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DOSSIER “BUROCRAZIA”

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ARCHIVIO GENERALE  DEL DOSSIER  

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tARTICOLI DEL  1-3 settembre 2008      #TOP



Report "Burocrazia"

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Indice delle sezioni

Burocrazia (106)


Indice degli articoli

Sezione principale: Burocrazia

LA LIBIA AL CENTRO ( da "Manifesto, Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazie degli Esteri, di altri ministeri e di enti come l'Eni. Però il sigillo ha una precisa identità. È augurabile che nessuno scambi l'autostrada che dovrebbe collegare a spese e con la tecnologia dell'Italia gli estremi orientale e occidentale della Libia, un'opera complessa e di grande portata pratica e simbolica perché la Sirte divide effettivamente il paese in due spezzoni

Putifigari, regno dei muraioli orgoglio di tutta la sardegna ( da "Nuova Sardegna, La" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Scherzi della burocrazia. Ma avrete pure dei bandi ad hoc o comunque delle provvidenze che non vi escludono. "Per fortuna. Faccio un esempio: siamo nel progetto Interreg - si chiama 'L'altra isola' - sugli itinerari delle identità. Insieme con noi ci sono altri sette Comuni della nostra provincia: Osilo, Ossi, Codrongianos,

LISTA CIVICA SOCIETA' CINICA ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: esiste ormai un grande ventre conservatore al cui interno vivono felici e contenti amministratori locali imbelli, burocrazie pubbliche intoccabili, lobbies sanitarie, professionisti unti dal Signore, imprenditori foraggiati. E poi una magistratura ossequiosa verso la politica più che verso la gente, come dimostra l'ennesimo episodio di camorristi rimessi in libertà.

Vittadini: più spazio alla sussidiarietà per le mini-imprese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sì a uno Stato che governi senza sprechi e senza soffocare con la burocrazia, sì a un federalismo che si coniughi con la sussidiarietà, per non diventare un nuovo centralismo locale ". Insomma anche in economia serve "un sistema misto, dotato di grande capacità di adattamento, senza isterismi ideologici, senza l'illusione che le alchimie finanziarie possano risolvere tutto".

Ho gettato la spugna: senza mezzi e risorse vince la burocrazia ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia" Antonello Cherchi Ha accettato l'incarico di presiedere la Commissione Via perché riteneva (e ritiene) che le questioni ambientali "siano oggi di importanza capitale ". Poi, però, ha dovuto amaramente constatare che le risorse e le strutture dell'organismo deputato a rilasciare la valutazione di impatto ambientale erano talmente scarse che si finiva per vanificarne il

De Biase: <De Luca meglio sindaco a Napoli che governatore> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: continuare in un'attività di ordinaria burocrazia amministrativa ("De Luca direbbe che faccio 'poesia'") o inventarsi qualcosa di diverso con "un guizzo di fantasia". Già, ma cosa? De Biase, stanco del tavolo di concertazione alla Regione? "No, sono un po' disilluso dalla politica in genere.

LUISA MARIA PATRUNO L'uscita di Sergio Divina sull'esercito e le ronde in città, come primo atto del centrodestra in caso di vittoria alle elezioni provinciali, non era concordata ( da "Adige, L'" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che vuol dire intervenire per ridurre la burocrazia, rendere più efficiente l'apparato provinciale, eliminare la miriade di agenzie e società pubbliche inutili. Ma soprattutto puntare allo sviluppo. Cosa vuol dire? Penso che sia necessario modificare il Piano urbanistico provinciale prevedendo la Valdastico, la ridefinizione delle aree sciabili,

<Il Ramadan all'oratorio? Meglio, così raddoppia il numero delle preghiere> ( da "Corriere della Sera" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Io gli spiego che la burocrazia ci mette i bastoni tra le ruote, quella stessa burocrazia a cui io pago i contributi ". Michele Mancino Vigilia Ultimi ritocchi nella struttura montata al parcheggio dell'oratorio di Arnate e che ospiterà le preghiere dei fedeli islamici.

Lavoriamo tra la spazzatura ( da "Alto Adige" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma si sono persi nel labirinto della burocrazia. La vicenda di via Sassari, infatti, si gioca sui confini tra le diverse aree di competenza. La porzione di marciapiede dove sono collocati i bidoni appartiene al condominio, quindi per il Comune è difficile intervenire. L'altra metà - dove ci sono i tavolini dei bar - è invece suolo comunale.

Regole italiane per i lavoratori cinesi ( da "Secolo XIX, Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Le burocrazie e le leggi impongono regole astratte e impediscono lo sviluppo. L'Europa rappresenta uno stato artificiale; è nata in ragione di condizioni politiche e sociali straordinarie ed è destinata a scomparire con il cessare di tali condizioni, come è avvenuto per l'Urss e la Jugoslavia.

Le burocrazie nemiche della città ( da "Giornale.it, Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 09-01 pagina 1 Le burocrazie nemiche della città di Redazione "L'Arengario ospiterà entro il 2007 il Museo del Novecento". Dove si legge questa profezia clamorosamente smentita dai fatti? A pagina 147 del volume dedicato a Milano - edizione 2005 - della più prestigiosa collana di guide turistiche, quella del Touring Club.

Federalismo se c'è concorrenza ( da "Opinione, L'" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: indotta dalle burocrazie. Tutti gli altri mezzi usati - diciamocelo - sono finora falliti. E se fallisse anche questo, resterebbe solo la rivolta (che oggi sembra una parola grossa, ma che in tutti i tempi - e a tutte le latitudini - prima o poi è sempre arrivata, come la storia - che è, essenzialmente, storia di libertà dalle imposte -

Nostalgia di guerra fredda a 40 anni da Praga ( da "AprileOnline.info" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dall'Europa della burocrazia e della finanza alla rinascita del protagonismo politico, con una spinta decisa verso il rinnovamento e verso le ragioni dei popoli e dei territori, che contribuiscono a dare lustro e colore al vecchio continente, fuori da schemi obsoleti centralisti, guerrafondai e bipolari.

Portability ADSL: con Ehiweb.it è possibile cambiare operatore ADSL ( da "FullPress.it" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è l'utente finale a ottenere i maggiori benefici perché in ogni momento potrà cambiare fornitore, senza burocrazia o disagi, semplicemente dirigendosi verso la miglior offerta economica o di prestazioni, ogni volta che desidera. Etichette: adsl, portability, ehiweb, provider, internet Segnala questa notizia: STAMPA.

Hanno paura della nostra barba. Anche Gesù la portava ( da "Varesenews" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la pioggia, la neve e il sole, io gli spiego che è la burocrazia che ci mette i bastoni tra le ruote, la stessa burocrazia a cui io pago i contributi da vent'anni". Le speranze della comunità musulmana sono riposte nelle nuove generazioni. I figli degli immigrati studiano in Italia e hanno amici italiani.

Regione Veneto : entro l'anno 22 nuovi treni con opzione per altri 12 ( da "Sestopotere.com" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: per storie di ordinaria burocrazia ma soprattutto per i ritardi con i quali il Comune di Venezia ha fissato sulla carta le nuove stazioni che interessano il proprio territorio. “Le previsioni ci dicono che il sistema riuscirà a togliere dalle strade circa il 13 per cento dell'attuale traffico privato –

La leggenda del barista in fuga dal cachemire ( da "Stampaweb, La" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia qui è lentissima, è il lato peggiore del Sud", lamenta Fissore. Per l'autunno-inverno 2008 basta passerelle. "Mi hanno offerto varie consulenze ma ho rifiutato. Qui dormo sereno e basta un filo di sole, anche a gennaio, per mangiare all'aperto.

(D.D.D.) Una bella persona, molto conosciuta in città, muore ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: pubblichiamo una toccante dedica che vale anche come denuncia di un sistema in cui la burocrazia e l'ingiustizia possono soffocarti al punto da non poterne più. A scrivere queste righe di memoria è l'amico Arnelio Giovanni Bortoluzzi, architetto di Santa Giustina. È lui a voler far rivivere la figura dell' ingegnere di lungo corso di Castion.

Scappa dalla polizia ma si perde ( da "Corriere Adriatico" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: una sorta di resa alla burocrazia oscura e alla consapevolezza di non essere in regola. E' quanto è accaduto sabato mattina a Urbino quando un ragazzo di 27 anni, di origine marocchina, si è presentato al Commissariato denunciando lo smarrimento del proprio codice fiscale, di cui aveva bisogno per sottoporsi ad alcune visite ospedaliere.

Le idee di Galan non ci interessano più ( da "Corriere delle Alpi" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia e poi permette che la burocrazia dell'ente che lui governa faccia perdere ai cittadini bellunesi 200 milioni di euro. Non ci siamo e sarebbe bene che Galan lo sapesse". In linea di massima Bond "capisce" Galan sull'autonomia bellunese: "Ne abbiamo parlato, lo so, dobbiamo coinvolgere tutta la montagna veneta.

Commozione per "Birdwatchers - La terra degli uomini rossi": <Il mondo deve sapere cosa sta accadendo> ( da "Cittadino, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia ci uccide, i fazenderos con i loro avvocati ci annientano. Se c'è almeno una persona in più, che grazie a questo film, ha conosciuto la nostra storia è un successo. Come uno sguardo dall'alto, occhi che da sopra scoprono finalmente chi siamo, noi laggiù".

Matrimonio bloccato a Mogliano Lei è senza permesso di soggiorno ( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: passando da una parte all'altra della burocrazia tricolore nella speranza di poter definitivamente convolare a nozze. I sogni di questa coppia si sono infranti con la notifica dell'ufficio di stato civile e con l'immancabile decreto di espulsione. Vane, per ora, le speranze di proseguire la convivenza in Italia.

Burocrazia e costo dei libri scolastici ( da "Giornale di Brescia" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: LETTERE VOUCHER REGIONALI Burocrazia e costo dei libri scolastici "Sciocco è chi non ha speranza, ma ancor più stolto è chi confida in una Speranza senza fondamento". Spiace scomodare Sant'Agostino per una quisquilia economica ma, dando a me stesso dello stolto, penso sia equo corrispondere all'autocritica severa una così nobile e,

Reverse esteso contro le frodi Iva ( da "Italia Oggi" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: senza sovraccaricare di burocrazia le imprese oneste. Riguardo ai sistemi alternativi, la risoluzione riconosce che il meccanismo dell'inversione contabile ha il vantaggio di eliminare i rischi di frode "missing trader", in quanto il debitore designato dell'Iva è il cliente soggetto passivo dell'imposta.

Panchine, non è stata un'estate molto calda ( da "Arena, L'" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Concluse le lezioni in aula e preparata la tesina anche il tassello della burocrazia andrà a posto. Si sposta solo di un paio di chilometri Beppe Brentegani, dimissionario al Team S. Lucia Golosine ed ora all'Alba Borgo Roma. Ancora più conservatore il girone A di Prima, dove sono diverse rispetto al campionato passato esattamente un quarto delle panchine.

Meno uffici e direzioni a palazzo: partita la semplificazione di tondo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: assessore De Anna: "Adesso al via l'operazione per ridurre la spesa della burocrazia" Meno uffici e direzioni a palazzo: partita la semplificazione di Tondo di PAOLO MOSANGHINI UDINE. È partita la riorganizzazione della macchina regionale secondo il nuovo regolamento varato dalla giunta Tondo: da ieri le direzioni sono 11.

Le comunità montane hanno utili funzioni ( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Regione stessa hanno determinato e posto in atto un sistema elettivo farraginoso e dispersivo, incentivando la burocrazia e l'efficienza amministrativa rallentando non di poco il buon fine del proprio ruolo. A ciò vanno aggiunte scelte errate nell'individuare i territori montani: si è giunti al punto di ritenere zona montana il Carso triestino. Ma non facciamoci ridere, per favore!

Visintini, interessa il recupero della cappella ungherese ( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Comunità europea e poi però svanito lungo i percorsi della burocrazia. Nella sessione del pomeriggio saranno presentati e discussi temi inerenti alla Grande guerra e in particolare al fronte dell'Isonzo. In apertura interverrà il goriziano Renato Tubaro, unico relatore italiano in quel convegno, a cui seguiranno gli interventi di Ladislav Lipic, ambasciatore di Slovenia a Budapest;

Meno burocrazia per i permessi delle piccole ristrutturazioni - capelli a pagina ii ( da "Repubblica, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Pagina I - Bologna Merola promette la deregulation all'ufficio urbanistica Meno burocrazia per i permessi delle piccole ristrutturazioni CAPELLI A PAGINA II SEGUE A PAGINA II.

Casa, la deregulation di merola - eleonora capelli ( da "Repubblica, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Meno burocrazia per le piccole ristrutturazioni domestiche" ELEONORA CAPELLI Le piccole modifiche in casa, come spostare una porta o costruire un muro per dividere due ambienti, nel mirino dell'amministrazione comunale che ha in progetto una mini-deregulation per semplificare l'evoluzione degli ambienti domestici secondo le esigenze delle famiglie.

Finita l'odissea di chi aspettava la casa Aler ( da "Giorno, Il (Milano)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia è come una tartaruga, si muove lentamente, ma prima o poi arriva a destinazione. Dopo mesi di attesa, le prime sette famiglie sono finalmente riuscite a entrare ieri negli appartamenti Aler di via Volta che il Comune aveva assegnato loro fin dall'aprile scorso.

Bassanini: Più costi con le mie leggi? Falso ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: prevedevano un meccanismo rigoroso di trasferimento dallo Stato alle Regioni delle sole risorse di bilancio corrispondenti alle funzioni trasferite ".L'aumento,riconosce Bassanini, c'è stato ma è dovuto all'"incapacità dei governi a contrastare le resistenze centralistiche della burocrazie ministeriali".

L'ultima sfida di Gheddafi ( da "Manifesto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ammissione che la burocrazia e le corruzione, anche in Libia come altrove, rappresentano un problema e un ostacolo all'esercizio del buon governo e al soddisfacimento delle giuste aspirazioni dei cittadini. "Fino a quando i soldi saranno amministrati da un corpo di governo, ci saranno sempre ruberie e corruzione", ha detto Gheddafi a Bengasi.

La storia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Meno burocrazia Il 28 agosto, su proposta del ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, è stato approvato il disegno di legge comunitaria 2008, che include il recepimento della direttiva servizi. Il provvedimento, da attuare entro il 28 dicembre 2009,prevede tra l'altro l'istituzione di uno sportello unico per facilitare i lavoratori Ue che vogliono operare nel nostro Paese.

)BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA d ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 9 )BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA d... POSTE Troppa burocrazia )BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA delle lettere mia madre ha trovato la fantomatica cartolina gialla di ricevuta di una raccomandata intestata a mio padre.

Un quartiere a corto di posta e la rivolta contro tasse e balzelli ( da "Corriere della Sera" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della corrispondenza si aggiungono inefficienza e burocrazia il danno è fatto. Un esempio: la società di fornitura di energia elettrica quale l'Acea Electrabel pretende la presentazione della bolletta per il pagamento (vai a faglielo capire che non arrivano). Visto che i distacchi delle forniture arrivano poi puntualmente, possiamo aspettare anche il distacco dalle tasse da pagare?

LE EMERGENZE DEL TERRITORIO ( da "Nazione, La (Siena)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma i grandi problemi sono sorattutto quelli delle istituzioni e della burocrazia. Abbiamo presentato un petizione di 25mila firme di coltivatori e di consumatori alla Regione con la richiesta di misure a sostegno del mercato. Ad oltre un anno, non sappiamo che fine abbia fatto".

Di ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre. Aumentano i costi delle mater ( da "Nazione, La (Siena)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma i grandi problemi sono sorattutto quelli delle istituzioni e della burocrazia. Abbiamo presentato un petizione di 25mila firme di coltivatori e di consumatori alla Regione con la richiesta di misure a sostegno del mercato. Ad oltre un anno, non sappiamo che fine abbia fatto".

PERUGIA IL CONSIGLIERE provinciale del Pd Fiorello Primi si inse ( da "Nazione, La (Umbria)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è la burocrazia: troppi enti hanno competenza sul lago e sul suo bacino. Sarebbe opportuno fare una scelta definitiva assegnando a un unico ente responsabilità, competenze e risorse da gestire all'interno di un piano di almeno dieci anni che faccia della salvaguardia della materia prima, che è l'acqua in termini quantitativi e qualitativi,

PERUGIA - Il ritorno dalle ferie rovinato dalle bollette. E non soltanto perché le scad ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: acqua al gas fino ai rifiuti attesi per la fine del mese), ma perché la burocrazia ci mette lo zampino. Così migliaia di utenti si trovano a saltare sulla sedia quando leggono le fatture e controllano i conti. Stavolta nel mirino finiscono le bollette di acqua e gas in cui si nascondono insidie che fanno lievitare i costi.

Cose di Tele ( da "Stampaweb, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: combattono contro la camorra, contro la burocrazia, contro la paura. Sapete, quel bell'impegno civile, quella sorta di laica santità, umanissima. Il racconto ti dà l'idea che non sarà il 5 in condotta a fermare le mani dei delinquenti sulla scuola. Bravissimi, commoventi, emozionanti, i ragazzini che recitano.

Giustizia, prove di dialogo. Alfano: "Chiedo lo spirito della Bicamerale" ( da "TGCom" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il giudice Falcone non venne nominato consigliere perché fuori della burocrazia delle correnti". Per Violante allora il Csm andrebbe "eletto per un terzo dai magistrati, per un terzo dal Parlamento e per un terzo dal Presidente della Repubblica tra personalità di particolare rilievo". Se Violante concede un'apertura di credito al governo per discutere della bozza sulla giustizia,

A Napoli la nostra Scuola d'impresa ( da "Denaro, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che nonostante le mille difficoltà peso fiscale, carenza d'infrastrutture, una certa burocrazia sono impegnati e creativi. Parlano i dati: ci sono aziende che trascinano l'export in modo impressionante. In Italia si parla tanto ma si lavora anche molto. Non sarebbe sbagliato, tuttavia, preparare l'avvento di un sistema più efficiente.

Meno burocrazia Servizi sul web ( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Meno burocrazia Servizi sul web POTENZA PICENA - Lunedì prossimo all'auditorium "Scarfiotti" e a partire dalle ore 21,15, verranno presentati i nuovi servizi per i cittadini disponibili nel sito comunale www.comune. potenza-picena.mc.it. All'incontro interverranno il sindaco Sergio Paolucci, il consigliere comunale con delega all'

"Acquasanta, servono i fatti" ( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: presenza della burocrazia vincolistica ed assenza di qualsiasi intervento costruttivo). Non vorremmo rivangare il passato ma tutti ricordano che l'attuale coordinatore PD salì sull'Aventino quando la pubblica assemblea in maniera plebiscitaria designò Barbara Capriotti candidato sindaco, bocciando il "Progetto" di Albanesi per candidare Ventura.

E l'Europa corre ( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è la burocrazia che soffoca: le procedure per le autorizzazioni sono ridondanti e producono tempi lunghissimi. Le strutture pubbliche chiamate a pronunciarsi sui progetti sono spesso inefficienti. C'è poi la questione delle risorse pubbliche con l'alibi ricorrente del capitale privato, ma non c'è ferrovia o metropolitana che possa essere realizzata con denaro privato.

CORRADO CASTIGLIONE È LUNGO IL CAHIER DES DOLEANCES DEI COMMERCIANTI. ED è FORTE IL PRE ( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: L'amministrazione comunale deve sconfiggere le lungaggini della burocrazia: perché è vero che si sta facendo tanto per la viabilità, ma i cantieri sono troppi, dai tempi infiniti e certo non offrono un bell'impatto. Così come per i grandi progetti di Bagnoli e Napoli Est: sì, è vero, si va avanti, ma con quanto ritardo.

In Valbelluna la nuova Inghilterra ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: siete un paese che ha troppa burocrazia, a differenza dell'Inghilterra. Io e Sasha prima dell'incidente avevamo pensato di venire ad abitare e lavorare qui". E della famiglia reale inglese che cosa dite? "Diciamo che ci interessa relativamente poco. Noi, quando possiamo, veniamo qui sulle rive dell'Ardo: è la cosa più bella al mondo e ci siamo innamorati diquesto stupendo posto"

Confindustria Sicilia contro il pizzo Espulsi 10 imprenditori, 30 sospesi ( da "Repubblica.it" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Confindustria prepara una seconda fase per smantellare i legami tra imprenditori collusi e burocrazia: "Il secondo pilastro della nostra azione - ha concluso Lo Bello - sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia".

Invasione di romeni, in tilt l'anagrafe di Padova ( da "Gazzettino, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: enorme burocrazia legata al continuo arrivo di cittadini stranieri. E' quanto si prefigura a Padova, dove i residenti non italiani erano 22 mila al 1. gennaio scorso, ma in soli sei mesi, sono saliti a 24.769. Un incremento di quasi tremila unità che soltanto nella prima parte dell'anno è già andato a coprire quello che complessivamente si era registrato durante tutto il 2007,

Giustizia, Violante: "Basta scontro, ora dialogo" ( da "Giornale.it, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: fuori della burocrazia delle correnti, non venne neppure votato dai suoi colleghi per il Csm. Bisogna disarticolare le vecchie appartenenze: il Consiglio andrebbe eletto per un terzo dai magistrati, per un terzo dal Parlamento e per un terzo dal presidente della Repubblica tra personalità di particolare rilievo.

Federalismo/ Ok da Famiglia Cristiana: ricetta contro ( da "Virgilio Notizie" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: più efficienza della burocrazia, meno liste d'attesa per un esame clinico e stop ad assistenzialismo e clientelismo". Ma "per chi, come noi, si ispira alla dottrina sociale della Chiesa, esiste una sola forma di federalismo accettabile: quella che fa rima con sussidiarietà e solidarietà, che garantiscono che le decisioni siano adottate il più vicino possibile al cittadino,

PERMASTEELISA: SU WORLD TRADE CENTER PESA RITARDO BUROCRAZIA ( da "Wall Street Italia" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract:

Indios, guerra dimenticata ( da "Sicilia, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia ci uccide. Dobbiamo riappropriarci della nostra speranza per evitare che i giovani continuino a suicidarsi come si vede nel film. E chiediamo solo rispetto". Già rispetto di leggi che sono, invece, in Brasile carta straccia. Come sottolinea Bechis: "La Costituzione del Brasile è chiara: stabilisce che un 20% della foresta amazzonica resti intatto ma oggi è solo un 2%

Confindustria/ Lombardo: Idee industriali certamente ( da "Virgilio Notizie" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il governo regionale ha già affidato a un magistrato il compito di gestire il complesso apparato della burocrazia regionale e di ridisegnarne ruoli, compiti e competenze - i legge nel comunicato - L'asessore Ilarda ha infatti messo in cantiere una serie di accorgimenti che vanno nella direzione indicata dal presidente degli industriali siciliani".

L'Enel Sole illuminerà la piazza? ( da "Eco del Chisone" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Enel BIBIANA Una storia di ordinaria burocrazia? Più o meno sì. Ma andiamo con ordine. Da un paio di settimane l'impianto di pubblica illuminazione di piazza Donatori di sangue funziona al 50 per cento: gli otto lampioni più bassi, quelli a palla, di efficienza limitata in quanto seminascosti dagli alberi, ogni notte si accendono regolarmente,

USA, le torri telefoniche rispettino l'avifauna ( da "Punto Informatico" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sono aumentate al punto da muovere la burocrazia e mettere sotto accusa le licenze di installazione. Rimasto a lungo insoluto, è un problema lamentato da tempo: Joelle Gehring, biologa impegnata al Michigan Natural Features Inventory, aveva già espresso soddisfazione per l'interesse dimostrato dall'industria nel collaborare con ambientalisti e animalisti per risolvere il problema.

Ci considera priorità? I numeri dicono di no ( da "Corriere delle Alpi" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la giunta capisce l'esigenza di autonomia del bellunese dichiara Laroni) o spostano il tiro (vedere dossier Bond sulla burocrazia). I loro partiti governano da 13 anni e solo oggi si levano qualche sassolino? Non servono commenti, I bellunesi, a tempo debito, sapranno scegliere chi rappresenta in maniera migliore I loro interessi".

MA CHI PAGA? ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: A capo cioè di quegli imprenditori che devono fare i salti mortali per stare al passo con una burocrazia insopportabile e che sono quotidianamente chiamati a reggere una competizione spesso sleale. Costui si è dimesso da assessore. Bravissimo, ma spero che venga "dimesso" dagli artigiani che lo hanno voluto loro rappresentante quale tutore dei loro legittimi interessi.

Feltrese, Trombin è senza il cartellino ( da "Corriere delle Alpi" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Per la burocrazia calcistica, Cristovao Trombin potrebbe essere abile e utilizzabile per il debutto in Eccellenza del 21 settembre contro l'Union Csv dell'ex granata Dario Tollardo, ma non si sarà se sarà tutto in ordine sul piano fisico. Il diesse Rinaldo Mazzonetto non è troppo possibilista sulla seconda ipotesi: "Se da un lato,

TEATRO EDEN ( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che penalizzano i consumatori ma anche gli agricoltori, che vedono venir meno i loro guadagni. Al Ministro Zaia, Franco Poggianti ha stato chiesto come affrontare questa emergenza. E poi le esportazioni, i tagli alla burocrazia, la grappa fatta in casa, l'oro olimpico di una giovanissima guardia forestale.

Piani per il territorio ( da "Italia Oggi" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: per Fig e Fao, ci sono poca trasparenza, tanta burocrazia e l'assenza di politiche di concertazione e di pianificazione strategica. A questo proposito la Fao sta preparando la pubblicazione di uno studio sul regime fondiario sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli con economie più sviluppate.

Pagavano il "pizzo"imprenditori cacciati ( da "Secolo XIX, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia e la politica. Per fare pulizia anche in questo giro Lo Bello rivolge un appello al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, perché accolga presto la richiesta della Confindustria per una "commissione di altissimo livello" che, con il contributo di ex magistrati e studiosi, che definisca un codice etico di governance delle pubbliche amministrazioni,

<Gli immigrati rappresentano una risorsa> ( da "Libertà" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: complice sarebbe lo stato italiano perché a causa di inutili burocrazie ostacola gli stranieri e di fatto gli impedisce di rimanere regolari". Resta un dato di fatto però, che gran parte della criminalità straniera è formata da immigrati, ha sottolineato Lambri . "Questo è vero - ha replicato Reggi - Ma incarcerare ogni clandestino provocherebbe solo un intasamento della giustizia,

Domani il rientro della salma dell'ambulante morto a Cuba ( da "Arena, L'" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: mi ha aiutato nella burocrazia. È merito suo se i tempi si sono accelerati, non so chi abbia chiamato e come abbia fatto, ma ha fatto in modo che da Cuba si sbloccasse tutto. Mi hanno detto che mai sono state eseguite procedure così rapide". Aggiunge Bresciani: "Noi non sappiamo di cosa sia morto Cristian.

Riparte Agri3, intervista a Luca Zaia su vini e prezzi ( da "Finanza e Mercati" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: gli aumenti dei prezzi che penalizzano i consumatori ma anche gli agricoltori, ai quali le produzioni vengono pagate sempre meno. Al ministro Zaia è stato chiesto come affrontare questa emergenza. E poi le esportazioni, i tagli alla burocrazia, la grappa fatta in casa, l'oro olimpico di una giovanissima guardia forestale.

Prezzo del latte: importante riprendere la trattativa ( da "Libertà" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: quelli di molti paesi europei e il peso di una burocrazia "opprimente" rischia di condizionare in negativo il futuro di uno dei principali settori agroindustriali italiani e, come già detto, il principale della nostra provincia. In questo quadro desolante, conclude Sidoli, il non poter contare nemmeno su un prezzo di riferimento adeguato costituisce una condizione inaccettabile per l'

È la decomposizione il rischio per l'italia - giorgio ruffolo ( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ambedue lasciarono le strutture dello Stato nelle mani di una burocrazia cui il Sud forniva i quadri e la monarchia sabauda l'impronta autoritaria. Ma allora, è giusto domandarsi, come, da chi e perché si compie, malgrado tutto, nei tempi moderni, l'unità d'Italia? La risposta è stata data tante volte. Essa è frutto dell'azione di minoranze.

Più assessori in Consiglio col nuovo statuto ( da "Stampa, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è molta burocrazia in più, un assessore deve essere molto più presente rispetto al passato. Per quanto riguarda la seconda convocazione, poi, è questione di democrazia: è giusto che una maggioranza governi, ma che lo faccia con numeri adeguati". Disponibilità al confronto da parte della minoranza, che pone però questioni di procedura:

Tagli sullo spreco non alla salute - calogero comparato ( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: quello economico a quello della burocrazia, per finire a quello illegale e mafioso, partecipano a questo saccheggio. Con la sua decisione coraggiosa di bloccare temporaneamente l'attribuzione degli incarichi dirigenziali, l'assessore di fatto è entrato nella zona grigia della sanità siciliana, apparentemente legale ma non per questa meno nociva e sperperatrice di quella illegale.

L'ascom: patto per napoli ( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: riforma della burocrazia. E poi accorpare le comunali e le regionali nel 2010 Un Patto per Napoli. Imperniato su cinque concreti traguardi: da Bagnoli al porto turistico. E con una durata strategica di 18 mesi, al termine dei quali - nella primavera del 2010 - invitare i cittadini alle urne per un doppio appuntamento: rinnovando così sia il vertice della Regione,

Ambulanze, una legge tampone per lasciarle al volontariato - gaia rau ( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nel nome di una burocrazia cieca, ignora la peculiarità rappresentata dal volontariato in Toscana e rischia di distruggerne l'immenso patrimonio di generosità. Per questo aspettiamo di capire, dall'incontro con gli assessori Rossi e Salvadori, alla luce dei loro ultimi contatti con Bruxelles, quali sono le prospettive per il volontariato toscano"

Tutti in piedi per il soldato-eroe riparte la convention di mccain - alberto flores d'arcais ( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la pensano allo stesso modo sull'Iraq e nutrono la stessa insofferenza verso le burocrazie di partito - gli strateghi del Gop cercano di andare alla conquista di quegli elettori democratici moderati che per motivi politici, o magari anche per quelli non detti (il colore della pelle), sono molto tentati da non votare per Obama.

Dieci espulsi da confindustria ( da "Tirreno, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia.

1938, Mussolini segue la strada di Hitler ( da "Unita, L'" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ciononostante per la burocrazia statale rimaneva comunque "appartenente alla razza ariana". Gli italiani erano semplici trasmettitori generazionali di materiale biologico utile o disutile alla nazione. Qual era il fine delle leggi antiebraiche? Esse avevano lo scopo diretto di separare/allontanare gli ebrei, soprattutto dal lavoro e dal tessuto sociale del Paese.

PERUGIA <HA TUTTA la mia solidarietà, sono con lei, al ( da "Nazione, La (Umbria)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: neanche alla lentezza con cui procedono le ricerche, alla burocrazia che non conosce l'angoscia di una famiglia. Perché sulle scrivanie dove spesso è fermo il destino delle nostrw 'vite sospese', c'è sempre qualcosa o qualcuno di più importante rispetto ai nostri figli. E non potete immaginare ? conclude Caterina Migliazza ?

Tanti progetti ancora da avviare ( da "Nuova Ferrara, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: amministrazione Tanti progetti ancora da avviare La burocrazia sta frenando i lavori della zona Sud GAIBANELLA. Gli operatori e soprattutto il presidente Fausto Facchini della circoscrizione Sud sono in fibrillazione; da parte degli utenti infatti è un continuo chiedere chiarificazioni ed informazioni sugli interventi promessi e tuttora in altomare.

<Volontariato a rischio fuorigioco> ( da "Nazione, La (Firenze)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con una burocrazia cieca, rischia di mettere in ginocchio tutta la nostra assistenza". Le Misericordie chiedono una risposta agli assessori regionali alla sanità Enrico Rossi e al welfare Gianni Salvadori. Una risposta che potrebbe arrivare dal meeting regionale per Misericordie e gruppi Fratres della Toscana dal 5 al 7 settembre a Porto Santo Stefano (

<CHIEDIAMO certezze>. Lo hanno detto a gran voce ieri mattina i lavorat ( da "Nazione, La (Firenze)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: devono accelerare i tempi della burocrazia e mettere in atto ciò che è stato concertato, come il completamento del progetto di filiera del settore del camper. Proprio a questo proposito grandi aziende continuano a voler investire nel nostro territorio: hanno però bisogno di infrastrutture, dello scambio merci tra gomma e ferrovia della Zambra,

<Da goleador a prete per un disastro aereo che mi ha cambiato la vita> ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E' per motivi di burocrazia calcistica. Quando ero a Recanati, mi allenavo spesso con la Recanatese e il tecnico mi fece la stessa proposta: t'ingaggiamo. Ma per farlo dovrei tornare in Zambia per lo svincolo dalla Federazione di cui sono stato un Under 21". COSÌ, non resta che divertirsi con la squadra dei sacerdoti.

Confindustria, 10 espulsi per pizzo ( da "Giornale.it, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Intanto, dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Per le Pmi meno intralci dalla burocrazia locale ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: INTERVISTA Mario Mancini Presidente Piccola industria "Per le Pmi meno intralci dalla burocrazia locale" ANCONA Più sensibilità, da parte delle amministrazioni pubbliche e delle banche, alle esigenze delle piccole e medie imprese. Il che non significa richiesta di maggiori risorse ma di minori prelievi e meno ostacoli all'attività e agli investimenti aziendali.

Rifugio di rom nella scuola abbandonata. <Basta degrado> ( da "Corriere della Sera" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma il bel progetto s'incaglia nella burocrazia. E l'istituto di via Maggianico, alla periferia Nord-Ovest della città, concesso dal Comune un anno fa al Politecnico per realizzare 228 minialloggi (opera da 14 milioni di euro), rischia di trascinare nel degrado un intero quartiere.

PALERMO - Un anno fa Confindustria Sicilia, rotte anacronistiche logiche, stabilì la &# ( da "Messaggero, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia e imprenditori collusi con la mafia, sia una piena collaborazione dell'Associazione agli inquirenti nelle indagini contro il riciclaggio dei capitali sporchi. Altre cifre: sono stati in un anno 64 gli industriali nel mirino del racket che invece di trattare, chiedere sconti e pagare, hanno preferito denunciare con nomi e cognomi dando una piena collaborazione alle polizie

I Confidi giocano la carta hi-tech ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sostiene che per sostenere il sistema dei Confidi e snellire la burocrazia serve anche altro: "La piattaforma telematica è un primo passo, perché riduce i tempi ed elimina la carta, ma non elimina la lunga trafila per l'azienda. è necessario anticipare i tempi dell'intervento rispetto al finanziamento erogato, in modo che l'agevolazione nasca contestualmente al finanziamento,

Euro promessi dalla Regione Lazio e mai giunti al Comune, dopo che il complesso e buro ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: espletare la gara di appalto e assegnare i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza dei parchi cittadini. "Da quel fatidico giorno il comune di Terracina è di nuovo nell'attesa che la burocrazia regionale faccia il suo corso. Questa è l'unica verità peraltro, riscontrabile, inerente al finanziamento regionale finalizzato ai parchi cittadini".

Strage di cani randagi e padronali a Rocca di Papa. Alcuni giorni fa sono state rinvenute in localit ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: proprietario del canile sequestrato sta cercando di fare di tutto per salvare i cani, lottando contro la burocrazia. Stesso problema si registra a Vermicino di Frascati dove un canile che dava assistenza a quaranta randagi è stato posto sotto sequestro per carenza di norme igieniche. Il titolare sostiene che "in nessuna struttura pubblica e privata i cani sono tenuti meglio".

Nel bando del 2005 erano più di 1.600. Con l'ultimo bando di fine febbraio 2008, sono sces ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: come la lentezza di procedure e burocrazie e la lunga questione dell'avvicendamento alla presidenza della commissione alloggi che aveva bloccato a lungo le assegnazioni, avessero scoraggiato molti cittadini. Quella pubblicata lunedì è solo la prima graduatoria provvisoria, fatta con i punteggi derivanti da quanto hanno dichiarato i richiedenti sul modulo allegato alla domanda.

La burocrazia fa slittare l'apertura della variante ( da "Centro, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia fa slittare l'apertura della variante MONTESILVANO. Sarà aperta al traffico entro la fine dell'anno la circonvallazione. La previsione è del capo compartimento dell'Anas Abruzzo Valerio Mele che ha spiegato che il ritardo "è dovuto principalmente ad alcuni adeguamenti progettuali sull'impiantistica in seguito dell'

Operazione antiracket: Confindustria Sicilia sospende o espelle 51 imprenditori ( da "Rai News 24" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il codice di Confindustria stabiliva l'espulsione dei soci che pagavano il pizzo o non denunciavano le richieste estorsive Il presidente regionale Lo Bello ha detto: dopo la lotta al pizzo ora attacchiamo zona grigia, nel mirino collusioni tra mafia e burocrazia,.

E il Pci ordinò: "A Canzonissima ( da "Giornale.it, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: mig) o la più grigia burocrazia (Nomenklatura, Politburo, agit-prop, Cominform, Comintern) oppure realtà ancora più inquietanti (Ceka, Kgb, gulag). In tanti decenni, nulla di originale e di vitale è venuto da quella cultura, non una traccia è stata lasciata nell'arte, nella letteratura, nella musica, nella filosofia;

LE LINGUE POPOLARI DEL BEL PAESE ( da "Opinione, L'" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia europea a vantaggio di concorrenti più diffuse, e in particolare dall'inglese. Con un vecchio autonomista come me sfonda una porta spalancata nel sostenere l'identico valore e diritto di ogni idioma a essere impiegato e tutelato anche in termini di validità giuridica: ogni comunità deve esprimersi con la lingua che più gli piace e nessuno deve imporre un altro mezzo di

PARCO POLLINO, PAPPATERRA: A BREVE RISPOSTE SUI CINGHIALI ( da "Basilicanet.it" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ll Parco - precisa Pappaterra - seppure con tempi dilatati perché© tali sono quelli richiesti dalla burocrazia, sta facendo tutto quanto è¨ nelle sue possibilità per alleviare il nocumento procurato dai danni e per cercare di intervenire sul disequilibrio verificatosi con la proliferazione della specie". BAS 03.

Dal palazzo: "subito la verifica" ( da "Corriere Adriatico" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: politichese e non si nasconde dietro la burocrazia. "Per quanto ho sentito, mi sembra che non ci siano altre soluzioni che rimuovere pioppi e radici e riportare il tutto alla situazione preesistente. Peccato - conclude - perché quei giovani pioppi erano un legame ideale con quelli grandi che sono nel parco adiacente, ma non possono restare lì se danneggiano la piazza e le case vicine"

IL PREMIER DOMANI A NAPOLI. PRIORITà: TEMPI RAPIDI PER ASSEGNARE LA GESTIONE DELL'IMPIANTO DI ACERRA ( da "Mattino, Il (City)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sotto accusa - trapela da Roma - c'è finita la burocrazia. Sarebbero da additare a pratiche troppo lunghe i ritardi per la ripartenza dell'impianto. Dal sottosegretariato spiegano che la commissione che deve valutare le offerte giunte per il completamento e la gestione del termovalorizzatore sarebbe prossima all'insediamento.

LETTERE ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: pare che la burocrazia statale abbia fatto arenare l'idea. E ancora: nei primi Anni Novanta si parlò di un progetto di rilancio della Fiat Engineering che tendeva a farne un centro congressi internazionale. In tempi successivi si è parlato della possibile creazione, con la collaborazione dell'Università Federico II di Napoli,

Federalismo fiscale, il sì delle piccole imprese ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: una riduzione della burocrazia e dell'imposizione fiscale, ma anche uno snellimento delle procedure amministrative a sostegno dello sviluppo economico. Aziende artigiane e piccole imprese sentono un grande senso di appartenenza al proprio territorio, ma sono consapevoli che in questi anni di transizione e di avvio al federalismo,

L'INTERVISTA ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: faranno in un anno quello che qui la burocrazia costringe a fare in dieci anni". Burocrazia italiana. Ma evidentemente Napoli poi ha una sua peculiarità? "Purtroppo sì. A Napoli abbiamo vissuto prima una lunga fase di attesa. Poi c'è stata una lunga fase di programmazione. Alla fine delle cose sono partite, ma altre non sono state realizzate".

Vendemmia pagata coi voucher <Meno burocrazia e lavoro nero> ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Vendemmia pagata coi voucher "Meno burocrazia e lavoro nero" Il voucher per il lavoro in vendemmia, nuovo strumento sottoscritto di recente da Confagricoltura Veneto con Inps, Inail e le altre associazioni di categoria e i sindacati di cui abbiamo già riferito, è stato accolto con molto favore nelle campagne.

Confindustria contro il pizzo: espulsi in dieci ( da "Gazzettino, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia"

La Provincia ripulirà i rondò del Poetto dalle piante secche ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Colpa della burocrazia, visto che l'amministrazione di viale Ciusa e il Comune non hanno ancora completato il passaggio delle competenze sulla strada che dall'Ospedale Marino arriva fino a Margine Rosso. All'inizio dell'estate, a sollevare il problema in Consiglio provinciale era stato il capogruppo di Forza Italia Mauro Contini mentre nell'

Il G8 regala i soldi per il nuovo porto ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il G8 abbatte la burocrazia dei cantieri del porto. La diga di levante finisce nell'elenco delle opere urgenti da realizzare in vista del vertice del prossimo anno a La Maddalena. Assieme al via libera ai lavori arrivano 30 milioni di euro, un fiume di denaro che però potrebbe non essere sufficiente per terminare la grande opera,

Il Dream Village non riapre <La burocrazia ci schiaccia> ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: A CORDENONS Il Dream Village non riapre "La burocrazia ci schiaccia" Se il Dream Village, la struttura di via del Benessere di Cordenons, non riapre a settembre, come promesso prima della chiusura agostana, è perché ha un fardello burocratico troppo impegnativo da reggere e, piuttosto che deludere, si fa da parte.

Conferenze stampa dopo la giunta e le missioni: la campagna è iniziata ( da "Stampa, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: immagine di una presidente decisionista che annuncia l'introduzione del principio di merito nella burocrazia regionale fa il giro della case dei piemontesi. E l'opposizione deve rincorrere la "zarina". L'offensiva mediatica rientra nella strategia più ampia di differenziare l'azione della presidente e degli assessori da quella dei partiti.

"Attuato il Piano per i cinghiali" ( da "Giornale di Calabria, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dilatati perché tali sono quelli richiesti dalla burocrazia, sta facendo tutto quanto è nelle sue possibilità per alleviare il nocumento procurato dai danni e per cercare di intervenire sul disequilibrio verificatosi con la proliferazione della specie". "L'iter del Piano - prosegue la nota - parte con il parere favorevole dell'Istituto nazionale di fauna selvatica e del Ministero dell'

Il sapere usa e getta ( da "AprileOnline.info" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: gestito da una burocrazia che rallenta la loro evoluzione o le rende impermeabili alle domande di cambiamento provenienti dall'esterno". I datori di lavoro, secondo la Tavola Rotonda, chiedono lavoratori "autonomi, in grado di adattarsi ad un continuo cambiamento e di accettare senza posa nuove sfide".


Articoli

LA LIBIA AL CENTRO (sezione: Burocrazia)

( da "Manifesto, Il" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giampaolo Calchi Novati Aria di festa in Libia per le celebrazioni dell'anniversario del 1° settembre. Non poteva mancare uno spicchio dedicato all'Italia nel solito chiaroscuro di odio e amore che da un po' di anni caratterizza le relazioni con l'ex-potenza coloniale. Il presidente del consiglio italiano è arrivato a Bengasi, ospite gradito, portando nella valigia non solo un pacchetto di doni ma, quello che più conta per Gheddafi, un riconoscimento di status e il presupposto di una riconciliazione definitiva. I protocolli firmati parlano di impegni reciproci. Le belle parole e le buone intenzioni non nascono tutte dal cuore. Urgono interessi concretissimi come il petrolio, le commesse per cogliere le opportunità di un paese in pieno boom e il dossier dell'emigrazione clandestina, che così com'è gestito non fa molto onore a nessuna delle due parti. È presto per dire chi trarrà più vantaggi perché non si sa quali saranno le rispettive adempienze. Italia e Libia hanno alle spalle una lunga teoria di promesse mancate e di vere e proprie giravolte. A Roma cambiano i governi. A Tripoli la leadership fa dell'imprevedibilità uno degli strumenti di politica. Gli accordi possono anche essere precisi, ma sono scritti in diplomatichese, usano termini che quando le culture sono diverse non vengono intesi allo stesso modo dagli uni e dagli altri, e comunque la storia del colonialismo ha risvolti profondi anche a livello di immaginario che nessun testo può risolvere una volta per tutte. Visto dalla parte della Libia, il riavvicinamento all'Italia è un obiettivo che vale più dei contenuti reali dei vari accordi proprio per il tratto di storia che i due paesi hanno in comune. Da quando Gheddafi ha abbandonato, almeno formalmente, i ruoli anti-sistema adeguandosi alle regole della legalità internazionale, sono molti i candidati a beneficiare delle risorse materiali e immateriali che può offrire la Libia. Centro geopolitico del Mediterraneo, luogo d'incontro fra la sfera d'influenza francese nel Maghreb e gli interessi un tempo inglesi e oggi essenzialmente americani (Egitto, Medio Oriente, petrolio) e porta d'accesso all'Africa centrale e all'Africa nera in generale, la Libia ha una posizione strategica d'eccellenza, che le costò infatti al momento di una decolonizzazione sui generis dopo l'uscita di scena dell'Italia una monarchia a sovranità limitata e pesanti servitù militari. Gli Stati Uniti sono ovviamente i soli che possono accreditare la Libia al Centro garantendole quella sicurezza che normalmente fa difetto ai piccoli paesi della Periferia. Gheddafi non vuole percorrere strade a fondo cieco come quella tentata da Saddam e ha sempre misurato le sfide e le provocazioni soprattutto dopo l'escalation con l'amministrazione Reagan culminata nell'attacco americano del 15 aprile 1986. La Francia ha fascino ed è la potenza vicina per effetto dei legami neocoloniali o preferenziali che mantiene con molti dei paesi confinanti con la Libia: il Ciad, soprattutto, che è il retroterra naturale della Libia, e il Niger, oltre alla Tunisia e all'Algeria. CONTINUA|PAGINA5 L'Italia è un caso a sé. Gheddafi ha sempre considerato un invito ufficiale a visitare Roma da leader di uno Stato indipendente come il coronamento dei suoi sforzi per riscattare la Libia dalla dipendenza e da quella vergogna involontaria che lascia dietro di sé un passato coloniale. La richiesta di un programma di aiuti che Gheddafi ha posto come condizione per la normalizzazione dei rapporti ha il senso di una "riparazione" e trascende la venalità dei singoli atti. La Libia pretende che le usurpazioni e le violenze del colonialismo vengano sancite per via bilaterale visto che l'ordine mondiale è refrattario a farlo in nome dei diritti universali dei popoli. Solo l'Italia può assolvere dunque questo debito. Gheddafi ha dato molto rilievo anche al problema dei deportati libici in Italia, un evento che in qualche modo ha inciso sulla demografia della Libia e della stessa Italia, e al recupero dei documenti in cui è stata redatta una pagina della sua storia nonché degli oggetti d'arte sottratti al suo paesaggio archeologico come fossero res nullius. Per l'Italia la Libia è stata la "quarta sponda". Il colonialismo italiano si è spinto verso i lidi remoti dell'Africa orientale solo per consolazione e perché, al fine di convincere un'opinione pubblica distratta, Mancini fece passare l'assioma che "il Mar Rosso è la chiave del Mediterraneo". I colpi a vuoto in Egitto e in Tunisia e tanto più la disfatta di Adua obbligarono l'Italia negli anni dell'offensiva coloniale della Sinistra storica a ripiegare sull'Eritrea e la Somalia ma la Libia era rimasta la meta più ambita, anche più dell'Etiopia. Toccherà a Giolitti e poi soprattutto al fascismo colmare quel vuoto. A colonialismo finito, la Libia continuò a occupare un posto speciale anche se le circostanze possono aver fatto credere che l'Eritrea, la colonia primogenita, o la Somalia, dove l'Italia era tornata ad esercitare l'amministrazione dopo la guerra per conto dell'Onu con la possibilità di mostrare il volto democratico della nazione, o tanto più l'Etiopia, icona dell'antifascismo e dell'antimperialismo, fossero più importanti. La Libia era più vicina delle colonie del Corno. In Libia si erano stanziate decine di migliaia di coloni italiani. La Libia era appartenuta all'impero di Roma e completava a sud il perimetro del Mare Nostrum. Purtroppo l'ottica di dominio ha falsato ogni ipotesi di "buon vicinato". Non c'erano le condizioni perché la difesa dei diritti se non dei privilegi degli ex-coloni seguisse procedure rispettose della sovranità altrui e dell'altrui suscettibilità rendendo impossibile un'integrazione nelle istituzioni e nell'economia della Libia indipendente non appena Gheddafi, salito al potere nel 1969 deponendo il troppo arrendevole re Idris, riprese in mano l'agenda della "liberazione". Si spiegano così le incomprensioni e le ritorsioni. Probabilmente la storia del Mediterraneo sarebbe stata diversa se vicende più forti della volontà degli uomini non avessero provocato il grande esodo dei francesi dall'Algeria e il piccolo esodo degli italiani dalla Libia. È per una specie di nemesi storica che sia toccato a un governo di destra, teoricamente contiguo all'ideologia coloniale e al lato cattivo del "mal d'Africa", chiudere i conti con la Libia in positivo. Naturalmente la visita di Berlusconi è l'ultimo atto di un iter in cui si sono impegnate sia le forze del centro-sinistra che quelle del centro-destra e soprattutto le burocrazie degli Esteri, di altri ministeri e di enti come l'Eni. Però il sigillo ha una precisa identità. È augurabile che nessuno scambi l'autostrada che dovrebbe collegare a spese e con la tecnologia dell'Italia gli estremi orientale e occidentale della Libia, un'opera complessa e di grande portata pratica e simbolica perché la Sirte divide effettivamente il paese in due spezzoni poco comunicanti, per una Silvia al posto della vecchia Balbia, perché sarebbe un altro modo per inquinare o peggio per tradire l'esito del lungo e paziente lavoro della politica e della diplomazia.

