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tARTICOLI DEL 1-3 settembre
2008 #TOP
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Articoli
Burocrazia (106)
LA LIBIA AL CENTRO
( da "Manifesto,
Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazie degli Esteri, di altri ministeri e di enti come l'Eni. Però il sigillo ha una precisa identità. È augurabile che nessuno scambi l'autostrada che dovrebbe collegare a spese e con la tecnologia dell'Italia gli estremi orientale e occidentale della Libia, un'opera complessa e di grande portata pratica e simbolica perché la Sirte divide effettivamente il paese in due spezzoni
Putifigari,
regno dei muraioli orgoglio di tutta la sardegna
( da "Nuova
Sardegna, La" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Scherzi della burocrazia. Ma avrete pure dei bandi ad hoc o comunque delle provvidenze che non vi escludono. "Per fortuna. Faccio un esempio: siamo nel progetto Interreg - si chiama 'L'altra isola' - sugli itinerari delle identità. Insieme con noi ci sono altri sette Comuni della nostra provincia: Osilo, Ossi, Codrongianos,
LISTA
CIVICA SOCIETA' CINICA ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: esiste ormai un grande ventre conservatore al cui interno vivono felici e contenti amministratori locali imbelli, burocrazie pubbliche intoccabili, lobbies sanitarie, professionisti unti dal Signore, imprenditori foraggiati. E poi una magistratura ossequiosa verso la politica più che verso la gente, come dimostra l'ennesimo episodio di camorristi rimessi in libertà.
Vittadini:
più spazio alla sussidiarietà per le mini-imprese
( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: sì a uno Stato che governi senza sprechi e senza soffocare con la burocrazia, sì a un federalismo che si coniughi con la sussidiarietà, per non diventare un nuovo centralismo locale ". Insomma anche in economia serve "un sistema misto, dotato di grande capacità di adattamento, senza isterismi ideologici, senza l'illusione che le alchimie finanziarie possano risolvere tutto".
Ho
gettato la spugna: senza mezzi e risorse vince la burocrazia
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia" Antonello Cherchi Ha accettato l'incarico di presiedere la Commissione Via perché riteneva (e ritiene) che le questioni ambientali "siano oggi di importanza capitale ". Poi, però, ha dovuto amaramente constatare che le risorse e le strutture dell'organismo deputato a rilasciare la valutazione di impatto ambientale erano talmente scarse che si finiva per vanificarne il
De
Biase: <De Luca meglio sindaco a Napoli che governatore>
( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: continuare in un'attività di ordinaria burocrazia amministrativa ("De Luca direbbe che faccio 'poesia'") o inventarsi qualcosa di diverso con "un guizzo di fantasia". Già, ma cosa? De Biase, stanco del tavolo di concertazione alla Regione? "No, sono un po' disilluso dalla politica in genere.
LUISA
MARIA PATRUNO L'uscita di Sergio Divina sull'esercito e le ronde in città, come
primo atto del centrodestra in caso di vittoria alle elezioni provinciali, non
era concordata ( da "Adige, L'"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che vuol dire intervenire per ridurre la burocrazia, rendere più efficiente l'apparato provinciale, eliminare la miriade di agenzie e società pubbliche inutili. Ma soprattutto puntare allo sviluppo. Cosa vuol dire? Penso che sia necessario modificare il Piano urbanistico provinciale prevedendo la Valdastico, la ridefinizione delle aree sciabili,
<Il
Ramadan all'oratorio? Meglio, così raddoppia il numero delle preghiere>
( da "Corriere
della Sera" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Io gli spiego che la burocrazia ci mette i bastoni tra le ruote, quella stessa burocrazia a cui io pago i contributi ". Michele Mancino Vigilia Ultimi ritocchi nella struttura montata al parcheggio dell'oratorio di Arnate e che ospiterà le preghiere dei fedeli islamici.
Lavoriamo
tra la spazzatura ( da "Alto Adige"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ma si sono persi nel labirinto della burocrazia. La vicenda di via Sassari, infatti, si gioca sui confini tra le diverse aree di competenza. La porzione di marciapiede dove sono collocati i bidoni appartiene al condominio, quindi per il Comune è difficile intervenire. L'altra metà - dove ci sono i tavolini dei bar - è invece suolo comunale.
Regole
italiane per i lavoratori cinesi ( da "Secolo XIX, Il"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Le burocrazie e le leggi impongono regole astratte e impediscono lo sviluppo. L'Europa rappresenta uno stato artificiale; è nata in ragione di condizioni politiche e sociali straordinarie ed è destinata a scomparire con il cessare di tali condizioni, come è avvenuto per l'Urss e la Jugoslavia.
Le
burocrazie nemiche della città ( da "Giornale.it, Il"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 09-01 pagina 1 Le burocrazie nemiche della città di Redazione "L'Arengario ospiterà entro il 2007 il Museo del Novecento". Dove si legge questa profezia clamorosamente smentita dai fatti? A pagina 147 del volume dedicato a Milano - edizione 2005 - della più prestigiosa collana di guide turistiche, quella del Touring Club.
Federalismo
se c'è concorrenza ( da "Opinione, L'"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: indotta dalle burocrazie. Tutti gli altri mezzi usati - diciamocelo - sono finora falliti. E se fallisse anche questo, resterebbe solo la rivolta (che oggi sembra una parola grossa, ma che in tutti i tempi - e a tutte le latitudini - prima o poi è sempre arrivata, come la storia - che è, essenzialmente, storia di libertà dalle imposte -
Nostalgia
di guerra fredda a 40 anni da Praga
( da "AprileOnline.info"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dall'Europa della burocrazia e della finanza alla rinascita del protagonismo politico, con una spinta decisa verso il rinnovamento e verso le ragioni dei popoli e dei territori, che contribuiscono a dare lustro e colore al vecchio continente, fuori da schemi obsoleti centralisti, guerrafondai e bipolari.
Portability
ADSL: con Ehiweb.it è possibile cambiare operatore ADSL
( da "FullPress.it"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è l'utente finale a ottenere i maggiori benefici perché in ogni momento potrà cambiare fornitore, senza burocrazia o disagi, semplicemente dirigendosi verso la miglior offerta economica o di prestazioni, ogni volta che desidera. Etichette: adsl, portability, ehiweb, provider, internet Segnala questa notizia: STAMPA.
Hanno
paura della nostra barba. Anche Gesù la portava
( da "Varesenews"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la pioggia, la neve e il sole, io gli spiego che è la burocrazia che ci mette i bastoni tra le ruote, la stessa burocrazia a cui io pago i contributi da vent'anni". Le speranze della comunità musulmana sono riposte nelle nuove generazioni. I figli degli immigrati studiano in Italia e hanno amici italiani.
Regione
Veneto : entro l'anno 22 nuovi treni con opzione per altri 12
( da "Sestopotere.com"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: per storie di ordinaria burocrazia ma soprattutto per i ritardi con i quali il Comune di Venezia ha fissato sulla carta le nuove stazioni che interessano il proprio territorio. “Le previsioni ci dicono che il sistema riuscirà a togliere dalle strade circa il 13 per cento dell'attuale traffico privato –
La
leggenda del barista in fuga dal cachemire
( da "Stampaweb,
La" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia qui è lentissima, è il lato peggiore del Sud", lamenta Fissore. Per l'autunno-inverno 2008 basta passerelle. "Mi hanno offerto varie consulenze ma ho rifiutato. Qui dormo sereno e basta un filo di sole, anche a gennaio, per mangiare all'aperto.
(D.D.D.)
Una bella persona, molto conosciuta in città, muore
( da "Gazzettino,
Il (Belluno)" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: pubblichiamo una toccante dedica che vale anche come denuncia di un sistema in cui la burocrazia e l'ingiustizia possono soffocarti al punto da non poterne più. A scrivere queste righe di memoria è l'amico Arnelio Giovanni Bortoluzzi, architetto di Santa Giustina. È lui a voler far rivivere la figura dell' ingegnere di lungo corso di Castion.
Scappa
dalla polizia ma si perde ( da "Corriere Adriatico"
del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: una sorta di resa alla burocrazia oscura e alla consapevolezza di non essere in regola. E' quanto è accaduto sabato mattina a Urbino quando un ragazzo di 27 anni, di origine marocchina, si è presentato al Commissariato denunciando lo smarrimento del proprio codice fiscale, di cui aveva bisogno per sottoporsi ad alcune visite ospedaliere.
Le
idee di Galan non ci interessano più
( da "Corriere
delle Alpi" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia e poi permette che la burocrazia dell'ente che lui governa faccia perdere ai cittadini bellunesi 200 milioni di euro. Non ci siamo e sarebbe bene che Galan lo sapesse". In linea di massima Bond "capisce" Galan sull'autonomia bellunese: "Ne abbiamo parlato, lo so, dobbiamo coinvolgere tutta la montagna veneta.
Commozione
per "Birdwatchers - La terra degli uomini rossi": <Il mondo deve
sapere cosa sta accadendo> ( da "Cittadino, Il"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia ci uccide, i fazenderos con i loro avvocati ci annientano. Se c'è almeno una persona in più, che grazie a questo film, ha conosciuto la nostra storia è un successo. Come uno sguardo dall'alto, occhi che da sopra scoprono finalmente chi siamo, noi laggiù".
Matrimonio
bloccato a Mogliano Lei è senza permesso di soggiorno
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: passando da una parte all'altra della burocrazia tricolore nella speranza di poter definitivamente convolare a nozze. I sogni di questa coppia si sono infranti con la notifica dell'ufficio di stato civile e con l'immancabile decreto di espulsione. Vane, per ora, le speranze di proseguire la convivenza in Italia.
Burocrazia
e costo dei libri scolastici ( da "Giornale di Brescia"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: LETTERE VOUCHER REGIONALI Burocrazia e costo dei libri scolastici "Sciocco è chi non ha speranza, ma ancor più stolto è chi confida in una Speranza senza fondamento". Spiace scomodare Sant'Agostino per una quisquilia economica ma, dando a me stesso dello stolto, penso sia equo corrispondere all'autocritica severa una così nobile e,
Reverse
esteso contro le frodi Iva ( da "Italia Oggi"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: senza sovraccaricare di burocrazia le imprese oneste. Riguardo ai sistemi alternativi, la risoluzione riconosce che il meccanismo dell'inversione contabile ha il vantaggio di eliminare i rischi di frode "missing trader", in quanto il debitore designato dell'Iva è il cliente soggetto passivo dell'imposta.
Panchine,
non è stata un'estate molto calda
( da "Arena,
L'" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Concluse le lezioni in aula e preparata la tesina anche il tassello della burocrazia andrà a posto. Si sposta solo di un paio di chilometri Beppe Brentegani, dimissionario al Team S. Lucia Golosine ed ora all'Alba Borgo Roma. Ancora più conservatore il girone A di Prima, dove sono diverse rispetto al campionato passato esattamente un quarto delle panchine.
Meno
uffici e direzioni a palazzo: partita la semplificazione di tondo
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: assessore De Anna: "Adesso al via l'operazione per ridurre la spesa della burocrazia" Meno uffici e direzioni a palazzo: partita la semplificazione di Tondo di PAOLO MOSANGHINI UDINE. È partita la riorganizzazione della macchina regionale secondo il nuovo regolamento varato dalla giunta Tondo: da ieri le direzioni sono 11.
Le
comunità montane hanno utili funzioni
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Regione stessa hanno determinato e posto in atto un sistema elettivo farraginoso e dispersivo, incentivando la burocrazia e l'efficienza amministrativa rallentando non di poco il buon fine del proprio ruolo. A ciò vanno aggiunte scelte errate nell'individuare i territori montani: si è giunti al punto di ritenere zona montana il Carso triestino. Ma non facciamoci ridere, per favore!
Visintini,
interessa il recupero della cappella ungherese
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Comunità europea e poi però svanito lungo i percorsi della burocrazia. Nella sessione del pomeriggio saranno presentati e discussi temi inerenti alla Grande guerra e in particolare al fronte dell'Isonzo. In apertura interverrà il goriziano Renato Tubaro, unico relatore italiano in quel convegno, a cui seguiranno gli interventi di Ladislav Lipic, ambasciatore di Slovenia a Budapest;
Meno
burocrazia per i permessi delle piccole ristrutturazioni - capelli a pagina ii
( da "Repubblica,
La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Pagina I - Bologna Merola promette la deregulation all'ufficio urbanistica Meno burocrazia per i permessi delle piccole ristrutturazioni CAPELLI A PAGINA II SEGUE A PAGINA II.
Casa,
la deregulation di merola - eleonora capelli
( da "Repubblica,
La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Meno burocrazia per le piccole ristrutturazioni domestiche" ELEONORA CAPELLI Le piccole modifiche in casa, come spostare una porta o costruire un muro per dividere due ambienti, nel mirino dell'amministrazione comunale che ha in progetto una mini-deregulation per semplificare l'evoluzione degli ambienti domestici secondo le esigenze delle famiglie.
Finita
l'odissea di chi aspettava la casa Aler
( da "Giorno,
Il (Milano)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia è come una tartaruga, si muove lentamente, ma prima o poi arriva a destinazione. Dopo mesi di attesa, le prime sette famiglie sono finalmente riuscite a entrare ieri negli appartamenti Aler di via Volta che il Comune aveva assegnato loro fin dall'aprile scorso.
Bassanini:
Più costi con le mie leggi? Falso
( da "Sole
24 Ore, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: prevedevano un meccanismo rigoroso di trasferimento dallo Stato alle Regioni delle sole risorse di bilancio corrispondenti alle funzioni trasferite ".L'aumento,riconosce Bassanini, c'è stato ma è dovuto all'"incapacità dei governi a contrastare le resistenze centralistiche della burocrazie ministeriali".
L'ultima
sfida di Gheddafi ( da "Manifesto, Il"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ammissione che la burocrazia e le corruzione, anche in Libia come altrove, rappresentano un problema e un ostacolo all'esercizio del buon governo e al soddisfacimento delle giuste aspirazioni dei cittadini. "Fino a quando i soldi saranno amministrati da un corpo di governo, ci saranno sempre ruberie e corruzione", ha detto Gheddafi a Bengasi.
La
storia ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Meno burocrazia Il 28 agosto, su proposta del ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, è stato approvato il disegno di legge comunitaria 2008, che include il recepimento della direttiva servizi. Il provvedimento, da attuare entro il 28 dicembre 2009,prevede tra l'altro l'istituzione di uno sportello unico per facilitare i lavoratori Ue che vogliono operare nel nostro Paese.
)BUROCRAZIA
Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA d
( da "Resto
del Carlino, Il (Forlì)" del
02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: 9 )BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA d... POSTE Troppa burocrazia )BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA delle lettere mia madre ha trovato la fantomatica cartolina gialla di ricevuta di una raccomandata intestata a mio padre.
Un
quartiere a corto di posta e la rivolta contro tasse e balzelli
( da "Corriere
della Sera" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: della corrispondenza si aggiungono inefficienza e burocrazia il danno è fatto. Un esempio: la società di fornitura di energia elettrica quale l'Acea Electrabel pretende la presentazione della bolletta per il pagamento (vai a faglielo capire che non arrivano). Visto che i distacchi delle forniture arrivano poi puntualmente, possiamo aspettare anche il distacco dalle tasse da pagare?
LE
EMERGENZE DEL TERRITORIO ( da "Nazione, La (Siena)"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ma i grandi problemi sono sorattutto quelli delle istituzioni e della burocrazia. Abbiamo presentato un petizione di 25mila firme di coltivatori e di consumatori alla Regione con la richiesta di misure a sostegno del mercato. Ad oltre un anno, non sappiamo che fine abbia fatto".
Di
ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre. Aumentano i costi delle mater
( da "Nazione,
La (Siena)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ma i grandi problemi sono sorattutto quelli delle istituzioni e della burocrazia. Abbiamo presentato un petizione di 25mila firme di coltivatori e di consumatori alla Regione con la richiesta di misure a sostegno del mercato. Ad oltre un anno, non sappiamo che fine abbia fatto".
PERUGIA
IL CONSIGLIERE provinciale del Pd Fiorello Primi si inse
( da "Nazione,
La (Umbria)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è la burocrazia: troppi enti hanno competenza sul lago e sul suo bacino. Sarebbe opportuno fare una scelta definitiva assegnando a un unico ente responsabilità, competenze e risorse da gestire all'interno di un piano di almeno dieci anni che faccia della salvaguardia della materia prima, che è l'acqua in termini quantitativi e qualitativi,
PERUGIA
- Il ritorno dalle ferie rovinato dalle bollette. E non soltanto perché le scad
( da "Messaggero,
Il (Umbria)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: acqua al gas fino ai rifiuti attesi per la fine del mese), ma perché la burocrazia ci mette lo zampino. Così migliaia di utenti si trovano a saltare sulla sedia quando leggono le fatture e controllano i conti. Stavolta nel mirino finiscono le bollette di acqua e gas in cui si nascondono insidie che fanno lievitare i costi.
Cose
di Tele ( da "Stampaweb, La"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
combattono
contro la camorra, contro la burocrazia, contro la paura. Sapete, quel
bell'impegno civile, quella sorta di laica santità, umanissima. Il racconto ti
dà l'idea che non sarà il
Giustizia,
prove di dialogo. Alfano: "Chiedo lo spirito della Bicamerale"
( da "TGCom"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: il giudice Falcone non venne nominato consigliere perché fuori della burocrazia delle correnti". Per Violante allora il Csm andrebbe "eletto per un terzo dai magistrati, per un terzo dal Parlamento e per un terzo dal Presidente della Repubblica tra personalità di particolare rilievo". Se Violante concede un'apertura di credito al governo per discutere della bozza sulla giustizia,
A
Napoli la nostra Scuola d'impresa
( da "Denaro,
Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che nonostante le mille difficoltà peso fiscale, carenza d'infrastrutture, una certa burocrazia sono impegnati e creativi. Parlano i dati: ci sono aziende che trascinano l'export in modo impressionante. In Italia si parla tanto ma si lavora anche molto. Non sarebbe sbagliato, tuttavia, preparare l'avvento di un sistema più efficiente.
Meno
burocrazia Servizi sul web ( da "Corriere Adriatico"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Meno
burocrazia Servizi sul web POTENZA PICENA - Lunedì prossimo all'auditorium
"Scarfiotti" e a partire dalle ore 21,15, verranno presentati i nuovi
servizi per i cittadini disponibili nel sito comunale www.comune.
potenza-picena.
"Acquasanta,
servono i fatti" ( da "Corriere Adriatico"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: presenza della burocrazia vincolistica ed assenza di qualsiasi intervento costruttivo). Non vorremmo rivangare il passato ma tutti ricordano che l'attuale coordinatore PD salì sull'Aventino quando la pubblica assemblea in maniera plebiscitaria designò Barbara Capriotti candidato sindaco, bocciando il "Progetto" di Albanesi per candidare Ventura.
E
l'Europa corre ( da "Corriere Adriatico"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è la burocrazia che soffoca: le procedure per le autorizzazioni sono ridondanti e producono tempi lunghissimi. Le strutture pubbliche chiamate a pronunciarsi sui progetti sono spesso inefficienti. C'è poi la questione delle risorse pubbliche con l'alibi ricorrente del capitale privato, ma non c'è ferrovia o metropolitana che possa essere realizzata con denaro privato.
CORRADO
CASTIGLIONE È LUNGO IL CAHIER DES DOLEANCES DEI COMMERCIANTI. ED è FORTE IL PRE
( da "Mattino,
Il (Circondario Sud1)" del
02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: L'amministrazione comunale deve sconfiggere le lungaggini della burocrazia: perché è vero che si sta facendo tanto per la viabilità, ma i cantieri sono troppi, dai tempi infiniti e certo non offrono un bell'impatto. Così come per i grandi progetti di Bagnoli e Napoli Est: sì, è vero, si va avanti, ma con quanto ritardo.
In
Valbelluna la nuova Inghilterra ( da "Gazzettino, Il (Belluno)"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: siete un paese che ha troppa burocrazia, a differenza dell'Inghilterra. Io e Sasha prima dell'incidente avevamo pensato di venire ad abitare e lavorare qui". E della famiglia reale inglese che cosa dite? "Diciamo che ci interessa relativamente poco. Noi, quando possiamo, veniamo qui sulle rive dell'Ardo: è la cosa più bella al mondo e ci siamo innamorati diquesto stupendo posto"
Confindustria
Sicilia contro il pizzo Espulsi 10 imprenditori, 30 sospesi
( da "Repubblica.it"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Confindustria prepara una seconda fase per smantellare i legami tra imprenditori collusi e burocrazia: "Il secondo pilastro della nostra azione - ha concluso Lo Bello - sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia".
Invasione
di romeni, in tilt l'anagrafe di Padova
( da "Gazzettino,
Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: enorme burocrazia legata al continuo arrivo di cittadini stranieri. E' quanto si prefigura a Padova, dove i residenti non italiani erano 22 mila al 1. gennaio scorso, ma in soli sei mesi, sono saliti a 24.769. Un incremento di quasi tremila unità che soltanto nella prima parte dell'anno è già andato a coprire quello che complessivamente si era registrato durante tutto il 2007,
Giustizia,
Violante: "Basta scontro, ora dialogo"
( da "Giornale.it,
Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: fuori della burocrazia delle correnti, non venne neppure votato dai suoi colleghi per il Csm. Bisogna disarticolare le vecchie appartenenze: il Consiglio andrebbe eletto per un terzo dai magistrati, per un terzo dal Parlamento e per un terzo dal presidente della Repubblica tra personalità di particolare rilievo.
Federalismo/
Ok da Famiglia Cristiana: ricetta contro
( da "Virgilio
Notizie" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: più efficienza della burocrazia, meno liste d'attesa per un esame clinico e stop ad assistenzialismo e clientelismo". Ma "per chi, come noi, si ispira alla dottrina sociale della Chiesa, esiste una sola forma di federalismo accettabile: quella che fa rima con sussidiarietà e solidarietà, che garantiscono che le decisioni siano adottate il più vicino possibile al cittadino,
PERMASTEELISA:
SU WORLD TRADE CENTER PESA RITARDO BUROCRAZIA
( da "Wall
Street Italia" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Indios,
guerra dimenticata ( da "Sicilia, La"
del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la burocrazia ci uccide. Dobbiamo riappropriarci della nostra speranza per evitare che i giovani continuino a suicidarsi come si vede nel film. E chiediamo solo rispetto". Già rispetto di leggi che sono, invece, in Brasile carta straccia. Come sottolinea Bechis: "La Costituzione del Brasile è chiara: stabilisce che un 20% della foresta amazzonica resti intatto ma oggi è solo un 2%
Confindustria/
Lombardo: Idee industriali certamente
( da "Virgilio
Notizie" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il governo regionale ha già affidato a un magistrato il compito di gestire il complesso apparato della burocrazia regionale e di ridisegnarne ruoli, compiti e competenze - i legge nel comunicato - L'asessore Ilarda ha infatti messo in cantiere una serie di accorgimenti che vanno nella direzione indicata dal presidente degli industriali siciliani".
L'Enel
Sole illuminerà la piazza? ( da "Eco del Chisone"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Enel BIBIANA Una storia di ordinaria burocrazia? Più o meno sì. Ma andiamo con ordine. Da un paio di settimane l'impianto di pubblica illuminazione di piazza Donatori di sangue funziona al 50 per cento: gli otto lampioni più bassi, quelli a palla, di efficienza limitata in quanto seminascosti dagli alberi, ogni notte si accendono regolarmente,
USA,
le torri telefoniche rispettino l'avifauna
( da "Punto
Informatico" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: sono aumentate al punto da muovere la burocrazia e mettere sotto accusa le licenze di installazione. Rimasto a lungo insoluto, è un problema lamentato da tempo: Joelle Gehring, biologa impegnata al Michigan Natural Features Inventory, aveva già espresso soddisfazione per l'interesse dimostrato dall'industria nel collaborare con ambientalisti e animalisti per risolvere il problema.
Ci
considera priorità? I numeri dicono di no
( da "Corriere
delle Alpi" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la giunta capisce l'esigenza di autonomia del bellunese dichiara Laroni) o spostano il tiro (vedere dossier Bond sulla burocrazia). I loro partiti governano da 13 anni e solo oggi si levano qualche sassolino? Non servono commenti, I bellunesi, a tempo debito, sapranno scegliere chi rappresenta in maniera migliore I loro interessi".
MA
CHI PAGA? ( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: A capo cioè di quegli imprenditori che devono fare i salti mortali per stare al passo con una burocrazia insopportabile e che sono quotidianamente chiamati a reggere una competizione spesso sleale. Costui si è dimesso da assessore. Bravissimo, ma spero che venga "dimesso" dagli artigiani che lo hanno voluto loro rappresentante quale tutore dei loro legittimi interessi.
Feltrese,
Trombin è senza il cartellino ( da "Corriere delle Alpi"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Per la burocrazia calcistica, Cristovao Trombin potrebbe essere abile e utilizzabile per il debutto in Eccellenza del 21 settembre contro l'Union Csv dell'ex granata Dario Tollardo, ma non si sarà se sarà tutto in ordine sul piano fisico. Il diesse Rinaldo Mazzonetto non è troppo possibilista sulla seconda ipotesi: "Se da un lato,
TEATRO
EDEN ( da "Tribuna di Treviso, La"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: che penalizzano i consumatori ma anche gli agricoltori, che vedono venir meno i loro guadagni. Al Ministro Zaia, Franco Poggianti ha stato chiesto come affrontare questa emergenza. E poi le esportazioni, i tagli alla burocrazia, la grappa fatta in casa, l'oro olimpico di una giovanissima guardia forestale.
Piani
per il territorio ( da "Italia Oggi"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: per Fig e Fao, ci sono poca trasparenza, tanta burocrazia e l'assenza di politiche di concertazione e di pianificazione strategica. A questo proposito la Fao sta preparando la pubblicazione di uno studio sul regime fondiario sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli con economie più sviluppate.
Pagavano
il "pizzo"imprenditori cacciati
( da "Secolo
XIX, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la burocrazia e la politica. Per fare pulizia anche in questo giro Lo Bello rivolge un appello al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, perché accolga presto la richiesta della Confindustria per una "commissione di altissimo livello" che, con il contributo di ex magistrati e studiosi, che definisca un codice etico di governance delle pubbliche amministrazioni,
<Gli
immigrati rappresentano una risorsa>
( da "Libertà"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: complice sarebbe lo stato italiano perché a causa di inutili burocrazie ostacola gli stranieri e di fatto gli impedisce di rimanere regolari". Resta un dato di fatto però, che gran parte della criminalità straniera è formata da immigrati, ha sottolineato Lambri . "Questo è vero - ha replicato Reggi - Ma incarcerare ogni clandestino provocherebbe solo un intasamento della giustizia,
Domani
il rientro della salma dell'ambulante morto a Cuba
( da "Arena,
L'" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: mi ha aiutato nella burocrazia. È merito suo se i tempi si sono accelerati, non so chi abbia chiamato e come abbia fatto, ma ha fatto in modo che da Cuba si sbloccasse tutto. Mi hanno detto che mai sono state eseguite procedure così rapide". Aggiunge Bresciani: "Noi non sappiamo di cosa sia morto Cristian.
Riparte
Agri3, intervista a Luca Zaia su vini e prezzi
( da "Finanza
e Mercati" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: gli aumenti dei prezzi che penalizzano i consumatori ma anche gli agricoltori, ai quali le produzioni vengono pagate sempre meno. Al ministro Zaia è stato chiesto come affrontare questa emergenza. E poi le esportazioni, i tagli alla burocrazia, la grappa fatta in casa, l'oro olimpico di una giovanissima guardia forestale.
Prezzo
del latte: importante riprendere la trattativa
( da "Libertà"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: quelli di molti paesi europei e il peso di una burocrazia "opprimente" rischia di condizionare in negativo il futuro di uno dei principali settori agroindustriali italiani e, come già detto, il principale della nostra provincia. In questo quadro desolante, conclude Sidoli, il non poter contare nemmeno su un prezzo di riferimento adeguato costituisce una condizione inaccettabile per l'
È
la decomposizione il rischio per l'italia - giorgio ruffolo
( da "Repubblica,
La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ambedue lasciarono le strutture dello Stato nelle mani di una burocrazia cui il Sud forniva i quadri e la monarchia sabauda l'impronta autoritaria. Ma allora, è giusto domandarsi, come, da chi e perché si compie, malgrado tutto, nei tempi moderni, l'unità d'Italia? La risposta è stata data tante volte. Essa è frutto dell'azione di minoranze.
Più
assessori in Consiglio col nuovo statuto
( da "Stampa,
La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: è molta burocrazia in più, un assessore deve essere molto più presente rispetto al passato. Per quanto riguarda la seconda convocazione, poi, è questione di democrazia: è giusto che una maggioranza governi, ma che lo faccia con numeri adeguati". Disponibilità al confronto da parte della minoranza, che pone però questioni di procedura:
Tagli
sullo spreco non alla salute - calogero comparato
( da "Repubblica,
La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: quello economico a quello della burocrazia, per finire a quello illegale e mafioso, partecipano a questo saccheggio. Con la sua decisione coraggiosa di bloccare temporaneamente l'attribuzione degli incarichi dirigenziali, l'assessore di fatto è entrato nella zona grigia della sanità siciliana, apparentemente legale ma non per questa meno nociva e sperperatrice di quella illegale.
L'ascom:
patto per napoli ( da "Repubblica, La"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: riforma della burocrazia. E poi accorpare le comunali e le regionali nel 2010 Un Patto per Napoli. Imperniato su cinque concreti traguardi: da Bagnoli al porto turistico. E con una durata strategica di 18 mesi, al termine dei quali - nella primavera del 2010 - invitare i cittadini alle urne per un doppio appuntamento: rinnovando così sia il vertice della Regione,
Ambulanze,
una legge tampone per lasciarle al volontariato - gaia rau
( da "Repubblica,
La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: nel nome di una burocrazia cieca, ignora la peculiarità rappresentata dal volontariato in Toscana e rischia di distruggerne l'immenso patrimonio di generosità. Per questo aspettiamo di capire, dall'incontro con gli assessori Rossi e Salvadori, alla luce dei loro ultimi contatti con Bruxelles, quali sono le prospettive per il volontariato toscano"
Tutti
in piedi per il soldato-eroe riparte la convention di mccain - alberto flores
d'arcais ( da "Repubblica, La"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: la pensano allo stesso modo sull'Iraq e nutrono la stessa insofferenza verso le burocrazie di partito - gli strateghi del Gop cercano di andare alla conquista di quegli elettori democratici moderati che per motivi politici, o magari anche per quelli non detti (il colore della pelle), sono molto tentati da non votare per Obama.
Dieci
espulsi da confindustria ( da "Tirreno, Il"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia.
1938,
Mussolini segue la strada di Hitler
( da "Unita,
L'" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ciononostante per la burocrazia statale rimaneva comunque "appartenente alla razza ariana". Gli italiani erano semplici trasmettitori generazionali di materiale biologico utile o disutile alla nazione. Qual era il fine delle leggi antiebraiche? Esse avevano lo scopo diretto di separare/allontanare gli ebrei, soprattutto dal lavoro e dal tessuto sociale del Paese.
PERUGIA
<HA TUTTA la mia solidarietà, sono con lei, al
( da "Nazione,
La (Umbria)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: neanche alla lentezza con cui procedono le ricerche, alla burocrazia che non conosce l'angoscia di una famiglia. Perché sulle scrivanie dove spesso è fermo il destino delle nostrw 'vite sospese', c'è sempre qualcosa o qualcuno di più importante rispetto ai nostri figli. E non potete immaginare ? conclude Caterina Migliazza ?
Tanti
progetti ancora da avviare ( da "Nuova Ferrara, La"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: amministrazione Tanti progetti ancora da avviare La burocrazia sta frenando i lavori della zona Sud GAIBANELLA. Gli operatori e soprattutto il presidente Fausto Facchini della circoscrizione Sud sono in fibrillazione; da parte degli utenti infatti è un continuo chiedere chiarificazioni ed informazioni sugli interventi promessi e tuttora in altomare.
<Volontariato
a rischio fuorigioco> ( da "Nazione, La (Firenze)"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: con una burocrazia cieca, rischia di mettere in ginocchio tutta la nostra assistenza". Le Misericordie chiedono una risposta agli assessori regionali alla sanità Enrico Rossi e al welfare Gianni Salvadori. Una risposta che potrebbe arrivare dal meeting regionale per Misericordie e gruppi Fratres della Toscana dal 5 al 7 settembre a Porto Santo Stefano (
<CHIEDIAMO
certezze>. Lo hanno detto a gran voce ieri mattina i lavorat
( da "Nazione,
La (Firenze)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: devono accelerare i tempi della burocrazia e mettere in atto ciò che è stato concertato, come il completamento del progetto di filiera del settore del camper. Proprio a questo proposito grandi aziende continuano a voler investire nel nostro territorio: hanno però bisogno di infrastrutture, dello scambio merci tra gomma e ferrovia della Zambra,
<Da
goleador a prete per un disastro aereo che mi ha cambiato la vita>
( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: E' per motivi di burocrazia calcistica. Quando ero a Recanati, mi allenavo spesso con la Recanatese e il tecnico mi fece la stessa proposta: t'ingaggiamo. Ma per farlo dovrei tornare in Zambia per lo svincolo dalla Federazione di cui sono stato un Under 21". COSÌ, non resta che divertirsi con la squadra dei sacerdoti.
Confindustria,
10 espulsi per pizzo ( da "Giornale.it, Il"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Intanto, dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
Per
le Pmi meno intralci dalla burocrazia locale
( da "Sole
24 Ore, Il (Centro Nord)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: INTERVISTA Mario Mancini Presidente Piccola industria "Per le Pmi meno intralci dalla burocrazia locale" ANCONA Più sensibilità, da parte delle amministrazioni pubbliche e delle banche, alle esigenze delle piccole e medie imprese. Il che non significa richiesta di maggiori risorse ma di minori prelievi e meno ostacoli all'attività e agli investimenti aziendali.
Rifugio
di rom nella scuola abbandonata. <Basta degrado>
( da "Corriere
della Sera" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Ma il bel progetto s'incaglia nella burocrazia. E l'istituto di via Maggianico, alla periferia Nord-Ovest della città, concesso dal Comune un anno fa al Politecnico per realizzare 228 minialloggi (opera da 14 milioni di euro), rischia di trascinare nel degrado un intero quartiere.
PALERMO
- Un anno fa Confindustria Sicilia, rotte anacronistiche logiche, stabilì la
&# ( da "Messaggero, Il"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia e imprenditori collusi con la mafia, sia una piena collaborazione dell'Associazione agli inquirenti nelle indagini contro il riciclaggio dei capitali sporchi. Altre cifre: sono stati in un anno 64 gli industriali nel mirino del racket che invece di trattare, chiedere sconti e pagare, hanno preferito denunciare con nomi e cognomi dando una piena collaborazione alle polizie
I
Confidi giocano la carta hi-tech ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: sostiene che per sostenere il sistema dei Confidi e snellire la burocrazia serve anche altro: "La piattaforma telematica è un primo passo, perché riduce i tempi ed elimina la carta, ma non elimina la lunga trafila per l'azienda. è necessario anticipare i tempi dell'intervento rispetto al finanziamento erogato, in modo che l'agevolazione nasca contestualmente al finanziamento,
Euro
promessi dalla Regione Lazio e mai giunti al Comune, dopo che il complesso e
buro ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: espletare la gara di appalto e assegnare i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza dei parchi cittadini. "Da quel fatidico giorno il comune di Terracina è di nuovo nell'attesa che la burocrazia regionale faccia il suo corso. Questa è l'unica verità peraltro, riscontrabile, inerente al finanziamento regionale finalizzato ai parchi cittadini".
Strage
di cani randagi e padronali a Rocca di Papa. Alcuni giorni fa sono state
rinvenute in localit ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: proprietario del canile sequestrato sta cercando di fare di tutto per salvare i cani, lottando contro la burocrazia. Stesso problema si registra a Vermicino di Frascati dove un canile che dava assistenza a quaranta randagi è stato posto sotto sequestro per carenza di norme igieniche. Il titolare sostiene che "in nessuna struttura pubblica e privata i cani sono tenuti meglio".
Nel
bando del 2005 erano più di 1.600. Con l'ultimo bando di fine febbraio 2008,
sono sces ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: come la lentezza di procedure e burocrazie e la lunga questione dell'avvicendamento alla presidenza della commissione alloggi che aveva bloccato a lungo le assegnazioni, avessero scoraggiato molti cittadini. Quella pubblicata lunedì è solo la prima graduatoria provvisoria, fatta con i punteggi derivanti da quanto hanno dichiarato i richiedenti sul modulo allegato alla domanda.
La
burocrazia fa slittare l'apertura della variante
( da "Centro,
Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: La burocrazia fa slittare l'apertura della variante MONTESILVANO. Sarà aperta al traffico entro la fine dell'anno la circonvallazione. La previsione è del capo compartimento dell'Anas Abruzzo Valerio Mele che ha spiegato che il ritardo "è dovuto principalmente ad alcuni adeguamenti progettuali sull'impiantistica in seguito dell'
Operazione
antiracket: Confindustria Sicilia sospende o espelle 51 imprenditori
( da "Rai
News 24" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il codice di Confindustria stabiliva l'espulsione dei soci che pagavano il pizzo o non denunciavano le richieste estorsive Il presidente regionale Lo Bello ha detto: dopo la lotta al pizzo ora attacchiamo zona grigia, nel mirino collusioni tra mafia e burocrazia,.
E
il Pci ordinò: "A Canzonissima
( da "Giornale.it,
Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: mig) o la più grigia burocrazia (Nomenklatura, Politburo, agit-prop, Cominform, Comintern) oppure realtà ancora più inquietanti (Ceka, Kgb, gulag). In tanti decenni, nulla di originale e di vitale è venuto da quella cultura, non una traccia è stata lasciata nell'arte, nella letteratura, nella musica, nella filosofia;
LE
LINGUE POPOLARI DEL BEL PAESE ( da "Opinione, L'"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: burocrazia europea a vantaggio di concorrenti più diffuse, e in particolare dall'inglese. Con un vecchio autonomista come me sfonda una porta spalancata nel sostenere l'identico valore e diritto di ogni idioma a essere impiegato e tutelato anche in termini di validità giuridica: ogni comunità deve esprimersi con la lingua che più gli piace e nessuno deve imporre un altro mezzo di
PARCO
POLLINO, PAPPATERRA: A BREVE RISPOSTE SUI CINGHIALI
( da "Basilicanet.it"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: ll Parco - precisa Pappaterra - seppure con tempi dilatati perché© tali sono quelli richiesti dalla burocrazia, sta facendo tutto quanto è¨ nelle sue possibilità per alleviare il nocumento procurato dai danni e per cercare di intervenire sul disequilibrio verificatosi con la proliferazione della specie". BAS 03.
Dal
palazzo: "subito la verifica"
( da "Corriere
Adriatico" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: politichese e non si nasconde dietro la burocrazia. "Per quanto ho sentito, mi sembra che non ci siano altre soluzioni che rimuovere pioppi e radici e riportare il tutto alla situazione preesistente. Peccato - conclude - perché quei giovani pioppi erano un legame ideale con quelli grandi che sono nel parco adiacente, ma non possono restare lì se danneggiano la piazza e le case vicine"
IL
PREMIER DOMANI A NAPOLI. PRIORITà: TEMPI RAPIDI PER ASSEGNARE LA GESTIONE
DELL'IMPIANTO DI ACERRA ( da "Mattino, Il (City)"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Sotto accusa - trapela da Roma - c'è finita la burocrazia. Sarebbero da additare a pratiche troppo lunghe i ritardi per la ripartenza dell'impianto. Dal sottosegretariato spiegano che la commissione che deve valutare le offerte giunte per il completamento e la gestione del termovalorizzatore sarebbe prossima all'insediamento.
LETTERE
( da "Mattino,
Il (Circondario Sud2)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: pare che la burocrazia statale abbia fatto arenare l'idea. E ancora: nei primi Anni Novanta si parlò di un progetto di rilancio della Fiat Engineering che tendeva a farne un centro congressi internazionale. In tempi successivi si è parlato della possibile creazione, con la collaborazione dell'Università Federico II di Napoli,
Federalismo
fiscale, il sì delle piccole imprese
( da "Gazzettino,
Il (Rovigo)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: una riduzione della burocrazia e dell'imposizione fiscale, ma anche uno snellimento delle procedure amministrative a sostegno dello sviluppo economico. Aziende artigiane e piccole imprese sentono un grande senso di appartenenza al proprio territorio, ma sono consapevoli che in questi anni di transizione e di avvio al federalismo,
L'INTERVISTA
( da "Mattino,
Il (Circondario Sud2)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: faranno in un anno quello che qui la burocrazia costringe a fare in dieci anni". Burocrazia italiana. Ma evidentemente Napoli poi ha una sua peculiarità? "Purtroppo sì. A Napoli abbiamo vissuto prima una lunga fase di attesa. Poi c'è stata una lunga fase di programmazione. Alla fine delle cose sono partite, ma altre non sono state realizzate".
Vendemmia
pagata coi voucher <Meno burocrazia e lavoro nero>
( da "Gazzettino,
Il (Belluno)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Vendemmia pagata coi voucher "Meno burocrazia e lavoro nero" Il voucher per il lavoro in vendemmia, nuovo strumento sottoscritto di recente da Confagricoltura Veneto con Inps, Inail e le altre associazioni di categoria e i sindacati di cui abbiamo già riferito, è stato accolto con molto favore nelle campagne.
Confindustria
contro il pizzo: espulsi in dieci
( da "Gazzettino,
Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia"
La
Provincia ripulirà i rondò del Poetto dalle piante secche
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Colpa della burocrazia, visto che l'amministrazione di viale Ciusa e il Comune non hanno ancora completato il passaggio delle competenze sulla strada che dall'Ospedale Marino arriva fino a Margine Rosso. All'inizio dell'estate, a sollevare il problema in Consiglio provinciale era stato il capogruppo di Forza Italia Mauro Contini mentre nell'
Il
G8 regala i soldi per il nuovo porto
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: Il G8 abbatte la burocrazia dei cantieri del porto. La diga di levante finisce nell'elenco delle opere urgenti da realizzare in vista del vertice del prossimo anno a La Maddalena. Assieme al via libera ai lavori arrivano 30 milioni di euro, un fiume di denaro che però potrebbe non essere sufficiente per terminare la grande opera,
Il
Dream Village non riapre <La burocrazia ci schiaccia>
( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: A CORDENONS Il Dream Village non riapre "La burocrazia ci schiaccia" Se il Dream Village, la struttura di via del Benessere di Cordenons, non riapre a settembre, come promesso prima della chiusura agostana, è perché ha un fardello burocratico troppo impegnativo da reggere e, piuttosto che deludere, si fa da parte.
Conferenze
stampa dopo la giunta e le missioni: la campagna è iniziata
( da "Stampa,
La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: immagine di una presidente decisionista che annuncia l'introduzione del principio di merito nella burocrazia regionale fa il giro della case dei piemontesi. E l'opposizione deve rincorrere la "zarina". L'offensiva mediatica rientra nella strategia più ampia di differenziare l'azione della presidente e degli assessori da quella dei partiti.
"Attuato
il Piano per i cinghiali" ( da "Giornale di Calabria, Il"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: dilatati perché tali sono quelli richiesti dalla burocrazia, sta facendo tutto quanto è nelle sue possibilità per alleviare il nocumento procurato dai danni e per cercare di intervenire sul disequilibrio verificatosi con la proliferazione della specie". "L'iter del Piano - prosegue la nota - parte con il parere favorevole dell'Istituto nazionale di fauna selvatica e del Ministero dell'
Il
sapere usa e getta ( da "AprileOnline.info"
del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Abstract: gestito da una burocrazia che rallenta la loro evoluzione o le rende impermeabili alle domande di cambiamento provenienti dall'esterno". I datori di lavoro, secondo la Tavola Rotonda, chiedono lavoratori "autonomi, in grado di adattarsi ad un continuo cambiamento e di accettare senza posa nuove sfide".
( da "Manifesto, Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Giampaolo Calchi
Novati Aria di festa in Libia per le celebrazioni dell'anniversario del 1°
settembre. Non poteva mancare uno spicchio dedicato all'Italia nel solito
chiaroscuro di odio e amore che da un po' di anni caratterizza le relazioni con
l'ex-potenza coloniale. Il presidente del consiglio italiano è arrivato a
Bengasi, ospite gradito, portando nella valigia non solo un pacchetto di doni
ma, quello che più conta per Gheddafi, un riconoscimento di status e il
presupposto di una riconciliazione definitiva. I protocolli firmati parlano di
impegni reciproci. Le belle parole e le buone intenzioni non nascono tutte dal
cuore. Urgono interessi concretissimi come il petrolio, le commesse per
cogliere le opportunità di un paese in pieno boom e il dossier dell'emigrazione
clandestina, che così com'è gestito non fa molto onore a nessuna delle due
parti. È presto per dire chi trarrà più vantaggi perché non si sa quali saranno
le rispettive adempienze. Italia e Libia hanno alle spalle una lunga teoria di
promesse mancate e di vere e proprie giravolte. A Roma cambiano i governi. A
Tripoli la leadership fa dell'imprevedibilità uno degli strumenti di politica.
Gli accordi possono anche essere precisi, ma sono scritti in diplomatichese,
usano termini che quando le culture sono diverse non vengono intesi allo stesso
modo dagli uni e dagli altri, e comunque la storia del colonialismo ha risvolti
profondi anche a livello di immaginario che nessun testo può risolvere una
volta per tutte. Visto dalla parte della Libia, il riavvicinamento all'Italia è
un obiettivo che vale più dei contenuti reali dei vari accordi proprio per il
tratto di storia che i due paesi hanno in comune. Da quando Gheddafi ha abbandonato,
almeno formalmente, i ruoli anti-sistema adeguandosi alle regole della legalità
internazionale, sono molti i candidati a beneficiare delle risorse materiali e
immateriali che può offrire la Libia. Centro geopolitico del Mediterraneo,
luogo d'incontro fra la sfera d'influenza francese nel Maghreb e gli interessi
un tempo inglesi e oggi essenzialmente americani (Egitto, Medio Oriente,
petrolio) e porta d'accesso all'Africa centrale e all'Africa nera in generale,
la Libia ha una posizione strategica d'eccellenza, che le costò infatti al
momento di una decolonizzazione sui generis dopo l'uscita di scena dell'Italia
una monarchia a sovranità limitata e pesanti servitù militari. Gli Stati Uniti
sono ovviamente i soli che possono accreditare la Libia al Centro garantendole
quella sicurezza che normalmente fa difetto ai piccoli paesi della Periferia.
Gheddafi non vuole percorrere strade a fondo cieco come quella tentata da
Saddam e ha sempre misurato le sfide e le provocazioni soprattutto dopo
l'escalation con l'amministrazione Reagan culminata nell'attacco americano del
15 aprile 1986. La Francia ha fascino ed è la potenza vicina per effetto dei
legami neocoloniali o preferenziali che mantiene con molti dei paesi confinanti
con la Libia: il Ciad, soprattutto, che è il retroterra naturale della Libia, e
il Niger, oltre alla Tunisia e all'Algeria. CONTINUA|PAGINA5 L'Italia è un caso
a sé. Gheddafi ha sempre considerato un invito ufficiale a visitare Roma da
leader di uno Stato indipendente come il coronamento dei suoi sforzi per
riscattare la Libia dalla dipendenza e da quella vergogna involontaria che
lascia dietro di sé un passato coloniale. La richiesta di un programma di aiuti
che Gheddafi ha posto come condizione per la normalizzazione dei rapporti ha il
senso di una "riparazione" e trascende la venalità dei singoli atti.
