PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro
Novelli |
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DOSSIER “BUROCRAZIA” |
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"
Mettiamo la targa del kaiser": fatto ma 50 anni dopo
( da "Stampa,
La" del 01-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
fatto ma 50
anni dopo BRUNO MONTICONE SANREMO Si sa le decisioni amministrative e la
burocrazia, spesso, sono lente. Ma ci sono casi in cui si esagera. Come quello
della targa commemorativa per l'imperatore tedesco Federico Guglielmo, il
kaiser, che ricorda il suo soggiorno, per ragioni di salute, a Sanremo tra il
1878 ed il 1879.
cracolici
"è il vietnam della destra"
( da "Repubblica,
La" del 01-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Già nel
recente passato i democratici erano riusciti a piazzare le loro proposte
votando, per esempio, la legge di riforma della burocrazia regionale». Ieri,
però, il deputato nazionale del Pd Tonino Russo ha mandato una stoccata a
Lombardo: «Lombardo pensa ad un´alleanza con la Lega Nord per le elezioni
europee? Vengono i brividi solo a pensarci»
ditte
esterne pagate per la differenziata l'impianto di selezione è ancora chiuso -
dario prestigiacomo ( da "Repubblica, La"
del 01-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
attesa che la
burocrazia faccia il suo corso, Palermo continua a essere priva di un impianto
strategico per il buon funzionamento dei processi di smaltimento dei rifiuti.
Certo, nel capoluogo siciliano la raccolta differenziata è ancora oggi ferma al
4,2 per cento dell´intera raccolta, secondo i dati dell´Agenzia regionale dei
rifiuti e delle acque.
la
burocrazia e i diritti - jacopo gardella
( da "Repubblica,
La" del 02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Milano La
burocrazia e i diritti JACOPO GARDELLA Tutto ciò difficilmente può conciliarsi
con il concetto di una società democratica; anzi getta una brutta ombra sulle
nostre istituzioni e sul loro funzionamento. Sono fatti noti a tutti le
richieste di colloqui con funzionari comunali sistematicamente rinviate o
respinte;
Bici,
dentiere e pc scordati in tram: sono 37mila i milanesi distratti
( da "Giornale.it,
Il" del 02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Si tratta di
oggetti catalogati - la burocrazia usa il verbo repertoriare - cui viene appeso
un cartellino attestante la data di ritrovamento. Manufatti che dagli scaffali
sembrano dirti: «Sono qui, ti prego, portami via». Ma solo la metà degli
oggetti «in sofferenza» riesce a ritrovare la via di casa.
Il
violino pirotecnico di Julia Fischer
( da "Corriere
della Sera" del 02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ottusità
della burocrazia, Rozdestvenskij ha mobilitato tutte le risorse dell'orchestra
ceciliana con effetti effervescenti anche clamorosi. Nella definizione
dell'altro volto di Prokof'ev, cioè dell' aspetto virtuosistico che
contraddistingue il Primo Concerto ha contribuito l'eccezionale bravura
all'arco della venticinquenne ed avvenente Julia Fischer.
Aziende,
Roma sorpassa Milano ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Finora Roma è
sempre stata percepita come la capitale della burocrazia e delle aziende
pubbliche, da Enel a Eni a Finmeccanica. Secondo Aurelio Regina, presidente
degli industriali di Roma, si è prodotta una sorta di rivoluzione silenziosa.
«Passo dopo passo – dice Regina – Roma ha consolidato i propri punti di forza e
ne ha creati di nuovi.
Misure
con poco slancio ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
o da sviluppi
interpretativi di assoluta chiusura, come è avvenuto recentemente per il
cosiddetto "bonus aggregazioni". Se non si affronta questo problema
con strumenti normativi adeguati e senza vincoli interpretativi figli della
paura e della burocrazia,il problema del sottodimensionamento delle nostre
imprese non sarà mai risolto.
Corsa
degli immigrati per avviare un'impresa
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
vista la
burocrazia a cui non ero abituato – prosegue Abdu –, sarebbe durato tre anni se
non avessi scelto di affidarmi a un commercialista e non mi avesse aiutato mia
moglie, che è italiana». «Il commercialista è fondamentale – conferma Adrian
Kollaku, 39 anni, albanese residente a Imperia e titolare di una società
individuale che opera inedilizia &
Interventi
soft su comunità montane e commissioni
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
riduzione
degli sprechi della burocrazia, decollò coni provvedimenti-Bersani, dai quali
sgorgò il taglio a comitati e comitatini ministeriali. In prima battuta i
tecnici del Governo ne censirono più di 700, per poi focalizzare l'attenzione
su 512 strutture, tra comitati, commissioni e organismi collegiali di vario
tipo: nella primavera del 2007 ne furono accorpati 20 e soppressi 81.
In
edilizia un pagamento ogni cinque arriva con un ritardo di oltre un anno
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
quanto la
burocrazia che finisce con l'accumulare ritardi su ritardi. Lucca Dipende,
invece, dal patto di stabilità il ritardo accumulato dal Comune di Lucca nei
confronti di Toscana Costruzioni, piccola impresa artigiana che, con tre
soci-lavoratori e un dipendente, nel
"cominciamo
a svecchiare la burocrazia" ( da "Repubblica, La"
del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Firenze Siena
Stravince Simone Bezzini "Cominciamo a svecchiare la burocrazia" Ex
segretario del Pd, la gente - dice- ha creduto alla mia volontà di cambiamento
Più che una vittoria è una stravittoria. Simone Bezzini, ex segretario del Pd senese,
alle primarie per la presidenza della Provincia prende 14.115 voti, il 65,4%.
due
aiuti per imprese e lavoratori ( da "Repubblica, La"
del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Un´operazione
da 30-40 milioni che consente ai dipendenti delle aziende in crisi di aprire un
conto dedicato (a tasso zero) dove ricevere in anticipo i fondi erogati
dall´Inps per l´ammortizzatore sociale. Senza i ritardi dovuti alla burocrazia.
(m.b.)
La
tortura e il dilemma del 15% ( da "Corriere della Sera"
del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ma piuttosto
la burocrazia stessa, che spesso non condivide delle informazioni vitali con le
sue parti costituenti. Si può fare molto per migliorare la qualità dei nostri
interrogatori senza ricorrere alla tortura, ma questo costituisce un problema
che non si risolve facilmente, e che, piuttosto, è assillante.
Tagli
all'Opera, spettacoli a rischio ( da "Corriere della Sera"
del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
e i prof che
ringraziano via mail: «Ci fanno domande mai banali, poi dicono che la gioventù
è superficiale e priva di valori!»; dall'altra le istituzioni più sorde di
Beethoven, i tetri corridoi della burocrazia, il muro di gomma della politica:
chi ha mai visto i politici all'Opera? CONTINUA A PAGINA 10
Inpdap,
gli arretrati difficili da ottenere
( da "Corriere
della Sera" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
è possibile
che dalla struttura provengano informazioni così differenti? E qual è la verità?
Non chiedo favori, ma soltanto quanto mi spetta di diritto. Un anno non vi
sembra un po' troppo anche per i tempi biblici della burocrazia italiana?
Grazie mille per la vostra attenzione. Sergio Jacquier
I
tagli spengono l'Opera ( da "Corriere della Sera"
del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
campagna
elettorale e si mette a giocare a nascondino con la burocrazia, non ha dato
nessuna certezza, alla riunione al ministero non è nemmeno andato»; per il
sindacato, il teatro sta già lavorando «al ridimensionamento della stagione, il
taglio porterà a un deficit di 5 milioni. I risultati saranno la cancellazione
degli spettacoli, il taglio dell'occupazione e il commissariamento»
Buoni
scuola, regole anti crisi ( da "Stampa, La"
del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
MAURIZIO
TROPEANO Per una volta la burocrazia cerca di stare al passo con l'impatto
quotidiano della crisi economica. La giunta regionale approvando il via libera
ai bandi per ottenere i contributi della legge su diritto allo studio ha anche
deciso di tener conto delle attuali condizioni di reddito della famiglie
piemontesi e non di quelle della dichiarazione dei redditi dell'
"Contro
la crisi gli artigiani non vanno lasciati da soli"
( da "Stampa,
La" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
di formazione
e nel miglioramento dei rapporti con la burocrazia». Il sindaco Marinello ha
riconfermato a sua volta che il Comune ha messo in bilancio opere per 6 milioni
di euro. Sul fronte della crisi, Cna non perde di vista l'analisi e ha
organizzato per la sera di lunedì 9 febbraio in sede a Novara un incontro con il
professor Marco Fortis, cusiano, economista e ricercatore,
Per
i lotti albesi c'è il rischio di un ritardo di altri 2 anni
( da "Stampa,
La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Asti continua
a inciampare nella burocrazia. Il presidente della Provincia Raffaele Costa sui
lotti albesi - i più problematici - si è rivolto al ministro Matteoli: «Ho
saputo che la commissione tecnica del ministero dell'Ambiente giovedì è
chiamata a pronunciarsi sulla procedura di non assoggettabilità all'iter del
Via (Valutazione d'impatto ambientale)
Aziende
cercansi, Novara ci prova ( da "Stampa, La"
del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
La burocrazia
è l'altro grande ostacolo, abbiamo bisogno che la Regione faciliti le
condizioni di insediamento, che si sburocratizzi l'iter, altrimenti le
industrie non verranno mai nè a Novara e neppure nel resto del Piemonte».
Sergio Vedovato, presidente della Provincia: «La classifica è un po' rozza, i
dati non tengono conto di tanti fattori.
via
un altro ministro, obama perde i pezzi - (segue dalla prima pagina) vittorio
zucconi ( da "Repubblica, La"
del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
come guida
del nuovo ufficio per il controllo di qualità sulla burocrazia ma incapace di
controllare i propri redditi, e il salvataggio in corner del segretario al
Tesoro Tim Geithner, approvato nonostante una storia di elusione fiscale,
l´abbandono dell´uomo che avrebbe dovuto aiutare Obama a navigare gli scogli
del Parlamento segnala la fine del sogno e il ritorno della realtà.
Torrenti
in sicurezza Comuni contro l'Aipo
( da "Stampa,
La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Conosciamo i
tempi della burocrazia, ma tra poco arriverà la stagione delle piogge. Il
rischio per il Chisone è di nuove esondazioni se non vengono fatti gli
interventi per ripulire il letto del fiume e per limitare l'erosione delle
sponde». Aggiunge il presidente del comitato Chisone Sicuro, Sergio Martino,
uno dei firmatari: «La stessa situazione si riscontra in Val Pellice.
la
rivolta degli imprenditori "basta lavori a moncalieri" - diego
longhin ( da "Repubblica, La"
del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
vi racconto i
miei 4 anni di odissea I costruttori scappano Non ne vogliono più sapere della
burocrazia La città sta gettando via tante opportunità Volevamo recuperare lo
stabilimento della Pozzo Gros Monti ma nonostante gli accordi siamo ancora fermi
DIEGO LONGHIN «Un lavoro a Moncalieri? No grazie». Un leitmotiv che corre di
bocca in bocca fra i costruttori torinesi e non solo.
i
precari vanno in piazza disagi negli asili nido
( da "Repubblica,
La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
in per
protestare contro i ritardi nella stabilizzazione I precari vanno in piazza
disagi negli asili nido Burocrazia cauta sui contratti Si sblocca l´iter per i
poliziotti municipali Gli lsu ieri hanno scioperato e dopo un corteo che da
piazza Verdi li ha portati in via Notarbartolo sotto l´assessorato Pubblica
istruzione, hanno fatto un sit-in davanti alla Prefettura.
settemila
sos per la colombaia - laura nobile
( da "Repubblica,
La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
In questo
caso il nemico numero uno del monumento è la burocrazia: dal 2002, infatti, il
Comune chiede al Demanio il passaggio di proprietà per poter avviare i lavori
di recupero e trovare una destinazione d´uso compatibile col forte, ma una lunga
e complessa trafila burocratica ha finora bloccato ogni intervento.
la
burocrazia che assedia la fortezza cartaginese - carlo brambilla
( da "Repubblica,
La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
è la libreria
Bocca di Milano La burocrazia che assedia la fortezza cartaginese Tra le aree
da strappare al degrado anche il Monte Gennaro vicino a Roma CARLO BRAMBILLA è
il castello della Colombaia di Trapani, un´antichissima fortezza di origine
cartaginese, il cui recupero è bloccato da una burocrazia particolarmente
ottusa, il "luogo del cuore" più votato dagli italiani (
Giulia
Maria Crespi contro il Comune <Più abitanti? Soffocati da auto e smog>
( da "Corriere
della Sera" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ma nel mirino
c'è anche la burocrazia. Quella «macchinosa e lenta». Quella che «impedisce di
prendere decisioni in tempi ragionevoli», sottolinea Corrado Passera,
amministratore delegato di Intesa Sanpaolo. Sono state anche le 5.600 filiali
della banca a raccogliere le preferenze dei cittadini.
Il
fotovoltaico segue il mercato ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)"
del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
contributi e
la burocrazia delle procedure hanno fatto il resto. Con la recente decisione di
introdurre il sistema del “conto energia” si prevede un rapido incremento della
domanda. Il “conto energia”, molto atteso anche dalle società di settore,
favorirà anche l'accesso sul mercato da parte di nuove imprese competitors a
tutto vantaggio della concorrenza.
La
redditività in picchiata zavorra il settore agricolo
( da "Sole
24 Ore, Il (Centro Nord)" del
04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
conseguenza
di un aumento considerevole dei costi di produzione, compresi quelli legati
alla burocrazia, e da una riduzione dei prezzi alla produzione. Stiamo
assistendo anche alla corsa agli acquisti di aziende da parte di non
agricoltori che poi le cedono in affitto o abbandonano le coltivazioni. Il
terreno sta ridiventando un bene rifugio».
Colpo
a Obama, si ritira lo <zar> della sanità
( da "Corriere
della Sera" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
incaricato di
individuare e tagliare tutti gli sprechi e le inefficienze della burocrazia:
non aveva pagato i contributi per la sua colf. Salgono così a tre i passi falsi
delle nomine di Barack Obama, che all'inizio del mese aveva già dovuto
rinunciare a Bill Richardson, il governatore del New Mexico indicato come
segretario al Commercio e coinvolto in un'inchiesta per corruzione.
Fai,
il luogo del cuore è un castello da salvare
( da "Corriere
della Sera" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Al primo
posto, sul banco degli imputati, c'è la burocrazia. Quella «macchinosa e lenta
che blocca le iniziative più importanti a difesa del patrimonio dell'arte ». E
che impedisce, ad esempio, il recupero del Castello della Colombaia di Trapani.
Poi le amministrazioni locali e la tecnologia.
Ecco
perché noi veri liberali non faremo la fine dei panda
( da "Giornale.it,
Il" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
epoca dei
totalitarismi e delle burocrazie pubbliche (di quello Stato che si prende cura
di noi «dalla culla alla bara»), un'economia e una cultura affrancate dal
potere statale possono delinearsi soltanto grazie ad un nuovo e diffuso
protagonismo sociale. Una politica diversa può fare la propria parte e anche
all'interno del sistema universitario di Stato c'
In
coda per ritirare i nuovi permessi
( da "Stampa,
La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Erano
tantissimi coloro che non sapevano «più cosa e come fare: la burocrazia ci
manda in confusione», spiega una donna dell'Est sulla trentina. La precedenza
assoluta per l'accesso agli uffici a donne incinta, o col bimbo in braccio, e
anziani. L'ufficio è rimasto aperto oltre le 12, cioè fino a quando non sono
finiti i «numerini cartacei».
"Burocrazia
più semplice ma va finita la tangenziale"
( da "Stampa,
La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Il sindaco di
Castell'Alfero "Burocrazia più semplice ma va finita la tangenziale"
Castell'Alfero è uno dei Comuni dove negli ultimi tempi sono sorte più
attività, produttive e di vendita: il centro commerciale ai confini con il
Comune di Asti, ne è un esempio. Ma ci sono anche aree produttive meno
visibili, ma altrettanto «vivaci».
Quella
giungla di accreditamenti fuori controllo
( da "Unita,
L'" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ieri la
dirigente storica è stata messa ai domiciliari, che passa la burocrazia degli
accreditamenti per le cliniche private. È dagli uffici della Asp, invece, che
esce la proposta di tetto di spesa per le strutture, pubbliche e private.
Sempre all'Asp si fa il punto su quante e quali prestazioni servono al
territorio.
via
baltimora, il giardino dei 500 irriducibili - sara strippoli
( da "Repubblica,
La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
per difendere
il loro giardino contro la burocrazia, come possono essere più forti di parole
come oneri di urbanizzazione, esigenze di far cassa del Comune che vuole
vendere e approva una variante d´uso che permette l´arrivo di altri palazzi?
Poi ti raccontano e capisci che, comunque vada, loro saranno irriducibili, di
una generazione abituata a combattere senza perdersi d´
il
governatore rivolta il suo staff arriva busalacchi, de santis in uscita
( da "Repubblica,
La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
chiesto di
far ripartire la burocrazia" A fine agosto, in un´intervista a Repubblica,
aveva detto di «essere pronto a rientrare nell´amministrazione. Se mi chiamano,
eccomi qua». Ma era più che altro una provocazione, una delle tante di
Francesco Paolo Busalacchi, fra i più esperti burocrati della Regione, in
pensione da sette anni e mai tenero nei confronti di governanti e colleghi.
mazzette
per accelerare le pratiche "abbiamo due santi in paradiso" - oriana
liso ( da "Repubblica, La"
del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
oliavano la
burocrazia. Tanto che Andrea sospirava e rimbrottava il fratello su una pratica
fatta male e segnalata dalla Ferrari: «Fino a quando avremo due santi in
paradiso non c´è problema... «. Le pratiche per le tombe sono lunghe, a volte
troppo: così ai clienti danarosi - o semplicemente a chi commissionava opere
così costose da non poter notare qualche migliaio di euro in più -
<Con
quei due santi in paradiso non avremo problemi>
( da "Corriere
della Sera" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
scocciato
dalla burocrazia, dice che «a gennaio avrebbe incontrato la Moratti per risolvere
la questione, visti i ritardi degli uffici preposti...». E Cerato gli
suggerisce «di far chiamare dal sindaco l'ingegner Balladore, di parlare con
questi e di avvisarlo quando questo avveniva, perché avrebbe chiamato a sua
volta Balladore,
Spogli
all'Italia: "Attenti, rischiate lo status di potenza economica"
( da "Repubblica.it"
del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
una
burocrazia lenta, un mercato del lavoro rigido, la criminalità organizzata, la
corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di meritocrazia e un
sistema di istruzione che non risponde ai bisogni del XXI secolo".
"Gli italiani dovrebbero sollecitare i cambiamenti per far crescere il
paese e soprattutto di cercare di costruire un consenso intorno ad essi"
Sgambetto
dell'Ue ai giovani agricoltori ( da "Stampa, La"
del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
sono
purtroppo frenati da burocrazia, complicazioni tecnologiche e informatiche. E
non ultima dalla diffidenza che forse Bruxelles nutre nei confronti degli
agricoltori italiani, facendo di ogni erba un fascio. Ne sanno qualcosa le
centinaia di imprese agricole piemontesi che hanno aderito al Psr (Programma di
sviluppo rurale),
"cara
italia attenta, così non va" l'amaro addio dell'ambasciatore usa -
vincenzo nigro ( da "Repubblica, La"
del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Una
burocrazia lenta, un mercato del lavoro rigido, la criminalità organizzata, la
corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di meritocrazia». A parte
le riforme economiche (alle quali da ambasciatore ha lavorato senza tregua,
mettendo in contatto il business sulle due sponde dell´Atlantico) Spogli
individua un altro tema centrale,
rissa
futurista all'ottagono e finazzer litiga con i vigili
( da "Repubblica,
La" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Finché ci
sarà una burocrazia così cieca, così nemica dell´arte, sarà difficile cambiare
questo Paese - ha commentato l´assessore - I vigili ragionano come fossimo
macchine, invece siamo uomini e abbiamo bisogno di camminare e di muoverci. Due
vigilesse, di bell´aspetto ma di poca comprensione, ci hanno chiesto le
autorizzazioni e se fossimo in regola con i decibel.
camerino
ha aperto la strada "il mio ateneo con gli azionisti"
( da "Repubblica,
La" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Obiettivi:
meno burocrazia, risparmio, riunificazione di didattica e ricerca A Camerino la
riforma scatta lunedì grazie al silenzio assenso del ministero «Questo Ateneo
diventerà una casa dalle pareti di vetro», così spiega la sua rivoluzione
Fulvio Esposito, dal 2004 Rettore dell´Università di Camerino, la prima, in
Italia,
Bloccato
il Finazzer-show in Galleria <I ghisa? Ragionano come macchine>
( da "Giornale.it,
Il" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Burocrazia
cieca e nemica...» INFURIATO Il responsabile della Cultura: «È una città che va
avanti a multe, ma noi non ci fermeremo...» Chi l'avrebbe mai detto? Nome più
profetico non si sarebbe potuto trovare: «Rissa in galleria». Sì proprio la
dotta citazione del celebre quadro di Boccioni scelta dal Comune per intitolare
la performance che apre la mostra sul Futurismo.
Tettamanzi:
più fondi anticrisi Alle famiglie 2,5 milioni di euro
( da "Corriere
della Sera" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Col minimo di
burocrazia possibile: e la molteplice rete delle parrocchie, dei centri
Caritas, delle Acli, cui ci si potrà rivolgere per le richieste di aiuto, avrà appunto
il compito di vagliarle in modo snello anche grazie alla conoscenza diretta
delle situazioni.
Futuristi,
rissa in Galleria Scontro Finazzer-vigili
( da "Corriere
della Sera" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
si fa teso in
volto e infine sbotta: «Finché ci sarà una burocrazia così cieca, così nemica
dell'arte, sarà difficile cambiare questo Paese». La lite artistica era
prevista: una «Rissa in Galleria» per festeggiare la mostra sul futurismo a
Palazzo Reale. Il battibecco con i ghisa no: è stata una performance fuori
programma.
Freni
economici ( da "Corriere della Sera"
del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Burocrazia
pesante, mercato del lavoro rigido, criminalità organizzata, corruzione»
Università «è una tragedia nazionale imbarazzante che non ci sia una sola
università italiana nei primi posti delle classifiche internazionali. Gli
studenti sono pessimisti sul futuro, sfiduciati per colpa di un sistema non
meritocratico»
<Italia,
potenza a rischio declino> Spogli, un addio con polemiche
( da "Corriere
della Sera" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ambasciatore
scelto da Bush: «Troppa burocrazia e corruzione» Alla colazione con la stampa a
Villa Taverna: «Obama chiederà al vostro Paese un maggior impegno in
Afghanistan» ROMA — L'espressione che rende meglio l'idea di ciò che ha
assestato ieri al nostro Paese Ronald Spogli, l'ex compagno di studi di George
W.
<Rispettato
da George W. e da Barack il Paese non è peggiorato e reagirà>
( da "Corriere
della Sera" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Come dice
Spogli, che è un mio amico, c'è molta burocrazia, i sindacati continuano a
paralizzare il mercato del lavoro, e i due fenomeni insieme ritardano le
innovazioni tecnologiche e diminuiscono l'efficienza del Paese. Ma questo non è
un segreto per nessuno. L'Italia non mi è sembrata peggiorata».
Senza
svolta l'Italia rischia il declino
( da "Sole
24 Ore, Il" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Una
burocrazia pesante, un mercato del lavoro rigido, la criminalità organizzata,
la corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di meritocrazia e un
sistema di istruzione che non risponde ai bisogni del XXI secolo », per non
parlare dell'istruzione uni-versitaria: è «una tragedia nazionale, quasi
imbarazzante,
Troppi
nomi uguali, a Chioggia soprannomi nei documenti
( da "Giornale.it,
Il" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
bene dunque
finché a dover fare i conti col caos dei cognomi non è stata la rigidità della
burocrazia. Al momento di distribuire le tessere è scoppiato il caos. I
registri sono impazziti, i postini sono arrivati sull'orlo del suicidio. Basti
dire che nell'elenco del telefono di Chioggia ci sono 40 pagine di Boscolo. Per
9600 tessere non si è riusciti a portare a termine la consegna.
Bloccato
il Finazzer-show in Galleria "I ghisa? Ragionano come macchine"
( da "Giornale.it,
Il" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Burocrazia
cieca e nemica... è una città che va avanti a multe, ma noi non ci
fermeremo..." Chi l?avrebbe mai detto? Nome più profetico non si sarebbe
potuto trovare: «Rissa in galleria». Sì proprio la dotta citazione del celebre
quadro di Boccioni scelta dal Comune per intitolare la performance che apre la
mostra sul Futurismo.
[FIRMA]MASSIMO
GUERRETTA VENEZIA Un paio di colpi per abbattere il passato ed entrare in una
n... ( da "Stampa, La"
del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
marasma della
burocrazia. Complanari, percorsi larghi, tunnel: le ipotesi si sono alternate
nonostante l'obiettivo fosse sempre stato chiaro: decongestionare l'area
metropolitana dell'entroterra veneziano e velocizzare il trasporto su gomma nel
Nord-Est, territorio spesso glorificato come «locomotiva d'Italia» e cruciale
nell'ambito della mobilità europea per il Corridoio V Lisbona-
"La
burocrazia ferma lavori per 700 milioni"
( da "Stampa,
La" del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Anna e Regina
Margherita "La burocrazia ferma lavori per 700 milioni" Massaggi hard
Fisioterapista in manette Massimiliano Peggio Beppe Minello Servizio Così
rischiano di svanire 25 mila nuovi posti nel 2009 Lo accusano quattro pazienti
Lavorava in uno studio del centro Niccolò Zancan Malcontati, sono 700 e rotti
milioni.
Burocrazia
inflessibile "congelati" 700 milioni
( da "Stampa,
La" del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
36 domande a
18 Burocrazia inflessibile "congelati" 700 milioni mesi per le grandi
opere Il vero spauracchio per gli imprenditori è la Valutazione di impatto
ambientale Paolo Romano ad Smat mesi per parere da enti terzi «Solo fra due
anni arriverà il parere per l'acquedotto della Valle Orco» [FIRMA]ALESSANDRO
MONDO Malcontati,
Spogli
e l'allarme sul declino Marcegaglia: fare di più
( da "Corriere
della Sera" del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
li conosciamo
tutti» ha spiegato l'ambasciatore: la mancanza di infrastrutture, l'eccessiva
burocrazia, un mercato del lavoro rigido e «un sistema di istruzione che non
risponde ai bisogni del XXI secolo». Del resto Spogli ha avuto gioco facile a
ricordare all'Italia la sua difficile posizione nel panorama competitivo
internazionale.
Le
sei sedi del Quarto Municipio e il gioco dell'oca del cittadino
( da "Corriere
della Sera" del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ti chiedo
scusa per disturbare ancora ma la risposta del IV Municipio di ieri
all'argomento (burocrazia e suddivisione degli uffici, ndr) nella rubrica «Ci
pensa il Corriere» mi ha fatto andare letteralmente in bestia! Ma che razza di
risposta è, quella che vi hanno dato? Titolo: «Da dicembre due sedi che si sono
divisi i compiti»...
Un
auto che Bolle. ( da "Giornale.it, Il"
del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
it contatti
Categorie Berlusconi IV (10) burocrazia (1) citazioni (2) finanza (11) pol
economica (22) Varie (42) Ultime discussioni Davide: E' stupefacente che Fiat
ha i soldi per comprare GM e non li ha per rilanciare il sito italiano.
Vuole... FINEDEIGIOCHI: E' risaputo che con i rottami ferrosi si fanno soldi.
Pronta
dopo trent'anni l'altra via del Nord-Est
( da "Stampaweb,
La" del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
una bella
incompiuta rimasta invischiata nel marasma della burocrazia. Complanari,
percorsi larghi, tunnel: le ipotesi si sono alternate nonostante l?obiettivo
fosse sempre stato chiaro: decongestionare l?area metropolitana dell?entroterra
veneziano e velocizzare il trasporto su gomma nel Nord-Est, territorio spesso
glorificato come «locomotiva d?
l'archeo-spot
dell'italia del boom - edmondo berselli
( da "Repubblica,
La" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia,
un pubblico diverso. Così, la pubblicità al cinema inaugura una multimedialità
certo ancora molto «rozza», come annota in prefazione Alberto Abruzzese, ma che
ha individuato con precisione il suo target. Ovvero un pubblico legato alla
tradizione, eppure già disposto a correre qualche avventura.
un
torinese il re dei ristoratori cileni - simona savoldi
( da "Repubblica,
La" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Santiago
controlla un piccolo impero Un torinese il re dei ristoratori cileni "Qui
la burocrazia è più snella, le tasse più leggere e il personale più flessibile:
davvero tutto un altro mondo" SIMONA SAVOLDI Meno burocrazia, meno tasse e
più flessibilità: sono abbastanza semplici i motivi per cui sempre più italiani
voltano le spalle al Belpaese per tentare la fortuna all´estero.
candele
accese per i tamil morti ( da "Repubblica, La"
del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
iniziativa è
stata sostenuta dal comitato di solidarietà che si è formato recentemente a
Palermo e che ha intenzione di organizzare altre manifestazioni a sostegno
della comunità tamil. «è importante - dice Giuseppe Bruno del comitato - che i
palermitani prendano una posizione. I tamil dopo tutti questi anni sono
cittadini italiani a tutti gli effetti al di là della burocrazia». c. b.
artigiani,
la crisi arriva a primavera - wanda valli
( da "Repubblica,
La" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Per avere
aiuti almeno contro la burocrazia, contro le banche e le "regole
aguzzine" per concedere crediti, contro i ritardi nei pagamenti, che
toccano i 210 giorni, da parte di aziende pubbliche. L´incontro c´è stato ieri
mattina, con il presidente della Cna, Giuseppe Lamanna e il segretario generale
Roberto Timossi, e dall´altra parte,
Mamme
e parroco divisi dal pilomat <No alle auto>. <Servono parking>
( da "Corriere
della Sera" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
bloccato
dalla burocrazia e dalle richieste economiche dei progettisti. Ma, soprattutto,
è contestato da tre comitati di quartiere, più Fai e Italia Nostra: loro
preferirebbero un parco archeologico, non i mille box. Tant'è. Mentre don Pigi
invoca più posti auto, i genitori della materna di via Santa Croce sostengono
l'urgenza opposta:
"Invalidi,
ridateci i soldi" ( da "Stampa, La"
del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
I tempi
lunghi della burocrazia hanno fatto lievitare a 200 mila euro la somma che la
Regione rivuole indietro. Intanto emergono i drammi umani, come quello di una
donna affetta da gravi problemi cardiaci, invalida al 100 per cento, a cui
hanno chiesto di restituire poco meno di ventimila euro.
Cari
amici de La Stampa, sono uno studente di quarta liceo scientifico, e vado a
scuola in un po... ( da "Stampa, La"
del 09-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
E come al
solito burocrazia e politica si danno da fare per mangiare il mangiabile Ora mi
rivolgo a chi in ascolto: non dimentichiamoci del Darwin, perché altrimenti
Vito non sarà stato un martire, ma uno sfigato morto a scuola per la negligenza
di qualcuno (ovviamente i responsabili non sono ancora saltati fuori e
probabilmente mai verranno scoperti e denunciati!
Il
no del governatore a Berlusconi "Io l'ho vista, Englaro ha ragione"
( da "Repubblica.it"
del 09-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
è rimasto
impelagato nella stessa burocrazia sanitaria, mentre i rapporti tra lui e Tondo
(che l'aveva voluto, sconsigliato dal resto del pdl) si sono guastati, forse
per sempre. Alla politica romana, soprattutto a quella parte che s'è impegnata
in una lotta contro il tempo, importa poco degli strascichi locali:
"Dobbiamo sbrigarci a fare qualche cosa.
il
no del governatore a berlusconi "io l'ho vista, englaro ha ragione" -
piero colaprico ( da "Repubblica, La"
del 09-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
è rimasto
impelagato nella stessa burocrazia sanitaria, mentre i rapporti tra lui e Tondo
(che l´aveva voluto, sconsigliato dal resto del pdl) si sono guastati, forse
per sempre. Alla politica romana, soprattutto a quella parte che s´è impegnata
in una lotta contro il tempo, importa poco degli strascichi locali: «Dobbiamo
sbrigarci a fare qualche cosa.
bagnoli,
ancora uno stop ( da "Repubblica, La"
del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Sono due anni
che cerchiamo di realizzare qualcosa e invece una volta la Soprintendenza dice
che non possiamo, un´altra volta è la burocrazia e non si fa la gara d´appalto
in tempo utile, poi mancano i permessi». PATRIZIA CAPUA CRISTINA ZAGARIA A
PAGINA III
"in
attesa delle autorizzazioni progetti fermi per 800 milioni" - patrizia
capua ( da "Repubblica, La"
del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia
nemica dello sviluppo "In attesa delle autorizzazioni progetti fermi per
800 milioni" Irap, inefficienze, accesso al credito: rischia di chiudere
il 40 per cento delle piccole e medie imprese PATRIZIA CAPUA «La Camera di
commercio propone sempre numerose iniziative, però ci accorgiamo di essere in
continua difficoltà per i vincoli burocratici.
Arriva
nella Città Alta il nuovo Ufficio tecnico
( da "Stampa,
La" del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
hanno
intenzione di eseguire le ordinanze di rifacimento delle facciate - spiega
Scullino - ma che non sanno districarsi nella burocrazia. Chi vorrà potrà
rivolgersi a propri tecnici di fiducia, ma per tutti saranno a disposizione due
geometri della cooperativa Neopolis per tutte le fasi dei lavori». Il Comune
investe nel servizio,installato nella biblioteca Aprosiana, 30 mila euro.
Avanti
chi ha il coraggio di fare riforme
( da "Sole
24 Ore, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia
pesante, il mercato del lavoro rigido, la criminalità organizzata, la
corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di meritocrazia e un
sistema di istruzione che non risponde alle esigenze del XXI secolo. Perché, si
è chiesto il diplomatico, il Paese non reagisce quando si vede scivolare sempre
più in basso nelle classifiche della competitività mondiale o non fa
I
professori vogliono fare carriera e bocciano il sindacato
( da "Giornale.it,
Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Quasi la metà
dei docenti infatti vede nell'aumento di stipendio la maggiore aspettativa per
il futuro. Anche lo snellimento della burocrazia è per il 58,4 per cento degli
intervistati una speranza per il futuro. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
"Le
frane hanno interrotto la nostra vita quotidiana"
( da "Stampa,
La" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia.
«Provvederemo al più presto - promette il sindaco - a sistemare strada e
scarpata: abbiamo già contattato la ditta che farà i lavori. Dovrebbe
cominciare tra oggi e domani». Altra situazione grave a Noche di Vinchio, con
cinque famiglie rimaste isolate dal concentrico, che ancor oggi si trovano a
fare i conti con strada franata e non più percorribile nemmeno a piedi.
il
nuovo ikea "ostaggio" dell'anas - milena vercellino
( da "Repubblica,
La" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ativa da un
anno aspetta risposte da Roma Ossola: "Esempio di bieca burocrazia"
L´azienda svedese: no comment MILENA VERCELLINO Mentre proseguono i lavori per
il nuovo punto vendita Ikea di Collegno, una cattedrale dell´arredamento
low-cost da 30mila metri quadri, la più grande d´Italia, s´incagliano nelle
strettoie della burocrazia i lavori per l´accesso all´area.
lombardo
sfida gli alleati: decido io - emanuele lauria
( da "Repubblica,
La" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
governatore
pronto a varare una rotazione nella burocrazia senza consultarsi EMANUELE
LAURIA Arrivata priva di intesa a Palazzo dei Normanni, la maggioranza si
divide sulla riforma della sanità. E la seduta fiume della commissione si è
risolta con un nulla di fatto e l´ennesimo rinvio, mentre sul parlamento
siciliano continua a volteggiare l´ombra del commissario inviato da Roma.
Tremonti
difende il lavoro ma si limita alle parole
( da "Unita,
L'" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
proteggerci
dalla burocrazia» anzi, ha aggiunto candidamente, «ho sempre detto che dobbiamo
proteggerci da noi stessi, non dai cinesi». tutele Del resto al titolare del
Tesoro oggi riesce difficile continuare a difendere la bontà dei dazi mentre il
suo sottosegretario al Commercio Adolfo Urso continua a scrivere richieste di
aiuto all'Ue contro il pericolo di dazi americani sull'
Trento
vara lo scudo anti-crisi ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ma sono anche
sanciti chiaramente principi di snellimento nella burocrazia legata agli
appalti che porteranno benefici alle imprese locali, proprio come l'imminente
apertura di nuovi cantieri per opere pubbliche». «Il piano è ottimo – si
sbilancia Lorenzo Pomini, neo-segretario della Cisl del Trentino –
Stranieri
a scuola di burocrazia ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
140
lavoratori autonomi Stranieri a scuola di burocrazia VENEZIA Quelli di
nazionalità marocchina sono più attivi nel commercio – come i bengalesi, i
nigeriani e i senegalesi –ma anche nelle costruzioni e nei trasporti; in quest'ultimo
settore troviamo pure la maggior parte di serbi, albanesi, macedoni, bosniaci e
tunisini, mentre i cinesi eccellono nel tessile e nell'
Quella
fila di disabili al Lungotevere della Vittoria
( da "Corriere
della Sera" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Franca
Basetti Cara Franca, qualche lettore adesso mi accuserà di limitarmi a
descrivere anziché giudicare. Ma cosa c'è da giudicare in una burocrazia che fa
finta di ignorare anche l'esistenza di Internet? La sua lettera vale mille
giudizi. gbuccini@rcs.it
alle
urne dopo l'onda - luca de vito ( da "Repubblica, La"
del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
impegno
costante e riuscire a comprendere il funzionamento la burocrazia
universitaria». Negli ultimi cinque anni di via Festa del Perdono la
partecipazione al voto è passata dal 10 al 14 per cento: «Il merito è delle
nuove forme di comunicazione politica - continua Motti - con il web e i social
network, gli studenti possono essere più facilmente coinvolti: il forum
Studentistatale.
sfogatevi
sulla città cantando e darete vita a un musical - valeria cerabolini
( da "Repubblica,
La" del 12-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Mai vista
tanta burocrazia in vita nostra»). E vince, insieme ad altre realtà
professionali. The Tune, sede in una sconquassata villetta in zona De Angelis,
incassa 10mila euro per dare il via al progetto. Parte il tam tam per cercare i
lamentatori/cantori. Ne selezionano una trentina di tutte le età, compreso un
gruppo di pensionati.
<Io,
disabile in lotta con l'assurda burocrazia>
( da "Corriere
della Sera" del 12-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
assurda
burocrazia» Dal 1999 per un incidente stradale sono in sedia a rotelle. E mi
sono imbattuta in enormi difficoltà, scontrandomi ogni giorno con la
disorganizzazione delle strutture pubbliche, ma soprattutto con assurdi iter
burocratici. Solo come esempio cito due episodi: a fine ottobre 2008 il Comune
mi invita al Dipartimento IX Ufficio Legge 13/
Referendum
per cambiare paese. Al voto due soli elettori
( da "Corriere
della Sera" del 12-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
La burocrazia
italiana ci ha messo 20 anni per sancire una sorta di scambio alla pari tra i
due municipi comaschi: 30 mila metri quadri di bosco passeranno da Brenna a
Carugo, un appezzamento di pari dimensioni farà il percorso inverso. Ma mentre
la prima fetta di territorio è disabitata, nella seconda c'è la villetta dove
vivono Roberto,
L'intervento
Al <Convitto> c'è qualcosa da scoprire
( da "Giornale.it,
Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
di trattative
con la burocrazia romana, per la dismissione d'uso del convitto stesso, come
mai si è fatta questa clamorosa marcia in dietro? Siamo di fronte all'eterna
incapacità di decidere della burocrazia locale e nazionale che proprio per
questo preferisce procrastinare ogni decisione e quindi siamo al solito di
fronte all'ennesimo caso di maladministration o c'
Il
dibattito in ( da "Giornale.it, Il"
del 12-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia.
Lo abbiamo infine capito con chiarezza quando la morte di Eluana è avvenuta
dopo soli 4 giorni di interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione.
Sappiamo bene che i farmaci cosiddetti antidolorifici come la morfina mentre da
una parte permettono di eliminare il dolore dall'altra possono causare effetti
collaterali mortali.
"Troppa
burocrazia nei campi" ( da "Stampa, La"
del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ASSEMBLEA
NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI "Troppa burocrazia nei
campi" [FIRMA]FULVIO LAVINA ASTI «E' ora di dire basta allo stereotipo del
contadino con la camicia a scacchi e il berretto calcato in testa: oggi chi fa
agricoltura deve essere anche e soprattutto imprenditore, si assume rischi e
gestisce risorse.
"il
presidente sbaglia e occupa la burocrazia ma restiamo nel governo"
( da "Repubblica,
La" del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Il presidente
sbaglia e occupa la burocrazia ma restiamo nel governo" "Lo
Scudocrociato all´angolo? Rimaniamo in maggioranza nei numeri" è vero che
gli assessori dell´Udc si volevano dimettere dopo il blitz con il quale il
presidente Lombardo ha rivoluzionato i vertici della burocrazia, colpendo
soprattutto i dirigenti più vicini a Cuffaro?
ciancimino
jr accusa mercadante - salvo palazzolo
( da "Repubblica,
La" del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ho anche appurato
personalmente come Provenzano vantasse all´interno di grosse burocrazie, di
grossi professionisti di Palermo e non solo, una forte rete di protezione,
quasi di stima, che ne faceva un elemento di diversità nei confronti di Riina,
che non era mai riuscito in questo intento di collocarsi. Provenzano si muoveva
molto abilmente nei salotti buoni della Palermo bene.
Alitalia,
in 200 bloccano l'autostrada per Fiumicino
( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
di ritardo da
imputare ai tempi della burocrazia». GLI AMMORTIZZATORI Nel mirino i ritardi
nell'invio all'Inps delle liste per la Cigs In serata raggiunto l'accordo alla
Regione Lazio per l'anticipo del sussidio A piedi. Decine di passeggeri si sono
incamminati ieri, con le valigie al seguito, lungo l'autostrada Roma-Fiumicino
dopo che la protesta di precari e cassintegrati dell'
Scandalo
al cimitero, 200 salme da cremare
( da "Corriere
della Sera" del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Certo che se
avessimo un'azienda speciale per gestire i servizi e superare la burocrazia
sarebbe tutto molto più semplice». Il riferimento è al Misef, progetto che
dovrebbe affidare all'esterno del Comune gran parte dei servizi cimiteriali. «E
se il progetto che nessuno vuole ammettere — ribatte Basilio Rizzo —
Caso
Eluana, ecco il nostro... ( da "Giornale.it, Il"
del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia.
Dite a Caronte di portarmi in fretta, senza rimpianti, non è detto che
dall?altra parte si stia male. E se c?è il nulla, pazienza. Tanto in quel caso
io non ci sarò. Non voglio restare su questa terra con un frammento di vita, un
vuoto a perdere, un hardware senza più un sistema operativo.
Staccate
la spina quando smetto di sognare
( da "Giornale.it,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia.
Dite a Caronte di portarmi in fretta, senza rimpianti, non è detto che
dall'altra parte si stia male. E se c'è il nulla, pazienza. Tanto in quel caso
io non ci sarò. Non voglio restare su questa terra con un frammento di vita, un
vuoto a perdere, un hardware senza più un sistema operativo.
"Diamo
un futuro al lavoro dei campi"
( da "Stampa,
La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
chi lavora
nei campi lamenta il peso della burocrazia, le difficoltà per accedere al
credito... «Le soluzioni spettano alla politica che deve imparare a guardare
oltre all'orizzonte del prossimo appuntamento elettorale. Qualcosa è già stato
fatto, come la semplificazione amministrativa che porterà ad aprire un'azienda
in un giorno o interventi a sostegno della nuova imprenditoria.
E
lo chef volò a Shangai "Qui si rischia troppo"
( da "Stampa,
La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Qui
burocrazia e scartoffie rendono la vita impossibile, mentre in Cina tutto
conviene: fare la spesa, affittare un alloggio, prendere il taxi». Il «made in
Italy» sarà l'indiscusso protagonista del ristorante Milano: materie prime e
savoir-faire italiani, sinonimo di «dolce vita» e benessere, affascinano gli
orientali.
Soru:
questa nostra terra può avere un bel futuro
( da "Unita,
L'" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
semplificazione
della burocrazia, credito al sistema delle piccole imprese, ammortizzatori
sociali. Ogni appuntamento, quelli di Veltroni nel Sud e poi a Nuoro, quelli di
Soru a Porto Canale, la nuova struttura per i trasporti marittimi,
all'Osservatorio astronomico in costruzione, il secondo in Europa, sono luoghi
di discussione sulla Sardegna e sul Paese,
regione,
burocrati da ricollocare lombardo moltiplica le poltrone - emanuele lauria
( da "Repubblica,
La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ars in nome
del risparmio e della razionalizzazione della burocrazia regionale. Un testo
accolto con favore anche dal Pd. Ora Cracolici fa mea culpa: «Quell´emendamento
ci è sfuggito. Lombardo razzola bene e predica male. Ma non interrompiamo la
battaglia per cancellare le strutture-fotocopia all´interno
dell´amministrazione».
il
governatore sceglie di trattare stop alla seconda tornata di nomine - antonella
romano ( da "Repubblica, La"
del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
burocrazia
regionale, in disaccordo con Pdl e Udc, e di comunicare lo slittamento della
seduta di giunta già fissata a mezzogiorno. Rinvio subito letto da alcuni tra
gli alleati più riottosi come un «segnale di buona volontà» (Rudy Maira) e dal
coordinatore regionale di An Pippo Scalia come il momento «di distendere gli
animi e di lavorare tutti insieme al programma per il quale
mezza
giunta bocciata dalla sua maggioranza - antonio fraschilla sara scarafia
( da "Repubblica,
La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
occorre
avviare anche «un turno over» nella burocrazia che si occupa di impianti
comunali: «è strano che la piscina non abbia un sito internet, ma che tutte le
informazioni su orari e costi si trovino in un sito online che fa capo a
un´associazione privata guidata dal responsabile della piscina stessa».
la
minaccia sulla moratti - giuseppina piano
( da "Repubblica,
La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
E nominando
da Roma un commissario straordinario che possa saltare i tempi di appalti,
gare, burocrazia e trasparenza. è con quest´ultima minaccia sul tavolo che
Berlusconi e Tremonti vanno al definitivo showdown con Letizia Moratti. SEGUE A
PAGINA VII
delbono:
"civis, ecco le balle di guazzaloca"
( da "Repubblica,
La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Poi propone
di abolire la Provincia «per ridurre i costi della politica e della
burocrazia». E giura, in caso in caso di elezione, che non si farà condizionare
dal tema della continuità con l´attuale giunta: «Ognuno ha la propria
sensibilità». BIGNAMI E NIGRO ALLE PAGINE VII E IX
delbono
attacca guazzaloca "sul civis racconta balle" - silvia bignami
( da "Repubblica,
La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
della
politica e della burocrazia» secondo Delbono. Una proposta esplosiva, dal
momento che io Provincia è candidata la compagna di partito Beatrice Draghetti,
che invece porge cristianamente l´altra guancia e fa sapere: «Andiamo verso la
città metropolitana. E´ chiaro però che i nuovi assetti istituzionali si
giustificano però solo con miglioramenti complessivi per i cittadini»
nell'ex
autosilo nasce la casa dei giovani artisti - francesca russi
( da "Repubblica,
La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
dopo tanta
burocrazia, si parte. è una grande opportunità che vogliamo dare ai giovani di
Bari». Il finanziamento ammonta ad 1milione e 740mila euro fra fondi comunali e
Bollenti Spiriti della Regione. Dagli scantinati di Poggiofranco o dai box
della Stanic, le band potranno suonare negli spazi prova allestiti al primo
piano della grande galleria centrale dell´
Approvato
il piano Usa ma l'attuazione è in salita
( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
in salita
Dubbia efficacia di alcune misure e burocrazia da rivoluzionare Marco Valsania
NEW YORK Il grande piano di rilancio dell'economia americana era avviato ieri
notte all'approvazione definitiva da parte del Congresso. La Camera l'ha varato
con 246 consensi contro 183 rispettando gli schieramenti di partito, con sole
sette defezioni democratiche e nessuna tra i repubblicani.
Le
richieste a Roma ( da "Stampa, La"
del 15-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Dal convegno
Le richieste a Roma Meno burocrazia La burocrazia regna sovrana: una volta insediato
un giovane agricoltore dedica 80 giornate lavorative l'anno solo per pratiche
(Uma, Pac, Asl, Inail, Inps) sottraendole all'azienda. Accesso al credito Per
favorire il ricambio generazionale è stata sottolineata la necessità di
interventi strutturali,
La
tassazione di distretto non convince le Pmi
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
creazione di
nuova burocrazia ». Per Letta, che nel 2004 compì con Bersani un ampio giro dei
distretti italiani attraverso cui la sinistra cercò di aprire una nuova
stagione di dialogo con l'economia dei territori, si tratta di un pericolo
reale, causato dal sovrapporsi di un piano di diritto regionale e di diritto nazionale
e dalla necessità di costruire nuovi organismi giuridici che,
Più
semplicità, non servono ricette calate dall'alto
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Evitando
burocrazia e sovrastrutture destinate solo a zavorrare la vitalità
imprenditoriale del territorio, con il rischio di vedere aumentare le ingerenze
politiche. Questo, in sostanza, il pensiero espresso ieri dal bresciano Aldo
Bonomi, vicepresidente di Confindustria per le politiche territoriali e i
distretti industriali,
Governance,
leggera è vincente ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Niente
burocrazia, dunque. Avendo presente che il sostegno ai progetti di filiera e
alle reti produttive impone quasi sempre il superamento delle logiche riduttive
(con possibili derive clientelari e politiche). Per gli spiriti imprenditoriali
del territorio risultano controproducenti misure, anche fiscali, di difficile attuazione.
La
sussidiarietà e i sentimenti dei padroncini
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
voler
privilegi e aiuti ma più libertà e meno burocrazia amministrativa e fiscale?
Così chiedono il 54,5% di loro e sono abbastanza d'accordo il restante 42,5%.
Basterà in tempi in cui per attraversare la crisi pare prevalere la domanda di
più Stato e più controlli? Basterà fare welfare locale, la defiscalizzazione
chiesta dal 30% di loro per le imprese che operano per scopi sociali?
Washington
- Pechino: alleati e rivali ( da "Corriere della Sera"
del 16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Dieci anni di
rendita petrolifera hanno decuplicato la corruzione, nutrito la burocrazia,
alimentato pensioni fameliche, arricchito fino all'inimmaginabile i padroni
della Russia, le cui ricchezze sono passate nei paradisi fiscali. Non c'è stato
alcun decollo industriale, a differenza della Cina, che accede al terzo posto
dell'economia mondiale.
Destiniamo
le multe ai controlli straordinari
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
ma purtroppo
la burocrazia dei bilanci ha quasi tarpato tali possibilità. Si pensi a quanti
decessi in meno potremmo avere, e a come un cittadino sanzionato sarebbe meno
arrabbiato sapendo che parte della sua "multa" contribuirebbe a
salvare vite umane. Pietro Padovan Comandante Polizia locale Comune di Vanzago
(Mi)
Intanto
le Regioni fanno cadere i vincoli
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
che permette
un netto taglio dei tempi e della burocrazia che affligge il neoimprenditore.
Progressivamente questo strumento viene esteso dal commercio all'artigianato e
porta all'eliminazione, o quanto meno a uno snellimento, delle attività delle
commissioni provinciali. «In Veneto le commissioni artigianato avranno una
competenza diversa e non approveranno le domande,
In
arrivo due nuove aziende ( da "Stampa, La"
del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
evitare
inutile burocrazia e permettere loro di formare il personale. Grazie a questi
fondi, che arrivano in parte del fondo sociale della Comunità Europea erogato
dalla Regione, in parte dal Ministero ed in parte dalla stessa Provincia, sarà
possibile andare loro incontro anche sotto questo punto di vista».
Facciate
da ristrutturare un "aiuto" dal Comune
( da "Stampa,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
sarebbe stato
un intervento più lungo nel tempo, ma organico e non affidato soltanto a
ordinanze imposte ai singoli cittadini. Come già aveva sottolineato lo stesso
sindaco Scullino, il nuovo ufficio tecnico va incontro a chi, pur avendo la
volontà di eseguire le ordinanze, ha poca dimestichezza con la burocrazia.
"La
social card è una truffa" ( da "Stampa, La"
del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
RECESSIONE E
BUROCRAZIA NEL MIRINO I TROPPI PASSAGGI NECESSARI PER OTTENERE IL SUSSIDIO DA
40 EURO AL MESE "La social card è una truffa" [FIRMA]ALESSANDRO MONDO
Un'elemosina: macchinosa da ottenere, imbarazzante da spendere, inadeguata alla
crisi economica.
crisi,
la rivolta degli edili ( da "Repubblica, La"
del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
fondi già
pronti che non vengono utilizzati per colpa delle mala burocrazia. Strade,
porti, collegamenti ferroviari, termovalorizzatori e rigassificatori: l´elenco
delle grandi incompiute è lungo e adesso i sindacati chiedono un intervento
straordinario del governo nazionale e di quello regionale, perché la crisi
devastante ha già fatto perdere il lavoro a 14 mila edili siciliani.
appalti,
le incompiute costano 6,5 miliardi - antonio fraschilla
( da "Repubblica,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
già pronti
che non vengono utilizzati per colpa delle mala burocrazia. Strade, porti,
collegamenti ferroviari, termovalorizzatori e rigassificatori: l´elenco delle
grandi incompiute è molto lungo e adesso i sindacati chiedono un intervento
straordinario del governo nazionale e di quello regionale, perché la crisi
devastante ha già fatto perdere il lavoro a 14 mila edili siciliani.
boom
di correnti nel pd mai nato - emanuele lauria
( da "Repubblica,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ha vinto la
burocrazia, ma serve un serio dibattito politico sull´argomento». Anche il
presidente dell´assemblea costituente Beppe Lumia non ci sta: «Se non passerà
la nostra proposta sul nome del partito, mi dimetto. Quanto alle modalità
d´elezione del segretario, con un regolamento straordinario si può ancora fare
il congresso in tempi brevi.
Chavez
vince Può essere presidente per sempre
( da "Unita,
L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Dopo i
presidenti in fuga con le valige d'oro e funzionari di una burocrazia da
rapina, l'apparato chavista non ha saputo fare meglio. Vizio endemico che
ripropone le ingiustizie del passato mentre il petrolio langue. Non tutti gli
uomini dell'entourage presidenziale volano in prima classe o guidano
fuoriserie.
Nuovi
metrò, sei linee entro il 2015 Pressing sul governo: subito i fondi
( da "Corriere
della Sera" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Burocrazia e
politica. La rete metropolitana del futuro è un tema delicato e scivoloso. Tre
nuove linee più alcuni prolungamenti vanno inseriti nella Milano dell'Expo,
prima dell'Expo. La fotografia, oggi, è questa: 20 milioni di passeggeri
all'anno su
Cossiga
svela la storia d'Italia ( da "Stampa, La"
del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
dopo aver
ricordato la presenza nella loggia dei vertici della burocrazia e delle forze
armate, fra cui il generale Carlo Alberto della Chiesa, si pone una domanda
retorica: è possibile che tutti costoro obbedissero al materassaio? (Licio
Gelli). Il diapason è toccato dalle puntate dedicate al rapimento Moro (la sua
scorta teneva le armi nel baule delle auto);
Ucraina,
lo spettro del default ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Qui la
burocrazia si estende come una piovra - spiega Savik Shuster- aprire un'impresa
è difficilissimo, la terra non è mai stata privatizzata. Negli anni del
benessere gli oligarchi del settore metallurgico non hanno investito niente,
spendevano solo per comprarsi gli yacht: e l'economia è rimasta inefficiente a
livelli sovietici»
I
professionisti scelgono l'estero ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
I giovani
attratti da una burocrazia più snella e da percorsi di accesso semplificati I
professionisti scelgono l'estero Cresce il numero di avvocati e architetti che
punta su un'esperienza internazionale Laura Cavestri MILANO «Un master legale
d'alto livello e una doppia abilitazione di avvocato, inglese e italiana, sono
un valore aggiunto.
Francia,
soldi dallo Stato per i familiari in fin di vita
( da "Stampaweb,
La" del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
tra la
burocrazia di volti estranei e inevitabilmente indifferenti. Quarantasette euro
(49 dal prossimo anno) di contributo sembrano davvero poca e risibile cosa di
fronte a una impresa così titanica. I deputati francesi, per una volta riuniti
al di là delle etichette politiche, hanno provato a dare una loro piccola
risposta: votando all?
Nuovo
sistema d'allarme i confratelli si autotassano
( da "Stampa,
La" del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
La burocrazia
è più lenta dei malintenzionati, hanno pensato i membri della Confraternita di
Santa Maria del Suffragio. Quindi la precipitosa raccolta di un migliaio di
euro, al fine di riattivare l'allarme a protezione delle numerose opere d'arte
presenti nella chiesa che si trova davanti al municipio.
artigiani,
regione prima in italia tutte le pratiche in un solo giorno - paolo russo
( da "Repubblica,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
novità tesa a
snellire i tempi e i costi della burocrazia per le piccole imprese pugliesi. In
Puglia sono già in funzione i "contenziosi accelerati" per gli
artigiani. «Grazie ad un intreccio di innovazioni il tempo medio di un
contenzioso è passato da diciotto mesi a trenta giorni al massimo, con casi di
soluzione in soli 15 giorni», spiega il dirigente economico della Regione,
Il
nuovo Institut è fermo nei cassetti
( da "Stampa,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
SCAMBIO DI
ACCUSE il caso La burocrazia frena il progetto da 22 milioni La Regione: «Quei
terreni sono bloccati dal Comune» Il vice sindaco: «Inevitabile» ALESSANDRO
CAMERA Il nuovo Institut è fermo nei cassetti AOSTA Si è arenato nelle sabbie
mobili della burocrazia, il progetto di realizzare sull'area occupata un tempo
dalla Centrale del latte (in via Piccolo San Bernardo)
Il
sindaco lascia: <Lotto contro la Sla non mi ripresenterò>
( da "Giornale.it,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
«Stavolta è
ora di lasciare» ha annunciato lui con un pizzico di amarezza. La sua eredità
sono i molti risultati raggiunti, ciò che lo fa più arrabbiare la burocrazia
sanitaria. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
Un
gran signore che odiava la tv commerciale
( da "Giornale.it,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Al figlio
Luca, adesso, attore come suo padre, toccano le burocrazie del post mortem, che
Oreste Lionello, fosse vivo, prenderebbe in giro al solito modo irridente e
malincomico. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
"Subito
opere pubbliche per superare la crisi"
( da "Stampa,
La" del 20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
hanno chiesto
soprattutto uno snellimento della burocrazia per l'avvio di nuove attività
imprenditoriali. L'idea più originale è venuta dal presidente della Lega Coop
Mattia Rossi che ha suggerito la partecipazione di Savona alle iniziative
dell'Expo 2015. «Con le associazioni dei commercianti e dei consumatori
effettueremo un incontro per approfondire insieme il tema del carovita -
Angelico,
è cominciato il trasloco ( da "Stampa, La"
del 20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
lavora in
senso pratico e anche per espletare gli ultimi aspetti legati alla burocrazia.
Questa mattina si ritroverà la commissione provinciale di vigilanza istituita
dalla Prefettura per un nuovo sopralluogo di aggiornamento. Dovrebbe essere il
penultimo. Perché probabilmente ne seguirà ancora uno poco prima della palla a
due in programma il 1° marzo tra Angelico e Montegranaro.
burocrazia
maligna, pensioni dimezzate - raffaele niri
( da "Repubblica,
La" del 20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
molti ex
dipendenti pubblici si sono visti decurtare l´assegno di febbraio Burocrazia
maligna, pensioni dimezzate RAFFAELE NIRI Il caso più clamoroso è quello di
Ornella T., già insegnante di latino e greco in un liceo genovese. Normalmente
riceve, come pensione, 1.537 euro al mese. L´Inpdap le ha comunicato che, a
febbraio, gliene spettano 458, non uno di più.
Romania
dal sogno alla paura ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
non solo nei
cadenti edifici dell'epoca: la corruzione è dappertutto, la burocrazia resta
pervasiva. E troppe cose, anche ora, dipendono dalla politica. Il nuovo Governo
vuole investire in infrastrutture, ridurre il deficit al 2%, congelare gli
stipendi degli alti funzionari, e far crescere i salari in linea con
l'inflazione.
Senza
il credito di imposta l'innovazione è in pericolo
( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Da tre mesi a
questa parte - afferma Tunioli - registriamo un irrigidimento da parte delle
banche. Prima, bastava un power point e ti davano molti soldi. Adesso, c'è un
aumento della burocrazia e delle carte necessarie per avere le risorse con cui
gestire la quotidianità, e non soltanto i progetti». P. Br. Datalogic. Roberto
Tunioli
Vorrei
lavorare con uno stilista ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Noi siamo
famosi anche per un eccesso di burocrazia e litigiosità. Come si trova a
lavorare per gli italiani? In realtà mi trovo benissimo. Credo che il sindaco
Letizia Mo-ratti, in particolare, abbia una visione moderna e quasi
rivoluzionaria di Milano, come dimostra il suo impegno per Expo 2015.