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Putifigari, regno dei muraioli orgoglio di tutta la sardegna (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sardegna Putifigari, regno dei muraioli orgoglio di tutta la Sardegna PUTIFIGARI. Come gli antichi padri, né più né meno. Che un paese sardo del terzo millennio basi la propria economia sull'arte nuragica del costruire muri a secco è sicuramente un evento unico. La prima fonte di reddito di Putifigari - ex frazione di Villanova Monteleone, settecentotrenta abitanti appena - oggi è rappresentata da sos murajos, i costruttori di muri senza malta. Sono in quaranta, divisi in una decina di squadre che girano per la Sardegna nell'esercizio di un mestiere preistorico. Il sindaco Giancarlo Carta, fresco di rielezione dopo la breve parentesi del commissario prefettizio, ne parla con il giusto orgoglio dell'appartenenza a una comunità singolare che ha saputo trovare proprio nelle sue radici più lontane il benessere delle stagioni attuali. "Il prodotto interno lordo garantito dai muraioli supera quello delle altre categorie produttive del paese: tutte, forestali e pastori compresi", racconta il capo della giunta comunale. "Abbiamo dieci imprenditori regolarmente iscritti che dànno lavoro a una quarantina di persone, tra murajos e aiutanti. Inoltre ci sono altri muraioli che non lavorano per conto terzi ma nei loro terreni non hanno bisogno di ingaggiare nessuno, tanto sono esperti nel costruire". In Sardegna non esistono altri esempi, che si sappia, nonostante siano diversi i paesi del Sassarese e di altre province che non hanno abbandonato questo antico sapere manuale. "Per me, più che un mestiere, è un'arte in piena regola", dice Giancarlo Carta. "E da noi quella dei muraioli è l'attività prevalente sia come numero di operatori, sia come prodotto interno lordo. Inoltre sono tutti giovani, tra i diciotto e i quarant'anni". - Ha idea del perché questo sapere preistorico si sia sviluppato così tanto, a Putifigari? "Penso che i muraioli del mio paese siano partiti da una conoscenza sicuramente estesa a tutta la Sardegna. Poi, nei secoli più vicini a noi, forse proprio al tempo della legge delle chiudende, questo lavoro ha avuto uno sviluppo più ragguardevole. Per merito di qualche maestro particolarmente bravo e coraggioso, probabilmente, chissà". - L'età media dei muraioli è anche una garanzia per il futuro? "Credo proprio di sì. Ma oltre a questo dato obiettivo, siccome il lavoro non manca affatto e anzi è in continuo aumento, i giovani che stanno imparando il mestiere sono sempre parecchi". - Non mi dica che c'è una lista d'attesa. "Non lo posso dire con certezza assoluta, anche perché i muraioli sono quasi sempre fuori e qui a Putifigari si vedono poco, ma non lo posso nemmeno escludere". - Oltre che di muri a secco, di che cosa vive una comunità di poco più di settecento abitanti? "L'altro nostro fiore all'occhiello è il cantiere forestale di Sos Coroneddos. Dà lavoro a venti operai e nel tempo è diventato una vera e propria oasi. Bellissima da vedere, fra l'altro. Non parlo soltanto di alberi, la flora mediterranea tipica della nostra isola, ma anche di selvaggina". - Di quali specie? "Cinghiali innanzi tutto, ma ci sono anche volpi, lepri, conigli, pernici e altro ancora. All'interno dei seicento ettari del cantiere di Sos Coroneddos abbiamo creato una straordinaria ippovia di dodici chilometri". - Se non fosse una battuta scontata, lei potrebbe vantarsi di essere a cavallo. "Mi guarderò bene dal vantarmene. Non sono tra quelli che amano bearsi dei traguardi raggiunti. Penso piuttosto a migliorare, non farò mai abbastanza, ma per il mio paese prevedo un bel futuro". - Su che cosa si basa la sua previsione? Oppure è soltanto una speranza? "Non ho nulla contro la speranza: è una virtù teologale, io sono un cattolico e la coltivo tutte le volte che posso. Ma la mia è una previsione fondata su un dato statistico". - Sarebbe a dire? "Il tasso di invecchiamento della nostra comunità è il più basso di tutta la provincia di Sassari. Questo ci incoraggia molto". - Il dato si determina facilmente? "Basta rapportare la fascia da zero a quattordici anni con quella che parte dai sessantacinque e va oltre, fino in fondo. è sufficiente una semplice operazione aritmetica e si può conoscere il risultato. Però questo bel record ci porta anche uno svantaggio". - Com'è possibile? "Per l'Unione Europea siamo dei privilegiati, perciò non possiamo partecipare ai bandi pensati per le comunità meno giovani". - Scherzi della burocrazia. Ma avrete pure dei bandi ad hoc o comunque delle provvidenze che non vi escludono. "Per fortuna. Faccio un esempio: siamo nel progetto Interreg - si chiama 'L'altra isola' - sugli itinerari delle identità. Insieme con noi ci sono altri sette Comuni della nostra provincia: Osilo, Ossi, Codrongianos, Tissi, Uri, Usini e Romana. Sono con noi diciotto paesi della Corsica, l'isola d'Elba e Capraia". - Un altro esempio? "Facciamo parte del sistema bibliotecario Coros Figulinas con diversi altri paesi: Olmedo, Florinas, Ploaghe, Muros, Cargeghe, Villanova Monteleone, Ittiri e Monteleone Roccadoria. Torneremo a consorziarci anche per il servizio di ritiro dei rifiuti". - Quel che si dice logica intercomunale? "Su questa logica puntiamo molto. Gli economisti lo chiamano approccio sistemico. Perché ride lei? Ah, certo: l'espressione non è delle più musicali". - Vuol vedere che qui non ci sono emigrati, sbaglio? "Non sbaglia. Negli anni Sessanta si verificò una sorta di fuga in massa verso la Germania. Oggi fortunatamente siamo in netta controtendenza. I nostri lavoratori emigrati iniziano a ritornare". - Non avete neanche disoccupati? "Diciamo di no. La controprova viene dalla difficoltà che registriamo quando si tratta di aprire cantieri comunali. Non ci sono richieste. Dimenticavo un'altra categoria, il ceto impiegatizio". - Composto da chi? "Dagli insegnanti, da gente che lavora negli uffici pubblici e privati di Sassari e Alghero, Asl compresa. Io stesso sono un dipendente del Comune di Sassari, settore della programmazione e dello sviluppo locale. Poi abbiamo gli arruolati: una ventina in tutto, carabinieri in particolare". - Dimenticava anche i pastori? "Per carità, ci mancherebbe. I pastori sono sempre stati e sono ancora una parte importante della nostra comunità. Oggi abbiamo diverse aziende zootecniche. Allevano pecore e capre, più che altro. I bovini sono pochi". - La nota dolente? "Senza dubbio l'agricoltura. Putifigari è appena autosufficiente per la produzione di olio e vino: non ne compriamo ma non ne vendiamo nemmeno. Eppure un tempo non lontano il nostro cannonau era tra i vini più famosi e i villanovesi ce lo invidiavano molto. Il loro poeta-simbolo, Remundu Piras, ne parla in termini entusiastici". Negli anni Venti i viticoltori di questo paese rivaleggiavano con Tissi e Monti. Oggi non più. Domani, chissà. La voglia di lavorare sicuramente non abita lontano da Putifigari.

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LISTA CIVICA SOCIETA' CINICA (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: 1PAGINA - data: 2008-08-31 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE UN'ARDUA SCOMMESSA LISTA CIVICA SOCIETA' CINICA di PAOLO MACRY E' difficile dire quanto Claudio Velardi, chiedendo elezioni comunali anticipate e una lista civica trasversale, rifletta le idee di Antonio Bassolino. Di certo Velardi, che fu accorsato esponente del "bassolinismo della prima ora", propone un modello di amministrazione - slegato dalla politica e dai partiti - che appare molto simile a quel progetto ormai lontano, e il ritorno alle origini potrebbe tornare utile ad un Governatore che sta cercando una qualche exit strategy alla sua lunga avventura napoletana, e che probabilmente vede bene l'invenzione velardiana di uno spazio di iniziativa autonomo rispetto all'evanescente Pd (locale e nazionale). Senza dire che l'attacco alla Iervolino finisce per concentrare su Palazzo San Giacomo lo scontento della gente. Dietrologie a parte, il problema vero è che molto è cambiato dal 1993. Il bassolinismo è diventato al tempo stesso leadership personale e partitocrazia, ha reclutato in modo clientelare le risorse sociali, ha creato reti di potere sclerotiche. Finendo per trasformare quella che era una società piena di difetti ma pluralista, conflittuale, vivace in una società conformista, estraniata, assuefatta. In città, esiste ormai un grande ventre conservatore al cui interno vivono felici e contenti amministratori locali imbelli, burocrazie pubbliche intoccabili, lobbies sanitarie, professionisti unti dal Signore, imprenditori foraggiati. E poi una magistratura ossequiosa verso la politica più che verso la gente, come dimostra l'ennesimo episodio di camorristi rimessi in libertà. E infine un sindacato orgogliosamente pronto a difendere i privilegi più assurdi, come il diritto dei vigili urbani di bivaccare negli uffici. Si ha un bel parlare di liste civiche (l'ha fatto anche chi scrive). Ma come si mette in piedi una lista civica in un simile quadro? Naturalmente, una metropoli come Napoli possiede estesi bacini sociali ai quali un progetto di buona amministrazione potrebbe attingere, comuni cittadini interessati alle strade senza buche, giovani e imprenditori in cerca di meritocrazia, albergatori nostalgici di un'immagine urbana meno degradata, studenti e professori pronti a smentire le sacrosante bacchettate del ministro Gelmini. Esiste insomma (a volerla vedere) una società non conservatrice, non corporata, non asservita ed esistono al suo interno eccellenze usualmente ignorate perchè lontane dalla politica politicante. Ma come raggiungerle? E chi dovrà selezionare gli esponenti della lista civica? I partiti? I corpi professionali? L'associazionismo? E bisognerà ricorrere alle democratiche (e democraticistiche) primarie? Senza dire il problema dei problemi: riuscirebbero le proposte innovative e gli uomini nuovi a superare la prevedibile offensiva del fronte della conservazione? Proprio a causa dei gravi errori maturati in quindici anni, l'ipotesi di un'amministrazione innervata nella società e liberata dalla politica, come propone Velardi nel 2008, sembra molto più difficile di quella – assai simile - che praticò senza successo Bassolino nel 1993. Ma questo non toglie che ci si possa provare. CERRITO: VELARDI OK L'intervista "Ma dimentica le responsabilità di Bassolino" A PAGINA 2 Barone.

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Vittadini: più spazio alla sussidiarietà per le mini-imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-08-31 - pag: 18 autore: Meeting di Rimini. Il bilancio Vittadini: più spazio alla sussidiarietà per le mini-imprese Emilio Bonicelli RIMINI. Dal nostro inviato Mentre una crisi "molto difficile" stringe il Paese, dal Meeting di Rimini – che è stato anche una palestra estiva di confronto, in decine e decine di incontri, tra ministri, politici, imprenditori, banchieri – giunge un messaggio positivo per il rilancio dell'economia seguendo "strade nuove e originali " in uno spirito "bipartisan ". Lo sintetizza Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà, tra gli animatori e ispiratori della grande manifestazione. "In Italia c'è un protagonismo diffuso nel mondo dell'impresa che ci differenzia da altri Paesi. Non dobbiamo perdere questa ricchezza, ma valorizzarla. è una diversità che ci fa vivere e che ci può far crescere, a condizione che sappiamo dire sì al privato, sì a uno Stato che governi senza sprechi e senza soffocare con la burocrazia, sì a un federalismo che si coniughi con la sussidiarietà, per non diventare un nuovo centralismo locale ". Insomma anche in economia serve "un sistema misto, dotato di grande capacità di adattamento, senza isterismi ideologici, senza l'illusione che le alchimie finanziarie possano risolvere tutto". Secondo Vittadini tre sono le indicazioni operative emerse dai protagonisti del Meeting. La prima è la necessità di tagli agli sprechi pubblici, per ridurre il costo del lavoro, sostenere i salari, "rilanciare la domanda interna" e gli investimenti nelle infrastrutture. Secondo, un nuovo welfare, per affrontare le situazioni di bisogno. Il terzo aspetto, che particolarmente sta a cuore a Vittadini, è il sostegno al sistema delle medie, piccole e piccolissime imprese, che non sono marginali, ma fondamentali, senza tuttavia rinunciare a difendere i nostri "campioni nazionali ", come nel caso Alitalia. Insomma un sistema "ibrido ", di economia "mista", dove la diversità arricchisce. Tra i molti esempi di come si possa ripartire, illustrati al Meeting, quello di Florabella, la società della Cdo agroalimentare, che in Sicilia ha aggregato 100 piccolissimi floricoltori attorno a una Borsa dei fiori che offre contatto diretto con i clienti, margini adeguati, possibilità di specializzarsi. Sono 100 aziende familiari che probabilmente sarebbero state destinate alla chiusura e che invece ora progettano di esportare in Olanda. Giorgio Vittadini parla in occasione della giornata finale del Meeting di Rimini, che chiude con un bilancio di oltre 700mila presenze. Il Meeting, spiega il presidente della Fondazione per la sussidiarietà, sta diventando un evento sempre più internazionale. Tra relatori, I PROTAGONISTI Incontro arricchito da 700mila presenze e delegati di 55 Paesi La prossima edizione sarà sul tema della conoscenza volontari e visitatori, a Rimini sono confluiti rappresentanti di 55 Paesi, "persone che vogliono giudicare partendo dal cuore e non da schieramenti di potere. Protagonisti rispetto al proprio desiderio di verità". Per questo il Meeting ha raccontato, attraverso le testimonianza e le esperienze, come si possa essere protagonisti anche negli angoli più poveri e diseredati del Sud America o dell'Africa, oppure in un carcere, basta "essere veri rispetto a sé stessi". L'appuntamento è al prossimo anno, dal 23 al 29 agosto nella trentesima edizione che avrà come titolo: "La conoscenza è sempre un avvenimento ", annuncia la presidente della manifestazione, Emilia Guarnieri. Infine il messaggio giunto ieri al popolo del Meeting dal presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso: "Gli europei oggi possono beneficiare di un ordine sociale, politico ed economico che è il più giusto in tutto il mondo". Il sistema di cooperazione sopranazionale della Ue può servire da "esempio per l'integrazione regionale in altre aree del mondo". Se fioriranno forme simili di unione tra i popoli, "la guerra può essere LE ALLEANZE Le sole alchimie finanziarie non fanno miracoli: l'economia va ripensata con un sistema misto che aiuti le aggregazioni tra Pmi Fondazione per la sussidiarietà. Il presidente Giorgio Vittadini.

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Ho gettato la spugna: senza mezzi e risorse vince la burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-09-01 - pag: 2 autore: INTERVISTA Stefano Rodotà "Ho gettato la spugna: senza mezzi e risorse vince la burocrazia" Antonello Cherchi Ha accettato l'incarico di presiedere la Commissione Via perché riteneva (e ritiene) che le questioni ambientali "siano oggi di importanza capitale ". Poi, però, ha dovuto amaramente constatare che le risorse e le strutture dell'organismo deputato a rilasciare la valutazione di impatto ambientale erano talmente scarse che si finiva per vanificarne il compito. Così Stefano Rodotà lo scorso febbraio ha scritto una lettera all'allora ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, rassegnando le dimissioni. Erano passati appena quattro mesi dall'insediamento al vertice della Via, avvenuto il 25 ottobre 2007. Anche se poi sono stati necessari almeno due mesi per completare la rosa dei commissari. Giusto il tempo – spiega Rodotà – per "rimettere in ordine casa", cioè fare in modo che la Commissione potesse lavorare seppure tra le tante difficoltà. E, infatti, nell'ultima riunione prima di gettare la spugna sono stati espressi 17 pareri. Come mai, allora, le dimissioni? "Perché – risponde Rodotà – i problemi della prim'ora si sono dimostrati strutturali. Si tratta, sostanzialmente, di tre gravi limiti. Intanto, le risorse finanziarie assolutamente inadeguate. La Commissione vive in grandi ristrettezze, con una struttura reclutata attraverso contratti che talvolta vengono rinnovati ogni tre mesi. Ci sono momenti in cui manca il personale: per una settima, con il segretario generale abbiamo dovuto gestire il protocollo, perché non c'era nessuno che lo facesse. Tutto questo crea due forme di dipendenza: dalla burocrazia ministeriale e dal caso, perché se un contratto non viene rinnovato, bisogna cominciare da capo ". Poche risorse significa anche che i commissari non possono contare su un proprio staff. "Era una delle condizioni – sottolinea Rodotà – poste per accettare l'incarico: poter contare su due-tre persone di fiducia a cui affidare il lavoro preliminare. Ma ho poi scopertoche le risorse non lo consentivano. Ognuno dei 60 commissari – troppi e dunque apprezzo l'iniziativa dell'attuale ministro di ridurli – riceve un'indennità annua lorda di 45mila euro, senza rimborsi spesa. Non dico che questo li metta in una condizione di debolezza psicologica e materiale nei confronti dei committenti. è certo,però,che l'assenza di una struttura stabile e la mancanza di un compenso adeguato non rappresentano le condizioni migliori per svolgere un lavoro così delicato". Il terzo problema? "Le procedure. Esistono minimo quattro passaggi per ciascun progetto, con intuibili ricadute sui tempi di decisione. Ho provato – afferma l'ex presidente – a spingere perché anche per le opere ordinarie, così come già avviene per quelle grandi, ci si pronunciasse sul progetto preliminare e non su quello definitivo. Un cambiamento gradito da molte imprese e che avrebbe anche un effetto di moralizzazione, perché quando una società presenta il progetto definitivo, è chiaro che esercita pressioni perché non sia costretta a rimetterci mano. Niente da fare". Potrebbe essere una soluzione quella di una Commissione Via interna al ministero, composta da dirigenti e funzionari statali? Il "no" di Rodotà è perentorio. "In una materia così delicata ci vuole una legittimazione che non può essere solo burocratica". C'è, infine, la difficoltà legata allo spoils system. "La Commissione – incalza Rodotà – è un organo tecnico. Se, però, ogni ministro la cambia, si finisce per trasferirvi una preoccupazione di carattere più squisitamente politico, che porta a un inquinamento oggettivo, quale che sia la maggioranza ". "Si va sempre avanti con contratti a termine e lo spoils system è da evitare" AGF Stefano Rodotà.

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De Biase: <De Luca meglio sindaco a Napoli che governatore> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-09-2008)

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Corriere del Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: SALERNO - data: 2008-08-31 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE L'intervista Parla l'ex primo cittadino di Salerno De Biase: "De Luca meglio sindaco a Napoli che governatore" "Io alla Provincia? Se c'è un progetto" di GABRIELE BOJANO SALERNO - "Io dimenticato? Ma no, la gente per strada mi ferma, mi ricorda con stima e affetto. Sono alcuni politici, semmai, che provano a cancellarmi perché non sono troppo omologabile, ho il difetto di dire le cose in faccia". Mario De Biase, ex sindaco di Salerno e attuale presidente del tavolo di concertazione regionale, è di nuovo a un bivio. continuare in un'attività di ordinaria burocrazia amministrativa ("De Luca direbbe che faccio 'poesia'") o inventarsi qualcosa di diverso con "un guizzo di fantasia". Già, ma cosa? De Biase, stanco del tavolo di concertazione alla Regione? "No, sono un po' disilluso dalla politica in genere. In questa fase è difficile trovare entusiasmo ed energia, c'è tanto conformismo e nessuno ha il coraggio di volare alto". Deluso dal segretario regionale del Pd, Tino Iannuzzi? "Molto deluso da Iannuzzi e da tutto il gruppo dirigente autoproclamatosi alle primarie. Pensano solo ai loro piccoli destini personali, agli amici, alla famiglia... c'è una discrasia enorme tra il dire e il fare, quello che una volta si chiamava doppiezza togliattiana". Doppiezza togliattiana? "Sì, è praticata dai nuovi vertici in modo esasperante". è per questo che ora sta guardando con interesse a Red di D'Alema? "è un laboratorio di confronto libero, di cui si avverte l'esigenza. Speriamo solo che non faccia la fine del Pd". In una precedente intervista lei mi disse che non era abituato ad un lavoro fatto per guadagnare. "Tanto è vero che sono otto mesi che non mi pagano e sto continuando ad andare a Napoli". Come? Otto mesi che non pagano il presidente del tavolo di concertazione? E come se lo spiega? "Ordinaria burocrazia regionale ". Spera anche lei, allora, che arrivi De Luca a fare piazza pulita a palazzo Santa Lucia? "Coerentemente De Luca dovrebbe candidarsi più a sindaco di Napoli che alla presidenza della Regione. Le lotte che porta avanti sono tipiche di un'amministrazione comunale, non di una Regione che deve pianificare. E secondo me, nel panorama delle nullità che ci sono in giro sarebbe anche un buon candidato". A proposito di candidature: tra un anno si vota per la Provincia di Salerno. Si mormora che possa scendere in campo anche Mario De Biase, è vero? "Non dico nè sì nè no, sono al servizio di un'idea, di un progetto. Se c'è un gruppo disposto a costruire, potrei anche essere interessato a candidarmi alla presidenza. Non lo decido io". Come ha lavorato il presidente Angelo Villani? "Ha fatto quello che poteva, vista la coalizione che lo sosteneva. Sicuramente in questi cinque anni non c'è stato un salto in avanti nello sviluppo. Anche nel parco progetti regionali la Provincia non ha portato quasi niente". D'accordo con la lotta del sindaco De Luca alle prostitute? "Dico che è più utile la lotta agli escrementi dei cani sui marciapiedi". Da quando tempo non vede De Luca? "Da due anni. Le occasioni pubbliche con lui le evito". Eppure i rapporti di De Luca con Bassolino sono notevolmente migliorati. "Lo so, Bassolino si deve ingraziare De Luca, lo riempie di soldi e avalla le sue decisioni. Io invece sono diventato il principale nemico di De Luca a Salerno, per lui, sia ben chiaro, non per me. Eppure è raro che sia nemico delle persone. Ho fatto proprio la fine del cornuto e mazziato! " è vero che ha mandato un fascio di rose a Mara Carfagna quando è diventata ministra? "Sì, e lei è rimasta colpita. è una ragazza molto intelligente, genuina, vera e ha la modestia giusta per imparare". Che cosa le è rimasto dei cinque anni da sindaco di Salerno? "Tanti ricordi, soddisfazioni, conoscenze. Le opere che si continuano ad inaugurare spesso sono frutto del mio lavoro. Ma anche strascichi giudiziari. Pensi che continuo a vivere in una casa sequestrata per la vicenda della cassa integrazione agli operai dell'Ideal Standard che io avevo avallato". \\ Sono molto deluso da Iannuzzi e da tutto il gruppo dirigente autoproclamatosi alle primarie Pensano solo ai loro piccoli destini personali e agli amici \\ Villani a Palazzo Sant'Agostino ha fatto quello che poteva. In cinque anni però non c'è stato un salto in avanti nello sviluppo del territorio Enzo & Antonio A lato, Mario De Biase abbraccia Vincenzo De Luca nel giorno in cui, tornando a fare il sindaco di Salerno, lo ha di fatto defenestrato. Poi è con il governatore Antonio Bassolino che nel 2006 gli ha affidato la presidenza del tavolo di concertazione della Regione Campania.

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LUISA MARIA PATRUNO L'uscita di Sergio Divina sull'esercito e le ronde in città, come primo atto del centrodestra in caso di vittoria alle elezioni provinciali, non era concordata (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

E proprio non è andata giù a Forza Italia, che non si riconosce in questa politica muscolare stile Lega LUISA MARIA PATRUNO L'uscita di Sergio Divina sull'esercito e le ronde in città, come primo atto del centrodestra in caso di vittoria alle elezioni provinciali, non era concordata e proprio non è andata giù a Forza Italia, che non si riconosce in questa politica muscolare stile Lega. Va bene quando è il Carroccio, da alleato, a fare le sue battaglie sulla sicurezza e gli immigrati, ma che sia il candidato presidente di tutta la coalizione, benché leghista, a usare gli stessi slogan, va un po' meno bene. Magari è meglio tornare a riunirsi intorno a un tavolo e cercare di mettere a punto il messaggio che si vuole dare agli elettori, prima di cominciare la campagna elettorale. E pensare che sabato mattina al Grand Hotel Trento, contornato da tutti i leader del centrodestra per presentare la coalizione che sfida Dellai, Divina era partito bene, con i discorsi su famiglia, valori, sussidiarietà e "meno Provincia, più società civile", che tanto piacciono agli azzurri. Poi l'anima leghista ha preso il sopravvento. E Malossini & C. hanno fatto un salto sulla sedia. Ieri a Malga Stramaiolo, sopra Bedollo, dove Forza Italia ha organizzato la sua tradizionale festa di fine estate, questa volta aperta anche al candidato presidente Divina e ai rappresentanti dei partiti alleati, non si risparmiavano le battute su Divina che porta l'esercito a Trento e il consigliere provinciale Walter Viola e il coordinatore provinciale Ettore Zampiccoli non nascondevano l'imbarazzo. Zampiccoli, per altro, anche in passato si è espresso contro l'idea delle ronde leghiste. Il coordinatore regionale Mario Malossini ci tiene a precisare che la sicurezza nelle città è senz'altro un argomento importante, ma la priorità del centrodestra in Trentino non è quella di portare i militari o le ronde. Coordinatore Malossini, Divina ha detto che la priorità del centrodestra per i primi 100 giorni è portare l'esercito e le ronde in città per restituire i parchi pubblici ai trentini. È d'accordo? Veramente per i primi 100 giorni io penso che le priorità dovrebbero essere altre. Concedo a Divina di potersi esprimere sui temi più cari alla Lega e siamo consapevoli che la sicurezza è una priorità e va intensificato il presidio del territorio, ma non dobbiamo pensare che a Trento abbiamo situazioni di aree degradate come nel Sud o in altre città italiane e non ci serve certo l'esercito. Comunque Divina ha indicato anche altri punti che riteniamo prioritari, l'importante è che d'ora in poi il centrodestra riesca a fare gioco di squadra anche nei messaggi che lancia. Quali dovrebbero essere le priorità dei primi 100 giorni per il candidato presidente Divina? Il rapporto tra Provincia, società e territori, che vuol dire intervenire per ridurre la burocrazia, rendere più efficiente l'apparato provinciale, eliminare la miriade di agenzie e società pubbliche inutili. Ma soprattutto puntare allo sviluppo. Cosa vuol dire? Penso che sia necessario modificare il Piano urbanistico provinciale prevedendo la Valdastico, la ridefinizione delle aree sciabili, ampliando ad esempio quelle di Pinzolo e Campiglio, perché non bastano gli impianti, poi prevedere il tunnel del Peller e la Loppio-Riva. Le infrastrutture devono essere la priorità insieme a misure che vengano incontro alle difficoltà delle famiglie, agendo sulle tariffe dei servizi pubblici. L'uscita di Divina sull'esercito sembra rafforzare l'idea che sia la Lega ad avere in mano il pallino nel centrodestra, nonostante Forza Italia e ancora di più il Pdl, sia il primo partito della coalizione. Riuscirà a emergere la vostra presenza in questa campagna elettorale? Certo, noi in questa campagna elettorale cercheremo di dimostrare che, al di là dello scontro Divina-Dellai, dietro al nostro candidato presidente c'è una squadra e che solo questo fa dire oggi che siamo di fronte a elezioni aperte. Divina ha parlato anche di Comunità di valle. Questo è un altro argomento su cui siete divisi: An non le vuole, voi siete per l'elezione diretta dell'assemblea. Come ne uscirete? Effettivamente ci sono posizioni diverse. Divina pensa che siano i Comuni a dover definire gli ambiti, io ritengo che serva una regia della Provincia, dopo avere indicato bene quali sono le competenze da trasferire a 15-16 Comunità, come penso che vadano abolite tutte le Apt locali, che sono inefficienti, e lasciare solo quella provinciale. Venerdì comunque presenteremo il programma di Forza Italia. 01/09/2008.

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<Il Ramadan all'oratorio? Meglio, così raddoppia il numero delle preghiere> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-09-01 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Gallarate Prove di convivenza sul terreno della parrocchia "Il Ramadan all'oratorio? Meglio, così raddoppia il numero delle preghiere" Già pronte sale e tappeti. Oggi i primi fedeli Don Walter ha distribuito in chiesa la lettera del prevosto: "Anche nel disagio bisogna essere capaci di accogliere" GALLARATE (Varese) - Nell' ex oratorio femminile della parrocchia Santi Nazaro e Celso di Arnate tutto è pronto per il Ramadan. I tappeti sono già disposti verso la Qibla, in direzione della Mecca, così i musulmani di Gallarate entrando per la prima volta nel tendone dietro la chiesa non potranno sbagliare. In un angolo c'è l'altoparlante per la preghiera. Manca solo l'imam. "Senza una vera moschea non potremo mai avere un vero imam. è come dire a un prete di celebrare senza una chiesa" dice Hamid Khartaoui, portavoce della comunità islamica. Don Walter Sosio una chiesa ce l'ha e durante la messa domenicale ha fatto distribuire a tutti i fedeli il discorso in cui monsignor Franco Carnevali, prevosto di Gallarate, spiega le ragioni della concessione dell'ex oratorio ai musulmani. Un documento che non fa sconti agli ammini-stratori della città e che al tempo stesso fa intravedere una speranza: "Il problema è diventato rilevante in vista del Ramadan scrive Carnevali - il Comune ha manifestato l'impossibilità di reperire un luogo adatto alla richiesta, anche per ragioni di opportunità politica. Non ha chiuso però le possibilità di accogliere una soluzione adeguata". Molti abitanti del quartiere sono appena rientrati dalle vacanze, ma la notizia dell'arrivo dei nuovi vicini di casa non sembra coglierli di sorpresa. "Ne abbiamo discusso in famiglia - dice Roberto Fedeli, del consiglio pastorale - e condividiamo la scelta del prevosto perché la preghiera è un'esigenza sacrosanta. E poi, gli abbiamo dato solo un parcheggio". "Anche nel disagio bisogna essere capaci di accogliere - aggiunge don Walterqualche malumore c'è stato, soprattutto tra quegli anziani che anni fa con pala e carriola avevano spianato il terreno per l'oratorio. Ma alla fine ha prevalso il dialogo". I giovani della parrocchia sono invece i più entusiasti della decisione: "Dio sarà più contento, avrà il doppio delle preghiere" dice Paolo, 15 anni. I musulmani arrivano alla spicciolata, salutano don Walter e la gente rimasta a parlare sul sagrato. Guardano con soddisfazione il loro tendone bianco che dopo il tramonto accoglierà 200 fedeli per la preghiera serale. "I nostri figli - spiega Mohamed Rachdi, tecnico metalmeccanico con accento lombardo - ci chiedono perché devono pregare per strada con il caldo, la neve e la pioggia se sono nati in Italia. Io gli spiego che la burocrazia ci mette i bastoni tra le ruote, quella stessa burocrazia a cui io pago i contributi ". Michele Mancino Vigilia Ultimi ritocchi nella struttura montata al parcheggio dell'oratorio di Arnate e che ospiterà le preghiere dei fedeli islamici.

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Lavoriamo tra la spazzatura (sezione: Burocrazia)

( da "Alto Adige" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

"Lavoriamo tra la spazzatura" Via Sassari, negozi circondati dai bidoni dell'"umido" I ristoratori: i nostri prodotti sono deperibili e qui arrivano le mosche BOLZANO. E' passato un anno, ma i bidoni dell'umido sono ancora lì. E l'odore che impesta la strada è un segnale evidente della loro presenza. I tre cassonetti marroni sono disposti lungo via Sassari, tra il civico 22 e il 28. Sono fissati in tre piazzole gialle lungo una striscia di marciapiede sulla quale si affacciano sei negozi. A meno di tre metri dalle pattumiere ci sono tre bar, un alimentari, un panificio. Poi c'è la gelateria di Mariano Cristellotti, portavoce degli esercenti che da mesi sono nauseati dall'olezzo dei rifiuti: "Credo che questo sia l'unico condominio di Bolzano con il permesso di lasciare in strada i bidoni. Nei giorni più caldi qui non si respira e i nostri clienti se ne vanno schifati. E l'odore non è piacevole neanche per gli inquilini". Nelle ultime settimane, i sei commercianti hanno cercato di risolvere la questione, ma si sono persi nel labirinto della burocrazia. La vicenda di via Sassari, infatti, si gioca sui confini tra le diverse aree di competenza. La porzione di marciapiede dove sono collocati i bidoni appartiene al condominio, quindi per il Comune è difficile intervenire. L'altra metà - dove ci sono i tavolini dei bar - è invece suolo comunale. "Non capisco - continua Cristellotti - perché tutti i bolzanini devono riportare il bidone all'interno, mentre qui non lo fanno". Eppure lo spazio ci sarebbe. Il condominio ha un vasto piazzale sul retro: ci sono decine di biciclette e i garage. "Potrebbe essere il luogo ideale per lasciare i bidoni", suggeriscono i commercianti. Certo, gli inquilini dovrebbero pagare qualcuno per portare le pattumiere sulla strada nei giorni di raccolta. "Altrimenti - dice Cristellotti - il Comune potrebbe installare uno spazio apposito per i bidoni sull'altro lato della strada. Qui vendiamo alimentari deperibili, è assurdo pensare di lavorare attaccati ai bidoni dell'umido pieni di mosche". Di fronte al civico 22, infatti, le strisce bianche delineano gli spazi per le autovetture. "Queste piazzole - dicono i negozianti - potrebbero essere il posto ideale per un'isola ecologica". (frag).

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Regole italiane per i lavoratori cinesi (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giorgio oldoini Il liberalismo occidentale implica che l'individuo sia il fine e il centro del mondo e che le istituzioni siano preordinate al conseguimento degli obiettivi individuali. Da tale principio deriva che la libertà non è un mezzo ma un fine: essa rappresenta il maggior fine politico. Per chi afferma il concetto della natura organica dello Stato, gli individui sono solo dei mezzi per conseguire il "benessere generale" o lo "stato di Dio". Durante l'epoca delle ideologie, ci eravamo abituati a credere che solo in un sistema di completa libertà si potesse conseguire il benessere economico. Ciò perché la libertàè indivisibile: non è possibile sostenerne la necessità in determinati campi e negarla i altri. La Cina sta dimostrando che si può essere capitalisti senza libertà e che un regime totalitario, in campo economico può essere più efficace di una democrazia. Ma siamo certi che il mondo occidentale possa dare lezioni di libertà alla Cina? Un intellettuale di Pechino osserva: "Cosa cianciate di libertà economica voi occidentali, che avete bloccato per decenni i prodotti cinesi e la libera circolazione del fattore lavoro, limitando il potere di scelta dei consumatori! Il cinese è motivato dal guadagno economico alla luce del sole; nessuno è aggredito dai sensi di colpa degli occidentali, che pretendono di mantenere un elevato tenore di vita a prescindere dai ritmi produttivi e dal prodotto interno realizzato". "Il gioco dei "furbetti" che esportano le fabbriche per poi rivendere i prodotti nei loro Paesi con profitti da capogiro - avverte l'intellettuale pechinese - sta per finire. I nostri migliori cervelli hanno clonato ogni tipo di macchinario e il Paese sarà affrancato dalla dipendenza tecnologica entro i prossimi dieci anni. La finanza cinese è un mezzo necessario allo sviluppo industriale, mentre la supremazia del capitale che riproduce solo se stesso, sta destabilizzando l'intero occidente. La nostra produzione interna è acquistata dai lavoratori cinesi per circa la metà: molto presto arriveremo all'80%, percentuale vicina ai sistemi occidentali più democratici. I nostri tecnici, scienziati e ricercatori, da tempo i migliori studenti nelle università americane, stanno tornando nella loro patria sempre più numerosi; gli architetti progettano magnifici grattacieli che sono costruiti in qualche mese e dignitose case popolari che non hanno niente a che vedere con lo scempio edilizio di certi Paesi europei. Gli economisti vi hanno raccontato la favola che il terziario e l'industria dell'effimero sulla quale fondate lo sviluppo, equivalgano alle nostre attività industriali primarie: quando vi accorgerete della sciocchezza di questo principio, sarà tardi per apprestare qualche difesa". "Quanto alla libertà religiosa - conclude - i cinesi hanno uno Stato laico e non ammettono ingerenze nell'attività pubblica da parte di sacerdoti. I governi laici, che sono sempre stati la religione formale delle vostre democrazie, hanno ormai rinunciato a risolvere i problemi delle nascite, dell'aborto, dell'eutanasia, a favore di Chiese sempre più invasive. Come pensate di contrastare il fondamentalismo religioso? Noi non scendiamo a patti con i professionisti del terrore ma li affrontiamo in campo aperto: tra poco tempo ci chiederete di essere i gendarmi dei vostri stessi territori contro gli attacchi destabilizzanti delle teocrazie, che hanno ormai compromesso la sicurezza dei trasporti. Le vostre libertà politiche sono ormai ridotte al rito elettorale cui partecipano minoranze gracidanti: l'individuo in Occidente è morto, non ha alcun valore se non appartiene a una qualche organizzazione; i governi decidono sulla base di sondaggi d'opinione e le loro strategie hanno un orizzonte di pochissimi anni. La stampa è al servizio di ristretti gruppi di potere che ne ricavano vantaggi economici. Le burocrazie e le leggi impongono regole astratte e impediscono lo sviluppo. L'Europa rappresenta uno stato artificiale; è nata in ragione di condizioni politiche e sociali straordinarie ed è destinata a scomparire con il cessare di tali condizioni, come è avvenuto per l'Urss e la Jugoslavia. Infine, la previsione della pena di morte ci accomuna alla più grande democrazia occidentale". Se l'intellettuale pechinese avesse ragione anche solo in modesta percentuale, come ci potremmo difendere? Con la dottrina Bush: "imponendo" a quel Paese, con ogni mezzo possibile, le nostre "libere" istituzioni democratiche, primo fra tutti, uno statuto dei lavoratori all'italiana. giorgio oldoini è manager d'impresa. 01/09/2008.

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Le burocrazie nemiche della città (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 35 del 2008-09-01 pagina 1 Le burocrazie nemiche della città di Redazione "L'Arengario ospiterà entro il 2007 il Museo del Novecento". Dove si legge questa profezia clamorosamente smentita dai fatti? A pagina 147 del volume dedicato a Milano - edizione 2005 - della più prestigiosa collana di guide turistiche, quella del Touring Club. Sappiamo invece che quel museo, atteso da decenni, non vedrà la luce prima del 2010. Ma l'incolpevole guida insiste nell'Appendice, a pagina 585: "Lo storico edificio dell'Arengario diverrà, entro il 2007 sede del Museo del Novecento". Guida incolpevole perché gli ingenui autori si sono fidati delle dichiarazioni ufficiali. E pazienza per quei turisti che da due anni vanno in cerca delle sale che ospiteranno Boccioni e Fontana, Sironi e Carrà. È un esempio, ufficialmente documentato, dei soliti snervanti ritardi nel realizzare le opere pubbliche, della elasticità del tempo che passa dalla decisione alla realizzazione. Colpa della politica? Non solo e, per una volta, non principalmente. La responsabilità è delle varie burocrazie, sempre più nemiche della città, sempre più lentocrazie: gli uffici degli assessorati, dove le pratiche dormono sonni tranquilli; le spesso inutili e prolisse gare d'appalto; le varie sovrintendenze capaci solo di dire di no per dimostrare la loro esistenza; le interminabili valutazioni d'impatto ambientale; il famigerato Tar pronto a bloccare qualsiasi opera al primo ricorso di un progettista scartato o di un'impresa arrivata seconda o del solito comitato del "No". Insomma, la politica decide, le burocrazie rallentano, bloccano, inibiscono. È la sindrome della correttezza formale della procedura, che invece di impedire la corruzione ne accresce le possibilità aumentando, passaggi, diritti di veto e facoltà di interdizione. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Federalismo se c'è concorrenza (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Lun, 01 Set 2008 Edizione 180 del 03-08-2008 Dibattito Federalismo se c'è concorrenza di Corrado Sforza Fogliani Un principio è pacifico: non c'è federalismo, se non c'è concorrenza. Fiscale, anzitutto: il federalismo è, come deve essere, l'ultimo mezzo che abbiamo a disposizione per combattere l'oppressione fiscale, indotta dalle burocrazie. Tutti gli altri mezzi usati - diciamocelo - sono finora falliti. E se fallisse anche questo, resterebbe solo la rivolta (che oggi sembra una parola grossa, ma che in tutti i tempi - e a tutte le latitudini - prima o poi è sempre arrivata, come la storia - che è, essenzialmente, storia di libertà dalle imposte - insegna). Il ministro Calderoli - quanto al tema in parola - pensa (dichiarazione 27.7.'08) ad un tributo "sui servizi" (quindi, coi connotati di una tassa, rivolto agli utilizzatori), con la sottolineatura (Corsera, 4.8.'08) che - comunque - i tributi propri locali "dovranno garantire correlazione rispetto al servizio erogato" (torna - ancora - il connotato primo della tassa). E' la via giusta, attua una duplice, benefica concorrenza: sul livello dei servizi (e quindi - in ultima analisi - sulla qualità della vita), e sulla capacità di farli funzionare senza sprechi, e quindi senza calcare la mano sulle imposte, sulla fiscalità generale. Dall'Anci, è venuto un sostanziale via libera: "Bisogna andare oltre l'Ici, e pensare a un tributo o a forme di tributi che possono prevedere anche una diversa base imponibile rispetto a quella immobiliare" (dichiarazione presidente Domenici 31.7.'08). Il dibattito sull'aspetto fiscale del federalismo è dunque partito bene, pacato e ragionato. Tutt'altra cosa se si fosse insistito su un tributo immobiliare. Prima di tutto, si sarebbe trattato di una riedizione - sotto falso nome - dell'Ici anche prima casa (or ora quasi del tutto abolita), e gli italiani - sinceramente - non l'avrebbero proprio capito. Soprattutto, si sarebbe insistito nel tenere in piedi un'imposta patrimoniale; un'imposta, quindi, progressivamente espropriativa e, soprattutto, che fa a pugni colla stessa concezione federalista, ispirata all'equità reddituale. Ma, ancora e più di tutto, si sarebbe andati per una strada che è la negazione stessa del principio di concorrenza di cui s'è detto, e quindi del federalismo. Questa forma di ordinamento, infatti, si basa sul principio caratterizzante che "si vota con le gambe" (spostandosi a risiedere, cioè, nei luoghi meglio amministrati). Ed un tributo che colpisce gli immobili è antifederalista per principio, proprio perchè gli immobili sono tali per definizione, non camminano. Il dibattito - si diceva - è partito bene, e su basi corrette. La Confedilizia ne prende atto con grande favore, ed è pronta a dare il proprio contributo. *Presidente Confedilizia.

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Nostalgia di guerra fredda a 40 anni da Praga (sezione: Burocrazia)

( da "AprileOnline.info" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Francesco Attolico*, 29 agosto 2008, 18:26 Punti di vista Con il riconoscimento russo dell'indipendenza di Ossezia del sud e Abkhazia si apre una nuova crepa nel diritto internazionale sempre più ''soft law''. Di fronte all'escalation di strappi, però, va ricordato che non siamo più nel secondo dopoguerra e neanche negli anni '70 del XX secolo, e le novità nello scacchiere internazionale non soccomberanno dinanzi al "dejà vu" e ai vecchi protagonisti La frittata è fatta: con il riconoscimento russo dell'indipendenza dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia, grazie al cuneo aperto dai carri armati russi in territorio georgiano 40 anni esatti dopo quelli che soffocarono nel sangue la "primavera di Praga", si apre una nuova crepa nel diritto internazionale, sempre più "soft law", incapace di gestire con un efficace apparato sanzionatorio le prepotenze perpetrabili in ogni momento da vecchie e nuove potenze ai danni di Paesi più piccoli e meno dotati militarmente. Leggiamo in quest'ultimo tassello una risposta allo "sgarbo" ricevuto dai russi qualche mese fa all'atto del riconoscimento "a cuor leggero" dell'indipendenza del Kossovo, con gli slavi serbi divenuti stranieri in casa loro. Appare un'escalation di strappi, provocazioni e precedenti in grado di generare focolai, tentazioni e scorciatoie nucleari in Paesi meno potenti con un ritorno dei venti di guerra, calda o fredda, che le generazioni più giovani non hanno vissuto, con il coinvolgimento emotivo di vecchie cariatidi nostalgiche dei tempi andati. Oggi però non siamo nel secondo dopoguerra e neanche negli anni '70 del XX secolo e le novità nello scacchiere internazionale non soccomberanno dinanzi al "dejà vu" e ai vecchi protagonisti. Oggi Cina e India, che raccolgono il 40% della popolazione mondiale, nuove potenze internazionali, non potranno sottrarsi dal dire la loro e dal trovare, insieme alle ragioni dello sviluppo, un soddisfacente livello di integrazione politica internazionale facendo proprie le ragioni dell'ambiente e dei diritti umani e del lavoro, come tutti i paesi democratici emancipati dalle necessità e dalle incombenze primarie economiche. L'Unione Europea è oramai matura per dettare le proprie condizioni ed avanzare le proprie aspettative fuori da vecchie soggezioni, cuore pulsante e crocevia internazionale di culture e traffici commerciali, tra oriente ed occidente lungo le sponde del mediterraneo, con una moneta forte e dignitosa in grado di attutire le oscillazioni e le instabilità del dollaro ed in grado di costituire moneta di riferimento internazionale naturale per diverse transazioni, dal petrolio al gas. Ci auguriamo che gli U.S.A., con le presidenziali imminenti, escano dalla crisi recessiva e riprendano tutta la credibilità che negli ultimi anni ha vacillato, grazie a governi che si sono imbarcati in avventure belliche in Medio Oriente, non condivise in larga parte dell'opinione pubblica statunitense e internazionale, a ragione visto e considerato l'ingente sacrificio in vite umane in Iraq, di numero in gran lunga superiore alle vittime dell'11 settembre alle Torri Gemelle. L'ONU è oramai un organismo pletorico, non in grado di far sentire la propria voce autorevole con risoluzioni super partes, inibito spesso e paralizzato da capricciosi e interessati veti esercitati da potenze in virtù di privilegi scaturiti a ragione nel secondo dopoguerra, ma oggi assolutamente datati. L'ONU è ancora costretta ad ingoiare bocconi amari sull'altare dell'inciviltà pregiuridica delle logiche di potenza e delle armi. Alla vigilia del rinnovo del Parlamento europeo urge una svolta, dall'Europa della burocrazia e della finanza alla rinascita del protagonismo politico, con una spinta decisa verso il rinnovamento e verso le ragioni dei popoli e dei territori, che contribuiscono a dare lustro e colore al vecchio continente, fuori da schemi obsoleti centralisti, guerrafondai e bipolari. *presidente Democrazia Sociale Euromediterranea Puglia.

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Portability ADSL: con Ehiweb.it è possibile cambiare operatore ADSL (sezione: Burocrazia)

( da "FullPress.it" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Era attesa da molti, ed è arrivata: la portabilità ADSL è una realtà anche in Italia. Ehiweb.it è pronta ad accogliere tutti i clienti delusi dai propri fornitori di banda larga. Pubblicato il: 01/09/2008 --> La portability Adsl sbarca in Italia ed è subito destinata a tratteggiare nuovi scenari nel panorama delle forniture di linee veloci per Internet. Tutto è cominciato con la Delibera 274/07/CONS che prevedeva la possibilità di poter migrare linee ADSL e HDSL da un operatore all'altro. I vari ISP italiani si sono quindi riuniti per un anno ai tavoli tecnici, con lo scopo di trovare una soluzione condivisa da tutti per definire le modalità delle migrazioni. Ehiweb.it ha avuto da subito un ruolo importante nel corso di queste trattative, e dopo aver assunto anche la delega di Assoprovider ha partecipato alle riunioni presentando proposte per facilitare le comunicazioni tra i diversi OLO, vale a dire gli Operatori alternativi a Telecom. Il risultato finale è stato ottimo, per tutti: ora è possibile trasferire l'adsl da un operatore all'altro senza interruzioni del servizio. E quindi, come previsto dai principi del libero mercato, è l'utente finale a ottenere i maggiori benefici perché in ogni momento potrà cambiare fornitore, senza burocrazia o disagi, semplicemente dirigendosi verso la miglior offerta economica o di prestazioni, ogni volta che desidera. Etichette: adsl, portability, ehiweb, provider, internet Segnala questa notizia: STAMPA.

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Hanno paura della nostra barba. Anche Gesù la portava (sezione: Burocrazia)

( da "Varesenews" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Gallarate - La comunità musulmana si prepara al Ramadan. Nel tendone dell'ex oratorio femminile della chiesa di Arnate è tutto pronto "Hanno paura della nostra barba. Anche Gesù ce l'aveva" "Perché i miei compagni di lavoro in fabbrica scherzano e parlano con me e invece, quando vado al supermercato, la gente si sposta fissando la mia sunna (barba ndr)? Non vi siete mai chiesti perché Gesù è raffigurato sempre con la barba?". Aziz è uno dei duecento musulmani che durante il Ramadan pregherà nel tendone di Arnate (Gallarate). Ha un passato turbolento, fatto di espedienti, fino a quando ha incrociato i responsabili della comunità musulmana che lo hanno tolto dalla strada. "Ero sempre in stazione, bevevo e fumavo. Ho parlato con loro, ho iniziato a frequentare la comunità. Oggi sono sposato, ho una famiglia e sono felice. Se avessimo una moschea contribuirebbe a mantenere l'ordine". I tappeti della moschea provvisoria sono già orientati verso la Qilba, la direzione della Mecca, in questo modo i fedeli che dopo il tramonto andranno per la prima volta nel tendone, dietro l'ex oratorio femminile di Arnate, per recitare il Tarawhi (preghiera serale del Ramadan), sapranno subito come disporsi. I responsabili della comunità sono contenti, ma sono anche convinti che i problemi si risolveranno solo con uno spazio adeguato. "Senza una vera moschea ? spiega Hamid Khartaoui -  a Gallarate non ci sarà mai un vero imam. Uno di quelli che ha studiato all'università, che puo' essere un vero punto di riferimento per tutta la comunità. Non basta conoscere il Corano per essere autorevoli. Per la preghiera ci arrangeremo, faremo a turno". Mohamed Rachdi, tecnico di un'azienda metalmeccanica, è da vent'anni in Italia. È orgoglioso di essere musulmano, ma al tempo stesso è convinto che bisogna rispettare le regole, brutte o belle che siano. "Abbiamo un dovere di responsabilità verso i nostri figli ? dice l'uomo con uno strano accento bosino -  che vivono male questa situazione. Quando mi chiedono perché pur essendo italiani devono pregare in strada con il vento, la pioggia, la neve e il sole, io gli spiego che è la burocrazia che ci mette i bastoni tra le ruote, la stessa burocrazia a cui io pago i contributi da vent'anni". Le speranze della comunità musulmana sono riposte nelle nuove generazioni. I figli degli immigrati studiano in Italia e hanno amici italiani. "Mio figlio ? dice Abdul, impiegato da vent'anni in una ditta meccanica ? quando ha iniziato ad andare a scuola tornava deluso, perché veniva escluso dai compagni. Mia moglie gli ha spiegato che se voleva trovare degli amici doveva dare il meglio di sé. Oggi è il primo della classe, è bravissimo in matematica, studia la storia e la geografia europea. E i suoi migliori amici sono diventati i compagni di classe". Il campionato di calcio di serie A è iniziato lo stesso giorno del Ramadan. Nella comunità il footbal è lo sport più seguito e praticato e Aziz, considerato il fuoriclasse della selezione islamica, non esita un solo istante nel professare la sua fede calcistica: "Qui a Gallarate i musulmani e i loro figli sono tutti milanisti". " Galleria fotografica: Il tendone per il Ramadan ad Arnate Lunedi 1 Settembre 2008 Michele Mancino.

