dato, alibi a nessuno, magistrati o censori fittizi, per
decidere chi fosse il cattivo e chi il buono. Le responsabilità morali e
politiche sarebbero ricadute su tutti, in quota parte, naturalmente, mentre le
responsabilità personali dei ladrocini e delle schifezze che alcuni politici
avevano commesso, insieme a burocrati, professionisti, imprenditori, sarebbero
restate competenza di una magistratura libera di esercitare solo quel controllo
di legalità vitale in una democrazia, e non anche supplire a quel ruolo,
politico, al quale quella classe aveva abdicato. Quella classe politica, come
questa attuale, napoletana e campana, non era, e non è legittimata, insieme alla burocrazia, all'imprenditoria, alla cultura, a parlare di azione
giudiziaria strumentale. O sospetta, nei tempi e nei modi. Se volesse farlo,
dovrebbe prima cacciare, senza aspettare le inchieste o le sentenze, coloro che
frequentano camorristi, vi fanno affari, continuano a prendere tangenti o a
darle, inventano progetti a tavolino che non producono sviluppo, ma
sottraggono risorse alla collettività che vanno a finire nelle loro tasche.
Dall'altra sponda, la magistratura potrebbe rivendicare l'obbligatorietà
dell'azione penale per fugare i sospetti di inchieste ad orologeria, se
l'obbligo valesse per tutti. E cito solamente due casi, senza nomi, giacché ho
frequentato e frequento il diritto, e voglio risparmiare ad un direttore
coraggioso altre noie giudiziarie. A febbraio di quest'anno sono stati
raggiunti da avvisi di garanzia numerosi soprintendenti, direi il Ghota degli
stessi e un imprenditore edile. L'imputazione, quasi per tutti, era
l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa
d'asta. Reati non molto dissimili da quelli ipotizzati in altre inchieste, tra
queste quella citata da Macry sul partito di Mastella. Quello che appare
incomprensibile, che pure rientra nella discrezionalità del magistrato, è che
per i soprintendenti, che si definirono innocenti e vittime di una
macchinazione, tra tutte le misure cautelari possibili, non ne è stata adottata
nemmeno una, a differenza della vicenda Udeur dove venne messa ai domiciliari
anche la presidente del consiglio regionale. Segno, evidentemente, che né il
pm, forse, o il gip, forse, anche a fronte di reati così pesanti, non hanno
ravvisato quei gravi indizi che potessero giustificare anche una sola delle
misure cautelari, come è invece accaduto in altre inchieste, con le medesime
ipotesi accusatorie, ma con altri imputati e con altri magistrati. Cose
legittime entrambi e fisiologiche, anche se il silenzio che ha avvolto l'intera
vicenda, dopo il clamore iniziale, lascia perplessi. Non giova agli indagati,
che, se già prosciolti, hanno diritto a veder pubblicamente fugata ogni ombra
sulla correttezza del loro alto e delicato operato. Se, al contrario, fosse
intervenuto un rinvio a giudizio per tutti o per qualcuno, quelli rinviati non
potrebbero restare un minuto in più nel loro incarico e questo nell'interesse
della collettività. Fermo restando la loro presunzione di innocenza fino a
sentenza di condanna passata in giudicato. Un silenzio, perciò, lo ribadiamo,
anomalo e non osservato in molti altri casi. E, per concludere, come non dare
ragione al procuratore generale Galgano, quando si indigna per Gigi D'Alessio
che ha cantato ai matrimoni dei boss della camorra? Ma se invece che un
cantante è un magistrato, tuttora in servizio nel distretto giudiziario del
procuratore Galgano, ad andare, non a un matrimonio, ma a un pranzo con
imprenditori notoriamente in odore di camorra e sotto inchiesta da parte della
Dda di Napoli, non sarebbe il caso, oltre che indignarsi, di adottare dei
provvedimenti? Evitiamo, come sta accadendo in questi giorni, che dietro il
suicidio di Nugnes si nascondano corrotti e mascalzoni della politica,
dell'imprenditoria, delle professioni, proprio come dietro la stragrande
maggioranza di toghe pulite e indipendenti, nere o rosse che siano, se ne
potrebbe nascondere qualcuna macchiata, se non sporca.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-12-03 - pag: 17 autore: Lo stralcio.
Il Governo deve investire sui controlli Pagare le tasse non può essere un
optional di Dino Pesole e Francesco Piu I l manifesto fiscale della sinistra
sociale e politica è storicamente pagare tutti per pagare meno. L'assunto è
civicamente ed eticamente irreprensibile, ma in buona parte astratto, e si
direbbe oggi buonista. Certo, la sinistra pone l'accento sulla lotta
all'evasione, ma in mancanza di un cambio di marcia "forte" e
convincente appare arduo ipotizzare che si possano finanziare nel breve periodo
consistenti piani di riduzione fiscale, esclusivamente attraverso gli auspicati
proventi della lotta all'evasione. Finora non è riuscito a nessuno. La destra
espone un altro sonoro manifesto storico: pagare meno per pagare tutti.
L'assuntoè che se il fisco fosse meno ingombrante, tutti sarebbero indotti ad
assolvere il proprio dovere, crescerebbe il gettito e in tal modo si
riuscirebbe a rimettere in moto l'economia. Ma da noi il vincolo del debito
pubblico impedisce di mettere in campo piani massicci di riduzione della
pressione fiscale. Il livello d'insofferenza e malcontento per il peso
eccessivo del fisco, ora aggravato dalla crisi economica, ha raggiunto una
soglia limite. Per altro verso, non è ancora maturata nella nostra società la
consapevolezza che gli evasori arrecano un danno all'intera collettività. Anzi,
spesso nutriamo una malcelata "ammirazione" per chi riesce a farla
franca, e al tempo stesso avvertiamo che il popolo degli evasori ci considera
come degli ingenui, passivi sudditi di uno Stato che ci tartassa, restituendo
in cambio servizi scadenti. Accertato tutto ciò, occorre fare un passo in
avanti. Le analisi abbondano, sono utili e importanti ma non più sufficienti. è
necessario uscire dalla logica del "tutti contro tutti", della
contrapposizione frontale che sembra essere la cifra caratterizzante dei nostri
tempi. Ecco che allora s'impone un "Patto", che parta dalla netta
riaffermazione di un principio generale, assolutamente incontrovertibile in uno
Stato di diritto: pagare le tasse non è un optional. è un dovere sancito dalla
Costituzione e dalle leggi vigenti. Dunque, chi contravviene a questo obbligo
si colloca al di fuori della legalità, arreca un grave danno non solo a chi le
tasse le paga regolarmente ma all'intero Paese, e dunque per questo va
perseguito e punito. Il passaggio fondamentale è che l'amministrazione pubblica
in genere, e nel caso specifico la "macchina delle tasse", sia posta
in un lasso di tempo ragionevole nelle condizioni d'operare quel deciso salto
d'efficienza che le consenta di recuperare credibilità agli occhi dei
cittadini. Non è utopia, né una chimera. Neppure una mission impossible. Basta
cominciare ad applicare sul serio le leggi e i regolamenti che già esistono. Il
Governo "deve" investire sull'amministrazione motivando e
coinvolgendo i dipendenti in un reale processo di riforma. Il cittadino
(utilizzando anche il Manuale di autodifesa allegato al volume) "
deve" pretendere che i diritti sanciti da leggi e regolamenti vengano rispettati.
L'amministrazione pubblica "deve" poter contare su un supporto
legislativo e regolamentare che le consenta di applicare le norme in vigore.
L'istituzione di una figura intermedia, una sorta di "tutor" super
partes, un "Mister tasse" che vigili sulla corretta applicazione
delle norme, sulla "qualità" delle leggi prodotte, sui comportamenti
che ne conseguono da parte degli uffici pubblici e dell'utenza, potrebbe
agevolare il percorso verso un nuovo ciclo di rapporti più civili e costruttivi
tra l'amministrazione pubblica e i cittadini. Nell'immediato va sicuramente
rafforzata la figura del Garante del contribuente. Il Patto comporta un impegno
reciproco: la maggiore probità fiscale, in cambio dell'efficienza. Occorre una
ferma e decisa volontà politica che ponga tale questione in cima all'agenda
delle priorità per gli anni a venire.è un terreno di possibili, auspicabili
intese bipartisan. Sul fronte della deterrenza, è del tutto evidente che la
propensione a evadere è strettamente correlata alla probabilità di subire un
controllo ( da noi, nella media, tale eventualità è percepita come remota).
Ecco allora che occorre puntare su controlli veri, sistematici e mirati sui
contribuenti effettivamente a rischio, evitando inutili dispersioni di energie
e denaro pubblico nel perseguire gli errori formali. Affinando gli strumenti
telematici e i controlli incrociati di cui dispone l'amministrazione, si
potrebbero potenziare i sistemi di analisi sui comportamenti dei soggetti
effettivamente a rischio. Non facciamoci illusioni. La questione è molto
complessa.Il vero macigno che sifrappone all'affermazione di una corretta
condotta fiscale è soprattutto di tipo culturale ed etico. Se infatti è
intollerabile che la pressione fiscale sia giunta all'attuale livello (anche
per effetto della "sovrattassa" che versiamo a causa dell'evasione),
è altresì intollerabile che un Paese moderno, tra i più avanzati e
industrializzati del mondo, continui a esprimere un così scarso senso civico.
Su questo aspetto occorrerebbe una mobilitazione culturale, civile,
intellettuale in grado di coinvolgere l'intera società in tutte le sue
articolazioni. In Italia - scriveva Italo Calvino - «le cose semplici non
vengono mai dette. Quest'epidemia ha colpito la politica, i giornali, la burocrazia
». Per favorire l'affermazione di comportamenti fiscalmente virtuosi occorre
allora prevedere e immaginare un sistema articolato di incentivi. Ci chiediamo
se non sia possibile avanzare una sorta di analisi di fattibilità che consenta
l'affermazione del nuovo principio "paga meno chi paga tutto".
Proposta che potrebbe (è la finalità di questo libro) aprire una prima breccia.
Lungi dal ritenere che con essa si possa risolvere una questione di tale
complessità, si ritiene comunque utile e indispensabile che attraverso questa
sorta di "provocazione" si apra una riflessione sui mezzi
d'informazione, tra gli addetti ai lavori, tra le forze politiche, sociali e
produttive,in Parlamento e all'interno del Governo, che punti a scardinare
l'attuale situazione di stallo. Il primo passo è che s'affermi una nuova figura
cui attribuire un visibile riconoscimento civico e sociale, il contribuente
totale, azionista del risanamento fiscale del Paese. Si tratta di segnali,
prima di tutto. Del resto, un Paese comincia a cambiare quando s'iniziano a
porre in discussione alcuni dei luoghi comuni alla base della sua arretratezza.
I gesti e i segnali hanno un grande valore, come quegli imprenditori in Sicilia
che rifiutano di pagare il pizzo.
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
PAVIA pag. 10 Aprire
un?impresa d?ora in poi sarà più facile PROVINCIA ? PAVIA ? UN ULTERIORE passo
per snellire la burocrazia, a favore delle imprese.
L?assessore provinciale al Lavoro, Angelo Ciocca, ha presentato ieri mattina la
nuova Guida provinciale alla compilazione della Dichiarazione di inizio
attività produttiva (Diap). «Sono molto soddisfatto - commenta Ciocca - del
risultato raggiunto. Il lavoro fatto è da un lato un traguardo, perché è la
prima volta che i soggetti del territorio si riuniscono per unificare le procedure
autorizzative per i 190 comuni, dall?altro è un punto di partenza, per
continuare a lavorare per dare all?imprenditore tempi certi e rapidi». Il
Tavolo di coordinamento degli sportelli unici della provincia di Pavia, avviato
dal novembre del
( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)
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Mercoledì 03
Dicembre 2008 Chiudi di VERONICA CURSI «Partirà entro fine mese un monitoraggio
di tutte le scuole più antiche di Roma per verificare le condizioni delle
strutture storiche della città e mettere in campo eventuali interventi di
manutenzione». Ad annunciarlo è l'assessore capitolino ai Lavori pubblici
Fabrizio Ghera che ieri mattina ha incontrato gli uffici tecnici dei municipi
per verificare le priorità d'intervento da attuare nelle scuole e identificare
le criticità dei plessi scolastici, anche di quelli colpiti dal maltempo.
«Entro breve tempo - annuncia l'assessore - daremo il via a una verifica di
tutti gli immobili più antichi di Roma, quelli che risalgono agli anni '30 e
che si trovano per lo più nelle aree centrali della città. Vogliamo dare inizio
ad un'opera generale di controlli negli edifici scolastici perché la sicurezza
non sia un'emergenza ma una priorità». Tra gli interventi da effettuare in
breve tempo anche quelli che riguardano le scuole colpite dalla pioggia degli
ultimi giorni, in particolare gli edifici del XII e XII municipio. Ma
nell'incontro di ieri, l'assessore ha raccolto anche le richieste avanzate dai
municipi in tema di edilizia scolastica: «L'obiettivo è quello di arrivare a un
monitoraggio complessivo delle scuole di Roma - spiega - in modo da poter avere
un quadro generale sulla situazione delle strutture e in sede di bilancio e di
assestamento, poter avanzare la richiesta di un aumento dei fondi a
disposizione per garantire interventi mirati ed efficaci. Gli edifici
scolastici hanno bisogno di controlli costanti e maggiore monitoraggio delle
strutture». Per questo tra le richieste che l'assessore vuole portare
all'attenzione del consiglio comunale e del sindaco Alemanno c'è la proposta di
«reinserire il piccolo fondo a disposizione dei dirigenti scolastici per i
piccoli interventi di manutenzione ordinaria. In modo da
snellire la burocrazia e
dare la possibilità alle singole scuole, qualora si rompesse un vetro, di poter
agire autonomamente senza dover aspettare i tempi di intervento del municipio».
Ma non solo. «Tra le idee c'è anche quella di proporre un servizio di
sorveglianza costante sulla condizione degli edifici scolastici dei singoli
quartieri - conclude Ghera - Non solo in materia di interventi ma anche
di applicazione delle norme da parte della Giunta c'è un impegno forte affinché
la manutenzione scolastica diventi una priorità».
( da "Messaggero, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mercoledì 03 Dicembre
2008 Chiudi TRASPORTI Piazza Gondar, ridateci la fermata Circa un mese fa sul
segnale della fermata prima di piazza Gondar (direzione Monte Sacro) venne
applicato un cartello: "La fermata verrà abolita". Preoccupati, noi
anziani ci siamo rivolti all'azienda comunale dei trasporti e ci è stato
risposto che non sapeva nulla nessuno di quel cartello e, anzi, dopo qualche
giorno, è sparito. Improvvisamente (una settimana fa, circa) la fermata è stata
abolita, la precedente sta a metà viale Libia. Ciò con gravi disagi per chi
abita a piazza Gondar, viale Etiopia (c'è la coincidenza con la fermata della
linea ferroviaria Fm1 per Fiumicino), viale Somalia, Sabina, praticamente in
tutto il quartiere Africano. Immaginate quando piove il disagio per anziani, handicappati
costretti a percorrere anche
( da "Messaggero, Il (Marche)" del 03-12-2008)
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Mercoledì 03
Dicembre 2008 Chiudi di VALENTINA POLCI CAMERINO Per l'Università di Camerino
oggi è l'inizio dell'anno accademico numero 673. Una storia importante,
concentrata in una cerimonia che parlerà dell'"Università che vogliamo per
essere e rimanere università", all'ombra di una riforma che segna anche il
futuro di questo ateneo. La relazione inaugurale è affidata a un intellettuale
di eccezione, Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole24Ore, che parlerà subito
dopo il rettore Fulvio Esposito. Appuntamento alle 10.30 al teatro Marchetti.
Nell'aria un presente che soffoca gli entusiasmi. Di quasi 10 mila studenti
(9.661 per la precisione), 183 docenti fra ordinari e associati, 152
ricercatori, inclusi quelli a tempo determinato, a cui vanno sommati assegnisti
a progetto, co.co.co., vincitori di borse di studio, chi lavora con contrattini
da tre mesi per tre mesi, e 307 fra tecnici e amministrativi. Un presente su
cui pesa - denuciano da queste parti - lo strascico dell'errore maldestro del
ministro Gelmini, che ha inserito Camerino tra le università sull'orlo del
tracollo finanziario (mentre la realtà parla di bilancio in pareggio), e in cui
si attende la sentenza del Tar Marche sulla regolarità dell'elezione del
rettore Esposito, avvenuta un anno fa. E, sopra ogni cosa, aleggiano i tagli
del Governo. La flessione dei finanziamenti statali per Unicam dal 2008 al 2009
è relativamente modesta, 200 mila euro. «Se però ci vediamo dietro le persone
sono 8 ricercatori che non potrò assumere, che diventano 9 se consideriamo
l'inflazione». Il rettore Esposito tralascia ogni valutazione etica e
generalista sulla riforma, e parte dalle voci di bilancio qui e ora per
proseguire nel segno della matematica. «Nel 2008 il Fondo di finanziamento
ordinario per la nostra università è stato di 37 milioni di euro, nel 2009,
stando alle previsioni, sarà di 36 milioni 817 mila euro, nel 2010 di 33
milioni 464 mila euro (- 3,5 milioni) e nel 2011 di 30,5 milioni di euro, meno
6,5 milioni. Questa è la realtà. Se l'anno prossimo respireremo ancora, nel
2010 saliranno a 70 i ricercatori che non potrò assumere. Diciamo allora che in
termini di crisi non esiste solo la Antonio Merloni». «Questi tagli
generalizzati - commenta Fabrizio Agosta, assegnista di ricerca del
dipartimento di Scienze della terra - impatteranno sulle nostre carriere, che
verrano interrotte. Nessuno chiede un posto fisso, ma all'improvviso ci tolgono
anche la possibilità di partecipare a concorsi per metterci in gioco. Dopo
tanti anni di studio all'estero sono approdato a Camerino perché c'è una
visione innovativa, strategica della ricerca. L'ambiente è
dinamico e il fatto che si tratti di un piccolo ateneo implica tanti pregi, a
partire da poca burocrazia
e poche sovrastrutture. Ma ora?». Lo scotto che le università italiane
pagheranno parla di numeri implacabili. Ogni ateneo si sta arrovellando per
trovare le sue soluzioni, sia che si vada verso la trasformazione in fondazioni
sia che si scelgano altre strade. «Ma se i tagli saranno questi non so
proprio come faremo», afferma Esposito. Sensazione di impotenza, nuda e cruda,
che anche in questo caso parte da un assunto matematico: «A turn over zero,
cioè se d'ora in avanti non sostituirò nessuno, nel 2011 il fondo di
finanziamento non basterà neanche per gli stipendi. Dovrò andare in banca a
chiedere un prestito. Non solo. In tre anni stimo che andranno in pensione circa
100 persone, che non rimpiazzerò. Significherà taglio dell'offerta didattica e
dei servizi». E la scure non cadrà sui corsi "inutili" (con iscritti
che si contano sulle dita di una mano o poco più). «Quelli li abbiamo già
disattivati - sottolinea - Dovrei forse chiudere l'unico corso di Fisica delle
Marche (che conta 26 matricole) quando sappiamo quanto sia necessaria la
ricerca scientifica per lo sviluppo?». Riguardo al bilancio, che non ha buchi,
l'Università di Camerino è una delle pochissime in Italia a ragionare in
termini di contabilità economico-patrimoniale. «Questa - continua il rettore -
mi dice che quest'anno non avrò soldi per la fotocopiatrice, fra due anni li
avrò per sostituire i microscopi, fra tre non potrò cambiare attrezzature per
la ricerca ormai obsolete o provvedere alla manutenzione degli edifici». Allora
come se ne viene fuori? Una soluzione è nel privato. «La settimana scorsa ho
firmato con alcuni imprenditori un contratto da 2,5 milioni di euro per fare
una citycar innovativa - prosegue Esposito - Ma non si può chiedere a un
privato di investire sulla ricerca di base, che darà risultati fra 10 anni. E
se Roma, il Governo, si tira indietro, bisogna che si facciano avanti Ancona,
Macerata e Ascoli. Signori, credete nell'università marchigiana? Allora dateci
risorse. E' questo che esigo dagli amministratori. E non dicano che non ci sono
fondi, è una questione di priorità».
( da "Corriere della Sera" del 03-12-2008)
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Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Lettere - data: 2008-12-03 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE Caro amico ti scrivo di Goffredo Buccini Il distributore di via
della Balduina: quando la politica sta col cittadino Caro Buccini, tramite il
vostro giornale, che per ben due volte quest'anno ha pubblicato il mio appello,
sento il bisogno e il dovere di ringraziare l'assessore Fulvio Accorinti, del
XIX Municipio. Egli infatti è stato l'unico ad aver raccolto la denuncia al
fine di far demolire, in via della Balduina, le «vestigia» di un dismesso
rifornimento di carburanti. Lo stesso impianto, che era rimasto dimenticato lì,
da circa vent'anni a darne testimonianza, e che si era arricchito via via, di
ogni tipo di rifiuti. Grazie a questo benemerito servitore della comunità, che
si è mosso con competenza e professionalità, tra i meandri
della burocrazia, si è
ottenuto il risultato sperato. Non solo infatti è stato demolito, rimosso,
raccolto e asportato quanto atteneva all'impianto della ex pompa e dintorni,
ma, contemporaneamente ne è stato anche restaurato il sito. Non si è
tralasciato neanche di riempire di materiali inerti l'antico serbatoio
interrato, onde evitare, nel malaugurato caso di apertura di una falla
che, esalazioni venefiche di fangosi residui potessero fuoriuscire. Questo caso
deve essere di esempio di come debbano operare tutti coloro che sono eletti a
servizio della comunità. Ringrazio anche a nome dei cittadini che hanno
l'affaccio su tale sito e mi auguro ardentemente che questa bella persona, che
non conosco personalmente, ma che ho avuto solo l'onore di sentire per
telefono, faccia parte di una squadra di politici volenterosi e attenti ai
bisogni della cittadinanza, di cui sentiamo prepotentemente il bisogno. Franca
Basetti Cara signora Franca, che cosa aggiungere? Alleluja. Capita, di tanto in
tanto, che le cose vadano per il verso giusto. gbuccini@rcs.it
( da "Corriere della Sera" del 03-12-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Sport - data: 2008-12-03 num: - pag: 50 categoria:
REDAZIONALE Rituale In cerimonie pubbliche o private, sulla bara di giovani e
non, i colori della squadra amata Fiori, ma anche sciarpe e magliette Il calcio
conforta funerali e memoria E al cimitero di Genova ci sono più simboli dei due
club che religiosi I grandi campioni spesso le mandano personalmente per i
giovani tifosi tragicamente scomparsi MILANO — C'era rabbia e tensione, quel
giorno a Torino, perché i fiori della ThyssenKrupp, la fabbrica dove sette
operai avevano trovato la morte, non li voleva proprio nessuno. Ma la maglia di
Alessandro Del Piero, sul feretro di Giuseppe Demasi, commosse anche il più
irriducibile dei granata. Era un'altra storia, era un'altra città ma anche per
Davide, quindicenne stroncato da uno spinello nell'hinterland milanese, hanno
voluto la casacca del capitano della Juve. Per l'avvocato Donatello Zoboli,
vittima di un incidente ferroviario, hanno raddoppiato: Del Piero e Paolo Di
Canio, che a lui piacevano entrambi un bel po'. Perché il calcio è così.
Claudio Monetti aveva una tabaccheria a Torino ma tifava da sempre per il
Verona. L'hanno ucciso a coltellate per rubargli qualche euro. Gli hanno messo
una maglia gialloblù sul feretro mentre ancora si domandavano il perché. Per la
tredicenne Pasma, che è stata portata via da una pirata della strada alla
periferia di Roma, e per il coetaneo Nicolò, ucciso dalla caduta di un pioppo a
causa di un nubifragio che si è abbattuto sulla capitale, nessuno ha avuto dubbi:
il numero 10 di Francesco Totti. E a Vito, i cui sogni da diciassettenne si
sono spezzati in una scuola maledetta, hanno messo quella di Nicola
Legrottaglie, il campione che si è ritrovato dopo aver riscoperto la fede in
Dio. è stato l'ultimo in ordine di tempo dei funerali dove si sono accese le
luci delle telecamere. Ma sono altri, tanti altri ancora, «i giorni di dolore»
privati dove parenti e amici mettono accanto al defunto, giovane studente o
stimato professionista, o appoggiano delicatamente sulla bara la maglia della
squadra del cuore. Perché l'accompagni e, magari, lo protegga nell'ultimo
viaggio. Ma non solo. A Genova, nel cimitero di Staglieno, sulle lapidi e sulle
tombe ci sono maglie rossoblù e simboli blucerchiati. Tanto che monsignor
Giuseppe Lanfranconi, rettore della chiesa, 86 anni, ha dovuto alzare la voce:
«Ci sono più magliette della Sampdoria e del Genoa che simboli religiosi».
All'estero sono andati oltre. Per i tifosi dell'Amburgo è stata creata un'ala
riservata del cimitero cittadino. Potranno riposare in pace in una bara con i
colori sociali. Ne hanno fatto uno speciale a pochi chilometri da Buenos Aires,
con le lapidi il marchio del club e la fontana con lo scudetto, per i
sostenitori del Boca Juniors, solo per quelli doc. Non voleva patenti Mario
Appignani, il celebre «Cavallo Pazzo» delle incursioni sul palco di Sanremo. Il
protagonista di invasioni solitarie sul prato dell'Olimpico
espresse una volontà romantica che cozzava contro la burocrazia: «Seppellite il mio cuore in curva Sud». Dove batte appunto il
cuore del tifo romanista. Dove, come in tutte le altre curve d'Italia, anche
quelle delle serie minori, ogni domenica c'è un ricordo. «Sempre con noi»,
scrive al compagno di fede scomparso chi ha diviso chilometri di trasferte e un
panino freddo all'autogrill. «Canta con noi da lassù », è l'ultimo
saluto a chi ha lasciato un seggiolino libero in una curva piena. Perché ci
sono vuoti che non si possono riempire. E, quando le sciarpe servono per
asciugare le lacrime, anche i nemici dell'altra curva, quelli divisi da un odio
che non sente ragioni, tacciono e si fermano in religioso silenzio. Come
accadde per il commovente ultimo saluto a Gabriele Sandri. Non si fermano, il
più delle volte, gli automobilisti. Se lo facessero, potrebbero vedere ai bordi
delle strade consolari o sui marciapiedi delle grandi metropoli piccoli altari
a cielo aperto. Dove si è interrotta tragicamente una vita, la memoria resta.
Una foto sorridente circondata da un muro di sciarpe. E una maglia di un giocatore.
Quella indossata quando si aveva tutta la vita davanti. E, anche, dopo la
morte. Bianconera Sulla bara di Vito la maglia di Legrottaglie e quella della
sua squadra (Ansa) Giallorossa La maglia di Totti sulla bara di Pasma, travolta
da una pirata della strada (Faraglia) Roberto Stracca
( da "Nazione, La (Pisa)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA PISA pag. 7 «San
Rossore, ippodromo di primo livello» LA CRISI DELL?IPPICA IL RESPONSABILE
NAZIONALE DI AN, BENEDETTI: «UNIRE DA AZZERARE» I PROBLEMI dell?ippica
nazionale hanno un immediato effetto sulle attività ippiche a Pisa dove il
fenomeno sportivo si coniuga con quello economico e ha, com?è noto, rilevanza
primaria. Dopo le decisioni dei due rami del Parlamento in ordine alle risorse,
devono definirsi ora le strategie da adottare per il rilancio dell?ippica, ed è
da queste strategie che l?ippodromo di San Rossore attende un?adeguata
considerazione. Sul tema è intervenuto il responsabile di An per i problemi
dell?ippica, Roberto Benedetti, anche nella sua veste di capogruppo di An in
consiglio regionale. L?incontro, organizzato dal consigliere comunale Diego Petrucci,
si è svolto nella sede del periodico ?Laboratorio ?99?. «Un prefetto in
pensione e un generale che ha operato in Afghanistan, certamente due bravissime
persone ma del tutto al di fuori dellla realtà dell?ippica, non possono, da
presidente e vicepresidente dell?Unire, guidare il riordino del settore ippico.
ABBIAMO la necessità di avere ai vertici validi manager e di grande competenza
specifica. Trovate le risorse per l?ippica, ora dovremo operare per la loro
distribuzione, procedendo all?approvazione di una legge di riordino che
cancelli i nefasti risultati delle legge 449, varata sotto il governo D?Alema,
che cancellò gli enti tecnici, un provvedimento che dette il via al caos
generale nell?Unire. La legge di riordino del settore dovrà procedere alla cancellazione
dell?attuale struttura dell?Unire sostituita, secondo la nostra visione, da un
ente assai più snello al quale dovranno fare capo tre federazioni: galoppo,
trotto, cavallo da sella. Efficienza e snellezza anziché la
lenta burocrazia di oggi.
Qualcosa di simile a quanto avviene con il Coni e le varie federazioni
sportive». Sugli altri provvedimenti da adottare, Benedetti ha detto:« Un punto
essenziale dovrà essere la riqualificazione degli ippodromi. In questo processo
io credo che San Rossore dovrà essere collocato, per la sua storia, la
qualità degli impianti e l?ottima gestione, ai primi tre posti in Italia, con
Milano e Roma. Del resto, fu proprio durante la gestione di Alemanno al
ministero delle politiche agricole che San Rossore fu riconosciuto dall?Unire
?ippodromo di interesse nazionale? ricavandone positivi vantaggi
convenzionali».
( da "Nazione, La (Grosseto)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA GROSSETO
pag. 2 «Le cifre? Un triste balletto» INFORTUNI L?UGL CRITICA I DATI DELLA ASL
9 «SPERIAMO che a questo triste balletto di cifre metta fine la nuova legge
entrata in vigore». Così il segretario territoriale dell?Ugl, Gianfranco
Franceschini, contesta le cifre riportate dalla Medicina del lavoro della Asl
( da "Corriere Alto Adige" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2008-12-03 num: - pag: 6
categoria: REDAZIONALE Comune Il «falco»: ringrazio chi mi ha sopportato La
delibera arriva in ritardo Slitta la nomina di Ellecosta BOLZANO — Si era
presentato in consiglio comunale con giacca elegante e cravatta, cosa per lui
alquanto inusuale. Ma Oswald Ellecosta dovrà pazientare un altro paio di giorni
prima di diventare vicesindaco: per questioni formali, infatti, la sua nomina è
stata rinviata alla prossima seduta. Cosa è successo? Gli amanti delle dietrologie
si sono subito attivati, ma a quanto pare sul rinvio non esiste alcun «giallo».
Più banalmente, è la burocrazia del consiglio comunale a frenare il passaggio di consegne tra
Elmar Pichler Rolle ed Ellecosta. La delibera relativa alla sostituzione,
infatti, era stata consegnata ai consiglieri con un preavviso inferiore alle 24
ore previste dal regolamento. Ciò significa che se l'atto fosse stato
presentato e approvato ieri, tutti gli atti del futuro vicesindaco sarebbero
stati a rischio d'impugnazione. Nella conferenza dei capigruppo, prima della
seduta, il sindaco Gigi Spagnolli ha provato a chiedere all'opposizione un
impegno a non presentare ricorsi. «Ma non avendo ottenuto garanzie — riferisce
il sindaco — abbiamo preferito spostare di due giorni la nomina».