Il
modello della filiera oggi è l'unico vincente
( da "Sole
24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
la
burocrazia: nel 2008 ho redatto 84 "decreti direttoriali". Poi tutte
le difficoltà connesse al fatto che questo, all'interno del sistema allargato,
è un nuovo ente, fino a ieri sconosciuto, ora dotato di suoi teorici poteri.
J.C.F. «è la via indicata dall'Ue e permetterà alle Pmi di accedere a processi
di solito preclusi»
all'assemblea
come un fiume in piena gli ultrà delle primarie preparano l'assalto - carmelo
lopapa ( da "Repubblica, La"
del 21-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
estinzione
che assistere allo scontro perenne di queste due burocrazie armate, diessini
contro margheritini. Secondo, se dobbiamo scegliere tra Bersani e Franceschini,
allora diciamo basta, abbiamo scherzato, tutti a casa». Allora, «niente
"re Franceschiello", ma qualcuno che ci faccia almeno recuperare un
po´ di simpatia».
il
tar accusa "per l'eolico è una corsa all'oro"
( da "Repubblica,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
immagine di
una burocrazia grave ed ottusa». E´ di 77mila euro il valore delle spese
processuali che gli enti pubblici sono state costrette a pagare (solo 30mila
sono a carico della Regione Puglia). Presente alla cerimonia il sindaco Michele
Emiliano che ha ricordato come il Tar abbia dato ragione al Comune sulla
questione della Cittadella della Giustizia,
Dopo
le dimissioni di Veltroni, l'impulso è di tornare al vecchio, al conosciuto, a
ci... ( da "Unita, L'"
del 21-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
le sue
burocrazie. Il ritorno al passato, però, non garantisce un partito migliore e
non assicura che il partito sia quella fonte di innovazione politica che
rappresenta la sua ragione principale d'esistere. L'accusa a Veltroni è stata
più un processo all'intenzione perché il PD all'inizio del suo percorso si è
dotato di una struttura organizzativa:
vive
a palermo da ventidue anni ma per la burocrazia sta a roma - valentina
cucinella ( da "Repubblica, La"
del 22-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Alitalia che
non riesce ad avere la tessera sanitaria Vive a Palermo da ventidue anni ma per
la burocrazia sta a Roma Mi dicono che devo certificare il cambio di residenza,
eppure mi notificano multe e sanzioni VALENTINA CUCINELLA Vero è che,
trattandosi di un pilota intercontinentale, è per professione "cittadino
del mondo", ma non fino a questo punto.
la
borgata si inventa la piazza che non c'è - dario prestigiacomo
( da "Repubblica,
La" del 22-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
è la
burocrazia a rendere difficile la realizzazione della piazza. «Per mesi ho
girato uffici comunali e regionali per capire di chi è la competenza su
quest´area - spiega Fascella - Alla fine, siamo riusciti a ricostruire che lo
spazio, prima di proprietà dello Iacp, adesso dovrebbe essere del Comune, che
però non ha ancora concluso l´
"un'italia
di divieti e paura io non l'ho conosciuta così"
( da "Repubblica,
La" del 22-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
Ma dice di
non capire alcune cose: «Non capisco perché prima ci rilasciano la licenza per
aprire i negozi in via Sarpi, poi ci dicono che di lì dobbiamo andare via e
arrivano a chiudere la strada». E ancora: «Non capisco perché agli stranieri
che vengono qui a lavorare si opponga sempre più burocrazia che agli altri,
agli italiani».
Per
i test su animali tolleranza zero: salve anche le seppie
( da "Corriere
della Sera" del 22-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Abstract:
potrebbe
appesantire la burocrazia. Secondo i «revisionisti», alla fine, la direttiva
rischia di far emigrare molti progetti di ricerca fuori dal continente. La meta
più probabile? L'India, dove Big Pharma sta delocalizzando la produzione in un
«laboratorio» della sperimentazione nel quale personale qualificato, masse
sterminate di sani e malati,
( da "Stampa, La" del 01-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
La storia La
richiesta in una lettera del 1933 " Mettiamo la targa del kaiser": fatto ma 50 anni dopo BRUNO MONTICONE SANREMO Si sa le decisioni
amministrative e la burocrazia, spesso, sono lente. Ma ci sono casi in cui si esagera. Come
quello della targa commemorativa per l'imperatore tedesco Federico Guglielmo,
il kaiser, che ricorda il suo soggiorno, per ragioni di salute, a Sanremo tra
il 1878 ed il 1879. La targa, va detto, si trova tuttora nei giardini di
Villa Zirio. Dove è ritornata nel 1982 quando l'attuale presidente
dell'amministrazione provinciale Gianni Giuliano, all'epoca assessore al
turismo del Comune di Sanremo, ritenendola una testimonianza importante degli albori
del turismo matuziano, la fece recuperare da un magazzino dove era rimasta,
abbastanza miracolosamente, intatta e rimettere all'onor del mondo. Ma va anche
detto che la prima richiesta di rimettere a posto la targa era datata
addirittura...1933. Quasi 50 anni prima. Il particolare, che oggi assume il
significato di una semplice curiosità comunque emblematica, emerge da una
lettera rinvenuta in un archivio privato e consegnata a La Stampa. E' una
lettera datata 22 maggio 1933, indirizzata al comm. Magrini, presidente
dell'Ente Autonomo (l'Azienda di Soggiorno del tempo), su carta intestata del
Grand Hotel Excelsior Bellevue Palace, uno dei fiori all'occhiello
dell'industria alberghiera sanremese del tempo, un cinque stelle che oggi
ospita proprio il Comune di Sanremo. A firmarla il suo direttore generale
Filippo Balzari. Nella lettera Balzari rifà la storia della targa: voluta dai
Deutcher Kriegerverein, i veterani di guerra tedeschi e sistemata, a fine 800,
sulla balaustra di Villa Zirio (che aveva ospitato l'imperatore) che dà su
corso Cavallotti, poi rimossa durante la prima guerra mondiale quando la
Germania diventò un paese nemico e murata, nel 1926, nella Chiesa Luterana di
via Garibaldi. Nella sua lettera il direttore del «Bellevue» chiedeva di rimettere
la targa al suo posto a Villa Zirio: «Rappresenta - scrisse - un ricordo
storico per la Germania e per Sanremo. Quel soggiorno dell'imperatore fece sì
che ci fosse una crescente affluenza di turisti tedeschi e non uno di essi
rinunciò a visitare la targa, costituendo anzi per molti la meta del
viaggio...Varie volte mi rivolsi al console tedesco pregandolo di occuparsi
della targa, ma nessuno dei miei tentativi ebbe esito favorevole. Chiedo a V.S.
e al Commissario Prefettizio del Comune di Sanremo (nulla di nuovo sotto il
sole a quanto pare, n.d.r.) di rimettere la targa nel luogo a cui fu
destinata». Richiesta vana. La targa sarebbe tornata al suo posto solo 49 anni
dopo.
( da "Repubblica, La" del 01-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Palermo
La polemica Cracolici "è il Vietnam della destra" «L´Ars è diventata
il Vietnam del centrodestra. Non siamo in presenza di incidenti di percorso, la
crisi è strutturale e fino ad oggi l´unica reazione del presidente della
Regione è stata quella di rinviare tutte le decisioni importanti: il risultato
è la paralisi politica e amministrativa. Non si può continuare così. Lombardo a
questo punto deve guardare in faccia la realtà: la sua giunta è espressione di
una maggioranza che non ha più». Così Antonello Cracolici, capogruppo del Pd
all´Ars, dopo l´approvazione in commissione Territorio del ddl di riforma degli
Ato rifiuti, votato da Mpa e Pd e la polemica che ne è seguita all´interno
della coalizione di centrodestra che governa a Palazzo d´Orleans. «Grazie alle
proposte del Pd - prosegue il capogruppo all´Ars del Partito democratico - si
segna una profonda svolta rispetto al passato: ci sarà un nuovo piano regionale
dei rifiuti che soppianterà quello fallimentare varato da Cuffaro, quel piano
costruito sulla centralità dei quattro termovalorizzatori e che ci lascia in
eredità un servizio peggiorato e una montagna di debiti». All´interno del Pd,
comunque, l´attenzione verso le prossime mosse del governatore resta alta. Già nel recente passato i democratici erano riusciti a piazzare
le loro proposte votando, per esempio, la legge di riforma della burocrazia regionale». Ieri, però, il deputato
nazionale del Pd Tonino Russo ha mandato una stoccata a Lombardo: «Lombardo
pensa ad un´alleanza con la Lega Nord per le elezioni europee? Vengono i
brividi solo a pensarci»
( da "Repubblica, La" del 01-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IV - Palermo
Il caso è costato oltre due milioni, mancano le autorizzazioni. Smaltirebbe 44
mila tonnellate di carta, vetro e metalli Ditte esterne pagate per la
differenziata l´impianto di selezione è ancora chiuso Per noi sarebbe
importantissimo usufruire di questa struttura, abbiamo sollecitato le pratiche
DARIO PRESTIGIACOMO Da due anni è lì, nel cuore di Partanna Mondello, pronto ad
accogliere e riciclare annualmente circa 30 mila tonnellate di carta e oltre 14
mila tra plastica e metalli. Per una città in cui la raccolta differenziata è
ancora al palo, sarebbe una manna. Ma nonostante ciò e in barba al decennio di
progetti e lavori e ai due milioni di euro che ci sono voluti per costruirlo,
l´impianto di selezione e valorizzazione dei rifiuti dell´Amia è ancora chiuso.
"Repubblica" si era occupata del caso nel gennaio del 2008, quando le
ruspe avevano lasciato il cantiere già da un anno. All´epoca, dall´ex
municipalizzata avevano assicurato che la struttura avrebbe cominciato a
funzionare entro la scorsa primavera. Sono passati l´estate, l´autunno e buona
parte dell´inverno, ma le porte dell´impianto non sono state ancora aperte.
«Siamo al punto in cui ci trovavamo un anno fa - spiegano dagli uffici
dell´Amia - Ci mancano ancora due autorizzazioni: quella per l´agibilità della
struttura e quella per lo scarico delle acque. Senza queste autorizzazioni, che
attendiamo dal Comune, non possiamo fare nulla». E così, nell´attesa che la burocrazia faccia il suo corso, Palermo continua a essere priva di un
impianto strategico per il buon funzionamento dei processi di smaltimento dei
rifiuti. Certo, nel capoluogo siciliano la raccolta differenziata è ancora oggi
ferma al 4,2 per cento dell´intera raccolta, secondo i dati dell´Agenzia
regionale dei rifiuti e delle acque. Siamo lontanissimi insomma da quel
25 per cento che rappresenta la soglia minima perché il servizio possa essere
giudicato quantomeno accettabile. Ma anche se la raccolta differenziata
funzionasse alla perfezione, senza la struttura di Partanna Mondello il ciclo
dello smaltimento dei rifiuti sarebbe comunque monco. Già, perché questo
impianto rappresenta ad oggi l´unico punto della città in cui poter smaltire e
separare carta, plastica e metalli, prima del loro trasporto alle piattaforme
di riutilizzo. Un servizio fondamentale, insomma, che attualmente viene svolto
da ditte esterne convenzionate, cui l´Amia versa ogni anno ingenti somme. Per
l´ex municipalizzata, sull´orlo del crac, l´impianto comporterebbe quindi non
solo una maggiore efficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti, ma
soprattutto una preziosa boccata d´ossigeno per i suoi bilanci al collasso. «In
effetti per noi sarebbe importantissimo poter usufruire di questa struttura -
dicono ancora dall´Amia - Abbiamo segnalato all´amministrazione comunale i
ritardi con cui stiamo ricevendo le autorizzazioni. Vorremmo che sia chiaro che
il problema non dipende da noi. Appena avremo le carte in regola, ci basterà
meno di un mese per mettere in funzione le macchine per la selezione e la
valorizzazione dei rifiuti». L´impianto di Partanna è stato finanziato la prima
volta nel �99 con fondi del ministero dell´Ambiente. Tre anni dopo, nel 2002,
il progetto è stato rifinanziato, stavolta dal Cipe. In totale, per costruire
la struttura, ci sono voluti dieci anni tra progettazione e lavori e circa 2
milioni di euro di fondi. Che sia un´opera strategica per l´Amia lo si capisce
dalla quantità di rifiuti che sarebbe in grado di smaltire ogni anno: 14.520
tonnellate di plastica e metalli e ben 29.903 tonnellate di carta. Con questo
impianto, quindi, la città farebbe un bel passo in avanti. Un altro passo del
genere sarebbe possibile, poi, se ci fosse anche una struttura per la
trasformazione di quella parte dei rifiuti cosiddetta «umida». Si tratta di un
altro tassello fondamentale del ciclo di smaltimento, quello che permetterebbe
di far fronte, ad esempio, all´immensa mole di scarti dell´ortofrutta. Oggi,
l´umido viene raccolto. Ma per riciclarlo si attende ancora la costruzione di
un impianto ad hoc. Con la speranza che non si debba passare per le stesse
vicissitudini patite da quello di Partanna.
( da "Repubblica, La" del 02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XIV - Milano La burocrazia e i diritti JACOPO GARDELLA Tutto ciò difficilmente può
conciliarsi con il concetto di una società democratica; anzi getta una brutta
ombra sulle nostre istituzioni e sul loro funzionamento. Sono fatti noti a
tutti le richieste di colloqui con funzionari comunali sistematicamente
rinviate o respinte; la corrispondenza inviata agli amministratori
impudentemente lasciata senza risposta; le disinvolte promesse concesse da
tanti esponenti politici e mai mantenute; i documenti rilasciati con ritardi
vergognosi o addirittura inaccessibili. Non si creda che siffatte denunce siano
calunnie; sono la testimonianza, reale e sofferta, di molti onesti cittadini
mossi dalla necessità di assicurare una difesa ai propri diritti. Una difesa
non solo economicamente gravosa e di esito incerto, ma anche impegnativa e
debilitante, se si considera il logorio fisico, il tempo perso, la stanchezza
psicologica, l´amarezza degli insuccessi. Non è una città democratica quella in
cui amministrazione e burocrazia sono colpevoli di
ostacolare le richieste di giustizia avanzate da cittadini perbene. Purtroppo
tra le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione, non vi è una
sola voce che segnali questo comportamento colpevole e lo denunci.
( da "Giornale.it, Il" del 02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
n. 5 del 2009-02-02
pagina 7 Bici, dentiere e pc scordati in tram: sono 37mila i milanesi distratti
di Massimo Piccaluga All'ufficio di via Friuli, 26 scaffali pieni di borse,
telefoni e ombrelli Riconsegnati anche i contanti trovati sui mezzi: in tutto
27mila euro CURIOSITÀ Viene perduto di tutto: perfino un occhio di vetro,
lasciato su un sedile in metropolitana Entri nello stanzone di oltre
( da "Corriere della Sera" del 02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Tempo Libero - data: 2009-02-02 num: - pag: 12 categoria:
REDAZIONALE La recensione Il violino pirotecnico di Julia Fischer Un'altra
entusiasmante conferma della esperienza di concertatore di Gennadi Rozdestvenskij
si è avuta nell'esecuzione del secondo programma dedicato alla letteratura
musicale russa a Santa Cecilia (repliche oggi e domani). Due volti della
produzione di Prokof'ev nella prima parte della serata, quello sardonico e
grottesco della suite «Il luogotenente Kize» e quello solare e virtuosistico
del Concerto n. 1 per violino in re maggiore. Derivata dalla colonna sonora di
un film comico, «Kize» è una vicenda surreale di un militare inesistente,
provocata da un errore di trascrizione in un decreto dello zar. Di qui una vita
fittizia ogni episodio della quale, dalla nascita al matrimonio al funerale, è
commentato dall'estro umoristico di Prokof'ev. E con assoluta valenza plastica
nell'impiego di cornette fuori campo, tamburi, marcette, corse in slitta,
fanfare. Nell'irridere l'ottusità della burocrazia, Rozdestvenskij ha mobilitato
tutte le risorse dell'orchestra ceciliana con effetti effervescenti anche
clamorosi. Nella definizione dell'altro volto di Prokof'ev, cioè dell' aspetto
virtuosistico che contraddistingue il Primo Concerto ha contribuito
l'eccezionale bravura all'arco della venticinquenne ed avvenente Julia Fischer.
La cantabilità del suo Guadagnini del
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: PRIMA data: 2009-02-02 - pag: 1 autore: ... L'ANAGRAFE DELLE
SOCIETà ... Aziende, Roma sorpassa Milano La capitale vince la sfida
dell'attrattività: 442mila iscrizioni contro 435mila di Emanuele Scarci R oma
batte Milano tre a zero e si aggiudica il derby dell'anagrafe delle imprese fra
le due maggiori città italiane. La capitale ha superato l'industriosa Milano
sia per numero di aziende registrate, sia per numero di società di capitali e
per capacità di attrazione: in quattro anni il saldo è risultato positivo per
oltre 1.600 unità. I milanesi, però, con il pragmatismo che li
contraddistingue, mettono l'accento sul "peso"delle imprese. Infatti
vantano un numero triplo di società di capitali con ricavi superiori a 10
milioni. Eppure ciò nulla toglie alla straordinaria performance della provincia
di Roma, le cui aziende, secondo i dati Cerved, sono cresciute, nell'ultimo
quadriennio, di oltre 45mila contro le 10mila di Milano. E a fine 2008 la
capitale politica ha scavalcato la "capitale morale" con uno scarto
di 6.500 imprese. Fanalino di coda della classifica delle 103 province è
Isernia con le sue 8.800 aziende registrate. Poco meno di Gorizia e Aosta che
la precedono. L'appeal del Colosseo e di Piazza di Spagna dev'essere davvero
irresistibile se Roma è l'unica grande provincia con un saldo positivo (1.601)
delle aziende trasferite. Perdono terreno infatti Milano (-1.066), Firenze
(-393), Torino (-348) e Bologna (-224). Tra le "piccole" province
diventate d'improvviso molto attrattive figurano Pavia (+303), Pisa (+200),
Caserta (+188) e Como (+140). Finora Roma è sempre stata percepita come la
capitale della burocrazia e delle aziende pubbliche,
da Enel a Eni a Finmeccanica. Secondo Aurelio Regina, presidente degli
industriali di Roma, si è prodotta una sorta di rivoluzione silenziosa. «Passo
dopo passo – dice Regina – Roma ha consolidato i propri punti di forza e ne ha creati
di nuovi. Oggi il valore aggiunto sul totale nazionale è del 9%, a un soffio
dal 10% di Milano. Tutto questo nel silenzio assoluto dei media». «In realtà
non è cambiato nulla – conclude Matteo Caroli, docente di economia
all'Università Luiss – l'economia di Roma e del Lazio è tuttora fortemente
legata al terziario tradizionale e a quello avanzato. Ma si è molto consolidata
anche l'industria delle costruzioni e quella delle produzioni tv, senza
dimenticare l'informatica che ha sviluppato una fitta rete di piccole e
piccolissime aziende ». Servizi u pagina 13 Prezzi di vendita all'estero:
Albania E 2, Austria E 2, Belgio E 2, Danimarca Kr 20, Egitto E 2,50, Francia E
2, Germania E 2, Grecia E 2, Irlanda E 2, Lussemburgo E 2, Malta Mtl 0,90 E
2,10, Monaco P. E 2, Norvegia Nkr 15, Olanda E 2, Polonia Pln 9, Portogallo E
2, Repubblica Ceca Czk 62, Slovacchia Skk 85/ E 2,82, Slovenia E 2, Spagna E 2,
Svizzera Sfr 3,2, (Canton Ticino Sfr 3,20), Tunisia TD 4,25, Turchia E 2, Uk
lgs 1,70, Ungheria Huf 540, Usa $ 3. DISEGNO DI SANDRA FRANCHINO
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-02-02 - pag: 3 autore: ANALISI Misure
con poco slancio di Primo Ceppellini e Roberto Lugano A gevolazioni fiscali,
quelle di bilancio e le rivalutazioni. Sono le strade tracciate dal decreto
anti- crisi per sostenere il sistema produttivo. Un nutrito pacchetto di misure
che, però, appare ancora lontano dai problemi reali delle imprese. Tra le
agevolazioni fiscali, ad esempio, c'è la deducibilità dell'Irap: un piccolo
rimedio a una situazione di tassazione anomala. Il problema è la stessa
esistenza dell'Irap, della base imponibile su cui si applica e delle
complicazioni contabili che comporta. L'Iva di cassa, poi, è una norma di
tutela, ma alla fine sarà applicata solo a soggetti di dimensioni ridotte, e ad
ora non è ancora in vigore. Non emerge, dal quadro di questi interventi,una
singola misura della quale si possa dire con certezza che sarà di stimolo al
rilancio dell'economia: non c'è un premio fiscale connesso all'investimento
produttivo che possa fungere da stimolo tonificante per la domanda, e quindi
per la produzione,di beni strumentali. La strada imboccata con più vigore è
quella delle agevolazioni di bilancio, ma è indirizzata a pochi soggetti. Le
misure che permetteranno di migliorare i conti del 2008 sono due: rivalutazione
degli immobili e riduzione degli obblighi di svalutazione dei titoli destinati
alla rivendita. I destinatari del provvedimento sono solo i soggetti che
detengono immobili sottovalutati o titoli sopravvalutati. Con le nuove regole,
la rappresentazione patrimoniale potrà essere migliore, dato che accoglierà le
rivalutazione dei primi ed eviterà la svalutazione dei secondi. Questo
intervento può generare una catena virtuosa: bilanci migliori equivalgono a
miglior rating bancario, migliori linee di credito possono permettere di
sostenere l'attività. Però, come è facile notare, per tutte le imprese (e sono
tante) che non hanno immobili né minusvalenze latenti su titoli, le nuove
misure non sono applicabili. Per la maggior parte dei casi i bilanci 2008 non avranno
" supporti" contabili. Il terzo filone di misure è quello che propone
uno scambio agli operatori:un'imposta sostitutiva da pagare subito (per
riallinearei valori fiscali a quelli contabili nelle operazioni straordinarie o
per rivalutare gli immobili) contro maggiori costi fiscali da dedurre in
futuro.Questa è la parte più debole di tutto l'impianto, già a partire dalle
premesse: è difficile ipotizzare che in tempi di crisi e di prospettiva
negativa (rischio di assenza di utili futuri)vi siano imprese disposte a un
esborso certo e immediato di fronte a risparmi di imposta non certi e comunque
rinviati nel tempo. A volte, addirittura, i benefici non ci sono: abbiamo anche
una norma talmente illogica che propone di affrancare valori (pagando subito) al
costo della stessa aliquota che si applicherebbe in caso di realizzo (quindi
pagando dopo). Anche la rivalutazione degli immobili, pur se con aliquote
sostitutive basse, non sarà largamente adottata dalle imprese: è troppo lontano
nel tempo (cinque, sei anni)il momento in cui si produrranno gli effetti
fiscali favorevoli (il riconoscimento del maggior costo). Un'ultima
considerazione trae spunto proprio dal tema dei riallineamenti e delle
operazioni straordinarie:ci sembra di cogliere nel nostro sistema una volontà
di base positiva (premiare le aggregazioni aziendali) che però viene frustrata
da una tecnica legislativa poco accorta ( come nel caso attuale) o da sviluppi interpretativi di assoluta chiusura, come è
avvenuto recentemente per il cosiddetto "bonus aggregazioni". Se non
si affronta questo problema con strumenti normativi adeguati e senza vincoli
interpretativi figli della paura e della burocrazia,il problema del sottodimensionamento delle nostre imprese non
sarà mai risolto.
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-02-02 - pag: 12 autore: Mettersi
in proprio. A giugno scorso più di 165mila titolari stranieri Corsa degli
immigrati per avviare un'impresa Otto i «passaggi» a partire dal permesso per
autonomi Carlo Giorgi «Ho presentato il mio primo preventivo – spiega Abdu –,
ma il cliente non ha ancora risposto.Spero che accetti; così inizio a lavorare!
». Abdu Mustafa, 32 anni, egiziano, è il titolare della più giovane impresa
immigrata d'Italia. Dopo un tour de force per uffici amministrativi, infatti,
la sua «Lady Colors », ditta individuale di im-biancature e ristrutturazioni,
lunedì scorso ha ufficialmente aperto i battenti a Milano.Abdu è il prototipo
dell'imprenditore immigrato in Italia: grado di istruzione elevato, forte desiderio
di affermazione sul lavoro,capacità di vedere nella liberà attività un modo per
superare i limiti del lavoro dipendente. Come lui, in Italia, sono 165.114 gli
immigrati titolari d'impresa secondo il monitoraggio Ethnoland-Caritas
Migrantes, che ha fotografato il peso regionale delle aziende avviate da
cittadini stranieri (sono esclusi gli italiani rimpatriati).Ha un titolare
extracomunitario un'impresa ogni 33 registrate in Italia (il 2,7% delle imprese
registrate e il 3,3% delle attive). Moltissimi adempimenti – sintetizzati nelle
schede – sono identici a quelli degli italiani. Per partire, però, bisogna
avere in tasca un permesso di soggiorno per lavoro autonomo o convertire (in
Prefettura) quello rilasciato per un posto da dipendente che si vuole o che si
è costretti a lasciare. «Aprire un'attività è la scelta giusta per me, crisi o
non crisi –racconta Abdu –. Ho lavorato cinque anni come dipendente; ho capito
che quello dell'imbianchino è un lavoro che amo e adesso sono libero di farlo
in modo più autonomo». Così, a gennaio Abdu è andato alla Camera di commercio
per presentare la "Comunicazione unica", all'Inail dove si è
iscritto;e all'agenzia delle Entrate, dove ha richiesto la partita Iva. Un iter
che, tra domande, chiarimenti e qualche problema, è durato tre settimane. «Ma
sinceramente, vista la burocrazia a cui non ero
abituato – prosegue Abdu –, sarebbe durato tre anni se non avessi scelto di
affidarmi a un commercialista e non mi avesse aiutato mia moglie, che è
italiana». «Il commercialista è fondamentale – conferma Adrian Kollaku, 39
anni, albanese residente a Imperia e titolare di una società individuale che
opera inedilizia –.Tenere conto di tutte le scadenze amministrative e, allo
stesso tempo, lavorare in cantiere, è impossibile. Io ho scelto di mettermi in
proprio dieci anni fa. Dovevo rinnovare il permesso di soggiorno e non c'era
lavoro da dipendente. Così ho aperto la partita Iva. Ho potuto continuare a
lavorare ma in un modo completamente diverso: faccio preventivi, parlo con
l'impresa appaltatrice, posso anche scegliere se lavorare o meno in un
cantiere. In definitiva lavoro di più ma non tornerei mai indietro. Gli
adempimenti, anche nel campo della sicurezza in cantiere, negli anni sono
aumentati. Ma lo reputo un bene per chi lavora e ne sono contento». Ha una
ventina di dipendenti, di cui due italiani, invece George Redrobon, 29 anni,
ecuadoriano e brillante imprenditore in campo culinario. «Nel 2003 ho aperto il
mio primo ristorante "El idolo" di Milano, con una ditta individuale
– racconta –; nel 2005 il mio secondo ristorante che è una Snc. E nel 2006 una
Srl di import-export con l'Ecuador». L'idea di aprire un ristorante nasce in un
parco cittadino: «Un gruppo di connazionali si era ritrovato a mangiare sul
prato– ricorda –allora ho pensato che non avevano un ristorante dove staree mi
è parsa una buona idea provare ad aprirlo». Così George, che in quel momento
lavora come magazziniere per una cooperativa, decide di seguire un corso della
Camera di commercio e ottiene l'iscrizione. «Era un pò complicato per uno
straniero ma alla fine l'esame orale andò bene. Adesso per seguire tutti gli
adempimenti ordinari della vita delle mie aziende, tra documenti di trasporto e
fatture, oltre al commercialista ci vuole anche una segretaria».
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-02 - pag: 9 autore: Il caso/2.
Il piano Prodi Interventi soft su comunità montane e commissioni L a
commissione nazionale per il pioppo e la commissione per la pubblicazione dei
carteggi del Conte di Cavour. Sono solo due delle strutture rimaste immuni fin
dall'inizio dalla terapia che ha tentato di somministrare l'ultimo Governo
Prodi per ridimensionare la selva degli enti inutili.Un'operazione messa punto
tra la fine del 2006e il 2007 sotto la regia degli allora ministri Giulio
Santagata (Attuazione del programma) e Tommaso Padoa-Schioppa (Economia). Che
però subì diverse battute d'arresto. Il piano, elaborato nella più ampia
cornice del progetto di contenimento dei costi della politica e di riduzione degli sprechi della burocrazia, decollò coni provvedimenti-Bersani, dai quali sgorgò il taglio
a comitati e comitatini ministeriali. In prima battuta i tecnici del Governo ne
censirono più di 700, per poi focalizzare l'attenzione su 512 strutture, tra
comitati, commissioni e organismi collegiali di vario tipo: nella primavera del
2007 ne furono accorpati 20 e soppressi
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: EDILIZIA, AMBIENTE E SICUREZZA data: 2009-02-02 - pag: 33
autore: Appalti. Municipi stretti fra problemi di cassa e trasferimenti a
singhiozzo In edilizia un pagamento ogni cinque arriva con un ritardo di oltre
un anno Giuseppe Latour Viaggiano in un caso su due con ritardi sopra ai sei
mesi. E uno su cinque sfonda addi-rittura il muro dell'anno. Dato che al Sud,
secondo l'Ance, riguarda il 34% dei pagamenti. Insomma, le stazioni appaltanti
in Italia pagano a ritmi sempre più lenti. E le imprese rischiano di scontare
le conseguenze più gravi, andando a soffrire sul lato della liquidità. Come
testimoniano le vicende di due piccole imprese in diverse parti d'Italia.
Lamezia Terme La prima riguarda la Co. Fer. di Lamezia Terme. Da luglio
( da "Repubblica, La" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina V - Firenze Siena Stravince Simone Bezzini "Cominciamo a
svecchiare la burocrazia"
Ex segretario del Pd, la gente - dice- ha creduto alla mia volontà di
cambiamento Più che una vittoria è una stravittoria. Simone Bezzini, ex
segretario del Pd senese, alle primarie per la presidenza della Provincia
prende 14.115 voti, il 65,4%. La sua avversaria più "vicina"
supera di poco i 5000. «La gente ha creduto nella mia voglia di cambiamento»,
dice Bezzini emozionatissimo per il risultato. «Ringrazio davvero tutti quelli
che mi hanno fiducia e ringrazio i due candidati che con me hanno dato vita a
una campagna costruttiva, basata sul confronto tra contenuti e non su
schermaglie». Bezzini si era dimesso da segretario provinciale del Pd per poter
partecipare alle primarie, chi lo conosce dice che si è buttato nella campagna
"pancia a terra". Programmi per Siena? «Continuare ad ascoltare e a
parlare con le persone come ho fatto finora. Sto lavorando a un progetto di
innovazione nella burocrazia e nel modo di gestire i
settori di cui la Provincia si occupa. Con un´attenzione particolare alla
crisi, ai lavoratori, alle famiglie, alle nuove generazioni e ai talenti, che
vanno tutelati e valorizzati. Dai prossimi giorni saremo già a lavoro, insieme
a tutto il partito, per condividere queste idee e tradurle in proposte
programmatiche sulle quali ci confronteremo con la coalizione di
centrosinistra». (s.p.)
( da "Repubblica, La" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina V - Bologna
Due aiuti per imprese e lavoratori Per arginare gli effetti della crisi
economia arrivano due iniziative delle banche in favore di imprese e lavoratori
in difficoltà. Il primo è promosso da Unicredit e mira ad aiutare le aziende
fornitrici che vantano crediti con Asl e ospedali, un problema su cui ha
recentemente attirato l´attenzione di Loretta Ghelfi della provinciale (nella
foto). Grazie al ruolo di tesoreria svolto dalla banca per il sistema sanitario
regionale gli imprenditori possono presentarsi agli sportelli con le fatture
scadute e ricevere subito il pagamento in ritardo ad un tasso agevolato, senza
aspettare i tempi spesso lunghi delle pubbliche amministrazioni. L´altra
iniziativa è il patto siglato dai tre sindacati Cgil, Cisl, Uil e le Banche di
credito cooperativo regionali per anticipare ai lavoratori i soldi della cassa
integrazione speciale. Un´operazione da 30-40 milioni che
consente ai dipendenti delle aziende in crisi di aprire un conto dedicato (a
tasso zero) dove ricevere in anticipo i fondi erogati dall´Inps per
l´ammortizzatore sociale. Senza i ritardi dovuti alla burocrazia. (m.b.)
( da "Corriere della Sera" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-02-03 num: - pag: 36 autore: di
ROBERT D. KAPLAN categoria: REDAZIONALE AMERICA E LOTTA AL TERRORISMO La
tortura e il dilemma del 15% L a polemica sulla tortura è cruciale non solo
perché riguarda l'essenza dei nostri valori, ma anche per il fatto che non ci
sono dei carri armati e degli eserciti a mettere in pericolo le città
americane, solo degli individui con le loro idee. La salvezza di migliaia di
vite americane può dipendere dall'abilità di chi conduce un interrogatorio, e
dagli strumenti che un uomo o una donna può per questo avere a disposizione.
Ricordiamoci che in genere solo nei film un prigioniero vuota il sacco su un
futuro complotto: gli addetti agli interrogatori ci dicono che le informazioni
su attività terroristiche emergono invece generalmente in forma di frammenti,
messi insieme da tanti interrogatori, e la verità ne viene distillata, in modo
quasi fortuito, attraverso menzogne e sottili sotterfugi. Spesso chi interroga,
trattando faccia a faccia con un singolo combattente per ore e ore, sviluppa
nei confronti del nemico, all'interno del nostro sistema di sicurezza, il grado
più alto di compassione. Dopotutto, il combattente, proprio per il fatto di
avere realmente una faccia, diventa umano per l'agente che lo interroga, e tale
compassione è necessaria se questo vuole fare bene il proprio lavoro. «Per
sconfiggere il nemico per prima cosa devi imparare a amarlo, a amare la sua
cultura», mi disse anni fa in Afghanistan un tenente colonnello delle forze
speciali dell'esercito. Chi è abile a condurre degli interrogatori acquista
padronanza nel decodificare il linguaggio del corpo e i movimenti degli occhi
della persona che viene interrogata. Il peggiore nemico allora non consisterà
nell'incapacità di torturare, ma piuttosto la burocrazia stessa, che spesso non
condivide delle informazioni vitali con le sue parti costituenti. Si può fare
molto per migliorare la qualità dei nostri interrogatori senza ricorrere alla
tortura, ma questo costituisce un problema che non si risolve facilmente, e
che, piuttosto, è assillante. Affermare recisamente che la tortura non
funzioni è solo una piccola parte della verità. La tortura può anche non
funzionare, ma il timore di essere torturati può fare miracoli. Quando un
prigioniero viene catturato si può volerlo trattare con durezza e sbatterlo in
un ambiente cupo e disorientante appunto perché questo faccia aumentare il
grado di paura riguardo a quanto gli stia per capitare. «La paura è spesso il
migliore alleato di chi interroga, ma non ha una lunga scadenza», scrivono
Chris Mackey e Greg Miller, un ex agente di interrogatori e un giornalista
autori di un libro molto bene informato, The Interrogators: Inside the Secret
War against al Qaeda. La paura si può anche far protrarre nel tempo, attraverso
delle tecniche raffinate, come quella di spargere delle voci fasulle. Un
esempio in proposito: gli autori riportano di avere ricevuto una maggiore
cooperazione da parte di prigionieri in Afghanistan dopo avere deliberatamente
diffuso la voce che questi sarebbero stati rispediti nelle loro terre d'origine
in Medio Oriente in cambio di un pagamento di centomila dollari per ognuno di
loro. Ma alla fine, tuttavia, con le settimane che passano e senza soffrire
niente di brutto, la paura svanisce, e per questo il prigioniero diventa meno
utile. La tortura è detestabile, ma anche un approccio estremamente umano,
contrariamente ai nostri desideri, ha i suoi limiti. Il nostro dilemma è
proprio questo: la diffusione di false chiacchiere, il trattamento rude, e
delle condizioni dure segnano tutti l'inizio di un percorso pericoloso che può
portare a conseguenze assai peggiori di essi. Dire che su tale iter noi non
possiamo muovere neanche un passo sarebbe privo di senso pratico, perché in
quel modo si priverebbe il Paese di informazioni vitali, con la minaccia di
lasciarlo senza difesa. Addentrarsi comunque troppo su tale sentiero è
moralmente intollerabile. (..) Ricordiamoci che alcuni provvedimenti presi
dell'amministrazione Bush venivano stilati nel contesto di un particolare stato
d'animo popolare, subito dopo gli attentati dell'11 settembre, ma portati a
termine nel contesto di un altro: nel caso in cui questo dovesse verificarsi
ancora, i diritti dei detenuti diminuirebbero più o meno del 50 per cento. Se
lungo quel sentiero pericoloso, invece, ci ponessimo il limite del 15 per
cento, allora saremmo in grado di evitare la trappola del 50 per cento. A me,
comunque, dà la nausea anche quel 15 per cento; evitare la questione, tuttavia,
sarebbe da irresponsabili. traduzione di Francesca Santovetti © The Atlantic
( da "Corriere della Sera" del 03-02-2009)
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Corriere della Sera
- ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-02-03 num: - pag: 1 autore: di
VALERIO CAPPELLI categoria: REDAZIONALE Il caso Teatro pieno, grandi nomi ma i
contributi statali diminuiscono drasticamente Tagli all'Opera, spettacoli a
rischio Qui Opera. La stagione del rilancio rischia di finire azzoppata, con
spettacoli cancellati. Una situazione paradossale: da una parte il teatro
pieno, nomi nuovi e internazionali, gli apripista Riccardo Muti e Bob Wilson,
studenti che illuminano il libretto di Aida coi cellulari vivendo un successo
«rockettaro», e i prof che ringraziano via mail: «Ci fanno
domande mai banali, poi dicono che la gioventù è superficiale e priva di
valori!»; dall'altra le istituzioni più sorde di Beethoven, i tetri corridoi della
burocrazia, il muro di
gomma della politica: chi ha mai visto i politici all'Opera? CONTINUA A PAGINA
10
( da "Corriere della Sera" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Lettere - data: 2009-02-03 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE Ci pensa il Corriere Inpdap, gli arretrati difficili da ottenere
Gentile redazione, scrivo per avere informazioni sugli arretrati della pensione
di reversibilità. Sono titolare di una pensione Inpdap. Purtroppo, lo scorso
agosto, ho perso mia moglie (anche lei titolare di una pensione Inpdap). Ai
primi di settembre ho presentato all'Istituto la domanda per ottenere la
pensione di reversibilità e la corresponsione dei ratei di tredicesima maturati
e non riscossi. L'impiegata allo sportello che ha ricevuto la pratica ha
assicurato che, con la predetta pensione, mi sarebbero stati corrisposti anche
gli arretrati, cosa che, puntualmente, non è avvenuta. Ho quindi contattato il
call center Inpdap che mi ha dato informazioni ben diverse: sembrerebbe che
tali arretrati vengano corrisposti un anno dopo il decesso. è possibile che dalla struttura provengano informazioni così
differenti? E qual è la verità? Non chiedo favori, ma soltanto quanto mi spetta
di diritto. Un anno non vi sembra un po' troppo anche per i tempi biblici della
burocrazia italiana? Grazie
mille per la vostra attenzione. Sergio Jacquier
( da "Corriere della Sera" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Tempo Libero - data: 2009-02-03 num: - pag: 10 categoria:
REDAZIONALE Il caso Il sovrintendente Ernani e il direttore Sani: a rischio
alcuni spettacoli I tagli spengono l'Opera E il sindacato annuncia una protesta
in Campidoglio SEGUE DALLA PRIMA La forbice del governo rischia di far finire
la benzina, di compromettere il tentativo di collocare l'Opera di Roma in un
circuito europeo. Ieri c'è stata una riunione al ministero dei Beni Culturali.
«Tagliate, punto», è stata la lapidaria risposta di Salvatore Nastasi, capo di
Gabinetto e direttore generale: non è, per dirla chiaramente, il migliore amico
del teatro romano. Cancellare alcuni spettacoli della stagione? è più che
un'ipotesi. Alla riunione erano presenti il sovrintendente Francesco Ernani e
il direttore artistico Nicola Sani. Ernani: «Non possiamo escludere tagli alla
programmazione. La situazione è grave per tutte le Fondazioni, se si conferma
il taglio nella Finanziaria di 87 milioni, noi avremmo 8 milioni e mezzo di
euro in meno. Ora riesco a pareggiare il 2008 utilizzando il fondo speciale per
buona gestione, avendo avuto i conti a posto nel 2007, e un milione di euro in
più dal Comune. Non è pensabile che l'Italia non regga il confronto con le
capitali d'Europa. Ieri parlavo col direttore de La Monnaie di Bruxelles: il
contributo belga dello Stato è di 32 milioni, noi ne abbiamo 26». Sani: «Il
disavanzo non riguarda i maggiori costi ma le minori entrate del Fus. Non
abbiamo fatto una stagione inventata, ci siamo mossi sulla base delle
indicazioni che avevamo, cercando un contesto internazionale, è chiaro che
dobbiamo trovare altre risorse. Il teatro sta cambiando (ho visto gente che non
c'era mai entrata, artisti, ragazzi, un pubblico trasversale), e ha bisogno di
tutti in questa situazione delicata e fragile». Il sindacato autonomo
Fials-Cisal, il più attivo col suo segretario regionale Massimo Di Franco,
annuncia una protesta sulla piazza del Campidoglio, se la prende col sindaco
Alemanno «che aveva promesso mari e monti in campagna
elettorale e si mette a giocare a nascondino con la burocrazia, non ha dato nessuna certezza, alla riunione al ministero non è
nemmeno andato»; per il sindacato, il teatro sta già lavorando «al
ridimensionamento della stagione, il taglio porterà a un deficit di 5 milioni.
I risultati saranno la cancellazione degli spettacoli, il taglio
dell'occupazione e il commissariamento». Sani, il sindaco vi ha
scaricato sì o no? «No, è più vicino all'Opera di quanto non lo fosse stato
Veltroni, ma ancora non ha preso una decisione. Sì, al ministero non c'era, ma
venerdì era in Consiglio d'amministrazione, al momento non c'è una reale
soluzione, una presa d'atto che possa garantire la stagione con le modalità che
erano state pensate». Sui tagli del ministero: «Ci dev'essere una logica, se
esiste un teatro della capitale, che sia un teatro da capitale, dovrà pur
valere il fatto che in questa città abitano 3 milioni e mezzo di abitanti, non
vedo equilibrio». Se fosse obbligato a tagliare, da dove comincerebbe? «In
questo momento non ci voglio nemmeno pensare. Il primo taglio sarebbe di
immagine». Il bello (o il brutto) è che mentre lo Stato dà una ferita mortale
nel momento della rinascita artistica, c'è chi polemizza, con snobismo retrò,
sul fatto che l'estetica di Bob Wilson si conosce nel resto dell'Europa da
vent'anni, insomma che gli innovatori sarebbero vecchi maestri: «Ma conta
quello che arriva a Roma - osserva Sani - , e se qui Bob Wilson non si vedeva
da 25 anni... Ci sono intere generazioni che non lo conoscono, e allora?».
Genesi «The blue planet» di Peter Greenaway e Goran Bregovic, che l'Opera
presenta al Nazionale fino a domenica. Nelle altre foto,da sinistra: Francesco
Ernani e Nicola Sani Valerio Cappelli
( da "Stampa, La" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
REGIONE PER IL
CONTRIBUTO BASTA L'AUTOCERTIFICAZIONE DEL REDDITO RIDOTTO Buoni scuola, regole
anti crisi [FIRMA]MAURIZIO TROPEANO Per una volta la burocrazia cerca di stare al passo con
l'impatto quotidiano della crisi economica. La giunta regionale approvando il
via libera ai bandi per ottenere i contributi della legge su diritto allo
studio ha anche deciso di tener conto delle attuali condizioni di reddito della
famiglie piemontesi e non di quelle della dichiarazione dei redditi dell'anno
precedente. Di fatto alle famiglie piemontesi basterà autocertificare una
riduzione del reddito causata da perdita di occupazione o cassa integrazione.
Questa riduzione sarà conteggiata da subito - e può comportare il diritto ad
ottenere un contributo regionale maggiore - ma poi dovrà essere effettivamente
dimostrata alla fine dell'anno. «Abbiamo accolto una sollecitazione del
Consiglio regionale e abbiamo deciso di tener conto dell'asprezza della crisi e
della maggiore variabilità dei redditi», spiega la presidente Mercedes Bresso.
La Giunta ha allo studio ulteriori facilitazioni per i cassaintegrati. Toccherà
all'assessore Gianna Pentenero definire le modalità tecniche per applicare
questa direttiva. La Bresso non ha escluso la possibilità di realizzare una
graduatoria separata per i lavoratori soggetti alla Cig. Per l'anno scolastico
2008/2009 la giunta metterà a disposizione 14 milioni sul capitolo buono scuola
che riconosce un sostegno economico per le spese di iscrizioni e frequenza che
di fatto si pagano sono negli istituti privati. Altri 21,2 milioni di euro
serviranno a finanziare i rimborsi per le spese sostenute dalle famiglie per i
libri di testo, le attività integrative ed i trasporti. All'interno del
pacchetto anti-crisi la giunta regionale ha esaminato, per essere approvata
lunedì prossimo dopo il passaggio in Commissione consiliare, la delibera sui
fondi di contro garanzia, una delle misure previste per aiutare le piccole e
medie imprese ad affrontare momenti di crisi finanziaria. Secondo il documento
presentato dal vicepresidente Paolo Peveraro i Confidi garantiranno alle banche
l'80% della somma richiesta e la Regione assicurerà ai consorzi il 70% del
rischio. Via libera, grazie all'utilizzo dei fondi sociali europei dei corsi
triennali di prima formazione per i giovani che hanno terminato la scuola
dell'obbligo o che hanno abbandonato il sistema dell'istruzione.
( da "Stampa, La" del 03-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
DOMODOSSOLA. CNA HA
INAUGURATO LA NUOVA SEDE "Contro la crisi gli artigiani non vanno lasciati
da soli" [FIRMA]PIETRO BENACCHIO DOMODOSSOLA «Gli artigiani non si tirano
mai indietro di fronte alla difficoltà e vogliono essere attori nel superamento
delle crisi, ma non possono e non devono essere lasciati soli. E' giusto
attivare gli aiuti al settore auto, ma le risorse non vanno indirizzate soltanto
lì. Rappresentiamo quella parte di economia sana, che è consapevole della sua
importanza nell'economia italiana e merita di essere sostenuta». Daniele
Vaccarino, vicepresidente nazionale della Cna, a Domodossola per
l'inaugurazione della nuova sede associativa in Regione Nosere. Davanti a un
uditorio di colleghi e amministratori pubblici, con il presidente della
Provincia Paolo Ravaioli e il sindaco di Domodossola Michele Marinello in prima
fila, Vaccarino ha tracciato una pacata, ma lucida sintesi sulla gravità della
situazione, indicando anche nelle «cose più semplici» gli strumenti per
combattere una crisi «partita dalla finanza, e di cui non conosciamo ancora le
ricadute». Prima di lui è toccato a Sebastiano Consentino, presidente regionale
della Cna, ribadire le doglianze più ricorrenti della categoria, dai ritardi
nel pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche alle difficoltà
nell'accesso al credito, ma anche la necessità di «fare gruppo» e rafforzare la
collaborazione con altre associazioni. E la presenza dei rappresentanti di
Confartigianato alla cerimonia è stata accolta da «alleati» nella comuni
battaglia. Temi sfiorati anche dal presidente della Cna nel Vco, Lino Lomazzi e
del referente della zona Ossola, Fausto Sgro nei loro messaggi di saluto. Che
hanno indicato proprio nell'apertura della nuova sede in un momento di crisi la
volontà degli artigiani di raccogliere la sfida. «Oggi - ha aggiunto Vaccarino
- non abbiamo bisogno di incertezze, ma risposte concrete e immediate». E
alcune sono arrivate. Ravaioli ha ricordato che la Provincia da tempo ha
attivato il tavolo per l'economia e si sta già muovendo su più fronti: «nel
piano integrato territoriale destinato a progetti per energie e fonti
rinnovabili - ha detto - - sono già previsti investimenti per 6 milioni di
euro. Puntiamo inoltre sul potenziamento delle attività di
formazione e nel miglioramento dei rapporti con la burocrazia». Il sindaco Marinello ha riconfermato a sua volta che il Comune
ha messo in bilancio opere per 6 milioni di euro. Sul fronte della crisi, Cna
non perde di vista l'analisi e ha organizzato per la sera di lunedì 9 febbraio
in sede a Novara un incontro con il professor Marco Fortis, cusiano, economista
e ricercatore, docente all'Università Cattolica e vicepresidente della
Fondazione Edison.
( da "Stampa, La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
CUNEO-ASTI «Per i
lotti albesi c'è il rischio di un ritardo di altri 2 anni» La Cuneo-Asti continua a inciampare nella burocrazia. Il presidente della Provincia Raffaele Costa sui lotti albesi -
i più problematici - si è rivolto al ministro Matteoli: «Ho saputo che la
commissione tecnica del ministero dell'Ambiente giovedì è chiamata a
pronunciarsi sulla procedura di non assoggettabilità all'iter del Via
(Valutazione d'impatto ambientale) e sarebbe orientata ad esprimere
parere negativo, obbligando la Asti-Cuneo Spa ad uno sforzo che potrebbe
significare due anni di ritardi». L'assessore regionale ai Trasporti, Daniele
Borioli ha scritto al ministro per avere chiarimenti: «Il rischio - dice - è
che con la valutazione d'impatto ambientale si allungherebbero ancora i tempi».
La replica di Matteoli: «Se anche la Commissione assoggettasse la società alla
Valutazione di impatto ambientale ci vorrebbero pochi mesi e non due anni.
Inoltre la Via non può bloccare l'Asti-Cuneo, perché fa parte della legge
obiettivo». \
( da "Stampa, La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
CLASSIFICA.L'ANAGRAFE
DELLE IMPRESE Aziende cercansi, Novara ci prova [FIRMA]GIANFRANCO QUAGLIA
NOVARA Al quarantunesimo posto della classifica per capacità d'attrazione delle
imprese. E' questo il posto occupato dalla provincia di Novara nella mappa
nazionale che riguarda il quadrienno 2005-2008. Come dire: in una posizione non
esaltante, ma neppure pessima, se si considera che in Piemonte altri territori
sono in condizioni peggiori. Ad esempio Alessandria (in 73.a posizione) e
Torino (101), Verbania (55), poco prima di Firenze e Milano. Certo, destano un
poco d'invidia Asti (settima) e Cuneo (ottava), la vicina Vercelli (al
ventiquattresimo posto). Non parliamo poi di Roma, al primo posto assoluto, e
Pavia, in seconda posizione. E la sorpresa della capitale che, in fatto di
nuovi insediamenti, vince il derby con Milano. Ma Novara si consola quando
analizza il saldo delle aziende, secondo la graduatoria del «Cerved Business
Information»: in tutta la provincia sono 32.658, con un più 12 rispetto alla
situazione iniziale. Significa che nei trasferimenti delle imprese (chiusure e
aperture) il territorio denuncia un attivo, se pur di poco. Ma di questi tempi
significativo, considerando la situazione econo
( da "Repubblica, La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 13 - Esteri
Via un altro ministro, Obama perde i pezzi Guai fiscali, costretto a ritirarsi
il responsabile della Sanità. Nuovo colpo per il "dream team" Daschle
ha evaso 130 mila dollari di tasse. Si dimette la responsabile del bilancio
(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) VITTORIO ZUCCONI La squadra di collaboratori
stellari che Obama si era proposto di creare sta infatti incassando troppi
colpi. Dopo l´abbandono del governatore del New Mexico Bill Richardson, scelto
per il ministero del commercio, per grossolani conflitti di interesse con
società d´appalto, quello della signora Nancy Kiefer, ironicamente indicata come guida del nuovo ufficio per il controllo di qualità sulla burocrazia ma incapace di controllare i
propri redditi, e il salvataggio in corner del segretario al Tesoro Tim
Geithner, approvato nonostante una storia di elusione fiscale, l´abbandono
dell´uomo che avrebbe dovuto aiutare Obama a navigare gli scogli del Parlamento
segnala la fine del sogno e il ritorno della realtà. Il cinismo soft di
Obama, la sua incomparabile abilità di essere insieme un «outsider» e un
«insider», muovendosi dentro e fuori le sabbie mobili della politica, questa
volta lo ha tradito. Tom Daschle, a 62 anni, era l´«insider» per definizione,
un uomo che aveva fatto della politica una carriera lunga 26 anni, da quando
era stato eletto deputato nel 1978, poi senatore nel 1986 e infine leader della
maggioranza democratica nel 1994, fino alla sconfitta elettorale del 2004. I
suoi rapporti personali e le infinite cambiali che aveva collezionato da «boss»
dei senatori democratici, ne avevano fatto un uomo potentissimo a Washington.
Era il perfetto manovratore dal ministero della Sanità, per guidare quella
riforma delle assicurazioni che, dopo il fallimento della Clinton negli anni
Novanta, la nazione si attende dal presidente democratico. Doverlo abbandonare,
dopo la rivelazione che Daschle aveva eluso, o evaso, più di 130 mila dollari
di tasse sui servizi che una società gli aveva fornito e che, per il codice
fiscale americano, sono parte del reddito, è stato anche più di un rovescio per
il «Dream Team» che già ha perduto molti pezzi. Per Obama, che ha fatto della
«trasparenza» e della «pulizia etica» della propria amministrazione una delle
chiavi della propria popolarità, difendere un ex senatore che si era
dimenticato «inavvertitamente» di pagare tasse e che aveva fatto molti dollari
(5 milioni) lavorando come lobbista per l´industria farmaceutica, avrebbe
significato tradire il messaggio e avvelenare la mistica della propria
diversità e il messaggio del «change», del cambiamento. Da giorni, l´ex
senatore era divenuto il bersaglio preferito di quella satira televisiva che
disperatamente cercava vittime, non potendo ridicolizzare l´intoccabile Obama.
E che, negli Stati Uniti, non deve rispondere a nessuna commissione di
vigilanza e a nessun governo. Ora i siti internet e le caselle e-mail
traboccano di messaggi e commenti di cittadini smarriti, di elettori che si
domandano se davvero una questione sottile di «auto blu» (Daschle utilizzava
una limousine con autista offerta legalmente da un suo cliente, ma che avrebbe
dovuto dichiarare) giustifichi l´abbandono del personaggio che avrebbe potuto
spingere quella sanità americana universale che venne promessa nel 1947 da
Harry Truman e che mai si è realizzata, e si chiedono se questi rovesci mettano
a rischio tutta la presidenza Obama. Non ancora. Ma il risveglio alla realtà di
questa presidenza che molto aveva promesso e alla quale molto sarà chiesto, la
fine del «Dream Team» avviato a un più realistico grigiore, sono il segno che
nessuno, democratico o repubblicano, sfugge alle regole, neppure quando vola
alto sui voti di una nazione. Giudici, ministri, parlamentari, hanno perduto
elezioni o incarichi per storie banali di marijuana fumata nei college, per
contributi non versati a baby sitter, per «falsa testimonianza», il reato che
portò Bill Clinton all´incriminazione e che buttò fuori Nixon dalla Casa
Bianca. Il carisma di Obama rimane ancora intatto, ma la sua capacità di
controllare il processo politico quotidiano, e di controllare i dossier dei
prescelti, prima che lo facciano gli avversari o i media, è in gioco. Quello
che regge è il principio che la legge, soprattutto la dura legge del fisco,
vale per tutti, anche per chi ha stravinto le elezioni.
( da "Stampa, La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
PROTESTA«IL
CONTROLLO PASSI ALLA REGIONE» Torrenti in sicurezza Comuni contro l'Aipo
[FIRMA]LUISA GIAIMO Sono uniti i sindaci di 17 Comuni del Pinerolese che
chiedono più sicurezza per i torrenti Chisone e Pellice. Vogliono che non
vengano dimenticati e che le intere aste dei fiumi passino di competenza
dall'Aipo, l'autorità di bacino del Po, alla Regione. Per questo hanno inviato
una lettera alla presidente della Regione, Mercedes Bresso, all'assessore
regionale Bruna Sibille, alla Provincia e all'Aipo. La vicenda era nata in
seguito all'alluvione dell'anno scorso. Infatti erano trascorsi alcuni mesi
senza che l'Aipo intervenisse per la pulizia dell'alveo del Chisone e così i
sindaci avevano chiesto che fosse la Regione ad occuparsi del torrente.
Richiesta che era stata accolta il 7 ottobre, ma da quel giorno i lavori non
sono partiti. «Siamo stanchi - dice il sindaco di Porte, Laura Zoggia - . Conosciamo i tempi della burocrazia, ma tra poco arriverà la stagione delle piogge. Il rischio per
il Chisone è di nuove esondazioni se non vengono fatti gli interventi per
ripulire il letto del fiume e per limitare l'erosione delle sponde». Aggiunge
il presidente del comitato Chisone Sicuro, Sergio Martino, uno dei firmatari:
«La stessa situazione si riscontra in Val Pellice. L'asta del torrente è
divisa in due per quanto riguarda la competenza: la Regione si occupa del
tratto fino a Bibiana, mentre fino alla confluenza con il Chisone in frazione
Zucchea a Vigone, la competenza passa all'Aipo». Nella lettera emerge la
necessità di un maggiore controllo dei fiumi nei periodi di precipitazioni
abbondanti. «Siamo convinti - conclude Laura Zoggia - che serva una visione
d'insieme di tutta l'asta dei due torrenti. Non crediamo che mantenere
l'attuale divisione sia la cosa migliore. L'Aipo si occupa di 5 regioni e non
potrà essere presente sul territorio in maniera capillare».
( da "Repubblica, La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VII - Torino
I colleghi Il progetto La rivolta degli imprenditori "Basta lavori a
Moncalieri" Bertone: vi racconto i miei 4 anni di
odissea I costruttori scappano Non ne vogliono più sapere della burocrazia La città sta gettando via
tante opportunità Volevamo recuperare lo stabilimento della Pozzo Gros Monti ma
nonostante gli accordi siamo ancora fermi DIEGO LONGHIN «Un lavoro a
Moncalieri? No grazie». Un leitmotiv che corre di bocca in bocca fra i
costruttori torinesi e non solo. Non si tratta della solita burocrazia che rallenta tutto, ma della impossibilità di
portare avanti i progetti, nonostante gli accordi presi. Ne sa qualche cosa
Alberto Bertone che, oltre ad essere il titolare dell´Acqua Sant´Anna di
Vinadio, porta avanti l´azienda edile di famiglia. «I costruttori da Moncalieri
scappano - dice - non ne vogliono più sapere. In troppi sono rimasti cornuti e
mazziati, me compreso. Ed è un peccato perché, con alcuni degli interventi
studiati, Moncalieri potrebbe essere una delle più belle cittadine
dell´hinterland torinese». Il progetto di Bertone riguarda l´ex stabilimento
della Pozzo Gros Monti. Una struttura, costruita all´inizio del ?900 sulla
precollina moncalierese, ora in balia dei vandali: vetri rotti, tegole e travi
sparite. «Ormai siamo al degrado», aggiunge Bertone che si è lanciato
nell´iniziativa, costruendo una joint venture con Fabrizio Comba, quasi quattro
anni fa, quando la storica tipografia Pozzo Gros Monti era in mano al
liquidatore. «In queste situazioni - spiega - succede che il curatore si
accordi con il Comune per cambiare la destinazione d´uso degli immobili e
rendere la procedura più ricca, così da assicurare il pagamento dei dipendenti
e dei fornitori». Raggiunta l´intesa con la precedente amministrazione di
Moncalieri per trasformare l´area da servizi a residenziale Bertone subentra
alla proprietà sborsando, nel giro di una settimana, una decina di milioni. Ed
iniziano a sommarsi i ritardi. Prima l´azienda non trasloca, tanto da
concordare un canone per l´affitto. «è intervenuto il Comune chiedendoci tempo
vista la situazione precaria dell´impresa - racconta il costruttore - per
evitare che il quadro si aggravasse, li abbiamo anche aiutati nella ricerca di
nuovi locali». Ma una volta che lo stabilimento è stato libero la situazione
non è cambiata. Perché? «Non riesco a capire il motivo - aggiunge Bertone - ma
non riusciamo ad avere i permessi per costruire. Si è riunita la conferenza dei
servizi ma queste autorizzazioni non ci sono ancora. E non conosciamo i tempi.
Un mistero. Un problema simile lo stanno vivendo anche altre imprese che hanno
progetti su Moncalieri». L´unica cosa andata in porto è stata la trasformazione
da servizi a residenziale. Poi tutto fermo: «Ad un certo punto ho trovato una
banca che era interessata ad aprire una sede - aggiunge Bertone - ho chiesto al
Comune se fosse possibile ricambiare destinazione d´uso, tornando a servizi. In
questo modo si sarebbe sfruttata l´occasione. Nulla da fare. Intanto
l´investimento è fermo, la società si accolla oneri finanziari, oltre a pagare
l´Ici ad un´amministrazione che è comunque responsabile della situazione. Per
questo mi sento ?cornuto e mazziato´. Se non si è riusciti ad andare avanti è
perché non sono arrivati i permessi». Bertone non sa nemmeno più con chi
prendersela: «Siamo abituati a dover fare i conti con le lungaggini
burocratiche in tutti i Comuni. Si mette in conto. Ti dicono che per una
pratica ci vogliono due mesi, invece ne passano sei. Ma a Moncalieri la
situazione è diversa. Sono passati quasi quattro anni e non è successo nulla,
sarà colpa probabilmente della politica, alla fine però a rimetterci non sono
solo gli imprenditori che investono, ma i cittadini. Se mi avessero lasciato
lavorare ora non ci sarebbe uno stabilimento quasi diroccato».