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Regione Veneto : entro l'anno 22 nuovi treni con opzione per altri 12 (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

(31/8/2008 16:27) | (Sesto Potere) - Venezia - 31 agosto 2008 - “Il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale è un progetto lungimirante, strategico e per molti aspetti rivoluzionario, il cui nocciolo, il primo stralcio, sta per arrivare a conclusione. Stiamo preparando la gara europea per l'assegnazione del servizio, che comprenderà non solo la parte ferroviaria, ma anche il trasporto su gomma, così da assicurare un coordinamento e una gestione unitaria: un bando unico per il trasporto pubblico locale nell'area centrale veneta che comprende Treviso, Mestre, Padova, Castelfranco, con diramazione verso Portogruaro”. E' soddisfatto l'assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso, che vede sempre più vicino un traguardo ricercato con puntigliosa tenacia, e il cui raggiungimento si è spostato nel tempo, per storie di ordinaria burocrazia ma soprattutto per i ritardi con i quali il Comune di Venezia ha fissato sulla carta le nuove stazioni che interessano il proprio territorio. “Le previsioni ci dicono che il sistema riuscirà a togliere dalle strade circa il 13 per cento dell'attuale traffico privato – ha ricordato Chisso – ma io sono più ottimista, perché le risposte che potremo dare in tema di mobilità saranno molto efficaci e innovative, rispetto a ad un traffico su gomma, privato e pubblico, che si muove con sempre maggiore difficoltà. A regime il sistema sarà servito da treni cadenzati, con una maggiore frequenza nelle ore di punta, e da più fermate, tutte con parcheggi scambiatori dove si attesteranno le linee di autobus, con una bigliettazione unica che eliminerà le attuali complicazioni amministrative”. Intanto però non mancheranno le anticipazioni al sistema, la prima delle quali riguarderà la fermata ferroviaria dell'Ospedale all'Angelo di Mestre. “Trenitalia ci ha assicurato che il servizio partirà già a settembre, sia pure per un numero limitato di treni e non nelle ore di punta. Ci stiamo inoltre preparando a partire con la navetta Mira Buse – Mestre, gestita da Sistemi Territoriali, il cui servizio sarà attivato non appena completati i lavori di elettrificazione e segnalamento collegato. Questa nuova stazione è molto importante, perché dotata di un parcheggio scambiatore gratuito molto grande e situata nel pressi del nuovo casello autostradale di Oriago: chi vorrà andare a Venezia troverà estremamente conveniente utilizzarla”. “Per quanto riguarda i convogli ferroviari, come Regione abbiamo concorso all'acquisto di 20 TAF e di 16 Minuetto, mentre 4 nuovi convogli sono stati acquistati dalla società controllata Sistemi Territoriali per la tratta Adria – Mestre. Sistemi Territoriali, inoltre – ha sottolineato Chisso – ha provveduto all'acquisto di due convogli, in arrivo, espressamente dedicati al SFMR, mentre entro l'anno indirà il bando per l'acquisto di 22 treni completi (finanziati con il bilancio regionale 2008), che comprenderà anche un'opzione per altri 12 treni da acquistare con gli eventuali ribassi ed eventuali ulteriori finanziamenti regionali. Con questo vogliamo garantirci la disponibilità di mezzi all'altezza del servizio che vogliamo offrire ai nostri pendolari, indipendentemente da quelli di cui potrà disporre chi vincerà la gara per il trasporto locale dell'area centrale veneta, al quale potremo affittare i convogli di nostra proprietà”. “E non ci basta intervenire nel quadrilatero Mestre, Padova, Treviso, Castelfranco. La Giunta Galan lo sostiene da oltre un decennio, e non a caso, quando parliamo del SFMR, ci riferiamo al primo stralcio. Il secondo pure previsto da anni, con allargamento almeno a Vicenza, Conegliano, Portogruaro, Monselice, è già stato finanziato, prima dalla Regione, poi, per la parte statale, dal nuovo Governo Berlusconi. Ed è pronto il terzo stralcio, mentre stiamo pensando al quarto e a sue anticipazioni, per comprendere nel sistema l'intero Veneto. Ricordo inoltre che i collegamenti ferroviari con gli aeroporti di Venezia e di Verona sono diventati patrimonio di Rete Ferroviaria Italiana e inseriti nella Legge Obiettivo, mentre abbiamo avviato un progetto per un servizio di tipo metropolitano nell'area di Verona”. “Tra le anticipazioni voglio ricordare la prossima attivazione del collegamento ferroviario Chioggia – Mestre, via Adria e Piove di Sacco, con percorrenza inizialmente di un'ora e mezzo che scenderà però a un'ora quando saranno terminati i lavori in corso finanziati dalla Regione nella tratta Adria – Chioggia, di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana. Partirà inoltre a breve un nuovo treno Venezia – Belluno via Feltre”. Il primo stralcio del SFMR ha previsto complessivamente l'eliminazione di 45 passaggi a livello, mediante 5 cavalcaferrovia e 28 sottopassi. Di questi, sono stati finora completati 4 cavalcaferrovia e 23 sottopassi, mentre sono in via di ultimazione 1 cavalcaferrovia e 3 sottopassi, e 2 sottopassi sono in corso di appalto. Le stazioni interessate dagli ammodernamenti sono 18 e in 9 di esse i lavori sono già terminati; delle 12 nuove fermate tre è già in esercizio (Trebaseleghe, la stazione Porta Ovest e Spinea, con il nuovo scavalco di Maerne che elimina le interferenze preesistenti tra la linea Castelfranco – Mestre e il collegamento Padova – Mestre) e altre 2 sono ormai pronte (Terraglio – Nuovo Ospedale di Mestre e San Trovaso sulla linea Mestre). “Le cosiddette stazioni Porta – ha concluso Chisso – hanno un'importanza strategica nel sistema: sono infatti collegate con i grandi assi autostradali e dispongono di parcheggi molto capienti: lo scopo è di portare all'esterno di Mestre e di Venezia il traffico su strada, assicurando un pronto e comodo collegamento ferroviario con la città lagunare e la sua immediata terraferma”. Ultimo intervento ad essere realizzato, anche per le difficoltà di operare su linee in esercizio, sarà lo sdoppiamento delle linee Mestre – Treviso – Udine e Mestre – Trieste tra la stazione di Mestre e il quadrivio Gazzera, che verrà ultimato nel 2009.

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La leggenda del barista in fuga dal cachemire (sezione: Burocrazia)

( da "Stampaweb, La" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

SANTA MARIA DI LEUCA Dai superbi cachemire per i ricchi più eleganti ai gelati di albicocca e arancia in un bar dell'estremo tacco d'Italia. "In questa mia prima estate da "barista" - racconta l'ex stilista Cristiano Fissore - solo un cliente, un tipo non molto ben educato, mi ha detto che si vedeva che questo non è il mio mestiere. "Lei ha perfettamente ragione", gli ho risposto. Invece di preparare l'ennesima collezione, di correre a Milano per incontrare clienti in show room e di giocare a golf con gli amici a Rapallo, ho lavorato dalle 7,30 di mattina (anche 20 ore al giorno) dietro al banco. Ma certo che lavo anche le tazzine del caffè! Quando si lavora si lavora. Dopo 30 anni, senza alcun rimpianto, ho staccato il filo con il mondo della moda e cambiato vita. Ma che faccia cachemire o gelati, rimango sempre la stessa persona". A mille km dallo stress A Santa Maria di Leuca, mille chilometri dai riti esausti del circo della moda, Cristiano Fissore, 58 anni, ha trovato un più sobrio e sereno approdo. Per dimora ha il suo amato yacht, un Alalunga Anni 70 rigorosamente in legno, ormeggiato in porto ("Solo a Recco ho mantenuto un ufficio con una segretaria"). Per lavoro ha il bar "Moby Dick" nel centro di Leuca, nel Salento. E' la nuova avventura dello stilista di Rapallo che per anni con il suo stile "anglo-genovese" è stato sinonimo di casual classico. Filati pregiati, negozi a Portofino e Cortina d'Ampezzo, successo. "L'avvocato Agnelli prediligeva il nostro girocollo a maglia inglese, modello "Drive Uno". Tra i clienti più fedeli c'erano i Croce, Andrea e Beppe, e tanti genovesi. Da sempre gli italiani più eleganti", dice l'ex stilista, impeccabile anche al bar in camicia con tanto di cifre ("In maglietta? Mai"). Nel 1977, puntando sul cachemire con solo cinque modelli, insieme a Lucia Bosisio, sua socia e compagna di una vita, iniziò l'avventura della moda. Nei danarosi anni di fine secolo, l'epoca d'oro del cachemire, la Cristiano Fissore srl dell'affiatata coppia arriva a fatturare 20 miliardi di lire l'anno. Collezioni uomo, donna e maison: 170 modelli nelle diverse materie prime, 690 colori nelle cartelle del cachemire; lo show room in un grande loft di Milano. Nel 2000 la crisi, ma Fissore non incolpa la Cina. Affonda il business e la coppia del lusso scoppia. "Una crisi esistenziale", confessa Fissore. Così 4 anni fa vendono il loro marchio a un gruppo di Brescia. Dopo il tracollo, un'altra vita a Santa Maria di Leuca. "Frequentando questo borgo di mare mi accorsi che non c'era un bar dove mangiare del buon gelato non industriale. Ho deciso che questo era il porto dove ancorarmi. Lo scorso inverno con 100 mila euro - cifra con la quale a Portofino non avrei acquistato neanche un posto auto - ho rilevato il locale, 3 piani con terrazza. A fine maggio abbiamo aperto". Per gustare i suoi coni ogni sera c'è la coda e il suo gelato è stato il dessert immancabile delle feste Anni 60 delle grandi famiglie pugliesi, dai Reale ai Seracca Guerrieri. La ricerca della semplicità Nell'avventura del "Moby Dick" Fissore ha coinvolto due fratelli di Leuca, Lucio Lia, falegname ("È un vero artista"), e suo fratello Ivano, l'unico con esperienza nella ristorazione. Per il resto, il neobarista deve tutto a un suo amico d'infanzia, Rino Simonetti, rinomato gelataio di Santa Margherita Ligure. "Non dimenticherò mai quello che Rino ha fatto per me: ha persino fotocopiato i libretti con 40 anni di ricette". Fu così che il buon gelato alla ligure ha conquistato i golosoni del profondo Sud. "Ho scoperto un mondo più aperto e sereno di quello nel quale sono sempre vissuto", spiega. Nuove rotte, nuovi piaceri. Dopo il "Moby Dick", che resterà aperto tutto l'anno ("Altrimenti sembrerebbe una marchetta: prendo i soldi l'estate e scappo!"), l'ex stilista ("Solo a pensare a Milano mi sento male, e a Genova vado solo per incontrare la mia nuova fidanzata") progetta la ristrutturazione di una masseria per farne un piccolo resort. "Permessi, rinvii. La burocrazia qui è lentissima, è il lato peggiore del Sud", lamenta Fissore. Per l'autunno-inverno 2008 basta passerelle. "Mi hanno offerto varie consulenze ma ho rifiutato. Qui dormo sereno e basta un filo di sole, anche a gennaio, per mangiare all'aperto. Il mare è stupendo e la vita semplice. Mi sembra di essere tornato nella Liguria della mia infanzia".

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(D.D.D.) Una bella persona, molto conosciuta in città, muore (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

(D.D.D.) Una bella persona, molto conosciuta in città, muore di tumore o per un incidente stradale. E il giornale, giustamente, offre uno spazio al ricordo. Per chi, come Paolo Dal Pont, se ne va in altro modo la discrezione fa da tabù. Anche se tutti sanno e tutti ne parlano. In accordo con la moglie di Paolino, la signora Rosella (assieme nella foto scattata a Berlino), pubblichiamo una toccante dedica che vale anche come denuncia di un sistema in cui la burocrazia e l'ingiustizia possono soffocarti al punto da non poterne più. A scrivere queste righe di memoria è l'amico Arnelio Giovanni Bortoluzzi, architetto di Santa Giustina. È lui a voler far rivivere la figura dell' ingegnere di lungo corso di Castion. Classe 1951 ai primi di agosto Dal Pont ha deciso di non condividere più con l'amata famiglia e gli amici, gli stress e le difficoltà della vita quotidiana. Solare, scherzoso, reattivo, sempre pronto alle battutine dal doppio senso, Paolino era professionista nel cuore, generoso nell'animo. Come ingegnere calcolatore era apprezzato per le grandi capacità nel campo della progettazione e per aver messo il suo sapere - dopo anni di studio e di sacrifici - al servizio della collettività. Non sempre ripagato.Così scrive Arnelio Giovanni Bortoluzzi.Da oltre vent'anni ci salutavamo sempre così. Ciao Paolin! e lui: Can dal porco de n Arnelio, a ti la te va ben!. E poi giù a ridere solo per la reciproca gioia di incontrarci. La pacca sulle spalle e quatro ciacole sulla salute, sulla famiglia e sul lavoro. Così da oltre vent'anni. Era sull'argomento del lavoro che gli occhietti, incastonati sul volto sempre sorridente, si incendiavano e saliva la rabbia verso un mondo ritenuto inutile, sempre più insopportabile, sempre più virtuale e fatto di carte, dove i furbacchioni e gli opportunisti trovano continuamente spazio favoriti da leggi complici e, per contro, i professionisti come lui lavoravano sempre più ad handicap, schiavi del genetico senso del dovere teso a portare a termine l'incarico. A qualsiasi costo, nell'interesse del proprio cliente con professionalità e competenza. Come dargli torto?Alla fine di ogni nostro incontro il commiato era quasi un rito: Dai Paolin, no val la pena ciaparsela, gli dicevo. Un sospiro e la risposta:Ma sì, se ciave l mondo intiero. E via, insieme, a bere n ombra.A metà giugno l'ho incontrato alla partenza di un viaggio studio a Berlino: Ciao Paolin e lui: Can dal porco de n Arnelio anca qua. Ed io: Ma sono il presidente di Forum per l'Architettura che ha organizzato tutto!.E giù a ridere. Via, in volo dentro il cielo, sopra Berlino. Lo guardavo passeggiare lungo la Unter den Linden, mano nella mano con l'adorabile moglie Rosella. Come due sposini in luna di miele. Allora la tentazione di fargli un dispetto fu troppo forte, un blitz e pronto in posa con Rosella: Dai Paolin fa na foto!. E lui: Can dal porco de n Arnelio sempre in medo a le bale! Click, e ancora una risata.Quattro giorni bellissimi ad ammirare questi cruc risorti ancora una volta dalle loro ceneri, a riproporsi come locomotiva dell'economia, sempre all'avanguardia nella ricerca, nella pianificazione, nella cultura. Pensavamo discutendone - che mentre loro costruiscono un grattacielo noi a malapena riusciamo a fare l'istruttoria di una pratica qualsiasi, dove il progetto scompare sotto le mille dichiarazioni, gli allegati, le certificazioni, le marche da bollo, gli oneri di urbanizzazione, i diritti di segreteria, centinaia di copie e fotocopie, i conteggi urbanistici, i questionari, le relazioni, le conformità. Sommersi fra Catasto, Genio civile, Vigili del Fuoco, Ufficio igiene. Senza contare lo Spisal, il Bim, la Soprintendenza. Tanto che i frontespizi scompaiono coperti da timbri ed ogni giorno necessita una nuova carta, come una catena a reazione nucleare, fino a perdere il senso del progetto ed il piacere dell'arte del costruire.Dopo qualche settimana da quella vacanza in Germania suona il mio campanello. E' Carlo, un amico comune: Carlo come mai? Cosa c'è?, Carlo per l'amor di Dio parla!. Con voce tremula mi risponde: ...ha chiamato Bruno, Paolino... Paolino...ieri si è....Un istante. Un bagliore. Il buio. Ci mancherai piccolo, grande uomo. Ciao Pao... Can dal porco de n Paolin!.

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Scappa dalla polizia ma si perde (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 01-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Per sfuggire all'identificazione imbocca il bosco delle Cesane inciampa e si ferisceRaggiunto al cellulare non è in grado di spiegare dove si trovi. Rintracciato dopo ore Rocambolesca fuga di uno straniero, due agenti lo salvano Scappa dalla polizia ma si perde urbino - Una storia di paura e di confusione, una sorta di resa alla burocrazia oscura e alla consapevolezza di non essere in regola. E' quanto è accaduto sabato mattina a Urbino quando un ragazzo di 27 anni, di origine marocchina, si è presentato al Commissariato denunciando lo smarrimento del proprio codice fiscale, di cui aveva bisogno per sottoporsi ad alcune visite ospedaliere. Ma l'essere uno straniero irregolare nel nostro paese gli ha fiaccato le gambe e divorato il coraggio così che, davanti agli occhi dubbiosi del sottufficiale che si occupa di raccogliere le denunce, ha iniziato a dare chiari segni di nervosismo e di disagio. Insospettito il poliziotto ha digitato il nome dello straniero nella banca dati del Ministero dell'Interno per verificare chi fosse la persona che si trovava davanti. Intuendo la malaparata il marocchino ha dato una spallata alla porta anticendio dell'ufficio e si è messo a correre. falcata da atleta, tanto che nei vicoletti del centrostorico ha seminato i due poliziotti che lo inseguivano. Nel frattempo al Commissariato proseguivano gli accertamenti sul 27enne e emergeva che lo stesso è destinatario di un provvedimento di espulsione perchè irregolarmente presente sul territorio nazionale. dagliaccertamenti però i poliziotti hanno scoperto che l'uomo è spostato con una sua conterranea, munita di regolare permesso di residenza e palesemente incinta. Dopo la paura la burocrazia: quello infatti che i coniugi stranieri non sapevano è che proprio in virtù della gravidanza della signora il suo familiare aveva diritto a un permesso di soggiorno temporaneo. E questo è quanto i poliziotti hanno spiegato alla spaventata futura mamma, la quale ha dato la lieta novella al marito tramite un telefonata al cellulare. Ma la vicenda si era già complicata. Il giovane straniero aveva continuato la sua fuga e dopo aver accettato un passagio in auto, aveva imboccato la zona boschiva delle Cesane, perdendo l'orientamento. A rendere più spaventosa la sua fuga anche una brutta caduta e una caviglia gonfia per una forte distorsione. Raggiunto al cellulare era così confuso da non essere in grado di fornire informazioni per farsi rintracciare. Armati di santa pazienza i poliziotti si sono messi alla ricerca del disperso e solo nel primo pomeriggio sono riusciti ad individuarlo. Spaventato e dolorante è stato accompagnato al pronto soccorso e poi nei locali del Commissariato. Alla fine comunque il marocchino è stato denunciato per non aver rispettato il precedente ordine di allontanamento dal territorio. La burocrazia responsabile di questa sua disavventura alla fine però gli ha risparmiato l'arresto: secondo la normativa avendo lo straniero già in passato disubbidito a un'ordine di espulsione emesso da una prefettura del nord Italia, non è stato più possibile arrestarlo ed espellerlo. SI.SI.,.

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Le idee di Galan non ci interessano più (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di Irene Aliprandi "Le idee di Galan non ci interessano più" Nessuno difende il governatore a Cortina Un dossier di Bond accusa la burocrazia BELLUNO. Echissenefrega?! La misura della decadenza è data dalle reazioni, soprattutto quelle degli amici. Il Galan di Cortina Incontra non ha più una spalla, nessuno che traduca in Galateo le sue bordate, nessuno che si affanni a giustificarlo. Dire no a Belluno, buttare dalla torre mezza Italia che conta nel centrodestra, insultare ministri e colleghi governatori, è troppo anche per uno come Galan. E così, da evento di fine estate, lo spettacolo ampezzano del governatore si trasforma in requiem, con una sinfonia che durerà per un altro anno e mezzo. Il sintomo più evidente è dato dalle parole di Dario Bond, consigliere regionale di Forza Italia, cioè il gruppo di Galan. Bond per un po' ci prova, ma alla fine sbotta perché ha in mano un dossier pesante: "Adesso piscio fuori dal vaso!". A far traboccare il consigliere azzurro sono le pratiche inevase da anni in Regione per un centinaio di piccole centraline idroelettriche: "In questa provincia la Regione sta bloccando interventi di resa finanziaria per 200 milioni di euro", si scalda Bond. "Non è possibile che un Comune o un privato debbano aspettare più di tre anni per un'autorizzazione, se crediamo nella valorizzazione delle nostre risorse non devono passare più di sei mesi. Galan fa il paladino dell'anti-burocrazia e poi permette che la burocrazia dell'ente che lui governa faccia perdere ai cittadini bellunesi 200 milioni di euro. Non ci siamo e sarebbe bene che Galan lo sapesse". In linea di massima Bond "capisce" Galan sull'autonomia bellunese: "Ne abbiamo parlato, lo so, dobbiamo coinvolgere tutta la montagna veneta. Ma non vogliamo privilegi, chiediamo solo l'autodeterminazione sulle nostre risorse, oppure ci diano i soldi che perdiamo aspettando loro". L'assessore regionale bellunese Oscar De Bona, preferisce affidare il commento al suo consigliere Nereo Laroni, che risponde anche a Tabacchi (Pd): "Sull'autonomia di Belluno, in sede di approvazione dello Statuto della Regione Veneto, dev'essere valorizzata la specificità della provincia bellunese attraverso una normativa che consenta l'autogestione delle tematiche non comparabili col resto della realtà veneta. Del resto, l'attuale maggioranza, sin all'atto della sua formazione, ha riconosciuto le peculiarità della provincia montana bellunese e la stessa Intesa Dolomitica di Oscar De Bona nelle ultime elezioni politiche è diventata un alleato che ha contribuito al risultato elettorale positivo". Nessuna sorpresa dalla Lega Nord, bersaglio preferito di Galan che a Cortina ha fatto l'errore di colpire dritto a Bossi e Maroni: "Se per fare il ministro degli interni si può essere stupidi, figuriamoci per fare il consigliere regionale come me, o il presidente di Regione come Galan". Il capogruppo del Carroccio veneziano Gianpaolo Bottacin non si gira neanche: "Quello che dice Galan sullo Statuto non mi interessa, lui conta per uno e io parlo solo con i capigruppo. Con quello di Forza Italia ho già parlato". Bottacin è reduce dalla riunione di gruppo in Alpago proprio sullo Statuto: "Ho avuto mandato per tentare tutte le madiazioni possibili, il nostro intento è fare lo Statuto, ma non se sarà peggiore di quello del 1971". E sulla presidenza della Regione: "Sappiamo che il prossimo presidente sarà della Lega e sarà così, perché ce lo ha detto qualcuno che sta più in su di Galan. Lui butterebbe dalla torre Bossi, ma noi abbiamo già buttato lui a favore di un governatore leghista". A questo punto l'opposizione non si distingue più, ma Guido Trento - consigliere del Pd - va giù duro: "E' un traditore, è meglio che vada a casa subito. Le persone si giudicano sull'etica e la moralità. Galan ha firmato un documento, ha preso un impegno con i bellunesi sull'autonomia. Invece si è scoperto: Galan è uno che non mantiene la parola data. Il suo è un grido becero "se muoio io, dovete morire anche voi", ma un uomo che vuol finire così, vuol finire male". Trento però salva gli altri: "Mi rendo contro che c'è gente in maggioranza molto più lungimirante, mi auguro che il consiglio abbia una linea diversa e si dimostri più serio e affidabile. Spero che in futuro quel partito sia in mano a persone diverse".

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Commozione per "Birdwatchers - La terra degli uomini rossi": <Il mondo deve sapere cosa sta accadendo> (sezione: Burocrazia)

( da "Cittadino, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

A Venezia il massacro del popolo Indio Il film di Bechis racconta la storia di un genocidio ignorato da tutti VENEZIALe lacrime di Eliane Juca da Silva spezzano il silenzio composto del Lido e aprono uno squarcio sulla vicenda del popolo indio del Mato Grosso del sud, profondo Brasile. Prima erano bastate poche inquadrature di Birdwatchers La terra degli uomini rossi di Marco Bechis a squarciare il velo che sembrava essere calato sul concorso di Venezia 65: il film meno "italiano" e di più ampio respiro tra quelli che si ricordano al Lido da molto tempo a questa parte. "Sono triste perché non abbiamo più il fiume, perché i nostri bambini muoiono e perché nessuno conosce la nostra storia - dice questa donna indio, tribù Guarani-Kaiowa, trattenendo a stento le lacrime -. Siamo uguali a voi, vogliamo le stesse opportunità. Abbiamo imparato a mangiare come voi, a vestire come l'uomo bianco, ora vogliamo che anche le nostre abitudini siano rispettate, che la nostra storia sia riscoperta. Sono molto contenta di essere qui e sono orgogliosa perché ho portato tutto il mio popolo con me, quello che il film racconta è tutto vero e deve essere conosciuto dal mondo. Gli indios devono avere giustizia". La platea dei giornalisti è in silenzio, "obbligata" a dimenticare le domande sulla sceneggiatura, sulla tecnica del film, lo stesso Bechis fa due passi indietro rispetto ai protagonisti del suo film, a cui ha voluto dare la parola in conferenza stampa, dopo avergliela data sullo schermo. "Ho raccontato la storia degli indios Guarani-Kaiowa perché è la storia degli ultimi desaparecidos, dei sopravvissuti al più grande genocidio della storia. Questo è un popolo che conserva intatta la propria cultura, l'identità, nonostante i bianchi abbiano cancellato la loro terra, occupandola con le loro "fazende". Sembrano invisibili, fantasmi, in realtà mantengono inalterata la loro storia i legami ancestrali con i luoghi che infatti stanno tornando ad occupare".Il suo è anche un film legato alla speranza, oltre che alla diffusione di questa storia?"La speranza è grande, perché sono convinto che loro per primi abbiano le idee chiare su cosa fare, su come non abbandonarsi. Questi uomini sono arrivati a Venezia con me e li guardo mentre con curiosità osservano noi, il nostro modo di vivere. Noi dovremmo fare altrettanto, perché noi siamo "gli altri", perché noi abbiamo bisogno di loro, di uno scambio, per sopravvivere".Come le è venuta l'idea di fare un film così e quali sono i legami con i suoi precedenti?"L'idea è arrivata quando sono entrato in contatto con il gruppo Survivor che opera in quelle zone. Ho conosciuto subito il capo tribù Ambròsio Vilhalva (diventato poi il protagonista del film) che sta vivendo una vicenda analoga a quella raccontata. Non volevo fare un documentario e quindi abbiamo costruito una storia di "fiction" a tutti gli effetti, anche se i legami con la realtà sono molti de tutti concreti. Alla fine, attraverso questa storia, ho voluto raccontare il conflitto più antico che affligge l'uomo, quello per la conquista della terra. Nel Mato Grosso del Sud si sta consumando un genocidio nell'indifferenza del mondo".La pellicola svela anche il dramma dei suicidi, della morte di decine di giovani che si stanno togliendo la vita in quei territori cancellando intere generazioni. "È un altro dato di cronaca, reale. Il film però non dà risposte sulle cause. Diciamo che ho preferito elencare tutte le cause possibili che hanno indebolito questo popolo e tra queste c'è anche quella che spiega i suicidi. Sicuramente la mancanza di lavoro, di denaro, di una terra in cui continuare a riconoscere la propria storia. Questi indios oggi sopportano modelli familiari diversi dalla tradizione, li osservi mentre si aggirano per le città come accade da noi per i rom, senza uno scopo, quasi cancellati, invisibili".Nel film un grido spezza il silenzio su questo genocidio, ma un film può bastare a salvare le cose?"Un film può fare molto - risponde deciso Ambròsio Vilhalva che ha lo stesso sguardo fiero da capo tribù mostrato sullo schermo -: noi lottiamo con le armi dell'uomo bianco ma non possiamo vincere. La burocrazia ci uccide, i fazenderos con i loro avvocati ci annientano. Se c'è almeno una persona in più, che grazie a questo film, ha conosciuto la nostra storia è un successo. Come uno sguardo dall'alto, occhi che da sopra scoprono finalmente chi siamo, noi laggiù".Dal nostro inviatoLucio D'Auria.

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Matrimonio bloccato a Mogliano Lei è senza permesso di soggiorno (sezione: Burocrazia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

MOGLIANO. Ancora un amore imbrigliato dalla legge sull'immigrazione. Dovevano sposarsi a dicembre, ma lei è clandestina. Lui è un moglianese di ventisei anni, lei è russa, ventitre anni, che ha alle spalle tanti lavori saltuari ma nessun permesso di soggiorno. Sulle maglie inflessibili della legge Bossi-Fini già la scorsa settimana era finito il matrimonio tra un pregudicato per traffico di droga e un'ignara amante bulgara. Le nozze tra i due erano state bloccate dai carabinieri. In questo caso, però, pare che ad essere stroncata sia stata una storia d'amore vera. Tale è quella tra P.I e C.A., annullata dalle forze dell'ordine proprio ieri. Lei, tre anni fa, era a Venezia per turismo e, complice forse anche la cornice della città più bella del mondo, è scoppiato l'amore con il moglianese. Contatti assidui, come Tristano e Isotta, durante la lontanza e infine la convivenza a Mogliano, passando da una parte all'altra della burocrazia tricolore nella speranza di poter definitivamente convolare a nozze. I sogni di questa coppia si sono infranti con la notifica dell'ufficio di stato civile e con l'immancabile decreto di espulsione. Vane, per ora, le speranze di proseguire la convivenza in Italia. (m.ma.).

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Burocrazia e costo dei libri scolastici (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 02/09/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE VOUCHER REGIONALI Burocrazia e costo dei libri scolastici "Sciocco è chi non ha speranza, ma ancor più stolto è chi confida in una Speranza senza fondamento". Spiace scomodare Sant'Agostino per una quisquilia economica ma, dando a me stesso dello stolto, penso sia equo corrispondere all'autocritica severa una così nobile e, nella sua giustezza, lenitiva citazione. Ho sperato nella Regione, questo il mio torto: ho creduto di poter usufruire dei voucher per sei miei bambini, quelli che, dando un contributo sull'acquisto dei testi scolastici, permettevano a me di poter destinare alcuni soldi ad altre necessità. Faccio la domanda, compilo il tutto nei tempi stabiliti, giugno, se non ricordo male. Ora la Regione mi dice che "i Voucher arriveranno ad autunno inoltrato ma, non si preoccupi, hanno valore di un anno. Si metta d'accordo con la libreria". Scontata arriva la risposta del mio libraio: "Senza voucher i libri si pagano. Noi in seguito non li rimborsiamo". Io alla Regione: "Firmate voi per tre mesi la nota che i miei bimbi avranno per non aver portato il materiale necessario? Andrete voi dai professori che vi guarderanno credendovi un genitore poco attento ai bisogni dei figli?". Regione: "Ci dispiace. Potrà spenderli in altro materiale di cartoleria". Alcune considerazioni mi sovvengono: forse la tipografia incaricata della stampa dei voucher ha finito l'inchiostro avendo dovuto stampare centinaia di migliaia di volantini per pubblicizzare l'iniziativa ed ora attende l'arrivo di un inchiostro speciale. Forse i soldi sono stati destinati all'ultimo momento ad altro (ma in tal caso un comunicato, una lettera sarebbe stata d'obbligo). Forse si è fatto il passo più lungo della zampa ed i soldi che non c'erano si confidava sarebbero arrivati (per Sant'Agostino anche la Regione sarebbe stata stolta). L'ultima considerazione è l'immagine di tutta quella cancelleria che potrei comprarmi ma, in questo, avrei bisogno di consiglio: a lanciarle faran più male le gomme o le matite? LETTERA FIRMATA.

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Reverse esteso contro le frodi Iva (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Imposte e Tasse Numero 208, pag. 35 del 2/9/2008 Autore: di Franco Ricca Visualizza la pagina in PDF       Oggi il Parlamento europeo voterà una risoluzione su una possibile riforma dell'imposta Reverse esteso contro le frodi Iva Ma l'inversione contabile allargata eliminerebbe l'autocontrollo Reverse charge, avanti adagio. La generalizzazione del metodo dell'inversione contabile nell'applicazione dell'Iva sarebbe un rimedio contro determinati abusi, ma eliminerebbe la riscossione frazionata e i connessi meccanismi di auto-controllo, rischiando di generare nuove frodi. è un invito alla prudenza, sul fronte delle possibili riforme dell'Iva, quello rivolto dal parlamento europeo alle istituzioni comunitarie e agli stati membri nella risoluzione che sarà votata oggi. Il consesso promuove invece l'idea dell'aliquota unica sulle transazioni intracomunitarie, per fronteggiare la rilevante evasione fiscale indotta dall'attuale meccanismo di tassazione delle operazioni fra stati membri. Durissime, su questo tema, le parole della risoluzione, che "esorta gli stati membri a impegnarsi seriamente nella lotta contro la frode fiscale", deplorando nel contempo "l'ostruzionismo praticato da alcuni stati membri negli ultimi dieci anni, che ha ostacolato qualsiasi strategia efficace" dell'Ue nella lotta, rivelatasi fallimentare, contro la frode fiscale. Secondo stime recenti, le perdite fiscali derivanti dalle frodi fiscali si aggirano tra i 200 e 250 miliardi di euro, circa il 2-2,25% del pil dell'Ue; di questo importo, ben 40 miliardi di euro sarebbero i minori introiti dell'Iva. Tuttavia, lamenta il parlamento, la mancanza di dati raccolti a livello nazionale non consente di valutare adeguatamente la reale portata del problema né di controllare il suo evolversi. Da qui l'invito, indirizzato alla commissione Ue, di studiare un sistema europeo armonizzato per la raccolta dei dati e per la produzione di dati statistici sulla frode fiscale, in modo tale da giungere a una valutazione quanto più precisa possibile della reale portata del fenomeno. In questo quadro, destano particolare preoccupazione le frodi all'Iva, che comportano perdite di entrate nel bilancio comunitario che devono essere ripianate necessariamente con sistemi alternativi. E l'azione di contratto delle frodi non è certo agevolata dall'attuale sistema di tassazione degli scambi intracomunitari, instaurato nel 1993, che doveva essere solamente un sistema transitorio e che si è rivelato, per la complessità e frammentazione, permeabile agli abusi, primo fra tutti il meccanismo delle frodi carosello utilizzato "da parte di bande di criminali". Compiacendosi del fatto che finalmente gli stati membri riconoscono ora una certa priorità alla questione, il parlamento esprime l'avviso che l'attuale sistema non possa più essere conservato e che si imponga una revisione radicale, senza sovraccaricare di burocrazia le imprese oneste. Riguardo ai sistemi alternativi, la risoluzione riconosce che il meccanismo dell'inversione contabile ha il vantaggio di eliminare i rischi di frode "missing trader", in quanto il debitore designato dell'Iva è il cliente soggetto passivo dell'imposta. Rileva però che l'introduzione di un sistema Iva misto (ossia applicazione del reverse charge per talune operazioni) sarebbe incompatibile con il buon funzionamento del mercato interno e condurrebbe all'instaurazione di un quadro più complesso, superabile solo con un sistema generalizzato e obbligatorio di inversione contabile, in contrapposizione con un sistema facoltativo o limitato a determinate forniture. Il reverse charge, inoltre, non consente pagamenti frazionati, in quanto l'Iva è pagata solamente alla fine della catena commerciale; verrebbe dunque meno il meccanismo di autocontrollo e potrebbero emergere nuove forme di frodi. Donde l'invito alla prudenza, prima di adottare la regola del reverse charge, studiandone gli effetti attraverso un progetto pilota. Per contrastare le frodi in materia di Iva sugli scambi intra-Ue, poi, il parlamento ritiene che il migliore sistema sia l'introduzione della tassazione con un'aliquota del 15% all'origine, accompagnata da meccanismi compensativi per l'attribuzione del gettito al paese del consumo.

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Panchine, non è stata un'estate molto calda (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

DILETTANTI. POCHI MOVIMENTI, SOPRATTUTTO TRA LE SOCIETÀ DI PROMOZIONE, NELLA CONDUZIONE TECNICA DELLE SQUADRE VERONESI Panchine, non è stata un'estate molto calda di Alessandro De Pietro Si sono vissute estati più roventi. Avvicendamenti nella norma, senza strafare. Molti proseguono su sentieri già tracciati, compreso chi ha deciso di voltare pagina. In Eccellenza quattro panchine su sei sono nuove ma tre sono frutto di ritorni e soluzioni fatte in casa. Perché Alberto Facci a Villafranca c'è già stato ed era l'allenatore designato già quando la società esonerò Canovo un anno fa. Idem a Vigasio per Armando Corazzoli, chiamato la scorsa estate per l'area tecnica ma diventato la soluzione più naturale dopo la gestione di Coppi e la salvezza ottenuta da Ferro. E faccia sconosciuta non è neanche Massimo Carli a Castelnuovo, con la stagione vissuta ai Giovanissimi regionali e il distacco da Marco Gaburro, di cui è stato per anni il secondo in giro per i campi, soprattutto trentini, di serie D. L'unico stravolgimento è quello di Maschi al posto di Minozzi a Legnago. Parola d'ordine continuità per la Promozione, che presenta solo quattro cambi su tredici. Al Team Santa Lucia Golosine va Possente, desideroso di dimenticare i brevi trascorsi di Trento e Cerea. A Belfiore si scommette su Chieppe dopo la conclusione del secondo miniciclo di Visonà. A Casaleone per adesso l'allenatore ufficiale è Claudio Prando, storico segretario del Vigasio in possesso di un patentino che per adesso non ha Simone Boron, tecnico designato dalla società dopo la difficoltosa salvezza di maggio. Questione di pochi mesi, Boron è stato iscritto al corso di Rovigo. Concluse le lezioni in aula e preparata la tesina anche il tassello della burocrazia andrà a posto. Si sposta solo di un paio di chilometri Beppe Brentegani, dimissionario al Team S. Lucia Golosine ed ora all'Alba Borgo Roma. Ancora più conservatore il girone A di Prima, dove sono diverse rispetto al campionato passato esattamente un quarto delle panchine. Mezzacasa, dopo l'assaggio alla Carianese e fresco di patentino, prende in mano subito una piazza importante come la delusa Pescantina. Debutto assoluto in prima squadra per Marzio Menegotti, che a San Zeno se n'era andato da mister della Juniores e ci è rientrato dopo un paio di mesi, e per di più dalla porta principale, dopo le dimissioni di luglio di Walter Bucci e la successiva immediata rinuncia di Marco Pedron, che ha lasciato tracce importanti in quella Povegliano che adesso conta di riaprire un analogo ciclo con Massimiliano Canovo. Per il resto le società hanno proseguito rapporti già solidi, alcuni dei quali resistenti al tempo: Lucio Manganotti è alla sua sesta stagione a Cadidavid, Tubini alla quinta all'Alpo Club 98. Per Modena, Matteoni e Marocchio è la quarta con Concordia, Fumanese e Raldon. Nel gruppo D il Porto tiene Gianluca Corso, subentrato a Maurizio Testi, e il Vigo va su Luciano Malaman dopo la rottura in estate con l'ex Bevilacqua Giuseppe Sartori. Per cercare gli stravolgimenti bisogna bussare alla porta del gruppo B, con cinque nuovi tecnici su sette. A resistere solo Pisani e Fattori a Tregnago e Gazzolo, allenatori entrambi subentrati in corso d'opera a Bonetti e Bruttomesso. Per il resto solo novità. Dalle Ave torna nella sua Soave firmata Borgo Scaligero, De Fazio dopo Illasi e Tregnago prosegue a Colognola il suo personale tour ad est di Verona, Giuseppe Castagna va ad Illasi e Laperni a Montecchia di Crosara dopo l'esonero di Oppeano. Fra le neopromosse un'altra che inizia con una faccia nuova, oltre a Villafranca e Vigo, è il San Giovanni Ilarione ora di Fiorenzo Bognin, una vita nella vicina Monteforte e l'ultima stagione interrotta dall'esonero di Lonigo. Si parte così. Poi basteranno due o tre partite perse di fila o qualche divergenza per cambiare le cose. Anche in estate, come è successo a San Zeno e a Vigo.

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Meno uffici e direzioni a palazzo: partita la semplificazione di tondo (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Da ieri è operativa la riorganizzazione che avrà 11 dirigenti. Istituiti i servizi sicurezza e famiglia L'assessore De Anna: "Adesso al via l'operazione per ridurre la spesa della burocrazia" Meno uffici e direzioni a palazzo: partita la semplificazione di Tondo di PAOLO MOSANGHINI UDINE. È partita la riorganizzazione della macchina regionale secondo il nuovo regolamento varato dalla giunta Tondo: da ieri le direzioni sono 11. E l'assessore al personale Elio De Anna ha già incaricato i colleghi di giunta di confrontarsi con i direttori per "studiare" il nuovo assetto interno agli uffici. Tagliate le direzioni che il centrodestra non ha mai digerito, come la direzione generale guidata dal bocconiano Andrea Viero e quella della comunicazione, si è aperta una nuova fase nei palazzi regionali con l'accorpamento di alcuni servizi e con lo spostamento dei direttori che sarà messo sulla carta ufficialmente in ottobre. Le competenze della direzione generale sono state suddivise tra segretario generale e comitato di direzione, il servizio della comunicazione invece farà riferimento alla direzione dell'ufficio stampa e delle pubbliche relazioni. La ristrutturazione comprende anche una riformulazione della Presidenza, che d'ora in poi sarà articolata nel Segretariato generale, nell'Avvocatura della Regione, nell'Ufficio di gabinetto e nell'Ufficio stampa. Si aggiungono la struttura delle Relazioni internazionali (scorporata dalle Autonomie locali), la Protezione civile, i Servizi di qualità della legislazione e della semplificazione, di coordinamento delle politiche per la montagna con sede a Udine, delle politiche per la famiglia, delle pari opportunità e delle politiche giovanili, delle attività ricreative e sportive. La nuova organizzazione tuttavia prevede due nuove strutture: la direzione delle autonomie locali e della sicurezza e quella degli affari internazionali. La prima farà capo all'assessore Federica Seganti, mentre le relazioni internazionali faranno riferimento alla presidenza della Regione. "Abbiamo adottato un nuovo modello organizzativo - spiega l'assessore al Personale Elio De Anna -. Così è stata avviata la riorganizzazione delle direzioni centrali e dei servizi, come era volontà del presidente, con l'obiettivo di comprimere le spese. Sono state ridotte le direzioni e i nuovi direttori centrali, i vice e i direttori dei servizi avranno un compenso ridotto del 10 per cento". "Adesso ho chiesto ai colleghi che aprano la seconda fase con i direttori per avviare un nuovo assetto che porti complessivamente alla riduzione della spesa burocratico-amministrativa. Inoltre, punteremo a valorizzare le professionalità interne, limitando al massimo le consulenze esterne", conclude l'assessore. Una fase che si dovrebbe concludere al massimo entro un mese. La Regione conta 3.201 dipendenti, di cui 335 dell'area forestale, degli altri 2.866 dipendenti, 166 sono i dirigenti e 2.700 di categoria non dirigenziale.

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Le comunità montane hanno utili funzioni (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Chiederne la chiusura appellandosi al fatto che alcune di esse non funzionano è un'affermazione che non regge Le comunità montane hanno utili funzioni DIBATTITO di GIANNI NASSIVERA* Premetto che leggere le dichiarazioni di alcuni esponenti politici di maggioranza che manifestano la volontà di chiudere le Comunità montane fa emergere in me un senso di forte preoccupazione nel dover constatare che questa volontà, se attuata, rappresenterà un'ulteriore mazzata alla zona montana. Queste dichiarazioni evidenziano poca conoscenza storica e, di riflesso, culturale sulle motivazioni che hanno portato il Parlamento nazionale all'istituzione delle Comunità montane, nonché portano con sé una volontà disgregatrice e di basso profilo politico, fanno emergere una volontà accentratrice e personale anziché una volontà di essere più attenti nel far prevalere l'interesse collettivo e generale di un territorio - quello montano - che per motivazioni morfologiche, ambientali, climatiche e naturali è diverso dalla restante parte del territorio. Così facendo, contribuiscono e penalizzano ulteriormente il suo sviluppo e la sua economia nonché il vivere quotidiano della sua gente, inoltre trascurano completamente il principio fondamentale per cui più l'uomo è presente in montagna e più beneficio (e ciò per varie ragioni) incontrerà la restante parte della popolazione. È soprattutto per queste motivazioni e considerazioni che prima di chiudere le Comunità montane è auspicabile e necessario un momento di profonda e responsabile riflessione. Giustificare la chiusura di questi enti appellandosi al fatto che parti di essi non funzionano è un'affermazione che non regge, pur riconoscendo che la loro funzionalità è altalenante e non sempre va imputata all'immobilismo degli amministratori. Il problema reale sta nelle condizioni in cui sono chiamate a operare e amministrare, l'aspetto è dunque istituzionale, la legge istitutiva dello Stato, che vide come primo firmatario il carnico e compianto senatore Lepre, è stata, da parte della Regione, svuotata nella forma e nella sostanza; le norme applicative della Regione stessa hanno determinato e posto in atto un sistema elettivo farraginoso e dispersivo, incentivando la burocrazia e l'efficienza amministrativa rallentando non di poco il buon fine del proprio ruolo. A ciò vanno aggiunte scelte errate nell'individuare i territori montani: si è giunti al punto di ritenere zona montana il Carso triestino. Ma non facciamoci ridere, per favore! Tutto questo ha anche comportato notevole spreco di denaro pubblico ed eccessiva burocrazia, dunque sono necessari adeguati provvedimenti istituzionali, amministrativi ed economici a favore della vera montagna. Non chiudere le Comunità montane, ma farle funzionare, questo dovrà essere il compito della nuova maggioranza regionale. Fatta questa lunga premessa, è dovere suggerire alcune radicali modifiche al sistema elettivo e amministrativo che potranno trovare riscontro soltanto se ci sarà la volontà politica di farlo, cioè quella di tener viva la montagna: 1) nomina diretta dei suoi amministratori come per il consiglio provinciale (questa sì è un'amministrazione da chiudere visto che abbiamo una Regione a statuto speciale) prevedendo significative ineleggibilità per sindaci, assessori e consiglieri comunali (così si potrà evitare la spartizione della torta), nomine che non dovranno andare oltre il terzo mandato (quanto positivo se ciò fosse per i parlamentari!); 2) la nomina di non oltre 15 consiglieri - quantomeno per la Carnia - e un direttivo di non oltre cinque componenti; 3) il punto più significativo e importante: assegnargli i compiti e i mezzi economici che oggi hanno le inutili amministrazioni provinciali della nostra regione. Sono alcune considerazioni o indicazioni che mi auguro vengano tenute presenti soprattutto da parte di chi ipotizza la chiusura delle Comunità montane, con l'auspicio che assieme ad altre indicazioni o proposte di altri cittadini vadano discusse, auspicando una convocazione assembleare da parte delle Comunità montane stesse aperte alla partecipazione di quanti hanno a cuore le sorti della montagna, prima che tutto non venga deciso solo nelle ombrose stanze della Regione evitando così spinte provenienti dal basso e soprattutto da chi ama, vive, lavora in montagna. * Già assessore provinciale sindaco di Forni di Sotto e delegato in Comunità montana.

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Visintini, interessa il recupero della cappella ungherese (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Gorizia Visintini, interessa il recupero della cappella ungherese DOBERDÒ DEL LAGO. Sta crescendo anche a livello europeo l'interesse per i lavori di riatto e di completamento della cappella votiva costruita in località Visintini, nel territorio comunale di Doberdò del Lago, nel 1918, dai militari ungheresi a suffragio dei commilitoni caduti e di tutti gli altri soldati che persero la vita sul fronte. Il 26 settembre si terrà nella città magiara di Székesfehérvàr un convegno internazionale sul tema "Pensiamo insieme a un'Europa comune", a cui prenderanno parte personalità politiche e studiosi provenienti da dieci Stati europei. Per l'Isontino riveste interesse specifico quanto verrà trattato nella sessione pomeridiana del convegno, promosso e organizzato dalle due fondazioni che più di un anno fa hanno espresso, durante una visita a Gorizia, la loro disponibilità a coprire i costi per il restauro e il completamento della cappella di Visintini, supplendo in tal modo alla perdita del finanziamento di 300 milioni di lire disposto diversi anni fa dalla Comunità europea e poi però svanito lungo i percorsi della burocrazia. Nella sessione del pomeriggio saranno presentati e discussi temi inerenti alla Grande guerra e in particolare al fronte dell'Isonzo. In apertura interverrà il goriziano Renato Tubaro, unico relatore italiano in quel convegno, a cui seguiranno gli interventi di Ladislav Lipic, ambasciatore di Slovenia a Budapest; di Willibald Pahr, già ministro degli esteri austriaco; di Ivan Carnogursky, che presiedette il Parlamento slovacco. In chiusura di seduta sarà il celebre architetto Balogh Balazs a parlare sui criteri progettuali e sul significato culturale attinenti ai lavori nella cappella di Visintini, da lui redatti. È possibile che possa essere presentato anche un breve video che presenterà l'avvenuto avvio dei lavori. Miklos Szunai è l'artefice e il principale sostenitore dell'iniziativa di restauro della cappella. Fra gli altri hanno preso parte ai lavori esponenti della fondazione scientifica Széchenyi, della fondazione Per una visione comune dell'Europa, del Museo magiaro di storia militare, nonché Ksenija Skrilec, consigliere dell'ambasciata slovena a Budapest. Potrebbe essere il 9 maggio 2009 la data della consacrazione della cappella, in occasione di una manifestazione di risonanza internazionale per la cui organizzazione è stata auspicata la collaborazione di organizzazioni locali, a partire dall'associazione Amici dell'Isonzo (cui si deve l'avvio delle operazioni per il restauro e completamento della cappella) e proseguendo con Ana, Protezione civile, associazionismo cattolico nonché, ovviamente, amministrazioni pubbliche locali, Regione e Stato. Un auspicio particolare è stato espresso per la collaborazione di monsignor Dino De Antoni, arcivescovo di Gorizia, e ciò con riferimento particolare - oltre che alla cerimonia di consacrazione della cappella - anche a un concorso per la scelta del futuro arredo interno e per ottenere un segno di interesse da parte del Santo Padre.

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Meno burocrazia per i permessi delle piccole ristrutturazioni - capelli a pagina ii (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina I - Bologna Merola promette la deregulation all'ufficio urbanistica Meno burocrazia per i permessi delle piccole ristrutturazioni CAPELLI A PAGINA II SEGUE A PAGINA II.