La Libia pretende che le usurpazioni e le violenze del colonialismo vengano
sancite per via bilaterale visto che l'ordine mondiale è refrattario a farlo in
nome dei diritti universali dei popoli. Solo l'Italia può assolvere dunque
questo debito. Gheddafi ha dato molto rilievo anche al problema dei deportati
libici in Italia, un evento che in qualche modo ha inciso sulla demografia
della Libia e della stessa Italia, e al recupero dei documenti in cui è stata
redatta una pagina della sua storia nonché degli oggetti d'arte sottratti al
suo paesaggio archeologico come fossero res nullius. Per l'Italia la Libia è
stata la "quarta sponda". Il colonialismo italiano si è spinto verso
i lidi remoti dell'Africa orientale solo per consolazione e perché, al fine di
convincere un'opinione pubblica distratta, Mancini fece passare l'assioma che
"il Mar Rosso è la chiave del Mediterraneo". I colpi a vuoto in
Egitto e in Tunisia e tanto più la disfatta di Adua obbligarono l'Italia negli
anni dell'offensiva coloniale della Sinistra storica a ripiegare sull'Eritrea e
la Somalia ma la Libia era rimasta la meta più ambita, anche più dell'Etiopia.
Toccherà a Giolitti e poi soprattutto al fascismo colmare quel vuoto. A
colonialismo finito, la Libia continuò a occupare un posto speciale anche se le
circostanze possono aver fatto credere che l'Eritrea, la colonia primogenita, o
la Somalia, dove l'Italia era tornata ad esercitare l'amministrazione dopo la
guerra per conto dell'Onu con la possibilità di mostrare il volto democratico
della nazione, o tanto più l'Etiopia, icona dell'antifascismo e
dell'antimperialismo, fossero più importanti. La Libia era più vicina delle
colonie del Corno. In Libia si erano stanziate decine di migliaia di coloni
italiani. La Libia era appartenuta all'impero di Roma e completava a sud il
perimetro del Mare Nostrum. Purtroppo l'ottica di dominio ha falsato ogni
ipotesi di "buon vicinato". Non c'erano le condizioni perché la
difesa dei diritti se non dei privilegi degli ex-coloni seguisse procedure
rispettose della sovranità altrui e dell'altrui suscettibilità rendendo
impossibile un'integrazione nelle istituzioni e nell'economia della Libia
indipendente non appena Gheddafi, salito al potere nel 1969 deponendo il troppo
arrendevole re Idris, riprese in mano l'agenda della "liberazione".
Si spiegano così le incomprensioni e le ritorsioni. Probabilmente la storia del
Mediterraneo sarebbe stata diversa se vicende più forti della volontà degli
uomini non avessero provocato il grande esodo dei francesi dall'Algeria e il
piccolo esodo degli italiani dalla Libia. È per una specie di nemesi storica
che sia toccato a un governo di destra, teoricamente contiguo all'ideologia
coloniale e al lato cattivo del "mal d'Africa", chiudere i conti con
la Libia in positivo. Naturalmente la visita di Berlusconi è l'ultimo atto di
un iter in cui si sono impegnate sia le forze del centro-sinistra che quelle
del centro-destra e soprattutto le burocrazie degli Esteri,
di altri ministeri e di enti come l'Eni. Però il sigillo ha una precisa
identità. È augurabile che nessuno scambi l'autostrada che dovrebbe collegare a
spese e con la tecnologia dell'Italia gli estremi orientale e occidentale della
Libia, un'opera complessa e di grande portata pratica e simbolica perché la
Sirte divide effettivamente il paese in due spezzoni poco comunicanti,
per una Silvia al posto della vecchia Balbia, perché sarebbe un altro modo per
inquinare o peggio per tradire l'esito del lungo e paziente lavoro della
politica e della diplomazia.
( da "Nuova Sardegna, La" del 01-09-2008)
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Sardegna Putifigari,
regno dei muraioli orgoglio di tutta la Sardegna PUTIFIGARI. Come gli antichi
padri, né più né meno. Che un paese sardo del terzo millennio basi la propria
economia sull'arte nuragica del costruire muri a secco è sicuramente un evento
unico. La prima fonte di reddito di Putifigari - ex frazione di Villanova
Monteleone, settecentotrenta abitanti appena - oggi è rappresentata da sos
murajos, i costruttori di muri senza malta. Sono in quaranta, divisi in una
decina di squadre che girano per la Sardegna nell'esercizio di un mestiere
preistorico. Il sindaco Giancarlo Carta, fresco di rielezione dopo la breve
parentesi del commissario prefettizio, ne parla con il giusto orgoglio
dell'appartenenza a una comunità singolare che ha saputo trovare proprio nelle
sue radici più lontane il benessere delle stagioni attuali. "Il prodotto
interno lordo garantito dai muraioli supera quello delle altre categorie
produttive del paese: tutte, forestali e pastori compresi", racconta il
capo della giunta comunale. "Abbiamo dieci imprenditori regolarmente
iscritti che dànno lavoro a una quarantina di persone, tra murajos e aiutanti.
Inoltre ci sono altri muraioli che non lavorano per conto terzi ma nei loro
terreni non hanno bisogno di ingaggiare nessuno, tanto sono esperti nel
costruire". In Sardegna non esistono altri esempi, che si sappia,
nonostante siano diversi i paesi del Sassarese e di altre province che non
hanno abbandonato questo antico sapere manuale. "Per me, più che un
mestiere, è un'arte in piena regola", dice Giancarlo Carta. "E da noi
quella dei muraioli è l'attività prevalente sia come numero di operatori, sia
come prodotto interno lordo. Inoltre sono tutti giovani, tra i diciotto e i
quarant'anni". - Ha idea del perché questo sapere preistorico si sia
sviluppato così tanto, a Putifigari? "Penso che i muraioli del mio paese
siano partiti da una conoscenza sicuramente estesa a tutta la Sardegna. Poi,
nei secoli più vicini a noi, forse proprio al tempo della legge delle
chiudende, questo lavoro ha avuto uno sviluppo più ragguardevole. Per merito di
qualche maestro particolarmente bravo e coraggioso, probabilmente,
chissà". - L'età media dei muraioli è anche una garanzia per il futuro?
"Credo proprio di sì. Ma oltre a questo dato obiettivo, siccome il lavoro
non manca affatto e anzi è in continuo aumento, i giovani che stanno imparando
il mestiere sono sempre parecchi". - Non mi dica che c'è una lista
d'attesa. "Non lo posso dire con certezza assoluta, anche perché i
muraioli sono quasi sempre fuori e qui a Putifigari si vedono poco, ma non lo
posso nemmeno escludere". - Oltre che di muri a secco, di che cosa vive
una comunità di poco più di settecento abitanti? "L'altro nostro fiore
all'occhiello è il cantiere forestale di Sos Coroneddos. Dà lavoro a venti
operai e nel tempo è diventato una vera e propria oasi. Bellissima da vedere,
fra l'altro. Non parlo soltanto di alberi, la flora mediterranea tipica della
nostra isola, ma anche di selvaggina". - Di quali specie? "Cinghiali
innanzi tutto, ma ci sono anche volpi, lepri, conigli, pernici e altro ancora.
All'interno dei seicento ettari del cantiere di Sos Coroneddos abbiamo creato
una straordinaria ippovia di dodici chilometri". - Se non fosse una
battuta scontata, lei potrebbe vantarsi di essere a cavallo. "Mi guarderò
bene dal vantarmene. Non sono tra quelli che amano bearsi dei traguardi
raggiunti. Penso piuttosto a migliorare, non farò mai abbastanza, ma per il mio
paese prevedo un bel futuro". - Su che cosa si basa la sua previsione?
Oppure è soltanto una speranza? "Non ho nulla contro la speranza: è una
virtù teologale, io sono un cattolico e la coltivo tutte le volte che posso. Ma
la mia è una previsione fondata su un dato statistico". - Sarebbe a dire?
"Il tasso di invecchiamento della nostra comunità è il più basso di tutta
la provincia di Sassari. Questo ci incoraggia molto". - Il dato si
determina facilmente? "Basta rapportare la fascia da zero a quattordici
anni con quella che parte dai sessantacinque e va oltre, fino in fondo. è
sufficiente una semplice operazione aritmetica e si può conoscere il risultato.
Però questo bel record ci porta anche uno svantaggio". - Com'è possibile?
"Per l'Unione Europea siamo dei privilegiati, perciò non possiamo
partecipare ai bandi pensati per le comunità meno giovani". - Scherzi della burocrazia. Ma avrete pure dei bandi ad hoc o comunque delle provvidenze
che non vi escludono. "Per fortuna. Faccio un esempio: siamo nel progetto
Interreg - si chiama 'L'altra isola' - sugli itinerari delle identità. Insieme
con noi ci sono altri sette Comuni della nostra provincia: Osilo, Ossi,
Codrongianos, Tissi, Uri, Usini e Romana. Sono con noi diciotto paesi
della Corsica, l'isola d'Elba e Capraia". - Un altro esempio?
"Facciamo parte del sistema bibliotecario Coros Figulinas con diversi
altri paesi: Olmedo, Florinas, Ploaghe, Muros, Cargeghe, Villanova Monteleone,
Ittiri e Monteleone Roccadoria. Torneremo a consorziarci anche per il servizio
di ritiro dei rifiuti". - Quel che si dice logica intercomunale? "Su
questa logica puntiamo molto. Gli economisti lo chiamano approccio sistemico.
Perché ride lei? Ah, certo: l'espressione non è delle più musicali". -
Vuol vedere che qui non ci sono emigrati, sbaglio? "Non sbaglia. Negli
anni Sessanta si verificò una sorta di fuga in massa verso la Germania. Oggi
fortunatamente siamo in netta controtendenza. I nostri lavoratori emigrati
iniziano a ritornare". - Non avete neanche disoccupati? "Diciamo di
no. La controprova viene dalla difficoltà che registriamo quando si tratta di
aprire cantieri comunali. Non ci sono richieste. Dimenticavo un'altra
categoria, il ceto impiegatizio". - Composto da chi? "Dagli
insegnanti, da gente che lavora negli uffici pubblici e privati di Sassari e
Alghero, Asl compresa. Io stesso sono un dipendente del Comune di Sassari,
settore della programmazione e dello sviluppo locale. Poi abbiamo gli
arruolati: una ventina in tutto, carabinieri in particolare". -
Dimenticava anche i pastori? "Per carità, ci mancherebbe. I pastori sono
sempre stati e sono ancora una parte importante della nostra comunità. Oggi
abbiamo diverse aziende zootecniche. Allevano pecore e capre, più che altro. I
bovini sono pochi". - La nota dolente? "Senza dubbio l'agricoltura.
Putifigari è appena autosufficiente per la produzione di olio e vino: non ne
compriamo ma non ne vendiamo nemmeno. Eppure un tempo non lontano il nostro
cannonau era tra i vini più famosi e i villanovesi ce lo invidiavano molto. Il
loro poeta-simbolo, Remundu Piras, ne parla in termini entusiastici".
Negli anni Venti i viticoltori di questo paese rivaleggiavano con Tissi e
Monti. Oggi non più. Domani, chissà. La voglia di lavorare sicuramente non
abita lontano da Putifigari.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-09-2008)
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Corriere del
Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: 1PAGINA - data: 2008-08-31 num: - pag: 1 categoria:
REDAZIONALE UN'ARDUA SCOMMESSA LISTA CIVICA SOCIETA' CINICA di PAOLO MACRY E'
difficile dire quanto Claudio Velardi, chiedendo elezioni comunali anticipate e
una lista civica trasversale, rifletta le idee di Antonio Bassolino. Di certo
Velardi, che fu accorsato esponente del "bassolinismo della prima
ora", propone un modello di amministrazione - slegato dalla politica e dai
partiti - che appare molto simile a quel progetto ormai lontano, e il ritorno
alle origini potrebbe tornare utile ad un Governatore che sta cercando una
qualche exit strategy alla sua lunga avventura napoletana, e che probabilmente
vede bene l'invenzione velardiana di uno spazio di iniziativa autonomo rispetto
all'evanescente Pd (locale e nazionale). Senza dire che l'attacco alla
Iervolino finisce per concentrare su Palazzo San Giacomo lo scontento della
gente. Dietrologie a parte, il problema vero è che molto è cambiato dal 1993.
Il bassolinismo è diventato al tempo stesso leadership personale e
partitocrazia, ha reclutato in modo clientelare le risorse sociali, ha creato
reti di potere sclerotiche. Finendo per trasformare quella che era una società
piena di difetti ma pluralista, conflittuale, vivace in una società
conformista, estraniata, assuefatta. In città, esiste ormai
un grande ventre conservatore al cui interno vivono felici e contenti
amministratori locali imbelli, burocrazie pubbliche intoccabili, lobbies
sanitarie, professionisti unti dal Signore, imprenditori foraggiati. E poi una
magistratura ossequiosa verso la politica più che verso la gente, come dimostra
l'ennesimo episodio di camorristi rimessi in libertà. E infine un
sindacato orgogliosamente pronto a difendere i privilegi più assurdi, come il
diritto dei vigili urbani di bivaccare negli uffici. Si ha un bel parlare di
liste civiche (l'ha fatto anche chi scrive). Ma come si mette in piedi una
lista civica in un simile quadro? Naturalmente, una metropoli come Napoli
possiede estesi bacini sociali ai quali un progetto di buona amministrazione
potrebbe attingere, comuni cittadini interessati alle strade senza buche,
giovani e imprenditori in cerca di meritocrazia, albergatori nostalgici di
un'immagine urbana meno degradata, studenti e professori pronti a smentire le
sacrosante bacchettate del ministro Gelmini. Esiste insomma (a volerla vedere)
una società non conservatrice, non corporata, non asservita ed esistono al suo
interno eccellenze usualmente ignorate perchè lontane dalla politica
politicante. Ma come raggiungerle? E chi dovrà selezionare gli esponenti della
lista civica? I partiti? I corpi professionali? L'associazionismo? E bisognerà
ricorrere alle democratiche (e democraticistiche) primarie? Senza dire il
problema dei problemi: riuscirebbero le proposte innovative e gli uomini nuovi
a superare la prevedibile offensiva del fronte della conservazione? Proprio a
causa dei gravi errori maturati in quindici anni, l'ipotesi di
un'amministrazione innervata nella società e liberata dalla politica, come
propone Velardi nel 2008, sembra molto più difficile di quella – assai simile -
che praticò senza successo Bassolino nel 1993. Ma questo non toglie che ci si
possa provare. CERRITO: VELARDI OK L'intervista "Ma dimentica le
responsabilità di Bassolino" A PAGINA 2 Barone.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-09-2008)
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Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-08-31 - pag: 18 autore: Meeting di Rimini.
Il bilancio Vittadini: più spazio alla sussidiarietà per le mini-imprese Emilio
Bonicelli RIMINI. Dal nostro inviato Mentre una crisi "molto
difficile" stringe il Paese, dal Meeting di Rimini – che è stato anche una
palestra estiva di confronto, in decine e decine di incontri, tra ministri,
politici, imprenditori, banchieri – giunge un messaggio positivo per il
rilancio dell'economia seguendo "strade nuove e originali " in uno
spirito "bipartisan ". Lo sintetizza Giorgio Vittadini, presidente
della Fondazione per la sussidiarietà, tra gli animatori e ispiratori della
grande manifestazione. "In Italia c'è un protagonismo diffuso nel mondo
dell'impresa che ci differenzia da altri Paesi. Non dobbiamo perdere questa
ricchezza, ma valorizzarla. è una diversità che ci fa vivere e che ci può far
crescere, a condizione che sappiamo dire sì al privato, sì
a uno Stato che governi senza sprechi e senza soffocare con la burocrazia, sì a un federalismo che si
coniughi con la sussidiarietà, per non diventare un nuovo centralismo locale
". Insomma anche in economia serve "un sistema misto, dotato di
grande capacità di adattamento, senza isterismi ideologici, senza l'illusione
che le alchimie finanziarie possano risolvere tutto". Secondo
Vittadini tre sono le indicazioni operative emerse dai protagonisti del
Meeting. La prima è la necessità di tagli agli sprechi pubblici, per ridurre il
costo del lavoro, sostenere i salari, "rilanciare la domanda interna"
e gli investimenti nelle infrastrutture. Secondo, un nuovo welfare, per
affrontare le situazioni di bisogno. Il terzo aspetto, che particolarmente sta
a cuore a Vittadini, è il sostegno al sistema delle medie, piccole e
piccolissime imprese, che non sono marginali, ma fondamentali, senza tuttavia
rinunciare a difendere i nostri "campioni nazionali ", come nel caso
Alitalia. Insomma un sistema "ibrido ", di economia
"mista", dove la diversità arricchisce. Tra i molti esempi di come si
possa ripartire, illustrati al Meeting, quello di Florabella, la società della
Cdo agroalimentare, che in Sicilia ha aggregato 100 piccolissimi floricoltori
attorno a una Borsa dei fiori che offre contatto diretto con i clienti, margini
adeguati, possibilità di specializzarsi. Sono 100 aziende familiari che
probabilmente sarebbero state destinate alla chiusura e che invece ora
progettano di esportare in Olanda. Giorgio Vittadini parla in occasione della
giornata finale del Meeting di Rimini, che chiude con un bilancio di oltre
700mila presenze. Il Meeting, spiega il presidente della Fondazione per la
sussidiarietà, sta diventando un evento sempre più internazionale. Tra
relatori, I PROTAGONISTI Incontro arricchito da 700mila presenze e delegati di
55 Paesi La prossima edizione sarà sul tema della conoscenza volontari e
visitatori, a Rimini sono confluiti rappresentanti di 55 Paesi, "persone
che vogliono giudicare partendo dal cuore e non da schieramenti di potere.
Protagonisti rispetto al proprio desiderio di verità". Per questo il
Meeting ha raccontato, attraverso le testimonianza e le esperienze, come si
possa essere protagonisti anche negli angoli più poveri e diseredati del Sud
America o dell'Africa, oppure in un carcere, basta "essere veri rispetto a
sé stessi". L'appuntamento è al prossimo anno, dal 23 al 29 agosto nella
trentesima edizione che avrà come titolo: "La conoscenza è sempre un
avvenimento ", annuncia la presidente della manifestazione, Emilia
Guarnieri. Infine il messaggio giunto ieri al popolo del Meeting dal presidente
della Commissione europea, José Manuel Barroso: "Gli europei oggi possono
beneficiare di un ordine sociale, politico ed economico che è il più giusto in
tutto il mondo". Il sistema di cooperazione sopranazionale della Ue può
servire da "esempio per l'integrazione regionale in altre aree del mondo".
Se fioriranno forme simili di unione tra i popoli, "la guerra può essere
LE ALLEANZE Le sole alchimie finanziarie non fanno miracoli: l'economia va
ripensata con un sistema misto che aiuti le aggregazioni tra Pmi Fondazione per
la sussidiarietà. Il presidente Giorgio Vittadini.
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
01-09-2008)
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Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-09-01 - pag: 2 autore: INTERVISTA
Stefano Rodotà "Ho gettato la spugna: senza mezzi e risorse vince la burocrazia" Antonello Cherchi Ha
accettato l'incarico di presiedere la Commissione Via perché riteneva (e
ritiene) che le questioni ambientali "siano oggi di importanza capitale
". Poi, però, ha dovuto amaramente constatare che le risorse e le
strutture dell'organismo deputato a rilasciare la valutazione di impatto
ambientale erano talmente scarse che si finiva per vanificarne il
compito. Così Stefano Rodotà lo scorso febbraio ha scritto una lettera
all'allora ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, rassegnando le
dimissioni. Erano passati appena quattro mesi dall'insediamento al vertice della
Via, avvenuto il 25 ottobre 2007. Anche se poi sono stati necessari almeno due
mesi per completare la rosa dei commissari. Giusto il tempo – spiega Rodotà –
per "rimettere in ordine casa", cioè fare in modo che la Commissione
potesse lavorare seppure tra le tante difficoltà. E, infatti, nell'ultima
riunione prima di gettare la spugna sono stati espressi 17 pareri. Come mai,
allora, le dimissioni? "Perché – risponde Rodotà – i problemi della
prim'ora si sono dimostrati strutturali. Si tratta, sostanzialmente, di tre
gravi limiti. Intanto, le risorse finanziarie assolutamente inadeguate. La
Commissione vive in grandi ristrettezze, con una struttura reclutata attraverso
contratti che talvolta vengono rinnovati ogni tre mesi. Ci sono momenti in cui
manca il personale: per una settima, con il segretario generale abbiamo dovuto
gestire il protocollo, perché non c'era nessuno che lo facesse. Tutto questo
crea due forme di dipendenza: dalla burocrazia
ministeriale e dal caso, perché se un contratto non viene rinnovato, bisogna
cominciare da capo ". Poche risorse significa anche che i commissari non
possono contare su un proprio staff. "Era una delle condizioni –
sottolinea Rodotà – poste per accettare l'incarico: poter contare su due-tre
persone di fiducia a cui affidare il lavoro preliminare. Ma ho poi scopertoche
le risorse non lo consentivano. Ognuno dei 60 commissari – troppi e dunque
apprezzo l'iniziativa dell'attuale ministro di ridurli – riceve un'indennità
annua lorda di 45mila euro, senza rimborsi spesa. Non dico che questo li metta
in una condizione di debolezza psicologica e materiale nei confronti dei
committenti. è certo,però,che l'assenza di una struttura stabile e la mancanza
di un compenso adeguato non rappresentano le condizioni migliori per svolgere
un lavoro così delicato". Il terzo problema? "Le procedure. Esistono
minimo quattro passaggi per ciascun progetto, con intuibili ricadute sui tempi
di decisione. Ho provato – afferma l'ex presidente – a spingere perché anche
per le opere ordinarie, così come già avviene per quelle grandi, ci si
pronunciasse sul progetto preliminare e non su quello definitivo. Un
cambiamento gradito da molte imprese e che avrebbe anche un effetto di
moralizzazione, perché quando una società presenta il progetto definitivo, è
chiaro che esercita pressioni perché non sia costretta a rimetterci mano.
Niente da fare". Potrebbe essere una soluzione quella di una Commissione
Via interna al ministero, composta da dirigenti e funzionari statali? Il
"no" di Rodotà è perentorio. "In una materia così delicata ci
vuole una legittimazione che non può essere solo burocratica". C'è,
infine, la difficoltà legata allo spoils system. "La Commissione – incalza
Rodotà – è un organo tecnico. Se, però, ogni ministro la cambia, si finisce per
trasferirvi una preoccupazione di carattere più squisitamente politico, che
porta a un inquinamento oggettivo, quale che sia la maggioranza ".
"Si va sempre avanti con contratti a termine e lo spoils system è da
evitare" AGF Stefano Rodotà.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-09-2008)
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Corriere del
Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: SALERNO - data: 2008-08-31 num: - pag: 13
categoria: REDAZIONALE L'intervista Parla l'ex primo cittadino di Salerno De
Biase: "De Luca meglio sindaco a Napoli che governatore" "Io
alla Provincia? Se c'è un progetto" di GABRIELE BOJANO SALERNO - "Io
dimenticato? Ma no, la gente per strada mi ferma, mi ricorda con stima e
affetto. Sono alcuni politici, semmai, che provano a cancellarmi perché non
sono troppo omologabile, ho il difetto di dire le cose in faccia". Mario
De Biase, ex sindaco di Salerno e attuale presidente del tavolo di
concertazione regionale, è di nuovo a un bivio. continuare
in un'attività di ordinaria burocrazia amministrativa ("De Luca direbbe che faccio 'poesia'")
o inventarsi qualcosa di diverso con "un guizzo di fantasia". Già, ma
cosa? De Biase, stanco del tavolo di concertazione alla Regione? "No, sono
un po' disilluso dalla politica in genere. In questa fase è difficile
trovare entusiasmo ed energia, c'è tanto conformismo e nessuno ha il coraggio
di volare alto". Deluso dal segretario regionale del Pd, Tino Iannuzzi?
"Molto deluso da Iannuzzi e da tutto il gruppo dirigente autoproclamatosi
alle primarie. Pensano solo ai loro piccoli destini personali, agli amici, alla
famiglia... c'è una discrasia enorme tra il dire e il fare, quello che una
volta si chiamava doppiezza togliattiana". Doppiezza togliattiana?
"Sì, è praticata dai nuovi vertici in modo esasperante". è per questo
che ora sta guardando con interesse a Red di D'Alema? "è un laboratorio di
confronto libero, di cui si avverte l'esigenza. Speriamo solo che non faccia la
fine del Pd". In una precedente intervista lei mi disse che non era
abituato ad un lavoro fatto per guadagnare. "Tanto è vero che sono otto
mesi che non mi pagano e sto continuando ad andare a Napoli". Come? Otto
mesi che non pagano il presidente del tavolo di concertazione? E come se lo
spiega? "Ordinaria burocrazia regionale ".
Spera anche lei, allora, che arrivi De Luca a fare piazza pulita a palazzo
Santa Lucia? "Coerentemente De Luca dovrebbe candidarsi più a sindaco di
Napoli che alla presidenza della Regione. Le lotte che porta avanti sono
tipiche di un'amministrazione comunale, non di una Regione che deve
pianificare. E secondo me, nel panorama delle nullità che ci sono in giro
sarebbe anche un buon candidato". A proposito di candidature: tra un anno
si vota per la Provincia di Salerno. Si mormora che possa scendere in campo
anche Mario De Biase, è vero? "Non dico nè sì nè no, sono al servizio di
un'idea, di un progetto. Se c'è un gruppo disposto a costruire, potrei anche
essere interessato a candidarmi alla presidenza. Non lo decido io". Come
ha lavorato il presidente Angelo Villani? "Ha fatto quello che poteva,
vista la coalizione che lo sosteneva. Sicuramente in questi cinque anni non c'è
stato un salto in avanti nello sviluppo. Anche nel parco progetti regionali la
Provincia non ha portato quasi niente". D'accordo con la lotta del sindaco
De Luca alle prostitute? "Dico che è più utile la lotta agli escrementi
dei cani sui marciapiedi". Da quando tempo non vede De Luca? "Da due
anni. Le occasioni pubbliche con lui le evito". Eppure i rapporti di De
Luca con Bassolino sono notevolmente migliorati. "Lo so, Bassolino si deve
ingraziare De Luca, lo riempie di soldi e avalla le sue decisioni. Io invece
sono diventato il principale nemico di De Luca a Salerno, per lui, sia ben
chiaro, non per me. Eppure è raro che sia nemico delle persone. Ho fatto
proprio la fine del cornuto e mazziato! " è vero che ha mandato un fascio
di rose a Mara Carfagna quando è diventata ministra? "Sì, e lei è rimasta
colpita. è una ragazza molto intelligente, genuina, vera e ha la modestia
giusta per imparare". Che cosa le è rimasto dei cinque anni da sindaco di
Salerno? "Tanti ricordi, soddisfazioni, conoscenze. Le opere che si
continuano ad inaugurare spesso sono frutto del mio lavoro. Ma anche strascichi
giudiziari. Pensi che continuo a vivere in una casa sequestrata per la vicenda
della cassa integrazione agli operai dell'Ideal Standard che io avevo
avallato". \\ Sono molto deluso da Iannuzzi e da tutto il gruppo dirigente
autoproclamatosi alle primarie Pensano solo ai loro piccoli destini personali e
agli amici \\ Villani a Palazzo Sant'Agostino ha fatto quello che poteva. In
cinque anni però non c'è stato un salto in avanti nello sviluppo del territorio
Enzo & Antonio A lato, Mario De Biase abbraccia Vincenzo De Luca nel giorno
in cui, tornando a fare il sindaco di Salerno, lo ha di fatto defenestrato. Poi
è con il governatore Antonio Bassolino che nel 2006 gli ha affidato la
presidenza del tavolo di concertazione della Regione Campania.
( da "Adige, L'" del 01-09-2008)
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E proprio non è
andata giù a Forza Italia, che non si riconosce in questa politica muscolare stile
Lega LUISA MARIA PATRUNO L'uscita di Sergio Divina sull'esercito e le ronde in
città, come primo atto del centrodestra in caso di vittoria alle elezioni
provinciali, non era concordata e proprio non è andata giù a Forza Italia, che
non si riconosce in questa politica muscolare stile Lega. Va bene quando è il
Carroccio, da alleato, a fare le sue battaglie sulla sicurezza e gli immigrati,
ma che sia il candidato presidente di tutta la coalizione, benché leghista, a
usare gli stessi slogan, va un po' meno bene. Magari è meglio tornare a
riunirsi intorno a un tavolo e cercare di mettere a punto il messaggio che si
vuole dare agli elettori, prima di cominciare la campagna elettorale. E pensare
che sabato mattina al Grand Hotel Trento, contornato da tutti i leader del
centrodestra per presentare la coalizione che sfida Dellai, Divina era partito
bene, con i discorsi su famiglia, valori, sussidiarietà e "meno Provincia,
più società civile", che tanto piacciono agli azzurri. Poi l'anima
leghista ha preso il sopravvento. E Malossini & C. hanno fatto un salto
sulla sedia. Ieri a Malga Stramaiolo, sopra Bedollo, dove Forza Italia ha
organizzato la sua tradizionale festa di fine estate, questa volta aperta anche
al candidato presidente Divina e ai rappresentanti dei partiti alleati, non si
risparmiavano le battute su Divina che porta l'esercito a Trento e il
consigliere provinciale Walter Viola e il coordinatore provinciale Ettore
Zampiccoli non nascondevano l'imbarazzo. Zampiccoli, per altro, anche in
passato si è espresso contro l'idea delle ronde leghiste. Il coordinatore
regionale Mario Malossini ci tiene a precisare che la sicurezza nelle città è
senz'altro un argomento importante, ma la priorità del centrodestra in Trentino
non è quella di portare i militari o le ronde. Coordinatore Malossini, Divina
ha detto che la priorità del centrodestra per i primi 100 giorni è portare
l'esercito e le ronde in città per restituire i parchi pubblici ai trentini. È
d'accordo? Veramente per i primi 100 giorni io penso che le priorità dovrebbero
essere altre. Concedo a Divina di potersi esprimere sui temi più cari alla Lega
e siamo consapevoli che la sicurezza è una priorità e va intensificato il
presidio del territorio, ma non dobbiamo pensare che a Trento abbiamo
situazioni di aree degradate come nel Sud o in altre città italiane e non ci
serve certo l'esercito. Comunque Divina ha indicato anche altri punti che
riteniamo prioritari, l'importante è che d'ora in poi il centrodestra riesca a
fare gioco di squadra anche nei messaggi che lancia. Quali dovrebbero essere le
priorità dei primi 100 giorni per il candidato presidente Divina? Il rapporto
tra Provincia, società e territori, che vuol dire
intervenire per ridurre la burocrazia, rendere più efficiente l'apparato provinciale, eliminare la
miriade di agenzie e società pubbliche inutili. Ma soprattutto puntare allo
sviluppo. Cosa vuol dire? Penso che sia necessario modificare il Piano
urbanistico provinciale prevedendo la Valdastico, la ridefinizione delle aree
sciabili, ampliando ad esempio quelle di Pinzolo e Campiglio, perché non
bastano gli impianti, poi prevedere il tunnel del Peller e la Loppio-Riva. Le
infrastrutture devono essere la priorità insieme a misure che vengano incontro
alle difficoltà delle famiglie, agendo sulle tariffe dei servizi pubblici.
L'uscita di Divina sull'esercito sembra rafforzare l'idea che sia la Lega ad
avere in mano il pallino nel centrodestra, nonostante Forza Italia e ancora di
più il Pdl, sia il primo partito della coalizione. Riuscirà a emergere la
vostra presenza in questa campagna elettorale? Certo, noi in questa campagna
elettorale cercheremo di dimostrare che, al di là dello scontro Divina-Dellai,
dietro al nostro candidato presidente c'è una squadra e che solo questo fa dire
oggi che siamo di fronte a elezioni aperte. Divina ha parlato anche di Comunità
di valle. Questo è un altro argomento su cui siete divisi: An non le vuole, voi
siete per l'elezione diretta dell'assemblea. Come ne uscirete? Effettivamente
ci sono posizioni diverse. Divina pensa che siano i Comuni a dover definire gli
ambiti, io ritengo che serva una regia della Provincia, dopo avere indicato
bene quali sono le competenze da trasferire a 15-16 Comunità, come penso che
vadano abolite tutte le Apt locali, che sono inefficienti, e lasciare solo
quella provinciale. Venerdì comunque presenteremo il programma di Forza Italia.
01/09/2008.
( da "Corriere della Sera" del 01-09-2008)
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Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-09-01 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE Gallarate Prove di convivenza sul terreno della parrocchia "Il
Ramadan all'oratorio? Meglio, così raddoppia il numero delle preghiere"
Già pronte sale e tappeti. Oggi i primi fedeli Don Walter ha distribuito in
chiesa la lettera del prevosto: "Anche nel disagio bisogna essere capaci
di accogliere" GALLARATE (Varese) - Nell' ex oratorio femminile della
parrocchia Santi Nazaro e Celso di Arnate tutto è pronto per il Ramadan. I
tappeti sono già disposti verso la Qibla, in direzione della Mecca, così i
musulmani di Gallarate entrando per la prima volta nel tendone dietro la chiesa
non potranno sbagliare. In un angolo c'è l'altoparlante per la preghiera. Manca
solo l'imam. "Senza una vera moschea non potremo mai avere un vero imam. è
come dire a un prete di celebrare senza una chiesa" dice Hamid Khartaoui,
portavoce della comunità islamica. Don Walter Sosio una chiesa ce l'ha e
durante la messa domenicale ha fatto distribuire a tutti i fedeli il discorso
in cui monsignor Franco Carnevali, prevosto di Gallarate, spiega le ragioni
della concessione dell'ex oratorio ai musulmani. Un documento che non fa sconti
agli ammini-stratori della città e che al tempo stesso fa intravedere una
speranza: "Il problema è diventato rilevante in vista del Ramadan scrive
Carnevali - il Comune ha manifestato l'impossibilità di reperire un luogo adatto
alla richiesta, anche per ragioni di opportunità politica. Non ha chiuso però
le possibilità di accogliere una soluzione adeguata". Molti abitanti del
quartiere sono appena rientrati dalle vacanze, ma la notizia dell'arrivo dei
nuovi vicini di casa non sembra coglierli di sorpresa. "Ne abbiamo
discusso in famiglia - dice Roberto Fedeli, del consiglio pastorale - e
condividiamo la scelta del prevosto perché la preghiera è un'esigenza
sacrosanta. E poi, gli abbiamo dato solo un parcheggio". "Anche nel disagio
bisogna essere capaci di accogliere - aggiunge don Walterqualche malumore c'è
stato, soprattutto tra quegli anziani che anni fa con pala e carriola avevano
spianato il terreno per l'oratorio. Ma alla fine ha prevalso il dialogo".
I giovani della parrocchia sono invece i più entusiasti della decisione:
"Dio sarà più contento, avrà il doppio delle preghiere" dice Paolo,
15 anni. I musulmani arrivano alla spicciolata, salutano don Walter e la gente
rimasta a parlare sul sagrato. Guardano con soddisfazione il loro tendone
bianco che dopo il tramonto accoglierà 200 fedeli per la preghiera serale.
"I nostri figli - spiega Mohamed Rachdi, tecnico metalmeccanico con
accento lombardo - ci chiedono perché devono pregare per strada con il caldo,
la neve e la pioggia se sono nati in Italia. Io gli spiego
che la burocrazia ci mette
i bastoni tra le ruote, quella stessa burocrazia a cui io pago i contributi ". Michele Mancino Vigilia
Ultimi ritocchi nella struttura montata al parcheggio dell'oratorio di Arnate e
che ospiterà le preghiere dei fedeli islamici.
( da "Alto Adige" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Lavoriamo tra
la spazzatura" Via Sassari, negozi circondati dai bidoni
dell'"umido" I ristoratori: i nostri prodotti sono deperibili e qui
arrivano le mosche BOLZANO. E' passato un anno, ma i bidoni dell'umido sono
ancora lì. E l'odore che impesta la strada è un segnale evidente della loro
presenza. I tre cassonetti marroni sono disposti lungo via Sassari, tra il
civico 22 e il 28. Sono fissati in tre piazzole gialle lungo una striscia di
marciapiede sulla quale si affacciano sei negozi. A meno di tre metri dalle
pattumiere ci sono tre bar, un alimentari, un panificio. Poi c'è la gelateria
di Mariano Cristellotti, portavoce degli esercenti che da mesi sono nauseati
dall'olezzo dei rifiuti: "Credo che questo sia l'unico condominio di
Bolzano con il permesso di lasciare in strada i bidoni. Nei giorni più caldi
qui non si respira e i nostri clienti se ne vanno schifati. E l'odore non è
piacevole neanche per gli inquilini". Nelle ultime settimane, i sei
commercianti hanno cercato di risolvere la questione, ma si
sono persi nel labirinto della burocrazia. La vicenda di via Sassari, infatti, si gioca sui confini tra le
diverse aree di competenza. La porzione di marciapiede dove sono collocati i
bidoni appartiene al condominio, quindi per il Comune è difficile intervenire.
L'altra metà - dove ci sono i tavolini dei bar - è invece suolo comunale.
"Non capisco - continua Cristellotti - perché tutti i bolzanini devono
riportare il bidone all'interno, mentre qui non lo fanno". Eppure lo
spazio ci sarebbe. Il condominio ha un vasto piazzale sul retro: ci sono decine
di biciclette e i garage. "Potrebbe essere il luogo ideale per lasciare i
bidoni", suggeriscono i commercianti. Certo, gli inquilini dovrebbero
pagare qualcuno per portare le pattumiere sulla strada nei giorni di raccolta. "Altrimenti
- dice Cristellotti - il Comune potrebbe installare uno spazio apposito per i
bidoni sull'altro lato della strada. Qui vendiamo alimentari deperibili, è
assurdo pensare di lavorare attaccati ai bidoni dell'umido pieni di
mosche". Di fronte al civico 22, infatti, le strisce bianche delineano gli
spazi per le autovetture. "Queste piazzole - dicono i negozianti -
potrebbero essere il posto ideale per un'isola ecologica". (frag).
( da "Secolo XIX, Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Giorgio oldoini Il
liberalismo occidentale implica che l'individuo sia il fine e il centro del
mondo e che le istituzioni siano preordinate al conseguimento degli obiettivi
individuali. Da tale principio deriva che la libertà non è un mezzo ma un fine:
essa rappresenta il maggior fine politico. Per chi afferma il concetto della
natura organica dello Stato, gli individui sono solo dei mezzi per conseguire
il "benessere generale" o lo "stato di Dio". Durante
l'epoca delle ideologie, ci eravamo abituati a credere che solo in un sistema
di completa libertà si potesse conseguire il benessere economico. Ciò perché la
libertàè indivisibile: non è possibile sostenerne la necessità in determinati
campi e negarla i altri. La Cina sta dimostrando che si può essere capitalisti
senza libertà e che un regime totalitario, in campo economico può essere più
efficace di una democrazia. Ma siamo certi che il mondo occidentale possa dare
lezioni di libertà alla Cina? Un intellettuale di Pechino osserva: "Cosa
cianciate di libertà economica voi occidentali, che avete bloccato per decenni
i prodotti cinesi e la libera circolazione del fattore lavoro, limitando il
potere di scelta dei consumatori! Il cinese è motivato dal guadagno economico
alla luce del sole; nessuno è aggredito dai sensi di colpa degli occidentali,
che pretendono di mantenere un elevato tenore di vita a prescindere dai ritmi
produttivi e dal prodotto interno realizzato". "Il gioco dei
"furbetti" che esportano le fabbriche per poi rivendere i prodotti
nei loro Paesi con profitti da capogiro - avverte l'intellettuale pechinese -
sta per finire. I nostri migliori cervelli hanno clonato ogni tipo di
macchinario e il Paese sarà affrancato dalla dipendenza tecnologica entro i
prossimi dieci anni. La finanza cinese è un mezzo necessario allo sviluppo
industriale, mentre la supremazia del capitale che riproduce solo se stesso,
sta destabilizzando l'intero occidente. La nostra produzione interna è
acquistata dai lavoratori cinesi per circa la metà: molto presto arriveremo
all'80%, percentuale vicina ai sistemi occidentali più democratici. I nostri
tecnici, scienziati e ricercatori, da tempo i migliori studenti nelle università
americane, stanno tornando nella loro patria sempre più numerosi; gli
architetti progettano magnifici grattacieli che sono costruiti in qualche mese
e dignitose case popolari che non hanno niente a che vedere con lo scempio
edilizio di certi Paesi europei. Gli economisti vi hanno raccontato la favola
che il terziario e l'industria dell'effimero sulla quale fondate lo sviluppo,
equivalgano alle nostre attività industriali primarie: quando vi accorgerete
della sciocchezza di questo principio, sarà tardi per apprestare qualche
difesa". "Quanto alla libertà religiosa - conclude - i cinesi hanno
uno Stato laico e non ammettono ingerenze nell'attività pubblica da parte di
sacerdoti. I governi laici, che sono sempre stati la religione formale delle
vostre democrazie, hanno ormai rinunciato a risolvere i problemi delle nascite,
dell'aborto, dell'eutanasia, a favore di Chiese sempre più invasive. Come
pensate di contrastare il fondamentalismo religioso? Noi non scendiamo a patti
con i professionisti del terrore ma li affrontiamo in campo aperto: tra poco
tempo ci chiederete di essere i gendarmi dei vostri stessi territori contro gli
attacchi destabilizzanti delle teocrazie, che hanno ormai compromesso la
sicurezza dei trasporti. Le vostre libertà politiche sono ormai ridotte al rito
elettorale cui partecipano minoranze gracidanti: l'individuo in Occidente è
morto, non ha alcun valore se non appartiene a una qualche organizzazione; i
governi decidono sulla base di sondaggi d'opinione e le loro strategie hanno un
orizzonte di pochissimi anni. La stampa è al servizio di ristretti gruppi di
potere che ne ricavano vantaggi economici. Le burocrazie e
le leggi impongono regole astratte e impediscono lo sviluppo. L'Europa
rappresenta uno stato artificiale; è nata in ragione di condizioni politiche e
sociali straordinarie ed è destinata a scomparire con il cessare di tali
condizioni, come è avvenuto per l'Urss e la Jugoslavia. Infine, la
previsione della pena di morte ci accomuna alla più grande democrazia
occidentale". Se l'intellettuale pechinese avesse ragione anche solo in
modesta percentuale, come ci potremmo difendere? Con la dottrina Bush:
"imponendo" a quel Paese, con ogni mezzo possibile, le nostre
"libere" istituzioni democratiche, primo fra tutti, uno statuto dei lavoratori
all'italiana. giorgio oldoini è manager d'impresa. 01/09/2008.
( da "Giornale.it, Il" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 35 del 2008-09-01 pagina 1 Le burocrazie nemiche della città di Redazione
"L'Arengario ospiterà entro il 2007 il Museo del Novecento". Dove si
legge questa profezia clamorosamente smentita dai fatti? A pagina 147 del volume
dedicato a Milano - edizione 2005 - della più prestigiosa collana di guide
turistiche, quella del Touring Club. Sappiamo invece che quel museo,
atteso da decenni, non vedrà la luce prima del 2010. Ma l'incolpevole guida
insiste nell'Appendice, a pagina 585: "Lo storico edificio dell'Arengario
diverrà, entro il 2007 sede del Museo del Novecento". Guida incolpevole
perché gli ingenui autori si sono fidati delle dichiarazioni ufficiali. E
pazienza per quei turisti che da due anni vanno in cerca delle sale che
ospiteranno Boccioni e Fontana, Sironi e Carrà. È un esempio, ufficialmente
documentato, dei soliti snervanti ritardi nel realizzare le opere pubbliche,
della elasticità del tempo che passa dalla decisione alla realizzazione. Colpa
della politica? Non solo e, per una volta, non principalmente. La
responsabilità è delle varie burocrazie, sempre più nemiche della città, sempre
più lentocrazie: gli uffici degli assessorati, dove le pratiche dormono sonni
tranquilli; le spesso inutili e prolisse gare d'appalto; le varie
sovrintendenze capaci solo di dire di no per dimostrare la loro esistenza; le
interminabili valutazioni d'impatto ambientale; il famigerato Tar pronto a
bloccare qualsiasi opera al primo ricorso di un progettista scartato o di
un'impresa arrivata seconda o del solito comitato del "No". Insomma,
la politica decide, le burocrazie rallentano, bloccano, inibiscono. È la
sindrome della correttezza formale della procedura, che invece di impedire la
corruzione ne accresce le possibilità aumentando, passaggi, diritti di veto e
facoltà di interdizione. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano.
( da "Opinione, L'" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Lun, 01 Set
2008 Edizione 180 del 03-08-2008 Dibattito Federalismo se c'è concorrenza di
Corrado Sforza Fogliani Un principio è pacifico: non c'è federalismo, se non
c'è concorrenza. Fiscale, anzitutto: il federalismo è, come deve essere,
l'ultimo mezzo che abbiamo a disposizione per combattere l'oppressione fiscale,
indotta dalle burocrazie. Tutti gli altri mezzi usati -
diciamocelo - sono finora falliti. E se fallisse anche questo, resterebbe solo
la rivolta (che oggi sembra una parola grossa, ma che in tutti i tempi - e a
tutte le latitudini - prima o poi è sempre arrivata, come la storia - che è,
essenzialmente, storia di libertà dalle imposte - insegna). Il ministro
Calderoli - quanto al tema in parola - pensa (dichiarazione 27.7.'08) ad un
tributo "sui servizi" (quindi, coi connotati di una tassa, rivolto
agli utilizzatori), con la sottolineatura (Corsera, 4.8.'08) che - comunque - i
tributi propri locali "dovranno garantire correlazione rispetto al
servizio erogato" (torna - ancora - il connotato primo della tassa). E' la
via giusta, attua una duplice, benefica concorrenza: sul livello dei servizi (e
quindi - in ultima analisi - sulla qualità della vita), e sulla capacità di
farli funzionare senza sprechi, e quindi senza calcare la mano sulle imposte,
sulla fiscalità generale. Dall'Anci, è venuto un sostanziale via libera:
"Bisogna andare oltre l'Ici, e pensare a un tributo o a forme di tributi
che possono prevedere anche una diversa base imponibile rispetto a quella
immobiliare" (dichiarazione presidente Domenici 31.7.'08). Il dibattito
sull'aspetto fiscale del federalismo è dunque partito bene, pacato e ragionato.
Tutt'altra cosa se si fosse insistito su un tributo immobiliare. Prima di tutto,
si sarebbe trattato di una riedizione - sotto falso nome - dell'Ici anche prima
casa (or ora quasi del tutto abolita), e gli italiani - sinceramente - non
l'avrebbero proprio capito. Soprattutto, si sarebbe insistito nel tenere in
piedi un'imposta patrimoniale; un'imposta, quindi, progressivamente
espropriativa e, soprattutto, che fa a pugni colla stessa concezione
federalista, ispirata all'equità reddituale. Ma, ancora e più di tutto, si
sarebbe andati per una strada che è la negazione stessa del principio di
concorrenza di cui s'è detto, e quindi del federalismo. Questa forma di
ordinamento, infatti, si basa sul principio caratterizzante che "si vota
con le gambe" (spostandosi a risiedere, cioè, nei luoghi meglio
amministrati). Ed un tributo che colpisce gli immobili è antifederalista per
principio, proprio perchè gli immobili sono tali per definizione, non
camminano. Il dibattito - si diceva - è partito bene, e su basi corrette. La
Confedilizia ne prende atto con grande favore, ed è pronta a dare il proprio contributo.
*Presidente Confedilizia.
