HOME

PRIVILEGIA NE IRROGANTO     di  Mauro Novelli         

www.mauronovelli.it

[Vai al sito del CENACOLO DEI COGITANTI]

 

DOSSIER “ALITALIA”

 

 

 

TORNA ALL’INDICE MENSILE  DEL DOSSIER    

TUTTI I DOSSIER

 



Report "Alitalia 2"   4-10 marzo 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Alitalia 2

Le Prato d'Italia: i distretti sull'orlo di una crisi di nervi ( da "EUROPA ON-LINE" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: è solo Alitalia», «Non c?è solo la Fiat». Anche Fermo è un fronte caldo. Il 25 febbraio i vertici dell?Anci, l?associazione nazionale calzaturieri italiani, hanno incontrato il ministro Scajola per fare il punto sulla crisi del settore. Ma all?incontro non è stato invitato Silvano Lattanzi, presidente di Confindustria Fermo,

ex alitalia, 28 anni ( da "Repubblica, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pagina 2 - Economia ex Alitalia, 28 anni Precario Alitalia Servizi handling, ho lavorato fino al 30 novembre 2008 e ancora non ho preso la liquidazione. Non ho prospettive (Roma)

CASTIGO ANNACQUATO ( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: mentre avrà altre ragioni per imprecare il consigliere delegato di Cai-Alitalia, che teme massimamente la concorrenza del treno tra le due capitali. Il treno viaggerà in galleria per 73 chilometri dei 78 totali, nel corpo della montagna che divide Firenze da Bologna. Firenze e Bologna contano poco nella vicenda.

Il ministro precetta, ma Sdl conferma lo stop ( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: NUOVA ALITALIA Il ministro precetta, ma Sdl conferma lo stop Francesco Piccioni Oggi si sarebbe dovuto svolgere lo sciopero di 24 ore indetto dall'Sdl in Alitalia. Cui si aggiungevano uno sciopero di 4 ore per Sea (gli aeroporti di Linate e Malpensa, indetto separatamente da Sdl e da Cgil Cisl, Uil).

Sinistri, destri e frustrati ( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ricreando quanto era successo a settembre a proposito di Alitalia). Certo alla fine l'abolizionismo alla Baricco si salda bene (si è visto dall'accoglienza governativa) con il proibizionismo di Bondi. Sarebbe bello che, come sta succedendo con fair play nei beni culturali, anche dall'ambiente dello spettacolo venisse qualche teatrale reazione.

duello sulla roma-milano alitalia taglia prezzi e tempi - ettore livini ( da "Repubblica, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Milano Alitalia taglia prezzi e tempi ETTORE LIVINI MILANO - Si infiamma a due soli mesi dal fischio d´inizio il derby tra aereo e treno sulla Roma-Milano. Dopo il boom del Frecciarossa � che in poche settimane di servizio ha "rubato" duemila passeggeri al giorno alla navetta dell´Alitalia � la compagnia di bandiera passa ora all´

ROMA Alitalia si sta preparando alla sfida per fronteggiare la concorrenza dell'Alta velocità.... ( da "Messaggero, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Mercoledì 04 Marzo 2009 Chiudi ROMA Alitalia si sta preparando alla sfida per fronteggiare la concorrenza dell'Alta velocità. A sferrare una vera e propria offensiva sulla tratta Roma-Milano è stato l'amministratore delegato della compagnia Rocco Sabelli, che ha annunciato un nuovo prodotto ad hoc su questa tratta con i primi interventi già nelle prossime settimane.

Sciopero Alitalia: SdL sfida Matteoli ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Economia Pagina 212 Sciopero Alitalia: SdL sfida Matteoli --> Il sindacato di base SdL conferma lo sciopero dei dipendenti della nuova Alitalia previsto per oggi nonostante l'ordinanza del minsitro dei Trasporti, Altero Matteoli (nella foto), lunedì ne ha disposto il differimento ad un'altra data.

<Ci vietate lo sciopero? Assemblee negli aeroporti> ( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: sciopero ero stato indetto per protestare contro il ridimensionamento di Malpensa dovuto all'«abbandono» di Malpensa da parte di Alitalia. In questo momento, secondo i confederali, i lavoratori in cassa integrazione tra Linate e Malpensa sono 2.400. La cifra tiene conto di tutta la filiera del trasporto aereo: da Alitalia a Sea, passando per le aziende del catering e dell' handling.

L'attacco di Sabelli: Fs avvantaggiate ( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Il manager di Alitalia si è poi detto soddisfatto dell'attuale performance della compagnia: «Ieri («due giorni fa», per chi legge, ndr) Alitalia ha fatto il 60% di load factor (riempimento) ». Un dato che però non appartiene alla navetta Roma-Milano, dove, almeno fino a febbraio, si era sotto il 43%.

Sfida sulla navetta ( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-04 num: - pag: 31 categoria: BREVI Sfida sulla navetta L'amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli (sopra) lancia accuse di «ambiguità» alle Ferrovie nella sfida sulla Milano-Roma. A fianco l'amministratore delegato delle Fs Mauro Moretti

Scintille fra Alitalia e Fs Sabelli: vi dà soldi lo Stato ( da "Stampa, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: LOCALE E LE LINEE Scintille fra Alitalia e Fs Sabelli: vi dà soldi lo Stato La replica del gruppo di Moretti: «Voi avete avuto ammortizzatori e debiti trasferiti» "Fra Roma e Milano ci fate concorrenza coi fondi pubblici" [FIRMA]LUIGI GRASSIA Fra l'Alitalia e le Ferrovie che si disputano i guadagni della tratta Roma-Milano (la più lucrosa d'Italia) non è il momento del fair play;

Obama supplica il mondo: riconoscete che siamo ancora forti. ( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria.

Quando Obama supplica il mondo. ( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria.

Lufthansa collega Malpensa con l'Italia ( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Redazione Lufthansa Italia lancia la sfida ad Alitalia aumentando l'offerta. Crescono le prenotazioni e la flotta passa ad 8 Airbus. Dal primo aprile nuovi collegamenti da Malpensa per Roma, Napoli e Bari. Nuovi servizi per i passeggeri nello scalo lombardo. Operativi anche i voli per Londra, Hethrow e Lisbona Lufthansa Italia espande il suo network nazionale e dal primo aprile,

È URGENTE FARE CHIAREZZA IN MERITO AGLI IMPEGNI PRESI TRA LE PARTI A PALAZZO CHIGI PER LE... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: agli impegni presi tra le parti a Palazzo Chigi per le prospettive future delle società Atitech e Ams dell'Alitalia». Lo sottolinea il segretario nazionale Fit Cisl, responsabile del trasporto aereo, Claudio Genovesi dopo il via libera al commissario Fantozzi di vendere al miglior offerente le partecipazioni della vecchia Alitalia in società ancora in amministrazione straordinaria.

Lufthansa sfida Alitalia, da aprile tre rotte nazionali ( da "Quotidiano.net" del 04-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: NEI CIELI Lufthansa sfida Alitalia, da aprile tre rotte nazionali Da Milano quattro voli al giorno per Roma, due per Napoli e uno per Bari. Si aggiungono anche altre destinazione europee Roma, 4 marzo 2009 - "Miracolo a Milano. E anche a Roma, Napoli, Bari". è all?insegna di questo slogan che Lufthansa Italia lancia una nuova sfida ad Alitalia sul mercato nazionale.

Come Tremonti ha speso già i soldi per i disoccupati ( da "EUROPA ON-LINE" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, Ici, pacchetto anti-crisi: no a oggi 20 miliardi di taglia e incolla Come Tremonti ha speso già i soldi per i disoccupati GIANNI DEL VECCHIO «Non ci sono soldi», «la misura costa troppo, un punto e mezzo di pil», «Franceschini gioca con carte truccate», «sono solo facili promesse», «molto rumore per nulla».

Alitalia s da le Ferrovie sulla Roma-Milano: tempi più competitivi ( da "EUROPA ON-LINE" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia s da le Ferrovie sulla Roma-Milano: tempi più competitivi L?Alitalia si sta preparando alla sfida per fronteggiare la concorrenza dell?Alta velocità. A sferrare una vera e propria offensiva sulla tratta Roma-Milano è l?amministratore delegato della compagnia Rocco Sabelli, che ha annunciato un nuovo prodotto ad hoc su questa tratta con i primi interventi che saranno introdotti

Lufthansa riempie il vuoto di Alitalia 7 voli da Malpensa ( da "Stampa, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: LA COMPAGNIA TEDESCA LANCIA LA SFIDA SUL MERCATO INTERNO ITALIANO Lufthansa riempie il vuoto di Alitalia 7 voli da Malpensa [FIRMA]SANDRA RICCIO MILANO Lufthansa cresce in fretta nel Belpaese e lancia la sfida ad Alitalia sul mercato dei voli interni. Nel mirino c'è soprattutto la rotta Milano-Roma che vale oltre 300 milioni di euro l'anno.

le riforme virtuali - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: si pensi al caso Alitalia). Ne abbiamo avuti tanti di esempi negli ultimi anni nell´ambito dei servizi di pubblica utilità. è giusto, dunque, regolamentare il diritto di sciopero in questi settori perché è troppo forte la tentazione di utilizzare il servizio essenziale che si fornisce alla cittadinanza come strumento di pressione,

Ci mancava l'obiezione d'impronta ( da "Riformista, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: di Alitalia, hanno indennità di gran lunga superiori alle nostre, eppure la loro presenza è sporadica e non schedata». È da segnalare, infine, un botta e risposta tra il ministro Renato Brunetta e la deputata dell'Idv, Silvana Mura. Ha chiesto, Mura, se Berlusconi e il suo ministro anti-fannulloni avessero lasciato le loro impronte.

la vertenza atitech dipendente s'incatena "no alla cessione" ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, vuole vendere le partecipazioni Atitech di Napoli e Alitalia Maintenance System senza che il governo apra il necessario confronto tra le organizzazioni sindacali e tutte le parti interessate». Confronto indispensabile per verificare, secondo il sindacato di cui Vitiello è dirigente,

Lufthansa sfida Alitalia: nuove rotte nel Belpaese ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Economia Pagina 216 Trasporti Lufthansa sfida Alitalia: nuove rotte nel Belpaese Trasporti --> Lufthansa ha in programma di aprire tre nuove rotte in Italia a partire da aprile. Lo ha annunciato la compagnia aerea tedesca. Le nuove rotte collegheranno Milano con Roma, Napoli e Bari. I nuovi collegamenti nazionali, si legge in un comunicato diffuso ieri,

Lufthansa sfida l'Alitalia ( da "Secolo XIX, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Lufthansa sfida l'Alitalia nuove rotte Da aprile la compagnia tedesca prevede nuovi voli, tutti da Malpensa, per Roma, Napoli e Bari. E la flotta sale da 6 a 8 aerei 05/03/2009

lufthansa torna a volare a bari ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pagina I - Bari Lufthansa torna a volare a Bari Un nuovo volo per Milano Malpensa da Bari. Lufthansa torna a volare dalla Puglia con un´offerta in competizione diretta con Alitalia: al via oggi un nuovo pacchetto di voli che copre i vuoti lasciati dall´ex compagnia di bandiera. SERVIZIO A PAGINA

voli caos, dillo a bari.repubblica.it ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: it dopo l´annuncio di Lufthansa che torna in Puglia con un volo giornaliero con l´aeroporto di Milano Malpensa. L´investimento della compagnia tedesca si inserisce negli spazi lasciati vuoti da Alitalia e AirOne. Dopo la fusione continuano i disagi. Raccontate la vostra esperienza al forum di bari.repubblica.it.

arriva lufthansa, milano è più vicina - ilaria ficarella ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: offerta in competizione diretta con Alitalia. La compagnia tedesca lancia oggi un nuovo pacchetto di voli domestici, andando proprio a coprire gli spazi lasciati vuoti dall´ex compagnia di bandiera. A partire dal 29 marzo, sette giorni su sette Lufthansa opererà da Bari un volo per Malpensa (da Bari, partenza alle 15,05 e arrivo a Milano alle 16,

collegamenti estivi con le capitali estere così adp prova a non perdere passeggeri ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ampliamento dell´offerta alternativa ad Alitalia ed AirOne è dunque la risposta che la società di gestione degli scali aeroportuali pugliesi sta cercando per recuperare l´incredibile crollo di passeggeri subito negli ultimi mesi. A gennaio, il numero di persone che hanno transitato per gli scali pugliesi è sceso del 9,2 per cento.

alitalia-airone, sistemi operativi in tilt il disagio è servito al check in di palese ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Bari Il caso Alitalia-AirOne, sistemi operativi in tilt il disagio è servito al check in di Palese Disagio continuo. Non solo per i voli che mancano ma anche per quelli che restano: a tre mesi dalla fusione tra Alitalia e AirOne, la mancata integrazione dei sistemi operativi fra la ex compagnia di bandiera e la compagnia privata di Carlo Toto,

milano-roma anche con lufthansa decolla la sfida al monopolio alitalia - ettore livini ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Roma anche con Lufthansa decolla la sfida al monopolio Alitalia Da Malpensa 4 voli al giorno. Ma il vero obiettivo è Linate La battaglia delle tariffe riguarda tutta Europa, dove ormai si viaggia con 99 euro ETTORE LIVINI MILANO - Lufthansa alza la posta nella sfida con Alitalia e attacca la Magliana sul suo mercato più ricco, quello domestico.

Alitalia, subito la cassa integrazione per 1500 ( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi «Alitalia, subito la cassa integrazione per 1500» Marrazzo: nel Lazio a rischio 50 mila posti nel 2009

Sono già 600 i lavoratori di Alitalia che hanno usufruito dell'anticipo della cassa integ... ( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Sono già 600 i lavoratori di Alitalia che hanno usufruito dell'anticipo della cassa integrazione della Regione Lazio. Entro metà di marzo contiamo di portare il numero a 1500 persone». Sono alcune delle cifre fornite ieri dal presidente della Regione, Piero Marrazzo, nel corso del dibattito in consiglio sulla legge che prevede il reddito minimo di cittadinanza.

Viaggiano, volano, sognano. E come tutti gli esseri umani si nutrono di lavoro, hobby e pass... ( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: hostess assunta dalla nuova Alitalia, dipinge onde e conchiglie, luna e galassie... Quando atterra e torna a casa non vede l'ora di vedere la sua piccola e di impugnare la tavolozza per ricominciare a creare e ricreare il suo piccolo-grande firmamento. Il giornalista-scrittore Sergio Zavoli, presidente della commissione di vigilanza Rai,

ROMA Emma Bonino sta per presentare il suo nuovo libro che, guarda caso, si chiama: P... ( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Con la crisi che avanza e la cassa integrazione che si dilata, rischiamo di non poter dare niente a chi resta senza lavoro, ai co.co.co...certo sarebbe stato meglio non buttare i soldi su Alitalia o sull'Ici. Va benissimo la lotta all'evasione, come dice Franceschini. Ma le pensioni non possono essere un tabù».

A spiegare il dietrofront annunciato dal ministro Sacconi per l'innalzamento a 65 an... ( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: unitarietà d'azione già andata a picco su parecchi altri fronti, dal salvataggio dell'Alitalia alla disciplina del diritto di sciopero per inibire le agitazioni selvagge. «La riforma delle pensioni non è un tabù», insiste Emma Bonino. E' vero. Ma per ora sono in molti pensare che è meglio che la sua resti una voce isolata.

Lufthansa lancia la sfida ad Alitalia ( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi La compagnia tedesca utilizzerà due nuovi aerei. Sarà ampliato anche il network con le capitali europee Lufthansa lancia la sfida ad Alitalia Dal primo aprile via ai collegamenti tra Malpensa e Roma, Napoli, Bari

ROMA Lufthansa ci crede. Crede cioè in Malpensa e, soprattutto, nel mercato italiano s... ( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: scorso per occupare lo spazio del mercato aereo italiano creato dal disimpegno della nuova Alitalia. «In poche settimane - ha commentato Karl Ulrich Garnadt, membro del cda e vice presidente esecutivo dell'aviolinea tedesca - Lufthansa Italia si è stabilita con successo sul mercato italiano. L'andamento delle prenotazioni è così positivo che possiamo già ampliare la nostra offerta».

L'offensiva di Lufthansa: pronti i voli Milano-Roma ( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: data: 2009-03-05 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Dal primo aprile L'offensiva di Lufthansa: pronti i voli Milano-Roma Lufthansa lancia la sfida ad Alitalia: da inizio aprile decollerà da Malpensa verso Roma, Napoli e Bari. E il prossimo passo sarà l'inaugurazione di rotte intercontinentali da Milano. A PAGINA 3 Querzé

Lufthansa chiede un terminale a Malpensa ( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: stiamo trattando anche con Alitalia «Vogliamo operare anche sulla tratta che da Linate vola su Roma Ce lo chiede la nostra clientela» Lufthansa Italia parte con il piede giusto. E rilancia: da aprile la compagnia collegherà Malpensa anche con Roma, Napoli e Bari. Un ulteriore passo che serve a preparare il grande balzo verso le rotte intercontinentali.

Tre rotte da Malpensa Lufthansa sfida Alitalia ( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Napoli e Bari Tre rotte da Malpensa Lufthansa sfida Alitalia I tedeschi: «Chiediamo di partire anche da Linate» Gli aerei della compagnia passeranno da sei a otto. «Da agosto pronti a fare 150-200 assunzioni» MILANO — «Da quando ci siamo insediati a Malpensa, il due febbraio scorso, abbiamo avuto 32 giorni di lavoro perfetto.

<Ora Colaninno apre sull'hub lombardo> ( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: E Alitalia? Oggi ha tre collegamenti intercontinentali su Malpensa. Mettiamo una pietra sopra la trattativa? «No. Da quindici giorni sono in corso incontri con lo stato maggiore della Magliana». Alitalia sposterebbe 11 rotte intercontinentali da Fiumicino a Malpensa solo se Linate fosse ridotta al Milano-Roma.

E' ora di lasciar fallire le banche. ( da "Giornale.it, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria.

ALESSANDRA CHELLO LA CONCORRENZA è SERVITA. DELLA SERIE: PER STRAPPARE MOLTI CLIENTI DALLA S... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: società del gruppo Alitalia che si occupa di manutenzione pesante), Pasquale Vitiello, si è incatenato davanti ai cancelli di ingresso della società a Napoli, perchè il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, vuole vendere le partecipazioni in società di manutenzione (anche Alitalia Maintenance System e manutenzione di Fiumicino)

SFIDANDO L'ALITALIA, A SUA VOLTA SOTTO SCACCO PER L'ARRIVO DEL SUPERTRENO FRECCIA ROSSA LU... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: nervosismo per la sfida delle Ferrovie e la necessità per Alitalia di studiare nuove mosse per una controffensiva. In pochi mesi, dobbiamo riconoscerlo, il mercato del trasporto «ricco», di fascia alta come appunto la tratta Roma-Milano, si sta aprendo e siamo passati da un sostanziale duopolio (Alitalia e Air One) a una concorrenza che non potrà non fare bene agli utenti e alle aziende.

Il ministro della buonavita ( da "Foglio, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: e si divideva fra trattative Alitalia e convegni post blairiani, e rincuorava rimproverando i trentenni male occupati o disoccupati: cari ragazzi non è colpa vostra, no, è colpa degli anni Settanta, della cultura stagnante finto progressista e dei genitori permissivi che vi danno una cuccia ma non vi forniscono aiuto per decidere sul futuro –

Quando Obama supplica il mondo ( da "Giornale.it, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria.

Ecco chi si salverà dalla crisi e chi no ( da "EUROPA ON-LINE" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: GIOVANNI COCCONI Scordiamoci pure i dipendenti Alitalia: nessun altro uscirà dalla crisi con setteanni- sette di cassa integrazione all?80 per cento di stipendio. Ma i privilegiati non finiscono qui perché anche chi perde il lavoro può ritrovarsi con o senza paracadute. C?è il precario di serie A e quello di serie B.

"petruzzelli sicuro, bondi ci autorizzi" - ilaria ficarella ( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: è stato chiesto di intervenire rispetto alla vicenda dello slot sulla tratta Bari-Linate tenuto bloccato da Alitalia e chiesto dalla Air Italy. "Insistiamo sul fatto che la deroga all´antitrust non ha senso su tratte da e per il Mezzogiorno � insiste Loizzo � Peraltro l´arrivo in Puglia di Lufthansa, Iberia conferma che il nostro mercato è più che appetibile e va sostenuto".

la consob: devono essere risarciti i risparmiatori che hanno investito in alitalia ( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: che hanno investito in Alitalia ROMA - La Consob propone di risarcire azionisti e obbligazionisti della ex Alitalia danneggiati dopo la sospensione e la revoca dei titoli dalla Borsa. «Va data una qualche forma di risarcimento», dice Lamberto Cardia a Panorama. E Ferrovie replica all´ad di Alitalia (dopo l´accusa di "ruolo ambiguo") e annuncia che si riserva azioni a tutela dell´

È rissa fra Alitalia e Fs ( da "Secolo XIX, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: È rissa fra Alitalia e Fs lite su roma-milano, sovvenzioni statali e ritardi dei treni a natale Sabelli parla di competizione sleale, le Ferrovie minacciano di andare in tribunale roma. Treni contro aerei. La sfida, dalla tratta Roma-Milano, rischia di spostarsi in una sede poco consona a Boeing e Pendolini: il tribunale.

Le mani dei giudici sulla bad company alla genovese ( da "Stampa, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: COME ALITALIA GLI INQUIRENTI Le mani dei giudici sulla bad company alla genovese L'indagine potrebbe allargarsi a tutte le operazioni simili Aperta un' inchiesta sulla privatizzazione dell'ex Amt L'accusa: il Comune ha perso venti milioni di euro «Scelte che a prima vista sembrano irrazionali per la parte pubblica» La madre di tutte le bad company finisce sotto inchiesta.

Penalizzati siamo noi che subiamo le regole del settore pubblico ( da "Stampa, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: LUIGI GRASSIA Fra Alitalia e le Ferrovie dello Stato è l'ora degli avvocati e delle querele. Pochi giorni fa la compagnia aerea, per bocca dell'amministratore delegato Rocco Sabelli, aveva denunciato il «ruolo quanto meno ambiguo» delle Fs nel trasporto pubblico, perché «nel 2008 hanno avuto dallo Stato 3,66 miliardi di euro,

Cortei a Roma, arrivano le nuove regole di Alemanno ( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: oppure le manifestazioni dei dipendenti Alitalia. Ma anche i sit in organizzati a piazza Navona, proprio a ridosso del Senato. E infatti tra le prime proposte avanzate c'era la chiusura di pazza Navona come punto di arrivo dei cortei. Settimane di trattative, condotte in maniera particolare dalla Cgil, hanno portato alla mediazione finale.

A Exit si traduce dal politichese ( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia) e gli ultimi della classifica (i lavoratori precari). Il ministro Sacconi e il democratico Letta in studio con esperti e sindacalisti. Anche in questo caso il pezzo forte erano le incursioni della telecamera davanti alle fabbriche. La pesante cura dimagrante imposta dall'editore alla piccola tv (tagli e vendita agli svedesi delle frequenze per il digitale terrestre)

Soru non cambia piano L'Unità sciopera ancora e spera nel piano Epifani ( da "Riformista, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ha il ruolo del Cavaliere nell'affare Alitalia. La crisi avanza e la dead line dello «stato di insolvenza» (fissata per ora il 23 marzo) si avvicina. Al momento in cui il Riformista va in stampa, la redazione dell'Unità ha appena deliberato il secondo dei cinque scioperi previsti dal pacchetto votato giorni addietro: a meno di colpi di scena,

ROMA Le Ferrovie auspicano un più sereno e corretto rapporto di concorrenza con Al... ( da "Messaggero, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: con Alitalia sulla tratta Roma-Milano e replicano all'amministratore delegato della compagnia aerea, Rocco Sabelli, che nei giorni scorsi aveva parlato di «ruolo ambiguo» delle Fs. In una nota, il Gruppo Fs annuncia che «si riserva di utilizzare ogni strumento nelle opportune sedi per la tutela della propria immagine».

Moretti minaccia: vie legali contro Alitalia ( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Ferrovie e Alitalia i rapporti non sono mai stati così tesi. Al punto che ieri un comunicato dell'azienda ferroviaria guidata da Mauro Moretti, in replica a alcune affermazioni dell'amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli, si concludeva così: «In ogni caso, il Gruppo Fs si riserva di utilizzare ogni strumento nelle opportune sedi per la tutela della propria immagine »

Cardia: capital gain, 3 anni senza tasse ( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: in cui il presidente della Consob ipotizza anche di innalzare «dal 10% fino al 20%» il limite per il riacquisto di azioni proprie da parte della società quotate. Ma Cardia ne ha anche per gli azionisti e obbligazionisti Alitalia, ai quali ritiene vada «data una qualche forma di risarcimento» a fronte della perdita dell'investimento.

BUONE MANIERE ( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia». Ottenuto il biglietto da visita del comandante, la presunta senatrice si allontana definendoci «farabutti». Inutile sottolineare le espressioni dei passeggeri presenti, assai solidali con noi e disgustati dalla prova di arroganza. Ho alle spalle 18 anni nelle Forze armate, 11 di servizio in Alitalia e mi sento definire farabutto per aver fatto rispettare le leggi anche

La Fattoria, un po' fuga e un po' azzardo ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: l'ex hostess di Alitalia licenziata per la partecipazione al Grande Fratello . «Mediaset e Endemol mi hanno dato possibilità di tornare subito in tv e farmi apprezzare. L'Alitalia? Voglio riprendermi il mio posto, gli avvocati mi hanno detto che tra un paio d'anni la situazione si potrebbe recuperare».

LE FERROVIE AUSPICANO UN PIù SERENO E CORRETTO RAPPORTO DI CONCORRENZA CON ALITALIA... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: con Alitalia sulla tratta Roma-Milano e replicano all'amministratore delegato della compagnia aerea, Rocco Sabelli, che qualche giorno fa aveva parlato di «ruolo ambiguo» delle Fs. In una nota, il gruppo Fs annuncia che «si riserva di utilizzare ogni strumento nelle opportune sedi per la tutela della propria immagine».

DALL'INVIATO ENZO CIACCIO POMIGLIANO D'ARCO. DA TROPPO TEMPO LA FIAT è AB... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: «La gente come noi non molla mai», intona il coro dei militanti. Si succedono gli interventi. Un lavoratore Alitalia: «State uniti. Altrimenti si perde». Domenica si va allo stadio con lo striscione. Oggi si sta in piazza dei Martiri a Napoli. Con Di Pietro.

I contadini vip pronti per la 'Fattoria' Da Fabrizio Corona alla hostess del GF ( da "Quotidiano.net" del 06-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Martani uscita dal Gf per non perdere il posto da hostess in Alitalia si è trovata disoccupata e non si è fatta sfuggire una seconda occasione tv; Fabrizio Corona, che ha due processi giudiziari in corso, la mette così: "Voglio far vedere quello che sono veramente e questo reality per me è tutto tranne che una fuga, anche se vado in Brasile dove come è noto non ti estradano mai.

di pietro riparte dagli operai - patrizia capua ( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: quelli di Alitalia servizi, Atitech, Tirrenia, Magneti Marelli, Selfin Ibm. Nella sala di un albergo di Chiaia, ecco un ampio spaccato della crisi industriale in Campania, con lavoratori e sindacalisti di aziende a un passo dal baratro. Intanto la giunta campana mette in campo altri 76 milioni di euro per il piano anticrisi,

un patto tra sindaco e costruttore e l'acea diventa nemica dei francesi - alberto statera ( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: l´Alitalia, i transalpini di Mediobanca a Milano e delle Generali a Trieste. E adesso il pasticcio dell´Acea. In un ruolo o nell´altro, vuoi come cuciniere vuoi come commensale, quasi sempre c´è in mezzo lui: Francesco Gaetano Caltagirone, l´ingegnere collezionista di giornali, di banche, di aree edificabili,

ai dipendenti della tod's un bonus di 1.400 euro ( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 000 tra l´indotto Alitalia, aziende dei settori tessile e calzature, agrindustria, chimico e turismo. «A questi 20mila - ha spiegato l´assessore regionale al lavoro, Corrado Gabriele - si aggiungono 10.000 lavoratori atipici, co.co.pro e interinali in uscita dal sistema produttivo».

strana lite alitalia-fs entrambe viaggiano con benzina di stato ( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Economia Strana lite Alitalia-Fs entrambe viaggiano con benzina di Stato Le strategie del governo Usa sulle banche insolventi non si stanno rivelando efficaci. Ora bisogna fare in modo che questi istituti operino sotto la guida di un nuovo management Lo stucchevole siparietto di accuse tra Rocco Sabelli («le Fs ci fanno concorrenza con i soldi dello Stato»

Alitalia-Air France, l'ok di Bruxelles ( da "Messaggero, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Sabato 07 Marzo 2009 Chiudi Ieri nuovo vertice in Francia fra i top manager delle due compagnie per mettere a punto la collaborazione Alitalia-Air France, l'ok di Bruxelles Possibile cda il 24 marzo con la cooptazione dei tre uomini di Parigi

ROMA - La Commissione Antitrust europea ha dato il via libera all'alleanza tra Alitalia e Air F... ( da "Messaggero, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: alleanza tra Alitalia e Air France. E per martedì 24 marzo il consiglio della compagnia aerea presieduto da Roberto Colaninno potrebbe cooptare i tre rappresentanti del vettore parigino - il presidente Jean-Cyril Spinetta, il numero uno di Klm Peter Hartman e il cfo Bruno Matheu - a condizione che siano stati versati i 322 milioni dell'

Sonia (Bonolis) debutta in tv: è opinionista alla <Fattoria> ( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Si rivede Daniela Martani (quella del cappio Alitalia). C'è anche Fabrizio Corona: «Non lo conosco, ma penso che sia una persona intelligente. Quello che penso di lui lo dirò in trasmissione», aggiunge. Altri concorrenti? «Mi incuriosisce Morena (vedova Funari, ndr) perché come prima uscita pubblica ha fatto una scelta molto forte.

Nazionalizzazioni? Sì, ma quelle vere. E senza indennizzi ( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: che ha già il sì di cento delegati operai, dalla Cub Alitalia alla Sdl della Fiat di Cassino, ma anche di dirigenti Fiom, Cgil e Rdb. Ferrando, una provocazione. Neanche un po'. Una soluzione seria, certo più seria di mantenere ai vertici delle aziende e delle banche i manager e i piani che le hanno mandate alla malora.

LA PIRAMIDE DEL CAVALIERE ( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: avvio dell'opera non servirà economicamente a nulla (ma dallo sperpero Alitalia in poi tutto è lecito). Quel che conta - per il premier - è solo l'annuncio, gli sprechi conseguenti sono secondari. Siamo dentro una crisi che nutre spavento e incertezza, lo sa chiunque fa i conti della spesa, nonostante le rassicurazioni dell'on.

Via libera ai cantieri Un piano da 17 miliardi ( da "Stampa, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Mentre impazza la polemica fra Alitalia ed Fs, arrivano 2,75 miliardi l'alta velocità: la tratta Brescia-Treviglio dell'asse Milano-Verona, la Milano-Genova, oneri ambientali pregressi per la Firenze-Bologna. Infine, dopo lo stop (e i relativi soldi buttati al vento) imposto dal governo Prodi, il governo ha deciso il rifinanziamento del Ponte di Messina:

Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) ( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria.

Pierangelo Maurizio ( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 2007 - Su Alitalia il «buonismo» veltroniano non funziona 12-09-2007 - È un flop il condono agricolo Inps 10-09-2007 - La tolleranza zero? Forse siamo sul set di «Scherzi a parte» 08-09-2007 - «Ho cacciato i rom, la legge dice così» 03-09-2007 - Rom, le normative ci sono ma Veltroni fa finta di nulla 27-08-2007 - Sicurezza,

La Polverini regina dei primati: adesso entra pure nel Cnel ( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Quella su Alitalia, che costrinse la Cgil a una rumorosa retromarcia, ma anche il «visto» sul recente accordo sul nuovo modello contrattuale. Al suo attivo anche le intese sulle grandi vertenze nazionali nel settore Chimico (Eni di Priolo) Metalmeccanico (Fiat e ThyssenKrupp), del Pubblico Impiego, dei Trasporti (Ferrovie ed Alitalia)

E' ora di lasciar fallire le banche ( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria.

ReferenDario, avanti tutta ( da "EUROPA ON-LINE" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: tanti, con Alitalia, con la cancellazione dell?Ici, con gli interventi straordinari in soccorso di Catania e di Roma. E con il Ponte sullo Stretto sullo sfondo, a fare da quinta a una politica che al Nord capiscono poco. In generale, oltre al dato economico, in discussione c?

alitalia non paga il debito saltano gli stipendi al call center alicos - a pagina v ( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pagina I - Palermo L´azienda vanta un credito di 2,8 milioni di euro Alitalia non paga il debito saltano gli stipendi al call center Alicos a pagina v SEGUE A PAGINA

l'alitalia non onora i debiti niente stipendi per il call center ( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: cento dal gruppo Cos di Alberto Tripi e al 40 per cento dalla vecchia Alitalia, ha un credito con la compagnia di bandiera in liquidazione di 2,8 milioni di euro. Il commissario dell´Alitalia, Augusto Fantozzi, ha inoltre messo in vendita le azioni dell´Alicos e non ha saldato ancora il debito. Il rischio, adesso, è che a fine marzo, scadenza del contratto tra Alitalia e Alicos,

"niente soldi per le espulsioni" gli immigrati restano in carcere ( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia di 100 mila euro. I volontari del carcere hanno avvertito il suo avvocato ma nonostante un «fax urgentissimo», spedito ancora una volta dalla casa circondariale alla questura lo scorso 20 gennaio, Taal resta dov´è. A sollevare il caso è il Siulp che punta l´indice sui tagli sul comparto sicurezza decisi dal governo.

La crisi economica globale? Non fa paura all'industria balneare di Ostia. Il borsino degli abbo... ( da "Messaggero, Il" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: per esempio, scontiamo il ciclone abbattutosi sui dipendenti Alitalia e del suo indotto». «Il dieci per cento dei nostri abbonati ribadisce Adriano Di Filippo del "Tibidabo Village" è pilota o steward dell'ex compagnia di bandiera. Hanno prenotato a settembre ma in questi giorni aspettiamo che vengano a pagare.

Sabelli-Moretti, il duello delle squadre ( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Quattro le risposte tra cui scegliere per ciascuna domanda. Nessuno spazio per domande e notazioni personali. E per tutti la certezza che forse anche in Alitalia è tempo per un ultimo caffè... Antonella Baccaro Aerei Rocco Sabelli di Alitalia Treni Mauro Moretti delle Ferrovie

3,6 ( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-08 num: - pag: 29 categoria: BREVI 3,6 miliardi, i trasferimenti statali alle Fs nel 2008 ricordati dall'ad Alitalia. La replica: l'Alta velocità non ne beneficia

Venier inviata fra i <contadini> ( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Tony Sperandeo, Daniela Martani, l'hostess licenziata da Alitalia causa «Grande fratello») dovranno abbandonare agi e lussi e imparare i lavori della terra, laggiù in Brasile, a Paraty. Da segnalare tre belle donne «in pista»: a Roma, Paola Perego conduttrice e Sonia Bruganelli (moglie di Bonolis) opinionista;

Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? ( da "Giornale.it, Il" del 08-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria.

La recessione lascia a terra gli aeroporti ( da "Stampa, La" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: privatizzazione Alitalia e in gennaio ha effettuato il 31,4 per cento di check-in in meno rispetto al 2008. Forlì è uno dei peggiori d'Europa col 50 per cento di arretramento. Secondo Assaeroporti, nel primo mese dell'anno gli scali nazionali sono stati il 14,8 per cento meno affollati su base annua, cifra che sale al 20 per cento se si considera esclusivamente il traffico nazionale.

Quest'anno niente mimose Quest'anno per la festa delle donne non ho scritto poes... ( da "Stampa, La" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia che avevo acquistato, nonostante il governo abbia dichiarato che i privati cittadini non ci avrebbero rimesso «neppure un euro», stanno andando in fumo. A queste condizioni come faccio a essere ottimista? Dovrei forse esserlo perché il governo stanzia somme ingenti per opere che forse non verranno mai finanziate o perché abbiamo fatto felice Gheddafi con promesse di consistenti

L'ennesimo no Pd si... ( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Dall'energia alla giustizia, dalla scuola alle grandi opere, dall'Alitalia alla sicurezza, la sinistra ha sempre la carta pronta da gettare sul tavolo, il suo particolare jolly: il niet. In fondo che bisogno c'era di fare un governo ombra quando su tutti i grandi temi dall'opposizione arriva sempre e comunque un rifiuto?

<Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli> ( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, abbiamo garantito i conti pubblici innovando con l'adozione di una finanziaria triennale che le lobby non sono riuscite a modificare, abbiamo fatto ripartire le grandi opere bloccate dai veti ideologici della sinistra, abbiamo riformato la scuola e la giustizia, abbiamo difeso consumatori e risparmiatori dalla crisi finanziaria,

Fini: <Gli stupri una piaga sociale No alla connotazione etnica> ( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ci sono politici e politiche delle amministrazioni locali, c'è il sindaco Alemanno che parla di una «Roma ferita » dalla violenza degli stupri. E ci sono le neo-mamme assistenti di volo, alle quali Cai, ex Alitalia, non applica l'esonero notturno. Il loro striscione dice: «Se la mamma mia va in volo, io la notte resto solo». Mariolina Iossa

Terreni e quadri, Alitalia vende i tesori ( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia vende i tesori Un bando per 47 ettari lungo la Roma-Fiumicino. Asta per le opere d'arte La vecchia Alitalia non è solo una «bad company». Nel suo forziere resistono dei tesori preziosi che il commissario liquidatore Augusto Fantozzi ora vuol far fruttare: si comincia dai terreni per 47 ettari lungo la Roma-Fiumicino su cui per ora non ci sono altro che erbacce.

<A.A.A. vendesi terreni> L'Alitalia deve fare cassa ( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia deve fare cassa Cinquanta ettari dietro l'autostrada Roma-Fiumicino Il liquidatore Augusto Fantozzi ne ricaverà 120 milioni C'è un esercito di fornitori in attesa di fatture vecchie anche di 3 anni. Il progetto, che si concretizzerà in tempi piuttosto rapidi, è quello di venderli tramite un bando pubblico in via di perfezionamento.

All'asta una piccola galleria d'arte ( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: come ha deciso il commissario liquidatore di Alitalia Augusto Fantozzi. Una collezione di quadri che comprende opere degli artisti più quotati del XX secolo, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, il futurista Gino Severini al quale l'ex compagnia di bandiera commissionò direttamente opere da esporre nella sede parigina.

CARRIERA POLITICA ( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: fr TARIFFE ALITALIA Peripezie di un biglietto Come già fatto in altre occasioni, consulto il sito di Alitalia per acquistare un biglietto aereo per Pasqua, approfittando delle offerte ampiamente pubblicizzate. Trovo il volo Napoli-Atene a un prezzo allettante e provo ad acquistarlo.

Piano casa, Franceschini: "No,... ( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia alla sicurezza, la sinistra ha sempre la carta pronta da gettare sul tavolo, il suo particolare jolly: il niet. In fondo che bisogno c?era di fare un governo ombra quando su tutti i grandi temi dall?opposizione arriva sempre e comunque un rifiuto?

"Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli" ( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, abbiamo garantito i conti pubblici innovando con l?adozione di una finanziaria triennale che le lobby non sono riuscite a modificare, abbiamo fatto ripartire le grandi opere bloccate dai veti ideologici della sinistra, abbiamo riformato la scuola e la giustizia, abbiamo difeso consumatori e risparmiatori dalla crisi finanziaria,

<La Fattoria> rimanda a casa la Martani ( da "Tempo, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: dopo un televoto con l'attrice Giovanna Rei, è stata l'ex hostess Alitalia ed ex Gf Daniela Martani, in una puntata caratterizzata da feroci battibecchi tra Tony Sperandeo (in studio per aver perso l'aereo) e Fabrizio Corona. Per la prima volta al timone del reality Paola Perego, supportata dall'inviata in Brasile Mara Venier.

FRANCESCO DE LUCA DE LAURENTIIS HA ASSISTITO ALLA DODICESIMA SCONFITTA DEL NAPOLI DALL'ALTRA... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Prima di salire sul volo Alitalia diretto a Fiumicino il presidente ha parlato telefonicamente con Marino. Oggi il confronto con il direttore generale su una crisi che sembra non avere fine. Ultima partita vinta due mesi fa, l'11 gennaio. Solo due punti nelle successive nove giornate.

I flirt della 'single' Arcuri La generosità della Marini ( da "Quotidiano.net" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: L'ex hostess dell'Alitalia Daniela Martani ha cercato di fare subito amicizia con Barbara Guerra, la fanciulla con cui domenica in diretta si scontrerà al televoto: solo una delle due entrerà nel gioco. Linda Batista era sola soletta e ha fatto amicizia col "Gomorrista" Ciro Petrone, attore nel film di Garrone.

L'ex hostess Alitalia subito fuori Corona: "Farò vedere chi sono" ( da "Quotidiano.net" del 09-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ex hostess Alitalia subito fuori Corona: "Farò vedere chi sono" Partito il nuovo reality di Canale 5 condotto da Paola Perego. Subito eliminata al televoto Daniela Martani. Scintille a distanza tra il 're dei paparazzi' e l'attore Tony Sperandeo, che entrerà in gioco dalla prossima puntata Roma, 9 marzo 2009 - Il reality non porta fortuna a Daniela Martani,

Al circo della Fattoria ( da "Stampa, La" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Arriva Daniela Martani che, lasciato il Grande Fratello, lasciata dalla nuova Alitalia, non si è disperata a lungo. Marina Ripa di Meana fa conversazione con la mucca Fiammetta e strilla per una cornata. La «sinergia di rete» farà sì che, o si ignora Canale 5, o non si potrà ignorare la «Fattoria».

I Premi tv battono la Fattoria Trionfa la fiction di Rai1 Fuori dal reality la Martani, la più licenziata d'Italia ( da "Stampa, La" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: perdona aver trattato con sufficienza il posto fisso in Alitalia. Intanto gli Oscar tv segnano il trionfo nella fiction per Tutti pazzi per amore. Questa famiglia allargata che si esprime (anche) ballando e cantando ha conquistato la critica che vota i Premi, che l'ha preferita ai Cesaroni, per altro figlio della stessa casa di produzione, la «bipartisan» Publispei di Carlo Bixio,

la recessione spinge i saldi ma il turista non compra più - oriana liso ( da "Repubblica, La" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ma la colpa è anche del caso Alitalia ORIANA LISO (segue dalla prima di Milano) «Nei magazzini c´erano scorte talmente ingenti di merce invernale da vendere a tutti i costi, per riuscire a contenere le perdite, che i negozi hanno tenuto fuori tutto fino all´ultimo», racconta Renato Borghi, presidente di Ascomoda e vicepresidente dell´Unione del Commercio.

Tajani (commissario Ue ai trasporti): <Accelerare le reti di trasporto europee> ( da "Tempo, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: operazione Alitalia. Bruxelles ufficializzerà che sia la vendita degli asset della vecchia compagnia a Cai, sia l'ingresso di Air France-Klm è avvenuto a prezzi di mercato. E sul fronte del prestito da 300 milioni di euro concesso dal governo e giudicato aiuto di stato incompatibile dall'Ue, l'Italia sta attuando la decisione di Bruxelles in materia «

Alitalia, pressing sul governo ( da "Tempo, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Provincia assicurano che non staranno a guardare e ieri come primo atto ufficiale al termine del Tavolo interistituzionale su Alitalia convocato dal presidente Marrazzo, la decisione di mandare due lettere, una al Governo e l'altra a Cai, per chiedere chiarimenti sul piano industriale e le assunzioni. A preoccupare di più è proprio la situazione dei lavoratori Alitalia.

lettera bipartisan marrazzo alemanno su precari e cig ( da "Repubblica, La" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pagina 20 - Economia Alitalia Lettera bipartisan Marrazzo Alemanno su precari e Cig ROMA - Il Comune di Roma, la Regione Lazio e la Provincia di Roma si apprestano a sottoscrivere congiuntamente due lettere, una indirizzata al governo e una ai vertici Cai, per chiedere «chiarimenti» sul piano industriale e le assunzioni.

Il crollo delle banche (soprattutto inglesi) affossa le borse ( da "Manifesto, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: di Alitalia. Una situazione di caos cui contribuisce, involontariamente, la stessa massa disordinata di interventi statali - senza alcun coordinamento continentale, né strategie convergenti. Creando squilibri evidenti tra banche dello stesso paese e dei diversi paesi (tra «aiutate» e no, ma anche a seconda della «quantità» di aiuti ricevuti)

ROMA - Daniela Martani, la pasionaria col cappio al collo della vertenza Alitalia, allontanata due g... ( da "Messaggero, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: col cappio al collo della vertenza Alitalia, allontanata due giorni fa dalla Fattoria, il realty show di Canale 5, si prepara a passare al contrattacco. I legali della hostess, licenziata il 14 febbraio per "giusta causa" - per partecipare al Grande Fratello ha disertato i suoi impegni lavorativi - , avrebbero indirizzato una lettera al direttore del personale Giovanni Di Stefano,

Alitalia, gli enti locali scrivono a Governo e Cai ( da "Messaggero, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Martedì 10 Marzo 2009 Chiudi Alitalia, gli enti locali scrivono a Governo e Cai Regione, Provincia, Comuni di Roma e Fiumicino chiedono chiarezza

Due lettere, una al Governo e l'altra a Cai, per chiedere incontri su problematiche concrete&#... ( da "Messaggero, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: dei precari e dei cassaintegrati Alitalia È quanto deciso ieri dal Tavolo interistituzionale su Alitalia convocato in Regione dal presidente Piero Marrazzo e al quale hanno partecipato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, l'assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Smeriglio, il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, il responsabile relazioni istituzionali della compagnia aerea,

Scenografia d'effetto, proprio come si conviene al debutto di una grande star, per l... ( da "Messaggero, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il commissario straordinario Alitalia Augusto Fantozzi, il presidente della Warner Bros Italia Paolo Ferrari, il direttore generale della Banca Finnat Arturo Nattino, Dedy Ferrari Clerici, Francesca Malagò, e noblesse varia : da Leonardo e Anna Visconti di Modrone ad Alessandra Borghese e Mario Pignatelli Aragona Cortes, fino a Patricia Ruspoli e Lucia Odescalchi.

Banca mondiale, economia mai così male dal 1945 ( da "Riformista, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia-Cai, via libera Ue. L'operazione Alitalia-Cai è stata realizzata a condizioni di mercato e quindi l'Italia ha rispettato gli impegni presi a suo tempo con Bruxelles. Questo, in sintesi, il giudizio definitivo che, salvo sorprese dell'ultimo minuto, la Commissione europea ufficializzerà oggi chiudendo la procedura che ha accompagnato la privatizzazione dell'

Cortei e sit-in 6 percorsi, 6 piazze A PAGINA 6 LETTERA DALLA PISANA Precari Alitalia contatto con Cai ( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Corriere della Sera - ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-03-10 num: - pag: 1 autore: di PAOLO BROGI categoria: REDAZIONALE All'interno MANIFESTAZIONI Cortei e sit-in 6 percorsi, 6 piazze A PAGINA 6 LETTERA DALLA PISANA Precari Alitalia contatto con Cai di ALESSANDRO FULLONI A PAGINA

Cassintegrati e precari Alitalia Sos di Marrazzo e Alemanno ( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Ieri sit-in sulla Colombo Cassintegrati e precari Alitalia Sos di Marrazzo e Alemanno «Chiarezza sul piano industriale della nuova Alitalia, condizione dei dipendenti, assunzioni e ammortizzatori sociali ». E' quanto chiesto da Regione, Provincia e comuni di Roma e Fiumicino con due lettere da indirizzare al Governo e a Cai.

È l'ex hostess <pasionaria> la più bocciata dagli italiani ( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Poi c'è stata la vicenda Alitalia, poi il Grande fratello, e ancora l'Alitalia. Non capisco come mai ce la ritroviamo ancora qui. Deve dimenticare il mondo dello spettacolo. Cominci a lavorare seriamente perché ormai le ha provate tutte, ma non è questa la sua strada».

La galleria ( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Spettacoli - data: 2009-03-10 num: - pag: 43 categoria: BREVI La galleria Protagonista A sinistra, la Martani alla manifestazione contro il piano Alitalia; a destra, nella casa del «Grande fratello»

Bonomi (Sea): Lufthansa sarà il nostro partner Dossier Linate da aprire ( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: è convinto che Alitalia potrebbe tradire Fiumicino per Malpensa. Ha nel cassetto un modellino Alitalia? «A oggi il progetto Lufthansa è più solido. Con i tedeschi Malpensa può tornare un hub in tre anni». E con Alitalia? «Ragioniamo per assurdo e ammettiamo che da domani a Linate volassero solo i Milano- Roma come pretende la Magliana.

Per Alitalia-Cai l'ultimo sì dall'Ue ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 212 Per Alitalia-Cai l'ultimo sì dall'Ue --> L'operazione Alitalia-Cai è stata realizzata a condizioni di mercato e quindi l'Italia ha rispettato gli impegni presi a suo tempo con Bruxelles. Questo, in sintesi, il giudizio definitivo che, salvo sorprese dell'ultimo minuto, la Commissione europea ufficializzerà oggi chiudendo la procedura che ha accompagnato la privatizzazione dell'

Daniela Martani, ovvero l'hostess che visse tre volte ( da "Giornale.it, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: dopo aver picchiato per interposta persona i pugni sul tavolo delle trattative Alitalia, dopo aver messo giù il suo musino con tanto di intensi occhi umidi color nocciola. Così facendo aveva posto, senza avvedersene, il carro del successo davanti ai buoi dell?audience. Era già un personaggio. E dunque, che cosa andava a fare nella casa più spiata d?

Finisce subito "La Fattoria" per la hostess dell'Alitalia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: per la hostess dell'Alitalia --> Tempi duri per la ex hostess dell'Alitalia Daniela Martani: uscita di sua iniziativa dal Grande Fratello 9 per difendere il suo posto di lavoro, licenziata dalla nuova azienda, impedita a tornare in corsa al Gf, accolta a braccia aperta dalla Fattoria.

Alitalia, chiesti chiarimenti sul futuro ( da "Giornale.it, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Questa la decisione emersa dal tavolo interistituzionale su Alitalia che si è riunito ieri in Regione. «Sono molto preoccupato per la situazione dei precari e dei cassintegrati Alitalia - ha detto il presidente della Regione Piero Marrazzo - La Regione si è dotata di alcuni strumenti continueremo a utilizzarli e a rafforzarli».

Tajani: "Accelerare le reti di trasporto europee" ( da "Tempo, Il" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: operazione Alitalia. Bruxelles ufficializzerà che sia la vendita degli asset della vecchia compagnia a Cai, sia l'ingresso di Air France-Klm è avvenuto a prezzi di mercato. E sul fronte del prestito da 300 milioni di euro concesso dal governo e giudicato aiuto di stato incompatibile dall'Ue, l'Italia sta attuando la decisione di Bruxelles in materia «

ROMA. PROPRIO NON DECOLLA, DANIELA MARTANI (NELLA FOTO), L'EX HOSTESS E PASIONARI... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 10-03-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: pasionaria» dell'Alitalia. Dopo il licenziamento da parte della Cai e l'uscita dal «Grande fratello» proprio per poter impugnare il provvedimento, Daniela ci ha riprovato con un altro reality show di Canale 5, «La Fattoria», ma è stata eliminata domenica alla prima puntata, con oltre il 75 per cento dei televoti contro,


Articoli

Le Prato d'Italia: i distretti sull'orlo di una crisi di nervi (sezione: Alitalia 2)

( da "EUROPA ON-LINE" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Da Biella a Fabriano, dove la disoccupazione può innescare la protesta Le Prato d?Italia: i distretti sull?orlo di una crisi di nervi GIOVANNI COCCONI Ieri Prato. L?altro ieri Pomigliano d?Arco. Domani chissà, Biella o Fermo. Forse non capiterà spesso che un?intera città scenda in piazza per farsi sentire. Ma i distretti industriali segnati dalla crisi non sono pochi e potrebbero presto trasformarsi da vanto del made in Italy a valvole del malessere sociale. Nella società dei media, poi, il fattore visibilità è potentissimo, così come l?effetto contagio. Le ottomila persone che hanno sfilato per le vie della città toscana hanno attirato in un giorno l?attenzione della comunità nazionale, del mondo sindacale e politico, del Papa. Eppure la crisi di Prato viene da lontano. Come spiega il sociologo Aldo Bonomi, direttore di Aaster, «certe filiere e specializzazioni produttive hanno attraversato altre crisi e quella di oggi, la madre di tutte le crisi, si combina spesso con le precedenti». Per esempio a Prato è scesa in piazza la società locale, quella stessa società «che quindici-vent?anni fa aveva scoperto il business dell?immobiliare e aveva venduto fabbriche e capannoni ai cinesi, facendo nascere un sottodistretto del tessile di bassa qualità che oggi rende il territorio molto più vulnerabile ». Ma il tessile non è soltanto Prato. Anche Biella ha già lanciato un drammatico Sos al governo: senza aiuti rischia l?estinzione un distretto che nel 1960 contava «40mila cavalli da tiro», oggi dimezzati. Il presidente degli industriali biellesi ha pubblicato una pagina a pagamento su la Repubblica contro «il silenzio nel quale rischia di scomparire l?intero sistema tessile biellese», e per chiedere al ministro Scajola di fermare «l?alluvione» di prodotto di bassa qualità dall?estero «che rischia di essere un Vajont senza ritorno». La crisi del tessile rischia di avere effetti drammatici anche ad Airola, provincia di Benevento, Carpi, Novara. «Il caso di Carpi è interessante ? aggiunge Bonomi ? perché lì la crisi colpisce il distretto proprio nel corso di una pesante ristrutturazione industriale, iniziata già molti anni fa. È quello che è successo in moltissime realtà italiane, là dove il distretto si è alzato verso l?alto ed è cresciuto attorno alle medie imprese. Stiamo parlando, per esempio, delle piastrelle a Sassuolo o dei divani in Puglia ». Naturalmente c?è crisi e crisi, c?è distretto e distretto. Gli ammortizzatori sociali, dove esistono, possono contenere l?esplosione del disagio sociale, come è successo a Sassuolo. In un altro distretto della ceramica, nel viterbese, la crisi dell?occupazione è invece drammatica. Il distretto del calzaturiero in Veneto sta già applicando la cassa integrazione in deroga così come prevista dall?accordo tra stato e regioni. Ma anche nel ricco Nordest i focolai di crisi e le tensioni non mancano. La meccanica è ferma nel padovano e nel vicentino, la termomeccanica nel veronese. Spiega Adriano Pozzato, segretario della Cisl padovana: «In queste zona la cassa integrazione è esplosa: +180 per cento rispetto all?anno precedente, quasi il 50 per cento dei lavoratori della meccanica. Il 35 per cento delle imprese ha già fatto sapere che non può confermato gli obiettivi per il 2009. Dopo la piccola e media impresa la crisi investirà anche la grande. L?economia è in stagnazione, che significa una crescita del 2 per cento rispetto al 5 o al 6 degli anni precedenti ». Già, ma i focolai della protesta si moltiplicheranno? Ieri i lavoratori degli stabilimenti marchigiani della Indesit hanno bloccato per un paio d?ore l?accesso allo stabilimento di Fabriano, centro di una crisi molto ampia che ha investito l?intero distretto degli elettrodomestici e che rischia di chiudere tutti e tre gli impianti della Merloni di Fabriano (Mts, Indesit e Antonio Merloni) ma anche lo stabilimento di None, nel torinese, con 600 addetti. Da Prato a Fabriano gli slogan di chi manifesta sono sempre gli stessi. «Non c?è solo Alitalia», «Non c?è solo la Fiat». Anche Fermo è un fronte caldo. Il 25 febbraio i vertici dell?Anci, l?associazione nazionale calzaturieri italiani, hanno incontrato il ministro Scajola per fare il punto sulla crisi del settore. Ma all?incontro non è stato invitato Silvano Lattanzi, presidente di Confindustria Fermo, creando sconcerto tra gli imprenditori del distretto marchigiano. In questi tempi bui resta la consolazione che il made in Italy tira ancora. È di pochi giorni fa la notizia che le sedie e le poltrone del nuovo studio ovale della Casa Bianca saranno rivestite da un?azienda del gruppo Parà di Sovico. Zona di Biella, epicentro della crisi.