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Casa, la deregulation di merola - eleonora capelli (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina II - Bologna Casa, la deregulation di Merola "Meno burocrazia per le piccole ristrutturazioni domestiche" ELEONORA CAPELLI Le piccole modifiche in casa, come spostare una porta o costruire un muro per dividere due ambienti, nel mirino dell'amministrazione comunale che ha in progetto una mini-deregulation per semplificare l'evoluzione degli ambienti domestici secondo le esigenze delle famiglie. "Vogliamo eliminare alcuni passaggi burocratici per le modifiche all'interno delle abitazioni - spiega l'assessore all'urbanistica Virginio Merola - evitando così che le persone impazziscono con le regole edilizie. Oggi ci sono una serie di pratiche lunghissime, oltre alla dichiarazione di inizio attività (così detta Dia, ndr), anche il permesso di costruire e via dicendo. Il mio assessorato non ha il potere di defiscalizzare le piccole ristrutturazioni, ma vorrei renderle più semplici". Lo strumento di questa "sburocratizzazione" che dovrebbe incentivare i piccoli lavori è il Regolamento urbanistico edilizio, per gli addetti ai lavori Rue, il passo successivo dopo l'approvazione del Piano strutturale comunale. Un documento la cui adozione è in programma per novembre mentre la definitiva approvazione di questo strumento che in sostanza è il piano urbanistico della città già costruita, rappresenta per Merola quel "punto a fine partita" che secondo lui ogni assessore della giunta Cofferati dovrebbe "segnare" prima delle prossime elezioni amministrative. "Nello stesso piano, di cui presenteremo una bozza a metà settembre, ci saranno anche le regole per le certificazioni energetiche - spiega l'assessore - che dovranno accomunare case ristrutturate e costruzioni ex-novo. Alla fine, ogni edificio dovrà avere un certificato di risparmio energetico, che significa anche risparmio sulle bollette, secondo regole comuni e con gli incentivi economici già decisi a livello statale". Se il Rue comunque costituisce l'inquadramento di una serie di norme tecniche, che poi si trasformano in altrettante ricadute pratiche per i cittadini, nell'autunno dell'assessorato all'urbanistica c'è un traguardo più significativo a livello di disegno della città. La definitiva destinazione di almeno due delle aree ex militari ottenute dal demanio, in particolare Staveco e Prati di Caprara. A inizio ottobre il gruppo di lavoro dovrebbe consegnare il progetto di valorizzazione di tutte le aree e si conta di avere entro la fine dello stesso mese un progetto unitario per le due più significative zone di intervento, sui viali e accanto all'ospedale Maggiore. Il recupero delle aree dismesse, da quelle un tempo destinate ad usi militari a quelle a vocazione industriale, è il grande banco di prova di un assessorato all'urbanistica che ha puntato molto su queste aree di espansione all'interno della città. Ormai sotto gli occhi di tutti, anche per la vicinanza con la nuova sede dei servizi comunali, l'area dimessa della Bolognina, tra l'edificio firmato da Mario Cucinella e le nuove case ad affitto calmierato che dovranno sorgere poco distanti. "Stiamo preparando un bando per chi dirigerà il laboratorio di urbanistica partecipata - spiega Merola - vorremmo scegliere una donna architetto, per avere anche un'ottica di genere in quest'area sempre più importante".

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Finita l'odissea di chi aspettava la casa Aler (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

CORSICO ROZZANO pag. 21 Finita l'odissea di chi aspettava la casa Aler Assegnati i primi appartamenti in via Volta ad alcune famiglie che attendevano da mesi CORSICO di MASSIMILIANO SAGGESE ? CORSICO ? VIA VOLTA: finisce l'odissea per le famiglie che attendono da mesi le case Aler. Assegnati i primi appartamenti. La burocrazia è come una tartaruga, si muove lentamente, ma prima o poi arriva a destinazione. Dopo mesi di attesa, le prime sette famiglie sono finalmente riuscite a entrare ieri negli appartamenti Aler di via Volta che il Comune aveva assegnato loro fin dall'aprile scorso. È un primo risultato dopo il lavoro svolto, anche nel mese di agosto, dagli uffici del Comune, in collaborazione con l'Azienda lombarda di edilizia residenziale, insieme alla quotidiana presenza dell'assessore all'edilizia pubblica e privata Giovanni Molisse. Intanto, Aler ha comunicato all'Ufficio casa del Comune che verso la metà di settembre verranno assegnati gli alloggi ad altre dieci famiglie e, una volta completate tutte le procedure, man mano entreranno i restanti 43 assegnatari. La costruzione di 66 alloggi e relativi box di edilizia residenziale privata destinati alla locazione permanente a canone concordato è iniziata il 26 giugno del 2005. L'intervento, che rientra nel programma nazionale di edilizia residenziale denominato "20.000 abitazioni in affitto", ha richiesto un investimento di 8.500 mila euro. "È STATO un percorso sofferto - sottolinea l'assessore Molisse - che ha visto impegnati, giorno dopo giorno, il Comune, ma anche alcuni funzionari dell'Aler che si sono resi disponibili ad affrontare e risolvere insieme alcuni problemi tecnici che stavano allungando troppo i tempi di consegna degli alloggi. D'altra parte, i nostri uffici avevano completato le pratiche per l'assegnazione fin dall'11 aprile scorso e sono stati necessari reiterati solleciti per arrivare a sbloccare la situazione". L'assessore all'edilizia pubblica e privata, facendosi interprete delle preoccupazione di decine di famiglie che rischiavano di trovarsi in mezzo alla strada, ha, infatti, scritto ad Aler una prima lettera il 9 giugno scorso, sollecitando una soluzione tempestiva del problema. Ha ricevuto, in un primo momento, rassicurazioni che entro luglio sarebbero stati completati gli allacciamenti alla rete gas, a quella telefonica e all'energia elettrica. Poi la doccia fredda. LE FAMIGLIE, verso metà luglio, contattano gli uffici Aler di Milano e viene risposto loro che non sarebbero potute entrare negli appartamenti prima della seconda metà di settembre. L'assessore Molisse e i suoi collaboratori riescono, però, a ottenere, per diciassette famiglie, la possibilità di accedere alle abitazioni, dai primi di agosto e per tutto il mese, per eseguire i lavori di imbiancatura, il trasloco e l'arredamento dei locali. Ieri la consegna ufficiale delle chiavi a sette di loro. "È un successo parziale - commenta Giovanni Molisse - perché le famiglie sono entrate anche se mancano ancora alcuni collaudi, che sono stati sollecitati dalla stessa Aler e che dovrebbero essere completati nei prossimi giorni, in modo da permettere al più presto l'ingresso delle altre dieci famiglie, anch'esse con problemi d'urgenza e, poi, mano a mano di tutte le altre". "Speriamo - dice il sindaco Sergio Graffeo, esprimendo soddisfazione per il primo importante risultato raggiunto - che entro breve tempo si possa dare un po' di tranquillità a tutte le famiglie. L'Amministrazione sarà sempre disponibile a farsi interprete degli eventuali problemi che gli inquilini dovessero evidenziare".

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Bassanini: Più costi con le mie leggi? Falso (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-09-02 - pag: 14 autore: REPLICA A MORANDO Bassanini: "Più costi con le mie leggi? Falso" Il coordinatore del governo ombra del Pd, Enrico Morando, ha lanciato ieri l'allarme: con il federalismo fiscale, "se non stiamo attenti, si rischia un aumento della spesa pubblica e della pressione fiscale ". E, per dare forza alla sua previsione, l'esponente dell'opposizione ha citato un precedente: "Le Bassanini (le leggi sulla semplificazione amministrativa varate dal centro- sinistra, ndr) hanno determinato un aumento della spesa pubblica di circa un sesto". Il riferimento è stato subito contestato dal padre di quelle leggi: "Morando – replica l'ex ministro della Funzione pubblica – dà i numeri o ha la memoria corta. Dovrebbe ricordare che le cosiddette leggi Bassanini, anche da lui approvate, prevedevano un meccanismo rigoroso di trasferimento dallo Stato alle Regioni delle sole risorse di bilancio corrispondenti alle funzioni trasferite ".L'aumento,riconosce Bassanini, c'è stato ma è dovuto all'"incapacità dei governi a contrastare le resistenze centralistiche della burocrazie ministeriali".

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L'ultima sfida di Gheddafi (sezione: Burocrazia)

( da "Manifesto, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

LIBIA · I soldi del petrolio ai cittadini libici L'ultima sfida di Gheddafi Maurizio Matteuzzi Il colonnello Muammar Gheddafi ha scelto domenica, il trentanovesimo anniversario dell'incruenta "rivoluzione" della notte fra il 31 agosto e il primo settembre del 1969, per lanciare un'altra sfida. Sabato, dopo più di trent'anni di tira-e-molla, aveva incassato i crediti che vantava dall'Italia per "voltare pagina". Un gesto morale - le scuse di Berlusconi per le nefandezze commesse dagli italiani durante i tre decenni di colonialismo - e un gesto materiale - cinque miliardi di dollari in 25 anni. Domenica ha annunciato una radicale inversione di rotta nella politica e nell'economia interne. In un discorso di cento minuti pronunciato a Bengasi davanti al Congresso generale del popolo, l'equivalente del parlamento, e trasmesso dalla tv libica, il leader ha detto che i proventi del petrolio dovrebbero - e dovranno - finire non più nelle mani del governo per poi essere ripassati alla popolazione ma direttamente nelle mani dei cittadini libici. La società libica dovrà "riformularsi in un modo nuovo, libero e democratico", in tempi strettissimi - i prossimi "quattro mesi" -, anche se ha riconosciuto che un tale rivolgimento provocherà un certo "caos" nella fase di passaggio. Gli unici campi dell'attività di governo a essere risparmiati saranno gli Interni, gli Esteri, la Difesa e la Giustizia. Tutti gli altri dovranno cambiare. O addirittura sparire, almeno nelle forme come sono stati fino a oggi. A cominciare dalla Istruzione e dalla Sanità. "Lasciate che i soldi che noi mettiamo nel budget dell'Istruzione finiscano direttamente nelle tasche dei libici - ha detto -. Mettetelo nelle vostre tasche e istruite i vostri figli come preferite: la responsabilità sarà vostra". Decidere la fine della istruzione e della sanità nazionali per lasciarlo "alla responsabilità" dei genitori, anche se supportata dal denaro fresco del petrolio, è una scelta inedita che certo presenta dei rischi. I dispacci dell'agenzia Reuters e della Bbc dalla Libia riferiscono, compiaciuti, che il leader libico un tempo più propenso a opzioni socialiste o socialisteggianti, sembra ora preferire le privatizzazioni e il capitalismo. Ma notano anche che molti libici avvertono la sensazione netta di non aver beneficiato dei (colossali) proventi che vengono dal petrolio - la Libia è il terzo produttore africano dopo Angola e Nigeria - e neanche dai ricaschi interni dei grossi investimenti stranieri che stanno cadendo a pioggia sulla Libia specialmente dopo essere stata riammessa nella "comunità internazionale" (Berlusconi lo scorso fine settimana, il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice attesa a Tripoli alla fine di questa). Le privatizzazioni a cui fa riferimento Gheddafi potrebbero non essere quelle del neo-liberalismo che, negli ultimi 20-30 anni, ha suscitato tanti entusiasmi fra i neo-liberisti e tante devastazioni nei paesi che l'hanno sperimentato. Sembrano piuttosto un ritorno alle origini: quella democrazia diretta che è una delle ossessioni di Gheddafi fin dai tempi del Libro verde. Un ritorno alle origini e una ammissione. L'ammissione che la burocrazia e le corruzione, anche in Libia come altrove, rappresentano un problema e un ostacolo all'esercizio del buon governo e al soddisfacimento delle giuste aspirazioni dei cittadini. "Fino a quando i soldi saranno amministrati da un corpo di governo, ci saranno sempre ruberie e corruzione", ha detto Gheddafi a Bengasi. Le riforme radicali annunciate domenica dal colonnello richiamano da vicino il discorso di cui si era fatto interprete, negli ultimi anni, suo figlio Saf al-Islam. Che era indicato da alcuni come il suo possibile successore e invece giorni fa ha annunciato a sorpresa il suo ritiro "dalla politica attiva". Resta da capire se una democrazia "fai-da-te" riuscirà ad assolvere i compiti e risolvere i problemi a cui qualsiasi governo si trova di fronte, specialmente in un paese super-petrolifero e con un business in piena ebollizione. Ma questa è la sfida di Gheddafi. Una delle tante della sua lunga vita politica e probabilmente non l'ultima.

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La storia (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2008-09-02 - pag: 27 autore: La storia La prima versione Nel 2004 la Commissione europea presenta la proposta di direttiva sulla liberalizzazione dei servizi, curata e sostenuta da Frits Bolkenstein, responsabile per il Mercato interno nella Commissione Prodi. Uno dei principi cardineè quello in base a cui un prestatore di lavoro, quando opera in un altro Stato Ue, è sottoposto alla legge del Paese d'origine Proteste e modifiche La proposta suscita un'accesa discussione e anche manifestazioni di piazza. I timori sono quelli relativi al "dumping sociale", alle tutele lavorative e al calo delle retribuzioni. Il testo della direttiva approvato nel 2006, profondamente annacquato, cancella il principio del Paese d'origine e allunga la lista dei servizi esclusi Meno burocrazia Il 28 agosto, su proposta del ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, è stato approvato il disegno di legge comunitaria 2008, che include il recepimento della direttiva servizi. Il provvedimento, da attuare entro il 28 dicembre 2009,prevede tra l'altro l'istituzione di uno sportello unico per facilitare i lavoratori Ue che vogliono operare nel nostro Paese. Inoltre, dovranno essere eliminatii divieti totali relativi alle comunicazioni commerciali e le restrizioni relative alle attività multidisciplinari.

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)BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA d (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

FORLI' AGENDA pag. 9 )BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA d... POSTE Troppa burocrazia )BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA delle lettere mia madre ha trovato la fantomatica cartolina gialla di ricevuta di una raccomandata intestata a mio padre. Purtroppo mio padre è deceduto, e allora sono andato alle Poste ben conscio di entrare nel consueto labirinto regolamentare-burocratico, e così è stato. Tutto ciò è accaduto nonostante mi fossi informato in precedenza per telefono su come fare e nonostante, secondo le istruzioni dell'impiegata interpellata, mi fossi presentato allo sportello con 1) atto di morte di mio padre 2) Dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà per uso successione che dichiarava che ero uno degli eredi 3) Delega di mia madre e suo documento 4) Mio documento. Tutto è stato inutile. La solerte impiegata ha preso su il malloppo poi è andata coscienziosamente a sentire da qualche presunto superiore, tornando a riferirmi che la raccomandata non potevano consegnarmela perché c'era bisogno anche della firma della mamma e dei miei due fratelli (tutti gli eredi), che abitano fuori Forlì e che non scomodo di certo per una raccomandata di cui ignoriamo il contenuto, ma che potrebbe essere anche una banalissima comunicazione. So benissimo che l'ufficio stampa delle Poste risponderà con celerità a questa mia lettera, attaccandosi a cavilli e invocando qualche attorcigliato codicillo. E a loro dico questo: cari 'amici' delle Poste, la burocrazia vi ha paralizzato la mente, eppure basterebbe un minimo di raziocinio, un filo di buonsenso per risolvere i problemi, invece di trascorrere la vita a leggere il libro dei regolamenti e a dire sempre "no" a chi fa la fila mezz'ora. Lettera firmata )CENTRO STORICO Comprare le poste? Che barzelletta QUANDO ERO bambino, mio padre acquistava 'La domenica del Corriere' di cui ricordo con simpatia una pagina in particolare titolata 'Le cartoline del pubblico'. Era una sorta di lettere al direttore con barzellette che i lettori inviavano al giornale e le migliori, oltre ad essere pubblicate, venivamo premiate con mille lire. Già allora, avevo la mania di scrivere ai giornali e ricordo di aver inviato raccontini e barzellette alla Domenica, forse troppo seri, perché non sono mai stati pubblicati (evidentemente non facevano ridere nessuno!). Certo che se allora avessi avuto minimamente l'inventiva che oggi hanno alcuni nostri amministratori come "portare a Forlì il Festival dell'Unità in piazza Saffi per ravvivare il commercio; candidare Forlì quale sede delle Olimpiadi del 2020; trasformare lo storico palazzo delle Poste Italiane in una sorta di supermarket , perché la piazza e il centro storico devono vivere" sono certo che anziché le mille lire avrei vinto se non l'Oscar della risata, quantomeno il titolo di 'Re delle pagliacciate'. Vittorio Girolimetti )CACCIA A Forlimpopoli sparano a due passi dal centro IERI MATTINA, primo settembre, sono stata svegliata alle 7,10 da una sequela di spari tale che persino mio figlio dal suo lettino è corso nella mia camera per chiedermi cosa fossero quei botti. Un lettore ignaro potrebbe pensare che io abiti in una ridente zona di campagna, invece no! Risiedo in pieno centro a Forlimpopoli, a 400 metri in linea d'aria dalla Rocca. Io non sono un'accanita detrattrice della caccia, anzi penso che alcune forme di selezione mirata siano anche necessarie, ma trovo assurdo che i cacciatori si possano spingere in zone decisamente urbane, a poca distanza dalle case. In questo caso in particolare, si muovono nella zona adiacente il parco, quella in cui si sta costruendo a pieno ritmo, dove sono state piantati gli alberi dei bambini nuovi nati, quella che dovrebbe essere la parte 'naturalistica' del parco. A camminare lì, si incappa in almeno due appostamenti fissi di caccia, davvero desolanti con il loro contorno di bossoli usati di cartucce. Saranno anche rispettate le distanze minime dagli abitati, ma vi assicuro che io lì, in orario di caccia, adesso non andrò certo a passeggiare. Elena Severi )RIFIUTI Il porta a porta conviene L'esempio di Novara SU INVITO della ditta Novamont che produce il master B, una sorta di plastica biodegradabile (con cui si possono produrre anche i sacchetti per la raccolta dell'organico e che saranno obbligatori fra breve), nel recente mese di luglio il sottoscritto col collega di Cesena Severino Bazzani, il dottor Gregorio dell'ufficio Ambiente del Comune di Forlì e il dottor Casadio di Ato, hanno visitato la citta di Novara con lo scopo di esaminare la loro situazione nella raccolta rifiuti. Perché Novara? Novara ha 110.000 abitanti, quasi come Forlì, anche le condizioni socie economiche non dovrebbero differire più di tanto. Novara utilizza il sistema di raccolta porta a porta e la percentuale di differenziata è il 69%. La particolarità del porta a porta di Novara è che la raccolta avviene a a domicilio, nel senso che dove è possibile gli operatori prelevano il rifiuto direttamente dentro le aree cortilizie, e in alcuni casi anche abitazioni. Per poter svolgere tale operazione i cancelli sono dotati di una particolare serratura che in una determinata fascia oraria può aprirsi su comando degli operatori addetti alla nettezza urbana. Il sistema di raccolta è iniziato nel 2004, ma non è avvenuto in contemporanea su tutta la città, ma pezzo dopo pezzo fino ad essere esteso in tutto il territorio nel 2006. La partenza frazionata è stata scelta con lo scopo di impostare il territorio su cui modificare il sistema di raccolta. Per tutta la fase della trasformazione una squadra di 4-5 persone ha lavorato a tempo pieno nel settore che potremo definire come pubbliche relazioni col territorio. Complessivamente gli addetti per il servizio sono una settantina, l'unico sub-appalto operante è nella raccolta della carta. Il costo complessivo per il 2006 è stato di 13.766.000 euro (nel 2007 vi è stata una leggerissima contrazione) pari a 123 euro persona, a Forlì nel 2007 il coso era di 13.108.000 pari a 115 euro a persona. Elemento interessante su cui concentrare l'attenzione sono i trend di aumento a Novara: dal 2003 i costi assoluti sono diminuiti di 220.000 euro in termini assoluti, a Forlì vi è invece avuto un forte trend di aumento dei costi, con gli aumenti previsti nel 2008 saremmo ai livelli dei costi pro-capite di Novara, poi se prosegue in questo trend velocemente li distanzieremo. Dalla visita ho tratto le seguenti considerazioni: 1) E' smentita la tesi secondo cui il porta a porta è particolarmente adatto ai piccoli comuni, e assai difficile nelle medie e grandi città. 2) Non è sbagliata la richiesta del consiglio comunale di Forlì di iniziare il porta a porta in una parte del territorio, l'errore è stato disattendere la richiesta. 3) Sorgono perplessità (espressione diplomatica) sui conteggi che portano ad affermare che la raccolta porta a porta sia più onerosa di quella a cassonetti, visto che a Novara i costi si sono ridotti e non penso nemmeno lontanamente che gli amministratori di quella città sappiano fare miracoli. Palmiro Capacci Assessore comunale all'ambiente Image: 20080902/foto/4125.jpg.

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Un quartiere a corto di posta e la rivolta contro tasse e balzelli (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Lettere - data: 2008-09-02 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Caro amico ti scrivo di Goffredo Buccini Un quartiere a corto di posta e la rivolta contro tasse e balzelli Egregio Buccini, le pongo la domanda a nome e per conto dei cittadini di questo Paese, dove in alcuni settori essenziali lo Stato e le proprie amministrazioni non sono più in grado di fornire servizi. Le pongo, come vedrà, un caso specifico: la cittadinanza di un intero quartiere di Roma Nord (cap 00123) non ha ricevuto più la corrispondenza per svariati mesi. Non un cittadino, non due, non dieci. Parlo di migliaia di cittadini, e non di qualche lettera, ma di migliaia di lettere. Vi immaginate le storie che le Poste hanno tirato in ballo (personale che manca, la macchina che smista sta a Fiumicino, postini nuovi che non sanno le strade...). Fin qui pazienza, ma se al mancato arrivo della corrispondenza si aggiungono inefficienza e burocrazia il danno è fatto. Un esempio: la società di fornitura di energia elettrica quale l'Acea Electrabel pretende la presentazione della bolletta per il pagamento (vai a faglielo capire che non arrivano). Visto che i distacchi delle forniture arrivano poi puntualmente, possiamo aspettare anche il distacco dalle tasse da pagare? Augusto Rossi Caro Augusto, purtroppo no. Capisco perfettamente la sua rabbia e la sua frustrazione. Le scene che lei mi descrive sono quelle di una città e di un Paese che sta smarrendo il suo tessuto connettivo di relazioni, affidabilità, rapporti di causa-effetto, e che si avvia ad un autunno tutt'altro che facile. Roma, coi suoi disservizi, non farà eccezione, anzi. E tuttavia non pagare le tasse mi sembrerebbe l'ultima spinta verso l'anarchia, ciò di cui non abbiamo bisogno. Faccia sentire la sua voce. Faccia causa, se serve. Non smetta di credere in una via razionale per far valere i suoi sacrosanti diritti. gbuccini@rcs.it.

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LE EMERGENZE DEL TERRITORIO (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Siena)" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 2 LE EMERGENZE DEL TERRITORIO di ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre. Aumentano i costi delle materie prime e dei carburanti, così come quelli dei dei concimi e delle sementi. E la domanda rallenta. Non è un panorama confortante quello del settore primario, anche a Siena. Come ammette lo stesso assessore provinciale Claudio Galletti, sottolineando il fatto che "la stagnazione che colpisce il mercato non risparmia il comparto. L'aumento inferiore dei prezzi al produttore rispetto a quelli dell'offerta ? osserva ? crea squilibri economici e problemi di bilancio". COSÌ, VUOI per le difficoltà, vuoi per l'insuffiente turn over generazionale, diminuiscono le imprese agricole, che sono scese a 8272 rispetto alle 8341 dell'anno precedente. "L'agricoltura ? afferma Galletti ? , resta uno dei nostri settori ma i problemi non mancano. "Non è un momento brillante per la vitivinicoltura. Eppoi i cereali, in fase di assestamento con i prezzi che, dopo l'impennata dello scorso anno, stanno diminuendo. La zootecnia ha problemi; gli ovini scontano la diminuzione del prezzo del latte: abbiamo tanti allevamenti e i fenomeni finiscono per ripercuotersi sul generale scenario". Pesa anche la concorrenza estera? "Per i prodotti di qualità ? assicura l'assessore ? come vino e olio, restiamo, comunque, al top. E fanno ben sperare le positive previsioni per le prossime campagne di raccolta che per vite e olivo anticipano un anno positivo per quantità e qualità". Una quadro che trova riscontro anche da parte delle associazioni di categoria. "I cereali ? dice Alessandro Cinughi de Pazzi presidente dell'Unione provinciale agricoltura ? stanno attraversando un momento particolare: dopo il boom del prezzo dello scorso anno, i valori stanno diminuendo. Queste produzioni se non in valore, in quantità hanno il primato provinciale. Occupano la maggiore estensione delle superfici coltivate e sono essenziali per la tutela del paesaggio. Oggi, però, niente esclude che con il rallentamento dei prezzi, possano diminuire le superfici coltivate". Tensioni sul fronte del lavoro e dell'occupazione? "Fortunatamente il reperimento della manodopera non è uno dei maggiori problemi ? aggiunge Alessandro Cinughi de Pazzi? . E' stato recentemente rinnovato l'accordo del settore. Piuttosto abbiamo difficoltà a reperire manodopera specializzata per gestire la tecnologia che sempre più guida il lavoro dei campi". Parla con i numeri Fausto Ligas presidente Coldiretti provinciale. "Gli incrementi dei prezzi dei carburanti e materie prime hanno raggiunto il 50 per cento mentre quelli di vendita diminuiscono; oggi le quotazioni del grano duro sono scese da 45 a 30 euro: valori che non bastano ai nostri agricoltori a coprire le spese. E tutto questo mentre sappiamo che i valori al dettaglio di pasta, pane, altro, aumentano. Per incentivare il consumatore stiamo portando avanti il progetto dei farmer market, degli acquisti in fattoria. Ma i grandi problemi sono sorattutto quelli delle istituzioni e della burocrazia. Abbiamo presentato un petizione di 25mila firme di coltivatori e di consumatori alla Regione con la richiesta di misure a sostegno del mercato. Ad oltre un anno, non sappiamo che fine abbia fatto".

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Di ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre. Aumentano i costi delle mater (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Siena)" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 3 di ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre. Aumentano i costi delle mater... di ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre. Aumentano i costi delle materie prime e dei carburanti, così come quelli dei dei concimi e delle sementi. E la domanda rallenta. Non è un panorama confortante quello del settore primario, anche a Siena. Come ammette lo stesso assessore provinciale Claudio Galletti, sottolineando il fatto che "la stagnazione che colpisce il mercato non risparmia il comparto. L'aumento inferiore dei prezzi al produttore rispetto a quelli dell'offerta ? osserva ? crea squilibri economici e problemi di bilancio". COSÌ, VUOI per le difficoltà, vuoi per l'insuffiente turn over generazionale, diminuiscono le imprese agricole, che sono scese a 8272 rispetto alle 8341 dell'anno precedente. "L'agricoltura ? afferma Galletti ? , resta uno dei nostri settori ma i problemi non mancano. "Non è un momento brillante per la vitivinicoltura. Eppoi i cereali, in fase di assestamento con i prezzi che, dopo l'impennata dello scorso anno, stanno diminuendo. La zootecnia ha problemi; gli ovini scontano la diminuzione del prezzo del latte: abbiamo tanti allevamenti e i fenomeni finiscono per ripercuotersi sul generale scenario". Pesa anche la concorrenza estera? "Per i prodotti di qualità ? assicura l'assessore ? come vino e olio, restiamo, comunque, al top. E fanno ben sperare le positive previsioni per le prossime campagne di raccolta che per vite e olivo anticipano un anno positivo per quantità e qualità". Una quadro che trova riscontro anche da parte delle associazioni di categoria. "I cereali ? dice Alessandro Cinughi de Pazzi presidente dell'Unione provinciale agricoltura ? stanno attraversando un momento particolare: dopo il boom del prezzo dello scorso anno, i valori stanno diminuendo. Queste produzioni se non in valore, in quantità hanno il primato provinciale. Occupano la maggiore estensione delle superfici coltivate e sono essenziali per la tutela del paesaggio. Oggi, però, niente esclude che con il rallentamento dei prezzi, possano diminuire le superfici coltivate". Tensioni sul fronte del lavoro e dell'occupazione? "Fortunatamente il reperimento della manodopera non è uno dei maggiori problemi ? aggiunge Alessandro Cinughi de Pazzi? . E' stato recentemente rinnovato l'accordo del settore. Piuttosto abbiamo difficoltà a reperire manodopera specializzata per gestire la tecnologia che sempre più guida il lavoro dei campi". Parla con i numeri Fausto Ligas presidente Coldiretti provinciale. "Gli incrementi dei prezzi dei carburanti e materie prime hanno raggiunto il 50 per cento mentre quelli di vendita diminuiscono; oggi le quotazioni del grano duro sono scese da 45 a 30 euro: valori che non bastano ai nostri agricoltori a coprire le spese. E tutto questo mentre sappiamo che i valori al dettaglio di pasta, pane, altro, aumentano. Per incentivare il consumatore stiamo portando avanti il progetto dei farmer market, degli acquisti in fattoria. Ma i grandi problemi sono sorattutto quelli delle istituzioni e della burocrazia. Abbiamo presentato un petizione di 25mila firme di coltivatori e di consumatori alla Regione con la richiesta di misure a sostegno del mercato. Ad oltre un anno, non sappiamo che fine abbia fatto".

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PERUGIA IL CONSIGLIERE provinciale del Pd Fiorello Primi si inse (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACHE pag. 16 ? PERUGIA ? IL CONSIGLIERE provinciale del Pd Fiorello Primi si inse... ? PERUGIA ? IL CONSIGLIERE provinciale del Pd Fiorello Primi si inserisce nel dibattito sul Lago Trasimeno: "La prima cosa da dire è che il Trasimeno, nonostante la evidente carenza di acqua, mantiene una buona qualità dell'acqua certificata dalle analisi di Goletta Verde e da quelle più continue e costanti dell'Arpa. Questo dato dovrebbe quanto meno far pensare ai criticissimi che qualche cosa di buono sarà pur stato fatto per evitare forme evidenti di inquinamento che si riscontrano invece, purtroppo, in altri luoghi dove di acqua ce n'è in grande quantità. Ricordo che tutti i Comuni sono dotati di depuratori, alcuni dei quali anche di livello tecnologico molto avanzato e che sono poche le situazioni a rischio di sversamento da risolvere definitivamente. E' evidente che per realizzare depuratori e collettori sono stati investiti diversi milioni di euro. Molti milioni di euro (17 se non ricordo male) sono stati spesi per evitare l'attingimento di acqua dal lago per uso idropotabile e per collegare, prima Passignano, poi Castiglione del Lago, Panicale e Paciano al sistema idrico regionale. Soldi sono stati investiti per realizzare un'importante opera sul canale Anguillara per limitare l'apporto di materiale solido al lago e per garantire l'officiosità idraulica dei principali fossi. Negli ultimi anni sono stati investiti milioni di euro, messi a disposizione da Regione e soprattutto Provincia, per garantire un livello accettabile di mantenimento delle spiagge più importanti e per permettere la navigazione pubblica e da diporto. Sono anche state realizzate opere infrastrutturali e manutenzioni straordinarie. E' evidente che occorre far arrivare più acqua di quella che può piovere sul ridotto bacino idrografico del lago. Quindi la priorità è l'adduzione da Montedoglio e poi dalla diga del Chiascio. Nel frattempo occorre che tutti gli interventi di manutenzione dei fossi e dei canali, delle sponde e del canneto siano garantiti costantemente anno per anno e per tutto l'anno". E ancora: "Poi c'è la burocrazia: troppi enti hanno competenza sul lago e sul suo bacino. Sarebbe opportuno fare una scelta definitiva assegnando a un unico ente responsabilità, competenze e risorse da gestire all'interno di un piano di almeno dieci anni che faccia della salvaguardia della materia prima, che è l'acqua in termini quantitativi e qualitativi, la sua missione. Si tratta infatti di fare in modo che ci sia una autorità, non un nuovo ente, che si occupi di esso 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno e per i prossimi dieci anni per trovare soluzioni a problemi che non sono mai stati banali e che attengono a un sistema vivente non banale. Il Consiglio provinciale di Perugia ha licenziato nel 2007 un Piano strategico di sviluppo sostenibile dell'Area del Trasimeno: forse sarebbe il caso di ripartire da questo per definire un piano operativo con la speranza che il governo Berlusconi metta a disposizione i finanziamenti necessari".

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PERUGIA - Il ritorno dalle ferie rovinato dalle bollette. E non soltanto perché le scad (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di LUCA BENEDETTI PERUGIA - Il ritorno dalle ferie rovinato dalle bollette. E non soltanto perché le scadenze si infilano (dall'acqua al gas fino ai rifiuti attesi per la fine del mese), ma perché la burocrazia ci mette lo zampino. Così migliaia di utenti si trovano a saltare sulla sedia quando leggono le fatture e controllano i conti. Stavolta nel mirino finiscono le bollette di acqua e gas in cui si nascondono insidie che fanno lievitare i costi. Quelle dell'EnelGas fanno paura soprattutto a Perugia e dintorni dove la società di gestione ha recapitato fatture che raccontano i conti di cinque mesi invece dei tradizionali due. Un intoppo burocratico che per tanti utenti, pensionati in testa, diventa un colpo difficile da assorbire. Le bollette trappola raccolgono le fatturazioni dei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio e c'è anche chi è arrivato a dover pagare importi record. Una coppia di pensionati che abita in una frazione perugina, si è vista recapitare una bolletta di quasi milleduecento euro con scadenza 6 settembre, cioè sabato prossimo. C'è chi contesta le fatture multiple e chi un aumento super rispetto a un consumi, nel corso dell'anno, quasi standard di metri cubi. La risposta ai dubbi degli utenti, arriva da un'indagine di Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori che spiegano come per una famiglia gli aumenti del conto energia per il periodo 2007-2008 si attestino sui 680 euro. In particolare secondo le associazioni dei consumatori, che contestano i vantaggi dell'extra gettito per le casse dello Stato, il riscaldamento domestico è costato 180 euro in più e 250 euro in più è il peso sui bilanci familiari del caro luce. Ma non c'è soltanto il gas a tenere col fiato sospeso utenti e famiglie. Un'altra trappola nascosta nelle bollette la denuncia Federconsumatori regionale a cui si è rivolto il titolare di una fornitura di acqua gestita dalle Valle Umbra servizi nel comprensorio di Foligno e Spoleto. Continua a pagina 35.

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Cose di Tele (sezione: Burocrazia)

( da "Stampaweb, La" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Chi ha paura di "'O professore", lo sceneggiato di Maurizio Zaccaro con Sergio Castellitto e Luisa Ranieri, dal libro di Paola Tavella "Gli ultimi della classe"? Da tempo in attesa di programmazione, è andato in onda alla chetichella, lontano dalle competizioni ma anche dal cuore della stagione, mentre i ragazzi a scuola non ci vanno ancora. Che strana scelta. Sarà per non contrastare la virata dei voti, dai grembiuli, così diversa dall'impostazione della fiction? Però questa è recente, mentre il film tv è pronto, e quindi fermo, da quasi due anni. Castellitto stesso aveva pregato Massimo Donelli, direttore di Canale 5, di maneggiarlo con riguardo. Come un oggetto prezioso, ma scomodo e fragile. Come se gli spettatori della tv non fossero pronti per questa storia i cui protagonisti ragazzini ricordano troppo quelli di "Gomorra". Sono veri, verissimi. E dunque, dopo tanta attesa, la sordina. "'O professore", sceneggiatori Rulli e Petraglia, si svolge in un istituto di Napoli, ambientazione di inquietante attualità. La Ranieri (che non è bella-e-basta, viso espressivo e qualche ruga intorno agli occhi portata con stile) e Castellitto, insegnanti, lavorano al recupero degli studenti che abbandonano. Si spendono, combattono contro la camorra, contro la burocrazia, contro la paura. Sapete, quel bell'impegno civile, quella sorta di laica santità, umanissima. Il racconto ti dà l'idea che non sarà il 5 in condotta a fermare le mani dei delinquenti sulla scuola. Bravissimi, commoventi, emozionanti, i ragazzini che recitano. commenti (0) scrivi.

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Giustizia, prove di dialogo. Alfano: "Chiedo lo spirito della Bicamerale" (sezione: Burocrazia)

( da "TGCom" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giustizia, prime prove di dialogo Botta e risposta Alfano-Violante Separazione delle carriere tra giudice e pm, corte disciplinare per i magistrati, riforma del Csm, revisione della procedura penale e del processo civile, superamento del principio di obbligatorietà dell'azione penale e infine anche un nuovo sistema carcerario. E' il ministro della giustizia Angelino Alfano a illustrare i punti principali della "grande riforma d'autunno della giustizia italiana". "Adesso è arrivato il momento di mettere tutto in pratica e segnare un solco profondo tra noi e un passato fatto di lentezze processuali, inefficienze e dunque ingiustizie". A spiegarlo è il Guardasigilli in un'intervista a "Il Foglio". Il ministro assicura però prima di tutto che la "riforma si farà con il dialogo con le opposizioni". Ottenuto il placet sulla bozza della riforma da Silvio Berlusconi, Angelino Alfano non ha perso tempo. Ieri sera è salito al Quirinale. Durante l'incontro al Colle, durato circa cinquanta minuti, il ministro ha illustrato a grandi linee i punti principali della riforma. La riforma del Popolo della Libertà "La riforma della giustizia segnerà la linea di demarcazione tra riformatori e riformisti, tra coloro i quali vogliono lasciare le cose come sono e chi vuole cambiare", ha spiegato Alfano. "I tempi del processo sono inaccettabili e le carceri non funzionano". Il Guardasigilli però non avrà vita facile. Proprio lui, che si era presentato all'Associazione Nazionale Magistrati con il motto "il mio programma è il vostro programma", da Giuseppe Cascini (segretario dell'Anm) è stato tacciato di "fascimo" per le idee sulla riforma della giustizia. Gli ha fatto eco Luca Palamara (presidente Anm), il quale ha spiegato che l'abolizione dell'obbligatorietà "sarebbe un incentivo a delinquere". Alfano però tranquillizza tutti, promette di regalare a Cascini e Palamara il libro "di Alessandro Pizzorno dal titolo Il potere dei giudici, stato democratico e controllo della virtù" e aspetta il Pd al varco. "Veltroni dovrà scegliere una volta per tutte se davvero vorrà imboccare la via delle riforme. Dobbiamo ritornare allo spirito della Bicamerale (all'epoca presieduta da Massimo D'Alema, n.d.r.)". Per migliorare la giustizia, Angelino Alfano propone così una terza via, "quella né dei giustizialisti né quella dei teorici del farla franca". Recita un mea culpa sull'indulto: "un errore da non ripetere, perché i detenuti sono usciti senza che vi fosse stata un'operazione di recupero". L'apertura di Luciano Violante "La politica consiste nel dialogo: altrimenti c'è lo scontro permanente e pregiudiziale di tutti contro tutti e la conseguente inerzia. Va sostenuto lo sforzo di Walter Veltroni per costruire un rapporto non di debolezza ma di lungimiranza". Le parole sono di Luciano Violante, in un'intervista rilasciata a "Il Giornale". Sollecitato sulla prossima riforma della giustizia, l'ex giudice parla a tutto campo. Dalle intercettazioni, "non capisco come la magistratura arrivi a catturare Provenzano e non riesca a capire quale pubblico ufficiale diffonde le sbobinature ai giornalisti", alla riforma del Csm, "necessaria, se è vero che anche il giudice Falcone non venne nominato consigliere perché fuori della burocrazia delle correnti". Per Violante allora il Csm andrebbe "eletto per un terzo dai magistrati, per un terzo dal Parlamento e per un terzo dal Presidente della Repubblica tra personalità di particolare rilievo". Se Violante concede un'apertura di credito al governo per discutere della bozza sulla giustizia, si dice "contrario alla separazione delle carriere: quanti pm chiedono di passare a fare il giudice? Pochissimi. Invece è necessaria la distinzione tra ruolo della polizia e del pm in un'indagine, perché da anni il ruolo della polizia è schiacciato da quello dei magistrati". Dialogo e futuro Se dunque per il Pd è importante avviare il dialogo sulla riforma della giustizia, per il Guardasigilli Alfano è un momento ancora più alto: "questa riforma sarà uno degli interventi attraverso cui la storia giudicherà l'esperienza politica di Silvio Berlusconi". Benvenuti al tavolo con la Storia. Mirko Nuzzolo Invia ad un amico.

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A Napoli la nostra Scuola d'impresa (sezione: Burocrazia)

( da "Denaro, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Campania Il meeting di comunione e liberazione A Napoli la nostra Scuola d'impresa Intervista con Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz, 51 anni, di origini tedesche, ex giornalista, ex vice presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, partecipa al Meeting di Cl a Rimini nella nuova e impegnativa veste di presidente della Compagnia delle Opere (Cdo). Al microfono di Denarotv affida una notizia: "Insieme con la Fondazione per la Sussidiarietà dice abbiamo costituito una scuola d'impresa e abbiamo deciso di stabilirne la sede a Napoli". alfonso ruffo Presidente Scholtz, in una precedente intervista al Denaro affermò come la Cdo più che un'associazione d'imprese sia un'associazione d'imprenditori. Un'anticipazione del tema del Meeting "O protagonista o nessuno?" Certamente. A noi della Cdo interessa la persona. Ed è dalla concezione che la persona ha di sé e del mondo che deriverà il suo modo di fare impresa. Come dice il nostro nome, cerchiamo di muoverci in una amicizia operativa. Per chi la pensa a questo modo, non è frustrante vivere e lavorare in un Paese dove lo sport nazionale è parlare piuttosto che fare? Ho incontrato in Italia tantissimi imprenditori molto motivati, che nonostante le mille difficoltà peso fiscale, carenza d'infrastrutture, una certa burocrazia sono impegnati e creativi. Parlano i dati: ci sono aziende che trascinano l'export in modo impressionante. In Italia si parla tanto ma si lavora anche molto. Non sarebbe sbagliato, tuttavia, preparare l'avvento di un sistema più efficiente. Qual è il contributo della Cdo? La prima cosa è creare un sistema sussidiario. Dare più spazio, cioè, all'imprenditore e a qualunque iniziativa nasca dal basso: dai privati, dai corpi intermedi, dalle associazioni. Un riconoscimento di valore? Proprio così, mobilitando la risorsa più importante che è la responsabilità personale. In questo la Cdo s'impegna a fondo: vogliamo che sia vissuto un connubio reale tra libertà e responsabilità a qualsiasi livello. E' pronta questa Italia alle conseguenze del federalismo e di quello fiscale in particolare? Non si tratta più di stabilire se siamo pronti o meno: questo è il tempo di agire. Il federalismo fiscale consentirà l'assunzione di responsabilità dei corpi intermedi e di tutte le strutture, pubbliche e private. Una specie di formula magica? Naturalmente no. Per funzionare il federalismo deve basarsi sul principio di sussidiarietà senza riprodurre a livello locale lo statalismo oggi sperimentato dalla nazione. A qualunque livello si deve attribuire valore al protagonismo del singolo e delle organizzazioni di cui si dota. Potrà mai Napoli tornare ad essere protagonista in positivo? Senza dubbio, sì. Non sarà a breve, ma nel medio periodo Napoli tornerà ad essere quello che è sempre stata: una delle città più affascinanti ed anche economicamente più avanzate d'Europa. Bisogna crederci. Il Meeting insegna che si può essere protagonisti nonostante i contesti sfavorevoli. Ed io sono entusiasta dei napoletani che ho conosciuto. Buoni auspici a parte, quale sarà il ruolo della Cdo nella ripresa di coscienza di Napoli? Sarò molto pratico. Assieme alla Fondazione per la Sussidiarietà abbiamo creato una scuola d'impresa e abbiamo deciso di stabilire la sede centrale a Napoli. Quale contributo porterà? Alle persone del meridione non bisogna insegnare niente in fatto di imprenditorialità e creatività. Ma possiamo fornire suggerimenti rispetto al metodo, all'organizzazione. Se riusciremo a far sposare la creatività esistente con un certo metodo la ripresa sarà inarrestabile. del 02-09-2008 num.

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Meno burocrazia Servizi sul web (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Meno burocrazia Servizi sul web POTENZA PICENA - Lunedì prossimo all'auditorium "Scarfiotti" e a partire dalle ore 21,15, verranno presentati i nuovi servizi per i cittadini disponibili nel sito comunale www.comune. potenza-picena.mc.it. All'incontro interverranno il sindaco Sergio Paolucci, il consigliere comunale con delega all'informatizzazione Claudio Margaritini, l'amministratore della società Task Luca Cerquetella e quello della società Italsoft Alessandro Marilungo. I nuovi servizi apportati al sito web del Comune sono stati pensati a vantaggio dei cittadini all'insegna dello snellimento burocratico. "Servizi dell'ente" è la denominazione della sezione che è stata completamente rinnovata e che è stata arricchita di contenuti, di utilità e servizi.

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"Acquasanta, servono i fatti" (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

"Due i temi caldila questione termalee la presenza-assenzadel Parco della Laga nelle decisioni che contano" "I vertici del Pd invitano la Capriotti ad attenersi alle linee del partito, ma quali sono?" "Acquasanta, servono i fatti" Parlamenti chiede chiarezza dopo le dimissioni di Fioravanti ACQUASANTA TERME - "Le dimissioni del Vice-sindaco di Acquasanta Terme, Fioravanti, occupano da qualche giorno le colonne dei giornali sino a provocare l'intervento del coordinatore Pd Albanesi che invita il Sindaco Capriotti ad attenersi alla linea del partito. Ma in molti si chiedono nella cittadina termale: quale sia la linea del Partito Democratico sui problemi del territorio e della sua gente" . Lo scrive in una nota l'ex primo cittadino Giuseppe Parlamenti che affronta il problema da esperto delle cose del Comune. "Poco o nulla - continua nella sua riflessione Parlamenti - interessa ai cittadini delle dispute personali tra i quattro interlocutori, comprendendo nel numero il convitato di pietra, il consigliere provinciale Lucio Ventura". "Neppure coloro che da sempre fanno politica e rimangono attenti osservatori della vita sociale in Acquasanta Terme sanno che cosa ne pensa ufficialmente il Partito democratico - continua - solo per fare due esempi, sulla questione termale, sulla presenza/assenza del Parco della Laga (presenza della burocrazia vincolistica ed assenza di qualsiasi intervento costruttivo). Non vorremmo rivangare il passato ma tutti ricordano che l'attuale coordinatore PD salì sull'Aventino quando la pubblica assemblea in maniera plebiscitaria designò Barbara Capriotti candidato sindaco, bocciando il "Progetto" di Albanesi per candidare Ventura. Il famoso "progetto" era solo una cartellina vuota di cui si conosceva solo il titolo. Albanesi si materializza dopo più di un anno candidandosi nelle Primarie del Partito democratico, appoggiato dal solito Ventura e da una eterogenea base elettorale proveniente in parte anche dalla destra. Voti e persone che, alla prova dei fatti, nelle politiche del 2008 sono tornate da dove provenivano, ossia nel Partito delle libertà. Non è servito neppure il ramoscello d'Ulivo (una mozione d'impegno e di proposte) che tanti ex Ds (compresa Barbara Capriotti) hanno offerto ad Albanesi e Ventura, convinti sempre di più che linea politica che solo loro conoscono, sia la sola praticabile. In assenza di iniziative politiche, assemblee pubbliche dalle primarie, con solo riunioni del Direttivo litigiose e rivolte al passato, il popolo della sinistra (e non solo quello) è disorientato; invece della discussione sui grandi problemi, ad Acquasanta Terme tiene banco la discussione sulla posizione del mercato domenicale". "Non è certamente questo il Pd che molti vogliono costruire: non lotte di potere e individualismi, ma servizio sociale, ascolto dei problemi della gente che lavora, dei più deboli ed emarginati e proposte concrete di soluzioni, raccordo tra la gli amministratori e gli amministrati. Per ultimo visto che quando muore un papa se ne fa subito un altro - conclude Giuseppe Parlamenti - i politici dovrebbero imparare ad essere semplici frati anche dopo essere stati Priori del Convento".

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E l'Europa corre (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

ANCONA - La fotografia delle infrastrutture che emerge dalle elaborazioni sulla base dell'ultimo Atlante dell'Istat denuncia le carenze italiane che emergono prepotenti dal confronto con i principali partner europei: negli ultimi 15 anni l'Italia ha costruito 349 chilometri di autostrade e 356 chilometri di rotaie ad alta velocità. Niente in confronto ai 6.739 chilometri contruiti dalla Spagna , ai 3.977 della Francia e ai 1509 chilometri di fettuccia d'asfalto della Germania, che su questo terreno mantiene stretto il primato europeo sui dati assoluti. Per far andare avanti i treni ad alta velocità la Spagna, inoltre, dal 1990 a oggi ha posato 1.522 chilometri di binari, ben cinque volte quelli italiani. Oltre le cifre che schiacciano, spesso c'è la burocrazia che soffoca: le procedure per le autorizzazioni sono ridondanti e producono tempi lunghissimi. Le strutture pubbliche chiamate a pronunciarsi sui progetti sono spesso inefficienti. C'è poi la questione delle risorse pubbliche con l'alibi ricorrente del capitale privato, ma non c'è ferrovia o metropolitana che possa essere realizzata con denaro privato.

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CORRADO CASTIGLIONE È LUNGO IL CAHIER DES DOLEANCES DEI COMMERCIANTI. ED è FORTE IL PRE (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

CORRADO CASTIGLIONE È lungo il cahier des doleances dei commercianti. Ed è forte il pressing delle associazioni produttive perché l'amministrzione comunale dia spazio alla volontà delle imprese di collaborare, piuttosto che rispondere con un arroccamento che non porta frutto. C'è bisogno di "un colpo di reni", afferma Maurizio Maddaloni (nella foto), vicepresidente nazionale di Ascom-Confcommercio. "Viviamo una fase sempre più involuta. Regna sovrana la rassegnazione, ma noi siamo pronti ad investire". E spiega: "Ritengo che per molto tempo a Napoli ci si è baloccati in dissertazioni auliche e avventurose su quello che bisognava fare. Invece questo è il momento in cui dobbiamo essere operativi, mettere al centro pochi grandi temi e lavorarci tutti insieme, politica, forze economiche e sociali". Nello specifico Maddaloni suggerisce: "Sono tre a mio avviso le priorità: Centro storico, Bagnoli, Napoli Est. Si tratta di tre incompiute, laddove registriamo un ritardo storico, soprattutto se si considera la perdita delle eccellenze direzionali che abbiamo avuto in città". E suggerisce: "Da qualche tempo in Confcommercio stiamo lavorando a progetti finanziabili con i fondi europei per dei centri naturali commerciali in città: piccoli consorzi di imprese che di quartiere in quartiere potrebbero garantire sviluppo, arredo urbano, sicurezza. Noi siamo pronti". Dal canto suo, Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti, chiede a Palazzo San Giacomo un salto di qualità: "Si tratta di una questione culturale. Noi dovremmo competere con le altre metropoli: Londra, Barcellona, Madrid. Grandi città dove non si ragiona come qui, sull'immediato e sull'emergenza quotidiana, ma su programmazioni a medio e lungo termine. Ecco, il Comune di Napoli può e deve fare molto di più, si deve dare uno scossone, progettando la città del futuro di qui a vent'anni. Rispetto a questi problemi noi stiamo rimanendo troppo indietro. E la città perde via via sempre più spazi, spaventosamente, sui mercati internazionali: sia per il profilo economico che per quello turistico". Qualche esempio? "Per ogni rifacimento di strada noi impieghiamo tantissimo tempo e alla fine siamo anche soddisfatti: altrove non è così. Alla stessa maniera: altrove esistono fogne autopulenti, e qui siamo all'età della pietra". Stessa musica da Gaetano Cola, presidente della Camera di Commercio: "L'obiettivo numero 1? L'amministrazione comunale deve sconfiggere le lungaggini della burocrazia: perché è vero che si sta facendo tanto per la viabilità, ma i cantieri sono troppi, dai tempi infiniti e certo non offrono un bell'impatto. Così come per i grandi progetti di Bagnoli e Napoli Est: sì, è vero, si va avanti, ma con quanto ritardo...".