( da "AprileOnline.info" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Francesco Attolico*,
29 agosto 2008, 18:26 Punti di vista Con il riconoscimento russo
dell'indipendenza di Ossezia del sud e Abkhazia si apre una nuova crepa nel
diritto internazionale sempre più ''soft law''. Di fronte all'escalation di
strappi, però, va ricordato che non siamo più nel secondo dopoguerra e neanche
negli anni '70 del XX secolo, e le novità nello scacchiere internazionale non
soccomberanno dinanzi al "dejà vu" e ai vecchi protagonisti La
frittata è fatta: con il riconoscimento russo dell'indipendenza dell'Ossezia
del sud e dell'Abkhazia, grazie al cuneo aperto dai carri armati russi in
territorio georgiano 40 anni esatti dopo quelli che soffocarono nel sangue la
"primavera di Praga", si apre una nuova crepa nel diritto internazionale,
sempre più "soft law", incapace di gestire con un efficace apparato
sanzionatorio le prepotenze perpetrabili in ogni momento da vecchie e nuove
potenze ai danni di Paesi più piccoli e meno dotati militarmente. Leggiamo in
quest'ultimo tassello una risposta allo "sgarbo" ricevuto dai russi
qualche mese fa all'atto del riconoscimento "a cuor leggero"
dell'indipendenza del Kossovo, con gli slavi serbi divenuti stranieri in casa
loro. Appare un'escalation di strappi, provocazioni e precedenti in grado di
generare focolai, tentazioni e scorciatoie nucleari in Paesi meno potenti con
un ritorno dei venti di guerra, calda o fredda, che le generazioni più giovani
non hanno vissuto, con il coinvolgimento emotivo di vecchie cariatidi
nostalgiche dei tempi andati. Oggi però non siamo nel secondo dopoguerra e
neanche negli anni '70 del XX secolo e le novità nello scacchiere
internazionale non soccomberanno dinanzi al "dejà vu" e ai vecchi
protagonisti. Oggi Cina e India, che raccolgono il 40% della popolazione mondiale,
nuove potenze internazionali, non potranno sottrarsi dal dire la loro e dal
trovare, insieme alle ragioni dello sviluppo, un soddisfacente livello di
integrazione politica internazionale facendo proprie le ragioni dell'ambiente e
dei diritti umani e del lavoro, come tutti i paesi democratici emancipati dalle
necessità e dalle incombenze primarie economiche. L'Unione Europea è oramai
matura per dettare le proprie condizioni ed avanzare le proprie aspettative
fuori da vecchie soggezioni, cuore pulsante e crocevia internazionale di
culture e traffici commerciali, tra oriente ed occidente lungo le sponde del
mediterraneo, con una moneta forte e dignitosa in grado di attutire le
oscillazioni e le instabilità del dollaro ed in grado di costituire moneta di
riferimento internazionale naturale per diverse transazioni, dal petrolio al
gas. Ci auguriamo che gli U.S.A., con le presidenziali imminenti, escano dalla
crisi recessiva e riprendano tutta la credibilità che negli ultimi anni ha
vacillato, grazie a governi che si sono imbarcati in avventure belliche in
Medio Oriente, non condivise in larga parte dell'opinione pubblica statunitense
e internazionale, a ragione visto e considerato l'ingente sacrificio in vite
umane in Iraq, di numero in gran lunga superiore alle vittime dell'11 settembre
alle Torri Gemelle. L'ONU è oramai un organismo pletorico, non in grado di far
sentire la propria voce autorevole con risoluzioni super partes, inibito spesso
e paralizzato da capricciosi e interessati veti esercitati da potenze in virtù di
privilegi scaturiti a ragione nel secondo dopoguerra, ma oggi assolutamente
datati. L'ONU è ancora costretta ad ingoiare bocconi amari sull'altare
dell'inciviltà pregiuridica delle logiche di potenza e delle armi. Alla vigilia
del rinnovo del Parlamento europeo urge una svolta, dall'Europa
della burocrazia e della
finanza alla rinascita del protagonismo politico, con una spinta decisa verso
il rinnovamento e verso le ragioni dei popoli e dei territori, che
contribuiscono a dare lustro e colore al vecchio continente, fuori da schemi
obsoleti centralisti, guerrafondai e bipolari. *presidente Democrazia
Sociale Euromediterranea Puglia.
( da "FullPress.it" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Era attesa da molti,
ed è arrivata: la portabilità ADSL è una realtà anche in Italia. Ehiweb.it è
pronta ad accogliere tutti i clienti delusi dai propri fornitori di banda
larga. Pubblicato il: 01/09/2008 --> La portability Adsl sbarca in Italia ed
è subito destinata a tratteggiare nuovi scenari nel panorama delle forniture di
linee veloci per Internet. Tutto è cominciato con la Delibera 274/07/CONS che prevedeva
la possibilità di poter migrare linee ADSL e HDSL da un operatore all'altro. I
vari ISP italiani si sono quindi riuniti per un anno ai tavoli tecnici, con lo
scopo di trovare una soluzione condivisa da tutti per definire le modalità
delle migrazioni. Ehiweb.it ha avuto da subito un ruolo importante nel corso di
queste trattative, e dopo aver assunto anche la delega di Assoprovider ha
partecipato alle riunioni presentando proposte per facilitare le comunicazioni
tra i diversi OLO, vale a dire gli Operatori alternativi a Telecom. Il
risultato finale è stato ottimo, per tutti: ora è possibile trasferire l'adsl
da un operatore all'altro senza interruzioni del servizio. E quindi, come
previsto dai principi del libero mercato, è l'utente finale
a ottenere i maggiori benefici perché in ogni momento potrà cambiare fornitore,
senza burocrazia o disagi,
semplicemente dirigendosi verso la miglior offerta economica o di prestazioni,
ogni volta che desidera. Etichette: adsl, portability, ehiweb, provider,
internet Segnala questa notizia: STAMPA.
( da "Varesenews" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Gallarate - La
comunità musulmana si prepara al Ramadan. Nel tendone dell'ex oratorio
femminile della chiesa di Arnate è tutto pronto "Hanno paura della nostra
barba. Anche Gesù ce l'aveva" "Perché i miei compagni di lavoro in
fabbrica scherzano e parlano con me e invece, quando vado al supermercato, la
gente si sposta fissando la mia sunna (barba ndr)? Non vi siete mai chiesti
perché Gesù è raffigurato sempre con la barba?". Aziz è uno dei duecento
musulmani che durante il Ramadan pregherà nel tendone di Arnate (Gallarate). Ha
un passato turbolento, fatto di espedienti, fino a quando ha incrociato i
responsabili della comunità musulmana che lo hanno tolto dalla strada.
"Ero sempre in stazione, bevevo e fumavo. Ho parlato con loro, ho iniziato
a frequentare la comunità. Oggi sono sposato, ho una famiglia e sono felice. Se
avessimo una moschea contribuirebbe a mantenere l'ordine". I tappeti della
moschea provvisoria sono già orientati verso la Qilba, la direzione della
Mecca, in questo modo i fedeli che dopo il tramonto andranno per la prima
volta nel tendone, dietro l'ex oratorio femminile di Arnate, per recitare
il Tarawhi (preghiera serale del Ramadan), sapranno subito come disporsi. I
responsabili della comunità sono contenti, ma sono anche convinti che i
problemi si risolveranno solo con uno spazio adeguato. "Senza una vera
moschea ? spiega Hamid Khartaoui - a Gallarate non ci sarà mai un vero
imam. Uno di quelli che ha studiato all'università, che puo' essere un vero
punto di riferimento per tutta la comunità. Non basta conoscere il Corano per
essere autorevoli. Per la preghiera ci arrangeremo, faremo a turno".
Mohamed Rachdi, tecnico di un'azienda metalmeccanica, è da vent'anni in Italia.
È orgoglioso di essere musulmano, ma al tempo stesso è convinto che
bisogna rispettare le regole, brutte o belle che siano. "Abbiamo un dovere
di responsabilità verso i nostri figli ? dice l'uomo con uno strano accento
bosino - che vivono male questa situazione. Quando mi chiedono perché pur
essendo italiani devono pregare in strada con il vento, la
pioggia, la neve e il sole, io gli spiego che è la burocrazia che ci mette i bastoni tra le ruote, la stessa burocrazia a cui io pago i contributi da
vent'anni". Le speranze della comunità musulmana sono riposte nelle nuove
generazioni. I figli degli immigrati studiano in Italia e hanno amici italiani.
"Mio figlio ? dice Abdul, impiegato da vent'anni in una ditta meccanica ?
quando ha iniziato ad andare a scuola tornava deluso, perché veniva escluso dai
compagni. Mia moglie gli ha spiegato che se voleva trovare degli amici doveva
dare il meglio di sé. Oggi è il primo della classe, è bravissimo in
matematica, studia la storia e la geografia europea. E i suoi migliori amici
sono diventati i compagni di classe". Il campionato di calcio di
serie A è iniziato lo stesso giorno del Ramadan. Nella comunità
il footbal è lo sport più seguito e praticato e Aziz, considerato il
fuoriclasse della selezione islamica, non esita un solo istante nel
professare la sua fede calcistica: "Qui a Gallarate i musulmani
e i loro figli sono tutti milanisti". " Galleria fotografica: Il
tendone per il Ramadan ad Arnate Lunedi 1 Settembre 2008 Michele Mancino.
( da "Sestopotere.com" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
(31/8/2008 16:27) |
(Sesto Potere) - Venezia - 31 agosto 2008 - “Il Sistema Ferroviario
Metropolitano Regionale è un progetto lungimirante, strategico e per molti
aspetti rivoluzionario, il cui nocciolo, il primo stralcio, sta per arrivare a
conclusione. Stiamo preparando la gara europea per l'assegnazione del servizio,
che comprenderà non solo la parte ferroviaria, ma anche il trasporto su gomma,
così da assicurare un coordinamento e una gestione unitaria: un bando unico per
il trasporto pubblico locale nell'area centrale veneta che comprende Treviso,
Mestre, Padova, Castelfranco, con diramazione verso Portogruaro”. E'
soddisfatto l'assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso,
che vede sempre più vicino un traguardo ricercato con puntigliosa tenacia, e il
cui raggiungimento si è spostato nel tempo, per storie di
ordinaria burocrazia ma
soprattutto per i ritardi con i quali il Comune di Venezia ha fissato sulla
carta le nuove stazioni che interessano il proprio territorio. “Le previsioni
ci dicono che il sistema riuscirà a togliere dalle strade circa il 13 per cento
dell'attuale traffico privato – ha ricordato Chisso – ma io sono più
ottimista, perché le risposte che potremo dare in tema di mobilità saranno
molto efficaci e innovative, rispetto a ad un traffico su gomma, privato e
pubblico, che si muove con sempre maggiore difficoltà. A regime il sistema sarà
servito da treni cadenzati, con una maggiore frequenza nelle ore di punta, e da
più fermate, tutte con parcheggi scambiatori dove si attesteranno le linee di
autobus, con una bigliettazione unica che eliminerà le attuali complicazioni
amministrative”. Intanto però non mancheranno le anticipazioni al sistema, la
prima delle quali riguarderà la fermata ferroviaria dell'Ospedale all'Angelo di
Mestre. “Trenitalia ci ha assicurato che il servizio partirà già a settembre,
sia pure per un numero limitato di treni e non nelle ore di punta. Ci stiamo
inoltre preparando a partire con la navetta Mira Buse – Mestre, gestita da
Sistemi Territoriali, il cui servizio sarà attivato non appena completati i
lavori di elettrificazione e segnalamento collegato. Questa nuova stazione è
molto importante, perché dotata di un parcheggio scambiatore gratuito molto
grande e situata nel pressi del nuovo casello autostradale di Oriago: chi vorrà
andare a Venezia troverà estremamente conveniente utilizzarla”. “Per quanto
riguarda i convogli ferroviari, come Regione abbiamo concorso all'acquisto di
20 TAF e di 16 Minuetto, mentre 4 nuovi convogli sono stati acquistati dalla
società controllata Sistemi Territoriali per la tratta Adria – Mestre. Sistemi
Territoriali, inoltre – ha sottolineato Chisso – ha provveduto all'acquisto di
due convogli, in arrivo, espressamente dedicati al SFMR, mentre entro l'anno
indirà il bando per l'acquisto di 22 treni completi (finanziati con il bilancio
regionale 2008), che comprenderà anche un'opzione per altri 12 treni da acquistare
con gli eventuali ribassi ed eventuali ulteriori finanziamenti regionali. Con
questo vogliamo garantirci la disponibilità di mezzi all'altezza del servizio
che vogliamo offrire ai nostri pendolari, indipendentemente da quelli di cui
potrà disporre chi vincerà la gara per il trasporto locale dell'area centrale
veneta, al quale potremo affittare i convogli di nostra proprietà”. “E non ci
basta intervenire nel quadrilatero Mestre, Padova, Treviso, Castelfranco. La
Giunta Galan lo sostiene da oltre un decennio, e non a caso, quando parliamo
del SFMR, ci riferiamo al primo stralcio. Il secondo pure previsto da anni, con
allargamento almeno a Vicenza, Conegliano, Portogruaro, Monselice, è già stato
finanziato, prima dalla Regione, poi, per la parte statale, dal nuovo Governo
Berlusconi. Ed è pronto il terzo stralcio, mentre stiamo pensando al quarto e a
sue anticipazioni, per comprendere nel sistema l'intero Veneto. Ricordo inoltre
che i collegamenti ferroviari con gli aeroporti di Venezia e di Verona sono diventati
patrimonio di Rete Ferroviaria Italiana e inseriti nella Legge Obiettivo,
mentre abbiamo avviato un progetto per un servizio di tipo metropolitano
nell'area di Verona”. “Tra le anticipazioni voglio ricordare la prossima
attivazione del collegamento ferroviario Chioggia – Mestre, via Adria e Piove
di Sacco, con percorrenza inizialmente di un'ora e mezzo che scenderà però a
un'ora quando saranno terminati i lavori in corso finanziati dalla Regione
nella tratta Adria – Chioggia, di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana.
Partirà inoltre a breve un nuovo treno Venezia – Belluno via Feltre”. Il primo
stralcio del SFMR ha previsto complessivamente l'eliminazione di 45 passaggi a
livello, mediante 5 cavalcaferrovia e 28 sottopassi. Di questi, sono stati finora
completati 4 cavalcaferrovia e 23 sottopassi, mentre sono in via di ultimazione
1 cavalcaferrovia e 3 sottopassi, e 2 sottopassi sono in corso di appalto. Le
stazioni interessate dagli ammodernamenti sono 18 e in 9 di esse i lavori sono
già terminati; delle 12 nuove fermate tre è già in esercizio (Trebaseleghe, la
stazione Porta Ovest e Spinea, con il nuovo scavalco di Maerne che elimina le
interferenze preesistenti tra la linea Castelfranco – Mestre e il collegamento
Padova – Mestre) e altre 2 sono ormai pronte (Terraglio – Nuovo Ospedale di
Mestre e San Trovaso sulla linea Mestre). “Le cosiddette stazioni Porta – ha
concluso Chisso – hanno un'importanza strategica nel sistema: sono infatti
collegate con i grandi assi autostradali e dispongono di parcheggi molto
capienti: lo scopo è di portare all'esterno di Mestre e di Venezia il traffico
su strada, assicurando un pronto e comodo collegamento ferroviario con la città
lagunare e la sua immediata terraferma”. Ultimo intervento ad essere
realizzato, anche per le difficoltà di operare su linee in esercizio, sarà lo
sdoppiamento delle linee Mestre – Treviso – Udine e Mestre – Trieste tra la
stazione di Mestre e il quadrivio Gazzera, che verrà ultimato nel 2009.
( da "Stampaweb, La" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
SANTA MARIA DI LEUCA
Dai superbi cachemire per i ricchi più eleganti ai gelati di albicocca e arancia
in un bar dell'estremo tacco d'Italia. "In questa mia prima estate da
"barista" - racconta l'ex stilista Cristiano Fissore - solo un
cliente, un tipo non molto ben educato, mi ha detto che si vedeva che questo
non è il mio mestiere. "Lei ha perfettamente ragione", gli ho
risposto. Invece di preparare l'ennesima collezione, di correre a Milano per
incontrare clienti in show room e di giocare a golf con gli amici a Rapallo, ho
lavorato dalle 7,30 di mattina (anche 20 ore al giorno) dietro al banco. Ma
certo che lavo anche le tazzine del caffè! Quando si lavora si lavora. Dopo 30
anni, senza alcun rimpianto, ho staccato il filo con il mondo della moda e
cambiato vita. Ma che faccia cachemire o gelati, rimango sempre la stessa
persona". A mille km dallo stress A Santa Maria di Leuca, mille chilometri
dai riti esausti del circo della moda, Cristiano Fissore, 58 anni, ha trovato
un più sobrio e sereno approdo. Per dimora ha il suo amato yacht, un Alalunga
Anni 70 rigorosamente in legno, ormeggiato in porto ("Solo a Recco ho
mantenuto un ufficio con una segretaria"). Per lavoro ha il bar "Moby
Dick" nel centro di Leuca, nel Salento. E' la nuova avventura dello
stilista di Rapallo che per anni con il suo stile "anglo-genovese" è
stato sinonimo di casual classico. Filati pregiati, negozi a Portofino e
Cortina d'Ampezzo, successo. "L'avvocato Agnelli prediligeva il nostro
girocollo a maglia inglese, modello "Drive Uno". Tra i clienti più
fedeli c'erano i Croce, Andrea e Beppe, e tanti genovesi. Da sempre gli italiani
più eleganti", dice l'ex stilista, impeccabile anche al bar in camicia con
tanto di cifre ("In maglietta? Mai"). Nel 1977, puntando sul
cachemire con solo cinque modelli, insieme a Lucia Bosisio, sua socia e
compagna di una vita, iniziò l'avventura della moda. Nei danarosi anni di fine
secolo, l'epoca d'oro del cachemire, la Cristiano Fissore srl dell'affiatata
coppia arriva a fatturare 20 miliardi di lire l'anno. Collezioni uomo, donna e
maison: 170 modelli nelle diverse materie prime, 690 colori nelle cartelle del
cachemire; lo show room in un grande loft di Milano. Nel 2000 la crisi, ma
Fissore non incolpa la Cina. Affonda il business e la coppia del lusso scoppia.
"Una crisi esistenziale", confessa Fissore. Così 4 anni fa vendono il
loro marchio a un gruppo di Brescia. Dopo il tracollo, un'altra vita a Santa
Maria di Leuca. "Frequentando questo borgo di mare mi accorsi che non
c'era un bar dove mangiare del buon gelato non industriale. Ho deciso che
questo era il porto dove ancorarmi. Lo scorso inverno con 100 mila euro - cifra
con la quale a Portofino non avrei acquistato neanche un posto auto - ho
rilevato il locale, 3 piani con terrazza. A fine maggio abbiamo aperto".
Per gustare i suoi coni ogni sera c'è la coda e il suo gelato è stato il dessert
immancabile delle feste Anni 60 delle grandi famiglie pugliesi, dai Reale ai
Seracca Guerrieri. La ricerca della semplicità Nell'avventura del "Moby
Dick" Fissore ha coinvolto due fratelli di Leuca, Lucio Lia, falegname
("È un vero artista"), e suo fratello Ivano, l'unico con esperienza
nella ristorazione. Per il resto, il neobarista deve tutto a un suo amico
d'infanzia, Rino Simonetti, rinomato gelataio di Santa Margherita Ligure.
"Non dimenticherò mai quello che Rino ha fatto per me: ha persino fotocopiato
i libretti con 40 anni di ricette". Fu così che il buon gelato alla ligure
ha conquistato i golosoni del profondo Sud. "Ho scoperto un mondo più
aperto e sereno di quello nel quale sono sempre vissuto", spiega. Nuove
rotte, nuovi piaceri. Dopo il "Moby Dick", che resterà aperto tutto
l'anno ("Altrimenti sembrerebbe una marchetta: prendo i soldi l'estate e
scappo!"), l'ex stilista ("Solo a pensare a Milano mi sento male, e a
Genova vado solo per incontrare la mia nuova fidanzata") progetta la
ristrutturazione di una masseria per farne un piccolo resort. "Permessi,
rinvii. La burocrazia qui è lentissima, è il lato peggiore del Sud", lamenta
Fissore. Per l'autunno-inverno 2008 basta passerelle. "Mi hanno offerto
varie consulenze ma ho rifiutato. Qui dormo sereno e basta un filo di sole,
anche a gennaio, per mangiare all'aperto. Il mare è stupendo e la vita
semplice. Mi sembra di essere tornato nella Liguria della mia infanzia".
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
(D.D.D.) Una bella
persona, molto conosciuta in città, muore di tumore o per un incidente
stradale. E il giornale, giustamente, offre uno spazio al ricordo. Per chi,
come Paolo Dal Pont, se ne va in altro modo la discrezione fa da tabù. Anche se
tutti sanno e tutti ne parlano. In accordo con la moglie di Paolino, la signora
Rosella (assieme nella foto scattata a Berlino), pubblichiamo
una toccante dedica che vale anche come denuncia di un sistema in cui la burocrazia e l'ingiustizia possono
soffocarti al punto da non poterne più. A scrivere queste righe di memoria è
l'amico Arnelio Giovanni Bortoluzzi, architetto di Santa Giustina. È lui a
voler far rivivere la figura dell' ingegnere di lungo corso di Castion.
Classe 1951 ai primi di agosto Dal Pont ha deciso di non condividere più con
l'amata famiglia e gli amici, gli stress e le difficoltà della vita quotidiana.
Solare, scherzoso, reattivo, sempre pronto alle battutine dal doppio senso,
Paolino era professionista nel cuore, generoso nell'animo. Come ingegnere
calcolatore era apprezzato per le grandi capacità nel campo della progettazione
e per aver messo il suo sapere - dopo anni di studio e di sacrifici - al
servizio della collettività. Non sempre ripagato.Così scrive Arnelio Giovanni
Bortoluzzi.Da oltre vent'anni ci salutavamo sempre così. Ciao Paolin! e lui:
Can dal porco de n Arnelio, a ti la te va ben!. E poi giù a ridere solo per la
reciproca gioia di incontrarci. La pacca sulle spalle e quatro ciacole sulla
salute, sulla famiglia e sul lavoro. Così da oltre vent'anni. Era
sull'argomento del lavoro che gli occhietti, incastonati sul volto sempre
sorridente, si incendiavano e saliva la rabbia verso un mondo ritenuto inutile,
sempre più insopportabile, sempre più virtuale e fatto di carte, dove i
furbacchioni e gli opportunisti trovano continuamente spazio favoriti da leggi
complici e, per contro, i professionisti come lui lavoravano sempre più ad
handicap, schiavi del genetico senso del dovere teso a portare a termine
l'incarico. A qualsiasi costo, nell'interesse del proprio cliente con
professionalità e competenza. Come dargli torto?Alla fine di ogni nostro
incontro il commiato era quasi un rito: Dai Paolin, no val la pena ciaparsela,
gli dicevo. Un sospiro e la risposta:Ma sì, se ciave l mondo intiero. E via,
insieme, a bere n ombra.A metà giugno l'ho incontrato alla partenza di un
viaggio studio a Berlino: Ciao Paolin e lui: Can dal porco de n Arnelio anca
qua. Ed io: Ma sono il presidente di Forum per l'Architettura che ha
organizzato tutto!.E giù a ridere. Via, in volo dentro il cielo, sopra Berlino.
Lo guardavo passeggiare lungo la Unter den Linden, mano nella mano con
l'adorabile moglie Rosella. Come due sposini in luna di miele. Allora la
tentazione di fargli un dispetto fu troppo forte, un blitz e pronto in posa con
Rosella: Dai Paolin fa na foto!. E lui: Can dal porco de n Arnelio sempre in
medo a le bale! Click, e ancora una risata.Quattro giorni bellissimi ad
ammirare questi cruc risorti ancora una volta dalle loro ceneri, a riproporsi
come locomotiva dell'economia, sempre all'avanguardia nella ricerca, nella
pianificazione, nella cultura. Pensavamo discutendone - che mentre loro
costruiscono un grattacielo noi a malapena riusciamo a fare l'istruttoria di
una pratica qualsiasi, dove il progetto scompare sotto le mille dichiarazioni,
gli allegati, le certificazioni, le marche da bollo, gli oneri di
urbanizzazione, i diritti di segreteria, centinaia di copie e fotocopie, i
conteggi urbanistici, i questionari, le relazioni, le conformità. Sommersi fra
Catasto, Genio civile, Vigili del Fuoco, Ufficio igiene. Senza contare lo Spisal,
il Bim, la Soprintendenza. Tanto che i frontespizi scompaiono coperti da timbri
ed ogni giorno necessita una nuova carta, come una catena a reazione nucleare,
fino a perdere il senso del progetto ed il piacere dell'arte del costruire.Dopo
qualche settimana da quella vacanza in Germania suona il mio campanello. E'
Carlo, un amico comune: Carlo come mai? Cosa c'è?, Carlo per l'amor di Dio
parla!. Con voce tremula mi risponde: ...ha chiamato Bruno, Paolino...
Paolino...ieri si è....Un istante. Un bagliore. Il buio. Ci mancherai piccolo,
grande uomo. Ciao Pao... Can dal porco de n Paolin!.
( da "Corriere Adriatico" del 01-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Per sfuggire
all'identificazione imbocca il bosco delle Cesane inciampa e si
ferisceRaggiunto al cellulare non è in grado di spiegare dove si trovi.
Rintracciato dopo ore Rocambolesca fuga di uno straniero, due agenti lo salvano
Scappa dalla polizia ma si perde urbino - Una storia di paura e di confusione, una sorta di resa alla burocrazia oscura e alla consapevolezza di non essere in regola. E' quanto
è accaduto sabato mattina a Urbino quando un ragazzo di 27 anni, di origine
marocchina, si è presentato al Commissariato denunciando lo smarrimento del
proprio codice fiscale, di cui aveva bisogno per sottoporsi ad alcune visite
ospedaliere. Ma l'essere uno straniero irregolare nel nostro paese gli
ha fiaccato le gambe e divorato il coraggio così che, davanti agli occhi
dubbiosi del sottufficiale che si occupa di raccogliere le denunce, ha iniziato
a dare chiari segni di nervosismo e di disagio. Insospettito il poliziotto ha
digitato il nome dello straniero nella banca dati del Ministero dell'Interno
per verificare chi fosse la persona che si trovava davanti. Intuendo la
malaparata il marocchino ha dato una spallata alla porta anticendio
dell'ufficio e si è messo a correre. falcata da atleta, tanto che nei vicoletti
del centrostorico ha seminato i due poliziotti che lo inseguivano. Nel
frattempo al Commissariato proseguivano gli accertamenti sul 27enne e emergeva
che lo stesso è destinatario di un provvedimento di espulsione perchè
irregolarmente presente sul territorio nazionale. dagliaccertamenti però i
poliziotti hanno scoperto che l'uomo è spostato con una sua conterranea, munita
di regolare permesso di residenza e palesemente incinta. Dopo la paura la burocrazia: quello infatti che i coniugi stranieri non
sapevano è che proprio in virtù della gravidanza della signora il suo familiare
aveva diritto a un permesso di soggiorno temporaneo. E questo è quanto i
poliziotti hanno spiegato alla spaventata futura mamma, la quale ha dato la
lieta novella al marito tramite un telefonata al cellulare. Ma la vicenda si
era già complicata. Il giovane straniero aveva continuato la sua fuga e dopo
aver accettato un passagio in auto, aveva imboccato la zona boschiva delle
Cesane, perdendo l'orientamento. A rendere più spaventosa la sua fuga anche una
brutta caduta e una caviglia gonfia per una forte distorsione. Raggiunto al
cellulare era così confuso da non essere in grado di fornire informazioni per
farsi rintracciare. Armati di santa pazienza i poliziotti si sono messi alla
ricerca del disperso e solo nel primo pomeriggio sono riusciti ad individuarlo.
Spaventato e dolorante è stato accompagnato al pronto soccorso e poi nei locali
del Commissariato. Alla fine comunque il marocchino è stato denunciato per non
aver rispettato il precedente ordine di allontanamento dal territorio. La burocrazia responsabile di questa sua disavventura alla fine
però gli ha risparmiato l'arresto: secondo la normativa avendo lo straniero già
in passato disubbidito a un'ordine di espulsione emesso da una prefettura del
nord Italia, non è stato più possibile arrestarlo ed espellerlo. SI.SI.,.
( da "Corriere delle Alpi" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di Irene Aliprandi
"Le idee di Galan non ci interessano più" Nessuno difende il
governatore a Cortina Un dossier di Bond accusa la burocrazia
BELLUNO. Echissenefrega?! La misura della decadenza è data dalle reazioni,
soprattutto quelle degli amici. Il Galan di Cortina Incontra non ha più una
spalla, nessuno che traduca in Galateo le sue bordate, nessuno che si affanni a
giustificarlo. Dire no a Belluno, buttare dalla torre mezza Italia che conta
nel centrodestra, insultare ministri e colleghi governatori, è troppo anche per
uno come Galan. E così, da evento di fine estate, lo spettacolo ampezzano del
governatore si trasforma in requiem, con una sinfonia che durerà per un altro
anno e mezzo. Il sintomo più evidente è dato dalle parole di Dario Bond,
consigliere regionale di Forza Italia, cioè il gruppo di Galan. Bond per un po'
ci prova, ma alla fine sbotta perché ha in mano un dossier pesante:
"Adesso piscio fuori dal vaso!". A far traboccare il consigliere
azzurro sono le pratiche inevase da anni in Regione per un centinaio di piccole
centraline idroelettriche: "In questa provincia la Regione sta bloccando
interventi di resa finanziaria per 200 milioni di euro", si scalda Bond.
"Non è possibile che un Comune o un privato debbano aspettare più di tre
anni per un'autorizzazione, se crediamo nella valorizzazione delle nostre
risorse non devono passare più di sei mesi. Galan fa il paladino dell'anti-burocrazia e poi permette che la burocrazia dell'ente che lui governa
faccia perdere ai cittadini bellunesi 200 milioni di euro. Non ci siamo e
sarebbe bene che Galan lo sapesse". In linea di massima Bond
"capisce" Galan sull'autonomia bellunese: "Ne abbiamo parlato,
lo so, dobbiamo coinvolgere tutta la montagna veneta. Ma non vogliamo
privilegi, chiediamo solo l'autodeterminazione sulle nostre risorse, oppure ci
diano i soldi che perdiamo aspettando loro". L'assessore regionale
bellunese Oscar De Bona, preferisce affidare il commento al suo consigliere
Nereo Laroni, che risponde anche a Tabacchi (Pd): "Sull'autonomia di
Belluno, in sede di approvazione dello Statuto della Regione Veneto, dev'essere
valorizzata la specificità della provincia bellunese attraverso una normativa
che consenta l'autogestione delle tematiche non comparabili col resto della
realtà veneta. Del resto, l'attuale maggioranza, sin all'atto della sua
formazione, ha riconosciuto le peculiarità della provincia montana bellunese e
la stessa Intesa Dolomitica di Oscar De Bona nelle ultime elezioni politiche è
diventata un alleato che ha contribuito al risultato elettorale positivo".
Nessuna sorpresa dalla Lega Nord, bersaglio preferito di Galan che a Cortina ha
fatto l'errore di colpire dritto a Bossi e Maroni: "Se per fare il
ministro degli interni si può essere stupidi, figuriamoci per fare il consigliere
regionale come me, o il presidente di Regione come Galan". Il capogruppo
del Carroccio veneziano Gianpaolo Bottacin non si gira neanche: "Quello
che dice Galan sullo Statuto non mi interessa, lui conta per uno e io parlo
solo con i capigruppo. Con quello di Forza Italia ho già parlato".
Bottacin è reduce dalla riunione di gruppo in Alpago proprio sullo Statuto:
"Ho avuto mandato per tentare tutte le madiazioni possibili, il nostro
intento è fare lo Statuto, ma non se sarà peggiore di quello del 1971". E
sulla presidenza della Regione: "Sappiamo che il prossimo presidente sarà
della Lega e sarà così, perché ce lo ha detto qualcuno che sta più in su di
Galan. Lui butterebbe dalla torre Bossi, ma noi abbiamo già buttato lui a
favore di un governatore leghista". A questo punto l'opposizione non si
distingue più, ma Guido Trento - consigliere del Pd - va giù duro: "E' un
traditore, è meglio che vada a casa subito. Le persone si giudicano sull'etica
e la moralità. Galan ha firmato un documento, ha preso un impegno con i
bellunesi sull'autonomia. Invece si è scoperto: Galan è uno che non mantiene la
parola data. Il suo è un grido becero "se muoio io, dovete morire anche
voi", ma un uomo che vuol finire così, vuol finire male". Trento però
salva gli altri: "Mi rendo contro che c'è gente in maggioranza molto più
lungimirante, mi auguro che il consiglio abbia una linea diversa e si dimostri
più serio e affidabile. Spero che in futuro quel partito sia in mano a persone
diverse".
( da "Cittadino, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
A Venezia il massacro
del popolo Indio Il film di Bechis racconta la storia di un genocidio ignorato
da tutti VENEZIALe lacrime di Eliane Juca da Silva spezzano il silenzio
composto del Lido e aprono uno squarcio sulla vicenda del popolo indio del Mato
Grosso del sud, profondo Brasile. Prima erano bastate poche inquadrature di
Birdwatchers La terra degli uomini rossi di Marco Bechis a squarciare il velo
che sembrava essere calato sul concorso di Venezia 65: il film meno
"italiano" e di più ampio respiro tra quelli che si ricordano al Lido
da molto tempo a questa parte. "Sono triste perché non abbiamo più il
fiume, perché i nostri bambini muoiono e perché nessuno conosce la nostra
storia - dice questa donna indio, tribù Guarani-Kaiowa, trattenendo a stento le
lacrime -. Siamo uguali a voi, vogliamo le stesse opportunità. Abbiamo imparato
a mangiare come voi, a vestire come l'uomo bianco, ora vogliamo che anche le
nostre abitudini siano rispettate, che la nostra storia sia riscoperta. Sono
molto contenta di essere qui e sono orgogliosa perché ho portato tutto il mio
popolo con me, quello che il film racconta è tutto vero e deve essere
conosciuto dal mondo. Gli indios devono avere giustizia". La platea dei
giornalisti è in silenzio, "obbligata" a dimenticare le domande sulla
sceneggiatura, sulla tecnica del film, lo stesso Bechis fa due passi indietro
rispetto ai protagonisti del suo film, a cui ha voluto dare la parola in
conferenza stampa, dopo avergliela data sullo schermo. "Ho raccontato la
storia degli indios Guarani-Kaiowa perché è la storia degli ultimi
desaparecidos, dei sopravvissuti al più grande genocidio della storia. Questo è
un popolo che conserva intatta la propria cultura, l'identità, nonostante i
bianchi abbiano cancellato la loro terra, occupandola con le loro
"fazende". Sembrano invisibili, fantasmi, in realtà mantengono
inalterata la loro storia i legami ancestrali con i luoghi che infatti stanno
tornando ad occupare".Il suo è anche un film legato alla speranza, oltre
che alla diffusione di questa storia?"La speranza è grande, perché sono
convinto che loro per primi abbiano le idee chiare su cosa fare, su come non
abbandonarsi. Questi uomini sono arrivati a Venezia con me e li guardo mentre
con curiosità osservano noi, il nostro modo di vivere. Noi dovremmo fare
altrettanto, perché noi siamo "gli altri", perché noi abbiamo bisogno
di loro, di uno scambio, per sopravvivere".Come le è venuta l'idea di fare
un film così e quali sono i legami con i suoi precedenti?"L'idea è
arrivata quando sono entrato in contatto con il gruppo Survivor che opera in
quelle zone. Ho conosciuto subito il capo tribù Ambròsio Vilhalva (diventato
poi il protagonista del film) che sta vivendo una vicenda analoga a quella
raccontata. Non volevo fare un documentario e quindi abbiamo costruito una
storia di "fiction" a tutti gli effetti, anche se i legami con la
realtà sono molti de tutti concreti. Alla fine, attraverso questa storia, ho
voluto raccontare il conflitto più antico che affligge l'uomo, quello per la
conquista della terra. Nel Mato Grosso del Sud si sta consumando un genocidio
nell'indifferenza del mondo".La pellicola svela anche il dramma dei
suicidi, della morte di decine di giovani che si stanno togliendo la vita in
quei territori cancellando intere generazioni. "È un altro dato di
cronaca, reale. Il film però non dà risposte sulle cause. Diciamo che ho
preferito elencare tutte le cause possibili che hanno indebolito questo popolo
e tra queste c'è anche quella che spiega i suicidi. Sicuramente la mancanza di
lavoro, di denaro, di una terra in cui continuare a riconoscere la propria
storia. Questi indios oggi sopportano modelli familiari diversi dalla
tradizione, li osservi mentre si aggirano per le città come accade da noi per i
rom, senza uno scopo, quasi cancellati, invisibili".Nel film un grido
spezza il silenzio su questo genocidio, ma un film può bastare a salvare le
cose?"Un film può fare molto - risponde deciso Ambròsio Vilhalva che ha lo
stesso sguardo fiero da capo tribù mostrato sullo schermo -: noi lottiamo con le
armi dell'uomo bianco ma non possiamo vincere. La burocrazia ci uccide, i fazenderos con i
loro avvocati ci annientano. Se c'è almeno una persona in più, che grazie a
questo film, ha conosciuto la nostra storia è un successo. Come uno sguardo
dall'alto, occhi che da sopra scoprono finalmente chi siamo, noi laggiù".Dal
nostro inviatoLucio D'Auria.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
MOGLIANO. Ancora un
amore imbrigliato dalla legge sull'immigrazione. Dovevano sposarsi a dicembre,
ma lei è clandestina. Lui è un moglianese di ventisei anni, lei è russa,
ventitre anni, che ha alle spalle tanti lavori saltuari ma nessun permesso di
soggiorno. Sulle maglie inflessibili della legge Bossi-Fini già la scorsa
settimana era finito il matrimonio tra un pregudicato per traffico di droga e
un'ignara amante bulgara. Le nozze tra i due erano state bloccate dai
carabinieri. In questo caso, però, pare che ad essere stroncata sia stata una
storia d'amore vera. Tale è quella tra P.I e C.A., annullata dalle forze
dell'ordine proprio ieri. Lei, tre anni fa, era a Venezia per turismo e,
complice forse anche la cornice della città più bella del mondo, è scoppiato
l'amore con il moglianese. Contatti assidui, come Tristano e Isotta, durante la
lontanza e infine la convivenza a Mogliano, passando da una
parte all'altra della burocrazia tricolore nella speranza di poter definitivamente convolare a
nozze. I sogni di questa coppia si sono infranti con la notifica dell'ufficio
di stato civile e con l'immancabile decreto di espulsione. Vane, per ora, le
speranze di proseguire la convivenza in Italia. (m.ma.).
( da "Giornale di Brescia" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Edizione: 02/09/2008
testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE VOUCHER
REGIONALI Burocrazia e costo dei libri scolastici "Sciocco è chi non ha
speranza, ma ancor più stolto è chi confida in una Speranza senza
fondamento". Spiace scomodare Sant'Agostino per una quisquilia economica
ma, dando a me stesso dello stolto, penso sia equo corrispondere
all'autocritica severa una così nobile e, nella sua giustezza, lenitiva
citazione. Ho sperato nella Regione, questo il mio torto: ho creduto di poter
usufruire dei voucher per sei miei bambini, quelli che, dando un contributo
sull'acquisto dei testi scolastici, permettevano a me di poter destinare alcuni
soldi ad altre necessità. Faccio la domanda, compilo il tutto nei tempi
stabiliti, giugno, se non ricordo male. Ora la Regione mi dice che "i
Voucher arriveranno ad autunno inoltrato ma, non si preoccupi, hanno valore di
un anno. Si metta d'accordo con la libreria". Scontata arriva la risposta
del mio libraio: "Senza voucher i libri si pagano. Noi in seguito non li
rimborsiamo". Io alla Regione: "Firmate voi per tre mesi la nota che
i miei bimbi avranno per non aver portato il materiale necessario? Andrete voi
dai professori che vi guarderanno credendovi un genitore poco attento ai
bisogni dei figli?". Regione: "Ci dispiace. Potrà spenderli in altro
materiale di cartoleria". Alcune considerazioni mi sovvengono: forse la
tipografia incaricata della stampa dei voucher ha finito l'inchiostro avendo
dovuto stampare centinaia di migliaia di volantini per pubblicizzare
l'iniziativa ed ora attende l'arrivo di un inchiostro speciale. Forse i soldi
sono stati destinati all'ultimo momento ad altro (ma in tal caso un comunicato,
una lettera sarebbe stata d'obbligo). Forse si è fatto il passo più lungo della
zampa ed i soldi che non c'erano si confidava sarebbero arrivati (per Sant'Agostino
anche la Regione sarebbe stata stolta). L'ultima considerazione è l'immagine di
tutta quella cancelleria che potrei comprarmi ma, in questo, avrei bisogno di
consiglio: a lanciarle faran più male le gomme o le matite? LETTERA FIRMATA.
( da "Italia Oggi" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Imposte e Tasse Numero 208, pag. 35 del 2/9/2008
Autore: di Franco Ricca Visualizza la pagina in PDF Oggi
il Parlamento europeo voterà una risoluzione su una possibile riforma
dell'imposta Reverse esteso contro le frodi Iva Ma l'inversione contabile
allargata eliminerebbe l'autocontrollo Reverse charge, avanti adagio. La
generalizzazione del metodo dell'inversione contabile nell'applicazione
dell'Iva sarebbe un rimedio contro determinati abusi, ma eliminerebbe la
riscossione frazionata e i connessi meccanismi di auto-controllo, rischiando di
generare nuove frodi. è un invito alla prudenza, sul fronte delle possibili
riforme dell'Iva, quello rivolto dal parlamento europeo alle istituzioni
comunitarie e agli stati membri nella risoluzione che sarà votata oggi. Il
consesso promuove invece l'idea dell'aliquota unica sulle transazioni
intracomunitarie, per fronteggiare la rilevante evasione fiscale indotta
dall'attuale meccanismo di tassazione delle operazioni fra stati membri.
Durissime, su questo tema, le parole della risoluzione, che "esorta gli stati
membri a impegnarsi seriamente nella lotta contro la frode fiscale",
deplorando nel contempo "l'ostruzionismo praticato da alcuni stati membri
negli ultimi dieci anni, che ha ostacolato qualsiasi strategia efficace"
dell'Ue nella lotta, rivelatasi fallimentare, contro la frode fiscale. Secondo
stime recenti, le perdite fiscali derivanti dalle frodi fiscali si aggirano tra
i 200 e 250 miliardi di euro, circa il 2-2,25% del pil dell'Ue; di questo
importo, ben 40 miliardi di euro sarebbero i minori introiti dell'Iva.
Tuttavia, lamenta il parlamento, la mancanza di dati raccolti a livello
nazionale non consente di valutare adeguatamente la reale portata del problema
né di controllare il suo evolversi. Da qui l'invito, indirizzato alla
commissione Ue, di studiare un sistema europeo armonizzato per la raccolta dei
dati e per la produzione di dati statistici sulla frode fiscale, in modo tale
da giungere a una valutazione quanto più precisa possibile della reale portata
del fenomeno. In questo quadro, destano particolare preoccupazione le frodi
all'Iva, che comportano perdite di entrate nel bilancio comunitario che devono
essere ripianate necessariamente con sistemi alternativi. E l'azione di
contratto delle frodi non è certo agevolata dall'attuale sistema di tassazione
degli scambi intracomunitari, instaurato nel 1993, che doveva essere solamente
un sistema transitorio e che si è rivelato, per la complessità e
frammentazione, permeabile agli abusi, primo fra tutti il meccanismo delle
frodi carosello utilizzato "da parte di bande di criminali".
Compiacendosi del fatto che finalmente gli stati membri riconoscono ora una
certa priorità alla questione, il parlamento esprime l'avviso che l'attuale
sistema non possa più essere conservato e che si imponga una revisione radicale,
senza sovraccaricare di burocrazia le imprese oneste. Riguardo ai sistemi alternativi, la
risoluzione riconosce che il meccanismo dell'inversione contabile ha il
vantaggio di eliminare i rischi di frode "missing trader", in quanto
il debitore designato dell'Iva è il cliente soggetto passivo dell'imposta.
Rileva però che l'introduzione di un sistema Iva misto (ossia applicazione del
reverse charge per talune operazioni) sarebbe incompatibile con il buon
funzionamento del mercato interno e condurrebbe all'instaurazione di un quadro
più complesso, superabile solo con un sistema generalizzato e obbligatorio di
inversione contabile, in contrapposizione con un sistema facoltativo o limitato
a determinate forniture. Il reverse charge, inoltre, non consente pagamenti
frazionati, in quanto l'Iva è pagata solamente alla fine della catena
commerciale; verrebbe dunque meno il meccanismo di autocontrollo e potrebbero
emergere nuove forme di frodi. Donde l'invito alla prudenza, prima di adottare
la regola del reverse charge, studiandone gli effetti attraverso un progetto
pilota. Per contrastare le frodi in materia di Iva sugli scambi intra-Ue, poi,
il parlamento ritiene che il migliore sistema sia l'introduzione della
tassazione con un'aliquota del 15% all'origine, accompagnata da meccanismi
compensativi per l'attribuzione del gettito al paese del consumo.
( da "Arena, L'" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
DILETTANTI. POCHI
MOVIMENTI, SOPRATTUTTO TRA LE SOCIETÀ DI PROMOZIONE, NELLA CONDUZIONE TECNICA
DELLE SQUADRE VERONESI Panchine, non è stata un'estate molto calda di
Alessandro De Pietro Si sono vissute estati più roventi. Avvicendamenti nella
norma, senza strafare. Molti proseguono su sentieri già tracciati, compreso chi
ha deciso di voltare pagina. In Eccellenza quattro panchine su sei sono nuove
ma tre sono frutto di ritorni e soluzioni fatte in casa. Perché Alberto Facci a
Villafranca c'è già stato ed era l'allenatore designato già quando la società
esonerò Canovo un anno fa. Idem a Vigasio per Armando Corazzoli, chiamato la
scorsa estate per l'area tecnica ma diventato la soluzione più naturale dopo la
gestione di Coppi e la salvezza ottenuta da Ferro. E faccia sconosciuta non è
neanche Massimo Carli a Castelnuovo, con la stagione vissuta ai Giovanissimi
regionali e il distacco da Marco Gaburro, di cui è stato per anni il secondo in
giro per i campi, soprattutto trentini, di serie D. L'unico stravolgimento è
quello di Maschi al posto di Minozzi a Legnago. Parola d'ordine continuità per
la Promozione, che presenta solo quattro cambi su tredici. Al Team Santa Lucia
Golosine va Possente, desideroso di dimenticare i brevi trascorsi di Trento e
Cerea. A Belfiore si scommette su Chieppe dopo la conclusione del secondo
miniciclo di Visonà. A Casaleone per adesso l'allenatore ufficiale è Claudio
Prando, storico segretario del Vigasio in possesso di un patentino che per
adesso non ha Simone Boron, tecnico designato dalla società dopo la
difficoltosa salvezza di maggio. Questione di pochi mesi, Boron è stato
iscritto al corso di Rovigo. Concluse le lezioni in aula e
preparata la tesina anche il tassello della burocrazia andrà a posto. Si sposta solo di un paio di chilometri Beppe
Brentegani, dimissionario al Team S. Lucia Golosine ed ora all'Alba Borgo Roma.