Torna all'inizio


ex alitalia, 28 anni (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 2 - Economia ex Alitalia, 28 anni Precario Alitalia Servizi handling, ho lavorato fino al 30 novembre 2008 e ancora non ho preso la liquidazione. Non ho prospettive (Roma)

Torna all'inizio


CASTIGO ANNACQUATO (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

CASTIGO ANNACQUATO Guglielmo Ragozzino È probabile che la tratta appenninica dell'alta velocità venga inaugurata quest'anno o al massimo l'anno seguente. È tutto quasi pronto e il percorso tra Roma e Milano - se ogni cosa correrà liscia - durerà invece di tre ore e mezza, tre ore e un quarto. Il sollievo per i viaggiatori sarà modesto, mentre avrà altre ragioni per imprecare il consigliere delegato di Cai-Alitalia, che teme massimamente la concorrenza del treno tra le due capitali. Il treno viaggerà in galleria per 73 chilometri dei 78 totali, nel corpo della montagna che divide Firenze da Bologna. Firenze e Bologna contano poco nella vicenda. Infatti mancano ancora delle stazioni e dell'attraversamento cittadino in sotterranea, quindi tra le due città in quel particolare percorso, la riduzione dei tempi, per ironia della sorte, sarà di cinque minuti. Non così tanti da risarcire gli abitanti attraversati dai lavori e dalla galleria. Nel corso dello scavo «gli abitanti, rimasti senz'acqua, hanno dovuto far ricorso alle autobotti e lamentano danni anche all'agricoltura e alla zootecnia». Così scriveva Alberico Giostra in un'«inchiesta vecchio stile» di Diario nel giugno di cinque anni fa. Lo scavatore si chiamava e si chiama Cavet, un consorzio allora a guida Fiat-Impregilo. L'acqua è ancora inquinata, le fonti non ci sono più, l'accusa è di avere danneggiato «con scarichi di sostanze tossiche» 24 corsi d'acqua e di averne «depauperato o essiccato il corso in modo anche irreversibile». Fiat, Iri, Eni, Montedison, per decenni le quattro grandi dell'economia italiana si erano inventate e divise l'alta velocità. Una tratta per uno, non fa male a nessuno, tanto paga lo stato. E l'alta velocità divenne la continuazione di Tangentopoli. Quattrini, sprechi, corruzione. Ogni tanto qualche esperto notava che il costo chilometrico in Italia era quadruplo di quello simile in un altro paese europeo. E poi c'era l'acqua. Intorno all'acqua si è svolto il processo conclusosi ieri in primo grado con le condanne dei dirigenti del consorzio Cavet, ora per tre quarti di Impregilo e di Technimont, Cmc e di Crpl per il resto. L'acqua è stata sporcata e inquinata; o, possiamo dire, avvelenata? Per questo sono seguite le condanne e i risarcimenti. Le fonti e i corsi d'acqua sono stati danneggiati; questo è un fatto appurato, ma i prìncipi del foro che difendevano gli imputati hanno contro dedotto che il danneggiamento, per essere penalmente rilevante, deve essere volontario. Non c'era prova che quello di Cavet lo fosse. Hanno preso l'acqua, hanno impastato il cemento, hanno prosciugato e deviato, ma non è mica detto che abbiano fatto apposta. Infine il furto. Qui il giudice ha scelto la via della Corte costituzionale: la legge dell'Europa, che l'Italia ha fatto propria, dichiara con solennità che l'acqua è un bene comune; ma una leggina italiana (152/99) permette di captarne quanta si vuole, senza troppe spiegazioni, senza dare troppo peso alla legge Merli (34/94) apparentemente di diverso avviso. A Bologna, a Firenze, città beffarde, sarà venuto da ridere.

Torna all'inizio


Il ministro precetta, ma Sdl conferma lo stop (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

NUOVA ALITALIA Il ministro precetta, ma Sdl conferma lo stop Francesco Piccioni Oggi si sarebbe dovuto svolgere lo sciopero di 24 ore indetto dall'Sdl in Alitalia. Cui si aggiungevano uno sciopero di 4 ore per Sea (gli aeroporti di Linate e Malpensa, indetto separatamente da Sdl e da Cgil Cisl, Uil). I cerberi della «commissione di garanzia» non avevano trovato nulla da eccepire perché erano state osservate tutte le procedure: in special modo la tendenza alla «concentrazione» delle proteste in modo da minimizzare il loro impatto sul servizio. Lunedì pomeriggio invece il ministero dei trasporti convocava «le parti» per esperire altri «tentativi di conciliazione». Si presentano solo Sdl e Cai. Il capo di gabinetto avverte subito che l'incontro è preliminare all'ordinanza di differimento dello sciopero: o lo ritirano «spontaneamente» oppure il ministro li precetterà «considerando la concentrazione di proteste un vulnus al diritto alla mobilità». Insomma: quel che la legge attuale prescrive è diventato motivo (in attesa della nuova) per impedire lo stop. Cai ovviamente appoggia la richiesta, attendendosi un'adesione «ben superiore a quelle precedenti». Cortese rifiuto dell'Sdl e tempo un'ora arrivava l'ordinanza ministeriale: per garantire il diritto alla mobilità e il pacioso avvio della «nuova Alitalia» si differisce lo sciopero e si precettano i lavoratori. Evidente il tentativo di anticipare, in questo laboratorio di nefandezze inprenditorial-governative che è la «nuova Alitalia», gli effetti del ddl «antisciopero». Sdl protesta in modo clamoroso: «Non può accettare tale illegittima decisione e quindi conferma lo sciopero di 24 ore già indetto - spiega una nota - Al tempo stesso attribuisce esclusivamente al sindacato la responsabilità e le conseguenze di tale atto, invitando i lavoratori a non scioperare per non essere inutilmente colpiti dalla repressione dell'iniqua ordinanza ministeriale». Poi la parola passerà ai legali...

Torna all'inizio


Sinistri, destri e frustrati (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

FAIR PLAY Sinistri, destri e frustrati Gianfranco Capitta Lo stato di crisi della cultura e dello spettacolo, sempre lamentato, si è stratificato e aggravato nel succedersi di governi di destra e di centrosinistra, con variazioni e differenziazioni spesso vicine allo zero. Su questo panorama arriva ora l'uragano distruttivo della crisi economica globale, in una tabula rasa dove i consumi culturali dovrebbero contendersi un diritto rispetto alla povertà generale. Ma da noi, tutto questo assume contorni più sinistri, anzi destri. Perché da noi il governo è non solo destrissimo, ma anche piuttosto incapace. Non di intervenire, quanto anche di comprendere le caratteristiche, le peculiarità, gli aspetti delicati e i punti di sofferenza di un'industria culturale in crisi avanzata. Come ha ben spiegato Renato Nicolini l'altro ieri su questo giornale, tante insensatezze apparenti di fatto si saldano in una pratica «di regime» che può ben soffocare (prima ancora che controllare e governare) non solo l'industria culturale, ma anche certe libertà fondamentali. Tutto quello che appare insensato e perfino grottescamente comico, una sua logica la conquista. Anche se si muove in maniera «pittoresca» e inventiva, usando i manager dell'hamburger e la protezione civile per difendere e sviluppare i beni culturali, taglio dei fondi e commissariamenti per ingabbiare (ma dentro cosa, dentro quali parametri, con quale creatività?) le istituzioni dello spettacolo e i luoghi che una memoria culturale dovrebbero insieme conservare e rinnovare. Fuori del grottesco e della sua parte puramente fenomenica (se è vero che lo stesso ministro Bondi, tra affermazioni e sorrisi entrambi spropositati, sembra vada ad essere rapidamente sostituito), c'è evidentemente un cuore nero non proprio conradiano, che vuole accentrare tutto in pochi interessi e poche mani. Per questo, appare tanto più paradossale la sparata di Baricco che la settimana scorsa ha proposto l'abolizione dei contributi allo spettacolo, suggerendo che vengano destinati alla stessa «cultura» ma nell'ambito di scuola e televisione. Le tesi di Baricco sono essenzialmente sue, e certo non si rafforzano nel ricordo di quanto ambisse e progettasse di insediarsi lui, meno di dieci anni fa, alla direzione di un teatro stabile. È più misterioso come e perché Repubblica le abbia proposte e amplificate, con grande scorno e disorientamento di uno spicchio ragguardevole di propri lettori che in teatro o nelle istituzioni culturali vivono e lavorano (con tanto di parziale rettifica di Eugenio Scalfari, ricreando quanto era successo a settembre a proposito di Alitalia). Certo alla fine l'abolizionismo alla Baricco si salda bene (si è visto dall'accoglienza governativa) con il proibizionismo di Bondi. Sarebbe bello che, come sta succedendo con fair play nei beni culturali, anche dall'ambiente dello spettacolo venisse qualche teatrale reazione. Per aprire un sipario, probabilmente drammatico e poco roseo, ai cittadini spettatori.

Torna all'inizio


duello sulla roma-milano alitalia taglia prezzi e tempi - ettore livini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 22 - Economia Sabelli: ruolo ambiguo delle Ferrovie. La replica: non conosce la materia Duello sulla Roma-Milano Alitalia taglia prezzi e tempi ETTORE LIVINI MILANO - Si infiamma a due soli mesi dal fischio d´inizio il derby tra aereo e treno sulla Roma-Milano. Dopo il boom del Frecciarossa � che in poche settimane di servizio ha "rubato" duemila passeggeri al giorno alla navetta dell´Alitalia � la compagnia di bandiera passa ora all´attacco. Mediatico e commerciale. «Da cittadino dico che l´alternativa è importante � ha detto ieri Rocco Sabelli, ad dell´aerolinea � ma le Fs, che hanno ricevuto dallo Stato lo scorso anno 3,6 miliardi di euro, hanno un ruolo ambiguo. Se noi facessimo i loro stessi ritardi, l´Enac ci avrebbe già levato la licenza». «Stupisce il nervosismo di Sabelli che fa capire di non sapere nulla della materia � ha replicato ieri un portavoce delle Ferrovie �. Quelli dell´alta velocità sono treni a mercato che non ricevono un euro dallo Stato». Guerre di parole a parte, la vera sfida è quella che si giocherà sul campo, molto prima del previsto. Il successo del collegamento con l´alta velocità ha convinto Alitalia ad accelerare i tempi per una controffensiva commerciale: «Entro due settimane saremo pronti con le prime novità e tra quattro-cinque mesi avremo pronta una nuova offerta». La Magliana starebbe lavorando su due fronti. Il primo, logistico, ha come obiettivo la riduzione dei tempi di viaggio, intervenendo, come ovvio, sui tempi morti a terra. L´aerolinea sta lavorando con Adr e Sea per mettere in piedi sia varchi d´ingresso che banchi d´accettazione dedicati solo a questa tratta. Puntando anche a imbarcare i passeggeri dai cosiddetti "finger", evitando il trasferimento in bus. «Con queste mosse stimiamo di recuperare 20-25 minuti», ha detto ieri Sabelli. L´altro cantiere aperto è quella di una completa rivoluzione tariffaria, con l´introduzione di una serie di tariffe low cost per il servizio tra Linate e Fiumicino. Le tariffe più basse (i prezzi per i viaggi nel week-end sono già calati di molto) sarebbero riservate a chi prenota in anticipo di tre-quattro giorni, puntando sui i voli (di solito quelli a metà giornata) che tradizionalmente viaggiano con coefficienti di riempimento più basso. Sabelli ieri ha incontrato anche le associazioni dei consumatori � che temono un rialzo dei prezzi visto il monopolio Alitalia su alcune rotte � preannunciando una carta dei servizi comune le cui prime bozze saranno esaminate tra un mese.

Torna all'inizio


ROMA Alitalia si sta preparando alla sfida per fronteggiare la concorrenza dell'Alta velocità.... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Mercoledì 04 Marzo 2009 Chiudi ROMA Alitalia si sta preparando alla sfida per fronteggiare la concorrenza dell'Alta velocità. A sferrare una vera e propria offensiva sulla tratta Roma-Milano è stato l'amministratore delegato della compagnia Rocco Sabelli, che ha annunciato un nuovo prodotto ad hoc su questa tratta con i primi interventi già nelle prossime settimane. Ma, soprattutto, Sabelli ha chiesto di fare chiarezza sulla competizione delle Ferrovie dello Stato e di verificare se questa non sia sleale dal momento che le Ferrovie ricevono trasferimenti pubblici e «anche sulla Roma-Milano in parte paga lo Stato. Hanno ricevuto dallo Stato 3,6 miliardi, il 17% in più del 2007». «Io non sono un tifoso e un talebano dell'aereo, non ho avuto ancora il tempo di innamorarmi dell'areo», ha messo in chiaro Sabelli nel suo intervento al convegno organizzato dalla Uil Trasporti. «Sono contento che sulla Roma-Milano ci sia un'alternativa valida tecnologicamente. Noi, comunque, stiamo preparando un prodotto sulla Roma-Milano che compete meglio con l'Alta velocità. Tra due settimane potremmo già introdurre le prime novità e nell'arco di 4-5 mesi raffineremo ulteriormente questo prodotto e a settembre sarà completo». Se Alitalia - ha affermato Sabelli - avesse fatto gli stessi ritardi che Ferrovie ha fatto durante le festività natalizie «credo che l'Enac ci avrebbe ritirato la licenza». Alla battuta, il presidente dell'Enac, Vito Riggio ha risposto: «Ma le Ferrovie sono dello Stato».

Torna all'inizio


Sciopero Alitalia: SdL sfida Matteoli (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 212 Sciopero Alitalia: SdL sfida Matteoli --> Il sindacato di base SdL conferma lo sciopero dei dipendenti della nuova Alitalia previsto per oggi nonostante l'ordinanza del minsitro dei Trasporti, Altero Matteoli (nella foto), lunedì ne ha disposto il differimento ad un'altra data. Il sindacato, si legge in una nota, «conferma lo sciopero proclamato per tutto il personale Cai-Alitalia per l'intera giornata del 4 marzo, attribuendo alla sola organizzazione sindacale SdL Intercategoriale ogni responsabilità e conseguenza di tale atto». Anche se «invita tutti i lavoratori a svolgere la normale attività lavorativa per evitare di essere inutilmente colpiti dalle sanzioni previste in caso di mancato ottemperamento di quanto disposto dall'iniqua ed illegittima ordinanza». Il sindacato «attende le sanzioni previste», prennunciando che «ricorrerà nelle sedi opportune». L'ordinanza del ministro, annuncia, sarà impugnata.

Torna all'inizio


<Ci vietate lo sciopero? Assemblee negli aeroporti> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-04 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE «Ci vietate lo sciopero? Assemblee negli aeroporti» Il governo fa slittare l'agitazione, ma oggi voli a rischio a Linate e Malpensa «Il governo ci obbliga a differire lo sciopero di almeno due mesi. Ma a quel punto molti avranno già perso il lavoro» Niente sciopero, ma i disagi restano. Il ministro dei Trasporti di An, Altero Matteoli, ha differito la protesta di quattro ore indetta per oggi da Cgil, Cisl e Uil a Linate e Malpensa (dalle 10 alle 14). Il sindacato confederale contesta l'intervento del governo. E per tutta risposta ha indetto un'assemblea oggi dalle 11 alle 13. La mobilitazione dei lavoratori degli aeroporti (esclusi solo piloti e hostess) di fatto renderà la vita difficile a chi viaggia. Lo sciopero ero stato indetto per protestare contro il ridimensionamento di Malpensa dovuto all'«abbandono» di Malpensa da parte di Alitalia. In questo momento, secondo i confederali, i lavoratori in cassa integrazione tra Linate e Malpensa sono 2.400. La cifra tiene conto di tutta la filiera del trasporto aereo: da Alitalia a Sea, passando per le aziende del catering e dell' handling. In più ci sarebbero altri 1.200 posti di lavoro già tagliati tramite prepensionamenti, licenziamenti, blocco delle sostituzioni, mancato rinnovo dei contratti a termine. Il sindacato teme che questo sia solo l'inizio. Di qui lo sciopero per tenere i riflettori accesi sul «caso Malpensa». «Ora il differimento del ministro di fatto ci obbliga a spostare lo sciopero di almeno due mesi. Ma a quel punto molti il posto di lavoro lo avranno già perso», contesta Nino Cortorillo, segretario generale della Filt Cgil della Lombardia. «Altro che scioperi selvaggi! — si scalda il sindacalista. Qui di selvaggio c'è soltanto l'intervento del ministro. E poi il governo vuole riformare la normativa sugli scioperi per evitare i contraccolpi deleteri degli scioperi annunciati e poi ritirati all'ultimo momento. La verità è che questo è un'intervento a gamba tesa teleguidato da Alitalia». Il differimento dello sciopero ha lasciato perplessi anche alcune esponenti della Lega. Il deputato Matteo Salvini presenterà oggi un'interrogazione parlamentare in proposito. «Stupisce che si siano sopportati gli scioperi selvaggi a Fiumicino e si scopra il rigore soltanto quando a scioperare è Milano e la Lombardia», contesta Salvini. Che aggiunge: «Il ministro dei Trasporti adesso mantenga lo stesso rigore anche nel lavoro per la liberalizzazione dei diritti di traffico. Matteoli e Frattini (rispettivamente ai Trasporti e agli Esteri, ndr) se volessero potrebbero liberalizzare da domattina le rotte su Malpensa». La liberalizzazione delle rotte è anche la principale richiesta del sindacato. Che spera nell'arrivo di compagnie straniere (Lufthansa in primis) per il rilancio dello scalo varesino. Intanto resta in alto mare la questione del rinnovo da parte di Alitalia del contratto di handling con Sea. Un'eventuale mancata conferma avrebbe un ulteriore impatto sull'occupazione. L'aeroporto di Linate. Sia al Forlanini sia a Malpensa per oggi i voli saranno a rischio. Se non ci sarà lo sciopero, negli scali i lavoratori hanno promesso «blocchi» di assemblee Rita Querzé rquerze@corriere.it

Torna all'inizio


L'attacco di Sabelli: Fs avvantaggiate (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-04 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE Duelli La compagnia aerea pronta a lanciare il servizio «Freccia Verde». La sfida sui tempi L'attacco di Sabelli: Fs avvantaggiate «Sostenuti dallo Stato». Per Alitalia confermati 200 milioni di perdite nel 2009 L'attacco: proviamo a scorporare la Roma-Milano... Le Fs: l'alta velocità non è sovvenzionata dallo Stato ROMA — Il primo lancio della «Freccia Verde», l'aereo- navetta Linate-Fiumicino che competerà con il treno a Alta Velocità «Freccia Rossa», avverrà tra due settimane. Ma tra Alitalia e Ferrovie dello Stato la sfida ha già superato la questione dei nomi. Ieri è stato l'amministratore delegato della compagnia aerea, Rocco Sabelli, a attaccare la concorrenza su binario, ipotizzandone la scorrettezza. «Il ruolo delle Ferrovie dello Stato sul mercato è quantomeno ambiguo» ha esordito l'ad. «Le Fs - ha proseguito - nel 2008 hanno ricevuto dallo Stato 3,6 miliardi, il 17% in più del 2007. Questi sono nostri competitors e sulla Roma-Milano in parte paga anche lo Stato. Noi ci troviamo a dover competere con un'azienda che non è un'impresa». Di qui la proposta: «Proviamo a separare la contabilità sulla Roma-Milano così vediamo se da parte delle Ferrovienoncisiaunacompetizione unfair (scorretta, ndr) ». Il riferimento era rivolto all'idea lanciata dall'ammini-stratore delegato di Fs, Mauro Moretti, di separare i bilanci della divisione a mercato (che comprende l'Alta Velocità) dal «servizio universale», cioè l'attività che è in perdita. Ma dalle Ferrovie, che ufficialmente non replicano, trapela un commento riportato da Corriere.it: «Stupisce il nervosismo dell'ad di Alitalia che fa capire di non sapere nulla della materia. Quelli dell'Alta velocità sono treni sul mercato, quindi non sovvenzionati dallo Stato ». Insomma, già adesso l'Alta Velocità si regge sui propri ricavi, dicono le Fs. La battaglia si sposta poi sui numeri. Per Sabelli, secondo un'indagine di un'associazione di consumatori, «il 64% dei treni accumula un ritardo di oltre mezz'ora e anche la mitica Frecciarossa registra mediamente un ritardo di 30 minuti ». Le Ferrovie non forniscono dati propri ma di certo non confermano quelli di Sabelli, anche perché in realtà la stessa associazione che ha realizzato l'indagine ha assegnato 30 minuti di ritardo solo al 6% dei treni Av. «Se noi avessimo ritardi del 64% - ha comunque aggiunto Sabelli - l'Enac (ente aviazione civile) ci ritirerebbe la licenza ». Pronta la battuta del presidente Enac, Vito Riggio: «Ma le Ferrovie sono dello Stato...». Il manager di Alitalia si è poi detto soddisfatto dell'attuale performance della compagnia: «Ieri («due giorni fa», per chi legge, ndr) Alitalia ha fatto il 60% di load factor (riempimento) ». Un dato che però non appartiene alla navetta Roma-Milano, dove, almeno fino a febbraio, si era sotto il 43%. Non per niente in un'audizione al Senato, circa un mese fa, Moretti aveva annunciato il sorpasso delle Fs su Alitalia che avrebbe segnato, da dicembre a febbraio, un calo del 30% sulla tratta in questione. Un accenno Sabelli lo ha riservato al tema delle perdite che per il 2009 della nuova Alitalia si attesteranno intorno ai 200 milioni di euro, confermando le indicazioni del piano industriale. Per oggi infine gli autonomi di Sdl confermano uno sciopero di 24 ore in Alitalia, respingendo il differimento del ministro dei Trasporti, Altero Matteoli. Antonella Baccaro

Torna all'inizio


Sfida sulla navetta (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-04 num: - pag: 31 categoria: BREVI Sfida sulla navetta L'amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli (sopra) lancia accuse di «ambiguità» alle Ferrovie nella sfida sulla Milano-Roma. A fianco l'amministratore delegato delle Fs Mauro Moretti

Torna all'inizio


Scintille fra Alitalia e Fs Sabelli: vi dà soldi lo Stato (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

LE FERROVIE: L'ALTA VELOCITÀ OPERA IN ECONOMIA, CONTRIBUTI SOLO PER IL TRASPORTO LOCALE E LE LINEE Scintille fra Alitalia e Fs Sabelli: vi dà soldi lo Stato La replica del gruppo di Moretti: «Voi avete avuto ammortizzatori e debiti trasferiti» "Fra Roma e Milano ci fate concorrenza coi fondi pubblici" [FIRMA]LUIGI GRASSIA Fra l'Alitalia e le Ferrovie che si disputano i guadagni della tratta Roma-Milano (la più lucrosa d'Italia) non è il momento del fair play; e questo sembra un buon segno per i viaggiatori, che finalmente possono beneficiare di un po' di concorrenza vera nel mercato dei trasporti, anziché quella fasulla di tanti altri settori economici. Ieri l'amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli, ha detto che con i treni al Alta velocità «le Ferrovie recitano un ruolo sul mercato quanto meno ambiguo», e le Fs hanno risposto che «stupisce il nervosismo dell'a.d. di Alitalia, che dimostra di non sapere nulla della materia, perché l'Alta velocità non è sovvenzionata». Sabelli, che parlava a un convegno della Uiltrasporti, ha detto di non essere «né un tifoso né un talebano dell'aereo» e di sentirsi «contento, da cittadino italiano, che sulla Roma-Milano ci sia un'alternativa tecnologica altamente importante». Tuttavia, Sabelli vede un «ruolo ambiguo» nel fatto che «l'amministratore delegato di Ferrovie Mauro Moretti ha detto che le Fs nel 2008 hanno avuto dallo Stato 3,66 miliardi di euro, cioè il 17% in più rispetto al 2007. Le Ferrovie sono un nostro competitor sulla Roma-Milano ma ricevono denaro dallo Stato. Quindi - è la conclusione di Sabelli - noi competiamo con un'azienda che non è un'impresa. Cominciamo, allora, a separare la contabilità sulla Roma-Milano, confrontiamoci e vediamo se c'è una competizione ineguale». La risposta del gruppo Fs è che «di quei 3,6 miliardi che riceviamo da enti pubblici 2,8 arrivano dalle Regioni per i contratti di servizio del trasporto locale, quindi riguardano solo il traffico dei pendolari, e gli altri 800 servono alla manutenzione delle linee». Inoltre, restituendo lo sgambetto verbale le Ferrovie fanno notare che «anche la nuova Alitalia ha ricevuto miliardi dallo Stato, in forma di ammortizzatori sociali e debiti di cui lo Stato si è fatto carico». Bene, speriamo che di queste scintille fra grandi gruppi possiamo godere noi viaggiatori/consumatori. Per quanto riguarda Alitalia, Sabelli ha annunciato che la compagnia «sta preparandosi a ridurre i tempi accessori, non di volo, risparmiando 20-25 minuti fra Roma e Milano. Ridisegneremo i "gate", porteremo al 90% l'uso dei "finger", avremo 10-11 aeroplani appositi. Inoltre, ci saranno 4 scaglioni tariffari, novità sulle tariffe più basse, e aumenteranno le miglia premio».

Torna all'inizio


Obama supplica il mondo: riconoscete che siamo ancora forti. (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 55 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato per 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva.E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.71 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (2) capitalismo (2) cina (17) crisi (1) democrazia (57) economia (24) era obama (8) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (54) globalizzazione (35) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (2) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni Guido Gavelli: L'inizio della fine di Obama e dei sogni che ha abilmente incultato nelle masse, anche al di... bo.mario: Foa grazie per la precisazione. Era stato presentato male. Era come se il papa avesse portato i tifosi al... Marcello Foa: Caro Dekebalos, capisco perfettamente il suo pensiero e in passato è stato davvero così. Ma ho... Franco Parpaiola: Salve. Proprio un paio di giorni fa Herr Steinmeier quale Ministro delle Finanze tedesche, parlava... Dekebalos: x Davide K. non è che il male inizia con il fatto che i cds hanno perso il loro ruolo assicurativo,... Ultime news Pensioni, ecco la riforma per le donne: dal 2018 l'età aumenta fino a 65 anniCaffarella, negativi i test degli arrestati Si cerca un terzo uomoLe cure ai clandestini costano 250 milioniIran, Khamenei attacca: "Obama sostiene il terrorismo d'Israele"Franceschini fa sprofondare il Pd al 22%Colonia, crolla l'archivio "Un ferito e 9 dispersi""Biondo e full optional..." Il bebè si ordina su misuraDc, il giallo dei palazzi scomparsi Il giudice: "Ho visto cose incredibili" La collera aiuta a fare carrieraA Dubai presto ci sarà una copia di Portofino Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March 2009 M T W T F S S « Feb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post March 2009 (2) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Obama supplica il mondo: riconoscete che siamo ancora forti Ma Obama combatte davvero le lobbies? In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Ma è questo l'Obama italiano? Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? L'ultima truffa della casta dei banchieri Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Quando Obama supplica il mondo. (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam 1 Commento » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 55 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato per 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva.E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.71 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (2) capitalismo (2) cina (17) crisi (1) democrazia (57) economia (24) era obama (8) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (54) globalizzazione (35) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (2) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni mason antonio padova: Sono nauseato dai continui richiami fatti dall' america sui diritti umani del Tibet.... Dekebalos: Gentile Marcello Foa, E' vero, purtroppo, che le élites (restringerei il discorso solo ai politici)... Paolo Da Lama: Necessaria precisazione per Alberto e per Federico: si tratta di stabilire cosa intendiamo per classe... Guido Gavelli: L'inizio della fine di Obama e dei sogni che ha abilmente incultato nelle masse, anche al di... bo.mario: Foa grazie per la precisazione. Era stato presentato male. Era come se il papa avesse portato i tifosi al... Ultime news Riforma pensioni: 65 anni per le donne Ma Cisl e Cigl mettono già il veto: "No"Caffarella, è giallo: già caduta la pista del terzo uomoOrte, incidente d'auto Il segretario Ps Nencini ricoverato all'ospedaleIran, Khamenei attacca: "Obama sostiene il terrorismo d'Israele"Biotestamento, il Pdl apre: verso ddl condivisoAfghanistan, attentato alla base Usa: tre morti"Biondo e full optional..." Il bebè si ordina su misuraDario fa sprofondare il Pd al 22%Cambio in Ubs: il presidente lasciaA Dubai presto ci sarà una copia di Portofino Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March 2009 M T W T F S S « Feb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post March 2009 (2) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Quando Obama supplica il mondo. Ma Obama combatte davvero le lobbies? In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Ma è questo l'Obama italiano? Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? L'ultima truffa della casta dei banchieri Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Lufthansa collega Malpensa con l'Italia (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 54 del 2009-03-04 pagina 0 Lufthansa collega Malpensa con l'Italia di Redazione Lufthansa Italia lancia la sfida ad Alitalia aumentando l'offerta. Crescono le prenotazioni e la flotta passa ad 8 Airbus. Dal primo aprile nuovi collegamenti da Malpensa per Roma, Napoli e Bari. Nuovi servizi per i passeggeri nello scalo lombardo. Operativi anche i voli per Londra, Hethrow e Lisbona Lufthansa Italia espande il suo network nazionale e dal primo aprile, offrirà collegamenti nazionali da Malpensa per Roma, Napoli e Bari. Da febbraio, i passeggeri Lufthansa Italia possono scegliere tra diversi voli diretti giornalieri per Parigi e Barcellona. Da questa settimana si aggiungono anche le destinazioni di Bruxelles, Budapest, Bucarest e Madrid, mentre, a partire dalla fine di marzo, Lufthansa Italia introdurrà due ulteriori destinazioni europee, Londra Heathrow e Lisbona. Insomma, la sfida al Alitalia è lanciata con l'aeroporto di Malpensa con base nel cuore del mercato di viaggiatori più ricco e importante d'Italia. Per raggiungere Londra Heathrow i passeggeri possono già scegliere tra sei voli quotidiani con partenza da Milano. Da aprile, inoltre, saranno introdotte tre nuove destinazioni italiane. Quattro volte al giorno Lufthansa Italia collegherà Milano Malpensa a Roma, due volte al giorno Napoli ed una volta al giorno Bari. “Dopo sole quattro settimane Lufthansa Italia si è posizionata con successo nel mercato italiano. "Le prenotazioni per i prossimi mesi hanno registrato un andamento così favorevole da permetterci di incrementare ulteriormente la nostra offerta – spiega Karl Ulrich Garnadt, membro del Board di Lufthansa - anche la risposta da parte dei clienti è estremamente positiva. In particolare i passeggeri apprezzano molto il connubio tra affidabilità e tocco italiano a bordo.” Per operare le tre nuove destinazioni italiane, Lufthansa Italia incrementerà con altri due Airbus A319 la sua flotta che sarà composta complessivamente da otto A319 nella configurazione di Economy e Business Class. In questo modo Lufthansa Italia si distingue, proprio sui voli nazionali italiani, dalla concorrenza che su queste rotte offre una sola classe. Inoltre, tre dei sei voli quotidiani per Londra Heathrow saranno operati da British Midland (bmi) nella quale il Gruppo Lufthansa detiene una partecipazione. Anche il miglioramento delle infrastrutture all?aeroporto di Milano Malpensa, realizzato nelle ultime settimane in collaborazione con la società di gestione aeroportuale Sea, è molto apprezzato dai passeggeri. Banchi check-in dedicati, un maggior numero di quick check-in automatici, aree d?imbarco e consegna bagagli dal design Lufthansa, percorsi più brevi dal parcheggio all?imbarco conferiscono più comfort e un accesso più rapido ai passeggeri. I voli Lufthansa Italia sono prenotabili a partire da 99 euro, andata e ritorno tutto incluso. Inoltre, prenotando entro il 17 marzo 2009 su tutti i voli nazionali Lufthansa Italia da Milano Malpensa per Roma, Napoli e Bari con 99 euro andata e ritorno si viaggia in due. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


È URGENTE FARE CHIAREZZA IN MERITO AGLI IMPEGNI PRESI TRA LE PARTI A PALAZZO CHIGI PER LE... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

«È urgente fare chiarezza in merito agli impegni presi tra le parti a Palazzo Chigi per le prospettive future delle società Atitech e Ams dell'Alitalia». Lo sottolinea il segretario nazionale Fit Cisl, responsabile del trasporto aereo, Claudio Genovesi dopo il via libera al commissario Fantozzi di vendere al miglior offerente le partecipazioni della vecchia Alitalia in società ancora in amministrazione straordinaria. Tra esse, appunto, Atitech.

Torna all'inizio


Lufthansa sfida Alitalia, da aprile tre rotte nazionali (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 04-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Da Milano quattro voli al giorno per Roma, due per Napoli e uno per Bari. Si aggiungono anche altre destinazione europee

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Stop al bullismo Cronaca Politica Esteri New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa Dieta 'GUERRA' NEI CIELI Lufthansa sfida Alitalia, da aprile tre rotte nazionali Da Milano quattro voli al giorno per Roma, due per Napoli e uno per Bari. Si aggiungono anche altre destinazione europee Roma, 4 marzo 2009 - "Miracolo a Milano. E anche a Roma, Napoli, Bari". è all?insegna di questo slogan che Lufthansa Italia lancia una nuova sfida ad Alitalia sul mercato nazionale. L?aviolinea tedesca aprirà, infatti, nuovi collegamenti diretti da Malpensa su Roma, Napoli e Bari. I voli sulle nuove tratte ?decollano' con un?offerta speciale, valida dal primo aprile al 30 settembre, per chi prenota entro il 17 marzo prossimo. "A poche settimane dal suo primo volo, Lufthansa Italia espande il suo network in risposta alla considerevole domanda e, a partire dal primo aprile, offrirà collegamenti nazionali da Malpensa per Roma, Napoli e Bari comunica la compagnia con una nota -. Da febbraio, i passeggeri Lufthansa Italia possono scegliere tra diversi voli diretti giornalieri per Parigi e Barcellona. Da questa settimana si aggiungono anche le destinazioni di Bruxelles, Budapest, Bucarest e Madrid, mentre, a partire dalla fine di marzo, Lufthansa Italia introdurrà due ulteriori destinazioni europee, Londra Heathrow e Lisbona”. "Dal 1° aprile - si legge - saranno introdotte tre nuove destinazioni italiane. Quattro volte al giorno Lufthansa Italia collegherà Milano Malpensa a Roma, due volte al giorno Napoli ed una volta al giorno Bari". L'INDAGINE Incidente aereo ad Amsterdam, forse un altimetro difettoso Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi "Per i senatori il pranzo a 1,5 euro? Questa è una vergogna nazionale" (80 commenti) Si impicca il gioielliere che uccise i ladri (53 commenti) Avete 50 anni? Non c'è posto per voi (34 commenti) Lascia il tuo commento (25 commenti) Ascoli, chi vorresti come sindaco e chi alla guida della Provincia? (21 commenti) Accusato di violenza sulla figlia di 3 anni Può portarla a casa per il fine settimana (15 commenti) Falciani: "Englaro cittadino onorario" (11 commenti) "Troppi stranieri in aula Stop alle concentrazioni" (7 commenti) 15:44:22 - Senza le grandi sorelle Williams, la Sharapova e la Mauresmo, il circuito femminile sarebbe privo di[...] WTA e il penoso caso Williams15:19:18 - Ma no. Continuiamo a dire che il tennis femminile è eccitante e coinvolgente, che il livello medio è[...] WTA e il penoso caso Williams14:45:01 - Io farei giocare doppio a fognini e cipolla, ci sarebbe grande spettacolo e si riposerebbero i due s[...] Seppi&Co: guai a perdere14:29:23 - in ogni caso a mio parere dimitrov è molto ma molto più forte di tomic[...] Tomic vince il primo torneo14:04:49 - Non posso che parlare bene della Sanità Toscana. Ho avuto un forte malore ed è intervenuto il 118 co[...] Più farmaci generici e pochi ricoveri La Regione è tra le virtuose13:44:43 - Ma non si è ancora finito di parlarne? Chi giudica negativamente il sig. Englaro dovrebbe solo stare[...] Falciani: "Englaro cittadino onorario"13:34:52 - E secondo voi quella di Eluana era vita? Se i medici non facessero accanimento terapeutico era deced[...] Falciani: "Englaro cittadino onorario" Mutui agevolati per le coppie gay, sei d'accordo?E' il momento adatto per discutere una riforma delle pensioni?Si può parlare di 'prostituzione intellettuale' contro l'Inter, come sostiene il tecnico Mourinho?Hai paura di perdere il posto di lavoro?Da Dylan a Gaber, i personaggi dello spettacolo come materia di studio a scuola. Cosa ne pensi?Fonti rinnovabili, come l'eolico: una soluzione possibile ai problemi energetici?La politica italiana ha bisogno di un ricambio generazionale?L'Inter è favorita dagli arbitri?La Juve deve confermare Ranieri?Auto elettriche a noleggio in città: ti piace l'idea?Franceschini propone un assegno ai disoccupati, sei d'accordo?Nuovi casinò in Italia, sei d'accordo?Milan ko in Uefa, è finito un ciclo?Eurispes: dal notaio per separazioni e divorzi. Sei d'accordo?La Juventus può ribaltare il risultato contro il Chelsea? La foto del giorno Carolina e Alex: amore dallo sport alla passerella La coppia Kostner-Schwazer nel parterre di Roberto Cavalli alle sfilate milanesi. Lo stilista toscano disegna i colorati e sensuali abiti della pattinatrice più amata d'Italia RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec iv>

Torna all'inizio


Come Tremonti ha speso già i soldi per i disoccupati (sezione: Alitalia 2)

( da "EUROPA ON-LINE" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Alitalia, Ici, pacchetto anti-crisi: no a oggi 20 miliardi di taglia e incolla Come Tremonti ha speso già i soldi per i disoccupati GIANNI DEL VECCHIO «Non ci sono soldi», «la misura costa troppo, un punto e mezzo di pil», «Franceschini gioca con carte truccate», «sono solo facili promesse», «molto rumore per nulla». Si potrebbe andare avanti un bel po? mettendo in fila tutte le dichiarazioni piccate degli esponenti del centrodestra. Tutte contro la proposta del segretario democratico Franceschini di mettere subito a disposizione di chi perde il lavoro un assegno di disoccupazione. E tutte sullo stesso refrain, del tipo «vorremmo tanto aiutare i disoccupati accogliendo il suggerimento del Pd, ma è impossibile coprirne i costi visto lo stato attuale delle finanze pubbliche». Peccato però che proprio quello della copertura è un argomento facilmente smontabile. Primo perché il provvedimento costerebbe poco, attorno i 4-5 miliardi. E secondo perché da maggio in poi il ministro dell?economia Tremonti ha già mobilitato una ventina di miliardi. O meglio: li ha spostati da alcune poste di bilancio ad altre. Sarebbe così difficile continuare con lo stesso metodo? In una conferenza stampa Franceschini ha ieri presentato la mozione sull?assegno di disoccupazione che dovrebbe andare in aula già a partire dalla prossima settimana. Si tratta di una mozione che impegna il governo a emettere un decreto d?urgenza tramite cui sostenere tutti coloro che hanno perso o perderanno il lavoro, dal primo settembre scorso a fine anno. Per il governo non dovrebbe essere un provvedimento così gravoso per le casse statali, visto che si chiede di utilizzare solo 4 miliardi, in parte presi dagli 8 miliardi stanziati dall?accordo stato-regioni e in parte dalla lotta all?evasione. L?obiettivo è quello di garantire un assegno mensile pari almeno al 60 per cento dell?ultimo stipendio. «A Berlusconi voglio dire: può dirci di no, ma non dica che non si può fare, perché non è vero ? attacca Franceschini ?. Dica che per lui non sono un?emergenza centinaia di migliaia di persone che perdono il lavoro, almeno tutto sarà più chiaro». Sullo stesso punto affonda anche Pierluigi Bersani, responsabile economico del Pd: «Se il governo si mette lì con noi, in mezzora la troviamo la copertura. Il problema vero è: lo vogliono fare questo provvedimento o no?». A confermare come la questione della copertura sia marginale, basta ricostruire le misure prese da Tremonti in questi dieci mesi. Si è trattato di un continuo taglia e incolla di fondi spostati qua e là nel bilancio statale. A cominciare dal primissimo provvedimento preso da questo governo, una delle tante promesse della campagna elettorale: l?eliminazione dell?Ici. In dettaglio, portare la percentuale d?esenzione sulla prima casa dal precedente 40 per cento al cento per cento è costato circa due miliardi e mezzo di euro, parte dei quali il Mef ancora non ha trasferito ai comuni. Tremonti ha trovato questi soldi stornandoli a fondi destinati agli investimenti nel Mezzogiorno. Poi c?è da considerare la vicenda Alitalia: qui sono tre o quattro i miliardi che alla fine graveranno sulle spalle degli italiani per permettere al premier di poter considerare onorata un?altra promessa di campagna elettorale e cioè la difesa dell?italianità della compagnia. In questo caso via Venti Settembre non ha dovuto raccimolare denaro da qualche altra parte: saranno i debitori e gli azionisti a farsene carico direttamente. Altro capolavoro di Tremonti è la copertura del decreto anticrisi che ha messo 5 miliardi a disposizione di famiglie e imprese italiane: si tratta di soldi che vengono in parte dai fondi Fas, quelli destinati agli investimenti nel meridione, e in parte dalla lotta all?evasione. Stessa composizione di massima poi anche per le risorse che il governo ha messo sul piatto per integrare la cassa integrazione in deroga. Si tratta di otto miliardi, di cui 2,65 messi a disposizione dalle regioni e 5,35 dallo stato. Infine il decreto che ha dato il via libera agli incentivi alle auto e agli elettrodomestici: in questo caso Tremonti ha raschiato il fondo della legge 488, che prevede incentivi per le aree depresse. In totale si parla di circa due miliardi, spalmati però sui prossimi sei anni. Quindi siamo sui 3-400 milioni all?anno. Nel computo complessivo invece non vanno considerati i 10 miliardi dei Tremonti bond per dare liquidità alle banche: si tratta di prestiti che vanno a incidere sul debito e non sul deficit. Insomma, una paziente opera di redistribuzione che ha permesso al governo finora di fare qualcosina contro la crisi, spostando una ventina di miliardi da alcuni luoghi del bilancio statale ad altri. «Questo è il vero problema ? nota Stefano Fassina, ex consigliere economico del governo ombra ?, tutti i provvedimenti finora presi sono a saldo zero. Non si è ancora messo niente di veramente aggiuntivo, basta andarsi a leggere le relazioni tecniche che accompagnano ognuna di queste misure per averne conferma».

Torna all'inizio


Alitalia s da le Ferrovie sulla Roma-Milano: tempi più competitivi (sezione: Alitalia 2)

( da "EUROPA ON-LINE" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

ALTA VELOCITÀ Alitalia s da le Ferrovie sulla Roma-Milano: tempi più competitivi L?Alitalia si sta preparando alla sfida per fronteggiare la concorrenza dell?Alta velocità. A sferrare una vera e propria offensiva sulla tratta Roma-Milano è l?amministratore delegato della compagnia Rocco Sabelli, che ha annunciato un nuovo prodotto ad hoc su questa tratta con i primi interventi che saranno introdotti già nelle prossime settimane. Ma, soprattutto, Sabelli ha chiesto di chiarire la natura della competizione delle Ferrovie dello stato e di verificare se questa non sia sleale dal momento che le Ferrovie ricevono trasferimenti pubblici e «anche sulla Roma-Milano in parte paga lo stato». «Io non sono un tifoso e un talebano dell?aereo, non ho avuto ancora il tempo di innamorarmi dell?aereo», ha messo subito in chiaro Sabelli, contento che sulla Roma-Milano ci sia «un?alternativa valida tecnologicamente. Il nostro piano ? ha sottolineato ? scontava già una cosa non nuova e cioè che per percorrenze sopra le quattro ore è l?aereo più competitivo mentre sotto le tre ore e mezza il 60% della quota di mercato va al treno e il 40% all?aereo. Noi, comunque, stiamo preparando un prodotto sulla Roma-Milano che compete meglio con l?Alta velocità. Tra due settimane potremmo già introdurre le prime novità e a settembre sarà completo». La priorità, perchè l?aereo sia altamente competitivo rispetto al treno, è quella di ridurre i tempi. Non i tempi di volo, ma i tempi accessori. «Con il treno ci vogliono ora, considerato anche il trasferimento alla stazione, quattro ore e mezza mentre con l?aereo tre ore e quaranta. Vogliamo banchi del check-in dedicati. Ridurremo i tempi di accettazione, faremo in modo di impiegare il finger piuttosto che il bus per le operazioni di imbarco e sbarco. Dedicheremo a questa tratta una flotta di 10-11 aeroplani e 120 addetti che faranno solo questo. Pensiamo di guadagnare così 20-25 minuti».

Torna all'inizio


Lufthansa riempie il vuoto di Alitalia 7 voli da Malpensa (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

LA COMPAGNIA TEDESCA LANCIA LA SFIDA SUL MERCATO INTERNO ITALIANO Lufthansa riempie il vuoto di Alitalia 7 voli da Malpensa [FIRMA]SANDRA RICCIO MILANO Lufthansa cresce in fretta nel Belpaese e lancia la sfida ad Alitalia sul mercato dei voli interni. Nel mirino c'è soprattutto la rotta Milano-Roma che vale oltre 300 milioni di euro l'anno. La compagnia aerea tedesca offrirà dal 1° aprile tre rotte nazionali da Malpensa per Roma Fiumicino (4 volte al giorno), Napoli (2 volte al giorno) e Bari (1 volta al giorno). Il lancio è arrivato prima del previsto bruciando le tappe a meno di un mese dallo sbarco nel nostro Paese di Lufthansa Italia, la nuova compagnia appena creata da Francoforte. «Dopo sole quattro settimane - ha dichiarato Karl Ulrich Garnadt, membro del cda e vice presidente esecutivo di Lufthansa - Lufthansa Italia si è stabilita con successo sul mercato italiano. L'andamento delle prenotazioni per i prossimi mesi è così positivo che possiamo già pensare di ampliare la nostra offerta». I voli sulle nuove tratte decolleranno con un'offerta speciale, valida dal primo aprile al 30 settembre, a partire da un prezzo di 99 euro tutto incluso per il viaggio di andata e ritorno. Per chi prenoterà entro il 17 marzo la tariffa sarà estesa a due persone che pagheranno 99 euro per viaggiare insieme. I tedeschi hanno deciso di accelerare i piani di sviluppo sull'aeroporto milanese dopo il disimpegno di Alitalia avvenuto nell'estate 2008. Per questo dal primo aprile la compagnia tedesca posizionerà 9 aerei, vale a dire 3 in più del previsto, sullo scalo lombardo da cui raggiungerà, oltre alle tre nuove destinazioni nazionali, anche otto città europee. Già da questa settimana, il vettore rafforzerà l'offerta per destinazioni europee. Agli attuali collegamenti, attivati in febbraio, per Parigi e Barcellona, si affiancheranno quelli per Bruxelles, Budapest, Bucarest e Madrid. Da fine marzo il network verrà esteso a Londra (Heathrow) e a Lisbona. Nel mirino dei tedeschi ci sono anche i voli intercontinentali. «Se i nostri piani daranno i risultati che speriamo, poi potremmo pensare di posizionare anche voli intercontinentali a Milano che entrerebbe così nel nostro sistema multi-hub», ha detto Garnadt. Intanto a primavera inoltrata a Malpensa è previsto un evento a cui parteciperanno i membri Star Alliance, alcuni dei quali già operano sul grande aeroporto del Nord. Tra i progetti sul tavolo anche quello di poter riservare un terminal dell'aeroporto alle linee aeree appartenenti all'alleanza. Nel frattempo il gruppo tedesco non smette di guardare allo scalo di Linate. Lufthansa sembra determinata a spezzare il monopolio Alitalia sulla tratta Linate-Fiumicino. I tedeschi hanno infatti chiesto alle autorità italiane l'autorizzazione a operare per dieci voli al giorno su questa linea, ma la richiesta è stata respinta. «Riteniamo non sia giusto che questa tratta sia gestita in modo monopolistico da Alitalia - ha dichiarato Garnadt - abbiamo rifatto la nostra richiesta e speriamo di trovare un'intesa nel prossimo futuro».

Torna all'inizio


le riforme virtuali - (segue dalla prima pagina) (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 30 - Commenti LE RIFORME VIRTUALI (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Le previsioni più recenti sono, in effetti, di una riduzione del 3 per cento del pil quest´anno. Se c´è una cosa che non possiamo permetterci durante una recessione così dura, questa sono le riforme che dividono l´opinione pubblica lasciando tutto come prima. Appartengono a questa categoria le riforme su regolamentazione del diritto di sciopero e previdenza annunciate dal governo nell´ultima settimana. Sono riforme virtuali e nondimeno laceranti. Se il governo vuole davvero riformare, come è giusto fare, queste materie, dovrebbe applicare le riforme già varate e metabolizzate dal Paese. Avremmo riforme vere e più coesione sociale. Partiamo dalla riforma della previdenza. Aumenterà gradualmente l´età pensionabile delle donne nel settore pubblico da 60 a 65 anni dal 2010 al 2018. Secondo le stime della Commissione istituita dal ministro Brunetta, porterà a risparmi dell´ordine di 200-300 milioni di euro per soli 6 anni. Si tratta di stime fin troppo ottimistiche: molte donne andranno comunque in pensione a 65 anni per compensare le frequenti interruzioni di carriera e perché la recessione ha eroso la ricchezza delle famiglie. Inoltre, trattandosi di pensioni pubbliche, i risparmi previdenziali vengono in gran parte rimangiati dal salario erogato più a lungo a chi continua a lavorare (non si era proposto di utilizzare il turnover per ridurre le eccedenze di personale nel pubblico impiego?). è giusto riequilibrare il nostro sistema di protezione sociale, liberando risorse per trasferimenti a chi perde il lavoro a tutte le età. Ma per farlo non c´è bisogno di inventarsi nuove regole. Basta applicare la riforma Dini del 1996 senza aspettare il 2032, mantenendo flessibilità sull´età di pensionamento, ma riducendo le pensioni di chi si ritira prima dei 65 anni di età per tutti, uomini e donne, dipendenti pubblici e privati. Invece di introdurre un quarto diverso regime pensionistico in Italia, si renderebbero più omogenei i trattamenti pensionistici all´interno di ciascuna generazione e fra generazioni diverse. Con risparmi duraturi e fin da subito cinque volte più alti. Passiamo alla riforma della regolamentazione del diritto di sciopero. Anch´essa ha scatenato levate di scudi, ma è una riforma virtuale come lo sciopero che vorrebbe introdurre nel nostro ordinamento. Durante le recessioni gli scioperi sono un´arma spuntata. Vanno nell´interesse del datore di lavoro, che così può risparmiare su costo del lavoro, macchinari ed energia, come se facesse ricorso alla Cassa integrazione. Per questo se ne fanno così pochi quando la congiuntura va male. Durante la recessione del 1993, il numero di scioperi è diminuito di un terzo e i lavoratori coinvolti sono stati il 45% in meno che negli anni precedenti. Certo, alcuni scioperi non servono come strumento di pressione nei confronti dei datori di lavoro, ma come ricatto nei confronti della politica. E questi scioperi si fanno anche durante le recessioni, anche quando le compagnie contro cui si sciopera sono sull´orlo della bancarotta, se non già in procedura fallimentare (si pensi al caso Alitalia). Ne abbiamo avuti tanti di esempi negli ultimi anni nell´ambito dei servizi di pubblica utilità. è giusto, dunque, regolamentare il diritto di sciopero in questi settori perché è troppo forte la tentazione di utilizzare il servizio essenziale che si fornisce alla cittadinanza come strumento di pressione, finendo così per violare altri diritti inalienabili, come quello alla libera circolazione delle persone. Anche in questo caso però una riforma c´è già, è la legge 146 del 1990 (poi resa in principio più stringente nell´anno del Giubileo da un governo di centro-sinistra per tema di scioperi ai danni dei pellegrini), ma non viene applicata. Il fatto è che ogni regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali non sarà mai efficace fin quando non ci sarà un adeguato apparato sanzionatorio che agisca come deterrente contro comportamenti contrari alla legge. Questo oggi non c´è. Leggere per credere le relazioni della "Commissione di Garanzia dell´attuazione della legge sulla regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali". Nel 2008 i cittadini di molte città italiane sono stati ripetutamente vittime di scioperi selvaggi dei trasporti pubblici, attuati senza alcun preavviso. Molti altri scioperi (nel 60 per cento dei casi) vengono indetti e poi revocati all´ultimo minuto, al solo scopo di mettere in ansia la cittadinanza e spingerla a chiedere alla politica di intervenire. Anche questo comportamento è sanzionabile secondo la legge 146. Ma il totale delle sanzioni comminate dall´autorità alle aziende locali nel 2008 è di 12.910 euro, sparse su cinque aziende di trasporto locale, per un ammontare di circa 2.500 euro ad azienda. In media le sanzioni di tutti i tipi (sono 24 in tutto) non superano gli 8.000 euro ad azienda. Chi possono dissuadere? E perché le sanzioni in molti casi non vengono neanche comminate? Forse perché c´è, come sempre, troppa politica di mezzo: i membri della Commissione sono scelti dai presidenti di Camera e Senato e temono l´impopolarità. Cambierà qualcosa la nuova legge a questo riguardo? Solo il nome della Commissione: d´ora in poi si chiamerà Commissione per le Relazioni Industriali. Valeva la pena di fare tanto rumore solo per cambiare denominazione ad una Commissione che si limita a redigere un rapporto una volta all´anno?