( da "Repubblica, La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina III - Palermo
Corteo e sit-in per protestare contro i ritardi nella
stabilizzazione I precari vanno in piazza disagi negli asili nido Burocrazia
cauta sui contratti Si sblocca l´iter per i poliziotti municipali Gli lsu ieri
hanno scioperato e dopo un corteo che da piazza Verdi li ha portati in via
Notarbartolo sotto l´assessorato Pubblica istruzione, hanno fatto un sit-in
davanti alla Prefettura. I sindacati dei precari chiedono al sindaco
Diego Cammarata e all´assessore al personale Roberto Clemente di sbloccare
«subito» la firma dei contratti degli lsu che hanno superato le prove di
selezione per la stabilizzazione, e di «pubblicare al più presto i nuovi bandi
per l´assunzione nelle categorie più alte». Dal dicembre scorso l´iter per la
stabilizzazione è bloccato dopo i rilievi della Corte dei conti: secondo i
magistrati contabili il finanziamento statale da 55 milioni di euro, per
l´assunzione dei 3.200 lsu all´interno del Comune, non ha una durata permanente
e quindi questi stipendi rischiano di cadere interamente sulle casse già
fragili di Palazzo delle Aquile. Il dirigente del settore Personale, Giuseppe
Sacco, si è quindi rifiutato di firmare i contratti d´assunzione degli lsu che
hanno superato le prime prove di selezione, mentre il sindaco Diego Cammarata
ha chiesto un parere al ministero dell´Economia sulla stabilità dei fondi anche
per gli anni a venire. Anche il Consiglio comunale ha dato via libera
all´assunzione dei precari all´interno di una mozione di risposta ai rilievi
della Corte dei conti: ma solo dopo «aver avuto un parere definitivo da parte
del Ministero sul proseguimento del finanziamento statale da 55 milioni di euro
per gli lsu di Palermo». Ad oggi però la risposta del Ministero non è arrivata
e tutto l´iter di stabilizzazione è fermo. Ieri 200 lsu, aderenti al sindacato
Alba, hanno manifestato per le vie del centro e indetto uno sciopero che ha
portato alla chiusura di 11 asili nido comunali, dove lavorano alcuni precari:
«Attendiamo questa stabilizzazione da almeno 10 anni e adesso non si può
bloccare tutto in attesa di un parere dal Ministero - dice Marcello Terzo, del
sindacato Alba - Chiediamo al sindaco e all´assessore al Personale di
pubblicare subito i nuovi bandi per l´assunzione in categorie superiori, ma
allo stesso tempo chiediamo che vengano firmati i contratti agli lsu che hanno
superato le prove di selezione». Intanto ieri è stato siglato un accordo con
l´Università di Palermo che «collaborerà col Comune per il rilascio delle
certificazioni di idoneità fisico-attitudinale degli oltre 200 candidati che
hanno superato le prove di selezione per ricoprire i posti di agente di polizia
municipale». Ieri infine una delegazione di Lsu è stata ricevuta dal prefetto
Giancarlo Trevisone: «Abbiamo chiesto al prefetto di fare da intermediario con
il governo nazionale per avere al più presto una risposta da parte del
ministero dell´Economia sulla stabilità del finanziamento», conclude Terzo.
a.fras.
( da "Repubblica, La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IX - Palermo
L´appello Il castello di Trapani è il monumento più votato tra "I luoghi
del cuore" del Fai Settemila sos per la Colombaia LAURA NOBILE Con 7.052
segnalazioni è il castello della Colombaia di Trapani il monumento più votato tra
"I luoghi del cuore", il quarto censimento nazionale promosso dal
Fondo per l´ambiente italiano in collaborazione con Banca Intesa San Paolo, con
l´obiettivo di segnalare ciò che deturpa i luoghi più amati. Hanno risposto in
110 mila, per posta o via Internet. E, su tante segnalazioni, 10.649 vengono
dalla Sicilia, che si piazza così al quarto posto tra le regioni. L´antica
roccaforte del porto di Trapani, il cui nucleo originario, secondo alcuni
storici, sarebbe stato realizzato nel II secolo avanti Cristo dal generale
cartaginese Annibale Barca, è uno dei monumenti simbolo della città, ma versa
in uno stato di grave degrado. Dalla seconda metà del Trecento assunse la forma
del castello e, con un successivo adattamento a struttura difensiva, nel 1848
diventò un carcere. Dal 1965, anno della chiusura del penitenziario, la
Colombaia è in abbandono, esposto a furti, atti vandalici e crolli: l´ultimo
allarme, nell´agosto scorso, lo aveva lanciato l´associazione "Salviamo la
Colombaia", nata nel
( da "Repubblica, La" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 32 - Cronaca
Il castello della Colombaia di Trapani è il più votato nel censimento del Fai
sui "luoghi del cuore" Pastoie amministrative ne bloccano il
restauro. Al secondo posto c´è la libreria Bocca di Milano
La burocrazia che assedia
la fortezza cartaginese Tra le aree da strappare al degrado anche il Monte
Gennaro vicino a Roma CARLO BRAMBILLA è il castello della Colombaia di Trapani,
un´antichissima fortezza di origine cartaginese, il cui recupero è bloccato da
una burocrazia
particolarmente ottusa, il "luogo del cuore" più votato dagli
italiani (con 7.052 segnalazioni) nel tradizionale censimento realizzato
dal Fai, il Fondo per l´ambiente italiano, in collaborazione con Intesa
Sanpaolo. Al secondo posto, con 5.258 segnalazioni, si piazza la storica libreria
Bocca, all´interno della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, che rischia la
chiusura per colpa del Comune che ha deciso di raddoppiare il canone d´affitto,
rendendolo insostenibile per un negozio specializzato in monografie e cataloghi
d´arte. Terzo classificato (4.737 segnalazioni) il Monte Gennaro, all´interno
del Parco naturale regionale dei Monti Lucretili, a metà strada tra Roma e
Rieti, dove una selva di antenne e ripetitori minaccia il paesaggio. Per questa
edizione dei "Luoghi del cuore" il Fai aveva chiesto di segnalare le
brutture che rovinano monumenti e paesaggi più amati d´Italia. Nel caso del
Castello della Colombaia la mostruosità è la burocrazia.
Da anni infatti il Comune di Trapani chiede al demanio il passaggio di
proprietà di questo gioiello, simbolo della città, per potere affrontare i
lavori di recupero e trovare una nuova destinazione d´uso, compatibile con il
monumento, come farebbe qualunque amministratore di buon senso. Ma tutto è
paralizzato da un assurdo iter burocratico particolarmente intricato. «Questo
nostro censimento dimostra quanto gli italiani siano profondamente legati al
loro paesaggio - ha spiegato Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del Fai -
Le persone vorrebbero salvare i luoghi che amano, ma la politica se ne
disinteressa». Al quarto posto, con 4.696 segnalazioni, si collocano le carceri
storiche di Trento, un complesso progettato nel 1877 dall´architetto viennese
Karl Schaden. Un esempio di architettura civile mitteleuropea di grande
qualità, del periodo austro-ungarico. In questo caso il nemico è il progetto di
abbattimento, già approvato, per consentire l´ampliamento del vicino Palazzo di
Giustizia. Quinta classificata un´area militare in dismissione denominata
"ex terzo deposito carburanti" a Vitinia, nel territorio comunale di
Roma. La zona è un´incredibile, straordinaria area verde cittadina, dove ancora
pascolano mucche, pecore, asini e capre. Le segnalazioni al Fai denunciano un
progetto di urbanizzazione dell´area, che prevede la costruzione di 500
appartamenti con una colata di 150 mila metri cubi di cemento. Si attesta al
sesto posto, invece, con 4.118 segnalazioni, Villa Sanna, nel Parco di
Monserrato, in piena campagna sassarese. Qui i nemici sono l´abbandono e il
degrado che la stanno facendo andare in rovina. Tra le decine di altre minacce
ai luoghi del cuore spicca, all´ottavo posto, con 3.891 segnalazioni, il
progetto di costruzione dell´inutile autostrada Broni-Mortara, in provincia di
Pavia, il cui tragitto ricadrebbe per gran parte all´interno del Parco del
Ticino. La cosiddetta "autostrada della Lomellina" è fortemente
voluta dalla Regione Lombardia per completare la rete viaria transpadana. Ma
oltre a mettere in dubbio l´utilità di questa autostrada i comitati di
cittadini contestano il prevedibile aumento di traffico e la conseguente
proliferazione di capannoni in un´area naturalistica intatta, costituita in
gran parte da risaie. L´ultimo polmone verde rimasto vicino a Milano.
( da "Corriere della Sera" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-02-04 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE Ambiente Nella giornata anti brutture rilanciata la
battaglia contro le costruzioni nel Parco sud Giulia Maria Crespi contro il
Comune «Più abitanti? Soffocati da auto e smog» La presidente del Fai: puntare
sull'aumento della popolazione annullerà il verde «Stanno trasformando l'Expo
agroalimentare in una esposizione di cemento e grattacieli storti» Difendere
Milano. Una missione. Un imperativo. E per Giulia Maria Mozzoni Crespi,
presidente del Fai, un dovere. Tanto da scendere in campo contro chi «vuole
solo costruire, senza pensare alle conseguenze ». Punta il dito contro
l'assessore allo Sviluppo del territorio, Carlo Masseroli. «Vuole aumentare la
popolazione di questa città. Porterà solo più traffico e smog, cancellando
tutto il verde». Se la prende con gli amministratori delle opere pubbliche,
«abbiamo bisogno di persone competenti. Magari che conoscono le realtà
straniere». E critica chi «sta trasformando l'Expo agroalimentare, in una
esposizione di cemento e grattacieli storti». Con un monito: «Il Parco Sud deve
essere salvato». Alla presentazione dei risultati della quarta edizione de «I
luoghi del cuore, cancelliamo le brutture d'Italia», il censimento che chiede
ai cittadini di segnalare gli scempi in Italia, si parte da Milano. E da una
domanda: «Perché non poteva essere conservata meglio? ». Oggi «la politica
dello sviluppo rischia di cancellare la città tanto amata da Stendhal ». Senza
contare che «si fanno gli interessi di pochi». In particolare il Fai si batte
in prima linea per il Parco Sud, a rischio cementificazione. Per questo
l'associazione ha organizzato «una riunione sul tema, alla quale hanno
partecipato tutte le categorie interessate: dagli agricoltori agli
ambientalisti. E anche degli universitari». Ma non finisce qui. «Stiamo anche
pensando di comperare un fontanile per poter organizzare iniziative più forti»,
spiega Marco Magnifico, direttore generale dell'associazione. E per ribadire
che «non occuparsi del Parco sud va contro la missione dell'Expo». Ma nel mirino c'è anche la burocrazia. Quella «macchinosa e lenta». Quella che «impedisce di prendere
decisioni in tempi ragionevoli», sottolinea Corrado Passera, amministratore
delegato di Intesa Sanpaolo. Sono state anche le 5.600 filiali della banca a
raccogliere le preferenze dei cittadini. E non è un caso che al primo
posto dei luoghi da salvare, con oltre 7 mila voti, ci sia il Castello della
colombaia a Trapani, abbandonato da anni. Perché è proprio la burocrazia a bloccare ogni tentativo di recupero. «Il Comune
sta cercando di comprarlo dal 2002, ma a causa di una serie di intoppi non c'è
mai riuscito ». Subito dopo c'è la Libreria Bocca in Galleria Vittorio
Emanuele, che rischia di scomparire a causa dell'aumento del canone d'affitto
da parte del Comune di Milano. Tanti i voti contro la costruzione
dell'autostrada Broni Mortara che dovrebbe tagliare in due il parco della
Lomellina. Il progetto è all'ottavo posto nella classifica, con quasi 4 mila
preferenze. Comitati e associazioni si stanno battendo contro la costruzione di
questa strada. Al dodicesimo posto c'è la tutela della spiaggia di Vialone, a
Toscolano Maderno. Quasi 2 mila segnalazioni contro il progetto di
cementificazione a cui è esposta quella riva del Garda. In totale hanno votato
oltre 10 mila persone. «Questa è una dimostrazione che i cittadini ci tengono
all'ambiente », spiegano dal Fai. Un aspetto da tenere in considerazione
«soprattutto in vista dell'Expo». \\ Abbiamo chiesto ai cittadini di segnalare
gli scempi Questa città non poteva essere conservata meglio? La politica dello
sviluppo sta rischiando di cancellare la Milano amata da Stendhal All'attacco
Giulia Maria Crespi, presidente del Fai, critica la politica urbanistica
Benedetta Argentieri
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Ovest sezione:
SYSTEM (TORINO) data: 2009-02-04 - pag: 18 autore: Il fotovoltaico segue il
mercato I l costo *nale di un impianto fotovoltaico di medie dimensioni può
oscillare da 8.000 euro in poi, in funzione delle esigenze di consumo
energetico e dalle caratteristiche della propria abitazione. I costi sono
legati principalmente al mercato. Il fotovoltaico è un mercato nascente in
forte crescita e i prezzi sono soggetti alle tipiche regole della concorrenza e
della domanda. Finora la presenza di quadri normativi poco ef*caci ha
penalizzato la presenza di una stabile domanda di pannelli FV, spesso legata
alla presenza di contributi regionali tramite periodici bandi di concorso.
L'esiguità dei fondi per la concessione dei contributi e la burocrazia
delle procedure hanno fatto il resto. Con la recente decisione di introdurre il
sistema del “conto energia” si prevede un rapido incremento della domanda. Il
“conto energia”, molto atteso anche dalle società di settore, favorirà anche
l'accesso sul mercato da parte di nuove imprese competitors a tutto vantaggio
della concorrenza. E' pertanto consigliabile richiedere preventivi a più
aziende specializzate prima di decidere a chi af*dare l'installazione
dell'impianto. Per molti anni il costo dei pannelli solari è stato molto
elevato a causa della bassa scala del mercato e del quadro normativo inef*cace.
Molti analisti prevedono il boom commerciale del solare FV soltanto dopo
l'approvazione della normativa sul conto energia. I costi di manutenzione sono
generalmente bassi e accessibili a tutti. Si consiglia di stipulare il
contratti di assistenza con la ditta installatrice al momento dell'acquisto per
ottenere ulteriori riduzioni nella spesa. La durata media di un impianto
fotovoltaico oscilla tra i 25 e i 30 anni. Durante l'intera vita dell'impianto
eliminerete parzialmente o completamente i costi di erogazione dell'energia
elettrica ottenendo anche dei surplus economici nel caso del “conto energia”. I
vantaggi economici sono quindi evidenti. “ Abbiate *ducia nel progresso che ha
sempre ragione anche quando ha torto. “ Filippo Tommaso Marinetti
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del
04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Centro-Nord sezione:
CENTRO NORD data: 2009-02-04 - pag: 2 autore: In caduta. Il saldo è in discesa
in tutte le regioni dell'area La redditività in picchiata zavorra il settore
agricolo L e aziende attive nel settore dell'agricoltura, della caccia e della
silvicoltura diminuiscono in tutte le quattro regioni del Centro-Nord. Con uno
stock che alla fine del 2008 si è attestato su una quota di poco superiore alle
171mila aziende, il settore registra flessioni che oscillano tra l'1,55%
dell'Emilia-Romagna e lo 0,69% della Toscana. Una frenata che le associazioni
di categoria attribuiscono a un processo di accorpamenti aziendali ma anche a
una fuoriuscita dal mercato di molte imprese, sotto la spinta di margini di
redditività sempre più ridotti, compressi dall'aumento dei costi di produzione
e dalla diminuzione dei prezzi all'origine dei prodotti. «Nonostante una
ripresa della Plv – osserva Giordano Pascucci, presidente regionale della
Confederazione italiana degli agricoltori della Toscana, dove sono attive nel
settore 45.960 aziende – il reddito delle imprese agricole negli ultimi 5 anni
è diminuito del 18 per cento. Paghiamo lo scotto di un aumento dei costi di
produzione e di una diminuzione dei prezzi all'origine. è un problema
generalizzato determinato da una disorganizzazione all'interno della filiera,
con costi esagerati, ma anche da una scarsa competitività: spesso su molti
prodotti c'è una preferenza da parte dell'industria per l'offerta estera».
Nelle Marche le aziende (34.704) sono diminuite dell'1,11%. Tutto da
ricondurre, secondo il presidente regionale di Confagricoltura Giancarlo
Ceccaroni, a una bassa capacità competitiva delle imprese più piccole e ad
aggregazioni aziendali. «Dobbiamo affrontare il problema di un mercato sempre
più globalizzato – dice – che penalizza soprattutto le piccole aziende. è una
situazione destinata a peggiorare se non aumenteranno i prezzi alla produzione.
Ma c'è anche un altro motivo: la diminuzione delle risorse europee rende sempre
più difficile la gestione dell'economia aziendale. Sono in aumento gli
imprenditori che decidono di affittare le loro aziende, scelta che porta anche
ad aggregazioni imprenditoriali, con la riduzione del numero delle attività».
Se in Umbria (19.173 aziende), la flessione ha raggiunto l'1,03%, in
Emilia-Romagna il numero delle imprese è sceso a 71.255. «C'è un calo
fisiologico dovuto ad aggregazioni – spiega Mauro Tonello, presidente regionale
della Coldiretti – che ha portato l'Emilia-Romagna ad avere una superficie
media aziendale di
( da "Corriere della Sera" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-04 num: - pag: 21 categoria:
REDAZIONALE Stati Uniti Passo indietro anche della responsabile del programma,
vacilla l'immagine «etica» della nuova squadra presidenziale Colpo a Obama, si
ritira lo «zar» della sanità Daschle era l'architetto della riforma medica. Il
presidente ammette: «Errore mio» L'ex senatore non ha dichiarato al fisco l'uso
di una macchina con autista concessogli da un amico lobbista DAL NOSTRO
CORRISPONDENTE WASHINGTON — In una sola mattinata, Barack Obama perde due
figure simbolo della sua presidenza. Si chiama fuori dal processo di nomina a
ministro della Sanità l'ex senatore Tom Daschle, l'uomo che avrebbe dovuto dare
la mutua a tutti gli americani, ma che troppo tardi ha pagato i suoi debiti col
fisco. E ritira il suo nome dalla contesa anche Nancy Killefer, la stimata
manager di McKinsey che Obama aveva designato al posto di Chief Performance
Officer, il castigamatti incaricato di individuare e
tagliare tutti gli sprechi e le inefficienze della burocrazia: non aveva pagato i contributi per la sua colf. Salgono così a
tre i passi falsi delle nomine di Barack Obama, che all'inizio del mese aveva
già dovuto rinunciare a Bill Richardson, il governatore del New Mexico indicato
come segretario al Commercio e coinvolto in un'inchiesta per corruzione.
Proprio ieri, il presidente aveva nominato al suo posto il senatore del New
Hampshire, Judd Gregg, terzo repubblicano nel governo. Ma l'effetto d'annuncio
della nuova nomina bipartisan, è stato subito annullato dal doppio ritiro di
Daschle e Killefer, un colpo duro per la nuova Amministrazione, che deve ora
ripartire da zero per coprire due posizioni cruciali della squadra di governo.
E che soprattutto, vede messa in dubbio l'ambizione di voler imporre nuovi
standard etici e cambiare le regole di Washington. è l'uscita di scena di
Daschle quella più problematica e carica di significato politico. Anche perché
l'ex senatore è stato sin dal 2004 una specie di tutor per Obama, al quale ha
fatto da guida e consigliere nel mondo di Washington. L'ex capo della
maggioranza democratica al Senato era sotto pressione da venerdì scorso, quando
era venuto fuori che non aveva pagato 128 mila dollari di tasse, per l'uso di
un'auto e un autista concessogli da un amico lobbista. Daschle aveva sanato la
sua posizione col fisco solo il 2 gennaio, quando già era stato designato da
Obama non solo alla guida del ministero della Sanità, ma anche come zar della
riforma sanitaria, forse la più importante promessa elettorale del nuovo
presidente. Eppure, nonostante il pagamento ritardato, sembrava in grado di
poter superare l'esame del Senato per la sua conferma. Ancora lunedì, lo stesso
presidente, che aveva già speso il suo prestigio per far passare la nomina al
Tesoro di Tim Geithner, anche lui moroso col fisco, gli aveva confermato il suo
appoggio totale. Non è andata così. E dopo giorni di incertezza, Barack Obama
ha annunciato ieri di aver accettato «con tristezza e rimpianto» la decisione
di Daschle di ritirarsi. «Tom — ha detto il presidente — ha fatto un errore, che
ha apertamente riconosciuto. Non per questo è scusato, né io lo scuso. Ma
quell'errore non può diminuire i contributi che lui ha dato al Paese, dagli
anni nell'esercito ai suoi decenni nella vita pubblica». Qualche ora dopo, in
un'intervista alla Nbc, il neopresidente ha ammesso di aver commesso errori
nella gestione della nomina di Daschle. Per motivare la sua decisione Daschle
ha fatto riferimento al lungo periodo in politica: «In 30 anni — ha detto nella
sua dichiarazione — ho imparato che questo lavoro richiede un leader in grado
di operare con la piena fiducia del Congresso e del popolo americano, senza
distrazioni. In questo momento, non sono io quel leader. Rimango uno dei più
ferventi sostenitori della riforma del sistema sanitario in America, ma non ne
sarò l'architetto». L'annuncio di Daschle, giunto tre ore dopo quello di Nancy
Killefer, ha colto di sorpresa anche i senatori repubblicani, che incontrandolo
lunedì sera a porte chiuse non avevano infierito troppo. Ma era chiaro che la
conferma sarebbe andata per le lunghe, uno stillicidio che rischiava di
indebolire Barack Obama. A precipitare la decisione di Daschle era stato ieri
mattina anche un editoriale del New York Times, che lo aveva invitato «a
chiarire l'atmosfera, facendosi da parte», non solo a causa dei suoi problemi
fiscali, ma anche per i suoi rapporti con l'industria farmaceutica: «Daschle è
un altro nella lunga fila di politici, che si sono mossi confortevolmente tra
la politica e l'industria. Non sappiamo se questi rapporti influenzeranno le
sue decisioni da ministro, ma potenzialmente potrebbero gettare un'ombra sulla
riforma sanitaria ». Pur senza essere ufficialmente un lobbysta, Daschle aveva
infatti favorito i contatti di alcune aziende con la politica, ricevendo
compensi per 2 milioni di dollari. Insieme Barack Obama insieme a Tom Daschle
durante una conferenza stampa a dicembre, quando l'ex senatore del South Dakota
fu presentato come futuro ministro della Sanità. Daschle ha rinunciato
all'incarico dopo essere stato criticato tra le altre cose per non aver pagato
128 mila dollari di tasse (Epa) Paolo Valentino
( da "Corriere della Sera" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-02-04 num: - pag: 24 categoria:
REDAZIONALE Beni culturali La Colombaia di Trapani il più votato nella
classifica per «eliminare le brutture d'Italia» Fai, il luogo del cuore è un
castello da salvare MILANO — Al primo posto, sul banco
degli imputati, c'è la burocrazia. Quella «macchinosa e lenta che blocca le iniziative più
importanti a difesa del patrimonio dell'arte ». E che impedisce, ad esempio, il
recupero del Castello della Colombaia di Trapani. Poi le amministrazioni locali
e la tecnologia. Le stesse che rischiano di far scomparire la storica
Libreria Bocca di Milano e la vista, coperta dalle antenne, da Monte Gennaro a
Palombara Sabina in provincia di Roma. Sono questi «i mali» dei primi tre
«luoghi del cuore» nel censimento del Fai, Fondo ambiente italiano. Arrivato
alla quarta edizione, ha avuto stavolta per tema «cancelliamo insieme le
brutture d'Italia». Oltre 110 mila italiani, anche attraverso le filiali Intesa
Sanpaolo, hanno segnalato «le bellezze sulle quali è necessario intervenire». E
dimo-strato, secondo Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente dell'associazione,
che «c'è una voglia di cambiamento ». Chiese abbandonate, aree verdi condannate
alle cementificazione e scheletri di costruzioni in disuso. Nella classifica
sono entrati tanti tesori trascurati, dimenticati, da salvare. In testa, con
oltre 7 mila voti, il Castello della Colombaia che «rischia la distruzione a
causa di un intricato iter burocratico». è dal 2002 che il Comune di Trapani
chiede al Demanio il passaggio di proprietà per iniziare il restauro. «Il male
numero uno del nostro Paese è l'incapacità di prendere decisioni in tempi
ragionevoli», spiega Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa
Sanpaolo. Per questo «dobbiamo chiedere ai legislatori di semplificare un
processo decisionale che si è impantanato». Al secondo posto c'è la Libreria
Bocca di Milano. In Galleria Vittorio Emanuele dal 1930, rischia di chiudere a
causa dell'aumento del-l'affitto da parte del Comune. Poi le antenne sul Monte
Gennaro a Palombara Sabina. E quindi il progetto di abbattimento delle Carceri
storiche di Trento. Gli italiani vorrebbero anche preservare i monumenti
dall'abbandono e dal degrado. Come ad esempio, Villa Sanna a Sassari, e la
chiesa di San Ruffino a Mongiardino Ligure. Di sicuro, serve un cambio.
«Soprattutto nella politica del turismo », spiega la Crespi. è necessario
«valorizzare le nostre bellezze». E allora ben venga «la proposta del ministro
Bondi di dare alle fondazioni la cura di alcuni beni». Così si eviterebbe un
po' di burocrazia. Da valorizzare A sinistra, il
Castello della Colombaia a Trapani. Al centro la Libreria Bocca di Milano. A
destra la chiesa di San Ruffino a Mongiardino Ligure. Sono i nuovi luoghi del
cuore del Fai Benedetta Argentieri
( da "Giornale.it, Il" del 04-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
n. 30 del 2009-02-04
pagina 28 Ecco perché noi veri liberali non faremo la fine dei panda di Carlo
Lottieri Dopo l'appello degli studiosi americani contro l'ondata neo-keynesiana
un gruppo di intellettuali suggerisce una ricetta per battere il protezionismo
Negli Stati Uniti ha suscitato notevole effetto sull'opinione pubblica
l'inserzione pubblicitaria a pagamento - apparsa sul New York Times, sul
Washington Post e su altri giornali americani - in cui una lunga fila di
economisti (tra cui i premi Nobel Vernon Smith, James Buchanan e Edward
Prescott) ha espresso la propria contrarietà ai progetti neo-keynesiani della
nuova amministrazione democratica. L'idea che si debba ricorrere a «più Stato»
e «più spesa pubblica» per uscire da una crisi le cui origini sono
essenzialmente nella politica monetaria della Fed e nei programmi assistenziali
(particolarmente nel settore abitativo) non piace per nulla a questi studiosi
chiamati a raccolta dal Cato Institute, uno tra i maggiori think-tank schierati
a difesa del libero mercato. Tra i firmatari, tutti attivi nelle università
statunitensi, non mancano gli italiani: da Alberto Bisin a Michele Boldrin, da
Gian Luca Clementi ad Andrea Moro, ad Adriano Rampini. Ma c'è da chiedersi, un
poco provocatoriamente, se vi sarebbe stato un numero egualmente significativo
di economisti delle nostre università disposti a sottoscrivere tale documento:
tanto avverso allo statalismo neo-keynesiano dell'Obanomics. Un manifesto,
quello americano, che offre una netta testimonianza di dissenso proprio nel
momento in cui anche negli Usa si va profilando un pensiero unico dirigista.
Ovviamente, pure nelle università italiane qualche economista liberale c'è, ma
si tratta di personalità isolate. Una tradizione che ha annoverato grandi
studiosi come Francesco Ferrara, Vilfredo Pareto, Luigi Einaudi, Antonio De
Viti De Marco e Maffeo Pantaleoni, oggi può contare solo un minuscolo drappello
di anticonformisti. È ad esempio significativo che sia quasi impossibile (una
delle poche eccezioni è rappresentata da Enrico Colombatto) imbattersi in
economisti legati alla cosiddetta «scuola austriaca». E va rilevato come questa
importante corrente intellettuale - da Carl Menger a Ludwig von Mises, da
Friedrich von Hayek a Murray Rothbard - sia stata introdotta nella cultura
italiana essenzialmente grazie all'opera di filosofi e metodologi: Dario
Antiseri, Raimondo Cubeddu, Lorenzo Infantino e pochi altri. Ma se dobbiamo
registrare una presenza limitata di liberisti nei dipartimenti di economia,
questo dato si colloca nel quadro generale di un'Italia che - da tempo - appare
restia a riconoscere le buone ragioni della proprietà privata e della
competizione. Anche la fine della prima Repubblica non ha mutato il quadro. A
partire dagli anni Novanta, insomma, molti hanno iniziato a dirsi liberali, ma
connotando questo termine dei più diversi significati. Spesso ci si è
richiamati al mercato senza neppure sapere di che cosa si parlava. Eppure è
ancora possibile nutrire qualche ragione di ottimismo. E questo perché vi sono
taluni elementi che potrebbero giocare a favore di una rinnovata vitalità del
liberismo. In primo luogo, bisogna essere consapevoli del fatto che le
politiche stataliste (da George W. Bush a Barack Obama, ma lo stesso può dirsi
per i governanti europei) non pagano. Se il socialismo è stato fallimentare a
Mosca e a L'Avana, non produrrà cose buone neppure a Washington; e se uno
statalismo compiuto produce un disastro perfetto, uno statalismo «spurio»
produrrà un disastro parziale. Ma sempre di guasti stiamo parlando. La stessa
crisi finanziaria dei nostri giorni è figlia in primo luogo di scelte
economiche dirigiste e questa verità prima o poi sarà ammessa da un numero
crescente di analisti. Per giunta, i mille piani che tutti i governi stanno
predisponendo - salvando banche, industrie automobilistiche e molte altre cose
- presto riveleranno per intero la loro pochezza: e si tratterà di evidenze che
non potranno essere occultate in eterno. Oltre a ciò, fuori del mondo universitario
sta crescendo una rete di giovani studiosi che - grazie ad Internet, ai
think-tank, alle case editrici, a talune imprese finanziarie - comincia ad
elaborare ricerche del tutto eterodosse rispetto a quanto viene insegnato nelle
università di Stato. Non è un caso che a chiamare a raccolta i liberisti
d'America è stato il Cato Institute, un centro indipendente tanto dai partiti
quanto dal mondo universitario, che fu fondato nel 1977 dall'imprenditore
Charles G. Koch e dall'economista Murray Rothbard (una tra i «campioni» del
libertarismo di secondo Novecento). È soprattutto in questi spazi
intellettuali, in larga misura autonomi rispetto all'Accademia, che - negli
Stati Uniti come in Europa - è oggi possibile immaginare il rinascimento di un
pensiero che sia davvero critico verso gli orientamenti prevalenti. È lungo
questa prospettiva che si muove lo stesso Istituto Bruno Leoni, diretto da
Alberto Mingardi e che, in perfetta coerenza con la propria ispirazione, ha in
Sergio Ricossa il proprio presidente onorario. Nei suoi cinque anni di vita
l'istituto ha pubblicato volumi, organizzato convegni e seminari, condotto
ricerche, aiutato giovani ricercatori. Ma una tra le sue maggiori ambizioni
consiste nel far emergere iniziative della più varia natura, sollecitando una
crescente reattività in quanti hanno voglia di fare qualcosa per favorire una
vera trasformazione culturale. Se il Ventesimo secolo che ci siamo lasciati
alle spalle è stata l'epoca dei totalitarismi e delle
burocrazie pubbliche (di quello Stato che si prende cura di noi «dalla culla
alla bara»), un'economia e una cultura affrancate dal potere statale possono
delinearsi soltanto grazie ad un nuovo e diffuso protagonismo sociale. Una
politica diversa può fare la propria parte e anche all'interno del sistema
universitario di Stato c'è modo d'individuare qualche spazio, ma è
ragionevole attendersi che se ci sarà una ventata fresca essa sarà portata
soprattutto da realtà piuttosto diverse rispetto a quelle che fino a ieri hanno
dominato la scena. In fondo, chi voglia scrivere la storia del keynesismo non
può limitarsi ad esaminare l'ambiente di Cambridge o le diatribe tra gli
economisti accademici. In tutto l'Occidente, tale pensiero è stato tutt'uno con
quel coacervo di interessi che ha fatto marciare insieme i grandi apparati
partitici e le imprese desiderose di aiuti, una burocrazia
pubblica pletorica e un sindacalismo sempre più staccato dalle esigenze dei
lavoratori. Il ritorno del liberismo, dopo il freddo inverno che stiamo
conoscendo, non potrà avere luogo soltanto grazie a una riscoperta della teoria
del ciclo economico che fu elaborata da von Mises o in virtù di una riflessione
su quel parassitismo organizzato che fiorisce attorno alla spesa pubblica.
Tutto ciò è importante e anzi è fondamentale, perché - come amava ripetere von
Hayek (citando Richard Weaver) - «le idee hanno conseguenze». Ma è
indispensabile che una cultura diversa s'affermi in ogni ambito, in simbiosi
con pratiche sociali, interessi diffusi, moralità più autentiche. La fragilità
del pensiero liberista è figlia innanzi tutto di una società
deresponsabilizzata e messa sotto tutela. Probabilmente è da lì che bisognerà
ripartire. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Stampa, La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
QUESTURA. CARTA
ELETTRONICA PER GLI IMMIGRATI Lunghe attese ogni mercoledì Ieri rilasciati 230
certificati In coda per ritirare i nuovi permessi In coda per ore davanti
all'Ufficio Immigrazione della questura per ritirare i nuovi permessi di
soggiorno: una carta elettronica che contiene, oltre alla fotografia, i più
importanti dati personali, comprese le impronte digitali. Accade tutti i
mercoledì mattina, giorno dedicato al ritiro di quell'indispensabile documento.
Ieri, ne sono stati rilasciati
( da "Stampa, La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il
sindaco di Castell'Alfero "Burocrazia più semplice ma va finita la
tangenziale" Castell'Alfero è uno dei Comuni dove negli ultimi tempi sono
sorte più attività, produttive e di vendita: il centro commerciale ai confini
con il Comune di Asti, ne è un esempio. Ma ci sono anche aree produttive meno visibili,
ma altrettanto «vivaci». A spiegare i motivi di questo fenomeno è il sindaco, Angelo Marengo.
Qual è, a suo giudizio, l'attrazione maggiore per le imprese che arrivano in
questa zona? «La nostra area industriale si trova in uno snodo particolarmente
felice: la presenza della tangenziale che finisce a Portacomaro Stazione ci
mette facilmente in comunicazione con tutte le principali autostrade, verso
Milano, Torino o Genova». Come avete favorito questo sviluppo? «Sicuramente
semplificando al massimo la burocrazia, anche se si
devono rispettare le regole che mirano a salvaguardare il paesaggio e
l'ambiente. Qui da noi, ad esempio, siamo soggetti al vincolo del torrente
Versa, che ci dà problemi di tipo idrogeologico, di cui si deve tenere conto».
C'è qualcosa che si può ancora fare per favorire ulteriormente gli
insediamenti? «Manca il proseguimento della tangenziale, che deve portarci
oltre Calliano, aprendo così una via verso il nord».
( da "Unita, L'" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Quella giungla di
accreditamenti fuori controllo Ai domiciliari la dirigente «storica» dell'ufficio
accreditamenti Montino (Pd) : «Non c'è turn over e i dirigenti si sentono
impuniti» In quell'ufficio si capiva che c'era qualcosa che non andava e poi un
dirigente, così potente, per tanti anni allo stesso posto, non va bene». Si
capiva, in Regione, che qualcosa in quell'ufficio accreditamenti non andava.
Agnese D'Alessio dirigente giovane, bella, efficiente e potente ne era a capo
da più di dieci anni dunque anche all'epoca dei fatti contestati dalla procura
di Velletri (2005-2007). Da poche settimane era stata spostata in un altro
assessorato: «Un cambio fatto proprio nell'ottica di far ruotare le poltrone
per evitare lo strapotere dei dirigenti», dice il vicepresidente della Regione,
Esterino Montino. Anche Tiziana Petucci, ex dirigente dell'ufficio finanziario,
era in attesa di andare altrove, magari in un altro assessorato. Quando ieri,
però, in via Cristoforo Colombo, i Nas sono andati a comunicarle dei
domiciliari, era ancora su una poltrona importante, impegnata a ricoprire
temporaneamente le funzioni nientemeno che dell'ex direttore generale della
programmazione sanitaria, Alessandro Correani, libero professionista da qualche
mese altrove. È da quall'ufficio, ieri la dirigente storica
è stata messa ai domiciliari, che passa la burocrazia degli accreditamenti per le cliniche private. È dagli uffici
della Asp, invece, che esce la proposta di tetto di spesa per le strutture,
pubbliche e private. Sempre all'Asp si fa il punto su quante e quali
prestazioni servono al territorio. Non si fanno i controlli, però,
almeno sulla riabilitazione privata. Quelli spettano alle Asl, dicono
dall'agenzia. Controlli inesistenti, nonostante gli attacchi di ieri del Pdl
alla maggioranza regionale, sotto la giunta Storace. «Abbiamo trovato un
sistema tutto allo sbando - ha detto ieri Montino - Difficile da rimettere in
piedi soprattutto perché i direttori non sentono la responsabilità dei
controlli: si sentono impuniti». Controlli assenti ieri, difficili oggi. «Ci
vuole un sistema nazionale di valutazione e controllo sulla sanità - rilancia
il senatore (Pd) Lionello Cosentino - Che fa l'Asp? Che fanno gli uomini del
Tesoro presenti nei collegi dei revisori dei conti nelle Asl?». Anche sull'Asp,
già contestata per aver nominato dirigenti in tempi di stretta sui conti e
chiusura di ospedali, ieri si è abbattuta una tegola. Ai domiciliari Rodolfo
Conenna, uomo del direttore generale dell'agenzia, Claudio Clini, suo amico di
vecchia data dai tempi del Santobono di Napoli quando Clini era direttore
generale e Conenna direttore di dipartimento. Arrivato all'Asp come dirigente
addetto al coordinamento delle aree, da poco era responsabile dei sistemi
informatici: «La vicenda mi sorprende, comunque non siamo noi che controlliamo
sulla riabilitazione privata» - dice il direttore generale Claudio Clini. Oggi
alle 12.30, intanto, il governatore Marrazzo ha convocato un vertice con tutti
i direttori generali. Se le responsabilità verranno accertate l'accreditamento
per la San Raffaele di Velletri verrà revocato - fanno sapere dalla Regione.
Per ora non si può fare. Il dossier G.S. ROMA
( da "Repubblica, La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XI - Torino A
Santa Rita un folto gruppo di combattivi cittadini scende in trincea per
salvare due ettari verdi "Il Comune vuol dare via libera a nuovi palazzi,
ma questo è il nostro polmone. E c´è un vincolo..." Via Baltimora, il
giardino dei 500 irriducibili Nella guerra alla variante li aiutano solo un
consigliere di quartiere e pochi giovani architetti SARA STRIPPOLI A vederli
così, tutti insieme davanti alla porta di un campetto di calcio a sfidare il
freddo per difendere il loro giardino di via Baltimora (quartiere Santa Rita)
che combatte con il gelo e la decadenza, un po´ ti si stringe il cuore. Perché
pensi: cosa potranno fare questi uomini e donne - soprattutto donne, in
stragrande maggioranza pensionati - per difendere il loro
giardino contro la burocrazia, come possono essere più forti di parole come oneri di
urbanizzazione, esigenze di far cassa del Comune che vuole vendere e approva
una variante d´uso che permette l´arrivo di altri palazzi? Poi ti raccontano e
capisci che, comunque vada, loro saranno irriducibili, di una generazione
abituata a combattere senza perdersi d´animo. Pronti ad andare fino in
fondo. Lo promettono: altri palazzi qui non s´hanno da fare: «Lo aveva detto
anche il geometra Gusetti, il costruttore che all´inizio degli anni 70 aveva
costruito le nostre case». Cosa aveva detto il Gusetti che doveva essere un
personaggio se da queste parti non lo hanno dimenticato? «Che quest´area
serviva ad alleggerire la via, che altre case no, proprio non ci stavano,
andavano bene i servizi, ci voleva un piccolo polmone verde per gli abitanti
della via». Se lo diceva Gusetti negli anni 70, i peggiori anni per lo sviluppo
urbanistico delle città, perché dovrebbe far peggio la giunta di Sergio
Chiamparino, quella della città che cambia pelle, che punta alla qualità della
vita? Dicono così in via Baltimora, signore con il cappellino in lana rossa e
signori un po´ curvi ma dagli occhi vivaci. Si chiamano Luigi Napoli, Franco
Protano, Elda e Grazia Barberis, Elda Visca, Franco Villa, Giuseppe Balbis, il
più ottimista: «Ci hanno detto che c´è uno spiraglio, che faranno un incontro,
bisogna essere fiduciosi». Non chiamateli quelli del No, si arrabbiano: «Noi
siamo cittadini che hanno sempre obbedito a tutto, ma abbiamo diritti che
vogliamo siano rispettati, abbiamo presentato una petizione popolare firmata da
510 persone, una risposta che ci dovevano dare e non ci è mai arrivata nei
termini previsti dal regolamento, un vincolo messo dal donatore che ha regalato
l´area al Comune, secondo il quale quest´area deve rimanere adibita ad uso
pubblico e sociale fino al 2015, vedremo cosa ne pensa un legale». Via
Baltimora, cuore di Santa Rita, 107 mila abitanti. Al numero 91 un tempo c´era
un centro socioterapeutico per disabili intellettivi; dal giugno 2006 è vuoto,
cadente. Attorno c´è il giardino, quasi due ettari, c´è un campetto da calcio,
panchine, spazio per le rose se qualcuno le vuole piantare. C´è anche una
comunità di gatti di cui si prende cura un anziano che abita nella via. Nel
campetto in estate si disputa il torneo fra ragazzi disabili e consiglieri
della circoscrizione, due o tre volte all´anno si organizzano piccole feste di
quartiere. Poi ci vengono gli anziani a chiacchierare. Si lamenta Elda
Barberis: «Hanno un bel dire che non molto distante c´è il parco Rignon o
Piazza d´Armi, una persona di ottant´anni non cammina venti minuti per andare
in un posto dove non riesce neppure a trovare una panchina libera». Dopo
mezz´ora arriva correndo un ragazzo, trent´anni o poco più. è un giovane
architetto, si chiama Paolo Alessandria e anche lui ha da raccontare la sua su
questo posto: «Siamo un gruppo di giovani professionisti, architetti,
artigiani, un pittore. Abbiamo scritto al Comune per chiedere che ci
lasciassero utilizzare l´edificio per i nostri laboratori. Noi eravamo pronti a
bonificare, visto che c´è l´eternit, e il giardino sarebbe stato ovviamente per
i residenti del quartiere». Un´idea, giovani professionisti alleati degli
anziani, risorse nuove, una scommessa di occupazione concreta per il
territorio. Nessuno ha risposto a quella lettera. Al fianco delle signore e dei
signori di via Baltimora è rimasto soltanto Giorgio Bottiglieri, consigliere di
circoscrizione di Rifondazione. La circoscrizione era in linea con il Comune.
Anche il suo partito in Consiglio comunale ha votato a favore della variante,
ma lui ha deciso che continuerà a sostenere la lotta dei cinquecento fino alla
fine. E spiega perché: «è una questione morale. In questa vicenda mi schiero
anche contro la posizione del mio partito perché sono convinto che abbiano
commesso un errore, anche politico. Combattono contro il grattacielo del San
Paolo e si mostrano indifferenti quando si parla di un´area verde che gli
abitanti sono rimasti soli a difendere». Si può ancora tornare indietro, due
aste per la vendita dell´area (6 milioni e 300 mila euro) sono andate deserte.
«Resta solo una possibilità - dice Bottiglieri - quella di fare una delibera di
revoca annullando la variante, restituendo così l´area verde ai cittadini».
( da "Repubblica, La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Palermo
L´ex dirigente generale ormai in pensione avrà un ruolo da super consulente Il
governatore rivolta il suo staff arriva Busalacchi, De Santis in uscita Il neo
nominato "Il presidente mi ha chiesto di far ripartire
la burocrazia" A fine
agosto, in un´intervista a Repubblica, aveva detto di «essere pronto a
rientrare nell´amministrazione. Se mi chiamano, eccomi qua». Ma era più che
altro una provocazione, una delle tante di Francesco Paolo Busalacchi, fra i
più esperti burocrati della Regione, in pensione da sette anni e mai tenero nei
confronti di governanti e colleghi. Non ha mai amato Cuffaro, mentre nei
confronti di Lombardo aveva sospeso il giudizio: «è un democristiano che sta
lì, con il sabot in mano, e vuole vedere le puntate», aveva detto. Era
difficile immaginare, per Busalacchi, che il governatore lo volesse al suo
fianco. E invece Lombardo, alla ricerca di un colpo d´ala per la sua azione
amministrativa, ha deciso di aprirgli le porte di Palazzo d´Orleans, dandogli
ampi poteri. Il ruolo è quello di esperto ma la sua collaborazione, si legge in
una nota della presidenza della Regione, sarà espletata «in diversi settori
strategici sui quali il governatore punta per modernizzare il sistema Sicilia».
Insomma, una sorta di superconsulente. «Avevo delle perplessità - ammette
Busalacchi - perché in questi ultimi anni ho fatto altro. Ma Lombardo mi ha
convinto facendo leva sul mio amore per l´istituzione. Cosa mi è stato chiesto?
Di far ripartire la macchina burocratica, di seguire la riorganizzazione degli
uffici in seguito alla riforma dei dipartimenti. Metto a disposizione la mia
esperienza. La Regione è cambiata da quando sono andato via? Forse, ma
quest´amministrazione può paragonarsi alle Meninas di Velasquez. Tante
versioni, sempre la stessa... «. Il dirigente, fra gli altri compiti, dovrebbe
occuparsi anche di programmazione dei fondi europei. Busalacchi, 63 anni,
palermitano, è stato in Regione dal 1972 al
( da "Repubblica, La" del 05-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VII - Milano
La spartizione Il caso Dompè I dirigenti infedeli in allarme dopo la retata dei
Cerato: "Io prendo un mese di ferie e sparisco" Mazzette per
accelerare le pratiche "Abbiamo due santi in paradiso" Andrea cosa ti
ha dato? Diecimila? Allora tu te ne tieni seimila e ne dai quattromila a me Fai
chiamare dalla Letizia l´ingegner Balladore che poi con lui mi arrangio io
ORIANA LISO (segue dalla prima di Milano) La paura di quei giorni emerge dalle
intercettazioni telefoniche tra i due: il direttore del settore Servizi
cimiteriali - fino a quel momento molto attento alle sue telefonate perché scottato
da un precedente interessamento della giustizia - parla a ruota libera. Ed è la
Ferrari «a dirgli di piantarla». «Smettila, ti stai facendo trascinare in
questa merda qua, se tu fai così io mi prendo un mese di ferie e sparisco», gli
dice il 23 ottobre. E quando lui le ricorda: «Sia da me che da te prendono
tutte le carte», la sua collaboratrice risponde netta: «Io non ho più... non ho
niente». In quelle telefonate non era più, Balladore, quel dirigente di lungo
corso «accentratore, con rapporti pessimi con tutti quelli che non erano nella
sua squadra», come raccontano ora in Comune. Negli uffici di via Larga, secondo
la ricostruzione degli investigatori guidati da Marco Ciacci, per anni i due
sono stati molto disponibili alle richieste dei Cerato. Di Andrea, soprattutto,
ma anche suo padre Alcide e suo fratello Massimo non potevano essere all´oscuro
di quelle mazzette che oliavano la burocrazia. Tanto che Andrea sospirava e
rimbrottava il fratello su una pratica fatta male e segnalata dalla Ferrari:
«Fino a quando avremo due santi in paradiso non c´è problema... «. Le pratiche
per le tombe sono lunghe, a volte troppo: così ai clienti danarosi - o
semplicemente a chi commissionava opere così costose da non poter notare
qualche migliaio di euro in più - il sodalizio Cerato-Balladore-Ferrari
assicurava una corsia preferenziale. A volte, anche sollecitando i clienti a
far valere le loro conoscenze. è il caso di Claudio Dompè, dell´omonima
famiglia di industriali farmaceutici. Nel computer di Cerato c´è un
riferimento, nel file "cassa 2008": 30/4 - ing x Dompè - euro
5.000". Scrive il gip: «La famiglia Dompè, già cliente della San Siro, si
era rivolta a Cerato Massimo per le esequie della madre, organizzando la
tumulazione al cimitero Monumentale, nella tomba di famiglia. L´operazione
comportava il coinvolgimento dell´amministrazione comunale e dei ritardi di
questa Dompè si doleva con Massimo Cerato in una telefonata del 18 dicembre
2007. Il Dompè chiamava Massimo per comunicargli che a gennaio avrebbe incontrato
il sindaco di Milano per risolvere la questione della sepoltura. Massimo gli
suggeriva di far chiamare dalla "Letizia" l´ingegner Balladore, di
parlargli e di avvisarlo quando questo avveniva, in quanto lui avrebbe chiamato
a sua volta l´ingegnere con cui aveva rapporti quotidiani e che "si
sarebbe arrangiato lui"». Per "arrangiarsi", per prendere
accordi, decidere prezzi, c´erano i pranzi nei ristoranti del centro, ma anche
passeggiate all´aria aperta, incontri in luoghi pubblici dove era difficile ascoltare
le loro conversazioni. Un posto che pensavano fosse sicuro era l´auto. Ma si
sbagliavano: il 13 ottobre scorso Balladore e la Ferrari parlano a ruota
libera. Dice la Ferrari: «Andrea cosa ti ha dato? Dieci? Allora tu te ne tieni
sei e me ne dai quattro». E, in effetti, nel famoso file di cassa, quel giorno
vengono annotati diecimila euro destinati al solito "ing". Mesi
prima, a febbraio, i cinque arrestati si erano a lungo occupati di un´altra
vicenda, molto più delicata. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali
emerge il loro comune interesse sulle conseguenze del nuovo regolamento di
polizia mortuaria che doveva essere approvato di lì a breve. Cerato, Balladore
e Ferrari - scrive il gip - «concertavano le repliche da opporre al superiore di
Balladore sulla definizione del prezzo da applicare ai funerali convenzionati
dal Comune e l´assegnazione in turni per le imprese di pompe funebri». Un
conflitto di interessi, per il gip: «Il comportamento del Cerato è da
stigmatizzare anche in considerazione del ruolo istituzionale di rappresentante
della associazione di categoria: mentre in tale veste incontrava i
rappresentanti del Comune per difendere gli interessi di categoria,
segretamente incontrava Balladore e Ferrari per concordare il contenuto delle
convenzioni in funzione degli interessi del gruppo San Siro». I tre
concordavano i contenuti del regolamento, ma anche - dopo - «la linea comune da
tenere con i rispettivi interlocutori». Una sinergia che torna, un mese dopo,
anche nella vicenda del Misef, la privatizzazione del settore cimiteriale. In
questo caso, come raccontano le indagini, è il capofamiglia, Alcide, che «detta
le linee guida che la Ferrari avrebbe dovuto seguire nella stesura dello
statuto».
( da "Corriere della Sera" del 05-02-2009)
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Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-02-05 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE Le intercettazioni «Con quei due santi in paradiso non
avremo problemi» SEGUE DA PAGINA 1 «In Comune — ha detto agli inquirenti — c'è
qualcuno che mi vuole male, mi spia..». A spiarlo, invece, era la polizia. Che
lo ascoltava al telefono e lo intercettava anche in auto mentre con la fedele
Carla si spartiva la tangente. «Seimila a te — dice lei — e quattro a me».
Finiti in galera i Cerato, Balladore però s'è innervosito. Ed è sempre Carla
Ferrari, il 22 e il 23 ottobre
( da "Repubblica.it" del 05-02-2009)
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ROMA - Con un
appello accorato, quasi addolorato, ma durissimo, l'ambasciatore americano a
Roma Ronald Spogli ha salutato i giornalisti italiani invitati per un pranzo
d'addio a Villa Taverna. Fra poche settimane l'amministrazione Obama nominerà
un nuovo ambasciatore per sostituire l'italo-americano scelto tre anni fa da
George Bush: il pranzo di ieri è stato l'occasione per un ultimo appello a
reagire per raddrizzare il percorso intrapreso dall'Italia, con un intervento
dedicato a quelle che ritiene essere le maggiori deficienze del sistema Italia
in economia, energia e istruzione. "L'Italia non può mantenere lo status
di potenza economica se i suoi risultati rimangono così bassi", dice
Spogli. ECONOMIA In questi mesi "l'ambasciata ha cercato di incoraggiare
quei cambiamenti economici e quelle riforme necessarie per affrontare la bassa
crescita dell'Italia". "L'Italia si colloca ripetutamente molto in
basso nelle classifiche internazionali sulle condizioni per fare business e
investire. Tutti conosciamo i problemi: una burocrazia lenta, un mercato del lavoro
rigido, la criminalità organizzata, la corruzione, la lentezza della giustizia,
la mancanza di meritocrazia e un sistema di istruzione che non risponde ai
bisogni del XXI secolo". "Gli italiani dovrebbero sollecitare i
cambiamenti per far crescere il paese e soprattutto di cercare di costruire un
consenso intorno ad essi". ISTRUZIONE Un tema fondamentale per
Spogli è quello della qualità dell'Istruzione: "Se c'è un settore in
Italia in cui la relazione fra l'impegno e il suo riconoscimento è più debole,
a me sembra che questo settore sia proprio l'istruzione superiore". Spogli
individua la sfiducia degli studenti, il rischio di perdere i giovani talenti,
tutto aggravato dalla "mancanza di forti legami tra il mondo accademico e
quello dell'impresa". L'università per l'ambasciatore americano "è
una tragedia nazionale: è imbarazzante che non ci sia una sola università
italiana nei primi posti delle classifiche internazionali". Spogli ha
suggerito di scegliere tre università "una del Sud, una del Nord una del
Centro per concedere loro uno status speciale e incentivi mirati; si
tratterebbe di sviluppare un programma per portare in dieci anni queste
università ai primi posti delle graduatorie mondiali". ENERGIA Infine
l'ambasciatore americano ha sottolineato l'importanza, non solo per l'Italia,
della sicurezza energetica, sottolineando che il paese ha "compiuto
progressi nella diversificazione delle fonti energetiche", ma la sfida per
gli italiani "sarà costruire il più ampio consenso possibile sui progetti
energetici", così che "non ci sia la tentazione da parte dei governi
che si succederanno di cancellare o di cambiare radicalmente i progetti già
avviati. "Vorrei esortare l'Italia ad adottare un piano di sicurezza
energetica concreto e realistico che promuova la diversificazione attraverso un
uso migliore delle risorse nazionali e un diverso mix di fornitori".
"L'Italia ha già visto troppe grandi opere rimaste incompiute e la
priorità della sicurezza energetica è troppo importante per risentire dei
capricci della politica". La fine dell'intervento di Spogli è stata
inevitabilmente ottimista: "Proseguendo sulla strada finora intrapresa
l'Italia può centrare i suoi obiettivi: la mia è un'analisi dura, ma il lavoro
che ho fatto in tre anni e mezzo mi dà la convinzione che il paese ce la possa
fare. Bisogna cambiarlo dal basso, un mattone alla volta". AFGHANISTAN
Affrontando il tema della politica estera dei governi italiani con cui ha
lavorato (quello guidato da Romano Prodi e quelli di Silvio Berlusconi), Spogli
ha sostenuto invece di aver visto una sostanziale continuità nelle linee
d'azione delle due coalizioni. "Il centrosinistra ha dato il suo maggior
segnale di diversità col ritiro del contingente in Iraq, ma il tutto è stato
gestito in maniera concordata". Anche il centrodestra, dopo la vittoria
del
( da "Stampa, La" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
il caso I
finanziamenti del Programma di sviluppo rurale Sgambetto dell'Ue ai giovani
agricoltori GIANFRANCO QUAGLIA TORINO La grande voglia di rinnovamento, i
segnali di vitalità che l'agricoltura del Piemonte manifesta ormai da mesi, in
controtendenza con il generale pessimismo e la recessione degli altri settori
produttivi, sono purtroppo frenati da burocrazia, complicazioni tecnologiche e
informatiche. E non ultima dalla diffidenza che forse Bruxelles nutre nei
confronti degli agricoltori italiani, facendo di ogni erba un fascio. Ne sanno
qualcosa le centinaia di imprese agricole piemontesi che hanno aderito al Psr
(Programma di sviluppo rurale), strumento che con le «misure» previste
apre bandi per contributi ad ampio raggio (giovani, diversificazione di
attività produttive, investimento, agrindustria). A gestire questo grande
«bonus», che dovrebbe cambiare il volto del settore primario in Piemonte, è la
Regione. Sui tavoli dell'assessore regionale all'agricoltura, e su quelli dei
suoi funzionari, in pochi mesi è arrivata una valanga di domande. Ma
contemporaneamente si è abbattuto anche uno «tsunami» di proteste, a causa di
ritardi nelle erogazioni dei contributi e decine di migliaia di domande
bloccate. Che cosa è accaduto? A spiegarlo è lo stesso assessore, subissato di
richieste di chiarimenti: «Siamo costretti ad attenerci ai regolamenti
comunitari. La documentazione presentata non è ritenuta sufficiente. Il nuovo
sistema, basato sulle fotografie aeree e sulla loro interpretazione, si è
rivelato molto complicato. Ogni discrepanza tra dichiarazioni delle aziende e
rilevazione aerea fa sì che si blocchi il processo e non venga autorizzato il
pagamento. A tutt'oggi la Regione, l'Arpea (l'agenzia regionale per le
erogazioni in agricoltura) e i centri di assistenza agricola sul territorio
hanno risolto numerose anomalie: ne restano 85 mila, di cui quasi 40 mila già
sistemate e presto abilitate al pagamento, sulle 265 mila iniziali. Oltre 12
mila domande sono già state liquidate o sono in via di liquidazione». Alcune
delle cosiddette «anomalie» riscontrate riguardano in particolare la pianura
irrigua: le fotografie non rilevano le arginature, i canaletti d'irrigazione,
che invece sono parte integrante della risaia, così come i produttori agricoli
hanno denunciato nella domanda. La difformità d'interpretazione blocca ogni
domanda. A fine marzo - dice l'assessore - comunque dovrebbe essere ultimata
tutta la voluminosa pratica relativa alle domande presentate nel 2007. Ad
aprile 2008 si potrà cominciare a liquidare le domande riguardanti il 2008. Una
corsa contro il tempo che - spera Taricco - potrà essere vinta. Nel frattempo,
per sveltire le procedure e a fronte delle numerose richieste che hanno
superato ogni aspettativa, la Regione ha deciso di incrementare le risorse, per
finanziare il maggior numero possibile di aziende, stanziando 27 milioni di
euro aggiuntivi alle varie misure. «Inoltre - aggiunge Taricco - abbiamo
adottato una metodologia nell'elaborazione delle graduatorie, che ha reso più
snello e veloce il processo di autorizzazione ai pagamenti. La graduatoria
provvisoria si costruisce sulla base dei punteggi auto-attribuiti dalle imprese
stesse al momento della presentazione. L'istruttoria viene effettuata a partire
dalle domande che hanno punteggio più alto, in base a criteri oggettivi. In
questo modo riusciremo a finanziare tutte le domande dei giovani che hanno i
requisiti e almeno il 40% delle domande sugli altri bandi». L'altro punto di
malcontento riguarda i premi Pac, anche questi erogati da Bruxelles per
integrare i redditi. L'ammontare relativo al 2008 è di 340 milioni di euro. A
fine gennaio il Piemonte aveva ricevuto dal Ministero delle Politiche Agricole
(che deve stanziare le risorse in quanto destinario dei fondi comunitari) circa
73 milioni di euro. Con le anticipazioni regionali sono stati erogati 158
milioni di euro. In febbraio sono attesi altri 60 milioni di euro dal
Ministero.
( da "Repubblica, La" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 17 - Esteri
L´università L´energia "Cara Italia attenta, così non va" l´amaro
addio dell´ambasciatore Usa Discorso irrituale per il fine mandato di Ronald
Spogli è semplicemente una tragedia nazionale, neanche una in testa alle
classifiche internazionali Ci vuole un piano energetico da realizzare senza
tener conto dei cambi di governo VINCENZO NIGRO ROMA - L´italo-americano Ronald
Spogli lascia l´Italia. Con un appello addolorato ma durissimo, l´ambasciatore
americano a Roma saluta i giornalisti italiani a Villa Taverna. E lancia il suo
ultimo avvertimento al paese "dei miei avi", nel quale ha servito per
tre anni e mezzo l´Amministrazione di George Bush. «Italia stai attenta, rischi
di andare a sbattere», dice in sostanza Spogli, «non potrai mantenere il tuo
status di potenza economica se i tuoi risultati rimarranno così bassi, se la
tua università continua ad essere una tragedia nazionale, se non ti darai un
piano energetico nazionale che possa essere realizzato senza tener conto dei
cambi di governo». Spogli inizia mettendo i piedi nel piatto della crisi
economica del sistema-Italia. «In questi mesi l´ambasciata ha cercato di
incoraggiare quei cambiamenti economici e le riforme necessarie per affrontare
la bassa crescita: l´Italia si colloca ripetutamente molto in basso nelle
classifiche internazionali sulle condizioni per fare business e investire».