L'appuntamento, dunque, è per domani sera. Intanto ieri Ellecosta si è dimesso
da capogruppo, cedendo il testimone al giovane Luis Walcher. In un breve
intervento, il «falco» ha ringraziato i compagni di gruppo: «è stato piacevole
lavorare con voi — ha detto —. Grazie per avermi sopportato in tutti questi
anni». Una delle richieste che l'Svp comunale porterà avanti in questo scampolo
di mandato è il tavolo su convivenza e simboli. «Importante — osserva Spagnolli
— che anche l'Università sia stata coinvolta: il dibattito culturale deve
precedere e aiutare quello politico». F. Cle.
( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
03-12-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Viterbo))
Argomenti: Burocrazia
Mercoledì 03
Dicembre 2008 Chiudi di FEDERICA LUPINO Il risparmio energetico rischia il corto
circuito. Addirittura retroattivo. Complice il decreto anticrisi approvato dal
governo, che sugli sgravi fiscali per chi ristruttura l'abitazione ricorrendo a
caldaie a condensazione, pannelli solari o nuovi infissi, cambia le regole del
gioco quando la partita è ormai iniziata. Il risultato? La maggioranza di chi
ha effettuato i lavori nel 2008, sapendo di poter contare su una detrazione
d'imposta del 55%, si dovrà accontentare del 36%. A partire dal 2009, scompare
addirittura la certezza di ottenere qualsiasi agevolazione. Una misura che nel
Viterbese interessa le circa 4.000 imprese che operano nel settore, e quelle
centinaia di cittadini che quest'anno hanno deciso di investire in energia
pulita. Pensando che «tanto c'è il contributo statale». Una misura bocciata
dalle associazioni datoriali, che temono una contrazione del settore.
Arrivederci ristrutturazioni, insomma. E, come sottolinea Federlazio, nella
Tuscia ne potrebbe risentire anche il già claudicante comparto delle ceramiche.
Andiamo per ordine. Il governo Prodi, con la Finanziaria 2007, aveva introdotto
la possibilità di detrarre dalla denuncia dei redditi il 55% delle spese
sostenute per apportare ad abitazioni e imprese quelle migliorie che consentono
di risparmiare energia. «La procedura - spiega Luigia Melaragni, responsabile
di Cna-sostenibile - era semplice: un tecnico certifica la correttezza
dell'intervento, si invia il documento all'Enea che dà una ricevuta. Questa si
presenta al commercialista al momento della denuncia dei redditi e il gioco è
fatto». Così, fino al 30 novembre. Quando sulla Gazzetta ufficiale è stato
pubblicato il decreto governativo, che rende molto più complicato il percorso
per ottenere gli sgravi. Per le spese sostenute dopo il 31 dicembre 2007, i
contribuenti devono inviare all'Agenzia delle entrate, esclusivamente per via
telematica, «un'apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e
la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi». Le domande, che
vanno spedite tra il 15 gennaio e il 27 febbraio, verranno esaminate in base
all'ordine cronologico di invio, entro 30 giorni. Ma, conoscendo
i tempi biblici della burocrazia italiana, il Governo ha messo le mani avanti: se in un mese non
arriva una risposta, vale il silenzio-rifiuto. Ovvero, niente sgravio del 55%.
Solo del 36%, fino a un massimo di 48.000 euro. Dal 2009, ulteriore stretta:
nessuna risposta equivarrà a nessuno sgravio, neanche del 36%. A questo,
si aggiunge l'introduzione di un tetto massimo di fondi disponibili, da qui al
2010. Insomma, sull'energia si va a esaurimento. Preoccupati gli artigiani. «Il
pacchetto anticrisi - sostiene Adalberto Meschini, segretario della Cna - non
aiuta la diffusione delle energie rinnovabili. Anzi, rischia di provocare una
riduzione degli investimenti da parte di imprese e famiglie. Mentre l'utilizzo
delle nuove tecnologie, oltre a tradursi in risparmio, è occasione di crescita
per le imprese e di creazione di posti di lavoro». Mentre per la
Confartigianato viterbese «dalla certezza della fruibilità di un meccanismo
automatico, si passa all'incertezza e alla discrezionalità. E a una drastica
riduzione delle risorse disponibili», dice il presidente Stefano Signori. Un
provvedimento, quello del governo Berlusconi, che non convince neanche la
Federlazio viterbese. «Il taglio agli incentivi - dice il direttore Giuseppe
Crea - va a colpire un comparto, quello dell'edilizia e dell'impiantistica
elettrica e industriale, che è già in crisi. E' chiaro che ci saranno
ripercussioni». Tant'è che tra gli operatori del settore sono in allerta: «C'è
preoccupazione - dice Crea - perché il pericolo è che venga a mancare il
lavoro. E a risentirne, a cascata, sarebbero anche gli ordinativi delle
industrie ceramiche».
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mercoledì 03
Dicembre 2008 Chiudi di STELLA CARNEVALI "IL Giardino delle delizie"
sabato 6 alle 15 alla Rosa del Borghetto, strada del Borghetto10 a Prepo di
Perugia. Incontro sul tema dei frutti minori a cura di Isabella Dalla Ragione.
Il privilegio di assaporare la pera carovella, anona cherimolia, fejioa sellowiana,
giuggioli dei pranzi rinascimentali. Un incontro per parlare e conoscere di
quei frutti cosiddetti minori perché scomparsi dalle coltivazioni intensive e
dunque scomparsi anche dai nostri mercati e dalle nostre tavole. Piccoli tesori
del palato noti ai nostri progenitori e ormai in estinzione ma che possono
ancora essere recuperati nei nostri giardini. Info www.larosadelborghetto.it
"Lu Santo Jullare Francesco" di Dario Fo interpretato da Mario
Pirovano domenica 7 alle 21 al teatro comunale di Monteleone di Spoleto. Il
tema della pace e della guerra, in particolare il discorso di Francesco ai
bolognesi con la famosa Concione del 1222 ricostruita da Fo sulla base della
tradizione popolare, delle cronache e delle testimonianze dirette. Info 3471769629.
"Gli amici di Manlio" domenica 7 con raduno alle 8 presso il
Palazzetto dello sport a Pian di Massiano di Perugia. Escursione su Monte
Pacciano: tre colline come spugne trasudano acqua che tanto tempo fa si
riversava nella vena maestra della Barigiana e poi si cumulava in un vascone da
cui un acquedotto la portava a zampillare fino alla Fontana Maggiore. Restano
grandi conservoni tra freschi boschi e un incantevole panorama. Durata 3-4 ore
per tutti coloro che amano camminare per viottoli e sentieri di montagna.
Prenotarsi al 3888947087. "Papiers" venerdì 5 alle 21.15 al teatro
Subasio di Spello. Un omaggio ai sans papiers di tutto il
mondo, fantasmi per gli Stati e le burocrazie. Di e con i partecipanti del
laboratorio teatrale interculturale Human Beings diretto da Danilo Cremonte.
Info 0755734519. "Enrico IV" di Luigi Pirandello da oggi fino a
sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 17 al Teatro Morlacchi di Perugia.
Commedia in tre atti con Ugo Pagliai e Paola Gassman. Una delle commedie più
originali dell'artista siciliano che ha sempre attratto i più grandi attori, da
Romolo Valli a Giulio Bosetti e Giorgio Albertazzi. Info 07557542222.
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
CATTOLICA E VALCONCA
pag. 13 Parcheggi ?blu? nel caos La convenzione sta per finire e nessuno ripara
i parcometri CATTOLICA ARRIVA il Natale e le strisce blu sono sempre più nel caos.
Per i commercianti non è un bella premessa riguardo agli affari di fine anno.
Come se non bastasse la crisi ad animare questi giorni pre-natalizi, c?è anche
la questione della gestione dei parcheggi a pagamento in città. I vigili
continuano a far multe ma in alcuni quartieri i parcometri sono fuori uso e
dunque è difficile per gli stessi cittadini ritirare il tagliandino di sosta e
pagare regolarmente. Morale? C?è ancora chi parcheggia a sbafo o chi è
costretto a farsi anche mezzo chilometro e più a piedi, nonostante la fretta,
per trovare un parcometro in funzione. L?assessore alla Polizia Municipale
Giovanni Ruggeri conferma una situazione paradossale: «La gestione non è ancora
passata al Comune ma gli incassi dei parcometri ed i parcometri stessi sono di
competenza ancora dei privati ? dice Ruggeri ? dobbiamo
aspettare che la burocrazia
faccia il suo corso. Non possiamo intrometterci nella gestione dei parcometri,
altrimenti sarebbe irregolare. Credo che ci vorranno ancora almeno due mesi per
regolarizzare tutto. Nel frattempo i vigili continueranno a fare controlli e
multe dove sarà necessario. E noi continueremo a sensibilizzare i
cittadini a pagare la sosta». Qualche settimana fa il consiglio comunale ha
deliberato che la gestione di tutti i parcheggi blu in città passino dai
privati all?amministrazione ma non è così facile sciogliere una tale matassa
dopo mesi, anzi anni di polemiche. Di certo gli interessi sono tanti e la
situazione paralizza un?intera città dove insistono oltre 600 posti auto blu con
relativa viabilità condizionata. Per i commercianti del centro e dei dintorni
sarebbe, invece, molto meglio che per i propri clienti non ci fossero ulteriori
intoppi ed ostacoli. L?unica nota lieta è che al momento la Polizia Municipale
sta dimostrando una certa sensibilità ed anche nelle contravvenzioni ha scelto
di applicare sanzioni contenute. Una multa per mancato pagamento della sosta
sulle strisce blu porta «solamente» ad una pnalità di 36 euro. Di questi tempi
una cifra ragionevole con la crisi che galoppa. Image: 20081203/foto/7361.jpg
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
SCANDIANO E ZONA
DELLE CERAMICHE pag. 18 Lo storico postino spostato a Baiso. E? caos per la
posta dei cittadini ROTEGLIA RACCOLTA FIRME DEGLI ABITANTI ? ROTEGLIA
(Castellarano) ? QUALCHE raccomandata consegnata in mezzo alla posta ordinaria,
forse nemmeno alla persona giusta, diverse lettere importanti (come l?esito di
esami clinici) che arrivano ai vicini e da questi consegnati ai giusti
destinatari. E? un vero e proprio caos quello lamentato nella zona di Roteglia
dai cittadini. Almeno da quando, sembra secondo una graduatoria, il postino che
da almeno 20 anni consegnava le lettere è stato spostato a Baiso. Lettere
recapitate a persone che non c?entrano nulla (poi saranno loro a consegnarle
con spirito civico ai veri destinatari, ndr), raccomandate che vengono rinviate
al mittente perché mai ritirate dagli interessati (che pare non abbiano mai
avuto conoscenza del loro arrivo, ndr). Un vero macello, sul quale la direzione
Poste sta cercando di fare chiarezza e, anche su nostra richiesta, fornirà
presto chiarimenti. Roteglia (ma altre zone della provincia sembrano essere al
pari, ndr) paga la politica della forte rotazione dei precari per i quali, una
volta conosciuti gli utenti vedono in scadenza il contratto temporaneo e se ne
vanno. Per Roteglia, a detta dei cittadini che stanno raccogliendo migliaia di
firme per una vera e propria denuncia della situazione e dello stesso sindaco
Alberto Caprari che ha in questi giorni richiesto diverse volte rassicurazioni
ai responsabili del servizio postale, la situazione è peggiore. Perché pare che
a norma di una graduatoria stilata dall?azienda Poste la
zona sia ora servita dalla postina di Baiso, sostituita nella sua zona dal
veterano postino di Roteglia. Tutti e due, ovviamente, non conoscono la zona a
loro assegnata e, anche se entrambi hanno chiesto di tornare a lavorare nei
territori che da tempo hanno servito, la burocrazia ha opposto per ora un secco no. Image: 20081203/foto/6994.jpg
( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
FORLI' AGENDA pag.
10 ) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22
novembre verso ... DISCUSSE Luminarie natalizie ) SANITÀ Quanta burocrazia in ospedale SABATO 22 novembre verso le 11.30 io,
mia moglie e le mie due figlie di 5 e 2 anni ci siamo recati presso la guardia
medica presente all?ospedale per far visitare la mia figlia più grande, che
lamentava nuovamente un problema che sembrava risolto la settimana precedente.
Visto che l?ambulatorio era pieno di gente, abbiamo deciso di andare
direttamente al reparto di Pediatria. Arrivati, con nostra sorpresa, siamo
stati dirottati al Pronto soccorso dove è iniziato il nostro calvario. Davanti
a noi avevamo una bimba con mamma e nonna, che nonostante fossero state alla
Guardia medica, sono comunque state dirottate al Pronto soccorso e dopo diverse
ore di attesa mandate al reparto di Pediatria. Se la cosa fosse svelta nessuno
si potrebbe arrabbiare, purtroppo però non è così: mi devono spiegare perché
fanno stare i bambini in attesa per ore, senza mangiare, per poi dirottarli
ovviamente in Pediatria dove capiscono i problemi dei nostri figli. La nostra
attesa è stata di 4-5 ore e tengo a precisare che il personale del Pronto
soccorso non ha colpe, anzi, gli infermieri sono i primi ad essere
scandalizzati del fatto che bimbi e familiari debbano essere costretti ad
aspettare ore prima di essere mandati al reparto di Pediatria. Preciso, non ho
pretesi di passare davanti a qualcuno, però penso che il pronto soccorso
pediatrico nel fine settimana, quando i pediatri di famiglia non sono
rintracciabili, debba essere un servizio indispensabile, anche perché mi hanno
detto che dal lunedì al venerdì di mattina esiste, ma in quei giorni si trova
anche il pediatra. Gianluca Versari ) LUMINARIE Luci e fiori in corso Diaz
Quest?anno ci mancheranno COME era bello corso Diaz con le luminarie a
ricordarci le festività, sintomo di letizia e prosperità. Ma quest?anno no, non
è così. Per colpa di pochi, chi ha cercato di valorizzare il proprio lavoro e
il corso è stato oltraggiato. Ci sono negozi che hanno curato le piante di anni
fa hanno reso il corso un po? più gradevole... perché non continuare? Ringrazio
quei negozi che hanno contribuito negli anni passati, sperando di ritrovare
quel calore che quest?anno ci mancherà. Domenico ?Memo? Dall?Agata ) PRIMARIE/1
Masini o Balzani? Fuori i programmi NON PASSA giorno senza che, nella mia
cassetta per le lettere, non trovi appelli a sostenere questo o quell?altro
candidato alle primarie del Partito Democratico. Sento parlare troppo di nomi e
poco do contenuti. «La fiducia è una cosa seria? e si dà alle cose serie?»
recitava uno slogan pubblicitario della mia infanzia. Io credo che, mai come
ora, occorra riportare la politica ai programmi. La prevalenza della forma sui
contenuti è sempre nefasta, soprattutto quando si dovrebbe scegliere chi ci
dovrà governare. Roberto Casadei ) PRIMARIE/2 Serve un salto di qualità degli
amministratori Bene fa Diego Cicognani a sottolineare che i Verdi sono quelli
di un progetto di città sul modello dei più avanzati centri urbani. Ora, non
voglio minimamente interferire con le primarie del Pd ma Cicognani offre
l?occasione per indicare a questi elettori una possibilità di scelta su opzioni
sempre più contrapposte. La chiarezza su singole proposte ogni tanto emerge ma
non pare ancora, purtroppo, un dato programmatico scontato dato che Masini
(nettamente contraria al porta a porta) è sostenuta dai cosiddetti ?Ecodem? che
solo la scorsa settimana hanno organizzato una iniziativa per sostenere la
raccolta differenziata e Balzani, invece, trova appoggio in chi (laico del Pd?)
ha fortemente avversato - in sintonia con il Sindaco in carica - l?attuazione
di parti importanti del programma pur votato dalla maggioranza dei forlivesi
nel 2004. I Verdi non parteggiano per l?uno o per l?altro ma lavorano e
lavoreranno nel progetto di una Forlì proiettata verso un benessere duraturo
che può essere garantito solo con un bel salto di qualità dei propri
amministratori. Sandra Morelli Verdi Forli ) PRIMARIE/3 Bravo Balzani il porta
a porta funziona HO APPREZZATO molto la scelta del candidato sindaco Roberto
Balzani di sposare con fermezza il progetto della raccolta differenziata ?porta
a porta? per la città. Nell?esperienza di cittadina forlimpopolese, dove la
raccolta differenziata porta a porta sta funzionando in maniera ottimale, posso
affermare che la crescita e la maturazione della cittadinanza su questo
problema può avvenire solo per gradi. La scelta di Balzani è quindi, non solo
appropriata, ma indispensabile per la città e il territorio, tenendo conto,
inoltre, che a breve ci saranno contributi e riduzioni a livello europeo e
regionale per i paesi virtuosi e al contrario sanzioni e rincari per le città a
basso tasso di differenziato. In tutto ciò si inserisce la scadenza dei
contratti con Hera prevista nel 2011, che permetterà la ricerca di partner sul
mercato libero. Elena Toni Componente Direzione territoriale Pd )PRIMARIE/4 Non
mi convince l?ambientalismo di Balzani TROVO molto strano che Roberto Balzani,
sostenuto dai maggiori studi di progettazione di Forlì, parli di città senza
cemento. Siamo di fronte ad un ambientalista della domenica. La coerenza è una
merce sempre più rara: oggi si fa l?occhiolino alla Morelli, qualche tempo fa
si volevano le auto in piazza Saffi. Mi pare manchi proprio la misura. Roberto
Bertaccini ) VIABILITÀ Zona
( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Giada Rossi è
costretta a una lunga riabilitazione e il liceo Leopardi-Majorana le è andato
incontro Lezioni il sabato in ospedale per non farle saltare scuola Un tuffo
nella piscina di casa, l'impatto violento che provoca la frattura la sesta
vertebra cervicale e la vita è cambiata, il 2 agosto 2008, per Giada Rossi. La
corsa da Zoppola all'ospedale di Udine, i ferri del chirurgo e la lunga riabilitazione
nell'istituto Gervasutta di Udine sono il flashback di una brutta estate. La
cronaca era stata interrotta a fine agosto: «Serve tempo», aveva detto l'équipe
degli specialisti del nosocomio udinese. Il tempo a 14 anni di solito corre
veloce tra la scuola, gli amici, lo sport. Per Giada, rischiava di rimanere
bloccato sul quadrante delle ore e dei mesi di terapia in reparto. Di lei, la
cronaca aveva perso le tracce in una camera di ospedale, 3 mesi fa. «Il 2
settembre volevamo ritirare Giada dal primo anno del liceo Leopardi-Majorana»,
hanno rivelato i genitori Mara e Andrea Rossi -. "Non se ne parla, ci
attiviamo subito per creare una scuola in ospedale": è stata questa la
risposta del dirigente Sergio Chiarotto. Ci ha fatto un gran bel regalo il 15
settembre, primo giorno di scuola. E' andato con una docente all'ospedale da
Giada e le ha detto: "Oggi si fa lezione anche per te". Tutti i
sabati, da metà settembre, Giada fa scuola in ospedale». Dalle 14 alle 18
lezioni in camera di latino, matematica, italiano, storia e psicologia, con
docenti volontari e pendolari Pordenone - Udine. Le compagne della classe prima
B Giulia e Greta hanno cominciato i lavori di gruppo in novembre. Il computer è
il banco di scuola e dal vocabolario ha cancellato una parola soltanto. «Giada
ha cancellato da anni dal vocabolario una parola - ha testimoniato la
caparbietà la mamma Mara -: bocciata». E' determinata. «La scuola si è mossa
grazie al dirigente Chiarotto, saltando i tempi lunghi
della burocrazia - sono
riconoscenti i genitori -. Il liceo si è fatto totalmente carico del progetto
di integrazione». Lezioni al Gervasutta, e-learning sulla piattaforma della
scuola quando la connessione internet sarà attivata in reparto e una
mobilitazione corale per dare scuola a Giada. «Per una famiglia, avere
la scuola così vicina è un problema in meno - è il bilancio su un periodo di
emergenza per Mara e Andrea Rossi -. Vuole dire tanto, in una situazione in cui
tutto è esagerato: la scuola è una risorsa importante per noi e per Giada». I
ragazzi della prima B, quella che Giada frequenta da lontano, hanno scritto 18
lettere. «Per dirle che non vedono l'ora di conoscerla - ha osservato la
docente che coordina i contatti -. Vogliono creare un blog sul web. La rete di
solidarietà è forte». Chiara Benotti
( da "Opinione, L'" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Mer, 03 Dic 2008
Edizione 261 del 03-12-2008 Federalismo necessario Perché la sinistra rischia
una scissione territoriale I partiti nazionali non reggono ...perché l?Italia è
sempre stata divisa in due A Nord di Roma di Romano Bracalini Come
riconquistare il Nord dopo averlo perso già dal 1948? Sono sessant?anni che la
sinistra non vince nelle regioni sopra il Po. Dopo il 1994 è cominciata
l?emorragia di voti che hanno fatto perdere alla sinistra il primato storico
che aveva in fabbrica. Un dubbio è venuto al sindaco Chiamparino e da Torino
s?è propagato fino a Milano e Venezia. Non si sa con certezza cosa frulli nella
testa di Chiamparino, a parte il terrore di nuove elezioni, ma tutti sembrano
essersi convinti che le aspirazioni del Nord esigano un partito più ?leghista?
e meno romano. La presa di posizione dei sindaci del Nord nasce da un motivo di
delusione e dal fatto che il partito, così com?è, non pare più in grado di
arginare l?avanzata della Lega che minaccia di fagocitare l?elettorato di
sinistra. Veltroni aveva promesso una ?forte struttura federale? e i leader del
Nord - mostrando di crederci o di sperarci - avevano rinunciato all?idea di un
progressivo distacco dal Pd romano per rivendicare una maggiore autonomia. Mal
gliene incolse. Le sconfitte elettorali alle politiche, a Roma e in Sicilia e
l?ambiguo procedere della segreteria nazionale, ostaggio del ?calunniatore e
violento? Di Pietro, hanno rimesso in moto il processo di autonomia che tante
apprensioni suscita nel Pd romano. E? insomma cominciata la fronda che
potrebbe, alla lunga, prefigurare perfino una scissione. Parola che fa paura e
che non viene nemmeno adombrata; ma che potrebbe diventare inevitabile se
prendesse forma un Pd del Nord in grado di competere con la Lega sul medesimo
terreno degli interessi territoriali e locali. La Lega, come elemento di novità
nel panorama politico italiano, ha riportato alla luce temi e considerazioni
che il centralismo romano aveva cancellato dalla scena politica come
improponibili e contrari agli interessi nazionali: l?autonomia territoriale, il
decentramento amministrativo, il federalismo politico. Temi che tornano
d?attualità e che furono alla base di un contrastato dibattito negli anni
successivi all?unità quando ci si trovò davanti al difficile compito di mettere
insieme due Italie diverse e incompatibili. Cominciò allora il contrasto
Nord/Sud, benché le gazzette asservite al potere si sforzassero di presentarlo
unicamente come un problema economico che il tempo avrebbe risolto in un
rinnovato clima di concordia. Era una menzogna. Il divario economico era
evidente; ma più accentuati erano il senso dell?etica e della giustizia, un
contrasto di mentalità e di stili di vita. Appena un trentennio dopo, con
l?arrembaggio della burocrazia ?borbonica?, ci si
chiedeva come fosse possibile che la metà del paese vivesse alla sua greppia e
l?altra metà a lavorare per mantenerlo. Nessuno pose rimedio al contrasto
insanabile, poiché sarebbe crollato l?intero edificio che si basava su uno
storico equivoco. Nemmeno oggi la sinistra e la destra sembrano in sintonia con
il sentimento prevalente delle popolazioni settentrionali che più di tutte
sentono quello che è stato chiamato il ?generale senso di ingiustizia? che
s?avverte nel Paese. Senso di ingiustizia che si traduce nelle sentenze assurde
di magistrati che assolvono ladri e furfanti umiliando lo spirito di onestà di
chi in silenzio tira la carretta e vede calpestati i propri diritti. I costumi
fanno le leggi. I risultati si vedono e sono maggiormente avvertiti nel
Lombardo-Veneto dove il decoro e il senso civico non sono un mero attributo.
Non sono incline stilare l?elenco dei virtuosi e dei reprobi. Ma bisognerà pur
chiederci perché a fronte di una tassazione tra le più alte in Europa abbiamo i
peggiori servizi pubblici e la burocrazia tra le più
tiranniche e inefficienti dopo quella sovietica e ottomana. E avrà pure un
senso domandarsi perché un malato parte dalla Sicilia o dalla Calabria per
venire a curarsi a Milano. Il problema è innanzi tutto di moralità e di pulizia
degli enti pubblici: Rai, Ferrovie, burocrazia,
amministrazioni locali, ridotti a uffici di collocamento delle segreterie dei
partiti. Dopo il fascismo c?è stato l?avvento di una nuova dittatura
?pluralista? che Pietro Nenni nei suoi taccuini definì con felice intuito
?partitocrazia?. Ciascun partito, di destra e di sinistra, è prigioniero del
proprio vizio di forma. La sinistra, ha scritto un osservatore equanime, Luca
Ricolfi, sulla Stampa, confonde ?l?equità con la solidarietà?, quando il
concetto di solidarietà, residuato di dottrina, serve a dividere l?umanità in
nuove odiose categorie secondo l?inappellabile codice ?buonista?. La destra
paralizzata dall?intreccio di interessi parassitari e clientali al Sud, ha
forse rinunciato alla ?rivoluzione liberale? promessa. Un partito del Nord
potrebbe cambiare il paese se solo diventasse più forte dei partiti
tradizionali che nella guerra di predominio condannano il paese
all?immobilismo. Ma forse cambiare i partiti equivale in Italia al titanico
sforzo di cambiare il Paese.
( da "Opinione, L'" del 03-12-2008)
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Oggi è Mer, 03 Dic
2008 Edizione 261 del 03-12-2008 Dopo Mumbai India, gli eroi per caso che
lottano contro il terrore di Dimitri Buffa C?è Vishnu Datta Ram Zende che di
mestiere fa il capo stazione, ha 37 anni e quel maledetto mercoledì alle 10 di
sera si è messo a gridare ?si esce da questa parte?, quasi cantilenando
l?annuncio, al microfono della Victoria?s station di Mumbai alla gente : grazie
a lui, in centinaia sono riusciti a defluire e andarsene senza creare ulteriori
vittime per la ressa e il panico. C?è Nirin Minocha, cuoco dell?hotel-ristorante
The Chambers, a poche decine di metri dal Taj Mahal, che quando ha sentito le
prime esplosioni è riuscito a raggruppare oltre 200 clienti del suo ristorante
e a farli entrare nel club interno del locale, dove potevano stare più al
sicuro, passando la serata a rifornirli gratis di viveri e di informazioni.
Prendendosi anche due proiettili in una gamba. C?è Hemant Oberoi che ha
spronato il suo team alberghiero a mettersi a disposizione dei clienti in preda
al panico. E ci sono decine di altri eroi più o meno misconosciuti che sono per
Mumbai e alla sua tragedia provocata dal terrorismo islamico esattamente quello
che gli eroici pompieri di New York erano per le Torri Gemelle. L?unico lato
positivo, quando accadono queste tragedie, è che il mondo si accorge di esser
pieno di piccoli eroi quotidiani. Sono loro i primi resistenti di Mumabai,
venuti alla luce solo a una settimana dagli attentati quando i giornalisti
locali e gli inviati internazionali hanno cominciato ad andare a caccia di
storie edificanti. E ne hanno trovate tante. La gente a Mumbai purtroppo si
aspettava qualcosa del genere, troppe le frizioni nei mesi passati con un
Pakistan ambiguo, dominato dall?antisemitismo e dal terrorismo islamico anche
nei gangli delle più alte istituzioni, e c?era nell?aria che qualcosa di
terribile stava per accadere. Tutti si sono fatti trovare umanamente pronti,
all?altezza.. E? la guerra asimmetrica tra India e Pakistan, quella che si è
scatenata già prima dell?11 settembre 2001 tra i servizi deviati e quelli
lealisti con l?Occidente, e sembra non dovere finire mai. Prima gli alleati di
Bin Laden hanno destabilizzato l?Afghanistan adesso tentano il colpo grosso con
l?India, approfittando dei tanti musulmani che vi risedono e sapendo che una
percentuale non piccola di essi è facile da tentare con le sirene del
fanatismo. A questo disegno da ieri l?India non ha da opporre solo il proprio
ruolo di potenza mondiale e le relazioni con America e Israele. Adesso sa di
poter contare anche su qualcosa di più: i piccoli eroi che mercoledì scorso
hanno rischiato la propria vita per salvare quella degli altri. DOPO MUMBAI2/
La sconfitta dei servizi di sicurezza indiani La polizia indiana ?non poteva
non sapere? che si stava preparando un attentato contro Mumbai. Ad affermarlo
non è qualche complottista, ma la Cia, il servizio segreto statunitense. Che
nei mesi precedenti l?attacco aveva passato a New Dehli informazioni su un
possibile attacco dal mare contro Mumbai. I servizi segreti della grande
democrazia asiatica avrebbero inoltre ignorato o sottovalutato altri sintomi:
informazioni fornite da militanti musulmani arrestati nel Nord dell?India e
diverse intercettazioni, rivelavano l?intenzione di colpire Mumbai e fornivano
già un quadro chiaro sugli obiettivi dei terroristi. Insomma: le segnalazioni
erano una mezza dozzina. Perché è stato ignorato tutto? I servizi di sicurezza
indiani sono affetti dall?inefficienza: salari bassi, burocrazia
lenta, equipaggiamenti obsoleti e carenza di analisti. Tutte caratteristiche
che rendono impossibile la scoperta e la prevenzione di un commando di
terroristi. Anche quando quest?ultimo si annuncia in pompa magna con mesi di
anticipo.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
03-12-2008)
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Mercoledì 3 Dicembre
2008 La politica Ue di sostegno Piccole imprese, antidoto alla crisi In un?economia
di libero mercato, la prosperità sostenibile ha sempre fatto affidamento sul
potenziale imprenditoriale. Sono 23 milioni le piccole e medie imprese (Pmi)
che forniscono quasi il 70 per cento dell?occupazione nel settore privato in
Europa e che hanno creato la stragrande maggioranza di nuovi impieghi nell?Ue
negli ultimi 10 anni. Finanziare il potenziale delle Pmi può aiutare nella
crescita iniziale, quando necessario. Gli sviluppi recenti del mercato
finanziario hanno turbato la fiducia nel funzionamento dell?economia globale. A
seguito della scossa causata dall?aumento improvviso dei prezzi di materie
prime, energia e prodotti alimentari, le grandi e piccole società devono ora
far fronte a vincoli di liquidità e di credito e alla continua diminuzione
della richiesta dei loro prodotti e servizi. Non è così sorprendente
l?aspettativa dei cittadini verso politici e imprenditori affinché si
responsabilizzino e aiutino a trovare una soluzione. A seguito della messa in
opera di una politica dedicata alla Pmi, nel 2005, possiamo lavorare
costruttivamente su alcuni risultati concreti. Nella maggior parte degli Stati
della Ue, i centri d?informazione dello «sportello unico» sono ora al servizio
degli imprenditori che vogliono creare un?impresa, ed esistono già procedure
semplificate per l?avviamento. In Italia, per esempio, è stata lanciata una
nuova iniziativa chiamata «un?impresa in un giorno», mirata a ridurre ad un
giorno appena il tempo per la messa in opera di una società. Grazie a questa
nuova procedura un nuovo imprenditore dovrà riempire solo una richiesta on-line
per poter creare la sua società. Inoltre, un servizio di sostegno all?impresa,
la «Enterprise Europe Network», assiste le Pmi nei primi passi, con consulenze,
eventi di intermediazione, consulenze per l?innovazione e informazioni su tutte
le politiche pertinenti dell?Ue. Oggi, più che mai, la linea dell?Unione
europea come piattaforma di reciproco miglioramento dovrebbe essere utilizzata
maggiormente. Ognuno è invitato a condividere con gli altri il meglio del
proprio modo di lavorare e imparare dalle loro esperienze. Qualunque sia la
situazione nazionale, dobbiamo avere un obiettivo comune e riconoscere il
contributo che gli imprenditori danno alla società. I posti di lavoro non sono
creati dai politici ma da quelle persone pronte ad assumere rischi e avviare
nuove iniziative imprenditoriali. Tutti gli attori nell?Ue dovrebbero aiutare
le Pmi a liberalizzare le risorse e concentrarsi sulle attività produttive.