Ancora più conservatore il girone A di Prima, dove sono diverse rispetto al
campionato passato esattamente un quarto delle panchine. Mezzacasa, dopo
l'assaggio alla Carianese e fresco di patentino, prende in mano subito una
piazza importante come la delusa Pescantina. Debutto assoluto in prima squadra
per Marzio Menegotti, che a San Zeno se n'era andato da mister della Juniores e
ci è rientrato dopo un paio di mesi, e per di più dalla porta principale, dopo
le dimissioni di luglio di Walter Bucci e la successiva immediata rinuncia di
Marco Pedron, che ha lasciato tracce importanti in quella Povegliano che adesso
conta di riaprire un analogo ciclo con Massimiliano Canovo. Per il resto le
società hanno proseguito rapporti già solidi, alcuni dei quali resistenti al
tempo: Lucio Manganotti è alla sua sesta stagione a Cadidavid, Tubini alla
quinta all'Alpo Club 98. Per Modena, Matteoni e Marocchio è la quarta con
Concordia, Fumanese e Raldon. Nel gruppo D il Porto tiene Gianluca Corso,
subentrato a Maurizio Testi, e il Vigo va su Luciano Malaman dopo la rottura in
estate con l'ex Bevilacqua Giuseppe Sartori. Per cercare gli stravolgimenti
bisogna bussare alla porta del gruppo B, con cinque nuovi tecnici su sette. A
resistere solo Pisani e Fattori a Tregnago e Gazzolo, allenatori entrambi
subentrati in corso d'opera a Bonetti e Bruttomesso. Per il resto solo novità.
Dalle Ave torna nella sua Soave firmata Borgo Scaligero, De Fazio dopo Illasi e
Tregnago prosegue a Colognola il suo personale tour ad est di Verona, Giuseppe
Castagna va ad Illasi e Laperni a Montecchia di Crosara dopo l'esonero di
Oppeano. Fra le neopromosse un'altra che inizia con una faccia nuova, oltre a
Villafranca e Vigo, è il San Giovanni Ilarione ora di Fiorenzo Bognin, una vita
nella vicina Monteforte e l'ultima stagione interrotta dall'esonero di Lonigo.
Si parte così. Poi basteranno due o tre partite perse di fila o qualche divergenza
per cambiare le cose. Anche in estate, come è successo a San Zeno e a Vigo.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Da ieri è operativa
la riorganizzazione che avrà 11 dirigenti. Istituiti i servizi sicurezza e
famiglia L'assessore De Anna: "Adesso al via
l'operazione per ridurre la spesa della burocrazia" Meno uffici e direzioni a palazzo: partita la
semplificazione di Tondo di PAOLO MOSANGHINI UDINE. È partita la
riorganizzazione della macchina regionale secondo il nuovo regolamento varato
dalla giunta Tondo: da ieri le direzioni sono 11. E l'assessore al personale
Elio De Anna ha già incaricato i colleghi di giunta di confrontarsi con i
direttori per "studiare" il nuovo assetto interno agli uffici.
Tagliate le direzioni che il centrodestra non ha mai digerito, come la
direzione generale guidata dal bocconiano Andrea Viero e quella della
comunicazione, si è aperta una nuova fase nei palazzi regionali con
l'accorpamento di alcuni servizi e con lo spostamento dei direttori che sarà
messo sulla carta ufficialmente in ottobre. Le competenze della direzione generale
sono state suddivise tra segretario generale e comitato di direzione, il
servizio della comunicazione invece farà riferimento alla direzione
dell'ufficio stampa e delle pubbliche relazioni. La ristrutturazione comprende
anche una riformulazione della Presidenza, che d'ora in poi sarà articolata nel
Segretariato generale, nell'Avvocatura della Regione, nell'Ufficio di gabinetto
e nell'Ufficio stampa. Si aggiungono la struttura delle Relazioni
internazionali (scorporata dalle Autonomie locali), la Protezione civile, i
Servizi di qualità della legislazione e della semplificazione, di coordinamento
delle politiche per la montagna con sede a Udine, delle politiche per la
famiglia, delle pari opportunità e delle politiche giovanili, delle attività
ricreative e sportive. La nuova organizzazione tuttavia prevede due nuove
strutture: la direzione delle autonomie locali e della sicurezza e quella degli
affari internazionali. La prima farà capo all'assessore Federica Seganti,
mentre le relazioni internazionali faranno riferimento alla presidenza della
Regione. "Abbiamo adottato un nuovo modello organizzativo - spiega
l'assessore al Personale Elio De Anna -. Così è stata avviata la
riorganizzazione delle direzioni centrali e dei servizi, come era volontà del
presidente, con l'obiettivo di comprimere le spese. Sono state ridotte le
direzioni e i nuovi direttori centrali, i vice e i direttori dei servizi
avranno un compenso ridotto del 10 per cento". "Adesso ho chiesto ai
colleghi che aprano la seconda fase con i direttori per avviare un nuovo
assetto che porti complessivamente alla riduzione della spesa
burocratico-amministrativa. Inoltre, punteremo a valorizzare le professionalità
interne, limitando al massimo le consulenze esterne", conclude
l'assessore. Una fase che si dovrebbe concludere al massimo entro un mese. La
Regione conta 3.201 dipendenti, di cui 335 dell'area forestale, degli altri
2.866 dipendenti, 166 sono i dirigenti e 2.700 di categoria non dirigenziale.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chiederne la
chiusura appellandosi al fatto che alcune di esse non funzionano è
un'affermazione che non regge Le comunità montane hanno utili funzioni
DIBATTITO di GIANNI NASSIVERA* Premetto che leggere le dichiarazioni di alcuni
esponenti politici di maggioranza che manifestano la volontà di chiudere le
Comunità montane fa emergere in me un senso di forte preoccupazione nel dover
constatare che questa volontà, se attuata, rappresenterà un'ulteriore mazzata
alla zona montana. Queste dichiarazioni evidenziano poca conoscenza storica e,
di riflesso, culturale sulle motivazioni che hanno portato il Parlamento nazionale
all'istituzione delle Comunità montane, nonché portano con sé una volontà
disgregatrice e di basso profilo politico, fanno emergere una volontà
accentratrice e personale anziché una volontà di essere più attenti nel far
prevalere l'interesse collettivo e generale di un territorio - quello montano -
che per motivazioni morfologiche, ambientali, climatiche e naturali è diverso
dalla restante parte del territorio. Così facendo, contribuiscono e penalizzano
ulteriormente il suo sviluppo e la sua economia nonché il vivere quotidiano
della sua gente, inoltre trascurano completamente il principio fondamentale per
cui più l'uomo è presente in montagna e più beneficio (e ciò per varie ragioni)
incontrerà la restante parte della popolazione. È soprattutto per queste
motivazioni e considerazioni che prima di chiudere le Comunità montane è
auspicabile e necessario un momento di profonda e responsabile riflessione.
Giustificare la chiusura di questi enti appellandosi al fatto che parti di essi
non funzionano è un'affermazione che non regge, pur riconoscendo che la loro
funzionalità è altalenante e non sempre va imputata all'immobilismo degli
amministratori. Il problema reale sta nelle condizioni in cui sono chiamate a
operare e amministrare, l'aspetto è dunque istituzionale, la legge istitutiva
dello Stato, che vide come primo firmatario il carnico e compianto senatore
Lepre, è stata, da parte della Regione, svuotata nella forma e nella sostanza;
le norme applicative della Regione stessa hanno determinato
e posto in atto un sistema elettivo farraginoso e dispersivo, incentivando la burocrazia e l'efficienza amministrativa
rallentando non di poco il buon fine del proprio ruolo. A ciò vanno aggiunte
scelte errate nell'individuare i territori montani: si è giunti al punto di
ritenere zona montana il Carso triestino. Ma non facciamoci ridere, per favore!
Tutto questo ha anche comportato notevole spreco di denaro pubblico ed
eccessiva burocrazia, dunque sono necessari adeguati
provvedimenti istituzionali, amministrativi ed economici a favore della vera
montagna. Non chiudere le Comunità montane, ma farle funzionare, questo dovrà
essere il compito della nuova maggioranza regionale. Fatta questa lunga
premessa, è dovere suggerire alcune radicali modifiche al sistema elettivo e amministrativo
che potranno trovare riscontro soltanto se ci sarà la volontà politica di
farlo, cioè quella di tener viva la montagna: 1) nomina diretta dei suoi
amministratori come per il consiglio provinciale (questa sì è
un'amministrazione da chiudere visto che abbiamo una Regione a statuto
speciale) prevedendo significative ineleggibilità per sindaci, assessori e
consiglieri comunali (così si potrà evitare la spartizione della torta), nomine
che non dovranno andare oltre il terzo mandato (quanto positivo se ciò fosse
per i parlamentari!); 2) la nomina di non oltre 15 consiglieri - quantomeno per
la Carnia - e un direttivo di non oltre cinque componenti; 3) il punto più
significativo e importante: assegnargli i compiti e i mezzi economici che oggi
hanno le inutili amministrazioni provinciali della nostra regione. Sono alcune
considerazioni o indicazioni che mi auguro vengano tenute presenti soprattutto
da parte di chi ipotizza la chiusura delle Comunità montane, con l'auspicio che
assieme ad altre indicazioni o proposte di altri cittadini vadano discusse,
auspicando una convocazione assembleare da parte delle Comunità montane stesse
aperte alla partecipazione di quanti hanno a cuore le sorti della montagna,
prima che tutto non venga deciso solo nelle ombrose stanze della Regione
evitando così spinte provenienti dal basso e soprattutto da chi ama, vive,
lavora in montagna. * Già assessore provinciale sindaco di Forni di Sotto e
delegato in Comunità montana.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Gorizia Visintini, interessa
il recupero della cappella ungherese DOBERDÒ DEL LAGO. Sta crescendo anche a
livello europeo l'interesse per i lavori di riatto e di completamento della
cappella votiva costruita in località Visintini, nel territorio comunale di
Doberdò del Lago, nel 1918, dai militari ungheresi a suffragio dei commilitoni
caduti e di tutti gli altri soldati che persero la vita sul fronte. Il 26
settembre si terrà nella città magiara di Székesfehérvàr un convegno
internazionale sul tema "Pensiamo insieme a un'Europa comune", a cui
prenderanno parte personalità politiche e studiosi provenienti da dieci Stati
europei. Per l'Isontino riveste interesse specifico quanto verrà trattato nella
sessione pomeridiana del convegno, promosso e organizzato dalle due fondazioni
che più di un anno fa hanno espresso, durante una visita a Gorizia, la loro
disponibilità a coprire i costi per il restauro e il completamento della
cappella di Visintini, supplendo in tal modo alla perdita del finanziamento di
300 milioni di lire disposto diversi anni fa dalla Comunità
europea e poi però svanito lungo i percorsi della burocrazia. Nella sessione del pomeriggio saranno presentati e discussi
temi inerenti alla Grande guerra e in particolare al fronte dell'Isonzo. In
apertura interverrà il goriziano Renato Tubaro, unico relatore italiano in quel
convegno, a cui seguiranno gli interventi di Ladislav Lipic, ambasciatore di
Slovenia a Budapest; di Willibald Pahr, già ministro degli esteri
austriaco; di Ivan Carnogursky, che presiedette il Parlamento slovacco. In
chiusura di seduta sarà il celebre architetto Balogh Balazs a parlare sui
criteri progettuali e sul significato culturale attinenti ai lavori nella
cappella di Visintini, da lui redatti. È possibile che possa essere presentato
anche un breve video che presenterà l'avvenuto avvio dei lavori. Miklos Szunai
è l'artefice e il principale sostenitore dell'iniziativa di restauro della
cappella. Fra gli altri hanno preso parte ai lavori esponenti della fondazione
scientifica Széchenyi, della fondazione Per una visione comune dell'Europa, del
Museo magiaro di storia militare, nonché Ksenija Skrilec, consigliere
dell'ambasciata slovena a Budapest. Potrebbe essere il 9 maggio 2009 la data
della consacrazione della cappella, in occasione di una manifestazione di
risonanza internazionale per la cui organizzazione è stata auspicata la
collaborazione di organizzazioni locali, a partire dall'associazione Amici
dell'Isonzo (cui si deve l'avvio delle operazioni per il restauro e
completamento della cappella) e proseguendo con Ana, Protezione civile,
associazionismo cattolico nonché, ovviamente, amministrazioni pubbliche locali,
Regione e Stato. Un auspicio particolare è stato espresso per la collaborazione
di monsignor Dino De Antoni, arcivescovo di Gorizia, e ciò con riferimento
particolare - oltre che alla cerimonia di consacrazione della cappella - anche
a un concorso per la scelta del futuro arredo interno e per ottenere un segno
di interesse da parte del Santo Padre.
( da "Repubblica, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina
I - Bologna Merola promette la deregulation all'ufficio urbanistica Meno burocrazia per i permessi
delle piccole ristrutturazioni CAPELLI A PAGINA II SEGUE A PAGINA II.
( da "Repubblica, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Bologna
Casa, la deregulation di Merola "Meno burocrazia per le piccole
ristrutturazioni domestiche" ELEONORA CAPELLI Le piccole modifiche in
casa, come spostare una porta o costruire un muro per dividere due ambienti,
nel mirino dell'amministrazione comunale che ha in progetto una
mini-deregulation per semplificare l'evoluzione degli ambienti domestici
secondo le esigenze delle famiglie. "Vogliamo eliminare alcuni
passaggi burocratici per le modifiche all'interno delle abitazioni - spiega
l'assessore all'urbanistica Virginio Merola - evitando così che le persone
impazziscono con le regole edilizie. Oggi ci sono una serie di pratiche
lunghissime, oltre alla dichiarazione di inizio attività (così detta Dia, ndr),
anche il permesso di costruire e via dicendo. Il mio assessorato non ha il
potere di defiscalizzare le piccole ristrutturazioni, ma vorrei renderle più
semplici". Lo strumento di questa "sburocratizzazione" che dovrebbe
incentivare i piccoli lavori è il Regolamento urbanistico edilizio, per gli
addetti ai lavori Rue, il passo successivo dopo l'approvazione del Piano
strutturale comunale. Un documento la cui adozione è in programma per novembre
mentre la definitiva approvazione di questo strumento che in sostanza è il
piano urbanistico della città già costruita, rappresenta per Merola quel
"punto a fine partita" che secondo lui ogni assessore della giunta
Cofferati dovrebbe "segnare" prima delle prossime elezioni amministrative.
"Nello stesso piano, di cui presenteremo una bozza a metà settembre, ci
saranno anche le regole per le certificazioni energetiche - spiega l'assessore
- che dovranno accomunare case ristrutturate e costruzioni ex-novo. Alla fine,
ogni edificio dovrà avere un certificato di risparmio energetico, che significa
anche risparmio sulle bollette, secondo regole comuni e con gli incentivi
economici già decisi a livello statale". Se il Rue comunque costituisce
l'inquadramento di una serie di norme tecniche, che poi si trasformano in
altrettante ricadute pratiche per i cittadini, nell'autunno dell'assessorato
all'urbanistica c'è un traguardo più significativo a livello di disegno della
città. La definitiva destinazione di almeno due delle aree ex militari ottenute
dal demanio, in particolare Staveco e Prati di Caprara. A inizio ottobre il
gruppo di lavoro dovrebbe consegnare il progetto di valorizzazione di tutte le
aree e si conta di avere entro la fine dello stesso mese un progetto unitario
per le due più significative zone di intervento, sui viali e accanto
all'ospedale Maggiore. Il recupero delle aree dismesse, da quelle un tempo
destinate ad usi militari a quelle a vocazione industriale, è il grande banco
di prova di un assessorato all'urbanistica che ha puntato molto su queste aree
di espansione all'interno della città. Ormai sotto gli occhi di tutti, anche
per la vicinanza con la nuova sede dei servizi comunali, l'area dimessa della
Bolognina, tra l'edificio firmato da Mario Cucinella e le nuove case ad affitto
calmierato che dovranno sorgere poco distanti. "Stiamo preparando un bando
per chi dirigerà il laboratorio di urbanistica partecipata - spiega Merola -
vorremmo scegliere una donna architetto, per avere anche un'ottica di genere in
quest'area sempre più importante".
( da "Giorno, Il (Milano)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
CORSICO ROZZANO pag.
21 Finita l'odissea di chi aspettava la casa Aler Assegnati i primi
appartamenti in via Volta ad alcune famiglie che attendevano da mesi CORSICO di
MASSIMILIANO SAGGESE ? CORSICO ? VIA VOLTA: finisce l'odissea per le famiglie
che attendono da mesi le case Aler. Assegnati i primi appartamenti. La burocrazia
è come una tartaruga, si muove lentamente, ma prima o poi arriva a
destinazione. Dopo mesi di attesa, le prime sette famiglie sono finalmente
riuscite a entrare ieri negli appartamenti Aler di via Volta che il Comune
aveva assegnato loro fin dall'aprile scorso. È un primo risultato dopo
il lavoro svolto, anche nel mese di agosto, dagli uffici del Comune, in
collaborazione con l'Azienda lombarda di edilizia residenziale, insieme alla
quotidiana presenza dell'assessore all'edilizia pubblica e privata Giovanni
Molisse. Intanto, Aler ha comunicato all'Ufficio casa del Comune che verso la
metà di settembre verranno assegnati gli alloggi ad altre dieci famiglie e, una
volta completate tutte le procedure, man mano entreranno i restanti 43
assegnatari. La costruzione di 66 alloggi e relativi box di edilizia
residenziale privata destinati alla locazione permanente a canone concordato è
iniziata il 26 giugno del
( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore sezione:
POLITICA E SOCIETA data: 2008-09-02 - pag: 14 autore: REPLICA A MORANDO
Bassanini: "Più costi con le mie leggi? Falso" Il coordinatore del
governo ombra del Pd, Enrico Morando, ha lanciato ieri l'allarme: con il
federalismo fiscale, "se non stiamo attenti, si rischia un aumento della
spesa pubblica e della pressione fiscale ". E, per dare forza alla sua
previsione, l'esponente dell'opposizione ha citato un precedente: "Le
Bassanini (le leggi sulla semplificazione amministrativa varate dal centro- sinistra,
ndr) hanno determinato un aumento della spesa pubblica di circa un sesto".
Il riferimento è stato subito contestato dal padre di quelle leggi:
"Morando – replica l'ex ministro della Funzione pubblica – dà i numeri o
ha la memoria corta. Dovrebbe ricordare che le cosiddette leggi Bassanini,
anche da lui approvate, prevedevano un meccanismo rigoroso
di trasferimento dallo Stato alle Regioni delle sole risorse di bilancio
corrispondenti alle funzioni trasferite ".L'aumento,riconosce Bassanini,
c'è stato ma è dovuto all'"incapacità dei governi a contrastare le
resistenze centralistiche della burocrazie ministeriali".
( da "Manifesto, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
LIBIA · I soldi del
petrolio ai cittadini libici L'ultima sfida di Gheddafi Maurizio Matteuzzi Il
colonnello Muammar Gheddafi ha scelto domenica, il trentanovesimo anniversario
dell'incruenta "rivoluzione" della notte fra il 31 agosto e il primo
settembre del 1969, per lanciare un'altra sfida. Sabato, dopo più di trent'anni
di tira-e-molla, aveva incassato i crediti che vantava dall'Italia per
"voltare pagina". Un gesto morale - le scuse di Berlusconi per le
nefandezze commesse dagli italiani durante i tre decenni di colonialismo - e un
gesto materiale - cinque miliardi di dollari in 25 anni. Domenica ha annunciato
una radicale inversione di rotta nella politica e nell'economia interne. In un
discorso di cento minuti pronunciato a Bengasi davanti al Congresso generale
del popolo, l'equivalente del parlamento, e trasmesso dalla tv libica, il
leader ha detto che i proventi del petrolio dovrebbero - e dovranno - finire
non più nelle mani del governo per poi essere ripassati alla popolazione ma
direttamente nelle mani dei cittadini libici. La società libica dovrà
"riformularsi in un modo nuovo, libero e democratico", in tempi
strettissimi - i prossimi "quattro mesi" -, anche se ha riconosciuto
che un tale rivolgimento provocherà un certo "caos" nella fase di
passaggio. Gli unici campi dell'attività di governo a essere risparmiati
saranno gli Interni, gli Esteri, la Difesa e la Giustizia. Tutti gli altri
dovranno cambiare. O addirittura sparire, almeno nelle forme come sono stati
fino a oggi. A cominciare dalla Istruzione e dalla Sanità. "Lasciate che i
soldi che noi mettiamo nel budget dell'Istruzione finiscano direttamente nelle
tasche dei libici - ha detto -. Mettetelo nelle vostre tasche e istruite i
vostri figli come preferite: la responsabilità sarà vostra". Decidere la
fine della istruzione e della sanità nazionali per lasciarlo "alla
responsabilità" dei genitori, anche se supportata dal denaro fresco del
petrolio, è una scelta inedita che certo presenta dei rischi. I dispacci
dell'agenzia Reuters e della Bbc dalla Libia riferiscono, compiaciuti, che il
leader libico un tempo più propenso a opzioni socialiste o socialisteggianti,
sembra ora preferire le privatizzazioni e il capitalismo. Ma notano anche che
molti libici avvertono la sensazione netta di non aver beneficiato dei
(colossali) proventi che vengono dal petrolio - la Libia è il terzo produttore
africano dopo Angola e Nigeria - e neanche dai ricaschi interni dei grossi
investimenti stranieri che stanno cadendo a pioggia sulla Libia specialmente
dopo essere stata riammessa nella "comunità internazionale"
(Berlusconi lo scorso fine settimana, il segretario di Stato Usa Condoleezza
Rice attesa a Tripoli alla fine di questa). Le privatizzazioni a cui fa riferimento
Gheddafi potrebbero non essere quelle del neo-liberalismo che, negli ultimi
20-30 anni, ha suscitato tanti entusiasmi fra i neo-liberisti e tante
devastazioni nei paesi che l'hanno sperimentato. Sembrano piuttosto un ritorno
alle origini: quella democrazia diretta che è una delle ossessioni di Gheddafi
fin dai tempi del Libro verde. Un ritorno alle origini e una ammissione. L'ammissione che la burocrazia e le corruzione, anche in Libia come altrove, rappresentano un
problema e un ostacolo all'esercizio del buon governo e al soddisfacimento
delle giuste aspirazioni dei cittadini. "Fino a quando i soldi saranno
amministrati da un corpo di governo, ci saranno sempre ruberie e
corruzione", ha detto Gheddafi a Bengasi. Le riforme radicali
annunciate domenica dal colonnello richiamano da vicino il discorso di cui si
era fatto interprete, negli ultimi anni, suo figlio Saf al-Islam. Che era
indicato da alcuni come il suo possibile successore e invece giorni fa ha
annunciato a sorpresa il suo ritiro "dalla politica attiva". Resta da
capire se una democrazia "fai-da-te" riuscirà ad assolvere i compiti
e risolvere i problemi a cui qualsiasi governo si trova di fronte, specialmente
in un paese super-petrolifero e con un business in piena ebollizione. Ma questa
è la sfida di Gheddafi. Una delle tante della sua lunga vita politica e
probabilmente non l'ultima.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2008-09-02 - pag: 27 autore: La storia La prima
versione Nel 2004 la Commissione europea presenta la proposta di direttiva
sulla liberalizzazione dei servizi, curata e sostenuta da Frits Bolkenstein,
responsabile per il Mercato interno nella Commissione Prodi. Uno dei principi
cardineè quello in base a cui un prestatore di lavoro, quando opera in un altro
Stato Ue, è sottoposto alla legge del Paese d'origine Proteste e modifiche La
proposta suscita un'accesa discussione e anche manifestazioni di piazza. I
timori sono quelli relativi al "dumping sociale", alle tutele
lavorative e al calo delle retribuzioni. Il testo della direttiva approvato nel
2006, profondamente annacquato, cancella il principio del Paese d'origine e
allunga la lista dei servizi esclusi Meno burocrazia Il 28 agosto, su proposta del
ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, è stato approvato il disegno
di legge comunitaria 2008, che include il recepimento della direttiva servizi.
Il provvedimento, da attuare entro il 28 dicembre 2009,prevede tra l'altro
l'istituzione di uno sportello unico per facilitare i lavoratori Ue che
vogliono operare nel nostro Paese. Inoltre, dovranno essere eliminatii
divieti totali relativi alle comunicazioni commerciali e le restrizioni
relative alle attività multidisciplinari.
( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del
02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
FORLI' AGENDA pag. 9 )BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA
d... POSTE Troppa burocrazia )BUROCRAZIA Poste cavillose e senza sensibilità NELLA BUCHETTA
delle lettere mia madre ha trovato la fantomatica cartolina gialla di ricevuta
di una raccomandata intestata a mio padre. Purtroppo mio padre è
deceduto, e allora sono andato alle Poste ben conscio di entrare nel consueto
labirinto regolamentare-burocratico, e così è stato. Tutto ciò è accaduto
nonostante mi fossi informato in precedenza per telefono su come fare e
nonostante, secondo le istruzioni dell'impiegata interpellata, mi fossi
presentato allo sportello con 1) atto di morte di mio padre 2) Dichiarazione
sostitutiva dell'atto di notorietà per uso successione che dichiarava che ero
uno degli eredi 3) Delega di mia madre e suo documento 4) Mio documento. Tutto
è stato inutile. La solerte impiegata ha preso su il malloppo poi è andata
coscienziosamente a sentire da qualche presunto superiore, tornando a riferirmi
che la raccomandata non potevano consegnarmela perché c'era bisogno anche della
firma della mamma e dei miei due fratelli (tutti gli eredi), che abitano fuori
Forlì e che non scomodo di certo per una raccomandata di cui ignoriamo il
contenuto, ma che potrebbe essere anche una banalissima comunicazione. So
benissimo che l'ufficio stampa delle Poste risponderà con celerità a questa mia
lettera, attaccandosi a cavilli e invocando qualche attorcigliato codicillo. E
a loro dico questo: cari 'amici' delle Poste, la burocrazia
vi ha paralizzato la mente, eppure basterebbe un minimo di raziocinio, un filo
di buonsenso per risolvere i problemi, invece di trascorrere la vita a leggere
il libro dei regolamenti e a dire sempre "no" a chi fa la fila
mezz'ora. Lettera firmata )CENTRO STORICO Comprare le poste? Che barzelletta
QUANDO ERO bambino, mio padre acquistava 'La domenica del Corriere' di cui
ricordo con simpatia una pagina in particolare titolata 'Le cartoline del
pubblico'. Era una sorta di lettere al direttore con barzellette che i lettori
inviavano al giornale e le migliori, oltre ad essere pubblicate, venivamo
premiate con mille lire. Già allora, avevo la mania di scrivere ai giornali e
ricordo di aver inviato raccontini e barzellette alla Domenica, forse troppo
seri, perché non sono mai stati pubblicati (evidentemente non facevano ridere
nessuno!). Certo che se allora avessi avuto minimamente l'inventiva che oggi
hanno alcuni nostri amministratori come "portare a Forlì il Festival dell'Unità
in piazza Saffi per ravvivare il commercio; candidare Forlì quale sede delle
Olimpiadi del 2020; trasformare lo storico palazzo delle Poste Italiane in una
sorta di supermarket , perché la piazza e il centro storico devono vivere"
sono certo che anziché le mille lire avrei vinto se non l'Oscar della risata,
quantomeno il titolo di 'Re delle pagliacciate'. Vittorio Girolimetti )CACCIA A
Forlimpopoli sparano a due passi dal centro IERI MATTINA, primo settembre, sono
stata svegliata alle 7,10 da una sequela di spari tale che persino mio figlio
dal suo lettino è corso nella mia camera per chiedermi cosa fossero quei botti.
Un lettore ignaro potrebbe pensare che io abiti in una ridente zona di
campagna, invece no! Risiedo in pieno centro a Forlimpopoli, a
( da "Corriere della Sera" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Lettere - data: 2008-09-02 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE Caro amico ti scrivo di Goffredo Buccini Un quartiere a corto di posta
e la rivolta contro tasse e balzelli Egregio Buccini, le pongo la domanda a
nome e per conto dei cittadini di questo Paese, dove in alcuni settori
essenziali lo Stato e le proprie amministrazioni non sono più in grado di
fornire servizi. Le pongo, come vedrà, un caso specifico: la cittadinanza di un
intero quartiere di Roma Nord (cap 00123) non ha ricevuto più la corrispondenza
per svariati mesi. Non un cittadino, non due, non dieci. Parlo di migliaia di
cittadini, e non di qualche lettera, ma di migliaia di lettere. Vi immaginate
le storie che le Poste hanno tirato in ballo (personale che manca, la macchina
che smista sta a Fiumicino, postini nuovi che non sanno le strade...). Fin qui
pazienza, ma se al mancato arrivo della corrispondenza si
aggiungono inefficienza e burocrazia il danno è fatto. Un esempio: la società di fornitura di energia
elettrica quale l'Acea Electrabel pretende la presentazione della bolletta per
il pagamento (vai a faglielo capire che non arrivano). Visto che i distacchi
delle forniture arrivano poi puntualmente, possiamo aspettare anche il distacco
dalle tasse da pagare? Augusto Rossi Caro Augusto, purtroppo no. Capisco
perfettamente la sua rabbia e la sua frustrazione. Le scene che lei mi descrive
sono quelle di una città e di un Paese che sta smarrendo il suo tessuto
connettivo di relazioni, affidabilità, rapporti di causa-effetto, e che si
avvia ad un autunno tutt'altro che facile. Roma, coi suoi disservizi, non farà
eccezione, anzi. E tuttavia non pagare le tasse mi sembrerebbe l'ultima spinta
verso l'anarchia, ciò di cui non abbiamo bisogno. Faccia sentire la sua voce.
Faccia causa, se serve. Non smetta di credere in una via razionale per far
valere i suoi sacrosanti diritti. gbuccini@rcs.it.
( da "Nazione, La (Siena)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
PRIMO PIANO pag. 2
LE EMERGENZE DEL TERRITORIO di ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre.
Aumentano i costi delle materie prime e dei carburanti, così come quelli dei
dei concimi e delle sementi. E la domanda rallenta. Non è un panorama
confortante quello del settore primario, anche a Siena. Come ammette lo stesso
assessore provinciale Claudio Galletti, sottolineando il fatto che "la
stagnazione che colpisce il mercato non risparmia il comparto. L'aumento
inferiore dei prezzi al produttore rispetto a quelli dell'offerta ? osserva ?
crea squilibri economici e problemi di bilancio". COSÌ, VUOI per le difficoltà,
vuoi per l'insuffiente turn over generazionale, diminuiscono le imprese
agricole, che sono scese a 8272 rispetto alle 8341 dell'anno precedente.
"L'agricoltura ? afferma Galletti ? , resta uno dei nostri settori ma i
problemi non mancano. "Non è un momento brillante per la vitivinicoltura.
Eppoi i cereali, in fase di assestamento con i prezzi che, dopo l'impennata
dello scorso anno, stanno diminuendo. La zootecnia ha problemi; gli ovini
scontano la diminuzione del prezzo del latte: abbiamo tanti allevamenti e i
fenomeni finiscono per ripercuotersi sul generale scenario". Pesa anche la
concorrenza estera? "Per i prodotti di qualità ? assicura l'assessore ?
come vino e olio, restiamo, comunque, al top. E fanno ben sperare le positive
previsioni per le prossime campagne di raccolta che per vite e olivo anticipano
un anno positivo per quantità e qualità". Una quadro che trova riscontro
anche da parte delle associazioni di categoria. "I cereali ? dice
Alessandro Cinughi de Pazzi presidente dell'Unione provinciale agricoltura ?
stanno attraversando un momento particolare: dopo il boom del prezzo dello
scorso anno, i valori stanno diminuendo. Queste produzioni se non in valore, in
quantità hanno il primato provinciale. Occupano la maggiore estensione delle superfici
coltivate e sono essenziali per la tutela del paesaggio. Oggi, però, niente
esclude che con il rallentamento dei prezzi, possano diminuire le superfici
coltivate". Tensioni sul fronte del lavoro e dell'occupazione?
"Fortunatamente il reperimento della manodopera non è uno dei maggiori
problemi ? aggiunge Alessandro Cinughi de Pazzi? . E' stato recentemente
rinnovato l'accordo del settore. Piuttosto abbiamo difficoltà a reperire
manodopera specializzata per gestire la tecnologia che sempre più guida il
lavoro dei campi". Parla con i numeri Fausto Ligas presidente Coldiretti
provinciale. "Gli incrementi dei prezzi dei carburanti e materie prime
hanno raggiunto il 50 per cento mentre quelli di vendita diminuiscono; oggi le
quotazioni del grano duro sono scese da
( da "Nazione, La (Siena)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
PRIMO PIANO pag. 3
di ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre. Aumentano i costi delle mater... di
ANTONELLA LEONCINI L'AGRICOLTURA soffre. Aumentano i costi delle materie prime e
dei carburanti, così come quelli dei dei concimi e delle sementi. E la domanda
rallenta. Non è un panorama confortante quello del settore primario, anche a
Siena. Come ammette lo stesso assessore provinciale Claudio Galletti,
sottolineando il fatto che "la stagnazione che colpisce il mercato non
risparmia il comparto. L'aumento inferiore dei prezzi al produttore rispetto a
quelli dell'offerta ? osserva ? crea squilibri economici e problemi di
bilancio". COSÌ, VUOI per le difficoltà, vuoi per l'insuffiente turn over
generazionale, diminuiscono le imprese agricole, che sono scese a 8272 rispetto
alle 8341 dell'anno precedente. "L'agricoltura ? afferma Galletti ? ,
resta uno dei nostri settori ma i problemi non mancano. "Non è un momento
brillante per la vitivinicoltura. Eppoi i cereali, in fase di assestamento con
i prezzi che, dopo l'impennata dello scorso anno, stanno diminuendo. La
zootecnia ha problemi; gli ovini scontano la diminuzione del prezzo del latte:
abbiamo tanti allevamenti e i fenomeni finiscono per ripercuotersi sul generale
scenario". Pesa anche la concorrenza estera? "Per i prodotti di
qualità ? assicura l'assessore ? come vino e olio, restiamo, comunque, al top.
E fanno ben sperare le positive previsioni per le prossime campagne di raccolta
che per vite e olivo anticipano un anno positivo per quantità e qualità".
Una quadro che trova riscontro anche da parte delle associazioni di categoria.
"I cereali ? dice Alessandro Cinughi de Pazzi presidente dell'Unione
provinciale agricoltura ? stanno attraversando un momento particolare: dopo il
boom del prezzo dello scorso anno, i valori stanno diminuendo. Queste
produzioni se non in valore, in quantità hanno il primato provinciale. Occupano
la maggiore estensione delle superfici coltivate e sono essenziali per la
tutela del paesaggio. Oggi, però, niente esclude che con il rallentamento dei
prezzi, possano diminuire le superfici coltivate". Tensioni sul fronte del
lavoro e dell'occupazione? "Fortunatamente il reperimento della manodopera
non è uno dei maggiori problemi ? aggiunge Alessandro Cinughi de Pazzi? . E'
stato recentemente rinnovato l'accordo del settore. Piuttosto abbiamo
difficoltà a reperire manodopera specializzata per gestire la tecnologia che
sempre più guida il lavoro dei campi". Parla con i numeri Fausto Ligas
presidente Coldiretti provinciale. "Gli incrementi dei prezzi dei
carburanti e materie prime hanno raggiunto il 50 per cento mentre quelli di
vendita diminuiscono; oggi le quotazioni del grano duro sono scese da
( da "Nazione, La (Umbria)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACHE pag. 16 ?
PERUGIA ? IL CONSIGLIERE provinciale del Pd Fiorello Primi si inse... ? PERUGIA
? IL CONSIGLIERE provinciale del Pd Fiorello Primi si inserisce nel dibattito
sul Lago Trasimeno: "La prima cosa da dire è che il Trasimeno, nonostante
la evidente carenza di acqua, mantiene una buona qualità dell'acqua certificata
dalle analisi di Goletta Verde e da quelle più continue e costanti dell'Arpa.
Questo dato dovrebbe quanto meno far pensare ai criticissimi che qualche cosa
di buono sarà pur stato fatto per evitare forme evidenti di inquinamento che si
riscontrano invece, purtroppo, in altri luoghi dove di acqua ce n'è in grande
quantità. Ricordo che tutti i Comuni sono dotati di depuratori, alcuni dei
quali anche di livello tecnologico molto avanzato e che sono poche le
situazioni a rischio di sversamento da risolvere definitivamente. E' evidente
che per realizzare depuratori e collettori sono stati investiti diversi milioni
di euro. Molti milioni di euro (17 se non ricordo male) sono stati spesi per
evitare l'attingimento di acqua dal lago per uso idropotabile e per collegare,
prima Passignano, poi Castiglione del Lago, Panicale e Paciano al sistema
idrico regionale. Soldi sono stati investiti per realizzare un'importante opera
sul canale Anguillara per limitare l'apporto di materiale solido al lago e per
garantire l'officiosità idraulica dei principali fossi. Negli ultimi anni sono
stati investiti milioni di euro, messi a disposizione da Regione e soprattutto
Provincia, per garantire un livello accettabile di mantenimento delle spiagge
più importanti e per permettere la navigazione pubblica e da diporto. Sono
anche state realizzate opere infrastrutturali e manutenzioni straordinarie. E'
evidente che occorre far arrivare più acqua di quella che può piovere sul
ridotto bacino idrografico del lago. Quindi la priorità è l'adduzione da
Montedoglio e poi dalla diga del Chiascio. Nel frattempo occorre che tutti gli
interventi di manutenzione dei fossi e dei canali, delle sponde e del canneto
siano garantiti costantemente anno per anno e per tutto l'anno". E ancora:
"Poi c'è la burocrazia: troppi enti hanno competenza sul lago e sul suo bacino. Sarebbe
opportuno fare una scelta definitiva assegnando a un unico ente responsabilità,
competenze e risorse da gestire all'interno di un piano di almeno dieci anni
che faccia della salvaguardia della materia prima, che è l'acqua in termini
quantitativi e qualitativi, la sua missione. Si tratta infatti di fare
in modo che ci sia una autorità, non un nuovo ente, che si occupi di esso 24
ore al giorno, 365 giorni all'anno e per i prossimi dieci anni per trovare
soluzioni a problemi che non sono mai stati banali e che attengono a un sistema
vivente non banale. Il Consiglio provinciale di Perugia ha licenziato nel 2007
un Piano strategico di sviluppo sostenibile dell'Area del Trasimeno: forse
sarebbe il caso di ripartire da questo per definire un piano operativo con la
speranza che il governo Berlusconi metta a disposizione i finanziamenti
necessari".
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di LUCA BENEDETTI
PERUGIA - Il ritorno dalle ferie rovinato dalle bollette. E non soltanto perché
le scadenze si infilano (dall'acqua al gas fino ai rifiuti
attesi per la fine del mese), ma perché la burocrazia ci mette lo zampino. Così migliaia di utenti si trovano a saltare
sulla sedia quando leggono le fatture e controllano i conti. Stavolta nel
mirino finiscono le bollette di acqua e gas in cui si nascondono insidie che
fanno lievitare i costi. Quelle dell'EnelGas fanno paura soprattutto a
Perugia e dintorni dove la società di gestione ha recapitato fatture che
raccontano i conti di cinque mesi invece dei tradizionali due. Un intoppo
burocratico che per tanti utenti, pensionati in testa, diventa un colpo
difficile da assorbire. Le bollette trappola raccolgono le fatturazioni dei
mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio e c'è anche chi è arrivato a
dover pagare importi record. Una coppia di pensionati che abita in una frazione
perugina, si è vista recapitare una bolletta di quasi milleduecento euro con
scadenza 6 settembre, cioè sabato prossimo. C'è chi contesta le fatture
multiple e chi un aumento super rispetto a un consumi, nel corso dell'anno,
quasi standard di metri cubi. La risposta ai dubbi degli utenti, arriva da
un'indagine di Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori che spiegano come per
una famiglia gli aumenti del conto energia per il periodo 2007-2008 si
attestino sui 680 euro. In particolare secondo le associazioni dei consumatori,
che contestano i vantaggi dell'extra gettito per le casse dello Stato, il
riscaldamento domestico è costato 180 euro in più e 250 euro in più è il peso
sui bilanci familiari del caro luce. Ma non c'è soltanto il gas a tenere col
fiato sospeso utenti e famiglie. Un'altra trappola nascosta nelle bollette la
denuncia Federconsumatori regionale a cui si è rivolto il titolare di una
fornitura di acqua gestita dalle Valle Umbra servizi nel comprensorio di
Foligno e Spoleto. Continua a pagina 35.
( da "Stampaweb, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chi ha paura di
"'O professore", lo sceneggiato di Maurizio Zaccaro con Sergio
Castellitto e Luisa Ranieri, dal libro di Paola Tavella "Gli ultimi della
classe"? Da tempo in attesa di programmazione, è andato in onda alla
chetichella, lontano dalle competizioni ma anche dal cuore della stagione,
mentre i ragazzi a scuola non ci vanno ancora. Che strana scelta. Sarà per non
contrastare la virata dei voti, dai grembiuli, così diversa dall'impostazione
della fiction? Però questa è recente, mentre il film tv è pronto, e quindi
fermo, da quasi due anni. Castellitto stesso aveva pregato Massimo Donelli,
direttore di Canale 5, di maneggiarlo con riguardo. Come un oggetto prezioso, ma
scomodo e fragile. Come se gli spettatori della tv non fossero pronti per
questa storia i cui protagonisti ragazzini ricordano troppo quelli di
"Gomorra". Sono veri, verissimi. E dunque, dopo tanta attesa, la
sordina. "'O professore", sceneggiatori Rulli e Petraglia, si svolge
in un istituto di Napoli, ambientazione di inquietante attualità. La Ranieri
(che non è bella-e-basta, viso espressivo e qualche ruga intorno agli occhi
portata con stile) e Castellitto, insegnanti, lavorano al recupero degli studenti
che abbandonano. Si spendono, combattono contro la camorra,
contro la burocrazia,
contro la paura. Sapete, quel bell'impegno civile, quella sorta di laica
santità, umanissima. Il racconto ti dà l'idea che non sarà il
( da "TGCom" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Giustizia, prime
prove di dialogo Botta e risposta Alfano-Violante Separazione delle carriere
tra giudice e pm, corte disciplinare per i magistrati, riforma del Csm, revisione
della procedura penale e del processo civile, superamento del principio di
obbligatorietà dell'azione penale e infine anche un nuovo sistema carcerario.
E' il ministro della giustizia Angelino Alfano a illustrare i punti principali
della "grande riforma d'autunno della giustizia italiana".
"Adesso è arrivato il momento di mettere tutto in pratica e segnare un
solco profondo tra noi e un passato fatto di lentezze processuali, inefficienze
e dunque ingiustizie". A spiegarlo è il Guardasigilli in un'intervista a
"Il Foglio". Il ministro assicura però prima di tutto che la
"riforma si farà con il dialogo con le opposizioni". Ottenuto il
placet sulla bozza della riforma da Silvio Berlusconi, Angelino Alfano non ha
perso tempo. Ieri sera è salito al Quirinale. Durante l'incontro al Colle,
durato circa cinquanta minuti, il ministro ha illustrato a grandi linee i punti
principali della riforma. La riforma del Popolo della Libertà "La riforma
della giustizia segnerà la linea di demarcazione tra riformatori e riformisti,
tra coloro i quali vogliono lasciare le cose come sono e chi vuole
cambiare", ha spiegato Alfano. "I tempi del processo sono
inaccettabili e le carceri non funzionano". Il Guardasigilli però non avrà
vita facile. Proprio lui, che si era presentato all'Associazione Nazionale
Magistrati con il motto "il mio programma è il vostro programma", da
Giuseppe Cascini (segretario dell'Anm) è stato tacciato di "fascimo"
per le idee sulla riforma della giustizia. Gli ha fatto eco Luca Palamara
(presidente Anm), il quale ha spiegato che l'abolizione dell'obbligatorietà
"sarebbe un incentivo a delinquere". Alfano però tranquillizza tutti,
promette di regalare a Cascini e Palamara il libro "di Alessandro Pizzorno
dal titolo Il potere dei giudici, stato democratico e controllo della
virtù" e aspetta il Pd al varco. "Veltroni dovrà scegliere una volta
per tutte se davvero vorrà imboccare la via delle riforme. Dobbiamo ritornare
allo spirito della Bicamerale (all'epoca presieduta da Massimo D'Alema, n.d.r.)".
Per migliorare la giustizia, Angelino Alfano propone così una terza via,
"quella né dei giustizialisti né quella dei teorici del farla
franca". Recita un mea culpa sull'indulto: "un errore da non
ripetere, perché i detenuti sono usciti senza che vi fosse stata un'operazione
di recupero". L'apertura di Luciano Violante "La politica consiste
nel dialogo: altrimenti c'è lo scontro permanente e pregiudiziale di tutti
contro tutti e la conseguente inerzia. Va sostenuto lo sforzo di Walter
Veltroni per costruire un rapporto non di debolezza ma di lungimiranza".
Le parole sono di Luciano Violante, in un'intervista rilasciata a "Il
Giornale". Sollecitato sulla prossima riforma della giustizia, l'ex
giudice parla a tutto campo. Dalle intercettazioni, "non capisco come la
magistratura arrivi a catturare Provenzano e non riesca a capire quale pubblico
ufficiale diffonde le sbobinature ai giornalisti", alla riforma del Csm,
"necessaria, se è vero che anche il giudice Falcone
non venne nominato consigliere perché fuori della burocrazia delle correnti". Per Violante allora il Csm andrebbe
"eletto per un terzo dai magistrati, per un terzo dal Parlamento e per un
terzo dal Presidente della Repubblica tra personalità di particolare
rilievo". Se Violante concede un'apertura di credito al governo per
discutere della bozza sulla giustizia, si dice "contrario alla
separazione delle carriere: quanti pm chiedono di passare a fare il giudice?
Pochissimi. Invece è necessaria la distinzione tra ruolo della polizia e del pm
in un'indagine, perché da anni il ruolo della polizia è schiacciato da quello
dei magistrati". Dialogo e futuro Se dunque per il Pd è importante avviare
il dialogo sulla riforma della giustizia, per il Guardasigilli Alfano è un
momento ancora più alto: "questa riforma sarà uno degli interventi
attraverso cui la storia giudicherà l'esperienza politica di Silvio
Berlusconi". Benvenuti al tavolo con la Storia. Mirko Nuzzolo Invia ad un
amico.