Torna all'inizio


Ci mancava l'obiezione d'impronta (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

parlamento ieri test in aula per il sistema anti-pianisti Ci mancava l'obiezione d'impronta di Serenella Mattera Simulazione di voto riuscita. Prova generale senza grandi intoppi, ieri, nell'aula della Camera, per il sistema anti-pianisti. Un manipolo di giornalisti parlamentari, accomodati per una volta negli scranni dei deputati, ha collaudato il nuovissimo meccanismo a impronte digitali. Un polpastrello sul rilevatore, l'altro sul pulsante che esprime la preferenza: le acrobazie da voto plurimo diventano impossibili. Somma la soddisfazione del presidente Gianfranco Fini. Ma a meno di una settimana dal primo voto ufficiale, a tre dall'inizio della raccolta delle impronte, mancano ancora all'appello 130 deputati. Due sono esentati "per cause fisiche". Diciannove obiettori hanno opposto il loro rifiuto: continueranno a usare il vecchio sistema. Per gli altri, inizia la conta. Ci sono gli irremovibili e gli entusiasti. Quelli che dicono no grazie, per ora. E quelli che non sono tanto convinti, ma si sono già fatti schedare per disciplina di partito. Ci sono, infine, tanti ritardatari. «Ho parlato con i capigruppo - ha detto ieri Fini - e mi hanno assicurato che nessuno di loro intende dire "no" al nuovo sistema. Sono convinto che martedì prossimo, quando ci saranno le prime votazioni ufficiali, non saremo in presenza di un numero di parlamentari dissidenti tale da costituire un caso politico». Il presidente della Camera è più che mai convinto: si doveva porre fine una volta per tutte alla cattiva abitudine di votare per i colleghi assenti. E ieri lo ha rivendicato, rispondendo in perfetto francese a un cronista d'Oltralpe: «I deputati hanno il dovere di votare solo per se stessi. È una questione di moralità pubblica». All'appello a registrare le impronte ha aderito in massa l'Italia dei valori. Ne manca solo uno all'Udc, dove Casini ha stretto le fila. Negli altri partiti si segnalano defezioni, distinguo, ritardi. Non pochi nella maggioranza, anche se mancano numeri ufficiali. Tra gli altri, sono obiettori nel Pdl Lucio Barani e nella Lega Matteo Brigandì, che ha anche denunciato lo «sperpero di denaro pubblico» che l'installazione del nuovo sistema ha comportato. Si oppone, in difesa dei suoi principi liberali, anche il neoeletto segretario del Pli, Paolo Guzzanti. «Questa porcata delle impronte non era tecnicamente necessaria - sostiene - Serve solo a eccitare quei sentimenti antiparlamentari che sono assolutamente diffusi nel Paese». Ma non si accusi Guzzanti di essere connivente con i pianisti: «Io li avrei cacciati e denunciati per truffa», rivendica. Anche il segretario dei repubblicani Francesco Nucara, altro obiettore, ci tiene a mettere i puntini sulle "i": «Le impronte digitali vengono prese ai criminali. Io non le do. E non voglio neanche essere considerato uno che prende i soldi che non guadagna: non ho mai votato per altri e nessuno ha mai votato al posto mio». Nucara è intransigente: «Io le minuzie non me le faccio rilevare neanche se lo fanno diventare obbligatorio». Guzzanti, invece, non fa barricate. È disposto a cedere, ad accettare la schedatura dei propri polpastrelli, «se proprio dovessimo rimanere in tre o quattro». A meno che «Antonio Martino, noto liberale che ha dichiarato la sua contrarietà al nuovo sistema, decidesse alla fine di dire di no. In quel caso sarei con lui». Lucio Barani, invece, è pronto a rientrare nei ranghi su richiesta del suo capogruppo: «Io sono un soldato. Se mi dicono di dare le impronte le do. Obbedisco. Ma non condivido». Il deputato del Pdl, in particolare, ha una domanda da opporre ai sostenitori del nuovo sistema di voto: «Perché solo noi? Perché non anche in Senato, nei consigli Comunali e Regionali? Nei cda delle Poste, delle Ferrovie, di Alitalia, hanno indennità di gran lunga superiori alle nostre, eppure la loro presenza è sporadica e non schedata». È da segnalare, infine, un botta e risposta tra il ministro Renato Brunetta e la deputata dell'Idv, Silvana Mura. Ha chiesto, Mura, se Berlusconi e il suo ministro anti-fannulloni avessero lasciato le loro impronte. E la risposta di Brunetta è arrivata piccata, con una nota che ha ricordato alla «maestria Mura» che il ministro ha provveduto il 18 febbraio. Si annuncia una settimana di schermaglie. 05/03/2009

Torna all'inizio


la vertenza atitech dipendente s'incatena "no alla cessione" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina IV - Napoli Iniziativa di un sindacalista del Sdl La vertenza Atitech dipendente s´incatena "No alla cessione" Incatenato per protesta. Pasquale Vitiello, dipendente Atitech componente la segreteria nazionale del Sindacato dei lavoratori trasporto aereo (Sdl), da ieri mattina si è incatenato davanti ai cancelli di ingresso della società per cui lavora. «Dopo mesi di attesa e di richieste di incontro al governo rimaste inevase - si legge nel comunicato che accompagna la protesta - il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, vuole vendere le partecipazioni Atitech di Napoli e Alitalia Maintenance System senza che il governo apra il necessario confronto tra le organizzazioni sindacali e tutte le parti interessate». Confronto indispensabile per verificare, secondo il sindacato di cui Vitiello è dirigente, «la corrispondenza tra questa procedura di vendita e quanto sottoscritto invece negli accordi di Palazzo Chigi del settembre 2008». Il nodo centrale della questione riguarda «la sopravvivenza del polo manutentivo di Roma Fiumicino e di Napoli».

Torna all'inizio


Lufthansa sfida Alitalia: nuove rotte nel Belpaese (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 216 Trasporti Lufthansa sfida Alitalia: nuove rotte nel Belpaese Trasporti --> Lufthansa ha in programma di aprire tre nuove rotte in Italia a partire da aprile. Lo ha annunciato la compagnia aerea tedesca. Le nuove rotte collegheranno Milano con Roma, Napoli e Bari. I nuovi collegamenti nazionali, si legge in un comunicato diffuso ieri, saranno operativi dal primo aprile e, per soddisfare la domanda, la Lufthansa Italia aggiungerà due nuovi velivoli alla propria flotta di Airbus A319, che passerà così da sei a otto aerei. Già da questa settimana, inoltre, il vettore rafforzerà l'offerta europea. Agli attuali collegamenti per Parigi e Barcellona, si affiancheranno quelli per Bruxelles, Budapest, Bucarest e Madrid. Da fine marzo, il network verrà esteso a Londra e Lisbona. «Dopo sole quattro settimane, la Lufthansa Italia si è stabilita con successo sul mercato italiano», ha commentato nella nota Karl Ulrich Garnadt, membro del cda e vice presidente esecutivo di Lufthansa. «L'andamento delle prenotazioni per i prossimi mesi è così positivo che possiamo già ampliare la nostra offerta».

Torna all'inizio


Lufthansa sfida l'Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Lufthansa sfida l'Alitalia nuove rotte Da aprile la compagnia tedesca prevede nuovi voli, tutti da Malpensa, per Roma, Napoli e Bari. E la flotta sale da 6 a 8 aerei 05/03/2009

Torna all'inizio


lufthansa torna a volare a bari (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina I - Bari Lufthansa torna a volare a Bari Un nuovo volo per Milano Malpensa da Bari. Lufthansa torna a volare dalla Puglia con un´offerta in competizione diretta con Alitalia: al via oggi un nuovo pacchetto di voli che copre i vuoti lasciati dall´ex compagnia di bandiera. SERVIZIO A PAGINA V

Torna all'inizio


voli caos, dillo a bari.repubblica.it (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Bari Voli caos, dillo a bari.repubblica.it "Era ora: Alipadania non la prenderò mai": così, riprendendo lo slogan del Pd pugliese dopo i tagli della Cai sui voli per la Puglia, si è espresso Daryom al forum aperto su bari.repubblica.it dopo l´annuncio di Lufthansa che torna in Puglia con un volo giornaliero con l´aeroporto di Milano Malpensa. L´investimento della compagnia tedesca si inserisce negli spazi lasciati vuoti da Alitalia e AirOne. Dopo la fusione continuano i disagi. Raccontate la vostra esperienza al forum di bari.repubblica.it.

Torna all'inizio


arriva lufthansa, milano è più vicina - ilaria ficarella (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Bari Arriva Lufthansa, Milano è più vicina La compagnia tedesca ritorna a Bari. Franchini: ora puntiamo su Monaco Aeroporti di Puglia punta anche su Francoforte per ottenere nuove destinazioni ILARIA FICARELLA Un nuovo volo per Milano Malpensa da Bari. Lufthansa torna a volare dalla Puglia e con un´offerta in competizione diretta con Alitalia. La compagnia tedesca lancia oggi un nuovo pacchetto di voli domestici, andando proprio a coprire gli spazi lasciati vuoti dall´ex compagnia di bandiera. A partire dal 29 marzo, sette giorni su sette Lufthansa opererà da Bari un volo per Malpensa (da Bari, partenza alle 15,05 e arrivo a Milano alle 16,35; da Milano, partenza alle 12,40 e arrivo a Bari alle 14,10). "Stiamo lavorando per cercare di compensare i tagli subiti con la fusione fra Alitalia e Airone - dice Marco Franchini, direttore generale della Aeroporti di Puglia (Adp) - e questo nuovo collegamento speriamo sia il primo passo verso una collaborazione più stretta con Lufthansa, che porti a fare dei due hub della compagnia tedesca, Monaco e Francoforte, i nostri riferimenti più importanti per tornare ad offrire quei collegamenti internazionali che sono venuti meno". L´iniziativa di Lufthansa (che insieme con il volo da Bari ieri ha annunciato anche l´introduzione di quattro voli settimanali da Malpensa a Fiumicino e due da Malpensa a Napoli) rimette di fatto in discussione il monopolio di Alitalia-AirOne sui collegamenti verso Malpensa, di fatto ridimensionati con la fusione delle due compagnie che hanno fatto di Linate il cuore della loro attività, tagliando drasticamente i collegamenti dagli aeroporti minori verso lo scalo di Varese. E con questa mossa di riapertura del mercato, Bari torna ad avere sulle sue piste un operatore che mancava da dieci anni. "Lufthansa non volava da Bari dal 1999 - spiega Franchini - In seguito, abbiamo avuto la Air Dolomiti che copriva la tratta per Verona. Ma da anni aspettavamo questo ritorno". Considerando l´attuale stato del mercato, spiega il direttore generale della Adp, "l´avvio di questo nuovo collegamento da Bari per Malpensa è soltanto un primo passo speriamo". L´obiettivo vero di Aeroporti di Puglia è riuscire ad agganciarsi alla Star Alliance, l´alleanza che attorno a Lufthansa connette altre otto compagnie aeree (United, Austrian, Blue1, Ana, Lot Polish Airlines, Scandinavian Airlines, Swiss, Tap Portugal). "Arrivare al network di Lufthansa è a questo punto indispensabile - dice Marco Franchini - Nuovi collegamenti per Malpensa per noi sono importantissimi, ma stiamo lavorando soprattutto per riuscire a far transitare i nostri collegamenti dagli hub di cui la compagnia tedesca dispone, Monaco in primo luogo e anche Francoforte". Buone notizie anche dall´Enac: il cda dell´ente nazionale dell´aviazione civile ha deliberato il contratto di programma per la regolazione tariffaria tra l´Enac e Aeroporti di Puglia per la gestione degli scali di Bari e Brindisi.

Torna all'inizio


collegamenti estivi con le capitali estere così adp prova a non perdere passeggeri (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Bari Con il nuovo calendario garantita una serie di mete internazionali come Londra e Madrid Collegamenti estivi con le capitali estere così Adp prova a non perdere passeggeri Con Tuyfly dal 21 maggio due voli settimanali per Basilea il giovedì e la domenica Novità significative anche per Brindisi: con Ryanair da fine marzo altri quattro decolli per Bologna Riserva una serie di importanti sorprese per i viaggiatori pugliesi il prossimo calendario estivo dei voli. Alcune sono già state annunciate, come i voli per Dusseldorf e Basilea operati dalla nuova compagnia Germania, e i collegamenti che saranno operati da MyAir anche sullo scalo di Foggia per Bologna e per Ginevra. Con la fine di marzo, da Bari la Carpatair porterà da tre a cinque le frequenze settimanali del Bari-Timisoara. Potenziamenti e novità in vista anche per Ryanair: passeranno da sette a dieci le frequenze settimanali del volo per Pisa, mentre passeranno a quattro voli a settimana i voli per Londra Stansted. Dai tre voli a settimana per Orio al Serio, la compagnia irlandese passerà a due voli giornalieri. Novità anche per la tedesca Tuyfly, che dal 21 maggio introdurrà due voli settimanali � il lunedì e il giovedì � per Basilea. Dalla spagnola Iberia, a partire dal 5 maggio e fino al 6 ottobre, due nuovi voli settimanali (martedì e sabato) per Madrid, operati da Air Nostrum. Mentre Air Italy confermerà dal 26 giugno al 27 settembre un volo giornaliero per Olbia. Con l´orario estivo, torna anche la British Airways che introdurrà due voli, uno il giovedì e uno il sabato, per Londra: i voli diventeranno tre a settimana (con l´aggiunta del martedì) fra giugno e agosto. Novità significative anche per Brindisi. La Ryanair con la fine di marzo introdurrà quattro voli settimanali (domenica, lunedì, mercoledì e venerdì) per Bologna. Mentre saliranno a tre i voli settimanali per Londra Stansted. Passeranno invece da tre a uno i voli settimanali da Brindisi per Orio al Serio. Dal 24 luglio e fino al 7 settembre, la Air Italy avrà due voli, il sabato e la domenica, per Verona. Mentre la Helvetic dal 5 aprile al 22 ottobre inserirà il giovedì e la domenica, voli per Zurigo. La Tuyflu porterà a due le frequenze settimanali su Memmingen e dal 12 giugno opererà un volo settimanale su Colonia, che diventeranno due nei mesi di luglio e agosto. L´ampliamento dell´offerta alternativa ad Alitalia ed AirOne è dunque la risposta che la società di gestione degli scali aeroportuali pugliesi sta cercando per recuperare l´incredibile crollo di passeggeri subito negli ultimi mesi. A gennaio, il numero di persone che hanno transitato per gli scali pugliesi è sceso del 9,2 per cento. "E anche per febbraio la situazione è veramente critica", dice il direttore generale di Adp Marco Franchini. Intanto continua il pressing anche a livello europeo per sostenere il sistema aeroportuale pugliese. La settimana scorsa, l´assessore regionale ai Trasporti Mario Loizzo, insieme con l´eurodeputato del Pd Enzo Lavarra, ha incontrato il commissario Antonio Tajani, per chiedere che siano rese più elastiche le norme vigenti in materia di bandi europei per finanziare l´operatività di nuovi vettori dagli scali pugliesi. L´idea di base è di modificare gli incentivi e di ridurre il tempo di vincolo delle compagnie da cinque a tre anni, per rendere più appetibile l´investimento. (il. fi.)

Torna all'inizio


alitalia-airone, sistemi operativi in tilt il disagio è servito al check in di palese (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Bari Il caso Alitalia-AirOne, sistemi operativi in tilt il disagio è servito al check in di Palese Disagio continuo. Non solo per i voli che mancano ma anche per quelli che restano: a tre mesi dalla fusione tra Alitalia e AirOne, la mancata integrazione dei sistemi operativi fra la ex compagnia di bandiera e la compagnia privata di Carlo Toto, crea disagi ai passeggeri. Continue segnalazioni indicano i temporanei blocchi dei check-in telematici, difficoltà a ottenere i rimborsi dei biglietti per i ritardi o i mancati decolli delle scorse settimane. Senza considerare i costi ormai lievitati dei biglietti, mitigati solo in parte dall´ultima campagna di promozioni lanciata dalla ex compagnia di bandiera. Già prima dell´avvio del nuovo servizio, però, la Cai aveva fatto sapere che la totale integrazione fra i sistemi operativi non sarebbe avvenuta prima di luglio. Si tratta, in sostanza, di una lunga fase di transizione, che già al debutto, a gennaio scorso, la nuova compagnia aveva fatto sapere sarebbe durata almeno sei mesi. (il. fi.)

Torna all'inizio


milano-roma anche con lufthansa decolla la sfida al monopolio alitalia - ettore livini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 23 - Economia Milano-Roma anche con Lufthansa decolla la sfida al monopolio Alitalia Da Malpensa 4 voli al giorno. Ma il vero obiettivo è Linate La battaglia delle tariffe riguarda tutta Europa, dove ormai si viaggia con 99 euro ETTORE LIVINI MILANO - Lufthansa alza la posta nella sfida con Alitalia e attacca la Magliana sul suo mercato più ricco, quello domestico. Il vettore tedesco lancerà dal prossimo aprile una rete di tre collegamenti nazionali nel Belpaese da Milano Malpensa � aspirante hub di Francoforte � a Roma (quattro volte al giorno), Napoli (2) e Bari (1). Da inizio aprile posizionerà nello scalo lombardo � dove opera già su otto città europee � nove aerei, il 50% in più del previsto. «Abbiamo deciso di accelerare dopo gli ottimi risultati di Lufthansa Italia � spiega Karl Ulrich Garnadt, consigliere del gruppo �. I passeggeri continuano a crescere e i nostri aerei sono più puntuali in Italia che in Germania». Nel primo mese di servizio la società ha trasportato da Malpensa 81mila passeggeri contro i 90mila di Alitalia. E il suo Milano-Parigi � unica tratta confrontabile � viaggia con aerei pieni al 57% contro il 45% della rivale. Questo però è solo il primo passo: in vista c´è la sfida sul Linate-Fiumicino (slot permettendo) e il lancio di servizi intercontinentali da Malpensa dopo che Alitalia ha tagliato da 14 a 3 i suoi collegamenti a lungo raggio dalla Lombardia. «Noi facciamo un passo alla volta � ribadisce Garnadt � ma se tutto va bene potremmo far decollare voli intercontinentali». Linate? «è essenziale per operare da Milano � conclude � abbiamo fatto richiesta per 10 voli al giorno per Fiumicino e ci è stata respinta. Ma siamo già tornati alla carica, è assurdo che venga gestita in monopolio. La concorrenza fa bene». Dopo la sfida del Frecciarossa la compagnia di Roberto Colaninno e Rocco Sabelli si ritrova un altro concorrente in casa propria. Il taglio del 36% dei voli (e soprattutto la drastica riduzione dei servizi a Malpensa dove i passeggeri sono crollati del 90%) hanno lasciato un varco alla concorrenza. La congiuntura a dire il vero, non è delle migliori: il traffico globale è sceso del 5,6% a gennaio. Non a caso nei cieli mondiali si è scatenata una strisciante guerra di tariffe sbarcata ormai anche in Italia grazie all´arrivo dei nuovi concorrenti e al radicato consolidamento delle low-cost come Ryanair e Easyjet («noi da Malpensa costiamo la metà di Lufthansa», assicura il vettore inglese). Buona parte dei voli andata e ritorno per l´Europa viaggiano ormai sui 99 euro. I transatlantici per gli Usa costano il 35% in meno di pochi fa. E anche sulle tratte interne, malgrado il monopolio della Magliana su molte rotte, si inizia finalmente a intravedere una timida guerra tariffaria. Come reagirà Alitalia? Il nuovo management ha già dimostrato un certo dinamismo commerciale. Sono partiti sconti aggressivi su tutta la rete, è in preparazione un nuovo prodotto per la Linate-Fiumicino. L´hub, viste le difficoltà a chiudere il Forlanini come pretende la Cai, dovrebbe rimanere a Roma. Ma alla luce del coefficiente (basso) di riempimento degli intercontinentali dalla capitale e per cercare di arginare l´offensiva di Lufthansa, non è da escludere che in tempi relativamente brevi la compagnia tricolore possa pensare di ripristinare qualche servizio a lungo raggio anche dalla Malpensa, da dove � lo dicono anche i dati di Sabelli � passa il traffico più redditizio della penisola.

Torna all'inizio


Alitalia, subito la cassa integrazione per 1500 (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi «Alitalia, subito la cassa integrazione per 1500» Marrazzo: nel Lazio a rischio 50 mila posti nel 2009

Torna all'inizio


Sono già 600 i lavoratori di Alitalia che hanno usufruito dell'anticipo della cassa integ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi «Sono già 600 i lavoratori di Alitalia che hanno usufruito dell'anticipo della cassa integrazione della Regione Lazio. Entro metà di marzo contiamo di portare il numero a 1500 persone». Sono alcune delle cifre fornite ieri dal presidente della Regione, Piero Marrazzo, nel corso del dibattito in consiglio sulla legge che prevede il reddito minimo di cittadinanza. Marrazzo però non ha solo messo in guardia di fronte agli effetti della situazione difficile di Alitalia. Il Lazio rischia molto di più a causa dei contraccolpi della crisi economica internazionale. «I dati sul Prodotto interno lordo del 2008 - ha spiegato Marrazzo - ci riportano indietro alla crisi petrolifera di oltre 30 anni fa. Nel 2009 saranno circa in 50 mila a rischiare il posto di lavoro nel Lazio, ora bisogna intervenire con misure straordinarie». Per mitigare, per quanto possibile, gli effetti negativi della crisi economica, la Regione ieri ha varato la legge sul reddito garantito di cittadinanza ma tenterà di aumentare ulteriormente i fondi a disposizione. «Lo sforzo è quello di dare risposte diverse a una crisi economica complessa con un obiettivo preciso: tenere insieme la nostra comunità. Ed è proprio attorno a questo obiettivo primario che ho chiesto alle forze di maggioranza di stringere un patto di fine legislatura che in queste settimane prepareremo. Intendiamo dare risposta ai lavoratori disoccupati, agli inoccupati, ai precari. L'obiettivo, in prospettiva, - ha concluso Marrazzo - è di raggiungere circa ventimila cittadini del Lazio».

Torna all'inizio


Viaggiano, volano, sognano. E come tutti gli esseri umani si nutrono di lavoro, hobby e pass... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi di SALVATORE TAVERNA Viaggiano, volano, sognano. E come tutti gli esseri umani si nutrono di lavoro, hobby e passioni. Signore e signori, ecco a voi tre artisti sulle nuvole: vivono o hanno vissuto sulle ali di un aereo, hostess e comandanti. Ma il loro sogno segreto? Coltivare l'arte. Daniela Martani, volata al Grande Fratello, ora viaggia felice e spensierata verso Paraty, a sud di Rio. Sarà tra le protagoniste del reality La fattoria, dall'8 marzo in pista su Canale 5. Conduttrice, ancora lei, soltanto lei, Paola Perego. Ma la Martani ha persino incantato a teatro, sembra incredibile, recitando nel Corto a due voci scritto per lei da Massimiliano Bruno sceneggiatore di successo. Ad applaudire la bella hostess, Pierfrancesco Favino, attore di prestigio internazionale. Altro che cielo in una stanza! Qui si viaggia nell'universo tra sogni realizzati e da realizzare. E la Martani, con tutta la sua grinta, si farà sicuramente ammirare. Tornerà vincitrice? Intanto dovrà, quasi sicuramente, affrontare il cattivo cine-tv Tony Sperandeo. Buon divertimento. Torniamo sulle nuvole. Mamma della piccola Sofia, Valentina Mori, hostess assunta dalla nuova Alitalia, dipinge onde e conchiglie, luna e galassie... Quando atterra e torna a casa non vede l'ora di vedere la sua piccola e di impugnare la tavolozza per ricominciare a creare e ricreare il suo piccolo-grande firmamento. Il giornalista-scrittore Sergio Zavoli, presidente della commissione di vigilanza Rai, ha visto i suoi quadri ed è rimasto incantato: «L'ho inseguita nel tentativo di intercettare il suo laconico dialogo col cosmo... E allora le colature..., i mari, da quello di sua madre, sbiancato dal garbino a quello di un blu duro, increspato dalle tramontane triestine... E le spiagge, le grotte, i moli... dai pianeti alle stelle...». Ieri Valentina si è sfilata la divisa da hostess per indossare un abito da semisera. Motivo? Il suo vernissage. Sì, le sue opere sono in mostra, in una galleria in via della Lega Lombarda, a due passi da piazza Bologna. L'artista scesa dalle nuvole, accanto al marito Roberto, si è lasciata ritrarre dai fotografi, insieme agli amici invitati: l'attore Giuliano Gemma e Francesco Gesualdi, segretario generale della Regione Lazio. «Il mio sogno? Continuare a volare e dipingere nel tempo libero», sussurra Valentina, che ha scelto il titolo dell'esposizione con tanta fantasia: Di luce & di sabbia. Risacche di vita. E ora, il comandante Claudio Facciolo, sposato con Laura, due figli Dome e Sara. Scrive libri particolari. L'ultimo? Osservazioni celesti e navigazione astronomica. Chi più di lui si avvicina al cielo? «Quando non volo osservo gli astri con il telescopio», dice. «E come ha scritto Shakespeare, nell'Amleto, "Potrei essere racchiuso in un guscio di noce e reputarmi re degli spazi infiniti"». Non solo. Il comandante ha deciso di laurearsi in Scienze nautiche e aeronautiche con una tesi, presto in discussione, sull'interpretazione astronomica del I canto del Purgatorio. «Dimostro», dice, «che le quattro stelle di cui parla Dante sono quelle della Croce del Sud, la costellazione che appare sulla bandiera australiana... Sì, cerco gli astri con lo sguardo e vederli mi fa sentire vicino a loro. Conoscere le leggi del movimento astrale mi infonde una grande sicurezza».

Torna all'inizio


ROMA Emma Bonino sta per presentare il suo nuovo libro che, guarda caso, si chiama: P... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi di CLAUDIO RIZZA ROMA Emma Bonino sta per presentare il suo nuovo libro che, guarda caso, si chiama: «Pensionata: a chi?». E di fronte alla sollevazione del sindacato, con i no che piovono sia dalla Cgil che dalla Cisl, nota: «C'è poco da dire no. Quando ero ministro ho provato ad avvertire, avvisando che la sentenza sarebbe arrivata. Si doveva agire prima. Preparai una nota aggiuntiva sulla situazione delle donne e del mercato del lavoro in Italia...». E che diceva? «Che la nostra situazione è patetica. Siamo gli ultimi nelle classifiche europee, sia per l'accesso delle donne al lavoro, sia per il loro livello salariale, sia per quanto riguarda gli sviluppi di carriera. Da noi solo l'8% dei bambini va all'asilo nido, rispetto al 50% dei danesi e al 45% dei francesi. Le media stabilita dal programma di Lisbona dovrebbe essere del 30%. Da noi la donna fa, oltre alla baby sitter anche assistenza agli anziani, ai malati, ai suoceri, agli zii». L'unica cosa è che va in pensione prima dell'uomo. «Lo Stato non dà niente ma ci fa questa carità pelosa. Una cosa inaccettabile e patetica. La verità è che le donne andrebbero sostenute non a 60 anni ma quando sono giovani e hanno i figli, aiutate quando i bambini sono piccoli». Lei è stata tra i primi a sostenere l'innalzamento dell'età pensionabile. «Certo, ma avendo in cambio tutto il resto. C'è un emendamento del Pd che accoglie la sentenza europea e contestualmente chiede l'attuazione della direttiva 54. Cioé che vi sia parità nell'accesso al lavoro e che quei soldi risparmiati vengano usati per ottenere l'equiparazione, salari uguali agli uomini e possibilità uguali di carriera. L'innalzamento dell'età che riguarda solo la pubblica amministrazione è stato calcolato in 2377 milioni di euro. Non sono pochi». E se la sentenza Ue non venisse applicata? «Se non ci sbrighiamo tra un anno saremo condannati ad una multa salatissima. Cornuti e mazziati». Sacconi ha detto che ancora non c'è una decisione.«Io appoggio il piano Brunetta. La legge comunitaria andrà in aula al Senato la settimana prossima. E' l'occasione per voltare pagina e far sì che le donne non siano sostitutive dei servizi sociali. Al Nord il 60% delle donne ha accesso al mercato del lavoro, ed è in media europea. Al Sud solo il 30%. Ma se confrontiamo quante sono le donne in carriera o nei consigli di amministrazione la percentuale precipita allo zero virgola. Insomma, le donne non hanno servizi sociali, guadagnano meno, ma vengono mandate in pensione prima, naturalmente con un pensione inferiore agli uomini. Un successone». Cremaschi sostiene che l'innalzamento sarebbe un "crimine sociale". «Il vero crimine è costringere le donne a fare le baby sitter e le badanti, senza avere alcun aiuto dallo Stato. Oggi il mondo è cambiato, l'aspettativa di vita per la donna è di 80 anni, a 60 sei ancora giovanissima. E' inutile arroccarsi su posizioni non più adeguate ai nostri tempi». E una riforma più generale delle pensioni per finanziare gli ammortizzatori sociali? «Per me non è un tabù. Con la crisi che avanza e la cassa integrazione che si dilata, rischiamo di non poter dare niente a chi resta senza lavoro, ai co.co.co...certo sarebbe stato meglio non buttare i soldi su Alitalia o sull'Ici. Va benissimo la lotta all'evasione, come dice Franceschini. Ma le pensioni non possono essere un tabù».

Torna all'inizio


A spiegare il dietrofront annunciato dal ministro Sacconi per l'innalzamento a 65 an... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi A spiegare il dietrofront annunciato dal ministro Sacconi per l'innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne della Pubblica amministrazione (in realtà misura obbligata vista la condanna da parte della Ue) ci sono considerazioni economiche e politiche. Le seconde più importanti delle prime. Mettere adesso sul tappeto la questione pensioni rischia di creare, nelle parole del titolare del Welfare, un clima d'ansia poco opportuno - oltre ad un inevitabile irrigidimento del sistema - in un quadro pervasivamente dominato dall'incubo di una crisi economica mondiale che perfino un personaggio ultramisurato come Gianni Letta avverte «si protrarrà nel tempo». In realtà il primo a parlare della necessità di rivedere il sistema previdenziale è stato un altro Letta, Enrico, creando non pochi malumori del Pd già impegnato con Franceschini ad incalzare palazzo Chigi sul tema dell'assegno ai disoccupati, e costringendo il leader Democratico a spiegare che si tratta di due cose diverse: politicamente, cioè, non sommabili. L'eventualità che il governo agisse sulle pensioni delle statali ha fatto il resto, facendo suonare l'allarme rosso. Soprattutto perchè oltre all'immediato - e scontato - no della Cgil si è aggiunto un netto e determinante stop arrivato dalla Cisl. Ed è chiaro che nè Berlusconi né la sua maggioranza possono permettersi di intervenire su un fronte tanto delicato con le forze sindacali che si mettono di traverso. Insomma, se ne riparlerà: fermo restando l'obbligo all'allineamento imposto dall'Europa, se la crisi si allargherà, sarà giocoforza intervenire anche sulla previdenza. Ma non ora. Il perché è evidente. Se si guarda alla trama così aggrovigliata delle pensioni, si capisce che tirare quei fili non conviene a nessuno. Non al Pd, perchè inserisce un elemento di divaricazione difficile da gestire, in un partito che al contrario ha bisogno come il pane di compattezza. Non al premier e alla coalizione di governo, perchè rischia di creare una rupture in quella "coesione sociale" che sempre Gianni Letta ritiene essenziale «per riavviare lo sviluppo». Non al sindacato confederale, già alla prese con problemi massicci di tenuta e di rappresentatività, senza contare la questione dell'unitarietà d'azione già andata a picco su parecchi altri fronti, dal salvataggio dell'Alitalia alla disciplina del diritto di sciopero per inibire le agitazioni selvagge. «La riforma delle pensioni non è un tabù», insiste Emma Bonino. E' vero. Ma per ora sono in molti pensare che è meglio che la sua resti una voce isolata.

Torna all'inizio


Lufthansa lancia la sfida ad Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi La compagnia tedesca utilizzerà due nuovi aerei. Sarà ampliato anche il network con le capitali europee Lufthansa lancia la sfida ad Alitalia Dal primo aprile via ai collegamenti tra Malpensa e Roma, Napoli, Bari

Torna all'inizio


ROMA Lufthansa ci crede. Crede cioè in Malpensa e, soprattutto, nel mercato italiano s... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 05 Marzo 2009 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA Lufthansa ci crede. Crede cioè in Malpensa e, soprattutto, nel mercato italiano se è vero che ha deciso di aprire tre nuovi collegamenti proprio da Malpensa con tre centri importanti della nostra penisola, a partire dal primo aprile. Non è, ovviamente, uno scherzo: la compagnia tedesca ha precisato che i suoi aerei collegheranno lo scalo lombardo con Roma (quattro volte al giorno), Napoli (due) e Bari (una). Saranno messi in pista due nuovi aerei, Airbus 319, che andranno a rafforzare la sua flotta, da sei a otto jet. Che i tedeschi vogliano affrontare la crisi (anche quella del trasporto aereo) con determinazione lo dimostra pure il loro impegno ad ampliare l'offerta europea: agli attuali collegamenti con Parigi e Barcellona si affiancheranno quelli con Bruxelles, Budapest, Bucarest e Madrid. Da fine marzo il network si accrescerà ulteriormente con l'ingresso di Londra e Lisbona. Sono queste le proposte più immediate e concrete di Lufthansa Italia, la "filiale" tedesca creata alla fine del novembre scorso per occupare lo spazio del mercato aereo italiano creato dal disimpegno della nuova Alitalia. «In poche settimane - ha commentato Karl Ulrich Garnadt, membro del cda e vice presidente esecutivo dell'aviolinea tedesca - Lufthansa Italia si è stabilita con successo sul mercato italiano. L'andamento delle prenotazioni è così positivo che possiamo già ampliare la nostra offerta». Una operazione che è anche una sfida per la nuova Alitalia. Roberto Colaninno e Rocco Sabelli lo hanno capito benissimo, tanto è vero che hanno preannunciato l'avvio di nuove iniziative commerciali sulla Milano-Roma e non soltanto per fronteggiare l'altro "nemico", che si chiama "Freccia rossa" e viaggia sui binari dell'Alta Velocità. Soddisfatta naturalmente la Sea, la società di gestione degli aeroporti milanesi, che dopo il cambiamento di rotta di Alitalia vede nei tedeschi il partner più abbordabile e sicuro. «Non può che farci piacere - ha osservato Davide Boni, capo delegazione della Lega nella Giunta regionale della Lombardia - che una compagnia straniera spezzi il monopolio sulla tratta Milano-Roma». Chiaro che la maggiore presenza di Lufthansa sullo scalo di Malpensa potrà dare ossigeno all'infrastruttura come è altrettanto chiara la volontà tedesca di allargare la sfera d'influenza sul bacino dell'Europa centrale. Non per niente ha lanciato un'opa su Austrian Airlines. Ma probabilmente è anche vero che la scelta di atterrare sullo scalo varesino è una scelta obbligata in quanto Linate è saturo e non potrebbe accogliere nuovi clienti. Insomma, se l'area padana è commercialmente appetibile per i tedeschi, non c'era e non c'è altro soluzione che puntare sullo scalo varesino. Comunque a Malpensa atterra una compagnia tra le più grandi e agguerrite del mondo. E' l'autentico pilastro del gruppo Star Alliance (Alitalia è in Sky Team), può contare su una flotta di oltre 340 aerei, dà lavoro a circa 92.000 persone, ha per hub principale e quartier generale Francoforte, ma è rilevantissima la sua presenza anche sugli hub di Monaco e Zurigo. In Italia, è stato un partner forte e di sicuro affidamento per Air One.

Torna all'inizio


L'offensiva di Lufthansa: pronti i voli Milano-Roma (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-03-05 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Dal primo aprile L'offensiva di Lufthansa: pronti i voli Milano-Roma Lufthansa lancia la sfida ad Alitalia: da inizio aprile decollerà da Malpensa verso Roma, Napoli e Bari. E il prossimo passo sarà l'inaugurazione di rotte intercontinentali da Milano. A PAGINA 3 Querzé

Torna all'inizio


Lufthansa chiede un terminale a Malpensa (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-05 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Lufthansa chiede un terminale a Malpensa La compagnia tedesca: pronti a volare su Roma, Napoli e Bari. Formigoni: stiamo trattando anche con Alitalia «Vogliamo operare anche sulla tratta che da Linate vola su Roma Ce lo chiede la nostra clientela» Lufthansa Italia parte con il piede giusto. E rilancia: da aprile la compagnia collegherà Malpensa anche con Roma, Napoli e Bari. Un ulteriore passo che serve a preparare il grande balzo verso le rotte intercontinentali. Tra quanto tempo? Molto dipenderà dall'effetto volano che potrebbe innescarsi grazie al coinvolgimento della compagnie che fanno parte di Star Alliance, il network di Lufthansa. Dal canto suo Sea raccoglie i frutti dell'investimento fatto su Lufthansa oltre un anno fa, non appena Alitalia annunciò la drastica riduzione della sua presenza a Malpensa. «In primavera inviteremo tutti i partner della Star Alliance ad un grande evento che servirà a mostrare le potenzialità di crescita di Malpensa», annuncia il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi. La società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa è inoltre disposta a riservare un terminal alle compagnie della Star Alliance. Ma il rilancio di Lufthansa Italia non riguarda soltanto Malpensa. «Vogliamo operare anche sulla tratta Linate-Roma. Ce lo chiedono i nostri passeggeri. La nostra richiesta di slot è appena stata rifiutata. Ma insisteremo. Se solo fosse possibile saremmo pronti a mettere dieci collegamenti al giorno dal Forlanini a Fiumicino», fa il punto Karl Ulrich Garnadt, il numero due di Lufthansa. I tedeschi non hanno nessuna intenzione, almeno per ora, di chiedere un ridimensionamento del Forlanini: «E' evidente che per i milanesi è troppo comodo, soprattutto per i movimenti giornalieri, partire da Linate ». In questo primo mese di attività Lufthansa sta ottenendo buoni risultati. «Il nostro coefficiente di riempimento dei voli da Malpensa supera il 50 per cento — dice Garnadt —. E bisogna tenere conto che il settore sta attraversando una fase di crisi. Nel mese di febbraio i passeggeri trasportati da Lufthansa su Malpensa sono stati 81 mila. Poco meno dei 90 mila serviti da Alitalia. Forse la Magliana sente il fiato dei tedeschi sul collo? «La concorrenza fa bene, si sa — risponde il presidente della Regione, Roberto Formigoni —. Diciamo che la rincorsa è reciproca. Gli operatori del settore hanno capito che Malpensa offre opportunità vere». Certo è che le trattative della Magliana con Milano registrano nuove aperture. Ieri l'ultimo incontro dei vertici Alitalia al Pirellone. Formigoni parla di «reali aperture». E di altri quindici giorni per tirare le somme. Rita Querzé rquerze@corriere.it

Torna all'inizio


Tre rotte da Malpensa Lufthansa sfida Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-03-05 num: - pag: 22 categoria: REDAZIONALE Trasporti Da aprile collegamenti per Roma, Napoli e Bari Tre rotte da Malpensa Lufthansa sfida Alitalia I tedeschi: «Chiediamo di partire anche da Linate» Gli aerei della compagnia passeranno da sei a otto. «Da agosto pronti a fare 150-200 assunzioni» MILANO — «Da quando ci siamo insediati a Malpensa, il due febbraio scorso, abbiamo avuto 32 giorni di lavoro perfetto. Le operazioni si svolgono in orario: meglio che in Germania. E la risposta dei passeggeri ha superato le aspettative». Questa la premessa con cui Karl Ulrich Garnadt, numero due di Lufthansa, ha annunciato un'accelerazione degli investimenti della compagnia tedesca sullo scalo varesino. Dal primo aprile Lufthansa Italia decollerà da Malpensa verso tre nuove rotte domestiche: Roma (quattro volte al giorno) e poi Napoli e Bari (entrambe due volte al giorno). Il prossimo passo sarà l'inaugurazione di rotte intercontinentali da Malpensa. Inoltre Garnadt rilancia sul Forlanini: «Vogliamo anche noi volare da Linate a Fiumicino. Gli italiani trarrebbero vantaggio dalla concorrenza». Le tre nuove rotte domestiche si aggiungeranno alle otto gia preventivate da Lufthansa: Barcellona, Parigi, Madrid, Bucarest, Budapest, Bruxelles, Lisbona e Londra. Oggi Lufthansa impiega in Italia 1.300 persone. «Da agosto siamo pronti a fare 150-200 assunzioni. Piloti Decollo Una hostess tedesca a Malpensa: da inizio febbraio Lufthansa Italia opera nello scalo lombardo, da dove vola su Parigi Barcellona, Bruxelles, Budapest, Bucarest e Madrid

Torna all'inizio


<Ora Colaninno apre sull'hub lombardo> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-03-05 num: - pag: 23 categoria: REDAZIONALE Roberto Formigoni (presidente della Regione) «Ora Colaninno apre sull'hub lombardo» MILANO — «Ottima notizia». Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni (foto), approva la crescita di Lufthansa su Malpensa. E Alitalia? Oggi ha tre collegamenti intercontinentali su Malpensa. Mettiamo una pietra sopra la trattativa? «No. Da quindici giorni sono in corso incontri con lo stato maggiore della Magliana». Alitalia sposterebbe 11 rotte intercontinentali da Fiumicino a Malpensa solo se Linate fosse ridotta al Milano-Roma. «Rispetto a questa posizione ci sono aperture sostanziali». In concreto? «Parliamo del ritorno di Alitalia a Malpensa con un numero di rotte intercontinentali vicino alle 17 di partenza. E una razionalizzazione di Linate». Solo voli domestici al Forlanini? «Anche le principali rotte europee». A queste condizioni si può lasciare ad Alitalia il monopolio sulla Linate-Roma? «Sì. Perché il comportamento di Alitalia sarebbe quello di una compagnia di bandiera». E la liberalizzazione delle rotte su Malpensa? «Questo è il piano due. Pronto a scattare, insieme con la liberalizzazione sulla Linate-Roma, se non si trova l'intesa con Alitalia». E Lufthansa? Una compagnia per tutte le stagioni? «I tedeschi sanno della trattativa con Alitalia. In caso di rottura con Colaninno, chiederemmo loro un impegno ancora più forte». Ri. Que.

Torna all'inizio


E' ora di lasciar fallire le banche. (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 43 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 55 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (3) capitalismo (3) cina (17) crisi (2) democrazia (57) economia (25) era obama (9) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (55) globalizzazione (36) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (2) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni enrico: non so se questa è la decisione più equa Quei piccoli risparmiatori che in buonafede hanno affidato i... Rodolfo de Trent: Marcello, capisco e apprezzo la sua onestà e chiarezza d'animo. Forse io sono un po' scosso,... Marcello Foa: Caro Quixote, la ringrazio per la citazione dell'intervista a Arthur brooks, che sta suscitando... Quixote: Dottor Foa la sua intervista ad Arthur Brooks pubblicata oggi conferma parecchi dei miei timori. Forse AB... gianmarco: sara' una analisi un po minimalista ma a me Obama ricorda tanti tizi che conosco che di botto si... Ultime news Pensioni, Bossi: "La scelta alle donne" Bonaiuti: "Accordo con le parti sociali"Gm verso la bancarotta Dubbi sulla continuitàSudan, Bashir in piazza con i manifestanti Pechino: stop all'OnuImprese, voci dall'Italia che reagisce alla crisi Racconta la tua storiaAllarme di Tremonti: "Il 2009 peggio del 2008""Nelle coscienze borghesi il comunismo sopravvive alla sua stessa morte"L?ingorgo, un "passatempo" che costa 40 miliardi di euroFranceschini: "Non mi ricandido"Così la sinistra crea le scuole "ghetto"Cassano-Pazzini: la Samp affonda l'Inter Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March 2009 M T W T F S S « Feb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post March 2009 (3) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts E' ora di lasciar fallire le banche. Quando Obama supplica il mondo. Ma Obama combatte davvero le lobbies? In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Ma è questo l'Obama italiano? Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


ALESSANDRA CHELLO LA CONCORRENZA è SERVITA. DELLA SERIE: PER STRAPPARE MOLTI CLIENTI DALLA S... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

ALESSANDRA CHELLO La concorrenza è servita. Della serie: per strappare molti clienti dalla scaletta della compagnia avversaria, meglio giocare d'anticipo. Detto fatto. I tedeschi scendono in campo. E mettono sul tavolo la carta d'oro per bruciare sul tempo la rinata Alitalia. Così la Lufthansa si rafforza in Italia. E annuncia altre tre destinazioni raggiunte da Malpensa a partire dal primo aprile. E potenzia la sfida al gruppo tricolore. Dopo il debutto, il 2 febbraio scorso, di Lufthansa Italia con il Malpensa-Barcellona, seguito dal collegamento per Parigi, questa settimana decollano i voli dallo scalo varesino per Bruxelles, Budapest, Bucarest e Madrid e da fine marzo il network verrà esteso a Londra e Lisbona. Dal primo aprile, le destinazioni saliranno ad undici con Roma (prima gestita da AirOne che ormai fusa con Alitalia dal 28 marzo prossimo cesserà la collaborazione commerciale con Lufthansa), Napoli e Bari. La flotta crescerà da sei a otto aerei. L'allargamento della concorrenza sul mercato italiano viene accolta positivamente dalla compagnia low cost easyJet, sicura che ci sarà una spinta ulteriore al miglioramento del servizio e maggiori vantaggi ai viaggiatori italiani ed europei. Per rispondere alle nuove sfide del mercato, Alitalia punta ad una collaborazione forte con le agenzie di viaggio. Intanto oggi a Roma è previsto un incontro con i rappresentanti delle agenzie di tutta Italia, che la compagnia vuole coinvolgere di più per «consolidare il ruolo di compagnia scelta da tutti i viaggiatori che partono dall'Italia e che vengono in Italia, ed essere leader nel mercato domestico con un network completo sul medio e lungo raggio». Dopo quattro settimane, Lufthansa Italia si è stabilita «con successo sul mercato italiano - ha commentato il vice presidente esecutivo di Lufthansa Karl Ulrich Garnadt - L'andamento delle prenotazioni per i prossimi mesi è così positivo che possiamo già ampliare la nostra offerta. Penso che la concorrenza farebbe bene anche ai consumatori italiani». Soddisfatto del collegamento con Malpensa anche l'amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola, anche se poi confessa di avere come obiettivo il collegamento su Monaco con un volo mattina-sera. Intanto, traffico regolare ieri all'aeroporto di Fiumicino per i voli Alitalia, dopo l'ordinanza con cui il ministro dei trasporti, Altero Matteoli, ha differito lo sciopero di 24 ore proclamato dal sindacato autonomo Sdl. Un componente della segreteria nazionale del sindacato e dipendente di Atitech (società del gruppo Alitalia che si occupa di manutenzione pesante), Pasquale Vitiello, si è incatenato davanti ai cancelli di ingresso della società a Napoli, perchè il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, vuole vendere le partecipazioni in società di manutenzione (anche Alitalia Maintenance System e manutenzione di Fiumicino), venendo meno agli accordi di palazzo Chigi del settembre 2008. E proprio su questo argomento, i segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugltrasporti chiedono un incontro urgente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

Torna all'inizio


SFIDANDO L'ALITALIA, A SUA VOLTA SOTTO SCACCO PER L'ARRIVO DEL SUPERTRENO FRECCIA ROSSA LU... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Sfidando l'Alitalia, a sua volta sotto scacco per l'arrivo del supertreno Freccia Rossa lungo l'asse Roma-Milano. L'attacco dei tedeschi non è estemporaneo, e non resterà isolato: i dirigenti di Lufthansa hanno fatto bene i conti e, dopo avere perso la volata con Air France per entrare nel capitale della nuova Alitalia, giocano la loro partita in un mercato come l'Italia che giudicano strategico. La rotta Roma-Milano e viceversa, per esempio, è con la Francoforte-Monaco la più profittevole d'Europa, una vera gallina dalle uova d'oro. E i conti di Alitalia, compreso il risanamento della società, dipendono in modo essenziale dal presidio del mercato domestico, laddove la regola d'oro per tutte le grandi compagnie europee è quella di essere dominus sul territorio nazionale. Da qui si spiega anche il nervosismo per la sfida delle Ferrovie e la necessità per Alitalia di studiare nuove mosse per una controffensiva. In pochi mesi, dobbiamo riconoscerlo, il mercato del trasporto «ricco», di fascia alta come appunto la tratta Roma-Milano, si sta aprendo e siamo passati da un sostanziale duopolio (Alitalia e Air One) a una concorrenza che non potrà non fare bene agli utenti e alle aziende. Per i consumatori gli unici due parametri che contano sono il prezzo e la qualità del servizio. Sul primo punto, la competizione treno-aereo ha già prodotto alcuni effetti positivi, mentre resta ancora ingiustificato il costo del biglietto per un volo da Napoli o da Roma verso Milano. Quindi le tariffe dovranno scendere e la concorrenza si sposterà sulla qualità. I treni Freccia Rossa, per esempio, sembrano usciti da un'altra storia rispetto a quella che abbiamo conosciuto per decenni con le nostre disastrate Ferrovie. Durante gli ultimi viaggi, ho trovato sul treno perfino un delegato per la pulizia delle toilette (troppo spesso i bagni sui treni sono fuori uso) e con lo spuntino è arrivata anche una bottiglia di olio extravergine toscano. Segni, finalmente, di un'attenzione concreta al cliente. Quanto alla qualità del servizio di Alitalia, il primo passo che la ex compagnia di bandiera dovrà fare, in concorrenza con il treno e anticipando Lufthansa, è quello di introdurre proprio sulla rotta Roma-Milano i voli navetta. A ciclo continuo, come avviene in tutti i paesi civili. E senza le attuali rigidità per cui se vuoi spostare un volo anche di un'ora hai bisogno di pagare extra e tariffa piena. Ma la concorrenza farà bene anche alle società oggi in campo. La prima vita di Alitalia si è risolta in un suicidio anche perché il suo mercato di riferimento è stato troppo protetto, e dietro il paravento di una posizione più che dominante si coltivavano, a tutti i livelli, sprechi e privilegi. Ora la musica cambia. E la seconda vita di Alitalia entrerà nella fase della maturità, e dei guadagni, se i suoi dirigenti sapranno offrire prezzi e qualità competitivi: questa è la loro partita. Quanto alle Ferrovie, l'accusa di essere un'azienda da concorrenza sleale perché protetta dall'ombrello di un finanziamento dello Stato pari a 3,6 miliardi di euro (solo per il bilancio 2008) ha un suo fondamento nei numeri, ma non tiene conto del fatto che sotto il marchio Fs ci sono una serie di tratte che non potranno mai essere in attivo e garantiscono, come è giusto, la par condicio degli italiani rispetto al servizio pubblico ferroviario. Questa particolare condizione, però, non deve significare, come è avvenuto in passato, che le Ferrovie rappresentano una zona franca, nella quale i cittadini pagano pegno, specie se viaggiano, come i pendolari, sulle tratte meno ricche. Traducendo: con i soldi che le Ferrovie guadagneranno grazie ai treni Freccia Rossa e al servizio dell'alta velocità, ci aspettiamo gli investimenti necessari, a partire dai vagoni e dalle locomotive, per un netto miglioramento dell'offerta su tutta le rete e non solo lungo la verticale Napoli-Milano. Altrimenti la concorrenza si ridurrebbe a un ulteriore scarto tra viaggiatori di serie A e di serie B. Due gironi, per due Italie. Antonio Galdo

Torna all'inizio


Il ministro della buonavita (sezione: Alitalia 2)