Spogli individua i problemi uno per uno, ci manca che faccia i nomi: «Una burocrazia lenta, un mercato del lavoro rigido, la criminalità organizzata,
la corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di meritocrazia». A
parte le riforme economiche (alle quali da ambasciatore ha lavorato senza
tregua, mettendo in contatto il business sulle due sponde dell´Atlantico)
Spogli individua un altro tema centrale, quello dell´istruzione. «Se c´è
un settore in Italia in cui la relazione fra l´impegno e il suo riconoscimento
è più debole, a me sembra che questo settore sia proprio l´istruzione superiore».
Spogli parla di «sfiducia degli studenti, del rischio di perdere i giovani
talenti, il tutto aggravato dalla mancanza di forti legami tra il mondo
accademico e quello dell´impresa». L´università italiana per l´ambasciatore
americano è semplicemente «una tragedia nazionale: è imbarazzante che non ci
sia una sola università italiana nei primi posti delle classifiche
internazionali». L´ambasciatore suggerisce di scegliere tre università «una del
Sud, una del Nord una del Centro per concedere loro uno status speciale e
incentivi mirati: un programma per portare in dieci anni queste università ai
primi posti nel mondo». Altro tema strategico quello della sicurezza
energetica: la sfida «sarà costruire il più ampio consenso possibile sui
progetti energetici, così che non ci sia la tentazione da parte dei governi che
si succederanno di cancellare o di cambiare radicalmente i progetti già
avviati». Spogli ha anche rivelato che per il momento non c´è ancora nessuna
richiesta americana per incrementare il numero dei soldati in Afghanistan, ma
prevede che l´amministrazione Obama chiederà un maggiore impegno: «Ritengo che
l´Italia risponderà favorevolmente». Boris Biancheri, storico ambasciatore
d´Italia a Washington e oggi presidente dell´Ansa, ieri era tra gli invitati al
pranzo di Spogli: «Io da ambasciatore posso giudicare irrituale questo saluto
di Spogli, forse lo avrei accompagnato con esempi positivi sugli sforzi, sui
progressi che l´Italia comunque è riuscita a realizzare. Ma la realtà è che
quelle parole sono giuste, la realtà è che l´Italia rischia davvero, e nessuno
potrà dire che un amico come Spogli ce lo ha nascosto».
( da "Repubblica, La" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IX - Milano
L´assessore ha difeso i ballerini che riproducevano dal vivo il celebre quadro
di Boccioni Rissa futurista all´Ottagono e Finazzer litiga con i vigili
L´evento promosso dal Comune era fissato da tempo De Corato: "Ma il volume
era alto" «Rissa in Galleria», titolo decisamente azzeccato quello della
performance di danza che ieri ha dato il via ai festeggiamenti del centenario
del movimento futurista a Milano. Durante la rappresentazione dello spettacolo
che si svolgeva all´Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, infatti, una
rissa - verbale - è andata in scena tra l´assessore alla Cultura Massimiliano
Finazzer Flory e i vigili urbani, arrivati per il troppo rumore. Visita a
sorpresa che l´assessore non ha particolarmente gradito. Erano le due e mezzo
del pomeriggio quando nel pieno della performance dei 33 ballerini
contemporanei diretti dalla coreografa Ariella Vidach, ispirata al celebre
dipinto futurista di Umberto Boccioni, una pattuglia di vigili si è presentata
all´Ottagono per controllare che tutte le autorizzazioni fossero in regola,
mandando su tutte le furie Finazzer Flory a cui è stato chiesto anche un
documento di identità: «Finché ci sarà una burocrazia così cieca, così nemica
dell´arte, sarà difficile cambiare questo Paese - ha commentato l´assessore - I
vigili ragionano come fossimo macchine, invece siamo uomini e abbiamo bisogno
di camminare e di muoverci. Due vigilesse, di bell´aspetto ma di poca
comprensione, ci hanno chiesto le autorizzazioni e se fossimo in regola con i decibel.
è una città che va avanti a multe, invece di pensare alla bellezza e alla
cultura. I vigili sono abituati a controllare le auto e non sanno più cosa sono
gli uomini». Aggiungendo poi: «Un pezzo del Comune chiede l´autorizzazione a
noi che abbiamo organizzato l´evento. Siamo alla follia». L´evento infatti era
in programma da settimane e le autorizzazioni erano regolari. Tanto che la
performance ha potuto continuare regolarmente - ci sono state tre repliche nel
pomeriggio - e non è stata fatta alcuna multa. «è stato un qui pro quo - ha
detto in serata il vicesindaco Riccardo De Corato che è anche assessore alla
Sicurezza - La musica era a volume alto e alla polizia locale sono arrivate
chiamate dagli uffici e dai negozi della Galleria. Ma è bastato abbassare il
volume e tutto è proseguito regolarmente. Non è stata elevata nessuna multa».
Le celebrazioni del centenario proseguono oggi con l´apertura a Palazzo Marino
della mostra «Futurismo 1909-2009. Velocità + Arte + Azione» in programma fino
al 7 giugno. (t. m.)
( da "Repubblica, La" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IV - Genova
Parla Fulvio Esposito, rettore nelle Marche, autore della riforma a cui si
ispira Genova Camerino ha aperto la strada "Il mio ateneo con gli
azionisti" Obiettivi: meno burocrazia, risparmio, riunificazione di didattica e ricerca A Camerino la
riforma scatta lunedì grazie al silenzio assenso del ministero «Questo Ateneo
diventerà una casa dalle pareti di vetro», così spiega la sua rivoluzione
Fulvio Esposito, dal 2004 Rettore dell´Università di Camerino, la prima, in
Italia, a cancellare le divisioni in facoltà. Proprio a Camerino si è
esplicitamente ispirato il Rettore dell´Università di Genova Giacomo Deferrari
per la sua riforma dello Statuto che sta creando clamore nel nostro ateneo. «Ci
siamo incontrati diverse volte con Deferrari - spiega Esposito - lo stimo e lo
conosco fin dai tempi del mio soggiorno a Genova, negli anni ´80, quando
lavoravo all´Ist. Sono onorato che ci abbia preso a modello, ma devo confessare
che ci sono molti professori liguri cui devo qualcosa per la riuscita della
nostra operazione». Cita Alessandro Schiesaro, Giunio Luzzatto, lo stesso
Deferrari. Parla con un velo di emozione, Esposito, perché proprio lunedì
scadranno i sessanta giorni previsti dalla legge, nel corso dei quali il
Ministero per l´università e la Ricerca potrebbe eccepire sul nuovo Statuto di
Camerino. Quindi se entro tre giorni Esposito non riceverà alcuna
comunicazione, il silenzio-assenso del ministero darà il definitivo via libera
alla riforma. Si è messo in gioco completamente, Esposito, per riuscire nella
sua rivoluzione. A un certo punto decise di rimettere il suo mandato: «Siccome
quel progetto scardinava molte logiche di potere, ci fu una piccola ma potente
opposizione - ricorda � così decisi di dimettermi dal ruolo di rettore. Ma la
comunità universitaria condivideva il progetto e mi rielesse». Dopo avere messo
a punto la prima bozza di riforma dello Statuto, Esposito la pubblicò su
Internet, aprì un blog e invitò docenti, tecnici, studenti e ricercatori a
partecipare alla discussione: « Oggi a Camerino ci sono cinque facoltà e dodici
dipartimenti - spiega il Rettore - con il nuovo statuto queste strutture
saranno cancellate lasciando il posto, più semplicemente, a sei scuole,
ciascuna con un suo direttore». Esposito spiega che gli obiettivi della riforma
sono principalmente due (e coincidono con quelli di Deferrari): la
razionalizzazione e la sburocratizzazione dell´Ateneo e, di non minore
importanza, la riunificazione di didattica e ricerca. «Superando la divisione
tra facoltà, che oggi si occupano solo di didattica, e dipartimenti, che invece
lavorano sulla ricerca - racconta Esposito - riportiamo didattica e ricerca a
essere un unico humus vitale». Anche a Camerino Senato accademico e Consiglio
di amministrazione sono stati ridisegnati: «Per spiegare il nostro modello
possiamo fare l´esempio dei Comuni - illustra Esposito - il nuovo Senato
corrisponde al consiglio comunale, il Cda alla giunta del sindaco. Ecco perché
il Rettore non parteciperà al Senato e presiederà invece il Consiglio». Il Cda
è ridotto all´osso: solo sette membri. Oltre al Rettore e al direttore
amministrativo, il presidente e i rappresentanti del "Comitato dei
sostenitori". Che non è altro che un team di sponsor, istituzionali o
privati, che decideranno di puntare sull´Università di Camerino. Li chiama
"stakeholders", Esposito, in pratica "azionisti". Poi, ci
sarà un "garante", eletto da tutte le componenti della comunità
universitaria. Il Senato avrà 24 membri con "voci" equivalenti, tra
docenti, ricercatori, tecnici amministrativi e studenti.
( da "Giornale.it, Il" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
n. 32 del 2009-02-06
pagina 4 Bloccato il Finazzer-show in Galleria «I ghisa? Ragionano come
macchine» di Marta Bravi L'assessore in Vittorio Emanuele per una performance
con musica e ballerini: due vigilesse chiedono i documenti. La replica: «Burocrazia cieca e nemica...» INFURIATO Il responsabile della
Cultura: «È una città che va avanti a multe, ma noi non ci fermeremo...» Chi
l'avrebbe mai detto? Nome più profetico non si sarebbe potuto trovare: «Rissa
in galleria». Sì proprio la dotta citazione del celebre quadro di Boccioni
scelta dal Comune per intitolare la performance che apre la mostra sul
Futurismo. Il nome è davvero diventato realtà: lo spettacolo si è
trasformato in una rissa vera a propria. Ore 14 di ieri, galleria Vittorio
Emanuele, sta andando in scena la performance futurista ideata dall'assessore
alla Cultura del Comune, Massimiliano Finazzer Flory, per la regia di Ariella
Vidach: trentatre ballerini mimano il celeberrimo quadro di Umberto Boccioni.
Dopo una manciata di minuti arrivano due vigilesse a interrompere l'evento.
Chiedono autorizzazioni e permessi. Gli agenti sono stati allertati dai
passanti che si lamentano per l'intralcio dovuto al balletto e dai negozianti
che protestano per il volume troppo alto della musica. Ma il peggio deve ancora
arrivare: le vigilesse chiedono i documenti all'assessore, alla regista e alla
coreografa con l'intenzione di multarli. E qui Finazzer Flory monta su tutte le
furie. Esibendosi in una performance degna del suo iracondo predecessore,
Vittorio Sgarbi. «Diamo libertà a questa città con l'arte e con gli artisti» ha
urlato. Scroscio di applausi dei presenti. «Coraggio e spirito autenticamente
futurista» ha commentato Paola Frassinetti, vicepresidente della Commissione
cultura della Camera. «Siamo alla follia, un pezzo del comune chiede le
autorizzazioni a noi che abbiamo organizzato l'evento. I vigili ragionano come
fossimo macchine, invece siamo uomini e abbiamo bisogno di camminare e di
muoverci. É una città che va avanti a multe, invece che pensare alla bellezza e
alla cultura. I vigili ragionano come fossimo macchine, invece siamo uomini e
abbiamo bisogno di camminare e di muoverci». Inutile dire che gli uffici
dell'assessorato avevano tutti in documenti in regola: permesso di occupazione
di suolo pubblico, a quello per lo spettacolo, fino alla deroga, chiesta
previdentemente, per i decibel. «Finché ci sarà una burocrazia
così cieca, così nemica dell'arte, sarà difficile cambiare questo paese.
Intanto noi oggi andiamo avanti, faremo come da programma la performance ancora
alle 15, alle 16 e alle 17» ribatte battagliero l'assessore. «Questa logica
burocratica e di basso profilo - dichiara la Frassinetti - non si addice a una
città come Milano che, non a caso, ha dato i natali al Movimento del futurismo.
Il futurismo significa creatività movimento e fantasia, ed è pertanto una vera
contraddizione voler menomare quelli che sono i suoi requisiti essenziali».
Alla fine non è stata fatta nessuna multa. E l'assessore ha avuto un assaggio
dell'atmosfera molto poco futurista della città che ha dato i natali al
movimento. Pace all'anima di Boccioni. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Corriere della Sera" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-02-06 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE Tettamanzi: più fondi anticrisi Alle famiglie 2,5
milioni di euro Guzzetti: iniziativa più concreta di altre, giusto contribuire
Quasi due milioni e mezzo. è questo, raggiunto in poco più di un mese,
l'ammontare del Fondo Famiglia-Lavoro istituito dal cardinale Dionigi Tettamanzi
per chi il lavoro, a causa della crisi, nei prossimi mesi lo perderà. Una
iniziativa volta anche a promuovere anche una «sobrietà laica» e — dato non da
poco — a «costo zero» per quanto riguarda la sua gestione: il che è stata una
delle molle principali a convincere la Fondazione Cariplo a contribuirvi con un
milione di euro. «Sapere che neanche un soldo cadrà per terra o in spese
amministrative — ha detto il presidente Giuseppe Guzzetti — è un messaggio
fondamentale anche rispetto a iniziative simili promosse in passato da altri ».
Il contributo della fondazione, appena votato all'unanimità dal Cda della
Fondazione, si aggiunge ai 358 mila euro già versati invece da singoli privati,
istituti religiosi, o altri gruppi di persone. Il progetto, ha ricordato ieri
l'arcivescovo in una conferenza stampa cui è intervenuta persino la Bbc,
intende «sostenere le famiglie in estremo disagio per la perdita del lavoro»:
intendendo il termine «famiglia» nel senso più ampio, dai felicemente sposati
ai separati con figli da mantenere comunque. Nessuna intenzione di «sostituirsi
» alle istituzioni, ha sottolineato ancora, ma anzi un richiamo alla
responsabilità di ciascuno e a rifuggire dagli alibi: «Noi interveniamo dove le
istituzioni non arrivano». Col minimo di burocrazia possibile: e la molteplice
rete delle parrocchie, dei centri Caritas, delle Acli, cui ci si potrà
rivolgere per le richieste di aiuto, avrà appunto il compito di vagliarle in
modo snello anche grazie alla conoscenza diretta delle situazioni. «Il
primo passo dei nostri interventi — spiega Giuseppe Bottalico dell'Acli — sarà
proprio quello di aiutare le persone a percorrere, perché spesso non sanno come
fare, tutte le strade di possibile accesso al welfare ordinario. Dopodiché,
dove il welfare non arriva, potremo intervenire noi». Sempre in modo «mirato»,
mai a pioggia. Magari per contribuire alla rata del mutuo, o a una spesa
imprevista, a una tassa scolastica, che l'improvvisa perdita del lavoro rende
difficile affrontare. «Fino a un massimo di mille euro per volta», chiarisce il
presidente del fondo Luigi Testore. Domande ancora non ne sono arrivate, ha
aggiunto, ma la campagna è appena iniziata. «E la responsabilizzazione del
territorio — ha concluso Guzzetti — è un elemento determinante». Istruzioni per
l'uso sul sito www.chiesadimilano. it. Insieme Il cardinale Dionigi Tettamanzi
con il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, per parlare di
crisi Paolo Foschini
( da "Corriere della Sera" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-02-06 num: - pag: 5
categoria: REDAZIONALE La performance e l'assessore Futuristi, rissa in
Galleria Scontro Finazzer-vigili La vigilessa e l'assessore. Lei viene chiamata
dai passanti e negozianti scocciati da balli e rumore, vuole solo sapere se è
tutto in regola: «Documenti prego». Lui, Massimiliano Finazzer Flory, è
l'organizzatore, non ci crede, si fa teso in volto e infine
sbotta: «Finché ci sarà una burocrazia così cieca, così nemica dell'arte, sarà difficile cambiare
questo Paese». La lite artistica era prevista: una «Rissa in Galleria» per
festeggiare la mostra sul futurismo a Palazzo Reale. Il battibecco con i ghisa
no: è stata una performance fuori programma. L'equivoco nasce alle due
di ieri pomeriggio. Una compagnia di 33 giovani danzatori-attori in costume mette
in scena l'omonimo quadro di Boccioni in Galleria Vittorio Emanuele. è una
«Rissa» teatrale. Ma l'irruzione sembra vera, altroché. «Siamo stati chiamati
da cittadini allarmati dal vociare e dal caos», fanno sapere dal comando di
polizia locale. Pochi minuti e scattano i controlli. Autorizzazioni, licenze,
«tutto in regola?». La rissa diventa un faccia a faccia. La vigilessa di fronte
all'assessore alla Cultura (il video è su Internet). «Mi hanno chiesto i
documenti, io non glieli ho dati. Che mi multino!», sbotta lì per lì Finazzer:
«Un pezzo di Comune chiede a noi se abbiamo le autorizzazioni, a noi che le
abbiamo in qualche modo realizzate e che siamo del tutto in regola. Siamo
veramente alla follia». Sì, ma come è finita la rissa?, ci si chiederà. Senza
feriti: equivoco chiarito, nessun verbale staccato. A. St.
( da "Corriere della Sera" del 06-02-2009)
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- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-02-06 num: - pag: 6 categoria:
BREVI Freni economici L'Italia è «il fanalino di coda nelle classifiche
internazionali sulle condizioni per fare business e investire». Per una serie
di problemi ancora irrisolti: «Burocrazia pesante, mercato
del lavoro rigido, criminalità organizzata, corruzione» Università «è una
tragedia nazionale imbarazzante che non ci sia una sola università italiana nei
primi posti delle classifiche internazionali. Gli studenti sono pessimisti sul
futuro, sfiduciati per colpa di un sistema non meritocratico» Grandi
opere Monito ai governi per la tentazione di cancellare progetti già avviati,
come il nucleare: «L'Italia ha visto già troppe grandi opere incompiute e la
priorità della sicurezza energetica è troppo importante per risentire dei
capricci della politica»
( da "Corriere della Sera" del 06-02-2009)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-02-06 num: - pag: 6 categoria:
REDAZIONALE «Italia, potenza a rischio declino» Spogli, un addio con polemiche
L'ambasciatore scelto da Bush: «Troppa burocrazia e
corruzione» Alla colazione con la stampa a Villa Taverna: «Obama chiederà al
vostro Paese un maggior impegno in Afghanistan» ROMA — L'espressione che rende
meglio l'idea di ciò che ha assestato ieri al nostro Paese Ronald Spogli, l'ex
compagno di studi di George W. Bush, che parte oggi da Roma dopo esser stato
per oltre tre anni l'ambasciatore degli Stati Uniti, è un termine romano: «'na
sveglia». Letteralmente significa schiaffo, schiaffone, botta. Ma risulta efficace
anche perché alla parola «sveglia» resta addosso il significato italiano,
qualcosa che ha lo scopo di interrompere un sonno. Il «relativo declino» e la
«lenta crescita » dell'economia italiana, ha osservato Spogli, costituiscono
per il nostro Paese un problema «molto più serio della recessione in atto». Un
problema di «lungo periodo», e non l'unico. «è una tragedia nazionale, direi
imbarazzante, che non ci sia una sola università italiana nei primi posti delle
classifiche internazionali», ha fatto presente questo finanziere, e professore
universitario, che oggi chiude la propria parentesi in diplomazia. Colazione a
Villa Taverna per salutare a fine mandato alcuni giornalisti. Dopo lasagne e
insalata, Spogli, californiano con un nonno di Gubbio, ha risposto a domande
sulla linea del presidente Barack Obama verso l'Italia e ha confermato che sarà
sollecitato più impegno per l'Afghanistan: «Questa richiesta verrà, forse nei
prossimi giorni, nelle prossime settimane. L'Italia è a mio avviso pronta a
fare di più». Da mesi Palazzo Chigi e Farnesina cercano di evitare in materia
attriti con Washington. Il governo Berlusconi si è preparato a portare il
numero dei militari in Afghanistan dai 2.270 dell'autunno a 2.800, ma promette,
più che nuovi soldati, l'impiego di reparti di élite e istruttori. «Se sarà in
grado di offrire più unità militari è da vedere, ma io penso che l'Italia
risponderà alle richieste della nuova Amministrazione», ha affermato Spogli. è
nel discorso di saluto che l'ambasciatore ha assestato la sveglia. «Mi sono
chiesto come mai gli italiani non reagiscono nel vedere costantemente il
proprio Paese agli ultimi posti delle classifiche sulla competitività mondiale.
L'Italia non può mantenere lo status di potenza economica se i suoi risultati
rimangono così bassi», ha avvisato. Ai partiti, il consiglio di uno «spirito
unitario »: «Tutti conosciamo i problemi: una burocrazia
pesante, un mercato del lavoro rigido, la criminalità organizzata, la
corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di meritocrazia e un
sistema di istruzione che non risponde ai bisogni del XXI secolo». C'è stato
chi ha domandato se ci fossero anche suggerimenti per la crisi della finanza
americana, ma nessuno ha confutato le tesi sull'Italia. «Perché non si scelgono
tre università — una del Nord, una del Sud e una del Centro — e gli si
concedono uno status speciale e incentivi mirati? », ha proposto Spogli per
portare quelle università, in dieci anni, «ai primi posti» nel mondo. Su gas e
petrolio, una probabile anticipazione di mosse dell'Amministrazione
demo-cratica: «Vorrei esortare l'Italia ad adottare un piano di sicurezza
energetica realistico che promuova la diversificazione attraverso un uso
migliore delle risorse nazionali e un diverso mix di fornitori». Tra le righe,
un fastidio per l'aria serafica di centrosinistra e centrodestra
nell'individuare in Mosca uno dei fornitori preferiti di energia. Commiato
Ronald Spogli, 60 anni, è stato nominato ambasciatore Usa in Italia nel 2005.
Ieri ha ricevuto a Villa Taverna i giornalisti per un pranzo d'addio (Ansa)
Maurizio Caprara
( da "Corriere della Sera" del 06-02-2009)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-02-06 num: - pag: 6 categoria:
REDAZIONALE Peter Secchia Ex capo della rappresentanza Usa «Rispettato da
George W. e da Barack il Paese non è peggiorato e reagirà» WASHINGTON — «Sono
molto sorpreso. Visitai Roma lo scorso settembre e lo incontrai. Mi parlò bene
dell'Italia, sia pure osservando che è un Paese con molti problemi. Non ho
letto le sue dichiarazioni ai vostri media. Ma se sono quelle che dite, era
meglio se non le avesse fatte. Comunque è l'opinione di un uomo, non del
governo americano, né di quello che è appena uscito di scena né di quello che
vi è appena entrato. Tutte le nostre amministrazioni hanno avuto, e sono certo
che avranno, una buona opinione dell'Italia». Al telefono dal suo ufficio, nel
Michigan, Peter Secchia, l'ex ambasciatore americano a Roma sotto Bush padre,
spiega che a suo parere alcune critiche di Spogli sono fondate. Ma aggiunge che
di rado la situazione in Italia è stata facile o lineare. E commenta che, per
quanto faticoso e involuto sia quasi sempre il suo cammino, «alla fine gli
ostacoli vengono superati e si verifica l'ennesimo miracolo italiano». Forse è
questa diversità dall'America, così organizzata, ad aver indotto Spogli a
equivocare, conclude. Lei non condivide il giudizio del suo successore? «Per
pronunciarmi, ripeto, dovrei leggere ciò che ha detto. Ma a prima vista mi
sembra un giudizio duro e infondato. Ci sono diplomatici che si tirano troppo
indietro e diplomatici che si spingono troppo avanti. Ma un ambasciatore
dovrebbe riflettere il giudizio del proprio governo, e sia Bush sia Obama
rispettano l'Italia». Che giudizio si è fatto del nostro Paese, visitandolo di
nuovo a settembre? «L'ho trovato un po' in difficoltà. Come
dice Spogli, che è un mio amico, c'è molta burocrazia, i sindacati continuano a paralizzare il mercato del lavoro, e i
due fenomeni insieme ritardano le innovazioni tecnologiche e diminuiscono
l'efficienza del Paese. Ma questo non è un segreto per nessuno. L'Italia non mi
è sembrata peggiorata». Secondo Spogli, di questo passo l'Italia non
sarà più una potenza economica. «Non voglio fare battute, ma c'è il rischio che
non regga alla crisi nessuna economia, quella americana inclusa. è chiaro che
l'Italia è più debole dell'America e che ha difetti strutturali e difetti di
costume come il numero eccessivo di scioperi. Ma l'imprenditoria italiana ha
sempre saputo riemergere». Come vede i futuri rapporti tra l'America e
l'Italia? «Penso che saranno ottimi come sempre. L'Italia rimane uno degli
alleati più importanti nella Nato, con funzioni cruciali nei Balcani e nel
Medio Oriente. è stata al nostro fianco in Iraq e in Afghanistan e continuerà a
dare un importante contributo alla stabilità e alla pace in queste e altre
regioni. Gli ambasciatori cambiano ma i rapporti secondo me sono immutabili».
Ennio Caretto
( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: SYSTEM data: 2009-02-06 - pag: 11 autore: Rapporti con gli Usa.
L'addio amaro dell'ambasciatore Spogli «Senza svolta l'Italia rischia il
declino» Carlo Marroni ROMA P arole di affetto condite da critiche durissime.
Il saluto di Ronald Spogli, ambasciatore Usa in Italia negli ultimi tre anni e
mezzo, ha rispecchiato il suo carattere sanguigno e la tendenza a parlare con
una franchezza sempre sorprendente. Spogli, dimissionario dal 21 gennaio e che
da oggi lascia la carica dopo l'insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca,
a Villa Taverna ha salutato la stampa con un discorso più da politico che da
diplomatico. L'Italia, ha detto di fronte a oltre 200 giornalisti, «non può mantenere
lo status di potenza economica sei suoi risultati rimangono così bassi. Il
cuore del problema risiede nelle politiche e nel clima economico. Il problema
di fondo di una lenta crescita nel lungo periodo è molto più serio della
recessione in atto». Un tema caro a Spogli, che nella sua vita privata è
imprenditore e finanziere: «L'Italia si colloca ripetutamente molto in basso
nelle classifiche internazionali sulle condizioni per fare business ed
investire ». Quarantuno mesi di missione sotto la presidenza di George W. Bush,
suo amico, che lo hanno visto affrontare tematiche molto calde come la
partecipazione italiana alla missione in Afghanistan, le polemiche di
Condoleezza Rice, la vicenda della base aerea di Vicenza e il presunto
sbarramento del governo di centro-sinistra all'americana AT&T sul
salvataggio di Telecom. «Una burocrazia pesante, un mercato del lavoro rigido, la criminalità
organizzata, la corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di
meritocrazia e un sistema di istruzione che non risponde ai bisogni del XXI
secolo », per non parlare dell'istruzione uni-versitaria: è «una tragedia
nazionale, quasi imbarazzante, che non ci sia una sola università
italiana nei primi posti delle classifiche internazionali ». Questo è per
Spogli il quadro a tinte fosche dell'Italia,paese in declino anche prima della
crisi finanziaria e della recessione tanto da essere considerata il «malato
d'Europa». Consapevole della durezza delle critiche mosse durante il pranzo di
congedo con i giornalisti italiani, Spogli ha tenuto a sottolineare che «ogni
critica è sempre stata scandita nel massimo rispetto» anche se le sue
bacchettate gli hanno portato il soprannome di "ambasciator che porta
pena". Eppoi l'energia: l'Italia deve cogliere «l'opportunità» rappresentata
dalla recente crisi delle forniture di gas russo «per garantire una reale
sicurezza energetica. Vorrei esortare l'Italia ad adottare un piano di
sicurezza energetica concreto e realistico». Sul futuro delle relazioni
italostatunitensi con la nuova amministrazione Obama, Spogli non ha dubbi:
«Sarà improntata alla continuità. L'Italia è oggi in testa alla classifica dei
Paesi nostri amici». Anche se sul nodo principale di politica estera,
l'Afghanistan,l'amministrazione Obama chiederà al governo Berlusconi di fare
sforzi ulteriori. Infatti formalmente non è ancora stato chiesto all'Italia di
fare di più in Afghanistan, ma l'ormai ex ambasciatore ha manifestato la netta
sensazione che «questa richiesta verrà già nei prossimi giorni, forse nelle
prossime settimane ». L'Italia, ha aggiunto, «a mio avviso è pronta a
collaborare di più, si vedrà se vedrà se sarà in grado di offrire più unità
militari». Ma sicuramente, si è detto certo Spogli, la risposta di Roma alla
nuova amministrazione americana sarà «positiva». Ex ambasciatore. Ronald Spogli
ANSA
( da "Giornale.it, Il" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
n. 32 del 2009-02-06
pagina 19 Troppi nomi uguali, a Chioggia soprannomi nei documenti di Giuseppe
Marino Autorizzazione del ministero per risolvere il caos dell'anagrafe: il 30
per cento della popolazione si chiama Boscolo o Tiozzo Poche righe di decreto ministeriale,
attese entro fine mese, per mettere fine all'ultima delle baruffe chiozzotte.
Ma in questo caso le liti amorose di goldoniana memoria c'entrano poco: a
creare il caso che ha fatto discutere tutta Chioggia nei mesi scorsi è stata la
semplice emissione della tessera sanitaria elettronica voluta dalla Regione. Il
solito rettangolino di plastica tipo carta di credito che nel resto del Veneto
funziona senza problemi, ma a Chioggia si è scontrato con un rebus anagrafico
che la tecnologia non è riuscita a sciogliere. Su 50.000 residenti del grosso
centro in provincia di Venezia, diecimila di cognome fanno Boscolo e altri
cinquemila Tiozzo. In paese ormai ci sono abituati e a risolvere la situazione
ci ha pensato un'antica tradizione, comune ad altri centri del Nord Italia a
scarso tasso di «contaminazione» con cognomi venuti da fuori: ogni signor
Tiozzo e signora Boscolo che si rispetti ha un soprannome che contraddistingue
il ceppo familiare a cui appartiene. E così, anche se quando Chioggia si è trovata
alle elezioni comunali a dover votare scegliendo tra Tiozzo e Tiozzo, il
soprannome di ciascun candidato ha chiarito ogni dubbio politico. Tutto bene dunque finché a dover fare i conti col caos dei cognomi non
è stata la rigidità della burocrazia. Al momento di distribuire le tessere è scoppiato il caos. I
registri sono impazziti, i postini sono arrivati sull'orlo del suicidio. Basti
dire che nell'elenco del telefono di Chioggia ci sono 40 pagine di Boscolo. Per
9600 tessere non si è riusciti a portare a termine la consegna. Cosa
fare per risolvere il problema? Il sindaco Romano Tiozzo detto «pagio» (dalla
pagiara, il cumulo di fieno a forma di casa) ha chiamato a raccolta il
vicesindaco Boscolo «Todaro», il comandante dei vigili Boscolo «Netti», l'assessore
alla Cultura Boscolo «Pecchie» e quello al Demanio Boscolo «Capon». Nel summit
hanno convenuto che l'unica soluzione era ricorrere alla tradizione: gli oltre
200 soprannomi che contraddistinguono da sempre paesano da paesano. Si sono
rivolti al ministero dell'Interno sottoponendo la questione e hanno ottenuto di
poter piegare la burocrazia. Una volta emanato il
decreto, il soprannome acquisterà valore legale. Per Boscolo e Tiozzo nati dal
primo febbraio diventerà come un secondo cognome, alla spagnola. E nel
frattempo verrà inserito in ogni documento, dalla carta d'identità alla tessera
magnetica, al codice fiscale. Chissà se i 50 Giuseppe Boscolo di Chioggia
saranno felici che il fisco possa rintracciarli più agevolmente. © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 06-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
n. 32 del 2009-02-06
pagina 4 Bloccato il Finazzer-show in Galleria "I ghisa? Ragionano come
macchine" di Marta Bravi Troppo rumore per la "Rissa Futurista".
L?assessore alla Cultura in Vittorio Emanuele per una performance con musica e
ballerini: due vigilesse chiedono i documenti. La replica: "Burocrazia
cieca e nemica... è una città che va avanti a multe, ma noi non ci
fermeremo..." Chi l?avrebbe mai detto? Nome più profetico non si sarebbe
potuto trovare: «Rissa in galleria». Sì proprio la dotta citazione del celebre
quadro di Boccioni scelta dal Comune per intitolare la performance che apre la
mostra sul Futurismo. Il nome è davvero diventato realtà: lo spettacolo si è
trasformato in una rissa vera a propria. Ore 14 di ieri, galleria Vittorio
Emanuele, sta andando in scena la performance futurista ideata dall?assessore
alla Cultura del Comune, Massimiliano Finazzer Flory, per la regia di Ariella
Vidach: trentatre ballerini mimano il celeberrimo quadro di Umberto Boccioni.
Dopo una manciata di minuti arrivano due vigilesse a interrompere l?evento.
Chiedono autorizzazioni e permessi. Gli agenti sono stati allertati dai
passanti che si lamentano per l?intralcio dovuto al balletto e dai negozianti
che protestano per il volume troppo alto della musica. Ma il peggio deve ancora
arrivare: le vigilesse chiedono i documenti all?assessore, alla regista e alla
coreografa con l?intenzione di multarli. E qui Finazzer Flory monta su tutte le
furie. Esibendosi in una performance degna del suo iracondo predecessore,
Vittorio Sgarbi. «Diamo libertà a questa città con l?arte e con gli artisti» ha
urlato. Scroscio di applausi dei presenti. «Coraggio e spirito autenticamente
futurista» ha commentato Paola Frassinetti, vicepresidente della Commissione
cultura della Camera. «Siamo alla follia, un pezzo del comune chiede le
autorizzazioni a noi che abbiamo organizzato l?evento. I vigili ragionano come
fossimo macchine, invece siamo uomini e abbiamo bisogno di camminare e di
muoverci. é una città che va avanti a multe, invece che pensare alla bellezza e
alla cultura. I vigili ragionano come fossimo macchine, invece siamo uomini e
abbiamo bisogno di camminare e di muoverci». Inutile dire che gli uffici
dell?assessorato avevano tutti in documenti in regola: permesso di occupazione
di suolo pubblico, a quello per lo spettacolo, fino alla deroga, chiesta
previdentemente, per i decibel. «Finché ci sarà una burocrazia
così cieca, così nemica dell?arte, sarà difficile cambiare questo paese.
Intanto noi oggi andiamo avanti, faremo come da programma la performance ancora
alle 15, alle 16 e alle 17» ribatte battagliero l?assessore. «Questa logica
burocratica e di basso profilo - dichiara la Frassinetti - non si addice a una
città come Milano che, non a caso, ha dato i natali al Movimento del futurismo.
Il futurismo significa creatività movimento e fantasia, ed è pertanto una vera
contraddizione voler menomare quelli che sono i suoi requisiti essenziali».
Alla fine non è stata fatta nessuna multa. E l?assessore ha avuto un assaggio dell?atmosfera
molto poco futurista della città che ha dato i natali al movimento. Pace
all?anima di Boccioni. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Stampa, La" del 07-02-2009)
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[FIRMA]MASSIMO
GUERRETTA VENEZIA Un paio di colpi per abbattere il passato ed entrare in una
nuova era. Il presidente del Veneto, Giancarlo Galan, ha scelto la mazza per
scardinare il tabellone contagiorni che scandiva il conto alla rovescia per
l'apertura del Passante di Mestre. «E' la fine dei miei incubi», ha detto il
governatore dopo aver fatto scomparire la scritta elettronica, arrivata a più
279. Domani alle 14 il via libera al passaggio delle auto. Dopo l'arrivo in
elicottero (pioggia permettendo) del premier Silvio Berlusconi e il ministro
alle Infrastrutture Altero Matteoli sarà varato definitivamente il Passante,
l'arteria attesa da oltre trent'anni che diventerà realtà da Bonisiolo,
frazione di Mogliano Veneto. Con i vertici governativi saliranno nel Trevigiano
anche i 581 sindaci del Veneto per brindare al nastro d'asfalto di
( da "Stampa, La" del 07-02-2009)
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MONCALIERI COMUNE,
IL BILANCIO OSPEDALI LA DENUNCIA COSTRUTTORI E CONFSERVIZI: TEMPI INFINITI PER
APRIRE I CANTIERI All'interno Rapinatrice incinta abortisce dopo un colpo in
banca 70 milioni in meno più investimenti e crescerà la Tarsu Referendum sul
futuro di Sant'Anna e Regina Margherita "La burocrazia ferma lavori per 700
milioni" Massaggi hard Fisioterapista in manette Massimiliano Peggio Beppe
Minello Servizio Così rischiano di svanire 25 mila nuovi posti nel 2009 Lo
accusano quattro pazienti Lavorava in uno studio del centro Niccolò Zancan
Malcontati, sono 700 e rotti milioni. Investimenti disponibili nel 2009,
che rischiano di infrangersi contro gli scogli della burocrazia:
autorizzazioni, concessioni edilizie, espropri, fideiussioni, prezziari non
aggiornati... Ce n'è abbastanza per allungare a dismisura i tempi dei cantieri.
Peggio ancora quando alcune opere diventano strumento di lotta politica. La
ricaduta occupazionale è di oltre 25 mila posti di lavoro. Numeri forniti da
Confservizi Piemonte e Valle d'Aosta e dal Collegio Costruttori Edili della
Provincia. Dai trasporti all'edilizia, non c'è comparto che si salvi. Un
esempio: 18 mesi per i cantieri che richiedono i «pareri» di enti terzi. Poca
roba rispetto ai 36 mesi delle «grandi opere». La Valutazione di impatto
ambientale (VIA), spauracchio delle imprese, prevede, da sola, un tempo minimo
di sei mesi. Alessandro Mondo ALLE PAGINE 44 E 45
( da "Stampa, La" del 07-02-2009)
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domande a 18 Burocrazia inflessibile "congelati" 700 milioni mesi per
le grandi opere Il vero spauracchio per gli imprenditori è la Valutazione di
impatto ambientale Paolo Romano ad Smat mesi per parere da enti terzi «Solo fra
due anni arriverà il parere per l'acquedotto della Valle Orco»
[FIRMA]ALESSANDRO MONDO Malcontati, sono 700 e rotti milioni. Investimenti disponibili nel
( da "Corriere della Sera" del 07-02-2009)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-02-07 num: - pag: 22 categoria:
REDAZIONALE Il caso Dopo il giudizio dell'ex ambasciatore Usa. Veltroni: crisi
senza precedenti Spogli e l'allarme sul declino Marcegaglia: fare di più La
presidente di Confindustria: vanno sostenute le imprese Meomartini (Snam Rete
Gas): non siamo all'anno zero, bisogna continuare a investire sull'università
MILANO — L'Italia in declino? In tempi di recessione mondiale non sarebbe poi
così strano. In questo caso, però, il problema non è solo congiunturale. Se
l'Italia non vuole perdere competitività rispetto ad altri Paesi «dove le
imprese sono sostenute dai rispettivi governi » ha detto ieri il presidente di
Confindustria, Emma Marcegaglia, è necessario «fare di più per tutto il sistema
delle Pmi». Un primo passo è stato fatto con il varo del piano di incentivi per
l'industria dell'auto. Ma non basta. Giusto due giorni fa l'ambasciatore
americano, Ronald Spogli, nel suo discorso di addio all'Italia ha avvertito che
se continua ad occupare gli «ultimi posti delle classifiche sulla competitività
mondiale», il nostro Paese corre il serio rischio di «uscire dal novero delle
potenze economiche ». I nodi «li conosciamo tutti» ha
spiegato l'ambasciatore: la mancanza di infrastrutture, l'eccessiva burocrazia, un mercato del lavoro rigido
e «un sistema di istruzione che non risponde ai bisogni del XXI secolo». Del
resto Spogli ha avuto gioco facile a ricordare all'Italia la sua difficile
posizione nel panorama competitivo internazionale. Le classifiche
internazionali sfornate nelle ultime settimane hanno fotografato un Paese
sostanzialmente fermo. Nel ranking elaborato dalla Heritage Foundation insieme
al Wall Street Journal sul livello di libertà economica, l'Italia è precipitata
al 76Ë? posto nel mondo. La Banca Mondiale l'ha messa al 65Ë? posto (su 181
Paesi) per grado di apertura al business, mentre per livello di competitività è
25a (su 29 Paesi) secondo l'Ocse. «Non è possibile che della gravità della
crisi economica in Italia si renda conto l'ambasciatore uscente degli Stati
Uniti e non il governo. Che altro deve succedere perché il governo si renda
conto che questa è una crisi che non ha precedenti», ha commentato il segretario
del Pd, Walter Veltroni, d'accordo con l'analisi di Spogli. Certo c'è anche chi
puntualizza su alcuni aspetti dell'allarme lanciato dall'ambasciatore, che non
solo è di origini italiane e parla la nostra lingua, ma di sicuro è stato in
questi anni attento osservatore delle vicende, economiche e non, del nostro
Paese. Il presidente della Commissione Università e Orientamento di
Confindustria, nonché numero uno di Snam Rete Gas, Alberto Meomartini, ritiene
che negli ultimi anni ci sia stato «un progressivo avvicinamento delle imprese
alle università, con risultati più che soddisfacenti. Sono cadute le barriere —
spiega il manager —, penso al programma Lauree Scientifiche, che ci ha permesso
di invertire il trend degli iscritti a Ingegneria, Matematica, Fisica,
Chimica». Certo, Meomartini riconosce che c'è ancora strada da fare per
raggiungere l'eccellenza, anche se «ci sono già atenei eccellenti sia pubblici
che privati. Non siamo all'anno zero». Anche il governo si è mosso «pensando di
premiare con fondi aggiuntivi le università migliori». Ma «il percorso deve
andare avanti». E non può ovviamente fermarsi all'Università. F. D. R. \\
Ronald Spogli «L'Italia non può mantenere lo status di potenza economica se i
suoi risultati rimangono così bassi»
( da "Corriere della Sera" del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Lettere - data: 2009-02-07 num: - pag: 12 categoria:
REDAZIONALE Caro amico ti scrivo di Goffredo Buccini Le sei sedi del Quarto
Municipio e il gioco dell'oca del cittadino Caro Buccini, ti
chiedo scusa per disturbare ancora ma la risposta del IV Municipio di ieri
all'argomento (burocrazia e
suddivisione degli uffici, ndr) nella rubrica «Ci pensa il Corriere» mi ha
fatto andare letteralmente in bestia! Ma che razza di risposta è, quella che vi
hanno dato? Titolo: «Da dicembre due sedi che si sono divisi i compiti»...
e poi un elenco di 6 dico 6 sedi! Ciascuna con un compito diverso !!! E noi
«sudditi» (specie se anziani, con handicap, con mente non tanto sveglia, che
non leggono il Corriere...) come facciamo a sapere dove andare? A me sembra che
qui siamo veramente alla follia e, scusami, non capisco come la De Santis possa
accettare una simile risposta (che non è interlocutoria in attesa della
soluzione definitiva che abbia un minimo di logica ) senza alcun commento!
Cordiali saluti Franco Barbalonga Caro Barbalonga, facciamo un po' di ordine.
Su tua segnalazione mi sono riletto la risposta del IV Municipio. E, in
effetti, è demenziale. Sembra un gioco dell'oca, con le caselle su cui il
cittadino può sostare e le caselle dalle quali è costretto a rimbalzare indietro
finendo ad altre caselle e ad altre ancora. Mi pare un buon tema di riflessione
per il presidente del Municipio e per i suoi consiglieri, specie in un'era in
cui la metà di questi problemi si può risolvere via Internet. Del resto, la
dispersione delle sedi - e ovviamente la moltiplicazione delle...sedie - è una
pessima abitudine che continua anche a livelli più alti, nella più assoluta
indifferenza per i bisogni della gente. Sei invece ingiusto verso la nostra
collaboratrice Simona De Santis, il cui compito non è commentare ma riportare i
fatti. Spesso, come questa corrispondenza dimostra, quando i fatti sono
clamorosi si commentano da soli. gbuccini@rcs.it
( da "Giornale.it, Il" del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
L'ipotesi di
concedere un aiuto per la rottamazione da 1000 euro e tre anni di bollo gratis
è stata bocciata. Si è preferito una rottamazione da 1500 euro e niente bollo
gratis. Sapete qual è la differenza. Con il bollo gratis si toglieva una
tassina ai contribuenti e si dava un incentivo alle case automobilistiche. Con
la rottamazione più sostanziosa si dà un aiuto maggiore alla fabbrica. Il toro
della crisi si può prendere per le corna keynesiane: lavori pubblici (dunque
soldi che spende lo Stato) e aiuti alle imprese (quattrini che smista lo
Stato). Oppure per le corna liberali: meno tasse per i contribuenti. Purtroppo
la seconda strada non è stata presa da questo governo. Come, per la verità, dai
governi dell'intero pianeta. Scritto in Berlusconi IV Non commentato » (No
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( da "Stampaweb, La" del 07-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Un paio di colpi per
abbattere il passato ed entrare in una nuova era. Il presidente del Veneto,
Giancarlo Galan, ha scelto la mazza per scardinare il tabellone contagiorni che
scandiva il conto alla rovescia per l?apertura del Passante di Mestre. «E? la fine
dei miei incubi», ha detto il governatore dopo aver fatto scomparire la scritta
elettronica, arrivata a più 279. Domani alle 14 il via libera al passaggio
delle auto. Dopo l?arrivo in elicottero (pioggia permettendo) del premier
Silvio Berlusconi e il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli sarà varato
definitivamente il Passante, l?arteria attesa da oltre trent?anni che diventerà
realtà da Bonisiolo, frazione di Mogliano Veneto. Con i vertici governativi
saliranno nel Trevigiano anche i 581 sindaci del Veneto per brindare al nastro
d?asfalto di
( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 34 -
Spettacoli L´archeo-spot dell´Italia del boom Nei primi anni del nostro
dopoguerra, la gente scopriva tra un film e l´altro la magia della réclame. Le
diapositive che anticipano "Carosello" raccontano una fase della
modernizzazione del Paese in cui il tempo scorreva lento. Quando si beveva
vermouth e le lotterie regalavano Fiat 600. Ora un libro raccoglie la storia e
le immagini di quel mondo ingenuo EDMONDO BERSELLI Nell´epoca delle multisale e
del Blu-Ray non è facile immaginare le due ore che si passavano al cinema mezzo
secolo fa. Le poltrone parcamente coperte di velluto rosso, l´architettura
subito riconoscibile delle grandi sale, le linee geometriche del soffitto
spezzate per evitare gli echi, il fumo che si illuminava nel cono del
proiettore. E naturalmente gli intervalli fra il primo e il secondo tempo (e
qualche volta, in certi drammoni o in certi interminabili peplum, anche fra il
secondo il terzo). Per i ragazzi di allora, l´intervallo era una durata carica
di tensione e di impazienza, forse ancor più che l´attesa dell´orario d´inizio
del film, preceduto dal canonico spegnersi delle luci. Erano atmosfere da Nuovo
cinema Paradiso, uguali nelle città e in provincia. Al massimo mutavano le
sale, il prestigio degli arredi, i film in prima o in seconda visione, la
qualità della proiezione e della pellicola. A moderare l´impazienza, nei due o
tre minuti di interruzione, o nello spazio fra uno "spettacolo" e
l´altro, c´era solo la pubblicità. Immagini che generalmente scivolavano via
nell´indifferenza, ma che si ripresentavano ogni volta nella stessa
successione, fino a divenire un accompagnamento prevedibile dell´attesa. A
guardarle oggi, nel bel libro La pubblicità al cinema negli anni Cinquanta
pubblicato da Sellerio, si ha la sensazione di un´archeologia della promozione
pubblicitaria. Erano diapositive di vetro che raccontavano il mondo che precede
l´industria. Nel guardarle oggi sembra di rivedere una fase della
modernizzazione italiana in cui il tempo scorre ancora lento, e il passato
convive senza troppi conflitti con il presente. Oltretutto, con queste immagini
siamo in Sicilia, e nel suo saggio introduttivo (I sogni figurati)
l´antropologo Antonino Buttitta coglie con nitidezza il passaggio che l´isola
vive in quel decennio: dopo la nascita della Regione a statuto speciale, nel
1947, la Sicilia e in particolare il capoluogo sperimentano vistosi cambiamenti
demografici: «La permanenza a Palermo degli appartenenti al ceto politico proveniente
dalle province dell´Isola divenne di fatto una necessità», con quel che segue,
famiglie che si spostano, parenti, galoppini, clienti che si inurbano. Tutto
questo mentre il boom dell´istruzione obbligatoria porta nelle città gli
insegnanti elementari provenienti dal retroterra. Insomma, fra politica,
scuola, burocrazia, un pubblico
diverso. Così, la pubblicità al cinema inaugura una multimedialità certo ancora
molto «rozza», come annota in prefazione Alberto Abruzzese, ma che ha
individuato con precisione il suo target. Ovvero un pubblico legato alla
tradizione, eppure già disposto a correre qualche avventura. A cui si
rivolgono i produttori e gli esercizi del luogo, ma anche quelle imprese
nazionali che hanno inventato un "format" in grado di unire il
nazionale e il locale, realizzando campagne di portata italiana e però
personalizzabili dagli esercenti e dai concessionari di ogni regione. Così può
indurre a qualche domanda sull´efficacia delle campagne pubblicitarie, e magari
sulle loro implicazioni subliminali, l´immagine proposta dalla Gilera, in cui
una ragazza bendata, con un accenno malandrino di coscia in bella vista, gli
abiti coloratissimi e i tacchi come si deve, si accinge a provare il modello
125, mentre il partner le sta dietro, stringendole i fianchi. Il messaggio è
quello di una disponibilità comportamentale da accettare «ad occhi chiusi»,
come recita un embrione di slogan, senza nascondere un contenuto potenzialmente
erotico, e quindi emancipato, "moderno": chissà quali vantaggi ne avrà
tratto la concessionaria Tartamella di Trapani, in quegli anni che si
immaginano chiusi, neri, ostili a ogni idea di liberazione femminile. Eppure,
basta gettare l´occhio sul manifesto della sedicesima edizione della Fiera
«campionaria internazionale» di Messina, tenutasi nell´agosto del 1955, per
registrare proprio l´irruzione della modernità, dato che il «Gran Premio
Affluenza» mette in palio «8 Fiat 600» e «7 motoscooters». Quindi non può
stupire che la réclame del L´Ora di Palermo, «da oltre mezzo secolo al servizio
dei siciliani», renda esplicita proprio questa caratteristica: «Leggete il
giornale più moderno dell´Isola». Ed è particolarmente suggestiva, nella sua
semplicità, la diapositiva in cui l´azienda «Torino Televisione, sede di
Palermo» invita i costruttori a dotare gli appartamenti dell´antenna e dei cavi
della tv. Mancava poco e la Rai avrebbe mandato in onda il teatrino di
Carosello, che avrebbe insegnato all´Italia del boom a consumare, e alle
aziende a comunicare i nuovi prodotti. Ma evidentemente il nuovo poteva ancora
affiancare l´antico, l´acquisto dei libri a rate (ma anche dei vestiti) accanto
alle moderne bombole di Pibigas; il successo degli scooter Vespa e Lambretta,
presentati anche come possibili «risciò» insieme agli slogan che riproducevano
il parlato di allora: «una cannonata!», esclama il meccanico che consiglia la
F. B Mondial. Quanto ai consumi e ai servizi, siamo alla preistoria. Si beve
anice, «dissetante digestivo» e marsala, vermouth, moscato nonché marsala
all´uovo. Nonostante l´impegno dei vini da pasto Selinunte, con le ormai
dimenticate bottiglie a fiasco, e di Duchessa, «il vino che piace», e che non
dovrebbe mancare mai «nella vostra mensa», non sembra esserci sintomo della
brillante evoluzione vinicola isolana. A sua volta, con una combinazione che
oggi fa sorridere, la pasticceria è «svizzera e siciliana». Ciò nonostante, da
qualche varco si profila l´arrivo dalla Germania della «nobile birra» Pils, «la
più rara», «imbottigliata all´origine» e presentata da una sommaria ragazzotta
dalle guance molto rosse con un vistoso costume di ascendenza tedesca (ma in un
accesso di internazionalità si potrà trovare anche la pregiata Falcon, birra di
Amsterdam). Gli slogan, come si è accennato, sono sommari. «Su ogni tavola», intimano
gli spaghetti del Molino e Pastificio Tomasello e Figli. «Esigetelo!!» è
l´imperativo del burro Zancle, «freschissimo di pura panna» e «vitaminizzato».
«Fa la barba da sé» promette la lametta Monopol («Esclusivamente presso le
rivendite di generi di monopolio»). Si ha quasi la sensazione che intorno alla
provincia stia cominciando a premere un mondo altro, che più tardi diventerà
l´estero, il Mercato comune, e infine l´economia globale, preannunciata dal
Bucato al Perborato che «è un prodotto Spic» e da Milo, alimento
energetico-fortificante-vitaminico, «una tazza di salute» della Nestlé. Le
prime fessure nel protezionismo forse si aprono allora, tra una folla di
lavasecco, di tintorie, maglierie, modisterie, drapperie, «settimane del
ribasso al mercato centrale», lucidi da scarpe, Sapone Supersgrassato per
Toeletta Pinolivo, apparecchi radiofonici molto vintage delle ditte Kosmoradio
e Rao, offerte ferroviarie («Preferite i negozi che donano Buoni Km. Ferroviari
"Orbis", viaggerete gratis»). In ogni caso, se si guarda con più
attenzione agli stili di vita suggeriti dalla pubblicità locale, ci si accorge
facilmente di abitudini forse meno provinciali del previsto. C´è qualche locale
notturno dove si balla fra orchestre e smoking, qualche parrucchiere che nella
giungla di permanenti e tinture e «acconciature artistiche» non dissimula un
tratto di ricercatezza promettendo «haute coiffure» e perfino «ondulazione ad
aria» oltre a qualche bella pettinatura a banana, mentre non manca la
pubblicità di «una buona macchina fotografica ed un buon libro» della
Fotolibreria Villarosa, che presenta una scena da vacanza borghese al mare, con
lui dietro l´obiettivo e lei in costume intero e grande cappello. E anche la
pubblicità seduttiva rivolta a «aspiranti attori-attrici del Cinema», che
invita a inviare «il vostro indirizzo» al Centro Internazionale Cinematografico
di Messina. Esisteva già la Maico, con i suoi apparecchi contro la sordità, che
appaiono enormi rispetto a quelli miniaturizzati di oggi; c´era la Necchi con
le sue macchine da cucire "testimonializzate" da un´estatica Lea
Padovani, attrice famosa, che le contempla a mani giunte. Tuttavia, per un
ultimo tocco di nostalgia, bisognerebbe ricordare che spesso, durante
l´intervallo, la proiezione delle diapositive pubblicitarie veniva accompagnata
da una canzone di successo. E quindi non poteva mancare l´immagine che annuncia
«Avete ascoltato un disco Cetra», con la figura stilizzata di una tamburina:
dopo avere visto le immagini sembra quasi di risentire il suono di quell´epoca,
quando l´Italia era ancora consumisticamente così ingenua.
( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XI - Torino
Classe 1960 Massimo Arietto, chef di Rondissone, ha lasciato l´Italia 16 anni
fa: ora a Santiago controlla un piccolo impero Un torinese
il re dei ristoratori cileni "Qui la burocrazia è più snella, le tasse più leggere e il personale più
flessibile: davvero tutto un altro mondo" SIMONA SAVOLDI Meno burocrazia, meno tasse e più
flessibilità: sono abbastanza semplici i motivi per cui sempre più italiani
voltano le spalle al Belpaese per tentare la fortuna all´estero.
Scienziati e ricercatori, ma anche tecnici, imprenditori o chef intraprendono,
via dall´Italia, la loro carriera professionale con qualche difficoltà in meno
e un pizzico di soddisfazione in più. E´ il caso di Massimo Arietto, torinese
doc - è nato a Rondissone 48 anni fa - titolare di tre ristoranti tra i più
rinomati di Santiago del Cile. Da Saluggia, dove ha gestito per cinque anni il
ristorante "Arcobaleno", Arietto si è trasferito in Cile nel �92.
Dopo sette anni di attività in un negozio di dolciumi, lo chef italiano è
tornato dietro i fornelli all´Istituto Alberghiero di Santiago, uno dei più
moderni e all´avanguardia del Sudamerica, e in un programma di cucina in onda
sulla TelevisiÓn Nacional de Chile. Nel
( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VIII -
Palermo La comunità si è ritrovata al Politeama per chiedere la fine della
repressione nello Sri Lanka Candele accese per i tamil morti Un sit-in in
piazza Politeama per dire no al genocidio del popolo tamil nello Sri Lanka. La
comunità che vive a Palermo dalla fine degli anni Ottanta - la più grande
d´Italia con oltre tremila persone - si è riunita ancora una volta per
sensibilizzare l´opinione pubblica su una guerra civile che dura ormai da
ventisei anni. I bambini e i ragazzi tamil, che indossavano una maglietta
bianca con la scritta "Stop alla guerra, stop al genocidio", hanno
acceso uno dopo l´altro una candela per ricordare i loro morti, mostrando le
fotografie dei caduti. «Per i nostri ragazzi - dice Thayaraj Arulnesan - questa
situazione è ormai insostenibile. Anche se molti di loro sono nati e cresciuti
qui, nutrono sentimenti molto forti per lo Sri Lanka e quando possono cercano
di tornare lì con le loro famiglie». Come sottofondo, una preghiera letta ad
alta voce dai bambini della scuola tamil. Il sit-in si è aperto con un minuto
di silenzio e con le parole di Tharsan, uno dei rappresentanti della comunità:
«Ci troviamo in una fase terribile del conflitto. Nello Sri Lanka non esiste
più il rispetto dei diritti umani basilari. La dignità dell´uomo è stata
violata». L´iniziativa è stata sostenuta dal comitato di
solidarietà che si è formato recentemente a Palermo e che ha intenzione di
organizzare altre manifestazioni a sostegno della comunità tamil. «è importante
- dice Giuseppe Bruno del comitato - che i palermitani prendano una posizione.
I tamil dopo tutti questi anni sono cittadini italiani a tutti gli effetti al
di là della burocrazia». c.
b.
( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XI - Genova
Artigiani, la crisi arriva a primavera A marzo scadono le ultime commesse. E il
futuro è un´incognita Appello ai parlamentari: prima emergenza i ritardi nei
pagamenti WANDA VALLI C´è fiato ancora per poco. Fino a marzo, aprile al
massimo, quando scadranno le ultime commesse. Dopo, per le 4.300 aziende
artigiane della Liguria iscritte alla Cna, Confederazione nazionale
dell´artigianato, affrontare la crisi sarà molto, molto difficile. Lo segnala
un sondaggio su 200 imprese. Dice che già adesso il 61 per cento ha visto
diminuire gli ordini, il
( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-02-08 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE Il caso di via Santa Croce Mamme e parroco divisi dal
pilomat «No alle auto». «Servono parking» Questa è la storia di una stradina
appena ristrutturata dal Comune, pietra nobile e marciapiedi, di un pilomat
elettronico che dovrebbe chiudere l'accesso alle auto dei non residenti (non
ancora attivato), di una chiesa, un asilo e di un parcheggio sotterraneo. La
stradina è via Santa Croce, la striscia che costeggia il parco e l'antica
Basilica di Sant'Eustorgio, al Ticinese. E la disputa su queste poche decine di
metri di zona a traffico limitato riesce bene a raccontare cosa sta succedendo
a Milano. Ognuno ha un pezzetto di città da difendere o liberare. Don
Piergiorgio Perini, detto Pigi, non vuole il blocco al traffico e si è già
appellato a Letizia Moratti: «Caro sindaco, non ci chiuda l'accesso alla
basilica da via Santa Croce. Hanno messo un minaccioso pilomat. Non fate di questa
chiesa un freddo museo». Le mamme della materna pensano più ai loro bimbi che
ai fedeli automobilisti della parrocchia: «Meglio tenere le macchine lontane da
qui, non si sa mai». A metà della via, accanto alla scuola d'infanzia, c'è già
l'ingresso di un autosilo privato, quasi finito e solo da inaugurare, e da lì,
comunque, le vetture degli abitanti passeranno, meglio non aggiungerne altre.