( da "Denaro, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Campania Il meeting
di comunione e liberazione A Napoli la nostra Scuola d'impresa Intervista con
Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz, 51
anni, di origini tedesche, ex giornalista, ex vice presidente della Fondazione
per la Sussidiarietà, partecipa al Meeting di Cl a Rimini nella nuova e
impegnativa veste di presidente della Compagnia delle Opere (Cdo). Al microfono
di Denarotv affida una notizia: "Insieme con la Fondazione per la
Sussidiarietà dice abbiamo costituito una scuola d'impresa e abbiamo deciso di
stabilirne la sede a Napoli". alfonso ruffo Presidente Scholtz, in una
precedente intervista al Denaro affermò come la Cdo più che un'associazione
d'imprese sia un'associazione d'imprenditori. Un'anticipazione del tema del
Meeting "O protagonista o nessuno?" Certamente. A noi della Cdo
interessa la persona. Ed è dalla concezione che la persona ha di sé e del mondo
che deriverà il suo modo di fare impresa. Come dice il nostro nome, cerchiamo
di muoverci in una amicizia operativa. Per chi la pensa a questo modo, non è
frustrante vivere e lavorare in un Paese dove lo sport nazionale è parlare
piuttosto che fare? Ho incontrato in Italia tantissimi imprenditori molto
motivati, che nonostante le mille difficoltà peso fiscale,
carenza d'infrastrutture, una certa burocrazia sono impegnati e creativi. Parlano i dati: ci sono aziende che
trascinano l'export in modo impressionante. In Italia si parla tanto ma si
lavora anche molto. Non sarebbe sbagliato, tuttavia, preparare l'avvento di un
sistema più efficiente. Qual è il contributo della Cdo? La prima cosa è
creare un sistema sussidiario. Dare più spazio, cioè, all'imprenditore e a
qualunque iniziativa nasca dal basso: dai privati, dai corpi intermedi, dalle
associazioni. Un riconoscimento di valore? Proprio così, mobilitando la risorsa
più importante che è la responsabilità personale. In questo la Cdo s'impegna a
fondo: vogliamo che sia vissuto un connubio reale tra libertà e responsabilità
a qualsiasi livello. E' pronta questa Italia alle conseguenze del federalismo e
di quello fiscale in particolare? Non si tratta più di stabilire se siamo
pronti o meno: questo è il tempo di agire. Il federalismo fiscale consentirà
l'assunzione di responsabilità dei corpi intermedi e di tutte le strutture,
pubbliche e private. Una specie di formula magica? Naturalmente no. Per
funzionare il federalismo deve basarsi sul principio di sussidiarietà senza
riprodurre a livello locale lo statalismo oggi sperimentato dalla nazione. A
qualunque livello si deve attribuire valore al protagonismo del singolo e delle
organizzazioni di cui si dota. Potrà mai Napoli tornare ad essere protagonista
in positivo? Senza dubbio, sì. Non sarà a breve, ma nel medio periodo Napoli
tornerà ad essere quello che è sempre stata: una delle città più affascinanti
ed anche economicamente più avanzate d'Europa. Bisogna crederci. Il Meeting
insegna che si può essere protagonisti nonostante i contesti sfavorevoli. Ed io
sono entusiasta dei napoletani che ho conosciuto. Buoni auspici a parte, quale
sarà il ruolo della Cdo nella ripresa di coscienza di Napoli? Sarò molto
pratico. Assieme alla Fondazione per la Sussidiarietà abbiamo creato una scuola
d'impresa e abbiamo deciso di stabilire la sede centrale a Napoli. Quale
contributo porterà? Alle persone del meridione non bisogna insegnare niente in
fatto di imprenditorialità e creatività. Ma possiamo fornire suggerimenti
rispetto al metodo, all'organizzazione. Se riusciremo a far sposare la
creatività esistente con un certo metodo la ripresa sarà inarrestabile. del
02-09-2008 num.
( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Meno
burocrazia Servizi sul
web POTENZA PICENA - Lunedì prossimo all'auditorium "Scarfiotti" e a
partire dalle ore 21,15, verranno presentati i nuovi servizi per i cittadini
disponibili nel sito comunale www.comune. potenza-picena.
( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Due i temi
caldila questione termalee la presenza-assenzadel Parco della Laga nelle
decisioni che contano" "I vertici del Pd invitano la Capriotti ad
attenersi alle linee del partito, ma quali sono?" "Acquasanta, servono
i fatti" Parlamenti chiede chiarezza dopo le dimissioni di Fioravanti
ACQUASANTA TERME - "Le dimissioni del Vice-sindaco di Acquasanta Terme,
Fioravanti, occupano da qualche giorno le colonne dei giornali sino a provocare
l'intervento del coordinatore Pd Albanesi che invita il Sindaco Capriotti ad
attenersi alla linea del partito. Ma in molti si chiedono nella cittadina
termale: quale sia la linea del Partito Democratico sui problemi del territorio
e della sua gente" . Lo scrive in una nota l'ex primo cittadino Giuseppe
Parlamenti che affronta il problema da esperto delle cose del Comune.
"Poco o nulla - continua nella sua riflessione Parlamenti - interessa ai
cittadini delle dispute personali tra i quattro interlocutori, comprendendo nel
numero il convitato di pietra, il consigliere provinciale Lucio Ventura".
"Neppure coloro che da sempre fanno politica e rimangono attenti
osservatori della vita sociale in Acquasanta Terme sanno che cosa ne pensa
ufficialmente il Partito democratico - continua - solo per fare due esempi,
sulla questione termale, sulla presenza/assenza del Parco della Laga (presenza della burocrazia vincolistica ed assenza di qualsiasi intervento costruttivo).
Non vorremmo rivangare il passato ma tutti ricordano che l'attuale coordinatore
PD salì sull'Aventino quando la pubblica assemblea in maniera plebiscitaria
designò Barbara Capriotti candidato sindaco, bocciando il "Progetto"
di Albanesi per candidare Ventura. Il famoso "progetto" era
solo una cartellina vuota di cui si conosceva solo il titolo. Albanesi si
materializza dopo più di un anno candidandosi nelle Primarie del Partito
democratico, appoggiato dal solito Ventura e da una eterogenea base elettorale
proveniente in parte anche dalla destra. Voti e persone che, alla prova dei fatti,
nelle politiche del 2008 sono tornate da dove provenivano, ossia nel Partito
delle libertà. Non è servito neppure il ramoscello d'Ulivo (una mozione
d'impegno e di proposte) che tanti ex Ds (compresa Barbara Capriotti) hanno
offerto ad Albanesi e Ventura, convinti sempre di più che linea politica che
solo loro conoscono, sia la sola praticabile. In assenza di iniziative
politiche, assemblee pubbliche dalle primarie, con solo riunioni del Direttivo
litigiose e rivolte al passato, il popolo della sinistra (e non solo quello) è
disorientato; invece della discussione sui grandi problemi, ad Acquasanta Terme
tiene banco la discussione sulla posizione del mercato domenicale".
"Non è certamente questo il Pd che molti vogliono costruire: non lotte di
potere e individualismi, ma servizio sociale, ascolto dei problemi della gente
che lavora, dei più deboli ed emarginati e proposte concrete di soluzioni,
raccordo tra la gli amministratori e gli amministrati. Per ultimo visto che
quando muore un papa se ne fa subito un altro - conclude Giuseppe Parlamenti -
i politici dovrebbero imparare ad essere semplici frati anche dopo essere stati
Priori del Convento".
( da "Corriere Adriatico" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
ANCONA - La
fotografia delle infrastrutture che emerge dalle elaborazioni sulla base
dell'ultimo Atlante dell'Istat denuncia le carenze italiane che emergono prepotenti
dal confronto con i principali partner europei: negli ultimi 15 anni l'Italia
ha costruito
( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del
02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
CORRADO CASTIGLIONE
È lungo il cahier des doleances dei commercianti. Ed è forte il pressing delle
associazioni produttive perché l'amministrzione comunale dia spazio alla
volontà delle imprese di collaborare, piuttosto che rispondere con un
arroccamento che non porta frutto. C'è bisogno di "un colpo di reni",
afferma Maurizio Maddaloni (nella foto), vicepresidente nazionale di
Ascom-Confcommercio. "Viviamo una fase sempre più involuta. Regna sovrana
la rassegnazione, ma noi siamo pronti ad investire". E spiega:
"Ritengo che per molto tempo a Napoli ci si è baloccati in dissertazioni
auliche e avventurose su quello che bisognava fare. Invece questo è il momento
in cui dobbiamo essere operativi, mettere al centro pochi grandi temi e
lavorarci tutti insieme, politica, forze economiche e sociali". Nello
specifico Maddaloni suggerisce: "Sono tre a mio avviso le priorità: Centro
storico, Bagnoli, Napoli Est. Si tratta di tre incompiute, laddove registriamo
un ritardo storico, soprattutto se si considera la perdita delle eccellenze
direzionali che abbiamo avuto in città". E suggerisce: "Da qualche
tempo in Confcommercio stiamo lavorando a progetti finanziabili con i fondi
europei per dei centri naturali commerciali in città: piccoli consorzi di
imprese che di quartiere in quartiere potrebbero garantire sviluppo, arredo
urbano, sicurezza. Noi siamo pronti". Dal canto suo, Vincenzo Schiavo,
presidente di Confesercenti, chiede a Palazzo San Giacomo un salto di qualità:
"Si tratta di una questione culturale. Noi dovremmo competere con le altre
metropoli: Londra, Barcellona, Madrid. Grandi città dove non si ragiona come
qui, sull'immediato e sull'emergenza quotidiana, ma su programmazioni a medio e
lungo termine. Ecco, il Comune di Napoli può e deve fare molto di più, si deve
dare uno scossone, progettando la città del futuro di qui a vent'anni. Rispetto
a questi problemi noi stiamo rimanendo troppo indietro. E la città perde via
via sempre più spazi, spaventosamente, sui mercati internazionali: sia per il
profilo economico che per quello turistico". Qualche esempio? "Per
ogni rifacimento di strada noi impieghiamo tantissimo tempo e alla fine siamo
anche soddisfatti: altrove non è così. Alla stessa maniera: altrove esistono
fogne autopulenti, e qui siamo all'età della pietra". Stessa musica da
Gaetano Cola, presidente della Camera di Commercio: "L'obiettivo numero 1?
L'amministrazione comunale deve sconfiggere le lungaggini
della burocrazia: perché è
vero che si sta facendo tanto per la viabilità, ma i cantieri sono troppi, dai
tempi infiniti e certo non offrono un bell'impatto. Così come per i grandi
progetti di Bagnoli e Napoli Est: sì, è vero, si va avanti, ma con quanto
ritardo...".
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Da quarant'anni una
famgilia inglese trascorre le vacanze a Casteldardo di Trichiana, una mostra al
Castello di Zumelle In Valbelluna la nuova Inghilterra Nell'antico mulino dei
Cis il soggiorno felice lontano dallo stress della vita londinese Da ben 40
anni sono innamorati della Valbelluna, ogni annotrascorrono un mese di vacanza
sulle rive del torrente Ardo,in un oasi di verde unica, in località Casteldardo
di Trichiana.E' la famiglia inglese dei Roberts, che vive a Londra e che siamo
andati a trovare per farci raccontare la loro storia. Penny laureata in
Belle-Arti e l'architetto Nigel si sono sposati nel
( da "Repubblica.it" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
PALERMO - Continua la
lotta della Confindustria siciliana a mafia e pizzo. In una conferenza stampa
il presidente Lo Bello ha diffuso i primi risultati del Codice Etico emanato lo
scorso anno: 51 provvedimenti avviati contro altrettanti imprenditori, di cui
10 espulsioni, 30 richieste di sospensione (che anticipano l'espulsione) e 10
allontanamenti volontari. Ma c'è spazio anche per note positive, come i 64
industriali che stanno collaborando con la magistratura. Il Codice. I
provvedimenti decisi dall'associazione sono il risultato di una forte campagna
contro il racket avviata lo scorso anno. In seguito alle intimidazioni subite
da Andrea Vecchio e dal presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta
Marco Venturi, gli industriali decisero l'emanazione di un "Codice Etico"
che prevedeva l'espulsione di quei membri che pagavano il pizzo senza aver
chiesto il supporto delle forze dell'ordine. Il Codice prevede infatti"
l'incompatibilità tra l'iscrizione all'associazione degli industriali e forme
di collusione o di assoggettamento al potere delle cosche". La geografia
del racket. Secondo Confindustria le province dove con più forza si registra
una "rivoluzione" contro il pizzo sono Agrigento e Caltanissetta, con
il caso emblematico di Gela, comune del Nisseno, occupato da due cosche.
"Nonostante la presenza di due mafie, gli imprenditori che collaborano con
magistratura e forze dell'ordine sono 90 - spiega il presidente degli
industriali dell'isola Ivan Lo Bello - dei quali una ventina nostri associati.
E' un dato formidabile, è come se a Palermo o Catania collaborassero in
tremila". Un risultato raggiunto anche grazie all'azione
dell'amministrazione: "A Gela, il sindaco Rosario Crocetta non fa
antimafia di bandiera". E' proprio l'esempio del sindaco di Gela che Lo
Bello sprona ad imitare: "Purtroppo non ci sono solo sindaci coraggiosi,
esistono anche timidezze e silenzi. Il mio non è un rimprovero ai sindaci
dell'isola, non è un'accusa. Ma c'è un modello, come quello di Gela, che ha
funzionato. Quindi chiedo agli altri sindaci un impegno costante". I
prossimi mesi. Confindustria prepara una seconda fase per
smantellare i legami tra imprenditori collusi e burocrazia: "Il secondo pilastro della nostra azione - ha concluso Lo
Bello - sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul
versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli
imprenditori collusi con la mafia". (2 settembre 2008.
( da "Gazzettino, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
I vigili urbani non
riescono più a controllare le residenze: "Ci dovremo affidare ai messi
comunali". I casi di Oderzo e Santa Giustina Invasione di romeni, in tilt
l'anagrafe di Padova In sei mesi saliti a 6800 unità e gli arrivi continuano.
In Veneto sono la prima etnia straniera toccando quota 120mila PadovaUn
Comune-bis, con uffici amministrativi dedicati o quanto meno
"ri-tarati", per affrontare l'enorme burocrazia legata al continuo arrivo di
cittadini stranieri. E' quanto si prefigura a Padova, dove i residenti non
italiani erano 22 mila al 1. gennaio scorso, ma in soli sei mesi, sono saliti a
24.769. Un incremento di quasi tremila unità che soltanto nella prima parte
dell'anno è già andato a coprire quello che complessivamente si era registrato
durante tutto il 2007, quando gli iscritti stranieri agli uffici
anagrafici comunali furono 2.339. E quasi la metà dei nuovi cittadini giunti da
oltre confine in città sono di passaporto romeno: si consolida insomma l'etnia
più numerosa che passa dalle 5.655 presenze di sei mesi fa alle attuali
6.807.Secondo l'ultimo rapporto Caritas in Veneto vivono oltre 120mila romeni
che sono la più grande comunità straniera. Una presenza cresciuta
vertiginosamente negli ultimi tempi. Lo conferma il rapporto
( da "Giornale.it, Il" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 209 del
2008-09-02 pagina 0 Giustizia, Violante: "Basta scontro, ora dialogo"
di Laura Cesaretti L'ex giudice, esponente di spicco del Partito Democratico,
spinge per un confronto sulle riforme più urgenti: intercettazioni, criteri
dell'azione penale, riforma del Csm e attività d'indagine: "Da anni il
ruolo della polizia è schiacciato da quello dei magistrati" Firenze -
Presidente Violante, una nuova legge più restrittiva sulle intercettazioni
serve o no? "Bisogna stabilire senza equivoci che cosa si può pubblicare e
cosa invece è vietato. Oggi i criteri sono equivoci e le intercettazioni
diventano strumento di lotta politica o di denigrazione di persone estranee. Ci
sono cose di cui non cesso di stupirmi...". Quali? "Una magistratura,
che è riuscita con successo in imprese difficilissime, come la cattura di
Provenzano, non ha mai scovato uno solo dei pubblici funzionari che passano le
notizie ai mezzi di informazione". Pensa che vada limitato il ricorso alle
intercettazioni come strumento privilegiato di indagine? "Si dice che sono
troppe. Ma non si possono fare raffronti numerici con altri Paesi, dove le
intercettazioni di polizia o di sicurezza, a differenza dell'Italia, non sono
autorizzate dalla magistratura. Anche fissare limiti temporali insuperabili mi
pare controproducente: tre mesi, in genere, sono sufficienti; ma la scoperta di
un traffico di clandestini, ad esempio, richiede sicuramente più di tre
mesi". Ma le intercettazioni non sono diventate una sorta di scorciatoia
investigativa? "Negli anni '60 e '70 si cercava la confessione; nei venti
anni successivi si è cercato il collaboratore di giustizia; oggi, con il
progresso tecnologico, la regina delle prove è l'intercettazione. Apparentemente
è più comodo intercettare che impegnarsi nelle investigazioni tradizionali; ma
solo apparentemente, perché poi bisogna leggere migliaia di pagine inutili per
trovare la conversazione che eventualmente possa aver rilievo nel processo. E
poi l'interpretazione delle intercettazioni nel processo è sempre aleatoria. Si
tratta, comunque, di uno strumento molto invasivo: va usato con la
consapevolezza dei valori in giuoco. In alcuni casi, infine, corruzione o
mafia, l'intercettazione è insostituibile per conoscere i patti
criminosi". Presidente Violante, Rosy Bindi dice che Berlusconi è talmente
"imbarazzante" che finché c'è lui il centrosinistra non può
collaborare neppure a riforme, come quelle sulla giustizia, che magari ritiene
necessarie, perché lo avvantaggerebbero. è d'accordo con questo atteggiamento,
assai diffuso a sinistra? "Rispetto questa opinione, ma Berlusconi non lo
abbiamo scelto noi, lo ha scelto la maggioranza degli italiani. Il voto,
soprattutto quando non piace, va rispettato. In campagna elettorale dicemmo che
se avessimo vinto avremmo fatto le riforme con Berlusconi. Allora? Berlusconi
va bene se perde e va male se vince? Anche io preferirei che ci fosse ancora
Prodi o che avesse rivinto il centrosinistra. Ma si è perso, e bisogna agire
politicamente nella situazione data". Insomma, sulla riforma della
giustizia con Alfano e Berlusconi si può dialogare o no? "La politica
consiste nel dialogo: altrimenti c'è lo scontro permanente e pregiudiziale di
tutti contro tutti, oppure l'inerzia. O addirittura, per difendere una propria
verginità, si finisce per lasciare le mani totalmente libere al proprio
avversario politico: mi pare un errore. Va sostenuto lo sforzo di Walter
Veltroni per costruire un rapporto non demonizzante tra i due schieramenti: non
è debolezza, ma lungimiranza". Perché è così complicato avviare un
confronto sereno sulla riforma della giustizia? "La magistratura è,
insieme, potere dello Stato e servizio per il cittadino. Il centrodestra parla
prevalentemente del primo aspetto, il centrosinistra e l'Anm del secondo.
Bisogna invece affrontare entrambi gli aspetti, senza pregiudizi. Capisco le
difficoltà dell'Anm, che deve tener conto degli umori dei suoi iscritti e delle
pessime condizioni in cui sono costretti a lavorare. Ma i suoi dirigenti, che
sono persone stimate, dovrebbero affrontare anche la questione del rapporto con
gli altri poteri della Repubblica, per dare più forza alle proprie
posizioni". Nel merito, quali sono i capitoli su cui intervenire? "Il
Csm è troppo condizionato dalle correnti della magistratura. Spesso a discapito
del merito dei singoli magistrati sulla cui carriera decide. Falcone, ad
esempio, non solo non venne nominato consigliere istruttore, ma, fuori della burocrazia delle correnti, non venne neppure votato dai suoi colleghi per
il Csm. Bisogna disarticolare le vecchie appartenenze: il Consiglio andrebbe
eletto per un terzo dai magistrati, per un terzo dal Parlamento e per un terzo
dal presidente della Repubblica tra personalità di particolare rilievo.
Sull'efficienza le proposte dell'Anm mi sembrano condivisibili".
L'obbligatorietà dell'azione penale? "è la contropartita costituzionale
dell'indipendenza del pm dal potere politico. Ma la politica criminale non può
essere demandata a ciascuno dei 2000 pm italiani: ci vuole l'intervento
dell'autorità politica sui criteri di esercizio dell'azione penale. Il
Parlamento, in sinergia con gli uffici giudiziari e il Csm, deve poter
intervenire su tali criteri". Il ruolo del pm e la separazione delle
carriere? "Oggi c'è confusione tra attività di polizia e attività del pm.
In una sistema funzionante la polizia indaga per sapere se c'è un reato e il pm
indaga perché c'è una notizia di reato. La differenza è grande. Al pm
l'ordinamento consegna vasti poteri nei confronti delle libertà dei cittadini
solo sulla base di un presupposto inequivoco: che ci sia una precisa notizia di
reato. La polizia ha meno poteri perché deve cercare il reato; in compenso le
sue indagini sono più ampie e informali. Ma nella pratica, da anni, anche per
effetto di alcune ambiguità del codice, il ruolo della polizia è stato
schiacciato dal ruolo del pm. Bisogna tornare ai principi della Costituzione:
la polizia da una parte e il pm dall'altra, ciascuno con proprie attribuzioni.
Quanto alla separazione delle carriere, mi chiedo: quanti pm chiedono di
passare a fare il giudice e viceversa? Pochissimi. E stanno già nascendo due
diverse culture professionali. In conclusione, sono contrario, alla separazione
delle carriere: la pluralità delle esperienze ci dà magistrati migliori e un
corpo di soli pm, separati dai giudici, sarebbe pericoloso per le libertà dei
cittadini". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano.
( da "Virgilio Notizie" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Malapolitica
"Ma deve essere bene attuato, senza fretta e solidale" postato fa da
APCOM ARTICOLI A TEMA Altri Roma, 2 set. (Apcom) - Famiglia Cristiana promuove
il federalismo fiscale: "Può essere la ricetta contro la ma
malapolitica", si legge nell'editoriale di apertura del giornale che sarà
in edicola questa settimana. Ma la rivista dei Paolini mette alcuni paletti:
"Deve essere ben attuato", "solidale", e fatto "senza
fretta" e in completa "trasparenza". Altrimenti rischia di
essere "il 'cavallo di Troia' di Bossi". Il federalismo, "se ben
inteso e attuato, è una ricetta efficace contro la malapolitica, prima ancora
che contro la malasanità e l'inefficienza dei pubblici servizi" scrive il
settimanale. "Federalismo fiscale significa, anzitutto, più responsabilità
per chi amministra, meno saccheggio delle casse pubbliche, più
efficienza della burocrazia,
meno liste d'attesa per un esame clinico e stop ad assistenzialismo e
clientelismo". Ma "per chi, come noi, si ispira alla dottrina sociale
della Chiesa, esiste una sola forma di federalismo accettabile: quella che fa
rima con sussidiarietà e solidarietà, che garantiscono che le decisioni siano
adottate il più vicino possibile al cittadino, e che, in una comunità,
chi ha di più aiuti chi è in difficoltà". E dunque, ci si chiede, "è
questo il federalismo cui punta Bossi?". Perchè Famiglia Cristiana è
chiara: "Il federalismo che serve all'Italia non è l'anticamera della
secessione, né il 'liberi tutti', dove le Regioni più ricche abbandonano al
loro destino quelle più povere del Sud. Storicamente, il federalismo è nato per
unire, non per dividere". Allora, "per non avere un 'gattino cieco',
meglio una gattina meno frettolosa: tempi adeguati, quindi, e pieno
coinvolgimento di tutte le forze politiche (nessuno ha l'esclusiva). E,
soprattutto, trasparenza: dopo la 'porcata' di Calderoli, non vorremmo il
'cavallo di Troia' di Bossi".
( da "Wall Street Italia" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di ANSA -
-->(ANSA) - MILANO, 2 SET - Il gruppo veneto Permasteelisa prevede un
"ritardo non quantificabile" nei lavori che la vedranno impegnata
nella costruzione delle facciate esterne dell'edificio Torre 2, nell'ambito
della ricostruzione del World Trade Center di New York. L'azienda, che opera
nelle progettazioni architettoniche, sconta - secondo quanto riferito a margine
della presentazione della semestrale dall'ad, Nicola Greco - i ritardi
burocratici dell'amministrazione di New York. "La consegna dei lavori - ha
spiegato Greco - dovrebbe avvenire nel 2012, ma vista la situazione attuale a
Ground Zero non credo sarà possibile".(ANSA).
( da "Sicilia, La" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Dopo Herzog e Peter
Weir, anche Marco Bechis nella "Terra degli uomini rossi" Venezia.
Sono gli indios del Brasile prigionieri di riserve in cui la vita è senza
futuro, la condizione è di schiavitù nelle piantagioni di canna da zucchero e
l'unico specchio è la vita opulenta ed inutile dei fazendeiros che vivono da re
sulle terre che sino a ieri erano loro. Somigliano molto, e anche da vicino,
agli aborigeni australiani che il cinema ha raccontato appassionatamente con
l'occhio di registi come Herzog ma anche come Rolf de Heer Peter Weir.
Somigliano per la loro esistenza di prigionieri a cielo aperto e per la loro
mancanza di futuro: anche in Brasile ogni giorno si contano suicidi tra i
giovani. Ed è questa la guerra dimenticata che riempie l'ultimo bel film di
Marco Bechis, passato ieri in concorso col titolo "La terra degli uomini
rossi- BirdWatchers" che rimanda agli straordinari uccelli che i turisti
in viaggio nella foresta amazzonica vengono ad guardare e che nel film,
ambientato a Mato Grosso do Sul, sono accompagnati da Chiara Caselli, moglie di
un fazendeiro, in cerca di coscienza. E' lei che riesce, insieme all'altro
interprete italiano Claudio Santamaria, a incastrarsi con perfetta misura in
questa storia e in mezzo ai tanti non attori del luogo e protagonisti con le
loro facce intense e le loro voci, in una cornice sostenuta da ricerche
meticolose e dal rigore, lucido ma mai algido, del cinema di Bechis che
ritroviamo sette anni dopo "Hijos", storie di figli perduti durante
la dittatura argentina che riprendeva "Garage Olimpo". Qui
l'attualità non è meno bruciante. Sentire per credere le parole degli indios
interpreti del film (cui Bechis ha fatto vedere i film di Sergio Leone per
suggerire loro tecniche recitative possibili) che a Venezia c'erano e che per
bocca della diciannovenne Eliane Juca Da Silva hanno commosso tutti: "
Siamo esseri umani come voi ma la nostra vita è così triste, soprattutto per i
bambini. Non abbiamo neppure l'acqua. La foresta non c'è più, il fiume non c'è
più, il nostro mondo non c'è più. I nostri giovani non hanno più opportunità ma
qualcuno di noi riesce ancora a sperare che giustizia sia fatta. E stare qui
con voi oggi è una grande opportunità: guardarvi negli occhi e poter esser visti
da voi. Non vogliamo nulla più di ciò che ci appartiene, vogliamo solo
riprenderci un pezzo della nostra terra per far crescere una vita degna di
essere vissuta". E le fa eco il capo tribù Ambrosio Vilhalva:
"Abbiamo bisogno del vostro sostegno perché la burocrazia ci uccide. Dobbiamo
riappropriarci della nostra speranza per evitare che i giovani continuino a
suicidarsi come si vede nel film. E chiediamo solo rispetto". Già rispetto
di leggi che sono, invece, in Brasile carta straccia. Come sottolinea Bechis:
"La Costituzione del Brasile è chiara: stabilisce che un 20% della foresta
amazzonica resti intatto ma oggi è solo un 2% di terra ad essere stato
risparmiato dal disboscamento e dall'agricoltura intensiva. Bisognerebbe
restituire agli indios almeno quei 700mila ettari. Per loro tornare nelle loro
terre è fondamentale perché hanno mantenuto intatta la loro cultura e le loro
tradizioni. Perché sono ancora dei resistenti dopo cinquecento anni". Ed
esattamente da qui è nato il film. Da una domanda che Bechis si è posto:
"Mi sono chiesto che cosa può provare chi è sopravvissuto al più grande
genocidio che la storia ricordi, e chi è sopravvissuto avendo sulla vita, la
morte e la terra idee molto più chiare di quelle che abbiamo noi. E ho pensato
che una risposta a quella domanda, un film come questo potesse almeno
incrementare la curiosità nei loro confronti, aiutare a uno scambio". Così
regista e protagonisti Indios raccontano il "loro" film, di fatto più
brasiliano che italiano (anche se alla Mostra è presentato con bandiera
nostrana). Film durissimo sul cui set la Caselli racconta "di essersi
lasciata andare nelle mani del regista che è riuscito a farmi sentire davvero
parte di un progetto importante, di un film coraggioso, e di farmi sentire
guidata anche se a volte è stato molto faticoso, soprattutto per la recitazione
in portoghese dopo tre settimane che stavamo nel luogo e per la necessità di
improvvisazione ma credo, dopo un periodo un po' buio per me, di essere
rientrata alla grande nel mio ruolo d'attrice nei panni di questa donna, moglie
di un latifondista che, come tanti fazenderos, passa il tempo in compagnia dei
turisti a guardare uccelli rari. Io, all'inizio, non mi sento in colpa, mi
sento con la coscienza a posto solo perché tratto bene i domestici e anche io
porto in giro i turisti e organizzo messe in scene magari facendo truccare gli
indios. Ma piano piano io vedo gli indios lottare guidati da uno sciamano, li
vedo avvicinarsi ai confini delle nostre proprietà, li scruto e capisco che
devo fare delle scelte". SILVIA DI PAOLA.
( da "Virgilio Notizie" del 02-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Condivisibili In
cantiere accorgimenti che vanno nella direzione indicata postato fa da APCOM
ARTICOLI A TEMA Altri Roma, 2 set. (Apcom) - La Regione Sicilia sta mettendo a
punto una serie di accorgimenti che vanno nella direzione indicata dal
presidente degli industriali siciliani, industriali che la stessa Regione
incontrerà presto; a spiegarlo è la stessa Regione che con una nota, risponde
all'invito di Confindustria di insediare una commissione di esperti per
elaborare una codice della governance. "Il governo
regionale ha già affidato a un magistrato il compito di gestire il complesso
apparato della burocrazia
regionale e di ridisegnarne ruoli, compiti e competenze - i legge nel
comunicato - L'asessore Ilarda ha infatti messo in cantiere una serie di accorgimenti
che vanno nella direzione indicata dal presidente degli industriali
siciliani". "Le idee del rappresentante degli industriali
siciliani - ha spiegato il Il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele
Lombardo - sono certamente condivisibili. Promuoverò un incontro con
l'assessore alla Presidenza, e avvieremo un confronto franco e diretto per
valutare le esigenze e le attese del mondo produttivo e verificare il livello
di risposta dell'apparato burocratico regionale".
( da "Eco del Chisone" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Bibiana, dopo
settimane di buio L'Enel Sole illuminerà la piazza? Negli Anni '90 il Comune
aveva passato l'impianto all'Enel BIBIANA Una storia di
ordinaria burocrazia? Più o
meno sì. Ma andiamo con ordine. Da un paio di settimane l'impianto di pubblica
illuminazione di piazza Donatori di sangue funziona al 50 per cento: gli otto
lampioni più bassi, quelli a palla, di efficienza limitata in quanto
seminascosti dagli alberi, ogni notte si accendono regolarmente, mentre
i quattro loro fratelli più alti e molto più efficaci restano altrettanto
regolarmente spenti. Qualcuno ha provveduto a segnalare l'anomalia al Comune
che si è immediatamente attivato, avvertendo l'Enel al quale, anni fa,
l'impianto era stato regolarmente affidato per la gestione e la manutenzione. E
salta fuori l'inghippo: "Non tocca più a noi intervenire; da qualche anno
quell'impianto è stato passato alla consociata Enel Sole". Si interpella
l'Enel Sole; che risponde: "Quell'impianto non è di nostra competenza; sui
pali, infatti, non è presente l'apposita targhetta che deve dimostrarlo".
Resta ora da capire quale dei due enti, al momento del passaggio di competenza,
avrebbe dovuto provvedere al posizionamento delle targhette. Intanto, per non
lasciare la piazza al semibuio, il Comune interpella la ditta alla quale è
affidata la parte di pubblica illuminazione ancora gestita direttamente:
"Non possiamo intervenire su un impianto di competenza Enel e per di più
sotto corrente e senza interruttore per isolarlo" è la sintetica risposta.
Conclusione? La soluzione dovrebbe essere prossima in quanto l'Enel Sole, da
noi interpellata lunedì 1º settembre, dopo averci fatto osservare che in
effetti quell'impianto non risulta censito come di sua competenza, tuttavia
rassicura: "Per martedì 9 settembre abbiamo in programma un incontro con
il Comune per vedere insieme quali possano essere le strade da seguire per
questo impianto vecchio ed obsoleto; intanto, fin da questa settimana, una
nostra impresa sarà sul posto per valutare l'opportuna soluzione di carattere
tecnico". B.F.
( da "Punto Informatico" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Roma - Animalisti e
specialisti hanno riferito di stormi di uccelli entrati in collisione con le
torri cellulari illuminate, quando prescritto, da un'unica luce rossa posta in
cima, utile a renderne visibile la sommità ai velivoli in transito a bassa
quota. Luce assolutamente insufficiente, secondo gli esperti, a prevenire
l'impatto per la fauna aviaria durante il volo notturno. La preoccupazione e le
pressioni sono aumentate al punto da muovere la burocrazia e mettere sotto accusa le
licenze di installazione. Rimasto a lungo insoluto, è un problema lamentato da
tempo: Joelle Gehring, biologa impegnata al Michigan Natural Features
Inventory, aveva già espresso soddisfazione per l'interesse dimostrato
dall'industria nel collaborare con ambientalisti e animalisti per risolvere il
problema. Da recenti ricerche sembra emergere che il numero di esemplari
morti in collisione con le antenne cellulari sia inferiore rispetto a quanto
lamentato dalle principali associazioni di tutela aviaria. Il problema tuttavia
esiste e se, in passato, ad FCC era stato chiesto di rispettare le indicazioni
degli esperti per arginarlo, ora quegli stessi esperti delle associazioni
ambientaliste e animaliste pretendono che FCC le renda vincolanti. Al centro
dell'uragano si trova Crown Castle, l'azienda che dispone del maggior numero di
torri installate sul territorio americano, circa 24mila. L'azienda, spiega Ars
Technica, sostiene che le informazioni sul fenomeno sono frammentarie e
incomplete. Ciò nonostante, ha definito tre specifiche da rispettare per
l'installazione delle nuove torri ed ha rilasciato un commento sulla questione.
Crown Castle chiede che FCC obblighi a intervenire solo presso quei siti che
abbiano un "significativo impatto sull'ambiente". Chiede, inoltre,
che le segnalazioni siano dirette e locali, piuttosto che stilate e pubblicate
solo sul sito della Commission e, infine, ricorda che la novità non deve
inficiare gli obiettivi generali definiti nel Telecommunications Act del 1996.
La nuova procedura, auspica ancora l'azienda, dovrebbe inoltre prevedere
meccanismi snelli e veloci che, nell'arco massimo di 30 giorni, possano
esaurire l'iter burocratico in caso di necessità di "revisione" di un
sito esistente o di "subordinazione" di un nuovo sito ai relativi
vincoli ambientali. In arrivo un infoltimento del business per i
"camuffatori" di antenne? Marco Valerio Principato (fonte immagini:
qui e qui).
( da "Corriere delle Alpi" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Valerio Tabacchi
(Pd) su Galan e il centrodestra "Ci considera priorità? I numeri dicono di
no" BELLUNO. I fatti dicono il contrario. Valerio Tabacchi, segretario
provinciale del Partito democratico, replica al presidente della Regione Veneto
Giancarlo Galan in merito ad alcune dichiarazioni da lui fatte a Cortina
domenica sera. "La Provincia di Belluno e' una priorità di Galan e della
sua giunta?", è la domanda retorica di Tabacchi. "I numeri del centro
destra veneto (alla guida del governo regionale da 13 anni) sulle questioni di
riferimento per i bellunesi sono un'esplicita risposta a questo quesito: 13
come gli anni che ci sono voluti, e speriamo ci sia da pazientare ancora solo
una settimana, per fare uno Statuto regionale che riconosca l'autonomia (vedi
art. 16 bis) bellunese. 12 come gli anni che sono passati per fare un piano
neve e ancora non se ne vede traccia. 7 come gli anni serviti per fare una
legge sul turismo (la 33 del 2002) che non piace a confedilizia, agli
albergatori di Venezia e delle spiagge venete e che ora dunque va cambiata. Con
l'assessore al turismo Luca Zaia ci sono voluti 3 anni per fare una bozza, ma
il nuovo assessore Franco Manzato l'ha bloccata perché non piace alle
associazioni del settore. 3 e mezzo come gli anni che ci sta impiegando la
Regione per riconoscere l'autonomia promessa alla Provincia di Belluno,
nonostante un accordo sottoscritto a Belluno tra Galan ed il presidente della
Provincia Reolon". Infine: "2 e mezzo come gli anni per versare i
proventi dei canoni idrici spettanti alla Provincia di Belluno. E non sembra
esserci la volontà di rispettare questa legge regionale! E potremmo continuare
all'infinito". Tabacchi però estende la critica: "Viene da chiedersi
dove si trovavano i consiglieri di maggioranza e gli assessori bellunesi che
oggi si rifugiano in frasi di circostanza (la giunta
capisce l'esigenza di autonomia del bellunese dichiara Laroni) o spostano il
tiro (vedere dossier Bond sulla burocrazia). I loro partiti governano da 13 anni e solo oggi si levano
qualche sassolino? Non servono commenti, I bellunesi, a tempo debito, sapranno
scegliere chi rappresenta in maniera migliore I loro interessi".
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
MA CHI PAGA?
Alitalia, le due idee del prof. Tremonti Vicenda Alitalia: la soluzione in
corso di attuazione era scontata sin dai tempi delle trattative con Air
France-Klm; inutile ripetersi. Le novità di questi giorni riguardano le dichiarazioni
ai mass-media dei ministri Matteoli e Tremonti. Il primo ha tentato di
giustificare il consistente numero di esuberi (da
( da "Corriere delle Alpi" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il brasiliano fuori
in Coppa, ma forse utilizzabile in campionato CALCIO ECCELLENZA FELTRE. Fiato a
Trombin. Il difensore della Feltrese dovrà saltare le prime tre partite di
Coppa Italia, perché gli manca il transfer della federazione brasiliana. Per la burocrazia calcistica, Cristovao Trombin potrebbe essere abile e
utilizzabile per il debutto in Eccellenza del 21 settembre contro l'Union Csv
dell'ex granata Dario Tollardo, ma non si sarà se sarà tutto in ordine sul
piano fisico. Il diesse Rinaldo Mazzonetto non è troppo possibilista sulla
seconda ipotesi: "Se da un lato, non dovrebbe mancare molto al
tesseramento, dall'altro dubito che possa essere a disposizione per la prima
giornata, dal momento che non potrà avere così velocemente il ritmo partita. Se
nel frattempo non gioca...". Un buon affare. Comunque, Mazzonetto è
convinto di aver concluso un buon affare con il sudamericano ex Regensburg. Anche
se a un certo un certo punto un altro dirigente granata si è sentito in dovere
di chiamare Anselmo Tiburzi per un provino da un tempo contro il Ripa Fenadora:
"Ha superato il problema fisico che aveva e, adesso che sta meglio, si fa
sentire. Nell'amichevole vinta 4-2 con il Mussolente, è stato tra i migliori e
questo al di là del fatto che davanti c'era un'avversaria di categoria
inferiore. Non sembra velocissimo, con il fisico che ha, in realtà ci arriva
sempre e si fa valere. Sono sicuro di aver fatto un'operazione positiva, sulla
scorta anche di qualche consiglio che ho ricevuto da chi lo conosceva meglio di
me. C'è sempre un margine di rischio, ma eventualmente si può anche rimediare
in corsa". Lavoro durissimo. Il gruppo ha chiesto al tecnico Enrico Franco
un lunedì di sosta: "Concesso, perché è vero che i ragazzi stanno
sgobbando molto. D'altronde, bisogna immagazzinare forza e resistenza per
l'inverno. La cattiva stagione potrebbe non essere rigidissima, ma non lo
sappiamo ancora: meglio non correre rischi inutili". Monte e Treviso. Da
qui al 21, non ci saranno altre amichevoli, al di là dei tre impegni di Coppa
Italia con Cornuda, Cavarzano e Virtus Romano. Più avanti, l'arretrata con il
Montebelluna e forse anche un test con il Treviso di Gotti e Pasa: "Li
consoco bene entrambi e credo sia possibile organizzare qualcosa". Gigi
Sosso.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
TEATRO EDEN Costas
Cotsiolis Il concerto di Costas Cotsiolis e dell'Orchestra Sinfonica di Linares
apre stasera a Treviso il Festival internazionale chitarristico "Delle due
città". Appuntamento alle 20.45 al Teatro Eden. La rassegna ha come tema
quest'anno le "Costellazioni" che prenderanno forma attraverso i
concerti, i cortometraggi, gli incontri con gli artisti, l'esposizione di
pittura e la visita al planetario. Costas Cotsiolis è considerato uno dei
migliori chitarristi del nostro tempo e grande interprete delle opere di Leo
Brouwer. Lo spettacolo sarà diviso in due parti: La prima vedrà come
protagonista Costas Cotsiolis, con composizioni che vanno dalla tradizione
argentina al folclore greco. Nella seconda parte dello risuoneranno musiche
spagnole eseguite dall'Orchestra sinfonica di Linares. In chiusura il
"Concierto de Aranjuez" interpretato dal chitarrista e
dall'Orchestra. Biglietti da 20,00-15,00 euro. Prenotazione gratuita ai numeri
di telefono 0422/320652 o 320/0517000. RECITAL DI FADO Il '900 e la Voce Domani
all'Auditorium "Mario Del Monaco" di Villorba c'è il primo concerto
della rassegna "Finestre sul Novecento", promossa dall'Associazione
"Ensemble 900" e giunta alla XIV edizione; nell'ambito di questa
rassegna, per il terzo anno consecutivo, il Comune di Villorba ospiterà la
sezione "Il Novecento e la Voce" con quattro concerti dedicati al
repertorio vocale moderno e popolare. Il primo concerto con Marco Poeta è
dedicato al Fado portoghese. I successivi appuntamenti sono: giovedì 11 settembre
con Silvia Felisetti, accompagnata al pianoforte da Angiolina Sensale, in
"La Soubrette in 10 mosse"; giovedì 25 "Omaggio a Giorgio
Gaber" diretto e interpretato da Fabrizio Paladin, al pianoforte Loris
Sovernigo; ultimo appuntamento giovedì 2 ottobre con il soprano Burcu Kuru e il
pianista Nilay Genc in un repertorio cameristico e lirico italiano e del Medio
Oriente. Inizio dei concerti alle 21, ingresso libero. ZONA FONDERIA Asha, si
riparte L'Asha riapre le danze. Da questa sera i cancelli del popolare locale
della Fonderia verranno spalancati per gli aficionados della buona musica e dei
long drink, con la prima serata della nuova stagione. In vista dell'autunno il
locale sarà gestito dallo staff dell'Asolo Golf (Nicola Martucci, Stefano
Rigoni, Davide Liziero, Mariano Conte e Mauro Happy), con una decisa sterzata
verso il djset: apertura anche al mercoledì e di domenica - aperitivi a go go -
oltre alla consuete notti alternative di venerdì e sabato. La serata del
giovedì sarà destinata ai concerti, e il socio Roberto Marton organizzerà gli
eventi, anche quest'anno con un occhio di riguardo al jazz. Il primo concerto è
previsto per giovedì 18 settembre, con il live dei MondoCandido, stasera via ai
primi cocktail e alle prime note del deejay. RUBRICA DEL TG3 Zaia su Agri3
Riprende Agri3, il settimanale del Tg3 dedicato all'agricoltura professionale
in onda tutti i mercoledì alle 12.25. Oggi la prima puntata della sesta serie
apre con un'intervista al ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia. Le telecamere
di Agri3 ed il suo direttore Franco Poggianti sono andati a trovarlo a casa
sua, a Refrontolo, per parlare prima di tutto di vino e vendemmia. E perciò
anche di Prosecco DOC di Conegliano e Valdobbiadene, tramite uno dei maggiori
produttori, Etile Carpenè, e l'enologo Giorgio Panciera, insieme a Flavio
Zilli, un piccolo produttore, che ha accompagnato le telecamere di Agri3,
guidate dalla giornalista Paola Violani a scoprire i luoghi più affascinanti
sulla Strada del Prosecco. Altro argomento caldo trattato con Zaia: gli aumenti
dei prezzi, che penalizzano i consumatori ma anche gli
agricoltori, che vedono venir meno i loro guadagni. Al Ministro Zaia, Franco
Poggianti ha stato chiesto come affrontare questa emergenza. E poi le
esportazioni, i tagli alla burocrazia, la grappa fatta in casa, l'oro olimpico di una giovanissima
guardia forestale.
( da "Italia Oggi" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Edilizia e Appalti Numero 209, pag. 14 del
3/9/2008 Autore: di Benedetta P. Pacelli Visualizza la pagina in PDF
Seminario della Federazione internazionale geometri Piani per il
territorio Linee guida allo studio della Fao Il Mose come modello di opera a
tutela del territorio. Sia pure tra polemiche e difficoltà, il cantiere a
difesa dalle alte maree è considerato dalla Federazione internazionale dei
geometri (Fig) una delle opere pubbliche più rilevanti per la salvaguardia di
Venezia e con un forte impatto tecnico sull'ambiente. Il caso Mose sarà al
centro di uno degli incontri che si terranno al meeting Fig e Fao a Verona il 9
e 10 settembre sulla gestione del territorio. Una due giorni per fare il punto
sullo stato dell'utilizzo e della pianificazione territoriale a livello
internazionale di un settore sul quale, per Fig e Fao, ci
sono poca trasparenza, tanta burocrazia e l'assenza di politiche di concertazione e di pianificazione
strategica. A questo proposito la Fao sta preparando la pubblicazione di uno
studio sul regime fondiario sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli con
economie più sviluppate. Il tutto, come ha spiegato il rappresentante
della sezione proprietà fondiaria, Paul Munro-Faure, per creare una rete di
scambio di esperienze tra 18 paesi che offra soluzioni di buone pratiche. La
Fao, ha spiegato Munro-Faure, "sta lavorando sulle Linee guida in aree
tecniche che verranno presentate nei prossimi mesi e discusse a Verona. Si
tratta di una serie di provvedimenti sulla pianificazione territoriale che
verranno poi proposti ai vari governi che, di fatto, hanno bisogno di normative
ad hoc. Ecco perché anche per il presidente del Consiglio nazionale dei
geometri e dei geometri laureati, Fausto Savoldi, servono azioni mirate e una
pianificazione razionale: "La pianificazione dell'utilizzo della grande
quantità di aree pubbliche presenti in ogni stato", ha spiegato, "può
costituire elemento strategico per contribuire a risolvere i problemi legati
allo sviluppo economico, considerando le esigenze primarie dell'alimentazione
umana. Spesso il territorio pubblico è terra di nessuno: un accurato censimento
e una catalogazione tipologica di queste aree stanno alla base di qualsiasi
programmazione volta a promuovere lo sviluppo". Alla due giorni
interverranno esperti internazionali di pianificazione e gestione del
territorio di tutte le principali macroaree del mondo. Presenti poi i ministri
delle infrastrutture e delle riforme del territorio dei paesi in cui è
maggiormente sentita la problematica (Cambogia, Ghana, Polonia, Macedonia e
Nepal). Le aree di proprietà statale, nel mondo, sono enormi. Poca trasparenza,
tanta burocrazia, la corruzione, la mancanza di
politiche di concertazione e di pianificazione strategica le rendono terreni di
nessuno. "I geometri sono pronti a collaborare con le organizzazioni
internazionali", ha concluso Savoldi, "affinché, soprattutto nei
paesi in via di sviluppo, tale processo di conoscenza e pianificazione prenda
avvio utilizzando le significative esperienze già attuate in varie parti del
mondo".