( da "Foglio, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

5 marzo 2009 Il ministro della buonavita Come Maurizio Sacconi, ex socialista e titolare del Welfare, si è fatto soldato bioetico in nome di un "laicissimo dubbio" Il giovane vecchio, l?universalismo selettivo, il welfare responsabilizzante: al ministro del Welfare Maurizio Sacconi piacciono gli ossimori. Ha riempito di ossimori un intero Libro verde in cui si proponeva di abrogare il Sessantotto e le sue ancelle: la pigrizia, la spocchia intellettualoide, la distrazione delle famiglie, “la perfida incultura” dell?assistenzialismo e del nichilismo che mette in moto un declino inarrestabile. Ma c?è un ossimoro che veste Sacconi stesso. Due parole apparentemente in contrasto: crociato laico. “Un laicissimo dubbio”, ha detto un giorno il ministro, “mi ha spinto ad agire”. Laicissimo “perché anche se oggi credo” la religione non c?entra con la mia azione senza se e senza ma attorno “al valore della vita e al suo confine con la morte”. Era un?azione estrema fino all?estremo su un caso estremo, il caso Englaro. E allora non c?è stato più spazio per l?ossimoro ma soltanto per i giudizi netti: o sei con Sacconi o sei contro Sacconi. O lo sposi o lo rigetti. Perché Maurizio Sacconi è l?uomo che ha detto “no” dopo che un tribunale, in ultimo grado, aveva detto “sì” a Beppino Englaro. E? l?uomo che con un atto di indirizzo ha detto “siete fuorilegge” alle strutture ospedaliere o convenzionate che si erano dette disponibili ad attuare la sentenza e dunque avviare il protocollo di distacco del sondino per l?alimentazione e l?idratazione di Eluana. E? l?uomo del decreto della discordia Berlusconi-Napolitano, denunciato dai radicali per violenza privata ed esaltato dai pro-life per tenacia pubblica. L?uomo che da settimane dice: in nome del principio di precauzione scelgo la vita anche se vita è stato vegetativo persistente, e da altrettante settimane si sente dire: in nome del principio di autodeterminazione si deve poter scegliere la morte quando vita è stato vegetativo persistente. E? il ministro con l?aspetto dello zio pacioccone che quando Berlusconi parla di “anarchia etica” si scalda, si tortura, insiste e non desiste. L?uomo delle istituzioni che legge la motivazione del giudice ma non si ferma. Il padre che ascolta l?invito di un padre – vieni a vedere com?è ora Eluana – ma non si ferma. Il liberale che ignora le proteste di piazza ma pur tuttavia“capisce”. Il ministro dialogante che dice vado avanti anche senza di voi e non accoglie neanche un punto dell?opposta versione dei fatti e della vita: non puoi imporre l?alimentazione e l?idratazione, non puoi impedire l?attuazione della sentenza, non puoi sostituirti a Beppino, alla madre, a Eluana stessa, leggi la Costituzione, lasciala andare, lascia stare. Niente e nessuno poteva fermare il Sacconi che dichiarava “rispetto tutti” ma prometteva di voler “lottare contro il tempo costi quel che costi”. Il Sacconi con le occhiaie nere inghiottito dalla poltrona del suo ufficio durante l?intervista a “Porta a Porta” – dolore e tormento a galla, ma nessun passo indietro all?orizzonte. Il Sacconi accusato di integralismo che apprende della morte di Eluana e si accascia come una bambola sgonfia sul banco del Senato – il banco su cui un tempo sbatteva la scarpa come Nikita Kruscev all?Onu, ed era una suola che risuonava contro Franco Marini, allora presidente dell?Aula: Franco non negarmi il diritto d?intervento. *** O lo approvi o lo disapprovi, ma in entrambi i casi lo guardi e trasecoli: Sacconi il laico si è fatto più pro life dei pro life cattolici. Proprio lui, l?ex socialista volenteroso di Conegliano Veneto che sogna “la vita buona nella società attiva”, l?ex militante del Psi che da ragazzo faceva il maestro di tennis per preventiva fede nel lavoretto a breve termine che mantiene le ambizioni a lungo termine, il “boulot alimentaire” che oggi suggerisce ai giovani. Lui, proprio lui, il politico di professione – molte legislature, due sottosegretariati – che ha deciso di andare oltre la professione per essere avanguardia bioetica lottante. Sacconi, il ministro ubiquo che accorpava tre dicasteri in uno (Welfare, Lavoro, Sanità) e correva e si affannava e si adombrava e si lasciava scappare sottovoce un “vaffanculo” all?indirizzo dei dipietristi nascosti nel pubblico di un convegno Cisl, e si divideva fra trattative Alitalia e convegni post blairiani, e rincuorava rimproverando i trentenni male occupati o disoccupati: cari ragazzi non è colpa vostra, no, è colpa degli anni Settanta, della cultura stagnante finto progressista e dei genitori permissivi che vi danno una cuccia ma non vi forniscono aiuto per decidere sul futuro – e però cari miei datevi una mossa e andate a lavorare al bar per pagarvi gli studi, e fate esperienza che vi fa solo bene. Non s?è mai visto un trentenne che non ha mai portato neppure “una cassa di ciliege”, diceva nel luglio scorso a Nunzia Penelope che lo intervistava sul Mondo. E più le domande cadevano sul Sessantotto, più Sacconi si infervorava. E nel corso dell?estate, a ogni intervistatore di ogni possibile giornale e tivù, Sacconi parlava di speranza, di voglia di futuro, di energie salvifiche, di asili, di donne solari non più sole, indipendenti ma supportate, e magnificava la nascita di “nuovi valori” nella “comunità da ritrovare” – servono i corpi intermedi, diceva: non solo la famiglia, ma pure la farmacia, il medico condotto, l?oratorio, il frate, il carabiniere, finanche il poliziotto di quartiere. E si commuoveva, il ministro uno e trino, parlando del suo Veneto che da agricolo s?era fatto industriale passando per l?esaltazione della comunità. E intanto su Internet i forum erano pieni di commenti avvelenati: questo vuole tornare agli anni Cinquanta, questo vuole l?Italia di Don Camillo e Peppone. Ma per Sacconi non era un?offesa, ché “Don Camillo e Peppone” è il suo film preferito. E dunque con ottimismo crescente il ministro continuava a rilasciare interviste sui vizi del “sistema risarcitorio”, sul metodo per debellare l?ubriachezza al volante, sull?aiuto cash agli ultimi degli ultimi, sul non aiuto alla Fiat, sulla falda acquifera della società italiana inquinata dal lassismo paracomunista. Contraeva i muscoli della faccia, Sacconi, e si lanciava senza salvagente nella lotta contro l?assurdità dello spreco massimo: le migliaia di intelligenze buttate che tra i venti e i trent?anni si “riposano”, i giovani vecchi che si svegliano disperati e soprattutto disoccupati – e ti credo, diceva il ministro, studiano Scienze della Comunicazione, mica una solida materia, chessò, Ingegneria. E molto si arrabbiava, Sacconi, con i cattivi maestri, e prometteva di sostenere i giovani vecchi, ma a patto che si responsabilizzassero: se gli offri un lavoro e non lo accettano allora no, basta, che si arrangino. E se la prendeva con i professori sobillatori e autoreferenziali che rimpinzano di boria “quei ragazzi presuntuosi” in senso letterale – che pretendono di sapere e invece non sanno e si buttano in piazza e vogliono cacciare Mariastella Gelmini. E si incarogniva contro i falsi filosofi che inculcano la paura del futuro con quel loro disprezzo per la vita vera che offende e pretende. E forse era un po? già crociato, quel Sacconi terrigno e gioviale d?inizio autunno che inneggiava alla liberazione del paese e lanciava parole d?ordine – natalità, comunità, occupabilità – e poi infondeva pensiero positivo sull?affare Alitalia, più volitivo di un manuale d?autoaiuto americano: ce la possiamo e ce la dobbiamo fare. E poi si smentiva, sconsolato, dopo il ritiro dell?offerta Cai. Non vedo alternative, diceva con le borse sotto gli occhi e il sorriso triste, ma non si arrendeva. E dopo il libro Verde, dopo la consultazione all?inglese degli elettori sul sito del ministero (scriveteci, esortava), prometteva di onorare la memoria dell?amico Marco Biagi, ucciso dalle Brigate rosse, con un libro Bianco (sui valori alla base della riforma del lavoro) e con una busta Arancione (sulle pensioni). Marco e le sue idee ispireranno il governo, diceva Sacconi. Il sacrificio di Marco non sarà vano, pensava. Non rendete vano il sacrificio di Eluana, ha detto dopo aver appreso che Eluana era morta. “Sacrificio”, ed ecco che in molti sobbalzavano: che parola usa? E il giorno successivo Adriano Sofri, su Repubblica, pur concedendo che la frase era stata pronunciata “con non so quanta consapevolezza”, glielo diceva chiaro e tondo: “… bestemmia più enorme di tutte, che accusa di un sacrificio umano, e pretende di riscattarlo, per giunta con una legge folle”. *** Un tempo, molto prima dell?agguato a Marco Biagi, molto prima di Eluana – c?era la spensieratezza alacre dell?“ape che vola”. L?ape che vola era il simbolo dell?associazione per la Sinistra liberale che l?ex socialista Maurizio Sacconi aveva fondato con l?ex pds Sergio Scalpelli nel 1993, in pieno ottimismo della volontà, in piena Tangentopoli e in piena nostalgia per il riformismo che poteva essere e invece era finito dietro i registri degli indagati, dietro i tribunali, dietro le sbarre, dietro i suicidi, dietro lo smantellamento della Prima Repubblica. L?ape che vola era energia compressa che ricominciava a scorrere, erano viaggi sgarrupati in treno un po? per mancanza di fondi un po? per paura dell?aereo – Maurizio guarda come siamo messi, non abbiamo una lira, non abbiamo gli uffici, non abbiamo i militanti, come cavolo facciamo a fare un partito?, gli dicevano ridendo i compagni, ma Maurizio non demordeva e anzi fremeva e ricordava l?asprezza degli esordi: ero un ragazzo, solo un ragazzo, e già combattevo per la libertà ovvero contro i facinorosi figli di papà che si riempivano la bocca di comunismo senza sapere che cosa fosse. E però poi si faceva una risata pure lui, e si lanciava nella sua specialità, le imitazioni: Martelli, Craxi, il Cavaliere. Ma il meglio del meglio era Gianni Agnelli. Un giorno sentivi squillare il telefono e ti pareva davvero di avere in linea l?Avvocato. *** Si offenderebbe un prete, un cardinale. Forse pure un papa, a sentirsi chiamare crociato. Non Maurizio Sacconi, che invece un po? si è offeso quando qualche quotidiano ha accusato il ministro della Salute “di non voler sanare il suo conflitto di interessi” – e il conflitto era Enrica Giorgetti, sua moglie, direttore generale di Farmindustria. Non si offende spesso il ministro ex craxiano che mai si è sentito ex. Al massimo si rabbuia perché soffre di nostalgia inestinguibile – Tony Blair “ha preso da Bettino”, dice Sacconi, e se l?interlocutore si mostra attonito tanto peggio per lui, ché Sacconi porta subito gli esempi: il congresso socialista di Rimini del 1982 e il manifesto del New Labour del 1995 si assomigliano, guarda qui cosa c?è scritto, guarda lì come riecheggia. E poi scuote la testa e si chiede come facciano Giuliano Amato, Enrico Boselli e Bobo Craxi a stare con gli ex pci – io dopo Tangentopoli ho trovato naturale andare con Berlusconi, ha detto Sacconi al Magazine del Corriere raccontando altresì di aver fatto, in gioventù, una “fuga in macchina” con Gianni De Michelis – ed erano anni di fantasmi, sospetti e complotti, e gran timore di un colpo di stato. E si capisce che per Sacconi quel mondo era infinitamente più promettente dell?oggi, si capisce che nulla cancellerà quel lutto, i colpi inferti dal nemico numero due, Tangentopoli, che pur sempre discende dal numero uno: il sessantottismo che ha fatto del (solito) Sessantotto un mito avariato di sogni e progresso. Balle: era già tramonto, palude mortifera, inabissarsi di una generazione, canto del cigno della società industriale. Lo dico io, ma non l?ho inventato io, spiega Sacconi a chi osi nominare quel numero maledetto, Sessantotto. Lo diceva Gianni (De Michelis), il mio mentore, ripete Sacconi, e De Michelis ha sempre confermato pur prendendolo in giro: “E pensare che l?ho trovato comunista”. Saranno pure diversi, i due – Maurizio non andava con Gianni in discoteca al Gilda, non frequentava la Roma o la Milano da bere, tornava sempre nel weekend a Treviso a curare il collegio, il venerdì in piazza all?ora dello spritz, da bravo politico della Prima Repubblica, ma su una cosa Sacconi e De Michelis sono sempre stati concordi: Sessantotto, uguale crepuscolo degli dei già decaduti. *** In nome della ragion laica, il giovane Sacconi, deputato a ventotto anni, si scagliava contro il sindacato beota e contro il foraggio di stato a industrie putrescenti, e se i colleghi più esperti non lo ascoltavano, bivaccando alla buvette, l?onorevole li tampinava tra un supplì e un Campari, e mostrava carte, apriva valigette, spiegava prospetti, e faceva sempre la figura del peone sgobbone – e intanto però lui, Sacconi, si costruiva la base lassù al Nord, e faceva esperimenti di finanziamenti non assistenziali, e beveva litri di vino per cortesia verso l?elettore che gli offriva il brindisi e raccontava la storia della vigna di suo padre e rifiutava i cocktail con la bandierina colorata e ogni diavoleria alcolica troppo moderna. *** “Essere una persona seria non vuol dire sempre essere equilibrati o pacati”, dice la sottosegretaria Eugenia Roccella, il braccio destro bioetico (e a volte ispiratore) di Sacconi. “Persona seria”, dicono ugualmente di Sacconi quelli che con Roccella e Sacconi non sono d?accordo, gli amici ex socialisti di Maurizio, i compagni che davanti ai suoi atti e ai suoi decreti lo guardano e lo interrogano: “Maurizio, che fai? C?è la separazione dei poteri”. Quelli che scuotono la testa quando Maurizio il crociato risponde: “Bisogna fare di più, bisogna fare di tutto”, e anche quando, fiaccato, diventa alfiere di pacatezza: “Ho sempre compreso il grande dolore del padre di Eluana e non ne discuto la scelta, ma confido che presto ci sarà una regolazione tale da rispettare il valore della vita”. E a quel punto gli ex compagni si dissociano e gli dicono “ti voglio bene ma non condivido” e si ripromettono di fargli cambiare idea, sapendo benissimo che Maurizio Sacconi troverà altri mille nuovi ossimori pur di non cambiarla. di Marianna Rizzini

Torna all'inizio


Quando Obama supplica il mondo (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Alitalia

In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 3 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 43 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 55 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (3) capitalismo (3) cina (17) crisi (2) democrazia (57) economia (25) era obama (9) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (55) globalizzazione (36) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (2) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni Dekebalos: Gentile Foa, Complimenti per l'articolo e per l'intervista. E' questo il punto forte... Quixote: L'idea di lasciar fallire le banche intossicate dalla spazzatura finanziaria ha un'aria prettamente... enrico: non so se questa è la decisione più equa Quei piccoli risparmiatori che in buonafede hanno affidato i... Rodolfo de Trent: Marcello, capisco e apprezzo la sua onestà e chiarezza d'animo. Forse io sono un po' scosso,... Marcello Foa: Caro Quixote, la ringrazio per la citazione dell'intervista a Arthur brooks, che sta suscitando... Ultime news Tremonti: "Il 2009? Peggio del 2008 Nuove risorse per gli ammortizzatori"Crisi, Bce taglia i tassi al minimo storico: 1,5% Gm verso la bancarottaSudan, Bashir in piazza con i manifestanti Pechino: stop all'OnuImprese, voci dall'Italia che reagisce alla crisi Racconta la tua storiaBossi sulle pensioni: "La scelta spetti alle donne" Bonaiuti: "Sì al dialogo con le parti sociali""Nelle coscienze borghesi il comunismo sopravvive alla sua stessa morte"La sinistra crea scuole "ghetto"Franceschini: "Non mi ricandido"Avvocati, l'Ordine sospende Di PietroCassano-Pazzini: la Samp affonda l'Inter Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March 2009 M T W T F S S « Feb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post March 2009 (3) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts E' ora di lasciar fallire le banche. Quando Obama supplica il mondo. Ma Obama combatte davvero le lobbies? In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Ma è questo l'Obama italiano? Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Ecco chi si salverà dalla crisi e chi no (sezione: Alitalia 2)

( da "EUROPA ON-LINE" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Ecco chi si salverà dalla crisi e chi no Sacconi non dice tutta la verità su cassa integrazione e sussidi: il paracadute si aprirà solo per pochi. GIOVANNI COCCONI Scordiamoci pure i dipendenti Alitalia: nessun altro uscirà dalla crisi con setteanni- sette di cassa integrazione all?80 per cento di stipendio. Ma i privilegiati non finiscono qui perché anche chi perde il lavoro può ritrovarsi con o senza paracadute. C?è il precario di serie A e quello di serie B. A differenza di quanto sostiene il ministro del Welfare Sacconi (ieri in un?intervista al Corriere della Sera) non è vero che l?indennità di disoccupazione copre tutti i lavoratori dipendenti. Gli apprendisti, per esempio, ne sono esclusi, con l?eccezione di quelli a requisiti ridotti (che abbiano cioè lavorato almeno 78 giorni) che riceveranno un?indennità dopo più di un anno. In ogni caso, per godere dell?indennità, i dipendenti devono avere maturato i requisiti necessari, cioè aver versato i contributi a una cassa previdenziale da almeno due anni. Quindi i lavoratori più giovani sono tagliati fuori. Dall?indennità di disoccupazione restano esclusi anche i parasubordinati, a meno che non si consideri un?indennità di disoccupazione quella elargizione concessa in via sperimentale al 10 per cento dei co.co.pro, in ogni caso compresa tra i 500 e i 1500 euro all?anno. Gli altri lavoratori atipici, per esempio quelli a somministrazione (in affitto), stagionali o a tempo determinato per ricevere qualcosa dovranno avere versato almeno 52 contributi settimanali nell?ultimo biennio. Per capirci, solo nel pubblico impiego si stima che gli atipici siano almeno 360mila. I lavoratori a termine sono esclusi anche dall?istituto della mobilità. E se la cassa integrazione ordinaria viene concessa solo ai lavoratori di imprese medie e grandi, quella in deroga premia tutti i dipendenti solo in teoria. Il recente accordo firmato dal governo con le regioni ha impegnato 8 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali straordinari. Una bella cifra che, per Sacconi, premierà «tutti i lavoratori dipendenti, compresi quelli delle piccole imprese, interinali, gli apprendisti, i contratti a termine». In realtà la deroga per definizione si applica solo in modo discrezionale, soprattutto in tempi di risorse scarse. E chi deciderà i beneficiari? Ministero, sindacati e regioni. «Sarà fortunato chi ha i santi in paradiso » è la sintesi del giuslavorista e senatore del Pd Tiziano Treu, secondo il quale, comunque, sulla scelta peserà molto di più la regione d?Italia che il settore produttivo. «I dipendenti delle piccole e piccolissime imprese si trovano così penalizzati due volte: primo perché a loro non si applica l?articolo 18 e poi perché non possono godere, salvo deroga, della cassa integrazione straordinaria» spiega Stefano Sacchi, docente all?Università Statale di Milano e autore di un libro in uscita dal titolo Fle-insecurity (Il Mulino). Senza considerare che gli strumenti in deroga sono più costosi per la collettività perché il loro finanziamento ricade tutto sulla fiscalità generale e per niente sulle imprese. Il ministro dice che anche per i collaboratori a progetto (quindi non quelli del pubblico impiego) con monocommittenza «è stata introdotto un?indennità pari al 10 per cento di quanto guadagnato l?anno prima». Sacconi parla di una platea di 600mila persone ma Sacchi stima il numero dei potenziali beneficiari al massimo in 125mila persone, «ma in realtà saranno molto di meno, e in gran parte al Sud». Ma quanti sono i lavoratori a rischio oggi in Italia? Difficile dirlo. Oggi quelli a termine sono circa due milioni e mezzo, di cui 300mila con contratto scaduto a dicembre 2008. La recessione difficilmente risparmierà gli altri. E si salverà solo chi potrà.

Torna all'inizio


"petruzzelli sicuro, bondi ci autorizzi" - ilaria ficarella (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Bari "Petruzzelli sicuro, Bondi ci autorizzi" E ora gli operatori turistici russi chiedono volo diretto con Mosca Tutto in regola, tranne il foyer. L´appello di Emiliano: "Se Berlusconi sapesse..." Aeroporti di Puglia bussa al ministro "Servono cinquanta milioni di euro" Sopralluogo della commissione La mancanza della prova di resistenza non è un ostacolo ILARIA FICARELLA Cinquanta milioni di euro per completare le infrastrutture aeroportuali pugliesi. E´ questa una delle tre richieste che ieri la Regione Puglia e la Aeroporti di Puglia hanno presentato al ministro dei Trasporti Altero Matteoli. L´incontro fa seguito a un faccia a faccia avuto la settimana scorsa fra i rappresentanti della giunta Vendola e il commissario europeo ai Trasporti Antonio Tajani, organizzato dagli europarlamentari pugliesi Salvatore Tatarella e Enzo Lavarra. "Il ministro si è detto disponibile a tenere in considerazione le nostre richieste � spiega l´amministratore delegato di Adp Domenico Di Paola � ma più importante è che si sia creata un´interlocuzione istituzionale diretta". Intanto ieri quattro dei più grandi tour operator russi, intervenuti al convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Bari sulle opportunità di turismo in Puglia offerte dal mercato della federazione, hanno richiesto a gran voce che venga ripristinato un collegamento diretto fra Mosca e il capoluogo pugliese. Tre richieste per rilanciare il sistema aeroportuale pugliese. L´assessore regionale ai Trasporti Mario Loizzo ha sostenuto anche dinanzi al ministro Matteoli la necessità di rendere più flessibili i vincoli imposti dalla normativa europea per la formulazione dei nuovi bandi destinati a incentivare nuove compagnie aeree a operare dalla Puglia. "Se, come sembra � spiega Loizzo � troveremo un accordo anche con il sostegno del Ministero, la Regione sarà in grado di mettere a disposizione incentivi per 30-40 milioni di euro". E´ invece di 50 milioni di euro invece la richiesta avanzata da Adp e Regione per completare le infrastrutture aeroportuali pugliesi: i finanziamenti, rivenienti dal fondo Enac delle cosiddette risorse liberate, sarebbero utilizzabili subito per completare l´ampliamento dell´aerostazione di Bari e apportare migliorie al sistema brindisino e foggiano. Inoltre a Matteoli è stato chiesto di intervenire rispetto alla vicenda dello slot sulla tratta Bari-Linate tenuto bloccato da Alitalia e chiesto dalla Air Italy. "Insistiamo sul fatto che la deroga all´antitrust non ha senso su tratte da e per il Mezzogiorno � insiste Loizzo � Peraltro l´arrivo in Puglia di Lufthansa, Iberia conferma che il nostro mercato è più che appetibile e va sostenuto".

Torna all'inizio


la consob: devono essere risarciti i risparmiatori che hanno investito in alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 29 - Economia Il caso La Consob: devono essere risarciti i risparmiatori che hanno investito in Alitalia ROMA - La Consob propone di risarcire azionisti e obbligazionisti della ex Alitalia danneggiati dopo la sospensione e la revoca dei titoli dalla Borsa. «Va data una qualche forma di risarcimento», dice Lamberto Cardia a Panorama. E Ferrovie replica all´ad di Alitalia (dopo l´accusa di "ruolo ambiguo") e annuncia che si riserva azioni a tutela dell´immagine.

Torna all'inizio


È rissa fra Alitalia e Fs (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

È rissa fra Alitalia e Fs lite su roma-milano, sovvenzioni statali e ritardi dei treni a natale Sabelli parla di competizione sleale, le Ferrovie minacciano di andare in tribunale roma. Treni contro aerei. La sfida, dalla tratta Roma-Milano, rischia di spostarsi in una sede poco consona a Boeing e Pendolini: il tribunale. Ieri, infatti, Ferrovie dello Stato ha annunciato di voler «utilizzare ogni strumento nelle opportune sedi per la tutela della propria immagine» dopo il recente attacco dell'amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli. Il manager dei cieli aveva parlato di «ruolo ambiguo sul mercato« da parte di Fs, «soprattutto per quanto riguarda la Roma-Milano», tirando in ballo anche sovvenzioni statali e ritardi dei treni nel periodo delle feste natalizie. «Per quanto attiene al servizio offerto da Fs su questa tratta - si legge in una nota delle Ferrovie - va subito e fermamente evidenziato che la concorrenza è corretta e leale ed oggettivamente legata allo sviluppo tecnologico ed alle strategie di impresa adottate che hanno portato frutti, da tutti riconosciuti, a seguito di una lunga pianificazione e di tanto lavoro». Per Fs, ogni riferimento a «sovvenzioni improprie da parte dello Stato» sarebbe poi «del tutto incongruo e strumentale : i corrispettivi pubblici sono infatti relativi ai servizi universali contrattualizzati (il loro importo per treno è peraltro inferiore a quello oggi percepito negli altri Paesi europei), dai quali è esclusa l'Alta Velocità». Le Ferrovie poi affondano il colpo, sostenendo che «la superiorità tecnico-logistica del trasporto ferroviario raggiunta con l'Alta velocità rispetto all'aereo è ormai un fatto incontestabile, a prescindere dalla capacità organizzativa e di vendita dei vettori aerei». Secondo le ultime rilevazioni, sottolinea infine la nota, «il dato di soddisfazione della clientela sull'Alta Velocitàè al 90%, mentre quella relativa agli Av Fast (cioè i no-stop del servizio Roma-Milano) è addirittura al 92%». Fs aggiunge poi che «per paradosso, l'affermazione di Sabelli : "noi ci troviamo a dover competere con un'azienda che non è un'impresa" fotografa una realtà oggettiva che di fatto penalizza fortemente le Ferrovie, essendo questa una società pubblica soggetta a regolamentazione propria delle pubbliche amministrazioni». «Sabelli - si legge ancora nella nota di Ferrovie - non conosce, infatti, tetti ai compensi dei manager, alle consulenze, alla pubblicità, non esplica gare pubbliche per l'acquisto degli aerei e dei materiali e forniture, per formare partnership con i relativi tempi e contenziosi presso i giudici amministrativi, non è soggetto al controllo contabile dei giudici erariali e così via». Le Ferrovie ritengono infine che «i ritardi attribuiti ai treni di Fs» sono un «errore macroscopico». La nota spiega che «i dati certificati sui ritardi medi a gennaio e a febbraio segnano rispettivamente 4,9 e 4,4 minuti per treno.I ritardi analizzati dalla rivista Altroconsumo e riportati martedì da Sabelli si riferiscono ad un periodo particolarmente critico dal punto di vista meteorologico» cioè quello delle festività natalizie, «nel quale gli aeroporti di mezza Italia erano chiusi per neve». Insomma, chi gestisce i treni risponde colpo su colpo e restituisce la palla (di neve?) nei cieli solcati da Alitalia. Proprio non sono andate giù le parole di Sabelli, che si era lasciato andare a critiche pesanti - quanto inattese - autodefinendosi, nel suo discorso anti-Fs, «un cittadino italiano contento di un'alternativa tecnologica al volo sulla Roma-Milano» e non certo «un tifoso o un talebano dell'aereo». Tuttavia le sue parole - pronunciate al convegno di Uiltrasporti, "Trasporto aereo, il momento del rilancio" non sono state ben accette da chi gestisce il traffico italiano su rotaia, soprattutto frasi come: «Le Ferrovie sono un nostro competitor, ma hanno denaro dallo Stato. Quindi, competiamo con un'azienda che non è un'impresa: cominciamo, allora, a separare la contabilità sulla Roma-Milano, confrontiamoci e vediamo se c'è una competizione giusta oppure no». Per concludere con: «Se Alitalia avesse fatto gli stessi ritardi di Ferrovie durante le feste, l'Enac ci avrebbe ritirato la licenza». Perfino il presidente dell'Enac, Vito Riggio, aveva fatto intendere che Sabelli aveva forse alzato troppo il tiro. Cosìè stato. A tal punto da far sbottare i vertici di Fs. Roberto Scarcella scarcella@ilsecoloxix.it 06/03/2009

Torna all'inizio


Le mani dei giudici sulla bad company alla genovese (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

COME ALITALIA GLI INQUIRENTI Le mani dei giudici sulla bad company alla genovese L'indagine potrebbe allargarsi a tutte le operazioni simili Aperta un' inchiesta sulla privatizzazione dell'ex Amt L'accusa: il Comune ha perso venti milioni di euro «Scelte che a prima vista sembrano irrazionali per la parte pubblica» La madre di tutte le bad company finisce sotto inchiesta. Certo, ci sono Alitalia e tante altre, ma la prima è stata Ami, l'Azienda Mobilità e Infrastrutture di Genova, la società pubblica nata per liberare dalle voci meno redditizie l'azienda municipale dei trasporti rendendone così possibile la parziale privatizzazione. Ma oggi la nascita di Ami è sotto la lente di ingrandimento della Procura e della Corte dei Conti. Inchieste che hanno portato il pm Francesco Pinto ad aprire un fascicolo per abuso d'ufficio. Fino a oggi l'indagine condotta dal nucleo di polizia tributaria è carico di ignoti, molto presto, però, potrebbero arrivare i primi indagati. Ma non è una storia soltanto ligure: potrebbe mettere in discussione tutte le bad company che sono fiorite in Italia, fino al caso Alitalia. L'ultimo capitolo Come in tante vicende giudiziarie, si comincia da quello che doveva essere l'ultimo capitolo della storia di Ami: nel novembre 2007 il cda della società pubblica genovese prende atto dell'impossibilità per Ami di continuare a esistere. Il neo sindaco Marta Vincenzi lo aveva già chiarito in campagna elettorale: l'operazione voluta dal suo predecessore, Giuseppe Perìcu, non la convince. Vincenzi non intende continuare a tenere in piedi una società che, secondo lei, divora soldi pubblici. Passano pochi mesi e all'inizio del 2008 arriva la liquidazione. Da qui nascono le due inchieste che nelle prossime settimane potrebbero far tremare ancora il mondo politico genovese. Un'operazione necessaria per privatizzare (e salvare) l'azienda di trasporto genovese Amt o un disastro che ha dissipato soldi pubblici? Inquirenti e investigatori sembrano propendere per la seconda ipotesi. Tutto ruota intorno a un numero: 20 milioni di euro che, secondo l'ultima stima dell'accusa, sono andati persi con un vantaggio indebito per il socio privato. Ma si punta anche il dito sulle scelte del Comune che, per l'accusa, ha sottratto ad Ami le entrate previste. Che ha garantito al socio privato consulenze milionarie in grado di rimpinguare gli utili. Che avrebbe portato a una privatizzazione con rischio d'impresa pari a zero per i privati, in grado, però, di guidare l'azienda. L'inizio Tutto comincia nel 2001. L'Amt (Azienda Municipalizzata Trasporti) presenta l'ennesimo bilancio in rosso: 40 milioni di perdite l'anno e, dopo i tagli agli enti locali, il comune di Genova deve integrare il fondo nazionale per i trasporti sborsando 30 milioni l'anno. Un masso che rischia di tirare a fondo il Comune e che avvia l'Amt sulla china del crac. Allora Perìcu gioca la carta della privatizzazione. Ed ecco un'altra analogia con Alitalia: per seguire l'operazione si sceglie la società Dexia, che a sua volta si appoggia allo studio Bonelli Erede e Pappalardo, lo stesso che ha seguito la cessione della compagnia di bandiera. E' il 2004 quando si arriva alla gara, vince Transdev, colosso (pubblico) francese che gestisce il trasporto pubblico di decine di città transalpine, spagnole, inglesi, olandesi e canadesi. Da Amt nasceranno due società. La prima, la stessa Amt, vedrà la partecipazione del Comune (con il 59%) e di Transdev (41%) che investe 22 milioni per gestire il servizio fino al 2011. La seconda sarà Ami, interamente pubblica, che si occuperà delle voci meno redditizie. Ad Ami verranno conferite le attività di manutenzione dei mezzi, le rimesse e il patrimonio immobiliare, e la progettazione delle reti. Ma, per rendere accettabile l'operazione anche alle casse pubbliche, il Comune prevede un patto ben preciso: la manutenzione svolta da Ami sarà pagata 158 milioni in sei anni ai quali si aggiungeranno 28 milioni di affitti. E questo è il nodo delle inchiesta: le condizioni del contratto cambiano rapidamente. I 28 milioni previsti per gli affitti scendono a 18. Non solo: negli anni i milioni previsti per la manutenzione passano da 158 a 93. In cambio, promette il Comune, Ami riceverà altre attività che la compenseranno delle perdite. Un impegno non mantenuto. «Ci sono scelte che, a prima vista, sembrano irrazionali per la parte pubblica», sostengono inquirenti e investigatori. Così è anche per alcuni dettagli della vendita del patrimonio immobiliare di Amt, tra cui la rimessa a Boccadasse, uno dei quartieri più belli di Genova. Compra Abitcoop (che prevede di realizzare una contestatissima operazione immobiliare con torri firmate dall'archistar Mario Botta) e sborsa 33 milioni a fronte di una base d'asta di 18 milioni. «Un prezzo altissimo, ma negli anni successivi Ami sborsa inspiegabilmente quasi cinque milioni di euro per affittare la struttura che ha appena ceduto», ricorda l'accusa. Anche su questo si indaga. Ma c'è il capitolo consulenze: Amt paga oltre cinque milioni di euro in tre anni al socio privato per una consulenza. «Perché il pubblico paga il privato per un'attività di impresa che dovrebbe svolgere in qualità di socio?», si chiedono gli inquirenti. Infine c'è anche il contenuto finora riservato del contratto. «In pratica il privato acquista una società senza alcun rischio, sembra un contratto di investimento più che di impresa. Il privato alla scadenza può vendere recuperando i 22 milioni investiti più un 5 per cento annuo». L'altra verità Pericu, però, non ci sta a vedere messa in discussione la sua «creatura»: «Senza questa operazione l'azienda dei trasporti sarebbe fallita come è successo a Padova con pesanti conseguenze economiche e giuridiche per il Comune. E con un forte disagio sociale per i cittadini». E le perdite di denaro pubblico su cui indagano Procura e Corte dei Conti? «L'operazione ha fatto risparmiare denaro: prima le perdite erano di circa 40 milioni di euro l'anno, oggi, considerando i bilanci di Ami e Amt, non superano i 20 milioni. Invece Standard&Poor's ha confermato la classificazione A ai conti del Comune proprio grazie a questa operazione. Se Ami non fosse stata liquidata nel giro di qualche anno sarebbe tornata in pareggio, per me non era una vera bad company, perché le avevamo conferito attività e beni che producevano utili». Restano i 490 milioni di debiti di Amt nel passivo del Comune di Genova (che ha un'esposizione finanziaria complessiva di un miliardo di euro). Luciano Coccoli, procuratore regionale della Corte dei Conti, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario ha dedicato un passaggio a queste operazioni: «Vogliamo verificare la sussistenza o meno di danni erariali in casi di costituzione, con capitale interamente pubblico, di una sorta di bad company che ha realizzato cospicue perdite di esercizio». L'ultima parola su Ami, e sul futuro delle bad company italiane, passa ai magistrati. Da queste decisioni dipenderanno, forse, le scelte di città che, come Torino, avevano pensato di applicare il modello genovese.

Torna all'inizio


Penalizzati siamo noi che subiamo le regole del settore pubblico (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Penalizzati siamo noi che subiamo le regole del settore pubblico Sabelli non ha limiti di salario ai manager Mauro Moretti [FIRMA]LUIGI GRASSIA Fra Alitalia e le Ferrovie dello Stato è l'ora degli avvocati e delle querele. Pochi giorni fa la compagnia aerea, per bocca dell'amministratore delegato Rocco Sabelli, aveva denunciato il «ruolo quanto meno ambiguo» delle Fs nel trasporto pubblico, perché «nel 2008 hanno avuto dallo Stato 3,66 miliardi di euro, il 17% in più rispetto al 2007. Sono un nostro concorrente sulla Roma-Milano, ma ricevono denaro dallo Stato. Quindi noi competiamo con un'azienda che non è un'impresa: cominciamo, allora, a separare la contabilità sulla Roma-Milano, confrontiamoci e vediamo se c'è una competizione "unfair"» (cioè sleale). A bruciare è l'aggressività dell'Alta velocità ferroviaria, che nel trasporto dei passeggeri da Roma a Milano ha conquistato il 48% del volume di traffico (contro il 32% di prima dell'Av) mentre il mezzo aereo è crollato dal 53% al 39 (le quote residue competono all'auto). Il gruppo Ferrovie, che a caldo aveva reagito (sia pur non in forma ufficiale) malignando sui finanziamenti che la Cai, ora nuova Alitalia, ha a sua volta ricevuto dallo Stato sotto forma di ammortizzatori sociali e di assunzione di debiti, ieri ha dato una risposta più formale e articolata: innanzitutto le Ferrovie «si riservano di utilizzare ogni strumento nelle opportune sedi per la tutela della propria immagine» dopo le dichiarazioni di Sabelli, e nel merito della questione mettono nero su bianco che «ogni riferimento a sovvenzioni improprie da parte dello Stato è del tutto incongruo e strumentale: i corrispettivi pubblici sono infatti relativi ai servizi universali contrattualizzati (e il loro importo per treno è peraltro inferiore a quello percepito negli altri Paesi europei), dai quali è esclusa l'Alta velocità». Per quanto riguarda in particolare la Roma-Milano, «va subito e fermamente evidenziato che la concorrenza è corretta e leale e oggettivamente legata allo sviluppo tecnologico e alle strategie d'impresa adottate che hanno portato frutti, da tutti riconosciuti, a seguito di una lunga pianificazione e di tanto lavoro». Secondo le Fs «la superiorità tecnico-logistica del trasporto ferroviario raggiunta con l'Alta velocità rispetto all'aereo è un fatto incontestabile, a prescindere dalla capacità organizzativa e di vendita dei vettori aerei». Secondo le ultime rilevazioni, sottolinea la nota, «il dato della soddisfazione dei viaggiatori sull'Alta velocità è del 90%, e quella relativa ai non-stop Roma-Milano del 92%». Per paradosso, incalzano le Ferrovie, l'affermazione di Sabelli secondo cui Alitalia si trova a «competere con un'azienda che non è un'impresa» fotografa una realtà oggettiva che «di fatto penalizza fortemente le Fs, essendo la nostra una società pubblica, soggetta alla regolamentazione propria delle pubbliche amministrazioni». Le Ferrovie osservano che «Sabelli non conosce tetti ai compensi dei manager, alle consulenze, alla pubblicità, non esplica gare pubbliche per l'acquisto degli aerei e dei materiali e della forniture, per formare partnership con i relativi tempi e contenziosi presso i giudici amministrativi, non è soggetto al controllo contabile dei giudici erariali e così via».

Torna all'inizio


Cortei a Roma, arrivano le nuove regole di Alemanno (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

DIRITTI Prevista per la prossima settimana la firma del protocollo d'intesa. In alcune piazze saranno consentiti solo sit-in Cortei a Roma, arrivano le nuove regole di Alemanno Carlo Lania ROMA I grandi eventi, come le manifestazioni sindacali o quella del 25 ottobre scorso indetta dal Pd, restano fuori dal protocollo. Alcune piazze, come ad esempio la centralissima Santissimi Apostoli, non potranno più essere il punto finale di un corteo ma saranno destinate a solo luogo di concentramento delle persone per comizi, sit-in e concerti. E a proposito di musica, il grande concerto del 1 Maggio a piazza San Giovanni resta confermato, così come un altro grande appuntamento istituzionale come il 25 aprile. Previsti, infine, tre percorsi attraverso i quali potranno snodarsi i cortei, ma pensati in maniera tale da causare il minore danno possibile alla circolazione delle città. Nessun tetto, infine, al numero di cortei permessi. Ci sono voluti due mesi di discussioni e mediazioni, ma alla fine il protocollo d'intesa che detterà le nuove regole per lo svolgimento dei cortei a Roma è pronto e verrà firmato il 10 marzo prossimo in prefettura da sindacati, partiti e associazioni di settore insieme al sindaco di Roma Gianni Alemanno e al prefetto Giuseppe Pecoraro. Chi sperava di non vedere mai più bandiere e fischietti sfilare per il centro della capitale e i cortei confinati a Tor Vergata resterà deluso, al punto che il protocollo presenta poche novità rispetto a quello precedente varato nel 2004 dall'allora prefetto Achille Serra. Dal punto di vista politico, partiti e sindacati possono dirsi soddisfatti. Due mesi fa, quando il tavolo sulle nuove regole si è aperto, Campidoglio e prefettura puntavano infatti a porre dei limiti molto più stretti ai cortei. Per Alemanno, infatti, il problema era quello di limitare le numerose manifestazioni, tutte con un numero di partecipanti variabile tra i 5 mila e i 20 mila, che si sono avute lo scorso anno a Roma. Leggi i tanti cortei studenteschi contro il ministro dell'istruzione Gelmini, oppure le manifestazioni dei dipendenti Alitalia. Ma anche i sit in organizzati a piazza Navona, proprio a ridosso del Senato. E infatti tra le prime proposte avanzate c'era la chiusura di pazza Navona come punto di arrivo dei cortei. Settimane di trattative, condotte in maniera particolare dalla Cgil, hanno portato alla mediazione finale. Piazza Navona e piazza del Popolo potranno continuare a essere raggiunte dai cortei, al contrario di piazza Santissimi Apostoli che sarà invece riservata ai soli sit-in. Piazza San Giovanni, luogo simbolo della sinistra, continuerà a essere aperta alle manifestazioni e potrà essere raggiunta da due cortei, uno in partenza da piazza della Repubblica e l'altro che prenderà il via da piazzale dei Partigiani. Un altro percorso possibile riguarderà la zona di via Tuscolana, mentre la terza e ultima possibilità prevede la zona San Lorenzo-Tiburtino come punto di partenza di un eventuale corteo diretto verso il cento cittadino. Anche nei quartieri, infine, ci sarà un elenco di piazze destinate esclusivamente ai sit-in. Dalla bozza finale del protocollo che verrà presentata il 10 marzo in prefettura non figura il Circo Massimo. Sull'area archeologica, che in passato è diventata un punto di ritrovo per importanti manifestazioni politiche e sportive, il sindaco Alemanno ha voluto avere prima un parere da parte della Sovrintendenza ai Beni culturali. E' probabile che alla fine anche il Circo Massimo tornare a far parte dei possibili luoghi dove organizzare grandi raduni. In questo caso, però, il via libera dovrebbe arrivare solo per eventi che siano davvero di particolare eccezionalità.

Torna all'inizio


A Exit si traduce dal politichese (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

I VESPRI A Exit si traduce dal politichese Norma Rangeri La critica più efficace alla proposta legislativa per introdurre in Italia il federalismo della Lega, l'ha svolta un vecchio professore dello Svimez, l'istituto che studia l'economia del Mezzogiorno. Quando ha detto che «nei primi 2 articoli ci sono 47 principi, cioè per stabilire la compatibilità del primo con tutti gli altri 46 bisogna fare 1080 confronti», i telespettatori hanno capito più di quanto fino a allora avessero ascoltato dai politici. Chissà quali altre cose interessanti avremmo potuto scoprire sulla confusione che avvolge il progetto federalista del governo, se solo Ilaria D'Amico, la conduttrice di Exit (La7, mercoledì) gli avesse concesso qualche secondo. Invece è stato, tra gli ospiti, quello meno interrogato. Il professore era un po' impacciato, non abituato ai tempi della tv ed è stato sbrigativamente eliminato dalla scena. E' iniziata la nuova serie di Exit, il programma di attualità più seguito de La7, premiato dal pubblico per la freschezza dei servizi e per un parterre che non ha nulla da invidiare ai talk show delle grandi reti. Così, sul federalismo, il confronto tra le amministrazioni di Varese e Palermo (due comuni governati dallo stesso colore politico) raccontava le due italie. Come anche lo squarcio sulla sanità napoletana bastava a dimostrare cosa è già il federalismo fiscale nella sanità. Servizi ben fatti, girati con la cura delle luci, una cronaca corredata da sfondi sociali e abbondanza di cifre, dove il giornalista c'è ma non si vede, rigorosamente fuori campo. Sulla sanità napoletana il cronista non si limitava a mostrarci gli ospedali diroccati o le corsie intasate di malati, ma si soffermava sul traffico dei debiti delle Usl con i fornitori. Farmacisti e aziende che usano il debito verso le Usl vendendolo alle banche, che naturalmente lo comprano pagandolo il 10 per cento in meno. Vengono a fare incetta dei debiti della nostra sanità anche dall'estero, con un gran traffico di finanziarie. Il programma affronta due temi a serata, dimezzando i tempi lunghi che di solito occupano gli altri talk-show. Dopo il federalismo, è toccato alla lotteria degli ammortizzatori sociali, una giungla di retribuzioni diverse, tra i più garantiti (i cassintegrati dell'Alitalia) e gli ultimi della classifica (i lavoratori precari). Il ministro Sacconi e il democratico Letta in studio con esperti e sindacalisti. Anche in questo caso il pezzo forte erano le incursioni della telecamera davanti alle fabbriche. La pesante cura dimagrante imposta dall'editore alla piccola tv (tagli e vendita agli svedesi delle frequenze per il digitale terrestre), non ha penalizzato l'appuntamento di Ilaria D'Amico, attenta, con la sua voce penetrante, a srotolare con sicurezza il filo dei temi scelti, traducendo in italiano il politichese dei suoi ospiti. nrangeri@ilmanifesto.it

Torna all'inizio


Soru non cambia piano L'Unità sciopera ancora e spera nel piano Epifani (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

nuovo stop lo ha deciso l'assemblea di redazione, anche stamattina il quotidiano non sarà in edicola Soru non cambia piano L'Unità sciopera ancora e spera nel piano Epifani AGLI SGOCCIOLI. Non passa la soluzione "lacrime e sangue" di Mr. Tiscali. Lo stato d'insolvenza è dietro l'angolo. Il leader Cgil, con l'aiuto di Fassino, ha il ruolo del Cavaliere nell'affare Alitalia. La crisi avanza e la dead line dello «stato di insolvenza» (fissata per ora il 23 marzo) si avvicina. Al momento in cui il Riformista va in stampa, la redazione dell'Unità ha appena deliberato il secondo dei cinque scioperi previsti dal pacchetto votato giorni addietro: a meno di colpi di scena, oggi i giornalisti non lavoreranno per cui domani il quotidiano diretto da Concita De Gregorio non sarà in edicola. Il piano lacrime e sangue proposto dall'editore Renato Soru - tra cinghie da tirare, collaborazioni da tagliare e prepensionamenti in massa - rimane praticamente intatto sul tavolo. Non a caso, infatti, l'incontro di ieri pomeriggio tra il comitato di redazione e l'amministratore delegato Antonio Saracino è stato sospeso (riprenderà oggi) per consentire al sindacato interno di discutere con i colleghi le (poche) novità. «La situazione è praticamente la stessa degli altri giorni. Segnali rassicuranti da parte dell'azienda non se ne vedono. A questo punto provvederemo ad aprire una vertenza sotto l'egida della Fnsi», dicono dalla redazione. C'è un solo punto che azienda e lavoratori del giornale fondato da Gramsci hanno messo a segno nella giornata di ieri. Come d'improvviso, sul tavolo del negoziato, s'è materializzato un milione e mezzo di euro, una specie di «contributo alla causa» arrivato - pare - da un investitore misterioso. Renato Soru, quindi, tiene il punto. E conferma, cosa che ha fatto spiegato sia a Dario Franceschini che a Piero Fassino, la sua «non disponibilità» a rimanere il sella come propietario unico della testata. In poche parole, mister Tiscali è disposto a far sopravvivere l'Unità solo nel caso in cui altri investitori si facciano avanti. Non è una cosa facile, soprattutto di questi tempi. L'azienda ha bisogno di denaro liquido da far confluire nelle sue casse ma la pre-condizione per attrarre nuovi investitori è il pareggio dei conti in tempi rapidi. E a quell'obiettivo, ha fatto capire l'ex governatore sardo agli uomini di stretta fiducia, si arriva soltanto con un piano straordinario. Lo stesso contro cui l'assemblea di redazione ha deciso il secondo giorno di sciopero. L'identikit dei nuovi investitori? La Legacoop s'è chiamata ufficialmente fuori dalla mischia. Con una nota diffusa alle agenzie, l'associazione delle cooperative ha precisato che «non rientra nella sua missione, e peraltro le è vietato dalla legge, partecipare a eventuali cordate o società che dovessero rilevare quote azionarie del capitale della società editrice dell'Unità». Ma, ha aggiunto, «qualora i lavoratori, i giornalisti e i poligrafici decidessero di costituire una cooperativa e di diventare così i proprietari o i gestori della testata, essi potranno sicuramente trovare il supporto e l'assistenza di Mediacoop, come è stato per il manifesto». L'ultima speranza è Guglielmo Epifani. Il leader della Cgil è davvero intenzionato a cercare imprenditori per una cordata che rilevi il quotidiano. E, come spiegano al partito, il ruolo che il numero uno del sindacato di corso Italia sta cercando di ritagliarsi sul dossier, nel metodo, «è praticamente identico a quello che Berlusconi giocò sulla vendita di Alitalia»: trovare imprenditori affidabili (e amici) per fare dell'Unità il primo, vero, «giornale del lavoro». L'uomo che sta seguendo la vicenda per conto Epifani è Fulvio Fannoni. Che ieri, in un'intervista all'Adn-kronos, ha escluso nuovamente l'ingresso della Cgil nella compagine azionaria. Ma ha chiarito: «Il sindacato, chiarita nei particolari la situazione di crisi, studierà possibili interventi per aiutare una testata che è tra le poche che tratta le problematiche del mondo del lavoro. Quando sapremo qualcosa di preciso innanzitutto sentiremo la Fnsi. Naturalmente occorre che anche la proprietà si muova con l'attenzione che una testata del genere si merita». È un messaggio a Soru. Della serie: se resisti, gli imprenditori li troviamo. Lo stesso, identico messaggio che il governatore sardo ha sentito dalla viva voce dell'altro protagonista della trattativa per il salvataggio dell'Unità. Che è l'ex segretario dei Ds, Piero Fassino. T. L. 06/03/2009

Torna all'inizio


ROMA Le Ferrovie auspicano un più sereno e corretto rapporto di concorrenza con Al... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Venerdì 06 Marzo 2009 Chiudi ROMA Le Ferrovie auspicano «un più sereno e corretto rapporto di concorrenza» con Alitalia sulla tratta Roma-Milano e replicano all'amministratore delegato della compagnia aerea, Rocco Sabelli, che nei giorni scorsi aveva parlato di «ruolo ambiguo» delle Fs. In una nota, il Gruppo Fs annuncia che «si riserva di utilizzare ogni strumento nelle opportune sedi per la tutela della propria immagine». Sulla Roma-Milano, Ferrovie evidenzia che «la concorrenza è corretta e leale e legata allo sviluppo tecnologico e alle strategie di impresa». Ogni riferimento a «sovvenzioni improprie da parte dello Stato è del tutto incongruo e strumentale: i corrispettivi pubblici sono, infatti, relativi ai servizi universali contrattualizzati (il loro importo per treno è peraltro inferiore a quello oggi percepito negli altri paesi europei), dai quali è esclusa l'Alta Velocità - spiegano le Fs - D'altra parte, la superiorità tecnico-logistica del trasporto ferroviario raggiunta con l'Alta velocità rispetto all'aereo è un fatto incontestabile, a prescindere dalla capacità organizzativa e di vendita dei vettori aerei». Ferrovie aggiungono che «per paradosso, l'affermazione di Sabelli : "noi ci troviamo a dover competere con un'azienda che non è un impresa" fotografa una realtà oggettiva che di fatto penalizza fortemente Fs, essendo questa una società pubblica soggetta a regolamentazione propria delle pubbliche amministrazioni. Sabelli - si legge nella nota di Ferrovie - non conosce, infatti, tetti ai compensi dei manager, alle consulenze, alla pubblicità, non esplica gare pubbliche per l'acquisto degli aerei e dei materiali e forniture, per formare partnership con i relativi tempi e contenziosi presso i giudici amministrativi, non è soggetto al controllo contabile dei giudici erariali e così via». Ferrovie ritengono che «in questo ha ragione anche il presidente dell'Enac, Vito Riggio, quando dice che Fs è dello Stato, ma non certamente con riferimento ai ritardi che vengono attribuiti ai treni di Fs in maniera macroscopicamente errata». Nella nota si ricorda che «i dati certificati sui ritardi medi a gennaio e a febbraio segnano rispettivamente 4,9 e 4,4 minuti per treno. Si ricorda che i ritardi analizzati da "Altroconsumo" e riportati da Sabelli si riferiscono ad un periodo particolarmente critico dal punto di vista meteorologico» cioè quello delle festività natalizie e dell'Epifania, «nel quale gli aeroporti di mezza Italia erano chiusi per neve».

Torna all'inizio


Moretti minaccia: vie legali contro Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-06 num: - pag: 27 categoria: REDAZIONALE Duello sulla Milano-Roma Il peso dei «tetti» a manager e gare pubbliche. L'amministratore delegato: «superiorità tecnico-logistica» Moretti minaccia: vie legali contro Alitalia Le Fs dopo le dichiarazioni di Sabelli: il «FrecciaRossa» è senza sovvenzioni Contesa a tutto campo: smentite le cifre riportate da Altroconsumo sui ritardi dei treni ROMA — Se non siamo alle carte bollate, poco ci manca. Tra le Ferrovie e Alitalia i rapporti non sono mai stati così tesi. Al punto che ieri un comunicato dell'azienda ferroviaria guidata da Mauro Moretti, in replica a alcune affermazioni dell'amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli, si concludeva così: «In ogni caso, il Gruppo Fs si riserva di utilizzare ogni strumento nelle opportune sedi per la tutela della propria immagine ». La contesa ha al centro la concorrenza sulla rotta Milano- Roma. Il guanto della sfida era stato lanciato da Moretti che aveva rivendicato in un'audizione al Senato il sorpasso del treno a Alta velocità sull'aereo. La replica di Sabelli si è fatta attendere ma è stata durissima: «Il ruolo delle Ferrovie dello Stato sul mercato — ha detto — è quantomeno ambiguo. Le Ferrovie nel 2008 hanno ricevuto dallo Stato 3,6 miliardi di euro». E ancora: «Noi ci troviamo a dover competere con un'azienda che non è un'impresa. Proviamo a separare la contabilità sulla Roma-Milano così vediamo se da parte delle Ferrovie non ci sia una competizione unfair (scorretta, ndr) ». Moretti ha masticato amaro e ha taciuto, affidando ai comunicatori repliche a mezza bocca. Fino a ieri, quando ha deciso di esprimere in una nota ufficiale tutto il proprio disappunto, tentando di «pervenire - si afferma nel comunicato - a un più sereno e corretto rapporto di concorrenza». La replica parte dall'affermazione che sulla tratta contesa «la concorrenza è corretta e leale». Proprio per questo, si sostiene, ogni riferimento di Sabelli a «sovvenzioni improprie da parte dello Stato» è «del tutto incongruo e strumentale » se è vero che i soldi provenienti dal governo vanno a sostegno dei servizi universali contrattualizzati, dai quali, si precisa, «è esclusa l'Alta Velocità». Moretti poi rivendica senza mezzi termini «la superiorità tecnico-logistica» dell'Alta velocità rispetto all'aereo come «fatto incontestabile, a prescindere dalla capacità organizzativa e di vendita dei vettori aerei». Non solo, L'ad di Ferrovie capovolge l'affermazione di Sabelli secondo cui la natura pubblica di Fs comporta per l'azienda vantaggi competitivi. è Sabelli, secondo il manager delle Fs a trarre profitto dal non conoscere «tetti ai compensi dei manager, alle consulenze, alla pubblicità», a non dover fare gare pubbliche per l'acquisto di aerei e forniture. Per tacere del tempo risparmiato nel non dover affrontare «contenziosi presso i giudici amministrativi» e nell'evitare «il controllo contabile dei giudici erariali». L'ultimo passaggio riguarda la puntualità dei treni messa in dubbio da Sabelli: «I dati certificati sui ritardi medi a gennaio e a febbraio segnano rispettivamente 4,9 e 4,4 minuti per treno » si precisa, smentendo i dati di Altroconsumo. Antonella Baccaro

Torna all'inizio


Cardia: capital gain, 3 anni senza tasse (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-06 num: - pag: 29 categoria: REDAZIONALE La proposta Cardia: capital gain, 3 anni senza tasse MILANO — Per ricostruire la fiducia sui mercati si potrebbe «immaginare di non tassare i capital gain per un periodo congruo, almeno 3 anni. Per l'erario il mancato introito sarebbe contenuto». La proposta è stata lanciata da Lamberto Cardia ( foto) in un'intervista concessa a «Panorama», in cui il presidente della Consob ipotizza anche di innalzare «dal 10% fino al 20%» il limite per il riacquisto di azioni proprie da parte della società quotate. Ma Cardia ne ha anche per gli azionisti e obbligazionisti Alitalia, ai quali ritiene vada «data una qualche forma di risarcimento» a fronte della perdita dell'investimento.

Torna all'inizio


BUONE MANIERE (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2009-03-06 num: - pag: 37 categoria: BREVI BUONE MANIERE Scortesie in volo Caro Romano, facendo il pilota di aerei di linea ho imparato a conoscere le diverse tipologie di passeggeri. Tra tutte, una sola non riesce che raramente a farsi amare: quella dei politici. Sul volo per Verona di qualche giorno fa, pronti a partire in perfetto orario, ci ritroviamo a dover aspettare una passeggera che, dopo un'attesa di 10 minuti si presenta per nulla trafelata: doveva finire una telefonata prima di imbarcarsi. Intanto oltre 120 persone aspettavano. In barba all'unico bagaglio a mano permesso a bordo, la signora ne ha diversi (tutti fuori misura), e quando il Capo cabina chiede gentilmente che l'eccesso venga mandato in stiva, si rifiuta causando ulteriore ritardo. Poi il volo parte e riusciamo a recuperare arrivando a Verona puntuali. Al momento dello sbarco la gentile ed elegante signora impellicciata si catapulta nel nostro abitacolo chiedendo le generalità del comandante. «Sono la senatrice B., tuona, e scriverò una lettera al presidente di Alitalia». Ottenuto il biglietto da visita del comandante, la presunta senatrice si allontana definendoci «farabutti». Inutile sottolineare le espressioni dei passeggeri presenti, assai solidali con noi e disgustati dalla prova di arroganza. Ho alle spalle 18 anni nelle Forze armate, 11 di servizio in Alitalia e mi sento definire farabutto per aver fatto rispettare le leggi anche a un membro del Parlamento! Roberto Ripamonti roberto.ripamonti@ fastwebnet.it Saremo naturalmente lieti di pubblicare la risposta della senatrice che si riconoscerà in questa lettera.