Le mamme lo avevano chiesto: «Costruito accesso e scivolo dalla parte opposta
dello stabile». è andata diversamente, già. A ciascuno la sua croce, la sua
battaglia. Don Perini ha il problema di non ostacolare l'afflusso dei
parrocchiani e isolare la basilica. Nel giorno dell'Epifania ha ringraziato il
sindaco per «aver risanato il Ticinese. Questa piazza e la via Santa Croce
erano molto ammalorate». Ma il pilomat no, «lo tolga». Piuttosto, ha suggerito
il sacerdote, si finisca «quel parcheggio in Darsena, oggi monumento inutile in
un quartiere che non ha parcheggi». In effetti, il cantiere è deserto da oltre
due anni, bloccato dalla burocrazia e dalle richieste economiche dei progettisti. Ma, soprattutto, è
contestato da tre comitati di quartiere, più Fai e Italia Nostra: loro
preferirebbero un parco archeologico, non i mille box. Tant'è. Mentre don Pigi
invoca più posti auto, i genitori della materna di via Santa Croce sostengono
l'urgenza opposta: meno macchine, meno furbi, piena sicurezza per i
bimbi: «La strada è compatibile con l'asilo — racconta una mamma — e non vedo
proprio la necessità di tenerla aperta al traffico, anzi». Del resto, aggiunge,
nemmeno in piazza Duomo o in Santa Maria delle Grazie si arriva dritti in
macchina: «Anche i parrocchiani di Porta Ticinese possono fare dieci metri a
piedi, o no?». Intanto il pilomat è lì, piantato e «minaccioso». Ancora
inattivo. A. St. Isola pedonale Il Comune ha investito quasi 2,5 milioni di
euro nel restauro di piazza Sant'Eustorgio e via Santa Croce: il quartiere è
spaccato sull'attivazione della zona a traffico limitato protetta da un
dissuasore elettronico (Fotogramma)
( da "Stampa, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
SANITA'. I
SINDACATI: ASSURDO, I PENSIONATI SONO VITTIME "Invalidi, ridateci i
soldi" La Regione vuole indietro quasi 200 mila euro pagati per errore
«Verificheremo la possibilità di percorrere ogni via legale, ed eventualmente
assicurativa, che possa consentire all'amministrazione e al Consiglio regionale
in generale di evitare che l'errore tecnico si ripercuota sulle tasche dei
cittadini». E' la strada individuata dalla commissione regionale permanente
«Servizi sociali» per risolvere la questione della revoca degli assegni agli
invalidi civili, che sta toccando poco meno di 200 valdostani. Il cambio della
normativa (509/1988) che ha alzato il grado di invalidità dal 67 al 74 per
cento indispensabile per ottenere l'assegno, e un controllo sugli aventi diritto
avviato dalla Regione con una legge del
( da "Stampa, La" del 09-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Cari amici de La
Stampa, sono uno studente di quarta liceo scientifico, e vado a scuola in un
posto tristemente famoso: il Darwin di Rivoli. La tragedia era forse inevitabile,
forse, ma non ho intenzione di discuterne qui. Desidero piuttosto denunciare,
purtroppo, le conseguenze di quel drammatico sabato mattina a due mesi e passa
di distanza Adesso la scuola è divisa in due; una parte al mattino in un ex
scuola media, luogo freddo (non in senso fisico) e ovviamente non attrezzato di
laboratori. In questo posto, ci vanno le quinte e alcune quarte, al mattino Gli
altri 800 alunni, vanno invece in un altro istituto, sito a circa chilometri di
distanza, frequentando la scuola di pomeriggio Emergono problemi, solo
problemi. Gli insegnanti: il viavai tra una scuola e l'altra, mattino e
pomeriggio, e gli amici lontani. Ma ciò che più mi sconvolge, però, è che
quando c'era interesse mediatico, tutti i politici, da Veltroni al ministro
Gelmini, dal presidente della Repubblica Napolitano al ministro Brunetta, dal
premier Berlusconi al capo della protezione civile Bertolaso, inneggiavano qua
e là sulla gravità della situazione. E tutti si erano affrettai a promettere si
sarebbe rimediato al più presto, senza indugi Ora, da studente obiettivo, devo
dire che il Darwin non era assolutamente fatiscente, come alcuni giornali lo
facevano apparire, e dunque mi chiedo: come mai, fino a settembre resterà
chiuso? Perché stanno facendo dei «lavori»? Ben vengano, non fosse che mi pare
esagerato credere che ci voglia così tanto tempo. Poi è ultimamente emerso un
grosso problema: mancano apparentemente i soldi per terminare i cantiere; è
possibile, dico io? Allora o la scuola davvero cadeva a pezzi e noi non ce ne
accorgevamo, oppure sono tentato di credere che alla fine gli appalti sono
stati fatti, perdendo tempo (si era detto che non si sarebbe perso tempo per
gli appalti) E come al solito burocrazia e politica si danno da fare per mangiare il mangiabile Ora mi
rivolgo a chi in ascolto: non dimentichiamoci del Darwin, perché altrimenti
Vito non sarà stato un martire, ma uno sfigato morto a scuola per la negligenza
di qualcuno (ovviamente i responsabili non sono ancora saltati fuori e
probabilmente mai verranno scoperti e denunciati!!!) Bisogna cambiare, e
certo i tagli alla scuola non aiutano. Per mia idea, la scuola va considerata
un investimento, adesso invece è solo una tomba.
( da "Repubblica.it" del 09-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
UDINE - Silvio
Berlusconi sa che sta camminando su un terreno minato e chi può l'avvisa. Ieri,
anche se sembra paradossale, è stato Renzo Tondo a provarci, a Mestre. C'è
stata una riunione ristretta, con Altero Matteoli, uno dei colonnelli di An
pronto a tradire Gianfranco Fini considerato ormai "troppo laico", i
ministri ex socialisti Renato Brunetta e Maurizio Sacconi e, appunto, il
premier e il governatore friulano. Erano tutti insieme all'inaugurazione del
"Passante", opera quasi biblica, molto importante per il Nord Est, ma
a margine hanno parlato di Eluana Englaro. A Tondo è stato chiesto di bloccare
la clinica che ospita Eluana, ma, a sorpresa, Tondo ha spiegato:
"Presidente, io l'ho vista dopo Natale, guarda che è messa molto male. Non
sono vere le notizie che girano, ti fanno dire cose sbagliate. Al posto del
padre, avrei fatto esattamente lo stesso". Non è l'unico che, in questi
giorni, ha fatto piovere su Silvio Berlusconi una versione corretta della
situazione di Eluana, in stato vegetativo da diciassette anni e tre settimane,
arrivata ormai al terzo giorno di zero nutrizione, sotto sedativi, ricoverata
alla casa di cura "La quiete". Non sempre Berlusconi ci vuole
credere: "Ma mi hanno detto che sta bene...". Eppure, avrebbe dovuto
ascoltare quante volte è stato citato ieri dai fedeli davanti alla chiesa della
Madonna delle Grazie: "Era qua a due passi, ma perché non è venuto a
vedere? Il papà l'ha invitato e lui non viene...", protestava a voce alta
una signora. Lo schema "noi stiamo con la vita, gli altri con la
morte" non regge sino in fondo e per questo sul premier c'è un doppio
pressing. Da un lato chi gli ricorda le ragioni degli Englaro e la realtà di
Eluana, dall'altra chi spinge perché si faccia "tutto il possibile".
E ieri a Tondo è stato detto da Maurizio Sacconi di tentare l'intervento della
Regione per sospendere il protocollo. Stesso suggerimento da parte di Brunetta,
che teme la sconfitta, che si tramuterebbe nelle limitazioni del potere di un
governo sempre più deciso a sconfinare, ad allargarsi, ad esautorare sempre un
po' di più il parlamento "troppo lento". Questa esigenza è arrivata
sia al presidente del Senato Renato Schifani, sia al presidente della Camera
Fini. Entrambi hanno assicurato che "si potrebbe arrivare alla legge anche
martedì sera". Un uno-due di potenza impressionante. Bisogna serrare i
tempi e i ranghi, quindi "Inventatevi una cosa qualsiasi per sospendere la
nutrizione. Dobbiamo agire o attraverso la Procura o attraverso la
Regione" è stata la mission affidata soprattutto da Maurizio Sacconi a chi
poteva. Per la Procura è dunque partito il rapporto dei Nas, per la Regione ci
si è affidati a Wladimir Kosic, l'assessore Regionale alla Sanità. A proposito
del suo attivismo in questi giorni, circola a Udine una battuta cinematografica:
"Ho visto Kosic che voi umani non potete nemmeno immaginare". Ma
Kosic, anche se aveva tutte le intenzioni e anche l'intima convinzione di
"non far applicare il protocollo a Eluana", è
rimasto impelagato nella stessa burocrazia sanitaria, mentre i rapporti tra lui e Tondo (che l'aveva
voluto, sconsigliato dal resto del pdl) si sono guastati, forse per sempre.
Alla politica romana, soprattutto a quella parte che s'è impegnata in una lotta
contro il tempo, importa poco degli strascichi locali: "Dobbiamo sbrigarci
a fare qualche cosa. Quando si supera una certa soglia - ha spiegato
Sacconi - ridare l'alimentazione accelera la morte", si ottiene cioè
l'effetto contrario riattaccando il sacco della nutrizione al sondino.
Berlusconi ormai s'è impegnato in questa battaglia, ma i suoi fedelissimi sanno
che gli ronza in un angolo del cervello anche un altro nome: Ferruccio Fazio.
Ai più forse dirà poco, ma è un sottosegretario, un medico oncologo di
prestigio internazionale, l'uomo che ha suggerito all'ospedale San Raffaele di
Milano di acquistare una macchina costosissima per la radioterapia che riduce i
tempi del "bombardamento" e aumenta le possibilità di
"centrare" le cellule guaste. E, sotto Natale, in una cena di medici
era arrivato a sorpresa il premier, dicendo: "Ecco il mio amico Fazio, il
nuovo ministro della Salute". Perché erano queste le intenzioni di
Berlusconi. Da un lato s'è accorto che mettere insieme Welfare, Salute e Lavoro
e affidare tutto questo a Sacconi e all'attivismo di Eugenia Roccella è stato
un po' eccessivo. Dall'altro, voleva spendere le competenze del medico dal
brillante curriculum nel suo governo. Invece oggi si trova senza Fazio e con
Eluana e con due rami del parlamento da far correre ventre a terra. (9 febbraio
2009
( da "Repubblica, La" del 09-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 3 - Cronaca
Il retroscena Il no del governatore a Berlusconi "Io l´ho vista, Englaro
ha ragione" Gli è stato chiesto l´intervento della Regione per sospendere
le procedure C´è stata una riunione ristretta con Matteoli, Brunetta, Sacconi,
Tondo e il premier PIERO COLAPRICO DAL NOSTRO INVIATO UDINE - Silvio Berlusconi
sa che sta camminando su un terreno minato e chi può l´avvisa. Ieri, anche se
sembra paradossale, è stato Renzo Tondo a provarci, a Mestre. C´è stata una
riunione ristretta, con Altero Matteoli, uno dei colonnelli di An pronto a
tradire Gianfranco Fini considerato ormai «troppo laico», i ministri ex
socialisti Renato Brunetta e Maurizio Sacconi e, appunto, il premier e il
governatore friulano. Erano tutti insieme all´inaugurazione del "Passante",
opera quasi biblica, molto importante per il Nord Est, ma a margine hanno
parlato di Eluana Englaro. A Tondo è stato chiesto di bloccare la clinica che
ospita Eluana, ma, a sorpresa, Tondo ha spiegato: «Presidente, io l´ho vista
dopo Natale, guarda che è messa molto male. Non sono vere le notizie che
girano, ti fanno dire cose sbagliate. Al posto del padre, avrei fatto
esattamente lo stesso». Non è l´unico che, in questi giorni, ha fatto piovere
su Silvio Berlusconi una versione corretta della situazione di Eluana, in stato
vegetativo da diciassette anni e tre settimane, arrivata ormai al terzo giorno
di zero nutrizione, sotto sedativi, ricoverata alla casa di cura «La quiete».
Non sempre Berlusconi ci vuole credere: «Ma mi hanno detto che sta bene?».
Eppure, avrebbe dovuto ascoltare quante volte è stato citato ieri dai fedeli
davanti alla chiesa della Madonna delle Grazie: «Era qua a due passi, ma perché
non è venuto a vedere? Il papà l´ha invitato e lui non viene?», protestava a
voce alta una signora. Lo schema «noi stiamo con la vita, gli altri con la
morte» non regge sino in fondo e per questo sul premier c´è un doppio pressing.
Da un lato chi gli ricorda le ragioni degli Englaro e la realtà di Eluana,
dall´altra chi spinge perché si faccia «tutto il possibile». E ieri a Tondo è
stato detto da Maurizio Sacconi di tentare l´intervento della Regione per
sospendere il protocollo. Stesso suggerimento da parte di Brunetta, che teme la
sconfitta, che si tramuterebbe nelle limitazioni del potere di un governo
sempre più deciso a sconfinare, ad allargarsi, ad esautorare sempre un po´ di
più il parlamento «troppo lento». Questa esigenza è arrivata sia al presidente
del Senato Renato Schifani, sia al presidente della Camera Fini. Entrambi hanno
assicurato che «si potrebbe arrivare alla legge anche martedì sera». Un uno-due
di potenza impressionante. Bisogna serrare i tempi e i ranghi, quindi
«Inventatevi una cosa qualsiasi per sospendere la nutrizione. Dobbiamo agire o
attraverso la Procura o attraverso la Regione» è stata la mission affidata
soprattutto da Maurizio Sacconi a chi poteva. Per la Procura è dunque partito
il rapporto dei Nas, per la Regione ci si è affidati a Wladimir Kosic,
l´assessore Regionale alla Sanità. A proposito del suo attivismo in questi
giorni, circola a Udine una battuta cinematografica: «Ho visto Kosic che voi
umani non potete nemmeno immaginare». Ma Kosic, anche se aveva tutte le
intenzioni e anche l´intima convinzione di «non far applicare il protocollo a
Eluana», è rimasto impelagato nella stessa burocrazia sanitaria, mentre i rapporti
tra lui e Tondo (che l´aveva voluto, sconsigliato dal resto del pdl) si sono
guastati, forse per sempre. Alla politica romana, soprattutto a quella parte
che s´è impegnata in una lotta contro il tempo, importa poco degli strascichi
locali: «Dobbiamo sbrigarci a fare qualche cosa. Quando si supera una
certa soglia - ha spiegato Sacconi - ridare l´alimentazione accelera la morte»,
si ottiene cioè l´effetto contrario riattaccando il sacco della nutrizione al
sondino. Berlusconi ormai s´è impegnato in questa battaglia, ma i suoi
fedelissimi sanno che gli ronza in un angolo del cervello anche un altro nome:
Ferruccio Fazio. Ai più forse dirà poco, ma è un sottosegretario, un medico
oncologo di prestigio internazionale, l´uomo che ha suggerito all´ospedale San
Raffaele di Milano di acquistare una macchina costosissima per la radioterapia
che riduce i tempi del «bombardamento» e aumenta le possibilità di «centrare»
le cellule guaste. E, sotto Natale, in una cena di medici era arrivato a
sorpresa il premier, dicendo: «Ecco il mio amico Fazio, il nuovo ministro della
Salute». Perché erano queste le intenzioni di Berlusconi. Da un lato s´è
accorto che mettere insieme Welfare, Salute e Lavoro e affidare tutto questo a
Sacconi e all´attivismo di Eugenia Roccella è stato un po´ eccessivo.
Dall´altro, voleva spendere le competenze del medico dal brillante curriculum
nel suo governo. Invece oggi si trova senza Fazio e con Eluana e con due rami
del parlamento da far correre ventre a terra.
( da "Repubblica, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina I - Napoli Il
Comune annuncia ricorso al Consiglio di Stato. La Camera di commercio denuncia
i progetti fermi Bagnoli, ancora uno stop Bloccato dal Tar il piano
urbanistico, cantieri a rischio Il Tar della Campania blocca il piano
urbanistico esecutivo di Bagnoli. A rischio i grandi cantieri per la Porta del
Parco, il Parco dello Sport, l´acquario tematico e il primo lotto della strada.
Ed è di nuovo scontro tra Soprintendenza e Comune. Infatti i giudici
amministrativi, partendo dal ricorso di un singolo cittadino, bloccano le
delibere comunali sul Pue di Bagnoli, ritenendo fondamentale il parere negativo
della Soprintendenza. Palazzo San Giacomo annuncia: «Faremo ricorso al
Consiglio di Stato». Intanto il presidente della Camera di commercio Gaetano
Cola denuncia i progetti fermi: «Un esempio sono i due porti turistici, uno al
Molosiglio e l´altro a Bagnoli. Sono due anni che cerchiamo
di realizzare qualcosa e invece una volta la Soprintendenza dice che non
possiamo, un´altra volta è la burocrazia e non si fa la gara d´appalto in tempo utile, poi mancano i permessi».
PATRIZIA CAPUA CRISTINA ZAGARIA A PAGINA III
( da "Repubblica, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina III - Napoli
La polemica Il presidente della Camera di commercio Gaetano Cola: burocrazia nemica dello sviluppo
"In attesa delle autorizzazioni progetti fermi per 800 milioni" Irap,
inefficienze, accesso al credito: rischia di chiudere il 40 per cento delle
piccole e medie imprese PATRIZIA CAPUA «La Camera di commercio propone sempre
numerose iniziative, però ci accorgiamo di essere in continua difficoltà per i
vincoli burocratici. Un esempio sono i due porti turistici, uno al
Molosiglio e l´altro a Bagnoli. Saranno due anni che cerchiamo di realizzare
qualcosa e invece una volta la Soprintendenza dice che non possiamo, un´altra
volta è la burocrazia e non si fa la gara d´appalto in
tempo utile, poi mancano i via libera. Per le stesse cose, altrove si muovono
con grande disinvoltura mentre qui è tutto lentissimo». E la lentezza ferma
progetti per 800 milioni. C´è preoccupazione nell´invettiva di Gaetano Cola,
presidente della Camera di commercio di Napoli. A distanza gli risponde Andrea
Cozzolino. L´assessore regionale alle Attività produttive sottolinea che su
Bagnoli c´è una manifestazione di interesse, «che io ho lanciato - ha detto -
sono andato anche a Milano e Torino per raccogliere suggerimenti dalle imprese.
Il 30 aprile ci saranno gli esiti di questo invito alla manifestazione di
interesse». Cola ha parlato a margine del convegno dal titolo "Diamo
fiducia al Mezzogiorno, una risorsa per tutto il Paese", organizzato da
Unimpresa, col presidente nazionale Paolo Longobardi, sul tema dello sviluppo e
del rilancio del Mezzogiorno e per presentare il codice antiracket e
antiriciclaggio, che impegna le aziende ad assumere impegni nel rispetto di
regole di legalità. Convegno peraltro disertato da parecchi invitati tra cui
Cristiana Coppola, vice presidente di Confindustria per il Mezzogiorno. «Sono
quasi 100 mila le imprese di Napoli a rischio fallimento», è l´allarme di Cola.
Burocrazia e inefficienze stanno condannando all´estinzione una parte
consistente del tessuto produttivo campano. «Alla Camera di commercio di Napoli
sono iscritte 250 mila aziende - ha detto il presidente - il 94 per cento sono
medie e piccole, non tutte di produzione beninteso, di queste il 30-40 per
cento rischia di chiudere». Una somma di cause: costo dell´energia elettrica,
Irap, accise, difficoltà di accesso al credito, inefficienza delle
infrastrutture, scarsità dei servizi che frenano le piccole e medie imprese non
competitive e fanno lievitare i costi di gestione. In altre parole: scarsa
competitività e alti costi di gestione. Anche su questo ha risposto, in serata,
Cozzolino. «Noi non possiamo fare granché. Ho già proposto agli enti camerali
della Campania di creare degli sportelli unici presso di loro per la
dichiarazione di apertura di attività. Possiamo dargli delle risorse se lo
fanno. Ci sono 552 comuni nella regione, pensate che semplificazione se ci
fosse soltanto uno sportello per provincia». Attività e progetti sono fermi al
palo. «Si potrebbero investire, anche con l´apporto di capitali privati, fino a
800 milioni di euro in progetti per Napoli e la Campania, ma non riusciamo ad
andare avanti e sono di fatto bloccati. Siamo sempre in attesa di permessi e
autorizzazioni». Lo stesso vale per la realizzazione di parcheggi in città e
anche per interventi nel settore dei rifiuti. «Per i parcheggi, sono già pronti
e presentati gli studi di fattibilità e anche in questo caso ancora un nulla di
fatto. Al sindaco Iervolino non sono stati rinnovati i poteri speciali per il
traffico e la viabilità e i bandi non partono, dobbiamo aspettare», protesta
ancora Cola. è ripreso, intanto, il lavoro fino a venerdì mattina alla Fiat di
Pomigliano d´Arco, per il recupero della settimana di produzione che aveva
subito uno stop a causa dello sciopero all´Asm di Avellino. Le Rsu hanno
fissato un´assemblea per domani. «Proporremo - dice Gerardo Giannone, della
Fim-Cisl - un incontro con Fiat, indotto, rappresentanze istituzionali,
sindaci, parlamentari». Fiom, Fim e Uilm hanno chiesto un incontro urgente con
la Fiat perché il 2 marzo scadranno 40 contratti a termine della società
satellite Heandling.
( da "Stampa, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
COMUNE PER IL
DISBRIGO DELLE PRATICHE Arriva nella Città Alta il nuovo Ufficio tecnico Un
Ufficio tecnico a Ventimiglia Alta, per dare informazioni, per disegnare i
progetti, per occuparsi delle Dia (dichiarazioni di inizio attività), per
portare avanti i contatti con la Sovrintendenza, per mettere d'accordo i vari
proprietari che risiedono nello stesso edificio. Il Comune, su impulso del
sindaco Gaetano Scullino, dopo aver concesso la settimana scorsa proroghe, anche
consistenti, per consentire a tutti di dare corso alle ordinanze emesse che
impongono il ripristino delle facciate del paese vecchio, ora istituisce anche
questo ufficio. Che sarà aperto dalla prossima settimana, per venire incontro
alle esigenze di lavoro degli abitanti della Città alta, tutti i pomeriggi,
compreso il fine settimana, il sabato pomeriggio e la domenica mattina. Giorno
di chiusura sarà il lunedì. «Abbiamo compreso le difficoltà di tante persone
che hanno intenzione di eseguire le ordinanze di
rifacimento delle facciate - spiega Scullino - ma che non sanno districarsi
nella burocrazia. Chi vorrà
potrà rivolgersi a propri tecnici di fiducia, ma per tutti saranno a
disposizione due geometri della cooperativa Neopolis per tutte le fasi dei lavori».
Il Comune investe nel servizio,installato nella biblioteca Aprosiana, 30 mila
euro. \
( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI data: 2009-02-08 - pag: 8 autore: LA MANO VISIBILE ... Avanti
chi ha il coraggio di fare riforme di Alessandro De Nicola «L a verità mi fa
male lo sai» cantava Caterina Caselli negli anni del boom. E la verità può
essere dolorosa specie quando ci viene detta da un amico che sappiamo essere
ben disposto verso di noi. E così, sentirsi ricordare in modo per niente
diplomatico dall'ambasciatore americano uscente, Richard Spogli, che l'Italia è
un Paese in declino, non può farci piacere. Però se sentiamo le motivazioni
addotte da Spogli queste non possono che suonarci familiari. Secondo il suo
giudizio il Belpaese ha problemi strutturali di lungo periodo ben più gravi
dell'attuale recessione e questi sono la burocrazia pesante, il mercato del lavoro rigido, la criminalità
organizzata, la corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di
meritocrazia e un sistema di istruzione che non risponde alle esigenze del XXI
secolo. Perché, si è chiesto il diplomatico, il Paese non reagisce quando si
vede scivolare sempre più in basso nelle classifiche della competitività
mondiale o non fa qualcosa davanti alla "tragedia nazionale"
che non ci sia una sola università italiana ai primi posti delle valutazioni
internazionali? Non ci sono forse note queste disfunzioni? Si certamente, a
parole in molti le notano: ma tanto per rendere più esplicita la situazione,
non erano passate nemmeno 24 ore ed ecco apparire il rapporto del Fondo
monetario internazionale sull'Italia. Anche qui, buio pesto. Gli esperti
dell'Fmi ritengono che la capacità di riprendersi dalla recessione del nostro
Paese sarà ostacolata da «rigidità nei mercati del lavoro e dei prodotti, una
mancanza di concorrenza interna, la lentezza nei processi di ristrutturazione e
lo stato delle finanze pubbliche».Il guaio maggiore dell'Italia è il suo
ininterrotto declino di produttività e il sistema di regolamentazione
eccessivo. Maggiori sforzi dovrebbero essere perciò compiuti nella direzione delle
liberalizzazioni. Insomma, non c'è da stare allegri e se vediamo indicatori
quali la crescita del Pil o la quota di esportazioni italiane nel commercio
internazionale, non c'è dubbio che negli ultimi 20 anni l'Italia ha dimostrato
di essere una nazione, per l'appunto, in declino. Tuttavia nel dibattito
pubblico questa constatazione è proibita. Naturalmente non lo ammette il
Governo in carica. L'opposizione, pur addebitando tutti i mali del mondo
all'Esecutivo,non osa pronunciare la parola. Imprenditori, sindacati e banche,
per motivi diversi, girano attorno al concetto. Questa mancanza di candore non
è senza conseguenze: si parla di riforma della scuola e in realtà si litiga su
cose secondarie come l'orario o il maestro unico (buona cosa su cui alla fine il
Governo ha fatto marcia indietro!); l'università langue in uno stato
deplorevole; dell'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non
se ne accenna più; la riforma della giustizia riguarda tutto eccetto
l'efficienza e il ministero dell'Economia ha detto agli ispettori del Fondo che
non c'è necessità di accelerare le riforme strutturali, benché per il 2009 si
preveda che la spesa pubblica raggiungerà il 51%, record dei tempi recenti. E
invece, proprio in un momento di grande crisi come questo, bisognerebbe trovare
il coraggio di fare appello al Paese e dalla disgrazia della recessione uscire
depurati dalle tossine per affrontare la competizione internazionale. Ma si
sa,della canzone dellaCaselli la nostra classe politica preferisce l'incipit: «Nessuno
mi può giudicare, nemmeno tu...». adenicola@adamsmith.it GIUDIZI SEVERI
L'ambasciatore Spogli parla di un rischio declino perché il Paese è troppo
rigido
( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
n. 35 del 2009-02-10
pagina 0 I professori vogliono fare carriera e bocciano il sindacato di
Francesca Angeli Una ricerca commissionata dall'Associazione Nazionale Presidi
mette in luce il desiderio di cambiamento dei docenti italiani che rivendicano
aumenti di stipendio legati al merito e si dicono delusi dalla loro
rappresentanza. Roma. Vogliono che la loro carriera sia legata al merito ed
all'impegno e hanno sempre meno fiducia nel sindacato. Sono questi i risultati
di un'indagine sul mondo della scuola condotta dall'Associazione nazionale
presidi (Anp). La ricerca, curata da Nomisma, ha coinvolto 5.101 docenti della
scuola pubblica italiana di ogni ordine e grado e ha interessato 850 istituti
scolastici selezionati con l'obbiettivo di capire meglio che cosa pensano i
docenti italiani della scuola, del proprio lavoro, e di chi li rappresenta.
Giorgio Rembado, presidente dell'Anp, osserva come l'indagine metta in luce
aspetti meno noti. «C'è uno stereotipo del professore sempre meno positivo
negli anni, come dimostra anche la cronaca. -spiega Rembado-Questa indagine ha
però messo in evidenza come i docenti siano in realtà diversi da come li si
dipinge e come da parte loro ci sia una dichiarata disponibilità al
cambiamento». Dunque i professori dicono sì alla carriera e al merito e si
dichiarano insoddisfatti dell'azione sindacale. Il 66 per cento degli
insegnanti si dice favorevole all'introduzione di una valutazione della
carriera basata sul merito e il 57 è convinto della necessità di una
differenziazione retributiva. Per la prima volta sullo stato del nostro sistema
di istruzione, sembra emergere con chiarezza il livello di consapevolezza dei
docenti sulla necessità di avviare un'importante stagione di riforme. Secondo
l'indagine, sono tre gli interventi ritenuti più urgenti dai docenti per il
nostro sistema scolastico: la riorganizzazione degli ordinamenti (30 per
cento), piena attuazione dell'autonomia scolastica (25) e valutazione nazionale
delle scuole (20). I tre provvedimenti rappresentano per i docenti anche una
risposta al superamento delle disparità territoriali e all'abbattimento degli
insuccessi, offrendo la massima disponibilità a mettersi in gioco, non solo
innovando strumenti e metodologie didattiche ma anche guardando con interesse
all'esperienza degli altri paesi. Circa il 40 per cento dei docenti individua
nel confronto con i modelli di scuola internazionale una risorsa per la futura
evoluzione della scuola italiana. I professori poi sono delusi dalla loro
rappresentanza. Il 49 per cento ritiene che i sindacati della scuola abbiano
una posizione debole nel promuovere con efficacia le innovazioni professionali.
Il 55,4 ritiene che rispetto alle battaglie degli ultimi anni i sindacati della
scuola non abbiano ottenuto risultati significativi e l'86,5 dei docenti
ritiene sia necessario un nuovo modello di rappresentanza. Ad un possibile
nuovo organismo di rappresentanza i professori italiani chiedono servizi di
formazione professionale (54) e informazione (48,8). Molto sentito il problema
del ruolo. La metà degli interpellati chiede il recupero di un ruolo sociale di
primo piano, che sia strettamente legato alla valorizzazione della professione
e che ovviamente non può prescindere da un maggiore riconoscimento economico. Quasi la metà dei docenti infatti vede nell'aumento di stipendio
la maggiore aspettativa per il futuro. Anche lo snellimento della burocrazia è per il 58,4 per cento degli
intervistati una speranza per il futuro. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Stampa, La" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
"Le frane hanno
interrotto la nostra vita quotidiana" Alto rischio. Sono 38 gli
smottamenti da bollino rosso contati nell'Astigiano Di questi 26 tra valle
Belbo e Langa L'esperto. Si può fare poco, ma dopo l'alluvione c'è più
attenzione anche da parte dei Comuni A Portacomaro otto famiglie isolate La
solidarietà tra vicini di casa FIAMMETTA MUSSIO ELISA SCHIFFO Le frane
modificano anche la vita quotidiana: accade a Portacomaro e a Vinchio, dove un
gruppo di famiglie sono rimaste isolate. Da sabato lo sono otto cascine nella
piccola borgata di Castellazzo, a Portacomaro. Dalla collina si sono staccati
decine di metri cubi di tufo e hanno bloccato la strada comunale che collega la
frazione con il paese. La frana si è inghiottita anche metà del cortile della famiglia
Margarino. Ieri, la terra è stata rimossa, ma il sindaco Idalo Raso non ha
ritirato l'ordinanza di chiusura. Il rischio è troppo alto: non si può passare
né in auto, né a piedi. Occorrerà prima mettere in sicurezza la scarpata. E gli
abitanti (sono circa una ventina) fanno i conti con i disagi quotidiani di
accompagnare i figli a scuola, fare la spesa, andare al lavoro. Così Maria
Stabile anche oggi percorrerà a piedi il piccolo sentiero per raggiungere
l'auto e accompagnare la sua bimba all'asilo: «Pensavamo che una volta pulita
la strada riprendesse la vita normale - racconta - invece abbiamo trovato
l'ordinanza del sindaco appesa alla porta. Speriamo sia questione di pochi
giorni, altrimenti ci toccherà comprare un paio di ali». Tutti però, la prendono
con filosofia: ci saranno le scomodità, ma siamo in un piccolo borgo e i vicini
sono solidali. Flavio Reita ha trasformato il suo cortile in un parcheggio, in
modo che gli «isolati» possano lasciare lì auto e furgoni. E il vicinato si è
anche dato da fare per spostare la legnaia della famiglia Margarino che
rischiava di cadere a valle. Dal Comune, intanto, si cerca di accorciare i
tempi, ma c'è di mezzo la burocrazia. «Provvederemo al più presto - promette il sindaco - a sistemare
strada e scarpata: abbiamo già contattato la ditta che farà i lavori. Dovrebbe
cominciare tra oggi e domani». Altra situazione grave a Noche di Vinchio, con
cinque famiglie rimaste isolate dal concentrico, che ancor oggi si trovano a
fare i conti con strada franata e non più percorribile nemmeno a piedi.
Tra i più penalizzati Dante Lazzarino, 82 anni: «La frana mi ha portato via
trenta metri di cortile e non posso più entrare in casa. Sono costretto a
vivere da mia sorella Dovilia, anche lei "prigioniera" in una cascina
vicina alla mia». Ma c'è anche il caso di Giovanni Petrini, 70 anni,
dializzato, che per tre volte la settimana deve arrivare a Canelli per curarsi:
«Sono costretto a fare lunghi giri a piedi perché l'ambulanza si ferma nel
centro di Noche. E così mia moglie che ogni giovedì deve fare terapie in
ospedale». Anche a Vaglio Serra non mancano i problemi: i residenti sono ancora
in attesa di vedere riaperta la strada che li collega a Nizza, come sottolinea
il presidente della Pro loco Matteo Berruti: «Sono due mesi di peripezie, lungo
la strada della Valsarmassa stretta e buia, che devo percorrere almeno quattro
volte al giorno per portare i figli a scuola». Disagi anche per chi abita ai
Sabbionassi di Costigliole, ultimi colpiti dagli smottamenti in ordine di
tempo: «Per raggiungere il centro - spiega Giancarlo Garbin, ex maresciallo dei
carabinieri - dobbiamo passare o da strada Burio o dalla Madonnina. Tutte
stradine di campagna strette e tortuose».
( da "Repubblica, La" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VIII - Torino
Il nuovo Ikea "ostaggio" dell´Anas Svincoli in alto mare, l´Ativa da un anno aspetta risposte da Roma Ossola: "Esempio
di bieca burocrazia"
L´azienda svedese: no comment MILENA VERCELLINO Mentre proseguono i lavori per
il nuovo punto vendita Ikea di Collegno, una cattedrale dell´arredamento
low-cost da 30mila metri quadri, la più grande d´Italia, s´incagliano nelle
strettoie della burocrazia
i lavori per l´accesso all´area. La querelle riguarda la costruzione, in
corrispondenza dell´uscita verso il complesso Ikea, di una rotatoria sulla
strada 24, strada gestita dal 2001 dalla Provincia. L´ente locale, però, non ha
in questo caso competenze dirette: «Il cantiere della rotatoria è portato
avanti da Ikea che detrae la spesa dagli oneri di urbanizzazione, per effetto
di una convenzione fatta con il Comune di Collegno», spiega il presidente della
Provincia Antonio Saitta. E qui il quadro si fa più ampio: i lavori interessano
infatti alcune aree di proprietà dell´Anas gestite da Ativa, concessionaria di
Anas che gestisce il tratto dell´autostrada A5 che attraversa la zona. Ed è
proprio nei rapporti tra Ativa e Anas che si innesta il problema. Come
richiesto per il proseguimento del cantiere, un anno fa Ativa ha consegnato ad
Anas la documentazione necessaria esprimendo un parere positivo riguardo
all´autorizzazione dei lavori, che prevedono lo spostamento dei bracci di
collegamento all´area. I documenti sono però passati per le vie tortuose della burocrazia: le carte sono state infatti inoltrate alla sede
centrale di Anas a Roma attraverso gli uffici di Genova. A quella richiesta,
spiega il presidente di Ativa Giovanni Ossola, «non c´è stata risposta, poi due
mesi fa l´Anas si è svegliata ed ha chiesto documentazione aggiuntiva, e due
settimane fa ci sono arrivate altre tre pagine di richieste». Ativa respinge
ogni responsabilità per il ritardo nell´ottenimento dei permessi e punta il
dito contro l´Anas: «Abbiamo presentato tutti i documenti richiesti da Anas con
una pignoleria mai vista. Normalmente le pratiche vengono esaminate nel giro di
qualche mese» continua Ossola, che spiega così le lungaggini in cui è
impigliata la prosecuzione dei lavori: «è una manifestazione della burocrazia più bieca da parte di Anas». Per sbloccare la
situazione, suggerisce, «si devono muovere Saitta e il Comune di Collegno per
fare pressione politica su Anas, perché noi quello che dovevamo fare l´abbiamo
fatto. E del resto si tratta di una vicenda totalmente marginale rispetto alla
gestione della tangenziale, che è invece di nostra competenza». Resta però la
preoccupazione che il groviglio burocratico che sta rallentando i lavori per la
costruzione degli accessi possa avere ripercussioni di maggiore portata. Il
diretto interessato, Ikea, oppone un "no comment" alle domande su un
possibile slittamento nell´apertura del punto vendita (che, tra l´altro, comprenderà
anche una mega serra: piante e fiori rientrano nel target del cliente tipo),
precisando che «non si può parlare di ritardo visto che non è mai stata fissata
una data. Abbiamo ipotizzato diverse scadenze. Probabilmente apriremo prima
dell´estate e ci auguriamo che il punto vendita di Collegno compaia nel nuovo
catalogo che sarà distribuito a fine agosto, all´inizio dell´anno Ikea», spiega
una fonte aziendale. SEGUE A PAGINA V
( da "Repubblica, La" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Palermo
Lombardo sfida gli alleati: decido io Battuto in commissione, il presidente
verso la nomina di nuovi direttori Lo scontro sulla sanità Il governatore pronto a varare una rotazione nella burocrazia senza consultarsi EMANUELE
LAURIA Arrivata priva di intesa a Palazzo dei Normanni, la maggioranza si
divide sulla riforma della sanità. E la seduta fiume della commissione si è
risolta con un nulla di fatto e l´ennesimo rinvio, mentre sul parlamento
siciliano continua a volteggiare l´ombra del commissario inviato da Roma.
Il governatore Raffaele Lombardo, irritato per i ritardi, decide di dare un
segnale agli alleati riunendo la giunta in serata per approvare, in un clima
tesissimo e senza una consultazione preventiva con i leader dei partiti della
coalizione, le nomine dei dirigenti generali. La commissione Sanità esamina in
mattinata il testo del governo, che prevede la riduzione da
( da "Unita, L'" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Tremonti «difende» il
lavoro ma si limita alle parole Per il ministro dell'Economia è «ragionevole»
vincolare al mantenimento dell'occupazione gli aiuti di stato ai diversi
settori produttivi. Intanto l'Unione europea si mobilita contro il
neo-protezionismo. L'Unione europea si mobilita contro il neo-protezionismo. È
questo il primo obiettivo del vertice straordinario dei Capi di Stato e di
Governo dei Ventisette, convocato per fine mese dalla Presidenza Ceca di turno
dell'Ue, su richiesta di Francia e Germania. L'incontro servirà a «dire no al
protezionismo», ha sottolineato ieri il ministro delle finanze ceco Miroslav
Kalousek, nella riunione Ecofin a Bruxelles con i colleghi europei. Sul
problema dei titoli tossici si è ribadita l'importanza di «un approccio
coordinato», che non escluderà l'utilizzo di "bad bank" per ripulire
i mercati. Ma ora nel mirino di Praga ci sono gli aiuti all'industria dell'auto
francese annunciati lunedì da Sarkozy, condizionati al mantenimento di
occupazione e investimenti in Francia proprio per evitare delocalizzazioni in
Repubblica Ceca. Contro il piano di aiuti francese ieri si è mosso anche il
commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, che ha scritto a Parigi per
chiedere maggiori dettagli. Eventuali «indicazioni che i fabbricanti di auto sarebbero
obbligati a mantenere i centri di produzione in Francia», ha spiegato il
portavoce della Kroes, Jonathan Todd, «renderebbero gli aiuti illegali» secondo
le normative comunitarie. AIUTI PUBBLICI Il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti ha osservato che ormai in Europa le iniziative «in deroga al
meccanismo di mercato che vieta gli aiuti di Stato si stanno moltiplicando». Ma
secondo il titolare di via XX Settembre «collegare gli aiuti a protocolli
sull'occupazione e alla conservazione di alcune strutture industriali» è «molto
ragionevole e molto compatibile con la nostra politica e gli orientamenti
europei». Del resto, ha continuato, «che uno debba costruire gli aiuti di
Stato, che sono l'opposto del mercatismo, in termini mercatisti mi sembra un po'
troppo». marcia indietro Ma, incalzato sul piano Sarkozy, Tremonti ha fatto
marcia indietro: «Non ho fatto l'apologia del provvedimento francese dell'auto»
perché «c'è modo e modo per collegare aiuti e occupazione». Anzi, il ministro
delle fine del liberismo, il difensore dei dazi anti-cinesi, si è spinto oltre
e ha affermato: «Io non sono mica protezionista. L'unico protezionismo che
considero giusto è proteggerci dalla burocrazia» anzi, ha aggiunto
candidamente, «ho sempre detto che dobbiamo proteggerci da noi stessi, non dai
cinesi». tutele Del resto al titolare del Tesoro oggi riesce difficile
continuare a difendere la bontà dei dazi mentre il suo sottosegretario al
Commercio Adolfo Urso continua a scrivere richieste di aiuto all'Ue contro il
pericolo di dazi americani sull'acciaio e per le acque minerali
italiane. Per non parlare del rischio di rimanere stritolati in un gioco al
rilancio dove l'Italia non ha soldi in cassa per rilanciare. In effetti, ha
ammesso Tremonti a proposito del piano francese, se il modo di aiutare
l'industria nazionale «è un modo aggressivo probabilmente questo non è
compatibile con gli interessi dell'Europa e neanche dell'Italia che alla fine
esporta pure lei». MARCO MONGIELLO BRUXELLES economia@unita.it
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione:
SYSTEM data: 2009-02-11 - pag: 8 autore: Finanziaria. Approvata in Giunta una
manovra 2009 che stanzia oltre 850 milioni per imprese e lavoratori Trento vara
lo scudo anti-crisi In cantiere opere pubbliche per 482 milioni - Parti sociali
soddisfatte Rudy Gaddo TRENTO La Provincia di Trento non si tira indietro e spinge
sulla leva dell'intervento pubblico per combattere la congiuntura economica
negativa, dedicando alla manovra anti-crisi poco meno di un quinto delle
risorse della Finanziaria 2009. Sul tavolo 850 milioni rispetto a un bilancio
che pareggia a 4.465 milioni: non pochi, specie quando 11 dei 67 articoli del
disegno di legge varato dalla Giunta Dellai –e nelle prossime settimane al
vaglio del consiglio provinciale – sono dedicati a provvedimenti studiati per
ridare slancio a imprese e lavoratori. Nell'articolato di piazza Dante c'è di
tutto: dalla possibilità di erogare aiuti diretti fino a 500mila euro per
impresa, alla riduzione al 2,98% dell'Irap. Da ulteriori integrazioni ai fondi
rischi degli enti di garanzia alla creazione di un reddito minimo per le fasce
sociali più deboli, con tanto di tariffe bloccate per un anno. Ci sono persino
482 milioni di investimenti straordinari in opere pubbliche, programmati
privilegiando l'attivazione di quelle di immediata "cantierabilità" e
con maggior potenziale di ricaduta sulle aziende locali. «La manovra
anti-congiunturale nonpuò che essere giudicata in modo assolutamente positivo –
sintetizza Dario Denicolò, presidente provinciale dell'Associazione artigiani
–. Ci sono, ad esempio, gli aiuti ai consorzi fidi per sostenere il credito
alle imprese. Ma sono anche sanciti chiaramente principi di snellimento nella burocrazia legata agli appalti che porteranno benefici alle
imprese locali, proprio come l'imminente apertura di nuovi cantieri per opere
pubbliche». «Il piano è ottimo – si sbilancia Lorenzo Pomini, neo-segretario
della Cisl del Trentino –. La manovra della Giunta, d'altronde, rispecchia in
ogni suo punto le richieste dei sindacati. Specie per quanto concerne i
finanziamenti per i sussidi legati all'emergenza occupazionale e i nuovi
progetti di politica del lavoro». Le parti sociali sono state accontentate
anche nel mancato recepimento della richiesta di Confindustria Trento, che
aveva proposto di spostare l'8%-10% del costo del trattamento di Cig dai
bilanci delle aziende a quelle della Provincia. «In realtà – spiega Fabio
Ramus, direttore di Confindustria – la nostra proposta non era stata capita dai
sindacati. Comunque la Giunta ne ha inteso lo spirito, prevedendo la
possibilità di concedere aiuti in regime di de minimis alle grandi aziende
(leggi multinazionali con testa fuori dal Trentino, ndr) prontea prendere
impegni che le radichino sul territorio». Anche da Palazzo Stella, insomma,
arriva ampio consenso al piano. «Il quale – continua Ramus – viene incontro anche
alle difficoltà dell'autotrasporto incentivando rottamazioni, fusioni e
ristrutturazioni aziendali con possibilità di sostenere mutui fino a 2 milioni
ad impresa». Qualche aspetto da affinare, però, resta. «Confindustria –
conclude Ramus – non ritiene ad esempio che questo sia il momento giusto per
creare una Agenzia per l'incentivazione, come invece ipotizzato dalla Giunta».
«La manovra è un primo, importante passo per uscire dalle secche – sostiene
Ruggero Purin, segretario della Cgil trentina –. Ora però bisogna entrare nello
specifico, dando sostanza alla concertazione e prestando attenzione alla tutela
dei lavoratori e alla tenuta occupazionale ». Più specifiche le osservazioni di
Paolo Morolli, dell'Unione commercio e turismo. «Data una valutazione
assolutamente positiva al piano, crediamo sia il caso di ragionare su aspetti
ulteriori. In particolare – chiarisce Morolli – ci sarebbe bisogno di estendere
la cassa integrazione straordinaria anche alle imprese con meno di 50 addetti
che sono il cuore del tessuto commerciale locale».
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Est sezione:
SYSTEM data: 2009-02-11 - pag: 6 autore: Associazioni di categoria a sostegno
di 140 lavoratori autonomi Stranieri a scuola di burocrazia
VENEZIA Quelli di nazionalità marocchina sono più attivi nel commercio – come i
bengalesi, i nigeriani e i senegalesi –ma anche nelle costruzioni e nei
trasporti; in quest'ultimo settore troviamo pure la maggior parte di serbi,
albanesi, macedoni, bosniaci e tunisini, mentre i cinesi eccellono nel tessile
e nell'abbigliamento, nonché nella ristorazione. Sono gli stranieri in Veneto,
che da "nuovi cittadini" sono diventati "nuovi
imprenditori". Per loro, la Regione – assieme a Confartigianato,
Confcommercio, Cna, Federclaai, Casartigiani, Confesercenti e Coldiretti
–finanzia con 70mila euro un'iniziativa di formazione sperimentale: un corso
per approfondire la conoscenza delle procedure e della normativa sulla gestione
d'impresa e del rapporto con le istituzioni. Iniziativa importante perché in
sette anni il numero di imprenditori immigrati nella regione è più che
raddoppiato, passando da circa 20mila a quasi 44mila, con un'incidenza del
6%sul totale (nel 2000 era del 3%). «Le difficoltà più grandi che gli stranieri
incontrano se si mettono in proprio – spiega Amadou Dione, senegalese,
rappresentante degli imprenditori immigrati di Confcommercio – sono relative
alla fiscalità e alla contabilità. Burocrazia e amministrazione, insomma, oltre
che sicurezza sul lavoro. Temi di cui spesso gli stranieri hanno un'idea, ma
che non conoscono appieno». Il primo corso, appena partito, si rivolge per il
momento a 140 lavoratori autonomi stranieri, già operanti nel territorio
veneto. L'obiettivo è però quello di ampliarlo. Sarà realizzato dagli enti
formativi delle varie organizzazioni di categoria coinvolte, e avrà come
capofila l'Istituto veneto per il Lavoro. «Il fine è di sviluppare specifici
interventi formativi – spiega l'assessore regionale ai Flussi migratori, Oscar
De Bona –per una corretta gestione d'impresa e cultura della legalità, con
approfondimenti sui profili fiscali, finanziari e previdenziali e sulla
sicurezza sul lavoro». Oltre che favorire una maggiore integrazione, poi,
potrebbe costituire una base per un eventuale reinserimento lavorativo degli
immigrati nei loro Paesi d'origine. Tanto che la stessa Confesercenti ha già messo
in piedi un progetto rivolto sia a immigrati regolari che senza il permesso di
soggiorno, per incoraggiarli a fare ritorno nel loro Paese. G. D. F. PROGETTO
INNOVATIVO L'iniziativa, finanziata con 70mila euro dalla Regione, ha come
obiettivo anche il miglioramento del rapporto con le istituzioni
( da "Corriere della Sera" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Sport - data: 2009-02-11 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE
Caro amico ti scrivo di Goffredo Buccini Quella fila di disabili al Lungotevere
della Vittoria Caro Buccini, l'altra mattina, mio marito, in sostituzione di un
amico invalido, si è alzato alle 4.30 (del mattino) per poter acquisire, dalle
successive ore 5 un preziosissimo numeretto. Lo stesso, infatti, viene
distribuito da un volenteroso di turno, (facente parte pure lui di quel gruppo
di «disgraziati »), che predispone ad un'altra fila. Verso le 7.30 il nostro
amico ha raggiunto mio marito e si è sostituito a lui. Infatti, alle ore
( da "Repubblica, La" del 11-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XVIII -
Milano ALLE URNE DOPO L´ONDA LUCA DE VITO Una rivoluzione copernicana, quella
in corso in via Sarfatti: il nuovo sistema elettorale prevede che anziché
votare direttamente i 120 candidati nelle liste, prima si eleggano nominalmente
i rappresentanti di classe, e siano poi questi, a votare i candidati delle
liste. Novità assoluta nel panorama milanese, la prima fase avverrà tramite
voto elettronico. «Così l´elezione dei rappresentanti di classe sarà più legata
alle questioni quotidiane dei singoli corsi di laurea - spiega ancora Luca De
Vecchi - mentre per consiglio di amministrazione e di facoltà nel voto dei
rappresentanti di classe conteranno i programmi delle liste, finalmente le
elezioni si baseranno sulle idee». Ulteriore novità, l´abolizione del doppio
voto per i consigli di facoltà: «Il sistema barocco della doppia candidatura
per triennio e biennio sarà superata dal consiglio unico». Regole che cambiano,
una campagna tutta da giocarsi: «Si potrebbero anche introdurre momenti di
confronto pubblico fra i candidati», rilanciano gli studenti. E se a prima
vista in Statale le acque sembrano ancora tranquille, i preparativi per le
elezioni di fine maggio avvengono già dietro le quinte: «Preparare le elezioni
è un lavoro impegnativo - fa notare Dino Motti - il confronto elettorale è
vero, autonomo e serio. Bisogna mantenere un impegno
costante e riuscire a comprendere il funzionamento la burocrazia universitaria». Negli ultimi cinque anni di via Festa del
Perdono la partecipazione al voto è passata dal 10 al 14 per cento: «Il merito
è delle nuove forme di comunicazione politica - continua Motti - con il web e i
social network, gli studenti possono essere più facilmente coinvolti: il forum
Studentistatale. it ad esempio, è nato contemporaneamente a Facebook ad
Harvard, con la stessa funzione». SEGUE A PAGINA VI
( da "Repubblica, La" del 12-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XII - Milano
Sfogatevi sulla città cantando e darete vita a un musical Dal traffico alla
neve, dagli sgomberi alle badanti: tutti insieme per un bel coro sul refrain
"Milano No No No No" Al San Fedele le prove di un progetto inventato
da due finlandesi e importato dai giovani produttori The Tune I protagonisti?
Gente comune VALERIA CERABOLINI «Ho finito il sudoku in coda in viale Certosa».
«Ho pagato un taxi con un assegno». «A Milano sgomberano i centri sociali ma
non la neve». «A Milano si nasce con la baby sitter e si muore con la badante».
«La Milano da bere fa male allo stomaco». E via di questo passo. La lista delle
lamentele è ancora lunga. Ma questa volta lamentarsi è lecito. Basta poi aver
voglia di cantarci sopra. Tutti insieme facendo un bel coro, sul refrain
"Milano No No No No". Ancora un mese di prove all´Auditorium San
Fedele, e il "Coro delle lamentele" o "lamentaMi" si
materializzerà per la città con performance cantate. Maestri di cerimonia, i
giovani produttori The Tune che non hanno fatto altro che tradurre alla
meneghina i "Complaints Choirs" inventati dalla coppia di artisti
finlandesi Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleinen. Sul sito www.
complaintschoir. org, i due raccontano la genesi di questa "opera" di
sublimazione della lamentazione collettiva, per altro vecchia come il mondo.
«Lamentarsi - dicono i Kalleinen - è un fenomeno universale. Il progetto dunque
può essere organizzato ovunque». Dal primo coro del 2005 di Birmingham a
Helsinki, Amburgo nel 2006, Melbourne, Singapore, Budapest, Gerusalemme,
passando per Firenze e ora Milano. Insomma, un dilagare dell´esternazione,
tanto che i due dettano un decalogo su come aderire e dare forma al progetto,
con raccomandazioni al punto sei di offrire da bere e da mangiare perché il
coro sia anche convivialità. «Ero in vacanza negli Stati Uniti - racconta Ivan
Merlo, 27 anni, anima registica di The Tune -, ho visto un servizio su questi
cori e mi sono chiesto perché non provarci». A luglio scorso arriva il bando
della Provincia rivolto a giovani autori cinematografici e case produzioni. E
The Tune si presenta («Mai vista tanta burocrazia in vita nostra»). E vince,
insieme ad altre realtà professionali. The Tune, sede in una sconquassata
villetta in zona De Angelis, incassa 10mila euro per dare il via al progetto.
Parte il tam tam per cercare i lamentatori/cantori. Ne selezionano una trentina
di tutte le età, compreso un gruppo di pensionati. E cominciano a dar
forma al lamento. «Abbiamo cercato di strutturare le lamentele creando un brano
pop che avesse un suo ritmo ed evitasse i luoghi comuni - racconta Lorenzo
Magnaghi, 35 anni, anima musicale The Tune - . Per questo abbiamo coinvolto
Emil, giovane cantautore milanese. Non volevamo fare un coro stile alpini e
nemmeno qualcosa di rap, ma un brano divertente che richiamasse la tradizione,
alla Svampa e alla Jannacci». Finite le prove (il 19 e 27 di questo mese e
ancora il 2 marzo), il "Coro delle Lamentele" il 7 e l´8 marzo esce
allo scoperto. Performance (pare anche sul tetto del Duomo) che verranno
filmate e poi presentate a maggio alla galleria Artra che ospiterà una mostra
degli artisti Kochta-Kalleinen. «Verrà montato un lungo video - spiega Paola
Colombo di Artra - . Milano affiancherà le altre metropoli». Comunque, non è
ancora finita: c´è ancora spazio per lamentarsi. Basta prendere contatti con
mi. lamentamigmail. it
( da "Corriere della Sera" del 12-02-2009)
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Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Lettere - data: 2009-02-12 num: - pag: 12 categoria:
REDAZIONALE Interventi e lettere «Io, disabile in lotta con l'assurda burocrazia» Dal 1999 per un incidente stradale sono in sedia a rotelle. E
mi sono imbattuta in enormi difficoltà, scontrandomi ogni giorno con la
disorganizzazione delle strutture pubbliche, ma soprattutto con assurdi iter
burocratici. Solo come esempio cito due episodi: a fine ottobre 2008 il Comune
mi invita al Dipartimento IX Ufficio Legge 13/89 per la pratica sui
lavori eseguiti a casa mia nel 2004 contro le barriere architettoniche. Alla
sede di viale Civiltà del Lavoro i pochi parcheggi per disabili sono occupati.
Per fortuna sono accompagnata e dopo un bel po' troviamo un parcheggio abbastanza
ampio da farmi scendere. Ma in sede c'è da affrontare una lunga scalinata, e
pur essendoci il servoscala non c'è nessuno che possa farlo funzionare. Il mio
accompagnatore va alla disperata ricerca di aiuto. Dopo mezz'ora ecco un
impiegato: il servoscala è fuori uso da tempo, ma c'è l'entrata laterale con lo
scivolo. Anche qui però, c'è una serie di scalini, affrontati con il mio
accompagnatore e l'addetto. Dopo circa un'ora riesco ed entrare. Mi chiedo, e
chiedo ai nostri governanti, è normale che solo per entrare in un pubblico
ufficio debba impiegare un'ora? L'altro episodio riguarda l'iter per ottenere
un seggiolino da doccia. Il mio (acquistato a spese mie) si è rotto. Vengo a
sapere che rientra fra i materiali che la Asl fornisce gratis. Ma ecco l'iter:
prima il medico di base, per la richiesta della visita dello specialista Asl
(per me l'ortopedico). Che dovrebbe recarsi al domicilio del disabile e
prescrivere l'ausilio. Poi l'Ufficio Invalidi che dovrebbe autorizzare la
prescrizione e trasmettere la richiesta alla Sanitaria che ha l'esclusiva per
la fornitura degli ausili. Ottengo la richiesta dal mio medico, poi chiamo il
Centro Assistenza Domiciliare (Circonvallazione Appia) per prenotare la visita
ortopedica, ma è tutto esaurito fino a fine gennaio. Decido di andare alla Asl
di via Acquadonzella per la visita. Anche qui occorre prenotare e scopro che da
mesi il disabile non può più recarvisi di persona ed essere visitato. Mi viene
indicato un altro Cad in via Apulia, ma bisogna aspettare un mese. E intanto
dove e come mi lavo? Fino ad un anno fa l'iter per ottenere i materiali dalla
Asl era molto più agevole per il disabile. Che con un budget di spesa
determinato e sempre previa autorizzazione della sua Asl, sceglieva una
Sanitaria di fiducia cui rivolgersi per gli ausili. Dal 1 gennaio '08 la mia
Asl, la RmC, gestisce direttamente le forniture di ausili ai disabili, avendone
dato in appalto la fornitura a varie sanitarie fra cui una del Sud Italia,
imponendo di fatto al richiedente di servirsi dei materiali (spesso scadenti)
di queste sanitarie e limitando, anzi escludendo del tutto, la libertà
dell'individuo. Invece di semplificare le procedure, siamo di fronte a sistemi
sempre più complicati che incidono negativamente sulla vita del disabile e dei
suoi familiari. C'è da indignarsi, ma a pochi sembra importare davvero...
Marcella Moscardelli Pagina a cura di Ester Palma
( da "Corriere della Sera" del 12-02-2009)
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- MILANO - sezione: Lombardia - data: 2009-02-12 num: - pag: 11 categoria:
REDAZIONALE Como Bizzarria burocratica tra Comuni confinanti. Marito e moglie
saranno gli unici cittadini chiamati alle urne Referendum per cambiare paese.
Al voto due soli elettori DAL NOSTRO INVIATO BRENNA (Como) - Il bello della
democrazia diretta. La legge dice che, nel caso di cambiamento di confini tra
due Comuni, deve tenersi un referendum tra tutti i residenti interessati? E
referendum sia, senza se e senza ma. Nella storia che andiamo a raccontare la
consultazione sarà serratissima perché gli aventi diritto al voto sono ben 2:
il signor Roberto De Stefano e la di lui gentile consorte Marinella Ballabio. La burocrazia
italiana ci ha messo 20 anni per sancire una sorta di scambio alla pari tra i
due municipi comaschi: 30 mila metri quadri di bosco passeranno da Brenna a
Carugo, un appezzamento di pari dimensioni farà il percorso inverso. Ma mentre
la prima fetta di territorio è disabitata, nella seconda c'è la villetta dove
vivono Roberto, Marinella e i loro due figli. Che in quanto minorenni
non avranno diritto al voto. Ma prima che la nuova cartina topografica della
zona venga approvata, occorre l'assenso di mamma e papà De Stefano. «Quando dal
Comune ci hanno comunicato questa storia del referendum abbiamo pensato a uno
scherzo - ride Marinella - ma poi abbiamo capito che non era così. Ci sembra
solo una gran perdita di tempo». Se non altro la legge non complica le cose più
del necessario: non ci sarà il seggio elettorale, non ci saranno scrutatori;
per esercitare il loro sacrosanto diritto di cittadini elettori, ai due votanti
basterà presentarsi in municipio. E vabbè che il voto è segreto, ma l'esito
della consultazione è già sancito: due a zero a favore del passaggio di casa De
Stefano al comune di Brenna. La villetta sorge all'ingresso della frazione di
Olgelasca, attaccata alle prime case del paese; ma per uno dei capricci di chi
al tempo dei tempi disegnò i confini tra i municipi, l'immobile fa parte del
comune di Carugo, il cui centro è distante quattro chilometri. «Per noi la cosa
non è mai stata una tragedia - racconta Marinella - ma la fonte di qualche
fastidio sì. La posta, ad esempio, ci è sempre arrivata a singhiozzo, perché il
portalettere di Carugo non sempre arriva fino a casa nostra, convinto che la
zona sia affidata al suo collega di Brenna. Oppure la scuola dei nostri figli:
li abbiamo sempre mandati a quella più vicina, ma poiché risultiamo residenti
in un altro Comune, abbiamo dovuto pagare una tariffa più salata». E poi ci
sono i servizi sanitari: Carugo fa parte dell'Asl di Mariano Comense, Brenna è
territorio di Cantù; un pasticcio quando si tratta di scegliere il medico o
farsi rilasciare un semplice certificato.Alle complicazioni della burocrazia, insomma, la famiglia De Stefano ci ha fatto il
callo, una più o una meno non cambierà loro la vita. «Almeno adesso speriamo di
avere qualche grattacapo in meno». Alla frazione Olgelasca, il primo edificio
dopo casa De Stefano è l'osteria del paese: lì dentro la bizzarra vicenda è
nota a tutti e tutti sono pronti ad alzare il calice per il lieto fine. Claudio
Del Frate Al voto Olgelasca, la frazione dove sorge la casa «contesa» (foto
Butti)
( da "Giornale.it, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
n. 37 del 2009-02-12
pagina
( da "Giornale.it, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
n. 37 del 2009-02-12
pagina 4 Il dibattito in di Redazione 2UNA PREGHIERA Perdonaci per il male che
ti abbiamo fatto Carissimo Massimiliano, mi scusi se mi rivolgo a Lei in tono
confidenziale, ma gli eventi di questi giorni mi fanno sentire ancora più
vicino a Lei e alla sua umana sensibilità e mi inducono ad alcune riflessioni
che mi suggeriscono una muta preghiera. O Signore, quando nel giorno del
giudizio ti rivolgerai a noi dicendo: «Lontano da me, maledetti, perché ho
avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato
da bere» e noi ti chiederemo: «Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o
assetato e non ti abbiamo assistito?» e tu ci risponderai: «Ogni volta che non
avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete
fatto a me», ebbene Signore, quel giorno ci ricorderemo dello sguardo
implorante di una nostra sorella cui abbiamo negato l'acqua e il nutrimento,
dicendo, e mentendo a noi stessi, che oramai non ne aveva più bisogno.