( da "Secolo XIX, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Linea dura di
confindustria Palermo. Un anno fa Confindustria Sicilia aveva usato parole
molto nette: chi paga il pizzo si pone fuori dall'associazione. Quella svolta
non era solo una testimonianza civile ma l'inizio di un processo che è andato molto
avanti. Tanto che ora il presidente Ivan Lo Bello può annunciare che dieci
imprenditori sono stati espulsi perché hanno continuato a piegarsi al ricatto
di Cosa nostra. Altri dieci se ne sono andati perché avevano capito che anche
loro sarebbero stati allontanati. E non è finita. Per trenta è stata decisa,
come prima misura, la sospensione. Applicando per una cinquantina il codice
etico, il presidente Lo Bello ha voluto fare intendere che quello dell'anno
scorso non era un annuncio a uso e consumo di giornali e televisioni. No, in
Sicilia si sta facendo proprio sul serio. E la conferma viene da un'altra
notizia che ancor più delle altre dà la misura della profondità della svolta:
64 imprenditori hanno denunciato i loro aguzzini e stanno collaborando attivamente
con i magistrati. Eccola qui la rivoluzione culturale di cui Lo Bello può
andare fiero: "Oggi si ha una maggiore percezione del fenomeno mafioso
come fattore che impedisce lo sviluppo economico e sociale della Sicilia".
Cambiate le condizioni ambientali, in Sicilia si può dunque investire con
maggiore convinzione. Questo hanno capito un po' tutti ma con qualche zona
d'ombra che resiste soprattutto a Palermo, dove si incrociano tendenze
contraddittorie. Incoraggiante e positiva appare senz'altro la risposta della
società civile, come dimostrano le iniziative delle associazioni antiracket più
conosciute, Addio pizzo e Libero Futuro: due esperienze che confluiscono in un
modello originale perché associa, per dirla con le parole di Lo Bello, "la
freschezza dei giovani di Addio pizzo e la consolidata competenza e esperienza
del mondo antiracket". Ma dall'altro lato sono ancora forti resistenze o
paure, visto che solo due imprenditori hanno seguito l'esempio dei loro
colleghi più coraggiosi denunciando la mafia del pizzo. La strada comunque è
ormai tracciata, e indietro non si torna. Anzi il prossimo obiettivo di
Confindustria Sicilia è quello di sottrarre altra forza al racket accelerando
il disboscamento di quella che Lo Bello chiama la "zona grigia e di
collusione" nella quale ha fatto i suoi affari una "minoranza
dell'imprenditoria che non paga il pizzo ma sta sul mercato artificialmente
grazie al sostegno della criminalità". In questa "zona grigia"
si sono sviluppate le reti di protezione e le collusioni che coinvolgono la
borghesia professionale, la burocrazia e la politica. Per fare pulizia anche in questo giro Lo Bello
rivolge un appello al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, perché
accolga presto la richiesta della Confindustria per una "commissione di
altissimo livello" che, con il contributo di ex magistrati e studiosi, che
definisca un codice etico di governance delle pubbliche amministrazioni,
strumento necessario per issare un argine alle infiltrazioni mafiose. Positivi
sono per Lo Bello alcuni segnali che vengono dalla Regione. Ma se si vuole
trovare, anche qui in Sicilia, un modello concreto di governo locale il
presidente di Confindustria cita il caso del sindaco di Gela, Rosario Crocetta.
Franco Nicastro 03/09/2008 Dieci associati espulsi in Sicilia, altri dieci si
sono dimessi prima di essere allontanati, trenta sospesi 03/09/2008.
( da "Libertà" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
"Gli immigrati
rappresentano una risorsa" Confronto sull'integrazione alla festa del Pd:
prima sul palco poi in cucina Serata multietnica per il quinto appuntamento
della festa "Piacenza Democratica". Protagonisti, insieme alle
tradizioni piacentine, anche quelle dei tanti immigrati che vivono nella nostra
provincia. Una serata scandita da due diverse atmosfere: quella più leggera,
legata al cibo, ha visto protagonisti sui vassoi dei commensali insieme ai
tortelli con la coda piatti come il cucus egiziano o la temales delle Honduras.
Prelibatezze che hanno catturato l'attenzione dei piacentini esattamente come
la seconda offerta della serata: l'incontro "Immigrazione e nuova
cittadinanza" che si è tenuto nell'Arena Dibattiti e che ha visto
protagonisti il sindaco di Piacenza Roberto Reggi in veste di referente
regionale del Pd sulle questioni legate all'immigrazione, poi l'ex assessore e
ora consigliere regionale Gianluca Borghi, da anni impegnato nelle politiche di
integrazione degli immigrati. Insieme a loro anche Laurita Ferreira
dell'associazione piacentina Agorà dei Mondi, che ha portato la testimonianza
diretta di come un immigrato possa non solo integrarsi ma andare ad arricchire
la comunità che l'ha accolto. A condurre il dibattito il giornalista di Libertà
Giorgio Lambri, che ha presentato temi caldi legati all'immigrazione, a partire
dal recente discorso tenuto da Papa Benedetto XVI durante l'Angelus. Per il
pontefice un paese civile come l'Italia ha il dovere di occuparsi e dare
assistenza a tutti gli immigrati, anche a quelli clandestini. Un ammonimento
che non ha attirato le simpatie degli italiani tanto che da un sondaggio del
Corriere della Sera per l'80% degli italiani il Papa avrebbe sbagliato.
"Parlare di immigrati in maniere positiva oggi equivale ad avere contro
gli italiani - ha commentato Reggi - L'equazione immigrato-delinquente è uno
slogan che il governo in carica sta utilizzando come capro espiatorio per
attirare il favore dell'opinione pubblica. Gli immigrati rappresentano una
risorsa: basti dire che nella nostra regione l'8% degli immigrati produce l'11
% del prodotto interno lordo. La cosa fondamentale è lavorare
sull'integrazione". Della stessa opinione anche Borghi, che ha
sottolineato il grande sforzo che la regione Emilia Romagna ha fatto in tutti
questi anni per aiutare gli immigrati ad inserirsi nella nostra struttura
sociale: "Il governo in carica si sta concentrando solo sulle politiche
repressive. Basti pensare alla tanto declamata legge per il reato di
clandestinità. Non una parola invece è stata spesa per il taglio ai fondi
sociali, che non si sa se e quando arriveranno". Sul reato di
clandestinità si è espressa anche la Ferreiro: "Bisogna fare una
distinzione netta tra immigrati e delinquenti. L'immigrato è un individuo che
nella grande maggioranza dei casi fugge da situazioni disperate per inseguire
il sogno di una vita migliore. Il delinquente non cerca un vita nuova ma solo
escamotage per poter sfruttare le persone. La clandestinità poi è un'altra
cosa. Se fosse un reato il maggior complice sarebbe lo
stato italiano perché a causa di inutili burocrazie ostacola gli stranieri e di
fatto gli impedisce di rimanere regolari". Resta un dato di fatto però,
che gran parte della criminalità straniera è formata da immigrati, ha
sottolineato Lambri . "Questo è vero - ha replicato Reggi - Ma incarcerare
ogni clandestino provocherebbe solo un intasamento della giustizia,
senza poi avere la certezza di portare a dei miglioramenti concreti".
Arianna Groppi 03/09/2008.
( da "Arena, L'" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
LUTTO. È atteso a
Milano il corpo di Cristian Bresciani Domani il rientro della salma
dell'ambulante morto a Cuba Domani arriva in Italia la salma di Cristian
Bresciani, il commerciante veronese deceduto mentre era in vacanza a Cuba. I
familiari ancora non sanno che cosa abbia ucciso Cristian durante un'immersione
subacquea. Venerdì scorso in tempi record è stata eseguita l'autopsia, ma
l'esito è contenuto in una busta chiusa che verrà consegnata chissà o al padre
o a qualche rappresentante istituzionale. Sabato intanto, allo Stadio gli
ambulanti colleghi del padre della vittima hanno deposto un mazzo di fiori nel
posto lasciato vuoto dal banco assente per il lutto. "Era un'iniziativa
che avevo caldeggiato io", dice Mirko Bresciani, presidente della
categoria ambulanti per Confcommercio, "e stavolta è toccata a me. I miei
colleghi sono stati tutti fantastici. Mi sono stati vicini. Un ringraziamento
particolare va al comandante della polizia municipale Luigi Altamura. Mi è
stato vicino, mi ha aiutato nella burocrazia. È merito suo se i tempi si sono accelerati, non so chi abbia
chiamato e come abbia fatto, ma ha fatto in modo che da Cuba si sbloccasse
tutto. Mi hanno detto che mai sono state eseguite procedure così rapide".
Aggiunge Bresciani: "Noi non sappiamo di cosa sia morto Cristian. Non
sappiamo nemmeno se l'esito dell'autopsia verrà consegnato a noi familiari o
qualche autorità. Così come non sappiamo se il corpo di Cristian arriverà a
Milano o altrove, nè a che ora. In linea di massima arriva domani, così
potremmo celebrare il funerale sabato alle 15.30 nella chiesa di San Marco, ai
confini tra Borgo Venezia e Borgo Trieste. Mio figlio abitava con la moglie in
via Pisano, e poi tutti i nostri colleghi ambulanti sanno dove si trova perchè
ci fanno mercato vicino". Cristian è morto nelle acque caraibiche a
( da "Finanza e Mercati" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Da
Finanza&Mercati del 03-09-2008 Riprende oggi Agri3, il settimanale del Tg3
dedicato all'agricoltura professionale, ma anche a tutti gli appassionati del
settore, in onda tutti i mercoledì alle 12,25. La prima puntata della sesta
serie apre con un'intervista al ministro delle Politiche agricole Luca Zaia. Le
telecamere di Agri3 e il suo direttore Franco Poggianti, sono andati a trovarlo
a casa sua, a Refrontolo, in provincia di Treviso, per parlare prima di tutto
di vino e vendemmia. Altro argomento caldo, gli aumenti dei
prezzi che penalizzano i consumatori ma anche gli agricoltori, ai quali le
produzioni vengono pagate sempre meno. Al ministro Zaia è stato chiesto come
affrontare questa emergenza. E poi le esportazioni, i tagli alla burocrazia, la grappa fatta in casa,
l'oro olimpico di una giovanissima guardia forestale.
( da "Libertà" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Tra gli impegni
sindacali di inizio settembre è fondamentale inserire la ripresa e il rilancio
della trattativa per la definizione del prezzo del latte alla stalla per l'anno
in corso, con l'obiettivo di un prezzo minimo per gli allevatori necessario per
dare un futuro alle stalle, molte delle quali operano dallo scorso mese di
aprile in condizioni di assoluta incertezza economica, spesso al di sotto dei
costi di produzione che sono nel frattempo aumentati in modo progressivo. È
questo l'auspicio espresso da Confagricoltura Piacenza che agisce di concerto
con le corrispondenti rappresentanze sindacali lombarde, che, come è noto, sono
state impegnate nei mesi scorsi, prima della rottura delle trattative, nel
tentativo di raggiungere un accordo con la parte della trasformazione, valido
per la regione Lombardia, ma che costituisce un riferimento molto importante
per il mercato piacentino. "Il mondo agricolo - spiega il direttore di Confagricoltura
Piacenza, Luigi Sidoli, - non aveva chiesto e non chiede aumenti, ma
semplicemente la conferma del prezzo in vigore a marzo 2008, nonostante le
imprese agricole in questi mesi abbiamo visto lievitare i costi di produzione.
I dati Ismea rivelano come il costo di produzione degli alimenti nelle imprese
agricole abbia fatto segnare un aumento medio del 10,4% a causa dei rincari
delle materie prime e dei carburanti. La produzione di latte italiana, continua
il direttore di Confagricoltura, si dibatte tra mille problemi, come
l'applicazione del regime delle quote latte, altri nuovi e preoccupanti, quali
il futuro dello stesso regime che si orienta verso una completa
liberalizzazione, senza che le imprese siano adeguatamente preparate in termini
di efficienza e di sostegno normativo. Tra le incognite di livello
internazionale, il nodo dei costi di produzione italiani, superiori a quelli di molti paesi europei e il peso di una burocrazia "opprimente"
rischia di condizionare in negativo il futuro di uno dei principali settori
agroindustriali italiani e, come già detto, il principale della nostra
provincia. In questo quadro desolante, conclude Sidoli, il non poter contare
nemmeno su un prezzo di riferimento adeguato costituisce una condizione
inaccettabile per l'imprenditore e un rischio per il territorio, dal
momento che l'attività zootecnica è oggi l'unica fonte di preservazione della
sostanza organica dei suoli, e l'unico modo per poterne conservare nel tempo la
fertilità". 03/09/2008.
( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Commenti è la decomposizione
il rischio per l'Italia GIORGIO RUFFOLO Provo a raccontare in forma di parabola
la storia di un grande Paese che abita una penisola troppo lunga. Così la
definirono gli arabi, l'Italia, quando tentarono invano di impossessarsene. Un
Paese la cui storia fu spezzata in due. Anzi, in tre. Nell'antichità c'erano a
Nord i Celti. A Sud i Greci. Al Centro gli Etruschi. I romani lo unificarono
per la prima volta, ma immergendolo in un grande impero. Poi l'impero si
sfasciò e quel paese tornò a spezzarsi. In due. Anzi, in tre. A Sud, sempre i
Greci. A Nord i Longobardi. Al Centro, la Chiesa. Per quattro o cinque secoli,
il Nord fu politicamente unito sotto il segno dell'impero: dai longobardi, e
poi dai franchi e poi dai tedeschi. A Sud invece si frammentò subito tra
colonie greche, ducati longobardi e repubbliche autonome, continuamente
percorso da eserciti imperiali e da orde saracene. Poi, all'inizio del secondo
millennio, la scena si rovesciò. Il Sud (con la Sicilia) fu conquistato dai
normanni e ricomposto in un solo potente Regno. Il Nord cominciò a decomporsi
politicamente in liberi Comuni e Repubbliche. Continuarono dunque, Nord e Sud,
a procedere per strade opposte. Ci fu un momento, quando gli svevi, e il loro
imperatore, Federico II, subentrarono ai normanni, in cui la potenza del Sud
avrebbe potuto congiungersi con la ricchezza del Nord. Solo il grande Federico
poteva farlo. Ma a tutto pensava meno che ad allearsi con loro. E loro con lui.
Si combatterono, anzi, ferocemente. Così, dopo Federico, il grande Regno di
Sicilia si ridusse progressivamente al reame di Napoli. Le repubbliche del Nord
fiorirono, ma fermandosi politicamente a livello di potenze regionali. Così
l'Italia cadde sotto il dominio straniero. E per quasi tre secoli subì l'onta e
l'impronta della servitù. Ma ancora una volta, diverso fu il destino del Nord
da quello del Sud. Nel Nord l'eredità politica dei Comuni consentì la
formazione di una borghesia colta, civicamente educata, che tuttavia non fu mai
capace di guidare, tutt'al più solo di assecondare un vasto movimento di
liberazione. Nel Sud, tra la prepotenza dei baroni e la disperazione dei
contadini non si formò mai una vera borghesia, ma quella caricatura di
borghesia che si chiama mafia. Maturava dunque al Nord una borghesia
politicamente irresponsabile, al Sud una pseudo-borghesia economicamente
parassitaria. Quando finalmente venne il momento dell'unità, ambedue lasciarono le strutture dello Stato nelle mani di una burocrazia cui il Sud forniva i quadri e
la monarchia sabauda l'impronta autoritaria. Ma allora, è giusto domandarsi,
come, da chi e perché si compie, malgrado tutto, nei tempi moderni, l'unità
d'Italia? La risposta è stata data tante volte. Essa è frutto dell'azione di
minoranze. Come sempre, si potrebbe dire. Sì, ma nel caso dell'Italia,
di minoranze particolarmente minoritarie, nel senso che non rappresentano
culturalmente le correnti pesanti di questo Paese: non ne sono il
"campione". Certo, esse non sorgono dal vuoto. La civiltà italiana,
la nazione italiana, benché priva di Stato, è una realtà storica. Lo è la
lingua. La letteratura. L'arte. La musica. Ma è la spuma di una cultura, non il
fondo. Questa si esprime nei grandi episodi della vita politica italiana
moderna: il risorgimento, il fascismo, la repubblica. Quello resta torpido,
servile, ribelle. Il Risorgimento è un'antologia di slanci generosi. Forse il
meno noto e il più emblematico è quella rivoluzione napoletana del 1799 che
rivelò la tragica frattura tra l'idealismo patriottico dei giacobini e la
ripulsa reazionaria dei lazzaroni mobilitati dai preti. Spento il genio di
Cavour, contestato l'eroismo di Garibaldi, il risorgimento decade consumandosi
nella grigia mediocrità della monarchia sabauda. Incapace di realizzare l'unità
del Sud e del Nord quella monarchia la sforza con la violenza in una brutale
repressione delle plebi meridionali. Il fascismo non è all'origine un movimento
reazionario. Anch'esso espressione di minoranze intellettuali, è una
rivoluzione piccolo borghese intrisa di violenza di classe e satura di
letteratura retorica. Esso trascina una borghesia pavida e un proletariato
sconfitto all'avventura e alla catastrofe. La Repubblica. Nata dal riscatto
vitale della Resistenza, espressione di minoranze intrepide, trae il suo vigore
da due grandi forze popolari in conflitto: quella democristiana e quella
comunista. Queste hanno il merito, eccezionale nella storia d'Italia, di
trascendere i termini di quel conflitto dando al Paese una Costituzione
socialmente avanzatissima, e di respingere i conati separatisti. La Democrazia
cristiana riesce a tenere a bada le pretese clericali e a controllare il
qualunquismo eversivo delle maggioranze silenziose. Il partito comunista, a
frenare gli impulsi insurrezionali deviando la sua grande forza verso un
disegno storico di alleanza con il mondo cattolico. A questo disegno ideologico
esso sacrifica però le concrete possibilità aperte al riformismo liberale e
solcialdemocratico che si afferma negli altri Paesi d'Europa. Preservata
l'unità politica del Paese, la repubblica dei partiti si rivela incapace di
rifondarla su una vera unità nazionale, affrontando e risolvendo il vero nodo
che impedisce la formazione di uno Stato moderno: la questione meridionale,
ovvero l'impasse di una penisola troppo lunga. Questo è il vero fallimento
della Repubblica. La grande insurrezione che segue, contro la corruzione
politica, inizialmente motivata da un autentico sdegno civile, ha aperto le
porte ad una gigantesca jacquerie. Quel terremoto ha travolto i partiti,
strutture portanti della Repubblica, senza rigenerare il paesaggio politico. Ha
scatenato invece una possente rebelion de las masas scatenata contro i partiti,
contro lo Stato, contro la politica. L'essenza di questa deriva è il
privatismo, la riduzione di ogni aspirazione a interesse privato,
l'insensibilità per valori politici che lo trascendono, l'insofferenza di ogni
regola che si imponga alle pretese del "particulare". Il privatismo è
l'essenza del populismo. Le formazioni collettive cui da luogo non sono strutture;
sono mucchi di granelli di sabbia esposti al vento di correnti emotive, di
suggestioni demagogiche e mediatiche. Emerge una società informe, senza
identità. Una società in senso proprio privata: di sé stessa. Mai come oggi
l'Italia è apparsa così fragile. E la sua unità così in pericolo. I pericoli di
secessione non sono svaniti. Dopo il Nord la febbre leghista può investire il
Sud promuovendo progetti separatisti come quelli che la Mafia elaborò nel pieno
della tremenda crisi del 1992, quando si tramava la fondazione di uno Stato del
Sud, una sorta di Singapore mediterranea, ultramercatistica e autoritaria.
Porto franco, capitale di tutti i capitali del mondo. Il pericolo non è un
nuovo fascismo. è la decomposizione nazionale e sociale. Mazzini aveva detto:
l'Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà. Questa profezia rischia di
avverarsi al suo livello più basso. Compito storico della Sinistra avrebbe
potuto essere quello di ricomporre l'unità nazionale in un progetto di società
che affronti i grandi problemi dello sviluppo economico, dell'equilibrio
ambientale e del benessere sociale. E di fondare su questo il grande disegno
federativo unitario indicato da Carlo Cattaneo, non lo pseudo federalismo
separatista implicito nei progetti leghisti. Ma la Sinistra italiana è priva di
un progetto. Essa è dilaniata tra due tendenze: alla contestazione e alla
mimesi della destra, ambedue subalterne. Il sociologo Durkheim avrebbe detto
che il suo linguaggio non è quello della conversazione, ma quello del
pettegolezzo. Un progetto non può desumersi dal chiacchiericcio dell'attualità,
ma solo dalla consapevolezza della storia di questo Paese: grande ma troppo
lungo. Un progetto che permetta finalmente di accorciarlo un po'. Non sto
proponendo un corso di storia. Se mai, di geografia.
( da "Stampa, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
COMUNE. NE
DISCUTERANNO I CAPIGRUPPO Più assessori in Consiglio col nuovo statuto
[FIRMA]GLORIA POZZO VERCELLI La prossima amministrazione comunale, da chiunque
sarà guidata, avrà a disposizione uno statuto comunale ed un regolamento
interno nuovo. Ne discuteranno i capigruppo nella riunione del prossimo 11
settembre, di fronte alla bozza del nuovo statuto presentata a luglio dal
sindaco Andrea Corsaro: "Una bozza aperta alle osservazioni - afferma -
che speriamo incontri la massima convergenza possibile". Tra i punti più
interessanti, quello di portare a dodici il numero degli assessori (attualmente
10) e la richiesta della presenza di almeno un terzo dei consiglieri (14 invece
degli attuali 4) per la validità del consiglio comunale in seconda
convocazione. "Richieste del tutto fondate - commenta il capogruppo di
Forza Italia Eduard Kotlar - che vanno ad aggiungersi ad una serie di
variazioni semplicemente legislative, perché lo statuto deve ancora essere
aggiornato in base alle legge 267 del 2000". "Le linee - spiega il
capogruppo di An Francesco Zanotti - sono quelle fornite dalla maggioranza in
una prima bozza, poi revisionata dal sindaco". La proposta di portare gli
assessori al numero massimo consentito dalla legge, prosegue Kotlar, "può
essere utile ad esempio per deleghe importanti come urbanistica e assistenza.
Oggi c'è molta burocrazia in più, un assessore deve essere molto più presente rispetto al
passato. Per quanto riguarda la seconda convocazione, poi, è questione di
democrazia: è giusto che una maggioranza governi, ma che lo faccia con numeri
adeguati". Disponibilità al confronto da parte della minoranza, che pone
però questioni di procedura: "Riteniamo che la discussione e il
confronto aperto sulle diverse proposte di modifica della statuto debba
svolgersi con il più ampio apporto di tutti i gruppi consiliari - afferma il
capogruppo del Pd Giorgio Gaietta - sviluppando una discussione aperta e non
precostituita da proposte già scaturite nell'ambito dei gruppi di maggioranza,
di minoranza o della Giunta. Alla riunione dei capigruppo non presenteremo
quindi osservazioni, ma le nostre proposte". Concorda il capogruppo della
Lista civica Massa: "Lo statuto è un documento estremamente importante,
che attende da tempo di essere rinnovato, e non spetta ai soli capigruppo
discuterne". Tra i punti presentati dalla minoranza, il potenziamento del
ruolo del Consiglio e del suo presidente, l'operatività e l'efficacia della
Giunta e la partecipazione della cittadinanza: "La finanziaria ha
eliminato le circoscrizioni, ma la partecipazione è importante: come saranno
sostituite, e quale ruolo avranno le associazioni?".
( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina X - Palermo
TAGLI SULLO SPRECO NON ALLA SALUTE CALOGERO COMPARATO F unzioni da individuare
in relazione alle necessità assistenziali e alla mission dell'azienda sanitaria
e da attribuire su base fiduciaria e meritocratica. Di particolare interesse è
la creazione di Unità operative semplici o dipartimentali, sorta di piccoli
primariati, e proprio per questo destinati ad alimentare aspettative e
scatenare appetiti. In Sicilia la prima applicazione della legge è stata a dir
poco infelice, con incarichi attribuiti temporaneamente e con procedure assai
poco rigorose, ma di fatto prorogati per diversi anni, fino a oggi. Deve essere
altrettanto chiaro che l'attribuzione degli incarichi dirigenziali non è una
querelle interna al mondo medico, ma rappresenta un punto centrale per il
futuro del nostro sistema sanitario per almeno tre motivi. Primo: di fatto
condizionerà l'offerta assistenziale nei prossimi anni. Secondo: la creazione
di Unità operative rappresenterà un aggravio di spesa per le già dissestate
finanze regionali, che potrebbe essere giustificato solo dal raggiungimento di
una maggiore efficienza e qualità. Terzo: la titolarità di una Unità operativa
costituirà una sorta di titolo preferenziale per la progressione di carriera. Cosa
sta accadendo ora che si deve procede al rinnovo degli incarichi?
L'attribuzione su base totalmente fiduciaria si sta rilevando un punto di
grande debolezza. è tutto un fiorire di programmazione sanitaria
"creativa". Unità operative semplici che dovrebbero sorgere senza
personale, senza idonee professionalità, senza necessaria tecnologia, nate al
solo scopo di soddisfare qualche ambizione personale. Il medesimo incarico
ripetuto più volte nell'ambito della stessa azienda alla faccia della
razionalizzazione della spesa. Unità operative semplici per assistere, nella
migliore delle ipotesi ,qualche decina di pazienti ogni anno, create in
dispregio di ogni dato epidemiologico. Unità operative semplici deputate a
svolgere compiti assistenziali marginali e non necessari rispetto a quelli
delle Unità operative complesse, all'interno delle quali sono allocate. E di
contro spicca la mancanza di strutture attinenti necessità assistenziali
primarie per il soddisfacimento delle quali il malato è costretto a migrare. è
evidente che tutto questo non succede né per caso né per un improvviso attacco
di schizofrenia. Succede perché, in una società dai connotati familistici come
la nostra, la discrezionalità di chi è chiamato istituzionalmente a decidere
per il bene di tutti è spesso utilizzata per favorire l'amico, il parente, il
compagno di partito, per ingraziarsi il potente di turno, per ottenere
protezioni, per barattare favori. E tutti i poteri forti della società
siciliana, da quello politico a quello giudiziario, da quello
economico a quello della burocrazia, per finire a quello illegale e mafioso, partecipano a questo
saccheggio. Con la sua decisione coraggiosa di bloccare temporaneamente
l'attribuzione degli incarichi dirigenziali, l'assessore di fatto è entrato nella
zona grigia della sanità siciliana, apparentemente legale ma non per questa
meno nociva e sperperatrice di quella illegale. Si può oggi migliorare
l'assistenza sanitaria nella nostra regione, senza ulteriori spese, solo che si
voglia combattere la madre di tutte le guerre, quella per la meritocrazia. I
medici laboriosi che sono moltissimi e i cittadini onesti che sono la
stragrande maggioranza, nutrono la speranza che Russo, fuori da lacci e
laccioli, condizionamenti e compromessi, possa e voglia governare la sanità
siciliana non solo all'insegna della legalità che sebbene importante da sola
sarebbe riduttiva, ma avendo come punti cardinali la meritocrazia e la qualità
dell'assistenza. Apriamo di buon grado nei suoi confronti una linea di credito.
Non ci deluda. L'autore è dirigente medico cardiologo ospedaliero.
( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Napoli I
commercianti propongono di rilanciare la città con un piano in 18 mesi e 5
tappe L'Ascom: patto per Napoli Bagnoli, centro storico, cantieri, porti, riforma della burocrazia. E poi accorpare le comunali e le regionali nel 2010 Un Patto
per Napoli. Imperniato su cinque concreti traguardi: da Bagnoli al porto
turistico. E con una durata strategica di 18 mesi, al termine dei quali - nella
primavera del 2010 - invitare i cittadini alle urne per un doppio appuntamento:
rinnovando così sia il vertice della Regione, ormai alla scadenza
naturale, sia quello del Comune di Napoli, con un anno di anticipo. è la
proposta che l'Ascom, attraverso il presidente Antonio Pace, lancia "alle
istituzioni e a tutte le forze sane della città", convinto che "sia
ormai indispensabile la costituzione di un tavolo operativo, e non di mere
idee, per il rilancio di Napoli: una rinascita che passi attraverso la
risoluzione di alcuni nodi, il sui superamento è decisivo per il futuro della
città". Un'idea che forse non piacerà al sindaco Iervolino, ma già conta
su un numero consistente di supporters in Regione. L'Ascom-Confcommercio indica
così i cinque nodi dello stallo di Napoli, sospesa tra le vecchie incrostazioni
di inefficienza e il futuro solo annunciato. Il primo dei segni di una svolta
possibile: "Riorganizzare la macchina comunale, con priorità assoluta per
la riforma della polizia municipale, strumento essenziale per garantire il
rispetto delle regole, il buon funzionamento e la qualità della vita ordinaria".
Secondo nodo: "Bagnoli", senza altre parole, dopo le attese frustrate
e ormai ventennali che gravano sull'area ovest; terzo obiettivo, "la
portualità turistica". E ancora: "la programmazione dei cantieri,
basta ai "lavori eterni"". E la "riqualificazione del
centro storico, con individuazione delle priorità". Spiega Pace: "Il
Patto dovrà contenere impegni operativi precisi per ciascun sottoscrittore ed
un cronoprogramma puntuale per le azioni urgenti, termine massimo di 18
mesi". Il presidente dell'Ascom non nasconde di avere già colto adesioni
"ad esempio tra le attività produttive della Regione", ma lontano
dall'ottica delle contrapposizioni. "Il tempo delle polemiche, pur
giustificate dallo stato penoso in cui versa la città, deve fare spazio a una
fase di piena assunzione di responsabilità e di operatività - sottolinea Pace -
. Siamo pronti come Ascom ad aprire un tavolo che definisca rapidamente i
rispettivi impegni ed il programma. Ma sia chiaro un principio: chi non
manterrà gli impegni dovrà farsi da parte". L'invito punta dunque
nettamente a votare, nel 2010, per Comune e Regione. "Diciotto mesi sono
sufficienti per realizzare o avviare a compimento gran parte del programma.
Raggiunta questa scadenza, si potrebbe andare al voto: accorpando elezioni comunali
e regionali". (co.sa.).
( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VI - Firenze
L'ipotesi Ambulanze, una legge tampone per lasciarle al volontariato Si profila
una soluzione d'emergenza dopo che la Corte di giustizia europea ha stabilito
che per affidare il servizio di trasporto sono necessarie le gare GAIA RAU A quattro
mesi dalla scadenza dell'accordo quadro regionale sul trasporto sanitario si
profila una soluzione che permetterebbe di far sopravvivere, almeno per un
altro anno, le ambulanze dei volontari. La Regione starebbe pensando a un atto
legislativo, compatibile con la normativa europea, col quale prorogare fino al
31 dicembre
( da "Repubblica, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Tutti in piedi per
il soldato-eroe riparte la convention di McCain Ieri il video-messaggio di
Bush. Oggi tocca alla Palin I media scavano nel passato della numero due: e
spuntano episodi imbarazzanti Dal palco di Saint Paul l'omaggio di Joe
Lieberman, che nel 2000 corse assieme a Gore ALBERTO FLORES D'ARCAIS dal nostro
inviato ST. PAUL - Superato senza danni l'incubo Gustav e conquistata tutta la
visibilità mediatica possibile, John McCain e il Grand Old Party sono da ieri
impegnati a rilanciare i lavori di una Convention sottotono, dove inaspettata
protagonista è diventata (nel bene e nel male) Sarah Palin, numero due del
ticket repubblicano. Le ultime rivelazioni della stampa sulla governatrice
dell'Alaska, dove i reporter dei network e dei quotidiani di punta sono
piombati come lupi affamati alla ricerca di "peccati" del passato,
danno nuova linfa agli strateghi democratici e qualche preoccupazione a quelli
del Gop. Dopo la storia della figlia incinta, adesso si scopre nell'ordine che:
Sarah Palin e il marito Todd facevano parte negli anni Novanta dell'Alaskan
Independence Party, un partito secessionista che aveva tra i suoi obiettivi
quello di unire l'Alaska al Canada; che come sindaco di Wasilla Sarah alzò le
tasse (peccato mortale per i repubblicani) e assunse una società di lobbying (cosa
legale) per garantire alla sua cittadina 27 milioni di dollari in fondi
federali; che Todd una ventina di anni fa venne arrestato per guida in stato di
ubriachezza; che (ma questo è tutto da verificare) non è stata neanche eletta
Miss Wasilla nel 1984, ma solo Miss Congeniality, e del resto in quell'anno lei
era al college in Idaho. In questo clima era necessario per McCain riprendere
in mano la Convention. Ecco dunque che la seconda serata viene dedicata proprio
a lui, alla storia di un soldato-politico iniziata nelle prigioni di Hanoi e
che potrebbe finire alla Casa Bianca. Con la "sorpresa" annunciata di
un video-messaggio di George Bush, che in circa cinque minuti ha rassicurato la
parte del partito su cui ha ancora presa e galvanizzato i milioni di repubblicani
che ancora lo amano. La serata del rilancio è stata affidata alle seconde file
più note. Fred Thompson, il popolare politico-attore (protagonista della serie
Law&Order), uno di quelli che ha tentato con scarso successo di contendere
a McCain la nomination durante le primarie, ha usato il suo appeal televisivo
per un applaudito discorso intitolato "Il coraggio e lo spirito di
servizio di John McCain"; Joe Lieberman, una vita spesa nelle fila del
Partito democratico - massimo della popolarità nel 2000 quando Al Gore lo
scelse come numero due - ha scelto di parlare dell'"Original
Maverick" (l'anticonformista autentico), titolo volutamente provocatorio
per ricordare, lui ex democratico, che l'unico maverick della politica
americana è Mccain e non il suo ex compagno di partito Obama. Con l'intervento
di Lieberman, amico di vecchia data (come del resto Fred Thompson) di McCain -
i due hanno viaggiato insieme per il mondo, la pensano allo
stesso modo sull'Iraq e nutrono la stessa insofferenza verso le burocrazie di
partito - gli strateghi del Gop cercano di andare alla conquista di quegli
elettori democratici moderati che per motivi politici, o magari anche per
quelli non detti (il colore della pelle), sono molto tentati da non votare per
Obama. Che un ex democratico (oggi registrato come indipendente) come
Lieberman potesse diventare la star principale di una serata della Convention
repubblicana fino a pochi mesi fa sarebbe stato impensabile. è anche questo il
risultato di una campagna totalmente fuori dagli schemi tradizionali, con due
candidati (e una candidata vicepresidente) che per diversi (e a volte opposti)
motivi rappresentano la vera novità di una politica che, almeno a parole, vuole
prendere le distanze dai palazzi del potere di Washington. Dopo il
video-messaggio di Bush, introdotto dalla First Lady Laura, la serata dedicata
a McCain è continuata con i ricordi personali di un amico del senatore
dell'Arizona che ha adottato una bambina nello stesso orfanatrofio del
Bangladesh dove John e Cindy McCain adottarono la loro figlia Bridget: proprio
quella bambina che, durante le primarie del 2000, le ciniche soffiate di Karl
Rove ai media del South Carolina attribuirono falsamente a una relazione
illegittima di Mccain con una donna di colore, aprendo la strada della Casa
Bianca a George W. Bush. Doveva anche essere anche il giorno di Rudolph
Giuliani, cui era stato affidato il keynote, il discorso principe della
Convention. L'uragano Gustav e il cambio del programma hanno costretto l'ex
sindaco di New York a parlare oggi. Ma stasera tutte le luci della ribalta
saranno puntate su Sarah Palin.
( da "Tirreno, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Allontanati gli
imprenditori che non hanno denunciato le estorsioni Dieci espulsi da
Confindustria Lotta al pizzo in Sicilia: i sospesi sono trenta PALERMO. Sono 10
gli imprenditori espulsi da Confindustria in Sicilia da quando l'associazione,
il 1 settembre di un anno fa, ha dichiarato guerra al racket delle estorsioni.
Altri 30 associati sono sospesi e potrebbero essere espulsi, mentre sono in
totale 51 i provvedimenti al vaglio dei probiviri di Confindustria nell'isola.
Il bilancio è stato fatto dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo
Bello. Sono in totale 64 invece gli industriali, vittime del racket, che hanno
denunciato i propri aguzzini e che stanno collaborando con le forze dell'ordine
e con la magistratura. Lo Bello ha rivelato che "prima del 1 settembre
dell'anno scorso erano soltanto due gli imprenditori vittime del pizzo che
avevano deciso di collaborare con la giustizia". Tra i dieci industriali
ormai fuori dall'associazione, qualcuno ha preferito allontanarsi per evitare
l'espulsione, come prevede il codice etico, adottato da Confindustria in
Sicilia, per chi non denuncia le richieste del racket delle estorsioni.
"Perchè essere espulsi - ha detto Lo Bello - significa essere esposti alla
gogna pubblica". A fianco a Lo Bello c'erano i presidenti di alcune delle
nove associazioni territoriali, tra cui Antonello Montante (Caltanissetta),
Giuseppe Catanzaro (Agrigento), Nino Salerno (Palermo), Davide Durante
(Trapani) e Ivo Blandina (Messina). Sono soprattutto gli industriali di
Caltanissetta e di Agrigento quelli che hanno intrapreso con fermezza la linea
della denuncia. Ben 40 imprenditori, dei 64 che stanno collaborando, operano
nelle due province. E dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si
prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che
definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la
mafia. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un
passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la
collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta
al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con
la mafia. Questa seconda frontiera ci terrà impegnati in modo
forte". Positive le reazioni politiche. Anna Finocchiaro, capogruppo del
Pd: "I dati dimostrano che la decisione va nella giusta direzione e
soprattutto che combattere la mafia e rialzare la testa si può anche in
Sicilia".
( da "Unita, L'" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di Michele Sarfatti
L' 1 e il 2 settembre 1938, il Consiglio dei ministri del Regno d'Italia, presieduto
dal dittatore Benito Mussolini e residuo formale del precedente regime
liberale, varò un primo gruppo di decreti-legge antisemiti e razzisti. Essi
istituirono il Consiglio superiore per la demografia e la razza e la Direzione
generale per la demografia e la razza, ma, più che ciò, disposero l'esclusione
(o la segregazione) di professori e studenti ebrei e l'avvio dell'espulsione
degli ebrei stranieri dalla penisola. Il corpus legislativo creato con queste
leggi e con quelle dei mesi successivi (ora riprodotto in www.cdec.it) istituì
la definizione giuridica di "appartenente alla razza ebraica" e
assoggettò tali persone a un gran numero di esclusioni, divieti e angherie. In
tal modo l'Italia venne trasformata in uno "Stato razziale", uno
Stato razzista, uno Stato antisemita. Qual è il significato di ciò nella storia
d'Italia? Si trattò di un evento di rilevante gravità. Di una grave ferita,
inferta agli ebrei, al Paese, alla società civile tutta (ovvero, anche ai non
ebrei). Era la prima volta dal Risorgimento che si faceva distinzione tra
cittadini e cittadini, tra italiani e italiani. Ed era la prima volta che si
incardinava tale differenza sul criterio della razza, che veniva presentata
come realtà scientifica esistente oggettivamente. Si trattò di una svolta
rispetto alla storia del fascismo? Ebbene esso, a differenza del nazismo, non
si era costituito all'insegna dell'antisemitismo, tanto che aveva raccolto
adesioni anche tra gli ebrei italiani. Tuttavia nei primi tre lustri di governo
aveva sviluppato una complessa politica di accettazione dell'esistenza di
correnti antisemite (Giovanni Preziosi, Roberto Farinacci, ecc.), di
allontanamento degli ebrei da determinati ruoli e incarichi rilevanti, di
persecuzione della parità (religiosa) dell'ebraismo. E però la decisione di
dotare il Paese di una normativa a carattere generalizzato (e pubblico),
decisione maturata a mio parere tra il 1935 e il 1936, costituì indubbiamente
una svolta. Essa fu uno sviluppo logico della politica del precedente quindicennio,
ma non ne costituì l'esito obbligato o automatico. L'iniziativa italiana del
1938 fu autonoma, sul piano internazionale? Nei decenni di inizio Novecento
l'antisemitismo era in notevole crescita in tutta Europa e oltre Atlantico. È
vero, molti europei e americani non partecipavano a tale processo, o lo
combattevano nettamente. E non va scordato che negli anni Trenta nessuno
ancora, pensando l'antisemitismo, poteva prefigurare le camere a gas di
Auschwitz-Birkenau o le uccisioni di massa nelle boscaglie orientali. Ma quella
crescita era in atto. Nel 1933 poi la Germania nazista aveva dimostrato
concretamente che un Paese europeo dalla storia "evoluta" poteva
introdurre nel proprio ordinamento una legislazione antiebraica che, mentre si
riallacciava addirittura all'epoca precedente la rivoluzione francese, si
presentava come "moderna". In questo contesto, senza esservi in alcun
modo obbligato o pressato, Mussolini decise in piena libertà di seguire la
strada intrapresa da Adolf Hitler. E varò un corpus legislativo che, appunto
perché similare ma autonomo, in alcuni ambiti fu più grave di quello vigente in
quel settembre-novembre
( da "Nazione, La (Umbria)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA UMBRIA pag.
2 ? PERUGIA ? "HA TUTTA la mia solidarietà, sono con lei, al... ? PERUGIA
? "HA TUTTA la mia solidarietà, sono con lei, al suo fianco. Insieme non
ci arrenderemo mai, finché non avremo riportato i nostri figli a casa". Caterina
Migliazza parla con il cuore: lei conosce lo strazio che vive Piera Maggio.
Sono due mamme che hanno visto i loro figli svanire nel nulla. Fabrizio
Catalano (originario di Collegno) è scomparso il 21 luglio 2005 da Assisi e la
madre Caterina lo cerca da allora, senza conoscere sosta. Stesso destino per
Piera: il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo è scomparsa Denise, solo
tre anni è mezzo. E ora la mamma siciliana ha iniziato lo sciopero della fame:
un modo per attirare attenzione sulla drammatica vicenda che sta vivendo la sua
famiglia. "E' vergognoso ? attacca Caterina Migliazza, tornata in Umbria
sulle tracce del figlio anche poche settimane fa ?: non dovrebbe essere
necessario arrivare a questi livelli. Ma noi genitori e familiari di persone
scomparse, siamo solo numeri, come i nostri figli. Spero che almeno questa
volta non ci siano solo promesse. A noi spetta solo una vita di attese:
aspettiamo che si trovi qualche indizio, che qualcuno si occupi di noi e dei
nostri cari e poi otteniamo, di nuovo, solo impegni verbali". C'E' RABBIA
nelle parole di Caterina Migliazza, come nel gesto di Piera Maggio. La stessa
rabbia che vive Anna Marra, sorella di Sonia, la ragazza di Specchia scomparsa
a 25 anni da Perugia: lei è venuta a vivere in Umbria, lasciando il lavoro e
l'esistenza che conduceva a Roma, pur di seguire le orme della studentessa
leccese. Anche su Sonia sembra essere calato un velo di silenzio. Oltre al
mistero che da sempre ha accompagnato la sua vicenda. "Una sorella è
pronta a tutto, figurarsi una madre ? dice Anna Marra ?. Credo, comunuque, che
molte situazioni sono venute alla luce anche grazie al lavoro delle
associazioni e di alcune trasmissioni televisive che ci aiutano. Per gli
inquirenti, poi, non credo il lavoro sia facile. Vi faccio un esempio: le
indagini sul delitto di Meredith non sono state semplici e in quel caso c'era
un corpo, purtroppo, dal quale partire. Nelle storie dei nostri familiari non
c'è nulla. Niente. E, a volte, ci si trova a battere la testa contro un muro.
Speriamo ? conclude la combattiva sorella di Sonia Marra ? che almeno vada in
porto il progetto della banca dati: raccogliere il dna delle persone scomparse
e confrontarlo con quello delle centinaia di cadaveri che giacciono senza nome
negli obitori o negli istituti di medicina legale, potrebbe dare risposte a
molte domande". MA LA BATTAGLIA non è semplice. Anzi, è lunga. "Noi
non dobbiamo arrenderci, mai ? dice ancora la mamma di Fabrizio ?, neanche alla lentezza con cui procedono le ricerche, alla burocrazia che non conosce l'angoscia di
una famiglia. Perché sulle scrivanie dove spesso è fermo il destino delle
nostrw 'vite sospese', c'è sempre qualcosa o qualcuno di più importante
rispetto ai nostri figli. E non potete immaginare ? conclude Caterina Migliazza
? quanto ci amareggia sapere che una donna, madre di una bimba, che
quando è scomparsa aveva solo tre anni e mezzo, sia stata costretta ad arrivare
allo sciopero della fame per attirare l'attenzione". Annalisa Angelici.
( da "Nuova Ferrara, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il punto del
presidente Fausto Facchini: attendo delle risposte precise dall'amministrazione Tanti progetti ancora da avviare La burocrazia sta frenando i lavori della
zona Sud GAIBANELLA. Gli operatori e soprattutto il presidente Fausto Facchini
della circoscrizione Sud sono in fibrillazione; da parte degli utenti infatti è
un continuo chiedere chiarificazioni ed informazioni sugli interventi promessi
e tuttora in altomare. Il più in fermento è proprio il presidente che ha
già avviato da tempo l'iter burocratico per produrre le modifiche, i
miglioramenti e il ripristino in vari settori dei problemi che affliggono il
suo territorio, ma senza vedere ancora alcun risultato concreto e senza sapere
quando questi si potranno realizzare. "Di carne al fuoco ne abbiamo messa
tanta - dichiara Fausto Facchini - la ciclabile di via Buttifredo, il
tombinamento di una parte del canale di via Lampone, la messa in sicurezza di
via San Martino e questi tanto per citarne qualcuno". Prosegue poi il
presidente della circoscrizione riferendosi agli impianti di illuminazione
riguardanti diverse frazioni come ad esempio Monestirolo, San Bartolomeo in
Bosco e San Martino; il discorso è a parte perchè si potevano promuovere
diverse gare d'appalto mentre invece il Comune ha voluto riunirle tutte in
un'unica azione per tutto il territorio, per cui a tutt'oggi non è dato
conoscere quando si comincerà e non è dato sapere neppure da dove i lavori
prenderanno il via. Facchini si trova quindi fra due fuochi: la coscienza di
aver compiuto tutti i passi necessari ed opportuni per avviare gli interventi
necessari e le risposte da dare ai residenti che vivono quotidianamente i
disagi. "Attendo quindi con trepidazione - prosegue Facchini - di poter
incontrare l'assessore ai lavori pubblici Mariella Michelini che deve tornare a
giorni dalle ferie. Solo allora potrò avere quelle risposte da portare il 15 settembre
in consiglio circoscrizionale ed evitare così quella valanga di interpellanze
che sto attendendo". C'è poi un altro problema da affrontare, con Hera,
che non ha ancora terminato i Piani Partecipati di Quartiere del 2007
relativamente al sistema fognario della zona di Monestirolo; costo complessivo
dell'opera 130.000 euro ma finanziata dalla Circoscrizione per il 50%.
"Abbiamo arricchito il territorio di 65 cassonetti di raccolta rifiuti -
conclude Facchini - con l'obiettivo del 60% al riciclo". (m.g.).
( da "Nazione, La (Firenze)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACA FIRENZE pag.