Torna all'inizio


La Fattoria, un po' fuga e un po' azzardo (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Spettacoli e Società Pagina 10247 Televisione. Al via domenica su Canale 5 il reality col gossipparo fidanzato con Belen La Fattoria, un po' fuga e un po' azzardo Televisione.. Al via domenica su Canale 5 il reality col gossipparo fidanzato con Belen In Brasile Corona («Non da latitante») e l'ex giocatore Baldini --> In Brasile Corona («Non da latitante») e l'ex giocatore Baldini Marco Baldini ha detto di no a Fiorello e a Sky, Daniela Martani uscita dal Grande Fratello per non perdere il posto da hostess in Alitalia si è trovata disoccupata e non si è fatta sfuggire una seconda occasione tv importante, Fabrizio Corona ha due processi giudiziari in corso e prima di inaugurare la panetteria appena comprata a Milano va a cimentarsi come contadino. Sono alcune delle braccia recuperate all'agricoltura, che dal Brasile daranno vita alla quarta stagione della Fattoria , il reality Endemol in onda la domenica su Canale 5 dall'8 marzo con la conduzione di Paola Perego e Mara Venier inviata speciale nella fazenda in cui i protagonisti si improvviseranno braccianti. «Sarà dura: non sarà un gioco», dicono da Canale 5. Sono dodici concorrenti, più o meno noti, alle prese, dopo un breve ambientamento con uno stile di vita rudemente agreste. Ci sono poi la contessa Marina Ripa di Meana, Ciro Petrone ( Gomorra ), Marianne Puglia, Morena Zapparoli Funari, Linda Batista, Carla Velli (ex tronista), Rocco Pietrantonio (giovanissimo fidanzato di Lory Del Santo), Riccardo Sardonè, Tony Sperandeo e Barbara Guerra. Dal canto suo, Fabrizio Corona, professione agente e fotografo dei vip, al centro dello scandalo Vallettopoli, non ha dubbi: «Voglio far vedere quello che sono, la gente mi conosce dai giornali ma non sa chi sono veramente. Voglio mostrare il mio essere divertente, simpatico e anche un po' pazzo. Sono pronto a mettermi in gioco e questo reality per me è tutto tranne che una fuga, anche se vado in Brasile dove come è noto non ti estradano mai», dice scherzando. Ma intanto, un paio di giorni fa, il Gup di Torino Emanuela Gai lo ha rinviato a giudizio. È accusato di estorsione e violazione della privacy e di aver preteso 25 mila euro dal calciatore della Juventus David Trezeguet perché non venissero pubblicate immagini che ritraevano il bianconero all'uscita di una discoteca in compagnia di una ragazza. «Mi dispiace solo separarmi dalla mia fidanzata Belen, ma la proposta di far parte della Fattoria mi intrigava troppo e poi ci tenevo a recuperare il rapporto con Mediaset». Corona anticipa che «non starò via per tanto tempo, qualche puntata e poi torno, altrimenti rischio di vincere. Non vedo l'ora di conoscere Marina Ripa di Meana, il suo film I miei primi 40 anni è un sexy cult per me. La mia vita è un reality da sempre, non potevo finire che qui, per me sarà davvero un piacere». Eppoi annuncia: «Entro due anni sposo Belen Rodriguez. È grande. È la showgirl più brava che ci sia in Italia al momento: è bellissima, canta bene, sa ballare, è sorridente, spiritosa e soprattutto spontanea, mai finta. Non c'è nessuno come lei in tv», dice Fabrizio. E spiega: «È un amore travolgente. Belen è solare, allegra, bellissima. Ci raggiungiamo tutte le sere, o andiamo via insieme da Milano quando c'è l'occasione. Alla fine riusciamo a vederci tutti i giorni». Altro protagonista, altra scena. In casa Baldini fervono i preparativi per la partenza di Marco. «Fiorello, mio compagno di lavoro e mio migliore amico, farà un gruppo di ascolto, non perderà una battuta e già so che mi massacrerà nello spettacolo che farà dal Gran Teatro di Roma», racconta Marco Baldini, un passato da dj e una dipendenza, vinta con grande fatica, dal gioco d'azzardo. «Ho preferito scegliere di partecipare al reality La Fattoria piuttosto che andare a Sky con Fiorello, perché quello è proprio un suo show e io più che spalla sarei stato marginale. Alla Fattoria farò vedere chi sono, specie a pettinare le galline e non è escluso che al rientro faccia un salto da Fiorello. Non c'è nessuna polemica con lui». Uscita da una porta rientra dall'altra Daniela Martani, l'ex hostess di Alitalia licenziata per la partecipazione al Grande Fratello . «Mediaset e Endemol mi hanno dato possibilità di tornare subito in tv e farmi apprezzare. L'Alitalia? Voglio riprendermi il mio posto, gli avvocati mi hanno detto che tra un paio d'anni la situazione si potrebbe recuperare». E intanto la bruna Daniela continua a far parlare di sé il mondo del gossip per la sua liaison (vera?, finta?) con Massimo Giletti.

Torna all'inizio


LE FERROVIE AUSPICANO UN PIù SERENO E CORRETTO RAPPORTO DI CONCORRENZA CON ALITALIA... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Le Ferrovie auspicano «un più sereno e corretto rapporto di concorrenza» con Alitalia sulla tratta Roma-Milano e replicano all'amministratore delegato della compagnia aerea, Rocco Sabelli, che qualche giorno fa aveva parlato di «ruolo ambiguo» delle Fs. In una nota, il gruppo Fs annuncia che «si riserva di utilizzare ogni strumento nelle opportune sedi per la tutela della propria immagine». È l'ultimo capitolo di uno scontro che va al di là della schermaglia dialettica. Sulla Roma-Milano, Ferrovie evidenzia che «la concorrenza è corretta e leale e legata allo sviluppo tecnologico e alle strategie di impresa». Ogni riferimento a «sovvenzioni improprie da parte dello Stato è del tutto incongruo e strumentale: i corrispettivi pubblici sono, infatti, relativi ai servizi universali contrattualizzati, dai quali è esclusa l'Alta Velocità - spiegano le Fs -. D'altra parte, la superiorità tecnico-logistica del trasporto ferroviario raggiunta con l'Alta velocità rispetto all'aereo è un fatto incontestabile, a prescindere dalla capacità organizzativa e di vendita dei vettori aerei». Ferrovie aggiungono che «per paradosso, l'affermazione di Sabelli "noi ci troviamo a dover competere con un'azienda che non è un'impresa" fotografa una realtà oggettiva che di fatto penalizza fortemente Fs, essendo questa una società pubblica soggetta a regolamentazione propria delle pubbliche amministrazioni. Sabelli - si legge nella nota di Ferrovie - non conosce, infatti, tetti ai compensi dei manager, alle consulenze, alla pubblicità, non esplica gare pubbliche per l'acquisto degli aerei e dei materiali e forniture, per formare partnership con i relativi tempi e contenziosi presso i giudici amministrativi, non è soggetto al controllo contabile dei giudici erariali e così via». Ferrovie ritengono che «in questo ha ragione anche il presidente dell'Enac, Vito Riggio, quando dice che Fs è dello Stato, ma non certamente con riferimento ai ritardi che vengono attribuiti ai treni di Fs in maniera macroscopicamente errata». Nella nota si ricorda che «i dati certificati sui ritardi medi a gennaio e a febbraio segnano rispettivamente 4,9 e 4,4 minuti per treno. Si ricorda che i ritardi analizzati da «Altroconsumo» e riportati da Sabelli si riferiscono ad un periodo particolarmente critico dal punto di vista meteorologico» cioè quello delle festività natalizie e dell'Epifania, «nel quale gli aeroporti di mezza Italia erano chiusi per neve». Infine, secondo le ultime rilevazioni - concludono le Fs - «il dato della soddisfazione dei clienti sull'Alta Velocità è al 90%, mentre quella relativa agli Av Fast (cioè ai no-stop Roma-Milano) è addirittura al 92%».

Torna all'inizio


DALL'INVIATO ENZO CIACCIO POMIGLIANO D'ARCO. DA TROPPO TEMPO LA FIAT è AB... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

DALL'INVIATO ENZO CIACCIO Pomigliano d'Arco. «Da troppo tempo la Fiat è abituata a sfruttare finanziamenti pubblici per fare solo gli affari suoi. È tempo di dire basta. Lo Stato non può lavarsene le mani. Deve intervenire. Ci aspettiamo che venga imposto un accordo che salvi l'occupazione e avvii un processo di risanamento e riconversione ambientale in grado di rivisitare i criteri di mobilità nel Paese e i modi di produzione del mercato nazionale dell'auto». Paolo Ferrero, ex ministro e ora segretario di Rifondazione comunista, punta alla vettura ecologica per impedire che lo stabilimento Fiat di Pomigliano paghi ulteriori prezzi alla crisi che incombe. Un'auto ecologica, all'interno di una rivoluzione dei modi di spostarsi in Italia e nel mondo. Sala Borsellino affollatissima, nella cittadina della cassa integrazione. Militanti da grandi occasioni. Tensione alta. C'è Ferrero. E c'è Gianni Rinaldini, segretario Fiom Cgil che già ha parlato agli operai durante la manifestazione e il corteo del 24 scorso, quello che ha riunito più di diecimila anime compresi i sindaci della zona e i ragazzi delle scuole. «No a una Italsider due - ribadisce il segretario Ferrero - no a ulteriori disastri. Fiat non può chiudere nessuno stabilimento, tantomeno questo di Pomigliano. Se necessario va nazionalizzata. Ci vuole l'intervento pubblico per un risanamento ambientale vero: non è pensabile che esistano 50 milioni di abitanti e 30 milioni di vetture circolanti e inquinanti in Italia». Antonio Santorelli, segretario del locale circolo di Rifondazione, introduce per avvertire: «Come è possibile che Pomigliano è a cassa integrazione e Melfi fa ore di straordinario? La Regione Campania si muova e ci aiuti: finora è stata assente, anzi latitante». Poi va al microfono Antonio Buonomo, operaio appena licenziato da Fiat: «Ogni secondo mi sembra eterno. Mi chiedo: dove ho sbagliato? I dirigenti mi hanno sempre lodato. Fino all'altro giorno. Non mangio da due giorni, scusatemi». È giovane. Fatica a parlare. Inghiotte lacrime amare. Applausi, per lui. Mario di Costanzo, della Fiom: «Sentirsi precari dopo vent'anni di lavoro fa stare male. Chiediamo lo sciopero generale del settore auto, da Termini Imerese fino al Lingotto. Come in Francia, lo Stato entri nelle quote di Fiat. Vetture medie e piccole si producano in Italia e non solo nei mercati dell'Est». Massimiliana Piro, di Legambiente, illustra progetti per auto termiche e taxi elettrici per il Mezzogiorno. A Palermo già vive un esperimento pilota. Perchè no anche a Pomigliano? Gianni Rinaldini è al telefono. «Mi hanno appena informato - spiega - che due ore fa una multinazionale svedese della componentistica ha dichiarato bancarotta. Ottomila dipendenti. Quasi mille in Italia. È un dramma epocale. Abbiamo bisogno che la cassa integrazione sia prolungata. Anzi, raddoppiata». La platea segue muta, attenta. E Rinaldini prosegue: «Il futuro Fiat deve coinvolgere anche il governo. Ci vuole un negoziato. Che coinvolga la proprietà Fiat. Che c'è di vero sulla presunta voglia di vendere?». E ancora: «Bisogna definire un programma che punti sulle auto eco-compatibili. A metano, elettriche, ibride. Va affrontato il salto tecnologico. Perciò c'è bisogno di investimenti nella ricerca. Toyota è più avanti di tutti. E va aiutata anche la componentistica, che in Italia dà lavoro a migliaia di unità. Puntiamo a una manifestazione nazionale dei lavoratori Fiat. Sarà dura. E complicata. Rovesciare la cultura dominante, che è quella dei furbi, non sarà semplice. La nostra forza è l'unità». In sala si canta. «La gente come noi non molla mai», intona il coro dei militanti. Si succedono gli interventi. Un lavoratore Alitalia: «State uniti. Altrimenti si perde». Domenica si va allo stadio con lo striscione. Oggi si sta in piazza dei Martiri a Napoli. Con Di Pietro.

Torna all'inizio


I contadini vip pronti per la 'Fattoria' Da Fabrizio Corona alla hostess del GF (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 06-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Il programma Endemol prenderà il via domenica 8 marzo su Canale 5 con Paola Perego conduttrice e Mara Venier inviata in Brasile. I concorrenti, più o meno noti, saranno 12

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Spettacoli TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Stop al bullismo Cronaca Politica Esteri New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa Dieta IL REALITY I contadini vip pronti per la 'Fattoria' Da Fabrizio Corona alla hostess del GF Il programma Endemol prenderà il via domenica 8 marzo su Canale 5 con Paola Perego conduttrice e Mara Venier inviata in Brasile. I concorrenti, più o meno noti, saranno 12 Roma, 6 marzo 2009 - Marco Baldini ha detto di no a Fiorello e a Sky ("ma so già che Fiore mi massacrerà"); Daniela Martani uscita dal Gf per non perdere il posto da hostess in Alitalia si è trovata disoccupata e non si è fatta sfuggire una seconda occasione tv; Fabrizio Corona, che ha due processi giudiziari in corso, la mette così: "Voglio far vedere quello che sono veramente e questo reality per me è tutto tranne che una fuga, anche se vado in Brasile dove come è noto non ti estradano mai. Mi spiace solo separarmi da Belen". Eccoli, in partenza per la Fattoria, il reality Endemol in onda la domenica su Canale 5 dall?8 marzo con Paola Perego e Mara Venier inviata. In tutto, più o meno noti, i concorrenti sono 12: oltre ai citati, Marina Ripa di Meana, Ciro Petrone (Gomorra), Marianne Puglia, Morena Zapparoli (vedova Funari), Linda Batista, Carla Velli, Rocco Pietrantonio (fidanzato di Lory Del Santo), Riccardo Sardonè, Tony Sperandeo e Barbara Guerra. FOTO: Tutti pronti per la partenzaMarina Ripa di Meana: "Voglio rinascere" - Baldini al posto di Lele Mora Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi "Per i senatori il pranzo a 1,5 euro? Questa è una vergogna nazionale" (161 commenti) "Troppi stranieri in aula Stop alle concentrazioni" (58 commenti) Avete 50 anni? Non c'è posto per voi (46 commenti) Falciani: "Englaro cittadino onorario" (45 commenti) Ascoli, chi vorresti come sindaco e chi alla guida della Provincia? (36 commenti) Nucleare: il formaggio 'radioattivo' e il rebus irrisolto dell'energia (22 commenti) "Il nuovo stadio di Firenze? Facciamolo all'Osmannoro" (8 commenti) Ventisette condanne e 150 milioni di euro di risarcimento danni (7 commenti) 20:26:26 - Non esiste al mondo che all'inizio di marzo si giochi all'aperto un match di Coppa Davis in Italia. [...] Starace - Hrbaty si riprende domani20:05:04 - Ho comprato tutti i vostri dvd e continuero' ad acquistarli ... Peccato che non mettiate in vendita [...] Cosa c'è dietro i Dvd Gazzetta19:59:00 - Federico ma che vuoi da scanagatta...suvvia è un giornalista...certo non voleva "proteggere" grigo..[...] Giallo Seppi Fognini pronto19:54:35 - Ho letto commenti un po' troppo duri sulla sconfitta della Pennetta.Ho visto in streaming tutto il p[...] Giallo Seppi Fognini pronto19:30:34 - davvero un ottimo lavoro, dapprima volevo bloccarmi dopo il DVD su Panatta e non comprare quelli sul[...] Cosa c'è dietro i Dvd Gazzetta19:26:07 - La prossima volta giochiamo d'inverno al TC Madonna di Campiglio.... almeno saremo sicuri che i camp[...] Starace - Hrbaty si riprende domani19:02:36 - Semplicemente visto che di gaffe si trattava, anche il sig.Scanagatta, da me stimato come giornalist[...] Giallo Seppi Fognini pronto E' giusto che il nuovo presidente dell'Aia Nicchi confermi Collina come designatore?Giusto ammettere i trans nell'esercito, come in Spagna?De Rossi, Mourinho e Balotelli sono da squalificare?Chi è il tuo modello di donna ideale?Mutui agevolati per le coppie gay, sei d'accordo?E' il momento adatto per discutere una riforma delle pensioni?Si può parlare di 'prostituzione intellettuale' contro l'Inter, come sostiene il tecnico Mourinho?Hai paura di perdere il posto di lavoro?Da Dylan a Gaber, i personaggi dello spettacolo come materia di studio a scuola. Cosa ne pensi?Fonti rinnovabili, come l'eolico: una soluzione possibile ai problemi energetici?La politica italiana ha bisogno di un ricambio generazionale?L'Inter è favorita dagli arbitri?La Juve deve confermare Ranieri?Auto elettriche a noleggio in città: ti piace l'idea?Franceschini propone un assegno ai disoccupati, sei d'accordo? La foto del giorno Carolina e Alex: amore dallo sport alla passerella La coppia Kostner-Schwazer nel parterre di Roberto Cavalli alle sfilate milanesi. Lo stilista toscano disegna i colorati e sensuali abiti della pattinatrice più amata d'Italia RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec dy>

Torna all'inizio


di pietro riparte dagli operai - patrizia capua (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina IX - Napoli Di Pietro riparte dagli operai Piano della Regione: fondi per trentamila cassintegrati Integrazioni di reddito in busta paga e contributi per pagare affitti e mutui PATRIZIA CAPUA Antonio Di Pietro ascolta l´intervento di Antonio Buonomo, operaio del montaggio alla Fiat di Pomigliano. è uno dei quattro contratti a tempo determinato scaduti il 3 marzo, non rinnovati. Il giovane operaio piange, con la lettera di licenziamento in mano e dice: «Mai un giorno di assenza, né di malattia, dopo 3 anni, mi ritrovo fuori e non so perché». Il presidente di Italia dei valori prende nota. Parlano gli altri, quelli di Alitalia servizi, Atitech, Tirrenia, Magneti Marelli, Selfin Ibm. Nella sala di un albergo di Chiaia, ecco un ampio spaccato della crisi industriale in Campania, con lavoratori e sindacalisti di aziende a un passo dal baratro. Intanto la giunta campana mette in campo altri 76 milioni di euro per il piano anticrisi, che si aggiungono ai 92 milioni già stanziati in queste settimane per aiutare 30 mila cassintegrati dell´auto, tessile, calzature, agrindustria, chimico, e i precari. In totale sono 168 milioni di euro. Di Pietro definisce questo incontro, che ha preceduto la manifestazione in piazza dei Martiri, a Napoli, il "battesimo" del nuovo corso dell´Italia dei valori. «Vogliamo assumere il lavoro come battaglia - annuncia - ribalteremo l´agenda parlamentare. Loro vogliono discutere per due settimane se pubblicare o no le intercettazioni telefoniche. Noi diciamo: ma chi se ne frega». Domina la Fiat Auto di Pomigliano d´Arco. «Non si deve finanziare la Fiat - dice Di Pietro - perché superi la crisi, ma perché mantenga le attività del territorio. Pomigliano è lo stabilimento più nuovo e moderno e rilanciarlo è nell´interesse dell´economia del Paese». Le tute blu che lunedì tornano in fabbrica per 5 giorni di lavoro, preparano nuove forme di lotta, forse uno sciopero. Negli aiuti della Regione, per la Fiat sono interessati gli stabilimenti di Pomigliano e Pratola Serra, e le aziende dell´indotto. I cassintegrati avranno da aprile in busta paga un´integrazione di 350 euro e di 240 euro nei mesi successivi, che porterà il loro reddito a 1100 euro. «L´intervento - ha spiegato l´assessore Corrado Gabriele - porterà la cig all´80 per cento del salario» Comincerà la formazione di 200 ore retribuite con 2000 euro netti, fino a dicembre. Gabriele avverte: «da giugno ci vorrà un nuovo finanziamento» Contributi per 45 milioni ai lavoratori in difficoltà per rinegoziare mutui già contratti, sostenendo il pagamento degli interessi delle rate di mutuo. Cinque milioni, in bonus fino a 2000 euro all´anno, vanno alle famiglie di cassintegrati o licenziati che non ce la fanno a pagare l´affitto. Si prevedono 26 milioni per i servizi sociali, quattro in voucher formativi per i precari della scuola e contributi per il pagamento delle rette degli asili nido (fino a 200 euro mensili) e servizi di assistenza domiciliare per anziani oltre i 65 anni.

Torna all'inizio


un patto tra sindaco e costruttore e l'acea diventa nemica dei francesi - alberto statera (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 23 - Economia L´asse Caltagirone-Alemanno spiazza anche Palazzo Chigi e rischia di far saltare gli affari Eni Un patto tra sindaco e costruttore e l´Acea diventa nemica dei francesi Da Parigi definiscono il sindaco di Roma una "prothèse politique" Qualcuno ricorda i tempi andati della frase "A Fra che te serve" di epoca andreottiana ALBERTO STATERA Torna epidemico il «mal franzese», con annessa la difesa dell´italianità. La scalata alla Bnl, Alitalia, i transalpini di Mediobanca a Milano e delle Generali a Trieste. E adesso il pasticcio dell´Acea. In un ruolo o nell´altro, vuoi come cuciniere vuoi come commensale, quasi sempre c´è in mezzo lui: Francesco Gaetano Caltagirone, l´ingegnere collezionista di giornali, di banche, di aree edificabili, di autostrade, di appalti, di busti di imperatori romani, di monete antiche. E di euro moderni. Quest´ultima è la collezione più pregevole, stimata tra i 2 e i 3 miliardi di liquidi. Stavolta, l´ottavo re di Roma, fa coppia con Gianni Alemanno, sindaco pro tempore della capitale, partner alquanto sprovveduto nei cunicoli dell´alta finanza: «Totale inadeguatezza dell´azionista pubblico», dice il presidente della Provincia di Roma, Luca Zingaretti. Alemanno l´ha combinata grossa con i francesi, che oggi da Parigi non riescono a dire altro che sono «en colère», per intendere assai incazzati. Azionisti al dieci per cento, secondi dopo il Campidoglio di una società quotata in Borsa, il sindaco li ha trattati come intrusi, indegni di essere informati di cambi di strategia e di management. Non in una logica di competenza, ma di clientela alla romanesca. Per lasciare il campo al terzo azionista Caltagirone, che ha messo insieme oltre il 5 per cento. Il sindaco? Una «prothèse politique», hanno biascicato quando hanno saputo del cambio di amministratore delegato per mettere i famigli dell´ingegnere, il collezionista che a Milano siede in Mediobanca con Vincent Bollorè e a Trieste col grande vecchio Antoine Bernheim, i francesi «difensori dell´italianità». Sembra che anche a Palazzo Chigi abbiano digerito piuttosto male le sfuriate prima di Jean Louis Chaussade, rappresentante di Gaz de France, reiterate poi a Parigi dal presidente Gérard Mestrallet, in genere uomo di poche e misurate parole. Ma come? Berlusconi si sbatte per smentire le gaffe su Carlà, dopo il patto nucleare di Roma con Sarkozy, e quei due si permettono di organizzare un ribaltone antifrancese all´insegna dei famigli politico-affaristici, magari per qualche subappalto all´azienda del nuovo presidente succeduto a Fabiano Fabiani, quel Giancarlo Cremonesi, ex presidente dei costruttori romani, che fa lavori per conto della società che presiede. Per di più mettendo in campo come nuovo amministratore delegato Marco Staderini, collezionista di cariche, uomo di fiducia di Pierferdinando Casini, marito di Azzurra e quindi genero dell´ingegnere, presentato dal consigliere di Acea Massimo Caputi, figlio di Onofrio, piccolo ras dei cantieri in Abruzzo, da sempre uomo di mano caltagironiano. I due sono detti il gatto e la volpe, anche per gli interessi comuni in società immobiliari. Non si fa così neanche nell´ultima Srl di Frosinone, figurarsi in una delle più grandi aziende del Centrosud, con ricavi per 2,2 miliardi e utili per 115 milioni. Viste le reazioni e il crollo del titolo in Borsa, Alemanno, che mastica poco di buone maniere finanziarie, pare che sia alquanto in ansia, al punto di chiedere sostegno a Luca Cordero di Montezemolo. Convinto che i giornali vadano usati, ha chiesto la comprensione del Sole-24 Ore. Ma figurarsi se Montezemolo o il foglio di Confindustria si appassionano a una vicenda così cheap. Resta da capire, se non il disegno di Alemanno, che probabilmente è stato irretito in una partita di cui non ha ben valutato i contorni, quello dell´ottavo re di Roma. Un disegno di grandeur che, conquistando Acea a danno dei francesi, vuole allineare, accanto alla superba liquidità, al Monte dei Paschi, di cui è vicepresidente, a Mediobanca e alle Generali, di cui è socio importante, un grande operatore dell´energia, magari per fare sinergia con le sue imprese di costruzioni in vista della stagione di costruzione di nuove centrali? O più banalmente il controllo di un feudo ricco di appalti e subappalti per sé, gli amici e gli amici degli amici? L´uomo dice: «Se si eccepisce il blasone la cosa non mi tocca». Ma racconta chi lo conosce bene che in realtà crede di avere una missione: il riscatto dal suo nome, rispetto a quelli di Gaetano, Camillo e Francesco, i cugini figli di zio Ignazio, che ai tempi andreottiani e dello scandalo Italcasse misero l´Italia a ferro e fuoco. «A Fra´ che te serve? », sussurrava il cugino Gaetano al braccio destro di Andreotti, Franco Evangelisti. Allora era Andreotti, oggi è Alemanno. E l´operazione Acea, per l´esecuzione, fa proprio ricordare quei tempi andati. Il siluramento dell´amministratore delegato Andrea Mangoni, rischia tra l´altro di avere effetti anche sui rapporti tra i francesi e l´Eni. Mangoni lavorava a un accordo per cui Suez-Gdf avrebbe conferito la rete gas di Roma ad Acea in cambio del diritto a gestirla attraverso una joint venture. «Con la sciagurata operazione in corso si rischia seriamente che le trattative tra Acea e i francesi saltino, portando a conseguenze gravi anche sui rapporti tra Suez-Gdf ed Eni», prevede il senatore Lucio D´Ubaldo, membro democratico della commissione Finanze del Senato, che su tutta la vicenda sollecita un´inchiesta della Consob. Ma non basterà a fermare le azioni giudiziarie degli azionisti francesi. Da Parigi, ancora un po´ esterrefatti, giurano che loro saranno in Italia con o senza Acea. Caltagirone e Alemanno, se vogliono, se la prendano pure. Ma sarebbe un miope disegno. Perché - dicono - senza di noi quell´azienda è svuotata, può aspirare solo al cabotaggio e far crescere il potere di una cordata affaristico-politica, che, come sempre, centra il suo business privilegiato sui suoli e sugli appalti pubblici. Fallito il modello veltroniano, «a Roma ci vuole grande discontinuità», proclamò Caltagirone quando, dimessosi da sindaco Veltroni per l´avventura del Partito democratico, egli corse a schierarsi con Alemanno. Aggiunse poi che con Berlusconi (e Alemanno) gli italiani avevano finalmente la percezione di essere governati. Finalmente le azioni si sarebbero contate e non pesate come voleva Enrico Cuccia. I francesi, che forse non sanno di Cuccia, dicono che oggi in Italia le azioni non si contano, ma si pesano. Sulla bilancia di un sindaco.

Torna all'inizio


ai dipendenti della tod's un bonus di 1.400 euro (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 23 - Economia In Campania dalla Regione integrazione ai lavoratori in cassa Ai dipendenti della Tod´s un bonus di 1.400 euro ROMA - Trecento cinquanta euro in più al mese ai cassaintegrati campani. E un premio di 1400 euro lordi per i dipendenti Tod´s. Provvedimenti per venire incontro ai problemi dei lavoratori pressati dalla crisi, sono stati presi ieri dalla giunta regionale della Campania e dal gruppo di Diego della Valle. Che riconoscerà per il 2009 il bonus ai dipendenti delle unità produttive: «In un momento così preoccupante per l´economia mondiale - spiega la società - riteniamo di dare un segnale concreto e immediato di solidarietà e di ringraziamento per il lavoro svolto dai nostri dipendenti e per il loro attaccamento ai valori del gruppo». Dopo l´intervento (dieci milioni l´anno) a favore di chi ha perso il posto e non ce la fa a pagare il mutuo della prima casa, annunciato dal presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, la giunta della Campania ha messo in cantiere progetti di sostegno alla cassa integrazione e ai precari che coinvolgeranno 30mila lavoratori. Finanziati con 92 milioni di euro stanziati nelle scorse settimane, i progetti cominceranno dall´inizio di aprile e prevedono 350 euro da sommare alla cassa integrazione degli operai Fiat e di altre aziende in crisi (tra cui Az e Atitech) portando il loro reddito a circa 1.100 euro. L´intervento riguarda 12.000 lavoratori tra Fiat Pomigliano (4.500), Pratola Serra (2.500) e il bacino del primo livello dell´indotto Fiat, oltre a 8.000 tra l´indotto Alitalia, aziende dei settori tessile e calzature, agrindustria, chimico e turismo. «A questi 20mila - ha spiegato l´assessore regionale al lavoro, Corrado Gabriele - si aggiungono 10.000 lavoratori atipici, co.co.pro e interinali in uscita dal sistema produttivo». L´integrazione arriverà attraverso l´Inps ad aprile e maggio. Poi i cassaintegrati cominceranno un percorso di formazione che proseguirà fino a dicembre. (c. a. b.)

Torna all'inizio


strana lite alitalia-fs entrambe viaggiano con benzina di stato (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 25 - Economia Strana lite Alitalia-Fs entrambe viaggiano con benzina di Stato Le strategie del governo Usa sulle banche insolventi non si stanno rivelando efficaci. Ora bisogna fare in modo che questi istituti operino sotto la guida di un nuovo management Lo stucchevole siparietto di accuse tra Rocco Sabelli («le Fs ci fanno concorrenza con i soldi dello Stato») e Mauro Moretti («falso, faremo causa») è un po´ come la storia del bue che dà del cornuto all´asino. Tanto Alitalia quanto le Fs viaggiano ancora grazie a carburante garantito dai contribuenti: i treni con i trasferimenti dello Stato, gli aerei grazie ai generosi interventi pubblici varati dal governo Berlusconi per favorire la vendita alla Cai. Ai passeggeri-finanziatori interessano solo due cose: che Fs (pendolari inclusi) e Alitalia viaggino in orario e non si approfittino dei sostanziali monopoli per far decollare i prezzi. Solo quando entrambe le condizioni saranno rispettate, i loro vertici potranno esercitarsi nella nobile arte della polemica. Ettore Livini [BELGIO al bivio dell´auto] Il governo belga ha scartato la proposta del ministro delle Finanze di introdurre un bonus per l´acquisto di auto nuove, temendo il dissesto dei conti pubblici. Ma un rivenditore di auto di Anversa, Karel Cardoen, sta dimostrando che il calcolo è forse sbagliato. Cardoen l´anno scorso ha registrato vendite record grazie al regalo di una seconda auto all´acquisto di una vettura di un certo valore. Quest´anno ha offerto un buono di 2.500 euro all´acquisto di un´auto nuova e ha venduto il 52% in più (a febbraio). «Come facciamo? Semplice - spiega - andiamo in Spagna dove l´invenduto è enorme e acquistiamo a un ottimo prezzo gli stock giacenti». Secondo Cardoen un bonus governativo aiuterebbe tutti. «Lo Stato incasserebbe l´Iva, le imposte di circolazione e gli introiti fiscali di tutto il comparto». Andrea Bonanni

Torna all'inizio


Alitalia-Air France, l'ok di Bruxelles (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Sabato 07 Marzo 2009 Chiudi Ieri nuovo vertice in Francia fra i top manager delle due compagnie per mettere a punto la collaborazione Alitalia-Air France, l'ok di Bruxelles Possibile cda il 24 marzo con la cooptazione dei tre uomini di Parigi

Torna all'inizio


ROMA - La Commissione Antitrust europea ha dato il via libera all'alleanza tra Alitalia e Air F... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Sabato 07 Marzo 2009 Chiudi ROMA - La Commissione Antitrust europea ha dato il via libera all'alleanza tra Alitalia e Air France. E per martedì 24 marzo il consiglio della compagnia aerea presieduto da Roberto Colaninno potrebbe cooptare i tre rappresentanti del vettore parigino - il presidente Jean-Cyril Spinetta, il numero uno di Klm Peter Hartman e il cfo Bruno Matheu - a condizione che siano stati versati i 322 milioni dell'aumento di capitale già deliberato. L'organismo comunitario guidato da Neelie Kroes, responsabile per la concorrenza, secondo quanto risulta a Il Messaggero, avrebbe rilasciato ieri l'autorizzazione all'ingresso di Air France col 25%. L'Europa ha rilevato che l'alleanza non costituisce una concentrazione soggetta ad autorizzazione, perchè non c'è acquisizione di un controllo nemmeno congiunto da parte dei francesi. Incassato l'ok della Ue, bisognerà compiere altri due passaggi formali presso le autorità antitrust di Germania e Austria dove la legge prevede che debba essere autorizzata la compatibilità con la concorrenza per l'acquisto di una partecipazione del 25%. Ma queste due istruttorie vengono definite meramente formali e comunque prive di sorprese, per cui di fatto Alitalia-Air France potrà decollare a fine mese. Nel frattempo, però, i vari organismi previsti dal partnership agreement sono già al lavoro. Ieri si sarebbe tenuta a Parigi, una riunione dello Steering board, formato da tre senior executives, cioè manager di primo livello per parte. Per Cai avrebbero preso parte Giorgio Callegari, capo delle strategie, Andrea Stolfa, capo del marketing e del network e il cfo Paolo Amato. Lo Steering board è il secondo organo per importanza dietro il Ceo Committee - costituito dai due capi azienda - e davanti al Partnership manager e al Working Teams. Si sarebbe discusso come dare incisività alle strategie commerciali di Alitalia cercando di migliorare il budget 2009. La previsione fissa a 3,452 miliardi i ricavi attesi, inferiori di 769 milioni dalle stime del piano Fenice (4,191 miliardi). Questo perchè dovrebbe calare di 870 milioni l'introito dei ricavi da passeggeri (2,867 miliardi invece di 3,737 miliardi). La stima di quest'anno presentata da Rocco Sabelli all'ultimo consiglio, prevede un risultato in perdita di 249 milioni, migliore di 61 milioni rispetto al deficit del piano originario (310 milioni). Il miglioramento avverrà grazie all'azione sui costi e alla coincidente flessione del prezzo del fuel (carburante) che nel budget è stato calcolato a 55 dollari al barile contro i 128 dollari del piano: 701 milioni invece di 1,244 miliardi. Sui costi, Sabelli pensa di risparmiare 25 milioni su quelli di manutenzione, 71 milioni sui costi degli equipaggi anche se stima di doverne spendere 72 milioni in più per il personale di terra. Complessivamente l'azione di contenimento dei costi dovrebbe fruttare un risparmio di 631 milioni (da 4,302 miliardi del piano a 3,781 miliardi del budget). L'ebitdar, una voce equivalente al cash flow operativo, a fine anno dovrebbe migliorare di 19 milioni, dai 90 stimati nel piano originario ai 109 milioni stabiliti nel budget. r. dim.

Torna all'inizio


Sonia (Bonolis) debutta in tv: è opinionista alla <Fattoria> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Spettacoli - data: 2009-03-07 num: - pag: 46 categoria: REDAZIONALE Il personaggio «Lavoro con amici, sono un'accanita spettatrice di reality» Sonia (Bonolis) debutta in tv: è opinionista alla «Fattoria» «I miei ultimi libri di studio erano sul Grande Fratello» «Per ora non penso all'emozione, stare con Paolo aiuta, mi ha passato la forza: è come il fumo passivo» MILANO — Che fa, ruba il lavoro a suo marito? «Assolutamente no — ride —, è un gioco, mi è arrivata la richiesta di Paola che è una cara amica e visto che sono un'accanita spettatrice di reality da sempre ho accettato volentieri». Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis, dopo 13 anni dietro le quinte mette i suoi occhi azzurri davanti alla tv. Debutta come opinionista della «Fattoria», il reality condotto dalla Perego su Canale 5. C'è chi maligna. La sua amica Paola è fidanzata con Lucio (Presta) che è manager di Paolo (Bonolis) che ha tra gli autori Cesare (Lanza) che firma anche la «Fattoria». Il cerchio si chiude. è un affare di famiglia? «Vorrei sapere dove non è così. Nel mio caso accetto solo perché ci sono loro che sono amici anche fuori dal lavoro. Sono persone che stimo e rispetto e so che mi stimano e rispettano. è naturale che scelga di fare qualcosa con loro. A parità di offerta, tutti tra una persona amica e una sconosciuta si comporterebbero nello stesso modo ». Che opinionista sarà? «Spero di portare la mia curiosità al pubblico, mi interessa l'aspetto psicologico dei concorrenti, le dinamiche che si istaurano». Una passione antica (e insana?) quella per i reality: «Ho studiato Scienza della Comunicazione, i miei ultimi libri di studio erano sul Grande Fratello. Mi sono appassionata: i meccanismi, le persone che cambiano, le motivazioni palesi e nascoste, è un linguaggio che mi affascina ». Spesso sono trash, concorda? «No. Le persone possono essere trash, i comportamenti, il modo di utilizzare i reality. Se una persona non è trash non lo diventa guardando un reality ». Sono dodici i «contadini» della quarta edizione della «Fattoria», al via domani sera. Si rivede Daniela Martani (quella del cappio Alitalia). C'è anche Fabrizio Corona: «Non lo conosco, ma penso che sia una persona intelligente. Quello che penso di lui lo dirò in trasmissione», aggiunge. Altri concorrenti? «Mi incuriosisce Morena (vedova Funari, ndr) perché come prima uscita pubblica ha fatto una scelta molto forte. Mi piacerebbe ne venisse fuori bene. Poi Marina Ripa di Meana e Baldini senza Fiorello. Gli altri non me li ricordo ». Non è grave. Il «maestro» che consigli le ha dato? «Quelli classici, tipo "sii te stessa". Del resto per Paolo quello dei reality è un mondo a parte, lo vive ora perché lo vivo io». La famiglia Bonolis non ha molto tempo per la tv: «Abbiamo tre bambini, la tv riusciamo a vederla dalle 10 e mezza in poi... "Matrix", "Le Iene"... Paolo vede sempre "Blob" e poi ha un televisore fisso su Inter Channel». Gioco degli aggettivi. Ne scelga tre per descriversi. Anche quattro. «Serena, puntigliosa, difficile, curiosa». Pregi e difetti dell'illustre marito? «Solare e ottimista. Pigro e disincantato ». Disincantato e ottimista: sembra una contraddizione? «Riesce a vedere solo il lato positivo delle cose, io invece no». Litigi? «Eccome... Io sono per la precisione nei dettagli, lui per il vivi e lascia vivere ». Il programma che l'ha conquistata è «Chi ha incastrato Peter Pan?»: «Conoscevo ancora poco Paolo, ero presa dal suo modo di fare con i bambini». Ne hanno fatti tre (due Bonolis li aveva già dalla prima moglie) e a Sanremo ha anche ironizzato in diretta: «Mia moglie è più coniglietta delle conigliette, non per niente mi ha dato tre figli». «In effetti non è stata una battuta felicissima, non era prevista». Emozionata per il debutto? «All'emozione non ci penso, stare con Paolo aiuta, mi ha passato la forza: è come il fumo passivo». Si è parlato molto del milione (lordo) per il Festival di Sanremo. E lei? «Il compenso non mi interessa, ma davvero non so se c'è. Abbiamo parlato di tutto tranne di quello». Vatti a fidare degli amici. Renato Franco Coppia Paolo Bonolis, 46 anni, e sopra sua moglie Sonia Bruganelli, sposata nel 2002

Torna all'inizio


Nazionalizzazioni? Sì, ma quelle vere. E senza indennizzi (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

IL CASO Il trozkista Ferrando: aziende e banche ai lavoratori, io l'avevo detto, vedrete che risparmio «Nazionalizzazioni? Sì, ma quelle vere. E senza indennizzi «Hanno sdoganato il termine 'nazionalizzazioni'? Bene. Allora facciamole sul serio. Non le regalìe alla Tremonti, o in grande alla Obama. Nazionalizzia- Daniela Preziosi ROMA «Hanno sdoganato il termine 'nazionalizzazioni'? Bene. Allora facciamole sul serio. Non le regalìe alla Tremonti, o in grande alla Obama. Nazionalizziamo la proprietà delle banche in crisi, ma sotto il controllo dei lavoratori e senza indennizzi ai proprietari, che sarebbero ridicoli, con tutti i soldi che si sono presi fin qui». Che la crisi, qualunque crisi, si affronti con massicce dosi di socialismo, Marco Ferrando, leader trozkista del Pcl, l'ha sempre detto. Ora che di 'nazionalizzazioni' parlano un po' tutti e molto a sproposito, rilancia: con una campagna per le nazionalizzazioni, che ha già il sì di cento delegati operai, dalla Cub Alitalia alla Sdl della Fiat di Cassino, ma anche di dirigenti Fiom, Cgil e Rdb. Ferrando, una provocazione. Neanche un po'. Una soluzione seria, certo più seria di mantenere ai vertici delle aziende e delle banche i manager e i piani che le hanno mandate alla malora. E non mi si dica che è una proposta radicale o ideologica: radicali sono i licenziamenti e la valanga che abbatte sui lavoratori, ideologica è la scelta delle classi dominanti di nazionalizzare perdite e debiti. Scusi, ci riprovo: le sembra una proposta realista? Scusi, ho il senso della realtà e quello del ridicolo, non è che lancio la proposta a Berlusconi. La lancio fra i lavoratori, che sono realisti sempre, soprattutto quando ricevono le lettere di licenziamento. E, com'è successo in Francia, ora dicono 'licenziamo chi ci ci licenzia'. Realisticamente, Lenin diceva: le riforme sono un sottoprodotto della lotta rivoluzionaria. Com'è successo nelle grandi stagioni di lotta, se c'è una speranza di ottenere qualcosa è quando i padroni rischiano di perdere tutto. Però proprio grazie alle 'finte' nazionalizzazioni che tappano buchi e evitano catastrofi, non sembra che siamo in una fase in cui gli imprenditori rischiano di perdere tutto. Per favore evitiamo le caricature: noi andiamo fabbrica per fabbrica, banca per banca. Nelle nostre piattaforme ci sono le rivendicazioni che i lavoratori decidono in ciascuna lotta. Ma come diceva il manifesto dei comunisti, non nascondiamo i nostri obiettivi. Questa nostra proposta libera enormi risorse e le dirotta nella difesa del lavoro. Mille euro di indennità, assunzione per i precari: altro che il miniassegno di Franceschini. Fra i leader della sinistra qualcuno è d'accordo? Ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni dei lavoratori, e anche a tutte le sinistre: uniamo le forze per una battaglia anticapitalista a difesa del lavoro. Poi se penso a Vendola, o a Ferrero, mi chiedo come fanno a aderire: hanno partecipato alle enormità di un governo organico alle banche. E ora, anziché fare un il bilancio delle responsabilità contro i lavoratori, continuano imperterriti a preservare le collocazioni di governo, persino nelle situazioni più impresentabili . Neanche la disfatta riesce a riformarli. Né il fatto che il Pd nel frattempo li vuole distruggere.

Torna all'inizio


LA PIRAMIDE DEL CAVALIERE (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

LA PIRAMIDE DEL CAVALIERE Gabriele Polo Nella dissipazione individuale delle esistenze ci sono tanti modi per affrontare la grande crisi e provare a sopravvivere. Uno è quello scelto da una numerosa famiglia torinese che ha risolto in rissa e dieci arresti la contesa eredità della nonna, una catenina d'oro: soluzione sentimental-pauperistica. Altro modo è quello di un trentenne italiano che a Milano ha rubato 50 euro a una studentessa, non prima di averla virilmente violentata nel bagno di un supermercato: soluzione maschil-consumistica. Una terza «via d'uscita» è l'idea degli industriali romani che propongono al sindaco Alemanno un sistema di telecamere a tappeto per sorvegliare l'intera città: soluzione securitar-produttivistica. E, poi, c'è chi vola più alto, chi maneggia bilanci a molti zeri, illusionismi da giocolieri e potere incondizionato: il presidente del consiglio, l'on. Berlusconi. Con la consueta pratica degli annunci, ieri il premier ha fatto sbloccare dal Cipe un po' di miliardi per le grandi opere che fin dai tempi delle lavagne di Vespa costituiscono - con barzellette e canzonette - uno dei suoi piatti forti. In buona parte denari già stanziati, cui ha aggiunto qualcosa soprattutto per avviare i lavori della piramide con cui intende passare alla storia, il ponte sullo stretto di Messina. Poco importa che sia un progetto che non regge (e non solo ambientalmente), che sarebbe una «cattedrale nel deserto» (prima e dopo, il nulla o quasi), né che l'avvio dell'opera non servirà economicamente a nulla (ma dallo sperpero Alitalia in poi tutto è lecito). Quel che conta - per il premier - è solo l'annuncio, gli sprechi conseguenti sono secondari. Siamo dentro una crisi che nutre spavento e incertezza, lo sa chiunque fa i conti della spesa, nonostante le rassicurazioni dell'on.Berlusconi. Non abbiamo ancora le file di disoccupati o le frotte di informatici e manager alla ricerca di un posto da elettricista che in soli quaranta giorni hanno fatto imbiancare i capelli di Barack Obama. Ma solo perché qui da noi i più se ne stanno chiusi in casa a deprimersi di fronte alla tv. Non avendo nessun posto di fronte al quale mettersi in fila. Eppure il governo continua allegramente ad alternare promesse, de profundis, rassicurazioni. Il suo obiettivo è la cortina di fumo, dietro cui gestire per via autoritaria - nei palazzi, nelle strade, nei parchi, nelle periferie cittadine - un rancoroso disseminarsi di conflitti individuali o di gruppo. Proponendosi come moderno feudatario che fa sfogare il disagio di chi teme di cadere in basso su chi in basso già si trova. O, più semplicemente, nella tradizione della forza che si fa diritto, su chi è più debole; materialmente, culturalmente, persino fisicamente più debole. Le tante catenine d'oro in forma di appalti che l'on. Berlusconi butterà giù da un ponte impossibile, rendono più umana e comprensibile persino una stupida rissa di famiglia per il ciondolo della nonna. Almeno quello esiste davvero e porta con sé un minimo di affetto.

Torna all'inizio


Via libera ai cantieri Un piano da 17 miliardi (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Via libera ai cantieri Un piano da 17 miliardi [FIRMA]ALESSANDRO BARBERA ROMA Alcune opere attendevano da tempo il via libera, altre tornano sul tavolo del Consiglio dei ministri dopo essere state bloccate: su tutte l'ormai mitologico Ponte sullo stretto di Messina, quello che un giorno (forse) unirà Scilla a Cariddi. In tempi di vacche magre, per il premier e Giulio Tremonti trovare una sintesi fra le mille opere da rifinanziare è stata un'opera faticosa. Dopo due mesi di trattative fra ministri e con gli enti locali, alla fine il Cipe - comitato interministeriale per la programmazione economica - ha dato il via libera ai progetti per 17,8 miliardi di opere pubbliche fra fondi pubblici - in tutto 9,7 miliardi - e privati. Confermati gli 800 milioni per il «Mose» di Venezia, arrivano i via libera a diversi progetti stradali: dalla Pedemontana lombarda alla Brebemi, dal nodo di Perugia a nuovi fondi per l'ampliamento della Salerno Reggio-Calabria. Quattro opere saranno finanziate esclusivamente con fondi privati: l'asse autostradale della Cisa, la Brescia-Padova, la Cecina-Civitavecchia (già deliberata prima di Natale) e la tangenziale est di Milano. Arriva invece un miliardo e mezzo dello Stato per le opere connesse all'Expò del 2015 a Milano, il completamento della linea C della metro di Roma, l'aeroporto di Vicenza e «i sistemi urbani e metropolitani di Bari e Cagliari». Il ministero delle infrastrutture - per qualche non meglio specificato motivo - non ha però diffuso il dettaglio dei finanziamenti opera per opera. Si sa comunque che un miliardo viene destinato ad un piano di edilizia scolastica, 200 milioni per la costruzione di nuove carceri. Mentre impazza la polemica fra Alitalia ed Fs, arrivano 2,75 miliardi l'alta velocità: la tratta Brescia-Treviglio dell'asse Milano-Verona, la Milano-Genova, oneri ambientali pregressi per la Firenze-Bologna. Infine, dopo lo stop (e i relativi soldi buttati al vento) imposto dal governo Prodi, il governo ha deciso il rifinanziamento del Ponte di Messina: riparte con una dote di 1,3 miliardi di euro, l'obiettivo della prima pietra entro metà 2010 e la fine dell'opera per il 2016. L'obiettivo è ardito: il commissario Ue ai Trasporti Antonio Tajani ricorda che per via di quello stop il Ponte è fuori dalla lista dei finanziamenti europei 2007-2013. Cinque miliardi di opere saranno finanziate grazie alla rimodulazione di fondi «Fas», il fondo per le aree più povere finanziato da Bruxelles. Altri nove miliardi di euro del «Fas» di competenza del governo (un'altra parte di fondi è destinata direttamente alle Regioni) ha permesso la costituzione di un «superfondo anticrisi» a Palazzo Chigi: «servirà per finanziare interventi efficaci e importanti», spiegherà il premier. Soddisfatto per il via libera al piano di opere pubbliche, il ministro Altero Matteoli calcola i potenziali vantaggi per l'occupazione: «Le nostre stime ci dicono che questi fondi permetteranno di creare nuovi posti per 140 mila persone». Attaccano invece il leader Idv Antonio Di Pietro e il responsabile economico Pd Pierluigi Bersani: «Berlusconi e Tremonti si confermano giocolieri di parole e di cifre». Bersani critica il via libera al fondo anticrisi, perché finanziato con il blocco di programmi per l'innovazione industriale. Inoltre - spiega - i cinque miliardi di fondi Fas riprogrammati per le opere pubbliche «non saranno effettivamente disponibili prima del 2010».