Alle imprese non interessa da dove provenga la burocrazia
inutile. È dunque cruciale che i governi dell?Ue, le regioni e le autorità
locali uniscano le forze per sbloccare il potenziale delle Pmi. In questo
contesto, abbiamo già presentato importanti proposte legislative al fine di
ridurre le aliquote Iva in alcuni settori ad alta intensità di lavoro e
stabilire un nuovo statuto privato europeo delle Società rendendo più facile
per le Pmi il commercio transfrontaliero. Abbiamo inoltre rivisto le nostre
regole sugli aiuti di Stato, concedendo alle autorità regionali e nazionali
maggiore libertà di sostegno a favore delle Pmi. Per quanto riguarda il
cruciale fronte finanziario, stiamo lavorando a livello europeo per consentire
alle Pmi di affrontare la grave condizione causata della crisi bancaria
internazionale. La Banca europea per gli investimenti ha erogato un ulteriore
finanziamento di 15 miliardi di euro, e grazie a questa iniziativa circa 30
miliardi saranno disponibili per il periodo 2008-
( da "Corriere Adriatico" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Novità sul frontedei project financing Mentre prima i tecnici si trovavano
di fronte un'insormontabile burocrazia oraper aziendee amministrazionile procedure sono più snelle e veloci
Convegno in Confindustria: al centro del dibattito le regole che agevolano il
settore Urbanistica tra pubblico e privato pesaro - Nuovi orizzonti arrivano
dal terzo decreto correttivo al codice dei contratti pubblici. La buona
notizia riguarda soprattutto amministratori e imprese del collegio dei
Costruttori di Pesaro che ieri pomeriggio si sono riuniti a palazzo Ciacchi, la
sede di Confindustria di Pesaro e Urbino, per approfondire e discutere insieme
il nuovo provvedimento. Che ha introdotto regole più stringenti per la
realizzazione degli oneri di urbanizzazione a scomputo, nuovi strumenti di
contrattazione relativi alla riqualificazione urbana e infine cambiamenti
sostanziali alle procedure per il project financing. Al convegno di
Confindustria hanno partecipato tra gli altri anche l'avvocato Massimo Ghiloni,
direttore mercato privato dell'Ance e Andrea Calzolaio avvocato
amministrativista Con questo incontro - ha infatti introdotto il presidente dei
Costruttori della Provincia di pesaro e Urbino, Alberto Roscini - vogliamo
offrire alle imprese, alle amministrazioni e ai professionisti delle
indicazioni per orientarsi nell'ambito delle disposizioni previste dall'attuale
normativa. Nodi centrali del tavolo sono stati i nuovi rapporti tra pubblico e
privato nella realizzazione delle opere pubbliche e delle operazioni
urbanistiche in seguito all'entrata in vigore del terzo decreto correttivo del
Codice dei Contratti. Uno per tutt, la realizzazione delle opere pubbliche e il
Project financing approfondito dal direttore della direzione legislazione opere
pubbliche dell'Ance, Cesare Loria. Il Project financing della prima versione
era difficile da usare e da mettere in pratica per le aziende e per
l'amministrazione - ha spiegato il direttore Loria - , ora invece le procedure
sono più snelle e veloci. Le procedure passate prevedevano tre subprocedimenti
per un totale di 36 mesi di tempo, ora invece si attua solo la prima procedura.
L'amministrazione deve presentare uno studio di fattibilità, poi pubblicare il
bando e qualsiasi privato può presentare l'offerta. Prima invece si selezionava
il miglior progetto preliminare e si apriva una procedura di negoziato con le
altre due offerte. Insomma il provvedimento ha portato molti benefici in tempo
e fatica. Benefici che non sono arrivati, anzi, alle imprese dell'edilizia,
dell'impiantistica e della manifattura della provincia di Pesaro e Urbino, sul
piede di guerra per la repentina e inaspettata stretta sulle detrazioni del 55
per cento a cittadini e aziende che investono in risparmio energetico. Il
decreto legge 185 - articolo 29 - è stato approvato venerdì scorso dal Governo
e ha già causato bufera. Infatti da oggi in poi sarà più difficile fruire delle
detrazioni Irpef e Ires del 55 per cento sugli interventi per il risparmio
energetico effettuati nel 2008, 2009 e 2010. I fondi per l'anno
dell'investimento potrebbero essere già terminati. Per questo Cna invita tutti
gli interessati ad inviare il consuntivo dell'Enea e la documentazione e la
domanda all'Ufficio delle Entrate. L'istanza riguarda le spese sostenute nel
2208, 2009 e 2010 per le persone fisiche e le società con periodi d'imposta
coincidente con l'anno solare. VALENTINA GALLI,
( da "Corriere Adriatico" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Positivo incontro
del premier con Sali Berisha Appello agli imprenditori "Investite di più
in Albania" TIRANA - Sali Berisha, premier albanese, lancia un appello
agli imprenditori italiani affinché investano in Albania, soprattutto nel
settore dell'energia nucleare. Silvio Berlusconi assicura
che al di là dell'Adriatico le industrie tricolori potranno trovare meno burocrazia che altrove. Al termine della
visita del presidente del Consiglio a Tirana, insomma, il rapporto privilegiato
che da anni lega Italia e Albania viene confermato dai due leader. Berlusconi è
stato accolto con entusiasmo dal collega albanese. "Un grande amico
che ha aiutato tanto il mio Paese", ha detto in italiano Berisha nel corso
della conferenza stampa congiunta. I due leader hanno presenziato alla firma di
quattro intese fra altrettante imprese italiane e il governo albanese: il gruppo
Falcone per la realizzazione di un rigassificatore del valore di un miliardo di
euro e il gruppo Moncada Costruzioni per la posa di un cavo elettrico
sottomarino. Gli altri due accordi (siglati dalla Colacem e dalla Todini
costruzioni), pur se di minore entità, permetteranno la realizzazione di un
cementificio e di un tratto stradale. I due governi hanno anche firmato due
accordi bilaterali: uno per la cooperazione allo sviluppo e l'altro sulla
regolamentazione dei flussi migratori. Parlando alla stampa, Berisha ha
annunciato che "dalla prossima settimana potranno iniziare i trasferimenti
degli albanesi detenuti in Italia". Ma è sul fronte economico che il
leader albanese ha insistito maggiormente, con un invito diretto agli
imprenditori italiani. "Ho detto al mio amico Silvio che ci sono più di
tre miliardi di euro pronti per essere investiti nel mio Paese", ha
riferito ricordando che le tasse in Albania sono le "più basse
d'Europa".
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
DALL'INVIATO ENZO
CIACCIO Casalnuovo. «Ha lasciato la moglie Rosa e tre ragazzi ormai grandi:
Fabio, Sergio e Domenico. Il figliolo che era in negozio con lui, insieme a un
altro familiare e a due clienti, negli attimi della rapina mi ha raccontato tra
le lacrime di essere scivolato sul pavimento durante il trambusto. E che Raffaele,
il suo papà che ora non c'è più, sarebbe intervenuto col bastone contro i
rapinatori perchè pensava che uno di loro lo avesse appena colpito. Povero
Raffaele: non è morto per proteggere l'incasso, è morto per proteggere la vita
del suo figliolo che credeva in pericolo». Giovanni Romano, ex vicesindaco di
Casalnuovo, è un caro amico d'infanzia del commerciante ammazzato in via
Filichito. Se quel che gli ha raccontato il giovane tra le lacrime risponde al
vero e non è solo frutto di comprensibile suggestione, Raffaele Manna avrebbe
l'altra sera reagito col bastone per impedire ai rapinatori di far del male al
proprio figliolo, che aveva appena visto cadere di schianto sul pavimento.
Dunque, sarebbe stato l'istinto di proteggere la sua creatura che riteneva aggredita
e non tanto la rabbia per l'incasso appena rubato a indurlo a non restar fermo
mentre i quattro fuggivano dal cortile per scomparire col magro bottino.
Stamattina si chiacchiera a bassa voce. Bandiere a mezz'asta davanti al
municipio, commissariato dal dicembre 2007 dopo lo scandalo
dei villaggi abusivi che fece discutere mezzo pianeta e che oggi giace
semi-irrisolto per burocrazia, lentezze e ritardi. Sarà lutto cittadino, a Casalnuovo, nel
giorno dei funerali. Lungo via Filichito, serpentone angusto senza luci nè
atmosfera, non si respira aria di Natale. E la tensione si mastica a bocconi.
Ecco il cortile della rapina, ecco il negozio chiuso per lutto. Ecco la
folla silente di amici e parenti a ridosso della palazzina di due piani
tinteggiata color mattone abitata dai Manna, arrivati qui due anni fa da via
Vittorio Emanuele. C'è rabbia, nel cortile affollato. Dolore profondo. E tanto
altro ancora, di giusto e di sbagliato. Lo chiamavano affettuosamente «il
capitano». Nel senso di comandante. «Perchè Raffaele - spiega malinconico un
vicino - era un uomo fatto all'antica, un ex contadino dai valori forti,
abituato a svegliarsi alle tre di mattina per coltivare i campi, uno che non
ammetteva prepotenze e soprusi e che grazie al suo sguardo, serio e autorevole,
sapeva farsi rispettare. I suoi tre figli, che gli erano affezionatissimi, gli
parlavano dandogli del voi. Come si usava, per rispetto, nelle famiglie per
bene di una volta». Una famiglia compatta, i Manna. Costituita da una folla di
fratelli, figli, cugini e parenti. Una famiglia numerosa, capace di esprimere
in paese una sua autosufficiente «forza elettorale», tanto che nel recente
passato si è mobilitata per far eleggere un consigliere comunale, Maria
Pelliccia, nipote del commerciante ucciso. Quella dell'altra sera non è stata
la prima rapina in zona. Nei negozi, sguardi cupi. Anzi, arrabbiati. È un coro:
«Qui vendere merce è come scendere in guerra. Lo Stato? Si fa vedere e fa la
faccia feroce solo quando c'è da buttar giù le case senza licenza. Ponticelli,
grazie alla superstrada, dista solo cinque minuti di auto da qui. E da via
Argine, appena fa buio, partono bande armate di giovanotti pronti agli assalti
quotidiani». Commenta Alessandro Ortolani, uno dei commissari che col collega
Codispoti si è recato ieri a casa della vittima: «Quell'uomo ha agito in base a
un istinto qualificato. A muoverlo è stato lo sdegno contro chi pretendeva di
offendere i suoi cari e di privarlo del frutto del suo lavoro». C'è paura, in
questa estrema periferia che sconfina oltre le mura municipali. Gennaro
Fatigati, assessore al commercio del contiguo comune di Acerra, scrive al
presidente Berlusconi. Chiede che, in vista delle festività natalizie, i
militari ora impegnati nella sorveglianza del termovalorizzatore siano spostati
sulla prevenzione anti-crimine, in particolare per le rapine ai negozi. Una
richiesta da stato di emergenza. Come in zona di guerra. Appunto.
( da "Gazzettino, Il" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Famiglia cristiana
contro la manovra economica «È come dare l'aspirina a un malato terminale»
RomaNuovo, duro attacco al governo Berlusconi dalle pagine di Famiglia
cristiana. Per il settimanale dei paolini la manovra finanziaria a sostegno
delle famiglie è «un tampone: come dare l'aspirina a un malato terminale». E la
social card è da bocciare, come «cesarismo populista che ha trasformato i
diritti in elemosine», e per il quale non c'è neppure la copertura economica.
Il settimanale lo scrive nell'editoriale del prossimo numero.La manovra dunque
per Famiglia cristiana è «demagogia, più che l'inizio d'una politica familiare
seria», poiché le misure si riveleranno inefficaci: «Servirà a poco, non farà
ripartire i consumi, né ridurrà quella fascia di famiglie che non arriva a metà
mese», e farraginose: «quanta burocrazia per i due soldi» della social card!».«L'elemosina di Stato -
scrive Famiglia cristiana nell'editoriale del prossimo numero - non modifica
d'una virgola la distribuzione del reddito, non lo sostiene, non crea nuovi
posti di lavoro. Le grandi opere, finanziate con 16 milioni di euro, sono un
libro dei sogni, che nessuno ha aperto». Da bocciare, per il settimanale
dei paolini, specialmente la social card: « Si tratta di poco più d'un euro al
giorno a famiglia. Impresa degna del «cesarismo» populista, che ha trasformato
i diritti in elemosine, come s'addice a sudditi più che a cittadini. È un
certificato di povertà», per il quale peraltro non è garantita la copertura
finanziaria («Tremonti dice che userà i «conti dormienti» e le multe
dell'Antitrust. Ma quei soldi li aveva già promessi alle vittime del crack
Parmalat e Cirio»). Per Famiglia Cristiana dunque per la manovra «ci voleva più
coraggio, soprattutto a sostegno delle famiglie, cenerentole d'Italia».
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Autostrade: pedaggi
senza pace Nicola Perenne - C.MARE DI STABIA Dr. Lubrano, i pedaggi
autostradali sono senza pace. Ogni due per tre le società che gestiscono le
maggiori vie di comunicazione annunciano un ritocco. Adesso ho letto che dal I.
gennaio 09 potrebbe esserci un aumento del 2,5%. Il fatto che sia stata
rinnovata la convenzione fino al 2038 mette al sicuro i gestori ma questo che
cosa significa: che possono fare quello che vogliono? L'amministratore delegato
di Atlantia,il gruppo che controlla Autostrade per l'Italia (Aspi), la maggiore
delle 22 concessionarie, dice che comunque il ritocco del 2,5% sarebbe
«largamente inferiore all'inflazione». Infatti, pensate un po', gli altri
gestori parlano di ritocchi del 5, persino del 6%. Qualche giorno fa ho
registrato con soddisfazione sul mio blog(www.lubranorisponde.info) la
dichiarazione di Tremonti a proposito di balzelli autostradali e di posizioni
monopolistiche. Cambiamo - ha detto il ministro - le tariffe autostradali
legandole agli investimenti che le concessionarie faranno. Evidentemente,
dicevo, finora le concessionarie non hanno realizzato investimenti ed hanno
invece continuamente ritoccato i pedaggi. Lo stop di Tremonti, cioè, vuole
ricondurre entro certi limiti le pretese dei gestori delle autostrade italiane.
E concludevo: la convenzione che da pochi mesi è stata prorogata fino al 2038
non rende semi-perpetua la pacchia? Ora l'ipotesi del nuovo ritocco è
sfrontata. Mentre il governo - in linea, è da credere, con la presa di
posizione di Tremonti - pensa di imporre un blocco degli adeguamenti tariffari,
l'Aiscat(l'associazione delle concessionarie) si dice molto preoccupata della
"presunta" volontà del governo di stopparli. Questa, secondo me, è
l'orchestra dei senza vergogna, per rubare un titolo a Renzo Arbore. Le classi
differenziate siete indignati o no? Loredana Franca - NAPOLI Caro dr. Lubrano,
vorrei esprimere anch'io la mia opinione sulla proposta della Lega che vorrebbe
nella scuola italiana classi differenziate per i figli degli emigrati. E dico
no. Capisco che il mio no vale poco, sono una qualsiasi. Ma ho l'impressione
tuttavia che non ci sia stata sufficiente protesta per una idea del genere. Mi
sbaglio, ci stiamo assuefacendo a tutto? Insomma quanta gente dice sì e quanta
no? Ho ricevuto quasi contemporaneamente a questa lettera il seguente messaggio
circolare dal prof. Domenico de Masi, uno dei sociologi più noti d'Italia. Ne
condivido il contenuto e mi fa piacere che altri possano aderirvi anche
attraverso il mio blog (www.lubrano risponde.info). «Cari amici, ho frequentato
la mia prima classe elementare in una scuola ancora fascista, dove si adottava
un libro fatto di domande e risposte. Alla domanda "Chi è il
meticcio?" dovevamo rispondere tutti in coro: "Il meticcio è un
essere fisicamente e psichicamente inferiore". Immagino che anche voi
siate indignati per la mozione della Lega Nord votata in Aula il 14 ottobre,
relativa all'istituzione di "classi ponte" per ghettizzate i bambini
immigrati. È il primo passo verso un nuovo razzismo di Stato. Spero perciò che,
in tutte le sedi opportune, facciate valere la vostra voce contraria, forti di
quanto gridava Don Milani: " Se voi avete il diritto di dividere il mondo
in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria
e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato,
privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i
miei stranieri». Arretrati: l'Inps risponde Annalisa Guidotti, dir. relaz. est.
Inps - NAPOLI Gentile dottor Lubrano, in relazione alla lettera del signor
Umberto Capoccia, pubblicata da Il Mattino mercoledì 12
novembre con il titolo «La burocrazia e gli arretrati», vorrei precisare che il pagamento degli
arretrati relativi alla pensione di invalidità civile del signor Mario
Capoccia, fratello del signor Umberto, era stato già effettuato dell'Inps con
la rata del mese di ottobre, con accredito su conto corrente bancario.
Il signor Umberto, al quale porgiamo le nostre più sentite condoglianze per la
perdita del fratello, è stato contattato dagli uffici di Napoli e ha confermato
l'avvenuto pagamento. Spero che il nostro lettore sia soddisfatto. La «class
action» per la monnezza M. P. - CASERTA Caro Lubrano, sono un cittadino campano
e mi chiedo se con la nuova legge sulla class action non sia possibile
promuovere un'azione per un rimborso delle tasse sulla spazzatura, sia pure
simbolico o parziale, dato che i risultati sono quelli che tutti conosciamo.
Tra l'altro credo che la Campania abbia una delle tassazioni locali più alte
d'Italia. È possibile, sì! Un'azione risarcitoria collettiva nei confronti del
Comune che pretende di riscuotere la tassa sui rifiuti ma non fornisce agli
utenti il servizio di rimozione e smaltimento, è attuabile - eccome! - purchè
l'iniziativa sia affiancata o promossa da un'associazione di consumatori. Tanto
attuabile che se ricordo bene qualche mese fa una associazione di consumatori,
il Codacons di cui è segretario Giorgio Rienzi, ci ha già pensato. Semmai il
rimborso non dev'essere «simbolico» e forse nemmeno parziale perchè qui si può
ipotizzare anche un reato: interruzione di un servizio pubblico. E tuttavia
fossi in lei sig. M.P: non mi farei molte illusioni. La legge sull'azione
risarcitoria collettiva (la «class action»), approvata l'1 luglio 2008 è stata
rinviata all'1 gennaio 2009 ma già si profilano nuovi rinvii. Nel frattempo la
modifica più significativa che è stata apportata al testo già approvato
riguarda la non retroattività dell'azione. Questo vuol dire che chi ha avuto ha
avuto e «scurdàmmece 'o passato» Nel senso che se oggi, a distanza di qualche
mese dalla soluzione dell'emergenza monnezza, un gruppo di cittadini utenti
volesse rivalersi col Comune, non potrebbe più farlo: la legge riveduta e
corretta assolve i peccati. Scandalo formaggi: com'è finita? Roberto Angelo -
NAPOLI Carissimo Lubrano, è stato fatto tanto chiasso intorno ai formaggi
contraffatti, scaduti e rivenduti. Poi di botto il silenzio, gà non se ne sa
più niente. Come mai? Era scoppiato ai primi di luglio: prodotti caseari
scaduti e andati a male, riciclati da aziende senza scrupoli e rimessi
bellamente in commercio, a prezzi pudicamente più bassi. Uno scandalo su cui
hanno fatto più rumore i giornali che le autorità sanitarie, chissà perché
(anche questo è un mistero, caro lettore). Gli scarti «rivitalizzati»
contenevano di tutto, da muffe a corteccie di grana, a escrementi di topi, a
muffe d'ogni genere. Stando alle loro dichiarazioni alla magistratura , da anni
alcuni dipenenti di una nota azienda sarebbero stati obbligati a vendere merce
con la data di scadenza contraffatta. Naturalmente aspettiamo la conclusione
delle indagini. Perciò, come lei dice, «di botto il silenzio». Nel frattempo
però val la pena di fare qualche considerazione. 1) Visto che gli scandali
alimentari si ripetono con frequenza e nascono sospetti su questo o quella azienda
famosa, prezzi alti a parte, non dobbiamo sorprenderci se la sfiducia o la
diffidenza dei consumatori cresce. 2) Se scoppiano simili scandali, è lecito
chiedersi che valore hanno i controlli delle cosiddette «autorità preposte»?
Sono forse inesistenti? Per giunta nel giugno scorso il governo ha soppresso
l'Alto commissariato per la lotta alla contraffazione, invocando il
contenimento della spesa pubblica. I sofisticatori ringraziano. 3) Infine tutte
le associazioni di consumatori dovrebbero a questo punto costituirsi parte
civile (come ha annunciato Altroconsumo) nel processo che scaturirà
dall'inchiesta della magistratura nei confronti delle aziende che hanno
truffato o si sono prestate alla truffa. L'Alta Velocità ritardi e rimborsi
Andrea Bucci - TORINO Gent.mo Antonio Lubrano, mi ha colpito una lettera
apparsa sul Corriere della Sera alcuni giorni fa nella quale un viaggiatore si
lamentava del fatto che nonostrante il suo treno (ad alta velocità) fosse
arrivato con ben un'ora di ritardo sulla tratta Napoli-Milano, gli è stato
negato il rimborso in quanto il ritardo sarebbe stato causato da alcuni topi
che si erano rosicchiati i cavi elettrici. In altre parole, ogni occasione è
buona per dare dispiaceri agli utenti. In Europa le cose funzionano in modo decisamente
diverso. Ad inizio ottobre atterro a Dublino e di lì prendo un treno per
Belfast con un biglietto di andata e ritorno. Il biglietto viene utilizzato
solo all'andata. Contatto via mail il customer relations delle ferrovie
irlandesi e il giorno stesso mi rispondono: per il rimborso non ci sono
problemi, mi invitano a spedire il biglietto (va bene anche una fotocopia).
Roba da non crederci, si fidano ed emettono un rimborso sulla base di una
semplice fotocopia, ben sapendo che una volta ottenuto il rimborso potrei
tranquillamente rivenderlo magari su Ebay. Posso aggiungere qualche altra perla
ferroviaria? Il T-biz, meglio noto come «il treno dei manager», che impiega 4
ore 4 da Milano a Roma, a differenza degli eurostar che impiegano 4 ore e mezza,
è arrivato a destinazione giovedì 20 novembre con venticinque minuti di
ritardo. Il biglietto del t-biz costa di più, per chi non lo sapesse.
Spiegazioni? Sempre vaghe. E se non fossi partito per qualche ragione di forza
maggiore, il biglietto non mi sarebbe stato rimborsato. Nota a margine: fa
piacere constatare che il Mattino abbia lettori fedeli(napoletani e non) un po'
dovunque. Errore riconosciuto ma non riparato Antonio Politi - NAPOLI Egregio
dr. Lubrano, in qualità di proprietario di un box, pertinenza dell'abitazione
principale, per gli anni 2003-04-05-
( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Burocrazia
sanitaria Mezzo milione già stanziato resta bloccato da oltre un anno
Cinquecentomila euro bloccati da un anno, assegnati in Finanziaria grazie ad un
emendamento firmato Raffaele Zanon e, nonostante la bisogna, "dormienti"
nelle casse dell'Azienda ospedaliera: quei denari potrebbero servire ad
allargare l'organico medico e infermieristico, a dare stabilità ad alcune figure
che vivono di precariato, non ultimo a cominciare a pianificare seriamente la
costruzione della clean room, la camera sterile, argomento annoso e travagliato
che non ha ancora trovato soluzione definitiva. I soldi ci sono ma non vengono
utilizzati: lo denunciano il professor Luigi Zanesco, già direttore della
Clinica oncoematologica e lo stesso Zanon che all'epoca si diede da fare per
portarli a casa.«Quei finanziamenti probabilmente giacciono invischiati nelle
pastoie burocracratiche, speriamo che in questo ultimo scorcio dell'anno - si
augura il consigliere regionale di Alleanza nazionale - la faccenda si blocchi,
per questo formalizzerò una richiesta di audizione in quinta Commissione del
direttore generale dell'Azienda Adriano Cestrone, del direttore della Clinica
Modesto Carli e delle associazioni di volontariato che operano a favore dei
bambini affetti da leucemia e malattie oncoematologiche maligne». Ieri Zanon ha
consegnato nelle mani di Zanesco un assegno di 1.500 euro a favore del Centro
leucemie infantili, raccolto grazie alle iniziative promosse dall'associazione
"Mascalzone Veneto" che per domani sera al Lounge Bar "Q"
di Vicolo dei Dotto ha organizzato una serata solidale trasversale al credo
politico, durante la quale verranno raccolti ulteriori fondi a favore dei bimbi
malati e delle loro famiglie. «Saranno presenti numerosi personaggi del mondo
della politica, della cultura e della comunicazione, tutti potranno - chiude
Zanon - comprare le magliette e le felpe realizzate da "Mascalzone
Veneto", prodotti non commercializzati, distribuiti esclusivamente su
contributo: l'intero incasso verrà destinato all'associazione Casop onlus,
Comitato assistenza socio-sanitario in oncoematologia pediatrica, presieduta
dal professor Zanesco e animata da Chiara Girello Azzena».F.Capp.
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
CORDENONS Gli
organizzatori: «Il Comune ci ha negato la fornitura di energia». Il municipio: «Stiamo
valutando l?erogazione con la società Piesse energia»
Burocrazia e crisi, scende il buio sulla festa dell'Immacolata CordenonsLa
festa dell'Immacolata di piazza Beorcia teme il buio. Gli organizzatori non
hanno trovato il modo per illuminarla. Colpa della crisi e della burocrazia? «Abbiamo chiesto al Comune
la fornitura dell'energia elettrica ma ci è stata negata», ha detto
Antonio Macchia, unoi degli organizzatori della kermesse. Da dieci anni la
festa dell'8 dicembre viene organizzata allo scopo di completare i lavori di
ristrutturazione della chiesetta della Beorcia per poterne nuovamente
usufruire.«Se pure trovassimo il modo per illuminare la manifestazione con
generatori propri avremmo comunque bisogno della dichiarazione di conformità
che rilasciano tecnici specializzati con un onere che, noi volontari, dovremmo
accollarci».L'impianto elettrico del Comune è gestito dalla società Piesse
energia. La manifestazione è privata e l'amministrazione dovrebbe intervenire
per commissionare il controllo di conformità alla ditta. «Il nostro non è un
rifiuto ha spiegato l'assessore Mario Rodini siamo in attesa di valutare quanto
per andare incontro agli organizzatori. Non si possono effettuare variazioni di
propria iniziativa. Esiste un regolamento per maneggiare il flusso di energia e
solo la Piesse è demandata a questo compito. Valuteremo un possibile collaudo
anche con la commissione di sicurezza».Nei tre giorni precedenti alla festa, il
triduo per l'Immacolata, avrà la recitazione del Santo Rosario nella chiesetta
della Beorcia alle 20.Lunedì il comitato organizzatore offrirà muset, brovada,
pane e vino, in serata vino e brulè. Le mostre e i vari stand resteranno
allestiti per tutta la giornata in piazza Beorcia e San Pietro. Al mattino la
messa nella chiesa San Pietro e la processione con la statua della Madonna fino
alla chiesetta. Alle 12 il concerto della corale cordenonese e musica anni '60.
Dalle 14 ci sarà animazione e spettacolo, il concerto musicale, il mercatino di
Natale e luna park.Si.Ba.
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
03-12-2008)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Udine))
Argomenti: Burocrazia
Palmanova Un piano
di opere pubbliche per rilanciare ... PalmanovaUn piano di opere pubbliche per
rilanciare l'economia del Fvg. È la proposta del presidente di Confartigianato
Fvg Graziano Tilatti, avanzata ieri all'assessore regionale ai Lavori pubblici
Vanni Lenna al convegno le proposte di Confartigianato in tema di lavori
pubblici, edilizia convenzionata e urbanistica.«Il piano ha aggiunto Tilatti
deve essere però accompagnato da regole e normative nuove per le costruzioni».
Secondo Tilatti la situazione è preoccupante: «La crisi sta facendo sentire sul
settore i suoi morsi: gli occupati a settembre 2008 nella sola provincia di
Udine sono calati del 9,28\%; diminuite anche le ore lavorate del 16\%. Alla
stessa data erano 12.961 le imprese artigiane attive delle costruzioni con
circa 25.000 addetti. Per rilanciare il settore ha aggiunto fondamentali sono
le politiche regionali sui lavori pubblici, sull'edilizia residenziale
pubblica, sull'urbanistica e sull'ambiente».Un appello raccolto dall'assessore
Lenna intervenuto dopo il presidente di Confartigianato Udine Carlo Faleschini,
che ha sollecitato interventi decisi contro la burocrazia: «Le imprese artigiane ha
detto Lenna sono da sempre l'ossatura dell'economia regionale e quelle delle
costruzioni in particolare e la Regione, anche se il quadro non è dei più
rassicuranti, farà quanto è possibile per sostenerle. In attesa della riforma
sanitaria che sarà approvata il prossimo anno per contenere la crescita della
spesa che è del 3-4\% annuo, le poche risorse che abbiamo le
utilizzeremo per finanziare le infrastrutture e l'edilizia. Oltre alla terza
corsia, daremo soluzione a questioni aperte da anni come la bretella Villesse
Gorizia, la tangenziale di Udine, la Cimpello-Sequals. Abbiamo aumentato le poste
per i lavori pubblici, l'edilizia nei comuni e le opere di culto, ambiente e
infrastrutture. Daremo il via all'accordo di programma per l'area della Bassa
friulana (sito inquinato della laguna e criticità presenti). Fra le priorità
della Regione c'è pure il piano casa del Governo che prevede interventi anche
in Fvg. Ma la rivoluzione si avrà nei prossimi anni, attraverso lo sviluppo di
iniziative di finanza di progetto che mettano assieme le risorse pubbliche e
private per finanziare l'edilizia residenziale e i lavori pubblici. Daremo vita
a conferenze di servizi per snellire gli aspetti burocratici». Lenna ha poi
annunciato una nuova legge sui lavori pubblici e l'attivazione di un ufficio
che assicuri un collegamento con comuni e imprese attraverso un osservatorio
capace di monitorare la situazione. Numerose le richieste di Confartigianato
consegnate all'assessore: tra queste, un maggior utilizzo della procedura
negoziata e dei lavori in economia (con soglie riviste al rialzo) in analogia
con i criteri utilizzati da altri Paesi Ue e "correzioni" al
regolamento della L.R. 6/03 sull'edilizia convenzionata e il miglioramento
della legislazione regionale in tema urbanistico.