8 "Volontariato a rischio fuorigioco" SANITA' APPELLO DELLE
MISERICORDIE AGLI ASSESSORI REGIONALI LE AMBULANZE in caso di emergenza, il
trasporto dei pazienti non autosufficienti per analisi o terapie, l'assistenza
domiciliare, l'assistenza alla persona. Sono tutti servizi che in Toscana vengono
svolti dal mondo del volontariato, in convenzione con le istituzioni locali. Ma
dall'anno prossimo tutto questo sistema di assistenza al servizio della gente
potrebbe non funzionare più. La spada di Damocle che pende sulla testa delle
associazioni di volontariato arriva dalla Corte di giustizia europea: in una
sentenza della scorsa primavera ha invitato gli Stati e le Regioni ad affidare
ogni servizio solo attraverso gare di appalto. Anche il trasporto sanitario,
dunque. "Ma una legge nazionale vieta a tutte le associazioni di
volontariato di partecipare a qualsiasi bando di gara ? spiega il
vicepresidente della conferenza regionale delle misericordie toscane Alberto
Corsinovi ?. A fine anno scade il nostro accordo quadro regionale che affida a
noi volontari molti servizi alla cittadinanza". Ma il rinnovo
dell'accordo, se realizzato in base alle direttive europee, potrebbe cambiare
tutto. "La corte di giustizia probabilmente non conosce la realtà toscana
fatta di lavoro volontario gratuito e, con una burocrazia cieca, rischia di mettere in
ginocchio tutta la nostra assistenza". Le Misericordie chiedono una
risposta agli assessori regionali alla sanità Enrico Rossi e al welfare Gianni
Salvadori. Una risposta che potrebbe arrivare dal meeting regionale per
Misericordie e gruppi Fratres della Toscana dal 5 al 7 settembre a Porto Santo
Stefano (Gr), quest'anno dedicata alla figura di Madre Teresa. I due
amministratori parteciperanno a un forum sul tema del volontariato e dei
servizi di trasporto sanitario in un forum sabato pomeriggio. "Sarà anche
l'occasione ? dice il presidente dei gruppi Fratres Toscana Francesco Scarano ?
per chiedere ai giovani di impegnarsi per donare il sangue, un gesto di grande
misericordia". M. P.
( da "Nazione, La (Firenze)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
CHIANTI / VAL DI
PESA pag. 22 "CHIEDIAMO certezze". Lo hanno detto a gran voce ieri
mattina i lavorat... "CHIEDIAMO certezze". Lo hanno detto a gran voce
ieri mattina i lavoratori della Trigano durante il picchetto dopo che l'azienda
ha dato il via alla cassa integrazione per ulteriori tre settimane dopo quella
che ha preceduto le ferie di agosto. Il ritorno dal mare non è certo ottimista
per i lavoratori del distretto del camper, 1.500 dipendenti, quasi 4mila se si
considera tutto l'indotto. Gli operai chiedono certezze in un momento di forte
crisi per il settore. La procedura di mobilità, in corso fino al 19 settembre,
segue quella del periodo aprile-maggio e interessa oltre 300 addetti su 500.
"La crisi nel comparto, a livello mondiale ed europeo, c'è. Ma qui ?
affermano ancora i lavoratori ? siamo di fronte a un problema sociale che
riguarda l'intero settore del camper in Valdelsa: 4mila posti di lavoro,
compreso l'indotto". A esprimere vicinanza ai lavoratori, oltre ai sindaci
di Barberino e Poggibonsi, per i quale serve l'impegno di tutti a partire dalle
istituzioni che hanno già avviato un'azione di sostegno. Anche se naturalmente
la parte prioritaria deve spettare alle imprese. Sulla questione che riguarda
tutto il distretto del camper, di cui fanno parte Mobilvetta e gruppo Sea,
Rimor, Laika, Giottiline oltre ovviamente a Trigano, è intervenuto anche
l'onorevole Susanna Cenni, con una proposta che viaggia su due linee. Sul piano
locale la deputata propone di "proseguire sul sostegno all'idea di filiera
lanciata dagli operatori economici coinvolti", mentre sul piano nazionale
l'obiettivo è "sensibilizzare il governo sulla questione dell'aumento dei
costi del gasolio", che hanno una ripercussione diretta sul settore dei
camper. Sulla questione è intervenuto anche il presidente degli industriali di Siena,
Luigi Borri. "Le istituzioni ? sostiene ? devono
accelerare i tempi della burocrazia e mettere in atto ciò che è stato concertato, come il
completamento del progetto di filiera del settore del camper. Proprio a questo
proposito grandi aziende continuano a voler investire nel nostro territorio:
hanno però bisogno di infrastrutture, dello scambio merci tra gomma e ferrovia
della Zambra, del potenziamento della strada regionale 429. E di
infrastrutture hanno bisogno tutte le nostre aziende, di tutti i
comparti". anset.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
CRONACHE pag. 19
"Da goleador a prete per un disastro aereo che mi ha cambiato la
vita" "La Nazionale dello Zambia precipitò in mare" ? CINGOLI ?
DOVEVA ESSERCI anche lui, su quell'aereo. Ma qualcosa o qualcuno, all'ultimo
momento, ha voluto che così non fosse. Qualcosa che per tanti avrebbe potuto
essere liquidata come una semplice fatalità ma che per lui ha assunto un
significato del tutto speciale. Gli ha cambiato la vita. Don Oscar Mwoanza è
oggi il parroco di Strada, una popolosa frazione del comune di Cingoli, in
provincia di Macerata. Ma da giovane aveva la passione del... prato verde. Una
passione che oggi, in qualche modo, ancora coltiva, come centravanti della
squadra dei sacerdoti della diocesi di Macerata. AFRICANO dello Zambia, dov'è
nato il 10 novembre 1972, da ragazzo ha potuto alternare lo studio al pallone:
bravo sui libri, abile a infilare i portieri avversari. Un giovane goleador,
attaccante della rappresentativa Under 21 dello Zambia e in odor di
convocazione per la Nazionale maggiore. Poi, la vocazione, sbocciata da una
tragedia. "Durante la fase di qualificazione per i mondiali del '94 ?
ricorda don Oscar ? i dirigenti della Nazionale che avrebbe dovuto disputare
una partita sul campo del Senegal, decisero di aggregare in viaggio-premio due
ragazzi non tesserati per motivi di età: uno ero io, avevo 17 anni, ero fuori
di me dalla gioia. Invece proprio all'ultimo momento ci dissero che per una
serie di motivi saremmo dovuti restare a casa. Lì per lì ci rimasi male, su
quell'aereo sarei stato insieme a tanti amici: con tre di loro ero come un
fratello. Ma quando si dice il destino?". INFATTI, l'aereo che trasportava
la Nazionale fece scalo nel Gabon. Poi ripartì. Ma dopo appena mezzo minuto dal
decollo, precipitò per cause mai accertate. Morirono tutti. "Fu un evento
drammatico che ancora mi rattrista e che lasciò un segno profondo dentro di
me". Oscar terminò gli studi nel college di tipo anglosassone che
frequentava, ma il ricordo della tragedia non l'abbandonò mai completamente: "Riflettendo
su quella disgrazia ? racconta ? cominciai a meditare sulla caducità di questa
vita terrena. Ne scaturì una visione spirituale dell'esistenza. Mi sentìi più
sereno e come chiamato: capìi che dovevo dedicarmi al sacerdozio. Terminata la
scuola superiore, conseguita la maturità scientifica, decisi di entrare in
seminario". Don Oscar scelse il "Redemptor Mater" di Macerata:
divenne sacerdote il 10 maggio 2004, poi viceparroco a Cingoli, ad Appignano, a
Recanati. Oggi è titolare nella frazione Strada, che ha la squadra Victoria in
seconda categoria. Servisse una punta? "Purtroppo dovrei dire: grazie, non
posso giocare ? dice ?. Non che non mi farebbe piacere. E'
per motivi di burocrazia calcistica.
Quando ero a Recanati, mi allenavo spesso con la Recanatese e il tecnico mi
fece la stessa proposta: t'ingaggiamo. Ma per farlo dovrei tornare in Zambia
per lo svincolo dalla Federazione di cui sono stato un Under 21". COSÌ,
non resta che divertirsi con la squadra dei sacerdoti. Le soddisfazioni,
d'altronde, non mancano. "Ultimamente ? racconta inorgoglito don Oscar ?
contro la parrocchia di Madonna del Monte abbiamo disputato due partite, vinte
entrambe: una per 7-5 con tre gol miei, l'ultima per 5-4. In questa non ho
segnato perché poi, nel pomeriggio sarei venuto per la prima volta a Strada.
Forse l'emozione, l'attesa ?". Ma il gol che ricorda di più è senz'altro
"quello segnato a Montefano, con la squadra dei sacerdoti, alla formazione
dei Carabinieri: 2-2, mia la rete del pareggio". Centravanti di ruolo,
all'occorrenza diventa pure centrocampista offensivo. Con grande ammirazione
del vescovo, monsignor Claudio Giuliodori, suo compagno di squadra (pure lui ha
un passato calcistico, in C2, nelle file dell'Osimana). Che però, un piccolo
appunto gliel'ha pur fatto: "E' stato categorico: devi perdere 5 chili, ha
detto. Mi metterò a dieta da lunedì".
( da "Giornale.it, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
N. 210 del
2008-09-03 pagina 18 Confindustria, 10 espulsi per pizzo di Redazione
L'associazione siciliana: altri soci sono sotto inchiesta da Palermo Un anno
fa, il primo settembre, Confindustria Sicilia approvò un codice etico che
stabiliva l'espulsione dei soci che pagavano il pizzo o non denunciavano le
richieste estorsive. Ad oggi sono dieci quelli che hanno dovuto lasciare
l'associazione diretta in Sicilia da Ivan Lo Bello. Lo ha annunciato lo stesso
presidente, che ha parlato di 30 associati sospesi e di un totale di 51
provvedimenti al vaglio dei probiviri di Confindustria nell'Isola. Sono 64,
invece, gli industriali che hanno denunciato richieste di pizzo e che
collaborano con le forze dell'ordine e la magistratura. Un anno fa erano
soltanto due, ha osservato Lo Bello. Tutto cominciò dopo le minacce e le
intimidazioni nei confronti dell'imprenditore catanese Andrea Vecchio e di
Marco Venturi, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, che con
decisione dissero no alle richieste degli estorsori. Tra i dieci industriali
ormai fuori dall'associazione, qualcuno ha preferito allontanarsi per evitare
l'espulsione. "Perchè essere espulsi - ha detto Lo Bello - significa
essere esposti alla gogna pubblica". A fianco di Lo Bello, nella
conferenza stampa a Palermo, c'erano i presidenti di alcune delle nove
associazioni territoriali. Sono soprattutto gli industriali di Caltanissetta e
Agrigento che hanno intrapreso con fermezza la linea della denuncia. Intanto, dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si
prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che
definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Centro-Nord sezione:
CENTRO NORD ECO.IMP MARCHE data: 2008-09-03 - pag: 6 autore: INTERVISTA Mario Mancini Presidente Piccola industria "Per
le Pmi meno intralci dalla burocrazia locale" ANCONA Più sensibilità, da parte delle
amministrazioni pubbliche e delle banche, alle esigenze delle piccole e medie
imprese. Il che non significa richiesta di maggiori risorse ma di minori
prelievi e meno ostacoli all'attività e agli investimenti aziendali. Non
sono istanze nuove quelle che il neoeletto presidente del Comitato Piccola
industria Marche, Mario Mancini, solleva in occasione dell'incontro che domani,
4 settembre, si terrà ad Ancona con il suo omologo in Confindustria nazionale,
Giuseppe Morandini, ma sono portate avanti con rinnovata determinazione. La
determinazione di un imprenditore, classe 1958, che si è fatto da sé, fondando
vent'anni fa ad Amandola (Ap) la Mancini Spa - tecnologie per l'industria
alimentare, una succursale a Modena, due società estere in Romania e Colombia,
nove milioni di giro d'affari consolidato e circa 50 addetti- e che oggi mira a
dare voce e visibilità alle oltre 2.500 piccole industrie che rappresenta in
regione, per aiutarle nel cammino di innovazione e internazionalizzazione.
Quali le priorità politicostrategiche del suo mandato? Intendo innanzitutto
proseguire, nel corso del prossimo biennio, l'attività svolta dal mio
predecessore Luigi Amedeo Antinori creando opportunità e occasioni di sviluppo
e visibilità per le imprese, a partire dal progetto "Piccola Impresa delle
Marche: impariamo a conoscer-la!" che presenterò nel corso della prossima
riunione del nostro Comitato Marche a fine settembre e che mira a creare spazi
di incontro tra sistema produttivo locale e mondo scolastico e universitario.
Quali le istanze su cui finora la piccola industria ha trovato meno aperture?
Non parlerei di minori aperture ma auspico una maggiore sensibilità e
attenzione nei confronti del sistema produttivo regionale. Che ha bisogno, ad
esempio, di trovare nelle banche partner solidi per portare avanti investimenti
nei mercati esteri e in tecnologie e nelle istituzioni scolastiche e
universitarie un'offerta di giovani leve rispondente alle reali esigenze
dell'impresa locale. La politica regionale su che fronte è carente? Senza
dubbio, le imprese delle Marche sono fortemente penalizzate da un inadeguato
livello di infrastrutture e servizi logistici. Andrebbero potenziate le reti di
trasporto viarie, ferroviarie ed aeree, quelle energetiche e telematiche,
soprattutto nelle aree interne della regione, indispensabili anche per
l'attrazione degli investimenti. Una adeguata politica energetica significa
disponibilità per le imprese di energia a costi sostenibili. Il livello di
pressione fiscale sul sistema produttivo, inoltre, continua a incidere in modo
rilevante sulla competitività e concorrenzialità delle nostre imprese già alle
prese con rincari esponenziali di carburanti e materie prime. Auspico dunque
riduzioni dei vari tributi (Irap in particolare) per permettere alle imprese di
dirottare risorse per innovazione, R&S, ed internazionalizzazione. Sono
ancora poche le realtà che si sono affacciate sui mercati esteri. Perché? I
piccoli, per affrontare i mercati esteri, dovrebbero aggregarsi tra loro o
costituire delle alleanze all'interno di una stessa filiera ma temo che lo
spiccato individualismo dell'imprenditore marchigiano possa rendere questo
salto culturale più complesso. Poi c'è un problema di risorse finanziarie e
umane necessarie per affrontare le piazze straniere. Le numerose missioni
all'estero che la Regione sta portando avanti non sono utili? Lo sono
sicuramente per svolgere attività di apripista e per dare visibilità al sistema
regionale. Ma l'imprenditore ha bisogno anche di attività di tipo diverso, ancora
più concrete e tangibili. Sono ipotizzabili azioni sinergiche o alleanze con
Confapi e associazioni artigiane? Auspico la collaborazione di tutte le
associazioni di categoria regionali per fare squadra affinché siano valorizzate
le istanze delle piccole e medie imprese. L'ipotesi di un'unione trasversale
come è avvenuto in Emilia-Romagna non è per ora, qui nelle Marche, all'ordine
del giorno. I. Ve. "Servono politiche infrastrutturali, tagli fiscali e
sinergie con scuole e atenei" In carica. Mario Mancini, guida da luglio la
Piccola industria Marche.
( da "Corriere della Sera" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-09-03 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE La polemica L'ex media di via Maggianico attende da anni
un progetto per mini-alloggi riservati agli studenti Rifugio di rom nella scuola
abbandonata. "Basta degrado" Da scuola abbandonata a residenza
universitaria. Ma il bel progetto s'incaglia nella burocrazia. E l'istituto di via
Maggianico, alla periferia Nord-Ovest della città, concesso dal Comune un anno
fa al Politecnico per realizzare 228 minialloggi (opera da 14 milioni di euro),
rischia di trascinare nel degrado un intero quartiere. Richiamo per
vandali e senzatetto. Ritrovo per sbandati e spacciatori. Il casermone grigio,
incastrato tra le case popolari di via Emilio Bianchi e il campo nomadi di via
Negrotto, ha perso quel poco di dignità che era rimasta dopo la chiusura della
scuola media, una decina di anni fa. Perché c'era l'anziano custode a vigilare.
Lo scorso inverno è morto anche lui, ultimo baluardo contro i vandali. E
l'istituto di via Maggianico è stato occupato e sgomberato, rioccupato e infine
"spolpato" giorno dopo giorno: dal prefabbricato sono spariti gli
infissi e i vetri, quando non li hanno fatti andare in mille pezzi giocando al
tiro al bersaglio, divelte intere pareti, smontati i soffitti, pieni di lana di
vetro e fibre di amianto. Spariti porte, lavagne, sedie, tavoli e neon. La
protesta di chi vive di fronte alla scuola abbandonata e teme l'ennesima
occupazione di senzatetto o nomadi viaggia con il passaparola, dal panettiere
al bar. Perché così si è abituati in questa periferia tra Vialba e Quarto
Oggiaro. "In agosto abbiamo visto di tutto", confida un'anziana.
Osserva, attenta da una finestra al terzo piano delle case popolari che si
affacciano sulla scuola. "Stavamo chiusi dentro casa. Hanno persino
sparato là dentro". Il cancelletto è aperto. Il cortile è invaso da
erbacce e rampicanti. L'alloggio che era del custode è stato violato, manca
un'intera parete, quella esterna. Si intravedono i resti della mobilia. Dal
Politecnico spiegano: "La Regione ci ha già dato un finanziamento, tre
milioni e 400 mila euro, per realizzare la residenza universitaria - spiega
Adriana Baglioni, prorettore delegato all'edilizia del Politecnico -. Ma
sapremo solo dopo la metà di settembre se il ministero della Pubblica
Istruzione approverà il progetto, che ha un costo finale di 14 milioni e 442
mila euro ". Solo allora, con la certezza del finanziamento, "potremo
accelerare la bonifica dell'area e demolire il manu-fatto, perché in caso
contrario dovremo restituire la scuola al legittimo proprietario". Come è
accaduto per via Bonfadini, con gli ex magazzini della Scala destinati
dall'amministrazione a casa per gli studenti. Spiegazione che non convince la
zona 8: "Finché l'edificio è stato in carico al Comune - dice il
consigliere Luca Bianchi - era vuoto ma sicuro. Il Politecnico non può
chiamarsi fuori. L'ha avuto in concessione e deve occuparsi del suo
stato". Mentre il capogruppo di An a Palazzo Marino, Carlo Fidanza, precisa:
"Non può la burocrazia affossare un progetto di
questa portata. Il governo deve dare un'accelerata. Ma sarà opportuno
sollecitare anche le forze dell'ordine, perché rispondano con più sollecitudine
alle segnalazioni dei cittadini di via Maggianico ". Quarto Oggiaro
L'esterno del complesso scolastico di via Maggianico e alcune aule devastate
Paola D'Amico pdamico@corriere.it.
( da "Messaggero, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di LUCIO GALLUZZO
PALERMO - Un anno fa Confindustria Sicilia, rotte anacronistiche logiche,
stabilì la "incompatibilità" tra la funzione sociale dell'imprenditore
ed il finanziamento sommerso alle cosche, sotto la specie di "stato di
necessità", per evitare il peggio. A determinare quella scelta, subito
trasfusa in un codice etico, fu la prassi di Andrea Vecchio, industriale edile
catanese, che dopo una raffica di attentati quotidiani ai suoi cantieri, non ha
mai pagato il pizzo e mai lo pagherà. E proprio Vecchio ieri ha preso posto
insieme a Marco Venturi, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta,
altro signor no, accanto ad Ivan Lo Bello, numero 1 di Confindustria Sicilia,
che ha reso un pubblico rapporto 12 mesi dopo la vigenza del codice etico: 10
gli associati già espulsi, 30 i sospesi, 51 le posizioni all'esame dei
probiviri. "Oggi Libero Grassi non sarebbe più solo - ha potuto dire il
Presidente Lo Bello -, soli sono invece gli industriali e i commercianti che
non denunciano il pizzo. A loro lancio un appello: ribellatevi". E siamo
solo all'inizio, perchè dopo la lotta al pizzo Confindustria promette sia
battaglia a quella che Lo Bello ha definito la "zona grigia",
l'intreccio tra burocrazia e
imprenditori collusi con la mafia, sia una piena collaborazione
dell'Associazione agli inquirenti nelle indagini contro il riciclaggio dei
capitali sporchi. Altre cifre: sono stati in un anno 64 gli industriali nel
mirino del racket che invece di trattare, chiedere sconti e pagare, hanno
preferito denunciare con nomi e cognomi dando una piena collaborazione alle
polizie ed alla magistratura. E sono stati sopratutto gli iscritti di
Caltanissetta e di Agrigento a cavalcare la linea della fermezza, 40 dei 64
imprenditori che hanno denunciato operano infatti in queste due province. I
numeri vanno comunque interpretati: 64 "collaboranti" su 3 mila
iscritti a Confindustria Sicilia - e cioè il 2% - dice anche che molta strada
resta da fare. Per esempio a Palermo dove due sole aziende hanno scelto lo
scontro. Ma un anno fa erano soltanto due in tutta la Sicilia gli industriali
resistenti. E sempre ieri accadeva che persino i vertici provinciali di Confindustria
finissero nell'occhio delle indagini antimafia. Lo Bello ha anche tenuto a
sottolineare come la linea dell'intransigenza invece di disorientare la base -
una tesi prudente, che per decenni ha funzionato sostanzialmente contro i reali
interessi industriali- ha attirato nuovi iscritti, ben 80 nelle province di
Agrigento ed Agrigento. "Gli imprenditori vogliono ora associarsi proprio
perchè si sentono più protetti - ha spiegato Lo Bello -, sono consapevoli che
grazie anche alla nostra linea di fermezza è diventato più difficile, rischioso
chiedere il pizzo a un industriale. Sono così ormai decine le richieste che
abbiamo ricevuto, ma le valutiamo attentamente prima di deliberare le
ammissioni". Se gli industriali hanno voltato pagina anche gli Enti Locali
devono accelerare il loro impegno per mettere le cosche alle corde. E Lo Bello
ha citato il lodevole esempio di Gela, dove il sindaco di Rifondazione
Comunista, Rosario Crocetta non fa antimafia di bandiera, ma adotta azioni
concrete contro le organizzazioni criminali, basti pensare alle misure sugli
appalti o all'azione che sta conducendo a fianco dell'Eni, che attraversa una
fase difficile per via delle grandi infiltrazioni mafiose.
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Sud sezione:
ECONOMIA SICILIA data: 2008-09-03 - pag: 5 autore: Credito alle imprese. Vicina
al traguardo la piattaforma telematica per depositare le istanze alla Regione I
Confidi giocano la carta hi-tech Gli operatori: "Autunno con troppi
adempimenti, rischio collasso" Orazio Vecchio PALERMO Il sistema dei
Consorzi di garanzia fidi della Sicilia si avvia sulla strada della
modernizzazione con una piattaforma telematica su cui dai prossimi mesi,
saranno gestite le istanze alla Regione (circa 30 mila l'anno solo per i
contributi di abbattimento degli interessi). Ma i Confidi giudicano
l'innovazione solo come il primo passo di un necessario snellimento
burocratico. E temono che non funzioni. La piattaforma velocizzerà le procedure
di richiesta dei contributi ed è stata annunciata dall'assessore regionale al
Bilancio, Michele Cimino ai rappresentanti di Assoconfidi Sicilia. Il sistema
utilizzerà autocertificazione e firma digitale, in modo da velocizzare sia i
recapiti sia i controlli. "Oggi la maggior parte del tempo per liquidare
le pratiche si spende perché le stesse sono incomplete e quindi dobbiamo chiederne
l'integrazione e dare nuove scadenze. La piattaforma impone, invece, che i
campi siano tutti indicati. Oltretutto, si risparmieranno tonnellate di
carta", spiega il direttore del dipartimento Finanze e credito della
Regione, Benedetto Mineo. Si prevede che la piattaforma sia testata a ottobre,
per essere messa a punto entro dicembre ed essere utilizzabile per l'erogazione
dei fondi 2008, che avverrà nel 2009. I Confidi accolgono positivamente
l'innovazione. Ma temono, innanzitutto, i nuovi oneri dovuti all'attività di
raccolta e caricamento dati, prevista nella prima fase di sperimentazione: sono
informazioni quali, tra gli altri, numero dei dipendenti, fatturato, Documento
unico di regolarità contributiva, che oltretutto richiedono aggiornamenti
periodici. Per questo Assoconfidi, considerando che alcuni consorzi hanno
migliaia di soci, ha chiesto di fissare al 30 novembre la scadenza dei bandi
per il contributo abbattimento interessi alle imprese per i prestiti erogati
nel 2007. Oltretutto, osservano i Confidi, nello stesso periodo si concentra
una serie di adempimenti per i nuovi meccanismi previsti dalla Finanziaria e
dai criteri contabili di Basilea 2, che si aggiunge a quelli chiesti dalla
piattaforma telematica. Dice Mario Filippello, presidente di Assoconfidi
Sicilia: "Il sistema dei Confidi siciliano, che è nato da poco e cammina
ancora in modo stentato, potrebbe non sopportare questo stress. Si dovrà
ricorrere a personale specializzato, trovando le necessarie risorse. Il
pericolo è che i costi crescano a dismisura e, poiché non c'è alcun aiuto
pubblico all'attività ordinaria dei Confidi, siano poi ribaltati sulle imprese.
A scapito della competitività del sistema e delle imprese. Gli oneri degli
adempimenti contestuali potranno incidere anche fino all'1-1,5% del costo del
denaro: i Confidi più grandi, come quelli del Nord, possono affrontare una tale
situazione con difficoltà sì, ma con risorse ingenti date anche dagli enti
pubblici; i nostri Confidi sono gracili dal punto di vista patrimoniale".
Bartolo Mililli, presidente di Confeserfidi, il maggiore della Sicilia con i
suoi 102 milioni di euro e quasi 6mila soci nel 2007, sostiene
che per sostenere il sistema dei Confidi e snellire la burocrazia serve anche altro: "La
piattaforma telematica è un primo passo, perché riduce i tempi ed elimina la
carta, ma non elimina la lunga trafila per l'azienda. è necessario anticipare i
tempi dell'intervento rispetto al finanziamento erogato, in modo che
l'agevolazione nasca contestualmente al finanziamento, non a distanza di
due o anche quattro anni dall'erogazione, quando si deve nuovamente tirar fuori
la pratica e lavorare per ogni singola annualità". Anche la disomogeneità
tra i maggiori Confidi convenzionati, di cui solo cinque coprono l'80% dei
contributi richiesti,non facilita il lavoro dell'assessorato: se Assoconfidi è
nata anche allo scopo di dare alla Regione un interlocutore istituzionale
unico, osserva Mililli, è opportuno che anche l'assessorato da parte sua
stimoli i Confidi a rendere più veloci e puntuali gli adempimenti dei
rispettivi oneri. Presidente. Mario Filippello, di Assoconfidi Sicilia STUDIO
CAMERA.
( da "Messaggero, Il (Latina)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di FABIO COCCIA
"Euro promessi dalla Regione Lazio e mai giunti al Comune, dopo che il
complesso e burocratico iter per giungere ad ottenere tale somma era stato
chiuso da tempo". Il j'accuse indirizzato alla Pisana questa volta è del
vicesindaco di Terracina e assessore alle Finanze Giuliano Masci. Sono i 240
mila euro che dovevano arrivare da mesi nelle casse dell'amministrazione per
mettere in sicurezza i parchi della città. Una dura nota quella di Masci che
risponde al rappresentante politico della Destra Sociale dopo l'incidente
occorso a un bambino di 4 anni nel parco comunale dell'area Ghezzi. Il piccolo
era caduto sei giorni fa da uno scivolo nella parte attrezzata ai giochi e si
trova ancora ricoverato all'ospedale di Terracina. Secondo l'area politica di
estrema destra l'incidente poteva essere evitato se solo l'amministrazione
avesse tenuto in buono stato e in sicurezza l'intera struttura del parco,
compresa l'area giochi. E proprio su questo punto che Masci interviene
spiegando che "è veramente singolare che prima ancora delle verifiche
sulla dinamica dell'incidente sia stata già dichiarata sulla stampa la
colpevolezza dell'amministrazione comunale", ricordando al contempo tutti
i passaggi burocratici effettuati dal Comune per avere i 240 mila euro. A
partire dal primo datato 14 dicembre 2007, giorno in cui la regione Lazio
comunicò al Comune di Terracina la disponibilità dell'intera somma che poteva
essere riscossa producendo una serie di documenti. Atti che furono
successivamente approvati e che culminarono con il progetto per la messa i
sicurezza sei parchi cittadini del giugno di quest'anno. Il 4 luglio il
responsabile del procedimento scrisse al dipartimento territorio, direzione
regionale infrastrutture Area 7/N decentrata di Latina, per richiedere il
parere tecnico necessario per ottenere lo sblocco del finanziamento, espletare la gara di appalto e assegnare i lavori di
riqualificazione e messa in sicurezza dei parchi cittadini. "Da quel
fatidico giorno il comune di Terracina è di nuovo nell'attesa che la burocrazia regionale faccia il suo
corso. Questa è l'unica verità peraltro, riscontrabile, inerente al
finanziamento regionale finalizzato ai parchi cittadini".
( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Chiudi di LUIGI
JOVINO Strage di cani randagi e padronali a Rocca di Papa. Alcuni giorni fa
sono state rinvenute in località monte Pennolo e Valle dei Caprari le carcasse
di almeno dodici cani. L'altro ieri sono arrivate segnalazioni di altri due
cani trovati morti a via Vecchia di Velletri. Esche avvelenate sono state
posizionate vicino ai cassonetti dei rifiuti, ritrovo abituale dei cani
randagi. Una situazione di grave allarme che ha indotto il Comune di Rocca di Papa
a intervenire: per ordine del sindaco sono stati affissi manifesti in cui si
denuncia l'atto criminale e si invitano i proprietari a vigilare. "Non
sappiamo ancora - dice Giorgio Serafini, consigliere comunale delegato ai
problemi degli animali - che tipo di esca sia stato usata. Abbiamo inviato un
campione all'ufficio veterinario della Asl per i rilievi del caso.
E'inconcepibile che accadano ancora queste vicende". I cani randagi e
inselvatichiti stanno diventando un problema soprattutto per i numerosi abitanti,
in gran parte abusivi, che hanno costruito ville e palazzi in mezzo al bosco,
in zone protette. Qualcuno quindi ha pensato bene di risolvere il problema,
disseminando bocconi avvelenati nel territorio. "La maggior parte dei cani
morti nei giorni scorsi- riprende il consigliere Serafini - però, ha un
padrone. E anche i randagi avvelenati erano buonissimi e riconosciuti da tutti.
L'episodio fa capire che c'è necessità di tutelare adeguatamente i nostri amici
a quattro zampe. Da tempo mi sto battendo in consiglio comunale per avere
finalmente un canile pubblico. Le associazioni di volontari si impegnano allo
stremo ma trovano estreme difficoltà". Poche settimane fa proprio a Rocca
di Papa per carenza di norme igieniche è stato sequestrato un canile di
un'associazione privata che aveva in custodia sessanta cani. Antonio Vasselli
dell'associazione Snoopy, cui a luglio si sono rivolti anche il comune e i
carabiniere per lasciare in custodia quattro cuccioli abbandonati, proprietario del canile sequestrato sta cercando di fare di tutto
per salvare i cani, lottando contro la burocrazia. Stesso problema si registra a Vermicino di Frascati dove un
canile che dava assistenza a quaranta randagi è stato posto sotto sequestro per
carenza di norme igieniche. Il titolare sostiene che "in nessuna struttura
pubblica e privata i cani sono tenuti meglio". Intanto è tramontata
l'ipotesi di costruire canili consortili pubblici e un centro di assistenza,
riabilitazione e cura per animali domestici e selvatici a Rocca Priora, come da
tempo chiedevano le associazioni animaliste. Per la strage dei cani a Rocca di
Papa il consigliere Giorgio Serafini è intenzionato a fare una denuncia, come
cittadino. "Anche noi - afferma Pasquale Boccia, sindaco di Rocca di Papa
- faremo i nostri passi. Con il manifesto, intanto, abbiamo fatto una denuncia
pubblica, invitando i cittadini a prendere atto del problema e a collaborare
con noi per tutelare e fornire degna assistenza ai nostri amici animali. In
tempo di ristrettezze dei bilanci pubblici per risolvere i problemi c'è bisogno
dell'impegno di tutti".
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Di PAOLO GRASSI Nel
bando del 2005 erano più di 1.600. Con l'ultimo bando di fine febbraio 2008,
sono scese a meno di 800. In tre anni il numero di richieste di case popolari a
Terni si è più che dimezzato. Una vera e propria falce, nonostante una crisi
economica sempre più galoppante, la crescente necessità di avere un alloggio e
gli afitti sempre più cari. E' l'aspetto che più di altri balza all'occhio
guardando le graduatorie pubblicate lunedì per l'assegnazione delle case
popolari. Dalle 1.061 domande ammesse nel 2005 (che erano molte di più se si
pensa alle richieste respinte) si arriva alle 760 complessive del bando nuovo.
Neanche l'assessore comunale all'edilizia Giocondo Talamonti sa ad oggi darsi
una risposta: "Ancora - dice - non capiamo da cosa dipenda questo fatto.
Ma affronteremo la questione quanto prima". Al momento si possono solo
avanzare ipotesi e dire che la cosa potrebbe anche dipendere dalla presenza di
altri strumenti per l'edilizia residenziale, come quello dell'edilizia
sovvenzionata da parte della Regione. Peggio sarebbe se polemiche e vicende
degli utlimi tempi, come la lentezza di procedure e
burocrazie e la lunga questione dell'avvicendamento alla presidenza della commissione
alloggi che aveva bloccato a lungo le assegnazioni, avessero scoraggiato molti
cittadini. Quella pubblicata lunedì è solo la prima graduatoria provvisoria,
fatta con i punteggi derivanti da quanto hanno dichiarato i richiedenti sul
modulo allegato alla domanda. Le domande valide sono 689. Molte quelle
presentate da stranieri. Questi ultimi, tra comunitari ed extracomunitari, sono
un terzo. Tra gli italiani, accanto ai ternani figurano tanti forestieri.
Vengono per la maggior parte dal sud e dalla Campania. Pubblicata anche una
prima graduatoria delle domande escluse. Sono 71. 40 di queste, vale a dire più
della metà, sono state presentate da stranieri. La motivazione più ricorrente
per aver respinto le domande è legata alla citadinanza non ammissibile da parte
del richiedente. Ma ci sono pure tanti casi di dati errati o incompleti dei
membri del nucleo familiare. Una sola, invece, la domanda respinta perchè
giunta oltre i termini. Curioso, invece, il caso di cinque domande non accolte
perché i richiedenti risultano proprietari di alloggi. Sette domande, invece,
sono state escluse perché i richiedenti fruiscono di altri contributi per
l'alloggio. Nei confronti di queste graduatorie si possono presentare i ricorsi
agli uffici dell'ecdilizia. C'è tempo fino a tutto settembre. Poi, dopo i
ricorsi, gli uffici comunali dell'edilizia cominceranno ad esaminare le domande
idonee per le verificare i dati dichiarati dai richiedenti in
autocertificazione. Dopo ricorsi ed accertamenti saranno stilati nuovi punteggi,
che saranno sottoposti per un'ulteriore valutazione alla commissione consiliare
dell'ediliza. A quel punto ci sarà la graduatoria finale dalla quale si
cominceranno ad assegnare le case. Ma tra una cosa e l'atra ci vorrà qualche
mese. "Anche se noi - precisa però l'assessore Talamonti - speriamo di
consegnare le prime case disponibili entro fine anno. Ci impegneremo a fare
presto le verifiche. Nei prossimi giorni incontrerò il dirigente". Si
conta di cominciare con un numero di partenza di case da assegnare dalle 40
alle 60. "Ma cresceranno - dice Talamonti - in base agli alloggi che ci
saranno mesi via via a disposizione. Con il precedente bando partimmo da 60 ed
ora stiamo per superare i 100". Si tratterà di edifici riconsegnati, ma
anche di case nuove. Con il nuovo bando saranno infatti assegnati anche i 36
nuovi alloggi di Borgo Bovio. "Per la politica delle case - spiega
Talamonti - ci sono i contratti di quartiere, il piano operativo annuale ed il
Puc2. C'è poi un recupero ed una razionalizzazione del patrimonio. Procederemo
anche al riequilibrio delle assegnazioni già fatte in base alla variazione dei
nuclei familiari avvenuta nel corso degli anni".
( da "Centro, Il" del 03-09-2008)
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L'Anas spiega i
ritardi: "Gli adeguamenti del progetto ci hanno fatto perdere tempo,
strada pronta entro l'anno" La burocrazia fa slittare l'apertura della variante
MONTESILVANO. Sarà aperta al traffico entro la fine dell'anno la
circonvallazione. La previsione è del capo compartimento dell'Anas Abruzzo
Valerio Mele che ha spiegato che il ritardo "è dovuto principalmente ad
alcuni adeguamenti progettuali sull'impiantistica in seguito dell'emanazione
di una nuova normativa di settore e alla necessità di posticipare alcuni degli
interventi di raccordo sul tratto già in esercizio". I lavori sono
attualmente in fase di esecuzione, con un avanzamento pari al 98 per cento
sulle opere civili. Lo svincolo su via Togliatti, in grado di convogliare il
flusso viario su via Vestina e di qui verso l'autostrada A14, è già pronto.
Sono, inoltre, in fase di realizzazione gli impianti tecnologici, che
comprendono l'impianto di illuminazione e ventilazione in galleria, l'impianto
anticendio, sos ed emergenza, l'impianto di telegestione e controllo,
l'impianto di illuminazione sugli svincoli. Rimangono ancora da completare la
segnaletica orizzontale e verticale e alcune opere minori di finitura che,
comunque, non pregiudicano la possibilità di mettere in esercizio
l'infrastruttura. Il progetto della variante prevede, inoltre, la realizzazione
di una carreggiata unica predisposta per un successivo eventuale raddoppio che
potrà essere inserito nei programmi futuri, unitamente al prolungamento della
variante verso nord.
( da "Rai News 24" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Palermo | 3
settembre 2008 Operazione antiracket: Confindustria Sicilia sospende o espelle
51 imprenditori Molte le intimidazioni agli imprenditori Sono 51 gli
imprenditori sospesi o espulsi da Confindustria Sicilia dal 1. settembre
scorso, data in cui l'associazione ha adottato il nuovo codice antiracket. Di
questi, 30 sono sospesi e se non decideranno di collaborare saranno espulsi;
per altri 10 e' scattata la sanzione massima, mentre 10 si sono allontanati
spontaneamente prima dell'espulsione. Tutto comincio' dopo le minacce e le
intimidazioni nei confronti dell'imprenditore catanese Andrea Vecchio e di
Marco Venturi, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, che con
decisione dissero no alle richieste degli estorsori. Sono 64 invece gli
associati che collaborano le forze dell'ordine e la magistratura. Un anno fa
erano soltanto due. Sono soprattutto gli industriali di Caltanissetta e di
Agrigento quelli che hanno intrapreso con fermezza la linea della denuncia. Il codice di Confindustria stabiliva l'espulsione dei soci che
pagavano il pizzo o non denunciavano le richieste estorsive Il presidente
regionale Lo Bello ha detto: dopo la lotta al pizzo ora attacchiamo zona
grigia, nel mirino collusioni tra mafia e burocrazia,.
( da "Giornale.it, Il" del 03-09-2008)
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N. 210 del 2008-09-03
pagina 0 E il Pci ordinò: "A Canzonissima votate per il tenore
sovietico" di Michele Brambilla Secondo i servizi segreti nel 1964 il
partito cercò di far vincere il tenore Solovjanenko. Per "umiliare gli
americani e dimostrare che in Italia crescono le simpatie per Mosca".
Macaluso: "Macché russo, tifavamo per il compagno Claudio Villa" Roma
- Un giorno di tanti anni fa, ai tempi della Guerra Fredda, Gaetano Afeltra -
allora "uomo-macchina" del Corriere della Sera - telefonò ad Augusto
Guerriero per chiedergli un articolo di fondo che prendesse spunto dalla sfida
spaziale in corso fra Urss e Usa, sfida che stava dando risultati sorprendenti
in campo scientifico e preoccupanti in campo politico: i missili sovietici
stavano su, anzi andavano in orbita; quelli americani cadevano giù non appena
lasciavano la rampa di lancio. Augusto Guerriero, ben più noto con lo
pseudonimo di Ricciardetto, era un magistrato avellinese della Corte dei conti
che Longanesi prima e Montanelli poi avevano inventato come commentatore di
politica estera; uomo serissimo fin dall'aspetto - profilo borbonico, naso
lungo e una bazza sporgente che gli valse il soprannome di "Via col
mento" - rispose ad Afeltra di essere del tutto incompetente in materia, e
quindi declinò l'invito. "Di missili", spiegò, "non so
nulla". Afeltra replicò che non occorreva essere esperti di missili,
bisognava esprimere lo sconcerto per il fatto che un Paese comunista stava
bagnando il naso a uno capitalista. Ricciardetto continuava ad obiettare di non
capire quale potesse essere la tesi del commento, e allora Afeltra si spiegò
con parole sue: "Tu devi scrivere un pezzo che esprima il seguente
concetto: eccheccazzo!". In quel clima si inserisce perfettamente la
storia raccontata ieri da l'Unità con uno scoop esilarante (ma non per questo
non vero: a volte anche la realtà è esilarante). La storia è questa. Nel 1964
la Rai organizzò un'edizione speciale di Canzonissima presentata da Nino
Taranto: la gara era una sorta di "Napoli contro tutti", nel senso
che ogni grande città del mondo (Parigi, New York, Londra, Berlino, Madrid,
Vienna, Mosca eccetera) presentava una sua canzone contrapponendola ad una
napoletana. Durante la settimana gli italiani votavano inviando una cartolina.
Il 6 gennaio, la Rai avrebbe presentato la classifica finale. Vinse, com'era
scontato, una canzone napoletana, O sole mio (780.104 voti). Seconda Gigliola
Cinquetti con Non ho l'età (201.017 voti). Terza, a sorpresa, si piazzò la non
proprio indimenticabile Serate a Mosca del concorrente sovietico, il tenore
Anatoli Solovianenko, carneade assoluto per il nostro pubblico eppure premiato
con 180.190 voti. L'Unità - e qui sta lo scoop - rivela ora che a votazioni
ancora in corso l'Ufficio affari riservati informò il Viminale di una manovra
del Pci, "che ha ordinato alle sue sezioni di fare incetta di
cartoline". "I dirigenti comunisti, infatti", era scritto
nell'informativa, "si riproporrebbero un grosso colpo propagandistico:
data per scontata la vittoria di un cantante italiano, l'obiettivo sarebbe
quello di piazzare il sovietico al secondo posto, farlo arrivare primo fra gli
stranieri, umiliare il cantante americano e dimostrare che tra gli italiani
crescono le simpatie per il loro campo...". L'Unità mostra di non credere
alla manovra del Pci ("aveva altro a cui pensare...") e può darsi che
abbia ragione: conoscendo la faciloneria e a volte la cialtronaggine dei nostri
servizi segreti, non ci sarebbe da stupirsi se anche quella velina fosse stata
frutto di una congettura a tavolino piuttosto che di informazioni raccolte sul
campo. Ma, se non vero, il contenuto di quell'informativa è sicuramente
verosimile, perfettamente collocabile in quell'Italia di "contrordini
compagni" fatti arrivare nelle sezioni, di "obbedienza cieca, pronta
e assoluta". La sfida tra il tenore russo (che poi era ucraino: ma a quei
tempi tutto era russo nell'Urss, anzi nell'"Ursus" come la chiamavano
tanti militanti) e il cantante napoletano era come quella tra la Dinamo di
Peppone e la Gagliarda di don Camillo, tra il pugile della Bassa e quello
venuto dalla federazione di Reggio Emilia. La conquista del potere doveva
passare anche attraverso la conquista dell'ammirazione degli italiani per tutto
ciò che era prodotto dalla gloriosa rivoluzione proletaria; e l'ammirazione
passava per i progressi della scienza e della tecnica ma anche per questi
dettagli solo apparentemente di secondo piano: le medaglie alle Olimpiadi, il
balletto di Mosca, il tenore ucraino. La Guerra Fredda è stata anche e
soprattutto uno scontro di civiltà nel quale ogni pedina, grande o piccola, è
stata messa in campo. L'Unione Sovietica era ed è stata fino all'ultimo in
clamoroso ritardo su tutto: nella letteratura, nel cinema, nell'arte, nella
medicina, nella tecnologia in genere. Ripensandoci oggi, fa quasi tenerezza - e
in fondo merita un applauso ex post - la fedeltà di molti comunisti italiani
alla macchina fotografica Zenit; o la non facile ricerca di automobili come la
Zaz e Skoda, piccoli carri armati che davano forse l'illusione di circolare nel
paradiso dei lavoratori, ma imparagonabili anche con le più ordinarie delle
nostre Fiat o Autobianchi. Solo raramente i Nostri Eroi dell'Urss vincevano la
sfida: il viaggio nello spazio di Yuri Gagarin nel 1961; il pallone d'oro di
Lev Jašin nel 1963; tre anni prima, la vittoria della nazionale agli Europei di
calcio. Erano le occasioni in cui il fronte occidentale, convinto della propria
superiorità, reagiva appunto con un "eccheccazzo". Vista con gli
occhi di oggi, tutta la vicenda narrata dall'Unità, e il suo contorno che
abbiamo cercato di riassumere, può sembrare una Guerra Fredda da operetta. Ma
l'Italia a volte è un Paese da operetta, dove anche le cose serie, e lo scontro
di civiltà, passano attraverso Nino Taranto e Canzonissima, il Sifar e il tenore
Sovolianenko. Pure il comunismo, come tutte le dittature, è stato un tragico
mix di orrori e buffonate. Non vogliamo né banalizzarlo né criminalizzare chi
in quel sistema ha creduto davvero. L'Urss, oggi, sappiamo bene che cosa è
stata; e chi voleva saperlo, lo poteva sapere anche allora. Ma per milioni e
milioni di persone in buona fede - in Italia e nel mondo - quell'impero
presentato in cartolina dal partito è stato la speranza di un riscatto sociale,
di una vita meno grama, di un futuro più dignitoso per i propri figli. Chi ha
creduto in tutto questo oggi non va deriso neanche se ha cercato di taroccare
una classifica di Canzonissima. Senza appello è però la condanna di chi questa
povera gente l'ha imbrogliata, perché senza appello è la condanna del comunismo.
Il suo fallimento è stato totale non solo sul piano politico ed economico, ma
anche in quello scontro di grandi e piccole "civiltà" che hanno
segnato la Guerra Fredda. Non è un caso che di quel cupo mondo che doveva
finalmente liberare l'umanità gli unici vocaboli divenuti di uso internazionale
richiamano la guerra (molotov, katiuscia, kalashnikov, mig)
o la più grigia burocrazia
(Nomenklatura, Politburo, agit-prop, Cominform, Comintern) oppure realtà ancora
più inquietanti (Ceka, Kgb, gulag). In tanti decenni, nulla di originale e di
vitale è venuto da quella cultura, non una traccia è stata lasciata nell'arte,
nella letteratura, nella musica, nella filosofia; non una sola
personalità di rilievo è venuta da quel mondo che pure doveva creare "l'uomo
nuovo". è questo il giudizio della storia, che nessuna incetta di
cartoline avrebbe potuto, alla fine, modificare. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Opinione, L'" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Oggi è Mer, 03 Set
2008 Edizione 183 del 03-09-2008 LE LINGUE POPOLARI DEL BEL PAESE di Gilberto Oneto
Ho molto apprezzato l'intervento di Emanuele Filiberto di Savoia sulla difesa
della lingua italiana minacciata di estinzione dalla burocrazia europea a vantaggio di concorrenti più diffuse, e in particolare
dall'inglese. Con un vecchio autonomista come me sfonda una porta spalancata
nel sostenere l'identico valore e diritto di ogni idioma a essere impiegato e
tutelato anche in termini di validità giuridica: ogni comunità deve esprimersi
con la lingua che più gli piace e nessuno deve imporre un altro mezzo di
comunicazione. Ignazio Buttitta ha scritto che privare un popolo della propria
lingua è come privarlo dell'anima. Per questo ritengo che non si debba cedere
all'invasione dell'inglese. Ma mi rendo conto che, per evitare una
insostenibile Babele, si debba dover ricorrere a una lingua franca. Trovo
piuttosto stravagante l'idea del Savoia di utilizzare l'esperanto o il latino e
il greco antico. Non regge a questo proposito l'esempio con il recupero
dell'ebraico perchè non ha rappresentato la soluzione a un bisogno di
intercomunicazione ma essenzialmente una fortissima affermazione di identità:
avrebbe senso -per coerenza con questo principio -che ci mettessimo tutti a
parlare qualche lingua europea condivisa nell'antichità. Ma c'è un'altra
posizione assunta dal Savoia nell'articolo che lascia quanto meno perplessi,
anche per il cognome che porta: il parallelo con la storia italiana e la sua
lingua. Il rispetto che giustamente esige per tutte le lingue dei paesi della
Comunità europea non è stato garantito a quelle delle popolazioni della
penisola italiana dai suoi unificatori. È bello e sacrosanto chiedere che in
una Europa in qualche modo unita ciascuno possa continuare a esprimersi
legittimamente nella lingua materna ma servirebbe almeno fare una considerazione
critica sul trattamento violento cui sono state sottoposte le lingue popolari
d'Italia. Fuori dalla Toscana, nel 1861 non più del 2,5% dei cittadini del
nuovo Regno -secondo uno studio di Tullio De Mauro- conosceva in maniera
accettabile l'italiano e praticamente nessuno lo parlava abitualmente. Eppure
con l'imposizione forzata nelle scuole e nelle caserme, con le leggi fasciste
contro i dialetti, e infine con il più "democratico" strumento della
televisione si è arrivati a trasformare in "italofoni ufficiali"
quasi tutti i cittadini. Né serve la giustificazione piuttosto pelosa che si
trattasse di dialetti e non di lingue: sono classificate con i termini
derogatori di dialetti o di "patois" le parlate che "hanno perso
la guerra" o, secondo l'efficace definizione di Noam Chomsky, "le
lingue che non hanno un esercito". Sono ad esempio diventate lingue a
pieno titolo lo sloveno o il gallego solo perchè hanno trovato
l'ufficializzazione in una istituzione dotata di indipendenza o autonomia vera.