Torna all'inizio


Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Ancora un breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori. Questa sì è vera giustizia.. PS Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia il tracollo. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 51 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 64 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (4) capitalismo (4) cina (17) crisi (3) democrazia (57) economia (26) era obama (10) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (56) globalizzazione (37) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni mason antonio padova: Finalmente si comincia a capire , qualcosa sulla crisi voluta e pilotata dalle lobbies... Franco Parpaiola: Salve. X Roberto Goretti. Dekebalos e io stavamo giocando, ma non troppo, su di una parola e i suoi... Americo: Gentile signor Foa, sarei veramente sorpreso se qualcuno avesse la ricetta giusta per i nostri guai. Il... Roberto Goretti: Franco e Dekebalos. La parola inglese 'gloom' non e' tanto angoscia che implica... Franco Parpaiola: Salve. Caro Dekebalos, dato che tu chiami la situazione angosciosa, eccotene una altra, che ne... Ultime news Dior fa sognare le donne con uno stile da odaliscaRai, no ad Amato: voleva Casini come showmanUsa: ha 14 anni il nuovo leader dei repubblicaniPedofilia, 37 indagati Perquisizioni in 29 cittàDona i beni ai ciechi: ma mobili e ville li prende la RegioneBerlusconi: "C'è crisi, ma non è tragica" Grandi opere: via al ponte sullo StrettoLanciato il telescopio "Keplero": darà la caccia a pianeti con la vitaIo, l?ultimo ultrà della QuaresimaUsa, la disoccupazione cresce fino all'8,1% Obama: "Dati atroci"Vanna Marchi: presto un video sul primo giorno di carcere Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March 2009 M T W T F S S « Feb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post March 2009 (4) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) E' ora di lasciar fallire le banche. Quando Obama supplica il mondo. Ma Obama combatte davvero le lobbies? In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Ma è questo l'Obama italiano? Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Pierangelo Maurizio (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

07-03-2009 - Concutelli, l'uomo nero è fuori dal carcere 12-02-2009 - «Io, sindacalista, difendo la scelta dell'azienda» 05-02-2008 - Alla Sapienza ecco il logo satanico 31-01-2008 - Metro C, un capolinea «privato» 23-01-2008 - «Basta, fermiamo il sacco di Roma» 11-01-2008 - L'informazione locale non può essere pilotata dagli assessori 04-01-2008 - Parchi e poltrone, guerra ecologista 03-01-2008 - E la sanità è in cura da un inquisito 27-12-2007 - Chiude il «Little friend» al Portuense: il «Pupino» Totti resta senza asilo nido 22-11-2007 - Amedeo contro i Savoia: «Una pretesa fuori luogo» 19-11-2007 - Le baraccopoli? Tutte ancora in piedi 11-11-2007 - L?onorevole notte della Zenobi. Ecco le prove delle sue bugie 11-11-2007 - «Noi romeni onesti assediati dai nomadi» 02-11-2007 - Tor di Quinto, il parco-desolazione simbolo di quindici anni buttati via 08-10-2007 - Multe, una supertassa subdola per i romani 01-10-2007 - «Questione romena», a sinistra doppio flop 30-09-2007 - Tre metri sottoterra, i rifugi dorati dei boss 24-09-2007 - Rimpatri in Romania, un altro bluff 17-09-2007 - Su Alitalia il «buonismo» veltroniano non funziona 12-09-2007 - È un flop il condono agricolo Inps 10-09-2007 - La tolleranza zero? Forse siamo sul set di «Scherzi a parte» 08-09-2007 - «Ho cacciato i rom, la legge dice così» 03-09-2007 - Rom, le normative ci sono ma Veltroni fa finta di nulla 27-08-2007 - Sicurezza, non bastano i messaggi di cordoglio 23-08-2007 - Kerouac censurato? Sì ma dalla sinistra caricamento in corso... più letti più votati più commentati Berlusconi: "C'è... di Redazione Bimba stuprata abortisce. Scomunicati... di Redazione E il radical chi scivola sul sacco... di Michele Brambilla Meglio il Califfo dei femministi di Maria Giovanna Maglie I segreti per guadagnare con i tassi... di Redazione Berlusconi: "C'è... di Redazione E il radical chi scivola sul sacco... di Michele Brambilla Io, l'ultimo ultrà della... di Redazione NON ABBIAMO PAURA D?ESSERE... di Vittorio Macioce Meglio il Califfo dei femministi di Maria Giovanna Maglie Berlusconi: "C'è... di Redazione Bimba stuprata abortisce. Scomunicati... di Redazione NON ABBIAMO PAURA D?ESSERE... di Vittorio Macioce E il radical chi scivola sul sacco... di Michele Brambilla Io, l'ultimo ultrà della... di Redazione Pubblicità Pubblicità I nostri servizi Ricevi ilGiornale a casa tua Le iniziative in edicola Ricevi ilGiornale.it sul tuo computer Ricevi ilGiornale.it sul tuo lettore portatile Entra nella community de ilGiornale.it Archivio ilGiornale e ilGiornale.it © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961 Chi siamo - Codice Etico - Disclaimer - Privacy Policy - Pubblicità - Contatti - Aiuto

Torna all'inizio


La Polverini regina dei primati: adesso entra pure nel Cnel (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 57 del 2009-03-07 pagina 14 La Polverini regina dei primati: adesso entra pure nel Cnel di Redazione Alla fine ce l'ha fatta. Renata Polverini (nella foto) entra ufficialmente nel Cnel con la «sua» Ugl. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri di ieri «su proposta» del premier Silvio Berlusconi. Una vittoria per la 46enne segretaria del baby sindacato (nato nel 1996 dalle ceneri della Cisnal) avrà diritto a sedere nel Consiglio nazionale dell'Economia e del lavoro, l'organo di iniziativa legislativa e di consulenza di governo e Parlamento previsto dall'articolo 99 della Costituzione e istituito nel 1957. Romana, sposata ed eletta segretario generale della Ugl il 4 febbraio 2006 in maniera pressoché unanime (con il 96,7% dei voti), la Polverini detiene un invidiabile primato: è la prima donna in Europa a guidare una confederazione sindacale. L'ingresso nel Cnel per la Polverini e per il sindacato autonomo vicino al centrodestra è un successo che va ad aggiungersi ad altre storiche «firme». Quella su Alitalia, che costrinse la Cgil a una rumorosa retromarcia, ma anche il «visto» sul recente accordo sul nuovo modello contrattuale. Al suo attivo anche le intese sulle grandi vertenze nazionali nel settore Chimico (Eni di Priolo) Metalmeccanico (Fiat e ThyssenKrupp), del Pubblico Impiego, dei Trasporti (Ferrovie ed Alitalia) e del Terziario, e l'impegno più propriamente interconfederale, dagli Accordi di concertazione con gli esecutivi di Romano Prodi e Massimo D'Alema, fino al Patto per l'Italia e a tutti i grandi accordi sulla riforma del mercato del lavoro (Legge Biagi), sulla riforma del sistema pensionistico e del Tfr. Un contributo decisivo, che in questi ultimi mesi è servito anche a Cisl e Uil per chiudere importanti intese e arginare i continui niet posti dal leader di Corso Italia Guglielmo Epifani. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


E' ora di lasciar fallire le banche (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 4 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 53 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 64 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (4) capitalismo (4) cina (17) crisi (3) democrazia (57) economia (26) era obama (10) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (56) globalizzazione (37) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni Rodolfo de Trent: Tutto sommato ha una sua logica la tecnica delle banane: se hai già perso moltissimo e ti rimane... Danilo: Mi permetto,da incompetente che tenta di informarsi,di spostare il focus su quanto invece succede da noi in... Max: Ma che t'ha fatto Obama? Sta lì da un mese e lei ha già scritto 10 post contro di lui, come se fosse... voce nel deserto: Ok tagliamo i ponti con i fondi che detengano in portafoglio titoli tossici. Facciamo chiudere,al... km_fbi: Caro Marcello Foa, mi sembra che nessuno ai livelli eccelsi di chi governa il mondo si sia reso conto che non... Ultime news Stupri, il Colle: "Nazionalità non conta" Carfagna ai giudici: "Meno perdonisti"Nucleare, Mosca: "Momento giusto per disarmo"Garlasco, nuova udienza: la parola alla difesaAffittopoli, la Regione porta via anche i mobili ai non vedentiParma, coca: in manette Bormioli il re del vetroGb, nazionalizzata Lloyds Lo Stato sale al 65% e garantisce asset tossici Crisi, Bossi avverte le banche: niente soldi senza aiuti a impreseSiria-Usa, segnali di disgelo: vertice a DamascoBergamo, violenta 60enne arrestato un brasilianoConcutelli, l'uomo nero è fuori dal carcere Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March 2009 M T W T F S S « Feb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post March 2009 (4) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) E' ora di lasciar fallire le banche. Quando Obama supplica il mondo. Ma Obama combatte davvero le lobbies? In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Ma è questo l'Obama italiano? Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


ReferenDario, avanti tutta (sezione: Alitalia 2)

( da "EUROPA ON-LINE" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

ReferenDario, avanti tutta GIUSEPPE CIVATI Quattrocento milioni di buoni motivi per mobilitarsi a favore di un vero Election day, nel quale si celebri, oltre alle amministrative e alle europee, il referendum elettorale. Quattrocento milioni di euro, innanzitutto, stimati da LaVoce.info, che si risparmierebbero se si evitasse di votare per il referendum nel weekend successivo a quello già individuato per il giorno delle elezioni: qualcuno dice siano un po? meno, ma in tempi di crisi non starei troppo a sottilizzare. La verità è che votando tutto insieme e nello stesso fine settimana si risparmierebbe parecchio, si celebrerebbe un momento di partecipazione democratica (di cui abbiamo bisogno) e si eviterebbe di far fallire ?a tavolino? un referendum sottoscritto da 820.000 cittadini. Dario Franceschini e il Partito democratico hanno raccolto la sfida, con una precisa presa di posizione, indicando nella sicurezza il settore in cui investire i soldi risparmiati e ricordando come sia importante evitare di allontanare ancora di più i cittadini dalla vita politica, costringendoli a recarsi alle urne due volte nel corso di una settimana (e tre in quindici giorni, nelle comunità in cui sarà necessario il ricorso al secondo turno delle amministrative). ReferenDario Franceschini sa che il centrodestra è diviso, che soprattutto la Lega soffre il referendum e che, d?altra parte, quello di Bossi e di Maroni (ministro competente) non può certo passare per un movimento che chiude le porte agli elettori, in una fase complicata di distinguo nei confronti del Pdl e in occasione di un appuntamento elettorale in cui i danée saranno importanti. La Lega sa di averne già ?sprecati? tanti, con Alitalia, con la cancellazione dell?Ici, con gli interventi straordinari in soccorso di Catania e di Roma. E con il Ponte sullo Stretto sullo sfondo, a fare da quinta a una politica che al Nord capiscono poco. In generale, oltre al dato economico, in discussione c?è anche una questione politica, la messa in mora del Porcellum e la possibilità di rivedere la legge elettorale, che non può non contare nella ricerca di un elettorato sempre più deluso e incerto. Ora al Pd spetta il compito non solo di denunciare e di rimproverare il governo per una decisione ingiusta, costosa e antidemocratica, ma di organizzare il consenso su un punto di assoluto interesse, che incrocia diversi temi, la crisi, il diritto costituzionale, la dignità della politica e, se si vuole, anche il buon senso. Stanno prendendo in giro gli elettori (non solo i referendari) e stanno danneggiando i cittadini. E ci sono quattrocento milioni di buoni motivi per fare qualcosa di diverso.

Torna all'inizio


alitalia non paga il debito saltano gli stipendi al call center alicos - a pagina v (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina I - Palermo L´azienda vanta un credito di 2,8 milioni di euro Alitalia non paga il debito saltano gli stipendi al call center Alicos a pagina v SEGUE A PAGINA V

Torna all'inizio


l'alitalia non onora i debiti niente stipendi per il call center (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Palermo La compagnia deve 2,8 milioni ad Alicos. A rischio il futuro di 1.600 lavoratori L´Alitalia non onora i debiti niente stipendi per il call center Niente stipendi a febbraio per i 1.600 dipendenti dell´Alicos e adesso i sindacati lanciano l´allarme sul futuro del call center. Il motivo? L´Alicos, partecipata al 60 per cento dal gruppo Cos di Alberto Tripi e al 40 per cento dalla vecchia Alitalia, ha un credito con la compagnia di bandiera in liquidazione di 2,8 milioni di euro. Il commissario dell´Alitalia, Augusto Fantozzi, ha inoltre messo in vendita le azioni dell´Alicos e non ha saldato ancora il debito. Il rischio, adesso, è che a fine marzo, scadenza del contratto tra Alitalia e Alicos, la nuova Cai non rinnovi la commessa. «Nel corso di un incontro sindacale i manager di Alicos, che ha gestito il servizio di call center per Alitalia e che continua a gestire il servizio di call center per la nuova Cai, hanno dichiarato di non essere nelle condizioni di pagare le retribuzioni del mese di febbraio ai propri lavoratori in quanto il commissario straordinario di Alitalia, Fantozzi, non ha ancora liquidato fatture arretrate per un totale di 2,8 milioni di euro», scrivono Angela Biondi (Slc Cgil), Francesco Assisi (Fistel Cisl) e Marco Scramuzza (Uilcom Uil). «L´azienda dovrebbe immediatamente ricapitalizzarsi ed assicurare le retribuzioni, a qualsiasi condizione, ai lavoratori», aggiungono i sindacati. Sul caso Alicos il deputato regionale del Pd, Pino Apprendi, ha presentato un´interrogazione all´Ars: «Il governo nazionale ha pensato bene di fare pagare il conto del fallimento della vecchia Alitalia ai lavoratori siciliani che oggi rischiano il posto di lavoro, per via di un debito non ancora ripianato dal commissario straordinario Fantozzi e su cui il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva assicurato il massimo impegno», dice Apprendi. a.fras.

Torna all'inizio


"niente soldi per le espulsioni" gli immigrati restano in carcere (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina IX - Palermo "Niente soldi per le espulsioni" Gli immigrati restano in carcere Un detenuto del Gambia in sciopero della fame Taal doveva tornare nel suo Paese a novembre ma è ancora a Pagliarelli Taal Momodou non mangia da quattro giorni, ha iniziato lo sciopero della fame per protesta. Sta male, la sua salute già precaria è appesa ad un filo. Momodou, 46 anni, ha scontato una pena per droga. Così come prevede la legge Boss-Fini, anziché rimanere a Pagliarelli altri due anni, già a novembre avrebbe dovuto far rientro in Gambia, il suo Paese. La disposizione del magistrato di sorveglianza però rimane lettera morta. E l´espulsione inefficace. Momodou rimane in cella. La questura, infatti, non è in condizione di provvedere: è a corto di soldi, di uomini e ha anche contratto un debito con l´Alitalia di 100 mila euro. I volontari del carcere hanno avvertito il suo avvocato ma nonostante un «fax urgentissimo», spedito ancora una volta dalla casa circondariale alla questura lo scorso 20 gennaio, Taal resta dov´è. A sollevare il caso è il Siulp che punta l´indice sui tagli sul comparto sicurezza decisi dal governo. «Palermo - dice Vittorio Costantini, segretario generale del Siulp - è una delle poche città dove si stanno verificando questi deplorevoli ritardi sui rimpatri. Quest´anno sono stati destinati solo 400 mila euro per tutte le missioni della nostra questura, comprese quelle dell´ufficio Immigrazione a fronte di uno stanziamento nel 2008 di oltre due milioni. Senza dimenticare che fino al 28 febbraio sono già stati spesi 250 mila euro e 1,8 milioni di euro sono da rimborsare a poliziotti che hanno anticipato le somme per le missioni di tasca loro». A condividere il destino di Taal ci sono almeno altri dieci detenuti che hanno ottenuto dal magistrato di sorveglianza il provvedimento di espulsione. E altri venti sono in attesa. Fattimir Rrasa è un albanese che da due mesi, assieme ad un suo connazionale, aspetta di lasciare Pagliarelli per il suo Paese. Ad assisterli è l´avvocatessa Anna Bonfiglio Calamia: «è una situazione inaccettabile, disumana». Tra gli altri immigrati in attesa di espulsione ci sono anche i «pericolosi» che, sempre secondo la legge, dovrebbero lasciare l´Italia subito dopo avere scontato la pena. Ma anche in questo caso la misura rimane inefficace per mancanza di fondi. E così questi immigrati rimangono liberi, sparendo in fretta da Palermo, «in modo - assicura Costantini - da non essere più identificati». C´è un terzo punto nella legge Bossi-Fini, l´espulsione amministrativa, anche questa di pertinenza del questore. Quando non è possibile eseguire con immediatezza il rimpatrio, lo straniero viene trattenuto, per un massimo di 60 giorni, in un Centro di permanenza temporanea. Poi, il clandestino ha 5 giorni per lasciare il territorio. «Accade il contrario, ovviamente - denuncia ancora Costantini - L´immigrato rimane nella nostra Isola, e anche in questo caso poi si trasferisce in altre città». Eiru Beki, donna del Ghana di 26 anni, è una clandestina. Per lei, all´ufficio di gabinetto della questura è arrivato un fax, anche questo urgentissimo. Disponeva che due dipendenti la accompagnassero al Centro identificativo espulsivo di Roma - Ponte Galeria. Ma la risposta è stata laconica: «Non risulta possibile effettuare suddetto servizio per mancanza di personale». Eiru, molto probabilmente, adesso non si trova nemmeno più in città. Non va meglio guardando alle procedure per i permessi di soggiorno, di solito rilasciati in venti giorni. «è accaduto che a causa della mancanza di personale - rivela ancora il segretario generale del Siulp - un permesso sia arrivato dopo due anni, quando già era in scadenza». Costantini ne fa una questione generale: «Sarebbe meglio trasferire le competenze sui permessi al ministero degli Esteri, lasciando i poliziotti ai loro compiti». ro. ma.

Torna all'inizio


La crisi economica globale? Non fa paura all'industria balneare di Ostia. Il borsino degli abbo... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Domenica 08 Marzo 2009 Chiudi di GIULIO MANCINI La crisi economica globale? Non fa paura all'industria balneare di Ostia. Il borsino degli abbonamenti alla stagione 2009 registra una tendenza al rialzo e una buona parte dei gestori degli stabilimenti scommette sul futuro. Sino al punto di aumentare i prezzi anche del dieci per cento. E' notorio: quanto più la crisi economica aggredisce le famiglie italiane, tanto più cresce la forza d'attrazione di Ostia. «Se devono fare economie spiega meglio il concetto Ruggero Barbadoro, presidente regionale della federazione balneari Fiba-Confesercenti i romani restano in città e puntano tutto sul mare di casa che è vicino, presenta un buon rapporto qualità/prezzo e consente una scelta per tutte le tasche ed i gusti». La campagna di abbonamenti è il termometro di che "mare farà" a Ostia e dintorni. La maggior parte degli impianti ha già riconfermato i fedelissimi che hanno prenotato cabina e servizi sin dalla fine della passata stagione. E in questi giorni parte la "fase 2", quella degli indecisi e di chi sceglie la struttura più consona alle proprie esigenze. «Non è tutt'oro ciò che riluce avverte Rosella Pizzuti, del sindacato balneari Sib-Confcommercio Proprio in questi ultimi giorni stanno arrivando clienti che invece dell'intera stagione chiedono di abbonarsi ad uno o due mesi massimo. Ridimensionano la permanenza al mare ed un segnale indiscutibile che si sta più attenti ai cordoni della spesa. In ogni caso i conti si potranno fare solo a aprile». L'ordine di scuderia o, per meglio dire, il suggerimento esteso a tutti gli associati da parte delle tre organizzazioni di categoria è quello di non praticare aumenti. «E' un segno di attenzione e di rispetto verso chi fa i conti con la riduzione del potere d'acquisto del proprio salario» sottolinea Paolo Papagni, esponente dell'Assobalneari-Federturismo nonchè concessionario de "Le Dune". «Noi non abbiamo variato le tariffe prosegue ma pure se Ostia resta un'oasi felice rispetto ad altre realtà produttive, anche qui, per esempio, scontiamo il ciclone abbattutosi sui dipendenti Alitalia e del suo indotto». «Il dieci per cento dei nostri abbonati ribadisce Adriano Di Filippo del "Tibidabo Village" è pilota o steward dell'ex compagnia di bandiera. Hanno prenotato a settembre ma in questi giorni aspettiamo che vengano a pagare. Sono ottimista perchè a buon mercato i romani trovano un'organizzazione pari a quella dei villaggi vacanze. E la Capitale è un serbatoio sicuro e invidiabile». Nel suo caso Di Filippo ha scelto l'aumento dei prezzi, fermi da tre anni, ma solo per i bagnanti che non hanno fermato la cabina l'anno scorso. «E' vero che le tasche dei clienti sono sempre più vuote, ma anche il nostro lavoro costa di più» evidenzia Maurizio Deligia de "L'ancora" dove l'incremento delle tariffe stagionali è del 5 per cento. «D'altra parte aggiunge modificare il prezzo stagionale di 100/120 euro significa distribuire pochi centesimi al giorno nell'arco di cinque mesi di servizio per cabine da sei-otto posti». «Ci siamo accontentati di appena 50 euro di aumento per l'intera stagione osserva Roberta Balini del "Plinius" ma solo perché abbiamo effettuato dei lavori di miglioramento inserendo le docce calde nelle cabine e sostituendo i lettini. Insomma, il ritocco è all'insegna di una maggiore offerta di qualità». «I segnali sono confortanti racconta Franco Petrini di "Nuova Pineta" e "Pinetina" ma temo che la paura di spendere ci porterà via quella che io considero la clientela fluttuante, ovvero i frequentatori non affezionati stabilmente al nostro stile. Abbiamo aperto la campagna abbonamenti venerdì e abbiamo lasciato immutate le tariffe, nel rispetto della nostra tradizione che prevede aumenti ad anni alternati». Tutto esaurito, nonostante l'aumento di un dieci per cento, anche per il piccolo ma elegante "Bagni Vittoria". «Abbiamo fatti notevoli migliorie ai servizi chiarisce il concessionario, l'architetto Cosimo Suriano e l'incremento della tariffa negli abbonamenti arriva dopo due anni di prezzi inchiodati. Sì, abbiamo già esaurito le disponibilità ma è il giusto riconoscimento di un duro lavoro di riqualificazione dell'impianto e della zona». giulio.mancini@ilmessaggero.it

Torna all'inizio


Sabelli-Moretti, il duello delle squadre (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-08 num: - pag: 29 categoria: REDAZIONALE Trasporti Dietro lo scontro anche due stili diversi di gestione. I tornelli al bar interno e il questionario a risposte multiple Sabelli-Moretti, il duello delle squadre Alitalia sperimenta la «sessione interattiva». Il manager Fs richiama i dirigenti: più vigilanza Il botta e risposta è nato dalla concorrenza sulla tratta Milano-Roma, tra «sorpassi» e controaccuse ROMA — Dicono che sotto sotto si assomigliano. Forse per questo il loro primo incontro pubblico (a distanza) è parso simile a un match di pugilato: un modo per prendersi le misure. Rocco Sabelli e Mauro Moretti, «numero uno» di Alitalia il primo, amministratore di Ferrovie dello Stato, il secondo, sono stati protagonisti questa settimana di un acceso scontro sulla primazia dei mezzi di trasporto in Italia. Ingegneri entrambi, Sabelli chimico, Moretti elettronico. Quasi coetanei: classe 1954 il primo, 1953 il secondo, i due manager sembrano fatti per fronteggiarsi. A renderli simili c'è il loro carattere forte e ombroso e quei modi diretti, ai limiti della ruvidezza, che vengono fuori nei momenti di maggiore tensione. Di Sabelli «il freddo» si ricorda quando ha mandato al diavolo i piloti, abbandonando la trattativa per l'acquisto di Alitalia sul più bello. Quanto a Moretti, «il caldo», non c'è ministro o sottosegretario che non abbia assistito a qualche sua sfuriata. Ne sanno qualcosa anche a piazza della Croce Rossa, sede romana delle Ferrovie, dove dal 2006 Moretti governa con polso fermissimo. Dopo l'esordio che egli stesso definì «francescano », con il razionamento delle spese, dieci giorni fa l'amministratore ha riunito 3-400 dirigenti in una convention. Qui Moretti avrebbe richiamato i dirigenti alla vigilanza sull'operato dei dipendenti: «Non controllate abbastanza - avrebbe detto l'ex sindacalista della Cgil - : mi avete costretto a mettere i tornelli al bar interno!». E' da due mesi infatti che i lavoratori della sede centrale per bere un caffè devono timbrare il cartellino. Inutile dire che i visitatori sono diminuiti e così la loro permanenza al bancone. L'umore generale però è nero. Come il caffè. Ma se i dipendenti Fs ormai conoscono Moretti, quelli di Alitalia hanno appena avuto un assaggio dello «stile Sabelli ». Il migliaio di lavoratori, convocato il 28 febbraio presso l'hangar Avio 6 di Fiumicino, per un primo incontro, sarebbe rimasto a bocca aperta di fronte all'allestimento curato dall'ad. Il manager ha accolto tutti in maniche di camicia fornendo loro una pulsantiera per partecipare a una «sessione interattiva» di domande e risposte: «Qual è il nostro principale punto di forza? E quello di debolezza? Cosa dobbiamo fare per riconquistare i clienti?» e così via. Quattro le risposte tra cui scegliere per ciascuna domanda. Nessuno spazio per domande e notazioni personali. E per tutti la certezza che forse anche in Alitalia è tempo per un ultimo caffè... Antonella Baccaro Aerei Rocco Sabelli di Alitalia Treni Mauro Moretti delle Ferrovie

Torna all'inizio


3,6 (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-08 num: - pag: 29 categoria: BREVI 3,6 miliardi, i trasferimenti statali alle Fs nel 2008 ricordati dall'ad Alitalia. La replica: l'Alta velocità non ne beneficia

Torna all'inizio


Venier inviata fra i <contadini> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Spettacoli TV - data: 2009-03-08 num: - pag: 62 categoria: REDAZIONALE PER DISTRARSI Venier inviata fra i «contadini» Ormai di reality ce n'è proprio per tutti i gusti. In onda ci sono già «Grande fratello» e «X Factor» (in parte anche «Amici» lo è). Da stasera arriva pure «La fattoria», più esotico e giocoso. I 14 pseudo contadini (tra loro Fabrizio Corona, Marco Baldini, Marina Ripa di Meana, Morena Zapparoli vedova Funari, Tony Sperandeo, Daniela Martani, l'hostess licenziata da Alitalia causa «Grande fratello») dovranno abbandonare agi e lussi e imparare i lavori della terra, laggiù in Brasile, a Paraty. Da segnalare tre belle donne «in pista»: a Roma, Paola Perego conduttrice e Sonia Bruganelli (moglie di Bonolis) opinionista; in Brasile Mara Venier (foto) inviata. La fattoria Canale 5, ore 21.30

Torna all'inizio


Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 08-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 32 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 60 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 80 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (4) capitalismo (4) cina (17) crisi (3) democrazia (57) economia (26) era obama (10) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (56) globalizzazione (37) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni Franco Parpaiola: Salve. Marina non rompere, mi sono appena alzato, è il Lavoro che stiamo facendo ora ci sta... Marcello Foa: Grazie ancora, l'analisi di davideK è come di consueto interessante. Confessi: lei è un... fedenrico: Caro Rodolfo, scusa se mi introduco nelle tue osservazioni sulla consonante "z". Alla tua... fedenrico: Cara Marina, colgo l'occasione per per porgerti, di cuore, i migliori auguri. Quanto a Franco... Biagio Morabito: Gentile Signor Americo, Nel farle sommessamente notare che l'attuale sezione del blog è stata... Ultime news Iraq, gli Usa ritirano 12mila soldatiSuper Pellegrini: è record del mondo nei 200 stile liberoUlster, attacco a base inglese: 2 mortiFini: "Violenza sulle donne una piaga ma no alle connotazioni etniche"Il Papa: a maggio in Terra Santa invocherò la paceFoggia, aperta la paratia di una diga: treni nel caos, ritardi fino a sei oreIl Galaxy: Beckham resta al Milan fino a maggioIl premier: "Non sono uomo di destra Fascismo? Basta vecchie ideologie""Il mio 8 marzo...? Sola e reclusa in casa"Tutti United con Mou "Ma cercasi difensore" Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March 2009 M T W T F S S « Feb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post March 2009 (4) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) E' ora di lasciar fallire le banche. Quando Obama supplica il mondo. Ma Obama combatte davvero le lobbies? In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Ma è questo l'Obama italiano? Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


La recessione lascia a terra gli aeroporti (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

La recessione lascia a terra gli aeroporti Crolla il traffico passeggeri, merci -21% Giù Malpensa (-31) e Francoforte (-17) [FIRMA]MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES Londra Gatwick meno 10; Bruxelles meno 15; Madrid meno 18,5; Milano Malpensa meno 31,7. L'inverno della crisi ha spinto gli aeroporti europei sotto zero, provocando un'emorragia di passeggeri senza precedenti. In gennaio il numero di biglietti venduti nel Vecchio continente è calato su base annua dell'8 per cento, peggiorando il già drammatico 7,7 di dicembre. Entrambi i dati sono influenzati dalle vacanze natalizie, così gli analisti temono un peggioramento in febbraio. Si salva qualche scalo low cost, come Charleroi (+31 per cento) o Orio (+4,2), ma sono mosche bianche. La primavera promette turbolenze sulla piste di asfalto come nei capricciosi cieli di aprile. La frenata è netta e generalizzata, la recessione costringe gli europei a rinunciare a ciò che possono. La Commissione Ue sostiene nella previsioni di gennaio che quest'anno spenderanno nel complesso lo 0,4% in meno del 2008. Gli operatori rispondono che il fascino (e l'esigenza) del viaggio resiste alla congiuntura avversa, tuttavia le mete cambiano e l'aereo stalla. Eurocontrol rivela che il traffico di apparecchi civili è sceso del 16% solo in dicembre e che il numero medio di velivoli decollati in gennaio è calato di un quinto. Il flusso merci è in picchiata: -21,4% a dicembre. Brutto segnale per l'economia. «Possiamo immaginare che l'intera industria aeroportuale dimagrirà del 5% - spiega Olivier Jankovec, direttore dell'Airport Council International -. Il 2009 sarà un annus horribilis: l'80% degli scali registra affari in flessione». Hanno ammesso la débâcle gli amministratori di Fraport, ovvero dell'hub di Francoforte, il numero tre del continente. Il numero di passeggeri è già calato del 10,4% e per quest'anno si stima di incassare il 17% in meno. Nell'attesa, la società ha deciso di sforbiciare del 20% gli orari di lavoro per i 500 dipendenti della sezione Cargo per gestire un'attività ridotta d'un quarto. Soffrono anche gli scali londinesi, tanto che gira voce che la spagnola Ferrovial potrebbe rinunciare a qualcuno degli aeroporti britannici acquisiti nel 2006 per 15 miliardi di euro. Il primo a partire sarebbe Gatwick, il numero due del Regno Unito, ma potrebbero seguire Stanstead (-11,2 per cento i passeggeri in gennaio), Glasgow e Edimburgo. Interessata, a quanto pare, la sopraccitata Fraport che punta sulla potenza di fuoco della Lufthansa in casa per tentare nuovi investimenti anticiclici. L'Italia non si salva. Malpensa precipita per i postumi della privatizzazione Alitalia e in gennaio ha effettuato il 31,4 per cento di check-in in meno rispetto al 2008. Forlì è uno dei peggiori d'Europa col 50 per cento di arretramento. Secondo Assaeroporti, nel primo mese dell'anno gli scali nazionali sono stati il 14,8 per cento meno affollati su base annua, cifra che sale al 20 per cento se si considera esclusivamente il traffico nazionale. Le Ferrovie sorridono. Le low cost si interrogano. Capita infatti che gli stormi di aeri di Ryanair & Co. lavorino in scali che vanno interpretati. Le compagnie «no-frills» perdono nel moribondo Ciampino (-7,4 per cento) come nell'ex rampante Frankfurt Hahn (-3,4 per cento), ma trionfano a Charleroi, il secondo scalo belga che cresce il doppio di quanto Bruxelles perde. Vuol dire che la crisi non stronca il movimento. E che bisogna essere cauti perché che non tutte le scommesse sono vincenti come un tempo. I viaggiatori potrebbero smettere di volersi sacrificare in lunghi viaggi di navetta, col rischio di pagare il bagaglio a mano quanto il biglietto. Per adesso il mercato tiene. Sino a una prova contraria probabile e imminente.

Torna all'inizio


Quest'anno niente mimose Quest'anno per la festa delle donne non ho scritto poes... (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Quest'anno niente mimose Quest'anno per la festa delle donne non ho scritto poesie. Ormai tutti ci vogliono fare la festa: Stato, Chiesa, gente comune, italiani e non italiani, parenti, conoscenti e sconosciuti... In nome della parità ci vogliono affibbiare altri pesi. In nome della giustizia ci vogliono fare altra ingiustizia. In nome della religione ci vogliono dare altra discriminazione. Non ho portato la mimosa questo 8 marzo, troppo fragile. Volevo portare un pezzetto d'acciaio, ma non avrebbero capito. Io, donna, speriamo che me la cavo. VIVIANA VIVARELLI L'altra faccia della crisi Per le prossime vacanze pasquali si registra un boom di prenotazioni nelle agenzie di viaggio: tutto esaurito alle isole Seychelles e Mauritius, aumento del 15% nelle vendite dei tour operator, crociere al gran completo. Penso sarebbe opportuno bandire le parole «crisi» e «recessione» dai titoli dei quotidiani e dai servizi dei telegiornali. MAURO LUGLIO MONFALCONE (GO) Consumismo virtuale Consumi? Avevo 100 milioni di lire, dopo un giorno, 50 mila euro. Il caffè costava 900 lire poi 1 euro: il costo della vita, tutta, raddoppiava e, contemporaneamente, gli stipendi e le pensioni venivano ferocemente calcolate dividendo per 1936,27. Così i 50 mila euro avevano il potere d'acquisto della metà. Erano ridotti a 25 mila. Fine dei consumi. Quello che non capisco è l'insistere a voler dare soldi alle imprese. È la gente che consuma, e che deve avere soldi da spendere. Altre ricette sono inutili. Forse che stiano inventando il consumismo senza denaro? Ah! Ma forse si potrebbe ricorrere al consumismo virtuale! Ovvio, con denaro virtuale! Arrivederci tutti su Second Life. BRUNO FRASCÀ Edilizia e risparmio energetico I provvedimenti che il governo sta suggerendo alle Regioni e agli enti locali per il rilancio dell'edilizia sembrano privilegiare i maggiori volumi edificabili piuttosto che il miglioramento qualitativo dei manufatti. Il risparmio energetico dovrebbe essere invece il principale criterio per agevolare, con finanziamenti o con riduzioni fiscali, demolizioni e ricostruzioni o semplici ristrutturazioni, escludendo quindi dalle agevolazioni i semplici ampliamenti di volume o di superficie. I fondi disponibili per far ripartire l'economia sono scarsi ed è opportuno perciò che vengano impiegati con oculatezza. Anziché far confluire credito bancario a chi vuole ampliare il proprio immobile, sarebbe meglio orientare tale credito verso le piccole e medie imprese soprattutto nei settori innovativi e in ogni altra attività che possa migliorare la competitività del Paese. E per coloro che dispongono di liquidità in cerca di beni rifugio sarebbe bene offrire dei bond pubblici con tasso interessante, destinando poi il ricavato dei bond al finanziamento di interventi con alto rendimento per la Pubblica Amministrazione come nella prevenzione sanitaria o nel risanamento delle criticità idrogeologiche. Il risparmio energetico, alla base delle agevolazioni, dovrebbe comunque essere certificato ex ante, da progetto, e poi controllato ex post per evitare che minimi vantaggi di risparmio energetico siano usati come alibi per incrementi edilizi solo quantitativi. ASCANIO DE SANCTIS, ROMA Ma io non riesco a essere ottimista Anch'io, come dice lo slogan di una nota catena di negozi e quello del presidente del Consiglio, sono convinto che l'ottimismo è una bella cosa e che per risolvere tanti problemi è la medicina giusta. Ma poi mi faccio prendere da tanti strani pensieri. Sono pensionato da 4 anni, l'importo della mia pensione è praticamente invariato, ma lo stesso non posso dire del costo della vita; i modesti investimenti che ho fatto con anni di lavoro e con tanti sacrifici stanno andando a rotoli, le poche azioni Alitalia che avevo acquistato, nonostante il governo abbia dichiarato che i privati cittadini non ci avrebbero rimesso «neppure un euro», stanno andando in fumo. A queste condizioni come faccio a essere ottimista? Dovrei forse esserlo perché il governo stanzia somme ingenti per opere che forse non verranno mai finanziate o perché abbiamo fatto felice Gheddafi con promesse di consistenti aiuti? No, finché questo governo continuerà a fare promesse che non mantiene, annunci che servono solo a far dimenticare le difficoltà quotidiane, io a essere ottimista non ci riesco. GIANNI DENTINI, AGELLO (PG) La Chiesa, due pesi e due misure La Chiesa cattolica ha un concetto discutibile della giustizia. Infligge la scomunica ai medici brasiliani che hanno fatto abortire la bimba di 9 anni rimasta incinta per una violenza sessuale, ma non infligge la stessa pena a chi uccide persone già nate; anzi, spesso riserva loro solenni funerali, vedi il caso del dittatore assassino Pinochet. A questo punto approvo la reazione di uno di quei medici brasiliani, che ha dichiarato di essere soddisfatta per aver ricevuto la scomunica. Anch'io mi vergognerei di far parte d'una Chiesa che usa così sfrontatamente due pesi e due misure! DANIELE ORLA POIRINO (TO) Il presidente Lula non si accorge... Ho visto di persona le favelas nelle quali ha servito per 30 anni padre Clodoveo Piazza a Salvador de Bahia, e trovo molto comica la posizione del presidente Lula che, come altri personaggi nostrani, vorrebbe dare lezioni di dottrina cattolica all'arcivescovo di Recife che mostrerebbe «un comportamento conservatore» quando dice che la vita umana è intangibile sin dal concepimento. Lui, il presidente Lula, che invece è moderno (liberale, socialista, riformista.), non si accorge di governare da tanti anni un Paese dove occhieggiano centinaia di favelas e dove le gravidanze a 11-12 anni sono nella norma. Il pubblico amministratore dovrebbe anche accorgersi che, se le campagne sulla contraccezione non funzionano, forse c'è un altro piano su cui agire. Sarà il piano morale? PROF. VALTER BOERO

Torna all'inizio


L'ennesimo no Pd si... (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 10 del 2009-03-09 pagina 2 L'ennesimo «no» Pd si abbatte persino sulle ristrutturazioni di Francesco Cramer Dopo nucleare, giustizia, sicurezza, economia e scuola Franceschini boccia l'ultimo progetto del governo Roma«No, no, no». Il governo annuncia un piano-casa per far ripartire l'edilizia segando pastoie e burocrazie? In fondo il settore zoppica e potrebbe far da volano all'intera economia. Ma dal jukebox dell'opposizione parte la solita musica. Non il ballo del mattone ma il disco rotto del «no, no, no». «Si apre una nuova stagione di cementificazione dell'Italia», si è subito spolmonato il leader del Pd Franceschini, sposando la comoda linea politica del bastian contrario. Dall'energia alla giustizia, dalla scuola alle grandi opere, dall'Alitalia alla sicurezza, la sinistra ha sempre la carta pronta da gettare sul tavolo, il suo particolare jolly: il niet. In fondo che bisogno c'era di fare un governo ombra quando su tutti i grandi temi dall'opposizione arriva sempre e comunque un rifiuto? La proposta alternativa al giusto processo, mirabilmente descritta dal Guardasigilli ombra Lanfranco Tenaglia, è illuminante: «La riforma della maggioranza è in alcune parti dannosa, in altre controproducente». E pensare che per intercettare il voto moderato l'impallinato leader piddino Veltroni auspicava riforme condivise. Maggio 2008: «Confermiamo la nostra disponibilità a convergere sulle riforme per consentire al Paese di marciare più veloce, di essere più moderno». Parola di Walter. Salvo poi gridare ai quattro venti: «Sulla giustizia è difficile trovare un accordo se l'esecutivo insegue solo la separazione delle carriere, lo svilimento del Csm o il blocco sostanziale delle intercettazioni come strumento d'indagine». E ancora: «Il provvedimento sulle intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una bocciatura a priori. A proposito di voti: si può provare a far funzionare la scuola, tornando al maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai bambini e valorizzare la figura dell'insegnante. Oppure, sull'università, si può tagliare la giungla di corsi inutili e razionalizzare le spese ma la condotta della sinistra sarà sempre quella: rigettare, ripudiare, respingere. «La riforma Gelmini smantella la scuola», hanno urlato ai quattro venti Veltroni e soci. Ma nel sussidiario dei «no» della gauche c'è pure il capitolo «grandi opere». Il governo mette sul piatto 18 miliardi di euro per azionare la leva delle infrastrutture, dalla Tav al Mose, dal Ponte sullo stretto di Messina? L'opposizione arriccia il naso e fa partire il «no» con l'Alta velocità: «Sono uno specchietto per le allodole di fronte alla crisi». Già, la crisi. Forse abolendo l'Ici sulla prima casa, sostenendo il potere d'acquisto dei meno abbienti con bonus famiglia e social card arriverà qualche sì anche dall'opposizione? Macché. La social card «è soltanto un'elemosina di Stato» e in fondo, parole di Veltroni: «È umiliante per quanti la usano perché nei supermercati vengono identificati come bisognosi». Sull'atomo è meglio lasciar perdere: getti le basi per aumentare l'indipendenza energetica producendo, entro il 2020, circa il 20% del fabbisogno di energia grazie al nucleare che alla sinistra scoppiano i nervi: «Ennesimo spreco di denaro pubblico». E a proposito di sprechi: con il federalismo, assicurando autonomia di entrata e di spesa agli enti locali, si tira la cinghia sulle uscite dello Stato-Pantalone. Piacerà? No: «Determinerà un aumento di spesa pubblica e burocrazia». E su Alitalia? Salvi la compagnia di bandiera: privata, italiana e con un forte partner internazionale. Volerà un applauso così, per sbaglio... Bersani: «Una soluzione debole e problematica, molto più di quello che avrebbe potuto essere». E te pareva. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


<Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli> (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 10 del 2009-03-09 pagina 6 «Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli» di Redazione Il premier a «El Mundo»: «Al G8 della Maddalena vogliamo avviare una nuova era Ai mercati servono regole etiche, per il benessere delle generazioni attuali e future» Lei si è sempre dichiarato un grande difensore del libero mercato e del capitalismo. Dopo questa crisi crede ancora che il capitalismo sia il sistema economico più adeguato o pensa che abbia bisogno di essere riformato? Si dibatterà al vertice del G8 all'isola La Maddalena su questo argomento e si farà un esame di coscienza, visto che molti considerano che gli otto Paesi più ricchi del mondo hanno una grande responsabilità in questa crisi? «Il capitalismo resta il sistema migliore se paragonato a quelli ispirati al pensiero collettivista che hanno condannato intere popolazioni alla miseria e all'assenza di libertà. Però alcune regole, soprattutto in campo finanziario, vanno riformate: ne dibatteremo alla Maddalena e l'esame di coscienza lo stiamo già facendo. Uno degli obiettivi della Presidenza italiana del G8 è avviare un'era di cooperazione e coordinamento tra i Paesi del G8 e tra questi e le economie emergenti, per definire standard etici e giuridici comuni e nuove regole di trasparenza, correttezza e integrità delle attività economiche e finanziarie internazionali. Non è il capitalismo sul banco degli imputati, ma la degenerazione di alcuni aspetti del libero mercato. Vogliamo poi rafforzare il dialogo Nord-Sud, riducendo lo squilibrio tra Paesi ricchi e poveri. Al G8 proporremo la Detax, un meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale, e lanceremo una nuova filosofia degli aiuti che coinvolga più strumenti e più attori, anche privati. Credo in un modello di capitalismo sostenibile volto al benessere non solo delle generazioni attuali, ma di quelle future. In Italia abbiamo adottato misure concrete a sostegno dei più deboli: i "bonus" per le famiglie più povere e numerose, la social card, il fondo per i neonati, le detrazioni di spesa per asili nido e pubblici trasporti, i fondi per agevolare gli affitti, sconti fiscali sui mutui e un grande finanziamento per alimentare gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori che perdono il posto di lavoro». Lei ha stravinto le scorse elezioni e la sua popolarità in questo momento vola a livelli stratosferici. Secondo lei perché gli italiani la amano così tanto? «Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64 e il 73 per cento è francamente imbarazzante. Non può che diminuire! Gli italiani hanno capito che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile, in sintonia con gli amici europei, per alleviarne gli effetti, per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese e preparare la ripresa. Gli italiani mi conoscono da sempre. Hanno fiducia in me perché ero il più popolare e invidiato imprenditore italiano e ho lasciato tutto per mettere a disposizione del mio Paese e dei miei concittadini la mia esperienza e le mie capacità. Erano stanchi delle chiacchiere della sinistra, volevano fatti. In meno di due mesi abbiamo risolto la tragedia dei rifiuti a Napoli e in Campania, abbiamo mantenuto italiana la nostra compagnia di bandiera, l'Alitalia, abbiamo garantito i conti pubblici innovando con l'adozione di una finanziaria triennale che le lobby non sono riuscite a modificare, abbiamo fatto ripartire le grandi opere bloccate dai veti ideologici della sinistra, abbiamo riformato la scuola e la giustizia, abbiamo difeso consumatori e risparmiatori dalla crisi finanziaria, e infine abbiamo restituito al Paese un ruolo da protagonista sulla scena internazionale». Questo è il primo Parlamento italiano del dopoguerra nel quale non c'è un comunista. E poi alcuni giorni fa Walter Veltroni, leader del principale partito di centrosinistra, si è dimesso. Come interpreta lei, un uomo di destra, i motivi della crisi della sinistra italiana? È contento di governare senza opposizione? «Mi spiace doverla smentire. Io non sono un uomo di destra. La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene portavoce, viene punito dal voto. Siamo stati noi ad avviare le riforme per cambiare l'Italia con un programma sociale tra i più avanzati. Al contrario, i partiti della sinistra si sono arroccati in difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, senza essere in grado di interpretare i bisogni di un Paese che si è evoluto. Noi, invece, abbiamo rilanciato il nucleare e la campagna contro l'assenteismo. La sinistra è tuttora soggetta al ricatto del fanatismo ambientalista, avrebbe perso altro tempo prezioso prima di mettere mano all'emergenza energetica del Paese. Sotto il ricatto dei localismi, non avrebbe mai potuto risolvere il problema dei rifiuti. Sotto quello delle minoranze sindacali, non avrebbe mai accolto il criterio del merito nella pubblica amministrazione e nella scuola. Inoltre, divisa al suo interno praticamente su tutto, non avrebbe avuto mai il coraggio di assumere decisioni importanti su temi cruciali. La crisi dell'opposizione non può far piacere a nessuno. Anzi, preoccupa. Il ruolo della minoranza in una democrazia è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. Ma purtroppo la crisi dell'opposizione italiana sembra destinata a durare a lungo». Secondo lei, che ha detto che ha mandato a casa uno dopo l'altro sette esponenti del centrosinistra, c'è qualcuno nel centrosinistra che potrebbe essere all'altezza di fare il capo dell'opposizione? «Non sette. Otto. C'era anche Renato Soru, leader in pectore del Partito Democratico, candidatosi a governare la Sardegna e ad essere in prospettiva il leader del Pd, e invece sconfitto nelle elezioni regionali. Lei mi chiede se c'è qualcuno all'altezza di fare il leader dell'opposizione. Le osservo che il Partito Democratico ha appena scelto un nuovo segretario...». Perché il suo governo era così deciso a impedire la morte di Eluana? Lei ha detto che il Consiglio dei ministri ha preso la decisione di salvare Eluana per motivi morali. Ma la morale non dovrebbe essere lasciata fuori, visto che è una cosa molto soggettiva? Per il papà di Eluana, era morale permettere che sua figlia si spegnesse. E poi la Giustizia aveva sentenziato che a Eluana poteva essere interrotta l'alimentazione e l'idratazione artificiale. Non crede che il governo avrebbe dovuto rispettare quella sentenza in nome del principio democratico della divisione di poteri? «Un governo democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere delle decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge no. Soprattutto su temi fondamentali come quelli che implicano la vita e la morte, non si possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema. La magistratura, a differenza del Parlamento, non ha il potere di fare le leggi, ha invece l'onere e l'onore di applicarle. Se c'è un vuoto, il compito di colmarlo con una legge spetta al Parlamento. Ma poiché questa legge sul "fine vita" in Italia non c'era, noi abbiamo naturalmente portato in Parlamento la nostra proposta, con la libertà per i nostri parlamentari di votare secondo coscienza. Vorrei ricordarle che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura, non si è messo fine a un accanimento terapeutico. Semplicemente, a una donna malata si volevano togliere acqua e alimenti, e di qui nasceva la necessità e l'urgenza di un provvedimento del governo che poi il Parlamento avrebbe approvato o respinto, e i magistrati applicato». Quanto ha pesato l'opinione del Vaticano su questa vicenda? «Le scelte del governo italiano sono assolutamente autonome. E lo sono state anche in questo caso. È ovvio che in una società libera la Chiesa possa esprimere il proprio punto di vista, come tutti. Mi stupirei se non lo facesse, specie quando sono in gioco alcuni valori che per i cristiani sono essenziali. Piuttosto, noto che i critici del mio governo strumentalizzano le dichiarazioni di esponenti della Chiesa, definendole ingerenze quando appaiono in sintonia col governo, e invece critiche del tutto legittime quando sembrano divergere». Uno dei primi provvedimenti approvati dal suo governo è stato il cosiddetto Lodo-Alfano, definito dall'opposizione una legge "ad personam", varata per evitare il processo Mills. Alcuni giorni fa, infatti, un Tribunale di Milano ha condannato l'avvocato Mills a quattro anni e mezzo di carcere per essere stato corrotto, secondo i giudici, da lei. E invece lei non può essere giudicato per quella vicenda. Non crede che il premier dovrebbe sottoporsi per primo alla giustizia? «La legge è nata da un'esigenza indicata dalla stessa Corte costituzionale, ovvero la necessità di consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio importante mandato. In Italia, il principio del giusto processo prevede la piena partecipazione al dibattimento. In un processo che dura due o tre anni con una cadenza di due o tre udienze la settimana, è praticamente impossibile partecipare e difendersi per coloro che svolgono alte e impegnative funzioni istituzionali. Il meccanismo dell'immunità è ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari ed è molto più forte che in Italia, dove il processo viene soltanto sospeso. Nel merito, io non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo di venire assolto quando il processo riprenderà. Aggiungo che la presidente del collegio di quel tribunale è una nota esponente di sinistra che si è espressa più volte contro le leggi del nostro governo. Il dubbio sulla sua imparzialità è legittimo. Purtroppo, una parte della magistratura italiana è politicizzata e ha usato e usa il proprio potere come arma di lotta politica contro gli avversari, in particolare contro l'unico esponente del centrodestra a poter prevalere sulla sinistra. I giudici politicizzati della sinistra hanno persino tentato di ribaltare il risultato del voto democratico, riuscendovi nel 1994 con un'accusa da cui sono stato naturalmente assolto con formula piena dopo dieci anni di processi. Ricordo solo pochi dati: dal 1994 al 2006, ben 789 magistrati si sono occupati di Silvio Berlusconi con indagini e processi che hanno portato a 587 visite della polizia giudiziaria o della Guardia di Finanza e a 2.500 udienze, più di un record mondiale! Conclusione: sono sempre risultato innocente, perché fortunatamente i giudici imparziali sono ancora la maggioranza». In tanti la criticano per non aver detto parole sufficientemente chiare e nette di condanna del ventennio fascista. Cosa pensa di quel periodo e come giudica queste critiche? «Il partito di cui sono il leader si chiama Popolo della Libertà e fa parte della grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Partito dei Popolari Europei. Nessuno può pensare che io abbia reticenze riguardo al fascismo e per la verità non mi risultano le critiche a cui lei fa riferimento. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi. Piuttosto, non mi appassiona il dibattito sul passato. Gli italiani devono guardare avanti. Per troppo tempo in Italia siamo rimasti chiusi dentro una gabbia culturale, in una contrapposizione anacronistica tra fascismo e antifascismo». La politica italiana contro l'immigrazione è stata molto criticata da esponenti del governo spagnolo. Alcune persone, infatti, hanno accusato il suo governo di avere atteggiamenti xenofobi, soprattutto contro i rom. Lei come risponde a quelle critiche? «La nostra politica dell'immigrazione non è "contro", come dice lei. Non è contro l'immigrazione tout court. Abbiamo rispetto verso coloro che vengono in Italia per migliorare le proprie condizioni di vita e quelle della loro famiglia attraverso un lavoro onesto, tra mille sacrifici e rispettando le leggi. Al contrario, abbiamo un atteggiamento fermo verso coloro che in Italia entrano illegalmente e vivono di crimini e di espedienti senza alcuna volontà di integrarsi. La realtà è che i bambini stranieri frequentano le nostre scuole in numero sempre maggiore, le famiglie straniere godono di una piena assistenza sanitaria, e il governo ha anche stanziato fondi per la sanità a favore degli immigrati irregolari. Altri governi, non escluso quello spagnolo, si trovano alle prese con una forte immigrazione illegale. I clandestini mandati via dalla Spagna negli ultimi anni sono stati decine di migliaia. Quanto ai romeni, che sono cittadini europei, la Francia ne ha espulsi migliaia solo nel 2008. Nello stesso periodo, l'Italia appena quaranta. Pure i tempi di detenzione nei Centri d'accoglienza sono inferiori da noi a quelli della gran parte dei Paesi europei. Per ciò che riguarda le critiche di razzismo che ci sono state mosse in passato, il suo stesso giornale le ha definite "gaffe" nei nostri confronti». Lei, che è un self-made man, non cercherebbe di entrare in Italia come clandestino nel caso fosse nato in un Paese del terzo mondo e fosse povero? «Io, come le ho detto, apprezzo chi tenta di costruirsi onestamente un futuro per sé e per i propri figli integrandosi in un altro Paese. Ma ho ancora più stima di chi decide di non lasciare la propria terra e, anzi, di contribuire con il proprio lavoro e la propria iniziativa a farla crescere, mettendosi al servizio della sua comunità. Io non sono andato a fare l'imprenditore negli Stati Uniti, sono rimasto qui». L'Enel è ormai proprietaria del 92% di Endesa, la più importante compagnia elettrica spagnola. Invece, quasi ogni volta che gli spagnoli hanno cercato di investire in Italia non hanno potuto farlo (caso Abertis e Autostrade, nel Bbva e Banca Nazionale del Lavoro). E non mi faccia per favore l'esempio di Telefonica, perché sebbene sia l'azionista di maggioranza in Telecom Italia, non ha nelle sue mani il controllo della compagnia... Non crede che ci sia un grande disequilibrio tra i due Paesi? Non crede che l'Italia sia troppo protezionista? «Guardiamo i fatti. Per quanto riguarda Abertis e Autostrade, il problema è nato col precedente governo, non è quindi a me che va posta la domanda. Il Bbva è stato azionista importante della Bnl finché non ha deciso di ritirarsi ricevendo un'ottima plusvalenza. Lo stesso vale per il Banco di Santander rispetto al San Paolo, prima della fusione con Banca Intesa. La Bnl, peraltro, è stata acquisita da una banca francese. Quando l'Italia ha aperto il mercato dell'energia, sono entrati senza problemi gruppi stranieri. L'investimento di Telefonica è finanziario, nessuno l'ha costretta a entrare in Telecom in quella posizione. Il nostro governo, poi e innanzitutto, non è mai intervenuto e non interviene nelle vicende di aziende private. Insomma, da parte nostra non c'è alcun atteggiamento protezionistico. Al contrario, gli investimenti e le aziende di altri Paesi, con in testa quelli spagnoli, sono i benvenuti in Italia». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Fini: <Gli stupri una piaga sociale No alla connotazione etnica> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-03-09 num: - pag: 16 categoria: REDAZIONALE La giornata delle donne Carfagna: niente sconti, responsabili in carcere fino all'ultimo giorno Fini: «Gli stupri una piaga sociale No alla connotazione etnica» Il presidente della Camera: la stretta repressiva non basta «Come si titola "donna stuprata da romeno", si faccia lo stesso quando l'aggressore è italiano e la vittima straniera» ROMA — Gli stupri sono una «piaga sociale» ma è sbagliato darne una «connotazione etnica», dice il presidente della Camera Gianfranco Fini alla platea di donne invitate dal ministero delle Pari Opportunità e dal comune di Roma ad un 8 marzo al teatro Brancaccio. All'Angelus il Papa prega per tutte le donne, «perché siano sempre più rispettate nella loro dignità e valorizzate nelle loro positive potenzialità » e ricorda Madre Teresa di Calcutta. Un fascio di rose arriva alle senatrici, personale omaggio del presidente Schifani, che invita ad una giornata «di profonda riflessione perché la violenza sulle donne continua ad essere un fenomeno allarmante». Festeggia nel quartiere Pigneto il segretario del Pd Franceschini e dice che non è giusto innalzare l'età della pensione senza dare pari opportunità di lavoro e di carriera alle donne, «non è giusto che siano loro a pagare gli squilibri sociali». Il presidente Napolitano, dopo le onorificenze consegnate sabato, ieri ha ospitato al Quirinale (visitato da almeno 1.500 donne) un concerto al femminile. Così si è articolata ieri nella capitale la festa della donna. Mimose tante, discorsi e platee pure, nessuna manifestazione nazionale. Il Brancaccio è pieno fin dal mattino e fuori restano molte persone. Anche le donne dei Cobas, che hanno distribuito volantini contro l'innalzamento dell'età pensionabile. Dentro, Fini si ispira al presidente Napolitano che aveva definito la violenza sessuale e le vessazioni di ogni tipo contro le donne un'infamia senza nazionalità, un delitto contro l'umanità. «Com'è giusto titolare "donna stuprata da un romeno" — dice il presidente della Camera — è altrettanto giusto fare lo stesso quando è un italiano a stuprare una donna straniera, perché accade. Oppure, ed è questo che io farei, sarebbe ancor meglio non dare alcuna connotazione etnica perché uno stupro è soltanto un'infamia». Le violenze sulle donne sono per il presidente della Camera una «piaga sociale » e un'«emergenza civile». Per combatterle occorre un «impegno corale», senza dimenticare che «va bene concentrarci su nuove leggi», ma non basta, come non basta «la stretta repressiva» quando la violenza continua silenziosa e quotidiana «tra le mura domestiche, e provoca ferite profonde e anche un grande senso di ingiustizia». Il ministro Mara Carfagna, che ha voluto in prima persona questa festa a teatro, riprende il pensiero da lei stessa espresso sabato al Quirinale davanti al capo dello Stato: «I giudici non devono essere perdonisti, gli stupratori devono fare il carcere fino all'ultimo giorno». Ci sono attrici, registi, cantanti al Brancaccio. Nancy Brilli, Michele Placido, Claudio Baglioni, Maurizio Costanzo, ci sono politici e politiche delle amministrazioni locali, c'è il sindaco Alemanno che parla di una «Roma ferita » dalla violenza degli stupri. E ci sono le neo-mamme assistenti di volo, alle quali Cai, ex Alitalia, non applica l'esonero notturno. Il loro striscione dice: «Se la mamma mia va in volo, io la notte resto solo». Mariolina Iossa