Dolcissima Eluana, ora che finalmente ti nutrirai col pane degli Angeli e ti
disseterai alla fonte perenne del cielo, perdona la viltà che abbiamo
dimostrato col nostro egoismo, la presunzione di aver saputo giudicare se una
vita è degna o meno di essere vissuta. Ora che sei tra le braccia del Padre
Celeste, volgi il tuo sguardo sorridente al padre che Lui ti diede su questa
terra abbi pietà del suo dolore che si aggiunge a quello di averti perduta. Tu
che hai conquistato la pace attraverso la sofferenza e il sacrificio, intercedi
per noi, affinché si allontani dai nostri cuori l'inferno della disperazione.
Giovanni Murchio 2INCREDULO Non credevo di vedere applicare la pena di morte
Non credevo che nella mia vita avrei visto l'Italia che applica la pena di
morte, per giunta ad un'innocente! Dove si trova l'associazione «Nessuno tocchi
Caino»? Dove si trovano i manifestanti contro la pena di morte? Dove si trovano
tutti gli obiettori contro la violenza? Olimpio Parodi 2RIFLESSIONE Quegli
applausi alla fine che non riesco a capire E un applauso scrosciante salutò
l'annuncio della morte di Eluana... All'ingresso della clinica della morte,
diverse persone stazionavano in attesa di notizie. All'annuncio del suo decesso
un gruppo di queste si mise in preghiera recitando il Rosario, l'altro invece
accolse con uno scrosciante applauso la fine della poveretta: l'obiettivo era
stato raggiunto. Ma per me quest'ultimo è un po' troppo difficile da capire.
2LA PROTESTA La nostra acqua al presidente Napolitano L'hanno ammazzata. Alle
20.10 di lunedì sera Eluana Englaro è morta. Sola, abbandonata, nel freddo
ambiente sterile di una clinica. Si, sola, perché con lei non c'era nessuno, né
il padre, né la madre, né alcun parente. Sola, in uno dei rituali più
drammatici che l'epoca moderna abbia mai consumato. Sola, senza neppure le sue
amiche suore ad accompagnarla nell'ultima pagina della sua breve esistenza.
Pochi e semplici gesti, ma carichi di significato. Quella penna che non aveva
firmato per la vita di Eluana, alla fine ha firmato il suo certificato di
morte. Quel silenzio, invocato, nel rispetto del dramma, dal padre e dalla
cricca di amici avvocati e politicanti, quel silenzio è stato fatto calare
proprio intorno alla giovane nei suoi ultimi istanti, proprio nel momento in
cui c'era più bisogno di qualche tenera carezza o dolce parola sussurrata per
darle coraggio. Quella tosse, quelle impercettibili contrazioni e quei discreti
movimenti, catalogati per alcuni come normali reazioni in un paziente in coma,
ma che sembravano proprio il disperato e ultimo tentativo di Eluana di farsi
sentire. Pochi e semplici gesti, ma carichi di significato. Eluana non è morta
naturalmente, come alcuni quotidiani nazionali hanno titolato ieri. Non ha
esalato l'ultimo respiro autonomamente. No, Eluana è stata uccisa. Esposta ai
riflettori del mondo. Di lei tutti si aspettavano quell'epilogo. Occupando
magari posizioni differenti. Chi scagliandosi contro il protocollo di uscita
voluto da Beppino Englaro. Chi invece riconoscendo nel gesto paterno «l'amore
premuroso e compassionevole» di un padre. Mi sembra che il gioco sia stato
condotto ritardando ad arte i tempi. A me sembra che una vita alla fine sia
stata eliminata con il dissenso di alcuni, pochi ahimé, e con la complicità di
tanti, molti purtroppo. Lo avevamo intuito nei mesi scorsi quando il tribunale
di Milano aveva decretato con sentenza la morte di Eluana per fame e per sete.
Lo avevamo temuto con il diniego del Presidente della Repubblica Giorgio
Napoletano al decreto legge proEluana. Un atto che di fatto ha causato la
definitiva morte sulla carta di Eluana Englaro. Con questo episodio ho capito
quanto la prima carica dello Stato fosse lontano dalle mie idee e dai miei
valori. Quanto fosse il Presidente degli Italiani, ma non il mio Presidente.
Ritardi, firme non apposte, burocrazia. Lo abbiamo infine capito con chiarezza quando la morte di
Eluana è avvenuta dopo soli 4 giorni di interruzione dell'alimentazione e
dell'idratazione. Sappiamo bene che i farmaci cosiddetti antidolorifici come la
morfina mentre da una parte permettono di eliminare il dolore dall'altra
possono causare effetti collaterali mortali... Cosa pensare? Solo Dio sa
quanti interessi si celino dietro a quel disegno di legge. A noi rimangono
parecchi dubbi. Restano parecchi sospetti. E siccome la magistratura in Italia
non brilla mai per alto indice di gradimento, permetteteci di partecipare al
silenzio invocato sul caso Eluana con questo mesto sibilo di voce. Non crediamo
più a nessuno, se non all'evidenza dei fatti. Eluana è stata uccisa. Affamata e
assetata fino allo stremo. L'acqua che le è stata forzatamente negata, l'acqua
che Eluana non ha potuto bere, noi di Federvita Liguria abbiamo deciso di
inviarla al Capo dello Stato. Al garante della Costituzione. Al primo cittadino
della nostra Nazione. Perché con questa acqua Giorgio Napolitano possa lavarsi
bene le mani. Corsi e ricorsi della storia. Acqua per lavarsi le mani, acqua
per aver consegnato la «questione» ad altri, condannando di fatto una cittadina
italiana, una paziente gravemente disabile, al braccio della morte. Proprio
come Ponzio Pilato duemila anni fa fece con Gesù. Eraldo Ciangherotti 2IL PADRE
Adesso aspettiamoci che entri in politica La cattiveria non è mai stata nelle
mie corde ma la scomparsa della povera Eluana ha risvegliato in me probabili
atavici germi della stessa. Non vorrei che Beppino Englaro volesse guadagnare
con la vendita delle proprie memorie. O peggio possa entrare in politica
facendosi felicemente cooptare da qualche partito (vedi Radicali) che lo
inseriranno in qualche lista elettorale. Adolfo D'Alessandro 2IL TESTIMONE Io
vicino alla morte per due volte Egregio Lussana da anni si assiste alla
(sciocca quanto puerile) abitudine che ai funerali moltissimi battano
facilmente le mani... nemmeno fossero a una gioiosa festa o a un matrimonio! Un
funerale, o quando si accompagna il defunto è il momento in cui (la vera fede)
ci fa capire che su questa terra siamo di passaggio, perciò sono i momenti in
cui calorosamente ci si dovrebbe attorniare alla bara in rispettoso silenzio
pronunciando mentalmente un «Eterno riposo», almeno così io ho sempre fatto.
Quanti di coloro che fanno baccano ai funerali leggeranno queste righe e
faranno una riflessione? Leggiamo in questi giorni della sfortunata Eluana. I
piagnistei di bigotti e baciapile si mettano nei panni del padre che nello
sperare al miracolo si è rovinata la vecchiaia! Così lo sviscerato lamento
della Chiesa. Se Dio esiste realmente accompagnerà - se non lo ha già fatto -
l'anima di Eluana. Chi scrive ha conosciuto (e avuto) in bocca il sapore agro
della morte (per ben due volte), schiacciato sotto una pesante cassa entro la
stiva di un piroscafo nel porto di Genova. Da allora proseguo a vivere grazie
ai salvavita. Molti anni or sono con un amico andammo per scalare il Monte
Bianco, giungemmo a
( da "Stampa, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
ASTI. ASSEMBLEA NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI
"Troppa burocrazia nei
campi" [FIRMA]FULVIO LAVINA ASTI «E' ora di dire basta allo stereotipo del
contadino con la camicia a scacchi e il berretto calcato in testa: oggi chi fa
agricoltura deve essere anche e soprattutto imprenditore, si assume rischi e
gestisce risorse. E' un cambiamento radicale e di questo chiediamo che
si tenga conto». Marco Saraceno, 36 anni, è titolare di un'azienda
lattiero-casearia in provincia di Potenza e dal 2007 guida l'Anga che raggruppa
i giovani di Confagricoltura, l'associazione degli imprenditori dei campi. Da
ieri 200 delegati da tutta Italia sono ad Asti: giacca e cravatta, palmare e
pc, discutono, divisi in gruppi di lavoro, su temi come federalismo fiscale,
energie rinnovabili, la politica agricola comunitaria. Il tema del convegno non
nasconde le ambizioni: «Il futuro a chi ha futuro». L'analisi di Saraceno è
netta: «Come spiega bene una ricerca di Nomisma, esistono due tipi di
agricoltura: una che produce un reddito inferiore ai 9600 euro l'anno, e
l'altra, l'agricoltura-azienda. Quest'ultima, che è il 16% del totale, genera
il 70% del Pil agricolo. Di questo la politica deve finalmente tenere conto,
prevedendo strumenti diversi ». E le idee sono chiare anche su che cosa serva:
«Meno burocrazia, più mercato. Il problema del futuro
dell'agricoltura non si risolve con il nanismo aziendale: servono imprese in
grado di stare sul mercato e generare reddito. Bisogna modernizzarsi:
l'agricoltura dei mercati della domenica non serve allo sviluppo. Tutti i dati
dimostrano che la quasi totalità della produzione passa attraverso la grande
distribuzione». Ma perché oggi un giovane sceglie di fare l'imprenditore
agricolo? «Passione» è la risposta sicura di Luca Chiaramonti, 37 anni
(dirigente nazionale dell'Anga), nato in riva al mare a Savona, ma poi
trasferitosi 10 anni fa a Castellazzo, nel Novarese, per rilevare l'azienda
risicola del nonno. «I problemi? In media dedichiamo 80-100 giorni all'anno
solo alla burocrazia. Qualcuno ha ancora un'idea
romantica di questo lavoro, a contatto con la natura: in realtà fai sempre i
conti con l'incertezza del reddito». Anche Marta Sempio viene dal Novarese,
Casalino: nella sua azienda si producono riso, cereali, latte. Punta il dito
contro la Regione: «Siamo delusi dal Piano di sviluppo rurale, per i ritardi
che si sono trascinati soprattutto nel finanziamento delle varie misure, e per
la mancata definizione di obbiettivi». Alessandro Boido 31 anni, presidente
regionale dell'Anga, nel 2002 si è laureato in viticoltura ed enologia. Dal
2001 gestisce l'azienda agricola di famiglia ad Alice Bel Colle (Al) curando in
prima persona l'evoluzione delle uve, la vinificazione e la commercializzazione
del prodotto. «Dobbiamo anche essere esperti di marketing - dice - Dalle nostre
parti il problema è il costo dei terreni che impedisce di ampliare le aziende.
In generale, i giovani che vogliono lavorare in questo settore devono fare i
conti con tante difficoltà: servirebbero strumenti in grado di accompagnare per
almeno 3-5 anni chi intraprende questo cammino».
( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina III - Palermo
I personaggi Parla il segretario Udc Saverio Romano: "Continuo a credere
nel dialogo" "Il presidente sbaglia e occupa la burocrazia ma restiamo nel governo"
"Lo Scudocrociato all´angolo? Rimaniamo in maggioranza nei numeri" è
vero che gli assessori dell´Udc si volevano dimettere dopo il blitz con il
quale il presidente Lombardo ha rivoluzionato i vertici della burocrazia, colpendo soprattutto i
dirigenti più vicini a Cuffaro? «Le dimissioni non sono mai state
all´ordine del giorno - risponde il segretario regionale dell´Udc Saverio
Romano - I nostri assessori sono in giunta perché li ha indicati un partito che
ha vinto le elezioni dando un contributo determinante. Siamo dentro al governo
a pieno titolo. E vogliamo restarci a pieno titolo». I margini per ritrovare
un´intesa? In commissione sanità siete riusciti a fare passare la riforma
Pdl-Udc, con una prova di forza. «Dentro la coalizione siamo in larga
maggioranza. Un passo indietro dovrebbe farlo chi si trova in minoranza. La
riforma della sanità è di competenza dell´Ars, che è sovrana: sarebbe opportuno
evitare di esasperare i toni e trovare insieme la soluzione migliore. Però temo
che questo appello non sia raccolto». Cosa rimproverate a Lombardo? «Lombardo
ha buone doti politiche ma il suo errore è non lasciare spazio al confronto con
chi lo vuole aiutare. E questo è strano e ci dispiace. Una macchina come quella
della Regione non si governa da soli. Cuffaro era un sostenitore della
mediazione infinita, con tutti, partiti e deputati. Non perché sia stato il
metodo Cuffaro ma quello del confronto mi sembra sia il metodo migliore. Almeno
in questo Cuffaro non ha "cuffarizzato" la Regione. è vero il
contrario: oggi dà il proprio nome alle istituzioni che chi fa scelte in solitudine.
Ma le istituzioni hanno bisogno di essere governate da uomini all´altezza».
Davvero Lombardo l´ha chiamata solo all´alba, a cose fatte, per la nomina dei
dirigenti? Non vi fa fare una bella figura, sembra che l´Udc non conti� «Con
Lombardo ci siamo sentiti per quattro volte, durante tutta la notte. Il
problema non è parlare. è capirsi. Non si tratta di fare buona figura. Noi
abbiamo posto un problema, e non condividendo il metodo non abbiamo votato la
delibera sui direttori». Che tipo di dubbi avete espresso? «Abbiamo sollevato
un problema relativo alla legittimità dell´atto deliberativo, che modifica un
rapporto di natura contrattuale privato. L´assessore deve proporre i dirigenti.
Invece c´è stato un vulnus: ci sono stati assessori che non conoscevano i nomi dei
designati e proposte che non hanno incontrato il calore della giunta». E ora
cosa farà l´Udc? «Ho ribadito a Lombardo la necessità di un incontro per fare
il punto e ritrovare le intese necessarie. A siciliani serve sapere se c´è
un´intesa per governare meglio. Noi siamo in giunta non perché abbiamo vinto un
concorso ma le elezioni e vogliamo assumerci tutte le responsabilità come lui».
Era inevitabile questa falcidie dei burocrati targati Udc? «Tutti i direttori
della Regione, anche se segnalati da altri, erano tutti nominati dalla giunta
Cuffaro. Non si tratta di una falcidie: metà di quelli proposti o confermati li
conosco, e godono della mia stima professionale e umana. Il presidente, se
avesse voluto attirarsi meno critiche, poteva evitare di mettere all´apice
della burocrazia soggetti attivi del suo partito. Così
come si è rivelato un boomerang sostituire la Palocci con Leonardi. Ma sono
errori che considero veniali». a.r.
( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)
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Pagina VIII -
Palermo Ciancimino jr accusa Mercadante "Voleva punire l´amante della
moglie. Mio padre intervenne" Il rampollo dell´ex sindaco parla anche di
viaggi a Roma di Provenzano SALVO PALAZZOLO Il pentito Angelo Siino aveva
raccontato che il medico Giovanni Mercadante pretendeva dal boss Tommaso
Cannella una punizione esemplare per l´uomo che insidiava la moglie. Qualche
udienza fa, Mercadante aveva replicato indignato alle accuse. Ma adesso il
pubblico ministero Nino Di Matteo chiede al tribunale di portare in aula un
supertestimone di quei fatti. Secondo l´accusa, sarebbero un´ulteriore prova
della vicinanza di Mercadante al clan Provenzano. Il supertestimone è Massimo
Ciancimino, il figlio dell´ex sindaco di Palermo, che sarà sentito presto nell´aula
della seconda sezione. Dice Ciancimino nel verbale depositato ieri in udienza:
«Mio padre faceva da paciere. Mi ricordo di questa vicenda, che ho vissuto in
prima persona, perché ero fidanzato con la figlia del dottor Mercadante. Mio
padre mi raccontò della lite che c´era stata fra Pino Lipari e Tommaso Cannella
in merito a una certa situazione. Mi disse che la situazione l´aveva dovuta
mediare lui nella villa di Mondello per un mese di seguito, decretando che
l´uomo chiamato in causa, Enzo D´Amico, andasse per due anni in Brasile».
Quella sarebbe stata una questione discussa al massimo vertice mafioso. Perché
Mercadante era parente di Cannella. D´Amico, parente di Lipari. Cannella e
Lipari erano nel cuore di Provenzano. Ciancimino junior ricorda così quei mesi.
«Era il 1984 - dice - avevo 21 anni. Sono stato tre anni con la figlia di
Mercadante». Precisa: «Quella storia fu molto osteggiata dal padre della
ragazza, per il fatto appunto che mio papà era stato arrestato e robe
varie�ci ha fatto una guerra mostruosa, spedì persino sua figlia a Londra».
Ecco la questione: «Mio padre - prosegue Massimo Ciancimino - mi raccontò che
c´era stata una discussione in quanto Lipari aveva accreditato al Mercadante il
nipote, o non so cosa gli viene, Enzo D´Amico, per vendere forniture
ospedaliere. Poi era nata una storia fra D´Amico e la moglie di Mercadante,
cosa che mi confermò la mia fidanzata, ma era una cosa che non mi riguardava.
Io conoscevo D´Amico perché abitava nel palazzo di via Sciuti accanto al mio».
Così avrebbe mediato Ciancimino: «D´Amico su consiglio di mio padre l´avevano
convinto ad andare in Brasile. E così avvenne. Poi Mercadante tornò con la
moglie». Nei verbali depositati in tribunale c´è il racconto di una vita, da
Corleone a Palermo. «Mio padre e Provenzano erano vicini di casa - racconta
Ciancimino junior - mio padre gli dava lezioni di matematica». Il futuro
capomafia non doveva essere molto bravo. Altro che "ragioniere", come
poi fu soprannominato: «Mio padre mi raccontò che qualche volta gli dava pure
qualche sganassone. Una volta gli aveva detto "cornuto". Mio padre
scherzava, mi diceva: sono uno dei pochi che gli ho detto�». Dopo le lezioni
di matematica, il futuro sindaco diede altre lezioni al padrini: «Gli ha dato
sempre consigli di carattere personale», dice Massimo Ciancimino. Provenzano si
faceva chiamare "ingegner Lo Verde". «Fra il 1999 e il 2002 ho visto
Provenzano che veniva a trovare mio padre, che era agli arresti domiciliari.
Veniva di pomeriggio, da solo». Un incontro sarebbe avvenuto anche a Roma. «Mio
padre mi disse solo, deve venire una persona, non ti muovere finché non viene.
Aprigli tu, e poi te ne vai». Prosegue il giovane Ciancimino: «Mio padre ha
sempre sostenuto che Provenzano si muovesse all´interno dell´alta borghesia
palermitana. L´ho anche appurato personalmente come
Provenzano vantasse all´interno di grosse burocrazie, di grossi professionisti
di Palermo e non solo, una forte rete di protezione, quasi di stima, che ne
faceva un elemento di diversità nei confronti di Riina, che non era mai
riuscito in questo intento di collocarsi. Provenzano si muoveva molto abilmente
nei salotti buoni della Palermo bene. Il vero tesoro di questo
personaggio era l´entratura in certi ambienti». Ciancimino fa un esempio: «Nel
1991 ricordo di avere accompagnato mio padre ad una riunione per problemi che
riguardavano la zona di Alcamo. Eravamo in un hotel di Mazara, di cui mio padre
conosceva i proprietari. Lì c´era l´unica persona che sono stato in grado di
conoscere. Lo Verde». I magistrati chiedono dell´albergo: «Credo che i
proprietari si chiamassero Ops».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-02-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE MERCATI IT data: 2009-02-13 - pag: 21 autore:
Trasporti. Manifestazione spontanea di precari e cassintegrati Alitalia, in 200
bloccano l'autostrada per Fiumicino Cristina Casadei MILANO Erano in 200,
dipendenti dell'Alitalia precari e in cassa integrazione. Gridavano: «Da tre
mesi non percepiamo un euro di stipendio». Ieri mattina, prima hanno occupato
gli uffici amministrativi della compagnia all'aeroporto di Fiumicino, poi
l'autostrada Roma- Fiumicino, costringendo Alitalia a organizzare un servizio
navetta tra la parte terminale dell'autostrada e l'aeroporto per consentire ai
passeggeri di partire. E le altre compagnie a ritardare la partenza degli aerei
per permettere ai viaggiatori di imbarcarsi. «Ci sono grandi ritardi di
Alitalia a fornire le liste dei cassintegrati all'Inps e al fondo speciale di
sostegno – ha spiegato Cesare Albanese dell'Sdl –.Questo sta provocando la
mancata erogazione della cassa integrazione di dicembre. A loro volta i precari
chiedono certezze sul futuro e si lamentano perché Alitalia non fornisce i
documenti per poter avere gli assegni di disoccupazione». Dei ritardi si parla
già da qualche settimana e ieri la situazione è deflagrata. I lavoratori hanno
chiesto l'intervento del capo del personale della compagnia, ma alla fine a
presentarsi è stato Vitaliano Turrà, direttore dell'Aeroporto di Fiumicino, per
tentare una mediazione con i manifestanti che continuavano a gridare «vergogna»
e a chiedere di parlare con i rappresentanti della società.Il risultato finale
è stata l'apertura di un varco per consentire ai passeggeri in partenza di
raggiungere l'area tecnica. Per sciogliere il blocco, alla fine, è stato
necessario l'intervento di un drappello della Celere. Dopo i primi momenti di
tensione i manifestanti si sono incamminati verso l'area tecnica dell'Alitalia
dove hanno mantenuto un presidio di protesta nella hall del Terminal A. «Il
Governo e il commissario Fantozzi devono chiarire il perché del ritardo nel pagamento
della cassa integrazione ai dipendenti Alitalia-Cai», ha reclamato il
segretario confederale della Cisl, Annamaria Furlan. Intanto in serata per i
lavoratori della compagnia è arrivata una buona notizia. Da lunedì 16 febbraio
i cassintegrati potranno ottenere l'anticipo delle somme cui hanno diritto
rivolgendosi agli sportelli di Unicredit Banca di Roma del Lazio. Il
provvedimento era stato annunciato nei giorni scorsi dal presidente della
Regione Lazio Piero Marrazzo e messo a punto dall'assessore regionale al Lavoro
Alessandra Tibaldi. «Si tratta di un provvedimento dovuto- ha commentato
Marrazzo - e che sarà utile per alleviare la situazione di difficoltà di
migliaia di famiglie che si sono trovate in difficoltà per il passaggio da
Alitalia a Cai. Non potevamo sopportare che, oltre a dover vivere un momento
difficile dal punto di vista lavorativo, fossero anche costrette a vedersi
accreditare la cassa integrazione con mesi di ritardo da
imputare ai tempi della burocrazia». GLI AMMORTIZZATORI Nel mirino i ritardi nell'invio all'Inps
delle liste per la Cigs In serata raggiunto l'accordo alla Regione Lazio per
l'anticipo del sussidio A piedi. Decine di passeggeri si sono incamminati ieri,
con le valigie al seguito, lungo l'autostrada Roma-Fiumicino dopo che la
protesta di precari e cassintegrati dell'Alitalia ha bloccato la
circolazione AP/LAPRESSE
( da "Corriere della Sera" del 13-02-2009)
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Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-02-13 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE Lambrate Il Comune costretto a noleggiare container
frigo. Disagi per le famiglie, i feretri trasferiti ad altri impianti in tutta
Italia Scandalo al cimitero, 200 salme da cremare Guasti due forni su cinque.
L'assessore Pillitteri: con un'azienda esterna risolveremmo il problema Gli
inceneritori risultano fuori uso da mesi Basilio Rizzo: riparazioni in ritardo
per spianare la strada ai privati Le bare sono accatastate nei corridoi. Si
accumulano nei depositi sotterranei del cimitero di Lambrate. Le celle
frigorifere sono 86, le salme oltre 200. E allora si fa a rotazione: qualche
ora fuori, qualche ora dentro, per evitare problemi di igiene. Due dei cinque
forni per la cremazione sono rotti da mesi. E così i morti di Milano aspettano
nei corridoi. Da qualche giorno vengono spostati nelle stanze dell'obitorio, o
nelle camere mortuarie di altri cimiteri. Da oggi scatteranno le soluzioni
d'emergenza. Due container frigo, appena presi a noleggio dal Comune. Altri
morti saranno portati lontano dalla città. Affronteranno lunghi viaggi in
autostrada, per essere cremati a Domodossola, Novara, Venezia, Aosta, Livorno.
Succede anche questo, nella Milano che vende al mondo la propria immagine di
efficienza e si prepara a ospitare l'Expo. E intanto due famiglie, nei giorni
scorsi, hanno inviato due segnalazioni al Corriere, lamentandosi per i ritardi
nella cremazione della salma di un parente. I ritardi ci sono: se fino all'anno
scorso i tempi per una cremazione non superavano i 2-3 giorni, oggi si è
arrivati anche a 7-8. è una questione di rispetto verso il dolore di chi ha
visto morire un padre, una madre, un fratello. Questa storia è cominciata ad
aprile dell'anno scorso, molto prima che il dirigente e un funzionario dei
servizi funerari del Comune venissero arrestati per mazzette Aprile 2008, si
rompe il primo dei cinque impianti crematori di Lambrate. Nessuno lo ripara. A
novembre va fuori uso anche un altro forno. In pochi giorni la situazione
arriva al tracollo. Le cremazioni passano da
( da "Giornale.it, Il" del 13-02-2009)
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n. 38 del 2009-02-13
pagina 0 Caso Eluana, ecco il nostro testamento biologico di Redazione In
discussione al Senato la legge sulla "dichiarazione anticipata di
trattamento". Sarà approvata entro l?estate. Duro il confronto fra le
parti politiche. Leggi il parere di quattro firme: Vittorio Macioce, Giordano
Bruno Guerri, Massimiliano Lussana e Luigi Amicone Il caso di Eluana Englaro ha
riportato prepotentemente di attualità il dibattito attorno al cosiddetto
«testamento biologico» (o Dat, Dichiarazione anticipata di trattamento), ossia
il documento con il quale una persona può formulare (in condizioni di perfetta
lucidità mentale) la propria volontà in merito alle terapie e alle cure che
intende o non intende accettare in caso di malattie terminali, coma irreversibile
o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili. Attualmente il disegno di legge
sul «testamento biologico» è all?esame della commissione Igiene e sanità del
Senato. Proprio ieri è tornato sull?argomento anche il presidente della Camera,
Gianfranco Fini, il quale ha definito la legge sul testamento biologico «una
priorità», dichiarando che sarà approvata entro i tempi previsti, probabilmente
entro l?estate perché «c?era e purtroppo c?è un vuoto legislativo che deve
essere colmato nel più breve tempo possibile, attraverso una discussione
approfondita in Parlamento, scevra da pregiudizi». Come è facilmente
immaginabile, sui punti «caldi» del provvedimento - nutrizione e alimentazione
forzata, fiduciario, percorso burocratico - il confronto fra le parti politiche
sembra destinato a rimanere alto. E viste le profonde e conflittuali
implicazioni etiche e morali che presenta il fatto di dovere decidere se
mettere fine o no alla propria esistenza nel caso in cui si è colpiti da
malattie invalidanti e irreversibili, il Giornale ha chiesto a quattro suoi
autorevoli commentatori, di diversa «formazione» religiosa e culturale, come si
comporterebbero davanti all?eventualità di dovere scrivere il loro testamento
biologico. STACCATE LA SPINA QUANDO SMETTO DI SOGNARE di Vittorio Macioce
Staccate la spina appena smetto di sognare. Non voglio diventare un non morto,
uno che rimane sul confine, il corpo da una parte, l?anima dall?altra. Quando
arrivo alla frontiera fate in modo che la passi, senza passaporti, carte da bollo,
burocrazia. Dite a Caronte di portarmi in fretta,
senza rimpianti, non è detto che dall?altra parte si stia male. E se c?è il
nulla, pazienza. Tanto in quel caso io non ci sarò. Non voglio restare su
questa terra con un frammento di vita, un vuoto a perdere, un hardware senza
più un sistema operativo. Non voglio vivere in una stanza d?ospedale, con un
cuore che batte a vuoto, carne senza sangue. Mi fido di chi mi sta vicino, di
quelli che mi conoscono, di chi ha visto qualche volta brillare i miei occhi.
Non serve altro. Non servono parole. Non mi dispiace dormire un po?, ma non
voglio svegliarmi al buio. Mi fa paura. Non voglio vagare nel limbo, lì dove
restano le cose che non riusciamo a perdonarci. E, soprattutto, non voglio
rompere le scatole a nessuno. Non voglio che qualcuno guardi le mie piaghe da
decubito. Non state lì a immaginare i miei pensieri. Se il coma è irreversibile
staccate la spina. Solo un suggerimento: ricordatevi che io arrivo sempre in
ritardo. Quindi, aspettate un po?: mesi non anni. L?ultimo, importante, favore.
La mia morte non è un affare di Stato. Non voglio giudici, notai, moralisti,
preti, matrix e porte a porte, veline, opinionisti, politici e cantanti, a
tracciare i confini della mia vita e della mia morte. Non sono né Guelfo né
Ghibellino e come Mercuzio dirò a chi si avvicina: «La peste a tutt?e due le
vostre famiglie. Avete fatto carne da vermi di me». Tutto quello che dovete
fare, fatelo in fretta. Basta poco, basta uno sguardo di pietà. E una citazione
letteraria: aspide o cicuta. Non voglio vedere le mie poche foto sui giornali,
e qualcuno che in redazione sentenzia: questa l?abbiamo già messa, meglio
quella lì in pantaloncini e con la maglia numero 14». E per il mio testamento
biologico scelgo le parole di Totò, ?A livella: «Sti ppagliacciate ?e ffanno
sulo ?e vive. Nuje simmo serie, appartenimmo à morte!». CHIEDERO' L'EUTANASIA,
MA NON CRUDELE E FEROCE di Giordano Bruno Guerri 1) Ho goduto la vita più che
ho potuto. 2) Gran parte del godimento è consistito nel viverla il più
possibile sciolta da vincoli e limitazioni alla mia libertà: di pensiero, di
espressione, di movimento, di realizzazione, di piacere, di lavoro, di amore.
3) Se ho un rimpianto è di non avere saputo sempre sfruttare al meglio la
libertà ottenuta: per me e per chi mi è stato vicino. 4) Voglio quindi
stabilire - liberamente, in piena coscienza - come si dovrà procedere in caso
di mia incapacità di intendere e volere: per il mio bene, per quello di chi amo
e per la comunità di cui farò parte. 5) Nel caso fossi ridotto in coma
irreversibile e in stato vegetativo, voglio che mi venga praticata l?eutanasia:
legalmente, se nel frattempo verrà - come mi auguro - promulgata una legge che
la renda possibile; in caso contrario illegalmente, ma con tutta la mia
gratitudine, da parte di chi mi vuole bene. 6) L?eutanasia dovrà essere
praticata sei mesi dopo la dichiarazione di coma irreversibile e stato
vegetativo, perché voglio dare una possibilità al miracolo. 7) In nessun caso
voglio che, in quel periodo, sia praticata su di me la prassi giustamente
definita «accanimento terapeutico». 8) Poiché l?eutanasia deve intendersi nel
significato di «dolce morte», per nessun motivo dovrà essere praticata con
mezzi concettualmente crudeli e feroci (quale che sia il parere contrario di
medici e legislatori), come la privazione di cibo e acqua. 9) Non voglio
funerale, né religioso né laico, e desidero che il mio corpo venga cremato. 10)
Dopo avere scritto tanto per tutta la vita, mi viene da sorridere notando che
ho chiuso la pratica dell?esistenza in 1800 battute e in dieci comandamenti.
Salute e allegria a chi resta. CARI MEDICI, INSISTETE OLTRE I CONFINI DELLA
SCIENZA di Massimiliano Lussana Se solo ci fosse una possibilità. Se solo ci
fosse una possibilità - una su cento, una su un milione, una su un miliardo -
di rispondere a una domanda dell?infinita curiosità di Federico, non staccate
niente. Se solo ci fosse una possibilità di riavere una delle dolcissime
carezze di Francesco che mi dice che lui non è monello come i suoi fratelli,
non staccate niente. Se solo ci fosse una possibilità di rivedere lo sguardo
stralunato e il sorriso contagioso di Filippo, non staccate niente. Se solo ci
fosse una possibilità di ridere un?altra volta, un?altra volta ancora, con
Loredana, di sentirmi accarezzato dal suo sguardo, non staccate niente. Se solo
ci fosse la possibilità di regalare una piccola gioia a mamma e papà, non
staccate niente. Cari dottori, il mio testamento biologico è tutto qui:
continuate, provate, insistete. Fino a che si può continuare, provare e
insistere. Fino ai confini della scienza. E magari anche un filo oltre, magari
fino ai confini della speranza di un miracolo. è vero, mille volte, non una, in
ospedale o davanti ai malati del reparto della nonna, ho pensato e ho detto:
«Non vorrei mai finire così, preferirei morire prima». Magari l?avete sentito
anche voi che mi curate oggi. E, se ci fosse stata una Corte a occuparsi della
mia storia, avrebbe trovato cento testimoni, non tre, a dire che io volevo
staccare la spina per poter ipotizzare con una dotta disquisizione giuridica
che avrei scongiurato di togliermi acqua e nutrizione e farmi morire di fame e
di sete. Rivendico tutto, anche quelle parole. Ma non posso permettermi di
rischiare. Se c?è una possibilità di vivere anche un solo secondo in più della
mia vita - di viverlo davvero - non voglio rischiare di giocarmela. Per le
scommesse, bastano e avanzano i trenta euro che ho appena lasciato alla Snai.
NON LO SCRIVERO', MI FIDO PIU' DEI MIEI CARI di Luigi Amicone Io non scriverò
il mio testamento biologico. Non lo scriverò, primo, perché nel caso un medico
del pronto soccorso dovesse ricevere il mio povero corpo maciullato, morente o
comatoso vorrei che il medico facesse in fretta a guardarmi e nel caso a
mettermi le mani, il bisturi, i tubi, i sondini e le macchine addosso per
tentare di strapparmi alla morte, senza perdere ulteriore tempo in un ennesimo
intralcio burocratico (ce ne sono già tanti, anche a causa dell?esistenza dei
sindacati ospedalieri e della burocrazia di stato). In
secondo luogo non lo scriverò perché nel caso entrassi in uno stato vegetativo
permanente o perdessi coscienza o gridassi come una scimmia malata di Alzheimer
il mio testamento è che mi fido totalmente del buon senso e della carità cristiana
dei miei cari, dei miei amici in generale e dei miei amici medici in
particolare. Terzo, non lo scriverò perché in generale non mi fido dello Stato
(che è la struttura più variabile e periclitante del nostro vivere insieme,
essendo lo Stato non la personificazione dei cittadini, ma, come diceva
Machiavelli, il complesso delle posizioni, degli interessi e dell?ideologia
dominanti una certa fase storica: e se prendo una fase storica di un Presidente
o un Partito che ha come ideale principale lo Stato e, in subordine, la
persona, che mi succede? Che mi fanno morire per disidratazione o per camera a
gas). Quarto, non lo scriverò perché mi fido in generale degli esseri umani,
dei miei simili. è l?unico pegno che ho in questo mondo in cui si nasce e si
dura come l?erba del mattino che viene tagliata la sera. Non lo scriverò perché
ho questa fiducia fondamentale che spero di comunicare giorno dopo giorno ai
miei figli, ai miei amici, ai miei lettori. No, non farò mai, se Dio vuole,
nessun gesto formale che appanni questa fiducia fondamentale per scegliere, in
direzione contraria a una vita buona, il ripiegamento nel sé autodeterminato.
Che non esiste, che non è mai esistito, che è solo la fola del vuoto di carità
e pieno di narcisismo che attraversa questo povero tempo sbandato, preda di un
cinismo da vagabondi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 13-02-2009)
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n. 38 del 2009-02-13
pagina 7 Staccate la spina quando smetto di sognare di Redazione Staccate la
spina appena smetto di sognare. Non voglio diventare un non morto, uno che
rimane sul confine, il corpo da una parte, l'anima dall'altra. Quando arrivo
alla frontiera fate in modo che la passi, senza passaporti, carte da bollo, burocrazia. Dite a Caronte di portarmi
in fretta, senza rimpianti, non è detto che dall'altra parte si stia male. E se
c'è il nulla, pazienza. Tanto in quel caso io non ci sarò. Non voglio restare
su questa terra con un frammento di vita, un vuoto a perdere, un hardware senza
più un sistema operativo. Non voglio vivere in una stanza d'ospedale,
con un cuore che batte a vuoto, carne senza sangue. Mi fido di chi mi sta
vicino, di quelli che mi conoscono, di chi ha visto qualche volta brillare i
miei occhi. Non serve altro. Non servono parole. Non mi dispiace dormire un
po', ma non voglio svegliarmi al buio. Mi fa paura. Non voglio vagare nel
limbo, lì dove restano le cose che non riusciamo a perdonarci. E, soprattutto,
non voglio rompere le scatole a nessuno. Non voglio che qualcuno guardi le mie
piaghe da decubito. Non state lì a immaginare i miei pensieri. Se il coma è
irreversibile staccate la spina. Solo un suggerimento: ricordatevi che io
arrivo sempre in ritardo. Quindi, aspettate un po': mesi non anni. L'ultimo,
importante, favore. La mia morte non è un affare di Stato. Non voglio giudici,
notai, moralisti, preti, matrix e porte a porte, veline, opinionisti, politici
e cantanti, a tracciare i confini della mia vita e della mia morte. Non sono né
Guelfo né Ghibellino e come Mercuzio dirò a chi si avvicina: «La peste a tutt'e
due le vostre famiglie. Avete fatto carne da vermi di me». Tutto quello che
dovete fare, fatelo in fretta. Basta poco, basta uno sguardo di pietà. E una
citazione letteraria: aspide o cicuta. Non voglio vedere le mie poche foto sui
giornali, e qualcuno che in redazione sentenzia: questa l'abbiamo già messa,
meglio quella lì in pantaloncini e con la maglia numero 14». E per il mio
testamento biologico scelgo le parole di Totò, 'A livella: «Sti ppagliacciate
'e ffanno sulo 'e vive. Nuje simmo serie, appartenimmo à morte!». © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Stampa, La" del 14-02-2009)
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domande a Giorgia
Meloni ministro "Diamo un futuro al lavoro dei campi" 3 Ministro
Meloni, dalle iniziative contro le stragi del sabato sera al convegno di
agricoltori... «Il tema di questo incontro è dare futuro a chi ha futuro, ed è
anche questo il mio compito. Nel 2050 sulla terra ci saranno 9 miliardi di
persone e per dare da mangiare a tutti occorre almeno raddoppiare la produzione
agricola». Ai giovani imprenditori agricoli dunque il compito di vincere questa
sfida? «In Italia per ogni agricoltore al di sotto dei 35 anni ce ne sono 8
over 65, è il doppio della media europea. Ma questa è una generazione che può
crescere, soprattutto se saprà utilizzare la modernità per rilanciare la
tradizione e i valori antichi su cui è fondata la nostra agricoltura». Ma chi lavora nei campi lamenta il peso della burocrazia, le difficoltà per accedere
al credito... «Le soluzioni spettano alla politica che deve imparare a guardare
oltre all'orizzonte del prossimo appuntamento elettorale. Qualcosa è già stato
fatto, come la semplificazione amministrativa che porterà ad aprire un'azienda
in un giorno o interventi a sostegno della nuova imprenditoria. Nei
primi sei mesi del
( da "Stampa, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Personaggio Dalla
Val d'Aosta all'estremo Oriente è lotta alla crisi E lo chef volò a Shangai
"Qui si rischia troppo" JOËLLE CUNÉAZ SAINT-PIERRE Dicono di lui che
è attento, versatile, aggiornato e libero da tabù culinari. E' lo chef Corrado
Michelazzo, 46 anni, valsesiano d'origine e valdostano d'adozione. Dopo gli
exploit di Cogne, e una stella Michelin, negli ultimi tre anni ha stuzzicato
palati accanto alla moglie Roberta Mò, esperto sommelier, all'hôtel La
Meridiana di Saint-Pierre. Una lunga permanenza in Valle che s'è interrotta da
pochi giorni, causa un'imprevedibile folgorazione sulla via di Shanghai. «Le
prospettive in patria non sono rosee - racconta lo chef - e la crisi in arrivo
non risparmierà chi lavora ad alto livello. La situazione è a rischio e a
chiudere sono grandi nomi della ristorazione. Prodotti d'eccellenza e prezzi
congrui finora hanno fatto la differenza, benché improvvisazione e concorrenza
sleale da tempo minaccino il settore. Occorre fare sistema per superare le
difficoltà e soddisfare clienti sempre più esigenti. Valorizzare i talenti di
casa, incentivare la filiera corta e pianificare un'efficace promozione a
livello internazionale dovrebbero essere le priorità di una regione a vocazione
turistica come la Valle». Avvezzo a viaggi (non soltanto culinari) nell'esotico
Oriente, Michelazzo è approdato nella città cinese alla guida del locale da lui
lanciato alcuni anni fa, il ristorante Milano. L'Expo 2010 inaugurerà il cinque
stelle Shangri-La Hôtel, sancendo la definitiva consacrazione dello chef
valsesiano, fin d'ora precettato per la direzione del comparto italiano.
«L'economia dei Paesi asiatici è florida e in costante espansione - assicura
Michelazzo -. Molti miei conterranei hanno trasferito l'azienda a Shanghai e
hanno atteso con impazienza il mio arrivo. Qui burocrazia e scartoffie rendono la vita
impossibile, mentre in Cina tutto conviene: fare la spesa, affittare un
alloggio, prendere il taxi». Il «made in Italy» sarà l'indiscusso protagonista
del ristorante Milano: materie prime e savoir-faire italiani, sinonimo di
«dolce vita» e benessere, affascinano gli orientali. «Italiano è il
giovane barman che mi affianca in questa avventura, incaricato di promuovere il
gelato artigianale. Unico neo? La staticità del personale locale; sono
preparati, ma poco intraprendenti. La sfida consiste nel creare un indotto che
generi posti di lavoro». Una scelta agrodolce, dunque, seppur ponderata a
lungo, quella di trasferirsi in Cina. Un progetto ambizioso che coinvolge
l'intera famiglia Michelazzo. «Complice l'entusiasmo di mio figlio - confessa
-, ho rimediato i giusti appoggi, pattuito il compenso e rotto gli indugi.
Marco frequenterà il college: concedergli l'opportunità di studiare
informatica, inglese e cinese come seconda lingua, significa assicurargli una
formazione valida e spendibile ovunque. Mia moglie curerà i côté fiscale e
amministrativo dell'attività; la sua competenza in materia di enologia
rappresenta da sempre il valore aggiunto alle mie creazioni culinarie».
Autentico amante dei fornelli, lo chef da una stella Michelin, conquistata nel
2004, predilige una cucina frutto di studio, estro e passione, nonché
espressione del territorio. La gestione in proprio del ristorante Au Vieux
Grenier e le consulenze al Coeur de Bois dell'albergo Miramonti hanno coronato
l'esperienza nella Val di Cogne, iniziata all'hôtel Bellevue nel 1997. «Se
tornerò in Valle? Certo, in vacanza nella mia casa a Saint-Pierre». Intanto
chissà se gli intenditori dagli occhi a mandorla gradiranno la Seupetta, il
celebre riso con Fontina, burro e cannella, ricordo della parentesi «cogneintze».
( da "Unita, L'" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Soru: questa nostra
terra può avere un bel futuro Tremila alla Fiera di Cagliari per la conclusione
della campagna elettorale di Renato Soru. Che dice: «Ora io taccio, la parola a
voi». A Sanluri l'incontro con Veltroni: «I sardi meritano un uomo con le tue
capacità». «Consegno agli elettori tutti i miei 140 discorsi, le migliaia di
mani che ho stretto e le migliaia di chilometri percorsi perché è venuto il
momento che io taccia e che parliate voi. La campagna elettorale è nelle vostre
mani, il nostro futuro è nelle vostre mani. Muoviamo il vento, muoviamo le
montagne in questi due giorni». Renato Soru chiude con queste parole, tra gli
applausi che non finiscono più in un palazzo della Fiera che scoppia di gente,
il suo ultimo discorso prima del voto. Di Berlusconi dice: «I sardi non gli
daranno la Sardegna gratis e lui non lo capisce. Dice "voglio venire a
vivere da voi", questo vorrebbe da grande e noi dovremmo consegnargli la
Sardegna. Bisogna dirgli che abbiamo altri progetti». La platea, ogni volta che
sente il nome del Cavaliere, fischia. Soru attacca: «Viene qui e chiede a tutti
di andare a casa sua, ma la Sardegna è come i nuraghe, non si sposta, non si
lascia incantare. La Sardegna che accoglie e non rifiuta di curare gli
immigrati - dice - i più deboli, gli ultimi». Tifo da stadio. Finisce così una
lunghissima giornata, non senza l'ultima tappa a Sanluri, suo paese di origine
e dove sceglie di incontrare il segretario del Pd Walter Veltroni «per fargli
vedere i luoghi dell'infanzia». C'è la sua famiglia, alla quale presenta il segretario.
Veltroni da qui ripete quello che ha detto ad ogni incontro - e sono stati
tanti - nel Sud dell'isola: lavoratori, impiegati, giovani, tutti chiedono
certezza per il proprio lavoro e quello dei figli. «Ci tenevo ad essere qui e
ribadire il mio sostegno a Soru - dice il leader del Pd - ma questa è la
campagna elettorale di Renato e non, come succede dall'altra parte, di una
controfigura. I sardi meritano un uomo con le capacità e la determinazione di
Soru, l'orgoglio di sé che ha la Sardegna vorrei lo avesse tutto il Paese. È da
qui che può partire un segnale di speranza per l'Italia». Una società - aveva
detto poco prima agli operatori dei servizi sociali, i volontari, il presidente
della Provincia, - «dove c'è stato un genocidio di valori, e una società senza
valori muore. È la maggiore responsabilità della destra». Si tratta di
riportare nella società quei valori «che sono stati i tratti distintivi della
campagna elettorale di Renato». Non c'è molto tempo, secondo il segretario, c'è
una crisi mondiale di cui i capi di Stato si occupano ogni giorno, «mentre il
presidente del Consiglio fa battute, racconta barzellette, ogni giorno sceglie
di parlare di altro. Oggi per la prima volta dice di essere preoccupato, e noi
siamo preoccupati che lui non sia altro che questo. Berlusconi non lo si vedrà
più, come non lo si è visto più in Abruzzo». Il Pd presenterà il proprio piano
contro la crisi, il governo ancora non l'ha fatto. Infrastrutture, semplificazione della burocrazia, credito al sistema delle piccole imprese, ammortizzatori
sociali. Ogni appuntamento, quelli di Veltroni nel Sud e poi a Nuoro, quelli di
Soru a Porto Canale, la nuova struttura per i trasporti marittimi,
all'Osservatorio astronomico in costruzione, il secondo in Europa, sono luoghi
di discussione sulla Sardegna e sul Paese, legati a doppio filo,
malgrado l'insularità che spaventa i produttori (sostengono gli imprenditori)
per gli alti costi di trasporto, ma che può essere, ripete Soru, «una grande
opportunità per la nostra terra». Soru promette una Finanziaria importante
«entro 4 settimane del suo secondo mandato, non avete alternative a tutto
questo». E Veltroni dal canto suo dice: «Anche il paese avrebbe bisogno di un
governo forte, autorevole all'estero, invece adesso la sua autorevolezza è pari
a zero». È piena la Fiera di Cagliari Alle dieci di sera la Fiera di Cagliari
scoppia di gente, a migliaia ascoltano fuori al freddo. Soru dice: «Chiudo
questa campagna elettorale bellissima avendo ben chiaro cos'è la Sardegna oggi,
quello che i sardi vogliono mettere in campo». Per Cappellacci poche parole:
«Non è mai apparso. È l'anomalia di questa campagna elettorale l'invasione
continua e violenta da parte del presidente del Consiglio venuto in Sardegna a
turbare il normale svolgimento di una democratica competizione elettorale,
spesso anche con cattivo gusto». Dal fondo della sala a Sanluri come nella
Fiera di Cagliari qualcuno grida: «Seu siguro ca ci da fadeusu». In sardo vuol
dire: sono sicuro che ce la facciamo. MARIA ZEGARELLI INVIATA A CAGLIARI
mzegarelli@unita.it
( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Palermo
Regione, burocrati da ricollocare Lombardo moltiplica le poltrone Otto nuovi
uffici speciali per i direttori non confermati EMANUELE LAURIA Li hanno già
chiamati gli uffici dei delusi. Strutture amministrative create anche (soprattutto?)
per far spazio ai dirigenti generali rimasti fuori dalla mappa dei capi
dipartimento. A loro, il governo regionale doveva comunque garantire le
indennità sino alla scadenza del contratto (per lo più la fine del 2009). E
così, ecco otto incarichi per la guida di altrettanti uffici speciali spuntati
dal nulla. Opere incompiute? Ci penserà Giuseppe Morale, burocrate vicino al
forzista Giuseppe Castiglione. Contenimento della spesa regionale e politiche
euromediterranee? Materie non proprio originali, assegnate rispettivamente a
Benedetto Mineo e Dario Cartabellotta, giovani dirigenti penalizzati dal
marchio di fabbrica cuffariano. La mitica "delegificazione", di cui
già si occupa un comitato istituito dall´Ars? Sarà appannaggio di Alessandra
Russo, che doveva andare al Personale ma all´ultimo momento è stata sostituita
da Ignazio Tozzo, capo di gabinetto dell´assessore alla Famiglia Francesco
Scoma. Gli altri uffici nuovi di zecca: quello per l´attuazione degli
ammortizzatori sociali, affidato a Giuseppe Incardona, ex capo dipartimento
dell´Industria rimpiazzato con Nicola Vernuccio, fedelissimo di Lombardo e già
commissario dell´Mpa a Palermo; quello per le Politiche della casa, diretto da
Rosolino Greco; quello che vigilerà sugli investimenti di strutture turistiche,
commerciali e industriali, assegnato a Giuseppe Li Bassi; e infine l´ufficio
speciale per gli investimenti e lo sviluppo nel settore sanitario cui è stato
preposto Giovanni Bologna, in predicato però di essere nominato alla guida del
Policlinico. Dell´utilità di queste strutture dubita il Pd, che ieri ha
depositato all´Ars una mozione firmata dal capogruppo Antonello Cracolici e dai
deputati dell´ufficio di presidenza. Nell´atto si chiede la soppressione dei
nuovi uffici speciali, «che finiranno per assolvere a ruoli e competenze già
svolte dagli attuali dipartimenti regionali». La scelta di Palazzo d´Orleans, è
scritto nella mozione, «è dettata unicamente da criteri politici più che
meritocratici e dalla necessità di ricollocare come possibile i funzionari
rimossi dal ruolo di direttori». La costituzione di nuovi uffici speciali era
stata vietata da una disposizione della Finanziaria del 2007, approvata durante
il governo Cuffaro, nel bel mezzo delle polemiche per la proliferazione di questi
rami d´amministrazione. Ma il blocco è stato rimosso, a dicembre, con una norma
inserita nelle pieghe della riforma dei dipartimenti, proprio la legge
partorita dall´Ars in nome del risparmio e della
razionalizzazione della burocrazia regionale. Un testo accolto con favore anche dal Pd. Ora
Cracolici fa mea culpa: «Quell´emendamento ci è sfuggito. Lombardo razzola bene
e predica male. Ma non interrompiamo la battaglia per cancellare le
strutture-fotocopia all´interno dell´amministrazione». Gli uffici speciali
impiegano personale interno all´amministrazione, che non gode di particolari
indennità e sono ospitati nei locali degli assessorati. Le uscite complessive
per gli stipendi dei dirigenti «parcheggiati» si aggireranno, nel 2009, su un
milione e 300 mila euro. Da aggiungere le spese di segreteria, per missioni e
autisti. «Ma tre o quattro di questi dirigenti saranno nominati presto al
vertice di dipartimenti rimasti scoperti, come Beni culturali ed Energia:
insomma, il numero degli uffici speciali diminuirà», replica il segretario
dell´Mpa Lino Leanza, confermando la funzione non proprio indispensabile di
queste strutture. Peraltro, agli uffici speciali di nuova istituzione si
aggiungono quelli già esistenti, creati da Cuffaro ma sopravvissuti al cambio
della guarda a Palazzo d´Orleans: Lombardo ha chiesto al segretario generale
Pier Carmelo Russo di fargli capire quanti sono e cosa fanno. Stando alle
tabelle sull´attribuzione del Famp 2008 (il salario accessorio) pubblicate a
inizio gennaio, gli uffici pre-esistenti sarebbero dieci, occuperebbero 78
dipendenti e comporterebbero una spesa annua per il personale di un milione 443
mila euro. Si va da organismi che operano in settori nevralgici, quali il
controllo della spesa comunitaria e l´energia, ad altri di minori dimensioni.
Come l´ufficio speciale per il polo museale di Catania: vi lavora un solo
dipendente.
( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Palermo
Il retroscena L´Udc e le colombe del Pdl in pressing sul presidente: slitta la
riunione di giunta già fissata Il governatore sceglie di trattare stop alla
seconda tornata di nomine Scontro tra Miccichè e Leontini: "Si
dimetta", "Lo faccia lui" ANTONELLA ROMANO lOMBARDO prende tempo
e sospende la guerra nei confronti dei suoi alleati. Prima c´è una telefonata
del ministro Angelino Alfano, che gli rammenta l´impegno preso con lui e
Berlusconi, e poi con Schifani, di siglare un armistizio col Pdl in Sicilia. Ma
il presidente della Regione raccoglie anche segnali distensivi dal segretario
regionale dell´Udc Saverio Romano. Quanto basta per soprassedere nella sfida a
viso aperto, messa a segno con la rivoluzione della burocrazia regionale, in disaccordo con Pdl e Udc, e di comunicare lo
slittamento della seduta di giunta già fissata a mezzogiorno. Rinvio subito
letto da alcuni tra gli alleati più riottosi come un «segnale di buona volontà»
(Rudy Maira) e dal coordinatore regionale di An Pippo Scalia come il momento
«di distendere gli animi e di lavorare tutti insieme al programma per il quale
siamo stati eletti». Da Roma Gianfranco Miccichè, e subito dopo Ugo Grimaldi
(Pdl), fanno pressing sul capogruppo del Pdl all´Ars Leontini, perché segua le
indicazioni dettate dai vertici istituzionali del partito: «Altrimenti si
dimetta». Ma una pulce nell´orecchio a Lombardo la mette Marco Falcone, il deputato
di An vicino a Raffaele Stancanelli, che intravede un Giuda dentro l´Mpa -
senza farne mistero l´allusione è al capogruppo Leanza - e mette sull´avviso il
governatore: «Qualcuno sotto sotto lavora dentro il partito per minare la sua
credibilità». Slitta così di qualche giorno, in uno scenario che resta
mutevole, arricchito da battibecchi e ripicche personali, la riunione che
serviva per completare la partita delle nomine, con le ultime caselle da
colmare dei posti di direttore generale e egli uffici speciali. Stand by che,
in vista della riunione dei capigruppo di martedì, potrebbe aprire uno
spiraglio per una verifica sul grande nodo della riforma della sanità, prima
che il testo - che ormai è quello targato Udc-Pdl - approdi all´Ars. Evitando
così la frattura. I due capigruppo del Pdl e dell´Udc ieri hanno affermato di
essere pronti a migliorare il testo in aula. «Mi auguro sia finito il tempo
delle polemiche. Sarebbe un errore - ha detto il capogruppo dell´Udc Rudy Maira
- trasportare a Sala d´Ercole una crociata. Se l´assessore alla sanità sostiene
che bisogna tornare indietro al suo modello, credo però che continui a
sbagliare». Dibattito su cui incide il diktat di Gianfranco Miccichè che invita
il capogruppo del suo partito Leontini ad adeguarsi alle indicazioni scaturite
dall´incontro Berlusconi-Lombardo, altrimenti «ne tragga le conseguenze».
«Dimettermi io? - ha ribattuto Leontini - Quando Miccichè deciderà di
dimettersi da sottosegretario per i contrasti con il ministro Tremonti, allora
anch´io mi dimetterò da capogruppo del Pdl all´Ars per le divergenze con il
governo sulla sanità». Divergenze non ancora appianate. E che secondo Leontini
potrebbe far riproporre lo stesso muro contro muro con l´Mpa di quando in
commissione gli autonomisti dissero sì alla modifica del disegno di legge
sull´Ato rifiuti introducendo il 90 per cento degli emendamenti proposti dal
Pd, che stravolsero il testo. L´Udc, il partito rimasto più penalizzato nel
rinnovo dei vertici della burocrazia, fa sapere di
essere in attesa di un segnale. Anche se tra Cuffaro e Lombardo persiste il
gelo: i due, dopo la sostituzione di tutti i direttori legati all´ex
presidente, ancora non si sono sentiti. E qui interviene il segretario della
commissione Sanità del Pdl Marco Falcone che sposta il tiro sull´Mpa,
additandolo come responsabile della crisi della maggioranza. «Non occorre la
sfera di cristallo per scoprire che la volontà di mettere in difficoltà
Lombardo risiede proprio nel suo partito, da parte chi dice di lavorare con
lui. Auspico che il presidente Lombardo possa acquisire consapevolezza della
minaccia che incombe a suo danno». Falcone invita Pdl e Udc, a «cedere qualche
posizione all´assessore Russo». I suoi sospetti ricadono sul ruolo del
capogruppo dell´Mpa, con cui era entrato in rotta di collisione durante la
caccia al "franco tiratore" da Leanza tentata per impedire in
commissione sanità la sconfitta del governo. Invito rifiutato da Falcone. «Il
tono dello scontro all´interno della coalizione di centrodestra deve necessariamente
scendere», è l´appello che viene anche da Giulia Adamo, del gruppo misto.
( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VI - Palermo
Il caso Rosario Filoramo chiede lo stop all´assegnazione I democratici hanno
messo a confronto previsioni e entrate. L´assessore: "Sbagliano i
conti" Mezza giunta bocciata dalla sua maggioranza "Impianti affidati
ai privati ma senza un bando pubblico" I consiglieri danno i voti a
sindaco e assessori: giudizi severi pure nel centrodestra La denuncia sulla
gestione affidata ai precari Le pagelle del Comune Giallo sugli incassi della
piscina il Pd: "Sono spariti 150 mila euro" L´opposizione
"Vigilare su quella struttura che è citata tra le carte di Lo
Piccolo" Una società ha fatto domanda nel giorno della comunicazione al
Coni Anello: "Non tengono conto dei giorni in cui le corsie sono rimaste
chiuse" ANTONIO FRASCHILLA SARA SCARAFIA Il Partito democratico denuncia
un probabile ammanco negli introiti della piscina comunale di oltre 151 mila
euro e chiede a Palazzo delle Aquile «immediate verifiche e un cambio nella
gestione della cassa della piscina». Per l´assessore allo Sport «tutto è in
perfetta regola», ma i consiglieri del Pd hanno presentato comunque
un´interrogazione urgente al sindaco Diego Cammarata «perché la piscina è già
stata citata nel libro mastro del boss Salvatore Lo Piccolo e quindi occorre la
massima trasparenza». Quello degli incassi della piscina è un vero giallo.
Secondo i dati forniti da Palazzo delle Aquile nel 2008 si sono registrati
introiti per 410 mila euro, contro i 547 mila dell´anno precedente. Un flop dovuto
soprattutto alla chiusura dell´impianto per diversi giorni a causa di scioperi
dei bagnini Lsu, mancanza di fondi per comprare il cloro e piccoli lavori di
manutenzione. Ma, secondo i consiglieri comunali del Partito democratico, i
conti non tornerebbero comunque: «Abbiamo calcolato quanto il Comune avrebbe
dovuto incassare dall´affitto degli spazi d´acqua alle associazioni sportive -
dice il capogruppo del Pd, Davide Faraone - E il totale dovrebbe fare 336 mila
euro: perché, allora, come incassi rendicontati si arriva solo a una somma di
184 mila euro? Mancherebbero all´appello almeno 151 mila euro e chiediamo
all´amministrazione comunale di spiegare subito il perché di questo probabile
ammanco. Il tutto tenendo conto che, purtroppo, la piscina comunale è già stata
coinvolta nell´inchiesta sul pizzo a Palermo, perché compariva nel libro mastro
del boss Lo Piccolo». L´allarme del Pd è stato inoltre lanciato a Sala delle
Lapidi durante l´audizione dell´assessore allo Sport, Anello, che però si dice
«certo della correttezza nella gestione di cassa della piscina»: «Tutti i
pagamenti fatti dalle associazioni sono registrati con una regolare ricevuta
fiscale - dice Anello - I calcoli fatti dal Pd sono sbagliati, perché non
tengono conto dei numerosi giorni di chiusura dell´impianto nello scorso anno e
soprattutto del fatto che a volte gli spazi d´acqua lasciati liberi vengono
comunque affidati gratuitamente alle associazioni. Insomma, non c´è nessun
ammanco». Di certo c´è, però, che la gestione di cassa della piscina è affidata
ai precari del consorzio Palermo Lavoro ed è slegata dalla tesoreria comunale.