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In Valbelluna la nuova Inghilterra (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Da quarant'anni una famgilia inglese trascorre le vacanze a Casteldardo di Trichiana, una mostra al Castello di Zumelle In Valbelluna la nuova Inghilterra Nell'antico mulino dei Cis il soggiorno felice lontano dallo stress della vita londinese Da ben 40 anni sono innamorati della Valbelluna, ogni annotrascorrono un mese di vacanza sulle rive del torrente Ardo,in un oasi di verde unica, in località Casteldardo di Trichiana.E' la famiglia inglese dei Roberts, che vive a Londra e che siamo andati a trovare per farci raccontare la loro storia. Penny laureata in Belle-Arti e l'architetto Nigel si sono sposati nel 1964 a Bristol. Dal matrimonio sono nati Sasha (1966) e David (1969). Nei primi anni Penny lavora a Palermo in una famiglia che ha radici a Villabruna di Feltre. Tramite questa conoscenza i due coniugi prendono inaffitto la vecchia latteria di Fumach, una frazione di San Gregorio nelle Alpi, e lì vi trascorrono le vacanze ogni anno fino al 1985. Sasha, che era in campeggio su queste zone, tramite un'agenzia immobiliare, vede che è in vendita il fabbricato dettoil Molin dei Cis, sulla rive dell'Ardo a Casteldardo, dove un tempo si macinava il granoturco.La famiglia si innamora del posto e nel 1986 acquista il fabbricato: una parte viene ristrutturata per trascorrervi le vacanze. "Ci siamo innamorati della Valbelluna - raccontaPenny - e per noi che lavoriamo undici mesi all'anno a Londra ci voleva un posto come questo, anche se all'inizio mancava l'acqua, luce, riscaldamento".Il figlio David è vissuto qui con la moglie per cinque anni. Nigel, il padre, ha scritto anche un libro sulla storia partigiana e la Valbelluna. È una famiglia felice fino a due anni fa, quando Sasha perde la vita in un incidente stradale su di un'autostrada inglese e il figlio Lio, di quattro anni, rimane gravemente ferito, al punto che ancora oggi è in fase di recupero. Sasha era laureata in letteratura, libera dottoressa all'universita di Sussex nel 1991, dove aveva incontrato suo marito Martin Spinelli, un americano di origini trevigiane, professore all'Università di Kent, Canterbury. Il figlio Lio era la gioia di vita di Sasha e Martin. Per ricordare Sasha, è stata istituita una borsa di studio all'Università di Kent per laureati che effettuano il dottorato di ricerca. Penny, dopo la perdita della figlia, non è più riuscita né a disegnare né a dipingere per il dolore che ha colpito la famiglia.Il bisogno di esprimersi attraverso la natura e di trarvi consolazione l'ha portata a creare delle opere d'arte che simboleggiano il passaggio della luna, sfere fatte con il legno di salice intrecciato che si chiamano "luna lachrime". Dal 10 al 24 agosto, al Castello di Zumelle, si è tenuta una mostra che la mamma Penny ha voluto dedicare alla figlia, con quadri e opere della Valbelluna."Qui a Casteldardo troviamo consolazione, tranquillità e sentiamo più vicina nostra figlia - spiegano Pennye e Nigel - perché lei amava questo posto e le Dolomiti". Adesso Martin ha lasciato il lavoro per seguire il figlio Lio, che attualmente ha 6 anni."Mio genero è un uomo stupendo - assicura Penny - adesso sta scrivendo un libro su suo figlio". Ma perché vi piacciono tanto l'Italia e la Valbelluna? "In Italia il cibo è squisito - risponde Martin - il clima è ottimo e la vita sociale piacevole. Direi che gli italiani sono un popolo affascinante. Di contro siete un paese che ha troppa burocrazia, a differenza dell'Inghilterra. Io e Sasha prima dell'incidente avevamo pensato di venire ad abitare e lavorare qui". E della famiglia reale inglese che cosa dite? "Diciamo che ci interessa relativamente poco. Noi, quando possiamo, veniamo qui sulle rive dell'Ardo: è la cosa più bella al mondo e ci siamo innamorati diquesto stupendo posto".Mario Battiston.

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Confindustria Sicilia contro il pizzo Espulsi 10 imprenditori, 30 sospesi (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica.it" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

PALERMO - Continua la lotta della Confindustria siciliana a mafia e pizzo. In una conferenza stampa il presidente Lo Bello ha diffuso i primi risultati del Codice Etico emanato lo scorso anno: 51 provvedimenti avviati contro altrettanti imprenditori, di cui 10 espulsioni, 30 richieste di sospensione (che anticipano l'espulsione) e 10 allontanamenti volontari. Ma c'è spazio anche per note positive, come i 64 industriali che stanno collaborando con la magistratura. Il Codice. I provvedimenti decisi dall'associazione sono il risultato di una forte campagna contro il racket avviata lo scorso anno. In seguito alle intimidazioni subite da Andrea Vecchio e dal presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta Marco Venturi, gli industriali decisero l'emanazione di un "Codice Etico" che prevedeva l'espulsione di quei membri che pagavano il pizzo senza aver chiesto il supporto delle forze dell'ordine. Il Codice prevede infatti" l'incompatibilità tra l'iscrizione all'associazione degli industriali e forme di collusione o di assoggettamento al potere delle cosche". La geografia del racket. Secondo Confindustria le province dove con più forza si registra una "rivoluzione" contro il pizzo sono Agrigento e Caltanissetta, con il caso emblematico di Gela, comune del Nisseno, occupato da due cosche. "Nonostante la presenza di due mafie, gli imprenditori che collaborano con magistratura e forze dell'ordine sono 90 - spiega il presidente degli industriali dell'isola Ivan Lo Bello - dei quali una ventina nostri associati. E' un dato formidabile, è come se a Palermo o Catania collaborassero in tremila". Un risultato raggiunto anche grazie all'azione dell'amministrazione: "A Gela, il sindaco Rosario Crocetta non fa antimafia di bandiera". E' proprio l'esempio del sindaco di Gela che Lo Bello sprona ad imitare: "Purtroppo non ci sono solo sindaci coraggiosi, esistono anche timidezze e silenzi. Il mio non è un rimprovero ai sindaci dell'isola, non è un'accusa. Ma c'è un modello, come quello di Gela, che ha funzionato. Quindi chiedo agli altri sindaci un impegno costante". I prossimi mesi. Confindustria prepara una seconda fase per smantellare i legami tra imprenditori collusi e burocrazia: "Il secondo pilastro della nostra azione - ha concluso Lo Bello - sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia". (2 settembre 2008.

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Invasione di romeni, in tilt l'anagrafe di Padova (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

I vigili urbani non riescono più a controllare le residenze: "Ci dovremo affidare ai messi comunali". I casi di Oderzo e Santa Giustina Invasione di romeni, in tilt l'anagrafe di Padova In sei mesi saliti a 6800 unità e gli arrivi continuano. In Veneto sono la prima etnia straniera toccando quota 120mila PadovaUn Comune-bis, con uffici amministrativi dedicati o quanto meno "ri-tarati", per affrontare l'enorme burocrazia legata al continuo arrivo di cittadini stranieri. E' quanto si prefigura a Padova, dove i residenti non italiani erano 22 mila al 1. gennaio scorso, ma in soli sei mesi, sono saliti a 24.769. Un incremento di quasi tremila unità che soltanto nella prima parte dell'anno è già andato a coprire quello che complessivamente si era registrato durante tutto il 2007, quando gli iscritti stranieri agli uffici anagrafici comunali furono 2.339. E quasi la metà dei nuovi cittadini giunti da oltre confine in città sono di passaporto romeno: si consolida insomma l'etnia più numerosa che passa dalle 5.655 presenze di sei mesi fa alle attuali 6.807.Secondo l'ultimo rapporto Caritas in Veneto vivono oltre 120mila romeni che sono la più grande comunità straniera. Una presenza cresciuta vertiginosamente negli ultimi tempi. Lo conferma il rapporto 2008 in cui la Caritas ha censito un totale di 749.000 romeni (73,7\%) in Italia per motivi di lavoro, di cui 557.000 occupati, 13.000 parasubordinati, 16.000 lavoratori autonomi, 56.000 disoccupati e 107.000 in area informale. Altri 239 mila infine sono in Italia per motivi familiari (il 23,5\%): 116.000 sono minorenni (altri motivi per gli ultimi 28.000 romeni). Quanto alla distribuzione territoriale, con circa 200.000 unità il Lazio supera la Lombardia, il Piemonte e il Veneto appaiate al terzo posto.Fra le 7 province è proprio Padova la più romena, davanti a Verona, Treviso, Vicenza e Venezia, staccate Rovigo e Belluno.Tornando alla Città del Santo nella speciale classifica i romeni precedono i moldavi - 12\% del totale - gli albanesi, i nigeriani e i marocchini, tutte al 7 per cento. Chiudono i filippini attestati al 6 per cento - e i cinese (ufficialmente il 5 per cento del totale)."I romeni spiega l'assessore al Statistica del Comune di Padova, Gaetano Sirone hanno fatto registrare un incremento di oltre il 20 per cento rispetto all'inizio dell'anno, e i loro arrivi non sembrano cessare. Chi credeva l'ondata-rumena si sarebbe esaurita nei mesi seguenti l'ingresso del Paese dell'est nell'Unione europea, evidentemente si sbagliava di grosso. Non è stato così, e soprattutto non lo è stato per la nostra città, dove la richiesta di nuove residenze da parte di cittadini romeni è continua".Un flusso che a questo punto non può più essere considerato come un'emergenza, e che apre le porte a una riflessione più ampia sull'intera gestione del servizio anagrafico comunale: sarà necessario - secondo i responsabili dell'ufficio, creare una struttura specifica, soprattutto per la verifica delle residenze. Al vaglio dell'amministrazione c'è quindi l'ipotesi di utilizzare anche i messi comunali, al posto degli agenti della polizia municipale, per la verifica delle residenze. "Personalmente conclude l'assessore sarei anche favorevole all'utilizzo dei messi per questa specifica attività, però la discussione è aperta. Rimane da capire quale sia la strada migliore per snellire le tante pratiche che giacciono sui tavoli dei nostri uffici anagrafici e che riguardano persone straniere".Perché oltre al controllo delle residenze, ultimo anello della catena, ci sono anche tutte le procedure per i documenti dell'iscrizione anagrafica. Attualmente il servizio è appaltato dal Comune all'Associazione Migranti e ad alcuni mediatori culturali, che formano un gruppo di lavoro la cui attività è quella di ricevere gli stranieri, fissare loro gli appuntamenti all'Anagrafe, indicando i documenti che debbono essere compilati per avere la residenza."E questa è una fase che deve essere velocizzata osserva Sirone Lo screening iniziale delle domande va mantenuto, però è necessario ricercare il sistema per standardizzarlo e renderlo più rapido. È un servizio indispensabile per la nostra amministrazione, e che va mantenuto. Bisogna capire se esiste il modo di averlo ad un costo più basso per l'ente. Oggi infatti paghiamo un monte ore, mille, ai mediatori culturali. Si potrebbe anche pensare di rendere questo gruppo di lavoro esclusivamente comunale, però deve essere valutata la spesa e quanto questa scelta andrebbe ad incidere sul bilancio".Il fenomeno non tocca soltanto le città capoluogo, ma anche i centri della provincia come ad esempio Oderzo nel Trevigiano e Santa Giustina, nel Bellunese. L'Anagrafe opitergina, in particolare, segnala che i residenti sono vicini a quota 20mila grazie agli stranieri: nel 2007 sono nati 208 bambini, 55 stranieri, da aggiungere ai 612 immigrati (175 da altri Comuni e 386 dall'estero). In testa appunto i romeni, con 910 residenti il 5\%. Solo dieci anni fa i romeni erano soltanto 24: gli arrivi sono iniziati nel 2003. Il record appunto nel 2007 con 228 nuovi arrivi da Bucarest e dintorni. Nel Comune bellunese, invece, gli arrivi di romeni e albanesi, 120 persone in totale, hanno permesso un saldo anagrafico attivo (+31 unità) scongiurando il rischio spopolamento e lasciando la popolazione totale oltre quota seimila.Matteo BernardiniGigi Bignotti.

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Giustizia, Violante: "Basta scontro, ora dialogo" (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 209 del 2008-09-02 pagina 0 Giustizia, Violante: "Basta scontro, ora dialogo" di Laura Cesaretti L'ex giudice, esponente di spicco del Partito Democratico, spinge per un confronto sulle riforme più urgenti: intercettazioni, criteri dell'azione penale, riforma del Csm e attività d'indagine: "Da anni il ruolo della polizia è schiacciato da quello dei magistrati" Firenze - Presidente Violante, una nuova legge più restrittiva sulle intercettazioni serve o no? "Bisogna stabilire senza equivoci che cosa si può pubblicare e cosa invece è vietato. Oggi i criteri sono equivoci e le intercettazioni diventano strumento di lotta politica o di denigrazione di persone estranee. Ci sono cose di cui non cesso di stupirmi...". Quali? "Una magistratura, che è riuscita con successo in imprese difficilissime, come la cattura di Provenzano, non ha mai scovato uno solo dei pubblici funzionari che passano le notizie ai mezzi di informazione". Pensa che vada limitato il ricorso alle intercettazioni come strumento privilegiato di indagine? "Si dice che sono troppe. Ma non si possono fare raffronti numerici con altri Paesi, dove le intercettazioni di polizia o di sicurezza, a differenza dell'Italia, non sono autorizzate dalla magistratura. Anche fissare limiti temporali insuperabili mi pare controproducente: tre mesi, in genere, sono sufficienti; ma la scoperta di un traffico di clandestini, ad esempio, richiede sicuramente più di tre mesi". Ma le intercettazioni non sono diventate una sorta di scorciatoia investigativa? "Negli anni '60 e '70 si cercava la confessione; nei venti anni successivi si è cercato il collaboratore di giustizia; oggi, con il progresso tecnologico, la regina delle prove è l'intercettazione. Apparentemente è più comodo intercettare che impegnarsi nelle investigazioni tradizionali; ma solo apparentemente, perché poi bisogna leggere migliaia di pagine inutili per trovare la conversazione che eventualmente possa aver rilievo nel processo. E poi l'interpretazione delle intercettazioni nel processo è sempre aleatoria. Si tratta, comunque, di uno strumento molto invasivo: va usato con la consapevolezza dei valori in giuoco. In alcuni casi, infine, corruzione o mafia, l'intercettazione è insostituibile per conoscere i patti criminosi". Presidente Violante, Rosy Bindi dice che Berlusconi è talmente "imbarazzante" che finché c'è lui il centrosinistra non può collaborare neppure a riforme, come quelle sulla giustizia, che magari ritiene necessarie, perché lo avvantaggerebbero. è d'accordo con questo atteggiamento, assai diffuso a sinistra? "Rispetto questa opinione, ma Berlusconi non lo abbiamo scelto noi, lo ha scelto la maggioranza degli italiani. Il voto, soprattutto quando non piace, va rispettato. In campagna elettorale dicemmo che se avessimo vinto avremmo fatto le riforme con Berlusconi. Allora? Berlusconi va bene se perde e va male se vince? Anche io preferirei che ci fosse ancora Prodi o che avesse rivinto il centrosinistra. Ma si è perso, e bisogna agire politicamente nella situazione data". Insomma, sulla riforma della giustizia con Alfano e Berlusconi si può dialogare o no? "La politica consiste nel dialogo: altrimenti c'è lo scontro permanente e pregiudiziale di tutti contro tutti, oppure l'inerzia. O addirittura, per difendere una propria verginità, si finisce per lasciare le mani totalmente libere al proprio avversario politico: mi pare un errore. Va sostenuto lo sforzo di Walter Veltroni per costruire un rapporto non demonizzante tra i due schieramenti: non è debolezza, ma lungimiranza". Perché è così complicato avviare un confronto sereno sulla riforma della giustizia? "La magistratura è, insieme, potere dello Stato e servizio per il cittadino. Il centrodestra parla prevalentemente del primo aspetto, il centrosinistra e l'Anm del secondo. Bisogna invece affrontare entrambi gli aspetti, senza pregiudizi. Capisco le difficoltà dell'Anm, che deve tener conto degli umori dei suoi iscritti e delle pessime condizioni in cui sono costretti a lavorare. Ma i suoi dirigenti, che sono persone stimate, dovrebbero affrontare anche la questione del rapporto con gli altri poteri della Repubblica, per dare più forza alle proprie posizioni". Nel merito, quali sono i capitoli su cui intervenire? "Il Csm è troppo condizionato dalle correnti della magistratura. Spesso a discapito del merito dei singoli magistrati sulla cui carriera decide. Falcone, ad esempio, non solo non venne nominato consigliere istruttore, ma, fuori della burocrazia delle correnti, non venne neppure votato dai suoi colleghi per il Csm. Bisogna disarticolare le vecchie appartenenze: il Consiglio andrebbe eletto per un terzo dai magistrati, per un terzo dal Parlamento e per un terzo dal presidente della Repubblica tra personalità di particolare rilievo. Sull'efficienza le proposte dell'Anm mi sembrano condivisibili". L'obbligatorietà dell'azione penale? "è la contropartita costituzionale dell'indipendenza del pm dal potere politico. Ma la politica criminale non può essere demandata a ciascuno dei 2000 pm italiani: ci vuole l'intervento dell'autorità politica sui criteri di esercizio dell'azione penale. Il Parlamento, in sinergia con gli uffici giudiziari e il Csm, deve poter intervenire su tali criteri". Il ruolo del pm e la separazione delle carriere? "Oggi c'è confusione tra attività di polizia e attività del pm. In una sistema funzionante la polizia indaga per sapere se c'è un reato e il pm indaga perché c'è una notizia di reato. La differenza è grande. Al pm l'ordinamento consegna vasti poteri nei confronti delle libertà dei cittadini solo sulla base di un presupposto inequivoco: che ci sia una precisa notizia di reato. La polizia ha meno poteri perché deve cercare il reato; in compenso le sue indagini sono più ampie e informali. Ma nella pratica, da anni, anche per effetto di alcune ambiguità del codice, il ruolo della polizia è stato schiacciato dal ruolo del pm. Bisogna tornare ai principi della Costituzione: la polizia da una parte e il pm dall'altra, ciascuno con proprie attribuzioni. Quanto alla separazione delle carriere, mi chiedo: quanti pm chiedono di passare a fare il giudice e viceversa? Pochissimi. E stanno già nascendo due diverse culture professionali. In conclusione, sono contrario, alla separazione delle carriere: la pluralità delle esperienze ci dà magistrati migliori e un corpo di soli pm, separati dai giudici, sarebbe pericoloso per le libertà dei cittadini". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Federalismo/ Ok da Famiglia Cristiana: ricetta contro (sezione: Burocrazia)

( da "Virgilio Notizie" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Malapolitica "Ma deve essere bene attuato, senza fretta e solidale" postato fa da APCOM ARTICOLI A TEMA Altri Roma, 2 set. (Apcom) - Famiglia Cristiana promuove il federalismo fiscale: "Può essere la ricetta contro la ma malapolitica", si legge nell'editoriale di apertura del giornale che sarà in edicola questa settimana. Ma la rivista dei Paolini mette alcuni paletti: "Deve essere ben attuato", "solidale", e fatto "senza fretta" e in completa "trasparenza". Altrimenti rischia di essere "il 'cavallo di Troia' di Bossi". Il federalismo, "se ben inteso e attuato, è una ricetta efficace contro la malapolitica, prima ancora che contro la malasanità e l'inefficienza dei pubblici servizi" scrive il settimanale. "Federalismo fiscale significa, anzitutto, più responsabilità per chi amministra, meno saccheggio delle casse pubbliche, più efficienza della burocrazia, meno liste d'attesa per un esame clinico e stop ad assistenzialismo e clientelismo". Ma "per chi, come noi, si ispira alla dottrina sociale della Chiesa, esiste una sola forma di federalismo accettabile: quella che fa rima con sussidiarietà e solidarietà, che garantiscono che le decisioni siano adottate il più vicino possibile al cittadino, e che, in una comunità, chi ha di più aiuti chi è in difficoltà". E dunque, ci si chiede, "è questo il federalismo cui punta Bossi?". Perchè Famiglia Cristiana è chiara: "Il federalismo che serve all'Italia non è l'anticamera della secessione, né il 'liberi tutti', dove le Regioni più ricche abbandonano al loro destino quelle più povere del Sud. Storicamente, il federalismo è nato per unire, non per dividere". Allora, "per non avere un 'gattino cieco', meglio una gattina meno frettolosa: tempi adeguati, quindi, e pieno coinvolgimento di tutte le forze politiche (nessuno ha l'esclusiva). E, soprattutto, trasparenza: dopo la 'porcata' di Calderoli, non vorremmo il 'cavallo di Troia' di Bossi".

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PERMASTEELISA: SU WORLD TRADE CENTER PESA RITARDO BUROCRAZIA (sezione: Burocrazia)

( da "Wall Street Italia" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di ANSA - -->(ANSA) - MILANO, 2 SET - Il gruppo veneto Permasteelisa prevede un "ritardo non quantificabile" nei lavori che la vedranno impegnata nella costruzione delle facciate esterne dell'edificio Torre 2, nell'ambito della ricostruzione del World Trade Center di New York. L'azienda, che opera nelle progettazioni architettoniche, sconta - secondo quanto riferito a margine della presentazione della semestrale dall'ad, Nicola Greco - i ritardi burocratici dell'amministrazione di New York. "La consegna dei lavori - ha spiegato Greco - dovrebbe avvenire nel 2012, ma vista la situazione attuale a Ground Zero non credo sarà possibile".(ANSA).

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Indios, guerra dimenticata (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dopo Herzog e Peter Weir, anche Marco Bechis nella "Terra degli uomini rossi" Venezia. Sono gli indios del Brasile prigionieri di riserve in cui la vita è senza futuro, la condizione è di schiavitù nelle piantagioni di canna da zucchero e l'unico specchio è la vita opulenta ed inutile dei fazendeiros che vivono da re sulle terre che sino a ieri erano loro. Somigliano molto, e anche da vicino, agli aborigeni australiani che il cinema ha raccontato appassionatamente con l'occhio di registi come Herzog ma anche come Rolf de Heer Peter Weir. Somigliano per la loro esistenza di prigionieri a cielo aperto e per la loro mancanza di futuro: anche in Brasile ogni giorno si contano suicidi tra i giovani. Ed è questa la guerra dimenticata che riempie l'ultimo bel film di Marco Bechis, passato ieri in concorso col titolo "La terra degli uomini rossi- BirdWatchers" che rimanda agli straordinari uccelli che i turisti in viaggio nella foresta amazzonica vengono ad guardare e che nel film, ambientato a Mato Grosso do Sul, sono accompagnati da Chiara Caselli, moglie di un fazendeiro, in cerca di coscienza. E' lei che riesce, insieme all'altro interprete italiano Claudio Santamaria, a incastrarsi con perfetta misura in questa storia e in mezzo ai tanti non attori del luogo e protagonisti con le loro facce intense e le loro voci, in una cornice sostenuta da ricerche meticolose e dal rigore, lucido ma mai algido, del cinema di Bechis che ritroviamo sette anni dopo "Hijos", storie di figli perduti durante la dittatura argentina che riprendeva "Garage Olimpo". Qui l'attualità non è meno bruciante. Sentire per credere le parole degli indios interpreti del film (cui Bechis ha fatto vedere i film di Sergio Leone per suggerire loro tecniche recitative possibili) che a Venezia c'erano e che per bocca della diciannovenne Eliane Juca Da Silva hanno commosso tutti: " Siamo esseri umani come voi ma la nostra vita è così triste, soprattutto per i bambini. Non abbiamo neppure l'acqua. La foresta non c'è più, il fiume non c'è più, il nostro mondo non c'è più. I nostri giovani non hanno più opportunità ma qualcuno di noi riesce ancora a sperare che giustizia sia fatta. E stare qui con voi oggi è una grande opportunità: guardarvi negli occhi e poter esser visti da voi. Non vogliamo nulla più di ciò che ci appartiene, vogliamo solo riprenderci un pezzo della nostra terra per far crescere una vita degna di essere vissuta". E le fa eco il capo tribù Ambrosio Vilhalva: "Abbiamo bisogno del vostro sostegno perché la burocrazia ci uccide. Dobbiamo riappropriarci della nostra speranza per evitare che i giovani continuino a suicidarsi come si vede nel film. E chiediamo solo rispetto". Già rispetto di leggi che sono, invece, in Brasile carta straccia. Come sottolinea Bechis: "La Costituzione del Brasile è chiara: stabilisce che un 20% della foresta amazzonica resti intatto ma oggi è solo un 2% di terra ad essere stato risparmiato dal disboscamento e dall'agricoltura intensiva. Bisognerebbe restituire agli indios almeno quei 700mila ettari. Per loro tornare nelle loro terre è fondamentale perché hanno mantenuto intatta la loro cultura e le loro tradizioni. Perché sono ancora dei resistenti dopo cinquecento anni". Ed esattamente da qui è nato il film. Da una domanda che Bechis si è posto: "Mi sono chiesto che cosa può provare chi è sopravvissuto al più grande genocidio che la storia ricordi, e chi è sopravvissuto avendo sulla vita, la morte e la terra idee molto più chiare di quelle che abbiamo noi. E ho pensato che una risposta a quella domanda, un film come questo potesse almeno incrementare la curiosità nei loro confronti, aiutare a uno scambio". Così regista e protagonisti Indios raccontano il "loro" film, di fatto più brasiliano che italiano (anche se alla Mostra è presentato con bandiera nostrana). Film durissimo sul cui set la Caselli racconta "di essersi lasciata andare nelle mani del regista che è riuscito a farmi sentire davvero parte di un progetto importante, di un film coraggioso, e di farmi sentire guidata anche se a volte è stato molto faticoso, soprattutto per la recitazione in portoghese dopo tre settimane che stavamo nel luogo e per la necessità di improvvisazione ma credo, dopo un periodo un po' buio per me, di essere rientrata alla grande nel mio ruolo d'attrice nei panni di questa donna, moglie di un latifondista che, come tanti fazenderos, passa il tempo in compagnia dei turisti a guardare uccelli rari. Io, all'inizio, non mi sento in colpa, mi sento con la coscienza a posto solo perché tratto bene i domestici e anche io porto in giro i turisti e organizzo messe in scene magari facendo truccare gli indios. Ma piano piano io vedo gli indios lottare guidati da uno sciamano, li vedo avvicinarsi ai confini delle nostre proprietà, li scruto e capisco che devo fare delle scelte". SILVIA DI PAOLA.

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Confindustria/ Lombardo: Idee industriali certamente (sezione: Burocrazia)

( da "Virgilio Notizie" del 02-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Condivisibili In cantiere accorgimenti che vanno nella direzione indicata postato fa da APCOM ARTICOLI A TEMA Altri Roma, 2 set. (Apcom) - La Regione Sicilia sta mettendo a punto una serie di accorgimenti che vanno nella direzione indicata dal presidente degli industriali siciliani, industriali che la stessa Regione incontrerà presto; a spiegarlo è la stessa Regione che con una nota, risponde all'invito di Confindustria di insediare una commissione di esperti per elaborare una codice della governance. "Il governo regionale ha già affidato a un magistrato il compito di gestire il complesso apparato della burocrazia regionale e di ridisegnarne ruoli, compiti e competenze - i legge nel comunicato - L'asessore Ilarda ha infatti messo in cantiere una serie di accorgimenti che vanno nella direzione indicata dal presidente degli industriali siciliani". "Le idee del rappresentante degli industriali siciliani - ha spiegato il Il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo - sono certamente condivisibili. Promuoverò un incontro con l'assessore alla Presidenza, e avvieremo un confronto franco e diretto per valutare le esigenze e le attese del mondo produttivo e verificare il livello di risposta dell'apparato burocratico regionale".

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L'Enel Sole illuminerà la piazza? (sezione: Burocrazia)

( da "Eco del Chisone" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Bibiana, dopo settimane di buio L'Enel Sole illuminerà la piazza? Negli Anni '90 il Comune aveva passato l'impianto all'Enel BIBIANA Una storia di ordinaria burocrazia? Più o meno sì. Ma andiamo con ordine. Da un paio di settimane l'impianto di pubblica illuminazione di piazza Donatori di sangue funziona al 50 per cento: gli otto lampioni più bassi, quelli a palla, di efficienza limitata in quanto seminascosti dagli alberi, ogni notte si accendono regolarmente, mentre i quattro loro fratelli più alti e molto più efficaci restano altrettanto regolarmente spenti. Qualcuno ha provveduto a segnalare l'anomalia al Comune che si è immediatamente attivato, avvertendo l'Enel al quale, anni fa, l'impianto era stato regolarmente affidato per la gestione e la manutenzione. E salta fuori l'inghippo: "Non tocca più a noi intervenire; da qualche anno quell'impianto è stato passato alla consociata Enel Sole". Si interpella l'Enel Sole; che risponde: "Quell'impianto non è di nostra competenza; sui pali, infatti, non è presente l'apposita targhetta che deve dimostrarlo". Resta ora da capire quale dei due enti, al momento del passaggio di competenza, avrebbe dovuto provvedere al posizionamento delle targhette. Intanto, per non lasciare la piazza al semibuio, il Comune interpella la ditta alla quale è affidata la parte di pubblica illuminazione ancora gestita direttamente: "Non possiamo intervenire su un impianto di competenza Enel e per di più sotto corrente e senza interruttore per isolarlo" è la sintetica risposta. Conclusione? La soluzione dovrebbe essere prossima in quanto l'Enel Sole, da noi interpellata lunedì 1º settembre, dopo averci fatto osservare che in effetti quell'impianto non risulta censito come di sua competenza, tuttavia rassicura: "Per martedì 9 settembre abbiamo in programma un incontro con il Comune per vedere insieme quali possano essere le strade da seguire per questo impianto vecchio ed obsoleto; intanto, fin da questa settimana, una nostra impresa sarà sul posto per valutare l'opportuna soluzione di carattere tecnico". B.F.

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USA, le torri telefoniche rispettino l'avifauna (sezione: Burocrazia)

( da "Punto Informatico" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Roma - Animalisti e specialisti hanno riferito di stormi di uccelli entrati in collisione con le torri cellulari illuminate, quando prescritto, da un'unica luce rossa posta in cima, utile a renderne visibile la sommità ai velivoli in transito a bassa quota. Luce assolutamente insufficiente, secondo gli esperti, a prevenire l'impatto per la fauna aviaria durante il volo notturno. La preoccupazione e le pressioni sono aumentate al punto da muovere la burocrazia e mettere sotto accusa le licenze di installazione. Rimasto a lungo insoluto, è un problema lamentato da tempo: Joelle Gehring, biologa impegnata al Michigan Natural Features Inventory, aveva già espresso soddisfazione per l'interesse dimostrato dall'industria nel collaborare con ambientalisti e animalisti per risolvere il problema. Da recenti ricerche sembra emergere che il numero di esemplari morti in collisione con le antenne cellulari sia inferiore rispetto a quanto lamentato dalle principali associazioni di tutela aviaria. Il problema tuttavia esiste e se, in passato, ad FCC era stato chiesto di rispettare le indicazioni degli esperti per arginarlo, ora quegli stessi esperti delle associazioni ambientaliste e animaliste pretendono che FCC le renda vincolanti. Al centro dell'uragano si trova Crown Castle, l'azienda che dispone del maggior numero di torri installate sul territorio americano, circa 24mila. L'azienda, spiega Ars Technica, sostiene che le informazioni sul fenomeno sono frammentarie e incomplete. Ciò nonostante, ha definito tre specifiche da rispettare per l'installazione delle nuove torri ed ha rilasciato un commento sulla questione. Crown Castle chiede che FCC obblighi a intervenire solo presso quei siti che abbiano un "significativo impatto sull'ambiente". Chiede, inoltre, che le segnalazioni siano dirette e locali, piuttosto che stilate e pubblicate solo sul sito della Commission e, infine, ricorda che la novità non deve inficiare gli obiettivi generali definiti nel Telecommunications Act del 1996. La nuova procedura, auspica ancora l'azienda, dovrebbe inoltre prevedere meccanismi snelli e veloci che, nell'arco massimo di 30 giorni, possano esaurire l'iter burocratico in caso di necessità di "revisione" di un sito esistente o di "subordinazione" di un nuovo sito ai relativi vincoli ambientali. In arrivo un infoltimento del business per i "camuffatori" di antenne? Marco Valerio Principato (fonte immagini: qui e qui).

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Ci considera priorità? I numeri dicono di no (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Valerio Tabacchi (Pd) su Galan e il centrodestra "Ci considera priorità? I numeri dicono di no" BELLUNO. I fatti dicono il contrario. Valerio Tabacchi, segretario provinciale del Partito democratico, replica al presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan in merito ad alcune dichiarazioni da lui fatte a Cortina domenica sera. "La Provincia di Belluno e' una priorità di Galan e della sua giunta?", è la domanda retorica di Tabacchi. "I numeri del centro destra veneto (alla guida del governo regionale da 13 anni) sulle questioni di riferimento per i bellunesi sono un'esplicita risposta a questo quesito: 13 come gli anni che ci sono voluti, e speriamo ci sia da pazientare ancora solo una settimana, per fare uno Statuto regionale che riconosca l'autonomia (vedi art. 16 bis) bellunese. 12 come gli anni che sono passati per fare un piano neve e ancora non se ne vede traccia. 7 come gli anni serviti per fare una legge sul turismo (la 33 del 2002) che non piace a confedilizia, agli albergatori di Venezia e delle spiagge venete e che ora dunque va cambiata. Con l'assessore al turismo Luca Zaia ci sono voluti 3 anni per fare una bozza, ma il nuovo assessore Franco Manzato l'ha bloccata perché non piace alle associazioni del settore. 3 e mezzo come gli anni che ci sta impiegando la Regione per riconoscere l'autonomia promessa alla Provincia di Belluno, nonostante un accordo sottoscritto a Belluno tra Galan ed il presidente della Provincia Reolon". Infine: "2 e mezzo come gli anni per versare i proventi dei canoni idrici spettanti alla Provincia di Belluno. E non sembra esserci la volontà di rispettare questa legge regionale! E potremmo continuare all'infinito". Tabacchi però estende la critica: "Viene da chiedersi dove si trovavano i consiglieri di maggioranza e gli assessori bellunesi che oggi si rifugiano in frasi di circostanza (la giunta capisce l'esigenza di autonomia del bellunese dichiara Laroni) o spostano il tiro (vedere dossier Bond sulla burocrazia). I loro partiti governano da 13 anni e solo oggi si levano qualche sassolino? Non servono commenti, I bellunesi, a tempo debito, sapranno scegliere chi rappresenta in maniera migliore I loro interessi".

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MA CHI PAGA? (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

MA CHI PAGA? Alitalia, le due idee del prof. Tremonti Vicenda Alitalia: la soluzione in corso di attuazione era scontata sin dai tempi delle trattative con Air France-Klm; inutile ripetersi. Le novità di questi giorni riguardano le dichiarazioni ai mass-media dei ministri Matteoli e Tremonti. Il primo ha tentato di giustificare il consistente numero di esuberi (da 5 a 7 mila) assicurando vagamente i dipendenti che nessuno sarà piantato in mezzo alla strada e che, comunque, esistono gli ammortizzatori sociali. La risposta dei cittadini, almeno di una parte, è in una domanda: ma chi paga? Tremonti, dopo la spiegazione dell'iter previsto per la nuova società, indubbiamente complesso e macchinoso, ha concluso dicendo che, alla fine il suddetto percorso, nessuno avrà perso alcunché, neppure i piccoli azionisti, in quanto i risparmiatori devono essere tutelati. Mi meraviglia che un economista del valore del prof. Tremonti non abbia presente il principio fondamentale che i titoli azionari sono investimenti a rischio. Come poi sia possibile, in concreto, chiudere la voragine, resta un mistero. Anche qui la risposta mi sembra elementare: lo Stato non è una entità astratta in grado di volatilizzare le perdite. Ricordo infine, che lo stesso prof. Tremonti (ministro dell'Economia del governo Berlusconi 2001/2006) aveva proposto, e sostenuto a spada tratta, la messa in liquidazione di Alitalia, con la costituzione di una nuova impresa, ripulita da debiti ed esuberi, che, ovviamente, sarebbero stati posti a carico dello Stato, ma in misura notevolmente inferiore a quella attuale. All'epoca il ministro era talmente convinto della validità della proposta, certo condivisibile, da decidere, in presenza di atteggiamenti negativi di altri componenti del governo, le dimissioni dal suo incarico. Per la cronaca venne sostituito dal prof. Siniscalco, a sua volta dimissionario dopo poco più di un anno. Armando Lomellini URBANISTICA Se l'edilizia è in crisi va in crisi tutto Ringrazio sinceramente Pier Paolo Galli per la sua lettera del 31 agosto che polemizza con l'imprenditore edile signor Coghi ma che non risparmia "alcuni nostri ineffabili consiglieri comunali" a proposito del tentativo di contrastare l'esodo di abitanti di Mantova verso l'hinterland con l'offerta di nuove opportunità abitative. Lo ringrazio perché quando lamenta l'assenza di insediamenti industriali ad alta tecnologia, quando auspica una moratoria edilizia e autostradale da parte delle amministrazioni locali, quando lamenta che sono stati trascurati i recuperi dei centri storici per salvare i legami sociali esistenti a favore di periferie o "realtà artificiali" che producono ribellione e vandalismo, mi trova d'accordo e mi ha fatto ricordare quando al sindacato negli anni '60 e '70 si discuteva animatamente di programmazione e se questa doveva essere di natura coattiva o solo indicativa. Il compagno Mario Sanfelici redasse un corposo documento che prevedeva insediamenti industriali a sud della città, che in seguito si sono realizzati ma per scelte che prescindevano dalla pianificazione territoriale. Lo ringrazio perché mi ha indotto a rileggere alcuni passi di un discorso di Berlinguer del marzo 1983 che riaffermava la necessità di una politica di austerità per "l'esigenza di un risanamento profondo dello Stato e delle sue finanze e per garantire uno spostamento di risorse verso l'insieme dell'apparato produttivo, sottraendolo ai settori parassitari per stimolare una crescita complessiva della produttività del Paese". Questi ricordi sono riaffiorati perché tutto lo scritto di Galli sottintende l'esigenza di un'economia nazionale programmata e coattivamente esercitata, per evitare sprechi e distorsioni denunciati e che condivido. Ma che fine hanno fatto anche localmente i tentativi di programmazione? E'stato formulato un piano strategico della "Grande Mantova" per governare il territorio e sono trascorsi due anni da quando partì il progetto ma il solo parto a cui abbiamo assistito è stato quello di un accordo tra alcuni Comuni per l'uso in Consorzio delle varie Polizie locali, strumento vecchio come il cucco. Pertanto se i Comuni dell'hinterland costruiscono e insediano strutture commerciali con decisioni campanilistiche, chiedo quale poteva essere la risposta della città, forse andando oltre i bisogni reali. Recupero dei centri storici e insediamenti industriali puliti. Chiedo a Galli: esiste un sistema economico di tipo socialista che prescinda dal solo profitto e che possa garantire i mezzi finanziari statali e il potere decisionale coercitivo per insediare le industrie secondo un disegno razionalmente studiato? Io lo vorrei, ma purtroppo siamo nel mondo dei sogni! Dissento invece dall'affermazione secondo cui i capitali sono affluiti dove è più alta la qualità civile del Paese. La realtà dell'economia globalizzata è che gli investimenti sono avvenuti dove più alta era la convenienza: salari bassi e niente sindacati. Quanto al fatto che l'edilizia sia un settore che non produce alcuna innovazione tecnologica, Galli lo lasci dire ad altri. Basti pensare ai settori della produzione e del risparmio energetico e alle attività connesse ala costruzione di alloggi: mobili, infissi, elettronica, ceramica, idraulica, ecc. Quando l'edilizia si ferma è tutta l'economia che è in crisi. Albertino Montresor Consigliere comunale Pd VEDI VICENZA Quando si dice la coerenza leghista Se non fosse uno dei drammi della società contemporanea, sarebbe la barzelletta dell'anno. Accade a Cartigliano, provincia di Vicenza, dove un assessore leghista, immagino un "duro e puro", affitta una sua proprietà a un laboratorio clandestino di maglieria. Immagino anche che questo leghista alla sera sbraiti contro i clandestini e di giorno incrementi il proprio reddito utilizzandoli (seppure indirettamente). Un bell'ipocrita da due soldi bucati! A ciò si aggiunga che il nostro eroe è pure presidente di un'associazione degli artigiani del luogo. A capo cioè di quegli imprenditori che devono fare i salti mortali per stare al passo con una burocrazia insopportabile e che sono quotidianamente chiamati a reggere una competizione spesso sleale. Costui si è dimesso da assessore. Bravissimo, ma spero che venga "dimesso" dagli artigiani che lo hanno voluto loro rappresentante quale tutore dei loro legittimi interessi. Intanto, però, egli si curava molto bene dei propri. Quando si dice la "coerenza" leghista. On. Marco Carra POLESINE Chiedi al sindaco e risponde il vice Ci sono canali di comunicazione diversi tra Polesine frazione e Pegognaga capoluogo. Per il primo canale potrebbe essere significativa la comunicazione dei polesinesi che chiedono al sindaco di Pegognaga la costruzione di un marciapiede che non costringa i pedoni a camminare su di un terreno sconnesso e non protetto da un rialzo che li salvi dall'essere travolti. Precisano che solo lui come sindaco potrebbe e dovrebbe provvedere. Il sindaco non risponde. Risponde il vice sindaco il quale assicura che il sindaco come lui e tutta l'amministrazione sono per la sicurezza. Conosco il problema, stanno studiando la situazione, ci sono dei sì e dei no. Bisogna vederci chiaro prima di prendere una decisione perchè deve essere quella giusta. Intanto si sospende tutto, ogni decisione è rimandata. Tutto si ferma, viene in mente l'asino di Buridano che tra due mucchi di fieno posti alla stessa distanza da lui non riuscì a scegliere e morì di fame. Si dice che un tale di cui non conosco il nome, sia disponibile ad effettuare una ciclabile tra Polesine e Pegognaga mai chiesta da nessuno. Solo ora il sindaco dà il suo consenso. Perchè finora ha parlato solo il vice sindaco e adesso entra in campo il sindaco onorevole? Un plauso al merito a chi sa dare una risposta convincente. Adelmo Passerini.

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Feltrese, Trombin è senza il cartellino (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il brasiliano fuori in Coppa, ma forse utilizzabile in campionato CALCIO ECCELLENZA FELTRE. Fiato a Trombin. Il difensore della Feltrese dovrà saltare le prime tre partite di Coppa Italia, perché gli manca il transfer della federazione brasiliana. Per la burocrazia calcistica, Cristovao Trombin potrebbe essere abile e utilizzabile per il debutto in Eccellenza del 21 settembre contro l'Union Csv dell'ex granata Dario Tollardo, ma non si sarà se sarà tutto in ordine sul piano fisico. Il diesse Rinaldo Mazzonetto non è troppo possibilista sulla seconda ipotesi: "Se da un lato, non dovrebbe mancare molto al tesseramento, dall'altro dubito che possa essere a disposizione per la prima giornata, dal momento che non potrà avere così velocemente il ritmo partita. Se nel frattempo non gioca...". Un buon affare. Comunque, Mazzonetto è convinto di aver concluso un buon affare con il sudamericano ex Regensburg. Anche se a un certo un certo punto un altro dirigente granata si è sentito in dovere di chiamare Anselmo Tiburzi per un provino da un tempo contro il Ripa Fenadora: "Ha superato il problema fisico che aveva e, adesso che sta meglio, si fa sentire. Nell'amichevole vinta 4-2 con il Mussolente, è stato tra i migliori e questo al di là del fatto che davanti c'era un'avversaria di categoria inferiore. Non sembra velocissimo, con il fisico che ha, in realtà ci arriva sempre e si fa valere. Sono sicuro di aver fatto un'operazione positiva, sulla scorta anche di qualche consiglio che ho ricevuto da chi lo conosceva meglio di me. C'è sempre un margine di rischio, ma eventualmente si può anche rimediare in corsa". Lavoro durissimo. Il gruppo ha chiesto al tecnico Enrico Franco un lunedì di sosta: "Concesso, perché è vero che i ragazzi stanno sgobbando molto. D'altronde, bisogna immagazzinare forza e resistenza per l'inverno. La cattiva stagione potrebbe non essere rigidissima, ma non lo sappiamo ancora: meglio non correre rischi inutili". Monte e Treviso. Da qui al 21, non ci saranno altre amichevoli, al di là dei tre impegni di Coppa Italia con Cornuda, Cavarzano e Virtus Romano. Più avanti, l'arretrata con il Montebelluna e forse anche un test con il Treviso di Gotti e Pasa: "Li consoco bene entrambi e credo sia possibile organizzare qualcosa". Gigi Sosso.

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TEATRO EDEN (sezione: Burocrazia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

TEATRO EDEN Costas Cotsiolis Il concerto di Costas Cotsiolis e dell'Orchestra Sinfonica di Linares apre stasera a Treviso il Festival internazionale chitarristico "Delle due città". Appuntamento alle 20.45 al Teatro Eden. La rassegna ha come tema quest'anno le "Costellazioni" che prenderanno forma attraverso i concerti, i cortometraggi, gli incontri con gli artisti, l'esposizione di pittura e la visita al planetario. Costas Cotsiolis è considerato uno dei migliori chitarristi del nostro tempo e grande interprete delle opere di Leo Brouwer. Lo spettacolo sarà diviso in due parti: La prima vedrà come protagonista Costas Cotsiolis, con composizioni che vanno dalla tradizione argentina al folclore greco. Nella seconda parte dello risuoneranno musiche spagnole eseguite dall'Orchestra sinfonica di Linares. In chiusura il "Concierto de Aranjuez" interpretato dal chitarrista e dall'Orchestra. Biglietti da 20,00-15,00 euro. Prenotazione gratuita ai numeri di telefono 0422/320652 o 320/0517000. RECITAL DI FADO Il '900 e la Voce Domani all'Auditorium "Mario Del Monaco" di Villorba c'è il primo concerto della rassegna "Finestre sul Novecento", promossa dall'Associazione "Ensemble 900" e giunta alla XIV edizione; nell'ambito di questa rassegna, per il terzo anno consecutivo, il Comune di Villorba ospiterà la sezione "Il Novecento e la Voce" con quattro concerti dedicati al repertorio vocale moderno e popolare. Il primo concerto con Marco Poeta è dedicato al Fado portoghese. I successivi appuntamenti sono: giovedì 11 settembre con Silvia Felisetti, accompagnata al pianoforte da Angiolina Sensale, in "La Soubrette in 10 mosse"; giovedì 25 "Omaggio a Giorgio Gaber" diretto e interpretato da Fabrizio Paladin, al pianoforte Loris Sovernigo; ultimo appuntamento giovedì 2 ottobre con il soprano Burcu Kuru e il pianista Nilay Genc in un repertorio cameristico e lirico italiano e del Medio Oriente. Inizio dei concerti alle 21, ingresso libero. ZONA FONDERIA Asha, si riparte L'Asha riapre le danze. Da questa sera i cancelli del popolare locale della Fonderia verranno spalancati per gli aficionados della buona musica e dei long drink, con la prima serata della nuova stagione. In vista dell'autunno il locale sarà gestito dallo staff dell'Asolo Golf (Nicola Martucci, Stefano Rigoni, Davide Liziero, Mariano Conte e Mauro Happy), con una decisa sterzata verso il djset: apertura anche al mercoledì e di domenica - aperitivi a go go - oltre alla consuete notti alternative di venerdì e sabato. La serata del giovedì sarà destinata ai concerti, e il socio Roberto Marton organizzerà gli eventi, anche quest'anno con un occhio di riguardo al jazz. Il primo concerto è previsto per giovedì 18 settembre, con il live dei MondoCandido, stasera via ai primi cocktail e alle prime note del deejay. RUBRICA DEL TG3 Zaia su Agri3 Riprende Agri3, il settimanale del Tg3 dedicato all'agricoltura professionale in onda tutti i mercoledì alle 12.25. Oggi la prima puntata della sesta serie apre con un'intervista al ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia. Le telecamere di Agri3 ed il suo direttore Franco Poggianti sono andati a trovarlo a casa sua, a Refrontolo, per parlare prima di tutto di vino e vendemmia. E perciò anche di Prosecco DOC di Conegliano e Valdobbiadene, tramite uno dei maggiori produttori, Etile Carpenè, e l'enologo Giorgio Panciera, insieme a Flavio Zilli, un piccolo produttore, che ha accompagnato le telecamere di Agri3, guidate dalla giornalista Paola Violani a scoprire i luoghi più affascinanti sulla Strada del Prosecco. Altro argomento caldo trattato con Zaia: gli aumenti dei prezzi, che penalizzano i consumatori ma anche gli agricoltori, che vedono venir meno i loro guadagni. Al Ministro Zaia, Franco Poggianti ha stato chiesto come affrontare questa emergenza. E poi le esportazioni, i tagli alla burocrazia, la grappa fatta in casa, l'oro olimpico di una giovanissima guardia forestale.

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Piani per il territorio (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Edilizia e Appalti Numero 209, pag. 14 del 3/9/2008 Autore: di Benedetta P. Pacelli Visualizza la pagina in PDF       Seminario della Federazione internazionale geometri Piani per il territorio Linee guida allo studio della Fao Il Mose come modello di opera a tutela del territorio. Sia pure tra polemiche e difficoltà, il cantiere a difesa dalle alte maree è considerato dalla Federazione internazionale dei geometri (Fig) una delle opere pubbliche più rilevanti per la salvaguardia di Venezia e con un forte impatto tecnico sull'ambiente. Il caso Mose sarà al centro di uno degli incontri che si terranno al meeting Fig e Fao a Verona il 9 e 10 settembre sulla gestione del territorio. Una due giorni per fare il punto sullo stato dell'utilizzo e della pianificazione territoriale a livello internazionale di un settore sul quale, per Fig e Fao, ci sono poca trasparenza, tanta burocrazia e l'assenza di politiche di concertazione e di pianificazione strategica. A questo proposito la Fao sta preparando la pubblicazione di uno studio sul regime fondiario sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli con economie più sviluppate. Il tutto, come ha spiegato il rappresentante della sezione proprietà fondiaria, Paul Munro-Faure, per creare una rete di scambio di esperienze tra 18 paesi che offra soluzioni di buone pratiche. La Fao, ha spiegato Munro-Faure, "sta lavorando sulle Linee guida in aree tecniche che verranno presentate nei prossimi mesi e discusse a Verona. Si tratta di una serie di provvedimenti sulla pianificazione territoriale che verranno poi proposti ai vari governi che, di fatto, hanno bisogno di normative ad hoc. Ecco perché anche per il presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati, Fausto Savoldi, servono azioni mirate e una pianificazione razionale: "La pianificazione dell'utilizzo della grande quantità di aree pubbliche presenti in ogni stato", ha spiegato, "può costituire elemento strategico per contribuire a risolvere i problemi legati allo sviluppo economico, considerando le esigenze primarie dell'alimentazione umana. Spesso il territorio pubblico è terra di nessuno: un accurato censimento e una catalogazione tipologica di queste aree stanno alla base di qualsiasi programmazione volta a promuovere lo sviluppo". Alla due giorni interverranno esperti internazionali di pianificazione e gestione del territorio di tutte le principali macroaree del mondo. Presenti poi i ministri delle infrastrutture e delle riforme del territorio dei paesi in cui è maggiormente sentita la problematica (Cambogia, Ghana, Polonia, Macedonia e Nepal). Le aree di proprietà statale, nel mondo, sono enormi. Poca trasparenza, tanta burocrazia, la corruzione, la mancanza di politiche di concertazione e di pianificazione strategica le rendono terreni di nessuno. "I geometri sono pronti a collaborare con le organizzazioni internazionali", ha concluso Savoldi, "affinché, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, tale processo di conoscenza e pianificazione prenda avvio utilizzando le significative esperienze già attuate in varie parti del mondo".