( da "Travel Trade Italia.com" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
03/12/2008 16.10
Portualità turistica, raddoppiano i fondi della Sicilia ''La portualità turistica
è uno dei principali cardini su cui verte la politica di sviluppo turistico
soprattutto in un momento, come questo, di crisi difficilissima, probabilmente
la più complicata per la Sicilia dal secondo dopoguerra ad oggi". Lo ha
detto il vicepresidente della Regione siciliana e assessore ai Trasporti, Titti
Bufardeci, che questa mattina ha preso parte ai lavori del convegno sulla
portualità turistica, organizzato dalla Facoltà di Economia e commercio di
Palermo e dall'International propellers club. "È il momento di scelte
condivise e partecipate, perché la nostra regione ha tutte le possibilità di
vivere una stagione di rilancio, se riusciremo a far prevalere quelle
eccellenze di cui la Sicilia dispone in ogni settore''. Per la portualità turistica,
con la programmazione di Agenda 2000 sono stati effettuati investimenti per
quasi 200 milioni di euro. ''Una somma altrettanto cospicua - continua
Bufardeci - verrà stanziata con la programmazione futura''. L'assessore non ha nascosto le criticità: "Troppo complesse le
procedure dei bandi e troppa burocrazia - spiega - sono stati un freno alla sviluppo. Credo che per un
settore strategico come quello della portualità turistica si debba procedere
secondo le linee guida della legge Burlando, che prevede la finanza di
progetto'' Siti sponsorizzati
( da "Merateonline.it" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Cronaca >>
Cronaca dal territorio 3 / 12 / 2008 I 25 anni del Parco Adda Nord, consorzio
di qualità e bellezza, che deve fare i conti con la crisi
economica e la burocrazia I
relatori 1983-2008: un quarto di secolo dedicato alla conservazione e alla
valorizzazione di un patrimonio floro-faunistico di prim'ordine: il Parco Adda
Nord compie 25 anni e quale cornice migliore dell'ex-villaggio operaio di
Crespi d'Adda frazione di Capriate San Gervasio - per celebrare a dovere la
ricorrenza? E infatti l'Assemblea straordinaria del Parco si è svolta
nella mattina del 2 dicembre proprio nel Teatro di Crespi, nella particolare
atmosfera evocata dalle fabbriche di mattoni a vista, preziosa testimonianza di
urbanizzazione legata all'industrializzazione ottocentesca e proclamata
"Patrimonio dell'umanità" nel 1996 dall'UNESCO. Proprio considerando
la bellezza del luogo e l'importanza dell'occasione hanno suscitato un
particolare dispiacere le defezioni all'ultimo minuto dei presidenti della
Provincia di Milano Filippo Penati (convocato d'urgenza a Roma) e della
Provincia di Bergamo Valerio Bettoni, oltre che dell'assessore regionale
Massimo Ponzoni, trattenuto a Milano in consiglio. Il presidente Agostino
Agostinelli Dopo il saluto del sindaco di Capriate San Gervasio Cristiano
Esposito, il Presidente del Parco Adda Nord Agostino Agostinelli ha preso la
parola catturando da subito l'attenzione del pubblico con il suo piglio vivace.
Per prima cosa ha espresso con una immagine la sua personale idea di buon
governo della cosa pubblica: la buona politica è fatta di moderazione e
sensibilità ha spiegato mostrando le mani chiuse a pungo come quando si ha in
mano una rondine: se la si stringe troppo soffre, se la si stringe poco scappa
via. "Non voglio che questo incontro ha continuato - sia l'occasione per
celebrazioni fuori luogo: il mio intento, pur riconoscendo il buono stato di
salute del consorzio, è quello di migliorarne ulteriormente la performance, per
questo intendo prima di tutto sottolineare gli elementi di difficoltà che
dovremo affrontare nelle settimane a venire". Agostinelli ha quindi fatto
presente le difficoltà finanziarie che sta attraversando il Paese nel suo
complesso, con il "pubblico" che si ritrova "povero" e il
"privato" ricco. Il Parco muove circa un milione di euro all'anno, di
cui solo il 12% viene dalle province che vengono attraversate dall'asta del
fiume nel tratto interessato dal Parco, vale a dire Milano, Lecco e Bergamo.
"Dovremo essere come sempre fantasiosi e perseveranti nel procurarci
sponsor, dovremo fare come l'ebreo errante ha scherzato Agostinelli gireremo e
gireremo finchè non avremo trovato quello che ci interessa". Un altro
motivo di preoccupazione, ha ribadito, è la stratificazione delle politiche territoriali
(comuni, province,regione) che non sempre produce risultati normativi armonici.
La speranza di Agostinelli è che la nuova legge sui parchi, su cui stanno
lavorando in consiglio regionale, possa risolvere almeno in parte i problemi
con cui si è trovato a dover combattere da presidente del Parco. "Quali
sono le prospettive di sviluppo? Il Nord-Est forse? Se così fosse stiamo
freschi ha continuato perché la cementificazione che si è osservata tra Milano
e Venezia negli ultimi dieci anni è pari solo a quella che in tutta Italia si è
avuta negli anni immediatamente successivi all'ultima guerra, con il
conseguente scempio del paesaggio naturale: il nostro territorio è già
fortemente antropizzato e non sempre le infrastrutture sono state pensate
considerando le esigenze di tutti". Veduta di Crespi d`Adda Nella mente
del presidente tutela ambientale e sviluppo non sono contrapposte. Occorre
trovare la giusta misura, come con la rondine, e un politico che si arroccasse
su posizioni intransigenti da una parte o dall'altra sarebbe un politico miope,
perché estetica ed economia vanno di pari passo. Così come l'obiettivo di
rivalorizzare l'area dell'ex-villaggio operaio sarà raggiunto solo se si
riuscirà a mediare tra le istanze di chi vorrebbe "museificare" tutte
le testimonianze architettoniche rimaste e chi vorrebbe invece commercializzare
la zona in modo da renderla omogenea al resto del territorio circostante per
quanto concerne gli esercizi e le attività commerciali. "La nostra idea
del paesaggio ha precisato Agostinelli è quella espressa dalla Convenzione
Europea in materia di ecologia del territorio: il paesaggio deve essere inteso
in movimento, abitato, non una cartolina senza nessuno dentro, ma nemmeno un
posto dove si abita in troppi e male, quindi, ancora una volta,
moderazione". Moderazione e lavoro di cervello. Di cervelli, anzi, perché
Agostinelli ha intenzione di indire un concorso internazionale per l'utilizzo e
la rivalorizzazione dei monumenti di archeologia industriale di Crespi d'Adda.
Ne parlerà al prossimo CdA del Consorzio Ente Parco. Agostinelli si è detto
certo che il Parco saprà ben comportarsi all'EXPO 2015, perché "è
inevitabile che le cose vadano bene quando si crede in quello che si fa".
"Einstein ha detto da qualche parte ha concluso Agostinelli che se le api
sparissero dalla faccia della terra dopo quattro anni anche l'uomo smetterebbe
di esistere. Bene, dico io, ha fatto bene a ricordarcelo, ma mi piace
aggiungere che se l'uomo scomparisse dalla faccia della terra le api vivrebbero
benissimo lo stesso, e non per quattro, ma per altri quattrocento anni! Non
dimentichiamocelo quando pensiamo al nostro territorio". Alla tavola
rotonda che è seguita moderata dalla giornalista Monica Autunno - hanno
partecipato il Presidente della Provincia di Lecco Virginio Brivio, la Dott.ssa
Secchi, direttrice dell'Unità Parchi della Regione Lombardia e lo stesso
Agostinelli. Virginio Brivio ha auspicato che in futuro si riesca a unificare
le politiche dei comuni consorziati, in modo da poter aumentare anche il potere
contrattuale con la Regione. "25 anni fa ha ricordato Brivio si doveva
andare in Regione anche solo per chiedere se il colore delle persiane andava
bene. Ora la cosa è diversa, la nostra autorevolezza è aumentata, così come la
nostra autonomia". La dott.ssa Secchi ha espresso compiacimento per le
molto iniziative come quella che ha permesso la navigazione del fiume (si
prevede che il prossimo anno sarà navigabile fino a Lecco), e ha promesso che
in Regione farà in modo semplificare il più possibile il Piano Regionale Aree
Protette in modo che in vista dell'Expo 2015 si riesca ad organizzare un piano
di marketing territoriale su misura del Parco Adda Nord. "Dando in mano la
cosa a dei professionisti della promozione avremo la garanzia di un turismo di
qualità, non troppo invasivo, di nicchia, al quale sarebbe utile poter offrire
le nostre piccole perle in pacchetti di offerte coordinate, maggiormente
appetibili. Per noi è normale pensare alle chiuse di Leonardo o al Museo della
Seta di Garlate, - ha continuato il presidente - ma chi ci va? Mandiamo i
nostri figli a fare chissà quali esperienze all'estero, esperienze che vanno
benissimo, d'accordo, però non li portiamo mai in riva al fiume o a vedere il
bosco di notte o tutte le altre cose che offre il nostro Parco. E perché? Se ci
fossero degli itinerari che uniscono i nostri piccoli monumenti ecco che
avremmo tra le mani un filo di perle". A ribadire il successo
dell'attività del Parco, in conclusione di giornata, le recenti richieste di
ammissione da parte dei comuni di Grezzago, Inzago, Arzago d'Adda e Treviglio.
Massimo Colombo Articoli Correlati: (c)www.merateonline.it Il primo giornale
digitale della provincia di Lecco Scritto il 3/12/2008 alle 17.31
( da "Sestopotere.com" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Friuli Venezia Giulia
: grazie all'Obiettivo 2000 posti di lavoro creati e 2262 progetti avviati
(3/12/2008 19:23) | (Sesto Potere) - Udine - 3 dicembre 2008 -Oltre il 90 per
cento delle risorse impiegate con un investimento di 670 milioni di euro, 2000
posti di lavoro creati e 2262 progetti avviati, di cui
( da "superEva notizie" del 03-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
E' tempo di Premi
Torna il Premio Fedeli giunto alla sua Dodicesima edizione, tra i passati
vincitori nomi di spicco della letteratura poliziesca italiana, tra cui Carlo
Lucarelli, Valerio Varesi, Andrea Camilleri, Gianni Biondillo. Siamo alla
stretta finale, premiazione prevista per il 17 Dicembre a Bologna. Unico
vincolo? Che i protagonisti del romanzo siano le forze di polizia,
naturalmente. SIULP Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia Premio
Franco Fedeli 2008 XII edizione Concorso per il miglior romanzo poliziesco
italiano (dove il poliziotto del presente, passato o futuro è il protagonista
periodo compreso aprile 2007 maggio 2008) In collaborazione con la rivista
"Polizia e Democrazia" Bologna 17 dicembre 2008 ore 18.00 Sala
Farnese, Palazzo d'Accursio Nell'ambito del Convegno Riforma di Polizia tra
profezia democratica e decostituente sociale Bologna, palazzo d'Accursio, 17-18
dicembre 2008 COMITATO ORGANIZZATORE PREMIO FRANCO FEDELI Giuseppe Giliberti:
Presidente, Valerio Calzolaio e Maurizio Matrone, consiglieri. GIURIA Composta
da poliziotti/scrittori Francesco Altan, Ansoino Andreassi, Maurizio Blini,
Piergiorgio di Cara, Basilio di Iorio, Nicolò D'Amico, Girolamo Lacquaniti,
Maurizio Lorenzi, Simona Mammano, Mauro Marcialis (Guardia di Finanza), Marco Melloni,
Carmelo Pecora, Giuseppe Pizzo, Andrea Testa (Carabinieri), Gianpaolo Trevisi
TESTI SEGNALATI E AMMESSI Dalla parte del torto, Bucciarelli; Passato
imperfetto, Bolognesi, Invernizzi, Paolocci; Il campo del vasaio, Camilleri;
L'uomo cannone, Colaprico; La donna del campione, Colaprico; Il senso del
dolore, De Giovanni La sentenza di sibilla, Diddi; Fragile, Fogli; L'ombra del
lupo, Ingenuo; A nozze col delitto, Ingrosso; Uno sbirro femmina, La Spina; Un
giorno perfetto, Mazzucco; Benedetto tra le spie, Paloscia; Camilla e il grande
fratello, Pederiali; E' normale, commissario Marè, Quattrucci; Io sono la
prova, Proietti; Rosa elettrica, Simi; Oro, incenso e polvere, Varesi. TESTI
FINALISTI Passato imperfetto, Bolognesi, Invernizzi, Paolocci; Una banale
rapina in un caveau; un malvivente con un occhio bendato e una passione per i
fumetti Manga che gli sono valsi l'appellativo di Capitan Harlock. Un
magistrato corrotto che nasconde un terribile segreto, schiavo di un ricatto al
quale non si può sottrarre. Nella tranquilla città di Arezzo un giovane e
caparbio ispettore di Polizia affronta intrighi massonici e delitti che lo
porteranno a raggiungere una verità sconvolgente. Rosa elettrica, Simi; Cociss
ha appena compiuto diciotto anni. È già capozona nel quartiere
( da "Gazzetta di Modena,La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Lapam e Cna: risparmio energetico meno fondi, più burocrazia per tutti Le associazioni contro il provvedimento retroattivo del
governo "Le imprese hanno investito in strutture e tecnologie"
Risparmio energetico penalizzato? Non è andato giù il provvedimento del governo
in materia e naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere. Cna e
Lapam sono andate subito all'attacco: «Un enorme passo indietro - affermano le
due associazioni, senza mezzi termini - Il decreto legge recentemente varato
dal governo Berlusconi, agendo retroattivamente anche per il 2008, aggrava
pesantemente la normativa sull'agevolazione. Imprese, famiglie e ambiente sono
stati così penalizzati da un provvedimento che priva il paese di una forte
possibilità di rilancio». Il Decreto Legge 185/2008 che modifica la normativa
sull'agevolazione riguardante il risparmio energetico e che coinvolge imprese e
cittadini, ha mandato su tutte le furie Cna e Lapam. «Il Decreto - si legge in
una nota - dispone infatti, una sensibile riduzione (di circa il 20%), per il
triennio 2009-2011, dei fondi destinati agli incentivi per la riqualificazione
energetica degli edifici e agisce per il 2008 retroattivamente». Così -
proseguono le due associazioni - chi ha investito in quest'ambito, incentivato
dalle agevolazioni, dovrà attendere il giugno 2009 per presentare domanda,
peraltro con un appesantimento dell'iter burocratico. E, dulcis in fundo,
attendere la risposta dell'amministrazione, visto che in questo caso sarà
vincolante il principio del silenzio-rifiuto. Un silenzio-rifiuto che, secondo
alcune stime, coinvolgerà otto contribuenti su nove: cioè, solo il 12% avrà
accesso, nell'anno in corso, alle agevolazioni - fino ad ieri garantite dalla
Legge - sulla base di un mero criterio cronologico di presentazione delle
domande». «A parte l'iniquità di penalizzare chi ha già operato la scelta -
affermano - il provvedimento appare anacronistico e ben poco lungimirante. Il
comparto del risparmio energetico, aiutato dalla detrazione fiscale, ha
contribuito alla crescita economica del paese. Le oltre 230000 domande
presentate in due anni portano a calcolare circa 3,3 miliardi di euro di
investimenti in: ristrutturazioni ed isolamento di edifici, pannelli solari,
caldaie a condensazione, ecc., contribuendo da un lato al risparmio energetico
e dall'altro all'ambiente». «Inoltre, in questo ambito - tengono a precisare -
è significativa la presenza di imprese artigiane e Pmi del settore delle
costruzioni, dell'impiantistica e della manifattura. Imprese che hanno
investito in formazione e tecnologie e che ora vedono in pericolo la propria
competitività. Essendo inoltre uno dei settori forieri di sviluppo,
nell'attuale contesto economico, tagliarne il sostegno significa rinunciare ad
una possibilità di rilancio. Cosa beffarda che tutto ciò si inserisce tra le
manovre anticrisi». Cna e Lapam invitano quindi il governo e tutti i
parlamentari modenesi a porre rimedio ad un provvedimento paradossale che
«prevedendo la sua retroattività mina la fiducia dei cittadini nei confronti
dello Stato, oltre che essere assolutamente improduttivo nella sostanza».
(f.p.)
( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Quaranta mesi dopo,
l'iter riparte da zero Le prime carte depositate nel settembre 2005. Ma la
«Via» è lunga TREVISO. Si trascina ormai dal settembre del 2005 il lunghissimo
iter per l'approvazione dei due inceneritori per rifiuti industriali proposti
da Unindustria. Quaranta mesi in cui le polemiche si sono alternate ai colpi di
scena. La burocrazia infatti prevede come primo passo l'approvazione da parte della
commissione regionale Via (valutazione d'impatto ambientale) dei due impianti.
Solo dopo il verdetto dei commissari, esclusivamente tecnico e consultivo,
spetterà alla giunta regionale rilasciare le definitive autorizzazioni.
I due progetti in questione, per impianti che saranno localizzati a Mogliano e
a Silea, verranno trattati in contemporanea. Un anno e mezzo fa la commissione
regionale per la Via aveva iniziato ad analizzare gli studi presentati da
Iniziative Ambientali, stabilendo l'elenco dei comuni che, in quanto
interessati dalle emissioni, avrebbero avuto il diritto di relazionare e
produrre osservazioni in sede di Via. Pochi mesi dopo però quell'elenco è stato
reso praticamente nullo da una nuova normativa che regola i sistemi di analisi.
In sostanza si dovrà ripartire da zero. In primavera poi sarebbero giunte dalla
Regione delle richieste di integrazione al progetto direttamente a Iniziative
ambientali. Nel luglio scorso, la società gemmazione di Unindustria ha redatto
e consegnato a palazzo Balbi due nuovi progetti, che sono appunto quelli che
illustriamo in questa pagina. Le previsioni, ma non c'è ancora alcuna conferma
ufficiale a riguardo, dicono che nei primi mesi del 2009 i commissari della
Regione Veneto cominceranno a prendere in mano il metro cubo di carta che
costituisce progetto e studio d'impatto ambientale dei due impianti. Da quel
momento in poi l'iter dovrebbe essere più snello. Una volta ottenuto il parere
consultivo della commissione, la giunta Galan dovrà autorizzare o meno.
(fe.cip.)
( da "Alto Adige" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Val di Fassa, tra
loro anche il segretario del Comprensorio ladino Assenteismo, quattro indagati
L'accusa: timbravano il cartellino e poi andavano a fare la spesa TRENTO.
Timbravano il cartellino, poi abbandonavano il posto di lavoro e si dedicavano
a tutt'altro: dalla spesa al supermercato agli incontri con gli amici al bar.
Tre dipendenti del Comprensorio ladino di Fassa e un dipendente del Comune di
Moena sono indagati con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Nei
guai è finito anche il segretario generale del Comprensorio (e consigliere
comunale di Moena), Bruno Sommariva. L'indagine dei carabinieri di Cavalese è
partita alcuni mesi fa in seguito ad una segnalazione partita dall'interno del
Comprensorio ladino di Fassa. Una segnalazione precisa, che raccontava del
vizietto (sfacciato, secondo «gola profonda») di alcuni dipendenti, tra i quali
il segretario generale, di abbandonare il posto di lavoro. I carabinieri hanno
raccolto in questi mesi una serie di elementi che inchioderebbero le persone
indagate. Foto e riprese video fatte durante i pedinamenti immortalerebbero i
quattro in situazioni compromettenti durante l'orario di lavoro: al bar con gli
amici, al supermercato o in altri negozi, in compagnia di familiari, in alcuni
casi dal meccanico. Non si tratterebbe, secondo quanto accertato dai
carabinieri, di «peccatucci», di brevi assenze per far fronte a qualche
emergenza personale. I quattro si sarebbero allontanati per ore e senza
giustificazioni dal loro posto di lavoro. Alcune volte uscivano per sbrigare
commissioni legate la lavoro, ma secondo gli inquirenti erano impegni che
potevano portare a termine nell'arco di pochi minuti, non di ore. La frequenza
delle lunghe assenze sarebbe notevole, anche tre giorni in settimana. Nei guai,
oltre a Sommariva e a due impiegati del Comprensorio, è finito anche un
dipendente del Comune di Moena. A questo viene contestato non solo
l'assenteismo, ma anche una gestione «allegra» dei soldi pubblici che
maneggiava. Secondo gli investigatori, infatti, il dipendente avrebbe in più
occasioni fatto la cresta sulle spese di cancelleria. Non solo: gli viene
contestato anche di aver fatto pagare a privati cittadini cifre superiori a
quanto stabilito dalla legge per il rilascio di documenti. Non parliamo di
cifre enormi: pochissimi euro, a volte solo un pugno di centesimi. Ma con
questo sistema a fine anno il dipendente si sarebbe intascato alcune migliaia
di euro: un bel premio di produzione non dovuto. Gli investigatori hanno già
acquisito tutta la documentazione per poter ricostruire nel dettaglio gli
ammanchi. La posizione più pesante è quella di Bruno Sommariva, segretario
generale del Comprensorio. In quanto dirigente Sommariva non ha l'obbligo di
timbrare il cartellino, tuttavia secondo quanto appurato dagli inquirenti il
segretario avrebbe violato ripetutamente gli obblighi di presenza previsti dal
suo contratto. Sommariva - secondo gli investigatori - dovrà anche spiegare ai
magistrati per quale motivo entrava spesso nel suo ufficio nel cuore della
notte ed usciva all'alba. L'indagine non si è ancora conclusa. La Procura vuole
chiarire se i comportamenti dei dipendenti del Comprensorio, e in particolare
di Sommariva, hanno comportato ritardi nella realizzazione di progetti
pubblici, in particolare del teatro comprensoriale Navalge di Moena: i lavori
di costruzione, iniziati nel 1997, non sono ancora conclusi. La burocrazia
appieda Babbo Natale ARCO. Babbo Natale dovrà arrangiarsi in altra maniera per
portare a spasso i bimbi della Busa. Il trenino del mercatino asburgico è stato
fermato dalla burocrazia:
per andare da Arco a Riva, infatti, deve avere le stesse autorizzazioni della
Trentino Trasporti.
( da "Corriere delle Alpi" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ECCELLENZA - IL
DIFENSORE E' DI ALANO Rizzotto apre le porte alla Feltrese «Potrei anche
accettare l'offerta, anche se sto bene all'Imolese» IMOLA. Feltrese, perché no?
Una telefonata al cellulare di Luigi Rizzotto è arrivata e non ha lasciato
insensibile il difensore centrale dell'Imolese. Ieri l'ex Belluno era impegnato
soprattutto nel ritorno della finale della Coppa dell'Emilia Romagna contro il
Cesenatico, ma già oggi comincerà a riflettere con calma, sulla proposta che
gli ha presentato il direttore sportivo granata Rinaldo Mazzonetto. Non si può
escludere niente: «Mi hanno chiamato e il fatto che si siano interessati a me è
qualcosa che mi fa molto piacere. Ho parlato con Mazzonetto e la prima
impressione è decisamente buona, anche perché mi è stato detto che la Feltrese
vorrebbe vincere il campionato di Eccellenza, nel giro di due anni». «C'è la
possibilità». Rizzotto è originario di Alano di Piave e, trasferendosi a
Feltre, sarebbe comodissimo, a parità di categoria: «Ci può essere qualche
possibilità, malgrado qui stia abbastanza bene. Fra l'altro, non sono arrivato
da chissà quanto tempo. Bisognerà sentire anche cosa ne pensa la dirigenza. Da parte
mia, non sottovaluto nessun contatto, specialmente se dall'altra parte c'è una
società ambiziosa, come la Feltrese». Una settimana, grazie. Non è che Rizzotto
potesse dire «vengo subito», se non altro perché è solo giovedì e ci sono stati
due impegni agonistici ravvicinati: prima la partita di campionato e poi quella
di Coppa. Non c'è stato il tempo materiale, per prendere alcuna decisione: «Ho
invitato i miei conterranei a portare un po' di pazienza. Credo che una
settimana potrebbe essere sufficiente a essere più chiari. Un'operazione come
questa non è molto facile, visto anche che sto facendo un buon campionato». Il
dopo Belluno. Rizzotto è passato per piazzale della Resistenza, nella stagione
2005/2006, quando sulla panchina gialloblù c'era Daniele Pasa. Non
un'esperienza eccezionale. Ma poi? «Sono stato a Castelletto Ticino, piuttosto
che a Gualdo Tadino. Qualche tempo l'ho trascorso anche a Tolentino, prima di
accettare la proposta dell'Imolese. Adesso vedremo come si
evolverà la situazione». Domenica Cesca. A Feltre, tutto è pronto per il
debutto di Massimo Cesca. Il rinforzo trevigiano può giocare con la Liventina.
Mentre sarà la burocrazia a
decidere se il brasiliano Marco Aurelio Franco potrà essere tesserato. (g.s.)
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
IL CONVEGNO La navigazione
interna guarda ad una rete europea Acque interne: navigabili e navigate per
trasporto merci e persone o per diporto. Settore con una sua realtà che, in
Italia, va oltre il presente ma, per avere un futuro, deve allargare la visuale
all'Europa, nel rapporto con le nuove direttive dell'Unione Europea. Problemi
affrontati dal recente convegno promosso a Mantova dal Gruppo Acque Interne e
Promiscue di Atena, nato nel 2006 e che già riunisce più d'un centinaio di
imprese. Lo presiede l'ingegner Carmelo Telesca. Sulla motonave Andes 2 della
NaviAndes Negrini, erano rappresentate imprese di navigazione del Mincio-Po,
del Brenta, del Delta padano, della Laguna di Marano, di Venezia, del Tevere;
dei laghi Maggiore, di Como, di Garda, di Bracciano; la cantieristica con
Maccari Leandro & C. di Governolo; l'Interporto di Rovigo. Poi gli enti
preposti: ministero dei Trasporti; Agenzia interregionale per il fiume Po;
Azienda regionale navigazione interna; Servizi integrati infrastrutture e
trasporti; Rete dei porti della navigazione interna del Nord Italia. Per le
istituzioni: Province di Mantova (vicepresidente Claudio Camocardi) e Cremona
(vicepresidente Agostino Alloni). Coordinato dal professor Antonio Fiorentino,
presidente nazionale di Atena, il dibattito si è allargato a tutti i problemi
ma, per la presenza di Willem Zondag, della Direzione generale Energia e
Trasporti della Commissione Europea, ha riguardato in particolare la Direttiva
2006/87/CEE sulle norme di sicurezza che, con il 30 dicembre 2008, dovranno
essere applicate per i natanti di nuova costruzione. «La direttiva si riferisce
a modelli come il Reno e altri grandi fiumi europei in rete - spiega Giuliano
Negrini di NaviAndes - ma la situazione italiana è del tutto particolare,
richiede chiarimenti e deroghe per non essere penalizzante, anche per gli
sviluppi del trasporto in acque interne». In tema di prospettive, si è
insistito sul rilancio del trasporto commerciale sulla rete idroviaria
Padano-Veneta (Po-Mincio), sulle idrovie Mantova-Adriatico e della Litoranea
Veneta: le ricadute positive sulla riduzione dei costi di trasporto,
sull'alleggerimento del traffico stradale e dell'inquinamento sono ben note. Anche per la navigazione interna la burocrazia è complicata, dispersa tra vari enti: è stata sollecitata
l'istituzione di un Ufficio Nazionale della Navigazione Interna, ad evitare
appunto l'attuale frammentazione delle competenze. Il convegno è stato
patrocinato dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti; dalle
Province di Mantova e Cremona. Sponsor Maccari Leandro & C. con altre
imprese private del settore. (rda)
( da "Trentino" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
In arrivo le bici
dei comunali Tutti i giorni dall'Incompiuta in ufficio a pedali RIVA. Sarà
Santa Lucia a portare la bicicletta ad un grupetto di dipendenti del comune di
Riva. Nel corso dell'estate scorsa, su proposta dell'assessore Matteotti, la
giunta aveva accettato di acquistare dei velocipedi da mettere a disposizione
dei venticinque impiegati pendolari dichiaratisi disposti a lasciare l'auto
nell'interrato del comprensorio (che dispone di molti più posti di quanti non
siano gli occupanti) e raggiungere l'ufficio sulle due ruote, ecologiche e
sportive. Un po' i lavori in corso per il teleriscaldamento, un po' la burocrazia dell'acquisto, invece che a
metà settembre com'era stato anmnunciato, le biciclette arrivano a dicembre.
Nelle settimane scorse gli uffici hanno provveduto a chiedere a cinque
venditori presenti sulla piazza (cicli Pederzolli, Rosà, Stop anda go di
Borto0lameotti, Bikbike di Paolo Ricciuti e cicli Adami) di mandare la loro
miglior offerta per una bicicletta con ben specificate caratteristiche,
semplice e robusta, in maniera da risolvere fin dall'acquisto il problema della
manutenzione. Fra le risposte ottenute è stata scelta quella di Rosà che la
chiesto, per un modello marca Hazard che andava bene all'amministrazione,
224,90 euro l'uno. La giunta ha ora deliberato la spesa di 5622,50 euro.
( da "Trentino" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
di
Gianluca Marcolini La burocrazia appieda Babbo Natale Per il
trenino fra Arco e Riva occorrono troppe autorizzazioni La legge obbliga ad
istituire un servizio pubblico in piena regola con tanto di tariffe e orari
Bruno Lunelli: «Una scappatoia ci sarebbe ma serve flessibilità
nell'interpretazione della norma» ARCO. Babbo Natale dovrà arrangiarsi in altra maniera per
portare a spasso i bimbi della Busa. Il suo trenino, ghiotta novità delle
iniziative che quest'anno fanno da contorno al mercatino asburgico, non potrà
fare avanti e indietro sulle strade dell'Alto Garda. A fermare locomotiva e
vagoni, stavolta, non è lo sciopero di qualche categoria sindacale ma la burocrazia provinciale: per andare da Arco a Riva il «Treno
di Natale» deve avere le stesse autorizzazioni della Trentino Trasporti. A
meritare il poco ambito premio di «Scrooge» del 2008 è la ferrea normativa
trentina che in un colpo solo ha rovinato la festa a grandi (i commercianti che
organizzano i mercatini di Arco) e piccini (i tanti bambini pronti a salire sul
trenino rosso). Per la burocrazia non c'è Natale che
tenga: il trenino, per viaggiare, deve avere tutte le autorizzazioni del caso.