Torna all'inizio


Terreni e quadri, Alitalia vende i tesori (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-03-09 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Le iniziative del commissario liquidatore Augusto Fantozzi per recuperare fondi. Ceduti anche 46 aerei Terreni e quadri, Alitalia vende i tesori Un bando per 47 ettari lungo la Roma-Fiumicino. Asta per le opere d'arte La vecchia Alitalia non è solo una «bad company». Nel suo forziere resistono dei tesori preziosi che il commissario liquidatore Augusto Fantozzi ora vuol far fruttare: si comincia dai terreni per 47 ettari lungo la Roma-Fiumicino su cui per ora non ci sono altro che erbacce. Il valore però è cospicuo: 120 milioni di euro. Il progetto, che si concretizzerà in tempi rapidi, è quello di venderli tramite un bando pubblico in via di perfezionamento. Ma poi ci sono le opere d'arte, i quadri: in tutto circa duecento pezzi in passato sparsi nelle rappresentanze che l'aviolinea aveva in giro per il mondo e negli uffici dei top manager. Ora si trovano in un caveau blindato al piano sotterraneo del «quartier generale » alla Magliana. Un patrimonio che tra poche settimane finirà all'asta. Una collezione di quadri che comprende opere degli artisti più quotati del XX secolo, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla. E verranno ceduti anche i 46 velivoli inutilizzati da Cai e fermi negli hangar. A PAGINA 3 Alessandro Fulloni

Torna all'inizio


<A.A.A. vendesi terreni> L'Alitalia deve fare cassa (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2009-03-09 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE «A.A.A. vendesi terreni» L'Alitalia deve fare cassa Cinquanta ettari dietro l'autostrada Roma-Fiumicino Il liquidatore Augusto Fantozzi ne ricaverà 120 milioni C'è un esercito di fornitori in attesa di fatture vecchie anche di 3 anni. Il progetto, che si concretizzerà in tempi piuttosto rapidi, è quello di venderli tramite un bando pubblico in via di perfezionamento. Fantozzi poi è riuscito a chiudere altri due bandi: il primo è quello della cessione dei 46 velivoli inutilizzati, il secondo riguarda l'attività cargo quasi tutta concentrata, con i suoi circa 700 dipendenti, al Leonardo da Vinci Per gli aerei «sono arrivate decine di offerte da tutto il mondo e ora si tratta di aprire le buste...» Stanno dietro gli hangar, quelli che si vedono lungo l'autostrada Roma-Fiumicino. In tutto, terreni per 47 ettari su cui per ora non ci sono altro che erbacce e pozzanghere. Il valore però è cospicuo: 120 milioni di euro che stanno nelle disponibilità di ciò che resta della vecchia Alitalia, diventata - a tre settimane dall'avvio delle attività della Cai di Colaninno - la «bad-company» presieduta dal commissario liquidatore Augusto Fantozzi alle prese con l'esercito di fornitori in attesa di fatture vecchie anche di 3 anni. Il progetto, che si concretizzerà in tempi piuttosto rapidi, è quello di venderli tramite un bando pubblico in via di perfezionamento. Una «città» su cui l'ex compagnia di bandiera aveva già previsto la possibilità di costruire case e centri commerciali in una direttrice, quella dalla Magliana al litorale, su cui passa buona parte dello sviluppo immobiliare della Capitale, tra Fiera di Roma, Commercity e, sulla via Portuense, gli imponenti «mall» «Centro Leonardo» e «Market da Vinci». Della cessione dei terreni si era parlato già tre anni fa. All'alienazione - un modo per rimpinguare le esangui casse della compagnia sull'orlo del fallimento - aveva pensato l'ex amministratore delegato Giancarlo Cimoli. Che sui giornali aveva fatto pubblicare un annuncio in cui si sollecitavano «manifestazioni di interesse» per l'acquisto delle proprietà frazionate tra Pianabella (i 47 ettari accanto alle piste del Leonardo da Vinci) e Casale Somaini, piccolo lotto di circa 3 ettari di fronte al quartier generale della Magliana. Delle due proposte solo la seconda si concretizzò, come si legge sulla relazione dei conti 2007, l'ultima approvata dal cda Alitalia prima del tornado di trattative che hanno portato alla privatizzazione dell'aviolinea. La cessione al gruppo Rebecchini di Casale Somaini (che ospitava una vaccheria in disuso utilizzata dai principi Aldobrandini) rese meno asfittici i conti della compagnia assieme alla «vendita di un velivolo Atr 42 e all'incasso dei dividendi azionari derivanti dalla partecipazione in Air France». Al posto del manufatto diroccato ora c'è un cantiere dove sono in costruzione alcune palazzine che s'affacciano sul Raccordo. Il più cospicuo affare di Pianabella si è invece arenato. Dopo aver inizialmente contattato i big delle costruzioni (si parlò di Pierluigi e Claudio Toti, Francesco Gaetano Caltagirone, Domenico Bonifaci e Salvatore Ligresti), Cimoli serrò i contatti con la società Aeroporti di Roma, rimasti per qualche mese un passo dall'acquisto degli appezzamenti valutati 120 milioni di euro. Due circostanze hanno però raffreddato i colloqui. Intanto l'avvio della gestione commissariale di Fantozzi, con l'obiettivo, almeno sino all'ingresso di Cai, di evitare il collasso pensando innanzitutto a far volare gli aerei e non alle attività immobiliari. E poi l'inaspettata decisione del Consiglio di Stato che ha «cancellato» la parte del piano regolatore adottato dal comune di Fiumicino che prevede l'edificabilità a Pianabella. Un inciampo aggirabile con una nuova delibera che il sindaco Mario Canapini è disposto ad approvare, a patto di tener «presente che l'amministrazione su quei terreni ha operato una scelta urbanistica pensando a uno sviluppo della presenza di Alitalia nell' aeroporto. Non concederemo nuove licenze in assenza di progetti chiari». Vale a dire garanzie tassative, da parte di eventuali acquirenti, su indotto e occupazione. Nel frattempo Fantozzi è riuscito a chiudere altri due bandi. Il primo è quello della cessione dei 46 velivoli inutilizzati da Cai e fermi negli hangar di Fiumicino. Entro la scadenza prevista del 29 gennaio «sono arrivate decine di offerte da tutto il mondo confermano alla sede della Magliana - e ora si tratta di aprire le buste e vedere le più convenienti, secondo le prescrizioni dell'avviso pubblico". Il secondo riguarda l'attività cargo, quasi tutta concentrata, con i suoi circa 700 dipendenti, al Leonardo da Vinci. E' giunta «un'offerta vincolante » ora all'esame del commissario liquidatore. Alessandro Fulloni

Torna all'inizio


All'asta una piccola galleria d'arte (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2009-03-09 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il tesoretto Quadri comprati dalla compagnia per arredare uffici e sedi estere All'asta una piccola galleria d'arte Stanno in un caveau blindato al piano sotterraneo del «quartier generale» alla Magliana. Un patrimonio che tra poche settimane finirà all'asta, come ha deciso il commissario liquidatore di Alitalia Augusto Fantozzi. Una collezione di quadri che comprende opere degli artisti più quotati del XX secolo, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, il futurista Gino Severini al quale l'ex compagnia di bandiera commissionò direttamente opere da esporre nella sede parigina. In tutto circa duecento pezzi in passato sparsi nelle rappresentanze che l'aviolinea aveva in giro per il mondo e negli uffici dei top manager. Fantozzi li ha recuperati uno per uno e sigillati nel sotteraneo sorvegliato dai vigilantes, in attesa che le tre case d'asta che ha contattato gli forniscano il preventivo migliore per la procedura di vendita (una voce che comprende spese d'imballaggio, trasporto e assicurazione) e soprattutto una stima esatta. «Per adesso abbiamo solo una vaga idea del valore - spiegano dagli uffici Alitalia - . Una cinquantina di pezzi sono considerati di pregio. Mentre dal resto ci aspettiamo ben poco». Per dare un'idea delle cifre in ballo, a giugno un dipinto di Severini intitolato «La Danseuse» è stato venduto da Sotheby per 21,4 milioni di euro, diventando così l'opera futurista più costosa mai venduta all'asta. I soldi incassati serviranno per saldare le centinaia di imprese dell'indotto e le liquidazioni dei dipendenti. Un ex dirigente Alitalia in pensione parla di collezione di «inestimabile valore. Ci sono pitture di Giuseppe Capogrossi, Renato Guttuso, Mario Sironi, Fortunato Depero, Ottone Rosai e Massimo Campigli, così come sculture di Giacomo Manzù e Mario Ceroli. Quadri acquistati a partire dagli anni Cinquanta quando la compagnia era il biglietto da visita dell'Italia e le pitture venivano esposte nelle sale d'aspetto e sui velivoli che attraversano l'Atlantico e il Pacifico». A. Full.

Torna all'inizio


CARRIERA POLITICA (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2009-03-09 num: - pag: 25 categoria: BREVI CARRIERA POLITICA Ideali e professione Caro Romano, ritengo che la politica debba essere una vocazione, cioè essere ispirata a nobili principi e in quanto tale non ridursi all'interesse personale. I nostri politici, che chiedono sacrifici a tutti meno che a se stessi, si sono assegnati esagerati stipendi e godono di ingiustificati privilegi (in passato non era così). Non sono del tutto persuaso che le alte remunerazioni trovino giustificazione in quanto servirebbero a renderli meno inclini alla corruzione. Penso invece che i lauti stipendi, all'opposto, tendano ad attirare verso la politica, come le mosche al miele, persone mosse non tanto da motivazioni ideali, quanto piuttosto dalla prospettiva di ottime rendite senza troppa fatica. è ormai opinione comune che fare politica è sempre meglio che lavorare. Perché un parlamentare deve essere pagato più di un preside di scuola media? Omar Valentini Salò (Bs) Il rischio esiste. Se la politica diventa una professione attraente per le sue remunerazioni, le motivazioni ideali possono passare in secondo piano. STAZIONI FERROVIARIE Cercasi carrelli Caro Romano, in tutte le stazioni ferroviarie italiane sono stati tolti i carrelli portabagagli (oltre ai facchini, che non esistono più). Mi sono trovato alla stazione di Roma con tre valigie da 23 chili ciascuna obbligato a trasportarle a mano, rischiando che me le rubassero e il mal di schiena. Ma i turisti stranieri che arrivano nel nostro Paese come faranno? Avendo riscoperto il treno come mezzo di trasporto grazie all'Alta velocità, non le sembra assurdo e controproducente per la nostra immagine nel mondo? Andrea Tenerani ATenerani@condenast.it Le Ferrovie dello Stato le risponderebbero, probabilmente, che tutte le valigie dell'ultima generazione hanno le rotelle. Ma lei potrebbe rispondere che non tutti vogliono o possono sbarazzarsi delle valigie più vecchie, e che queste, guarda caso, appartengono molto spesso a persone che non sono più giovani da un pezzo. Credo che le Ferrovie dovrebbero tenere conto delle loro esigenze e ripristinare un servizio ancora diffuso negli aeroporti e in parecchie stazioni europee. QUESTIONI ETICHE Domande agli italiani Non trovo giusto che i nominati al Parlamento vogliano assumersi il diritto di rappresentare il popolo anche nella emanazione di leggi su temi etici come la legge sul fine vita o su eventuali cure in caso di grave inabilità. Meglio sarebbe se si coinvolgessero i cittadini tramite un referendum, così sceglierebbero secondo la maggioranza reale del Paese. Presto ci saranno le elezioni amministrative ed europee: quale migliore occasione per predisporre anche un semplice questionario per avere il termometro del pensiero degli italiani? P. Giorgio Merlini S. Lazzaro di Savena (Bo) CRISI ECONOMICA Messaggi discordanti è imbarazzante leggere le considerazioni sulla crisi dei nostri maggiori responsabili in politica. Il presidente della Repubblica dice che la crisi si sta aggravando e lancia messaggi poco incoraggianti. Il presidente del Consiglio, al contrario, invita a non lasciarsi prendere dallo sfiducia poiché la crisi non è così grave come i media la descrivono. E noi cittadini, in mezzo. Lucio Pizzamiglio lucio.pizzamiglio@hotmail.it NELLA SCUOLA Una materia fantasma Quest'estate è stato deciso dal governo di introdurre la materia di «Cittadinanza e Costituzione», per far conoscere agli studenti i valori di questa Carta e della nostra nazione. A distanza di quasi otto mesi che fine ha fatto questa materia? Sono uno studente delle scuole superiori e non ho mai fatto nemmeno un'ora di questa fantomatica materia. Simone Fungardi simone.fungardi@aol.it PIANO CASA Inquilini dimenticati Mi sembra di aver capito che il Piano casa del governo riguardi esclusivamente chi già gode di una casa di sua proprietà. Credo sia auspicabile da parte del governo un provvedimento analogo che tenga presente le esigenze degli inquilini, alle prese con affitti incredibilmente scandalosi. è vero che a non possedere una casa è «solo» il 20% degli italiani, ma è giusto dimenticarsene? Pasquale Mirante pasmir@alice.it PICCOLI PROPRIETARI Proventi di un affitto è vero che noi italiani facciamo i furbi con il fisco, io ho un appartamentino arredato e affittato e, dichiarando il 100% di quanto percepito, posso assicurare che pagate le imposte dovute, l'Ici, le tasse di ottobre e l'amministratore la redditualità è pari a zero. Antonio Danese ottowatt@free.fr TARIFFE ALITALIA Peripezie di un biglietto Come già fatto in altre occasioni, consulto il sito di Alitalia per acquistare un biglietto aereo per Pasqua, approfittando delle offerte ampiamente pubblicizzate. Trovo il volo Napoli-Atene a un prezzo allettante e provo ad acquistarlo. Dopo aver inserito i miei dati il sistema mi comunica di non poter confermare il volo, rimandandomi ad una chat. L'operatrice della chat mi comunica che ci sono problemi nel sistema invitandomi a riprovare più tardi o a chiamare il call center. Il call center mi comunica che è possibile prenotare il volo, ma ad un prezzo triplicato. Sergio Squeglia sergiosqueglia@tiscali.it SENSO CIVICO Quel degrado diffuso Sono una cittadina italiana e vorrei rivolgermi a tutti i miei connazionali. Ultimamente noto un crescente degrado non solo nella mia città (abito a Milano). La sporcizia regna sovrana, nei prati, ai bordi delle strade, nei parchi, ovunque immondizia. Sono indignata e provo vergogna dello scarso senso civico del nostro Paese. Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, l'Italia sta diventando, a mio avviso, una grande discarica a cielo aperto. è aumentato il numero di incivili o sono diminuiti gli addetti alla nettezza urbana? Mara Claudiano maraclaudi@tiscali.it TELEVISIONE Tennis sul digitale C'era una volta la Coppa Davis in tv. La Rai trasmette l'incontro Italia-Slovacchia ma non su una delle tre reti nazionali, bensì sul digitale terrestre, che non tutti possono ricevere. Perché questa «serrata» nei confronti del tennis che penalizza milioni di tifosi? Carlo Radollovich carlo.radollovich@libero.it

Torna all'inizio


Piano casa, Franceschini: "No,... (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 10 del 2009-03-09 pagina 2 Piano casa, Franceschini: "No, è cementificazione" di Francesco Cramer Dopo nucleare, giustizia, sicurezza, economia e scuola il segretario del Pd boccia anche l?ultimo progetto del governo. Le "riforme condivise" non sono mai diventate realtà Roma - «No, no, no». Il governo annuncia un piano-casa per far ripartire l?edilizia segando pastoie e burocrazie? In fondo il settore zoppica e potrebbe far da volano all?intera economia. Ma dal jukebox dell?opposizione parte la solita musica. Non il ballo del mattone ma il disco rotto del «no, no, no». «Si apre una nuova stagione di cementificazione dell?Italia», si è subito spolmonato il leader del Pd Franceschini, sposando la comoda linea politica del bastian contrario. Dall?energia alla giustizia, dalla scuola alle grandi opere, dall?Alitalia alla sicurezza, la sinistra ha sempre la carta pronta da gettare sul tavolo, il suo particolare jolly: il niet. In fondo che bisogno c?era di fare un governo ombra quando su tutti i grandi temi dall?opposizione arriva sempre e comunque un rifiuto? La proposta alternativa al giusto processo, mirabilmente descritta dal Guardasigilli ombra Lanfranco Tenaglia, è illuminante: «La riforma della maggioranza è in alcune parti dannosa, in altre controproducente». E pensare che per intercettare il voto moderato l?impallinato leader piddino Veltroni auspicava riforme condivise. Maggio 2008: «Confermiamo la nostra disponibilità a convergere sulle riforme per consentire al Paese di marciare più veloce, di essere più moderno». Parola di Walter. Salvo poi gridare ai quattro venti: «Sulla giustizia è difficile trovare un accordo se l?esecutivo insegue solo la separazione delle carriere, lo svilimento del Csm o il blocco sostanziale delle intercettazioni come strumento d?indagine». E ancora: «Il provvedimento sulle intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una bocciatura a priori. A proposito di voti: si può provare a far funzionare la scuola, tornando al maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai bambini e valorizzare la figura dell?insegnante. Oppure, sull?università, si può tagliare la giungla di corsi inutili e razionalizzare le spese ma la condotta della sinistra sarà sempre quella: rigettare, ripudiare, respingere. «La riforma Gelmini smantella la scuola», hanno urlato ai quattro venti Veltroni e soci. Ma nel sussidiario dei «no» della gauche c?è pure il capitolo «grandi opere». Il governo mette sul piatto 18 miliardi di euro per azionare la leva delle infrastrutture, dalla Tav al Mose, dal Ponte sullo stretto di Messina? L?opposizione arriccia il naso e fa partire il «no» con l?Alta velocità: «Sono uno specchietto per le allodole di fronte alla crisi». Già, la crisi. Forse abolendo l?Ici sulla prima casa, sostenendo il potere d?acquisto dei meno abbienti con bonus famiglia e social card arriverà qualche sì anche dall?opposizione? Macché. La social card «è soltanto un?elemosina di Stato» e in fondo, parole di Veltroni: «è umiliante per quanti la usano perché nei supermercati vengono identificati come bisognosi». Sull?atomo è meglio lasciar perdere: getti le basi per aumentare l?indipendenza energetica producendo, entro il 2020, circa il 20% del fabbisogno di energia grazie al nucleare che alla sinistra scoppiano i nervi: «Ennesimo spreco di denaro pubblico». E a proposito di sprechi: con il federalismo, assicurando autonomia di entrata e di spesa agli enti locali, si tira la cinghia sulle uscite dello Stato-Pantalone. Piacerà? No: «Determinerà un aumento di spesa pubblica e burocrazia». E su Alitalia? Salvi la compagnia di bandiera: privata, italiana e con un forte partner internazionale. Volerà un applauso così, per sbaglio... Bersani: «Una soluzione debole e problematica, molto più di quello che avrebbe potuto essere». E te pareva. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


"Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli" (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 10 del 2009-03-09 pagina 6 "Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli" di Redazione Il premier Silvio Berlusconi al quotidiano spagnolo El Mundo: "Al G8 della Maddalena vogliamo avviare una nuova era. Ai mercati servono regole etiche, per il benessere delle generazioni attuali e future" Il primo bilancio del governo e le prossime sfide che attendono l?esecutivo, in Italia e nella comunità internazionale. Dalle politiche più efficaci per affrontare la crisi economica alle difficoltà dell?opposizione, dalla delicatissima scelta di intervenire sul caso di Eluana Englaro ai difficili rapporti con una parte della magistratura. In una lunga intervista a Irene Velasco, corrispondente del quotidiano spagnolo «El Mundo», Silvio Berlusconi interviene a tutto campo sui grandi scenari del 2009. E annuncia il più ambizioso obiettivo della presidenza italiana del G8: «Avviare un?era di cooperazione e coordinamento tra i Paesi occidentali e le economie emergenti», per «ridurre lo squilibrio tra ricchi e poveri» nel mondo. è il progetto di un «capitalismo sostenibile», volto al benessere non solo delle generazioni attuali, ma anche di quelle future». Lei si è sempre dichiarato un grande difensore del libero mercato e del capitalismo. Dopo questa crisi crede ancora che il capitalismo sia il sistema economico più adeguato o pensa che abbia bisogno di essere riformato? Si dibatterà al vertice del G8 all?isola La Maddalena su questo argomento e si farà un esame di coscienza, visto che molti considerano che gli otto Paesi più ricchi del mondo hanno una grande responsabilità in questa crisi? «Il capitalismo resta il sistema migliore se paragonato a quelli ispirati al pensiero collettivista che hanno condannato intere popolazioni alla miseria e all?assenza di libertà. Però alcune regole, soprattutto in campo finanziario, vanno riformate: ne dibatteremo alla Maddalena e l?esame di coscienza lo stiamo già facendo. Uno degli obiettivi della Presidenza italiana del G8 è avviare un?era di cooperazione e coordinamento tra i Paesi del G8 e tra questi e le economie emergenti, per definire standard etici e giuridici comuni e nuove regole di trasparenza, correttezza e integrità delle attività economiche e finanziarie internazionali. Non è il capitalismo sul banco degli imputati, ma la degenerazione di alcuni aspetti del libero mercato. Vogliamo poi rafforzare il dialogo Nord-Sud, riducendo lo squilibrio tra Paesi ricchi e poveri. Al G8 proporremo la Detax, un meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale, e lanceremo una nuova filosofia degli aiuti che coinvolga più strumenti e più attori, anche privati. Credo in un modello di capitalismo sostenibile volto al benessere non solo delle generazioni attuali, ma di quelle future. In Italia abbiamo adottato misure concrete a sostegno dei più deboli: i “bonus” per le famiglie più povere e numerose, la social card, il fondo per i neonati, le detrazioni di spesa per asili nido e pubblici trasporti, i fondi per agevolare gli affitti, sconti fiscali sui mutui e un grande finanziamento per alimentare gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori che perdono il posto di lavoro». Lei ha stravinto le scorse elezioni e la sua popolarità in questo momento vola a livelli stratosferici. Secondo lei perché gli italiani la amano così tanto? «Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64 e il 73 per cento è francamente imbarazzante. Non può che diminuire! Gli italiani hanno capito che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile, in sintonia con gli amici europei, per alleviarne gli effetti, per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese e preparare la ripresa. Gli italiani mi conoscono da sempre. Hanno fiducia in me perché ero il più popolare e invidiato imprenditore italiano e ho lasciato tutto per mettere a disposizione del mio Paese e dei miei concittadini la mia esperienza e le mie capacità. Erano stanchi delle chiacchiere della sinistra, volevano fatti. In meno di due mesi abbiamo risolto la tragedia dei rifiuti a Napoli e in Campania, abbiamo mantenuto italiana la nostra compagnia di bandiera, l?Alitalia, abbiamo garantito i conti pubblici innovando con l?adozione di una finanziaria triennale che le lobby non sono riuscite a modificare, abbiamo fatto ripartire le grandi opere bloccate dai veti ideologici della sinistra, abbiamo riformato la scuola e la giustizia, abbiamo difeso consumatori e risparmiatori dalla crisi finanziaria, e infine abbiamo restituito al Paese un ruolo da protagonista sulla scena internazionale». Questo è il primo Parlamento italiano del dopoguerra nel quale non c?è un comunista. E poi alcuni giorni fa Walter Veltroni, leader del principale partito di centrosinistra, si è dimesso. Come interpreta lei, un uomo di destra, i motivi della crisi della sinistra italiana? è contento di governare senza opposizione? «Mi spiace doverla smentire. Io non sono un uomo di destra. La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene portavoce, viene punito dal voto. Siamo stati noi ad avviare le riforme per cambiare l?Italia con un programma sociale tra i più avanzati. Al contrario, i partiti della sinistra si sono arroccati in difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, senza essere in grado di interpretare i bisogni di un Paese che si è evoluto. Noi, invece, abbiamo rilanciato il nucleare e la campagna contro l?assenteismo. La sinistra è tuttora soggetta al ricatto del fanatismo ambientalista, avrebbe perso altro tempo prezioso prima di mettere mano all?emergenza energetica del Paese. Sotto il ricatto dei localismi, non avrebbe mai potuto risolvere il problema dei rifiuti. Sotto quello delle minoranze sindacali, non avrebbe mai accolto il criterio del merito nella pubblica amministrazione e nella scuola. Inoltre, divisa al suo interno praticamente su tutto, non avrebbe avuto mai il coraggio di assumere decisioni importanti su temi cruciali. La crisi dell?opposizione non può far piacere a nessuno. Anzi, preoccupa. Il ruolo della minoranza in una democrazia è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. Ma purtroppo la crisi dell?opposizione italiana sembra destinata a durare a lungo». Secondo lei, che ha detto che ha mandato a casa uno dopo l?altro sette esponenti del centrosinistra, c?è qualcuno nel centrosinistra che potrebbe essere all?altezza di fare il capo dell?opposizione? «Non sette. Otto. C?era anche Renato Soru, leader in pectore del Partito Democratico, candidatosi a governare la Sardegna e ad essere in prospettiva il leader del Pd, e invece sconfitto nelle elezioni regionali. Lei mi chiede se c?è qualcuno all?altezza di fare il leader dell?opposizione. Le osservo che il Partito Democratico ha appena scelto un nuovo segretario...». Perché il suo governo era così deciso a impedire la morte di Eluana? Lei ha detto che il Consiglio dei ministri ha preso la decisione di salvare Eluana per motivi morali. Ma la morale non dovrebbe essere lasciata fuori, visto che è una cosa molto soggettiva? Per il papà di Eluana, era morale permettere che sua figlia si spegnesse. E poi la Giustizia aveva sentenziato che a Eluana poteva essere interrotta l?alimentazione e l?idratazione artificiale. Non crede che il governo avrebbe dovuto rispettare quella sentenza in nome del principio democratico della divisione di poteri? «Un governo democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere delle decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge no. Soprattutto su temi fondamentali come quelli che implicano la vita e la morte, non si possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema. La magistratura, a differenza del Parlamento, non ha il potere di fare le leggi, ha invece l?onere e l?onore di applicarle. Se c?è un vuoto, il compito di colmarlo con una legge spetta al Parlamento. Ma poiché questa legge sul “fine vita” in Italia non c?era, noi abbiamo naturalmente portato in Parlamento la nostra proposta, con la libertà per i nostri parlamentari di votare secondo coscienza. Vorrei ricordarle che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura, non si è messo fine a un accanimento terapeutico. Semplicemente, a una donna malata si volevano togliere acqua e alimenti, e di qui nasceva la necessità e l?urgenza di un provvedimento del governo che poi il Parlamento avrebbe approvato o respinto, e i magistrati applicato». Quanto ha pesato l?opinione del Vaticano su questa vicenda? «Le scelte del governo italiano sono assolutamente autonome. E lo sono state anche in questo caso. è ovvio che in una società libera la Chiesa possa esprimere il proprio punto di vista, come tutti. Mi stupirei se non lo facesse, specie quando sono in gioco alcuni valori che per i cristiani sono essenziali. Piuttosto, noto che i critici del mio governo strumentalizzano le dichiarazioni di esponenti della Chiesa, definendole ingerenze quando appaiono in sintonia col governo, e invece critiche del tutto legittime quando sembrano divergere». Uno dei primi provvedimenti approvati dal suo governo è stato il cosiddetto Lodo-Alfano, definito dall?opposizione una legge “ad personam”, varata per evitare il processo Mills. Alcuni giorni fa, infatti, un Tribunale di Milano ha condannato l?avvocato Mills a quattro anni e mezzo di carcere per essere stato corrotto, secondo i giudici, da lei. E invece lei non può essere giudicato per quella vicenda. Non crede che il premier dovrebbe sottoporsi per primo alla giustizia? «La legge è nata da un?esigenza indicata dalla stessa Corte costituzionale, ovvero la necessità di consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio importante mandato. In Italia, il principio del giusto processo prevede la piena partecipazione al dibattimento. In un processo che dura due o tre anni con una cadenza di due o tre udienze la settimana, è praticamente impossibile partecipare e difendersi per coloro che svolgono alte e impegnative funzioni istituzionali. Il meccanismo dell?immunità è ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari ed è molto più forte che in Italia, dove il processo viene soltanto sospeso. Nel merito, io non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo di venire assolto quando il processo riprenderà. Aggiungo che la presidente del collegio di quel tribunale è una nota esponente di sinistra che si è espressa più volte contro le leggi del nostro governo. Il dubbio sulla sua imparzialità è legittimo. Purtroppo, una parte della magistratura italiana è politicizzata e ha usato e usa il proprio potere come arma di lotta politica contro gli avversari, in particolare contro l?unico esponente del centrodestra a poter prevalere sulla sinistra. I giudici politicizzati della sinistra hanno persino tentato di ribaltare il risultato del voto democratico, riuscendovi nel 1994 con un?accusa da cui sono stato naturalmente assolto con formula piena dopo dieci anni di processi. Ricordo solo pochi dati: dal 1994 al 2006, ben 789 magistrati si sono occupati di Silvio Berlusconi con indagini e processi che hanno portato a 587 visite della polizia giudiziaria o della Guardia di Finanza e a 2.500 udienze, più di un record mondiale! Conclusione: sono sempre risultato innocente, perché fortunatamente i giudici imparziali sono ancora la maggioranza». In tanti la criticano per non aver detto parole sufficientemente chiare e nette di condanna del ventennio fascista. Cosa pensa di quel periodo e come giudica queste critiche? «Il partito di cui sono il leader si chiama Popolo della Libertà e fa parte della grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Partito dei Popolari Europei. Nessuno può pensare che io abbia reticenze riguardo al fascismo e per la verità non mi risultano le critiche a cui lei fa riferimento. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi. Piuttosto, non mi appassiona il dibattito sul passato. Gli italiani devono guardare avanti. Per troppo tempo in Italia siamo rimasti chiusi dentro una gabbia culturale, in una contrapposizione anacronistica tra fascismo e antifascismo». La politica italiana contro l?immigrazione è stata molto criticata da esponenti del governo spagnolo. Alcune persone, infatti, hanno accusato il suo governo di avere atteggiamenti xenofobi, soprattutto contro i rom. Lei come risponde a quelle critiche? «La nostra politica dell?immigrazione non è “contro”, come dice lei. Non è contro l?immigrazione tout court. Abbiamo rispetto verso coloro che vengono in Italia per migliorare le proprie condizioni di vita e quelle della loro famiglia attraverso un lavoro onesto, tra mille sacrifici e rispettando le leggi. Al contrario, abbiamo un atteggiamento fermo verso coloro che in Italia entrano illegalmente e vivono di crimini e di espedienti senza alcuna volontà di integrarsi. La realtà è che i bambini stranieri frequentano le nostre scuole in numero sempre maggiore, le famiglie straniere godono di una piena assistenza sanitaria, e il governo ha anche stanziato fondi per la sanità a favore degli immigrati irregolari. Altri governi, non escluso quello spagnolo, si trovano alle prese con una forte immigrazione illegale. I clandestini mandati via dalla Spagna negli ultimi anni sono stati decine di migliaia. Quanto ai romeni, che sono cittadini europei, la Francia ne ha espulsi migliaia solo nel 2008. Nello stesso periodo, l?Italia appena quaranta. Pure i tempi di detenzione nei Centri d?accoglienza sono inferiori da noi a quelli della gran parte dei Paesi europei. Per ciò che riguarda le critiche di razzismo che ci sono state mosse in passato, il suo stesso giornale le ha definite “gaffe” nei nostri confronti». Lei, che è un self-made man, non cercherebbe di entrare in Italia come clandestino nel caso fosse nato in un Paese del terzo mondo e fosse povero? «Io, come le ho detto, apprezzo chi tenta di costruirsi onestamente un futuro per sé e per i propri figli integrandosi in un altro Paese. Ma ho ancora più stima di chi decide di non lasciare la propria terra e, anzi, di contribuire con il proprio lavoro e la propria iniziativa a farla crescere, mettendosi al servizio della sua comunità. Io non sono andato a fare l?imprenditore negli Stati Uniti, sono rimasto qui». L?Enel è ormai proprietaria del 92% di Endesa, la più importante compagnia elettrica spagnola. Invece, quasi ogni volta che gli spagnoli hanno cercato di investire in Italia non hanno potuto farlo (caso Abertis e Autostrade, nel Bbva e Banca Nazionale del Lavoro). E non mi faccia per favore l?esempio di Telefonica, perché sebbene sia l?azionista di maggioranza in Telecom Italia, non ha nelle sue mani il controllo della compagnia... Non crede che ci sia un grande disequilibrio tra i due Paesi? Non crede che l?Italia sia troppo protezionista? «Guardiamo i fatti. Per quanto riguarda Abertis e Autostrade, il problema è nato col precedente governo, non è quindi a me che va posta la domanda. Il Bbva è stato azionista importante della Bnl finché non ha deciso di ritirarsi ricevendo un?ottima plusvalenza. Lo stesso vale per il Banco di Santander rispetto al San Paolo, prima della fusione con Banca Intesa. La Bnl, peraltro, è stata acquisita da una banca francese. Quando l?Italia ha aperto il mercato dell?energia, sono entrati senza problemi gruppi stranieri. L?investimento di Telefonica è finanziario, nessuno l?ha costretta a entrare in Telecom in quella posizione. Il nostro governo, poi e innanzitutto, non è mai intervenuto e non interviene nelle vicende di aziende private. Insomma, da parte nostra non c?è alcun atteggiamento protezionistico. Al contrario, gli investimenti e le aziende di altri Paesi, con in testa quelli spagnoli, sono i benvenuti in Italia». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


<La Fattoria> rimanda a casa la Martani (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

stampa Il reality L'ex hostess subito fuori al televoto. Lite fra Corona e Sperandeo «La Fattoria» rimanda a casa la Martani La quarta edizione de «La Fattoria» su Canale 5 è iniziata ieri puntando tutto sulle donne, anche se la prima eliminata, dopo un televoto con l'attrice Giovanna Rei, è stata l'ex hostess Alitalia ed ex Gf Daniela Martani, in una puntata caratterizzata da feroci battibecchi tra Tony Sperandeo (in studio per aver perso l'aereo) e Fabrizio Corona. Per la prima volta al timone del reality Paola Perego, supportata dall'inviata in Brasile Mara Venier. A commentare le vicende dei contadini vip la moglie di Paolo Bonolis, Sonia Bruganelli. «I reality sono quasi sempre condotti da donne perché hanno una sensibilità maggiore», ha sottolineato la Perego. «Se devo scegliere è chiaro che scelgo tra le persone che conosco - aggiunge - Sonia oltre ad essere un'amica è intelligente, è un'appassionata di reality». Provocazioni ironiche invece arrivano da Maurizio Costanzo che ha proposto ai brasiliani: «Noi vi diamo Corona, che ha anche una sua abbronzatura brasiliana, e voi ci date Battisti», il terrorista che si è rifugiato nel Paese sudamericano.

Torna all'inizio


FRANCESCO DE LUCA DE LAURENTIIS HA ASSISTITO ALLA DODICESIMA SCONFITTA DEL NAPOLI DALL'ALTRA... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

FRANCESCO DE LUCA De Laurentiis ha assistito alla dodicesima sconfitta del Napoli dall'altra parte del mondo. Era a Los Angeles, dove si è trattenuto due settimane per impegni cinematografici. Prima di salire sul volo Alitalia diretto a Fiumicino il presidente ha parlato telefonicamente con Marino. Oggi il confronto con il direttore generale su una crisi che sembra non avere fine. Ultima partita vinta due mesi fa, l'11 gennaio. Solo due punti nelle successive nove giornate. Nelle ultime tre partite altrettante sconfitte e zero gol. Aspettando il rientro di De Laurentiis, che nel 2004 gli ha concesso i pieni poteri, Marino non ha adottato drastici provvedimenti a carico della squadra. Niente ritiro a Castelvolturno, però ai giocatori è stato chiesto di non allontanarsi ieri e oggi da Napoli. L'altra settimana era arrivata la notizia di una notte brava di alcuni calciatori argentini in un locale di Milano. Massima concentrazione e svaghi ridotti al minimo. De Laurentiis e Marino parleranno anzitutto della posizione di Reja, contestato duramente al San Paolo nelle ultime settimane. L'intenzione del direttore generale è confermare Eddy fino al 31 maggio, ultima domenica di campionato. «È dura, cerchiamo di andare avanti». Le strade della società e dell'allenatore, dopo cinque stagioni, si separeranno e per il futuro sono stati fatti tre nomi: Delio Rossi, Gian Piero Gasperini e Marco Giampaolo. Il presidente ascolterà il punto di vista di Marino e poi, oggi o al massimo domani, decideranno se andare avanti con Reja o interrompere subito il rapporto. Il dg, fedele alla sua linea sull'allenatore, non ha contattato altri tecnici anche se alcune voci sono circolate. Papadopulo, che però potrebbe tornare a Lecce per sostituire Beretta. Giordano, ex bomber di Lazio e Napoli, disposto a guidare gli azzurri anche per soli tre mesi. E Donadoni, l'ex ct della Nazionale. Per una questione di opportunità lui ha deciso di non seguire le partite del Napoli per Sky Sport, di cui è recentemente divenuto commentatore. È ovvio che non accetterebbe un impegno fino al 30 giugno. Reja sulla panchina sempre più bollente per tentare di superare la crisi e conquistare i punti, quattro o cinque, che danno la certezza della permanenza in serie A: il terz'ultimo posto è distante undici lunghezze. De Laurentiis e Marino parleranno del complesso momento della squadra, tra infortuni (gravi quelli di Gargano e Zalayeta) e sconfitte. Soprattutto c'è un aspetto che preoccupa il direttore generale, che vive quotidianamente le vicende del Napoli a Castelvolturno. I risultati hanno cambiato l'anima della squadra. Prima il Napoli era l'immagine dell'allegria, adesso quella della tensione. Prima aveva una mentalità vincente, adesso è piegato su se stesso. «Dobbiamo sbloccarci», è quello che Marino e Reja ripetono da giorni. Ma non riescono a trovare la soluzione per la crisi più dura della gestione De Laurentiis: il produttore aveva vissuto pochi alti e bassi, mai una fase così critica. Torna il presidente e c'è la verifica di quanto è accaduto in queste settimane. De Laurentiis si era allontanato dall'Italia dopo il ko con il Genoa e niente è cambiato. Anzi, la situazione si è aggravata. Il presidente si era fatto sentire dai giocatori alla vigilia della partita con i rossoblù: toni concilianti, carezze e non schiaffi, per tentare di mandare in campo i giocatori più sereni che mai. Adesso potrebbe cambiare linea anche perché l'Europa, l'obiettivo stagionale, si è allontanata. Quasi irraggiungibile.

Torna all'inizio


I flirt della 'single' Arcuri La generosità della Marini (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

La sexy attrice di Latina ripete di essere single, ma i giornali continuano a paparazzarla con uomini. Valeria festeggia il compleanno del suo parrucchiere, Fazio 'regala' Scamarcio per la festa delle donne

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Gossip TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Stop al bullismo Cronaca Politica Esteri New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa Dieta PILLOLE DI GOSSIP DA 'IL TEMPO.IT' I flirt della 'single' Arcuri La generosità della Marini La sexy attrice di Latina ripete di essere single, ma i giornali continuano a paparazzarla con uomini. Valeria festeggia il compleanno del suo parrucchiere, Fazio 'regala' Scamarcio per la festa delle donne Dalla rubrica 'Il sasso nello stagno' di Gabriella Sassone: 1 - Non deve essere molto amata dai paparazzi, Manuela Arcuri. La sex-bomb di Latina continua a definirsi single e in cerca dell'uomo della sua vita, eppure si fa pizzicare spesso abbracciata a uomini che durano lo spazio di una settimana. Quando escono le foto sui settimanali, lei in genere è già passata oltre. L'ultima paparazzata è di "Chi", che ha sorpreso Manuelona con un misterioso boy all'aereoporto di Fiumicino. 2- Generosa come sempre, Valeriona Marini non si dimentica mai degli amici. Così, l'altro pomeriggio, per il compleanno del suo parrucchiere di fiducia, Massimo Serini, che cura anche le chiome di Lella Bertinotti, Luisa Ranieri e Nancy Dell'Olio, Valeria si è presentata a sorpresa nel salone di Serini. "Buon compleanno", ha gorgheggiato all'amico, tirando fuori una bella torta con tanto di candeline, che aveva comprato poco prima. Serini si è commosso. La sera poi, come al solito per ultima, si è presentata al ristorante "La Barchetta", dove Massimo festeggiava con gli amici del cuore. Grande assente, Nancy Dell'Olio, pizzicata a cena da "Al Bolognese" con due babbioni. 3 - Gli sgangherati aspiranti contadini che zapperanno la terra nella Fattoria di Canale 5 si sono imbarcati l'altra sera da Fiumicino per il Brasile. A capitanare l'allegra brigata, l'inviata Mara Venier che si è fatta accompagnare all'aereoporto da Giucas Casella, il paragnosta di fiducia. Marina Ripa di Meana è stata salutata con baci bacini e bacetti dal suo Carlo, che patirà molto per la sua assenza (ma si riposerà pure le orecchie). Marco Baldini era il più agitato e pallido: ha una paura folle dell'aereo! L'ex hostess dell'Alitalia Daniela Martani ha cercato di fare subito amicizia con Barbara Guerra, la fanciulla con cui domenica in diretta si scontrerà al televoto: solo una delle due entrerà nel gioco. Linda Batista era sola soletta e ha fatto amicizia col "Gomorrista" Ciro Petrone, attore nel film di Garrone. Ma due sera prima della partenza aveva festeggiato al ristorante i "Due Ladroni" il compleanno del promesso sposo Peter Pettwill. Ma tutti gli occhi erano per Marianne Puglie, ex Miss Venezuela, ex Lucy Angel' s di "Lucignolo" e protagonista di una calendario bollente in coppia con Lisa Dalla Via. A sopresa, a salutarla, si è palesato il fidanzato venezuelano Cesar, bellissimo modello di colore con gli occhi azzurrissimi. Le ha donato un fascio di rose rosse, mettendosi in ginocchio. Lei lo ha abbracciato forte forte piangendo. Come mai sbuca solo ora questo fidanzato, visto che Marianne si è sempre dichiarata single? Sta nascendo la nuova Belen? Chissà che succederà quando nella fazenda sarà a stretto contatto con il macho sciupafemmine Fabrizio Corona, sempre così volubile in amore? Prepariamoci ad assistere ad una nuova telenovela. Pro audience. 4 - "Solo lei non ha capito di essere scaduta come lo yogurt!", sussurrano i maligni. Eppure ancora qualcuno riesce a metterlo nel sacco, raccontando di essere la fidanzata (ma lui lo sa?) di Cristiano Ronaldo (col quale ha passato poco più di una notte di passione la scorsa estate). L'altra sera è stata la volta di Gigi Marzullo, che ha ospitato Letizia Filippi a "Sottovoce". Lei, perenne aspirante conduttrice tv, parlava e parlava di Ronaldo ("Ci vediamo poco perchè lui lavora molto e io pure"... Ma per sposarci è ancora presto: siamo giovani"). Ma la Filippi e pure Marzullo, i giornali li leggono? Secondo il tabloid inglese "The Sun", infatti, l'ultima fiamma di Ronaldo (che di legarsi proprio non ne vuole sapere) si chiama Gabriela, è brasiliana, ha 27 anni e fa l'istruttrice di fitness in una palestra di Sintra, cittadina nei pressi di Lisbona. Il campione del Manchester United sempre infojato l'ha incontrata in un night in Portogallo e i due hanno trascorso insieme una settimana nella villa del calciatore in Inghilterra. «Lui è affascinato dal suo corpo atletico: con lei è molto premuroso e romantico», ha spifferato la solita amica discreta di lei. 5 - Il regalo di Fabio-Strazio-Fazio per la Festa delle donne? Riccardo Scamarcio e i suoi occhioni verdi in diretta nello studio di "Che tempo che fa", domenica sera. Scamarcio è nelle sale con "Verso l'Eden" di Costa-Gavras, in cui interpreta il bellissimo immigrato Elias, che tutti cercano di portarsi a letto. Scamarcio colpisce al cuore: parla quasi solo con gli occhioni spauriti, sgranati, ingenui, ora pieni di terrore, ora di speranza, ora di delusione, ora di gratutidine verso chi lo aiuta. Messaggio per le fans: correte al cinema, Scamarcio sfoggia pure un bel sederino tornito, in diverse scene al vento. La Mona Ventura a "Quelli che il calcio e..." festeggia l'8 marzo con una parata di donne famose: Daria Bignardi e le protagoniste del film "Due Partite" Paola Cortellesi, Claudia Pandolfi e Carolina Crescentini. 6 - Alla proiezione stampa di "Io & Marley", starring Jennifer Aniston e Owen Wilson, l'intera sala è uscita in lacrime, comprese le "penne" pià velenose, perchè alla fine della pellicola muore di vecchiaia, a 13 anni, lo scatenato labrador protagonista della pellicola, Marley appunto. Alla première Vip di "Live! Ascolti record al primo colpo" con Eva Mendes, nè una lacrima nè un applauso. Gelo in sala. Eppure muoiono due esseri umani. Sarà perchè la loro morte è frutto del loro arrivismo, del loro cinismo e della voglia di arrivare a tutti i costi? O siamo arivati al punto di amare più gli animali che gli uomini? Comunque "Live!" è un film che fa riflettere, un'inquietante provocazione, che tutti dovrebbero vedere, soprattutto chi lavora dietro le quinte della tv e dei reality-show, dove si vive solo per l'Audience e per il successo. 7 - Barbie compie 50 anni. E questo lo sanno tutti. A scimmiottarla, stasera al Joia di Roberto Fantauzzi, strette in creazioni della stilista siciliana Marella Ferrera, ci saranno un nugolo di aspiranti Barbie in carne e ossa (gli piacerebbe!): Chiara Giallonardo, Flavia Vento, Giada de Blanck, Janet de Nardis e le Barbie more Maria Mazza e Denny Mendez. Nei panni di Ken, il perenne fidanzato della sexy bambola, ci sarà l'attore Salvio Simeoli. Mostra fotografica di Maurizio d'Avanzo, slip e petali di rosa sui tavoli del dinner. 8 - Per il lancio del film di Roberto Faenza, "Il caso dell'infedele Klara", starring Claudio Santamaria e Laura Chiatti, è stato ideato un "Jealousy Day". Il film, in cui la fatale Laura Chiatti si vede nuda integralmente in più scene, roba da fa impallidire Micaela Ramazzotti che scandalizzò per essersi mostrata come mamma l'ha fatta in "Tutta la vita davanti", pellicola di Virzì (divenuto poi suo marito), è una commedia passionale fatta di adulteri, intrighi, folle gelosia. LE FOTOSTORY Sexy Manuela - 'Valeriona' nazionale Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi "Per i senatori il pranzo a 1,5 euro? Questa è una vergogna nazionale" (193 commenti) "Troppi stranieri in aula Stop alle concentrazioni" (86 commenti) Falciani: "Englaro cittadino onorario" (58 commenti) Avete 50 anni? Non c'è posto per voi (53 commenti) Nucleare: il formaggio 'radioattivo' e il rebus irrisolto dell'energia (34 commenti) "Il nuovo stadio di Firenze? Facciamolo all'Osmannoro" (15 commenti) Ventisette condanne e 150 milioni di euro di risarcimento danni (7 commenti) "Tutti a scuola alle 11 di mattina Prima i ragazzi sono come 'zombie'" "No, meglio la colazione in classe" (4 commenti) 17:48:49 - Pur non togliendo alcun merito all'iniziativa, Vi segnalo però che non sempre è possibile acquistare[...] Cosa c'è dietro i Dvd Gazzetta17:29:45 - Noi italiani siamo unici nella capacità di trovare sistematicamente il modo di tirarci le martellate[...] Giallo Seppi Cosa farà la Fit?17:26:09 - Caro!! dovrebbe essere gratis. Perchè chiedere così poco denaro a dei poveri somari![...] "Per i senatori il pranzo a 1,5 euro? Questa è una vergogna nazionale"17:22:51 - Se questo è il biglietto da visita di Nadal sulla terra battuta...prepariamoci a una nuova campagna [...] Nadal spazza via Djokovic17:17:13 - Non ho figli, ma, nel caso ne avessi uno desiderei che a scuola imparasse: 1) un italiano corretto e[...] "Troppi stranieri in aula Stop alle concentrazioni"17:15:44 - Almeno se ne stassero zitti in questa maniera ci prendono x il c.... e pensare che x noi umani x man[...] "Per i senatori il pranzo a 1,5 euro? Questa è una vergogna nazionale"16:56:02 - Come già scritto (e non solo da me), senza Seppi e soprattutto Bolelli siamo spacciati, una squadra [...] Se ci fossero stati Seppi e Bolelli... Ricerca sulle cellule staminali, cosa ne pensi?Pippo Inzaghi e Di Vaio, bomber di esperienza, possono essere ancora utili alla Nazionale?Campanella a scuola alle 11 di mattina, sei d'accordo?Il Milan può arrivare terzo in campionato?Champions League, quale italiana entrerà nei quarti?Berlusconi: "La crisi c'è, ma non è una tragedia". Sei d'accordo?E' giusto che il nuovo presidente dell'Aia Nicchi confermi Collina come designatore?Giusto ammettere i trans nell'esercito, come in Spagna?De Rossi, Mourinho e Balotelli sono da squalificare?Chi è il tuo modello di donna ideale?Mutui agevolati per le coppie gay, sei d'accordo?E' il momento adatto per discutere una riforma delle pensioni?Si può parlare di 'prostituzione intellettuale' contro l'Inter, come sostiene il tecnico Mourinho?Hai paura di perdere il posto di lavoro?Da Dylan a Gaber, i personaggi dello spettacolo come materia di studio a scuola. Cosa ne pensi? La foto del giorno Instancabile Paris La Hilton in una delle mise per i festeggiamenti del suo compleanno. Innumerevoli i brindisi in giro per il mondo che hanno accompagnato le 28 candeline dell'ereditiera. Per la serata all' Hard Rock Hotel di Las Vegas Paris si è ricoperta di strass dalla testa ai piedi RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec div>

Torna all'inizio


L'ex hostess Alitalia subito fuori Corona: "Farò vedere chi sono" (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 09-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Partito il nuovo reality di Canale 5 condotto da Paola Perego. Subito eliminata al televoto Daniela Martani. Scintille a distanza tra il 're dei paparazzi' e l'attore Tony Sperandeo, che entrerà in gioco dalla prossima puntata

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Spettacoli TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Stop al bullismo Cronaca Politica Esteri New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa Dieta LA FATTORIA 4 L'ex hostess Alitalia subito fuori Corona: "Farò vedere chi sono" Partito il nuovo reality di Canale 5 condotto da Paola Perego. Subito eliminata al televoto Daniela Martani. Scintille a distanza tra il 're dei paparazzi' e l'attore Tony Sperandeo, che entrerà in gioco dalla prossima puntata Roma, 9 marzo 2009 - Il reality non porta fortuna a Daniela Martani, l?ex hostess ?pasionaria' dell?Alitalia. Dopo l'uscita dal 'Grande Fratello' (decisa per impugnare il licenziamento da parte della Cai), l'assistente di volo ci ha riprovato con ?La Fattoria' ma è stata eliminata alla prima puntata. Daniela ha perso la sfida al televoto (ricevendo ben il 75% dei voti del pubblico a casa) contro l?attrice napoletana Giovanna Rei. La bella romana ha commentato: "Questo non è il mio periodo fortunato. La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo". La quarta edizione, presentata da Paola Perego e con Mara Venier nella vesti di inviata in Brasile nella ?fazenda' dove i concorrenti vivono l?avventura di trasformarsi in contadini, è iniziata ieri sera su Canale 5 ottenendo 4.040.000 telespettatori e il 21,55% di share. Arrivati con vari mezzi (chi in barca, chi su un camioncino, chi coperto di fango) la gran parte dei concorrenti (Marco Baldini, Carla Velli, Ciro Petrone, Rocco Pietrantonio, Marina Ripa di Meana, Linda Batista, Riccardo Sardonè, Giovanna Rei, Morena Funari, Marianne Puglia e Barbara Guerra), una presentazione a parte è stata riservata al più atteso dei partecipanti, Fabrizio Corona, arrivato in Brasile da solo, appena poche ore prima dell?inizio del programma. L?agente fotografico ha spiegato i tre motivi che lo hanno spinto a partecipare al reality: "Sono qui per rilassarmi e riposarmi, per una questione economica e perchè la gente non mi conosce, se non per sentito dire. Voglio far vedere chi è realmente Fabrizio Corona, far vedere che anche io ho un po' di cuore e della moralità". Il 're dei paparazzi' ha risposto anche alla provocazione di Maurizio Costanzo che, dalle pagine di Tv Sorrisi e Canzoni, aveva proposto uno "scambio" tra Cesare Battisti e lo stesso Corona (proponendo il rietro in Italia del primo e la permanenza in Brasile del secondo): "Non ho bisogno di restare qui, non sono ancora stato condannato. A oggi sono un cittadino onesto e libero come tutti gli altri". Intanto Giovanna Rei è stata di nuovo messa in nomination dai 3 componenti della Casta. Al televoto con lei, per tutta la settimana, ci sarà Barbara Guerra, nominata, invece, dagli altri concorrenti. E se una delle due ragazze dovrà abbandonare la Fazenda domenica prossima, un altro concorrente è pronto a partire alla volta del Brasile. Si tratta dell?attore siciliano Tony Sperandeo che ieri sera, ospite in studio, ha subito mostrato il suo carattere forte criticando Fabrizio Corona. Tra i due c?è stata una discussione piuttosto accesa, giustificata dal carattere 'focoso' di entrambi. E c?è già chi è pronto a scemttere sulle scintille tra i due quando domenica prossima dovranno cominciare a convivere. I 'contadini' vip in partenza per il Brasile Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi "Per i senatori il pranzo a 1,5 euro? Questa è una vergogna nazionale" (193 commenti) "Troppi stranieri in aula Stop alle concentrazioni" (86 commenti) Falciani: "Englaro cittadino onorario" (58 commenti) Avete 50 anni? Non c'è posto per voi (53 commenti) Nucleare: il formaggio 'radioattivo' e il rebus irrisolto dell'energia (34 commenti) "Il nuovo stadio di Firenze? Facciamolo all'Osmannoro" (15 commenti) Ventisette condanne e 150 milioni di euro di risarcimento danni (7 commenti) "Tutti a scuola alle 11 di mattina Prima i ragazzi sono come 'zombie'" "No, meglio la colazione in classe" (4 commenti) 17:48:49 - Pur non togliendo alcun merito all'iniziativa, Vi segnalo però che non sempre è possibile acquistare[...] Cosa c'è dietro i Dvd Gazzetta17:29:45 - Noi italiani siamo unici nella capacità di trovare sistematicamente il modo di tirarci le martellate[...] Giallo Seppi Cosa farà la Fit?17:26:09 - Caro!! dovrebbe essere gratis. Perchè chiedere così poco denaro a dei poveri somari![...] "Per i senatori il pranzo a 1,5 euro? Questa è una vergogna nazionale"17:22:51 - Se questo è il biglietto da visita di Nadal sulla terra battuta...prepariamoci a una nuova campagna [...] Nadal spazza via Djokovic17:17:13 - Non ho figli, ma, nel caso ne avessi uno desiderei che a scuola imparasse: 1) un italiano corretto e[...] "Troppi stranieri in aula Stop alle concentrazioni"17:15:44 - Almeno se ne stassero zitti in questa maniera ci prendono x il c.... e pensare che x noi umani x man[...] "Per i senatori il pranzo a 1,5 euro? Questa è una vergogna nazionale"16:56:02 - Come già scritto (e non solo da me), senza Seppi e soprattutto Bolelli siamo spacciati, una squadra [...] Se ci fossero stati Seppi e Bolelli... Ricerca sulle cellule staminali, cosa ne pensi?Pippo Inzaghi e Di Vaio, bomber di esperienza, possono essere ancora utili alla Nazionale?Campanella a scuola alle 11 di mattina, sei d'accordo?Il Milan può arrivare terzo in campionato?Champions League, quale italiana entrerà nei quarti?Berlusconi: "La crisi c'è, ma non è una tragedia". Sei d'accordo?E' giusto che il nuovo presidente dell'Aia Nicchi confermi Collina come designatore?Giusto ammettere i trans nell'esercito, come in Spagna?De Rossi, Mourinho e Balotelli sono da squalificare?Chi è il tuo modello di donna ideale?Mutui agevolati per le coppie gay, sei d'accordo?E' il momento adatto per discutere una riforma delle pensioni?Si può parlare di 'prostituzione intellettuale' contro l'Inter, come sostiene il tecnico Mourinho?Hai paura di perdere il posto di lavoro?Da Dylan a Gaber, i personaggi dello spettacolo come materia di studio a scuola. Cosa ne pensi? La foto del giorno Instancabile Paris La Hilton in una delle mise per i festeggiamenti del suo compleanno. Innumerevoli i brindisi in giro per il mondo che hanno accompagnato le 28 candeline dell'ereditiera. Per la serata all' Hard Rock Hotel di Las Vegas Paris si è ricoperta di strass dalla testa ai piedi RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec div>

Torna all'inizio


Al circo della Fattoria (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Al circo della Fattoria Raitre e Fabio Fazio celebravano Luciana Littizzetto, colei che riesce a far tardare i programmi delle altre reti, colei che smuove gli omaggi di Daniele Liotti, Massimo Ghini e Riccardo Scamarcio, parodianti Cecco Angiolieri senza promuovere nemmeno un prodotto. Subito dopo, su Canale 5 i concorrenti arrivavano alla «Fattoria». Questa dimora brasiliana li ospiterà a lungo, offrendo a taluni (la «casta») lussi sfrenati, a talaltri (i «contadini») ristrettezze, galline sui letti, sacrifici. Divide et impera. Per tutti, liti garantite e rigurgiti di notorietà. A smistarli, l'assai in forma Mara Venier, subito efficacissima, tanto da piacere all'opinionista Sonia Bruganelli Bonolis. Chissà quanto toglierà la scena alla conduttrice Paola Perego che però ha dalla sua la forza dello studio: a un certo punto la Venier dice di non avere neanche avuto tempo di asciugarsi il sudore. E l'altra, elegantissima: «Sei una gran gnocca comunque». L'opinionista Giancarlo Dotto si dice particolarmente interessato alle reazioni di Marco Baldini «fuori dal cono d'ombra di Fiorello», e più in generale a tutto questo «circo umano straordinario». In effetti. Tra personaggi assolutamente sconosciuti, ci sono pure il famigerato Corona (per cominciare, lo mettono tra i ricchi della «casta»), c'è la vedova di Funari. Arriva Daniela Martani che, lasciato il Grande Fratello, lasciata dalla nuova Alitalia, non si è disperata a lungo. Marina Ripa di Meana fa conversazione con la mucca Fiammetta e strilla per una cornata. La «sinergia di rete» farà sì che, o si ignora Canale 5, o non si potrà ignorare la «Fattoria».