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Pagavano il "pizzo"imprenditori cacciati (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Linea dura di confindustria Palermo. Un anno fa Confindustria Sicilia aveva usato parole molto nette: chi paga il pizzo si pone fuori dall'associazione. Quella svolta non era solo una testimonianza civile ma l'inizio di un processo che è andato molto avanti. Tanto che ora il presidente Ivan Lo Bello può annunciare che dieci imprenditori sono stati espulsi perché hanno continuato a piegarsi al ricatto di Cosa nostra. Altri dieci se ne sono andati perché avevano capito che anche loro sarebbero stati allontanati. E non è finita. Per trenta è stata decisa, come prima misura, la sospensione. Applicando per una cinquantina il codice etico, il presidente Lo Bello ha voluto fare intendere che quello dell'anno scorso non era un annuncio a uso e consumo di giornali e televisioni. No, in Sicilia si sta facendo proprio sul serio. E la conferma viene da un'altra notizia che ancor più delle altre dà la misura della profondità della svolta: 64 imprenditori hanno denunciato i loro aguzzini e stanno collaborando attivamente con i magistrati. Eccola qui la rivoluzione culturale di cui Lo Bello può andare fiero: "Oggi si ha una maggiore percezione del fenomeno mafioso come fattore che impedisce lo sviluppo economico e sociale della Sicilia". Cambiate le condizioni ambientali, in Sicilia si può dunque investire con maggiore convinzione. Questo hanno capito un po' tutti ma con qualche zona d'ombra che resiste soprattutto a Palermo, dove si incrociano tendenze contraddittorie. Incoraggiante e positiva appare senz'altro la risposta della società civile, come dimostrano le iniziative delle associazioni antiracket più conosciute, Addio pizzo e Libero Futuro: due esperienze che confluiscono in un modello originale perché associa, per dirla con le parole di Lo Bello, "la freschezza dei giovani di Addio pizzo e la consolidata competenza e esperienza del mondo antiracket". Ma dall'altro lato sono ancora forti resistenze o paure, visto che solo due imprenditori hanno seguito l'esempio dei loro colleghi più coraggiosi denunciando la mafia del pizzo. La strada comunque è ormai tracciata, e indietro non si torna. Anzi il prossimo obiettivo di Confindustria Sicilia è quello di sottrarre altra forza al racket accelerando il disboscamento di quella che Lo Bello chiama la "zona grigia e di collusione" nella quale ha fatto i suoi affari una "minoranza dell'imprenditoria che non paga il pizzo ma sta sul mercato artificialmente grazie al sostegno della criminalità". In questa "zona grigia" si sono sviluppate le reti di protezione e le collusioni che coinvolgono la borghesia professionale, la burocrazia e la politica. Per fare pulizia anche in questo giro Lo Bello rivolge un appello al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, perché accolga presto la richiesta della Confindustria per una "commissione di altissimo livello" che, con il contributo di ex magistrati e studiosi, che definisca un codice etico di governance delle pubbliche amministrazioni, strumento necessario per issare un argine alle infiltrazioni mafiose. Positivi sono per Lo Bello alcuni segnali che vengono dalla Regione. Ma se si vuole trovare, anche qui in Sicilia, un modello concreto di governo locale il presidente di Confindustria cita il caso del sindaco di Gela, Rosario Crocetta. Franco Nicastro 03/09/2008 Dieci associati espulsi in Sicilia, altri dieci si sono dimessi prima di essere allontanati, trenta sospesi 03/09/2008.

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<Gli immigrati rappresentano una risorsa> (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

"Gli immigrati rappresentano una risorsa" Confronto sull'integrazione alla festa del Pd: prima sul palco poi in cucina Serata multietnica per il quinto appuntamento della festa "Piacenza Democratica". Protagonisti, insieme alle tradizioni piacentine, anche quelle dei tanti immigrati che vivono nella nostra provincia. Una serata scandita da due diverse atmosfere: quella più leggera, legata al cibo, ha visto protagonisti sui vassoi dei commensali insieme ai tortelli con la coda piatti come il cucus egiziano o la temales delle Honduras. Prelibatezze che hanno catturato l'attenzione dei piacentini esattamente come la seconda offerta della serata: l'incontro "Immigrazione e nuova cittadinanza" che si è tenuto nell'Arena Dibattiti e che ha visto protagonisti il sindaco di Piacenza Roberto Reggi in veste di referente regionale del Pd sulle questioni legate all'immigrazione, poi l'ex assessore e ora consigliere regionale Gianluca Borghi, da anni impegnato nelle politiche di integrazione degli immigrati. Insieme a loro anche Laurita Ferreira dell'associazione piacentina Agorà dei Mondi, che ha portato la testimonianza diretta di come un immigrato possa non solo integrarsi ma andare ad arricchire la comunità che l'ha accolto. A condurre il dibattito il giornalista di Libertà Giorgio Lambri, che ha presentato temi caldi legati all'immigrazione, a partire dal recente discorso tenuto da Papa Benedetto XVI durante l'Angelus. Per il pontefice un paese civile come l'Italia ha il dovere di occuparsi e dare assistenza a tutti gli immigrati, anche a quelli clandestini. Un ammonimento che non ha attirato le simpatie degli italiani tanto che da un sondaggio del Corriere della Sera per l'80% degli italiani il Papa avrebbe sbagliato. "Parlare di immigrati in maniere positiva oggi equivale ad avere contro gli italiani - ha commentato Reggi - L'equazione immigrato-delinquente è uno slogan che il governo in carica sta utilizzando come capro espiatorio per attirare il favore dell'opinione pubblica. Gli immigrati rappresentano una risorsa: basti dire che nella nostra regione l'8% degli immigrati produce l'11 % del prodotto interno lordo. La cosa fondamentale è lavorare sull'integrazione". Della stessa opinione anche Borghi, che ha sottolineato il grande sforzo che la regione Emilia Romagna ha fatto in tutti questi anni per aiutare gli immigrati ad inserirsi nella nostra struttura sociale: "Il governo in carica si sta concentrando solo sulle politiche repressive. Basti pensare alla tanto declamata legge per il reato di clandestinità. Non una parola invece è stata spesa per il taglio ai fondi sociali, che non si sa se e quando arriveranno". Sul reato di clandestinità si è espressa anche la Ferreiro: "Bisogna fare una distinzione netta tra immigrati e delinquenti. L'immigrato è un individuo che nella grande maggioranza dei casi fugge da situazioni disperate per inseguire il sogno di una vita migliore. Il delinquente non cerca un vita nuova ma solo escamotage per poter sfruttare le persone. La clandestinità poi è un'altra cosa. Se fosse un reato il maggior complice sarebbe lo stato italiano perché a causa di inutili burocrazie ostacola gli stranieri e di fatto gli impedisce di rimanere regolari". Resta un dato di fatto però, che gran parte della criminalità straniera è formata da immigrati, ha sottolineato Lambri . "Questo è vero - ha replicato Reggi - Ma incarcerare ogni clandestino provocherebbe solo un intasamento della giustizia, senza poi avere la certezza di portare a dei miglioramenti concreti". Arianna Groppi 03/09/2008.

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Domani il rientro della salma dell'ambulante morto a Cuba (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

LUTTO. È atteso a Milano il corpo di Cristian Bresciani Domani il rientro della salma dell'ambulante morto a Cuba Domani arriva in Italia la salma di Cristian Bresciani, il commerciante veronese deceduto mentre era in vacanza a Cuba. I familiari ancora non sanno che cosa abbia ucciso Cristian durante un'immersione subacquea. Venerdì scorso in tempi record è stata eseguita l'autopsia, ma l'esito è contenuto in una busta chiusa che verrà consegnata chissà o al padre o a qualche rappresentante istituzionale. Sabato intanto, allo Stadio gli ambulanti colleghi del padre della vittima hanno deposto un mazzo di fiori nel posto lasciato vuoto dal banco assente per il lutto. "Era un'iniziativa che avevo caldeggiato io", dice Mirko Bresciani, presidente della categoria ambulanti per Confcommercio, "e stavolta è toccata a me. I miei colleghi sono stati tutti fantastici. Mi sono stati vicini. Un ringraziamento particolare va al comandante della polizia municipale Luigi Altamura. Mi è stato vicino, mi ha aiutato nella burocrazia. È merito suo se i tempi si sono accelerati, non so chi abbia chiamato e come abbia fatto, ma ha fatto in modo che da Cuba si sbloccasse tutto. Mi hanno detto che mai sono state eseguite procedure così rapide". Aggiunge Bresciani: "Noi non sappiamo di cosa sia morto Cristian. Non sappiamo nemmeno se l'esito dell'autopsia verrà consegnato a noi familiari o qualche autorità. Così come non sappiamo se il corpo di Cristian arriverà a Milano o altrove, nè a che ora. In linea di massima arriva domani, così potremmo celebrare il funerale sabato alle 15.30 nella chiesa di San Marco, ai confini tra Borgo Venezia e Borgo Trieste. Mio figlio abitava con la moglie in via Pisano, e poi tutti i nostri colleghi ambulanti sanno dove si trova perchè ci fanno mercato vicino". Cristian è morto nelle acque caraibiche a 170 chilometri dall'Havana. Era in vacanza con l'amico Andrea, mentre la moglie era con la suocera in Tunisia. Andrea che insegna danza latino americana aveva chiesto a Cristian, di cui era stato testimone di nozze se lo accompagnava in un tour di scuole. E siccome anche Cristian era appassionato di balli caraibici aveva accettato con entusiamo. Le visite alle scuole si sarebbero alternate ai momenti di vacanza. la gita in barca doveva essere uno di quelli, ma Cristian durante un'immersione è morto davanti agli occhi dell'amico.A.V.

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Riparte Agri3, intervista a Luca Zaia su vini e prezzi (sezione: Burocrazia)

( da "Finanza e Mercati" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Da Finanza&Mercati del 03-09-2008 Riprende oggi Agri3, il settimanale del Tg3 dedicato all'agricoltura professionale, ma anche a tutti gli appassionati del settore, in onda tutti i mercoledì alle 12,25. La prima puntata della sesta serie apre con un'intervista al ministro delle Politiche agricole Luca Zaia. Le telecamere di Agri3 e il suo direttore Franco Poggianti, sono andati a trovarlo a casa sua, a Refrontolo, in provincia di Treviso, per parlare prima di tutto di vino e vendemmia. Altro argomento caldo, gli aumenti dei prezzi che penalizzano i consumatori ma anche gli agricoltori, ai quali le produzioni vengono pagate sempre meno. Al ministro Zaia è stato chiesto come affrontare questa emergenza. E poi le esportazioni, i tagli alla burocrazia, la grappa fatta in casa, l'oro olimpico di una giovanissima guardia forestale.

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Prezzo del latte: importante riprendere la trattativa (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Tra gli impegni sindacali di inizio settembre è fondamentale inserire la ripresa e il rilancio della trattativa per la definizione del prezzo del latte alla stalla per l'anno in corso, con l'obiettivo di un prezzo minimo per gli allevatori necessario per dare un futuro alle stalle, molte delle quali operano dallo scorso mese di aprile in condizioni di assoluta incertezza economica, spesso al di sotto dei costi di produzione che sono nel frattempo aumentati in modo progressivo. È questo l'auspicio espresso da Confagricoltura Piacenza che agisce di concerto con le corrispondenti rappresentanze sindacali lombarde, che, come è noto, sono state impegnate nei mesi scorsi, prima della rottura delle trattative, nel tentativo di raggiungere un accordo con la parte della trasformazione, valido per la regione Lombardia, ma che costituisce un riferimento molto importante per il mercato piacentino. "Il mondo agricolo - spiega il direttore di Confagricoltura Piacenza, Luigi Sidoli, - non aveva chiesto e non chiede aumenti, ma semplicemente la conferma del prezzo in vigore a marzo 2008, nonostante le imprese agricole in questi mesi abbiamo visto lievitare i costi di produzione. I dati Ismea rivelano come il costo di produzione degli alimenti nelle imprese agricole abbia fatto segnare un aumento medio del 10,4% a causa dei rincari delle materie prime e dei carburanti. La produzione di latte italiana, continua il direttore di Confagricoltura, si dibatte tra mille problemi, come l'applicazione del regime delle quote latte, altri nuovi e preoccupanti, quali il futuro dello stesso regime che si orienta verso una completa liberalizzazione, senza che le imprese siano adeguatamente preparate in termini di efficienza e di sostegno normativo. Tra le incognite di livello internazionale, il nodo dei costi di produzione italiani, superiori a quelli di molti paesi europei e il peso di una burocrazia "opprimente" rischia di condizionare in negativo il futuro di uno dei principali settori agroindustriali italiani e, come già detto, il principale della nostra provincia. In questo quadro desolante, conclude Sidoli, il non poter contare nemmeno su un prezzo di riferimento adeguato costituisce una condizione inaccettabile per l'imprenditore e un rischio per il territorio, dal momento che l'attività zootecnica è oggi l'unica fonte di preservazione della sostanza organica dei suoli, e l'unico modo per poterne conservare nel tempo la fertilità". 03/09/2008.

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È la decomposizione il rischio per l'italia - giorgio ruffolo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Commenti è la decomposizione il rischio per l'Italia GIORGIO RUFFOLO Provo a raccontare in forma di parabola la storia di un grande Paese che abita una penisola troppo lunga. Così la definirono gli arabi, l'Italia, quando tentarono invano di impossessarsene. Un Paese la cui storia fu spezzata in due. Anzi, in tre. Nell'antichità c'erano a Nord i Celti. A Sud i Greci. Al Centro gli Etruschi. I romani lo unificarono per la prima volta, ma immergendolo in un grande impero. Poi l'impero si sfasciò e quel paese tornò a spezzarsi. In due. Anzi, in tre. A Sud, sempre i Greci. A Nord i Longobardi. Al Centro, la Chiesa. Per quattro o cinque secoli, il Nord fu politicamente unito sotto il segno dell'impero: dai longobardi, e poi dai franchi e poi dai tedeschi. A Sud invece si frammentò subito tra colonie greche, ducati longobardi e repubbliche autonome, continuamente percorso da eserciti imperiali e da orde saracene. Poi, all'inizio del secondo millennio, la scena si rovesciò. Il Sud (con la Sicilia) fu conquistato dai normanni e ricomposto in un solo potente Regno. Il Nord cominciò a decomporsi politicamente in liberi Comuni e Repubbliche. Continuarono dunque, Nord e Sud, a procedere per strade opposte. Ci fu un momento, quando gli svevi, e il loro imperatore, Federico II, subentrarono ai normanni, in cui la potenza del Sud avrebbe potuto congiungersi con la ricchezza del Nord. Solo il grande Federico poteva farlo. Ma a tutto pensava meno che ad allearsi con loro. E loro con lui. Si combatterono, anzi, ferocemente. Così, dopo Federico, il grande Regno di Sicilia si ridusse progressivamente al reame di Napoli. Le repubbliche del Nord fiorirono, ma fermandosi politicamente a livello di potenze regionali. Così l'Italia cadde sotto il dominio straniero. E per quasi tre secoli subì l'onta e l'impronta della servitù. Ma ancora una volta, diverso fu il destino del Nord da quello del Sud. Nel Nord l'eredità politica dei Comuni consentì la formazione di una borghesia colta, civicamente educata, che tuttavia non fu mai capace di guidare, tutt'al più solo di assecondare un vasto movimento di liberazione. Nel Sud, tra la prepotenza dei baroni e la disperazione dei contadini non si formò mai una vera borghesia, ma quella caricatura di borghesia che si chiama mafia. Maturava dunque al Nord una borghesia politicamente irresponsabile, al Sud una pseudo-borghesia economicamente parassitaria. Quando finalmente venne il momento dell'unità, ambedue lasciarono le strutture dello Stato nelle mani di una burocrazia cui il Sud forniva i quadri e la monarchia sabauda l'impronta autoritaria. Ma allora, è giusto domandarsi, come, da chi e perché si compie, malgrado tutto, nei tempi moderni, l'unità d'Italia? La risposta è stata data tante volte. Essa è frutto dell'azione di minoranze. Come sempre, si potrebbe dire. Sì, ma nel caso dell'Italia, di minoranze particolarmente minoritarie, nel senso che non rappresentano culturalmente le correnti pesanti di questo Paese: non ne sono il "campione". Certo, esse non sorgono dal vuoto. La civiltà italiana, la nazione italiana, benché priva di Stato, è una realtà storica. Lo è la lingua. La letteratura. L'arte. La musica. Ma è la spuma di una cultura, non il fondo. Questa si esprime nei grandi episodi della vita politica italiana moderna: il risorgimento, il fascismo, la repubblica. Quello resta torpido, servile, ribelle. Il Risorgimento è un'antologia di slanci generosi. Forse il meno noto e il più emblematico è quella rivoluzione napoletana del 1799 che rivelò la tragica frattura tra l'idealismo patriottico dei giacobini e la ripulsa reazionaria dei lazzaroni mobilitati dai preti. Spento il genio di Cavour, contestato l'eroismo di Garibaldi, il risorgimento decade consumandosi nella grigia mediocrità della monarchia sabauda. Incapace di realizzare l'unità del Sud e del Nord quella monarchia la sforza con la violenza in una brutale repressione delle plebi meridionali. Il fascismo non è all'origine un movimento reazionario. Anch'esso espressione di minoranze intellettuali, è una rivoluzione piccolo borghese intrisa di violenza di classe e satura di letteratura retorica. Esso trascina una borghesia pavida e un proletariato sconfitto all'avventura e alla catastrofe. La Repubblica. Nata dal riscatto vitale della Resistenza, espressione di minoranze intrepide, trae il suo vigore da due grandi forze popolari in conflitto: quella democristiana e quella comunista. Queste hanno il merito, eccezionale nella storia d'Italia, di trascendere i termini di quel conflitto dando al Paese una Costituzione socialmente avanzatissima, e di respingere i conati separatisti. La Democrazia cristiana riesce a tenere a bada le pretese clericali e a controllare il qualunquismo eversivo delle maggioranze silenziose. Il partito comunista, a frenare gli impulsi insurrezionali deviando la sua grande forza verso un disegno storico di alleanza con il mondo cattolico. A questo disegno ideologico esso sacrifica però le concrete possibilità aperte al riformismo liberale e solcialdemocratico che si afferma negli altri Paesi d'Europa. Preservata l'unità politica del Paese, la repubblica dei partiti si rivela incapace di rifondarla su una vera unità nazionale, affrontando e risolvendo il vero nodo che impedisce la formazione di uno Stato moderno: la questione meridionale, ovvero l'impasse di una penisola troppo lunga. Questo è il vero fallimento della Repubblica. La grande insurrezione che segue, contro la corruzione politica, inizialmente motivata da un autentico sdegno civile, ha aperto le porte ad una gigantesca jacquerie. Quel terremoto ha travolto i partiti, strutture portanti della Repubblica, senza rigenerare il paesaggio politico. Ha scatenato invece una possente rebelion de las masas scatenata contro i partiti, contro lo Stato, contro la politica. L'essenza di questa deriva è il privatismo, la riduzione di ogni aspirazione a interesse privato, l'insensibilità per valori politici che lo trascendono, l'insofferenza di ogni regola che si imponga alle pretese del "particulare". Il privatismo è l'essenza del populismo. Le formazioni collettive cui da luogo non sono strutture; sono mucchi di granelli di sabbia esposti al vento di correnti emotive, di suggestioni demagogiche e mediatiche. Emerge una società informe, senza identità. Una società in senso proprio privata: di sé stessa. Mai come oggi l'Italia è apparsa così fragile. E la sua unità così in pericolo. I pericoli di secessione non sono svaniti. Dopo il Nord la febbre leghista può investire il Sud promuovendo progetti separatisti come quelli che la Mafia elaborò nel pieno della tremenda crisi del 1992, quando si tramava la fondazione di uno Stato del Sud, una sorta di Singapore mediterranea, ultramercatistica e autoritaria. Porto franco, capitale di tutti i capitali del mondo. Il pericolo non è un nuovo fascismo. è la decomposizione nazionale e sociale. Mazzini aveva detto: l'Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà. Questa profezia rischia di avverarsi al suo livello più basso. Compito storico della Sinistra avrebbe potuto essere quello di ricomporre l'unità nazionale in un progetto di società che affronti i grandi problemi dello sviluppo economico, dell'equilibrio ambientale e del benessere sociale. E di fondare su questo il grande disegno federativo unitario indicato da Carlo Cattaneo, non lo pseudo federalismo separatista implicito nei progetti leghisti. Ma la Sinistra italiana è priva di un progetto. Essa è dilaniata tra due tendenze: alla contestazione e alla mimesi della destra, ambedue subalterne. Il sociologo Durkheim avrebbe detto che il suo linguaggio non è quello della conversazione, ma quello del pettegolezzo. Un progetto non può desumersi dal chiacchiericcio dell'attualità, ma solo dalla consapevolezza della storia di questo Paese: grande ma troppo lungo. Un progetto che permetta finalmente di accorciarlo un po'. Non sto proponendo un corso di storia. Se mai, di geografia.

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Più assessori in Consiglio col nuovo statuto (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

COMUNE. NE DISCUTERANNO I CAPIGRUPPO Più assessori in Consiglio col nuovo statuto [FIRMA]GLORIA POZZO VERCELLI La prossima amministrazione comunale, da chiunque sarà guidata, avrà a disposizione uno statuto comunale ed un regolamento interno nuovo. Ne discuteranno i capigruppo nella riunione del prossimo 11 settembre, di fronte alla bozza del nuovo statuto presentata a luglio dal sindaco Andrea Corsaro: "Una bozza aperta alle osservazioni - afferma - che speriamo incontri la massima convergenza possibile". Tra i punti più interessanti, quello di portare a dodici il numero degli assessori (attualmente 10) e la richiesta della presenza di almeno un terzo dei consiglieri (14 invece degli attuali 4) per la validità del consiglio comunale in seconda convocazione. "Richieste del tutto fondate - commenta il capogruppo di Forza Italia Eduard Kotlar - che vanno ad aggiungersi ad una serie di variazioni semplicemente legislative, perché lo statuto deve ancora essere aggiornato in base alle legge 267 del 2000". "Le linee - spiega il capogruppo di An Francesco Zanotti - sono quelle fornite dalla maggioranza in una prima bozza, poi revisionata dal sindaco". La proposta di portare gli assessori al numero massimo consentito dalla legge, prosegue Kotlar, "può essere utile ad esempio per deleghe importanti come urbanistica e assistenza. Oggi c'è molta burocrazia in più, un assessore deve essere molto più presente rispetto al passato. Per quanto riguarda la seconda convocazione, poi, è questione di democrazia: è giusto che una maggioranza governi, ma che lo faccia con numeri adeguati". Disponibilità al confronto da parte della minoranza, che pone però questioni di procedura: "Riteniamo che la discussione e il confronto aperto sulle diverse proposte di modifica della statuto debba svolgersi con il più ampio apporto di tutti i gruppi consiliari - afferma il capogruppo del Pd Giorgio Gaietta - sviluppando una discussione aperta e non precostituita da proposte già scaturite nell'ambito dei gruppi di maggioranza, di minoranza o della Giunta. Alla riunione dei capigruppo non presenteremo quindi osservazioni, ma le nostre proposte". Concorda il capogruppo della Lista civica Massa: "Lo statuto è un documento estremamente importante, che attende da tempo di essere rinnovato, e non spetta ai soli capigruppo discuterne". Tra i punti presentati dalla minoranza, il potenziamento del ruolo del Consiglio e del suo presidente, l'operatività e l'efficacia della Giunta e la partecipazione della cittadinanza: "La finanziaria ha eliminato le circoscrizioni, ma la partecipazione è importante: come saranno sostituite, e quale ruolo avranno le associazioni?".

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Tagli sullo spreco non alla salute - calogero comparato (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina X - Palermo TAGLI SULLO SPRECO NON ALLA SALUTE CALOGERO COMPARATO F unzioni da individuare in relazione alle necessità assistenziali e alla mission dell'azienda sanitaria e da attribuire su base fiduciaria e meritocratica. Di particolare interesse è la creazione di Unità operative semplici o dipartimentali, sorta di piccoli primariati, e proprio per questo destinati ad alimentare aspettative e scatenare appetiti. In Sicilia la prima applicazione della legge è stata a dir poco infelice, con incarichi attribuiti temporaneamente e con procedure assai poco rigorose, ma di fatto prorogati per diversi anni, fino a oggi. Deve essere altrettanto chiaro che l'attribuzione degli incarichi dirigenziali non è una querelle interna al mondo medico, ma rappresenta un punto centrale per il futuro del nostro sistema sanitario per almeno tre motivi. Primo: di fatto condizionerà l'offerta assistenziale nei prossimi anni. Secondo: la creazione di Unità operative rappresenterà un aggravio di spesa per le già dissestate finanze regionali, che potrebbe essere giustificato solo dal raggiungimento di una maggiore efficienza e qualità. Terzo: la titolarità di una Unità operativa costituirà una sorta di titolo preferenziale per la progressione di carriera. Cosa sta accadendo ora che si deve procede al rinnovo degli incarichi? L'attribuzione su base totalmente fiduciaria si sta rilevando un punto di grande debolezza. è tutto un fiorire di programmazione sanitaria "creativa". Unità operative semplici che dovrebbero sorgere senza personale, senza idonee professionalità, senza necessaria tecnologia, nate al solo scopo di soddisfare qualche ambizione personale. Il medesimo incarico ripetuto più volte nell'ambito della stessa azienda alla faccia della razionalizzazione della spesa. Unità operative semplici per assistere, nella migliore delle ipotesi ,qualche decina di pazienti ogni anno, create in dispregio di ogni dato epidemiologico. Unità operative semplici deputate a svolgere compiti assistenziali marginali e non necessari rispetto a quelli delle Unità operative complesse, all'interno delle quali sono allocate. E di contro spicca la mancanza di strutture attinenti necessità assistenziali primarie per il soddisfacimento delle quali il malato è costretto a migrare. è evidente che tutto questo non succede né per caso né per un improvviso attacco di schizofrenia. Succede perché, in una società dai connotati familistici come la nostra, la discrezionalità di chi è chiamato istituzionalmente a decidere per il bene di tutti è spesso utilizzata per favorire l'amico, il parente, il compagno di partito, per ingraziarsi il potente di turno, per ottenere protezioni, per barattare favori. E tutti i poteri forti della società siciliana, da quello politico a quello giudiziario, da quello economico a quello della burocrazia, per finire a quello illegale e mafioso, partecipano a questo saccheggio. Con la sua decisione coraggiosa di bloccare temporaneamente l'attribuzione degli incarichi dirigenziali, l'assessore di fatto è entrato nella zona grigia della sanità siciliana, apparentemente legale ma non per questa meno nociva e sperperatrice di quella illegale. Si può oggi migliorare l'assistenza sanitaria nella nostra regione, senza ulteriori spese, solo che si voglia combattere la madre di tutte le guerre, quella per la meritocrazia. I medici laboriosi che sono moltissimi e i cittadini onesti che sono la stragrande maggioranza, nutrono la speranza che Russo, fuori da lacci e laccioli, condizionamenti e compromessi, possa e voglia governare la sanità siciliana non solo all'insegna della legalità che sebbene importante da sola sarebbe riduttiva, ma avendo come punti cardinali la meritocrazia e la qualità dell'assistenza. Apriamo di buon grado nei suoi confronti una linea di credito. Non ci deluda. L'autore è dirigente medico cardiologo ospedaliero.

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L'ascom: patto per napoli (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina II - Napoli I commercianti propongono di rilanciare la città con un piano in 18 mesi e 5 tappe L'Ascom: patto per Napoli Bagnoli, centro storico, cantieri, porti, riforma della burocrazia. E poi accorpare le comunali e le regionali nel 2010 Un Patto per Napoli. Imperniato su cinque concreti traguardi: da Bagnoli al porto turistico. E con una durata strategica di 18 mesi, al termine dei quali - nella primavera del 2010 - invitare i cittadini alle urne per un doppio appuntamento: rinnovando così sia il vertice della Regione, ormai alla scadenza naturale, sia quello del Comune di Napoli, con un anno di anticipo. è la proposta che l'Ascom, attraverso il presidente Antonio Pace, lancia "alle istituzioni e a tutte le forze sane della città", convinto che "sia ormai indispensabile la costituzione di un tavolo operativo, e non di mere idee, per il rilancio di Napoli: una rinascita che passi attraverso la risoluzione di alcuni nodi, il sui superamento è decisivo per il futuro della città". Un'idea che forse non piacerà al sindaco Iervolino, ma già conta su un numero consistente di supporters in Regione. L'Ascom-Confcommercio indica così i cinque nodi dello stallo di Napoli, sospesa tra le vecchie incrostazioni di inefficienza e il futuro solo annunciato. Il primo dei segni di una svolta possibile: "Riorganizzare la macchina comunale, con priorità assoluta per la riforma della polizia municipale, strumento essenziale per garantire il rispetto delle regole, il buon funzionamento e la qualità della vita ordinaria". Secondo nodo: "Bagnoli", senza altre parole, dopo le attese frustrate e ormai ventennali che gravano sull'area ovest; terzo obiettivo, "la portualità turistica". E ancora: "la programmazione dei cantieri, basta ai "lavori eterni"". E la "riqualificazione del centro storico, con individuazione delle priorità". Spiega Pace: "Il Patto dovrà contenere impegni operativi precisi per ciascun sottoscrittore ed un cronoprogramma puntuale per le azioni urgenti, termine massimo di 18 mesi". Il presidente dell'Ascom non nasconde di avere già colto adesioni "ad esempio tra le attività produttive della Regione", ma lontano dall'ottica delle contrapposizioni. "Il tempo delle polemiche, pur giustificate dallo stato penoso in cui versa la città, deve fare spazio a una fase di piena assunzione di responsabilità e di operatività - sottolinea Pace - . Siamo pronti come Ascom ad aprire un tavolo che definisca rapidamente i rispettivi impegni ed il programma. Ma sia chiaro un principio: chi non manterrà gli impegni dovrà farsi da parte". L'invito punta dunque nettamente a votare, nel 2010, per Comune e Regione. "Diciotto mesi sono sufficienti per realizzare o avviare a compimento gran parte del programma. Raggiunta questa scadenza, si potrebbe andare al voto: accorpando elezioni comunali e regionali". (co.sa.).

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Ambulanze, una legge tampone per lasciarle al volontariato - gaia rau (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina VI - Firenze L'ipotesi Ambulanze, una legge tampone per lasciarle al volontariato Si profila una soluzione d'emergenza dopo che la Corte di giustizia europea ha stabilito che per affidare il servizio di trasporto sono necessarie le gare GAIA RAU A quattro mesi dalla scadenza dell'accordo quadro regionale sul trasporto sanitario si profila una soluzione che permetterebbe di far sopravvivere, almeno per un altro anno, le ambulanze dei volontari. La Regione starebbe pensando a un atto legislativo, compatibile con la normativa europea, col quale prorogare fino al 31 dicembre 2009 l'attuale meccanismo di affidamento del servizio alle associazioni di volontariato. Un sistema che vede coinvolte, tra Pubbliche Assistenze, Misericordie e Croce Rossa, circa mille ambulanze (di cui 400 impegnate in servizi di emergenza e le altre in trasporti ordinari) e 350 mila operatori. Ma che rischia di scomparire dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che, lo scorso aprile, ha stabilito che l'affidamento del servizio debba avvenire esclusivamente attraverso bandi di gara, ai quali però le associazioni di volontariato, per legge, non possono partecipare. L'assessore regionale alla sanità Enrico Rossi si è recato a luglio a Bruxelles, per vagliare insieme alle istituzioni europee possibili soluzioni normative per regolarizzare l'utilizzo dei volontari. Tra queste, potrebbe profilarsi anche una legge regionale per inserire le associazioni a pieno titolo nel sistema sanitario toscano, permettendo una stabilizzazione della loro posizione. Mentre sembra ormai accantonata l'ipotesi di ricorrere al "rimborso spese", il sistema inizialmente preso in considerazione per aggirare l'ostacolo della cessione del servizio. In sostanza, invece che programmare in anticipo le specifiche prestazioni da affidare alle associazioni e le relative tariffe, sarebbero queste ultime, alla fine dell'anno, a presentare alle Asl il conto delle spese sostenute. Una soluzione già sperimentata in Piemonte ma troppo onerosa tanto per le associazioni quanto per la Regione che, senza programmazione, rischierebbe spese ancora maggiori. La materia sarà oggetto di dibattito sabato pomeriggio a Porto Santo Stefano, durante il meeting annuale delle Misericordie toscane al quale parteciperanno per la prima volta anche i Fratres, i gruppi donatori di sangue, nati nel 1950 proprio in seno alle Misericordie. All'incontro interverranno sia Rossi sia l'assessore regionale al welfare Gianni Salvadori. Nel frattempo le Misericordie toscane, attraverso il vice presidente Alberto Corsinovi, ribadiscono la propria preoccupazione. "Siamo a pochi giorni dalla scadenza dell'accordo quadro regionale e sotto la spada di Damocle della Corte di giustizia europea, con una sentenza che, nel nome di una burocrazia cieca, ignora la peculiarità rappresentata dal volontariato in Toscana e rischia di distruggerne l'immenso patrimonio di generosità. Per questo aspettiamo di capire, dall'incontro con gli assessori Rossi e Salvadori, alla luce dei loro ultimi contatti con Bruxelles, quali sono le prospettive per il volontariato toscano". "Il meeting - conclude Corsinovi - sarà anche l'occasione per un confronto franco al nostro interno per disegnare il futuro delle istituzioni nazionali e regionali del movimento".

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Tutti in piedi per il soldato-eroe riparte la convention di mccain - alberto flores d'arcais (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Tutti in piedi per il soldato-eroe riparte la convention di McCain Ieri il video-messaggio di Bush. Oggi tocca alla Palin I media scavano nel passato della numero due: e spuntano episodi imbarazzanti Dal palco di Saint Paul l'omaggio di Joe Lieberman, che nel 2000 corse assieme a Gore ALBERTO FLORES D'ARCAIS dal nostro inviato ST. PAUL - Superato senza danni l'incubo Gustav e conquistata tutta la visibilità mediatica possibile, John McCain e il Grand Old Party sono da ieri impegnati a rilanciare i lavori di una Convention sottotono, dove inaspettata protagonista è diventata (nel bene e nel male) Sarah Palin, numero due del ticket repubblicano. Le ultime rivelazioni della stampa sulla governatrice dell'Alaska, dove i reporter dei network e dei quotidiani di punta sono piombati come lupi affamati alla ricerca di "peccati" del passato, danno nuova linfa agli strateghi democratici e qualche preoccupazione a quelli del Gop. Dopo la storia della figlia incinta, adesso si scopre nell'ordine che: Sarah Palin e il marito Todd facevano parte negli anni Novanta dell'Alaskan Independence Party, un partito secessionista che aveva tra i suoi obiettivi quello di unire l'Alaska al Canada; che come sindaco di Wasilla Sarah alzò le tasse (peccato mortale per i repubblicani) e assunse una società di lobbying (cosa legale) per garantire alla sua cittadina 27 milioni di dollari in fondi federali; che Todd una ventina di anni fa venne arrestato per guida in stato di ubriachezza; che (ma questo è tutto da verificare) non è stata neanche eletta Miss Wasilla nel 1984, ma solo Miss Congeniality, e del resto in quell'anno lei era al college in Idaho. In questo clima era necessario per McCain riprendere in mano la Convention. Ecco dunque che la seconda serata viene dedicata proprio a lui, alla storia di un soldato-politico iniziata nelle prigioni di Hanoi e che potrebbe finire alla Casa Bianca. Con la "sorpresa" annunciata di un video-messaggio di George Bush, che in circa cinque minuti ha rassicurato la parte del partito su cui ha ancora presa e galvanizzato i milioni di repubblicani che ancora lo amano. La serata del rilancio è stata affidata alle seconde file più note. Fred Thompson, il popolare politico-attore (protagonista della serie Law&Order), uno di quelli che ha tentato con scarso successo di contendere a McCain la nomination durante le primarie, ha usato il suo appeal televisivo per un applaudito discorso intitolato "Il coraggio e lo spirito di servizio di John McCain"; Joe Lieberman, una vita spesa nelle fila del Partito democratico - massimo della popolarità nel 2000 quando Al Gore lo scelse come numero due - ha scelto di parlare dell'"Original Maverick" (l'anticonformista autentico), titolo volutamente provocatorio per ricordare, lui ex democratico, che l'unico maverick della politica americana è Mccain e non il suo ex compagno di partito Obama. Con l'intervento di Lieberman, amico di vecchia data (come del resto Fred Thompson) di McCain - i due hanno viaggiato insieme per il mondo, la pensano allo stesso modo sull'Iraq e nutrono la stessa insofferenza verso le burocrazie di partito - gli strateghi del Gop cercano di andare alla conquista di quegli elettori democratici moderati che per motivi politici, o magari anche per quelli non detti (il colore della pelle), sono molto tentati da non votare per Obama. Che un ex democratico (oggi registrato come indipendente) come Lieberman potesse diventare la star principale di una serata della Convention repubblicana fino a pochi mesi fa sarebbe stato impensabile. è anche questo il risultato di una campagna totalmente fuori dagli schemi tradizionali, con due candidati (e una candidata vicepresidente) che per diversi (e a volte opposti) motivi rappresentano la vera novità di una politica che, almeno a parole, vuole prendere le distanze dai palazzi del potere di Washington. Dopo il video-messaggio di Bush, introdotto dalla First Lady Laura, la serata dedicata a McCain è continuata con i ricordi personali di un amico del senatore dell'Arizona che ha adottato una bambina nello stesso orfanatrofio del Bangladesh dove John e Cindy McCain adottarono la loro figlia Bridget: proprio quella bambina che, durante le primarie del 2000, le ciniche soffiate di Karl Rove ai media del South Carolina attribuirono falsamente a una relazione illegittima di Mccain con una donna di colore, aprendo la strada della Casa Bianca a George W. Bush. Doveva anche essere anche il giorno di Rudolph Giuliani, cui era stato affidato il keynote, il discorso principe della Convention. L'uragano Gustav e il cambio del programma hanno costretto l'ex sindaco di New York a parlare oggi. Ma stasera tutte le luci della ribalta saranno puntate su Sarah Palin.

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Dieci espulsi da confindustria (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Allontanati gli imprenditori che non hanno denunciato le estorsioni Dieci espulsi da Confindustria Lotta al pizzo in Sicilia: i sospesi sono trenta PALERMO. Sono 10 gli imprenditori espulsi da Confindustria in Sicilia da quando l'associazione, il 1 settembre di un anno fa, ha dichiarato guerra al racket delle estorsioni. Altri 30 associati sono sospesi e potrebbero essere espulsi, mentre sono in totale 51 i provvedimenti al vaglio dei probiviri di Confindustria nell'isola. Il bilancio è stato fatto dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. Sono in totale 64 invece gli industriali, vittime del racket, che hanno denunciato i propri aguzzini e che stanno collaborando con le forze dell'ordine e con la magistratura. Lo Bello ha rivelato che "prima del 1 settembre dell'anno scorso erano soltanto due gli imprenditori vittime del pizzo che avevano deciso di collaborare con la giustizia". Tra i dieci industriali ormai fuori dall'associazione, qualcuno ha preferito allontanarsi per evitare l'espulsione, come prevede il codice etico, adottato da Confindustria in Sicilia, per chi non denuncia le richieste del racket delle estorsioni. "Perchè essere espulsi - ha detto Lo Bello - significa essere esposti alla gogna pubblica". A fianco a Lo Bello c'erano i presidenti di alcune delle nove associazioni territoriali, tra cui Antonello Montante (Caltanissetta), Giuseppe Catanzaro (Agrigento), Nino Salerno (Palermo), Davide Durante (Trapani) e Ivo Blandina (Messina). Sono soprattutto gli industriali di Caltanissetta e di Agrigento quelli che hanno intrapreso con fermezza la linea della denuncia. Ben 40 imprenditori, dei 64 che stanno collaborando, operano nelle due province. E dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia. Questa seconda frontiera ci terrà impegnati in modo forte". Positive le reazioni politiche. Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd: "I dati dimostrano che la decisione va nella giusta direzione e soprattutto che combattere la mafia e rialzare la testa si può anche in Sicilia".

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1938, Mussolini segue la strada di Hitler (sezione: Burocrazia)

( da "Unita, L'" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di Michele Sarfatti L' 1 e il 2 settembre 1938, il Consiglio dei ministri del Regno d'Italia, presieduto dal dittatore Benito Mussolini e residuo formale del precedente regime liberale, varò un primo gruppo di decreti-legge antisemiti e razzisti. Essi istituirono il Consiglio superiore per la demografia e la razza e la Direzione generale per la demografia e la razza, ma, più che ciò, disposero l'esclusione (o la segregazione) di professori e studenti ebrei e l'avvio dell'espulsione degli ebrei stranieri dalla penisola. Il corpus legislativo creato con queste leggi e con quelle dei mesi successivi (ora riprodotto in www.cdec.it) istituì la definizione giuridica di "appartenente alla razza ebraica" e assoggettò tali persone a un gran numero di esclusioni, divieti e angherie. In tal modo l'Italia venne trasformata in uno "Stato razziale", uno Stato razzista, uno Stato antisemita. Qual è il significato di ciò nella storia d'Italia? Si trattò di un evento di rilevante gravità. Di una grave ferita, inferta agli ebrei, al Paese, alla società civile tutta (ovvero, anche ai non ebrei). Era la prima volta dal Risorgimento che si faceva distinzione tra cittadini e cittadini, tra italiani e italiani. Ed era la prima volta che si incardinava tale differenza sul criterio della razza, che veniva presentata come realtà scientifica esistente oggettivamente. Si trattò di una svolta rispetto alla storia del fascismo? Ebbene esso, a differenza del nazismo, non si era costituito all'insegna dell'antisemitismo, tanto che aveva raccolto adesioni anche tra gli ebrei italiani. Tuttavia nei primi tre lustri di governo aveva sviluppato una complessa politica di accettazione dell'esistenza di correnti antisemite (Giovanni Preziosi, Roberto Farinacci, ecc.), di allontanamento degli ebrei da determinati ruoli e incarichi rilevanti, di persecuzione della parità (religiosa) dell'ebraismo. E però la decisione di dotare il Paese di una normativa a carattere generalizzato (e pubblico), decisione maturata a mio parere tra il 1935 e il 1936, costituì indubbiamente una svolta. Essa fu uno sviluppo logico della politica del precedente quindicennio, ma non ne costituì l'esito obbligato o automatico. L'iniziativa italiana del 1938 fu autonoma, sul piano internazionale? Nei decenni di inizio Novecento l'antisemitismo era in notevole crescita in tutta Europa e oltre Atlantico. È vero, molti europei e americani non partecipavano a tale processo, o lo combattevano nettamente. E non va scordato che negli anni Trenta nessuno ancora, pensando l'antisemitismo, poteva prefigurare le camere a gas di Auschwitz-Birkenau o le uccisioni di massa nelle boscaglie orientali. Ma quella crescita era in atto. Nel 1933 poi la Germania nazista aveva dimostrato concretamente che un Paese europeo dalla storia "evoluta" poteva introdurre nel proprio ordinamento una legislazione antiebraica che, mentre si riallacciava addirittura all'epoca precedente la rivoluzione francese, si presentava come "moderna". In questo contesto, senza esservi in alcun modo obbligato o pressato, Mussolini decise in piena libertà di seguire la strada intrapresa da Adolf Hitler. E varò un corpus legislativo che, appunto perché similare ma autonomo, in alcuni ambiti fu più grave di quello vigente in quel settembre-novembre 1938 a Berlino (ben presto il dittatore tedesco superò in gravità quei limitati primati italiani; che però mantengono la loro rilevanza storiografica). Quale tipo di razzismo prescelse l'Italia fascista? La risposta a questa domanda è resa complessa dallo scarso spessore dell'ideologia razzista e antisemita nostrale, rispetto a quelle d'oltre Brennero. (Per inciso, ciò dimostra che non occorreva un preventivo, prorompente e diffuso odio antiebraico per giungere a decidere la persecuzione). In termini schematici, possiamo osservare che nella pubblicistica prevalsero leggermente concezioni razzistiche di ordine spirituale o nazionale, connesse tra l'altro alla nuova esaltazione della "idea" di Roma più che della "razza" latina. Tuttavia nella legge la definizione di "appartenente alla razza ebraica", sulla cui base venne deciso chi doveva essere perseguitato e chi no, fu imperniata sulla concezione razzistico-biologica. In poche parole: il discendente di quattro nonni ebrei fu sempre classificato "di razza ebraica", anche qualora lui stesso e magari entrambi i suoi genitori fossero battezzati. E una discendente di quattro nonni "ariani", anche se si era convertita all'ebraismo e aveva prole cresciuta ebraicamente, ciononostante per la burocrazia statale rimaneva comunque "appartenente alla razza ariana". Gli italiani erano semplici trasmettitori generazionali di materiale biologico utile o disutile alla nazione. Qual era il fine delle leggi antiebraiche? Esse avevano lo scopo diretto di separare/allontanare gli ebrei, soprattutto dal lavoro e dal tessuto sociale del Paese. Per le scuole fu accordata una limitata possibilità di creare classi-ghetto. Il fine ultimo era quello di allontanare definitivamente gli ebrei dal Paese, di arianizzare la società: l'istruzione, la cultura, le attività lavorative, etc. Insomma, le leggi avevano come scopo appunto la persecuzione degli ebrei e non - come talora si sostiene - un non richiesto e non necessario allineamento alla Germania nazista, o un avvertimento ad altri gruppi sociali italiani "colpevoli" di essere o apparire autonomi dal fascismo. Quale relazione legò la legislazione antiebraica del 1938 alla consegna degli ebrei a killers specializzati stranieri del 1943-1945? Non vi fu alcun automatismo; Mussolini non cacciò nel 1938 gli ebrei dal lavoro, dall'esercito, dalla vita culturale col fine di, o comunque prevedendo di, farli deportare ad Auschwitz-Birkenau (peraltro, come detto, ancora fuori del raggio di prefigurazione degli europei dell'epoca). Mussolini voleva "solo" disebreizzare e arianizzare l'Italia. Ma gli arresti e le deportazioni attuati cinque anni dopo dall'occupante nazista e dalla Repubblica Sociale Italiana furono facilitati dal fatto che i morituri erano ormai identificati, schedati, impoveriti, separati. Nonché dal fatto che Stato e società li consideravano perseguitandi. Per questo è legittimo dire che la legislazione antiebraica si rivelò utile, funzionale, in parte necessaria, allo sterminio successivamente deciso. LEGGI RAZZIALI L'1 e 2 settembre di settant'anni fa il Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia varò un primo gruppo di decreti antisemiti. Iniziò così l'esclusione degli ebrei dalla vita pubblica.

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PERUGIA <HA TUTTA la mia solidarietà, sono con lei, al (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA UMBRIA pag. 2 ? PERUGIA ? "HA TUTTA la mia solidarietà, sono con lei, al... ? PERUGIA ? "HA TUTTA la mia solidarietà, sono con lei, al suo fianco. Insieme non ci arrenderemo mai, finché non avremo riportato i nostri figli a casa". Caterina Migliazza parla con il cuore: lei conosce lo strazio che vive Piera Maggio. Sono due mamme che hanno visto i loro figli svanire nel nulla. Fabrizio Catalano (originario di Collegno) è scomparso il 21 luglio 2005 da Assisi e la madre Caterina lo cerca da allora, senza conoscere sosta. Stesso destino per Piera: il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo è scomparsa Denise, solo tre anni è mezzo. E ora la mamma siciliana ha iniziato lo sciopero della fame: un modo per attirare attenzione sulla drammatica vicenda che sta vivendo la sua famiglia. "E' vergognoso ? attacca Caterina Migliazza, tornata in Umbria sulle tracce del figlio anche poche settimane fa ?: non dovrebbe essere necessario arrivare a questi livelli. Ma noi genitori e familiari di persone scomparse, siamo solo numeri, come i nostri figli. Spero che almeno questa volta non ci siano solo promesse. A noi spetta solo una vita di attese: aspettiamo che si trovi qualche indizio, che qualcuno si occupi di noi e dei nostri cari e poi otteniamo, di nuovo, solo impegni verbali". C'E' RABBIA nelle parole di Caterina Migliazza, come nel gesto di Piera Maggio. La stessa rabbia che vive Anna Marra, sorella di Sonia, la ragazza di Specchia scomparsa a 25 anni da Perugia: lei è venuta a vivere in Umbria, lasciando il lavoro e l'esistenza che conduceva a Roma, pur di seguire le orme della studentessa leccese. Anche su Sonia sembra essere calato un velo di silenzio. Oltre al mistero che da sempre ha accompagnato la sua vicenda. "Una sorella è pronta a tutto, figurarsi una madre ? dice Anna Marra ?. Credo, comunuque, che molte situazioni sono venute alla luce anche grazie al lavoro delle associazioni e di alcune trasmissioni televisive che ci aiutano. Per gli inquirenti, poi, non credo il lavoro sia facile. Vi faccio un esempio: le indagini sul delitto di Meredith non sono state semplici e in quel caso c'era un corpo, purtroppo, dal quale partire. Nelle storie dei nostri familiari non c'è nulla. Niente. E, a volte, ci si trova a battere la testa contro un muro. Speriamo ? conclude la combattiva sorella di Sonia Marra ? che almeno vada in porto il progetto della banca dati: raccogliere il dna delle persone scomparse e confrontarlo con quello delle centinaia di cadaveri che giacciono senza nome negli obitori o negli istituti di medicina legale, potrebbe dare risposte a molte domande". MA LA BATTAGLIA non è semplice. Anzi, è lunga. "Noi non dobbiamo arrenderci, mai ? dice ancora la mamma di Fabrizio ?, neanche alla lentezza con cui procedono le ricerche, alla burocrazia che non conosce l'angoscia di una famiglia. Perché sulle scrivanie dove spesso è fermo il destino delle nostrw 'vite sospese', c'è sempre qualcosa o qualcuno di più importante rispetto ai nostri figli. E non potete immaginare ? conclude Caterina Migliazza ? quanto ci amareggia sapere che una donna, madre di una bimba, che quando è scomparsa aveva solo tre anni e mezzo, sia stata costretta ad arrivare allo sciopero della fame per attirare l'attenzione". Annalisa Angelici.