Per quelle previste dal codice della strada non ci sono problemi perché il
mezzo ha tanto di targa, quindi può circolare ovunque, ed è conforme alla
normativa antinquinamento. A mettere i bastoni fra le ruote, invece, è la legge
che disciplina il trasporto urbano. Il servizio che andrebbe a svolgere il
trenino, infatti, viene equiparato a quello della Trentino Trasporti e pertanto
necessita delle medesime concessioni, compresa una delibera della giunta
provinciale. Ad accorgersi di questo inghippo sono stati gli stessi
organizzatori e gli uffici municipali al momento di ottenere il via libera
definitivo. «In buona sostanza dovremmo dare vita ad un servizio di trasporto
pubblico in piena regola - commenta amareggiato Bruno Lunelli, presidente
dell'Assocentro che allestisce i mercatini - con tanto di tariffe e orari. E'
difficile commentare tutto questo. Eppure una scappatoia ci sarebbe. La legge,
infatti, prevede una sorta di "deroga" se il servizio viene istituito
in occasione di qualche manifestazione. Ecco perché, durante il mercatino, il
trenino può circolare tranquillamente. Il problema nasce dal fatto che dal 6
dicembre si vorrebbe collegare Arco con Riva. Non si tiene, però, conto che
pure nel centro storico rivano va in scena un evento natalizio. Basta
considerare le due iniziative come un tutt'uno e il gioco è fatto. E' una
questione di elasticità». «Il trenino - prosegue Lunelli - ha anche un
significato educativo perché richiama la gente all'utilizzo di mezzi
alternativi all'auto. E' una sorta di "Car Charing" e non fa
concorrenza agli altri servizi pubblici e privati». L'ultima speranza, a questo
punto, è affidata nelle mani dei due sindaci e alla loro volontà di
"aggirare" la normativa. In questo caso i vigili chiuderanno
serenamente gli occhi...
( da "Stampa, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
LA SALMA DI CARMINE
SACCO PROVENIENTE DAL BRASILE FERMA PER OLTRE QUATTRO ORE ALL'AEROPORTO La
sorella: «Nessun aiuto dalla Farnesina Ci sono italiani di serie A e di serie
B» Oggi i funerali dell'imprenditore ammazzato a Belo Horizonte
[FIRMA]MASSIMILIANO PEGGIO CANDIOLO Un pomeriggio intero in un hangar
dell'aeroporto di Malpensa in attesa di timbri, controlli di polizia e
nullaosta della dogana. Si potrebbe quasi definire un'odissea, il rientro in
Italia della salma di Carmine Sacco, l'imprenditore di 49 anni ucciso due
settimane fa in un agguato in Brasile, nella città di Belo Horizonte. Per
giorni i familiari hanno dovuto combattere contro le procedure delle autorità
locali, superando le barriere internazionali, al telefono, e organizzare il
viaggio di ritorno. Ieri, alla fine, la salma è stata
bloccata per quattro ore e mezzo in aeroporto da altra burocrazia: quella italiana. «Nessuno ci
ha aiutato. A parte il contatto con il console italiano a Belo Horizonte, dalla
Farnesina non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata. Ci sono italiani di
serie A e di serie B. Mio fratello, purtroppo, era solo un piccolo imprenditore
che si guadagnava da vivere all'estero. Evidentemente non era così
importante da interessare il Governo» dice amareggiata la sorella Nicolina,
residente a Candiolo. Proprio a Candiolo, oggi alle 15, si terranno i funerali,
nella chiesa di San Giovanni Battista. «Mi dispiace insistere - aggiunge la
donna - ma anche quando è stato ucciso, lo abbiamo saputo tramite un
passaparola di conoscenti, non certo attraverso i canali ufficiali. Strano modo
di essere informati su un fatto tanto grave». Originario del Salernitano,
Carmine Sacco si era trasferito in Brasile da oltre sette anni. Conviveva con
una donna brasiliana, dalla quale ha avuto una figlia di 4 anni e mezzo.
Inizialmente aveva lavorato come capo officina, poi con un socio brasiliano
aveva creato la «Dispomec», un'azienda di progettazione e realizzazione di
componenti per il settore automobilistico. Una scommessa imprenditoriale
inserita tra le tante attività sorte negli ultimi anni attorno al polo
industriale creato dal Gruppo Fiat, alla periferia di Belo Horizonte.
L'omicidio è avvenuto il 21 novembre scorso, nel tardo pomeriggio. Carmine
Sacco era nella sua ditta, stava lavorando. Probabilmente ha ricevuto una
telefonata ed è uscito all'esterno dello stabilimento. Un tranello. Di fronte
al portone della fabbrica, due uomini in motocicletta lo hanno freddato
sparandogli addosso nove colpi di pistola. Non ha avuto scampo. La vittima era
in società con un imprenditore brasiliano. Stando a fonti locali, i loro
rapporti negli ultimi tempi erano molto tesi: Sacco, avrebbe addirittura
ricevuto ripetute minacce. Minacce regolarmente denunciate alle polizia di Belo
Horizonte. «Al momento non sappiamo nulla sugli sviluppi dell'inchiesta. Anche
in questo caso il Governo è assente e non ci sta aiutando a ottenere giustizia.
Da soli non possiamo fare molto» afferma la sorella.
( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 1 - Prima
Pagina Il caso Triangolo di politici nelle indagini Napoli, l´inchiesta dei
veleni sul "patto degli appalti" NAPOLI Il fatto è che una manina si
è portata via dagli uffici della Direzione investigativa antimafia di Napoli
una copia delle intercettazioni dell´indagine che, nel suo avvio e senza alcuna
ironia, gli investigatori chiamavano Magnanapoli. Dicono fonti vicine
all´inchiesta che ora il boccino ce l´hanno in mano un paio di "barbe
finte" ? di spioni ? che distillano veleni con almeno tre obiettivi ormai
espliciti. 1. Azzoppare un´inchiesta che, presto svelerà come sinistra e
destra, governo cittadino e opposizione consiliare vivono, a Napoli, d´amorosi
sensi quando si discute e si decide di appalti e affari. 2. Regolare qualche conto in sospeso tra le burocrazie della
sicurezza. 3. Soffiare «per input politici e gerarchici» il nome di innocenti,
incappati nelle intercettazioni telefoniche, per farne colpevoli da sbattere
sui giornali. Bisogna allora cominciare da qui ? dalla disinformazione ?
per diradare qualche nebbia. L´operazione consente di vedere all´opera le
manine galeotte, gli utilizzatori en plein air, i virtuali beneficiari, gli
sventurati target. Uno sventurato target è Antonio Di Pietro. Suo figlio
Cristiano, 34 anni, al tempo consigliere provinciale di Campobasso, si mette in
contatto con Mario Mautone, provveditore alle opere pubbliche di Campania e
Molise. Mal gliene incolse. SEGUE A P
( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina V - Torino
L´associazione di categoria fa pace con Altamura: presto arriverà il contributo
Un successo i pacchi anticrisi I macellai: già a gennaio il bis Il Comune sta
pensando a una busta di frutta e verdure a prezzo calmierato MARCO TRABUCCO I
pacchi spesa anticrisi, in vendita a 6 euro nelle macellerie di Torino e
provincia, hanno avuto un successo «superiore ad ogni aspettativa»: in tutto ne
sono stati acquistati 45 mila durante il periodo in cui l´iniziativa è stata in
vigore: e cioè da settembre a novembre, negli ultimi dieci giorni del mese, per
coprire le difficoltà che molte famiglie incontrano per la cosiddetta «quarta
settimana». A fornire la cifra del successo è stato, ieri il presidente
dell´Associazione provinciale macellai, Sergio Demo, che ha annunciato anche di
avere già allo studio «qualcosa di nuovo per il prossimo anno». Un nuovo
progetto per venire incontro ai consumatori in questo momento di crisi su cui
però «preferisce, per adesso, non dare anticipazioni». L´offerta della spesa a
sei euro era stata proposta da 121 macellai di Torino e Pinerolo, (meno della
metà del totale di questo tipo di esercizi commerciali). Comprendeva due etti e
mezzo di prosciutto cotto, un pacco di pasta da mezzo chilo, quattro hamburger
da un etto l´uno e un vasetto di yogurt. «Si tratta di prodotti tutti di prima
qualità. E l´iniziativa non aveva nessuno sponsor», ha voluto sottolineare
Demo. Un progetto analogo (che garantiscono all´Ascom ha avuto uguale successo)
era stato varato anche dall´Associazione Commercianti: «Commercio amico» il
nome dell´iniziativa che è durata dal 14 al 29 novembre e che ha visto
centinaia di gastronomie, negozi di alimentari, di ortofrutta, anche minimarket
della Crai e panificatori, mettere a disposizione dei consumatori speciali
«borse della spesa», sempre al costo di sei euro, e con differenti combinazioni
di prodotti a seconda dell´esercizio commerciale che lo proponeva. Demo è però
polemico con il Comune: «L´amministrazione civica aveva promesso di aiutarci a
ripianare almeno le spese dei cartelloni che pubblicizzavano l´iniziativa e
delle buste dentro le quali, con un contributo di cinquemila euro, ma finora
non abbiamo visto neppure un soldo. E abbiamo sborsato ben ventimila euro.
Siamo soddisfatti di questa iniziativa a favore della città, siamo molto
sensibili e volevamo dimostrarlo, ma aspettiamo il sostegno che c´era stato
promesso». «Demo si tranquillizzi - replica Alessandro Altamura assessore al
commercio del Comune - la delibera che stabilisce il pagamento di quei
cinquemila euro è stata varata due settimane fa e i soldi saranno versati entro
pochi giorni. Sono i normali tempi della burocrazia. Noi siamo molto favorevoli a
queste iniziative e infatti intendiamo proseguire la collaborazione: con
l´Ascom pensiamo di riproporre a partire da gennaio l´idea di «Commercio
amico». Inoltre sto lavorando perché, sempre a partire dai primi mesi del 2009,
parta un progetto di spesa ortofrutticola a chilometri zero o quasi:
anche qui potrebbe trattarsi di pacchetti di prodotti piemontesi in vendita a
prezzi calmierati in tutti i 45 mercati rionali di Torino».
( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XIV - Torino
Dal Brasile al Burkina Faso la strada dà spettacolo con i balli urbani e
sociali di "Afro e oltre... e altro" Storie di schiavitù ed
emancipazione di vitale allegria e di ribellione dal Sud del mondo CLAUDIA
ALLASIA Prima di raccontare «Danze in rivolta», titolo e tema della 9° edizione
del Festival internazionale di danza e musica «Afro e oltre... e altro» (in
scena da stasera a lunedì 8 dicembre alle Fonderie Limone) fondato e diretto dai
fratelli Genero con l´insostituibile apporto di Rosanna Zingaretti, è doveroso
dire «chapeau!», tanto di cappello: ai nove anni faticosi e bellissimi del
festival e alla passione di tre persone in lotta perenne con il bilancio, la burocrazia,
i visti incompleti e gli equivoci dei dialetti, tre persone che, da sole, sono
riuscite nell´impresa di creare un festival ammirato da tutti. E ora possiamo
dire di «Danze in rivolta», scelte dal Festival in occasione del 60°
anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Sono
danze di strada, urbane, nere o afro-brasiliane, arrivano da quartieri
difficili del Sud Africa, del Brasile e degli Usa dove svolgono un ruolo
educativo e sociale offrendo nuovi orizzonti ai giovani ribelli. Per la serata
inaugurale, stasera e domani alle 21, i sedici ballerini della brasiliana
Companhia de DanÇa Balé de Rua (di Uberlandia, nello stato di Minas Gerais)
presentano in prima nazionale O Corpo negro na danÇa, con le coreografie di
Marco Antonio Garcia e le musiche di Nanà Vasconcelos, Marlui Miranda e i poemi
di Neide Arcanio. Rivelazione della Biennale de Lyon 2002, la compagnia nel
( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 13 - Regione
Quaranta mesi dopo, l'iter riparte da zero Le prime carte depositate nel
settembre 2005. Ma la «Via» è lunga TREVISO. Si trascina ormai dal settembre
del 2005 il lunghissimo iter per l'approvazione dei due inceneritori per
rifiuti industriali proposti da Unindustria. Quaranta mesi in cui le polemiche
si sono alternate ai colpi di scena. La burocrazia infatti prevede come primo
passo l'approvazione da parte della commissione regionale Via (valutazione
d'impatto ambientale) dei due impianti. Solo dopo il verdetto dei commissari,
esclusivamente tecnico e consultivo, spetterà alla giunta regionale rilasciare
le definitive autorizzazioni. I due progetti in questione, per impianti
che saranno localizzati a Mogliano e a Silea, verranno trattati in
contemporanea. Un anno e mezzo fa la commissione regionale per la Via aveva
iniziato ad analizzare gli studi presentati da Iniziative Ambientali,
stabilendo l'elenco dei comuni che, in quanto interessati dalle emissioni,
avrebbero avuto il diritto di relazionare e produrre osservazioni in sede di
Via. Pochi mesi dopo però quell'elenco è stato reso praticamente nullo da una
nuova normativa che regola i sistemi di analisi. In sostanza si dovrà ripartire
da zero. In primavera poi sarebbero giunte dalla Regione delle richieste di
integrazione al progetto direttamente a Iniziative ambientali. Nel luglio
scorso, la società gemmazione di Unindustria ha redatto e consegnato a palazzo
Balbi due nuovi progetti, che sono appunto quelli che illustriamo in questa
pagina. Le previsioni, ma non c'è ancora alcuna conferma ufficiale a riguardo,
dicono che nei primi mesi del 2009 i commissari della Regione Veneto
cominceranno a prendere in mano il metro cubo di carta che costituisce progetto
e studio d'impatto ambientale dei due impianti. Da quel momento in poi l'iter
dovrebbe essere più snello. Una volta ottenuto il parere consultivo della
commissione, la giunta Galan dovrà autorizzare o meno. (fe.cip.)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 3 - Attualità
Sgravi energia: via la retroattività, resta il tetto DIETROFRONT ROMA. Migliaia
di proteste e sugli incentivi energetici arriva un mezzo dietrofront del
governo. «Abbiamo presentato un emendamento che sopprime le norme del decreto
anticrisi sulle spese per la riqualificazione energetica», dice Stefania
Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente. «Cancelleremo il comma 10 sulla
retroattività», fa sapere il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti,
nell'audizione alla Camera. «A chi dobbiamo credere - dice Ermete Realacci, Pd
- a Tremonti o a Prestigiacomo? Il governo chiarisca la confusione. Il
dietrofront di Tremonti rimedierebbe a una palese illegalità, ma non ripara il
segnale di arresto nei confronti di una misura che tiene assieme la sfida
ambientale e il rilancio dell'economia e dell'occupazione». «È difficile
applicare un tetto annuale alle risorse ad uno sconto che si spalma su più
anni» segnala l'economista Stefano Fassina, consigliere economico del governo
ombra che sottolinea che se un credito d'imposta supera la stima del governo
significa che sta funzionando e che, in questo caso, producono gettito su un
altro fronte: attraverso l'Iva che si paga sugli interventi e sulle imposte che
si pagano sui lavoratori che vengono impiegati. E' la polemica di questi
giorni, che ha scatenato una valanga di proteste, con migliaia di lettere,
mail, telefonate arrivate a Palazzo Chigi: riduzione drastica degli incentivi
fiscali (sotto forma di detrazione) per chi installa pannelli solari,
fotovoltaici, per chi aggiorna la caldaia, mette vetri antidispersione del
calore. Insomma per tutti quelli che credono nel risparmio energetico e
investono soldi per realizzarlo. Le norme dell'articolo 29 del decreto varato
venerdì scorso (commi 6-11, vedi testo pubblicato su cittadinolex.It)
stabiliscono che la detrazione è sì al 55%, ma tocca solo a chi si prenota in
fretta, per gli altri niente. Con una novità contro ogni
tentativo di snellire la burocrazia: il «silenzio negazione». Basta che la notizia si diffonda ed è
un putiferio. All'origine c'è «la riqualificazione energetica degli edifici
esistenti» prevista dai commi 344-349 della Finanziaria 2007, varata dal
governo Prodi. 55% di detrazioni fiscali fino a 100mila euro da spalmare su tre
anni negli interventi che tagliavano almeno il 20% il fabbisogno di
riscaldamento invernale. E poi a scalare detrazioni per altri interventi,
sempre al 55%, ma con importi massimi di 60mila e 30mila euro. Poi è arrivato
il decreto legge di venerdì scorso: tutto cancellato, ovvero, la detrazione c'è
ancora, ma non tocca a tutti. C'è un tetto di spesa (82,7 milioni per il 2009,
185,9 per il 2010 e 314,8 per il 2011). E per il 2008? Si rientra nel tetto di
spesa 2009, va fatta domanda fra il 15 gennaio e il 27 febbraio del prossimo
anno, se l'amministrazione finanziaria non ti risponde entro 30 giorni vuol
dire che non hai diritto allo sconto perché i soldi sono finiti. In un solo
comma, il 10 dell'articolo 29 del decreto, vengono sancite due novità assolute:
la retroattività della norma e il «silenzio negazione», ovvero il contrario di
ciò che serve per rendere più svelte le pratiche. Se l'amministrazione non
risponde non ti paga e, quindi, risparmi
( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Social card:
consegnate vuotenon si sa quando farle caricare benefit & burocrazia A tre giorni dall'avvio del servizio
c'è confusione sul meccanismo di ricarica e su quante tessere sono state
spedite a Genova 04/12/2008 ATTORNO ALL'AVVIO del servizio della social card,
la tessera destinata ai ceti sociali più deboli, continua a regnare la più
totale confusione: non sono chiari i tempi e i meccanismi di ricarica, i
soggetti deputati alla compilazione dei moduli di richiesta (lo stesso
beneficiario o enti terzi), il numero delle schede destinate alle province, i
prodotti e le catene commerciali toccate dal provvedimento (tanti negozianti
non sono stati avvisati dell'iniziativa). A rimanere nel dubbio soprattutto gli
anziani: chi, materialmente, dovrebbe fruire del bonus dei 40 euro mensili. La
carta acquisti, riservata agli over 65 con trattamento pensionistico o assistenziale
inferiore ai 6 mila euro lordi annui (8 mila per gli over 70) dovrebbe essere
utilizzata solo per generi alimentari e bollette energetiche, escludendo la
possibilità di prelevare contanti. Ma come verrà effettuata la ricarica, una
volta esaurita la scorta? L'accredito verrà erogato automaticamente ogni
bimestre (80 euro). «Le autorità competenti procederanno alla verifica
periodica della sussistenza dei requisiti - si legge nel documento consegnato
dalle poste su funzioni e utilizzo della card - In caso di perdita degli stessi
il titolare del beneficio sarà avvertito mediante lettera al proprio domicilio,
e la carta disattivata». Ma chi effettuerà materialmente l'accredito
bimestrale? «Il Ministero dell'Economia - spiegano al dipartimento genovese di
Poste Italiane - che darà mandato alle poste di effettuare la ricarica. Così
come avviene per il pagamento delle pensioni: l'Inps dà mandato a noi che siamo
coloro cui materialmente si rivolge l'utenza». A destare dubbi l'avvio stesso
del servizio: a 3 giorni dalla consegna delle prime tessere (vuote) ancora non
si sa quando verrà erogata la prima ricarica di 120 euro, comprensiva dei mesi
da ottobre a dicembre. Mistero anche sul numero delle card spedite dal
Ministero dell'Economia ai depositi provinciali delle poste incaricati della
distribuzione agli uffici sul territorio: nel comparto genovese una cifra
ancora non è stata quantificata. F. AM. 04/12/2008
( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
I commissari: è
stata una regione pioniera che ha anticipato la programmazione post-Lisbona. In
sei anni investiti 670 milioni e creati 2.000 posti Obiettivo
( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
«Errori nei quiz
della patente» Ma il ministero non risponde la storia Enzo Ristagno, agente di
commercio, ha intrapreso una battaglia in nome delle
migliaia di automobilisti vittime della burocrazia 04/12/2008 stella. Storia Kafkiana quella di Enzo Ristagno,
agente di commercio al quale per guida senza cintura di sicurezza sono stati
decurtati tutti i punti della patente. Il signor Ristagno, reo confesso dopo
aver pagato le sue multe, si prepara ridare l'esame nei pochi ritagli di tempo
che il lavoro gli concede. Ma scopre che molte delle domande dei quiz
possono avere una doppia o tripla risposta esatta, che sono mal poste ed
equivoche. «Chi ha fatto questi quiz - - si chiede Ristagno - Probabilmente un
impiegato del Ministero che passa le giornate in ufficio e a lavorare va in
autobus, pagato anche coi miei soldi di contribuente. Posso assicurare che una
buona parte di suddetti quiz non hanno praticamente nessuna relazione con la
vita vera e e un buon dieci per cento della restante metà sono formulati in
modo, se non volutamente o meno, obiettivamente fuorviante». L'unica soluzione
è studiare le 800 schede a memoria , ma si fa lavorando 12-14 ore al giorno per
( da "Tirreno, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 10 - Grosseto
Il Morellino, gioiello per l'Europa La Toscana lo porta a Bruxelles come uno
dei suoi prodotti di punta BRUXELLES. La Toscana, insieme alle altre Regioni
europee dell'Associazione dei prodotti d'origine (Arepo), ha incontrato a
Bruxelles la commissaria Ue all'agricoltura Mariann Fischer Boel.
Nell'occasione le regioni di Arepo hanno presentato le loro osservazioni al
Libro Verde della Commissione Ue sulla qualità dei prodotti agricoli,
accompagnate da una scelta particolarmente attraente di alcuni dei loro
migliori prodotti di origine, che la commissaria si è soffermata a degustare.
Nello stand della Toscana, la commissaria Fischer Boel ha potuto trovare una
scelta di sette prodotti ai quali la Commissione ha riconosciuto la certificazione
di origine: il lardo di Colonnata Igp, il prosciutto toscano Aop, il fagiolo di
Sorana Igp, il pecorino toscano Aop, il miele della Lunigiana Aop, il Morellino
di Scansano 2006 Aop, l'olio extravergine di oliva toscano Igp. Fischer Boel ha
illustrato alle regioni le scelte che hanno presieduto alla redazione del Libro
Verde, prima tappa verso una comunicazione della Commissione europea prevista
nel prossimo mese di maggio, da cui dovrà partire una revisione del sistema
delle certificazioni di qualità. «Il regime delle indicazioni di origine è
vittima del suo stesso successo - ha detto la commissaria - e per questo va
rivisto, semplificandone la burocrazia e aggiungendo qualche criterio supplementare che consenta di
limitare le approvazioni a non più di 100 marchi di qualità ogni anno». Alla
commissaria le Regioni di Arepo hanno manifestato la loro preoccupazione per il
rischio di una diminuita protezione in un mercato in cui i prodotti europei di
qualità non possono contare sulla concorrenza dei prezzi. Le Regioni si
sono dette d'accordo con l'intenzione della Commissione europea di rafforzare
le indicazioni di origine, grazie a campagne di comunicazione e promozione,
purché vengano individuati fondi supplementari e queste campagne non si fermino
all'Europa ma riescano a parlare anche ai consumatori del mercato globale.
( da "Secolo XIX, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
La riforma
dell'Università premia meriti e qualità enrico musso Ho vissuto e lavorato
nell'Università per 24 anni, dalla laurea all'elezione in Parlamento. Ho
studiato e insegnato in Italia e all'estero, confrontando università di diversi
Paesi. Il quadro dipinto da alcuni colleghi («poche mele marce, ma il sistema
funziona, migliora, l'unico problema sono le scarse risorse pubbliche») è una
balla. L'Università che conosco io è diversa. E non perché qualche barone fa
vincere il concorso al figlio, cosa che non succede quasi mai. Il problema è
un'Università che spesso recluta ricercatori e docenti premiando più
l'anzianità o i servizi resi che le capacità scientifiche e didattiche. Che non
differenzia carriere e stipendi in base ai risultati. Che agli studenti non
chiede più un alto livello di impegno e di studio, né offre una cultura e una
formazione adeguata. E chiede loro tasse sempre più alte, vendendo quel che le
rimane, garantito da un monopolio di legge: il "pezzo di carta", il
valore legale del titolo. E reintroduce una selezione sulla ricchezza,
contrario dell'uguaglianza delle opportunità che è fondamento di una società
aperta. La causa non è l'assenza di risorse. È l'egualitarismo che ignora il
merito. L'idea che il diritto allo studio sia il diritto al titolo, e non
all'opportunità di studiare; che la "produttività" si misuri, com'è
oggi, con il numero di laureati e la rapidità della laurea. Certo, la carenza
di risorse non aiuta. Ridurre la spesa pubblica è purtroppo una necessità, non
una scelta, dopo decenni di politica irresponsabile che ha generato un debito e
una pressione fiscale fra i più alti del mondo. Ma qualunque risorsa iniettata
in un corpo così malato può solo indebitare il malato, ma non guarirlo. È
cruciale, invece, che il decreto del ministro Mariastella Gelmini, ora
approvato, abbia reso i tagli "selettivi", anziché colpire insieme
buoni e cattivi. L'autonomia senza responsabilità ha generato spese senza
controllo, alti costi di burocrazia e funzionamento, scarse risorse per la ricerca. Ora, invece,
solo le Università relativamente "virtuose" accederanno al
reclutamento di nuovi ricercatori. E una quota crescente del finanziamento
pubblico sarà erogata sulla base della qualità della didattica e della ricerca,
valutata secondo criteri internazionali. Oggi gli Atenei sono valutati
sul numero dei laureati, e ciò li spinge ad attrarre studenti con qualunque
mezzo - come la promessa di voti alti e titoli "facili"- e poi a
laurearli rapidamente. Al contrario di oggi, le risorse saranno utilizzate in
massima parte per nuovi ricercatori. E le commissioni, sorteggiate e non più
elette, saranno formate da soli ordinari (ponendo fine alla possibilità che
candidati in un concorso siano contemporaneamente commissari in un altro, a
fianco dei loro stessi giudici). Importanti segnali per ostacolare il
"pilotaggio" dei concorsi. Innalzare la qualità del reclutamento
restituirà finalmente speranze a chi vale e si impegna, ma è oggi alla merce di
commissioni combinate capaci di preferire candidati mediocri dalle qualità
spesso inconfessabili. Il disegno della futura riforma individua le altre linee
guida fondamentali: riduzione dell'enorme numero di corsi con nomi fantasiosi e
prospettive professionali improbabili; ritorno ai concorsi nazionali per
fermare la farsa dei concorsi locali in favore dei candidati indigeni;
avanzamenti legati alla sistematica valutazione dei risultati. Misure a costo
zero, che permetteranno di concentrare le risorse sui punti di eccellenza che
l'Università italiana tuttora mantiene. E la strategia di premiare l'eccellenza
per moltiplicarla può finalmente permettere la concorrenza virtuosa fra Atenei,
basata su corsi eccellenti e prospettive di lavoro, in luogo di una concorrenza
al ribasso fatta di studi facili, voti alti, titoli inutili. Perché
l'Università torni a promuovere le opportunità dei giovani e con esse la
crescita culturale, civile ed economica del Paese. Enrico Musso è senatore
della Repubblica, gruppo Pdl. 04/12/2008
( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina V - Bari La
manovra Pubblicati i tre bandi per contratti di programma, aiuti alle imprese e
sostegno alla ricerca: pronti 246 milioni di euro Regione, ecco le prime misure
anticicliche Sono stati pubblicati i primi tre bandi delle misure anticrisi
della Regione Puglia. La modulistica è sul www. sistema. puglia. it. I bandi
sono i Contratti di Programma regionali, che sviluppano investimenti per 550
milioni di euro mettendo in campo 130 milioni di fondi pubblici. Sul web anche
il bando per gli aiuti alle medie imprese ed ai consorzi di piccole e medie
imprese per programmi integrati di agevolazione che determinano investimenti
per 270 milioni di euro, grazie ad 88 milioni di risorse pubbliche. Altro bando
quello relativo agli aiuti agli investimenti in ricerca per le piccole e medie
imprese: 70 milioni gli investimenti sviluppati rispetto a 28 milioni di fondi
pubblici. Il maggior interesse delle imprese si è concentrato sui Pia, seguiti
dal bando sulla Ricerca che ha registrato un flusso di contatti di gran lunga
maggiore del previsto, in ultimo i Contratti di Programma. In tutti e tre i
casi le domande dovranno essere presentate a partire dal 19 gennaio. Per i Pia
e i Contratti di programma è prevista la procedura a sportello, che si chiude
con l´esaurimento delle risorse, nel caso della Ricerca per le PMI invece la
data di scadenza è il 20 marzo. Le novità più rilevante riguarda proprio gli
Aiuti alla Ricerca. Con questo bando fa il suo ingresso per
la prima volta nella burocrazia regionale la posta elettronica certificata. Chi desidera
partecipare a questo avviso ha a propria disposizione l´innovativa modalità
on-line. Non più lettera raccomandata e documenti, ma posta elettronica e
autocertificazione, purché la posta elettronica sia certificata e il legale
rappresentante abbia la firma digitale. Questa procedura permette di
risparmiare carta e costo della documentazione, ma soprattutto di abbattere i
tempi del 50 per cento. Si calcola che - informa una nota dell´assessorato allo
Sviluppo economico della Regione Puglia - dall´uscita del bando alla
graduatoria provvisoria si possa velocizzare di sei mesi l´intero iter.
«Un´innovazione fondamentale - afferma il vice presidente della Regione, Sandro
Frisullo - soprattutto in tempi di crisi, tant´è che è stata prevista dallo
stesso Tremonti nella propria manovra anticiclica. Solo che nel caso del
governo nazionale la novità sarà operativa fra tre anni.
( da "Manifesto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
UNIVERSITÀ La Cgil
presenta la sua riforma. In vista dello sciopero generale del 12 «La ricerca
contro la crisi» Le proposte alternative: fondi all'edilizia, ricambio
generazionale Eleonora Martini ROMA La formazione come tema centrale dello
sciopero generale indetto da Cgil, Cobas, Cub e Sdl intercategoriale, per il
prossimo 12 dicembre. Perché «è del tutto evidente la relazione tra la
necessità di investire sui sistemi della conoscenza e i modi con cui si può
uscire dalla crisi economica e sociale». Mimmo Pantaleo, segretario generale
della Flc-Cgil, introduce così la grande convention ospitata ieri nell'aula
magna della facoltà di Lettere dell'università Roma Tre e organizzata dal suo
sindacato per presentare alcune proposte concrete alternative ai tanto contestati
provvedimenti governativi su scuola, università, ricerca e Afam (Alta
formazione artistica e musicale). Un programma di lavoro che prevede «una
svolta radicale e non aggiustamenti a interventi già varati», e che accoglie le
istanze rivendicate nelle piazze dal movimento degli studenti, dei maestri e
dei docenti - prime tra tutte, le grandi manifestazioni della scuola del 30
ottobre e degli universitari del 14 novembre - ma che è comunque «una base di
partenza da cui aprire una grande campagna di ascolto». Dialogo, dunque, a
trecentosessanta gradi. Ma, come dice a conclusione dei lavori Fulvio Fammoni,
segretario confederale Cgil, «se restano 8 miliardi di tagli, di cosa si vuole
dialogare?». Perciò, prima di tutto l'Flc chiede che venga «sospesa l'attuazione
dei provvedimenti approvati e si ritirino quelli in via di approvazione». Fare
carta straccia dunque della legge 133/08, del decreto 112, meglio conosciuto
come l'"ammazza precari" di Brunetta, e la legge Gelmini sulla
scuola. Da qui in poi si può cominciare a ragionare, sempre che siano tenuti
ben fermi alcuni capisaldi. Pantaleo li riassume così: ogni euro risparmiato
dislocando meglio le risorse va reinvestito nell'istruzione; occorre un piano
straordinario pluriennale che stanzi fondi certi sull'edilizia scolastica;
bisogna puntare ad un «serio ricambio generazionale di tutto il corpo docente e
non solo nella prospettiva di stabilizzazione dei precari, ma con l'ampliamento
massimo del turnover». In particolare, per la scuola, «l'idea del maestro unico
è inaccettabile». Anzi, la programmazione didattica necessita di un «profondo e
strutturale cambiamento» che ricollochi l'istituzione a contatto con la realtà
sociale, liberandola da «nozionismo e burocrazia». Perciò va «salvaguardato il
tempo pieno, ridotta la didattica frontale, potenziati i laboratori e favorita
la valutazione». E come obiettivo da perseguire, l'obbligo scolastico a 18
anni: «Quello fino a 16 anni sia privato degli equivoci che ancora gli gravano
addosso con la riconferma del canale di serie B della formazione professionale».