Ma c´è di più: dalla cassa della piscina transitano tutti gli introiti da
impianti sportivi, per una cifra che si aggira intorno ai 700 mila euro
all´anno. «è grave che la gestione sia affidata a dei precari del consorzio e
non a dipendenti della tesoreria comunale», conclude Faraone. «La gestione
della cassa della piscina è svincolata dalla tesoreria da più di 7 anni e non
c´è certo una mia responsabilità», ribatte Anello. Ma anche dal Pdl viene
invocata un´operazione di «chiarezza» sui conti della piscina: «Non creiamo
allarmismi inutili, chiederò subito di verificare le affermazioni dei
consiglieri del Pd per fugare qualsiasi dubbio, sono certo che si tratti soltanto
di un abbaglio da parte del centrosinistra - dice il capogruppo del Pdl, Giulio
Tantillo - Certamente occorre affidare subito la gestione di cassa della
piscina alla tesoreria comunale». Stop all´affidamento ai privati della
manutenzione degli impianti sportivi senza alcun bando. Per il Pd occorre «un
cambio di rotta» rispetto al nuovo corso aperto dall´assessore Alessandro
Anello, che ai primi di giugno ha affidato la manutenzione degli impianti
sportivi e l´erogazione di alcuni servizi ad alcune società sportive private,
che in cambio avranno degli sconti negli abbonamenti. La piscina comunale è
stata affidata alle associazioni Waterpolo, Centro di formazione marittima,
Gifa, Telimar e Comitato italiano paralimpico. La manutenzione del campo da baseball
alla Fuori campo, mentre la palestra di via Del Fante alle associazioni Nuova
pallacanestro Palermo e Green basket 99. «Il Comune ha affidato la manutenzione
di questi impianti a privati senza pubblicare alcun bando, ma scegliendo
direttamente le associazioni - dice il consigliere del Pd, Rosario Filoramo -
Si tratta di un grave errore che conferma la gestione "privatistica"
dell´assessore Anello». Per Filoramo, inoltre, è curioso che già il 12 giugno,
quando l´assessore Anello invia al Coni la determina sindacale che dà via
libera ai privati nelle manutenzione, nello stesso giorno una società presenti
domanda per la piscina comunale». Si tratta del Comitato paralimpico, che si è
detto disponibile a fornire l´assistenza ai bagnanti. Secondo l´assessore
Anello, però, «non c´era alcuna necessità di pubblicare un bando»: «Si tratta
soltanto di uno scambio tra Comune e associazioni che già hanno avuto assegnati
degli spazi negli impianti sportivi - dice Anello - Invece di pagare in denaro
l´affitto devono occuparsi della manutenzione. Non capisco dove stia lo
scandalo, non si tratta di un affidamento della gestione tout court. Inoltre é
solo una coincidenza quella che vede nella stesso giorno inviare al Coni la
comunicazione sull´affidamento ai privati e la domanda presentata da
un´associazione: perché questa fa parte del Coni, e quindi avrà subito colto
l´occasione appena ricevuta la comunicazione». Per il consigliere Filoramo,
comunque, si tratta di «accordi capestro che costringono le associazioni a doversi
occupare delle manutenzioni pur di continuare a utilizzare gli impianti»,
mentre secondo Salvatore Orlando «basterebbe dedicare il 30 per cento degli
incassi solo alle manutenzioni per non coinvolgere i privati». Ma per il
capogruppo del Pd, Davide Faraone, occorre avviare anche
«un turno over» nella burocrazia che si occupa di impianti comunali: «è strano che la piscina non
abbia un sito internet, ma che tutte le informazioni su orari e costi si
trovino in un sito online che fa capo a un´associazione privata guidata dal
responsabile della piscina stessa». a. fras. Il primo quadrimestre non è
finito soltanto a scuola. Anche a Palazzo delle Aquile è tempo di pagelle. E
sono in molti, praticamente tutti, a dover indossare le orecchie d´asino.
"Repubblica" ha chiesto ai cinquanta inquilini di Sala delle Lapidi
di dare un voto ai sedici componenti della giunta, sindaco incluso. Un voto da
( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina I - Milano Il
retroscena La minaccia sulla Moratti GIUSEPPINA PIANO Azzerare tutto, dire
addio alla Soge e ai dieci mesi che ci sono voluti per farla nascere. E
riportare tutta la pratica Expo sotto la giurisdizione di Giulio Tremonti.
Come? Sostituendo la paralizzata società di gestione, quell´Expo spa 2015 che
finora non ha neppure i soldi per iniziare a lavorare, con un´Agenzia pubblica
che risponda direttamente al governo. E nominando da Roma
un commissario straordinario che possa saltare i tempi di appalti, gare, burocrazia e trasparenza. è con
quest´ultima minaccia sul tavolo che Berlusconi e Tremonti vanno al definitivo
showdown con Letizia Moratti. SEGUE A PAGINA VII
( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina III - Bologna
La polemica Il candidato: "Aboliamo la Provincia, costa troppo". E su
Cofferati: "Gli contestano una mancanza di affetto per la città"
Delbono: "Civis, ecco le balle di Guazzaloca" Flavio Delbono, candidato
sindaco del Pd, attacca Giorgio Guazzaloca sul Civis: «Racconta balle, è opera
sua, abbia l´onestà di non raccontarla rovesciata». E prende le distanze dal
sindaco uscente Sergio Cofferati: «Forse gli è mancato l´affetto della gente». Poi propone di abolire la Provincia «per ridurre i costi della
politica e della burocrazia».
E giura, in caso in caso di elezione, che non si farà condizionare dal tema
della continuità con l´attuale giunta: «Ognuno ha la propria sensibilità».
BIGNAMI E NIGRO ALLE PAGINE VII E IX
( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina X - Bologna
Delbono attacca Guazzaloca "Sul Civis racconta balle" Il candidato Pd
boccia la Provincia: costa troppo, va abolita "A Cofferati forse
rimproverano la mancanza di affetto per la città, c´erano grandi aspettative in
parte deluse" SILVIA BIGNAMI Flavio Delbono, candidato sindaco del Pd,
parla. Attacca gli avversari e tra le righe prende pure le distanze dal sindaco
uscente «al quale forse rimproverano non una cattiva amministrazione ma semmai
la mancanza di affetto verso la città». Con un piccolo colpo di scena, quando -
intervistato negli studi dell´emittente locale "è-tv" - il
vicepresidente della Regione mostra la foto di Giorgio Guazzaloca alla guida
del Civis. Materiale d´archivio con postilla d´attualità: «Guazzaloca racconta
balle e non è una novità - dice - il Civis, opera e tracciato, è scelta sua,
rinnegare quell´appalto è scorretto. Abbia almeno l´onestà di non raccontarla
rovesciata». Scintille e non saranno le uniche in una campagna elettorale già
entrata nel vivo, si attendeva il colpo d´ala di Delbono. Ieri è arrivato pure
quello con una sfida che ha il sapore antico. Delbono definì già «frottole» nel
2001 le stime dell´allora sindaco Guazzaloca sui 2000 miliardi di investimenti
di opere pubbliche messe in cantiere dalla sua giunta. E per quelle
"frottole" venne querelato da Guazzaloca. Battaglia legale che si
esaurì col ritiro della querela nel 2005. E se finisse di nuovo in tribunale?
«Faccia pure» dice Delbono sfidando l´avversario civico. Un attacco frontale al
quale replica il deputato Udc ex ex assessore al Bilancio Gianluca Galletti:
«Fu la giunta Vitali, di cui Delbono faceva parte, a fare il progetto ben più
impattante di un tranvia su rotaie che passava per Strada Maggiore. Noi
mantenemmo il percorso solo per non perdere i finanziamenti. Ma Guazzaloca in
giunta si impegnò a non far passare il Civis dal centro storico». Delbono non
si accontenta. Definisce «una pagliacciata» la proposta dell´ex sindaco di
restituire una parte della Cassa di Risparmio ai bolognesi, perché «sarebbe
come proporre l´uscita dall´euro». Boccia la street rave parade in centro. E
attacca pure sulla sicurezza: «Guazzaloca ci ha lasciato il Ferrhotel e i
romeni sul Lungo Reno. Su questo tema non è certo vergine». Il candidato Pd
rallenta solo quando si tratta di Cofferati. «Non esiste - premette - il tema
della discontinuità». Ma ai delusi Delbono comincia a inviare segnali: «Il
problema è che la campagna elettorale di Cofferati, improntata sulla
partecipazione, ha creato aspettative altissime. I cittadini lo rimproverano
più per mancanza si affetto verso la città che per la sua azione politica, che
invece è apprezzata». «Il nuovo sindaco - aggiunge Delbono parlando delle
contestate ordinanze sul Pratello - agirà a seconda delle informazioni che ha e
della sua sensibilità. Ognuno ha la propria». Ultima battuta sulla Provincia,
«da abolire già nel prossimo mandato per ridurre i costi della
politica e della burocrazia»
secondo Delbono. Una proposta esplosiva, dal momento che io Provincia è
candidata la compagna di partito Beatrice Draghetti, che invece porge
cristianamente l´altra guancia e fa sapere: «Andiamo verso la città
metropolitana. E´ chiaro però che i nuovi assetti istituzionali si giustificano
però solo con miglioramenti complessivi per i cittadini».
( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XV - Bari
Nell´ex autosilo nasce la casa dei giovani artisti La struttura sarà gestita
dagli stessi ragazzi. Laforgia "Un´opportunità per la città intera"
L´edificio del parcheggio san Francesco, nel centro di Bari, è stato
riqualificato e destinato ad ospitare la cittadella della creatività per
musicisti, scrittori e fotografi FRANCESCA RUSSI (segue dalla prima di cronaca)
La struttura rappresenta una risposta alla carenza di spazi pubblici e
contenitori culturali da sempre rivendicata da artisti in erba, musicisti,
scrittori, videomaker, grafici e fotografi. Proprio per loro è stata pensata la
riqualificazione dell´edificio, lasciato da anni all´incuria. Il percorso di
progettazione è stato infatti partecipato e ha dato vita a forum con le
associazioni giovanili baresi che hanno potuto esprimere disagi ed esigenze,
proposte e perplessità. Ma adesso, aggiudicato l´appalto per 1 milione e
200mila euro all´Ati Nec-Mitro costruzioni, l´Officina degli esordi può
diventare realtà. Ne è convinto l´assessore comunale alle Culture, Nicola
Laforgia: «Finalmente, dopo tanta burocrazia, si parte. è una grande opportunità che vogliamo dare ai giovani
di Bari». Il finanziamento ammonta ad 1milione e 740mila euro fra fondi
comunali e Bollenti Spiriti della Regione. Dagli scantinati di Poggiofranco o
dai box della Stanic, le band potranno suonare negli spazi prova allestiti al
primo piano della grande galleria centrale dell´ex autosilo. Su una
superficie di
( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-02-14 - pag: 7 autore: Stati Uniti. Via libera
definitivo della Camera al pacchetto da 787 miliardi di dollari Approvato il
piano Usa ma l'attuazione è in salita Dubbia efficacia di
alcune misure e burocrazia
da rivoluzionare Marco Valsania NEW YORK Il grande piano di rilancio
dell'economia americana era avviato ieri notte all'approvazione definitiva da
parte del Congresso. La Camera l'ha varato con 246 consensi contro 183
rispettando gli schieramenti di partito, con sole sette defezioni democratiche
e nessuna tra i repubblicani. Il Senato aveva programmato un voto in
tarda serata.Ma, nonostante l'esito certo e l'altrettanto sicura firma del
presidente Barack Obama entro lunedì, sono già comparsi nuovi ostacoli al decollo
del maxipacchetto contro la crisi. Non sarà facile per la Casa Bianca
trasformare una vittoria da 787 miliardi di dollari, ultima stima del costo del
piano,in progetti concreti:l'intera burocrazia
federale, dal dipartimento dell'Energia a quello del Commercio, dovrà essere
rivoluzionata, dotata di risorse straordinarie per gestire con rapidità
progetti che vogliono avere un impatto entro due anni. Perplessità, inoltre,
sono emerse sull'efficacia del pacchetto. L'opposizione incalza: denuncia
sprechi e la mancanza di un sostegno "bipartisan" al presidente,
raffozata dalla rinuncia del repubblicano Judd Gregg al ministero del Commercio
proprio in polemica sulla ricetta economica. Anche le revisioni che hanno
garantito il passaggio parlamentare - il piano è stato limato del 4% rispetto
alla versione della Camera- sono però nel mirino: la stessa amministrazione ha
ridimensionato gli obiettivi di nuovi posti di lavoro a 3,5 milioni da quattro.
E alcuni economisti sono meno generosi: temono che non crei più di 2,5 milioni
di occupati. Un aiuto all'amministrazione è tuttavia giunto ieri dalle banche:
JP Morgan e Citigroup, in una lettera al Congresso, hanno annunciato una
moratoria sui pignoramenti di case che darà al ministro del Tesoro Tim Geithner
il tempo di approntare un nuovo provvedimento immobiliare. Per JP Morgan il
congelamento durerà fino al 6 marzo, per Citi fino al 12 marzo. Geithner, nel
varare martedì una nuova strategia di soccorso alle banche da 2.500 miliardi,
era rimasto vago sui dettagli, compresa un'iniziativa da forse 50 miliardi per
scongiurare pignoramenti. Obama, da parte sua, ha proseguito la crociata in
difesa del piano economico, per due terzi spesa pubblica e un terzo sgravi
fiscali, ammettendo i nodi da sciogliere. «Il pacchetto è cruciale - ha detto
ieri - ma è solo l'inizio». Il piano contiene 170 miliardi in progetti
infrastrutturali, da autostrade a riparazioni di case popolari, dalla rete
internet a quella elettrica e ferroviaria. E ben 40 miliardi passeranno per il
dipartimento dell'Energia, dove emergono i problemi maggiori: il ministro Steve
Chu ha detto al Wall Street Journal che dovrà trasformare il ministero, in
passato tra i meno efficienti, per evitare «un fallimento ». Non basta: al
Commercio un minuscolo ufficio con venti funzionari avrà in gestione 7 miliardi
per internet. Anche dalle aziende sono giunte reazioni incerte: colossi dalla
General Electric ai protagonisti della tecnologia dovrebbero mobilitarsi. Ma
una doccia fredda è arrivata da Caterpillar: Obama aveva previsto che l'azienda
potesse riprendere parte dei 20mila dipendenti appena licenziati.
L'amministratore delegato Jim Owens l'ha smentito:«Dovremo licenziare ancora
prima di parlare di nuove assunzioni».
( da "Stampa, La" del 15-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Dal
convegno Le richieste a Roma Meno burocrazia La burocrazia regna sovrana:
una volta insediato un giovane agricoltore dedica 80 giornate lavorative l'anno
solo per pratiche (Uma, Pac, Asl, Inail, Inps) sottraendole all'azienda.
Accesso al credito Per favorire il ricambio generazionale è stata sottolineata
la necessità di interventi strutturali, più agevoli percorsi per l'accesso al credito e
politiche articolate, con particolare attenzione alle aziende che fanno
impresa. Ricerca e innovazione Sottolineata la necessità di investimenti in
ricerca e innovazione, i giovani agricoltori hanno anche lamentato l'eccessivo
costo dei terreni agricoli (in Italia il più alto d'Europa).
( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: SYSTEM data: 2009-02-15 - pag: 5 autore: La tassazione di distretto
non convince le Pmi Difficile l'applicazione della norma sul consolidato
fiscale Paolo Bricco MILANO Dubbi sulla tassazione di distretto. Qualche
incertezza sull'eliminazione, di fatto, del nuovo concetto di rete di impresa.
Con, in più, l'incognita delle somme stanziate per ridurre l'imposizione alle
imprese che decideranno di unirsi, ricorrendo alla più classica e originale
formula di aggregazione territoriale italiana. Il provvedimento contenuto nel
decreto legge entrato in vigore merco-ledì, finalmente, ha dato corpo e
sostanza (fiscale) all'introduzione, nel dibattito e nella pratica della
politica industriale italiana, dell'idea tradizionale di
distretto.«L'impostazione –dice Valter Taranzano, presidente dei Club dei
distretti – è in linea con la Legge 23 dicembre 2005, inclusa nella Finanziaria
del 2006. Una legge allora voluta da Giulio Tremonti». Il consolidato di
distretto, dunque, potrebbe diventare una opzione praticabile. «Il nostro
giudizio – spiega Taranzano –è positivo ». Anche se, all'inizio, non tutto sarà
semplice. «Di fatto – osserva Domenico Palmieri, presidente dell'Associazione
italiana politiche industriali – non esistono entità giuridiche nazionali
definibili come distretti i cui rappresentanti vadano concretamente a discutere
con gli uomini dell'Agenzia delle Entrate». E, infatti, una eventuale
applicazione del provvedimento sarà il risultato dell'incrociarsi fra piano
nazionale e piano locale. «In alcune parti del nostro Paese –nota Taranzano –
già esistono entità giuridiche distrettuali, ad esempio di natura consortile,
emanate dal diritto regionale. Saranno loro ad approffitare del nuovo quadro
normativo». Bene la possibilità di presentare un consolidato di distretto e,
soprattutto, di concordare il livello della tassazione per almeno tre anni. «Si
tratta di un vantaggio indubbio per la programmazione industriale e finanziaria
delle piccole aziende», nota Palmieri. «è anche una alternativa intelligente –
riflette Taranzano –al meccanismo non sempre razionale degli studi di settore».
Al di là della reale applicazione di questa normativa, tutti riconoscono dunque
i vantaggi materiali e la maggiore tranquillità psicologica che, in un ambiente
per definizione fiscalmente sfavorevole come l'Italia, deriverebbe alle
imprese, piccole e medie. Tuttavia c'è chi si chiede se questo genere di
fiscalità non debba essere estesa a qualcosa di più del classico concetto di
distretto: «La normativa – osserva Palmieri –, pur citandole, sembra di fatto
dimenticare le reti di impresa, che non hanno un vincolo territoriale preciso».
Reti di impresa che costituivano l'ossatura dell'impostazione conferita, nel precedente
Governo Prodi, dal titolare del ministero dello Sviluppo economico, Pierluigi
Bersani. La definizione delle reti di imprese costituiva peraltro l'oggetto di
una delega all'interno del Ddl collegato alla Finanziaria (1441 Ter) approvata
dalla Camera, ma ancora ferma al Senato. Un altro elemento di discussione, in
un provvedimento fortemente connotato dall'impostazione tremontiana di quattro
anni fa, è rappresentato dal problema dei soldi con cui finanziare la
differenza fra la fiscalità consolidata e la sommatoria delle entrate che
deriverebbero dal pagamento delle imposte da parte delle singole aziende. Su
questo punto, si sofferma il deputato del Pdl Raffaello Vignali, vicepresidente
della Commissione Attività produttive ed ex presidente della Compagnia delle
Opere, naturalmente favorevole all'impianto generale del provvedimento. «Il
tetto citato – dice – è di 10 milioni di euro. Questo punto va chiarito bene:
10 milioni di euro per il 2009 sono pochi, se è la cifra complessiva. Se,
invece, questo impegno vale per ciascun distretto, allora diventa interessante.
In aula presenterò un emendamento in tal senso». C'è, poi, un altro fattore che
suscita dibattito. «Premesso che occorre dare credito a ogni iniziativa che
rafforzi i distretti – afferma Enrico Letta, ministro del Welfare nel Governo
ombra – in questa norma intravvedo un rischio: la creazione
di nuova burocrazia ». Per
Letta, che nel 2004 compì con Bersani un ampio giro dei distretti italiani
attraverso cui la sinistra cercò di aprire una nuova stagione di dialogo con
l'economia dei territori, si tratta di un pericolo reale, causato dal
sovrapporsi di un piano di diritto regionale e di diritto nazionale e dalla
necessità di costruire nuovi organismi giuridici che, poi, si
interfaccino con l'Agenzia delle Entrate. «In questo caso – osserva –
servirebbe deregolamentazione e non nuova normazione. Stiamo attenti che, con i
distretti, non capiti quello che è successo con molti consorzi industriali del
Sud, che esistono soprattutto sulla carta e la cui principale funzione è la
distribuzione di prebende». OPZIONE POCO PRATICABILE Domenico Palmieri (Aipi):
non esistono entità giuridiche che possano trattare con l'Agenzia delle Entrate
( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: SYSTEM data: 2009-02-15 - pag: 5 autore: «Più semplicità, non servono
ricette calate dall'alto» Franco Vergnano MANTOVA. Dal nostro inviato Servono
semplicità e leggerezza nella governance dei distretti industriali. Evitando burocrazia e sovrastrutture destinate solo a zavorrare la vitalità
imprenditoriale del territorio, con il rischio di vedere aumentare le ingerenze
politiche. Questo, in sostanza, il pensiero espresso ieri dal bresciano Aldo
Bonomi, vicepresidente di Confindustria per le politiche territoriali e i
distretti industriali, nella giornata conclusiva del forum nazionale sui
territori organizzata a Mantova dal Censis con il contributo della Fondazione
Monte dei Paschi di Siena, in collaborazione con Sinopsislab. Tre i punti
chiave sottolineati da Bonomi: estrema flessibilità e semplicità; nessuna
sovrastruttura burocratica, ma elementi essenziali di governance a forte
vocazione industriale; spinta all'aggregazione di aziende per conseguire un
obiettivo condiviso e dichiarato sulla base di un progetto industriale e di
mercato. Con un'aggiunta: «Il recente provvedimento del Governo sulla fiscalità
di distretto (decreto legge anticrisi) è una misura che anche in precedenti
tentativi non ha dato esiti positivi. Si presenta di difficilissima, se non
impossibile, applicazione sia dal punto di vista tecnico sia da quello organizzativo.
è un provvedimento che rischia concretamente di rimanere inutilizzato, ma che
genera ulteriore confusione nella già complessa questione dei distretti
industriali». Sul piano organizzativo e della governance dei
"cluster" è necessario adottare meccanismi che facilitino e
semplifichino la vita delle imprese e non la complichino, invece, con inutili
nuovi livelli istituzionali, altri interlocutori, ulteriori procedure
burocratiche, ha specificato Bonomi, sottolineando come «distretti, reti e
filiere industriali funzionino se nascono dal basso, cioè dalla convinzione e
dalla volontà degli imprenditori di stare assieme. Invece soluzioni “calate
dall'alto” o costruite a tavolino per inseguire una linea di finanziamento o
per accontentare un politico di turno non hanno senso e anzi sono
controproducenti per il sistema produttivo». Bonomi, intervenuto alla tavola
rotonda conclusiva alla quale hanno partecipato il sindaco di Venezia, Massimo
Cacciari, e Bruno Tabacci, ha criticato pure il livello politico regionale: «è
necessario che anche le Regioni tengano presente le basilari esigenze delle
imprese nell'impostare e applicare le legislazioni in materia distrettuale,
evitando misure che snaturino il contenuto industriale di queste forme di
aggregazione promuovendo sistemi di governance pubblica». Il vicepresidente
della Confindustria ha chiesto a spada tratta «una maggiore uniformità delle
legislazioni regionali. è difficile infatti costruire reti interregionali,
nazionali o internazionali partendo da una disciplina regionale di settore
frastagliata e spesso non coerente ». In particolare, sul piano normativo, si
va consolidando in alcune legislazioni regionali un «indirizzo – ha aggiunto
Bonomi – che individua nei distretti le entità attraverso le quali veicolare le
misure di incentivazione (anche di origine comunitaria e nazionale). Questa
tendenza può spingere, in alcuni casi, alla creazione di distretti “virtuali”
con il solo scopo cioè di drenare risorse. Un'impostazione da contrastare
perché produce diseconomie e spinge la politica ad entrare nella governance dei
distretti (che devono invece mantenere la caratteristica di aggregazione
spontanea di imprese)». Nello sviluppo delle nuove politiche territoriali
bisogna tenere conto in primo luogo di un sentimento diffuso nella società
civile che chiede una maggior vicinanza del momento decisionale alle esigenze
dei cittadini e delle imprese. Un concetto, quest'ultimo, ripreso sia da
Cacciari («Ci vuole autonomia accompagnata da responsabilità») sia nelle
conclusioni dell'incontro tratte da Giuseppe Roma, direttore generale del
Censis. Infine Bonomi ha auspicato che anche le Regioni partecipino invece
attivamente al sostegno e al finanziamento degli oltre 400 progetti di
Industria 2015 che risultano approvati, ma rischiano di rimanere nel cassetto
per mancanza di fondi. LA CRITICITà «Il provvedimento rischia di rimanere
inattuato e di generare ulteriore confusione in una materia già molto
complessa» IMAGOECONOMICA Imprese. Aldo Bonomi, vice-presidente di Confindustria
( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-02-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: SYSTEM data: 2009-02-15 - pag: 10 autore: ... DISTRETTI INDUSTRIALI
Governance, leggera è vincente C he tipo di governance serve per rilanciare i
distretti industriali? Chiara, semplice e leggera. Il più possibile slegata dal
livello politico e senza sovrastrutture burocratiche che zavorrano la vitalità
imprenditoriale del territorio. I cluster produttivi, in evoluzione verso le
nuove filiere manifatturiere, non sono strutture semplici. Anzi, spesso e
volentieri presentano un livello di complessità che anche la più moderna
cultura d'impresa fa fatica a scandagliare. E funzionano solo quando nascono
dal basso, senza imposizioni. Gli studiosi più attenti del fenomeno lo hanno
messo a fuoco in modo incontrovertibile. Traendone le conseguenze. Niente burocrazia, dunque. Avendo presente che il sostegno ai progetti di filiera
e alle reti produttive impone quasi sempre il superamento delle logiche
riduttive (con possibili derive clientelari e politiche). Per gli spiriti
imprenditoriali del territorio risultano controproducenti misure, anche
fiscali, di difficile attuazione. Di certo non aiuta l'abito
d'Arlecchino della regulation regionale, con provvedimenti frastagliati, quando
non incoerenti.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-02-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: SYSTEM data: 2009-02-15 - pag: 13 autore: MICROCOSMI LE TRACCE E I
SOGGETTI ... La sussidiarietà e i sentimenti dei padroncini di Aldo Bonomi D
opo la botta fantasmagorica del denaro che produce denaro, come sempre nei
momenti di difficoltà, l'Essere torna ai fondamenti. Da non confondere con i
fondamentalismi dell'esaltazione acritica dell'economia reale. Che fa
immaginare a qualcuno che la merce possa produrre merce. Il capitalismo, il
mercato, si sa,è fatto dall'intreccio di questi due elementi. Con in mezzo il
sentire e i comportamenti dell'"animale imprenditore", dell'homo
faber. Dell'uomo artigiano, direbbe Sennet con il titolo del suo ultimo libro.
Con la sussidiarietà, come arma contro la crisi, sostiene Giorgio Vittadini,
presidente dell'omonima fondazione. Che ha supportato l'ipotesi indagando un
campione di 1.600 aziende manifatturiere, per l'80% piccole (da
( da "Corriere della Sera" del 16-02-2009)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-02-16 num: - pag: 22 categoria:
REDAZIONALE PERCHE' LA CINA NON E' LA RUSSIA Washington - Pechino: alleati e
rivali di ANDRE GLUCKSMANN A ll'appuntamento di Davos, il fior fiore planetario
di finanzieri e diplomatici ha prestato un orecchio attento al primo ministro
russo, il signor Putin, e al suo omologo cinese, Wen Jiabao. Le inevitabili
frecciate anticapitaliste e antiamericane sono state meno velenose del solito.
E' la dimostrazione che siamo tutti imbarcati sulla stessa barca? Certo, ma non
agli stessi posti! Sebbene i discorsi russi e cinesi veicolino identici
atavismi ideologici, i comportamenti geopolitici che essi nascondono sono del
tutto diversi. La crisi mondiale, che non risparmia queste due potenze
post-comuniste, rivela quanto i loro destini siano ormai divergenti. La Cina
incarna un'enorme volontà di potenza, lavora sulla lunga durata. La Russia,
colosso dai piedi d'argilla, si dedica interamente a nuocere, in ogni
direzione. L'élite russa ha creduto a lungo di salvarsi dai miasmi di un
fallimento «americano ». Mal gliene incolse. Delle sue riserve, più di un terzo
è scomparso, il rublo è in caduta libera, le banche cedono, gli oligarchi
piangono miseria e tendono la mano al Cremlino, il bilancio 2009 si annuncia in
deficit. Le casse si svuotano, ma la tracotanza aumenta! Paradossalmente,
questa crisi non scalfisce l'arroganza di Putin, più dotato in strategia che in
economia. Putin tiene testa all'Unione europea, già sfida Obama, appena
installato nell'ufficio ovale. Rivendica il monopolio dell'approvvigionamento e
della distribuzione dell'energia fossile in Europa; Germania e Italia
accondiscendono egoisticamente, anche a costo di finanziare le pipeline di
Gazprom. Non rispetta l'accordo di cessate il fuoco con la Georgia negoziato da
Nicolas Sarkozy; per lui, un trattato è solo carta straccia e all'Europa sta
bene così. Espelle gli americani dal Kirghizistan comprando il Paese con un
miliardo e mezzo di dollari e mercanteggia sul passaggio dei convogli alleati
verso l'Afghanistan. Ripristina gli aiuti al nucleare iraniano, interrompe
l'embargo. E nessuno reagisce. Perché il Cremlino non dovrebbe rafforzare la
propria capacità di fare ostruzionismo e di nuocere, visto che questa sua
capacità ci rende così servizievoli? Il «miracolo economico» di Putin,
alimentato dal prezzo elevato del barile, si rivela essere una pura finzione,
come i villaggi PotËmkin. Dieci anni di rendita petrolifera
hanno decuplicato la corruzione, nutrito la burocrazia, alimentato pensioni fameliche, arricchito fino
all'inimmaginabile i padroni della Russia, le cui ricchezze sono passate nei
paradisi fiscali. Non c'è stato alcun decollo industriale, a differenza della
Cina, che accede al terzo posto dell'economia mondiale. Trent'anni di
apertura del mercato hanno consentito a centinaia di milioni di cinesi di
sfuggire alla miseria più estrema. Ecco perché la Cina non trova alcun
interesse in una piromania di stile russo. Non gioca col fuoco, anche se non
dispiacerebbe a una parte di militari e ai funzionari del Partito unico, giusto
per reprimere i cittadini, intellettuali o meno (migliaia di individui
coraggiosi hanno firmato la Carta 08 per la Libertà), giusto per stroncare i
movimenti sociali e la volontà di autonomia del Tibet. Per il momento, al
prezzo di un' organizzazione quasi schiavista del lavoro, i dirigenti cinesi
conducono una partita ben diversa. Simultaneamente alleati e rivali, Pechino e
Washington intavolano fitti negoziati. La Cina ha bisogno di vendere al
consumatore yankee. Wall Street e il Pentagono hanno bisogno del risparmio
cinese investito in buoni del tesoro e in altri titoli di obbligazioni
americane. E' il principio del do ut des e, se possibile, del win win, vinci tu
che vinco anch'io. Simile solidarietà, fondata sull'interesse e non sui
sentimenti, suscita la stupefazione proprio di coloro che ne beneficiano. Così,
Obama e il Segretario al Tesoro Tim Geithner accusano il loro partner numero
uno di manipolare lo yuan. I cinesi sorridono: la cicala che ha vissuto di
prestiti ed è andata in rovina perché «ha cantato tutta l'estate» non può certo
fare la morale a formiche che sono state econome e che hanno anche concesso
prestiti. In realtà, il G2 Washington-Pechino — lo speciale rapporto fra grande
risparmiatore e grande scialacquatore cui lo storico Neil Ferguson dà il nome
di «Chimerica» — domina il mondo. I miracoli economici dei Paesi emergenti,
così come le bolle distruttrici delle crisi successive, contrassegnano da
trent' anni una mondializzazione del credito inaudita. A nostra insaputa,
viviamo in un'economia del debito. I grandi Paesi con bilanci in passivo (Stati
Uniti, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Italia, Australia) si muovono in
parallelo con i grandi Paesi in attivo (Cina, Giappone, Germania). Poiché in
caso di recessione prolungata tutti saranno perdenti, qualche briciola di
ragione dissuasiva dovrebbe imporre a tutti di trovare un'intesa sull'orlo del
baratro comune. Quando Don Giovanni, secondo Molière, spendeva senza far attenzione,
il suo sarto, il signor Dimanche, gli faceva credito. Il tipico rapporto fra
grande risparmiatore e grande scialacquatore che caratterizza l'economia del
debito ha dominato l'Ancien Régime e per secoli, da una crisi all'altra, ha
favorito le classi emergenti urbane e rurali. Mentre i borghesi e i piccoli
proprietari terrieri facevano prestiti, i nobili «bruciavano » la propria
fortuna. è il punto cui siamo giunti sul piano mondiale. Né la Cina né il
Brasile né l'India mirano al caos, diversamente dalla Russia di Putin e a
dispetto degli immancabili anticapitalisti stile Besancenot, incapaci ormai di
unire l'umanità. (Traduzione di Daniela Maggioni)
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2009-02-16 - pag: 38 autore:
Intervento Destiniamo le multe ai controlli straordinari H o letto con
interesse gli articoli sulle destinazioni dei proventi delle sanzioni
pecuniarie al Codice della strada pubblicati sul Sole 24 Ore di lunedì e
martedì scorsi. Considerate le numerose perdite di vite umane sulle strade a
causa di alcool, stupefacenti e velocità elevata mi piacerebbe, come comandante
di Polizia locale, poter promuovere una modifica all'articolo 208 del Codice
della strada che possa contenere i seguenti elementi: e Gli enti locali
dovrebbero destinare il 33% dei proventi delle sanzioni per il pagamento del
lavoro straordinario (o di progetti finalizzati) degli operatori di Polizia
locale impegnati nel controllo notturno per accertamenti su alcool,
stupefacenti e velocità (si noti che da qualche anno questi controlli sono
ridotti a poche ore a causa del Patto di stabilità). r In caso di inerzia degli
enti locali, le somme andranno destinate ad altre forze di Polizia, sempre per
gli accertamenti di Polizia stradale nel territorio dell'ente locale. t Poiché
questi compiti dovranno essere svolti oltre il normale orario di lavoro, si
dovrà detassare la retibuzione aggiuntiva. Ci sono molti colleghi disponibili a
realizzare tali controlli, ma purtroppo la burocrazia dei bilanci ha quasi tarpato
tali possibilità. Si pensi a quanti decessi in meno potremmo avere, e a come un
cittadino sanzionato sarebbe meno arrabbiato sapendo che parte della sua
"multa" contribuirebbe a salvare vite umane. Pietro Padovan
Comandante Polizia locale Comune di Vanzago (Mi)
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
16-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-16 - pag: 11 autore: Orari
flessibili dei negozi e inizio attività semplificata Intanto le Regioni fanno
cadere i vincoli Enrico Netti Una maggiore semplificazione che porta a uno
snellimento delle procedure da seguire per l'apertura di una nuova attività
grazie all'introduzione della Dia, un allungamento degli orari di apertura dei
negozi, un assalto alle restrizioni per le aperture domenicali, ai vincoli
delle superfici, delle distanze minime e, spesso, alle promozioni, nonché la
possibilità di vendere all'ingrosso e al dettaglio negli stessi locali. Oltre
al varo di nuovi Testi unici rinnovati proprio per effetto delle
liberalizzazioni. Sono queste alcune delle positive conseguenze indotte nella
legislazione regionale dalle due "lenzuolate" di Bersani e
sintetizzate nella tabella qui sotto. Nonostante la pressante richiesta
lanciata dal Sole 24 Ore dell'11 e 12 febbraio sulla necessità per gli operatori
di aumentare ulteriormente le aperture domenicali di negozi, supermercati e
centri commerciali (secondo Federdistribuzione la misura varrebbe lo 0,5% del
Pil), le Regioni – magari non di corsa – avanzano nel togliere i lacci al
commercio. In pratica tutte hanno previsto, o si stanno attrezzando per farlo,
la possibilità di alzare le saracinesche nei giorni festivi e la tendenza è
alla moltiplicazione di giorni e orari utilizzabili. Molto dipende dai sindaci
che in diverse aree, come ad esempio l'Emilia-Romagna o il Friuli Venezia
Giulia, hanno poi la possibilità di derogare alle leggi regionali a seconda
dell'area (turistica o commerciale) in cui è inserito il Comune. Si sta
affermando in maniera rapida anche la liberalizzazione nel food e non food. Spesso
si tratta di un modo di aiutare con una nuova fonte di introiti i piccoli
negozi in centro, messi in difficoltà dalla moderna distribuzione. «Grazie alle
attività multisettoriali nei centri storici si può unire l'attività di
somministrazione a quella artigianale », sottolinea Enzo Santucci, dirigente
del servizio commercio dell'Umbria. Le Regioni a vocazione turistica stanno,
inoltre, intervenendo sulle figure professionali legate al settore, con
l'abolizione degli albi professionali e la loro sostituzione con registri dei
soggetti abilitati. Sardegna e Toscana hanno anche fissato l'importo massimo
delle prestazioni degli operatori turistici, mentre altre realtà come la Valle
d'Aosta hanno individuato i titoli universitari che consentono l'accesso all'esame
di abilitazione di guida turistica senza la frequenza di particolari corsi.
Novità, portate dalle normative europea e nazionale, per i distributori di
carburante. La tendenza, nel caso del potenziamento o dell'apertura di nuovi
impianti, è di eliminare i vincoli di tutti i generi, in particolare quelli
relativi alla vendita di prodotti non oil, come la somministrazione di cibi e
bevande. Altro capitolo molto importante, che si prospetta come un'autentica
rivoluzione, è la semplificazione portata dalla dichiarazione di inizio
attività (Dia), che permette un netto taglio dei tempi e
della burocrazia che
affligge il neoimprenditore. Progressivamente questo strumento viene esteso dal
commercio all'artigianato e porta all'eliminazione, o quanto meno a uno snellimento,
delle attività delle commissioni provinciali. «In Veneto le commissioni
artigianato avranno una competenza diversa e non approveranno le domande,
ma controlleranno l'esistenza dei requisiti – spiega Vendemiano Sartor,
assessore alle politiche economiche della Regione –. Anche i ricorsi e i
contenziosi che saranno esaminati dalla commissione regionale saranno più
semplici». Sul fronte di una burocrazia più leggera la
Regione Lombardia sta lavorando allo sviluppo del progetto Muta, (Modelli unici
trasmissione atti), che prevede la compilazione e trasmissione online dei
modelli. Nel mosaico degli adempimenti regionali in materia di liberalizzazioni
la Toscana ha istituito i Centri per lo sviluppo imprenditoriale e
l'EmiliaRomagna ha provveduto ad autoregolamentare le tariffe degli artigiani.
enrico.netti@ilsole24ore.com
( da "Stampa, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
VERCELLI.APRONO
STERIL PIEMONTE E OFFICINE MECCANICHE In arrivo due nuove aziende Ammontano a
oltre 1 milione di euro gli interventi straordinari dell'assessorato al Lavoro
della Provincia per affrontare la crisi. Cinque le classi di intervento
illustrate dall'assessore Roberto Saviolo e dall'onorevole Roberto Rosso:
«Duecento mila euro saranno destinati alla realizzazione di un osservatorio sul
mercato del lavoro e alle ricerche per individuare nuove nicchie di mercato e
riposizionare strategicamente le aziende sul territorio. Alla ricollocazione
dei lavoratori in cassa integrazione o in mobilità andranno 220 mila euro.
Altri 250 mila saranno destinati ai servizi alle imprese e 400 mila ai tirocini
informativi di tre mesi che permetteranno alle aziende di valutare
l'adeguatezza professionale dei tirocinanti. Infine 220 mila euro andranno agli
incentivi alle imprese della legge 236, per l'assunzione di disoccupati
iscritti al Centro per l'impiego». Tra le aziende che potrebbero usufruire di
questi interventi, anche Steril Piemonte (apertura prevista a giugno, con 120
assunzioni) e Officine Meccaniche Vercellesi (apertura prevista a marzo, 12
assunzioni in partenza più
( da "Stampa, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
VENTIMIGLIA ALTA
APRE OGGI L'UFFICIO TECNICO DI ASSISTENZA AI CITTADINI Facciate da
ristrutturare un "aiuto" dal Comune Già stanziati 250 mila euro,
concesse proroghe sui tempi [FIRMA]LORENZA RAPINI VENTIMIGLIA Apre oggi a
Ventimiglia Alta il nuovo ufficio tecnico, per aiutare le persone raggiunte
dalle ordinanze che impongono il rifacimento delle facciate. Due geometri,
grazie all'accordo stipulato dal Comune con la cooperativa Neopolis che
fornisce il servizio, saranno disponibili nel paese vecchio, per dare
informazioni, disegnare i progetti, occuparsi delle dia (dichiarazioni di
inizio attività), portare avanti i contatti con la Sovrintendenza, mettere
d'accordo i vari proprietari che risiedono nello stesso edificio. Il nuovo ufficio
avrà sede presso la biblioteca Aprosiana di via Garibaldi e sarà aperto, per
venire incontro alle esigenze degli abitanti della Città Alta, non nei normali
orari di ufficio, ma al pomeriggio, a partire dalle 14, e anche il sabato,
tutto il giorno (il giorno di chiusura è il lunedì). Questi orari rispondono
alle richieste dell'Amministrazione, che su impulso del sindaco Gaetano
Scullino ha deciso di mettersi in moto, dopo tante segnalazioni di difficoltà
arrivate dagli abitanti di Ventimiglia Alta, per dare un aiuto concreto alle
centinaia di famiglie, perlopiù monoreddito, che stanno ricevendo le ordinanze
per il rifacimento di 311 facciate. Il nuovo ufficio costa alle casse comunali
30 mila euro. Già all'inizio di questo mese l'Amministrazione aveva fatto un
primo passo nella direzione degli abitanti del centro storico, dopo lo
stanziamento di 250 mila euro per i proprietari, in misura del 15% per ogni
intervento. Il sindaco infatti aveva annunciato proroghe sui tempi: non più
soli 60 giorni per presentare i progetti di rifacimento delle facciate. Su
semplice richiesta scritta al Comune, purché l'interessato manifesti in ogni
caso la volontà di mettere a posto la propria abitazione, vengono concessi
anche alcuni mesi. Questa decisione è stata accolta con favore dagli abitanti
del centro storico. E anche dalle opposizioni, che avevano contestato la
velocità eccessiva con cui si richiedeva ai privati di mettere mano al
portafoglio, in un momento di crisi come quello attuale. Anche se per la
minoranza alcuni nodi rimangono. Sia il gruppo del Partito democratico che
quello di Ventimiglia Nuova avrebbero preferito un piano di intervento globale,
studiato con la Regione e la Sovrintendenza, vista l'importanza architettonica
del centro storico della città di confine. Magari, secondo la minoranza, sarebbe stato un intervento più lungo nel tempo, ma organico e
non affidato soltanto a ordinanze imposte ai singoli cittadini. Come già aveva
sottolineato lo stesso sindaco Scullino, il nuovo ufficio tecnico va incontro a
chi, pur avendo la volontà di eseguire le ordinanze, ha poca dimestichezza con
la burocrazia.
( da "Stampa, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
RECESSIONE
E BUROCRAZIA NEL MIRINO I TROPPI PASSAGGI NECESSARI PER OTTENERE IL SUSSIDIO DA
40 EURO AL MESE "La social card è una truffa" [FIRMA]ALESSANDRO MONDO
Un'elemosina: macchinosa da ottenere, imbarazzante da spendere, inadeguata alla
crisi economica.
L'ultimo scontro fra il Pd e il Pdl sotto la Mole si consuma sulla «social
card»: anzi, sulla «social truffa», come la definisce senza mezzi termini lo
stato maggiore del Pd. Ieri, dopo aver messo sotto il naso dei cronisti una
voluminosa cartella stampa con dati a 360 gradi, quelli della crisi che sta
martellando il Torinese e quelli relativi alle emissioni della carta da 40 euro
al mese, hanno caricato a testa bassa il Governo. I primi, purtroppo, sono
noti. I secondi, a detta del gruppo provinciale del Pd, sono ricavati
dall'Inps. Numeri parziali, ha replicato nel pomeriggio Enzo Ghigo,
coordinatore regionale di Forza Italia-Pdl, precisando che l'operazione-social
card è ancora in corso e che comunque va letta nell'ambito degli altri interventi
anti-crisi adottati da Roma. Mentre il consigliere provinciale Carlo Giacometto
ha invitato Saitta ad occuparsi dei guai della Provincia. Sta di fatto che i
numeri della «social card», fotografati al presente, non sono entusiasmanti. Il
concetto è stato ribadito da Saitta, dal deputato Marco Calgaro e soprattutto
da Claudio Lubatti, capogruppo del Pd in Provincia. Presenti il deputato
Stefano Esposito, il segretario cittadino del Pd Carlo Chiama, l'assessore
comunale Marco Borgione (Politiche sociali). Nel mirino, la tortuosità dei
passaggi burocratici per ottenere la carta. Non è un caso se, ad oggi, nel
Torinese hanno fatto richiesta tramite le poste 11.603 persone. Un po' poche,
alla luce dei dati forniti ieri. Uno per tutti, i 76 mila soggetti in provincia
di Torino segnalati dai servizi sociali perché in difficoltà. Altrettanto basso
il dato regionale. «Il richiedente riceve una prima lettera con l'assegnazione
della card, che è una sorta di bancomat - spiega Lubatti -. Segue una seconda
lettera con il codice Pin ma è successo che molti, prima dell'arrivo, sono
andati a fare la spesa salvo scoprire di avere la carta scarica». «Ci avete
fatto caso? - ha rincarato Saitta -. In diversi supermarket alla cassa c'è
scritto: "Prima di pagare con social-card assicurarsi che sia
carica"». «Il Governo ha messo a bilancio per la copertura finanziaria
solo 170 milioni contro i 900 necessari - ha aggiunto Calgaro -. Nel decreto
che istituisce la social card si stabilisce che sia l'entità sia il numero dei
beneficiari possono essere modulati a seconda delle risorse. Pura operazione di
immagine». Il dubbio è che, alla fine, costi più la salsa del pesce.
( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina I - Palermo
Sindacati in piazza per chiedere un piano sulle grandi opere incompiute. Il
fermo dei cantieri vale 6,5 milioni di euro Crisi, la rivolta degli edili La
Sicilia delle opere bloccate, con 6,5 miliardi di euro di fondi
già pronti che non vengono utilizzati per colpa delle mala burocrazia. Strade, porti, collegamenti
ferroviari, termovalorizzatori e rigassificatori: l´elenco delle grandi
incompiute è lungo e adesso i sindacati chiedono un intervento straordinario
del governo nazionale e di quello regionale, perché la crisi devastante ha già
fatto perdere il lavoro a 14 mila edili siciliani. Fermi il raddoppio
della linea ferroviaria Messina-Catania e l´autostrada Catania-Ragusa, mentre
vanno a passo di lumaca i lavori per il passante ferroviario e il tram. Chiuso
anche il cantiere del rigassificatore di Priolo. Oggi sit-in della Fillea Cgil
a Palermo. ANTONIO FRASCHILLA A PAGINA II
( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina II - Palermo
Appalti, le incompiute costano 6,5 miliardi Strade, porti, ferrovie. Ecco
perché sono fermi i cantieri che darebbero 100 mila posti di lavoro A Palermo
niente lavori per tram e anello ferroviario perché il Comune non ha fondi Le
opere che non partono perché non si riunisce la conferenza di servizi ANTONIO
FRASCHILLA La Sicilia delle opere bloccate, con 6,5 miliardi di euro di fondi già pronti che non vengono utilizzati per colpa delle mala burocrazia. Strade, porti, collegamenti
ferroviari, termovalorizzatori e rigassificatori: l´elenco delle grandi
incompiute è molto lungo e adesso i sindacati chiedono un intervento
straordinario del governo nazionale e di quello regionale, perché la crisi
devastante ha già fatto perdere il lavoro a 14 mila edili siciliani.
«Non si può sprecare altro tempo, abbiamo calcolato che lo sblocco di molte
opere già cantierabili darebbe lavoro a quasi 100 mila disoccupati siciliani»,
dice Salvo Giglio, segretario regionale della Fillea Cgil. A volte per
sbloccare l´avvio di alcune opere, e quindi dei posti di lavoro, basterebbe
davvero poco. Ad esempio per il raddoppio della linea ferroviaria
Messina-Catania, un´opera ferma perché, dicono i sindacati, «la Regione dopo
più di un anno dalla presentazione del progetto esecutivo non ha ancora
convocato la conferenza dei servizi, che sbloccherebbe lavori per 1,9 miliardi
di euro». Rfi (Rete ferroviaria italiana) comunque ha tolto il raddoppio dal
piano annuale dei cantieri da finanziare e ha posticipato tutto al 2011. Adesso
l´unica certezza è che prima del 2011 non ha alcun senso convocare una
conferenza dei servizi, perché tanto i lavori non sarebbero finanziati da Rfi.
Altra grande opera bloccata è l´autostrada Catania-Ragusa, infrastruttura in
parte già finanziata che vale 815 milioni di euro. Il consorzio di imprese che
ha presentato l´offerta per il project financing non ha ancora pubblicato il
progetto, ed entro il 20 febbraio (venerdì prossimo) dovrà farlo: pena il
rifacimento della gara da parte dell´Anas e il conseguente ritardo nell´avvio
dei lavori. Un cantiere che sulla carta potrebbe essere aperto a breve è il
rifacimento del porto industriale di Termini Imerese: «Manca solo l´ultimo
nulla osta del Cipe, che dovrebbe sbloccare un finanziamento da 140 milioni di
euro - dice Giglio - solo per questo cantiere si potrebbe dare lavoro a oltre
200 edili». Vanno molto a rilento, e nei fatti non sono mai partiti veramente,
i lavori di due grandi infrastrutture palermitane: il passante ferroviario e il
tram. La prima è un´opera già finanziata per 900 milioni di euro, la seconda
per 245 milioni di euro. Peccato però che i cantieri siano praticamente fermi
perché il Comune non ha i fondi per pagare il rifacimento delle sottoreti, cioè
degli impianti dell´acquedotto e della luce: conti alla mano occorrerebbero 40
milioni di euro, ma Palazzo delle Aquile non ha un solo euro da spendere. Tutto
così è fermo da diversi mesi, tanto che Rfi si è già offerta di anticipare il
costo delle sottoreti, pur di fare andare avanti due cantieri che darebbero
lavoro a oltre mille edili, mentre oggi gli occupati per le due opere non
superano le 100 unità. «Il Comune dovrebbe inserire tra le sue priorità questa
spesa, che sbloccherebbe non solo i lavori di due opere fondamentali per la
città, ma aiuterebbe un´occupazione produttiva e non assistita», dice Franco
Tarantino, segretario della Fillea di Palermo. Non sono inoltre mai partiti i
lavori dell´anello ferroviario, che dovrebbe collegare il porto alla stazione
Notarbartolo, attraverso la realizzazione di due snodi, in piazza Politeama e
alla stazione Lolli. Rfi non ha ancora aggiudicato i lavori, perché il bando è
stato impugnato al Tar da un´impresa che in un primo momento non era risultata
tra le vincitrici della gara. Adesso Rfi aspetta una sentenza definitiva del
Consiglio di Stato, nel frattempo tutto è bloccato. Solo sulla carta è rimasta
anche la metropolitana leggera, che costa 300 milioni di euro, ma che al
momento non vede nemmeno completato lo studio di fattibilità, nonostante un finanziamento
ad hoc da 5 milioni di euro. Un´opera che stenta a decollare è inoltre la
statale che collegherà Santo Stefano di Camastra a Gela, che ha un costo di 823
milioni di euro. Alla fine del 2008 è stato bandito un lotto di lavori per 46
milioni di euro, ed entro giugno dovrebbe essere aggiudicato un secondo lotto
da 74 milioni. Ma la presentazione dei progetti va a rilento. Il motivo? «Colpa
delle tante varianti che abbiamo dovuto fare - dicono dall´Anas - Perché a
causa della conformazione del territorio interessato dai lavori, i progetti
iniziali sono stati in gran parte modificati, con un ulteriore allungamento dei
tempi di realizzazione». Rimangono chiusi i cantieri del rigassificatore di
Priolo, con tanto di finanziamento da 450 milioni di euro già presentato dalla
Erg: manca, per iniziare i lavori, il via libera dal ministero dell´Ambiente,
che invece è appena arrivato per il rigassificatore di Porto Empedocle. Il
ministero guidato da Stefania Prestigiacomo non ha sbloccato, inoltre, nemmeno
i lavori di bonifica delle aree industriali di Siracusa e Augusta, che da soli
valgono 700 milioni di euro di finanziamenti. L´elenco delle opere bloccate
comunque non finisce qui, perché fermi sono anche i lavori per la realizzazione
della metropolitana di Catania (400 milioni di euro), della tratta ferroviaria
interrata Catania-Ognina (30 milioni) o della statale Siracusa-Floridia (80
milioni).
( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina IV - Palermo
Boom di correnti nel Pd mai nato Ex ds e margheritini restano entità distanti e
proliferano le associazioni Viaggio nei partiti/8 Per le europee di giugno i
vertici pensano di candidare il figlio di Pio La Torre L´ipotesi Bersani per la
leadership rimescola le carte della successione a Genovese EMANUELE LAURIA
(segue dalla prima di cronaca) A Franco La Torre, figlio dello storico segretario
del Pci ucciso dalla mafia nell´82, lo staff di Walter Veltroni ha chiesto la
disponibilità per una candidatura alle europee. In attesa di una risposta da
Roma, dove da anni vive e lavora La Torre jr., i "nipotini" di Pio
nell´Isola proseguono la propria marcia sempre meno entusiasti dell´abbraccio
con gli eredi della democrazia cristiana. è un fatto reciproco, d´altronde. E
non basta la logistica a compattare diessini e margheritini di Sicilia. Da
qualche giorno, per dire, è finalmente operativa la nuova sede regionale e
provinciale del partito, a Palermo,
( da "Unita, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Chavez vince Può
essere presidente per sempre Il presidente Hugo Chavez ha vinto il referendum
che permette ad ogni politico venezuelano di ricandidarsi per sempre.
«Dosmilsiempre», duemila per sempre, è infatti lo slogan del suo governo.
Candidati presidente, candidati sindaco: la decisione coinvolge ogni ente
pubblico del Venezuela il quale ha facoltà di congelare la classe dirigente. 6
milioni e 50 mila sì; 5 milioni e 50 mila no. 54,6 contro il 45,6. Distacco non
travolgente come nelle elezioni politiche ma va ricordato che nel dicembre 2007
lo stesso referendum era stato bocciato per decine di migliaia di voti. Fronda
nelle file del suo partito socialista. Chavez lo ha riproposto semplificandolo:
un solo quesito e ce l'ha fatta. Nei dieci anni della sua presidenza i
venezuelani sono stati chiamati 15 volte a confermare la fiducia. Le sfide
cominciano Per ripresentarsi nel
( da "Corriere della Sera" del 17-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-02-17 num: - pag: 6
categoria: REDAZIONALE Le infrastrutture Pronti altri due progetti per il Cipe.
Il nodo della società di gestione della M4: «Gara allo studio» Nuovi metrò, sei
linee entro il 2015 Pressing sul governo: subito i fondi Il Comune: linea
( da "Stampa, La" del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Cossiga svela la
storia d'Italia La vita vissuta» è quella di Francesco Cossiga, raccontata
dalla sua viva voce Alle 8 della sera, in venti puntate, con la regia di
Giancarlo Simoncelli, in onda dal 9 febbraio al 6 marzo, dalle 20 alle 20.30 su
Radio 2 Rai. I ricordi del Presidente vanno dal primo dopoguerra all'elezione
di Obama. All'inizio le sue conversazioni hanno il tono di affabili lezioni di
storia; avvicinandosi ai fatti che l'hanno visto protagonista di primo piano
(il terrorismo delle Br e l'uccisione di Moro) il racconto acquista una
pregnanza emozionale straordinaria. Colui che ci guida in questa passeggiata
nei misteri italiani usa come intercalare l'espressione «una delle cose che la
gente non sa». In effetti sono tante le cose che non sapevamo (o avevamo
dimenticato) prima che le svelasse il teste Cossiga. Per esempio che Enrico
Mattei è stato uno dei fondatori di Gladio, la struttura segreta che doveva
entrare in azione se i comunisti avessero vinto le elezioni. Cossiga parla
della P2; dopo aver ricordato la presenza nella loggia dei
vertici della burocrazia e
delle forze armate, fra cui il generale Carlo Alberto della Chiesa, si pone una
domanda retorica: è possibile che tutti costoro obbedissero al materassaio?
(Licio Gelli). Il diapason è toccato dalle puntate dedicate al rapimento Moro
(la sua scorta teneva le armi nel baule delle auto); Cossiga, ministro
degli Interni, consegnò due lettere di dimissioni al fido Zanda, per entrambi i
casi, «Moro uscito vivo o uscito morto». Da non perdere.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-02-18 - pag: 4 autore: Un'economia ostaggio
della politica Ucraina, lo spettro del default Antonella Scott KIEV. Dal nostro
inviato I l cielo è grigio, e basso sopra Kiev, il freddo è umido. Gruppetti di
uomini si aggirano tra i binari della stazione centrale, aspettano. Sperano in
un impiego alla giornata, un cantiere, qualche soldo. Se gli rivolgi la parola,
in un baleno sei circondato: credono tu abbia bisogno di loro. Ma tutto è
fermo, ormai nessuno viene più a cercarli. Da qualche mese non c'è più lavoro,
la crisi economica ha colpito duramente l'industria ucraina delle costruzioni.
Mikhail invece viene da Kozatyn,
( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: JOB 24 data: 2009-02-18 - pag: 23 autore: Tendenze. La città preferita
è Londra - I giovani attratti da una burocrazia più snella e da percorsi di accesso
semplificati I professionisti scelgono l'estero Cresce il numero di avvocati e
architetti che punta su un'esperienza internazionale Laura Cavestri MILANO «Un
master legale d'alto livello e una doppia abilitazione di avvocato, inglese e
italiana, sono un valore aggiunto. Ma non ai fini dello stipendio,
rispetto a un coetaneo mai uscito dal Paese». è più o meno quello che si è
sentito dire Edoardo Betto, giovane avvocato dello studio legale Allen &
Overy al primo colloquio di lavoro in uno studio milanese di ritorno dal Regno
Unito. Betto, milanese, 30 anni, appartiene a quella " generazione
Erasmus" per cui attraversare i confini con la padronanza dell'inglese è
la chiave per cogliere le opportunità. Un valore aggiunto che dovrebbe fare la
differenza ma che i professionisti italiani, fortemente radicati sul
territorio, faticano a riconoscere, ma non le law firms che ragionano in chiave
d'impresa. «Ho sempre avuto un'affinità elettiva con l'Inghilterra – spiega –
ma mi sono abilitato prima in Italia. Poi un master all'università di Exeter
(il cosiddetto «LL.M», cioè l'"Mba" degli avvocati") cui è
seguito l'esame «QLTT» che tutti gli stranieri devono svolgere, senza dover
ripetere la pratica, per ottenere l'abilitazione a solicitor ». La differenza
con l'Italia? «I tempi, spiega Betto. Solo per fare l'esame di avvocati, a
Milano in una sala con 3500 candidati, che si svolge una voltaall'anno,ho
attesoun anno e mezzo per la correzione dei compiti prima di affrontare
l'orale. In Inghilterra il QLTT, che per chi giunge dal sistema
"latino" di civil law prevede il massimo, cioè 4 esami (3 scritti e
un orale), l'ho finito, studiando di sera e nei week end, in circa un anno». La
Law Society (l'Ordine forense britannico) lo appalta ad enti certificatori
"terzi" e privati. La lentezza e l'eccessiva burocrazia
che ancora assilla molte delle procedure ordinistiche potrebbe, comunque,
essere alleggerita dalla tecnologia. «Velocità e valorizzazione dei praticanti
– che in Inghilterra sono retribuiti secondo tetti " consigliati"
dalla Law Society ma rispettati dagli studi legali – è sicuramente l'aspetto
che più distingue l'approccio professionale tra Italia e Inghilterra».
Prospettiva da professionistaimprenditore è invece quella che racconta Matteo
Console Camprini, 40 anni, faentino, laureato in architettura all'università di
Firenze e doppio studio da "event architect" a Milano e Londra.
Titolare di «Mccglc» - fondata con un socio, Gian Luca Corradi, nel'95 – ha
cominciato «in un settore allora di nicchia, progettando stand fieristici ».
Console Camprini sfugge alla logica tradizionale dell'architetto iscritto
all'Albo: «Siamo laureati in architettura ma svolgiamo un'attività non
riservata e quindi abbiamo evitato la trafila dell'abilitazione, sia in Italia
che nel Regno Unito. Ci consideriamo professionisti-imprenditori, che dagli
stand fieristici sono passati a progettare più di 150 punti vendita di negozi
(la cosiddetta "progettazione temporanea") sino al salto nella
grafica e all'attuale core business: creazione di eventi per lanci di prodotti
e copertura della comunicazione giornalistica e massmediatica ». Il segmento è
soprattutto tecnologico e farmaceutico. «Dal'99 – prosegue Console Camprini –
lavoriamo con Panasonic Italia. Da lì con la divisione europea e internazionale.