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Tanti progetti ancora da avviare (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il punto del presidente Fausto Facchini: attendo delle risposte precise dall'amministrazione Tanti progetti ancora da avviare La burocrazia sta frenando i lavori della zona Sud GAIBANELLA. Gli operatori e soprattutto il presidente Fausto Facchini della circoscrizione Sud sono in fibrillazione; da parte degli utenti infatti è un continuo chiedere chiarificazioni ed informazioni sugli interventi promessi e tuttora in altomare. Il più in fermento è proprio il presidente che ha già avviato da tempo l'iter burocratico per produrre le modifiche, i miglioramenti e il ripristino in vari settori dei problemi che affliggono il suo territorio, ma senza vedere ancora alcun risultato concreto e senza sapere quando questi si potranno realizzare. "Di carne al fuoco ne abbiamo messa tanta - dichiara Fausto Facchini - la ciclabile di via Buttifredo, il tombinamento di una parte del canale di via Lampone, la messa in sicurezza di via San Martino e questi tanto per citarne qualcuno". Prosegue poi il presidente della circoscrizione riferendosi agli impianti di illuminazione riguardanti diverse frazioni come ad esempio Monestirolo, San Bartolomeo in Bosco e San Martino; il discorso è a parte perchè si potevano promuovere diverse gare d'appalto mentre invece il Comune ha voluto riunirle tutte in un'unica azione per tutto il territorio, per cui a tutt'oggi non è dato conoscere quando si comincerà e non è dato sapere neppure da dove i lavori prenderanno il via. Facchini si trova quindi fra due fuochi: la coscienza di aver compiuto tutti i passi necessari ed opportuni per avviare gli interventi necessari e le risposte da dare ai residenti che vivono quotidianamente i disagi. "Attendo quindi con trepidazione - prosegue Facchini - di poter incontrare l'assessore ai lavori pubblici Mariella Michelini che deve tornare a giorni dalle ferie. Solo allora potrò avere quelle risposte da portare il 15 settembre in consiglio circoscrizionale ed evitare così quella valanga di interpellanze che sto attendendo". C'è poi un altro problema da affrontare, con Hera, che non ha ancora terminato i Piani Partecipati di Quartiere del 2007 relativamente al sistema fognario della zona di Monestirolo; costo complessivo dell'opera 130.000 euro ma finanziata dalla Circoscrizione per il 50%. "Abbiamo arricchito il territorio di 65 cassonetti di raccolta rifiuti - conclude Facchini - con l'obiettivo del 60% al riciclo". (m.g.).

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<Volontariato a rischio fuorigioco> (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA FIRENZE pag. 8 "Volontariato a rischio fuorigioco" SANITA' APPELLO DELLE MISERICORDIE AGLI ASSESSORI REGIONALI LE AMBULANZE in caso di emergenza, il trasporto dei pazienti non autosufficienti per analisi o terapie, l'assistenza domiciliare, l'assistenza alla persona. Sono tutti servizi che in Toscana vengono svolti dal mondo del volontariato, in convenzione con le istituzioni locali. Ma dall'anno prossimo tutto questo sistema di assistenza al servizio della gente potrebbe non funzionare più. La spada di Damocle che pende sulla testa delle associazioni di volontariato arriva dalla Corte di giustizia europea: in una sentenza della scorsa primavera ha invitato gli Stati e le Regioni ad affidare ogni servizio solo attraverso gare di appalto. Anche il trasporto sanitario, dunque. "Ma una legge nazionale vieta a tutte le associazioni di volontariato di partecipare a qualsiasi bando di gara ? spiega il vicepresidente della conferenza regionale delle misericordie toscane Alberto Corsinovi ?. A fine anno scade il nostro accordo quadro regionale che affida a noi volontari molti servizi alla cittadinanza". Ma il rinnovo dell'accordo, se realizzato in base alle direttive europee, potrebbe cambiare tutto. "La corte di giustizia probabilmente non conosce la realtà toscana fatta di lavoro volontario gratuito e, con una burocrazia cieca, rischia di mettere in ginocchio tutta la nostra assistenza". Le Misericordie chiedono una risposta agli assessori regionali alla sanità Enrico Rossi e al welfare Gianni Salvadori. Una risposta che potrebbe arrivare dal meeting regionale per Misericordie e gruppi Fratres della Toscana dal 5 al 7 settembre a Porto Santo Stefano (Gr), quest'anno dedicata alla figura di Madre Teresa. I due amministratori parteciperanno a un forum sul tema del volontariato e dei servizi di trasporto sanitario in un forum sabato pomeriggio. "Sarà anche l'occasione ? dice il presidente dei gruppi Fratres Toscana Francesco Scarano ? per chiedere ai giovani di impegnarsi per donare il sangue, un gesto di grande misericordia". M. P.

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<CHIEDIAMO certezze>. Lo hanno detto a gran voce ieri mattina i lavorat (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

CHIANTI / VAL DI PESA pag. 22 "CHIEDIAMO certezze". Lo hanno detto a gran voce ieri mattina i lavorat... "CHIEDIAMO certezze". Lo hanno detto a gran voce ieri mattina i lavoratori della Trigano durante il picchetto dopo che l'azienda ha dato il via alla cassa integrazione per ulteriori tre settimane dopo quella che ha preceduto le ferie di agosto. Il ritorno dal mare non è certo ottimista per i lavoratori del distretto del camper, 1.500 dipendenti, quasi 4mila se si considera tutto l'indotto. Gli operai chiedono certezze in un momento di forte crisi per il settore. La procedura di mobilità, in corso fino al 19 settembre, segue quella del periodo aprile-maggio e interessa oltre 300 addetti su 500. "La crisi nel comparto, a livello mondiale ed europeo, c'è. Ma qui ? affermano ancora i lavoratori ? siamo di fronte a un problema sociale che riguarda l'intero settore del camper in Valdelsa: 4mila posti di lavoro, compreso l'indotto". A esprimere vicinanza ai lavoratori, oltre ai sindaci di Barberino e Poggibonsi, per i quale serve l'impegno di tutti a partire dalle istituzioni che hanno già avviato un'azione di sostegno. Anche se naturalmente la parte prioritaria deve spettare alle imprese. Sulla questione che riguarda tutto il distretto del camper, di cui fanno parte Mobilvetta e gruppo Sea, Rimor, Laika, Giottiline oltre ovviamente a Trigano, è intervenuto anche l'onorevole Susanna Cenni, con una proposta che viaggia su due linee. Sul piano locale la deputata propone di "proseguire sul sostegno all'idea di filiera lanciata dagli operatori economici coinvolti", mentre sul piano nazionale l'obiettivo è "sensibilizzare il governo sulla questione dell'aumento dei costi del gasolio", che hanno una ripercussione diretta sul settore dei camper. Sulla questione è intervenuto anche il presidente degli industriali di Siena, Luigi Borri. "Le istituzioni ? sostiene ? devono accelerare i tempi della burocrazia e mettere in atto ciò che è stato concertato, come il completamento del progetto di filiera del settore del camper. Proprio a questo proposito grandi aziende continuano a voler investire nel nostro territorio: hanno però bisogno di infrastrutture, dello scambio merci tra gomma e ferrovia della Zambra, del potenziamento della strada regionale 429. E di infrastrutture hanno bisogno tutte le nostre aziende, di tutti i comparti". anset.

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<Da goleador a prete per un disastro aereo che mi ha cambiato la vita> (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACHE pag. 19 "Da goleador a prete per un disastro aereo che mi ha cambiato la vita" "La Nazionale dello Zambia precipitò in mare" ? CINGOLI ? DOVEVA ESSERCI anche lui, su quell'aereo. Ma qualcosa o qualcuno, all'ultimo momento, ha voluto che così non fosse. Qualcosa che per tanti avrebbe potuto essere liquidata come una semplice fatalità ma che per lui ha assunto un significato del tutto speciale. Gli ha cambiato la vita. Don Oscar Mwoanza è oggi il parroco di Strada, una popolosa frazione del comune di Cingoli, in provincia di Macerata. Ma da giovane aveva la passione del... prato verde. Una passione che oggi, in qualche modo, ancora coltiva, come centravanti della squadra dei sacerdoti della diocesi di Macerata. AFRICANO dello Zambia, dov'è nato il 10 novembre 1972, da ragazzo ha potuto alternare lo studio al pallone: bravo sui libri, abile a infilare i portieri avversari. Un giovane goleador, attaccante della rappresentativa Under 21 dello Zambia e in odor di convocazione per la Nazionale maggiore. Poi, la vocazione, sbocciata da una tragedia. "Durante la fase di qualificazione per i mondiali del '94 ? ricorda don Oscar ? i dirigenti della Nazionale che avrebbe dovuto disputare una partita sul campo del Senegal, decisero di aggregare in viaggio-premio due ragazzi non tesserati per motivi di età: uno ero io, avevo 17 anni, ero fuori di me dalla gioia. Invece proprio all'ultimo momento ci dissero che per una serie di motivi saremmo dovuti restare a casa. Lì per lì ci rimasi male, su quell'aereo sarei stato insieme a tanti amici: con tre di loro ero come un fratello. Ma quando si dice il destino?". INFATTI, l'aereo che trasportava la Nazionale fece scalo nel Gabon. Poi ripartì. Ma dopo appena mezzo minuto dal decollo, precipitò per cause mai accertate. Morirono tutti. "Fu un evento drammatico che ancora mi rattrista e che lasciò un segno profondo dentro di me". Oscar terminò gli studi nel college di tipo anglosassone che frequentava, ma il ricordo della tragedia non l'abbandonò mai completamente: "Riflettendo su quella disgrazia ? racconta ? cominciai a meditare sulla caducità di questa vita terrena. Ne scaturì una visione spirituale dell'esistenza. Mi sentìi più sereno e come chiamato: capìi che dovevo dedicarmi al sacerdozio. Terminata la scuola superiore, conseguita la maturità scientifica, decisi di entrare in seminario". Don Oscar scelse il "Redemptor Mater" di Macerata: divenne sacerdote il 10 maggio 2004, poi viceparroco a Cingoli, ad Appignano, a Recanati. Oggi è titolare nella frazione Strada, che ha la squadra Victoria in seconda categoria. Servisse una punta? "Purtroppo dovrei dire: grazie, non posso giocare ? dice ?. Non che non mi farebbe piacere. E' per motivi di burocrazia calcistica. Quando ero a Recanati, mi allenavo spesso con la Recanatese e il tecnico mi fece la stessa proposta: t'ingaggiamo. Ma per farlo dovrei tornare in Zambia per lo svincolo dalla Federazione di cui sono stato un Under 21". COSÌ, non resta che divertirsi con la squadra dei sacerdoti. Le soddisfazioni, d'altronde, non mancano. "Ultimamente ? racconta inorgoglito don Oscar ? contro la parrocchia di Madonna del Monte abbiamo disputato due partite, vinte entrambe: una per 7-5 con tre gol miei, l'ultima per 5-4. In questa non ho segnato perché poi, nel pomeriggio sarei venuto per la prima volta a Strada. Forse l'emozione, l'attesa ?". Ma il gol che ricorda di più è senz'altro "quello segnato a Montefano, con la squadra dei sacerdoti, alla formazione dei Carabinieri: 2-2, mia la rete del pareggio". Centravanti di ruolo, all'occorrenza diventa pure centrocampista offensivo. Con grande ammirazione del vescovo, monsignor Claudio Giuliodori, suo compagno di squadra (pure lui ha un passato calcistico, in C2, nelle file dell'Osimana). Che però, un piccolo appunto gliel'ha pur fatto: "E' stato categorico: devi perdere 5 chili, ha detto. Mi metterò a dieta da lunedì".

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Confindustria, 10 espulsi per pizzo (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 210 del 2008-09-03 pagina 18 Confindustria, 10 espulsi per pizzo di Redazione L'associazione siciliana: altri soci sono sotto inchiesta da Palermo Un anno fa, il primo settembre, Confindustria Sicilia approvò un codice etico che stabiliva l'espulsione dei soci che pagavano il pizzo o non denunciavano le richieste estorsive. Ad oggi sono dieci quelli che hanno dovuto lasciare l'associazione diretta in Sicilia da Ivan Lo Bello. Lo ha annunciato lo stesso presidente, che ha parlato di 30 associati sospesi e di un totale di 51 provvedimenti al vaglio dei probiviri di Confindustria nell'Isola. Sono 64, invece, gli industriali che hanno denunciato richieste di pizzo e che collaborano con le forze dell'ordine e la magistratura. Un anno fa erano soltanto due, ha osservato Lo Bello. Tutto cominciò dopo le minacce e le intimidazioni nei confronti dell'imprenditore catanese Andrea Vecchio e di Marco Venturi, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, che con decisione dissero no alle richieste degli estorsori. Tra i dieci industriali ormai fuori dall'associazione, qualcuno ha preferito allontanarsi per evitare l'espulsione. "Perchè essere espulsi - ha detto Lo Bello - significa essere esposti alla gogna pubblica". A fianco di Lo Bello, nella conferenza stampa a Palermo, c'erano i presidenti di alcune delle nove associazioni territoriali. Sono soprattutto gli industriali di Caltanissetta e Agrigento che hanno intrapreso con fermezza la linea della denuncia. Intanto, dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Per le Pmi meno intralci dalla burocrazia locale (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Centro-Nord sezione: CENTRO NORD ECO.IMP MARCHE data: 2008-09-03 - pag: 6 autore: INTERVISTA Mario Mancini Presidente Piccola industria "Per le Pmi meno intralci dalla burocrazia locale" ANCONA Più sensibilità, da parte delle amministrazioni pubbliche e delle banche, alle esigenze delle piccole e medie imprese. Il che non significa richiesta di maggiori risorse ma di minori prelievi e meno ostacoli all'attività e agli investimenti aziendali. Non sono istanze nuove quelle che il neoeletto presidente del Comitato Piccola industria Marche, Mario Mancini, solleva in occasione dell'incontro che domani, 4 settembre, si terrà ad Ancona con il suo omologo in Confindustria nazionale, Giuseppe Morandini, ma sono portate avanti con rinnovata determinazione. La determinazione di un imprenditore, classe 1958, che si è fatto da sé, fondando vent'anni fa ad Amandola (Ap) la Mancini Spa - tecnologie per l'industria alimentare, una succursale a Modena, due società estere in Romania e Colombia, nove milioni di giro d'affari consolidato e circa 50 addetti- e che oggi mira a dare voce e visibilità alle oltre 2.500 piccole industrie che rappresenta in regione, per aiutarle nel cammino di innovazione e internazionalizzazione. Quali le priorità politicostrategiche del suo mandato? Intendo innanzitutto proseguire, nel corso del prossimo biennio, l'attività svolta dal mio predecessore Luigi Amedeo Antinori creando opportunità e occasioni di sviluppo e visibilità per le imprese, a partire dal progetto "Piccola Impresa delle Marche: impariamo a conoscer-la!" che presenterò nel corso della prossima riunione del nostro Comitato Marche a fine settembre e che mira a creare spazi di incontro tra sistema produttivo locale e mondo scolastico e universitario. Quali le istanze su cui finora la piccola industria ha trovato meno aperture? Non parlerei di minori aperture ma auspico una maggiore sensibilità e attenzione nei confronti del sistema produttivo regionale. Che ha bisogno, ad esempio, di trovare nelle banche partner solidi per portare avanti investimenti nei mercati esteri e in tecnologie e nelle istituzioni scolastiche e universitarie un'offerta di giovani leve rispondente alle reali esigenze dell'impresa locale. La politica regionale su che fronte è carente? Senza dubbio, le imprese delle Marche sono fortemente penalizzate da un inadeguato livello di infrastrutture e servizi logistici. Andrebbero potenziate le reti di trasporto viarie, ferroviarie ed aeree, quelle energetiche e telematiche, soprattutto nelle aree interne della regione, indispensabili anche per l'attrazione degli investimenti. Una adeguata politica energetica significa disponibilità per le imprese di energia a costi sostenibili. Il livello di pressione fiscale sul sistema produttivo, inoltre, continua a incidere in modo rilevante sulla competitività e concorrenzialità delle nostre imprese già alle prese con rincari esponenziali di carburanti e materie prime. Auspico dunque riduzioni dei vari tributi (Irap in particolare) per permettere alle imprese di dirottare risorse per innovazione, R&S, ed internazionalizzazione. Sono ancora poche le realtà che si sono affacciate sui mercati esteri. Perché? I piccoli, per affrontare i mercati esteri, dovrebbero aggregarsi tra loro o costituire delle alleanze all'interno di una stessa filiera ma temo che lo spiccato individualismo dell'imprenditore marchigiano possa rendere questo salto culturale più complesso. Poi c'è un problema di risorse finanziarie e umane necessarie per affrontare le piazze straniere. Le numerose missioni all'estero che la Regione sta portando avanti non sono utili? Lo sono sicuramente per svolgere attività di apripista e per dare visibilità al sistema regionale. Ma l'imprenditore ha bisogno anche di attività di tipo diverso, ancora più concrete e tangibili. Sono ipotizzabili azioni sinergiche o alleanze con Confapi e associazioni artigiane? Auspico la collaborazione di tutte le associazioni di categoria regionali per fare squadra affinché siano valorizzate le istanze delle piccole e medie imprese. L'ipotesi di un'unione trasversale come è avvenuto in Emilia-Romagna non è per ora, qui nelle Marche, all'ordine del giorno. I. Ve. "Servono politiche infrastrutturali, tagli fiscali e sinergie con scuole e atenei" In carica. Mario Mancini, guida da luglio la Piccola industria Marche.

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Rifugio di rom nella scuola abbandonata. <Basta degrado> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-09-03 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE La polemica L'ex media di via Maggianico attende da anni un progetto per mini-alloggi riservati agli studenti Rifugio di rom nella scuola abbandonata. "Basta degrado" Da scuola abbandonata a residenza universitaria. Ma il bel progetto s'incaglia nella burocrazia. E l'istituto di via Maggianico, alla periferia Nord-Ovest della città, concesso dal Comune un anno fa al Politecnico per realizzare 228 minialloggi (opera da 14 milioni di euro), rischia di trascinare nel degrado un intero quartiere. Richiamo per vandali e senzatetto. Ritrovo per sbandati e spacciatori. Il casermone grigio, incastrato tra le case popolari di via Emilio Bianchi e il campo nomadi di via Negrotto, ha perso quel poco di dignità che era rimasta dopo la chiusura della scuola media, una decina di anni fa. Perché c'era l'anziano custode a vigilare. Lo scorso inverno è morto anche lui, ultimo baluardo contro i vandali. E l'istituto di via Maggianico è stato occupato e sgomberato, rioccupato e infine "spolpato" giorno dopo giorno: dal prefabbricato sono spariti gli infissi e i vetri, quando non li hanno fatti andare in mille pezzi giocando al tiro al bersaglio, divelte intere pareti, smontati i soffitti, pieni di lana di vetro e fibre di amianto. Spariti porte, lavagne, sedie, tavoli e neon. La protesta di chi vive di fronte alla scuola abbandonata e teme l'ennesima occupazione di senzatetto o nomadi viaggia con il passaparola, dal panettiere al bar. Perché così si è abituati in questa periferia tra Vialba e Quarto Oggiaro. "In agosto abbiamo visto di tutto", confida un'anziana. Osserva, attenta da una finestra al terzo piano delle case popolari che si affacciano sulla scuola. "Stavamo chiusi dentro casa. Hanno persino sparato là dentro". Il cancelletto è aperto. Il cortile è invaso da erbacce e rampicanti. L'alloggio che era del custode è stato violato, manca un'intera parete, quella esterna. Si intravedono i resti della mobilia. Dal Politecnico spiegano: "La Regione ci ha già dato un finanziamento, tre milioni e 400 mila euro, per realizzare la residenza universitaria - spiega Adriana Baglioni, prorettore delegato all'edilizia del Politecnico -. Ma sapremo solo dopo la metà di settembre se il ministero della Pubblica Istruzione approverà il progetto, che ha un costo finale di 14 milioni e 442 mila euro ". Solo allora, con la certezza del finanziamento, "potremo accelerare la bonifica dell'area e demolire il manu-fatto, perché in caso contrario dovremo restituire la scuola al legittimo proprietario". Come è accaduto per via Bonfadini, con gli ex magazzini della Scala destinati dall'amministrazione a casa per gli studenti. Spiegazione che non convince la zona 8: "Finché l'edificio è stato in carico al Comune - dice il consigliere Luca Bianchi - era vuoto ma sicuro. Il Politecnico non può chiamarsi fuori. L'ha avuto in concessione e deve occuparsi del suo stato". Mentre il capogruppo di An a Palazzo Marino, Carlo Fidanza, precisa: "Non può la burocrazia affossare un progetto di questa portata. Il governo deve dare un'accelerata. Ma sarà opportuno sollecitare anche le forze dell'ordine, perché rispondano con più sollecitudine alle segnalazioni dei cittadini di via Maggianico ". Quarto Oggiaro L'esterno del complesso scolastico di via Maggianico e alcune aule devastate Paola D'Amico pdamico@corriere.it.

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PALERMO - Un anno fa Confindustria Sicilia, rotte anacronistiche logiche, stabilì la &# (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di LUCIO GALLUZZO PALERMO - Un anno fa Confindustria Sicilia, rotte anacronistiche logiche, stabilì la "incompatibilità" tra la funzione sociale dell'imprenditore ed il finanziamento sommerso alle cosche, sotto la specie di "stato di necessità", per evitare il peggio. A determinare quella scelta, subito trasfusa in un codice etico, fu la prassi di Andrea Vecchio, industriale edile catanese, che dopo una raffica di attentati quotidiani ai suoi cantieri, non ha mai pagato il pizzo e mai lo pagherà. E proprio Vecchio ieri ha preso posto insieme a Marco Venturi, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, altro signor no, accanto ad Ivan Lo Bello, numero 1 di Confindustria Sicilia, che ha reso un pubblico rapporto 12 mesi dopo la vigenza del codice etico: 10 gli associati già espulsi, 30 i sospesi, 51 le posizioni all'esame dei probiviri. "Oggi Libero Grassi non sarebbe più solo - ha potuto dire il Presidente Lo Bello -, soli sono invece gli industriali e i commercianti che non denunciano il pizzo. A loro lancio un appello: ribellatevi". E siamo solo all'inizio, perchè dopo la lotta al pizzo Confindustria promette sia battaglia a quella che Lo Bello ha definito la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia, sia una piena collaborazione dell'Associazione agli inquirenti nelle indagini contro il riciclaggio dei capitali sporchi. Altre cifre: sono stati in un anno 64 gli industriali nel mirino del racket che invece di trattare, chiedere sconti e pagare, hanno preferito denunciare con nomi e cognomi dando una piena collaborazione alle polizie ed alla magistratura. E sono stati sopratutto gli iscritti di Caltanissetta e di Agrigento a cavalcare la linea della fermezza, 40 dei 64 imprenditori che hanno denunciato operano infatti in queste due province. I numeri vanno comunque interpretati: 64 "collaboranti" su 3 mila iscritti a Confindustria Sicilia - e cioè il 2% - dice anche che molta strada resta da fare. Per esempio a Palermo dove due sole aziende hanno scelto lo scontro. Ma un anno fa erano soltanto due in tutta la Sicilia gli industriali resistenti. E sempre ieri accadeva che persino i vertici provinciali di Confindustria finissero nell'occhio delle indagini antimafia. Lo Bello ha anche tenuto a sottolineare come la linea dell'intransigenza invece di disorientare la base - una tesi prudente, che per decenni ha funzionato sostanzialmente contro i reali interessi industriali- ha attirato nuovi iscritti, ben 80 nelle province di Agrigento ed Agrigento. "Gli imprenditori vogliono ora associarsi proprio perchè si sentono più protetti - ha spiegato Lo Bello -, sono consapevoli che grazie anche alla nostra linea di fermezza è diventato più difficile, rischioso chiedere il pizzo a un industriale. Sono così ormai decine le richieste che abbiamo ricevuto, ma le valutiamo attentamente prima di deliberare le ammissioni". Se gli industriali hanno voltato pagina anche gli Enti Locali devono accelerare il loro impegno per mettere le cosche alle corde. E Lo Bello ha citato il lodevole esempio di Gela, dove il sindaco di Rifondazione Comunista, Rosario Crocetta non fa antimafia di bandiera, ma adotta azioni concrete contro le organizzazioni criminali, basti pensare alle misure sugli appalti o all'azione che sta conducendo a fianco dell'Eni, che attraversa una fase difficile per via delle grandi infiltrazioni mafiose.

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I Confidi giocano la carta hi-tech (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sud sezione: ECONOMIA SICILIA data: 2008-09-03 - pag: 5 autore: Credito alle imprese. Vicina al traguardo la piattaforma telematica per depositare le istanze alla Regione I Confidi giocano la carta hi-tech Gli operatori: "Autunno con troppi adempimenti, rischio collasso" Orazio Vecchio PALERMO Il sistema dei Consorzi di garanzia fidi della Sicilia si avvia sulla strada della modernizzazione con una piattaforma telematica su cui dai prossimi mesi, saranno gestite le istanze alla Regione (circa 30 mila l'anno solo per i contributi di abbattimento degli interessi). Ma i Confidi giudicano l'innovazione solo come il primo passo di un necessario snellimento burocratico. E temono che non funzioni. La piattaforma velocizzerà le procedure di richiesta dei contributi ed è stata annunciata dall'assessore regionale al Bilancio, Michele Cimino ai rappresentanti di Assoconfidi Sicilia. Il sistema utilizzerà autocertificazione e firma digitale, in modo da velocizzare sia i recapiti sia i controlli. "Oggi la maggior parte del tempo per liquidare le pratiche si spende perché le stesse sono incomplete e quindi dobbiamo chiederne l'integrazione e dare nuove scadenze. La piattaforma impone, invece, che i campi siano tutti indicati. Oltretutto, si risparmieranno tonnellate di carta", spiega il direttore del dipartimento Finanze e credito della Regione, Benedetto Mineo. Si prevede che la piattaforma sia testata a ottobre, per essere messa a punto entro dicembre ed essere utilizzabile per l'erogazione dei fondi 2008, che avverrà nel 2009. I Confidi accolgono positivamente l'innovazione. Ma temono, innanzitutto, i nuovi oneri dovuti all'attività di raccolta e caricamento dati, prevista nella prima fase di sperimentazione: sono informazioni quali, tra gli altri, numero dei dipendenti, fatturato, Documento unico di regolarità contributiva, che oltretutto richiedono aggiornamenti periodici. Per questo Assoconfidi, considerando che alcuni consorzi hanno migliaia di soci, ha chiesto di fissare al 30 novembre la scadenza dei bandi per il contributo abbattimento interessi alle imprese per i prestiti erogati nel 2007. Oltretutto, osservano i Confidi, nello stesso periodo si concentra una serie di adempimenti per i nuovi meccanismi previsti dalla Finanziaria e dai criteri contabili di Basilea 2, che si aggiunge a quelli chiesti dalla piattaforma telematica. Dice Mario Filippello, presidente di Assoconfidi Sicilia: "Il sistema dei Confidi siciliano, che è nato da poco e cammina ancora in modo stentato, potrebbe non sopportare questo stress. Si dovrà ricorrere a personale specializzato, trovando le necessarie risorse. Il pericolo è che i costi crescano a dismisura e, poiché non c'è alcun aiuto pubblico all'attività ordinaria dei Confidi, siano poi ribaltati sulle imprese. A scapito della competitività del sistema e delle imprese. Gli oneri degli adempimenti contestuali potranno incidere anche fino all'1-1,5% del costo del denaro: i Confidi più grandi, come quelli del Nord, possono affrontare una tale situazione con difficoltà sì, ma con risorse ingenti date anche dagli enti pubblici; i nostri Confidi sono gracili dal punto di vista patrimoniale". Bartolo Mililli, presidente di Confeserfidi, il maggiore della Sicilia con i suoi 102 milioni di euro e quasi 6mila soci nel 2007, sostiene che per sostenere il sistema dei Confidi e snellire la burocrazia serve anche altro: "La piattaforma telematica è un primo passo, perché riduce i tempi ed elimina la carta, ma non elimina la lunga trafila per l'azienda. è necessario anticipare i tempi dell'intervento rispetto al finanziamento erogato, in modo che l'agevolazione nasca contestualmente al finanziamento, non a distanza di due o anche quattro anni dall'erogazione, quando si deve nuovamente tirar fuori la pratica e lavorare per ogni singola annualità". Anche la disomogeneità tra i maggiori Confidi convenzionati, di cui solo cinque coprono l'80% dei contributi richiesti,non facilita il lavoro dell'assessorato: se Assoconfidi è nata anche allo scopo di dare alla Regione un interlocutore istituzionale unico, osserva Mililli, è opportuno che anche l'assessorato da parte sua stimoli i Confidi a rendere più veloci e puntuali gli adempimenti dei rispettivi oneri. Presidente. Mario Filippello, di Assoconfidi Sicilia STUDIO CAMERA.

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Euro promessi dalla Regione Lazio e mai giunti al Comune, dopo che il complesso e buro (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di FABIO COCCIA "Euro promessi dalla Regione Lazio e mai giunti al Comune, dopo che il complesso e burocratico iter per giungere ad ottenere tale somma era stato chiuso da tempo". Il j'accuse indirizzato alla Pisana questa volta è del vicesindaco di Terracina e assessore alle Finanze Giuliano Masci. Sono i 240 mila euro che dovevano arrivare da mesi nelle casse dell'amministrazione per mettere in sicurezza i parchi della città. Una dura nota quella di Masci che risponde al rappresentante politico della Destra Sociale dopo l'incidente occorso a un bambino di 4 anni nel parco comunale dell'area Ghezzi. Il piccolo era caduto sei giorni fa da uno scivolo nella parte attrezzata ai giochi e si trova ancora ricoverato all'ospedale di Terracina. Secondo l'area politica di estrema destra l'incidente poteva essere evitato se solo l'amministrazione avesse tenuto in buono stato e in sicurezza l'intera struttura del parco, compresa l'area giochi. E proprio su questo punto che Masci interviene spiegando che "è veramente singolare che prima ancora delle verifiche sulla dinamica dell'incidente sia stata già dichiarata sulla stampa la colpevolezza dell'amministrazione comunale", ricordando al contempo tutti i passaggi burocratici effettuati dal Comune per avere i 240 mila euro. A partire dal primo datato 14 dicembre 2007, giorno in cui la regione Lazio comunicò al Comune di Terracina la disponibilità dell'intera somma che poteva essere riscossa producendo una serie di documenti. Atti che furono successivamente approvati e che culminarono con il progetto per la messa i sicurezza sei parchi cittadini del giugno di quest'anno. Il 4 luglio il responsabile del procedimento scrisse al dipartimento territorio, direzione regionale infrastrutture Area 7/N decentrata di Latina, per richiedere il parere tecnico necessario per ottenere lo sblocco del finanziamento, espletare la gara di appalto e assegnare i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza dei parchi cittadini. "Da quel fatidico giorno il comune di Terracina è di nuovo nell'attesa che la burocrazia regionale faccia il suo corso. Questa è l'unica verità peraltro, riscontrabile, inerente al finanziamento regionale finalizzato ai parchi cittadini".

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Strage di cani randagi e padronali a Rocca di Papa. Alcuni giorni fa sono state rinvenute in localit (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Chiudi di LUIGI JOVINO Strage di cani randagi e padronali a Rocca di Papa. Alcuni giorni fa sono state rinvenute in località monte Pennolo e Valle dei Caprari le carcasse di almeno dodici cani. L'altro ieri sono arrivate segnalazioni di altri due cani trovati morti a via Vecchia di Velletri. Esche avvelenate sono state posizionate vicino ai cassonetti dei rifiuti, ritrovo abituale dei cani randagi. Una situazione di grave allarme che ha indotto il Comune di Rocca di Papa a intervenire: per ordine del sindaco sono stati affissi manifesti in cui si denuncia l'atto criminale e si invitano i proprietari a vigilare. "Non sappiamo ancora - dice Giorgio Serafini, consigliere comunale delegato ai problemi degli animali - che tipo di esca sia stato usata. Abbiamo inviato un campione all'ufficio veterinario della Asl per i rilievi del caso. E'inconcepibile che accadano ancora queste vicende". I cani randagi e inselvatichiti stanno diventando un problema soprattutto per i numerosi abitanti, in gran parte abusivi, che hanno costruito ville e palazzi in mezzo al bosco, in zone protette. Qualcuno quindi ha pensato bene di risolvere il problema, disseminando bocconi avvelenati nel territorio. "La maggior parte dei cani morti nei giorni scorsi- riprende il consigliere Serafini - però, ha un padrone. E anche i randagi avvelenati erano buonissimi e riconosciuti da tutti. L'episodio fa capire che c'è necessità di tutelare adeguatamente i nostri amici a quattro zampe. Da tempo mi sto battendo in consiglio comunale per avere finalmente un canile pubblico. Le associazioni di volontari si impegnano allo stremo ma trovano estreme difficoltà". Poche settimane fa proprio a Rocca di Papa per carenza di norme igieniche è stato sequestrato un canile di un'associazione privata che aveva in custodia sessanta cani. Antonio Vasselli dell'associazione Snoopy, cui a luglio si sono rivolti anche il comune e i carabiniere per lasciare in custodia quattro cuccioli abbandonati, proprietario del canile sequestrato sta cercando di fare di tutto per salvare i cani, lottando contro la burocrazia. Stesso problema si registra a Vermicino di Frascati dove un canile che dava assistenza a quaranta randagi è stato posto sotto sequestro per carenza di norme igieniche. Il titolare sostiene che "in nessuna struttura pubblica e privata i cani sono tenuti meglio". Intanto è tramontata l'ipotesi di costruire canili consortili pubblici e un centro di assistenza, riabilitazione e cura per animali domestici e selvatici a Rocca Priora, come da tempo chiedevano le associazioni animaliste. Per la strage dei cani a Rocca di Papa il consigliere Giorgio Serafini è intenzionato a fare una denuncia, come cittadino. "Anche noi - afferma Pasquale Boccia, sindaco di Rocca di Papa - faremo i nostri passi. Con il manifesto, intanto, abbiamo fatto una denuncia pubblica, invitando i cittadini a prendere atto del problema e a collaborare con noi per tutelare e fornire degna assistenza ai nostri amici animali. In tempo di ristrettezze dei bilanci pubblici per risolvere i problemi c'è bisogno dell'impegno di tutti".

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Nel bando del 2005 erano più di 1.600. Con l'ultimo bando di fine febbraio 2008, sono sces (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di PAOLO GRASSI Nel bando del 2005 erano più di 1.600. Con l'ultimo bando di fine febbraio 2008, sono scese a meno di 800. In tre anni il numero di richieste di case popolari a Terni si è più che dimezzato. Una vera e propria falce, nonostante una crisi economica sempre più galoppante, la crescente necessità di avere un alloggio e gli afitti sempre più cari. E' l'aspetto che più di altri balza all'occhio guardando le graduatorie pubblicate lunedì per l'assegnazione delle case popolari. Dalle 1.061 domande ammesse nel 2005 (che erano molte di più se si pensa alle richieste respinte) si arriva alle 760 complessive del bando nuovo. Neanche l'assessore comunale all'edilizia Giocondo Talamonti sa ad oggi darsi una risposta: "Ancora - dice - non capiamo da cosa dipenda questo fatto. Ma affronteremo la questione quanto prima". Al momento si possono solo avanzare ipotesi e dire che la cosa potrebbe anche dipendere dalla presenza di altri strumenti per l'edilizia residenziale, come quello dell'edilizia sovvenzionata da parte della Regione. Peggio sarebbe se polemiche e vicende degli utlimi tempi, come la lentezza di procedure e burocrazie e la lunga questione dell'avvicendamento alla presidenza della commissione alloggi che aveva bloccato a lungo le assegnazioni, avessero scoraggiato molti cittadini. Quella pubblicata lunedì è solo la prima graduatoria provvisoria, fatta con i punteggi derivanti da quanto hanno dichiarato i richiedenti sul modulo allegato alla domanda. Le domande valide sono 689. Molte quelle presentate da stranieri. Questi ultimi, tra comunitari ed extracomunitari, sono un terzo. Tra gli italiani, accanto ai ternani figurano tanti forestieri. Vengono per la maggior parte dal sud e dalla Campania. Pubblicata anche una prima graduatoria delle domande escluse. Sono 71. 40 di queste, vale a dire più della metà, sono state presentate da stranieri. La motivazione più ricorrente per aver respinto le domande è legata alla citadinanza non ammissibile da parte del richiedente. Ma ci sono pure tanti casi di dati errati o incompleti dei membri del nucleo familiare. Una sola, invece, la domanda respinta perchè giunta oltre i termini. Curioso, invece, il caso di cinque domande non accolte perché i richiedenti risultano proprietari di alloggi. Sette domande, invece, sono state escluse perché i richiedenti fruiscono di altri contributi per l'alloggio. Nei confronti di queste graduatorie si possono presentare i ricorsi agli uffici dell'ecdilizia. C'è tempo fino a tutto settembre. Poi, dopo i ricorsi, gli uffici comunali dell'edilizia cominceranno ad esaminare le domande idonee per le verificare i dati dichiarati dai richiedenti in autocertificazione. Dopo ricorsi ed accertamenti saranno stilati nuovi punteggi, che saranno sottoposti per un'ulteriore valutazione alla commissione consiliare dell'ediliza. A quel punto ci sarà la graduatoria finale dalla quale si cominceranno ad assegnare le case. Ma tra una cosa e l'atra ci vorrà qualche mese. "Anche se noi - precisa però l'assessore Talamonti - speriamo di consegnare le prime case disponibili entro fine anno. Ci impegneremo a fare presto le verifiche. Nei prossimi giorni incontrerò il dirigente". Si conta di cominciare con un numero di partenza di case da assegnare dalle 40 alle 60. "Ma cresceranno - dice Talamonti - in base agli alloggi che ci saranno mesi via via a disposizione. Con il precedente bando partimmo da 60 ed ora stiamo per superare i 100". Si tratterà di edifici riconsegnati, ma anche di case nuove. Con il nuovo bando saranno infatti assegnati anche i 36 nuovi alloggi di Borgo Bovio. "Per la politica delle case - spiega Talamonti - ci sono i contratti di quartiere, il piano operativo annuale ed il Puc2. C'è poi un recupero ed una razionalizzazione del patrimonio. Procederemo anche al riequilibrio delle assegnazioni già fatte in base alla variazione dei nuclei familiari avvenuta nel corso degli anni".

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La burocrazia fa slittare l'apertura della variante (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'Anas spiega i ritardi: "Gli adeguamenti del progetto ci hanno fatto perdere tempo, strada pronta entro l'anno" La burocrazia fa slittare l'apertura della variante MONTESILVANO. Sarà aperta al traffico entro la fine dell'anno la circonvallazione. La previsione è del capo compartimento dell'Anas Abruzzo Valerio Mele che ha spiegato che il ritardo "è dovuto principalmente ad alcuni adeguamenti progettuali sull'impiantistica in seguito dell'emanazione di una nuova normativa di settore e alla necessità di posticipare alcuni degli interventi di raccordo sul tratto già in esercizio". I lavori sono attualmente in fase di esecuzione, con un avanzamento pari al 98 per cento sulle opere civili. Lo svincolo su via Togliatti, in grado di convogliare il flusso viario su via Vestina e di qui verso l'autostrada A14, è già pronto. Sono, inoltre, in fase di realizzazione gli impianti tecnologici, che comprendono l'impianto di illuminazione e ventilazione in galleria, l'impianto anticendio, sos ed emergenza, l'impianto di telegestione e controllo, l'impianto di illuminazione sugli svincoli. Rimangono ancora da completare la segnaletica orizzontale e verticale e alcune opere minori di finitura che, comunque, non pregiudicano la possibilità di mettere in esercizio l'infrastruttura. Il progetto della variante prevede, inoltre, la realizzazione di una carreggiata unica predisposta per un successivo eventuale raddoppio che potrà essere inserito nei programmi futuri, unitamente al prolungamento della variante verso nord.

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Operazione antiracket: Confindustria Sicilia sospende o espelle 51 imprenditori (sezione: Burocrazia)

( da "Rai News 24" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Palermo | 3 settembre 2008 Operazione antiracket: Confindustria Sicilia sospende o espelle 51 imprenditori Molte le intimidazioni agli imprenditori Sono 51 gli imprenditori sospesi o espulsi da Confindustria Sicilia dal 1. settembre scorso, data in cui l'associazione ha adottato il nuovo codice antiracket. Di questi, 30 sono sospesi e se non decideranno di collaborare saranno espulsi; per altri 10 e' scattata la sanzione massima, mentre 10 si sono allontanati spontaneamente prima dell'espulsione. Tutto comincio' dopo le minacce e le intimidazioni nei confronti dell'imprenditore catanese Andrea Vecchio e di Marco Venturi, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, che con decisione dissero no alle richieste degli estorsori. Sono 64 invece gli associati che collaborano le forze dell'ordine e la magistratura. Un anno fa erano soltanto due. Sono soprattutto gli industriali di Caltanissetta e di Agrigento quelli che hanno intrapreso con fermezza la linea della denuncia. Il codice di Confindustria stabiliva l'espulsione dei soci che pagavano il pizzo o non denunciavano le richieste estorsive Il presidente regionale Lo Bello ha detto: dopo la lotta al pizzo ora attacchiamo zona grigia, nel mirino collusioni tra mafia e burocrazia,.

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E il Pci ordinò: "A Canzonissima (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

N. 210 del 2008-09-03 pagina 0 E il Pci ordinò: "A Canzonissima votate per il tenore sovietico" di Michele Brambilla Secondo i servizi segreti nel 1964 il partito cercò di far vincere il tenore Solovjanenko. Per "umiliare gli americani e dimostrare che in Italia crescono le simpatie per Mosca". Macaluso: "Macché russo, tifavamo per il compagno Claudio Villa" Roma - Un giorno di tanti anni fa, ai tempi della Guerra Fredda, Gaetano Afeltra - allora "uomo-macchina" del Corriere della Sera - telefonò ad Augusto Guerriero per chiedergli un articolo di fondo che prendesse spunto dalla sfida spaziale in corso fra Urss e Usa, sfida che stava dando risultati sorprendenti in campo scientifico e preoccupanti in campo politico: i missili sovietici stavano su, anzi andavano in orbita; quelli americani cadevano giù non appena lasciavano la rampa di lancio. Augusto Guerriero, ben più noto con lo pseudonimo di Ricciardetto, era un magistrato avellinese della Corte dei conti che Longanesi prima e Montanelli poi avevano inventato come commentatore di politica estera; uomo serissimo fin dall'aspetto - profilo borbonico, naso lungo e una bazza sporgente che gli valse il soprannome di "Via col mento" - rispose ad Afeltra di essere del tutto incompetente in materia, e quindi declinò l'invito. "Di missili", spiegò, "non so nulla". Afeltra replicò che non occorreva essere esperti di missili, bisognava esprimere lo sconcerto per il fatto che un Paese comunista stava bagnando il naso a uno capitalista. Ricciardetto continuava ad obiettare di non capire quale potesse essere la tesi del commento, e allora Afeltra si spiegò con parole sue: "Tu devi scrivere un pezzo che esprima il seguente concetto: eccheccazzo!". In quel clima si inserisce perfettamente la storia raccontata ieri da l'Unità con uno scoop esilarante (ma non per questo non vero: a volte anche la realtà è esilarante). La storia è questa. Nel 1964 la Rai organizzò un'edizione speciale di Canzonissima presentata da Nino Taranto: la gara era una sorta di "Napoli contro tutti", nel senso che ogni grande città del mondo (Parigi, New York, Londra, Berlino, Madrid, Vienna, Mosca eccetera) presentava una sua canzone contrapponendola ad una napoletana. Durante la settimana gli italiani votavano inviando una cartolina. Il 6 gennaio, la Rai avrebbe presentato la classifica finale. Vinse, com'era scontato, una canzone napoletana, O sole mio (780.104 voti). Seconda Gigliola Cinquetti con Non ho l'età (201.017 voti). Terza, a sorpresa, si piazzò la non proprio indimenticabile Serate a Mosca del concorrente sovietico, il tenore Anatoli Solovianenko, carneade assoluto per il nostro pubblico eppure premiato con 180.190 voti. L'Unità - e qui sta lo scoop - rivela ora che a votazioni ancora in corso l'Ufficio affari riservati informò il Viminale di una manovra del Pci, "che ha ordinato alle sue sezioni di fare incetta di cartoline". "I dirigenti comunisti, infatti", era scritto nell'informativa, "si riproporrebbero un grosso colpo propagandistico: data per scontata la vittoria di un cantante italiano, l'obiettivo sarebbe quello di piazzare il sovietico al secondo posto, farlo arrivare primo fra gli stranieri, umiliare il cantante americano e dimostrare che tra gli italiani crescono le simpatie per il loro campo...". L'Unità mostra di non credere alla manovra del Pci ("aveva altro a cui pensare...") e può darsi che abbia ragione: conoscendo la faciloneria e a volte la cialtronaggine dei nostri servizi segreti, non ci sarebbe da stupirsi se anche quella velina fosse stata frutto di una congettura a tavolino piuttosto che di informazioni raccolte sul campo. Ma, se non vero, il contenuto di quell'informativa è sicuramente verosimile, perfettamente collocabile in quell'Italia di "contrordini compagni" fatti arrivare nelle sezioni, di "obbedienza cieca, pronta e assoluta". La sfida tra il tenore russo (che poi era ucraino: ma a quei tempi tutto era russo nell'Urss, anzi nell'"Ursus" come la chiamavano tanti militanti) e il cantante napoletano era come quella tra la Dinamo di Peppone e la Gagliarda di don Camillo, tra il pugile della Bassa e quello venuto dalla federazione di Reggio Emilia. La conquista del potere doveva passare anche attraverso la conquista dell'ammirazione degli italiani per tutto ciò che era prodotto dalla gloriosa rivoluzione proletaria; e l'ammirazione passava per i progressi della scienza e della tecnica ma anche per questi dettagli solo apparentemente di secondo piano: le medaglie alle Olimpiadi, il balletto di Mosca, il tenore ucraino. La Guerra Fredda è stata anche e soprattutto uno scontro di civiltà nel quale ogni pedina, grande o piccola, è stata messa in campo. L'Unione Sovietica era ed è stata fino all'ultimo in clamoroso ritardo su tutto: nella letteratura, nel cinema, nell'arte, nella medicina, nella tecnologia in genere. Ripensandoci oggi, fa quasi tenerezza - e in fondo merita un applauso ex post - la fedeltà di molti comunisti italiani alla macchina fotografica Zenit; o la non facile ricerca di automobili come la Zaz e Skoda, piccoli carri armati che davano forse l'illusione di circolare nel paradiso dei lavoratori, ma imparagonabili anche con le più ordinarie delle nostre Fiat o Autobianchi. Solo raramente i Nostri Eroi dell'Urss vincevano la sfida: il viaggio nello spazio di Yuri Gagarin nel 1961; il pallone d'oro di Lev Jašin nel 1963; tre anni prima, la vittoria della nazionale agli Europei di calcio. Erano le occasioni in cui il fronte occidentale, convinto della propria superiorità, reagiva appunto con un "eccheccazzo". Vista con gli occhi di oggi, tutta la vicenda narrata dall'Unità, e il suo contorno che abbiamo cercato di riassumere, può sembrare una Guerra Fredda da operetta. Ma l'Italia a volte è un Paese da operetta, dove anche le cose serie, e lo scontro di civiltà, passano attraverso Nino Taranto e Canzonissima, il Sifar e il tenore Sovolianenko. Pure il comunismo, come tutte le dittature, è stato un tragico mix di orrori e buffonate. Non vogliamo né banalizzarlo né criminalizzare chi in quel sistema ha creduto davvero. L'Urss, oggi, sappiamo bene che cosa è stata; e chi voleva saperlo, lo poteva sapere anche allora. Ma per milioni e milioni di persone in buona fede - in Italia e nel mondo - quell'impero presentato in cartolina dal partito è stato la speranza di un riscatto sociale, di una vita meno grama, di un futuro più dignitoso per i propri figli. Chi ha creduto in tutto questo oggi non va deriso neanche se ha cercato di taroccare una classifica di Canzonissima. Senza appello è però la condanna di chi questa povera gente l'ha imbrogliata, perché senza appello è la condanna del comunismo. Il suo fallimento è stato totale non solo sul piano politico ed economico, ma anche in quello scontro di grandi e piccole "civiltà" che hanno segnato la Guerra Fredda. Non è un caso che di quel cupo mondo che doveva finalmente liberare l'umanità gli unici vocaboli divenuti di uso internazionale richiamano la guerra (molotov, katiuscia, kalashnikov, mig) o la più grigia burocrazia (Nomenklatura, Politburo, agit-prop, Cominform, Comintern) oppure realtà ancora più inquietanti (Ceka, Kgb, gulag). In tanti decenni, nulla di originale e di vitale è venuto da quella cultura, non una traccia è stata lasciata nell'arte, nella letteratura, nella musica, nella filosofia; non una sola personalità di rilievo è venuta da quel mondo che pure doveva creare "l'uomo nuovo". è questo il giudizio della storia, che nessuna incetta di cartoline avrebbe potuto, alla fine, modificare. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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LE LINGUE POPOLARI DEL BEL PAESE (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Mer, 03 Set 2008 Edizione 183 del 03-09-2008 LE LINGUE POPOLARI DEL BEL PAESE di Gilberto Oneto Ho molto apprezzato l'intervento di Emanuele Filiberto di Savoia sulla difesa della lingua italiana minacciata di estinzione dalla burocrazia europea a vantaggio di concorrenti più diffuse, e in particolare dall'inglese. Con un vecchio autonomista come me sfonda una porta spalancata nel sostenere l'identico valore e diritto di ogni idioma a essere impiegato e tutelato anche in termini di validità giuridica: ogni comunità deve esprimersi con la lingua che più gli piace e nessuno deve imporre un altro mezzo di comunicazione. Ignazio Buttitta ha scritto che privare un popolo della propria lingua è come privarlo dell'anima. Per questo ritengo che non si debba cedere all'invasione dell'inglese. Ma mi rendo conto che, per evitare una insostenibile Babele, si debba dover ricorrere a una lingua franca. Trovo piuttosto stravagante l'idea del Savoia di utilizzare l'esperanto o il latino e il greco antico. Non regge a questo proposito l'esempio con il recupero dell'ebraico perchè non ha rappresentato la soluzione a un bisogno di intercomunicazione ma essenzialmente una fortissima affermazione di identità: avrebbe senso -per coerenza con questo principio -che ci mettessimo tutti a parlare qualche lingua europea condivisa nell'antichità. Ma c'è un'altra posizione assunta dal Savoia nell'articolo che lascia quanto meno perplessi, anche per il cognome che porta: il parallelo con la storia italiana e la sua lingua. Il rispetto che giustamente esige per tutte le lingue dei paesi della Comunità europea non è stato garantito a quelle delle popolazioni della penisola italiana dai suoi unificatori. È bello e sacrosanto chiedere che in una Europa in qualche modo unita ciascuno possa continuare a esprimersi legittimamente nella lingua materna ma servirebbe almeno fare una considerazione critica sul trattamento violento cui sono state sottoposte le lingue popolari d'Italia. Fuori dalla Toscana, nel 1861 non più del 2,5% dei cittadini del nuovo Regno -secondo uno studio di Tullio De Mauro- conosceva in maniera accettabile l'italiano e praticamente nessuno lo parlava abitualmente. Eppure con l'imposizione forzata nelle scuole e nelle caserme, con le leggi fasciste contro i dialetti, e infine con il più "democratico" strumento della televisione si è arrivati a trasformare in "italofoni ufficiali" quasi tutti i cittadini. Né serve la giustificazione piuttosto pelosa che si trattasse di dialetti e non di lingue: sono classificate con i termini derogatori di dialetti o di "patois" le parlate che "hanno perso la guerra" o, secondo l'efficace definizione di Noam Chomsky, "le lingue che non hanno un esercito". Sono ad esempio diventate lingue a pieno titolo lo sloveno o il gallego solo perchè hanno trovato l'ufficializzazione in una istituzione dotata di indipendenza o autonomia vera. Non lo sono l'occitano o il sardo perchè ne sono prive. Non si tiri fuori neppure la stravagante distinzione fra lingue e dialetti sulla base dell'esistenza di una letteratura. Il piemontese, il lombardo, il ligure e il veneto hanno sviluppato una tradizione letteraria sicuramente più solida di quella della larga maggioranza delle lingue riconosciute dall'Europa o dalle Nazioni Unite. Il Savoia cita l'utilità storica che ha avuto la perfetta conoscenza del francese da parte di Cavour, Nigra e della Contessa di Castiglione, anche se i meriti diplomatici di quest'ultima travalicano i confini glottologici. Dimentica però di ricordare che le vicende risorgimentali hanno avuto l'italiano solo come strumento comprimario di comunicazione. Dei protagonisti maggiori, solo Mazzini e Cattaneo avevano completa padronanza dell'idioma di Dante. In particolare, proprio il trisavolo del Savoia non mostrava grande dimestichezza con l'italiano: ha commentato il suo arrivo a Roma in bel piemontese e si è fatto consegnare il Meridione a Teano in francese garibaldino. Manzoni, che a casa parlava in corretto meneghino, è andato a risciacquare i panni in Arno. Meglio avrebbe fatto a resentarli nell'Olona. Insomma, bisogna stare molto attenti agli eccessi di patriottismo, soprattutto se collegati a un paese e a una lingua burocratici. E soprattutto non si debbono avere cadaveri (e dizionari) nell'armadio quando si vuol difendere l'integrità di una lingua e di quel che rappresenta.