Per il sistema universitario invece al primo punto c'è la salvaguardia della
sua natura pubblica, lasciando al privato «un ruolo di utile integrazione, uno
stimolo e una risorsa». L'abolizione graduale del numero chiuso garantisce il
diritto allo studio universale. Per spalancare poi le porte ai giovani docenti,
servono nuove regole per il reclutamento: un contratto triennale retribuito,
con garanzie sul rapporto di lavoro, al termine del quale una «valutazione
seria della qualità e della produzione scientifica del candidato dà luogo
all'accesso al ruolo di ricercatore». I finti concorsi per i passaggi di fascia
vanno eliminati. Mentre l'Agenzia nazionale di valutazione voluta dall'ex
ministro Fabio Mussi e mai avviata, giudicherà la qualità degli atenei per una
distribuzione «giusta» dei fondi. «Perché crediamo - sottolinea Pantaleo - che
la meritocrazia sia effettivamente l'unico riferimento». Ma «un ruolo forte
nella definizione del merito e degli obiettivi deve essere restituito agli
studenti, a chi l'università la vive». Infine, la ricerca, il cui «Programma
nazionale deve diventare uno strumento essenziale per la definizione del Dpef
con l'obiettivo di superare la frammentazione degli interventi e coordinare le
politiche per la ricerca scientifica e tecnologica, anche per sostenere i
progetti d'innovazione industriale». Vanno istituiti inoltre «uno o più fondi
specifici, distinti da quelli ordinari e alimentati da risorse aggiuntive». Con
queste proposte, insomma, l'Flc-Cgil risponde a chi l'accusa di essere il
sindacato del no. Alle altre sigle tende ancora una mano, ponendo sul tavolo
tre questioni aperte: contratti, regolamenti attuativi della legge Gelmini
sulla scuola, e riforma di università e ricerca. «Se riusciamo a trovare una
sintesi su questi punti, bene. Altrimenti - conclude Pantaleo - andremo ai
tavoli con le nostre opinioni e soprattutto proseguiremo il nostro percorso di
lotta».
( da "Giorno, Il (Milano)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
MILANO ATTUALITA'
pag. 2 Social card, i più poveri scivolano sulla burocrazia
Sindacati tempestati di telefonate ma poca gente alle Poste: fra norme e
postille, un vero calvario di ALBINA OLIVATI ? MILANO ? ISINDACATI sono
tempestati dalle telefonate. Le persone, che sperano di essere tra chi ha
diritto alla social card o carta acquisti sono molte di più di quelle che ne
avrebbero diritto. La card dà la disponibilità di 40 euro al mese. In posta,
non si vede ancora nessuno a ritirarla, perché oltre alla necessità di avere
determinati requisiti, c?è da superare lo scoglio della documentazione.
«Chiamano e vogliono sapere come devono fare per avere la carta. In due giorni
in 39 hanno chiesto il calcolo dell?Isee», specifica Vincenzo Vita,
responsabile Cat Cisl di Milano. LA DOMANDA più frequente riguarda i titoli:
«C?è chi pensa di farcela e poi non ce la fa. Tra le altre cose, non bisogna
avere depositi bancari che superino i 15 mila euro». Il problema più grosso
però è il calcolo Isee (indicatore di stato economico equivalente, ndr.), il
riccometro per intenderci, e i Caf sono al lavoro. «I parametri da considerare
sono diversi. C?è la questione delle utenze, non più di una per gas e luce, le
famiglie, con un reddito non superiore ai 6 mila euro, devono avere un bambino
con meno di 3 anni oppure bisogna essere pensionati. Il provvedimento riguarda
chi ha più di 65 anni e un reddito massimo di 6 mila euro. Se invece l?età va
dai 70 anni in su, il tetto non deve essere oltre gli 8 mila». LA CGIL ha
sempre criticato il provvedimento: «No, non siamo d?accordo, però se qualcuno
viene a chiedere informazioni noi aiutiamo» afferma Metello Cavallo, direttore
Inca. Ieri, al Caf si sono presentate 4 persone. «Abbiamo 20 sedi e non abbiamo
ancora raccolto i dati. A Rho, ad esempio, non s?è presentato nessuno, a
Melegnano in 10. Parlo di richieste di informazioni. Stiamo fissando degli
appuntamenti. Tutti domandano dell?Isee, condizione necessaria per accedere
alla carta. Nel calcolo entrano anche le erogazioni assistenziali». All Cgil
fanno l?esempio di un invalido che, con l?integrazione, arriva a percepire 620
euro al mese ed è così tagliato fuori dalla social card. Cavallo consiglia di
stare molto attenti all?autocertificazione, possibile al capitolo utenze. «In
caso di dichiarazione inesatta e senza la prova della buona fede, le sanzioni
sono veramente dure». Il responsabile Inca aggiunge: «Questi sono soggetti non
abituati a usare una carta magnetica, immagino cosa potrà succedere. Poi, in
caso di smarrimento, le operazioni sono troppo complicate». DAL CAF UIL
confermano che da lunedì sono cominciate ad arrivare parecchie richieste di
aiuto. Soprattutto per la compilazione del modulo recapitato per posta
dall?Inps. «Non sanno che si devono presentare all?ufficio postale con l?Isee.
Per ottenere la carta bisogna essere poveri, poveri. Se una persona vive con un
figlio che lavora, perde ogni diritto». Buona volontà, pazienza e aiuto è
quanto occorre per raccogliere la documentazione da presentare in posta, dove
gli impiegati sono pronti e documentati. Le carte acquisti sono arrivate.
( da "Adige, L'" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
PREDAZZO - Con voto
unanime, e dopo una lunga discussione, il consiglio comunale di Predazzo ha
approvato martedì sera anche il nuovo regolamento per la diffusione dell'edilizia
sostenibile PREDAZZO - Con voto unanime, e dopo una lunga discussione, il
consiglio comunale di Predazzo ha approvato martedì sera anche il nuovo
regolamento per la diffusione dell'edilizia sostenibile. In esso, viene
sostanzialmente fissato il sistema dei punteggi riguardanti i vari livelli di
prestazione degli edifici, attraverso i quali sarà possibile accedere agli
incentivi programmati. In altre parole, l'obiettivo di fondo è quello di
orientare le trasformazioni territoriali verso modelli costruttivi rispettosi
dei limiti di sostenibilità degli ecosistemi ambientali, elevando gli standard
di qualità e di comfort degli edifici residenziali, attraverso una
progettazione che considera l'organismo edilizio in tutte le sue componenti,
ecologica, biologica e sociale. Obiettivo che si raggiunge attuando tutti o
parte dei requisiti di sostenibilità previsti dalla norma. Come contropartita,
sono previsti incentivi di natura economica, con la riduzione degli oneri di
urbanizzazione in proporzione ai punteggi conseguiti nella valutazione finale
del Comune, ed incentivi di superficie, con incrementi della superficie utile
lorda edificabile fino al 10% per le destinazioni residenziali e fino al 15%
per quelle ricettive alberghiere. Il regolamento si articola in tre sezioni: le
norme e le procedure, i requisiti di sostenibilità e le strategie con le
prescrizioni tecniche. In esso vengono anche previste in dettaglio la procedura
di assegnazione degli incentivi e le modalità di verifica e controllo da parte del
Comune dei progetti e delle realizzazioni, con la decadenza degli incentivi ed
eventuali sanzioni per la mancata realizzazione del progetto di sostenibilità
da parte del titolare della concessione edilizia. L'architetto Eccheli ,
affiancato dall'ingegner Celva dello Studio Bioengeenering di Trento, ha
illustrato nei particolari i contenuti tecnici ed operativi del regolamento,
che il sindaco Silvano Longo ha battezzato come «un cambiamento culturale, in
grado di garantire la crescita della sensibilità dei cittadini», con la
soddisfazione «per essersi dotati di uno strumento efficace nella direzione
giusta». Unanime la condivisione da parte del consiglio, anche se Nicolò Tonini
ha segnalato, a suo parere, due carenze: l'eccessiva onerosità dell'iter amministrativo
e la limitatezza degli incentivi nelle fasce centrali della tabella punti.
«Condivido in parte le perplessità di Tonini» ha commentato il sindaco. «Il miglioramento della qualità della vita è difficile da ottenere di
fronte al morbo della burocrazia. Importante comunque è partire. Poi si potranno fare, anche a
breve scadenza, tutti gli aggiustamenti del caso». «Un passo importante verso
una nuova direzione» lo ha giudicato Maria Bosin della minoranza. Tutti
d'accordo, pur con le raccomandazioni ricordate sopra, al momento del voto.
M. F. 04/12/2008
( da "Giorno, Il (Milano)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
MILANO ATTUALITA'
pag. 2 Oggi essere indigente è complicato Bisogna slalomeggiare fra i requisiti
E rischi di essere segnato per sempre C?ERANO UNA VOLTA I POVERI. Poveri e
basta, antitesi dei ricchi. Il loro opposto. Poveri. Anche se un poeta del
cinema come Vittorio De Sica i suoi poveri (per l?occasione i milanesissimi
barboni) li faceva salire gioiosamente in cielo montati sulle scope. «Taci tu,
che sei povero», sbatteva il bambino ricco in faccia al meno fortunato coetaneo
e raramente un manrovescio paterno si abbatteva sulla gota paffuta. I tempi
sono cambiati. Oggi essere poveri è anche complicato. Fare la domanda per la
social card o carta acquisti che sia significa addentrarsi in una selva
assolutamente oscura di calcoli di parametri, valutazioni del riccometro,
verifiche sull?anagrafe, la prole, il reddito, le utenze. Con un pericolo: in
caso di dichiarazione inesatta sono pronte ad abbattersi severe sanzioni. E
valla a dimostrare, caro signore povero, la tua buona fede, la nessuna volontà
di dolo, insomma il fatto che oltre a essere nullatenente sei anche onesto e
per nulla furbetto. Ecco allora che la possibile validità
della iniziativa rischia di perdersi nel labirinto della burocrazia, nei meandri oscuri dove si
annida tutto ciò che è difficile, astruso, ostico al palato e al senso comune.
La gente fa la coda davanti alle poste, tempesta di telefonate i sindacati
invocando chiarimenti. La signora Rosa e il pensionato Francesco si assoggettano
ad attese di ore. La social card da 40 euro, si dovrebbe concludere,
convince, viene richiesta. Quella tessera magnetica è appetita. A una
condizione. Che la card non diventi il bollino blu dell?indigenza. Sarebbe
triste e ingiusto. D?accordo per la social. Dissenso totale sulle pubbliche
patenti di povertà. Meglio i poveri di De Sica, allora.
( da "Adige, L'" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Mori, martedì il
consiglio comunale ha approvato la lottizzazione alle porte del paese Ottanta
nuovi alloggi in via Terranera MORI - In via Terranera, di fronte alla stazione
dei carabinieri, sorgerà un complesso residenziale di 22 mila metri cubi,
suddivisi in circa 80 alloggi. Nel consiglio comunale di martedì sera è infatti
stata approvata la lottizzazione del comparto 1 nel cartiglio 45, riguardante
proprio la zona di via Terranera. Su questi terreni, oltre agli appartamenti,
saranno quindi migliorate le opere di urbanizzazione primaria, come la pista
ciclabile, il verde privato ed il viale alberato. «Via Terranera - spiega il
sindaco di Mori Mario Gurlini - è una via d'accesso importante al paese per chi
proviene da sud. Ormai è quasi totalmente edificata, manca solo da intervenire
sulla vecchia "masera". Per quella ragioneremo con i proprietari e
vedremo cosa realizzare». A sollevare qualche discussione nell'aula consiliare
è stato poi il tema del organizzazione all'interno del comune. «Attualmente -
spiega Valter Gazzini, assessore al turismo - i compiti dei vari uffici sono
fortemente compartimentati, segmentati. Ognuno si limita a svolgere il suo
pezzettino di incarico e spesso la pratica prima di essere conclusa deve subire
innumerevoli passaggi in altri uffici rallentando di fatto ogni iniziativa». A
peggiorare la situazione ci ha pensato poi un incarico rimasto a lungo scoperto
a causa di un avanzamento di carriera. «Non è vero che i dipendenti pubblici
sono fannulloni. Semplicemente sono ingabbiati in una burocrazia assurda che rallenta tutti i
procedimenti e li costringe ad una pazzesca corsa all'immediato, lasciandoli
sempre in emergenza. Per ora almeno abbiamo rimediato al posto scoperto con un
contratto a tempo determinato» spiega Gazzini. La soluzione auspicata
per risolvere i problemi organizzativi in municipio sarebbe la creazione di una
sorta di front-office proprio all'entrata del comune, uno sportello in grado di
rispondere alle più diffuse esigenze dei cittadini, circa il 70% delle
richieste, senza costringerli ad inoltrarsi nel labirinto della struttura
interna e permettendo in questo modo ai dipendenti un più rapido svolgimento
delle pratiche. «Anche di pomeriggio, quando gli uffici sono chiusi al pubblico,
in comune c'è un grande andirivieni di gente che cerca informazioni. Con uno
sportello sempre a disposizioni tutto ciò si risolverebbe e i cittadini
sarebbero più soddisfatti» conclude Gazzini. L. Ga. 04/12/2008
( da "Giorno, Il (Lecco)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
LECCO: PRIMO PIANO
pag. 2 Caldirola, dal rischio fallimento al rilancio La storica azienda
vinicola salvata da un gruppo piemontese che punta ai mercati dell?Est
MISSAGLIA di DANIELE DE SALVO ? MISSAGLIA ? SINO A UN PAIO di mesi fa le
prospettive della «Casa vinicola Caldirola» erano tutt?altro che buone. I
dissidi tra gli ex soci di maggioranza facevano temere il peggio, con il
rischio addirittura della chiusura e del licenziamento in tronco di tutti i
dipendenti. I nuovi vertici della società, presentata ufficialmente ieri nella
sede di via San Bartolomeo di Contra, hanno però scongiurato in extremis il
naufragio di una delle più antiche e floride società della Brianza, fondata nel
1897 e in grado di muovere 65 milioni di euro all?anno. A salvare la storica
azienda ci hanno pensato un gruppo di investitori piemontesi con interessi nel
settore e tre componenti che facevano parte del vecchio management. I PRIMI ci
hanno messo soprattutto i soldi per consentire all?attività di proseguire, gli
altri l?esperienza e la passione. Questi ultimi sono Michele Redaelli, ex
direttore finanziario, nominato ora amministratore delegato; Luigi Maggioni,
responsabile commerciale ed Enzo Priamo, intermediatore tra i produttori.
Svolge invece il ruolo di presidente Renato Gaggiano, costruttore edile. «I
primi risvolti concreti del passaggio di mano - ha spiegato il neo
amministratore delegato - sono già riscontrabili, perché abbiamo assorbito
tutto il personale, 77 unità in tutto che altrimenti avrebbero perso il posto.
Non solo: abbiamo assunto anche due persone che facevano capo a una
cooperativa. Inoltre si è salvato anche l?indotto». Per il futuro le
aspettative sono comunque molto più ambiziose. «Intendiamo far registrare
ancora aumenti di fatturato e di quote di mercato nonostante le inevitabili
difficoltà». Ciò significa consolidamento degli affari a livello italiano,
attraverso i canali della grande distribuzione, ma pure un?espansione
all?estero, specialmente nell?Europa dell?Est. ENTRO IL 2009 inoltre la srl che
adesso gestisce l?importante marchio dovrebbe arrivare ad acquistare
definitivamente gli stabilimenti, compreso quello di Gattinara, attualmente in
carico mediante la formula dell?affitto del ramo d?azienda. A dispetto del
periodo di crisi, interna ma anche economica, per la vinicola, che si occupa
sostanzialmente di imbottigliare e smerciare vini da tavola, i danni sono stati
comunque limitati, grazie alla reputazione conquistata e alla solida rete di
distribuzione. «I DATI DI ANALISI sono molto confortanti - ha confermato
Maggioni -. Siamo il primo operatore privato italiano e nei canali della grande
distribuzione la nostra è una posizione di assoluto prestigio. La proiezione di
fatturato 2008 è di 50 milioni di euro: sostanzialmente stabile. Ma si guarda
al futuro». Di qui la decisione ad esempio di immettere in commercio una
bottiglia da
( da "Corriere della Sera" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2008-12-04 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE I tagli Diminuiscono i finanziamenti pubblici, nonostante gli
impegni dell'incontro di Lisbona La proposta Vescovi: «No al posto a vita, sì a
controlli ogni 5 anni per capire come si lavora» La ricerca che non produce
Pochi brevetti in Italia «Aiuterebbero a far rientrare i cervelli» Q ual è la
materia prima del nostro Paese? Il cervello, dicono in molti. Nel Rinascimento
si investiva nel genio e in Italia. Tempi lontani. Leonardo da Vinci oggi
lavorerebbe negli Stati Uniti. Ricerca e brevetti non sembrano più essere il
motore del nostro sistema produttivo. Ancor più di fronte a una crisi economica
mondiale come l'attuale. «Investire in ricerca», è la ricetta su cui puntano
Barack Obama a Nicolas Sarkozy. «Non tagliate in questo settore», ammonisce
governo e Parlamento il presidente Giorgio Napolitano. Nella realtà, la
situazione non è rosea. Il 2009 si annuncia ancor più povero in fondi pubblici
e privati. Le multinazionali, in crisi nei Paesi d'origine, non possono certo
favorire l'Italia. Il problema, però, è anche quello dei brevetti: va bene
pochi soldi, ma almeno produttivi. Quanti brevetti vengono dalla ricerca
italiana in Italia? Pochi in proporzione a quelli firmati dagli italiani
all'estero. Soprattutto in campo biomedico. «Dietro alla scrivania di Antonio
Giordano alla Temple University o nello studio di Carlo Croce all'Ohio University
spiccano decine di brevetti firmati da italiani», racconta Ignazio Marino,
anche lui chirurgo e ricercatore negli Stati Uniti prima dell'elezione a
senatore del Pd. E' made in Italy il 10-20% di quanto brevettato nelle
università americane. Diverso in Italia. Eccellenza nelle pubblicazioni
scientifiche, disinteresse nei brevetti. In particolare in medicina. I
Politecnici, il San Raffaele, la Normale di Pisa hanno da anni un ufficio
brevetti. Altre università si sono attivate dal 2002-2003. Ancora poche.
Registrare un brevetto biomedico può costare 20-30 mila dollari negli Stati
Uniti, anche il doppio in Italia. Quindi, meglio che del brevetto si occupino
altri. Per esempio le aziende farmaceutiche. «La cultura della ricerca in
Italia va cambiata — ammonisce il sottosegretario del Welfare, Ferruccio Fazio
—. I pochi fondi vanno erogati per progetti e valutati all'inizio e durante la
loro realizzazione da una commissione di esperti internazionali. Modello che ho
già indicato per i nostri fondi». E le aziende si adeguano. La Fondazione
Lilly, per esempio, d'ora in poi adotterà questi criteri per finanziare la
ricerca in Italia con, ogni anno, un grant di 360.000 euro (durata 4 anni) al
miglior progetto di ricerca selezionato nel campo delle scienze per la vita.
«Il problema — commenta Enrico Garaci, presidente dell'Istituto superiore di
sanità — è che oggi in Italia esiste una profonda divaricazione tra la
produzione di conoscenza e la sua valorizzazione economica e sociale. L'Italia
da sola crea il 4% della conoscenza mondiale con una vasta produzione
scientifica, eppure nella classifica della competitività nei Paesi Ocse il
nostro Paese occupa solo il 46Ë? posto». Come fare? Due le vie: attrarre
investimenti; puntare di più sui brevetti. «Un modo per far rientrare i
cervelli», dice il senatore Marino, che avverte: «Salvo modifiche, dai 331
milioni e 628 mila euro della finanziaria Prodi per il 2008, la manovra
Tremonti in discussione taglia 35 milioni e mezzo alla ricerca sanitaria». E i
brevetti? Risponde Antonio Giordano: «Un modo per far rientrare i ricercatori
perché vuol dire che ci sono loro progetti approvati e finanziati». A Lisbona i
big europei erano d'accordo: più fondi alla ricerca. L'Italia aveva assicurato
di arrivare al 3% del Pil, dall'1,1 del 2008. Ora scende allo 0,9-1% (pari a
810 milioni di euro). La Francia, invece, aumenta del 50% il budget destinato
alla ricerca. Anche la Svezia, prima in Europa (4,27% del Pil), ha deciso di
destinare altri 500 milioni di corone alla ricerca per il 2009. «Cominciamo a
dire no al posto a vita, istituendo controlli regolari ogni 5 anni», dice
Angelo Vescovi, biologo cellulare dell'università Milano-Bicocca.
Milano-Bicocca ha un ufficio brevetti. Però non ne esiste uno a livello
istituzionale e non lo hanno nemmeno le nostre charity. O meglio Telethon lo ha
istituito l'anno scorso. Chiara Cecchi è responsabile del trasferimento
tecnologico: «Nei bandi di quest'anno il 40% dei diritti è nostro». L'Airc
invece non ha nulla. Il suo centro d'eccellenza, l'Ifom, ha però brevettato tre
marcatori tumorali. Qualcosa sta cambiando in Italia. Le charity americane e
inglesi con i brevetti finanziano altre ricerche. Peraltro il nostro Paese non
è appetibile per studi sull'uomo. Le multinazionali preferiscono Est Europa, Cina,
India, Malesia: meno burocrazia, volontari meno costosi, assicurazione inesistente o ridotta al
minimo. «Al contrario — dice Filippo De Braud, ricercatore oncologo dello Ieo
—, attira fondi la nostra ricerca clinica precoce sui farmaci anticancro». Grazie
anche a un network di coordinamento nato dieci anni fa: la Fondazione Sendo (
South european new drug organisation). Dice il direttore Silvia Marsoni:
«Coordiniamo centri in Svizzera, Italia e Spagna. In 10 anni abbiamo testato 23
nuovi farmaci». Infine, alle multinazionali che investono non piace la lentezza
italiana nell'autorizzare i farmaci innovativi. L'Aifa di Guido Rasi
garantisce: «Accelereremo». E spunta, in un convegno di Novartis, l'ipotesi di
una «corsia preferenziale» per chi investe in Italia (come in Francia). Il
senatore Pdl Antonio Tomassini aggiunge: «Valuteremo anche un credito di
imposta per chi fa ricerca da noi». Mario Pappagallo
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ANCONA AGENDA pag. 7
SAPPIAMO che nei giorni scorsi sono state effettuate ... SAPPIAMO che nei
giorni scorsi sono state effettuate molte visite nei cantieri per scovare e
sanzionare lavoro nero e infrazioni alle norme di sicurezza; tema a noi molto
caro, visto che da sempre siamo impegnati sulla informazione e formazione alle
imprese, oltre che nella prevenzione attraverso il comitato paritetico
territoriale, che ci vede, assieme ai sindacati dei lavoratori, effettuare
mensilmente centinaia di visite nei cantieri, per indicare la corretta
applicazione delle norme. Riteniamo infatti che le imprese che praticano
ampiamente lavoro nero e non rispettano le norme di sicurezza devono essere
colpite duramente perché, oltre screditare l?intero settore, fanno concorrenza
sleale alle imprese più serie, mettendole fuori mercato. Capita però alcune che
alcune imprese ispezionate ci chiamino per contestare una sanzione, e scopriamo
che queste sono spesso imprese serie e strutturate, con lavoratori in regola
tutti con il loro cartellino, il casco e scarpe antinfortunistiche, impalcature
a regola d?arte, che però vengono sanzionate ugualmente per irregolarità
formali. Dobbiamo ricordare che il numero dei soli adempimenti relativi alla
sicurezza per ciascun cantiere sono 62, senza parlare delle decine di
adempimenti, denunce, versamenti e burocrazia che si connette ai rapporti di lavoro e che sommerge le nostre
piccole e medie imprese con costi e giornate di lavoro perse dietro le carte.
Si tratta quindi di condividere la filosofia delle ispezioni, che a nostro
avviso sono indispensabili, ma devono essere effettivamente finalizzate a
garantire la sicurezza dei lavoratori e la regolarità del loro rapporto di
lavoro. Più che concentrarsi sulle carte quindi, nelle quali qualche
«virgola» può mancare, le ispezioni dovrebbero riguardare le questioni
realmente importanti; la sicurezza è fatta di cose concrete: le impalcature, i
presidi di sicurezza e l?organizzazione del cantiere. Inutile dire che i
lavoratori dovranno risultare tutti regolarmente assunti e l?impresa essere in
regola con i versamenti contributivi ed assicurativi. E? poi evidente che le
imprese più irregolari sono quelle che neanche denunciano l?avvio di un lavoro
e magari non vengono ispezionate perché non si ha conoscenza ufficiale del
cantiere, mentre accade che imprese che fanno ogni sforzo per essere in regola
vengano invece colpite per qualche cavillo, ed è facile sanzionare sulle carte.
Sarebbe invece importante conoscere quante imprese sono state sanzionate perché
gli operai lavorano in nero e quante perché non rispettate le norme tecniche di
sicurezza nei cantieri. Mettiamo quindi a disposizione degli organismi
ispettivi deputati ai controlli la nostra esperienza per un confronto ed una
collaborazione continua rivolta a condividere le priorità ed a finalizzare
l?attività ispettiva al più ampio rispetto delle regole. Annalisa Canuti Presidente
del Collegio Costruttori di Ancona
( da "Adige, L'" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
La storia Ricorsi e condanne
E Pantani scese dall'elicottero SAN MICHELE - Dieci anni fa sbarcava
dall'elicottero a San Michele l'indimenticabile Marco Pantani per inaugurare
l'unico punto vendita di Mercatone Uno nel Trentino Alto Adige. Tutti
conoscevano questo marchio disegnato sulla maglia del grande campione delle due
ruote; pochi sapevano, invece, che Mercatone Uno non era solo una squadra di
ciclismo, ma la più importante catena italiana della grande distribuzione. Con
Romano Cenni , fondatore e presidente di Mercatone Uno, Pantani salutò la folla
accorsa nel negozio di San Michele ma ben presto gli
ostacoli della burocrazia
trentina smorzarono gli entusiasmi di Cenni e soci: la superficie di vendita
era troppo estesa (
( da "Repubblica, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 19 - Cronaca
Raid contro l´industriale anti-racket: "Lasciato solo" Siracusa,
furto nel cantiere di Vecchio: "Diventeremo come uno stato dell´Africa
centrale" "Non serve uno stato di polizia, la sicurezza si ottiene
con l´efficienza" SALVO PALAZZOLO PALERMO - All´inizio, sembravano solo
banali furti. Ma sono proseguiti ogni mese, con singolare puntualità nel
cantiere dove Andrea Vecchio, l´imprenditore simbolo dell´antiracket in
Sicilia, sta realizzando l´impianto di illuminazione della strada
Cassibile-Rosolini, in provincia di Siracusa. Il primo raid a maggio, il quinto
la notte scorsa. Otto escavatori sono stati portati via, solo due nell´ultima
incursione. Davvero troppo anche per Andrea Vecchio, abituato alle minacce delle
cosche di mezza Sicilia e a una vita sotto scorta. «Non so che fare ? dice -
sono indeciso tra chiudere il cantiere e licenziare i 45 dipendenti che ci
lavorano o fare arrivare altri due escavatori e munire gli operai di armi, le
armi di nuova consapevolezza contro il racket». Vecchio, che è presidente
dell´associazione dei costruttori di Catania, ribadisce: «Io non mi fermerò, ma
le istituzioni devono intervenire. Ho la sensazione che questa nostra Italia
sia destinata a diventare come uno stato dell´Africa centrale nel breve periodo
di quattro, cinque anni. Vedo un´inefficienza diffusa negli organi
amministrativi burocratici e politici». è davvero amareggiato l´imprenditore
che non si è fermato neanche davanti alle pesanti minacce del clan Santapaola
di Catania, denunciando e facendo arrestare chi voleva imporgli il ricatto del
pizzo: «Questo nostro paese ? prosegue - non riesce ad alzarsi e ad andare
avanti. Non vorrei essere uccello di malaugurio ma secondo me questa è la
strada che il paese ha intrapreso». Vecchio ha una sua idea ben precisa sul
concetto di sicurezza: «Non serve uno Stato di polizia ? spiega - la tutela e
la sicurezza si ottengono con l´efficienza, con le
burocrazie che funzionano e con tutti gli adempimenti che si realizzano
velocemente». Per decidere sul futuro del suo cantiere a Siracusa, Vecchio
attende il comitato per l´ordine e la sicurezza chiesto al prefetto dopo
l´ultimo raid. Intanto, dal mondo politico arrivano appelli bipartisan a
restare. Il caso Vecchio suggerisce che Cosa nostra stia sperimentando
nuove forme di intimidazione. «Sanno che non possono chiedermi soldi ? dice
l´imprenditore ? tentano di darmi fastidio con lo stillicidio dei furti». La
strada dell´antiracket in Sicilia è ancora in salita. Nonostante un numero sempre
maggiore di imprenditori e di commercianti scelga di denunciare i ricatti degli
esattori. Proprio ieri pomeriggio, il gup di Palermo Mario Conte ha condannato
13 fra boss e gregari che avevano seminato il terrore in provincia di
Agrigento. Le indagini della squadra mobile, coordinate dai pm Gianfranco
Scarfò, Fernando Asaro e Giuseppe Fici, avevano ricevuto la sperata svolta con
le denunce di otto imprenditori, fra cui figura anche il vicepresidente di
Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro. Dopo il blitz dell´anno scorso, a
tempo record, sono arrivate le condanne, a pene fra i tre e gli otto anni, ma
soprattutto i risarcimenti per le parti civili: gli imprenditori che hanno
denunciato, poi anche Confindustria, la presidenza del Consiglio e la Regione Siciliana.
Ma ad Agrigento restano ancora imprendibili i capi provinciali di Cosa nostra,
sono latitanti Giuseppe Falsone e Gerlandino Messina. Dice Andrea Vecchio:
«Questa nostra terra non merita tutto ciò. Le istituzioni intervengano al più
presto».