Torna all'inizio


I Premi tv battono la Fattoria Trionfa la fiction di Rai1 Fuori dal reality la Martani, la più licenziata d'Italia (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

I Premi tv battono la Fattoria Trionfa la fiction di Rai1 Fuori dal reality la Martani, la più licenziata d'Italia [FIRMA]ADRIANA MARMIROLI SANREMO Butta male a Mediaset: proprio nei giorni in cui diventa ufficiale la voce che quest'anno non ci saranno i Telegatti, la 49ª edizione dei Premi Tv di Daniele Piombi (di cui i Telegatti furono una costola) si aggiudica la prima serata, battendo La Fattoria al debutto su Canale 5: 4.495.000, con lo share del 23,84%, contro 4.040.000 e lo share del 21,55%. Effetto dell'onda lunga di Sanremo 2009? Con la sua celebrazione si è aperta la serata, mandata in onda ancora dall'Ariston: il lungo sketch Bonolis-Laurenti con il conduttore Carlo Conti a fare da spalla ha certo fatto da traino al fluviale show. Mentre contemporaneamente nel reality di memorabile accadeva solo l'ennesimo licenziamento di Daniela Martani, subito in nomination. Evidentemente il pubblico di italiani provati dalla crisi economica ancora non le perdona aver trattato con sufficienza il posto fisso in Alitalia. Intanto gli Oscar tv segnano il trionfo nella fiction per Tutti pazzi per amore. Questa famiglia allargata che si esprime (anche) ballando e cantando ha conquistato la critica che vota i Premi, che l'ha preferita ai Cesaroni, per altro figlio della stessa casa di produzione, la «bipartisan» Publispei di Carlo Bixio, che all'Ariston, per ragioni musicali, è di casa. Ai Premi Tv (vietato chiamarli Oscar, come solo un anno fa, causa contenzioso con l'Academy americana), il cast si è presentato in massa, emozionati e felici, come hanno allegramente dimostrato Emilio Solfrizzi e Stefania Rocca, quando hanno «improvvisato» due passi di danza e qualche nota in diretta: mancati l'attacco e la voce, i piedi incerti. E meno male che sono arrivati a sostegno i Matia Bazar. «È la ragione per cui cantiamo in playback nella fiction», ha scherzato poi l'attrice. La trasgressiva Naima dai capelli blu di Nirvana si è trasformata in mamma in scena e nella vita: la sua Laura di figli ne ha due, il piccolo Leone sta per compiere un anno. Aveva pochi mesi quando l'attrice l'ha portato con sé sul set di Tutti pazzi. Diversa eppure simile al suo personaggio, si definisce dolce e sognatrice come lei, ma non così esagerata e soprattutto non tanto goffa. «Come lei mi sono trovata a scegliere tra lavoro e famiglia. Ad avere sensi di colpa per questo. Ma mentre lei ha optato per la casa, io mi sono portata Leone al lavoro». Un bambino svezzato a suon di canzonette. «La musica ha grande spazio anche nella vita vera. Tutti esprimiamo cantando gioia e tristezza. Ed abbiamo momenti legati a qualche brano particolare». La musica è talmente importante per capire le persone, «che quando "penso" un personaggio, la prima cosa che faccio è immaginarmi una sua colonna sonora. Per l'Emilia della Bestia nel cuore era Tenco, i Massive Attack per Naima, Jovanotti per Casomai». La musica dà ritmo al cuore e ai gesti di una creatura di finzione. Travolta da Tutti pazzi, per il cinema non c'è tempo: a giugno si riprende. Lo conferma il regista Riccardo Milani, già al lavoro come gli sceneggiatori che sono alla scrittura dei singoli episodi. Si torna al lavoro tutti insieme appassionatamente, in tv nuovamente dal dicembre 2009.

Torna all'inizio


la recessione spinge i saldi ma il turista non compra più - oriana liso (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina III - Milano La recessione spinge i saldi ma il turista non compra più Chiusi gli sconti invernali, +7% le vendite Borghi, Unione del commercio "Siamo riusciti appena a ripianare le perdite" Le transazioni "tax free" degli stranieri sono calate del 15% ma la colpa è anche del caso Alitalia ORIANA LISO (segue dalla prima di Milano) «Nei magazzini c´erano scorte talmente ingenti di merce invernale da vendere a tutti i costi, per riuscire a contenere le perdite, che i negozi hanno tenuto fuori tutto fino all´ultimo», racconta Renato Borghi, presidente di Ascomoda e vicepresidente dell´Unione del Commercio. Chiudono i saldi e i commercianti tirano le somme: più di 500 milioni di euro incassati tra Milano e provincia, con un aumento delle vendite del 7 per cento circa rispetto ai saldi invernali 2008. Un dato positivo? Tutt´altro. Perché proprio i buoni risultati delle vendite ribassate indicano il crollo dei consumi nei mesi precedenti. Borghi, del resto, è netto: «Il 2008 è stato l´anno peggiore dell´ultimo trentennio. Peggio di così, per i consumi, ricordo solo il 1992. Quel 7 per cento in più è un conforto in un contesto negativo e di fatto gli incassi di questi due mesi sono serviti solo a ripianare le perdite precedenti». I sondaggi fatti dall´Unione tra i suoi associati fotografano due mesi che, a differenza del solito, hanno avuto un andamento di vendite costante: un primo fine settimana, a gennaio, di affari record, poi la stabilizzazione fino a sabato scorso, quando anche gli ultimi negozi hanno tolto gli ultimi capi scontati dalle vetrine. E, ancora, due mesi in cui a mancare, in fila alle casse, sono stati i clienti stranieri. Quelli dell´Est asiatico, soprattutto, solitamente compratori compulsivi nei periodi dei saldi. «In media abbiamo registrato il 15 per cento in meno di transazioni "tax free", cioè quelle fatte da compratori esteri, con punte del 20 per cento», spiega Borghi. Almeno due le cause possibili: la crisi economica internazionale, certo, ma anche l´infinita telenovela della questione Malpensa - Linate - Alitalia. Con una parte dei turisti dello shopping che hanno rinunciato all´incursione nel quadrilatero della moda sentendo le notizie degli scioperi dei mesi scorsi e degli aerei a terra per giorni. «Non si può vivere da una stagione di saldi all´altra» lamentano i commercianti. Perché ora, a vetrine rifatte, si pensa già ai saldi di luglio. Le industrie del settore abbigliamento hanno avuto un calo nelle ordinazioni da parte dei negozi del 20 per cento circa: segno che la distribuzione ha già fatto i conti di quanto riuscirà a vendere. Se i tempi a venire saranno davvero cupi nessuno lo sa con certezza: «Gli interventi di sostegno ci sono, il calo delle tariffe anche: speriamo servano», sintetizza Borghi. Per ora, come segnale poco incoraggiante, c´è quello delle saracinesche che si abbassano per sempre: alla fine del 2008 il numero dei negozi che hanno chiuso è stato, anche se di poco, superiore a quelli che hanno aperto. Economisti e sociologi si interrogano sullo stesso dubbio dei commercianti: il calo dei consumi è dovuto a una reale riduzione del potere d´acquisto oppure c´è anche una componente psicologica, una paura del futuro che blocca la tendenza a comprare anche di chi non ha subito reali scossoni negli ultimi mesi? «Chi ha un lavoro, oggi, sta meglio dal punto di vista economico rispetto a sei mesi fa» ragiona Angelo Motta di Adiconsum. Benzina e gasolio sono calati, i supermercati fanno la gara di offerte e promozioni, «ma per tutti c´è la paura che domani la crisi del lavoro tocchi anche lui: ecco perché la gente, anche quella che può, non spende. In quest´ottica è normale, conclude Motta, «che l´abbigliamento diventi un bene quasi voluttuario». Gli fa eco la segretaria regionale dell´associazione, Angela Alberti: «In fondo, con i saldi anticipati al 3 gennaio, quando ci sono ancora due mesi per indossare i capi acquistati con lo sconto, è logico che il consumatore diventi più attento».

Torna all'inizio


Tajani (commissario Ue ai trasporti): <Accelerare le reti di trasporto europee> (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

stampa Tajani (commissario Ue ai trasporti): «Accelerare le reti di trasporto europee» Accelerare i tempi di realizzazione delle reti transeuropee di trasporto, migliorare la mobilità urbana nelle città, spingere sull'acceleratore per una maggiore sicurezza stradale e per più diritti dei passeggeri: il vicepresidente della Commissione europea, con delega ai trasporti, Antonio Tajani, ha chiamato a raccolta per due giorni - ieri e oggi i principali esperti del settore per un confronto a tutto tondo che conduca a delineare il sistema dei trasporti del futuro. «Alcuni fondamentali progetti di reti transeuropee (Ten) sono in ritardo, ma vogliamo andare avanti», ha affermato Tajani, ricordando che tra qualche giorno uscirà il bando di gara per opere cantierabili per complessivi 500 milioni di euro. Insieme alle Ten, che il commissario europeo vede in prospettiva ampliate a Sud e Est verso i paesi vicini dell'Ue, Tajani, aprendo i lavori della conferenza, ha insistito anche sulla necessità di sviluppare le autostrade del mare e sull'introduzione di sistemi di trasporti intelligenti. Il secolo che viviamo, ha osservato Tajani, potrebbe regalarci il quinto mezzo di trasporto, come quello via tubo, il sistema integrato monorotaia così come il recupero di mezzi di trasporto andati in disuso come i dirigibili o i vecchi tram elettrici. Intanto oggi arriva il via libera definitivo dalla Commissione europea all'operazione Alitalia. Bruxelles ufficializzerà che sia la vendita degli asset della vecchia compagnia a Cai, sia l'ingresso di Air France-Klm è avvenuto a prezzi di mercato. E sul fronte del prestito da 300 milioni di euro concesso dal governo e giudicato aiuto di stato incompatibile dall'Ue, l'Italia sta attuando la decisione di Bruxelles in materia «in modo corretto».

Torna all'inizio


Alitalia, pressing sul governo (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

stampa Ieri la riunione del tavolo interistituzionale. Il sindaco di Roma propone un emendamento salva-indotto Alitalia, pressing sul governo Lettera di Marrazzo, Zingaretti e Alemanno: «Subito chiarimenti» Damiana Verucci Sul futuro della Compagnia Aerea Italiana pesa la situazione dei lavoratori precari e cassaintegrati. Regione, Comune, Provincia assicurano che non staranno a guardare e ieri come primo atto ufficiale al termine del Tavolo interistituzionale su Alitalia convocato dal presidente Marrazzo, la decisione di mandare due lettere, una al Governo e l'altra a Cai, per chiedere chiarimenti sul piano industriale e le assunzioni. A preoccupare di più è proprio la situazione dei lavoratori Alitalia. «La Regione – ha detto Marrazzo – si è dotata di alcuni strumenti e continuereamo ad utilizzarli e rafforzarli. Per la cassa integrazione abbiamo un problema di fondi non erogati e per questo le istituzioni lavoreranno insieme». Poi l'appello rivolto all'azienda di fare chiarezza tra i numeri dati da Cai e quelli forniti dai sindacati. Un appello reso ancora più esplicito dall'assessore provinciale al lavoro Massimiliano Smeriglio che ha chiesto la definizione di una lista unica della graduatoria per assumere alla Cai che tenga conto dell'anzianità di servizio del personale e, soprattutto, degli obblighi di legge relativi alli disabilità, agli esoneri notturni e alle donne. A preoccupare è anche l'indotto Alitalia. Si tratta di tutte quelle imprese che ruotano attorno alla compagnia di bandiera e che rischiano di fallire per il mancato pagamento dei crediti che vantano nei confronti di Cai. È stato Alemanno a invocare un emendamento «perché non si rischi una situazione del genere che sarebbe assolutamente negativa per l'economia della città e della Regione». E a proposito di numeri arrivano quelli forniti da Guido Improta, responsabile dei rapporti interistituzionali di Cai: 14.716 i dipendenti della nuova Alitalia, in cui sono incluse 208 persone con impegno di assunzione, mentre dalla cassa integrazione arriveranno 78 unità di personale tecnico viaggiante e 110 non viaggiante.

Torna all'inizio


lettera bipartisan marrazzo alemanno su precari e cig (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 20 - Economia Alitalia Lettera bipartisan Marrazzo Alemanno su precari e Cig ROMA - Il Comune di Roma, la Regione Lazio e la Provincia di Roma si apprestano a sottoscrivere congiuntamente due lettere, una indirizzata al governo e una ai vertici Cai, per chiedere «chiarimenti» sul piano industriale e le assunzioni. Questa la decisione emersa ieri nella riunione a tre. «Siamo molto preoccupati per la situazione dei precari e dei cassintegrati Alitalia».

Torna all'inizio


Il crollo delle banche (soprattutto inglesi) affossa le borse (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

MERCATI Il crollo delle banche (soprattutto inglesi) affossa le borse Francesco Piccioni La relazione speciale tra banche e piazze finanziarie - motore delle grandi speculazioni degli anni passati - è ora diventato un cappio al collo. Da giorni le borse europee cadono più velocemente di quella americana, con i titoli bancari che fanno da palla di piombo. Ancora più veloce la caduta di Piazza Affari, dove il peso proporzionale di questi titoli supera il 30% della capitalizzazione (contro una media internazionale oscillante tra il 7 e il 10%). Epicentro del dissesto sono per il momento le banche britanniche, quelle che hanno ricevuto gli aiuti più consistenti. La ragione è semplice: il governo Brown ha progressivamente trasformato le «iniezioni di capitale pubblico» in partecipazione azionaria, anche se per ora non prevede di prendere la gestione diretta degli istituti «salvati». Questo basta a far parlare - a sproposito - di «nazionalizzazione». «Il mercato», insomma, non vede più la possibilità di «scalare» la proprietà di quelle banche; anzi, prevede un ulteriore crollo del loro prezzo in vista di una possibile uscita dal listino, sulla falsariga di quanto avvenuto con il «salvataggio» di Alitalia. Una situazione di caos cui contribuisce, involontariamente, la stessa massa disordinata di interventi statali - senza alcun coordinamento continentale, né strategie convergenti. Creando squilibri evidenti tra banche dello stesso paese e dei diversi paesi (tra «aiutate» e no, ma anche a seconda della «quantità» di aiuti ricevuti). La massa d'urto negativa ieri si è messa in moto sulla scia del Lloyds Banking Group, che proprio non riesce a digerire la fusione con Hbos. Sabato scorso il Tesoro britannico è nuovamente intervenuto, portando la propria partecipazione azionaria dal 43 al 65% (potrebbe diventare il 77 se le azioni «privilegiate» saranno trasformate in ordinarie). In cambio, lo stato si assume la garanzia su 280 miliardi di sterline in «titoli tossici». Ma non è un regalo e basta. Lloyds dovrà comunque fronteggiare da sola le prime perdite fino a 25 miliardi di sterline, pagando anche 16 miliardi - se le cose andranno bene - per la partecipazione allo schema governativo. Voci insistenti danno per imminente una ristrutturazione del gruppo, con pesanti tagli alle attività e soprattutto all'occupazione. In secondo luogo, il governo inglese sta per dare il via a una severa stretta sui «requisiti di capitale» delle banche, per stabilire in modo un po' più serio se ciascun istituto sia o no in grado di far fronte alla recessione. Tanto è bastato per far crollare i titoli anche di quelle banche - come Barclays - che finora non hanno richiesto aiuti di stato. Lloyds era arrivata a perdere l'8,1% e Barclays oltre il 10%, prima che la positiva apertura di Wall Street illudesse in mercati europei, spingendoli a un volenteroso quanto ingiustificato rialzo. Va inoltre registrata la mazzata subita da Credit Suisse, che andava reimpastando i propri vertici spostando Walter Kielholz alla presidenza di Suisse Re e prendendo in cambio Hans-Ulrich Doerig. Faceva invece faville - ma dopo un periodo da incubo - il gruppo Fortis, che andava rivedendo al rialzo i termini della vendita di alcuni asset belgi alla banca francese Bnp Paribas. Milano, dopo aver toccato un tragico -4%, chiudeva limitando i danni a -2,12%. Francoforte - che pure contiene il sistema bancario tedesco, in condizioni non molto migliori di quello inglese - andava addirittura sopra dello 0,7%; Londra si accontentava del +0,29% e Parigi cedeva solo lo 0,6%.

Torna all'inizio


ROMA - Daniela Martani, la pasionaria col cappio al collo della vertenza Alitalia, allontanata due g... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Martedì 10 Marzo 2009 Chiudi ROMA - Daniela Martani, la pasionaria col cappio al collo della vertenza Alitalia, allontanata due giorni fa dalla Fattoria, il realty show di Canale 5, si prepara a passare al contrattacco. I legali della hostess, licenziata il 14 febbraio per "giusta causa" - per partecipare al Grande Fratello ha disertato i suoi impegni lavorativi - , avrebbero indirizzato una lettera al direttore del personale Giovanni Di Stefano, ricevuta il 4 marzo. Gli avvocati Vincenzo Cerulli Irelli, Alessia Montani e Rosario Siciliano avrebbero promosso, secondo quanto risulta a Il Messaggero, un tentativo di conciliazione, un passaggio formale che si svolge al Ministero del lavoro ed è previsto dalla procedura lavoristica. Il ministero convoca le parti: Alitalia è libera però di accettare. In questo ambito la Martani ha 60 giorni di tempo dalla data di ricezione del provvedimento per contestare il licenziamento davanti al giudice e chiedere la riammissione sul posto di lavoro. Difficilmente però Cai accetterà la conciliazione. «Immotivata indisponibilità all'impiego» gli fu contestato nella lettera di licenziamento. La hostess aveva chiesto a Cai di godere di un periodo aspettativa dopo aver iniziato la partecipazione al Grande Fratello. Ma la richiesta non gli è stata accordata. Nella missiva di risoluzione del contratto di lavoro, la compagnia fa riferimento anche a un'intervista rilasciata dalla Martani a un settimanale in cui annuncia la sua volontà di volersi dedicare allo spettacolo. Ma domenica scorso, dopo che il 75% degli ascoltatori ha preferito l'attrice Giovanna Rei alla hostess per continuare La Fattoria, ha ammesso: «Forse non è il mio momento per i reality». r. dim.

Torna all'inizio


Alitalia, gli enti locali scrivono a Governo e Cai (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Martedì 10 Marzo 2009 Chiudi Alitalia, gli enti locali scrivono a Governo e Cai Regione, Provincia, Comuni di Roma e Fiumicino chiedono chiarezza

Torna all'inizio


Due lettere, una al Governo e l'altra a Cai, per chiedere incontri su problematiche concrete&#... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Martedì 10 Marzo 2009 Chiudi Due lettere, una al Governo e l'altra a Cai, per chiedere incontri su «problematiche concrete» come sulla situazione dei precari e dei cassaintegrati Alitalia È quanto deciso ieri dal Tavolo interistituzionale su Alitalia convocato in Regione dal presidente Piero Marrazzo e al quale hanno partecipato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, l'assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Smeriglio, il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, il responsabile relazioni istituzionali della compagnia aerea, Guido Improta e i sindacati. «Abbiamo deciso di scrivere due lettere - ha detto Marrazzo - Sono preoccupato perché questa che viviamo si riflette su una crisi più vasta e dobbiamo saperla tenere sotto controllo. Mi sembra di poter dire che ci sia una convergenza d'intenti e nelle prossime ore gli assessori competenti continueranno a lavorare in questo senso». Marrazzo si è detto «preoccupato per la situazione dei precari e cassaintegrati». «La Regione - ha sottolineato - si è dotata di alcuni strumenti e continueremo a utilizzarli e rafforzarli. Per la cassa integrazione abbiamo un problema di fondi non erogati e per questo le istituzioni lavoreranno insieme. Vogliamo avere chiarezza tra i numeri dati dall'azienda e quelli forniti dai sindacati». A chi gli chiedeva un commento in merito agli incontri tra il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e i vertici Cai, Marrazzo ha risposto: «Per noi contano i fatti. Ci è stato detto che entro due mesi sarebbe arrivato il piano strategico. Per noi e per il Paese interno è strategico Fiumicino». Alemanno invoca «un emendamento» affinché «le imprese dell'indotto Alitalia non falliscano per il mancato pagamento dei crediti che vantano nei confronti di Cai». E ha spiegato: «Non si può aspettare che i creditori attendano anni e anni prima di avere riscontri». Il sindaco ha poi sottolineato: «È necessaria un'iniziativa comune delle istituzioni locali per avere un chiarimento sia da parte del governo sia dei vertici Cai soprattutto sul piano industriale che è ormai tempo che Cai ci illustri». E ha concluso: «Tutto ruota attorno al piano industriale. Dobbiamo conoscere le scelte strategiche di Cai per poter costruire attorno ad esse le altre scelte dal punto di vista politico ed economico».

Torna all'inizio


Scenografia d'effetto, proprio come si conviene al debutto di una grande star, per l... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Martedì 10 Marzo 2009 Chiudi di MARIA SERENA PATRIARCA Scenografia d'effetto, proprio come si conviene al debutto di una grande star, per l'approdo ufficiale a Roma della più antica tra le principali case d'aste al mondo. Scintillio di luci e fiaccole, ieri, nei cortili di Palazzo Colonna ricoperti per l'occasione da una candida tensostruttura e adornati da sontuosi candelabri e alberelli di limone, secondo l'estro di Jean Paul Troili. Si è tenuta a battesimo la nuova sede capitolina della più prestigiosa tra le case d'aste viennesi e l'evento ha attirato più di 300 art-addicted del mondo della diplomazia, del management, della nobiltà e della cultura. In mostra una selezione di dipinti antichi che saranno messi all'incanto in primavera a Vienna. Tra i numerosi ambasciatori invitati per l'occasione? Jan de Bock (Belgio), Michael Steiner (Germania), Luis Calvo Merino (Spagna), Fernando Oliveira Neves (Portogallo), Pauli Antero Makela (Finlandia) e Martin Bolldorf (Austria presso la S.Sede). Di fronte alle opere di Morandi, De Chirico, Manzù, Schifano si soffermano in tanti. Fra gli ospiti chiamati al cocktail inaugurale anche Angelo Bucarelli, il soprintendente Claudio Strinati,il commissario straordinario Alitalia Augusto Fantozzi, il presidente della Warner Bros Italia Paolo Ferrari, il direttore generale della Banca Finnat Arturo Nattino, Dedy Ferrari Clerici, Francesca Malagò, e noblesse varia : da Leonardo e Anna Visconti di Modrone ad Alessandra Borghese e Mario Pignatelli Aragona Cortes, fino a Patricia Ruspoli e Lucia Odescalchi. Tra le "chicche" in mostra c'è persino una tela di Bonifacio Bembo del 1420. «Siamo lieti di sbarcare a Roma, culla del gusto artistico», dice il presidente della casa d'aste Martin Bohm che, affiancato dalla direttrice della nuova sede Maria Cristina Paoluzzi e dal curatore della mostra Alessandro Rizzi, dà il benvenuto ai presenti. E per tutti cin cin e assaggi di mini sacher al cioccolato (in omaggio alla tradizione austriaca) uniscono al piacere dell'arte quello del palato.

Torna all'inizio


Banca mondiale, economia mai così male dal 1945 (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Le notizie Banca mondiale, economia mai così male dal 1945 Il primo calo da oltre sessant'anni. Nel 2009 l'economia mondiale subirà molto probabilmente il suo primo calo dal 1945. È quanto scritto in un rapporto che la Banca mondiale ha preparato in vista del G20 dei ministri finanziari di Londra di sabato prossimo, nel quale lancia l'allarme sulle economie emergenti. Secondo la Banca mondiale le 129 economie emergenti rischiano di subire un deficit tra i 270 e i 700 miliardi di dollari quest'anno. L'organismo avverte che le istituzioni internazionali da sole non saranno in grado di coprire l'ammanco. Il deficit, secondo il rapporto, arriverà poiché «i creditori del settore privato fuggono dai paesi emergenti e solo un quarto di questi paesi hanno le risorse necessarie per prevenire un aumento della povertà». Al proposito l'Ecofin, che si è riunito ieri a Bruxelles, sarebbe pronto a raddoppiare i 250 miliardi di dollari a disposizione del Fondo monetario internazionale per aiutare i paesi colpiti dalla crisi economica globale. Alitalia-Cai, via libera Ue. L'operazione Alitalia-Cai è stata realizzata a condizioni di mercato e quindi l'Italia ha rispettato gli impegni presi a suo tempo con Bruxelles. Questo, in sintesi, il giudizio definitivo che, salvo sorprese dell'ultimo minuto, la Commissione europea ufficializzerà oggi chiudendo la procedura che ha accompagnato la privatizzazione dell'ex compagnia di bandiera. La decisione riguarderebbe anche la congruità delle condizioni di cessione di una quota del 25 per cento di Alitalia al gruppo Air-France-Klm, condizioni che sarebbero state ritenute in linea con i valori di mercato. E proprio l'amministratore delegato di Air France, Jean-Cyril Spinetta, non si sbilancia sulla possibilità di un maggiore ruolo della sua azienda in Alitalia: «Il futuro ci dirà cosa conviene fare ma è troppo presto per formulare ipotesi». E le Fs valutano danni immagine. Le Ferrovie dello Stato valuteranno «i danni d'immagine» provocati dalle polemiche con l'Alitalia sulle sovvenzioni statali e sulla rotta Roma-Milano. Lo assicura l'amministratore delegato, Mauro Moretti, a margine di una conferenza sul futuro dei trasporti organizzata a Bruxelles dal commissario Ue Antonio Tajani. «Non c'è stato nessun chiarimento. Noi andiamo avanti per la nostra strada», ha spiegato l'ad delle Fs, riferendosi alle dichiarazioni dell'ad di Alitalia Rocco Sabelli, il quale ha accusato Trenitalia di avere un ruolo «quanto meno ambiguo» sul mercato Roma-Milano. Per Moretti non c'è stato «nessun botta e risposta, ma solo una botta, a mio avviso non motivata, a cui non ho risposto». Fiat, proteste a Pomigliano. Le tute blu di Pomigliano d'Arco ancora in sciopero per chiedere una nuova missione produttiva per lo stabilimento Fiat alle porte di Napoli e per scongiurare il ridimensionamento o addirittura la chiusura del sito industriale. Ieri mattina, per oltre un'ora, i dipendenti hanno incrociato le braccia. Una manifestazione nel primo giorno di lavoro dopo settimane di cassa integrazione. Un rientro in fabbrica soltanto per cinque giorni dal momento che, già dal prossimo 16 marzo, ci sarà una nuova fase di cig. Uno stop produttivo che si protrarrà fino al prossimo 20 aprile. La protesta è iniziata nel reparto lastrosaldatura, ma si è estesa a gran parte dell'azienda pomiglianese. Le cellule sindacali dello stabilimento hanno deciso di svolgere un consiglio di fabbrica giovedì 12 e un'assemblea venerdì 13 nel corso della quale si deciderà quali iniziative intraprendere per difendere il sito produttivo napoletano. Lavoro, parità lontana. È ancora molto lontana la parità tra uomo e donna sul lavoro. Sul fronte delle retribuzioni la differenza è decisamente alta: la retribuzione media degli uomini si aggira sui 28mila euro l'anno, mentre per le donne il salario annuale arriva a 24.140 euro, il 16 per cento in meno. Il differenziale non è omogeneo ma varia fortemente: si va infatti da un minimo dell'1,7 per le professioni meno qualificate ad un massimo del 52 per cento per le libere professioniste. E anche l'organizzazione familiare grava quasi sempre sulle spalle delle donne che dedicano alla cura domestica in media tre ore e trenta in più degli uomini. A lanciare l'allarme sono Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fnsi (sindacato dei giornalisti) che hanno promosso un'iniziativa unitaria per segnalare «questa disparità costante e crescente - afferma Anna Lucia Visca dell'Fnsi - e sostenere la necessità di una mobilitazione». La cooperazione parla di federalismo. «Federalismo, sussidiarietà, solidarietà». Il convegno promosso da AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane) vedrà oggi rappresentanti del mondo istituzionale, accademico, industriale, sindacale e non profit confrontarsi sul tema della riorganizzazione fiscale in senso federale con particolare riferimento agli impatti sulle società cooperative. Appuntamento in via del Castro Laurenziano, 9. 10/03/2009

Torna all'inizio


Cortei e sit-in 6 percorsi, 6 piazze A PAGINA 6 LETTERA DALLA PISANA Precari Alitalia contatto con Cai (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-03-10 num: - pag: 1 autore: di PAOLO BROGI categoria: REDAZIONALE All'interno MANIFESTAZIONI Cortei e sit-in 6 percorsi, 6 piazze A PAGINA 6 LETTERA DALLA PISANA Precari Alitalia contatto con Cai di ALESSANDRO FULLONI A PAGINA 4

Torna all'inizio


Cassintegrati e precari Alitalia Sos di Marrazzo e Alemanno (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2009-03-10 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE Lavoro Lettera congiunta al governo. Ieri sit-in sulla Colombo Cassintegrati e precari Alitalia Sos di Marrazzo e Alemanno «Chiarezza sul piano industriale della nuova Alitalia, condizione dei dipendenti, assunzioni e ammortizzatori sociali ». E' quanto chiesto da Regione, Provincia e comuni di Roma e Fiumicino con due lettere da indirizzare al Governo e a Cai. La decisione è stata presa al termine del «tavolo interistituzionale » riunito ieri per discutere del futuro del Leonardo da Vinci e dei cassintegrati in carico alla compagnia aerea, una rappresentanza dei quali in mattinata ha tenuto un sit in davanti la sede della Regione. I lavoratori sono preoccupati per il ritardo nell'accredito dei sussidi. «I fondi non sono stati ancora erogati - ha spiegato il governatore Marrazzo - e per risolvere il problema le istituzioni lavoreranno insieme. Vogliamo avere chiarezza sui i numeri dati dall'azienda». Il sindaco Alemanno ha sollecitato «l'iniziativa comune delle istituzioni locali per avere un chiarimento da governo e Cai sul piano industriale». Altra questione affrontata è quella delle imprese dell'indotto che non devono fallire «per il mancato pagamento dei crediti», ha detto il sindaco sollecitando «un emendamento "salva- aziende"». Si è discusso anche dei terreni Alitalia - 47 ettari vicino all'aeroporto - in vendita per fare cassa, di proprietà della «bad-company» e non più di «un'azienda pubblica che avremmo potuto aiutare nel rilancio » ha detto il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini. Che ha informato il commissario liquidatore Augusto Fantozzi di non ripresentare la variante urbanistica dell'area. «Vogliamo evitare speculazioni», ha spiegato. Bocciata dal Tar, prevedeva la possibilità di costruire case e centri commerciali. Presidente Piero Marrazzo A. Full.

Torna all'inizio


È l'ex hostess <pasionaria> la più bocciata dagli italiani (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Spettacoli - data: 2009-03-10 num: - pag: 43 categoria: REDAZIONALE Daniela Martani Uscita dal Grande fratello e poi licenziata da Alitalia è l'ex hostess «pasionaria» la più bocciata dagli italiani Già eliminata dalla «Fattoria»: mi hanno fatto la macumba L'aspirante showgirl: «Mi sarebbe piaciuto portare a termine almeno un'esperienza. Forse non è il mio momento» MILANO — Non è un momento fortunato per Daniela Martani. Le trionfali immagini in cui sventolava fiera il cappio per protestare contro la Cai, che subito l'avevano incoronata «pasionaria » dell'Alitalia oltre che agguerrito simbolo della lotta sindacale, sembrano ormai un lontano ricordo. In una manciata di settimane, la temeraria sfrontatezza della 35enne romana è stata sopraffatta dalla raffica di porte che le sono state bruscamente chiuse in faccia. Prima quelle dell'agognato Grande fratello, da cui la Martani aveva più o meno spontaneamente deciso di uscire, dopo 22 giorni, per salvaguardare il proprio posto di lavoro in Cai. Poco dopo la conferma che la sofferta decisione a nulla era valsa, con l'arrivo dell'impietosa lettera di licenziamento da parte dell'azienda. Infine, la beffa di un possibile «riscatto» televisivo. La Martani era entrata nel cast di La fattoria, reality di Canale 5, ed era così volata in Brasile. Domenica alle 21.34 è iniziata la prima puntata. Cinque minuti dopo la mezzanotte la Martani è stata eliminata. La tv dà, la tv toglie. Ma domenica sera, l'ex hostess Alitalia, ex concorrente del Grande fratello e ex volto della Fattoria sembrava proprio non crederci: «O qualcuno mi ha fatto una macumba o non si capisce tutta questa sfiga». Sfortunata o antipatica? Dall'esito del televoto non dovrebbe esserci troppo imbarazzo nella scelta: mandata (dalla produzione) al televoto con l'attrice Giovanna Rei, la Martani è stata eliminata con il 75%. «Al Grande fratello non ho avuto la possibilità di farmi conoscere dal pubblico. Mi sarebbe piaciuto portare a termine almeno un'esperienza. Forse non è il mio momento per i reality». Questo l'amaro commento dell'aspirante showgirl all'ennesimo sogno infranto. A interpretare gli umori del pubblico ci ha pensato invece un altro discusso concorrente, Fabrizio Corona: «Sono stato il primo a fotografare questa ragazza con Giletti. Poi c'è stata la vicenda Alitalia, poi il Grande fratello, e ancora l'Alitalia. Non capisco come mai ce la ritroviamo ancora qui. Deve dimenticare il mondo dello spettacolo. Cominci a lavorare seriamente perché ormai le ha provate tutte, ma non è questa la sua strada». E ancora: «L'opinione pubblica è attenta a queste cose. La Martani, in tutto il bailamme Alitalia, è venuta fuori solo perché era la più carina. Ha giocato male le sue carte. Era scontato che andasse a casa oggi». Per nulla sorpreso anche l'amico Massimo Giletti: «Daniela ormai è un personaggio da tragedia greca. Credo che da una parte ci sia il sadismo del telespettatore che ama veder soffrire chi è predisposto a essere vittima e, dall'altra, il fatto che lei sia sembrata una voltagabbana: ha venduto l'anima allo spettacolo e il pubblico l'ha punita». Qualche sentore che non fosse troppo amata dalla gente c'era già... «Sì, e so che lei ne soffre molto. è una ragazza intelligente e anche prima di partire era indecisa. Io le ho detto che il mondo dello spettacolo trita tutto e poi butta fuori, quando qualcosa o qualcuno non serve più. I reality in particolare ». Vuole dire che non ha gestito al meglio l'imprevista popolarità? «Daniela era diventata simbolo di una battaglia che portava avanti credendoci. Era riuscita a ritagliarsi una strada per andare alle Europee, non al Grande fratello. Adesso quella corda del cappio qualcuno gliela vorrebbe stringere». Chiara Maffioletti IL COMMENTO Sulla prima puntata di «La Fattoria» la rubrica di Aldo Grasso a pagina 63

Torna all'inizio


La galleria (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Spettacoli - data: 2009-03-10 num: - pag: 43 categoria: BREVI La galleria Protagonista A sinistra, la Martani alla manifestazione contro il piano Alitalia; a destra, nella casa del «Grande fratello»

Torna all'inizio


Bonomi (Sea): Lufthansa sarà il nostro partner Dossier Linate da aprire (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-10 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE L'intervista Il presidente degli scali lombardi: conti in equilibrio Bonomi (Sea): Lufthansa sarà il nostro partner Dossier Linate da aprire «I tedeschi faranno manutenzione a Malpensa» La compagnia tedesca prenderà l'hangar che era di Alitalia e offrirà servizi a tutte le altre società aeree MILANO — E' facile ottenere prese di posizione da Giuseppe Bonomi. Il presidente di Sea (la società controllata dal comune di Milano che gestisce Malpensa e Linate) è uomo schietto. Sulla sua scrivania campeggiano due piccoli aerei con su scritto «Lufthansa Italia». Più chiaro di così... Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, è convinto che Alitalia potrebbe tradire Fiumicino per Malpensa. Ha nel cassetto un modellino Alitalia? «A oggi il progetto Lufthansa è più solido. Con i tedeschi Malpensa può tornare un hub in tre anni». E con Alitalia? «Ragioniamo per assurdo e ammettiamo che da domani a Linate volassero solo i Milano- Roma come pretende la Magliana. In cambio, Alitalia porterebbe a Malpensa 14 rotte intercontinentali. Tre in meno rispetto al 31 marzo 2007. E poi? Questo è già il massimo dello sviluppo possibile garantito da Alitalia». Lufthansa, invece? «Nell'estate 2007, quando Alitalia annunciò l'abbandono di Malpensa, abbiamo bussato alla porta dei tedeschi: sono gli unici in Europa in grado di garantire lo sviluppo di Malpensa come hub». Lufthansa lavora sviluppando più hub in contemporanea. Basta? «E' anche una questione di capacità industriale e investimenti. A regime i tedeschi potrebbero stabilire a Malpensa 60 aerei. Già oggi ne hanno nove. Il che vuol dire 56 frequenze al giorno dal primo aprile: un numero sufficiente, sulla carta, per programmare un collegamento di lungo raggio». Prima o poi anche Lufthansa le chiederà un ridimensionamento di Linate. «Non è scontato. Iata e Ue annunciano un futuro con scali congestionati». Si è parlato di un terminal a Malpensa dedicato a Lufthansa. «Certo. E poi affideremo a Lufthansa Technik l'hangar per la manutenzione degli aerei lasciato da Alitalia. L'accordo c'è, ora deve essereratificato dal board ». Lufthansa vorrebbe operare sulla Milano- Roma da Linate. Ma il Forlanini è affollato. «E' vero, gli slot sono assegnati. Ma qualcuno non li utilizza tutti (Alitalia, per esempio, ndr.). Come aeroporto abbiamo l'interesse alla loro redistribuzione. A chi e su quali tratte non mi riguarda. Certo, da cittadino dico che se ciò avvenisse sulla Milano-Roma una maggiore concorrenza avvantaggerebbe il consumatore». Il contratto dell'handling Alitalia è in discussione. «Sono fiducioso per un'intesa complessiva sia sull'handling che sul lancio di un prodotto sulla Milano-Roma con finger e fast track dedicati ad Alitalia». Il bilancio 2008? «Puntiamo al pareggio». Rita Querzé

Torna all'inizio


Per Alitalia-Cai l'ultimo sì dall'Ue (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 212 Per Alitalia-Cai l'ultimo sì dall'Ue --> L'operazione Alitalia-Cai è stata realizzata a condizioni di mercato e quindi l'Italia ha rispettato gli impegni presi a suo tempo con Bruxelles. Questo, in sintesi, il giudizio definitivo che, salvo sorprese dell'ultimo minuto, la Commissione europea ufficializzerà oggi chiudendo la procedura che ha accompagnato la privatizzazione dell'ex compagnia di bandiera.

Torna all'inizio


Daniela Martani, ovvero l'hostess che visse tre volte (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 59 del 2009-03-10 pagina 0 Daniela Martani, ovvero l?hostess che visse tre volte di Daniele Abbiati L'eroina è come una Giovanna d'Arco senza esercito: bocciata anche dalla Fattoria dopo l?esclusione dal Grande Fratello, l?ex assistente di volo è già pronta a un nuovo decollo La donna che chiede, ha perso in partenza. La donna, da che mondo è mondo, ciò che vuole o se lo prende, oppure se lo fa regalare. Non parliamo poi della donna che protesta, picchia i pugni sul tavolo, mette giù il muso. Così facendo si «uomizza» e, naturalmente, non ottiene nulla. Ma il femminismo, direte. Il femminismo l?hanno inventato gli uomini per nascondere le proprie debolezze, e per far finta di concedere ciò che le donne (giustissimamente, sia ben chiaro) avevano già portato a casa alla faccia loro. Ma le pari opportunità, direte. Le pari opportunità le hanno inventate i politici maschietti, cioè gli uomini più deboli (quindi affamati di potere), per nascondere le debolezze di cui sopra, e per avere in Parlamento o in Consiglio dei ministri una bella ragazza da bersagliare con bavose galanterie o battute da caserma. Ovvio, dunque, che Daniela Martani abbia perso prima al Grande fratello e poi alla Fattoria. Ovvio, perché vi era entrata dopo aver protestato in piazza brandendo un inquietante cappio, dopo aver picchiato per interposta persona i pugni sul tavolo delle trattative Alitalia, dopo aver messo giù il suo musino con tanto di intensi occhi umidi color nocciola. Così facendo aveva posto, senza avvedersene, il carro del successo davanti ai buoi dell?audience. Era già un personaggio. E dunque, che cosa andava a fare nella casa più spiata d?Italia? E, non contenta della prima sconfitta, che cosa andava a fare nella promiscua comune brasiliana? Quelli son posti per signori Nessuno desiderosi di diventare Qualcuno o per signori ex-Qualcuno che tentano la sorte per recuperare al tavolo verde della prima serata le fiches dilapidate in maldestri investimenti d?immagine. La hostess che visse due volte ha tentato il tris, ma forse domenica notte ha capito che giocare a carte scoperte è un rischio eccessivo. Nasconde molte insidie, la carriera della suffragetta mediatica: c?è sempre qualcuno che, oltre alle scarpe, vuole farti qualcos?altro. La bella Daniela chieda alle sue colleghe d?elezione Anna (Karenina) ed Emma (Bovary) come va a finire la donna che si permette di chiedere. Caduta due volte dal campanile dei reality show senza che sotto ci fosse il materasso di un posto sicuro, l?Esclusa sembra una rivisitazione in chiave grottesca della pirandelliana Marta Ajala, anch?essa per due volte scacciata con ignominia dal palcoscenico di una crudele commedia umana. Ma coraggio, come per Marta, anche per Daniela la riabilitazione è dietro l?angolo. Ecco, ci pare di udire la sgommata dell?auto del prode Staffelli il quale, impugnando il Tapiro come fosse un mazzo di rose rosse, s?appresta a omaggiare come si conviene la Giovanna d?Arco catodica che, nel bel mezzo della «battaglia», s?è voltata indietro sorprendendo il proprio esercito in pantofole nell?atto di... cambiare canale. E, dopo Staffelli, seguiranno le consuete ospitate, le consuete copertine patinate, i consueti articoletti «colorati» e interlocutori come questo. Seguiranno lettere di fans che propongono fidanzamenti (ma inviate a quale indirizzo, se non a quello della casa e della fattoria?) e lettere minatorie di gelose arpie. Tranquilli, è già tutto in palinsesto, è già tutto all?ordine del giorno. L?aspirante soubrette di Roma non finirà come la ballerina di Siviglia che tutti la vogliono e nessuno la piglia. Qualcuno, in un modo o nell?altro, se la piglierà, vedrete. Lei non deve far nulla. Soltanto stare ferma e aspettare. In capo a una settimana sabbatica, la giostra ripartirà. Una sola raccomandazione, signora Daniela: non faccia altre domande. Resti fedele al suo essere donna e prenda ciò che vuole. O se lo faccia regalare. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Finisce subito "La Fattoria" per la hostess dell'Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Spettacoli e Società Pagina 10238 Finisce subito ?La Fattoria? per la hostess dell'Alitalia --> Tempi duri per la ex hostess dell'Alitalia Daniela Martani: uscita di sua iniziativa dal Grande Fratello 9 per difendere il suo posto di lavoro, licenziata dalla nuova azienda, impedita a tornare in corsa al Gf, accolta a braccia aperta dalla Fattoria. E cacciata via ieri, alla prima nomination. «Mediaset e Endemol mi hanno dato possibilità di tornare subito in tv e farmi apprezzare», aveva detto prima della partenza per il Brasile. «L'Alitalia? Voglio riprendermi il mio posto, gli avvocati mi hanno detto che tra un paio d'anni la situazione si potrebbe recuperare». Per il momento la bella Daniela dovrà digerire la nuova sconfitta. E sperare, una volta tornata in Italia, di intraprendere finalmente quella carriera si showgirl, o cantante, alla quale ha sempre aspirato. Dodici i concorrenti, più o meno noti, alle prese con uno stile di vita rudemente agreste. Da Marina Ripa di Meana, a Ciro Petrone ( Gomorra ), da Morena Funari a Linda Batista, da Carla Velli (ex tronista), a Rocco Pietrantonio (fidanzato di Lory Del Santo), all'attore Tony Sperandeo. Su tutti spiccano - per motivi assai diversi - Fabrizio Corona, e Marco Baldini, mitica spalla di Fiorello in VivaRadio2 : «Fiore farà un gruppo di ascolto, non perderà una battuta e già so che mi massacrerà nello spettacolo che farà dal Gran Teatro di Roma», ha detto Marco Baldini. «Ho preferito La Fattoria a Sky perché quello è proprio un suo show e io più che spalla sarei stato marginale. Alla Fattoria farò vedere chi sono, specie a pettinare le galline, e non è escluso che al rientro faccia un salto da Fiore. Non c'è nessuna polemica con lui». Quanto a Corona, (due processi giudiziari in corso) prima di partire aveva detto: «Voglio far vedere quello che sono, la gente mi conosce dai giornali. Sono pronto a mettermi in gioco e questo reality per me è tutto tranne che una fuga, anche se vado in Brasile, dove come è noto non ti estradano mai».

Torna all'inizio


Alitalia, chiesti chiarimenti sul futuro (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 59 del 2009-03-10 pagina 1 Alitalia, chiesti chiarimenti sul futuro di Redazione Da Comune, Regione e Provincia due lettere congiunte a governo e Cai Il Comune di Roma, la Regione Lazio e la Provincia di Roma si apprestano a sottoscrivere congiuntamente due lettere, una indirizzata al Governo e una ai vertici Cai, per chiedere «chiarimenti» sul piano industriale e le assunzioni. Questa la decisione emersa dal tavolo interistituzionale su Alitalia che si è riunito ieri in Regione. «Sono molto preoccupato per la situazione dei precari e dei cassintegrati Alitalia - ha detto il presidente della Regione Piero Marrazzo - La Regione si è dotata di alcuni strumenti continueremo a utilizzarli e a rafforzarli». «È necessaria un'iniziativa congiunta Regione, Comune e Provincia per avere un chiarimento sia da parte del Governo sia da parte dei vertici Cai - gli ha fatto eco il sindaco Gianni Alemanno - Questo chiarimento deve vertere soprattutto sul piano industriale che ormai è tempo che Cai ci illustri; e poi sui problemi dei lavoratori, sul tipo di assunzioni e sugli ammortizzatori sociali». Alemanno ha anche ipotizzato «un emendamento per fare in modo che l'indotto Alitalia, le imprese che sono legate a questa realtà, non falliscano per il mancato pagamento dei crediti. È un fatto molto importante, non si può aspettare che questi creditori attendano anni e anni». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Tajani: "Accelerare le reti di trasporto europee" (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

stampa Il commissario Ue ai trasporti Tajani: "Accelerare le reti di trasporto europee" Accelerare i tempi di realizzazione delle reti transeuropee di trasporto, migliorare la mobilità urbana nelle città, spingere sull'acceleratore per una maggiore sicurezza stradale e per più diritti dei passeggeri. Così il vicepresidente della Commissione europea, con delega ai trasporti, Antonio Tajani, ha chiamato a raccolta per due giorni - ieri e oggi i principali esperti del settore per un confronto a tutto tondo che conduca a delineare il sistema dei trasporti del futuro. «Alcuni fondamentali progetti di reti transeuropee (Ten) sono in ritardo, ma vogliamo andare avanti», ha affermato Tajani, ricordando che tra qualche giorno uscirà il bando di gara per opere cantierabili per complessivi 500 milioni di euro. Insieme alle Ten, che il commissario europeo vede in prospettiva ampliate a Sud e Est verso i paesi vicini dell'Ue, Tajani, aprendo i lavori della conferenza, ha insistito anche sulla necessità di sviluppare le autostrade del mare e sull'introduzione di sistemi di trasporti intelligenti. Il secolo che viviamo, ha osservato Tajani, potrebbe regalarci il quinto mezzo di trasporto, come quello via tubo, il sistema integrato monorotaia così come il recupero di mezzi di trasporto andati in disuso come i dirigibili o i vecchi tram elettrici. Intanto oggi arriva il via libera definitivo dalla Commissione europea all'operazione Alitalia. Bruxelles ufficializzerà che sia la vendita degli asset della vecchia compagnia a Cai, sia l'ingresso di Air France-Klm è avvenuto a prezzi di mercato. E sul fronte del prestito da 300 milioni di euro concesso dal governo e giudicato aiuto di stato incompatibile dall'Ue, l'Italia sta attuando la decisione di Bruxelles in materia «in modo corretto».

Torna all'inizio


ROMA. PROPRIO NON DECOLLA, DANIELA MARTANI (NELLA FOTO), L'EX HOSTESS E PASIONARI... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 10-03-2009)

Argomenti: Alitalia

Roma. Proprio non decolla, Daniela Martani (nella foto), l'ex hostess e «pasionaria» dell'Alitalia. Dopo il licenziamento da parte della Cai e l'uscita dal «Grande fratello» proprio per poter impugnare il provvedimento, Daniela ci ha riprovato con un altro reality show di Canale 5, «La Fattoria», ma è stata eliminata domenica alla prima puntata, con oltre il 75 per cento dei televoti contro, nella sfida che la opponeva all'attrice napoletana Giovanna Rei. «Questo non è il mio periodo fortunato. La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo», ha scherzato la giovane donna. La quarta edizione del reality, presentata da Paola Perego con Mara Venier nella vesti di inviata in Brasile, nella fazenda dove i concorrenti dovranno tentare di trasformarsi in contadini, è iniziata domenica sera con poco più di quattro milioni di telespettatori e il 21,55 per cento di share. Salvata dal pubblico a casa, la Rei è stata di nuovo messa in nomination dai tre componenti della «casta», i più fortunati tra i neocontadini. Al televoto con lei, per tutta la settimana, ci sarà Barbara Guerra, nominata, invece, dagli altri concorrenti. Marco Baldini, Carla Velli, Ciro Petrone, Rocco Pietrantonio, Marina Ripa di Meana, Linda Batista, Riccardo Sardonè, Giovanna Rei, Morena Funari, Marianne Puglia e Barbara Guerra sono arrivati con vari mezzi (chi in barca, chi su un camioncino, le donne quasi tutte con tacchi e scollature vertiginosi). Una presentazione a parte ha avuto il più atteso dei concorrenti, Fabrizio Corona, arrivato in Brasile da solo, appena poche ore prima dell'inizio del programma. L'agente fotografico ha spiegato i tre motivi che lo hanno spinto a partecipare al reality: «Sono qui per rilassarmi e riposarmi, per una questione economica e perché la gente non mi conosce. Voglio far vedere chi è realmente Fabrizio Corona, dimostrare che anche io ho un po' di cuore e moralità». Quanto al napoletano Petrone, il «Pisellino» del film «Gomorra», si è subito scontrato con Linda Batista e le loro differenze caratteriali promettono di fare scintille. r.s.

Torna all'inizio