Stessa cosa per la chimica Novartis, dalla sede di Origgio all'allestimento di
eventi per la "casa madre" mondiale di Basilea». A quel punto, Milano
è diventata stretta. «Nel 2005 – prosegue Camprini – siamo andati a Londra,
abbiamo preso un appuntamento con una società specializzata nel disbrigo delle
pratiche che servono ad aprire "in un giorno" studi e imprese in
Inghilterra. Anzi, letteralmente in un quarto d'ora. Dopo una disamina del
nostro profilo e delle nostre credenziali come imprenditori, abbiamo ottenuto –
incredibile – in 15 minuti il certificato d'iscrizione alla Camera di commercio
londinese e aperto un conto corrente bancario, obbligatorio per il versamento
delle tasse e per l'Iva». Il confronto di Console Camprini sull'essere professionisti
all'estero non è tanto sulle competenze specifiche dei giovani («Certo, bisogna
sapere bene l'inglese») ma sulla velocità che tutto assume a Londra. Delle
pratiche come delle assunzioni («dal primo colloquio all'esordio in ufficio in
genere passa una settimana»). E anche con il credit crunch che ha messo in
ginocchio le banche anglosassoni: «La banca richiede parametri di fatturato,
risultato e solidità molto rigidi. Ma se li soddisfi, eroga il credito in pochi
giorni». ATTIVITà FORENSE In Gran Bretagna soltanto 12 mesi per il
riconoscimento di esami e abilitazione contro l'anno e mezzo necessario in
Italia per la prova scritta
( da "Stampaweb, La" del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
PARIGI E? la ricerca
antica, e forse impossibile, della dolce morte, in casa, con accanto le persone
care che ti assistono, riunite come per prendere congedo. Come avveniva un
tempo nella società contadina dove la morte era un evento naturale, da vivere
degnamente, in pubblico e non da nascondere nell?anonimato dell?ospedale, tra
la burocrazia di volti estranei e inevitabilmente
indifferenti. Quarantasette euro (49 dal prossimo anno) di contributo sembrano
davvero poca e risibile cosa di fronte a una impresa così titanica. I deputati
francesi, per una volta riuniti al di là delle etichette politiche, hanno
provato a dare una loro piccola risposta: votando all?unanimità un fondo
quotidiano appunto di 49 euro che sarà versato per la durata di tre settimane
al massimo a chi assiste un parente in fin di vita, pazienti «in fase avanzata
o terminale di una affezione grave o incurabile» come precisa la legge. Unica condizione:
che il malato sia a casa sua. Accompagnare la morte dunque allo stesso modo che
la nascita, con la parola, l?emozione, il sorriso, primo e ultimo gesto di
comunicazione possibile tra esseri umani, creare una sorta di vincolo di
solidarietà tra e generazioni, quello che un tempo era tradizionale e oggi deve
essere remunerato, incentivato, proposto dallo Stato. Anzi dal presidente
Sarkozy che esplicitamente aveva ordinato la legge nella sua ultima intervista
televisiva. Di altro avrebbero voluto discutere ieri molti deputati
all?Assemblea, a dire la verità. Perché non era questa certo la grande via da
esplorare per cui era stata costituita la commissione presieduta dal deputato
Ump Jean Leonetti. Doveva dare un parere sulla ammissione della eutanasia nella
legge francese, richiesta a gran voce da settori sempre più ampi della società.
Ma i saggi hanno preferito essere prudenti e rilanciare. Il dibattito resta
ancora aperto e divide. Meglio suggerire di non prolungare gli atti medici che
riguardano malati in cui tutto indica che sono condannati a morire «oltre una
ostinazione irragionevole». E assestarsi su una norma che può concretamente e
subito portare aiuto a moti casi difficili, disperati. Come ha sintetizzato il
ministro della sanità all?Assemblea: «L?adozione di questo contributo è un
progresso per tutti: per i malati rassicurati, per la loro famiglia più
disponibile e per una società che accompagnando la fine della vita forse
apprenderà meglio a conoscere il dolore e l?assenza». Una misura, a guardar
bene, adatta a tempi di necessarie economie nei bilanci statali e contributivi.
Il costo della legge che dovrebbe riguardare ventimila derogazioni l?anno, su
530 mila morti, è valutato intorno a venti milioni di euro e sarà compensato o
diminuito comunque dalla riduzione delle ore pagate di assenza dal lavoro per
assistere i parenti in agonia. Sono molti i medici che confessano di fronte a
storie terribili di pazienti alle prese con la necessità di non lasciare sole
persone care, di firmare dichiarazioni di malattia di comodo di due tre
settimane. Anche ospedalizzazioni non desiderate e costose per l?assicurazione
malattia dovrebbero essere egualmente evitate. Insomma un semplice
trasferimento di oneri da una voce all?altra dei bilanci: anche se questa
lettura miseramente contabile rischia di togliere alla legge la forza delle sue
buone intenzioni, dei suoi ideali. Ma siamo in tempi di risparmi perfettamente
compatibili con un?epoca di negazione sociale della morte. Attualmente tre
persone su quattro in Francia muoiono all?ospedale senza un parente al loro
fianco. Per questo alcuni deputati durante il dibattito hanno chiesto che il
contributo venga esteso anche a chi assiste i malati nelle strutture pubbliche.
( da "Stampa, La" del 18-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
SASSELLODOPO IL
FULMINE SULLA CHIESA Nuovo sistema d'allarme i confratelli si autotassano Il fulmine
brucia l'impianto elettrico della chiesa, manda fuori uso anche il sistema di
allarme e i confratelli mettono mano al portafoglio per non subire, oltre al
danno, anche la beffa di un furto. Succede a Sassello, dove il 6 febbraio
scorso, durante un temporale, una folgore ha colpito la basilica
dell'Immacolata Concezione facendo crollare sull'attigua caserma dei
carabinieri calcinacci, il crocefisso di ferro battuto da oltre due quintali e
il blocco in tufo che lo sorreggeva. La burocrazia è più lenta dei
malintenzionati, hanno pensato i membri della Confraternita di Santa Maria del
Suffragio. Quindi la precipitosa raccolta di un migliaio di euro, al fine di
riattivare l'allarme a protezione delle numerose opere d'arte presenti nella
chiesa che si trova davanti al municipio. «Abbiamo anticipato,
autotassandoci, le spese della centralina per non mettere a rischio i beni
presenti nella basilica» spiega Pier Francesco Garbarini, da mezzo secolo
custode della chiesa "dei frati". Ieri Sassello è stata visitata
dall'assessore regionale alla Protezione civile Giancarlo Cassini che, con vari
politici della Valle Erro, ha verificato la situazione dopo le nevicate, le
piogge e il e freddo. Le amministrazioni locali hanno chiesto alla Regione
precisi impegni per far fronte alle ingenti spese per lo sgombero della neve ed
ai danni alle strutture pubbliche, private ed alle attività produttive. \
( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina XIII - Bari
Funziona il sistema di espletamento delle procedure. E arriva il contenzioso
veloce Artigiani, Regione prima in Italia tutte le pratiche in un solo giorno
Il tempo medio è passato da diciotto mesi a trenta giorni al massimo PAOLO
RUSSO Artigiani in un giorno. «Secondo il Sole24ore in quanto semplificazione
la Puglia è la prima Regione in Italia». E´ il vicepresidente della giunta
regionale, Sandro Frisullo ha commentare il primo risultato concreto raggiunto
dal tavolo per la semplificazione volute dal presidente Nichi Vendola. A
Taranto, Brindisi, Foggia e Lecce, dal momento in cui un aspirante artigiano
inoltra tutte le richieste di autorizzazione, queste vengono concesse in 24 ore
di tempo nel 99 per cento dei casi. Solo Bari è ancora distante dal
raggiungimento di questo risultato. Negli uffici baresi solo un aspirante
imprenditore su due riesce a ricevere tutte le autorizzazioni in un giorno di
tempo. «Ma solo perché qui la mole di lavoro ancora da smaltire era più
onerosa. Presto questo importante risultato potrà essere raggiunto anche a Bari.
La Puglia in questo ha fatto passi da gigante». E un primo riscontro positivo
arriva sul fronte della nascita delle nuove imprese artigiane. Il rapporto
Unioncamere sulle imprese relativo al 2008, rispetto ad un calo generale del
numero delle imprese (in Puglia si sono ridotte dello 0,10 per cento), registra
invece una crescita delle aziende artigiane dello 0,44 per cento rispetto al
2007. Un dato in controtendenza rispetto a quello registrato nel resto del
Mezzogiorno (-0,13 per cento) e superiore a quello nazionale (+0,37 per cento).
Sempre sul fronte delle imprese artigiane, ieri è stata presentata un´altra
importante novità tesa a snellire i tempi e i costi della burocrazia per le piccole imprese
pugliesi. In Puglia sono già in funzione i "contenziosi accelerati"
per gli artigiani. «Grazie ad un intreccio di innovazioni il tempo medio di un
contenzioso è passato da diciotto mesi a trenta giorni al massimo, con casi di
soluzione in soli 15 giorni», spiega il dirigente economico della Regione,
Donato Pellegrino. Se un´azienda promuove un ricorso, ad esempio, per non
essere stata iscritta all´Albo delle imprese artigiane, la Commissione
regionale per l´artigianato, che è un organo formato da dieci componenti,
esamina il ricorso ed esprime la «sentenza» in un mese al massimo. «Questo -
spiega Frisullo - è possibile grazie ad un innovativo meccanismo che intreccia
il portale internet dell´Assessorato con e-mail ed sms». Per lo sviluppo e
l´accesso al credito delle microimprese sarà pubblicato nei prossimi giorni il
bando regionale di aiuti al settore. Un´iniezione di 100 mila euro per le
aziende pugliesi.
( da "Stampa, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
SCAMBIO
DI ACCUSE il caso La burocrazia frena il progetto da 22 milioni La
Regione: «Quei terreni sono bloccati dal Comune» Il vice sindaco: «Inevitabile»
ALESSANDRO CAMERA Il nuovo Institut è fermo nei cassetti AOSTA Si è arenato
nelle sabbie mobili della burocrazia, il progetto
di realizzare sull'area occupata un tempo dalla Centrale del latte (in via
Piccolo San Bernardo) la nuova sede dell'Institut agricole régional. Il tema era finito
anche sui banchi del Consiglio regionale, qualche tempo fa, attraverso
un'interpellanza di Albert Chatrian e Giuseppe Cerise di VdaVive/Renouveau.
«Confermiano l'intenzione di attivare il nuovo polo scolastico nella zona -
aveva spiegato il presidente della Regione, Augusto Rollandin - e stiamo
valutando l'opportunità di realizzare un collegamento con un sottopasso con la
cascina Mont Fleury di proprietà dell'Institut, per creare un polo scolastico
completo. Il progetto prevede una spesa di 22 milioni di euro ed è attualmente
fermo a causa dell'insorgere di problemi legati all'utilizzo dei terreni, aree
che il Comune ha destinato a finalità connesse alle scuole medie inferiori e
non di grado superiore». Per il vice sindaco e assessore all'Urbanistica Marino
Guglielminotti Gaiet «tutto parte dal Piano regolatore della città di Aosta,
documento approvato nel 2007, pubblicato e gravato di 200 osservazioni tra le
quali quella dell'assessorato regionale dell'Istruzione e Cultura che poneva la
questione dell'utilizzo della zona ex Centrale del latte come sede di un
istituto di istruzione superiore, intervento urbanistico - dice ancora il vice
sindaco - che non è stato possibile accettare perché spostava gli equilibri
funzionali peraltro fissati dalla stessa Regione. In più, la Regione voleva comprendere
nell'area e vincolare anche un terreno di proprietà di un privato senza
offrirgli la possibilità di far valere le sue ragioni». E allora resta tutto
bloccato? «Per il momento - dice Marino Guglielminotti - non si può fare altro.
Aspettiamo l'approvazione da parte della Regione del Piano regolatore che
abbiamo inviato a novembre. Ci aspettiamo tempi più brevi rispetto ai 120
giorni consentiti per la risposta, anche perché sul documento c'è stata ampia
concertazione con l'amministrazione regionale e non ci sono aspetti in
contrasto con il Ptp (il Piano territoriale paesistico, ndr). L'approvazione
del Piano regolatore può consentire al Comune di predisporre delle varianti
sostanziali e sbloccare, oltre al quello per la nuova sede dell'Institut agricole,
altri progetti interessanti per la città».
( da "Giornale.it, Il" del 19-02-2009)
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n. 43 del 2009-02-19
pagina 12 Il sindaco lascia: «Lotto contro la Sla non mi ripresenterò» di
Redazione «Ho lottato tanto, ma ora devo lasciare la carica. Con la malattia è
diventato troppo faticoso». Manlio Bonincontri, primo cittadino di Tignale,
paesino sul lago di Como con 1.300 anime che d'estate diventano diecimila, non
fa mistero della sofferenza. «Ho la sclerosi laterale amiotrofica. Me l'hanno
diagnosticata nell'ottobre 2004: in bici sentivo le gambe pesanti e di notte
avvertivo crampi e contrazioni incontrollabili dei muscoli. Ho voluto resistere
per non deludere la fiducia che i miei concittadini hanno riposto in me
confermandomi alla guida del paese». Bonincontri, sindaco dal '
( da "Giornale.it, Il" del 19-02-2009)
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n. 43 del 2009-02-19
pagina 0 Un gran signore che odiava la tv commerciale di Cinzia Romani
"Esisto nella voce, più virtuale di così si muore!", commentava
Lionello negli ultimi tempi quando lo tenevano sulla corda quanto alla ripresa
televisiva del Bagaglino. Tanti i ricordi legati a questo eclettico artista
Roma - S?era proprio stufato, Oreste Lionello, di non veder più coincidere il
suo mondo con quello di fuori. "Esisto nella voce, più virtuale di così si
muore!", commentava l?eclettico artista negli ultimi tempi, quando lo
tenevano un po? sulla corda, quanto alla ripresa televisiva del suo Bagaglino.
Prevista per marzo, su Canale Cinque, la serie parodistica che l?artista
ottantunenne appena scomparso e domani esposto in Campidoglio - come si addice
ai santi dello spettacolo – s?era inventata dal nulla negli anni Sessanta,
cominciava, in effetti, a mostrare una certa stanchezza. "Non c?è più
tanto posto per gente come me. Tette e sederi, sederi e tette, cara mia. Il
brutto è che non mi ci vedo in panchina", mi aveva confessato l?ultima
volta che, in via dei Due Macelli, la compagnia di Ninni Pingitore presentava
l?ultimo cabaret di stagione. Incombeva lo sfratto, al Salone Margherita, e
quella bomboniera di teatrino, profumata di piume e di paillettes,senz?altro
antiquato (ma questo era il bello), aveva bisogno di sponsor. "No money,
no honey", dicono in inglese: cioè, niente soldi, niente miele. E lui,
Oreste, intanto che Pingitore affabulava, in penombra, le sue ballerinette,
s?era messo al bancone liberty di legno a sorseggiare una spremuta d?arancia.
Guardava disincantato gli ultimi paparazzi e il nasone storto di Pippo Franco,
in controluce, scuotendo la testa sulla quale portava,ormai quasi fisso, un
cappellone a metà strada tra lo Stanton di John Wayne e il Borsalino da gran
signore d?altri tempi. Di maniole innocenti ne aveva parecchie, la voce
italiana di mezza Hollywood: come distinguere il suo tono nasale, coltivato e
ironico dal vero timbro di Peter Sellers, o di Charlie Chaplin, che pochi
cinefili fissati conoscevano in versione originale? E come distinguere il suo
sfottò "mi consenta!", da quello a viva voce del Cavaliere? Al
mattino, per esempio, Lionello indossava la sciarpona di lana scozzese bianca,
avvolta due volte intorno al collo ("Il bis! Sempre il bis!") appena
sceso dal letto. "Mi aiuta a tenere le corde vocali giovani. Se mi
raffreddo,si brunisce il timbro e addio doppiaggio",amava scherzare.
Affermava cose in apparenza semplici, questo raffinato del palcoscenico, ma col
tono apodittico e lievemente snob di chi la sa lunga. Quarant?anni di Bagaglino
significano qualcosa. Come la frequentazione assidua di Pamela Prati, Valeria
Marini, Aida Yespica, le soubrettes che guidava passo passo a "dire"
le battute. "La migliore risposta alla televisione becera è
l?intrattenimento lieve, in punta d?ironia comica. Però, dopo anni di Grande
Fratello, sento d?essermi messo un passo indietro al tempo", osservava
immalinconito, aumentando la tonalità querulo-lamentosa della celebre voce. Al figlio Luca, adesso, attore come suo padre, toccano le
burocrazie del post mortem, che Oreste Lionello, fosse vivo, prenderebbe in
giro al solito modo irridente e malincomico. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Stampa, La" del 20-02-2009)
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PALAZZO SISTO LEGA
COOP PROPONE LA PARTECIPAZIONE ALL'EXPO INTERNAZIONALE 2015 "Subito opere
pubbliche per superare la crisi" Il sindaco ha incontrato categorie
produttive e sindacati SAVONA Si è svolta ieri a Palazzo Sisto IV la prima
riunione del «Tavolo della crisi» istituito dal sindaco Berruti per affrontare
insieme a sindacati e associazioni di categoria la difficile congiuntura
internazionale. Fra i partecipanti, i segretari di Cgil e Cisl, i vertici di
Industriali, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Lega
Cooperative. Dopo un paio di ore di aperto confronto, il sindaco Berruti ha
riassunto i temi della seduta: «Abbiamo messo sul tappeto tutte le possibili
risorse che potremmo mettere a sistema per superare questa congiuntura sfavorevole.
Il primo punto consiste ovviamente nell'avvio dei cantieri per le grandi opere
già in programma come l'Aurelia bis, il nuovo carcere, il porto turistico della
Margonara, gli interventi di recupero della fascia costiera che dovrebbero
essere finanziati dalla Regione. Poi intendiamo verificare le dinamiche del
mercato del lavoro e aiutare le piccole imprese a superare lo strumento degli
studi di settore che in questo momento è particolarmente penalizzante». Le
associazioni di categoria hanno chiesto soprattutto uno
snellimento della burocrazia per l'avvio di nuove attività imprenditoriali. L'idea più
originale è venuta dal presidente della Lega Coop Mattia Rossi che ha suggerito
la partecipazione di Savona alle iniziative dell'Expo 2015. «Con le
associazioni dei commercianti e dei consumatori effettueremo un incontro per
approfondire insieme il tema del carovita - ha detto Berruti -. Sia
chiaro che l'argomento non sarà affrontato in un clima di inutile
contrapposizione. I commercianti hanno inoltre chiesto una verifica
sull'utilizzo di tutti gli spazi commerciali che si renderanno disponibili nei
prossimi anni con le nuove iniziative urbanistiche».
( da "Stampa, La" del 20-02-2009)
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BASKET. LUNEDI' IL
PRIMO ALLENAMENTO Final Eight Angelico, è cominciato il trasloco Oggi un
sopralluogo della commissione di vigilanza istituita dalla Prefettura Dieci
«ex» all'inseguimento della Coppa [FIRMA]STEFANO ZAVAGLI BIELLA Ormai il
trasloco è cominciato. E' solo alle prime battute. Ma tutto procede come da
programma. Quando lunedì tornerà la squadra in città, si ritroverà con la nuova
casa pronta. Si lavora sui particolari. E' stato tracciato il campo, domani
pomeriggio si proseguirà con la pittura delle aree. Nel frattempo c'è un grande
via vai, da via Paietta al nuovo colosso al fianco degli Orsi, ormai prossimo
anche ad una intitolazione. Su questo tema è la Pallacanestro Biella ad aver
concentrato le energie, la strada che porta a un'operazione di marketing è
realistica. Anzi, scontata. Tabelloni pubblicitari, materiale medico e
sanitario. I mezzi di trasporto fanno a gara per portare tutto l'occorrente. Si
lavora in senso pratico e anche per espletare gli ultimi
aspetti legati alla burocrazia. Questa mattina si ritroverà la commissione provinciale di
vigilanza istituita dalla Prefettura per un nuovo sopralluogo di aggiornamento.
Dovrebbe essere il penultimo. Perché probabilmente ne seguirà ancora uno poco
prima della palla a due in programma il 1° marzo tra Angelico e Montegranaro.
Nel frattempo i giocatori sono tutti fuori Biella. Alcuni americani sono
tornati negli States per qualche giorno, altri (tipo Brunner) hanno preferito
rimanere in Italia. C'è già un italiano pronto a rientrare, in anticipo
rispetto alla tabella di marcia, si tratta di Valerio Spinelli, già sulla via
del ritorno dalla sua amata Napoli. Ieri ha fatto tappa a Bologna, a Casalecchio,
per assistere a Teramo-Avellino. «Nessun amico in particolare - dice -, però ho
sfruttato l'occasione per aggiornarmi sugli incontri, visto che ero di
passaggio». A Bologna è presente anche coach Luca Bechi, lui studierà tutte le
squadre in campo, in vista della volata finale del campionato. «L'allenamento
di lunedì - spiega Spinelli - sarà qualche cosa di particolare. Emozionante,
non capita tutti i giorni di mettere piede su un parquet nuovo. Per cui sarà un
giornata a livello emotivo differente dalle altre». Secondo Spinelli Biella può
concludere la stagione in crescendo: «Il nuovo impianto ci deve servire da
sprone per vincere tutte le rimanenti gare casalinghe, poi è necessario trovare
almeno uno o due colpacci in trasferta. Su questo aspetto siamo stati parecchio
sfortunati. Ma ce la possiamo giocare». Con l'arrivo delle finali di Coppa
Italia iniziano i primi rumors in vista del nuovo mercato estivo. Valerio
Spinelli sa già cosa farà l'anno venturo? «E' ancora presto da dire, non c'è
ancora stato modo di discuterne e credo ci vorrà ancora un po' di tempo prima
di tornare sull'argomento». La stagione è ancora troppo nel vivo. Sebbene
inizino le prime sensazioni e le classiche voci di corridoio legate a tutti i
protagonisti della serie A.Sono 10 i giocatori passati da Biella presenti alle
Finali di Coppa Italia in programma durante queste ore a Casalecchio di Reno.
Un anno fa, alla stessa competizione, l'Angelico scriveva il risultato più alto
della sua storia sportiva: la semifinale poi persa contro l'Air Avellino, oggi
nuovamente nel lotto delle qualificate. Nelle fila annovera Cinciarini e Porta,
c'è Jaacks a Teramo e Langford alla Virtus Bologna. Dopo le gare d'esordio,
oggi si giocano Benetton-Montegranaro (alle 18) con in campo Soragna contro
Minard e Hunter. A seguire Montepaschi-Cantù, con Carraretto opposto al recente
duo Usa Minard più Hunter. Domani, sono in programma le due giornate di
semifinale e domenica la finale per il trofeo a partire dalle 17,15. Lo scorso
anno, ad imporsi, contro tutti i pronostici fu l'Air Avellino. Caduta proprio
durante l'ultima giornata sul parquet di via Paietta.
( da "Repubblica, La" del 20-02-2009)
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Pagina III - Genova
La storia Per un banale disguido di comunicazione, molti ex
dipendenti pubblici si sono visti decurtare l´assegno di febbraio Burocrazia
maligna, pensioni dimezzate RAFFAELE NIRI Il caso più clamoroso è quello di
Ornella T., già insegnante di latino e greco in un liceo genovese. Normalmente
riceve, come pensione, 1.537 euro al mese. L´Inpdap le ha comunicato che, a
febbraio, gliene spettano 458, non uno di più. Ma anche Francesco S.,
già dirigente della Regione, entra di diritto nella hit parade delle
decurtazioni: da
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-02-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-02-20 - pag: 8 autore: Bucarest e la crisi. Con i
salari scesi del 20% e la disoccupazione in aumento, la rincorsa all'Europa è
sempre più in salita Romania dal sogno alla paura Il miracolo economico
finanziato dall'estero è svanito nel giro di pochi mesi Riccardo Sorrentino
BUCAREST. Dal nostro inviato Il miracolo si è spezzato, il sogno è svanito.
«Pensavamo di raggiungere l'Europa in sette anni », raccontano i romeni, in una
Bucarest intristita. Ci credevano davvero: immaginavano gli stipendi, i
consumi, il benessere di Francia e Germania; e la crescita del salari - il 20%
nel 2008, quando trovare lavoro era facilissimo - aveva alimentato questa
speranza. Molte, troppe famiglie avevano allora scelto di indebitarsi, di
comprare oggi - case, auto, beni durevoli - per risparmiare domani, quando
sarebbe stato più facile. è finito tutto d'un colpo. In tre mesi i salari sono
calati del 20%dopo aver toccato, in media, la "folle" cifra di 350
euro netti - e le imprese hanno cominciato a licenziare. Molti romeni si
ritrovano ora con due o tre prestiti da pagare, e qualcuno è persino arrivato a
quota diciassette... Una brutta situazione,davvero.L'economia non cresce più e
quest'anno potrebbe anche scivolare in recessione, come il resto del mondo. Il
Paese non era però preparato a tutto questo: era la Tigre dell'Europa dell'Est,
cresceva a un ritmo dell' 8% annuo, era nel pieno di un boom edilizio. E poiè
tutto successo così in fretta... Ora la Romania ha persino un po' paura. Ha
capito che qualcosa sta andando davvero storto. Basta guardare alle case: dopo
il boom, le costruzioni sono ferme, i prezzi crollano e le promozioni diventano
bizzarre: insieme a una casa da 100mila euro regalano la cucina, i mobili e una
Ford Fiesta; e una villa da tre milioni porta in dono una seconda casa in
montagna e... un elicottero. La verità è che la crescita aveva basi troppo
deboli. «Non avremmo potuto ottenerla se non fosse stata finanziata
dall'estero, dai risparmi dell'Europa occidentale», spiega RozÁlia PÁl di
UniCredit Tiriac Bank. I capitali sono giunti copiosi, forse anche eccessivi:
«La più grande azienda tutta romena- ha denunciato l'ex premier Calin
Popescu-Tariceanu-è un'impresa di vendita all'ingrosso di materiali per
l'edilizia!». Questi investimenti, e il lavoro che hanno creato, hanno spinto
le importazioni ben oltre le esportazioni: e il deficit con l'estero ha
raggiunto il 12% del Pil, un livello non sostenibile. Il partito al Governo
l'anno scorso, che godeva del sostegno del 20% dei deputati, ha poi fatto
qualche sciocchezza: ha speso tantissimo per vincere le elezioni di novembre -
che ha perso - e ha aumentato salari e pensioni del 50%, portando il deficit
pubblico al 5,2% del Pil. «Non ne avevamo bisogno, è stata una cosa molto
negativa», spiega Nicolaie Alexandru-Chidesciuc di Ing Romania, che ora prevede
una contrazione del Pil del 3,5% per il 2009. Quel bel sogno si è dunque
rivelato un'illusione. Sotto i colpi della crisi, il cambio romeno ora trema, e
così molte imprese e famiglie: i prestiti in valuta estera sono il 58% del
totale, raggiungono il 22,3% del Pil, e continuano a crescere perché i tassi in
leu sono pari al 20%. Lo scivolone del cambio ha però aumentato le rate da
pagare. Proprio come in un mutuo subprime. L'unica piccola consolazione è che
gli investimenti non sono finanziari, non possono "scappare", come
hanno fatto da altri Paesi. «I nostri rischi più grandi - aggiunge Pal - sono
il costo dei finanziamenti e il danno alla credibilità ma non si può parlare
qui di deflussi di capitale». Per il Paese è un vantaggio non da poco, che ha
finora permesso al governatore della Banca centrale Murug Isarescu di tenere sotto
controllo il cambio del leu, il "leone", grazie anche alle robuste
riserve valutarie. Nel vecchio palazzo ottocentesco di Strada Lipscani,
Isarescu sembra l'unico a tenere il timone diritto. Il suo compito non è
facile, però: se abbassa i tassi minaccia il cambio, se li tiene alti strozza
l'economia.Il Governatore conta molto, allora, sulle banche straniere, qui
presenti in gran numero. «Il rapporto tra riserve e debiti a breve termine
ammette - non è buono. Questi sono però costituiti per la maggior parte da
prestiti concessi dalle case madri alle aziende di credito locali. Saranno
rinnovati, ne sono sicuro», aggiunge. Il governatore sa bene, però, che questo
roll over dei crediti non sarà totale, e che parte di quei soldi, necessari per
finanziare importazioni e investimenti, dovrà essere cercata altrove. Il debito
pubblico per fortuna è minimo. Ci sono poi sei miliardi di euro di fondi
strutturali Ue, anche se non sono facilissimi da ottenere: i progetti
presentati dalle imprese romene sono stati trovati abbandonati tra un
ripostiglio e la toilette del ministero. Si spera più nell'aiuto dell'Fmi.
«Sono salvaguardie», minimizza Isarescu. A Bucarest però tutti gli economisti
aspettano queste risorse. Per la stabilità, ma anche per la crescita, a cui non
vogliono rinunciare. «Credo nel potenziale di questa economia - aggiunge
Catalin Pauna della World Bank- che riconquisterà lo status di un buon Paese ».
L'economia, aggiunge però Mario Iaccarino, dell'Istituto commercio estero
italiano, ha bisogno di strade, ferrovie, aerei. Investimenti pubblici, quindi,
e di qualità. La flat tax al 15%, insomma, non basta più. Non è certo riuscita
a far rinascere Bucarest, ancora imprigionata nel grigiore del socialismo reale
di Ceaucescu, che domina ovunque, non solo nei cadenti
edifici dell'epoca: la corruzione è dappertutto, la burocrazia resta pervasiva. E troppe cose, anche ora, dipendono dalla
politica. Il nuovo Governo vuole investire in infrastrutture, ridurre il
deficit al 2%, congelare gli stipendi degli alti funzionari, e far crescere i
salari in linea con l'inflazione. «Sarebbe una situazione quasi ideale»,
dice Isarescu. Ma forse, chissà, è solo un altro sogno.
riccardo.sorrentino@ilsole24ore.com DIPENDENZA CRESCENTE I prestiti in valuta
straniera di famiglie e imprese sono il 58% del totale: lo scivolone del cambio
li ha resi ancora più costosi
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-02-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-02-20 - pag: 21 autore: Elettronica.
Tunioli (Datalogic): miope eliminare gli aiuti «Senza il credito di imposta
l'innovazione è in pericolo» MILANO «L'eliminazione del credito di imposta
sulla ricerca mi è costata più o meno 1,4 milioni di euro. Con quei soldi,
pagavo per un anno 20 ingegneri che mi realizzavano un prodotto». Roberto
Tunioli, cinquantenne amministratore delegato di Datalogic, compete ogni giorno
con i manager di Motorola, Siemens e Honeywell. L'azienda elettronica di
Bologna, specializzata in lettori di codici a barre e in mobile computer per la
raccolta dei dati, sviluppa in Italia un decimo del fatturato che nel 2007 è
stato pari a 400 milioni di euro. Dunque, questo esemplare tipico di media
impresa italiana ultrainternazionalizzata ha a che fare sui mercati
internazionali con big player stranieri che, nei loro Paesi di origine,
beneficiano oggi di politiche di bilancio espansive. «So che in Italia - dice -
non si può usare la leva pubblica per i vincoli di bilancio. E penso anche che
i soldi dati a questo settore piuttosto che a quello possono, alla fine,
risultare inefficienti. Soprattutto se si reiterassero sul lungo periodo. Dunque,
sarebbe meglio usare la leva fiscale per finanziare l'innovazione, in qualunque
comparto essa si sviluppi ». Anzi, secondo Tunioli, che impiega in Italia 14
dei 30 milioni di euro messi in tutto il mondo sulla ricerca, si potrebbe
perfino introdurre una fiscalità negativa: «Perché, nel nostro Paese, non fare
pagare più imposte a chi, l'innovazione, non la fa?». Oggi, dunque, anche le
multinazionali tascabili con la testa in Italia come Datalogic rischiano di
soffrire le asimmetrie fra i mercati. Asimmetrie non solo regolatorie, ma anche
culturali e di psicologia collettiva: il «Buy American» o le proteste
nell'Inghilterra del Nord contro gli operai italiani indicano, almeno sotto il
profilo del clima, la progressiva chiusura dei singoli Paesi. «Sotto questo
punto di vista - riflette Tunioli - una internazionalizzazione come la nostra,
che non è soltanto fatta di export, ma che comporta pure insediamenti
produttivi locali spesso ottenuti attraverso buyout di aziende straniere,
permette di ridurre l'impatto di questi istinti neo-nazionalistici ». La
formula del «glocal», dunque, con una attività produttiva e commerciale che è
insieme locale e globale, dovrebbe ridurre questi impatti. Interventi pubblici
diretti o indiretti, maggiore o minore apertura dei mercati. E restrizione del
credito. Su quest'ultimo fronte, non ci sono tante asimmetrie. Anzi, si assiste
a una progressiva uniformità nei comportamenti fra le banche nazionali e quelle
straniere. «Da tre mesi a questa parte - afferma Tunioli -
registriamo un irrigidimento da parte delle banche. Prima, bastava un power
point e ti davano molti soldi. Adesso, c'è un aumento della burocrazia e delle carte necessarie per
avere le risorse con cui gestire la quotidianità, e non soltanto i progetti».
P. Br. Datalogic. Roberto Tunioli
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Il Sole-24 Ore
sezione: STILE E TENDENZE data: 2009-02-20 - pag: 16 autore: INTERVISTA Daniel
Libeskind Architetto «Vorrei lavorare con uno stilista» «Amo l'Italia e spero
di riuscire ad arricchire la città di Milano» Giulia Crivelli NEW YORK. Dal
nostro inviato «Milano è piena di segreti, come New York. Forse per questo e
perché mia figlia è nata in Italia, dove ho vissuto per qualche anno, amo tanto
il vostro Paese e la vostra città, che spero di riuscire ad arricchire con lo
sviluppo dell'area dove una volta c'era la Fiera. E poi ho un sogno: lavorare
con uno dei grandi stilisti italiani a un progetto comune». Inizia con questa
dichiarazione d'amore per Milano l'incontro con Daniel Libeskind: nel suo
grande ufficio di New York, con vista su Ground Zero,l'architetto-ospite
speciale di Galà Italia, la serata organizzata ieri a New York per celebrare le
eccellenze italiane nella moda, nell'arte e nella cucina parla dei master plan
a cui sta lavorando a Manhattan e nel capoluogo lombardo. Sia per il progetto
del World Trade Center sia per quello di Milano, ci sono stati incidenti di
percorso, apprezzamenti ma anche critiche e qualche battuta d'arresto.Si sente
amareggiato? Per niente: ogni progetto nasce con una forte idea, una visione.
Ma non c'è nulla di monoliticoin quello che un architetto propone quando
partecipa a una gara. Perché il progetto diventi realtà, soprattutto quando si
tratta di qualcosa che sconvolgerà l'aspetto di una città, bisogna saper
accettare molti compromessi, visto che le parti in causa sono tante. è una
strada lunga e spesso faticosa, ma quasi sempre alla fine il risultato è
migliore dell'idea iniziale. E, cosa più importante, tiene conto delle esigenze
di più persone possibile. Gli Stati Uniti sono famosi per fare le cose in
fretta e con decisione. Noi siamo famosi anche per un
eccesso di burocrazia e
litigiosità. Come si trova a lavorare per gli italiani? In realtà mi trovo
benissimo. Credo che il sindaco Letizia Mo-ratti, in particolare, abbia una
visione moderna e quasi rivoluzionaria di Milano, come dimostra il suo impegno
per Expo 2015. Lei ha partecipato alla presentazione ufficiale dei
progetti per questo: per un architetto è sicuramente una sfida interessante. Ma
la città ne trarrà davvero vantaggio? Eventi come l'Expo sono un'opportunità
incredibile non solo e non tanto per noi architetti, ma per chi vive nelle
città. Certo, il dopo Expo non è facile da ge-stire, ci vuole la stessa visione
e impegno che sono stati messi nel progettarlo, altrimenti, come insegna il
caso di Saragozza, potrebbe sembrare che lo sforzo economico, di energie e di
tempo, sia stato vano, almeno in parte. Ma sono sicuro che Milano riuscirà a
gestire bene anche l'eredità di Expo 2015. Magari con l'aiuto dei vostri
stilisti e del loro talento creativo e, appunto, visionario. Maison come
Armani, Ferré, Versace hanno già firmato non solo arredamento ma vere e proprie
residenze. Le piacerebbe avere un'opportunità del genere? Molto e spero che
arrivi presto: moda e architettura si occupano entrambe di far vivere bene le
persone. Certo, noi architetti abbiamo una responsabilità maggiore: se facciamo
bene il nostro lavoro, quello che creiamo deve essere immortale. Forse per un
vestito o una borsa non è esattamente la stessa cosa... Alla fine del 2008 il
suo studio, dove lavoravano circa 80 persone, è risultato uno dei migliori
posti di lavoro di New York. Qual è il suo segreto? Alla base di tutto c'è la
passione e l'entusiasmo che probabilmente trasmetto senza accorgermene. Poi c'è
la volontà, il piacere, di lavorare in team, di far sentire tutti parte di un
progetto e allo stesso tempo importanti come singoli individui. Per questo ho
scelto di non avere un mio ufficio, uno spazio chiuso dove "ricevere"
chi lavora qui. Mi sposto da una scrivania all'altra, da un computer all'altro,
da un plastico all'altro e di volta in volta mi faccio ospitare da chi occupa
quella postazione. L'architetto. Daniel Libeskind IMAGOECONOMICA
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
20-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Nord-Ovest sezione:
ECONOMIA e IMPRESE Liguria data: 2009-02-18 - pag: 7 autore: INTERVISTA Giorgio
Musso Centro regionale ricerca «Il modello della filiera oggi è l'unico
vincente» F isico teorico che continua a pubblicare, ma da una vita prestato
alla ricerca, il genovese Giorgio Musso nell'ottobre 2007 è stato chiamato
dalla Giunta Burlando a dirigere il nascente Centro regionale per la ricerca,
ente di diritto pubblico del sistema allargato, dotato di autonomia
amministrativa e gestionale (cinque addetti per ora, budget 2009 di 400mila
euro). Dal 2004 libero professionista Musso, selezionato tramite avviso
pubblico, in precedenza era stato per 32 anni responsabile R& S in Elsag,
poi a capo di un grande istituto di ricerca in Trentino e, ancora, a.d. della
locale agenzia regionale per lo sviluppo della ricerca. Perché indirizzare il
sistema della ricerca ligure verso la costituzione dei poli? Un modello
strutturato sulle filiere è l'unico vincente, oggi. La prima azione strategica
necessaria agli obiettivi della legge ligure consiste nella creazione di reti
di opportunità locali aperte, che implichino innovazione e che siano di driver
per le decisioni locali degli attori sul territorio. Le piattaforme
tecnologiche, intese come grandi iniziative di ricerca e innovazione e non
nella seconda possibile accezione, di laboratori attrezzati, sono i contesti
tematici che generano queste reti; indirizzano gli sforzi su aree di specifico
interesse regionale, per lo sviluppo sia dell'esistente, sia di nuove filiere
che, sebbene riconosciute come di valore strategico, ancora non sono né
presenti né coltivate all'interno del tessuto regionale. Perché dare vita a
veri e propri enti? L'esperienza dei distretti industriali liguri non dimostra
che è un cammino faticoso e incerto? è la strada indicata dall'Unione europea,
già imboccata da altre Regioni, come il vicino Piemonte. Non posso immaginare
che la Liguria sia congenitamen-te difettosa. Perché negarsi di essere
ambiziosi? Bisogna crederci, puntando su percorsi e traguardi mirati: non è un
fenomeno spontaneo. Che vantaggio avrebbero le Pmi a inserirsi nel contesto?
L'accesso a processi di solito preclusi. Esistono al mondo luoghi, come la
Silicon Valley, dove il modello è in atto e il tasso di Pmi brillanti molto
elevato e diffuso. I poli, nel tempo, sono destinati a creare ognuno un suo
vivace indotto. Facciamo l'esempio del nucleare. Se questo fosse un filone di
ricerca, le microimprese potrebbero avere un ruolo in tutto quello che è il
business a latere, della manutenzione, dell'impiantistica. Nel disegno, i poli
sono soggetti anche titolati a partecipare a bandi. Certamente, e immagino uno
scenario con bandi "di polo" e bandi "liberi", ovvero di
filiera e aperti anche a soggetti esterni al polo. I primi bandi per R&S
della Regione seguono però un'altra impronta: valorizzano l'accezione più
estesa di innovazione, e sono quindi allargati alla massima platea possibile di
imprese. In un quadro di crisi è facile che i decisori tendano a concentrare le
poche risorse su priorità dalle quali spesso è esclusa la ricerca. Mi piace
fare l'esempio dello yoghurt. Invece di darne una quantità fatalmente modica a
pochi soggetti, penso sia meglio distribuire dosi millesimate di fermenti
lattici, che producano yoghurt a loro volta, beneficando un bacino più ampio.
Quali sono i principali nemici di questa avventura? Per me che vengo dal
privato, la burocrazia: nel 2008 ho redatto 84 "decreti direttoriali". Poi
tutte le difficoltà connesse al fatto che questo, all'interno del sistema
allargato, è un nuovo ente, fino a ieri sconosciuto, ora dotato di suoi teorici
poteri. J.C.F. «è la via indicata dall'Ue e permetterà alle Pmi di accedere a
processi di solito preclusi» «Gli ostacoli principali nella burocrazia e nel fatto che si tratta di una nuova struttura»
DONATELLA PICCONE Fisico teorico. Giorgio Musso, 62 anni, è direttore del Crri
di Genova
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina 7 - Interni
All´assemblea come un fiume in piena gli ultrà delle primarie preparano
l´assalto Prima dell´inizio dei lavori incontro tra chi si oppone al leader di
transizione CARMELO LOPAPA ROMA - Altro che partito «liquido». A Roma arriva un
fiume in piena. E «vergogna» e «si facciano da parte» e «questa foto di gruppo
non ci piace più» e «basta col caminetto degli oligarchi». Come tutti i corsi d´acqua
piuttosto ingrossati, l´assemblea del Pd di oggi sarà imprevedibile, difficile
da gestire, da contenere. Con i rivoltosi, si fa per dire, che si sono già dati
appuntamento mezzoretta prima, alle 9,30, lì fuori la Fiera, con un obiettivo
da niente, «rivendicare il diritto del popolo del Pd: scegliere il segretario
prima delle elezioni». Proposta del bastian contrario Arturo Parisi ma presto
rilanciata da siti e dal tam tam tra delegati. Un solo filo lega tutti. Nessuno
ha la più pallida idea di chi possa indossare i panni del «nuovo leader».
L´avvisaglia la si è avuta dai sondaggi, ma basta avventurarsi fuori dal
recinto stretto dei dirigenti e dei parlamentari pronti alla mediazione
Franceschini, tra i 3.133 delegati, per imbattersi nella voglia del Grande
Cambiamento. Insomma, della svolta vera. «Non ci vengano a proporre il
segretario reggente - avverte Nando Dalla Chiesa, delegato semplice in arrivo
da Milano - Primarie e subito. è la foto di gruppo che non regge più. Inutile
mettere una faccetta al posto dell´altra. Il nuovo leader non sta certo tra
loro che hanno contributo alla disfatta». Pensiero assai diffuso. Gad Lerner,
altro «costituente» con tessera in tasca, rilancia dal suo sito l´appuntamento
pre-assemblea di «coloro che si oppongono all´ennesimo accordo di un vertice
screditato». E chiede: «Che senso ha rinviare a ottobre? Se Bersani ha qualcosa
da proporre, lo faccia subito. Se ci sono giovani disposti a proporsi, si
facciano avanti subito. Franceschini è l´ennesima non soluzione». è un´insofferenza
figlia delle ultime debàcle, ma anche di un´insofferenza lunga 14 mesi. Ettore
Scola, maestro del cinema e delegato fortemente voluto da Veltroni, non verrà
nemmeno, stamattina. Sarà un caso, ma «ho un impegno con Pietro Ingrao e non
posso». Detto questo, invoca per oggi o mai più «un accordo tra gruppo
dirigente e base», niente congresso ché «non c´è tempo», vada pure per
Franceschini «ma solo se tutti i delegati approveranno la scelta». E siccome
non tira aria, «se non ci sarà unanimità, allora meglio le primarie». Il vero
rischio che il regista de "La Famiglia" intravede nelle prossime ore,
è che «la voglia di cambiamento spinga a scelte avventurose, affrettate».
Scissione compresa. Il fatto è che, evaporata la maggioranza veltroniana del 76
per cento di delegati, sciolto chissà dove il 13 per cento della Bindi e l´11
vantato da Enrico Letta, l´assemblea sarà «davvero sovrana», per dirla con Anna
Finocchiaro che presiederà l´appuntamento. Quasi che la base quello scettro se
lo sia preso per davvero, stavolta, e per farne chissà cosa. E si può solo
immaginare che brivido stia provocando questa «prima volta» tra big, onorevoli
e dirigenti. Ed ecco perché si sprecano definizioni delle assise del tipo
rodeo, corrida, salto nel buio. Chi ha dubbi può rivolgersi a Renzo Ulivieri,
presidente degli allenatori e soprattutto «incazzatissimo» delegato in arrivo
dalla Toscana. «Tra i dirigenti attuali non ce n´è uno che sia ancora degno di
scendere in campo - incalza il mister - Cercherò di prendere la parola per
chiedere loro se finalmente avranno il buon senso, anzi, la vergogna
sufficiente per tacere anziché dire bischerate, e farsi da parte. Macché
ottobre! Facciamo congresso in tre mesi e scegliamo noi un segretario che
ascolti la gente». Renato Nicolini, ideatore dell´Estate romana degli anni
Settanta, ormai ordinario di progettazione architettonica a Reggio Calabria
predica disincanto. «Primo, il Pd rischia di non sopravvivere al big ben, ma
meglio l´estinzione che assistere allo scontro perenne di
queste due burocrazie armate, diessini contro margheritini. Secondo, se
dobbiamo scegliere tra Bersani e Franceschini, allora diciamo basta, abbiamo
scherzato, tutti a casa». Allora, «niente "re Franceschiello", ma
qualcuno che ci faccia almeno recuperare un po´ di simpatia». E i
giovani? Luciano Nobili, delegato under 30 (area rutelliana), che l´anno scorso
ha trascorso due mesi negli States per dare una mano in campagna allo staff
Obama, un Barack italiano proprio non lo scorge. Ma non vede neanche
Franceschini reggente, «rischia di apparire una toppa sul buco: ci vorrebbe un
30-40enne che avesse il coraggio di farsi avanti. Una cosa l´abbiamo capita
tutti: se l´assemblea stavolta non ascolterà la base, assisteremo al tracollo
del Pd».
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina III - Bari La
cerimonia Il Tar accusa "Per l´eolico è una corsa all´oro" Richiama
l´attenzione sul numero di ricorsi presentati per trovare soluzioni a
controversie, nate nel settore dell´energie rinnovabili. Il presidente del Tar
Corrado Allegretta, nella relazione per l´inaugurazione dell´anno giudiziario, traccia
un bilancio dell´attività svolta. «Va segnalato - spiega - un accentuarsi del
contenzioso in tema di sfruttamento delle fonti rinnovabili di energia, dovuto
probabilmente ad alcune incertezze normative, che hanno contribuito a suscitare
una nuova "corsa all´oro" senza adeguata ponderazione delle
conseguenze sulle integrità dell´ambiente e che hanno costretto il legislatore,
specie regionale, a successivi interventi di aggiustamento». Al centro della
relazione l´incremento del contenzioso per la mancata risposta delle
amministrazioni alle richieste del cittadino di accedere agli atti, un fenomeno
dal quale, spiega Allegretta, «emerge l´immagine di una burocrazia grave ed ottusa». E´ di
77mila euro il valore delle spese processuali che gli enti pubblici sono state
costrette a pagare (solo 30mila sono a carico della Regione Puglia). Presente
alla cerimonia il sindaco Michele Emiliano che ha ricordato come il Tar abbia
dato ragione al Comune sulla questione della Cittadella della Giustizia,
contrariamente al Consiglio di Stato. I giudici romani hanno nominato un
commissario che «ha cominciato a fare il tutor, ad andare in parallelo al
Comune di Bari». (g.d.m.)
( da "Unita, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Dopo le dimissioni
di Veltroni, l'impulso è di tornare al vecchio, al conosciuto, a ciò che
rassicura. Uno degli aspetti maggiormente criticati dell'operato dell'ex
segretario è stata l'idea del partito "liquido", un partito meno
strutturato ed aperto, che nell'intenzione di Veltroni doveva permettere al PD
di essere fonte di rinnovamento interno ed esterno. In questi giorni la
tentazione è di chiedere il ritorno al partito, con le tessere, i suoi riti, le sue burocrazie. Il ritorno al passato, però, non garantisce un
partito migliore e non assicura che il partito sia quella fonte di innovazione
politica che rappresenta la sua ragione principale d'esistere. L'accusa a
Veltroni è stata più un processo all'intenzione perché il PD all'inizio del suo
percorso si è dotato di una struttura organizzativa: sostanzialmente una
eredità di DS e Margherita. In molte regioni, inoltre, questi partiti sono
tutto fuor che partiti "leggeri", con aspre lotte tra fazioni locali.
Nel riflettere su quale debba essere la struttura del Partito Democratico, si dovrebbe
tenere in considerazione che il PD non potrà copiare la struttura del PCI, o
della Lega, come sostengono alcuni perché mira a essere un partito riformista
del nuovo millennio. In buona sostanza, sono mutati molti di quei presupposti
che davano ragione di un certo modello organizzativo della partecipazione. Gli
aspetti cambiati in maniera più evidente sono, ad esempio, il grado
d'istruzione dei militanti, la mutazione degli orari e dei contesti di lavoro,
le nuove tecnologie dell'informazione. Pensare al partito che, grazie alle
sezioni, organizzava il tempo dei suoi militanti significa cadere nella
nostalgia e rifiutare di vedere che la militanza politica nell'Italia del 2009
non può essere di questo genere. Per non parlare dei segmenti più creativi e
innovatori della società italiana che, con la loro scarsa stabilità
territoriale e la loro flessibilità lavorativa, sono automaticamente esclusi da
un modello di partito "vecchia maniera" che richiede una
partecipazione costante, molto di "quantità" e meno di "qualità".
Anche la funzione pedagogica delle sezioni ora perde una parte del suo senso,
le sezioni pensate come recettori unidirezionali delle realtà locali non
ammettono che a livello locale vi siano intelligenze capaci di elaborare in
modo autonomo dalla dirigenza nazionale. La richiesta di un partito
maggiormente organizzato non deve indurre nell'errore di replicare modelli
organizzativi che non rispecchiano più il presente e rischiano di aumentare
l'autoreferenzialità escludendo chi non può più recitare il ruolo del militante
anni 70 ma continua a interessarsi della vita politica del suo Paese.
( da "Repubblica, La" del 22-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina VII - Palermo
Il paradosso Le disavventure di un pilota dell´Alitalia che
non riesce ad avere la tessera sanitaria Vive a Palermo da ventidue anni ma per
la burocrazia sta a Roma Mi
dicono che devo certificare il cambio di residenza, eppure mi notificano multe
e sanzioni VALENTINA CUCINELLA Vero è che, trattandosi di un pilota
intercontinentale, è per professione "cittadino del mondo", ma non
fino a questo punto. Elvio Salvatore D´Alù vive a Palermo da ventidue
anni, ma secondo l´Agenzia delle entrate, che a Palermo gli ha comunque
notificato alcuni atti, la sua residenza è a Roma, città dove ha abitato fino
al 1986. Un equivoco che lo ha lasciato privo di tessera sanitaria. D´Alù, 48
anni, comandante dell´Alitalia, ha scoperto di essere ancora domiciliato nella
capitale dopo avere richiesto il duplicato della tessera sanitaria. «Ho vissuto
a Roma fino al 1986 - racconta - poi sono tornato a Palermo e ho fatto il
regolare cambio di residenza. Ormai da ventidue anni abito qui, e a
testimoniarlo ci sono anche le multe che ho ricevuto. Un giorno mi è arrivata
la tessera sanitaria, ma non funzionava e ho fatto una richiesta online per
avere il duplicato, tramite il sito dell´Agenzia delle entrate». Da qui l´amara
scoperta. «Secondo l´Agenzia - continua D´Alù - non posso ricevere il duplicato
del tesserino perché risulto ancora domiciliato a Roma e, secondo la loro
versione, a confermarlo è l´anagrafe del Comune di Roma. Mi hanno detto che
devo presentare un certificato per aggiornare la mia attuale residenza. è una
situazione paradossale e assurda. Vivo da ventidue anni in questa città e devo
sentirmi dire che non è vero da un ufficio che regolarmente mi notifica multe e
sanzioni. Io ho comunicato il cambio di residenza ventidue anni fa, ma loro mi
hanno risposto che devo dare prova dell´avvenuta variazione di residenza.
Allora - dice il pilota - ho inviato un atto di accertamento e di irrogazione
sanzioni, risalente al 2006, dal quale risulto, secondo la stessa Agenzia delle
entrate, domiciliato a Palermo, in via del Cedro, dal 2003. Per essere più
sicuro ho presentato anche il certificato di residenza rilasciato dal Comune di
Palermo e dal quale risulto, invece, residente qui dal 1987. Ancora però
nessuno mi ha risposto. In base alla mia esperienza, sono sicuro che non avrò
mai più il tesserino». Un´esperienza, quella di Elvio Salvatore D´Alù, che
risale al 2002: «Avevo venduto la mia auto - racconta - e per sei anni ho
ricevuto ugualmente i bolli da pagare. Mi sono presentato più volte all´Agenzia
per chiarire la situazione e spiegare che non ero più io il proprietario
dell´auto. Ma, a quanto pare, i documenti non bastavano. Dovevo dimostrare non
solo di aver venduto l´auto, ma anche di non averla comprata nuovamente. Per
farla breve, ci sono voluti sei anni per dimostrare che quell´auto non era più
mia. Sei anni di infinite code e turni». E chissà se sono finiti.
( da "Repubblica, La" del 22-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Pagina X - Palermo
La borgata si inventa la piazza che non c´è I residenti presentano al Comune un
progetto per attrezzare Fondo Musacchia La pianificazione dell´area verde è
stata elaborata da due studenti di Architettura DARIO PRESTIGIACOMO Da
quarant´anni aspettano una piazza, un luogo dove incontrarsi per scambiare
qualche battuta, per far passeggiare il cane, per far giocare i bambini. Non
hanno mai chiesto molto: qualche lampione, quattro panchine, magari pure un
piccolo giardino attrezzato con giostre. Nessuna opera faraonica, solo uno
spazio dignitoso in cui potersi sentire cittadini. Sono passati gli anni e le
generazioni, sindaci e assessori con le loro promesse mai mantenute, mentre il
quartiere cresceva, palazzi su palazzi, strade e marciapiedi, ma nessun
servizio per i residenti. E così il cuore storico di Bonagia è rimasto quello
di sempre, una grossa discarica a cielo aperto intorno alla quale ruotano le
vite di duecento famiglie, solo per restare nel raggio di un centinaio di
metri. Famiglie che non hanno mai perso, però, la speranza di vedere fondo
Musacchia trasformarsi finalmente nel luogo che spetterebbe a una borgata di
quattro mila abitanti: una piazza, appunto. «Vivo qui da quando il quartiere
era ancora campagna. Ma i nostri amministratori hanno pensato solo a firmare
concessioni edilizie, dimenticandosi di chi vi abita», dice Antonino Di Franco,
71 anni, che insieme ad una decina di residenti storici del quartiere ha deciso
di costituire il comitato "Per Bonagia". Con l´aiuto del consigliere
della terza circoscrizione Giuseppe Fascella, il comitato ha elaborato un
progetto per riqualificare la borgata a partire proprio da fondo Musacchia, che
oggi è una grossa area metà cemento e metà terra ed erbacce, male illuminata e
piena di rifiuti d´ogni sorta. «L´idea è di sistemare l´area a verde
trasformandola in un giardino - spiega Benedetto Spataro, uno dei residenti del
comitato - Abbiamo previsto l´installazione di panchine e giostre per i
bambini, la costruzione di un piccolo campetto di calcio e servizi base come i
cassonetti per la raccolta differenziata e i cestini per i bisogni dei cani».
Il progetto, che comporterebbe una spesa contenuta, è stato consegnato al
Comune. Ma più che il denaro, è la burocrazia a rendere difficile la
realizzazione della piazza. «Per mesi ho girato uffici comunali e regionali per
capire di chi è la competenza su quest´area - spiega Fascella - Alla fine,
siamo riusciti a ricostruire che lo spazio, prima di proprietà dello Iacp,
adesso dovrebbe essere del Comune, che però non ha ancora concluso l´iter
d´acquisizione». Nell´attesa, fondo Musacchia continua ad essere una delle mete
privilegiate per lo scarico abusivo di rifiuti e scarti industriali. Ma i
disagi non finiscono qui. «Quando piove, qui si allaga tutto - lamenta Vincenzo
Sunseri, altro membro del comitato - Il problema è che in quarant´anni non è
mai stato predisposto un sistema per la raccolta dell´acqua piovana. Così,
basta una pioggia intensa per far allagare fondo Musacchia e le strade che lo
circondano, via del Volpino e via dello Spinone. Quello che mi preoccupa è che
l´acqua riempie anche gli scantinati dei palazzi, infiltrandosi nelle
fondamenta». L´elenco dei problemi dei residenti contempla anche i marciapiedi
della zona compresa tra le vie del Bassotto, del Segugio e del Levriere,
un´area abitata da circa mille persone. «Anni fa, al Comune decisero di
attrezzare i marciapiedi con delle aiuole - racconta Gaetano Billitteri, del
comitato - Ogni dieci metri hanno piantato degli alberi, che, crescendo, hanno
divelto le mattonelle». Adesso, passeggiare sui marciapiedi è una vera impresa:
le radici degli alberi hanno avuto la meglio sul cemento e in più punti la
terra è nascosta da cumuli di spazzatura. Ma il vero problema di Bonagia resta
l´assenza di una piazza e di servizi per i cittadini. Mancano biblioteche,
impianti sportivi, centri sociali per giovani e anziani. C´è solo una villetta
con due giostre costruita davanti la scuola Mattarella, in piazza Maria
Santissima di Pompei. «Ma la villetta si trova sopra una sorta di collinetta e
non ha recinzioni - dice Gaetano Merlo, consigliere della terza circoscrizione
- Se un bambino inciampa, rischia di rotolare fino in strada e farsi male».
Proprio per rivalutare questa piazza, due studenti di architettura palermitani,
Giuseppe Festa e Antonio Falentino, hanno elaborato un progetto. «Qui si
affacciano due scuole e la chiesa del quartiere - spiega Festa - E´ un peccato
che nessuno abbia mai pensato di rendere questo spazio un punto di ritrovo per
i residenti. Il nostro progetto prevede di rendere più sicura la villetta,
aggiungendo panchine e giostre. Inoltre, abbiamo previsto la sistemazione di
alcune aree inutilizzate che si trovano nelle vicinanze della piazza per
costruirvi una fontana, una palestra e dei campi sportivi». Il progetto, grazie
all´interessamento di Merlo, sarà presentato nelle prossime settimane al
Comune. «Bonagia, oggi, è un non-luogo dove passano e vivono migliaia di
cittadini - dice il consigliere del Pd - All´assenza di vita sociale fa da
contraltare il proliferare dell´illegalità, soprattutto tra i giovani. Per
questo, è necessario subito intervenire costruendo un luogo, una piazza, che
stimoli la formazione di una rete di servizi pubblici».
( da "Repubblica, La" del 22-02-2009)
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Pagina IV - Milano
Lin Kun, commerciante "Un´Italia di divieti e paura io non l´ho conosciuta
così" Sono arrivati in cinquanta, donne, uomini, bambini. Per la prima
volta sono scesi in piazza grazie al passaparola in via Sarpi: sulle vetrine
dei negozi i volantini (in cinese) annunciavano da giorni il corteo. «Appena ho
saputo di questa manifestazione ho deciso di partecipare», spiega Lin Kun
Zhang, commerciante cinese di articoli casalinghi con ingrosso in via Sarpi.
«L´Italia è un paese bellissimo, avete tanti tesori, è assurdo che invece di
aprirvi al mondo abbiate deciso di chiudervi», dice Lin, che ama Milano, è
contento che i suoi figli vadano a scuola con i bambini italiani. Ma dice di non capire alcune cose: «Non capisco perché prima ci
rilasciano la licenza per aprire i negozi in via Sarpi, poi ci dicono che di lì
dobbiamo andare via e arrivano a chiudere la strada». E ancora: «Non capisco
perché agli stranieri che vengono qui a lavorare si opponga sempre più burocrazia che agli altri, agli
italiani».
( da "Corriere della Sera" del 22-02-2009)
Argomenti: Burocrazia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Salute - data: 2009-02-22 num: - pag: 46 categoria:
REDAZIONALE Sperimentazione Discussa proposta di direttiva Per i test su
animali tolleranza zero: salve anche le seppie I critici: «Una gabbia per la
ricerca» Da parte del mondo scientifico si agita lo spettro di un esodo della
sperimentazione verso l'estremo Oriente Si preannuncia una dura battaglia al
Parlamento europeo, dove approderà per iniziare l'iter di approvazione la
proposta di una nuova direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a
fini scientifici. Dal mondo accademico e della ricerca, nonché da società di
lobbying britanniche, fioccano le richieste di modifica del provvedimento. La
proposta di direttiva, che sostituirà quella del