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Giovedì 04 Dicembre
2008 Chiudi L'amore per l'agricoltura, qualche volta, è come il mal d'Africa.
Magari fino ad un minuto primo non ne volevi sapere della campagna, poi ne sei
preso all'improvviso totalmente. Luciano Capodicasa, 48 anni e due figlie che
gli riempiono la vita, è veterinario all'Asl. Fino a quindici anni fa, dedicava
tutta la sua giornata a curare gli animali e saliva da Spello sul monte Subasio
per ammirare il panorama. Poi un colpo che in tutte le famiglie strappa un
pezzo di cuore: la morte del padre. Luciano, «orgogliosamente figlio di
contadini», comincia a guardare la campagna che il padre lavorava con altri
occhi. Poi nel 1995 accade un episodio di ordinaria burocrazia, di quelli che ti fanno imbestialire.
Il padre aveva ottenuto in affitto dal Comune un oliveto. Un funzionario
telefona a Luciano e senza tanti giri di parole gli dice: devi restituircelo
perché non sei abilitato a coltivarlo. E' la svolta, è l'inizio di una sfida.
Luciano Capodicasa non molla l'oliveto al Comune e racconta: «Pensando che da
un momento all'altro me l'avrebbero tolto, ho smesso di pagare il canone
d'affitto. Si sono fatti sentire soltanto nel 2006». Comincia a coltivare gli
olivi lasciati dal padre, ne prende in affitto altri, comincia ad acquistarli.
Ora ne cura seimila. Molla la libera professione. Sale tutti i giorni sul
Subasio, in località Calvarone, che è anche il nome dell'azienda, non più per
godersi il bellissimo panorama della Valle Umbra, ma per faticare e godersi gli
olivi. E per studiare, perché è convinto che l'olio umbro è splendido ma va
cercata, giorno dopo giorno, la massima qualità. «Il mio concetto di qualità -
sottolinea Luciano Capodicasa - non si limita al momento della spremitura ma
comincia ben prima. Ho grande rispetto per l'ambiente e per l'agricoltura
biologica, amore e rispetto per ciò che coltivo. La natura ci dà, ma dobbiamo
creare le condizioni per un ambiente in cui gli ecosistemi siano rispettati.
Nella campagna che coltivo, tutti gli animali sono i benvenuti; perfino i
cinghiali. Faccio in modo che gli animali trovino sempre da mangiare. Rovinano
un po' di campagna? Non importa. E' tornata perfino la pernice rossa tra i miei
olivi, molti dei quali piantati quattro secoli fa. Non uso concimazioni
tradizionali. Pulisco continuamente il manto erboso olivato per non lasciare
spazio alle piante infestanti. Insomma, un ambiente in cui fauna e flora
vengono trattate con rispetto». E il momento della raccolta? «Va fatta nel
momento ideale, quando l'oliva è per un terzo verde, per un terzo violacea e
per un terzo matura. Va fatta da personale istruito, stressando il meno
possibile piante ed olive. Noi le mettiamo in cassette piccole, non in cassoni,
con molte foglie e le portiamo al molino anche due volte al giorno. L'oliva la
maciniamo rigorosamente a 20 gradi in modo che l'olio esca a 27-28 gradi e lo
filtriamo. Tutti dicono di macinare a freddo, ma le macine di una volta danno
la massima garanzia? Per me macinare a freddo è quando la pasta delle olive non
supera i 20 gradi. E' questo per me il percorso della qualità». L'olio umbro è
ottimo, quello ovviamente che esce dalle olive coltivate qui, ma ancora non si
è riusciti a farlo volare davvero. Troppi campanilismi, troppi contributi a
pioggia, promozione frammentata ed individualistica. «Ma soprattutto ho un
cruccio - dice Luciano - e riguarda la cooperazione. Secondo me la struttura
cooperativa è quanto di meglio per raccordare tantissimi piccoli produttori. Ma
la cooperazione non va intesa come occasione per sistemare politicamente
qualcuno. Deve esserci gente competente. Vanno coinvolti i produttori, vanno
seguite le linee del mercato. Insomma, va fatto un salto di qualità. Quello che
è riuscito, per esempio, al vino Sagrantino. Meno campanilismi, meno egoismi e
più compattezza e capacità. Il mondo corre, la piccola Umbria può conquistarsi
una nicchia di prestigio soltanto se riesce a catturare le migliaia di persone
che amano mangiare bene. Dovrebbero aiutarci a costruire neli uliveti strutture
per accogliere i turisti. E noi potremmo così al consumatore cos'è il nostro
olio, come nasce, quale è la sua storia, come va usato. Io, per quel che posso
lo faccio: mi metto ai fornelli, altra mia passione, e poi mi emoziono quando
prendo la bottiglia d'olio». U.Na.
( da "marketpress.info" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Giovedì 04 Dicembre 2008
UE: OBIETTIVO 2, 2 MILA NUOVI POSTI DI LAVORO IN FVG Udine, 4 dicembre 2008 -
Oltre il 90 per cento delle risorse impiegate con un investimento di 670
milioni di euro, 2000 posti di lavoro creati e 2262 progetti avviati, di cui
( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 3 - Pordenone
Verso uno sportello unico per i pazienti Troppa burocrazia: oggi in coda anche gli
esenti da ticket. Liste d'attesa: ecco le priorità «Un ospedale forte ha
bisogno di un territorio forte». Ed è per questo, secondo la Cgil, che i
prossimi anni la sfida del territorio pordenonese non sarà solo quella di
realizzare un nuovo ospedale, ma di creare una rete di servizi a misura di
cittadino. Il primo passo - come spiegato in un convegno organizzato a
Torre dai pensionati della Cgil - potrebbe essere il punto unico di accesso alla
sanità, ovvero uno sportello che si prende in carico il paziente dalla fase
informativa alla diagnosi. Lo sportello. La Regione, come anticipato dal
direttore generale dell'Ass 6, Nicola Delli Quadri, attiverà nel 2009 una
sperimentazione in due aziende del Friuli Venezia Giulia per costituire il
punto unico di accesso alla sanità, ovvero il luogo fisico in cui il cittadino
si reca per chiedere informazioni sui servizi ma anche per prendere
appuntamenti, avere risposte su quale sia il percorso che deve seguire per
accedere ai servizi. «Come azienda - ha detto Delli Quadri -ci siamo candidati
a partecipare alla sperimentazione. Il negoziato sul piano aziendale partirà il
16 dicembre, poi la Regione deciderà». Il punto unico è uno dei livelli di
integrazione dei servizi che l'azienda vuole raggiungere, ma non è l'unico.
Liste d'attesa. «Un altro passo avanti - ha ricordato Delli Quadri - è stato il
protocollo sottoscritto con i medici di medicina generale. Il problema delle
liste d'attesa è annoso e di difficile soluzione, ma oggi i medici hanno le
modalità per accorciare i tempi ai loro pazienti per alcune patologie». La
Regione ha definito prioritario dare risposta, infatti, alle prestazioni
radiologiche, oncologiche, dermatologiche e cardiologiche. Il Fap. Un altro
esempio di integrazione di servizi è quello rappresentato dal Fap (fondo per
l'autonomia possibile) psichiatrico. «Anche in questo caso - ha proseguito
Delli Quadri - grazie alla previsione di un fondo idoneo da parte della Regione
e alla collaborazione tra azienda, Dipartimento di salute mentale e Ambito
socio assistenziale, sarà possibile realizzare progetti personalizzati per
trattare persone affette da disagio mentale a domicilio. Il primo anno saranno
una trentina i casi seguiti, a regime un centinaio». Cure palliative. In questo
contesto si inserisce anche l'esperienza delle cure palliative che l'azienda,
insieme all'ospedale Santa Maria degli Angeli, al Cro e al Policlinico e vuole
estendere a tutta la provincia a partire dal 2009 dopo il progetto sperimentale
che ha riguardato 120 persone e che ha dato buoni risultati. Burocrazia. «Siamo
pronti a collaborare con le altre aziende - ha aggiunto il direttore del Cro di
Aviano,Giovanni Del Ben - a mettere insieme risorse e competenze, mettendo in
rete anche il volontariato». Prioritaria resta poi «la formazione degli
operatori» e la riduzione dei problemi organizzativi ai pazienti. «Oggi le
persone - ha ricordato Del Ben - devono affrontare le code per il ticket anche
se sono esenti, hanno una tessera sanitaria dotata di microchip ma senza la
vecchia tesseradi carta non possono fare nulla. C'è la necessità di superare la
burocrazia». Il futuro. Gli investimenti nel
territorio devono proseguire «e anche nell'attuale ospedale di Pordenone - ha evidenziato
Diego Grizzo (Spi Cgil) - diversamente tra dieci anni ci troveremo un ospedale
vecchio in un edificio nuovo e rischieremo di essere inglobati a Udine». Lo
scenario che si delinea - secondo il referente nazionale dei pensionati Cgil,
Bruno Benini - è quello che trent'anni fa, «quando il sistema delle mutue era
al collasso e il paese viveva una crisi economica», portò alla creazione del
sistema sanitario nazionale. Di quell'esperienza va mantenuta «l'universalità
della risposta sanitaria e il principio di equità». Ciò che invece va
contrastato oggi «sono i ricoveri impropri, le liste d'attesa, il mercantilismo
delle prestazioni». Ecco perché «bisogna ridurre l'ospedalizzazione e avere
risposte nel territorio: per avere un buon ospedale - ha evidenziato Benini -
serve un buon territorio». Martina Milia
( da "Tirreno, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 7 - Pistoia Protesta contro la burocrazia di Gaia insieme a sindaco e difensore civico SAN MARCELLO.
Cercare di rendere più semplice la complessa macchina di Gaia spa, il gestore
unico del servizio idrico integrato, e portarla più vicina alle esigenze del
cittadino. Era questo, in sostanza, lo scopo di Roberto Prioreschi, di
professione architetto, che nei giorni scorsi si è presentato
all'ufficio Gaia di Mammiano, accompagnato dal sindaco di San Marcello Carla
Strufaldi e dal difensore civico Sonny Paccagnini. Prioreschi è stato ricevuto
da cinque tecnici della società per affrontare alcuni problemi che lo
riguardavano direttamente ma che per la loro natura sono gli stessi contro cui
si scontrano quotidianamente numerosi altri cittadini-utenti. Funzionamento dei
depuratori (con fuoriuscite di liquami), attese infruttuose al call-center di
Gaia senza mai avere risposte esaurienti, essere costretti a farsi riconoscere
attraverso un numero utente e non con i propri dati anagrafici e avventurarsi
tra le difficoltà della distribuzione idrica senza riuscire a levarci le gambe.
Ma questa è solo una piccola rosa delle problematiche che pesano sulle spalle
del cittadino, il quale ha l'impressione di non essere abbastanza tutelato. «Mi
è sembrato un incontro molto interessante - ha detto Sonny Paccagnini,
difensore civico - perché molti problemi esposti dalla discussione di
Proioreschi coincidono con quelli che effettivamente sono le contestazioni che
maggiormente scaturiscono dai cittadini che si rivolgono al mio ufficio. Il
problema "depuratore" è il più frequente, poi c'è la difficoltà in
generale di risolvere piccoli quesiti a causa della complessità della macchina
burocratica che sta dietro Gaia spa. D'altra parte, la maggior parte della
popolazione è anziana e fa fatica a star dietro a tutte le regole». «Mi ha
fatto piacere - spiega il sindaco Carla Strufaldi - essere presente
all'incontro con Gaia spa. Di certe problematiche mi sono occupata anch'io in
passato e sono rimasta favorevolmente colpita dalla disponibilità dimostrata da
Gaia a cercare di fare il possibile». «Purtroppo - continua Sonny Paccagnini -
Gaia non fa altro che far rispettare alla lettera il regolamento imposto
dall'Ato, e se vogliamo modificare certi aspetti dobbiamo avere un confronto
gerarchicamente più in alto. Comunque, è stato un incontro estremamente
positivo». «La mia intenzione - ha spiegato Roberto Prioreschi - non voleva
essere distruttiva, ma costruttiva. Visitando i siti internet in difesa dei
consumatori, si nota vede che arrivano centinaia di lettere di protesta scritte
da cittadini-utenti da cui risulta evidente che non solo Gaia, ma la totalità
delle società che prestano servizi ai cittadini, non sono nel modo più assoluto
al loro servizio, ma sembra il contrario. Bisognerebbe cercare, quindi, di
frenare questa tendenza». (C.B.)
( da "Stampa, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
ARTIGIANANI Bonus
fiscali sull'energia "Penalizzati con i tagli" Critiche del
presidente della Cna Lino Lomazzi al decreto governativo anche se «emendato»
«Il decreto del governo penalizza le imprese artigiane impegnate nell'innovazione
e non aiuta la ripresa economica». E' quanto sostiene Lino Lomazzi, presidente
della Cna del Vco, a proposito delle nuove procedure che riguardano il bonus
fiscale del 55 per cento a vantaggio di chi fa interventi per il risparmio
energetico. Se prima era sufficiente fare una semplice domanda, ora le cose si
complicano. Innanzitutto è stato fissato un tetto di risorse, in secondo luogo
è necessario passare attraverso le selezioni dell'Agenzia delle entrate che
introduce l'istituto del «silenzio-diniego», se alla richiesta non viene data
risposta positiva entro trenta giorni. Il giudizio di Lomazzi sul decreto è
negativo anche se ieri è stato annunciato un emendamento del ministro
Prestigiacomo per modificarlo. L'unica certezza, però, riguarda la cancellazione
della retroattività e forse del «silenzio-diniego». «E'un
provvedimento - spiega Lomazzi - che introduce nuova burocrazia e aumenta i costi. E' incredibile che venga tolta una misura che
aveva favorito la crescita di importanti settori dell'artigianato». Critiche al
provvedimento anche da Pd e Rifondazione.
( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Dopo le migliaia di
proteste di chi ha messo in casa i pannelli solari Dietrofront a metà sul bonus
energia Tremonti assicura: nessuna retroattività ROMA. Migliaia di proteste e
sugli incentivi energetici arriva un mezzo dietrofront del governo. «Abbiamo
presentato un emendamento che sopprime le norme del decreto anticrisi sulle
spese per la riqualificazione energetica», dice Stefania Prestigiacomo,
ministro dell'Ambiente. «Cancelleremo il comma 10 sulla retroattività», fa
sapere il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «A chi dobbiamo credere -
dice Ermete Realacci, Pd - a Tremonti nella sua audizione alla Camera o a
Prestigiacomo? Il governo chiarisca la confusione». E' la polemica di questi giorni,
che ha scatenato una valanga di proteste, con migliaia di lettere, mail,
telefonate arrivate a Palazzo Chigi: riduzione drastica degli incentivi fiscali
(sotto forma di detrazione) per chi installa pannelli solari, fotovoltaici, per
chi aggiorna la caldaia, mette vetri antidispersione del calore. Insomma per
tutti quelli che credono nel risparmio energentico e investono soldi per
realizzarlo. Le norme dell'articolo 29 del decreto varato venerdì scorso (commi
6-11, vedi testo pubblicato su cittadinolex.it) stabiliscono che la detrazione
è sì al 55%, ma tocca solo a chi si prenota in fretta, per gli altri niente.
Con una novità contro ogni tentativo di snellire la burocrazia: il «silenzio negazione».
Basta che la notizia si diffonda ed è un putiferio. All'origine c'è «la
riqualificazione energetica degli edifici esistenti» prevista dai commi 344-349
della Finanziaria 2007, varata dal governo Prodi. 55% di detrazioni fiscali
fino a 100mila euro da spalmare su tre anni negli interventi che tagliavano
almeno il 20% il fabbisogno di riscaldamento invernale. E poi a scalare
detrazioni per altri interventi, sempre al 55%, ma con importi massimi di
60mila e 30mila euro. Poi è arrivato il decreto legge di venerdì scorso: tutto
cancellato, ovvero, la detrazione c'è ancora, ma non tocca a tutti. C'è un
tetto di spesa (82,7 milioni per il 2009, 185,9 per il 2010 e 314,8 per il
2011). E per il 2008? Si rientra nel tetto di spesa 2009, va fatta domanda fra
il 15 gennaio e il 27 febbraio del prossimo anno, se l'amministrazione
finanziaria non ti risponde entro 30 giorni vuol dire che non hai diritto allo
sconto perché i soldi sono finiti. In un solo comma, il 10 dell'articolo 29 del
decreto, vengono sancite due novità assolute: la retroattività della norma e il
«silenzio negazione»: se l'amministrazione non risponde non ti paga e, quindi,
risparmia. (a.ce.)
( da "Affari Italiani (Online)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
MilanoItalia Milano/
Hitman rinasce dal fallimento. Grazie a Penati e al gruppo ATS Giovedí
04.12.2008 09:34 di Fabio Massa C'era un tempo nel quale la Hitman vestiva
mezza Milano. Erano gli anni Sessanta e Settanta. Un tempo nel quale chi aveva
più soldi si rivolgeva direttamente al sarto. Gli altri, invece, cercavano
abiti di alta qualità, ma a minor prezzo. E la Hitman, fondata per volere di Nino
Cerruti nel 1957, faceva proprio questo. Tanto da diventare in breve tempo un
laboratorio di moda e tendenza. Fino al 1970 è Armani a guidarne la ricerca
artistica. Gli anni passano, successo dopo successo. Poi, con il nuovo
millennio, il tracollo. Nel 2005 la Hitman fallisce, centinaia di persone
finiscono in mezzo alla strada, il marchio Cerruti viene ceduto. Insomma, un
disastro. Ma è proprio da un disastro che - oggi - nasce un miracolo. Per
merito di ATS Group, la società che ha rilevato la Hitman, e delle istituzioni
provinciali (Filippo Penati e Bruno Casati, assessore al lavoro di
Rifondazione). Palazzo Isimbardi infatti "chiama" la ATS nel 2007. E
la ATS risponde. Affari ha intervistato in esclusiva l'amministratore unico
della Hitman Andrea Grispo, che è anche il direttore finanziario della
controllante ATS. Che rivela: "Questa crisi ci obbliga a stare attenti. Ma
non abbiamo paura" Dottor Grispo, state facendo rinascere un marchio
storico come Hitman. Ma non avete un po' di paura, con questi venti di crisi?
No, non parlerei proprio di paura. Per almeno due buoni motivi. Il primo è che
il nostro modello è quello di andare a prendere aziende in crisi per
riqualificarle, rilanciarle, riattivarne la produttività. Quindi, siamo
abituati a ragionare in termini di difficoltà. La crisi globale ci obbligherà a
stare attenti, ma abbiamo calcolato bene i tempi. Noi torneremo a puntare sulla
distribuzione tra un anno e mezzo. Anzi, può darsi pure che la crisi ci possa
dare degli spunti particolari... Ottimismo, quindi. Nel vostro passato il
successo è una costante... Diciamo che nella nostra esperienza abbiamo già
effettuato vari interventi di questo tipo. Su Roma abbiamo effettuato
l'operazione Santa Palomba, con l'ex stabilimento IBM. Aveva un valore di 50 milioni
di euro, 100mila metri quadrati. Abbiamo subito ripreso 300 dipendenti dalla
cassa integrazione. Oggi ci lavorano in mille. Qual è il segreto? Il segreto è
una buona visione di management, conoscenza della vocazione territoriale,
capacità di coinvolgere altri partner industriali. E poi ci vuole un know how
profondo e l'umiltà. Umiltà? Sì, umiltà. Perché dobbiamo essere consapevoli
della nostra forza per rilanciare un'azienda, ma dobbiamo anche cercare aiuto
in quei settori che per noi sono inesplorati. Faccio un esempio sulla Hitman:
per dominare al meglio i settori chiave dell'azienda abbiamo chiesto l'aiuto a
quelli che in questa azienda ci hanno lavorato per 20 anni e ne conoscono tutti
i segreti. Ha parlato anche di riassumere i lavoratori. Siete consci che il
fallimento della Hitman è stata una ferita terribile per il territorio del sud
Milano. Sì, lo sappiamo bene. E posso dire che siamo partiti subito forte. Da
luglio abbiamo riassunto 80 persone, con l'acquisizione del ramo d'azienda.
Oggi già 10 persone sono attive nell'outlet, quindi non sono in cassa
integrazione. Nel primo semestre del 2009 prevediamo di assumere altre 20
persone per la linea produttiva. Siamo in anticipo di otto mesi sul piano
iniziale. Ma non è finita. Con l'apertura di ben sei siti di vendita, veri e
proprio superstore dedicati al total look per l'uomo, ci saranno nuove
assunzioni. Da questo punto di vista avremo un partner molto esperto, del
centro nord, che però per adesso è top-secret. E' vero che è stata la Provincia
a chiamarvi a risolvere la situazione? E' vero. Ed è vero che ha funzionato
tutto benissimo nella fase iniziale: abbiamo condiviso il piano di rilancio e
gli sforzi, con una sintonia incredibile. Va tutto bene. Il
problema, al massimo, è la burocrazia: ci sono tempi un po' lenti sul fronte autorizzativo. Bisogna
fare in fretta, perché nel settore della moda la programmazione è semestrale. E
non ci possiamo permettere di perdere sei mesi. Avete fretta di rivendere, dopo
aver ristrutturato? No, assolutamente. Anzi. Abbiamo assicurato a tutti
che per quattro anni noi saremo l'interlocutore principale. Noi vogliamo far
produrre questa società, la vogliamo far rinascere. Certo è che se qualche
imprenditore importante vorrà entrare nel capitale, noi non ci tireremo indietro.
Anche perché così la Hitman potrà essere sempre più solida.
( da "Corriere Alto Adige" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2008-12-04 num: - pag: 6
categoria: REDAZIONALE Lavoro e salute Bufera sui dati dell'Ipl. Oberrauch: «La
politica deve aiutare le aziende» «La burocrazia non
salva vite» Infortuni, Munter contrattacca. Margheri: più controlli Gnecchi:
«Il problema sono i subappalti che abbassano il livello di formazione del
singolo dipendente» BOLZANO — Fare prevenzione vera, senza aggravare le imprese
di burocrazia e senza sanzioni assurde. è quello che
chiedono Cristoph Oberrauch (Assoimprenditori) e Hans Peter Munter (Apa) dando
la piena disponibilità delle rispettive associazioni a un progetto serio di
prevenzione. Sul fronte politico invece Luisa Gnecchi ricorda quanto la
Provincia fa e ricorda le controindicazioni di avere la piena occupazione.
Cristoph Oberrauch: «Sono un imprenditore ma sono della stessa opinione dei
lavoratori. Ogni incidente sul lavoro è di troppo, bisogna fare tutto il
possibile per evitarli. Per fare questo ci sono molti modi: multe e sanzioni
per chi non rispetta le norme, intervento della provincia, una lista di casi
negativi che evidenzi i problemi più frequenti in modo che si possano cercare e
soluzioni migliori ». Oberrauch punta l'accento sulla prevenzione anche senza
nominare direttamente il comitato provinciale sulla sicurezza. «Occorre che
tutti i soggetti coinvolti in questo settore lavorino insieme: la politica deve
aiutare le aziende, ma anche gli impiegati e gli operai devono capire quanto è
importante impegnarsi in questo senso. Le pene invece non servono a molto, se
non in casi molto gravi. Non dimentichiamo che negli ultimi cinque anni gli
incidenti sul lavoro sono diminuiti, ma non nella misura desiderata. Confermo
che noi di assoimprenditori siamo disposti a fare tutto il possibile per la
prevenzione». Hans Peter Munter inizia attaccando la burocrazia: «Con le carte non si salvano
vite e purtroppo il risultato di tutti questi comitati e tavoli sono troppa
carta e burocrazia. Così
c'è poco tempo per guardare alla sicurezza effettiva. Questo approccio è
sbagliato. Servono altre cose: convincere gli operatori che la sicurezza è un
bene da seguire, non reprimere in maniera eccessiva. L'Apa lavora alla
sicurezza effettiva vissuta sul lavoro. Abbiamo formato migliaia di lavoratori
per aspetto sicurezza. Apa conduce da anni il tavolo della sicurezza e anche
quest'anno lo ha fatto. Ci siamo dimostrati sensibili all'argomento. Bisogna
anche dire che gli incidenti più gravi e mortali sono in diminuzione rispetto a
10/15 anni. Si vede il miglioramento, nonostante il boom dell'edilizia negli
ultimi dieci anni gli infortuni non sono cresciuti in modo parallelo a
settore». L'onorevole ed ex assessore provinciale Luisa Gnecchi affronta il
problema da un altro punto di vista: «I datori di lavori si lamentano di burocrazia e controlli ma la Provincia ha sempre cercato di
semplificare tutto quello che poteva, per esempio con l'informatizzazione dei
servizi all'impiego. Non dimentichiamo inoltre la formazione diretta ai
lavoratori a spese della Provincia: due milioni l'anno. Il guaio è che la
Provincia con tante attività edilizie abbiamo molti subappalti, che abbassano
il livello di formazione del singolo lavoratore. Se tutti facessero il percorso
locale di formazione gli incidenti sarebbero molti meno». L'unico partito che
chiede a chiare lettere il comitato provinciale sulla sicurezza è Sinistra
democratica: «è un problema di prevenzione, formazione e innovazione, ma anche
di controlli più capillari . Si tratta di coordinare tutti gli interventi con
il Comitato permanente per la sicurezza e di modificare le norme sugli appalti
introducendo la sicurezza del lavoro come elemento fondamentale. è possibile
istituire subito il comitato: sarebbe ingiusto non farlo e continuare a subire i
veti di alcune lobbies economiche in attesa del prossimo incidente ». Damiano
Vezzosi Sospeso Un operaio al lavoro in un cantiere edile
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del
Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2008-12-04 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE Corsa al sussidio Centinaia di pensionati anche alle
poste Social card, anziani nei Caf ma i moduli non ci sono SALERNO — Social
card, il vero dramma si chiama burocrazia. Anche a Salerno è scattata la caccia alla ormai famosa card prepagata
che il ministero dell'Economia ha voluto destinare a tutti gli over 65enni al
di sotto di un certo reddito (variabile a seconda delle condizioni familiari e
di salute) per combattere la crisi dei consumi e l'indebolimento dei redditi
più bassi. I pensionati salernitani stanno però combattendo non solo con
le code agli uffici postali, ma soprattutto con la complicata e farraginosa
documentazione che occorre presentare alle Poste per ottenere la social card.
Gli uffici preposti alla consulenza per la compilazione della dichiarazione di
reddito Isee sono i Caf, i centri di assistenza fiscale, che in queste ore sono
stati presi d'assalto da centinaia di anziani. Molti sono soli, altri non hanno
gli strumenti per poter compilare con esattezza il modulo e le richieste di
assistenza superano di gran lunga la mole di lavoro normalmente coperta dagli
operatori e in diverse situazioni mancano anche i modelli appositi. «Ho fatto
un'ora e mezzo di fila al Caf commenta Antonio Rosinato di Mariconda, in coda
all'ufficio di via Fiume - ed ora sono in fila alle poste da altre due ore. è
davvero vergognoso costringere persone anziane e malate a questo iter per
ricevere un piccolo contributo mensile ». Stessa scena nell'ufficio postale di
piazza Vittorio Veneto. «Per consegnare questi documenti - sottolinea Anna
Moliterno - sono andata ieri al Caf e ho fatto due ore di fila. Oggi sono qui
per presentare la richiesta. Non è possibile, non era meglio farci avere un
bonus sulla pensione mensile?» Situazioni critiche si registrano, in
particolare, presso gli sportelli di via Fiume, piazza Vittorio Veneto e Santa
Lucia. Umberto Adinolfi
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: ECONOMIA - data: 2008-12-04 num: - pag: 14
categoria: REDAZIONALE Regione La posta elettronica certificata Arrivano i
primi tre bandi per gli aiuti alle imprese, previsti dalla manovra anticrisi
decisa dalla Regione. E, contemporaneamente, arriva una novità rilevante. Col
bando che concerne gli aiuti alla ricerca, fa il suo
ingresso nella burocrazia
regionale la posta elettronica certificata. Non più lettera raccomandata per
chi desidera partecipare a questo avviso: è sufficiente la posta elettronica,
purché sia certificata e il legale rappresentante abbia la firma digitale. La
procedura permette di risparmiare carta e costo della documentazione, ma
soprattutto di abbattere i tempi del 50 per cento. è stata prevista anche dalle
disposizioni volute dal ministro Tremonti spiega una nota dell'assessore Sandro
Frisullo - ma nel caso del governo nazionale «la novità sarà operativa fra tre
anni». Gli interessati possono collegarsi al sito dell'assessorato allo
Sviluppo economico (www.sistema.puglia.it) e aprire la schermata per
l'immissione dei dati. Lì potranno trovare anche tutte le informazioni relative
agli altri due bandi, prima ancora che siano pubblicate sul Bollettino
Ufficiale. In sintesi, i bandi sono relativi ai Contratti di programma
regionali (130 milioni di fondi pubblici a disposizione per investimenti
prevedibili fino a 550); aiuti alle medie imprese ed ai consorzi di Pmi (88
milioni di risorse pubbliche, investimenti previsti di 270): aiuti agli
investimenti nella ricerca per le Pmi (28 milioni pubblici e investimenti fino
a 70). Domande a partire dal 19 gennaio. ( f. str.)