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PARCO POLLINO, PAPPATERRA: A BREVE RISPOSTE SUI CINGHIALI (sezione: Burocrazia)

( da "Basilicanet.it" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

12.34.52 [Basilicata] L'annosa questione dei cinghiali, nel Parco del Pollino, sta per essere affrontata praticamente. Domenico Pappaterra, presidente del Parco fa sapere, infatti, di "avere attivato tutte le procedure necessarie per partire con il Piano sperimentale di abbattimento selettivo dei cinghiali, lunghe ma indispensabili per attuare il Piano. Ora siamo nella fase di attuazione - dice Pappaterra - come ben sanno tutti i soggetti interessati, sindaci, province, organizzazioni professionali di categoria e opinione pubblica. ll Parco - precisa Pappaterra - seppure con tempi dilatati perché© tali sono quelli richiesti dalla burocrazia, sta facendo tutto quanto è¨ nelle sue possibilità  per alleviare il nocumento procurato dai danni e per cercare di intervenire sul disequilibrio verificatosi con la proliferazione della specie". BAS 03.

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Dal palazzo: "subito la verifica" (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dal palazzo: "subito la verifica" JESI - Il dottor Lucio Rossetti è l'agronomo dell'Ufficio tecnico del Comune al quale abbiamo girato il problema dei pioppi e delle buche in piazza Falcone. "Conosco solo superficialmente il problema, ma avevo già in programma per domani (oggi per chi legge; ndr) un sopralluogo di verifica" ci dice subito. Persona schietta il dottor Rossetti, che non parla il politichese e non si nasconde dietro la burocrazia. "Per quanto ho sentito, mi sembra che non ci siano altre soluzioni che rimuovere pioppi e radici e riportare il tutto alla situazione preesistente. Peccato - conclude - perché quei giovani pioppi erano un legame ideale con quelli grandi che sono nel parco adiacente, ma non possono restare lì se danneggiano la piazza e le case vicine". Insomma, l'Ufficio tecnico si muove rapidamente, e questa è una buona notizia. Assieme a quella che i sampietrini sono tutti recuperabili come gran parte dei listelloni di marmo. Per cui la spesa sarebbe esigua.

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IL PREMIER DOMANI A NAPOLI. PRIORITà: TEMPI RAPIDI PER ASSEGNARE LA GESTIONE DELL'IMPIANTO DI ACERRA (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (City)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il premier domani a Napoli. Priorità: tempi rapidi per assegnare la gestione dell'impianto di Acerra LUIGI ROANO Non è allarme però il rischio a Palazzo Chigi lo intravedono. I rifiuti in provincia riaffiorano qua e la facendo crescere l'ansia anche nello staff del sottosegretario Guido Bertolaso. Ecco perché il premier Silvio Berlusconi ha deciso domani di essere a Napoli per l'ottava volta in meno di sei mesi. Il capo del governo è certo che in città non si vedranno mai più cumuli di immondizia però non ha simili garanzie per il resto della provincia. Il nodo da sciogliere subito è quello di Acerra, dell'inceneritore i cui lavori per un motivo o per un altro non riescono a ripartire. Sotto accusa - trapela da Roma - c'è finita la burocrazia. Sarebbero da additare a pratiche troppo lunghe i ritardi per la ripartenza dell'impianto. Dal sottosegretariato spiegano che la commissione che deve valutare le offerte giunte per il completamento e la gestione del termovalorizzatore sarebbe prossima all'insediamento. Berlusconi vorrebbe la decisione in concomitanza con il suo arrivo in città per dare un ulteriore colpo di acceleratore. Sarà possibile raggiungere questo obiettivo? Sembra difficile ma il premier sta pressando molto per arrivare a un punto di chiarezza definitiva sulla vicenda e non sono esclusi - se necessari - provvedimenti straordinari per sbloccare una situazione che rischia di mettere in crisi il sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti andato a regime in questi giorni. E che ha permesso a Napoli di recuperare punti preziosi in termini di immagine. Tanto che la città si candida autorevolmente a ospitare addirittura un G8. Domani, dunque Berlusconi sarà in città, l'arrivo è previsto nella tarda mattinata allo scalo di Capodichino poi tappa in Prefettura dove alla presenza del sottosegretario all'emergenza rifiuti Guido Bertolaso coordinerà una riunione "sulle attività in corso e sullo stato generale del piano d'interventi in Campania. Nel pomeriggio - si legge in una nota della presidenza del Consiglio - nella sede del Comando Logistico sud, Palazzo Salerno, è prevista una conferenza stampa". Il premier dovrebbe rimanere in città complessivamente poco più che sei ore e al di là del programma ufficiale Berlusconi dovrebbe incontrare proprio in Prefettura i sindaci di Andretta, Serre e Terzigno. I cui territori avranno l'onere di accollarsi discariche. Napoli fuori pericolo - per ora - ma non significa che Berlusconi non abbia ben presente che il sistema dei rifiuti in città deve strutturalmente diventare perno della rinascita. E non si è ancora a questo punto. Se per Acerra il premier vuole risultati immediati per l'impianto di Napoli non è disposto a concedere ulteriori deroghe. Entro la metà di ottobre dovrà partire la gara per l'inceneritore che sorgerà nell'area orientale della città.

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LETTERE (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lettere Quanti giorni non lavorativi Peppino Genna - NAPOLI Caro dottor Lubrano, la situazione è grave, da tutte le parti ci invitano a tener duro ma io mi chiedo: non facciamo troppe ferie in Italia? Tra Natale, Pasqua, e luglio e agosto, i giorni non lavorativi sono tanti. E come possiamo risollevarci allora... Mi piacerebbe sapere quante ferie fanno negli altri paesi. Sì, effettivamente il problema esiste e se ne discute a tutti i livelli. Perché, come lei sa, oltre alle ferie canoniche ci sono poi le assenze dal lavoro: malati veri e immaginari o persone per le quali ogni pretesto è buono per scansare l'ufficio, i famosi fannulloni contro i quali si è scagliato, bisogna dirlo, con successo il ministro Brunetta. Fannulloni o scansafatiche a parte, stando a uno studio dell'Osservatorio europeo sulle relazioni industriali di Eurofound (Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) gli italiani godono di numero di giorni non lavorativi tra i più alti di tutta l'Unione, ben 39 (considerando ferie e festività). E tuttavia, contrariamente a quanto questa cifra ci fa credere, non siamo i più fortunati, perché Svezia e Germania ci superano rispettivamente con 42 e 40 giorni. Gli Estoni invece sono i veri stakanovisti del lavoro, con soli 26 giorni di riposo, seguiti da Lettoni, Ungheresi e Irlandesi. Più cari o no i libri di testo? Roberto D. - SALERNO Gentile sig. Lubrano, sono un padre già in apprensione per la possibile batosta che rischia di arrivarci dai libri di testo (ho due figli, uno alle medie e uno alle superiori). Solo che non si capisce se c'è davvero un nuovo aumento e se si prendono dei provvedimenti. L'allarme è stato lanciato solo pochi giorni fa dalle associazioni di consumatori, preoccupate per le numerose segnalazioni ricevute sugli aumenti dei libri di scuola. Secondo Altroconsumo, il tetto di spesa - fissato dal Ministero pari a 280 euro per studente - non viene quasi mai rispettato. Per questa ragione Antonio Catricalà, presidente dell'Antitrust, ha annunciato un'indagine per verificare se ci siano stati accordi tra le case editrici per innalzare i prezzi (e quindi i profitti) sui testi scolastici. L'associazione degli editori si difende spiegando che in linea di massima gli aumenti non superano il 2%, quindi saremmo entro limiti fisiologici. Non ci resta che attendere il risultato. Comprare casa all'asta giudiziaria Fedora M. - CASAL DI PRINCIPE (CE) Sig. Lubrano, non le chiedo un consiglio perché in questa materia non se ne danno, ma un orientamento. Le chiedo: è prudente comprare una casa all'asta giudiziaria? Pare che negli ultimi tempi sia diventato conveniente. Ma qual è la procedura ? Le aste giudiziarie sugli immobili sono in forte crescita, alimentate per un verso dai problemi di molte famiglie con i mutui e per un altro dalle proprietà delle imprese in fallimento. Il vantaggio economico è innegabile; in molti casi chi acquista raggiunge e supera il 20 per cento di risparmio rispetto ai prezzi di mercato. Non solo: con le recenti normative è in parte caduto il principale ostacolo all'acquisto all'asta giudiziaria, costituito dalla quasi impossibilità di visitare gli immobili. Oggi invece il giudice può affidare il ruolo di custode a un professionista anziché allo stesso debitore-proprietario che di solito continuava a occupare l'immobile, non facilitando la vendita della proprietà. Per partecipare a un'asta bisogna recarsi innanzitutto presso la cancelleria delle esecuzioni immobiliari del tribunale competente e visionare la perizia realizzata dal tecnico incaricato. Bisogna compilare un modulo, allegando copie dei documenti di identità e un assegno pari al 25% del prezzo base, non trasferibile e intestato al Cassiere Provinciale. La domanda va fatta in carta da bollo (euro14,42) e indirizzata all'Ufficio depositi giudiziari. All'asta vera e propria, si fanno le offerte in aumento di importo minimo stabilite dal Giudice e vince chi offre di più. Però, attenzione! Non è automatico che l'immobile venga assegnato subito al vincitore: occorre aspettare alcuni giorni, perché c'è ancora la possibilità che qualcuno rilanci con un aumento pari ad un sesto. In tal caso il giudice fissa una nuova data per un'altra asta. Costi degli sms: meno del 50% Marco G. - MASSA LUBRENSE (NA) Ho letto che il commissario europeo alle telecomunicazioni ha deciso di tagliare i costi degli sms stranieri di almeno il 50% e prevede di varare entro luglio 2009 un regolamento definitivo in materia di roaming. Non so cosa sia il roaming ma mi interessa sapere se anche in Italia vale la drastica riduzione. Insomma all'estero diminuiscono i costi degli sms ma in Italia? Spedire gli sms quando ci si trova in roaming (cioè all'estero) è un vero salasso che arriva al 1000 per cento rispetto a quanto si sborsa inviando un messaggino nel proprio paese. Di fronte a una gabella del genere la Commissione europea ha deciso di intervenire con un regolamento, che sarà presentato in ottobre al Consiglio e al Parlamento. Il testo prevede un taglio drastico che dovrebbe entrare in vigore il primo luglio 2009, con un risparmio per gli utenti pari al 50 per cento. Ma si tratta solo di un primo passo, perché nel mirino del Commissario europeo alle Telecomunicazioni Viviane Reding potrebbe entrare presto anche l'esorbitante prezzo del traffico Internet effettuato all'estero, che in certi casi arriva a costare 15 euro a megabyte. Per non parlare poi di alcuni servizi extra che costano un occhio della testa. Un solo esempio: per avere conferma della ricezione dell'sms inviato il prezzo raddoppia da 15 a trenta centesimi. Riaprirà a Procida il Bagno penale? Dora Uccioni - NAPOLI Caro Lubrano, lo chiedo a lei che è procidano. Ho letto anch'io come tanti la proposta avanzata da un magistrato, il quale di fronte al fatto che le prigioni italiane scoppiano scoppiano di nuovo e costruire nuove carceri non è possibile stante la crisi economica, vorrebbe riaprire le strutture carcerarie abbandonate, tipo l'Asinara in Sardegna o Pianosa nell'arcipelago toscano. Questo che vuol dire, che riapriranno anche penitenziari come quello di Procida, colonie penali come quelle di Ventotene o di Capraia? Tutto è possibile, gentile signora. Del resto il magistrato - che è il dr. De Francisci, procuratore di Agrigento - ha ben presenti i numeri. Dunque: posti disponibili nelle carceri 43mila, ma attualmente i detenuti sono già 55mila nei 205 istituti di pena italiani e fra poco si tornerà alla situazione che provocò l'indulto due anni fa. Al ritmo infatti di 800 detenuti al mese arriveremo ai 62mila ospiti del 2006: soglia di affollamento considerata intollerabile. Ora io non so se il governo per fronteggiare l'emergenza voglia riaprire i penitenziari chiusi alcuni dieci altri vent'anni fa. Ma voglio richiamare almeno un caso (non so di altri) come esempio(ennesimo) di spreco nazionale. Parlo dell'ex carcere borbonico della mia isola, il Bagno Penale di Procida, chiuso nel 1988 dopo cospicui lavori di restauro. Ne ho già parlato qui l'anno scorso: nessuno ha spiegato perché si siano spesi tanti soldi quando la soppressione delle colonie penali era già prevista da tempo. E nemmeno si è capito perché non sia stata utilizzato altrimenti un complesso edilizio così imponente. Sul finire degli anni Ottanta, proprio dopo l'inutile restauro, si ventilò l'ipotesi di trasformare in albergo a quattro o cinque stelle l'ex penitenziario. Niente, pare che la burocrazia statale abbia fatto arenare l'idea. E ancora: nei primi Anni Novanta si parlò di un progetto di rilancio della Fiat Engineering che tendeva a farne un centro congressi internazionale. In tempi successivi si è parlato della possibile creazione, con la collaborazione dell'Università Federico II di Napoli, di un museo dei delitti e delle pene. Zero. Né, da parte ufficiale, è pervenuta finora una risposta all'interrogativo: a chi ha giovato l'inutile quanto parziale restauro del Bagno Penale? E come si giustifica l'abbandono nel quale è lasciato il complesso carcerario della Terra Murata? Guadagni facili: ma esistono? Aurelio G. - NAPOLI Ho appena compiuto 18 anni e vorrei trovare un impiego per essere indipendente dalla mia famiglia. Spulciando tra le offerte di lavoro sono stato attratto da una ditta americana di integratori alimentari che lascia intravvedere "guadagni facili". C'è da fidarsi, secondo lei? E poi, esistono davvero i guadagni facili? La risposta mi sembra fin troppo facile: no, caro Aurelio, non esistono e chi li promette lo fa, secondo me, in malafede. Naturalmente questa categorica negazione vale se parliamo di lavori puliti, corretti, perché quelli sporchi fanno trovare il denaro per terra, come si suol dire. Ora nel caso specifico mi sembra d'obbligo ripetere una cosa già nota e cioè che sull'efficacia degli integratori alimentari circolano non pochi dubbi, si discute a livello scientifico e si fanno delle distinzioni. Il consiglio che posso darle è duplice: da un lato valuti con prudenza l'offerta, dall'altro cerchi di assumere più informazioni sulla ditta americana che ha pubblicato l'inserzione. Io so che negli Stati Uniti c'è un ente governativo che verifica l'idoneità al mercato dei prodotti parafarmaceutici, ed è severissimo, quindi niente di più facile che abbia testato anche gli integratori di cui le propongono la rappresentanza. In questo caso lei sarebbe più tranquillo. Ma comunque non s'illuda sugli introiti facili. Assistenza a domicilio Flora Nimes - BENEVENTO Ogni tanto la cronaca ci fa scoprire, purtroppo, gli orrori di certi ospizi o di certe case di riposo. Non sarebbe preferibile che lo Stato desse un aiuto più concreto alle famiglie che hanno un anziano in casa? Faccio un esempio: l'indennità di accompagnamento se fosse più consistente invoglierebbe molte coppie giovani a tenersi il nonno o la nonna, assicurando loro una vecchiaia meno triste di quella che vivrebbero nei lager moderni che talvolta polizia e carabinieri scoprono. La sua idea è ottima. Anzi, se la memoria non mi tradisce di questa ipotesi - compresa in un progetto di assistenza più ampio - si è parlato qualche anno fa a livello politico ma le migliori intenzioni sono state frustrate dai conti. Per il bilancio dello Stato la spesa per mantenere la sola assistenza medica a domicilio sarebbe esorbitante. Per quanto riguarda poi il sussidio a cui lei si riferisce, devo ricordare che a tutt'oggi non arriva a 450 euro mensili, perasltro non cumulabili con altri indennizzi. Le casse dell'Inps, ente che eroga l'indennità di accompagnamento, sono peraltro già molto provate. L'ideale sarebbe che certi ospizi o certe case di riposo fossero controllate più assiduamente ma dubito che ciò possa avvenire.

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Federalismo fiscale, il sì delle piccole imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Presa di posizione della Cna di Rovigo Federalismo fiscale, il sì delle piccole imprese "Una politica che tuteli il territorio" Presa di posizione della Cna provinciaqle sul federalismo fiscale, auspicato dal mondo della piccola impresa. L'associazione artigiana sottolinea come da una riorganizzazione in senso federalista dello Stato ci si attenda, soprattutto, una riduzione della burocrazia e dell'imposizione fiscale, ma anche uno snellimento delle procedure amministrative a sostegno dello sviluppo economico. Aziende artigiane e piccole imprese sentono un grande senso di appartenenza al proprio territorio, ma sono consapevoli che in questi anni di transizione e di avvio al federalismo, il sistema Stato-regioni-enti locali non ha prodotto, pensando per esempio ai trasferimenti statali per il Fondo unico regionale, risultati apprezzabili a favore delle imprese.L'esigenza di federalismo, secondo la confederazione artigiana, nasce da due esigenze fondamentali: la crescita di efficienza dei servizi per favorire lo sviluppo e la piena responsabilizzazione di chi amministra la "cosa pubblica". "Gli imprenditori non apprezzano il federalismo fiscale solo perché porta risorse finanziarie ma perché credono che sia utile quando si parla di competenze aggiunte, di autonomia decisionale che porti sviluppo ed efficienza, che avvicini i centri decisionali alla gente riducendo i tempi di attesa". Insomma, prosegue la nota della Cna, non si può lasciare allo Stato la gestione delle autostrade e togliere competenze in materia di autonomia di spesa nella sanità. Lo Stato in un regime federalista deve delegare competenze e risorse, controllare i risultati responsabilizzando i rappresentanti politici locali"."Riteniamo - si dice ancora - che sarà una vera una conquista il coordinamento del sistema tributario nazionale, per un federalismo non "egoistico" ma rispettoso di un centro unitario di interessi. Sarebbe contraddittorio in un momento in cui si vive un particolare spirito di integrazione europea che spinge verso una Costituzione unitaria, che si debbano mantenere norme della Costituzione nazionale che diano adito alla frammentazione territoriale".Cosa si aspetta , dunque, il mondo imprenditoriale dal federalismo fiscale? "Più risorse da investire, più competizione, più efficienza dei servizi, meno tasse, snellimento delle procedure accessorie alle nostre imprese, il sentirsi parte attiva di un processo di crescita effettivo, sapere che può contare su una politica che tuteli, perché parte integrante del nostro territorio e lo conosce a fondo"."Il disegno di legge in materia di federalismo fiscale varato dal Governo conclude la presa di posizione - rappresenta un atto politico importante perché ha riaperto in maniera concreta un processo che sembrava accantonato. Le associazioni di categoria sono pronte a un confronto serio e costruttivo con la politica perché le aspettative, soprattutto, da parte dei piccoli imprenditori, non siano deluse".

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L'INTERVISTA (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'intervista CORRADO CASTIGLIONE Politica del tutto assente: in capacità di decisioni, in progettualità, in controllo della realizzazione di quanto viene programmato. Ma anche in termini di idee dello sviluppo possibile: tant'è che sarebbe preziosa l'istituzione di una "commissione Attali" in salsa napoletana. È duro il giudizio dell'armatore Nicola Coccia, presidente nazionale di Confitarma e manager della Mediterranean Shipping Company, il secondo vettore mondiale nel campo del trasporto containerizzato via mare. Opere pubbliche: Napoli fanalino di coda. Qual è la ricaduta nel suo settore? "Pesantissima. Penso al porto: lì non ci si rende conto che se certe opere non vengono realizzate e velocemente si perdono tante opportunità di fronte all'evoluzione dei traffici mondiali. In termini di posti di lavoro e di sviluppo". Può fare qualche esempio? "Ultimamente abbiamo ricevuto la visita del vertice dell'autorità portuale di Tunisi. Lì, stanno realizzando moltissime opere di trasformazione, costruiscono banchine nuove, tagliano istmi. E tutto avanti con una grande velocità: faranno in un anno quello che qui la burocrazia costringe a fare in dieci anni". Burocrazia italiana. Ma evidentemente Napoli poi ha una sua peculiarità? "Purtroppo sì. A Napoli abbiamo vissuto prima una lunga fase di attesa. Poi c'è stata una lunga fase di programmazione. Alla fine delle cose sono partite, ma altre non sono state realizzate". Quali? "Era stato deciso il tombamento del terminal di Levante per un ampliamento dell'area di attracco per le navi di grande tonnellaggio. È tutto fermo e mentre il traffico crocieristico è in crescita, alcune navi sono costrette ad attraccare in mezzo ai contenitori. E da tempo aspettiamo la possibilità di utilizzare il molo San Vincenzo". Perché non si muove nulla? "Gli enti che dovrebbero decidere le soluzioni più opportune non decidono. Si palleggiano le responsabilità. Intanto il tempo passa, si perdono occasioni di lavoro e ci ritroviamo in una fase di stallo totale e pericolosa". Pericolosa? "Quando non si cresce poi inevitabilmente si decresce". Cosa si può fare? "Dobbiamo lavorare". Lettieri-Iervolino: a chi dà ragione? "È vero che gli imprenditori devono fare di più. Ma è altrettanto vero il fatto che le istituzioni debbano porsi come punto di riferimento e decidere". Quello che finora è mancato. "Non è un caso, perché io credo che qui nessuno abbia le idee chiare su come la città debba svilupparsi e in che modo far confluire le energie e le poche risorse che ci sono. Ecco, come hanno fatto Amato e Alemanno a Roma: ci vorrebbe anche qui una "commissione Attali"". Cosa suggerisce? "Valorizzare il posizionamento di Napoli nello scacchiere mediterraneo, dove ci sono Paesi che crescono a vista d'occhio e vedono incrementare ogni anno il Pil in maniera costante. Napoli ha una centralità geografica e culturale unica in Europa, che ad esempio francesi e spagnoli non hanno".

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Vendemmia pagata coi voucher <Meno burocrazia e lavoro nero> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Vendemmia pagata coi voucher "Meno burocrazia e lavoro nero" Il voucher per il lavoro in vendemmia, nuovo strumento sottoscritto di recente da Confagricoltura Veneto con Inps, Inail e le altre associazioni di categoria e i sindacati di cui abbiamo già riferito, è stato accolto con molto favore nelle campagne. Lo afferma una nota della stessa Confagricoltura.Mentre ci si trova ormai alla immediata vigilia dell'inizio della vendemmia, da tutto il Veneto giungono notizie più che incoraggianti sulla risposta fornita dagli agricoltori alla possibilità, introdotta dal ministro Damiano con il precedente Governo e sviluppata dall'attuale ministro Sacconi, di retribuire studenti e pensionati impegnati nella vendemmia attraverso voucher del valore di 10 euro l'uno compreso il costo dell'assicurazione obbligatoria."E' un modo intelligente e realistico - commenta il direttore di Confagricoltura Veneto Sergio Bucci - per venire incontro alle esigenze delle imprese agricole, specie quelle di più piccole dimensioni. Possono così ricorrere alle prestazioni di lavoratori occasionali quali studenti e pensionati in un momento cruciale della vita aziendale come la vendemmia, semplificando al massimo gli adempimenti amministrativi, in quanto non viene instaurato un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato. Così si agevola l'emersione di rapporti che, purtroppo, non sempre si sono svolti in modo regolare".

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Confindustria contro il pizzo: espulsi in dieci (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Altri 34 imprenditori siciliani sono sospesi. Ora sono 64 quelli che collaborano con la magistratura: nel 2007 erano due PalermoSessantaquattro. Questo il numero degli industriali che hanno denunciato richieste di pizzo e che collaborano con le forze dell'ordine e la magistratura. Un anno fa erano solo 2. Il primo settembre 2007, Confindustria Sicilia approvò un codice etico che stabiliva l'espulsione dei soci che pagavano il pizzo o non denunciavano le richieste estorsive. Ad oggi, sono dieci quelli che hanno dovuto lasciare l'associazione diretta in Sicilia da Ivan Lo Bello. Lo ha annunciato lo stesso presidente, che ha parlato di 30 associati sospesi e di un totale di 51 provvedimenti al vaglio dei probiviri di Confindustria nell'isola.Tutto cominciò dopo le minacce e le intimidazioni nei confronti dell'imprenditore catanese Andrea Vecchio e di Marco Venturi, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, che con decisione si rifiutarono di di cedere alle richieste degli estorsori.Tra i dieci industriali ormai fuori dall'associazione, qualcuno ha preferito allontanarsi per evitare l'espulsione. "Perché essere espulsi - ha detto Lo Bello - significa essere esposti alla gogna pubblica". A fianco di Lo Bello, che ieri ha tenuto una conferenza stampa a Palermo, c'erano i presidenti di alcune delle nove associazioni territoriali. Sono soprattutto gli industriali di Caltanissetta e di Agrigento quelli che hanno intrapreso con fermezza la linea della denuncia. Ben 40 imprenditori, dei 64 che stanno collaborando, operano nelle due province.Poi Lo Bello ha indicato ai sindaci un modello da seguire, quello del primo cittadino di Gela, Rosario Crocetta (Pdci). "A Gela - ha sostenuto - Crocetta non fa antimafia di bandiera, ma adotta azioni concrete contro le organizzazioni criminali, basti pensare alle misure sugli appalti o all'azione che sta conducendo a fianco dell'Eni, che attraversa una fase difficile per via delle grandi infiltrazioni mafiose".Non volendo entrare nel merito di quanto hanno fatto nella lotta al pizzo i sindaci delle grandi città, Lo Bello ha precisato che "non vogliamo criticare le amministrazioni, ma vogliamo portarle sul terreno dell'impegno costante, a fianco delle associazione antiracket, della magistratura e delle forze dell'ordine che svolgono un lavoro quotidiano sul territorio".Intanto, dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia".

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La Provincia ripulirà i rondò del Poetto dalle piante secche (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Quartu S.Elena Pagina 1019 Lungomare Interrogazione in Consiglio La Provincia ripulirà i rondò del Poetto dalle piante secche Lungomare. Interrogazione in Consiglio --> La Provincia si occuperà delle rotatorie del Poetto. Per tutta l'estate, palme ed erbacce secche hanno offerto un pessimo biglietto da visita della città e del suo lungomare. Anche la segnaletica orizzontale è ormai divenuta illeggibile tanto che anche ieri mattina, nel bivio della Bussola, si è rischiato l'ennesimo scontro tra due auto. Colpa della burocrazia, visto che l'amministrazione di viale Ciusa e il Comune non hanno ancora completato il passaggio delle competenze sulla strada che dall'Ospedale Marino arriva fino a Margine Rosso. All'inizio dell'estate, a sollevare il problema in Consiglio provinciale era stato il capogruppo di Forza Italia Mauro Contini mentre nell'assemblea civica di via Porcu se n'era fatto carico l'esponente del Gruppo misto Emanuele Dessì. Nell'ultima seduta dell'assemblea di Palazzo regio è stata la volta di Tonio Lai, consigliere provinciale Ds e vicesindaco di Quartu, che ha presentato un'interrogazione rivolta all'assessore ai Lavori pubblici della Giunta Milia, Paolo Mureddu. "In Municipio abbiamo fatto tutte le verifiche", spiega Lai, "e non risulta che la competenza sulle rotatorie sia già divenuta nostra: spetta alla Provincia garantire la manutenzione". Manutenzione che sarà garantita soltanto dai prossimi giorni: l'assessore Mureddu ha comunicato in Consiglio provinciale di aver dato incarico, giovedì scorso, a un'impresa di occuparsi dei due rondò del Poetto quartese: sia quello all'altezza del teatro "S'Arena" sia quello della Bussola, che rappresenta una degli accessi principali alla città. Bisognerà sistemare gli impianti d'irrigazione, ma anche dare una bella sfoltita alle palme ormai piene di rami secchi che rischiano di finire sulle auto di passaggio al prossimo soffio di maestrale. Un pericolo ancora maggiore lo offre lo stato in cui versa la segnaletica orizzontale. A farne le spese sono soprattutto ciclisti e motociclisti alle prese con auto e mezzi pesanti che sfrecciano da tutte le parti. Nella rotatoria della Bussola non si capisce più dove sia la corsia d'ingresso per chi arriva da viale Colombo. Stesso problema dall'altra parte della strada con le auto in arrivo da Cagliari che tagliano passando impropriamente dove un tempo c'era la zebratura sull'asfalto. GIOVANNI MANCA DI NISSA.

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Il G8 regala i soldi per il nuovo porto (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Provincia di Sassari Pagina 7033 Porto Torres. La diga di levante finisce nell'elenco delle opere urgenti da realizzare Il G8 regala i soldi per il nuovo porto Porto Torres.. La diga di levante finisce nell'elenco delle opere urgenti da realizzare --> Il G8 abbatte la burocrazia dei cantieri del porto. La diga di levante finisce nell'elenco delle opere urgenti da realizzare in vista del vertice del prossimo anno a La Maddalena. Assieme al via libera ai lavori arrivano 30 milioni di euro, un fiume di denaro che però potrebbe non essere sufficiente per terminare la grande opera, il cui costo stimato si aggira sui 70 milioni. In Comune, comunque, si gongola. "Ora siamo in condizioni di rendere realmente operativo il porto in tempi ragionevolmente brevi. Tra l'altro l'unico ostacolo che veniva portato da alcune compagnie per entrare nel porto commerciale era proprio la realizzazione dell'antemurale", dice il sindaco Luciano Mura. La Gnv l'aveva imposta come condizione necessaria per l'ingresso in sicurezza dei suoi supertraghetti. Non filtrano però date certe sulla consegna e la fine dei lavori: da ieri la patata bollente è passata nelle mani della Protezione civile che nei prossimi giorni dovrà organizzare il cantiere nella zona est dello scalo. Il taglio del nastro potrebbe avvenire ben dopo la fine del meeting del prossimo anno, come accadrà probabilmente per altre opere (ad esempio, la Sassari-Olbia). L'antemurale servirà a proteggere dalle mareggiate invernali i nuovi moli di ponente che, parola dell'amministrazione, saranno completati entro l'inizio di ottobre. Manca ancora qualche ritocco alla viabilità in uscita dallo scalo, ma il fondale è al livello giusto (meno dieci metri) e il collaudo in corso d'opera effettuato dai responsabili del Provveditorato alle opere pubbliche ha dato esito positivo. Gli spazi realizzati sono ampi: la superficie dell'area raggiunge 80mila metri quadri, sufficienti per sopportare i grandi numeri degli sbarchi nella stagione estiva. Spazi che, ha assicurato il presidente della Commissione Portualità, Francesco Carta, non diventeranno la fissa dimora dei rimorchi. La procedura d'urgenza del G8 demolirà il paletto della valutazione d'impatto ambientale, documento bloccato in chissà quale cassetto istituzionale, e le ruspe troveranno finalmente la strada spianata. La diga dovrebbe consentire ai traghetti di Tirrenia e Grandi Navi Veloci un comodo ingresso nell'imboccatura e un facile approdo nei nuovi denti d'attracco a ovest anche quando spirano i venti di levante e grecale. Senza una strada di collegamento tra le banchine di ponente e il molo della ex Teleferica il porto rischia però di essere spaccato in due tronconi. Per questo il Comune ha presentato un altro progetto per chiedere alla giunta regionale di inserire tra le opere straordinarie anche la costruzione di una nuova via interna. SAMUELE SCHIRRA.

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Il Dream Village non riapre <La burocrazia ci schiaccia> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

A CORDENONS Il Dream Village non riapre "La burocrazia ci schiaccia" Se il Dream Village, la struttura di via del Benessere di Cordenons, non riapre a settembre, come promesso prima della chiusura agostana, è perché ha un fardello burocratico troppo impegnativo da reggere e, piuttosto che deludere, si fa da parte.La famiglia Rigo, proprietaria della Cds, la società che ha in gestione il fitness e il percorso benessere, ha dichiarato di aver ricevuto alcune proposte nel mese di luglio "a cui - hanno precisato - non è stato poi dato seguito nel mese successivo. Abbiamo preso in considerazione le proposte pervenute, che si devono però confrontare con la realtà e i limiti imposti dalla normativa che portano all'impossibilità da parte di Cds Srl di assumere impegni contrattuali (non soltanto di natura economica) che, in questo momento, non è in grado di assolvere".Sul futuro lavorativo del personale sarà fatta luce questo pomeriggio. La proprietà incontrerà i trenta dipendenti e chiarirà loro la posizione in cui si trova l'azienda che gestisce le palestre. "L'azienda - ha aggiunto la famiglia Rigo - ha sempre percorso e valutato tutte le possibilità che avrebbero potuto garantire la continuità dell'attività e con essa il mantenimento dei posti di lavoro e il pieno godimento della struttura da parte degli abbonati. Tale comportamento contraddistingue ancora una volta la serietà della proprietà nel condurre l'iniziativa denominata Dream Village".Intanto ai circa duemila abbonati che non hanno visto riaprire i battenti della lussuosa struttura è arrivato nella serata di ieri un sms con scritto "Ci scusiamo con la clientela per l'impossibilità di riaprire il centro fitness. Nell'attesa di future comunicazioni porgiamo saluti".Simona Basile.

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Conferenze stampa dopo la giunta e le missioni: la campagna è iniziata (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Personaggio Le manovre per le regionali del 2010 Conferenze stampa dopo la giunta e le missioni: la campagna è iniziata MAURIZIO TROPEANO La campagna elettorale per le regionali del 2010 è già iniziata, almeno per la presidente della Regione. La "zarina" ha deciso di utilizzare il modello di Palazzo Chigi, cioè una conferenza stampa al termine della settimanale riunione dell'esecutivo. Il motivo? Semplice: Mercedes Bresso cerca di dettare i temi dell'agenda politica per evitare che le priorità siano indicate dall'opposizione o dai giornali. Soprattutto cerca di concentrare l'attenzione sul governo e non sui partiti. Per farlo ha deciso di modificare una prassi decennale che prevede che la riunione della giunta si svolga il lunedì pomeriggio. Da ieri, così, la Giunta ha iniziato a vedersi di mattina per approvare le delibere in modo da incontrare prima di pranzo i giornalisti, intercettando soprattutto le troupe televisive e i notiziari del pomeriggio e della sera. "Così - ha spiegato la presidente - diamo le notizie in tempo reale". Per la "zarina" e il suo staff, soprattutto, sarà possibile cercare di veicolare meglio le notizie con lo scopo di arrivare direttamente ai piemontesi differenziandosi dai partiti. L'offensiva mediatica della presidente, infatti, è il tentativo di rispondere ad una delle carenze emerse nel corso del vertice di maggioranza che si è svolto alla fine di luglio, cioè la scarsa informazione sulle "tante cose fatte dalla giunta". E visto che il modello premier, o se volete lo stile Casa Bianca, funziona perché non realizzarlo anche a Torino? Certo, nella sede di piazza Castello mancano ancora gli sfondi che fanno da cornice agli annunci di Palazzo Chigi il logo del governo, ma ci si arrangia: già ieri le interviste televisive erano realizzate davanti al gonfalone regionale. L'effetto è lo stesso. L'immagine di una presidente decisionista che annuncia l'introduzione del principio di merito nella burocrazia regionale fa il giro della case dei piemontesi. E l'opposizione deve rincorrere la "zarina". L'offensiva mediatica rientra nella strategia più ampia di differenziare l'azione della presidente e degli assessori da quella dei partiti. Bresso cerca il rapporto diretto con i territori e con i piemontesi. Se si scorre l'agenda degli impegni della giunta si può vedere che almeno una volta alla settimana, se non di più, la "zarina" viaggia da Cuneo ad Alessandria, da Vercelli a Novara. All'inizio della legislatura la Bresso ha organizzato riunioni itineranti del governo per poi sostituirle con incontri operativi. Difficile capire se il presenzialismo si trasformerà in consensi in un Piemonte 2 dove il centrodestra la fa da padrone praticamente assoluto. L'onda berlusconiana sembra difficile da fermare al punto che i presidenti delle province guidate dal centrosinistra starebbero seriamente valutando la possibilità di non ricandidarsi nel 2009. Un'eventualità non remota visto che nel Pd c'è chi vuole impedire ad eventuali protagonisti di queste defezioni di scendere in campo per altri incarichi. Certo, la Bresso non si presenta a mani vuote e porta in dote oltre 2 miliardi di fondi comunitari da spendere in progetti di sviluppo da realizzare in accordo con gli enti locali. Il tentativo è quello di recuperare consensi fuori dalla provincia di Torino considerata, almeno prima del duro scontro in atto tra un pezzo del Pd e il sindaco Chiamparino e la deflagrazione della sinistra radicale, una roccaforte del centrosinistra. Ecco perché Bresso si è ritagliata un ruolo di paciere nella querelle democratica. Nello stesso tempo, però, ha deciso di richiamare in vita l'associazione che custodisce l'eredità - e i rimborsi elettorali - di "Insieme per Bresso" la lista civica che alle scorse regionali risultò tra le ragioni decisive della vittoria contro Enzo Ghigo e il centrodestra. Quella lista ci sarà anche nel 2010 e avrà più peso nel senso che la presidente cercherà di candidare personalità rappresentative dei vari territori piemontesi. Una lista che potrebbe essere anche la ciambella di salvataggio per recuperare politici con un forte consenso personale ma in disaccordo con le segreterie di partito. Un nome? Mauro Laus, ad esempio con i suoi 9000 mila voti. Senza dimenticare i Moderati guidati dal parlamentare Mimmo Portas.

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"Attuato il Piano per i cinghiali" (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Parco del Pollino/ Il presidente Pappaterra sulla presenza degli animali nel territorio COSENZA. Sul problema dell'eccessiva presenza di cinghiali nel territorio del Parco del Pollino "sono state attivate tutte le procedure necessarie per partire con il Piano sperimentale di abbattimento selettivo". È quanto afferma, in una nota, il presidente del Parco, Domenico Pappaterra, "in relazione - è detto in una nota - all'allarme lanciato da alcuni sindaci e dall'assessore provinciale di Cosenza, Arturo Riccetti". "Siamo - aggiunge Pappaterra - nella fase di attuazione del Piano, come ben sanno tutti i soggetti interessati, sindaci, Province, organizzazioni professionali di categoria e opinione pubblica. ll Parco, seppure con tempi dilatati perché tali sono quelli richiesti dalla burocrazia, sta facendo tutto quanto è nelle sue possibilità per alleviare il nocumento procurato dai danni e per cercare di intervenire sul disequilibrio verificatosi con la proliferazione della specie". "L'iter del Piano - prosegue la nota - parte con il parere favorevole dell'Istituto nazionale di fauna selvatica e del Ministero dell'Ambiente a fine 2006. Dopo aver consumato tutti i passaggi necessari alla sua attuazione, compresa la selezione degli operatori, il 4 agosto scorso si è proceduto a richiedere alle dieci strutture adibite alle operazioni di macellazione presenti sul territorio del Parco, la disponibilità ad eseguire le operazioni di ispezione delle carcasse e prelievo campioni biologici per analisi di laboratorio. Sempre con la stessa determinazione si è proceduto ad indire una procedura per individuare la ditta alla quale affidare il servizio di trasporto, con mezzo refrigerato idoneo, delle carcasse di cinghiali dal luogo di abbattimento ai macelli. Ad oggi hanno dato la disponibilità a trattare gli animali abbattuti due macelli, mentre per il trasporto degli animali dal sito di abbattimento al macello si è svolta la procedura di gara con l'aggiudicazione del servizio". "Per quanto riguarda gli operatori di selezione - si afferma ancora nel comunicato - fino ad oggi sono 148 quelli ammessi, previa verifica dei titoli dichiarati, alle operazioni di controllo della popolazione di cinghiali. Il numero di operatori di selezione previsto dal Piano è di 370. Per questo si è chiesta la disponibilità ad effettuare le operazioni di abbattimento anche ad operatori di selezione non residenti nel territorio del Parco ed in possesso della licenza rilasciata da una Provincia. I termini per la presentazione delle nuove domande è scaduto il 25 agosto e sono pervenute 38 richieste che saranno valutate da un'apposita commissione". "In questi giorni, infine - conclude la nota - il Parco del Pollino sta approntando un apposito protocollo d'intesa per regolamentare i rapporti tra l'ente ed ogni operatore di selezione in merito anche alle responsabilità durante le operazioni di abbattimento". "È necessaria, a questo punto - conclude Pappaterra - la sinergia di tutte le istituzioni affinché il problema sia affrontato e per quanto possibile debellato. D'altronde è fin troppo chiaro che non riguarda solo il territorio protetto. Così come vi sono comuni del Parco, come quello di Cerchiara di Calabria, letteralmente invasi dai cinghiali. E sappiamo bene che l'intervento dell'uomo non è più differibile". (03-09-2008).

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Il sapere usa e getta (sezione: Burocrazia)

( da "AprileOnline.info" del 03-09-2008)

Argomenti: Burocrazia

Gennaro Loffredo*, 03 settembre 2008, 16:50 L'intervento La scuola viene messa al servizio della competizione economica e l'insegnamento viene snaturato e ridotto a mezzo per sostenere la competitività delle imprese; il compito diventa quello di fornire una formazione di eccellenza per una platea sempre più ristretta e molta mano d'opera a basso costo Trasformare i docenti in allenatori di alunni abili nel gioco dei test a risposta multipla per migliorarne così le prestazioni e permettere alle scuole/fondazioni italiane di avanzare nella classifica delle indagini Ocse Pisa. Questo è quello che senza mezzi termini la ministra Gelmini ed il governo di cui fa parte vogliono fare del sistema scolastico di istruzione del nostro paese. Una scuola dove il binomio competenze/conoscenze viene semplicisticamente derubricato alla voce abilità. Una scuola in cui i ragazzi devono consumare in fretta ciò che meccanicamente imparano, come in un fast food dove si ingrassa senza nutrirsi. Una scuola sempre più supermercato dell'offerta educativa e sempre meno comunità educante. Questa storia però parte da lontano. Essa non nasce e non si esaurisce nei confini dell'Italia. Non nasce e non si esaurisce con la Moratti e la Gelmini. Questo progetto di società, poiché di questo parliamo quando affrontiamo il tema delle riforme scolastiche, affonda le sue radici intorno alla fine degli anni '80, addirittura prima che l'unione europea cominciasse, con il trattato di Maastricht (1992) ad occuparsi di educazione, quando l'ERT (Tavola Rotonda Europea degli industriali) formata da una quarantina tra i più potenti dirigenti industriali europei, fra i quali Nestlé, Fiat, Volvo, Bertelsmann, Lufthansa, il cui compito consiste nell'analizzare le politiche europee nell'ambito dei diversi settori e nel formulare raccomandazioni corrispondenti ai propri obiettivi strategici, crea un gruppo di lavoro specifico per approfondire le tematiche legate all'educazione e pubblica il rapporto "Educazione e competenze in Europa". E' il primo documento in cui si afferma "l'importanza strategica vitale della formazione e dell'educazione per la competitività europea" e in cui si chiede "un rinnovamento accelerato dei sistemi d'insegnamento e dei loro programmi". In particolare vi si legge che "l'industria non ha che un'influenza molto debole sui programmi impartiti", e che gli insegnanti hanno "una comprensione insufficiente dell'ambiente economico, degli affari e della nozione di profitto", e che "non comprendono i bisogni dell'industria". "Competenze ed educazione sono fattori di riuscita vitali", continua la lobby padronale, che suggerisce di "moltiplicare i partenariati tra le scuole e le imprese", ed invita gli industriali a "prender parte attiva allo sforzo educativo". In un documento del 1995 l'ERT chiede ai responsabili politici "di coinvolgere le industrie nelle discussioni concernenti l'educazione" e rimprovera il fatto che "nella maggior parte d'Europa, le scuole fanno parte di un sistema pubblico centralizzato, gestito da una burocrazia che rallenta la loro evoluzione o le rende impermeabili alle domande di cambiamento provenienti dall'esterno". I datori di lavoro, secondo la Tavola Rotonda, chiedono lavoratori "autonomi, in grado di adattarsi ad un continuo cambiamento e di accettare senza posa nuove sfide". "Non c'è tempo da perdere", si legge ancora nel documento del 1997, "La popolazione europea deve impegnarsi in un processo di apprendimento permanente" e, a tal fine, "sarà necessario che tutti gli individui che imparino, si muniscano di strumenti pedagogici di base proprio come fanno con una televisione". Quando si affronta il tema dei contenuti da insegnare, il ruolo principale della scuola, dicono da parte loro le autorità europee, non è più quello di stimolare la curiosità degli allievi per far sì che acquisiscano, attraverso i saperi, nuove conoscenze che gli permettano di leggere il mondo e di muoversi in esso consapevolmente, ma piuttosto assicurar loro l'accesso a specifiche competenze per essere adattabili alle richieste del mercato del lavoro. Questo il delirio consapevole e subdolo della lobby economica che sovrintende e governa i sistemi di istruzione dei paesi membri della comunità europea. Questo l'imbroglio verso le nuove generazioni delle quali si pretende di misurare le competenze attraverso quiz a risposta multipla (indagini Ocse/Pisa). Dopo il debutto degli anni '90, l'Unione europea comincia a stimolare e sostenere iniziative nazionali volte a "deregolamentare" i sistemi d'insegnamento; vuole sostituire la Scuola pubblica, gestita centralmente, con livelli di gestione autonomi in situazione di forte concorrenza reciproca. Si da il via alle scuole/supermercato e, nel 1993, nel Libro Bianco sulla competitività e l'occupazione, si suggeriva già di prevedere, nelle finanziarie degli stati membri, vantaggi fiscali e legali al fine di incoraggiare gli investimenti diretti del settore privato e del mondo degli affari nell'insegnamento. Instabilità ed imprevedibilità dell'evoluzione economica e del mercato del lavoro, crisi ricorrente delle finanze pubbliche, i fattori che determinano, a partire dalla cerniera tra anni 80-90, una revisione fondamentale delle politiche educative, non solo in Europa, ma in tutto il mondo industrializzato. La scuola, con il Trattato di Lisbona, viene messa al servizio della competizione economica e l'insegnamento viene snaturato e ridotto a mezzo per sostenere la competitività delle imprese; il compito diventa quello di fornire una formazione di eccellenza per una platea sempre più ristretta e molta mano d'opera a basso costo. Da una parte, per chi non ce la fa nella scuola - figli di immigrati o di famiglie disagiate, rom, portatori di handicap - viene prevista una canalizzazione precoce, l'avviamento ad un lavoro instabile e precario qualora ci fosse, l'orientamento verso l'apprendistato e/o i percorsi triennali nel canale della formazione professionale. Dall'altra, per chi è sostenuto da famiglie socialmente, culturalmente ed economicamente forti, il classico sistema dei licei, l'università, i master, la futura classe dirigente. In merito ai dati Ocse/Pisa tornati alla ribalta in quest'ultimo periodo per porre in qualche modo rimedio ad uno scivolone della ministra Gelmini sugli insegnanti del sud. Queste indagini nascono con l'intento di analizzare le competenze in merito alla lettura, alla matematica e alle scienze. La scelta, non casuale, fatta dall'Ocse è stata determinata dal fatto che le competenze che si sviluppano studiando queste discipline accompagnano i soggetti che le posseggono per gran parte della loro vita. Certo vanno esercitate. Contrariamente a quanto avviene, per esempio, con le discipline tecnologiche che hanno una durata molto limitata poiché si evolvono rapidamente. Ha ragione Benedetto Vertecchi, pedagogista emerito, quando afferma che l'apporto teorico e politico delle ricerche Ocse alla revisione delle scelte relative all'educazione consiste nell'affermazione della priorità, nei curricoli, dell'acquisizione di un repertorio di competenze simboliche, non finalizzate ad una utilizzazione immediata. Ciò esclude che l'educazione di base possa avere carattere professionale. La prova è che paesi come la Germania, il Regno Unito, la Francia, gli Stati Uniti, proprio in risposta ai risultati delle indagini Ocse/Pisa, hanno avviato una fase di revisione dei loro sistemi educativi che prevede, sul versante istituzionale, una maggiore presenza dello Stato nella determinazione degli indirizzi educativi e nella promozione dell'istruzione, e sul versante dei curricoli un deciso rafforzamento delle attività che hanno per obiettivo il raggiungimento di un livello più elevato di competenze di base. Il governo italiano va nella direzione opposta. Sono stati operati enormi tagli di spesa, ben 8 miliardi di euro (un terzo dell'intera manovra finanziaria prevista da Tremonti) per ciò che riguarda la qualificazione solidale degli interventi scolastici: tagli agli organici, diminuiscono gli insegnanti di sostegno, aumenta il numero degli allievi per classe, si limita il tempo a disposizione per l'educazione, si rende inconsistente la soglia di superamento dell'obbligo affiancando all'istruzione scolastica una formazione professionale le cui ricadute culturali non sono mai state dimostrate, si smantella la ricerca sull'educazione. Allo stesso tempo, mentre si smantellano le scuole dello Stato, si finanziano oltre misura, come portatrici di non si sa bene quale qualità, le scuole private. Eppure, proprio i dati delle ricerche Ocse-Pisa hanno evidenziato che tali scuole non sono affatto migliori di quelle statali, pur operando in condizioni generalmente più favorevoli, con allievi di livello socioeconomico più elevato e senza la presenza di allievi/e svantaggiati/e. Cara ministra, la scuola ha bisogno di essere trattata con delicatezza, ha bisogno di cura, di attenzioni, prefigura il modello di società in cui i nostri ragazzi e le nostre ragazze si muovono e crescono; e la società che il vostro governo prefigura è popolata di giovani consumisti beatamente inconsapevoli della realtà che li circonda. *Dipartimento Scuola e Formazione Prc.

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