Non lo sono l'occitano o il sardo perchè ne sono prive. Non si tiri fuori
neppure la stravagante distinzione fra lingue e dialetti sulla base
dell'esistenza di una letteratura. Il piemontese, il lombardo, il ligure e il
veneto hanno sviluppato una tradizione letteraria sicuramente più solida di
quella della larga maggioranza delle lingue riconosciute dall'Europa o dalle
Nazioni Unite. Il Savoia cita l'utilità storica che ha avuto la perfetta
conoscenza del francese da parte di Cavour, Nigra e della Contessa di Castiglione,
anche se i meriti diplomatici di quest'ultima travalicano i confini
glottologici. Dimentica però di ricordare che le vicende risorgimentali hanno
avuto l'italiano solo come strumento comprimario di comunicazione. Dei
protagonisti maggiori, solo Mazzini e Cattaneo avevano completa padronanza
dell'idioma di Dante. In particolare, proprio il trisavolo del Savoia non
mostrava grande dimestichezza con l'italiano: ha commentato il suo arrivo a
Roma in bel piemontese e si è fatto consegnare il Meridione a Teano in francese
garibaldino. Manzoni, che a casa parlava in corretto meneghino, è andato a
risciacquare i panni in Arno. Meglio avrebbe fatto a resentarli nell'Olona.
Insomma, bisogna stare molto attenti agli eccessi di patriottismo, soprattutto
se collegati a un paese e a una lingua burocratici. E soprattutto non si
debbono avere cadaveri (e dizionari) nell'armadio quando si vuol difendere
l'integrità di una lingua e di quel che rappresenta.
( da "Basilicanet.it" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
12.34.52
[Basilicata] L'annosa questione dei cinghiali, nel Parco del Pollino, sta per essere
affrontata praticamente. Domenico Pappaterra, presidente del Parco fa sapere,
infatti, di "avere attivato tutte le procedure necessarie per partire con
il Piano sperimentale di abbattimento selettivo dei cinghiali, lunghe ma
indispensabili per attuare il Piano. Ora siamo nella fase di attuazione - dice
Pappaterra - come ben sanno tutti i soggetti interessati, sindaci, province,
organizzazioni professionali di categoria e opinione pubblica. ll Parco -
precisa Pappaterra - seppure con tempi dilatati perché© tali sono quelli
richiesti dalla burocrazia, sta facendo tutto quanto
è¨ nelle sue possibilità per alleviare il nocumento procurato dai danni e
per cercare di intervenire sul disequilibrio verificatosi con la proliferazione
della specie". BAS 03.
( da "Corriere Adriatico" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Dal palazzo:
"subito la verifica" JESI - Il dottor Lucio Rossetti è l'agronomo
dell'Ufficio tecnico del Comune al quale abbiamo girato il problema dei pioppi
e delle buche in piazza Falcone. "Conosco solo superficialmente il
problema, ma avevo già in programma per domani (oggi per chi legge; ndr) un
sopralluogo di verifica" ci dice subito. Persona schietta il dottor
Rossetti, che non parla il politichese e non si nasconde
dietro la burocrazia.
"Per quanto ho sentito, mi sembra che non ci siano altre soluzioni che
rimuovere pioppi e radici e riportare il tutto alla situazione preesistente.
Peccato - conclude - perché quei giovani pioppi erano un legame ideale con
quelli grandi che sono nel parco adiacente, ma non possono restare lì se
danneggiano la piazza e le case vicine". Insomma, l'Ufficio tecnico
si muove rapidamente, e questa è una buona notizia. Assieme a quella che i
sampietrini sono tutti recuperabili come gran parte dei listelloni di marmo.
Per cui la spesa sarebbe esigua.
( da "Mattino, Il (City)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Il premier domani a Napoli.
Priorità: tempi rapidi per assegnare la gestione dell'impianto di Acerra LUIGI
ROANO Non è allarme però il rischio a Palazzo Chigi lo intravedono. I rifiuti
in provincia riaffiorano qua e la facendo crescere l'ansia anche nello staff
del sottosegretario Guido Bertolaso. Ecco perché il premier Silvio Berlusconi
ha deciso domani di essere a Napoli per l'ottava volta in meno di sei mesi. Il
capo del governo è certo che in città non si vedranno mai più cumuli di
immondizia però non ha simili garanzie per il resto della provincia. Il nodo da
sciogliere subito è quello di Acerra, dell'inceneritore i cui lavori per un
motivo o per un altro non riescono a ripartire. Sotto
accusa - trapela da Roma - c'è finita la burocrazia. Sarebbero da additare a pratiche troppo lunghe i ritardi per la
ripartenza dell'impianto. Dal sottosegretariato spiegano che la commissione che
deve valutare le offerte giunte per il completamento e la gestione del
termovalorizzatore sarebbe prossima all'insediamento. Berlusconi
vorrebbe la decisione in concomitanza con il suo arrivo in città per dare un
ulteriore colpo di acceleratore. Sarà possibile raggiungere questo obiettivo?
Sembra difficile ma il premier sta pressando molto per arrivare a un punto di
chiarezza definitiva sulla vicenda e non sono esclusi - se necessari -
provvedimenti straordinari per sbloccare una situazione che rischia di mettere
in crisi il sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti andato a regime in
questi giorni. E che ha permesso a Napoli di recuperare punti preziosi in
termini di immagine. Tanto che la città si candida autorevolmente a ospitare
addirittura un G8. Domani, dunque Berlusconi sarà in città, l'arrivo è previsto
nella tarda mattinata allo scalo di Capodichino poi tappa in Prefettura dove
alla presenza del sottosegretario all'emergenza rifiuti Guido Bertolaso
coordinerà una riunione "sulle attività in corso e sullo stato generale
del piano d'interventi in Campania. Nel pomeriggio - si legge in una nota della
presidenza del Consiglio - nella sede del Comando Logistico sud, Palazzo
Salerno, è prevista una conferenza stampa". Il premier dovrebbe rimanere
in città complessivamente poco più che sei ore e al di là del programma
ufficiale Berlusconi dovrebbe incontrare proprio in Prefettura i sindaci di Andretta,
Serre e Terzigno. I cui territori avranno l'onere di accollarsi discariche.
Napoli fuori pericolo - per ora - ma non significa che Berlusconi non abbia ben
presente che il sistema dei rifiuti in città deve strutturalmente diventare
perno della rinascita. E non si è ancora a questo punto. Se per Acerra il
premier vuole risultati immediati per l'impianto di Napoli non è disposto a
concedere ulteriori deroghe. Entro la metà di ottobre dovrà partire la gara per
l'inceneritore che sorgerà nell'area orientale della città.
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Lettere Quanti giorni
non lavorativi Peppino Genna - NAPOLI Caro dottor Lubrano, la situazione è
grave, da tutte le parti ci invitano a tener duro ma io mi chiedo: non facciamo
troppe ferie in Italia? Tra Natale, Pasqua, e luglio e agosto, i giorni non
lavorativi sono tanti. E come possiamo risollevarci allora... Mi piacerebbe
sapere quante ferie fanno negli altri paesi. Sì, effettivamente il problema
esiste e se ne discute a tutti i livelli. Perché, come lei sa, oltre alle ferie
canoniche ci sono poi le assenze dal lavoro: malati veri e immaginari o persone
per le quali ogni pretesto è buono per scansare l'ufficio, i famosi fannulloni
contro i quali si è scagliato, bisogna dirlo, con successo il ministro
Brunetta. Fannulloni o scansafatiche a parte, stando a uno studio dell'Osservatorio
europeo sulle relazioni industriali di Eurofound (Fondazione europea per il
miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) gli italiani godono di
numero di giorni non lavorativi tra i più alti di tutta l'Unione, ben 39
(considerando ferie e festività). E tuttavia, contrariamente a quanto questa
cifra ci fa credere, non siamo i più fortunati, perché Svezia e Germania ci
superano rispettivamente con 42 e 40 giorni. Gli Estoni invece sono i veri
stakanovisti del lavoro, con soli 26 giorni di riposo, seguiti da Lettoni,
Ungheresi e Irlandesi. Più cari o no i libri di testo? Roberto D. - SALERNO
Gentile sig. Lubrano, sono un padre già in apprensione per la possibile batosta
che rischia di arrivarci dai libri di testo (ho due figli, uno alle medie e uno
alle superiori). Solo che non si capisce se c'è davvero un nuovo aumento e se
si prendono dei provvedimenti. L'allarme è stato lanciato solo pochi giorni fa
dalle associazioni di consumatori, preoccupate per le numerose segnalazioni
ricevute sugli aumenti dei libri di scuola. Secondo Altroconsumo, il tetto di
spesa - fissato dal Ministero pari a 280 euro per studente - non viene quasi
mai rispettato. Per questa ragione Antonio Catricalà, presidente
dell'Antitrust, ha annunciato un'indagine per verificare se ci siano stati
accordi tra le case editrici per innalzare i prezzi (e quindi i profitti) sui
testi scolastici. L'associazione degli editori si difende spiegando che in
linea di massima gli aumenti non superano il 2%, quindi saremmo entro limiti
fisiologici. Non ci resta che attendere il risultato. Comprare casa all'asta
giudiziaria Fedora M. - CASAL DI PRINCIPE (CE) Sig. Lubrano, non le chiedo un
consiglio perché in questa materia non se ne danno, ma un orientamento. Le
chiedo: è prudente comprare una casa all'asta giudiziaria? Pare che negli
ultimi tempi sia diventato conveniente. Ma qual è la procedura ? Le aste
giudiziarie sugli immobili sono in forte crescita, alimentate per un verso dai
problemi di molte famiglie con i mutui e per un altro dalle proprietà delle
imprese in fallimento. Il vantaggio economico è innegabile; in molti casi chi
acquista raggiunge e supera il 20 per cento di risparmio rispetto ai prezzi di
mercato. Non solo: con le recenti normative è in parte caduto il principale ostacolo
all'acquisto all'asta giudiziaria, costituito dalla quasi impossibilità di
visitare gli immobili. Oggi invece il giudice può affidare il ruolo di custode
a un professionista anziché allo stesso debitore-proprietario che di solito
continuava a occupare l'immobile, non facilitando la vendita della proprietà.
Per partecipare a un'asta bisogna recarsi innanzitutto presso la cancelleria
delle esecuzioni immobiliari del tribunale competente e visionare la perizia
realizzata dal tecnico incaricato. Bisogna compilare un modulo, allegando copie
dei documenti di identità e un assegno pari al 25% del prezzo base, non
trasferibile e intestato al Cassiere Provinciale. La domanda va fatta in carta
da bollo (euro14,42) e indirizzata all'Ufficio depositi giudiziari. All'asta
vera e propria, si fanno le offerte in aumento di importo minimo stabilite dal
Giudice e vince chi offre di più. Però, attenzione! Non è automatico che
l'immobile venga assegnato subito al vincitore: occorre aspettare alcuni
giorni, perché c'è ancora la possibilità che qualcuno rilanci con un aumento
pari ad un sesto. In tal caso il giudice fissa una nuova data per un'altra
asta. Costi degli sms: meno del 50% Marco G. - MASSA LUBRENSE (NA) Ho letto che
il commissario europeo alle telecomunicazioni ha deciso di tagliare i costi
degli sms stranieri di almeno il 50% e prevede di varare entro luglio 2009 un
regolamento definitivo in materia di roaming. Non so cosa sia il roaming ma mi
interessa sapere se anche in Italia vale la drastica riduzione. Insomma
all'estero diminuiscono i costi degli sms ma in Italia? Spedire gli sms quando
ci si trova in roaming (cioè all'estero) è un vero salasso che arriva al 1000
per cento rispetto a quanto si sborsa inviando un messaggino nel proprio paese.
Di fronte a una gabella del genere la Commissione europea ha deciso di
intervenire con un regolamento, che sarà presentato in ottobre al Consiglio e
al Parlamento. Il testo prevede un taglio drastico che dovrebbe entrare in
vigore il primo luglio 2009, con un risparmio per gli utenti pari al 50 per
cento. Ma si tratta solo di un primo passo, perché nel mirino del Commissario
europeo alle Telecomunicazioni Viviane Reding potrebbe entrare presto anche
l'esorbitante prezzo del traffico Internet effettuato all'estero, che in certi
casi arriva a costare 15 euro a megabyte. Per non parlare poi di alcuni servizi
extra che costano un occhio della testa. Un solo esempio: per avere conferma
della ricezione dell'sms inviato il prezzo raddoppia da 15 a trenta centesimi.
Riaprirà a Procida il Bagno penale? Dora Uccioni - NAPOLI Caro Lubrano, lo
chiedo a lei che è procidano. Ho letto anch'io come tanti la proposta avanzata
da un magistrato, il quale di fronte al fatto che le prigioni italiane
scoppiano scoppiano di nuovo e costruire nuove carceri non è possibile stante
la crisi economica, vorrebbe riaprire le strutture carcerarie abbandonate, tipo
l'Asinara in Sardegna o Pianosa nell'arcipelago toscano. Questo che vuol dire,
che riapriranno anche penitenziari come quello di Procida, colonie penali come
quelle di Ventotene o di Capraia? Tutto è possibile, gentile signora. Del resto
il magistrato - che è il dr. De Francisci, procuratore di Agrigento - ha ben
presenti i numeri. Dunque: posti disponibili nelle carceri 43mila, ma
attualmente i detenuti sono già 55mila nei 205 istituti di pena italiani e fra
poco si tornerà alla situazione che provocò l'indulto due anni fa. Al ritmo
infatti di 800 detenuti al mese arriveremo ai 62mila ospiti del 2006: soglia di
affollamento considerata intollerabile. Ora io non so se il governo per
fronteggiare l'emergenza voglia riaprire i penitenziari chiusi alcuni dieci
altri vent'anni fa. Ma voglio richiamare almeno un caso (non so di altri) come
esempio(ennesimo) di spreco nazionale. Parlo dell'ex carcere borbonico della
mia isola, il Bagno Penale di Procida, chiuso nel 1988 dopo cospicui lavori di
restauro. Ne ho già parlato qui l'anno scorso: nessuno ha spiegato perché si
siano spesi tanti soldi quando la soppressione delle colonie penali era già
prevista da tempo. E nemmeno si è capito perché non sia stata utilizzato
altrimenti un complesso edilizio così imponente. Sul finire degli anni Ottanta,
proprio dopo l'inutile restauro, si ventilò l'ipotesi di trasformare in albergo
a quattro o cinque stelle l'ex penitenziario. Niente, pare
che la burocrazia statale
abbia fatto arenare l'idea. E ancora: nei primi Anni Novanta si parlò di un
progetto di rilancio della Fiat Engineering che tendeva a farne un centro
congressi internazionale. In tempi successivi si è parlato della possibile
creazione, con la collaborazione dell'Università Federico II di Napoli,
di un museo dei delitti e delle pene. Zero. Né, da parte ufficiale, è pervenuta
finora una risposta all'interrogativo: a chi ha giovato l'inutile quanto
parziale restauro del Bagno Penale? E come si giustifica l'abbandono nel quale
è lasciato il complesso carcerario della Terra Murata? Guadagni facili: ma
esistono? Aurelio G. - NAPOLI Ho appena compiuto 18 anni e vorrei trovare un
impiego per essere indipendente dalla mia famiglia. Spulciando tra le offerte
di lavoro sono stato attratto da una ditta americana di integratori alimentari
che lascia intravvedere "guadagni facili". C'è da fidarsi, secondo
lei? E poi, esistono davvero i guadagni facili? La risposta mi sembra fin
troppo facile: no, caro Aurelio, non esistono e chi li promette lo fa, secondo
me, in malafede. Naturalmente questa categorica negazione vale se parliamo di
lavori puliti, corretti, perché quelli sporchi fanno trovare il denaro per
terra, come si suol dire. Ora nel caso specifico mi sembra d'obbligo ripetere
una cosa già nota e cioè che sull'efficacia degli integratori alimentari
circolano non pochi dubbi, si discute a livello scientifico e si fanno delle
distinzioni. Il consiglio che posso darle è duplice: da un lato valuti con
prudenza l'offerta, dall'altro cerchi di assumere più informazioni sulla ditta
americana che ha pubblicato l'inserzione. Io so che negli Stati Uniti c'è un
ente governativo che verifica l'idoneità al mercato dei prodotti parafarmaceutici,
ed è severissimo, quindi niente di più facile che abbia testato anche gli
integratori di cui le propongono la rappresentanza. In questo caso lei sarebbe
più tranquillo. Ma comunque non s'illuda sugli introiti facili. Assistenza a
domicilio Flora Nimes - BENEVENTO Ogni tanto la cronaca ci fa scoprire,
purtroppo, gli orrori di certi ospizi o di certe case di riposo. Non sarebbe
preferibile che lo Stato desse un aiuto più concreto alle famiglie che hanno un
anziano in casa? Faccio un esempio: l'indennità di accompagnamento se fosse più
consistente invoglierebbe molte coppie giovani a tenersi il nonno o la nonna,
assicurando loro una vecchiaia meno triste di quella che vivrebbero nei lager
moderni che talvolta polizia e carabinieri scoprono. La sua idea è ottima.
Anzi, se la memoria non mi tradisce di questa ipotesi - compresa in un progetto
di assistenza più ampio - si è parlato qualche anno fa a livello politico ma le
migliori intenzioni sono state frustrate dai conti. Per il bilancio dello Stato
la spesa per mantenere la sola assistenza medica a domicilio sarebbe
esorbitante. Per quanto riguarda poi il sussidio a cui lei si riferisce, devo
ricordare che a tutt'oggi non arriva a 450 euro mensili, perasltro non
cumulabili con altri indennizzi. Le casse dell'Inps, ente che eroga l'indennità
di accompagnamento, sono peraltro già molto provate. L'ideale sarebbe che certi
ospizi o certe case di riposo fossero controllate più assiduamente ma dubito
che ciò possa avvenire.
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Presa di posizione
della Cna di Rovigo Federalismo fiscale, il sì delle piccole imprese "Una
politica che tuteli il territorio" Presa di posizione della Cna
provinciaqle sul federalismo fiscale, auspicato dal mondo della piccola
impresa. L'associazione artigiana sottolinea come da una riorganizzazione in
senso federalista dello Stato ci si attenda, soprattutto, una
riduzione della burocrazia
e dell'imposizione fiscale, ma anche uno snellimento delle procedure
amministrative a sostegno dello sviluppo economico. Aziende artigiane e piccole
imprese sentono un grande senso di appartenenza al proprio territorio, ma sono
consapevoli che in questi anni di transizione e di avvio al federalismo,
il sistema Stato-regioni-enti locali non ha prodotto, pensando per esempio ai
trasferimenti statali per il Fondo unico regionale, risultati apprezzabili a
favore delle imprese.L'esigenza di federalismo, secondo la confederazione
artigiana, nasce da due esigenze fondamentali: la crescita di efficienza dei
servizi per favorire lo sviluppo e la piena responsabilizzazione di chi
amministra la "cosa pubblica". "Gli imprenditori non apprezzano
il federalismo fiscale solo perché porta risorse finanziarie ma perché credono
che sia utile quando si parla di competenze aggiunte, di autonomia decisionale
che porti sviluppo ed efficienza, che avvicini i centri decisionali alla gente
riducendo i tempi di attesa". Insomma, prosegue la nota della Cna, non si
può lasciare allo Stato la gestione delle autostrade e togliere competenze in
materia di autonomia di spesa nella sanità. Lo Stato in un regime federalista
deve delegare competenze e risorse, controllare i risultati responsabilizzando
i rappresentanti politici locali"."Riteniamo - si dice ancora - che
sarà una vera una conquista il coordinamento del sistema tributario nazionale,
per un federalismo non "egoistico" ma rispettoso di un centro
unitario di interessi. Sarebbe contraddittorio in un momento in cui si vive un
particolare spirito di integrazione europea che spinge verso una Costituzione
unitaria, che si debbano mantenere norme della Costituzione nazionale che diano
adito alla frammentazione territoriale".Cosa si aspetta , dunque, il mondo
imprenditoriale dal federalismo fiscale? "Più risorse da investire, più
competizione, più efficienza dei servizi, meno tasse, snellimento delle
procedure accessorie alle nostre imprese, il sentirsi parte attiva di un
processo di crescita effettivo, sapere che può contare su una politica che
tuteli, perché parte integrante del nostro territorio e lo conosce a
fondo"."Il disegno di legge in materia di federalismo fiscale varato
dal Governo conclude la presa di posizione - rappresenta un atto politico
importante perché ha riaperto in maniera concreta un processo che sembrava
accantonato. Le associazioni di categoria sono pronte a un confronto serio e
costruttivo con la politica perché le aspettative, soprattutto, da parte dei
piccoli imprenditori, non siano deluse".
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
L'intervista CORRADO
CASTIGLIONE Politica del tutto assente: in capacità di decisioni, in
progettualità, in controllo della realizzazione di quanto viene programmato. Ma
anche in termini di idee dello sviluppo possibile: tant'è che sarebbe preziosa
l'istituzione di una "commissione Attali" in salsa napoletana. È duro
il giudizio dell'armatore Nicola Coccia, presidente nazionale di Confitarma e
manager della Mediterranean Shipping Company, il secondo vettore mondiale nel
campo del trasporto containerizzato via mare. Opere pubbliche: Napoli fanalino
di coda. Qual è la ricaduta nel suo settore? "Pesantissima. Penso al
porto: lì non ci si rende conto che se certe opere non vengono realizzate e velocemente
si perdono tante opportunità di fronte all'evoluzione dei traffici mondiali. In
termini di posti di lavoro e di sviluppo". Può fare qualche esempio?
"Ultimamente abbiamo ricevuto la visita del vertice dell'autorità portuale
di Tunisi. Lì, stanno realizzando moltissime opere di trasformazione,
costruiscono banchine nuove, tagliano istmi. E tutto avanti con una grande
velocità: faranno in un anno quello che qui la burocrazia costringe a fare in dieci
anni". Burocrazia italiana. Ma evidentemente Napoli poi ha una sua
peculiarità? "Purtroppo sì. A Napoli abbiamo vissuto prima una lunga fase
di attesa. Poi c'è stata una lunga fase di programmazione. Alla fine delle cose
sono partite, ma altre non sono state realizzate". Quali? "Era
stato deciso il tombamento del terminal di Levante per un ampliamento dell'area
di attracco per le navi di grande tonnellaggio. È tutto fermo e mentre il
traffico crocieristico è in crescita, alcune navi sono costrette ad attraccare
in mezzo ai contenitori. E da tempo aspettiamo la possibilità di utilizzare il
molo San Vincenzo". Perché non si muove nulla? "Gli enti che
dovrebbero decidere le soluzioni più opportune non decidono. Si palleggiano le
responsabilità. Intanto il tempo passa, si perdono occasioni di lavoro e ci ritroviamo
in una fase di stallo totale e pericolosa". Pericolosa? "Quando non
si cresce poi inevitabilmente si decresce". Cosa si può fare?
"Dobbiamo lavorare". Lettieri-Iervolino: a chi dà ragione? "È
vero che gli imprenditori devono fare di più. Ma è altrettanto vero il fatto
che le istituzioni debbano porsi come punto di riferimento e decidere".
Quello che finora è mancato. "Non è un caso, perché io credo che qui
nessuno abbia le idee chiare su come la città debba svilupparsi e in che modo
far confluire le energie e le poche risorse che ci sono. Ecco, come hanno fatto
Amato e Alemanno a Roma: ci vorrebbe anche qui una "commissione
Attali"". Cosa suggerisce? "Valorizzare il posizionamento di
Napoli nello scacchiere mediterraneo, dove ci sono Paesi che crescono a vista
d'occhio e vedono incrementare ogni anno il Pil in maniera costante. Napoli ha
una centralità geografica e culturale unica in Europa, che ad esempio francesi
e spagnoli non hanno".
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Vendemmia
pagata coi voucher "Meno burocrazia e lavoro
nero" Il voucher per il lavoro in vendemmia, nuovo strumento sottoscritto
di recente da Confagricoltura Veneto con Inps, Inail e le altre associazioni di
categoria e i sindacati di cui abbiamo già riferito, è stato accolto con molto
favore nelle campagne. Lo afferma una nota della stessa Confagricoltura.Mentre ci si trova
ormai alla immediata vigilia dell'inizio della vendemmia, da tutto il Veneto
giungono notizie più che incoraggianti sulla risposta fornita dagli agricoltori
alla possibilità, introdotta dal ministro Damiano con il precedente Governo e
sviluppata dall'attuale ministro Sacconi, di retribuire studenti e pensionati
impegnati nella vendemmia attraverso voucher del valore di 10 euro l'uno
compreso il costo dell'assicurazione obbligatoria."E' un modo intelligente
e realistico - commenta il direttore di Confagricoltura Veneto Sergio Bucci -
per venire incontro alle esigenze delle imprese agricole, specie quelle di più
piccole dimensioni. Possono così ricorrere alle prestazioni di lavoratori
occasionali quali studenti e pensionati in un momento cruciale della vita
aziendale come la vendemmia, semplificando al massimo gli adempimenti
amministrativi, in quanto non viene instaurato un vero e proprio rapporto di
lavoro subordinato. Così si agevola l'emersione di rapporti che, purtroppo, non
sempre si sono svolti in modo regolare".
( da "Gazzettino, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Altri 34
imprenditori siciliani sono sospesi. Ora sono 64 quelli che collaborano con la
magistratura: nel 2007 erano due PalermoSessantaquattro. Questo il numero degli
industriali che hanno denunciato richieste di pizzo e che collaborano con le
forze dell'ordine e la magistratura. Un anno fa erano solo 2. Il primo
settembre 2007, Confindustria Sicilia approvò un codice etico che stabiliva
l'espulsione dei soci che pagavano il pizzo o non denunciavano le richieste
estorsive. Ad oggi, sono dieci quelli che hanno dovuto lasciare l'associazione
diretta in Sicilia da Ivan Lo Bello. Lo ha annunciato lo stesso presidente, che
ha parlato di 30 associati sospesi e di un totale di 51 provvedimenti al vaglio
dei probiviri di Confindustria nell'isola.Tutto cominciò dopo le minacce e le
intimidazioni nei confronti dell'imprenditore catanese Andrea Vecchio e di
Marco Venturi, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, che con
decisione si rifiutarono di di cedere alle richieste degli estorsori.Tra i
dieci industriali ormai fuori dall'associazione, qualcuno ha preferito
allontanarsi per evitare l'espulsione. "Perché essere espulsi - ha detto
Lo Bello - significa essere esposti alla gogna pubblica". A fianco di Lo
Bello, che ieri ha tenuto una conferenza stampa a Palermo, c'erano i presidenti
di alcune delle nove associazioni territoriali. Sono soprattutto gli
industriali di Caltanissetta e di Agrigento quelli che hanno intrapreso con
fermezza la linea della denuncia. Ben 40 imprenditori, dei 64 che stanno
collaborando, operano nelle due province.Poi Lo Bello ha indicato ai sindaci un
modello da seguire, quello del primo cittadino di Gela, Rosario Crocetta
(Pdci). "A Gela - ha sostenuto - Crocetta non fa antimafia di bandiera, ma
adotta azioni concrete contro le organizzazioni criminali, basti pensare alle
misure sugli appalti o all'azione che sta conducendo a fianco dell'Eni, che
attraversa una fase difficile per via delle grandi infiltrazioni
mafiose".Non volendo entrare nel merito di quanto hanno fatto nella lotta
al pizzo i sindaci delle grandi città, Lo Bello ha precisato che "non
vogliamo criticare le amministrazioni, ma vogliamo portarle sul terreno
dell'impegno costante, a fianco delle associazione antiracket, della
magistratura e delle forze dell'ordine che svolgono un lavoro quotidiano sul
territorio".Intanto, dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si
prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che
definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la
mafia. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un
passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la
collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta
al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con
la mafia".
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Quartu S.Elena
Pagina 1019 Lungomare Interrogazione in Consiglio La Provincia ripulirà i rondò
del Poetto dalle piante secche Lungomare. Interrogazione in Consiglio --> La
Provincia si occuperà delle rotatorie del Poetto. Per tutta l'estate, palme ed
erbacce secche hanno offerto un pessimo biglietto da visita della città e del
suo lungomare. Anche la segnaletica orizzontale è ormai divenuta illeggibile
tanto che anche ieri mattina, nel bivio della Bussola, si è rischiato
l'ennesimo scontro tra due auto. Colpa della burocrazia, visto che l'amministrazione
di viale Ciusa e il Comune non hanno ancora completato il passaggio delle
competenze sulla strada che dall'Ospedale Marino arriva fino a Margine Rosso.
All'inizio dell'estate, a sollevare il problema in Consiglio provinciale era
stato il capogruppo di Forza Italia Mauro Contini mentre nell'assemblea
civica di via Porcu se n'era fatto carico l'esponente del Gruppo misto Emanuele
Dessì. Nell'ultima seduta dell'assemblea di Palazzo regio è stata la volta di
Tonio Lai, consigliere provinciale Ds e vicesindaco di Quartu, che ha
presentato un'interrogazione rivolta all'assessore ai Lavori pubblici della
Giunta Milia, Paolo Mureddu. "In Municipio abbiamo fatto tutte le
verifiche", spiega Lai, "e non risulta che la competenza sulle
rotatorie sia già divenuta nostra: spetta alla Provincia garantire la
manutenzione". Manutenzione che sarà garantita soltanto dai prossimi
giorni: l'assessore Mureddu ha comunicato in Consiglio provinciale di aver dato
incarico, giovedì scorso, a un'impresa di occuparsi dei due rondò del Poetto
quartese: sia quello all'altezza del teatro "S'Arena" sia quello
della Bussola, che rappresenta una degli accessi principali alla città.
Bisognerà sistemare gli impianti d'irrigazione, ma anche dare una bella
sfoltita alle palme ormai piene di rami secchi che rischiano di finire sulle
auto di passaggio al prossimo soffio di maestrale. Un pericolo ancora maggiore
lo offre lo stato in cui versa la segnaletica orizzontale. A farne le spese
sono soprattutto ciclisti e motociclisti alle prese con auto e mezzi pesanti
che sfrecciano da tutte le parti. Nella rotatoria della Bussola non si capisce
più dove sia la corsia d'ingresso per chi arriva da viale Colombo. Stesso
problema dall'altra parte della strada con le auto in arrivo da Cagliari che
tagliano passando impropriamente dove un tempo c'era la zebratura sull'asfalto.
GIOVANNI MANCA DI NISSA.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
03-09-2008)
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Provincia di Sassari
Pagina 7033 Porto Torres. La diga di levante finisce nell'elenco delle opere
urgenti da realizzare Il G8 regala i soldi per il nuovo porto Porto Torres.. La
diga di levante finisce nell'elenco delle opere urgenti da realizzare --> Il G8 abbatte la burocrazia dei cantieri del porto. La diga di levante finisce nell'elenco
delle opere urgenti da realizzare in vista del vertice del prossimo anno a La
Maddalena. Assieme al via libera ai lavori arrivano 30 milioni di euro, un
fiume di denaro che però potrebbe non essere sufficiente per terminare la
grande opera, il cui costo stimato si aggira sui 70 milioni. In Comune,
comunque, si gongola. "Ora siamo in condizioni di rendere realmente
operativo il porto in tempi ragionevolmente brevi. Tra l'altro l'unico ostacolo
che veniva portato da alcune compagnie per entrare nel porto commerciale era
proprio la realizzazione dell'antemurale", dice il sindaco Luciano Mura.
La Gnv l'aveva imposta come condizione necessaria per l'ingresso in sicurezza
dei suoi supertraghetti. Non filtrano però date certe sulla consegna e la fine dei
lavori: da ieri la patata bollente è passata nelle mani della Protezione civile
che nei prossimi giorni dovrà organizzare il cantiere nella zona est dello
scalo. Il taglio del nastro potrebbe avvenire ben dopo la fine del meeting del
prossimo anno, come accadrà probabilmente per altre opere (ad esempio, la
Sassari-Olbia). L'antemurale servirà a proteggere dalle mareggiate invernali i
nuovi moli di ponente che, parola dell'amministrazione, saranno completati
entro l'inizio di ottobre. Manca ancora qualche ritocco alla viabilità in
uscita dallo scalo, ma il fondale è al livello giusto (meno dieci metri) e il
collaudo in corso d'opera effettuato dai responsabili del Provveditorato alle
opere pubbliche ha dato esito positivo. Gli spazi realizzati sono ampi: la
superficie dell'area raggiunge 80mila metri quadri, sufficienti per sopportare
i grandi numeri degli sbarchi nella stagione estiva. Spazi che, ha assicurato
il presidente della Commissione Portualità, Francesco Carta, non diventeranno
la fissa dimora dei rimorchi. La procedura d'urgenza del G8 demolirà il paletto
della valutazione d'impatto ambientale, documento bloccato in chissà quale
cassetto istituzionale, e le ruspe troveranno finalmente la strada spianata. La
diga dovrebbe consentire ai traghetti di Tirrenia e Grandi Navi Veloci un
comodo ingresso nell'imboccatura e un facile approdo nei nuovi denti d'attracco
a ovest anche quando spirano i venti di levante e grecale. Senza una strada di
collegamento tra le banchine di ponente e il molo della ex Teleferica il porto
rischia però di essere spaccato in due tronconi. Per questo il Comune ha
presentato un altro progetto per chiedere alla giunta regionale di inserire tra
le opere straordinarie anche la costruzione di una nuova via interna. SAMUELE
SCHIRRA.
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
A
CORDENONS Il Dream Village non riapre "La burocrazia ci
schiaccia" Se il Dream Village, la struttura di via del Benessere di
Cordenons, non riapre a settembre, come promesso prima della chiusura agostana,
è perché ha un fardello burocratico troppo impegnativo da reggere e, piuttosto
che deludere, si fa da parte.La famiglia Rigo, proprietaria della Cds, la società che
ha in gestione il fitness e il percorso benessere, ha dichiarato di aver
ricevuto alcune proposte nel mese di luglio "a cui - hanno precisato - non
è stato poi dato seguito nel mese successivo. Abbiamo preso in considerazione
le proposte pervenute, che si devono però confrontare con la realtà e i limiti
imposti dalla normativa che portano all'impossibilità da parte di Cds Srl di
assumere impegni contrattuali (non soltanto di natura economica) che, in questo
momento, non è in grado di assolvere".Sul futuro lavorativo del personale
sarà fatta luce questo pomeriggio. La proprietà incontrerà i trenta dipendenti
e chiarirà loro la posizione in cui si trova l'azienda che gestisce le
palestre. "L'azienda - ha aggiunto la famiglia Rigo - ha sempre percorso e
valutato tutte le possibilità che avrebbero potuto garantire la continuità
dell'attività e con essa il mantenimento dei posti di lavoro e il pieno
godimento della struttura da parte degli abbonati. Tale comportamento
contraddistingue ancora una volta la serietà della proprietà nel condurre
l'iniziativa denominata Dream Village".Intanto ai circa duemila abbonati
che non hanno visto riaprire i battenti della lussuosa struttura è arrivato
nella serata di ieri un sms con scritto "Ci scusiamo con la clientela per
l'impossibilità di riaprire il centro fitness. Nell'attesa di future
comunicazioni porgiamo saluti".Simona Basile.
( da "Stampa, La" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Personaggio Le
manovre per le regionali del 2010 Conferenze stampa dopo la giunta e le
missioni: la campagna è iniziata MAURIZIO TROPEANO La campagna elettorale per
le regionali del 2010 è già iniziata, almeno per la presidente della Regione.
La "zarina" ha deciso di utilizzare il modello di Palazzo Chigi, cioè
una conferenza stampa al termine della settimanale riunione dell'esecutivo. Il
motivo? Semplice: Mercedes Bresso cerca di dettare i temi dell'agenda politica
per evitare che le priorità siano indicate dall'opposizione o dai giornali.
Soprattutto cerca di concentrare l'attenzione sul governo e non sui partiti.
Per farlo ha deciso di modificare una prassi decennale che prevede che la
riunione della giunta si svolga il lunedì pomeriggio. Da ieri, così, la Giunta
ha iniziato a vedersi di mattina per approvare le delibere in modo da
incontrare prima di pranzo i giornalisti, intercettando soprattutto le troupe
televisive e i notiziari del pomeriggio e della sera. "Così - ha spiegato
la presidente - diamo le notizie in tempo reale". Per la
"zarina" e il suo staff, soprattutto, sarà possibile cercare di
veicolare meglio le notizie con lo scopo di arrivare direttamente ai piemontesi
differenziandosi dai partiti. L'offensiva mediatica della presidente, infatti,
è il tentativo di rispondere ad una delle carenze emerse nel corso del vertice di
maggioranza che si è svolto alla fine di luglio, cioè la scarsa informazione
sulle "tante cose fatte dalla giunta". E visto che il modello
premier, o se volete lo stile Casa Bianca, funziona perché non realizzarlo
anche a Torino? Certo, nella sede di piazza Castello mancano ancora gli sfondi
che fanno da cornice agli annunci di Palazzo Chigi il logo del governo, ma ci
si arrangia: già ieri le interviste televisive erano realizzate davanti al
gonfalone regionale. L'effetto è lo stesso. L'immagine di
una presidente decisionista che annuncia l'introduzione del principio di merito
nella burocrazia regionale
fa il giro della case dei piemontesi. E l'opposizione deve rincorrere la
"zarina". L'offensiva mediatica rientra nella strategia più ampia di
differenziare l'azione della presidente e degli assessori da quella dei
partiti. Bresso cerca il rapporto diretto con i territori e con i
piemontesi. Se si scorre l'agenda degli impegni della giunta si può vedere che
almeno una volta alla settimana, se non di più, la "zarina" viaggia
da Cuneo ad Alessandria, da Vercelli a Novara. All'inizio della legislatura la
Bresso ha organizzato riunioni itineranti del governo per poi sostituirle con
incontri operativi. Difficile capire se il presenzialismo si trasformerà in
consensi in un Piemonte 2 dove il centrodestra la fa da padrone praticamente
assoluto. L'onda berlusconiana sembra difficile da fermare al punto che i
presidenti delle province guidate dal centrosinistra starebbero seriamente
valutando la possibilità di non ricandidarsi nel 2009. Un'eventualità non
remota visto che nel Pd c'è chi vuole impedire ad eventuali protagonisti di
queste defezioni di scendere in campo per altri incarichi. Certo, la Bresso non
si presenta a mani vuote e porta in dote oltre 2 miliardi di fondi comunitari
da spendere in progetti di sviluppo da realizzare in accordo con gli enti
locali. Il tentativo è quello di recuperare consensi fuori dalla provincia di
Torino considerata, almeno prima del duro scontro in atto tra un pezzo del Pd e
il sindaco Chiamparino e la deflagrazione della sinistra radicale, una
roccaforte del centrosinistra. Ecco perché Bresso si è ritagliata un ruolo di
paciere nella querelle democratica. Nello stesso tempo, però, ha deciso di
richiamare in vita l'associazione che custodisce l'eredità - e i rimborsi
elettorali - di "Insieme per Bresso" la lista civica che alle scorse
regionali risultò tra le ragioni decisive della vittoria contro Enzo Ghigo e il
centrodestra. Quella lista ci sarà anche nel 2010 e avrà più peso nel senso che
la presidente cercherà di candidare personalità rappresentative dei vari
territori piemontesi. Una lista che potrebbe essere anche la ciambella di
salvataggio per recuperare politici con un forte consenso personale ma in
disaccordo con le segreterie di partito. Un nome? Mauro Laus, ad esempio con i
suoi 9000 mila voti. Senza dimenticare i Moderati guidati dal parlamentare
Mimmo Portas.
( da "Giornale di Calabria, Il" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Parco del Pollino/
Il presidente Pappaterra sulla presenza degli animali nel territorio COSENZA.
Sul problema dell'eccessiva presenza di cinghiali nel territorio del Parco del
Pollino "sono state attivate tutte le procedure necessarie per partire con
il Piano sperimentale di abbattimento selettivo". È quanto afferma, in una
nota, il presidente del Parco, Domenico Pappaterra, "in relazione - è
detto in una nota - all'allarme lanciato da alcuni sindaci e dall'assessore
provinciale di Cosenza, Arturo Riccetti". "Siamo - aggiunge
Pappaterra - nella fase di attuazione del Piano, come ben sanno tutti i
soggetti interessati, sindaci, Province, organizzazioni professionali di
categoria e opinione pubblica. ll Parco, seppure con tempi dilatati
perché tali sono quelli richiesti dalla burocrazia, sta facendo tutto quanto è nelle sue possibilità per alleviare
il nocumento procurato dai danni e per cercare di intervenire sul disequilibrio
verificatosi con la proliferazione della specie". "L'iter del Piano -
prosegue la nota - parte con il parere favorevole dell'Istituto nazionale di
fauna selvatica e del Ministero dell'Ambiente a fine 2006. Dopo aver
consumato tutti i passaggi necessari alla sua attuazione, compresa la selezione
degli operatori, il 4 agosto scorso si è proceduto a richiedere alle dieci
strutture adibite alle operazioni di macellazione presenti sul territorio del
Parco, la disponibilità ad eseguire le operazioni di ispezione delle carcasse e
prelievo campioni biologici per analisi di laboratorio. Sempre con la stessa
determinazione si è proceduto ad indire una procedura per individuare la ditta
alla quale affidare il servizio di trasporto, con mezzo refrigerato idoneo,
delle carcasse di cinghiali dal luogo di abbattimento ai macelli. Ad oggi hanno
dato la disponibilità a trattare gli animali abbattuti due macelli, mentre per
il trasporto degli animali dal sito di abbattimento al macello si è svolta la
procedura di gara con l'aggiudicazione del servizio". "Per quanto
riguarda gli operatori di selezione - si afferma ancora nel comunicato - fino
ad oggi sono 148 quelli ammessi, previa verifica dei titoli dichiarati, alle
operazioni di controllo della popolazione di cinghiali. Il numero di operatori
di selezione previsto dal Piano è di 370. Per questo si è chiesta la
disponibilità ad effettuare le operazioni di abbattimento anche ad operatori di
selezione non residenti nel territorio del Parco ed in possesso della licenza
rilasciata da una Provincia. I termini per la presentazione delle nuove domande
è scaduto il 25 agosto e sono pervenute 38 richieste che saranno valutate da
un'apposita commissione". "In questi giorni, infine - conclude la
nota - il Parco del Pollino sta approntando un apposito protocollo d'intesa per
regolamentare i rapporti tra l'ente ed ogni operatore di selezione in merito
anche alle responsabilità durante le operazioni di abbattimento". "È
necessaria, a questo punto - conclude Pappaterra - la sinergia di tutte le
istituzioni affinché il problema sia affrontato e per quanto possibile
debellato. D'altronde è fin troppo chiaro che non riguarda solo il territorio
protetto. Così come vi sono comuni del Parco, come quello di Cerchiara di
Calabria, letteralmente invasi dai cinghiali. E sappiamo bene che l'intervento
dell'uomo non è più differibile". (03-09-2008).
( da "AprileOnline.info" del 03-09-2008)
Argomenti: Burocrazia
Gennaro Loffredo*,
03 settembre 2008, 16:50 L'intervento La scuola viene messa al servizio della
competizione economica e l'insegnamento viene snaturato e ridotto a mezzo per
sostenere la competitività delle imprese; il compito diventa quello di fornire
una formazione di eccellenza per una platea sempre più ristretta e molta mano
d'opera a basso costo Trasformare i docenti in allenatori di alunni abili nel
gioco dei test a risposta multipla per migliorarne così le prestazioni e permettere
alle scuole/fondazioni italiane di avanzare nella classifica delle indagini
Ocse Pisa. Questo è quello che senza mezzi termini la ministra Gelmini ed il
governo di cui fa parte vogliono fare del sistema scolastico di istruzione del
nostro paese. Una scuola dove il binomio competenze/conoscenze viene
semplicisticamente derubricato alla voce abilità. Una scuola in cui i ragazzi
devono consumare in fretta ciò che meccanicamente imparano, come in un fast
food dove si ingrassa senza nutrirsi. Una scuola sempre più supermercato
dell'offerta educativa e sempre meno comunità educante. Questa storia però
parte da lontano. Essa non nasce e non si esaurisce nei confini dell'Italia.
Non nasce e non si esaurisce con la Moratti e la Gelmini. Questo progetto di
società, poiché di questo parliamo quando affrontiamo il tema delle riforme
scolastiche, affonda le sue radici intorno alla fine degli anni '80,
addirittura prima che l'unione europea cominciasse, con il trattato di
Maastricht (1992) ad occuparsi di educazione, quando l'ERT (Tavola Rotonda
Europea degli industriali) formata da una quarantina tra i più potenti
dirigenti industriali europei, fra i quali Nestlé, Fiat, Volvo, Bertelsmann,
Lufthansa, il cui compito consiste nell'analizzare le politiche europee nell'ambito
dei diversi settori e nel formulare raccomandazioni corrispondenti ai propri
obiettivi strategici, crea un gruppo di lavoro specifico per approfondire le
tematiche legate all'educazione e pubblica il rapporto "Educazione e
competenze in Europa". E' il primo documento in cui si afferma
"l'importanza strategica vitale della formazione e dell'educazione per la
competitività europea" e in cui si chiede "un rinnovamento accelerato
dei sistemi d'insegnamento e dei loro programmi". In particolare vi si
legge che "l'industria non ha che un'influenza molto debole sui programmi
impartiti", e che gli insegnanti hanno "una comprensione
insufficiente dell'ambiente economico, degli affari e della nozione di
profitto", e che "non comprendono i bisogni dell'industria". "Competenze
ed educazione sono fattori di riuscita vitali", continua la lobby
padronale, che suggerisce di "moltiplicare i partenariati tra le scuole e
le imprese", ed invita gli industriali a "prender parte attiva allo
sforzo educativo". In un documento del