( da "Corriere del Veneto" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: NOTTEEGIORNO - data: 2008-12-04 num: - pag: 21 categoria:
REDAZIONALE L'intervento Quelle due o tre cose che vorrei per Natale di DAVIDE
CERVELLIN L'anno arriva alla fine. L'America ha un nuovo presidente, gli
equilibri mondiali cambiano con gli Stati dell'Asia sempre più forti e la
globalizzazione dei mercati che ha messo in ginocchio le economie di Paesi che
mai si sarebbero aspettati di vivere tempi di recessione. I giornali e i media
anticipano e amplificano ciò che ancora non c'è, e la politica non ha il
coraggio di trovare le soluzioni. Rischiamo di sembrare qualunquisti nel dire che
tutta la politica è nel caos più totale, ma tant'è, quando in un Paese
l'opposizione si solleva per l'aumento dell'Iva sugli abbonamenti Sky che
certamente sono in possesso di quelli a cui finora non son mancati i «schei»,
allora vuol dire che abbiamo perso proprio la bussola. Vuo, dire che, per dirla
con il Nobel Saramago, la cecità ha colpito tutti cosicché più nessuno vede la
realtà e non resta che annaspare a caso. Ma sotto l'albero vorremmo trovare dei
doni che ci facciano tornare l'ottimismo; vorremmo non essere più martellati da
voci di Cassandre che ci dipingono un futuro nero e pieno di sciagure. Vorremmo
che accadesse quel che finora non è mai accaduto: — cambiare radicalmente la
scuola e l'università, diventando istituzioni primarie con al centro di ogni
intervento gli studenti e non più le corporazioni. Una scuola e un'università
con la capacità di educare a crescere saperi, selezionare, valorizzare per
ciascuno le abilità e far prendere atto dei propri limiti; in grado di
trasmettere il fare accanto all'elaborare e al pensare; un'università con meno
fantasmagorici, illusori e dannosi indirizzi con l'accesso alle facoltà a
numero chiuso così da non sfornare più architetti, psicologi, avvocati e tante
altre figure che una volta in possesso di titolo si complicano e complicano
l'esistenza degli altri per giustificare il loro ruolo; — riformare la sanità
introducendo un approccio non più aziendalistico ma legato alla missione, alla
vocazione del medico a curare. La salute è un bene insostituibile che non ha
prezzo e un Paese civile ha il dovere di sostenerla e realizzarla per tutti
quindi i medici sul territorio devono fare i medici e non gli impiegati, gli
ospedali devono essere improntati alla cura e gli aspetti amministrativi devono
essere razionalizzati e concentrati in una o poche unità per ciascun territorio
regionale. Che senso ha che ogni Asl, nonostante non goda di alcuna autonomia
rispetto alla regione, disponga di un apparato amministrativo quando basterebbe
l'amministrazione della regione a governare l'erogazione della salute? —
tagliare i rami secchi dell'amministrazione pubblica per
ridurre la burocrazia; così
si potrebbero liberare un'enormità di risorse da destinare laddove realmente servono;
bisogna eliminare le Province e ridurre il numero dei Comuni solo a quelli con
numero di residenti superiore a cinquemila. In questo modo troveremmo valanghe
di soldi per fare cose buone e ridurre le tasse; — avere la capacità di
guardare avanti concentrando davvero la ricerca per l'innovazione nei settori
della cura dell'ambiente, delle energie pulite e rinnovabili, dei sistemi di
trasporto non inquinanti, dei beni e dei servizi che realmente fanno la
differenza nella qualità della vita della gente. L'innovazione e l'economia,
voglio sperare per il nostro Paese, non siano soltanto reality, entertainement
e fiction; vorrei davvero avessimo dal 2009 la capacità di fare di più. Sotto
l'albero vorrei i tre doni che ho chiesto già l'anno scorso e che non avevo
trovato: riduzione della spesa pubblica, cambiamento della scuola in senso
meritocratico, recupero del potere d'acquisto dei salari. Questa volta ancora
spero ma, se sotto l'albero non troverò nulla, vorrà dire che non mi resta che
ritirarmi da qualche parte dove poter vivere con pochi affetti: una mucca, un
maiale, quattro galline e un orticello, possibilmente senza più bisogno di
Stato.
( da "Manifesto, Il" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
UNIVERSITÀ «La
ricerca contro la crisi» La Cgil presenta la sua riforma. In vista dello
sciopero generale del 12 Le proposte alternative: fondi all'edilizia, ricambio
generazionale Eleonora Martini ROMA La formazione come tema centrale dello
sciopero generale indetto da Cgil, Cobas, Cub e Sdl intercategoriale, per il
prossimo 12 dicembre. Perché «è del tutto evidente la relazione tra la
necessità di investire sui sistemi della conoscenza e i modi con cui si può
uscire dalla crisi economica e sociale». Mimmo Pantaleo, segretario generale
della Flc-Cgil, introduce così la grande convention ospitata ieri nell'aula
magna della facoltà di Lettere dell'università Roma Tre e organizzata dal suo sindacato
per presentare alcune proposte concrete alternative ai tanto contestati
provvedimenti governativi su scuola, università, ricerca e Afam (Alta
formazione artistica e musicale). Un programma di lavoro che prevede «una
svolta radicale e non aggiustamenti a interventi già varati», e che accoglie le
istanze rivendicate nelle piazze dal movimento degli studenti, dei maestri e
dei docenti - prime tra tutte, le grandi manifestazioni della scuola del 30
ottobre e degli universitari del 14 novembre - ma che è comunque «una base di
partenza da cui aprire una grande campagna di ascolto». Dialogo, dunque, a
trecentosessanta gradi. Ma, come dice a conclusione dei lavori Fulvio Fammoni,
segretario confederale Cgil, «se restano 8 miliardi di tagli, di cosa si vuole
dialogare?». Perciò, prima di tutto l'Flc chiede che venga «sospesa
l'attuazione dei provvedimenti approvati e si ritirino quelli in via di
approvazione». Fare carta straccia dunque della legge 133/08, del decreto 112,
meglio conosciuto come l'"ammazza precari" di Brunetta, e la legge
Gelmini sulla scuola. Da qui in poi si può cominciare a ragionare, sempre che
siano tenuti ben fermi alcuni capisaldi. Pantaleo li riassume così: ogni euro
risparmiato dislocando meglio le risorse va reinvestito nell'istruzione;
occorre un piano straordinario pluriennale che stanzi fondi certi sull'edilizia
scolastica; bisogna puntare ad un «serio ricambio generazionale di tutto il
corpo docente e non solo nella prospettiva di stabilizzazione dei precari, ma
con l'ampliamento massimo del turnover». In particolare, per la scuola, «l'idea
del maestro unico è inaccettabile». Anzi, la programmazione didattica necessita
di un «profondo e strutturale cambiamento» che ricollochi l'istituzione a
contatto con la realtà sociale, liberandola da «nozionismo
e burocrazia». Perciò va
«salvaguardato il tempo pieno, ridotta la didattica frontale, potenziati i
laboratori e favorita la valutazione». E come obiettivo da perseguire,
l'obbligo scolastico a 18 anni: «Quello fino a 16 anni sia privato degli
equivoci che ancora gli gravano addosso con la riconferma del canale di serie B
della formazione professionale». Per il sistema universitario invece al
primo punto c'è la salvaguardia della sua natura pubblica, lasciando al privato
«un ruolo di utile integrazione, uno stimolo e una risorsa». L'abolizione
graduale del numero chiuso garantisce il diritto allo studio universale. Per
spalancare poi le porte ai giovani docenti, servono nuove regole per il
reclutamento: un contratto triennale retribuito, con garanzie sul rapporto di
lavoro, al termine del quale una «valutazione seria della qualità e della
produzione scientifica del candidato dà luogo all'accesso al ruolo di
ricercatore». I finti concorsi per i passaggi di fascia vanno eliminati. Mentre
l'Agenzia nazionale di valutazione voluta dall'ex ministro Fabio Mussi e mai
avviata, giudicherà la qualità degli atenei per una distribuzione «giusta» dei
fondi. «Perché crediamo - sottolinea Pantaleo - che la meritocrazia sia
effettivamente l'unico riferimento». Ma «un ruolo forte nella definizione del
merito e degli obiettivi deve essere restituito agli studenti, a chi
l'università la vive». Infine, la ricerca, il cui «Programma nazionale deve
diventare uno strumento essenziale per la definizione del Dpef con l'obiettivo
di superare la frammentazione degli interventi e coordinare le politiche per la
ricerca scientifica e tecnologica, anche per sostenere i progetti d'innovazione
industriale». Vanno istituiti inoltre «uno o più fondi specifici, distinti da quelli
ordinari e alimentati da risorse aggiuntive». Con queste proposte, insomma,
l'Flc-Cgil risponde a chi l'accusa di essere il sindacato del no. Alle altre
sigle tende ancora una mano, ponendo sul tavolo tre questioni aperte:
contratti, regolamenti attuativi della legge Gelmini sulla scuola, e riforma di
università e ricerca. «Se riusciamo a trovare una sintesi su questi punti,
bene. Altrimenti - conclude Pantaleo - andremo ai tavoli con le nostre opinioni
e soprattutto proseguiremo il nostro percorso di lotta».
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del
04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Marco Esposito
L'Italia è una clessidra che funziona al rovescio: più passa il tempo, più i
granelli di sabbia risalgono, dal basso verso l'alto. La sabbia rappresenta sia
le persone che migrano verso il Nord con un bagaglio di speranze ed esperienze,
sia i soldi pubblici, che vengono risucchiati verso l'alto a finanziare
progetti più credibili di quelli proposti nel Mezzogiorno. E così il Sud è in
questi giorni di fronte a un dilemma che lo vede comunque perdente: è peggio
spendere male i soldi pubblici o non averne affatto? Il presidente Napolitano
ha provato a indicare una via d'uscita: il Sud faccia autocritica e solo allora
la difesa dei fondi esistenti e futuri sarà credibile. L'autocritica è un
esercizio difficile che impone di capire cosa sia accaduto e perché.
Districarsi tra gli aiuti al Mezzogiorno significa inoltrarsi in una foresta di
sigle: Qsn, Por, Pon, Fesr, Ival... La burocrazia cambia nome persino ai soldi,
che definisce Meuro. Per non confondersi troppo ci si può concentrare su due
sole sigle: Fas e Parsec. Il primo è l'oggetto dei desideri del Nord. Il
secondo è il simbolo di sprechi al limite del comico. SEGUE A P
( da "Corriere Adriatico" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Assemblea Cna con
150 imprenditori: confronto tra politici. Entro Natale sì del Consiglio a caserma
e Prg Formazione e credito per combattere la crisi FANO - Due date fondamentali
per il futuro amministrativo della città: il 16 dicembre prossimo sarà
presentata in consiglio Comunale la società di trasformazione urbana che dovrà
procedere all'acquisto della Caserma Paolini, mentre il prossimo 22 dicembre
sarà approvato in Consiglio comunale il Piano regolatore generale. Lo ha
confermato l'altra sera il sindaco Stefano Aguzzi nel corso dell'incontro su
Imprese e Politica, società a responsabilità limitata organizzato dalla Cna
nella sala assemblee della Cooperativa Tre Ponti per favorire un confronto tra
imprese e istituzioni. Nell'occasione, il primo cittadino, di fronte alla
platea di 150 imprenditori, ha ribadito la sua volontà di superare i tagli
operati dalla Provincia alle zone B5 e alle aree Pip, adottando un piano
particolareggiato e una variante al piano stesso. Non poteva mancare al
dibattito l'argomento della valorizzazione dell'aeroporto, in merito al quale
Aguzzi si è mostrato favorevole alla realizzazione di una pista in cemento per
sviluppare sullo scalo il traffico di aerotaxi. Il Comune quindi farà la sua
parte, come intende dare una decisa accelerazione alla realizzazione del
progetto esecutivo della strada delle barche in collaborazione con la Camera di
Commercio e la Regione Marche. Un appello Aguzzi lo ha infine rivolto agli
istituti di credito per non lasciare sole le imprese in un momento di forte
richiesta di liquidità. All' incontro della Cna, era presente anche il
presidente della Provincia Palmiro Ucchielli, il quale senza rinunciare
completamente alle sue obiezioni sullo sviluppo dell'aeroporto, si è detto
comunque disponibile a sedersi attorno ad un tavolo. Per quanto riguarda il Prg
ha evidenziato: "la Provincia, ha fatto di tutto per abbattere i tempi.
Doverosi comunque sono stati i tagli, in quanto motivati dal mancato supporto
dei necessari elementi urbanistici". Il presidente dell'Amministrazione
provinciale è poi intervenuto sull'ampliamento della terza corsia della A14 annunciando
l'apertura del secondo casello di Pesaro. Da parte sua l'assessore regionale
Vittoriano Solazzi ha rivolto agli operatori un forte richiamo alla fiducia. Il
debito pubblico condiziona fortemente le scelte della Regione ma le Marche
continueranno a investire in formazione e innovazione. Il direttore generale
della Camera di Commercio, Fabrizio Schiavoni, intervenuto al posto del
presidente Drudi in missione all'estero, ha poi annunciato che l'ente ha
stanziato 200 mila euro in conto interessi per supportare la crisi creditizia
delle imprese. Per lo sviluppo dell'aeroporto, la Camera di Commercio ha
previsto anche per il 2009 la somma dì 300 mila euro. Schiavoni ha infine
annunciato che l'ente ha elaborato il progetto "Comunica per abbattere la burocrazia". Attraverso un unico
modello telematico si andranno a superare ben 5 adempimenti: (Inps, Inail, Albo
Imprese, Registro ditte, Agenzia delle entrate). Per la Cna il responsabile di
ambito, Luigi Colombaretti, il presidente Giorgio Aguzzi ed il segretario
provinciale, Camilla Fabbri, hanno sottolineato come in questo momento si debba
avere mantenere ottimismo e fiducia pur senza sottovalutare la crisi.
Bene ha fatto la Regione - ha detto la Fabbri - a stanziare 5 milioni di euro
per le garanzie di secondo livello a sostegno dei confidi. Un risultato
straordinario del Confidi Cna ha elaborato 4.363 pratiche per un importo di 240
milioni di euro ad oltre 19 mila imprese. Per questo Cna chiede un impegno agli
istituti bancari a garantire gli stessi volumi di credito del 2009. MASSIMO
FOGHETTI,
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
Fu sequestrato dalla
procura della Repubblica a quindici giorni dalla sua inaugurazione. Doveva
essere il primo impianto in Campania per il trattamento e il riciclaggio dei
rifiuti inerti, cioè tutti quei rifiuti provenienti da cantieri edili che
spesse volte vengono abusivamente scaricati ai margini delle strade. L'unico
impianto autorizzato dalla Regione - all'azienda Rame - fin dal 14 marzo del
2006 è fermo da diciotto mesi, due volte sequestrato, una volta dissequestrato
dal Riesame, dissequestro confermato dalla Cassazione ma l'impianto è ancora
fermo e l'inchiesta penale ancora in corso con una udienza che stamattina avvia
il processo. Intanto, proprio i rifiuti inerti che dovrebbero essere trattati dall'impianto
vengono scaricati ovunque. Motivo del contendere è la presenza di un vicino
canale o fosso che secondo alcuni è un torrente, il solito Vallemonio, e quindi
soggetto a vincolo, e secondo altri un modesto rigagnolo e non inserito tra le
acque soggette a particolari tutele. Proprio dietro incertezza c'è l'ennesima
storia di burocrazia all'italiana.
Ma c'è di più perchè l'accusa sostiene che il corso d'acqua a monte è un
torrente mentre a valle viene declassato a semplice corso d'acqua, inficiando così
tutte le cognizioni in materia idraulica. La storia cominicia quando lo Stato,
le casse pubbliche, decide che in Campania i rifiuti dei cantieri edili debbono
essere trattati in impianti appositi per realizzare nuove materie prime:
lo Stato finanzia con tre milioni di euro, in parte finanziato da Sviluppo
Italia. A quindici giorni dal termine dei lavori e dall'inaugurazione
dell'impianto il sequestro dell'impianto per un'inchiesta della procura
salernitana. Tutti i sequestri sono stati smentiti dal Riesame e dalla
Cassazione. Oggi comincia un processo, l'impianto è fermo, i rifiuti
abbandonati per le strade. L'impianto è fermo, le macchine rischiano
l'obsolescenza. Alla fine della storia di ordinaria burocrazia
lo Stato potrebbe vedersi un impianto non realizzato, la possibile revoca del
finanziamento e dall'altra parte il pagamento delle amminsitrazioni degli
eventuali danni cagionati. a.m.
( da "Affari Italiani (Online)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
MilanoItalia Milano/
Hitman rinasce dal fallimento. Grazie a Penati e al gruppo ATS Giovedí
04.12.2008 14:00 di Fabio Massa C'era un tempo nel quale la Hitman vestiva
mezza Milano. Erano gli anni Sessanta e Settanta. Un tempo nel quale chi aveva
più soldi si rivolgeva direttamente al sarto. Gli altri, invece, cercavano
abiti di alta qualità, ma a minor prezzo. E la Hitman, fondata per volere di
Nino Cerruti nel 1957, faceva proprio questo. Tanto da diventare in breve tempo
un laboratorio di moda e tendenza. Fino al 1970 è Armani a guidarne la ricerca
artistica. Gli anni passano, successo dopo successo. Poi, con il nuovo
millennio, il tracollo. Nel 2005 la Hitman fallisce, centinaia di persone
finiscono in mezzo alla strada, il marchio Cerruti viene ceduto. Insomma, un
disastro. Ma è proprio da un disastro che - oggi - nasce un miracolo. Per
merito di ATS Group, la società che ha rilevato la Hitman, e delle istituzioni
provinciali (Filippo Penati e Bruno Casati, assessore al lavoro di
Rifondazione). Palazzo Isimbardi infatti "chiama" la ATS nel 2007. E
la ATS risponde. Affari ha intervistato in esclusiva l'amministratore unico
della Hitman Andrea Grispo, che è anche il direttore finanziario della
controllante ATS. Che rivela: "Questa crisi ci obbliga a stare attenti. Ma
non abbiamo paura" Dottor Grispo, state facendo rinascere un marchio
storico come Hitman. Ma non avete un po' di paura, con questi venti di crisi?
No, non parlerei proprio di paura. Per almeno due buoni motivi. Il primo è che
il nostro modello è quello di andare a prendere aziende in crisi per
riqualificarle, rilanciarle, riattivarne la produttività. Quindi, siamo
abituati a ragionare in termini di difficoltà. La crisi globale ci obbligherà a
stare attenti, ma abbiamo calcolato bene i tempi. Noi torneremo a puntare sulla
distribuzione tra un anno e mezzo. Anzi, può darsi pure che la crisi ci possa dare
degli spunti particolari... Ottimismo, quindi. Nel vostro passato il successo è
una costante... Diciamo che nella nostra esperienza abbiamo già effettuato vari
interventi di questo tipo. Su Roma abbiamo effettuato l'operazione Santa
Palomba, con l'ex stabilimento IBM. Aveva un valore di 50 milioni di euro,
100mila metri quadrati. Abbiamo subito ripreso 300 dipendenti dalla cassa
integrazione. Oggi ci lavorano in mille. Qual è il segreto? Il segreto è una
buona visione di management, conoscenza della vocazione territoriale, capacità
di coinvolgere altri partner industriali. E poi ci vuole un know how profondo e
l'umiltà. Umiltà? Sì, umiltà. Perché dobbiamo essere consapevoli della nostra
forza per rilanciare un'azienda, ma dobbiamo anche cercare aiuto in quei
settori che per noi sono inesplorati. Faccio un esempio sulla Hitman: per
dominare al meglio i settori chiave dell'azienda abbiamo chiesto l'aiuto a
quelli che in questa azienda ci hanno lavorato per 20 anni e ne conoscono tutti
i segreti. Ha parlato anche di riassumere i lavoratori. Siete consci che il
fallimento della Hitman è stata una ferita terribile per il territorio del sud
Milano. Sì, lo sappiamo bene. E posso dire che siamo partiti subito forte. Da
luglio abbiamo riassunto 80 persone, con l'acquisizione del ramo d'azienda.
Oggi già 10 persone sono attive nell'outlet, quindi non sono in cassa
integrazione. Nel primo semestre del 2009 prevediamo di assumere altre 20
persone per la linea produttiva. Siamo in anticipo di otto mesi sul piano iniziale.
Ma non è finita. Con l'apertura di ben sei siti di vendita, veri e proprio
superstore dedicati al total look per l'uomo, ci saranno nuove assunzioni. Da
questo punto di vista avremo un partner molto esperto, del centro nord, che
però per adesso è top-secret. E' vero che è stata la Provincia a chiamarvi a
risolvere la situazione? E' vero. Ed è vero che ha funzionato tutto benissimo
nella fase iniziale: abbiamo condiviso il piano di rilancio e gli sforzi, con
una sintonia incredibile. Va tutto bene. Il problema, al
massimo, è la burocrazia:
ci sono tempi un po' lenti sul fronte autorizzativo. Bisogna fare in fretta,
perché nel settore della moda la programmazione è semestrale. E non ci possiamo
permettere di perdere sei mesi. Avete fretta di rivendere, dopo aver
ristrutturato? No, assolutamente. Anzi. Abbiamo assicurato a tutti che
per quattro anni noi saremo l'interlocutore principale. Noi vogliamo far
produrre questa società, la vogliamo far rinascere. Certo è che se qualche
imprenditore importante vorrà entrare nel capitale, noi non ci tireremo
indietro. Anche perché così la Hitman potrà essere sempre più solida.
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
L?INTERVENTO Ma è
proprio vero che lo strumento della Dia è così veloce? di Pietro Tracco *
Abbiamo tutti aspettato la D.I.A. (Denuncia Inizio Attività) come un
avvenimento importante per il nostro lavoro di tecnici, di imprese, di
committenti, in un contesto dove il tempo è diventato essenziale. Su tale
argomento proprio il Collegio Provinciale dei Geometri di Rovigo ha profuso
idee ed energie in Convegni tematici a partire dagli anni novanta e, con
orgoglio, possono dire che questo importante strumento edilizio è anche un po'
frutto delle loro proposte.Ci accorgiamo però che in molti casi, quando si
ritiene di essere ormai alla vigilia di poter iniziare i lavori, all'ultimo minuto
arriva dal Comune una letterina che dice che quei lavori non si possono fare:
manca ancora una cartina, oppure non si è proprio in regola con l'intervento
che si deve fare.A prescindere che molti dei documenti integrativi richiesti
dovrebbero essere già nella disponibilità della P.A., per cui, a rigore della
Riforma Bassanini sul funzionamento degli Enti Locali, dovrebbe essere onere
del Comune stesso provvedervi, molti dei lavori che in un primo tempo sembrava
non si potessero fare, alla fine si dimostrano fattibili.Considerato questo
quadro non certo allettante, nel quale versano molti Comuni, compreso il
capoluogo di Rovigo, ci si chiede se non si possa adottare una prassi diversa
della Diffida dell'ultima ora. E' possibile che come alternativa al diniego ci
possa essere solo il ricorso al Presidente della Repubblica, o al T.A.R., come
indica il Comune? Senza disturbare il Presidente della Repubblica, già molto
impegnato in altre cose, o spendere una quantità di soldi che è sempre
improponibile per un ricorso al T.A.R., non si potrebbe adottare, prima di
queste scelte catastrofiche, una fase interlocutoria fra il Settore Urbanistica
ed il progettista per integrare, chiarire o mendare durante un colloquio quello
che ad una prima lettura degli elaborati non va?Non sempre l'interpretazione
del tecnico comunale è vangelo, vista la complessità del contesto legislativo e
regolamentare che si deve affrontare in questo campo, spesso in concomitanza di
più casi diversi, con una normativa che tra l'altro è in continua evoluzione.
La decisione del tecnico comunale può diventare, a volte gratuitamente, una
fonte di disagio e di costi per molti.Un confronto con il tecnico che ha
firmato gli elaborati della richiesta potrebbe essere quanto mai utile per una
parte o per l'altra ed in fin dei conti per la comunità stessa che, nonostante
tanto zelo, si trova davanti un pessimo sviluppo della città, con dei costi da
sostenere sempre più inaffrontabili. Questa prassi del confronto sarebbe
auspicabile fosse adottata anche nell'esame di un progetto soggetto a Permesso
di Costruire.Qualche Comune sembra che abbia già adottato questo modo più umano
di agire.Nei giorni della rapidità del tempo reale usare il telefono, il fax,
l'e-mail e tutto ciò che possa accorciare i tempi, usando un po' più di
efficienza senza terrorizzare il cittadino con diffide estreme, non sarebbe
sconveniente neanche per il Comune.Dimostrerebbe, soprattutto, che non è tanto
prendere il caffè durante il tempo d'ufficio che conta, ma ben altre cose: come una sorda e sempre più assurda burocrazia.Una volta c'era solo il Sindaco e l'Assessore presso cui
rivolgersi ed eventualmente protestare. Ora c'è anche il Responsabile del
Settore. Sappiamo dalla statica che due forze uguali e contrarie si annullano,
ma qui siamo nel campo del federalismo e della sussidiarietà, vicini cioè al
territorio ed ai suoi abitanti, dove i principi della statica non
dovrebbero entrarci.*SegretarioCollegio dei Geometri
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
LIMANA Perdono madre
e risparmi libretto bloccato dalle Poste Limana(ep) Di mezzo ci sono ventimila
euro che servono per curare un familiare affetto da una grave malattia.
Ventimila euro che Dino Marian, che abita a Limana, in via Canalet, ha in
comune con due fratelli, uno dei quali, appunto, è gravemente ammalato, e la
madre morta qualche mese fa.Ventimila euro che dormono in un libretto di
risparmio postale. Ventimila euro che i tre fratelli, dopo la morte della
madre, non riescono più a riavere. Per cercare di avere
ragione della burocrazia
con la quale si sono subito scontrati, Dino e i suoi fratelli si sono anche
rivolti ad un paio di professionisti. Senza alcuni risultato, finora.«Non le
dico quante carte sono state richieste - spiega Marian - per ottenere la
restituzione dei nostri soldi. Dopo la morte di mia madre, abbiamo
consegnato il libretto con circa ventimila euro alle Poste di Castion. Una burocrazia infernale ci ha rivoltato come un calzino. Il
libretto è stato inviato a Roma per la conversione nel nuovo modello. Ma sono
passati ormai più di due mesi dall'invio a Roma ed il libretto dormirà ancora
sotto qualche pila di altri suoi confratelli in attesa che a qualche solerte
burocrate venga la voglia di darsi una mossa».Come non farsi prendere dallo
sconforto, in una tale situazione, vista soprattutto la necessità di usare al
più presto quei soldi per aiutare il fratello ammalato gravemente?«Ma che cosa
possiamo fare - si sfoga Marian - per riavere indietro i nostri soldi? Legarci
ad una colonna della Prefettura di Belluno reclamando i nostri sacrosanti
diritti, oppure fare uno sciopero della fame? Abbiamo informato l'ufficio delle
Poste di Belluno che quei soldi ci servono per far curare da una grave malattia
il nostro congiunto, cointestatario del libretto ma residente in in Svizzera.
Qui da noi hanno capito la necessità ma si sentono disarmati di fronte al muro
di gomma di Roma. Chi ci ascolta? A chi dobbiamo rivolgerci per far sentire la
nostra rabbia? In Svizzera non vogliono nemmeno credere a questa storia. Per loro
è impossibile concepire che accada una cosa del genere. Già. Ma loro sono in
Svizzera, mica in Italia...».
( da "Sicilia, La" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
lo sfogo
dell'imprenditore antiracket angelo vecchio dopo il quinto furto in un mese nel
suo cantiere Palermo. La burocrazia frena lo sviluppo
dell'Isola. Ne sono convinti il presidente dell'Ars Francesco Cascio e il
vicepresidente della Regione, oltre che assessore al Turismo e ai trasporti,
Titti Bufardeci, intervenuti ad un convegno sulla portualità siciliana,
organizzato dall'International Propeller Clubs e dalla Facoltà di Economia e
commercio dell'Università degli studi di Palermo. «La portualità turistica - ha
detto Bufardeci - è uno dei principali cardini su cui verte la politica di
sviluppo turistico ed è un argomento sul quale far convergere le politiche di
coesione». I dati forniti dal dipartimento dei Trasporti dimostrano che con la
programmazione di Agenda 2000 sono stati effettuati investimenti per quasi 200
milioni di euro. Bufardeci, però, non ha nascosto le criticità: «Troppo complesse
le procedure dei bandi e troppa burocrazia sono stati
un freno alla sviluppo. Credo che per un settore strategico come quello della
portualità turistica si debba procedere secondo le linee guida della legge
Burlando che prevede la finanza di progetto. Il sistema gestionale dei fondi
comunitari ha rischiato di fare perdere molti fondi, in questa logica il
sistema dei bandi si è dimostrato perdente». Secondo Cascio è necessario creare
un unico ufficio cui facciano capo gli adempimenti del settore portuale. «Nell'ambito
- ha sottolineato Cascio - del riordino dei dipartimenti regionali è stato
previsto un dipartimento del Mare che dovrà accorpare le competenze al momento
dislocate fra i vari assessorati. Sul settore del turismo nautico sono state
convogliate risorse ingenti ma alcuni esempi dimostrano che la politica corre
in modo più veloce della burocrazia». Il porto di Augusta, intorno a cui dovrebbe svilupparsi
l'intero sistema della portualità siciliana, costituisce l'esempio più
eloquente di come la burocrazia possa frenare un'opera vitale per economia isolana. Secondo le
stime del dipartimento Trasporti e comunicazione, per avere tutte le
autorizzazioni necessarie al disinquinamento della rada occorrerebbero almeno
20 anni. La Sicilia ha bisogno di un grande hub su cui convogliare il traffico
dei container. L'unica possibilità è offerta dal porto di Agusta con i suoi
fondali da
( da "HelpConsumatori" del 04-12-2008)
Argomenti: Burocrazia
News AGRICOLTURA. XI
Rapporto di Confagricoltura/Nomisma: molte le criticità strutturali e di
mercato 04/12/2008 - 15:32 Piccole taglie aziendali, bassa produttività del
lavoro, ridotto sviluppo tecnologico, scarso ricambio generazionale e carenti
dotazioni viarie. Queste alcune delle "criticità che arrugginiscono le
leve della competitività del sistema agroalimentare nazionale" secondo
Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, che ha oggi presentato a
Roma il XI Rapporto Nomisma sull'Agricoltura di Nomisma promosso dalla
confederazione. Al centro del documento il tema della competitività ovvero del
come "conquistare nuove quote di mercato e mantenerle". Il rapporto
evidenzia una serie di problematiche sia a livello generale che tramite una
indagine che ha visto coinvolte direttamente le imprese. Secondo gli
imprenditori intervistati i fattori critici della competitività sono
essenzialmente l'accesso al credito e al mercato, la burocrazia e il costo della manodopera.
In particolare, oltre il 40% degli intervistati ritiene che gli adempimenti
burocratici siano troppo complessi e richiedano troppo tempo mentre il 64%
delle aziende che hanno indicato il credito come un fattore critico punta il
dito contro i tassi elevati. Il basso indice di ricambio generazionale e
la polverizzazione del mercato sono altre caratteristiche e anche criticità del
sistema agricolto italiano. E non solo. Dal rapporto "si scopre così - ha
detto Vecchioni - che nell'agricoltura italiana si investono notevoli somme in
valore assoluto ma poco in relazione alle numerose imprese attive: meno di
6.500 euro per azienda e per anno; tra i Paesi dell'Ue-15 si investono notevoli
somme in valore assoluto ma poco inrelazione alle numerose imprese attive: meno
di 6.500 euro per azienda e per anno. O, infine, che seppure in Italia vi siano
più autostrade rispetto alla media europea, sono invece molto carenti le altre
dotazioni viarie e abbiamo solo la metà delle linee ferroviarie per unità di
superficie vantate dalla Germania". Dall'analisi delle problematiche il
presidente di Confagricoltura è poi passato alle proposte: "Ora più che
mai occorre più coraggio. Varando un vero e proprio "piano per la competitività"
che incida sulle opportunità di mercato, sulla dimensione economica sino
all'internazionalizzazione. Non trascurando nodi storici irrisolti come la
ncessità di una politica dell'innovazione in agricoltura e di una
sburocratizzazione degli adempimenti a carico delle imprese". In
particolare, Vecchioni ha avanzato la necessità di "promuovere
l'organizzazione economica, la certificazione e la qualificazione del prodotto
dei propri associati". Necessario inoltre incentivare "l'internazionalizzazione
e i rapporto con la grande distribuzione organizzata" e limitare "gli
adempimenti burocratici e amministrativi che gravano sulle imprese" e la
valorizzazione dei mezzi tecnici e servizi "per una agricoltura moderna e
di qualità". Proprio in funzione della caratteristica dimensionale del
mercato agricolto italiano è stata evidenziata la necessità di politiche
diverse per le "aziende imprese" e le "aziende non
imprese": una distinzione introdotta dal rapporto stesso che individua le
prime (83% del totale) nelle aziende a dimensione ridotta e le seconde in
quelle con un reddito superiore ai 9600 euro annui e una media di